Wikiquote itwikiquote https://it.wikiquote.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.39.0-wmf.23 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikiquote Discussioni Wikiquote File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Portale Discussioni portale TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Accessorio Discussioni accessorio Definizione accessorio Discussioni definizione accessorio Niccolò Machiavelli 0 346 1221238 1219208 2022-08-06T19:47:01Z Udiki 86035 /* Citazioni */ aggiunta una wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Santi di Tito - Niccolo Machiavelli's portrait.jpg|thumb|Niccolò Machiavelli]] '''Niccolò Machiavelli''' (1469 – 1527), politico, filosofo, scrittore, storico e drammaturgo italiano. {{indicedx}} ==Citazioni di Niccolò Machiavelli== {{vedi anche|La mente di un uomo di Stato}} *I [[Francia|franzesi]] sono per natura più fieri che gagliardi o dextri; et in uno primo impeto chi può resistere alla ferocità loro, diventano tanto umili, e perdono in modo l'animo che divengono vili come femmine. Ed anche sono insoportabili de' disagi ed incommodi loro, e col tempo stracurano le cose in modo che è facile, col trovargli in disordine, superarli.<ref>Da ''[[s:Ritratto di cose di Francia|Ritratto di cose di Francia]]''.</ref> *''La notte che morì [[Pier Soderini]]. | L'anima andò dell'inferno alla bocca. | Gridò Pluton: Che inferno! anima sciocca, | Va su nel limbo fra gli altri bambini''.<ref>Da ''[[s:Rime varie/Epigrammi|Epigrammi]]''. Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 506.</ref> *Perché li popoli in privato sieno ricchi, la ragione è questa, che vivono come poveri; non edificano, non vestono, e non hanno masserizie in casa. Basta loro lo abbondare di pane, di carne, ed avere una stufa, dove rifuggire il freddo: e chi non ha dell'altre cose fa senza esse, e non le cerca. Spendonsi in dosso duoi forini in dieci anni, ed ognuno vive secondo il grado suo a questa proporzione, e nissuno fa conto di quello gli manca, ma di quello che ha di necessità, e le loro necessitadi sono assai minori che le nostre.<ref>Da ''[[s:Ritratto delle cose della Magna|Ritratto delle cose della Magna]]''.</ref> ===Attribuite=== *Il [[scopo|fine]] giustifica i [[mezzo|mezzi]]. :{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Questa citazione non è attestata in nessuna delle opere machiavelliane. Nel capitolo XVIII de ''Il principe'' tuttavia è presente una citazione simile e il famoso motto potrebbe essere considerato una sintesi di questa citazione: «[...] nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati; [...].».<ref>{{Cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 478.</ref> ==''Clizia''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|''Palamede, Cleandro''}} '''Palamede''': Tu esci sì a buon'ora di casa?<br> '''Cleandro''': Tu, donde vieni sì a buon'ora?<br> '''Palamede''': Da fare una mia faccenda.<br> '''Cleandro''': Ed io vo a farne un'altra, o, a dire meglio, a cercarla di fare, perché s'io la farò, non ne ho certezza alcuna. ===Citazioni=== *Se nel mondo tornassino i medesimi uomini, come tornano i medesimi casi, non passerebbono mai cento anni, che noi non ci trovassimo un'altra volta insieme a fare le medesime cose che ora. ([[s:Clizia/Prologo|Prologo]]) *[...] quanto è più propinquo l'uomo ad un suo [[desiderio]] più lo desidera, e, non lo avendo, maggior [[dolore]] sente. (Cleandro: [[s:Clizia/Atto primo/Scena seconda|atto I, scena II]]) ==''Decennali''== ===[[Incipit]]=== <poem>Io canterò l'italiche fatiche, seguìte già ne' duo passati lustri sotto le stelle al suo bene inimiche. Quanti alpestri sentier, quanti palustri narrerò io, di sangue e morti pieni, pe 'l variar de' regni e stati illustri!</poem> ===Citazioni=== *''Lo strepito dell'armi e de' cavalli | non poté far, che non fosse sentita | la voce di un Cappon fra cento Galli; | tanto che il [[Carlo VIII di Francia|Re superbo]] fe' partita, |'' [...]. ([[s:Decennali/Decennale primo|Decennale primo]], vv. 34-38) *''Ma quel ch'a molti molto più non piacque; | e vi fe' disunir, fu quella scuola | sotto 'l cui segno vostra Città giacque: | i' dico di quel gran [[Girolamo Savonarola|Savonarola]], | il quale afflato da virtù divina | vi tenne involti con la sua parola.'' ([[s:Decennali/Decennale primo|Decennale primo]], vv. 154-159) ==''Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati''== *Puossi per questa deliberazione considerare, come i Romani nel giudicare di queste loro terre ribellate pensarono, che bisognasse o guadagnare la fede loro con i benefizj, o trattargli in modo, che mai più ne potessero dubitare, e per questo giudicarono dannosa ogni altra via di mezzo che si pigliasse. (p. 124) *[...] la [[storia|istoria]] è la maestra delle azioni nostre, [...]. (p. 125) *[...] il mondo fu sempre ad un modo abitato da uomini che hanno avuto sempre le medesime passioni, e sempre fu chi serve e chi comanda, e chi serve mal volentieri, e chi serve volentieri, e chi si ribella ed è ripreso. (p. 125) ==''Dell'arte della guerra''== ===[[Incipit]]=== Perché io credo che si possa lodare dopo la morte ogni uomo, senza carico, sendo mancata ogni cagione e sospetto di adulazione, non dubiterò di lodare Cosimo Rucellai nostro, il nome del quale non fia mai ricordato da me senza lagrime, avendo conosciute in lui quelle parti le quali, in uno buono amico dagli amici, in uno cittadino dalla sua patria si possono disiderare. ===Citazioni=== *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} [...] Quello che giova al [[nemico]] nuoce a te, e quel che giova a te nuoce al nemico. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Colui che sarà nella [[guerra]] più vigilante a osservare i disegni del nemico e più durerà fatica ad esercitare il suo [[esercito]], in minori pericoli incorrerà e più potrà sperare della vittoria. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Non condurre mai a giornata i tuoi [[soldato|soldati]], se prima non hai confermato l'animo loro e conosciutogli senza paura e ordinati, né mai ne farai pruova, se non quando vedi ch'egli sperano di vincere. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Meglio è vincere il nemico con la [[fame]] che col ferro, nella vittoria del quale può molto più la fortuna che la virtù. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Niuno partito è migliore che quello che sta nascoso al nemico infino che tu lo abbia eseguito. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Sapere nella guerra conoscere l'occasione e pigliarla, giova più che niuna altra cosa. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} La natura genera pochi uomini gagliardi; la industria e l'esercizio ne fa assai. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Può la disciplina nella [[guerra]] più che il furore. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Quando si partono alcuni dalla parte nemica per venire a' servizj tuoi, quando sieno fedeli vi sarà sempre grandi acquisti; perché le forze degli avversari più si minuiscono con la perdita di quegli che si fuggono, che di quegli che sono ammazzati, ancora che il nome de' fuggitivi sia a' nuovi amici sospetto, a' vecchi odioso. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Meglio è, nell'ordinare la giornata, riserbare dietro alla prima fronte assai aiuti, che, per fare la fronte maggiore, disperdere i suoi soldati. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], pp. 378-379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Difficilmente è vinto colui che sa conoscere le forze sue e quelle del nemico. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Più vale la virtù de' soldati che la moltitudine; più giova alcuna volta il sito che la virtù. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Le cose nuove e subite sbigottiscono gli eserciti; le cose consuete e lente sono poco stimate da quegli; però farai al tuo esercito praticare e conoscere con piccole zuffe un nemico nuovo, prima che tu venga alla giornata con quello. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Colui che seguita con disordine il nemico poi ch'egli è rotto, non vuole fare altro che diventare, di vittorioso, perdente. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Quello che non prepara le vettovaglie necessarie al vivere è vinto senza ferro. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Chi confida più ne' cavalli che ne' fanti, o più ne' fanti che ne' cavalli, si accomodi col sito. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Quando tu vuoi vedere se, il giorno, alcuna spia è venuta in campo, fa' che ciascuno ne vadia al suo alloggiamento. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Muta partito, quando ti accorgi che il nemico l'abbia previsto. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Consigliati, delle cose che tu dèi fare, con molti; quello che dipoi vuoi fare conferisci con pochi. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} I soldati, quando dimorano alle stanze, si mantengano col timore e con la pena; poi, quando si conducono alla guerra, con la speranza e col premio. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} I buoni [[Capitano|capitani]] non vengono mai a giornata se la necessità non gli strigne o la occasione non gli chiama. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Fa' che i tuoi nemici non sappiano come tu voglia ordinare l'esercito alla zuffa: e in qualunque modo l'ordini, fa' che le prime squadre possano essere ricevute dalle seconde e dalle terze. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Nella zuffa non adoperare mai una battaglia ad un'altra cosa che a quella per che tu l'avevi deputata, se tu non vuoi fare disordine. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Agli accidenti subiti con difficoltà si rimedia, a' pensati con facilità. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Gli uomini, il ferro, i danari e il pane sono il nervo della guerra; ma di questi quattro sono più necessarj i primi due, perché gli uomini e il ferro truovano i danari e il pane, ma il pane e i danari non truovano gli uomini e il ferro. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Il disarmato ricco è premio del soldato povero. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], pp. 379-380) *{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Avvezza i tuoi soldati a spregiare il vivere delicato e il vestire lussurioso. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 380) *[...] niuno senza invenzione fu mai grande uomo nel mestiero suo; [...]. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 381) ===[[Explicit]]=== Ma quanto a me si aspetta, per essere in là con gli anni, me ne diffido. E veramente, se la fortuna mi avesse conceduto per lo addietro tanto stato quanto basta a una simile impresa, io crederei, in brevissimo tempo, avere dimostro al mondo quanto gli antichi ordini vagliono; e senza dubbio o io l'arei accresciuto con gloria o perduto senza vergogna. ==''Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio''== ===[[Incipit]]=== Ancora che, per la invida natura degli uomini, sia sempre suto non altrimenti periculoso trovare modi ed ordini nuovi, che si fusse cercare acque e terre incognite, per essere quelli più pronti a biasimare che a laudare le azioni d'altri; nondimanco, spinto da quel naturale desiderio che fu sempre in me di operare, sanza alcuno respetto, quelle cose che io creda rechino comune benefizio a ciascuno, ho deliberato entrare per una via, la quale, non essendo suta ancora da alcuno trita, se la mi arrecherà fastidio e difficultà, mi potrebbe ancora arrecare premio, mediante quelli che umanamente di queste mie fatiche il fine considerassino. ===Citazioni=== *Né si può chiamare in alcun modo con ragione una republica inordinata, dove siano tanti esempli di virtù; perché li buoni esempli nascano dalla buona educazione<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. V, IX: «Dalla buona educazione nascono i buoni esempi.»</ref>, la buona educazione, dalle buone leggi<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. V, VIII: «Dalle buone leggi nasce la buona educazione.»</ref>; e le buone leggi, da quelli tumulti che molti inconsideratamente dannano: perché, chi esaminerà bene il fine d'essi, non troverrà ch'egli abbiano partorito alcuno esilio o violenza in disfavore del commune bene, ma leggi e ordini in beneficio della publica libertà. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 4|libro I, cap. IV]]) *E veramente, mai fu alcuno ordinatore di leggi straordinarie in uno popolo che non ricorresse a Dio; perché altrimente non sarebbero accettate: perché sono molti i beni conosciuti da uno prudente, i quali non hanno in sé ragioni evidenti da poterli persuadere a altrui. Però gli uomini savi, che vogliono tôrre questa difficultà, ricorrono a Dio. Così fece [[Licurgo]], così [[Solone]], così molti altri che hanno avuto il medesimo fine di loro. [...] E come la osservanza del culto divino è cagione della grandezza delle republiche, così il dispregio di quello è cagione della rovina d'esse. Perché, dove manca il timore di Dio, conviene o che quel regno rovini, o che sia sostenuto dal timore d'uno principe che sopperisca a' difetti della religione. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 11|libro I, cap. XI]]) *Quelli principi o quelle republiche, le quali si vogliono mantenere incorrotte, hanno sopra ogni altra cosa a mantenere incorrotte le cerimonie della loro religione, e tenerle sempre nella loro venerazione; perché nessuno maggiore indizio si puote avere della rovina d'una provincia, che vedere dispregiato il culto divino. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 12|libro I, cap. XII]]) *Abbiamo, adunque, con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obligo, di essere diventati sanza religione e cattivi: ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra. Questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa provincia divisa. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 12|libro I, cap. XII]]) *La cagione è, perché la [[natura]] ha creati gli uomini in modo che possono desiderare ogni cosa, e non possono conseguire ogni cosa: talché, essendo sempre maggiore il desiderio che la potenza dello acquistare, ne risulta la mala contentezza di quello che si possiede, e la poca sodisfazione d'esso. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 37|libro I, cap. XXXVII]]) *[...] qualunque volta è tolto agli uomini il combattere per necessità, combattono per [[ambizione]]; [...]. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 37|libro I, cap. XXXVII]]) *Dopo il 1494, sendo stati i principi della città cacciati da Firenze, e non vi essendo alcuno governo ordinato, ma più tosto una certa licenza ambiziosa, ed andando le cose publiche di male in peggio; molti popolari, veggendo la rovina della città, e non ne intendendo altra cagione, ne accusavano la ambizione di qualche potente che nutrisse i disordini, per potere fare uno stato a suo proposito, e tôrre loro la libertà; e stavano questi tali per le logge e per le piazze, dicendo male di molti cittadini, minacciandogli che, se mai si trovassino de' Signori, scoprirebbero questo loro inganno, e gli gastigarebbero. Occorreva spesso che di simili ne ascendeva al supremo magistrato; e come egli era salito in quel luogo, e che vedeva le cose più da presso, conosceva i disordini donde nascevano, ed i pericoli che soprastavano, e la difficultà del rimediarvi. E veduto come i tempi, e non gli uomini, causavano il disordine, diventava subito d'un altro animo, e d'un'altra fatta; perché la cognizione delle cose particulari gli toglieva via quello inganno che nel considerarle generalmente si aveva presupposto. Dimodoché, quelli che lo avevano prima, quando era privato, sentito parlare, e vedutolo poi nel supremo magistrato stare quieto, credevono che nascessi, non per più vera cognizione delle cose, ma perché fusse stato aggirato e corrotto dai grandi. Ed accadendo questo a molti uomini, e molte volte, ne nacque tra loro uno proverbio che diceva: Costoro hanno uno animo in piazza, ed uno in palazzo. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 47|libro I, cap. XLVII]]) *Il [[popolo]] molte volte desidera la rovina sua, ingannato da una falsa specie di bene: e come le grandi [[speranza|speranze]] e gagliarde [[promessa|promesse]] facilmente lo muovono. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 53|libro I, cap. LIII]]) *[...] dice [[Tito Livio]] [...] che tutti insieme sono gagliardi, e, quando ciascuno poi comincia a pensare al proprio pericolo, diventa vile e debole. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 57|libro I, cap. LVII]]) *Nessuna cosa essere più vana e più incostante che la [[moltitudine]], così Tito Livio nostro, come tutti gli altri istorici, affermano. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 58|libro I, cap. LVIII]]) *Laudano sempre gli uomini, ma non sempre ragionevolmente, gli antichi tempi e gli presenti accusano; e in modo sono delle cose passate partigiani che non solamente celebrano quelle etadi che da loro sono state, per la memoria che ne hanno lasciata gli scrittori, conosciute, ma quelle ancora che sendo già vecchi si ricordano nella loro giovanezza avere vedute. E quando questa loro opinione sia falsa, come il più delle volte è, mi persuado varie essere le cagioni che a questo inganno gli conducono. E la prima credo sia che delle cose antiche non s'intenda al tutto la verità; e che di quelle il più delle volte si nasconda quelle cose che recherebbono a quelli tempi infamia, e quelle altre che possano partorire loro gloria si rendino magnifiche e amplissime. [...] Oltra di questo, odiando gli uomini le cose o per timore o per invidia, vengono a essere spente due potentissime cagioni dell'odio nelle cose passate, non ti potendo quelle offendere e non ti dando cagione d'invidiarle. Ma al contrario interviene di quelle cose che si maneggiano e veggono, le quali per la intera cognizione di esse non ti essendo in alcuna parte nascoste e conoscendo in quelle insieme con il bene molte altre cose che ti dispiacciono, sei forzato a giudicarle alle antiche molto inferiori, ancora che in verità le presenti molto più di quelle di gloria e di fama meritassoro; [...]. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Introduzione|libro II, Introduzione]]) *[...] gli è offizio di uomo [[buono]], quel bene che per la malignità de' tempi e della fortuna tu non hai potuto operare, insegnarlo ad altri, acciocché, sendone molti capaci, alcuno di quelli, più amato dal Cielo, possa operarlo. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Introduzione|libro II, Introduzione]]) *Se la religione nostra richiede che tu abbi in te fortezza, vuole che tu sia atto a patire più che a fare una cosa forte. Questo modo di vivere, adunque, pare che abbi renduto il mondo debole, e datolo in preda agli uomini scelerati; i quali sicuramente lo possono maneggiare, veggendo come l'università degli uomini, per andarne in Paradiso, pensa più a sopportare le sue battiture che a vendicarle. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 2|libro II, cap. II]]) *Dico pertanto, non l'oro, come grida la comune opinione, essere il nervo della guerra, ma i buoni soldati: perché l'oro non è sufficiente a trovare i buoni soldati, ma i buoni soldati sono bene sufficienti a trovare l'oro. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 10|libro II, cap. X]]) *[...] l'[[artiglieria]] ha bisogno di essere guardata, a volere che la operi, o da mura o da fossi o da argini; e come le mancherà una di queste guardie, ella è prigione, o la diventa inutile: come le interviene quando la si ha a difendere con gli uomini; il che le interviene nelle giornate e zuffe campali. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 17|libro II, cap. XVII]]) *[...] l'impeto delle artiglierie è tale che non truova muro, ancoraché grossissimo, che in pochi giorni ei non abbatta [...]. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 17|libro II, cap. XVII]]) *Conchiuggo pertanto, venendo al fine di questo discorso, l'artiglieria essere utile in uno esercito quando vi sia mescolata l'antica virtù; ma, sanza quella, contro a uno esercito virtuoso è inutilissima. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 17|libro II, cap. XVII]]) *Non è per questo che io giudichi che non si abbia adoperare l'armi e le forze; ma si debbono riservare in ultimo luogo dove e quando gli altri modi non bastino.<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. II, III: «Le armi si debbono riservare in ultimo luogo, dove, e quando gli altri modi non bastino.»</ref> ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 21|libro II, cap. 21]]) *[...] principi non buoni temono sempre che altri non operi, contro a loro, quello che par loro meritare [...].<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. XI, XX: «Gli uomini non buoni temono sempre che altri non operi contro di loro quello che pare loro meritare.»</ref> ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 6|libro III, cap. 6]]) *Una republica sanza i cittadini riputati non può stare, né può governarsi in alcuno modo bene. Dall'altro canto, la riputazione de' cittadini è cagione della tirannide delle republiche. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 28|libro III, cap. 28]]) *[...] dove si dilibera al tutto della salute della patria, non vi debbe cadere alcuna considerazione né di giusto né d'ingiusto, né di piatoso né di crudele, né di laudabile né d'ignominioso; anzi, posposto ogni altro rispetto, seguire al tutto quel partito che le salvi la vita e mantenghile la libertà. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 41|libro III, cap. 41]]) ===[[Explicit]]=== Erano in Roma, per la liberalità che i Romani usavano di donare la civiltà a' forestieri, nate tante genti nuove, che le cominciavano avere tanta parte ne' suffragi, che il governo cominciava variare, e partivasi da quelle cose e da quelli uomini dove era consueto andare. Di che accorgendosi Quinto Fabio, che era Censore, messe tutte queste genti nuove, da chi dipendeva questo disordine, sotto quattro Tribù acciocché non potessono, ridutti in sì piccoli spazi, corrompere tutta Roma. Fu questa cosa bene conosciuta da Fabio, e postovi, sanza alterazione, conveniente rimedio; il quale fu tanto accetto a quella civiltà, ch'e' meritò di essere chiamato Massimo. ==''Discorso intorno alla nostra lingua''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|DISCORSO O DIALOGO ''In cui si esamina, se la lingua, in cui scrissero Dante, il Boccaccio,<br />e il Petrarca, si debba chiamare'' ITALIANA, TOSCANA, O FIORENTINA}} Sempreché io ho potuto onorare la [[patria]] mia, eziandio con mio carico e pericolo, l'ho fatto volentieri, perché l'uomo non ha maggiore obbligo nella vita sua, che con quella, dependendo prima da essa l'essere, e dipoi tutto quello che di buono la fortuna, e la natura ci hanno conceduto; e tanto viene a esser maggiore in coloro che hanno sortito patria più nobile. E veramente colui il quale con l'animo e con le opere si fa nimico della sua patria, meritamente si può chiamare parricida, ancora che da quella fosse suto offeso. ===Citazioni=== *[...] mi fermerò sopra di [[Dante Alighieri|Dante]], il quale in ogni parte mostrò d'essere per ingegno, per dottrina, e per giudizio uomo eccellente, eccettoché dove egli ebbe a ragionar della patria sua, la quale fuori di ogni umanità e filosofico istituto perseguitò con ogni specie d'ingiuria, e non potendo altro fare che infamarla, accusò quella di ogni vizio, dannò gli uomini, biasimò il sito, disse male de' costumi, e delle leggi di lei, e questo fece non solo in una parte della sua Cantica, ma in tutta, e diversamente, e in diversi modi; tanto l'offese l'ingiuria dell'esilio, tanta vendetta ne desiderava, e però ne fece tanta quanta egli poté; e se per sorte de' mali ch'egli le predisse, le ne fosse accaduto alcuno, Firenze arebbe più da dolersi d'aver nutrito quell'uomo, che d'alcuna altra sua rovina. (p. 119) *Dante mio, io voglio che tu t'emendi e che tu consideri meglio il parlar Fiorentino, e la tua opera, e vedrai, che se alcuno s'arà da vergognare, sarà piuttosto Firenze, che tu; perché se considererai bene a quel che tu hai detto, tu vedrai come ne' tuoi versi non hai fuggito il goffo, come quello: ''Poi ci partimmo, e n'andavamo introque''<ref>{{cfr}} ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', XX canto, v. 130.</ref>; non hai fuggito il porco, com'è quello: ''Che merda fa di quel che si trangugia''<ref>{{cfr}} ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', XXVIII canto, v. 27.</ref>; non hai fuggito l'osceno, come è: ''Le mani alzò con ambedue le fiche''<ref>{{cfr}} ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', XXV canto, v. 2.</ref>; e non avendo fuggito questo che disonora tutta l'opera tua, tu non puoi aver fuggito infiniti vocaboli patrj, che non s'usano altrove, che in quella, perché l'arte non può mai in tutto repugnare alla natura. (pp. 125-126) *[...] ma quella [[linguaggio|lingua]] si chiama d'una patria, la quale converte i vocaboli ch'ella ha accattati da altri, nell'uso suo, ed è sì potente, che i vocaboli accattati non la disordinano ma la disordina loro, perché quello ch'ella reca da altri, lo tira a se in modo, che par suo, [...]. (p. 126) ==''I capitoli''== ===''Dell'Occasione''=== ====[[Incipit]]==== <poem>– Chi sei tu, che non par donna mortale? Di tanta grazia il Ciel t'adorna e dota! Perché non posi? Perché a' piedi hai l'ale? Io sono l'[[Occasione]], a pochi nota; e la cagion, che sempre mi travagli, è, perché io tengo un piè sopra una rota.</poem> ====Citazioni==== *''E tu mentre parlando il tempo spendi, | occupato da molti pensier vani, | già non t'avvedi, lasso, e non comprendi | com'io ti son fuggita dalle mani!'' (vv. 19-22) ===''Di Fortuna''=== ====[[Incipit]]==== <poem>Con che rime giammai, o con che versi canterò io del regno di [[Fortuna]], e de' suoi casi prosperi, ed avversi? E come ingiuriosa, ed importuna, secondo è giudicata quì da noi, sotto il suo seggio tutto il mondo aduna?</poem> ====Citazioni==== *''Questa incostante Dea, e mobil Diva | gl'indegni spesso sopra un seggio pone, | dove chi degno n'è mai non arriva. | Costei il tempo a modo suo dispone; | questa ci esalta, questa ci disface, | senza pietà, senza legge, o ragione.'' (vv. 34-39) ===''Dell'Ingratitudine''=== ====[[Incipit]]==== <poem>Giovanni Folchi, il viver mal contento, pel dente dell'Invidia, che mi morde, mi darebbe più doglia, e più tormento; se non fusse che ancor le dolci corde d'una mia cetra, che soave suona, fanno le muse al mio cantar non sorde. Non sì ch'io speri averne altra corona; non sì ch'io creda, che per me s'aggiunga una gocciola d'acqua d'Elicona.</poem> ====Citazioni==== *[...] ''dove men si sa, più si [[sospetto|sospetta]].'' (v. 66) *''Dunque, non sendo Ingratitudin morta | ciascun fuggir le Corti e' stati debbe; | che non c'è via che guidi l'uom più corta | a pianger quel che volle, poi che l'ebbe.'' (vv. 184-187) ===''Dell'Ambizione''=== ====[[Incipit]]==== <poem>Luigi, poi che tu ti maravigli di questo caso, che a Siena è seguito, non mi par che pel verso il mondo pigli. E se nuovo ti par quel c'hai sentito, come tu m'hai certificato, e scritto, pensa un po' meglio all'umano appetito.</poem> ====Citazioni==== *''Qual regione, o qual Città n'è priva? | Qual bosco, qual tugurio? In ogni lato | l'Ambizione, e l'[[Avarizia]] arriva. | Queste nel mondo, come l'uom fu nato, | nacquero ancora, e se non fusser quelle, | sarebbe assai felice il nostro stato.'' (vv. 10-15) ==''Il principe''== ===[[Incipit]]=== Tutti gli Stati, tutti i dominii che hanno avuto, e hanno imperio sopra gli uomini, sono stati e sono o Repubbliche o Principati. I principati sono o ereditari, de' quali il sangue del loro Signore ne sia stato lungo tempo [[Principe]], o e' sono nuovi. I nuovi o sono nuovi tutti, come fu Milano a Francesco Sforza, o sono come membri aggiunti allo stato ereditario del Principe che gli acquista, come è il Regno di Napoli al Re di Spagna. Sono questi dominii, così acquistati, o consueti a vivere sotto un Principe, o usi ad esser liberi; ed acquistansi o con le armi di altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù. ===Citazioni=== *[...] così come coloro che disegnano e paesi si pongono bassi nel piano a considerare la natura de' monti e de' luoghi alti, e per considerare quella de' bassi si pongono alti sopra e monti, similmente, a conoscere bene la natura de' popoli bisogna essere principe, e a conoscere bene quella de' principi bisogna essere popolare. ([[s:Il Principe/Dedica|dedica]]) *[...] gli uomini si debbono o vezzeggiare o spegnere, perché si vendicano delle leggieri offese; delle gravi non possono: sicché l'offesa che si fa all'uomo, deve essere in modo, che ella non tema la vendetta.<ref>Citato in ''[[Criminal Minds]]'', stagione 6, episodio 6, La notte del diavolo: «Niccolò Machiavelli ha scritto: "L'offesa che si fa all'uomo deve essere tanto grande da non temere la vendetta".»</ref> ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]]) *[...] la [[guerra]] non si leva, ma si differisce con vantaggio d'altri; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]]) *[...] chi è cagione che uno diventi potente, rovina; perché quella potenza è causata da colui o con industria, o con forza, e l'una e l'altra di queste due è sospetta a chi è diventato potente. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]]) *È cosa veramente molto naturale e ordinaria desiderare di acquistare, e sempre, quando gli uomini lo fanno che possino, ne saranno laudati e non biasimati; ma quando non possono e vogliono farlo in ogni modo, qui è il biasimo e l'errore. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]]) *Non si debba mai lasciar seguire uno disordine per fuggire una guerra; perchè ella non si fugge, ma si differisce a tuo disavvantaggio. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]]) *Chi diviene padrone di una città consueta a vivere libera, e non la disfaccia, aspetti di essere disfatto da quella. ([[s:Il Principe/Capitolo V|cap. V]]) *[...] camminando gli [[uomo|uomini]] quasi sempre per le vie battute da altri, e procedendo nelle azioni loro con le imitazioni, né si potendo le vie di altri al tutto tenere, né alla [[virtù]] di quelli che tu imiti aggiugnere, debbe uno uomo prudente intrare sempre per vie battute da uomini grandi, e quelli che sono stati eccellentissimi imitare; acciò che, se la sua virtù non vi arriva, almeno ne renda qualche odore: e fare come gli [[arciere|arcieri]] prudenti, a' quali parendo el loco dove disegnano ferire troppo lontano e conoscendo fino a quanto va la virtù del loro arco, pongono la mira assai più alta che il loco destinato, non per aggiugnere con la loro freccia a tanta altezza, ma per poter con l'aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]]) *[...] e senza quella occasione la virtù dell'animo loro si saria spenta, e senza quella virtù l'occasione sarebbe venuta invano. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]]) *Tutti li Profeti armati vinsono, e li disarmati rovinarono. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]]) *[...] la natura de' popoli è varia, ed è facile a persuadere loro una cosa, ma è difficile fermargli in quella [[persuasione]]. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]]) *A sì alti esempi io voglio aggiugnere uno esempio minore; ma bene arà qualche proporzione con quelli, e voglio mi basti per tutti li altri simili: e questo è Ierone Siracusano {{NDR|[[Gerone II]]}}. Costui di privato diventò Principe di Siracusa; nè ancor egli cognobbe altro dalla fortuna che l'occasione: perché essendo i Siracusani oppressi l'elessono per loro capitano, donde meritò d'essere fatto loro Principe; e fu di tanta virtù ancora in privata fortuna, che chi ne scrive dice, che niente gli mancava a regnare eccetto il Regno. Costui spense la milizia vecchia, ordinò della nuova; lasciò le amicizie antiche, prese delle nuove; e come ebbe amicizie e soldati che fussino suoi, possé in su tale fondamonto edificare ogni edifizio: tanto che lui durò assai fatica in acquistare e poca in mantenere. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]]) [[Immagine:Cesareborgia.jpg|thumb|Su Cesare Borgia: «Raccolte adunque tutte queste azioni del Duca, non saprei riprenderlo, anzi mi pare, come io ho fatto, di proporlo ad imitare a tutti coloro, che per fortuna e con l'armi d'altri sono saliti all'imperio. Perché egli avendo l'animo grande, e la sua intenzione alta, non si poteva governare altrimente; e solo si oppose alli suoi disegni la brevità della vita di Alessandro, e la sua infirmità.»]] *Dall'altra parte [[Cesare Borgia]], chiamato dal vulgo Duca Valentino, acquistò lo Stato con la fortuna del Padre, e con quella lo perdette, non ostante che per lui si usasse ogni opera, e facessinsi tutte quelle cose che per un prudente e virtuoso uomo si dovevano fare, per mettere le radici sue in quelli Stati, che l'armi e fortuna di altri gli aveva concessi. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]]) *{{NDR|Su [[Cesare Borgia]]}} Se adunque si considererà tutti i progressi del Duca, si vedrà quanto lui avesse fatto gran fondamenti alla futura potenzia, li quali non giudico superfluo discorrere, perché io non saprei quali precetti mi dare migliori ad un Principe nuovo, che lo esempio delle azioni sue; e se gli ordini suoi non gli giovarono, non fu sua colpa, perché nacque da una straordinaria ed estrema malignità di fortuna. Aveva Alessandro VI nel voler fare grande il Duca suo figliuolo assai difficultà presenti e future. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]]) *{{NDR|Su [[Cesare Borgia]]}} Raccolte adunque tutte queste azioni del Duca, non saprei riprenderlo, anzi mi pare, come io ho fatto, di proporlo ad imitare a tutti coloro, che per fortuna e con l'armi d'altri sono saliti all'imperio. Perché egli avendo l'animo grande, e la sua intenzione alta, non si poteva governare altrimente; e solo si oppose alli suoi disegni la brevità della vita di Alessandro, e la sua infirmità. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]]) *[...] gli uomini [[offesa|offendono]] o per paura, o per odio. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]]) *Le ingiurie si debbono fare tutte insieme, acciocchè assaporandosi meno, offendino meno; li beneficii si debbono fare a poco a poco, acciocchè si assaporino meglio. ([[s:Il Principe/Capitolo VIII|cap. VIII]]) *Perché in ogni città si trovano questi duoi umori diversi, e nascono da questo, che il [[popolo]] desidera non esser comandato nè oppresso da' grandi, e i grandi desiderano comandare e opprimere il popolo; e da questi duoi appetiti diversi surge nelle città uno de' tre effetti, o Principato, o Libertà, o Licenza. ([[s:Il Principe/Capitolo IX|cap. IX]]) *[...] quello del popolo è più onesto fine che quel de' grandi, volendo questi opprimere, e quello non essere oppresso. ([[s:Il Principe/Capitolo IX|cap. IX]]) *Ma la poca [[prudenza]] degli uomini comincia una cosa, che per sapere allora di buono non manifesta il [[veleno]] che v'è sotto, [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XIII|cap. XIII]]) *Essendo l'intento mio scrivere cosa utile a chi l'intende, mi è parso più conveniente andare dietro alla verità effettuale della cosa, che all'immaginazione di essa. ([[s:Il Principe/Capitolo XV|cap. XV]]) *Non ci è cosa che consumi sè stessa quanto la liberalità, la quale mentre che tu usi, perdi la facultà di usarla, e diventi o povero o vile, o, per fuggire la povertà, rapace e odioso. ([[s:Il Principe/Capitolo XVI|cap. XVI]]) *Nasce da questo una disputa: ''s'egli è meglio essere amato che [[timore|temuto]], o temuto che amato''. Rispondesi, che si vorrebbe essere l'uno e l'altro; ma perché egli è difficile, che e' stiano insieme, è molto più sicuro l'esser temuto che amato, quando s'abbi a mancare dell'un de' duoi. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]]) *E gli uomini hanno men rispetto di offendere uno che si facci amare, che uno che si facci temere; perchè l'amore è tenuto da un vincolo di obbligo, il quale, per essere gli uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena, che non abbandona mai. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]]) *Deve nondimeno il Principe farsi temere in modo, che, se non acquista l'amore, e' fugga l'odio, perché può molto bene stare insieme esser temuto, e non odiato; il che farà, sempreché s'astenga dalla roba de' suoi cittadini, e de' suoi sudditi, e dalle donne loro. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]]) *[...] gli uomini dimenticano piuttosto la morte del padre, che la perdita del patrimonio. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]]) *Quanto sia laudabile in un Principe mantenere la [[fiducia|fede]], e vivere con integrità, e non con astuzia, ciascuno lo intende. Nondimeno si vede per esperienzia, ne' nostri tempi, quelli Principi aver fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con astuzia aggirare i cervelli degli uomini, ed alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in su la lealtà. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *Pertanto ad un Principe è necessario saper ben usare la bestia e l'uomo. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *Essendo adunque un Principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quella pigliare la [[volpe]] e il [[leone|lione]]; perché il lione non si defende da' lacci, la volpe non si defende da' [[lupo|lupi]]. Bisogna adunque essere volpe a cognoscere i lacci, e lione a sbigottire i lupi. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *Non può pertanto un Signore prudente, nè debbe osservare la fede, quando tale osservanzia gli torni contro, e che sono spente le cagioni che la feciono promettere. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *Né mai a un Principe mancheranno cagioni legittime di colorare l'inosservanza. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *[...] sono tanto semplici gli uomini, e tanto ubbidiscono alle necessità presenti, che colui che [[inganno|inganna]], troverà sempre chi si lascerà ingannare. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *[...] gli uomini in universale [[giudizio|giudicano]] più agli occhi che alle mani, perché tocca a vedere a ciascuno, a sentire a' pochi. Ognuno vede quel che tu [[apparenza|pari]]; pochi sentono quel che tu sei [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *[...] nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al [[scopo|fine]]. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i [[mezzo|mezzi]] saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]]) *[...] in [[Settimio Severo|Severo]] fu tanta virtù, che, mantenendosi i soldati amici, ancorché i popoli fossero da lui gravati, poté sempre regnare felicemente; perché quelle sue virtù lo facevano nel cospetto de' soldati e de' popoli sì mirabile, che questi rimanevano in un certo modo attoniti e stupidi, e quelli altri riverenti e satisfatti. ([[s:Il Principe/Capitolo XIX|cap. XIX]]) *[...] quelle [[Difesa|difese]] solamente sono buone, certe, e durabili, che dipendono da te proprio, e dalla virtù tua. ([[s:Il Principe/Capitolo XXIV|cap. XXIV]]) *Nondimanco, perché il nostro [[libero arbitrio]] non sia spento, giudico potere esser vero, che la [[fortuna]] sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare l'altra metà, o poco meno, a noi. Ed assomiglio quella ad fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici, lieva da questa parte terreno, ponendolo a quell'altra; ciascuno gli fugge davanti, ognuno cede al suo furore, senza potervi ostare; e benché sia così fatto, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi possino fare provvedimenti e con ripari, e con argini, immodoché crescendo poi, o egli andrebbe per un canale, o l'impeto suo non sarebbe sì licenzioso, né sì dannoso.<br />Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resistere, e quivi volta i suoi impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini, né i ripari a tenerla. ([[s:Il Principe/Capitolo XXV|cap. XXV]]) *[...] se a uno, che si governa con rispetto e pazienza, i tempi e le cose girano in modo che il [[governo]] suo sia buono, esso viene felicitando; ma se li tempi e le cose si mutano, egli rovina, perché non muta modo di procedere. ([[s:Il Principe/Capitolo XXV|cap. XXV]]) *[...] la [[Fortuna]] è donna; ed è necessario, volendola tener sotto, batterla, ed urtarla; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XXV|cap. XXV]]) *[...] era necessario che l'Italia si conducesse ne' termini presenti, e che la fusse più schiava che gli Ebrei, più serva che i Persi, più dispersa che gli Ateniesi, senza capo, senz'ordine, battuta, spogliata, lacera, corsa, ed avesse sopportato di ogni sorta rovine. ([[s:Il Principe/Capitolo XXVI|cap. XXVI]]) *[...] né può essere, dove è grande disposizione, grande difficultà; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XXVI|cap. XXVI]]) ===[[Explicit]]=== Quali porte se gli serrerebbono? Quali popoli li negherebbono la obbidienza? Quale invidia se gli opporrebbe? Quale Italiano gli negherebbe l'ossequio? Ad ognuno puzza questo barbaro dominio. Pigli adunque la illustre Casa Vostra questo assunto con quello animo, e con quelle speranze che si pigliano l'imprese giuste, acciocché sotto la sua insegna questa patria ne sia nobilitata, e sotto i suoi auspicii si verifichi quel detto del [[Francesco Petrarca|Petrarca]]: <br />''Virtù contro al furore<br />Prenderà l'armi; e fia il combatter corto,<br />Chè l'antico valore<br />Negli italici cuor non è ancor morto.''<ref>{{cfr}} [[Francesco Petrarca]], ''Canzoniere'', CXXVII, ''Italia mia, benché 'l parlar sia indarno'': «''Vertú contra furore | prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto: | ché l'antiquo valore | ne gli italici cor' non è anchor morto.''»</ref> ===Citazioni su ''Il principe''=== *Il carattere fondamentale del ''Principe'' è quello di non essere una trattazione sistematica ma un libro «vivente», in cui l'ideologia politica e la scienza politica si fondono nella forma drammatica del «mito». Tra l'utopia e il trattato scolastico, le forme in cui la scienza politica si configurava fino al Machiavelli, questi dette alla sua concezione la forma fantastica e artistica, per cui l'elemento dottrinale e razionale si impersona in un condottiero, che rappresenta plasticamente e «antropomorficamente» il simbolo della «volontà collettiva». ([[Antonio Gramsci]]) *Il ''Principe'' di Machiavelli ha una concezione e visione volgare del desiderio. ([[Aldo Busi]]) *In questo manuale matematicamente limpido di una spregiudicata politica di potenza e di successo, il pensiero antitetico a quello [[Erasmo da Rotterdam|erasmico]] trova la sua formula precisa, quasi come in un catechismo. ([[Stefan Zweig]]) *Machiavelli è quel gigante di pensiero che tutti sappiamo. Tuttavia il suo ammiratissimo e giustamente celeberrimo libro ''Il principe'' non è a mio avviso un'opera così inappuntabile, così incredibilmente sottile, così perfettamente completa come la critica ha stimato e stima. Anzi, considerandola dal punto di vista dell'esattezza e dell'indagine e della compiutezza filosofica, mi risulta qua e là mancante, qua e là deludente. ([[Dario Bernazza]]) *Machiavelli sa troppo bene che un [[Marco Aurelio]] è un fenomeno raro, anzi unico, che è un'eccezione di cui è inutile tenere conto. I [[Tiberio]], i [[Nerone]], i [[Caligola]], ecco la materia della storia. Ogni principe degno di questo nome si avvicina più o meno a loro; ogni principe che conosca il proprio mestiere è un mostro dichiarato o attenuato e corretto. I suoi sudditi lo meritano. Per questo Machiavelli lo mette in guardia contro i ''pericoli della bontà''. Uno Stato non si compone né di angeli, né di agnelli: è la giungla ''organizzata''. Tale è l'idea, talora espressa, talora sottintesa, del ''Principe''. ([[Emil Cioran]]) *Sono sempre tantissimi i pirla politici che interpretano Il Principe come un trattato scientifico e non come un vaudeville rinascimentale steso da un depresso cortigiano di seconda segata. ([[Aldo Busi]]) ==''Istorie fiorentine''== ===[[Incipit]]=== I popoli i quali nelle parti settentrionali di là dal fiume del Reno e del Danubio abitano, sendo nati in regione generativa e sana, in tanta moltitudine molte volte crescono, che parte di loro sono necessitati abbandonare i terreni patrii e cercare nuovi paesi per abitare. L'ordine che tengono, quando una di quelle provincie si vuole sgravare di abitatori, è dividersi in tre parti, compartendo in modo ciascuno, che ogni parte sia di nobili e ignobili, di ricchi e poveri ugualmente ripiena; di poi quella parte alla quale la sorte comanda va a cercare suo fortuna, e le due parti sgravate del terzo di loro si rimangono a godere i beni patrii. ===Citazioni=== *[...] non fu mai savio partito fare [[disperazione|disperare]] gli uomini, perché chi non spera il [[bene e male|bene]] non teme il [[bene e male|male]]; [...]. ([[s:Istorie fiorentine/Libro secondo/Capitolo 14|libro secondo, cap. XIV]]) *Comincionsi le guerre quando altri vuole, ma non quando altri vuole si finiscono.<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. II, XII: «Si ricordino i prìncipi, che si cominciano le guerre quando altri vuole, ma non quando altri vuole si finiscono.»</ref> ([[s:Istorie fiorentine/Libro terzo/Capitolo 7|libro terzo, cap. VII]]) *[...] coloro che [[vittoria|vincono]], in qualunque modo vincono, mai non ne riportono [[vergogna]]. ([[s:Istorie fiorentine/Libro terzo/Capitolo 13|libro terzo, cap. XIII]]) *Sono solamente quelle guerre giuste che sono necessarie, e quelle [[arma|armi]] sono pietose dove non è alcuna speranza fuora di quelle.<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. II, IX: «Quella guerra è giusta, che è necessaria.»</ref> ([[s:Istorie fiorentine/Libro quinto/Capitolo 8|libro quinto, capitolo VIII]]) *[...] meglio [[città]] guasta che perduta; [...]. ([[s:Istorie fiorentine/Libro settimo/Capitolo 6|libro settimo, capitolo VI]]) ===Citazioni sulle ''Istorie fiorentine''=== *Il capolavoro storico di Machiavelli, la parte veramente geniale della sua opera, è la sezione sulla storia interna di Firenze, dagli inizi fino a circa il 1420 (2° e 3° libro) [...] nell'esposizione della storia più antica, tenuta più nella forma di uno sguardo generale che in quella di una narrazione, ebbe occasione di far fruttare per la storia le qualità che, anche tra i Fiorentini, possiede lui solo: lo sguardo ampio ed il dono di riconoscere i grandi nessi storici, e di inquadrare i fatti singoli in uno sviluppo generale. [...] basandosi sulle sue riflessioni circa i motivi che avevano prodotto l'inferiorità militare dell'Italia, ha mostrato nessi esistenti fra cose molto distanti le une dalle altre, i quali giacciono al di là dei calcoli, e perciò anche al di là dei pensieri, degli uomini della politica pratica assorbiti per lo più dalle cure del giorno. Qui Machiavelli ha pensato come storico, e non solo come politico o diplomatico.<br/>Perciò diminuì fortemente l'influenza degli individui, per lo meno l'influenza cosciente. ([[Eduard Fueter]]) *Persino la forma è qui completamente originale, tolte alcune esteriorità. Machiavelli è ancor più moderno degli umanisti. Elimina gli ultimi residui della maniera cronachistica [...] Tentò una composizione reale: i suoi libri corrispondono a raggruppamenti naturali e non sono più sezioni divise in modo puramente esteriore. Le sue introduzioni non sono più pezzi di parata appiccicati, pieni di banalità. La lingua spietatamente realistica rinunzia per lo più alle frasi di abbellimento della rettorica e dice quel che ha da dire senza circonlocuzioni. E dove il suo cuore batte, si eleva ad una eloquenza che fa apparire in tuta la loro nudità le pietose tirate dei letterati. ([[Eduard Fueter]]) ==''La mandragola''== ===[[Incipit]]=== '''Callimaco''': Siro, non ti partire, io ti voglio un poco.<br> '''Siro''': Eccomi.<br> '''Callimaco''': Io credo che tu ti maravigliassi assai della mia subita partita da Parigi; ed ora ti maravigli sendo io stato qui già un mese senza fare alcuna cosa.<br> '''Siro''': Voi dite il vero. ===Citazioni=== *''Perché la vita è brieve | e molte son le pene | che vivendo e stentando ognun sostiene; || dietro alle nostre voglie, | andiam passando e consumando gli anni, | ché chi il piacer si toglie | per viver con angosce e con affanni, | non conosce gli inganni | del mondo; o da quai mali | e da che strani casi | oppressi quasi sian tutti i mortali.'' ([[s:La mandragola/Canzone da dirsi innanzi alla commedia, cantata da ninfe e pastori insieme|Canzone {{small|da dirsi innanzi alla commedia, cantata da ninfe e pastori insieme}}]]) *E' non è mai alcuna cosa sì desperata, che non vi sia qualche via da poterne [[speranza|sperare]]; e benché la fussi debole e vana, e la voglia e il desiderio, che l'uomo ha di condurre la cosa, non la fa parere così. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto primo/Scena prima|atto I, scena I]]) *[...] quando una cosa fa per uno, si ha a credere, quando tu gliene communichi, che ti serva con fede. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto primo/Scena prima|atto I, scena I]]) *[...] le [[donna|donne]] si sogliono con le buone parole condurre dove altri vuole. (Siro: [[s:La mandragola/Atto secondo/Scena quinta|atto II, scena V]]) *Voi avete ad intender questo, che non è cosa più certa ad ingravidare una donna che dargli bere una pozione fatta di [[mandragora|mandragola]]. Questa è una cosa esperimentata da me dua paia di volte, e trovata sempre vera; e, se non era questo, la reina di Francia sarebbe sterile, ed infinite altre principesse di quello stato. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto secondo/Scena sesta|atto II, scena VI]]) *Le più caritative persone che sieno sono le donne, e le più fastidiose. Chi le scaccia, fugge e fastidii e l'utile; chi le intrattiene, ha l'utile ed e fastidii insieme. Ed è 'l vero che non è el mele sanza le mosche. (Timoteo: [[s:La mandragola/Atto terzo/Scena quarta|atto III, scena IV]]) *[...] tutte le donne hanno poco cervello; e come ne è una che sappi dire dua parole, e' se ne predica, perché in terra di ciechi chi v'ha un occhio è signore. (Timoteo: [[s:La mandragola/Atto terzo/Scena nona|atto III, scena IX]]) *[...] chi dice che gli è dura cosa l'[[attesa|aspettare]], dice el vero. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto quarto/Scena quarta|atto IV, scena IV]]) *E' dicono el vero quelli che dicono che le cattive compagnie conducono gli uomini alle forche, e molte volte uno càpita male cosí per essere troppo facile e troppo buono, come per essere troppo tristo. (Timoteo: [[s:La mandragola/Atto quarto/Scena sesta|atto IV, scena VI]]) *''Oh dolce [[notte]], oh sante | ore notturne e quete, | ch'i disïosi amanti accompagnate; | in voi s'adunan tante | letizie, onde voi siete | sole cagion di far l'alme beate.'' ([[s:La mandragola/Canzone dopo il quarto atto|Canzone dopo il quarto atto]]) ===[[Explicit]]=== '''Timoteo''': Andianne tutti in chiesa, e quivi direno l'orazione ordinaria; dipoi, doppo l'uficio, ne andrete a desinare a vostra posta. Voi, aspettatori, non aspettate che noi usciàno piú fuora: l'uficio è lungo, io mi rimarrò in chiesa, e loro, per l'uscio del fianco, se n'andranno a casa. Valète! ===Citazioni su ''La mandragola''=== *La ''Mandragola'' di Machiavelli vale da sola forse più di tutte le commedie di Aristofane. ([[Voltaire]]) *''La Mandragola'' è la base di tutta una nuova letteratura. È un mondo mobile e vivace, che ha varietà, sveltezza, curiosità, come un mondo governato dal caso. Ma sotto queste apparenze frivole si nascondono le più profonde combinazioni della vita interiore. L'impulso dell'azione viene da forze spirituali, inevitabili, come il fato. Basta conoscere i personaggi, per indovinare la fine. Il mondo è rappresentato come una conseguenza, le cui premesse sono nello spirito o nel carattere, nelle forze che lo movono. E chi meglio sa calcolarle, colui vince. Il soprannaturale, il maraviglioso, il caso sono detronizzati. Succede il carattere. Quello che Machiavelli è nella storia e nella politica, è ancora nell'arte. ([[Francesco De Sanctis]]) *Questo frammento appartiene alla ''Mandragola'' d'Alesside (142, KOCK), dalla quale, non sapremmo per qual tramite, deve pure aver derivata qualche cosa il capolavoro del Machiavelli. Anche in essa, infatti, si trattava di una donna fatturata con la mandragola; e chi compieva l'operazione poté ben essere un antenato di Callimaco. ([[Ettore Romagnoli]]) ==''La vita di Castruccio Castracani da Lucca''== ===[[Incipit]]=== E' pare, Zanobi e Luigi carissimi, a quegli che la considerano cosa maravigliosa, che tutti coloro o la maggiore parte di essi, che hanno in questo mondo operato grandissime cose, e intra gli altri della loro età siano stati eccellenti, abbino avuto il principio e il nascimento loro basso e oscuro, ovvero dalla fortuna fuora d'ogni modo travagliato; perché tutti o e' sono stati esposti alle fiere, o egli hanno avuto sì vile padre, che vergognatisi di quello si sono fatti figliuoli di Giove, o di qualche altro Dio. ===Citazioni=== *Sendo invitato a cena da Taddeo Bernardi lucchese, uomo ricchissimo e splendidissimo, e, arrivato in casa, mostrandogli Taddeo una camera parata tutta di drappi e che aveva il pavimento composto di pietre fine, le quali, di diversi colori diversamente tessute, fiori e fronde e simili verzure rappresentavano, ragunatosi Castruccio assai umore in bocca, lo sputò tutto in sul volto a Taddeo. Di che turbandosi quello, disse Castruccio: – Io non sapevo dove mi sputare che io ti offendessi meno. (pp. 277-278) *[...] la via dello andare allo [[inferno]] era facile, poiché si andava allo ingiù e a chiusi occhi. (p. 278) *Vedendo che uno aveva scritto sopra alla casa sua in lettere latine che Dio la guardasse dai cattivi, disse: E' bisogna che non vi entri egli. (p. 280) ==''Lettere''== *[...] nacqui [[povertà|povero]], ed imparai prima a stentare che a godere. (dalla [[s:Lettere (Machiavelli)/Lettera II a Francesco Vettori|lettera II a Francesco Vettori]], 18 marzo 1512) {{int|''[[s:Lettere (Machiavelli)/Lettera XI a Francesco Vettori|Lettera XI a Francesco Vettori]]''|10 dicembre 1513}} *Magnifico ambasciatore. Tarde non furon mai grazie divine. Dico questo, perché mi pareva haver perduta no, ma smarrita la grazia vostra, sendo stato voi assai tempo senza scrivermi; ed ero dubbio donde potessi nascere la cagione. E di tutte quelle mi venivono nella mente tenevo poco conto, salvo che di quella quando io dubitavo non vi havessi ritirato da scrivermi, perché vi fussi suto scritto che io non fussi buon massaio delle vostre lettere; e io sapevo che, da Filippo e Pagolo in fuora, altri per mio conto non le haveva viste. *E poiché la [[fortuna]] vuol fare ogni cosa, ella si vuole lasciarla fare, stare quieto e non le dare briga, e aspettar tempo che la lasci fare qualche cosa agl'huomini; e all'hora starà bene a voi durare più fatica, vegliar più le cose, e a me partirmi di villa e dire: eccomi. *Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch'io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro. *E della fede mia non si doverrebbe dubitare, perché, havendo sempre observato la fede, io non debbo imparare hora a romperla; e chi è stato fedele e buono quarantatré anni, che io ho, non debbe poter mutare natura; e della fede e bontà mia ne è testimonio la povertà mia. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Favola di Belfagor arcidiavolo''=== Leggesi nelle antiche memorie delle Fiorentine cose come già s'intese per relazione d'alcuno santissimo uomo, la cui vita appresso qualunque in quelli tempi viveva era celebrata, che, standosi astratto nelle sue orazioni vide, mediante quelle, come andando infinite anime di quelli miseri mortali, che nella disgrazia di Dio morivano, allo [[Inferno]], tutte o la maggior parte si dolevono, non per altro che per aver [[matrimonio|tolta moglie]], essersi a tanta infelicità condotte. Donde che Minos, e Radamanto, insieme con gli altri Infernali Giudici n'avevano maraviglia grandissima; e non potendo credere queste calunnie, che costoro al sesso femmineo davano, esser vere, e crescendo ogni giorno le querele, ed avendo di tutto fatto a Plutone conveniente rapporto, fu deliberato d'aver sopra questo caso con tutti gli Infernali Principi maturo esamine, e pigliarne dipoi quel partito, che fusse giudicato migliore per iscuoprire questa fallacia, e conoscerne in tutto la verità. ===''L'Asino''=== ''I varj casi, la pena e la doglia<br />che sotto forma d'un [[asino|Asin]] soffersi,<br />canterò io, purché fortuna voglia.<br />Non cerco ch'Elicona altr'acqua versi,<br />e Febo posi l'arco, e la faretra,<br />e con la lira accompagni i miei versi;<br />sì perché questa grazia non s'impetra<br />in questi tempi; sì perch'io son certo,<br />che al suon d'un raglio non bisogna cetra.<br />Né cerco averne prezzo, premio o merto;<br />ed ancor non mi curo, che mi morda<br />un detrattore, o palese, o coperto,<br />ch'io so ben quanto gratitudo è sorda<br />a' preghi di ciascuno; e so ben quanto<br />de' benefizj un Asin si ricorda.'' ===''Legazione al duca Valentino''=== Trovandomi io al partire di costì non molto bene a cavallo, e parendomi che la commissione mia ricercasse celerità, montai a Scarperia in poste, e ne venni senza intermissione a questa volta.<br>{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ==Citazioni su Niccolò Machiavelli== *A tanto nome, nessun elogio adeguato. :''Tanto nomini nullum par elogium''. (inciso nel monumento eretto a Machiavelli nel 1787 in Santa Croce<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''Chi l'ha detto?'', Hoepli, 1921, pp. 52-53.</ref>) *[[Gesù|Cristo]] ha ragione e Machiavelli vince. ([[Clemente Rebora]]) *Di Machiavelli si ricorda con proterva inesattezza l'adagio di comodo maneggio individuale secondo cui il fine giustifica i mezzi, ma si ignora che l'intero corpo della sua riflessione fa perno sulla necessità di un elemento fiduciario fra governanti e governati e sulla convinzione che solo un solido apparato militare nazionale ne sia il garante interno ed esterno. ([[Walter Barberis]]) *Dopo [[Aristotele]] e [[Polibio]], Machiavelli è il primo in cui si trovi l'avviamento ad una considerazione storico-naturale della storia. ([[Eduard Fueter]]) *Due piaghe che oggi pur troppo, spero per breve tempo, contaminano le classi più agiate e minacciano di sviare il progresso Italiano: il ''Machiavellismo'' e il ''Materialismo''. Il primo, travestimento meschino della scienza d'un Grande infelice<ref>Il Machiavelli per le disavventure incontrate come uomo «pubblico». {{NDR|Nota del curatore del libro}}</ref>, v'allontana dall'amore e dall'adorazione schietta e lealmente audace della Verità. ([[Giuseppe Mazzini]]) *Fra tutti coloro che s'immaginavano di poter costruire uno Stato, il Machiavelli è senza paragone il più grande. Egli usa delle forze esistenti come di forze vive ed attive, le alternative che ci pone dinanzi sono giuste e grandiose, e non cerca mai d'illudere né sé stesso, né gli altri. ([[Jacob Burckhardt]]) *Il mondo è divenuto più simile a quello di Machiavelli. ([[Bertrand Russell]]) *Lo snobismo è ed è sempre stato una debolezza umana di tutti i tempi e di tutti i paesi. Quando il Machiavelli era ospite di casa Gismondi, vedendo che era tenuto in poco conto, si fece mandare, a mezzo del Guicciardini, un pacco di lettere coi suggelli papali, alla vista dei quali i suoi ospiti cambiarono subito linguaggio e maniere e lo trattarono con ogni riguardo e deferenza. ([[Mario Borsa]]) *Machiavelli, che passa per il genio della politica, per me è il contrario, in quanto ritiene possibile costruire lo Stato sul delitto, è l'incarnazione del nostro infantilismo politico. ([[Augusto Guerriero]]) *Machiavelli è il primo grande pensatore politico italiano completamente e definitivamente affrancato da ogni dipendenza culturale dalla teologia e dalla cultura cattolica: è anche il primo pensatore politico europeo interamente laico, che non fa più ricorso alle sacre scritture, cui si riferiranno ancora [[Thomas Hobbes|Hobbes]] e [[John Locke|Locke]]. ([[Umberto Cerroni]]) *Machiavelli è un grande, solitario testimone del tramonto politico di una civiltà intellettuale altissima. Ha in sé qualcosa di [[Dante Alighieri|Dante]], appassionato politico e sdegnoso esule, e di [[Martin Lutero|Lutero]]. È l'ultima grande voce della nostra tradizione realistica e il primo riformatore moderno della coscienza italiana. ([[Umberto Cerroni]]) *Machiavelli scriveva rivolgendosi solo a un certo numero di iniziati. I dottrinari del realismo politico parlano al pubblico. ([[Georges Bernanos]]) *Non siamo un popolo né di santi né di poeti né di artisti né di navigatori: siamo un popolo di pesci in barile. Il nostro modello non è il Machiavelli del «fine che giustifica i mezzi» ma il [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]] del «''proprio particulare''». ([[Roberto Gervaso]]) *''Quel grande | che temprando lo scettro a' regnatori | gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela | di che lagrime grondi e di che sangue.'' ([[Ugo Foscolo]]) *Teorico politico; uomo moderno perché esterna una concezione dello [[Stato]] ribelle alla trascendenza e pensa un'arte politica organizzatrice della pratica. ([[Piero Gobetti]]) *Un'asinina lettura del Machiavelli gli attribuisce la formula: il fine giustifica i mezzi. In realtà, per Machiavelli è il fine a imporre la sua forma ai mezzi. ([[Renato Farina]]) ===[[Francesco De Sanctis]]=== *Fra tanto infuriare di prose rettoriche e poetiche comparve la prosa del Machiavelli, presentimento della prosa moderna. Qui l'uomo è tutto, e non ci è lo scrittore, o ci è solo in quanto uomo. Il Machiavelli sembra quasi ignori che ci sia un'arte dello scrivere, ammessa generalmente e divenuta moda o convenzione. Talora ci si prova, e ci riesce maestro: ed è, quando vuol fare il letterato anche lui. L'uomo è in lui tutto. Quello che scrive, è una produzione immediata del suo cervello, esce caldo caldo dal di dentro, cose e impressioni spesso condensate in una parola. Perché è un uomo che pensa e sente, distrugge e crea, osserva e riflette, con lo spirito sempre attivo e presente. Cerca la cosa, non il suo colore; pur la cosa vien fuori insieme con le impressioni fatte nel suo cervello, perciò naturalmente colorita, traversata d'ironia, di malinconia, d'indignazione, di dignità, ma principalmente lei nella sua chiarezza plastica. *Il Machiavelli va più in là. Egl'intravede una specie di fisica sociale, come si direbbe oggi, un complesso di leggi che regolano non solo gl'individui, ma la società e il genere umano. Perciò patria, libertà, nazione, umanità, classi sociali sono per lui fatti non meno interessanti che le passioni, gl'interessi, le opinioni, le forze che movono gl'individui. E se vogliamo trovare lo spirito o il significato di questa epoca, molto abbiamo ad imparare nelle sue opere. Indi è che come carattere morale, il segretario fiorentino ispira anche oggi vive simpatie in tutti gl'intelletti elevati, che sanno mirare al di là della scorza nel fondo delle sue dottrine, e come forza intellettuale, unisce alla profonda analisi del [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]] una virtù sintetica, una larghezza di vista, che manca in quello. Lui, è un punto di partenza nella storia, destinato a svilupparsi; l'altro è un bel quadro, finito e chiuso in sé. *Quando Machiavelli scrivea queste cose, l'Italia si trastullava ne' romanzi e nelle novelle, con lo straniero a casa. Era il popolo meno serio del mondo e meno disciplinato. La tempra era rotta. Tutti volevano cacciar lo straniero, a tutti ''puzzava il barbaro dominio'', ma erano velleità. E si comprende come il Machiavelli miri principalmente a ristorare la tempra attaccando il male nella sua radice. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Clizia|Clizia]]'', in ''Niccolò Machiavelli: Tutte le opere'', Sansoni editore, 1971. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Decennali|Decennali]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 351-376. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati|Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume II, pp. 123-127. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Dell'arte della guerra|Dell'arte della guerra]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume II, pp. 177-387. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio|Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio]]'', in ''Tutte le opere di Niccolò Machiavelli'', a cura di Mario Martelli, Sansoni Editore, Firenze, 1971. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Discorso intorno alla nostra lingua|Discorso intorno alla nostra lingua]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 115-130. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Favola di Belfagor arcidiavolo|Favola di Belfagor arcidiavolo]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 131-141. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:I capitoli|I capitoli]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 412-431. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Il Principe|Il Principe]]'', Italia, 1814. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Istorie fiorentine|Istorie fiorentine]]'', in ''Niccolò Machiavelli: Tutte le opere'', Sansoni editore, 1971. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:L'Asino|L'Asino]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 377-411. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:La mandragola|La mandragola]]'', a cura di Guido Davico Bonino, Einaudi, Torino, 1964. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:La vita di Castruccio Castracani da Lucca|La vita di Castruccio Castracani da Lucca]]'', in ''Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio'', Nicolò Bettoni, Milano, 1824, pp. 243-282. *Niccolò Machiavelli, ''[[s:Lettere (Machiavelli)|Lettere]]'', in ''Opere'', a cura di Mario Bonfantini, R. Ricciardi Editore, Milano-Napoli, 2006. ==Altri progetti== {{Interprogetto|b=Il_Principe|w|s=Autore:Niccolò Machiavelli}} ===Opere=== {{Pedia|Decennali|''Decennali''|(1509)}} {{Pedia|Il Principe|''Il principe''|(1513)}} {{Pedia|La Mandragola|''La Mandragola''|(1513)}} {{Pedia|Lettera a Francesco Vettori|''Lettera a Francesco Vettori''|(1513)}} {{Pedia|L'asino d'oro (Machiavelli)|''L'asino''|(1517)}} {{Pedia|Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio|''Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio''|(1519)}} {{Pedia|Dell'arte della guerra|''Dell'arte della guerra''|(1520)}} {{Pedia|La vita di Castruccio Castracani da Lucca|''La vita di Castruccio Castracani da Lucca''|(1520)}} {{Pedia|Clizia (Machiavelli)|''Clizia''|(1525)}} {{Pedia|Istorie Fiorentine|''Istorie Fiorentine''|(1525)}} {{Pedia|Belfagor arcidiavolo|''Belfagor arcidiavolo''|(1527)}} {{DEFAULTSORT:Machiavelli, Niccolò}} [[Categoria:Drammaturghi italiani]] [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Filosofi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] e2c1fnsd2y5fse8szrgg52x1t1fh8yh J. R. R. Tolkien 0 833 1221187 1221062 2022-08-06T15:12:50Z Dread83 47 +img wikitext text/x-wiki [[File:J. R. R. Tolkien, ca. 1925.jpg|miniatura|J. R. R. Tolkien]] Sir '''John Ronald Reuel Tolkien''' (1892 – 1973), scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico. ==Citazioni di J. R. R. Tolkien== *Credo che sia vero che questo personaggio (Galadriel) debba molto all'insegnamento cristiano e cattolico su [[Maria]].<ref>Citato in Franco Cardini], ''[http://www.identitaeuropea.org/archivio/articoli/cardini_caso.html Il caso Tolkien]''.</ref> *È stato come scoprire un'enorme enoteca riempita con bottiglie di un vino straordinario di tipo e sapore mai assaggiato prima. Ne fui decisamente preso. (da ''La realtà in trasparenza'', lettera n. 163) *Gli ingredienti del Quenya sono molti, ma elaborati in una lingua propria non precisamente uguale a nessun altro linguaggio che io conosca. Mi sono imbattuto nel finlandese quando avevo cominciato a costruire una "mitologia", era un'influenza pressante, ma che tuttora è stata ridotta di molto (ora nel tardo Quenya). Sopravvive in alcune caratteristiche: come l'assenza di gruppi consonantici iniziali, l'assenza delle occlusive b, d, g (eccetto che in mb, nd, ng, ld, rd che formano gruppi propri) e la passione per il finale in -inen, -ainen, -oinen, ed anche in alcune caratteristiche grammaticali, come la flessione in -sse (restare fermi in), -nna (movimento a, verso), e -llo (movimento da), anche i pronomi personali possessivi sono espressi da suffissi; non ha genere.<ref>Da una lettera pubblicata su ''Parma Eldalamberon'', n. 17, p. 135.</ref> *Guardiamo gli alberi, e li chiamiamo "alberi", dopo di che probabilmente non pensiamo più alla parola. Chiamiamo una stella "stella", e non ci pensiamo più. Ma bisogna ricordare che queste parole, "albero", "stella", erano (nella loro forma originaria) nomi dati a questi oggetti da gente con un modo di vedere diverso dal nostro. Per noi un albero è, semplicemente, un organismo vegetale, e una stella semplicemente una palla di materia inanimata che si muove lungo una rotta matematica. Ma i primi uomini che parlarono di "alberi" e di "stelle" vedevano le cose in maniera del tutto differente. Per loro, il mondo era animato da esseri mitologici. Vedevano le stelle come sfere di argento vivo, che esplodevano in una fiammata in risposta alla musica eterna. Vedevano il cielo come una tenda ingioiellata, e la terra come il ventre dal quale tutti gli esseri viventi sono venuti al mondo. Per loro, tutta la Creazione era intessuta di miti e popolata di elfi.<ref>Citato in Paolo Gulisano, ''Tolkien. Il mito e la grazia'', Ancora, Milano, 2007, p. 6.</ref> *I [[mostro|mostri]] erano stati i nemici degli dèi, i capi degli uomini, e, nei confini del Tempo, i mostri avrebbero vinto. [...] Perché i mostri non spariscono, anche se gli dèi vanno e vengono.<ref>Da ''Beowulf. I mostri e i critici''; citato in Seamus Heaney, ''Beowulf'', traduzione di Massimo Bacigalupo, Fazi Editore, 2002, [http://books.google.it/books?id=z60YvNmwmt4C&pg=PA290 p. 290].</ref> *Il [[lampione]] elettrico può essere in effetti ignorato, per la semplice ragione che è così insignificante e transitorio. E comunque, è certo che le fiabe hanno molte cose più permanenti e fondamentali di cui parlare. Il [[lampo]], per esempio. (da ''Sulle fiabe'', in ''Albero e foglia'') *Il legame tra padre e figlio non è costituito solo dalla consanguineità: ci deve essere un po' di "aeternitas". Esiste un posto chiamato "[[paradiso]]" dove le opere buone iniziate qui possono venire portate a termine; e dove le storie non scritte e le speranze incompiute possono trovare un seguito.<ref>Dalla lettera del 9 giugno 1941 a Michael Tolkien, in J.R.R. Tolkien, ''Lettere 1914/1973'', a cura di Humphrey Carpenter e Christopher Tolkien, Bompiani, Milano, 2017, p. 89.</ref> *Io trovo la creazione dei linguaggi e la relazione tra di essi un piacere estetico in sé, a prescindere dal Signore degli Anelli che era ed è tutt'ora una creazione dipendente da questi.<ref>Da una lettera pubblicata su ''Parma Eldalamberon'', n. 17, p. 61.</ref> *L'inizio del legendarium di cui la Trilogia è la conclusione, è stato nel tentativo di rielaborare alcuni testi del Kelevala, in particolare il racconto di Kullervo lo sventurato, in forma personalizzata. (da ''La realtà in trasparenza'', lettera n. 163) *L'invenzione di linguaggi è il fondamento. Le 'storie' sono state create piuttosto per fornire un mondo ai linguaggi, che non il contrario. A me viene prima in mente un nome, e la storia in seguito. Per me è un esteso saggio di ''estetica linguistica'', come dico talvolta alle persone che mi chiedono 'di cosa parla? (da ''La realtà in trasparenza'', lettera n. 165) *La creazione di linguaggi e della mitologia sono attività correlate (da ''Il medioevo e il fantastico, Un vizio segreto'') *La creazione di un [[linguaggio]] genera di per sé una mitologia, perché creazione della lingua e creazione della mitologia sono funzioni correlate. (citato in ''Corriere della Sera'', 1º novembre 2003) *La costruzione del vostro linguaggio genererà una mitologia (da ''Il medioevo e il fantastico, Un vizio segreto'') *La [[Fantasia]] è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione; né smussa l'appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, e migliori fantasie produrrà. (da ''Sulle fiabe'', in ''Albero e foglia'') *Le [[Guerra|guerre]] non sono mai propizie al perseguimento dei piaceri dello spirito.<ref>Citato nella prefazione alla seconda edizione inglese de ''Il Signore degli Anelli'', da il ''Corriere della Sera'', 1º novembre 2003.</ref> *Mi chiedo se resterà una piccola nicchia, anche scomoda, per gli antiquati reazionari come me. I grandi assorbono i piccoli e tutto il mondo diventerà più piatto e noioso. Tutto diventerà una piccola, maledetta periferia provinciale. Quando avranno introdotto il sistema sanitario, la morale, il femminismo e la produzione di massa all'est, nel medio Oriente, nel lontano Oriente, nell'Urss, nella pampa, nel Gran Chaco, nel bacino danubiano, nell'Africa equatoriale, nelle terre più lontane dove esistono ancora gli stregoni, nel Gondhwanaland, a Lhasa e nei villaggi del profondo Berkshire, come saremo tutti felici. Ad ogni modo, questa dovrebbe essere la fine dei grandi viaggi. Non ci saranno più posti dove andare. E così la gente (penso) andrà più veloce. Il colonnello Knox dice che un ottavo della popolazione mondiale parla inglese e che l'inglese è la lingua più diffusa. Se è vero, che vergogna - dico io. Che la maledizione di Babele possa colpire le loro lingue in modo che possano solo dire "baa baa". Tanto è lo stesso. Penso che mi rifiuterò di parlare se non in antico merciano. Ma scherzi a parte: trovo questo cosmopolitanesimo americano terrificante.<ref>Da ''La realtà in trasparenza. {{small|Lettere 1914-1973}}'', traduzione di Cristina De Grandis, Rusconi, Milano, 1990, p. 76.</ref> *Mio caro Rob {{NDR|il gesuita Robert Murray}}, mi ha specialmente rallegrato quello che tu hai detto [...] e hai rivelato persino a me stesso alcune cose del mio lavoro. Penso di sapere esattamente che cosa intendi con dottrina della Grazia; e naturalmente con il tuo riferimento a Nostra Signora, su cui si basa tutta la mia piccola percezione di bellezza sia come maestà sia come semplicità. Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un'opera religiosa e cattolica; all'inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. [...] Perché a dir la verità, io consciamente ho programmato molto poco; e dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato (da quando avevo otto anni) in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so.<ref>Dall'abbozzo di una lettera al gesuita Robert Murray del 4 novembre 1954, in J.R.R. Tolkien, ''La realtà in trasparenza. Lettere'', a cura di Humphrey Carpenter e Christopher Tolkien, Bompiani, Milano, 2001, pp. 233-234.</ref> *Nessuno mi crede quando dico che il mio lungo libro è un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale. Ma è vero (da ''La realtà in trasparenza'', lettera n. 205) *Parve a Sador che gli occhi di Túrin non fossero quelli di un bambino, e si disse: «Il [[dolore]] è una dote per un animo duro». (da ''I figli di Húrin'', cap. I) *Sono innamorato dell'italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo. (La realtà in trasparenza, lettera n. 163) *Un [[drago]] non è una fantasia oziosa. Quali che possano essere le sue origini, nella realtà o nell'invenzione, nella leggenda il drago è una potente creazione dell'immaginazione umana, ricca di significato più che il suo tumulo sia ricco d'oro.<ref>Da una conferenza tenuta alla British Academy, Londra, il 25 novembre 1936, edita a Oxford nel 1936 come vol. 22 dei ''Proceedings of the British Academy'', e ora presente come saggio introduttivo in J.R.R. Tolkien, ''The Monsters and the Critics and Other Essays'', London, HarperCollins, 1997; traduzione in J.R.R. Tolkien, ''Il medioevo e il fantastico'', a cura di Gianfranco de Turris, traduzione di Carlo Donà, Luni Editrice, Milano-Trento, 2000.</ref><ref>Da ''Beowulf. I mostri e i critici''; citato in Seamus Heaney, ''Beowulf'', traduzione di Massimo Bacigalupo, Fazi Editore, 2002, [http://books.google.it/books?id=z60YvNmwmt4C&pg=PA286 p. 286].</ref> *Veniamo da Dio e, inevitabilmente, i miti da noi tessuti, pur contenendo errori, rifletteranno anche una scintilla della luce vera: la verità eterna che è con Dio. Infatti solo creando miti, solo diventando un sub-creatore di storia, l'uomo può aspirare a tornare allo stato di perfezione che conobbe prima della caduta. I nostri miti possono essere male indirizzati, ma anche se vacillano fanno rotta verso il porto, mentre il "progresso" materialista conduce solo a un abisso spalancato e alla Corona di Ferro del potere del male.<ref>Citato in Humphrey Carpenter, ''J.R.R. Tolkien. La biografia'', Lindau, p. 225.</ref> ==''Il Signore degli Anelli''== ===Prologo=== [[Immagine:Unico Anello.png|right|150px|L'Unico Anello]] {{Intestazione|La poesia dell'Anello}} *''Tre [[Anello (gioiello)|Anelli]] ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,<br />Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,<br />Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,<br />Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra<br />Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.<br />Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,<br />Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,<br />Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.'' Sesta e settima riga nel [[w:Linguaggio nero|Linguaggio nero]] di [[w:Mordor|Mordor]]: :''Ash nazg durbatuluk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatuluk<br /> agh burzum-ishi krimpatul.'' ===[[Incipit]]=== Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbiville si mise in agitazione.<br> Bilbo era estremamente ricco e bizzarro e, da quando sessant'anni prima era sparito di colpo, per ritornare poi inaspettatamente, rappresentava la meraviglia della Contea. ===''La Compagnia dell'Anello''=== *Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell'affetto che meritate. (Bilbo: p. 57, Rusconi) *Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. (Gandalf: p. 94, Rusconi) *''Frodo'': Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!<br /> [...] <br />''Gandalf'': Anch'io come d'altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato. *Questo è l'Anello Sovrano, quello che serve a dominarli tutti. È quell'Unico Anello che egli {{NDR|Sauron}} perse molto tempo fa, affievolendo di parecchio la propria potenza. Lo desidera più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non deve mai più riaverlo. (Gandalf) *Sempre, dopo una disfatta ed una tregua, l'Ombra si trasforma e s'ingigantisce nuovamente. (Gandalf) *"O luminosi! È una fortuna insperata!", disse Pipino. Sam era senza parole. "Ti ringrazio di tutto cuore Gildor Inglorion", disse Frodo inchinandosi. "''Elen síla lúmenn'omentielvo'', una stella brilla sull'ora del nostro incontro" soggiunse in alto elfico. "Attenzione amici!", gridò ridendo Gildor. "Non parlate dei vostri segreti! Abbiamo qui uno studioso dell'Antica Lingua: Bilbo era un buon maestro. (p. 119, Rusconi) *"Disperazione o follia?", disse Gandalf. "Non è disperazione, perché la disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile. Non è il nostro caso. È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze. Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinnanzi agli occhi del Nemico! Egli è molto saggio, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l'unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa rifiutare il tanto bramato potere, o che, possedendo l'Anello, voglia distruggerlo. questa dev'esser dunque la nostra mira, se vogliamo confondere i suoi calcoli". (p. 339) *"Almeno per qualche tempo." disse Elrond. "È necessario che la strada sia percorsa, ma sarà molto difficile. Né la forza né la saggezza ci condurebbero lontano; questo è un cammino che i deboli possono intraprendere con la medesima speranza dei forti. Eppure tale è il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove." (p. 340, Rusconi) *"Prenderò io l'Anello" disse, "ma non conosco la strada". (p. 341, Rusconi) *"Hai pensato ad una conclusione?" <br />"Sì, a parecchie, e son tutte spiacevoli e tetre" rispose Frodo. <br />"Oh, ma allora non possono andare!", disse Bilbo. "I libri dovrebbero sempre finire bene. Che te ne pare di: ''e tutti finalmente assestati, [[e vissero felici e contenti|vissero per sempre insieme felici e contenti]]''?" (p. 345, Rusconi) *''Non tutto quel ch'è oro brilla,<br />Né gli erranti sono perduti;<br />Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,<br />Le [[radici]] profonde non gelano.<br />Dalle ceneri rinascerà un fuoco,<br />L'ombra sprigionerà una scintilla;<br />Nuova sarà la lama ora rotta,<br />E re quel ch'è senza corona.'' (poesia composta da Bilbo riguardante Aragorn) *Chi non ha visto il calar della notte non giuri d'inoltrarsi nelle tenebre. (Elrond) *Poiché i consigli sono doni pericolosi, anche se scambiati fra saggi, e tutte le strade possono finire in un precipizio. (Gildor) *Pedo Mellon a Minno = Dite Amici Ed Entrate. ([[Parole d'ordine dai libri|Incisione Sulla Porta d'Entrata]] Di Moria) *Sleale è colui che si accomiata quando la via si oscura. (Gimli) *Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l'amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte. (Haldir: p. 433, Rusconi) *"Ma non disprezzare i racconti tramandati per lunghi anni; potrebbe darsi che le [[nonne]] rammentino alcune cose che in passato i saggi era bene conoscessero." (Celeborn: p. 463, ''Rusconi'') ===''Le due torri''=== *{{NDR|A Boromir morente}} "No!", disse Aragorn, prendendogli le mani e posando una bacio sulla sua fronte. "Hai vinto. Pochi hanno conosciuto un simile trionfo. Rasserenati! Minas Tirith non soccomberà!" (p. 508, ''Rusconi'') *[[bene e male|Il bene e il male]] sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca ad ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d'Oro quanto nella propria dimora. (p. 537, ''Rusconi'') *Certe strade, è meglio intraprenderle che rifiutarle, anche se il loro esito è oscuro. (Aragorn) *"''Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? <br />Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento? <br />Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente? <br />Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? <br />Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna; <br />I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna. <br />Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? <br />Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?''" (p. 619, ''Rusconi'') *''Desti ora, desti, Cavalieri di Théoden! | Terribili eventi nell'oscuro Oriente. | Sellate i cavalli, suonate le trombe! | Avanti Eorlingas!'' (Théoden recita la carica degli Eorlingas) *Credevo che i meravigliosi protagonisti delle leggende partissero in cerca di esse, perché le desideravano, essendo cose entusiasmanti che interrompevano la monotonia della vita, uno svago, un divertimento. Ma non accadeva così nei racconti veramente importanti, in quelli che rimangono nella mente. Improvvisamente la gente si trovava coinvolta, e quello, come dite voi, era il loro sentiero. Penso che anche essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro, ma non lo fecero. E se lo avessero fatto noi non lo sapremmo, perché sarebbero stati obliati. Noi sappiamo di coloro che proseguirono, e non tutti verso una felice fine, badate bene; o comunque non verso quella che i protagonisti di una storia chiamano una felice fine. (Sam) *{{NDR|Sam}} «Pensandoci bene, apparteniamo anche noi alla medesima storia, che continua attraverso i secoli! Non hanno dunque una fine i grandi racconti?».<br />«No, non terminano mai i racconti», disse Frodo. «Sono i personaggi che vengono e se ne vanno, quando è terminata la loro parte. La nostra finirà più tardi... o fra breve». *La [[guerra]] è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa; ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendo: la città degli uomini di Nùmenor; e desidero che la si ami per tutto ciò che custodisce di ricordi, antichità, bellezza ed eredità di saggezza. (Faramir: pp. 811-812, ''Rusconi'') *"Gandalf", ripeté il vecchio, come se avesse ritrovato fra vecchi ricordi una parola da tempo in disuso. "Si, era questo il nome. Io ero Gandalf". (p. 603, ''Rusconi'') *"Colui che non sa separarsi da un tesoro al momento del bisogno è simile a uno schiavo in ceppi". (Aragorn: 2007, p. 204) *Era per Sam la prima immagine di una battaglia di Uomini contro Uomini, e non gli piacque. Era contento di non poter vedere il viso del morto. Avrebbe voluto sapere da dove veniva e come si chiamava quell'uomo, se era davvero di animo malvagio, o se non erano state piuttosto menzogne e minacce a costringerlo a una lunga marcia lontano da casa; se non avrebbe invece preferito restarsene lì in pace. (2007, p. 320) ===''Il ritorno del re''=== *"Nella Contea diremmo che sono le nove. L'ora giusta per una deliziosa prima [[colazione]] presso una finestra aperta sul sole di primavera" (Pipino) *''Opera del nemico'' disse Gandalf ''Ama molto questo genere di azioni: amico contro amico e lealtà trasformata in confusione''. (Gandalf: p. 1022, ''Rusconi'') *''Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai,<br />E cantando al sole la spada sguainai,<br />Svanita ogni speme, lacero è il cuore:<br />Ci attende la collera, la rovina e il notturno bagliore!''<br />Recitò queste strofe, eppure le disse ridendo. Perché il desiderio di combattere si era nuovamente impadronito di lui, ed egli era illeso, ed era giovane, ed era Re: sovrano di un popolo spietato. E mentre rideva, nella disperazione mirò ancora le navi nere e alzò la spada in segno di sfida. {{NDR|riferito a Eomer che guida la cavalcata dei Rohirrim dopo la morte di Re Théoden}} *Ma ricordi le parole di Gandalf: Persino Gollum potrebbe avere ancora qualcosa da fare? Se non fosse stato per lui, Sam, non avrei distrutto l'Anello. La Missione sarebbe stata vana, proprio alla fine. Quindi, perdoniamolo! La Missione è compiuta, e tutto è passato. Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam. (Frodo: p. 1131, ''Rusconi'') *È triste incontrarsi soltanto in questo modo, alla fine. Perché il mondo sta cambiando; lo sento nell'acqua, lo sento nella terra, e l'odoro nell'aria. Credo che non ci rivedremo più. (Barbalbero) *Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare. (Gandalf: p. 1054, ''Rusconi'') *"Mai" è una parola troppo lunga persino per me. (Barbalbero: p. 1167, ''Rusconi'') *Vecchio pazzo! Non riconosci la Morte quando la vedi? (Re Stregone di Angmar: p. 996, ''Rusconi'') *Un urlo si levò nell'aria vibrante, spegnendosi con una nota acuta, un lacerante lamento che scomparve con il vento, una voce senza corpo che si estinse e fu inghiottita e non si udì mai più in quell'era del mondo. {{NDR|Riferito al Re Stregone dopo la sua caduta}} *[...] ma Gothmog, il luogotenente di Morgul, li aveva tuttavia mandati a combattere... {{NDR|Riferito a Gothmog dopo la caduta del Re Stregone}} *In testa cavalcava un'alta figura malefica su di un cavallo nero [...]. Il cavaliere era interamente vestito di nero, e nero era il suo alto elmo: eppure non si trattava di uno Schiavo dell'Anello bensì di un uomo vivo. Era il Luogotenente della Torre di Barad-dûr, e il suo nome non è ricordato in alcuna storia; egli stesso infatti l'aveva scordato e diceva: "Sono la Bocca di Sauron". {{NDR|Riferito alla ''Bocca di Sauron'', principale emissario e servo di Sauron}} *"Molta gente ama sapere prima che cosa verrà in tavola; ma coloro che si sono affaticati per preparare la festa desiderano mantenere il segreto; perché lo [[stupore]] ingrandisce le parole di lode. E Aragorn attende un segnale". (Gandalf) *E lì Sam, sbirciando fra i lembi di nuvole che sovrastavano un'alta vetta, vide una stella bianca scintillare all'improvviso. Lo splendore gli penetrò nell'anima, e la speranza nacque di nuovo in lui. Come un limpido e freddo baleno passò nella sua mente il pensiero che l'Ombra non era in fin dei conti che una piccola cosa passeggera: al di là di essa vi erano eterna luce e splendida bellezza. (p. 1102, ''Rusconi'') *"La Via prosegue senza fine<br />Lungi dall'uscio dal quale parte.<br />Ora la Via è fuggita avanti,<br />Presto, la segua colui che parte!<br />Cominci pure un nuovo viaggio,<br />Ma io che sono assonnato e stanco<br />Mi recherò all'osteria del villaggio<br />E dormirò un sonno lungo e franco". *"È vento cattivo quello che non porta bene a nessuno, come ho sempre detto. E tutto è Bene ciò che finisce Meglio!"<ref>{{Cfr}} [[Tutto è bene quel che finisce bene]]</ref> (Il Gaffiere) *"Ma sono stato ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata salvata, ma non per merito mio. Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle". (Frodo: p. 1224, ''Rusconi'') *"Ebbene, cari amici, qui sulle rive del Mare finisce la nostra compagnia nella Terra di Mezzo. Andate in pace! Non dirò: "Non piangete", perché non tutte le lacrime sono un male." (Gandalf: p. 1225, ''Rusconi'') *"Voltato l'angolo forse ancor si trova<br />Un ignoto portale o una strada nuova;<br />Spesso ho tirato oltre, ma chissà,<br />Finalmente il giorno giungerà,<br />E sarò condotto dalla fortuna,<br />A Est del Sole, a Ovest della Luna." ===[[Explicit]]=== Infine, i tre compagni si allontanarono e partirono, tornando lentamente verso casa senza mai voltarsi; e non dissero una parola, ma ognuno traeva molto conforto dalla presenza degli amici sulla lunga strada grigia. Passarono infine i poggi e presero la Via Orientale, e Pipino e Merry cavalcarono verso la Terra di Buck; e già ricominciavano a cantare. Ma Sam prese la via per Lungacque, e tornò al Colle e di nuovo il giorno stava finendo. Egli vide una luce gialla e del fuoco acceso: il pasto serale era pronto, e lo stavano aspettando. Rosa lo accolse e lo fece accomodare, e gli mise la piccola Elanor sulle ginocchia. Egli trasse un profondo respiro. "Sono tornato", disse. (''Rusconi'') ===Appendici=== *"In tristezza dobbiamo lasciarci, ma non nella disperazione. Guarda! Non siamo vincolati per sempre a ciò che si trova entro i confini del mondo, e al di là di essi vi è più dei ricordi. Addio!" (''Annali dei Re e Governatori'', ''La storia di Aragorn e Arwen'', p. 1268) {{NDR|John Ronald Reuel Tolkien, ''Il Signore degli Anelli'', a cura di Quirino Principe, traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, Bompiani, 2003.}} === Proverbi e modi di dire delle varie razze della Terra di Mezzo=== *Non rivolgerti agli Elfi per un consiglio, perché ti diranno sia no che sì. (Frodo a Gildor) *Strano come una notizia da Brea. (Espressione comune nel Decumano Est) *Non piove mai, [[diluvio|diluvia]] soltanto, diciamo noi di Brea. (Omorzo Cactaceo) *...pensa meno e più lentamente di quanto non parli, eppure riesce a vedere in tempo al di là di un muro di mattoni, come dicono a Brea. (Gandalf riferito a Omorzo Cactaceo) *Si dice che le lingue dei Nani non la smettono più quando si mettono a parlare del loro lavoro. (Glóin a Frodo) *È più sicuro nel ritrovare la via di casa in una notte cieca, che non i gatti della Regina Berúthiel. (Aragorn riferito a Gandalf) *È il lavoro mai incominciato che impieghi più tempo a finire. (Samvise, riportando un detto del Gaffiere) *Le mani di un re sono mani di guaritore. (Ioreth, riferito ad Aragorn) == ''Il Silmarillion'' == ===[[Incipit]]=== ====I traduzione==== Nel principio Eru, l'Uno, che nella lingua elfica è detto Ilúvatar, creò gli Ainur dalla propria mente; e gli Ainur intonarono una Grande Musica al suo cospetto. In tale Musica, il mondo ebbe inizio, poiché Ilúvatar rese visibile il canto degli Ainur, e costoro lo videro quale una luce nell'oscurità. E molti di loro si innamorarono della sua bellezza e della sua vicenda che videro cominciare e svolgersi come in una visione. Per tale ragione Ilúvatar conferi Essere alla loro visione, e la collocò in mezzo al Vuoto, e il Fuoco Segreto fu inviato ad ardere nel cuore del Mondo; e questo fu chiamato Eä. ====Francesco Saba Sardi==== Esisteva Eru, l'Uno, che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, i Santi, rampolli del suo pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altro fosse creato. Ed egli parlò loro, proponendo temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto. A lungo cantarono soltanto uno alla volta, o solo pochi insieme, mentre gli altri stavano ad ascoltare; ché ciascuno di essi penetrava soltanto quella parte della mente di Ilúvatar da cui proveniva, e crescevano lentamente nella comprensione dei loro fratelli. Ma già solo ascoltando pervenivano a una comprensione più profonda, e s'accrescevano l'unisono e l'armonia.<br> {{NDR|J.R.R. Tolkien, ''Il Silmarillion'', trad. di Francesco Saba Sardi, Rusconi Libri, 1978}} ===Citazioni=== *Fra i servi del Nemico che hanno nomi, il massimo era lo spirito che gli Eldar chiamavano Sauron, ovvero Gorthaur il Crudele, che in origine era dei Maiar di Aulë e che continuò ad avere grande parte nella tradizione di quel popolo.<br />In tutte le trame di Melkor, il Morgoth in Arda, in tutte le sue diramate opere e negli intrighi della sua malizia, Sauron aveva parte, ed era meno perfido del suo padrone solo in quanto a lungo aveva servito un altro anziché se stesso.<br />Ma in tardi anni si levò, simile ad ombra di Morgoth, e lo seguì passo passo, lungo il rovinoso sentiero che lo trasse giù nel Vuoto. *Amaramente i Noldor avrebbero scontato la follia delle loro orecchie troppo ben disposte, nei giorni che sarebbero venuti. *Mai più alle mie orecchie risuoni la lingua di coloro che in Alqualondë hanno sterminato i miei consanguinei! Né sia più pubblicamente parlata nel mio regno, finché io sieda su questo trono. Tutti i Sindar devono essere informati del mio ordine di non usare la favella dei Noldor né di rispondere a chi con essa si rivolga loro. E chiunque vi faccia ricorso, sarà considerato fratricida e traditore impenitente. *Sauron era divenuto uno stregone di spaventosa potenza, padrone di ombre e fantasmi, di tenebrosa sapienza e crudelissima forza, tanto da deformare tutto ciò che toccava e stravolgere tutto ciò che governava, signore di lupi mannari; il suo dominio era perenne tormento. {{NDR|John Ronald Reuel Tolkien, ''Il Silmarillion'', a cura di C. Tolkien e M. Respinti, traduzione di F. Saba Sardi, Bompiani.}} ==''Lo Hobbit''== ===[[Incipit]]=== In un buco nel terreno viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima. ===Citazioni=== *Lontan sui monti fumidi e gelati | in antri fondi, oscuri, desolati, | prima che sorga il sol dobbiamo andare | a riaver l'arpe e l'oro a noi strappati. *Il re degli antri che stan sotto il monte | e delle rocce aride scavate, | che fu signore delle argentee fonti, | queste cose riavrà, già a lui strappate! *{{NDR|[[Indovinelli dai libri|indovinello]]}} Radici invisibili ha,<br/>più in alto degli alberi sta,<br/>lassù fra le nuvole va<br/>e mai tuttavia crescerà. (1990, p. 93) *Trenta bianchi destrier<br/>su un colle rosso<br/>battono e mordono,<br/>ma nessuno si è mosso. (1990, p. 93) *Non ha voce e grida fa,<br/>non ha ali e a volo va,<br/>non ha denti e morsi dà,<br/>non ha bocca e versi fa. (1990, p. 93) *Un giorno un occhio in un azzurro viso<br/>vide un altr'occhio dentro a un verde viso:<br/>«Quell'occhio è come me, però è laggiù,<br/>mentre il mio occhio se ne sta quassù». (1990, p. 94) *Vedere non si può e neanche sentire<br/>fiutare non si può e neppure udire.<br/>Sta sotto i colli, sta dietro le stelle<br/>ed empie tutti i vuoti, tutte le celle.<br/>Per primo viene, ultimo va,<br/>a vita e a riso termine dà. (1990, p. 94) *Senza coperchio, chiave, né cerniera<br/>uno scrigno cela una dorata [[sfera]]. (1990, p. 95) *Vive senza respirare,<br/>freddo come morte pare,<br/>beve ma non è assetato,<br/>non tintinna corazzato. (1990, p. 95) *Senza-gambe sta su Una gamba, Due-gambe vi siede accanto su Tre-gambe, Quattro-gambe ne prende un po'. (1990, p. 96) *Questa cosa ogni cosa divora,<br/>ciò che ha vita, la fauna e la flora;<br/>i re abbatte e così le città,<br/>rode il ferro, la calce già dura;<br/>e dei monti pianure farà. (1990, p. 97) *Che cos'ho in [[tasca]]? (1990, p. 97) *"No!" disse Thorin. "In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!" <br /> Allora Bilbo si allontanò, e se ne andò in disparte; tutto solo si sedette avvolto in una coperta e, lo crediate o no, pianse finché i suoi occhi non furono rossi e roca la voce. (2004, p. 362) ==''I figli di Húrin''== ===[[Incipit]]=== Hador Testadoro era un signore degli Edain, molto amato dagli Eldar. Egli rimase, finché ebbe vita, sotto la signoria di Fingolfin che gli assegnò vaste terre in quella regione dello Hithlum, che era detta Dor-lómin. Sua figlia Glóredhel sposò Haldir figlio di Halmir, Signore degli Uomini del Brethil; e durante la stessa cerimonia suo figlio Galdor l'Alto prese in moglie Hareth, la figlia di Halmir.<br> {{NDR|John Ronald Reuel Tolkien, ''I figli di Húrin''. traduzione di Caterina Ciuferri, Bompiani, 2007}} ===Citazioni=== * Beleg trasse la sua spada Anglachel e con essa tagliò i lacci che impedivano Túrin; ma il fato era più forte quel giorno e volle che la lama di Eöl l'Elfo Scuro gli scivolasse mentre la maneggiava, ferendo Tùrin al piede. <br /> Ridestandosi in preda a un eccesso di rabbia e paura, e scorgendo uno chino su di lui con una lama snudata in pugno, Tùrin balzò in piedi con un forte grido, credendo che gli Orchi fossero tornati a tormentarlo e, lottando con quegli nel buio, s'impadronì di Anglachel e trafisse Beleg Cúthalion, credendolo un avversario. Ma, quando si tirò su, scoprendosi libero e pronto a vendere cara la pelle ai suoi immaginari nemici, ecco che su di loro si accese accecante la luce di una saetta e, a quel chiarore, riconobbe il volto di Beleg. Túrin restò impietrito e silenzioso al cospetto di quella morte atroce, consapevole di ciò che aveva fatto; e così terribile era il suo volto rischiarato dai lampi che a sprazzi illuminavano il cielo intorno a loro, che Gwindor s'appiattì al suolo senza più osare levare lo sguardo. {{NDR|J.R.R. Tolkien, I figli di Húrin, Bompiani, Milano 2007}} ==[[Incipit]] di alcune opere== === ''Roverandom'' === C'era una volta un cagnolino che aveva nome Rover. Era molto piccolo e molto giovane, altrimenti sarebbe stato più attento; ed era molto felice di star lì a giocare in giardino al sole con una palla gialla, o non avrebbe fatto mai ciò che fece. {{NDR|John Ronald Reuel Tolkien, ''Roverandom'', a cura di C. Scull e W. G. Hammond, traduzione di F. Bandel Dragone, Bompiani.}} ==Citazioni su J. R. R. Tolkien== *Alla mia venuta in questo mondo mi avevano (tacitamente) avvertito di non fidarmi mai di un papista e (apertamente) al mio arrivo alla facoltà di inglese di non fidarmi mai di un filologo. Tolkien era l'uno e l'altro. ([[C. S. Lewis]]) *Dall'Opera tutta di Tolkien emerge possente l'affermazione di una dei diritti fondamentali dell'uomo: il diritto a creare. "La fantasia Rimane un diritto umano – scrive l'autore – creiamo alla nostra misura e nel nostro modo derivativo perché siamo stati creati: e non soltanto creati, ma fatti a immagine e somiglianza del Creatore". ([[Mario Polia]]) *Di una rinascita dell'epopea nei tempi moderni non si può parlare in realtà che dal 1954-55 quando John Ronald Reuel Tolkien, un professore di Oxford di anglosassone e d'inglese medievale, pubblicò la trilogia del ''Lord of the Rings''. [...] Egli non cerca di convertire il male con l'esempio della virtù, come fa Shelley, ma vuol debellarlo e «I draghi di Tolkien», scrive Zolla, «non sono da assimilare, da sentire in qualche modo fratelli, ma da annientare», onde la protesta dell'''intellighentia'' d'oggi, per bocca di Auden, che osservò a proposito del Signore che non esistono esseri che obbediscano al Male assoluto, che non è possibile che una specie dotata di parola e perciò capace di scelta morale sia malvagia per natura. E se, dopo tutto, il mondo in bianco e in nero delle fiabe con un eroe buono (Frodo) e un antieroe malvagio (il re di Mordor), un mago buono (Gandalf) e un mago cattivo (Saruman, convertito al male come Lucifero in Satana), fosse più vicino alla realtà di quanto non lo sia il relativismo dell'Apostolo della mediocrità che oggi piace ai più d'accettare? Il mondo favoloso di Tolkien, che conosce la gaiezza e la facondia di canti del buon popolo degli Hobbit (elfi alti quattro piedi, in cui si legge in trasparenza la bonomia non disgiunta da ostinata prodezza del popolo inglese idealizzato secondo una formula Chesterton-Belloc, cattolici come Tolkien), ma anche truci popolazioni di Orchetti e di Cavalieri Neri, che vedon solo di notte e hanno un odorato finissimo, ed esseri viscidi e crudeli come quella reincarnazione di Caliban e del nano Alberico che è Gollum, il primitivo detentore dell'anello che dà il dominio del mondo. Ma la virtù di questo epos in prosa non sta tanto in una galleria ben caratterizzata di personaggi maschili (delle creature femminili solo Shelob è convincente, ma è un mostro), quanto soprattutto nella vicenda, la distruzione del fatale anello, non indegna di figurare accanto alla ricerca del Graal e l'affondamento del tesoro simbolo di potenza, nel Reno da parte di Hagen nella Saga dei Nibelunghi; sta nell'incalzare degli avvenimenti, nelle atmosfere serene e più spesso sinistre, d'una vastità coreografica che fa pensare agli apocalittici quadri di John Martin, e nel non dichiarato ma pervadente afflato metafisico che fa passar sopra alle occasionali velleità di «alto stile», e a certi scivolamenti nel sentimentale, il solo peccato veramente imperdonabile agli occhi degli smaliziati moderni. ([[Mario Praz]]) *Ho incontrato Tolkien, 45 anni fa a Oxford, mi ha stupito la sua aria dimessa e gentile, un timido professore. Avevo letto da poco il libro e quando mi hanno detto chi era mi sono messo in ginocchio: l'ho visto arrossire. ([[Christopher Lee]]) * È nazista ogni vagheggiamento di una forza, eminentemente virile, che non sappia né leggere né scrivere: il Medioevo, con [[Carlo Magno]] che appena sapeva fare la propria firma, si presta mirabilmente a questi sogni di un ritorno alla villosità incontaminata. Quanto più peloso il modello, tanto maggiore il vagheggiamento: l'Hobbit sia modello umano per i nuovi aspiranti a nuove e lunghe notti dei lunghi coltelli. ([[Umberto Eco]], ''Dieci modi di sognare il Medioevo'') ==Note== <references /> ==Bibliografia== *John Ronald Reuel Tolkien, ''Il signore degli Anelli'', traduzione di Elèmire Zolla, Rusconi *John Ronald Reuel Tolkien, ''Il Signore degli Anelli'', a cura di Quirino Principe, traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, Bompiani, 2003. *John Ronald Reuel Tolkien, ''Il Signore degli Anelli - Le due torri'', a cura di Quirino Principe, traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, Bompiani, 2007, XVIII ed.. ISBN 9788845232268 *John Ronald Reuel Tolkien, ''Albero e foglia'', traduzione di Francesco Saba Sardi e Fabrizio Dubosc, Bompiani, 2004<sup>7</sup>. ISBN 8845290441 *John Ronald Reuel Tolkien, ''I figli di Húrin'', traduzione di Caterina Ciuferri, Bompiani, 2007. ISBN 9788845259616 *John Ronald Reuel Tolkien, ''Il Silmarillion'', traduzione di Francesco Saba Sardi, Rusconi Libri, 1978 *John Ronald Reuel Tolkien, ''Lo hobbit'', trad. Elena Jeronimidis Conte, Adelphi, Milano, III ed., 1990 *John Ronald Reuel Tolkien, ''Lo Hobbit'', annotato da D. A. Anderson, seconda edizione a cura di O. Cilli, traduzione di E. Jeronimidis Conte, Bompiani, 2004 *J.R.R. Tolkien, Christopher Tolkien, ''La realtà in trasparenza'', Humphrey Carpenter, Bompiani, 2002, p. 5287. ISBN 45291302 *{{en}} ''Parma Eldalamberon'', Christopher Gilson ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Roverandom||(1925)}} {{Pedia|Lo Hobbit||(1937)}} {{Pedia|Il Signore degli Anelli||(1955)}} {{Pedia|La Compagnia dell'Anello (romanzo)|''La Compagnia dell'Anello''|(1954)}} {{Pedia|Le due torri (romanzo)|''Le due torri''|(1954-1955)}} {{Pedia|Il ritorno del re (romanzo)|''Il ritorno del re''|(1955)}} {{Pedia|Il Silmarillion||(1977)}} {{Pedia|I figli di Húrin||(2007)}} {{DEFAULTSORT:Tolkien, John Ronald Reuel}} [[Categoria:Filologi britannici]] [[Categoria:Linguisti britannici]] [[Categoria:Scrittori britannici]] p03arndxare9cl0g5k0ggvopklqoxs9 Benedetto Croce 0 1714 1221254 1219640 2022-08-06T23:25:31Z Sun-crops 10277 /* Citazioni */ fix wikitext text/x-wiki [[Immagine:B.Croce.jpg|thumb|Benedetto Croce]] {{indicedx}} '''Benedetto Croce''' (1866 – 1952), filosofo, storico, politico, critico letterario e scrittore italiano. ==Citazioni di Benedetto Croce== *A [[Napoli]] ho svolto la mia attività di uomo di studio, tra compagni carissimi e giovani che mi si son fatti spontanei discepoli. Eppure io ho tenuto sempre viva la coscienza di qualcosa che nel mio temperamento non è napoletano. Quando l'acuta chiaroveggenza di quella popolazione si cangia in scetticismo e in gaia indifferenza, quando c'è bisogno non solo di intelligenza agile e di spirito versatile, ma di volontà ferma e di persistenza e resistenza, io mi son detto spesso a bassa voce, tra me e me, e qualche volta l'ho detto anche a voce alta: - Tu non sei napoletano, sei [[Abruzzo|abruzzese]]! - e in questo ricordo ho trovato un po' d'orgoglio e molta forza.<ref> Dal discorso tenuto nell'agosto del 1910, affacciandosi dal balcone di Palazzo Sipari,pronunciò il "Discorso di Pescasseroli".</ref> *A questi poveri e fallaci teorizzamenti si deve l'origine dell'erronea credenza che liberalismo sia individualismo utilitario (o, come lo si definisce, riecheggiando Hegel, «atomismo»), e che abbassi lo Stato a strumento dell'edonismo dei singoli.<ref>Da ''La religione della libertà'', a cura di Girolamo Cotroneo, Rubbettino, Catanzaro, 2002, p. 115.</ref> *Abbiamo deciso di dare il voto di fiducia. Ma, intendiamoci, fiducia condizionata. Nell'ordine del giorno che abbiamo redatto è detto esplicitamente che il Senato si aspetta che il Governo restauri la legalità e la giustizia, come del resto [[Benito Mussolini|Mussolini]] ha promesso nel suo discorso. A questo modo noi lo teniamo prigioniero, pronti a negargli la fiducia se non tiene fede alla parola data. Vedete: il [[fascismo]] è stato un bene; adesso è divenuto un male, e bisogna che se ne vada. Ma deve andarsene senza scosse, nel momento opportuno, e questo momento potremo sceglierlo noi, giacché la permanenza di Mussolini al potere è condizionata al nostro beneplacito.<ref>Giugno 1924; citato in G. Levi Della Vida, ''Fantasmi ritrovati'', Venezia, 1966.</ref> *Accanto o di fronte agli uomini che stimano Parigi valer bene una messa, sono altri pei quali l'ascoltare o no una messa è cosa che vale infinitamente più di Parigi perché è affare di coscienza. Guai alla società, alla storia umana, se uomini che così diversamente sentono, le fossero mancati o le mancassero.<ref>Dal ''Discorso contro l'approvazione del concordato'', 1929. Citato in Raffaele Carcano, Adele Orioli, ''Uscire dal gregge'', Luca Sossella editore, 2008, p. 243. ISBN 9788889829646</ref> *Malinconica e triste che possa sembrare la morte, sono troppo filosofo per non vedere chiaramente che il terribile sarebbe che l'uomo non potesse morire mai, chiuso nel carcere che è la vita, a ripetere sempre lo stesso ritmo vitale che egli come individuo possiede solo nei confronti della sua individualità a cui è assegnato un compito che si esaurisce.<br>Ma altri crede che in un tempo della vita questo pensiero della [[morte]] debba regolare quel che rimane della vita, che diventa così una preparazione alla morte. Ora, la vita intera è preparazione alla morte, e non c'è da fare altro sino alla fine che continuarla, attendendo con zelo e devozione a tutti i doveri che ci spettano. La morte sopravverrà a metterci a riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo; ma essa non può far altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare.<br>Vero è che questa preparazione alla morte è intesa da taluni come un necessario raccoglimento della nostra anima in Dio; ma anche qui occorre osservare che con Dio siamo e dobbiamo essere a contatto tutta la vita e niente di straordinario ora accade che ci imponga una pratica inconsueta. Le anime pie di solito non la pensano così e si affannano a propiziarsi Dio con una serie di atti che dovrebbero correggere l'ordinario egoismo della loro vita precedente e che invece sono l'espressione intima di questo egoismo.<ref>Da ''Soliloquio'', citato in [[Francesco Flora]], ''Il Flora, Storia della letteratura italiana, cinque volumi,'' Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 626.</ref> *[[Carmine Crocco]], che ebbe sotto di sé numerose bande di contadini e di soldati del disciolto esercito, nel 1862 depose ogni maschera politica e continuò a fare alla scoperta quello che in sostanza aveva fatto sempre, puro brigantaggio, e poi dal grosso brigantaggio discese al piccolo, e finalmente abbandonò la sua provincia nativa e l'Italia meridionale, passando il confine e rifugiandosi a Roma nell'agosto del 1864. Le sue posteriori vicende non meritano l'attenzione dello storico. Il governo italiano lo ritrovò a Roma, prigione, nel 1870, e lo sottopose a processo, nel quale egli, pur mentendo quanto poteva, non si atteggiò a campione politico, e disse chiaro che egli era, e non poteva essere, se non un capo di briganti.<ref>Da ''Uomini e cose della vecchia Italia'', Laterza, 1927, p. 337.</ref> *Che cosa sta facendo, che cosa sta facendo l'esercito italiano, che combatte sotto la guida energica e sapiente del [[Luigi Cadorna|Cadorna]]? Nientedimeno che questo: sta redimendo in modo definitivo il popolo italiano da una taccia quindici volte secolare. Sta provando cioè col fatto che il popolo italiano ha raggiunto ormai la compattezza nazionale e politica, la cui espressione è la forza dell'esercito.<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 667.</ref> *Chi ha ricercato le storie d'Italia senza appagarsi della superficiale e convenzionale cognizione che se ne somministra nelle scuole, non ignora che una delle taccie più antiche e persistenti, anzi la principale e quasi unica taccia, data agli Italiani dagli altri popoli d'Europa, e specie dai francesi e dai tedeschi, era quella d'"imbelli". Questo giudizio si formò sopratutto sul cadere del secolo decimoquinto, per effetto della resistenza nulla o fiacca opposta agli stranieri, nelle loro calate nel nostro paese, che divenne il loro campo di battaglia; ma se ne trovano i segni precursori nel medioevo, quando, tra l'altro, era divulgato in Europa l'apologo del "Lombardo e la lumaca", e i duri e ferrei feudatari d'oltr'Alpe spregiavano gli italiani borghesi, "che cinsero pur ieri – Ai lor mal pingui ventri l'acciar de' cavalieri". Né esso poteva essere cancellato dallo spettacolo che generalmente offrirono gli Italiani nella nuova calata francese, non più regia ma repubblicana, sul finire del settecento e nelle vicende della restaurazione; e di poco fu modificato dalle guerre, non sempre concordi, tenaci o fortunate, del nostro Risorgimento.<ref>Da ''La guerra italiana, l'esercito e il socialismo'', in ''Pagine della guerra'', Napoli, 1919, p. 220-229.</ref> *{{NDR|Su [[Francesco Mazzarella Farao]]}} Ciascuno ha i suoi passatempi, e, il tuo, erano le cattive etimologie.<ref>Da ''Un paradiso abitato da diavoli'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2006, p. 89. ISBN 88-459-2036-4</ref> *{{NDR|[[Gotthold Ephraim Lessing]]}} Con le sue polemiche ha strappato a un meritatissimo oblio più di un nome. Egli ha avviluppato, per così dire, molti minuscoli scrittorelli in una rete di spiritosi motteggi, di prezioso umorismo, e ora essi si conservano in eterno nelle opere di Lessing come insetti rimasti chiusi in un pezzo d'ambra.<ref>Citato in [[Paolo Chiarini]], ''Parola e immagini'', introduzione a Heinrich Heine, ''Dalle memorie del Signor von Schnabelewopski'', Marsilio Editori, Venezia 1991. ISBN 88-317-5548-X</ref> *Credo che, a guerra finita, si giudicherà che il suolo d'Europa, non solo ha tremato per più mesi o per più anni sotto il peso delle armi, ma anche sotto quello degli spropositi. E Francesi, Inglesi, Tedeschi e Italiani si vergogneranno e chiederanno venia poi giudizi che hanno pronunciati, e diranno che non erano giudizi ma espressioni di affetti. E anche più arrossiremo noi, neutrali, che molto spesso abbiamo parlato, come di cosa evidente, della "barbarie germanica". Fra tutti gli spropositi, frutti di stagione, questo otterrà il primato, perché certo è il più grandioso.<ref>Da ''Giudizi passionali e nostro dovere'', in ''L'Italia dal 1914 al 1918. Pagine sulla guerra'', Laterza, Bari 1950, pp. 11-12.</ref> *Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''[[Alexandre Dumas (padre)#I tre moschettieri|Trois mousquetaires]]'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo.<ref>Da ''[https://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/view/8646/8628 La poesia e la letteratura]'', in ''La Critica'', vol. XXXIII, Laterza, 1935, p. 447.</ref> *È appunto l'opposizione che [[ringiovanimento|ringiovanisce]]. Se fossi rimasto senatore, avrei avuto una vita troppo comoda, sarei da un pezzo diventato di mente pigra ed inconseguente. Nulla è di danno all'intelletto quanto la mancanza di opposizione; solo da quando sono solo e non ho più giovani intorno a me, mi sento costretto a ringiovanire io stesso.<ref>Citato in [[Stefan Zweig]], ''Il mondo di ieri'', traduzione di Lavinia Mazzuchetti, Mondadori, p. 292.</ref> *È stato detto che il ''[[Giordano Bruno#Candelaio|Candelaio]]'' è una fosca rappresentazione pessimistica; ma né il [[Giordano Bruno|Bruno]] in quanto filosofo può dirsi pessimista, né in questa sua commedia c'è la poesia del pessimismo. E sebbene si usi ora discorrerne come di una possente creazione d'arte, il giudizio del [[Francesco De Sanctis|De Sanctis]] [...] mi pare che, se non in ogni deduzione, nella sua conclusione, debba rimaner saldo, per quel che concerne il ''Candelaio'': un uomo come il Bruno (egli dice) «era destinato a speculare sull'uno e sul medesimo, non certo a fare un'opera d'arte».<ref>Da ''Poesia popolare e poesia d'arte'', Laterza, Bari, 1933; citato in ''Giudizi critici'', in Giordano Bruno, ''Candelaio'', BUR, Milano, 2002, p. 96. ISBN 88-17-12104-5</ref> *E stimo un tal grande beneficio la cura a cui il [[fascismo]] ha sottoposto l'Italia che mi do pensiero piuttosto che la convalescente non si levi troppo presto dal letto a rischio di qualche grave ricaduta.<ref>Citato in [[Denis Mack Smith]], ''Storia d'Italia dal 1861 al 1997'', Laterza, Bari, 1997, p. 415.</ref> *Eliminando le [[casa di tolleranza|case chiuse]] non si distruggerebbe il male che rappresentano, ma si distruggerebbe il bene con il quale è contenuto, accerchiato e attenuato quel male.<ref>Citato in Armando Torno, [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/maggio/18/Cavour_alla_Merlin_prostitute_strada_co_7_070518002.shtml ''Da Cavour alla Merlin. Le prostitute in strada? Regole, non moralismi''], ''Corriere della Sera'', 18 maggio 2007.</ref> *{{NDR|[[Raimondo di Sangro]] fu}} enciclopedico, misterioso, sempre intento a esperienze di chimica, sempre annunziatore di suoi ritrovati mirabili che nessuno vide mai in atto, o che in ogni caso non ebbero capacità di sopravvivere al loro inventore, un po' fantastico e appassionato e un po' altresì divertentesi a canzonare il prossimo [...].<ref>Da ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', p. 329.</ref> *{{NDR|[[Paul Valéry]]}} Fa a volte bei versi, ma li fabbrica con la macchina dell'intelletto... Ma anche l'intelletto suo è disorganico, frammentario. È un dilettante dell'intelligenza.<ref>Citato in [[Giovanni Titta Rosa]], ''Una visita di Croce'', ''La Fiera Letteraria'', n. 5, 14 marzo 1971.</ref> *{{NDR|Subito dopo la Liberazione}} Gli uomini nuovi verranno. Bisogna non lasciarsi scoraggiare dal feticismo delle competenze. Gli uomini onesti assumano con coraggio i posti di responsabilità, e attraverso l'esperienza gli adatti non tarderanno a rivelarsi.<ref>Citato da [[Piero Calamandrei]] nel discorso tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano, alla presenza di Ferruccio Parri.</ref> *{{NDR|[[Antonio Capece Minutolo]]}} Il Don Chisciotte della reazione italiana.<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 112.</ref> *I teatri di [[Napoli]] (mi suggerisce qui il nostro maestro [[Giuseppe De Blasiis]]) hanno a capo della loro storia perfino una grande memoria classica, le recite che vi venne a fare di persona l'imperatore [[Nerone]]. E, sebbene un'introduzione "archeologica" sembri ora di tanto cattivo gusto quanto una volta di ottimo, sia ricordato dunque che Nerone, avido di popolari applausi, e non osando presentarsi dapprima sulle scene di Roma, preferì pel suo esordio la nostra città, ''quasi graecam urbem''. Napoli, che possedeva, allora un ampio teatro scoperto, ricco di marmi e di statue, del quale ancora restano i ruderi, e la cui scena sorgeva di sbieco alle spalle della presente chiesa di San Paolo e la ''cavea'' volgeva verso la presente strada dell'Anticaglia; e un teatro coperto, un Odeo, posto probabilmente tra l'Anticaglia e gl'Incurabili, nelle vicinanze del luogo dove è adesso l'ex monastero di Santa Patrizia.<ref>Da ''I teatri di Napoli'', Bari, 1926; citato in ''Il San Carlo e i Teatri della Campania'', ''(Monumenti e Miti della campania Felix, Il Mattino)'', 1997, Pierro, p. 10.</ref> *I versi, che [[Isabella di Morra]] scrisse, sono di carattere assai personale e privato, e non erano tali da circolare tra letterati e accademie [...] Sparsene le copie in Napoli, furono letti con pietà e ammirazione [...] Il nome d'Isabella di Morra rimase oscuramente raccomandato che nessuno dei contemporanei (salvo, nel secolo seguente, il nipote nella storia della famiglia) scrisse un ricordo di lei [...] Il carattere personale dei versi della Morra e il non vedervisi segno alcuno di esercitazione o bellurie letteraria formano la loro prima attrattiva. L'autrice possedeva certamente buoni studi, aveva letto poesie classiche e aveva pratica del verseggiare e della forma italiana; ma mise in opera questa abilità, acquistata con l'educazione e con la scuola, all'unico fine di dare qualche placamento o mitigazione al suo affanno e travaglio, e a questo fine la piegò e asservì del tutto.<ref>Da ''La Critica, Volume 27'', Laterza, 1929, p. 30-31.</ref> *Il bisogno pratico, che è nel fondo di ogni giudizio storico, conferisce a ogni [[storia]] il carattere di "storia contemporanea", perché, per remoti e remotissimi che sembrino cronologicamente i fatti che vi entrano, essa è, in realtà, storia sempre riferita al bisogno e alla situazione presente, nella quale quei fatti propagano le loro vibrazioni.<ref name=storia>Da ''La storia come pensiero e come azione'', Laterza.</ref> *Il [[filosofo]], oggi, deve non già fare il puro filosofo, ma esercitare un qualche mestiere, e in primo luogo, il mestiere dell'uomo.<ref>Da ''Lettere a Vittorio Enzo Alfieri (1925-1952)'', premessa, pagg. X-XI, Edizioni Spes, 1976.</ref> *Il monumento parlato del buon senso si trova nella stessa letteratura popolare, e sono i [[proverbio|proverbi]], la sapienza (come la chiamano) di tutte le età, la sapienza del mondo di cui tante volte è stata lodata l'incrollabile saldezza; e tuttavia nessuno, pur ridicendoli con assenso, li scambierà mai con la serie delle opere della critica, della scienza e della filosofia, con le indagini, le discussioni, i trattati e i sistemi. Molte indagini filosofiche si possono conchiudere con la formola di qualche antico e comune detto o proverbio; ma questo proverbio, fungendo da conclusione di un'indagine, non è più l'antico e comune.<ref>Citato in Giovanni Battista Bronzini, ''Cultura popolare, {{small|Dialettica e contestualità}}'', Dedalo Libri, 1980, [https://books.google.it/books?id=SPewvtQsm_UC&lpg=PP1&dq=Giovanni%20Battista%20Bronzini&hl=it&pg=PA102#v=onepage&q&f=false p. 102].</ref> *Il [[Giuseppe Salvatore Pianell|Pianell]] era, dopo il vecchio principe di Satriano Fialangieri, la maggiore capacità militare dell'ex-Reame di Napoli, nei tempi dell'ultimo Borbone: distintosi già nella campagna di Sicilia del 1848-9, aveva adempiuto con intelligenza e ferma volontà parecchi incarichi gravi e difficili.<ref>Da ''[https://archive.org/details/agd5398.0003.001.umich.edu/page/n6/mode/1up Pagine sparse]'', Raccolte da G. Castellano, Serie terza, Riccardo Ricciardi editore, Napoli, 1920, ''Appunti storici'', p. 217.</ref> *[...] il [[Raimondo di Sangro|principe di Sansevero]], o il «Principe» per antonomasia, che cosa è altro in [[Napoli]], per il popolino delle strade che attorniano la Cappella dei Sangro, ricolma di barocche e stupefacenti opere d'arte, se non l'incarnazione napoletana del dottor Faust o del mago salernitano Pietro Barliario, che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto un quasi diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti della natura o compiere cose che sforzano le leggi della natura?<ref>Da ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', pp. 327-328.</ref> *Intimorito per le minacce fatteli dallo scrivano fiscale Not. Antonio di Sauro, con una crasta di piatto si aperse il ventre,; essendosi confessato, dopo sei ore morì, il dì 10 febbraio 1755, nelle carceri del Ponte di Tappia.<ref>Da ''La morte del commediografo [[Pietro Trinchera|P. Trinchera]]''; citato in Enzo Grana, prefazione a Pietro Trinchera, ''La moneca fauza'' o ''La forza de lo sango'', Attività Bibliografica Editoriale, Napoli, 1975.</ref> *Io, modestamente, so di vivere in un continuo colloquio con Dio, così serio e intenso che molti cattolici e molti preti non hanno mai sentito nella loro anima.<ref>Da ''Dialogo su Dio: carteggio 1941-1952'', Archinto, Milano, 2007, p. 22.</ref> *L'impedimento che urge rimuovere è la persona del re, [[Vittorio Emanuele III]], che ha aperto le porte al fascismo, lo ha favorito, sostenuto, servito per oltre vent'anni, lo ha seguito in tutte le sue azioni e persecuzioni più contrarie alla moralità... Pretendere che l'Italia conservi il presente re, è come pretendere che un redivivo resti abbracciato con un cadavere.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 9 febbraio 2010.</ref> *L'[[Destra hegeliana|ala destra]] {{NDR|della scuola hegeliana}} interpretava Hegel teisticamente: il soggetto, il Logo di Hegel, era il Dio personale; e la relazione della filosofia hegeliana col cristianesimo non consisteva soltanto nel riconoscimento del grande elemento filosofico incluso nella teologia cristiana, ma in un accordo ben altrimenti sostanziale. L'[[Sinistra hegeliana|ala sinistra]] si opponeva ad ogni trascendenza e ad ogni concetto di un Dio personale; e, dando rilievo al carattere d'immanenza del sistema, giungeva fino a simpatizzare col materialismo filosofico, in quanto anch'esso, a suo modo, ha carattere immanente e non trascendente.<ref>da ''[https://archive.org/details/cichevivoeciche01crocgoog/page/n8 Ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia di Hegel]'', Gius. Laterza & Figli, Bari, 1907, p. 94</ref> *L'Italia<ref>Il riferimento è all'opera del Volpe, ''L'Italia che nasce''</ref> di [[Gioacchino Volpe|Volpe]] cammina ma non pensa. (citato in: Marcello Veneziani, ''Imperdonabili'', Venezia, 2017, ISBN 978-88-317-2858-4, p. 305) *{{NDR|Riferendosi a [[Benito Mussolini]]}} [...] l'uomo, nella sua realtà, era di corta intelligenza, correlativa alla sua radicale deficienza di sensibilità morale, ignorante di quella ignoranza sostanziale che è nel non intendere e non conoscere gli elementari rapporti della vita umana e civile, incapace di autocritica al pari che di scrupoli di coscienza, vanitosissimo, privo di ogni gusto in ogni sua parola o gesto, sempre tra il pacchiano e l'arrogante.<ref>Dai ''Taccuini'', 2 dicembre 1943; citato in [[Walter Barberis]], ''Il bisogno di patria'', Giulio Einaudi editore, Torino, 2010, p.88. ISBN 978-88-06-20464-8</ref> *La [[conoscenza]] umana ha due forme: è o conoscenza ''intuitiva'' o conoscenza ''logica''; conoscenza per la ''fantasia'' o conoscenza per l<nowiki>'</nowiki>''intelletto''; [...] è, insomma, o produttrice d'''immagini'' o produttrice di ''concetti''.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref> *La [[critica]] è un fucile molto bello: deve sparare raramente!<ref>Citato in [[Gino Doria]], ''Venticinque aneddoti crociani scelti e pubblicati in occasione del 75. compleanno dalla nascita di Benedetto Croce'', SIEM, Napoli, 1936.</ref> *La [[giustizia]] vera è fatta di compassione.<ref>Da ''Etica e politica'', G. Laterza & figli.</ref> *{{NDR|Sulla rivoluzione di luglio francese}} La inesperienza o la troppo breve pratica della vita libera non aveva permesso ancora la formazione di quel senso del cangiamento e della continuità ad una, che il popolo inglese possedeva, non certo per dono di natura, ma per la formazione storica.<ref>Da ''Storia d'Europa nel secolo decimonono'', Laterza, Bari, 1965 (1932), p. 142.</ref> *La [[iettatura]] è una cosa che non esiste, ma della quale bisogna tener conto.<ref>Citato in [[Camilla Cederna]], ''Giovanni Leone'', Feltrinelli, 1978. p. 35.</ref> *La [[libertà]] al singolare esiste soltanto nelle libertà al plurale.<ref>Da ''Storia d'Europa nel secolo decimonono''.</ref> *La morte sopravverrà a metterci in riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo; ma essa non può fare altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare.<ref>Da ''Quaderni della critica''; citato in Giovanni Casoli, ''Novecento letterario italiano ed europeo: autori e testi scelti'', vol. 1, Città Nuova, 2002, [https://books.google.it/books?id=pZW2cd1Te-AC&pg=PA120 p. 120].</ref> *La [[poesia]] solo in piccola parte si trova negli innumeri libri detti di poesia.<ref name=storia/> *La sovranità in una relazione non è di nessuno dei componenti singolarmente preso, ma della relazione stessa, cioè dell'incontro.<ref>Da ''Etica e politica''; citato da Rina De Lorenzo nella [https://www.camera.it/leg18/410?idSeduta=0588&tipo=stenografico Seduta n. 588] della Camera del 4 novembre 2021.</ref> *La [[storia]] non è mai giustiziera, ma sempre giustificatrice; e giustiziera non potrebbe farsi se non facendosi ingiusta, ossia confondendo il pensiero con la vita, e assumendo come giudizio del pensiero le attrazioni e le repulsioni del sentimento.<ref>Da ''Teoria e storia della storiografia''; citato in Adelelmo Campana, ''Benedetto Croce: filosofia e cultura'', Calderini, 1976, p. 150.</ref> *La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo.<ref name=storia/> *La [[violenza]] non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.<ref name=storia/> *Le verità definite dai filosofi non si abbattono a vicenda, ma si sommano e si integrano le une con le altre, e dominano il pensiero e la vita, se anche il volgo di questo non si avveda e non si avvede di esserne anch'esso dominato.<ref>Da ''Intorno al mio lavoro filosofico''; in ''Filosofia Poesia Storia'', Riccardo Ricciardi, Napoli, 1955, p. 4.</ref> *Lottano metallurgici e magistrati, ferrovieri e professori universitari, tranvieri e ufficiali di marina, e, perfino i pensionati dello Stato, perfino gli scolaretti delle scuole secondarie contro lo sfruttamento che eserciterebbero sopra di essi i loro maestri. [...] Lo Stato è concepito come una lotteria, alla quale tutti giocano e nella quale si può vincere studiando un libro meno mistico di quello della Cabala, facendo chiasso sui giornali, agitandosi, minacciando e premendo su deputati e ministri.<ref>Citato in Italo De Feo, ''Croce: l'uomo e l'opera'', Mondadori, Milano, 1975, p. 453.</ref> *Malinconica e triste che possa sembrare la [[morte]], sono troppo filosofo per non vedere chiaramente che il terribile sarebbe che l'uomo non potesse morire mai, chiuso nel carcere che è la vita, a ripetere sempre lo stesso ritmo vitale che egli come individuo possiede solo nei confronti della sua individualità a cui è assegnato un compito che si esaurisce.<br>Ma altri crede che in un tempo della vita questo pensiero della morte debba regolare quel che rimane della vita, che diventa così una preparazione alla morte. Ora, la vita intera è preparazione alla morte, e non c'è da fare altro sino alla fine che continuarla, attendendo con zelo e devozione a tutti i doveri che ci spettano. La morte sopravverrà a metterci a riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo; ma essa non può far altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare.<br>Vero è che questa preparazione alla morte è intesa da taluni come un necessario raccoglimento della nostra anima in Dio; ma anche qui occorre osservare che con Dio siamo e dobbiamo essere a contatto tutta la vita e niente di straordinario ora accade che ci imponga una pratica inconsueta. Le anime pie di solito non la pensano così e si affannano a propiziarsi Dio con una serie di atti che dovrebbero correggere l'ordinario egoismo della loro vita precedente e che invece sono l'espressione intima di questo egoismo.<ref>Da ''Soliloquio'', citato in [[Francesco Flora]], ''Il Flora, Storia della letteratura italiana, cinque volumi,'' Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 600.</ref> *Molta parte dell'anima nostra è [[dialetto]].<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p002 Del parlar napoletano]'', p. 13, Colonnese, Napoli, 2007 [1997]. ISBN 978-88-87501-77-3</ref> *Napoli è un paese in cui è impossibile promuovere un pubblico interesse senza rimetterci il cervello e la salute.<ref>Da ''Taccuini di lavoro'', Arte Tipografica, Napoli, 1987 (ma 1992), vol. II, ''1917-1926'', p. 294; citato da [[Giuseppe Galasso]] in Benedetto Croce, ''Un paradiso abitato da diavoli'', ''Nota del curatore'', p. 299.</ref> *{{NDR|Su [[Giovanni Cotta]]}} Né gli mancano più forti corde, quali vibrano nell'ode all'[[Bartolomeo d'Alviano|Alviano]] per la guerra che conduceva in difesa della Serenissima.<ref>Da ''Poesia popolare e poesia d'arte'', Laterza, Bari, 1933, p. 457; citato in Gabriele Banterle, introduzione a Giovanni Cotta, ''I carmi'', a cura di Gabriele Banterle, Edizioni di "Vita veronese", Verona, 1954.</ref> *Nessuno pensava che i {{sic|cosidetti}} [[Razza|arii]] di Germania avessero avuto bisogno di tanto aiuto e tanto avessero accettato dai non arii. Quale vergogna sfruttare il lavoro dell'estraneo e adornarne, come hanno fatto finora, la loro storia! E quale animo dignitoso e disdegnoso e fiero è quel [[Julius Streicher]], che adesso viene chiedendo che non si curino più gl'infermi cristiani coi ritrovati medici dei [[August von Wassermann|Wassermann]], dei Neisser, dei Fraenkel e di altri scienziati ebrei, e piuttosto li si lasci morire che accettare la lurida elemosina! Bravo: questa è rinunzia eroica, degna di un vero ario: alla quale si potrebbe solo obiettare (ma è obiezione che non conta) che, per questa via, la parola "ario" finirà a prendere il significato d'[[Imbecillità|imbecille]].<ref>Citato in [[Francesco Flora]], ''Il Flora, Storia della letteratura italiana, cinque volumi,'' Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972, vol. V, p. 594.</ref> *Noi vogliamo, in fatto di scuola, a preferenza di sterminati eserciti di Serse, piccoli eserciti ateniesi e spartani, di quelli che vinsero l'Asia e fondarono la civiltà europea.<ref>Da ''Discorsi parlamentari'', Il Mulino, Bologna, 2002, p. 75.</ref> *[...] non bisogna dimenticare che il [[liberalismo]] disgiunto dalla democrazia inclina sensibilmente verso il conservatorismo e che la democrazia, smarrendo la severità dell'idea liberale, trapassa nella demagogia e, di là, nella dittatura.<ref>Citato in Barbara Speca, ''[https://www.rivoluzione-liberale.it/16768/opinione/croce-la-storia-umana-quale-storia-della-liberta.html Croce, la storia umana quale storia della libertà]'', ''rivoluzione-liberale.it'', 22 febbraio 2012.</ref> *Non è vero, ma ci credo.<ref>Citato in Camillo Albanese, ''Un uomo di nome Benedetto: la vita di Croce nei suoi aspetti privati e poco noti''.</ref> *Non possiamo distaccarci dal bene e dal male della nostra [[Patria]], né dalle sue vittorie né dalle sue sconfitte.<ref>Da ''Scritti e discorsi politici (1943-1947)'', Laterza.</ref> *Non possiamo non essere [[cristiano (religione)|cristiani]], anche se non seguiamo più le pratiche del culto, perché il [[cristianesimo]] ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c'è fra noi e gli antichi [...] è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano.<ref>Da ''Storia dell'Idea di Europa'', pp. 162-163.</ref> *Non sarebbe il tempo di smettere di aver fiducia nelle opposizioni e distinzioni dei partiti politici, tanto più che l'esperienza politica ci mostra che il partito che governa o governa è sempre uno solo e ha il consenso di tutti gli altri, che fanno le finte di opporsi? Non sarebbe meglio contare sugli uomini saggi, lavoratori e consapevoli del loro dovere verso la patria, i quali in Italia sono in maggior numero che non credano i pessimisti?<ref>Citato in Daniela Colli, [http://www.loccidentale.it/node/8906 ''La "religione della libertà" per Benedetto Croce''], ''l'Occidentale.it'', 11 novembre 2007</ref> *Non si poteva aspettare e neppure desiderare che il fascismo cadesse a un tratto. Esso non è stato un infatuamento o un giochetto. Ha risposto a seri bisogni e ha fatto molto di buono.<ref>Citato in Emilio Gentile, ''Novecento italiano'', Laterza, Bari, 2008, p. 75.</ref> *Ogni vera [[storia]] è sempre autobiografica.<ref>Da ''Il carattere della filosofia moderna''; citato in [[Leo Valiani]], ''La filosofia della libertà'', Edizioni di Comunità, 1963.</ref> *{{NDR|Su [[Giustino Fortunato]]}} Portò la questione meridionale a chiarezza di coscienza e di definizione, iniziandone la discussione in termini politici e storici, fino a farla riconoscere come la questione massima dello Stato italiano unitario.<ref>Citato in Gerardo Raffaele Zitarosa, ''Giustino Fortunato storico'', L. Pellegrini, 1970, p. 15.</ref> *Qual nome di autore nostro di tragedie, di commedie e drammi possiamo pronunciare con vanto, nel secolo passato<ref>Il secolo XVIII°.</ref>e per la prima metà del presente? L'importanza che Napoli non ha avuto nel [[teatro napoletano|teatro]] letterario, l'ha avuta invece nella commedia popolare e dialettale, nell'opera buffa, nelle rappresentazioni all'improvviso, negli attori e nei personaggi comici che ha messo in circolazione.<ref>Dalla prefazione del 1890 alle ''Memorie'' di [[Eduardo Scarpetta]], citato in [[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, p. 462.</ref> *[[Gaetano Salvemini|Salvemini]] fu ossessionato da un odio ferocissimo contro Giolitti e non vedeva altra via per il popolo italiano che il suffragio universale. Nel cervello di Salvemini vi è caos.<ref>Citato in Daniela Coli, ''Il filosofo, i libri, gli editori: Croce, Laterza e la cultura europea'', Editoriale scientifica, Napoli, 2002, p. 63.</ref> *Scocciatore è uno che ti toglie il piacere della solitudine e non ti dà quello della compagnia.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Milano, Mondadori, 2006, p. 132. ISBN 88-04-54931-9</ref> *{{NDR|Su [[Martin Heidegger]]}} Scrittore di generiche sottigliezze, arieggiante a un Proust cattedratico, egli che, nei suoi libri non ha dato mai segno di prendere alcun interesse o di avere alcuna conoscenza della storia, dell'etica, della politica, della poesia, dell'arte, della concreta vita spirituale nelle sue varie forme – quale decadenza a fronte dei filosofi, veri filosofi tedeschi di un tempo, dei Kant, degli Schelling, degli Hegel! –, oggi si sprofonda di colpo nel gorgo del più falso storicismo, in quello, che la storia nega, per il quale il moto della storia viene rozzamente e materialisticamente concepito come asserzione di etnicismi e di razzismi, come celebrazione delle gesta di lupi e volpi, leoni e sciacalli, assente l'unico e vero attore, l'umanità. [...] E cosi si appresta o si offre a rendere servigi filosofico-politici: che è certamente un modo di prostituire la filosofia.<ref>Da ''Conversazioni Critiche'', Serie Quinta, Bari, Laterza, 1939, p. 362.</ref> *{{NDR|La cultura e più di ogni altra la cultura greca}} si era spenta, suscitando continuatori altrove: quel monaco calabrese {{sic|Barlaamo}} e quel suo scolaro, [[Leonzio Pilato]], [che insieme ad] altri traduttori ... operosi alla corte dei sovrani angioini, rappresentano l'ultima trasfusione della cultura normanno-sveva e meridionale nell'incipiente umanesimo.<ref>Da ''Storia del Regno di Napoli'', Bari, 1958, pp. 88-89; citato in Tobia Cornacchioli, ''Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, L<nowiki>'</nowiki>''academia'' parrasiana e l'Umanesimo cosentino'', Edizioni Periferia, Cosenza, stampa 1990, p. 45.</ref> *{{NDR|Su [[John Ruskin]]}} Temperamento d'artista, impressionabile, eccitabile, volubile, ricco di sentimento dava tono dommatico e forma apparente di teoria, in pagine leggiadre ed entusiastiche ai suoi sogni e capricci.<ref>Da ''Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale: Teoria e storia'', Laterza, 1908.</ref> *[[Luigi Tosti|Tosti]] si era foggiata la propria figura, da artista, e, sentendo battere il suo cuore d'italiano e facendo scorrere lo sguardo sulla sua nera veste di benedettino, provava il sentimento della realtà di quella figura, e operava e parlava in accordo con essa, non per calcolo politico o oratorio, ma sinceramente, per darle forma nei fatti.<ref>Da ''Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono'', I, Laterza, Bari 1921, p. 146.</ref> *Un'altra manifestazione della volgare inintelligenza circa le cose della politica è la petulante richiesta che si fa della "[[onestà]]" nella vita politica. [...] L'onestà politica non è altro che la capacità politica: come l'onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze.<ref>Da ''La religione della libertà'', a cura di Girolamo Cotroneo, Rubbettino, Catanzaro, 2002, p. 207.</ref> *{{NDR|Su [[Diego Sandoval de Castro]]}} [...] un petrarchista garbato e, come allora piaceva dire "soave" [...].<ref>Da ''[[Isabella di Morra]] e Diego Sandoval de Castro'', Sellerio, Palermo, 1983, p. 21 (saggio di introduzione ristampato da ''Vite di avventure, di fede e di passione'', Laterza, Bari, 1947); citato in Diego Sandoval de Castro, ''Rime'', a cura di Tobia R. Toscano, Salerno Editrice, Roma, 1997, p. 21. ISBN 8884022169</ref> * L'[[Unesco]] aveva della [[cultura]] un'idea semplicemente sbagliata perché sciolta dalla sua sorella di sangue e spirito, la libertà.<ref>Citato da: Nicola Porro, ''Benedetto Croce contro l'UNESCO: «Propositi sterili»'', su ''Il Giornale'' del 5 luglio 2020, p. 28</ref> *Un velo di mestizia par che avvolga la [[Bellezza]], e non è velo, ma il volto stesso della Bellezza. (da ''La poesia'', Laterza) *{{NDR|Su [[José Borjes]]}} Uno dei più rinomati cabecillas delle guerre carliste, coraggioso, esperto di guerra, sincero e devoto uomo.<ref>Da ''Uomini e cose della vecchia Italia: serie seconda'', Laterza, 1956.</ref> *Vedete un po' se vi riesce di far che un gruppo di artisti collabori a un monumento. Questo che si otteneva sessanta o settant'anni fa, da scultori e pittori che avevano frequentato l'accademia e si recavano a messa la domenica (ossia si sottomettevano interiormente a qualcosa o qualcuno), ora è inconseguibile: [...] I nostri monumenti saranno per i posteri i documenti della nostra convulsione morale.<ref>Citato in Adelina Bisignani, ''Croce: il partito politico'', Palomar, Bari, 2000, p. 45</ref> *Vedo che l'esattezza dell'esposizione del [[Mario Borsa|Borsa]] e la giustezza dei suoi giudizi vengono riconosciute da uno dei più esperti critici teatrali inglesi, da [[William Archer]] (in un articolo della ''Tribune'', del 3 novembre 1906). L'Archer rimprovera soltanto al Borsa la troppa severità della tesi generale, che un teatro inglese contemporaneo non esista: la quale tesi gli sembra {{sic|contradetta}} dalle analisi particolari che l'autore poi dà delle singole opere. E mi pare che l'Archer abbia ragione, e che un teatro in cui sono opere come quelle che Borsa fa conoscere ai lettori italiani, sia bene qualcosa di esistente; perché l'esistenza di un teatro non può significare chiaramente altro che l'esistenza di alcuni autori e di alcune opere, fornite di caratteri originali.<ref>da ''Conversazioni critiche'', serie seconda, seconda edizione riveduta, Gius. Laterza & Figli, Bari, 1924, [https://archive.org/details/scrittidistorial10croc/page/259 XX. Libri di critica e di storia della critica, p. 259]</ref> *[...] l'altro pericolo, quello degli ignoranti che teorizzano, giudicano, sentenziano, che fanno scorrere fiumi di spropositi, che mettono in giro formule senza senso, che credono di possedere nella loro ignoranza stessa una miracolosa sapienza, lo conosciamo perché lo abbiamo sperimentato bene. Si è chiamato, nella sua forma più recente, «fascismo». Io ho pensato denominarlo in greco: ''[[onagrocrazia]].''<ref>Da "Politica e pensiero", in ''Scritti e discorsi politici (1943-1947)'', a cura di A. Carella, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=1pxoAAAAMAAJ&dq=L%27altro+pericolo%2C+quello+degli+ignoranti+che+teorizzano%2C+giudicano%2C+sentenziano%2C+che+fanno+scorrere+fiumi+di+spropositi%2C+che+mettono+in+giro+formule+senza+senso%2C+che+credono+di+possedere+nella+loro+ignoranza+stessa+una+miracolosa+sapienza%2C+lo+conosciamo+perch%C3%A9+l%27abbiamo+sperimentato+bene.+Si+%C3%A8+chiamato%2C+nella+sua+forma+pi%C3%B9+recente%2C+%27fascismo%27.+Io+ho+pensato+denominarlo+in+greco%3A+%27onagrocrazia%27.%5B&focus=searchwithinvolume&q=onagrocrazia pp. 196-197].</ref> ==''Ariosto, Shakespeare e Corneille''== ===''Avvertenza''=== *I tre saggi, raccolti in questo volume, non vi si trovano a caso, e neanche per la ragione estrinseca che i tre poeti, da cui prendono il titolo, appartengono in certo senso a tre momenti consecutivi di una stessa epoca storica. Ho raccostato questi tre poeti, perché mi davano modo di studiare tre tipi assai diversi d'arte; di provare nel fatto come con gli stessi principî si ottenga l'intelligenza delle forme artistiche più diverse e quasi opposte; di rendere più perspicua la caratteristica di ciascuno mercé il contrasto con gli altri; e d'illustrare ed esemplificare e confermare alcuni concetti estetici, e in genere filosofici, che mi stanno particolarmente a cuore. Quanto al metodo da me tenuto in questi saggi, non ho bisogno di dichiararlo ai miei vecchi lettori, e d'altronde mi sembra che essi portino con sé gli schiarimenti necessari e sufficienti. Ma chi desideri vederlo più direttamente dibattuto e ragionato in teoria, può consultare il volume, che è uscito in luce poco prima di questo, dei ''Nuovi saggi di estetica''. (B. C., Napoli, maggio 1920) *Nella seconda edizione (1928) fu aggiunta al saggio sul Corneille una recensione del libro del [[Karl Vossler|Vossler]] su [[Jean Racine|Racine]]. Del saggio sullo Shakespeare si ha ora una eccellente edizione presso Laterza, corredata di introduzione critica e di note filologiche da [[Napoleone Orsini]] (1948). (B.C., marzo 1950) ===''Ariosto''=== ====[[Incipit]]==== La fortuna dell'''Orlando furioso'' si può comparare a quella di una donna leggiadra e sorridente, che tutti guardano con letizia, senza che l'ammirazione sia impacciata da alcuna perplessità d'intelletto, bastando, per ammirare, aver occhi e volgerli al grato oggetto. Limpidissimo com'è quel poema, nitidissimo in ogni particolare, facilmente apprendibile da chiunque possieda una generale cultura, non ha mai presentato seri ostacoli d'interpretazione, e perciò non ha avuto bisogno delle industrie dei commentatori e non è stato aduggiato dalle loro litiganti sottigliezze; né poi è andato soggetto, o assai lievemente, alle intermittenze che, per le varie disposizioni culturali dei vari tempi, hanno pur sofferto altre insigni opere di poesia. Grandi uomini e comuni lettori si sono trovati intorno ad esso in pieno accordo, come appunto intorno alla bellezza, poniamo di una signora Récamier; e nella folla di coloro che furono presi dal suo fascino, si notano un [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] e un [[Galileo Galilei|Galilei]], un [[Voltaire]] e un [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]]. ====Citazioni==== *Se l'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] fosse stato un filosofo, o un poeta filosofo, avrebbe sciolto un inno all'Armonia, come non pochi se ne posseggono nella storia della letteratura, cantando quell'alta Idea che gli rendeva comprensibile la discorde concordia delle cose e, appagandogli l'intelletto, infondeva pace e gioia nell'animo. (p. 31) *Soverchia nel ''Furioso'', la materia d'amore, perché soverchia nel cuore dell'Ariosto, nel quale essa agevolmente trapassava a sentimenti gentili, alla pietà che va oltre le tombe, alla rivendicazione dell'innocenza calunniata e della gratitudine brutalmente violata, al fervido culto pel santo nodo dell'amicizia. (p. 36) *Bontà e generosità erano anche la sostanza del suo sentimento politico, da onest'uomo di tutti i tempi, che piange sulle sventure della patria, aborre il dominio degli stranieri, giudica severamente le oppressioni dei signori, si scandalizza per la corruttela ed ipocrisia dei preti e [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], lamenta che le armi unite di Europa non si volgono contro il Turco ossia contro il barbaro infesto. (p. 37) *L'Ariosto era irriverente, o, ch'è lo stesso, indifferente, spirito altrettanto areligioso quanto afilosofico, non angosciato da dubbi, non pensoso del destino umano, non curioso del significato e valore di questo mondo che vedeva e toccava, e nel quale amava e dolorava; estraneo del tutto, come a ogni altra filosofia, a quella del Rinascimento, sia del Ficini sia del Pomponazzi. (p. 40) ===''Shakespeare''=== ====[[Incipit]]==== *Potrà sembrare superfluo, ma in effetto giova a procedere spediti, porre subito qui in principio l'avvertenza, che ciò che forma oggetto di studio pel critico e lo storico dell'arte, non è la persona pratica dello [[William Shakespeare|Shakespeare]], ma la persona poetica; non il carattere e lo svolgimento della sua vita, ma il carattere e lo svolgimento dell'arte sua. ====Citazioni==== *Il bene o la virtù è, senza dubbio, nello Shakespeare, più forte del male e del vizio, ma non perché superi e risolva in sé l'altro termine, sibbene semplicemente è luce verso la tenebra, è bene, è virtù; insomma, in ragione della sua qualità stessa, che il poeta discerne e coglie nella purezza e verità originale, senza sofisticarla e infiacchirla. (p. 86) *La quintessenza di tutte queste commede (al modo stesso che, rispetto alle grandi tragedie, si può in certo senso dire dell'''Amleto'') è il ''Sogno di una notte di mezza estate''; dove le rapide accensioni, le incostanze, i capricci, le illusioni e le delusioni, le follie d'ogni sorta dell'amore si danno un corpo e tessono un loro mondo così vivo e reale come quello degli uomini che quegli affetti visitano, estasiandoli e tormentandoli, innalzandoli e abbassandoli; sicché tutto vi è parimente reale e parimente fantastico, secondo meglio piaccia chiamarlo. Il senso del sogno, di un sogno-realtà, permane e impedisce ogni freddezza di allegoria e di apologo. (p. 102) *Quando dopo il ''Sogno'', si legge ''Romeo e Giulietta'', par di non essere usciti da quell'ambiente poetico, al quale espressamente ci richiamano Mercutio, col suo ricamo fantastico sulla Regina Mab, e, quel che è più, lo stile, le rime e la generale fisionomia della breve favola. Tutti, parlando di ''Romeo e Giulietta'', hanno provato il bisogno di ricorrere a parole e immagini soavi e gentili; e lo [[Friedrich Schlegel|Schlegel]] vi ha sentito «i profumi della primavera, il canto dell'usignuolo, il delicato e fresco di una rosa mo' sbocciata», e lo [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] ha pensato allo stesso fiore: alla «molle rosa nella valle di questo mondo, spezzata dalle rudi tempeste e dall'uragano»; ed il [[Samuel Taylor Coleridge|Coleridge]], di nuovo, alla «primavera coi suoi odori, i suoi fiori e la sua fugacità». Tutti lo hanno considerato come il poema dell'amor giovanile, e hanno riposto l'acme del dramma nelle due scene del colloquio d'amore attraverso il notturno giardino e della dipartita dopo la notte nunziale, nelle quali è stato scorto da taluni il rinnovarsi di forme tradizionali della poesia d'amore, l'«epitalamio» e l'«alba». (p. 102) *Il male: ma se questo male fosse del tutto e apertamente male, turpe, ripugnante, la tragedia sarebbe finita prima che cominciata. Esso si chiamava, invece, per Macbeth, ''greatness'', la grandezza: la grandezza che le fatali sorelle gli hanno profetata, che il corso destinato degli eventi comincia pronto a largirgli, additandogli prossimo e certo tutto il resto, sol ch'egli non stia ad attendere inerte, ma si muova, stenda la mano e lo afferri. (p. 130) *Nel ''Macbeth'', il bene appare solo nella vendetta che il bene compie, nel rimorso, nella punizione. Nessuna figura ne impersona la presenza. (p. 133) *Nel ''Re Lear'', il tempestoso dramma, che è tutto una sequela di tradimenti orrendi, la bontà s'impersona, prende un nome, Cordelia; e brilla essa sola nella tempesta, ad essa sola si guarda, come in un cielo cupo all'unica stella che vi scintilla. (p. 134) *Un odio infinito per la malvagità ingannatrice ha ispirato quest'opera {{NDR|''Re Lear''}}: l'egoismo puro e semplice, la crudeltà, la perversità muovono ripugnanza ed orrore, ma non inducono direttamente al tremendo dubbio che il bene non esista o quanto meno non sia riconoscibile e sceverabile dal suo contrario, come accade invece per l'inganno morale, che prende sembianza di rettitudine, di generosità, lealtà, e, poi che ha ottenuto il suo intento, disvela nel fatto l'impura cupidigia, l'aridità, la durezza di cuore, che sole realmente esistevano. (p. 134) *Nella tragedia di ''Otello'', il male volge un'altra delle sue facce; e il sentimento che gli risponde è, questa volta, non la condanna mista di pietà, non l'orrore per l'ipocrisia e per la crudeltà, ma lo stupore. Jago non è il male commesso per un sogno di grandezza, non è il male per l'egoistico soddisfacimento delle proprie voglie, ma il male per il male, compiuto quasi per un bisogno artistico, per attuare il proprio essere e sentirlo potente e denominatore e distruttore anche nella subordinata condizione sociale in cui esso è posto. (p. 137) *Dal senso violento della voluttà nella sua possanza allettatrice e dominatrice, e insieme dal brivido pei suoi effetti di abiezione, di dissoluzione e di morte, è formata la tragedia di ''Antonio e Cleopatra''.<br>Baci, carezze, languori, suoni, profumi, luccicor d'oro e di drappi lussuosi, barbaglio di luci e silenzi d'ombre, un godere ora estasiato ora spasimante e furioso, è il mondo in cui essa si svolge; e regina di questo mondo è Cleopatra, avida di voluttà, datrice di voluttà, che diffonde a sé intorno quel fremito di piacere, ne offre insieme l'esempio e l'incitamento, e insieme conferisce all'orgia un carattere regale e quasi mistico. (p. 140-141) *''Amleto'' è stato generalmente considerato come la tragedia delle tragedie shakespeariane, quella in cui il poeta ha messo più di sé stesso, ha dato la sua filosofia, e ha riposto la chiave delle altre tutte. Ma, a parlar con rigore, nell'''Amleto'' lo Shakespeare ha messo sé stesso né più né meno che nelle altre tutte, cioè la poesia. (p. 146) ===''Corneille''=== ====[[Incipit]]==== Una critica d'intonazione negativa circa le tragedie corneliane non è più da fare, perché si trova già in molti libri; e, d'altronde, se c'è un poeta estraneo al [[gusto]] e all'interessamento odierni (per lo meno fuori di Francia), questi è [[Pierre Corneille|Corneille]], e i più degli amatori di poesia e d'arte confessano senza ritegno di non reggere alla lettura di quelle tragedie, e che esse «non dicono loro niente». ====Citazioni==== *Lo [[Friedrich Schiller|Schiller]], lette le opere più lodate del Corneille, si meravigliava della rinomanza in cui era salito un autore così povero d'inventiva, magro e secco nel trattamento dei caratteri, freddo negli affetti, stentato e duro nello svolgimento delle azioni, e privo quasi sempre d'interesse. (p. 195) *[[Wilhelm August von Schlegel|Guglielmo Schlegel]] notava in lui, al luogo della poesia, «epigrammi tragici» ed «arie di bravura», pompa e non grandezza; lo sentiva gelido nelle scene d'amore – un amore che di solito non era amore, ma un ben calcolato ''aimer par politique'', secondo la parola dell'eroe Sertorio, – e lo vedeva assai rigirato e machiavellico, e per ciò stesso ingenuo e puerile, nel concepire le cose della politica; e la più parte delle tragedie definiva nient'altro che trattati sulla ragion di stato in forma di dibattiti, con mosse non da poeta ma da giocatore di scacchi. (p. 196) *L'ideale corneliano è stato riposto dai più recenti interpreti nella volontà per sé stessa, nella «volontà pura», superiore o anteriore al bene o al male, nella energia del volere in quanto tale, prescindendo dai suoi fini particolari. Con ciò si è ben eliminato il falso concetto che lo descriveva, invece, come l'ideale del dovere morale e della lotta trionfale tra il dovere e le passioni; e si è ottenuto l'accordo non solo con la realtà di quelle tragedie, ma anche con quanto il Corneille stesso, teorizzando, diceva nei suoi ''Discours'' circa il personaggio drammatico. (p. 210) ==''Breviario di estetica''== *Alla domanda: – Che cosa è l'[[arte]]? – si potrebbe rispondere celiando (ma non sarebbe una celia sciocca): che l'arte è ciò che tutti sanno che cosa sia. *Io dirò subito, nel modo più semplice, che l'arte è visione o intuizione. L'artista produce un'immagine o fantasma; e colui che gusta l'arte volge l'occhio al punto che l'artista gli ha additato, guarda per lo spiraglio che colui gli ha aperto e riproduce in sé quell'immagine. *L'[[errore]] non è mai puro, ché, se fosse tale, sarebbe verità. *L'errore parla con doppia voce, una delle quali afferma il falso, ma l'altra lo smentisce. *{{NDR|L'arte}}, poiché non nasce per opera di volontà, si sottrae altresì a ogni discriminazione morale, non perché le sia accordato un privilegio di esenzione, ma semplicemente perché la discriminazione morale non trova modo di applicarlesi. [...]. Altrettanto varrebbe giudicare immorale la Francesca di [[Dante]] o morale la Cordelia di [[Shakespeare]] [...], quanto giudicare morale il quadrato o immorale il triangolo. *Un'aspirazione chiusa nel giro di una rappresentazione, ecco l'[[arte]]. ==''La letteratura della nuova Italia''== *Chi può ora sostenere la lettura dei romanzi dovuti alla penna del focoso giornalista-epigrammista che fu [[Ferdinando Petruccelli della Gattina]] [...], che vorrebbero dare quadri della Napoli borbonica e danno invece un cumulo di cose enormi, di delitti tenebrosi, di stranezze, di scempiaggini, senza disegno e senza stile, con una disinvoltura e un brio di maniera, meccanici e falsi? (Laterza, Bari, 1974) *Il legno, in cui è tagliato [[Pinocchio]], è l'umanità. (Laterza, 1964, vol. V, p. 331) *Tal quale il [[Salvatore Di Giacomo|Di Giacomo]] delle novelle e de versi si ritrova nei parecchi libri che ha pubblicati di ricerche storiche [...].<br>L'erudito può fare qualche obiezione e dichiararsi mal soddisfatto e dell'accoppiamento di storia e immaginazione e della subordinazione dei problemi propriamente storici alla contemplazione sentimentale e passionale. Ma sotto l'aspetto artistico, come non accettare le pagine d'arte, che il Di Giacomo, non sapendo resistere alla propria natura, ha frammezzate ai suoi spogli di documenti? (da «Salvatore Di Giacomo», ''Letteratura della nuova Italia'', Laterza, Bari 1973) *Tutta l'autobiografia è piena di bozzetti e raccontini che, staccandosene, costituirono poi, con qualche aggiunta, il volume: ''{{sic|Goccie}} d'inchiostro''. Alcuni sono bozzetti di bambini dove il [[Carlo Dossi|Dossi]], da un niente, sa trarre una pagina indimenticabile: come nella scenetta che s'intitola ''Le caramelle'' e che bisogna leggere piano, assaporando. (Laterza, Bari 1973) ==''La rivoluzione napoletana del 1799''== *Una scena selvaggia coronò questi ultimi istanti del feroce martirio. La [[Luisa Sanfelice|Luisa {{NDR|Sanfelice}}]], circondata e sorretta dai fratelli dei Bianchi, salì sul palco. E si facevano gli estremi preparativi, e le infami mani del carnefice l'acconciavano sotto il taglio della scure, quando un soldato, di quelli che assistevano all'esecuzione, lasciò sfuggire accidentalmente un colpo di fucile. Il carnefice, spaurito e già sospettoso di qualche tumulto, a questo si turbò e lasciò cadere in fretta la scure sulle spalle della vittima: sicché poi, tra le grida d'indignazione del popolo, fu costretto a troncarle la testa con un coltello.<br>Quelle povere membra, che avevano finito di soffrire, vennero sepolte nella prossima chiesa di Santa Maria del Carmine. (cap. III, pp 165-166) *Il [[Pietro Colletta|Colletta]] è passato e passa ancora, nell’opinione generale, per uno scrittore poco esatto e, quel ch’è peggio, di poca buonafede. Ora invece ogni studio particolare, che si pubblica sui fatti trattati nella sua storia (compresi i pochi esaminati di sopra), prova, se non sempre la sua esattezza (di quale storico si potrebbe pretendere codesto!), sempre la sua buona fede. Di che ho anch'io molti altri argomenti da esser persuaso, e son certo che, tra breve, riuscirà agevolissima la seguente dimostrazione. Che, cioè, il Colletta, nell’accingersi alla sua storia, si senti e si mise in disposizione di storico, alto, sereno, e, nel lavorarla, fece tutte le ricerche, che ai suoi tempi poteva fare, e non travisò volontariamente la verità, come è provato invece che la travisassero spesso volontariamente i servitori borbonici (per chiamarli col titolo da essi ambito), che scrissero in opposizione di lui. (cap. III, pp. 188-189) *Grande è l'importanza di [[Carlo Lauberg]], l'anima di tutto il movimento rivoluzionario napoletano, colui che può ben dirsi «il primo cospiratore del moderno risorgimento italiano»<ref>Michele Rossi, ''Nuova luce risultante dai veri fatti avvenuti in Napoli pochi anni prima del 1799'', Firenze, Barbera, 1890, p. 177. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. La ragione, per la quale il Lauberg è stato trascurato dagli storici, è ben additata dal Rossi: l'attenzione si è rivolta, quasi esclusivamente, a coloro che perirono sul patibolo. (cap. V, p. 210) *Valente chimico e seguace delle teorie del Lavoisier [...], {{NDR|Carlo Lauberg}} cercò nel 1788 di estrarre l'indaco col macerare le foglie della ''Isatis tinctoria'', e nel 1789 procurò di stabilire in Napoli una fabbrica di acido solforico.<br>Ma non era soltanto chimico, {{sic|sibbene}} versato altresì negli studi della meccanica e della matematica, [...]. (cap. V, p. 211) ==''Manifesto degli intellettuali antifascisti''== ===[[Incipit]]=== *Gl'intellettuali [[fascismo|fascistici]], riuniti in congresso a Bologna, hanno indirizzato un manifesto agl'intellettuali di tutte le nazioni per spiegare e difendere innanzi ad essi la politica del partito fascista.<ref>Testo qui [http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Croce/Manifesto.pdf]</ref><ref>e in: A.R. Papa, ''Storia di due manifesti'', Milano, Feltrinelli, 1958.</ref>. Nell'accingersi a tale impresa, quei volenterosi signori non debbono essersi rammentati di un consimile famoso [[Manifesto_del_Partito_Comunista#Manifesto_del_Partito_Comunista|manifesto]] che, agli inizi della guerra europea, fu lanciato al mondo dagli intellettuali tedeschi: un manifesto che raccolse, allora, la riprovazione universale, e più tardi dai tedeschi stessi fu considerato un errore. [...] Contaminare politica e letteratura, politica e scienza è un errore, che, quando si faccia, come in questo caso, per patrocinare deplorevoli violenze e prepotenze e la soppressione della libertà di stampa, non può dirsi nemmeno un errore generoso<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>. ===Citazioni=== *E, veramente, gl'[[intellettuale|intellettuali]], ossia i cultori della scienza e dell'arte, se come cittadini, esercitano il loro diritto e adempiono il loro dovere con l'ascriversi a un partito e fedelmente servirlo, come intellettuali hanno solo il dovere di attendere, con l'opera dell'indagine e della critica, e con le creazioni dell'arte, a innalzare parimenti tutti gli uomini e tutti i partiti a più alta sfera spirituale, affinché, con effetti sempre più benefici, combattano le lotte necessarie. Varcare questi limiti dell'ufficio a loro assegnato, contaminare politica, letteratura e scienza, è un errore, che, quando poi si faccia, come in questo caso, per patrocinare deplorevoli violenze e prepotenze e la soppressione della libertà di stampa, non può dirsi neppure un errore generoso. *Nella sostanza, quella scrittura, è un imparaticcio scolaresco, nel quale in ogni punto si notano confusioni dottrinali e mal filati raziocini. *Ma il maltrattamento della dottrina e della storia è cosa di poco conto, in quella scrittura, a paragone dell'abuso che vi si fa della parola "religione"; perché, a senso dei signori intellettuali fascisti, noi ora in [[Italia]] saremmo allietati da una guerra di religione, dalle gesta di un nuovo evangelo e di un nuovo apostolato contro una vecchia superstizione, che rilutta alla morte, la quale le sta sopra e alla quale dovrà pur acconciarsi; *Chiamare contrasto di religione l'odio e il rancore che si accendono da un partito che nega ai componenti degli altri partiti il carattere d'italiani e li ingiuria stranieri, e in quest'atto stesso si pone esso agli occhi di quelli come straniero e oppressore, e introduce così nella vita della [[Patria]] i sentimenti e gli abiti che sono propri di altri conflitti; nobilitare col nome di religione il sospetto e l'animosità sparsi dappertutto, che hanno tolto perfino ai giovani dell'Università l'antica e fidente fratellanza nei comuni e giovanili ideali, e li tengono gli uni contro gli altri in sembianti ostili: è cosa che suona, a dir vero, come un'assai lugubre facezia. *Noi rivolgiamo gli occhi alle immagini degli uomini del [[Risorgimento]], di coloro che per l'Italia patirono e morirono, e ci sembra di vederli offesi e turbati in volto alle parole che si pronunziano e agli atti che si compiono dai nostri italiani avversari, e gravi e ammonitori a noi perché teniamo salda in pugno la loro bandiera. *Ripetono gl'intellettuali fascisti, nel loro manifesto, la trista frase che il Risorgimento d'Italia fu opera di una minoranza; ma non avvertono che in ciò appunto fu la debolezza della nostra costituzione politica e sociale e anzi par quasi che si compiacciano della odierna per lo meno apparente indifferenza di gran parte dei cittadini d'Italia di fronte ai contrasti tra il fascismo e i suoi oppositori. I liberali di tal cosa non si compiacquero mai, e si studiarono a tutto potere di venire chiamando sempre maggior numero d'italiani alla vita pubblica; e in questo fu la precipua origine anche di qualcuno dei più disputati loro atti, come la largizione del suffragio universale. *La presente lotta politica in Italia varrà, per ragione di contrasto, a ravvivare e a fare intendere in modo più profondo e più concreto al nostro popolo il pregio degli ordinamenti e dei metodi liberali, e a farli amare con più consapevole affetto. E forse un giorno, guardando serenamente al passato, si giudicherà che la prova che ora sosteniamo, aspra e dolorosa a noi, era uno stadio che l'Italia doveva percorrere per rinvigorire la sua vita nazionale, per compiere la sua educazione politica, per sentire in modo più severo i suoi doveri di popolo civile. ==''Nuove pagine sparse''== *C'è la formula della saggezza e della sapienza? C'è, ed è questa: riconoscere che senza il [[male]] la vita e il mondo non sarebbero, e tutt'insieme combattere sempre, praticamente e irremissibilmente, il male e cercare e attuare sempre indefessamente il bene. (vol. 1, p. 288) *Dirò che, in generale, gli autori da me criticati mi ricambiarono di benevolenza, forse perché sentirono che c'era in me sincero desiderio di cercare e di affermare il [[verità|vero]]. *Gli umili e gli oppressi vedendo i dolori e le ingiustizie della vita, era ben difficile che la concezione ultronea di questa non fosse pessimistica. *Non è possibile disputare su ciò che è stato dichiarato di per sè inesistente, e cioè sul pensiero e sulla verità. *Con dolorosa meraviglia a me è accaduto notare di recente in uomini di molta levatura di un [[Ebrei|popolo]] atrocemente perseguitato e a cui favore e protezione si è schierata tutta la maggiore e migliore parte degli altri popoli della terra, non già solo la riluttanza a vincere il loro millenario separatismo, stimolo alle deplorevoli persecuzioni, ma il proposito di rinsaldarlo, rinsaldando l’idea messianica, e contrapponendosi a tutti gli altri popoli: proposito al quale si accompagna una sorta di sentimento tragico, come di popolo destinato a fare di sé stesso [[Olocausto (sacrificio) | olocausto]] a una divinità feroce. (vol. 1, p. 345) ==''La poesia di Dante''== ===[[Incipit]]=== C'è ragione alcuna per la quale la poesia di [[Dante Alighieri|Dante]] debba esser letta e giudicata con metodo diverso da quello di ogni altra poesia? ===Citazioni=== * E veramente in qualsiasi poeta e opera di poesia è dato rintracciare, più o meno copiosi e con risalto maggiore o minore, concetti scientifici e filosofici, tendenze e fini pratici, e anche intenzioni e riferimenti riposti, presentati sotto velo trasparente o adombrati in modo misterioso come ben chiusi nella mente dell'autore. Perciò di ogni poeta, che è sempre insieme uomo intero, e di ogni poesia, che è insieme un volume o un discorso e lega molte cose squadernate, è dato compiere, oltre l'interpetrazione poetica, una varia interpetrazione filosofica e pratica, che, sotto l'aspetto da cui guardiamo, possiamo chiamare «allotria». (p. 10) * E nella storia del buon avviamento di quelle indagini converrebbe segnare tra i più lontani precursori [[Vincenzo Borghini]], che nel cinquecento comprese la necessità metodica di ricercare documenti autentici del pensiero e del sapere di Dante, e di rifarsi alla lingua e alle costumanze dell'età sua (p. 12) * Seguendo i principî dianzi stabiliti circa l'[[allegoria]], non ci siamo dati pensiero di ricercare se alcuni o tutti i componimenti e le narrazioni di cui si è fatto cenno, e il libretto della [[Dante_Alighieri#Vita_nuova|Vita nuova]] nel suo complesso, siano allegorici; perché, allegorizzati o no, allegorizzati ''ante'' o ''post festum'', il loro significato poetico, e il loro poetico pregio o difetto, resta il medesimo (p. 43) ==''Poesia e non poesia''== *Il [[Vincenzo Monti|Monti]] fu, dunque rispetto ai poeti che con lui si usa mettere a contrasto, poeta di orecchio e d'immaginazione, e non punto rappresentante di un'età contro un'altra età: differenza di conformazione mentale, non di contenuto storico. E tanto poco egli chiuse un'età o appartenne a un'età chiusa, che, per contrario, formò scuola: una scuola certamente di valore scarso o nullo, ma sol perché scarso o nullo è il valore di tutte le scuole poetiche; e che per estensione e diffusione non fu inferiore ma piuttosto superiore alla foscoliana e alla leopardiana, [...]. (cap. II, Monti; p. 24) *È stato considerato talvolta il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] come un poeta filosofo, cosa che, per le spiegazioni ora date, si dimostra non esatta per lui come è sempre inesatta per ogni poeta. La sua fondamentale condizione di spirito non solo era sentimentale e non già filosofica, ma si potrebbe addirittura definirla un ingorgo sentimentale, un vano desiderio e una disperazione cosi condensata e violenta, cosi estrema, da riversarsi nella sfera del pensiero e determinarne i concetti e i giudizi. (cap. X, Leopardi; pp. 109-110) *E quelle, tra le ''[[Operette morali]]'', cosi intonate riuscirono di necessità frigidissime: vani sforzi di offrire rappresentazioni comiche (che non lo spirito polemico e il malumore ma solo lietezza e serena fantasia possono generare); personaggi, che sono meri nomi; dialoghi, che sono monologhi ; prosa lavoratissima ma estrinseca, e che tiene sovente qualcosa del vaniloquio accademico. (cap. X, Leopardi; p. 111) *Certe volte, nel leggere i dialoghi delle ''Operette morali'' si presentano con insistenza al ricordo (e non sono io che ho provato pel primo questa impressione, perché vedo ora che la provò anche il Pascoli) certi altri ''Dialoghetti'', vergati dalla penna reazionaria del conte Monaldo, e si sente la somiglianza non solo nella comune predilezione letteraria per quel genere accademico, per quelle tanto abusate imitazioni da Luciano, per quei «ragguagli di Parnaso», ma anche nello spirito angusto, retrivo, reazionario, nell'antipatia pel nuovo e vivente; [...]. (cap. X, Leopardi; p. 111) *Per ritrovare, sotto il rispetto artistico, il Leopardi schietto e sano bisogna dunque cercarlo, non dove egli polemizza, ironizza e satireggia, e ride male, ma dove si esprime serio e commosso ; e questo è il Leopardi migliore delle stesse ''Operette'' quello, per es., di alcune pagine del dialogo di Timandro ed Eleandro, che tanto si avvicinano al tono delle più belle lettere dell'''Epistolario''. (cap. X, Leopardi; pp. 112-113) *Nel ''[[Giacomo Leopardi#XXV – Il sabato del villaggio|Sabato del villaggio]]'' la scena poetica che avrebbe dovuto suggerire coi suoi stessi tocchi il pensiero della gioia aspettata, che è unica e vera gioia, della gioia di fantasia, è commentata da una critica riflessione e appesantita da un allegorizzamento, che prende forma di rettorica esortazione al «garzoncello scherzoso». (cap. X, Leopardi; pp. 117-118) *[...] non bisogna lasciarsi fermare dalla somma correttezza e proprietà ed eleganza con la quale la poesia del Leopardi si presenta, ma guardare in là e osservare che sotto quella irreprensibilità letteraria, se non si avverte mai vuoto nel pensare e nel sentire, nondimeno, poeticamente, si ritrova ora il forte ora il fiacco, ora il pieno e ora il lacunoso, e affermare che la poesia del [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è assai più travagliata di quanto non si sospetti o di quanto non si creda. C'è in essa dell'arido, c'è della prosa, c'è del formalmente letterario, e c'è insieme poesia dolcissima e purissima e armoniosissima ; e forse quell'impaccio, che precede o segue i liberi movimenti della fantasia e del ritmo, fa meglio sentire il miracolo della creazione poetica. (cap. X, Leopardi; pp. 118-119) *La rappresentazione della realtà e la bellezza sono in arte la stessa cosa, e [...], dove si sente che manca la bellezza, manca nient'altro che la perfezione stessa del rappresentare. (cap. XIX, ''Balzac''; p. 247) *È proprio delle democrazie preferire in arte i valori scadenti ai genuini, che sono aristocratici e antiutilitari. ("Schiller")<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> ==''Storia del Regno di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Qualche tempo fa, nel mettere ordine tra i miei libri e nel riunire in un solo scaffale tutti quelli attinenti alla storia napoletana, mi tornò tra mano il raro volume di Enrico Cenni, ''Studi di diritto pubblico'', e lo lessi da cima a fondo come non avevo fatto per l'innanzi. ===[[Citazioni]]=== * Mi stava vivo nel ricordo [[Enrico Cenni]], cattolico e liberale, napoletano e italiano, giurista e filosofo, così come l'avevo conosciuto negli ultimi suoi anni, con l'alta persona, i canuti capelli, gli occhi scintillanti, e mi pareva non solo comandarmi con la sua autorità l'accoglimento di quei concetti, ma, col richiamarmi ai doveri della pietà filiale, farmi vergognare di avere altra volta tenuto in proposito assai diverso pensiero. Pure, alla fine, non senza qualche riluttanza, il mio spirito critico riprese il sopravvento, e cominciai mentalmente a discutere col bravo Cenni, come se egli fosse ancora vivente ed io presso al suo letto d'infermo, dove mi recavo a visitarlo. (p. 19) * È ormai noto: il Vespro siciliano, che ingegni poco politici e molto rettorici esaltano ancora come grande avvenimento storico, laddove fu principio di molte sciagure e di nessuna grandezza. Non la conquista angioina, ma quella ribellione e distacco della Sicilia infranse l'unità della monarchia normanno-sveva, ne fiaccò le forze, le rapì la sua storica missione, e diè origine veramente al regno di Napoli, a quel «Regno» che visse più secoli di vita e di cui molte tracce permangono nelle odierne condizioni sociali e nei costumi di queste terre. (pp. 30-31) * Il possesso del regno di Napoli fu per la Spagna un accrescimento di potenza politica, e più ancora di prestigio, e un punto d'appoggio militare, ma, tutto sommato, una passività economica. (p. 189) * La Spagna governava il regno di Napoli come governava sé stessa, con la medesima sapienza o la medesima insipienza; e, per questo rispetto, tutt'al più si può lamentare che il regno di Napoli, poiché doveva di necessità unirsi ad altro stato più potente, cadesse proprio tra le braccia di quello che era il meno capace di avvivarne la vita economica, e col quale non gli restava da accomunare altro che la miseria e il difetto di attitudini industriali e commerciali. (p. 190) * Pure, nel crollo che seguì, quello stato che fu l'antico [[regno di Napoli]] non moriva del tutto ingloriosamente, e il suo esercito – quella parte del suo esercito che non si era dissipata o unita alla rivoluzione – salvò l'onore delle armi sul Volturno e a Gaeta. E noi dobbiamo inchinarci alla memoria di quegli estremi difensori, tra i quali erano nobili spiriti, come quel [[Matteo Negri]] che nel '48 era andato anche lui alla difesa di Venezia, ma nel '60 non seppe staccarsi dalla bandiera del suo reggimento, e, italiano, cadeva ucciso in combattimento contro italiani. (p. 331) ===[[Explicit]]=== Ricercando la tradizione politica nell'Italia meridionale, ho trovato che la sola di cui essa possa trarre intero vanto è appunto quella che mette capo agli uomini di dottrina e di pensiero, i quali compierono quanto di bene si fece in questo paese, all'anima di questo paese, quanto gli conferì decoro e nobiltà, quanto gli preparò e gli schiuse un migliore avvenire, e l'unì all'Italia. Benedetta sia sempre la loro memoria e si rinnovi perpetua in noi l'efficacia del loro esempio! ==''Storia d'Italia dal 1871 al 1915''== ===[[Incipit]]=== Nel 1871, fermata la sede del regno in Roma, si ebbe in Italia il sentimento che un intero sistema di fini, a lungo perseguiti, si era in pieno attuata, e che un periodo storico si chiudeva.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ===Citazioni=== *Si sostenne, oltre alle guerre, la lunga e dolorosa guerriglia del [[brigantaggio]], inacerbitosi nell'Italia meridionale, come di solito nelle rivoluzioni e nei passaggi di governo, e che fu domato finalmente e per sempre: cosicché la parola "brigantaggio" poté a poco a poco dissociarsi dal nome del paese d'Italia, al quale era stata congiunta forse più che ad altra parte di Europa, almeno nei tempi moderni. (p. 29) *Lo schiacciamento, che seguì, della Francia da parte delle genti germaniche, e l'esegesi storico-filosofica che ne dettero i pensatori e professori d'oltre Reno, sembrarono avvolgere nel funebre sudario tutte le razze latine: la [[battaglia di Sedan]] prendeva l'aspetto di una ''finis Romae''. (p. 111) ==''Storia d'Europa''== ===[[Incipit]]=== Alla fine dell'avventura napoleonica, sparito quel geniale despota dalla scena che tutta occupava, e mentre i suoi vincitori s'intendevano o procuravano d'intendersi fra loro e di procedere d'accordo per dare all'Europa, mercé restaurazioni di vecchi regimi e opportuni rimaneggiamenti territoriali, uno stabile assetto che sostituisce quello fortemente tenuto per sempre precario dell'Impero della nazione francese, – in tutti i popoli si accendevano speranze e si levavano richieste d'indipendenza e di libertà. E queste richieste si facevano più energiche e frementi quanto più si opponevano repulse e repressioni; e le speranze presto si ravvivavano, e i propositi si rafforzavano, attraverso le delusioni e le sconfitte. ===Citazioni=== *La [[libertà]] (ripeteva [[Luigi Blanc]]) è una «parola», è un'«esca per gli ingenui», non essendovi altra libertà che quella che si ottiene nello Stato con l'«organizzazione del lavoro». (p. 126) ==''La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte''== ===[[Incipit]]=== La storia è scienza o arte? – Questa domanda è stata fatta molte volte; ma l’opinione che se ne ha ordinariamente, nel mondo letterario, è che sia una domanda triviale, di quelle che soltanto il confusionismo volgare si suol proporre e malamente risolvere. Infatti, quei che l’han mossa e la muovono, o non le danno essi stessi un senso determinato o, quando son costretti a darglielo, si limitano a significar con essa, semplicemente: «se la storia, oltre all’essere esattamente appurata, debba essere rappresentata con vivacità e scritta artisticamente bene». E, al senso indeterminato della domanda, fa riscontro quello delle risposte, delle quali la più comune è questa: che «la storia sia scienza ed arte, al tempo stesso». ===[[Explicit]]=== Con questo siamo giunti al termine del nostro assunto, ch’era di provare come ci sia difatti una ''ragione interna'', per la quale le parole ''storia'' ed ''arte'' sono state messe tante volte in connessione, e di mostrare in che stia realmente la connessione. L’assunto è adempiuto colla ''riduzione della storia sotto il concetto generale dell’arte''. ==''Teoria e storia della storiografia''== ===[[Incipit]]=== Quasi tutti gli scritti che compongono la presente trattazione furono inseriti in atti accademici e riviste italiane tra il 1912 e il '13; e poiché rispondevano a un disegno, poterono senza sforzo congiungersi in un libro, pubblicato in lingua tedesca col titolo: ''Zur Theorie und Geschichte der Historiographie'' (Tübingen, Mohr, 1915). ===Citazioni=== *è evidente che solo un interesse della vita presente ci può muovere a indagare un fatto passato; il quale, dunque, in quanto si unifica con un interesse della vita presente, non risponde a un interesse passato, ma presente. (p. 12) *Ma anche nei giorni nostri sarebbe divertente e istruttivo catalogare le forme d'insinuazione onde storici, che passano per gravissimi, si valgono per introdurre le loro personali immaginazioni: «forse», «parrebbe», «si direbbe», «piace pensare», «giova supporre», «è probabile», «è evidente», e simili; e notare come talvolta essi vengano omettendo insensibilmente codeste cautele e raccontino, quasi le avessero vedute, cose che essi stessi hanno escogitate per finire il loro quadro, e per le quali resterebbero assai imbarazzati se avvenisse che uno, indiscreto al pari di un enfant terrible, chiedesse loro: «Come lo sapete? chi ve lo ha detto?». (p. 33) *Le storie meramente politiche s'indirizzano in prima linea ai diplomatici, e quelle militari ai militari; ma la storia etico-politica s'indirizza agli uomini di coscienza, intenti al loro perfezionamento morale, che è inseparabile dal perfezionamento dell'umanità, e può dirsi veramente un grande esame di coscienza che l'umanità a volta a volta esegue di sé stessa nel suo operare e progredire. (p. 289) *Qual è il carattere di un popolo? La sua storia: tutta la sua storia e nient'altro che la sua storia. La coincidenza è, in questo caso, perfetta, o, piuttosto, non si tratta di coincidenza ma d'identità. (p. 291) ==''Storie e leggende napoletane''== ===[[Incipit]]=== Quando, levandomi dal tavolino, mi affaccio al balcone della mia stanza da studio, l'occhio scorre sulle vetuste fabbriche che l'una incontro all'altra sorgono all'incrocio della via della Trinità Maggiore con quelle di San Sebastiano e Santa Chiara.<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ===Citazioni=== *{{NDR|La ''[[Tomba di Jacopo Sannazaro]]'', custodita all'interno della chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, a Napoli}} [...] si proverà sempre una commozione, quando, attraversata la piccola e ora povera chiesetta, che ha preso l'aria di una chiesa di villaggio, e girato dietro l'altar maggiore, ci si vede a un tratto, innanzi, la solenne mole marmorea della tomba del poeta. [...] Il critico d'arte troverà, come ha trovato, non poco da riprendere, sia nell'architettura e nelle proporzioni del mausoleo, sia nei particolari delle decorazioni, nelle due statue di Apollo e Minerva di disegno non puro, e nello stesso bassorilievo, confuso nella composizione ed esagerato nei movimenti delle figure. Ma, nonostante la scarsa originalità e la poca squisitezza dell'opera, l'effetto suo è grande come affermazione e celebrazione lussureggiante dell'arte classica del Sannazaro nel cuore dell'umile chiesetta cristiana. E in tutta quella gloria di simboli e di allegorie l'occhio cerca e affisa in alto il volto del poeta, grave e dolce, dai lineamenti segnati dalla mestizia, dallo sguardo da cui tralucono la genialità dell'arte e la bontà dell'animo affettuoso. (da ''La chiesetta di Jacopo Sannazaro'', pp. 225-226) *{{NDR|Sul ''[[San Michele che scaccia il demonio]]'' di Leonardo da Pistoia}} Fatto sta, che nel quadro del Pistoia quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei<ref>Vittoria d'Avalos che, si diceva, tentò di sedurre il cardinale Diomede Carafa, committente del dipinto.</ref>che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina». (da ''La chiesetta di [[Iacopo Sannazzaro]]'', p. 229) *[...] le vecchie leggende rapidamente tramontano nella odierna trasformazione edilizia e sociale di Napoli, e le nuove non nascono, o piuttosto noi non ce ne avvediamo, e se ne avvedranno i nostri posteri, quando raccoglieranno qualche frammento del nostro presente sentire e immaginare, reso vieppiù fantastico dalle esagerazioni tradizionali, circondato dal fascino dell'antico o del vecchio, e fissato sopra taluna delle nostre ora tanto vilipese architetture e sculture. E coloro, «che questo tempo chiameranno antico», lo chiameranno forse anche «il buon vecchio tempo», come noi ora diciamo della Napoli del Settecento, e già, quasi quasi, di quella anteriore al Sessanta. (da ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', p. 332) ==''Un paradiso abitato da diavoli''== *[...] un [[popolo]] non è in grado di ribattere le calunnie come un individuo e alle sofistiche accuse scopre assai più indifeso il fianco che non gl'individui. Gli sciocchi, gl'ingenerosi, i combattitori a vuoto e con poca spesa e con poco rischio, i plebei di cuore e di mente, sono perciò sempre proclivi a ingiuriare i popoli [...] (p. 21) *Accade, d'altra parte, che, pur nella poco alacre vita civile e politica, l'umana virtù si affermi nei particolari, contrastando al generale, e talora negli episodi, e perfino essa sorga dal mezzo stesso dei vizi, come loro correlativo. Onde un popolo che non ha bastevole affetto per la cosa pubblica potrà avere assai vivo quello per la famiglia, per la quale sarà disposto a ogni sacrificio; un popolo indifferente avere la chiaroveggenza dell'indifferenza; un popolo poco operoso nei commerci e negli affari valer molto nella contemplazione dell'arte e nelle indagini dell'intelletto; un popolo privo di spirito di gloria saper ben cogliere il gonfio e il falso delle umane ambizioni e operare nel riso un lavacro di verità. E via discorrendo.<br/>Sulla logica di queste considerazioni, il popolo napoletano è stato perfino più volte difeso, e il suo atteggiamento verso la vita ha suscitato simpatie [...] [[Napoli]] è apparsa come un'oasi nella quale sia possibile ritrarsi per obliare, riposare e respirare in mezzo a un popolo che di politica non cura o, tutt'al più, la prende a mera materia di chiacchiera, e, chiacchierandone senza riscaldarsi, spesso la giudica con spregiudicato acume. (p. 25) *[...] se ancor oggi noi accettiamo senza proteste o per nostro conto rinnoviamo in diversa forma l'antico biasimo<ref>Il riferimento è al proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli.</ref>, e se, anzi, non lasciamo che ce lo diano gli stranieri o gli altri italiani ma ce lo diamo volentieri noi a noi stessi, è perché stimiamo che esso valga da sferza e da pungolo, e concorra a mantener viva in noi la coscienza di quello che è il dover nostro. E, sotto questo aspetto, c'importa poco ricercare fino a qual punto il detto proverbiale sia vero, giovandoci tenerlo verissimo per far che sia sempre men vero. (pp. 26-27) *{{NDR|Su [[Francesco Mazzarella Farao]]}} Uno di quei dotti a cui la dottrina nuoce. (p. 88) *I ''lazzari'' erano, dunque, l'infima classe dei proletari di [[Napoli]], quella classe che i sociologi moderni contrappongono al proletariato industriale, del quale infatti forma spesso l'antitesi e talvolta l'avversaria, col nome di «proletariato cencioso» (''Lumpenproletariat''). Naturalmente, codesti proletari napoletani, oltre i caratteri comuni dei proletari in generale, e in ispecie a quelli delle grandi città, hanno alcuni caratteri particolari, determinati dalle condizioni particolari del nostro paese. Qui il clima è mite, la vita relativamente facile, si può dormire all'aria aperta e nutrirsi di poco, far di meno di molte cose e per conseguenza esser disposti alla spensieratezza; La conformazione morale e intellettuale non spinge alla rivolta, ma inclina agli accomodamenti e alla rassegnazione (p. 89). *Una cosa, di cui non mi so dar pace, è che in Napoli siano spariti tutti gli {{sic|edifizi}} dei «[[Sedili di Napoli|Sedili]]» o «Seggi» della città.<br>Si pensi un po'! Per secoli e secoli, dal medioevo fino all'anno 1800, i seggi avevano rappresentato l'organamento della cittadinanza napoletana, la distinzione della nobiltà e del popolo, l'amministrazione municipale. «Cavaliere di seggio» era la denominazione usuale del patriziato, che risonava accompagnata da ammirazione e {{sic|reverenza}}: e aneddoti e novelle e commedie ne rimandavano a lor modo l'eco, quando si facevano a ritrarre scherzosamente i napoletani e le loro vanterie. Di una leggiadra gentildonna si madrigaleggiava, talvolta, che era un «fiore» del suo «seggio»; e «a la flor de Nido» è indirizzata una celebre canzone de [[Garcilaso de la Vega]]. Gli stemmi dei sedili – lo sfrenato cavallo di bronzo in campo d'oro di Nido, quello frenato in campo azzurro di Capuana, i tre verdi monti in campo d'argento di Montagna, la porta d'oro in campo azzurro di Portanova, l'Orione o, come si diceva popolarmente, il [[Leggenda di Colapesce|Pesce Nicolò]] di Porto – stavano innanzi agli occhi di tutti, familiari geroglifici, e il primo, il cavallo sfrenato, fu sovente tolto in {{sic|iscambio}} con lo stemma stesso della città di Napoli. (da ''I {{sic|seggi}} di Napoli'', p. 115) *Nelle lotte che {{sic|precessero}}, prepararono e accompagnarono la rivoluzione detta di [[Masaniello]], [[Giulio Genoino (XVII secolo)|Giulio Genoino]], che ne fu la mente direttrice, coltivava il concetto o l'utopia del pareggiamento dei due primi sedili nobili e del sedile del Popolo, che si sarebbero {{sic|dovuto}} dividere tra loro in parti uguali il governo della città. Utopia affatto anacronistica, di carattere medievale, perché la realtà effettuale era che i sedili invecchiavano, e invecchiava la nobiltà e il suo correlativo, il buon popolo; e fuori dei sedili così dei nobili come del popolo si {{sic|moveva}} la nuova vita sociale, gli avvocati, i letterati, i pubblicisti, tutti quelli che poi, nel secolo decimottavo, promossero le riforme e fecero la [[Repubblica Napoletana (1799)|rivoluzione dell'anno 99]].<br>Che cosa potevano essere agli occhi di costoro i sedili, che usurpavano l'amministrazione della città, e anzi addirittura la rappresentanza del Regno, in nome di una tradizione illanguidita, di classi sociali logore, e con gli abiti del servilismo e della vuota esteriorità formatisi durante il viceregno {{sic|spagnuolo}} e non certo radicalmente mutati durante il nuovo regno borbonico? (da ''I {{sic|seggi}} di Napoli'', pp. 122-123) *I gelati napoletani, «''les glaces à la napolitaine''», acquistarono reputazione e diffusione mondiale, sicché qualche dotto tedesco non dubiterebbe d'includerli (come è stato fatto per altre cose simili, per esempio la birra nei rispetti dell'influsso germanico) tra i maggiori ''Kultureinflüsse'', esercitati da Napoli. (pp. 147-148) *Il [[Palazzo Cellammare|palazzo Cellamare]] a Chiaia appare tutto chiuso e appartato dalla frequentata e rumorosa strada sottostante. Posto in alto, sul declivio della collina delle Mortelle, ha un po' l'aria di una fortezza e volge verso il riguardante una maestosa facciata rossastra, lavorata a mattoni, sopra un largo basamento bruno di grossi quadroni di piperno, con un corpo avanzato di costruzione. Un cancello di ferro lo segrega dalla strada: un albero di palma l'ombreggia: una ricca porta barocca, una sorta d'arco di trionfo, sorge più indietro, quasi decorazione da teatro, e sotto di essa passa un viale, che si dirige in salita, senza che dal basso si scorga dove {{sic|riesca}}.<br>Anche a osservarlo di fuori, dà all'occhio la mescolanza di severo e di pomposo, di cinquecento e di settecento, rispondente alle due età della costruzione e del rifacimento. (da ''Il Palazzo Cellamare a Chiaia e il principe di Francavilla'', p. 204) ==''La filosofia di Giambattista Vico''== *Il gesuita padre Domenico Lodovico (autore del distico, che si legge sotto il ritratto del Vico), ricevuta la seconda ''Scienza nuova'', mandò all'autore, con pratico senno, un po' di vino della cantina e un po' di pane della casa gesuitica della Nunziatella, con una graziosa letterina nella quale lo pregava di accettare ''codeste cosucce, comeché semplici, quando né pure il bambin Giesù rifiuta le rozze offerte dei pastorelli''.(p. 305) ==Citazioni su Benedetto Croce== *Al cerchio ristretto dei discepoli e amici di Croce – composto per lo più di uomini che rappresentano la cultura ufficiale (la scuola, le università, le accademie) io non ho mai appartenuto. Ma ho invece respirato l'aria di altri ambienti in cui l'insegnamento di Croce era penetrato per vie forse indirette. ([[Eugenio Montale]]) *Anche nell'archivio di Benedetto Croce è stata trovata una lettera di raccomandazione per [[Giambattista Vico]]. ([[Francesco De Lorenzo]]) *Coloro che immaginano un Croce che ha svalutato la scienza, soltanto perché dalla logica l'ha trasferita nella pratica, dimenticano che teoria e pratica sono presso il Croce un rapporto, sicché né la teoria è superiore all'azione né l'azione alla teoria; ma l'una e l'altra sono la perenne e dialettica sintesi della realtà. ([[Francesco Flora]]) *Croce [...] avrebbe potuto essere capo provvisorio dello Stato, se solo avesse accettato di candidarsi. [[Pietro Nenni]] gli aveva già promesso il voto dei socialisti, chiedendogli in cambio un segno di disponibilità. Ma il filosofo declinò con una nobile lettera: chissà, la storia d'Italia avrebbe potuto essere diversa, anticipando il centrosinistra. ([[Stefano Folli|Stefano Folli)]] *Croce è un caso rarissimo! Ed ecco che l'astuta tenacia che egli ha affermato lottando per un ventennio contro il [[fascismo]] – non all'estero ''ma restando in patria'' – ora ha la sua ricompensa. Il suo prestigio è enorme; il vecchio filosofo ha oggi più autorità morale, più influenza, più ''potere'' che qualsiasi uomo politico, [[Carlo Sforza|Sforza]] non eccettuato. Sforza emigrò. Croce non emigrò. Perciò Croce è più forte. Interessante nevvero?... Con me fu delizioso. Temevo, all'inizio, di trovarlo senile: ha quasi ottant'anni e li dimostra. Ma nella conversazione il volto pergamenaceo si animò; e {{NDR|a}} un tratto mi apparve giovane, o, quanto meno, senz'età: un agile coboldo pieno di saggezza e di umorismo. Parlò molto della [[Germania]], spesso con amarezza, ma poi di nuovo con ammirazione. Come intimamente gli è nota la poesia tedesca! Mi recitò [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] con una pronunzia tutta sua, ma senz'errore. ([[Klaus Mann]]) *Croce era convinto che l'istituto monarchico offrisse maggiori garanzie di laicità rispetto alla repubblica guidata dalla Democrazia cristiana. Per molti cattolici l'Italia era "il giardino del Vaticano". ([[Eugenio Scalfari]]) *Croce fu certamente uno straordinario studioso, un attento amministratore delle sue fortune intellettuali, un ricercatore capace e paziente. Fu anche un critico letterario che decisamente accettò soltanto quello che rientrava nel suo «sistema». Fu anche un uomo politico libero dalle strutture dei partiti e sempre con lo sguardo rivolto alla storia, oltre la cronaca. Ma, per tutti, è stato la testimonianza di come si possa vivere sul pianeta Terra con la illusione di essere immortali. ([[Francesco Grisi]]) *Croce scoprì che le sue idee filosofiche perdevano terreno di fronte alla neo-scolastica dei cattolici e alle eresie del rinnegato [[Giovanni Gentile|Gentile]]. Se in un primo tempo aveva salutato con favore l'autoritarismo del regime, ora non poteva sopportarne il cattivo gusto e il materialismo, la crassa ignoranza e la confusione mentale. Non ci si poteva aspettare che gente che aveva ricevuto il suo tipo di educazione liberale desse la propria approvazione a un credo fondato sul misticismo irrazionale, né al fatto che Mussolini incoraggiasse la cultura soprattutto per ragioni di prestigio nei confronti del mondo esterno. ([[Denis Mack Smith]]) *«Da sempre», ho detto: perché, venuto su in ambiente di cultura e crescendo in età di ragione quando a [[Napoli]] il nome di Benedetto Croce si diffondeva occupando ogni anno più spazio nella mente dei suoi coetanei, mi è impossibile di risalire ad un momento in cui a me quel nome fosse ignoto. Anzi posso dire di averlo fin da ragazzo, cogliendolo sulle labbra di altri (forse di [[Vittorio Spinazzola]], forse di [[Francesco Saverio Nitti]]), sentito come un bellissimo nome, esprimente già nel suono e nella connessione delle due parole l'alta personalità di chi lo portava. ([[Vincenzo Arangio-Ruiz]]) *Di quei tristi anni Benedetto Croce fu veramente il faro e la guida. ([[Barbara Allason]]) *E un altro sorrisetto, ma un po' più sardonico, regalò a un ritratto di [[Paul Valéry|Valéry]] che illustrava un articolo sui «Charmes». «Vi pare un poeta?» ci chiese. Osammo rispondere di sì. «Fa a volte bei versi, ma li fabbrica con la macchina dell'intelletto... Ma anche l'intelletto suo è disorganico, frammentario. È un dilettante dell'intelligenza». Restammo perplessi, forse impersuasi. E forse se ne accorse, ma finse di niente, e continuò a conversare amabilmente. ([[Giovanni Titta Rosa]]) *[[Giustino Fortunato]] e Benedetto Croce rappresentano [...] le chiavi di volta del sistema meridionale e, in un certo senso, sono le due più grandi figure della reazione italiana. ([[Antonio Gramsci]]) *I suoi libri e i suoi articoli erano per me – come per tanti altri – quello che gli scritti dei poeti, filosofi e storici di una volta erano stati per la generazione del Risorgimento. Quello che sentivamo, Croce ce lo diceva in parole chiare e diritte... Quando lo scoraggiamento – come talvolta avveniva – s'impadroniva di me, bastava pensare... ([[Massimo Salvadori]]) *Il Croce evitò con cura i tecnicismi d'ogni sorta: lo "aborrimento del gergo filosofico, che spesso cela l'incertezza e l'oscurità del pensiero" e la sua inclinazione a "servirsi del linguaggio ordinario" sono da lui esplicitamente dichiarate [...] giova non poco a conferire limpidezza alla pagina crociana. ([[Tullio De Mauro]]) *Il Croce, per conto suo, fu meno crociano di molti suoi seguaci per il fatto che in lui il temperamento, il gusto, non furono quasi mai sopraffatti dai suoi schemi teorici. ([[Leo Valiani]]) *Il Croce si è sempre trovato a suo agio di fronte ad artisti pienamente «sliricati», totalmente aderenti a un motivo fondamentale, a uno stato d'animo unitario. Artisti come [[Ludovico Ariosto|Ariosto]] e [[Giovanni Verga|Verga]] perevano nati apposta per lui perché ogni loro pagina li contiene per intero. ([[Leo Valiani]]) *Il merito di Croce fu di far piazza pulita, con spirito dialettico, di ogni misura estrinseca alla sostanza delle opere; [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] ne fu impedito dal suo classicismo. ([[Theodor W. Adorno]]) *In fondo Croce era un campione di ignoranza scientifica e dunque di ignoranza ''tout court'', oltre che un paladino delle cause perse. ([[Piergiorgio Odifreddi]]) *Innanzi alla corsa della maggior parte degli uomini di cultura di ogni paese a porre la scienza a servizio dei compiti della guerra, Croce fu allora tra i pochissimi che tenne fede al dovere verso la Verità, ed il solo, in [[Italia]], a scrivere e a combattere apertamente le nuove storture mentali e morali. ([[Vittorio de Caprariis]]) *La più efficace difesa della civiltà e della cultura... si è avuta in Italia, per opera di Benedetto Croce. Se da noi solo una frazione della classe colta ha capitolato di fronte al nemico... a differenza di quel che è avvenuto in [[Germania]], moltissimo è dovuto al Croce. ([[Guido De Ruggiero]]) *La protesta per il passo della morte è più religiosa che la sua accettazione, e il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è più religioso del Croce. Dal Leopardi possono venire le aperture pratiche religiose, dal Croce può venire il servizio ai valori. Il Croce è greco-europeo, perché la civiltà [[Europa|europea]] porta al suo sommo l'affermazione dei valori. Il Leopardi comprende questi (le virtù), ma cerca gl'individui, e li vede morire, non li trova più, sono i morti. È aperto, dunque, al tu; in potenza ci sono le aperture pratiche religiose. ([[Aldo Capitini]]) *Ma Croce, che proprio a due passi da qui, in mezzo ai suoi libri nella casa di calata Trinità Maggiore, odiava il fascismo e che per venticinque anni poté pubblicare i fascicoli della “Critica” e scrivere liberamente, ebbene: questo Croce valeva per Mussolini molto più di un Croce martirizzato, ridotto al silenzio o addirittura esiliato… ([[Sándor Márai|Sandor Marai]]) *Ma se di Croce restasse un solo pensiero, quello secondo il quale lui prestava fede alla lettera delle cose espresse, alla resa concreta di ogni arte, basterebbe da solo a tener diritta per la vita la spina dorsale di uno scrittore contro ogni confusione di lingua, distrazione dall'uomo e dalla «parola» nel significato «[[Francesco Flora|floriano]]» del termine. ([[Domenico Rea]]) *Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che manifesta in sé la piu piccola traccia del vecchio pessimismo imbecille, denigratore e straccione che ha caratterizzata la vecchia Italia ormai sepolta, la vecchia Italia [...] di professori pacifisti (tipo Benedetto Croce, [[Claudio Treves]], [[Enrico Ferri]], [[Filippo Turati]]). (''[[Manifesti futuristi]]'') *Nella prima frattura tra Croce e Gentile è Croce il più vicino al fascismo originario. È Croce a immettere nella cultura italiana Georges Sorel che è uno dei primi riferimenti culturali del fascismo, è Croce che parla, sia pure in una dimensione critica, di Stato etico; è Croce che persino incoraggia il fascismo e lo paragona alle orde sanfediste del cardinale Ruffo, ritenendo che il fascismo abbia la funzione di spazzare il campo dal bolscevismo e dalla crisi spirituale e di rimettere in piedi l'autorevole Stato italiano. Ricordo infine che è Croce a suggerire Gentile come ministro della pubblica istruzione per realizzare quel progetto di riforma della scuola che lui, da ministro, aveva avviato in epoca giolittiana. In questa visione, il fascismo ha per Croce una funzione propedeutica al ripristino del vero liberalismo. ([[Marcello Veneziani]]) *Non capisce, ma non capisce con autorità e competenza. ([[Leo Longanesi]]) *Perché ho votato per la monarchia? Ero liberale e crociano. E Croce riteneva che soltanto la monarchia avrebbe potuto arginare la pressione del Vaticano. ([[Eugenio Scalfari]]) *Potei invece pochi giorni dopo vedere a Napoli un vero esiliato di particolar natura: Benedetto Croce. Per decenni era stato il capo spirituale della gioventù, aveva poi avuto, come senatore e come ministro, tutti gli onori esteriori del paese, sin che la sua opposizione al fascismo lo mise in conflitto con Mussolini. Rinunciò alle cariche e si trasse in disparte; ma questo non bastò agli intransigenti, che volevano spezzare e, se necessario, anche punire la sua opposizione. Gli studenti, che oggi, in contrasto al passato, sono dovunque le truppe d'avanguardia della reazione, gli assaltarono la casa e gli ruppero i vetri. Ma quell'uomo piccoletto e piuttosto pingue, dagli occhi intelligenti ed arguti, che sembrerebbe a tutta prima un comodo borghese, non si lasciò intimidire. Non lasciò il paese, rimase in casa sua dietro il gran bastione dei suoi libri, benché venisse invitato da università americane e straniere. ([[Stefan Zweig]]) *Proveniva dal Settecento europeo; armato di tutte le armi della Ragione e della Certezza. La solare perentorietà della storia lo domina e lo possiede; organizza e architetta il suo pensiero, lo dispone in un linguaggio vasto, ricco, fluente: un grande fiume di primavera, in pianura. Croce pensa per sé e per tutti; l'Enciclopedia storica e filosofica ch'egli rappresenta risponde a tutte le necessità. Egli non dimentica e non dubita: le sue certezze riposano sull'archivio e lo schedario. ([[Giovanni Artieri]]) *Secondo Croce, nessun sostanziale e intimo rapporto rilega l'[[opera d'arte]] al proprio tempo. In quanto prodotto di una personalità estetica, l'opera d'arte è fuori del suo tempo e di tutti i tempi. Non si può fare storia dell'arte perché, essendo fuori del tempo, l'arte è fuori della storia. La critica deve contentarsi di saggi sparsi, di monografie isolate, consacrate ciascuna a delineare le caratteristiche e la genesi di una personalità estetica. ([[Adriano Tilgher]]) *Se Gentile fu spesso il filosofo delle identificazioni, e soluzioni, meramente verbali, Croce fu sempre sollecito soprattutto della distinzione, ossia della chiarezza concettuale, giustamente memore del compito assegnato da [[Johann Friedrich Herbart|Herbart]] alla filosofia, di ''Bearbeitung der Begriffen''<ref>Elaborazione di concetti.</ref>. Solo che, fino dalle origini, egli si mosse piuttosto nell'ambito di determinazioni negative e polemiche (mostrando che cosa ''non è'' l'arte, che cosa ''non è'' il diritto), riducendo il positivo a sistemazioni classificatorie (l'arte è conoscenza, è la conoscenza dell'individuale, è intuizione) rischiando di precludersi, con la profonda radice unitaria delle distinzioni, il processo del reale, senza per questo individuare, nelle loro nervature, piani e strutture dell'esperienza. ([[Eugenio Garin]]) *V'è in Italia un nuovo dogma: il dogma di una nuova immacolata concezione; e l'immacolata concezione è l'Estetica di Benedetto Croce. ([[Enrico Thovez]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Benedetto Croce, ''Ariosto, Shakespeare e Corneille'', Laterza, Bari, 1968. *Benedetto Croce, ''Breviario di estetica'', G. Laterza e Figli, Bari, 1912. *Benedetto Croce, ''Filosofia, poesia, storia'', Riccardo Ricciardi, Napoli, 1955. *Benedetto Croce, ''[https://archive.org/details/larivoluzionenap00crocuoft/page/n8/mode/1up La rivoluzione napoletana del 1799. {{small|Biografie, racconti, ricerche}}]'', terza edizione aumentata, Gius. Laterza & Figli, Bari, 1912. *Benedetto Croce, ''Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli'', in ''Storie e leggende napoletane'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 1990. ISBN 978-88-459-1487-4 *Benedetto Croce, ''Nuove pagine sparse'', G. Laterza e Figli, Bari, 1966. *Benedetto Croce, ''La poesia di Dante'', Laterza, Bari, 1921. *Benedetto Croce, ''[https://archive.org/details/poesiaenonpoesia18crocuoft Poesia e non poesia. {{small|Note sulla letteratura europea del secolo decimonono}}]'', G. Laterza e Figli, Bari, 1923. *Benedetto Croce, ''Storia d'Italia dal 1871 al 1915'', Bibliopolis, Napoli, 2004. ISBN 978-88-7088-402-9 *Benedetto Croce, ''Storia d'Europa nel Secolo Decimonono'', Laterza, Bari, 1965. *Benedetto Croce, ''Storia del Regno di Napoli'', a cura di Giuseppe Galasso, Adelphi, Milano, 1992. ISBN 88-459-0949-2. *Benedetto Croce, ''La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte'', a cura di Giuseppe Galasso, Adelphi, Milano, 2017. ISBN 978-88-459-3220-5. *Benedetto Croce, ''Storie e leggende napoletane'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2010<sup>8</sup>. ISBN 978-88-459-1487-4.</ref> *Benedetto Croce, ''Teoria e storia della storiografia'', a cura di Edoardo Massimilla e Teodoro Tagliaferri, Bibliopolis, Napoli, 2007. ISBN 978-887088-446-3. *Benedetto Croce, ''Un paradiso abitato da diavoli'', a cura di [[Giuseppe Galasso]], Adelphi, Milano, 2006. ISBN 88-459-2036-4 ==Voci correlate== *[[Elena Croce]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte|''La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte''|(1893)}} {{Pedia|La letteratura della nuova Italia|''La letteratura della nuova Italia''|(1914)}} {{Pedia|Teoria e storia della storiografia|''Teoria e storia della storiografia''|(1917)}} {{Pedia|Storie e leggende napoletane|''Storie e leggende napoletane''|(1919)}} {{Pedia|Storia del Regno di Napoli|''Storia del Regno di Napoli''|(1925)}} {{Pedia|Uomini e cose della vecchia Italia|''Uomini e cose della vecchia Italia''|(1927)}} {{Pedia|La storia come pensiero e come azione|''La storia come pensiero e come azione''|(1938)}} {{DEFAULTSORT:Croce, Benedetto}} [[Categoria:Antifascisti italiani]] [[Categoria:Critici letterari italiani]] [[Categoria:Filosofi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] fbnxpyvtd6uvpbolzgm2qcmuhcwdqmm Filosofia 0 1888 1221276 1198321 2022-08-07T07:40:43Z Spinoziano 2297 +1 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Dürer, Philosophia.png|thumb|''Philosophia'', Albrecht Dürer, 1502]] {{indicedx}} Citazioni sulla '''filosofia'''. ==Citazioni== *Alla filosofia donano impedimento le ricchezze, e la Povertade porge camino sicuro ed ispedito. ([[Giordano Bruno]]) *Anche un libro di filosofia è un prodotto industriale: quando non esistevano macchine ed energia i libri si scrivevano a mano, su pergamena.<br />[...] per tutta la sua vita il filosofo non produce cibo, oggetti, servizi, ma beneficia della produttività consentita dalla tecno-energia, senza la quale zapperebbe la terra e sarebbe anche lui analfabeta... ([[Piero Angela]]) *Bisogna praticare la filosofia fino al punto che gli strateghi ci sembrino essere asini. ([[Cratete di Tebe]]) *Che cos'è la filosofia?<br>Chi voglia perder tempo per non saperlo, legga in qualsiasi dizionario filosofico, o enciclopedia, o manuale scolastico le mille definizioni proposte. A chi preme raggiungere sicuramente lo scopo, con risparmio di tempo e di fatica, è da consigliarsi in quella vece di scorrere qualche libro moderno di filosofia idealistica, poniamo il Bruno di Schelling, la Logica di Hegel, l'opera fondamentale di Schopenhauer. Tosto o tardi gli verrà fatto d'imbattersi in questa sentenza: che ogni filosofia è necessariamente idealistica, e che soltanto l'[[Idealismo (filosofia)|idealismo]] è filosofia. ([[Cesare Ranzoli]]) *– Che cos'è secondo te la filosofia?<br>– Ecco: è la conoscenza delle cose umane e divine. E conduce l'uomo a un'esistenza virtuosa. Solo praticando azioni rette e virtuose, l'uomo può sperare di assomigliare a Dio. (''[[Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi]]'') *Che la filosofia debba provare a educare gli adulti e, in particolare, a insegnare loro a essere adulti era già il messaggio della ''[[La Repubblica (dialogo)|Repubblica]]'' di Platone. [...] Possiamo certamente sviluppare gli argomenti e le teorie di Platone, ma l'importanza e il valore della filosofia stanno proprio qui: nel rendere migliori il mondo e le persone attraverso il ricorso alla ragione, nel senso più ampio. ([[Hilary Putnam]]) *Che cosa è un libro di filosofia? Troppe volte è l'abito di lusso che copre la povertà del cuore. ([[Ambrogio Bazzero]]) *Chi non sa che la filosofia è simile a uno che favella sognando? Ella è una speculativa confusione che cinguetta in essempio e in oscurità, scrivacchiando in figure e in chimere, come le rivelazioni divine piovessero negli ingegni umani a vanvera. ([[Pietro Aretino]]) *Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non ne sogni la tua filosofia. ([[William Shakespeare]]) *Ciò che è interessante nelle filosofie è la loro assurdità. Presentano varie possibilità del mondo. Non occorre sceglierne una e accettarla, ma devono esserci. È un povero gioco quello che si accontenta di smascherarle tutte come assurde. Proprio l'assurdo è la cosa più importante: anzi, si potrebbe dire, quello che hanno di più vivo e vitale. ([[Elias Canetti]]) *Come i pretendenti, non riuscendo a entrare in intimità con Penelope, se la facevano con le sue ancelle, così pure chi non è in grado di raggiungere la filosofia inaridisce nello studio delle altre discipline, che al confronto non valgono nulla. ([[Bione di Boristene]]) *Con questa filosofia l'animo mi s'aggrandisse, e me si magnifica l'intelletto. Però, qualunque sii il punto di questa sera ch'aspetto, si la mutazione è vera, io che son ne la notte, aspetto il giorno, e quei che son nel giorno, aspettano la notte. ([[Giordano Bruno]]) *Contribuire al fatto che la filosofia si avvicini alla forma della scienza – alla meta in cui possa deporre il proprio nome di amore per il sapere per diventare sapere reale, – è ciò che io mi sono proposto. ([[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]) *Conoscere la storia della filosofia significa sapere che i più grandi pensatori della Storia, i profeti delle tribù e delle nazioni, sono stati ottimisti. La crescita della filosofia è la storia della vita spirituale dell'uomo. ([[Helen Keller]]) *Credo che ci sia un solo argomento a difesa dell'esistenza della filosofia. È questo: lo sappiano o no, tutti gli uomini hanno una filosofia. Certo, può ben darsi che nessuna delle nostre filosofie valga un gran che, ma la loro influenza sui nostri pensieri e sulle nostre azioni è grande, e spesso incalcolabile. ([[Karl Popper]]) *Dicono che la filosofia è la medicina dell'anima. Ammettiamolo. Ma insieme, ammettendone anche le sue conseguenze, diremo che la filosofia come la medicina è per i malati e non per i sani. Come la medicina poi è un veleno e ogni veleno, se in breve quantità, giova, in grande uccide. ([[Carlo Dossi]]) *Dunque, ''philosophi'' non sono uomini che, facendo metodicamente astrazione del loro credere, acquisirono e stabilirono verità razionali; sono uomini che proprio non hanno la fede, dei 'pagani', che, privi [...] di questa luce di grazia, lasciano fuori dalle loro prosprettive problemi su cui tuttavia la ragione, a buon diritto, potrebbe far presa. I sancti, al contrario, godono di prospettive nuove che non solo li iniziano ai misteri soprannaturali di [[Dio]] e della su provvidenza [...], ma che rendono loro afferrabili blocchi di realtà terrene e di verità razionali. ([[Marie-Dominique Chenu]]) *È esattamente conoscendo i propri limiti che la filosofia esiste. ([[Immanuel Kant]]) *Filosofare significa risalire al di qua della libertà, scoprire l'investitura che libera la libertà dall'arbitrario. ([[Emmanuel Lévinas]]) *Filosofare tanto vale quanto problematizzare e mettere in discussione quel che si spaccia per verità indubitabile ed ovvia. ([[Wilhelm Weischedel]]) *Filosofia ci porta a scoprire le leggi prime secondo le quali si comportano e compongono i movimenti spirituali fondamento della universa vita. ([[Massimo Bontempelli]]) *Filosofia, dammi se non il sorriso, l'indifferenza almeno del saggio. Menti, ma consolami. ([[Carlo Dossi]]) *Filosofia non è altro che amistanza a sapienza. ([[Dante Alighieri]]) *Filosofia (''s.f.''). Strada con molte diramazioni, che conduce dal nulla a nessun posto. ([[Ambrose Bierce]]) *Filosofia: una risposta impossibile ad un problema senza risposta. ([[Henry Adams]]) *Fin dall'origine, la filosofia è amore della saggezza e non saggezza. Prima della conoscenza, esiste l'amore della conoscenza. ([[Jean-Luc Marion]]) *Gira, rigira, da [[Talete]] in poi la filosofia pesta l'acqua nel mortaio. ([[Gesualdo Bufalino]]) *I due mali contro cui la ragione filosofica ha sempre combattuto – e deve combattere ora più che mai – sono, da un lato, il non credere a nulla; dall'altro, la fede cieca. ([[Norberto Bobbio]]) *I filosofi, è cosa strana, non capiscono nulla di arte, mentre gli artisti capiscono assai di filosofia: segno è che l'arte è anche filosofia, ma la filosofia non è arte. ([[Leo Longanesi]]) *Il compito della filosofia è quello di trovare la via più breve tra due punti. ([[Khalil Gibran]]) *Il compito della filosofia, spesso difficile e doloroso, è districare e portare alla luce le categorie e i modelli nascosti in base ai quali gli esseri umani pensano [...]; rivelare ciò che in essi vi è di oscuro e contraddittorio; discernere quelle incompatibilità tra i modelli che impediscono la costruzione di modi più adeguati per organizzare, descrivere e spiegare l'esperienza. ([[Isaiah Berlin]]) *Il destino del saggio ne tiene, vita natural durante, la filosofia in stato d'assedio. ([[Victor Hugo]]) *Il fine della filosofia è sempre il medesimo, aiutare gli uomini a capire se stessi e quindi a operare alla luce del giorno e non paurosamente, nell'ombra. ([[Isaiah Berlin]]) *In filosofia, quel che più importa non è raggiungere la meta: sono le cose che s'incontrano per strada. ([[Havelock Ellis]]) *In ogni caso, [[Cheremone di Alessandria|Cheremone]] stoico, nel riferire dei sacerdoti [[Antico Egitto|egizi]], che a suo dire i loro connazionali considerano come filosofi, spiega che per costoro il luogo più adatto per esercitare la filosofia sono i templi. L'uso di soggiornare nei pressi delle statue che si trovano in questi templi è correlato alla loro tensione contemplativa, che li assorbe completamente. Tale abitudine dà loro sicurezza poiché tutti, per rispetto al divino, onorano i filosofi alla stessa stregua di certi animali sacri. ([[Porfirio]]) *– In vecchiaia sei diventato proprio un filosofo, eh? Filosofizzati questo, mucchio di letame mutante! <br/>– Aw! Non so il significato della parola! Vedi, massacralaceradevastadistruggiuccidimutila le capisco con brutale semplicità... ma la filosofia è un fottuto libro chiuso, capisci? (''[[Lobo (fumetto DC Comics)|Lobo]]'') *L'uomo non è mai tanto filosofo quanto nei suoi momenti brutti; colui che non ha fortuna, si arma della propria filosofia, come chi è calvo si adatta in testa una parrucca; la filosofia è infatti, per lo sventurato, quello che la parrucca è per il calvo, entrambi immaginano di nascondere agli occhi degli altri l'immensa lacuna che in essi ha lasciato la natura matrigna. ([[Mariano José de Larra]]) *La filosofia [c'insegna] il mezzo per parlare di tutto con verosimiglianza e farci ammirare da quelli che ne sanno di meno. ([[Cartesio]]) *La filosofia de' frati, con gli enti impossibili e presupposti, o con gli astratti, imbarazza piuttosto e confonde l'umana mente, invece d'indirizzarla a ben comprendere le naturali cose; dove, per lo contrario, quella che chiaman moderna, parlando di cose reali, e che si toccano e veggono, ne conduce a ben considerare, e talora ad apprendere, ciò ch'è sopra, intorno e sotto di noi. ([[Niccolò Amenta]]) *La filosofia dovrebbe mettere in discussione gli assunti fondamentali di ogni epoca. Riflettere, criticamente ed attentamente, su ciò che la maggior parte di noi dà per scontato costituisce, io credo, il compito principale della filosofia, ed è tale compito a farne un'attività di rilievo. Sfortunatamente, non sempre la filosofia è all'altezza del suo ruolo storico. La difesa della schiavitù da parte di Aristotele starà sempre a ricordare che i filosofi sono esseri umani, e sono soggetti a tutti i preconcetti tipici della società cui appartengono. Talvolta essi riescono a liberarsi dell'ideologia dominante; più spesso, ne diventano i più sofisticati difensori. ([[Peter Singer]]) *La filosofia è che questo momento tu non lo rivivrai mai più, questa è la filosofia. (''[[Immaturi]]'') *La filosofia è divenuta un gioco per il quale i filosofi stessi non provano un grande interesse, dacché non lo giocano più; semplicemente redigono definizioni e passano la loro vita a rivederle. ([[Donald Nicholl]]) *La filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero. ([[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]) *La filosofia è la [[ricerca]] di ciò che l'uomo ha dimenticato o che più non sente; di ciò che non gli sembra più attuale. ([[Angelo Fiore]]) *La filosofia è lo sforzo del concetto di guarire le ferite che il concetto necessariamente produce. ([[Theodor W. Adorno]]) *La filosofia è nata e si è sviluppata nel momento in cui l'uomo ha iniziato a interrogarsi sul perché delle cose e sul loro fine. In modi e forme differenti, essa mostra che il desiderio di verità appartiene alla stessa natura dell'uomo. ([[Papa Giovanni Paolo II]]) *La filosofia è nota per i suoi disaccordi: date a due filosofi le stesse premesse e non ci si meraviglierà di vederli discutere sulla conclusione che da esse dovrebbero seguire; viceversa, date loro la stessa conclusione e ci si aspetterà di non trovarli d'accordo sulle premesse. ([[Tom Regan]]) *La filosofia è nulla se non è tutto. ([[Cesare Correnti]]) *La filosofia è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è preparato abbastanza. ([[Umberto Eco]]) *La filosofia è un bisogno necessario e un diritto sacro del pensiero. La sua causa è la gran causa della libertà del mondo, richiamata al suo principio stesso la libertà dello spirito. La sua forza è quella della ragione che si appoggia su due mila anni di progressi e di conquiste. È sciocchezza il ripetere tutte le scempiataggini scagliate dalla ragione contro la ragione. Chi ha insegnato agli uomini senza alcun soccorso soprannaturale che hanno un'anima libera, capace di fare il male ma pur il bene? Chi loro ha detto, nell'oppressione universale, che la [[forza]] non è tutto, che vi son dei diritti invisibili che il forte deve rispettare nel debole? ([[Giovan Battista Niccolini]]) *La filosofia è un inventario di pensieri nel flusso della vita. ([[Franco Volpi]]) *La filosofia è un punto di vista supremo. Anche la mia morte appartiene al punto di vista supremo. Ma che cosa può imparare, l'uomo, considerando tutte le cose dalle vette?...Quando vorrà comperare un cavallo non lo considererà mica dalla cella campanaria di una chiesa! ([[Ivan Sergeevič Turgenev]]) *La filosofia favorisce il progresso non diventando più rigorosa ma più immaginativa. ([[Richard Rorty]]) *La filosofia ha questo di buono, che serve a consolarci della sua inutilità. ([[Jean Louis Auguste Commerson]]) *La filosofia in effetti è il più grande dei beni e il più prezioso agli occhi di Dio, l'unico che a lui ci conduce e a lui ci unisce, e sono davvero uomini di Dio coloro che han volto l'animo alla filosofia. ([[Giustino di Nablus]]) *La filosofia militante che ho in mente è una filosofia in lotta contro gli attacchi, da qualsiasi parte provengano — tanto da quella dei tradizionalisti come da quella degli innovatori — alla libertà della ragione rischiaratrice. ([[Norberto Bobbio]]) *La filosofia non c'impedisce di commettere errori, ma ce li spiega. ([[Roberto Gervaso]]) *La filosofia non è altro che la scienza della viltà d'animo e di corpo, del badare a se stesso, procacciare i propri comodi in qualunque maniera, non curarsi degli altri, e burlarsi della virtù e di altre tali larve e immaginazione degli uomini. La natura è gagliarda magnanima focosa, inquieta come un ragazzaccio; ma la ragione è pigra come una tartaruga, e codarda come una lepre. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'') *La filosofia non è altro che nomenclatura: dar nomi alle cose che non si capiscono. ([[Vittorio Giovanni Rossi]]) *La filosofia non è male. Purtroppo, essa è come la [[Russia]]: piena di paludi e spesso invasa dai tedeschi. ([[Roger Nimier]]) *La filosofia non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]]) *La filosofia [...] quando è valutabile, è buonsenso chiarificato. ([[Donald Nicholl]]) *La filosofia secondo me è un modo di scontrarsi con la pratica. ([[Giulio Giorello]]) *La filosofia trionfa agevolmente sui mali trascorsi e sui mali a venire. Ma i mali presenti trionfano su di essa. ([[François de La Rochefoucauld]]) *La filosofia va necessariamente verso il proprio tramonto, cioè verso la scienza, che tuttavia è il modo in cui oggi la filosofia vive. [...] Tutti possono vedere che la filosofia, su scala mondiale, declina nel sapere scientifico. ([[Emanuele Severino]]) *La grande filosofia degli inizi non appare sul fondamento del tragico, ma è la grande tragedia attica ad apparire sul fondamento dello spazio aperto dalla testimonianza del senso ontologico del divenire. ([[Emanuele Severino]]) *La [[superstizione]] mette il mondo intero in fiamme, la filosofia le spegne. ([[Voltaire]]) *La vera filosofia è quella che dà risultati tangibili. (''[[Kulārṇava Tantra]]'') *L'uomo che ha gustato una volta i frutti della filosofia, che ha imparato a conoscere i suoi sistemi, e che allora, immancabilmente, li ha ammirati come i beni più alti della cultura, non può più rinunciare alla filosofia e al filosofare. ([[Edmund Husserl]]) *La lingua della filosofia parla soltanto agli animi elevati, la voce delle [[Legge|leggi]] deve intuonar benanche l'orecchio della feccia del popolo. Quindi i filosofi colla bilancia dell'orafo, i legislatori con quella del mugnajo, come i [[Toscana|Toscani]] dicono, pesano le azioni degli uomini. ([[Francesco Mario Pagano]]) *La maggior parte delle filosofie moderne non sono filosofia ma dubbio filosofico; dubbio, cioè, se possa esistere una qualunque filosofia. ([[Gilbert Keith Chesterton]]) *La [[povertà]] è sempre stata di casa con la filosofia: è onesta, moderata, padrona di poco, desiderosa di approvazione, è un bene sicuro rispetto alle [[Ricchezza|ricchezze]]; non si preoccupa mai delle apparenze, è di modi semplici, benevola quando dà consigli, non istiga mai alcuno alla superbia, non riduce mai alcuno al male per la sua sfrenatezza, mai rende bestiali con la sua tirrannia, non vuole, né può, tutti i piaceri del ventre e del sesso. ([[Apuleio]]) *La soggettività è la forma e non il contenuto della filosofia. La filosofia non pone una questione sul significato di qualcosa, che sia un’opera d’arte, un concetto, un fenomeno o la storia. Il compito della filosofia è quello di permettere di entrare in contatto con qualcosa a cui fino a quel momento non si aveva accesso. Quello che la filosofia costruisce e modula è quindi la relazione, inventando un processo di soggettivizzazione che non esisteva in precedenza. Per questo motivo la filosofia è come l’arte, una questione di finzione. ([[Paul B. Preciado]]) *La verità di una filosofia va commisurata alla verità dell'uomo, e questa è verità di un esperienza. ([[Ferdinand Alquié]]) *La via d'uscita per la filosofia è in un tal quale "[[storicismo]]" e nella "critica della cultura". ([[Lucio Colletti]]) *La [[vita]] è simile ad una panegiria: come infatti alcuni partecipano a questa per lottare, altri per commerciare, altri ancora – e sono i migliori – per assistervi, così nella vita alcuni nascono schiavi della gloria e cacciatori di guadagno, altri filosofi avidi della verità. (attribuita a [[Pitagora]]) *le grandi religioni possono manifestarsi con [[istituzione|istituzioni]] e [[simbolo|simboli]], le filosofie no. A livello di pensiero è certo che religioni e filosofie hanno dei parallelismi. È indubbio che esistano filosofie che hanno interiorizzazioni molto simili a quelle religiose. Se però andiamo nell'ambito delle simbologie, delle istituzioni, delle pratiche di culto, allora è chiaro che la filosofia sotto questo profilo è una cosa diversa. Ricordo, però, che il trattato-costituzione della [[Unione Europea|UE]] pone religioni e filosofie sullo stesso piano sotto il profilo giuridico. ([[Francesco Margiotta Broglio]]) *Le scienze particolari, p. e., la matematica, la fisica, non hanno né questo privilegio, né questa difficoltà. Da una parte esse presuppongono i proprii principii, e dall'altra non giustificano se stesse come scienze. Così la materia della geometria sono le pure dimensioni dello spazio, e non già la stessa geometria; la materia della fisiologia è la vita, e non già la scienza stessa della vita. Solo la filosofia ha per ultimo oggetto se stessa; e può dir di aver spiegato il reale, solo quando ha spiegato se stessa.<br />Perciò la filosofia non è una scienza fra le scienze, ma la Scienza; non è solo, come si dice, la prima scienza, la scienza fondamentale, ma la scienza, dirò così, finale. ([[Bertrando Spaventa]]) *Lei mi ricorda un altro di quei vecchi compari chiamato Bradley. Costui definiva la filosofia come l'arte di trovare una cattiva ragione a ciò che si crede d'istinto. Come se si credesse qualche cosa d'istinto! Si credono le cose perché si è stati condizionati a crederle. Il trovare delle cattive ragioni a ciò che si crede per effetto d'altre cattive ragioni, questa è la filosofia. La gente crede in Dio perché è stata condizionata a credere in Dio. ([[Aldous Huxley]]) *Mancava e manca tuttora, in Italia e fuori, un vero e completo sistema di Filosofia, degno del nome di scienza, perché manca il metodo razionale e scientifico di scoprire e dimostrare la Verità nelle scienze psicologiche e morali, che formano la più difficile ed importante parte della Filosofia. *Mi ha sempre più allettato la parte storica che non la speculativa. Sistemi se ne sono fabbricati Dio sa quanti da Platone ed Aristotile in poi, che hanno posto le fondamenta dei due metodi da' quali non si esce, l'induttivo ed il deduttivo; ed ogni secolo che si succede dà per migliore il suo sistema, ma poi siamo sempre daccapo a distruggere e rifabbricare. Resta però, ed è cosa veramente bella e degna, quest'eterno affaticarsi dell'intelletto umano intorno al vero ch'ei non raggiunge mai pienamente: questo nobile impulso che spinge in su la mente ed il cuore dell'uomo, e che forma la più nobile ed alta di tutte le storie. ([[Alessandro D'Ancona]]) *Non è lecito scrivere di filosofia senza una soda preparazione scientifica. ([[Bernardino Varisco]]) *Non presumo di aver trovato la filosofia migliore, ma so di intendere quella che è [[verità|vera]]. ([[Baruch Spinoza]]) *Occorre distruggere il pregiudizio molto diffuso che la filosofia sia un alcunché di molto difficile per il fatto che essa è l'attività intellettuale propria di una determinata categoria di scienziati specialisti o di filosofi professionali e sistematici. Occorre pertanto dimostrare preliminarmente che tutti gli uomini sono «filosofi», definendo i limiti e i caratteri di questa «filosofia spontanea», propria di «tutto il mondo», e cioè della filosofia che è contenuta: 1) nel linguaggio stesso, che è un insieme di nozioni e di concetti determinati e non già e solo di parole grammaticalmente vuote di contenuto; 2) nel senso comune e buon senso; 3) nella religione popolare e anche quindi in tutto il sistema di credenze, superstizioni, opinioni, modi di vedere e di operare che si affacciano in quello che generalmente si chiama «folclore». ([[Antonio Gramsci]]) *Platone è la filosofia e la filosofia è Platone. ([[Ralph Waldo Emerson]]) *''Povera e nuda vai, Filosofia''. ([[Petrarca]]) *Qualcuno si chiede per quale motivo si studi la filosofia, cioè una disciplina che in apparenza non ha alcuna utilità pratica. Ebbene la filosofia serve a ''non dare per scontato''. Nulla. La filosofia è uno strumento per capire quello che ci sta attorno – per capire quello che ci sta dentro probabilmente è più efficace la letteratura –, ma capiamo davvero quello che ci sta attorno se non diamo per scontate le verità che qualcun altro ha pensato di allestire per noi. Fare filosofia – cioè pensare – significa imparare a fare e a farsi domande. Significa non avere paura delle idee nuove. Significa non fermarsi alle apparenze. Significa essere capaci di dire di no a chi vorrebbe imporci il suo modo di pensare e di vedere il mondo. Cioè a chi vorrebbe pensare per noi. ([[Gianrico Carofiglio]]) *Quando si va al fondo delle cose, si trova più ragione di quanto non si credesse nella maggior parte delle scuole filosofiche. ([[Gottfried Wilhelm von Leibniz]]) *Quando uno ha approfondito un problema filosofico deve, in qualche modo, indietreggiare come un pittore davanti al quadro e guardare ciò che ha prodotto. ([[Sully Prudhomme]]) *Quando un uomo d'ingegno eccellente e di animo generoso si è della filosofia fatto famigliare, non si piega né per l'avversa né per la prospera fortuna, ma in sé stesso volgendosi, sempre vi trova natura da bastare a sé e da recare non mediocre utilità e benefizio agli altri. ([[Felice Daneo]]) *Quantunque la Filosofia sia la scorta degli umani intelletti, la luce della verità, la maestra della vita, la disciplina, e la regola de' costumi: nulladimeno è languido, e caliginoso il suo lume, se più viva luce nol ravviva; e dal diritto sentiero s'allontana sovente, se al lume di più sicura guida non si dirizza. ([[Giuseppe Averani]]) *Quella che è stata la funzione della filosofia fino ad oggi è stata ereditata dalle scienze. [...] La filosofia si dissolve in singole scienze: la psicologia, la logica, la politologia. ([[Martin Heidegger]]) *Questo libro può essere letto soltanto da persone illuminate; il volgo non è fatto per simili conoscenze: la filosofia non sarà mai il suo retaggio. Coloro che affermano che esistono verità che devono essere nascoste al popolo non devono allarmarsi, il popolo non legge: lavora sei giorni la settimana e il settimo va all'osteria. Insomma, le opere di filosofia sono fatte solo per i filosofi, e ogni uomo dabbene deve cercare di essere filosofo, senza piccarsi di esserlo. ([[Voltaire]]) *Ridersela della filosofia significa filosofare per davvero. ([[Blaise Pascal]]) *San Girolamo interrogato che cosa fosse un uomo aiutato dalla filosofia, disse: costui è un tale che fa volentieri quello che fanno gli altri per timore delle leggi. ([[Giovanni Stobeo]]) *Sarebbe il capolavoro della filosofia rendere evidenti i mezzi che la fortuna adopera per arrivare ai propri fini sull'uomo, e così trarne piani di condotta che indichino a questo sventurato individuo bipede come procedere nello spinoso cammino della vita. ([[Donatien Alphonse François de Sade]]) *Se leggiamo ancora le opere della filosofia antica e moderna, non è per il contenuto di verità, ma per l'emozione estetica che le loro teorie dischiudono ai nostri interrogativi sull'esistenza: tutta la storia della filosofia è storia fantastica, tutti i sistemi sono romanzi. ([[Mario Andrea Rigoni]]) *Se vuoi filosofare, nessuno può pensare al tuo posto. Se vuoi cominciare a pensare, decidi di pensare da te. ([[André Glucksmann]]) *Siccome [[Dio]] non può entrare nel divenire, perché non può dover conquistare ancora se stesso, la filosofia, fin dal suo primo apparire, non sarà che l'unione con l'[[Uno (filosofia)|Uno]] per mezzo del pensiero indagatore dell'uomo che nasce dall'esistenza. Essa è come il gettare un'ancora, ma ciascuno deve farlo per sé, anche il più potente degli uomini non può gettarla per un altro. ([[Karl Jaspers]]) *[[Socrate]] ci ricorda infatti che la filosofia non è uno sterile insieme di nozioni, ma un cammino personale e una ricerca continua, intrisa di ironia e autoironia, dubbi («Io non so e non credo neppure di sapere» dice nell'''Apologia'') più che di certezze, e fatta di domande e dialogo continuo, come dimostra il suo celebre metodo maieutico. ([[Armando Massarenti]]) *Tanto è ragionevole che si disprezzi o si trascuri la filosofia, quanto<ref>Nel testo "quando".</ref> è possibile una scienza senza principio e senza ragioni ultime; e {{sic|queglino}} stessi che della filosofia si mostrano odiatori, hanno necessità di ricorrervi, se vogliono e ben costruire la scienza di qualsiasi obbietto e darne l'ultima e soddisfacente spiegazione. Ma i filosofi dal canto loro hanno il dovere di tener stretto conto dei metodi, delle ricerche, dei risultati delle scienze naturali, e da questi pigliare le mosse per le loro ulteriori investigazioni. ([[Felice Ramorino]]) *Trarre da una scrittura sacra filosofia è trasformare una colata incandescente in una azzurrina fiamma di gas da cucina – per riscaldare le nostre anime timide a bagnomaria. ([[Guido Ceronetti]]) *— Tu sei proprio un filosofo, Sam, — disse il signor Pickwick.<br>— Credo, signore, che sia una malattia di famiglia, — rispose Weller. Mio padre ha la stessa infezione. Se la mia matrigna grida, lui fischia. Se s'arrabbia e gli rompe la pipa, lui se n'esce e va a comprarsene un'altra. Allora essa s'infuria, e si fa pigliare le convulsioni; lui continua a fumare tranquillamente finché essa non ritorna in sé. È filosofia questa, signore?<br>— A ogni modo, ne fa le veci, — rispose il signor Pickwick, ridendo, — e deve averti giovato nel corso della tua vita errabonda, Sam. ([[Charles Dickens]]) *Un problema appartiene alla filosofia solo se contiene qualcosa di inconcepibile. ([[Hajime Tanabe]]) *Una filosofia che si consuma nel pensiero, consuma se stessa, si annienta. La filosofia deve aprire le finestre della libertà, le porte della libertà, deve fondare la libertà. Una filosofia che non fonda la libertà è un letto di Procuste, una ghigliottina. ([[Cornelio Fabro]]) *Vi dev'essere nell'uomo un "terzo" al di là tanto dalla soggettività individuale, quanto del pensiero universalmente dimostrativo e logicamente obiettivo, e questo "terzo" dev'essere il terreno su cui germoglia la filosofia, anzi l'esistenza della filosofia esige, come suo presupposto, che vi sia un tal "terzo". ([[Georg Simmel]]) ===[[Aristotele]]=== *Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. *Gli uomini, sia nel nostro tempo che da principio, hanno cominciato a filosofare a causa della [[meraviglia]], poiché dapprincipio essi si meravigliavano delle stranezze che erano a portata di mano, e in un secondo momento, a poco a poco, procedendo in questo stesso modo, affrontarono maggiori difficoltà, quali le affezioni della luna e del sole e delle stelle e l'origine dell'universo. *Prima bisogna vivere, e dopo si può filosofare. ===[[Emil Cioran]]=== *Ci si accalca solo intorno ai venditori di illusioni, in filosofia come in ogni altra cosa. Intorno a chi non si abbassa a proporre si fa sempre il vuoto. *Credo che la filosofia non sia più possibile se non come frammento. Sotto forma di esplosione. Ormai non è più possibile mettersi a elaborare un capitolo dopo l'altro in forma di trattato. *I filosofi sono troppo orgogliosi per confessare la loro paura della morte, e troppo pretenziosi per riconoscere alla malattia una fecondità spirituale. C'è una serenità fasulla nelle loro riflessioni sulla morte; in realtà sono loro a tremare di più. Ma non dimentichiamo che la filosofia è l'arte di mascherare i propri sentimenti e i propri supplizi interiori al fine di ingannare il mondo sulle vere radici del filosofare. *Non cominciamo a vivere realmente se non una volta giunti in fondo alla filosofia, sulla sua rovina, quando abbiamo capito sia la sua terribile insignificanza sia l'inutilità del farvi ricorso, in quanto non è di alcun aiuto. ===[[Tommaso d'Aquino]]=== *La scienza filosofica riguarda l'ente in quanto ente, cioè considera l'ente dal punto di vista della ratio universale di ente, e non dal punto di vista della ratio specifica di qualche ente particolare. *Per conseguenza possiamo nella sacra scrittura adoperare la filosofia in tre modi. In primo luogo, a dimostrare i preamboli della fede, che sono necessari alla scienza della fede; tali sono le cose che si dimostrano intorno a Dio con la ragione naturale: che Dio esiste, che Dio è uno e altre verità di Dio e delle creature che in filosofia sono dimostrate e che la fede presuppone. In secondo luogo, la filosofia può essere adoperata a chiarire, mediante similitudini, cose che sono di pertinenza della fede; come Agostino nel de Trinitate si serve di numerose similitudini desunte da dottrine filosofiche per chiarire la Trinità. In terzo luogo, si può anche resistere alle obiezioni che si fanno alla fede sia mostrando che sono false, sia mostrando che non sono necessarie. ===[[Umberto Eco]]=== *Cos'è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia. *La filosofia è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è preparato abbastanza. *{{NDR|Sull'insegnamento della filosofia}} Ma è possibile parlare, non dico di Socrate, ma di Parmenide in termini contemporanei? Credo proprio di sì. Non è che per far le scienze umane basti leggere i romanzi gialli come fossero Parmenide: occorre anche leggere Parmenide come se fosse un romanzo giallo. ===[[Albert Einstein]]=== *Esiterei a dire che saranno la filosofia e la ragione a guidare le azioni umane in un futuro prevedibile; comunque rimarranno, come sempre un bellissimo santuario per gli eletti. *La filosofia è come una madre che ha dato alla luce tutte le altre scienze, dotandole di caratteristiche diverse. Quindi, sebbene nuda e povera non merita il nostro disprezzo; dobbiamo invece sperare che una parte del suo ideale donchisciottesco sopravviva nei figli, impedendo loro di cadere nel filisteismo... *Non è come se tutta la filosofia fosse scritta con il miele? A prima vista, sembra chiara, ma quando la si guarda di nuovo, è scomparsa e resta solo la pappa. ===[[Epicuro]]=== *Bisogna non fare finta di filosofare, ma filosofare sul serio; perché non abbiamo bisogno dell'apparenza di salute, ma di vera salute. *Dobbiamo allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra casa, usare di quant'altro è a nostra disposizione e non cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia. *Né il giovane indugi a filosofare né il vecchio di filosofare sia stanco. Non si è né troppo giovani né troppo vecchi per la salute dell'anima. Chi dice che non è ancora giunta l'età di filosofare o che l'età è già passata, è simile a chi dice che per la felicità non è ancora giunta o è già passata l'età. *Nel caso di altri tipi di attività, se ne coglie il frutto solo dopo di essere riusciti, dopo molta fatica, a diventare padroni della materia. Nel caso della filosofia però, la conoscenza ed il diletto vanno insieme; visto che il godimento non si raggiunge dopo gli studi, ma gli studi ed il godimento vanno avanti insieme. ===[[Epitteto]]=== *Ecco, dunque, il punto di partenza della filosofia: rendersi conto della condizione in cui si trova la parte direttrice della nostra anima, perché, qualora se ne sia esperimentata la debolezza, si eviti di usarla per grandi imprese. Adesso, invece, gente che non è in grado di ingozzare un boccone compra un trattato e vi si getta sopra per divorarlo. Di conseguenza vomita o fa indigestione: e poi coliche, reumi, febbri. [...] Certo, nel campo della teoria è più facile confutare chi non sa, ma nella vita, nessuno si presta alla confutazione e, in più, odiamo chi ci confuta. *Non si deve [...] prestar fede [...] alle opinioni dei più che dicono che ai soli uomini di condizione libera è lecito avere un'educazione; bensì si deve credere ai [[filosofo|filosofi]], secondo i quali solo quelli che hanno ricevuto un'educazione {{NDR|filosofica}} sono liberi. *Ogni capacità in mano a persone prive di formazione filosofica e deboli di carattere è dannosa perché le spinge a insuperbirsi e a gonfiarsi d'orgoglio proprio per causa sua. *Qual è il primo compito di chi si dà a filosofare? Gettare via la [[presunzione]], perché è impossibile che ci si metta a imparare ciò che si presume di sapere. *Vuoi tu darti a filosofare? Apparécchiati insino da ora a dovere essere schernito e deriso da molti [...]. E sappi che se tu durerai nel tenore di vita incominciato, quei medesimi che a principio si avranno preso giuoco di te, in progresso di tempi cangiati ti ammireranno; laddove se per li motteggi ti perderai d'animo, tu ne guadagnerai le beffe e le risa doppie. ===[[Umberto Galimberti]]=== *Così era nata la filosofia: la filosofia significava andare in piazza e insegnare alla gente come si fa il buon governo, come si conduce bene l'anima, come si rispetta la natura. La filosofia era nata per questo: insegnare agli uomini queste cose. Socrate faceva così, andava in piazza e parlava con la gente. Poi dopo si è arroccata, è diventata una cosa accademica, autoreferenziale, una dottrina. Un qualcosa che assomiglia molto adesso a una sorta di figlia della teologia. *E se "filo-sofia" non volesse dire "amore della saggezza" ma "saggezza dell'amore", così come "teologia" vuol dire discorso su Dio e non parola di Dio, o come "metrologia" vuol dire scienza delle misure e non misura della scienza? Perché per filosofia questa inversione nella successione delle parole? Perché in Occidente la filosofia si è strutturata come una logica che formalizza il reale, sottraendosi al mondo della vita, per rinchiudersi nelle università dove, tra iniziati si trasmette da maestro a discepolo un sapere che non ha nessun impatto sull'esistenza e sul modo di condurla? Sarà per questo che da Platone, che indica come condotta filosofica "l'esercizio di morte", ad Heidegger, che tanto insiste sull'essere-per-la-morte, i filosofi si sono innamorati più del saper morire che del saper vivere? *Io sto pensando una cosa: filosofia viene tradotta sempre con amore per la saggezza. Ma non è così, è il contrario: non è amore per la saggezza, è saggezza dell'amore. E allora la figura dell'amore è innanzitutto intersoggettività, è scambio. Cioè la verità non deve emergere come un corpo dottrinale: questa è la sapienza, non è la filosofia. Deve nascere dal dialogo. Dal dialogo tra due persone. Dialogo con l'altro e soprattutto con quell'altro che è la [[donna]]. Perché come mai nella storia della filosofia non compare mai una donna: che cos'è questo essere messo fuori gioco? Forse che la donna navighi in regioni non eccessivamente logiche che mettono paura agli uomini? Queste sono domande che io mi pongo. *La filosofia ama i dissidi, perché dai dissidi si produce, si genera, si alimenta, crea variazioni tematiche, giochi euristici, assolute novità. *Mi era venuto il dubbio che la filosofia fosse una grande difesa contro la [[pazzia]]. [...] E ancora di questo sono convinto oggi, perché sono convinto che i nevrotici studiano psicologia e gli psicotici filosofia. Perché se noi consideriamo, chi si iscrive a filosofia? Si iscrive a filosofia una persona che vuole risolvere dei problemi, senza andare da qualcuno. [...] Sotto ogni filosofo sottintendo un folle che vuole giocare un po' con la sua follia, e al tempo stesso non vuole diventar folle e quindi si arma per tenere a bada attraverso una serie di buoni ragionamenti, che qui si imparano... a tenere a bada la follia. *[[Socrate]] diceva non so niente, proprio perché se non so niente problematizzo tutto. La filosofia nasce dalla problematizzazione dell'ovvio: non accettiamo quello che c'è, perché se accettiamo quello che c'è, ce lo ricorda ancora [[Platone]], diventeremo gregge, pecore. Ecco: non accettiamo quello che c'è. La filosofia nasce come istanza critica, non accettazione dell'ovvio, non rassegnazione a quello che oggi va di moda chiamare sano realismo. Mi rendo conto che realisticamente uno che si iscrive a filosofia compie un gesto folle, però forse se non ci sono questi folli il mondo resta così com'è... così m'è. Allora la filosofia svolge un ruolo decisamente importante, non perché sia competente di qualcosa, ma semplicemente perché non accetta qualcosa, e questa non accettazione di ciò che c'è non la esprime attraverso revolverate o rivoluzioni, l'esprime attraverso un tentativo di trovare le contraddizioni del presente e dell'esistente, e argomentare possibilità di soluzioni: in pratica, pensare. E il giorno in cui noi abdichiamo al pensiero abbiamo abdicato a tutto. ===[[Giovanni Gentile]]=== *{{NDR|La filosofia}} non può essere se stessa senza scaldarsi agli entusiasmi della vita intima della verità e senza assoggettarsi umilmente alla divina legge di essa, sanzionata liberamente dalla ragione. *[[Pensiero|Pensare]], dunque, è sempre filosofare. *Quello che diciamo praticamente [[morale]], non è altro da quello che teoricamente diciamo filosofia. La distinzione deriva, a nostro modo di vedere, dal concepire astrattamente il bene, che è oggetto della morale, e la verità, che è oggetto della filosofia. ===[[Nicolás Gómez Dávila]]=== *Il lessico filosofico si divide in parole per pensare e parole per credere di pensare. *In filosofia il nuovo non è un albero nuovo, ma un nuovo germoglio primaverile. *L'atto filosofico per eccellenza è scoprire un problema in ogni [[soluzione]]. *La filosofia è l'arte di stabilire un equilibrio tra impulsi divergenti. Il filosofo è chi non teme di nutrirsi di evidenze contrarie. La filosofia è la polifonia di una sola voce. *La maggior parte delle filosofie sono ostacoli che è possibile aggirare con una deviazione di percorso, ma alcune, poche, sono catene montuose che si è costretti ad attraversare. *Le letture filosofiche sono conversazioni con intelligenze squisite, al calore delle quali le nostre idee germogliano. Sotto il sole di Platone, di Descartes, di Kant nascono ugualmente, a seconda del seme, rose o rape. *Una filosofia ne supera un'altra solo quando definisce con maggior precisione lo stesso mistero insolubile. ===[[Martin Heidegger]]=== *La filosofia è alla fine. *La filosofia è ontologia universale e fenomenologica. *Quella che è stata la funzione della filosofia fino ad oggi è stata ereditata dalle scienze. [...] La filosofia si dissolve in singole scienze: la [[psicologia]], la [[logica]], la [[politologia]]. ===[[David Hume]]=== *Il solo mezzo per cui possiamo sperare di ottenere un successo nelle nostre ricerche filosofiche è quello di abbandonare il tedioso ed estenuante metodo seguito fino ad oggi; invece d'impadronirci, di tanto in tanto, d'un castello o d'un villaggio alla frontiera, marciamo direttamente sulla capitale, ossia al centro di queste scienze, alla natura umana: padroni di esso, potremo sperare di ottenere ovunque una facile vittoria. *Quale particolare privilegio ha questa piccola agitazione del cervello che chiamiamo [[pensiero]], perché la si debba prendere a modello dell'intero universo? Indubbiamente la parzialità a nostro favore ce lo presenta realmente a ogni occasione, ma la sana filosofia deve attentamente guardarsi da un'illusione tanto naturale. *Qualsiasi questione di filosofia, che sia così ''oscura'' e ''incerta'' da non permettere alla ragione umana di giungere ad alcuna posizione definitiva, se proprio se ne deve trattare, sembra che ci porti in modo naturale allo stile del dialogo e della conversazione. ===[[Friedrich Nietzsche]]=== *L'ozio è il padre di ogni filosofia. Quindi la filosofia è un vizio? *Non ho mai sentito dire che le flatulenze determinino situazioni filosofiche. *Novellini della filosofia. – Non appena si è assimilata la saggezza di un filosofo, si va per le strade con la sensazione di essere diversi, di essere diventati dei grandi uomini; giacché ci si imbatte solo in gente che ignora quella saggezza, e dunque si ha da pronunciare su tutto un giudizio nuovo e mai sentito: per il fatto di saper riconoscere un codice, oggi si pensa di potersi anche atteggiare a giudice. ===[[Novalis]]=== *A rigore la filosofia è nostalgia, il desiderio di trovarsi dappertutto come a casa propria. *Il risultato del modo di pensare moderno venne chiamato filosofia e le venne attribuito tutto quello che si opponeva all'antico e quindi, soprattutto, ogni idea contro la religione. *La [[poesia]] è il reale, il reale veramente assoluto. Questo è il nocciolo della mia filosofia. Quanto più poetico, tanto più vero. *La [[poesia]] è l'eroina della filosofia. La filosofia eleva la poesia a principio. Essa ci insegna a conoscere il valore della poesia. La filosofia è la teoria della poesia. Essa ci mostra che cosa sia la poesia: che è uno e tutto. ===[[Platone]]=== [[Immagine:Raffael 058.jpg|thumb|''La scuola di Atene'', affresco di [[Raffaello Sanzio]], 1511]] *Entrai nella scuola di Dionisio e vidi che c'erano lì i giovani più in vista per la loro bellezza e la nobiltà di stirpe, insieme ai loro amanti. Dunque due tra i giovinetti stavano litigando, ma non riuscivo a capire esattamente per cosa. Tuttavia mi sembrò che stessero litigando per Anassagora o Enopide; mi sembrò anche che tracciassero dei cerchi ed essi imitavano con le mani delle inclinazioni, stando piegati con impegno e fervore. E io – poiché sedevo vicino all'amante di uno di essi – dopo averlo toccato con il gomito chiesi in cosa mai i due fanciulli fossero così seriamente impegnati e dissi: "Che problema importante e bello è quello a cui dedicano così tanta attenzione?". Ed egli rispose: "Altro che grande e bello! Costoro stanno solo facendo chiacchiere di astronomia e ciance di filosofia". E io, stupito per la sua risposta, dissi: "Giovanotto, la filosofia ti pare cosa brutta? Perché ne parli in modo così ostile?". E un altro seduto vicino a lui, un suo rivale in amore, udita la mia domanda e la sua risposta, disse: "Non è da te, Socrate, comportarti così e chiedere proprio a lui se ritiene cosa brutta la filosofia." *Interrogarsi è compito del filosofo, perché non vi è altro modo per dare inizio alla filosofia. *La filosofia è la musica più grande. *La filosofia è un'amabile cosa, purché uno vi si dedichi, con misura, in giovane età; ma se uno vi passi più tempo del dovuto, allora essa diventa rovina degli uomini. *Quando vedo un uomo già avanti negli anni che ancora coltivi la filosofia e non sappia separarsene, mi sembra, o Socrate, che costui abbia bisogno di essere preso a botte. ===[[Bertrand Russell]]=== *La filosofia [...] è qualcosa di mezzo tra la [[teologia]] e la [[scienza]]. Come la teologia, consiste in speculazioni riguardo alle quali non è stata finora possibile una conoscenza definita; come la scienza, si appella alla ragione umana piuttosto che alla autorità [...]. Ma tra la teologia e la scienza esiste una Terra di Nessuno, esposta agli attacchi di entrambe le parti; questa Terra di Nessuno è la filosofia. *Non è bene né dimenticare le domande che la filosofia pone né persuaderci di aver trovato incontrovertibili risposte. Insegnare a vivere senza la certezza e tuttavia senza essere paralizzati dall'esitazione è forse la funzione principale cui la filosofia può ancora assolvere, nel nostro tempo, per chi la studia. *Superficialmente, direi che la scienza è quel che sappiamo e la filosofia è quel che non sappiamo. È una definizione semplice e per questa ragione le domande si trasferiscono dalla filosofia alla scienza, man mano che il sapere progredisce. ===[[Arthur Schopenhauer]]=== *Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare nel proprio cuore alcuna domanda. *Io so bene che mi sentirò ripetere che la mia filosofia è disperata; ma solo perché io parlo secondo verità, e gli uomini vogliono sentire invece le lodi di Dio che ha ordinato il tutto secondo il meglio. Ma allora andate in chiesa e lasciate i filosofi in pace. *L'uomo sposato porta sulle spalle tutto il peso della vita, quello non sposato solo la metà: chi si dedica alle muse deve far parte dell'ultima classe. Perciò si troverà che quasi tutti i veri filosofi sono rimasti scapoli, come [[René Descartes|Descartes]], [[Gottfried Leibniz|Leibniz]], [[Nicolas de Malebranche|Malebrance]], [[Spinoza]], e [[Kant]]. *La filosofia è l'Ercole che solo può combattere sulla terra le mostruosità morali ed intellettuali. *La vera filosofia deve in ogni caso essere [[idealismo|idealista]]: anzi deve esserlo, se vuole semplicemente essere onesta. Perché niente è piú certo, che nessuno può mai uscire da se stesso, per identificarsi immediatamente con le cose distinte da lui: bensí tutto ciò che egli conosce con sicurezza, cioè immediatamente, si trova dentro la sua coscienza. [...] Il [[realismo]], che trova credito presso l'intelletto incolto, perché si dà l'aria di essere aderente ai fatti, prende addirittura come punto di partenza un'ipotesi arbitraria ed è perciò un edificio di vento campato in aria, perché sorvola o rinnega il primissimo fatto: che, cioè, tutto ciò che noi conosciamo si trova nella [[coscienza]]. ===[[Giambattista Vico]]=== *La filosofia considera l'uomo quale dev'essere, e sì non può fruttare ch'a pochissimi, che vogliono vivere nella repubblica di Platone, non rovesciarsi nella feccia di Romolo. *La filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la filologia osserva l'autorità dell'umano arbitrio, onde viene la coscienza del certo. *La filosofia, per giovar al gener umano, dee sollevar e reggere l'uomo caduto e debole, non convellergli la natura né abbandonarlo nella sua corrozione. ===[[Ludwig Wittgenstein]]=== *Anche se il risultato della filosofia è semplice, non può esserlo il metodo per arrivarci. La complessità della filosofia non è quella della sua materia, ma del nostro intelletto annodato. *In filosofia si deve scendere nell'antico caos e ivi sentirsi a proprio agio. *La filosofia non è una delle scienze naturali. (La parola «filosofia» deve significare qualcosa che sta sopra o sotto, non già presso, le scienze naturali.) *La filosofia non è una dottrina, ma un'attività. *Nella corsa della filosofia vince chi sa correre più lentamente. Oppure: chi raggiunge il traguardo per ultimo. *Non c'è un metodo della filosofia, ma ci sono metodi; per così dire, differenti terapie. *Tutta la filosofia è «critica del linguaggio». *Tutto ciò che la filosofia può fare è distruggere idoli. E questo significa non crearne di nuovi. ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Filosofo]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Discipline]] [[Categoria:Filosofia| ]] 81x4ig0fzqitkuu62hza0mtio2zy7b6 Fëdor Dostoevskij 0 1960 1221169 1221152 2022-08-06T14:05:43Z Spinoziano 2297 cfr. [[Wikiquote:Trascrizione#Varianti]] wikitext text/x-wiki [[File:Dostoevsky 1872.jpg|thumb|''Ritratto di Fëdor Dostoevskij'' (Vasilij Perov, 1872)]] '''Fëdor Michajlovič Dostoevskij''' (1821 – 1881), scrittore e filosofo russo. ==Citazioni di Fëdor Dostoevskij== *Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il [[senso della vita|senso]].<ref>Citato in [[Ermes Ronchi]], ''Sciogliere le vele. Commento ai vangeli festivi. Anno A'', Edizioni San Paolo, 2004, p. 53.</ref> *{{NDR|Da una lettera al fratello Michail}} Che m'importa la [[gloria]], quando io scrivo per il pane?<ref name=Dostoevskij2/> *Col chiudere un altro in manicomio, non proverai la tua saviezza.<ref>Da ''Bobòk'', in ''Racconti e romanzi brevi'', vol. III, p. 595.</ref> *{{NDR|Su [[Raffaello Sanzio|Raffaello]]}} Dalle sue mani sono uscite cose divine.<ref name=Dostoevskij2/> *Di recente è tornato da Parigi il poeta [[Ivan Sergeevič Turgenev|Turghèniev]] [...] e sin dal primo giorno mi ha manifestato una tale amicizia, che Bielinskij, per giustificarla, dice che colui è innamorato di me. [...] Egli è un poeta, un grande ingegno, un aristocratico, un uomo bello fisicamente, ricco, intelligente, colto, ha venticinque anni; veramente non saprei che cosa la natura gli abbia negato.<ref name=Dostoevskij2/> *È chiaro ed evidente che il male si insinua nell'uomo più profondamente di quanto suppongano i medici-socialisti. In nessun ordine sociale si sfuggirà al male e l'anima umana non muterà: l'aberrazione e il peccato scaturiscono da lei stessa.<ref name=diari>Dai ''Diari''.</ref><ref name="diz">Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> *{{NDR|Su [[Anna Karenina]]}} È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.<ref>Citato in AA.VV., ''I giganti – Lev Tolstoj'', Periodici Mondadori, 1970, pp. 127-128.</ref> *[[Firenze]] è bella, ma molto umida. Ma le rose fioriscono ancora nel giardino di Boboli all'aria aperta. E quali tesori nelle gallerie! Dio mio, guardai la Madonna della Seggiola nel '63; la guardai una settimana e soltanto ora l'ho vista. Ma oltre ad essa quanto ancora di divino.<ref>Da una lettera ad [[Apollon Majkov]] del dicembre 1968, in ''Epistolario'', vol II, Napoli, ESI, 1951, p. 169, citato in [[Renato Risaliti]], ''Viaggiatori russi e dell'Est europeo''; in Emanuele Kanceff, Attilio Brilli, Giorgio Cusatelli, Renato Risaliti, Silvia Meloni Trkulja, Mara Miniati e Maurizio Bossi, ''Firenze dei grandi viaggiatori'', a cura di Franco Paloscia, Edizioni Abete, Roma, 1993, pp. 129 130. ISBN 88-7047-053-9</ref> *{{NDR|Da una lettera al fratello Andreij}} Ho sempre pensato che non v'è nessuna felicità maggiore di quella della [[famiglia]].<ref name=Dostoevskij2/> *I [[sogno|sogni]], sappiamo, sono davvero strani: qualcosa magari ci appare straordinariamente chiara, minuziosa come la cesellatura di un orafo, su altre cose invece si passa sopra senza notarle neppure come ad esempio lo spazio ed il tempo. Credo che i sogni nascano non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa, ma dal cuore, anche se la mia ragione in sogno si è esibita qualche volta in ingegnosi voli non da poco. Certo è che in sogno accadono cose del tutto incomprensibili. Mio fratello, ad esempio, è morto cinque anni fa, qualche volta lo sogno: egli prende parte alle cose della mia vita, siamo molto interessati l'uno all'altro, ma intanto, durante tutto lo svolgimento del sogno, io sono pienamente cosciente che mio fratello è morto e sepolto. […] E va bene, ammettiamolo pure, è un sogno, ma questa vita che viene tanto esaltata, io volevo finirla suicidandomi, invece il mio sogno, oh! Esso mi ha indicato una vita nuova.<ref>Dal racconto ''Il sogno di un uomo ridicolo''.</ref> *Il [[poeta]], quando è rapito dall'ispirazione, intuisce [[Dio]].<ref name=Dostoevskij2/> *Il tuo amore è sceso su di me come un dono divino, inatteso, improvviso, dopo tanta stanchezza e disperazione.<ref>Da una lettera a [[Apollinarija Suslova]]; citato in ''Corriere della Sera'', 22 agosto 2003.</ref> *Io non ho mai smesso di considerarmi più intelligente di tutti e, qualche volta, credetemi, me ne sono sentito un po' imbarazzato. Almeno, guardavo sempre in tralice, non ho mai potuto guardare la gente dritto negli occhi.<ref>Da ''Memorie del Sottosuolo'', traduzione di Milli Martinelli, Rizzoli, 1995.</ref> *L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la [[bellezza]] non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui.<ref>Citato in [[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]], ''[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/november/documents/hf_ben-xvi_spe_20091121_artisti_it.html Incontro con gli Artisti nella Cappella Sistina]'', 21 novembre 2009.</ref> *{{NDR|In relazione alla modestia dello stato unitario italiano rispetto alla sua storia}} L'unico grande diplomatico del secolo XIX è stato [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]] e anche lui non ha pensato a tutto.<ref>Citato in [[Francesco Cossiga]], Pasquale Chessa, ''Italiani sono sempre gli altri: controstoria d'Italia da Cavour a Berlusconi'', Mondadori, 2007.</ref> *La bellezza salverà il mondo.<ref>Da ''Discorso su Puškin''.</ref><ref name=diz/> *La fede e le dimostrazioni matematiche sono due cose inconciliabili.<ref name=diari/><ref name=diz/> *La [[malattia]] e l'umore morboso stanno alla radice della nostra stessa società, e intanto chi osa notarlo e indicarlo ha subito contro di sé lo sdegno generale.<ref>Dalla lettera a E. A. Štakenštejner, 15 giugno 1879; citato in Fëdor Dostoevskij, ''I fratelli Karamàzov'', introduzione di Igor Sibaldi, Mondadori, 1994.</ref> *La tragedia e la satira sono sorelle e vanno di pari passo; tutte e due prese insieme si chiamano verità.<ref name=diz/> *Le parole "contadino" e "Rus' ortodossa" sono le nostre radici fondamentali. Un russo che rinneghi lo spirito del popolo (e ce ne sono tanti) è immancabilmente un ateo o un indifferente. [...] La questione principale ora è questa: come obbligare la nostra intellighenzia ad ammettere ciò? Provata a dirlo, a quelli: e subito o vi sbraneranno, o vi considereranno un traditore. Ma traditore di chi? Di loro medesimi, ovverosia di un qualche cosa di campato in aria.<ref>Dalla lettera a A. F. Blagongarov, 19 dicembre 1880; citato in Fëdor Dostoevskij, ''I fratelli Karamàzov'', introduzione di Igor Sibaldi, Mondadori, 1994.</ref> *{{NDR|Riferito ad [[Apollinarija Suslova]]}} Mio tesoro, non è a una dozzinale felicità obbligatoria che ti invito. Ho stima di te (e ne ho sempre avuta) per il tuo spirito esigente, ma so che il tuo cuore non può non esigere la vita, e tu consideri gli uomini o infinitamente fulgidi o subito disonesti e triviali. Giudico in base ai fatti. A te le conclusioni.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 1° agosto 2001.</ref> *Noi siamo tutti fino all'ultimo altrettanti Fëdor Pávlovič.<ref>Dal quaderno di appunti per i ''Karamàzov'', 1880; citato in Fëdor Dostoevskij, ''I fratelli Karamàzov'', introduzione di Igor Sibaldi, Mondadori, 1994.</ref> *Non c'è nulla di più bello, di più profondo, di più ragionevole, di più coraggioso e di più perfetto di Cristo, e non solo non c'è, ma non può esserci. A tal punto che si mi si dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità ed effettivamente risultasse che la verità è fuori da Cristo, io preferirei restare con Cristo anziché con la verità<ref> La maturità impossible: saggio critico su Cesare Pavese di Ruggero Puletti,Rebellato, 1961 – pag.35</ref><ref> Lettera a Natalija Dmitrievna Fonvizina (1854)</ref> *[[Blaise Pascal|Pascal]] ha detto una volta: filosofo è colui il quale si ribella alla filosofia. Che meschina filosofia!<ref name=Dostoevskij2>Da ''Lettere'', traduzione di Olga Resnevic, Carabba Editore, 2011.</ref> *Quali terribili sofferenze mi è costata – e mi costa tuttora – questa sete di [[credere]], che tanto più fortemente si fa sentire nella mia anima quanto più forti mi appaiono gli argomenti ad essa contrari! Cionostante Iddio mi manda talora degl'istanti in cui mi sento perfettamente sereno; in quegl'istanti io scopro di amare e di essere amato dagli altri, e appunto in quegl'istanti io ho concepito un simbolo della fede, un Credo, in cui tutto per me è chiaro e santo. Questo Credo è molto semplice, e suona così: credete che non c'è nulla di più bello, di più profondo, più simpatico, più ragionevole, più virile e più perfetto di [[Cristo]]; anzi non soltanto non c'è, ma addirittura, con geloso amore, mi dico che non ci può essere. Non solo, ma arrivo a dire che se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse ''effettivamente'' vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità.<ref>Dalla lettera a N.D.Fonvizina, 1854, in ''Lettere sulla creatività'', traduzione di Gianlorenzo Pacini, Feltrinelli, 1994, p. 51.</ref> *[[Fëdor Ivanovič Tjutčev|Tiutcev]] è assai notevole [...] molte delle sue poesie sono eccellenti.<ref name=Dostoevskij2/> *Tutte le cose e tutto nel mondo è incompiuto, per l'uomo, e nel frattempo il significato di tutte le cose del mondo è racchiuso nell'uomo stesso.<ref>Dal quaderno di appunti per il secondo libro dei ''Karamàzov''; citato in Fëdor Dostoevskij, ''I fratelli Karamàzov'', introduzione di Igor Sibaldi, Mondadori, 1994.</ref> *Vita e menzogna sono sinonimi.<ref>Da ''Bobòk'', in ''Racconti e romanzi brevi'', vol. III, p. 609.</ref> *Vivere senza [[Dio]] è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo.<ref>Citato in Francesco Agnoli, ''Perché non possiamo essere atei: Il fallimento dell'ideologia che ha rifiutato Dio'', Piemme, 2009.</ref> ==''Delitto e castigo''== ===[[Incipit]]=== ====Serena Prina==== All'inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K.<br /> Sulle scale riuscì a evitare l'incontro con la padrona di casa. Il suo stanzino era situato proprio sotto il tetto di un'alta casa a cinque piani, e ricordava più un armadio che un alloggio vero e proprio. La padrona dell'appartamento, invece, dalla quale egli aveva preso in affitto quello stambugio, vitto e servizi compresi, viveva al piano inferiore, in un appartamento separato, e ogni volta che egli scendeva in strada gli toccava immancabilmente di passare accanto alla cucina della padrona, che quasi sempre teneva la porta spalancata sulle scale. E ogni volta, passandole accanto, il giovane provava una sensazione dolorosa e vile, della quale si vergognava e che lo portava a storcere il viso in una smorfia. Doveva dei soldi alla padrona, e temeva d'incontrarla. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo'', traduzione di Serena Prina, Mondadori, 1994.}} ====Costantino Di Paola==== C'era un caldo insopportabile in quei primi giorni di luglio. Era quasi sera quando un giovane uscì dalla misera stanza che aveva preso in affitto in vicolo S. e, sceso in strada, s'incamminò lentamente, come fosse indeciso, in direzione del ponte K.<br /> Per sua fortuna, sulla strada non aveva incontrato la padrona di casa. La stanza del giovane si trovava nel sottotetto di un caseggiato di cinque piani e assomigliava più a un armadio che a una stanza. La donna che gliel'aveva affittata, compresi il vitto e il servizio, abitava da sola nell'appartamento un piano più in basso, per cui il giovane, quando usciva di casa, doveva inevitabilmente passare davanti alla cucina la cui porta era quasi sempre spalancata. E ogni volta che passava davanti a quella porta avvertiva una sensazione di malessere e di profondo fastidio di cui provava vergogna e che gli contraeva il volto in una smorfia. Dovendole dei soldi faceva di tutto per non incontrarla. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo'', traduzione di Costantino Di Paola, Marsilio Editore, 1999}} ====Damiano Rebecchini==== Ai primi di luglio, dopo giornate caldissime, verso sera, un giovane uscì dal buco che aveva in subaffitto nel vicolo S. e a passi lenti, come se fosse indeciso, si diresse verso il ponte K.<br /> Era riuscito a non incontrare la padrona di casa sulle scale. Il suo buco, più simile a un armadio che a un alloggio, si trovava nel sottotetto di un alto edificio a cinque piani. La donna che glielo aveva affittato, con pasto e servizio inclusi, alloggiava in un appartamento al piano di sotto e ogni volta che egli usciva doveva passare inevitabilmente davanti alla sua cucina, che aveva la porta quasi sempre spalancata sulle scale. E ogni volta che passava davanti a quella porta avvertiva una sensazione di fastidio, quasi di vigliaccheria, che gli faceva provare un senso di vergogna e lo faceva incupire. Le doveva molti arretrati e temeva di incontrarla. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo'', traduzione di Damiano Rebecchini, Feltrinelli Editore, 2013}} ===Citazioni=== *Era rimasto un tipo un poco brillo, un piccolo borghese, seduto davanti a una birra, e un suo compagno, grosso, enorme, con addosso una ''sibirka'' e con la barba canuta, molto sbronzo, che dormiva sulla panca e che di tanto in tanto, all'improvviso, come nel dormiveglia, cominciava a schioccare le dita, allargava le braccia, e sussultava con la parte superiore del tronco, senza sollevarsi dalla panca, e al tempo stesso [[Canzoni dai libri|cantilenava]] una qualche scempiaggine, sforzandosi di rammentarne le parole, del tipo:<br>''Un anno intero la moglie ho accarezzato,''<br>''un an-no intero la mo-glie ho accarez-zato...''<br>O all'improvviso, ridestatosi, riattaccava:<br>''Per la Pod'jàčeskaja andai,''<br>''quella di prima ritrovai...'' (I, I; 1994, p. 13) *A dispetto del recente e momentaneo desiderio di una qualsiasi forma di contatto con gli altri uomini, alla prima parola rivolta direttamente a lui all'improvviso avvertì il solito, spiacevole e irascibile, sentimento di repulsione nei confronti di qualsiasi individuo estraneo che lo sfiorasse o che anche solo tentasse di farlo. (I, II; 1994, p. 16) *La povertà non è un vizio, questa è una verità. So che anche l'ubriachezza non è virtù, e questo è ancor più vero. Ma la [[miseria]], egregio signore, la miseria è un vizio. In povertà riuscite ancora a conservare la nobiltà di sentimenti in voi innati, ma in miseria invece mai nessuno ci riesce. Quando si è in miseria gli altri non prendono nemmeno il bastone per scacciarvi, ma con la scopa vi spazzan via dalla compagine umana, perché l'offesa risulti ancor più oltraggiosa: e a ragione, in quanto nella miseria io per primo son pronto a oltraggiarmi. (funzionario; I, II; 1994, p. 17) *Ah, la brava Sonja! Però che pozzo si son saputi scavare! E ne approfittano! Come ne approfittano! E vi si sono abituati. Han pianto un poco, poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco ch'è l'uomo. (Raskòl'nikov; I, II; 1993, p. 34) *La cosa è chiara: per se stessa, per il proprio benessere, e anche per salvarsi dalla morte, non si venderebbe, ma per un altro ecco che si vende! Per una persona cara, per la persona che adora si venderebbe! Ecco in che consiste tutta la faccenda: per il fratello, per la madre si venderebbe! Tutto venderebbe! Oh, allora soffocheremo, all'occorrenza, anche il senso morale; e la libertà, la tranquillità, perfino la coscienza, tutto, tutto porteremo al mercato degli stracci. Sia pure rovinata la nostra vita! Purché quelle creature da noi tanto amate siano felici! Non basta: inventeremo una casistica nostra, andremo a scuola dai gesuiti, e per un po' di tempo, magari, tranquillizzeremo anche noi stessi, ci convinceremo che è necessario per un buon fine. (Raskòl'nikov; I, IV; 1993, p. 54) *Nello stato morboso i [[sogno e realtà|sogni]] spesso si distinguono per un'insolita espressività, chiarezza e per la straordinaria somiglianza con la [[sogno e realtà|realtà]]. A volte viene a comporsi un quadro mostruoso, ma in tal modo la situazione e l'intero processo di rappresentazione risultano a tal punto verosimili e con particolari così minuti, inattesi e al tempo stesso artisticamente rispondenti all'insieme del quadro, che lo stesso sognatore non avrebbe nemmeno potuto immaginarli da sveglio, nemmeno fosse stato un artista quale Puškin o Turgenev. Simili sogni, sogni morbosi, restano sempre impressi per molto tempo nella mente, e producono una forte impressione sull'organismo scosso e già eccitato. (I, V; 1994, p.65) *Noteremo una particolarità a proposito di tutte le ferme decisioni ch'egli già aveva prese in quella faccenda. Esse avevano una strana qualità: quanto piú diventavano definitive, tanto piú assurde, insensate si facevano immediatamente ai suoi occhi. Nonostante tutta la sua tormentosa lotta interiore, egli non aveva mai potuto, in tutto quel tempo, aver fede nemmeno per un istante nell'attuabilità dei suoi disegni. (I, VI; 1993, p. 86) *Dapprincipio, e d'altronde si trattava ormai di parecchio tempo addietro, l'aveva interessato una questione: perché quasi tutti i [[Delitto|delitti]] vengono a galla e si risolvono così facilmente, e perché quasi tutti i delinquenti lasciano delle tracce così manifeste? A poco a poco era giunto alle conclusioni più svariate e curiose, e, a parer suo, la causa principale in assoluto era racchiusa non tanto nell'impossibilità materiale d'occultare un delitto, quanto nel delinquente stesso: lo stesso delinquente, infatti, e praticamente qualsiasi delinquente, nel momento del delitto è soggetto a una sorta di decadimento della volontà e della ragione, alle quali viene a sostituirsi una fenomenale leggerezza infantile, e questo avviene precisamente nel momento in cui sarebbero maggiormente necessarie la ragione e la prudenza. Secondo questa sua convinzione, ne veniva fuori che una sorta di eclissi della ragione e di decadimento della volontà s'impossessano dell'essere umano come una malattia, si sviluppano con regolarità e raggiungono il momento culminante poco prima del compimento del delitto; perdurano nella stessa forma nel corso del delitto e ancora per il breve lasso di tempo successivo, a seconda degli individui; quindi passano, come passa una qualsiasi malattia. La questione quindi era: è la malattia che genera il delitto o è il delitto, per una sua natura particolare, che sempre s'accompagna a quella specie di malattia? (I, VI, 1994, p. 91) *Una cupa sensazione di tormentosa, sconfinata solitudine e di distacco da ogni cosa si fece d'un tratto chiara all'animo suo. Non la bassezza delle sue effusioni sentimentali davanti a Il'jà Petrovič, e nemmeno la bassezza del trionfo riportato su di lui dal tenente, gli aveva cosí cambiato il cuore. Oh, che gli importava ora della propria abiezione, di tutte quelle vanità, dei tenenti, delle tedesche, delle cambiali, degli uffici di polizia, eccetera, eccetera! Se in quel momento lo avessero condannato anche a esser bruciato, neppure in tal caso egli si sarebbe mosso, e forse non avrebbe nemmeno ascoltato con attenzione la condanna. Gli succedeva qualcosa di affatto sconosciuto, di nuovo, di subitaneo e d'inaudito. [...] E, cosa piú tormentosa di tutte, era quella piuttosto una sensazione che una consapevolezza, che un concetto; una sensazione immediata, la piú tormentosa di quante mai ne avesse fin allora provate nella sua vita. (II, I; 1993, p. 126) *Gli apparvero ora in una specie di voragine, appena visibile in basso, sotto ai suoi piedi, tutto quel passato e i pensieri di una volta, i problemi e gli argomenti e le impressioni di un tempo, e tutto quel panorama, e lui stesso, e tutto, tutto... Gli sembrava di volar via in alto, chissà dove, e che tutto dileguasse ai suoi piedi... Avendo fatto un movimento involontario con la mano, ebbe improvvisamente la sensazione del ventino che stringeva nel pugno. Disserrò la mano, guardò fisso la monetina, levò il braccio e la gettò nell'acqua; poi si volse e andò a casa. Gli parve di essersi in quel momento staccato, come con un colpo di forbici, da tutti e da tutto. (II, II; 1993, p. 140) *Io invece per te una sola! Fa' pur dello spirito! Zamëtov è ancora un ragazzetto, e io lo piglierò ancora per gli orecchi, perché bisogna tirarlo con noi, e non allontanarlo. Allontanando un uomo, non lo correggi, tanto meno, un ragazzo. Con un ragazzo bisogna essere doppiamente guardinghi. Ma voi, zucconi di progressisti, non ci capite nulla! Non rispettate le persone, offendete voi stessi... E se lo vuoi sapere, abbiamo anche per le mani una faccenda in comune... (Razumichin; II, IV; 1993, p. 162) *— Storie! [[Iniziativa]] non ce n'è — si attaccò Razumichin. — L'iniziativa si acquista faticosamente, e non vola giú gratis dal cielo. E noi son quasi duecento anni che siamo disavvezzi a qualsiasi attività pubblica... Idee, magari, ne fermentano, — disse rivolgendosi a Pëtr Petrovič, — e un desiderio di bene esiste, per quanto infantile; e perfino dell'onestà si può trovare, nonostante che qui di imbroglioni ne sia piovuta una quantità strabocchevole, ma iniziativa non ce n'è! L'iniziativa è salata. (II, V; 1993, p. 179) *Tutt'attorno si spandeva [[Canzoni dai libri|la voce stridula]] del cantante:<br>''Tu, sogno della mia mente,''<br>''non mi pestar così per niente!'' (II, VI; 1994, p. 198) *Dove mai ho letto che un condannato a morte, un'ora prima di morire, diceva o pensava che, se gli fosse toccato vivere in qualche luogo altissimo, su uno scoglio, e su uno spiazzo cosí stretto da poterci posare soltanto i due piedi, – avendo intorno a sé dei precipizi, l'oceano, la tenebra eterna, un'eterna solitudine e una eterna tempesta –, e rimanersene cosí, in un metro quadrato di spazio, tutta la vita, un migliaio d'anni, l'eternità –, anche allora avrebbe preferito vivere che morir subito? Pur di vivere, vivere, vivere! Vivere in qualunque modo, ma vivere!... Quale verità! Dio, che verità! È un [[viltà|vigliacco]] l'uomo!... Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco. (Raskòl'nikov; II, VI; 1993, p. 192) *Ti dichiaro che voi tutti, fino all'ultimo, siete dei parolaie dei fanfaroni! Appena vi viene un doloruccio, ve lo covate come fa la gallina coll'uovo! Perfino in questo plagiate gli autori stranieri. Non c'è in voi nemmeno un briciolo di vita indipendente! Siete fatti di spermaceti e invece di sangue avete del latte annacquato! Io non credo a nessuno di voi! Il vostro primo pensiero, in tutte le circostanze, è quello di rassomigliare il meno possibile ad un uomo. (Razumichin; II, VI; 1993, p. 202) *«Oh, eccome se sappiamo pregare! Da un pezzo ormai: e io che sono grande prego da sola, mentre Kolja e Lìdočka insieme alla mamma, a voce alta; prima recitano l'Ave Maria, e poi ancora un'altra [[Preghiere dai libri|preghiera]]: "Dio mio, perdona e benedici nostra sorella Sonja", e poi ancora: "Dio mio, perdona e benedici l'altro nostro papà", perché il nostro vecchio papà ormai è morto, e questo qui per noi è un altro papà, e noi preghiamo anche per quello.»<br>«Pòlen'ka, io mi chiamo Rodiòn; pregate qualche volta anche per me: "per il servo Rodiòn", e nient'altro.» (Pòlen'ka e Raskòl'nikov; II, VII; 1994, pp. 235-236) *Basta! — disse risoluto e solenne, — via i miraggi, via i terrori artificiali, via i fantasmi!... Esiste la vita! Forse che or ora non ho vissuto? La mia vita non è ancora morta insieme con quella vecchia decrepita! A lei il regno dei cieli e... basta, ''màtuška'', è tempo di riposare in pace! Ora viene il regno della ragione e della luce! e... della volontà, e della forza... e ora la vedremo! Ora ci misureremo! — aggiunse con spavalderia, come se si rivolgesse a una qualche forza oscura e la sfidasse. — Ho pure già accettato di vivere su un metro quadrato di spazio! (Raskòl'nikov; II, VII; 1993, p. 227) *La [[Bugia|menzogna]] è l'unico privilegio dell'uomo nei confronti di tutti gli altri organismi viventi. Se menti, raggiungerai la verità! Io sono un uomo proprio perché mento. (Razumichin; III, I; 1994, p. 250) *Mentire alla propria maniera è quasi meglio che dire una verità che appartiene ad altri; nel primo caso, tu sei una persona, ma nel secondo sei solo un pappagallo! (Razumichin; III, I; 1993, p. 250) *E il falansterio è pronto, ma in voi la natura non è ancora pronta per il falansterio, essa vuole la vita, non ha compiuto ancora il suo processo vitale, è troppo presto per il cimitero! Con la sola logica non si può scavalcare d'un salto la natura! La logica prevede tre casi, mentre ce n'è un milione! Tutto questo milione lo si lascia fuori e si riduce ogni cosa ad una questione di ''comfort''! È la piú facile soluzione del problema! È d'una chiarezza seducente, non occorre nemmeno pensare! Soprattutto: non occorre pensare! Tutto il mistero della vita trova posto in due fogli stampati! (Razumichin; III, V; 1993, p. 307) *No, quegli uomini non son fatti cosí; il vero ''dominatore'', al quale tutto è permesso, saccheggia Tolone, compie il macello di Parigi, ''dimentica'' un'armata in Egitto, ''spreca'' mezzo milione di uomini nella campagna di Mosca e se la cava con un gioco di parole a Vilna; e a lui, dopo morte, innalzano statue, e quindi ''tutto'' gli è permesso. No, uomini siffatti, si vede, non sono di carne, ma di bronzo! (Raskòl'nikov; III, VI; 1993, p. 327) *La vecchiarella è una bazzecola! – pensava con foga ed a scatti. – La vecchia sarà stata un errore, ma non è di lei che si tratta! La vecchia è stata soltanto una malattia... io volevo al piú presto scavalcare l'ostacolo... io non ho ucciso una persona, io, io ho ucciso un principio! Il principio, sí, l'ho ucciso, ma quanto a scavalcare, non ho scavalcato, son rimasto da questa parte... soltanto uccidere ho saputo. E anche quello non l'ho saputo fare, si vede... Un principio? Per che cosa quello stupidello di Razumichin poco fa criticava i socialisti? Sono gente laboriosa e trafficante; si occupano della "felicità generale"... no, a me la vita è data una volta sola e poi non l'avrò mai piú: io non voglio aspettare la "felicità universale". Voglio vivere anch'io, se no è meglio non vivere addirittura. [...] Oh, che ignobiltà! Oh, che viltà!... Oh, come io comprendo il "profeta", con la spada, a cavallo: Allah lo vuole, e obbedisci, "tremante" creatura! Ha ragione, ha ragione, il "profeta" quando pianta in mezzo alla strada una b-b-buona batteria e tira sugli innocenti e sui colpevoli, senza nemmeno degnarsi di una spiegazione! Obbedisci, tremante creatura, e... ''non aver desiderî'', perché non è affar tuo!... Oh, per nulla, per nulla al mondo perdonerò a quella vecchia! (Raskòl'nikov; III, VI; pp. 328-9) *Non voglio con questo dire che alle [[Donna|donne]] piaccia trovarsi in certe situazioni, nelle quali è molto, molto piacevole essere [[Umiliazione|umiliate]], nonostante l'apparente indignazione. Ci vanno a finir tutte in situazioni simili; l'uomo in genere arriva persino ad amare molto d'essere umiliato, l'avete notato? Ma per le donne la cosa è particolare... Si può dire che campino solo per questo! (Svidrigajlov; IV, I; 1993, pp. 347-8) *All'estero c'ero già stato anche prima, e m'aveva sempre nauseato. Non che ci fosse qualcosa di particolare, ma, ecco, guardi l'alba, il golfo di Napoli, il mare, e ti senti triste. La cosa più disgustosa è che diventi triste davvero! No, è molto meglio in [[patria]]: qui almeno puoi dar la colpa a tutti gli altri, e assolvere te stesso. (Svidrigajlov; IV, I; 1994, p. 351) *– Io non credo nella vita futura. <br> – E se laggiù non vi fossero che ragni, o qualcosa del genere? <br> – "È pazzo!", pensò. <br> – Noi ci rappresentiamo sempre l'eternità come un'idea che non possiamo comprendere, come una cosa immensa, immensa. Ma perché dovrebbe essere immensa? E se lassù non ci fosse altro che una stanzetta, simile ad una rustica stanza da bagno affumicata, e in tutti gli angoli ci fossero tanti ragni? Se l'eternità non fosse altro che questo? <br> – Possibile, possibile che non riusciate a figurarvi qualcosa di più consolante e giusto di questo?, esclamò Raskòl'nikov con un sentimento doloroso. (Raskòl'nikov e Svidrigajlov; IV, I; 1993, p. 356) *Non vuole confessare che il suo destino è di fare del bene! Oh, che caratteri meschini! Anche se amano, è come se odiassero. Oh, come... come li odio tutti! (Raskòl'nikov sulla sorella; IV, III) *Poi capirai. Forse che tu non hai fatto la stessa cosa? Anche tu sei passata oltre... hai potuto passar oltre. Tu hai portato le mani contro di te, hai rovinato la vita... ''tua'' (fa lo stesso!) Avresti potuto vivere con lo spirito e con la ragione, e finirai in piazza Sennaja... Ma tu non puoi reggere e, se rimarrai ''sola'', impazzirai, come me. Già adesso sei come pazza; dobbiamo quindi andare insieme, per la stessa strada! Andremo! (Raskòl'nikov a Sonja; IV, IV; 1993, p. 391) *[...] il [[potere]] si dà unicamente a colui il quale osa chinarsi a raccoglierlo. (Raskòl'nikov; V, IV; 1994, p. 516) *Se per tanti giorni mi son tormentato a pensare se Napoleone ci sarebbe andato o no, è che sentivo già chiaramente di non essere un Napoleone... Tutta, tutta la tortura di quelle lunghe ciance io sopportai, Sonja, e mi venne il desiderio di sbarazzarmene di colpo: io volli, Sonja, uccidere senza tante casistiche, uccidere per me, per me solo! Non volevo mentire a quel riguardo neppure a me stesso! Non per aiutare mia madre ho ucciso, sciocchezze! Non ho ucciso per farmi, acquistata ricchezza e potenza, il benefattore dell'umanità. Sciocchezze! Ho ucciso semplicemente; per me stesso ho ucciso, per me solo [...] Altro avevo bisogno di sapere, altro mi spingeva: avevo allora bisogno di sapere, e di sapere al piú presto, se io fossi un pidocchio, come tutti, o un uomo. Avrei potuto passar oltre o non avrei potuto? Avrei osato chinarmi e prendere, o no? Ero una creatura tremante o avevo il ''diritto''... [...] allora fu il diavolo a trascinarmi, ma poi mi spiegò che io non avevo il diritto di andar là, perché anch'io ero un pidocchio cosí come tutti! Si fece beffe di me, ed ecco che ora son venuto qui! Accogli il tuo ospite! Se non fossi un pidocchio, sarei venuto da te? Ascolta: quando andai dalla vecchia, vi andai soltanto per ''provare''... Sappilo dunque! (Raskòl'nikov; V, IV; 1993, p. 498) *...ma era già uno scettico, era giovane, un amante delle astrazioni, e, dunque, crudele... (su Raskòl'nikov; V, IV; 1993, p.) *-"Ma dopotutto ho ucciso solo un pidocchio, Sonja, inutile, ripugnante, nocivo." -"Ma come può una creatura umana essere un pidocchio!" *Vedi, allora continuavo a chiedermi: perché sono così stupido, perché se gli altri sono stupidi, ed io so per certo che lo sono, perché non cerco d’essere più intelligente? Poi scoprii, Sonja, che se si vuole aspettare che tutti divengano intelligenti, bisogna attendere troppo a lungo... Quindi venni anche a scoprire che una cosa del genere non sarebbe mai successa, che la gente non cambia e che nessuno la può cambiare in alcun modo, e che non val la pena di perderci energie! *Una certa angoscia speciale aveva cominciato a farglisi sentire negli ultimi tempi. Essa non aveva nulla di caustico, di bruciante; ma ne spirava un non so che di continuo, di eterno, il presentimento di anni di quella fredda e assiderante angoscia senza uscita, il presentimento di non so quale eternità da passare sopra «un metro quadrato di spazio». Di solito nelle ore serali questa sensazione cominciava a torturarlo con piú forza ancora. (V, V; 1993, p. 507) *Un uomo evoluto in senso moderno, vedete, preferirà il carcere, piuttosto che vivere con degli stranieri come sono i nostri contadini... (Porfirij: 1993) *Già, me ne infischio! Avete e perduto ogni fiducia, e credete che io vi lusinghi grossolanamente; ma quanto avete già vissuto? Quanto capite? Ha inventato una teoria e poi si vergogna che abbia fatto cattiva prova, che sia riuscita una cosa ben poco originale! È riuscita un'infamia, è vero, ma voi tuttavia non siete un infame che non lasci piú speranza. Siete tutt'altro che infame a tal punto! Tutt'altro che infame a tal punto! Per lo meno, non vi siete illuso a lungo, siete subito arrivato agli estremi limiti. Sapete come vi giudico io? Vi giudico uno di quelli a cui si potrebbero anche strappar le budella, e continuerebbero a stare in piedi e a guardare con un sorriso i loro torturatori, – purché trovassero una fede o un Dio. Ebbene, trovatelo e vivrete. Voi, anzitutto, già da molto tempo avete bisogno di cambiar aria. Eh, via, anche la sofferenza è una buona cosa. Soffrite. Mikolka forse ha ragione nel volere la sofferenza. Lo so, che vi manca la fede, ma non state a sottilizzare scaltramente; abbandonatevi alla vita senz'altro, senza ragionare; non abbiate timore: vi porterà direttamente sulla riva e vi rimetterà in piedi. Su quale riva? Che ne so io? Io credo soltanto che abbiate ancora molto da vivere. (Porfirij a Raskòl'nikov; VI, II; 1993, p. 546) *Ecco com'è fatta tutta questa gente! – si mise a rider forte Svidrigajlov, – anche se nell'intimo credesse al miracolo, non lo confesserebbe! Ma se dite voi stesso che «forse» è soltanto un caso! E come qui tutti siano vigliacchetti per ciò che riguarda la propria opinione, non ve lo potete immaginare, Rodiòn Romanyč! Non parlo di voi. Voi avete un'opinione propria ed essa non vi ha fatto paura. Con questo appunto avete attirato la mia curiosità. (VI, III; 1993, p. 554) *Raskòl'nikov: Ma dopotutto ho ucciso solo un pidocchio, Sonja, solo un inutile, ripugnante, nocivo pidocchio! <br> Sonja: Ma come può una creatura umana essere un pidocchio! (VI, IV; 1993, p. 514) *Ma com'è possibile, com'è possibile vivere senza gl'altri uomini! (Sonja; VI, IV; 1993, p. 519) *È però un furfante quel Raskòl'nikov. S'è caricato di un bel peso! Col tempo, quando gli usciranno di testa le ubbìe, potrà diventare un gran furfante, ma adesso ha ''troppa'' voglia di vivere! Riguardo a questo punto qui quella gente è vigliacca. (Svidrigajlov; VI, VI; 1993, p. 600) *Ah! È la forma che non va, la forma non è abbastanza estetica! Ebbene, io non capisco assolutamente: perché ammazzar la gente con le bombe, con un assedio in regola, sarebbe una maniera piú rispettabile? La paura dell'estetica è il primo indizio dell'impotenza!... (Raskòl'nikov; VI, VI; 1993, p. 616) *Non capisco per quali ragioni è origine di tanta gloria il fatto di aver sottoposto al bombardamento una città assediata e non quello d'aver dato la morte a qualcuno con dei colpi d'ascia... (Raskòl'nikov; VI, VI) *È una prova necessaria per me, dicono! A che scopo, a che scopo tutte queste prove insensate? A che scopo? forse che allora, distrutto dai patimenti, rimbambito, ridotto a una senile impotenza dopo vent'anni di lavori forzati, avrò una piú chiara consapevolezza di adesso? e allora perché vivere? Perché adesso acconsento a vivere a quel modo? Oh, lo sapevo di essere un vile, quando stamane, all'alba, guardavo giú nella Nevà! [...] Ma perché loro mi vogliono tanto bene, se io non lo merito! Oh, se fossi solo e nessuno mi amasse, se io stesso non avessi mai amato nessuno! ''Tutto questo non ci sarebbe''! Ma è curioso, chissà se in questi futuri quindici-venti anni la mia anima si ammansirà al punto che io mi riduca a piagnucolare, pieno di umiltà, davanti alla gente, dandomi ad ogni piè sospinto del malfattore? (Raskòl'nikov; VI, VI; 1993, p. 617) *Una trepidazione senza oggetto e senza scopo nel presente, e nel futuro un sacrificio incessante, col quale però nulla avrebbe ottenuto; ecco quel che gli rimaneva al mondo. E che importava che, di lí a otto anni, ne avrebbe avuti soltanto trentadue ed avrebbe potuto ricominciare la vita? Perché doveva vivere? Quale scopo proporsi? A che tendere? Vivere per esistere? Ma un migliaio di volte egli era stato pronto anche prima a dare la sua esistenza per un'idea, per una speranza, anche per un capriccio. La semplice esistenza era sempre stata poca cosa per lui, aveva sempre voluto di piú. Forse soltanto per la forza dei suoi desideri egli si era allora creduto un uomo a cui piú che ad altri fosse permesso. (Epilogo, II; 1993, p. 646) *Li aveva risuscitati l'amore, il cuore dell'uno racchiudeva infinite fonti di vita per l'altro.<br>Si prefissero di aspettare e di aver pazienza. Restavan loro ancora sette anni di attesa; e nel frattempo quanto intollerabile dolore e quanta felicità sconfinata! Ma egli era risuscitato, e lo sapeva, lo sentiva pienamente con tutto il suo essere rinnovato, e lei, lei non viveva che della vita di lui! (Epilogo, II; 1993, p. 653) *A volte l'uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza. *"Povera Lizavèta! Perché mi è venuta tra i piedi? [...] strano, però, che io non pensi a lei se non di rado – come se non l'avessi uccisa!" (Raskol'nikov; trad. Polledro, 1947, p. 282) *È una cosa lunga, Avdot'ja Romànovna. Si tratta... come posso spiegarvelo?... Si tratta di una specie di teoria, secondo la quale io ritengo, per esempio, che un delitto sia lecito, se lo scopo essenziale è buono. Una sola cattiveria e cento buone azioni! Naturalmente, per un giovane con molti meriti e con un amor proprio smisurato è anche spiacevole sapere che, per esempio, se avesse solo tremila rubli, tutta la sua carriera, tutto il suo avvenire e lo scopo della sua vita assumerebbero un aspetto diverso; e intanto quei tremila rubli non ci sono. Aggiungete, poi, l'esasperazione provocata dalla fame, da un'abitazione angusta, dagli stracci, dalla chiara consapevolezza della sua bella posizione sociale e anche di quella della sorella e della madre. Ma soprattutto la vanità, l'orgoglio e la vanità, accompagnati magari, lo sa Iddio, da inclinazioni buone.... Io non lo accuso, non pensatelo nemmeno, vi prego; e poi, non è affar mio. C'entrava anche una sua teoria personale, una teoria così e così, secondo la quale [[Gli uomini si dividono in due categorie|gli uomini si dividono]] in materiale grezzo e individui speciali, cioè individui per i quali, data la loro posizione elevata, la legge non vale; anzi, sono loro che fanno le leggi per gli altri uomini, per il materiale, per la spazzatura. Non c'è male, una teoria così e così: une thèorie comme une autre. Napoleone lo ha terribilmente affascinato; cioè, con più precisione, lo ha affascinato l'idea che moltissimi uomini geniali non abbiano badato a una cattiveria singola e siano passati oltre, senza stare a pensarci. A quanto sembra, si è immaginato di essere anche lui un uomo geniale, ossia ne è stato convinto per un certo tempo. Ha sofferto molto e soffre ancora, pensando che ha saputo formulare la teoria, ma che non è riuscito a passare oltre senza stare a pensarci, e che, quindi, non è un uomo geniale. [...] oggi tutte le cose si sono arruffate; del resto, non sono mai state molto in ordine. I russi, in generale, hanno una mentalità molto larga, Avdot'ja Romànovna, larga come il loro paese, e sono molto inclini alle fantasticherie, al disordine; però, è un guaio avere una mentalità larga senza essere particolarmente geniali. *Ma, più d'ogni altra cosa, amava e aveva in pregio il suo denaro, guadagnato col lavoro, e anche con altri mezzi, poiché il denaro lo innalzava al livello di tutto ciò che era superiore a lui. (su Ližni) *Tutto è nelle mani dell'uomo, e tutto esso si lascia portar via sotto il naso, solamente per vigliaccheria. [...] Sarei curioso di sapere che cosa gli uomini temono più di tutto. Fare un passo nuovo, dire una parola propria li spaventa al massimo grado. *Eccoli gli uomini: vanno avanti e indietro per la strada: ognuno è un mascalzone e un delinquente per natura, un idiota. Ma se sapessero che io sono un omicida e ora cercassi di evitare la prigione, si infiammerebbero tutti di nobile sdegno. *Il criminale, nel momento in cui compie il delitto, è sempre un malato. *Io, quella vecchia maledetta, l'ammazzerei e la svaligerei, e senza nessuno scrupolo di coscienza, te l'assicuro [...]. Se l'ammazzassimo e ci prendessimo e suoi soldi, per dedicarci poi con questi mezzi al servizio di tutta l'umanità e della causa comune, non credi che un solo piccolo delitto sarebbe cancellato da migliaia di opere buone? Per una vita, migliaia di vite salvate dallo sfacelo e dalla depravazione. Una morte sola, e cento vite in cambio: ma questa è aritmetica! E poi, che cosa conta sulla bilancia generale la vita di quella vecchiaccia tisica, stupida e cattiva? Non più della vita di un pidocchio, di uno scarafaggio; anzi, vale meno, perché quella vecchia è dannosa. Distrugge la vita altrui [...]. *[[eroismo|Eroe]] o pezzo di fango, non c'era via di mezzo per me, per l'uomo comune, dico, è vergogna infangarsi, ma l'eroe sta troppo in alto perché si possa infangare del tutto, per conseguenza si può stare nel fango. *La povertà non è un vizio; ma la miseria, l'indigenza è vizio. Nella povertà voi conservate ancora la nobiltà dei vostri sentimenti innati; nella miseria, invece, nessuno mai la conserva. *Ogni delinquente va soggetto, nel momento del delitto, a una specie di prostrazione della volontà e della ragione, alle quali subentra invece una puerile, fenomenale leggerezza, e ciò proprio nel momento in cui più dispensabili sono il ragionamento e la prudenza. *Non gli piace esternare i suoi sentimenti, ed è capace di commettere una crudeltà piuttosto che esprimerli con parole. *Non c'è al mondo nulla di più difficile della franchezza e nulla di più facile dell'adulazione. Se nella franchezza anche solo una centesima parte suona falso, subito ne nasce una dissonanza, e poi uno scandalo. Se nell'adulazione invece è anche tutto falso fino all'ultima nota, anche allora essa è gradevole si ascolta non senza piacere; sarà un piacere grossolano ma pur sempre un piacere. E per quanto grossolana sia la lusinga, almeno metà di essa sembra assolutamente verità. *[[Uomo]], uomo, non si può vivere del tutto senza [[pietà]]. *Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue [[prigione|prigioni]]. *Conosco Rodiòn soltanto da un anno e mezzo: è cupo, tetro, altero e superbo; in questi ultimi tempi – ma l’inclinazione, forse, covava in lui già da un po’– era diffidente e nevrastenico. Però è generoso e buono. Non gli piace ostentare i suoi sentimenti, e preferisce mostrarsi disumano anziché esibire a parole i segreti del suo cuore. Qualche volta, tuttavia, non è affatto nevrastenico, ma freddo e insensibile fino ad essere disumano sul serio, proprio come se in lui si avvicendassero due caratteri opposti. *Raskòlnikov guardava tutto con una strana sensazione di indifferenza e di apatia. *Il fatto è che non ama nessuno; e forse non amerà mai nessuno. ==== Vittoria De Gavardo-Carafa ==== Tu sai che mia madre non possiede quasi nulla. Mia sorella, per caso, ha avuto un'educazione accurata e il suo destino la condanna a fare l'istitutrice. Tutte le loro speranze erano poste su di me. Io ho studiato, ma non potendo mantenermi all'università, ad un certo punto sono stato costretto a interrompere i miei studi.[..]avrei potuto sperare di diventare un insegnante o un impiegato con mille rubli di stipendio.[..] C'è gusto a passare per tutta la vita davanti alle cose più belle, dovervi rinunciare, trascurare la madre, tollerare rispettosamente, per esempio, il disonore di una sorella? E perché? Forse solamente per fondare, dopo aver sotterrato quelle due, una nuova famiglia, per prendere moglie e mettere al mondo dei figli, e lasciare poi anche loro senza denari, senza un boccone di pane?. ''[Volume II, parte quarta, pag. 487]'' {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo'', traduzione di Vittoria De Gavardo-Carafa, Edizioni Paoline (''Famiglia Cristiana''), Nuovi Stampa Mondadori (Cles), 1992.}} ===[[Explicit]]=== Ella pure tutto quel giorno fu agitata e la notte anzi tornò a star male. Ma a tal punto era felice, a tal punto inaspettatamente felice, che quasi ne ebbe paura. Sette anni, solo sette anni! Al principio della loro felicità, in certi istanti, eran pronti tutt'e due a considerare quei sette anni come sette giorni. Egli ignorava perfino che la nuova vita non gli si concedeva per nulla, che bisognava ancora acquistarla a caro prezzo, pagarla con una grande opera nell'avvenire...<br> Ma qui già comincia una nuova storia, la storia del graduale rinnovarsi di un uomo, la storia della sua graduale rigenerazione, del suo graduale passaggio da un mondo in un altro, dei suoi progressi nella conoscenza di una nuova realtà, fino allora completamente ignota. Questo potrebbe formare argomento di un nuovo racconto; ma il nostro racconto odierno è finito. (1993) ===Citazioni su ''Delitto e castigo''=== *È il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che è stato espulso dall'Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono nell'aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura... {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo''.}} *"Raskol'nikov" è facilmente il più gran libro che abbia letto negli ultimi dieci anni [...]. Molti lo trovano noioso; Henry James non riusciva a finirlo; io posso solo dire che a momenti questo libro mi stava per finire. Come avere una malattia. James se ne disinteressa perché il carattere di Raskol'nikov non sarebbe oggettivo; e qui si apre un bel golfo tra me e lui e, a veder bene, l'esistenza di una certa impotenza in molte menti, oggigiorno, che le trattiene dal vivere dentro un libro o un personaggio, e le blocca in lontananza – spettatori davanti alle marionette. Davvero, immagino che il libro possa apparire vuoto al centro; per altri è una stanza, una stanza della vita, dove entrano e sono torturati e purificati. Il Giudice istruttore, credevo, è meraviglioso, osceno, toccante – una creazione ingegnosa. Il padre ubriaco, Sonia, l'amico studente e l'umanità di Raskol'nikov – non circoscritta, protoplasmica – sta su tutt'un altro livello che mi ha meravigliato. Anche l'esecuzione, meravigliosa in alcuni punti. ([[Robert Louis Stevenson]]) *Raskolnikov è [[Il conte di Montecristo|Montecristo]] «criticato» da un panslavista-cristiano. ([[Antonio Gramsci]]) ==''Diario di uno scrittore'' == ===[[Incipit]]=== Per duemila anni l'Italia ha portato in sé un'idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un'idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo: l'idea dell'unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale. I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di un 'idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. La scienza, l'arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale. Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l'Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour? È sorto un piccolo regno di second'ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, ... un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un'unità meccanica e non spirituale (cioè non l'unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second'ordine. Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour! ===Citazioni=== *A me sembra fuor di dubbio che, se lasciaste a tutti questi alti maestri contemporanei la piena possibilità di distruggere la vecchia società e ricostruirla di nuovo, ne verrebbe fuori una tale tenebra, un tale caos, qualcosa di talmente volgare, cieco e inumano, che tutto l'edificio crollerebbe sotto le maledizioni dell'umanità prima di essere compiuto.<ref name=bompiani/> *Bisogna dunque essere impersonale per essere felice? La salute sta dunque nel sopprimersi? Nient'affatto, dico io, non solo non bisognerebbe sopprimersi, ma bisognerebbe anzi diventare una [[personalità]] in un grado maggiore di quello in cui si diviene nell'Occidente. Mi capite? Il sacrificio volontario, con piena coscienza e libero di ogni sforzo, il sacrificio di se stesso per il bene di tutti è secondo me l'indice di un maggiore sviluppo della personalità, della sua superiorità, di un possesso completo di se stesso, di un maggiore libero arbitrio... Una personalità fortemente sviluppata, convinta perfettamente del suo diritto d'essere una personalità, non avendo nulla a temere per sé stessa, non può fare nulla per sé stessa, cioè non può servire nessun altro scopo che quello di sacrificarsi per gli altri affinché tutti gli altri diventino delle personalità ugualmente libere e felici.<br>Questa è la legge della natura.<ref>Citato in Amendola, p. 41.</ref> *Chiunque voglia sinceramente la [[verità]] è sempre spaventosamente forte.<ref name=gar>Fëdor Dostoevskij, ''La soluzione russa del problema'' (febbraio 1877), in ''Diario di uno scrittore'', traduzione di Evelina Bocca e Gian Galeazzo Severi, Garzanti, Milano, 1943.</ref> *Diventa [[ricco]] e tutto sarà tuo e tutto potrai: non vi può essere un pensiero più corrotto di questo.<ref name=K23>Citato in Amendola, p. 22.</ref> *Il segreto del primo passo è questo: dominare se stessi e agire senza attendere.<ref name=gar/> *Il socialismo politico, la cui essenza, nonostante tutti gli scopi annunciati, consiste per ora soltanto nel desiderio di un saccheggio generale di tutti i proprietari da parte delle classi povere, e poi "sarà quel che sarà".<ref name=bompiani>Fëdor Dostoevskij, ''Diario di uno scrittore'', periodo maggio-giugno 1877, traduzione di E. Lo Gatto, Bompiani, 2007.</ref> *In tutto il mondo non c'è nulla di più profondo e forte di questa opera poetica. Per ora, è l'ultima parola detta dal pensiero. E se finisse la terra, e lassù da qualche parte chiedessero alla gente: "Avete capito la vostra terra, e che cosa ne avete concluso?". Allora uno potrebbe porgere in silenzio il ''[[Don Chisciotte]]'': "Ecco le mie conclusioni sulla vita: potete per questo giudicarmi?"<ref>Marzo 1876; citato in Pietro Citati, ''[https://www.corriere.it/cultura/11_agosto_16/citati-cervantes_807acb1e-c7f8-11e0-9dd1-bf930586114f.shtml?refresh_ce-cp Cervantes alla guerra d'Inghilterra]'', ''Corriere.it'', 15 agosto 2011.</ref> *L'''[[ipocrisia]]'' è il tributo che il [[Vizio e virtù|vizio]] è obbligato di pagare alla [[Vizio e virtù|virtù]]: una cosa assai importante. Per l'uomo che desidera rimanere praticamente corrotto, senza però rompere nell'anima con la virtù.<ref name=K25>Citato in Amendola, p. 25.</ref> *L'''[[Università]]'' senza dubbio dovrebbe essere accessibile a tutte le donne e a tutti i futuri scienziati e alle persone semplicemente colte, ma poi dopo l'università bisogna sposarsi e avere figli. Nel mondo finora non è stato inventato nulla di più intelligente che il fare dei [[figlio]]li e perciò quanto più tu avrai preparato per questo la tua intelligenza, tanto meglio sarà.<ref name=K39/> *La coscienza della nostra completa impotenza di aiutare o di essere in qualche modo utile a sollevare l'umanità sofferente e nello stesso tempo la nostra completa convinzione di questa sofferenza dell'umanità può perfino cambiare nel cuore nostro l'[[filantropia|amore per l'umanità]] in odio verso di essa! I signori delle idee di "ferro" non ci crederanno, ma io dichiaro che l'amore per l'umanità non è neppure concepibile né comprensibile ed è impossibile senza la fede nella immortalità dell'anima umana.<ref name=K25/> *La [[guerra]] è un processo per mezzo del quale si raggiunge la tranquillità internazionale e si stabiliscono almeno approssimativamente le relazioni alquanto normali fra le nazioni, versando la minore quantità di sangue, colla minor tristezza e colla minima perdita di forze. Certo questo è triste; ma che fare se così dev'essere? È meglio levare una volta la spada dal fodero che soffrire senza fine.<ref>Citato in Amendola, p. 2.</ref> *La libertà, nella sua più alta espressione consiste nel [[dare]] tutto e nel [[servire]] gli altri. L'uomo capace di questo, capace d'essere padrone di sé sino a tal punto, è libero come nessun altro. È questa la più elevata manifestazione del [[libero arbitrio]].<ref name=gar/> *La ''[[lite]]'' è una forza tremenda per sé stessa; la lite, dopo una lunga rottura, porta gli uomini fino all'assurdo, fino all'oscurarsi e al corrompersi dell'intelligenza e dei sentimenti. Nella lite l'offensore, avendo coscienza di aver offeso, non va a far la pace con colui che è stato offeso, ma dice: l'ho offeso, dunque, debbo vendicarmi.<ref name=K23/> *Milioni di uomini si muovono sulla terra, soffrono e se ne vanno senza lasciare traccia, predestinati a non capire mai la verità. Vivono nel pensiero altrui, cercano la parola bella e pronta e l'esempio pronto, s'aggrappano all'idea suggerita. Gridano che hanno dietro a sé le autorità, che l'Europa è per loro. Fischiano coloro che non sono con loro d'accordo e tutti coloro che disprezzano i pensieri servili e che credono sia bene l'indipendenza propria e quella del loro popolo. Ebbene, in realtà queste masse d'uomini che gridano sono predestinate a servire soltanto come mezzo indiretto. Ogni tanto un singolo uomo s'avvicina in qualche modo alla verità o ne ha almeno l'intuizione.<br> Sono appunto questi individui unici, che poi tirano tutti gli altri dietro a sé, s'impadroniscono del movimento, fanno nascere l'idea e la lasciano in eredità a queste masse irrequiete di uomini. Tali individui ci sono anche fra noi.<ref>Citato in Amendola, pp. 24-25.</ref> *Nel mondo attuale per [[libertà]] s'intende la licenza, mentre la vera libertà consiste in un calmo [[Autocontrollo|dominio di se stessi]]. La licenza conduce soltanto alla schiavitù.<ref name=gar/> *Prima di predicare altrui, date voi stessi l'[[esempio]]. Sarete seguiti.<ref name=gar/> *Questi [[Ideale|idealisti]], questi ''uomini migliori'', si ravvisano subito. L'uomo migliore – secondo l'idea del popolo – è quello che non si è inchinato dinanzi la tentazione materiale, colui che senza tregua cerca il lavoro per Dio, che ama la verità e, quando occorre, si alza per servirla, abbandonando la casa e la famiglia e sacrificando la vita.<ref name=K39>Citato in Amendola, p. 39.</ref> *Senza un'''idea superiore'' non può esistere né un uomo né una nazione. E vi è una sola ''idea superiore sulla terra'': ''l'idea della immortalità dell'anima umana'', perché tutte le altre idee superiori di cui può vivere l'uomo sorgono soltanto da questa idea.<ref>Citato in Amendola, p. 31.</ref> *Siate sinceri e semplici, questo è l'essenziale.<ref name=gar/> *Una volta ripudiato Cristo, l'intelletto umano può giungere a risultati stupefacenti.<ref name=bompiani/> *Un vero uomo d'[[azione]] vede subito dinanzi a sé tante cose da fare che il lavoro non gli mancherà mai e riuscirà.<ref name=gar/> ==''Dostoevskij inedito. Quaderni e taccuini 1860-1881''== *''Ama t u t t o come te stesso''. *Amare l'uomo ''come se stessi'', secondo il comandamento di Cristo, non è possibile. [...] L'''io'' è di ostacolo. Cristo soltanto poteva farlo, ma Cristo era l'ideale eterno sin dall'inizio dei tempi, quell'ideale al quale tende, e deve tendere per legge di natura, l'uomo. Invece, dopo la comparsa di Cristo come ''ideale dell'uomo incarnato'', è diventato chiaro come il giorno che lo sviluppo supremo, l'evoluzione ultima della personalità deve appunto arrivare (nell'ultimo stadio dello sviluppo, nel momento stesso in cui il fine sia raggiunto), a far sì che l'uomo trovi, riconosca e con tutta la forza della sua natura si convinca che l'uso più elevato che egli può fare della propria personalità, della pienezza di sviluppo del proprio ''io'', consiste quasi nell'annientare l' ''io'' stesso, nel consegnarlo a tutti e a ciascuno indivisibilmente e senza riserve. E questa è la massima felicità. [...] Questo appunto è il paradiso di Cristo. Tutta la storia, sia dell'umanità sia, in parte, di ciascuno singolarmente è soltanto evoluzione, lotta, perseguimento e conseguimento di questa meta. *Che cos'è la [[preghiera]]? La preghiera è un'ascensione dell'intelletto. *[[Gesù|Cristo]] è Dio in quanto la Terra poté manifestare Dio. <!--(p. 393)--> *Il [[comunismo]] derivò dal cristianesimo, da un'alta concezione dell'uomo, ma invece di ''un amore autonomo e spontaneo'', i non amati danno di piglio ai bastoni e vogliono portare via ciò che non hanno dato loro quelli che non li hanno amati. <!--(p. 289)--> *La [[Bibbia]] appartiene a tutti, agli atei e ai credenti in uguale misura. ''È il libro dell'umanità''. *La [[consapevolezza]] e l'[[amore]], forse, sono la stessa cosa, perché non conoscerete niente senza l'amore, mentre con l'amore conoscerete molto. *La [[vita]] è bella, e bisogna fare in modo che chiunque possa affermarlo sulla terra. <!--(p. 392)--> *Ma com'è strano: noi, forse, vediamo Shakespeare. Mentre lui fa il vetturino; quest'altro forse è Raffaello, mentre fa il fabbro; questo è un attore, ma coltiva la terra. Possibile che solo un piccolo vertice di uomini giunga a dar prova di sé, mentre gli altri debbono perire [...]. *La [[lussuria]] genera la [[lascivia]], la lascivia la crudeltà. *Manifestare la [[personalità]] è un'esigenza di autoconservazione. *Nel [[realismo]] puro non c'è verità. *Noi non siamo la società. Il popolo semplice è la società, mentre noi siamo il pubblico. *Non sempre siamo [[peccato (religione)|peccatori]], al contrario, sappiamo anche essere santi. E chi mai potrebbe vivere, se fosse diversamente? *Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la [[vita]], amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita [...] e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla: ecco il tratto fondamentale del mio carattere; ed anche, forse, della realtà.<ref>Queste parole di Dostoevskij (scritte nel 1873) non fanno parte degli "inediti", ma sono citate in nota dal curatore.</ref> *Ogni [[morale|moralità]] trae la sua origine dalla [[religione]], perché la religione è soltanto la formula della moralità. *[[Pietà]] quanta se ne vuole, ma non lodate le [[cattiva azione|cattive azioni]]: date loro il nome di male. *Proprio perché si esige da me una parte del mio [[libero arbitrio]], io non voglio darla. ==''I demoni''== ===[[Incipit]] === ====Francesca Gori==== Nell'accingermi a descrivere i recenti e tanto strani avvenimenti, svoltisi nella nostra città, in cui finora non è mai accaduto nulla di speciale, sono costretto, per la mia inesperienza, a cominciare un po' da lontano, e precisamente da certi particolari biografici sul molto rispettabile e dotato di talento Stepan Trofimovich Verchovenskij. Questi particolari serviranno soltanto da introduzione alla presente cronaca; la storia poi, che intendo narrare, seguirà più avanti.<br /> Diciamolo subito: tra di noi Stepan Trofimovich recitava sempre una parte speciale, civile, per così dire, e amava questa parte appassionatamente, tanto che senza di essa, credo non potesse neanche vivere. Non che io lo voglia paragonare a un attore di teatro: Dio me ne guardi, tanto più che anch'io lo stimo. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''I demoni'', traduzione di Francesca Gori, Garzanti, 1994.}} ====Rinaldo Küfferle==== Nell'accingermi alla descrizione degli avvenimenti tanto strani svoltisi or non è molto nella nostra città, in cui finora non era accaduto nulla di notevole, sono costretto, per la mia inesperienza, a rifarmi alquanto da lontano; e precisamente da alcuni particolari biografici intorno a Stepan Trofimovic Verchovenski, uomo rispettabilissimo e di molto ingegno. Questi particolari non serviranno che d'introduzione, mentre la storia che mi propongo di scrivere seguirà poi.<br />Lo dirò schiettamente: Stepan Trofimovic ha sempre rappresentato fra noi una certa parte speciale; la parte, per così dire, del cittadino ragguardevole, e amava questa parte fino alla passione, tanto che senza di essa non avrebbe potuto nemmeno vivere, credo. Non già che lo paragoni a un attore sulla scena: Dio me ne guardi, tanto più che personalmente io lo stimo. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''I demoni'', traduzione di Rinaldo Küfferle, Arnoldo Mondadori Editore, 1987}} ==== Gianlorenzo Pacini==== Accingendomi alla narrazione di quei cosí singolari avvenimenti prodottisi recentemente in questa nostra città, che sinora non s'era mai distinta per alcunché di speciale, mi vedo costretto – a causa della inesperienza che m'è propria – a risalire alquanto indietro nel tempo, e, precisamente, all'epoca di certi particolari eventi verificatisi nella vita di Stepàn Trofìmovic Verchovènskij, persona oltremodo rispettabile e dotata d'indubbio talento. Tali eventi vanno considerati come una semplice introduzione alla presente cronaca, mentre la vera e propria storia che intendo esporre s'inizierà piú avanti. <br> Bisogna dire anzitutto che Stepàn Trofìmovic ha da sempre rivestito tra noi il ruolo d'una personalità particolare, dotata di un rilievo, per cosí dire, civile, un ruolo che egli amava alla follia, privo del quale – mi sembra – non avrebbe potuto neppure sopravvivere. Non che io, con ciò, intenda equipararlo a un qualsiasi attore di teatro, Dio me ne guardi! Tanto piú che egli ha tutto il mio rispetto. Si trattava piuttosto di una sorta di abitudine o, per meglio dire, di una costante, nobile inclinazione, presente in lui sin dall'infanzia, a nutrire il sogno lusinghiero di rivestire una posizione civile significativamente bella. Ad esempio, egli amava straordinariamente la sua condizione di "perseguitato" e, per cosí dire, di "esiliato". Queste due parole avevano, ai suoi occhi, un prestigio, in un certo modo, classico, che lo aveva affascinato una volta per tutte e aveva continuato poi, per molti e molti anni, a sollevarlo sempre piú nella sua propria opinione, finché l'aveva innalzato su un piedistallo notevolmente elevato ed estremamente gradevole per il suo amor proprio. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''I demonî'', traduzione di Gianlorenzo Pacini, Feltrinelli, 2000.}} ====Alfredo Polledro==== Nell'accingermi alla descrizione dei recenti e così strani avvenimenti accaduti nella nostra città, che nulla ha mai fatto distinguere finora, sono costretto, per la mia inesperienza, a cominciare un po' da lontano, e precisamente da certi particolari biografici sul geniale molto riverito Stepan Trofimovič Verchovenskij. Valgano questi particolari solo d'introduzione alla presente cronaca; la storia poi, che intendo narrare, verrà in seguito.<br /> Lo dirò senz'altro: Stepan Trofimovich rappresentava costantemente fra noi una certa parte speciale, e, per così dire, civica, e amava questa parte fino alla passione; tanto anzi che senza di essa mi pare che non potesse nemmeno vivere. Non già che io lo paragoni ad un attore sulla scena: me ne guardi Iddio, tanto più che lo stimo anch'io. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''I demoni'', traduzione di Alfredo Polledro, Einaudi, 1994.}} ===Citazioni=== *...non ardono soltanto i tetti, ma anche i cervelli... (Von Lembke sull'incendio dell'Oltrefiume appiccato dalla cinquina rivoluzionaria di Verchovènskij). *L'uomo non ha fatto altro che inventare Dio per vivere senza uccidersi. (Kirillov) *Kirillov: "La vita è dolore, la vita è paura e l'uomo è infelice. Ora tutto è dolore e paura. Ora l'uomo ama la vita, perché ama il dolore e la vita. E così hanno fatto. La vita si concede oggi in cambio di dolore e paura, e qui sta l'inganno. Oggi l'uomo non è ancora quell'uomo. ''Vi sarà l'uomo nuovo, felice, superbo''. Colui al quale sarà indifferente vivere o non vivere, quello sarà l'uomo nuovo. Colui che vincerà il dolore e la paura, sarà lui Dio. E quell'altro Dio non ci sarà più". <br> Grigoreiev: "Quindi l'altro Dio esiste secondo voi?" <br> "Non c'è, ma c'è. Nella pietra non c'è dolore, ma nella paura della pietra c'è dolore. [[Dio]] è il dolore della paura della morte. Chi vincerà il dolore e la paura, quello diventerà Dio. Allora ci sarà una nuova vita, allora ci sarà un ''uomo nuovo, tutto sarà nuovo''... Allora divideranno la storia in due parti: dalla scimmia fino alla distruzione di Dio, e dalla distruzione di Dio fino..." <br> "Alla scimmia?". <br> "...alla trasformazione fisica della terra e dell'uomo...". *Kirillov: "Chi insegnerà che tutti sono buoni, colui compirà il mondo". <br> Stavrogin: "Colui che lo ha insegnato è stato crocefisso". <br> "Egli verrà e il suo nome sarà uomo-Dio". <br> "Dio-uomo?" <br> "Uomo-Dio, in questo sta la differenza". *Sei una scimmia; annuisci solo per conquistarmi. Taci; non capiresti nulla. ''Se non c'è Dio, io sono Dio''. (Kirillov a Petr Verchovènskij.) *Formulai per la prima volta in vita mia questo greve pensiero: che non conosco e non sento né il bene né il male, e che non solo ne ho perduto il senso, ma so anche che il bene e il male, in realtà, non esistono nemmeno (riflessione che mi arrecava piacere), e non sono altro che pregiudizi. Stava in me l'esser libero da qualsiasi pregiudizio, ma, ''raggiunta quella libertà, mi sarei perduto''. (Stavrogin) *La [[verità]] reale è sempre [[inverosimile]] [...]. Per rendere la verità più [[verosimile]], bisogna assolutamente mescolarvi della [[verità e bugia|menzogna]]. La gente ha sempre fatto così. *Bisogna essere davvero un grand'uomo per saper resistere anche contro il [[buon senso]]. *Ma non siete stato voi a dirmi che se vi dimostrassero matematicamente che la verità è al di fuori di Cristo, preferireste restare con il Cristo, piuttosto che con la verità? Lo avete detto voi questo? Lo avete detto? (Satov a Stavrogin). *Nell'Apocalisse l'angelo giura che il [[tempo]] non esisterà più. È molto giusto, preciso, esatto. Quando tutto l'uomo raggiungerà la felicità, il tempo non esisterà più, perché non ce ne sarà più bisogno. È un'idea giustissima. Dove lo nasconderanno? Non lo nasconderanno in nessun posto. Il tempo non è un oggetto, è un'idea. Si spegnerà nella mente. (Discorso di Kirillof; V, 3) *Tutto è buono... Tutto. L'uomo è infelice perché non sa di essere felice. Solo per questo. Questo è tutto, tutto! Chi lo comprende sarà subito felice, immediatamente, nello stesso istante. [...] Tutto è bene per colui che è consapevole che tutto è bene. Se sapessero di stare bene, starebbero bene; ma, finché non sapranno di stare bene, staranno male. Ecco tutta l'idea! Tutto! E non ce n'è un'altra. (Discorso di Kirillov; V, 3) *«Avrei voluto esporre all'assemblea il mio libro nella forma più concisa possibile; ma vedo che occorrerà aggiungere una quantità di spiegazioni orali, e perciò tutta l'esposizione richiederà per lo meno dieci serate, tante quanti sono i capitoli del mio libro. (S'intesero delle risate.) Oltre a ciò, dichiaro fin d'ora che il mio sistema non è affatto concluso. (Altre risate.) Mi sono ingannato coi dati, e la mia conclusione è in diretta contrapposizione con l'idea iniziale, dalla quale sono partito. Partendo dalla libertà illimitata, concludo con un illimitato dispotismo. Aggiungerò, nondimeno, che all'infuori della mia soluzione della 'formula sociale', non può esservene un'altra!» <br>Le risa crescevano, diventavano sempre più forti; ma ridevano soprattutto gli ospiti più giovani, poco iniziati, per così dire... (Discorso di un ideologo nichilista, Sigalëv; VII, 2) *Approva lo spionaggio. Ogni membro della società vigila l'altro ed è obbligato alla delazione. Ognuno appartiene a tutti e tutti appartengono a ognuno. Tutto sono schiavi e nella schiavitù sono uguali. Nei casi estremi, c'è la calunnia e l'omicidio, ma l'essenziale è l'uguaglianza. Come prima cosa si abbassa il livello delle scienze e degli ingegni. Si può raggiungere un alto livello delle scienze e degli ingegni solo con doti superiori, e non ci devono essere doti superiori! Gli uomini di doti superiori si sono sempre impadroniti del potere e sono stati dei despoti. Gli uomini di doti superiori non possono non essere despoti e hanno sempre fatto più male che bene, perciò vengono scacciati e giustiziati. A Cicerone si taglia la lingua, a Copernico si cavano gli occhi, Shakespeare viene lapidato, ecco lo šigalëvismo! Gli schiavi devono essere uguali: senza dispotismo non c'è ancora stata né libertà né uguaglianza, ma nel gregge deve esserci uguaglianza, questo è lo šigalëvismo! Ah, ah, ah, vi sembra strano? Io sono per lo šigalëvismo! (Petr Verchovènskij; 7) *...capisci che se mettete in primo piano la [[ghigliottina]] e con tanto entusiasmo è semplicemente perché tagliar teste è la cosa più facile, mentre avere un'idea è la più difficile! (Stepàn Verchovènskij) *Io sono un furfante, non un socialista... Un delinquente, un delinquente. Vi preoccupa chi io sia? Vi dirò subito chi sono, voglio dirvelo: il mio intento è proprio questo. (…) Bisogna che il popolo creda che noi soli sappiamo quello che vogliamo... Noi proclameremo la distruzione... perché quest'idea è così affascinante!... Appiccheremo incendi. Diffonderemo delle leggende… Avrà inizio la sommossa… S'inizierà uno sconquasso quale il mondo non ha mai veduto. (Petr Verchovènskij; 8) *E un dolore ''autentico'', indiscutibile, è capace di rendere talvolta serio e forte, sia pure per poco tempo, anche un uomo fenomenalmente leggero; non solo, ma per un dolore vero, sincero, anche gli imbecilli son diventati qualche volta intelligenti, pure, ben inteso, per qualche tempo; il dolore ha una tale potenza... *Non si può amare ciò che non si conosce. (Sàtov, 1) *Ma chi non ha popolo, non ha Dio! Siate certi che tutti quelli che smettono di capire il proprio popolo e perdono i legami con lui, perdono subito, nella stessa misura, anche la fede patria, diventano o atei, o indifferenti. (Sàtov, 1) *Nell'elemosina c'è qualcosa che deprava per sempre. (Pëtr Stepanovič, parte I, capitolo 4, 2) *Eppure il piacere dell'elemosina è un piacere altezzoso e immorale, il piacere del ricco che si compiace della propria ricchezza, del potere, e del confronto tra la propria importanza e quella del mendico. L'elemosina deprava sia colui che dà, e sia colui che prende, e per di più non raggiunge lo scopo, perché non fa che rafforzare la mendicità. *E la paura del nemico distrugge il rancore al suo riguardo. (parte II, cap. 1, 1) *La [[pseudoscienza]] è un despota tale che fino ad oggi non se n'erano ancora conosciuti. Un despota che ha i suoi sacerdoti e i suoi schiavi. (Sàtov, 2000, [http://books.google.it/books?id=CrOvCzYFACEC&pg=PA342&dq=pseudoscienza p. 342]) *L'assoluto [[ateismo]] si trova sul penultimo gradino della scala verso la fede perfetta (che faccia o no l'ultimo passo), mentre l'indifferenza non ha nessuna fede, ma soltanto una stolida paura. (Tìchon, 2000, [http://books.google.it/books?id=CrOvCzYFACEC&pg=PA554#v=onepage&q&f=false p. 554]) *Mai la ragione è stata in grado di definire il bene e il male, od anche separare il bene dal male, sia pure approssimativamente; al contrario li ha sempre confusi in modo meschino e vergognoso; mentre la scienza ha dato soluzioni brutali. *Ma lo sapete, lo sapete voi che senza l'Inghilterra l'umanità potrebbe ancora vivere, senza la Germania pure, senza l'uomo russo potrebbe vivere e vivrebbe anche troppo bene; potrebbe vivere senza la scienza, senza il pane...; solo senza la bellezza non si potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe nulla da fare al mondo? *Sebbene nulla potesse ormai meravigliare, la realtà evidente ha sempre in sé qualcosa che scuote. *Tutti sono infelici perché tutti hanno paura di proclamare il loro libero arbitrio. *Se avete la fede di poter perdonare da voi a voi stesso e di raggiungere questo perdono con la sofferenza in questo mondo, se vi proponete con fede un simile scopo, è segno che siete un vero credente. *Dio vi perdonerà l'assenza di fede perché onorate lo Spirito Santo pur ignorandolo. ===Dagli appunti preparatori=== *I [[diavolo|demoni]] hanno fede, ma tremano. (citato in G. Steiner, ''Tolstoj o Dostoevskij'', Garzanti, 2005, p. 176) *Cristo non capiva le donne! (''ibidem'') *La fede si riduce a questo problema angoscioso: un colto, un europeo del nostro tempo può credere, credere proprio alla divinità del figlio di Dio Gesù Cristo? (da ''Taccuini per I Demoni'', a cura di Ettore Lo Gatto, 1958) ===[[Explicit]]=== ====Rinaldo Küfferle==== Il cittadino del cantone di Uri era appiccato là dietro la porticina. Sul tavolino c'era un pezzetto di carta con queste parole scritte a matita: "Non accusar nessuno; io stesso". Sempre sul tavolino c'era anche un martello, un pezzo di sapone e un grande chiodo, certo preparato per riserva. Il forte cordone di seta, evidentemente, scelto e preparato in precedenza, con cui s'era impiccato Nikolaj Vsevolodovic, era abbondantemente insaponato. Tutto attestava la premeditazione e la lucidità fino all'ultimo istante.<br>I nostri medici, dopo l'autopsia, esclusero in modo assoluto e reciso l'alienazione mentale. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''I demoni'', traduzione di Rinaldo Küfferle, Arnoldo Mondadori Editore, 1987}} ====Gianlorenzo Pacini==== Il cittadino del cantone di Uri penzolava lì, subito dietro la porta. Sul tavolino c'era un foglietto con su scritto, a matita: "Non incolpate nessuno, sono stato io". Sul tavolino c'era anche un martello, un pezzo di sapone e un grosso chiodo, evidentemente preparato come riserva. Il robusto cordone di seta, anch'esso chiaramente scelto e preparato in anticipo, con cui Nikolàj Vsèvolodovic si era impiccato, era abbondantemente insaponato. Tutto stava ad indicare la premeditazione e la perfetta lucidità sino all'ultimo istante. Dopo l'autopsia del cadavere, i nostri medici esclusero del tutto e nel modo più tassativo la pazzia. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''I demonî'', traduzione di Gianlorenzo Pacini, Feltrinelli, 2000.}} ===Citazioni su ''I demoni''=== *Alcuni libri che [<nowiki></nowiki>[[Stalin]]] lesse negli anni formativi tratteggiano le sue azioni future. Di uno, in particolare, si dice a ragione che abbia convalidato i principi della dittatura rivoluzionaria: si tratta de ''I demoni'' di Dostoevskij. [...] Grigol Robakidze sostiene che la copia de ''I demoni'' della biblioteca del seminario di Tbilisi recasse numerose scritte di Stalin. Il romanzo più clamorosamente controrivoluzionario della letteratura russa era approvato dalle autorità del seminario. La trama [...] deve aver suggerito a Stalin il modo in cui organizzare una rivoluzione. Uno dei personaggi di Dostoevskij, un teorico secondo il quale devono cadere cento milioni di teste affinché le future generazioni siano felici per sempre, non deve essergli sembrato macabro quanto invece sembrò all'autore. ([[Donald Rayfield]]) *Nei ''Demonî'' la poesia si innesta sul tronco originario del libello politico, che ne viene profondamente modificato, ma non certo trasformato per intero: a Dostoevskij premeva soprattutto di potersi sfogare contro gli inconcludenti liberali della sua generazione e contro i rivoluzionari senza scrupoli che, di venti o trent'anni più giovani, intorno al 1870 stavano sostituendo i suoi coetanei sulla scena politica russa; e in quell'epoca gli sembrava di non trovare mai parole abbastanza forti per svalutare e rimpicciolire, con la foga di autodenigrazione propria di certi suoi personaggi, le opinioni che aveva professate un tempo e gli uomini che gliele avevano ispirate. ([[Leone Ginzburg]]) ==''I fratelli Karamazov''== {{vedi anche|I fratelli Karamazov}} ==''Il giocatore''== ===[[Incipit]]=== ====Elsa Mastrocicco==== Finalmente ero di ritorno dopo un'assenza di due settimane. Già da tre giorni i nostri si trovavano a Roulettenburg. Credevo di essere atteso con chi sa quale ansia, e invece mi sbagliavo. Il generale mi accolse con una disinvoltura eccessiva, mi parlò squadrandomi dall'alto in basso e mi mandò da sua sorella. Era evidente che in qualche luogo erano riusciti a procurarsi del denaro.<br> {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Il giocatore'', traduzione di Elsa Mastrocicco, Fabbri.}} ====Giacinta De Dominicis Jorio==== Sono finalmente tornato dopo un'assenza di due settimane. I nostri si trovavano già da tre giorni a Rulettenburg. M'immaginavo che mi aspettassero con chissà quale ansia, ma invece mi ero sbagliato. Il generale aveva un'aria estremamente indipendente, mi ha parlato guardandomi dall'alto in basso e mi ha spedito direttamente dalla sorella. È chiaro che sono riusciti a scroccare dei soldi da qualche parte.<br> {{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''Il giocatore'', traduzione di Giacinta De Dominicis Jorio, BUR, 2001. ISBN 8817150800}} ====Alfredo Polledro==== Finalmente tornai dopo la mia assenza di due settimane. I nostri già da tre giorni erano a Ruletenburg. Io pensavo che mi avrebbero atteso Dio sa come, invece m'ingannai. Il generale aveva un'aria molto disinvolta, parlò con me un momento dall'alto in basso e mi mandó dalla sorella. Era chiaro che in qualche posto avevano preso denaro a prestito. {{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''Il giocatore'', traduzione di Alfredo Polledro, Mondadori, 1951. ISBN 9788804477884}} ===Citazioni=== *La cosa più antipatica, che saltava agli occhi alla prima occhiata in tutta quella marmaglia di giocatori di [[roulette]], era l'ostentato rispetto per l'occupazione a cui si dedicavano, l'aspetto serio e perfino rispettabile che assumevano tutti coloro che circondavano i tavoli. (II; 1977, p. 16) *Mi è parso che in realtà il calcolo significhi molto poco e comunque non abbia affatto tutta l'importanza che gli attribuiscono molti [[gioco d'azzardo|giocatori]]. Certi se ne stanno lì seduti davanti a dei pezzi di carta rigata, segnano tutti i colpi, li contano, ne deducono le probabilità, fanno i loro calcoli e alla fine puntano e perdono proprio come noi, semplici mortali che giochiamo senza calcolare niente. (IV; 1977, p. 29) *Ma il piacere è sempre utile, e il sentimento di disporre di un potere assurdo e sconfinato su qualcuno — fosse pure su una mosca — ci dà un certo piacere. L'uomo è un despota per natura e ama infliggere tormenti. (Aleksej Ivanovič: V; 1977, p. 44) *È un fatto che all'uomo fa piacere vedersi davanti [[umiliazione|umiliato]] anche il suo [[migliore amico]]; è proprio sull'umiliazione che si fonda in gran parte l'[[amicizia]], e questa è una vecchia verità, ben nota a tutte le persone intelligenti. (mister Astley ad Aleksej Ivanovič: XVII; 1977, p. 195) *Lei vegeta, lei non soltanto ha rinunciato ai suoi interessi personali e a quelli sociali, non soltanto ai suoi doveri di uomo e di cittadino, non soltanto ai suoi amici (eppure ne aveva), non soltanto ha rinunciato a qualsiasi fine nella vita, eccettuato quello di vincere, ma perfino ai suoi ricordi. Io ricordo di averla conosciuta in un momento forte e ardente della sua vita, ma sono convinto che lei adesso ha dimenticato tutte le sue migliori inclinazioni di allora; i suoi sogni di adesso, anche quelli più urgenti ed essenziali, ormai non vanno oltre al ''pair'' e ''impair'', ''rouge'', ''noir'', la dozzina di mezzo e così via; ne sono assolutamente convinto! (mister Astley ad Aleksej Ivanovič: XVII; 1977, p. 196) *Domani, domani tutto finirà! (XVII; 1977, p. 203) *Possibile che allora sia uscito di senno e sia stato rinchiuso, per tutto questo tempo, in un qualche manicomio? E, forse, ci sono rinchiuso anche adesso, cosicché mi è soltanto sembrato che mi sia accaduto tutto ciò e ancor oggi mi sembra soltanto. *Vorrei penetrare il suo segreto, vorrei che lei venisse da me e mi dicesse: "Io ti amo", e se non è così, se questa follia non è pensabile, allora... allora che cosa desiderare? Forse so io stesso quel che desidero? Sono anch'io come sperduto: vorrei soltanto starle accanto, essere nella sua aura, nella sua luce, eternamente, per tutta la vita. Altro non so! Potrei forse allontanarmi da lei? *E adesso mi ponevo per l'ennesima volta la domanda: ma io l'amo? E per l'ennesima volta non sapevo rispondere, cioè, per meglio dire, nuovamente, per la centesima volta, mi risposi che l'odiavo. *Gli uomini, non soltanto alla [[roulette]] ma ovunque, non fanno altro che togliersi o vincersi qualcosa reciprocamente. *Ci si può perfino confondere nella folla, ma sempre con l’assoluta convinzione di essere soltanto un osservatore e di non appartenere a essa. (cap. 2) ==''Il villaggio di Stepànčikovo''== *Un'anima meschina, sottrattasi all'[[oppressione]], opprimerà a sua volta. (p. 22) *La [[Giovinezza|gioventù]] ha a volte uno smisurato [[amor proprio]], e l'amor proprio giovanile è quasi sempre pusillanime. (p. 83) *Colto! Ma quello che sai tu, io l'ho dimenticato almeno sette volte! Ecco che colto che sei! (Fomà Fomìč a Sergèj, p. 155) *Io con calore presi a dire che anche in chi è caduto si possono mantenere vivi sentimenti umani altissimi, che la profondità dell'animo umano è insondabile, che non bisogna disprezzare chi è caduto, ma al contrario bisogna andare loro incontro e risollevarli, che è falsa la misura universalmente accettata del bene e della moralità, e così via, e così via. (p. 335) *È vero che per Eževikin era tremendamente importante dare marito a Nàsten'ka, ma se egli si faceva passare per buffone, la ragione di ciò era semplicemente ch'egli aveva un intimo bisogno di sfogare la rabbia accumulata. L'impulso a schernire e la lingua lunga li aveva nel sangue. Egli, per esempio, faceva la caricatura di sé stesso come dell'adulatore più abietto e servile, ma nello stesso tempo faceva capire chiaramente che si trattava solo di un'apparenza, e quanto più avvilente era la sua lusinga, tanto più sarcastico e trasparente appariva lo scherno. (p. 348) ==''L'adolescente''== ===[[Incipit]]=== ====Luigi Vittorio Nadai==== Non ho resistito e mi sono messo a scrivere questa storia dei miei primi passi nell'arena della vita, anche se avrei potuto farne a meno. Di certo so una cosa sola: non mi metterò mai più a scrivere la mia [[autobiografia]], nemmeno dovessi campare cent'anni. Bisogna essere troppo bassamente innamorati di sé per scrivere senza vergogna della propria persona. La mia sola scusante è che non scrivo per il motivo per cui tutti di solito lo fanno, cioè per le lodi del lettore. Se a un tratto mi è saltato in mente di scrivere parola per parola tutto ciò che mi è accaduto dall'anno scorso a questa parte è stato a causa di un'esigenza interiore: a tal punto mi ha colpito tutto ciò che è avvenuto. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''L'adolescente'', traduzione di Luigi Vittorio Nadai, Garzanti}} ====Eva Amendola Kühn==== Spinto da un impulso irresistibile, mi misi a scrivere questa storia dei miei primi passi sul cammino della vita; anche se, in fondo, avrei potuto farne a meno. Una sola cosa so di sicuro: mai più mi metterò a scrivere la mia autobiografia, anche se dovessi vivere fino a cent'anni. Bisogna essere troppo volgarmente innamorati della propria persona per scrivere senza ritegno di se stessi. L'unico argomento che possa addurre a mia discolpa è che non scrivo allo scopo per cui scrivono tutti gli altri, non scrivo cioè per avere elogi dal lettore. Se cosí, all'improvviso, mi venne l'idea di scrivere parola per parola tutto ciò che m'accadde l'anno scorso, fu per un mio intimo bisogno, tanto fui colpito da quel che avvenne. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, L'adolescente (Podrostok, 1875), traduzione di Eva Amendola Kühn, prefazione di Angelo Maria Ripellino, Einaudi, Torino, 1957. ISBN 8806144545}} ===Citazioni=== *A un suo personaggio, Versilov, Dostoevskij mette in bocca un'idea simile: che basti rinunciare agli assoluti, disfarsi di qualsiasi pretesa all'[[immortalità]], perché gli uomini imparino a riconciliarsi con la terra, cioè con la loro finitezza e la loro fragilità, finalmente amandosi gli uni gli altri, perché non c'è amore se non là dove c'è condivisione d'un destino comune e sentimento di [[pietà]] per chi muore, cioè per tutti. Quest'idea nel romanzo dostoevskiano non viene confutata, ma semplicemente messa sulla bocca del [[diavolo]], e smontata col più amaro dei sorrisi. ([[Sergio Givone]]) *Io annoto solamente i fatti, evitando a ogni costo tutto il resto e, principalmente, gli abbellimenti letterari; un letterato scrive per trent'anni e alla fine non sa nemmeno lui perché sia stato tanti anni a scrivere. Io non sono un letterato, non voglio esserlo, e trascinare l'intimo del mio animo e una bella descrizione di sentimenti alla loro fiera letteraria, lo riterrei un'indecenza e una bassezza. (1987, p. 25) *No, la segreta coscienza del potere è assai più piacevole dell'aperto dominio. (I, III, I; 1957, p. 43) *L'epoca attuale, l'epoca attuale è il tempo della mediocrità aurea e dell'insensibilità, della passione per l'ignoranza, della pigrizia, dell'incapacità al lavoro e dell'aspirazione a trovar tutto già bell'e pronto. Nessuno pensa; di rado si trova qualcuno che concepisca un'idea. (Kraft: I, IV, I; 1957, pp. 64 sg.) *Non tutte le nature sono identiche; in molti una deduzione logica si trasforma talvolta in un sentimento fortissimo, che pervade tutto il loro essere e che è molto difficile scacciare o trasformare. Per guarire uno così bisogna, in questo caso, cambiare quello stesso sentimento, e ciò è possibile solo sostituendolo con un altro di pari forza. Questo è sempre difficile, e in molti casi, impossibile. (1987, p. 78) *Per tutta la vita, in tutti i miei sogni su come avrei trattato la gente, me la cavavo sempre molto bene, ma poi, alla prova dei fatti, ero sempre molto stupido. E questo lo ammetto con indignazione e sinceramente, mi sono sempre tradito con le parole e ho sempre avuto fretta, e perciò ho deciso di farla finita con la gente. Come premio: indipendenza, tranquillità di spirito, chiarezza dello scopo. (1987, p. 111) *C'è anche una legge universale per le [[idea|idee]]: le idee volgari, immediate, vengono capite con insolita rapidità, e sempre dalla folla, da tutta la piazza; non basta, vengono considerate grandiose e geniali, ma solo il giorno dopo la loro apparizione. Quel che vale poco dura poco. Una rapida comprensione è solo il segno della volgarità di quel che si è compreso. L'idea di [[Otto von Bismarck|Bismarck]] è diventata di colpo geniale, e Bismarck stesso un genio; ma è sospetta proprio questa rapidità: voglio vedere Bismarck tra dieci anni e vedremo allora cosa sarà rimasto della sua idea e, magari, dello stesso signor cancelliere. (1987, p. 123) *Quando si ha in testa qualcosa di fisso, costante, forte, da cui si è tremendamente presi, è come se ci si ritirasse in un deserto, lontano dal mondo intero,e tutto quel che succede oltre l'essenziale, passa solo di sfuggita. Anche le impressioni vengono percepite in modo sbagliato. Inoltre, il fatto importante è che si ha sempre un pretesto. Quanto ho tormentato mia madre tutto questo tempo, come ho vergognosamente abbandonato mia sorella: “Eh, io ho l''idea', e queste sono tutte sciocchezze”, ecco più o meno cosa dicevo a me stesso. Io stesso venivo offeso e dolorosamente; me ne andavo offeso e dopo, all'improvviso, mi dicevo: "Eh, sarò vile, e tuttavia ho l''idea', e loro non lo sanno". L'"idea" mi consolava nella vergogna e nella viltà; ma erano tutte le mie bassezze che si nascondevano sotto l'idea; questa, per così dire, alleviava tutto, ma anche offuscava tutto davanti a me. Ma è certo che capire così male i fatti e le cose può nuocere anche all'"idea" stessa, per non dire del resto. (1987, p. 126) *È sufficiente un granello di sabbia o un peluzzo per disperdere il buono e cambiarlo in cattivo. Le cattive impressioni, invece, con mio rammarico, non mi si dissipano così alla svelta, sebbene non serbi rancori. (1987, p. 130) *{{NDR|Detto di Makar Ivanovic}} La sua [[onestà]] gli impediva ogni perspicacia. (1987, p. 164) *Un [[realismo]] delimitato dalla punta del proprio naso è più pericoloso del più folle fantasticare, perché è cieco. (1987, p. 178) *È sorprendente quanti pensieri estranei possano balenare in mente proprio quando uno è tutto scosso da qualche enorme notizia la quale, in effetti, sembrerebbe dover schiacciare gli altri sentimenti e disperdere tutti i pensieri estranei, specialmente quelli futili; e invece sono proprio quelli futili che si insinuano. (1987, p. 198) *Io non ho mai avuto un [[amico]], e ritengo anzi che quest'idea sia una sciocchezza. (1987, p. 240) *[[Amore|Amare]] le persone così come sono è impossibile. E tuttavia si deve. E per questo fa loro del bene. (1987, p. 262) *– Un grande pensiero è più che altro un sentimento che a volte rimane molto a lungo senza una definizione. So solo che è sempre stato quel qualcosa da cui scaturiva la vita viva, cioè non intellettuale e non inventata, ma al contrario, non noiosa, allegra; così che un'idea elevata, dalla quale quella scaturisce, è decisamente necessaria, a dispetto di tutti, s'intende.<br>– Perché a dispetto?<br>– Perché vivere con le idee è noioso, e senza le idee è sempre allegro. – Il principe ingoiò la pillola.<br>– Ma cos'è questa vita viva, secondo voi? – Si stava visibilmente irritando. – Anche questo non lo so, principe; so solo che dovrebbe essere qualcosa di tremendamente semplice, assai comune e che salta agli occhi, ogni giorno e ogni minuto, e semplice fino al punto che non riusciamo in nessun modo a credere che sia così semplice e, naturalmente, le passiamo accanto già da molte migliaia di anni senza farci caso e senza riconoscerla. (1987, p. 268) *Tutti i [[consiglio|consigli]] salutari dati in anticipo, non sono altro che un'ingerenza a spese altrui nella coscienza altrui. Io ho fatto abbastanza incursioni nella coscienza degli altri, e alla fin fine ne ho riportato solo mortificazioni e beffe. Delle mortificazioni e delle beffe, certo, non mi importa niente, ma l'essenziale è che con questa tattica non si ottiene proprio niente: nessuno ti ascolterà, per quanto tu ti intrometta... e tutti ti disarmeranno. (1987, pp. 319-20) *E poi pensate soltanto a questo: predicano, dacché mondo è mondo, e che cosa hanno insegnato di buono per rendere il mondo più bello e più gaio e pieno di gioia? Per me, non hanno virtù, e neanche la cercano: tutti vanno alla perdizione, e se ne vantano, invece di rivolgersi all'unica Verità; ma vivere senza Dio non è che una tortura. E si finisce col maledire la stessa luce che c'illumina senza rendersene conto. L'uomo non può vivere senza inchinarsi dinanzi a qualcosa; un uomo simile non sopporterebbe se stesso e nessuno lo sopporterebbe. E chi nega Iddio, finirà coll'inchinarsi dinanzi a un [[Idolatria|idolo]] di legno o d'oro, o magari a un idolo astratto. Sono idolatri, non atei: ecco come bisogna definirli. (Makar Ivanovič: III, II, III; 1957, pp. 371-372) :Vivere senza Dio è solo un tormento. E ne vien fuori che malediciamo proprio quel che ci illumina, e non lo sappiamo nemmeno. E qual è il senso? È impossibile per un uomo esistere senza inchinarsi; un uomo simile non sopporta se stesso né gli altri uomini. E rifiuterà Dio, ma si inchinerà a un idolo, che sia di legno, o d'oro o di pensiero. Idolatri, ecco tutto, non senzadio, ecco come bisogna chiamarli. (1987, p. 441) *{{NDR|Citando il giudizio di Katerina Nikolaevna su Versilov}} [...] «poiché un [[Ideale|idealista]], quando si urta contro la realtà, è subito, prima degli altri, incline a supporre ogni sorta di bassezze». (III, VIII, II; 1957, p. 470) :Un idealista che ha sbattuto la testa contro la realtà è sempre più incline degli altri a supporre qualunque infamia. (1987, p. 557) *La [[stupidità]] e l'arroganza unite sono una grande forza. (1987, p. 526) *È oltremodo raro che le [[Fotografia (immagine)|fotografie]] risultino somiglianti, e questo è comprensibile: è oltremodo raro che l'originale stesso, cioè ciascuno di noi, sia simile a se stesso. Solo in rari momenti un viso umano esprime il suo tratto fondamentale, il suo pensiero più tipico. L'artista studia un viso e intuisce questo pensiero fondamentale, anche se nel momento in cui dipinge non c'è affatto su quel viso. (1987, p. 537) *Le donne [[Russia|russe]] imbruttiscono alla svelta, la loro bellezza appare solo per un attimo, e, davvero, non è solo per le caratteristiche etnografiche del viso, ma anche perché sanno amare senza riserva. La donna russa dà tutto di colpo, quando ama: e l'istante, e il destino, e il presente, e il futuro; non sanno economizzare, non nascondono per far provvista e la loro bellezza la rovinano rapidamente per colui che amano. (1987, p. 537) *Tutta una vita di vagabondaggi e dubbi, e a un tratto, la loro soluzione, il giorno tale, alle cinque del pomeriggio! È perfino offensivo, non è vero? (1987, p. 540) *L'[[Europa]] ha creato nobili tipi di francesi, inglesi e tedeschi, ma ancora non sa quasi niente del suo uomo futuro. E sembra che ancora non ne voglia nemmeno sapere. Ed è comprensibile: non sono liberi, mentre noi siamo liberi, mentre noi siamo liberi. [...] Osserva, amico mio, una stranezza: ogni francese può servire non solo la sua Francia, ma addirittura anche l'umanità, solo alla condizione di rimanere soprattutto francese; lo stesso l'inglese e il tedesco. Solo il russo, perfino nel nostro tempo, cioè molto prima di quando verrà tirato un bilancio totale, ha già avuto la capacità di diventare soprattutto russo solo quando è diventato soprattutto europeo. Ed è proprio questa la nostra più essenziale diversità dagli altri, e a questo riguardo, da noi tutto si presenta diversamente. Io in Francia sono francese, con un tedesco, tedesco, con un antico greco, greco, e con tutto ciò sono soprattutto russo. In questo sono un vero russo, e servo soprattutto la Russia, in quanto evidenzio il suo pensiero principale. Sono un pioniere di questo pensiero. Allora io emigrai, ma abbandonavo forse la Russia? No, continuavo a servirla. Anche se non facevo niente, in Europa, anche se andavo solo vagabondando (e lo sapevo che sarei andato solo vagabondando), ma era sufficiente anche solo che fossi andato là con il mio pensiero e con la mia consapevolezza. Avevo portato là la mia malinconia russa. Oh, non era solo il sangue di allora che mi aveva spaventato cosi, e nemmeno le Tuileries, ma tutto quel che doveva seguire. È destino che debbano azzuffarsi ancora a lungo, perché... sono ancora troppo tedeschi e troppo francesi, e non hanno ancora terminato loro compito in questi ruoli. E ancora mi dispiace per le distruzioni. Per un russo l'Europa è preziosa quanto la Russia: ogni sua pietra gli è dolce e cara. L'Europa è stata la nostra patria come la Russia. Oh, di più! Non si può amare la Russia più di quanto l'ami io, ma non mi sono mai rimproverato perché Venezia, Roma, Parigi, i tesori delle loro scienze e delle loro arti, tutta la loro storia, mi sono cari più della Russia. Oh, ai russi sono care quelle antiche pietre altrui, quelle meraviglie del vecchio mondo di Dio, quei frammenti di sacri prodigi; e questo è più caro a noi che a loro! Loro hanno altri pensieri e sentimenti, e hanno smesso di aver care le vecchie pietre... Là un conservatore si batte solo per l'esistenza, e un ''pétroleur'' si dà da fare solo per il diritto a un pezzo di pane. Solo la Russia non vive per sé, ma per il pensiero, e devi ammettere, amico mio, è notevole che già da quasi un secolo la Russia non viva per sé, ma per l'Europa! E loro? Oh, loro sono destinati a terribili sofferenze, prima di raggiungere il regno di Dio. (Versilov, III, VII, III, 1987, pp. 546-7) *{{NDR|Versilov, riguardo il trionfo della dottrina dell'[[ateismo]]}} Gli uomini a un tratto capiscono di essere rimasti assolutamente soli e di colpo sentono una grande povertà. Mio caro ragazzo, io non sono mai riuscito a immaginare gli uomini ingrati e istupiditi. Gli uomini rimasti orfani prenderebbero subito a stringersi l'un l'altro con più forza e amore; si afferrerebbero per la mano, comprendendo di esser rimasti soli l'uno per l'altro. La grande idea di immortalità sarebbe svanita e la si dovrebbe sostituire; e tutto quel precedente eccesso di amore per colui che era anche l'immortalità, in tutti si rivolgerebbe verso la natura, verso il mondo, verso la gente, verso ogni erbetta. Prenderebbero ad amare la terra e la vita irresistibilmente e nella misura in cui si renderanno gradualmente conto della propria transitorietà e caducità, e di un amore particolare, diverso dal precedente. Si metterebbero a osservare e scoprirebbero nella natura fenomeni tali e tali segreti che prima non avevano neppure supposto giacché guarderebbero la natura con nuovi occhi, con lo sguardo dell'innamorato verso l'amata. Svegliandosi correrebbero a baciarsi I'un l'altro, affrettandosi ad amare, coscienti che i giorni sono brevi e che ciò è tutto quel che rimane loro. Lavorerebbero l'uno per l'altro, e ognuno darebbe a tutti il suo, e sarebbe felice solo di questo. Ogni bambino saprebbe e sentirebbe che ciascuno sulla terra è per lui come un padre e una madre. "Sia pure domani mio ultimo giorno" penserebbe ciascuno guardando il sole al tramonto "fa lo stesso: morirò io, ma rimarranno tutti loro, e dopo di loro i loro figli", e questo pensiero, che rimarranno gli altri a continuare ad amarsi e a trepidare l'uno per l'altro, sostituirebbe quello dell'incontro dopo la morte. Oh, si affretterebbero ad amare per soffocare la grande tristezza dei loro cuori. Sarebbero orgogliosi e audaci per se stessi, ma diventerebbero timorosi l'uno dell'altro; ognuno trepiderebbe per la vita e la felicità dell'altro. Diventerebbero dolci l'uno con l'altro, senza vergognarsene, come ora, e si accarezzerebbero l'un l'altro come bambini. Incontrandosi si guarderebbero l'un l'altro con uno sguardo profondo e comprensivo, e nei loro sguardi ci sarebbe amore e tristezza... (III, VII, III, 1987, pp. 549-50) *Strana sensazione, quando ti [[Decisione|decidi]] e non riesci a deciderti. (1987, p. 577) ==''L'eterno marito''== ===[[Incipit]]=== ====Alfredo Polledro==== Venne l'estate, e Velciàninov, contro ogni attesa, restò a Pietroburgo. Il suo viaggio nel sud della [[Russia]] era andato a monte, e della causa neppur si prevedeva la fine. Questa causa – una lite per la proprietà – stava prendendo una pessima piega. Ancora tre mesi addietro aveva un aspetto tutt'altro che complicato, poco meno che in controverso; ma, chi sa come, improvvisamente tutto era mutato. "E in generale tutto ha preso a mutarsi in peggio!": questa frase Velciàninov aveva cominciato a ripeterla tra sé con acredine e di frequente. ====Serena Prina==== Venne l'estate, e Vel'čaninov, contro ogni sua aspettativa, si fermò a Pietroburgo. Il viaggio nel Sud della Russia era andato a monte e per il suo processo non si vedeva una conclusione. Questo processo, una lite per una proprietà, aveva preso una piega delle peggiori. Ancora solo tre mesi prima sembrava del tutto privo di complicazioni, quasi indiscutibile; ma all'improvviso era come tutto mutato. "E in generale tutto ha cominciato a volgere al peggio!" era questa la frase che Vel'čaninov aveva cominciato a ripetere tra sé spesso e con gioia maligna. <!-- p. 9 --> ====Clara Coïsson==== Venne l'estate e Vel'čaninov, contro la sua aspettativa, rimase a Pietroburgo. Il suo viaggio nel Sud della Russia era andato a monte, e del processo non vedeva la fine. Questo processo - una lite per una tenuta - aveva preso una bruttissima piega. Soltanto tre mesi prima sembrava una faccenda per nulla complicata, quasi incontestabile; ma di colpo tutto pareva cambiato. «E, del resto, tutto sta cambiando in peggio!» - questa frase Vel'čaninov si era messo a ripeterla fra sé con gioia maligna e di frequente. ===Citazioni=== *Un tal uomo nasce e si sviluppa unicamente per prender moglie e, ammogliatosi, immediatamente si trasforma in un accessorio della moglie, perfin nel caso in cui gli accadesse di avere un suo proprio, incontestabile carattere. Principale connotato di un tal marito è il noto ornamento. Non essere [[mettere le corna|cornuto]] egli non può, esattamente come il sole non può non risplendere; ma egli di questo non soltanto non sa mai nulla, ma non può nemmeno mai venir a sapere per le leggi stesse della natura. (p. 45) *"È una di quelle donne," pensava, "che sembrano nate apposta per essere delle mogli infedeli. Queste donne non cadono mai in fallo quando sono fanciulle; la legge della loro natura vuole che per farlo siano immancabilmente sposate. Il marito è il primo amante, ma soltanto dopo le nozze. Nessuna riesce a sposarsi in modo più abile e facile di loro. Per il primo amante la colpa è sempre del marito. E tutto avviene nella massima sincerità; fino alla fine si sentono in sommo grado nel giusto e, naturalmente, del tutto innocenti." (IV, 2019, pp. 46-47) *Secondo la sua opinione {{NDR|di Vel'čaninov}}, l'essenza di questi mariti stava proprio nell'essere, per così dire, degli «eterni mariti» o, meglio, di essere, nella vita, soltanto mariti e niente di più. "Uomini di questo genere vengono al mondo e si sviluppano unicamente per prendere moglie e, ammogliati, per trasformarsi in accessori della moglie, anche nel caso che essi abbiano un proprio incontestabile carattere. Il distintivo principale di tali mariti è l'ornamento che tutti conoscono. Non possono non essere cornuti, come non può il sole non splendere; essi non solo non lo sanno mai, ma neppure potranno mai venirlo a sapere per le leggi stesse della natura." (IV, 2000, pp. 75-76) *Tutto lo scopo della sua vita, che gli era balenata davanti in una luce così gioiosa, all'improvviso era sprofondato nella tenebra eterna. Questo scopo consisteva precisamente – pensava adesso ogni momento – nel far sì che Liza ogni giorno, ogni ora e per tutta la vita senza interruzione avvertisse l'amore di lui nei suoi confronti. "Nessun uomo può né potrebbe mai avere uno scopo più elevato!" meditava in preda a cupa esaltazione. "Se anche esistessero altri scopi, nessuno di essi potrebbe essere più sacro di questo!" "L'amore di Liza," fantasticava, "avrebbe purificato e posto rimedio a tutta la mia vita precedente, fetida e inutile; invece che pensare a me, ozioso, vizioso e ormai finito, avrei allevato per la vita un essere puro e meraviglioso, e per questo essere tutto mi sarebbe stato perdonato, e tutto avrei perdonato a me stesso." (X, 2019, p. 107) *I pensieri elevati vengono non tanto da un ingegno elevato, quanto da sentimenti elevati. (XIII, 2019, p. 150) ===[[Explicit]]=== ====Serena Prina==== Pavel Pavlovič tornò in sé, allargò le braccia e si diede a correre a rotta di collo; il treno già si stava muovendo, ma in qualche modo fece in tempo ad aggrapparsi e saltò al volo sul suo vagone. Vel'čaninov rimase alla stazione e solo verso sera si rimise in viaggio, dopo aver atteso un nuovo treno e seguendo il percorso di prima. A destra, dalla conoscente del distretto, non andò, non era affatto dell'umore giusto. E come ebbe a dolersene in seguito! <!-- p. 192 --> ==''L'idiota''== {{vedi anche|L'idiota}} ==''Le notti bianche''== ===[[Incipit]]=== ====Giovanni Faccioli==== Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell'anima! ... Parlando d'ogni sorta di signori capricciosi e collerici, non ho potuto fare a meno di rammentare anche la mia saggia condotta in tutta quella giornata. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Le notti bianche'', traduzione di Giovanni Faccioli, Rizzoli.}} ====Luigi Vittorio Nadai==== Era una notte meravigliosa. Una di quelle notti come forse possono essercene soltanto quando si è giovani, egregio lettore. Il cielo era così stellato e così luminoso che, guardandolo, involontariamente veniva fatto di chiedersi: possibile che sotto un cielo come questo possano vivere persone adirate e lunatiche di vario genere? Anche questa è una domanda giovanile, caro lettore, molto giovanile, ma volesse Dio che essa sorgesse più spesso nella vostra anima!... Accennando alle persone lunatiche e adirate di vario genere non potrei fare a meno di pensare anche alla nobile condotta da me tenuta durante tutta quella giornata. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Le notti bianche'', traduzione di Luigi Vittorio Nadai, Garzanti, 2014.}} ===Citazioni=== *Io sono un sognatore; ho vissuto così poco la vita reale che attimi come questi non posso non ripeterli nei sogni. (San Paolo 1999, p. 12) *Sono completamente senza una storia. Come si dice da noi, ho vissuto per me stesso, cioè completamente solo... [...] (San Paolo 1999, p. 16) *Ho amato idealmente. Ci sono figure di donne che non si scorgono altro che nei sogni. I miei sogni costituiscono interi romanzi. (1944) *Esistono a [[San Pietroburgo|Pietroburgo]], Nasten'ka, alcuni strani cantucci, anche se voi non li conoscete. In quei luoghi sembra che non giunga quel sole che rifulge per tutti gli abitanti di Pietroburgo, ma un altro sole, come ordinato appositamente per quei cantucci, e risplende di una luce diversa, particolare. In quei cantucci, cara Nasten'ka, sembra svolgersi una vita diversa, non somigliante affatto a quella che ribolle intorno a noi, una vita come potrebbe svolgersi nel trentesimo regno di fiaba e non da noi, nella nostra epoca così seria e così dura. Ecco, questa vita è un miscuglio di elementi puramente fantastici, ardentemente ideali e, ahimé, Nasten'ka, di elementi banalmente prosaici e abitudinari, per non dire inverosimilmente volgari. (San Paolo 1999, pp. 18-19) *Allora senti che la fantasia, quella ''inesauribile'' fantasia, alla fine si stanca, si esaurisce in quella tensione permanente perché maturata, abbandona gli ideali presognati: essi cadono in polvere, si spezzano in frammenti; e se non esiste un'altra vita, allora ci tocca di costruirla con questi frammenti. (San Paolo 1999, p. 27) *Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra... (San Paolo 1999, p. 41) *[...] quanto rendono meravigliosa una persona la gioia e la felicità! Come ferve un cuore innamorato! Sembra che tu voglia riversare tutto il tuo cuore in un altro cuore, vuoi che tutto sia allegro, che tutto rida. E quanto è contagiosa questa gioia!<ref>Con diversa traduzione in San Paolo 1999, p. 40.</ref> *[...] perché non ci comportiamo tutti come fratelli? Perché anche l'uomo migliore è come se nascondesse sempre qualcosa all'altro e gli tacesse qualcosa? Perché non dire subito, direttamente, quel che si ha nel cuore, se sai che non parlerai al vento? Altrimenti ognuno appare più severo di quanti in effetti sia, come se tutti temessero di offendere i propri sentimenti palesandoli molto velocemente...<ref>Con diversa traduzione in San Paolo 1999, p. 49.</ref> ===[[Explicit]]=== *Dio mio! Un [[minuto]] intero di [[beatitudine]]! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?... ==''Memorie dalla Casa dei morti''== ===[[Incipit]]=== ====Duchessa d'Andria==== La nostra casa di pena stava all'estremità della cittadella, proprio sotto alle fortificazioni. Se a caso guardi dalle fessure della palizzata il mondo di Dio — per scoprire almeno qualcosa — vedrai soltanto un pezzettino di cielo e un alto rincalzo di terra dove crescono le erbe della steppa e le sentinelle che ivi passeggiano notte e giorno; e pensi che là tu dovrai passare anni interi e potrai soltanto guardare a traverso le fessure della palizzata e vedrai sempre quel rincalzo di terra, quelle sentinelle e quel pezzettino di cielo, non del cielo che è sopra alla casa di pena, ma di un altro cielo lontano e libero. {{NDR|Fedor M. Dostoievski, ''Ricordi della casa dei morti'', a cura della Duchessa d'Andria, UTET, Torino, 1935.}} ====Fruttero & Lucentini==== La nostra prigione era dietro la fortezza, tra questa e i bastioni. E se da una fessura della palizzata cercavi di guardare fuori, nel mondo creato da Dio, vedevi forse qualcosa? Tutto quello che vedevi era un lembo di cielo e l'alto bastione coperto da erbacce, in cima al quale le sentinelle andavano giorno e notte su e giù. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Memorie da una casa di morti'', citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ===Citazioni=== *Nelle remote regioni della Siberia, fra steppe, monti e foreste impraticabili, ci si imbatte, di tanto in tanto, in piccole città di mille, spesso duemila abitanti, dall'aspetto misero, costruite in legno, con due chiese – una all'interno dell'abitato, l'altra al cimitero – città piú simili ai grossi borghi di Mosca che a città vere e proprie. Esse, di solito, sono molto ben fornite di capi distrettuali di polizia, di assessori e di rappresentanti di tutti gli altri gradi subalterni. In generale, malgrado il freddo, una lavoro statale in Siberia è un posticino molto caldo. (prefazione, Giunti, 1994) *L'[[uomo]] è un essere che si abitua a tutto e, credo, che questa sia la sua migliore definizione. (parte I, cap. I; 1935, p. 22) *Mi venne una volta in mente che se si volesse distruggere, annientare completamente un uomo, punirlo col più spaventevole dei castighi, tanto che il più tremendo assassino tremasse dinanzi a questo castigo e se ne spaventasse anticipatamente, basterebbe soltanto dare al [[lavoro]] un carattere di assoluta, completa inutilità e assurdità. (parte I, cap. II; 1935, pp. 38-39) *Forse sbaglio, ma mi pare che dal suo [[Risata|riso]] si possa conoscere un uomo, e se, al primo incontro, il riso di una persona totalmente sconosciuta vi riesce simpatico, dite pure arditamente che quella persona è buona. (parte I, cap. III; 1935, p. 65) *V'erano certi tali che non avevano [[Uccisione|ucciso]] nessuno eppure erano più terribili di altri che erano stati condannati per sei assassinî. (parte I, cap. VIII; 1935, p. 151) :Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone.<ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> *Vi sono persone che sono simili a tigri avide di leccare il sangue. Chi ha provato una volta questo potere, questa signoria illimitata sul corpo, sul sangue, sull'anima di chi è come loro, di creature umane, di fratelli, secondo la legge di Cristo; chi ha provato il potere e la piena possibilità di umiliare con la peggiore umiliazione un altro essere che ha in sé l'immagine di Dio, colui è incapace di signoreggiare i suoi sentimenti. (parte II, cap. III; 1935, pp. 265-266) *Un essere umano non vive senza avere uno [[scopo]], una mira. Quando ha perduto il suo scopo, la sua speranza, l'uomo spesso, per la noia, diventa un mostro! (parte II, cap. VII; 1935, p. 338) *La [[realtà]] è infinitamente diversa, sicché sfugge anche alle più sottili deduzioni del pensiero astratto e non sopporta classifiche precise e assolute. La realtà tende sempre alla divisione. (parte II, cap. VII; 1935, p. 338) *Spesso in una certa categoria di persone, anche molto intelligenti, si trovano delle [[idee]] addirittura paradossali. Ma queste persone hanno tanto sofferto nella loro vita per queste idee, a così caro prezzo le hanno serbate, che sarebbe crudele e quasi impossibile toglierle loro. (parte II, cap. VIII; 1935, p. 371) *Appena è stato permesso a questa povera gente di vivere a modo suo, di divertirsi da uomini, di passare anche solo un'ora di vita non da reclusi, ecco che l'uomo si trasforma moralmente, non fosse che per pochi minuti soltanto... (1950, p. 202) *Forse si mettono a un uomo i ferri ai piedi solo perché non fugga o ciò gli impedisca di correre? Niente affatto. I ferri non sono altro che un ludibrio, una vergogna e un peso, fisico e morale. Così almeno si presuppone. Essi non potranno mai ad alcuno impedire di fuggire. Il più inesperto, il meno abile dei detenuti saprà ben presto, senza gran fatica, segarli o farne saltare la ribaditura con un sasso. (1950, p. 220) *Il tenente invece era qualcosa come un raffinatissimo gastronomo in materia punitiva. Egli amava, amava con passione, l'arte del punire e l'amava unicamente in quanto arte. Egli se ne deliziava e, come uno svanito patrizio, consumato dai piaceri, dei tempi dell'Impero Romano, inventava varie raffinatezze, vari mezzi contro natura per rimescolare un poco e stuzzicare piacevolmente la sua anima sommersa dal grasso. (1950, p. 233) *A dir vero, la nostra gente, come forse tutta la gente russa, era disposta a dimenticare lunghi tormenti per una sola parola affettuosa. (1950, p. 237) ===[[Explicit]]=== Le catene caddero. Io le sollevai... Volevo tenerle in mano, guardarle per l'ultima volta. Ora mi meravigliavo pensando che un momento prima stringevano le mie gambe.<br>— Su! Dio vi accompagni, Dio vi accompagni! — dissero i forzati con le loro voci ruvide, affannose, ma che avevano un accento di soddisfazione.<br>Sì, Dio ci accompagni! La libertà, una vita nuova, la risurrezione d'in fra i morti... È un momento magnifico!<br>1861-1862 {{NDR|Fedor M. Dostoievski, ''Ricordi della casa dei morti'', a cura della Duchessa d'Andria, UTET, Torino, 1935.}} ==''Memorie dal sottosuolo''== ===[[Incipit]]=== ====Igor Sibaldi==== Io sono una persona malata... sono una persona cattiva. Io sono uno che non ha niente di attraente. Credo d'avere una malattia al fegato. Anche se d'altra parte non ci capisco un'acca della mia malattia, e non so che cosa precisamente ci sia di malato in me. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se la [[medicina]] e i dottori io li rispetto. Per di più sono anche superstizioso al massimo grado; o perlomeno quanto basta per rispettare la medicina. (Sono abbastanza istruito da non essere superstizioso, ma sono superstizioso). Nossignori, non mi voglio curare, e non lo voglio appunto per cattiveria. Ecco, forse questa cosa voialtri non vi degnerete di capirla. Be' io invece la capisco. Ovviamente non so spiegarvi a chi di preciso intenda far dispetto in questo caso specifico, con la mia cattiveria; so benissimo che nemmeno ai dottori medesimi potrò in alcun modo" farla sporca", col mio non andar da loro a curarmi; e so meglio di chicchessia che così sto danneggiando unicamente me stesso e nessun altro. Cionondimeno, se non mi curo è giustappunto per cattiveria. Il mio fegatuccio soffre? Bene, che soffra pure, e ancora di più!<br> {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Memorie dal sottosuolo'', traduzione di Igor Sibaldi, Mondadori, 1987.}} ====Milli Martinelli==== Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato. Del resto, non capisco un accidente del mio male e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se rispetto la medicina e i dottori. Oltretutto sono anche estremamente superstizioso; be', almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono abbastanza colto per non essere superstizioso, ma lo sono.) Nossignori, non voglio curarmi per cattiveria. Ecco, probabilmente voi questo non lo capirete. Be', io invece lo capisco. Io, s'intende, non saprei spiegarvi a chi esattamente faccia dispetto in questo caso con la mia cattiveria; so perfettamente che neppure ai medici potrò "farla" non curandomi da loro; so meglio di chiunque altro che con tutto ciò nuocerò unicamente a me stesso e a nessun altro. E tuttavia, se non mi curo, è per cattiveria. Il fegato mi fa male, e allora avanti, che faccia ancor più male!<br> {{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''Memorie dal sottosuolo'', traduzione di Milli Martinelli, BUR, 1995. ISBN 8817170305}} ====Alfredo Polledro==== Sono un uomo malato... Sono un uomo maligno. Non sono un uomo attraente. Credo che mi faccia male il fegato. Del resto, non me n'intendo un'acca della mia malattia e non so con certezza che cosa mi faccia male. Non mi curo e non mi sono curato mai, sebbene la medicina e i dottori li rispetti. Inoltre, sono anche superstizioso all'estremo; be', almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono sufficientemente istruito per non essere superstizioso, ma sono superstizioso). Nossignori, non mi voglio curare per malignità. Voi altri questo, di sicuro, non lo vorrete capire. Ebbene, io lo capisco. S'intende che non saprei spiegarvi a chi precisamente io faccia dispetto in questo caso con la mia malignità; so benissimo che anche ai dottori non posso in nessuna maniera «fargliela» col non curarmi da loro; so meglio d'ogni altro che con tutto questo danneggio unicamente e solo me stesso e nessun altro. Ma tuttavia, se non mi curo, è per malignità! Se mi fa male il fegato, ebbene, mi faccia pure ancora più male!<br> {{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''Memorie del sottosuolo'' (''Zapiski iz podpol'ja''), traduzione di Alfredo Polledro, Einaudi, 2010. ISBN 9788806177096}} ====Gianlorenzo Pacini==== Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Un uomo che non ha nulla di attraente. Credo di essere malato di fegato. Del resto di questa mia malattia non ne capisco niente, e in verità non so nemmeno io di cosa soffra. Non mi curo e non mi sono mai curato, sebbene nutra il massimo rispetto per la medicina e per i dottori. Per giunta, sono anche estremamente superstizioso; o per lo meno lo sono abbastanza da rispettare la medicina. (Sono abbastanza colto da non essere superstizioso, eppure lo sono ugualmente.) No, io non voglio curarmi per cattiveria. Questo probabilmente voi non lo capirete, ma io invece lo capisco. Naturalmente non sarei mai capace di spiegarvi a chi esattamente voglio far dispetto in questo caso con le mie ripicche; so benissimo che non sono assolutamente in grado di nuocere nemmeno ai dottori per il fatto che non vado a farmi curare da loro; anzi, so meglio di chicchessia che con ciò faccio del male unicamente a me stesso e a nessun altro. Ciononostante, se non mi curo lo faccio proprio per cattiveria: il fegato mi duole, ebbene che mi faccia ancora più male!<br> {{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''Ricordi dal sottosuolo'' (''Zapiski iz podpol'ja''), traduzione di Gianlorenzo Pacini, Feltrinelli. ISBN 9788807821202}} ====Tommaso Landolfi==== Sono un malato... Sono un malvagio. Sono un uomo odioso. Credo d'aver male al fegato. Del resto non so un corno della mia malattia e non so con precisione dove ho male. Non mi curo e non mi son mai curato, sebbene tenga in gran conto la medicina. (Son colto quanto occorre per non esser superstizioso, ma lo sono). No, non voglio curarmi per malvagità. Ecco una cosa che certo voi non vi degnerete di capire. Be' ma io la capisco. S'intende che non vi so spiegare a chi appunto faccia dispetto in questo caso colla mia malvagità; so perfettamente che non faccio un torto ai medici col non andarmi a curare da loro; so meglio di chiunque che in questo modo faccio male soltanto a me stesso e a nessun altro. Tuttavia se non mi curo è ugualmente per malvagità. Ho male al fegato; ci ho gusto, possa venirmi male ancora di più!<br> {{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''Ricordi dal sottosuolo'', traduzione di Tommaso Landolfi, BUR, 1984. ISBN 8817130540}} ====Luisa De Nardis==== Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Non sono un uomo attraente. Penso di soffrire di fegato. Del resto non ci capisco un fico secco della mia malattia e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, sebbene rispetti la medicina e i dottori. In più, sono anche superstizioso all'estremo: be', almeno tanto da rispettare la medicina. (Sono abbastanza istruito per non essere superstizioso, ma sono superstizioso). Nossignore, non voglio curarmi per cattiveria. Voi questo, probabilmente, non potete capirlo. Ma io lo capisco, sissignore. S'intende, non saprei spiegarvi a chi in effetti darò fastidio in questo caso con la mia cattiveria; so perfettamente bene che non potrò "danneggiare" in nessun modo nemmeno i dottori, per il fatto che non mi curo da loro; so meglio di chiunque altro che così facendo nuocerò esclusivamente a me stesso e a nessun altro. Eppure, se non mi curo, è proprio per cattiveria. Mi fa male il fegato, e allora che mi faccia male ancora di più!<br> {{NDR|Fëdor M. Dostoevskij, ''Memorie dal sottosuolo'', traduzione di Luisa De Nardis, Biblioteca Economica Newton, 2008. ISBN 978-88-8183-907-0}} ===Citazioni=== *Io, non dico malvagio, ma niente sono riuscito a diventare: né cattivo, né buono, né ribaldo, né onesto, né eroe, né insetto. E ora trascino la mia vita nel mio angolo, tenendomi su la maligna e magrissima consolazione che un uomo intelligente non può in verità diventar nulla e che solo gli sciocchi diventano qualcosa. (''Il sottosuolo'', I) *Ho [[Quarantenne|quarant'anni]], e quarant'anni sono una vita intera; sono la più fonda vecchiaia. Vivere oltre i quarant'anni è indecoroso, volgare, immorale. Chi vive oltre i quarant'anni? Rispondetemi sinceramente, onestamente. Ve lo dico io, chi vive: gli stupidi e i furfanti. (''Il sottosuolo'', I; 1995, p. 23) *Il godimento in questione veniva per l’appunto dalla troppa vivida consapevolezza della mia umiliazione; dal fatto che lo sentivo bene di avere ormai toccato il fondo; è che questa era si una cosa turpe, ma che non avrebbe potuto essere altrimenti; che non avevo più nessuna via di scampo, che ormai non sarei più riuscito a diventare un altro uomo; che anche se mi fossero rimasti tempo e fede abbastanza per poter diventare qualcos’altro, molto probabilmente non avrei avuto nessuna voglia di cambiare; e se anche me ne fosse venuta la voglia non avrei fatto nulla lo stesso, perché in realtà non vi sarebbe stato probabilmente nulla da poter diventare, una volta che fossi cambiato. (''Il sottosuolo'', II) *Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. (''Il sottosuolo'', II) *Mi inventavo avventure, mi creavo una vita fittizia, tanto per vivere in un mondo qualunque. (''Il sottosuolo'', V) *Un'altra volta mi volli innamorare per forza, anzi due volte. E soffrivo, signori, ve ne assicuro! Nel profondo dell'animo non sembra di soffrire, spunta un risolino, eppure io soffro, e per di più in modo vero, autentico; sono geloso, vado fuori di me... e tutto per noia, signori, tutto per noia; l'inerzia mi aveva oppresso. (''Il sottosuolo'', V) *Ma che ci posso fare io se non sono neppure cattivo? La mia cattiveria, a causa ancora una volta delle dannate leggi della coscienza, è continuamente sottoposta ad una sorta di scomposizione chimica. (''Il sottosuolo'', V) *Il fatto, signori miei, è che io mi considero una persona intelligente forse soltanto perché in tutta la mia vita non sono stato capace né di cominciare né di portare a termine mai nulla. Ammettiamo che io sia soltanto un chiacchierone, un innocuo e fastidioso chiacchierone come tutti quanti. Ma che possiamo farci se il più diretto, anzi l'unico compito di ogni persona intelligente consiste appunto nel chiacchierare, cioè nel travasare il vuoto nel vuoto? (''Il sottosuolo'', V) *"Fannullone!": ma questo è un titolo e un destino, è una carriera, signori. Non scherzate, è così. (''Il sottosuolo'', VI; 2011) *Ma l'uomo è tanto incline alla [[Sistema|sistematicità]] e alla deduzione astratta che è pronto a deformare premeditatamente la verità, pronto a chiudere occhi ed orecchi, pur di giustificare la propria logica. (''Il sottosuolo'', VII; 2010, p. 24) *[...] il sangue scorre a fiumi, ma allegramente, come se fosse champagne; eccovi il nostro [[XIX secolo|diciannovesimo secolo]] [...].<ref>Fëdor M. Dostoevskij, ''[https://books.google.it/books?id=rIUxva2cZQEC Memorie dal sottosuolo]'', traduzione e note di Milli Martinelli, Rizzoli, 2011. ISBN 978-88-586-1876-9</ref> (VII) *L'uomo è fatto così. E tutto ciò per un insulsissimo motivo che apparentemente non varrebbe neppure la pena di menzionare: e cioè perché l'uomo, sempre e ovunque, chiunque fosse, ha amato agire così come voleva, e non come gli ordinavano la ragione e il tornaconto; infatti si può volere anche contro il proprio tornaconto, anzi talvolta decisamente si deve (questa è già una mia idea). La propria voglia, arbitraria e libera, il proprio capriccio, anche il più selvaggio, la propria fantasia, eccitata a volte fino alla follia: tutto ciò è proprio quel vantaggio supremo e tralasciato, che sfugge a qualsiasi classificazione e per colpa del quale tutti i sistemi e le teorie vanno costantemente a farsi benedire. (''Il sottosuolo'', VII) *Per effetto della civiltà l'uomo è diventato, se non più sanguinario, certamente sanguinario in modo peggiore, più abietto di prima. (''Il sottosuolo'', VII; 2011) *Vedete: la ragione, signori, è una bella cosa, è indiscutibile, ma la ragione non è che la ragione e non soddisfa che la facoltà raziocinativa dell'uomo, mentre il volere è una manifestazione di tutta la vita, cioè di tutta la vita umana, con la ragione e con tutti i pruriti. E sebbene la nostra vita, in questa manifestazione, riesca sovente una porcheriola, pur tuttavia è la vita, e non è soltanto un'estrazione di radice quadrata. (''Il sottosuolo'', VIII; 2002, p. 29) *Cospargetelo di tutti i beni del mondo, sprofondatelo nella felicità finché non gli arrivi fin sopra la testa, così che non se ne veda più se non qualche bollicina sulla superficie della felicità, come fosse la superficie dell'acqua; dategli una tale tranquillità economica, che non gli rimanga proprio nient'altro da fare se non dormire, mangiare pasticcini e adoperarsi perché la storia universale non finisca: bene, anche così l'uomo, da quel bel tipo che è, e unicamente per ingratitudine, unicamente per farvi una pasquinata vi combinerà una qualche porcheria. Metterà a repentaglio perfino i suoi pasticcini, e a bella posta desidererà le più rovinose sciocchezze, la più antieconomica delle assurdità, all'unico scopo di poter mescolare a tutta questa positiva ragionevolezza il proprio rovinoso elemento fantastico. (''Il sottosuolo'', VIII) *Il volere umano, molto spesso e anzi il più delle volte si trova assolutamente e cocciutamente in contrasto con il [[raziocinio]]. (''Il sottosuolo'', VIII) *Credo che la migliore definizione che si possa dare dell'uomo sia questa: creatura bipede ed ingrata! (''Il sottosuolo'', VIII) *Signori, mi tormentano dei problemi; risolvetemeli. Voi, per esempio, un uomo lo volete disavvezzare dalle vecchie abitudini e volete correggere la sua volontà, conformemente alle esigenze della scienza e del buon senso. Ma come fate a sapere che l'uomo non solo si può, ma ''si deve'' anche trasformarlo cosí? Da che cosa concludete che al volere umano cosí indispensabilmente ''occorra'' correggersi? Insomma, come fate a sapere che una siffatta correzione arrecherà effettivamente vantaggio all'uomo? E, per dire proprio tutto, perché siete cosí ''sicuramente'' convinti che non andare contro gli autentici e normali vantaggi garantiti dagli argomenti forniti dalla ragione e dall'aritmetica sia effettivamente sempre vantaggioso per l'uomo e sia una legge per tutta l'umanità? Perché questa per intanto non è ancora che una vostra supposizione. Mettiamo che sia una legge della logica ma forse non è per niente una legge dell'umanità. (''Il sottosuolo'', IX; 2002, pp. 33 sg.) *Dunque l'uomo ama costruire, e tracciare strade, è pacifico. Ma da che viene che ami appassionatamente anche la distruzione e il caos? (''Il sottosuolo'', IX) *Ma l'uomo dove va? Quanto meno, ogni volta si nota in lui un che d'impacciato nel momento in cui raggiunge cosiffatti fini. Il fatto di raggiungerli gli piace, ma averli raggiunti non proprio, e questo, certo, è straordinariamente ridicolo. (''Il sottosuolo'', IX; 2002, p. 35) *E perché voi siete cosí fermamente, cosí solennemente sicuri che soltanto quello che è normale e positivo, in una parola, soltanto la prosperità sia vantaggiosa all'uomo? La ragione non s'inganna nei vantaggi? Può darsi che l'uomo non ami la sola prosperità. Può darsi che ami esattamente altrettanto la sofferenza. Può darsi che proprio la sofferenza gli sia esattamente altrettanto vantaggiosa quanto la prosperità. E l'uomo a volte ama immensamente la sofferenza, fino alla passione, anche questo è un fatto. (''Il sottosuolo'', IX; 2002, pp. 35 sg.) *La [[sofferenza]] è l'unico motivo della coscienza. E sebbene abbia dichiarato che secondo me la coscienza è per l'uomo la più grande disgrazia, so però che l'uomo l'ha cara e non le scambierebbe colle maggiori soddisfazioni. (''Il sottosuolo'', IX) *Annullate i miei desiderî, cancellate i miei ideali, mostratemi qualcosa di meglio, e io vi andrò dietro. Magari direte che non mette conto nemmeno di legarsi; ma in tal caso io posso rispondervi allo stesso modo. Noi ragioniamo seriamente; e se non mi volete degnare della vostra attenzione, non vi farò certo degli inchini. Io ho il sottosuolo. (''Il sottosuolo'', X; 2002, p. 37) *Meglio una cosciente inerzia! E dunque, evviva il sottosuolo! (''Il sottosuolo'', XI) *Ci sono fra i ricordi d'ogni uomo, cose che non si raccontano a tutti, ma appena agli amici. Ce ne sono altre che neanche agli amici si raccontano, ma appena a se stessi, e per di più sotto suggello di segreto. Ce ne sono, infine, altre ancora che persino a se stessi si ha paura di raccontare, e di tali ricordi ogni uomo, anche ammodo, ne mette insieme parecchi. (''Il sottosuolo'', XI) *Un uomo evoluto e perbene non può essere [[vanità|vanitoso]] senza un'illimitata severità con se stesso e senza disprezzarsi fino all'odio in certi momenti. (''A proposito della neve bagnata'', I; 2002, p. 46) *Io sono solo, e loro invece sono tutti. (''A proposito della neve bagnata'', I) *A casa, in primo luogo, piú che tutto leggevo. Avevo voglia di soffocare con sensazioni esteriori tutto ciò che ribolliva incessantemente dentro di me. E fra le sensazioni esteriori rientrava nelle mie possibilità soltanto la lettura. La lettura, naturalmente, mi aiutava molto: mi agitava, mi dilettava e mi tormentava. Ma di tempo in tempo mi veniva tremendamente a noia. Avevo pur sempre voglia di muovermi, e tutt'a un tratto mi affondavo in un'oscura, sotterranea, disgustosa, non dico depravazione, ma depravazionucola. Quelle passionucole in me erano acute, cocenti, per via della mia perpetua morbosa irritabilità. Avevo degli slanci isterici, con lacrime e convulsioni. Oltre la lettura, non avevo dove andare, cioè non c'era nulla che allora io potessi rispettare nel mio ambiente e verso di cui mi sentissi attratto. Per di piú, mi ribolliva dentro la malinconia; mi veniva un'isterica sete di contraddizioni, di contrasti, cosí mi buttavo alla depravazione. (''A proposito della neve bagnata'', I; 2002, p. 50) *Mi davo alla depravazione solitariamente io, di notte, di nascosto, pavidamente, sudiciamente, con una vergogna che non mi lasciava nei momenti piú ripugnanti e che anzi in quei momenti giungeva fino alla maledizione. Già allora portavo nell'anima mia il sottosuolo. Avevo una tremenda paura che in qualche modo mi vedessero, m'incontrassero, mi riconoscessero. E giravo per vari luoghi molto oscuri. (''A proposito della neve bagnata'', I; 2002, p. 51) *Ancora sedicenne, li osservavo con cupa meraviglia; già allora mi stupivano la grettezza del loro pensiero, la stupidità delle occupazioni, dei giochi, dei discorsi loro. Non capivano certe cose cosí indispensabili, non s'interessavano di argomenti cosí suggestivi e impressionanti che per forza presi a considerarli inferiori a me. Non era la vanità offesa che mi ci spingeva, e, per amor di Dio, non venitemi avanti con le obiezioni convenzionali, rancide fino alla nausea, che io non facevo che sognare, mentre essi già allora capivano la vita reale. Nulla essi capivano, nessuna vita reale, e vi giuro che questo, appunto, era ciò che piú m'indignava in loro. Al contrario, la realtà piú evidente, piú abbagliante la percepivano in modo fantasticamente sciocco e già allora si abituavano ad inchinarsi nient'altro che al successo. Di tutto ciò che era giusto, ma umiliato e oppresso, ridevano crudelmente e vergognosamente. La posizione la consideravano ingegno; a sedici anni discorrevano già di comodi posticini. Naturalmente, in questo molto derivava dalla stupidità, dal cattivo esempio che aveva sempre circondato la loro infanzia e adolescenza. Erano depravati fino alla mostruosità. S'intende che anche qui c'era soprattutto esteriorità, soprattutto cinismo ostentato, s'intende che la giovinezza e una certa freschezza trasparivano anche in loro perfino attraverso la depravazione; ma in loro non era attraente nemmeno la freschezza e si manifestava come una specie di bricconeria. Io li odiavo tremendamente, sebbene fossi magari peggio di loro. Essi mi ripagavano della stessa moneta, e non nascondevano la propria ripugnanza per me. Ma io non desideravo piú il loro affetto; al contrario, avevo sempre sete della loro umiliazione. (''A proposito della neve bagnata'', III; 2002, p. 70) *Io sapevo che forse lei si sarebbe imbrogliata e non avrebbe capito i particolari, ma sapevo anche che avrebbe capito benissimo la sostanza. E cosí accadde. Ella impallidí come un cencio, voleva dire qualche cosa, le sue labbra si storsero in una smorfia dolorosa; ma cadde sulla sedia, come recisa con un'accetta. E per tutto il tempo poi mi ascoltò con la bocca spalancata, con gli occhi aperti e tremando di un terribile spavento. Il cinismo, il cinismo delle mie parole l'aveva schiacciata… (''A proposito della neve bagnata'', IX; 2002, pp. 123 sg.) *Per tutta la vita non mi sono neppure potuto figurare un altro genere d'amore, e sono arrivato adesso al punto di pensare talvolta che l'amore consista proprio nel diritto spontaneamente concesso dall'oggetto amato di tiranneggiarlo. Nelle mie fantasie del sottosuolo non mi sono mai figurato l'amore se non come una lotta, che facevo cominciare sempre dall'odio e finire con l'asservimento morale. (''A proposito della neve bagnata'', X) *Del resto, non la odiavo piú tanto, mentre correvo per la camera e dalla fessura gettavo delle occhiate dietro il paravento. Mi era solo intollerabilmente penoso che fosse lí. Volevo che sparisse. Desideravo la «tranquillità», desideravo rimaner solo nel sottosuolo. La «vita vivente», per la mancanza di abitudine, mi aveva schiacciato al punto che provavo difficoltà perfino a respirare. (''A proposito della neve bagnata'', X; 2002, p. 128) *Lasciateci soli, senza libri, e ci confonderemo subito, ci smarriremo: non sapremo dove far capo, a che cosa attenerci; che cosa amare e che cosa odiare, che cosa rispettare e che cosa disprezzare. (''A proposito della neve bagnata'', X; 2002, p. 132) ===Citazioni su ''Memorie dal sottosuolo''=== *In maniera paradossale, si potrebbe affermare che appunto perché Dostoevskij nelle ''Memorie'' ha il coraggio di parlare di se stesso, proprio per questo, egli attinge a una zona profonda nella quale così se stesso come gli altri non esistono più, annullati da qualche cosa di non individuale e non sociale, ossia da ciò che Dostoevskij chiama il «sottosuolo». L'importanza diciamo così storica delle ''Memorie dal sottosuolo'' sta tutta qui. Per la prima volta, riprendendo la metafora del titolo del racconto, Dostoevskij prende una lampada e discende dall'appartamento al primo piano, in cui è sinora vissuto, giù nel sottosuolo della casa. Dostoevskij, per dirla con un famoso verso di Baudelaire, scende nel sottosuolo per «au fond de l'inconnu chercher du nouveau», Dostoevskij troverà nel sottosuolo, cioè nell'«inconnu», il nuovo, cioè «le nouveau» in tale quantità che non ne uscirà più. Tutti i libri dopo le ''Memorie dal sottosuolo'' sono stati scritti da quelle latebre tenebrose. E Dostoevskij è morto alla fine nel sottosuolo, senza mai più risalire alle stanze superiori. ([[Alberto Moravia]]) == ''Note invernali su impressioni estive'' == * E così sono a [[Parigi]]... Non pensiate però che io voglia raccontarvi molto proprio riguardo alla città di Parigi. Ritengo infatti che ne abbiate già letto tanto in russo, che leggerne vi sia persino venuto a noia. Per di più ci siete stati voi stessi e probabilmente avete esaminato tutto molto meglio di me. [...] E quindi non vi racconterò che cosa esattamente io non abbia esaminato con attenzione, ma ecco quello che in compenso vi dirò: che ho creato una definizione di Parigi, che le ho consegnato un epiteto, e che ho intenzione di difendere quest'epiteto. E cioè: che Parigi è la città più morale e virtuosa di tutto il globo terrestre. Quale ordine, infatti! Che sensatezza, che rapporti ben definiti e solidamente stabiliti: com'è tutto garantito e messo in riga: come son tutti soddisfatti, e come tutti quanti si sforzano di convincersi d'essere soddisfatti ed effettivamente felici, come tutti, infine, si sono a tal punto sforzati, da essere realmente convinti della propria soddisfazione ed effettiva felicità, e... e... lì si son fermati. (p. 49) * {{NDR|Su [[Londra]]}} Questa città sconfinata come un mare e colma giorno e notte di movimento; i fischi e gli urli delle macchine; queste ferrovie edificate al di sopra delle case (e tra breve anche sotto di esse); quest'audace spirito d'iniziativa, quest'apparente disordine che in sostanza è invece l'espressione dell'ordine borghese nella sua forma più elevata; questo Tamigi avvelenato, quest'aria pregna di carbon fossile, questi stupendi giardinetti, e i parchi, e questi angoli orribili della città, come Whitechapel, con la sua popolazione stracciona, selvaggia e affamata. E la City, coi suoi milioni e col commercio mondiale, il palazzo di cristallo, l'esposizione universale... (pp. 51-52) * Sì, l'[[Grande esposizione di Londra|esposizione]] è qualcosa di sbalorditivo. Vi percepite una forza tremenda che ha lì riunito in un unico gregge tutto quell'incalcolabile numero di persone giunte da ogni parte del mondo. Voi avete coscienza d'un pensiero immane: percepite che lì qualcosa è già stato raggiunto, che lì è la vittoria, lì è il trionfo. Cominciate persino come a temere qualcosa. Per quanto siate indipendenti, pure per un qualche motivo sarete assaliti dal timore. "Non è forse questo, realmente, l'ideale raggiunto?" così vi vien da pensare. "Non è questa la fine? E non è già questo, in effetti, l<nowiki>'</nowiki>'unico gregge'?" E non bisognerà dunque accettare tutto ciò come la completa verità, e tacere per sempre? Tutto questo è a tal punto solenne, vittorioso e fiero, che cominciate a sentir un peso sul cuore. Guardate queste centinaia di migliaia, questi milioni di persone che docili sono affluite fin qui da tutte le parti del globo terrestre: persone giunte con un unico pensiero, che si affollano tranquillamente, con ostinazione e in silenzio in questo palazzo colossale, e percepite che lì si è realizzato qualcosa di definitivo, si è realizzato e si è concluso. È una sorta di quadro biblico, un'evocazione di Babilonia, una specie di profezia dell'Apocalisse quella che si va realizzando davanti ai vostri occhi. (pp. 52-53) * [...] a [[Londra]] si può vedere una massa umana di tali dimensioni e in tali condizioni, come non vi capiterà di vedere da svegli in alcun'altra parte del mondo. Mi avevano detto, per esempio, che ogni sabato, di notte, mezzo milione di operai e di operaie coi loro bambini si riversano come un mare per l'intera città, raggruppandosi per lo più in certi quartieri, e che per tutta la notte fino alle cinque del mattino festeggiano il riposo dal lavoro, cioè si ingozzano e si ubriacano come bestie per tutta la settimana. Quest'intera moltitudine porta là le sue economie settimanali, tutto quello che ha faticosamente messo insieme a forza di duro lavoro e di maledizioni. Nelle botteghe di carne e di generi alimentari arde il gas in ampi fasci di luci, che illuminano a giorno le vie. Parrebbe un vero e proprio ballo, organizzato per questi negri bianchi. Il popolo si affolla nelle taverne all'aperto e nelle strade. E qui si mangia e si beve. Le birrerie sono addobbate come palazzi. Questa moltitudine è ubriaca, ma senz'allegria, è cupa, opprimente, e in un certo suo modo, stranamente silenziosa. Solo di tanto in tanto le bestemmie e le risse sanguinose infrangono questo silenzio sospetto, che agisce tristemente su di voi. Tutti si sforzano di ubriacarsi quanto prima possibile, fino a perdere coscienza... Le mogli non si staccano dai mariti e si sbronzano insieme a loro: i bambini corrono e strisciano tra i loro genitori. (pp. 53-54) ==''Umiliati e offesi''== ===[[Incipit]]=== La sera del ventidue marzo dell'anno scorso mi è accaduta un'avventura assai strana. Avevo passato la giornata a girare per la città in cerca d'un alloggio. Quello nel quale abitavo era molto umido, ed io fin da allora cominciavo ad avere una tosse preoccupante. Già dall'autunno prima mi ero proposto di cambiar casa, ma ad onta di questo divisamento ero arrivato fino alla primavera senza farne nulla. <br> Avevo girato tutto il giorno senza riuscire a trovare qualcosa di adatto. Il mio desiderio era di avere un appartamento libero, non in subaffitto; mi sarei accontentato anche di una stanza sola, purché fosse molto grande, e, nello stesso tempo, costasse poco. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Umiliati e offesi'', traduzione di Ossip Felyne, Lia Neanova e C. Giardini, Mondadori, 2003.}} ===Citazioni=== *Dicono che chi è [[sazietà|sazio]] non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato. *Voglio scoprirvi un segreto della mia natura, che a quanto pare ignorate nel modo più assoluto. Sono convinto che in questo momento voi mi definiate un mostro di dissolutezza. Ebbene, ecco quello che voglio dire: se soltanto potesse avvenire, dico, che ciascuno uomo fosse obbligato a rivelare l'intimo fondo di sé stesso, ma in modo da non temere di dire non solo ciò che egli non direbbe mai agli altri uomini, non solo ciò che avrebbe paura di confessare ai suoi migliori amici, ma anche ciò che non osa confessare neppure a sé stesso, ebbene, in tal caso si spargerebbe nel mondo un tal fetore da soffocare tutti quanti. Ecco perché, detto fra parentesi, le nostre convenienze e leggi mondane sono tanto benefiche; c'è in esse un pensiero molto profondo, non dirò morale, ma semplicemente preservativo, comodo, il che importa certamente di più, giacché in sostanza la morale non è che una comodità, una cosa escogitata per rendere la vita più confortevole. *Mi accusate di avere dei vizi, di essere dissoluto, immorale, mentre io forse sono colpevole solo di essere più sincero degli altri e basta; di non nascondere ciò che gli altri nascondono persino a sé stessi. Facendo così faccio male, ma ora voglio così. C'è un godimento tutto speciale in quell'improvviso smascherarsi, in quel cinismo col quale un uomo si svela davanti ad un altro, senza neppure vergognarsi di fronte a lui. Che posso fare se so con sicurezza che alla base di tutte le virtù umane c'è il più terribile egoismo?... e più un'azione è virtuosa, più grande è l'egoismo. "Ama te stesso", ecco l'unica regola che riconosco. Sono d'accordo con tutto, purché io stia bene, e ce ne sono a legioni di uomini che la pensano come me, e tutti stiamo veramente bene... Tutto può andare in rovina in questo mondo, soltanto noi esisteremo sempre. Esistiamo da quando esiste il mondo. *Mi sembrava che lei stessa a bella posta stuzzicasse la propria ferita, sentendo nel farlo una sorta di necessità, la necessità della disperazione, della sofferenza...<ref>Fëdor Dostoevskij, ''[https://books.google.it/books?id=xbxaDwAAQBAJ Umiliati e offesi]'', traduzione di Serena Prina, Feltrinelli, Milano, 2018 (ebook). ISBN 9788858833018.</ref> ==[[Incipit]] di alcune opere == ===''Il sosia''=== ====Pietro Zveteremich==== Erano quasi le otto del mattino quando il consigliere titolare Jàkov Petròvič Goljàdkin si svegliò dopo un lungo sonno, sbadigliò, si stiracchiò e infine aprì del tutto gli occhi. Per un paio di minuti rimase però a giacere immobile nel letto come uno che non è ben sicuro se è desto o dorme ancora, se tutto ciò che gli succede intorno è veglia e realtà o non piuttosto la continuazione delle disordinate visioni del sogno. Ben presto, tuttavia, i sensi del dottor Goljàdkin cominciarono a recepire in modo più chiaro e netto le loro abituali, quotidiane impressioni. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Il sosia'', traduzione di Pietro Zveteremich, Garzanti, 1966.}} ====Giacinta De Dominicis Jorio==== Mancava poco alle otto del mattino allorché il consigliere titolare Jakòv Petrovic Goljadkin si svegliò da un lungo sonno, fece uno sbadiglio, si stiracchiò e aprì finalmente del tutto gli occhi. Per due minuti, però, rimase a giacere immobile nel suo letto come un uomo non completamente sicuro se sia sveglio o se ancora dorma e se tutto ciò che accade intorno a lui sia realtà o non piuttosto la continuazione di un fantastico sognare. Ma ben presto i sensi del signor Goljadkin ripresero ad accogliere, più chiare e più precise, le consuete, abituali impressioni. {{NDR|''Il sosia'', traduzione di Giacinta De Dominicis Jorio, Biblioteca Universale Rizzoli.}} ====Gianlorenzo Pacini==== Mancava poco alle otto del mattino quando il consiglie­re titolare Jàkov Petròvic Goljàdkin si ridestò da un lungo sonno, sbadigliò, si stiracchiò e infine aprì completamente gli occhi. Tuttavia, ancora per un paio di minuti egli se ne restò disteso immobile nel suo letto, come se non fosse tut­tora pienamente certo di essersi destato o di non stare an­cora dormendo, e come in dubbio se tutto ciò che lo cir­condava gli apparisse nella veglia della realtà o non fosse piuttosto il prolungamento delle sue sconclusionate fanta­sie notturne. Ben presto, tuttavia, i sensi ridesti del signor Goljàdkin cominciarono a percepire in modo più chiaro e distinto le abituali, quotidiane impressioni. {{NDR|''Il sosia'', traduzione di Gianlorenzo Pacini, Feltrinelli, 2003.}} ===''La mite''=== ... D'accordo, fintanto che lei è ancora qui va tutto bene: vado lì e la guardo in ogni momento; ma domani la porteranno via, e io come farò a restare solo? Per il momento lei è lì nella sala, sulla tavola – due tavoli da gioco fatti combaciare; la bara è per domani, una bara tutta bianca con gros de Naples bianco; ma no, ma cosa sto...? Cammino e cammino cercando di chiarirmi la cosa. Sono già sei ore che cerco di chiarirmi, ma non riesco a riordinare i pensieri in un punto. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''La mite'', traduzione di Pier Luigi Zoccatelli, Newton & Compton.}} ===''Memorie di un'orfana''=== Mi svegliai in un lettuccio bianco nel quale il mio piccolo corpo mollemente si sprofondava, e attorno a me, nella camera, scorsi ricchi tappeti e mobili magnifici. Dalle tende, a metà calate, della finestra immensa, la luce dell'alba si insinuava, colorando tutte le cose di un'aria fantastica e misteriosa.<br>Non sognavo per caso?<br>No, era la realtà, quale la morte me l'aveva fatta; e quella dimora principesca aumentava l'amarezza e il dolore della mia anima.<br>Ero proprio orfana, sola al mondo ed in casa di persone a me estranee. {{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Memorie di un'orfana'', Edizioni S.A.C.S.E. - Milano 1936}} ===''Povera gente''=== Mia impagabile Varvara Alexeevna!<br> ieri sono stato felice, smisuratamente, inimmaginabilmente felice!<br> {{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}} ==Citazioni su Fëdor Dostoevskij== *Come può un uomo scrivere cosí male, cosí spaventosamente male, e comunicarti delle sensazioni cosí profonde? ([[Ernest Hemingway]]) *Davanti a questa [[Europa]] trionfante che tiene nei suoi pugni i due terzi del globo, si alza un uomo, un russo, piccolo, magro, povero e malato che emette questo verdetto: ‘L’Europa è condannata a morte’. ([[Paul Morand]]) *Dostoevskij a me ha dato più di qualunque scienziato, più di [[Carl Friedrich Gauss|Gauss]]. ([[Albert Einstein]]) *Dostoevskij chiamava le cose con il loro nome, è forse il solo che l'abbia fatto tra i moderni. E tuttavia ha anche detto, proprio lui: «Mir spastët krasota»: «la bellezza salverà la terra». E [[Aleksandr Isaevič Solženicyn|Solženicyn]] ha fondato su queste tre parole il suo meraviglioso discorso di Upsala. ([[Cristina Campo]]) *Dostoevskij è la sola persona che mi abbia insegnato un po' di psicologia. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Dostoevskij non diceva di essere un romanziere cristiano. Tuttavia è fra coloro che hanno fatto compiere un incredibile passo avanti alla sensibilità, al pensiero e, aggiungerei anche, alla teologia cristiana. ([[Olivier Clément]]) *Dostojevskij non è solo un grande artista, un artista psicologo, e non in questo si deve ricercare la singolarità della sua opera, Dostojevskij è un grande pensatore. ([[Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev]]) *E nessuno ha mai detto che Dostoevskij era un modello di virtù; ma penso che si sia ampiamente guadagnato il paradiso scrivendo ''[[L'idiota]]''. ([[Harlan Ellison]]) *Fëdor Dostoevskij visse in tante case e in tanti luoghi diversi – non si fermò mai per più di tre anni nello stesso posto – ed ebbe sempre l'ossessione di avere appartamenti ad angolo, con le finestre affacciate sulle due strade e vicino a una chiesa, in modo da poter ascoltare le campane, una musica che acquietava il suo spirito. ([[Mario Vargas Llosa]]) *In Dostojevschij c'è potente il sentimento nazionale-popolare, cioè la coscienza di una «missione degli intellettuali» verso il popolo, che magari è «oggettivamente» costituito di «umili» ma deve essere liberato da questa «umiltà», trasformato, rigenerato. ([[Antonio Gramsci]]) *In Dostoevskij c'erano cose da credere e cose da non credere, ma alcune così vere da cambiarti mentre le leggevi; fragilità e follia, cattiveria e santità e l'insania del gioco, ti balzavano agli occhi come il paesaggio e le strade in [[Turgenev]], e il movimento delle truppe, il terreno e gli ufficiali e gli uomini e i combattimenti in [[Tolstoi]]. ([[Ernest Hemingway]]) *L'epilessia è una malattia comune, benigna, che colpisce persone come si deve, guarda Dostoevskij... ([[Daniel Pennac]]) *La classicità del Dostoevskij dimostra d'essere creazione non solo equilibrata, ma anche, e soprattutto, unitaria, quando si pensi che le sue qualità «filosofiche» e «psicologiche», che sono come i simboli d'un «contenuto» e d'una «forma» violentemente scissi e contrapposti, sfociano allo stesso modo nell'interesse per la personalità umana, nel proposito d'indagarla e di ricostruirla poeticamente. Tutta l'opera del Dostoevskij è pervasa di questa poesia della personalità umana, che assume atteggiamenti diversi, ma non eterogenei, i quali per metafora si possono qualificare come i tre momenti della tesi, dell'antitesi e della sintesi. ([[Leone Ginzburg]]) *La donna di Dostoevskij (altrettanto singolare di quella di [[Rembrandt]]), con il suo volto misterioso, di una bellezza piena d'incanto che si trasforma d'improvviso, come se lei avesse recitato la commedia della bontà, in un'insolenza terribile (sebbene, in fondo, essa piuttosto sembri buona) non è forse sempre la stessa sia che si tratti di Nastasja Filippovna, che scrive lettere d'amore ad Aglaja e le confessa di odiarla, oppure in una visita perfettamente identica a questa – nonché a quella durante la quale Nastas'ja Filippovna insulta i genitore di Ganja – di Gruscenka, prima così gentile con Caterina Ivanovna, la quale l'aveva creduta terribile, e che poi svela d’improvviso la sua cattiveria insultandola (pur essendo in fondo, buona)? ([[Marcel Proust]]) *Nelle opere del sig. Dostoevskij ritroviamo un tratto comune, presente in una certa misura in quasi tutte le sue opere: è la sofferenza di fronte all'uomo che non si riconosce abbastanza forte o, addirittura, non si ritiene a volte neanche in diritto di essere uomo, uomo vero, completo, indipendente. ([[Nikolaj Dobroljubov]]) *Non ha fornito né una teologia né una metafisica, ma oggi la teologia e la metafisica non possono fare a meno di lui. ([[Luigi Pareyson]]) *Poi accadde. Una sera, mentre la pioggia batteva sul tetto spiovente della cucina, un grande spirito scivolò per sempre nella mia vita. Reggevo il suo libro tra le mani e tremavo mentre mi parlava dell'uomo e del mondo, d'amore e di saggezza, di delitto e di castigo, e capii che non sarei mai piú stato lo stesso. Il suo nome era Fëdor Michailovič Dostoevskij. Ne sapeva piú lui di padri e figli di qualsiasi uomo al mondo, e cosí di fratelli e sorelle, di preti e mascalzoni, di colpa e di innocenza. Dostoevskij mi cambiò. ''L'idiota'', ''I demoni'', ''I fratelli Karamazov'', ''Il giocatore''. Mi rivoltò come un guanto. Capii che potevo respirare, potevo vedere orizzonti invisibili. ([[John Fante]]) *Quello che scrive Dostoevskij e che ripetono i monaci metropoliti mi ripugna. Essi pretendono che fare la guerra sia un dovere di legittima difesa. Ho sempre risposto: difendere gli altri con il proprio petto, sì; ma sparare col fucile sui nostri simili non è difesa, ma assassinio. ([[Lev Tolstoj]]) *Se mi venisse chiesto di indicare nell'arte moderna dei [...] modelli dell'arte superiore, religiosa, proveniente dall'amore di Dio e del prossimo, indicherei nella sfera della letteratura [...] Dostoevskij, soprattutto la sua ''Casa dei morti'' [...]. ([[Lev Tolstoj]]) *[[Tolstoj]] l'ha molto imitato. In Dostoevskij c'è, concentrato, ancora contratto e scontroso, molto di ciò che troverà sviluppo in Tolstoj. C'è in Dostoevskij quella tetraggine anticipata dei primitivi che i discepoli rischiareranno. ([[Marcel Proust]]) ===[[Eva Kühn]]=== *Il «debole» di {{sic|Dostoievsky}}, e Dostoievsky il debole, sono appunto di quelli che, coscienti della loro debolezza e stanchezza, si rivolgono con umiltà all'Unica sorgente di forza, a Colui che ha detto: «La mia forza è potente nei deboli»: e questa forza trasfigura i deboli in ''eroi''. Eroi sono la povera prostituta Sonia nel ''Delitto e Castigo'', l'Alioscia nei ''Fratelli {{sic|Karamasoff}}''; il principe Mischkine, il povero idiota; il padre dell'''Adolescente'', questo umile contadino colla sua vita vivente; il piccolo Iliuscia che vendica l'onore del padre; e poi tanti, tanti altri, un esercito vittorioso di ''forti''. *I suoi eroi favoriti hanno tutti la purezza, l'incoscienza dei bambini, quella incoscienza e quella sincerità che, secondo Carlyle, è la prima qualità di ogni «eroe» cioè di ogni genio; essi sono tutti ''single-minded'', bella parola inglese che non ha un equivalente nella lingua italiana e che significa lo sforzo dell'anima di riunire tutte le forze verso una sola mèta. *Dostoievsky era il vero tipo del filosofo, se non diamo a questa parola un significato tecnico e pressoché esterno, ma intendiamo l'uomo col sentimento intenso e costante del mistero della vita. È nella posizione e nella formulazione dei problemi che prima di tutto si vede se un uomo è filosofo o no. [...] Nel ''Sogno di un uomo ridicolo'' vi è tutta l'intuizione della filosofia kantiana; le sue opere sono illustrazioni per la filosofia schopenhaueriana e nietzschiana. È appunto grazie a questa mente lucida, filosofica, che Dostoievsky non è diventato dogmatico, benché sia stato credente. Egli è morto col quesito sulle labbra. In lui poi il pensiero filosofico non era riflessione fredda, giacché s'innalzava fino a diventare un sentimento, il sentimento il più potente, che determinava tutto il resto. *Dostoievsky unisce in sé i due atteggiamenti del Cristo verso la vita: la più profonda tristezza per il male nel mondo e la più sublime gioia, perché non perdeva mai di vista lo sfondo dell'infinito, dell'«armonia universale», colla fede salda che essa sarà «l'ultimo accordo dell'universo». ===[[Nicola Moscardelli]]=== *Collerico, invidioso, orgoglioso: non è così che ce lo hanno dipinto la maggior parte dei suoi cari amici? Perfino dell'orgoglio aveva colui che non possedeva nulla fuorché il genio.<br>Povero tutta la vita, non imparò mai a fare il povero. *Descrisse l'ateismo come nessun ateo mai aveva fatto, e rimase fedele a Dio.<br>Enumerò fino all'ultimo i motivi per i quali l'uomo può togliersi la vita, e rimase fedele alla vita. *{{sic|Dostoievski}} poteva capire [[Lev Tolstoj|{{sic|Tolstoi}}]]: Tolstoi non poteva capire Dostoievski. Il cristiano può capire qualunque forma di vita e di pensiero: il pagano, anche se è un Tolstoi, non può capire che le forme di vita e di pensiero delle quali egli abbia già un germe entro di sé. *Se mi si chiedesse: qual è<ref>Nel testo: "qual'è".</ref> lo scrittore nella letteratura universale, più diverso ed anzi opposto a {{sic|Dostoievski}}, risponderei immediatamente: {{sic|Tolstoi}}. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Lucio Dal Santo (a cura di), ''Dostoevskij inedito. Quaderni e taccuini 1860-1881'', Vallecchi, Firenze, 1981. *Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo'', traduzione di Serena Prina, Mondadori, 1994. ISBN 978-88-04-61717-4 *Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo'', traduzione di Alfredo Polledro, Einaudi, 1993<sup>12</sup>. *Fëdor Dostoevskij, ''Diario di uno scrittore'', traduzione di Evelina Bocca e Gian Galeazzo Severi, Garzanti, Milano, 1943. *Fëdor Dostoevskij, ''Diario di uno scrittore'', traduzione di E. Lo Gatto, Bompiani, 2007. *Fëdor Dostoevskij, ''Il giocatore'', traduzione e note di Gianlorenzo Pacini, Garzanti, Milano, 1977<sup>6</sup>. *Fedor Dostoevskij, ''Il villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti'', traduzione di Miriam Capaldo, Editori Riuniti, 2010. ISBN 978-88-359-9012-3. *Fëdor Dostoevskij, ''L'adolescente'', traduzione di Eva Amendola Kühn, prefazione di Angelo Maria Ripellino, Einaudi, Torino, 1957. ISBN 8806144545 *Fëdor Dostoevskij, ''L'adolescente'', traduzione di Maria Rita Leto e Anton Maria Raffo, introd. e note di M.R. Leto, Collana Oscar, Milano, Mondadori, 1987, ISBN 978-88-04-29810-6. *Fëdor Dostoevskij, ''L'eterno marito'', traduzione di Alfredo Polledro, BMM, 1952. *Fëdor Dostoevskij, ''L'eterno marito'', introduzione di Giovanna Spendel, traduzione di Giacinta De Dominicis Jorio, BUR, Milano, 2000<sup>2</sup>. ISBN 8817173215 *Fëdor Dostoevskij, ''L'eterno marito'', traduzione di Serena Prina, Feltrinelli, Milano, 2019. ISBN 978-88-07-90323-6. *Fëdor Dostoevskij, ''L'eterno marito'', traduzione di Clara Coïsson, Einaudi, Torino. ISBN 978-88-06-23184-2. *Fëdor Dostoevskij, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-d/fedor-mihajlovic-dostoevskij/le-notti-bianche/ Le notti bianche]'', traduzione di ignoto, Gentile Editore, Milano, 1944. *Fëdor Dostoevskij, ''Le notti bianche'', traduzione di Giovanna Spendel, Edizioni San Paolo<ref group="nota">Supplemento a ''Famiglia cristiana'' n. 27, 11 luglio 1999. Edizione speciale per ''Famiglia Cristiana''. Pubblicato su licenza della Arnoldo Mondadori Editore.</ref>, stampa 1999. *Fëdor Dostoevskij, ''Memorie dal sottosuolo'', Mondadori, 1989. *Fëdor Dostoevskij, ''Memorie dal sottosuolo'', traduzione di Milli Martinelli, BUR, Milano, 1995. ISBN 88-17-86559-1 *Fëdor Dostoevskij, ''Memorie del sottosuolo'', traduzione di Alfredo Polledro, Einaudi, 2010. ISBN 9788806177096 *Fëdor Dostoevskij, ''Memorie del sottosuolo'', nota introduttiva di Leone Ginzburg, traduzione di Alfredo Polledro, Einaudi, Torino, 2002. ISBN 8806161776 *Fëdor Dostoevskij, ''Memorie dal sottosuolo'', traduzione di Emanuela Guercetti, Garzanti, Milano, 2011. ISBN 9788811133353 *Fëdor Dostoevskij, ''Memorie di una casa morta'', traduzione di Alfredo Polledro, Rizzoli, 1950. **Fedor M. Dostoievski, ''[https://archive.org/details/dostoevskij-ricordi-della-casa-dei-morti Ricordi della casa dei morti] '', a cura della Duchessa d'Andria, UTET, Torino, 1935. **Fëdor Dostoevskij, ''Memorie di una casa di morti'', traduzione di Maria Rosaria Fasanelli, Giunti, 1994. *Fëdor Dostoevskij, ''Note invernali su impressioni estive'', traduzione di Serena Prina, Feltrinelli, Milano, 1993. ISBN 88-07-82060-9 *Fëdor Dostoevskij, ''Racconti e romanzi brevi'', vol. III, traduzione di Alfredo Polledro, Ettore Lo Gatto, Assia Nobiloni, Silvio Polledro, Sansoni, Firenze, 1951. *Eva Amendola, ''Il pensiero religioso e filosofico di F. Dostoievsky'', Libreria ed. "Bilychnis", Roma, 1917. ===Note alla bibliografia=== <references group="nota" /> ==Voci correlate== *''[[L'idiota]]'' (1869) *''[[I fratelli Karamazov]]'' (1879) *[[Anna Grigor'evna Dostoevskaja|Anna Dostoevskaja]] (moglie) *''[[L'idiota (film 1951)|L'idiota]]'' (film 1951) ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Povera gente||(1846)}} {{Pedia|Il sosia (Dostoevskij)|''Il sosia''|(1846)}} {{Pedia|Netočka Nesvanova||(1849)}} {{Pedia|Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti||(1859)}} {{Pedia|Umiliati e offesi||(1861)}} {{Pedia|Memorie dalla casa dei morti||(1861-1862)}} {{Pedia|Note invernali su impressioni estive||(1863)}} {{Pedia|Memorie del sottosuolo||(1864)}} {{Pedia|Delitto e castigo||(1866)}} {{Pedia|Il giocatore (Dostoevskij)|''Il giocatore''|(1866)}} {{Pedia|L'idiota (Dostoevskij)|''L'idiota''|(1869)}} {{Pedia|L'eterno marito||(1870)}} {{Pedia|I demoni||(1871)}} {{Pedia|L'adolescente (Dostoevskij)|''L'adolescente''|(1875)}} {{Pedia|I fratelli Karamazov||(1879)}} {{Pedia|Bobok||(1873)}} {{DEFAULTSORT:Dostoevskij, Fëdor}} [[Categoria:Filosofi russi]] [[Categoria:Scrittori russi]] g2vicf6vi94potyybu4pzrbqgmzj9n1 Idea 0 1974 1221292 1219842 2022-08-07T09:29:13Z Udiki 86035 /* Citazioni */ aggiunta una di Fëdor Dostoevskij wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} {{indicedx}} [[File:Pictofigo - Idea.png|thumb|Idea]] Citazioni sulle '''idee'''. ==Citazioni== *Alle idee, come ai fantasmi (secondo quanto comunemente si crede dei fan­tasmi) bisogna parlare un poco perché si spieghino. ([[Charles Dickens]]) *Amoreggiate con le idee finché vi piace; ma quanto a sposarle, andateci cauti. ([[Arturo Graf]]) *Anche l'idea è nutrimento. ([[Victor Hugo]]) *C'è anche una legge universale per le idee: le idee volgari, immediate, vengono capite con insolita rapidità, e sempre dalla folla, da tutta la piazza; non basta, vengono considerate grandiose e geniali, ma solo il giorno dopo la loro apparizione. Quel che vale poco dura poco. Una rapida comprensione è solo il segno della volgarità di quel che si è compreso. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Ciascuno chiama idee chiare quelle che hanno lo stesso grado di confusione delle sue. ([[Marcel Proust]]) *Da dove vengono le nostre idee?<br>Forse le migliori, quelle vere, non sono un premio per il talento o per la fortuna, bensì per l'umiltà. ([[David Mamet]]) *Di solito è il pubblicitario che ha le idee - e queste raramente sono oneste quanto gli oggetti materiali, anche se possono essere altrettanto inutili. ([[Aldo Leopold]]) *Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea. ([[Ippolito Nievo]]) *Due idee fisse non possono esistere contemporaneamente nel campo morale, come nel campo fisico due corpi non possono occupare il medesimo spazio. ([[Aleksàndr Sergeevič Puškin]]) *Esiste anche una tensione bipolare tra l'idea e la [[realtà]]. La realtà semplicemente è, l'idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l'idea finisca per separarsi dalla realtà. È pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell'immagine, del sofisma. Da qui si desume che occorre postulare un terzo principio: la realtà è superiore all'idea. ([[Papa Francesco]]) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'idea.'' ([[Giosuè Carducci]]) *Gli altri lavorano in base ai soldi, noi in base alle idee. ([[Zdeněk Zeman]]) *Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. ([[Giovanni Falcone]]) *– Ho capito che gli unici con i quali si può discutere sono quelli che hanno le tue stesse idee.<br />– Io sono un camaleonte e le idee degli altri mi fanno cambiare colore. Che cosa vuol dire?<br />– Che probabilmente lei è tanto sicura di se stessa che può ricevere tutto senza perdere niente. (''[[Prima della rivoluzione]]'') *Ho il massimo rispetto per le idee altrui... purché siano uguali alle mie! Cioè, idee sensate. ([[Samy Fayad]]) *I pareri discordi hanno spesso un'importanza determinante nel chiarirci le nostre stesse idee. ([[Francis Haskell]]) *Il vero [[Dio]], il Dio forte, è il Dio delle idee. ([[Alfred de Vigny]]) *In ogni idea nuova o geniale concepita da un uomo, o anche semplicemente in ogni idea seria germogliata nella mente di qualcuno, resta sempre qualcosa che è assolutamente impossibile trasmettere agli altri uomini, anche se si scrivessero interi volumi e si impiegassero magari trentacinque anni nel tentativo d'interpretarlo; rimarrà sempre qualcosa che si rifiuterà comunque di uscire dal vostro cervello e resterà per sempre chiuso in voi; andrà a finire che morirete senza aver potuto comunicare ad altri ciò che forse vi era di essenziale nella vostra idea. ([[Fëdor Dostoevskij]], ''[[L'idiota]]'') *Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle... Ma non si può baciare un'idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano. (''[[V per Vendetta]]'') *La gioia di avere un tempo sofferto per una grande idea e per l'umanità continua a determinare le nostre decisioni anche dopo molto tempo che il dubbio ci ha reso chiaroveggenti, consapevoli e senza speranza. ([[Joseph Roth]]) *La forza delle idee è immensa e conquista più degli eserciti. ([[Michele Valori]]) *L'agitazione è quella parte della nostra vita intellettuale da cui nasce la sua vitalità; qui le idee nascono, si accoppiano e si riproducono. ([[George E. Woodberry|George Edward Woodberry]]) *L'arte della critica in poche parole: elaborare slogan senza tradire le idee. ([[Walter Benjamin]]) *L'idea di un gran fatto varca sempre i limiti della moderanza. ([[William Shakespeare]]) *L'Idea sola eccita in noi la facoltà che vede il bene e il male; ella sola genera l'intuito ''dello spirito''. ([[Friedrich Julius Stahl]]) *L'[[intelligenza]] è veramente una questione di gusto: gusto nelle idee. ([[Susan Sontag]]) *L'ordine delle idee deve procedere secondo l'ordine delle cose. ([[Giambattista Vico]]) *Le idee non possono realizzare nulla. Per realizzare le idee, c'è bisogno degli uomini, che mettono in gioco una forza pratica. ([[Karl Marx]]) *Le idee spesso sono come un boomerang: partono in una direzione ma poi vanno a finire altrove. Se si ottengono risultati interessanti e insoliti, le applicazioni possono apparire in campi assolutamente imprevisti. ([[Giorgio Parisi]]) *Le grandi idee arrivano nel mondo con la dolcezza delle colombe. Forse, se ascoltiamo bene, udiremo, tra il frastuono degli imperi e delle nazioni, un debole frullìo d'ali, il dolce fremito della vita e della speranza. ([[Albert Camus]]) *Le grandi persone parlano di idee, le mediocri di cose, e le semplici di vino. ([[Fran Lebowitz]]) *Le idee allora soltanto diventano realtà vivente quando, medidate veramente a fondo, in forme concrete e adatte alle condizioni dei tempi, sono in grado di dimostrare alla prova pratica la loro capacità di attuazione. ([[Georg Kerschensteiner]]) *Le idee, cacciate una volta che siano nel mondo dell'intelletto, non muoiono più. Altri le raccoglie, anche dimenticandone la sorgente. Gli uomini ammirano la quercia: chi pensa al germe dal quale esciva? ([[Giuseppe Mazzini]]) *Le idee che hanno enormi conseguenze sono idee semplici. ([[Guerra e pace|Lev Tolstoj, ''Guerra e pace'']]) *Le idee fanno paura a chi non ne ha. ([[Vasco Pratolini]]) *Le idee fisse sono come, per esempio, i crampi ai piedi – il rimedio migliore contro di esse è camminarci sopra. ([[Søren Kierkegaard]]) *Le idee migliori sono proprietà di tutti. ([[Seneca]]) *Le idee non hanno bisogno di armi, se sono in grado di convincere le grandi masse. ([[Fidel Castro]]) *Le idee son fatte per essere sviluppate! ([[André Malraux]]) *Le idee sono come vicini in visita di cortesia che bussano alla nostra testa. Qualche volta non c'è nessuno. Altre volte ci sorprendono quando siamo in mutande e non abbiamo nessuna voglia di aprire. ([[Alfredo Accatino]]) *Le idee sono come le tette: se non sono abbastanza grandi si possono sempre gonfiare. ([[Stefano Benni]]) *Le idee vengono a tutti. Ecco perché tutti si mettono spesso nei pasticci. ([[William P. McGivern]]) *Le nostre idee son come le viti, flessibili liane che chiedono un appoggio per caricarsi di fiori e di frutti. ([[Sof'ja Petrovna Sojmonova]]) *Le rivoluzioni sono figlie di idee e di sentimenti prima che di interessi. ([[Luigi Sturzo]]) *Mancare d'idee è mancare di vita: nasconderle è ripiegarsi su se stessi. ([[Fausto Catani]]) *Mille volte l'esperienza ha dimostrato, pure con gente non particolarmente incline alla riflessione, che la maniera migliore di arrivare a una buona idea è quella di lasciare libero il pensiero secondo le proprie inclinazioni, seppur sorvegliandolo con un'attenzione apparentemente distratta, quasi fingendo di pensare ad altro, e d'improvviso lo si coglie alla sprovvista, balzando come una tigre sulla preda. ([[José Saramago]]) *''Moriamo per delle idee, va be', ma di morte lenta''. ([[Fabrizio De André]]) *Noi abbiamo poco controllo sopra i nostri pensieri. Siamo prigionieri delle idee. ([[Ralph Waldo Emerson]]) *Non c'è idea che non porti in sé la sua possibile confutazione. ([[Marcel Proust]]) *Non c'è idea nata da uno spirito umano che non abbia fatto scorrere il sangue sulla terra. ([[Charles Maurras]]) *Non potrai mai uccidere un'idea con un proiettile. (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (quarta stagione)|Ai confini della realtà]]'') *Nulla è più attraente, secondo me, che seguire la pista delle proprie idee, come il cacciatore segue la selvaggina, senza curarsi di mantenere la propria strada. ([[Xavier de Maistre]]) *Nulla è più pericoloso di un'idea, quando è l'unica che abbiamo. ([[Émile-Auguste Chartier]]) *Occorre prendere per il collo l'idea che viene a tiro e schiacciarla subito sulla carta. ([[Jules Renard]]) *Ogni grande idea è al confine con la [[stupidità]] ([[Michel Gondry]]) *Ogni idea errata che noi seguiamo è un delitto commesso contro le future generazioni. ([[Arthur Koestler]]) *Ogni idea, per quanto assurda sembri al primo suo apparire, è una favilla che, con l'andar del tempo, incendia il mondo. ([[Giovanni Papini]]) *Per imporre una nuova idea è sufficiente rivolgersi alle donne. Esse se ne impossessano subito perché non vanno troppo per il sottile, la propagano immediatamente e la sostengono a spada tratta essendo ostinate e testarde. ([[Susanne Necker]]) *Perché le idee moderne non dovrebbero vincere? Anche chi le osteggia ne viene influenzato. ([[Napoleone Bonaparte]]) *''Perché le idee sono come farfalle | che non puoi togliergli le ali, | perché le idee sono come le stelle | che non le spengono i temporali, | perché le idee sono voci di madre | che credevano di avere perso, | e sono come il sorriso di Dio | in questo sputo di universo.'' ([[Roberto Vecchioni]]) *Pure, non riesco levarmi di mente lo scarto che c'è fra idee e vita. Uno scarto permanente, per quanto noi cerchiamo di celarlo con lucida tenda. E non va. Le idee debbono sposarsi all'azione; se in loro non vi è sesso, non vita, non c'è azione. Le idee non possono esistere da sole nel vuoto del pensiero. Le idee sono in rapporto con la vita: idee di fegato, idee di reni, idee interstiziali, ecc. Se fosse stato sol per amore di un'idea, Copernico non avrebbe infranto il macrocosmo esistente e Colombo non avrebbe dato alla fonda nel Mar dei Sargassi. L'estetica dell'idea produce vasi di fiori e i fiori si mettono alla finestra. Ma se non c'è né pioggia né sole a che serve mettere i fiori alla finestra? ([[Henry Miller]]) *Riempite lo schermo del computer con le vostre idea, non con quelle degli altri. ([[Paolo Crepet]]) *Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee. ([[George Bernard Shaw]]) *Senza un'idea concreta, per nulla astratta, famigliare, dominante, della Tenebra, non c'è nessuna luce. ([[Guido Ceronetti]]) *Si ha una fantasticheria quando le idee vagano per la mente senza riflessione alcuna o senza considerazione dell'intelletto. ([[John Locke]]) *Si resiste all'invasione degli eserciti; non si resiste all'invasione delle idee. ([[Victor Hugo]]) *Sotto questa [[maschera]] non c'è solo carne, sotto questa maschera c'è una idea, Creedy... E le idee sono a prova di proiettile. (''[[V per Vendetta]]'') *Spesso in una certa categoria di persone, anche molto intelligenti, si trovano delle idee addirittura paradossali. Ma queste persone hanno tanto sofferto nella loro vita per queste idee, a così caro prezzo le hanno serbate, che sarebbe crudele e quasi impossibile toglierle loro. ([[Fëdor Dostoevskij]]) *Spesso le idee si accendono l'una con l'altra, come scintille elettriche. ([[Friedrich Engels]]) *Tuttavia l'idea è nella mente divina in un atto unico, totalmente e simultaneamente. Nelle intelligenze, le idee sono secondo atti distinti. Nel cielo, sono in potenza attiva molteplice secondo una successione. Nella natura, sono a modo di vestigio e quasi per impressione. Nell'atto di intendere e nella ragione, sono a modo di ombre. ([[Giordano Bruno]]) *Un'idea innaffiata dal sangue dei [[martirio|martiri]] non è detto che sia meno stupida di un'altra. ([[Gesualdo Bufalino]]) *Un'idea morta produce più fanatismo di un'idea viva; anzi soltanto quella morta ne produce. Poiché gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte. ([[Leonardo Sciascia]]) *''Un'idea, un concetto, un'idea, | finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. | Se potessi mangiare un'idea, | avrei fatto la mia rivoluzione.'' ([[Giorgio Gaber]]) *Un uomo con un'idea è un matto finché quell'idea non ha successo. ([[Mark Twain]]) *Vale per ogni Idea quello che si dice sul Messia: Egli è «senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni, né fine di vita [...]» (''[[Lettera agli Ebrei|Eb.]]'' 7,3). ([[Søren Kierkegaard]]) ===[[Nicolás Gómez Dávila]]=== *Gli [[esempio|esempi]] concreti sono i carnefici delle idee astratte. *L'idea intelligente produce piacere sensuale. *Le idee sembrano frutto di improvvisi squilibri del cervello, che rapidamente torna alla sua stolida stabilità. *Le idee si concedono solo a chi le tocchi come corpi nudi. *Scala spirituale ascendente:<br />Avere idee senza essere intelligente.<br />Non avere idee né essere intelligente.<br />Non avere idee ma essere intelligente.<br />Avere idee ed essere intelligente. ===''[[Inception]]''=== *Il seme che pianteremo nella mente di quell'uomo, diventerà un'idea che lo condizionerà per sempre. Potrebbe cambiarlo... può arrivare a cambiarlo radicalmente. *Nessuna idea è semplice quando devi impiantarla nella mente di un'altra persona. *Dom Cobb: Qual è il parassita più resistente? Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale? <br>Arthur: Ehm... Quello che il signor Cobb vuole dire è che... <br>Dom Cobb: Un'idea. Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un'idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un'idea pienamente formata, pienamente compresa si avvinghia, qui da qualche parte. ===[[Leo Longanesi]]=== *Non si ha idea delle idee della gente senza idee. *Non sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee. *Nulla si difende con così tanto calore quanto quelle idee a cui non si crede. *Un'idea imprecisa ha sempre un avvenire. ===[[David Lynch]]=== *Le idee arrivano nei modi più impensati, basta tenere gli occhi aperti. *Le idee sono simili a pesci. Se vuoi prendere un pesce piccolo, puoi restare nell'acqua bassa. Se invece vuoi prendere il pesce grosso, devi scendere in acque profonde. Laggiù i pesci sono più forti, più puri. Sono enormi e astratti. Davvero stupendi. *L'idea è tutto. Non tradirla e ti dirà tutto ciò che c'è da sapere, sul serio. Basta che continui a impegnarti perché il risultato abbia lo stesso aspetto, la stessa atmosfera, gli stessi suoni e sia preciso identico all'idea. È strano, quando ti allontani dal percorso, in qualche modo lo sai. Capisci che stai facendo qualcosa di sbagliato, perché lo senti. *Un'idea è un [[pensiero]]. Un pensiero che ha in serbo più di quanto tu non creda nel momento in cui lo formuli. In quel primo istante c'è una scintilla. ===[[Ezra Pound]]=== *Credo nelle idee che diventano azioni. *Nessuna maledizione è peggiore di un'idea propagata attraverso la violenza. *Ogni uomo ha il diritto che le sue idee vengano esaminate una per volta. *Se un uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla. ===[[Eduard Shevardnadze]]=== *È più facile tagliare la testa dell'oppositore che non confutare l'idea che essa ha partorito. *Nate nelle grandi menti, le grandi idee attendono a lungo il loro momento. A volte l'attesa si trascina per secoli. Ma prima o poi risuona la loro ora. *Neppure le idee più progressiste e più fertili sono eterne. Tempi, circostanze e situazioni concrete fissano una scadenza a tutto. E non c'è nulla di più triste di un'idea sopravvissuta al proprio tempo. ==Voci correlate== *[[Cambio di opinione|Cambio di idea]] *[[Concetto]] *[[Fissazione]] *[[Idealismo]] *[[Intuizione]] *[[Pensiero]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sull'|w_preposizione=riguardante l'|wikt}} [[Categoria:Conoscenza]] [[Categoria:Creatività]] 4q30kmitf8klxdqk6we7t55qp8kqmoq Template:SelezioneNuove 10 4465 1221200 1221099 2022-08-06T16:22:51Z Ibisco 49387 + 1 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 25. 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Certo, chi dovrebbe no. Lascia fare e lascia correre – ecco la frase filosofica, sacramentale d'ogni indifferente partenopeo, sia egli in alto nella cosa pubblica o le passi accanto tranquillo.<ref>Da ''Il palazzo di Giustizia in Napoli'', in ''Saggi insoliti'', Stamperia del Valentino, Napoli; citato in Antonio Emanuele Piedimonte e Anna Scognamiglio, ''Napoli. {{small|Uomini, luoghi e storie della città smarrita}}'' Intra Moenia, Napoli, 2013, p. 13. ISBN 978-88-95178-77-6</ref>. *Ed è a proposito di Giuliano da Maiano che qui ci ricorre alla memoria quel napoletano [[Giovanni Francesco Mormando|Giovanni Donadio, detto il {{sic|Mormanno}}]], il quale ben potrebbe essere stato uno degli scolari più egregi di quell'elegante artefice fiorentino. Era il Donadio, come un suo pur conosciuto fratello, architetto e costruttore d'organi a un tempo, e forse aveva tutte e {{sic|due cose}} appreso a Firenze da tanto maestro: certamente il costui modo nobile e ricco si riscontra in tutte le opere alle quali i signori napoletani chiamarono il Mormanno e si manifesta specie nell'architettura e nella decorazione così del palazzo dei di Capua in ''Via S. Biagio de' Librai'', come nell'altro de' duchi di Vietri, che gli è vicino e che ora è posseduto dal duca di Corigliano Saluzzo.<ref>Da ''Napoli'', pp. 92-93.</ref> *{{NDR|Francesco Proto}} Egli aveva detto in casa, nel caffè, nel salotto, a teatro, fin nella bottega del parrucchiere, ove i garzoni ammirati afferravan rime a volo, quel che nemmanco le gazzette avevano osato stampare: di questi ultimi tempi, in cui son precipitati a Napoli uomini e molte cose, giudizi tenuti dagli spettatori paurosamente chiusi nell'animo, il vecchio duca aveva espressi con alta e affilata parola: in verità egli ci pareva un [[Giuseppe Baretti|Baretti]] novello che menasse attorno la sua frusta schioccante e, senza alcun odio, ma pur senza misericordia alcuna, ne andasse attorno verberando amici e nemici...<ref>Citato in ''Epigrammi del [[Raffaele Petra|marchese di Caccavone]] e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, risvolto di copertina.</ref> *''Nannì, si ce penzo | Mme vene na cosa, | Sta sciamma annascosa | Cchiù abbampa accussì... | È overo stu suonno?... | Meh, dimme ca sì!'' (da ''Nannì!!!'') *{{NDR|Sulle ''Lettere dall'Italia 1765-1766'' di [[Samuel Sharp (chirurgo)|Samuel Sharp]]}} [...] il poco degno libro d'un insensibile, specialista delle malattie degli occhi, inventore d'un ''new method of opening the cornea in order to extract the crystalline humour ''<ref>Nuovo metodo di apertura della cornea per estrarre l'umore cristallino.</ref>'' '', e forse d'esso felice sperimentatore sopra se medesimo, poiché a nessun più di lui {{sic|riescì}} a mancare, assieme a quella dello spirito, la saporosa gastronomia dello sguardo.<ref>Dalla prefazione a Samuel Sharp, ''Lettere dall'Italia 1765-1766, {{small|A descrizione di quelli usi e costumi in quelli anni, Napoli}}'', traduzione di Constance e Gladys Hutton, prefazione e note di Salvatore Di Giacomo, Carabba, Lanciano, 1911, [https://archive.org/details/letteredallitali00shar/page/12 p. 12].</ref> *Napoli è una città bella e singolare – singolare principalmente. Le sue cose rare sono mescolate alle comuni – le nobili alle volgari – a pochi passi dal silenzio è il rumore – prossimi a' luoghi più luminosi ed aperti sono le ombre e il mistero – accanto a un monumento medievale è un lurido fondaco o un vicolo e, forse, alle spalle d'un tempio un lupanare. Ciò che è qui {{sic|da per tutto}}, è la vita: la sanguigna vita popolana, pulsante e ininterrotta, che passa e si rincorre e scivola lungo i muri del monumento e del tempio, che s'addensa e si sparpaglia, e s'agita ed urla o impreca, sotto un fulgido sole che par quasi la fecondi, e investa a un tempo col suo lume diffuso questa folla dell'ultima ora e i ruderi d'un teatro greco, e quel che fu il tempio insigne dei Dioscuri, e una chiesa angioina, e il pallido chiostro d'un antico convento di monache armene...<ref>Citato in Aurelio Benevento, ''Fogli di diario'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=9rNg2a6l5y4C&lpg=PA11&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false pp. 11-12]. ISBN 88-7188-845-6</ref> *Nel giornalismo io sono non uno scrittore, ma uno scrivano. La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa.<ref>Da ''L'Occhialetto'', XIX, 29, Napoli, 18 settembre 1886; citato in ''[http://www.bibliocamorra.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=330&Itemid=2#_ftn1 Nota bio-bibliografica di Salvatore Di Giacomo]'', ''bibliocamorra.altervista.org''.</ref> *{{NDR|[[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]}} Un de' più efficaci, originali, vibranti e sfolgoranti scrittori del tempo, un vero ingegno in una vorticosa anima ardente.<ref>Da ''Il Quarantotto'', Napoli 1903.</ref> *Un grande silenzio s'era fatto per la via. La dolcezza del tramonto penetrava l'anima. E la piccola rossa, socchiuse le labbra esangui, lo sguardo perduto, continuava a sognare, come una santarellina in un'aureola di pulviscolo d'oro.<ref>Da ''Regina di Mezzocannone'', ''Tutte le novelle'', Newton Compton editori, 1991.</ref> *[...] Napoli, [...] questo strano cuore d'Italia che patisce, se lo si considera bene, di tutti i mali cardiaci, dell'aritmia, dell'{{sic|iperestasia}}, dei ribollimenti subitanei e delle lunghe paci silenziose, da' battiti lenti, quasi malati.<ref>Da ''Vulite 'o vasillo?'', in ''Novelle napolitane'', prefazione di [[Benedetto Croce]], Fratelli Treves, Editori, Milano, 1919, [https://archive.org/details/novellenapolitan00digiuoft/page/148].</ref> ===In ''Napoli ieri''=== *[...] già i moti politici della seconda metà del suo secolo avevano cominciato a soffiar non so che fuoco «liberale» nel nostro attore: egli, a un tratto, mutò registro e riuscì, come dicono i retori posteri, a nobilitare la maschera. Io dico che la snaturò: proprio. Era stato ''il signore Pollicinello'' fino a quel punto un gaglioffo burlone, volgare impasto di malizia e d'ignoranza, {{sic|conjuge}} sconoscente, pauroso, ghiottone, ineducato. [[Antonio Petito|Petito]], nel quale i giornali rinfocolavano i diritti dell'uomo, dimenticò che Pulcinella era appunto un uomo: lo liberò subitamente del suo fondo di degenerazione innata, {{sic|consciente}}, e gli dette un carattere. Animoso, quasi nobile, quasi coraggioso, sentenzioso perfino, ecco il nuovo [[Pulcinella]], incarnato in un comico davvero mirabile. Ah, che comico! Tuttavia, ne' momenti in cui, ricacciata per la porta, la vecchia ''maschera'' rientrava con tutto l'antico suo bagaglio per la finestra, come Petito stesso, dimentico o resipiscente, dovette pensare che nulla davvero muta a questo mondo e che i Pulcinelli son {{sic|....}} sempre gli stessi. (da ''Pulcinella'', pp. 66-67) *Napoli, che si va tutta rimutando e rammodernando, perde ogni giorno più le sue caratteristiche topografiche, il pittoresco delle sue vecchie strade, che tra un battagliar continuo di luci e d'ombre quasi fantastiche, videro gli umili lavoratori popolari attendere ai loro faticosi mestieri, o furono il misterioso teatro d'una delle passionali e tragiche scene plebee. Il Museo di S. Martino conserva alcune tele che di qui a qualche secolo parleranno stranamente, a' posteri nostri, d'una Napoli che in avvenire non sarà certo più quella che noi conoscemmo. Opere di eccellente fattura e di penetrante ricerca queste pitture son di mano di [[Vincenzo Migliaro]], uno de' più personali nostri artisti. E, tra l'altre, la famosa ''Strettola degli orefici'' – della quale or si cercherebbe invano l'ubicazione o l'impressionante riscontro in qualcuna delle stradicciuole partenopee che ancor sopravvivono al risanamento della città – è qui per dirci con che singolare colorito, con quale aspetto suggestionante si {{sic|offerisse}} un tempo all'occhio – specie del forestiero – l'antico quartiere di Porto. (da ''Il Museo di S. Martino'', pp. 253-254) *Appunto una bella poesia del [[Gabriele D'Annunzio|d'Annunzio]] – di quelle che si capiscono e che penetrano – addita e magnifica l'antico illustre [[Chiostri di San Martino|chiostro]]<ref>Il riferimento è al Chiostro grande.</ref>ove davvero s'esprime la fisionomia tenera e graziosa di certe cose napoletane le quali, per anni molti che {{sic|sieno}} scorsi, son pur vive e fresche e conservano tutto quanto quel sentimento che quasi le animò in principio. Il barocco secentesco della chiesa è certamente la cornice più degna alle tele sontuose che gli artisti {{sic|inspirati}} del diciottesimo secolo vollero porre là dentro: il piccolo cimitero del [[Cosimo Fanzago|Fansaga]] è quanto di più delicato ed elegante sia stato architettato per assegnare a coloro che lasciavano il mondo – e da una pace forse troppo spesso interrotta passavano a quella indisturbata ed eterna della morte – una zolla perennemente coperta di fiori. Ed ecco lì sulla balaustra, tra que' teschi marmorei che davvero paiono umani, uno d'essi ricinto di lauro. O bianca fronte, coronata dal serto de' poeti! Tu forse, se quella sei stata d'un de' {{sic|solitarii}} frati a' quali parve una gloria circondarsi dell'arte, tu forse ancor chiudi le immagini d'una luminosa canzone, che l'ala fredda della Morte interruppe... (da ''Il Museo di S. Martino'', pp. 257-258) *{{NDR|Il [[Real Albergo dei Poveri]]}} Ed è pur lì, nella sala del Consiglio, su d'una predella addossata alla parete, la poltrona di seta rossa ove [[Carlo III di Spagna|Carlo]] sedette nelle prime riunioni de' governatori. L'antica seggiola dorata è rimasta, dal 1751, in quel posto, e quando il governo si raccoglie e l'usciere accuratamente la spazzola riguardando distrattamente al bel ritratto di Carlo III, che pende dalla parete ed è opera di pittore settecentista non ancora saputo, par che a momenti debba scendere in quella sala l'ombra del Principe illustre. E nel cuore e nella mente di ognuno de' componenti il pietoso consesso s'imprime la severa e serena figura di tanto predecessore; un'ammonitiva immaterialità presiede alle deliberazioni, e la vasta camera, le cui finestre or affacciano su d'una via nuova e spaziosa – che la civiltà moderna, bonificando un'intricata e vecchia suburra, ha schiuso di faccia all'ospizio – diventa luminosa e solenne. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 388) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} [...] un edifizio concepito con romana grandiosità, cinto di mura spesse e gigantesche, fabbricato, come una piccola città chiusa, a un lembo estremo dell'immensa Napoli {{sic|romorosa}}. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 389) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} Parecchie volte, sullo scorcio del decimottavo e al principio di questo secol nostro, è sembrato che fosse per esser travolto nella generale disgrazia delle cose e degli uomini fin l'{{sic|instituto}} che il vittorioso di Velletri pose al rezzo del Poggio Reale, quasi a memoria del suo recente trionfo. Tuttavia, come a poche opere veramente e profondamente buone è avverso il destino, l'Albergo si tenne in piedi, se non illeso non in tutto inquinato. Gli ultimi anni di questo secolo esso attraversa con fortuna prosperante, animata dal soffio delle idee nuove. A mano amano, non rimutando, ma ben accrescendo e allargando le antiche discipline e adattandole ai bisogni e alla civiltà dell'oggi, l'ospizio troverà, forse, disadatta l'umiltà del suo nome. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 389-390) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} In una delle sale più vaste del pianterreno è la scuola di disegno ornamentale e di plastica. La frequentano ogni giorno, nelle ore pomeridiane, moltissimi alunni e dà risultati assai soddisfacenti. Allo stesso pianterreno hanno posto tutte le altre scuole officine. Una scuola d'intaglio e d'ebanisteria artistica è diretta dal Caponetti, noto anche come bronzista. È stato da quest'illustre officina che sono usciti, opere d'eleganza e di intaglio perfette, i mobili che la [[Elisabetta di Baviera|Imperatrice d'Austria]] fece costruire per la sua villa a [[Corfù]]. I bronzi decorativi del mobilio, un gran numero di lampadari, la balaustra della scala maggiore dell<nowiki>'</nowiki>''[[w:Achilleion|Achilleion]]'', su disegni del Caponetti, sono pur lavori delle officine dell'Albergo de' Poveri. Quella de' ''bronzi artistici'', alla quale è annessa una fonderia, è diretta da Gennaro Chiurazzi. È tra le più frequentate dagli alunni, che vi trovan sempre da lavorare e da guadagnare. I suoi prodotti sono spediti fuori d'Italia, ove sono conosciuti, apprezzati, forse, anche più. E l'officina ha uno stato di servizio magnifico; come quella del Caponetti essa è nata e venuta su nell'Albergo; da venticinque anni sparge nel mondo stuoli d'eccellenti artefici i quali scrivono, dalle terre anche più lontane, a' loro maestri. Altre scuole prosperano e danno lavoro ad altri giovanetti del Pio Luogo; ricordo quella d'ebanisteria e d'intaglio, la fonderia di ferro, l'officina di scultura su marmo, quella de' fabbri meccanici, l'officina meccanica per gli oggetti di chincaglieria e la scuola-officina d'incisione su pietre dure.<br>Il nome di [[Nicola d'Arienzo]] mi dispensa dall'aggiunger lodi alla scuola musicale ch'egli dirige nell'Albergo. (da ''L'Albergo dei Poveri'', pp. 392-393) *Uscendo dal [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo]] e ridiscendendo nella luminosa piazza Plebiscito, dinanzi al golfo incantato e al [[Vesuvio]], che appaiono da lungi sulla destra del palazzo reale, sotto quest'azzurra volta di cielo, prodigo sempre di tanta e sì profonda dolcezza, guardando questo buon popolo napoletano, che si gode le bellezze del suo paese, un pensiero di ravvedimento passa pel capo di chi è stato lassù, quasi un impulso di protesta contro l'accusa che si fa spesso agli operai napoletani di essere indolenti e ignoranti.<br> E la visita al Museo fa scrivere al van Eeden<ref>Direttore del Museo di [[Haarlem]] (Arlem nel testo), cfr. ''Il Museo Artistico Industriale'', p. 407.</ref>: «I napoletani sono spesso calunniati, ma quello che ho veduto coi miei propri occhi ha più valore per me di ciò che ho inteso dire e sarei contento che alcuni dei nostri giovani fossero mandati a Napoli affinché potessero spogliarsi della loro pesantezza e del loro cattivo gusto. I nostri giovani sono forse più istruiti, ma il napoletano sa trarre maggior profitto dal poco che sa, e questa è la cosa essenziale nel mondo.» (da ''Il Museo Artistico Indistriale'', p. 409) ==''Assunta Spina''== ===[[Incipit]]=== Atto primo<br> Interno della grande sala del Tribunale penale, a Castelcapuano.<br>''Scena prima''<br>''La folla. Ai loro posti gli uscieri'' Sueglia ''e'' Torelli. ''Avvocati che sopraggiungono. L'avvocato'' Buffa. ''Portieri. Guardie. Un prete. Contadini ecc. Gran mormorio. Tutto il parlato e il movimento seguono in fretta''.<br>'''Avvocato primo''': (''viene dalla destra, con carte sotto il braccio, frettoloso. S'incontra con l'Avvocato secondo.'')<br>Avvocato Franceschelli, noi siamo qua!<br>'''Avvocato secondo''': Oh! Carissimo ! Dunque? C'è motivo?<br>'''Avvocato primo''': Altro! Ce ne stanno dduie. Siamo a cavallo!<br>'''Avvocato secondo''': Ah, neh? E ghiate dicenno... (''Gli si mette a fianco. movono verso la sinistra'').<br>'''Avvocato primo''': Ecco qua: sulla prima posizione c'è la mancanza di presentazione di parte...<br>'''Avvocato primo''': Benissimo! ===Citazioni=== *'''Federigo''': Sapete chi è veramente libero, felice, padrone di se stesso? Chi nun è nzurato. {{NDR|Chi non è sposato}} (p. 146) ==''La Scuola di Posillipo''== *[[Napoli|Qui]] si {{sic|offeriva}} all'occhio incantato dell'artista avvezzo alle sue brume e alla quasi geometrica fisionomia delle sue campagne una brillante, svariata, colorita distesa di verde: qui, rilevate da un cielo puro e sereno, chiome di boscaglie, pendici erte e bizzarre, rovine di templi disegnate con precisa linea sull'orizzonte e quasi librate nell'aria; qui, all'improvviso, inaspettate tenerezze di verde, biancheggianti casette in mezzo ad esse, orti e giardinetti, battaglie gioconde di sole e di ombre, e riposti cantucci adorabili, solitarii, odorosi; e più giù, più giù, al mare, acque chiare e tranquille, ed antri e specchi virgiliani, pieni d'un cullante mormorio di flutti. L'arte del [[Anton Sminck van Pitloo|Pitloo]] rampollò dunque da quest'incantamento perenne che lo penetrava da [[Paestum|Pesto]] a [[Gaeta]], da' [[Campi Flegrei]], pieni ancor, quasi, d'una voce romana, alle arse terre di [[Resina]] e di [[Ercolano]]. E quest'arte fu nuova da prima per le nuove cose che ritrasse e poi per l'anima di esse che vibrò, piena di vita e di calore, nelle opere dell'artista. Egli era entusiasta, ma era pure scrupoloso; egli era poeta, ma poneva mente al suo metro; egli era, in una parola, un fiammingo rinnovellato, e rimeditante, con amor non più freddo, sotto un cielo sempre sorridente, al cospetto di una natura sempre gioconda e svariata. (pp. 954-955) *La [[fotografia]] non ancora, e per fortuna, poteva in {{sic|quelli}} anni sovvenire, con la sua chimica facile e pronta, a' bisogni degli artisti. Nata ''da un raggio e da un veleno'' questa è un'altra arte la cui concessiva virtù oramai si rende complice del poco pensiero, e aiuta, compiacente, ogni più pigro artefice ad allontanar dalle tele quell'aura di mistero e di poesia {{sic|secreta}} e personale che lì soltanto può soffiare l'arte vera. (p. 962) *Una esecuzione febbrile, una mano che obbediva alle più ricercate volontà dello sguardo, un lasciar palesi, nell'impasto delle tinte prodigiose, i più minuti dettagli, una colorazione sana, vergine di qualunque falsità, una sapiente conquista d'effetti e di luce, ecco, in breve, quel che a uno sguardo assaporatore presentava [[Giacinto Gigante]], co' suoi interni di chiese, coi suoi brani di paese, con le sue limpide e ariose vedute. (pp. 967-968) *{{NDR|Giacinto Gigante}} Uno strano uomo: la sua casa era piena di colombi; spesso egli dipingeva con qualcuna delle innocenti bestiole appollaiate sugli omeri e spesso una grande lucertola verde gli veniva a mangiare le miche di pan fresco sulla tavola sparsa di colori, di pennelli, di disegni.<ref>Citato in Francesco Bruno, ''Il Decadentismo in Italia e in Europa'', a cura di Elio Bruno, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1998, p. 103. ISBN 88-8114-727-0</ref>(p. 968) ===[[Explicit]]=== Tra l'accademia e il {{sic|costoro verismo}}<ref>Il verismo di [[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]] e [[Filippo Palizzi]]. {{cfr}} ''La Scuola di Posillipo'', p. 971.</ref>quella schiera di paesisti pose, tuttavia, qualche segno non fuggevole. Ella vi pose la naturalezza dell'impressione, la verginità dell'espressione, la schiettezza del colorito, l'efficacia e la sobrietà. Né si dica che quelli artisti rimasero, nella contemplazione della della natura, solamente oggettivi: un qualunque paesaggio è sempre uno stato dell'anima, ogni filo d'erba ha la sua storia. E attraverso le ardite forme veristiche di quella poesia tonica e fortificante, forse è passata, per raggiungere vette più sublimi, la poesia morelliana, penetrata di terrore e di pietà. ==''Napoli''== *Tempo già fu – quando il buon Dio, tenero dell'umana felicità, facea gravi di rosei grappoli le viti; quando [[Napoli|Partenope]], nella dolce estate, poteva dissetarsi all'acqua limpida e sana della Bolla e del Carmignano senza aver bisogno di badare al contatore; quando il sale, ammucchiato a ogni cantone, era libera preda {{sic|de'}} napoletani, che lo buttavano a manate nel ''zuffritto'' e sulle torte fumanti – tempo già fu in cui nacque, a [[Napoli]], {{sic|da'}} soliti poveri ma onesti genitori, ''[[Pulcinella|Pulcinella Cetrulo]]''.<ref>Da ''Il teatro'', Figure e paesi'', p. 15.</ref> *{{NDR|[[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]]}} La giornata era raggiante, piena di riso e di gaiezza: il mare e quella pace, deliziosa in tanta solitudine e in così profondo silenzio, sommovevano tutto un flutto d'idee. Lo spirito s'indugiava a rincorrerle tra le mille voluttà d'un quasi addormentamento. Come da un {{sic|secreto}} recesso dal cavo ombroso delle rocce che ci accoglieva contemplavamo l'uguale immensità dell'acqua, la sua sterminata superficie che, lontano lontano, a perdita di vista, raggiungeva l'arco del cielo. Una larga chiazza più azzurrina, quasi bluastra, tingeva l'acque, laggiù, sotto [[Capri]]. E vagamente appariva, con disegno quasi impreciso, l'isola tiberiana. Tutto il lontano era in una pace solenne, nell'immobilità d'uno scenario.<ref>(Da ''La canzone'', ''p. 52.</ref> *{{NDR|L'uccisione di [[Masaniello]] e lo scempio del suo corpo}} Triste storia, che, peculiarmente, dimostra come il popolo napoletano, la plebe per meglio dire, non abbia mai avuto una coscienza propria: abituata a servire, s'è macchiata, in servitù, fin del sangue suo stesso. Essa ha avuto sempre lo sciagurato destino degl'ignoranti e le sue lacrime postume non hanno cancellato mai più certe crudeltà e certi delitti i quali, tuttavia, la fanno più degna di pietà che d'odio.<ref>Da ''Masaniello'', p. 70.</ref> ==''Luci e ombre napoletane''== *Sulle rovine della trattoria di Solla, o meglio, della sua ''pagliarella'' famosa, sugli umidi terreni delle ''Paludi'' è sorto un [[Il Vasto|quartiere novello]] {{sic|co'}} suoi trenta colossali palazzi. Ed è venuto su davanti ai meravigliati occhi della gente di quartier [[Vicaria]] come in un racconto delle ''Mille e una notte'' sorge dalla fantasia di Sheherazade una reggia, rimpetto al palazzo d'[[Hārūn al-Rashīd|Harun–al–Rascid]].<ref>Da ''Antiche taverne'', p. 137.</ref> *{{NDR|[[Via Toledo]]}} [...] la gran fiera d'ogni agitazione, il teatro d'ogni passione tumultuaria e fuggevole, la rapida scena perenne d'ogni forma della vivacità partenopea.<ref>Da ''Il Quarantotto'', p. 144.</ref> *In verità, quanta somiglianza di costume tra {{sic|que'}} napoletani del tempo di [[Nerone]] e i napoletani del tempo nostro! Ecco [[Petronio Arbitro|Petronio]] che ci descrive un mercato di panni vecchi, così come oggi lo vediamo al ''Carmine'' e a ''Porta Nolana''; ecco il cantastorie, tolto di mira dagli ''[[scugnizzo|scugnizze]]'' del tempo; ecco una erbivendola che si [[Voci e gridi di venditori napoletani|sgola]] a un canto di strada; ecco Gitone e il barbiere d'Encolpio che, a braccetto, nella notte serena, se ne vanno a [[Crotone]] e cantano a distesa, o, come si direbbe adesso, a ''ffigliole''. Un cuoco, al famoso convito di Trimalcione, mette in tavola le lumache ''cum tremula taeterrimaque voce'' accompagnando la leccornia: e così ricordiamo il nostro ''maruzzaro''<ref>Venditore di lumache di terra o di mare o di frutti di mare.</ref>e la maniera e il tono di quel suo canto che s'indugia a vantare <nowiki>'</nowiki>''e maruzze<ref>Lumache di terra o di mare.</ref>d' 'a festa ca so' meglie d' 'e cunfiette''. E quante forme, quasi uguali, di locuzioni e d'apostrofi! Quelli antichi partenopei dicono ''urceatim plovebat'' e noi diciamo ''chiuveva a langelle'': dicono ''bonatus'', e noi diciamo ''abbunato''<ref>Bonaccione, semplicione. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016, p. 18. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>. Per dir ''tu non sei del bottone''<nowiki>Non appartieni alla nostra combriccola.</nowiki>quelli dicevano ''non es nostrae fasciae''; e la frase ''nescio cui terrae filius''<ref>Non so a chi tu sia figlio. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 2, p. 192</ref> tenea luogo di ''nun saccio a chi figlio 'e p...''; e ''nun aiza 'a capa 'a copp' 'o libro'' si diceva ''caput de tabula non tollit''. Le lievi ferite, all'uso nostro, erano medicate con la ragnatela... ''at Giton... primum aranei oleo madentibus vulnus... coartivit...'' Qualcuno diceva ''Dies nihil est, dum versas te nox fit''<ref>La giornata è breve, il tempo di girarti e rigirarti ed è notte. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 3, p. 192.</ref>: – e voleva dire: – <nowiki>'</nowiki>''a jurnata è corta: mentre ca te vuote e te ggire s'è fatto notte''. Ma che! Se non mi sbaglio anche il ''[[Pernacchia| vernacchio]]'' è greco. Parla non so qual tronfio oratore alla mensa trimalcionica ed ecco qualcuno che, all'ultime enfatiche parole del conferenziere, ''oppositaque ad os manu nescio quid tetrum exibilavit, quod postea graecum esse adfirmabat!''<ref>E portata la mano alla bocca, non so che cosa abbia sibilato di tetro che dopo abbia detto lingua greca. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 4, p. 192.</ref><ref>Da ''Fuorigrotta'', p. 192.</ref> *{{NDR|[[Luisa Sanfelice]]}} La retorica storica la proclamò una martire: e tale davvero ella fu, senza essere un'eroina, senza sentirsi giacobina, senza aver offerto alla vendetta, lunga e feroce di Ferdinando IV<ref>Ferdinando IV di Napoli, divenuto nel 1816 Ferdinando I delle Due Sicilie.</ref> e all'entusiasmo ardente e {{sic|apoteotico}} de' repubblicani {{sic|pruove}} manifeste così d'essersi associata alle nuove idee come d'aver caldeggiato la causa della libertà con la spesa della sua parola o de' suoi scritti.<ref>Da ''Luci ed ombre napoletane'', Francesco Perrella Società anonima editrice, Napoli, 1914, [https://archive.org/details/luciedombrenapol00digi/page/215/mode/1up ''La Sanfelice'', p. 215.]</ref> ==''Evocazioni e prose d'arte''== *Copioso d'assonanze e di ritmi il nostro [[dialetto napoletano|idioma]] popolare non pur seguitava, in quel secolo<ref>Il XVIII° secolo.</ref>, ad accarezzare l'orecchio, ma, con gli armonici elementi che conteneva, quasi generava in Napoli la incantevole e insigne scuola musicale che vi prosperò fino a tardi. Saporosa composizione di sentimentale e di burlesco esso s'attagliava così agl'{{sic|istromenti}} della piazza come alla delicata concordanza di due violini e di una spinetta: l'opera buffa era un poco in ogni manifestazione poetica e la nostra poesia dialettale suscitava, in {{sic|que'}} tempi, un riso spontaneo, figlio non del ragionamento o del giudizio ma di una natura espressiva.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 254.</ref> *Il nostro dialetto, fino al trecento, era stato ''scritto''. Lo aveva posto negli atti suoi pubblici la Cancelleria della Corte Aragonese, lo avevano usato le medesime opere letterarie di quel tempo, i poemi, le cronache, i trattati: ed esso era sembrato – e fu davvero – una lingua di tutte le voci più popolari e più vivaci, sincera, spontanea, facile per ogni comune necessità e accessibile a ogni uso e a ogni persona.<br>Appresso, tutto il secolo decimoquinto s'era continuato a giovare di quel pittoresco ed efficace vocabolario: ma già esso era sceso più basso, l'accademia [[Alfonso V d'Aragona|alfonsina]] già stimolava, nel quattrocento, le più singolari intelligenze, e il [[Chariteo|Cariteo]], [[Iacopo Sannazzaro]], [[Pietro Summonte]], [[Gabriele Altilio]] avevano per le mani la cosa pubblica e le lettere a un tempo.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 254.</ref> *[...] ecco dunque il nostro dialetto che davanti a un soffio così {{sic|novo}} e così classico<ref>Il riferimento è alla prospettiva culturale dischiusa dall'Umanesimo.</ref>s'arretra a mano a mano e finalmente, dopo quasi {{sic|dugento}} anni, ripara alla fonte primitiva che lo contenne, e torna a {{sic|que'}} rivi gonfi ed aperti i quali {{sic|da'}} loro facili margini già lo avevan visto traboccare e diffondersi. Ed eccolo dunque ridiventato, nel secolo decimosesto, cosa affatto particolare e propria della plebe, cosa più umile e però quasi spregiata e oscurata, ancora, dalla nobiltà dell'opera e della voce sopravveniente.<br>Ma l'anima popolana, la quale sente sempre il bisogno di manifestarsi, s'agitò pur allora. Ella, impaziente, frugò in fondaci e vicoli e strettole; ella ne snidò, fremente, i suoi poeti sinceri – e a questa gente povera ma ingegnosa, intinta ancora d'un non so che di letterario che l'addestrava a metri armoniosi o suonanti, a questa gente che non mai aveva asceso scale di principi o di università, l'anima popolana, quasi inebriata da tanto e così onorevole conflitto, disse: {{sic|Va}}, e parla, e canta pure in mio nome!<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', pp. 254-255.</ref> *Nel maggio del '900, sovvenuto nella città di Dante dalla cortese ospitalità del luogo, io non seppi non ricordare a' fiorentini la sentenza generosa che l'Alighieri si piacque d'esprimere in una delle sue opere minori: ''Con l'aiuto che Dio ci manda dal Cielo noi ci sforzeremo di dar giovamento al parlare delle genti volgari''. Questo egli disse, quando {{sic|pel}} primo, e con la divinatrice mente che rivolse pur alle prime questioni filologiche, andò radunando, e raccogliendo e sceverando ogni più sparso suono perché, come quasi stillati e mescolati, essi componessero per la nostra lingua armoniosa una concorde e sonora melodia.<br>E questo io ripeto ancora non perché già non numeri nella lingua nostra secoli di affermazione gloriosa e non abbia dato nitidi e vaghissimi attestati, ma appunto per osare di credere che da tanta ricchezza non sia per essere spregiata, ancor oggi, una dimessa voce, la quale pur offerse all'Italia la più antica {{sic|pruova}} di sé: una voce che serbò quasi intatto il suo suono e che se ne vuol giovare, agli anni nostri, per dir cose che pur appartengono alla Verità e alla Vita.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 257.</ref> *{{NDR|Gli [[Scavi archeologici di Pompei]]}} All'archeologo, all'artista, al frettoloso ''touriste'' questo spettacolo non cessa, sì, di offrire, ogni volta che n'è interrogato, la svariata quantità e qualità de' suoi particolari, materia di studio e conoscenza dell'antico, materia di raro allettamento estetico, d'insospettata e immensa sorpresa. Ma, quasi antevedendo tali future esplorazioni e le mille e mille insaziate interrogazioni onde sarebbero stati oggetto quelle mura superstiti, questi incliti edifici, queste case stesse di cui si continua a frugare ogni giorno la più riposta intimità, l'ospite filosofico di tanti gaudenti e spensierati suoi commensali non ha voluto forse lasciare scritta sulla parete del suo triclinio, come un freddo monito, la frase secca e definitiva che or io leggo con un sussulto, da che mi pare che risponda alla segreta, peripatetica domanda che mi sono rivolta poco fa? ''Fugge il [[tempo]], e non merita fede. Perisce ogni cosa, e tante volte neppur ne rimane il ricordo. Il futuro è un mistero. E tu non confondere la tua esistenza con cercare di conoscerlo...''<ref>Da ''La via dell'abbondanza'', p. 258.</ref> *{{NDR|Via dell'Abbondanza nell'antica Pompei}} Chi consideri questa strada pittoresca da' policromi aspetti delle sue due pareti – quasi ininterrottamente istoriate, disseminate di figure grandi e di figurette assai gentilmente e argutamente dipinte, di indicazioni e chiarimenti ai passanti, di additazioni di candidati a pubblici offici, di salaci motti popolareschi perfino – la potrà, se mai, paragonare a una di quelle folte viuzze giapponesi ove tutto è luce e colore; ove, di su le botteghe infronzolite, pendono le più immaginose leggende illustrate; ove panneggiamenti e arazzetti e banderuole e fanali multicolori allungano festosamente la lor bizzarra infilata fino al punto in cui pare che, nel lontano, la via si restringa e si concluda.<br>Immaginate, rivestendo con la vostra riarchitettazione opportuna tutto quel che ora è presso che spogliato e ripopolando questa via, così frequentata una volta, delle figure umane che vi passavano, immaginate, dunque, quel traffico, quel viavai, quel continuato riempirsi e svuotarsi di questa principale arteria della felice ''Colonia Venerea'', e la coglierete nel suo ritmo più pulsante e sonoro.<ref>Da ''La via dell'abbondanza'', pp. 259-260.</ref> *{{NDR|[[Raimondo di Sangro]]}} Quell'uomo fu di grande ingegno e di grandissimo spirito: se non mi sbaglio, si valse dell'una cosa più per diletto proprio che per altro, e dell'altra usò per burlarsi un po' di tutti.<br>È anche, e specie per questo, ch'egli ha meritato di passare alla posterità.<ref>Da ''Un signore originale'', p. 270.</ref> *{{NDR|Su [[Francesco Proto]]}} Due mesi prima, in un buon giorno di sole, il povero vecchio uscì da quella camera per rivedere, ancora, una volta, il suo studiolo, ove, finalmente, era {{sic|riescito}} a porre in assetto i suoi libri e ad ordinare le sue carte. Ve lo ritrovai, quel giorno, sprofondato in una poltrona, presso all'aperta finestra. Un mormorio confuso saliva, da lontano, alla pace de' balconi fioriti, alla gran pace silenziosa del Palazzo Cellammare: egli ascoltava – con la bocca schiusa, col corpo lievemente proteso, con le mani spiegate su' bracciali della poltrona – la voce della città, quella voce alla quale s'eran dianzi mescolati i suoi caratteristici urli di meraviglia, le sue schiette e {{sic|romorose}} risate, i suoi scoppii {{sic|approbativi}} che mettevano in curiosità e in subitaneo stupore i marciapiedi di Chiaia e di Toledo. <br />Ascoltava, ascoltava, estatico: s'abbeverava avidamente di quel soffio di vita e un tremor nervoso lo pervadeva tutto. Solo: or egli era solo, là dentro, egli che era stato tanto con ogni cosa viva e con tutti. E, pian piano, il suo povero corpo s'abbandonò, le mani scivolarono su pe' bracciuoli, la testa reclinò, triste, sul petto. <br />– Duca?<br />– Oh... figlio... buon giorno...<br />– Come state?<br />Egli sorrise. E disse, piano, nel silenzio, mentre pur i {{sic|romori}} esterni parevano sopiti, disse napoletanamente:<br />– ''Nun vide? Sto murenno''... <ref>Non vedi? Sto morendo...</ref><ref>Da ''Il duca di Maddaloni'', p. 283.</ref><ref>Dalla necrologia per Francesco Proto; citato, con alcune varianti, in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. III, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 81. Croce cita il testo in questa forma: "Due mesi prima, in un buon giorno di sole, il povero vecchio uscì da quella camera per rivedere ancora una volta il suo studiolo, ove, finalmente, era {{sic|riescito}} a porre in assetto i suoi libri e ad ordinare le sue carte. Ve lo ritrovai, quel giorno, sprofondato in una poltrona, presso all'aperta finestra. Un mormorìo confuso saliva, da lontano, alla pace de' balconi fioriti, alla gran pace silenziosa del Palazzo Cellammare: egli ascoltava – con la bocca schiusa, col corpo lievemente proteso, con le mani spiegate su' bracciuoli della poltrona – la voce della città, quella voce alla quale s'eran dianzi mescolati i suoi caratteristici urli di meraviglia, le sue schiette e {{sic|romorose}} risate, i suoi scoppî {{sic|approbativi}} che mettevano in curiosità e in subitaneo stupore i marciapiedi di Chiaia e di Toledo. <br />Ascoltava, ascoltava, estatico: s'abbeverava avidamente di quel soffio di vita e un tremor nervoso lo pervadeva tutto. ''Solo:'' or egli era ''solo'', là dentro, egli che era stato tanto con ogni cosa viva e con tutti. E, pian piano, il suo povero corpo s'abbandonò, le mani scivolarono su pe' bracciuoli, la testa reclinò, triste, sul petto. <br />– Duca?<br />– Oh... figlio. {{sic|..}} buon giorno...<br />– Come state?<br />Egli sorrise. E disse, piano, nel silenzio, mentre pur i {{sic|romori}} esterni parevano sopiti, disse, napoletanamente:<br />– ''Nun vide? Sto murenno''..." </ref> *Quelle sono, a parer mio, le [[Opera d'arte|opere d'arte]] più impressionanti le quali in coloro che, dopo d'averne rilevato tutto il fascino, se ne sono allontanati lasciano un punto impaziente e quasi tormentoso, l'eco, vorrei dire, di quella fiduciosa voce dell'artista il quale par che desideri di continuare il suo sogno nell'anima degli altri e dica loro: Cercate...<ref>Da ''Domenico Morelli'', p. 293.</ref> *L'arte di tutti costoro<ref>Gli artisti della Scuola di Posillipo.</ref>, è vero, fu solamente oggettiva, ma contenne seduzioni immediate. La ''macchia di colore'' che sulle piccole, piccolissime tele del Pitloo era il segno particolare delle sue impressioni istantanee, coglieva per altro tutta quanta l'animazione poetica, l'armonia delicata e misteriosa del vero, i suoi contrasti, la sua rudezza e la sua dolcezza – e così felice era sempre la scelta, così aggiustata e così nuova, che la verità naturale sembrava una meditata architettazione, e quel brano di realtà, che pur conteneva in se stesso ogni elemento armonico di colorita poesia, la creazione, addirittura, d'un artista immaginoso.<ref>Da ''Edoardo Dalbono'', p. 296.</ref> *Nel punto in cui, davanti alla ferrea porta del vecchio Istituto di Belle Arti, Palizzi e Morelli {{sic|scotevano}} il loro labaro di verità e di rinnovazione e {{sic|riescivano}} a trargli appresso fin gli scolari più devoti agli accademici, quel qualcuno principiava la sua cara fatica, e si preparava, solitario, a divenire l'artefice incantevole e raro della più meravigliosa finzione. Poeta sensibile, artista e pittore di razza, squisito raccontatore dell'eterna favola dell'arte, questo suo genio amabile si chiamò [[Edoardo Dalbono]].<ref>Da ''Edoardo Dalbono'', pp. 297-298.</ref> *È questo un gran canone di arte, benché semplice, e tanto spesso negletto. Senza idea non {{sic|ci è}} arte; e l'artista che rinuncia a mettere nell'opera sua la sua idea, rinuncia a metterci quello che lo fa artista; ma senza realtà non {{sic|ci è}} comunicazione possibile fra l'artista e gli altri uomini, i quali, per alzarsi fino dove l'artista vuol sollevarli a volo, non possono esser presi che per il lato umano, che è comune a loro e a lui. E nel concepimento dell'opera d'arte deve precedere il senso del reale; perché è il reale che dà la sostanza: l'ideale la purifica e la corregge mediante la forma.<ref>Da ''Una difesa del realismo'', p. 302.</ref> *[...] il simbolismo è proprio delle religioni, e non dell'arte; e soltanto quando l'arte trova un sussidio potente nel sentimento religioso, si può con vantaggio servire del simbolo, per eccitare passioni e sentimenti.<ref>Da ''Una difesa del realismo'', p. 302.</ref> *{{NDR|Su [[Vincenzo Gemito]]}} Guardate il ritratto di [[Mariano Fortuny y Madrazo|Fortuny]], guardate quelli del [[Domenico Morelli (pittore)|Morelli]] e del [[Giuseppe Verdi|Verdi]], e vi cercherete invano le linee determinate, il segno preciso e scolastico, l'insistenza, l'incasso palese dell'occhio, l'osservativo scrupolo di quei dati somatici che sono dei più studiati e accarezzati dalla plastica, intransigente, freddo, se pur limpido specchio dell'essere. Eppur nulla è più appariscente e più vivo di quel viluppo che sembra oscuro e non è; nulla è più parlante, nulla è più fuso e più molle, e da nessuna cosa mai come da queste, che vogliono essere la reincarnazione d'una persona, si parte come un respiro, un caldo soffio di vitalità.<ref>Da ''Vincenzo Gemito'', p. 307.</ref> =='' 'O voto''== ===[[Incipit]]=== Atto primo<br>''Scena prima''<br>''Al levarsi della tela è un gran movimento nella piazzetta. Davanti alla bottega di'' Vito Amante ''si affolla la gente e si pigia per guardarvi''. [...] ''Come la tela si leva'' Nunziata, ''che si trae dietro la ragazzetta'' Teresina, ''le parla in fretta davanti alla scena. La gente continua a sopraggiungere dai vicoli, è a chiosare, e a fermarsi''.<br><br>'''Nunziata''': (''a Teresina'') Va, curre| È capito? Addà don Liborio 'o farmacista, 'a vutata d' 'o vico! Duie solde 'e mistura d' 'e quatte sceruppe...<br>'''Teresina''': (''lasciando cadere i due soldi nel bicchiere'') Duie solde 'e mistura?...<br>'''Nunziata''': D' 'e quatto sceruppe! (''Teresina via, correndo. Nunziata le grida appresso:'') Addù don Liborio!...<br>'''Sufia''': (''fermandola pel braccio'') Nunzià, ch'è stato?<br>'''Nunziata''': È benuta na cosa a don Vito 'o tintore... Premmettete...<br>(''Corre alla tintoria''). ===Citazioni=== *'''Vito''': (''con voce piena d'emozione'') Ah, Giesù Cristo mio! (''Si sberretta. Tutti si sberrettano. Le donne fanno gruppo. Gente alle finestre. Quelle della mala casa si schiudono e qualche figura appare di sotto le persiane.'') Io a vuie mm'arraccumanno!... (''Cade lentamente in ginocchio. A uno a uno tutti si piegano o s'inginocchiano. Appare, in questo, dal vicolo a destra, donn'Amalia, s'arresta, sorpresa, e ascolta.'') Io a te mm'arraccumanno cull'ànema e c' 'o cuorpo! Tu mm' aie da scanzà, tu mm'aie libberà, e p' 'e patimente ca 'e patuto e pe sta curona 'e spine... (''levandosi risoluto, il braccio teso verso il Cristo, il berretto nella mano''). Io te faccio 'o voto 'e levà na femmena d' 'o peccato! (p. 18-19) *L'invito è na cosa e l'interesse è n' ata. (p. 72) ==''Per la storia del brigantaggio nel Napoletano''== ===[[Incipit]]=== Qualche mese fa, discorrendo in caffè col dottor Penta, uno de' più valorosi e perspicaci psichiatri ch'esercitano a Napoli la loro illuminata professione, egli, a un punto, mi mostrò – l'aveva avuta proprio in quel giorno – la suggestiva pubblicazione del capitano Eugenio Massa, intitolata ''Gli ultimi briganti della Basilicata'' e peculiarmente dedicata a' due famosi banditi [[Carmine Crocco|Crocco]] e Caruso.<br/> - Ecco Crocco – mi diceva il Penta, puntando l'indice sul ritratto del feroce brigante, posto, con quello del Caruso, a fronte del libro. – L'ho conosciuto a Santo Stefano, nel 1886, e l'ho, come si dice, pur intervistato laggiù. Ricordo d'aver guardato ne' registri di quel Bagno Penale e d'avervi letto, a proposito di lui, ch'egli era stato condannato alla galera a vita per non meno di settantaquattro reati, tra omicidii, grassazioni, ricatti ''et similia''. ===Citazioni=== *Il brigantaggio del novantanove fu dunque veramente politico. Furono veramente e studiatamente assoldati nelle file de' realisti que' banditi che poco prima avevano tenuto la prigione o le selve: un fondo pittoresco disegnò, in seguito, a ridosso di quelle figure quasi eroiche, la facile immaginativa de' romanzieri; Fra Diavolo percorse, nel suo costume schilleriano, non pur tutte le Calabrie e la Puglia, ma tutta la letteratura del secolo nuovo. E col ripristinato governo, che quasi rifaceva a suo profitto e in sua difesa le coscienze e i caratteri, ebbe gloria cavalleresca e ammirazione e vanto illustrativo fin nelle più piccole borgate, ove ogni bella contadina sognava d'esser rapita dall'irresistibile cavaliero e portata a dosso del suo cavallo focoso. *Le condizioni economiche de' contadini del Napoletano intorno al 1860 erano tali, ripeto, da quasi giustificare gli eccessi briganteschi: l'uomo della campagna era un ilota malamente remunerato, oppresso dalla fatica perenne e dura, maltrattato, roso dall'usura e dall'odio. ==Poesie== *''E menato ncopp' 'o lietto | guardo, guardo nnanze a me... | Tengo 'o sole de rimpetto | dint' 'o core tengo a tte''. (da ''Cuntrora'', ''Voce luntane'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''E buttato sul letto | guardo, guardo davanti a me... | Tengo il sole dirimpetto | dentro al cuore tengo a te''. {{Int|''Canzone''}} *''Quanno sponta la luna a Marechiare | pure li pisce nce fanno all'ammore | se revotano ll'onne de lu mare, | pe la priezza cageno culore, | quanno sponta la luna a Marechiare...'' (da ''A Marechiaro'', ''Canzone'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''Quando spunta la luna a Marechiaro | Anche i pesci lì fanno all'amore | si rivoltano sulle onde del mare | per la contentezza cambiano colore | quando spunta la luna a Marechiaro''... *''Era de [[maggio]] e te cadeano nzino | a schiocche a schiocche li ccerase rosse, | fresca era ll'aria e tutto lu ciardino | addurava de [[Rosa (fiore)|rose]] a ciente passe.'' (da ''[[:s:Era de maggio|Era de maggio]]'', ''Canzone'', 1885) :Era maggio e ti cadevano addosso | a grappoli le ciliege rosse, | fresca era l'aria e tutto il giardino | odorava di rose a cento passi. *''Comme a stu suonno de marenare | tu duorme, Napule, viat' a tte! | Duorme, ma nzuonno lacreme amare | tu chiagne, Napule!... Scétete, scé'!...'' (da ''[[:s:Luna nova|Luna nova]]'', ''Canzone'', 1885) *''E vota e gira, 'a [[storia]] è sempre chessa''. (da ''E vota e gira!...'', citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 206) {{Int|''Ariette e sunette''}} *''Nu pianefforte 'e notte | sona luntanamente, | e 'a museca se sente | pe ll'aria suspirà. || È ll'una: dorme 'o vico | 'ncopp'a sta nonna nonna | 'e nu mutivo antico | 'e tanto tiempo fa. || Dio, quante stelle ncielo! | Che luna! E c'aria doce | Quanto na bella voce | vurrìa sentì cantà. || Ma sulitario e lento | more 'o mutivo antico; | se fa cchiù cupo 'o vico | dint'a ll'oscurità. || Ll'anema mia surtanto | rummane a sta fenesta. | Aspetta ancora. E resta, | ncantànnose, a penzà.'' (''Pianefforte 'e notte'', ''Ariette e sunette''<ref>Citato in Angelo Gianni, Mario Balestrieri e Angelo Pasquali, ''Antologia della letteratura italiana, {{small|Per le scuole medie superiori con introduzioni sugli aspetti della società e delle lettere}}'', vol. III, parte seconda, p. 196.</ref><ref>Con alcune differenze ortografiche in ''Poesie'', [https://wikisource.org/wiki/Page:Poesie_-_Salvatore_di_Giacomo.djvu/255 p. 251]</ref>) *''Rosa, si chiove ancora | nun t’ammalincunì, | ca d' 'o bontiempo ll’ora |sta prossema a venì. || Nun vide? ’E luce ’e sole | luceno ’e st’acqua ’e file; | è 'a morte d’ ’e vviole, | so’ ’e lacreme d’Abbrile. || Ma mo cchiù ffresca e ffina | ll'aria se torna a fa'... | Meh !... A st’aria d’ ’a matina. | Rosa, te può affaccià. || Aràpe ’e llastre : aràpe | sta vocca piccerella | addó sulo ce cape''<ref>C'entra.</ref>'' | nu vaso o na resella: || canta: chist’ è ’o mumento; | tu cante e io, chiano chiano, | mme faccio 'a barba e sento, | cu nu rasulo mmano. || E penzo: «’A ì ccà''<ref>Eccola.</ref>''; s'affaccia... | Mm’ ha visto... Mme saluta ...» | E c' ’o sapone nfaccia | dico: – Buongiorno, Ro'!...''(''Buongiorno, Ro'!'', ''Ariette e sunette''.<ref>Gianni, Balestrieri e Pasquali, pp. 195-196.</ref><ref>In ''Poesie'' [https://wikisource.org/wiki/Page:Poesie_-_Salvatore_di_Giacomo.djvu/271 pp. 266-267]</ref>) *''[[Marzo]]: nu poco chiove | e n'ato ppoco stracqua: | torna a chiovere, schiove, | ride 'o sole cu ll'acqua, | Mo nu cielo celeste, | mo n'aria cupa e nera: | mo d' 'o vierno 'e tempeste, | mo n'aria 'e primmavera.'' (da ''[[:s:Marzo|Marzo]]'') *''Vocca addurosa e fresca, | vocca azzeccosa e ddoce, | addò c' 'o tuoio se mmesca | stu sciato, addò la voce | è musica, è suspiro, | è suono cristallino...'' (da ''Vocca addurosa'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''Bocca profumata e fresca, | bocca appiccicosa e dolce | dove col tuo si mischia | questo fiato | dove la voce | è musica, è sospiro, | è suono cristallino''. {{Int|''Canzone e ariette nove''}} *''D' 'a cchiesia 'e san Pascale | 'a campana, ca sona | — cu nu suono argentino — | a mmatutino, | a poppa e a prora | sceta chi dorme ancora | ncopp' 'o vuzzo e ’o vasciello | d' 'o [[Portici|Granatiello]]. | E, tutto nzieme, se sente na voce: | «Ccà sta Teresenella 'a purticesa! | Ddoje pe nu rano 'e purtualle doce! | E so' meglio d' 'e fravule 'e cerase!...» || 'A campana d' 'a cchiesa | mo sona — cu nu suono | ca fa malincunia — | l'avummaria. | Sciso è int'a ll'onne | 'o sole — e s'annasconne: | 'a vela 'e nu vasciello | pare ca luce, ncopp' 'o cielo d'oro | d' 'o Granatiello... | E, int' 'o silenzio, se sente na voce: | «Ccà sta Teresenella 'a purticese! | Ddoje pe nu rano 'e purtualle doce! | E so' meglio d' 'e fravule 'e cerase!..»'' (''[[:s:Doje «purticese»|Doje purticese]]'', ''Tramonto a Puortece'', II, ''Ariette nove'', 1916, pp. 77-78) *''[[grillo|Arillo]], animaluccio cantatore, | zerri-zerre d' 'a sera | ca nun te stracque maie, | addo' te si' annascosto? | 'A do' cante? Addo' staie?... | Passo — e te sento. | E me fermo a sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì! Zicrì! |Zicrì! | E me pare ca staie | (mmiez'a ll’èvera nfosa) | sott'a sta funtanella, | e int'a stu ciardeniello | ummedo e scuro | d' 'o [[Piazza del Municipio (Napoli)|llario d' 'o Castiello...]] | E cammino... E mme pare | ca no: ca staie ntanato | dint'a nu pertusillo | 'e nu spicolo 'e muro... | O, chi sa, si' sagliuto | ncopp'a na petturata 'e na fenesta, | e te si' annascunnuto | mmiez' a na testa 'aruta | e n'ata testa... | . . . . . . . . . . . . . . . . . . | Sera 'e settembre — luna settembrina, | ca int' 'e nnuvole nere | t'arravuoglie e te sbruoglie |e 'a parte d' 'a marina | mo faie luce e mo no — | silenzio, nfuso | quase 'a ll’ummedità — | strata addurmuta, | (ca cchiù scura e sulagna | quase s'è fatta mo, | e ca sento addurà | comm'addorano 'e sera | cierti strate 'e campagna) — | arillo, | ca stu strillo | mme faie dint' 'o silenzio | n'ata vota sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì! | accumpagnate 'a casa | stu pover'ommo, | stu core cunfuso, | sti penziere scuntente, | e st'anema ca sente | cadé ncopp'a stu munno | n'ata malincunia | chesta 'e ll’autunno... —'' (''[[:s:Canzone e Ariette nove/Ariette nove/Arillo...|Arillo, animaluccio cantatore...]]'', ''Ariette nove'', 1916, pp. 96-98) *''’O core d’ ’a femmena | è comme a na lettera nchiusa. | chi maie ce po’ leggere? | Chi ’o po’ scanaglia?''<ref>Scandagliarlo, scrutarvi.</ref>'' | Mo abbruscia — mo spánteca — mo piglie e t’ammenta''<ref>Inventa.</ref>'' na scusa, | pe nun te fa ntènnere | ca sta p’avutà... | E tu | pigliatillo | accussì, | comm’ i’ | ll’ accetto e mm’ ’o piglio... | Vuo’ sentere? | E siente | nu buono cunziglio. | Cuntentete ’e nun sapé | niente.'' (da ''[[:s:E tu pigliatillo...|E tu pigliatillo...]]'', ''Ariette nove'', 1916, p. 101) ===Citazioni sull'arietta ''Arillo''=== *L'autunno darà i suoi colori d'addio all'ultimo dei più puri canti di Salvatore Di Giacomo: la piccola ode al grillo «animaluccio cantatore» la cui voce va mutando d'attimo in attimo il suo spazio vocale. Un'altra malinconia – dice il poeta –, quella di autunno, cade nell'anima. E certo questa caduta è il senso digiacomiano della morte. Dove canta il grillo? nell'erba bagnata sotto la fonte? in una fenditura allo spigolo di un muro? o forse tra una «testa d'aruta» e un'altra «testa» di fiori?<br/>''Sera 'e settembre — luna settembrina, | ca 'int' 'e nnuvole nere | t'arravuoglie e te sbruoglie |e 'a parte d' 'a marina | mo faie luce e mo no — | silenzio, nfuso | quase 'a ll’ummedità — | strata addurmuta, | (ca cchiù scura e sulagna | quase s'è fatta mo, | e ca sento addurà | comm'addorano 'e sera | cierti strate 'e campagna) — | arillo, | ca stu strillo, | mme faie dint' 'o silenzio | n'ata vota sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì!''<br>Quanto alta si è levata questa musica dimessa e sottovoce! una mestizia panica è ora nel canto, e l'arte affina il metro a tal nuova pronunzia che le sillabe si iscrivono in un ideal pentagramma: e sempre più la voce s'è fatta pura, come incavandosi nella sostanza del silenzio. Gli strumenti di Piedigrotta son dunque sonati dagli angeli-musici del [[Beato Angelico]]? e le [[Muse]] del Parnaso [[Raffaello Sanzio|raffaellesco]] cantano gioiose la canzone e l'arietta napoletana di Salvatore Di Giacomo. ([[Francesco Flora]]) ==''Storia del Teatro San Carlino''== *{{NDR|Giuseppa Errico, ''Donna Peppa'', moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito}} La Errico ebbe sette figli: Gaetano, Davide, Pasquale, Antonio, Michela, Adelaide e Rosa. I primi quattro erano così definiti da don Salvatore loro padre: Gaetano ''{{sic|o'}} francese'', Davide ''<nowiki>'</nowiki>o gesuita'', Pasquale l''<nowiki>'</nowiki>ingrese'' e ''Totonno ''<ref>Diminutivo di Antonio.</ref>.'' 'o pazzo''. Quest'ultimo, ch'era il più intelligente, otteneva dalla madre tutto quel che volesse, pur non essendo il più meritevole de' quattro. Ma ''Donna Peppa'' diceva: – '''E mamme so' comme 'e nnammurate; vonno cchiù bene a chille figlie ca lle danno cchiù muorze amare.'' (p. 838) *La famiglia Petito, finché visse ''Donna Peppa'', non si sbandò. Sedevano don salvatore e i figliuoli, nell'ora del pranzo, a una sola tavola e ''Donna Peppa'' andava intorno scodellando la minestra in ogni piatto. Però il suo tondino restava vuoto. E allora ella rifaceva il giro della tavola e da ogni piatto ricolmo toglieva una cucchiaiata pel suo. Questa e lo spendere in una giornata tutto quanto avesse guadagnato la sera avanti erano tra le sue più vecchie abitudini. Liberale, benefica, affettuosa, ella dava perfino le sue vesti per carità, ma pagava, con grande esattezza, i suoi trenta ducati al mese, per la casa e pel teatro, ai Maisto, i quali, ogni capodanno, ricevevano, assieme al denaro, un sonetto augurale, scritto da Salvatore Petito, ora in dialetto, or in una lingua che don Salvatore credeva che fosse italiana. (p. 838) *Nel 1850 ''Donna Peppa'', nata nel 1792, contava cinquantotto primavere, ma, sempre vegeta e forte, non mancava di scendere ogni sera al teatro e rimanervi fino alla mezzanotte. In quell'ora, a uno a uno, il marito e i figlioli rincasavano da ''San Carlino'' e dalla ''Fenice'', stanchi, rauchi, con ancor sulle gote e agli angoli delle palpebre le tracce del trucco. In camera da pranzo un'insalata d'indivia li aspettava nella penombra. Il palazzo Maisto dormiva. Per la via deserta era la pace della notte, a cui di volta in volta, si confidava, mormorando, il mare. E ora attorno alla tavola, ''Pulcinella'', l'amoroso, la servetta, l'ingenua e il caratterista tranquillamente cenavano, chiacchierando e motteggiando. Coi gomiti sulla tavola, il mento nelle palme delle mani, senza toccar cibo, ''Donna Peppa'' ascoltava e sorrideva, vera dea madre, contemplante la felicità familiare e, a poco a poco, appisolandosi. (pp. 839-840) *Il 1848 era alle porte, ma pareva che nessuno lo sospettasse; Napoli ha sempre di queste placide esteriorità: l'interno lavorio non offusca il suo aspetto e neppur le più grandi disgrazie valgono a mutarne la fisionomia. Con un grano, in quegli anni, il lazzarone era quasi ricco, e una piastra ballonzolante nella saccoccia del panciotto a un borghese gli conferiva l'aria della più grande superiorità. L'allegra povertà, in pieno possesso della strada, vi si sciorinava al sole; il facchino appisolato, a un angolo, in una cesta, schiudeva, di volta in volta, gli occhi e tranquillamente, abituato a posare, contemplava il forestiero, inglese o francese, che, {{sic|impiedi}}, davanti a lui, pigliava note in un taccuino. Le solite baldorie per le feste de' soliti suoi santi occupavano la gente de' quartieri inferiori – come anche adesso la occupano – ma pareva che un senso di caricatura fosse pur penetrato dal giornale fin nella plebe. (pp. 868-869) *{{NDR|[[Antonio Petito]]}} L'attore era veramente grande, la sua figura illuminava tutta la scena, riempiva tutti i vuoti, raccoglieva tutte le emozioni e gli interessamenti; così le volgari stupidaggini della commedia petitiana e il suo difetto d'umanità scomparivano in un godimento che pervadeva tutto il pubblico e durava ancor fuori del teatro: una felicità che accompagnava fino a casa gli spettatori, e lasciava ancora sorridere, nel sonno, le loro labbra dischiuse. (p. 904) *L'epoca del piccone cominciò {{sic|a'}} 6 di maggio del 1844, e dopo qualche mese non rimaneva più, al posto del teatro, se non un cumulo di pietre. Su quelle rovine pianse, lungamente, tutta Napoli, memore delle ore deliziose passate in quel torrido fosso, tenera de' ricordi quasi classici che quel teatro avea tramandati, con la storia sua e de' suoi comici e dei suoi frequentatori, in tre o quattro generazioni partenopee. Spariva, difatti, un monumento napoletano, l'Eldorado della gaiezza spariva e la improvvisa e insospettata soppressione era lamentata qui come da per tutto, poi che erano state accessibili a tutti le forme comiche nostrane e nel teatrino di ''[[Teatro San Carlino|San Carlino]]'' era stata internazionale la risata. (p. 914) ===[[Explicit]]=== Se v'è cosa bella ed alta e onorevole questa è l'[[arte]] davvero. Ed ella non accoglie fratellanze volgari, non tollera ammonimenti insinceri, non s'adombra per voci petulanti.<br>Se arte è – da sola vive, s'esalta e s'illumina. ==''Taverne famose napoletane''== ===[[Incipit]]=== L'idea d'occuparmi delle antiche taverne di [[Napoli]] mi nacque, recentemente, nella queta e pittoresca casa d'un vecchio e illustre artista napoletano, il commendatore don [[Consalvo Carelli]], nestore de' pittori suoi concittadini e operoso, immaginoso, fervente e vibrante come il più giovane di costoro. È al Carelli che ''Napoli nobilissima'' ed io dobbiamo gli acquerelli i quali coloriscono, nella parte più vicina a noi, questo mio scritto di topografia aneddotica: nessuno, meglio di lui, avrebbe potuto illustrarlo con più autentici documenti e, a un tempo, con maggior grazia di tratto e di spirito grafico. Nel professarmi pubblicamente tenuto al chiaro uomo – l'unico superstite di quella scuola famosa che fu detta ''di Posillipo'' – entro subito in materia. ===Citazioni=== *Gli ''smargiassi'', guappi del tempo, con l'''alberuzzo'' di teletta sulle spalle, con ''cosciali'' e calze di ''stamma'' legate con ''cioffe'' e ''sciscioli'', col cappello impennacchiato e ricco di ''passavolanti'' si pigliavano a braccetto or le donne or gli amici soldati e in comitiva si scantonava laggiù al ''Crispano'', ove di tra la verde rete d'un pergolato brillavano fiammelle di lucerne appese e di ''parattelle'' – (ch'erano scodellette piene di sego nel quale si reggeva un grosso stoppaccio acceso) – illuminazione primitiva di cui si giovavano pur i teatri, specie per le ribalte. (p. 33) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A «San Francisco»''=== La tela si leva lentamente. Quando è a metà del palcoscenico s'ode una voce interna cantare malinconicamente da un altro camerone.<br> ''Rafele'' e ''Cicciariello'', seduti sulle tavole di un letto, giocano a carte e fumano.<br> ''Federico 'o pittore'' e ''Totonno'' seggono sulle tavole di un altro letto: il secondo stende il braccio destro denudato e il primo glie lo va tatuando con un ago e col nerofumo. Il ragazzo ''Luigiello'', accosto ad essi, osserva curiosamente l'operazione.<br> ''Don Gennaro 'o cusetore'' è occupato a scrivere, con la matita, de' numeri in un libriccino. Siede sulle tavole del primo letto a sinistra dello spettatore.<br> Steso sul suo letto, col capo poggiato sui materassi ravvoltolati, ''Peppe Pazzia'' dorme. Sotto al suo letto è una brocca, tra un fiasco di vino e un paio di scarpe.<br> È sera. Tutti tacciono. <poem>'''La voce interna''': ''A San Francisco'' ''mo' sona 'o risveglio,'' ''chi dorme e chi veglia,'' ''chi fa nfamità!...''</poem> '''La voce interna di un carceriere''': Silenzio!... (''e al tempo stesso s'ode un romore come di porta alla quale si batta violentemente''). ===''L'ignoto''=== Sul ''Piazzale di Porta Roma'' erano poche persone. Era deserta la via del laboratorio pirotecnico, deserta la via di faccia ad essa, ove, sul principio, è la semplice e nuda fabbrica dell'Arcivescovado a cui seguono altre fabbriche basse e la ''Riviera Casilina'', recinta da una fila di casette rossastre.<br> L'ora del tramonto avanzava. Un lume dorato che poc'anzi avea tutto infiammato, nel lontano, il fuggevole dosso de' Tifati si raccoglieva in coda a' monti, ove la terra e la collina s'univano e pareva che l'ultima arborea decorazione di quelle gobbe immani sprofondasse nell'immensa e aperta campagna, verso Roma lontana. Tutto intorno taceva di quel triste silenzio invernale che pesa su Capua, città di chiese e di caserme. ===''Mattinate napoletane''=== <div align=right>''Napoli, Marzo 1885''</div> CARISSIMO PAOLO,<br> Io non ho, qui a Napoli, con chi sfogare certe mie piccole pene, che mi pare abbiano tutta la buona intenzione di rimanersene meco alloggiate, in questa cameretta mia solitaria. Non ho stretto amicizia con nessuno, apposta per non dare a nessuno il modo di subitamente allontanarsi da me per qualche improvvisa scappatella che mi facesse il morboso carattere mio. Vivo solo e tranquillo in questa mia stanza, dalla quale esco a prima ora di mattina per trovarmi all'Istituto, e un po' a sera, col tempo buono, per avvelenarmi con una chicchera di caffè e con un sigaro ''napoletano''. Il [[caffè]], per acquaccia nera che sia, mi permette di studiare e di leggere fino a notte avanzata, e ciò mi fa bene, lasciandomi dimenticare, sviando il pensiero e interessandomi a qualche cosa ''fuori di me stesso''. ===''Novelle Napolitane''=== Giugno mite, dolcissimo, avea sorriso alle cose con l'ultima sua tepida giornata. Il piccolo vecchio sedeva in una pur vecchia poltrona ancora pienotta, nell'angolo della finestra. Le mani carezzavano i pomi dei bracciuoli; leggermente china la testa sul petto, gli occhi socchiusi, egli era vinto da un languore, nella rosea poesia del tramonto. ==Citazioni su Salvatore Di Giacomo== *[[Benedetto Croce|Croce]] elevò Di Giacomo a poeta nazionale, assoluto, liberandolo da una caratterizzazione «dialettale», in virtù del superiore valore della [[Poesia]], che non può essere definita in generi, ma in quanto arte può soltanto essere sottoposta a giudizio estetico: quella di Di Giacomo non è poesia dialettale, ma Poesia «senz'altro». ([[Vincenzo Regina]]) *Il linguagguio dialettale esprime nella dignità linguistica e nell'orchestrazione del ritmo ogni commozione del poeta e nel variare del timbro dà ragione della vasta scala di sensibilità di cui era capace Di Giacomo. ([[Raffaele Giglio]]) *Il segno più originale della presenza di Salvatore Di Giacomo nella «belle époque» partenopea, sta nella sua sdegnosa estraneità alle mode letterarie che imperversavano in quell'epoca: il classicismo professorale di [[Giosuè Carducci|Carducci]], il patetico decadentismo di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] e di [[Sergio Corazzini|Corazzini]], l'immaginifico barocchismo di [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], che pure a [[Napoli]] era di casa. Chino sul foglio bianco come un grande artigiano, don Salvatore si isola dal frastuono delle gazzette e dei salotti, dedicandosi piuttosto a portare ad estrema perfezione uno strumento personale che non somiglia a nessun altro, il vernacolo, mediato sì dalla realtà popolare ma filtrato attraverso esperienze altamente sofisticate, che vanno dai lirici greci dell'epoca di [[Saffo]] all'opera buffa dell'epoca di [[Giovanni Paisiello|Paisiello]], passando per la narrativa del Cortese e del [[Giambattista Basile|Basile]]. La fusione che egli realizza tra la struttura colta del suo dialetto e la tradizione parlata attinge la perfezione nei versi delle ariette e delle canzoni nuove, dove la parola si libera «in un aere musicale» e appare «disposta a vivere per ritmi e metri in una trepidantissima aura di suggerimenti». ([[Antonio Ghirelli]]) *La poesia di Salvatore Di Giacomo scapigliata, verista, decadente ad un tempo nel suo sviluppo storico, si caratterizza per essere lirica e fantastica: ha «il senso del misterioso; pova il fascino del passato {{NDR|Benedetto Croce}}», è immagine velata e musicale del suo tempo interiore. ([[Vincenzo Regina]]) *Salvatore Di Giacomo morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera [[Napoli]] avranno cessato di esistere... ([[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]) *Salvatore Di Giacomo, poeta, narratore, drammaturgo, autore di canzoni, storico, giornalista, bibliotecario, è da ritenersi per la qualità della sua arte, per la sua opera, e per il suo valore di studioso il più illustre letterato napoletano; insieme a [[Benedetto Croce]] ha rappresentato un vertice assoluto della cultura del suo tempo, non soltanto a [[Napoli]], ma anche in [[Italia]] e all'estero. ([[Vincenzo Regina]]) *Tal quale il Di Giacomo delle novelle e de versi si ritrova nei parecchi libri che ha pubblicati di ricerche storiche [...].<br>L'erudito può fare qualche obiezione e dichiararsi mal soddisfatto e dell'accoppiamento di storia e immaginazione e della subordinazione dei problemi propriamente storici alla contemplazione sentimentale e passionale. Ma sotto l'aspetto artistico, come non accettare le pagine d'arte, che il Di Giacomo, non sapendo resistere alla propria natura, ha frammezzate ai suoi spogli di documenti? ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Salvatore Di Giacomo, ''[https://www.gutenberg.org/files/35800/35800-h/35800-h.htm A «San Francisco»]'', R. Carabba editore, 1910. *Salvatore Di Giacomo, ''Evocazioni e prose d'arte'', in ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', a cura di Romualdo Marrone, 2M Edizioni, pubblicato in accordo con Newton Compton Editori, stampa 2018, pp. 253-310. ISBN 978-88-9322-210-5 9788893222105 *Salvatore Di Giacomo, ''[http://www.liberliber.it/libri/d/di_giacomo/index.htm L'ignoto]'', Lanciano, R. Carabba, 1920. *Salvatore Di Giacomo, ''La Scuola di Posillipo'', in ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2007, pp. 951-971. ISBN 88-04-13499-2 *Salvatore Di Giacomo, ''[http://www.liberliber.it/libri/d/di_giacomo/index.htm Mattinate napoletane]'', Napoli, L. Pierro, 1887. *Salvatore Di Giacomo, ''[https://archive.org/details/collezionedimono32berg Napoli]'', parte prima, Istituto italiano d'arti grafiche - editore, Bergamo, 1907. *Salvatore Di Giacomo, ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', a cura di Romualdo Marrone, 2M Edizioni, pubblicato in accordo con Newton Compton Editori, stampa 2018. ISBN 978-88-9322-210-5 *AA. VV, ''Napoli ieri'', Edizioni S.a.r.a. . *Salvatore Di Giacomo, ''[https://www.gutenberg.org/files/57040/57040-h/57040-h.htm Novelle Napolitane]'', Treves, 1919. *Salvatore Di Giacomo, '' 'O voto'', Oscar Mondadori, Milano 1966. *Salvatore Di Giacomo, ''Per la storia del brigantaggio nel Napoletano'', Osanna Edizioni, 1990. *Salvatore Di Giacomo, ''Storia del Teatro San Carlino'', cap. VIII, IX, X, in ''Poesie e prose'', prefazione di Elena Croce, note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>, pp. 833-916. ISBN 88-04-13499-2 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Di Giacomo, Salvatore}} [[Categoria:Drammaturghi italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] bbzedio0t22f6yt64tnm7e8u6s17frd 1221252 1221251 2022-08-06T23:18:48Z Sun-crops 10277 /* Bibliografia */ Riferimenti bibliografici wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Salvatore Di Giacomo.jpg|thumb|Salvatore Di Giacomo]] '''Salvatore Di Giacomo''' (1860 – 1934), poeta, drammaturgo e saggista italiano. ==Citazioni di Salvatore di Giacomo== *Chi bada in [[Napoli]] al suo decoro? Certo, chi dovrebbe no. Lascia fare e lascia correre – ecco la frase filosofica, sacramentale d'ogni indifferente partenopeo, sia egli in alto nella cosa pubblica o le passi accanto tranquillo.<ref>Da ''Il palazzo di Giustizia in Napoli'', in ''Saggi insoliti'', Stamperia del Valentino, Napoli; citato in Antonio Emanuele Piedimonte e Anna Scognamiglio, ''Napoli. {{small|Uomini, luoghi e storie della città smarrita}}'' Intra Moenia, Napoli, 2013, p. 13. ISBN 978-88-95178-77-6</ref>. *Ed è a proposito di Giuliano da Maiano che qui ci ricorre alla memoria quel napoletano [[Giovanni Francesco Mormando|Giovanni Donadio, detto il {{sic|Mormanno}}]], il quale ben potrebbe essere stato uno degli scolari più egregi di quell'elegante artefice fiorentino. Era il Donadio, come un suo pur conosciuto fratello, architetto e costruttore d'organi a un tempo, e forse aveva tutte e {{sic|due cose}} appreso a Firenze da tanto maestro: certamente il costui modo nobile e ricco si riscontra in tutte le opere alle quali i signori napoletani chiamarono il Mormanno e si manifesta specie nell'architettura e nella decorazione così del palazzo dei di Capua in ''Via S. Biagio de' Librai'', come nell'altro de' duchi di Vietri, che gli è vicino e che ora è posseduto dal duca di Corigliano Saluzzo.<ref>Da ''Napoli'', pp. 92-93.</ref> *{{NDR|Francesco Proto}} Egli aveva detto in casa, nel caffè, nel salotto, a teatro, fin nella bottega del parrucchiere, ove i garzoni ammirati afferravan rime a volo, quel che nemmanco le gazzette avevano osato stampare: di questi ultimi tempi, in cui son precipitati a Napoli uomini e molte cose, giudizi tenuti dagli spettatori paurosamente chiusi nell'animo, il vecchio duca aveva espressi con alta e affilata parola: in verità egli ci pareva un [[Giuseppe Baretti|Baretti]] novello che menasse attorno la sua frusta schioccante e, senza alcun odio, ma pur senza misericordia alcuna, ne andasse attorno verberando amici e nemici...<ref>Citato in ''Epigrammi del [[Raffaele Petra|marchese di Caccavone]] e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, risvolto di copertina.</ref> *''Nannì, si ce penzo | Mme vene na cosa, | Sta sciamma annascosa | Cchiù abbampa accussì... | È overo stu suonno?... | Meh, dimme ca sì!'' (da ''Nannì!!!'') *{{NDR|Sulle ''Lettere dall'Italia 1765-1766'' di [[Samuel Sharp (chirurgo)|Samuel Sharp]]}} [...] il poco degno libro d'un insensibile, specialista delle malattie degli occhi, inventore d'un ''new method of opening the cornea in order to extract the crystalline humour ''<ref>Nuovo metodo di apertura della cornea per estrarre l'umore cristallino.</ref>'' '', e forse d'esso felice sperimentatore sopra se medesimo, poiché a nessun più di lui {{sic|riescì}} a mancare, assieme a quella dello spirito, la saporosa gastronomia dello sguardo.<ref>Dalla prefazione a Samuel Sharp, ''Lettere dall'Italia 1765-1766, {{small|A descrizione di quelli usi e costumi in quelli anni, Napoli}}'', traduzione di Constance e Gladys Hutton, prefazione e note di Salvatore Di Giacomo, Carabba, Lanciano, 1911, [https://archive.org/details/letteredallitali00shar/page/12 p. 12].</ref> *Napoli è una città bella e singolare – singolare principalmente. Le sue cose rare sono mescolate alle comuni – le nobili alle volgari – a pochi passi dal silenzio è il rumore – prossimi a' luoghi più luminosi ed aperti sono le ombre e il mistero – accanto a un monumento medievale è un lurido fondaco o un vicolo e, forse, alle spalle d'un tempio un lupanare. Ciò che è qui {{sic|da per tutto}}, è la vita: la sanguigna vita popolana, pulsante e ininterrotta, che passa e si rincorre e scivola lungo i muri del monumento e del tempio, che s'addensa e si sparpaglia, e s'agita ed urla o impreca, sotto un fulgido sole che par quasi la fecondi, e investa a un tempo col suo lume diffuso questa folla dell'ultima ora e i ruderi d'un teatro greco, e quel che fu il tempio insigne dei Dioscuri, e una chiesa angioina, e il pallido chiostro d'un antico convento di monache armene...<ref>Citato in Aurelio Benevento, ''Fogli di diario'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=9rNg2a6l5y4C&lpg=PA11&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false pp. 11-12]. ISBN 88-7188-845-6</ref> *Nel giornalismo io sono non uno scrittore, ma uno scrivano. La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa.<ref>Da ''L'Occhialetto'', XIX, 29, Napoli, 18 settembre 1886; citato in ''[http://www.bibliocamorra.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=330&Itemid=2#_ftn1 Nota bio-bibliografica di Salvatore Di Giacomo]'', ''bibliocamorra.altervista.org''.</ref> *{{NDR|[[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]}} Un de' più efficaci, originali, vibranti e sfolgoranti scrittori del tempo, un vero ingegno in una vorticosa anima ardente.<ref>Da ''Il Quarantotto'', Napoli 1903.</ref> *Un grande silenzio s'era fatto per la via. La dolcezza del tramonto penetrava l'anima. E la piccola rossa, socchiuse le labbra esangui, lo sguardo perduto, continuava a sognare, come una santarellina in un'aureola di pulviscolo d'oro.<ref>Da ''Regina di Mezzocannone'', ''Tutte le novelle'', Newton Compton editori, 1991.</ref> *[...] Napoli, [...] questo strano cuore d'Italia che patisce, se lo si considera bene, di tutti i mali cardiaci, dell'aritmia, dell'{{sic|iperestasia}}, dei ribollimenti subitanei e delle lunghe paci silenziose, da' battiti lenti, quasi malati.<ref>Da ''Vulite 'o vasillo?'', in ''Novelle napolitane'', prefazione di [[Benedetto Croce]], Fratelli Treves, Editori, Milano, 1919, [https://archive.org/details/novellenapolitan00digiuoft/page/148].</ref> ===In ''Napoli ieri''=== *[...] già i moti politici della seconda metà del suo secolo avevano cominciato a soffiar non so che fuoco «liberale» nel nostro attore: egli, a un tratto, mutò registro e riuscì, come dicono i retori posteri, a nobilitare la maschera. Io dico che la snaturò: proprio. Era stato ''il signore Pollicinello'' fino a quel punto un gaglioffo burlone, volgare impasto di malizia e d'ignoranza, {{sic|conjuge}} sconoscente, pauroso, ghiottone, ineducato. [[Antonio Petito|Petito]], nel quale i giornali rinfocolavano i diritti dell'uomo, dimenticò che Pulcinella era appunto un uomo: lo liberò subitamente del suo fondo di degenerazione innata, {{sic|consciente}}, e gli dette un carattere. Animoso, quasi nobile, quasi coraggioso, sentenzioso perfino, ecco il nuovo [[Pulcinella]], incarnato in un comico davvero mirabile. Ah, che comico! Tuttavia, ne' momenti in cui, ricacciata per la porta, la vecchia ''maschera'' rientrava con tutto l'antico suo bagaglio per la finestra, come Petito stesso, dimentico o resipiscente, dovette pensare che nulla davvero muta a questo mondo e che i Pulcinelli son {{sic|....}} sempre gli stessi. (da ''Pulcinella'', pp. 66-67) *Napoli, che si va tutta rimutando e rammodernando, perde ogni giorno più le sue caratteristiche topografiche, il pittoresco delle sue vecchie strade, che tra un battagliar continuo di luci e d'ombre quasi fantastiche, videro gli umili lavoratori popolari attendere ai loro faticosi mestieri, o furono il misterioso teatro d'una delle passionali e tragiche scene plebee. Il Museo di S. Martino conserva alcune tele che di qui a qualche secolo parleranno stranamente, a' posteri nostri, d'una Napoli che in avvenire non sarà certo più quella che noi conoscemmo. Opere di eccellente fattura e di penetrante ricerca queste pitture son di mano di [[Vincenzo Migliaro]], uno de' più personali nostri artisti. E, tra l'altre, la famosa ''Strettola degli orefici'' – della quale or si cercherebbe invano l'ubicazione o l'impressionante riscontro in qualcuna delle stradicciuole partenopee che ancor sopravvivono al risanamento della città – è qui per dirci con che singolare colorito, con quale aspetto suggestionante si {{sic|offerisse}} un tempo all'occhio – specie del forestiero – l'antico quartiere di Porto. (da ''Il Museo di S. Martino'', pp. 253-254) *Appunto una bella poesia del [[Gabriele D'Annunzio|d'Annunzio]] – di quelle che si capiscono e che penetrano – addita e magnifica l'antico illustre [[Chiostri di San Martino|chiostro]]<ref>Il riferimento è al Chiostro grande.</ref>ove davvero s'esprime la fisionomia tenera e graziosa di certe cose napoletane le quali, per anni molti che {{sic|sieno}} scorsi, son pur vive e fresche e conservano tutto quanto quel sentimento che quasi le animò in principio. Il barocco secentesco della chiesa è certamente la cornice più degna alle tele sontuose che gli artisti {{sic|inspirati}} del diciottesimo secolo vollero porre là dentro: il piccolo cimitero del [[Cosimo Fanzago|Fansaga]] è quanto di più delicato ed elegante sia stato architettato per assegnare a coloro che lasciavano il mondo – e da una pace forse troppo spesso interrotta passavano a quella indisturbata ed eterna della morte – una zolla perennemente coperta di fiori. Ed ecco lì sulla balaustra, tra que' teschi marmorei che davvero paiono umani, uno d'essi ricinto di lauro. O bianca fronte, coronata dal serto de' poeti! Tu forse, se quella sei stata d'un de' {{sic|solitarii}} frati a' quali parve una gloria circondarsi dell'arte, tu forse ancor chiudi le immagini d'una luminosa canzone, che l'ala fredda della Morte interruppe... (da ''Il Museo di S. Martino'', pp. 257-258) *{{NDR|Il [[Real Albergo dei Poveri]]}} Ed è pur lì, nella sala del Consiglio, su d'una predella addossata alla parete, la poltrona di seta rossa ove [[Carlo III di Spagna|Carlo]] sedette nelle prime riunioni de' governatori. L'antica seggiola dorata è rimasta, dal 1751, in quel posto, e quando il governo si raccoglie e l'usciere accuratamente la spazzola riguardando distrattamente al bel ritratto di Carlo III, che pende dalla parete ed è opera di pittore settecentista non ancora saputo, par che a momenti debba scendere in quella sala l'ombra del Principe illustre. E nel cuore e nella mente di ognuno de' componenti il pietoso consesso s'imprime la severa e serena figura di tanto predecessore; un'ammonitiva immaterialità presiede alle deliberazioni, e la vasta camera, le cui finestre or affacciano su d'una via nuova e spaziosa – che la civiltà moderna, bonificando un'intricata e vecchia suburra, ha schiuso di faccia all'ospizio – diventa luminosa e solenne. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 388) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} [...] un edifizio concepito con romana grandiosità, cinto di mura spesse e gigantesche, fabbricato, come una piccola città chiusa, a un lembo estremo dell'immensa Napoli {{sic|romorosa}}. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 389) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} Parecchie volte, sullo scorcio del decimottavo e al principio di questo secol nostro, è sembrato che fosse per esser travolto nella generale disgrazia delle cose e degli uomini fin l'{{sic|instituto}} che il vittorioso di Velletri pose al rezzo del Poggio Reale, quasi a memoria del suo recente trionfo. Tuttavia, come a poche opere veramente e profondamente buone è avverso il destino, l'Albergo si tenne in piedi, se non illeso non in tutto inquinato. Gli ultimi anni di questo secolo esso attraversa con fortuna prosperante, animata dal soffio delle idee nuove. A mano amano, non rimutando, ma ben accrescendo e allargando le antiche discipline e adattandole ai bisogni e alla civiltà dell'oggi, l'ospizio troverà, forse, disadatta l'umiltà del suo nome. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 389-390) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} In una delle sale più vaste del pianterreno è la scuola di disegno ornamentale e di plastica. La frequentano ogni giorno, nelle ore pomeridiane, moltissimi alunni e dà risultati assai soddisfacenti. Allo stesso pianterreno hanno posto tutte le altre scuole officine. Una scuola d'intaglio e d'ebanisteria artistica è diretta dal Caponetti, noto anche come bronzista. È stato da quest'illustre officina che sono usciti, opere d'eleganza e di intaglio perfette, i mobili che la [[Elisabetta di Baviera|Imperatrice d'Austria]] fece costruire per la sua villa a [[Corfù]]. I bronzi decorativi del mobilio, un gran numero di lampadari, la balaustra della scala maggiore dell<nowiki>'</nowiki>''[[w:Achilleion|Achilleion]]'', su disegni del Caponetti, sono pur lavori delle officine dell'Albergo de' Poveri. Quella de' ''bronzi artistici'', alla quale è annessa una fonderia, è diretta da Gennaro Chiurazzi. È tra le più frequentate dagli alunni, che vi trovan sempre da lavorare e da guadagnare. I suoi prodotti sono spediti fuori d'Italia, ove sono conosciuti, apprezzati, forse, anche più. E l'officina ha uno stato di servizio magnifico; come quella del Caponetti essa è nata e venuta su nell'Albergo; da venticinque anni sparge nel mondo stuoli d'eccellenti artefici i quali scrivono, dalle terre anche più lontane, a' loro maestri. Altre scuole prosperano e danno lavoro ad altri giovanetti del Pio Luogo; ricordo quella d'ebanisteria e d'intaglio, la fonderia di ferro, l'officina di scultura su marmo, quella de' fabbri meccanici, l'officina meccanica per gli oggetti di chincaglieria e la scuola-officina d'incisione su pietre dure.<br>Il nome di [[Nicola d'Arienzo]] mi dispensa dall'aggiunger lodi alla scuola musicale ch'egli dirige nell'Albergo. (da ''L'Albergo dei Poveri'', pp. 392-393) *Uscendo dal [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo]] e ridiscendendo nella luminosa piazza Plebiscito, dinanzi al golfo incantato e al [[Vesuvio]], che appaiono da lungi sulla destra del palazzo reale, sotto quest'azzurra volta di cielo, prodigo sempre di tanta e sì profonda dolcezza, guardando questo buon popolo napoletano, che si gode le bellezze del suo paese, un pensiero di ravvedimento passa pel capo di chi è stato lassù, quasi un impulso di protesta contro l'accusa che si fa spesso agli operai napoletani di essere indolenti e ignoranti.<br> E la visita al Museo fa scrivere al van Eeden<ref>Direttore del Museo di [[Haarlem]] (Arlem nel testo), cfr. ''Il Museo Artistico Industriale'', p. 407.</ref>: «I napoletani sono spesso calunniati, ma quello che ho veduto coi miei propri occhi ha più valore per me di ciò che ho inteso dire e sarei contento che alcuni dei nostri giovani fossero mandati a Napoli affinché potessero spogliarsi della loro pesantezza e del loro cattivo gusto. I nostri giovani sono forse più istruiti, ma il napoletano sa trarre maggior profitto dal poco che sa, e questa è la cosa essenziale nel mondo.» (da ''Il Museo Artistico Indistriale'', p. 409) ==''Assunta Spina''== ===[[Incipit]]=== Atto primo<br> Interno della grande sala del Tribunale penale, a Castelcapuano.<br>''Scena prima''<br>''La folla. Ai loro posti gli uscieri'' Sueglia ''e'' Torelli. ''Avvocati che sopraggiungono. L'avvocato'' Buffa. ''Portieri. Guardie. Un prete. Contadini ecc. Gran mormorio. Tutto il parlato e il movimento seguono in fretta''.<br>'''Avvocato primo''': (''viene dalla destra, con carte sotto il braccio, frettoloso. S'incontra con l'Avvocato secondo.'')<br>Avvocato Franceschelli, noi siamo qua!<br>'''Avvocato secondo''': Oh! Carissimo ! Dunque? C'è motivo?<br>'''Avvocato primo''': Altro! Ce ne stanno dduie. Siamo a cavallo!<br>'''Avvocato secondo''': Ah, neh? E ghiate dicenno... (''Gli si mette a fianco. movono verso la sinistra'').<br>'''Avvocato primo''': Ecco qua: sulla prima posizione c'è la mancanza di presentazione di parte...<br>'''Avvocato primo''': Benissimo! ===Citazioni=== *'''Federigo''': Sapete chi è veramente libero, felice, padrone di se stesso? Chi nun è nzurato. {{NDR|Chi non è sposato}} (p. 146) ==''La Scuola di Posillipo''== *[[Napoli|Qui]] si {{sic|offeriva}} all'occhio incantato dell'artista avvezzo alle sue brume e alla quasi geometrica fisionomia delle sue campagne una brillante, svariata, colorita distesa di verde: qui, rilevate da un cielo puro e sereno, chiome di boscaglie, pendici erte e bizzarre, rovine di templi disegnate con precisa linea sull'orizzonte e quasi librate nell'aria; qui, all'improvviso, inaspettate tenerezze di verde, biancheggianti casette in mezzo ad esse, orti e giardinetti, battaglie gioconde di sole e di ombre, e riposti cantucci adorabili, solitarii, odorosi; e più giù, più giù, al mare, acque chiare e tranquille, ed antri e specchi virgiliani, pieni d'un cullante mormorio di flutti. L'arte del [[Anton Sminck van Pitloo|Pitloo]] rampollò dunque da quest'incantamento perenne che lo penetrava da [[Paestum|Pesto]] a [[Gaeta]], da' [[Campi Flegrei]], pieni ancor, quasi, d'una voce romana, alle arse terre di [[Resina]] e di [[Ercolano]]. E quest'arte fu nuova da prima per le nuove cose che ritrasse e poi per l'anima di esse che vibrò, piena di vita e di calore, nelle opere dell'artista. Egli era entusiasta, ma era pure scrupoloso; egli era poeta, ma poneva mente al suo metro; egli era, in una parola, un fiammingo rinnovellato, e rimeditante, con amor non più freddo, sotto un cielo sempre sorridente, al cospetto di una natura sempre gioconda e svariata. (pp. 954-955) *La [[fotografia]] non ancora, e per fortuna, poteva in {{sic|quelli}} anni sovvenire, con la sua chimica facile e pronta, a' bisogni degli artisti. Nata ''da un raggio e da un veleno'' questa è un'altra arte la cui concessiva virtù oramai si rende complice del poco pensiero, e aiuta, compiacente, ogni più pigro artefice ad allontanar dalle tele quell'aura di mistero e di poesia {{sic|secreta}} e personale che lì soltanto può soffiare l'arte vera. (p. 962) *Una esecuzione febbrile, una mano che obbediva alle più ricercate volontà dello sguardo, un lasciar palesi, nell'impasto delle tinte prodigiose, i più minuti dettagli, una colorazione sana, vergine di qualunque falsità, una sapiente conquista d'effetti e di luce, ecco, in breve, quel che a uno sguardo assaporatore presentava [[Giacinto Gigante]], co' suoi interni di chiese, coi suoi brani di paese, con le sue limpide e ariose vedute. (pp. 967-968) *{{NDR|Giacinto Gigante}} Uno strano uomo: la sua casa era piena di colombi; spesso egli dipingeva con qualcuna delle innocenti bestiole appollaiate sugli omeri e spesso una grande lucertola verde gli veniva a mangiare le miche di pan fresco sulla tavola sparsa di colori, di pennelli, di disegni.<ref>Citato in Francesco Bruno, ''Il Decadentismo in Italia e in Europa'', a cura di Elio Bruno, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1998, p. 103. ISBN 88-8114-727-0</ref>(p. 968) ===[[Explicit]]=== Tra l'accademia e il {{sic|costoro verismo}}<ref>Il verismo di [[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]] e [[Filippo Palizzi]]. {{cfr}} ''La Scuola di Posillipo'', p. 971.</ref>quella schiera di paesisti pose, tuttavia, qualche segno non fuggevole. Ella vi pose la naturalezza dell'impressione, la verginità dell'espressione, la schiettezza del colorito, l'efficacia e la sobrietà. Né si dica che quelli artisti rimasero, nella contemplazione della della natura, solamente oggettivi: un qualunque paesaggio è sempre uno stato dell'anima, ogni filo d'erba ha la sua storia. E attraverso le ardite forme veristiche di quella poesia tonica e fortificante, forse è passata, per raggiungere vette più sublimi, la poesia morelliana, penetrata di terrore e di pietà. ==''Napoli''== *Tempo già fu – quando il buon Dio, tenero dell'umana felicità, facea gravi di rosei grappoli le viti; quando [[Napoli|Partenope]], nella dolce estate, poteva dissetarsi all'acqua limpida e sana della Bolla e del Carmignano senza aver bisogno di badare al contatore; quando il sale, ammucchiato a ogni cantone, era libera preda {{sic|de'}} napoletani, che lo buttavano a manate nel ''zuffritto'' e sulle torte fumanti – tempo già fu in cui nacque, a [[Napoli]], {{sic|da'}} soliti poveri ma onesti genitori, ''[[Pulcinella|Pulcinella Cetrulo]]''.<ref>Da ''Il teatro'', Figure e paesi'', p. 15.</ref> *{{NDR|[[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]]}} La giornata era raggiante, piena di riso e di gaiezza: il mare e quella pace, deliziosa in tanta solitudine e in così profondo silenzio, sommovevano tutto un flutto d'idee. Lo spirito s'indugiava a rincorrerle tra le mille voluttà d'un quasi addormentamento. Come da un {{sic|secreto}} recesso dal cavo ombroso delle rocce che ci accoglieva contemplavamo l'uguale immensità dell'acqua, la sua sterminata superficie che, lontano lontano, a perdita di vista, raggiungeva l'arco del cielo. Una larga chiazza più azzurrina, quasi bluastra, tingeva l'acque, laggiù, sotto [[Capri]]. E vagamente appariva, con disegno quasi impreciso, l'isola tiberiana. Tutto il lontano era in una pace solenne, nell'immobilità d'uno scenario.<ref>(Da ''La canzone'', ''p. 52.</ref> *{{NDR|L'uccisione di [[Masaniello]] e lo scempio del suo corpo}} Triste storia, che, peculiarmente, dimostra come il popolo napoletano, la plebe per meglio dire, non abbia mai avuto una coscienza propria: abituata a servire, s'è macchiata, in servitù, fin del sangue suo stesso. Essa ha avuto sempre lo sciagurato destino degl'ignoranti e le sue lacrime postume non hanno cancellato mai più certe crudeltà e certi delitti i quali, tuttavia, la fanno più degna di pietà che d'odio.<ref>Da ''Masaniello'', p. 70.</ref> ==''Luci e ombre napoletane''== *Sulle rovine della trattoria di Solla, o meglio, della sua ''pagliarella'' famosa, sugli umidi terreni delle ''Paludi'' è sorto un [[Il Vasto|quartiere novello]] {{sic|co'}} suoi trenta colossali palazzi. Ed è venuto su davanti ai meravigliati occhi della gente di quartier [[Vicaria]] come in un racconto delle ''Mille e una notte'' sorge dalla fantasia di Sheherazade una reggia, rimpetto al palazzo d'[[Hārūn al-Rashīd|Harun–al–Rascid]].<ref>Da ''Antiche taverne'', p. 137.</ref> *{{NDR|[[Via Toledo]]}} [...] la gran fiera d'ogni agitazione, il teatro d'ogni passione tumultuaria e fuggevole, la rapida scena perenne d'ogni forma della vivacità partenopea.<ref>Da ''Il Quarantotto'', p. 144.</ref> *In verità, quanta somiglianza di costume tra {{sic|que'}} napoletani del tempo di [[Nerone]] e i napoletani del tempo nostro! Ecco [[Petronio Arbitro|Petronio]] che ci descrive un mercato di panni vecchi, così come oggi lo vediamo al ''Carmine'' e a ''Porta Nolana''; ecco il cantastorie, tolto di mira dagli ''[[scugnizzo|scugnizze]]'' del tempo; ecco una erbivendola che si [[Voci e gridi di venditori napoletani|sgola]] a un canto di strada; ecco Gitone e il barbiere d'Encolpio che, a braccetto, nella notte serena, se ne vanno a [[Crotone]] e cantano a distesa, o, come si direbbe adesso, a ''ffigliole''. Un cuoco, al famoso convito di Trimalcione, mette in tavola le lumache ''cum tremula taeterrimaque voce'' accompagnando la leccornia: e così ricordiamo il nostro ''maruzzaro''<ref>Venditore di lumache di terra o di mare o di frutti di mare.</ref>e la maniera e il tono di quel suo canto che s'indugia a vantare <nowiki>'</nowiki>''e maruzze<ref>Lumache di terra o di mare.</ref>d' 'a festa ca so' meglie d' 'e cunfiette''. E quante forme, quasi uguali, di locuzioni e d'apostrofi! Quelli antichi partenopei dicono ''urceatim plovebat'' e noi diciamo ''chiuveva a langelle'': dicono ''bonatus'', e noi diciamo ''abbunato''<ref>Bonaccione, semplicione. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016, p. 18. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>. Per dir ''tu non sei del bottone''<nowiki>Non appartieni alla nostra combriccola.</nowiki>quelli dicevano ''non es nostrae fasciae''; e la frase ''nescio cui terrae filius''<ref>Non so a chi tu sia figlio. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 2, p. 192</ref> tenea luogo di ''nun saccio a chi figlio 'e p...''; e ''nun aiza 'a capa 'a copp' 'o libro'' si diceva ''caput de tabula non tollit''. Le lievi ferite, all'uso nostro, erano medicate con la ragnatela... ''at Giton... primum aranei oleo madentibus vulnus... coartivit...'' Qualcuno diceva ''Dies nihil est, dum versas te nox fit''<ref>La giornata è breve, il tempo di girarti e rigirarti ed è notte. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 3, p. 192.</ref>: – e voleva dire: – <nowiki>'</nowiki>''a jurnata è corta: mentre ca te vuote e te ggire s'è fatto notte''. Ma che! Se non mi sbaglio anche il ''[[Pernacchia| vernacchio]]'' è greco. Parla non so qual tronfio oratore alla mensa trimalcionica ed ecco qualcuno che, all'ultime enfatiche parole del conferenziere, ''oppositaque ad os manu nescio quid tetrum exibilavit, quod postea graecum esse adfirmabat!''<ref>E portata la mano alla bocca, non so che cosa abbia sibilato di tetro che dopo abbia detto lingua greca. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 4, p. 192.</ref><ref>Da ''Fuorigrotta'', p. 192.</ref> *{{NDR|[[Luisa Sanfelice]]}} La retorica storica la proclamò una martire: e tale davvero ella fu, senza essere un'eroina, senza sentirsi giacobina, senza aver offerto alla vendetta, lunga e feroce di Ferdinando IV<ref>Ferdinando IV di Napoli, divenuto nel 1816 Ferdinando I delle Due Sicilie.</ref> e all'entusiasmo ardente e {{sic|apoteotico}} de' repubblicani {{sic|pruove}} manifeste così d'essersi associata alle nuove idee come d'aver caldeggiato la causa della libertà con la spesa della sua parola o de' suoi scritti.<ref>Da ''Luci ed ombre napoletane'', Francesco Perrella Società anonima editrice, Napoli, 1914, [https://archive.org/details/luciedombrenapol00digi/page/215/mode/1up ''La Sanfelice'', p. 215.]</ref> ==''Evocazioni e prose d'arte''== *Copioso d'assonanze e di ritmi il nostro [[dialetto napoletano|idioma]] popolare non pur seguitava, in quel secolo<ref>Il XVIII° secolo.</ref>, ad accarezzare l'orecchio, ma, con gli armonici elementi che conteneva, quasi generava in Napoli la incantevole e insigne scuola musicale che vi prosperò fino a tardi. Saporosa composizione di sentimentale e di burlesco esso s'attagliava così agl'{{sic|istromenti}} della piazza come alla delicata concordanza di due violini e di una spinetta: l'opera buffa era un poco in ogni manifestazione poetica e la nostra poesia dialettale suscitava, in {{sic|que'}} tempi, un riso spontaneo, figlio non del ragionamento o del giudizio ma di una natura espressiva.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 254.</ref> *Il nostro dialetto, fino al trecento, era stato ''scritto''. Lo aveva posto negli atti suoi pubblici la Cancelleria della Corte Aragonese, lo avevano usato le medesime opere letterarie di quel tempo, i poemi, le cronache, i trattati: ed esso era sembrato – e fu davvero – una lingua di tutte le voci più popolari e più vivaci, sincera, spontanea, facile per ogni comune necessità e accessibile a ogni uso e a ogni persona.<br>Appresso, tutto il secolo decimoquinto s'era continuato a giovare di quel pittoresco ed efficace vocabolario: ma già esso era sceso più basso, l'accademia [[Alfonso V d'Aragona|alfonsina]] già stimolava, nel quattrocento, le più singolari intelligenze, e il [[Chariteo|Cariteo]], [[Iacopo Sannazzaro]], [[Pietro Summonte]], [[Gabriele Altilio]] avevano per le mani la cosa pubblica e le lettere a un tempo.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 254.</ref> *[...] ecco dunque il nostro dialetto che davanti a un soffio così {{sic|novo}} e così classico<ref>Il riferimento è alla prospettiva culturale dischiusa dall'Umanesimo.</ref>s'arretra a mano a mano e finalmente, dopo quasi {{sic|dugento}} anni, ripara alla fonte primitiva che lo contenne, e torna a {{sic|que'}} rivi gonfi ed aperti i quali {{sic|da'}} loro facili margini già lo avevan visto traboccare e diffondersi. Ed eccolo dunque ridiventato, nel secolo decimosesto, cosa affatto particolare e propria della plebe, cosa più umile e però quasi spregiata e oscurata, ancora, dalla nobiltà dell'opera e della voce sopravveniente.<br>Ma l'anima popolana, la quale sente sempre il bisogno di manifestarsi, s'agitò pur allora. Ella, impaziente, frugò in fondaci e vicoli e strettole; ella ne snidò, fremente, i suoi poeti sinceri – e a questa gente povera ma ingegnosa, intinta ancora d'un non so che di letterario che l'addestrava a metri armoniosi o suonanti, a questa gente che non mai aveva asceso scale di principi o di università, l'anima popolana, quasi inebriata da tanto e così onorevole conflitto, disse: {{sic|Va}}, e parla, e canta pure in mio nome!<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', pp. 254-255.</ref> *Nel maggio del '900, sovvenuto nella città di Dante dalla cortese ospitalità del luogo, io non seppi non ricordare a' fiorentini la sentenza generosa che l'Alighieri si piacque d'esprimere in una delle sue opere minori: ''Con l'aiuto che Dio ci manda dal Cielo noi ci sforzeremo di dar giovamento al parlare delle genti volgari''. Questo egli disse, quando {{sic|pel}} primo, e con la divinatrice mente che rivolse pur alle prime questioni filologiche, andò radunando, e raccogliendo e sceverando ogni più sparso suono perché, come quasi stillati e mescolati, essi componessero per la nostra lingua armoniosa una concorde e sonora melodia.<br>E questo io ripeto ancora non perché già non numeri nella lingua nostra secoli di affermazione gloriosa e non abbia dato nitidi e vaghissimi attestati, ma appunto per osare di credere che da tanta ricchezza non sia per essere spregiata, ancor oggi, una dimessa voce, la quale pur offerse all'Italia la più antica {{sic|pruova}} di sé: una voce che serbò quasi intatto il suo suono e che se ne vuol giovare, agli anni nostri, per dir cose che pur appartengono alla Verità e alla Vita.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 257.</ref> *{{NDR|Gli [[Scavi archeologici di Pompei]]}} All'archeologo, all'artista, al frettoloso ''touriste'' questo spettacolo non cessa, sì, di offrire, ogni volta che n'è interrogato, la svariata quantità e qualità de' suoi particolari, materia di studio e conoscenza dell'antico, materia di raro allettamento estetico, d'insospettata e immensa sorpresa. Ma, quasi antevedendo tali future esplorazioni e le mille e mille insaziate interrogazioni onde sarebbero stati oggetto quelle mura superstiti, questi incliti edifici, queste case stesse di cui si continua a frugare ogni giorno la più riposta intimità, l'ospite filosofico di tanti gaudenti e spensierati suoi commensali non ha voluto forse lasciare scritta sulla parete del suo triclinio, come un freddo monito, la frase secca e definitiva che or io leggo con un sussulto, da che mi pare che risponda alla segreta, peripatetica domanda che mi sono rivolta poco fa? ''Fugge il [[tempo]], e non merita fede. Perisce ogni cosa, e tante volte neppur ne rimane il ricordo. Il futuro è un mistero. E tu non confondere la tua esistenza con cercare di conoscerlo...''<ref>Da ''La via dell'abbondanza'', p. 258.</ref> *{{NDR|Via dell'Abbondanza nell'antica Pompei}} Chi consideri questa strada pittoresca da' policromi aspetti delle sue due pareti – quasi ininterrottamente istoriate, disseminate di figure grandi e di figurette assai gentilmente e argutamente dipinte, di indicazioni e chiarimenti ai passanti, di additazioni di candidati a pubblici offici, di salaci motti popolareschi perfino – la potrà, se mai, paragonare a una di quelle folte viuzze giapponesi ove tutto è luce e colore; ove, di su le botteghe infronzolite, pendono le più immaginose leggende illustrate; ove panneggiamenti e arazzetti e banderuole e fanali multicolori allungano festosamente la lor bizzarra infilata fino al punto in cui pare che, nel lontano, la via si restringa e si concluda.<br>Immaginate, rivestendo con la vostra riarchitettazione opportuna tutto quel che ora è presso che spogliato e ripopolando questa via, così frequentata una volta, delle figure umane che vi passavano, immaginate, dunque, quel traffico, quel viavai, quel continuato riempirsi e svuotarsi di questa principale arteria della felice ''Colonia Venerea'', e la coglierete nel suo ritmo più pulsante e sonoro.<ref>Da ''La via dell'abbondanza'', pp. 259-260.</ref> *{{NDR|[[Raimondo di Sangro]]}} Quell'uomo fu di grande ingegno e di grandissimo spirito: se non mi sbaglio, si valse dell'una cosa più per diletto proprio che per altro, e dell'altra usò per burlarsi un po' di tutti.<br>È anche, e specie per questo, ch'egli ha meritato di passare alla posterità.<ref>Da ''Un signore originale'', p. 270.</ref> *{{NDR|Su [[Francesco Proto]]}} Due mesi prima, in un buon giorno di sole, il povero vecchio uscì da quella camera per rivedere, ancora, una volta, il suo studiolo, ove, finalmente, era {{sic|riescito}} a porre in assetto i suoi libri e ad ordinare le sue carte. Ve lo ritrovai, quel giorno, sprofondato in una poltrona, presso all'aperta finestra. Un mormorio confuso saliva, da lontano, alla pace de' balconi fioriti, alla gran pace silenziosa del Palazzo Cellammare: egli ascoltava – con la bocca schiusa, col corpo lievemente proteso, con le mani spiegate su' bracciali della poltrona – la voce della città, quella voce alla quale s'eran dianzi mescolati i suoi caratteristici urli di meraviglia, le sue schiette e {{sic|romorose}} risate, i suoi scoppii {{sic|approbativi}} che mettevano in curiosità e in subitaneo stupore i marciapiedi di Chiaia e di Toledo. <br />Ascoltava, ascoltava, estatico: s'abbeverava avidamente di quel soffio di vita e un tremor nervoso lo pervadeva tutto. Solo: or egli era solo, là dentro, egli che era stato tanto con ogni cosa viva e con tutti. E, pian piano, il suo povero corpo s'abbandonò, le mani scivolarono su pe' bracciuoli, la testa reclinò, triste, sul petto. <br />– Duca?<br />– Oh... figlio... buon giorno...<br />– Come state?<br />Egli sorrise. E disse, piano, nel silenzio, mentre pur i {{sic|romori}} esterni parevano sopiti, disse napoletanamente:<br />– ''Nun vide? Sto murenno''... <ref>Non vedi? Sto morendo...</ref><ref>Da ''Il duca di Maddaloni'', p. 283.</ref><ref>Dalla necrologia per Francesco Proto; citato, con alcune varianti, in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. III, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 81. Croce cita il testo in questa forma: "Due mesi prima, in un buon giorno di sole, il povero vecchio uscì da quella camera per rivedere ancora una volta il suo studiolo, ove, finalmente, era {{sic|riescito}} a porre in assetto i suoi libri e ad ordinare le sue carte. Ve lo ritrovai, quel giorno, sprofondato in una poltrona, presso all'aperta finestra. Un mormorìo confuso saliva, da lontano, alla pace de' balconi fioriti, alla gran pace silenziosa del Palazzo Cellammare: egli ascoltava – con la bocca schiusa, col corpo lievemente proteso, con le mani spiegate su' bracciuoli della poltrona – la voce della città, quella voce alla quale s'eran dianzi mescolati i suoi caratteristici urli di meraviglia, le sue schiette e {{sic|romorose}} risate, i suoi scoppî {{sic|approbativi}} che mettevano in curiosità e in subitaneo stupore i marciapiedi di Chiaia e di Toledo. <br />Ascoltava, ascoltava, estatico: s'abbeverava avidamente di quel soffio di vita e un tremor nervoso lo pervadeva tutto. ''Solo:'' or egli era ''solo'', là dentro, egli che era stato tanto con ogni cosa viva e con tutti. E, pian piano, il suo povero corpo s'abbandonò, le mani scivolarono su pe' bracciuoli, la testa reclinò, triste, sul petto. <br />– Duca?<br />– Oh... figlio. {{sic|..}} buon giorno...<br />– Come state?<br />Egli sorrise. E disse, piano, nel silenzio, mentre pur i {{sic|romori}} esterni parevano sopiti, disse, napoletanamente:<br />– ''Nun vide? Sto murenno''..." </ref> *Quelle sono, a parer mio, le [[Opera d'arte|opere d'arte]] più impressionanti le quali in coloro che, dopo d'averne rilevato tutto il fascino, se ne sono allontanati lasciano un punto impaziente e quasi tormentoso, l'eco, vorrei dire, di quella fiduciosa voce dell'artista il quale par che desideri di continuare il suo sogno nell'anima degli altri e dica loro: Cercate...<ref>Da ''Domenico Morelli'', p. 293.</ref> *L'arte di tutti costoro<ref>Gli artisti della Scuola di Posillipo.</ref>, è vero, fu solamente oggettiva, ma contenne seduzioni immediate. La ''macchia di colore'' che sulle piccole, piccolissime tele del Pitloo era il segno particolare delle sue impressioni istantanee, coglieva per altro tutta quanta l'animazione poetica, l'armonia delicata e misteriosa del vero, i suoi contrasti, la sua rudezza e la sua dolcezza – e così felice era sempre la scelta, così aggiustata e così nuova, che la verità naturale sembrava una meditata architettazione, e quel brano di realtà, che pur conteneva in se stesso ogni elemento armonico di colorita poesia, la creazione, addirittura, d'un artista immaginoso.<ref>Da ''Edoardo Dalbono'', p. 296.</ref> *Nel punto in cui, davanti alla ferrea porta del vecchio Istituto di Belle Arti, Palizzi e Morelli {{sic|scotevano}} il loro labaro di verità e di rinnovazione e {{sic|riescivano}} a trargli appresso fin gli scolari più devoti agli accademici, quel qualcuno principiava la sua cara fatica, e si preparava, solitario, a divenire l'artefice incantevole e raro della più meravigliosa finzione. Poeta sensibile, artista e pittore di razza, squisito raccontatore dell'eterna favola dell'arte, questo suo genio amabile si chiamò [[Edoardo Dalbono]].<ref>Da ''Edoardo Dalbono'', pp. 297-298.</ref> *È questo un gran canone di arte, benché semplice, e tanto spesso negletto. Senza idea non {{sic|ci è}} arte; e l'artista che rinuncia a mettere nell'opera sua la sua idea, rinuncia a metterci quello che lo fa artista; ma senza realtà non {{sic|ci è}} comunicazione possibile fra l'artista e gli altri uomini, i quali, per alzarsi fino dove l'artista vuol sollevarli a volo, non possono esser presi che per il lato umano, che è comune a loro e a lui. E nel concepimento dell'opera d'arte deve precedere il senso del reale; perché è il reale che dà la sostanza: l'ideale la purifica e la corregge mediante la forma.<ref>Da ''Una difesa del realismo'', p. 302.</ref> *[...] il simbolismo è proprio delle religioni, e non dell'arte; e soltanto quando l'arte trova un sussidio potente nel sentimento religioso, si può con vantaggio servire del simbolo, per eccitare passioni e sentimenti.<ref>Da ''Una difesa del realismo'', p. 302.</ref> *{{NDR|Su [[Vincenzo Gemito]]}} Guardate il ritratto di [[Mariano Fortuny y Madrazo|Fortuny]], guardate quelli del [[Domenico Morelli (pittore)|Morelli]] e del [[Giuseppe Verdi|Verdi]], e vi cercherete invano le linee determinate, il segno preciso e scolastico, l'insistenza, l'incasso palese dell'occhio, l'osservativo scrupolo di quei dati somatici che sono dei più studiati e accarezzati dalla plastica, intransigente, freddo, se pur limpido specchio dell'essere. Eppur nulla è più appariscente e più vivo di quel viluppo che sembra oscuro e non è; nulla è più parlante, nulla è più fuso e più molle, e da nessuna cosa mai come da queste, che vogliono essere la reincarnazione d'una persona, si parte come un respiro, un caldo soffio di vitalità.<ref>Da ''Vincenzo Gemito'', p. 307.</ref> =='' 'O voto''== ===[[Incipit]]=== Atto primo<br>''Scena prima''<br>''Al levarsi della tela è un gran movimento nella piazzetta. Davanti alla bottega di'' Vito Amante ''si affolla la gente e si pigia per guardarvi''. [...] ''Come la tela si leva'' Nunziata, ''che si trae dietro la ragazzetta'' Teresina, ''le parla in fretta davanti alla scena. La gente continua a sopraggiungere dai vicoli, è a chiosare, e a fermarsi''.<br><br>'''Nunziata''': (''a Teresina'') Va, curre| È capito? Addà don Liborio 'o farmacista, 'a vutata d' 'o vico! Duie solde 'e mistura d' 'e quatte sceruppe...<br>'''Teresina''': (''lasciando cadere i due soldi nel bicchiere'') Duie solde 'e mistura?...<br>'''Nunziata''': D' 'e quatto sceruppe! (''Teresina via, correndo. Nunziata le grida appresso:'') Addù don Liborio!...<br>'''Sufia''': (''fermandola pel braccio'') Nunzià, ch'è stato?<br>'''Nunziata''': È benuta na cosa a don Vito 'o tintore... Premmettete...<br>(''Corre alla tintoria''). ===Citazioni=== *'''Vito''': (''con voce piena d'emozione'') Ah, Giesù Cristo mio! (''Si sberretta. Tutti si sberrettano. Le donne fanno gruppo. Gente alle finestre. Quelle della mala casa si schiudono e qualche figura appare di sotto le persiane.'') Io a vuie mm'arraccumanno!... (''Cade lentamente in ginocchio. A uno a uno tutti si piegano o s'inginocchiano. Appare, in questo, dal vicolo a destra, donn'Amalia, s'arresta, sorpresa, e ascolta.'') Io a te mm'arraccumanno cull'ànema e c' 'o cuorpo! Tu mm' aie da scanzà, tu mm'aie libberà, e p' 'e patimente ca 'e patuto e pe sta curona 'e spine... (''levandosi risoluto, il braccio teso verso il Cristo, il berretto nella mano''). Io te faccio 'o voto 'e levà na femmena d' 'o peccato! (p. 18-19) *L'invito è na cosa e l'interesse è n' ata. (p. 72) ==''Per la storia del brigantaggio nel Napoletano''== ===[[Incipit]]=== Qualche mese fa, discorrendo in caffè col dottor Penta, uno de' più valorosi e perspicaci psichiatri ch'esercitano a Napoli la loro illuminata professione, egli, a un punto, mi mostrò – l'aveva avuta proprio in quel giorno – la suggestiva pubblicazione del capitano Eugenio Massa, intitolata ''Gli ultimi briganti della Basilicata'' e peculiarmente dedicata a' due famosi banditi [[Carmine Crocco|Crocco]] e Caruso.<br/> - Ecco Crocco – mi diceva il Penta, puntando l'indice sul ritratto del feroce brigante, posto, con quello del Caruso, a fronte del libro. – L'ho conosciuto a Santo Stefano, nel 1886, e l'ho, come si dice, pur intervistato laggiù. Ricordo d'aver guardato ne' registri di quel Bagno Penale e d'avervi letto, a proposito di lui, ch'egli era stato condannato alla galera a vita per non meno di settantaquattro reati, tra omicidii, grassazioni, ricatti ''et similia''. ===Citazioni=== *Il brigantaggio del novantanove fu dunque veramente politico. Furono veramente e studiatamente assoldati nelle file de' realisti que' banditi che poco prima avevano tenuto la prigione o le selve: un fondo pittoresco disegnò, in seguito, a ridosso di quelle figure quasi eroiche, la facile immaginativa de' romanzieri; Fra Diavolo percorse, nel suo costume schilleriano, non pur tutte le Calabrie e la Puglia, ma tutta la letteratura del secolo nuovo. E col ripristinato governo, che quasi rifaceva a suo profitto e in sua difesa le coscienze e i caratteri, ebbe gloria cavalleresca e ammirazione e vanto illustrativo fin nelle più piccole borgate, ove ogni bella contadina sognava d'esser rapita dall'irresistibile cavaliero e portata a dosso del suo cavallo focoso. *Le condizioni economiche de' contadini del Napoletano intorno al 1860 erano tali, ripeto, da quasi giustificare gli eccessi briganteschi: l'uomo della campagna era un ilota malamente remunerato, oppresso dalla fatica perenne e dura, maltrattato, roso dall'usura e dall'odio. ==Poesie== *''E menato ncopp' 'o lietto | guardo, guardo nnanze a me... | Tengo 'o sole de rimpetto | dint' 'o core tengo a tte''. (da ''Cuntrora'', ''Voce luntane'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''E buttato sul letto | guardo, guardo davanti a me... | Tengo il sole dirimpetto | dentro al cuore tengo a te''. {{Int|''Canzone''}} *''Quanno sponta la luna a Marechiare | pure li pisce nce fanno all'ammore | se revotano ll'onne de lu mare, | pe la priezza cageno culore, | quanno sponta la luna a Marechiare...'' (da ''A Marechiaro'', ''Canzone'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''Quando spunta la luna a Marechiaro | Anche i pesci lì fanno all'amore | si rivoltano sulle onde del mare | per la contentezza cambiano colore | quando spunta la luna a Marechiaro''... *''Era de [[maggio]] e te cadeano nzino | a schiocche a schiocche li ccerase rosse, | fresca era ll'aria e tutto lu ciardino | addurava de [[Rosa (fiore)|rose]] a ciente passe.'' (da ''[[:s:Era de maggio|Era de maggio]]'', ''Canzone'', 1885) :Era maggio e ti cadevano addosso | a grappoli le ciliege rosse, | fresca era l'aria e tutto il giardino | odorava di rose a cento passi. *''Comme a stu suonno de marenare | tu duorme, Napule, viat' a tte! | Duorme, ma nzuonno lacreme amare | tu chiagne, Napule!... Scétete, scé'!...'' (da ''[[:s:Luna nova|Luna nova]]'', ''Canzone'', 1885) *''E vota e gira, 'a [[storia]] è sempre chessa''. (da ''E vota e gira!...'', citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 206) {{Int|''Ariette e sunette''}} *''Nu pianefforte 'e notte | sona luntanamente, | e 'a museca se sente | pe ll'aria suspirà. || È ll'una: dorme 'o vico | 'ncopp'a sta nonna nonna | 'e nu mutivo antico | 'e tanto tiempo fa. || Dio, quante stelle ncielo! | Che luna! E c'aria doce | Quanto na bella voce | vurrìa sentì cantà. || Ma sulitario e lento | more 'o mutivo antico; | se fa cchiù cupo 'o vico | dint'a ll'oscurità. || Ll'anema mia surtanto | rummane a sta fenesta. | Aspetta ancora. E resta, | ncantànnose, a penzà.'' (''Pianefforte 'e notte'', ''Ariette e sunette''<ref>Citato in Angelo Gianni, Mario Balestrieri e Angelo Pasquali, ''Antologia della letteratura italiana, {{small|Per le scuole medie superiori con introduzioni sugli aspetti della società e delle lettere}}'', vol. III, parte seconda, p. 196.</ref><ref>Con alcune differenze ortografiche in ''Poesie'', [https://wikisource.org/wiki/Page:Poesie_-_Salvatore_di_Giacomo.djvu/255 p. 251]</ref>) *''Rosa, si chiove ancora | nun t’ammalincunì, | ca d' 'o bontiempo ll’ora |sta prossema a venì. || Nun vide? ’E luce ’e sole | luceno ’e st’acqua ’e file; | è 'a morte d’ ’e vviole, | so’ ’e lacreme d’Abbrile. || Ma mo cchiù ffresca e ffina | ll'aria se torna a fa'... | Meh !... A st’aria d’ ’a matina. | Rosa, te può affaccià. || Aràpe ’e llastre : aràpe | sta vocca piccerella | addó sulo ce cape''<ref>C'entra.</ref>'' | nu vaso o na resella: || canta: chist’ è ’o mumento; | tu cante e io, chiano chiano, | mme faccio 'a barba e sento, | cu nu rasulo mmano. || E penzo: «’A ì ccà''<ref>Eccola.</ref>''; s'affaccia... | Mm’ ha visto... Mme saluta ...» | E c' ’o sapone nfaccia | dico: – Buongiorno, Ro'!...''(''Buongiorno, Ro'!'', ''Ariette e sunette''.<ref>Gianni, Balestrieri e Pasquali, pp. 195-196.</ref><ref>In ''Poesie'' [https://wikisource.org/wiki/Page:Poesie_-_Salvatore_di_Giacomo.djvu/271 pp. 266-267]</ref>) *''[[Marzo]]: nu poco chiove | e n'ato ppoco stracqua: | torna a chiovere, schiove, | ride 'o sole cu ll'acqua, | Mo nu cielo celeste, | mo n'aria cupa e nera: | mo d' 'o vierno 'e tempeste, | mo n'aria 'e primmavera.'' (da ''[[:s:Marzo|Marzo]]'') *''Vocca addurosa e fresca, | vocca azzeccosa e ddoce, | addò c' 'o tuoio se mmesca | stu sciato, addò la voce | è musica, è suspiro, | è suono cristallino...'' (da ''Vocca addurosa'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''Bocca profumata e fresca, | bocca appiccicosa e dolce | dove col tuo si mischia | questo fiato | dove la voce | è musica, è sospiro, | è suono cristallino''. {{Int|''Canzone e ariette nove''}} *''D' 'a cchiesia 'e san Pascale | 'a campana, ca sona | — cu nu suono argentino — | a mmatutino, | a poppa e a prora | sceta chi dorme ancora | ncopp' 'o vuzzo e ’o vasciello | d' 'o [[Portici|Granatiello]]. | E, tutto nzieme, se sente na voce: | «Ccà sta Teresenella 'a purticesa! | Ddoje pe nu rano 'e purtualle doce! | E so' meglio d' 'e fravule 'e cerase!...» || 'A campana d' 'a cchiesa | mo sona — cu nu suono | ca fa malincunia — | l'avummaria. | Sciso è int'a ll'onne | 'o sole — e s'annasconne: | 'a vela 'e nu vasciello | pare ca luce, ncopp' 'o cielo d'oro | d' 'o Granatiello... | E, int' 'o silenzio, se sente na voce: | «Ccà sta Teresenella 'a purticese! | Ddoje pe nu rano 'e purtualle doce! | E so' meglio d' 'e fravule 'e cerase!..»'' (''[[:s:Doje «purticese»|Doje purticese]]'', ''Tramonto a Puortece'', II, ''Ariette nove'', 1916, pp. 77-78) *''[[grillo|Arillo]], animaluccio cantatore, | zerri-zerre d' 'a sera | ca nun te stracque maie, | addo' te si' annascosto? | 'A do' cante? Addo' staie?... | Passo — e te sento. | E me fermo a sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì! Zicrì! |Zicrì! | E me pare ca staie | (mmiez'a ll’èvera nfosa) | sott'a sta funtanella, | e int'a stu ciardeniello | ummedo e scuro | d' 'o [[Piazza del Municipio (Napoli)|llario d' 'o Castiello...]] | E cammino... E mme pare | ca no: ca staie ntanato | dint'a nu pertusillo | 'e nu spicolo 'e muro... | O, chi sa, si' sagliuto | ncopp'a na petturata 'e na fenesta, | e te si' annascunnuto | mmiez' a na testa 'aruta | e n'ata testa... | . . . . . . . . . . . . . . . . . . | Sera 'e settembre — luna settembrina, | ca int' 'e nnuvole nere | t'arravuoglie e te sbruoglie |e 'a parte d' 'a marina | mo faie luce e mo no — | silenzio, nfuso | quase 'a ll’ummedità — | strata addurmuta, | (ca cchiù scura e sulagna | quase s'è fatta mo, | e ca sento addurà | comm'addorano 'e sera | cierti strate 'e campagna) — | arillo, | ca stu strillo | mme faie dint' 'o silenzio | n'ata vota sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì! | accumpagnate 'a casa | stu pover'ommo, | stu core cunfuso, | sti penziere scuntente, | e st'anema ca sente | cadé ncopp'a stu munno | n'ata malincunia | chesta 'e ll’autunno... —'' (''[[:s:Canzone e Ariette nove/Ariette nove/Arillo...|Arillo, animaluccio cantatore...]]'', ''Ariette nove'', 1916, pp. 96-98) *''’O core d’ ’a femmena | è comme a na lettera nchiusa. | chi maie ce po’ leggere? | Chi ’o po’ scanaglia?''<ref>Scandagliarlo, scrutarvi.</ref>'' | Mo abbruscia — mo spánteca — mo piglie e t’ammenta''<ref>Inventa.</ref>'' na scusa, | pe nun te fa ntènnere | ca sta p’avutà... | E tu | pigliatillo | accussì, | comm’ i’ | ll’ accetto e mm’ ’o piglio... | Vuo’ sentere? | E siente | nu buono cunziglio. | Cuntentete ’e nun sapé | niente.'' (da ''[[:s:E tu pigliatillo...|E tu pigliatillo...]]'', ''Ariette nove'', 1916, p. 101) ===Citazioni sull'arietta ''Arillo''=== *L'autunno darà i suoi colori d'addio all'ultimo dei più puri canti di Salvatore Di Giacomo: la piccola ode al grillo «animaluccio cantatore» la cui voce va mutando d'attimo in attimo il suo spazio vocale. Un'altra malinconia – dice il poeta –, quella di autunno, cade nell'anima. E certo questa caduta è il senso digiacomiano della morte. Dove canta il grillo? nell'erba bagnata sotto la fonte? in una fenditura allo spigolo di un muro? o forse tra una «testa d'aruta» e un'altra «testa» di fiori?<br/>''Sera 'e settembre — luna settembrina, | ca 'int' 'e nnuvole nere | t'arravuoglie e te sbruoglie |e 'a parte d' 'a marina | mo faie luce e mo no — | silenzio, nfuso | quase 'a ll’ummedità — | strata addurmuta, | (ca cchiù scura e sulagna | quase s'è fatta mo, | e ca sento addurà | comm'addorano 'e sera | cierti strate 'e campagna) — | arillo, | ca stu strillo, | mme faie dint' 'o silenzio | n'ata vota sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì!''<br>Quanto alta si è levata questa musica dimessa e sottovoce! una mestizia panica è ora nel canto, e l'arte affina il metro a tal nuova pronunzia che le sillabe si iscrivono in un ideal pentagramma: e sempre più la voce s'è fatta pura, come incavandosi nella sostanza del silenzio. Gli strumenti di Piedigrotta son dunque sonati dagli angeli-musici del [[Beato Angelico]]? e le [[Muse]] del Parnaso [[Raffaello Sanzio|raffaellesco]] cantano gioiose la canzone e l'arietta napoletana di Salvatore Di Giacomo. ([[Francesco Flora]]) ==''Storia del Teatro San Carlino''== *{{NDR|Giuseppa Errico, ''Donna Peppa'', moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito}} La Errico ebbe sette figli: Gaetano, Davide, Pasquale, Antonio, Michela, Adelaide e Rosa. I primi quattro erano così definiti da don Salvatore loro padre: Gaetano ''{{sic|o'}} francese'', Davide ''<nowiki>'</nowiki>o gesuita'', Pasquale l''<nowiki>'</nowiki>ingrese'' e ''Totonno ''<ref>Diminutivo di Antonio.</ref>.'' 'o pazzo''. Quest'ultimo, ch'era il più intelligente, otteneva dalla madre tutto quel che volesse, pur non essendo il più meritevole de' quattro. Ma ''Donna Peppa'' diceva: – '''E mamme so' comme 'e nnammurate; vonno cchiù bene a chille figlie ca lle danno cchiù muorze amare.'' (p. 838) *La famiglia Petito, finché visse ''Donna Peppa'', non si sbandò. Sedevano don salvatore e i figliuoli, nell'ora del pranzo, a una sola tavola e ''Donna Peppa'' andava intorno scodellando la minestra in ogni piatto. Però il suo tondino restava vuoto. E allora ella rifaceva il giro della tavola e da ogni piatto ricolmo toglieva una cucchiaiata pel suo. Questa e lo spendere in una giornata tutto quanto avesse guadagnato la sera avanti erano tra le sue più vecchie abitudini. Liberale, benefica, affettuosa, ella dava perfino le sue vesti per carità, ma pagava, con grande esattezza, i suoi trenta ducati al mese, per la casa e pel teatro, ai Maisto, i quali, ogni capodanno, ricevevano, assieme al denaro, un sonetto augurale, scritto da Salvatore Petito, ora in dialetto, or in una lingua che don Salvatore credeva che fosse italiana. (p. 838) *Nel 1850 ''Donna Peppa'', nata nel 1792, contava cinquantotto primavere, ma, sempre vegeta e forte, non mancava di scendere ogni sera al teatro e rimanervi fino alla mezzanotte. In quell'ora, a uno a uno, il marito e i figlioli rincasavano da ''San Carlino'' e dalla ''Fenice'', stanchi, rauchi, con ancor sulle gote e agli angoli delle palpebre le tracce del trucco. In camera da pranzo un'insalata d'indivia li aspettava nella penombra. Il palazzo Maisto dormiva. Per la via deserta era la pace della notte, a cui di volta in volta, si confidava, mormorando, il mare. E ora attorno alla tavola, ''Pulcinella'', l'amoroso, la servetta, l'ingenua e il caratterista tranquillamente cenavano, chiacchierando e motteggiando. Coi gomiti sulla tavola, il mento nelle palme delle mani, senza toccar cibo, ''Donna Peppa'' ascoltava e sorrideva, vera dea madre, contemplante la felicità familiare e, a poco a poco, appisolandosi. (pp. 839-840) *Il 1848 era alle porte, ma pareva che nessuno lo sospettasse; Napoli ha sempre di queste placide esteriorità: l'interno lavorio non offusca il suo aspetto e neppur le più grandi disgrazie valgono a mutarne la fisionomia. Con un grano, in quegli anni, il lazzarone era quasi ricco, e una piastra ballonzolante nella saccoccia del panciotto a un borghese gli conferiva l'aria della più grande superiorità. L'allegra povertà, in pieno possesso della strada, vi si sciorinava al sole; il facchino appisolato, a un angolo, in una cesta, schiudeva, di volta in volta, gli occhi e tranquillamente, abituato a posare, contemplava il forestiero, inglese o francese, che, {{sic|impiedi}}, davanti a lui, pigliava note in un taccuino. Le solite baldorie per le feste de' soliti suoi santi occupavano la gente de' quartieri inferiori – come anche adesso la occupano – ma pareva che un senso di caricatura fosse pur penetrato dal giornale fin nella plebe. (pp. 868-869) *{{NDR|[[Antonio Petito]]}} L'attore era veramente grande, la sua figura illuminava tutta la scena, riempiva tutti i vuoti, raccoglieva tutte le emozioni e gli interessamenti; così le volgari stupidaggini della commedia petitiana e il suo difetto d'umanità scomparivano in un godimento che pervadeva tutto il pubblico e durava ancor fuori del teatro: una felicità che accompagnava fino a casa gli spettatori, e lasciava ancora sorridere, nel sonno, le loro labbra dischiuse. (p. 904) *L'epoca del piccone cominciò {{sic|a'}} 6 di maggio del 1844, e dopo qualche mese non rimaneva più, al posto del teatro, se non un cumulo di pietre. Su quelle rovine pianse, lungamente, tutta Napoli, memore delle ore deliziose passate in quel torrido fosso, tenera de' ricordi quasi classici che quel teatro avea tramandati, con la storia sua e de' suoi comici e dei suoi frequentatori, in tre o quattro generazioni partenopee. Spariva, difatti, un monumento napoletano, l'Eldorado della gaiezza spariva e la improvvisa e insospettata soppressione era lamentata qui come da per tutto, poi che erano state accessibili a tutti le forme comiche nostrane e nel teatrino di ''[[Teatro San Carlino|San Carlino]]'' era stata internazionale la risata. (p. 914) ===[[Explicit]]=== Se v'è cosa bella ed alta e onorevole questa è l'[[arte]] davvero. Ed ella non accoglie fratellanze volgari, non tollera ammonimenti insinceri, non s'adombra per voci petulanti.<br>Se arte è – da sola vive, s'esalta e s'illumina. ==''Taverne famose napoletane''== ===[[Incipit]]=== L'idea d'occuparmi delle antiche taverne di [[Napoli]] mi nacque, recentemente, nella queta e pittoresca casa d'un vecchio e illustre artista napoletano, il commendatore don [[Consalvo Carelli]], nestore de' pittori suoi concittadini e operoso, immaginoso, fervente e vibrante come il più giovane di costoro. È al Carelli che ''Napoli nobilissima'' ed io dobbiamo gli acquerelli i quali coloriscono, nella parte più vicina a noi, questo mio scritto di topografia aneddotica: nessuno, meglio di lui, avrebbe potuto illustrarlo con più autentici documenti e, a un tempo, con maggior grazia di tratto e di spirito grafico. Nel professarmi pubblicamente tenuto al chiaro uomo – l'unico superstite di quella scuola famosa che fu detta ''di Posillipo'' – entro subito in materia. ===Citazioni=== *Gli ''smargiassi'', guappi del tempo, con l'''alberuzzo'' di teletta sulle spalle, con ''cosciali'' e calze di ''stamma'' legate con ''cioffe'' e ''sciscioli'', col cappello impennacchiato e ricco di ''passavolanti'' si pigliavano a braccetto or le donne or gli amici soldati e in comitiva si scantonava laggiù al ''Crispano'', ove di tra la verde rete d'un pergolato brillavano fiammelle di lucerne appese e di ''parattelle'' – (ch'erano scodellette piene di sego nel quale si reggeva un grosso stoppaccio acceso) – illuminazione primitiva di cui si giovavano pur i teatri, specie per le ribalte. (p. 33) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A «San Francisco»''=== La tela si leva lentamente. Quando è a metà del palcoscenico s'ode una voce interna cantare malinconicamente da un altro camerone.<br> ''Rafele'' e ''Cicciariello'', seduti sulle tavole di un letto, giocano a carte e fumano.<br> ''Federico 'o pittore'' e ''Totonno'' seggono sulle tavole di un altro letto: il secondo stende il braccio destro denudato e il primo glie lo va tatuando con un ago e col nerofumo. Il ragazzo ''Luigiello'', accosto ad essi, osserva curiosamente l'operazione.<br> ''Don Gennaro 'o cusetore'' è occupato a scrivere, con la matita, de' numeri in un libriccino. Siede sulle tavole del primo letto a sinistra dello spettatore.<br> Steso sul suo letto, col capo poggiato sui materassi ravvoltolati, ''Peppe Pazzia'' dorme. Sotto al suo letto è una brocca, tra un fiasco di vino e un paio di scarpe.<br> È sera. Tutti tacciono. <poem>'''La voce interna''': ''A San Francisco'' ''mo' sona 'o risveglio,'' ''chi dorme e chi veglia,'' ''chi fa nfamità!...''</poem> '''La voce interna di un carceriere''': Silenzio!... (''e al tempo stesso s'ode un romore come di porta alla quale si batta violentemente''). ===''L'ignoto''=== Sul ''Piazzale di Porta Roma'' erano poche persone. Era deserta la via del laboratorio pirotecnico, deserta la via di faccia ad essa, ove, sul principio, è la semplice e nuda fabbrica dell'Arcivescovado a cui seguono altre fabbriche basse e la ''Riviera Casilina'', recinta da una fila di casette rossastre.<br> L'ora del tramonto avanzava. Un lume dorato che poc'anzi avea tutto infiammato, nel lontano, il fuggevole dosso de' Tifati si raccoglieva in coda a' monti, ove la terra e la collina s'univano e pareva che l'ultima arborea decorazione di quelle gobbe immani sprofondasse nell'immensa e aperta campagna, verso Roma lontana. Tutto intorno taceva di quel triste silenzio invernale che pesa su Capua, città di chiese e di caserme. ===''Mattinate napoletane''=== <div align=right>''Napoli, Marzo 1885''</div> CARISSIMO PAOLO,<br> Io non ho, qui a Napoli, con chi sfogare certe mie piccole pene, che mi pare abbiano tutta la buona intenzione di rimanersene meco alloggiate, in questa cameretta mia solitaria. Non ho stretto amicizia con nessuno, apposta per non dare a nessuno il modo di subitamente allontanarsi da me per qualche improvvisa scappatella che mi facesse il morboso carattere mio. Vivo solo e tranquillo in questa mia stanza, dalla quale esco a prima ora di mattina per trovarmi all'Istituto, e un po' a sera, col tempo buono, per avvelenarmi con una chicchera di caffè e con un sigaro ''napoletano''. Il [[caffè]], per acquaccia nera che sia, mi permette di studiare e di leggere fino a notte avanzata, e ciò mi fa bene, lasciandomi dimenticare, sviando il pensiero e interessandomi a qualche cosa ''fuori di me stesso''. ===''Novelle Napolitane''=== Giugno mite, dolcissimo, avea sorriso alle cose con l'ultima sua tepida giornata. Il piccolo vecchio sedeva in una pur vecchia poltrona ancora pienotta, nell'angolo della finestra. Le mani carezzavano i pomi dei bracciuoli; leggermente china la testa sul petto, gli occhi socchiusi, egli era vinto da un languore, nella rosea poesia del tramonto. ==Citazioni su Salvatore Di Giacomo== *[[Benedetto Croce|Croce]] elevò Di Giacomo a poeta nazionale, assoluto, liberandolo da una caratterizzazione «dialettale», in virtù del superiore valore della [[Poesia]], che non può essere definita in generi, ma in quanto arte può soltanto essere sottoposta a giudizio estetico: quella di Di Giacomo non è poesia dialettale, ma Poesia «senz'altro». ([[Vincenzo Regina]]) *Il linguagguio dialettale esprime nella dignità linguistica e nell'orchestrazione del ritmo ogni commozione del poeta e nel variare del timbro dà ragione della vasta scala di sensibilità di cui era capace Di Giacomo. ([[Raffaele Giglio]]) *Il segno più originale della presenza di Salvatore Di Giacomo nella «belle époque» partenopea, sta nella sua sdegnosa estraneità alle mode letterarie che imperversavano in quell'epoca: il classicismo professorale di [[Giosuè Carducci|Carducci]], il patetico decadentismo di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] e di [[Sergio Corazzini|Corazzini]], l'immaginifico barocchismo di [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], che pure a [[Napoli]] era di casa. Chino sul foglio bianco come un grande artigiano, don Salvatore si isola dal frastuono delle gazzette e dei salotti, dedicandosi piuttosto a portare ad estrema perfezione uno strumento personale che non somiglia a nessun altro, il vernacolo, mediato sì dalla realtà popolare ma filtrato attraverso esperienze altamente sofisticate, che vanno dai lirici greci dell'epoca di [[Saffo]] all'opera buffa dell'epoca di [[Giovanni Paisiello|Paisiello]], passando per la narrativa del Cortese e del [[Giambattista Basile|Basile]]. La fusione che egli realizza tra la struttura colta del suo dialetto e la tradizione parlata attinge la perfezione nei versi delle ariette e delle canzoni nuove, dove la parola si libera «in un aere musicale» e appare «disposta a vivere per ritmi e metri in una trepidantissima aura di suggerimenti». ([[Antonio Ghirelli]]) *La poesia di Salvatore Di Giacomo scapigliata, verista, decadente ad un tempo nel suo sviluppo storico, si caratterizza per essere lirica e fantastica: ha «il senso del misterioso; pova il fascino del passato {{NDR|Benedetto Croce}}», è immagine velata e musicale del suo tempo interiore. ([[Vincenzo Regina]]) *Salvatore Di Giacomo morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera [[Napoli]] avranno cessato di esistere... ([[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]) *Salvatore Di Giacomo, poeta, narratore, drammaturgo, autore di canzoni, storico, giornalista, bibliotecario, è da ritenersi per la qualità della sua arte, per la sua opera, e per il suo valore di studioso il più illustre letterato napoletano; insieme a [[Benedetto Croce]] ha rappresentato un vertice assoluto della cultura del suo tempo, non soltanto a [[Napoli]], ma anche in [[Italia]] e all'estero. ([[Vincenzo Regina]]) *Tal quale il Di Giacomo delle novelle e de versi si ritrova nei parecchi libri che ha pubblicati di ricerche storiche [...].<br>L'erudito può fare qualche obiezione e dichiararsi mal soddisfatto e dell'accoppiamento di storia e immaginazione e della subordinazione dei problemi propriamente storici alla contemplazione sentimentale e passionale. Ma sotto l'aspetto artistico, come non accettare le pagine d'arte, che il Di Giacomo, non sapendo resistere alla propria natura, ha frammezzate ai suoi spogli di documenti? ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Salvatore Di Giacomo, ''[https://www.gutenberg.org/files/35800/35800-h/35800-h.htm A «San Francisco»]'', R. Carabba editore, 1910. *Salvatore Di Giacomo, ''[[s:Indice:Canzone e Ariette nove.djvu|Canzone e Ariette nove]]'', Riccardo Ricciardi Editore, Napoli, 1916. *Salvatore Di Giacomo, ''Evocazioni e prose d'arte'', in ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', a cura di Romualdo Marrone, 2M Edizioni, pubblicato in accordo con Newton Compton Editori, stampa 2018, pp. 253-310. ISBN 978-88-9322-210-5 9788893222105 *Salvatore Di Giacomo, ''[http://www.liberliber.it/libri/d/di_giacomo/index.htm L'ignoto]'', Lanciano, R. Carabba, 1920. *Salvatore Di Giacomo, ''La Scuola di Posillipo'', in ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2007, pp. 951-971. ISBN 88-04-13499-2 *Salvatore Di Giacomo, ''[http://www.liberliber.it/libri/d/di_giacomo/index.htm Mattinate napoletane]'', Napoli, L. Pierro, 1887. *Salvatore Di Giacomo, ''[https://archive.org/details/collezionedimono32berg Napoli]'', parte prima, Istituto italiano d'arti grafiche - editore, Bergamo, 1907. *Salvatore Di Giacomo, ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', a cura di Romualdo Marrone, 2M Edizioni, pubblicato in accordo con Newton Compton Editori, stampa 2018. ISBN 978-88-9322-210-5 *AA. VV, ''Napoli ieri'', Edizioni S.a.r.a. . *Salvatore Di Giacomo, ''[https://www.gutenberg.org/files/57040/57040-h/57040-h.htm Novelle Napolitane]'', Treves, 1919. *Salvatore Di Giacomo, '' 'O voto'', Oscar Mondadori, Milano 1966. *Salvatore Di Giacomo, ''Per la storia del brigantaggio nel Napoletano'', Osanna Edizioni, 1990. *Salvatore Di Giacomo, ''Storia del Teatro San Carlino'', cap. VIII, IX, X, in ''Poesie e prose'', prefazione di Elena Croce, note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>, pp. 833-916. ISBN 88-04-13499-2 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Di Giacomo, Salvatore}} [[Categoria:Drammaturghi italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 0r0bg3trlty7w3xj3zkh4pp5wiw005w 1221253 1221252 2022-08-06T23:19:16Z Sun-crops 10277 /* Bibliografia */ fix wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Salvatore Di Giacomo.jpg|thumb|Salvatore Di Giacomo]] '''Salvatore Di Giacomo''' (1860 – 1934), poeta, drammaturgo e saggista italiano. ==Citazioni di Salvatore di Giacomo== *Chi bada in [[Napoli]] al suo decoro? Certo, chi dovrebbe no. Lascia fare e lascia correre – ecco la frase filosofica, sacramentale d'ogni indifferente partenopeo, sia egli in alto nella cosa pubblica o le passi accanto tranquillo.<ref>Da ''Il palazzo di Giustizia in Napoli'', in ''Saggi insoliti'', Stamperia del Valentino, Napoli; citato in Antonio Emanuele Piedimonte e Anna Scognamiglio, ''Napoli. {{small|Uomini, luoghi e storie della città smarrita}}'' Intra Moenia, Napoli, 2013, p. 13. ISBN 978-88-95178-77-6</ref>. *Ed è a proposito di Giuliano da Maiano che qui ci ricorre alla memoria quel napoletano [[Giovanni Francesco Mormando|Giovanni Donadio, detto il {{sic|Mormanno}}]], il quale ben potrebbe essere stato uno degli scolari più egregi di quell'elegante artefice fiorentino. Era il Donadio, come un suo pur conosciuto fratello, architetto e costruttore d'organi a un tempo, e forse aveva tutte e {{sic|due cose}} appreso a Firenze da tanto maestro: certamente il costui modo nobile e ricco si riscontra in tutte le opere alle quali i signori napoletani chiamarono il Mormanno e si manifesta specie nell'architettura e nella decorazione così del palazzo dei di Capua in ''Via S. Biagio de' Librai'', come nell'altro de' duchi di Vietri, che gli è vicino e che ora è posseduto dal duca di Corigliano Saluzzo.<ref>Da ''Napoli'', pp. 92-93.</ref> *{{NDR|Francesco Proto}} Egli aveva detto in casa, nel caffè, nel salotto, a teatro, fin nella bottega del parrucchiere, ove i garzoni ammirati afferravan rime a volo, quel che nemmanco le gazzette avevano osato stampare: di questi ultimi tempi, in cui son precipitati a Napoli uomini e molte cose, giudizi tenuti dagli spettatori paurosamente chiusi nell'animo, il vecchio duca aveva espressi con alta e affilata parola: in verità egli ci pareva un [[Giuseppe Baretti|Baretti]] novello che menasse attorno la sua frusta schioccante e, senza alcun odio, ma pur senza misericordia alcuna, ne andasse attorno verberando amici e nemici...<ref>Citato in ''Epigrammi del [[Raffaele Petra|marchese di Caccavone]] e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, risvolto di copertina.</ref> *''Nannì, si ce penzo | Mme vene na cosa, | Sta sciamma annascosa | Cchiù abbampa accussì... | È overo stu suonno?... | Meh, dimme ca sì!'' (da ''Nannì!!!'') *{{NDR|Sulle ''Lettere dall'Italia 1765-1766'' di [[Samuel Sharp (chirurgo)|Samuel Sharp]]}} [...] il poco degno libro d'un insensibile, specialista delle malattie degli occhi, inventore d'un ''new method of opening the cornea in order to extract the crystalline humour ''<ref>Nuovo metodo di apertura della cornea per estrarre l'umore cristallino.</ref>'' '', e forse d'esso felice sperimentatore sopra se medesimo, poiché a nessun più di lui {{sic|riescì}} a mancare, assieme a quella dello spirito, la saporosa gastronomia dello sguardo.<ref>Dalla prefazione a Samuel Sharp, ''Lettere dall'Italia 1765-1766, {{small|A descrizione di quelli usi e costumi in quelli anni, Napoli}}'', traduzione di Constance e Gladys Hutton, prefazione e note di Salvatore Di Giacomo, Carabba, Lanciano, 1911, [https://archive.org/details/letteredallitali00shar/page/12 p. 12].</ref> *Napoli è una città bella e singolare – singolare principalmente. Le sue cose rare sono mescolate alle comuni – le nobili alle volgari – a pochi passi dal silenzio è il rumore – prossimi a' luoghi più luminosi ed aperti sono le ombre e il mistero – accanto a un monumento medievale è un lurido fondaco o un vicolo e, forse, alle spalle d'un tempio un lupanare. Ciò che è qui {{sic|da per tutto}}, è la vita: la sanguigna vita popolana, pulsante e ininterrotta, che passa e si rincorre e scivola lungo i muri del monumento e del tempio, che s'addensa e si sparpaglia, e s'agita ed urla o impreca, sotto un fulgido sole che par quasi la fecondi, e investa a un tempo col suo lume diffuso questa folla dell'ultima ora e i ruderi d'un teatro greco, e quel che fu il tempio insigne dei Dioscuri, e una chiesa angioina, e il pallido chiostro d'un antico convento di monache armene...<ref>Citato in Aurelio Benevento, ''Fogli di diario'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=9rNg2a6l5y4C&lpg=PA11&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false pp. 11-12]. ISBN 88-7188-845-6</ref> *Nel giornalismo io sono non uno scrittore, ma uno scrivano. La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa.<ref>Da ''L'Occhialetto'', XIX, 29, Napoli, 18 settembre 1886; citato in ''[http://www.bibliocamorra.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=330&Itemid=2#_ftn1 Nota bio-bibliografica di Salvatore Di Giacomo]'', ''bibliocamorra.altervista.org''.</ref> *{{NDR|[[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]}} Un de' più efficaci, originali, vibranti e sfolgoranti scrittori del tempo, un vero ingegno in una vorticosa anima ardente.<ref>Da ''Il Quarantotto'', Napoli 1903.</ref> *Un grande silenzio s'era fatto per la via. La dolcezza del tramonto penetrava l'anima. E la piccola rossa, socchiuse le labbra esangui, lo sguardo perduto, continuava a sognare, come una santarellina in un'aureola di pulviscolo d'oro.<ref>Da ''Regina di Mezzocannone'', ''Tutte le novelle'', Newton Compton editori, 1991.</ref> *[...] Napoli, [...] questo strano cuore d'Italia che patisce, se lo si considera bene, di tutti i mali cardiaci, dell'aritmia, dell'{{sic|iperestasia}}, dei ribollimenti subitanei e delle lunghe paci silenziose, da' battiti lenti, quasi malati.<ref>Da ''Vulite 'o vasillo?'', in ''Novelle napolitane'', prefazione di [[Benedetto Croce]], Fratelli Treves, Editori, Milano, 1919, [https://archive.org/details/novellenapolitan00digiuoft/page/148].</ref> ===In ''Napoli ieri''=== *[...] già i moti politici della seconda metà del suo secolo avevano cominciato a soffiar non so che fuoco «liberale» nel nostro attore: egli, a un tratto, mutò registro e riuscì, come dicono i retori posteri, a nobilitare la maschera. Io dico che la snaturò: proprio. Era stato ''il signore Pollicinello'' fino a quel punto un gaglioffo burlone, volgare impasto di malizia e d'ignoranza, {{sic|conjuge}} sconoscente, pauroso, ghiottone, ineducato. [[Antonio Petito|Petito]], nel quale i giornali rinfocolavano i diritti dell'uomo, dimenticò che Pulcinella era appunto un uomo: lo liberò subitamente del suo fondo di degenerazione innata, {{sic|consciente}}, e gli dette un carattere. Animoso, quasi nobile, quasi coraggioso, sentenzioso perfino, ecco il nuovo [[Pulcinella]], incarnato in un comico davvero mirabile. Ah, che comico! Tuttavia, ne' momenti in cui, ricacciata per la porta, la vecchia ''maschera'' rientrava con tutto l'antico suo bagaglio per la finestra, come Petito stesso, dimentico o resipiscente, dovette pensare che nulla davvero muta a questo mondo e che i Pulcinelli son {{sic|....}} sempre gli stessi. (da ''Pulcinella'', pp. 66-67) *Napoli, che si va tutta rimutando e rammodernando, perde ogni giorno più le sue caratteristiche topografiche, il pittoresco delle sue vecchie strade, che tra un battagliar continuo di luci e d'ombre quasi fantastiche, videro gli umili lavoratori popolari attendere ai loro faticosi mestieri, o furono il misterioso teatro d'una delle passionali e tragiche scene plebee. Il Museo di S. Martino conserva alcune tele che di qui a qualche secolo parleranno stranamente, a' posteri nostri, d'una Napoli che in avvenire non sarà certo più quella che noi conoscemmo. Opere di eccellente fattura e di penetrante ricerca queste pitture son di mano di [[Vincenzo Migliaro]], uno de' più personali nostri artisti. E, tra l'altre, la famosa ''Strettola degli orefici'' – della quale or si cercherebbe invano l'ubicazione o l'impressionante riscontro in qualcuna delle stradicciuole partenopee che ancor sopravvivono al risanamento della città – è qui per dirci con che singolare colorito, con quale aspetto suggestionante si {{sic|offerisse}} un tempo all'occhio – specie del forestiero – l'antico quartiere di Porto. (da ''Il Museo di S. Martino'', pp. 253-254) *Appunto una bella poesia del [[Gabriele D'Annunzio|d'Annunzio]] – di quelle che si capiscono e che penetrano – addita e magnifica l'antico illustre [[Chiostri di San Martino|chiostro]]<ref>Il riferimento è al Chiostro grande.</ref>ove davvero s'esprime la fisionomia tenera e graziosa di certe cose napoletane le quali, per anni molti che {{sic|sieno}} scorsi, son pur vive e fresche e conservano tutto quanto quel sentimento che quasi le animò in principio. Il barocco secentesco della chiesa è certamente la cornice più degna alle tele sontuose che gli artisti {{sic|inspirati}} del diciottesimo secolo vollero porre là dentro: il piccolo cimitero del [[Cosimo Fanzago|Fansaga]] è quanto di più delicato ed elegante sia stato architettato per assegnare a coloro che lasciavano il mondo – e da una pace forse troppo spesso interrotta passavano a quella indisturbata ed eterna della morte – una zolla perennemente coperta di fiori. Ed ecco lì sulla balaustra, tra que' teschi marmorei che davvero paiono umani, uno d'essi ricinto di lauro. O bianca fronte, coronata dal serto de' poeti! Tu forse, se quella sei stata d'un de' {{sic|solitarii}} frati a' quali parve una gloria circondarsi dell'arte, tu forse ancor chiudi le immagini d'una luminosa canzone, che l'ala fredda della Morte interruppe... (da ''Il Museo di S. Martino'', pp. 257-258) *{{NDR|Il [[Real Albergo dei Poveri]]}} Ed è pur lì, nella sala del Consiglio, su d'una predella addossata alla parete, la poltrona di seta rossa ove [[Carlo III di Spagna|Carlo]] sedette nelle prime riunioni de' governatori. L'antica seggiola dorata è rimasta, dal 1751, in quel posto, e quando il governo si raccoglie e l'usciere accuratamente la spazzola riguardando distrattamente al bel ritratto di Carlo III, che pende dalla parete ed è opera di pittore settecentista non ancora saputo, par che a momenti debba scendere in quella sala l'ombra del Principe illustre. E nel cuore e nella mente di ognuno de' componenti il pietoso consesso s'imprime la severa e serena figura di tanto predecessore; un'ammonitiva immaterialità presiede alle deliberazioni, e la vasta camera, le cui finestre or affacciano su d'una via nuova e spaziosa – che la civiltà moderna, bonificando un'intricata e vecchia suburra, ha schiuso di faccia all'ospizio – diventa luminosa e solenne. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 388) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} [...] un edifizio concepito con romana grandiosità, cinto di mura spesse e gigantesche, fabbricato, come una piccola città chiusa, a un lembo estremo dell'immensa Napoli {{sic|romorosa}}. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 389) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} Parecchie volte, sullo scorcio del decimottavo e al principio di questo secol nostro, è sembrato che fosse per esser travolto nella generale disgrazia delle cose e degli uomini fin l'{{sic|instituto}} che il vittorioso di Velletri pose al rezzo del Poggio Reale, quasi a memoria del suo recente trionfo. Tuttavia, come a poche opere veramente e profondamente buone è avverso il destino, l'Albergo si tenne in piedi, se non illeso non in tutto inquinato. Gli ultimi anni di questo secolo esso attraversa con fortuna prosperante, animata dal soffio delle idee nuove. A mano amano, non rimutando, ma ben accrescendo e allargando le antiche discipline e adattandole ai bisogni e alla civiltà dell'oggi, l'ospizio troverà, forse, disadatta l'umiltà del suo nome. (da ''L'Albergo dei Poveri'', p. 389-390) *{{NDR|Il Real Albergo dei Poveri}} In una delle sale più vaste del pianterreno è la scuola di disegno ornamentale e di plastica. La frequentano ogni giorno, nelle ore pomeridiane, moltissimi alunni e dà risultati assai soddisfacenti. Allo stesso pianterreno hanno posto tutte le altre scuole officine. Una scuola d'intaglio e d'ebanisteria artistica è diretta dal Caponetti, noto anche come bronzista. È stato da quest'illustre officina che sono usciti, opere d'eleganza e di intaglio perfette, i mobili che la [[Elisabetta di Baviera|Imperatrice d'Austria]] fece costruire per la sua villa a [[Corfù]]. I bronzi decorativi del mobilio, un gran numero di lampadari, la balaustra della scala maggiore dell<nowiki>'</nowiki>''[[w:Achilleion|Achilleion]]'', su disegni del Caponetti, sono pur lavori delle officine dell'Albergo de' Poveri. Quella de' ''bronzi artistici'', alla quale è annessa una fonderia, è diretta da Gennaro Chiurazzi. È tra le più frequentate dagli alunni, che vi trovan sempre da lavorare e da guadagnare. I suoi prodotti sono spediti fuori d'Italia, ove sono conosciuti, apprezzati, forse, anche più. E l'officina ha uno stato di servizio magnifico; come quella del Caponetti essa è nata e venuta su nell'Albergo; da venticinque anni sparge nel mondo stuoli d'eccellenti artefici i quali scrivono, dalle terre anche più lontane, a' loro maestri. Altre scuole prosperano e danno lavoro ad altri giovanetti del Pio Luogo; ricordo quella d'ebanisteria e d'intaglio, la fonderia di ferro, l'officina di scultura su marmo, quella de' fabbri meccanici, l'officina meccanica per gli oggetti di chincaglieria e la scuola-officina d'incisione su pietre dure.<br>Il nome di [[Nicola d'Arienzo]] mi dispensa dall'aggiunger lodi alla scuola musicale ch'egli dirige nell'Albergo. (da ''L'Albergo dei Poveri'', pp. 392-393) *Uscendo dal [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo]] e ridiscendendo nella luminosa piazza Plebiscito, dinanzi al golfo incantato e al [[Vesuvio]], che appaiono da lungi sulla destra del palazzo reale, sotto quest'azzurra volta di cielo, prodigo sempre di tanta e sì profonda dolcezza, guardando questo buon popolo napoletano, che si gode le bellezze del suo paese, un pensiero di ravvedimento passa pel capo di chi è stato lassù, quasi un impulso di protesta contro l'accusa che si fa spesso agli operai napoletani di essere indolenti e ignoranti.<br> E la visita al Museo fa scrivere al van Eeden<ref>Direttore del Museo di [[Haarlem]] (Arlem nel testo), cfr. ''Il Museo Artistico Industriale'', p. 407.</ref>: «I napoletani sono spesso calunniati, ma quello che ho veduto coi miei propri occhi ha più valore per me di ciò che ho inteso dire e sarei contento che alcuni dei nostri giovani fossero mandati a Napoli affinché potessero spogliarsi della loro pesantezza e del loro cattivo gusto. I nostri giovani sono forse più istruiti, ma il napoletano sa trarre maggior profitto dal poco che sa, e questa è la cosa essenziale nel mondo.» (da ''Il Museo Artistico Indistriale'', p. 409) ==''Assunta Spina''== ===[[Incipit]]=== Atto primo<br> Interno della grande sala del Tribunale penale, a Castelcapuano.<br>''Scena prima''<br>''La folla. Ai loro posti gli uscieri'' Sueglia ''e'' Torelli. ''Avvocati che sopraggiungono. L'avvocato'' Buffa. ''Portieri. Guardie. Un prete. Contadini ecc. Gran mormorio. Tutto il parlato e il movimento seguono in fretta''.<br>'''Avvocato primo''': (''viene dalla destra, con carte sotto il braccio, frettoloso. S'incontra con l'Avvocato secondo.'')<br>Avvocato Franceschelli, noi siamo qua!<br>'''Avvocato secondo''': Oh! Carissimo ! Dunque? C'è motivo?<br>'''Avvocato primo''': Altro! Ce ne stanno dduie. Siamo a cavallo!<br>'''Avvocato secondo''': Ah, neh? E ghiate dicenno... (''Gli si mette a fianco. movono verso la sinistra'').<br>'''Avvocato primo''': Ecco qua: sulla prima posizione c'è la mancanza di presentazione di parte...<br>'''Avvocato primo''': Benissimo! ===Citazioni=== *'''Federigo''': Sapete chi è veramente libero, felice, padrone di se stesso? Chi nun è nzurato. {{NDR|Chi non è sposato}} (p. 146) ==''La Scuola di Posillipo''== *[[Napoli|Qui]] si {{sic|offeriva}} all'occhio incantato dell'artista avvezzo alle sue brume e alla quasi geometrica fisionomia delle sue campagne una brillante, svariata, colorita distesa di verde: qui, rilevate da un cielo puro e sereno, chiome di boscaglie, pendici erte e bizzarre, rovine di templi disegnate con precisa linea sull'orizzonte e quasi librate nell'aria; qui, all'improvviso, inaspettate tenerezze di verde, biancheggianti casette in mezzo ad esse, orti e giardinetti, battaglie gioconde di sole e di ombre, e riposti cantucci adorabili, solitarii, odorosi; e più giù, più giù, al mare, acque chiare e tranquille, ed antri e specchi virgiliani, pieni d'un cullante mormorio di flutti. L'arte del [[Anton Sminck van Pitloo|Pitloo]] rampollò dunque da quest'incantamento perenne che lo penetrava da [[Paestum|Pesto]] a [[Gaeta]], da' [[Campi Flegrei]], pieni ancor, quasi, d'una voce romana, alle arse terre di [[Resina]] e di [[Ercolano]]. E quest'arte fu nuova da prima per le nuove cose che ritrasse e poi per l'anima di esse che vibrò, piena di vita e di calore, nelle opere dell'artista. Egli era entusiasta, ma era pure scrupoloso; egli era poeta, ma poneva mente al suo metro; egli era, in una parola, un fiammingo rinnovellato, e rimeditante, con amor non più freddo, sotto un cielo sempre sorridente, al cospetto di una natura sempre gioconda e svariata. (pp. 954-955) *La [[fotografia]] non ancora, e per fortuna, poteva in {{sic|quelli}} anni sovvenire, con la sua chimica facile e pronta, a' bisogni degli artisti. Nata ''da un raggio e da un veleno'' questa è un'altra arte la cui concessiva virtù oramai si rende complice del poco pensiero, e aiuta, compiacente, ogni più pigro artefice ad allontanar dalle tele quell'aura di mistero e di poesia {{sic|secreta}} e personale che lì soltanto può soffiare l'arte vera. (p. 962) *Una esecuzione febbrile, una mano che obbediva alle più ricercate volontà dello sguardo, un lasciar palesi, nell'impasto delle tinte prodigiose, i più minuti dettagli, una colorazione sana, vergine di qualunque falsità, una sapiente conquista d'effetti e di luce, ecco, in breve, quel che a uno sguardo assaporatore presentava [[Giacinto Gigante]], co' suoi interni di chiese, coi suoi brani di paese, con le sue limpide e ariose vedute. (pp. 967-968) *{{NDR|Giacinto Gigante}} Uno strano uomo: la sua casa era piena di colombi; spesso egli dipingeva con qualcuna delle innocenti bestiole appollaiate sugli omeri e spesso una grande lucertola verde gli veniva a mangiare le miche di pan fresco sulla tavola sparsa di colori, di pennelli, di disegni.<ref>Citato in Francesco Bruno, ''Il Decadentismo in Italia e in Europa'', a cura di Elio Bruno, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1998, p. 103. ISBN 88-8114-727-0</ref>(p. 968) ===[[Explicit]]=== Tra l'accademia e il {{sic|costoro verismo}}<ref>Il verismo di [[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]] e [[Filippo Palizzi]]. {{cfr}} ''La Scuola di Posillipo'', p. 971.</ref>quella schiera di paesisti pose, tuttavia, qualche segno non fuggevole. Ella vi pose la naturalezza dell'impressione, la verginità dell'espressione, la schiettezza del colorito, l'efficacia e la sobrietà. Né si dica che quelli artisti rimasero, nella contemplazione della della natura, solamente oggettivi: un qualunque paesaggio è sempre uno stato dell'anima, ogni filo d'erba ha la sua storia. E attraverso le ardite forme veristiche di quella poesia tonica e fortificante, forse è passata, per raggiungere vette più sublimi, la poesia morelliana, penetrata di terrore e di pietà. ==''Napoli''== *Tempo già fu – quando il buon Dio, tenero dell'umana felicità, facea gravi di rosei grappoli le viti; quando [[Napoli|Partenope]], nella dolce estate, poteva dissetarsi all'acqua limpida e sana della Bolla e del Carmignano senza aver bisogno di badare al contatore; quando il sale, ammucchiato a ogni cantone, era libera preda {{sic|de'}} napoletani, che lo buttavano a manate nel ''zuffritto'' e sulle torte fumanti – tempo già fu in cui nacque, a [[Napoli]], {{sic|da'}} soliti poveri ma onesti genitori, ''[[Pulcinella|Pulcinella Cetrulo]]''.<ref>Da ''Il teatro'', Figure e paesi'', p. 15.</ref> *{{NDR|[[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]]}} La giornata era raggiante, piena di riso e di gaiezza: il mare e quella pace, deliziosa in tanta solitudine e in così profondo silenzio, sommovevano tutto un flutto d'idee. Lo spirito s'indugiava a rincorrerle tra le mille voluttà d'un quasi addormentamento. Come da un {{sic|secreto}} recesso dal cavo ombroso delle rocce che ci accoglieva contemplavamo l'uguale immensità dell'acqua, la sua sterminata superficie che, lontano lontano, a perdita di vista, raggiungeva l'arco del cielo. Una larga chiazza più azzurrina, quasi bluastra, tingeva l'acque, laggiù, sotto [[Capri]]. E vagamente appariva, con disegno quasi impreciso, l'isola tiberiana. Tutto il lontano era in una pace solenne, nell'immobilità d'uno scenario.<ref>(Da ''La canzone'', ''p. 52.</ref> *{{NDR|L'uccisione di [[Masaniello]] e lo scempio del suo corpo}} Triste storia, che, peculiarmente, dimostra come il popolo napoletano, la plebe per meglio dire, non abbia mai avuto una coscienza propria: abituata a servire, s'è macchiata, in servitù, fin del sangue suo stesso. Essa ha avuto sempre lo sciagurato destino degl'ignoranti e le sue lacrime postume non hanno cancellato mai più certe crudeltà e certi delitti i quali, tuttavia, la fanno più degna di pietà che d'odio.<ref>Da ''Masaniello'', p. 70.</ref> ==''Luci e ombre napoletane''== *Sulle rovine della trattoria di Solla, o meglio, della sua ''pagliarella'' famosa, sugli umidi terreni delle ''Paludi'' è sorto un [[Il Vasto|quartiere novello]] {{sic|co'}} suoi trenta colossali palazzi. Ed è venuto su davanti ai meravigliati occhi della gente di quartier [[Vicaria]] come in un racconto delle ''Mille e una notte'' sorge dalla fantasia di Sheherazade una reggia, rimpetto al palazzo d'[[Hārūn al-Rashīd|Harun–al–Rascid]].<ref>Da ''Antiche taverne'', p. 137.</ref> *{{NDR|[[Via Toledo]]}} [...] la gran fiera d'ogni agitazione, il teatro d'ogni passione tumultuaria e fuggevole, la rapida scena perenne d'ogni forma della vivacità partenopea.<ref>Da ''Il Quarantotto'', p. 144.</ref> *In verità, quanta somiglianza di costume tra {{sic|que'}} napoletani del tempo di [[Nerone]] e i napoletani del tempo nostro! Ecco [[Petronio Arbitro|Petronio]] che ci descrive un mercato di panni vecchi, così come oggi lo vediamo al ''Carmine'' e a ''Porta Nolana''; ecco il cantastorie, tolto di mira dagli ''[[scugnizzo|scugnizze]]'' del tempo; ecco una erbivendola che si [[Voci e gridi di venditori napoletani|sgola]] a un canto di strada; ecco Gitone e il barbiere d'Encolpio che, a braccetto, nella notte serena, se ne vanno a [[Crotone]] e cantano a distesa, o, come si direbbe adesso, a ''ffigliole''. Un cuoco, al famoso convito di Trimalcione, mette in tavola le lumache ''cum tremula taeterrimaque voce'' accompagnando la leccornia: e così ricordiamo il nostro ''maruzzaro''<ref>Venditore di lumache di terra o di mare o di frutti di mare.</ref>e la maniera e il tono di quel suo canto che s'indugia a vantare <nowiki>'</nowiki>''e maruzze<ref>Lumache di terra o di mare.</ref>d' 'a festa ca so' meglie d' 'e cunfiette''. E quante forme, quasi uguali, di locuzioni e d'apostrofi! Quelli antichi partenopei dicono ''urceatim plovebat'' e noi diciamo ''chiuveva a langelle'': dicono ''bonatus'', e noi diciamo ''abbunato''<ref>Bonaccione, semplicione. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016, p. 18. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>. Per dir ''tu non sei del bottone''<nowiki>Non appartieni alla nostra combriccola.</nowiki>quelli dicevano ''non es nostrae fasciae''; e la frase ''nescio cui terrae filius''<ref>Non so a chi tu sia figlio. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 2, p. 192</ref> tenea luogo di ''nun saccio a chi figlio 'e p...''; e ''nun aiza 'a capa 'a copp' 'o libro'' si diceva ''caput de tabula non tollit''. Le lievi ferite, all'uso nostro, erano medicate con la ragnatela... ''at Giton... primum aranei oleo madentibus vulnus... coartivit...'' Qualcuno diceva ''Dies nihil est, dum versas te nox fit''<ref>La giornata è breve, il tempo di girarti e rigirarti ed è notte. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 3, p. 192.</ref>: – e voleva dire: – <nowiki>'</nowiki>''a jurnata è corta: mentre ca te vuote e te ggire s'è fatto notte''. Ma che! Se non mi sbaglio anche il ''[[Pernacchia| vernacchio]]'' è greco. Parla non so qual tronfio oratore alla mensa trimalcionica ed ecco qualcuno che, all'ultime enfatiche parole del conferenziere, ''oppositaque ad os manu nescio quid tetrum exibilavit, quod postea graecum esse adfirmabat!''<ref>E portata la mano alla bocca, non so che cosa abbia sibilato di tetro che dopo abbia detto lingua greca. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 4, p. 192.</ref><ref>Da ''Fuorigrotta'', p. 192.</ref> *{{NDR|[[Luisa Sanfelice]]}} La retorica storica la proclamò una martire: e tale davvero ella fu, senza essere un'eroina, senza sentirsi giacobina, senza aver offerto alla vendetta, lunga e feroce di Ferdinando IV<ref>Ferdinando IV di Napoli, divenuto nel 1816 Ferdinando I delle Due Sicilie.</ref> e all'entusiasmo ardente e {{sic|apoteotico}} de' repubblicani {{sic|pruove}} manifeste così d'essersi associata alle nuove idee come d'aver caldeggiato la causa della libertà con la spesa della sua parola o de' suoi scritti.<ref>Da ''Luci ed ombre napoletane'', Francesco Perrella Società anonima editrice, Napoli, 1914, [https://archive.org/details/luciedombrenapol00digi/page/215/mode/1up ''La Sanfelice'', p. 215.]</ref> ==''Evocazioni e prose d'arte''== *Copioso d'assonanze e di ritmi il nostro [[dialetto napoletano|idioma]] popolare non pur seguitava, in quel secolo<ref>Il XVIII° secolo.</ref>, ad accarezzare l'orecchio, ma, con gli armonici elementi che conteneva, quasi generava in Napoli la incantevole e insigne scuola musicale che vi prosperò fino a tardi. Saporosa composizione di sentimentale e di burlesco esso s'attagliava così agl'{{sic|istromenti}} della piazza come alla delicata concordanza di due violini e di una spinetta: l'opera buffa era un poco in ogni manifestazione poetica e la nostra poesia dialettale suscitava, in {{sic|que'}} tempi, un riso spontaneo, figlio non del ragionamento o del giudizio ma di una natura espressiva.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 254.</ref> *Il nostro dialetto, fino al trecento, era stato ''scritto''. Lo aveva posto negli atti suoi pubblici la Cancelleria della Corte Aragonese, lo avevano usato le medesime opere letterarie di quel tempo, i poemi, le cronache, i trattati: ed esso era sembrato – e fu davvero – una lingua di tutte le voci più popolari e più vivaci, sincera, spontanea, facile per ogni comune necessità e accessibile a ogni uso e a ogni persona.<br>Appresso, tutto il secolo decimoquinto s'era continuato a giovare di quel pittoresco ed efficace vocabolario: ma già esso era sceso più basso, l'accademia [[Alfonso V d'Aragona|alfonsina]] già stimolava, nel quattrocento, le più singolari intelligenze, e il [[Chariteo|Cariteo]], [[Iacopo Sannazzaro]], [[Pietro Summonte]], [[Gabriele Altilio]] avevano per le mani la cosa pubblica e le lettere a un tempo.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 254.</ref> *[...] ecco dunque il nostro dialetto che davanti a un soffio così {{sic|novo}} e così classico<ref>Il riferimento è alla prospettiva culturale dischiusa dall'Umanesimo.</ref>s'arretra a mano a mano e finalmente, dopo quasi {{sic|dugento}} anni, ripara alla fonte primitiva che lo contenne, e torna a {{sic|que'}} rivi gonfi ed aperti i quali {{sic|da'}} loro facili margini già lo avevan visto traboccare e diffondersi. Ed eccolo dunque ridiventato, nel secolo decimosesto, cosa affatto particolare e propria della plebe, cosa più umile e però quasi spregiata e oscurata, ancora, dalla nobiltà dell'opera e della voce sopravveniente.<br>Ma l'anima popolana, la quale sente sempre il bisogno di manifestarsi, s'agitò pur allora. Ella, impaziente, frugò in fondaci e vicoli e strettole; ella ne snidò, fremente, i suoi poeti sinceri – e a questa gente povera ma ingegnosa, intinta ancora d'un non so che di letterario che l'addestrava a metri armoniosi o suonanti, a questa gente che non mai aveva asceso scale di principi o di università, l'anima popolana, quasi inebriata da tanto e così onorevole conflitto, disse: {{sic|Va}}, e parla, e canta pure in mio nome!<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', pp. 254-255.</ref> *Nel maggio del '900, sovvenuto nella città di Dante dalla cortese ospitalità del luogo, io non seppi non ricordare a' fiorentini la sentenza generosa che l'Alighieri si piacque d'esprimere in una delle sue opere minori: ''Con l'aiuto che Dio ci manda dal Cielo noi ci sforzeremo di dar giovamento al parlare delle genti volgari''. Questo egli disse, quando {{sic|pel}} primo, e con la divinatrice mente che rivolse pur alle prime questioni filologiche, andò radunando, e raccogliendo e sceverando ogni più sparso suono perché, come quasi stillati e mescolati, essi componessero per la nostra lingua armoniosa una concorde e sonora melodia.<br>E questo io ripeto ancora non perché già non numeri nella lingua nostra secoli di affermazione gloriosa e non abbia dato nitidi e vaghissimi attestati, ma appunto per osare di credere che da tanta ricchezza non sia per essere spregiata, ancor oggi, una dimessa voce, la quale pur offerse all'Italia la più antica {{sic|pruova}} di sé: una voce che serbò quasi intatto il suo suono e che se ne vuol giovare, agli anni nostri, per dir cose che pur appartengono alla Verità e alla Vita.<ref>Da ''Poesia dialettale napoletana'', p. 257.</ref> *{{NDR|Gli [[Scavi archeologici di Pompei]]}} All'archeologo, all'artista, al frettoloso ''touriste'' questo spettacolo non cessa, sì, di offrire, ogni volta che n'è interrogato, la svariata quantità e qualità de' suoi particolari, materia di studio e conoscenza dell'antico, materia di raro allettamento estetico, d'insospettata e immensa sorpresa. Ma, quasi antevedendo tali future esplorazioni e le mille e mille insaziate interrogazioni onde sarebbero stati oggetto quelle mura superstiti, questi incliti edifici, queste case stesse di cui si continua a frugare ogni giorno la più riposta intimità, l'ospite filosofico di tanti gaudenti e spensierati suoi commensali non ha voluto forse lasciare scritta sulla parete del suo triclinio, come un freddo monito, la frase secca e definitiva che or io leggo con un sussulto, da che mi pare che risponda alla segreta, peripatetica domanda che mi sono rivolta poco fa? ''Fugge il [[tempo]], e non merita fede. Perisce ogni cosa, e tante volte neppur ne rimane il ricordo. Il futuro è un mistero. E tu non confondere la tua esistenza con cercare di conoscerlo...''<ref>Da ''La via dell'abbondanza'', p. 258.</ref> *{{NDR|Via dell'Abbondanza nell'antica Pompei}} Chi consideri questa strada pittoresca da' policromi aspetti delle sue due pareti – quasi ininterrottamente istoriate, disseminate di figure grandi e di figurette assai gentilmente e argutamente dipinte, di indicazioni e chiarimenti ai passanti, di additazioni di candidati a pubblici offici, di salaci motti popolareschi perfino – la potrà, se mai, paragonare a una di quelle folte viuzze giapponesi ove tutto è luce e colore; ove, di su le botteghe infronzolite, pendono le più immaginose leggende illustrate; ove panneggiamenti e arazzetti e banderuole e fanali multicolori allungano festosamente la lor bizzarra infilata fino al punto in cui pare che, nel lontano, la via si restringa e si concluda.<br>Immaginate, rivestendo con la vostra riarchitettazione opportuna tutto quel che ora è presso che spogliato e ripopolando questa via, così frequentata una volta, delle figure umane che vi passavano, immaginate, dunque, quel traffico, quel viavai, quel continuato riempirsi e svuotarsi di questa principale arteria della felice ''Colonia Venerea'', e la coglierete nel suo ritmo più pulsante e sonoro.<ref>Da ''La via dell'abbondanza'', pp. 259-260.</ref> *{{NDR|[[Raimondo di Sangro]]}} Quell'uomo fu di grande ingegno e di grandissimo spirito: se non mi sbaglio, si valse dell'una cosa più per diletto proprio che per altro, e dell'altra usò per burlarsi un po' di tutti.<br>È anche, e specie per questo, ch'egli ha meritato di passare alla posterità.<ref>Da ''Un signore originale'', p. 270.</ref> *{{NDR|Su [[Francesco Proto]]}} Due mesi prima, in un buon giorno di sole, il povero vecchio uscì da quella camera per rivedere, ancora, una volta, il suo studiolo, ove, finalmente, era {{sic|riescito}} a porre in assetto i suoi libri e ad ordinare le sue carte. Ve lo ritrovai, quel giorno, sprofondato in una poltrona, presso all'aperta finestra. Un mormorio confuso saliva, da lontano, alla pace de' balconi fioriti, alla gran pace silenziosa del Palazzo Cellammare: egli ascoltava – con la bocca schiusa, col corpo lievemente proteso, con le mani spiegate su' bracciali della poltrona – la voce della città, quella voce alla quale s'eran dianzi mescolati i suoi caratteristici urli di meraviglia, le sue schiette e {{sic|romorose}} risate, i suoi scoppii {{sic|approbativi}} che mettevano in curiosità e in subitaneo stupore i marciapiedi di Chiaia e di Toledo. <br />Ascoltava, ascoltava, estatico: s'abbeverava avidamente di quel soffio di vita e un tremor nervoso lo pervadeva tutto. Solo: or egli era solo, là dentro, egli che era stato tanto con ogni cosa viva e con tutti. E, pian piano, il suo povero corpo s'abbandonò, le mani scivolarono su pe' bracciuoli, la testa reclinò, triste, sul petto. <br />– Duca?<br />– Oh... figlio... buon giorno...<br />– Come state?<br />Egli sorrise. E disse, piano, nel silenzio, mentre pur i {{sic|romori}} esterni parevano sopiti, disse napoletanamente:<br />– ''Nun vide? Sto murenno''... <ref>Non vedi? Sto morendo...</ref><ref>Da ''Il duca di Maddaloni'', p. 283.</ref><ref>Dalla necrologia per Francesco Proto; citato, con alcune varianti, in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. III, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 81. Croce cita il testo in questa forma: "Due mesi prima, in un buon giorno di sole, il povero vecchio uscì da quella camera per rivedere ancora una volta il suo studiolo, ove, finalmente, era {{sic|riescito}} a porre in assetto i suoi libri e ad ordinare le sue carte. Ve lo ritrovai, quel giorno, sprofondato in una poltrona, presso all'aperta finestra. Un mormorìo confuso saliva, da lontano, alla pace de' balconi fioriti, alla gran pace silenziosa del Palazzo Cellammare: egli ascoltava – con la bocca schiusa, col corpo lievemente proteso, con le mani spiegate su' bracciuoli della poltrona – la voce della città, quella voce alla quale s'eran dianzi mescolati i suoi caratteristici urli di meraviglia, le sue schiette e {{sic|romorose}} risate, i suoi scoppî {{sic|approbativi}} che mettevano in curiosità e in subitaneo stupore i marciapiedi di Chiaia e di Toledo. <br />Ascoltava, ascoltava, estatico: s'abbeverava avidamente di quel soffio di vita e un tremor nervoso lo pervadeva tutto. ''Solo:'' or egli era ''solo'', là dentro, egli che era stato tanto con ogni cosa viva e con tutti. E, pian piano, il suo povero corpo s'abbandonò, le mani scivolarono su pe' bracciuoli, la testa reclinò, triste, sul petto. <br />– Duca?<br />– Oh... figlio. {{sic|..}} buon giorno...<br />– Come state?<br />Egli sorrise. E disse, piano, nel silenzio, mentre pur i {{sic|romori}} esterni parevano sopiti, disse, napoletanamente:<br />– ''Nun vide? Sto murenno''..." </ref> *Quelle sono, a parer mio, le [[Opera d'arte|opere d'arte]] più impressionanti le quali in coloro che, dopo d'averne rilevato tutto il fascino, se ne sono allontanati lasciano un punto impaziente e quasi tormentoso, l'eco, vorrei dire, di quella fiduciosa voce dell'artista il quale par che desideri di continuare il suo sogno nell'anima degli altri e dica loro: Cercate...<ref>Da ''Domenico Morelli'', p. 293.</ref> *L'arte di tutti costoro<ref>Gli artisti della Scuola di Posillipo.</ref>, è vero, fu solamente oggettiva, ma contenne seduzioni immediate. La ''macchia di colore'' che sulle piccole, piccolissime tele del Pitloo era il segno particolare delle sue impressioni istantanee, coglieva per altro tutta quanta l'animazione poetica, l'armonia delicata e misteriosa del vero, i suoi contrasti, la sua rudezza e la sua dolcezza – e così felice era sempre la scelta, così aggiustata e così nuova, che la verità naturale sembrava una meditata architettazione, e quel brano di realtà, che pur conteneva in se stesso ogni elemento armonico di colorita poesia, la creazione, addirittura, d'un artista immaginoso.<ref>Da ''Edoardo Dalbono'', p. 296.</ref> *Nel punto in cui, davanti alla ferrea porta del vecchio Istituto di Belle Arti, Palizzi e Morelli {{sic|scotevano}} il loro labaro di verità e di rinnovazione e {{sic|riescivano}} a trargli appresso fin gli scolari più devoti agli accademici, quel qualcuno principiava la sua cara fatica, e si preparava, solitario, a divenire l'artefice incantevole e raro della più meravigliosa finzione. Poeta sensibile, artista e pittore di razza, squisito raccontatore dell'eterna favola dell'arte, questo suo genio amabile si chiamò [[Edoardo Dalbono]].<ref>Da ''Edoardo Dalbono'', pp. 297-298.</ref> *È questo un gran canone di arte, benché semplice, e tanto spesso negletto. Senza idea non {{sic|ci è}} arte; e l'artista che rinuncia a mettere nell'opera sua la sua idea, rinuncia a metterci quello che lo fa artista; ma senza realtà non {{sic|ci è}} comunicazione possibile fra l'artista e gli altri uomini, i quali, per alzarsi fino dove l'artista vuol sollevarli a volo, non possono esser presi che per il lato umano, che è comune a loro e a lui. E nel concepimento dell'opera d'arte deve precedere il senso del reale; perché è il reale che dà la sostanza: l'ideale la purifica e la corregge mediante la forma.<ref>Da ''Una difesa del realismo'', p. 302.</ref> *[...] il simbolismo è proprio delle religioni, e non dell'arte; e soltanto quando l'arte trova un sussidio potente nel sentimento religioso, si può con vantaggio servire del simbolo, per eccitare passioni e sentimenti.<ref>Da ''Una difesa del realismo'', p. 302.</ref> *{{NDR|Su [[Vincenzo Gemito]]}} Guardate il ritratto di [[Mariano Fortuny y Madrazo|Fortuny]], guardate quelli del [[Domenico Morelli (pittore)|Morelli]] e del [[Giuseppe Verdi|Verdi]], e vi cercherete invano le linee determinate, il segno preciso e scolastico, l'insistenza, l'incasso palese dell'occhio, l'osservativo scrupolo di quei dati somatici che sono dei più studiati e accarezzati dalla plastica, intransigente, freddo, se pur limpido specchio dell'essere. Eppur nulla è più appariscente e più vivo di quel viluppo che sembra oscuro e non è; nulla è più parlante, nulla è più fuso e più molle, e da nessuna cosa mai come da queste, che vogliono essere la reincarnazione d'una persona, si parte come un respiro, un caldo soffio di vitalità.<ref>Da ''Vincenzo Gemito'', p. 307.</ref> =='' 'O voto''== ===[[Incipit]]=== Atto primo<br>''Scena prima''<br>''Al levarsi della tela è un gran movimento nella piazzetta. Davanti alla bottega di'' Vito Amante ''si affolla la gente e si pigia per guardarvi''. [...] ''Come la tela si leva'' Nunziata, ''che si trae dietro la ragazzetta'' Teresina, ''le parla in fretta davanti alla scena. La gente continua a sopraggiungere dai vicoli, è a chiosare, e a fermarsi''.<br><br>'''Nunziata''': (''a Teresina'') Va, curre| È capito? Addà don Liborio 'o farmacista, 'a vutata d' 'o vico! Duie solde 'e mistura d' 'e quatte sceruppe...<br>'''Teresina''': (''lasciando cadere i due soldi nel bicchiere'') Duie solde 'e mistura?...<br>'''Nunziata''': D' 'e quatto sceruppe! (''Teresina via, correndo. Nunziata le grida appresso:'') Addù don Liborio!...<br>'''Sufia''': (''fermandola pel braccio'') Nunzià, ch'è stato?<br>'''Nunziata''': È benuta na cosa a don Vito 'o tintore... Premmettete...<br>(''Corre alla tintoria''). ===Citazioni=== *'''Vito''': (''con voce piena d'emozione'') Ah, Giesù Cristo mio! (''Si sberretta. Tutti si sberrettano. Le donne fanno gruppo. Gente alle finestre. Quelle della mala casa si schiudono e qualche figura appare di sotto le persiane.'') Io a vuie mm'arraccumanno!... (''Cade lentamente in ginocchio. A uno a uno tutti si piegano o s'inginocchiano. Appare, in questo, dal vicolo a destra, donn'Amalia, s'arresta, sorpresa, e ascolta.'') Io a te mm'arraccumanno cull'ànema e c' 'o cuorpo! Tu mm' aie da scanzà, tu mm'aie libberà, e p' 'e patimente ca 'e patuto e pe sta curona 'e spine... (''levandosi risoluto, il braccio teso verso il Cristo, il berretto nella mano''). Io te faccio 'o voto 'e levà na femmena d' 'o peccato! (p. 18-19) *L'invito è na cosa e l'interesse è n' ata. (p. 72) ==''Per la storia del brigantaggio nel Napoletano''== ===[[Incipit]]=== Qualche mese fa, discorrendo in caffè col dottor Penta, uno de' più valorosi e perspicaci psichiatri ch'esercitano a Napoli la loro illuminata professione, egli, a un punto, mi mostrò – l'aveva avuta proprio in quel giorno – la suggestiva pubblicazione del capitano Eugenio Massa, intitolata ''Gli ultimi briganti della Basilicata'' e peculiarmente dedicata a' due famosi banditi [[Carmine Crocco|Crocco]] e Caruso.<br/> - Ecco Crocco – mi diceva il Penta, puntando l'indice sul ritratto del feroce brigante, posto, con quello del Caruso, a fronte del libro. – L'ho conosciuto a Santo Stefano, nel 1886, e l'ho, come si dice, pur intervistato laggiù. Ricordo d'aver guardato ne' registri di quel Bagno Penale e d'avervi letto, a proposito di lui, ch'egli era stato condannato alla galera a vita per non meno di settantaquattro reati, tra omicidii, grassazioni, ricatti ''et similia''. ===Citazioni=== *Il brigantaggio del novantanove fu dunque veramente politico. Furono veramente e studiatamente assoldati nelle file de' realisti que' banditi che poco prima avevano tenuto la prigione o le selve: un fondo pittoresco disegnò, in seguito, a ridosso di quelle figure quasi eroiche, la facile immaginativa de' romanzieri; Fra Diavolo percorse, nel suo costume schilleriano, non pur tutte le Calabrie e la Puglia, ma tutta la letteratura del secolo nuovo. E col ripristinato governo, che quasi rifaceva a suo profitto e in sua difesa le coscienze e i caratteri, ebbe gloria cavalleresca e ammirazione e vanto illustrativo fin nelle più piccole borgate, ove ogni bella contadina sognava d'esser rapita dall'irresistibile cavaliero e portata a dosso del suo cavallo focoso. *Le condizioni economiche de' contadini del Napoletano intorno al 1860 erano tali, ripeto, da quasi giustificare gli eccessi briganteschi: l'uomo della campagna era un ilota malamente remunerato, oppresso dalla fatica perenne e dura, maltrattato, roso dall'usura e dall'odio. ==Poesie== *''E menato ncopp' 'o lietto | guardo, guardo nnanze a me... | Tengo 'o sole de rimpetto | dint' 'o core tengo a tte''. (da ''Cuntrora'', ''Voce luntane'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''E buttato sul letto | guardo, guardo davanti a me... | Tengo il sole dirimpetto | dentro al cuore tengo a te''. {{Int|''Canzone''}} *''Quanno sponta la luna a Marechiare | pure li pisce nce fanno all'ammore | se revotano ll'onne de lu mare, | pe la priezza cageno culore, | quanno sponta la luna a Marechiare...'' (da ''A Marechiaro'', ''Canzone'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''Quando spunta la luna a Marechiaro | Anche i pesci lì fanno all'amore | si rivoltano sulle onde del mare | per la contentezza cambiano colore | quando spunta la luna a Marechiaro''... *''Era de [[maggio]] e te cadeano nzino | a schiocche a schiocche li ccerase rosse, | fresca era ll'aria e tutto lu ciardino | addurava de [[Rosa (fiore)|rose]] a ciente passe.'' (da ''[[:s:Era de maggio|Era de maggio]]'', ''Canzone'', 1885) :Era maggio e ti cadevano addosso | a grappoli le ciliege rosse, | fresca era l'aria e tutto il giardino | odorava di rose a cento passi. *''Comme a stu suonno de marenare | tu duorme, Napule, viat' a tte! | Duorme, ma nzuonno lacreme amare | tu chiagne, Napule!... Scétete, scé'!...'' (da ''[[:s:Luna nova|Luna nova]]'', ''Canzone'', 1885) *''E vota e gira, 'a [[storia]] è sempre chessa''. (da ''E vota e gira!...'', citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 206) {{Int|''Ariette e sunette''}} *''Nu pianefforte 'e notte | sona luntanamente, | e 'a museca se sente | pe ll'aria suspirà. || È ll'una: dorme 'o vico | 'ncopp'a sta nonna nonna | 'e nu mutivo antico | 'e tanto tiempo fa. || Dio, quante stelle ncielo! | Che luna! E c'aria doce | Quanto na bella voce | vurrìa sentì cantà. || Ma sulitario e lento | more 'o mutivo antico; | se fa cchiù cupo 'o vico | dint'a ll'oscurità. || Ll'anema mia surtanto | rummane a sta fenesta. | Aspetta ancora. E resta, | ncantànnose, a penzà.'' (''Pianefforte 'e notte'', ''Ariette e sunette''<ref>Citato in Angelo Gianni, Mario Balestrieri e Angelo Pasquali, ''Antologia della letteratura italiana, {{small|Per le scuole medie superiori con introduzioni sugli aspetti della società e delle lettere}}'', vol. III, parte seconda, p. 196.</ref><ref>Con alcune differenze ortografiche in ''Poesie'', [https://wikisource.org/wiki/Page:Poesie_-_Salvatore_di_Giacomo.djvu/255 p. 251]</ref>) *''Rosa, si chiove ancora | nun t’ammalincunì, | ca d' 'o bontiempo ll’ora |sta prossema a venì. || Nun vide? ’E luce ’e sole | luceno ’e st’acqua ’e file; | è 'a morte d’ ’e vviole, | so’ ’e lacreme d’Abbrile. || Ma mo cchiù ffresca e ffina | ll'aria se torna a fa'... | Meh !... A st’aria d’ ’a matina. | Rosa, te può affaccià. || Aràpe ’e llastre : aràpe | sta vocca piccerella | addó sulo ce cape''<ref>C'entra.</ref>'' | nu vaso o na resella: || canta: chist’ è ’o mumento; | tu cante e io, chiano chiano, | mme faccio 'a barba e sento, | cu nu rasulo mmano. || E penzo: «’A ì ccà''<ref>Eccola.</ref>''; s'affaccia... | Mm’ ha visto... Mme saluta ...» | E c' ’o sapone nfaccia | dico: – Buongiorno, Ro'!...''(''Buongiorno, Ro'!'', ''Ariette e sunette''.<ref>Gianni, Balestrieri e Pasquali, pp. 195-196.</ref><ref>In ''Poesie'' [https://wikisource.org/wiki/Page:Poesie_-_Salvatore_di_Giacomo.djvu/271 pp. 266-267]</ref>) *''[[Marzo]]: nu poco chiove | e n'ato ppoco stracqua: | torna a chiovere, schiove, | ride 'o sole cu ll'acqua, | Mo nu cielo celeste, | mo n'aria cupa e nera: | mo d' 'o vierno 'e tempeste, | mo n'aria 'e primmavera.'' (da ''[[:s:Marzo|Marzo]]'') *''Vocca addurosa e fresca, | vocca azzeccosa e ddoce, | addò c' 'o tuoio se mmesca | stu sciato, addò la voce | è musica, è suspiro, | è suono cristallino...'' (da ''Vocca addurosa'', ''Tutte le poesie'', Newton Compton editori, 1991) :''Bocca profumata e fresca, | bocca appiccicosa e dolce | dove col tuo si mischia | questo fiato | dove la voce | è musica, è sospiro, | è suono cristallino''. {{Int|''Canzone e ariette nove''}} *''D' 'a cchiesia 'e san Pascale | 'a campana, ca sona | — cu nu suono argentino — | a mmatutino, | a poppa e a prora | sceta chi dorme ancora | ncopp' 'o vuzzo e ’o vasciello | d' 'o [[Portici|Granatiello]]. | E, tutto nzieme, se sente na voce: | «Ccà sta Teresenella 'a purticesa! | Ddoje pe nu rano 'e purtualle doce! | E so' meglio d' 'e fravule 'e cerase!...» || 'A campana d' 'a cchiesa | mo sona — cu nu suono | ca fa malincunia — | l'avummaria. | Sciso è int'a ll'onne | 'o sole — e s'annasconne: | 'a vela 'e nu vasciello | pare ca luce, ncopp' 'o cielo d'oro | d' 'o Granatiello... | E, int' 'o silenzio, se sente na voce: | «Ccà sta Teresenella 'a purticese! | Ddoje pe nu rano 'e purtualle doce! | E so' meglio d' 'e fravule 'e cerase!..»'' (''[[:s:Doje «purticese»|Doje purticese]]'', ''Tramonto a Puortece'', II, ''Ariette nove'', 1916, pp. 77-78) *''[[grillo|Arillo]], animaluccio cantatore, | zerri-zerre d' 'a sera | ca nun te stracque maie, | addo' te si' annascosto? | 'A do' cante? Addo' staie?... | Passo — e te sento. | E me fermo a sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì! Zicrì! |Zicrì! | E me pare ca staie | (mmiez'a ll’èvera nfosa) | sott'a sta funtanella, | e int'a stu ciardeniello | ummedo e scuro | d' 'o [[Piazza del Municipio (Napoli)|llario d' 'o Castiello...]] | E cammino... E mme pare | ca no: ca staie ntanato | dint'a nu pertusillo | 'e nu spicolo 'e muro... | O, chi sa, si' sagliuto | ncopp'a na petturata 'e na fenesta, | e te si' annascunnuto | mmiez' a na testa 'aruta | e n'ata testa... | . . . . . . . . . . . . . . . . . . | Sera 'e settembre — luna settembrina, | ca int' 'e nnuvole nere | t'arravuoglie e te sbruoglie |e 'a parte d' 'a marina | mo faie luce e mo no — | silenzio, nfuso | quase 'a ll’ummedità — | strata addurmuta, | (ca cchiù scura e sulagna | quase s'è fatta mo, | e ca sento addurà | comm'addorano 'e sera | cierti strate 'e campagna) — | arillo, | ca stu strillo | mme faie dint' 'o silenzio | n'ata vota sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì! | accumpagnate 'a casa | stu pover'ommo, | stu core cunfuso, | sti penziere scuntente, | e st'anema ca sente | cadé ncopp'a stu munno | n'ata malincunia | chesta 'e ll’autunno... —'' (''[[:s:Canzone e Ariette nove/Ariette nove/Arillo...|Arillo, animaluccio cantatore...]]'', ''Ariette nove'', 1916, pp. 96-98) *''’O core d’ ’a femmena | è comme a na lettera nchiusa. | chi maie ce po’ leggere? | Chi ’o po’ scanaglia?''<ref>Scandagliarlo, scrutarvi.</ref>'' | Mo abbruscia — mo spánteca — mo piglie e t’ammenta''<ref>Inventa.</ref>'' na scusa, | pe nun te fa ntènnere | ca sta p’avutà... | E tu | pigliatillo | accussì, | comm’ i’ | ll’ accetto e mm’ ’o piglio... | Vuo’ sentere? | E siente | nu buono cunziglio. | Cuntentete ’e nun sapé | niente.'' (da ''[[:s:E tu pigliatillo...|E tu pigliatillo...]]'', ''Ariette nove'', 1916, p. 101) ===Citazioni sull'arietta ''Arillo''=== *L'autunno darà i suoi colori d'addio all'ultimo dei più puri canti di Salvatore Di Giacomo: la piccola ode al grillo «animaluccio cantatore» la cui voce va mutando d'attimo in attimo il suo spazio vocale. Un'altra malinconia – dice il poeta –, quella di autunno, cade nell'anima. E certo questa caduta è il senso digiacomiano della morte. Dove canta il grillo? nell'erba bagnata sotto la fonte? in una fenditura allo spigolo di un muro? o forse tra una «testa d'aruta» e un'altra «testa» di fiori?<br/>''Sera 'e settembre — luna settembrina, | ca 'int' 'e nnuvole nere | t'arravuoglie e te sbruoglie |e 'a parte d' 'a marina | mo faie luce e mo no — | silenzio, nfuso | quase 'a ll’ummedità — | strata addurmuta, | (ca cchiù scura e sulagna | quase s'è fatta mo, | e ca sento addurà | comm'addorano 'e sera | cierti strate 'e campagna) — | arillo, | ca stu strillo, | mme faie dint' 'o silenzio | n'ata vota sentì... | Zicrì! Zicrì! | Zicrì!''<br>Quanto alta si è levata questa musica dimessa e sottovoce! una mestizia panica è ora nel canto, e l'arte affina il metro a tal nuova pronunzia che le sillabe si iscrivono in un ideal pentagramma: e sempre più la voce s'è fatta pura, come incavandosi nella sostanza del silenzio. Gli strumenti di Piedigrotta son dunque sonati dagli angeli-musici del [[Beato Angelico]]? e le [[Muse]] del Parnaso [[Raffaello Sanzio|raffaellesco]] cantano gioiose la canzone e l'arietta napoletana di Salvatore Di Giacomo. ([[Francesco Flora]]) ==''Storia del Teatro San Carlino''== *{{NDR|Giuseppa Errico, ''Donna Peppa'', moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito}} La Errico ebbe sette figli: Gaetano, Davide, Pasquale, Antonio, Michela, Adelaide e Rosa. I primi quattro erano così definiti da don Salvatore loro padre: Gaetano ''{{sic|o'}} francese'', Davide ''<nowiki>'</nowiki>o gesuita'', Pasquale l''<nowiki>'</nowiki>ingrese'' e ''Totonno ''<ref>Diminutivo di Antonio.</ref>.'' 'o pazzo''. Quest'ultimo, ch'era il più intelligente, otteneva dalla madre tutto quel che volesse, pur non essendo il più meritevole de' quattro. Ma ''Donna Peppa'' diceva: – '''E mamme so' comme 'e nnammurate; vonno cchiù bene a chille figlie ca lle danno cchiù muorze amare.'' (p. 838) *La famiglia Petito, finché visse ''Donna Peppa'', non si sbandò. Sedevano don salvatore e i figliuoli, nell'ora del pranzo, a una sola tavola e ''Donna Peppa'' andava intorno scodellando la minestra in ogni piatto. Però il suo tondino restava vuoto. E allora ella rifaceva il giro della tavola e da ogni piatto ricolmo toglieva una cucchiaiata pel suo. Questa e lo spendere in una giornata tutto quanto avesse guadagnato la sera avanti erano tra le sue più vecchie abitudini. Liberale, benefica, affettuosa, ella dava perfino le sue vesti per carità, ma pagava, con grande esattezza, i suoi trenta ducati al mese, per la casa e pel teatro, ai Maisto, i quali, ogni capodanno, ricevevano, assieme al denaro, un sonetto augurale, scritto da Salvatore Petito, ora in dialetto, or in una lingua che don Salvatore credeva che fosse italiana. (p. 838) *Nel 1850 ''Donna Peppa'', nata nel 1792, contava cinquantotto primavere, ma, sempre vegeta e forte, non mancava di scendere ogni sera al teatro e rimanervi fino alla mezzanotte. In quell'ora, a uno a uno, il marito e i figlioli rincasavano da ''San Carlino'' e dalla ''Fenice'', stanchi, rauchi, con ancor sulle gote e agli angoli delle palpebre le tracce del trucco. In camera da pranzo un'insalata d'indivia li aspettava nella penombra. Il palazzo Maisto dormiva. Per la via deserta era la pace della notte, a cui di volta in volta, si confidava, mormorando, il mare. E ora attorno alla tavola, ''Pulcinella'', l'amoroso, la servetta, l'ingenua e il caratterista tranquillamente cenavano, chiacchierando e motteggiando. Coi gomiti sulla tavola, il mento nelle palme delle mani, senza toccar cibo, ''Donna Peppa'' ascoltava e sorrideva, vera dea madre, contemplante la felicità familiare e, a poco a poco, appisolandosi. (pp. 839-840) *Il 1848 era alle porte, ma pareva che nessuno lo sospettasse; Napoli ha sempre di queste placide esteriorità: l'interno lavorio non offusca il suo aspetto e neppur le più grandi disgrazie valgono a mutarne la fisionomia. Con un grano, in quegli anni, il lazzarone era quasi ricco, e una piastra ballonzolante nella saccoccia del panciotto a un borghese gli conferiva l'aria della più grande superiorità. L'allegra povertà, in pieno possesso della strada, vi si sciorinava al sole; il facchino appisolato, a un angolo, in una cesta, schiudeva, di volta in volta, gli occhi e tranquillamente, abituato a posare, contemplava il forestiero, inglese o francese, che, {{sic|impiedi}}, davanti a lui, pigliava note in un taccuino. Le solite baldorie per le feste de' soliti suoi santi occupavano la gente de' quartieri inferiori – come anche adesso la occupano – ma pareva che un senso di caricatura fosse pur penetrato dal giornale fin nella plebe. (pp. 868-869) *{{NDR|[[Antonio Petito]]}} L'attore era veramente grande, la sua figura illuminava tutta la scena, riempiva tutti i vuoti, raccoglieva tutte le emozioni e gli interessamenti; così le volgari stupidaggini della commedia petitiana e il suo difetto d'umanità scomparivano in un godimento che pervadeva tutto il pubblico e durava ancor fuori del teatro: una felicità che accompagnava fino a casa gli spettatori, e lasciava ancora sorridere, nel sonno, le loro labbra dischiuse. (p. 904) *L'epoca del piccone cominciò {{sic|a'}} 6 di maggio del 1844, e dopo qualche mese non rimaneva più, al posto del teatro, se non un cumulo di pietre. Su quelle rovine pianse, lungamente, tutta Napoli, memore delle ore deliziose passate in quel torrido fosso, tenera de' ricordi quasi classici che quel teatro avea tramandati, con la storia sua e de' suoi comici e dei suoi frequentatori, in tre o quattro generazioni partenopee. Spariva, difatti, un monumento napoletano, l'Eldorado della gaiezza spariva e la improvvisa e insospettata soppressione era lamentata qui come da per tutto, poi che erano state accessibili a tutti le forme comiche nostrane e nel teatrino di ''[[Teatro San Carlino|San Carlino]]'' era stata internazionale la risata. (p. 914) ===[[Explicit]]=== Se v'è cosa bella ed alta e onorevole questa è l'[[arte]] davvero. Ed ella non accoglie fratellanze volgari, non tollera ammonimenti insinceri, non s'adombra per voci petulanti.<br>Se arte è – da sola vive, s'esalta e s'illumina. ==''Taverne famose napoletane''== ===[[Incipit]]=== L'idea d'occuparmi delle antiche taverne di [[Napoli]] mi nacque, recentemente, nella queta e pittoresca casa d'un vecchio e illustre artista napoletano, il commendatore don [[Consalvo Carelli]], nestore de' pittori suoi concittadini e operoso, immaginoso, fervente e vibrante come il più giovane di costoro. È al Carelli che ''Napoli nobilissima'' ed io dobbiamo gli acquerelli i quali coloriscono, nella parte più vicina a noi, questo mio scritto di topografia aneddotica: nessuno, meglio di lui, avrebbe potuto illustrarlo con più autentici documenti e, a un tempo, con maggior grazia di tratto e di spirito grafico. Nel professarmi pubblicamente tenuto al chiaro uomo – l'unico superstite di quella scuola famosa che fu detta ''di Posillipo'' – entro subito in materia. ===Citazioni=== *Gli ''smargiassi'', guappi del tempo, con l'''alberuzzo'' di teletta sulle spalle, con ''cosciali'' e calze di ''stamma'' legate con ''cioffe'' e ''sciscioli'', col cappello impennacchiato e ricco di ''passavolanti'' si pigliavano a braccetto or le donne or gli amici soldati e in comitiva si scantonava laggiù al ''Crispano'', ove di tra la verde rete d'un pergolato brillavano fiammelle di lucerne appese e di ''parattelle'' – (ch'erano scodellette piene di sego nel quale si reggeva un grosso stoppaccio acceso) – illuminazione primitiva di cui si giovavano pur i teatri, specie per le ribalte. (p. 33) ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''A «San Francisco»''=== La tela si leva lentamente. Quando è a metà del palcoscenico s'ode una voce interna cantare malinconicamente da un altro camerone.<br> ''Rafele'' e ''Cicciariello'', seduti sulle tavole di un letto, giocano a carte e fumano.<br> ''Federico 'o pittore'' e ''Totonno'' seggono sulle tavole di un altro letto: il secondo stende il braccio destro denudato e il primo glie lo va tatuando con un ago e col nerofumo. Il ragazzo ''Luigiello'', accosto ad essi, osserva curiosamente l'operazione.<br> ''Don Gennaro 'o cusetore'' è occupato a scrivere, con la matita, de' numeri in un libriccino. Siede sulle tavole del primo letto a sinistra dello spettatore.<br> Steso sul suo letto, col capo poggiato sui materassi ravvoltolati, ''Peppe Pazzia'' dorme. Sotto al suo letto è una brocca, tra un fiasco di vino e un paio di scarpe.<br> È sera. Tutti tacciono. <poem>'''La voce interna''': ''A San Francisco'' ''mo' sona 'o risveglio,'' ''chi dorme e chi veglia,'' ''chi fa nfamità!...''</poem> '''La voce interna di un carceriere''': Silenzio!... (''e al tempo stesso s'ode un romore come di porta alla quale si batta violentemente''). ===''L'ignoto''=== Sul ''Piazzale di Porta Roma'' erano poche persone. Era deserta la via del laboratorio pirotecnico, deserta la via di faccia ad essa, ove, sul principio, è la semplice e nuda fabbrica dell'Arcivescovado a cui seguono altre fabbriche basse e la ''Riviera Casilina'', recinta da una fila di casette rossastre.<br> L'ora del tramonto avanzava. Un lume dorato che poc'anzi avea tutto infiammato, nel lontano, il fuggevole dosso de' Tifati si raccoglieva in coda a' monti, ove la terra e la collina s'univano e pareva che l'ultima arborea decorazione di quelle gobbe immani sprofondasse nell'immensa e aperta campagna, verso Roma lontana. Tutto intorno taceva di quel triste silenzio invernale che pesa su Capua, città di chiese e di caserme. ===''Mattinate napoletane''=== <div align=right>''Napoli, Marzo 1885''</div> CARISSIMO PAOLO,<br> Io non ho, qui a Napoli, con chi sfogare certe mie piccole pene, che mi pare abbiano tutta la buona intenzione di rimanersene meco alloggiate, in questa cameretta mia solitaria. Non ho stretto amicizia con nessuno, apposta per non dare a nessuno il modo di subitamente allontanarsi da me per qualche improvvisa scappatella che mi facesse il morboso carattere mio. Vivo solo e tranquillo in questa mia stanza, dalla quale esco a prima ora di mattina per trovarmi all'Istituto, e un po' a sera, col tempo buono, per avvelenarmi con una chicchera di caffè e con un sigaro ''napoletano''. Il [[caffè]], per acquaccia nera che sia, mi permette di studiare e di leggere fino a notte avanzata, e ciò mi fa bene, lasciandomi dimenticare, sviando il pensiero e interessandomi a qualche cosa ''fuori di me stesso''. ===''Novelle Napolitane''=== Giugno mite, dolcissimo, avea sorriso alle cose con l'ultima sua tepida giornata. Il piccolo vecchio sedeva in una pur vecchia poltrona ancora pienotta, nell'angolo della finestra. Le mani carezzavano i pomi dei bracciuoli; leggermente china la testa sul petto, gli occhi socchiusi, egli era vinto da un languore, nella rosea poesia del tramonto. ==Citazioni su Salvatore Di Giacomo== *[[Benedetto Croce|Croce]] elevò Di Giacomo a poeta nazionale, assoluto, liberandolo da una caratterizzazione «dialettale», in virtù del superiore valore della [[Poesia]], che non può essere definita in generi, ma in quanto arte può soltanto essere sottoposta a giudizio estetico: quella di Di Giacomo non è poesia dialettale, ma Poesia «senz'altro». ([[Vincenzo Regina]]) *Il linguagguio dialettale esprime nella dignità linguistica e nell'orchestrazione del ritmo ogni commozione del poeta e nel variare del timbro dà ragione della vasta scala di sensibilità di cui era capace Di Giacomo. ([[Raffaele Giglio]]) *Il segno più originale della presenza di Salvatore Di Giacomo nella «belle époque» partenopea, sta nella sua sdegnosa estraneità alle mode letterarie che imperversavano in quell'epoca: il classicismo professorale di [[Giosuè Carducci|Carducci]], il patetico decadentismo di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] e di [[Sergio Corazzini|Corazzini]], l'immaginifico barocchismo di [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], che pure a [[Napoli]] era di casa. Chino sul foglio bianco come un grande artigiano, don Salvatore si isola dal frastuono delle gazzette e dei salotti, dedicandosi piuttosto a portare ad estrema perfezione uno strumento personale che non somiglia a nessun altro, il vernacolo, mediato sì dalla realtà popolare ma filtrato attraverso esperienze altamente sofisticate, che vanno dai lirici greci dell'epoca di [[Saffo]] all'opera buffa dell'epoca di [[Giovanni Paisiello|Paisiello]], passando per la narrativa del Cortese e del [[Giambattista Basile|Basile]]. La fusione che egli realizza tra la struttura colta del suo dialetto e la tradizione parlata attinge la perfezione nei versi delle ariette e delle canzoni nuove, dove la parola si libera «in un aere musicale» e appare «disposta a vivere per ritmi e metri in una trepidantissima aura di suggerimenti». ([[Antonio Ghirelli]]) *La poesia di Salvatore Di Giacomo scapigliata, verista, decadente ad un tempo nel suo sviluppo storico, si caratterizza per essere lirica e fantastica: ha «il senso del misterioso; pova il fascino del passato {{NDR|Benedetto Croce}}», è immagine velata e musicale del suo tempo interiore. ([[Vincenzo Regina]]) *Salvatore Di Giacomo morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera [[Napoli]] avranno cessato di esistere... ([[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]) *Salvatore Di Giacomo, poeta, narratore, drammaturgo, autore di canzoni, storico, giornalista, bibliotecario, è da ritenersi per la qualità della sua arte, per la sua opera, e per il suo valore di studioso il più illustre letterato napoletano; insieme a [[Benedetto Croce]] ha rappresentato un vertice assoluto della cultura del suo tempo, non soltanto a [[Napoli]], ma anche in [[Italia]] e all'estero. ([[Vincenzo Regina]]) *Tal quale il Di Giacomo delle novelle e de versi si ritrova nei parecchi libri che ha pubblicati di ricerche storiche [...].<br>L'erudito può fare qualche obiezione e dichiararsi mal soddisfatto e dell'accoppiamento di storia e immaginazione e della subordinazione dei problemi propriamente storici alla contemplazione sentimentale e passionale. Ma sotto l'aspetto artistico, come non accettare le pagine d'arte, che il Di Giacomo, non sapendo resistere alla propria natura, ha frammezzate ai suoi spogli di documenti? ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Salvatore Di Giacomo, ''[https://www.gutenberg.org/files/35800/35800-h/35800-h.htm A «San Francisco»]'', R. Carabba editore, 1910. *Salvatore Di Giacomo, ''[[s:Indice:Canzone e Ariette nove.djvu|Canzone e Ariette nove]]'', Riccardo Ricciardi Editore, Napoli, 1916. *Salvatore Di Giacomo, ''Evocazioni e prose d'arte'', in ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', a cura di Romualdo Marrone, 2M Edizioni, pubblicato in accordo con Newton Compton Editori, stampa 2018, pp. 253-310. ISBN 978-88-9322-210-5 *Salvatore Di Giacomo, ''[http://www.liberliber.it/libri/d/di_giacomo/index.htm L'ignoto]'', Lanciano, R. Carabba, 1920. *Salvatore Di Giacomo, ''La Scuola di Posillipo'', in ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2007, pp. 951-971. ISBN 88-04-13499-2 *Salvatore Di Giacomo, ''[http://www.liberliber.it/libri/d/di_giacomo/index.htm Mattinate napoletane]'', Napoli, L. Pierro, 1887. *Salvatore Di Giacomo, ''[https://archive.org/details/collezionedimono32berg Napoli]'', parte prima, Istituto italiano d'arti grafiche - editore, Bergamo, 1907. *Salvatore Di Giacomo, ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', a cura di Romualdo Marrone, 2M Edizioni, pubblicato in accordo con Newton Compton Editori, stampa 2018. ISBN 978-88-9322-210-5 *AA. VV, ''Napoli ieri'', Edizioni S.a.r.a. . *Salvatore Di Giacomo, ''[https://www.gutenberg.org/files/57040/57040-h/57040-h.htm Novelle Napolitane]'', Treves, 1919. *Salvatore Di Giacomo, '' 'O voto'', Oscar Mondadori, Milano 1966. *Salvatore Di Giacomo, ''Per la storia del brigantaggio nel Napoletano'', Osanna Edizioni, 1990. *Salvatore Di Giacomo, ''Storia del Teatro San Carlino'', cap. VIII, IX, X, in ''Poesie e prose'', prefazione di Elena Croce, note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>, pp. 833-916. ISBN 88-04-13499-2 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Di Giacomo, Salvatore}} [[Categoria:Drammaturghi italiani]] [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] p38gbbd1ev460lu2id0vkgxpl3x1ux7 Luis Buñuel 0 5624 1221192 1198973 2022-08-06T15:39:19Z Dread83 47 -Focus wikitext text/x-wiki [[Immagine:Luis Buñuel.JPG|thumb|Luis Buñuel]] '''Luis Buñuel Portolés''' (1900 – 1983), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico spagnolo naturalizzato messicano. ==Citazioni di Luis Buñuel== *Io sono profondamente e coscienziosamente [[ateismo|ateo]], e non ho nessun tipo di problema religioso. Anzi, attribuirmi una tranquillità spirituale di tipo religioso è innanzitutto non capirmi, e poi offendermi. Non è Dio che mi interessa, ma gli uomini.<ref>Citato in Alberto Cattini, ''Luis Buñuel'', Ed. Il Castoro Cinema, p. 7.</ref> *La differenza culturale tra i francesi e gli spagnoli è che noi spagnoli sappiamo tutto della [[Francia]], e i francesi non sanno nulla della [[Spagna]].<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</ref> *Non riesco a capire l'ossessione che alcuni hanno per dare una [[spiegazione]] razionale a immagini spesso gratuite. La gente vuole sempre la spiegazione di tutto. È la conseguenza di secoli di educazione borghese. E per tutto quello per cui non trovano spiegazioni ricorrono in ultima istanza a Dio. Però, a cosa gli serve? Dopo dovranno spiegare Dio.<ref>Da un'intervista rilasciata nel 1962 dopo aver vinto il premio della critica al Festival di Cannes con ''L'angelo sterminatore''. Citato in [[Alberto Farassino]], ''Scritti strabici: cinema, 1975-1988'', Baldini Castoldi Dalai, 2004, p. 317.</ref> {{Int|Recensione di ''[[Metropolis]]''|Da ''La Gaceta Literaria'', n. 9, 1° maggio 1927<ref>Traduzione da ''Scritti letterari e cinematografici'', Marsilio, Venezia, 1984.</ref>}} *''Metropolis'' non è un film unico: sono due film uniti per il ventre, ma con necessità spirituali divergenti, assolutamente antagonistiche. Quelli che considerano il cinema in quanto valido narratore di storie, patiranno con ''Metropolis'' una profonda delusione. Ciò che lì ci viene narrato è triviale, ampolloso, pedantesco, di un vieto romanticismo. Ma se all'aneddoto preferiamo lo sfondo plastico-fotogenico del film, allora Metropolis colmerà tutte le misure, ci stupirà come il più meraviglioso libro d'immagini che sia mai stato composto. *Lo scenografo, ultimo vestigio che il cinema ha ereditato dal teatro, qui interviene appena. Lo si indovina nelle parti peggiori di Metropolis, in quelli che vengono enfaticamente chiamati "giardini eterni", di un barocchismo delirante, di un cattiv­o gusto senza precedenti. Ormai lo scenografo sarà sostituito, per sempre, dall'architetto. Il cinema sarà l'interprete fedele dei più audaci sogni dell'Architettura. *[...] che travolgente sinfonia del movimento! Come cantano le macchine in mezzo a incredibili trasparenze, arcotrionfate dalle scariche elettriche! Tutte le cristallerie del mondo romanticamente dissolte in riflessi riuscirono ad annidarsi nel canone moderno dello schermo. Ogni acerrimo guizzo degli acciai, la ritmica successione di ruote, di pistoni, di forme meccaniche increate, sono un'ode mirabile, una poesia nuovissima per i nostri occhi. La Fisica e la Chimica si trasformano miracolosamente in Ritmica. Non un momento di stasi. ==Citazioni su Luis Buñuel== *«Sono ateo, grazie a Dio»: questa famosa dichiarazione del regista spagnolo, ripetuta più di una volta, c'intriga.<br>Un paradosso, una provocazione: ma in fondo esprime efficacemente la contraddizione di quest'artista, sulla cui sincerità nel definirsi non credente non c'è da dubitare e che tuttavia spesso ha incentrato il suo cinema sulla testimonianza di fede (''La selva dei dannati'', ''Nazarín'', ''Simon del deserto'', ''La via lattea'') nonché sulla «malafede», nel senso di cattiva coscienza (''Viridiana''). [...]<br>La reazione ad un certo cattolicesimo della provincia spagnola degli inizi del Novecento, intriso più d'abitudini rituali e di moralismo rigido che non d'amore, di disponibilità e di comprensione, ha spinto Buñuel ad una forte contestazione che egli riteneva antireligiosa, ma che lo fu solo nelle sue opere giovanili (''Un chien andalou'' e ''L'âge d'or'').<br>Risalta, in tutta la sua vita, l'attaccamento alla Parola di Dio, com'è dimostrato dall'assidua frequentazione della [[Bibbia]] (un vero e proprio «''livre de chevet''», libro prediletto) e dal suo ricorrente sguardo cinematografico sulla figura e sull'insegnamento del [[Gesù|Cristo]]. [...]<br>Non è un caso che fra i suoi intimi amici degli ultimi anni ci fosse un padre domenicano il quale, dopo la sua morte, ne ha raccolto le ceneri conservandole nel convento di Copillon, a [[Città del Messico]]. ([[Ernesto G. Laura]]) ===[[Milena Vukotic]]=== *Credo che la grande esperienza surrealista degli anni Venti e Trenta lo avesse segnato definitivamente. C'era in lui la malinconia dell'anarchico. *Originale e contemporaneamente normale. Lavorare con lui era semplice, le indicazioni precise, ti faceva entrare subito nella parte, ti sentivi quel personaggio. Amava scherzare, un giocherellone, non autoritario ma autorevole, a chi gli stava attorno veniva spontaneo dimostrargli rispetto e attenzione. *Poteva farti fare qualunque cosa. Ma senza imporla. Solo con il fascino e la delicatezza dei suoi modi. ==Note== <references /> ==Filmografia== ===Regia=== {{div col|strette}} *''[[L'âge d'or]]'' (1930) *''[[I figli della violenza]]'' (1950) *''[[Viridiana]]'' (1961) *''[[Bella di giorno]]'' (1967) *''[[Tristana (film)|Tristana]]'' (1970) *''[[Il fascino discreto della borghesia]]'' (1972) {{div col end}} ===Sceneggiatura=== {{div col|strette}} *''[[L'âge d'or]]'' (1930) *''[[I figli della violenza]]'' (1950) *''[[Viridiana]]'' (1961) *''[[Bella di giorno]]'' (1967) *''[[Tristana (film)|Tristana]]'' (1970) *''[[Il fascino discreto della borghesia]]'' (1972) {{div col end}} ===Produttore=== *''[[Tristana (film)|Tristana]]'' (1970) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT: Buñuel, Luis}} [[Categoria:Attori spagnoli]] [[Categoria:Personalità dell'ateismo]] [[Categoria:Produttori cinematografici messicani]] [[Categoria:Produttori cinematografici spagnoli]] [[Categoria:Registi messicani]] [[Categoria:Registi spagnoli]] [[Categoria:Sceneggiatori messicani]] [[Categoria:Sceneggiatori spagnoli]] 03mssrgil1lb5vhq527yh88lo69b2sa Oliver Wendell Holmes (giurista) 0 5979 1221308 1163640 2022-08-07T10:27:43Z AnjaQantina 1348 +defaultsort wikitext text/x-wiki {{Nota disambigua|descrizione=il padre, medico, insegnante e scrittore statunitense|titolo=[[Oliver Wendell Holmes]]}} [[Immagine:Oliver Wendell Holmes Jr circa 1930.jpg|thumb|Oliver Wendell Holmes (figlio)]] '''Oliver Wendell Holmes''' (1841 – 1935), giurista statunitense. ==Citazioni di Oliver Wendell Holmes== *La [[vita]] è come dipingere un quadro, non come tirare una somma.<ref>Da ''The Class of '61''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref> *Ogni uomo è un omnibus in cui viaggiano i suoi [[antenati]].<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', aprile 1964.</ref> ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Oliver Wendell Holmes]], padre ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=Oliver Wendell Holmes|w|commons=Category:Oliver Wendell Holmes, Jr.|s=en:Author:Oliver Wendell Holmes, Jr.|s_lingua=inglese}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Holmes, Oliver}} [[Categoria:Giuristi statunitensi]] 493phwpdpkz2aca9kx9d5589kjohttp Giuseppe Marotta (scrittore) 0 6649 1221244 1221074 2022-08-06T21:24:28Z Sun-crops 10277 /* L'oro di Napoli */ + citazioni, altre modifiche wikitext text/x-wiki [[File:Giuseppe Marotta 1947.jpg|thumb|Giuseppe Marotta, 1947]] {{indicedx}} '''Giuseppe Marotta''' (1902 – 1963), scrittore e sceneggiatore italiano. ==Citazioni di Giuseppe Marotta== *Dunque non userò, per [[La dolce vita]], espressioni come "ritratto di una società e di un periodo", o come "potente affresco", delle quali tanti avidi collezionisti di frasi fatte, individui che non hanno addosso un pelo che gli appartenga, hanno immediatamente abusato. No. Dico semplicemente che La dolce vita è un poema cinematografico, suddiviso in canti e strofe.<ref>Da ''Un fraterno evviva all'amara via Veneto di Fellini''; in ''Al cinema non fa freddo'', a cura di G. Amelio, postfazione di G. Fofi, Cava de' Tirreni, Avagliano, 1992, pp. 79-80.</ref> *Ma io recensisco film o colleziono nemici?<ref name=anedd>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.<ref name=anedd/> *Oggi pure i ciechi vedono che la [[dittatura]] è l'esito di una cattiva [[democrazia]], mentre la democrazia è l'esito di una cattiva dittatura.<ref>Da ''Visti e perduti'', Bompiani.</ref> *Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.<ref>Da ''A Milano non fa freddo'', Bompiani, 1949.</ref> ==''Dieci racconti''== *Gli scettici osservino, prego, l'Arco di Sant'Eligio in qualsiasi fotografia o nel vecchio dipinto di Vincenzo Migliaro: quelle pietre assorte, rozze e magiche insieme come il bastimento nella bottiglia; i negozietti di panni e di ferraglia, di sugheri e di cordami, di crusca e di carrube intorno all'erma su cui ride e piange la deturpatissima testa greca, l'enigmatica e remota scultura detta dalla plebe "donna Marianna, capa di Napoli"; un pianino automatico scantona e un gobbo s'inoltra gesticolando come se incarnasse l'ultima vibrazione di quella storta musica; insomma dove, se non a Sant'Eligio, nulla succede ma succede tutto, specialmente l'impossibile? (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 216) *[...] Figurella per esempio era [[sensale]] {{sic|e come}}. In che diavolo non si immischiava, cioè, questo giovane rosso di pelo, altissimo, lentigginoso, puntuto e vagamente arcaico, forse derivato da qualche lontanissimo armigero svevo? Egli impartiva la sua mediazione ad ogni cosa, valendosi del primordiale sistema di trovarsi comunque, fin dall'inizio o all'ultimo istante, gradito o tollerato, negletto o riconosciuto, fra l'origine e il destino delle cose. Il suo lavoro indubitabile era nell'aria, pulviscolo di mansioni rivelato dal raggio di qualche idea felice, subitanea. Un ragazzo corre verso il portoncino dell'ostetrica? Don Arturo lo trattiene, s'informa, bussa e parla per lui: domani, femmina o maschio, l'otto per cento a don Arturo non glielo toglierà nessuno. Passano botti piene e carri funebri vuoti, mansueti o stizziti discorsi, fiori, frutti, sorrisi, lacrime, conoscenti, forestieri, teste rotte, {{sic|calcina}}, travi, guardie, pompieri, asini, galline o finanche i Sacramenti sotto la stola del compunto sacerdote, i cui piedi non toccano terra e le cui occhiate sono basse e fremono come l'erba? Don Arturo li segue, domanda o intuisce, si trasforma lentamente, insensibilmente, in un'equa e opportuna mediazione. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', pp. 216-217) *{{NDR|Il}} mesto orologio di Sant'Eligio – il quale è gotico, ha dunque una serietà indiscutibile, una mutria di secolare galantuomo tedesco [...]. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 220) *La [[Riviera di Chiaia]] bruciava. [[Festa di Piedigrotta|Piedigrotta]] è anche questo, una furia di luci. "Bancarelle", trespoli, carretti, finestre, chioschi, negozi, palchi delle orchestrine vi fissano con gli occhi roventi e spalancati dei matti. Non esagero, la notte del sette è un interrogatorio di terzo grado, coi riflettori puntati in faccia e una stridula voce che ripete: «Sei contento, ammettilo, ti diverti!»; è una deliziosa tortura per farci confessare che non avremo, domani, cielo da vedere e terra da camminare. Pazienza! Salute a noi! (da ''La notte del sette'', p. 227) *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? (da ''Il califfo Esposito'', p. 236) ==''Gli alunni del sole''== *[...] piazza Carlo III, te li ricordi i lunghi pomeriggi che trascorremmo in un'aiuola sotto la montagna dell'[[Albergo dei Poveri]]?, non lungi dalla cesta, dal tavolino e dai coltelli del venditore delle prime angurie? Ti scegliemmo spesso perché, immensa com'eri, deridevi l'orologio dell'Ospizio e non sembravi più abitata del cielo sul nostro capo; i reggimenti che tornavano dal vicino Campo di Marte, anzi, ti rendevano maggiormente solitaria. Il gigantesco edificio traboccante di sventurati, all'ombra del quale ce ne stavamo, io lo considero un errore del buon re [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Era preferibile, invece, ridurne alquanto le dimensioni e collocarvi gli abbienti; così nell'intera Napoli si sarebbe adagiato e sgranchito il solo popolino: una tettoia che la ricoprisse tutta, una adeguata insegna, e il vero Albergo dei poveri, Maestà, sarebbe stato quello. (da ''Venere punita'', pp. 55-56) *{{NDR|Don Federico Sòrice a Don Salvatore Cadamartori}} «Gli esattissimi risultati di [[Venere (divinità)|Venere]], per chi la guardava e per chi la otteneva, erano infallibilmente questi... un'estrema delizia ma pure un dolore, una tristezza, come quando per la troppa gioia si scostano i numeri della quaterna che avete vinto, e compare una bella paralisi cardiaca. Egregio don Salvatore, la massima dolcezza è simultaneamente amara come il fiele... chiunque odorava, non so perché, nell'irresistibile profumo di Venere, il tanfo della propria morte... E così, dato che nessuno si decideva, la proposta di matrimonio alla Dèa gliela fece Vulcano».<br>«Chi, il [[Vesuvio]]?»{{sic|.}}<br>«Una specie, don Salvatore.» (da ''Venere punita'', p. 59) *«Io non mi spiego perché si debbano piantare, cogliere, tenere in acqua e sale ma principalmente vendere questi [[Lupino bianco|lupini]]» esclamò don Antonio Pagliarulo. «Che sostanza, che gusto hanno?»{{sic|.}}<br>Il fruttivendolo Cadamartori:<br>«Appunto perciò ne mangiamo quintali. Vi mettete in bocca un lupino e masticandolo aspettate... non sentendo niente lo inghiottite e ne pigliate un altro, continuamente un altro finché ne rimangono. Siete all'eterna ricerca del sapore, ho parlato chiaro?... È una fissazione, un puntiglio».<br>Il ciabattino {{sic|Debbiase}}:<br>«Come l'esistenza nostra, Don Antonio, tale e quale. Finisce una giornata insulsa, un lupino di ventiquattro ore, e voi già vi precipitate col pensiero sull'indomani, già vi illudete che i successivi lupini saranno diversi, fragole travestite, caramelle e gianduia, chi lo sa!»{{sic|.}}<br>Don Federico {{sic|Sòrice}}:<br>«Il paragone regge, mi associo: e per ammorbidire e condire ogni quotidiano lupino, abbiamo fin dalla nascita l'occorrente Serino di lacrime». (da ''Venere liberata'', pp. 63-64) *Man mano si addormentarono tutti, rammento; io e Vincenzino Aurispa mangiammo, fantasticando sui palpiti dell'inquieto lumino, i residui [[Fico|fichi]]. Erano piccoli e appassiti, dolcissimi: i soli frutti capaci di memoria, i soli frutti che non abbiano dimenticato né Adamo né il muro di cinta del remoto [[Giardino dell'Eden|Giardino]]. (da ''Venere liberata'', p. 69) *[...] don Salvatore Cadamartori taglia corto facendo arrivare, con un cenno, quattro piattini di "[[Cannolicchio|cannolicchi]]" dalla banchina. Si tratta di un mollusco e insieme della cannuccia per gustarlo raffinatamente: squisiti umori in un delicato e venato astuccio color nuvola, in una sigaretta di mare; succhiamo l'orizzonte che freme tra il [[Vesuvio]] e le isole, dai "cannolicchi" [...]. (da ''Scogli, vele, apparizioni'', p. 75) *[...] la quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli [...]. (da ''Non era ancora nato e già rubava'', pp. 79-80) *[...] don Febo? Che era il dio del sole e delle zingare, di ogni strega sibillina, ve ne informai quando parlammo di Mercurio, di Vulcano, eccetera. Come divinità fu di prim'ordine... e a [[Napoli]] che abbiamo un continuo mezzogiorno pure nei cassetti del comò, don [[Apollo]] nostro dovremmo venerarlo eternamente! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Febo, anice e bengala'', p. 105) *Un dio simile, fratello carnale di Giove, chi lo frena se si arrabbia? Pescicani, balene... ma erano cuccioli, erano trastulli, "pazzielle" di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]! Volendo, lui poteva gettarvi addosso un Atlantico o una Spagna... frantumare qualche razza intera... ma essendo buono se ne asteneva. Desiderava la tranquillità perché gli piacevano molto le femmine... avete notato, a proposito, che raramente i {{sic|donnaiuoli}} sono cattivi? {{sic|l}}'amore acquieta, stanca, e quando uno è debole dà ragione a tutti. Basta, conoscete i [[Faraglioni di Capri]]? Sono le corna di Anfitrite, la povera moglie di Nettuno! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Fantasmi nel braciere'', p. 113) *Quella non fu esclusivamente un'arca di scienza, fu pure la Dèa della guerra intelligente. Prima di lei, greci e romani combattevano, sì, ma come bruti, come facchini: da Minerva impararono le astuzie, gli agguati, gli accerchiamenti... donna [[Atena]] fu peggio di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]... si può dire che solo quando arrivò lei gli eserciti cominciarono veramente a morire per la Patria! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Nascita di Minerva ai «Pellegrini»'', p. 132) *[...] Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette [...]. (da ''Oggi succede tutto'', p. 154) *Qui è [[Castel sant'Elmo|Sant'Elmo]], diafano, aereo: un castello, non nego, ma dipinto su un aquilone. (da ''Oggi succede tutto'', p. 157) *Puntiamo sul Capo, radendo sabbia e tufo. Gli incontri, gli amori, gli alterchi dell'azzurro e del verde ci attirano, quasi ne udiamo il tramestio, le voci. Ecco lo Scoglio di Frisio, ed ecco San Pietro a due Frati; ecco Villa d'Abro, Villa Gallotti, Villa Rosebery, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]], il Palazzo degli Spiriti, la Grotta dei Tuoni alla Gaiola; giriamo la punta e qui ci sovrastano i ruderi della Scuola di Virgilio; da Trentaremi ci affacciamo sul Golfo di Pozzuoli, dove fra non molto il sole ci abbandonerà per correre a spegnersi nel Fusaro o in un antro di [[Cuma]], ne sapete niente voi? A prora non ci manca una "lampara", se è per questo; riapproderemo a [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] di notte, o all'alba, ma vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e che colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.<br>Don Federico Sòrice, con la gialla fronte in mano, abbagliato e rapito:<br>{{sic|«Fermiamoci}}... Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!»{{sic|.}}<br>Perché no? Un definitivo boccone di "{{sic|tòrtano}}" e, per inalterabile vestito, quattro sassi di Coroglio. (da ''Le figlie del tramonto a Marechiaro'', pp. 164-165) ==''Gli alunni del tempo''== ===[[Incipit]]=== Nella via del [[Pallonetto di Santa Lucia]] trovate qualunque cosa, tranne che un giornalaio. Perché? Non fateci ridere con queste domande. In primo luogo onorateci, favorite, allungateci un'occhiata gentile, come se foste un barone di passaggio, o addirittura il sindaco [[Achille Lauro|Lauro]]. Ecco qua: la nostra via del Pallonetto è a "gradoni", sale con l'affanno da Santa Lucia a Monte di Dio, sale con tre quarti di lingua in gola da un "basso" a un palazzetto e da un palazzetto a un "basso", fino all'odore (sempre sia lodato) di lire e di signori della città alta. Mi spiego? Alla conformazione del suolo, aggiungete l'affollamento. Chi non è nato senza gomiti, al Pallonetto, li ha nei fianchi del prossimo; e, d'inverno specialmente, ce li lascia. È chiaro? ===Citazioni=== *Giurateci: se la Vergine potesse arricchirci, lo farebbe; ma si vede che il Padre e il Figlio la tengono a stecchetto. (da ''È civile, è cristiano, il denaro?'', p. 20) *A noi toglieteci dallo stomaco il tam tam selvaggio dell'appetito, e subito ci fabbrichiamo una garitta di paradiso in qualunque inferno. (da ''Come lavoratore si presenta'', p. 23) *Dunque la professione attuale di mio figlio è che nelle strade nobili s'avvicina piangendo ai signori e dice: "Ho rotto le tazze... il padrone mi licenzia se non le pago... Aiutatemi". ('''Don Fulvio Cardillo''', da ''Come lavoratore si presenta'', pp. 25-26) *Abbiamo voglia di esclamare: "Bentornato, Pallonetto di Santa Lucia... dove eri fuggito, all'estero?" E infatti le prime giornate limpide ci restituiscono il genuino Pallonetto: vecchio, sì, mangiato dai secoli, rotto nelle giunture dalle mazzate di ogni specie di vento, corroso dalle tarme della salsedine, ma abitato da un sole marino, trionfale, che benda con garze di pulviscolo intinte nell'argento e nell'oro di Mida, le sue ferite. Ah gente, che sollievo; in ognuno di noi s'è acceso un forno di allegria. (da ''Popolo, come stai, ti serve niente?'', p. 87) *Vieni Giugno, vieni Giugno, e Giugno è venuto. Come s'allargano: diventano saloni, ecco qua, i nostri avari "[[Basso (Napoli)|bassi]]", ora che abitiamo nella strada. È una famiglia sola, in giugno, il Pallonetto di Santa Lucia. Dove ripara, don Attilio Sgueglia, reti di letti? Nella via. Dove espone tegami, bacinelle e orinalucci, don Cosimo Pellecchia? Nella via. Dove spolvera macchine da cucire e grammofoni, biciclette e quadri ("pegni" insomma) il titolare dell'Agenzia di Pegni Fulgenzi? Nella via. Dove ha messo, il carbonaio Quintieri, le sue bombole di gas liquido? Nella via. Giugno sviscera il Pallonetto, è una radiografia di questi vecchi muri e di questa vecchia gente. Approfittatene. Diagnosticate. Abbiamo qualche numero, secondo voi, per la buffa lotteria della vita? O ci conviene scendere a Castel dell'Ovo e affogarci tenendoci per mano e cantando: "Giro giro tondo, cavallo imperotondo"? Giudicate voi. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 103) *Don Vito Cacace appunto zucchine ha mangiato, alla "scapece". Ne avete un'idea? Le fette sottili e rotonde (simili a grosse monete) di zucchine, vengono prima offerte al sole, che in un paio di ore le asciuga e le irradia; poi friggono in teglia; poi con aglio tritato e foglioline di menta, riposano, fortificandosi, in un bagnetto d'aceto. Vergine dell'Aiuto! Assaporiamo, nelle [[Zucchine alla scapece|zucchine alla "scapece"]], gli umori faziosi degli orti di Secondigliano, i raggi ultravioletti dei quali ogni fetta (voltata e rivoltata) s'imbevve, l'olio di Bitonto, il ferro della teglia, l'arguzia dell'aglio, il profumo di canzonetta della menta, l'aceto che è vino gobbo e pazzo e sfottente come i giullari... uh mamma mia bella [...]. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 104) *Ḕ sceso da Pizzofalcone don Saverio Scippo, il [[Cibo di strada|friggitore ambulante]] di riso, di patate, di [[baccalà]], di fiori di zucchine infarinati. Piazza in un angolo fornello, teglia, canestro, e agisce. Non decanta la sua merce: il fumo grasso e nero dell'olio furibondo porta notizie impellenti di don Saverio in tutte le case del Pallonetto. Risorge di colpo, in ognuno, l'appetito dell'infanzia; vecchi e bambini, a causa della frittura dello Scippo, che li fruga con i suoi odori equivalenti ad un mazzo di grimaldelli, diventano coetanei. (da ''In origine l'uomo stava sugli alberi e si grattava'', p. 148) *[[Pioggia|Piove]] fino fino, è la prima acqua d'autunno sulla città; è una ragnatela di freschezza, è un liquido ricamo al tombolo fra casa e casa. Il Pallonetto, che bellezza, sembra una lucida e umida bottega di venditore di baccalà. Sapete? Quei marmi, quelle vaschette, quegli spruzzi lievi come aghi (un lungo pettegolezzo di gocce) e il roseo baccalà di Norvegia che si gonfia, si dilata, rivive. (da ''Avremo la famosa Apocalisse'', p. 151) *Eh, caro don Fulvio, potrei non essere nipote di mio nonno? Io Brigida la scelsi qua, nel mio quartiere nativo, una ragazza della condizione mia, che aveva scritto in fronte, come Vito Cacace: "Sono del Pallonetto e mangio, bevo e rido quando capita." ('''Don Vito Cacace''', da ''Eccoti le nozze cattoliche, ma un po' fredde'', p. 163) *Oggi sul Pallonetto abbiamo [[Nuvola|nuvole]] di prim'ordine, eccezionali, spettacolari. Ma guardatele. Che tinte, che misure, che potenza. Vanno dal {{sic|bianco-panna}} al viola di contusione, giù fino al nero sfrangiato di uno scialle da vedova. Sono aguzzi faraglioni e lunghe scogliere di fumo pieni di rabbia: vanno, vengono, si urtano, si avvinghiano e si respingono; è un amore ed è un odio, non vogliono (come le persone, d'altronde) né separarsi né fondersi. [[Ottobre]] {{sic|spàssati}}. Farai un cenno e zac, saranno tonnellate d'acqua; o invece spazzerai con un soffio la tovaglia dalle miche, e riavremo il sole. Chi nasce quadro non muore tondo: sei la fedele copia di {{sic|Marzo}} e tanto basta. (da ''Il subcosciente non ha freni, è scostumato'', p. 167) *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. (da ''No, no, Sua Santità non mi doveva lasciare'', pp. 176-177) *{{NDR|Un memorabile [[pernacchia|{{sic|pernacchio}}]]}} Ha una forza e una classe wagneriane; è favoloso, nibelungico, trasfigurante [...]. (da ''Non siamo del parere, egregio amico'', p. 189) *Il mondo è mondo, signori miei, la gente è gente. In buona fede o in mala fede, noi sosteniamo questo o quel regime. Senonché, ogni regime nuovo è un abito nuovo: ma dentro c'è l'antico individuo, come Domineddio lo fece e come il demonio lo prese in consegna... amen. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Il popolo, in ogni luogo, ha soltanto verità e libertà a gocce, come i veleni curativi. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il [[Vesuvio]], le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 201) *Laggiù, intorno al Castel dell'Ovo, l'acqua è riccia, spumosa, come lo sciampagna. Abbiamo voglia di [[vino]], appunto; dicembre senza vino è un carcere a sbarre doppie, rinforzato di secondini, insopportabile. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 204) *Ne avete un'idea, se è lecito, dei "[[friarielli]]"? Non vanno bolliti, ma cotti al vivo nei propri umori e nell'olio, come i polipi di scoglio. Sono di zucchero e d'aloe, sono di una tale amarezza e dolcezza congiunte (nel velluto, nel conforto dell'olio di Bitonto) che la pagnotta nella quale, abbreviata la mollica, vanno situati a regola d'arte, se ne commuove fino all'ultima crosticina. (da ''E là c'è una dattilografa più scollata della fortuna'', p. 231) ==''L'oro di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Nel maggio del 1943, in una sua lettera da Napoli, mia sorella Ada fra l'altro mi scriveva: "Ti ricordi Don Ignazio? S'era ridotto a vivere in un basso a Mergellina. L'ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto. Figurati che nella fretta di scappare lasciò sul comodino perfino i denti finti. ===Citazioni=== *Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse, si troverà in questo libro. (Dalla prefazione, 2020, p. 15) *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. (da ''L'oro di Napoli'', 2020, p. 27) *Il [[matrimonio]] è come la morte, viene una volta sola. ('''don Salvatore''', da ''I parenti ricchi'', 2020, p. 38) *[...] eppure esistiamo per accorgerci, in un continuo trasalire, che la realtà è sempre l'effimero pretesto con cui veniamo allontanati dalla nostra favola, e che proprio l'inconoscibile mito di se {{sic|stesso}} è la sola cosa nella quale ciascuno di noi sia certamente, lungamente vivo. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 71) *Il bisogno d'amore è per l'adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli s'apre al sole di giugno come l'anguria spaccata: e i semi neri sprizzano, i desideri sprizzano dovunque. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 74) *{{NDR|Su una cartolina:}} ''Napoli, panorama'' – È un panorama per modo di dire, incompleto, la striscia che va da Mergellina a Castel dell'Ovo con una curva in cui il mare si rifugia e dorme. Riconosco il viale Elena e via Caracciolo, mezza collina di Pizzofalcone, la [[Villa comunale di Napoli|Villa Comunale]], il cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in agosto, l'aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino; dall'altro lato le acque blu vi sgridano se cedete al piacere della terra, non esiste un colore più salato e ironico del loro. (pp. 79-80; 1955) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 85) *Il suo consiglio era: non fate mai niente per opporvi a niente. Diceva: «Avete malattie? Debiti, corna, pene di qualsiasi genere? Per carità, teneteveli». Don Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi le ha riesce soltanto a barattarle, ma in pura perdita, ma sempre e inevitabilmente rimettendoci. (p. 81) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 87) *Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno. (p. 149; 1955) *Il [[Santuario di Montevergine]] sorge sul monte Partenio nella feracissima Irpinia, sta come un'arca sul mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle intorno. Forse l'antica Madonna a cui è dedicato scosta ogni tanto da sé come un'indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta e soave ricomincia a specchiarsi nel suo Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono sulle bianche terrazze per escogitare la formula di una nuova<ref>Nuovi, refuso, nella fonte.</ref> preghiera o di un nuovo liquore. (da ''A Montevergine'', 2020, p. 217) *I «[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]», a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''I Quartieri'', 2020, p. 153) *{{NDR|[[Porta Capuana]]}} È verde e accigliata nel cuore della città; intorno a lei "pazziarielli" o comuni passanti non sono mai di oggi, subito li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in un'antica stampa. (da ''Porta Capuana'', 2020, p. 186) ==''Mal di Galleria''== ===[[Incipit]]=== Stavo immobile nel centro della Galleria, puntato là come la gamba ferma di un compasso, quando rividi la bionda. Attizzo il nodo della cravatta, mi abbottono la giacca sportiva (non vesto male), e con due balzi affianco la mia bella sconosciuta.<br>«Permette una parola?»<br>«No, se ne vada».<br>«La prego... Sia gentile... Dopo tutto quello che giovedì feci per lei, mi tratta così»<br>«Giovedì! Lei? Dunque fu lei?».<br>Usciamo dai rigagnoli di gente, io la guido in un angolo morto, ci fissiamo. Che ragazza, o meglio che donna. Quanto a me, potrei essere (trentanove anni, alto un metro e ottanta, bruno, asciutto e nervoso) il colonnello Townsend di qualunque Altezza Reale; e con la massima finezza e disinvoltura, bruciai le tappe. ===Citazioni=== *La [[Galleria Vittorio Emanuele II|Galleria]]? Scherziamo? Le appartengo e mi appartiene. È casa, è ufficio, è strada, è ombrello, è tutto per me. Ristoranti, caffè, bigliardi, farmacie, bagni, parrucchieri, lustrascarpe, donne formose ed eleganti, uomini vivaci, ombra d'estate e raggi infrarossi d'inverno. Io ci campo da re.<ref>Citato in [[Roberto Napoletano]], ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-01-17/la-libreria-bocca-marotta-e-sua-casa-galleria-105410.shtml?uuid=ACTictBC&refresh_ce=1 La libreria Bocca, Marotta e la «sua casa» in Galleria]'', ''ilsole24ore.com'', 17 gennaio 2016.</ref> *Un esimio [[Borseggio|ladro di portafogli]] ha contemporaneamente le due mani che ha e le due mani che finge di avere. (p. 14) *Il [[teatro]] è la chiesa delle bugie. (p. 24) *Mi rendo conto, oggi, solo oggi, che il destino, o chi è, permette i [[Ricchezza|ricchi]] ma li adopera come ingenui strumenti, li obbliga a non turbare l'ingiustizia e l'inimicizia universali. (p. 87) *La [[vedova]] sa tutto, dell'uomo, perché non l'ha visto unicamente vivere ma lo ha visto anche morire. Lo ha conseguito, lo ha detenuto e lo ha congedato. Ne ha un ritratto completo, esattissimo. (p. 174) *Una vedova, come un'attrice, è due volte donna; voi la circuite, ma ne rimane sempre una libera, disoccupata, agevole preda, secondo me, dei cattivi pensieri. (p. 179) ==''Racconti''== *Al ''monito di cristiana pietà ai posteri'', i fondatori delle [[Cimitero delle Fontanelle|catacombe delle Fontanelle]] impartirono caratteri vezzosi, allettanti, architettonici. Nelle vaste grotte, nei tortuosi cunicoli, essi edificarono altari, navate, colonne di ossa. Ma le unghie dei secoli produssero innumerevoli frane e guasti nella cattedrale sotterranea. È probabile che nel giorno del Giudizio, quando ognuno si accalcherà al guardaroba, ci sarà un po' di confusione, laggiù. Dio, fate che non prevalga, nel singolo, il concetto di arraffare alla cieca il meglio che c'è. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 299) *Forse non è vero che l'[[amore]] sia una vetta al sole; occorre forse scendere nell'amore, il supremo coraggio di {{sic|scendere scendere}} nell'oscurità più densa, come in fondo a un pozzo. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 300) *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; [[Napoli]] è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? (da ''Le apparizioni'', p. 303) *È una ''penna'', una piuma dichiaravano fremendo i nostri coetanei, mentre nelle sudicie manine loro, a titolo di saggio, concedevamo che frusciasse brevemente lo ''{{sic|[[strummolo|strùmmolo]]}}'' incantato degli zingari. Quel prodigio ci estraeva puliti puliti, fra la smorfia della bocca di ghisa della fontanina pubblica, e l'immondizia accatastata negli angoli, dei nostri cenci. L'impercettibile ronzio della trottola napoletana ha proprio la dolcezza con cui si srotolano veloci e quiete le reminiscenze in un cuore. (da ''Le apparizioni'', pp 305-306) ==''San Gennaro non dice mai no''== ===[[Incipit]]=== Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a [[Napoli]] proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.<br>In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il [[Vesuvio]], conta fino a sessanta. ===Citazioni=== *Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. (p. 26) *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. (p. 29) *Non importava vendere molto o vendere poco o non vendere affatto: bastava che si tentasse di vendere. (p. 29-30) *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. (p. 42-43) *[[Salvatore Di Giacomo]] morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera Napoli avranno cessato di esistere... (p. 61) *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|[[Vesuvio]]}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. (p. 99) *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: «E quello il commendatore ci è stretto cugino», solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore. (p. 135) ==[[Incipit]] de ''Le milanesi''== Il dottor Ghislaghi dice: «Gliela faccio, non tema, l'iniezione. Ma cerchi di resistere un poco, signora Galò... bisogna ricorrere alla morfina quando proprio... quando proprio... eh signora, mi capisce, vero?»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giuseppe Marotta== *La pagina di Giuseppe Marotta ha sempre il sapore di una cosa non definita e non compiuta. Si muove ai limiti del bozzetto e del surreale. Possiede, infatti, del bozzetto il vigore concentrato sulla parola e l'illimitata possibilità di fare presagire vicende ancora da costruirsi come prende dal surreale certe evasioni e certe nostalgie che rasentano i regni della favola e del sogno. ([[Francesco Grisi]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Marotta, ''Dieci racconti'', in ''Gli alunni del sole'', Bompiani, Milano, 1966. *Giuseppe Marotta, ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Bompiani, 1955. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Rizzoli, BUR, 1987. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', introduzione di [[Raffaele Nigro]], Rizzoli, BUR grandi classici, Milano, stampa 2020. ISBN 978-88-17-01091-7 *Giuseppe Marotta, ''Mal di Galleria'', Bompiani, Milano, 1958. *Giuseppe Marotta, ''Racconti'', in ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''San Gennaro non dice mai no'', prefazione di [[Michele Prisco]], Avagliano Editore, 1995. ==Filmografia== *''[[Un ladro in paradiso]]'' (1952) *''[[Tempi nostri - Zibaldone n. 2]]'' (1954) ==Voci correlate== *[[Giuseppe Marotta jr.]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Gli alunni del tempo||}} {{Pedia|L'oro di Napoli||}} {{Pedia|Le milanesi||}} {{Pedia|Mal di Galleria||}} {{Pedia|San Gennaro non dice mai no||}} {{DEFAULTSORT:Marotta, Giuseppe}} [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 259reo1id9t2bclrqkfmh0ij307fw92 1221248 1221244 2022-08-06T22:11:18Z Sun-crops 10277 /* L'oro di Napoli */ +1 wikitext text/x-wiki [[File:Giuseppe Marotta 1947.jpg|thumb|Giuseppe Marotta, 1947]] {{indicedx}} '''Giuseppe Marotta''' (1902 – 1963), scrittore e sceneggiatore italiano. ==Citazioni di Giuseppe Marotta== *Dunque non userò, per [[La dolce vita]], espressioni come "ritratto di una società e di un periodo", o come "potente affresco", delle quali tanti avidi collezionisti di frasi fatte, individui che non hanno addosso un pelo che gli appartenga, hanno immediatamente abusato. No. Dico semplicemente che La dolce vita è un poema cinematografico, suddiviso in canti e strofe.<ref>Da ''Un fraterno evviva all'amara via Veneto di Fellini''; in ''Al cinema non fa freddo'', a cura di G. Amelio, postfazione di G. Fofi, Cava de' Tirreni, Avagliano, 1992, pp. 79-80.</ref> *Ma io recensisco film o colleziono nemici?<ref name=anedd>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.<ref name=anedd/> *Oggi pure i ciechi vedono che la [[dittatura]] è l'esito di una cattiva [[democrazia]], mentre la democrazia è l'esito di una cattiva dittatura.<ref>Da ''Visti e perduti'', Bompiani.</ref> *Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.<ref>Da ''A Milano non fa freddo'', Bompiani, 1949.</ref> ==''Dieci racconti''== *Gli scettici osservino, prego, l'Arco di Sant'Eligio in qualsiasi fotografia o nel vecchio dipinto di Vincenzo Migliaro: quelle pietre assorte, rozze e magiche insieme come il bastimento nella bottiglia; i negozietti di panni e di ferraglia, di sugheri e di cordami, di crusca e di carrube intorno all'erma su cui ride e piange la deturpatissima testa greca, l'enigmatica e remota scultura detta dalla plebe "donna Marianna, capa di Napoli"; un pianino automatico scantona e un gobbo s'inoltra gesticolando come se incarnasse l'ultima vibrazione di quella storta musica; insomma dove, se non a Sant'Eligio, nulla succede ma succede tutto, specialmente l'impossibile? (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 216) *[...] Figurella per esempio era [[sensale]] {{sic|e come}}. In che diavolo non si immischiava, cioè, questo giovane rosso di pelo, altissimo, lentigginoso, puntuto e vagamente arcaico, forse derivato da qualche lontanissimo armigero svevo? Egli impartiva la sua mediazione ad ogni cosa, valendosi del primordiale sistema di trovarsi comunque, fin dall'inizio o all'ultimo istante, gradito o tollerato, negletto o riconosciuto, fra l'origine e il destino delle cose. Il suo lavoro indubitabile era nell'aria, pulviscolo di mansioni rivelato dal raggio di qualche idea felice, subitanea. Un ragazzo corre verso il portoncino dell'ostetrica? Don Arturo lo trattiene, s'informa, bussa e parla per lui: domani, femmina o maschio, l'otto per cento a don Arturo non glielo toglierà nessuno. Passano botti piene e carri funebri vuoti, mansueti o stizziti discorsi, fiori, frutti, sorrisi, lacrime, conoscenti, forestieri, teste rotte, {{sic|calcina}}, travi, guardie, pompieri, asini, galline o finanche i Sacramenti sotto la stola del compunto sacerdote, i cui piedi non toccano terra e le cui occhiate sono basse e fremono come l'erba? Don Arturo li segue, domanda o intuisce, si trasforma lentamente, insensibilmente, in un'equa e opportuna mediazione. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', pp. 216-217) *{{NDR|Il}} mesto orologio di Sant'Eligio – il quale è gotico, ha dunque una serietà indiscutibile, una mutria di secolare galantuomo tedesco [...]. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 220) *La [[Riviera di Chiaia]] bruciava. [[Festa di Piedigrotta|Piedigrotta]] è anche questo, una furia di luci. "Bancarelle", trespoli, carretti, finestre, chioschi, negozi, palchi delle orchestrine vi fissano con gli occhi roventi e spalancati dei matti. Non esagero, la notte del sette è un interrogatorio di terzo grado, coi riflettori puntati in faccia e una stridula voce che ripete: «Sei contento, ammettilo, ti diverti!»; è una deliziosa tortura per farci confessare che non avremo, domani, cielo da vedere e terra da camminare. Pazienza! Salute a noi! (da ''La notte del sette'', p. 227) *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? (da ''Il califfo Esposito'', p. 236) ==''Gli alunni del sole''== *[...] piazza Carlo III, te li ricordi i lunghi pomeriggi che trascorremmo in un'aiuola sotto la montagna dell'[[Albergo dei Poveri]]?, non lungi dalla cesta, dal tavolino e dai coltelli del venditore delle prime angurie? Ti scegliemmo spesso perché, immensa com'eri, deridevi l'orologio dell'Ospizio e non sembravi più abitata del cielo sul nostro capo; i reggimenti che tornavano dal vicino Campo di Marte, anzi, ti rendevano maggiormente solitaria. Il gigantesco edificio traboccante di sventurati, all'ombra del quale ce ne stavamo, io lo considero un errore del buon re [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Era preferibile, invece, ridurne alquanto le dimensioni e collocarvi gli abbienti; così nell'intera Napoli si sarebbe adagiato e sgranchito il solo popolino: una tettoia che la ricoprisse tutta, una adeguata insegna, e il vero Albergo dei poveri, Maestà, sarebbe stato quello. (da ''Venere punita'', pp. 55-56) *{{NDR|Don Federico Sòrice a Don Salvatore Cadamartori}} «Gli esattissimi risultati di [[Venere (divinità)|Venere]], per chi la guardava e per chi la otteneva, erano infallibilmente questi... un'estrema delizia ma pure un dolore, una tristezza, come quando per la troppa gioia si scostano i numeri della quaterna che avete vinto, e compare una bella paralisi cardiaca. Egregio don Salvatore, la massima dolcezza è simultaneamente amara come il fiele... chiunque odorava, non so perché, nell'irresistibile profumo di Venere, il tanfo della propria morte... E così, dato che nessuno si decideva, la proposta di matrimonio alla Dèa gliela fece Vulcano».<br>«Chi, il [[Vesuvio]]?»{{sic|.}}<br>«Una specie, don Salvatore.» (da ''Venere punita'', p. 59) *«Io non mi spiego perché si debbano piantare, cogliere, tenere in acqua e sale ma principalmente vendere questi [[Lupino bianco|lupini]]» esclamò don Antonio Pagliarulo. «Che sostanza, che gusto hanno?»{{sic|.}}<br>Il fruttivendolo Cadamartori:<br>«Appunto perciò ne mangiamo quintali. Vi mettete in bocca un lupino e masticandolo aspettate... non sentendo niente lo inghiottite e ne pigliate un altro, continuamente un altro finché ne rimangono. Siete all'eterna ricerca del sapore, ho parlato chiaro?... È una fissazione, un puntiglio».<br>Il ciabattino {{sic|Debbiase}}:<br>«Come l'esistenza nostra, Don Antonio, tale e quale. Finisce una giornata insulsa, un lupino di ventiquattro ore, e voi già vi precipitate col pensiero sull'indomani, già vi illudete che i successivi lupini saranno diversi, fragole travestite, caramelle e gianduia, chi lo sa!»{{sic|.}}<br>Don Federico {{sic|Sòrice}}:<br>«Il paragone regge, mi associo: e per ammorbidire e condire ogni quotidiano lupino, abbiamo fin dalla nascita l'occorrente Serino di lacrime». (da ''Venere liberata'', pp. 63-64) *Man mano si addormentarono tutti, rammento; io e Vincenzino Aurispa mangiammo, fantasticando sui palpiti dell'inquieto lumino, i residui [[Fico|fichi]]. Erano piccoli e appassiti, dolcissimi: i soli frutti capaci di memoria, i soli frutti che non abbiano dimenticato né Adamo né il muro di cinta del remoto [[Giardino dell'Eden|Giardino]]. (da ''Venere liberata'', p. 69) *[...] don Salvatore Cadamartori taglia corto facendo arrivare, con un cenno, quattro piattini di "[[Cannolicchio|cannolicchi]]" dalla banchina. Si tratta di un mollusco e insieme della cannuccia per gustarlo raffinatamente: squisiti umori in un delicato e venato astuccio color nuvola, in una sigaretta di mare; succhiamo l'orizzonte che freme tra il [[Vesuvio]] e le isole, dai "cannolicchi" [...]. (da ''Scogli, vele, apparizioni'', p. 75) *[...] la quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli [...]. (da ''Non era ancora nato e già rubava'', pp. 79-80) *[...] don Febo? Che era il dio del sole e delle zingare, di ogni strega sibillina, ve ne informai quando parlammo di Mercurio, di Vulcano, eccetera. Come divinità fu di prim'ordine... e a [[Napoli]] che abbiamo un continuo mezzogiorno pure nei cassetti del comò, don [[Apollo]] nostro dovremmo venerarlo eternamente! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Febo, anice e bengala'', p. 105) *Un dio simile, fratello carnale di Giove, chi lo frena se si arrabbia? Pescicani, balene... ma erano cuccioli, erano trastulli, "pazzielle" di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]! Volendo, lui poteva gettarvi addosso un Atlantico o una Spagna... frantumare qualche razza intera... ma essendo buono se ne asteneva. Desiderava la tranquillità perché gli piacevano molto le femmine... avete notato, a proposito, che raramente i {{sic|donnaiuoli}} sono cattivi? {{sic|l}}'amore acquieta, stanca, e quando uno è debole dà ragione a tutti. Basta, conoscete i [[Faraglioni di Capri]]? Sono le corna di Anfitrite, la povera moglie di Nettuno! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Fantasmi nel braciere'', p. 113) *Quella non fu esclusivamente un'arca di scienza, fu pure la Dèa della guerra intelligente. Prima di lei, greci e romani combattevano, sì, ma come bruti, come facchini: da Minerva impararono le astuzie, gli agguati, gli accerchiamenti... donna [[Atena]] fu peggio di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]... si può dire che solo quando arrivò lei gli eserciti cominciarono veramente a morire per la Patria! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Nascita di Minerva ai «Pellegrini»'', p. 132) *[...] Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette [...]. (da ''Oggi succede tutto'', p. 154) *Qui è [[Castel sant'Elmo|Sant'Elmo]], diafano, aereo: un castello, non nego, ma dipinto su un aquilone. (da ''Oggi succede tutto'', p. 157) *Puntiamo sul Capo, radendo sabbia e tufo. Gli incontri, gli amori, gli alterchi dell'azzurro e del verde ci attirano, quasi ne udiamo il tramestio, le voci. Ecco lo Scoglio di Frisio, ed ecco San Pietro a due Frati; ecco Villa d'Abro, Villa Gallotti, Villa Rosebery, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]], il Palazzo degli Spiriti, la Grotta dei Tuoni alla Gaiola; giriamo la punta e qui ci sovrastano i ruderi della Scuola di Virgilio; da Trentaremi ci affacciamo sul Golfo di Pozzuoli, dove fra non molto il sole ci abbandonerà per correre a spegnersi nel Fusaro o in un antro di [[Cuma]], ne sapete niente voi? A prora non ci manca una "lampara", se è per questo; riapproderemo a [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] di notte, o all'alba, ma vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e che colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.<br>Don Federico Sòrice, con la gialla fronte in mano, abbagliato e rapito:<br>{{sic|«Fermiamoci}}... Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!»{{sic|.}}<br>Perché no? Un definitivo boccone di "{{sic|tòrtano}}" e, per inalterabile vestito, quattro sassi di Coroglio. (da ''Le figlie del tramonto a Marechiaro'', pp. 164-165) ==''Gli alunni del tempo''== ===[[Incipit]]=== Nella via del [[Pallonetto di Santa Lucia]] trovate qualunque cosa, tranne che un giornalaio. Perché? Non fateci ridere con queste domande. In primo luogo onorateci, favorite, allungateci un'occhiata gentile, come se foste un barone di passaggio, o addirittura il sindaco [[Achille Lauro|Lauro]]. Ecco qua: la nostra via del Pallonetto è a "gradoni", sale con l'affanno da Santa Lucia a Monte di Dio, sale con tre quarti di lingua in gola da un "basso" a un palazzetto e da un palazzetto a un "basso", fino all'odore (sempre sia lodato) di lire e di signori della città alta. Mi spiego? Alla conformazione del suolo, aggiungete l'affollamento. Chi non è nato senza gomiti, al Pallonetto, li ha nei fianchi del prossimo; e, d'inverno specialmente, ce li lascia. È chiaro? ===Citazioni=== *Giurateci: se la Vergine potesse arricchirci, lo farebbe; ma si vede che il Padre e il Figlio la tengono a stecchetto. (da ''È civile, è cristiano, il denaro?'', p. 20) *A noi toglieteci dallo stomaco il tam tam selvaggio dell'appetito, e subito ci fabbrichiamo una garitta di paradiso in qualunque inferno. (da ''Come lavoratore si presenta'', p. 23) *Dunque la professione attuale di mio figlio è che nelle strade nobili s'avvicina piangendo ai signori e dice: "Ho rotto le tazze... il padrone mi licenzia se non le pago... Aiutatemi". ('''Don Fulvio Cardillo''', da ''Come lavoratore si presenta'', pp. 25-26) *Abbiamo voglia di esclamare: "Bentornato, Pallonetto di Santa Lucia... dove eri fuggito, all'estero?" E infatti le prime giornate limpide ci restituiscono il genuino Pallonetto: vecchio, sì, mangiato dai secoli, rotto nelle giunture dalle mazzate di ogni specie di vento, corroso dalle tarme della salsedine, ma abitato da un sole marino, trionfale, che benda con garze di pulviscolo intinte nell'argento e nell'oro di Mida, le sue ferite. Ah gente, che sollievo; in ognuno di noi s'è acceso un forno di allegria. (da ''Popolo, come stai, ti serve niente?'', p. 87) *Vieni Giugno, vieni Giugno, e Giugno è venuto. Come s'allargano: diventano saloni, ecco qua, i nostri avari "[[Basso (Napoli)|bassi]]", ora che abitiamo nella strada. È una famiglia sola, in giugno, il Pallonetto di Santa Lucia. Dove ripara, don Attilio Sgueglia, reti di letti? Nella via. Dove espone tegami, bacinelle e orinalucci, don Cosimo Pellecchia? Nella via. Dove spolvera macchine da cucire e grammofoni, biciclette e quadri ("pegni" insomma) il titolare dell'Agenzia di Pegni Fulgenzi? Nella via. Dove ha messo, il carbonaio Quintieri, le sue bombole di gas liquido? Nella via. Giugno sviscera il Pallonetto, è una radiografia di questi vecchi muri e di questa vecchia gente. Approfittatene. Diagnosticate. Abbiamo qualche numero, secondo voi, per la buffa lotteria della vita? O ci conviene scendere a Castel dell'Ovo e affogarci tenendoci per mano e cantando: "Giro giro tondo, cavallo imperotondo"? Giudicate voi. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 103) *Don Vito Cacace appunto zucchine ha mangiato, alla "scapece". Ne avete un'idea? Le fette sottili e rotonde (simili a grosse monete) di zucchine, vengono prima offerte al sole, che in un paio di ore le asciuga e le irradia; poi friggono in teglia; poi con aglio tritato e foglioline di menta, riposano, fortificandosi, in un bagnetto d'aceto. Vergine dell'Aiuto! Assaporiamo, nelle [[Zucchine alla scapece|zucchine alla "scapece"]], gli umori faziosi degli orti di Secondigliano, i raggi ultravioletti dei quali ogni fetta (voltata e rivoltata) s'imbevve, l'olio di Bitonto, il ferro della teglia, l'arguzia dell'aglio, il profumo di canzonetta della menta, l'aceto che è vino gobbo e pazzo e sfottente come i giullari... uh mamma mia bella [...]. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 104) *Ḕ sceso da Pizzofalcone don Saverio Scippo, il [[Cibo di strada|friggitore ambulante]] di riso, di patate, di [[baccalà]], di fiori di zucchine infarinati. Piazza in un angolo fornello, teglia, canestro, e agisce. Non decanta la sua merce: il fumo grasso e nero dell'olio furibondo porta notizie impellenti di don Saverio in tutte le case del Pallonetto. Risorge di colpo, in ognuno, l'appetito dell'infanzia; vecchi e bambini, a causa della frittura dello Scippo, che li fruga con i suoi odori equivalenti ad un mazzo di grimaldelli, diventano coetanei. (da ''In origine l'uomo stava sugli alberi e si grattava'', p. 148) *[[Pioggia|Piove]] fino fino, è la prima acqua d'autunno sulla città; è una ragnatela di freschezza, è un liquido ricamo al tombolo fra casa e casa. Il Pallonetto, che bellezza, sembra una lucida e umida bottega di venditore di baccalà. Sapete? Quei marmi, quelle vaschette, quegli spruzzi lievi come aghi (un lungo pettegolezzo di gocce) e il roseo baccalà di Norvegia che si gonfia, si dilata, rivive. (da ''Avremo la famosa Apocalisse'', p. 151) *Eh, caro don Fulvio, potrei non essere nipote di mio nonno? Io Brigida la scelsi qua, nel mio quartiere nativo, una ragazza della condizione mia, che aveva scritto in fronte, come Vito Cacace: "Sono del Pallonetto e mangio, bevo e rido quando capita." ('''Don Vito Cacace''', da ''Eccoti le nozze cattoliche, ma un po' fredde'', p. 163) *Oggi sul Pallonetto abbiamo [[Nuvola|nuvole]] di prim'ordine, eccezionali, spettacolari. Ma guardatele. Che tinte, che misure, che potenza. Vanno dal {{sic|bianco-panna}} al viola di contusione, giù fino al nero sfrangiato di uno scialle da vedova. Sono aguzzi faraglioni e lunghe scogliere di fumo pieni di rabbia: vanno, vengono, si urtano, si avvinghiano e si respingono; è un amore ed è un odio, non vogliono (come le persone, d'altronde) né separarsi né fondersi. [[Ottobre]] {{sic|spàssati}}. Farai un cenno e zac, saranno tonnellate d'acqua; o invece spazzerai con un soffio la tovaglia dalle miche, e riavremo il sole. Chi nasce quadro non muore tondo: sei la fedele copia di {{sic|Marzo}} e tanto basta. (da ''Il subcosciente non ha freni, è scostumato'', p. 167) *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. (da ''No, no, Sua Santità non mi doveva lasciare'', pp. 176-177) *{{NDR|Un memorabile [[pernacchia|{{sic|pernacchio}}]]}} Ha una forza e una classe wagneriane; è favoloso, nibelungico, trasfigurante [...]. (da ''Non siamo del parere, egregio amico'', p. 189) *Il mondo è mondo, signori miei, la gente è gente. In buona fede o in mala fede, noi sosteniamo questo o quel regime. Senonché, ogni regime nuovo è un abito nuovo: ma dentro c'è l'antico individuo, come Domineddio lo fece e come il demonio lo prese in consegna... amen. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Il popolo, in ogni luogo, ha soltanto verità e libertà a gocce, come i veleni curativi. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il [[Vesuvio]], le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 201) *Laggiù, intorno al Castel dell'Ovo, l'acqua è riccia, spumosa, come lo sciampagna. Abbiamo voglia di [[vino]], appunto; dicembre senza vino è un carcere a sbarre doppie, rinforzato di secondini, insopportabile. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 204) *Ne avete un'idea, se è lecito, dei "[[friarielli]]"? Non vanno bolliti, ma cotti al vivo nei propri umori e nell'olio, come i polipi di scoglio. Sono di zucchero e d'aloe, sono di una tale amarezza e dolcezza congiunte (nel velluto, nel conforto dell'olio di Bitonto) che la pagnotta nella quale, abbreviata la mollica, vanno situati a regola d'arte, se ne commuove fino all'ultima crosticina. (da ''E là c'è una dattilografa più scollata della fortuna'', p. 231) ==''L'oro di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Nel maggio del 1943, in una sua lettera da Napoli, mia sorella Ada fra l'altro mi scriveva: "Ti ricordi Don Ignazio? S'era ridotto a vivere in un basso a Mergellina. L'ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto. Figurati che nella fretta di scappare lasciò sul comodino perfino i denti finti. ===Citazioni=== *Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse, si troverà in questo libro. (Dalla prefazione, 2020, p. 15) *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. (da ''L'oro di Napoli'', 2020, p. 27) *Il [[matrimonio]] è come la morte, viene una volta sola. ('''don Salvatore''', da ''I parenti ricchi'', 2020, p. 38) *[...] eppure esistiamo per accorgerci, in un continuo trasalire, che la realtà è sempre l'effimero pretesto con cui veniamo allontanati dalla nostra favola, e che proprio l'inconoscibile mito di se {{sic|stesso}} è la sola cosa nella quale ciascuno di noi sia certamente, lungamente vivo. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 71) *Il bisogno d'amore è per l'adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli s'apre al sole di giugno come l'anguria spaccata: e i semi neri sprizzano, i desideri sprizzano dovunque. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 74) *{{NDR|Su una cartolina:}} ''Napoli, panorama'' – È un panorama per modo di dire, incompleto, la striscia che va da Mergellina a Castel dell'Ovo con una curva in cui il mare si rifugia e dorme. Riconosco il viale Elena e via Caracciolo, mezza collina di Pizzofalcone, la [[Villa comunale di Napoli|Villa Comunale]], il cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in agosto, l'aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino; dall'altro lato le acque blu vi sgridano se cedete al piacere della terra, non esiste un colore più salato e ironico del loro. (pp. 79-80; 1955) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 85) *Il suo consiglio era: non fate mai niente per opporvi a niente. Diceva: «Avete malattie? Debiti, corna, pene di qualsiasi genere? Per carità, teneteveli». Don Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi le ha riesce soltanto a barattarle, ma in pura perdita, ma sempre e inevitabilmente rimettendoci. (p. 81) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 87) *Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno. (1955, p. 149) *I «[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]», a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 153) *{{NDR|Il [[brodo di polipo]]}} Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da [[Victor Hugo|Hugo]] in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte; andando a letto era opportuno sputare il pezzetto di polipo e non pensarci più, qualora non si volesse masticarlo l'indomani e per sempre. Desidero si sappia che il [[chewing-gum]] ha avuto un antenato al mio paese [...]. (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 155-156) *Il [[Santuario di Montevergine]] sorge sul monte Partenio nella feracissima Irpinia, sta come un'arca sul mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle intorno. Forse l'antica Madonna a cui è dedicato scosta ogni tanto da sé come un'indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta e soave ricomincia a specchiarsi nel suo Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono sulle bianche terrazze per escogitare la formula di una nuova<ref>Nuovi, refuso, nella fonte.</ref> preghiera o di un nuovo liquore. (da ''A Montevergine'', 2020, p. 217) *I «[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]», a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''I Quartieri'', 2020, p. 153) *{{NDR|[[Porta Capuana]]}} È verde e accigliata nel cuore della città; intorno a lei "pazziarielli" o comuni passanti non sono mai di oggi, subito li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in un'antica stampa. (da ''Porta Capuana'', 2020, p. 186) ==''Mal di Galleria''== ===[[Incipit]]=== Stavo immobile nel centro della Galleria, puntato là come la gamba ferma di un compasso, quando rividi la bionda. Attizzo il nodo della cravatta, mi abbottono la giacca sportiva (non vesto male), e con due balzi affianco la mia bella sconosciuta.<br>«Permette una parola?»<br>«No, se ne vada».<br>«La prego... Sia gentile... Dopo tutto quello che giovedì feci per lei, mi tratta così»<br>«Giovedì! Lei? Dunque fu lei?».<br>Usciamo dai rigagnoli di gente, io la guido in un angolo morto, ci fissiamo. Che ragazza, o meglio che donna. Quanto a me, potrei essere (trentanove anni, alto un metro e ottanta, bruno, asciutto e nervoso) il colonnello Townsend di qualunque Altezza Reale; e con la massima finezza e disinvoltura, bruciai le tappe. ===Citazioni=== *La [[Galleria Vittorio Emanuele II|Galleria]]? Scherziamo? Le appartengo e mi appartiene. È casa, è ufficio, è strada, è ombrello, è tutto per me. Ristoranti, caffè, bigliardi, farmacie, bagni, parrucchieri, lustrascarpe, donne formose ed eleganti, uomini vivaci, ombra d'estate e raggi infrarossi d'inverno. Io ci campo da re.<ref>Citato in [[Roberto Napoletano]], ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-01-17/la-libreria-bocca-marotta-e-sua-casa-galleria-105410.shtml?uuid=ACTictBC&refresh_ce=1 La libreria Bocca, Marotta e la «sua casa» in Galleria]'', ''ilsole24ore.com'', 17 gennaio 2016.</ref> *Un esimio [[Borseggio|ladro di portafogli]] ha contemporaneamente le due mani che ha e le due mani che finge di avere. (p. 14) *Il [[teatro]] è la chiesa delle bugie. (p. 24) *Mi rendo conto, oggi, solo oggi, che il destino, o chi è, permette i [[Ricchezza|ricchi]] ma li adopera come ingenui strumenti, li obbliga a non turbare l'ingiustizia e l'inimicizia universali. (p. 87) *La [[vedova]] sa tutto, dell'uomo, perché non l'ha visto unicamente vivere ma lo ha visto anche morire. Lo ha conseguito, lo ha detenuto e lo ha congedato. Ne ha un ritratto completo, esattissimo. (p. 174) *Una vedova, come un'attrice, è due volte donna; voi la circuite, ma ne rimane sempre una libera, disoccupata, agevole preda, secondo me, dei cattivi pensieri. (p. 179) ==''Racconti''== *Al ''monito di cristiana pietà ai posteri'', i fondatori delle [[Cimitero delle Fontanelle|catacombe delle Fontanelle]] impartirono caratteri vezzosi, allettanti, architettonici. Nelle vaste grotte, nei tortuosi cunicoli, essi edificarono altari, navate, colonne di ossa. Ma le unghie dei secoli produssero innumerevoli frane e guasti nella cattedrale sotterranea. È probabile che nel giorno del Giudizio, quando ognuno si accalcherà al guardaroba, ci sarà un po' di confusione, laggiù. Dio, fate che non prevalga, nel singolo, il concetto di arraffare alla cieca il meglio che c'è. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 299) *Forse non è vero che l'[[amore]] sia una vetta al sole; occorre forse scendere nell'amore, il supremo coraggio di {{sic|scendere scendere}} nell'oscurità più densa, come in fondo a un pozzo. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 300) *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; [[Napoli]] è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? (da ''Le apparizioni'', p. 303) *È una ''penna'', una piuma dichiaravano fremendo i nostri coetanei, mentre nelle sudicie manine loro, a titolo di saggio, concedevamo che frusciasse brevemente lo ''{{sic|[[strummolo|strùmmolo]]}}'' incantato degli zingari. Quel prodigio ci estraeva puliti puliti, fra la smorfia della bocca di ghisa della fontanina pubblica, e l'immondizia accatastata negli angoli, dei nostri cenci. L'impercettibile ronzio della trottola napoletana ha proprio la dolcezza con cui si srotolano veloci e quiete le reminiscenze in un cuore. (da ''Le apparizioni'', pp 305-306) ==''San Gennaro non dice mai no''== ===[[Incipit]]=== Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a [[Napoli]] proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.<br>In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il [[Vesuvio]], conta fino a sessanta. ===Citazioni=== *Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. (p. 26) *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. (p. 29) *Non importava vendere molto o vendere poco o non vendere affatto: bastava che si tentasse di vendere. (p. 29-30) *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. (p. 42-43) *[[Salvatore Di Giacomo]] morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera Napoli avranno cessato di esistere... (p. 61) *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|[[Vesuvio]]}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. (p. 99) *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: «E quello il commendatore ci è stretto cugino», solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore. (p. 135) ==[[Incipit]] de ''Le milanesi''== Il dottor Ghislaghi dice: «Gliela faccio, non tema, l'iniezione. Ma cerchi di resistere un poco, signora Galò... bisogna ricorrere alla morfina quando proprio... quando proprio... eh signora, mi capisce, vero?»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giuseppe Marotta== *La pagina di Giuseppe Marotta ha sempre il sapore di una cosa non definita e non compiuta. Si muove ai limiti del bozzetto e del surreale. Possiede, infatti, del bozzetto il vigore concentrato sulla parola e l'illimitata possibilità di fare presagire vicende ancora da costruirsi come prende dal surreale certe evasioni e certe nostalgie che rasentano i regni della favola e del sogno. ([[Francesco Grisi]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Marotta, ''Dieci racconti'', in ''Gli alunni del sole'', Bompiani, Milano, 1966. *Giuseppe Marotta, ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Bompiani, 1955. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Rizzoli, BUR, 1987. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', introduzione di [[Raffaele Nigro]], Rizzoli, BUR grandi classici, Milano, stampa 2020. ISBN 978-88-17-01091-7 *Giuseppe Marotta, ''Mal di Galleria'', Bompiani, Milano, 1958. *Giuseppe Marotta, ''Racconti'', in ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''San Gennaro non dice mai no'', prefazione di [[Michele Prisco]], Avagliano Editore, 1995. ==Filmografia== *''[[Un ladro in paradiso]]'' (1952) *''[[Tempi nostri - Zibaldone n. 2]]'' (1954) ==Voci correlate== *[[Giuseppe Marotta jr.]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Gli alunni del tempo||}} {{Pedia|L'oro di Napoli||}} {{Pedia|Le milanesi||}} {{Pedia|Mal di Galleria||}} {{Pedia|San Gennaro non dice mai no||}} {{DEFAULTSORT:Marotta, Giuseppe}} [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 06el6ce2ocfiubm55lqy2r9dv7fgdb8 1221260 1221248 2022-08-07T00:25:48Z Sun-crops 10277 + 1 wikitext text/x-wiki [[File:Giuseppe Marotta 1947.jpg|thumb|Giuseppe Marotta, 1947]] {{indicedx}} '''Giuseppe Marotta''' (1902 – 1963), scrittore e sceneggiatore italiano. ==Citazioni di Giuseppe Marotta== *Dunque non userò, per [[La dolce vita]], espressioni come "ritratto di una società e di un periodo", o come "potente affresco", delle quali tanti avidi collezionisti di frasi fatte, individui che non hanno addosso un pelo che gli appartenga, hanno immediatamente abusato. No. Dico semplicemente che La dolce vita è un poema cinematografico, suddiviso in canti e strofe.<ref>Da ''Un fraterno evviva all'amara via Veneto di Fellini''; in ''Al cinema non fa freddo'', a cura di G. Amelio, postfazione di G. Fofi, Cava de' Tirreni, Avagliano, 1992, pp. 79-80.</ref> *Ma io recensisco film o colleziono nemici?<ref name=anedd>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.<ref name=anedd/> *Oggi pure i ciechi vedono che la [[dittatura]] è l'esito di una cattiva [[democrazia]], mentre la democrazia è l'esito di una cattiva dittatura.<ref>Da ''Visti e perduti'', Bompiani.</ref> *Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.<ref>Da ''A Milano non fa freddo'', Bompiani, 1949.</ref> ==''Dieci racconti''== *Gli scettici osservino, prego, l'Arco di Sant'Eligio in qualsiasi fotografia o nel vecchio dipinto di Vincenzo Migliaro: quelle pietre assorte, rozze e magiche insieme come il bastimento nella bottiglia; i negozietti di panni e di ferraglia, di sugheri e di cordami, di crusca e di carrube intorno all'erma su cui ride e piange la deturpatissima testa greca, l'enigmatica e remota scultura detta dalla plebe "donna Marianna, capa di Napoli"; un pianino automatico scantona e un gobbo s'inoltra gesticolando come se incarnasse l'ultima vibrazione di quella storta musica; insomma dove, se non a Sant'Eligio, nulla succede ma succede tutto, specialmente l'impossibile? (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 216) *[...] Figurella per esempio era [[sensale]] {{sic|e come}}. In che diavolo non si immischiava, cioè, questo giovane rosso di pelo, altissimo, lentigginoso, puntuto e vagamente arcaico, forse derivato da qualche lontanissimo armigero svevo? Egli impartiva la sua mediazione ad ogni cosa, valendosi del primordiale sistema di trovarsi comunque, fin dall'inizio o all'ultimo istante, gradito o tollerato, negletto o riconosciuto, fra l'origine e il destino delle cose. Il suo lavoro indubitabile era nell'aria, pulviscolo di mansioni rivelato dal raggio di qualche idea felice, subitanea. Un ragazzo corre verso il portoncino dell'ostetrica? Don Arturo lo trattiene, s'informa, bussa e parla per lui: domani, femmina o maschio, l'otto per cento a don Arturo non glielo toglierà nessuno. Passano botti piene e carri funebri vuoti, mansueti o stizziti discorsi, fiori, frutti, sorrisi, lacrime, conoscenti, forestieri, teste rotte, {{sic|calcina}}, travi, guardie, pompieri, asini, galline o finanche i Sacramenti sotto la stola del compunto sacerdote, i cui piedi non toccano terra e le cui occhiate sono basse e fremono come l'erba? Don Arturo li segue, domanda o intuisce, si trasforma lentamente, insensibilmente, in un'equa e opportuna mediazione. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', pp. 216-217) *{{NDR|Il}} mesto orologio di Sant'Eligio – il quale è gotico, ha dunque una serietà indiscutibile, una mutria di secolare galantuomo tedesco [...]. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 220) *La [[Riviera di Chiaia]] bruciava. [[Festa di Piedigrotta|Piedigrotta]] è anche questo, una furia di luci. "Bancarelle", trespoli, carretti, finestre, chioschi, negozi, palchi delle orchestrine vi fissano con gli occhi roventi e spalancati dei matti. Non esagero, la notte del sette è un interrogatorio di terzo grado, coi riflettori puntati in faccia e una stridula voce che ripete: «Sei contento, ammettilo, ti diverti!»; è una deliziosa tortura per farci confessare che non avremo, domani, cielo da vedere e terra da camminare. Pazienza! Salute a noi! (da ''La notte del sette'', p. 227) *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? (da ''Il califfo Esposito'', p. 236) ==''Gli alunni del sole''== *[...] piazza Carlo III, te li ricordi i lunghi pomeriggi che trascorremmo in un'aiuola sotto la montagna dell'[[Albergo dei Poveri]]?, non lungi dalla cesta, dal tavolino e dai coltelli del venditore delle prime angurie? Ti scegliemmo spesso perché, immensa com'eri, deridevi l'orologio dell'Ospizio e non sembravi più abitata del cielo sul nostro capo; i reggimenti che tornavano dal vicino Campo di Marte, anzi, ti rendevano maggiormente solitaria. Il gigantesco edificio traboccante di sventurati, all'ombra del quale ce ne stavamo, io lo considero un errore del buon re [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Era preferibile, invece, ridurne alquanto le dimensioni e collocarvi gli abbienti; così nell'intera Napoli si sarebbe adagiato e sgranchito il solo popolino: una tettoia che la ricoprisse tutta, una adeguata insegna, e il vero Albergo dei poveri, Maestà, sarebbe stato quello. (da ''Venere punita'', pp. 55-56) *{{NDR|Don Federico Sòrice a Don Salvatore Cadamartori}} «Gli esattissimi risultati di [[Venere (divinità)|Venere]], per chi la guardava e per chi la otteneva, erano infallibilmente questi... un'estrema delizia ma pure un dolore, una tristezza, come quando per la troppa gioia si scostano i numeri della quaterna che avete vinto, e compare una bella paralisi cardiaca. Egregio don Salvatore, la massima dolcezza è simultaneamente amara come il fiele... chiunque odorava, non so perché, nell'irresistibile profumo di Venere, il tanfo della propria morte... E così, dato che nessuno si decideva, la proposta di matrimonio alla Dèa gliela fece Vulcano».<br>«Chi, il [[Vesuvio]]?»{{sic|.}}<br>«Una specie, don Salvatore.» (da ''Venere punita'', p. 59) *«Io non mi spiego perché si debbano piantare, cogliere, tenere in acqua e sale ma principalmente vendere questi [[Lupino bianco|lupini]]» esclamò don Antonio Pagliarulo. «Che sostanza, che gusto hanno?»{{sic|.}}<br>Il fruttivendolo Cadamartori:<br>«Appunto perciò ne mangiamo quintali. Vi mettete in bocca un lupino e masticandolo aspettate... non sentendo niente lo inghiottite e ne pigliate un altro, continuamente un altro finché ne rimangono. Siete all'eterna ricerca del sapore, ho parlato chiaro?... È una fissazione, un puntiglio».<br>Il ciabattino {{sic|Debbiase}}:<br>«Come l'esistenza nostra, Don Antonio, tale e quale. Finisce una giornata insulsa, un lupino di ventiquattro ore, e voi già vi precipitate col pensiero sull'indomani, già vi illudete che i successivi lupini saranno diversi, fragole travestite, caramelle e gianduia, chi lo sa!»{{sic|.}}<br>Don Federico {{sic|Sòrice}}:<br>«Il paragone regge, mi associo: e per ammorbidire e condire ogni quotidiano lupino, abbiamo fin dalla nascita l'occorrente Serino di lacrime». (da ''Venere liberata'', pp. 63-64) *Man mano si addormentarono tutti, rammento; io e Vincenzino Aurispa mangiammo, fantasticando sui palpiti dell'inquieto lumino, i residui [[Fico|fichi]]. Erano piccoli e appassiti, dolcissimi: i soli frutti capaci di memoria, i soli frutti che non abbiano dimenticato né Adamo né il muro di cinta del remoto [[Giardino dell'Eden|Giardino]]. (da ''Venere liberata'', p. 69) *[...] don Salvatore Cadamartori taglia corto facendo arrivare, con un cenno, quattro piattini di "[[Cannolicchio|cannolicchi]]" dalla banchina. Si tratta di un mollusco e insieme della cannuccia per gustarlo raffinatamente: squisiti umori in un delicato e venato astuccio color nuvola, in una sigaretta di mare; succhiamo l'orizzonte che freme tra il [[Vesuvio]] e le isole, dai "cannolicchi" [...]. (da ''Scogli, vele, apparizioni'', p. 75) *[...] la quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli [...]. (da ''Non era ancora nato e già rubava'', pp. 79-80) *[...] don Febo? Che era il dio del sole e delle zingare, di ogni strega sibillina, ve ne informai quando parlammo di Mercurio, di Vulcano, eccetera. Come divinità fu di prim'ordine... e a [[Napoli]] che abbiamo un continuo mezzogiorno pure nei cassetti del comò, don [[Apollo]] nostro dovremmo venerarlo eternamente! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Febo, anice e bengala'', p. 105) *Un dio simile, fratello carnale di Giove, chi lo frena se si arrabbia? Pescicani, balene... ma erano cuccioli, erano trastulli, "pazzielle" di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]! Volendo, lui poteva gettarvi addosso un Atlantico o una Spagna... frantumare qualche razza intera... ma essendo buono se ne asteneva. Desiderava la tranquillità perché gli piacevano molto le femmine... avete notato, a proposito, che raramente i {{sic|donnaiuoli}} sono cattivi? {{sic|l}}'amore acquieta, stanca, e quando uno è debole dà ragione a tutti. Basta, conoscete i [[Faraglioni di Capri]]? Sono le corna di Anfitrite, la povera moglie di Nettuno! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Fantasmi nel braciere'', p. 113) *Quella non fu esclusivamente un'arca di scienza, fu pure la Dèa della guerra intelligente. Prima di lei, greci e romani combattevano, sì, ma come bruti, come facchini: da Minerva impararono le astuzie, gli agguati, gli accerchiamenti... donna [[Atena]] fu peggio di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]... si può dire che solo quando arrivò lei gli eserciti cominciarono veramente a morire per la Patria! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Nascita di Minerva ai «Pellegrini»'', p. 132) *[...] Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette [...]. (da ''Oggi succede tutto'', p. 154) *Qui è [[Castel sant'Elmo|Sant'Elmo]], diafano, aereo: un castello, non nego, ma dipinto su un aquilone. (da ''Oggi succede tutto'', p. 157) *Puntiamo sul Capo, radendo sabbia e tufo. Gli incontri, gli amori, gli alterchi dell'azzurro e del verde ci attirano, quasi ne udiamo il tramestio, le voci. Ecco lo Scoglio di Frisio, ed ecco San Pietro a due Frati; ecco Villa d'Abro, Villa Gallotti, Villa Rosebery, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]], il Palazzo degli Spiriti, la Grotta dei Tuoni alla Gaiola; giriamo la punta e qui ci sovrastano i ruderi della Scuola di Virgilio; da Trentaremi ci affacciamo sul Golfo di Pozzuoli, dove fra non molto il sole ci abbandonerà per correre a spegnersi nel Fusaro o in un antro di [[Cuma]], ne sapete niente voi? A prora non ci manca una "lampara", se è per questo; riapproderemo a [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] di notte, o all'alba, ma vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e che colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.<br>Don Federico Sòrice, con la gialla fronte in mano, abbagliato e rapito:<br>{{sic|«Fermiamoci}}... Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!»{{sic|.}}<br>Perché no? Un definitivo boccone di "{{sic|tòrtano}}" e, per inalterabile vestito, quattro sassi di Coroglio. (da ''Le figlie del tramonto a Marechiaro'', pp. 164-165) ==''Gli alunni del tempo''== ===[[Incipit]]=== Nella via del [[Pallonetto di Santa Lucia]] trovate qualunque cosa, tranne che un giornalaio. Perché? Non fateci ridere con queste domande. In primo luogo onorateci, favorite, allungateci un'occhiata gentile, come se foste un barone di passaggio, o addirittura il sindaco [[Achille Lauro|Lauro]]. Ecco qua: la nostra via del Pallonetto è a "gradoni", sale con l'affanno da Santa Lucia a Monte di Dio, sale con tre quarti di lingua in gola da un "basso" a un palazzetto e da un palazzetto a un "basso", fino all'odore (sempre sia lodato) di lire e di signori della città alta. Mi spiego? Alla conformazione del suolo, aggiungete l'affollamento. Chi non è nato senza gomiti, al Pallonetto, li ha nei fianchi del prossimo; e, d'inverno specialmente, ce li lascia. È chiaro? ===Citazioni=== *Giurateci: se la Vergine potesse arricchirci, lo farebbe; ma si vede che il Padre e il Figlio la tengono a stecchetto. (da ''È civile, è cristiano, il denaro?'', p. 20) *A noi toglieteci dallo stomaco il tam tam selvaggio dell'appetito, e subito ci fabbrichiamo una garitta di paradiso in qualunque inferno. (da ''Come lavoratore si presenta'', p. 23) *Dunque la professione attuale di mio figlio è che nelle strade nobili s'avvicina piangendo ai signori e dice: "Ho rotto le tazze... il padrone mi licenzia se non le pago... Aiutatemi". ('''Don Fulvio Cardillo''', da ''Come lavoratore si presenta'', pp. 25-26) *Abbiamo voglia di esclamare: "Bentornato, Pallonetto di Santa Lucia... dove eri fuggito, all'estero?" E infatti le prime giornate limpide ci restituiscono il genuino Pallonetto: vecchio, sì, mangiato dai secoli, rotto nelle giunture dalle mazzate di ogni specie di vento, corroso dalle tarme della salsedine, ma abitato da un sole marino, trionfale, che benda con garze di pulviscolo intinte nell'argento e nell'oro di Mida, le sue ferite. Ah gente, che sollievo; in ognuno di noi s'è acceso un forno di allegria. (da ''Popolo, come stai, ti serve niente?'', p. 87) *Vieni Giugno, vieni Giugno, e Giugno è venuto. Come s'allargano: diventano saloni, ecco qua, i nostri avari "[[Basso (Napoli)|bassi]]", ora che abitiamo nella strada. È una famiglia sola, in giugno, il Pallonetto di Santa Lucia. Dove ripara, don Attilio Sgueglia, reti di letti? Nella via. Dove espone tegami, bacinelle e orinalucci, don Cosimo Pellecchia? Nella via. Dove spolvera macchine da cucire e grammofoni, biciclette e quadri ("pegni" insomma) il titolare dell'Agenzia di Pegni Fulgenzi? Nella via. Dove ha messo, il carbonaio Quintieri, le sue bombole di gas liquido? Nella via. Giugno sviscera il Pallonetto, è una radiografia di questi vecchi muri e di questa vecchia gente. Approfittatene. Diagnosticate. Abbiamo qualche numero, secondo voi, per la buffa lotteria della vita? O ci conviene scendere a Castel dell'Ovo e affogarci tenendoci per mano e cantando: "Giro giro tondo, cavallo imperotondo"? Giudicate voi. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 103) *Don Vito Cacace appunto zucchine ha mangiato, alla "scapece". Ne avete un'idea? Le fette sottili e rotonde (simili a grosse monete) di zucchine, vengono prima offerte al sole, che in un paio di ore le asciuga e le irradia; poi friggono in teglia; poi con aglio tritato e foglioline di menta, riposano, fortificandosi, in un bagnetto d'aceto. Vergine dell'Aiuto! Assaporiamo, nelle [[Zucchine alla scapece|zucchine alla "scapece"]], gli umori faziosi degli orti di Secondigliano, i raggi ultravioletti dei quali ogni fetta (voltata e rivoltata) s'imbevve, l'olio di Bitonto, il ferro della teglia, l'arguzia dell'aglio, il profumo di canzonetta della menta, l'aceto che è vino gobbo e pazzo e sfottente come i giullari... uh mamma mia bella [...]. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 104) *Ḕ sceso da Pizzofalcone don Saverio Scippo, il [[Cibo di strada|friggitore ambulante]] di riso, di patate, di [[baccalà]], di fiori di zucchine infarinati. Piazza in un angolo fornello, teglia, canestro, e agisce. Non decanta la sua merce: il fumo grasso e nero dell'olio furibondo porta notizie impellenti di don Saverio in tutte le case del Pallonetto. Risorge di colpo, in ognuno, l'appetito dell'infanzia; vecchi e bambini, a causa della frittura dello Scippo, che li fruga con i suoi odori equivalenti ad un mazzo di grimaldelli, diventano coetanei. (da ''In origine l'uomo stava sugli alberi e si grattava'', p. 148) *[[Pioggia|Piove]] fino fino, è la prima acqua d'autunno sulla città; è una ragnatela di freschezza, è un liquido ricamo al tombolo fra casa e casa. Il Pallonetto, che bellezza, sembra una lucida e umida bottega di venditore di baccalà. Sapete? Quei marmi, quelle vaschette, quegli spruzzi lievi come aghi (un lungo pettegolezzo di gocce) e il roseo baccalà di Norvegia che si gonfia, si dilata, rivive. (da ''Avremo la famosa Apocalisse'', p. 151) *Eh, caro don Fulvio, potrei non essere nipote di mio nonno? Io Brigida la scelsi qua, nel mio quartiere nativo, una ragazza della condizione mia, che aveva scritto in fronte, come Vito Cacace: "Sono del Pallonetto e mangio, bevo e rido quando capita." ('''Don Vito Cacace''', da ''Eccoti le nozze cattoliche, ma un po' fredde'', p. 163) *Oggi sul Pallonetto abbiamo [[Nuvola|nuvole]] di prim'ordine, eccezionali, spettacolari. Ma guardatele. Che tinte, che misure, che potenza. Vanno dal {{sic|bianco-panna}} al viola di contusione, giù fino al nero sfrangiato di uno scialle da vedova. Sono aguzzi faraglioni e lunghe scogliere di fumo pieni di rabbia: vanno, vengono, si urtano, si avvinghiano e si respingono; è un amore ed è un odio, non vogliono (come le persone, d'altronde) né separarsi né fondersi. [[Ottobre]] {{sic|spàssati}}. Farai un cenno e zac, saranno tonnellate d'acqua; o invece spazzerai con un soffio la tovaglia dalle miche, e riavremo il sole. Chi nasce quadro non muore tondo: sei la fedele copia di {{sic|Marzo}} e tanto basta. (da ''Il subcosciente non ha freni, è scostumato'', p. 167) *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. (da ''No, no, Sua Santità non mi doveva lasciare'', pp. 176-177) *{{NDR|Un memorabile [[pernacchia|{{sic|pernacchio}}]]}} Ha una forza e una classe wagneriane; è favoloso, nibelungico, trasfigurante [...]. (da ''Non siamo del parere, egregio amico'', p. 189) *Il mondo è mondo, signori miei, la gente è gente. In buona fede o in mala fede, noi sosteniamo questo o quel regime. Senonché, ogni regime nuovo è un abito nuovo: ma dentro c'è l'antico individuo, come Domineddio lo fece e come il demonio lo prese in consegna... amen. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Il popolo, in ogni luogo, ha soltanto verità e libertà a gocce, come i veleni curativi. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il [[Vesuvio]], le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 201) *Laggiù, intorno al Castel dell'Ovo, l'acqua è riccia, spumosa, come lo sciampagna. Abbiamo voglia di [[vino]], appunto; dicembre senza vino è un carcere a sbarre doppie, rinforzato di secondini, insopportabile. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 204) *Ne avete un'idea, se è lecito, dei "[[friarielli]]"? Non vanno bolliti, ma cotti al vivo nei propri umori e nell'olio, come i polipi di scoglio. Sono di zucchero e d'aloe, sono di una tale amarezza e dolcezza congiunte (nel velluto, nel conforto dell'olio di Bitonto) che la pagnotta nella quale, abbreviata la mollica, vanno situati a regola d'arte, se ne commuove fino all'ultima crosticina. (da ''E là c'è una dattilografa più scollata della fortuna'', p. 231) ==''L'oro di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Nel maggio del 1943, in una sua lettera da Napoli, mia sorella Ada fra l'altro mi scriveva: "Ti ricordi Don Ignazio? S'era ridotto a vivere in un basso a Mergellina. L'ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto. Figurati che nella fretta di scappare lasciò sul comodino perfino i denti finti. ===Citazioni=== *Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse, si troverà in questo libro. (Dalla prefazione, 2020, p. 15) *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. (da ''L'oro di Napoli'', 2020, p. 27) *Il [[matrimonio]] è come la morte, viene una volta sola. ('''don Salvatore''', da ''I parenti ricchi'', 2020, p. 38) *[...] eppure esistiamo per accorgerci, in un continuo trasalire, che la realtà è sempre l'effimero pretesto con cui veniamo allontanati dalla nostra favola, e che proprio l'inconoscibile mito di se {{sic|stesso}} è la sola cosa nella quale ciascuno di noi sia certamente, lungamente vivo. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 71) *Il bisogno d'amore è per l'adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli s'apre al sole di giugno come l'anguria spaccata: e i semi neri sprizzano, i desideri sprizzano dovunque. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 74) *{{NDR|Su una cartolina:}} ''Napoli, panorama'' – È un panorama per modo di dire, incompleto, la striscia che va da Mergellina a Castel dell'Ovo con una curva in cui il mare si rifugia e dorme. Riconosco il viale Elena e via Caracciolo, mezza collina di Pizzofalcone, la [[Villa comunale di Napoli|Villa Comunale]], il cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in agosto, l'aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino; dall'altro lato le acque blu vi sgridano se cedete al piacere della terra, non esiste un colore più salato e ironico del loro. (pp. 79-80; 1955) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 85) *Il suo consiglio era: non fate mai niente per opporvi a niente. Diceva: «Avete malattie? Debiti, corna, pene di qualsiasi genere? Per carità, teneteveli». Don Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi le ha riesce soltanto a barattarle, ma in pura perdita, ma sempre e inevitabilmente rimettendoci. (p. 81) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 87) *Frattanto la notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a [[Posillipo]] il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. (da ''Scoglio a Mergellina'', 2020, p. 124) *Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno. (1955, p. 149) *I «[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]», a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 153) *{{NDR|Il [[brodo di polipo]]}} Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da [[Victor Hugo|Hugo]] in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte; andando a letto era opportuno sputare il pezzetto di polipo e non pensarci più, qualora non si volesse masticarlo l'indomani e per sempre. Desidero si sappia che il [[chewing-gum]] ha avuto un antenato al mio paese [...]. (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 155-156) *Il [[Santuario di Montevergine]] sorge sul monte Partenio nella feracissima Irpinia, sta come un'arca sul mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle intorno. Forse l'antica Madonna a cui è dedicato scosta ogni tanto da sé come un'indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta e soave ricomincia a specchiarsi nel suo Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono sulle bianche terrazze per escogitare la formula di una nuova<ref>Nuovi, refuso, nella fonte.</ref> preghiera o di un nuovo liquore. (da ''A Montevergine'', 2020, p. 217) *I «[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]», a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''I Quartieri'', 2020, p. 153) *{{NDR|[[Porta Capuana]]}} È verde e accigliata nel cuore della città; intorno a lei "pazziarielli" o comuni passanti non sono mai di oggi, subito li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in un'antica stampa. (da ''Porta Capuana'', 2020, p. 186) ==''Mal di Galleria''== ===[[Incipit]]=== Stavo immobile nel centro della Galleria, puntato là come la gamba ferma di un compasso, quando rividi la bionda. Attizzo il nodo della cravatta, mi abbottono la giacca sportiva (non vesto male), e con due balzi affianco la mia bella sconosciuta.<br>«Permette una parola?»<br>«No, se ne vada».<br>«La prego... Sia gentile... Dopo tutto quello che giovedì feci per lei, mi tratta così»<br>«Giovedì! Lei? Dunque fu lei?».<br>Usciamo dai rigagnoli di gente, io la guido in un angolo morto, ci fissiamo. Che ragazza, o meglio che donna. Quanto a me, potrei essere (trentanove anni, alto un metro e ottanta, bruno, asciutto e nervoso) il colonnello Townsend di qualunque Altezza Reale; e con la massima finezza e disinvoltura, bruciai le tappe. ===Citazioni=== *La [[Galleria Vittorio Emanuele II|Galleria]]? Scherziamo? Le appartengo e mi appartiene. È casa, è ufficio, è strada, è ombrello, è tutto per me. Ristoranti, caffè, bigliardi, farmacie, bagni, parrucchieri, lustrascarpe, donne formose ed eleganti, uomini vivaci, ombra d'estate e raggi infrarossi d'inverno. Io ci campo da re.<ref>Citato in [[Roberto Napoletano]], ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-01-17/la-libreria-bocca-marotta-e-sua-casa-galleria-105410.shtml?uuid=ACTictBC&refresh_ce=1 La libreria Bocca, Marotta e la «sua casa» in Galleria]'', ''ilsole24ore.com'', 17 gennaio 2016.</ref> *Un esimio [[Borseggio|ladro di portafogli]] ha contemporaneamente le due mani che ha e le due mani che finge di avere. (p. 14) *Il [[teatro]] è la chiesa delle bugie. (p. 24) *Mi rendo conto, oggi, solo oggi, che il destino, o chi è, permette i [[Ricchezza|ricchi]] ma li adopera come ingenui strumenti, li obbliga a non turbare l'ingiustizia e l'inimicizia universali. (p. 87) *La [[vedova]] sa tutto, dell'uomo, perché non l'ha visto unicamente vivere ma lo ha visto anche morire. Lo ha conseguito, lo ha detenuto e lo ha congedato. Ne ha un ritratto completo, esattissimo. (p. 174) *Una vedova, come un'attrice, è due volte donna; voi la circuite, ma ne rimane sempre una libera, disoccupata, agevole preda, secondo me, dei cattivi pensieri. (p. 179) ==''Racconti''== *Al ''monito di cristiana pietà ai posteri'', i fondatori delle [[Cimitero delle Fontanelle|catacombe delle Fontanelle]] impartirono caratteri vezzosi, allettanti, architettonici. Nelle vaste grotte, nei tortuosi cunicoli, essi edificarono altari, navate, colonne di ossa. Ma le unghie dei secoli produssero innumerevoli frane e guasti nella cattedrale sotterranea. È probabile che nel giorno del Giudizio, quando ognuno si accalcherà al guardaroba, ci sarà un po' di confusione, laggiù. Dio, fate che non prevalga, nel singolo, il concetto di arraffare alla cieca il meglio che c'è. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 299) *Forse non è vero che l'[[amore]] sia una vetta al sole; occorre forse scendere nell'amore, il supremo coraggio di {{sic|scendere scendere}} nell'oscurità più densa, come in fondo a un pozzo. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 300) *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; [[Napoli]] è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? (da ''Le apparizioni'', p. 303) *È una ''penna'', una piuma dichiaravano fremendo i nostri coetanei, mentre nelle sudicie manine loro, a titolo di saggio, concedevamo che frusciasse brevemente lo ''{{sic|[[strummolo|strùmmolo]]}}'' incantato degli zingari. Quel prodigio ci estraeva puliti puliti, fra la smorfia della bocca di ghisa della fontanina pubblica, e l'immondizia accatastata negli angoli, dei nostri cenci. L'impercettibile ronzio della trottola napoletana ha proprio la dolcezza con cui si srotolano veloci e quiete le reminiscenze in un cuore. (da ''Le apparizioni'', pp 305-306) ==''San Gennaro non dice mai no''== ===[[Incipit]]=== Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a [[Napoli]] proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.<br>In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il [[Vesuvio]], conta fino a sessanta. ===Citazioni=== *Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. (p. 26) *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. (p. 29) *Non importava vendere molto o vendere poco o non vendere affatto: bastava che si tentasse di vendere. (p. 29-30) *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. (p. 42-43) *[[Salvatore Di Giacomo]] morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera Napoli avranno cessato di esistere... (p. 61) *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|[[Vesuvio]]}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. (p. 99) *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: «E quello il commendatore ci è stretto cugino», solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore. (p. 135) ==[[Incipit]] de ''Le milanesi''== Il dottor Ghislaghi dice: «Gliela faccio, non tema, l'iniezione. Ma cerchi di resistere un poco, signora Galò... bisogna ricorrere alla morfina quando proprio... quando proprio... eh signora, mi capisce, vero?»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giuseppe Marotta== *La pagina di Giuseppe Marotta ha sempre il sapore di una cosa non definita e non compiuta. Si muove ai limiti del bozzetto e del surreale. Possiede, infatti, del bozzetto il vigore concentrato sulla parola e l'illimitata possibilità di fare presagire vicende ancora da costruirsi come prende dal surreale certe evasioni e certe nostalgie che rasentano i regni della favola e del sogno. ([[Francesco Grisi]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Marotta, ''Dieci racconti'', in ''Gli alunni del sole'', Bompiani, Milano, 1966. *Giuseppe Marotta, ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Bompiani, 1955. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Rizzoli, BUR, 1987. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', introduzione di [[Raffaele Nigro]], Rizzoli, BUR grandi classici, Milano, stampa 2020. ISBN 978-88-17-01091-7 *Giuseppe Marotta, ''Mal di Galleria'', Bompiani, Milano, 1958. *Giuseppe Marotta, ''Racconti'', in ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''San Gennaro non dice mai no'', prefazione di [[Michele Prisco]], Avagliano Editore, 1995. ==Filmografia== *''[[Un ladro in paradiso]]'' (1952) *''[[Tempi nostri - Zibaldone n. 2]]'' (1954) ==Voci correlate== *[[Giuseppe Marotta jr.]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Gli alunni del tempo||}} {{Pedia|L'oro di Napoli||}} {{Pedia|Le milanesi||}} {{Pedia|Mal di Galleria||}} {{Pedia|San Gennaro non dice mai no||}} {{DEFAULTSORT:Marotta, Giuseppe}} [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 4pbgoxkj50ptiaygfqbg18vgmc3y6oi 1221261 1221260 2022-08-07T00:29:16Z Sun-crops 10277 /* Citazioni */ - doppione wikitext text/x-wiki [[File:Giuseppe Marotta 1947.jpg|thumb|Giuseppe Marotta, 1947]] {{indicedx}} '''Giuseppe Marotta''' (1902 – 1963), scrittore e sceneggiatore italiano. ==Citazioni di Giuseppe Marotta== *Dunque non userò, per [[La dolce vita]], espressioni come "ritratto di una società e di un periodo", o come "potente affresco", delle quali tanti avidi collezionisti di frasi fatte, individui che non hanno addosso un pelo che gli appartenga, hanno immediatamente abusato. No. Dico semplicemente che La dolce vita è un poema cinematografico, suddiviso in canti e strofe.<ref>Da ''Un fraterno evviva all'amara via Veneto di Fellini''; in ''Al cinema non fa freddo'', a cura di G. Amelio, postfazione di G. Fofi, Cava de' Tirreni, Avagliano, 1992, pp. 79-80.</ref> *Ma io recensisco film o colleziono nemici?<ref name=anedd>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.<ref name=anedd/> *Oggi pure i ciechi vedono che la [[dittatura]] è l'esito di una cattiva [[democrazia]], mentre la democrazia è l'esito di una cattiva dittatura.<ref>Da ''Visti e perduti'', Bompiani.</ref> *Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.<ref>Da ''A Milano non fa freddo'', Bompiani, 1949.</ref> ==''Dieci racconti''== *Gli scettici osservino, prego, l'Arco di Sant'Eligio in qualsiasi fotografia o nel vecchio dipinto di Vincenzo Migliaro: quelle pietre assorte, rozze e magiche insieme come il bastimento nella bottiglia; i negozietti di panni e di ferraglia, di sugheri e di cordami, di crusca e di carrube intorno all'erma su cui ride e piange la deturpatissima testa greca, l'enigmatica e remota scultura detta dalla plebe "donna Marianna, capa di Napoli"; un pianino automatico scantona e un gobbo s'inoltra gesticolando come se incarnasse l'ultima vibrazione di quella storta musica; insomma dove, se non a Sant'Eligio, nulla succede ma succede tutto, specialmente l'impossibile? (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 216) *[...] Figurella per esempio era [[sensale]] {{sic|e come}}. In che diavolo non si immischiava, cioè, questo giovane rosso di pelo, altissimo, lentigginoso, puntuto e vagamente arcaico, forse derivato da qualche lontanissimo armigero svevo? Egli impartiva la sua mediazione ad ogni cosa, valendosi del primordiale sistema di trovarsi comunque, fin dall'inizio o all'ultimo istante, gradito o tollerato, negletto o riconosciuto, fra l'origine e il destino delle cose. Il suo lavoro indubitabile era nell'aria, pulviscolo di mansioni rivelato dal raggio di qualche idea felice, subitanea. Un ragazzo corre verso il portoncino dell'ostetrica? Don Arturo lo trattiene, s'informa, bussa e parla per lui: domani, femmina o maschio, l'otto per cento a don Arturo non glielo toglierà nessuno. Passano botti piene e carri funebri vuoti, mansueti o stizziti discorsi, fiori, frutti, sorrisi, lacrime, conoscenti, forestieri, teste rotte, {{sic|calcina}}, travi, guardie, pompieri, asini, galline o finanche i Sacramenti sotto la stola del compunto sacerdote, i cui piedi non toccano terra e le cui occhiate sono basse e fremono come l'erba? Don Arturo li segue, domanda o intuisce, si trasforma lentamente, insensibilmente, in un'equa e opportuna mediazione. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', pp. 216-217) *{{NDR|Il}} mesto orologio di Sant'Eligio – il quale è gotico, ha dunque una serietà indiscutibile, una mutria di secolare galantuomo tedesco [...]. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 220) *La [[Riviera di Chiaia]] bruciava. [[Festa di Piedigrotta|Piedigrotta]] è anche questo, una furia di luci. "Bancarelle", trespoli, carretti, finestre, chioschi, negozi, palchi delle orchestrine vi fissano con gli occhi roventi e spalancati dei matti. Non esagero, la notte del sette è un interrogatorio di terzo grado, coi riflettori puntati in faccia e una stridula voce che ripete: «Sei contento, ammettilo, ti diverti!»; è una deliziosa tortura per farci confessare che non avremo, domani, cielo da vedere e terra da camminare. Pazienza! Salute a noi! (da ''La notte del sette'', p. 227) *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? (da ''Il califfo Esposito'', p. 236) ==''Gli alunni del sole''== *[...] piazza Carlo III, te li ricordi i lunghi pomeriggi che trascorremmo in un'aiuola sotto la montagna dell'[[Albergo dei Poveri]]?, non lungi dalla cesta, dal tavolino e dai coltelli del venditore delle prime angurie? Ti scegliemmo spesso perché, immensa com'eri, deridevi l'orologio dell'Ospizio e non sembravi più abitata del cielo sul nostro capo; i reggimenti che tornavano dal vicino Campo di Marte, anzi, ti rendevano maggiormente solitaria. Il gigantesco edificio traboccante di sventurati, all'ombra del quale ce ne stavamo, io lo considero un errore del buon re [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Era preferibile, invece, ridurne alquanto le dimensioni e collocarvi gli abbienti; così nell'intera Napoli si sarebbe adagiato e sgranchito il solo popolino: una tettoia che la ricoprisse tutta, una adeguata insegna, e il vero Albergo dei poveri, Maestà, sarebbe stato quello. (da ''Venere punita'', pp. 55-56) *{{NDR|Don Federico Sòrice a Don Salvatore Cadamartori}} «Gli esattissimi risultati di [[Venere (divinità)|Venere]], per chi la guardava e per chi la otteneva, erano infallibilmente questi... un'estrema delizia ma pure un dolore, una tristezza, come quando per la troppa gioia si scostano i numeri della quaterna che avete vinto, e compare una bella paralisi cardiaca. Egregio don Salvatore, la massima dolcezza è simultaneamente amara come il fiele... chiunque odorava, non so perché, nell'irresistibile profumo di Venere, il tanfo della propria morte... E così, dato che nessuno si decideva, la proposta di matrimonio alla Dèa gliela fece Vulcano».<br>«Chi, il [[Vesuvio]]?»{{sic|.}}<br>«Una specie, don Salvatore.» (da ''Venere punita'', p. 59) *«Io non mi spiego perché si debbano piantare, cogliere, tenere in acqua e sale ma principalmente vendere questi [[Lupino bianco|lupini]]» esclamò don Antonio Pagliarulo. «Che sostanza, che gusto hanno?»{{sic|.}}<br>Il fruttivendolo Cadamartori:<br>«Appunto perciò ne mangiamo quintali. Vi mettete in bocca un lupino e masticandolo aspettate... non sentendo niente lo inghiottite e ne pigliate un altro, continuamente un altro finché ne rimangono. Siete all'eterna ricerca del sapore, ho parlato chiaro?... È una fissazione, un puntiglio».<br>Il ciabattino {{sic|Debbiase}}:<br>«Come l'esistenza nostra, Don Antonio, tale e quale. Finisce una giornata insulsa, un lupino di ventiquattro ore, e voi già vi precipitate col pensiero sull'indomani, già vi illudete che i successivi lupini saranno diversi, fragole travestite, caramelle e gianduia, chi lo sa!»{{sic|.}}<br>Don Federico {{sic|Sòrice}}:<br>«Il paragone regge, mi associo: e per ammorbidire e condire ogni quotidiano lupino, abbiamo fin dalla nascita l'occorrente Serino di lacrime». (da ''Venere liberata'', pp. 63-64) *Man mano si addormentarono tutti, rammento; io e Vincenzino Aurispa mangiammo, fantasticando sui palpiti dell'inquieto lumino, i residui [[Fico|fichi]]. Erano piccoli e appassiti, dolcissimi: i soli frutti capaci di memoria, i soli frutti che non abbiano dimenticato né Adamo né il muro di cinta del remoto [[Giardino dell'Eden|Giardino]]. (da ''Venere liberata'', p. 69) *[...] don Salvatore Cadamartori taglia corto facendo arrivare, con un cenno, quattro piattini di "[[Cannolicchio|cannolicchi]]" dalla banchina. Si tratta di un mollusco e insieme della cannuccia per gustarlo raffinatamente: squisiti umori in un delicato e venato astuccio color nuvola, in una sigaretta di mare; succhiamo l'orizzonte che freme tra il [[Vesuvio]] e le isole, dai "cannolicchi" [...]. (da ''Scogli, vele, apparizioni'', p. 75) *[...] la quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli [...]. (da ''Non era ancora nato e già rubava'', pp. 79-80) *[...] don Febo? Che era il dio del sole e delle zingare, di ogni strega sibillina, ve ne informai quando parlammo di Mercurio, di Vulcano, eccetera. Come divinità fu di prim'ordine... e a [[Napoli]] che abbiamo un continuo mezzogiorno pure nei cassetti del comò, don [[Apollo]] nostro dovremmo venerarlo eternamente! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Febo, anice e bengala'', p. 105) *Un dio simile, fratello carnale di Giove, chi lo frena se si arrabbia? Pescicani, balene... ma erano cuccioli, erano trastulli, "pazzielle" di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]! Volendo, lui poteva gettarvi addosso un Atlantico o una Spagna... frantumare qualche razza intera... ma essendo buono se ne asteneva. Desiderava la tranquillità perché gli piacevano molto le femmine... avete notato, a proposito, che raramente i {{sic|donnaiuoli}} sono cattivi? {{sic|l}}'amore acquieta, stanca, e quando uno è debole dà ragione a tutti. Basta, conoscete i [[Faraglioni di Capri]]? Sono le corna di Anfitrite, la povera moglie di Nettuno! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Fantasmi nel braciere'', p. 113) *Quella non fu esclusivamente un'arca di scienza, fu pure la Dèa della guerra intelligente. Prima di lei, greci e romani combattevano, sì, ma come bruti, come facchini: da Minerva impararono le astuzie, gli agguati, gli accerchiamenti... donna [[Atena]] fu peggio di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]... si può dire che solo quando arrivò lei gli eserciti cominciarono veramente a morire per la Patria! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Nascita di Minerva ai «Pellegrini»'', p. 132) *[...] Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette [...]. (da ''Oggi succede tutto'', p. 154) *Qui è [[Castel sant'Elmo|Sant'Elmo]], diafano, aereo: un castello, non nego, ma dipinto su un aquilone. (da ''Oggi succede tutto'', p. 157) *Puntiamo sul Capo, radendo sabbia e tufo. Gli incontri, gli amori, gli alterchi dell'azzurro e del verde ci attirano, quasi ne udiamo il tramestio, le voci. Ecco lo Scoglio di Frisio, ed ecco San Pietro a due Frati; ecco Villa d'Abro, Villa Gallotti, Villa Rosebery, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]], il Palazzo degli Spiriti, la Grotta dei Tuoni alla Gaiola; giriamo la punta e qui ci sovrastano i ruderi della Scuola di Virgilio; da Trentaremi ci affacciamo sul Golfo di Pozzuoli, dove fra non molto il sole ci abbandonerà per correre a spegnersi nel Fusaro o in un antro di [[Cuma]], ne sapete niente voi? A prora non ci manca una "lampara", se è per questo; riapproderemo a [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] di notte, o all'alba, ma vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e che colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.<br>Don Federico Sòrice, con la gialla fronte in mano, abbagliato e rapito:<br>{{sic|«Fermiamoci}}... Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!»{{sic|.}}<br>Perché no? Un definitivo boccone di "{{sic|tòrtano}}" e, per inalterabile vestito, quattro sassi di Coroglio. (da ''Le figlie del tramonto a Marechiaro'', pp. 164-165) ==''Gli alunni del tempo''== ===[[Incipit]]=== Nella via del [[Pallonetto di Santa Lucia]] trovate qualunque cosa, tranne che un giornalaio. Perché? Non fateci ridere con queste domande. In primo luogo onorateci, favorite, allungateci un'occhiata gentile, come se foste un barone di passaggio, o addirittura il sindaco [[Achille Lauro|Lauro]]. Ecco qua: la nostra via del Pallonetto è a "gradoni", sale con l'affanno da Santa Lucia a Monte di Dio, sale con tre quarti di lingua in gola da un "basso" a un palazzetto e da un palazzetto a un "basso", fino all'odore (sempre sia lodato) di lire e di signori della città alta. Mi spiego? Alla conformazione del suolo, aggiungete l'affollamento. Chi non è nato senza gomiti, al Pallonetto, li ha nei fianchi del prossimo; e, d'inverno specialmente, ce li lascia. È chiaro? ===Citazioni=== *Giurateci: se la Vergine potesse arricchirci, lo farebbe; ma si vede che il Padre e il Figlio la tengono a stecchetto. (da ''È civile, è cristiano, il denaro?'', p. 20) *A noi toglieteci dallo stomaco il tam tam selvaggio dell'appetito, e subito ci fabbrichiamo una garitta di paradiso in qualunque inferno. (da ''Come lavoratore si presenta'', p. 23) *Dunque la professione attuale di mio figlio è che nelle strade nobili s'avvicina piangendo ai signori e dice: "Ho rotto le tazze... il padrone mi licenzia se non le pago... Aiutatemi". ('''Don Fulvio Cardillo''', da ''Come lavoratore si presenta'', pp. 25-26) *Abbiamo voglia di esclamare: "Bentornato, Pallonetto di Santa Lucia... dove eri fuggito, all'estero?" E infatti le prime giornate limpide ci restituiscono il genuino Pallonetto: vecchio, sì, mangiato dai secoli, rotto nelle giunture dalle mazzate di ogni specie di vento, corroso dalle tarme della salsedine, ma abitato da un sole marino, trionfale, che benda con garze di pulviscolo intinte nell'argento e nell'oro di Mida, le sue ferite. Ah gente, che sollievo; in ognuno di noi s'è acceso un forno di allegria. (da ''Popolo, come stai, ti serve niente?'', p. 87) *Vieni Giugno, vieni Giugno, e Giugno è venuto. Come s'allargano: diventano saloni, ecco qua, i nostri avari "[[Basso (Napoli)|bassi]]", ora che abitiamo nella strada. È una famiglia sola, in giugno, il Pallonetto di Santa Lucia. Dove ripara, don Attilio Sgueglia, reti di letti? Nella via. Dove espone tegami, bacinelle e orinalucci, don Cosimo Pellecchia? Nella via. Dove spolvera macchine da cucire e grammofoni, biciclette e quadri ("pegni" insomma) il titolare dell'Agenzia di Pegni Fulgenzi? Nella via. Dove ha messo, il carbonaio Quintieri, le sue bombole di gas liquido? Nella via. Giugno sviscera il Pallonetto, è una radiografia di questi vecchi muri e di questa vecchia gente. Approfittatene. Diagnosticate. Abbiamo qualche numero, secondo voi, per la buffa lotteria della vita? O ci conviene scendere a Castel dell'Ovo e affogarci tenendoci per mano e cantando: "Giro giro tondo, cavallo imperotondo"? Giudicate voi. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 103) *Don Vito Cacace appunto zucchine ha mangiato, alla "scapece". Ne avete un'idea? Le fette sottili e rotonde (simili a grosse monete) di zucchine, vengono prima offerte al sole, che in un paio di ore le asciuga e le irradia; poi friggono in teglia; poi con aglio tritato e foglioline di menta, riposano, fortificandosi, in un bagnetto d'aceto. Vergine dell'Aiuto! Assaporiamo, nelle [[Zucchine alla scapece|zucchine alla "scapece"]], gli umori faziosi degli orti di Secondigliano, i raggi ultravioletti dei quali ogni fetta (voltata e rivoltata) s'imbevve, l'olio di Bitonto, il ferro della teglia, l'arguzia dell'aglio, il profumo di canzonetta della menta, l'aceto che è vino gobbo e pazzo e sfottente come i giullari... uh mamma mia bella [...]. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 104) *Ḕ sceso da Pizzofalcone don Saverio Scippo, il [[Cibo di strada|friggitore ambulante]] di riso, di patate, di [[baccalà]], di fiori di zucchine infarinati. Piazza in un angolo fornello, teglia, canestro, e agisce. Non decanta la sua merce: il fumo grasso e nero dell'olio furibondo porta notizie impellenti di don Saverio in tutte le case del Pallonetto. Risorge di colpo, in ognuno, l'appetito dell'infanzia; vecchi e bambini, a causa della frittura dello Scippo, che li fruga con i suoi odori equivalenti ad un mazzo di grimaldelli, diventano coetanei. (da ''In origine l'uomo stava sugli alberi e si grattava'', p. 148) *[[Pioggia|Piove]] fino fino, è la prima acqua d'autunno sulla città; è una ragnatela di freschezza, è un liquido ricamo al tombolo fra casa e casa. Il Pallonetto, che bellezza, sembra una lucida e umida bottega di venditore di baccalà. Sapete? Quei marmi, quelle vaschette, quegli spruzzi lievi come aghi (un lungo pettegolezzo di gocce) e il roseo baccalà di Norvegia che si gonfia, si dilata, rivive. (da ''Avremo la famosa Apocalisse'', p. 151) *Eh, caro don Fulvio, potrei non essere nipote di mio nonno? Io Brigida la scelsi qua, nel mio quartiere nativo, una ragazza della condizione mia, che aveva scritto in fronte, come Vito Cacace: "Sono del Pallonetto e mangio, bevo e rido quando capita." ('''Don Vito Cacace''', da ''Eccoti le nozze cattoliche, ma un po' fredde'', p. 163) *Oggi sul Pallonetto abbiamo [[Nuvola|nuvole]] di prim'ordine, eccezionali, spettacolari. Ma guardatele. Che tinte, che misure, che potenza. Vanno dal {{sic|bianco-panna}} al viola di contusione, giù fino al nero sfrangiato di uno scialle da vedova. Sono aguzzi faraglioni e lunghe scogliere di fumo pieni di rabbia: vanno, vengono, si urtano, si avvinghiano e si respingono; è un amore ed è un odio, non vogliono (come le persone, d'altronde) né separarsi né fondersi. [[Ottobre]] {{sic|spàssati}}. Farai un cenno e zac, saranno tonnellate d'acqua; o invece spazzerai con un soffio la tovaglia dalle miche, e riavremo il sole. Chi nasce quadro non muore tondo: sei la fedele copia di {{sic|Marzo}} e tanto basta. (da ''Il subcosciente non ha freni, è scostumato'', p. 167) *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. (da ''No, no, Sua Santità non mi doveva lasciare'', pp. 176-177) *{{NDR|Un memorabile [[pernacchia|{{sic|pernacchio}}]]}} Ha una forza e una classe wagneriane; è favoloso, nibelungico, trasfigurante [...]. (da ''Non siamo del parere, egregio amico'', p. 189) *Il mondo è mondo, signori miei, la gente è gente. In buona fede o in mala fede, noi sosteniamo questo o quel regime. Senonché, ogni regime nuovo è un abito nuovo: ma dentro c'è l'antico individuo, come Domineddio lo fece e come il demonio lo prese in consegna... amen. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Il popolo, in ogni luogo, ha soltanto verità e libertà a gocce, come i veleni curativi. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il [[Vesuvio]], le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 201) *Laggiù, intorno al Castel dell'Ovo, l'acqua è riccia, spumosa, come lo sciampagna. Abbiamo voglia di [[vino]], appunto; dicembre senza vino è un carcere a sbarre doppie, rinforzato di secondini, insopportabile. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 204) *Ne avete un'idea, se è lecito, dei "[[friarielli]]"? Non vanno bolliti, ma cotti al vivo nei propri umori e nell'olio, come i polipi di scoglio. Sono di zucchero e d'aloe, sono di una tale amarezza e dolcezza congiunte (nel velluto, nel conforto dell'olio di Bitonto) che la pagnotta nella quale, abbreviata la mollica, vanno situati a regola d'arte, se ne commuove fino all'ultima crosticina. (da ''E là c'è una dattilografa più scollata della fortuna'', p. 231) ==''L'oro di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Nel maggio del 1943, in una sua lettera da Napoli, mia sorella Ada fra l'altro mi scriveva: "Ti ricordi Don Ignazio? S'era ridotto a vivere in un basso a Mergellina. L'ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto. Figurati che nella fretta di scappare lasciò sul comodino perfino i denti finti. ===Citazioni=== *Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse, si troverà in questo libro. (Dalla prefazione, 2020, p. 15) *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. (da ''L'oro di Napoli'', 2020, p. 27) *Il [[matrimonio]] è come la morte, viene una volta sola. ('''don Salvatore''', da ''I parenti ricchi'', 2020, p. 38) *[...] eppure esistiamo per accorgerci, in un continuo trasalire, che la realtà è sempre l'effimero pretesto con cui veniamo allontanati dalla nostra favola, e che proprio l'inconoscibile mito di se {{sic|stesso}} è la sola cosa nella quale ciascuno di noi sia certamente, lungamente vivo. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 71) *Il bisogno d'amore è per l'adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli s'apre al sole di giugno come l'anguria spaccata: e i semi neri sprizzano, i desideri sprizzano dovunque. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 74) *{{NDR|Su una cartolina:}} ''Napoli, panorama'' – È un panorama per modo di dire, incompleto, la striscia che va da Mergellina a Castel dell'Ovo con una curva in cui il mare si rifugia e dorme. Riconosco il viale Elena e via Caracciolo, mezza collina di Pizzofalcone, la [[Villa comunale di Napoli|Villa Comunale]], il cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in agosto, l'aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino; dall'altro lato le acque blu vi sgridano se cedete al piacere della terra, non esiste un colore più salato e ironico del loro. (pp. 79-80; 1955) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 85) *Il suo consiglio era: non fate mai niente per opporvi a niente. Diceva: «Avete malattie? Debiti, corna, pene di qualsiasi genere? Per carità, teneteveli». Don Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi le ha riesce soltanto a barattarle, ma in pura perdita, ma sempre e inevitabilmente rimettendoci. (p. 81) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 87) *Frattanto la notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a [[Posillipo]] il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. (da ''Scoglio a Mergellina'', 2020, p. 124) *Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno. (1955, p. 149) *I «[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]», a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 153) *{{NDR|Il [[brodo di polipo]]}} Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da [[Victor Hugo|Hugo]] in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte; andando a letto era opportuno sputare il pezzetto di polipo e non pensarci più, qualora non si volesse masticarlo l'indomani e per sempre. Desidero si sappia che il [[chewing-gum]] ha avuto un antenato al mio paese [...]. (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 155-156) *{{NDR|[[Porta Capuana]]}} È verde e accigliata nel cuore della città; intorno a lei "pazziarielli" o comuni passanti non sono mai di oggi, subito li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in un'antica stampa. (da ''Porta Capuana'', 2020, p. 186) *Il [[Santuario di Montevergine]] sorge sul monte Partenio nella feracissima Irpinia, sta come un'arca sul mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle intorno. Forse l'antica Madonna a cui è dedicato scosta ogni tanto da sé come un'indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta e soave ricomincia a specchiarsi nel suo Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono sulle bianche terrazze per escogitare la formula di una nuova<ref>Nuovi, refuso, nella fonte.</ref> preghiera o di un nuovo liquore. (da ''A Montevergine'', 2020, p. 217) ==''Mal di Galleria''== ===[[Incipit]]=== Stavo immobile nel centro della Galleria, puntato là come la gamba ferma di un compasso, quando rividi la bionda. Attizzo il nodo della cravatta, mi abbottono la giacca sportiva (non vesto male), e con due balzi affianco la mia bella sconosciuta.<br>«Permette una parola?»<br>«No, se ne vada».<br>«La prego... Sia gentile... Dopo tutto quello che giovedì feci per lei, mi tratta così»<br>«Giovedì! Lei? Dunque fu lei?».<br>Usciamo dai rigagnoli di gente, io la guido in un angolo morto, ci fissiamo. Che ragazza, o meglio che donna. Quanto a me, potrei essere (trentanove anni, alto un metro e ottanta, bruno, asciutto e nervoso) il colonnello Townsend di qualunque Altezza Reale; e con la massima finezza e disinvoltura, bruciai le tappe. ===Citazioni=== *La [[Galleria Vittorio Emanuele II|Galleria]]? Scherziamo? Le appartengo e mi appartiene. È casa, è ufficio, è strada, è ombrello, è tutto per me. Ristoranti, caffè, bigliardi, farmacie, bagni, parrucchieri, lustrascarpe, donne formose ed eleganti, uomini vivaci, ombra d'estate e raggi infrarossi d'inverno. Io ci campo da re.<ref>Citato in [[Roberto Napoletano]], ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-01-17/la-libreria-bocca-marotta-e-sua-casa-galleria-105410.shtml?uuid=ACTictBC&refresh_ce=1 La libreria Bocca, Marotta e la «sua casa» in Galleria]'', ''ilsole24ore.com'', 17 gennaio 2016.</ref> *Un esimio [[Borseggio|ladro di portafogli]] ha contemporaneamente le due mani che ha e le due mani che finge di avere. (p. 14) *Il [[teatro]] è la chiesa delle bugie. (p. 24) *Mi rendo conto, oggi, solo oggi, che il destino, o chi è, permette i [[Ricchezza|ricchi]] ma li adopera come ingenui strumenti, li obbliga a non turbare l'ingiustizia e l'inimicizia universali. (p. 87) *La [[vedova]] sa tutto, dell'uomo, perché non l'ha visto unicamente vivere ma lo ha visto anche morire. Lo ha conseguito, lo ha detenuto e lo ha congedato. Ne ha un ritratto completo, esattissimo. (p. 174) *Una vedova, come un'attrice, è due volte donna; voi la circuite, ma ne rimane sempre una libera, disoccupata, agevole preda, secondo me, dei cattivi pensieri. (p. 179) ==''Racconti''== *Al ''monito di cristiana pietà ai posteri'', i fondatori delle [[Cimitero delle Fontanelle|catacombe delle Fontanelle]] impartirono caratteri vezzosi, allettanti, architettonici. Nelle vaste grotte, nei tortuosi cunicoli, essi edificarono altari, navate, colonne di ossa. Ma le unghie dei secoli produssero innumerevoli frane e guasti nella cattedrale sotterranea. È probabile che nel giorno del Giudizio, quando ognuno si accalcherà al guardaroba, ci sarà un po' di confusione, laggiù. Dio, fate che non prevalga, nel singolo, il concetto di arraffare alla cieca il meglio che c'è. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 299) *Forse non è vero che l'[[amore]] sia una vetta al sole; occorre forse scendere nell'amore, il supremo coraggio di {{sic|scendere scendere}} nell'oscurità più densa, come in fondo a un pozzo. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 300) *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; [[Napoli]] è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? (da ''Le apparizioni'', p. 303) *È una ''penna'', una piuma dichiaravano fremendo i nostri coetanei, mentre nelle sudicie manine loro, a titolo di saggio, concedevamo che frusciasse brevemente lo ''{{sic|[[strummolo|strùmmolo]]}}'' incantato degli zingari. Quel prodigio ci estraeva puliti puliti, fra la smorfia della bocca di ghisa della fontanina pubblica, e l'immondizia accatastata negli angoli, dei nostri cenci. L'impercettibile ronzio della trottola napoletana ha proprio la dolcezza con cui si srotolano veloci e quiete le reminiscenze in un cuore. (da ''Le apparizioni'', pp 305-306) ==''San Gennaro non dice mai no''== ===[[Incipit]]=== Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a [[Napoli]] proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.<br>In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il [[Vesuvio]], conta fino a sessanta. ===Citazioni=== *Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. (p. 26) *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. (p. 29) *Non importava vendere molto o vendere poco o non vendere affatto: bastava che si tentasse di vendere. (p. 29-30) *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. (p. 42-43) *[[Salvatore Di Giacomo]] morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera Napoli avranno cessato di esistere... (p. 61) *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|[[Vesuvio]]}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. (p. 99) *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: «E quello il commendatore ci è stretto cugino», solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore. (p. 135) ==[[Incipit]] de ''Le milanesi''== Il dottor Ghislaghi dice: «Gliela faccio, non tema, l'iniezione. Ma cerchi di resistere un poco, signora Galò... bisogna ricorrere alla morfina quando proprio... quando proprio... eh signora, mi capisce, vero?»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giuseppe Marotta== *La pagina di Giuseppe Marotta ha sempre il sapore di una cosa non definita e non compiuta. Si muove ai limiti del bozzetto e del surreale. Possiede, infatti, del bozzetto il vigore concentrato sulla parola e l'illimitata possibilità di fare presagire vicende ancora da costruirsi come prende dal surreale certe evasioni e certe nostalgie che rasentano i regni della favola e del sogno. ([[Francesco Grisi]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Marotta, ''Dieci racconti'', in ''Gli alunni del sole'', Bompiani, Milano, 1966. *Giuseppe Marotta, ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Bompiani, 1955. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Rizzoli, BUR, 1987. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', introduzione di [[Raffaele Nigro]], Rizzoli, BUR grandi classici, Milano, stampa 2020. ISBN 978-88-17-01091-7 *Giuseppe Marotta, ''Mal di Galleria'', Bompiani, Milano, 1958. *Giuseppe Marotta, ''Racconti'', in ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''San Gennaro non dice mai no'', prefazione di [[Michele Prisco]], Avagliano Editore, 1995. ==Filmografia== *''[[Un ladro in paradiso]]'' (1952) *''[[Tempi nostri - Zibaldone n. 2]]'' (1954) ==Voci correlate== *[[Giuseppe Marotta jr.]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Gli alunni del tempo||}} {{Pedia|L'oro di Napoli||}} {{Pedia|Le milanesi||}} {{Pedia|Mal di Galleria||}} {{Pedia|San Gennaro non dice mai no||}} {{DEFAULTSORT:Marotta, Giuseppe}} [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] qe8167pefkszh4s74l9pyisyn5w50k0 1221265 1221261 2022-08-07T00:36:57Z Sun-crops 10277 /* Citazioni */ typo ed 2020 wikitext text/x-wiki [[File:Giuseppe Marotta 1947.jpg|thumb|Giuseppe Marotta, 1947]] {{indicedx}} '''Giuseppe Marotta''' (1902 – 1963), scrittore e sceneggiatore italiano. ==Citazioni di Giuseppe Marotta== *Dunque non userò, per [[La dolce vita]], espressioni come "ritratto di una società e di un periodo", o come "potente affresco", delle quali tanti avidi collezionisti di frasi fatte, individui che non hanno addosso un pelo che gli appartenga, hanno immediatamente abusato. No. Dico semplicemente che La dolce vita è un poema cinematografico, suddiviso in canti e strofe.<ref>Da ''Un fraterno evviva all'amara via Veneto di Fellini''; in ''Al cinema non fa freddo'', a cura di G. Amelio, postfazione di G. Fofi, Cava de' Tirreni, Avagliano, 1992, pp. 79-80.</ref> *Ma io recensisco film o colleziono nemici?<ref name=anedd>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.<ref name=anedd/> *Oggi pure i ciechi vedono che la [[dittatura]] è l'esito di una cattiva [[democrazia]], mentre la democrazia è l'esito di una cattiva dittatura.<ref>Da ''Visti e perduti'', Bompiani.</ref> *Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.<ref>Da ''A Milano non fa freddo'', Bompiani, 1949.</ref> ==''Dieci racconti''== *Gli scettici osservino, prego, l'Arco di Sant'Eligio in qualsiasi fotografia o nel vecchio dipinto di Vincenzo Migliaro: quelle pietre assorte, rozze e magiche insieme come il bastimento nella bottiglia; i negozietti di panni e di ferraglia, di sugheri e di cordami, di crusca e di carrube intorno all'erma su cui ride e piange la deturpatissima testa greca, l'enigmatica e remota scultura detta dalla plebe "donna Marianna, capa di Napoli"; un pianino automatico scantona e un gobbo s'inoltra gesticolando come se incarnasse l'ultima vibrazione di quella storta musica; insomma dove, se non a Sant'Eligio, nulla succede ma succede tutto, specialmente l'impossibile? (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 216) *[...] Figurella per esempio era [[sensale]] {{sic|e come}}. In che diavolo non si immischiava, cioè, questo giovane rosso di pelo, altissimo, lentigginoso, puntuto e vagamente arcaico, forse derivato da qualche lontanissimo armigero svevo? Egli impartiva la sua mediazione ad ogni cosa, valendosi del primordiale sistema di trovarsi comunque, fin dall'inizio o all'ultimo istante, gradito o tollerato, negletto o riconosciuto, fra l'origine e il destino delle cose. Il suo lavoro indubitabile era nell'aria, pulviscolo di mansioni rivelato dal raggio di qualche idea felice, subitanea. Un ragazzo corre verso il portoncino dell'ostetrica? Don Arturo lo trattiene, s'informa, bussa e parla per lui: domani, femmina o maschio, l'otto per cento a don Arturo non glielo toglierà nessuno. Passano botti piene e carri funebri vuoti, mansueti o stizziti discorsi, fiori, frutti, sorrisi, lacrime, conoscenti, forestieri, teste rotte, {{sic|calcina}}, travi, guardie, pompieri, asini, galline o finanche i Sacramenti sotto la stola del compunto sacerdote, i cui piedi non toccano terra e le cui occhiate sono basse e fremono come l'erba? Don Arturo li segue, domanda o intuisce, si trasforma lentamente, insensibilmente, in un'equa e opportuna mediazione. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', pp. 216-217) *{{NDR|Il}} mesto orologio di Sant'Eligio – il quale è gotico, ha dunque una serietà indiscutibile, una mutria di secolare galantuomo tedesco [...]. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 220) *La [[Riviera di Chiaia]] bruciava. [[Festa di Piedigrotta|Piedigrotta]] è anche questo, una furia di luci. "Bancarelle", trespoli, carretti, finestre, chioschi, negozi, palchi delle orchestrine vi fissano con gli occhi roventi e spalancati dei matti. Non esagero, la notte del sette è un interrogatorio di terzo grado, coi riflettori puntati in faccia e una stridula voce che ripete: «Sei contento, ammettilo, ti diverti!»; è una deliziosa tortura per farci confessare che non avremo, domani, cielo da vedere e terra da camminare. Pazienza! Salute a noi! (da ''La notte del sette'', p. 227) *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? (da ''Il califfo Esposito'', p. 236) ==''Gli alunni del sole''== *[...] piazza Carlo III, te li ricordi i lunghi pomeriggi che trascorremmo in un'aiuola sotto la montagna dell'[[Albergo dei Poveri]]?, non lungi dalla cesta, dal tavolino e dai coltelli del venditore delle prime angurie? Ti scegliemmo spesso perché, immensa com'eri, deridevi l'orologio dell'Ospizio e non sembravi più abitata del cielo sul nostro capo; i reggimenti che tornavano dal vicino Campo di Marte, anzi, ti rendevano maggiormente solitaria. Il gigantesco edificio traboccante di sventurati, all'ombra del quale ce ne stavamo, io lo considero un errore del buon re [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Era preferibile, invece, ridurne alquanto le dimensioni e collocarvi gli abbienti; così nell'intera Napoli si sarebbe adagiato e sgranchito il solo popolino: una tettoia che la ricoprisse tutta, una adeguata insegna, e il vero Albergo dei poveri, Maestà, sarebbe stato quello. (da ''Venere punita'', pp. 55-56) *{{NDR|Don Federico Sòrice a Don Salvatore Cadamartori}} «Gli esattissimi risultati di [[Venere (divinità)|Venere]], per chi la guardava e per chi la otteneva, erano infallibilmente questi... un'estrema delizia ma pure un dolore, una tristezza, come quando per la troppa gioia si scostano i numeri della quaterna che avete vinto, e compare una bella paralisi cardiaca. Egregio don Salvatore, la massima dolcezza è simultaneamente amara come il fiele... chiunque odorava, non so perché, nell'irresistibile profumo di Venere, il tanfo della propria morte... E così, dato che nessuno si decideva, la proposta di matrimonio alla Dèa gliela fece Vulcano».<br>«Chi, il [[Vesuvio]]?»{{sic|.}}<br>«Una specie, don Salvatore.» (da ''Venere punita'', p. 59) *«Io non mi spiego perché si debbano piantare, cogliere, tenere in acqua e sale ma principalmente vendere questi [[Lupino bianco|lupini]]» esclamò don Antonio Pagliarulo. «Che sostanza, che gusto hanno?»{{sic|.}}<br>Il fruttivendolo Cadamartori:<br>«Appunto perciò ne mangiamo quintali. Vi mettete in bocca un lupino e masticandolo aspettate... non sentendo niente lo inghiottite e ne pigliate un altro, continuamente un altro finché ne rimangono. Siete all'eterna ricerca del sapore, ho parlato chiaro?... È una fissazione, un puntiglio».<br>Il ciabattino {{sic|Debbiase}}:<br>«Come l'esistenza nostra, Don Antonio, tale e quale. Finisce una giornata insulsa, un lupino di ventiquattro ore, e voi già vi precipitate col pensiero sull'indomani, già vi illudete che i successivi lupini saranno diversi, fragole travestite, caramelle e gianduia, chi lo sa!»{{sic|.}}<br>Don Federico {{sic|Sòrice}}:<br>«Il paragone regge, mi associo: e per ammorbidire e condire ogni quotidiano lupino, abbiamo fin dalla nascita l'occorrente Serino di lacrime». (da ''Venere liberata'', pp. 63-64) *Man mano si addormentarono tutti, rammento; io e Vincenzino Aurispa mangiammo, fantasticando sui palpiti dell'inquieto lumino, i residui [[Fico|fichi]]. Erano piccoli e appassiti, dolcissimi: i soli frutti capaci di memoria, i soli frutti che non abbiano dimenticato né Adamo né il muro di cinta del remoto [[Giardino dell'Eden|Giardino]]. (da ''Venere liberata'', p. 69) *[...] don Salvatore Cadamartori taglia corto facendo arrivare, con un cenno, quattro piattini di "[[Cannolicchio|cannolicchi]]" dalla banchina. Si tratta di un mollusco e insieme della cannuccia per gustarlo raffinatamente: squisiti umori in un delicato e venato astuccio color nuvola, in una sigaretta di mare; succhiamo l'orizzonte che freme tra il [[Vesuvio]] e le isole, dai "cannolicchi" [...]. (da ''Scogli, vele, apparizioni'', p. 75) *[...] la quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli [...]. (da ''Non era ancora nato e già rubava'', pp. 79-80) *[...] don Febo? Che era il dio del sole e delle zingare, di ogni strega sibillina, ve ne informai quando parlammo di Mercurio, di Vulcano, eccetera. Come divinità fu di prim'ordine... e a [[Napoli]] che abbiamo un continuo mezzogiorno pure nei cassetti del comò, don [[Apollo]] nostro dovremmo venerarlo eternamente! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Febo, anice e bengala'', p. 105) *Un dio simile, fratello carnale di Giove, chi lo frena se si arrabbia? Pescicani, balene... ma erano cuccioli, erano trastulli, "pazzielle" di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]! Volendo, lui poteva gettarvi addosso un Atlantico o una Spagna... frantumare qualche razza intera... ma essendo buono se ne asteneva. Desiderava la tranquillità perché gli piacevano molto le femmine... avete notato, a proposito, che raramente i {{sic|donnaiuoli}} sono cattivi? {{sic|l}}'amore acquieta, stanca, e quando uno è debole dà ragione a tutti. Basta, conoscete i [[Faraglioni di Capri]]? Sono le corna di Anfitrite, la povera moglie di Nettuno! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Fantasmi nel braciere'', p. 113) *Quella non fu esclusivamente un'arca di scienza, fu pure la Dèa della guerra intelligente. Prima di lei, greci e romani combattevano, sì, ma come bruti, come facchini: da Minerva impararono le astuzie, gli agguati, gli accerchiamenti... donna [[Atena]] fu peggio di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]... si può dire che solo quando arrivò lei gli eserciti cominciarono veramente a morire per la Patria! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Nascita di Minerva ai «Pellegrini»'', p. 132) *[...] Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette [...]. (da ''Oggi succede tutto'', p. 154) *Qui è [[Castel sant'Elmo|Sant'Elmo]], diafano, aereo: un castello, non nego, ma dipinto su un aquilone. (da ''Oggi succede tutto'', p. 157) *Puntiamo sul Capo, radendo sabbia e tufo. Gli incontri, gli amori, gli alterchi dell'azzurro e del verde ci attirano, quasi ne udiamo il tramestio, le voci. Ecco lo Scoglio di Frisio, ed ecco San Pietro a due Frati; ecco Villa d'Abro, Villa Gallotti, Villa Rosebery, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]], il Palazzo degli Spiriti, la Grotta dei Tuoni alla Gaiola; giriamo la punta e qui ci sovrastano i ruderi della Scuola di Virgilio; da Trentaremi ci affacciamo sul Golfo di Pozzuoli, dove fra non molto il sole ci abbandonerà per correre a spegnersi nel Fusaro o in un antro di [[Cuma]], ne sapete niente voi? A prora non ci manca una "lampara", se è per questo; riapproderemo a [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] di notte, o all'alba, ma vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e che colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.<br>Don Federico Sòrice, con la gialla fronte in mano, abbagliato e rapito:<br>{{sic|«Fermiamoci}}... Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!»{{sic|.}}<br>Perché no? Un definitivo boccone di "{{sic|tòrtano}}" e, per inalterabile vestito, quattro sassi di Coroglio. (da ''Le figlie del tramonto a Marechiaro'', pp. 164-165) ==''Gli alunni del tempo''== ===[[Incipit]]=== Nella via del [[Pallonetto di Santa Lucia]] trovate qualunque cosa, tranne che un giornalaio. Perché? Non fateci ridere con queste domande. In primo luogo onorateci, favorite, allungateci un'occhiata gentile, come se foste un barone di passaggio, o addirittura il sindaco [[Achille Lauro|Lauro]]. Ecco qua: la nostra via del Pallonetto è a "gradoni", sale con l'affanno da Santa Lucia a Monte di Dio, sale con tre quarti di lingua in gola da un "basso" a un palazzetto e da un palazzetto a un "basso", fino all'odore (sempre sia lodato) di lire e di signori della città alta. Mi spiego? Alla conformazione del suolo, aggiungete l'affollamento. Chi non è nato senza gomiti, al Pallonetto, li ha nei fianchi del prossimo; e, d'inverno specialmente, ce li lascia. È chiaro? ===Citazioni=== *Giurateci: se la Vergine potesse arricchirci, lo farebbe; ma si vede che il Padre e il Figlio la tengono a stecchetto. (da ''È civile, è cristiano, il denaro?'', p. 20) *A noi toglieteci dallo stomaco il tam tam selvaggio dell'appetito, e subito ci fabbrichiamo una garitta di paradiso in qualunque inferno. (da ''Come lavoratore si presenta'', p. 23) *Dunque la professione attuale di mio figlio è che nelle strade nobili s'avvicina piangendo ai signori e dice: "Ho rotto le tazze... il padrone mi licenzia se non le pago... Aiutatemi". ('''Don Fulvio Cardillo''', da ''Come lavoratore si presenta'', pp. 25-26) *Abbiamo voglia di esclamare: "Bentornato, Pallonetto di Santa Lucia... dove eri fuggito, all'estero?" E infatti le prime giornate limpide ci restituiscono il genuino Pallonetto: vecchio, sì, mangiato dai secoli, rotto nelle giunture dalle mazzate di ogni specie di vento, corroso dalle tarme della salsedine, ma abitato da un sole marino, trionfale, che benda con garze di pulviscolo intinte nell'argento e nell'oro di Mida, le sue ferite. Ah gente, che sollievo; in ognuno di noi s'è acceso un forno di allegria. (da ''Popolo, come stai, ti serve niente?'', p. 87) *Vieni Giugno, vieni Giugno, e Giugno è venuto. Come s'allargano: diventano saloni, ecco qua, i nostri avari "[[Basso (Napoli)|bassi]]", ora che abitiamo nella strada. È una famiglia sola, in giugno, il Pallonetto di Santa Lucia. Dove ripara, don Attilio Sgueglia, reti di letti? Nella via. Dove espone tegami, bacinelle e orinalucci, don Cosimo Pellecchia? Nella via. Dove spolvera macchine da cucire e grammofoni, biciclette e quadri ("pegni" insomma) il titolare dell'Agenzia di Pegni Fulgenzi? Nella via. Dove ha messo, il carbonaio Quintieri, le sue bombole di gas liquido? Nella via. Giugno sviscera il Pallonetto, è una radiografia di questi vecchi muri e di questa vecchia gente. Approfittatene. Diagnosticate. Abbiamo qualche numero, secondo voi, per la buffa lotteria della vita? O ci conviene scendere a Castel dell'Ovo e affogarci tenendoci per mano e cantando: "Giro giro tondo, cavallo imperotondo"? Giudicate voi. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 103) *Don Vito Cacace appunto zucchine ha mangiato, alla "scapece". Ne avete un'idea? Le fette sottili e rotonde (simili a grosse monete) di zucchine, vengono prima offerte al sole, che in un paio di ore le asciuga e le irradia; poi friggono in teglia; poi con aglio tritato e foglioline di menta, riposano, fortificandosi, in un bagnetto d'aceto. Vergine dell'Aiuto! Assaporiamo, nelle [[Zucchine alla scapece|zucchine alla "scapece"]], gli umori faziosi degli orti di Secondigliano, i raggi ultravioletti dei quali ogni fetta (voltata e rivoltata) s'imbevve, l'olio di Bitonto, il ferro della teglia, l'arguzia dell'aglio, il profumo di canzonetta della menta, l'aceto che è vino gobbo e pazzo e sfottente come i giullari... uh mamma mia bella [...]. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 104) *Ḕ sceso da Pizzofalcone don Saverio Scippo, il [[Cibo di strada|friggitore ambulante]] di riso, di patate, di [[baccalà]], di fiori di zucchine infarinati. Piazza in un angolo fornello, teglia, canestro, e agisce. Non decanta la sua merce: il fumo grasso e nero dell'olio furibondo porta notizie impellenti di don Saverio in tutte le case del Pallonetto. Risorge di colpo, in ognuno, l'appetito dell'infanzia; vecchi e bambini, a causa della frittura dello Scippo, che li fruga con i suoi odori equivalenti ad un mazzo di grimaldelli, diventano coetanei. (da ''In origine l'uomo stava sugli alberi e si grattava'', p. 148) *[[Pioggia|Piove]] fino fino, è la prima acqua d'autunno sulla città; è una ragnatela di freschezza, è un liquido ricamo al tombolo fra casa e casa. Il Pallonetto, che bellezza, sembra una lucida e umida bottega di venditore di baccalà. Sapete? Quei marmi, quelle vaschette, quegli spruzzi lievi come aghi (un lungo pettegolezzo di gocce) e il roseo baccalà di Norvegia che si gonfia, si dilata, rivive. (da ''Avremo la famosa Apocalisse'', p. 151) *Eh, caro don Fulvio, potrei non essere nipote di mio nonno? Io Brigida la scelsi qua, nel mio quartiere nativo, una ragazza della condizione mia, che aveva scritto in fronte, come Vito Cacace: "Sono del Pallonetto e mangio, bevo e rido quando capita." ('''Don Vito Cacace''', da ''Eccoti le nozze cattoliche, ma un po' fredde'', p. 163) *Oggi sul Pallonetto abbiamo [[Nuvola|nuvole]] di prim'ordine, eccezionali, spettacolari. Ma guardatele. Che tinte, che misure, che potenza. Vanno dal {{sic|bianco-panna}} al viola di contusione, giù fino al nero sfrangiato di uno scialle da vedova. Sono aguzzi faraglioni e lunghe scogliere di fumo pieni di rabbia: vanno, vengono, si urtano, si avvinghiano e si respingono; è un amore ed è un odio, non vogliono (come le persone, d'altronde) né separarsi né fondersi. [[Ottobre]] {{sic|spàssati}}. Farai un cenno e zac, saranno tonnellate d'acqua; o invece spazzerai con un soffio la tovaglia dalle miche, e riavremo il sole. Chi nasce quadro non muore tondo: sei la fedele copia di {{sic|Marzo}} e tanto basta. (da ''Il subcosciente non ha freni, è scostumato'', p. 167) *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. (da ''No, no, Sua Santità non mi doveva lasciare'', pp. 176-177) *{{NDR|Un memorabile [[pernacchia|{{sic|pernacchio}}]]}} Ha una forza e una classe wagneriane; è favoloso, nibelungico, trasfigurante [...]. (da ''Non siamo del parere, egregio amico'', p. 189) *Il mondo è mondo, signori miei, la gente è gente. In buona fede o in mala fede, noi sosteniamo questo o quel regime. Senonché, ogni regime nuovo è un abito nuovo: ma dentro c'è l'antico individuo, come Domineddio lo fece e come il demonio lo prese in consegna... amen. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Il popolo, in ogni luogo, ha soltanto verità e libertà a gocce, come i veleni curativi. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il [[Vesuvio]], le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 201) *Laggiù, intorno al Castel dell'Ovo, l'acqua è riccia, spumosa, come lo sciampagna. Abbiamo voglia di [[vino]], appunto; dicembre senza vino è un carcere a sbarre doppie, rinforzato di secondini, insopportabile. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 204) *Ne avete un'idea, se è lecito, dei "[[friarielli]]"? Non vanno bolliti, ma cotti al vivo nei propri umori e nell'olio, come i polipi di scoglio. Sono di zucchero e d'aloe, sono di una tale amarezza e dolcezza congiunte (nel velluto, nel conforto dell'olio di Bitonto) che la pagnotta nella quale, abbreviata la mollica, vanno situati a regola d'arte, se ne commuove fino all'ultima crosticina. (da ''E là c'è una dattilografa più scollata della fortuna'', p. 231) ==''L'oro di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Nel maggio del 1943, in una sua lettera da Napoli, mia sorella Ada fra l'altro mi scriveva: "Ti ricordi Don Ignazio? S'era ridotto a vivere in un basso a Mergellina. L'ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto. Figurati che nella fretta di scappare lasciò sul comodino perfino i denti finti. ===Citazioni=== *Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse, si troverà in questo libro. (Dalla prefazione, 2020, p. 15) *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. (da ''L'oro di Napoli'', 2020, p. 27) *Il [[matrimonio]] è come la morte, viene una volta sola. ('''don Salvatore''', da ''I parenti ricchi'', 2020, p. 38) *[...] eppure esistiamo per accorgerci, in un continuo trasalire, che la realtà è sempre l'effimero pretesto con cui veniamo allontanati dalla nostra favola, e che proprio l'inconoscibile mito di se {{sic|stesso}} è la sola cosa nella quale ciascuno di noi sia certamente, lungamente vivo. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 71) *Il bisogno d'amore è per l'adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli s'apre al sole di giugno come l'anguria spaccata: e i semi neri sprizzano, i desideri sprizzano dovunque. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 74) *{{NDR|Su una cartolina:}} ''Napoli, panorama'' – È un panorama per modo di dire, incompleto, la striscia che va da Mergellina a Castel dell'Ovo con una curva in cui il mare si rifugia e dorme. Riconosco il viale Elena e via Caracciolo, mezza collina di Pizzofalcone, la [[Villa comunale di Napoli|Villa Comunale]], il cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in agosto, l'aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino; dall'altro lato le acque blu vi sgridano se cedete al piacere della terra, non esiste un colore più salato e ironico del loro. (pp. 79-80; 1955) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 85) *Il suo consiglio era: non fate mai niente per opporvi a niente. Diceva: «Avete malattie? Debiti, corna, pene di qualsiasi genere? Per carità, teneteveli». Don Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi le ha riesce soltanto a barattarle, ma in pura perdita, ma sempre e inevitabilmente rimettendoci. (p. 81) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 87) *Frattanto la notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a [[Posillipo]] il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. (da ''Scoglio a Mergellina'', 2020, p. 124) *Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno. (1955, p. 149) *I "[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]", a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 153) *{{NDR|Il [[brodo di polipo]]}} Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da [[Victor Hugo|Hugo]] in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte; andando a letto era opportuno sputare il pezzetto di polipo e non pensarci più, qualora non si volesse masticarlo l'indomani e per sempre. Desidero si sappia che il [[chewing-gum]] ha avuto un antenato al mio paese [...]. (da ''"I Quartieri"'', 2020, p. 155-156) *{{NDR|[[Porta Capuana]]}} È verde e accigliata nel cuore della città; intorno a lei "pazziarielli" o comuni passanti non sono mai di oggi, subito li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in un'antica stampa. (da ''Porta Capuana'', 2020, p. 186) *Il [[Santuario di Montevergine]] sorge sul monte Partenio nella feracissima Irpinia, sta come un'arca sul mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle intorno. Forse l'antica Madonna a cui è dedicato scosta ogni tanto da sé come un'indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta e soave ricomincia a specchiarsi nel suo Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono sulle bianche terrazze per escogitare la formula di una nuova<ref>Nuovi, refuso, nella fonte.</ref> preghiera o di un nuovo liquore. (da ''A Montevergine'', 2020, p. 217) ==''Mal di Galleria''== ===[[Incipit]]=== Stavo immobile nel centro della Galleria, puntato là come la gamba ferma di un compasso, quando rividi la bionda. Attizzo il nodo della cravatta, mi abbottono la giacca sportiva (non vesto male), e con due balzi affianco la mia bella sconosciuta.<br>«Permette una parola?»<br>«No, se ne vada».<br>«La prego... Sia gentile... Dopo tutto quello che giovedì feci per lei, mi tratta così»<br>«Giovedì! Lei? Dunque fu lei?».<br>Usciamo dai rigagnoli di gente, io la guido in un angolo morto, ci fissiamo. Che ragazza, o meglio che donna. Quanto a me, potrei essere (trentanove anni, alto un metro e ottanta, bruno, asciutto e nervoso) il colonnello Townsend di qualunque Altezza Reale; e con la massima finezza e disinvoltura, bruciai le tappe. ===Citazioni=== *La [[Galleria Vittorio Emanuele II|Galleria]]? Scherziamo? Le appartengo e mi appartiene. È casa, è ufficio, è strada, è ombrello, è tutto per me. Ristoranti, caffè, bigliardi, farmacie, bagni, parrucchieri, lustrascarpe, donne formose ed eleganti, uomini vivaci, ombra d'estate e raggi infrarossi d'inverno. Io ci campo da re.<ref>Citato in [[Roberto Napoletano]], ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-01-17/la-libreria-bocca-marotta-e-sua-casa-galleria-105410.shtml?uuid=ACTictBC&refresh_ce=1 La libreria Bocca, Marotta e la «sua casa» in Galleria]'', ''ilsole24ore.com'', 17 gennaio 2016.</ref> *Un esimio [[Borseggio|ladro di portafogli]] ha contemporaneamente le due mani che ha e le due mani che finge di avere. (p. 14) *Il [[teatro]] è la chiesa delle bugie. (p. 24) *Mi rendo conto, oggi, solo oggi, che il destino, o chi è, permette i [[Ricchezza|ricchi]] ma li adopera come ingenui strumenti, li obbliga a non turbare l'ingiustizia e l'inimicizia universali. (p. 87) *La [[vedova]] sa tutto, dell'uomo, perché non l'ha visto unicamente vivere ma lo ha visto anche morire. Lo ha conseguito, lo ha detenuto e lo ha congedato. Ne ha un ritratto completo, esattissimo. (p. 174) *Una vedova, come un'attrice, è due volte donna; voi la circuite, ma ne rimane sempre una libera, disoccupata, agevole preda, secondo me, dei cattivi pensieri. (p. 179) ==''Racconti''== *Al ''monito di cristiana pietà ai posteri'', i fondatori delle [[Cimitero delle Fontanelle|catacombe delle Fontanelle]] impartirono caratteri vezzosi, allettanti, architettonici. Nelle vaste grotte, nei tortuosi cunicoli, essi edificarono altari, navate, colonne di ossa. Ma le unghie dei secoli produssero innumerevoli frane e guasti nella cattedrale sotterranea. È probabile che nel giorno del Giudizio, quando ognuno si accalcherà al guardaroba, ci sarà un po' di confusione, laggiù. Dio, fate che non prevalga, nel singolo, il concetto di arraffare alla cieca il meglio che c'è. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 299) *Forse non è vero che l'[[amore]] sia una vetta al sole; occorre forse scendere nell'amore, il supremo coraggio di {{sic|scendere scendere}} nell'oscurità più densa, come in fondo a un pozzo. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 300) *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; [[Napoli]] è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? (da ''Le apparizioni'', p. 303) *È una ''penna'', una piuma dichiaravano fremendo i nostri coetanei, mentre nelle sudicie manine loro, a titolo di saggio, concedevamo che frusciasse brevemente lo ''{{sic|[[strummolo|strùmmolo]]}}'' incantato degli zingari. Quel prodigio ci estraeva puliti puliti, fra la smorfia della bocca di ghisa della fontanina pubblica, e l'immondizia accatastata negli angoli, dei nostri cenci. L'impercettibile ronzio della trottola napoletana ha proprio la dolcezza con cui si srotolano veloci e quiete le reminiscenze in un cuore. (da ''Le apparizioni'', pp 305-306) ==''San Gennaro non dice mai no''== ===[[Incipit]]=== Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a [[Napoli]] proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.<br>In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il [[Vesuvio]], conta fino a sessanta. ===Citazioni=== *Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. (p. 26) *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. (p. 29) *Non importava vendere molto o vendere poco o non vendere affatto: bastava che si tentasse di vendere. (p. 29-30) *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. (p. 42-43) *[[Salvatore Di Giacomo]] morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera Napoli avranno cessato di esistere... (p. 61) *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|[[Vesuvio]]}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. (p. 99) *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: «E quello il commendatore ci è stretto cugino», solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore. (p. 135) ==[[Incipit]] de ''Le milanesi''== Il dottor Ghislaghi dice: «Gliela faccio, non tema, l'iniezione. Ma cerchi di resistere un poco, signora Galò... bisogna ricorrere alla morfina quando proprio... quando proprio... eh signora, mi capisce, vero?»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giuseppe Marotta== *La pagina di Giuseppe Marotta ha sempre il sapore di una cosa non definita e non compiuta. Si muove ai limiti del bozzetto e del surreale. Possiede, infatti, del bozzetto il vigore concentrato sulla parola e l'illimitata possibilità di fare presagire vicende ancora da costruirsi come prende dal surreale certe evasioni e certe nostalgie che rasentano i regni della favola e del sogno. ([[Francesco Grisi]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Marotta, ''Dieci racconti'', in ''Gli alunni del sole'', Bompiani, Milano, 1966. *Giuseppe Marotta, ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Bompiani, 1955. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Rizzoli, BUR, 1987. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', introduzione di [[Raffaele Nigro]], Rizzoli, BUR grandi classici, Milano, stampa 2020. ISBN 978-88-17-01091-7 *Giuseppe Marotta, ''Mal di Galleria'', Bompiani, Milano, 1958. *Giuseppe Marotta, ''Racconti'', in ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''San Gennaro non dice mai no'', prefazione di [[Michele Prisco]], Avagliano Editore, 1995. ==Filmografia== *''[[Un ladro in paradiso]]'' (1952) *''[[Tempi nostri - Zibaldone n. 2]]'' (1954) ==Voci correlate== *[[Giuseppe Marotta jr.]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Gli alunni del tempo||}} {{Pedia|L'oro di Napoli||}} {{Pedia|Le milanesi||}} {{Pedia|Mal di Galleria||}} {{Pedia|San Gennaro non dice mai no||}} {{DEFAULTSORT:Marotta, Giuseppe}} [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] id3f9dnyjp3o495dn3n8zauwh6mvt5t 1221266 1221265 2022-08-07T00:39:29Z Sun-crops 10277 /* Citazioni */ wikitext text/x-wiki [[File:Giuseppe Marotta 1947.jpg|thumb|Giuseppe Marotta, 1947]] {{indicedx}} '''Giuseppe Marotta''' (1902 – 1963), scrittore e sceneggiatore italiano. ==Citazioni di Giuseppe Marotta== *Dunque non userò, per [[La dolce vita]], espressioni come "ritratto di una società e di un periodo", o come "potente affresco", delle quali tanti avidi collezionisti di frasi fatte, individui che non hanno addosso un pelo che gli appartenga, hanno immediatamente abusato. No. Dico semplicemente che La dolce vita è un poema cinematografico, suddiviso in canti e strofe.<ref>Da ''Un fraterno evviva all'amara via Veneto di Fellini''; in ''Al cinema non fa freddo'', a cura di G. Amelio, postfazione di G. Fofi, Cava de' Tirreni, Avagliano, 1992, pp. 79-80.</ref> *Ma io recensisco film o colleziono nemici?<ref name=anedd>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref> *Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.<ref name=anedd/> *Oggi pure i ciechi vedono che la [[dittatura]] è l'esito di una cattiva [[democrazia]], mentre la democrazia è l'esito di una cattiva dittatura.<ref>Da ''Visti e perduti'', Bompiani.</ref> *Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.<ref>Da ''A Milano non fa freddo'', Bompiani, 1949.</ref> ==''Dieci racconti''== *Gli scettici osservino, prego, l'Arco di Sant'Eligio in qualsiasi fotografia o nel vecchio dipinto di Vincenzo Migliaro: quelle pietre assorte, rozze e magiche insieme come il bastimento nella bottiglia; i negozietti di panni e di ferraglia, di sugheri e di cordami, di crusca e di carrube intorno all'erma su cui ride e piange la deturpatissima testa greca, l'enigmatica e remota scultura detta dalla plebe "donna Marianna, capa di Napoli"; un pianino automatico scantona e un gobbo s'inoltra gesticolando come se incarnasse l'ultima vibrazione di quella storta musica; insomma dove, se non a Sant'Eligio, nulla succede ma succede tutto, specialmente l'impossibile? (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 216) *[...] Figurella per esempio era [[sensale]] {{sic|e come}}. In che diavolo non si immischiava, cioè, questo giovane rosso di pelo, altissimo, lentigginoso, puntuto e vagamente arcaico, forse derivato da qualche lontanissimo armigero svevo? Egli impartiva la sua mediazione ad ogni cosa, valendosi del primordiale sistema di trovarsi comunque, fin dall'inizio o all'ultimo istante, gradito o tollerato, negletto o riconosciuto, fra l'origine e il destino delle cose. Il suo lavoro indubitabile era nell'aria, pulviscolo di mansioni rivelato dal raggio di qualche idea felice, subitanea. Un ragazzo corre verso il portoncino dell'ostetrica? Don Arturo lo trattiene, s'informa, bussa e parla per lui: domani, femmina o maschio, l'otto per cento a don Arturo non glielo toglierà nessuno. Passano botti piene e carri funebri vuoti, mansueti o stizziti discorsi, fiori, frutti, sorrisi, lacrime, conoscenti, forestieri, teste rotte, {{sic|calcina}}, travi, guardie, pompieri, asini, galline o finanche i Sacramenti sotto la stola del compunto sacerdote, i cui piedi non toccano terra e le cui occhiate sono basse e fremono come l'erba? Don Arturo li segue, domanda o intuisce, si trasforma lentamente, insensibilmente, in un'equa e opportuna mediazione. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', pp. 216-217) *{{NDR|Il}} mesto orologio di Sant'Eligio – il quale è gotico, ha dunque una serietà indiscutibile, una mutria di secolare galantuomo tedesco [...]. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 220) *La [[Riviera di Chiaia]] bruciava. [[Festa di Piedigrotta|Piedigrotta]] è anche questo, una furia di luci. "Bancarelle", trespoli, carretti, finestre, chioschi, negozi, palchi delle orchestrine vi fissano con gli occhi roventi e spalancati dei matti. Non esagero, la notte del sette è un interrogatorio di terzo grado, coi riflettori puntati in faccia e una stridula voce che ripete: «Sei contento, ammettilo, ti diverti!»; è una deliziosa tortura per farci confessare che non avremo, domani, cielo da vedere e terra da camminare. Pazienza! Salute a noi! (da ''La notte del sette'', p. 227) *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? (da ''Il califfo Esposito'', p. 236) ==''Gli alunni del sole''== *[...] piazza Carlo III, te li ricordi i lunghi pomeriggi che trascorremmo in un'aiuola sotto la montagna dell'[[Albergo dei Poveri]]?, non lungi dalla cesta, dal tavolino e dai coltelli del venditore delle prime angurie? Ti scegliemmo spesso perché, immensa com'eri, deridevi l'orologio dell'Ospizio e non sembravi più abitata del cielo sul nostro capo; i reggimenti che tornavano dal vicino Campo di Marte, anzi, ti rendevano maggiormente solitaria. Il gigantesco edificio traboccante di sventurati, all'ombra del quale ce ne stavamo, io lo considero un errore del buon re [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Era preferibile, invece, ridurne alquanto le dimensioni e collocarvi gli abbienti; così nell'intera Napoli si sarebbe adagiato e sgranchito il solo popolino: una tettoia che la ricoprisse tutta, una adeguata insegna, e il vero Albergo dei poveri, Maestà, sarebbe stato quello. (da ''Venere punita'', pp. 55-56) *{{NDR|Don Federico Sòrice a Don Salvatore Cadamartori}} «Gli esattissimi risultati di [[Venere (divinità)|Venere]], per chi la guardava e per chi la otteneva, erano infallibilmente questi... un'estrema delizia ma pure un dolore, una tristezza, come quando per la troppa gioia si scostano i numeri della quaterna che avete vinto, e compare una bella paralisi cardiaca. Egregio don Salvatore, la massima dolcezza è simultaneamente amara come il fiele... chiunque odorava, non so perché, nell'irresistibile profumo di Venere, il tanfo della propria morte... E così, dato che nessuno si decideva, la proposta di matrimonio alla Dèa gliela fece Vulcano».<br>«Chi, il [[Vesuvio]]?»{{sic|.}}<br>«Una specie, don Salvatore.» (da ''Venere punita'', p. 59) *«Io non mi spiego perché si debbano piantare, cogliere, tenere in acqua e sale ma principalmente vendere questi [[Lupino bianco|lupini]]» esclamò don Antonio Pagliarulo. «Che sostanza, che gusto hanno?»{{sic|.}}<br>Il fruttivendolo Cadamartori:<br>«Appunto perciò ne mangiamo quintali. Vi mettete in bocca un lupino e masticandolo aspettate... non sentendo niente lo inghiottite e ne pigliate un altro, continuamente un altro finché ne rimangono. Siete all'eterna ricerca del sapore, ho parlato chiaro?... È una fissazione, un puntiglio».<br>Il ciabattino {{sic|Debbiase}}:<br>«Come l'esistenza nostra, Don Antonio, tale e quale. Finisce una giornata insulsa, un lupino di ventiquattro ore, e voi già vi precipitate col pensiero sull'indomani, già vi illudete che i successivi lupini saranno diversi, fragole travestite, caramelle e gianduia, chi lo sa!»{{sic|.}}<br>Don Federico {{sic|Sòrice}}:<br>«Il paragone regge, mi associo: e per ammorbidire e condire ogni quotidiano lupino, abbiamo fin dalla nascita l'occorrente Serino di lacrime». (da ''Venere liberata'', pp. 63-64) *Man mano si addormentarono tutti, rammento; io e Vincenzino Aurispa mangiammo, fantasticando sui palpiti dell'inquieto lumino, i residui [[Fico|fichi]]. Erano piccoli e appassiti, dolcissimi: i soli frutti capaci di memoria, i soli frutti che non abbiano dimenticato né Adamo né il muro di cinta del remoto [[Giardino dell'Eden|Giardino]]. (da ''Venere liberata'', p. 69) *[...] don Salvatore Cadamartori taglia corto facendo arrivare, con un cenno, quattro piattini di "[[Cannolicchio|cannolicchi]]" dalla banchina. Si tratta di un mollusco e insieme della cannuccia per gustarlo raffinatamente: squisiti umori in un delicato e venato astuccio color nuvola, in una sigaretta di mare; succhiamo l'orizzonte che freme tra il [[Vesuvio]] e le isole, dai "cannolicchi" [...]. (da ''Scogli, vele, apparizioni'', p. 75) *[...] la quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli [...]. (da ''Non era ancora nato e già rubava'', pp. 79-80) *[...] don Febo? Che era il dio del sole e delle zingare, di ogni strega sibillina, ve ne informai quando parlammo di Mercurio, di Vulcano, eccetera. Come divinità fu di prim'ordine... e a [[Napoli]] che abbiamo un continuo mezzogiorno pure nei cassetti del comò, don [[Apollo]] nostro dovremmo venerarlo eternamente! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Febo, anice e bengala'', p. 105) *Un dio simile, fratello carnale di Giove, chi lo frena se si arrabbia? Pescicani, balene... ma erano cuccioli, erano trastulli, "pazzielle" di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]! Volendo, lui poteva gettarvi addosso un Atlantico o una Spagna... frantumare qualche razza intera... ma essendo buono se ne asteneva. Desiderava la tranquillità perché gli piacevano molto le femmine... avete notato, a proposito, che raramente i {{sic|donnaiuoli}} sono cattivi? {{sic|l}}'amore acquieta, stanca, e quando uno è debole dà ragione a tutti. Basta, conoscete i [[Faraglioni di Capri]]? Sono le corna di Anfitrite, la povera moglie di Nettuno! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Fantasmi nel braciere'', p. 113) *Quella non fu esclusivamente un'arca di scienza, fu pure la Dèa della guerra intelligente. Prima di lei, greci e romani combattevano, sì, ma come bruti, come facchini: da Minerva impararono le astuzie, gli agguati, gli accerchiamenti... donna [[Atena]] fu peggio di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]... si può dire che solo quando arrivò lei gli eserciti cominciarono veramente a morire per la Patria! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Nascita di Minerva ai «Pellegrini»'', p. 132) *[...] Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette [...]. (da ''Oggi succede tutto'', p. 154) *Qui è [[Castel sant'Elmo|Sant'Elmo]], diafano, aereo: un castello, non nego, ma dipinto su un aquilone. (da ''Oggi succede tutto'', p. 157) *Puntiamo sul Capo, radendo sabbia e tufo. Gli incontri, gli amori, gli alterchi dell'azzurro e del verde ci attirano, quasi ne udiamo il tramestio, le voci. Ecco lo Scoglio di Frisio, ed ecco San Pietro a due Frati; ecco Villa d'Abro, Villa Gallotti, Villa Rosebery, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]], il Palazzo degli Spiriti, la Grotta dei Tuoni alla Gaiola; giriamo la punta e qui ci sovrastano i ruderi della Scuola di Virgilio; da Trentaremi ci affacciamo sul Golfo di Pozzuoli, dove fra non molto il sole ci abbandonerà per correre a spegnersi nel Fusaro o in un antro di [[Cuma]], ne sapete niente voi? A prora non ci manca una "lampara", se è per questo; riapproderemo a [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] di notte, o all'alba, ma vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e che colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.<br>Don Federico Sòrice, con la gialla fronte in mano, abbagliato e rapito:<br>{{sic|«Fermiamoci}}... Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!»{{sic|.}}<br>Perché no? Un definitivo boccone di "{{sic|tòrtano}}" e, per inalterabile vestito, quattro sassi di Coroglio. (da ''Le figlie del tramonto a Marechiaro'', pp. 164-165) ==''Gli alunni del tempo''== ===[[Incipit]]=== Nella via del [[Pallonetto di Santa Lucia]] trovate qualunque cosa, tranne che un giornalaio. Perché? Non fateci ridere con queste domande. In primo luogo onorateci, favorite, allungateci un'occhiata gentile, come se foste un barone di passaggio, o addirittura il sindaco [[Achille Lauro|Lauro]]. Ecco qua: la nostra via del Pallonetto è a "gradoni", sale con l'affanno da Santa Lucia a Monte di Dio, sale con tre quarti di lingua in gola da un "basso" a un palazzetto e da un palazzetto a un "basso", fino all'odore (sempre sia lodato) di lire e di signori della città alta. Mi spiego? Alla conformazione del suolo, aggiungete l'affollamento. Chi non è nato senza gomiti, al Pallonetto, li ha nei fianchi del prossimo; e, d'inverno specialmente, ce li lascia. È chiaro? ===Citazioni=== *Giurateci: se la Vergine potesse arricchirci, lo farebbe; ma si vede che il Padre e il Figlio la tengono a stecchetto. (da ''È civile, è cristiano, il denaro?'', p. 20) *A noi toglieteci dallo stomaco il tam tam selvaggio dell'appetito, e subito ci fabbrichiamo una garitta di paradiso in qualunque inferno. (da ''Come lavoratore si presenta'', p. 23) *Dunque la professione attuale di mio figlio è che nelle strade nobili s'avvicina piangendo ai signori e dice: "Ho rotto le tazze... il padrone mi licenzia se non le pago... Aiutatemi". ('''Don Fulvio Cardillo''', da ''Come lavoratore si presenta'', pp. 25-26) *Abbiamo voglia di esclamare: "Bentornato, Pallonetto di Santa Lucia... dove eri fuggito, all'estero?" E infatti le prime giornate limpide ci restituiscono il genuino Pallonetto: vecchio, sì, mangiato dai secoli, rotto nelle giunture dalle mazzate di ogni specie di vento, corroso dalle tarme della salsedine, ma abitato da un sole marino, trionfale, che benda con garze di pulviscolo intinte nell'argento e nell'oro di Mida, le sue ferite. Ah gente, che sollievo; in ognuno di noi s'è acceso un forno di allegria. (da ''Popolo, come stai, ti serve niente?'', p. 87) *Vieni Giugno, vieni Giugno, e Giugno è venuto. Come s'allargano: diventano saloni, ecco qua, i nostri avari "[[Basso (Napoli)|bassi]]", ora che abitiamo nella strada. È una famiglia sola, in giugno, il Pallonetto di Santa Lucia. Dove ripara, don Attilio Sgueglia, reti di letti? Nella via. Dove espone tegami, bacinelle e orinalucci, don Cosimo Pellecchia? Nella via. Dove spolvera macchine da cucire e grammofoni, biciclette e quadri ("pegni" insomma) il titolare dell'Agenzia di Pegni Fulgenzi? Nella via. Dove ha messo, il carbonaio Quintieri, le sue bombole di gas liquido? Nella via. Giugno sviscera il Pallonetto, è una radiografia di questi vecchi muri e di questa vecchia gente. Approfittatene. Diagnosticate. Abbiamo qualche numero, secondo voi, per la buffa lotteria della vita? O ci conviene scendere a Castel dell'Ovo e affogarci tenendoci per mano e cantando: "Giro giro tondo, cavallo imperotondo"? Giudicate voi. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 103) *Don Vito Cacace appunto zucchine ha mangiato, alla "scapece". Ne avete un'idea? Le fette sottili e rotonde (simili a grosse monete) di zucchine, vengono prima offerte al sole, che in un paio di ore le asciuga e le irradia; poi friggono in teglia; poi con aglio tritato e foglioline di menta, riposano, fortificandosi, in un bagnetto d'aceto. Vergine dell'Aiuto! Assaporiamo, nelle [[Zucchine alla scapece|zucchine alla "scapece"]], gli umori faziosi degli orti di Secondigliano, i raggi ultravioletti dei quali ogni fetta (voltata e rivoltata) s'imbevve, l'olio di Bitonto, il ferro della teglia, l'arguzia dell'aglio, il profumo di canzonetta della menta, l'aceto che è vino gobbo e pazzo e sfottente come i giullari... uh mamma mia bella [...]. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 104) *Ḕ sceso da Pizzofalcone don Saverio Scippo, il [[Cibo di strada|friggitore ambulante]] di riso, di patate, di [[baccalà]], di fiori di zucchine infarinati. Piazza in un angolo fornello, teglia, canestro, e agisce. Non decanta la sua merce: il fumo grasso e nero dell'olio furibondo porta notizie impellenti di don Saverio in tutte le case del Pallonetto. Risorge di colpo, in ognuno, l'appetito dell'infanzia; vecchi e bambini, a causa della frittura dello Scippo, che li fruga con i suoi odori equivalenti ad un mazzo di grimaldelli, diventano coetanei. (da ''In origine l'uomo stava sugli alberi e si grattava'', p. 148) *[[Pioggia|Piove]] fino fino, è la prima acqua d'autunno sulla città; è una ragnatela di freschezza, è un liquido ricamo al tombolo fra casa e casa. Il Pallonetto, che bellezza, sembra una lucida e umida bottega di venditore di baccalà. Sapete? Quei marmi, quelle vaschette, quegli spruzzi lievi come aghi (un lungo pettegolezzo di gocce) e il roseo baccalà di Norvegia che si gonfia, si dilata, rivive. (da ''Avremo la famosa Apocalisse'', p. 151) *Eh, caro don Fulvio, potrei non essere nipote di mio nonno? Io Brigida la scelsi qua, nel mio quartiere nativo, una ragazza della condizione mia, che aveva scritto in fronte, come Vito Cacace: "Sono del Pallonetto e mangio, bevo e rido quando capita." ('''Don Vito Cacace''', da ''Eccoti le nozze cattoliche, ma un po' fredde'', p. 163) *Oggi sul Pallonetto abbiamo [[Nuvola|nuvole]] di prim'ordine, eccezionali, spettacolari. Ma guardatele. Che tinte, che misure, che potenza. Vanno dal {{sic|bianco-panna}} al viola di contusione, giù fino al nero sfrangiato di uno scialle da vedova. Sono aguzzi faraglioni e lunghe scogliere di fumo pieni di rabbia: vanno, vengono, si urtano, si avvinghiano e si respingono; è un amore ed è un odio, non vogliono (come le persone, d'altronde) né separarsi né fondersi. [[Ottobre]] {{sic|spàssati}}. Farai un cenno e zac, saranno tonnellate d'acqua; o invece spazzerai con un soffio la tovaglia dalle miche, e riavremo il sole. Chi nasce quadro non muore tondo: sei la fedele copia di {{sic|Marzo}} e tanto basta. (da ''Il subcosciente non ha freni, è scostumato'', p. 167) *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. (da ''No, no, Sua Santità non mi doveva lasciare'', pp. 176-177) *{{NDR|Un memorabile [[pernacchia|{{sic|pernacchio}}]]}} Ha una forza e una classe wagneriane; è favoloso, nibelungico, trasfigurante [...]. (da ''Non siamo del parere, egregio amico'', p. 189) *Il mondo è mondo, signori miei, la gente è gente. In buona fede o in mala fede, noi sosteniamo questo o quel regime. Senonché, ogni regime nuovo è un abito nuovo: ma dentro c'è l'antico individuo, come Domineddio lo fece e come il demonio lo prese in consegna... amen. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Il popolo, in ogni luogo, ha soltanto verità e libertà a gocce, come i veleni curativi. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196) *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il [[Vesuvio]], le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 201) *Laggiù, intorno al Castel dell'Ovo, l'acqua è riccia, spumosa, come lo sciampagna. Abbiamo voglia di [[vino]], appunto; dicembre senza vino è un carcere a sbarre doppie, rinforzato di secondini, insopportabile. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 204) *Ne avete un'idea, se è lecito, dei "[[friarielli]]"? Non vanno bolliti, ma cotti al vivo nei propri umori e nell'olio, come i polipi di scoglio. Sono di zucchero e d'aloe, sono di una tale amarezza e dolcezza congiunte (nel velluto, nel conforto dell'olio di Bitonto) che la pagnotta nella quale, abbreviata la mollica, vanno situati a regola d'arte, se ne commuove fino all'ultima crosticina. (da ''E là c'è una dattilografa più scollata della fortuna'', p. 231) ==''L'oro di Napoli''== ===[[Incipit]]=== Nel maggio del 1943, in una sua lettera da Napoli, mia sorella Ada fra l'altro mi scriveva: "Ti ricordi Don Ignazio? S'era ridotto a vivere in un basso a Mergellina. L'ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto. Figurati che nella fretta di scappare lasciò sul comodino perfino i denti finti. ===Citazioni=== *Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse, si troverà in questo libro. (Dalla prefazione, 2020, p. 15) *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. (da ''L'oro di Napoli'', 2020, p. 27) *Il [[matrimonio]] è come la morte, viene una volta sola. ('''don Salvatore''', da ''I parenti ricchi'', 2020, p. 38) *[...] eppure esistiamo per accorgerci, in un continuo trasalire, che la realtà è sempre l'effimero pretesto con cui veniamo allontanati dalla nostra favola, e che proprio l'inconoscibile mito di se {{sic|stesso}} è la sola cosa nella quale ciascuno di noi sia certamente, lungamente vivo. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 71) *Il bisogno d'amore è per l'adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli s'apre al sole di giugno come l'anguria spaccata: e i semi neri sprizzano, i desideri sprizzano dovunque. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 74) *{{NDR|Su una cartolina:}} ''Napoli, panorama'' – È un panorama per modo di dire, incompleto, la striscia che va da Mergellina a Castel dell'Ovo con una curva in cui il mare si rifugia e dorme. Riconosco il viale Elena e via Caracciolo, mezza collina di Pizzofalcone, la [[Villa comunale di Napoli|Villa Comunale]], il cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in agosto, l'aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino; dall'altro lato le acque blu vi sgridano se cedete al piacere della terra, non esiste un colore più salato e ironico del loro. (pp. 79-80; 1955) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 85) *Il suo consiglio era: non fate mai niente per opporvi a niente. Diceva: «Avete malattie? Debiti, corna, pene di qualsiasi genere? Per carità, teneteveli». Don Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi le ha riesce soltanto a barattarle, ma in pura perdita, ma sempre e inevitabilmente rimettendoci. (p. 81) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 87) *Frattanto la notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a [[Posillipo]] il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. (da ''Scoglio a Mergellina'', 2020, p. 124) *Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno. (1955, p. 149) *I "[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]", a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''I "Quartieri"'', 2020, p. 153) *{{NDR|Il [[brodo di polipo]]}} Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da [[Victor Hugo|Hugo]] in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte; andando a letto era opportuno sputare il pezzetto di polipo e non pensarci più, qualora non si volesse masticarlo l'indomani e per sempre. Desidero si sappia che il [[chewing-gum]] ha avuto un antenato al mio paese [...]. (da ''I "Quartieri"'', 2020, p. 155-156) *{{NDR|[[Porta Capuana]]}} È verde e accigliata nel cuore della città; intorno a lei "pazziarielli" o comuni passanti non sono mai di oggi, subito li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in un'antica stampa. (da ''Porta Capuana'', 2020, p. 186) *Il [[Santuario di Montevergine]] sorge sul monte Partenio nella feracissima Irpinia, sta come un'arca sul mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle intorno. Forse l'antica Madonna a cui è dedicato scosta ogni tanto da sé come un'indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta e soave ricomincia a specchiarsi nel suo Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono sulle bianche terrazze per escogitare la formula di una nuova<ref>Nuovi, refuso, nella fonte.</ref> preghiera o di un nuovo liquore. (da ''A Montevergine'', 2020, p. 217) ==''Mal di Galleria''== ===[[Incipit]]=== Stavo immobile nel centro della Galleria, puntato là come la gamba ferma di un compasso, quando rividi la bionda. Attizzo il nodo della cravatta, mi abbottono la giacca sportiva (non vesto male), e con due balzi affianco la mia bella sconosciuta.<br>«Permette una parola?»<br>«No, se ne vada».<br>«La prego... Sia gentile... Dopo tutto quello che giovedì feci per lei, mi tratta così»<br>«Giovedì! Lei? Dunque fu lei?».<br>Usciamo dai rigagnoli di gente, io la guido in un angolo morto, ci fissiamo. Che ragazza, o meglio che donna. Quanto a me, potrei essere (trentanove anni, alto un metro e ottanta, bruno, asciutto e nervoso) il colonnello Townsend di qualunque Altezza Reale; e con la massima finezza e disinvoltura, bruciai le tappe. ===Citazioni=== *La [[Galleria Vittorio Emanuele II|Galleria]]? Scherziamo? Le appartengo e mi appartiene. È casa, è ufficio, è strada, è ombrello, è tutto per me. Ristoranti, caffè, bigliardi, farmacie, bagni, parrucchieri, lustrascarpe, donne formose ed eleganti, uomini vivaci, ombra d'estate e raggi infrarossi d'inverno. Io ci campo da re.<ref>Citato in [[Roberto Napoletano]], ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-01-17/la-libreria-bocca-marotta-e-sua-casa-galleria-105410.shtml?uuid=ACTictBC&refresh_ce=1 La libreria Bocca, Marotta e la «sua casa» in Galleria]'', ''ilsole24ore.com'', 17 gennaio 2016.</ref> *Un esimio [[Borseggio|ladro di portafogli]] ha contemporaneamente le due mani che ha e le due mani che finge di avere. (p. 14) *Il [[teatro]] è la chiesa delle bugie. (p. 24) *Mi rendo conto, oggi, solo oggi, che il destino, o chi è, permette i [[Ricchezza|ricchi]] ma li adopera come ingenui strumenti, li obbliga a non turbare l'ingiustizia e l'inimicizia universali. (p. 87) *La [[vedova]] sa tutto, dell'uomo, perché non l'ha visto unicamente vivere ma lo ha visto anche morire. Lo ha conseguito, lo ha detenuto e lo ha congedato. Ne ha un ritratto completo, esattissimo. (p. 174) *Una vedova, come un'attrice, è due volte donna; voi la circuite, ma ne rimane sempre una libera, disoccupata, agevole preda, secondo me, dei cattivi pensieri. (p. 179) ==''Racconti''== *Al ''monito di cristiana pietà ai posteri'', i fondatori delle [[Cimitero delle Fontanelle|catacombe delle Fontanelle]] impartirono caratteri vezzosi, allettanti, architettonici. Nelle vaste grotte, nei tortuosi cunicoli, essi edificarono altari, navate, colonne di ossa. Ma le unghie dei secoli produssero innumerevoli frane e guasti nella cattedrale sotterranea. È probabile che nel giorno del Giudizio, quando ognuno si accalcherà al guardaroba, ci sarà un po' di confusione, laggiù. Dio, fate che non prevalga, nel singolo, il concetto di arraffare alla cieca il meglio che c'è. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 299) *Forse non è vero che l'[[amore]] sia una vetta al sole; occorre forse scendere nell'amore, il supremo coraggio di {{sic|scendere scendere}} nell'oscurità più densa, come in fondo a un pozzo. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 300) *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; [[Napoli]] è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? (da ''Le apparizioni'', p. 303) *È una ''penna'', una piuma dichiaravano fremendo i nostri coetanei, mentre nelle sudicie manine loro, a titolo di saggio, concedevamo che frusciasse brevemente lo ''{{sic|[[strummolo|strùmmolo]]}}'' incantato degli zingari. Quel prodigio ci estraeva puliti puliti, fra la smorfia della bocca di ghisa della fontanina pubblica, e l'immondizia accatastata negli angoli, dei nostri cenci. L'impercettibile ronzio della trottola napoletana ha proprio la dolcezza con cui si srotolano veloci e quiete le reminiscenze in un cuore. (da ''Le apparizioni'', pp 305-306) ==''San Gennaro non dice mai no''== ===[[Incipit]]=== Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a [[Napoli]] proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.<br>In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il [[Vesuvio]], conta fino a sessanta. ===Citazioni=== *Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. (p. 26) *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. (p. 29) *Non importava vendere molto o vendere poco o non vendere affatto: bastava che si tentasse di vendere. (p. 29-30) *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. (p. 42-43) *[[Salvatore Di Giacomo]] morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera Napoli avranno cessato di esistere... (p. 61) *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|[[Vesuvio]]}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. (p. 99) *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: «E quello il commendatore ci è stretto cugino», solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore. (p. 135) ==[[Incipit]] de ''Le milanesi''== Il dottor Ghislaghi dice: «Gliela faccio, non tema, l'iniezione. Ma cerchi di resistere un poco, signora Galò... bisogna ricorrere alla morfina quando proprio... quando proprio... eh signora, mi capisce, vero?»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ==Citazioni su Giuseppe Marotta== *La pagina di Giuseppe Marotta ha sempre il sapore di una cosa non definita e non compiuta. Si muove ai limiti del bozzetto e del surreale. Possiede, infatti, del bozzetto il vigore concentrato sulla parola e l'illimitata possibilità di fare presagire vicende ancora da costruirsi come prende dal surreale certe evasioni e certe nostalgie che rasentano i regni della favola e del sogno. ([[Francesco Grisi]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Giuseppe Marotta, ''Dieci racconti'', in ''Gli alunni del sole'', Bompiani, Milano, 1966. *Giuseppe Marotta, ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Bompiani, 1955. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Rizzoli, BUR, 1987. *Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', introduzione di [[Raffaele Nigro]], Rizzoli, BUR grandi classici, Milano, stampa 2020. ISBN 978-88-17-01091-7 *Giuseppe Marotta, ''Mal di Galleria'', Bompiani, Milano, 1958. *Giuseppe Marotta, ''Racconti'', in ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967. *Giuseppe Marotta, ''San Gennaro non dice mai no'', prefazione di [[Michele Prisco]], Avagliano Editore, 1995. ==Filmografia== *''[[Un ladro in paradiso]]'' (1952) *''[[Tempi nostri - Zibaldone n. 2]]'' (1954) ==Voci correlate== *[[Giuseppe Marotta jr.]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Gli alunni del tempo||}} {{Pedia|L'oro di Napoli||}} {{Pedia|Le milanesi||}} {{Pedia|Mal di Galleria||}} {{Pedia|San Gennaro non dice mai no||}} {{DEFAULTSORT:Marotta, Giuseppe}} [[Categoria:Sceneggiatori italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] hg276bixr12fbaux3n2joleg93b8cz2 Il ragazzo di campagna 0 7169 1221235 1027795 2022-08-06T18:58:28Z Homer 215 FI FI FI direi che non una citazione che rende su Wikiquote... -1 wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano=Il ragazzo di campagna |titoloalfabetico= Ragazzo di campagna |genere= comico |regista=[[Franco Castellano]], [[Giuseppe Moccia]] |sceneggiatore=Franco Castellano, Giuseppe Moccia |attori= *[[Renato Pozzetto]]: Artemio *[[Massimo Boldi]]: Severino Cicerchia *[[Donna Osterbuhr]]: Angela *[[Clara Colosimo]]: Madre di Artemio *[[Enzo Cannavale]]: Il cieco *[[Dino Cassio]]: Commissario Polizia *[[Franco Diogene]]: Un selezionatore *[[Enzo Garinei]]: Direttore del residence |note= }} '''''Il ragazzo di campagna''''', film del 1984 con [[Renato Pozzetto]], regia di [[Franco Castellano]] e [[Giuseppe Moccia]]. ==Frasi== *La città l'è piena di tentazioni, l'è tentacolare! ('''La madre di Artemio''') *Eh be' insomma, il [[treno]] è sempre il treno, eh. ('''Artemio''') *Ma è possibile che tutte le volte che muore un gatto tu mi cucini il [[coniglio]]?!? ('''Artemio''') *In città non si vive di solo smog. ('''Artemio''') *Sì rubo, rubo... Ma a chi rubo? A chi c'ha qualcosa! A chi non c'ha niente, non ci rubo niente! ('''Severino''') *Ho interessanti prospettive per il futuro! ('''Artemio''') *Ecco qua: tavolo ribaltabile, taac... sedia rotante, taac... posto per commensali che non ci sono, taac... tovaglia metro... taac tac, tac tac... piatto Fabriano, tovagliolo extra strong, bicchiere di plastica, taac... vino cartonato, taac... spaghetti pronto uso, contorno surgelato, taac... tonno e grissini per tagliarlo, taac, tac. Ah, questa si che è vita... taac... ('''Artemio''') *Ma come? Lei non mi ha lasciato morire nell'acqua, per affogarmi nella merda??? ('''Artemio''') ==Dialoghi== *'''Madre di Artemio''': Oggi l'è il quindici del mese, ti devo tagliare le unghie <br/> '''Artemio''': Ma come, le abbiamo già tagliate il mese scorso...<br/> '''Madre di Artemio''': Quelle del piede sinistro! Ma quelle del piede destro sono due mesi che non le tagliamo... Come mai ti compri delle scarpe così grosse poi...<br/> '''Artemio''': Perché sono un contadino, scarpe grosse e cervello fino. Mi fanno l'effetto del fosforo.<br/> '''Madre di Artemio''': Allora gioia bella te s'è un genio!<br/> '''Artemio''': Ueh mamma... fa' attenzione. {{NDR|Mentre la madre gli taglia le unghie con un paio di cesoie}}<br/> '''Artemio''' {{NDR|dopo che un unghia vagante ha appena rotto un vaso di vetro}}: No mamma lascia stare è un lavoro pericoloso. Lo faccio fare in officina, sono più tranquillo.<br/> *{{NDR|Avendo saputo che quel giorno è il suo compleanno}} <br />'''Artemio''' : Ma quanti anni ho, trentasei, trentasette... ho perso il conto... <br /> '''Madre di Artemio''': Quaranta. <br />'''Artemio''': Ma come quaranta, davvero? <br /> '''Madre di Artemio''': Ma vuoi che non lo so. Ti te se nato l'anno che il tuo povero papà ha piantato il castagno sul confine del terreno, ti te ghe la stessa età del castagno, quaranta anni precisi, te capì. <br /> '''Artemio''' {{NDR|intristendosi}}: [[quarantenne|40 anni]]... E proprio come il castagno sono rimasto qui dove mi avete piantato, e loro fanno la torta... fanno la festa per festeggiare quarant'anni passati qui i mezzo agli zulù a consumare la mia giovinezza, ma andate affanculo! *'''Madre di Artemio''': Ma sü un po' di ''alegria''! Il buon giorno si vede dal mattino. <br/> '''Artemio''': E infatti, io sto caricando letame... poi trasporto il letame... poi spargo il letame... praticamente una giornata di merda! *'''Contadina''' {{NDR|dopo essersi sputata sulle mani}}: Artemio, come sei bello, come sei giovane, hai la bellezza dell'asino, ogni volta che ti vedo mi innamoro! <br/> {{NDR|Quindi la contandina mette le mani sul viso di Artemio}} '''Artemio''': Che schifo! <br/> '''Contadina''': Non sono bella ma sono ricca! <br/> '''Artemio''': Sei ricca da fare schifo! *'''Artemio''': Quarant'anni per un uomo sono l'ultima spiaggia! <br/> '''Madre di Artemio''': Oh signur vuole andare al mare! Ma tu non sai nuotare! *{{NDR|Dialogo al telefono}}<br />'''Severino''': Ah sì mi ricordo, sei quello biondo che c'ha la faccia da pirla? <br/> '''Artemio''': Ma io non sono biondo! <br/> '''Severino''': Allora mi ricordo fortemente la faccia. *'''Severino''': Senti un po', hai fame? Vorresti mangiare qualche cosa? <br/>'''Artemio''': Eh... è da stamattina che non mangio!<br/>'''Severino''': Bestia non c'ho niente. Vorresti bere, non so, un bicchiere di latte?<br/>'''Artemio''': Be' un bicchiere di latte non si rifiuta mai!<br/> '''Severino''': Bestia non ho bicchiere né latte! Ue' ma sei venuto a casa mia a mangiare e a bere a sbafo? Ma cosa vuoi?!? *'''Severino''': Senti, ti piace la metropoli? <br/> '''Artemio''': Eh Sì! <br/> '''Severino''': Ma va? <br/> '''Artemio''': Eh! <br/> '''Severino''': Eh, è come essere in città! <br/> '''Artemio''': Eh sì! *'''Severino''': Bravo, guidi bene! Rallenta adesso, eh! <br/> '''Artemio''':{{NDR|Accelerando}} Adesso veloce? <br/> '''Severino''': No rallenta, rallenta, rallenta, fermati! oh, fermati! <br/> '''Artemio''': Ah, ho capito {{NDR|Guardando il cantiere}} Facciamo i muratori? <br/> '''Severino''': No basta finito il lavoro, basta. Tieni questa è tua, vedi, e questa invece è mia. <br/> '''Artemio''': Ah ho capito... Al ladro!! Al ladro!! Al ladro!!! <br/> '''Severino''': {{NDR| Cercando di chiudere la bocca a Artemio}} Silenzio! Ci arrestano. <br/> '''Artemio''': A te ti arrestano! A te ti arrestano! <br/> '''Severino''': Anche a te ti arrestano! Abbiamo rubato insieme! <br/> '''Artemio''': Ma non ti vergogni a andare in giro a scippare la povera gente? <br/>'''Severino''': Uè, Uè... Ma cosa c'entro? Che sistema è questo di prendermi di petto come un delinquente? Vergogna! Ho tentato di fare un lavoro onesto, ma non ce l'ho fatta. Provaci te! Provaci! Si, rubo, rubo, ma a chi rubo? A chi c'ha qualcosa! A chi non c'ha niente non ci rubo niente io, eh uè. Vergogna delle vergogne... eh porca miseria! {{NDR|Sale sul motorino scorreggiando}} A quella li gli ho portato via la borsa perché aveva una borsa! Se non aveva una borsa cosa gli portavo via? Gli portavo via un braccio? {{NDR|Mette in moto il motorino e si appresta a andarsene}} Voglio dirti di più... Tingiti i capelli di biondo, faccia da pirla!!! *'''Artemio''': Che vestito ti sei messa? <br/> '''Angela''': Non è un vestito, è un pigiama! <br/> '''Artemio''': Ah! Stai molto bene. <br/> '''Angela''': Grazie. <br/> '''Artemio''': Perché il bianco fa risaltare tutto! <br/> '''Angela''': Tutto cosa? <br/> '''Artemio''': Eh be', tutto... tutto l'arredamento! *{{NDR|Artemio chiude a chiave la camera da letto di Angela}} <br/> '''Angela''': Cosa fai? <br/> '''Artemio''': Mi sono chiuso fuori. <br/> '''Angela''': E perché? <br/> '''Artemio''': Così sto dentro. *{{NDR|Artemio comunica alla mamma di essersi innamorato di una ragazza di città}} <br/>'''Artemio''': Mamma è una brava ragazza, è diplomata! <br/> '''Madre di Artemio''': Allora l'è un putanun! *{{NDR|Artemio ha bisogno di soldi e va a donare il sangue}} <br/> '''Artemio''': Quanto lo pagate il sangue al litro? <br/>'''Medico''': Quaranta mila. <br/>'''Artemio''': Me ne tolga tre litri. *'''Spacciatore''': Sei contento che ti do una chance? <br/>'''Artemio''': Eh be' si eh! Solo che non saprei dove metterla, ho la casa piccola. È ingombrante? *{{NDR|Artemio sta pagando in anticipo le spese per la casa... dopo aver preso soldi in varie parti degli abiti, tra cui anche le scarpe, si infila una mano nelle mutande...}} <br />'''Proprietario di casa''': Ma tiene i soldi anche lì?<br/> '''Artemio''': No no, mi sto toccando per scaramanzia! *'''Intervistatore''': Scusi? Lei cambierebbe il suo fustino con due qualsiasi? <br/> '''Artemio''': Eh sì <br/>'''Regista''': Stop stop fermi signorina cancelli tutto! Ma che fa? è impazzito? Perché ha detto di sì? Non l' ha letto il copione? Lei deve dire no! NO! <br/>'''Artemio''': No io il copione non l' ho letto ma mica bisogna andare all' università per capire che è un cambio vantaggioso, io ci guadagno, è lui che ci perde! <br/>'''Regista''': No, lei deve dire no!<br/>'''Artemio''': Scusi eh! Lei non cambierebbe 1000 lire delle sue con 2000 delle mie? Sì!<br/>'''Regista''': Senta, lei non è pagato per ragionare, è pagato per fare della pubblicità!<br/>'''Artemio''': Vabè, ma per centomila lire che mi date devo fare la figura dell'imbecille?<br/>'''Regista''': Basta, stia zitto, dica esattamente la battuta che c'è sul copione, intesi? D' accordo? Daccapo! È pronto? <br/>'''Artemio''': Sì, pronto. <br/>'''regista''': Pronti, motore, ciack, azione! <br/>'''intervistatore''': Scusi? Lei cambierebbe il suo fustino con due qualsiasi? <br/>'''Artemio''': ...io li cambierei ma quello là non vuole... Senta guardi è più forte di me, io non ce la faccio! <br/> '''regista''': Basta! Cacciatemelo via! toglietemelo dai piedi! *{{NDR|Dopo che Severino è sceso dalla vespa e ha scoreggiato}} <br/>'''Artemio''': Severino! <br/>'''Severino''': Artemio! Ma come hai fatto a riconoscermi? <br/>'''Artemio''': Eh, dalla voce! ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film comici]] fo0becuxeg8mesw20508iivcqosuta7 1221236 1221235 2022-08-06T18:59:21Z Homer 215 /* Frasi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano=Il ragazzo di campagna |titoloalfabetico= Ragazzo di campagna |genere= comico |regista=[[Franco Castellano]], [[Giuseppe Moccia]] |sceneggiatore=Franco Castellano, Giuseppe Moccia |attori= *[[Renato Pozzetto]]: Artemio *[[Massimo Boldi]]: Severino Cicerchia *[[Donna Osterbuhr]]: Angela *[[Clara Colosimo]]: Madre di Artemio *[[Enzo Cannavale]]: Il cieco *[[Dino Cassio]]: Commissario Polizia *[[Franco Diogene]]: Un selezionatore *[[Enzo Garinei]]: Direttore del residence |note= }} '''''Il ragazzo di campagna''''', film del 1984 con [[Renato Pozzetto]], regia di [[Franco Castellano]] e [[Giuseppe Moccia]]. ==Frasi== *La città l'è piena di tentazioni, l'è tentacolare! ('''La madre di Artemio''') *Eh be' insomma, il [[treno]] è sempre il treno, eh. ('''Artemio''') *Ma è possibile che tutte le volte che muore un gatto tu mi cucini il [[coniglio]]?!? ('''Artemio''') *In città non si vive di solo smog. ('''Artemio''') *Sì rubo, rubo... Ma a chi rubo? A chi c'ha qualcosa! A chi non c'ha niente, non ci rubo niente! ('''Severino''') *Ho interessanti prospettive per il futuro! ('''Artemio''') *Ecco qua: tavolo ribaltabile, taac... sedia rotante, taac... posto per commensali che non ci sono, taac... tovaglia metro... taac tac, tac tac... piatto Fabriano, tovagliolo extra strong, bicchiere di plastica, taac... vino cartonato, taac... spaghetti pronto uso, contorno surgelato, taac... tonno e grissini per tagliarlo, taac, tac. Ah, questa si che è vita... taac... ('''Artemio''') *Ma come? Lei non mi ha lasciato morire nell'acqua, per affogarmi nella merda?! ('''Artemio''') ==Dialoghi== *'''Madre di Artemio''': Oggi l'è il quindici del mese, ti devo tagliare le unghie <br/> '''Artemio''': Ma come, le abbiamo già tagliate il mese scorso...<br/> '''Madre di Artemio''': Quelle del piede sinistro! Ma quelle del piede destro sono due mesi che non le tagliamo... Come mai ti compri delle scarpe così grosse poi...<br/> '''Artemio''': Perché sono un contadino, scarpe grosse e cervello fino. Mi fanno l'effetto del fosforo.<br/> '''Madre di Artemio''': Allora gioia bella te s'è un genio!<br/> '''Artemio''': Ueh mamma... fa' attenzione. {{NDR|Mentre la madre gli taglia le unghie con un paio di cesoie}}<br/> '''Artemio''' {{NDR|dopo che un unghia vagante ha appena rotto un vaso di vetro}}: No mamma lascia stare è un lavoro pericoloso. Lo faccio fare in officina, sono più tranquillo.<br/> *{{NDR|Avendo saputo che quel giorno è il suo compleanno}} <br />'''Artemio''' : Ma quanti anni ho, trentasei, trentasette... ho perso il conto... <br /> '''Madre di Artemio''': Quaranta. <br />'''Artemio''': Ma come quaranta, davvero? <br /> '''Madre di Artemio''': Ma vuoi che non lo so. Ti te se nato l'anno che il tuo povero papà ha piantato il castagno sul confine del terreno, ti te ghe la stessa età del castagno, quaranta anni precisi, te capì. <br /> '''Artemio''' {{NDR|intristendosi}}: [[quarantenne|40 anni]]... E proprio come il castagno sono rimasto qui dove mi avete piantato, e loro fanno la torta... fanno la festa per festeggiare quarant'anni passati qui i mezzo agli zulù a consumare la mia giovinezza, ma andate affanculo! *'''Madre di Artemio''': Ma sü un po' di ''alegria''! Il buon giorno si vede dal mattino. <br/> '''Artemio''': E infatti, io sto caricando letame... poi trasporto il letame... poi spargo il letame... praticamente una giornata di merda! *'''Contadina''' {{NDR|dopo essersi sputata sulle mani}}: Artemio, come sei bello, come sei giovane, hai la bellezza dell'asino, ogni volta che ti vedo mi innamoro! <br/> {{NDR|Quindi la contandina mette le mani sul viso di Artemio}} '''Artemio''': Che schifo! <br/> '''Contadina''': Non sono bella ma sono ricca! <br/> '''Artemio''': Sei ricca da fare schifo! *'''Artemio''': Quarant'anni per un uomo sono l'ultima spiaggia! <br/> '''Madre di Artemio''': Oh signur vuole andare al mare! Ma tu non sai nuotare! *{{NDR|Dialogo al telefono}}<br />'''Severino''': Ah sì mi ricordo, sei quello biondo che c'ha la faccia da pirla? <br/> '''Artemio''': Ma io non sono biondo! <br/> '''Severino''': Allora mi ricordo fortemente la faccia. *'''Severino''': Senti un po', hai fame? Vorresti mangiare qualche cosa? <br/>'''Artemio''': Eh... è da stamattina che non mangio!<br/>'''Severino''': Bestia non c'ho niente. Vorresti bere, non so, un bicchiere di latte?<br/>'''Artemio''': Be' un bicchiere di latte non si rifiuta mai!<br/> '''Severino''': Bestia non ho bicchiere né latte! Ue' ma sei venuto a casa mia a mangiare e a bere a sbafo? Ma cosa vuoi?!? *'''Severino''': Senti, ti piace la metropoli? <br/> '''Artemio''': Eh Sì! <br/> '''Severino''': Ma va? <br/> '''Artemio''': Eh! <br/> '''Severino''': Eh, è come essere in città! <br/> '''Artemio''': Eh sì! *'''Severino''': Bravo, guidi bene! Rallenta adesso, eh! <br/> '''Artemio''':{{NDR|Accelerando}} Adesso veloce? <br/> '''Severino''': No rallenta, rallenta, rallenta, fermati! oh, fermati! <br/> '''Artemio''': Ah, ho capito {{NDR|Guardando il cantiere}} Facciamo i muratori? <br/> '''Severino''': No basta finito il lavoro, basta. Tieni questa è tua, vedi, e questa invece è mia. <br/> '''Artemio''': Ah ho capito... Al ladro!! Al ladro!! Al ladro!!! <br/> '''Severino''': {{NDR| Cercando di chiudere la bocca a Artemio}} Silenzio! Ci arrestano. <br/> '''Artemio''': A te ti arrestano! A te ti arrestano! <br/> '''Severino''': Anche a te ti arrestano! Abbiamo rubato insieme! <br/> '''Artemio''': Ma non ti vergogni a andare in giro a scippare la povera gente? <br/>'''Severino''': Uè, Uè... Ma cosa c'entro? Che sistema è questo di prendermi di petto come un delinquente? Vergogna! Ho tentato di fare un lavoro onesto, ma non ce l'ho fatta. Provaci te! Provaci! Si, rubo, rubo, ma a chi rubo? A chi c'ha qualcosa! A chi non c'ha niente non ci rubo niente io, eh uè. Vergogna delle vergogne... eh porca miseria! {{NDR|Sale sul motorino scorreggiando}} A quella li gli ho portato via la borsa perché aveva una borsa! Se non aveva una borsa cosa gli portavo via? Gli portavo via un braccio? {{NDR|Mette in moto il motorino e si appresta a andarsene}} Voglio dirti di più... Tingiti i capelli di biondo, faccia da pirla!!! *'''Artemio''': Che vestito ti sei messa? <br/> '''Angela''': Non è un vestito, è un pigiama! <br/> '''Artemio''': Ah! Stai molto bene. <br/> '''Angela''': Grazie. <br/> '''Artemio''': Perché il bianco fa risaltare tutto! <br/> '''Angela''': Tutto cosa? <br/> '''Artemio''': Eh be', tutto... tutto l'arredamento! *{{NDR|Artemio chiude a chiave la camera da letto di Angela}} <br/> '''Angela''': Cosa fai? <br/> '''Artemio''': Mi sono chiuso fuori. <br/> '''Angela''': E perché? <br/> '''Artemio''': Così sto dentro. *{{NDR|Artemio comunica alla mamma di essersi innamorato di una ragazza di città}} <br/>'''Artemio''': Mamma è una brava ragazza, è diplomata! <br/> '''Madre di Artemio''': Allora l'è un putanun! *{{NDR|Artemio ha bisogno di soldi e va a donare il sangue}} <br/> '''Artemio''': Quanto lo pagate il sangue al litro? <br/>'''Medico''': Quaranta mila. <br/>'''Artemio''': Me ne tolga tre litri. *'''Spacciatore''': Sei contento che ti do una chance? <br/>'''Artemio''': Eh be' si eh! Solo che non saprei dove metterla, ho la casa piccola. È ingombrante? *{{NDR|Artemio sta pagando in anticipo le spese per la casa... dopo aver preso soldi in varie parti degli abiti, tra cui anche le scarpe, si infila una mano nelle mutande...}} <br />'''Proprietario di casa''': Ma tiene i soldi anche lì?<br/> '''Artemio''': No no, mi sto toccando per scaramanzia! *'''Intervistatore''': Scusi? Lei cambierebbe il suo fustino con due qualsiasi? <br/> '''Artemio''': Eh sì <br/>'''Regista''': Stop stop fermi signorina cancelli tutto! Ma che fa? è impazzito? Perché ha detto di sì? Non l' ha letto il copione? Lei deve dire no! NO! <br/>'''Artemio''': No io il copione non l' ho letto ma mica bisogna andare all' università per capire che è un cambio vantaggioso, io ci guadagno, è lui che ci perde! <br/>'''Regista''': No, lei deve dire no!<br/>'''Artemio''': Scusi eh! Lei non cambierebbe 1000 lire delle sue con 2000 delle mie? Sì!<br/>'''Regista''': Senta, lei non è pagato per ragionare, è pagato per fare della pubblicità!<br/>'''Artemio''': Vabè, ma per centomila lire che mi date devo fare la figura dell'imbecille?<br/>'''Regista''': Basta, stia zitto, dica esattamente la battuta che c'è sul copione, intesi? D' accordo? Daccapo! È pronto? <br/>'''Artemio''': Sì, pronto. <br/>'''regista''': Pronti, motore, ciack, azione! <br/>'''intervistatore''': Scusi? Lei cambierebbe il suo fustino con due qualsiasi? <br/>'''Artemio''': ...io li cambierei ma quello là non vuole... Senta guardi è più forte di me, io non ce la faccio! <br/> '''regista''': Basta! Cacciatemelo via! toglietemelo dai piedi! *{{NDR|Dopo che Severino è sceso dalla vespa e ha scoreggiato}} <br/>'''Artemio''': Severino! <br/>'''Severino''': Artemio! Ma come hai fatto a riconoscermi? <br/>'''Artemio''': Eh, dalla voce! ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film comici]] ruivgvy0ulpuxelmvb2hj8nfefoyicp Rossana Rossanda 0 7353 1221197 1150394 2022-08-06T16:12:22Z Dread83 47 espansa citazione wikitext text/x-wiki [[File:Rossana Rossanda.jpg|miniatura|Rossana Rossanda]] '''Rossana Rossanda''' (1924 – 2020), giornalista e donna politica italiana. ==Citazioni di Rossana Rossanda== *{{NDR|Sul ruolo di [[Valentino Parlato]] ne ''[[il manifesto]]''}} Fondamentale. Si è sempre occupato della gestione economica. È stato quello che ci ha salvato quando incombeva la minaccia della chiusura. Valentino è riuscito sempre a cavarsela.<ref>Dall'intervista di Simonetta Fiori, ''[http://www.repubblica.it/politica/2017/05/03/news/rossanda_valentino_parlato-164531183/ Rossana Rossanda ricorda Valentino Parlato: "Ci ha salvato dalla chiusura su di lui si poteva contare"]'', ''Repubblica.it'', 3 maggio 2017.</ref> *Il [[comunismo]] ha sbagliato, ma non era sbagliato.<ref>Dal programma televisivo ''Che tempo che fa'', 29 aprile 2006.</ref> *In verità, chiunque sia stato comunista negli anni Cinquanta riconosce di colpo il nuovo linguaggio delle Br. Sembra di sfogliare l'album di famiglia: ci sono tutti gli ingredienti che ci vennero propinati nei corsi [[Stalin]] e [[Zdanov]] di felice memoria. [[Gli uomini si dividono in due categorie|Il mondo, imparavamo allora, è diviso in due]]. Da una parte sta l'[[imperialismo]], dall'altra il [[socialismo]]. L'imperialismo agisce come centrale unica del capitale monopolistico internazionale. [...] Vecchio o giovane che sia il tizio che maneggia la famosa Ibm, il suo schema è veterocomunismo puro. Cui innesta una conclusione che invece veterocomunista non è: la guerriglia.<ref>Da ''Il discorso sulla Dc'', ''Il Manifesto'', 28 marzo 1978, p. 1.</ref> *L'amico non conosce quel risvolto della passione che è la [[gelosia]], infinita incertezza di sé; perciò è generosa, l'[[amicizia]], e può andare nella comprensione oltre l'amore, spesso oscurato da quel bisogno d'un risarcimento che lo divora. Discreta e presente, non si contende il tempo dell'altro, non lo esige; e non la spengono, a volte, neppure le lunghissime assenze. L'amicizia è un rapporto straordinario che ci accompagna nella vita, che si può coltivare con delicatezza — perché nell'amicizia, la nostra mano non trema, il dono è facile, e il commiato leggero.<ref>Da ''L'amicizia è uno scandalo quando è fra donne'', febbraio 1984, in ''Anche per me'', pp. 138-139.</ref> *Non ho votato Rifondazione perché [[Fausto Bertinotti]] diventasse presidente della Camera.<ref>Da ''La vera posta'', ''Il Manifesto'', 25 aprile 2006.</ref> ==''La ragazza del secolo scorso''== ===[[Incipit]]=== Non ho trovato il comunismo in casa, questo è certo. E neanche la politica. E poi dell'infanzia non ricordo quasi niente, e poco dei primi sette anni nei quali – secondo [[Marina Ivanovna Cvetaeva|Marina Cvetaeva]] – tutto sarebbe già compiuto. Non ho nostalgie di un'età felice né risentimenti per lacrime versate nella notte. Dev'essere stata un'infanzia comune, affettuosa, un'anticamera, una crisalide dalla quale avevo fretta di uscire per svolazzare a mo' di farfalla. Tutti mi sembravano farfalle tranne i bambini. ===Citazioni=== *È da quando la [[politica]] si disprezza che le cariche elettive sono retribuite con cifre mirabolanti. *La [[guerra]] si materializzava nelle cose, negli itinerari, nei divieti, nelle mancanze, era una sorta di disgrazia naturale più che un'impresa umana sulla quale si sarebbe potuto interferire. Potuto e magari dovuto? Quando mai. Quella sorta di cinismo o pigrizia che passa per italica bonomia, secoli di «tutto cambia dunque niente cambia», stringeva dovunque. *Ma per varcare quella sacra soglia a diciassette anni dovevo concludere la seconda liceo in classe e con la media dell'otto, e subito dopo fare l'esame di maturità. Non c'erano soldi per le lezioni private, me la cavai da sola, salvo qualche ora di matematica, che temevo. Fu una rivelazione. Un'assistente universitaria che doveva avere un destino tragico, una donna esile dai capelli raccolti e la scrittura veloce e bellissima, mi fece scoprire il calcolo – la sua matita correva sulla carta, le sue parole nella mia testa mi districavano la mente, mi insegnò a usarne come un gioco del quale mi svelava i meccanismi. *Non sono mai stata populista: non lo può essere chi è venuto alla politica dal rifiuto del [[fascismo]]. Avevo visto il poveraccio fascista, quello che si era messo nelle milizie nel 1944 perché non sapeva dove andare. Conoscevo al sud chi si faceva carabiniere o seminarista per necessità ma diventava poi molto carabiniere e molto seminarista. Le scelte prima le facciamo poi ci fanno. ==Citazioni su Rossana Rossanda== *{{NDR|Sulla proposta di radiazione dal Partito dei membri fondatori de Il Manifesto}} Abbiamo chiesto loro il coraggio di rinunciare a una sorta di privilegio che in effetti essi hanno creduto di potersi creare facendosi una loro rivista e agendo su un duplice piano, ossia all'interno e all'esterno del [[Partito Comunista Italiano|partito]]. Essi hanno risposto di no. ([[Alessandro Natta]]) *Ai tempi di Nixon la signora Rossana Rossanda sostenne, credo in una prefazione, che cultura è soltanto Marx e Lenin, e che tutto il resto che circola per scuole e università sotto quel nome, non è più cultura: quest'avvertenza era rivolta, mi pare, ai giovani. Nessun piromane del passato si era così vertiginosamente arrischiato a scagliare musica, pittura, scienza, Bibbia, Vedanta e tragedie di Shakespeare negli abissi cosmici della non cultura. ([[Juan Rodolfo Wilcock]]) *Sai, Rossana è la donna più intelligente che io abbia conosciuto e che ti capiterà di conoscere al mondo, lasciamola lavorare. ([[Gabriel Garcia Marquez]]) *{{NDR|Su Rossana Rossanda e [[Lucio Magri]] al vertice del Partito di Unità Proletaria}} Sono portatori sistematici del revisionismo neotogliattiano e berlingueriano,un moderatismo ad oltranza tinto di rosso, dove il colore serve solo a coprire tramite il chiacchiericcio l'asfissia teorica e l'impotenza pratica sul piano delle iniziative tra le masse. ([[Mario Capanna]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Rossana Rossanda, ''Anche per me'', Feltrinelli, Milano, 1987. ISBN 88-07-08037-0 *Rossana Rossanda, ''La ragazza del secolo scorso'', Einaudi. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Rossanda, Rossana}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] b0734uv28v1uo9bb99n2hvqi17l4xdf Napoli 0 10486 1221262 1221076 2022-08-07T00:33:48Z Sun-crops 10277 +1, +1 correlata, typo wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla città di '''Napoli''' e sui '''napoletani'''. [[Immagine:Napoli.jpg|thumb|530px|Napoli vista dal quartiere di Posillipo; sullo sfondo, il [[Vesuvio]]]] ===Citazioni in prosa=== {{indicedx}} *A dir la verità, la bellezza di Napoli è un po' un inganno. Napoli non è bella, finché non la guardate da lontano. Da lontano si stende dorata nel sole, il mare è azzurro, quanto ne avete appena un'idea, qui davanti un bel pino, lì quell'azzurro è [[Capri]], il [[Vesuvio]] soffia un batuffolo di ovatta biancastra, [[Sorrento]] splende lontana e netta – Dio, è bello. E poi scende il crepuscolo, tutto si inazzurra e spuntano le luci, adesso è tutto un semicerchio di piccole scintille, sul mare si muove una nave e splende di luci verdi, azzurre, dorate: Dio, è bello! Ma entra in città, amico mio; cammina per le strade, posa su tutto i tuoi occhi boemi e goditi quanto puoi il pittoresco di questa vita; tra un po' ne sarai nauseato. Forse queste strade sono pittoresche, ma sono decisamente bruttissime. Girovaghi sotto ghirlande di biancheria sporca, ti fai largo tra una minutaglia di ogni risma, asini, mascalzoni, capre, bambini, automobili, ceste di ortaggi, e di altre equivoche porcherie, officine che fuoriescono sul marciapiede e arrivano al centro della strada, immondizie, marinai, pesci, carrozzelle, cespi di cavolo, strilloni, ragazze con i capelli acconciati, sudici monelli stesi a terra; è tutto uno spintonarsi, uno schiamazzare, un bastonare con malagrazia gli animali, un chiamare a gran voce, offrire, urlare, schioccare la frusta, derubare. ([[Karel Čapek]]) *'A disoccupazione pure è un grave problema a Napoli, che pure stanno cercando di risolvere... di venirci incontro... stanno cercando di risolverlo con gli investimenti... no, soltanto ca poi, la volontà ce l'hanno misa... però hanno visto ca nu camion, eh... quante disoccupate ponno investi'? [...] cioè, effettivamente, se in questo campo ci vogliono aiutare, vogliono venirci incontro... na politica seria, e ccose... hann' 'a fa' 'e camiòn cchiù gruosse. ([[Massimo Troisi]]) *A guardare nella nazione napolitana solamente l'uomo, a contemplare l'enorme sciupio delle leggi morali e religiose, ogni anima onesta sarebbe tentata a gridare: Dio non è, o l'uomo non è l'opera della sua mano! Ma quando lo sguardo ricade su quelle soavi creature, in cui non sai che più ammirare, se lo splendore della bellezza o la nobilità dello spirito, quando vagheggi quell'opàla eterna i cui fuochi non muoiono mai; allora ti riconcilii con Dio e dici: quest'uomo è caduto, e la sua tristizia è un'espiazione. Un'espiazione forse della sapienza etrusca, della signoria romana, della libertà proficua del medio evo; un'espiazione della codardia moderna e dello scoraggiamento di oggidì. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *A [[Milano]] od a [[Torino]] come nella maggior parte delle grandi città moderne, è appunto il moderno sviluppo industriale e commerciale che ha determinato progressivamente, con l'incremento demografico, l'ossatura fondamentale della vita cittadina, mentre il grande agglomerato umano di Napoli e la sua struttura sociale hanno origini assai più lontane, sono il prodotto di altre condizioni economiche, di altre forme di vita. Assai prima della costituzione del [[Regno d'Italia]], Napoli era stata, per lunghi secoli, la capitale del maggiore tra gli Stati in cui l'Italia era divisa, ed una delle più grandi città d'Europa. Già nello scorcio del Medio Evo, Napoli oltrepassava i 200 mila abitanti, quando Milano non sorpassava che di poco i 50 mila e Torino ne contava 16 mila soltanto; quando [[Amburgo]] ne aveva meno di Torino e [[Londra]] meno di Milano. ([[Emilio Sereni]]) *A mio parere, Napoli è l'unica città d'Italia che rappresenta veramente la sua capitale. ([[Charles de Brosses]]) *A Napoli, diversamente da [[Firenze]] o [[Venezia]], che sono città museo, prive di una vera vita cittadina, e dove tutto è organizzato in funzione di un turismo di massa che ha completamente cambiato la qualità della vita rendendo queste città dei musei ingessati, Napoli ha la possibilità, non potendo contenere un turismo di massa come le suddette città, di conservare il suo straordinario fascino e le qualità dove il museo è un museo vivente, dove il patrimonio artistico convive con le realtà sociali, economiche, commerciali. Dove cioè il patrimonio artistico non è visto come un museo ma come parte di una vita in continua trasformazione, con le sue ombre, le sue luci, la miseria e la nobiltà. Napoli, cioè, come ultimo luogo di una mediterraneità vissuta non come museo ma come vita e realtà in continua evoluzione. ([[Nicola Spinosa]]) *A Napoli è cambiato tutto. O quasi. Per i rifiuti è cambiato molto poco. La [[camorra]], è vero, è diventata meno aggressiva. E da qualche avamposto si è dovuta ritirare. Però la raccolta dei sacchi «da 'a munnezza» è rimasta nelle mani delle stesse imprese che l'avevano ottenuta in appalto agli inizi degli anni Novanta, gli anni d'oro di Cirino Pomicino, De Lorenzo, Di Donato: i tre avidi «viceré» del Caf. Imprese che nel settembre del '96 hanno riottenuto dalla giunta Bassolino l'appalto per la raccolta delle 1300 tonnellate/giorno di pattume tal quale generate dalla città di Napoli. ([[Ivan Berni]]) *A Napoli è stata affibbiata una mutazione di funzione e destino di cui non si è mai compresa la connotazione: da ex capitale, che cosa è diventata? Non si sa. E quel che è peggio: non se ne discute. ([[Philippe Daverio]]) *A Napoli, il 15 maggio, una sollevazione popolare aveva colto tutti di sorpresa. I soldati spararono e ci furono molti morti. Il Parlamento, che aveva tentato una mediazione, venne invece accusato di aver sostenuto la sedizione. ([[Nico Perrone]]) *A Napoli puoi anche mandare un prefetto di frontiera come Mori o un baluardo della cultura come il sottoscritto. Ma non ci fai nulla. Un po' come a [[Palermo]]. Al Sud c'è una travolgente forza del male. ([[Vittorio Sgarbi]]) *A Napoli va debitrice l'[[Italia]] della restaurazione della moderna [[filosofia]] razionale, che da quel regno si propagò per tutta la penisola. Il [[Bernardino Telesio|Telesio]], il [[Giordano Bruno|Bruno]] ed il [[Tommaso Campanella|Campanella]] aveano cominciato a scuotere il gioco aristotelico; il [[Giambattista Vico|Vico]] ed il [[Antonio Genovesi|Genovesi]] lo levarono dal collo degli Italiani e lo infransero. ([[Giuseppe Maffei]]) *Amo Napoli perché mi ricorda [[New York]], specialmente per i tanti travestiti e per i rifiuti per strada. Come New York è una città che cade a pezzi, e nonostante tutto la gente è felice come quella di New York. ([[Andy Warhol]]) *Avevo visto Valencia e Barcellona, avevo visto Genova, Milano, Venezia, Firenze e anche Roma; tuttavia non sapevo cosa fosse una grande Città fino a quando non sono giunto a Napoli. Altre la superano per la bellezza degli edifici e il gusto degli ornamenti, ma quella folla immensa, quello strepito di persone; quello splendore e frastuono di carrozze, quell'abbondanza di cose, quell'allegro tumulto e quella pacifica confusione destano scompiglio nell'animo di chi la vede per la prima volta. [...] Una splendida corte, una milizia brillante, un'innumerevole e ricca nobiltà, un altrettanto numeroso e ricco foro, un popolo chiassoso, una folla infinita fanno di Napoli una grande città come solo se ne possono vedere in Inghilterra e in Francia, ma non certo in altre nazioni europee. ([[Juan Andrés]]) *Cara Napoli, è difficile, tanto difficile dopo quattro anni... e allora ho pensato che forse è meglio salutarti così: chiedendo in prestito prima a zio Pino e poi a te, quello che la gente, la meravigliosa tua gente, ti canta ogni volta come una promessa di amore eterno. [...] ''Napule è tutto nu' suonno e a' sape tutto o' munno ma nun sann' a verità.''<ref>Nella lettera vengono citati i versi di ''Napule è'' di [[Pino Daniele]].</ref> Io la so. L'ho scoperta, l'ho amata, l'ho chiusa a chiave nel cuore: ed è per questo che oggi i miei occhi sono bagnati da questo mare e sporcati da questa terra. Terra mia. Ciao guagliù, forza Napoli sempre. ([[Gökhan Inler]]) *''[[Francesco Caracciolo (ammiraglio)|Caracciolo]]'' era uno di quei pochi che al più gran genio riuniva la più pura virtù. Chi più di lui amava la patria? Che non avrebbe fatto per lei? Diceva che la Nazione Napolitana era fatta dalla natura per avere una gran marina, e che questa si avrebbe potuto far sorgere in pochissimo tempo: avea in grandissima stima i nostri marinari. ([[Vincenzo Cuoco]]) *Che cosa significasse per il [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] l’incontro con la immensa capitale mediterranea, più classicamente antica di Roma stessa, e insieme spagnolesca e orientale, non è difficile intendere a chi abbia letto almeno qualche passo del Porta o del Basile; un’immersione entro una realtà quotidiana violenta e mimica, disperatamente popolare. ([[Roberto Longhi]]) *{{NDR|Sembrerebbe}} che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi<ref>I napoletani.</ref>, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi. ([[Fanny Salazar Zampini]]) *Chi ha ragione? Chi ha visto meglio il tratto saliente della città che, come ogni realtà complessa, può essere considerata da molti e differenti punti di vista? Lo scrittore napoletano [[Raffaele La Capria]] definisce Napoli una città bifronte, come Giano, il dio con due facce: «Secondo come la si guarda può essere "disperatissima" o "felicissima"».<br>Il dilemma rappresentato da Napoli è forse nel fatto che qualunque giudizio si esprima può essere considerato giusto. La magnificenza e l'abiezione, la bellezza e l'orrore, una gentilezza e una crudeltà che sembrano venire entrambe da tempi remoti. Perché se Napoli fosse solo orrore e ferocia come talvolta la cronaca induce a pensare, non varrebbe nemmeno la pena di arrovellarsi, di chiedersi come mai possa accadere tutto ciò che vi accade. ([[Corrado Augias]]) *Ci sono città più forti dei secoli: il tempo non le muta. Si succedono le dominazioni, le civiltà vi si depositano come sedimenti geologici; ma esse conservano attraverso i tempi il loro carattere, il loro profumo, il loro ritmo e il loro rumore, diversi da tutte le altre città della terra. Da sempre Napoli è una di queste e, come appare oggi al viaggiatore, così era nel Medioevo e così indubbiamente mille anni prima, mezzo africana e mezzo latina, con i suoi vicoletti affollati, il suo chiassoso brulichio di gente, il suo odore di olio, di zafferano e di pesce fritto, la sua polvere color del sole e il rumore di sonagli che dondolano al collo dei muli. ([[Maurice Druon]]) *Città cosmopolita per eccellenza e tollerante quante altre mai, Napoli, più che limitarsi ad offrire ospitalità e rifugio agli esuli greci nelle diverse, tristi o meno tristi, vicende della loro storia, ha costituito quasi sempre una seconda patria, come a suggellare nel tempo il significato dell'antico nome ellenico. Per chi è greco e ha stabilito la propria dimora in questa città, non diversamente dai tanti altri che l'hanno preceduto nei tempi andati, non è solo un conforto o un compiacimento, è un motivo di esaltazione, e anche una lusinga cui non è facile sottrarsi. ([[Costantino Nicas]]) *Colpito dalla prima apparizione di Napoli. Grandi folle, strade belle, edifici alti. ([[Herman Melville]]) *Comm si bell... I miss you assai assai.<ref>Come sei bella {{NDR|Napoli}}... Mi manchi assai assai.</ref> ([[David Rocco]]) *Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un'impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle "Quattro Giornate" di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria. Napoli, 27 – 30 settembre 1943. (<small>Motivazione data dalla Presidenza della Repubblica italiana con decreto del 10 settembre 1944, che così assegnava alla città di Napoli la Medaglia d'oro al valor militare.</small><ref>''[http://archive.today/2013.07.02-161334/http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18392 Medaglia d'oro al valor militare, città di Napoli.]'', ''quirinale.it''.</ref>) *Con una ovvietà potremmo ricordare che le tre grandi lingue del teatro sono il [[veneto]], il napoletano e il [[Sicilia|siciliano]]. Lingue che consentono di rappresentare comportamenti, allusioni, doppi fondi capaci di alimentarsi nel gesto, come accade nell’inglese di Shakespeare. ([[Toni Servillo]]) *Credimi, per chi ha un po' d'onore e di sangue nelle vene, è una gran calamità nascere napoletano. ([[Carlo Filangieri]]) *Cuffià: Dileggiare, beffare, deridere, burlare, prendere in giro, ma in una cadenza autenticamente napoletana, cioè ironica, sorridente e canzonatoria, tutt'altro che beffarda, sarcastica e maligna. [...] per l<nowiki>'</nowiki>''homo neapolitanus'' il ''cuffià'' si configura spesso quale itinerante supporto esistenziale: per lui, che sotto le disincantate specie del ''Tatonno 'e Quagliarella'' di [[Giovanni Capurro]] (musicato da [[Francesco Buongiovanni]] nel 1919), può dire «cuffeio pure 'a morte e 'a piglio 'a risa»... Ed è proprio in questa sovrana irrisione che si condensa e si sublima tutta la millenaria saggezza del nostro popolo, tutta la perenne essenzialità del suo sussistere, tutta la esplicita garanzia della sua rinnovantesi sopravvivenza... ([[Renato De Falco]]) *{{NDR|Napoli, vista dal Museo di San Martino}} Da questo cumulo di tetti si levava un frastuono, un urlo continuo, come esplosioni di voci ininterrotte, di cui non ci si fa l'idea nella città stessa. Questo vi incute davvero una sorta di spavento, e questo rumore che si alza con la nebbia azzurra fa stranamente sentire a quale altezza ci si trova e dà le vertigini.<br />Queste cappelle di marmo mi hanno incantato. Il paese che possiede quel che possiede l'Italia è il paese più ricco del mondo. Io paragono l'[[Italia]] con il resto dell'universo, come un magnifico quadro con un muro imbiancato a calce.<br />Come ho osato giudicare Napoli l'anno scorso! se solo avessi visto! Tutta la strada di San Martino e la discesa lungo Posillipo offrono bellezze da lasciare stupefatti. E queste ville sparpagliate e questo mare, e il Vesuvio e il cielo, e la grotta di Pozzuoli, che si scorge come una bocca di cannone! – Si perde la testa! ([[Marija Konstantinovna Baškirceva]]) *Da Parigi, seguendo i confini di Francia, abbiamo visto il Meno gettarsi nel Reno tra sponde fitte di bei vigneti, e la fertile Campania fino a Napoli, coi suoi palazzi stupendi e le strade dritte, ben lastricate, che dividono la città in quattro parti. E la tomba d'oro del saggio [[Publio Virgilio Marone|Marone]], e la strada lunga un miglio che tagliò nella roccia in una sola notte. ([[Christopher Marlowe]]) *Dei magnati napoletani mi ricorda di avere una volta parlato con poco favore a cagione di certo barbaro spettacolo non so se tuttavia costì praticato, che allora mi mosse a sdegno e a ribrezzo. Ma per ben costumata che sia, non v' è città che alcuna cosa in se stessa non offra degna di biasimo: ed or m'avveggo come degnissimi essi si porgano di bella lode per animo liberale, per indole generosa, e per singolare fedeltà nell' amicizia. E questo vanto {{sic|meritamente}} a loro consente la storia di Roma, che ridotta nella seconda guerra Punica allo stremo delle sue forze, abbandonata e combattuta da quasi tutta l' Italia, e tradita dai Capuani vostri vicini, che i benefizi ed i soccorsi da lei ricevuti rimeritarono con odio mortale e con gravissime ingiurie, dalla esimia fedeltà, e dalla liberale munificenza dei Napolitani ebbe nell'ora del suo più grave pericolo aiuto e sostegno. Perché gli antichi non meno che i recenti tempi mi porgono sicuri argomenti ad affermare che, chi veduta Napoli non se ne innamora, o non conosce che sia virtù, o non è capace di amarla. ([[Francesco Petrarca]]) *Disumanizzare Napoli non deve essere stato facile, ma sembrano esserci riusciti. Un popolo che ha molto patito superando con la sua vitalità e la sua impressionante saggezza prova dopo prova è facilmente preso alla sprovvista da un'aggressione disumanizzante, che ha lo scopo di ucciderne l'anima fingendo di liberarlo; così mi spiego questo popolo stravolto, paralizzato, che non può più fare nient'altro che gonfiarsi di rumore e produrne, ingoiare caos e trombettarlo fuori. ([[Guido Ceronetti]]) *{{NDR|A Napoli}} Dopo il 1830 nacque una nidiata di giornali, che sebbene parlassero di sole cose letterarie, e dicessero quello che potevan dire, pure ei si facevano intendere, erano pieni di vita e di brio, e toccavano quella corda che in tutti rispondeva. Era moda parlare d'Italia in ogni scritturella, si intende già l'Italia dei letterati: e sebbene molti avessero la sacra parola pure al sommo della bocca, nondimeno molti altri l'avevano in cuore. ([[Luigi Settembrini]]) *È così! I più grandi uomini, le figure nostre più luminose, non trovarono mai chi si agitasse in loro favore: [[Francesco de Sanctis]] e [[Luigi Settembrini]] hanno appena due povere teste marmoree in quel giardino pubblico che chiamiamo ''la [[Villa comunale di Napoli|Villa]]''; [[Salvator Rosa]], [[Luca Giordano]], [[Pietro Giannone]], [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], nulla; e i monumenti di Napoli sorti da cinquant'anni a questa parte, – salvo qualche rarissima eccezione – rappresentano, nella sciagurata decadenza della Scultura, la Partigianeria, la Politica e l'Intrigo...<br>Nemmeno le [[Accademia|Accademie]], delle quali pure il [[Bartolommeo Capasso|Capasso]] fu tanta parte, si mossero per onorarlo. Ma si muovono, forse, le Accademie? O non sono, forse, ora più che mai, acque stagnanti, necropoli anticipate, in cui si adagiano e nicchiano, nel ''severo raccoglimento'' che è torpore letale, le Mummie dell'Arte, della Letteratura e della Scienza?<br>Conto fra gli Accademici amici illustri e carissimi, viva minoranza d'intelletti fervidi in quelle Case dei Morti; e mi domando da anni perché non si riuniscono, in una iniziativa che qualcuno già tentò di sviluppare! Or vedremo invece altri marmi, non meno brutti di quelli già esistenti, ingombrare le piazze. ([[Ferdinando Russo]]) *È l'unica vera capitale d'Italia, avendo conservato splendori e miserie dell'impero spagnolo. Questo è l'unico posto al mondo dove gli aristocratici possono ancora fare i funerali col tiro a 8 di cavalli infiocchettati. Dove convivono la miseria disperata di [[Spaccanapoli]] e la sofisticazione disperata delle case degli aristocratici, capaci di affrontare così bene il ridicolo di quei fiocchetti sui cavalli ai funerali. ([[Fernanda Pivano]]) *{{NDR|[[Totò]]}} È la mia passione perché, oltre che grande interprete, è il simbolo di una Italia furba ma un po' ingenua, in cui non esisteva solitudine. Un'epoca che avete vissuto voi in Italia, soprattutto a Napoli e anche noi in Spagna. Ma che ora non esiste più. Quando cammino per le vie della città, nei [[Quartieri Spagnoli]] o nelle strade del centro storico provo una profonda malinconia, perché sono il segno del tempo che è passato e non ritornerà. ([[Arturo Pérez-Reverte]]) *È proprio di Napoli che si può ripetere con un famoso personaggio: qual è quel gentiluomo che non ha scritto una tragedia? Con questa variante, per altro, che la moda delle tragedie essendo passata, quei giovanetti egregi si erano dati al dramma e alla commedia; ingannando gli ozî signorili nel culto delle Muse, "cui giovano le quinte e la ribalta". La nobiltà napoletana segue in {{sic|cotesto}} le tradizioni del suo duca di Ventignano e del suo barone (sic)<ref>Nel testo citato.</ref> Genoino. Parte coltiva ancora gli studî classici, sotto gli auspici di Gargallo e di [[Basilio Puoti]]; parte si è data con ardore alla scuola moderna, e va sull'orme di [[Eugenio Scribe]] e di [[Alfred de Musset|Alfredo de Musset]]. Ma gli uni e gli altri, col loro culto per la scena, ci fanno fede che l'amore delle lettere è sempre vivo nel seno dell'aristocrazia del Sebeto, diversa in ciò da quella di tante altre città italiane. Epperò va lodata, e tutti debbono augurarsi che i baci delle Muse, una volta dati, non vadano perduti. ([[Anton Giulio Barrili]]) *È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta napoletano tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione. ([[Giosuè Carducci]]) *È una città dove concorrono elementi che ritroviamo separatamente altrove, ma che a Napoli sono tutti riuniti. Perché Napoli è l'unica città del [[Mediterraneo]] in cui elementi di cultura greca, orientale, nordafricana, slava, francese, catalana, aragonese, perfino tedesca, si riuniscono in modo tale che non esiste un esempio simile nel Mediterraneo. Napoli è soprattutto Napoli ed è in questo aspetto la sua vera napoletanità, la capacità naturale di coordinare e conciliare fatti sociali, culturali ed antropologici in un luogo che è l'emblema di tutta la mediterraneità. ([[Nicola Spinosa]]) *È una trappola in cui noi napoletani cadiamo spesso, pensiamo sempre di essere simpatici. ([[Silvio Orlando]]) *Eccoci finalmente qui. Un proverbio italiano dice: – Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: – Vedi Napoli e vivi – perché c'è molto qui degno di essere vissuto. ([[Arthur John Strutt]]) *Ed è questa l'altra differenza con Berlino: mentre la seconda torna a vivere con la riunificazione germanica un momento di grande rilancio, all'opposto Napoli con l'unità d'Italia non ha fatto che perdere colpi. Eppure, le due città hanno in comune «tutte le caratteristiche che le rendono amabili agli occhi dei giovani, solo che a Napoli questa risorsa non viene percepita come una ricchezza bensì come un problema. Bisogna cambiare il paradigma, così come fu fatto per Berlino negli anni '80, e comprendere che i centri storici sono risorse su cui investire». ([[Hans Stimmann]]) *Era allora Napoli in un periodo di grande splendore. La sua vecchia aristocrazia, nella quale s'intrecciavano con la boriosità spagnola e l'argutezza francese l'innato senso estetico della [[Magna Grecia]], era fra le prime d'[[Europa]]. Briosa, svagata, scapigliata, elegante, vi si alternavano splendide feste a chiassose mattane, spettacoli di eccezione a banchetti pantagruelici, gite a [[Capri]], ad [[Ischia]], sul [[Vesuvio]]. ([[Salvatore Gaetani]]) *Era sera quando arrivai in città. Una sagra era stata allestita lungo tutta via Caracciolo e [[Posillipo]], con tamburi, pifferi e tarantelle. Più tardi i fuochi d'artificio illuminarono l'intero [[Golfo di Napoli|golfo]]. Non avevo più visto niente di così spettacolare dai bombardamenti notturni dei primi anni quaranta. Ho capito, allora, come luci e saette non siano sempre messaggeri di morte, ma possano invece rappresentare un rituale incantatorio grazie al quale cacciare i demoni ed esorcizzare la malasorte. Mi sentivo a mio agio, completamente solo, anonimo e libero tra migliaia di anonimi e liberi stranieri. ([[Hans Werner Henze]]) *Farei fatica a vivere nel caos delle grandi città. Ma io adoro Napoli e la sua umanità, adoro lo spirito sociale che c'è lì, il fatto che se succede una cosa al tuo vicino è come se fosse successa a te. Napoli ti dà un amore unico che ogni allenatore dovrebbe provare nella vita. ([[Maurizio Sarri]]) *Già non vi sono più tutte le immagini religiose che c'erano in altri tempi. L'immagine di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] ha sostituito quella del Signore. Adorare è una necessità di Napoli, adorare con fervore, qualunque sia l'oggetto dell'adorazione; adorare con urla, gesti, in mezzo allo strepito e alla gazzarra, con l'esaltazione propria dei temperamenti nervosi e col fanatismo che accompagna le passioni meridionali accese dal caldo molto intenso del clima. C'è qualcosa del Vesuvio, qualcosa dei suoi ardori e delle sue eruzioni, e anche qualcosa delle sue velleità nella mobile e ardente natura dei napoletani, di questi greci degenerati che vivono col sorriso sulle labbra sempre sull'orlo della morte, minacciati da un vulcano delle stesse catastrofi che seppellirono Ercolano e Pompei. ([[Emilio Castelar]]) *Gloria d'Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza, benigna nella pace e dura in guerra. ([[Miguel de Cervantes]]) *Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana. ([[Elsa Morante]]) *Guardo in questo momento con rinnovata fiducia a Napoli e ai napoletani, alla loro capacità di cogliere i frutti del riconoscimento rappresentato dalla competizione che oggi si inaugura {{NDR|l'America's cup}}, e di esprimere, in generale, lo slancio necessario per la valorizzazione delle preziose risorse e potenzialità di cui è ricca la nostra grande, storica città. ([[Giorgio Napolitano]]) *Ho maltrattato Napoli: nondimeno, non la lasciammo, senz'avervi veduto il bel tempo. Bisogna confessare ch'ell'è bella e brillante allor che splende il solo, quanto nojosa e sgarbata sotto un cielo di pioggia. Immaginatevi, inquest'ultimo caso, di vedere una povera fanciulla che corre le strade, durante il {{sic|carnovale}}, in orpelli da teatro. Quanto più porta e nastri e merletti, quanto più fiori ha nelle chiome, quanto più la di lei acconciatura {{sic|strigne}} splendidi e freschi colori e tanto più parimenti vi si mostra il fango, e tanto più il vento e la pioggia la scompongono e la scolorano, e tutto ciò di cui ornossi per piacere la rende esosa a vedersi. Ma se dolce l'aria e limpida e sonora mai siasi all'indomani, se riede il sole, ed ella ritorni col sole: ell'è attillata, ell'è leggiera; que' suoi nastri cangiano di colore all'occhio, lusinghiero è il suo riso, ed il suo canto ci allegra. Ecco veramente Napoli. Essa è fatta per vivere al sole. ([[Louis Veuillot]]) *Ho vissuto in questa città, per la prima volta, non da turista, ma da napoletano. Per conoscerla a fondo dovevo anche viverla a fondo. Per me è stata l’esperienza lavorativa più bella in assoluto. Oggi mi sento come un vero e proprio ambasciatore di Napoli. Parlo sempre di questa città stupenda quando vengo intervistato dai giornali americani. Molti mi chiedono perché ho scelto di raccontare proprio Napoli. Io rispondo che volevo raccontare una città diversa. All'estero l'Italia viene associata alla pizza, al caffè, al sole, ma in realtà tutti questi cliché provengono da Napoli: questo fa capire che è Napoli il vero cuore dell’Italia. Molti che vanno in vacanza in Italia scelgono altre regioni come la [[Toscana]] per prendere il vino, ma questa come altre mete simili fanno parte del turismo chic; per conoscere veramente l'Italia bisogna andare a Napoli. ([[David Rocco]]) *I miei primi giorni a Napoli li ho trascorsi a guardare le processioni, sempre molto sontuose durante la settimana santa. ([[Joseph Addison]]) *I napoletani amano la loro città come un padre brutale si sente in diritto di maltrattare la propria figlia e non è consapevole di maltrattare innanzitutto se stesso, la nobiltà che è propria di un essere umano, senza la quale la brutalità dilaga verso la più bieca bestialità. ([[Gea Martire]]) *I napoletani guardano sempre indietro e mai al presente e al futuro, e dicono con nostalgia "prima si stava così bene". ([[Carlo Buccirosso]]) *I napoletani sono ipocriti, sembrano allegri, invece sono tristi. La gente li osserva, e loro fanno finta di essere spensierati. Non s'impegnano, perché da quando avevano in casa i mori sanno come va a finire. ([[Peppino De Filippo]]) *I Napolitani mi paiono incomparabilmente migliori.<ref>Rispetto ai romani.</ref> Sono rozzi, ma cordiali, franchi, aperti: sono generalmente incolti, ma non presumono: sono superstiziosi, ma non persecutori come i Romani. la natura ha fatto qui tutto, ma gli uomini non hanno fatto nulla{{sic|,..,.}} Contuttociò Napoli mi piace più di tutte le città d'Italia. Se la natura avesse dato ai Napolitani la maniera, la lingua e la polizia dei Fiorentini, io credo che gli angeli e i santi del paradiso abbandonerebbero il Padre eterno per venire a stare a Napoli. ([[Carlantonio Pilati]]) *I nostri sono de' vili, degli infami, degli esseri esecrati. Il fratello d' Acton è giunto e racconta orrori. Mack è alla disperazione. Sono fra duolo e fra sbalordimento.<br>Addio, i miei complimenti all'eroe Nelson ed alla sua buona nazione: arrossisco dell'infame viltà della nostra. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]) *Il 1848 era alle porte, ma pareva che nessuno lo sospettasse; Napoli ha sempre di queste placide esteriorità: l'interno lavorio non offusca il suo aspetto e neppur le più grandi disgrazie valgono a mutarne la fisionomia. Con un grano, in quegli anni, il lazzarone era quasi ricco, e una piastra ballonzolante nella saccoccia del panciotto a un borghese gli conferiva l'aria della più grande superiorità. L'allegra povertà, in pieno possesso della strada, vi si sciorinava al sole; il facchino appisolato, a un angolo, in una cesta, schiudeva, di volta in volta, gli occhi e tranquillamente, abituato a posare, contemplava il forestiero, inglese o francese, che, impiedi, davanti a lui, pigliava note in un taccuino. Le solite baldorie per le feste de' soliti suoi santi occupavano la gente de' quartieri inferiori – come anche adesso la occupano – ma pareva che un senso di caricatura fosse pur penetrato dal giornale fin nella plebe. ([[Salvatore Di Giacomo]]) *Il Comitato ha deciso l'iscrizione sulla base di criteri (ii) e (iv), considerando che il sito è di eccezionale valore. Si tratta di una fra le più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia lunga e densa di eventi. La sua posizione sulla baia di Napoli gli conferisce un valore universale eccezionale che ha avuto una profonda influenza in molte parti d'Europa e oltre. (<small>Motivazione data dal Comitato di valutazione dell'UNESCO che nel 1995 decise di annoverare il centro storico di Napoli fra i siti patrimonio dell'umanità.</small><ref>«''The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond.''» Vedi ''[http://whc.unesco.org/en/decisions/3088 Decision - 19COM VIII.C.1 - Inscription: The Historic Centre of Naples (Italy)]'', ''unesco.org''.</ref>) *Il giorno appresso abbandonai con dispiacere quelle incantevoli spiagge di Napoli che pur m'erano state fatali due volte: non le potei salutare cogli occhi, ma il cuore armonizzò co' suoi palpiti l'inno mestissimo della partenza. Sapeva di non doverle piú rivedere, e se io non moriva per loro, esse restavano come morte per me. ([[Ippolito Nievo]]) *Il [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] aveva ragione nel demolire la leggenda del «lazzaronismo » organico dei napoletani e nel rilevare invece che essi sono molto attivi e industriosi. Ma la {{sic|quistione}} consiste nel vedere quale sia il risultato effettivo di questa industriosità: essa non è produttiva e non è rivolta a soddisfare i bisogni e le esigenze di classi produttive. Napoli è la città dove la maggior parte dei proprietari terrieri del Mezzogiorno (nobili e no) spendono la rendita agraria. Intorno a qualche decina di migliaia di queste famiglie di proprietari, di maggiore o minore importanza economica, con le loro corti di servi e di lacchè immediati, si organizza la vita pratica di una parte imponente della città, con le sue industrie artigianesche, coi suoi mestieri ambulanti, con lo sminuzzamento inaudito dell'offerta immediata di merci e servizi agli sfaccendati che circolano nelle strade. Un'altra parte importante della città si organizza intorno al transito e al commercio all'ingrosso. L'industria «produttiva», nel senso che crea e accumula nuovi beni, è relativamente piccola, nonostante che nelle statistiche ufficiali Napoli sia annoverata come la quarta città industriale dell'Italia, dopo [[Milano]], [[Torino]] e [[Genova]]. Questa struttura economico-sociale di Napoli spiega molta parte della storia di Napoli, città cosi piena di apparenti contraddizioni e di spinosi problemi politici. Il fatto di Napoli si ripete in grande per Palermo e Roma e per tutta una serie numerosa (le famose «cento città») di città non solo dell'Italia meridionale e delle isole, ma dell'Italia centrale e anche di quella settentrionale (Bologna, in buona parte, Parma, Ferrara, ecc). Si può ripetere per molta popolazione di tal genere di città il proverbio popolare: quando un cavallo caca cento passeri fanno il loro desinare. ([[Antonio Gramsci]]) *Il napoletano è per ordinario sobrio, ma intemperante fino alla ghiottornia nelle grandi gioie eccezionali. Dissi fino alla ghiottornia, mai però fino all'ebrezza: dopo questi formidabili pasti e queste omeriche libagioni i convitati se ne tornavano in città insieme, camminando dritti e sicuri, come una pattuglia di granatieri digiuni. ([[Marc Monnier]]) *Il napoletano è quello che era. Parlo in generale. Se pensa, non pensa che a Napoli. Gli stessi imbroglioni, gli stessi ciarlatani, gli stessi vigliacchi: non senso comune, non vera conoscenza delle cose del mondo, la stessa spensieratezza. Il brigantaggio è sempre lì. Già cominciano a borbottar contro le nuove imposte. ([[Bertrando Spaventa]]) *Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce. ([[Leo Longanesi]]) *Il Papa è a Roma, [[Dio]] è a Napoli. ([[Jean Cocteau]]) *Il papa non è venuto mai a Napoli per paura che gli chiedono i soldi. [...] Io una volta ci sono andato a Napoli. Era pulita. Però forse non ho visto bene. A Napoli ci sono tutti i ladri, mariuoli, assassini e drogati. Il mare è una latrina. Vendono le cozze usate. (''[[Io speriamo che me la cavo]]'') *Il popolo non era né greco, né romano, né bizantino; era il popolo napoletano di sempre, un popolo che non assomiglia a nessun altro: di un'allegria che è uno schermo a coprire la tragedia della miseria; di un'enfasi che è un modo per dare un valore allo scorrere monotono dei giorni; di una pigrizia che è saggezza e che consiste nel non fingere di essere attivi quando non si ha nulla da fare. Un popolo che ama la vita, che gioca d'astuzia con i rovesci del destino, che ha il gusto della parola e il disprezzo per l'agitazione militare, perché la pace, che ha conosciuto solo raramente, non lo annoia mai. ([[Maurice Druon]]) *Il segreto del [[blu]] è ben custodito. Il blu arriva da laggiù. Man mano che avanza s'indurisce e si muta in montagna. La cicala vi lavora. Gli uccelli vi lavorano. In realtà, non si sa niente. Si parla del blu di Prussia. A Napoli la [[Maria|Santa Vergine]] resta nei buchi dei muri quando il cielo si ritira.<br>Ma qui tutto è mistero. Mistero lo zaffiro, mistero la Santa Vergine, mistero il sifone, mistero il collo del marinaio, mistero i raggi blu che accecano ed il tuo occhio blu che attraversa il mio cuore. ([[Jean Cocteau]]) *Il tumulto e l'andirivieni quotidiano rendono Napoli una città popolata e piena di vita come Parigi. ([[Donatien Alphonse François de Sade]]) *Imperciocché ad un tratto si fa un gran rivolgimento di cose letterarie in Napoli, che, quando si credevano dovervisi per lunga età ristabilire tutte le lettere migliori del Cinquecento, con la dipartenza del duca viceré vi surse un altro ordine di cose da mandarle tutte in brievissimo tempo in rovina contro ogni aspettazione. ([[Giambattista Vico]]) *In [[Campania]] è finita l'era [[Antonio Bassolino|Bassolino]], nonostante «Un posto al sole». Negli anni, la soap di Raitre ha disegnato una Napoli che non c'è, una Napoli molto bassoliniana, una Napoli da portineria dove però non è mai esistito il problema spazzatura (tanto che si è dovuto provvedere altrimenti). ([[Aldo Grasso]]) *In tutta la sua vicenda millenaria, Napoli non è mai stata solo dei napoletani, dalle origini si è caratterizzata come un ''melting pot'', un punto d'incontro di popoli, di culture e di lingue diverse le cui tracce si percepiscono ancora oggi, dando vita alla sua fisionomia inconfondibile di "metropoli della memoria".<br>[[Sigmund Freud]], grande viaggiatore e appassionato dilettante di archeologia, ha paragonato la psiche umana a una città antica come [[Roma]], sotto la cui forma moderna apparentemente visibile si celano i residui di una storia secolare che continua a influenzare la sua vita attuale. La metafora può essere valida in maniera particolare per Napoli, luogo in cui la «contemporaneità del non contemporaneo» ([[Ernst Bloch]]) salta subito agli occhi di chiunque percorra i suoi vicoli, strade e piazze, e la cui «porosità» si esprime anche come intreccio indissolubile di spazi e di tempi: città delle metamorfosi eterne in cui niente sembra scomparire per sempre. ([[Dieter Richter]]) *In tutte le chiese si vedono lapidi sepolcrali di spagnoli, e molte in castigliano, e qualcuna in catalano. La grande strada di Toledo, e quasi tutti gli edifici e monumenti pubblici, portano il nome di qualche spagnolo, e tutto è pieno di memorie di spagnoli, ma soprattutto ad ogni passo si avverte la presenza del nostro augusto monarca [[Carlo III di Spagna|Carlo III]]. La Strada Nuova, l'Albergo dei Poveri, Capo di Monte, Portici, Caserta, tutta Napoli e i suoi dintorni testimoniano l'animo generoso di Carlo III, e il Re ''Cattolico'' è un nome che si sente ripetere ad ogni occasione dai napoletani, e con un particolare sentimento di tenerezza e gratitudine. ([[Juan Andrés]]) *In tutti i modi la fusione ''coi Napoletani'' mi fa paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso! ([[Massimo d'Azeglio]]) *In uno dei quartieri popolari dove arrivai bighellonando vidi la seguente scena: da una stanza all' ultimo piano di un palazzo, si aprì una finestra e una vecchia signora calò una lunga fune con un cesto dal quale alcuni bambini che giocavano presero dei pupazzi ritagliati dalla carta colorata, con una gioia che mi commosse fino alle lacrime. Imparai che la povertà non esclude la gioia. ([[Hans-Georg Gadamer]]) *Innamoratevi a Napoli. Sposatevi a Battipaglia. Divorzierete a Potenza. Napoli città degli innamorati.<br>Per la gioia di [[Francesco Alberoni|Alberoni]] e sua moglie. Macchine incolonnate aspettano di entrare in città. Gente smaniosa, single, depressi, abbattuti, ipocondriaci, gente insomma spenta che fa la fila perché ha saputo che a Napoli ci s'innamora. ([[Peppe Lanzetta]]) *Intanto a Napoli con l'editto del 1802 (RD 30.06.1802) il Re proibiva l'accattonaggio per le Chiese, per le strade e nei luoghi pubblici (art. 1); ordinava il ricovero nel Real Albergo de' poveri, se storpi ed inabili al lavoro (artt. 2 e 4); comminava pene ai trasgressori (art. 3), e ai parenti, che non ne prendessero cura (artt. 5 e 9); prescriveva norme per l'amministrazione dell'Istituto e all'art. 12 dichiarava espressamente: «Oltre ai mendici saranno raccolti e rinchiusi per ora nel Real Albergo de' Poveri tutti i fanciulli e le fanciulle che vagano per la città abbandonati dai loro genitori, o da coloro che avendoli presi dalla Santa Casa dell'Annunziata, gli lascino esposti di nuovo, senza più curarne il mantenimento e l'istruzione». ([[Gabriele Amendola]]) *{{NDR|Alla recettività linguistica del [[dialetto napoletano]] si unisce quella}} intensamente e concretamente solidale sul piano umano. Si pensi all'accoglienza riservata agli Ebrei, non ghettizzati ma inseriti in due zone che ancora ne ricordano la presenza: Giudecca vecchia, nei pressi di Forcella e Giudecca nuova, verso Portanova, nonché alle varie Logge (cioè alloggiamenti) dei Pisani, dei Francesi, dei Genovesi... Etnie cui nel materno grembo partenopeo era possibile integrarsi e comunicare al di fuori di ogni discriminazione, nella stessa misura in cui il nostro aperto e multimediale idioma ha saputo dare spazio alle tante componenti in esso armonicamente trasfuse... ([[Renato De Falco]]) *Io ammiro in cotesta città principalmente due cose: la religione verso Dio, e la pietà verso il prossimo; che sono la perfettione di tutti quelli, ch'aspirano alla vita immortale, e gloriosa. ([[Gabriele Fiamma]]) *Io aveva creduto insino allora, che la terra e il genere umano fossero Napoli e i Napoletani; che gli ordini più sublimi di questo genere umano fossero quei feroci della fonte Capuana e dell'orto Botanico, e quei gendarmi del convento; e che la meta finale a cui questo genere umano intendesse, fossero certi saporitissimi desinari, e certe appetitivissime cenette, che, con eloquenza senza pari al mondo, que' miei eruditissimi studenti ragionavano sempre fra loro solersi dalla gente scelta fare qui alle lune estive, ponendo le tavole o in una bella contrada marina detta Santa Lucia, o in un'altra spiaggia deliziosissima detta Posilipo. ([[Antonio Ranieri]]) *Io, che ho camminato qualche parte d'Italia, ed ho notizia delle genti e de' costumi delle altre città, ardisco dire che non vi sia città al mondo dove sia più premiato il valore, e dove l'uomo senza avere altra qualità che il proprio merito possa ascender a cariche grandi e ricchezze immense, a dignità supreme ed a governar la repubblica, senza aver bisogno né di nascita, né di danari per arrivarci, anzi senza che nemmeno abbia l'onore della cittadinanza: stando così aperta la porta degli onori alli regnicoli come ai cittadini, e così a' poveri come a' ricchi, e così a' nobili come ad ignobili, ancorché siano d'infima plebe, e della più umile terra del regno: ciò che in nessun'altra città del mondo, non che dell'Italia, è lecito di desiderare, non che di sperare. ([[Francesco D'Andrea]]) *Io pur venni a Napoli gentile e da bene, il cui sito a me pare meraviglioso e il più bello ch'io vedessi mai, perché io non ho veduto città ch'abbia dall'un de' lati il monte e dall'altro la batti il mare, come fa questa; ed anche per altre sue particolarità, che tutte insieme e ciascuna per sé la fanno parere mirabile. Ma perché dovete sapere che la natura non vuole, né si conviene (come disse quella pecora del [[Francesco Petrarca|Petrarca]]) "per far ricco un, por gli altri in povertate", quando l'ebbe molte delle sue doti più care concedute, le parve di ristringer la mano, affine che l'altre città non le mandassero loro ambasciatori a dolersi con esso lei di tanta parzialità, e propose fra se stessa di dare questo paradiso ad habitare a diavoli; e così come aveva proposto, mandò ad effetto. ([[Bernardino Daniello]]) *Io ritengo Napoli una città estremamente civile; ebbene, nel vocabolario dei napoletani non esiste la parola lavoro, dicono la «fatica». Anche io sono così, non amo la fatica. ([[Roberto Rossellini]]) *L'eruzione dell'anno 79 ed i terremoti che si ad essa si accompagnarono non rattristarono che per pochi anni il sempre sorridente golfo. Dopo Costantino e Giuliano, anche dopo Teodosio, Napoli e i suoi dintorni non hanno perso il fascino che aveva sedotto i contemporanei di Augusto. Nelle lettere di Simmaco come nei versi di Orazio non si parla d'altro che delle delizie di Baia e del suo golfo in miniatura. [[Cecina Decio Albino|Decio]] aveva fama di rinnovare nella sua villa le magnifiche follie di Lucullo. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]]) *L'espansione delle idee se era stata più sollecita a Napoli, non era men feconda nelle altre terre d'Italia. Napoli aveva risposta la prima al solenne appello del secolo; ma il Piemonte, la Toscana, Roma, e la grande voce di Lombardia e di Venezia non tardarono a farsi udire. La costituzione di Napoli era stata la lieve scintilla che aveva destato il grande incendio. Tutta la penisola da un capo all'altro subiva da lungo tempo l'azione di una disorganizzazione vitale. Il vecchio abito dell'assolutismo cadeva a brani, ed il bisogno della ricostruzione era universalmente sentito. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *L'indimenticabile ed eterna Napoli, che a volte prende sembianze mortali e va in rovina solo per esaltare ancora di più la sua sopravvivenza, l'incanto imperituro, la voluttuosità inesauribile che strugge il cuore con un piacere malinconico e ardente, con un supremo "qualcosa" che non è il golfo azzurrino, né le sue grotte trasparenti, né il suo vulcano dongiovannesco, né la sua Pompei, che ride e vive in idillio perpetuo nelle sue rovine, ma qualcosa di così particolare e così suo, che fa vivere nella nascosta trattoria l'averno e il cielo, l'angelico e l'umano, ciò che è stato e ciò che sarà poi, ed ancor più, il più struggente non voler morire che ho mai conosciuto. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana. ([[Toni Servillo]]) *La Capitale! Ma è egli possibile Napoli per capitale dell'Italia? Poi qual meschina idea?! Ma questo per Dio, non è amor patrio. ([[Giuseppe Verdi]]) *La Circe ingrata, che pur glorifica tante bestie, lo vide morire molto vecchio e quasi cieco pel troppo attento indugio degli stremati occhi {{sic|su le}} carte: e quasi non s'accorse della dipartita di Lui!<ref>Bartolomeo Capasso.</ref>. ([[Ferdinando Russo]]) *La città di Napoli non è solamente conosciuta per molto nobile, e principale da gl'italiani, che con piccola fatica, e con grandissimo gusto possono godere le comodità, e le delizie sue ma etiandio da tutte le straniere Nationi è stimata, e tenuta in pregio, come quella, da cui si conosce che in gran parte dipende la quiete, e la salute di questa provincia nobilissima d'Italia. ([[Gabriele Fiamma]]) *La città si sveglia di nuovo coi [[Pulcinella]], i borsaioli, i comici e i mendicanti; con gli stracci, le marionette, i fiori, la vivacità, la sporcizia e la universale degradazione; si risveglia sciorinando al sole il suo abito d'[[Arlecchino]], l'indomani e tutti gli altri giorni, cantando e digiunando, danzando e giocando sulla riva del mare. ([[Charles Dickens]]) *La contraddizione fra il genio inventivo e l'insuccesso pratico, tra la fecondità intellettuale e la sfortuna, il sottosviluppo, il marasma cronico, è l'aspetto più suggestivo di Napoli. Per la mancanza di una classe dirigente adulta, questa città che aveva tutto per riuscire ha fatto costantemente fiasco. Ma ha anche prodotto spiriti bizzarri e seducenti, invece di quegli scarafaggi sicuri del fatto loro che pullulano nelle capitali borghesi. ([[Dominique Fernandez]]) *La cosa che più mi colpisce è il continuo confronto forte che in altri posti faccio fatica a trovare, tra l'antico, la tradizione, ed il nuovo che si esprime anche a livello tecnologico. Per dirla con un'immagine sola, la vicinanza tra i computer e le reti dei pescatori. Ciò che trovo stimolante a Napoli è che mentre altre città hanno sacrificato completamente le proprie radici all'innovazione tecnologica, qui ancora si trova un incontro tra le radici profonde della cultura ed una visibile voglia di innovazione. Tanto che sarebbe uno scenario adatto ad un film di fantascienza. ([[Gabriele Salvatores]]) *La [[cucina napoletana|cucina di Napoli]]. E dopo aver mangiato un piatto di spaghetti con le vongole (e aver bevuto alquanto vino di [[Isola di Capri|Capri]] e d'[[Isola d'Ischia|Ischia]]) che [[Tristan Corbière]], il più simpatico dei maudits di [[Francia]], scrisse il "Sonetto a Napoli | {{sic|all'sole, all'luna}}, | {{sic|all'sabato, all'canonico}} | e tutti quanti con Pulcinella".<br/> ''Il n'est pas de samedi | qui n'ait soleil à midi; | femme ou fille soleillant, | qui n'ait midi sans amant!... || Lune, Bouc, Curé cafard | qui n'ait tricorne cornard; | – corne au front et {{sic|corde}} au seuil | préserve au mauvais oeil. || ...L'ombilic du jour filant | son macaroni brulant, | avec la tarantela: || {{sic|Lucia, Maz'Aniello}}, {{sic|Santo}} Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA –''<ref>''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}} {{NDR|(non)}} abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. (''SONETTO A [[Napoli|NAPOLI]] | AL SOLE ALL'UNA | AL SABATO AL CANONICO | E TUTTI QUANTI | CON PULCINELLA''), in Tristan Corbière, Gli Amori Gialli, poesie, vol. 2, cura e traduzione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo, Acquaviva, 2006, [https://books.google.it/books?id=2SzGWQFWU2AC&lpg=PP1&dq=tristan%20corbi%C3%A8re%20pulcinella%20napoli%20poesie&hl=it&pg=PA232#v=onepage&q=tricorno&f=false pp. 232-233] </ref><br /> Mangia, lunghi filanti, serpeggianti, gli spaghetti, marezzati dai molluschi gonfi e teneri, ancora saporosi di mare, delle vongole veraci; bevi quei vini; te lo trovi addosso lo spirito maudit. Maledetto? Benedetto, mille volte benedetto da che ti riempie di sole, di desiderio di cantare anche tu con Pulcinella. ([[Luigi Veronelli]]) *La domenica pomeriggio i quartieri di Napoli sono silenziosi e oppressivamente immoti. Nei vicoli deserti una miscela di ritmi musicali, voci, un sommesso acciottolio di piatti e posate esce dalle finestre aperte e dai balconi. Percepire i suoni e i segni della vita da lontano, la quiete e la solitudine delle strade, le saracinesche chiuse dei negozi e dei chioschi, l'immagine di un mondo che si è sottratto allo sguardo esterno, per immergersi nella sua dimensione privata: tutto obbliga a concludere che l'unità elementare di vita sociale a Napoli è la famiglia. ([[Thomas Belmonte]]) *La jettatura napoletana è una particolare ideologia, nata a Napoli in ambiente colto verso la fine del XVIII secolo. Questa tesi può sembrar contraddetta dal fatto che il fascino, il malocchio, e – più generalmente – la credenza nel potere malefico di una persona si ritrovano in tutti i Paesi e in tutte le epoche, come stanno a dimostrare il mauvais œil francese, l'evil eye inglese e il bose blick tedesco, per tacere di tutti i possibili riferimenti extraeuropei. In realtà se si considera la jettatura napoletana in rapporto al resto della vita culturale dell'epoca, e quando si legge in prospettiva la letteratura che sull'argomento fiorì a Napoli dalla seconda metà del Settecento, il fenomeno si presenta con una sua specifica coloritura locale che lo rende inconfondibile. ([[Ernesto de Martino]]) *La litigiosità rientra nell'umore della nostra gente. C'è nell'aria una provocazione continua. Sono in troppi a essere creativi, in quella cinta daziaria. Napoli è sterminata. Ma lo spazio per convivervi tutti in pace risulta sempre troppo stretto. ([[Francesco Rosi]]) *La mia prima impressione del mio approdo a Napoli fu quello di una città caotica. I napoletani sono insolenti e maleducati [...]. In ogni momento ti assalivano gridando in dialetto "Uè Gargà vien accà" magari per fare una foto. Il "per favore" a Napoli non esiste ma è una cosa unica vivere li. La città cambia dal giorno alla notte. Se le cose vanno bene non puoi uscire di casa, se vanno male lo stesso. ([[Walter Gargano]]) *La napoletanità è una parola che si trova nel vocabolario ideale e che individua radici tipiche oltre gli schemi.<br />Storia e leggenda sono lavoro cosmico dove magia, esoterismo, nobiltà e sacro si fondono con il quotidiano, il peccato e la famiglia. ([[Francesco Grisi]]) *La nazione napolitana è divisa in due classi: il proletario e la borghesia. L'aristocrazia è un essere incompleto ed impotente, la quale non ha che un nome infecondo financo di memorie. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *La nostra città, oltre a tutte l'altre italiche di lietissime feste abondevole, non solamente rallegra li suoi cittadini o con nozze o con bagni o con li marini liti, ma, copiosa di molti giuochi, sovente ora con uno ora con un altro letifca la sua gente. Ma tra l'altre cose nelle quali essa appare splendidissima, è nel sovente armeggiare. ([[Giovanni Boccaccio]]) *La plebe napoletana è come quella dell'antica Roma, formata di liberti che non avevano nulla. Perciò è credulona, superstiziosa, avida di notizie. La plebe di Napoli, dove tanta gente non ha nulla, è ancora più plebe delle altre. ([[Montesquieu]]) *La prima volta che giunsi qui, fu per una conferenza accademica. Ero solo e non svolgevo alcun ruolo nell'Università. La povertà e la gioia di vivere, queste erano le cose che più mi hanno impressionato, e poi… {{sic|Il}} rispetto per la cultura. ([[Hans Georg Gadamer]]) *La vita quotidiana a Roma è ormai inquinata. Chiesa, televisione e politica l'hanno occupata nelle sfere più intime e hanno finito per trasformarla in un paesone dove questi mondi la fanno da padrone. Invece Milano e Napoli hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti, per questo voglio assolvere Napoli nonostante tutto. Nonostante una realtà dove l'inferno e il paradiso si toccano; dove l' ironia altro non è che la passione quando sa prendere le distanze; dove si lotta continuamente contro la cultura della morte, mentre le altre città hanno la morte in casa e, nella loro quiete apparente, fanno finta di non accorgersene. Tutto questo è sempre foriero di una condizione felice artisticamente parlando. E vale per musica, cinema, arte, letteratura. Napoli è una città che crea continuamente anche nella difficoltà del suo quotidiano. ([[Toni Servillo]]) *Lasciai Napoli nel mese di agosto, e con gran dispiacere. Conosciuto che uno abbia quella città, è impossibile che si risolva a lasciarla; e se avviene che si separi da essa, non accetta l'idea di non più ritornarvi. ([[Charles-Victor Prévost d'Arlincourt]]) *Le donne di Napoli sono dei maiali. Sono maiali grassi con dei vestiti sciatti, di solito neri, macchiati di salsa di pomodoro, urina, grasso, o dalla cacca di un bebè. [...] Ma devo anche spiegare che sono meravigliose, ognuna ha il volto della madre di Dio e le mani contorte, incallite e tenere delle donne che hanno passato la vita a badare ai propri figli e ai propri uomini. ([[John Fante]]) [[Immagine:Oswald Achenbach 001.jpg|thumb|Fuochi d'artificio sul litorale napoletano; olio su tela di Oswald Achenbach, 1875]] *Libera dalle improvvise ceneri il tuo volto semidistrutto, o Partenope, e le tue chiome, sepolte sotto il [[Vesuvio|monte]] scosso dall'aria che soffia al suo interno, poni sul tumulo e sulle reliquie del tuo grande figlio. ([[Publio Papinio Stazio]]) *Ma non lascierò per questo di avertirvi che dovete pensare di essere nella regalissima città di Napoli, vicino al seggio di Nilo. Questa casa che vedete qua formata, per questa notte servirrà per certi barri, furbi e marioli, – guardatevi, pur voi, che non vi faccian vedovi di qualche cosa che portate adosso: – qua costoro stenderranno le sue rete, e zara a chi tocca. ([[Giordano Bruno]]) *{{NDR|Il}} malanno immedicabile, oscuro, osceno, inveterato di questa città, sotto mille altri rispetti preclarissima, per cui il girare di nottetempo qui non si fa con minor paura e pericolo che in mezzo ai folti boschi: conciossiaché le strade sien piene di nobili giovani armati tutti, le immoderatezze de' quali nè la paterna educazione, nè l'autorità de' magistrati, nè la maestà e l'impero dei re valsero mai a raffrenare. Ma come meravigliare che fra le ombre della notte e senza alcun testimonio taluno ardisca commetter delitti, se a pieno giorno, alla vista del popolo, al cospetto dei re, in questa città d'Italia con ferocia da disgradarne i barbari si esercita l'infame giuoco de gladiatori: e come sangue di pecore l'umano sangue si sparge, e, plaudente l'insano volgo affollato, sotto gli occhi de miseri genitori si scannano i figli, e tiensi a disonore l'offerire con ripugnanza la gola al pugnale, quasi che per la patria o per la gloria della vita celeste si combattesse? Di tutto questo inconsapevole io fui condotto un giorno a certo luogo vicino della città chiamato Carbonaria: nome veramente acconcio alla cosa: imperocché quella scelerata officina deturpa e denigra gli spietati fabbri che ivi si affaticano sull'incudine della morte. Era presente la Regina, presente Andrea re fanciullo, che di sè promette riuscir magnanimo, se pur riesca a porsi in capo la contrastata corona: v'eran le milizie di Napoli, delle quali invan cercheresti le più attillate e più eleganti: popolo v'era venuto in folla da tutte parti. A tanto concorso di gente, e a tanta attenzione d'illustri personaggi sospeso, fiso io guardava aspettando di vedere qualche gran cosa, quand'ecco come per lietissimo evento un indicibile universale applauso s'alza alle stelle. Mi guardo intorno e veggo un bellissimo garzone trapassato da freddo pugnale cadermi ai piedi. Rimasi attonito, inorridito; e dato di sproni al cavallo, rampognando l'inganno de'miei compagni, la crudeltà degli spettatori, la stoltezza de'combattenti, all'infernale spettacolo ebbi volte le spalle. Questa doppia peste, o padre mio, quasi eredità de maggiori venne e s'accrebbe ne'posteri, e giunse a tale che la licenza del commetter delitti in conto di dignità e di libertà vien reputata. ([[Francesco Petrarca]]) *Materialmente questa città contribuì alla ricchezza dell'Italia Unita più di qualunque altro Stato; dati e cifre sono stati pubblicati da [[Francesco Saverio Nitti|Francesco Nitti]] in ''Nord e Sud'' (1900) come pure in altri scritti che nessuno ha mai confutato. Nella Scienza delle Finanze, Nitti dà il seguente computo della ricchezza dei diversi Stati al momento dell'unificazione: Regno delle Due Sicilie: milioni di lire oro 443,2; Lombardia: 8,1; Ducato di Modena: 0,4; Romagna, Marche e Umbria: 55,3; Parma e Piacenza: 1,2; Roma: 35,3; Piemonte, Liguria e Sardegna: 27; Toscana: 84,2; Veneto: 12,7; Veneto: 12,7. Così, dunque, contro i 443 milioni in oro corrisposti all'atto delle nozze dal Regno delle Due Sicilie, il resto d'Italia – oltre due terzi della Penisola – non portò in dote neppure metà di quella somma. A dispetto di ogni contrastante asserzione, le finanze di Napoli, nel complesso, non erano male amministrate. ([[Harold Acton]]) *Me ne sono andato da Napoli per stanchezza, ma anche perché sono una persona paurosa ed è una città che riesci a vivere bene solo se la affronti di petto, se la esplori senza il timore che ti possa succedere qualcosa... {{Sic|dipende}} probabilmente anche da dove sei nato. ([[Paolo Sorrentino]]) *Mi contava un sojatore che a Napoli, in certi alberghi, usava il servitore entrare nella camera del forastiero, la bella mattina del suo arrivo, con una guantiera sparsa di piccoli e grossi stronzi, ciascuno dei quali avea appeso un cartellino e scritto su un prezzo. I grossi costavano molto più dei piccini, ed alcuni tenevano in capo un cappellino di prete. Erano questi i prodotti degli abatini. E il forastiero sceglieva. E detto fatto si apriva la porta, e compariva ai comodi del forastiero la parte corrispondente – autrice dell'esemplare. ([[Carlo Dossi]]) *Mi trovo in un paese freddo e nebbioso, fra un popolo in cenci. Quando metto il naso alla finestra, vedo girar nella strada una popolazione che se ne sta sotto grandi e rozzi ombrelli verdi ed azzurri. La nebbia si condensa sulle foglie nascenti e scola {{sic|tristamente}} lungo i rami, anneriti da un inverno che mai finisce: anche i miei orecchi, al par degli occhi, sono spiacevolmente scossi. I rauchi gridi de' mercantelli ambulanti che si vanno agitando nella via, giungono fino a me più lugubri che non quelli dello spazzacamino sul finir dell'autunno; il tabacco è ben caro e molto cattivo. Se voglio azzardarmi alquanto fuori, bisogna affrontare il fango, e le {{sic|grondaie}}; e tutto, nella contrada principale del paese, mi rammenta lo stesso chiasso della Grande-Trouanderie. Lo stesso chiasso, lo stesso tumulto, lo stesso impaccio di carrozze, la stessa luce, lo stesso odor di cattivo formaggio e di vecchie drogherie. ebbene questa contrada chiamasi la ''[[Via Toledo|Strada Toledo]]''; questa città {{sic|sucida}}, stridula, cenciosa, che regala i reumi, comprime i polmoni, e {{sic|strigne}} il cuore, è Napoli. Sì, Napoli, Napoli, Partenope, la città dei poeti, la città dei lazzaroni, la città del sole; quella Napoli di cui si è detto: ''Vedi Napoli e poi muori!'' – Morire! ah! no! no! Bisogna vivere, invece, per cavarsela ben presto, per riedere ad ammirare le rive dell'isola Louviers, per correre a Montmartre, per augurarsi l'orizzonte della strada Mouffetard. ([[Louis Veuillot]]) *Mille volte si ripete che in Napoli eran repubblicani tutti coloro che avevano beni e fortuna, che niuna nazione conta tanti che bramassero una riforma per solo amor della patria; che in Napoli la repubblica é caduta quasi per soverchia virtù de' repubblicani. ([[Vincenzo Cuoco]]) *Mobilità del territorio e sviluppo dei trasporti di massa [...] appaiono oggi condizioni imprescindibili per dare concretezza all'idea del futuro possibile. È un futuro che assumerà una fisionomia sempre più precisa nella misura in cui potrà disporre di un valore e di una risorsa tipici della società moderna: la velocità e la certezza degli spostamenti. Guardare a questo futuro significa anche porre riparo a errori e distorsioni del passato. In termini economici e di qualità della vita, Napoli ha già pagato prezzi molto alti. Un sistema efficiente di trasporti pubblici avrebbe potuto evitare uno sviluppo caotico della città che ha preso forma secondo direzioni non programmate e non razionali. Napoli è andata dove bisogni o pressioni particolari, molte volte speculativi, la spingevano. La stessa rete dei servizi primari si è dovuta realizzare, quando si è potuto, a posteriori, cioè a cose fatte. La «Napoli sbagliata» ha così divorato se stessa. ([[Ermanno Corsi]]) *Moltissimi a Napoli vogliono l'autonomia, ma sono sforzati a votare per l'annessione; e infatti la formula del voto e il modo di raccoglierlo sono sì disposti, che assicurano la più gran maggioranza possibile per l'annessione, ma non a constatare i desideri del paese. [...] I risultati delle votazioni a Napoli e in Sicilia rappresentano appena i diciannove tra cento votanti e designati. ([[Henry Elliot]]) *Napoletani, siamo fieri di questo nome che abbiamo fatto risonare dovunque alto e rispettato. Vogliamo l'unità, ma non l'unità arida e meccanica che esclude le differenze ed è immobile uniformità. Diventando italiani non abbiamo cessato d'essere napoletani. ([[Francesco De Sanctis]]) *Napoli, cità eccellente, como che meritamente sia capo del nostro siculo regno, cossì è e serà sempre florentissima in arme e in littere per li suoi generosi citadini illustrata; ne la quale, non son già multi anni passati, fu un dottor legista de onorevole fameglia, ricchissimo e multo costumato. ([[Masuccio Salernitano]]) *Napoli, città più popolata di tutte relativamente alla sua grandezza, li cui voluttuosi abitanti sembrano collocati sui confini del paradiso e dell'inferno. ([[Edward Gibbon]]) *Napoli è color ferro rugginoso. ([[Guido Ceronetti]]) *Napoli è il cristallo nel quale il viaggiatore si è lasciato catturare per, come l'insetto, eternizzare la vertigine di un volo che l'ambra fossile trasforma in frammento infinito. ([[Gabriel Albiac]]) *Napoli è l'unica città dove le persone ti salutano ancora con il "buongiorno" e non con un laconico "notte" o "giorno". ([[Christian De Sica]]) *Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero. ([[Charles de Brosses]]) *Napoli è rimasto per me un certo paese magico e misterioso dove le vicende del mondo non camminano ma galoppano, non s'ingranano ma s'accavallano, e dove il sole sfrutta in un giorno quello che nelle altre regioni tarda un mese a fiorire. ([[Ippolito Nievo]]) *Napoli è tante cose, e molti sono i motivi per cui la si può amare o meno, ma soprattutto Napoli è una grande capitale, ed ha una stupefacente capacità di resistere alla paccottiglia kitsch da cui è oberata, una straordinaria possibilità di essere continuamente altro rispetto agli insopportabili stereotipi che la affliggono. ([[Elsa Morante]]) *Napoli è un sorriso della Grecia [...] i suoi orizzonti affogati nella porpora e nell'azzurro, il cielo che si riflette nei flutti di zaffiro azzurri, tutto, perfino il suo antico nome di Partenope trascina a quella civiltà brillante. ([[Charles Gounod]]) *Napoli è una città altamente morale dove si possono cercare mille ruffiani prima di trovare una prostituta. ([[Karl Kraus]]) *Napoli è una città che ha la struttura di un romanzo. Le strade sono piene di storie che chiedono di essere trascritte. Ma quello di Napoli può essere solo un romanzo barocco e surrealista, ma incompiuto, irrisolto, contraddittorio, dove convivono l'apoteosi della religione cattolica e della bestemmia. ([[Tahar Ben Jelloun]]) *Napoli è una città che trovo vibrante, creativa, dove si lotta per vivere, ma splendida. ([[Peter Brook]]) *Napoli è una città dove facilmente si sprofonda. Il nuovo è fragile, il passato ha strati robusti. ([[Domenico Starnone]]) *Napoli è una città viva e rovinata. Tutto è bello, orrendo e in disordine, niente funziona bene tranne il passato. Ma tutto è possibile.<br>Gli esperimenti marini più importanti del Mediterraneo, le speculazioni più colossali e fasulle, le storie più incredibili e piacevoli, le persone più nobili e declassate, le cose più inutili e intelligenti si trovano qui. Con sfondo di sole e di mare.<br>Anche le cose più ingenue e contorte che scendono negli abissi dell'anima prosperano qui meglio che altrove.<br>Se ci fosse una capitale dell'anima, a metà tra oriente e occidente, tra sensi e filosofia, tra onore e imbroglio, avrebbe sede qui.<br>Nel mezzo della città si apre via [[Spaccanapoli]], un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l'enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia. Qui visse e morì [[Benedetto Croce]]. ([[Stanislao Nievo]]) *Napoli è una grande capitale del mondo ed è un pezzo pregiato del Mezzogiorno d'Italia e del Paese intero. ([[Nichi Vendola]]) *Napoli è una tappa fondamentale, la racconto nelle sue contraddizioni e nella sua estrema vitalità, anche lì [...], Napoli e i napoletani rappresentano nel bene e nel male un'Italia al quadrato. ([[Corrado Augias]]) *Napoli è uno dei peggiori luoghi d'Italia; ma tutta intera questa nazione non è più che uno sbubbonare di tante Napoli, che se anche non sanguinano come Napoli, ne riproducono sintomi, crolli, abbrutimento. ([[Guido Ceronetti]]) *Napoli è uno strano paese!<br />Disteso come un Re orientale sul tappeto del più bel verde che si possa vedere, coi piedi sull'azzurro e limpido Tirreno col capo sul fianco dell'ardente Vesuvio, non v'ha città al mondo che possa rivaleggiare colla capitale della Italia del mezzodì.<br />Non v'ha mare più ridente, non v' ha cielo più sereno, non v'ha terra più feconda di frutti e di fiori.<br />Tutto è bello e tutto è grande qui. Questo popolo che sonnecchia, che si lascia calpestare con una pazienza che ha del dromedario del deserto il quale soccombe sotto al peso senza muover lamento, quando l'ora della rivoluzione lo ha scosso diventa d'un tratto tigre e pantera.<br />Non v'ha gente al mondo che sia stata oppressa di più.<br />La tirannide dei Viceré Spagnuoli avea appena lasciato a quel popolo gli occhi per piangere. ([[Franco Mistrali]]) *Napoli è vero e proprio crocevia della cultura italiana dell'ultimo secolo, luogo reale e simbolico, tempio della lacerazione e della speranza, delle ipotesi che balenano senza poter davvero trasformarsi in realtà e delle derive più inarrestabili, dove è possibile l'abbandono melodico e lo strappo più cupo, dove si esercitano il soccorso più solidale e la beffa più impietosa, l'intelligenza più problematica e la più becera volgarità, dove convivono violenza e dolcezza. ([[Giulio Ferroni]]) *Napoli fu per Metello il Rettifilo, via Toledo, piazza Plebiscito, e via Sergente Maggiore, via de' Fiorentini, quando gli sembrava di non aver altro da fare e si voleva prendere una distrazione. Non soltanto la mancanza di denaro, ma la divisa un poco lo umiliava; e dové adattarsi a quelle domestiche della Villa comunale, seppure non erano, per lui che aveva avuto Viola, proprio il suo tipo. Col tempo ''fece ghega'' insieme a un livornese, uno di Cascina, un fiorentino di Porta Romana: Mascherini, che negli anni dipoi non seppe mai dove fosse finito. Leoni, quello di Cascina, riceveva denaro, suo padre era mobiliere, ed egli era tirato ma finiva per offrire. Fu un sodalizio che durò a lungo: si frequentarono le bettole di Forcella, del Vasto e del Pendino, rioni che chiamano sezioni, come chi dicesse Sezione San Niccolò o Madonnone. Ebbero a che fare con la gente, per quei vicoli traversi o tutti in salita, dove la [[miseria]] e la sporcizia erano pari all'animazione che vi si trovava. Entrarono, piuttosto che in via Sergente Maggiore, in alcuni ''bassi'', dietro una sottana: ragazze tutte more di capelli, dai volti appassiti e i grossi seni. I bambini giocavano al di là della tenda. Non ci si toglieva nemmeno le mollettiere. Poi magari si restava a cena con tutta la famiglia, si diventava amici, ci tenevano in conto di figlioli: era gente come noi, come il livornese che non viveva meglio dietro la Darsena, come Mascherini che aveva il babbo fiaccherajo. E un po' ci si vergognava. Si vuotavano le tasche dell'ultimo soldino, come per farci perdonare. Cose trapassate nella [[memoria]], viste e vissute da dentro la campana. ([[Vasco Pratolini]]) *Napoli ha bisogno non pure di essere descritta, ma di essere spiegata, come città quasi eccezionale in Italia. ([[Antonio Morano]]) *Napoli ha una bellissima posizione. Le strade sono larghe e ben pavimentate con grossi e larghi massi di pietra squadrata. Le case, tutte grandi e pressappoco della stessa altezza. Molte piazze grandi e belle; e cinque castelli o fortezze, che non si finisce di ammirare. [...]<br />Da quando hanno pensato di costruire le fortezze dentro le città, non si ha più bisogno di avere popoli fedelissimi: li hanno resi obbedienti. Perciò prima scoppiava una rivoluzione al giorno, come in Italia. È quasi impossibile che i Napoletani si ribellino, con le cinque cittadelle che hanno. ([[Montesquieu]]) *Napoli, illustrissima e magnifica città, esposta al mezzo giorno, su le falde, anzi in mezzo alle radici del monte di Sant'Ermo [...] e d'alcuni altri piacevolissimi colli si riposa; l'onde mirando dell'imperioso Tirreno. ([[Bernardo Tasso]]) *Napoli in agosto è un po' come Parigi a maggio: ricorda Pescara in aprile. ([[Alessandro Bergonzoni]]) *{{NDR|Tischbein lascia Napoli occupata dai Francesi il 20 marzo 1799}} Napoli, la splendida Napoli mi parve nera e triste come una tomba. Altra volta, nei giorni di festa, i chiostri sulle colline erano illuminati con migliaia di lumi: si sparavano cannoni, s'accendevano fuochi d'artifizio. Ora, tutto scuro e deserto: i palazzi, sinistri e silenziosi: appena qua e là accennava un lume solitario. Il mio sangue era in fermento, i miei nervi in vibrazione, il mio cuore in malinconia. Questa città, in cui avevo goduto tanto: tante gioie, tante amicizie, tanti onori!... – Le ancore furono levate, le vele disciolte e spiegate al vento; il bastimento cominciò a muoversi. E noi passammo dinnanzi alla casa, dov'io avevo abitato tanti anni...<br>La mia commozione crebbe, quando vidi da lungi la roccia, su cui [[William Hamilton|Hamilton]] aveva un giardino pensile. La fantasia mi riprodusse tutte le belle ore, ch'io avevo trascorse in quel luogo. ([[Johann Heinrich Wilhelm Tischbein]]) *Napoli, metropoli di tutte le grandezze, meraviglia di meraviglie, i cui monti sono dolce oblio degli uomini, i cui campi sono splendidi prodigi della natura, il cui celebrato [[Sebeto]] è emulo dello Xanto e rivale del Pattolo, il suo molo, meraviglia del colosso piramidale, i suoi templi resti di quello di Efeso, i suoi principi e signori il simbolo della lealtà, la congregazione del valore, il centro della nobiltà, il sole di tutta l'Europa, e il fiore di tutta l'Italia. (''[[Estebanillo González]]'') *Napoli? Mi dispiace chiamarla solo città del sud, per me è l'unica capitale che abbiamo... In Italia c'è pochissima cultura diffusa e Napoli è un punto fondamentale per questo. ([[Cristina Comencini]]) *Napoli mi manca, sono fiero di essere napoletano. Ma [[Udine]] è come una seconda casa per me, sto benissimo qui, sento il calore della gente. ([[Antonio Di Natale]]) *Napoli nera e nuda. Napoli, che il baccano e la miseria fanno sembrare barbara al viaggiatore venuto da Roma, mentre non esiste, nella penisola, una città altrettanto fine, ingegnosa e colta, una città che abbia come lei l'aria di capitale, soprattutto se la si confronta con Roma; ma, dei successi che il talento dei suoi nativi avrebbe procurarle, è stata misteriosamente spogliata, da sempre. Città enigmatica, la cui popolazione è dotata delle più meravigliose risorse spirituali, senza riuscire a farle fruttare, perennemente vinta, nella lotta contro le offese; mendicante e umiliata da una continua calamità.<br>Così, giungendo da Roma per la strada litoranea, tanto bella da Terracina in poi, dove inizia il Sud, abbiamo proseguito rallentando l'andatura, amando Napoli e in pari tempo temendola. ([[Dominique Fernandez]]) *Napoli non è una città, è un mondo. Napoli non è solo a Napoli ma la trovi ovunque, anche in Germania. La "napoletanità" è una cosa unica. È chiaro che ogni città ha un suo calore, Napoli ce l'ha ma in maniera diversa, questa città vive le cose in maniera passionale, con un amore diverso da tutti gli altri. Non posso dire se rispetto alle altre tappe sia meglio o peggio, Napoli è sicuramente diversa. ([[Marco Masini]]) *Napoli non mi sentirà mai più! Tornerò a Napoli solamente per rivedere la mia cara mamma e per mangiare i vermicelli alle vongole! ([[Enrico Caruso]]) *Napoli per me è tutto, è mia madre, sono i miei ricordi; Napoli è la mia adolescenza. Se non fossi stato napoletano, non avrei potuto essere quello che sono a teatro. È grazie alla mia città, con la sua cultura, che mi sono realizzato come attore e artista. Non riuscirei a vivere lontano da Napoli. Credo di essere l'unico attore che non è scappato da una città vittima di molti pregiudizi. Alcuni veri, altri falsi. Mi piace ricordare sempre ciò che diceva [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], "‘o presepio è buono, ‘e pasture so malamente". E aveva ragione. Napoli è quella descritta da [[Pino Daniele]], piena di contraddizioni ma ricca di fascino. ([[Peppe Barra]]) *Napoli per me è una città straordinaria, che soddisfa in pieno le mie esigenze. Io sono un uomo di calcio, e Napoli è forse la città al mondo in cui il calcio si vive in maniera più intensa. Vengo da Liverpool, anche lì c'è un rapporto viscerale con la squadra che pensavo non fosse possibile trovare altrove. Ma a Napoli è forse superiore. Poi sono amante dell'arte. E Napoli da questo punto di vista è una miniera, ci sono cose straordinarie da vedere, forse neanche i napoletani sanno quanto è bella e quanto è ricca la loro città. Mi piacerebbe dare il mio piccolo contributo per far conoscere al mondo la vera immagine di Napoli. ([[Rafael Benitez]]) *Napoli senza sole, senza mare azzurro, senza Vesuvio. Pioggerella monotona, mimose in fiore, in lotta con la tristezza del tempo; ma emanano luce propria e profumi più forti di quelli dei gas delle auto che attraversano la città come interminabili cortei funebri, accompagnati dall'immenso fantasma della benzina bruciata. Un ''auto da {{sic|fe}}'' urbano, uguale in tutte le città del mondo, conquistate dalla tecnica, questa vittoria planetaria della metafisica occidentale, come dice [[Martin Heidegger|Heidegger]]. ([[Vintilă Horia]]) *Napoli, sì come ciascuno di voi molte volte può avere udito, è ne la più fruttifera e dilettevole parte di Italia, al lito del mare posta, famosa e nobilissima città, e di arme e di lettere felice forse quanto alcuna altra che al mondo ne sia. La quale da popoli di Calcidia venuti sovra le vetuste ceneri de la Sirena Partenope edificata, prese et ancora ritiene il venerando nome de la sepolta giovene. ([[Jacopo Sannazaro]]) *Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per [[Totò]]. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. ([[Lucio Dalla]]) *Napoli sono due città, una è esterna alla luce del sole, l'altra, sotterranea. Insomma il suolo su cui si costruisce è come la forma di una groviera piena di buchi. (''[[Le mani sulla città]]'') *Napoli – una città dove il «piacere» è attivamente coltivato. ([[Henry James]]) *Napoli! Zi' Teresa! Il Vesuvio! La Bersagliera! «A Marechiaro ce sta 'na fenesta»! Ah, come tornerei volentieri a Napoli! (''[[Totò le Mokò]]'') *Nei primi decenni del XVIII secolo, la città di Napoli è uno smisurato aggregato di persone, un contenitore umano che fa storia a sé nelle vicende demografiche del resto del Regno. ([[Giuseppe Moricola]]) *Nei primi giorni della mia dimora a Napoli visitavo con un nobile napoletano le rovine dei templi e dei palazzi romani a [[Pozzuoli]]. "Siete ancora fieri dei tempi antichi, voi napoletani?" gli chiesi. "Signore" mi rispose il grasso marchese "i napoletani sono tutti poveri ruffiani." Udendo che io mi servivo di un operaio mi disse: "Lo paghi un tanto e non un grano di più e se fa rimostranze, non gli dia niente di più". E proseguì: "Signore, stia in guardia, tutti i napoletani sono mariuoli". "Anche lei sarebbe nel numero?" io risposi, per metà scherzando e per metà sdegnato. "Sì, sì, mezzo birbante" rispose, {{sic|scotendosi}} dalle risa. Egli aveva ordinato al servitore che stava dietro alla carrozza di portare per noi una bottiglia di vino di [[Siracusa]]. Quando la cercammo, non la trovammo. Il marchese montò in gran collera e lo chiamò asino, ladro e bestia, infine lo minacciò di detrargli qualche cosa dalla paga per il mese seguente. Questo ebbe effetto. "Eccellenza" gridò il servitore a mani giunte "mi spezzi una gamba in due, ma non mi punisca sul denaro, il denaro fa male." [...] Il denaro è la grande leva che muove tutti i napoletani. Per il minimo servizio, per una semplice stesa di mano, chiedono denaro. Per denaro ridono, saltano, ballano, cantano. ([[Karl August Mayer]]) *Nel Conservatorio di Napoli vive ancora quel mondo del Settecento confluito dai quattro collegi della città quando, nel secolo passato, se ne è raccolta la sede. ([[Riccardo Muti]]) *Nell'ultimo bollettino del Bureau of Psychological Warfare si dice che a Napoli quarantaduemila donne esercitano, occasionalmente o con regolarità, la prostituzione. Questo su una popolazione femminile nubile che si aggira intorno a centoquarantamila. Pare incredibile. ([[Norman Lewis]]) *Nella convinzione del popolo napoletano due classi d'individui guadagnano con certezza alla lotteria. La prima categoria è composta da coloro che sono in possesso di una formula di calcolo matematico che indica i numeri di un'estrazione prossima in base allo studio delle estrazioni anteriori. La seconda comprende gl'individui che agiscono sotto l'influenza di una suggestione extraumana, divina o diabolica. ([[Marcellin Pellet]]) *Non c'è palazzo di giustizia in cui il chiasso dei litiganti e loro accoliti superi quello dei tribunali di Napoli. Lì si vede la lite calzata e vestita. ([[Montesquieu]]) *{{NDR|Il 13 settembre 1789, presenti [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando]] IV e [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina d'Austria]], il pallone aerostatico di Lunardi si alza nel cielo di Napoli.}} Non ero levato appena mille piedi quando restai incantato a osservare la scena che si presentava sotto di me del tutto nuova da quanto<ref>''Quando'', nel testo.</ref>avevo veduto in altre capitali dalla [[Gran Bretagna]] alla [[Scozia]]. Sembrava<ref name=seems>''Sembravami'', in Gleijeses, ''Napoli nostra e nuove storie'', 1977.</ref>Napoli {{sic|composto}} da tante piccole piazzette, tutte ricoperte di anime viventi. Erano questi i lastrici, o siano terrazzi, su de' quali erano saliti gli abitanti delle rispettive case. Nell'innalzarmi maggiormente, principiando a perder la vista gli individui, queste piazzette sembravano<ref name=seems/>tanti giardinetti sparsi di fiori verdi e rossi, ch'erano i diversi ombrelli con i quali si riparavano dal sole. ([[Vincenzo Lunardi]]) *Non passa anno senza che le collezioni scientifiche di qualunque altra città d'[[Italia]] si arricchiscano per la munificenza di qualche privato. E così mano mano si colmano le lacune, si completano le serie e si ottiene più assai di quello che non sia il potere dello stato e de' municipii di fare. Ma il napoletano ''largo di bocca e stretto di mano''; mentre non sa vivere fuori della sua città, non vuol poi far niente per renderla più bella e simpatica; non è superbo delle sue istituzioni, non è zelante di migliorarle; il suo municipalismo non sa mai incarnarsi in un'opera bella e generosa. ([[Vittorio Imbriani]]) *Non potreste credere che bei giardini ho in questa città perché, ne sono io testimone, sembra che manchi solo Adamo ed Eva per farne un paradiso terrestre. ([[Carlo VIII di Francia]]) *Non sembrava di stampo [[Venezia|veneziano]], piuttosto della razza dei comici napoletani, mezzo ruffiani, mezzo commedianti, brutali e protervi, pericolosi e spassosi. ([[Thomas Mann]]) *{{NDR|Sul proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli}} Non so se è falso in tutto, ma son certo che quella parte appunto, in cui il credo anch'io vero, sia quella che mostra sino ai ciechi la bontà dei suoi abitanti, avvegnaché non faccia troppo onore alla loro sapienza. ([[Antonio Genovesi]]) *Non sono abbastanza forte per il nord: là imperversano gli spiriti pedanti ed artefatti, che non sanno fare altro che lavorare alle norme della convenienza, come il castoro alla sua costruzione. Ho vissuto tutta la mia gioventù fra gente simile! Mi è venuto in mente all'improvviso, mentre per la prima volta vedevo il cielo grigio e rosso della sera scendere su Napoli – un brivido di compassione per me stesso, l'idea di cominciare a vivere da vecchio, e lacrime, e, all'ultimo istante, la sensazione di essere ancora in tempo per salvarmi. ([[Friedrich Wilhelm Nietzsche]]) *Non vi mettete scuorno, napoletani e affini, ma l'Espresso e Santoro hanno ragione: Napoli è veramente una città impossibile, insopportabile, malata. Mancavano i duemila delinquenti liberati solo a Napoli e dintorni dall'indultaccio per darle la mazzata finale. Ora la delinquenza galoppa con il plauso della gente e don Clemente Mastella con il suo vice Manconi hanno voglia a dire che l'indulto non c'entra: mentre lo ripetevano, venivano acchiappati a Napoli quattro delinquenti che avevano ucciso per rapina e tre di loro erano usciti freschi freschi dal carcere, grazie all'indulto. Ma non è solo questione di indulto, ne convengo. Il problema è Napoli. Che è davvero una brutta chiavica, per dirla in linguaggio indigeno. [...] Andate per le strade dove trabocca l'immondizia, per i quartieri dove regna il casino e il rumore, per le piazze e i vicoli dove comanda la guapparia e dilaga la furbizia truffaldina. No, Napoli non si sopporta. ([[Marcello Veneziani]]) *Non voglio farla grossa, ma la scoper­ta del Dna è iniziata all'ombra del Golfo e l'ho raccontato nel libro La doppia elica. Napoli, quindi, è stato un luogo fondamentale per me. ([[James Dewey Watson]]) *{{NDR|A Napoli}} novantanove volte su 100 finisci scugnizzo. Vengo dai quartieri popolari, cresciuto dalla nonna. Quando entravo in casa, battevo forte i piedi per far scappare i topi. E niente doccia. Scendevi per strada e ti fottevano la cartella. Poi la bicicletta. Poi il motorino. Alla quarta diventavi scugnizzo. ([[Gigi D'Alessio]]) *Oggi fui a vedere trattare le cause. Sono rimasto edificato del metodo: vengono trattate come si deve, con decenza, con maestà, con onoratezza. Ma la quantità dei curiali è sorprendente! {{sic|figuratevi}} tutti gli abitanti di [[Trento]], e de' suoi contorni riuniti nel castello del mal consiglio. ([[Carlantonio Pilati]]) *Pensiamo a cosa è avvenuto a Napoli durante la Liberazione. Gli americani venivano a salvare i napoletani e loro pensavano al modo per derubarli, per riempirli di prostitute, insomma quasi per avvilirli. Sempre per quel senso di superiorità. ([[Giuseppe De Rita]]) *Penso che abbia nella sua natura una tale magnifica tradizione di ibridazione, che questo discorso<ref>Sull'incontro e lo scambio di apporti culturali fra le civiltà del Mediterraneo.</ref>mi pare particolarmente proficuo, e anche perché Napoli è sempre stata vivissima dal punto di vista culturale: penso al circolo culturale aragonese. [[Roma]] difficilmente è stata capitale culturale, Napoli sì. E poi ha un legame molto forte con l'Oriente, e c'è una tradizione di riflessione filosofica sulla libertà. È una capitale del pensiero, non a caso uno spirito libero come [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] ha poi scelto questa città. Ha tradizioni che resistono insieme ad avanguardie estreme. ([[Silvia Ronchey]]) *Penso che Napoli sia l'unica capitale d'Italia perché è una città che raccoglie le qualità tipiche di una capitale: estrema miseria ed estremo fasto. A parte le bellezze naturali, che non sono suo merito, le è rimasta la ''grandeur'' spagnola ed è l'unica città a sommare a questa ''grandeur'' l<nowiki>'</nowiki>''allure'' della grande capitale''.'' ([[Fernanda Pivano]]) *Per disonore dell'umana ragione non v'è cosa in Napoli tanto notoria, quanto la libera e pubblica vendita che vi si fa dei falsi attestati. La tariffa loro ordinaria è di tre ducati, o di quattro, secondo la fame di chi vende, e il bisogno di chi compra. Se tu vuoi dunque soppiantare un processo, alterare una particola di testamento, falsificare qualunque carattere, tu non hai ch'a gittar via i rimorsi, e dar mano alla borsa. Le botteghe de' falsari son sempre aperte. Tiriamo un velo sopra queste incredibili e non mai più udite abbominazioni. Il pensiero non può fissarle senza raccapriccio. ([[Vincenzo Monti]]) *Per me Napoli ha un posto particolare. Stendhal diceva: "Ci sono due capitali in Europa. Parigi e Napoli". Ho letto quello che Schifano ha scritto della città. Napoli è per me una città veramente particolare, l'ho visitata più volte e mi è molto cara. ([[Emmanuel Macron]]) *{{NDR|Napoli}}, per molti rispetti eccellente, ha questo oscuro e vergognoso e inveterato malanno, che il girar di notte vi è non meno pauroso e pericoloso che tra folti boschi, essendo le vie percorse da nobili giovani armati, la cui sfrenatezza né la paterna educazione né l'autorità dei magistrati né la maestà e gli ordini del re seppero mai contenere. ([[Francesco Petrarca]]) *Per nessuno tranne che per i meridionali è così. Se scrivi se canti se giochi, e vieni da Napoli sarai sempre il giornalista napoletano, scrittore napoletano pittore napoletano. Quel napoletano non te lo toglierai mai. ([[Roberto Saviano]]) *Per riassumermi, mi limiterò a trasmettervi l'impressione che reco da Napoli, da me prima non vagheggiata se non ne' sogni o ammirata se non ne' libri suoi. Ho visto una città colossale, ricca, potente: innumerevoli sono i suoi palazzi, costrutti con titanica negligenza sulle colline, sulle alture, nei vichi, nelle piazze, quasi che indifferente fosse la scelta del luogo in una terra da per tutto incantevole. Ho visto strade meglio selciate che a [[Parigi]], monumenti più splendidi che nelle prime capitali d'[[Europa]], abitanti fratellevoli, intelligenti, rapidi nel concepire, nel rispondere, nel sociare, nel agire. Napoli è la più grande capitale italiana, e quando domina i fuochi del Vesuvio e le ruine di [[Pompei]] sembra l'eterna regina della natura e delle nazioni. ([[Giuseppe Ferrari]]) *Per tutta la città {{NDR|si fanno}} accademie in diverse facoltà, {{NDR|alcune sono}} sospette essendo certo che la gioventù legge libri francesi ed oltramontani, e le massime di quelli contro la Chiesa ed ecclesiastici si spacciano con pompa pubblica, avendo preso gusto nella critica delle materie ecclesiastiche ed alle nuove opinioni cartesiane: {{NDR|di conseguenza a Napoli si è introdotta}} una specie d'ateismo. {{NDR|Particolarmente}} negli avvocati [...] e ministri si sentono pubblicamente proposizioni e massime contarie alla disciplina ecclesiastica, autorità di vescovi e bene spesso ancora contro la suprema autorità della Santa Sede. [...] Il moderno cappellano maggiore ha intrapreso di fondare una nuova accademia di molte facoltà e singolarmente di filosofia e di matematica, e pretende di introdurre la filosofia del [[John Locke|Loch]] e di altri autori simili, avendo già nominati i soggetti per ciascheduna facoltà. ([[Raniero Felice Simonetti]]) *Più ci penso e più mi convinco della forza delle immagini [[Walter Benjamin|benjaminiane]]. Si tratta di immaginare questa città come una colossale spugna stesa sul mare che non affronta i suoi problemi attraverso macroprogetti, sulla base di una ratio logocentrica, che non riduce il complesso delle tensioni, dei conflitti, che non tende ad annullarli, bensì assimilarli e, quasi, nutrirsene. ([[Massimo Cacciari]]) *Provo un estremo fastidio quando si parla di napoletanità. Essa esiste quando non la si individua, non la si isola in provetta e non la si esalta. È la storia impareggiabile di questa città. È la storia anche dei misteri, della morbosità, delle contraddizioni, della violenza, delle irrisioni. Quando la napoletanità diventa tronfia ed arrogante, un surrogato della retorica di regime, sia di sinistra, di destra che di centro, mi appare in tutta la sua miseria ed indeterminatezza culturale. Non mi piace quando viene sistematizzata, ma quando viene inseguita, quando ti contraddice, ti prende alle spalle per una sensazione, una verità carnale, di clima o di paesaggio. Oggi, con l'avvenuta trasmigrazione delle menti e dei corpi, è difficile vagheggiarla come si faceva una volta. Tanto vale trovarla nel rischio di vivere, di pensare e di cercare a Napoli questa grande emozione. ([[Valerio Caprara]]) *Quando diciamo che Napoli è una città violenta, una città criminale, una città sporca, una città in cui la qualità della vita è bassa, possiamo dire verità o esprimere esclusivamente luoghi comuni o stereotipi. È sbagliato rigettare queste definizioni esclusivamente perché mettono in mostra qualcosa che non va nella nostra città. La nostra città è questo ma è anche altro evidentemente: però è anche questo e allora bisogna cercare di capire qual è il fondamento di verità che c'è in questi stereotipi. ([[Aurelio Musi]]) *Quando mi chiedono che cosa resta, in questo nostro mondo cibernetico, di quel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] quasi arcadico del ricordo, "Napoli? Il raffinato cadavere di Napoli?", rispondo: "Per restare resta molto. Resta l'immenso paradiso infranto della memoria. Resta la magnifica nostalgia dei perduti splendori. Restano la coscienza profonda di una storia condivisa, le spoglie delle civiltà da cui proveniamo, un presente postatomico con scorie industriali e una vegetazione radioattiva. Il Mediterraneo è anche questo. Una bellissima cloaca, come il [[Golfo di Napoli|golfo di napoli]]. Un rifugio di turisti nordici in pensione, come a [[Ischia]]. Un frammento di sogno di pietra, come [[Capri]]. Una [[Costiera amalfitana|costa]] geniale dove si trova [[Ravello]], sognata da [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], sognata da [[Richard Wagner|Wagner]]. Isole trasformate in prigioni; vulcani in fiamme; vigne d'oro; vino verde, di uve prodotte e raccolte in proprio; un mondo rurale minacciato, fra il drammatico e il gaudente. Rovine di mille anni fa e persino di ieri. Eterni corpi di marmo e altri ancora effimeri, parimenti magnifici. Tutto il cumulo di passato e presente che ora è vita. Resta il bellissimo cadavere barocco che è Napoli". ([[Josep Piera]]) *Quando nell'Ot­tocento è stata scelta l'idea di unità nazionale, non si è rispettata l'identità della penisola, che è stata sempre po­licentrica. Napoli non ha mai fatto riferimento all'Italia, ma al Mediterraneo e all'Europa. I napoletani si son detti ''regnicoli'', mai italiani, e non lo erano. ([[Franco Cardini]]) *Quando sarò morto tornerò a Napoli a fare il fantasma, perché qui la notte è indicibilmente bella. ([[Hans Christian Andersen]]) *Quanto dunque é Napoli per questo Re {{NDR|[[Carlo III di Spagna|Carlo III]]}} malissima sede, tanto buona sarebbe una città mediterranea, quale io ho sempre stimato [[Melfi]], ove spesso sono stati gli antichi Re. Lontana ella è egualmente dai confini del Regno e dai due mari; buonissima vi è l'aria; le spalle ha guardate da una serie di montagne, il lido del mare dell'altra parte è di mal accesso e fortificabile. ([[Bernardo Tanucci]]) *{{NDR|Il misto di autentica generosità ed astuzia senza doppiezza dei napoletani}} Quest'oggi la padrona del basso che mi ospita ha voluto per forza offrirmi un piatto della loro minestra di riso e fagioli. Ero commosso dalla prodigalità di questa povera gente che si toglie un piatto della loro minestra così faticosamente guadagnata. Avevo appena finito di dire "Ma è sorprendente la generosità e l'ospitalità del popolo napoletano, che mi commuove nel profondo del mio animo" quando si è avvicinata la padrona e a un orecchio mi ha sussurrato: "{{sic|Vedite}} un po' voi {{sic|si putite}} ottenere dall'amministrazione un compenso per il disturbo che ci prendiamo." ([[Vittorio De Sica]]) *Questa città dei miracoli, [...] questo centro di sentimentalismo e di abile sforzo quotidiano tra il bene ed il male. ([[Vintilă Horia]]) *Questa era la città del tempo controtempo [...] noi siamo figli di un grande sonno pomeridiano, un immenso sonno storico mentre tutto l'universo attorno a noi si muoveva e vegliava. [...] Era la città dove il pigliamoci un caffè durava mezza giornata. [...] Era la città del presente eterno: un napoletano non diceva 'domani andrò al mare', diceva invece 'domani vado al mare'. E Napoli, come la sedia rotta e molto rotta e poi smembrata, non esiste più. Il nome è vuoto, come quello di una persona cara che è morta, adagiata sul letto, pronta per essere chiusa in una bara e sepolta. ([[Ruggero Cappuccio]]) *{{NDR|[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] e [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]}} [...] questi due solitari e pur diversi poeti della malinconia, questi due perpetui esuli della loro città natale, ambedue innamorati della natura e portati per temperamento ai toni dell’idillio, ma che ambedue scavarono dentro le misure dell’idillio per cantare la fatale tristezza dell’uomo; e pensate anche a ciò che ha significato per l’uno e l’altro l’incontro con Napoli, se l'[[Eneide]] intera, nella sua stessa dimensione religiosa, e in quel di più che essa ha rispetto alle opere precedenti, non la si potrebbe concepire senza la presenza di questo mare e di questi dintorni, e se l’ultima e più alta impennata di Leopardi e la stessa disperata religione de La ginestra presuppongano come scenario, "''e di [[Capri]] la marina | e di Napoli il porto e [[Mergellina]]''". ([[Mario Pomilio]]) *Restituiamo Napoli ai Borbone! ([[Mario Borghezio]]) *[[Roma]] e [[Venezia]] si riuniranno all'Italia ma chissà se Napoli non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas padre]]) *[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] è, sotto il profilo strettamente storico, il luogo da cui nacque la città di Napoli. ([[Vittorio Paliotti]]) *«Santa Lucia vi conservi la vista», ripete da secoli, il mendicante napoletano che tende la mano sugli angoli delle strade, e dà con quella frase la misura esatta del significato in cui è tenuta a Napoli la «facoltà di vedere», un bene primario che costituisce la ricchezza estrema dei poveri e la sanità ultima degli ammalati. ([[Vittorio Paliotti]]) *Sarebbe una città di incanto se non vi si incontrasse una folla di plebei che hanno aria di ribaldi e di malandrini, senza essere sovente né l'uno né l'altro. ([[Papa Clemente XIV]]) *Sbarco sempre con angoscia a Napoli. Mi sembra di salire su un insidioso palcoscenico, dove la recita è corale e tu sei osservato e trattato come l'ultimo arrivato. Temi i tranelli della scena e la complicità della platea. Saranno pregiudizi e perfino ancestrali eredità del paesano sbarcato nella capitale storica del suo Regno, come una maschera del mio paese, don Pancrazio Cucuzziello, che veniva raggirato a Napoli per la sua ingenua rozzezza contadina. Ma quando arrivo a Napoli sento un'insidia che non avverto nemmeno nelle città arabe o sudamericane più insicure. Sopporto l'inferno napoletano solo come transito obbligato per accedere al paradiso delle sue isole e penisole o per godere di qualche amico. Non scriverò un ennesimo saggio su Napoli, camorra e sentimenti, semmai scriverei su una grande capitale fallita. Che affascina per la voluttà del suo declino, quasi la civetteria di disfarsi in pubblico. ([[Marcello Veneziani]]) *Se dall'unità il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato del Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone. ([[Gaetano Salvemini]]) *Se la banca Euromediterranea si farà, la sua sede naturale dovrà essere Napoli che per storia, centralità e condizioni geopolitiche non può avere rivali. ([[Giulio Tremonti]]) *Se quand'era tempo avessi potuto compiacere ad un mio desiderio, io sarei andato a vivere alcuni anni a Napoli, alcuni a [[Milano]]. Queste due città, una per la sua grande popolazione, l'altra per molte particolari condizioni, sono da qualche tempo la stanza del pensare filosofico in Italia. Esse furono abitate da quasi tutti i nostri scrittori che s'innalzarono ad una certa elevatezza d'idee, ed abbracciarono una certa estensione di principii. ([[Giuseppe Bianchetti]]) *Se [[Piazza del Mercato (Napoli)|qui]] dunque, pullulano i bassi e se ogni casa diventa bottega − come al Lavinaio − è proprio perché da questa economia il napoletano può trarre i mezzi di vita: e non sarà troppo prossimo il giorno, che tuttavia si auspica, di una Napoli pronta a offrire a tutto il milione dei suoi abitanti condizioni perfette di esistenza e di attività. Intanto, qui più che altrove si mostra come la conclamata inerzia napoletana sia invece una geniale attitudine a far diventare ricchezza il talento d'ognuno e come una rete minutissima leghi la grande alla minima industria, il grosso al minutissimo commercio.<br>Se un viaggiatore viene qui, tra la lunghissima [[Via nuova Marina|via Marina]] e il [[Corso Umberto I|Rettifilo]] e va curiosando − con sguardo acuto e cordiale, non distratto e acido − per questa contrada, s'avvederà subito come si tratti proprio di un pullulante fermento economico, come tutto qui risponda a un gioco essenziale della vita. Magari il ricordo di tante tragiche vicende darà un più oscuro colore ai gesti e alle parole di questa parte di Napoli, ma resterà vivo nell'animo di chiunque vi passerà questo «colore locale» che nasconde un significato sociale ben definito, forse anch'esso amabile perché anch'esso necessario alla vita di una grandissima città. ([[Mario Stefanile]]) *Se volete fare qualcosa di buono, fuitevenne 'a Napoli<ref>Fuggitevene da Napoli.</ref>. ([[Eduardo De Filippo]]) *Sebbene il lotto, introdotto a Napoli nel 1682 dai viceré spagnuoli, non esistesse ai suoi tempi, si è convinti che [[Ignazio di Loyola]] abbia manipolato e manipoli ancora, per mezzo dei suoi discendenti, la forza magica dei numeri. Ogni gesuita conosce la ''regola segreta'' e potrebbe arricchire a suo piacimento la gente povera, ma egli tace e tiene per sé la sua scienza. Perciò il gesuita, tacciato di cattiveria e d'egoismo, è abbastanza odiato nel Basso Porto e a Santa Lucia. ([[Marcellin Pellet]]) *Secondo una tesi prevalente, si fronteggiarono allora<ref>Dagli anni 50 ai primi anni 60.</ref>due città: una della rozza speculazione, l'altra della migliore cultura. Due Napoli impermeabili l'una all'altra. «Ma le cose – afferma {{NDR|Pasquale}} Belfiore – non andarono esattamente in questi termini. Vi fu un groviglio di intrecci fra l'una e l'altra città, tra la migliore cultura e la più proterva speculazione; si generarono perverse implicazioni pur partendo da limpidi presupposti. Il ruolo delle facoltà universitarie, degli ordini professionali, delle associazioni di categoria fu ora di totale estraneità, ora della più flagrante connivenza, ora della più intransigente opposizione in alcune delle loro componenti». Il ventaglio delle complicità, che via via hanno preso corpo, appare molto vasto. E non è ancora finita. La speculazione edilizia si avvia verso la terza fase. Dalle singole licenze rilasciate dalle amministrazioni [[Achille Lauro|Lauro]] si passa alle lottizzazioni; dai cantieri di improvvisati appaltatori e costruttori a quelli delle Immobiliari. In molti quartieri, però, la pioggia di cemento costituisce un attentato alla incolumità fisica. Si apre la stagione dei crolli. Napoli appare come «la città di cartone che scivola a mare e uccide», secondo una frase di [[Rosellina Balbi]]. Una "carta geologica", redatta dal Comune alla fine del '67, censisce {{sic|21mila}} metri quadri di vuoti sotterranei molto profondi, {{sic|119mila}} metri di vuoti ex cava e 366 caverne. Napoli è una città costruita sul vuoto. ([[Ermanno Corsi]]) *Sedevano un dì fra' boschetti d'aranci, sulla pendice a' cui piedi è [[Sorrento]]; e la brezza moveva da' rami e dalle foglie una musica di suoni e di fragranze; mentre di sotto alle verdi ombrelle rideva il golfo di Napoli, e dal cielo azzurro traluceva il Paradiso. ([[Augusto Conti]]) *Siamo tutti futuri napoletani. ([[Susanna Tamaro]]) *Si sa che i napoletani mettono tre o quattro parole dove non ne bisogna che una. ([[Giuseppe Pignata]]) *{{NDR|[[Napoli]] appare}} simile a certe leggendarie città orientali, vagheggiate dai poeti arabi: tetti e torrette che sembrano minareti, cupole ricoperte da tegole multicolori, chiese simili a moschee, guglie scintillanti, più adatte alla mezzaluna che alla croce, una popolazione brulicante simile nell'aspetto al popolo dell<nowiki>'</nowiki>''Arabia felix'', abbigliata secondo la foggia orientale. ([[Lady Morgan]]) *Solo noi abbiamo potuto permettere che la nostra Parigi {{NDR|Napoli}} venisse fagocitata da un centro minore {{NDR|[[Torino]]}}. ([[Pietrangelo Buttafuoco]]) [[File:Sfogliatelle.JPG|thumb|Sfogliatelle ricce, tipico dolce molto in uso a Napoli]] *Sono così afflitta, che preferisco l'entrata dei Francesi e che tolgano a quei miserabili fino all' ultima camicia, piuttosto che di vedere i nostri proprii sudditi bestie vili, poltroni, ma furfanti, condursi in tal guisa. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]) *Sono due città simili, Napoli come [[Istanbul]] si è lasciata il suo antico splendore alle spalle... ma mentre a Napoli c'è ancora traccia del passato, nei musei, nei palazzi, nelle strade, a Istanbul tutto è andato bruciato, distrutto... Eravamo troppo occupati a sopravvivere. ([[Orhan Pamuk]]) *Su dalla piazza aperta la massa del Maschio Angioino inquadra il panorama del porto e del [[Vesuvio]] lontano. Sullo sfondo celestino del monte s'alza lo stelo rosa del faro e fittiscono gli alberi dei velieri e dei piroscafi. Le pietre del selciato dure e ondulate ricordano quelle delle strade di [[Pompei]]. Ci si inoltra nei quartieri popolari dove le vie sono profonde tra caseggiati enormi e corrosi. Sembra di avanzare in una densa boscaglia, dove tra i rami cantino gli uccelli: sono i richiami dei venditori ambulanti. ([[Giovanni Comisso]]) *Sulla filosofia dell'umanità, sull'economia dei popoli noi abbiamo avuto opere eccellenti da quel paese, giacché la libertà del pensiero illumina e predilige il golfo di Napoli più che ogni altra parte d'Italia. ([[Johann Gottfried Herder]]) *Tra tutti gli amori terreni niuno certamente è più lodevole, più onesto, quanto quel della Patria. E quantunque a ciascuno sembri la propria esserne la più degna, e sola senza divisione d'affetti, senza comparazioni, senza rivalità l'onori, e l'abbia in pregio e l'ami; pure se fosse permesso tra questi doverosi amori far parallelo, niuna Patria a noi ne pare tanto meritevole quanto Napoli per chiunque ebbe in sorte il nascervi cittadino. ([[Ferdinando Galiani]]) *Tu sguazzerai con quei caci cavallucci freschi, arrostiti non con lento fuoco, ma prestissimo, con sopravveste di zucchero e cinamono. Io mi struggo solo a pensarvi. Vedrai in Napoli la Loggia detta per sopranome de' Genovesi, piena di tutte quelle buone cose che per ungere la gola desiderar si possano. Mangerai in Napoli di susameli, mostacciuoli, raffioli, pesci, funghi, castagni di zucchero, schiacciate di màndole, pasta reale, conserve rosate, bianco mangiare. Sarannoti appresentati de' buoni caponi. ([[Ortensio Lando]]) *Tutto quello che esiste passa di qui. Qui dal porto di Napoli. Non v'è manufatto, stoffa, pezzo di plastica, giocattolo, martello, scarpa, cacciavite, bullone, videogioco, giacca, pantalone, trapano, orologio che non passi per il porto. Il porto di Napoli è una ferita. Larga. Punto finale dei viaggi interminabili delle merci. Le navi arrivano, si immettono nel golfo avvicinandosi alla darsena come cuccioli a mammelle, solo che loro non devono succhiare, ma al contrario essere munte. Il porto di Napoli è il buco nel mappamondo da dove esce quello che si produce in Cina, Estremo Oriente come ancora i cronisti si divertono a definirlo. Estremo. Lontanissimo. Quasi inimmaginabile. Chiudendo gli occhi appaiono kimono, la barba di Marco Polo e un calcio a mezz'aria di Bruce Lee. In realtà quest'Oriente è allacciato al porto di Napoli come nessun altro luogo. ([[Roberto Saviano]]) *Un'assoluta estinzione di sentimento morale è lo spettacolo disgustoso di Napoli e della sua gente. Non si vedono uomini ma selvaggi... Al gusto depravato, al senso perverso di questo popolo piace il laido, il ripugnante... È il paese del piacere, niente più. Da [[Tiberio]] ai nostri giorni qui non si è fatto che godere. ([[Ernest Renan]]) *Un popolo che ha più immaginazione che fantasia, più acume ed arguzia che sentimento e passione, il quale rimane con la testa fredda in mezzo agli impeti più selvaggi ed arzigogola e sofistica anche quando sragiona. ([[Vittorio Imbriani]]) *Un turista tedesco dell'Ottocento sosteneva che «nella città del sole, per vendere un pomodoro bisognava cantare una cavatina». C'è di più: il venditore deve essere un attore nato, come dimostra questo crescendo [[Gioacchino Rossini|rossiniano]] impiegato per vendere cocomeri.<br>– Comme so' russe sti mellune!<br>(Un rosso così intenso da sembrare nero).<br>– So' nire, nire, nire sti mellune!<br>(Sono addirittura di fiamma).<br>– Tenenno 'o ffuoco d' 'o Vesuvio 'a dinta, sti mellune!<br>(Macché Vesuvio, questo è addirittura l'inferno!)<br>'Nce sta 'o diavolo 'a dinta: vih, che ffuoco 'e ll'inferno!<br>(Ed infine, è roba da chiamare i pompieri).<br>– S'è appiccicato 'o ciuccio cu tutta 'a carretta oh, anema d' 'o ffuoco!! ([[Riccardo Morbelli]]) *Una cultura cittadina ancora troppo prigioniera di un ottocento napoletano, oltre tutto spesso di seconda e terza mano, una città che in quest'ultimo secolo ha avuto rarissime occasioni di monumenti urbani o di collocazioni artistiche sul territorio. Queste circostanze hanno certamente determinato una scarsa sensibilità e un'{{sic|altrettanta}} scarsa conoscenza collettiva dell'arte contemporanea. Ma se una città che vuole rinnovarsi e rilanciare se stessa, è giusto che sia sempre gelosa custode del suo passato e della sua storia, dalle cui radici deve trarre le sue azioni future, deve anche vivere il suo presente, deve produrre cultura attuale, deve, in altri termini, essere testimone e protagonista della sua contemporaneità.<br>Ci è sembrata, quindi, un'occasione straordinaria poter adoperare luoghi di grande afflusso, come sono le stazioni della metropolitana, come luoghi in cui la città potesse confrontarsi con l'arte e dove il rapporto con l'arte potesse divenire un rapporto quotidiano, ordinario, normale.<br>In altri termini, ci sembra fondamentale che la città nel suo complesso e i suoi cittadini non siano più fermi all'arte del passato, non siano più culturalmente frenati dalla cultura di Napoli come grande capitale borbonica, ma esprimano finalmente la cultura di Napoli come grande capitale del [[Mediterraneo]] e, quindi, vivano e abbiano confidenza con l'arte di oggi. ([[Riccardo Marone]]) *Una romantica rovina da ripensare continuamente. Una splendida festa di sole, di mare e di morte. Immagine, quella della mia città, che fugge via, si avviluppa, si trasforma, si strazia, s'imbelletta, provoca ed eccita incarnandosi in figurazioni anarchiche, aggressive, imprevedibili, irridenti. ([[Valerio Caprara]]) *Una sola città, in Italia, poté resistere, fino al tempo di Diocleziano, all'unità romana. Reggio e Taranto avevano già dimenticato il greco, quando Napoli lo parlava ancora. Mentre le città del litorale ionio erano entrate nell'oscurità in cui dovevano restare sommerse fino all'VIII° secolo dell'era cristiana, mentre Capua, ancora ricca e popolosa, declinava lentamente dal giorno in cui, rivale di Roma, era stata abbattuta per sempre, Napoli non aveva cessato di crescere sotto il dominio romano senza acquistare la sua prosperità a prezzo di una rinuncia a tutte le sue tradizioni elleniche. La città erede dell'antico splendore di Cuma conservò sotto l'Impero forme di gorverno che la stessa Grecia aveva perdute: i cittadini continuarono a ripartirsi entro ''fratrie'' ad imitazione di Atene; imperatori, come Tito e Adriano, si onorarono di portare il titolo di ''demarca'' di Napoli. Le stesse magistrature romane rivestirono nomi ellenici; il duumviro fu un ''arconte'', e l'edile un ''agoranomo''. Giochi di origine antica furono magnificamente restaurati in onore di Augusto e salutati dai poeti e dai retori delle scuole greche, che attirarono in Campania fino alla fine del IV° secolo, come gli ultimi giochi olimpici. È a Napoli che Nerone andò per ricevere al teatro la corona poetica perché contava di trovarvi una società affrancata dai pregiudizi romani e, per dirla tutta, con l'espressione stessa di Tacito, una città greca. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]]) *Una volta che arrivi a Napoli e impari a conoscerla, la accetti e la apprezzi per quello che è: fantastica, caotica, a volte anche folle. Può capitare che quella follia un giorno non vada bene per te e per la tua famiglia, ma non succede quasi mai perché è quella stessa follia che te la fa amare e ti rende felice. ([[José Manuel Reina]]) *{{NDR|La Festa di Pedigrotta dell'8 settembre 1608}} Vi accorre tutta Napoli. Vi vanno diecimila donne con gran fasto in infinite carrozze, e duemila cavalieri a cavallo e in carrozza, che solo a vedere tante gale, tanti volti divini, è una gloria; tanta nobiltà di principi e titolati che superano i trecento, e con tanti diversi colori di ricche livree e così numerose, che tutto il passeggio sembra un prato di gradevoli fiori. Vi va un'infinità di gente del popolo, e vi sono tra le donne mille volti stupendi, e sono adorne di mille gioie, ché non v'ha mai donna di ciabattino che non porti il giorno della festa e catene e collane d'oro e vesti molto ricche di seta. Si vedono poi mille belle cortigiane spagnuole e italiane, la cui grazia e il cui brio svegliano i sensi più assorti e mortificati. ([[Miguel de Castro]]) *Vi sono a Napoli dei luoghi sotterranei che funzionano come una sorta di camera di decompressione simbolica, dove le presenze che abitano il fondo del tempo e dell'immaginario abbiano, nel corso della loro risalita, l'opportunità di sostare per farsi riconoscere e nominare, per riaffiorare infine nel presente senza sconvolgerlo [...] Queste "anime antiche" appaiono allo stesso tempo come simboli, custodi e testimoni del tempo: un archivio. A quest'archivio, i luoghi da una parte, il rituale e il mito dall'altra, forniscono la scena, la scrittura drammatica e l'ordine del discorso. Un discorso capace di arditezze metafisiche incredibili, soprattutto quando riflette obliquamente sul continuo e sul discontinuo, sull'oblio e sulla memoria, affidando ai morti il ruolo che nella logica spetta alle astrazioni. ([[Marino Niola]]) *– Vi sono forse città più piacevoli sul continente e capitali più allegre, disse Violetta, ma in una simile notte ed a quest'ora incantata, qual città può paragonarsi a [[Venezia]]?<br>– La Provvidenza è stata meno parziale nella distribuzione de' suoi favori terrestri, che non credono quelli che mancano d'esperienza, disse il Carmelitano. Se noi abbiamo i nostri piaceri particolari e i nostri momenti di contemplazione divina, altre città hanno i lor vantaggi: [[Genova]], [[Firenze]], per esempio, [[Roma]], [[Palermo]] e soprattutto Napoli...<br>– Napoli, padre mio!<br>– Sì, figlia!; di tutte le città della bellissima Italia, è la più bella e la più favorita dalla natura. Di tutti i paesi che ho visitati nella mia vita errante e consacrata alla penitenza, Napoli, è quello verso il quale la mano del Creatore è stata più generosa. ([[James Fenimore Cooper]]) *Via Toledo, presso al tramonto, è una zona di sogno, un canale di felicità trascinante gli ori del crepuscolo, il carminio del cielo caldamente appoggiato sulle bionde verdure del Vomero. L'eleganze, gli amori passano e s'incrociano fra uno scintillamento infiammato di cristallerie e di sorrisi, lungo i marciapiedi. Correre mollemente assisi in questo gurgito allegro di vita meridionale è una gioia di cui porterò con me l'amoroso ricordo. ([[Ardengo Soffici]]) *Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! E questa la vostra grande risorsa: la gioia, l'allegria. ([[Papa Francesco]]) ====[[Nicola Abbagnano]]==== *A «istruirmi» sull'umanità fu anche l'antica astuzia partenopea, quella che viene detta «arte d'arrangiarsi», ovvero di sopravvivere a una miseria forse invincibile. C'erano per esempio i venditori d'oro falso, che si accostavano con sfacciata impudenza ai turisti appena sbarcati, o in procinto d'entrare da Zi' Teresa, per vendere qualche «patacca», c'erano i vecchi di San Gennaro dei Poveri che, a pagamento, da Piazza Carlo III andavano nelle case a piangere i morti, e potevano spingersi per la bisogna (a tripla paga o almeno doppia: 150 lire) fino a [[Vietri sul Mare|Vietri]] e a [[Sorrento]]; a ogni angolo c'erano gli acquaioli, che t'offrivano boccali d'acqua ghiacciata, assieme ai venditori improvvisati di pasta, vermicelli fumanti e appena scodellati, con su uno spruzzo di pomodori e pepe; e c'erano le prostitute, giovani e vecchie, che vendevano se stesse col medesimo sguardo, ora sfrontato ora implorante. Nei libri, e nei piccoli fatti d'ogni giorno, trovavo una continua, reciproca conferma. *Napoli, del resto, rimase sostanzialmente impermeabile al [[fascismo]]. Lo furono gli stessi notabili che pure nel '22, alla vigilia della marcia su Roma, s'erano spellate le mani ad applaudire Mussolini al [[Teatro di San Carlo|teatro san Carlo]]. Altrettanto estraneo agli slogan mussoliniani fu il popolo, per atavico irridente scetticismo (un difetto, a volte, può trasformarsi in virtù). *Quando sessant'anni fa m'aggiravo per Napoli, e fiutavo l'aria salmastra tra le grida dei venditori di pesce, non m'imbattevo di certo nello Spirito Assoluto, che avanza nella Storia attraverso la sua dialettica fatta di tesi, antitesi, sintesi. M'aggrediva, dolorosa e dolcissima, soltanto la molteplice realtà. Vedevo i volti dei partenopei, le loro espressioni irridenti, con una saggezza antica e popolaresca, tutt'una con la miseria insieme aulica e familiare della «Napoli nobilissima», tra la barocca solennità dei monumenti e lo squallore dei bassi. Mi dicevo che la ''Ratio'' hegeliana era ben remota da tutto questo, dalla bellezza delle donne, dagli sguardi abbaglianti degli occhi morati dietro le lunghe ciglia delle ragazze giù a [[Via Toledo|Toledo]] e a Chiaia, nell'allegria chiassosa che ti veniva incontro ovunque, anche nella povertà, anche nei laceri panni multicolori fatti asciugare nei vicoli alla brezza notturna, sotto la luna. Era forse l'Assoluto a essere il soggetto del mondo reale, della storia, o non piuttosto la molteplicità degli individui, con i loro autentici bisogni? ====[[Percy Allum]]==== *L'elemento fondamentale è l'estraneità di vasti strati della popolazione dalle istituzioni della republica italiana, con tutte le conseguenze che ne derivano: la sopravvivenza del sistema paternalistico clientelare, l'ambigua accettazione dei valori sociali dominanti, la rottura causata dall'emigrazione e dalle trasformazioni economico-sociali. *Il napoletano è convinto di vivere in un mondo ostile, sul quale non è in grado di esercitare alcun controllo... I rapporti tra gli uomini sono regolati da una concezione fatalistica, nella quale l'Autorità svolge lo stesso ruolo che ha il «destino» nel mondo naturale. *In passato, se chi comandava faceva il suo dovere, il popolo lo sosteneva; quando non lo faceva più, il popolo scatenava una piccola rivolta... Il gran numero di dimostrazioni di piazza e di jacqueries che costellano le pagine della storia del napoletano è la prova di quanto sia radicata negli abitanti la fiducia in questo tradizionale meccanismo. ====[[Alberto Arbasino]]==== *Avvicinandoci alla città il cielo s'oscura e l'aria si fa soffocante. Le fiammate delle raffinerie tingono di rosso e di giallo il polverone dei cementifici, a nuvoloni foschi: ma lo si è sempre saputo fin da Virgilio che questi paraggi sono le porte dell'inferno, la sede dell'orrore. *E poi, insomma, una città fra le più vecchie d'Europa, e dalla [[Magna Grecia]] in poi sono i suoi stessi governi a ripeterle che non è ancora matura per... E lei, lì, ad aspettare che vengano Elargite Provvidenze, senza muovere un dito... Tanto vero che mentre gli altri ricostruiscono [[Amburgo]] o [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|Hiroshima]] qui non hanno ancora incominciato a portar via le immondizie del Dugento dalle strade... [...] Solita colpa dei [[Borbone delle Due Sicilie|Borboni]] che avrebbero borbonizzato la città? Mah, dev'essere lei che ha napoletanizzato loro. *Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. Veramente è una città che non mi dice niente, perciò trovo inutile venirci. Non so cosa farmene del sole mediterraneo e dell'eredità classica e dell'architettura normanna e delle semplici gioie della vita contadina e della pizza alla pescatora. Commedia dell'arte, per me no, grazie. ====[[Giovanni Artieri]]==== *Altri e più terribili dolori sarebbero intervenuti nella vita della città, diventata uno dei centri strategici della seconda guerra mondiale, nel Mediterraneo. Prove eroiche misero a nudo lo spirito stoico della popolazione, la sua illimitata capacità di sopravvivere, la sua quasi magica facoltà di «ridurre» stranieri e invasori al proprio modulo umano, e dominarne così eccessi e barbarie. *Chi ha detto Napoli città «savia», non la conosce: non sa quanto, a Napoli, il filisteo professorale, l'uomo di pomposa serietà che non sbaglia mai, che non sappia ridere o sorridere, rischi di passar da scemo, da «fesso», da persona non pertinente alla città.<br>A Napoli sta di casa una certa illustre e armoniosa follia di origini bacchiche e filosofiche, proveniente dal remoto passato, qualche cosa come i misteriosi raggi cosmici usciti dalle insondabili profondità del caotico universo. La follia trema con la sua luce di diamante, in fondo all'animo {{sic|queto}} e ragionevole dei napoletani. *È la sola città del mondo ove sia possibile scorgere qualche probabilità di sfuggire al destino comune dell'[[Europa]] d'oggi. Che ci appare assai simile a quello del decadente Seicento, alla ricerca d'un'anima che ne sorregga l'affastellata apparenza barocca.<br>In questa ricerca, l'[[Italia]] e l'Europa si affacciano al davanzale di eri. Cercano uno stile, una poesia. Tentano di rifarsi al neorealismo, ch'è poi il semplice e nudo realismo del secolo scorso.<br>Dove si pensa a quest'angoscia, è a Napoli. Napoli è ricca d'una incredibile ricchezza. Essa non ha bisogno di «darsi» uno stile. Non deve cercare una cifra, una chiave, un modulo per essere «se stessa». Non ha perduto, insomma, il contatto con il passato. Essa è sempre affacciata alla finestra che guarda sul giardino (un poco appassito) delle memorie e su quello fragrante e fresco dell'attualità. Perciò tutti invidiano Napoli. *{{NDR|L'ultimo incontro con Gino Doria, alla [[Certosa di San Martino]]}} E noi, «ncielo<ref>In cielo.</ref>» stavamo, chini sulla ringhiera barocca del celebre balcone su Napoli, lì sull'angolo dominato dalla cupa mole del Forte. Si guardava la città ai nostri piedi; compatta e ammonticchiata come sempre appare Napoli a chi la vede da una prospettiva aerea. Un grattacielo tagliava l'aria, dominando il mare confuso delle case, solcato dai neri decumani dei quartieri greco-romani.<br>Freddo e remoto il [[Vesuvio]] spento, albuginoso e come spento anch'esso, il mare; la collina di [[Posillipo]] ricoperta di eczemi. Dal caos brulicante veniva un vago rombo, un respiro di lontanissima risacca. Stavamo zitti, Doria ed io, a guardare come superstiti di una conflagrazione di mondi, reduci spaesati di evi caotici e rotolanti. Di tanto in tanto, don Gino puliva e s'aggiustava il monocolo, per vedere qualcosa nello spessore dell'aria. Qualcosa che nemmeno a me riusciva di scorgere. *[[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] non vende più i suoi pesci e le sue quaglie a questa plebe, ma, in cambio di voti, i partiti politici le vendono feste televisive e adulazioni sociali. *Il concetto di nobiltà, a Napoli, è profondamente unitario e totale: pochi, anche tra i più forti napoletanisti, conoscono, per esempio, un'espressione del dialetto per indicare «tutti, nessuno escluso», questa espressione rara è ''nòbbele e snòbbele''<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>(cioè nobili e non nobili), quanto dire l'intero popolo. Per questo diverso e più sottile coincidere degli intendimenti sociali e unitari della paroletta «nobilissima», Napoli lo è. [...] La loro prima nobiltà è diplomata dall'intelligenza, dall'acume, dallo spirito e dalla cultura. Un principe fesso non vale uno scugnizzo intelligente. *Il napoletano adopera la sua superstizione come un elemento aggiuntivo e razionale del suo giudizio. Come, cioè, una variabile indipendente il cui comportamento gli sfugge, ma la cui influenza gli è nota. Ciò è dimostrato dalla natura stessa della cabala e delle pratiche magico-aritmetiche in uso per la previsione dei numeri del lotto. ''La [[Smorfia]]'', libro dei sogni, introduce l'elemento fantastico nel rigore matematico delle ''scadenze'', delle ''figure'', degli ''estratti'' su cui si intrecciano i movimenti e l'intera meccanica delle giocate. *In ogni napoletano si può scorgere il riflesso dell'ironia, del sarcasmo, del gusto, dolorosamente umano, della deformazione bruegheliana<ref>Nel testo il refuso: breugheliana.</ref>, comica e tragica di [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]]: la facoltà di tradurre in paradosso e poesia, la contingenza storica: nel prodigio di un detto, di una forzatura comica, d'una constatazione centrata nell'ironica e contraddetta natura delle cose.<br>Durante la sfilata a Napoli delle squadre di camicie nere, nell'ottobre del 1922, uno [[scugnizzo]] chiese ad alta voce, dinanzi a tante braccia protese nel saluto romano: «''Ma ched'e', chiove?''» (Ma cos'è, vedono se piove?). Quello scugnizzo non sapeva di fissare un tratto di storia. (Eccetera, eccetera.) *In questo discorrere, il lento e grigio giorno di [[Tokio]] declinava; fedelmente accompagnato dalla pioggia sottile. Ero un poco scontento. Perché a me, allora, [[Harukichi Shimoi|Shimoi]] interessava assai più come «giapponese» che come «napoletano» mentre a lui, quel fatto di possedere ogni segreto dell'anima e della misteriosa essenza d'arte del suo paese, non diceva quasi niente. Un fatto spiegabilissimo, del resto, che dice quanto Napoli avesse mutato o, come gli dissi scherzosamente, «corrotto» un nipponico così puro.<br>Allora Shimoi mi raccontò quest'aneddoto. Nel 1949 ricevette un invito a recarsi al [[Palazzo imperiale di Tokyo|palazzo imperiale]]. [[Douglas MacArthur|Mc Arthur]] aveva stabilito che l'Imperatore diventasse un monarca borghese e [[Hirohito]], prima di obbedire al generale americano ordinò di celebrare, per l'ultima volta, la «cerimonia del [[tè]]», convocando tutti i familiari, cioè tutti i principi del [[Giappone]]. A Shimoi fece dire dal suo maestro di cerimonie: «Venga ad allietarci con le sue storie di Napoli, in quest'ora triste». Nessun napoletano avrebbe immaginato il nome della sua città capace di consolare, anche per poco, la tragedia di un imperatore vinto. *La natura filosofica dei napoletani non è discriminabile nelle manifestazioni della vita comune; anzi è tutt'una con essa; in questo si rintraccia il segno più vero della nostra sostanza ellenica.<br>È un tratto del nostro pudore, della nostra ironia di fronte alle certezze troppo solenni e auguste della scienza, della storia, della morale: un'eleganza dello spirito che rifiuta a se stesso l'orgoglio di ritenersi capace di costruzioni eterne e perfette, di raggiungimenti immuni da incoerenze e contraddizioni. È, a pensarci bene, un senso di squisita umiltà. *Napoli pesa poco nel bagaglio di chi viaggia per il mondo, poiché appartiene al mondo delle idee. Si può incontrare, come una categoria universale, in ogni angolo, il più strano della terra. *{{NDR|Il}} nostro popolo, che è filosofo più d'ogni altro. Libero e sboccato sovente – e questo attrasse molti di coloro che scrissero prima che io giungessi – profondo ironico saggio, sempre, e questo attrae me, per tendenza ed anche per elezione del mio spirito. ([[Rocco Galdieri]]) *Per chissà quali remoti legamenti con il pensiero eleatico ([[Elea-Velia|Elea]], del resto, si trova a due passi da Napoli) i napoletani posseggono un naturale, istintivo senso della relatività. Il velo di ironia che si scopre, come la polvere del caffè in fondo alla tazza, alla fine di ogni conversazione, per quanto seria voglia essere, con un napoletano, viene da questa natura relativistica. *Un pomeriggio del settembre '54 con [[Amedeo Majuri]] e [[Augusto Cesareo]] andammo a rivedere [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza del Mercato]] e quel che la guerra ne ha lasciato. Spettacolo triste. Il guasto e la polvere avvolgevano ugualmente l'arco di Sant'Eligio e la facciata gotica di San Giovanni a mare. E, di fronte, il piedistallo di «Marianna 'a capa 'e Napule» era vuoto. Vi appoggiava le spalle una bellissima venditrice di pannocchie bollite, una «spicaiola». «''Signò''», ci disse, «''l'hanno luvata stammatina. Dice {{sic|ch'a}} mettono dinto 'o Municipio. Mo ce stongh'io...''<ref>Signore, l'hanno tolta stamattina. Corre voce che la collocano nel Municipio. Adesso ci sono io...</ref>» La [[Cibele]] era stata tolta, per trovar posto nel Cortile del palazzo del Municipio e lei, la bellissima, diceva: «La sostituisco io». Tanto è stretta la parentela tra i napoletani e gli dèi. *{{NDR|A [[Shiraz]], in un tempio zoroastriano}} Vi fummo introdotti e un tale, ch'era l'officiante ''parsi'', accese un fiammifero. Subito dal suolo, traverso una bocchetta di ferro, sprizzò una fiamma chiara e fumosa. Era petrolio nativo, come, in quel paese, se ne incontra dappertutto. «Ecco», ci disse l'uomo, «ecco: guarda la luce dello Spirito.» «Ma», obiettammo, «l'hai accesa tu, adesso, con un fiammifero...» «Non importa. La fiamma era lì, anche quando non appariva. Era lì. Ma tu non la vedevi.» Forse quell'imbroglione di prete ''parsi'' aveva ragione. Anche a Napoli, la «fiamma» è lì: spesso non la vediamo. Spesso la cogliamo per strada, camminando. La troviamo nella bocca di una popolana o nella rassegnata ironia di un tranviere. ====[[Simone de Beauvoir]]==== *In Via dei Tribunali, attorno a [[Porta Capuana]], guardavamo le piramidi di cocomeri e di melloni, i mucchi di pomidori, di melanzane, di limoni, di fichi, di uva, i pesci lucenti, e quelle specie di altarini rococò, così graziosi, che i venditori di frutti di mare fabbricano con muscoli e alghe: ignoravamo che il cibo si espone con tanta violenza solo quando la gente crepa di fame. *La vita degli uomini si esibisce nella sua nudità organica, nel suo calore viscerale: sotto questo aspetto, Napoli ci stordì, ci nauseò, ci stregò. *Misconoscendo la profondità di quella miseria, poterono piacerci certi suoi effetti; ci piaceva ch'essa sopprimesse tutte le barriere che isolano gli uomini e li diminuiscono: tutto quel popolo abitava il calore di un solo ventre; le parole «dentro», «fuori», avevano perduto il loro significato. Gli antri oscuri in cui rilucevano debolmente delle icone appartenevano alla strada, nel gran letto matrimoniale dormivano dei malati; dei morti riposavano allo scoperto. E l'intimità delle case si espandeva sulla strada. Sarti, calzolai, fabbri, fabbricanti di fiori artificiali; gli artigiani lavoravano sulla soglia della loro bottega; le donne si sedevano davanti alla porta di casa per spidocchiare i loro bambini, rammendare la biancheria, pulire il pesce, sorvegliando i bacili pieni di pomodori schiacciati che esponevano all'azzurro lontano del cielo. Da un capo all'altro della via correvano sorrisi, sguardi, voci, amicizia. Questa gentilezza ci conquistò. *Ogni tanto andavamo a prendere un caffè sotto la [[Galleria Umberto I|Galleria]], mangiavamo i lucidi pasticcini della grande pasticceria Caflish oppure un gelato in [[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]], sulla terrazza del [[Caffè Gambrinus]]. Sfuggendo le asprezze della vita napoletana ne scoprivamo le dolcezze. Peraltro, dappertutto, in qualsiasi momento, il vento ci portava la polvere desolata dei docks, odori umidi e ambigui. Quando salivamo a [[Posillipo]], il candore menzognero di Napoli, in lontananza, non ci ingannava. ====[[Walter Benjamin e Asja Lācis]]==== *Il linguaggio mimico è più spiccato che in qualsiasi altra parte d'Italia. Una conversazione tra napoletani risulta impenetrabile per qualsiasi forestiero. Le orecchie, il naso, gli occhi, il petto e le ascelle sono posti di segnalazione azionati attraverso le dita. Tale suddivisione ritorna nel loro erotismo schizzinosamente specializzato. Gesti servizievoli e tocchi impazienti appaiono allo straniero in una regolarità che esclude il caso. Sì, qui egli sarebbe perduto, e invece, bonario, il napoletano lo manda via. Lo manda qualche chilometro in là a Mori. «Vedere Napoli e poi Mori», dice secondo un vecchio motto. «Vedere Napoli e poi muori», ripete il tedesco. *L'architettura è porosa quanto questa pietra. Costruzione e azione si compenetrano in cortili, arcate e scale. Ovunque viene mantenuto dello spazio idoneo a diventare teatro di nuove impreviste circostanze. Si evita ciò che è definitivo, formato. Nessuna situazione appare come essa è, pensata per sempre, nessuna forma dichiara il suo «così e non diversamente». È così che qui si sviluppa l'architettura come sintesi della ritmica comunitaria: civilizzata, privata, ordinata solo nei grandi alberghi e nei magazzini delle banchine – anarchica, intrecciata, rustica nel centro. *Le descrizioni fantastiche di numerosi viaggiatori hanno colorato la città. In realtà essa è grigia: di un rosso grigio o ocra, di un bianco grigio. E assolutamente grigia in confronto al cielo e al mare. Il che contribuisce non poco a togliere piacere al visitatore. Poiché per chi non coglie le forme, qui c'è poco da vedere. La città ha un aspetto roccioso. Vista dall'alto, da Castel San Martino, dove non giungono le grida, al crepuscolo essa giace morta, tutt'uno con la pietra. ====[[Camillo Benso, conte di Cavour]]==== *Il tempo stringendo non le parlerò di [[Sicilia]] ove le cose procedono bene e mi restringerò al doloroso argomento di Napoli.<br>Divido pienamente il suo modo di vedere. Il nostro buon [[Luigi Carlo Farini|Farini]] ha preso una via falsa, ma può riparare l'errore, se alla caduta di Gaeta adotta un altro sistema. Bisogna parlargli schietto, è uomo generoso che non ha altro pensiero che il trionfo della causa cui ha dedicato la sua vita. Farini deve proclamare l'idea unificatrice ed attuarla, qualunque {{sic|sieno}} gli ostacoli che gli si parano innanzi. La menoma esitazione in proposito sarebbe fatale: glielo ripeta su tutti i {{sic|tuoni}} e con tutte le forme. Dato poi che Farini non reggesse o per difetto di forze fisiche o per qualunque altro motivo, che cosa fare?<br>Ci ho studiato bene , e non ho trovato che due soluzioni. Mandare [[Urbano Rattazzi|Rattazzi]] e [[Alfonso La Marmora|La Marmora]] a governare Napoli oppure andarci io.<br>La prima sarebbe preferibile sotto ogni rispetto. Ma Rattazzi e La Marmora accetteranno? Solo il Re potrebbe decidere il primo, ed il primo trarre seco il secondo.<br>So che Rattazzi riuscendo a Napoli, gli spetterà il primo posto nel ministero: ma ciò poco monta. Trionfi pure Rattazzi purché si salvi il paese. Se egli evita una crisi a Napoli, gli daremo l'intiero nostro appoggio come cittadini e come deputati.<br>La seconda ipotesi può avere conseguenze fatali pel paese e per me. Egli è evidente che ho tutto a perdere e nulla a guadagnare.<br>Corro pericolo di vedere distrutta la riputazione che 13 anni di lotte continue mi valsero, senza possibilità di accrescerla. Ma ciò poco monta. L'uomo di Stato che non è disposto a sacrificare il suo nome al suo paese, non è degno di governare i suoi simili. *Io riassumo in due parole il concetto politico e militare che bisogna attuare.<br>Ristabilire l'ordine a Napoli prima, domare il [[Francesco II delle Due Sicilie|Re]] (Borbone) dopo. Guai se si invertisse il modo di procedere. Quindi occupazione immediata di Napoli... Occupate senza indugio gli Abruzzi. Fate entrare il Re in una città qualunque, e là chiami [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a sé. Lo magnetizzi... La spedizione di Cialdini a Napoli compie l'opera: Cialdini fa da dittatore militare sino all'arrivo del Re nella capitale...<br>...Ecco il solo programma d'esito sicuro.<br>Bisogna evitare che l'assedio di Gaeta preceda l'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli. *L'Italia del Settentrione è fatta, non vi sono più né Lombardi, né Piemontesi, né Toscani, né Romagnoli, noi siamo tutti italiani; ma vi sono ancora i Napoletani. Oh! vi è molta corruzione nel loro paese. Non è colpa loro, povera gente: sono stati così mal governati! E quel briccone di Ferdinando! No, no, un governo così corruttore non può essere più restaurato: la Provvidenza non lo permetterà. Bisogna moralizzare il paese, educar l'infanzia e la gioventù, crear sale d'asilo, collegi militari: ma non si pensi di cambiare i Napoletani ingiuriandoli. Essi mi domandano impieghi, croci, promozioni. Bisogna che lavorino, che siano onesti, ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni; ma soprattutto non lasciar passargliene una: l'impiegato non deve nemmeno esser sospettato. Niente stato d'assedio, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son capaci di governare con lo stato d'assedio. Io li governerò con la libertà, e mostrerò ciò che possono fare di quel bel paese dieci anni di libertà. In venti anni saranno le provincie più ricche d'Italia. No, niente stato d'assedio: ve lo raccomando. *Se la costituzione dell'Italia è posta a repentaglio perché non ho voluto ammettere ora, in via eccezionale, nella marina un giovane che dava la sua dimissione, e se ne stava a casa quando i suoi compagni si battevano, bisogna dire ch'essa è talmente {{sic|dilicata}} da non potere durare tre mesi.<br>Sapete perché Napoli è caduta sì basso? Si è perché le leggi, i regolamenti non si eseguivano quando si trattava di un gran signore o di un protetto del Re, dei Principi, dei loro confessori od aderenti. Sapete come Napoli risorgerà? coll'applicare le leggi severamente, duramente, ma giustamente. Così ho fatto nella marina; così farò nell'avvenire, e vi fo sicura che fra un anno gli equipaggi napoletani saranno disciplinati come gli antichi equipaggi genovesi. Ma per ottenere questo scopo, credete alla mia vecchia esperienza, bisogna essere inesorabile. ====[[Giorgio Bocca]]==== *E a Napoli non si sa mai se sia una recita o se si faccia sul serio. *È possibile a Napoli pranzare in un educato silenzio, magari prendendo appunti di quel che ti dice un tuo commensale? No, non è possibile, perché "pur isso adda campa'". ''Isso'' è uno con la chitarra che si avvicina al tuo tavolo, sorridendo fra i sorrisi affettuosi dei camerieri suoi amici. *Napoli adagiata sul golfo è stupenda, ci si chiede se anche questa bellezza non faccia parte della maledizione della città, non faccia parte del prezzo spaventoso che paga per esistere. *Per secoli Napoli, capitale del regno, è stata una metropoli che lo stato borbonico riusciva a governare solo grazie alla camorra. ====[[Camillo Boito]]==== *{{NDR|I napoletani}} Cavano l'arte dal sole. *{{NDR|Il popolo napoletano}} Rapido, immaginoso, facile ad infiammarsi e pur sottilissimo e studiatore. *Que' napoletani hanno la benedizione di unire in sé l'impeto e la pazienza: sono pieghevoli e tenaci. Piglieranno tutta in mano la politica e l'arte d'Italia, se gli altri italiani non s'affannano a emularli. ====[[Libero Bovio]]==== *A Napoli il successo dura un'ora, l'insuccesso un anno – quando non ti accompagna tutta la vita. *Napoli tutto tollera e perdona fuor che l'ingegno. *Conosco ed amo tutti i vicoli della vecchia Napoli. È giusto che il piccone li squarci, ma è anche umano che il mio cuore senta i rumori del piccone. *Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia è azzurra. ====[[Cesare Brandi]]==== *L'Italia deve salvare Napoli, riportarla al suo rango di capitale della cultura quale ottava meraviglia, non lasciarla abbruttire dalla spazzatura nel traffico immondo. Napoli deve vivere: non ha bisogno di tornare una stella, è una stella, non un buco nero, come si è fatta diventare. La responsabilità è di tutti gli italiani: Napoli appartiene all'Italia. *Napoli, nel '700 non fu provincia ma grande capitale europea in competizione con Madrid, Vienna ed anche Parigi; possedette una fioritura artistica di prim'ordine, pari a quella di Venezia e assai superiore a Firenze e a Roma. *Napoli, questa meravigliosa città, che ora fa arricciare il naso a raffinati e a villani, e nessuno ci va più, se non per vedere Pompei, come se questo palinsesto di culture non valesse che per le sue ossa. *Vi sono dei panorami che rappresentano assai più che una bellezza naturale o lo spettacolo di una grande città, addirittura le fattezze della Patria.<br>In Italia, per quanto ricca si creda, sono in numero limitatissimo. Ad esempio la vista dal Viale dei Colli sulla città e le colline di [[Firenze]]; quella dal Gianicolo su [[Roma]]; la Riva degli Schiavoni a [[Venezia]]: ma su tutte, inutile negarlo, troneggia il panorama del [[Golfo di Napoli]], sia dall'alto del [[Vomero]] o di [[Certosa di San Martino|San Martino]] sia all'arrivo dal mare. È questa la porta celeste dell'[[Italia]], la porta che non è {{sic|rettorico}} chiamare augusta, e provoca nostalgia e rimpianto non solo ai napoletani emigrati. ====[[Fernand Braudel]]==== *E Napoli ha continuato a dare molto all'Italia, all'Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti.... Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L'Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma....<br>Non attendiamoci da essa né compiacimenti, né concessioni. Questo capitale oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell'esaurimento – poiché non si può dare indefinitamente senza ricevere – quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l'Europa, ma anche e soprattutto per l'Italia. Questa fortuna, Napoli merita, più che mai, che le sia data. *Impossibile, nondimeno, per me non vagheggiare per Napoli una sorte diversa da quella che le conosco oggi e non invitare i miei amici italiani, per assaporarne reazioni, tanto più inorridite in quanto siano originari di Milano, di Bologna o di Firenze, a immaginare quale avrebbe potuto essere il destino dell'Italia ed il volto attuale di questa città se essa fosse stata preferita a Roma come capitale del nuovo Stato. Roma, che nulla qualificava a svolgere questo ruolo, salvo la sua leggenda e il suo passato, quando Napoli era – e di gran lunga –, malgrado i rapidi progressi di Torino, la sola città ad essere, verso il 1860-70, all'altezza del compito. *Nessuno è mai riuscito a governare Napoli. *Non dimentichiamolo, essa sarà l'unica città dell'Occidente, dopo il riflusso dell'Islam, a dare il proprio nome ad un regno; qualcosa di più di una capitale, e l'asserzione di un diritto di proprietà eminente. ====[[Giulio Cesare Capaccio]]==== *Buoni maestri furono i Greci nell'edificar città, eligendo i megliori lochi del mondo. Così vediamo Napoli in sito di tanta vaghezza e posto sotto così clemente cielo, che si fa per questo a qualsivoglia altra città superiore. Et ancor che alcuni han voluto dire che di sito la sopravvanzi Costantinopoli, e Lisboa, l'una per il trafico dei due mari, Propontide, et Marnero in quella felicissima regione della Tracia, l'altra per essere ella emporio di tutti i trafichi settentrionali, et occidentali in quella bellissima parte della Spagna, tutta volta l'una continuamente soggetta ai morbi contagiosi, o sia per il concorso dei barbari, o per il fiato di venti non così felici, l'altra non havendo altra perspettiva che l'horribilità dell'Oceano, all'uscir che si farà dalla foce del Tago, necessaria cosa è che cedano a Napoli, ove i venti meridionali d'austro, zefiri di ponente, e piacevolissima borea senza rigidezza de nevi dal settentrione discacciano ogni aura, che potesse portar simili mali, fronteggiata dal mare, che quasi in una leggiadrissima tazza si va terminando con tanta fertilità di pesci e di frutti marittimi, che se ne raccolgono in più copia ch'in tutti i seni di Europa; circonscritta da piacevolissime colline terminatrici della vista, e nelle quali in ogni tempo vi è la stagione di primavera; ornata di vaghissimi giardini; copiosa di frutti e d'acque le più pretiose che si possano imaginare, sempre ridente nell'amenità di tante riviere, che non la fanno invidiare alle delitiose Tempe di Tessaglia, che perciò gli antichi la chiamarono abitazione di Sirene, delle quali favolosamente una finsero Partenope. *È vero mo che gli edificij della Città di Napoli non han quella magnificenza, che richiederebbe l'architettura, perché toltone il palaggio del Principe di Salerno, hoggi con nova maniera fatta chiesa di [[Giesuiti]], e il principio della casa del Duca di Gravina, el' Palaggio reale, procurato dalla signora contessa di Lemos, non vi si vedrà maniera illustre, ma in quel modo che la copia della gente richiede. Non è però che ciò che par difettoso nell'architettura, non sia ragguardevole negli ornamenti con che sono elle vestite, dilettandosi tutti di varij apparati, aggiungendovisi una grandezza, ch'è manchevole nell'altre città, poiché le case di Napoli han li giardini di agrumi, onde di estate e d'inverno, {{sic|ancorche}} poste in luoghi occupati, sono per la verdura allegrissime accompagnate da bellissime fontane. *Havendo noi la pietra leggierissima, l'arena, detta pozzulana a somiglianza di quella di [[Pozzuoli|Pozzuolo]], che fa le fabbriche forti come ferro, et la calce delle pietre vive di [[Castellammare di Stabia|Castel a mare]], di [[Vico Equense|Vico]], et del contorno, possiamo fabricare in modo verso l'aria, che si alzano gli edificij insino al quinto et sesto solaro, cosa ch'in nissuna parte del mondo si vede, che perciò anco Napoli, se non supera di circuito l'altre città, ch'hanno a pena gli primi tavolati, come Costantinopoli e Parigi, le supera però di popolo, per il ristretto e folto modo di habitare. Et è pur bella cosa il vedere, che con due puntelli sostenendosi un palaggio in aria vi si fabrica di sotto senza far nocumento alcuno agli habitanti. È pur bella cosa anco {{sic|à}} vedere il dono della natura fatto a questo terreno, ove prima si ritrova l'arena, appresso il rapillo o lapillo per la struttuta degli astrachi, poi la pietra, e sotto l'acqua, in modo che, come disse quel buon huomo, di sotto ritroverai il maestro pronto a fabricare. Et essendo tutti gli edificij posti in suolo anco benigno e piacevole, si vede che potendovisi aggiatissimamente cavar le cloache, la Città non si mantiene sporca, come molte Città di Europa, che fundate su la pietra viva, non han questi favori. *I popolari come nati in città libera, et osservando a punto quella libertà greca mentionata da [[Publio Papinio Stazio|Stazio]], poeta Napolitano, han tanto del nobile, che vogliono imitar la nobiltà; nel vestire niente cedendogli, nell'uso di cocchi aguagliandoli, et in ogn'altra civiltà non volendo loro essere inferiori, dalla quale animosità sogliono nelle famiglie nascere mille disordini. Anzi è tanta la libertà, che vi si gode, che han dato animo agli altri forastieri di volerla godere, poiché non tantosto da diversi lochi giungono qua, che liberamente favellano del Principe che governa, dei magistrati che ministrano giustitia, et vogliono il pan bianco grosso a vil mercato, procurano di prevalersi quanto si prevagliono i cittadini, e s'ingeriscono negli officij pubblici, e pretendono tutto ciò che potesse pretendere un antico cittadino.<br> E dall'altra parte fan bene, perché ritrovano il popolo così cortese, che li accettano, et li chiamano ad haver parte in molte amministrationi. *Vivono questi nobili con molta splendidezza, et si fan chiamare Cavalieri, perché essendo per honore detti prima militi nei servigi presso alte persone regali, e militando a cavallo, quasi quelli antichi ch'erano detti ''Equo publico'' nei marmi nostri napolitani, dai quali argomento l'antichissimo nome di Cavaliero, han cambiato il nome dell'armi di soldati in maneggio del cavallo, e veramente ai nobili Napolitani così bel nome conviene, i quali fan tanta professione di cavalcare, che tutte le nationi d'Europa qua vengono, per aver cavalli di prezzo, et per imparar di esercitarli nelli studij cavallereschi di maneggiar l'armi, di far giostre e tornei, guerreggiando con tutte le più famose nationi, che perciò sono nella militia sempre riusciti illustrissimi guerrieri, dei quali infiniti si fa mentione nell'historie. sono universalmente belli di corpo, ma tanto dediti alle delitie, che hanno cortissima vita, affabili, cortesi, ancorché a primo incontro altieri, inimici capitali della viltà interessata della mercatura, onde mentisce Cassaneo<ref>Il riferimento è al libro di Bartolomeo Cassaneo ''Catalogus gloriae mundi''.</ref>, che sotto una generalità, se pur ve ne fusse stato alcuno, tratta da mercanti tutti i nobili Napolitani, pronti a duelli, et massime i giovanetti, amatori della musica, et in quella et in vestire affettatamente imitano gli Spagnoli. È vero che niente attendono alle lettere, ma, quando avverrà che l'abbracciano, per la perspicacia del grande ingegno rinvestito dalla morbidezza della carne, sotto così felice temperamento di cielo, divengono in ogni professione meravigliosi. Tra le matrone ritrovasi esquisita bellezza di corpo, et prudenza tanto grande, ch'in ogni affare dimostrano, saviezza dell'Hortensie e del Cornelie, ma sopratutto dedite al culto della religione. Vestono gli uni e l'altre pomposamente, in maniera che non giovano le leggi suntuarie del vestire, né possono restringere la soverchia spesa degli ori, delle sete, e d'altre morbidezze somiglianti. Vivono tanto agiatamente, che non osano camminar cento passi senza le comodità dei cavalli, dei cocchi, delle sagette, quasi quei pallanchini che nell'Indie usano i Portughesi. E dirò che le matrone in particulare han difficoltà di esercitarsi a piedi, facendo a gara ad haver più alte le pianella che la persona, tutto ciò che coverte poi con le vesti, ove d'avantaggio si spende, mostrano con la lunghezza dell'habito gentilissimo portamento. Dignissima cosa è di considerare la grandezza di questa nobiltà Napolitana, che coi favori che ricevono dalla liberalissima mano di Sua M.<sup>tà</sup>, rilucono in tanto {{sic|spledore}} di 27 principi, 48 duchi, 76 marchesi, 62 conti, in modo che con 213 titolati par'a me e parerà ai giuditiosi, sia una delle più nobili città del mondo. ====[[Cesare Caravaglios]]==== *C'è qualche cosa di comune tra il grido ed il suo creatore; c'è qualche cosa che non si può scindere, e noi non sapremmo immaginare il grido del pizzaiuolo dato da un venditore di cocomeri, o il grido del venditore di acqua solfurea dato da un venditore di fichi d'India. In questa unità inscindibile appare, quindi, nella sua figura caratteristica il venditore ambulante napoletano il cui tipo etnico ed il cui carattere psicologico lo rendono dissimile dai venditori degli altri paesi. *Da Napoli, fortunatamente, è scomparso quello che era dato dal malgoverno e dall'abbandono, mentre restano vivi i suoi costumi e le sue tradizioni, il che vuol dire la sua anima bella e vivace.<br />Che importa se non si incontrerà più il lazzarone coi calzoni rimboccati sino alle ginocchia, lo scugnizzo mangiatore di maccheroni, il ''guappo'' coi calzoni a quadriglié?<br />La bellezza, la varietà, la poesia, i colori del folklore napoletano non sono rappresentati da codesti avanzi borbonici o dai quadretti in cui sono raffigurati i mangiatori di maccheroni con le mani, divenuti mondiali per la leggerezza di taluni napoletani, né dai tarlati ricordi della vita dei vecchi quartieri sepolti sotto la Napoli nuova e trionfante.<br />Chi osserva il popolo napoletano nell'ora del lavoro e della gioia, nelle feste cerimoniali; chi s'addentra nella sua vita, tanto più bella quanto più intima, nella casa e nella famiglia, dalla culla al talamo, dalla tomba all'altare, potrà cogliere i tratti significativi dell'anima popolare napoletana, dei suoi costumi e delle sue consuetudini che costituiscono il suo sacro retaggio morale, in una parola, il vero folklore. *Il dialetto napoletano è gaio e faceto. È ricco di frasi spiritose che si prestano talvolta ad arguti doppi sensi. La sua armonia imitativa è incomparabile; così in nessun dialetto del mondo si dirà ''schizzichèa'', per esprimere la prima pioggia; ''spaparanza'' per esprimere l'aprirsi di una porta; ''sciuliare'' per indicare chi scivola; ''sfrocoliare'' per stuzzicare; ''arripicchiato'' per aggrinzito; ''ha chiuoppete'', per ha piovuto; ''arteteca'' per argento vivo; ''ammarrare'' per chiudere, ecc.<br />Permette quasi sempre una satira pungente e penetrante mentre agevola in maniera meravigliosa le immagini fresche e naturali che sgorgano dalla fantasia dei napoletani.<br />I napoletani, dotati di una gaiezza e di un sentimentalismo introvabili altrove, sono i degni possessori di un linguaggio così faceto e così diffuso. Noi diremmo quasi che l'uno e gli altri si armonizzano e si completano. Il dialetto ed il carattere di questo immaginoso popolo meridionale contribuiscono a rendere più belli i suoi gridi che debbono essere considerati come la migliore espressione della sua natura. *Il grido del venditore napoletano rinasce ad ogni primavera a Napoli e nella sua espressione suggestiva parla della bellezza di questo cielo incantevole e di questo popolo originale. *Per quanto la moderna civiltà abbia travolto tante cose, non compatibili coi nuovi tempi, tuttavia ha lasciato intatte le più belle costumanze napoletane, così varie e così caratteristiche.<br >Napoli s'eleva sempre più nella vita morale, ma non è mutata nelle sue caratteristiche, nei suoi tipi, nelle sue vecchie e secolari istituzioni, nell'incanto dei suoi colori al sole di primavera.<br />Basta guardare con occhio esperto per ritrovare non soltanto la Napoli di eri ma anche quella di molti secoli fa, sempre viva, leggiadra e festevole nel suo spirito. *Sono pochi quelli che si sono portati, verso il tramonto, sulla balconata del belvedere della Certosa di S. Martino per udire la più suggestiva delle sinfonie, la ''vera'' voce di Napoli, quella che nasce nel cuore della città dalla folla che s'intreccia in mille sensi, da strilli di bimbi, da voci di venditori ambulanti, da trilli di organino, da bestemmie di facchini, da rotolii di trams, da suoni di chitarra, dalle voci affievolite di cantatori che si lamentano nelle malinconiche canzonette, e scende sulla spiaggia di S. Lucia, di Mergellina, ove il grido delle donne che vendono l<nowiki>'</nowiki>''acqua zurfegna'', lo ''spassatiempo'', i polipi cotti nell'acqua marina si confonde e si unifica col canto degli uomini che lavorano le reti per la pesca.... e si perde nella profondità suggestiva del mare, nelle {{sic|morbidi}} notti di estate.<br />Nessuna città al mondo ha una così grande varietà di modulazioni: esse sono eterne, come eterno è il sorriso di questa Napoli incomparabile. ====[[Pietro Colletta]]==== *Aveva Napoli antichi trattati di commercio con la Inghilterra, la Francia, ed antiche pratiche colla Spagna; queste non avevano data; quelli colla Gran Bretagna erano due di Madrid del 1667 e 1715, e tre di Utrecht del 1712 e 13; e colla Francia, uno di Madrid del 1669, altro de' Pirenei del 1688. Napoli concedeva innumerabili benefizi alle tre bandiere, senza premi o mercede, come servitù a signoria. Per trattati novelli, del 25 settembre 1816 colla Inghilterra, del 26 febbraio 1817 colla Francia, e del 15 agosto dello stesso anno colla Spagna furono abolti gli antichi, e si diede al commercio delle tre nazioni il ribasso del decimo de' dazi che si pagano dagli altri legni, stranieri o napoletani; perciò, le mercanzie di qualunque luogo venendo a noi colle favorite bandiere, gran parte del commercio di trasporto e quanto di utilità e di forza ne deriva, ci fu rapito. *I difetti che ho toccato, e che in più opportuno luogo descriverò, cagionarono che i delitti, nel regno di Carlo, fossero molti ed atroci: nella sola città di Napoli numerava il censo giudiziario trentamila ladri; gli omicidii, le scorrerie, i furti violenti abbandonavano nelle province, gli avvelenamenti nella città, tanto che il re creò un magistrato, la «Giunta de' Veleni», per discoprirli e punirli. Prevalevano in quel delitto le donne, bastandovi la malvagità de' deboli, come piace alla nequizia de' forti l'atrocità scoperta. *In dieci anni, dal 1720 al 30, non avvennero in Napoli cose memorabili, fuorché tremuoti, eruzioni volcaniche, diluvi ed altre meteore distruggitrici. Ma nella vicina Sicilia, l'anno 1724, fatto atroce apportò tanto spavento al Regno, che io credo mio debito il narrarlo a fine che resti saldo nella memoria di chi leggerà; e i Napoletani si confermino nell'odio giusto alla inquisizione; oggidì che per l'alleanza dell'imperio assoluto al sacerdozio, la superstizione, l'ipocrisia, la falsa venerazione dell'antichità spingono verso tempi e costumi abborriti, e vedesi quel tremendo Uffizio, chiamato Santo, risorgere in non pochi luoghi d'Italia, tacito ancora e discreto, ma per tornare, se fortuna lo aiuta, sanguinario e crudele quanto né tristi secoli di universale ignoranza. *Perciò in sei lustri centomila napoletani perirono di varia morte, tutti per causa di pubblica libertà o di amore d'Italia; e le altre italiche genti, oziose ed intere, serve a straniero impero, tacite o plaudenti, oltraggiano la miseria dei vinti; nel quale dispregio, ingiusto e codardo, sta scolpita la durevole loro servitù, insino a tanto che braccio altrui, quasi a malgrado, le sollevi da quella bassezza. Infausto presagio, che vorremmo fallace, ma discende dalle narrate istorie, e si farà manifesto agli avvenire; i quali ho fede che, imparando da' vizi nostri le contrarie virtù, concederanno al popolo napoletano (misero ed operoso, irrequieto, ma di meglio) qualche sospiro di pietà e qualche lode: sterile mercede che i presenti gli negano. ====[[Francesco Compagna]]==== *{{NDR|Il ruolo di Napoli nel futuro: metropoli regionale}} capace di assolvere a funzioni di equilibrio a livello nazionale e a funzioni di organizzazione e di animazione a livello regionale. Città fornitrice di alti e qualificati servizi a un territorio provinciale e regionale da ristrutturarsi attraverso ulteriori insediamenti industriali che debbono essere favoriti con coordinate iniziative di infrastrutture e di incentivazione. L'obiettivo è una Napoli non più ripiegata su sé stessa, ma aperta verso la Campania e tutto il Mezzogiorno. *Il potenziamento della funzione metropolitana di Napoli è il problema stesso dello sviluppo economico e civile della [[Campania]]; e in questo senso l'efficacia della terapia dell'industrializzazione risulta in [[Campania]] condizionata da quel particolare aspetto della [[questione meridionale]] che [[Gaetano Salvemini]] chiamava la "questione napoletana" e che oggi si pone in termini di promozione e di esaltazione dei valori metropolitani della vecchia capitale parassitaria. *La vera malattia endemica a Napoli è la disoccupazione. ====[[Benedetto Croce]]==== *Accade, d'altra parte, che, pur nella poco alacre vita civile e politica, l'umana virtù si affermi nei particolari, contrastando al generale, e talora negli episodi, e perfino essa sorga dal mezzo stesso dei vizi, come loro correlativo. Onde un popolo che non ha bastevole affetto per la cosa pubblica potrà avere assai vivo quello per la famiglia, per la quale sarà disposto a ogni sacrificio; un popolo indifferente avere la chiaroveggenza dell'indifferenza; un popolo poco operoso nei commerci e negli affari valer molto nella contemplazione dell'arte e nelle indagini dell'intelletto; un popolo privo di spirito di gloria saper ben cogliere il gonfio e il falso delle umane ambizioni e operare nel riso un lavacro di verità. E via discorrendo.<br/>Sulla logica di queste considerazioni, il popolo napoletano è stato perfino più volte difeso, e il suo atteggiamento verso la vita ha suscitato simpatie [...] Napoli è apparsa come un'oasi nella quale sia possibile ritrarsi per obliare, riposare e respirare in mezzo a un popolo che di politica non cura o, tutt'al più, la prende a mera materia di chiacchiera, e, chiacchierandone senza riscaldarsi, spesso la giudica con spregiudicato acume. *I teatri di Napoli (mi suggerisce qui il nostro maestro [[Giuseppe De Blasiis]]) hanno a capo della loro storia perfino una grande memoria classica, le recite che vi venne a fare di persona l'imperatore [[Nerone]]. E, sebbene un'introduzione "archeologica" sembri ora di tanto cattivo gusto quanto una volta di ottimo, sia ricordato dunque che Nerone, avido di popolari applausi, e non osando presentarsi dapprima sulle scene di Roma, preferì pel suo esordio la nostra città, ''quasi graecam urbem''. Napoli, che possedeva, allora un ampio teatro scoperto, ricco di marmi e di statue, del quale ancora restano i ruderi, e la cui scena sorgeva di sbieco alle spalle della presente chiesa di San Paolo e la ''cavea'' volgeva verso la presente strada dell'Anticaglia; e un teatro coperto, un Odeo, posto probabilmente tra l'Anticaglia e gl'Incurabili, nelle vicinanze del luogo dove è adesso l'ex monastero di Santa Patrizia. *Le vecchie leggende rapidamente tramontano nella odierna trasformazione edilizia e sociale di Napoli, e le nuove non nascono, o piuttosto noi non ce ne avvediamo, e se ne avvedranno i nostri posteri, quando raccoglieranno qualche frammento del nostro presente sentire e immaginare, reso vieppiù fantastico dalle esagerazioni tradizionali, circondato dal fascino dell'antico o del vecchio, e fissato sopra taluna delle nostre ora tanto vilipese architetture e sculture. E coloro, «che questo tempo chiameranno antico», lo chiameranno forse anche «il buon vecchio tempo», come noi ora diciamo della Napoli del Settecento, e già, quasi quasi, di quella anteriore al Sessanta. *Napoli è un paese in cui è impossibile promuovere un pubblico interesse senza rimetterci il cervello e la salute. *Se ancor oggi noi accettiamo senza proteste o per nostro conto rinnoviamo in diversa forma l'antico biasimo<ref>Il riferimento è al proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli.</ref>, e se, anzi, non lasciamo che ce lo diano gli stranieri o gli altri italiani ma ce lo diamo volentieri noi a noi stessi, è perché stimiamo che esso valga da sferza e da pungolo, e concorra a mantener viva in noi la coscienza di quello che è il dover nostro. E, sotto questo aspetto, c'importa poco ricercare fino a qual punto il detto proverbiale sia vero, giovandoci tenerlo verissimo per far che sia sempre men vero. ====[[Elena Croce]]==== *A Napoli l'orgoglio, appannaggio del dominatore, non è mai considerato legittimo, ma sempre soltanto ridicolo. *Chi ha lasciato Napoli nella prima giovinezza ricorda la sua partenza come un momento di grande esaltazione. A quella età si desidera vivere nel «mondo». o almeno lo si desiderava prima di accorgersi che la guerra ci aveva sprofondati in un «cosmo» tanto incolore. Per chi vi era nato e cresciuto, a meno che non avesse subito precocemente il richiamo dello scetticismo, che è rimasto l'unico stemma della citta, Napoli non era «mondo». Era uno dei più pittoreschi scenari che avessero attirato l'evasione dell'antico viaggiatore in Italia. O altrimenti era un monumento storico grandioso. Nel perdere il paradiso di bellezze naturali che la circondava, la città è stata sempre messa a nudo come un monumento tra i più stratificati e fantasiosi, abbandonati e malinconici. *La coscienza dell'origine napoletana è restia a manifestarsi all'esterno, ed ha una lenta e difficile decantazione interiore. ====[[Lucio Dalla]]==== *Da sempre nutro una grande passione per Napoli, per la sua cultura, dalla scrittura alla filosofia alle canzoni: è una città che mi ha sempre catturato. *La bellezza di [[Totò]] è la bellezza di Napoli. Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per Totò. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. *Quando mi parlano di bellezza mi viene in mente, come prima immagine, Napoli. ====[[Pino Daniele]]==== *La napoletanità autentica deve essere coltivata con discrezione, con cura, sforzandosi di eliminarne le parti superflue o ridondanti, frutto di un eccesso di gusto barocco, per arrivare, se possibile, alla essenzialità di sentimenti e pensieri che, una volta colti nel modo giusto, si mostrano fragili e delicati. *Poche centinaia di metri più avanti<ref>Di Piazza del Gesù.</ref>c'è via Atri, dove frequentai il Diaz, istituto di ragioneria. Tutto a pochi passi da casa, andata e ritorno a piedi, sempre immerso nelle voci, negli odori, nell'aria di una Napoli popolare insediata in quello che fu il centro aristocratico della città. Una Napoli che giorno dopo giorno aderiva ai panni che portavo, entrava nei miei pori, circolava nelle vene e mi rendeva per sempre simile a lei, al suo carattere incazzoso e amabile, nervoso e paziente, dolce e amaro. *La napoletanità è bella, ma guai a cadere nel sottobosco delle vedute meschine. Ho un sogno, per Napoli: ogni piazza, un gruppo musicale che sappia unire tradizione e innovazione. Spazi per i giovani che vogliano fare musica in tranquillità. Teatri aperti, possibilità di mettersi alla prova, ritrovi culturali per confrontarsi, parlare, anche polemizzare. Il patrimonio delle esperienze artistiche è tanto grande, in questa città contraddittoria: è l'unico vero patrimonio morale di Napoli, va salvato. Mi piacerebbe una Napoli pienamente europea e tenacemente mediterranea. *Napoli è il [[Big Bang|big-bang]]. Non solo ciò da cui tutto ha avuto inizio, ma anche quell'energia inesauribile che a tutto ha dato e dà movimento. Vite, pensieri, passioni; fatica, sofferenza, dolore. Amore. Senza Napoli non sarei. Né quello che sono, né quello che suono. Sono partito da qui, da questo urlo che sale dal pozzo senza fondo della storia. ====[[Luciano De Crescenzo]]==== *«E chi Io sa! Chi Io sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli.» *I napoletani sono un popolo pieno di devozione cristiana, ma non hanno mai veramente abbandonato le tradizioni pagane. Sono sempre rimasti un po' politeisti. È proprio l'idea di Dio, del Dio che è uno, che noi napoletani facciamo fatica a digerire. *Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell'animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l'ultima speranza che resta alla razza umana. *«Piano, piano con questa parola: industrializzazione» dice il professore. «Napoli è stata rovinata da Lauro, da Gava e dalla chimera dell'industrializzazione. Lauro l'ha gestita come l'ultimo dei Borboni, Gava ha addirittura fatto rimpiangere Lauro, ma nessuno dei due ha fatto tanto male a Napoli come chi ha creduto di risolvere il problema napoletano con l'industrializzazione. Voi invece immaginatevi una Napoli senza ciminiere, una Napoli che nella piana di Bagnoli al posto dell'Italsider avesse avuto tutta una serie di alberghi, di cottages, di villini e di casinò. Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida, Baia, il lago d'Averno, Pompei. Ercolano, Vietri, Cuma, il Faito, il Vesuvio, isole, scogli, montagne, vulcani, laghi. il punto d'incontro del turismo mondiale! La Las Vegas d'Europa! Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe». *«Ritornando a Napoli lei ritiene che i napoletani siano nella stragrande maggioranza uomini d'amore?»<br />«Senza dubbio: in particolar modo il popolino.» ====[[Aurelio De Laurentiis]]==== *Napoli non è una città violenta, semmai la capitale del crimine ora è [[Roma]]. Certo, in momenti come questi chi gira con auto e orologi di lusso dimostra di non essere diventato abbastanza napoletano. *Sono tornato in Italia, a Napoli, perché per me l'Italia è Napoli, Napoli è la cosa che più mi convince dell'Italia. *Questa città è stata l'unica a liberarsi da sola dai nazisti, prima ancora dell'arrivo degli americani, che trovarono la città già liberata quando vi entrarono. Questo popolo lo si può tradire se non si ha vergogna, ma non prendere per il culo. ====[[Erri De Luca]]==== *A Napoli mancò uno straccio di re che capisse che nell'Europa delle nazioni l'Italia era destino inevitabile. Mancò un re che stipulasse coi modesti Savoia, signori di una provincia subalpina, un contratto Italia almeno alla pari, non tra occupanti e occupati. Napoli da allora è una capitale europea abrogata, non decaduta ma soppressa, come se Londra fosse stata soppiantata da Edimburgo. Così è andata e questa è la materia della sua ragionevole strafottenza verso la condizione di capoluogo di regione. Se non si vede l'evidenza dell'enorme orgoglio assopito nei suoi cittadini, non si sta parlando di lei. *Com'è importante stare a due, maschio e femmina, per questa città. Chi sta solo è meno di uno. *Napoli è una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo. *Napoli si era consumata di lacrime di guerra, si sfogava con gli americani, faceva carnevale tutti i giorni. L'ho capita allora la città: monarchica e anarchica. Voleva un re però nessun governo. Era una città spagnola. In Spagna c'è sempre stata la monarchia ma pure il più forte movimento anarchico. Napoli è spagnola, sta in Italia per sbaglio. *Nella mia città e nel mio tempo di nascita, Napoli in dopoguerra, i bambini venivano sfoltiti dalla più alta mortalità d'Europa. La loro vita era un permesso rilasciato giorno per giorno, la loro morte non una tragedia. Le campane suonavano a festa perché un altro angioletto si era aggiunto alla volatile schiera degli sprotetti in terra, promossi d'ufficio a protettori in cielo. Di colpi ne incassavano tanti quanti atterrerebbero un pugile, assestati senza misura di proporzione, così come i vestiti, i panni: non avevano taglia, l'ultima stesura dell'usato. [...]<br>I bambini di Napoli a quel tempo saltavano la scuola, andavano al lavoro appena in grado, per giustificare la vita con un guadagno, per minimo che era. Rimborsavano il cibo delle madri. E perciò non era così atroce a quel tempo ascoltare la storia di Erode, la sua sbrigativa spada che si sostituiva a una delle periodiche epidemie e stragi di bambini. Erode era niente di più che uno dei tanti adulti da evitare, uno dei cento agguati apparecchiati. *Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare. *Se fu città violata da un numero esorbitante di vincitori, se fu militarmente indifendibile quel golfo spalancato, per reazione rese inespugnabili i suoi cittadini: ognuno di essi è città intera, sapendo di esserlo e di rappresentarla. ====[[Luigi de Magistris]]==== *Napoli è una città particolare, lo è stata anche storicamente. Quando l'intero continente viveva fasi di stallo Napoli ha segnato importanti accelerazioni nel mondo della cultura. L'Università, tra le più antiche d'Europa, è stata punto di riferimento quando tutta l'Europa era dilaniata da guerre interne. È una città che non ha mai consentito alla Santa Inquisizione di agire liberamente e incontrastata. È una città che sotto l'occupazione straniera e militare si è liberata da sola concedendosi autonomamente a chi nella seconda guerra mondiale determinava la ritirata dei nazisti. *Napoli può dimostrare che lo sport ed il calcio possono tranquillamente farsi con le mani pulite senza bisogno di truccare le partite come faceva Moggi con la Juventus e come, purtroppo, sembra stia accadendo nuovamente {{NDR|riferendosi allo scandalo del calcio scommesse relativo al 2011}}. Si potrebbe stringere tra Napoli e De Laurentiis, un patto di lealtà anche nello sport. Nel rilancio della città un punto fondamentale lo ha il calcio. *Duecentomila spettatori per le regate {{NDR|dell'America's Cup 2012}} nonostante le avverse condizioni meteo, senza dimenticare il mezzo milione di persone a Pasquetta: questi sono numeri che mi rendono orgoglioso. La città ha dato una bella immagine al mondo e ha rappresentato l'Italia in maniera entusiasmante. ====[[Madame de Staël]]==== *Ciò che manca il più a questa nazione in generale, è il sentimento della dignità. Eglino fanno azioni generose e benefiche per buon cuore, piuttosto che per principii: poiché la loro teoria in ogni genere nulla vale, e l'opinione in questo paese non ha punto di forza.<br>Ma allorché uomini e donne scansano cotal morale anarchia, la loro condotta è più notabile in sé stessa e più degna di ammirazione che in qualsivoglia altra parte, poiché niuna cosa nelle circostanze esteriori favorisce la virtù.<br>Si adotta tutta intiera nella sua anima. Né leggi, né i costumi ricompensano o puniscono. Quegli ch'è virtuoso è tanto più eroico, in quantoché non è per questo né più tenuto in istima, né più ricercato. *Fatte alcune onorevoli eccezioni, le prime classi di persone hanno molta somiglianza colle ultime; lo spirito delle une non è quasi più coltivato delle altre, e l'uso del mondo costituisce la sola differenza nell'esteriore. Ma in mezzo a questa ignoranza vi è un fondo di spirito naturale e di attitudine a tutto, talché non si può prevedere ciò che diventerebbe una somigliante nazione, se tutta la forza del governo fosse diretta nel senso dei lumi e della morale. Siccome vi è poca istruzione in Napoli, così vi si trova fino al presente più originalità che carattere nello spirito. Ma gli uomini ragguardevoli di questo paese, come l'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]], Caracciolo, ecc. possedevano, si dice, nel più alto grado la lepidezza e la riflessione, rare facoltà del pensiero, e unione, senza di cui la pedanteria o la frivolezza v'impedisce di conoscere il vero valore delle cose. *Giunsero a Napoli di giorno, in mezzo a quella immensa popolazione ch'è cotanto animata e nello stesso tempo cotanto oziosa. Attraversarono di primo lancio la [[Via Toledo|via ''Toledo'']] e videro i [[Lazzari|Lazzaroni]] a dormire sul lastricato o in una cesta di vetrice<ref>Ramo flessibile del salice, vimine.</ref> che serve loro di abitazione notte e giorno. Questo stato selvaggio, che si vede colà mescolato con la ''civilizzazione'', ha qualche cosa di estremamente originale. Tra quegli uomini ve ne sono alcuni che non sanno neppure il loro nome, e vanno a confessarsi di peccati anonimi, non potendo dire come si chiami colui che gli ha commessi. Esiste in Napoli una grotta sotterranea nella quale migliaia di Lazzaroni passano la loro vita, uscendo solamente sul mezzodì per vedere il sole, e dormendo il restante del giorno, mentreché le loro mogli filano. Nei climi in cui il vitto e il vestito sono sì facili, vi abbisognerebbe il più indipendente ed attivo governo per dare alla nazione sufficiente emulazione. Imperroché egli è sì agevole pel popolo il sussistere materialmente in Napoli, che può fare a meno di quella specie d'industria ch'è necessaria altrove per guadagnarsi il pane. L'infingardaggine e l'ignoranza, combinate coll'aria vulcanica che si respira in quel soggiorno, debbono produrre la ferocia, quando le passioni sono eccitate; ma questo popolo non è più cattivo di un altro. Esso ha dell'immaginazione, il che potrebbe essere il principio di azioni disinteressate, e con questa immaginazione si condurrebbe al bene, se le sue istituzioni politiche e religiose fossero buone. *Il popolo di Napoli non ha altra idea della felicità che quella del piacere: ma l'amore del piacere vale più di arido egoismo.<br>È vero che questo è il popolo del mondo che ami più il danaro. Se voi domandate a uomo del popolo il vostro cammino per la via, egli stende subito la mano dopo avervi fatto un cenno, poiché eglino sono più infingardi rapporto alle parole che ai gesti. Ma il loro gusto pel denaro non è né metodico, né ponderato; lo spendono subitoché l'hanno ricevuto. Se s'introducesse il danaro tra i selvaggi, i selvaggi lo domanderebbero come i Napoletani. *Il popolo napoletano, in alcuni rapporti, non è niente affatto dirozzato, ma non somiglia altronde al volgo degli altri popoli. La sua materialità stessa colpisce l'immaginazione. La spiaggia africana che circonda il mare dall'altra banda, vi si fa già quasi sentire e vi è un non so che di numidico nei gridi selvaggi che si odono da tutte le parti. Quei visi bruni, quei vestiti formati di alcuni brani di panno rosso o violetto, il cui colore pieno attrae gli altrui sguardi; quei pezzi d'abito, nel panneggiamento de' quali traspira ancora il gusto delle arti, danno qualche cosa di pittoresco al popolaccio, mentre che in altri paesi non vi si può scorgere che le miserie della ''civilizzazione''. *Si trova sovente in Napoli certo gusto {{sic|pegli}} acconciamenti e per le decorazioni accanto alla penuria assoluta delle cose necessarie o degli agi. Le botteghe sono ornate graziosamente con fiori e con frutta. Alcune hanno un'aria festiva che non dipende dall'abbondanza, né dalla felicità pubblica, ma solamente dalla vivacità dell'immaginazione: prima di ogni altra cosa si vuole rallegrare gli occhi. La dolcezza del clima permette agli artigiani di ogni specie di lavorare nella strada. I sarti vi fanno i vestiti, i vivandieri la loro cucina, e le occupazioni domestiche, succedendo in tal guisa esternamente, moltiplicano i movimenti del popolo in utili maniere; i canti, i balli, i giuochi rumorosi accompagnano assai bene tutto questo spettacolo; e non vi è altro paese, in cui si senta più chiaramente la differenza tra il divertimento e la felicità: finalmente si esce dall'interno della città per andare alla spiaggia d'onde si vede il mare e il [[Vesuvio]], e si dimentica ciò che si sa degli uomini. ====[[Francisco Elías de Tejada]]==== *Forse ora è tardi per risuscitare la Tradizione di Napoli. Ma, per coloro che ancora cercano di denigrarla o vogliono ignorarla, lì stanno le sue vestigia; nei libri che non si leggono, nel popolo che viene disprezzato, nel cuore di molti che inconsciamente le sentono come io le sento. Perciò passeggiando tanti pomeriggi nella rumorosa via Toledo ho sofferto la tristezza profonda della solitudine, consolata solo dalla voce serena dell'ultimo tradizionalista napoletano, Silvio Vitale, quando il richiamo che sentivo nel più profondo del mio essere mi diceva che era impossibile finisse così il popolo dei miei antenati, ricco di lealtà generosa, creatore di grandi libertà concrete, paladino di imprese universali. Morirò, ma voglio morire con la speranza che, anche se sepolta e derisa, la tradizione della mia Napoli non può restare inerte archeologia. La giustizia di Dio non può permettere che muoia tra lubridi un popolo che è stato strumento di Lui nelle battaglie decisive della storia. Neanche se, come sembra accadere, i Napoletani si sono lasciati andare nella pazzia di un suicidio collettivo. *I re delle Spagne sapevano che le Spagne non erano uniformi, ma varie; che Napoli era uno dei popoli spagnoli, ma con personalità culturale e politica peculiarissima; che coltivare questa personalità era uno dei doveri dei suoi re; che Napoli non era popolo da assimilare, ma da proteggere nel culto delle sue proprie caratteristiche. I re delle Spagne furono re della Tradizione, non imposero a Napoli né leggi né lingua castigliana, non furono castigliani dominatori di Napoli, ma re strettamente napoletani. *Quando, nel 1860, si realizzerà l'unità risorgimentale sotto il simbolo barbuto, piemontese, europeo e anticlericale di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], il corpo morto del Regno di Napoli si dissolverà come cadavere da cui centocinquanta anni addietro era volata via l'anima.<br>Ma l'Europa vincitrice non perdonò a Napoli l'aver combattuto per la causa della Cristianità. I vinti pagano e Napoli paga ricevendo il disprezzo dei vincitori, né più né meno degli altri popoli spagnoli. Il prezzo fu qui ancor più doloroso perché veniva dai "fratelli" del nord della Penisola, anche dai fiorentini e dai veneziani che in altri tempi avrebbero voluto dare il Regno di Napoli in mano ai turchi. La famosa questione meridionale non era né è altro che l'inadattabilità di Napoli, a causa dei suoi residui di ispanismo, alle concezioni europee che, sulla punta delle baionette, avevano innalzato gli invasori garibaldini. ====[[Salvatore Di Giacomo]]==== *Chi bada in Napoli al suo decoro? Certo, chi dovrebbe no. Lascia fare e lascia correre – ecco la frase filosofica, sacramentale d'ogni indifferente partenopeo, sia egli in alto nella cosa pubblica o le passi accanto tranquillo. *In verità, quanta somiglianza di costume tra {{sic|que'}} napoletani del tempo di [[Nerone]] e i napoletani del tempo nostro! Ecco [[Petronio Arbitro|Petronio]] che ci descrive un mercato di panni vecchi, così come oggi lo vediamo al ''Carmine'' e a ''Porta Nolana''; ecco il cantastorie, tolto di mira dagli ''[[scugnizzo|scugnizze]]'' del tempo; ecco una erbivendola che si [[Voci e gridi di venditori napoletani|sgola]] a un canto di strada; ecco Gitone e il barbiere d'Encolpio che, a braccetto, nella notte serena, se ne vanno a [[Crotone]] e cantano a distesa, o, come si direbbe adesso, a ''ffigliole''. Un cuoco, al famoso convito di Trimalcione, mette in tavola le lumache ''cum tremula taeterrimaque voce'' accompagnando la leccornia: e così ricordiamo il nostro ''maruzzaro''<ref>Venditore di lumache di terra o di mare o di frutti di mare.</ref>e la maniera e il tono di quel suo canto che s'indugia a vantare <nowiki>'</nowiki>''e maruzze<ref>Lumache di terra o di mare.</ref>d' 'a festa ca so' meglie d' 'e cunfiette''. E quante forme, quasi uguali, di locuzioni e d'apostrofi! Quelli antichi partenopei dicono ''urceatim plovebat'' e noi diciamo ''chiuveva a langelle'': dicono ''bonatus'', e noi diciamo ''abbunato''<ref>Bonaccione, semplicione. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016, p. 18. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>. Per dir ''tu non sei del bottone''<nowiki>Non appartieni alla nostra combriccola.</nowiki>quelli dicevano ''non es nostrae fasciae''; e la frase ''nescio cui terrae filius''<ref>Non so a chi tu sia figlio. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 2, p. 192</ref> tenea luogo di ''nun saccio a chi figlio 'e p...''; e ''nun aiza 'a capa 'a copp' 'o libro'' si diceva ''caput de tabula non tollit''. Le lievi ferite, all'uso nostro, erano medicate con la ragnatela... ''at Giton... primum aranei oleo madentibus vulnus... coartivit...'' Qualcuno diceva ''Dies nihil est, dum versas te nox fit''<ref>La giornata è breve, il tempo di girarti e rigirarti ed è notte. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 3, p. 192.</ref>: – e voleva dire: – <nowiki>'</nowiki>''a jurnata è corta: mentre ca te vuote e te ggire s'è fatto notte''. Ma che! Se non mi sbaglio anche il ''[[Pernacchia| vernacchio]]'' è greco. Parla non so qual tronfio oratore alla mensa trimalcionica ed ecco qualcuno che, all'ultime enfatiche parole del conferenziere, ''oppositaque ad os manu nescio quid tetrum exibilavit, quod postea graecum esse adfirmabat!''<ref>E portata la mano alla bocca, non so che cosa abbia sibilato di tetro che dopo abbia detto lingua greca. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 4, p. 192.</ref> *La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa. *Napoli è una città bella e singolare – singolare principalmente. Le sue cose rare sono mescolate alle comuni – le nobili alle volgari – a pochi passi dal silenzio è il rumore – prossimi a' luoghi più luminosi ed aperti sono le ombre e il mistero – accanto a un monumento medievale è un lurido fondaco o un vicolo e, forse, alle spalle d'un tempio un lupanare. Ciò che è qui {{sic|da per tutto}}, è la vita: la sanguigna vita popolana, pulsante e ininterrotta, che passa e si rincorre e scivola lungo i muri del monumento e del tempio, che s'addensa e si sparpaglia, e s'agita ed urla o impreca, sotto un fulgido sole che par quasi la fecondi, e investa a un tempo col suo lume diffuso questa folla dell'ultima ora e i ruderi d'un teatro greco, e quel che fu il tempio insigne dei Dioscuri, e una chiesa angioina, e il pallido chiostro d'un antico convento di monache armene... *Napoli, [...] questo strano cuore d'Italia che patisce, se lo si considera bene, di tutti i mali cardiaci, dell'aritmia, dell'{{sic|iperestasia}}, dei ribollimenti subitanei e delle lunghe paci silenziose, da' battiti lenti, quasi malati. *{{NDR|L'uccisione di [[Masaniello]] e lo scempio del suo corpo}} Triste storia, che, peculiarmente, dimostra come il popolo napoletano, la plebe per meglio dire, non abbia mai avuto una coscienza propria: abituata a servire, s'è macchiata, in servitù, fin del sangue suo stesso. Essa ha avuto sempre lo sciagurato destino degl'ignoranti e le sue lacrime postume non hanno cancellato mai più certe crudeltà e certi delitti i quali, tuttavia, la fanno più degna di pietà che d'odio. ====[[Charles Dickens]]==== *Il posto è bello, ma molto meno di quanto la gente non dica. Il famoso golfo, secondo me, come veduta, è incomparabilmente inferiore a quello di Genova, che è quanto di più bello abbia mai visto. Nemmeno la città, dal canto suo, è paragonabile a Genova, con cui in Italia nessuna regge il confronto, salvo Venezia. *Napoli in sé, invece, almeno un po' mi ha deluso. Il golfo non mi pare bello come quello di Genova, non è facile scorgerne o coglierne la linea, e l'effetto delle montagne è sciupato dalle sue dimensioni. La vita per le strade non è pittoresca e insolita neanche la metà di quanto i nostri sapientoni giramondo amino farci credere. *Napoli mi ha ampiamente deluso. È pur vero che il tempo è stato brutto per gran parte della mia permanenza là, ma se non vi fosse stato il fango, vi sarebbe stata la polvere. E se anche avessi avuto il Sole, avrei comunque avuto anche i Lazzaroni, che sono così cenciosi, così luridi, abietti, degradati, immersi e imbevuti nella più totale impossibilità di riscatto, che renderebbero scomodo anche il Paradiso, semmai dovessero arrivarci. Non mi aspettavo di vedere una bella Città, ma qualcosa di più piacevole della lunga monotona {{Sic|filza}} di squallide case che si stendono da Chiaia al Quartiere di Porta Capuana, sì; e mentre ero piuttosto preparato all'idea di una popolazione miserabile, mi aspettavo comunque di vedere qualche straccio pulito ogni tanto, qualche gamba che ballasse, qualche viso sorridente, abbronzato dal sole. La realtà, invece, è che, se penso a Napoli in sé per sé, non mi resta un solo ricordo ''piacevole''. *Noi che pur siamo amanti e ricercatori del pittoresco, non dobbiamo fingere di ignorare la depravazione, la degradazione e la miseria a cui è irrimediabilmente legata l'allegra vita di Napoli! ====[[Gino Doria]]==== *Camminiamo, camminiamo insieme su queste nostre belle strade inondate di sole, e combiniamo insieme mille grandiosi affari. E quando ne avremo concluso uno grandissimo – la vendita della Villa Nazionale per suoli edificatorî io ti offrirò un caffè e tu mi offrirai una sigaretta. E ci prenderemo a braccetto e passeggeremo. E poi così domani, e poi sempre, fino alla morte. Non avremo concluso nulla, ma avremo avuto sempre – e quanti ce li avranno invidiati! – un canto nell'anima e un sogno nel cuore. *Dalla terra impastata, vivificata dal fuoco esso trascorre, e non solo per vecchia metafora, nelle vene e nel sentimento degli esseri umani che felicemente popolano Napoli. E come il fuoco non è sempre visibile ed esplosivo, ma talvolta inerte e sonnolento – non mai morto – sotto strati di cenere o in remoti {{sic|cuniculi}}, così anche nella storia degli uomini di queste terre e nelle loro singole esistenze, la virtù ignea trapassa dalla morte apparente a uno slancio vitale così impetuoso da portare a distruzione implacabile, mentre il più delle volte, e più pacificamente, genera pensieri profondi, opere d'arte, inimitabili modi di vita. *Il popolo napoletano, dunque, ignora la via della saggezza, la quale, al pari della virtù, sta nel mezzo.<br>Egli è sanfedista, ma se non è sanfedista è [[giacobinismo|giacobino]]. Al '60 non fu mai cavouriano: o era legittimista sfegatato, o era garibaldino, perché [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] aveva la capelliera bionda, la camicia rossa e la voce dolce.<br>Non fu sempre così, il napoletano. La maledetta [[rivoluzione francese]] con le sue maledette idee di libertà e d'uguaglianza venne a guastare irrimediabilmente il sangue di un popolo mirabilmente apolitico, iniettandogli il bacillo giacobino. *{{NDR|C'è un colore locale, superficiale ed appariscente che può attrarre ed appagare gli stranieri}} Ma c'è l'altro colore locale, quello che riguarda noi, i nativi, ed è meno appariscente ed è assai più caro al nostro sentimento. E che cos'è? E perché ci si tiene tanto, al punto che ogni colpo di piccone, ogni colpo di scopa, ogni colpo di pennello è come una stretta al cuore? È assai difficile spiegarlo: è un indefinibile, è un inafferrabile, è un complesso di mille cose impalpabili. Sono migliaia di ricordi ammucchiati in un punto, sono abitudini millenarie localizzate in un altro, sono tutte le gioie e i dolori di un popolo che hanno lasciato la loro traccia in quella piazza, in quel vicolo, su quella casa. È l'amore disperato per tutto ciò che fu dei nostri padri e dei nostri nostri nonni e degli avoli ancora più lontani, è il fatto fisico del nostro occhio stesso, conformato, attraverso più generazioni, a vedere le cose disposte in quel modo, in quell'ordine, con quelle tinte.<br>Di colore locale, in questo senso inteso, è fatta tutta la poesia napoletana, quella vera, tutta la pittura napoletana, quella vera. E quando si distrugge questo colore locale è un pezzo di poesia in potenza che se ne va, è una pittura in potenza che se ne va. *Noi napoletani abbiamo tutti, nel nostro foro interiore, un [[Pulcinella]] che ci ammonisce. *Persino il verbo camminare, che in lingua vale a designare la normalità dell'animale in moto, nel [[dialetto napoletano]] assume un significato fantastico. Che cosa è un cavallo che corra molto? È appena un cavallo ''cammenatore''. Ma avete sentito mai parlare di un uomo ''cammenatore''?<br>Eppure il napoletano qualche volta corre. Allorquando Mariantonia fu avvertita del terremoto, stirandosi dal letto e sbadigliando, rispose pacifica: ''Mo... mo...'' Ma se a Mariantonia avessero detto: «Dal terrazzo si vedono le granate del Carmine», Mariantonia si sarebbe precipitata dal letto e, magari nuda, sarebbe corsa sul terrazzo.<br>Il napoletano corre quando può ''vedere'' qualcosa. *Ricordate il lamento di Barcinio, nella duodecima egloga dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia''? ''Dunque, miser''<ref>Il riferimento è al Sebeto, antico fiume di Napoli.</ref>'', perché non rompi, o scapoli | tutte l'onde in un punto, ed inabissiti: | poi che Napoli tua non è più Napoli''? Già Napoli non era più Napoli all'aprirsi del secolo XVI! E che cosa direbbe oggi, se tornasse al mondo, quel bravissimo uomo del [[Iacopo Sannazzaro|Sannazzaro]]?<br>Direbbe che è scomparsa persino quella tradizionale cortesia, che a una giovinetta, cui si fosse detto che era bella, faceva rispondere, coperte le guance di pudico rossore: «sono belli gli occhi vostri». Direbbe che è scomparso persino l'amore, e Napoli era l'ultima rocca dell'amore romantico e sentimentale, cioè dell'amore. *Veramente c'è da discutere sul verbo ''camminare'' applicato al napoletano. Anzi, io voglio appunto dire che il napoletano ignora che cosa sia ''camminare'', mentre sa assai bene cosa significa ''passeggiare''. Il napoletano non cammina mai, ma passeggia sempre: anche se sia il napoletano più attivo, più energico, più preso dagli affari, più difettoso di tempo. ====[[Elena Ferrante]]==== *Ah, che città, diceva a mia figlia zia Lina, che città splendida e significativa: qua si sono parlate tutte le lingue, Imma, qua s’è costruito di tutto e s’è scassato di tutto, qua la gente non si fida di nessuna chiacchiera ed è assai chiacchierona, qua c’è il Vesuvio che ti ricorda ogni giorno che la più grande impresa degli uomini potenti, l’opera più splendida, il fuoco, e il terremoto, e la cenere e il mare in pochi secondi te la riducono a niente. *È una metropoli che ha anticipato e anticipa i mali italiani, forse europei. Perciò non andrebbe mai persa di vista. [...] Ciò che potremmo essere, su questo pianeta, e ciò che invece disgraziatamente siamo, a Napoli si vede meglio che altrove. *Ora cercava testimonianze di viaggiatori stranieri dentro cui le pareva di rintracciare incanto e repulsione mescolati insieme. Tutti, diceva, tutti, di secolo in secolo, hanno lodato il grande porto, il mare, le navi, i castelli, il Vesuvio alto e nero con le sue fiamme sdegnate, la città ad anfiteatro, i giardini, gli orti e i palazzi. Ma poi, sempre di secolo in secolo, sono passati a lagnarsi dell’inefficienza, della corruzione, della miseria fisica e morale. Nessuna istituzione che dietro la facciata, dietro il nome pomposo e i numerosi stipendiati, funzionasse davvero. Nessun ordine decifrabile, solo una folla sregolata e incontenibile per le strade ingombre di venditori d’ogni possibile mercanzia, gente che parla a voce altissima, scugnizzi, pitocchi. Ah, non c’è città che diffonda tanto rumore e tanto strepito come Napoli. ====[[Abel Ferrara]]==== *È una delle più grandi città del mondo, come [[New York]], [[New Orleans]], [[San Francisco]], tutte vicino all'acqua e aperte ai flussi migratori. *Napoli è un punto di riferimento culturale per l'intero Mediterraneo, è stata una tra le culle della civiltà occidentale, ha saputo esportare tutto il suo bene e anche tutto il suo male in giro per il mondo, come solo le grandi città sanno fare. E penso a New York, San Francisco, New Orleans, Londra, Liverpool: tutte città caratterizzate da grandi povertà e altrettanto grandi splendori. Rispetto a tutti questi luoghi, però, Napoli può vantare un elemento in più, al pari della sola New York. E si tratta della caratteristica che ho provato a catturare col mio documentario «Napoli Napoli Napoli». *Napoli mi ricorda la New York anni '90: c'è la stessa violenza, la stessa energia. *Penso che Napoli riuscirà a sopravvivere a tutto, è una città molto dinamica che non è mai cambiata. La mia famiglia proviene da quel luogo ed è come se avessi dei legami di sangue con questa città. La città è stata un centro culturale del mondo dal suo primo giorno. ====[[Maurizio Ferraris]]==== *A ben vedere, la friabilità del tufo, la sua eterna disponibilità a ritornare alla natura, proprio come accade nei templi Maya affondati nelle foreste dello Yucatan, costituisce l'insegnamento più profondo che si può trarre da quella città fatta di tufo che è Napoli. Una simile riflessione getterebbe un ponte ideale verso la lenta ginestra di Leopardi, verso la natura indifferente alla storia. *I [[libertinismo|libertini]], spiega {{NDR|il [[Marchese de Sade]]}}, hanno nel sangue le forze telluriche del [[Vesuvio]], mentre le persone ordinarie sono piatte come le pianure del vercellese.<br>È con questo mantra per la testa che giro per le vie di Napoli infastidito come un leghista di una volta e insieme sottomesso a una realtà più profonda infinitamente più antica di quelle che posso trovarmi tra le vie squadrate che portano i nomi di arciduchesse sabaude: proprio la vita dell'antichità, commentava [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e ripeteva [[Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff|Wilamowitz]]. Nelle insensate processioni della Madonna dell'Arco riemergono le usanze delle fratrie greche che nessun cristianesimo è riuscito ad addomesticare. Nelle donne grassissime e panterate che girano in moto come se le ruote facessero parte del loro corpo riappare il Pantheon pittoresco che, non dimentichiamocelo, era bianco e composto solo per i gentiluomini della Virginia del diciottesimo secolo. Il tratto dominante nascosto sotto la dolcezza dei paesaggi e la mitezza delle persone è in effetti l'orrore. *{{NDR|Napoli}} è rimasta città di corte. Come [[Torino]]. Solo che Torino è una città piccola, poco più di un villaggio, ma i pochi plebei che l'hanno da sempre abitata sono sta­ti messi in riga, facendogli fare pri­ma i soldati e poi gli operai. A Na­poli, invece, non c'è mai stato un vero esercito; ma un milione di per­sone che non osserva nessun tipo di regole e dei borghesi subordina­ti ad essi, subalterni, che ne hanno paura. *Napoli non ha mai creduto alla modernità ed è per questo che è naturalmente postmoderna e decostruzionista. ====[[Renato Fucini]]==== *Addio, Napoli mia, e, se l'ira del tuo vulcano non ti tocchi in eterno, vogli compatire il piccolo figlio d'una delle tue cento fortunate sorelle, che limpida e sconfinata, come la serenità del tuo cielo, vorrebbe la purezza della tua grande anima di fuoco. *Di patria, d'Italia, di nazionalità non occorre parlarne. Essi sono napoletani e basta, ed il resto degl'Italiani, dal lato Nord son Piemontesi, dal lato Sud cafoni e niente altro. *Dio si deve esser pentito d'essersi lasciato cadere questo pezzo di paradiso su la terra. Per correggere lo sbaglio, ha aperto quaggiù gole d'inferno che vomitan fiamme e minacciano distruzione da ogni parte, ma, per il suo scopo, ha fatto peggio che a lasciar correre. *Il fascino di questo abbrustolito Prometeo {{NDR|Vesuvio}}, che avviva con la sua anima di fuoco tutte le membra della bellissima sfinge posata voluttuosamente ai sui piedi, è qualche cosa di strano, qualche cosa di irresistibile.<br/ >Scendete alla riva di Santa Lucia, o a [[Mergellina]]; salite alla rocca di Sant'Elmo, al Vomero, a Posillipo, a Capodimonte, od in qualunque altro luogo donde si scorga la sua mole fantastica, e contemplate. *Nessun paese al mondo, io credo, conserva al pari di Napoli così scarsa e non pregevole quantità dì tracce monumentali delle dinastie che vi si sono succedute nel dominio. La ragione di questo fatto credo non possa ripetersi altro che dalla breve durata delle singole occupazioni, e, più che da questo, dalle lotte continue che gl'invasori hanno dovuto sostenere fra loro per contrastarsi accanitamente questa agognata regione, tantoché le arti della guerra mai non hanno dato una tregua abbastanza lunga, da permettere l'incremento di quelle della pace, che ogni invasore avrebbe potuto, o buone o cattive, trapiantarvi dal proprio paese. *Quante volte dal folto di questo pandemonio, allorché udivo appena il cannone di Sant'Elmo scaricato a mezzogiorno negli orecchi di Napoli, ho mandato un pensiero e un sospiro alla languida signora dell'Adriatico, ai suoi vuoti palazzi ed al silenzio de' suoi canali che lascia intendere il fiotto dei remi d'una gondola lontana e il tubare de' colombi su le cuspidi delle sue torri affilate! − Bellissime ambedue queste regine del mare, ma quanto diversamente belle! − Su la laguna posa languidamente la bellissima e pallida matrona, stanca sotto il peso degli anni, povera in mezzo alle sue gemme, ma ricca d'orgoglio per antica nobiltà. Ai piedi del Vesuvio, la voluttuosa e procace Almea, balla in ciabatte la tarantella, e canta e suda povera di tutto, ma ricca di speranze, di giovinezza e di sangue. Quella si nutrisce di mestizia e di gloria; questa, di maccheroni e di luce. Quella coperta di laceri broccati, ma lindi; questa seminuda e lercia, dalle ciabatte sfondate alla folta chioma nerissima ed arruffata. *S'io ti dovessi dipingere i colori del camaleonte o disegnarti le forme di Proteo, in verità mi sentirei meno imbrogliato che a darti una netta definizione di quello che mi è sembrato essere il carattere di questo popolo.<br/>È così instabile, così pieno di {{sic|contradizioni}}; si presenta sotto tanti e così disparati aspetti dagli infiniti punti di vista da cui può essere osservato, che su le prime è impossibile raccapezzarsi. Ad un tratto ti sembreranno ingenue creature e ti sentirai portato ad amarle; non avrai anche finito di concepire questo sentimento che ti appariranno furfanti matricolati. Ora laboriosissimi per parerti dopo accidiosi; talvolta sobrii come Arabi del deserto, tal'altra intemperanti come {{sic|parasiti}}; audaci e generosi in un'azione, egoisti e vigliacchi in un'altra. Passano dal riso al pianto, dalla gioja più schietta all'ira più forsennata, con la massima rapidità, per modo che in un momento li crederesti deboli donne o fanciulli, in un altro, uomini in tutto il vigore della parola; insomma, la loro indole non saprei in massima definirla altro che con la parola: ''anguilliforme'', poiché ti guizza, ti scivola così rapidamente da ogni parte che quando credi d'averla afferrata, allora proprio è quando ti scapola e ti lascia con tanto di naso e con le mani in mano. *Strano paese è questo! Quale impasto bizzarro di bellissimo e di orrendo, di eccellente e di pessimo, di gradevole e di nauseante. L'effetto che l'animo riceve da un tale insieme è come se si chiudessero e si riaprissero continuamente gli occhi: tenebre e luce, luce e tenebre. *Son troppi quelli che abbisognano di lavoro, di fronte al movimento industriale e commerciale del paese, onde molti, lo ripeto, rimangono involontariamente inoperosi; ma quando offriamo loro da lavorare, è un'atroce calunnia, almeno ora, il dire che lo ricusino, perché hanno mangiato. Sono stato troppe volte e sul molo e nei quartieri poveri, dove abbondano gli sdraiati e gli addormentati e troppe volte ho fatto la prova, destandoli e incaricandoli di qualche piccola commissione e qualche volta anche grossa e faticosa, e mai mi son sentito rispondere il famoso ''aggio magnato''. Sorgono in piedi come se scattassero per una molla, si stropicciano gli occhi e per pochi centesimi si mettono alle fatiche più improbe, fanno due chilometri di strada correndo, e ritornano ringraziandovi, domandandovi se comandate altro, e scaricandovi addosso un diluvio di ''eccellenze'' e di ''don'', come se avessero da voi ricevuto il più grosso favore del mondo.<br/>Gli ho osservati nelle loro botteghe, passando per le vie, ed ho visto che lavorano; sono stato a visitare opificj e ne sono uscito con le mie convinzioni più radicate che mai. Non contento de' miei occhi, ne ho domandato ad alcuni direttori di stabilimenti manifatturieri, non napoletani e perciò non pregiudicati, e tutti mi hanno confermato nella mia scismatica opinione. Chi ha gambe venga e chi ha occhi veda, e dopo, se è onesto, dovrà convenire con me che lo sbadiglio lungo, sonoro, spasmodico, che quell'aspetto di prostrazione fisica, che quelle fisonomie assonnate e quasi sofferenti per la noia che s'incontrano specialmente nelle città di secondo ordine delle altre provincie, fra le quali non ultima la nostra leggiadra [[Toscana|Toscanina]], a Napoli non le troverà certamente; e giri, e cerchi, e osservi pure a suo piacere, assolutamente non le troverà. *Ti dirò soltanto che da quel tempo in poi la [[camorra]] non ha mai cessato di esistere e che non cesserà mai, nonostante le sfuriate di persecuzione che si è preteso farle, finché non sarà affatto scomparsa l'ultima delle cause che le danno vita. *Togliete a Napoli il Vesuvio, e la voce incantata della sirena avrà perduto per voi le più dolci armonie. ====[[Giuseppe Maria Galanti]]==== *I napoletani sono vivi, ciarlieri e gesticolosi all'eccesso, e non è meraviglia che non abbiano potuto soffrire l'Inquisizione. Sono avidi di feste e di spettacoli, e si sviluppa questo carattere in tutti i modi. *Ma più della situazione è bello il clima. Il cielo vi è quasi sempre puro e sereno: l'aria vi è salubre e libera, e non vi si sentono mai gli estremi del caldo e del freddo. Il suolo è di una fertilità meravigliosa. Tutto dunque invita a vivere e godere in questo angolo del mondo. *Napoli è situata rivolta a mezzogiorno e ad oriente sul pendio di una catena di colline oltremodo deliziose. Questa capitale col suo cratere, colle sue isole e montagne forma un colpo d'occhio ed una bellezza di situazione la più singolare. Tutti i luoghi presentano vedute così vaghe, così varie, così dilettevoli, che l'anima vi è rapita ed incantata. La principale è di osservare Napoli in alto mare. [[Immagine:Napoli - piazza San Domenico Maggiore e guglia 1030736.JPG|thumb|Piazza San Domenico Maggiore, 2007]] ====[[Giuseppe Galasso]]==== *Era solo nelle grandi ricchezze naturali del luogo – la luce, il sole, l'azzurro incomparabile del cielo e del mare, la linea insieme aspra e dolce del paesaggio tirrenico, la non comune mitezza del clima – che le insufficienze enormi dell'abitato cittadino si scioglievano e davano luogo a un paesaggio urbano della vitalità e del colore di Napoli, per cui si poteva anche dimenticare, come spesso avveniva, che quella vitalità e quel colore erano il corrispettivo di una struttura sociale tragicamente caratterizzata dalla presenza dell'enorme massa sottoproletaria. [...] Per cogliere appieno quella che doveva essere allora<ref>Nel 1700.</ref>la bellezza della città, quale ce l'ha trasmessa anche la pittura del tempo, bisogna riferirsi in generale all'equilibrio complessivo dell'insieme dell'abitato col territorio e col paesaggio. Allora lo spettacolo è di una seduzione sottile e inebriante. Le cose sembrano respirare nello stesso tempo un'atmosfera vitalissima, carica di profondi e pesanti effluvi, e una vaga aura di morte. Io capisco molto bene [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], quando dice qualcosa del genere per la sua [[Sicilia]], e [[Raffaele La Capria|La Capria]], quando parla del «ferito a morte», ferito da questa dolorosa dialettica tra una natura stupenda e una società senza sufficienti equilibri e cariche interne. *Il napoletanismo deteriore e il mito della napoletanità hanno un po' stravolto, anzi hanno stravolto parecchio, il significato di questo momento aureo<ref>Il riferimento è all'alto livello e alla grande influenza che Napoli conseguì nella cultura e nell'arte durante il cinquantennio liberale.</ref>, l'ultimo grande momento – finora! – della Napoli artistica e letteraria. Ne è venuta fuori la smania del bozzetto napoletano, del colore locale; la coltivazione dell'«umanità» napoletana, che sarebbe un'umanità più umana di ogni altra; lo ''spleen'' di una tavolozza di sentimenti lacrimevolmente patetici; il mito di una vitalità primigenia irreprimibile: insomma, un misto di scugnizzo, di anima bella, di piccolo mondo antico e di provincialismo estetico che a me pare un falso storico, una dannosa evasione dalla realtà e un autentico contributo alla diffamazione napoletana de se stessi. *Il sottoproletariato napoletano non è, del resto, un cane che si faccia portare a passeggio meccanicamente. All'irrazionalità della sua formazione storica corrisponde puntualmente l'imprevedibilità del suo comportamento socio-politico. *L'importante è che di Napoli non si faccia un feticcio, né come caso disperato, né come fatto di napoletanità. La napoletanità è tutta nella storia. Il caso disperato è un comodo luogo comune di evasione della responsabilità. Direi che mai come nel caso di Napoli va bene riconoscere alla questione molte radici, molte tendenze di sviluppo, molte possibilità di orientamento, molta disponibilità di forze attuali, molte potenzialità. E che, quindi, le risposte e le scelte semplicistiche, a una dimensione, sono proprio le meno responsabili, le meno coraggiose. *Napoli fu la base operativa della flotta cristiana che nel 1571 riportò sui turchi la decisiva vittoria di Lepanto, con la quale si pose un alt definitivo alla minaccia ottomana sui paesi cristiani del Mediterraneo. Per quanto non lo si ricordi, ancora più importante fu, tuttavia, la funzione strategica di Napoli nei confronti del teatro politico e militare italiano ed Europeo. Napoli, col Regno, fu infatti la retrovia, la seconda linea dell'azione spagnola nella Valle Padana, dove [[Milano]] apparteneva egualmente, dal 1535, alla Corona madrilena. Retrovia di Milano, fortezza e cittadella, per così dire, di Milano, fu perciò per due secoli Napoli. *Nel corso dei secoli, e specialmente con il consolidarsi dell'appartenenza al dominio romano, la città aveva acquistato pure una fisionomia di centro culturale magari un po' provinciale, ma tranquillo, dignitoso, informato: qualcosa come una piccola città universitaria dell'Inghilterra vittoriana. Nello stesso tempo, però, qualcosa anche come le città turistiche della Riviera ligure in cui dall'Inghilterra vittoriana si veniva a villeggiare o a svernare, in quanto fra [[Isola di Capri|Capri]], [[Baia (Bacoli)|Baia]], Napoli a altri centri campani si andò sviluppando, fra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo, la zona di soggiorno invernale, riposo, villeggiatura, svago più elegante dell'alta società romana. Fu in questa Napoli che [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] trascorse molti anni e scrisse le ''Georgiche'', trasmettendone pure l'immagine serena, benché dolcemente malinconica nella sua malia. Negli ultimi anni dell'Impero romano in Occidente la città sembra presentare una fisionomia più composita, e anche – se così posso dire – meno composta. Sembra come se la dolcezza malinconica, virgiliana, si fosse stemperata nell'edonismo lascivo e vitalisticamente agitato, tumultuoso della città ideata da [[Petronio Arbitro|Petronio]] come scena del ''Satyricon''. *Nel periodo fascista, in un'Italia e in un mondo mutati, col primo avvio della società consumistica, con l'incipiente trionfo della meccanizzazione di massa e dei mezzi di comunicazione di massa, la continuità voleva dire ristagno, degradazione, salto di qualità all'ingiù. E, infatti, è in questo periodo che, dopo le grandi fiammate del '700 e della ''belle époque'', Napoli tende ancora più a provincializzarsi, si trova sempre più spinta ai margini delle correnti principali della vita sociale e intellettuale. *{{NDR|La [[Mostra d'Oltremare]]}} non esprimeva solo il coronamento dell'intervento a Fuorigrotta, ma una più generale visione della città, la visione che in ultimo se ne fece il [[fascismo]]: una Napoli volta verso il [[Mediterraneo]] e l'[[Africa]], grande porto coloniale e militare, sostegno industriale e retrovia commerciale della potenza italiana oltremare e, perfino, base culturale dell'Italia africana, come si diceva allora, tramite l'Istituto Orientale e altre istituzioni universitarie ed extrauniversitarie. [...] Era, però, anche una visione pateticamente provinciale e ritardataria nel 1938-39. *Tutta «speciale» la politica per Napoli da un secolo a questa parte: regi commissari, commissari speciali, leggi speciali. L'eccezionale come norma, e come alibi della classe politica, soprattutto di quella impegnata a livello nazionale, nei riguardi dei problemi cittadini. Ed espressione anche dell'incapacità o difficoltà manifestate nel portare avanti uno sforzo o un disegno più ordinario, ma anche più costante e costruttivo. ====[[Giuseppe Garibaldi]]==== *A Napoli, come in tutti i paesi percorsi dallo [[Stretto Di Messina]], le popolazioni furono sublimi d'entusiasmo e d'amor patrio, ed il loro imponente contegno contribuì certo moltissimo a sì brillanti risultati.<br>Altra circostanza ben favorevole alla causa nazionale fu il tacito consenso della marina militare borbonica, che avrebbe potuto, se intieramente ostile, ritardare molto il nostro progresso verso la capitale. E veramente i nostri piroscafi trasportavano liberamente i corpi dell'esercito meridionale lungo tutto il {{sic|littorale}} napoletano, senza ostacoli; ciò che non avrebbero potuto eseguire con una marina assolutamente contraria. *I pochi giorni passati in Napoli, dopo l'accoglienza gentile fattami da quel popolo generoso, furono piuttosto di nausea, appunto per le mene e sollecitudini di quei tali cagnotti delle monarchie, che altro non sono in sostanza che sacerdoti del ventre. Aspiranti immorali e ridicoli, che usarono i più ignobili espedienti per rovesciare quel povero diavolo di Franceschiello, colpevole solo d'esser nato sui gradini d'un trono, e per sostituirlo del modo che tutti sanno.<br>Tutti sanno le trame d'una tentata insurrezione, che doveva aver luogo prima dell'arrivo dei Mille per toglier loro il merito di cacciar il Borbone, e farsene poi belli costoro presso l'Italia, con poca fatica e merito. Ciò poteva benissimo eseguirsi se coi grossi stipendi la monarchia sapesse infondere ne' suoi agenti un po' più di coraggio, e meno amor della pelle.<br>Non ebbero il coraggio d'una rivoluzione i fautori sabaudi, ed era allora tanto facile di edificare sulle fondamenta altrui, maestri come sono in tali appropriazioni; ma ne ebbero molto per intrigare, tramare, sovvertire l'ordine pubblico, e mentre nulla avean contribuito alla gloriosa spedizione, quando poco rimaneva da fare ed era divenuto il compimento facile, la smargiassavano da protettori ed alleati nostri, sbarcando truppe dell'esercito sardo in Napoli (per assicurare la gran preda, s'intende). *In Napoli più che a Palermo aveva il cavourismo lavorato indefessamente, e vi trovai non pochi ostacoli. Corroborato poi dalla notizia che l'esercito sardo invadeva lo Stato pontificio, esso diventava insolente. Quel partito, basato sulla corruzione, nulla avea lasciato d'intentato. Esso s'era prima lusingato di fermarci al di là dello stretto, e circoscrivere l'azione nostra alla sola [[Sicilia]]. Perciò avea chiamato in sussidio il magnanimo padrone, e già un vascello della marina militare francese era comparso nel Faro; ma ci valse immensamente il veto di lord [[John Russell, I conte di Russell|{{sic|John Russel}}]] che in nome d'[[Gran Bretagna|Albione]] imponeva al sire di [[Francia]] di non immischiarsi nelle cose nostre.<br>Quello che più mi urtava nei maneggi di cotesto partito era di trovare le {{sic|traccie}} in certi individui che mi erano cari, e di cui mai avrei dubitato. Gli uomini incorruttibili erano dominati con l'ipocrita ma terribile pretesto della necessità! La necessità d'esser codardi! La necessità di ravvolgersi nel fango davanti ad un simulacro d'effimera potenza, e non sentire, e non capire la robusta, imponente, maschia volontà d'un popolo che, volendo ''essere'' ad ogni costo, si dispone a frangere cotesti simulacri e disperderli nel letamaio donde scaturirono. *L'ingresso nella grande capitale ha più del portentoso che della realtà. Accompagnato da pochi aiutanti, io passai framezzo alle truppe borboniche ancora padrone, le quali mi presentavano l'armi con più ossequio certamente, che non lo facevano in quei tempi ai loro generali.<br>Il 7 settembre 1860! E chi dei figli di Partenope non ricorderà il gloriosissimo giorno? Il 7 settembre cadeva l'{{sic|abborrita}} [[Borbone delle Due Sicilie|dinastia]] che un grande statista inglese avea chiamato «Maledizione di Dio!» e sorgeva sulle sue ruine la sovranità del popolo, che una sventurata fatalità fa sempre poco duratura.<br>Il 7 settembre un figlio del popolo, accompagnato da pochi suoi amici che si chiamavano aiutanti, entrava nella superba capitale dal focoso destriero<ref>Simbolo di Napoli.</ref>acclamato e sorretto dai cinquecentomila abitatori, la cui fervida ed irresistibile volontà, paralizzando un esercito intiero, li spingeva alla demolizione d'una tirannide, all'emancipazione dei loro sacri diritti; quella scossa avrebbe potuto movere l'intiera Italia, e portarla sulla via del dovere, quel ruggito basterebbe a far mansueti i reggitori insolenti ed insaziabili, ed a rovesciarli nella polve!<br>Eppure il plauso ed il contegno imponente del grande popolo valsero nel 7 settembre 1860 a mantenere innocuo l'esercito borbonico, padrone ancora dei forti e dei punti principali della città, da dove avrebbe potuto distruggerla. *Trattavasi di rovesciare una monarchia per sostituirla, senza volontà o capacità di far meglio per quei poveri popoli, ed era bello veder quei magnati di tutti i dispotismi usar ogni specie di malefica influenza, corrompendo l'esercito, la marina, la corte, i ministri, servendosi di tutti i mezzi più subdoli per ottenere l'intento indecoroso.<br>Sì, era bello il barcamenare di tutti cotesti satelliti, che si atteggiavano ad alleati del re di Napoli, consigliandolo, cercando di condurlo a trattative ''fraterne'' ed attorniandolo d'insidie e di tradimenti. E se non avessero tanto temuto per la loro brutta pelle, essi potevano presentarsi all'Italia come liberatori.<br>Che bel risultato se potevano far restare con tanto di naso i Mille e tutta la democrazia italiana. Ma sì! Sono i bocconi fatti che piacciono a cotesti liberatori dell'Italia a grandi livree. ====[[Alfonso Gatto]]==== *{{NDR|Il napoletano}} Paziente, trasmoda dalla sua pazienza, non la perde. Rinuncia all'attacco per attecchire nel luogo e nel tempo che gli è dato vivere. Non ha radici, ma il fusto interrato come una croce. Potremmo scalzarlo, ma l'arma della sua punta – l'unica ch'egli possiede – sempre lo porterebbe a cercare in ogni sistema, in ogni rapporto, l'eterna provvisorietà del suo appiglio. Chiameremo «reazionario» l'inane opportunista che difende la sua superficialità, la sua parte di spillo a furia di penetrazione, a furia di cadere e d'essere vibrato dall'alto?<br>Io non so rispondere, ma vedo la morte ch'egli ha sulle spalle, quel suo bisogno di penetrare nelle sue ristrettezze come la zeppa di legno in uno spacco, il soliloquio delle parole tenere che nessuno mai gli dirà. *Se parliamo di Napoli, una città interrotta, sappiamo che «qualcosa» deve finire. Che sia l'inganno della distanza – quanto è più vicina – il fascino della sua verità?<br>Il luogo comune nasconde il suo genio o tardi lo rivela, a nostre spese. Napoli è un idolo sconsacrato e ignoto, un avanzo di storia, al quale diamo un nome, una leggenda. La prendiamo in giro e per secondare il gioco, per divertirci, lei ci tiene a distanza. Non ha nulla da riconoscersi, prestigio o fama, ma fa sue le lodi di chi la cerca. Napoli è la nostra provocazione che le fa gioco. Questo deve finire. *Tra l'essere e il non essere, Napoli appare. Siamo davanti alle rovine di un paese felice da cui giungono i primi segni di vita.<br>Gli scampati chini a raccogliere la propria ombra stendono il sole, luminoso prima che caldo. Si lasciano accogliere nelle strette di quel paesaggio ormai illeso e silenzioso al quale è stata tolta la parola. Di colpo, come da una pietra smossa, brulicano i bambini e al loro salto – di casa in casa, sembra –, al loro risalire, la platea di sasso scoscende nell'Ade o s'alza nella sua scena. La luce pesca tutti a uno a uno. Assenti le voci, e pure udite per quell'assiduo fervore, i vivi provano le braccia, le gambe, gli occhi di cui ancora non sanno che fare.<br>Crediamo di vedere, remoto nel suo avvenimento, un passato giunto a noi da secoli di luce. ====[[Andrea Geremicca]]==== *{{NDR|Napoli}} città sospesa che nel suo presente vive ancora il passato e costruisce il futuro, in un intreccio esaltante, doloroso e drammatico al tempo stesso. *Come la storia di un fiume non può essere letta senza scrutare i segni lasciati dalle acque in piena nel loro secolare corso verso il mare aperto, così la storia di questa città non potrà in avvenire essere compresa senza studiare le radici e le ragioni della eccezionale stagione vissuta in questi ultimi anni dal popolo napoletano, come inalienabile tappa del suo travagliato e doloroso cammino verso la propria emancipazione. *{{NDR|Connota Napoli}} l'ambiguità o, meglio, l'ambivalenza [...] della sua storia e delle sue vicende che possono essere lette in chiave di inarrestabile decadenza o in chiave di irrefrenabile vitalità. La mia – e non solo la mia – chiave di lettura è la seconda [...].<br>E non perché sia estranea alla mia – alla nostra – coscienza l'immagine tragicamente presente a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], di quella parte della città che per non trasformarsi preferisce estinguersi. Al contrario: proprio perché ci è presente, siamo impegnati nella battaglia – politica, civile e culturale − per l'affermazione piena di quell'altra parte di Napoli, sino ad oggi largamente maggioritaria, che per non estinguersi vuole trasformarsi. *La crisi di Napoli non può essere letta con occhi antichi. Non si può decifrare chiudendosi nel ventre della città e girando nel dedalo dei vicoli, tra i fondaci fitti di voci e di bassi senza luce, nel tentativo di far rivivere le stupende «cronache» di [[Matilde Serao]]. Chi ci prova si perde, ricavandone un senso di mistero e di sgomento. Perché oggi nei vicoli descritti dalla Serao, assieme ai secolari malanni, spunta una nuova malattia sociale: il [[w:saturnismo|saturnismo]], che esce dalle tipografie per aggredire i bambini attraverso il gas di combustione delle auto dilaganti ovunque; e sui bassi incombe l'ombra lunare di mostruosi grattacieli; e nei fondaci le donne cuciono guanti e scarpe che non rimangono nel circuito chiuso di una astorica «economia del vicolo» ma vengono venduti in Asia e nelle Americhe. *Puntando tutte le carte ''sul ruolo produttivo'' di Napoli e della regione, e indicando (orgogliosamente, certo, ma legittimamente) la funzione di Napoli come ''cerniera democratica'' nel processo di unificazione politica del Paese, il movimento operaio e democratico ha contribuito grandemente alla liberazione di una massa nuova e potente di energie, promuovendo il suo impegno su una prospettiva di rinnovamento economico e di sviluppo democratico del Paese e dello Stato. Per la prima volta nella sua storia: Napoli non ''contro'' ma ''per'' uno stato democratico e realmente nazionale. Per la prima volta: da Napoli un apporto decisivo alla unificazione politica del Paese. Per la prima volta: Napoli non palla di piombo ai piedi del Paese ma leva decisiva per un assetto nuovo e diverso dell'economia, della società e dello Stato italiano nel suo insieme. ====[[George Gissing]]==== *È scoraggiante sotto qualunque cielo osservare i cambiamenti di Napoli. Lo sventramento prosegue e intere zone sono trasformate. Penso che sia un bene che l'ampio Corso Umberto I tagli il vecchio Pendino; ma quale contrasto tra il pittoresco di prima e la volgarità cosmopolita che ne ha preso il posto! «''Napoli se ne va!''» *Non ci sarebbe da stupirsi se il rimodernamento della città, insieme alla situazione generale italiana, avesse un effetto calmante sui modi napoletani. Sotto un aspetto le strade sono indubbiamente meno gaie. Quando venni a Napoli per la prima volta non si stava mai, letteralmente mai, senza sentire un organetto; e questi organetti che in generale avevano un timbro particolarmente armonioso suonavano le arie più brillanti; banali, anche volgari, se volete, ma sempre melodiose e care a Napoli. Ora la musica per le strade è rara, e sento che un regolamento di polizia ostacola già da tempo quei teneri strumenti. Ne sento la mancanza [...] (pp. 23-24) *Passo da Santa Lucia con gli occhi bassi, mentre i ricordi di dieci anni fa si fanno strada contro l'opaco presente. Il porto dal quale si partiva per Capri è colmato; il mare è stato scacciato a una disperata distanza, dietro squallidi mucchi di rifiuti. Vogliono fare un argine lungo e diritto da Castel dell'Uovo al Porto Grande, e tra non molto Santa Lucia sarà una strada qualunque, chiusa fra alti caseggiati, senza nessuna veduta. Ah, le notti che si passavano qui, osservando i rossi bagliori del [[Vesuvio]], seguendo la linea scura del promontorio di [[Sorrento]] o aspettando che il chiaro di luna spandesse la sua magìa su [[Capri]], a fiore delle acque! [...] Santa Lucia era unica. È diventata squallida. ====[[Vittorio Gleijeses]]==== *A [[Roma]], ad esempio, della antica città, della magnificenza della ''caput mundi'' oggi possiamo ammirare quanto è stato riportato alla luce per il suo valore archeologico, quasi in un cimitero debitamente recintato. Si possono ammirare o visitare i monumenti, i fori, gli scheletri vuoti dei templi, l'ossatura degli edifici, ruderi che pur testimoniandoci indubbiamente la grandezza di un'epoca che fu, restano avulsi dalla città vera e propria e circoscritti da barriere e confini.<br>A Napoli, ben poco o quasi nulla è rimasto di monumentale o di artistico, in quanto il centro urbano ha subito attraverso i secoli una lenta graduale insensibile trasformazione ma, in compenso, negli stessi luoghi in cui gli abitanti della {{sic|πολίς}} greca si recavano per concludere affari, divertirsi o pregare, ferve la vita, che a distanza di oltre venti secoli offre una continuità di costumi e di abitudini che dà la sensazione di essere fuori dal tempo. Questo vivere in un ambiente così fondamentalmente immutato ed immutabile spiega forse perché fra la nostra gente sia così vivo il senso della ineluttabilità del fato, del fluire incessante delle cose, dell'impotenza del genere umano di fronte all'eternità. Proprio il fatalismo imposto da questa consapevolezza è in parte responsabile della mancanza di riguardo dei napoletani verso il rudere o il monumento antico, ridotto diremmo, alla stregua di un oggetto di uso abituale. *Anche dopo le feste voi pensate che a Napoli le «regalie» siano finite? Vi sbagliate di grosso! Vi sentirete ancora dire: Signurì, buone fatte feste! Le mance hanno validità fino all'[[Epifania]], e se non si aderisce si diventa oggetto di... mormorii poco benevoli e... si perde il saluto. «Eh! La miseria!» mi diceva un giorno Augusto Cesareo, «ma ti pare che dopo tutti quei soldi che abbiamo speso, ci dobbiamo ancora sentire... buone fatte feste?» E così il portalettere, il portiere, lo spazzino che a Napoli sta diventando... la primula rossa, perché non viene mai, non si vede mai, e se c'è... nessuno se ne accorge, nei giorni precedenti le feste si danno da fare, diventano persino premurosi. *Certo che se nell'entusiasmo del momento si intravede la scorza ruvida del [[lazzari|lazzarone]] che in fondo in fondo ancora sopravvive, e se il divertimento degenera talvolta in rissa o in baccanale, bisogna cercare di comprendere questo popolo di lavoratori tenaci e silenziosi, ben lontano dal «cliché» del napoletano pigro e svogliato, anche se in qualche occasione è portato dal suo forte temperamento meridionale ad eccedere sotto alcuni aspetti.<br >Le feste religiose, in realtà, sono per i napoletani un pretesto per fare una scampagnata e mangiare in trattoria o all'aria aperta con ceste portate da casa. È del carattere napoletano cercare di dimenticare gli affanni giornalieri, il solito monotono «tran tran» di tutti i giorni, tuffandosi nella diversità di un giorno solo con tutta l'intensità dei propri sensi fino a sentirsi pervasi da un'allegria totale che ha qualcosa di insano. *Dall'anima cattolicissima di Napoli non è mai scomparso un fondo di paganesimo che tinge di una qualità particolare i costumi religiosi del nostro popolo. Nelle superstizioni e nel fanatismo che due millenni di cristianesimo non sono riusciti a cancellare, vive forse ancora il ricordo degli antichi riti dei culti degli dei pagani. *È stato detto che [[San Gennaro]] è l'anima di Napoli. Si potrebbe dire qualcosa di più. San Gennaro è il sentimento di un popolo che, nonostante le sconfitte, le delusioni, le amarezze patite nella sua lunga e dolorosa storia, trova ancora la forza di sperare, di lottare, di vivere. *L'alta civiltà del popolo napoletano è racchiusa proprio in questa sua immensa generosità, in questa possibilità di dare e di prendere tanto dal nulla, dalle piccole cose, da una infinitesimale soddisfazione morale, o da un minimo sollievo materiale; e si concretizza nel suo saldo amore per la famiglia, che per le feste si riunisce ed attraverso di esse si {{sic|cimenta}} e resta ancora unita, oggi, come credo, in ben pochi paesi al mondo. *La [[malocchio|jettatura]] – con la j (lunga) – è una influenza malefica alla quale, anche se non ci si crede del tutto, non ci si può sottrarre. In [[Campania]] è un fenomeno storico, poiché il timore dei suoi nefasti risultati noi napoletani l'abbiamo nel sangue, forse ereditato dai nostri progenitori greci e romani. [...] L'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]] sosteneva che persino [[Paolo di Tarso|San Paolo]] credesse alla jettatura in quanto scrivendo una epistola ai Galati, dai quali non riusciva ad ottenere quanto voleva, tra l'altro aveva scritto: «''quis vos fascinavit non oboedire veritati!''». Accertato quindi che questa malefica credenza esiste a Napoli sin dall'antichità, bisogna convenire con [[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas]] che essa è una malattia incurabile: si nasce jettatori, si muore jettatori e si può diventarlo, ma quando lo si è diventati, non si cessa più di esserlo. I forestieri che vengono a Napoli, all'inizio ridono di queste sciocchezze, ma poi cominciano a parlarne, diventano titubanti e dopo qualche mese di permanenza finiscono col coprirsi di corni e aggeggi del genere o, come un simpatico funzionario straniero mio buon amico, quando incontrano determinati personaggi, prendono la fuga! *La natura del napoletano, sempre in bilico tra il sacro ed il profano, è tale che egli addenta una [[pizza]] con la stessa voluttà con la quale stringe una bella ragazza e mette nel cantare una canzone tutta l'anima come la mette nelle sue preghiere: è sempre lo stesso entusiasmo che l'accompagna. *La Neapolis dei primi tempi dell'impero, decaduta ormai a luogo di villeggiatura dei romani più ricchi e potenti che vi venivano per essere abbastanza − anche se non troppo − lontani dalla vita pubblica, doveva necessariamente offrire ai suoi ospiti, come una novella Circe, una corruzione sottile e molli blandizie per trattenerli nel suo grembo. La più sottile cultura ellenistica faceva {{sic|si}} che gli usi della città – sia nei lati buoni sia in quelli cattivi – fossero più scanzonati, meno inibiti, con quel senso di superiorità che spesso dipende dal non avere più niente di solido, dentro. *La sensibilità acuta del popolo napoletano lo rende vulnerabile al dolore così come pronto al sorriso, ma questa gente semplice ha ancora la capacità di cercare gioia e felicità nello sguardo di un bimbo, nella bellezza di un tramonto, nel volo di uno stormo di uccelli, dando forse una impressione di superficialità che invece non è che vero, profondo, radicato sentimento poetico. *Le feste, i balli, le canzoni, le taverne, il [[Voci e gridi di venditori napoletani|grido]] dei tipici venditori ambulanti, rendono unico questo popolo, questa gente che sembra sempre allegra, gaia, sorridente e spensierata e molto spesso è invece solo molto coraggiosa nella miseria e nella sventura. Sembrerebbe quasi, come diceva [[Fanny Salazar Zampini|Zampini Salazaro]]: «Che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi». *Nella vecchia Napoli non è raro scoprire, fra vecchi palazzetti cadenti dall'intonaco scrostato e stinto, le vestigia di un passato, quasi mimetizzate dall'incuria e dall'abbandono in cui versano. I vasetti di gerani e le «''buatte''<ref>Lattine o scatole di metallo per alimenti.</ref>» con le piante di garofani nascondono talvolta una bordura di pietra viva finemente intagliata; le brutte, policrome insegne di una scuola-guida o di un sarto si addossano a un elegante portale, che, pur se sporco e fuligginoso, resta come isolato dal contesto generale in una sorta di distaccata nobiltà. Napoli antica riserva di queste sorprese a chi sappia guardarla con occhi che vedono, sorprese che, se talvolta mortificano e addolorano, tuttavia inteneriscono. *Oggi i costumi popolari sono spariti o modificati, ma il loro ricordo vive ancora tra noi, lasciando rimpianto ed ammirazione per quegli usi ancora coloriti dalla fantasia, pieni di brio e di giovanile freschezza. [...] il popolo napoletano è come un adulto che ricorda con rimpianto la sua infanzia, primitiva, semplice e bonaria. *Se una città dovesse ricevere un premio per aver coscienziosamente distrutto tutti i ricordi del passato, questo sicuramente spetterebbe a Napoli.<br>Un po' per le bizze dello «''sterminator [[Vesuvio|Vesevo]]''», eruzioni e terremoti, un po' per le guerre che attraverso i secoli hanno ciclicamente devastato questa nostra terra, eternamente appetita da eserciti e dominazioni straniere, un po' per l'entusiasmo degli abitanti nel voler seguire ogni nuova moda, che li ha spinti a modificare i monumenti per mantenerli ''à la page'' con i gusti dei tempi, un po' per il menefreghismo e il lasciar correre altrettanto congeniti nel carattere di noi napoletani, gran parte del nostro patrimonio storico-artistico si è come disintegrato attraverso i secoli. *Un popolo semplice, parco, generoso e civile nell'animo, anche se spesso non del tutto nell'esteriorità. ====[[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]''==== *Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso. *Avvicinandoci a Napoli, l'atmosfera si era fatta completamente sgombra di nubi e noi ci trovammo veramente in un altro mondo. Le abitazioni coi tetti a terrazza facevan comprendere che eravamo in un clima diverso; ma non credo che nell'interno esse siano molto ospitali. Tutti sono sulla strada, tutti seggono al sole finché finisce di brillare. Il napoletano crede veramente d'essere in possesso del paradiso, e dei paesi settentrionali ha un concetto molto triste: «Sempre neve, case di legno, grande ignoranza, ma danari assai». Questa è l'idea che essi hanno delle cose nostre. A edificazione di tutte le popolazioni tedesche, questa caratteristica, tradotta, significa: «''Immer Schnee, hölzerne Häuser, grosse Unwissenheit, aber Geld genug''».<br>Napoli per sé si annunzia giocondamente, piena di movimento e di vita; una folla innumerevole s'incrocia per le vie; il re è a caccia, la regina incinta, e non si potrebbe desiderare nulla di meglio. *Come si suol dire che colui, al quale è apparso uno spettro, non può più esser lieto, così si potrebbe dire al contrario che non sarà mai del tutto infelice chi può ritornare, col pensiero, a Napoli. *Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! *È interessante e fa così bene, aggirarsi tra una folla innumerevole e irrequieta come questa. Tutti si rimescolano come le onde d'un torrente, eppure ognuno trova la sua via e arriva alla sua meta. Solo in mezzo a tanta folla e fra tanta irrequietezza io mi sento veramente tranquillo e solo; e più le vie rumoreggiano più mi sento calmo. *Il più splendido tramonto, una serata di paradiso, mi hanno estasiato al ritorno<ref>Dal Vesuvio.</ref>Ho potuto tuttavia sentire come un contrasto così enorme basti a turbare i nostri sensi. L'orribile accostato al bello, il bello all'orribile, si annullano a vicenda e finiscono per produrre una sensazione d'indifferenza. Non v'ha dubbio che il napoletano sarebbe un altr'uomo, se non si sentisse prigioniero fra Dio e Satana. *Napoli è un paradiso; tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. A me accade lo stesso; non mi riconosco quasi più, mi sembra d'essere un altr'uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso. *{{NDR|Kniep}} mi condusse sulla terrazza di una casa, dalla quale si poteva abbracciar con lo sguardo specialmente la parte bassa di Napoli, verso il molo, col golfo e la spiaggia di Sorrento; tutta la parte a destra si presentava in uno sfondo singolarissimo, come forse sarebbe difficile vedere da tutt'altro punto. Napoli e bella e stupenda da per tutto. *Oggi ci siamo dati alla pazza gioia e abbiamo dedicato il nostro tempo a contemplare meravigliose bellezze. Si dica o racconti o dipinga quel che si vuole, ma qui ogni attesa è superata. Queste rive, golfi, insenature, il Vesuvio, la città, coi suoi dintorni, i castelli, le ville! Al tramonto andammo a visitare la Grotta di Posillipo, nel momento in cui dall'altro lato entravano i raggi del sole declinante. Siano perdonati tutti coloro che a Napoli escono di senno! Ricordai pure con commozione mio padre, cui proprio le cose da me vedute oggi per la prima volta avevano lasciato un'impressione incancellabile. *Per ritornare al popolino di Napoli, è interessante osservare che, come fanno i ragazzi più vispi quando si comanda loro qualche cosa, anche i napoletani finiscono con l'assolvere il loro compito, ma ne traggono sempre argomento per scherzarvi sopra. Tutta la classe popolana è di spirito vivacissimo ed è dotata di un intuito rapido ed esatto: il suo linguaggio deve essere figurato, le sue trovate acute e mordaci. Non per nulla l'antica Atella sorgeva nei dintorni di Napoli; e come il suo prediletto Pulcinella continua ancora i giuochi atellani, così il basso popolo s'appassiona anche adesso ai suoi lazzi. *Poco dopo arrivammo ad un'altura, dove un quadro grandioso si presentò ai nostro occhi. Napoli in tutta la sua magnificenza, con le sue case schierate lungo la spiaggia del golfo per parecchie miglia, i promontori, le lingue di terra, le pareti delle rocce, e poi le isole, e, nello sfondo, il mare: spettacolo davvero incantevole.<br>Un canto selvaggio, o piuttosto un grido, un urlo di gioia mi spaventò e mi turbò: era il ragazzo, che stava nel biroccio dietro a noi. Io lo rimproverai vivacemente, mentre fino allora egli non aveva inteso una sola parola aspra da noi, essendo in fondo un buon figliuolo. Per un poco, non si mosse; poi mi batté lievemente sulla spalla, tese fra noi due il braccio destro con l'indice alzato e: – Signor, perdonate – disse – questa è la mia patria! Ciò che mi sorprese non men di prima e mi fece luccicare negli occhi, povero figlio del nord, qualche cosa come una lacrima. *Qui la gente non si dà alcun pensiero dei fatti altrui; è molto se si accorgono di correre qua e là, l'uno accanto all'altro; vanno e vengono tutto il giorno in un paradiso, senza guardarsi troppo intorno, e quando la bocca dell'inferno loro vicino minaccia di montar sulle furie, ricorrono a [[San Gennaro|S.Gennaro]] e al suo sangue, come del resto tutto il mondo ricorre al sangue, contro la morte e contro il demonio. *Riscontro in questo popolo un'industriosità sommamente viva e accorta, al fine non già ad arricchirsi ma di vivere senza affanni. *Se i napoletani non vogliono saperne di lasciar la loro città, se i loro poeti decantano con iperboli esagerate la felicità della sua posizione, bisognerebbe scusarli, anche se nei dintorni sorgessero due o tre [[Vesuvio|Vesuvi]] di più. In questo paese non è assolutamente possibile ripensare a [[Roma]]; di fronte alla posizione tutta aperta di Napoli, la capitale del mondo, nella valle del Tevere, fa l'impressione di un monastero mal situato. *«Vedi Napoli e poi muori». Dicono qui. ====[[Ferdinand Gregorovius]]==== *I mercati settimanali hanno pure luogo su quella [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza]], per un Tedesco di triste memoria, perché colà fu decapitato l'[[Corradino di Svevia|ultimo degli Hohenstaufen]]; è del pari caratteristica per essere stato il teatro di uno storico episodio, quello di [[Masaniello]], su quella piazza dai lazzari eletto loro re, e ivi trucidato.<br>Questo luogo è storico per il popolo napoletano; è come la sua [[Presa della Bastiglia|piazza della Bastiglia]], sanguinosa per le scene terribili di giustizia popolare; il popolo vi troncò il capo a nobili cittadini e li espose all'oltraggio. È rimasta terribile anche per i ricordi della peste. *I Napoletani sono irritati, ma ridono. Non vi è in tutto il mondo un paese in cui il dispotismo sia usato con tanta facilità, poiché è impossibile distruggere i tesori di questa splendida natura, ridurre sterile questo fertile suolo. Sotto questo cielo ognuno può sempre liberamente muoversi, tutti quanti i sensi provano la loro soddisfazione. La natura eguaglia tutto: non vi è luogo più democratico di Napoli. Chi potrebbe mai annullare questa ''magna charta'' della libertà? *Io dimorai a S. Lucia quaranta giorni, e dalla mia finestra vedevasi tutto il golfo raggiante di luce: le due cime del Vesuvio dominanti la bianca città, le pittoresche {{sic|spiaggie}} di Castellammare, di Sorrento, fino a Capo Minerva, e l'isola di Capri. Ogni mattino, quando la rosea luce del golfo veniva a svegliarmi nella mia camera, mi abbandonavo alla contemplazione di quel fantastico spettacolo che è colà il levare del sole, e guardavo le tinte di fuoco dei monti e del mare, che parevano avvolgere in un incendio colossale la grandiosa città. Ma più magico ancora era lo spettacolo che mi si parava dinanzi allorché la luna nel suo pieno, sorgeva sul [[Vesuvio]], e spandeva la sua luce argentea sui monti, sul mare, sulla città, illuminando l'intero golfo. La cupa foresta degli alberi delle navi nel porto si distaccava allora sopra un fondo di brillante bianchezza; la luce dei fanali impallidiva; infinite barche scivolavano sulle onde, e sparivano, e tosto ricomparivano all'orizzonte; lo scoglio gigantesco di Capri appariva, e Somma, il Vesuvio, i monti di Castellammare e di Sorrento, quasi forme fantastiche, s'illuminavano. Chi avrebbe potuto dormire in quelle notti? Io prendevo una barca a S. Lucia e navigavo su quelle onde fosforescenti, oppure rimanevo seduto sulla spiaggia, insieme con popolani a mangiare frutti di mare. *Io ho trovato sempre straordinariamente caratteristico questo spettacolo. Nelle ore calde del pomeriggio, sotto il porticato di una delle principali chiese, quella di S. Francesco di Paola, si vedono centinaia di lazzaroni sdraiati che dormono, sudici e cenciosi, decorazione poco armoniosa e decorosa con quell'opera architettonica. Ho ripensato a quegli altri lazzaroni dell'antica Roma, i quali facevano essi pure la siesta sotto il portico di Augusto e di Pompeo, se non che quelli tenevano in tasca le tessere per la distribuzione del grano, e questi non l'hanno. In qualunque altra capitale d'Europa la polizia caccerebbe via tutti quei dormienti dal portico di una chiesa dinanzi al palazzo reale. Qui, invece, dormono a loro bell'agio, e le sentinelle che passeggiano distratte in su e in giù presso le statue equestri di Carlo III e di Ferdinando I, li guardano come la cosa più naturale del mondo. *L'armonia regna in questo paese: non un volto grave, melanconico: tutto qui sorride; a migliaia scivolano nel porto le barche, a migliaia passano per Chiaia e S. Lucia le carrozze; ad ogni passo s'incontrano persone intente a mangiare maccheroni, o frutti di mare; in terra si canta e si suona; tutti i teatri sono aperti; oggi, come prima, il sangue di S. Gennaro bolle e si discioglie; nessuna bomba ha ucciso {{sic|pulcinella}}; la Villa Reale è piena di forestieri che lasciano cospicue {{sic|mancie}}. Questo popolo vive alla giornata: non ha passioni politiche, non ama le cose gravi, le passioni virili, senza le quali un paese non ha una storia propria. Dalle sue origini Napoli ha sempre avuto per padroni gli stranieri: i Bizantini prima, poi i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Spagnuoli, i Borboni e Gioacchino Murat. Un popolo, che è privo di carattere, che non ha sentimento nazionale, si piega a qualunque signoria. Fa senso vedere ancora oggi in corso le monete coll'effigie di Murat, accanto a quelle di re Ferdinando. Gli uomini assennati, che scusano il carattere di questo popolo e non se ne adontano, mancano di perspicacia e di prudenza. *La folla e il movimento che regnano sul porto, sono un nulla in confronto a quanto si vede nei due maggiori mercati, vicini a Marinella: il Porto Nuovo e il Mercato. Il Porto Nuovo è sempre ingombro da una folla immensa; si direbbe che l'intera Campania abbia mandato le sue frutta e il golfo tutti i suoi pesci su questa piazza. Il popolo vi si reca per comprare, per mangiare; lo si potrebbe dunque definire come il ventricolo di Napoli. È veramente interessante osservare tutta quella folla, tutto quel frastuono, ed uno lo può fare a suo bell'agio, rifugiandosi in una di quelle cucine all'aperto, costituite da quattro tavole, dove si preparano e vengono mangiate le ''pizze'', specie di torte schiacciate, rotonde, condite con formaggio, o con prosciutto. Si ordinano e in cinque minuti sono pronte; per digerirle, però, è necessario avere i succhi gastrici di un lazzarone. *Le bellezze della natura e i sentimenti cristiani, alla presenza delle più grandi meraviglie della creazione, risvegliano sempre idee tristi. Ero giunto su di una altura dove alcuni soldati svizzeri stavano bevendo fuori di una piccola bettola, una capanna di paglia. Di lassù si dominavano il mare, le isole di Nisida, di Procida e d'Ischia, tutte avvolte nel manto meraviglioso del sole al tramonto. Uno di quei soldati mi si avvicinò e, gettando uno sguardo su quello spettacolo meraviglioso, con tono di mestizia mi disse: «Come è bello! troppo bello!... rende melanconici...» *Mentre io stavo seduto sulle rovine della villa di Giove, contemplando lo splendido golfo irradiato dal sole, il [[Vesuvio]] che fumava mi parve quasi il [[Tiberio]] della natura, e pensai che spesso da questo punto Tiberio lo contemplasse cupo e pensoso, ravvisando la sua stessa immagine personificata nel demonio della distruzione. Nel contemplare il vulcano e ai suoi piedi la fertile Campania e il mare avvolto di luce, il monte solitario che terribile signoreggia quella felice regione mi sembrò quasi un simbolo della storia dell'umanità ed il vasto anfiteatro di Napoli la più profonda poesia della natura. ([[Ferdinand Gregorovius]]) *Nel quartiere di S. Lucia è concentrato specialmente il commercio dei frutti marini, disposti in buon ordine, con le ostriche, nelle piccole botteghe, ciascuna delle quali porta un numero e il nome del proprietario. Sono incessanti le grida per invitare la gente ad entrare; le botteghe sono illuminate, e tutti quei prodotti del mare rilucono dei colori più svariati: sono ricci, stelle di mare, coralli, araguste, dalle forme più bizzarre, dalle tinte più dissimili. Il mistero delle profondità marine è ivi svelato e quel piccolo mercato presenta ogni sera il lieto aspetto quasi di una notte di Natale marittima. *Non potrei descrivere quali brutte immagini di santi io abbia visto portare in processione a Napoli; prodotti di un'arte senza principî, senza gusto e di una fantasia bizzarra che, in quanto a stranezza, ha poco da invidiare all'arte indiana. Per formarsi un'idea di quanto sia disposto questo popolo ad essere tollerante in materia d'arte, basta osservare bene quelle barocche statue di santi per le strade e quei Cristi in legno di orribile fattura, sorgenti qua e là nelle piazze. [...] Pur troppo, l'uomo qui non corrisponde, alla natura che lo circonda; diversamente, in vista di questo mare, di questi monti, di questo cielo, non potrebbe pregare davanti a quegli orribili fantocci. *Povere cose, invero, l'erudizione e l'archeologia! In questo angolo di paradiso le cose si sentono e si comprendono oggi come le sentivano e le comprendevano gli antichi. Qui regna ancora l'idea del culto di Bacco e l'immaginazione si solleva in alto come una baccante col tirso; qui ci sembra di staccarci dal suolo e, sciolti da ogni vincolo terreno, di spaziare nell'atmosfera. *Questa Piazza Reale, vicinissima al mare, di cui però non si gode la vista, mirabilmente selciata, tanto che potrebbe servire benissimo da sala da ballo, circondata di eleganti edifici, è uno dei punti più eleganti della città. Vi risiedono il Re, la Corte e le principali amministrazioni; si potrebbe chiamare questa piazza, non il cuore di Napoli, ché questo titolo spetta al porto, ma il cervello. *Rimasi a lungo sulla terrazza di S. Martino appoggiato al parapetto ad ascoltare le voci che salivano da Napoli. Se questo popolo, pensavo, fa tanto chiasso nella sua vita comune, quanto ne farà quando è agitato da passioni, durante le lotte, quando vuole il saccheggio, come fecero il 15 maggio 1848 i lazzaroni a migliaia dietro la carrozza di re Ferdinando!<br>Il frastuono napoletano ha però di solito un carattere pacifico: è allegro ed in fondo è ordinato nel suo apparente disordine. Tutta quella gente, che brulica come formiche, si muove in certe direzioni fisse, con uno scopo determinato. In questo popolo la vita circola come il sangue nel corpo umano, e quelle sue pulsazioni febbrili in apparenza, sono in realtà regolari e normali. *[[Roma]], da dopo la rivoluzione del 1848, appare ancor più silenziosa che nel passato; tutta la vivacità del popolo è scomparsa e le classi agiate si tengono paurosamente nascoste, guardandosi bene di far parlare di sè; e le classi infime sono ancora più misere e più oppresse di prima. Le feste popolari sono scomparse, o quasi; il carnevale è in piena decadenza; e persino le feste di ottobre, un tempo sì allegre fuori delle porte, fra i bicchieri di vino dei Castelli e il saltarello, sono presso che dimenticate. [...] Ben diverso è l'aspetto di Napoli, dove il vivace, febbrile e continuo chiassoso movimento di tutto quel popolo, ha del fantastico. Si direbbe una città in rivoluzione, perché tutti si muovono, tutti si agitano, tutti gridano e schiamazzano. Nel porto, sulle rive del mare, nei mercati, in [[via Toledo]], persino a Capodimonte, al Vomero, a Posillipo, lo stesso movimento, lo stesso chiasso. A Napoli non si riesce a far nulla, e il nostro occhio nulla può fissare: ovunque bisogna guardarsi senza posa contro gli urti e gli spintoni. La stessa viva luce del mare e delle rive mantiene in continua agitazione, eccita la vista e la fantasia; e il frastuono delle voci umane e delle carrozze non cessa nemmeno nel cuore della notte. *S. Lucia, il luogo di carattere più svariato e dove sono le locande di secondo ordine, è la linea di confine fra la parte aristocratica di Napoli e quella popolare. Il porto è il punto del maggior movimento popolare e del commercio; ivi si lavora, si traffica senza posa, e ivi è tutto quello che è necessario alla vita del popolo. V'è un movimento continuo; le calate sono sempre ingombre di carbone e di altri materiali; vi si affollano continuamente pescatori, barcaiuoli, lazzaroni, piccoli mercanti. Gli abitanti delle campagne, i popolani vengono qui ad acquistare gli abiti e le scarpe, che empiono case da cima a fondo. Qui si vendono tutte le masserizie casalinghe, qui sono caffè, liquorerie, spacci di tabacco, unicamente frequentati dal popolo, fruttaioli i quali tengono gli aranci e le angurie già tagliate a fette che essi vendono per un tornese e che vengono mangiate dai compratori in piedi. Qui si vedono vere montagne di fichi d'India, di cui la gente più misera si nutre; questo è il luogo di riunione, si potrebbe dire la sala di conversazione del popolo. *Tanto nella festa della Madonna del Mercato, quanto in altre occasioni, il popolo non pensa che a divertirsi e a stare allegro. I Napoletani non vanno ad una festa per assistere alle funzioni religiose, per ammirare le fonti del culto, ma per stare all'aria aperta, per godere le bellezze naturali, cui la folla variopinta dà un nuovo risalto. Ho visto migliaia e migliaia di Napoletani alla festa per il centenario della Madonna di Posillipo. Non avevo mai assistito ad uno spettacolo così teatrale: la folla variopinta ingombrava la splendida riviera di Chiaia, la Villa Reale, tutta la strada sino a Posillipo: ovunque bandiere, festoni, fiori; il golfo splendeva di luce; sei navi da guerra, ancorate fra Chiaia e il porto, facevano senza posa fuoco dalle loro artiglierie; il rumore ed il chiasso erano indescrivibili; la processione non aveva niente di dignitoso, di solenne, d'imponente, per chi arrivava da Roma. A Roma, anche le processioni più meschine presentano un carattere artistico, il che mostra avere le arti esercitato la loro benefica influenza persino sulle minime cose del culto, quali sono gli emblemi, le allegorie, le immagini dei santi. Il senso del bello ivi regna dovunque, in ogni cosa; si direbbe che gli Dei della Grecia, i quali stanno al Vaticano e al Campidoglio, non tollerino il brutto e il barocco neanche nei santi. Il Museo Borbonico non ha esercitata affatto quest'influenza sul popolo di Napoli. ====[[Pierre-Jean Grosley]]==== *È senza dubbio sorprendente che un tale popolo, tenuto quasi sempre in nessuna considerazione nelle rivoluzioni che gli hanno fatto cambiare dominatore così spesso, abbia preso parte attivamente solo a quella di [[Masaniello]]. La sua indifferenza verso i movimenti politici poté esser messa più fortemente a prova di quando, nel cuore della capitale degli Stati dei suoi padri, lo sfortunato [[Corradino di Svevia|Corradino]], all'età di diciassette anni, versò quel che restava di un sangue riprovato e proscritto dai capi della Chiesa? Non potei vedere, senza fremere, il luogo in cui si mostrano ancora le vestigia di questa spaventosa scena.<br>Questa indifferenza, apparentemente stupida, è l'opera di un istinto illuminato dall'esperienza: ''Cosa m'importa'' – dicono con l'asino della favola – ''purché non mi si faccia portare più del mio carico ordinario''. Per completare il ritratto di questo popolo, è sufficiente aggiungere che Napoli non ha l'ombra di polizia, e tuttavia di rado avvengono quei disordini e quegli eccessi che a Parigi tutta la vigilanza del magistrato riesce a prevenire solo con un'attenzione costante. *Non ho soggiornato abbastanza a Napoli, per essere istruito a fondo sulla vita, sia privata sia di società che vi si conduce. So solo che vi si dorme più che in qualsiasi altro paese dell'Italia; che vi si consuma una quantità prodigiosa di cioccolato che ogni privato fa preparare a casa sua nella dose che più preferisce; che le conversazioni o riunioni generali sono nel tono di quelle delle altre città d'Italia; che nelle cerchie private il parlare è alla greca, cioè, molto allegro ed estremamente libero; che la galanteria è tanto comune e poco discreta nei primi ranghi, quanto rara e misteriosa nella borghesia; che, a seguirla nel popolo, gli estremi si toccano; che la continenza, in generale, a Napoli è la virtù meno comune; che l'amore, che altrove spesso non è che apparenza, fatuità, fantasia, è uno dei più urgenti bisogni; infine che il Vesuvio, che comanda questa città, è l'emblema più esatto sotto cui da questo punto di vista la si possa rappresentare.<br>Altri bisogni, che la polizia ed un certo pudore altrove, soprattutto nelle grandi città, reprimono, a Napoli sono al di sopra di tutte le leggi. Lo zolfo, mescolato a tutti i vegetali e a tutti gli alimenti, l'uso continuo del cioccolato, dei liquori più forti, delle spezie che più riscaldano provocano esplosioni ed eruzioni che non sopportano né rinvio né cerimonie. I cortili dei palazzi e degli alberghi, i porticati delle case private, le loro scale e i loro pianerottoli sono altrettanti ricettacoli per le necessità di tutti i passanti. Anche chi va in carrozza scende per mescolarsi alla folla che cammina; chiunque si prende in casa d'altri la libertà che permette a casa sua. *Sotto un'apparenza di allegria, di distrazione e di leggerezza, il popolo e la borghesia di Napoli, divisi fra il lavoro ed il piacere, nascondono vedute profonde e ben seguite, se non in ciascuna testa, perlomeno nell'insieme. Considerati in questo insieme, formano una democrazia indipendente dal re e dalla nobiltà alla quale si uniscono quando il loro interesse lo esige. Nel loro partito hanno sempre in basso clero e la maggior parte dei monaci di cui Napoli brulica. ====[[Felix Hartlaub]]==== *A nemmeno cento metri di distanza dal mio attuale domicilio ha insegnato [[Tommaso d'Aquino]], è cresciuto [[Giordano Bruno]], sono sepolti il [[Fernando Francesco d'Avalos|Pescara]] e [[Vittoria Colonna]]<br>Dall'altra parte della strada ha passeggiato [[Francesco Petrarca]], e [[Federico II di Svevia|Federico II di Hohenstaufen]] ha amministrato la giustizia − incredibile, incommensurabile. Ma la vita del presente in questa città si muove e gira così rumorosa e disinvolta intorno a questi monumenti che non si ha nemmeno il tempo di rendersi ragione del loro significato. Per tanta ricchezza di tempo – assenza di tempo – Napoli eterna è semplicemente uno degli ingredienti eterni del tempo. Dio creò il cielo, l'acqua e la terra e creò anche l'elemento "napoletano", una piccola nuvola di olio grasso e odore di putrido, con alcune melodie e frammenti di chiasso, un Tutto e un Nulla, un elemento di tutto il mondo e insieme anche qualcosa semplicemente di inferiore. Ci saranno ancora molti bravi napoletani e gente che a Napoli imparerà e farà qualcosa di buono, si pensa, e si compra una pizza in una strada su cui, forse, ha camminato verso Roma l'apostolo [[Paolo di Tarso|Paolo]]. *A volte trovo tutto inverosimilmente grandioso, un'altra volta confuso e perturbante, in ogni caso è sempre molto interessante e prende tutta la persona come un sortilegio. Non esiste un'altra città che così, ad ogni passo, trasmette a chi cammina il suo respiro, con cui bisogna entrare in rapporto interiore. Qui non si possono cogliere, con tranquillo stato d'animo epicureo, i tesori d'arte, perfezionare la propria cultura, no, ogni giorno bisogna ricominciare di nuovo in qualche modo da capo, cercare sempre di nuovo il proprio cammino spirituale attraverso le pesanti grossolane realtà che oppone, ad ogni passo, la vita della strada. *Il grande sole africano dona al cervello una grandiosa asciuttezza, vengono prosciugate tutte le pozzanghere dell'osservazione che psicologizza e individualizza. L'uomo accetta se stesso come è venuto al mondo e si mette subito in marcia verso un fine che gli è naturale. Il carattere matura presto al grande calore e non richiede tanto spazio per sé come da noi, consiste quasi sempre per metà in gentilezza, premura e disponibilità e tante altre piacevoli virtù con cui gli uomini reciprocamente rendono i loro rapporti più facili.<br/>E se da un canto con questa mancanza dell'idea dell'Io e della personalità ci si ritrova già quasi in Oriente, d'altro canto l'Occidente, con il mondo antico, il cristianesimo e con la scienza moderna è presente ovunque nella sua forma più evidente.<br/>Naturalmente bisogna accettare anche altre cose, la mancanza, per esempio, di una qualsiasi generosità eroica. In fondo questa spiritualità del tutto particolare la si può spegare con il fatto che Napoli in realtà è un paese, una nazione a sé, con un passato del tutto diverso da quello del resto dell'Italia. ====[[Raffaele La Capria]]==== *A Napoli, – e in questo mondo di kamikaze dove pietà l'è morta – siamo andati «molto oltre tutto quello che si poteva immaginare». Se eliminassimo tutti gli assassini che vanno in giro nelle nostre città si dovrebbe aprire una succursale dell'Inferno. *La Napoli dimenticata, l'altra faccia di una città che ha dato all'Italia [[Benedetto Croce]], [[Salvatore Di Giacomo]], anche se tutto questo viene trascurato perché nella rappresentazione della città prevale sempre l'osservazione sulla plebe. Io credo che la borghesia napoletana non si è saputa raccontare; non ci sono romanzi e personaggi che la rappresentano, così come invece hanno saputo fare in Sicilia con [[Federico De Roberto|De Roberto]], [[Giovanni Verga|Verga]], [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]]; Napoli ha eccelso soltanto nel pensiero, è stata più avanti, non solo della Sicilia ma anche di altre regioni italiane, nella speculazione filosofica. *La nostra non è la città di quel "chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato" che spesso le attribuiscono. Chi ha dato e chi ha avuto restano sulle rispettive posizioni. Intransigenti nel valutarle. Appassionandosi ancora nel discuterne, dopo quarant'anni. Finché una città trova parole per parlare di sé, fa emergere contrasti all'interno di questo discorso e riesce a interessare anche gli altri, vuol dire che non è morta. *Ma è l'Italia il vero problema di Napoli. *Napoli è stata uccisa dalla speculazione edilizia. Si combatteva contro questa speculazione... Cambiare la struttura [[urbanistica]] di una [[città]] significa cambiarne la morale. E Napoli è cambiata moltissimo dopo la speculazione edilizia: è stato allora che sono arrivate le periferie inabitabili, è stato allora che è nata la «corona di spine», così viene chiamata a Napoli la periferia, «corona di spine». Ed è allora che, come scrivevo in ''L'occhio di Napoli'', se ti capita di sbagliare strada, vai a finire in periferia e puoi arrivare all'inferno. ====[[Jérôme Lalande]]==== *Il carattere tranquillo di questo popolo è ben apparso durante la terribile carestia che provò questa città {{NDR|di [[Napoli]]}} nel 1764: non si vide la minima sommossa; tuttavia le strade erano piene di infelici che morivano o di fame o per le malattie che la malnutrizione porta con sé, e i Magistrati avevano tanto più torto, in quanto avevano lasciato esportare i grani in abbondanza qualche mese prima. *Niente si può immaginare di più bello, di più grande, di più singolare sotto tutti i punti di vista del colpo d'occhio di Napoli da quel lato in cui la si vede: questa città è posta al fondo di un bacino, chiamato in italiano cratere, che ha due leghe e mezzo di larghezza e altrettante di profondità; esso sembra quasi chiuso dall'isola di [[Capri]], che si presenta dal lato di mezzogiorno, e sebbene a sette leghe di distanza la vista termini piacevolmente, si crede di vedere ai lati di quest'isola due aperture chiamate in effetti Bocche di Capri, ma l'una ha più di otto leghe di larghezza, e l'altra ha solamente una lega, sebbene esse appaiono pressoché uguali. *Non si incontrano affatto la sera, nelle strade di Napoli, quelle donne che sono la vergogna del loro sesso con le molestie; è vero che vi sono delle guide che si piazzano nei luoghi conosciuti, come vicino al teatro, ma è ancora con una specie di riservatezza, o di timidezza, che fa onore ai costumi e alla città di Napoli. ====[[Giacomo Leopardi]]==== *L'aria di Napoli mi è di qualche utilità; ma nelle altre cose questo soggiorno non mi conviene molto... Spero che partiremo di qua in breve, il mio amico e io. *Lazzaroni pulcinelli nobili e plebei, tutti ladri e b. f. degnissimi di Spagnuoli e di forche. *Paese semibarbaro e {{sic|semiaffricano}}, nel quale io vivo in un perfettissimo isolamento da tutti. ====[[Nanni Loy]]==== *Durante la lavorazione de ''Le quattro giornate di Napoli'', se prendevo il megafono e dicevo alle 500 comparse di correre da una direzione all'altra ad un mio fischio, non si muoveva nessuno. Inizialmente non riuscivo a capire il perché. La realtà è che non mi riconoscevano il diritto di imporre loro qualcosa con un fischio. Bisognava loro spiegare il motivo. Così mi riunii a loro e spiegai il perché di quella scena. [...] Il rendimento si capovolse e tutte le comparse dettero un loro contributo creativo. Non erano stati parcellizzati con un dovere. Si sentirono talmente investiti del problema del film e delle riprese, da comportarsi come dei registi. Durante le prove gridavano stop nel megafono per fermare gli errori, assimilando ciò che facevo io, interrompendo le riprese anche quando andavano bene. Ma perché volevano diventare tutti registi? Perché nei napoletani è insopprimibile il desiderio di essere considerate persone, con una dignità personale, una intelligenza ed una personalità riconoscibili. [...] A Napoli, no. Con i soldi e gli ordini non si compra nulla. *Provo una sorta di amore e odio, una grande ammirazione, affetto e tenerezza per il singolo napoletano. Provo al tempo stesso molto risentimento per quella che ricordo essere l'organizzazione sociale della città. L'odio nasce per questo patrimonio, energie, ed intelligenza che venivano, non so oggi, continuamente deviate, sprecate. È un'amarezza che mi prende qualche volta, nel vedere queste persone che singolarmente valgono tanto, sprecarsi in complicazioni inutili, confusioni evitabili, violenze ingiustificate. *Vi è una cultura di fondo individualista, ed in questo senso è da considerare negativa, per quanto sia al tempo stesso molto ricca di un grande potenziale, che si manifesta in esaltazione della persona e dell'uomo contro tutte le culture di appiattimento del nostro tempo. L'individualismo dei napoletani produce certamente delle difficoltà di gestione degli affari sociali, il che la fa apparire agli occhi di un non napoletano come me una città incivile, una civis incivile; è pur vero, però, che in questo modo si preserva la ricchezza dell'individuo, la sua fantasia, quel potenziale che le permette di essere fuori dalle regole della produzione e del consumo. ====[[Curzio Malaparte]]==== *Napoli è la più misteriosa città d'Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. È la sola città del mondo che non è affondata nell'immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno. Napoli è l'altra Europa. Che, ripeto, la ragione cartesiana non può penetrare. *Nessun popolo sulla terra ha mai tanto sofferto quanto il popolo napoletano. Soffre la fame e la schiavitù da venti secoli, e non si lamenta. Non maledice nessuno, non odia nessuno: neppure la miseria. Cristo era napoletano. *Non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli. *Quando Napoli era una delle più illustri capitali d'[[Europa]], una delle più grandi città del mondo, v'era di tutto, a Napoli: v'era Londra, Parigi, Madrid, Vienna, v'era tutta l'Europa. Ora che è decaduta, a Napoli non c'è rimasta che Napoli. Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. E' il destino dell'Europa di diventar Napoli. Se rimarrete un po' di tempo in Europa, diverrete anche voi napoletani. *Tutti piangevano, poiché un lutto, a Napoli, è un lutto comune, non di uno solo, né di pochi o di molti, ma di tutti, e il dolore di ciascuno è il dolore di tutta la città, la fame di uno solo è la fame di tutti. Non v'è dolore privato, a Napoli, né miseria privata: tutti soffrono e piangono l'uno per l'altro, e non c'è angoscia, non c'è fame, né colera, né strage, che questo popolo buono, infelice, e generoso, non consideri un tesoro comune, un comune patrimonio di lacrime. ====[[Giorgio Manganelli]]==== *La storia di Napoli nasce lentamente. Soprattutto, è una storia esotica, una invenzione che sa di [[Omero]], di poemi ciclici, di innumeri indecifrabili frammenti di leggende, favole, conti di mercanti, liti di taverne, imbrogli, risse, coltelli lucidi e rapidi, adulteri e nostalgie. *Napoli voleva essere accerchiata, catturata, la grande metropoli inesistente, invisibile, intoccabile, stava nel centro delle grandi manovre delle flotte tra piratesche e adolescenti che cercavano casa oltre le coste patrie. Napoli non c'era; non c'era il rumore, il clangore, non il precipitoso coagulo di colori, non gli dèi, le donne, l'aroma del cibo, il sonno. Eppure l'ipotesi colossale di Napoli agiva, e i minuscoli uomini sfioravano lo spazio che doveva per sempre essere Napoli. Poi sbarcarono a Cuma. *[[Partenope (sirena)|Partenope]] è una sirena, è una città, è greca, è morta per amore, è una dea, è un luogo, è una strada, è una taverna, è miracolosa, venerarla bisogna, qui è Partenope<ref>Nel testo: [[Partenone]].</ref>, Partenope è in ogni luogo, di soppiatto scaturisce dal mare, qui dove è nome di ninfa sarà sacra la ninfa nei secoli; non morirà mai; la città non morrà, la ninfa città non morrà. Gioco, allucinazione, miracolo, liturgia, la città-ninfa sta nascendo. È inevitabile chiedersi; ma come, ma quando, ma dove nasce Napoli?<br>Giacché il nascere di Napoli non può essere il nascere di altre, anche nobili, eroiche città.<br>Dopo Partenope nascerà una «città nuova», insomma una Neapolis. Siamo arrivati? Forse siamo arrivati da sempre; forse è impossibile arrivare. Ma questo sospettiamo: che vi fu un momento in cui tra i marittimi dalle brache salse e crude, tra i duri campani che non capivano greco, cominciarono ad arrivare gli dèi. *Si ha l'impressione che arrivassero dappertutto, e certamente era così, ma che a Napoli-Partenope fosse impossibile distinguerli dalla folla di {{sic|graeculi}} e campani; erano dèi forastici, meteci, un po' contado un po' mare, ma fitti e inframettenti come i folletti. (Certo che c'erano i culti misterici. A Napoli? Ma dove volete che fossero? E [[Mitra]] si sa. E la bella [[Cerere (divinità)|Cerere]], materna e chiassona, e un'Iside così pervasiva che nemmeno si sa dove si fosse il suo santuario, si è diffusa per tutta la città, non v'è città isiaca come Napoli-Partenope. Ecco, Partenope; no, non è né storia, né folklore, è ancora una presenza sacra, e ancora qualcuno, che non veda Cerere, sussurra nella gran folla una preghiera greca a una ninfa ondosa, una ninfa greca morta dopo aver conosciuto [[Ulisse|Odisseo]]. '''[[Sándor Márai|Sandor Marai]]''' * Già verso Napoli sul treno mi è venuto in mente, e mi animava anche durante i giorni trascorsi a Roma: scrivere un altro romanzo, un’ultimo con il titolo: ''Il sangue di San Gennaro''. Un uomo arriva a Napoli, e decide di salvare il mondo – questo sarebbe il romanzo. * L’addio a Napoli, a [[Posillipo]] fu più doloroso di qualsiasi addio ad una persona, o a qualcosa nella mia vita. [...] Questi tre anni e mezzo in Italia, a Posillipo, erano il dono più grande nella mia vita. Ho amato tutto qui, e sapevo che a modo loro anche loro, gli italiani meridionali, mi hanno accettato. Molti hanno pianto, nella cittadina e nel palazzo i venditori di vino, di carbone come anche il pescivendolo mi stringevano la mano. * Napoli è un posto curioso: una città dove il miracolo regolarmente, due volte all’anno fa parte della vita della città, come un avvenimento turistico. I napoletani sono gli specialisti del miracolo. * Per i vicoli di Napoli, ogni pomeriggio. Nei dintorni di San Biagio dei Librai. Abitano tutti qui: [[Benedetto Croce]], il vescovo, i principi, in mezzo al lerciume, in palazzi pericolanti. Ed è qui che abita il popolo napoletano. Uomini di ogni classe, di ogni condizione mangiano e bevono le stesse cose, la pensano alla stessa maniera, sognano allo stesso modo. Sono tutti uomini mediterranei. Non tanto italiani, quanto piuttosto mediterranei. È questo il loro stato sociale. * [[Posillipo]] è come se fosse la Collina delle Rose a Budapest, ma anche come il villaggio di Leányfalu sul Danubio. Tutto qui è «come se fosse»... Anche Napoli è come Budapest: non c’è l'Isola Margherita ma c'è [[Capri]], non ci sono i Bagni Lukács ma c'è il Mar Tirreno, non c'è il Danubio, ma qui davanti alle mie finestre si spalanca il Golfo di Napoli, non ci sono le Colline di Buda, ma c'è il [[Vesuvio]], non c'è la Váci utca, ma c'è via Chiaia con i suoi negozi eleganti, dove sciama e s'affretta la folla variopinta e orientaleggiante di Napoli, che assomiglia misteriosamente a quella di [[Budapest]]. ====[[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]==== *Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia! *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|il Vesuvio}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. *Frattanto la notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a Posillipo il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. *I "Quartieri", a Napoli, sono tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile. *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. *La quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli. *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. *Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette. *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; Napoli è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il Vesuvio, le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. ====[[Mario Martone]]==== *Attraverso il teatro Napoli esprime spudoratamente il suo stato di capitale del Sud del mondo. *Napoli è una città difficile che insegna ad essere aperti, liberi, disponibili alle novità. Napoli ha una forza dolorosa ed è per questo che io l'amo. *Questo popolo, fratello di tanti popoli sofferenti, vivo più che mai intorno a noi, ci insegna a aprire gli occhi, guardare in faccia il dolore e trasformare il dolore in energia. ====[[Francesco Mastriani]]==== *Gli è indubitato che ci è ancora della feccia nel nostro popolo, e ce ne sarà ancora per qualche tempo. Ma è forse possibile una compiuta improvvisa riforma de' suoi costumi?<br>Noi accogliamo la speranza, per non dire la certezza, che tra dieci anni il nostro popolo non sarà secondo ad altri in Europa. Voglia Dio benedire all'opera della nostra rigenerazione, iniziata dal più Grande Italiano vivente [[Giuseppe Garibaldi|GIUSEPPE GARIBALDI]]! Voglia Dio benedire gli sforzi degli uomini che han rette intenzioni e buon volere! Possano le aure incantate del nostro cielo non essere più contaminate da straniere favelle! Possano i nostri ubertosi campi non essere più calpestati da orde inimiche del sangue italiano! Possa presto Napoli festeggiare il dì in cui per tutta [[Italia]] risuoni il grido della compiuta nostra unificazione, proclamata in ROMA CAPITALE. Allora, dopo il ''Pater noster'', noi insegneremo a' nostri figliuoli questa altra prece che eglino dovranno recitare ad ogni alba e ad ogni sera:<br><br>''Da' Tedeschi ed Imperiali,<br>Da' Francesi e Cardinali<br>Libera nos, Domine!'' *L'invenzione dei bassi, cioè delle case a terreno, delle case-botteghe, è proprio un'invenzione tutta napolitana a pro del guaglione, il quale si procura quel divertimento di scegliere quel domicilio che vuole su la soglia di qualcuni di questi bassolini. *Ma è proprio per il guaglione che Napoli è stata creata. Il guaglione è il Re di Napoli è il padrone assoluto del suolo [[Fiume|sebezio]] ed esercita talvolta il suo impero con una [[Bullismo|tirannia]] che è tanto più inesorabilmente quanto è più graziosa. *Napoli, per la sua posizione geografica, per la sua gran popolazione, per la natura feracissima del suo suolo, per le sue gloriose tradizioni in ogni ramo dello scibile, per la prodigiosa attitudine de suoi abitanti alle arti belle e dalle arti meccaniche, per grandiosi e storici monumenti di che è ricca e pei suoi vasti commerci, sarà sempre la Filadelfia d'Italia. Incorporata oggi alla grande [[Italia|Famiglia Italiana]], essa comincia ad appropriarsi dalle città sorelle l'affrancamento da quegli aviti pregiudizi che formarono per sì lungo volger di tempo sì possente ostacolo al progresso della sua civiltà siccome le città sorelle e specialmente le settentrionali cominciano a smettere, per la fusione coi nostri vispi meridionali, le forme pedantesche, le arie pesanti e le rigidezze cancelleresche. *Né climi meridionali sotto un cielo come questo di Napoli che invita così potentemente alla [[Ozio|pigrizia]] ed a quel dolce far niente di che ci han fatto una colpa gli [[Straniero|stranieri]], il [[Mendicante|vagabondaggio]] è così esteso che noi disperiamo che possa il governo giungere ad estirparlo del tutto in un paese come il nostro dove si vive così a buon mercato. Dove con dieci centesimi di maccheroni, dove con cinque centesimi di pane ed altrettanti di frutte un uomo ha messo a poco a poco il suo pranzo, non sappiamo come si possa sentire la suprema necessità e l'obbligo del lavoro. ====[[Raffaele Mastriani]]==== *L'antichità di Napoli si è del tutto smarrita nella oscurità de' secoli trascorsi. *La principal veduta è di mirar Napoli in alto mare, donde l'intiera città si presenta come un immenso anfiteatro. La seconda e di guardarla da S. Martino, dove si vede sotto gli occhi minutamente quasi tutta la città ed il delizioso contorno del golfo. La terza è di veder Napoli dalla Specola Reale o dal palazzo della Riccia: questo luogo per la estensione della sua veduta è detta con nome Spagnuolo Miradolos. La quarta è di contemplarla da' reali giardini di [[Portici]], e più dalla villa del Duca di Gravina e lì è ad essa superiore. La quinta è di osservarla dalla Madonna del Pianto. *La veduta della Capitale è sorprendente dalla cima del Vesuvio in un bel mattino di primavera: e bellissima dal terrazzo di Belvedere e dal palazzo Patrizj al Vomero, è vaga dai punti più elevali dell'Arenella, è incantevole quella parte che se ne scorge dalla strada nuova di Posillipo, al tramonto del sole. *Napoli col suo cratere, colle sue isole, col suo Vesuvio, colle sue montagne offre vedute cosi vaghe, così amene, così varie che l'anima ne resta rapita ed incantata. ====[[Marcello Mastroianni]]==== *{{NDR|A Roma}} [...] in Via del Corso [...], sentii dietro di me uno che fece "ammazza le rughe! Hai visto come si è invecchiato?" Detto forte, perché io potessi sentire. Non so se lo dicesse a una ragazza o a chi: "ammazza le rughe!" La stessa cosa mi è accaduta a Napoli. "Marcelli', c simm fatt vecchiariell eh? 'O vulit nu cafè?" La vedete la differenza? *La città meno americanizzata d'[[Italia]], anzi d'[[Europa]]. Eppure le truppe americane l'hanno avuta per tanto tempo. Ma una volta ripartiti questi soldati (a parte qualche moretto lasciato lì), tutto quanto era americano è stato cancellato.<br />La forza dei napoletani sta in questo: nel loro carattere, nella loro tradizione, nelle loro radici. *Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano perché so che ci starei bene. *Napoli va presa come una città unica, molto intelligente. Napoli è troppo speciale quindi non la possono capire tutti. ====[[Klemens von Metternich]]==== *Questo [[Vesuvio]], mia buona amica, è uno spettacolo imponente ed augusto. Sfortunatamente non posso vederlo dalla mia finestra; lo si vede però da qualsiasi posto, anche solo a cento passi dalla mia casa, come un immenso fanale nella notte. Una forte eruzione come quella del 1814, per esempio, deve essere uno spettacolo incredibile. La montagna è così vicina alla [[Napoli|città]], ed il pendio vi porta in modo così diretto che la formazione di un nuovo cratere, e ogni eruzione ne forma uno nuovo, la metterà in gran pericolo. I napoletani, del resto, non ci pensano; sono come i marinai, che dimenticano che solo una tavola li separa dall'abisso, e si è tentati di dimenticare, al cospetto di una natura tanto bella e ridente, come il pericolo possa essere anche ravvicinato dal godimento. *Qui sareste la creatura più felice del mondo. Tutto ciò che la natura ha fatto di più bello, di più maestoso e di più incantevole è versato qui a torrenti, su tutto ciò che si vede, si sente e si tocca. *Un popolo per metà barbaro, di un'ignoranza assoluta, di una superstizione senza limiti, ardente e passionale come sono gli africani, un popolo che non sa leggere né scrivere e di cui l'ultima parola è il pugnale, offre bel soggetto per l'applicazione dei principi costituzionali. ====[[Paolo Monelli]]==== *Ha detto [[Cicerone]] che Napoli è la città dove i sospettosi diventano confidenti, e gli infelici trovano consolazione. Perciò, quando sono seccato della politica vengo a Napoli a dimenticare tutto. *I napoletani discendono dagli dèi, questa è la verità, non sono né greci né oschi né romani, sono dèi. Che per vivere sulla terra si sono fatti come siamo; un misto di spirito attico grazie agli ateniesi, di tenacia al lavoro osca, di intelligenza indulgente ed acuta quale si conviene ad esseri divini. *Il napoletano non è ozioso; è filosofo. Sa che la vita è labile, l'avvenire è fallace, il lavoro è pena; accetta ogni fatica perché deve dar da mangiare ai piccirilli e alla donna; ma non lo esalta, non ne fa una missione nella vita come avrebbe voluto quello scocciatore di Catone. È povero e non è avido di denaro, è sobrio e non s'ingozza se la fortuna gli mette davanti una tavola imbandita. *Ora Napoli ha un nome greco, e se vuoi fare un complimento a qualche mio compatriota che m'intendo io puoi chiamarla l'Atene dell'occidente; ma prima di essere Neapolis era Paleopolis, città antichissima come dice il nome, e prima era Partenope, la città delle sirene, chiamata così dalla sirena Parthenope che ci ebbe la tomba. ====[[Francesco Saverio Nitti]]==== *Come vivea Napoli prima del 1860? Essa era, come abbiam detto, la capitale del più grande regno della penisola. Messa in clima temperato, tra la collina e il mare (come nell'ideale platonico) dato lo scarso sviluppo della igiene pubblica in tutta Europa, non ostante condizioni cattive della sua edilizia, rimaneva città di dolce soggiorno, in cui i forestieri si recavano spesso a svernare, più spesso ancora erano attratti, oltre che dalla bellezza del clima, dalla facilità della vita. *Napoli ha cessato di essere, per necessità delle cose, ''città di consumo'' e non è diventata città industriale, né di commercio: quindi le risorse dei cittadini sono diminuite. *Napoli, la grande città che era ancora qualche secolo fa la seconda in Europa per popolazione, che nel 1860 soverchiava per importanza tutte le città italiane; Napoli, la città che Sella chiamava ''cospicua'' e che avea almeno fino a qualche tempo fa alcune apparenze di ricchezza, Napoli muore lentamente sulle sponde del Tirreno. ====[[Anna Maria Ortese]]==== *Come tutte le mostruosità, Napoli non aveva alcun effetto su persone scarsamente umane, e i suoi smisurati incanti non potevano lasciare traccia su un cuore freddo. *Di solito, giunti a Napoli, la terra perde per voi buona parte della sua forza di gravità, non avete più peso né direzione. Si cammina senza scopo, si parla senza ragione, si tace senza motivo, ecc. Si viene, si va. Si è qui o lì, non importa dove. È come se tutti avessero perduto la possibilità di una logica, e navigassero nell'astratto profondo, completo, della pura immaginazione. *Era strano, ma questo che vedevo, per tanti aspetti non mi sembrava un popolo. Vedevo della gente camminare adagio, parlare lentamente, salutarsi dieci volte prima di lasciasi, e poi ricominciare a parlare ancora. Qualcosa vi appariva spezzato, o mai stato, un motore segreto, che sostituisce al parlare l'agire, al fantasticare il pensare, al sorridere l'interrogarsi; e, in una parola, dà freno al colore, perché appaia la linea. Non vedevo linea, qui, ma un colore così turbinoso, da farsi a un punto bianco assoluto, o nero. *Erano molto veri il dolore e il male di Napoli, usciti in pezzi dalla guerra. Ma Napoli era città sterminata, godeva anche di infinite risorse nella sua grazia naturale, nel suo vivere pieno di radici. *Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, a tutta prima, una impressione stranissima, come di un'orchestra i cui strumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione. *L'eterna folla di Napoli, semovente come un serpe folgorato dal sole, ma non ancora ucciso. *La città si copriva di rumori, a un tratto, per non riflettere più, come un infelice si ubriaca. Ma non era lieto, non era limpido, non era buono quel rumore fatto di chiacchierii, di richiami, di risate, o solo di suoni meccanici; latente e orribile vi si avvertiva il silenzio, l'irrigidirsi della memoria, l'andirivieni impazzito della speranza. *Napoli è un pezzo di deserto azzurro. *Tornai al mio albergo, e pensando tanti casi e persone passò la notte, e riapparve l'alba del giorno in cui dovevo ripartire. Mi accostai alla finestra di quella casa ch'era alta come una torre, e guardai tutta Napoli: nella immensa luce, delicata come quella di una conchiglia, dalle verdi colline del [[Vomero]] e di Capodimonte fino alla punta scura di [[Posillipo]], era un solo sonno, una meraviglia senza coscienza. ====[[Johan Turesson Oxenstierna]]==== *Il più delizioso paese dell'Europa è Napoli, e di quanto fa {{sic|duopo}} per una vita deliziosa è provveduto, {{sic|benche}} da perverso popolo sia abitato. Albergo è quasi sempre della più trista nazione 'l paese migliore. Si trovano quivi galantuomini quanti altrove fuor d'ogni dubbio, ma così mi spiego al riguardo del popolo minuto, che dello stato la terza parte compone. *Nazione di più inquietissima è questa, e contro cui devesi ad ogni momento ben avvertire; chiara testimonianza ne fanno quaranta due generali rivoluzioni seguite {{sic|doppo}} la separazione sua dal Romano impero, di cui per lo passato era parte, e nello spazio di due anni ha cinque Re tutti di nazioni differenti avuto, questa Corona i Re di Spagna possedendo, dicevasi; ''che 'l Re cattolico in [[Sicilia]] per la dolcezza regnava, per l'autorità in [[Milano]], ed in Napoli con la sottigliezza.'' *Napoli è nel rimanente 'l paese de' Monaci e delle Civette, due spezie d'animali ugualmente pericolosi, e per una quotidiana, ed ordinaria {{sic|Conversazione}}: Forastieri molti perciò non si vedono doppo un breve soggiorno in altra maniera ritornarsene, che colla borsa vuota, caricata la coscienza, e contaminato 'l corpo. Questa è di Napoli la mia sentenza, che per verità d'esser {{sic|veduto}} merita, ma non già d'esser con troppa curiosità {{sic|esaminato}}. ====[[Pier Paolo Pasolini]]==== *Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. Non saranno dei napoletani trasformati. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili, incorruttibili. *Ho scelto Napoli<ref>Per le riprese del ''Decamerone''.</ref>perché è una sacca storica: i napoletani hanno deciso di restare quello che erano e così di lasciarsi morire: come certe tribù dell'Africa. *Io con un napoletano posso semplicemente dire quel che so, perché ho, per il suo sapere, un'idea piena di rispetto quasi mitico, e comunque pieno di allegria e di naturale affetto. Considero anche l'imbroglio uno scambio di sapere. Un giorno mi sono accorto che un napoletano, durante un'effusione di affetto, mi stava sfilando il portafoglio: gliel'ho fatto notare, e il nostro affetto è cresciuto. *Io so questo: che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Beja (o lo fanno anche da secoli, gli zingari): è un rifiuto sorto dal cuore della collettività [...]; una negazione fatale contro cui non c'è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto. *Io sto scrivendo nei primi mesi del 1975: e, in questo periodo, benché sia ormai un po' di tempo che non vengo a Napoli, i napoletani rappresentano per me una categoria di persone che mi sono appunto, in concreto, e, per di più, ideologicamente, simpatici. Essi infatti in questi anni – e, per la precisione, in questo decennio – non sono molto cambiati. Sono rimasti gli stessi napoletani di tutta la storia. E questo per me è molto importante, anche se so che posso essere sospettato, per questo, delle cose più terribili, fino ad apparire un traditore, un reietto, un poco di buono. Ma cosa vuoi farci, preferisco la povertà dei napoletani al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei napoletani alle scuole della repubblica italiana, preferisco le scenette, sia pure un po' naturalistiche, cui si può ancora assistere nei bassi napoletani alle scenette della televisione della repubblica italiana. Coi napoletani mi sento in estrema confidenza, perché siamo costretti a capirci a vicenda. Coi napoletani non ho ritegno fisico, perché essi, innocentemente, non ce l'hanno con me. Coi napoletani posso presumere di poter insegnare qualcosa perché essi sanno che la loro attenzione è un favore che essi mi fanno. Lo scambio di sapere è dunque assolutamente naturale. *Napoli è ancora l'ultima metropoli plebea, l'ultimo grande villaggio (e per di più con tradizioni culturali non strettamente italiane): questo fatto generale e storico livella fisicamente e intellettualmente le classi sociali. La vitalità è sempre fonte di affetto e ingenuità. A Napoli sono pieni di vitalità sia il ragazzo povero che il ragazzo borghese. [[Immagine:Palazzo dello Spagnolo - Naples.jpg|thumb|Palazzo dello Spagnolo]] ====[[Jean Paul]]==== *Ancor prima che avessimo compiuto il periplo del promontorio di [[Posillipo]], il cratere del [[Vesuvio]] eruttò lentamente nel cielo un figlio ardente, il sole, e mare e terra si infiammarono. L'anfiteatro di Napoli coi palazzi color dell'aurora, la sua [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del mercato]] fatta di vele pallide, il brulichio delle sue fattorie sulle pendici dei monti e sulla riva e il suo trono verdeggiante di Sant'Elmo, si drizzò fieramente tra due montagne, davanti al mare. *Io passeggiavo solitario; per me non c'era notte, né casa. Il mare dormiva, la terra pareva desta. Nel fuggevole chiarore (la luna calava già verso Posillipo) contemplavo quella divina città di frontiera del mondo delle acque, quella montagna di palazzi che s'inerpicava, fin dove l'alto [[Castel sant'Elmo|castello di Sant'Elmo]] occhieggiava bianco tra il verde del fogliame. La terra cingeva il bel mare; sul braccio destro, il Posillipo, portava fiorenti vigneti fin dentro le onde, mentre col sinistro reggeva città e racchiudeva le onde e le navi del mare e se le stringeva al petto. Sull'orizzonte la puntuta [[Capri]] giaceva nell'acqua come una sfinge e sorvegliava la porta del [[Golfo di Napoli|golfo]]. Dietro la città il vulcano fumava nell'etere, sprizzando a tratti scintille tra le stelle. *La luna era alta nel cielo, luminosa come un sole, e l'orizzonte era indorato dalle stelle – e in tutto il cielo senza nubi si ergeva sola, a oriente la cupa colonna del Vesuvio. Nel cuore della notte, dopo le due, attraversammo da un capo all'altro la città meravigliosa, in cui continuava a fiorire la vita del giorno. Gente allegra popolava le strade – i balconi si scambiavano canzoni – sui tetti spuntavano fiori, alberi tra i lampioni, e le campanelle delle ore prolungavano il giorno, e la luna sembrava riscaldare. Solo di tanto in tanto ci imbattevamo lungo i colonnati, in qualcuno intento alla sua siesta. ====[[Roger Peyrefitte]]==== *Costumi tranquilli del popolo napoletano, che ci si immagina inquietante: la sorveglianza notturna di questa città è affidata a dodici carabinieri. *La vera Napoli, meravigliosa, pittoresca, commovente: quella della strada. *«Posillipo»: «che calma il dolore». Questo luogo d'incanto deve il nome a una villa di Pollione, il Romano che gettava gli schiavi alle murene. Un nome così di buon augurio non era che un'antifrasi. *Risa e sorrisi – la sola Corte d'Europa dove [[Giacomo Casanova|Casanova]] abbia sentito ridere fragorosamente fu quella di Napoli. *Un incidente qualunque fornisce immediatamente dei numeri per giocare al lotto. Un vaso da fiori è caduto in testa ad una passante: i testimoni, dopo averla soccorsa, vanno a giocare 17 (disgrazia), 21 (ad una donna), 34 (sulla testa). ====[[Guido Piovene]]==== *A Napoli, come a Parigi, è difficile udire, almeno in conversazione, quei giudizi assoluti, radicalmente negativi che si odono altrove; come a Parigi, la tendenza è piuttosto verso l'assoluzione, naturalmente con un sottinteso un po' scettico, e senza approfondire troppo; vi è sempre, nei giudizi, un umorismo e un garbo di capitale anche mondana. *È un accento che spesso ho udito risuonare a Napoli in diversa forma. Un incanto nel vivere, unito però al sottinteso che il vivere ha per se stesso qualche cosa di doloroso. Si ha una specie di pendolo tra quell'incanto e quel sottinteso riposto: non si sa mai quale prevalga. *I bambini, le «creature» brulicano. Anche nei ristoranti medi, pochi sono gli avventori senza i bambini intorno. Napoli è una città allattante e poppante, perpetuamente gravida. Un semidio napoletano è l'amore; nella coscienza popolare, l'amore si redime con la creazione. *L'orario a Napoli può essere una necessità pratica, mai una necessità intima. Lo si abbandona quando non occorre più. *La bellezza di Napoli cresce di giorno in giorno, di settimana in settimana, via via che scopre i suoi segreti, finché si giunge a intendere che veramente è questo il più bel golfo della terra. *Napoli non è una città per puristi. Vedo una chiesetta barocca, che porta a metà altezza la statua di un angelo, e si prolunga sul medesimo piano con la finestra e il balconcino di una casa senza pretese. Al balconcino sta una donna, gomito a gomito con la statua dell'angelo; questa è veramente Napoli; si abbatta la casa e il balcone, e anche la chiesa sarà divenuta scipita. In tutte le città, ma a Napoli specialmente, risulta evidente che l'arte non è fatta soltanto di quelle che chiamiamo opere d'arte. *Come ha trovato modo di convivere con i santi, con i miracoli, con la scienza e la tecnica, questo popolo vive in confidenza con le forze occulte e le potenze cosmiche. Dovunque si destreggia con la sua malizia, come la piccola barca sulle onde del mare. Anche per questo credo che il [[Vesuvio|vulcano di Napoli]], come gli scavi archeologici del Napoletano, non abbiano equivalenti in nessuna parte del mondo: tutto a Napoli, è umanizzato due volte. ====[[Antoine-Claude Pasquin Valéry]]==== *Il popolo di Napoli, malgrado ciò che si pretende ultimamente, deve essere considerato come il primo popolo della terra per inclinazione alla sommossa: esiste un libro italiano, intitolato: ''Relazione della ventisettesima rivolta della FEDELISSIMA città di Napoli''. Ma questi uomini indisciplinati, facili all'ira, non sono né crudeli, né furiosi, e malgrado la loro vivacità e l'ardore del clima che li brucia, la loro storia non offre nessuno di quei grandi massacri popolari di cui la storia di nazioni più civilizzate offre anche troppi esempi; gli orrori della rivoluzione del 1799 scaturirono da [[Horatio Nelson|Nelson]] e dalla [[Borbone delle Due Sicilie|corte]]; degli autentici napoletani non avrebbero mai destituito [[San Gennaro]], come [[Giacobinismo|giacobino]] e protettore dei Giacobini, per sostituirlo, come si fece, con [[Antonio da Padova|S. Antonio]]. *Le diverse dominazioni straniere che hanno occupato questo paese, successivamente greco, arabo, normanno, spagnolo, austriaco, francese, produssero senza dubbio negli abitanti la loro perpetua assuefazione, la loro facilità d'imitazione: fin nei costumi odierni si ritrovano molte tracce dei costumi spagnoli, quali l'esagerazione, la iattanza, il gusto delle cerimonie, e da vent'anni l'esercito ha scimmiottato di volta in volta i Francesi, gli Inglesi, e gli Austriaci, prendendo sempre, come capita a quelle specie di copisti, ciò che c'è di peggio nei loro modelli. *Se la natura del Napoletano è poco elevata, il suo istinto è buono, compassionevole, e benché ignorante, svogliato, ha immaginazione ed un'intelligenza viva, molto suscettibile di essere coltivata; il suo linguaggio è pittoresco, figurato, talvolta eloquente. Quando Sua Maestà l'arciduchessa [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luisa]] venne a Napoli, nel 1824, la si mostrò da lontano ad un uomo del popolo, dicendogli che era ''la vedova di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]'' – ''Che la vedova?'' ribatté il [[lazzari|Lazzarone]], ''è il suo sepolcro''. ====[[Michele Prisco]]==== *La consonanza assoluta della gente napoletana con la città che la tiene stretta è il fatto capitale, che non somiglia a nessun altro fenomeno sociologico di altrove, perché [[New York]] o [[Londra]] potrebbero mutare a loro piacimento la loro disposizione urbanistica e la gente {{sic|neviorchese}} o londinese non muterebbe di un soffio il suo modo di vivere. [...] Ed è proprio dunque da questo costante abbraccio fra la città e la sua gente, da questo rapporto che all'apparenza è anche irrazionale ma che poi si rivela come un preciso equilibrio di forze concomitanti, che nascono tanti aspetti della socialità napoletana. {{NDR|([[Mario Stefanile]])}}<br>Parole che vorremmo fossero meditate dai vari inviati speciali quando vengono quaggiù a diagnosticare le piaghe di Napoli: che sono le stesse piaghe della nazione, ingrandite, se si vuole, o esasperate, solo da questa situazione di fondo registrata da Stefanile. Del resto, aggiungiamo a nostra consolazione, se questi inviati non l'hanno capita, la nostra Napoli, non l'hanno capita neppure tanti ospiti illustri, e ben più validi sul piano letterario: non l'hanno capita, vogliamo dire, né Dumas né Anatole France né Lamartine né Mommsen, i quali l'interpretarono, com'è naturale, ciascuno secondo le reazioni del proprio temperamento. E poi non dimentichiamo le eredità impostate nel nostro sangue: fenicia, greca, moresca, e forse anche slava se la filosofia del «lassamme fa {{sic|a'}} Ddio» si apparenta al «nitchevò» russo: per non parlare dell'eredità del [[Vesuvio]], questa specie di Moby Dick nostrano.<br>Anche per tutto questo in nessun altro luogo del mondo si ritrova con la stessa evidenza che acquista a Napoli la testimonianza di un rapporto immediato viscerale e continuo fra i cittadini e la città, senza la mediazione e anzi a dispregio della legge, della norma e dell'autorità. Pensate per un momento a [[Spaccanapoli]], dove una folla pittoresca, geniale, fertile d'inventiva, sembra quotidianamente accreditare – con parole, gesti e atteggiamenti – la sua duplice singolarità alla [[Giordano Bruno]]: scoprire la gioia di vivere nella sua deprimente miseria, e trovare nelle sue scarse felicità un invito alla malinconia e alla rassegnazione. Ecco perché prima che una città, Napoli è a suo modo una categoria umana, e il suo connotato più rilevante resta l'imprevedibilità e il suo destino quello di favorire e continuare a favorire, con la sua permanente contrapposizione e contraddizione – di paesaggio, di storia, di costume, di vita – un'abbondante fioritura di luoghi comuni che ne perpetuano un'immagine di falso folclore e ininterrotto colore locale. *Si stendeva sul [[Golfo di Napoli|golfo]] una caligine colorata, un cumulo di vapori che andavano dal rosa all'azzurro al viola, conferendo al paesaggio, come il riverbero d'uno specchio rotto, quella vaghezza di riflessi, di ombre, di tinte e di lumi ch'è la tristezza di Napoli. [...] In nessuna casa di Napoli la luce era stata ancora accesa. Ma quante case, Gesù! Da far venire il capogiro a fissarle un poco a lungo: era così grande, Napoli? Non s'era mai affacciata<ref>Aurora, protagonista del romanzo.</ref>da San Martino su Napoli: è uno spettacolo meraviglioso. Era grande, la città, a starci dentro non sembrava: ora osservava le facciate stinte delle case, predominavano l'intonaco rosa e il colore grigio, il rosa pareva un riverbero di fuoco e il grigio un tappeto di cenere vulcanica: riconosceva le cupole argentate delle chiese, i terrazzi asfaltati pieni di rattoppi come la biancheria dei poveretti, le buche dei palazzi distrutti: e le strade dove si trovano? Un groviglio, a guardarle da quassù, un crudo e umido intrico di pietre. *{{NDR|Napoli, vista da San Martino}} [...] a poco a poco emersero in quella velata malinconia, nella foschia dei vapori rosei azzurrastri e violacei, fra un brusio di voci perpetue e lontane, i profili delle case, le squadrature dei terrazzi, le rampe tortuose, le scale a precipizio. Cercava un taglio diritto da riconoscere una strada, e non lo trovava: restava questo aspetto informe e caotico di concrezione uscita dal mare, rimasta a secco, scavata con lenti e individuali accorgimenti per trovarvi riparo. ====[[Hermann von Pückler-Muskau]]==== *Il mio amico ed io ci avventurammo da soli in Via Toledo e, spinti dalla folla, giungemmo alla [[Piazza del Plebiscito|piazza del Palazzo]] dove vedemmo per la prima volta in tutta la loro maestà il [[Golfo di Napoli|golfo]] ed il [[Vesuvio]] fumante. Quale che fosse l'impressione destata in noi da questa immagine, il rumore ed il movimento che ci circondava erano così grandi, che l'intera prospettiva ci sembrava girare con la folla. Ero continuamente sul punto di gridare al popolo: insomma, tenetevi un po' tranquilli, perché possa godere di questa bella veduta che ha altrettanto bisogno di silenzio che di un canto melodioso; ma questo popolo che le baionette austriache sole potevano far tacere, di sicuro non si sarebbe lasciato calmare da belle parole; dovetti così rinunciare per il momento a godere di questa tranquillità a cui aspiravo. *Molto spesso [[Posillipo]] mi era stato vantato come il più bel luogo che si trovi negli immediati dintorni di Napoli, e ci dirigemmo quindi da quella parte. Più di una volta lungo il nostro cammino fummo fermati prima di giungere alla meta cui tendevamo; perché, nonostante già conoscessimo discretamente l'[[Italia]] e ci fossimo abbastanza familiarizzati con gli usi degli Italiani, fummo nondimeno talmente sorpresi da tutto quel che vedevamo e sentivamo a Napoli, che ci sembrava di essere in mezzo ad un popolo del tutto estraneo a ciò che avevamo visto a [[Milano]], a [[Genova]] o a [[Roma]]: erano altri giochi, altri canti, altri costumi; gli stessi cavalli erano diversamente bardati. Tutto, in una parola, era nuovo per noi. Ma ciò che più di ogni altra cosa ci colpì, furono senza dubbio le grida eccessive del popolo. *Napoli non ha né porte né mura di cinta, così che ci trovammo, senza aspettarcelo, in mezzo a questa città popolosa in cui all'improvviso fummo storditi dal rumore della folla che ci circondava come se, durante un viaggio per mare, fossimo stati sorpresi da una tempesta in mezzo alla calma più profonda. Quando entrammo in [[Via Toledo]] immaginai che da poco fosse avvenuta una sommossa e che il popolo si accingesse a prendere d'assalto il palazzo del re o il castel Sant'Elmo; ma, osservando più da vicino, vedemmo che tutte queste persone così chiassose, erano, in fondo, individui assolutamente pacifici che gridavano solo per vendere le loro merci, che consistevano in qualche cipolla, in fette di anguria o in piccoli pesci. Accanto a questi venditori ambulanti si trovavano i mercanti fissi di maccheroni, di frittelle, di limonate e di arance. Oltre a questo, poiché era domenica, e la serata era bella, le strade erano ancora gremite d'un gran numero di allegri oziosi a cui è permesso di gridare e cantare a squarciagola, senza minimamente darsene pensiero. In mezzo a questa folla, i ''calessari'' correvano al gran galoppo come se si trattasse di guadagnare il premio della corsa, ciò che non migliorava la tranquillità ed il buon ordine. Man mano che avanzavamo la folla si faceva sempre più serrata, di modo che alla fine ci trovammo completamente bloccati, sia per la quantità di persone che per le riparazioni che si facevano al lastricato. *Qui imparo anche a conoscere questa trasparenza dell'atmosfera di cui avevo tanto sentito parlare; perché dal mio balcone distinguo perfettamente nella città di [[Sorrento]] da cui sono lontano quindici miglia, ogni casa con la sua forma ed anche il suo colore. Quel che c'è di più straordinario è che, quando il cielo è coperto, gli oggetti si avvicinano e sembrano divenire ancora più distinti; mentre quando fa molto caldo, e soprattutto quando soffia lo scirocco, sono come avvolti in un vapore incerto e gialligno. Dall'altro lato del mio balcone, ho innanzitutto la parte della città che si estende verso la [[Villa comunale di Napoli|Villa Reale]] e [[Posillipo]], poi fiancheggio i giardini e le residenze di villeggiatura, mi elevo verso il Capo Miseno e volo da un'isola all'altra. L'Epomeo, nell'isola d'Ischia, serve da limite da questa parte, ma le isole sono disposte nel mare come una collana di corallo, e le onde, fatte lucenti dal sole, che brillano in un orizzonte lontano, somigliano ad una catena d'argento che lega insieme i due promontori collocati l'uno di fronte all'altro. Quando si hanno davanti agli occhi tante mirabili bellezze, che non si ha bisogno di andare a cercare, non si sente il minimo desiderio di uscire di casa, a meno che non si veda passare sotto le proprie finestre una gondola o una barca a vapore; allora, a dire il vero, si sentono nascere desideri cui si fa fatica a resistere. ====[[Fabrizia Ramondino]]==== *Chi non è vissuto in una città balia, ma solo in una città madre, difficilmente potrà comprendere come le ordinate costellazioni celesti, a immagine dell’ordine terrestre – spirituale, sociale, politico, – siano indifferenti al napoletano, mentre nella Via Lattea egli ritrova quell'indistinto luminoso brulichio, privo di forme e di nomi, quel caos chiaro e nutriente, specchio celeste della sua città. *E fuggendo Napoli, per inseguire un Nord mitico, che quasi sempre non oltrepassava Roma, [i giovani intellettuali napoletani] venivano a loro volta inseguiti da Napoli, come da una segreta ossessione. Ché Napoli usa seguire i suoi concittadini dovunque, come un'ombra, se si trasferiscono altrove.... Così Napoli, dove è così difficile vivere e che invoglia tanto a partire, che è così difficile abbandonare e che costringe sempre a tornare, diventa, più di molti altri, il luogo emblematico di una generale condizione umana nel nostro tempo: trovarsi su un inabitabile pianeta, ma sapere che è l'unico dove per ora possiamo star di casa. *La porta dell'Oriente verso l'Occidente e dell'Occidente verso l'Oriente, come definì Napoli [[Fernand Braudel|Braudel]], è sempre spalancata, pronta ad accogliere tutti. Ma chi la oltrepassa avverte di entrare in un luogo dove sono radunati i membri di una grande setta segreta alla quale è arduo essere iniziati. ====[[Domenico Rea]]==== *A Napoli [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] si preparò non solo a diventare uomo, ma {{sic|intanto}} divenne sommo scrittore in quanto subì una profonda napoletanizzazione. A Napoli acquistò il vastissimo sentimento tragico della vita, di una vita in movimento, senza scrupoli, consumata dalla e nell'azione, senza mezze misure, intensa nel bene e nel male, nell'amore celeste e nel profano. *Boccaccio lontano da Napoli vive come un emigrante. Non sa porre radici profonde in nessun altro luogo. Si rassegnerà a rimanere in Certaldo. E il paese che sempre l'attirerà, anche dopo l'amara delusione del 1362, sarà Napoli, ed è a Napoli, come gli emigranti, che penserà sempre di ritornare. A Napoli, non a [[Firenze]], che non gli ricorda le donne ingrate ma appassionate di Napoli, le scampagnate a [[Baia]], i bagni e e le cacce, quel mare, quel cielo, quella città piena di gente, amante di una vita gridata, che tira a campare senza preoccuparsi se domani sarà domenica o lunedì, giacché sarà un bel giorno se la fortuna avrà dato un segno della sua benevolenza. *Come un popolo tanto disposto al farsesco sia poi giunto a certi suoi grandi giorni, a [[Masaniello]], al netto rifiuto dell'Inquisizione (anche se a Napoli in fatto d'impiccagioni, arrotamenti, squartamenti, supplizi in pubblico se ne contarono a migliaia fino al Settecento), alla [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica del '99]] e ai moti del 1820, non ce lo {{sic|sapremo}} spiegare se dovessimo prendere sul serio la sua letteratura che si è lasciata attrarre quasi sempre dagli effetti e non dalle cause, che ha sottomesso la miseria al colore, non il colore ad essa. Chi ha parlato delle 4 giornate? E donde sono uscite? Dalla pulcinelleria? *{{NDR|Il panorama dal balcone di una casa di Napoli}} Da Punta della Campanella a Capo Miseno<ref>Le due estremità che delimitano il Golfo di Napoli. {{cfr}} ''Letteratura delle regioni d'Italia, Campania'', p. 341, nota 12.</ref>era un cerchio perfetto nella metafisica luce della luna. Ogni punto era un riferimento archeo-storico-sociologico, un «a capo del mito»: il [[Vesuvio]], [[Pompei]], la costa di Stabia, il promontorio di Sorrento, [[Capri]] e il [[Salto di Tiberio]], lo sperone di [[Ischia]], la prua della virgiliana [[Posillipo]] e il vasto mare a cerchi concentrici come l'eco, frastagliato dalle luci delle lampare... Ora mi spiego perché [[Giacomo Leopardi]] dettò gli ultimi sei versi del divino (e mai aggettivo fu più effettuale) ''Tramonto della luna'' da un giardino del [[Golfo di Napoli|golfo]], dopo avere amato e odiato Napoli. *Dovunque si parli di Napoli, c'è una disposizione a comprendere Napoli, che è in sostanza un'accusa alla sua pulcinelleria, alla sua corruzione in politica e in morale. Popolo sporco, dedito all'ozio, alla prostituzione, impoeticissimo! E la nostra meraviglia si leva in dubbio; per come sia stato possibile che un popolo corrotto, da quando se ne ha una memoria, sia ancora tanto vivo, anzi nella piena capacità d'insegnare qualche cosa agli uomini, di dare a loro, se non altro, uno spettacolo che gli stranieri chiamano vita piena. *Il mare a Napoli è un maestro. Il mare è una lenta fatica. *Il napoletano è fuori dalla storia; o meglio vi è stato così addentro e così maltrattato, deriso e beffato che ha finito per uscire dal tempo, creandosi un suo ambiente eterno dominato, è ovvio, da [[San Gennaro]] e dalla [[cabala]].<br>Che cosa poteva fare di diverso con i suoi problemi in sospeso e procrastinati all'infinito? *Il ''rilievo'' del mendicante, che sarebbe violento in un'altra città, a Napoli, rientra nel quadro generale della grande miseria. Si distinguono solo quei mendicanti coperti di piaghe o di altre brutture fisiche, esposte con arte provetta. Ma se piaghe, infermità e mutilazioni, stracci e insetti muovono a ribrezzo la maggioranza degli uomini, ai napoletani suggeriscono una profonda emozione. Il napoletano vecchio tipo nutriva una cieca sfiducia nel Progresso, ma confidava nella Provvidenza. In cuor suo non approvava che un mendicante, ossia un uomo colpevole di non essersi maturato nel grembo di una regina, doveva essere gettato nel fetore e nella promiscuità di un ospizio, togliendogli, in pratica, la libertà. Era considerato un colmo d'ingiustizia. *{{NDR|Napoli}} La porta misteriosa di tutta l'Italia meridionale. *«Ma Napoli, Napoli bella della mia gioventù, com'è diventata?»<br />«È orribile. Altro che odore di mare, che mi dicevi. Odore di merda come qua. Ma qua è la nostra merda». *Napoli, una commedia perpetua recitata in pubblico, gridata e urlata. *Ora l'anno è pieno. Siamo agli sgoccioli. I giorni non passano mai, ma gli anni passano come i lampi. Ma a Napoli se ne fregano. Tutto in questo mese concorre verso il [[presepe]], ossia verso un mondo immaginario pieno di pace e di bendidio. Il presepe è questo: la metafora di come dovrebbe essere la terra governata più che dagli uomini dall'ingenuo Bambino [[Gesù]]. Il presepe è il regno dell'armonia e della fine dell'ingiustizia. *Per noi resta il fatto che ovunque troviamo quattro righe su Napoli, prostituzione, furto, arrangiamento e compromesso sono i punti di forza. Ma il sentimento tragico della vita, spogliato e nudo, che qui regna su tutto, come la violenza di vivere almeno una volta, perché una volta si vive, rimangono forze oscure. *Re, governanti, turisti e poeti passano e se ne vanno. Anche il napoletano se ne andrebbe a vivere in riva al mare, dove l'aria sveltisce il cuore, o sulla collina del [[Vomero]] o ai Camaldoli, dove c'è odore di campagna e di cielo fresco. Egli invece è costretto a restare nel pozzo. Questa certezza ha trasformato il vicolo in una casa in comune, ha sviluppato l'istinto del mutuo soccorso – si prestano tutto: pentole, cibi, panni, scarpe, abiti – ma ha anche sollecitato un'indifferenza politica fatalistica, che ne ha fatto un popolo politicamente rachitico. *Scartati i re, i loro delfini, parenti, congiunti e amici, ai napoletani rimase il patrono, proprio nel significato di padre da cui solo sperare non miracoli, ma il pane allo stato brado. Da questo legittimo desiderio a «un culto di sangue di stampo barbarico<ref>La citazione è tratta dalla voce ''San Gennaro'' nell<nowiki>'</nowiki>''Enciclopedia delle religioni'', edita da Vallecchi. {{cfr}} ''San Gennaro'', ''Opere'', Mondadori, 2005, p. 1520.</ref>» ce ne passa. San Gennaro largamente manovrato dai chierici per tener buoni gli sprovveduti si trasformò in un'arma di ricatto nelle mani di questi ultimi nell'immarcescibile speranza di addomesticare chi aveva e poteva. *Si resta a Napoli perché i napoletani nella collettivizzazione universale, conservano un loro preciso comportamento; perché non provano il rigetto del loro prossimo. Lo accettano, ne sopportano e comprendono i difetti. È per questo motivo che la notte napoletana è ancora tra le più fulgide notti del mondo. Alle tre del mattino si può invitare un amico a gustare un piatto di spaghetti con pomodori, triglie in cartoccio e babà flambé. In molti luoghi d'Europa si vocifera di libertà sessuale: ma soltanto a Napoli, da illo tempore, una creatura di qualsiasi sesso può coltivare i propri sfizi. Il vizio della libertà sessuale a una certa ora della notte si respira nell'aria. Certo, rimane una città difficile. È per palati dal gusto forte. Possono capitare tante cose, tante avventure, tanti guai, tante invenzioni del vivere e tanti delitti. La ragione è semplice. Non c'è mai stata una borghesia a dettare le leggi dell'ipocrisia. La città è rimasta sostanzialmente plebea, incline al «dialettale», al versante greco, quello liberatorio degli istinti, più che mai socratica e legata al superiore ordine divino (umile, semplice) che a quello storico e politico: potere e violenza. Una città con ancora le carni e le piaghe esposte, dolenti e alla ricerca di una giustizia più vicina al diavolo che a Dio. *Troppa folla, troppo disordine, troppo rumore. Non pioveva, ma le strade erano bagnate e umide peggio che in campagna, e dappertutto bucce e cartacce, semi di zucca, scheletrini di pesci, valve di cozze, banchi di pizzaiuoli di paste cresciute esposte alla polvere in un acre fetor d'olio fritto. *Truppe d'occupazione furono quelle americane, ma apportatrici di un vastissimo concetto di democrazia nel significato più comune e umano del termine. Il fatto che un capitano alleato potesse amare fino a sposarla una popolana fu una rivelazione (e una rivoluzione) sociale d'inaudita importanza. Una conquista memorabile, che restò nel fondo del cuore dei napoletani. Per questa ragione la società fittizia e illegale che si instaurò a Napoli per due o tre anni lasciò dei beni morali e spirituali che sono ancora motori di progresso più di mille teorie. *{{NDR|Napoli}} Un infernale miscuglio di casi umani piccoli e piccolissimi, ma ugualmente fatali e terribili, potenti nella gioia e nella tristezza, che riceve, raccoglie e nasconde gente di ogni risma e razza. *Una città in cui l'ingiustizia è diventata edilizia, plastica, rilevo. ====[[Ermanno Rea]]==== *Affidare a un pool di intelligenze il progetto di un nuovo sviluppo, la mappatura dei problemi aperti, la speranza di mobilitazione delle coscienze, il compito di elaborare una prospettiva di futuro. Napoli è una città che non conosce se stessa. *[[Antonio Bassolino]] è il nuovo sindaco di Napoli. La città ha detto no alla nipote del duce, [[Alessandra Mussolini]], che comunque esce dalla piazza non proprio polverizzata, con il 44,4 per cento dei voti che poca cosa non è.<br />Ma che importa? Il dettaglio appartiene alla cronaca; l'evento alla storia. Un ciclo si chiude anche per questa città (si è chiuso per la verità già da tempo con il crollo di tutto un ceto dirigente e di un'impalcatura di potere) e noi, figli della guerra fredda, diventiamo archeologia. *Chi semina vento raccoglie tempesta, sostiene il proverbio. A Napoli il vento fu seminato ancora prima dell'ultimo conflitto mondiale, quando la città fu chiamata a garantire col sacrificio del proprio mare e del proprio porto, insomma con la rinuncia a ogni forma di sviluppo possibile, i perversi equilibri della guerra fredda nell'area sud-europea. ====[[Marchese de Sade]]==== *Fra il popolo, non si vedono che marchi spaventosi del veleno di questa peste<ref>La [[sifilide]].</ref>che sfigura ogni cosa in quasi tutte le parti del corpo. Se il veleno è tenuto più nascosto dai ricchi e dai nobili, non è per questo meno pericoloso, e io credo che ciò che uno straniero può fare di meglio è di evitare ogni contatto con questo popolo corrotto.<br>Come fare tuttavia, in un paese in cui il clima, gli alimenti e la corruzione generale invitano così eternamente alla depravazione? È fisicamente impossibile immaginarsi sino a qual punto essa è spinta a Napoli.<br>Le strade, di sera, sono piene di sventurate vittime offerte alla brutalità del primo venuto, e che vi provocano, per il prezzo più vile, a tutti i tipi di libertinaggio che l'immaginazione può concepire, e persino a quelli per i quali sembra che il loro sesso dovrebbe avere orrore. [...]<br>Con il danaro si può avere a Napoli la prima duchessa della città. E io mi domando cosa diventeranno la virtù, la popolazione, la salute in uno Stato in cui la degradazione dei costumi è arrivata<ref>Arivata, refuso, nel testo.</ref>sino a questo punto, e in cui la più lieve lusinga per il guadagno conduce al delitto, capovolgendo ogni sentimento di probità, di onore e di virtù!<br>L'onesta e piacevole galanteria, il sano commercio dei due sessi, che riscalda tutte le passioni nobili e che serve spesso da focolare a tutte le virtù, è poco conosciuto in una città in cui la brutalità dei costumi non vuole che il godimento. *Il popolo indubbiamente è rozzo, grossolano, superstizioso e brutale, ma ha una certa franchezza, e non è privo, talvolta, persino di amenità. La miglior prova è che questa plebe sterminata si mantiene nell'ordine senza polizia. La borghesia è civile, sollecita. La preferirei alla nobiltà, che l'alterigia e l'orgoglio sminuiscono proporzionalmente al suo desiderio di elevarsi. In generale è una nazione da formarsi; ma non è un'opera di un giorno, né di un regno. *In generale non è a Napoli che bisogna venire a cercare le arti. Si lasciano a [[Roma]]. Qui non bisogna ricercare che la natura e oso credere che essa sia superiore a ciò che le arti stesse sono a Roma. [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] è il viaggiatore da tener presente percorrendo questa felice campagna dove egli fa peregrinare il suo eroe, e si trova che, malgrado le rivoluzioni che hanno desolato questo bel paese, esso non è tuttavia ancora abbastanza mutato per non riconoscerlo dalle descrizioni che egli ci fa. *Risalendo all'origine della mescolanza dei diversi popoli che hanno sostituito i Greci in questa bella contrada, e che non vi hanno apportato che quella crudeltà che li ha condotti a distruggere i più bei monumenti, si troverebbe forse una causa<ref>Della rozzezza del popolo, che l'abate [[w:Jérôme Richard|Jérôme Richard]] attribuiva alle vicende tumultuose che hanno caratterizzato la storia di Napoli. {{cfr}} De Sade, ''Viaggio in Italia'', p. 262.</ref>più giusta: lo scarso progresso che le arti e le scienze vi hanno fatto in seguito, da cui è venuta questa imperdonabile negligenza nell'educazione, ha continuato a nutrire l'ignoranza e conseguentemente l'abbrutimento. La mollezza, vizio ordinario dei popoli che abitano in un bel clima, si è venuta ad aggiungere. La depravazione, che ne è una conseguenza, ha finito di corrompere, e io credo che ci vorrebbe oggi una rivoluzione completa per riportare questo popolo a quella amabilità che regna nella massima parte del resto dell'[[Europa]]. ====[[Jean-Paul Sartre]]==== *A Napoli ho scoperto l'immonda parentela tra l'amore e il Cibo. Non è avvenuto all'improvviso, Napoli non si rivela immediatamente: è una città che si vergogna di se stessa; tenta di far credere agli stranieri che è popolata di casinò, ville e palazzi. Sono arrivato via mare, un mattino di settembre, ed essa mi ha accolto da lontano con dei bagliori scialbi; ho passeggiato tutto il giorno lungo le sue strade diritte e larghe, la Via Umberto, la Via Garibaldi e non ho saputo scorgere, dietro i belletti, le piaghe sospette che esse si portano ai fianchi.<br>Verso sera ero capitato alla terrazza del caffè Gambrinus, davanti a una granita che guardavo malinconicamente mentre si scioglieva nella sua coppa di smalto. Ero piuttosto scoraggiato, non avevo afferrato a volo che piccoli fatti multicolori, dei coriandoli. Mi domandavo: «Ma sono a Napoli? Napoli esiste?» *La nostra corriera fa spostare un carro funebre, che caracolla davanti a noi, più adorno di un carretto siciliano, il cavallo ha l'aria di una bella di notte; la carrozza sobbalza dietro di lui, quattro colonne tortili sostengono una sorta di baldacchino dove volano gli angeli. Dai quattro vetri si vede la bara ricoperta di fiori. Ai quattro lati traballano lanterne d'argento. Sulla predella posteriore, un beccamorto fa acrobazie. È bello essere ricevuti a Napoli dalla morte. Da una morte caracollante, agghindata come una puttana, fantastica, assurda e veloce. Tutto si copre d'ombra, ci si immerge nella città. *Napoli si avvicina. Come ogni volta, prima di arrivarci, ho una stretta al cuore. Attraversiamo un frutteto deserto. So molto bene, troppo bene, ciò che troverò a Napoli. È una città in putrefazione. L'amo e ne ho orrore. *Seguì per un po' [[Via Toledo|Via Roma]], poi si infilò in un vicolo. «Un vicolo di Napoli, non è come un tempio. Ti si appiccica, è come la pece.» [...] Dei bassi impudichi e segreti: ti buttano in faccia il loro calore organico ma non si svelano mai. «Forse perché non si vede mai qualcuno dentro.» Di notte, si chiudevano ermeticamente; di giorno, quando si aprivano, si svuotavano dei loro occupanti, li spingevano fuori, nella strada, e questi restavano là tutto il giorno, madidi, stagnanti, legati ai bassi da un invisibile cordone ombelicale, legati tra di loro da un qualcosa {{sic|più profondo}} del linguaggio, da una comunanza carnale. [...] Il cielo sembrava altissimo, lontanissimo sopra la sua testa; Audry stava proprio in fondo – in fondo a una vita densa e nera come sangue che si coagula, era stordito; a poco a poco era invaso da un desiderio di sonno, di cibo e d'amore. ====[[Giovanni Scafoglio]]==== *La Napoli di oggi è una città stanca, ma di quella stanchezza che non precede rabbia e voglia di cambiare le cose. Che è stanca piuttosto di attendere che passi la nottata. *Napoli che strana città, per viverla serenamente bisognerebbe eliminare tutte quelle sorprese che ti riserva giorno dopo giorno, ma poi non sarebbe più la stessa. Un po' come quegli uomini che le donne amano per il gusto di poterli poi educare una volta sposati. *Napoli, la città che mi ha cresciuto è un mondo di ombre proiettate su pareti degradate dove anche la pioggia si vergogna di cadere. ====[[Jean Noel Schifano]]==== *Con l'unificazione, i reali Savoia vollero trasformare Napoli in una città provinciale, senza successo, saccheggiandone gli immensi tesori. Non riuscirono a governare perché refrattaria, persino usando la collaborazione della Camorra e dei capi di quartieri. Napoli si vide privata, negli anni, di spazio e creatività. Il genio partenopeo si rifugiò nell'illegalità. *E dico che tutti i mali di Napoli nascono a [[Roma]]. In un secolo e mezzo hanno fatto di tutto per trasformare la grande capitale che nei secoli è stata Napoli in una città-bonsai, privandola di banche, ferrovie, cantieri navali e opere d'arte. L'hanno trasformata in una città assistita da tenere al guinzaglio. E ora gli lasciano la monnezza, dopo che gli hanno portato per decenni i rifiuti tossici delle fabbriche del Nord. *Fra 50 anni Salerno e Caserta saranno uniti da un solo territorio urbano, sarà cosa favolosa. Volevano ridurla a una città bonsai, invece ne hanno fatto una pantagruelica, che ha difficoltà a muoversi ancora con le catene del colonizzatore al piede. *In tutti i sensi, credo che la civiltà napoletana sia indispensabile all'uomo moderno. Non si può essere moderni senza avere in gran parte una sensibilità napoletana. *Napoli ha la particolarità di essere tollerante ed accogliente. Napoli fa delle altre culture del mondo la propria cultura. Fagocita, digerisce e ricrea a partire dalle altre culture. Più si dà a Napoli, più Napoli dà al mondo. *Per sensibilità e cultura sono di tutto cuore napoletano. Ho imparato a vivere a Napoli, ho imparato a scrivere a Napoli. *Più Napoli sarà Napoli, più sarà universale. *Un altro simbolo che riconosco in Napoli è l'uovo. L'uovo primordiale si vive a Napoli. Una forma indistinta in cui l'uomo non si distingue dal ventre materno. Lo stesso sangue di [[San Gennaro|S. Gennaro]] che si scioglie ogni sei mesi, fa pensare al sangue femminile: sono ciò che ho chiamato i semestrui di San Gennaro. La civiltà napoletana è un uovo da cui tutti si possono nutrire. *Vogliono neronizzare Napoli e tutta la Campania con la monnezza. Odiano Napoli per la sua trimillenaria intelligenza, per la sua civiltà. Così la sfruttano, come l'hanno sfruttata in questi 150 anni di Unità. ====[[Ingo Schulze]]==== *Ci sono naturalmente città più rumorose, più profumate, più puzzolenti, più anguste, più veloci, più grandi, più imprevedibili – [[Calcutta]], San'a, [[Il Cairo]], [[Tokyo]]. Posso amarle oppure odiarle, ma sono città straniere. Napoli invece è come il tipo strambo in famiglia che turba molto più di un pazzo incontrato alla stazione, Napoli è la bella zia o la bella nipote che confonde i pensieri più di qualunque ragazza pinup. *Napoli è per me un insieme di densità e ampiezza dello sguardo. Il contatto è subito fisico, lo spazio è limitato e denso: rumori, profumi, cattivi odori, tutto è immanente, la storia qui non è lingua morta. E poi la vista del mare e del golfo, che si apre improvvisa e sembra racchiudere l'intera cultura di cui siamo fatti, da Ulisse e Virgilio fino ai giorni nostri. Mi sembra che Napoli possieda una sua intensità in tutte le sue espressioni, nel bene come nel male. *Napoli è una città che sperpera la propria bellezza, non solo a causa della criminalità e del degrado. Qui le chiese più sontuose ti si parano davanti all'improvviso, tanto che quasi non riesci a vederne la facciata, per non dire a ricavarne una visuale d'insieme. Il vero sfarzo si rivela spesso solo nei cortili interni. In nessun altro luogo l'aria è tanto satura di odori, che passo dopo passo si trasformano. Si viene squadrati, toccati, spintonati, non vi è mai tregua. Lo scoppiettio dei motorini costringe a guardarsi continuamente le spalle. Ma questa densità nulla sarebbe senza la corrispettiva vastità. A volte basta salire qualche gradino o cambiare lato della strada o anche solo voltarsi, e già ti coglie la vertigine alla ''vista del mare''. ====[[Matilde Serao]]==== *Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il lotto è l'acquavite di Napoli. *Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. *Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. *Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore. *Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. *Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! ====[[Samuel Sharp (chirurgo)|Samuel Sharp]]==== *A Napoli è una piazza chiamata ''[[Piazza del Municipio (Napoli)|Largo del Castello]]''. Somiglia molto al nostro ''Fower Hill'', ed è il ritrovo del popolo ozioso. Qui, in ogni pomeriggio, i frati e i pagliacci, i borsaiuoli e i ciarlatani compiono la lor bisogna. Un frate (del genere dei nostri predicatori ambulanti) predica a un uditorio di popolani che riesce man mano ad attirare; un pagliaccio tenta di stornar dal frate quella gente, mettendo in mostra ''[[Pulcinella]];'' e gli altri parecchi commedianti s'ingegnano a fare altrettanto. Or accadde un giorno che ''Pulcinella'' ottenne molto successo. Il povero frate predicava addirittura alle panche: nessuno se gli accostava. Seccato, mortificato, imbestialito all'idea che un teatrino di marionette, a venti metri di distanza da lui, potesse in quel modo sviare l'attenzione del pubblico dall'Evangelo e fargli preferire un sì triviale divertimento, egli levò alto a un tratto il Crocifisso e con voce tra {{sic|inspirata}} e rabbiosa si mise a urlare: «Ecco il vero Pulcinella! Ecco il vero Pulcinella! Venite, signori! Venite da me!»<br>Ed è così noto in Napoli questo fatto ch'io non mi sarei permesso di narrarvelo, se non lo narrassero, a tutti, anche le persone più pie. *{{NDR|La ''cuccagna'', offerta al popolo nel periodo di Carnevale per quattro domeniche consecutive}} Ai lati della costruzione sono inchiodati un numero prodigioso di pani in ordine architettonico ed anche una grande quantità di arrosti. Tra i cespugli sono trenta o quaranta montoni vivi, qualche maiale, dei piccoli bovi ed una quantità di polli. Ora la bisogna da compiere è di sacrificare questi poveri animali alla fame del popolo e, per ciò lasciar fare con ordine, ben tremila soldati circondano la costruzione per allontanare la gente finché il Re appaia a un balcone e dia il segnale per principiare la cerimonia sventolando il suo fazzoletto. Allora i soldati aprono i ranghi ed il popolaccio vi si precipita, ognun pigliando la sua preda e portando via le vivande e gli animali. Tutto è finito in un batter d'occhio. In questa confusione ci sono state gravi disgrazie, ma quest'anno non constato che vi siano morti o feriti. Le quattro società dei macellai, dei fornai, dei pescivendoli e dei pollaiuoli fanno le spese dei quattro giorni. Non posso trovare un napoletano qualunque che conosca l'origine di questa abitudine né che mi possa dire se derivi dai mori quando possedevano una parte della Sicilia o se sia d'origine pagana, o, in ultimo, se sia, come pare probabile, un ricordo delle esposizioni di belve che avevano gli antichi romani, giacché corrisponde molto al ''Venatio Direptionis''<ref>"La caccia, a cui per consenso dell'editore, e del principe dava termine la irruzione nell'arena del popolo, autorizzato, in tale occasione, ad impadronirsi di checché gli cadea sottomano, fu detta caccia di saccheggio, ''venatio direptionis''. La magnificenza dello addobbo, e la quantità delle vittime uccise, consentiva largo campo allo spoglio tumultuoso, che, pei seduti nelle gradinate formava pur esso parte animatissima dello spettacolo.<br>I Cesari costumavano far gettare dall'alto nell'affollato anfiteatro pallottole di legno contenenti numeri; ad ogni numero corrispondeva un dono, perfino navigli, isole, poderi." Da ''Storia del Pensiero nei Tempi Moderni del Conte Tullio Dandolo'', vol. II, Stabilimento Tipografico Sensi, Assisi, [https://books.google.it/books?id=dXFUAAAAcAAJ&lpg=PA349&ots=awuYBhSavP&dq=&pg=PA349#v=onepage&q&f=false p. 349]</ref>.<br>Un inglese vede con meraviglia tante migliaia di persone così pacificamente radunate. A Londra in un'occasione di tanta allegria la metà della gente sarebbe {{sic|ubbriaca}}, la si vedrebbe bisticciarsi, azzuffarsi, magari buttar nella folla qualche gatto morto, per accrescere la confusione. Però mi pare che il popolaccio napoletano, per diabolico che sia quando è inquieto, si dimostri più contenuto, quando è di buon umore, del nostro popolaccio. *Certi luoghi delle [[Alpi]] offrono un bellissimo e pur tremendo aspetto: essi mi dettero il primo grande spettacolo, davvero ''meraviglioso''. Credo che la città di [[Venezia]], emergente dalle acque con le incantevoli sue isole adiacenti, potrebbe essere considerata come la seconda delle meraviglie ch'ho visto: e mi permetterei di nominare la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Chiesa di San Pietro]], in [[Roma]], come la terza di quelle, malgrado che le sue bellezze non derivino dalla natura ma soltanto dall'opera dell'arte. Sopratutto ammiro il cielo, la terra e il mare di Napoli! Le isole, le colline, il [[Golfo di Napoli|golfo]], le costruzioni che scendono, come in anfiteatro, fino al mare rendono l'aspetto di questa città cosa di una infinita bellezza. *Io suppongo che Napoli sia l'unica città d'Europa che basti a' suoi abitanti; tutte le altre sono rinforzate dalla gente di provincia: quel che costa la vita, quel che occorre al lusso costituiscono in altre grandi città tali ostacoli ai {{sic|matrimonii}} ch'esse, in pochi anni, certo resterebbero spopolate se non se ne rimettessero a' provinciali. Invece a Napoli il caso è diverso: si ha la curiosa abitudine di prender gente di servizio coniugata: a [[Parigi]] o a [[Londra]] poche persone di servizio sposate trovano posto, anzi la gran parte di questa classe rimane tutta la vita senza sposarsi; se lo facessero, difficilmente potrebbero in quelle città i domestici e le cameriere trovar posto anche in diverso modo. A Napoli è l'uso quasi generale di dare un tanto al giorno agli uomini di servizio per nutrirsi, essi non dormono in casa del loro padrone, e quindi son costretti a pigliar moglie: ne accade che un gran numero di ragazze è sempre pronto ad accettare la prima domanda di matrimonio, giacché in Italia le donne vanno difficilmente a servizio come in Inghilterra. [...] La difficoltà d'impiegarsi come serve, quella ancora di guadagnarsi il pane in altro modo, son, giusto, le ragioni che inducono certe povere donne ad affrontare la miseria sicura, la quale le aspetta subito dopo il matrimonio. Sciami di bambini si vedono in tutte le strade abitate da' poveri, e son natural conseguenza di quelle unioni: un marito e una moglie che abitualmente hanno sei o sette figliuoli e una sola stanza per casa contribuiscono specialmente ad affollare le vie della città. *Se non ricordo male è il Signor [[Joseph Addison|Addison]] il quale afferma che appena un napoletano non sa che farsene si caccia in saccoccia tutte le sue carte e pianta allegramente un processo; è perfettamente vero, e dico anzi che se il [[Regno di Napoli]] fosse grande come la Repubblica di Roma nel momento del suo splendore, e se ogni causa dovesse essere giudicata nella capitale, le migliaia di avvocati che qui si vedono sarebbero appena sufficienti.<br>La prima volta che mi recai alla [[Castel Capuano|Vicaria]] credetti di essere uscito tardi di casa; le strade erano zeppe di avvocati che andavano a pranzo. Una folla enorme usciva dalla ''Vicaria'' e io credetti che il Tribunale si svuotasse. Invece, riuscito a penetrarvi, vi trovai lo stesso numero di gente che s'incontrerebbe ne' teatri di Londra la sera prima di una nuova rappresentazione!<br>Benedetto paese, ove chi non è principe o pezzente è ''[[w:paglietta|paglietta]]'' o prete. *Si dice che fosse costume dei pagani di non soltanto biasimare ma pur di castigare le loro deità quando non ascoltassero le preghiere di quelli antichi: ebbene lo stesso segue nel popolo napoletano. Se la [[Maria|Madonna]] stessa, oppur un qualunque lor santo in cui ripongono fiducia, non soddisfano le loro preghiere Madonna e santi son davvero trattati male. Per conto mio non posso dire di aver assistito a un caso di una somigliante mancanza di rispetto, ma certo, se mai merita un esemplare castigo una santa, io credo che questa deve essere proprio Santa Lucia. V'era oggi a chiederle aiuto un tal numero di ciechi che al solito arrivano [[Basilica di Santa Lucia a Mare|qui]] ogni anno da queste vicinanze, ch'io non dubito che voi stesso vi sareste indignato al punto di proprio picchiar la santa, per indurla a manifestar senza indugio la sua rara potenza. Ciò naturalmente, se foste stato un cattolico del genere di que' disgraziati. ====[[Amalia Signorelli]]==== *Anche per i non-napoletani, diciamo pure per gli italiani, ad alimentare la produzione dello stereotipo non è solo un bisogno di ordine cognitivo (semplificare la complessità, pre-costituirsi una mappa); credo (ed è ovviamente una mia ipotesi), che gli stereotipi su Napoli servano anche a esorcizzare, a tenere sotto controllo paura e senso di colpa. Paura di ciò che non si sa o non si può gestire, governare, mettere in ordine, far fruttare; senso di colpa per le occasioni sprecate, le ricchezze, anche immateriali dilapidate, le vigliaccherie e le rinunce. Incapace di assegnare un ruolo nuovo e innovativo alla ex-capitale più capitale che ci fosse nella Penisola, è come se l'Italia avesse scelto di farne contemporaneamente il proprio giullare e la propria anima nera: insomma, un vero e proprio capro espiatorio. *Estremamente moderna e urbana è la modalità di interazione con il potere. Rapporto estremamente laico e strumentale, che non riconosce ai potenti nessuna sacralità e ben raramente il carisma, ma è costruito sulla propiziazione strumentale, sul calcolo razionale delle convenienze reciproche (sempre utilizzabili anche se asimmetriche) e sull'ironia come strumento di autotutela della propria dignità. L'ironia è resa possibile dal disincanto, ma anche da un'altra risorsa molto urbana, che è la ricca competenza linguistica. I napoletani delle classi popolari hanno almeno tre competenze linguistiche: il dialetto della loro vita quotidiana; il dialetto «aulico» in parte appreso dalla frequentazione dei ceti borghesi, dalla canzone, dal teatro e così via, in parte inventato da loro stessi come parodia del vero dialetto "alto"; infine l'italiano. Il gioco delle decontestualizzazioni e ricontestualizzazioni surreali, delle cortocircuitazioni, delle iperboli e degli understatement con il quale si prendono le distanze da e si ridimensionano quei potenti con i quali pure è ritenuto inevitabile venire a patti, trova nella ricca competenza linguistica un eccellente strumento. *Napoli è senza dubbio la città d'Italia sulla quale più numerosi si sono prodotti e si producono stereotipi. Spesso in contraddizione fra loro e con quelli già consolidati, che non scompaiono sostituiti dai nuovi, ma persistono. Tutti insieme, e ad onta delle contraddizioni, confluiscono nell'idea di quella "qualità" (immaginata) che ontologicamente dovrebbe permeare di sé tutti i partenopei: la napoletanità. Tanto è forte e diffusa questa idea della napoletanità, che nell'immaginario collettivo nazionale e anche internazionale essa riassume e annulla in sé tutta la Regione, sicché salernitani, casertani, avellinesi finiscono riassorbiti e scoloriti nella categoria dei "napoletani", magari di serie B. *Tuttavia non sono solo gli "altri", gli estranei a produrre e utilizzare gli stereotipi su Napoli. Come si è accennato, sono stati e sono i napoletani stessi a utilizzarli e a farli circolare. Lo stereotipo può rivelarsi non solo irritante ma anche utile per coloro a cui si riferisce. Anche per i napoletani esso funziona, o può funzionare, con un riduttore di complessità, della propria complessità, difficile da gestire nel rapporto con sé stessi e con gli altri. Lo stereotipo si offre come una sorta di staffa cui agganciare il primo nodo dell'ordito e della trama dell'identità: lo stereotipo semplifica, fissa, rende comprensibile per tutti ciò che si è («io so' napoletano e si nun canto moro»), definisce ciò che gli altri si aspettano e dunque anche ciò che ci si può aspettare dagli altri. E ancora, affidato agli imprenditori giusti, lo stereotipo può rivelarsi una merce eccellente, che si vende bene e dà ottimi profitti. Quanta napoletanità i napoletani hanno esportato ed esportano? E quanta riescono ad esportarne in loco, ai visitatori e ai turisti ansiosi di acquistarla?<br>Bisogna sottolineare con forza, però, che le funzioni strumentali non esauriscono l'utilità dello stereotipo. Per i napoletani, esso può assumere un'importante funzione espressiva: deresponsabilizza mentre identifica, perché aggrega il singolo a un "noi", e dunque dà o può dare un senso di legittimazione, persino di forza e di orgoglio. Funzione questa tanto più rilevante per la popolazione di una città che dall'Unità in poi ha vissuto una storia difficile, pesante di regressioni e di delusioni. ====[[Alfred Sohn-Rethel]]==== *A Napoli i congegni tecnici sono quasi sempre rotti: soltanto in via eccezionale, e per puro caso, si trova qualcosa di intatto. Se ne ricava a poco a poco l'impressione che tutto venga prodotto già rotto in partenza [...] per il napoletano le cose cominciano a funzionare soltanto quando sono rotte. *La città viveva sotto il [[Vesuvio]] ed era quindi costantemente minacciata nella propria esistenza. Di conseguenza, aveva preso parte al diffuso sviluppo tecnico ed economico dell'Europa soltanto a sbalzi, poiché non si poteva mai sapere se l'anno sarebbe trascorso senza catastrofi. *Se qualcuno gli dicesse che non è così in realtà che ci si serve di un motore o di un'apparecchiatura tecnica in generale, {{NDR|un napoletano}} lo guarderebbe sbalordito e si opporrebbe addirittura in modo energico: perché l'essenza della tecnica consiste per lui proprio nel far funzionare quel che è rotto. E nel maneggiare macchinari difettosi è senza dubbio un maestro, ben al di là di ogni tecnica. Nell'abilità e nella prontezza di spirito con cui, di fronte a un pericolo, ricava con irrisoria facilità la soluzione vincente proprio da ciò che non funziona, ha per certi versi qualcosa in comune con l'americano. Ma dalla sua ha la suprema ricchezza inventiva dei bambini, e come i bambini è sempre fortunato, e come accade ai bambini, la fortuna gli arride volentieri. Di ciò che è intatto, invece, di quel che per così dire funziona da sé, egli in fondo sospetta e diffida: infatti proprio perché va da solo, alla fine non si può mai sapere come e dove andrà. ====[[Stendhal]]==== *In Europa ci sono due capitali: Parigi e Napoli. (attribuita) *Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo ''degli Studj'', si volta a destra, è la via Toledo. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo. *Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo. ====[[Hippolyte Taine]]==== *È gente brillante, volubile, pronta all'entusiasmo, senza equilibrio, che si lascia trasportare dalla propria natura. In condizioni normali, sono amabili e persino dolci; ma nei pericoli e nei momenti di collera, in tempi di rivoluzioni o di fanatismo, essi arrivano fino all'estremo limite del furore e della follia. *È un altro clima, un altro cielo, quasi un altro mondo. Questa mattina, avvicinandomi al porto, quando lo spazio s'è slargato e l'orizzonte s'è scoperto, io non ho più visto, tutto a un tratto, che un vivo sfolgorio di luce bianca. In lontananza, sotto la foschia che copriva il mare, si profilavano e si stendevano le montagne, luminose e morbide come nubi. Il mare s'avanzava a grandi ondate biancheggianti, e il sole versava un fiume di fuoco, simile a metallo fuso, che arrivava sino alla spiaggia. *In tutte le cose, la prima impressione è in essi troppo forte; appena toccati, essi scattano di colpo con una esagerazione qualche volta terribile, il più sovente grottesca. I mercanti che gridano la loro mercanzia paiono degli ossessi. Due cocchieri che litigano tra loro, sembrano vogliano uscire dalla pelle; un minuto dopo, essi non ci pensano più. *La gente del popolo è molto sobria, pranza con pane e cipolle. Conosco un vecchio operaio che ha fatto di suo figlio un mezzo signore, e che non mangia che pochi soldi di pane al giorno. Essi lavorano da mattina a sera, qualche volta sino a mezzanotte, ad eccezione della siesta da mezzogiorno alle tre. Si vedono ciabattini all'aria aperta tirare la lesina dal mattino alla sera. Calderai che, in prossimità del porto, occupano intere strade, non cessano di battere. *Quali strade si attraversano! Alte, strette, sudice; a tutti i piani balconi che strapiombano, un formicaio di piccoli fondachi, di botteghe all'aria aperta, di uomini e di donne che comprano, vendono, ciarlano, gesticolano, si urtano; la maggior parte macilenti e brutti, le donne in particolar modo, piccole e camuse, dalla faccia gialla e dagli occhi penetranti, poco pulite e cenciose, con degli scialli disegnati a fogliami e fazzoletti da collo color viola, rossi, arancioni, sempre a colori vivaci, ornate di ninnoli di rame. Nei dintorni della [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del Mercato]] si intreccia un labirinto di straducole lastricate e tortuose, piene di polvere, sparse di bucce d'aranci e d'angurie, di resti di legumi. La folla si pigia, nera e brulicante, nell'ombra spessa, sotto il cielo sereno. *Verso le otto, non soffiava più un alito di vento. Il cielo sembrava di lapislazzuli, la luna, come una regina immacolata, risplendeva sola in mezzo all'azzurro e i suoi fasci di luce tremolavano sulla distesa dell'acqua, simili a torrenti di latte. Non ci sono parole adeguate per esprimere la grazia e la dolcezza delle montagne avvolte nella loro ultima tinta, nel viola vaporoso del loro manto notturno. Il molo, la foresta di barche, colle loro masse nere e cupe, le rendevano ancora più suggestive; e Chiaia a destra, girando intorno al [[Golfo di Napoli|golfo]] con la sua cintura di case illuminate, gli faceva una corona di fiamme.<br>Da tutte le parti, brillano i fanali; la gente all'aria aperta chiacchiera ad alta voce, ride e mangia. Questo cielo è una festa per se stesso. ====[[John Turturro]]==== *Napoli è un luogo misterioso sia per chi non ci abita sia per i suoi stessi abitanti: c'è qualcosa di veramente vibrante e vivo che si percepisce ovunque ed è come qualcosa d'infinito che percepisci anche quando la lasci. Mi ha colpito molto e credo di aver riportato nel film queste sensazioni. *Napoli è un luogo sopravvissuto ad invasioni straniere, eruzioni vulcaniche, terremoti, rivolte popolari e che allo stesso tempo ha prodotto nella sua storia una valanga di musica. *Una città splendida conquistata da popoli diversi, massacrata e ricostruita, con ferite aperte, ma che sa ancora cantare e raccontarsi attraverso la sua musica ed i suoi artisti. ====[[Federigo Verdinois]]==== *Napoli ha otto Biblioteche con circa due milioni di volumi; i quali volumi, pare impossibile, son letti, poiché coteste Biblioteche danno un movimento quotidiano di 3000 lettori: un milione di lettori all'anno. *Nello stesso anno 1899, sopra 3504 matrimoni celebrati, solo 623 atti non furono sottoscritti: il che vuol dire che l'analfabetismo coniugale è in una proporzione decrescente; né si starà molto a vederlo affatto sparire.<br>Il fenomeno è notevolissimo, chi consideri che fra tutte le città italiane Napoli è la più folta di plebe. Via via, dal '60 in qua, cotesta plebe s'è andata sollevando a dignità di popolo, vincendo pregiudizi, abitudini, miseria, ostacoli d'ogni sorta: il che non è poco merito. Il classico paese del ''dolce far niente'' ha dunque fatto qualche cosa più che starsene al sole. I piccoli popolani della generazione che vien su san leggere quasi tutti, e non solo le insegne delle botteghe ma i giornali; sanno scrivere, e non solo il proprio nome; spesso sanno disegnare e non senza gusto. A ciò han contribuito in varia misura l'istruzione obbligatoria, i Ricreatori festivi, i teatri popolari, le officine, l'esercito, la partecipazione alla vita politica e amministrativa, la stampa, e soprattutto un sentimento sempre più dirozzato di individualità e di esistenza intellettuale e morale. *Se la fotografia avesse potuto far commercio dell<nowiki>'</nowiki>''ignoranza'' napoletana, da un pezzo l'ignoranza nostra farebbe artistica mostra di sé nelle vetrine dei cartolai e girerebbe mezzo mondo in compagnia del ''[[lazzari|lazzarone]]'', del ''ladruncolo di fazzoletti'' e dei ''mangiatori di maccheroni''.<br>Più tempo passa, meno codesta fotografia è possibile. L'ignoranza perde, giorno per giorno, contorni e colore e si va sciogliendo anch'essa in nebbia di leggenda. *Pronti a riconoscere ed ammirare i meriti dei nostri fratelli di oltre Tronto, e anche a rallegrarcene, noi siamo parchi di lode pel valore indigeno e modesto. Epperò, siamo i primi a stupire, e in perfetta buona fede, quando ci accade di udir decantare all'estero un ingegno di casa nostra. Ed è così, lo si può affermare senza esagerazione, che ci si è accorti, dopo le consacrazioni francesi, tedesche, russe, perfino americane, che Napoli ha dato al romanzo Matilde Serao, alla lirica [[Gabriele d'Annunzio]], agli studi sociali e giuridici [[Raffaele Garofalo]], al nostro teatro [[Achille Torelli]], [[Roberto Bracco]], [[Salvatore Di Giacomo|Salvatore di Giacomo]], alla poesia popolare lo stesso di Giacomo e [[Ferdinando Russo]], al giornalismo [[Giuseppe Turco|Peppino Turco]], e alla storia, all'archeologia, alla linguistica, alle scienze esatte, agli studi politici tutta una falange di cultori insigni, la cui azione civilizzatrice è più efficace che non si creda e il cui valore tanto meno si può disconoscere quanto più volentieri lasciamo agli stranieri la cura di esaltarlo. *Uno dei pregiudizi più stolti è che il nostro così detto ''gran mondo'' viva soltanto di futilità e non sia informato di niente. È vero che [Napoli non ha l<nowiki>'</nowiki>''Hôtel Rambouillet'', ma non l'ha oggi nemmeno Parigi, la ''ville lumière''. a Napoli, invece, un'accademia di dotti come la [[Accademia Pontaniana|Pontaniana]], si onora di contar fra' suoi membri effettivi due duchesse, la [[Teresa Filangieri Fieschi Ravaschieri|Ravaschieri]] e la [[Enrichetta Carafa Capecelatro|Carafa D'Andria]], che tengono il loro stallo accanto a [[Matilde Serao]]. Il duca [[Giuseppe Avarna|Gualtieri]] ha scritto della costituzione inglese; il principe [[Francesco Pignatelli, principe di Strongoli.|Pignatelli-Strongoli]] ha volgarizzato l<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]''; il [[Pasquale Del Pezzo|duca Caianiello]] è professore di Università; il principe [[Gaetano Filangieri, principe di Satriano|Filangieri]] ha fondato il [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo artistico industriale]]; e non serve dire di altri. Sono ritrovo di artisti e di scienziati i saloni della duchessa D'Andria, della principessa di Tricase. Con ciò non si nega che vi siano dei nobili ignoranti, allo stesso modo che ve ne sono di borghesi e popolani; ma, su per giù, la cosa si riscontra {{sic|dapertutto}} e in proporzioni non diverse. ====[[Lina Wertmuller]]==== *Come si fa a dire che la [[camorra]] è un dato costitutivo di Napoli? Significa non conoscere la storia di questa città, vittima di continue dominazioni nei secoli. Il popolo minuto doveva difendersi da dominatori ogni volta diversi e nei suoi strati diciamo più distanti dalla Storia ha assunto atteggiamenti di un certo tipo, poi precipitati con la modernità. Ci sono, pertanto, anche tanti mascalzoni. Ma assumerlo a fatto costitutivo non si può. *Napoli è la dea della bellezza. La voglia di cantare dei napoletani deriva dalla loro natura di artisti. Perché disprezzare i mandolini che venivano suonati anche da [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]] e [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]]. Il [[Conservatorio di San Pietro a Majella|Conservatorio S. Pietro a Maiella]] contiene un enorme patrimonio musicale, è un forziere inesauribile dove l'incuria e l'ignoranza hanno fatto marcire cose inestimabili. Qualsiasi paese al mondo avrebbe attinto a questo patrimonio per creare una stagione speciale d'arte. Napoli dovrebbe diventare, almeno per quattro/cinque mesi all'anno, Turistlandia, un posto cioè dove tutti potrebbero arrivare guidati dalla grande vela della musica, dell'arte e della bellezza. *Per me non è un luogo fisico ma un posto dell’anima. *Sì la amo davvero. È molto più che una città. È speciale. Una perla antica. ===Citazioni in versi=== [[Immagine:‪Piazza del Plebiscito - Augusto De Luca.jpg‬|thumb|Piazza del Plebiscito]] *''(A Napoli dove l'amore è Sovrano | Quando i ragazzi incontrano le ragazze | Ecco cosa dicono) | Quando la luna ti fa spalancare gli occhi | Come un grande fetta di pizza | Questo è l'amore.'' ([[Dean Martin]]) *''Basta ca ce sta 'o Sole, | ca c'è rimasto 'o mare, | na nénna''<ref>Ragazza.</ref>'' a core a core, | na canzone pe' cantà. || Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, | chi ha dato, ha dato, ha dato, | scurdàmmoce 'o ppassato, | simmo''<ref>Siamo.</ref>'' 'e Napule paisà.'' ([[Giuseppe Fiorelli]])<ref>Versi musicati da Nicola Valente.</ref> *''Bella Napoli, o quanto, i primi dì! | [[Chiaia]], e il [[Vesuvio]], e [[Portici]], e [[Via Toledo|Toledo]], | coi calessetti che saettan lì; | e il gran chiasso e il gran moto ch'io ci vedo, | d'altra vasta città finor digiuno, | fan sì che fuggon l'ore e non m'avvedo. | Ignoranti miei pari, assai più d'uno | la neghittosa Napoli men presta, | con cui l'ozio mio stupido accomuno. | Ma, sia pur bella, ha da finir la festa. | Al picchiar di Quaresima, mi trovo | tra un fascio di ganasce senza testa.'' ([[Vittorio Alfieri]]) *''Che fòra il veder Napoli coi fonti, | così nel sommo suo come nel basso! | Altro saria, ch'aver | marchesi e conti!'' ([[Luigi Tansillo]]) *''Chi puoi proteggere, madonna adorata, | dalla cieca miseria? | Il tacchino che si spidocchia sotto le sacre immagini | o la donna gravida nell'armadio a specchiera? | Ci vorrebbe il mare! | O che discendesse da Posillipo un'onda azzurra di cielo! | Essa dovrebbe salire le scalinate rischiarandosi, | carica di torce azzurre e di dolcezza; | e illuminare i poveri, penetrare nelle nostre contrade, | al fine di renderci diversi e di affermarci! || Ahimè! chi potrebbe esaudirci! | Potenti divinità si sono nascoste laggiù | sotto le colonne spezzate vicino al mare. || Il santo barocco s'è contorto impotente. | Le parole del poeta sono inutili.'' | Napoli-Parigi, settembre-ottobre 1959. ([[André Frénaud]]) *''Chiave di volta di un arco di azzurro, Napoli s'adagia sul mare, | Incoronata da compiacenti nazioni regina d'allegria senza pari: | Ride dell'ira dell'oceano, schernisce la furia del Vesuvio, | Disprezza malattia, e miseria, e fame, quelle che affollano le sue strade assolate.'' ([[Martin Farquhar Tupper]]) *''– Chisto è Napule d' 'o sole, | 'o paese d' 'o calore? | Gela l'acqua inte' 'e cannole''<ref>Tubazioni.</ref>'', | s'è schiattato''<ref>Scoppiato.</ref>'' 'o cuntatore!'' ([[Raffaele Viviani]]) *''Comme a stu suonno de marenare | tu duorme, Napule, viat' a tte! | Duorme, ma nzuonno<ref>In sonno.</ref> lacreme amare | tu chiagne, Napule!... Scétete<ref>Svegliati.</ref>, scé'!...'' ([[Salvatore Di Giacomo]]) *''Da secoli vive la miseria | nel sud dell'Italia. Guardate il suo trono: | pendono come tappezzerie | le tremule ragnatele nere | e i topi grigi rodono | i legni antichi. | Bucherellato trono che attraverso | le finestre rotte | della notte di Napoli respira | con rantolo terribile, | e tra i buchi | i neri riccioli cadono sulle tempie | dei bimbi belli | come piccoli dèi straccioni. | Oh, Italia, nella tua dimora | di marmo e splendore, chi abita? | Così tratti, antica lupa rossa, | la tua progenie d'oro?'' ([[Pablo Neruda]]) *''È mezzogiorno, | balena il mare; | sui colli e al piano | un uniforme | tedio. Alla vampa | canicolare | Napoli dorme || È mezzanotte, | sovra il sereno | golfo, alle rive | tra pianta e pianta | l'argento piove. | La luna è in pieno; | Napoli canta.'' ([[Vittoria Aganoor]]) *''Era fermo Imeneo tra l'erto monte | E 'l mare, in cui sovente austro risuona, | La 've cinge e 'ncorona Napoli bella l'onorata fronte : Napoli che di gloria e d'or corona | Impose a tanti duci, | Ouante serene luci | Ha notte ombrosa, allorché 'l vel dispiega; | E con amor, che avvolge i cori, e lega | L'anime pellegrine, | Facean ghirlanda al crine, | Ed allori tesseano e sacre palme, | E tessean preziosi i nodi all'alme.'' ([[Torquato Tasso]]) *''Fuggo i paterni tetti, e i patrii lidi, | Ma con tremante pié, mi lascio a tergo | Passo, e con questi, che di pianto aspergo, | Per voi rimiro amati colli, e fidi. || I tuoi, si vuole il Ciel, vezzi omicidi | Sirena disleal, dal cor dispergo; | E caro men, ma più securo albergo | Pellegrino ricerco, ov'io m'annidi.'' ([[Giovan Battista Marino]]) *''La gente del [[Vomero]] ha sempre campato | vendendo pane in Via Tribunali. | Accarezzati dalla brezza del Vomero, | quei signori guardano dall'alto in basso | il sudore di Via Tribunali, | le lacrime di [[Mergellina]], | il sangue di [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Mercato]] – | ma se vogliono pregare i santi, | devono scendere nel buio della povertà. | Perché su al Vomero non ci sono chiese con santi | e nemmeno gli dei abitarono mai.'' ([[Alfred Andersch]]) *{{NDR|Venere}} ''Lascia Gaeta, e su per l'onda corre | tanto ch'arriva a [[Procida]] e la rade, | indi giugne a [[Pozzuoli|Puzzòlo]], e via trascorre, | Puzzòlo che di solfo ha le contrade | quindi s'andava in Nisida a raccorre, | e a Napoli scopría l'alta beltade: | onde dal porto suo parea inchinare | la Regina del mar, la Dea del mare.'' ([[Alessandro Tassoni]]) *''Le grandezze, i stupor, le meraviglie, | le delizie, i piacer, mare, aria e sito, | le cose illustri e celebri famiglie | della mia bella Patria, altiero vanto | de l'altre antiche e de le più moderne | degne di glorie eterne, | da cui per gusto altrui son già partito, | e fiori e frutti, e l'acque fresche e chiare, sotto il ciel più che rare, | oggi a Voi, Donne, io canto | se per cantare o dir ne saprò tanto.'' ([[Giovanni Battista del Tufo]]) *''Ma non posso più accettare l'etichetta provinciale | e una Napoli che ruba in ogni telegiornale, | una Napoli che puzza di ragù di malavita, | di spaghetti, cocaina e di pizza margherita, | di una Napoli abusiva paradiso artificiale | con il sogno ricorrente di fuggire e di emigrare.'' ([[Federico Salvatore]]) *''Ma 'sta città mme pare sempe 'a stessa | che canta pe' cantà, ma sta chiagnenno''<ref>Piangendo.</ref>''. | Napule, chesta si', si 'na canzone | cantata cu dulore, alleramente.'' ([[Raffaele De Novellis]])<ref>Versi musicati da Cafazo.</ref> *''Mamma Napoli | Io stonghe ccà || E nun abbastano cient'anne | A ll'acqua e mare pe putè cagnà sta razza | 'o viento e terra le tocca pe crianza | e nun le passa maie sta vrenzola e speranza || e nun abbastano cient'anne | pe ce putè assettà a sta tavulata e gente | gente che già ha magnato, gente che già ha bevuto | che 'o mmeglio e chisto munno già se ll'ha futtuto | Mamma Napoli.'' ([[Teresa De Sio]]) *''Napolì | 'e benpensante votano Dc | Napolì | 'e camurriste votano Psi | Napolì | 'e sicchie 'e lota''<ref>Secchi di melma.</ref>'' votano Msi | Napolì | ma 'mmiez' 'a via continuano a murì | Napolì | ma tenimmo 'o sole 'a pizza e 'o mandulino | tarantelle canzone sole e mandulino | a Napoli se more a tarallucce e vino.'' ([[99 Posse]]) *''Napoli fu non è. La pompa altera | de le glorie già sue si volse in duolo. | Busto e tomba di sé, sul nudo suolo | pianger si può, ma non veder qual era. || Con aereo velen la Morte arciera | omicide sbalzò le Parche a volo; | e di Grandi e Plebei recisi a stuolo, | l'insepolto carname i Cieli annera. || Son macelli i Palagi, urne le sponde | del bel Sebeto; e sospirando stassi, | d'orride {{sic|straggi}} insanguinato l'onde. || Passeggier, bagna i lumi, affretta i passi, | fuggi, ché di spavento ombre feconde | spira la Morte ancor viva ne' sassi.'' ([[Giacomo Lubrano]]) *''Napoli ride int'a 'na luce 'e sole | chiena 'e feneste aperte e d'uocchie nire.'' ([[Ferdinando Russo]]) *''Napoli! Tu cuore di uomini che sempre ansima | nudo, sotto l'occhio senza palpebre del Cielo! | Città elisia, che calmi con incantesimo | l'aria ammutinata e il mare! Essi attorno a te sono attratti, | come sonno attorno all'amore! | Metropoli di un Paradiso in rovine | da tempo perduto, di recente vinto, ma pure ancora solo a metà riconquistato.'' ([[Percy Bysshe Shelley]]) *''Napule bella, desiata tanto | dal core e da la mia penosa vita, | Napuli bella, ch'io lassai da canto, | Napuli bella, e come t'ho fuggita? | Napuli bella, gli occhi miei di pianto | son pieni per la misera partita!'' ([[Francesco Galeota]]) *''Napule è comm' 'a femmena, | te fa venì 'o gulìo''<ref>Voglia.</ref>''. | Apprimma''<ref>Prima.</ref>'', core mio | e doppo, frusta llà. | E nfrìnghete, nfrìnghete, nfrà, | nfrùnghete, nfrùnghete, nfrù. || Napule, bello mio, | si' sempe tu, | si' sempe tu.'' ([[Pasquale Cinquegrana]])<ref>Versi musicati da Giuseppe De Gregorio.</ref> *''Napule è 'nu paese curioso: | è 'nu teatro antico, sempre apierto. | Ce nasce gente ca senza cuncierto''<ref>Senza preparazione.</ref>'' | scenne p' 'e strate e sape recita'.'' ([[Eduardo De Filippo]]) *''Napule è tutta rampe, scalinate, | scale, gradune, grade, gradiatelle, | sagliute, scese, cupe, calate, | vicule ’e coppa, ’e sotto, viculille, | vicule stuorte, | vicule cecate.'' ([[Carlo Bernari]]) *''Napule Napule Napule Na' | 'na notte e luna chiena | 'o sole ca me vase''<ref>Bacia.</ref>'' | 'n'addore e panne spase | me fa' senti' nu rre.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Sergio Bruni.</ref> *''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}}''<ref>Refuso. In realtà: non.</ref>'' abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. ([[Tristan Corbière]]) *''Non ti ricordi la fresca sera, | molle di nubi, plenilunar, mentre di Napoli per la Riviera | a i parapetti scrosciava il mar? || Era un settembre più che autunnale, | e Piedigrotta passata già; | dentro la Villa, pel gran viale, | avean le raffiche spersa l'està. || Moriva lungi su i mandolini | una canzone, sotto un hôtel. | Ma che profumo di gelsomini! | Parea dal mondo caduto un vel. || Non ti ricordi? Scendea la notte | sempre più opaca, su te, su me; | ci sorpassavano le ultime frotte | de le discepole, da gli ateliers. || Ci soffermammo. Nubi più grosse | spegnean de i cieli, nere, il chiaror; | tossisti, e della piccola tosse | su la tua bocca bevvi il sapor: || e stemmo avvinti, contro a le spume | che ci spruzzavano, salse, ognor più, | mentre [[Posillipo]] con cento e un lume | insanguinava l'onde laggiù...'' ([[Francesco Gaeta]]) *''O bella come una favola d'oro, | città solare, contrada incantata, | ove una dolce invisibile fata | fa sue magie tra una palma e un alloro. || La dolce fata nasconde al mortale, | chiuso in mistero, il divino suo viso; | ma bene effonde nell'aria un sorriso | di mite e ardente fulgor celestiale. || Tutta ne esulta la verde pendice | lungo il grand'arco del golfo beato; | tutto ne splende, commosso, incendiato, | l'azzurro specchio del mare felice. || Solo, laggiù, c'è un cattivo gigante''<ref>Il Vesuvio.</ref>'' | che freme e sbuffa in rabbioso tormento; | ma il suo fumacchio, portato dal vento, | si perde in ciel come un cirro vagante.'' ([[Diego Valeri]]) *''O gente senza alcuna cortesia, | la cu' 'nvidia punge | l'altrui valor, ed ogni ben s'oblia; | o vil malizia, a te, perché t'allunge | di bella leggiadria, | la penna e l'orinal teco s'aggiunge.'' ([[Cino da Pistoia]]) *''Oje né', | si te vuó' sciogliere''<ref>Scioglierti, nel senso di lasciarmi.</ref>'', | 'a strada è libera, | puó' cammenà. | Napule è chino 'e femmene | tutte pe' me, | ca vònno''<ref>Vogliono.</ref>'' a me, | pazze pe'mmé.'' ([[Salvatore Baratta]])<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref> *''Pare che a tre generazioni di russi | fosse proibito andare a spasso | senza meta per le vie | di questa città meridionale, | lasciando libero lo sguardo di vagare, | curiosare disinvolti | qua e là, scattanti come bovi, | non com'aquile o leoni in cerca di preda, | che aguzzano la vista crudele''. ([[Maksim Amelin]]) *''Pe' [[Via Toledo|Tuleto]], p' 'a strada cchiù bella | d' 'a cchiù bella città ca se trova, | n'ata vita llà 'n miezo vulesse campà!...'' :'' 'N Paraviso 'stu sciore 'e bellezza | llà sultanto 'o putite truvà!'' ([[Salvatore Baratta]]) *''Per questo, straniero, la gente | a Napoli ha il culto dei santi: | da sempre ha conosciuto non un solo Dio, | ma molti dei, | perciò scambia San Paolo e San Pietro con i Dioscuri, | San Giovanni con Hermes | e Santa Restituta con Cibele. | Vecchie usanze dei tempi di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].'' ([[Alfred Andersch]]) *''Più volte haver porai tu fors'udito | la nobiltade et la celebre fama | de 'st'inclyta città posta nel lito | de le syrene. Et Napoli hor si chiama. | A questo lieto et fortunato sito | la giovenetta, ch'anchor via più s'ama, | sepolta giace et come antica autrice | la sirena Parthenope si dice.'' ([[Ioan Bernardino Fuscano]]) *''Pure la nostra sirena vedrai, Partenope, alla quale, condotta di qua dal mare, lo stesso Apollo indicò con la colomba Dionea il fertile suolo. A questa mia sede natale io ti invito. Qui è mite l'inverno e fresca l'estate: qui con le onde sue lente batte il mare tranquillo, ed è la pace sicura e il dolce far niente e una quiete senza fine; e si dorme qui, tanto!'' ([[Publio Papinio Stazio]]) *''Qui sicura è la pace, e qui si gode | d'una comoda vita il bel piacere, | né v'è chi l'ozio altrui conturbi, o i sonni. | Non ha litigi il foro, e niun contrasto | conobbero giammai le leggi armate; | del diritto s'appaga ogni uom d'onore | senza aspettar che un tribunal l'astringa. | Or dirò delle superbe cose, | ch'alle colte città crescono il vanto? | Vedrai li sacri templi, e gli atrii suoi | da cento trammezzati alte colonne: | le due moli vedrai, teatro e circo, | e i quinquennali giuochi, il cui splendore | non cede a quei, che [[Roma]] sacra a Giove. | Né di [[Menandro]] a te lodar pretendo | le commedie di riso, e il dir faceto | di greco misto, e di parlar latino. | Né manca qui ciò, ch'è diletto al senso.'' ([[Publio Papinio Stazio]]) *''Quivi Napoli bella i regi alberga, | Città vittoriosa e trionfale: | Veggio altri tempi ancor, e in altri monti | Quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.'' ([[Torquato Tasso]]) *''Settimana di sette feste, | questa è Napoli, punto e basta! | Passa il guappo con le maestre, | s'alza il grido dell'acquaiuol.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Lino Benedetto.</ref> *''Stace Napole mia, bella, e gentile, | sciore de 'Talia<ref>''Fiore di Italia.''</ref>e schiecco<ref>''Specchio.''</ref>de lo Munno, | mamma che face nascere l'Abrile | Tutto a no ventre | sempre co l'Autunno, | sott'a n'airo né gruosso né sottile, | 'nzino a mare commo uovo chino e tunno, | accanto a sciumme''<ref>Fiumi.</ref>'', e munte, e fontanelle, | Che 'nnanze foro giuvene e zitelle.'' ([[Giulio Cesare Cortese]]) *''T'accumpagno vico vico | sulo a tte ca si' 'n amico | e te porto pe' 'e quartiere | addò 'o sole nun se vede | ma se vede tutto 'o riesto | e s'arapeno 'e ffenèste | e capisce comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella. | Comm'è bella comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella.'' ([[Claudio Mattone]]) *''T'adoro, sì, domenica | napoletana verso giugno: oh tu | di fragole odorosa! | oh coltri gialle e rosa | a i terrazzi! oh, profumo del ragù! || Ecco, a la chiesa prossima | chiama a distesa il campanello ancor; | nel sole, hanno per «essa», | tornata da la messa, | mobili e letto una scintilla d'or: || spunta con lumi e musica | per la salita la procession; | incede il Santo, e trema; | sul baldacchino crema | foglie di rose piove ogni balcon. || Adoro il tuo crepuscolo: | la gelsa bianca ne i panieri appar: | e l'uom de le campagne | suoi serti di castagne | su la pertica lunga ama cantar: || siede al balcone e dondola | «essa», con il ventaglio in grembo, il pié: | assorta un po', sospira | al dì che si ritira, | e ride a pena, tra le amiche, a me.'' ([[Francesco Gaeta]]) *''Una croce nera sul petto dell'italiano, | senza intaglio, rabesco, splendore, | conservata da una famiglia povera | e portata dall'unico figlio...| Giovane nativo di Napoli! | Cos'hai lasciato sui campi di Russia? | Perché non hai potuto esser felice, | circondato dal celebre golfo? | Io che ti ho ucciso vicino a Mozdòk | sognavo tanto il vulcano lontano! | O, come sognavo nelle distese del Volga | almeno una volta di andare in gondola! | Ma io non son venuto con la pistola | a portarti via l'estate italiana | e le mie pallottole non hanno fischiato | sulla santa terra di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]]! | Qui ho sparato! Qui dove sono nato, | dov'ero orgoglioso di me e degli amici, | dove gli epici canti dei nostri popoli | non risuonano mai in traduzioni. | Forse che l'ansa del medio Don | è studiata da uno scienziato straniero? | La nostra terra, la Russia, la Rus, | l'ha seminata una camicia nera? | T'hanno portato qui in una tradotta | per conquistare lontane colonie, | perché la croce del cofanetto familiare | crescesse alle dimensioni d'una croce di tomba... | Non permetterò che la mia patria sia portata | oltre le distese di mari stranieri! | Io sparo. E non c'è giustizia | più giusta della mia pallottola! | Non sei mai stato né vissuto qui!... | Ma è sparso sui campi nevosi | l'azzurro cielo italiano, | sotto il vetro degli occhi morti.'' ([[Mikhail Svetlov]]) *''Vi quant'è bella Napule | pare nu franfellicco: | ognuno vene e allicca | arronza e se ne va.'' ([[canti popolari|canto popolare napoletano]]) *''Vieni o straniero nella grande Napoli, vedila, e muori! | Ama e inebriati, godi mentre l'attimo fugge | Il più splendido sogno, scorda i desideri delusi, | e i tormenti che un demone ha tessuto nella tua vita: | impara qui a godere, ad essere felice, e poi muori!'' ([[August von Platen-Hallermünde]]) *''Voglia 'e turnà | dint'e vicoli e sta città, | guarda e ride e te vò tuccà | nun se ferma mai, | voglia 'e verè | notte e juorno te fa cantà | chest'è Napule do cafè | nun te può sbaglià.'' ([[Teresa De Sio]]) ====[[Edoardo Bennato]]==== *''Chille ca nun vonno fa' 'a fila, | chille che stanno arreto 'e spurtielle, | chille ca passano c' 'o rrusso, | chille ca se fermano c' 'o giallo, | chille ca stanno chiene 'e miliarde, | chille ca vanno pezziente, 'e viecche, 'e criature, 'e buone, 'e malamente, | nisciuno! | Nun se salva nisciuno, | nisciuno nisciuno, | int' 'a 'sta città nun se salva nisciuno!'' *''E la nottata non passa mai | Bella, appariscente, invidiata, invadente | Volgare, indecente, violenta, incandescente | Ma è la mia città''. *''Non è piana non è verticale | è una linea che sale in collina | è una strada che parte dal mare | il percorso della città obliqua. || Scale mobili sotto la luna | diagonali e passaggi segreti | un cammino che esiste da sempre | il tesoro della città antica.'' ====[[Libero Bovio]]==== *''E cheste è Napule: | Canzone ca nun more, | Profumo 'e ll'aria, | Ciardino sempe 'n fiore. | Speranze, ammore, lacreme: | Napule chesto vo'.'' *''Chist'è 'o paese d' 'o sole, | chist'è 'o paese d' 'o mare, | chist'è 'o paese addó tutt' 'e pparole,| so' doce o so' amare, so' sempe parole d'ammore!'' *''È tutta d'oro, | d'oro e celeste è Napule. | Se canta e more? | Ma i' voglio murì ccà. | Pe' Napule e Maria | trèmmano 'e ccorde d' 'a [[chitarra]] mia, | Marì.''<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref> ====[[Chariteo]]==== *''La gentil sacra, cittade, | Napol, di Muse et divi antiquo hospitio; | di [[w:|trabea]] degna et non d'aspro cilitio.'' *''Seconda patria mia, dolce Sirena, | Parthenope gentil, casta cittade, | nido di leggiadria e nobiltade, | d'ogni vertute e di delicie piena; || con tal dolor ti lascio e con tal pena, | qual, lasso!, io mai soffersi in nulla etade. | A dio, amici!, a dio, dolci contrade: | Hor qui ragion le lagrime non frena.'' *''– Parthenope son io, piena di duolo: | Non men beäta pria, c'hor infelice, | squarciata in mille parti, equata al suolo. || Misera me!, fruïr più non mi lice | Primavera, che sempre in me fioriva; | ché Venere è conversa in diva ultrice! || Libera fui gran tempo, hor son captiva, | in man di fieri monstri, horrendi et diri''<ref>I francesi di Luigi XII che occuparono Napoli dal 4 agosto 1501 al 16 maggio 1503.</ref>'', | quai Protheo doma in la Carpathia riva. || Qual re più fida in regno, in me si miri | come in lucido specchio! O re possenti, | imparate frenar vostri desiri! || Non vi inganne il piacer di ben presenti, | ché sempre a voi minaccia il Re {{sic|magiore}} | ciò che temon di voi le minor genti.'' ====[[Nino D'Angelo]]==== *''Ma quanto bene te voglio, mia cara città, | quann'era vierno''<ref>Inverno.</ref>'' cu 'o sole m'ê''<ref>Mi hai.</ref>'' fatto scarfa<nowiki>'</nowiki> ''<ref>Riscaldare.</ref>'', | mmiezzo a 'sti strade cchiù vecchie 'e l'età | tu m'ê 'mparato a parla', | e quanta vote m'ê fatto capi' | ca se po' sempe muri<nowiki>'</nowiki>''. *''<nowiki>'</nowiki>Nu napulitano nunn'è sempe allero, | nun le basta 'o sole, tene troppi pensiere, | dint' 'a chesta gara parte sempe arrete''<ref>Indietro</ref>'', | corre tutt' 'a vita e 'o traguardo è 'na barriera.'' *''Sott' a 'stu cielo blu, | 'o ssaje ca nun se vola | e nun se po' campa' sempe aspetta' | speranza e sole. | T'ha tradito 'sta città, | ca vo' sulo ave' e nun dà. | Stella napulitana | che triemme 'ncopp' 'a 'stu mare | ca nun t'ha dato maje niente.'' ====[[Pino Daniele]]==== *''Città che non mantiene mai le sue promesse, | città fatta di inciuci e di fotografia, | di [[Diego Armando Maradona|Maradona]] e di [[Sofia Loren|Sofia]] | ma è la mia città | tra l'inferno e il cielo.'' *''Napule è mille culure | Napule è mille paure | Napule è a voce d' 'e criature''<ref>Creature, bambini.</ref>'' | che saglie chiano chianu | e tu saje ca nun si sulo''. *''Napule è 'na carta sporca | e nisciuno se ne 'mporta | e ognuno aspetta 'a ciorta.'' *''Napule è tutta 'no suonno | e 'a sape tutto 'o munno | ma nun sanno a verità.'' *''Simmo lazzari felici | gente ca nun trova cchiù pace | quanno canta se dispiace | è sempe pronta a se vutta' | pe' nun perdere l'addore.'' *''Terra mia, terra mia | comm'è bello a la penza'. | Terra mia, terra mia | comm'è bello a la guarda'. | Nunn è 'o vero nun è sempre 'o stesso | tutt' 'e journe po' cagna' | ogge è dritto, dimane è stuorto | e chesta vita se ne va.'' ====[[Ernesto Murolo]]==== *''E 'a Luna guarda e dice: | "Si fosse ancora overo. | Chisto è 'o popolo 'e na vota''<ref>Di una volta.</ref>'', | gente semplice e felice. | Chist'è Napule sincero, | ca pur'isso se ne va".''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> *''Napule, | a qua' parte d' 'o munno se fa '[[amore|ammore]] | comm'a Napule, 'e sera, 'int'a ll'està''<ref>Estate.</ref>''? | Vócche vasate''<ref>Bocche baciate.</ref>'', cantano, | core tradute, chiagnono. | Ma è tantu bella Napule | ca pure ll'odio te fa scurdà''<ref>Dimenticare.</ref>''.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> *''Napule bella mia, | terra d'ammore, lacreme e canzone... | che suonno d'oro ca nce faje sunná''<ref>Sognare.</ref>''! | 'Ncòre nce miette na malincunía, | na freva tu nce miette dint'<nowiki>'</nowiki>e vvéne | pecché nce vuó' fa' chiagnere e cantá.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> ====[[Totò]]==== *''A Napule nun se po' sta cuieto''<ref>Quieto.</ref>''. | Aiere un brutto cane mascalzone | se ferma, addora, aiza 'a coscia 'e reto, | e po' mme fa pipi 'nfaccia 'o sciassì.'' *''Io voglio bene a Napule | pecché 'o paese mio | è cchiù bello 'e 'na femmena, | carnale e simpatia. || E voglio bene a te | ca si napulitana | pecché si comm'a me | cu tanto 'e core 'mmano.'' *'''Sta Napule, riggina d' 'e ssirene, | ca cchiù 'a guardammo e cchiù 'a vulimmo bbene. | 'A tengo sana sana dinto''<ref>Dentro.</ref>'' 'e vvene, | 'a porto dinto 'o core, ch'aggia''<ref>Che devo.</ref>'' fa'? | Napule, si' comme 'o zzucchero, | terra d'ammore – che rarità!'' ==Proverbi== *Napl<sub>''ǝ''</sub> tand'avandát<sub>''ǝ''</sub> s'è r<sub>''ǝ''</sub>ddótt<sub>''ǝ''</sub> a car<sub>''ǝ''</sub>scià prèt<sub>''ǝ''</sub>. ([[Proverbi lucani|lucano]]) *Napulitane: larghe 'e vocca e stritte 'e mane. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) *'O napulitano è cavaliere. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) *[[Roma]] santa, [[L'Aquila|Aquila]] bella, Napoli galante. ([[Proverbi italiani|italiano]]) *Tre sono le meraviglie, Napoli, [[Roma]] e la faccia tua. ([[Proverbi italiani|italiano]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== {{div col|strette}} *[[Archivio di Stato di Napoli]] *[[Arcipelago Campano]] *[[Biblioteca dei Girolamini]] *[[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III]] *[[Borbone delle Due Sicilie]] *[[Borgo Santa Lucia]] *[[Brodo di polipo]] *[[Camorra]] *[[Campania]] *[[Canzone classica napoletana]] *[[Casatiello]] *[[Castel Capuano]] *[[Castel sant'Elmo]] *[[Centro direzionale di Napoli]] *[[Certosa di San Martino]] *[[Chiostri di San Martino]] *[[Cimitero delle Fontanelle]] *[[Cimitero di Poggioreale]] *[[Crypta Neapolitana]] *[[Cucina napoletana]] *[[Ducato di Napoli]] *[[Festa di Piedigrotta]] *[[Filastrocche napoletane]] *[[Fontana della Spinacorona]] *[[Forcella (Napoli)|Forcella]] *[[Galleria Umberto I]] *[[Golfo di Napoli]] *[[Guappo]] *[[Il Vasto]] *[[Indovinelli napoletani]] *[[Istituto italiano per gli studi filosofici]] *[[Lago d'Averno]] *[[Lazzari]] *[[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]] *[[Maschio Angioino]] *[[Mergellina]] *[[Modi di dire napoletani]] *[[Mostra d'Oltremare]] *[[Museo archeologico nazionale di Napoli]] *[[Museo artistico industriale Filippo Palizzi]] *[[Museo nazionale di Capodimonte]] *[[Museo nazionale di San Martino]] *[[Palazzo Cellammare]] *[[Palazzo Donn'Anna]] *[[Pallonetto di Santa Lucia‎]] *[[Pastiera napoletana]] *[[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]] *[[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]] *[[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Dante]] *[[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]] *[[Pignasecca]] *[[Pizza]] *[[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]] *[[Porta Capuana]] *[[Posillipo]] *[[Preghiere napoletane]] *[[Presepe napoletano]] *[[Proverbi napoletani]] *[[Pulcinella]] *[[Quartieri di Napoli]] *[[Quartieri Spagnoli]] *[[Real Albergo dei Poveri]] *[[Regno di Napoli]] *[[Repubblica Napoletana (1799)]] *[[Risanamento di Napoli]] *[[Riviera di Chiaia]] *[[San Gennaro]] *[[Scioglilingua napoletani]] *[[Scugnizzo]] *[[Scuola di Posillipo]] *[[Scuola militare "Nunziatella"]] *[[Sebeto]] *[[Sedili di Napoli]] *[[Spaccanapoli]] *[[Stazione zoologica Anton Dohrn]] *[[Stazioni dell'arte]] *[[Strummolo]] *[[Teatro di San Carlo]] *[[Teatro napoletano]] *[[Teatro San Carlino]] *[[Università degli Studi di Napoli Federico II]] *[[Vesuvio]] *[[Via Foria]] *[[Villa comunale di Napoli]] *[[Voci e gridi di venditori napoletani]] *[[Vomero]] *[[Zucchine alla scapece]] {{Div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=Napoli|n=Categoria:Napoli}} {{vetrina|7|11|2012|argomenti}} [[Categoria:Comuni della Campania]] [[Categoria:Napoli| ]] 7mt9g1mimgqvqsau9xb8fdgwxx6d0we 1221263 1221262 2022-08-07T00:35:00Z Sun-crops 10277 /* Giuseppe Marotta */ wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla città di '''Napoli''' e sui '''napoletani'''. [[Immagine:Napoli.jpg|thumb|530px|Napoli vista dal quartiere di Posillipo; sullo sfondo, il [[Vesuvio]]]] ===Citazioni in prosa=== {{indicedx}} *A dir la verità, la bellezza di Napoli è un po' un inganno. Napoli non è bella, finché non la guardate da lontano. Da lontano si stende dorata nel sole, il mare è azzurro, quanto ne avete appena un'idea, qui davanti un bel pino, lì quell'azzurro è [[Capri]], il [[Vesuvio]] soffia un batuffolo di ovatta biancastra, [[Sorrento]] splende lontana e netta – Dio, è bello. E poi scende il crepuscolo, tutto si inazzurra e spuntano le luci, adesso è tutto un semicerchio di piccole scintille, sul mare si muove una nave e splende di luci verdi, azzurre, dorate: Dio, è bello! Ma entra in città, amico mio; cammina per le strade, posa su tutto i tuoi occhi boemi e goditi quanto puoi il pittoresco di questa vita; tra un po' ne sarai nauseato. Forse queste strade sono pittoresche, ma sono decisamente bruttissime. Girovaghi sotto ghirlande di biancheria sporca, ti fai largo tra una minutaglia di ogni risma, asini, mascalzoni, capre, bambini, automobili, ceste di ortaggi, e di altre equivoche porcherie, officine che fuoriescono sul marciapiede e arrivano al centro della strada, immondizie, marinai, pesci, carrozzelle, cespi di cavolo, strilloni, ragazze con i capelli acconciati, sudici monelli stesi a terra; è tutto uno spintonarsi, uno schiamazzare, un bastonare con malagrazia gli animali, un chiamare a gran voce, offrire, urlare, schioccare la frusta, derubare. ([[Karel Čapek]]) *'A disoccupazione pure è un grave problema a Napoli, che pure stanno cercando di risolvere... di venirci incontro... stanno cercando di risolverlo con gli investimenti... no, soltanto ca poi, la volontà ce l'hanno misa... però hanno visto ca nu camion, eh... quante disoccupate ponno investi'? [...] cioè, effettivamente, se in questo campo ci vogliono aiutare, vogliono venirci incontro... na politica seria, e ccose... hann' 'a fa' 'e camiòn cchiù gruosse. ([[Massimo Troisi]]) *A guardare nella nazione napolitana solamente l'uomo, a contemplare l'enorme sciupio delle leggi morali e religiose, ogni anima onesta sarebbe tentata a gridare: Dio non è, o l'uomo non è l'opera della sua mano! Ma quando lo sguardo ricade su quelle soavi creature, in cui non sai che più ammirare, se lo splendore della bellezza o la nobilità dello spirito, quando vagheggi quell'opàla eterna i cui fuochi non muoiono mai; allora ti riconcilii con Dio e dici: quest'uomo è caduto, e la sua tristizia è un'espiazione. Un'espiazione forse della sapienza etrusca, della signoria romana, della libertà proficua del medio evo; un'espiazione della codardia moderna e dello scoraggiamento di oggidì. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *A [[Milano]] od a [[Torino]] come nella maggior parte delle grandi città moderne, è appunto il moderno sviluppo industriale e commerciale che ha determinato progressivamente, con l'incremento demografico, l'ossatura fondamentale della vita cittadina, mentre il grande agglomerato umano di Napoli e la sua struttura sociale hanno origini assai più lontane, sono il prodotto di altre condizioni economiche, di altre forme di vita. Assai prima della costituzione del [[Regno d'Italia]], Napoli era stata, per lunghi secoli, la capitale del maggiore tra gli Stati in cui l'Italia era divisa, ed una delle più grandi città d'Europa. Già nello scorcio del Medio Evo, Napoli oltrepassava i 200 mila abitanti, quando Milano non sorpassava che di poco i 50 mila e Torino ne contava 16 mila soltanto; quando [[Amburgo]] ne aveva meno di Torino e [[Londra]] meno di Milano. ([[Emilio Sereni]]) *A mio parere, Napoli è l'unica città d'Italia che rappresenta veramente la sua capitale. ([[Charles de Brosses]]) *A Napoli, diversamente da [[Firenze]] o [[Venezia]], che sono città museo, prive di una vera vita cittadina, e dove tutto è organizzato in funzione di un turismo di massa che ha completamente cambiato la qualità della vita rendendo queste città dei musei ingessati, Napoli ha la possibilità, non potendo contenere un turismo di massa come le suddette città, di conservare il suo straordinario fascino e le qualità dove il museo è un museo vivente, dove il patrimonio artistico convive con le realtà sociali, economiche, commerciali. Dove cioè il patrimonio artistico non è visto come un museo ma come parte di una vita in continua trasformazione, con le sue ombre, le sue luci, la miseria e la nobiltà. Napoli, cioè, come ultimo luogo di una mediterraneità vissuta non come museo ma come vita e realtà in continua evoluzione. ([[Nicola Spinosa]]) *A Napoli è cambiato tutto. O quasi. Per i rifiuti è cambiato molto poco. La [[camorra]], è vero, è diventata meno aggressiva. E da qualche avamposto si è dovuta ritirare. Però la raccolta dei sacchi «da 'a munnezza» è rimasta nelle mani delle stesse imprese che l'avevano ottenuta in appalto agli inizi degli anni Novanta, gli anni d'oro di Cirino Pomicino, De Lorenzo, Di Donato: i tre avidi «viceré» del Caf. Imprese che nel settembre del '96 hanno riottenuto dalla giunta Bassolino l'appalto per la raccolta delle 1300 tonnellate/giorno di pattume tal quale generate dalla città di Napoli. ([[Ivan Berni]]) *A Napoli è stata affibbiata una mutazione di funzione e destino di cui non si è mai compresa la connotazione: da ex capitale, che cosa è diventata? Non si sa. E quel che è peggio: non se ne discute. ([[Philippe Daverio]]) *A Napoli, il 15 maggio, una sollevazione popolare aveva colto tutti di sorpresa. I soldati spararono e ci furono molti morti. Il Parlamento, che aveva tentato una mediazione, venne invece accusato di aver sostenuto la sedizione. ([[Nico Perrone]]) *A Napoli puoi anche mandare un prefetto di frontiera come Mori o un baluardo della cultura come il sottoscritto. Ma non ci fai nulla. Un po' come a [[Palermo]]. Al Sud c'è una travolgente forza del male. ([[Vittorio Sgarbi]]) *A Napoli va debitrice l'[[Italia]] della restaurazione della moderna [[filosofia]] razionale, che da quel regno si propagò per tutta la penisola. Il [[Bernardino Telesio|Telesio]], il [[Giordano Bruno|Bruno]] ed il [[Tommaso Campanella|Campanella]] aveano cominciato a scuotere il gioco aristotelico; il [[Giambattista Vico|Vico]] ed il [[Antonio Genovesi|Genovesi]] lo levarono dal collo degli Italiani e lo infransero. ([[Giuseppe Maffei]]) *Amo Napoli perché mi ricorda [[New York]], specialmente per i tanti travestiti e per i rifiuti per strada. Come New York è una città che cade a pezzi, e nonostante tutto la gente è felice come quella di New York. ([[Andy Warhol]]) *Avevo visto Valencia e Barcellona, avevo visto Genova, Milano, Venezia, Firenze e anche Roma; tuttavia non sapevo cosa fosse una grande Città fino a quando non sono giunto a Napoli. Altre la superano per la bellezza degli edifici e il gusto degli ornamenti, ma quella folla immensa, quello strepito di persone; quello splendore e frastuono di carrozze, quell'abbondanza di cose, quell'allegro tumulto e quella pacifica confusione destano scompiglio nell'animo di chi la vede per la prima volta. [...] Una splendida corte, una milizia brillante, un'innumerevole e ricca nobiltà, un altrettanto numeroso e ricco foro, un popolo chiassoso, una folla infinita fanno di Napoli una grande città come solo se ne possono vedere in Inghilterra e in Francia, ma non certo in altre nazioni europee. ([[Juan Andrés]]) *Cara Napoli, è difficile, tanto difficile dopo quattro anni... e allora ho pensato che forse è meglio salutarti così: chiedendo in prestito prima a zio Pino e poi a te, quello che la gente, la meravigliosa tua gente, ti canta ogni volta come una promessa di amore eterno. [...] ''Napule è tutto nu' suonno e a' sape tutto o' munno ma nun sann' a verità.''<ref>Nella lettera vengono citati i versi di ''Napule è'' di [[Pino Daniele]].</ref> Io la so. L'ho scoperta, l'ho amata, l'ho chiusa a chiave nel cuore: ed è per questo che oggi i miei occhi sono bagnati da questo mare e sporcati da questa terra. Terra mia. Ciao guagliù, forza Napoli sempre. ([[Gökhan Inler]]) *''[[Francesco Caracciolo (ammiraglio)|Caracciolo]]'' era uno di quei pochi che al più gran genio riuniva la più pura virtù. Chi più di lui amava la patria? Che non avrebbe fatto per lei? Diceva che la Nazione Napolitana era fatta dalla natura per avere una gran marina, e che questa si avrebbe potuto far sorgere in pochissimo tempo: avea in grandissima stima i nostri marinari. ([[Vincenzo Cuoco]]) *Che cosa significasse per il [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] l’incontro con la immensa capitale mediterranea, più classicamente antica di Roma stessa, e insieme spagnolesca e orientale, non è difficile intendere a chi abbia letto almeno qualche passo del Porta o del Basile; un’immersione entro una realtà quotidiana violenta e mimica, disperatamente popolare. ([[Roberto Longhi]]) *{{NDR|Sembrerebbe}} che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi<ref>I napoletani.</ref>, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi. ([[Fanny Salazar Zampini]]) *Chi ha ragione? Chi ha visto meglio il tratto saliente della città che, come ogni realtà complessa, può essere considerata da molti e differenti punti di vista? Lo scrittore napoletano [[Raffaele La Capria]] definisce Napoli una città bifronte, come Giano, il dio con due facce: «Secondo come la si guarda può essere "disperatissima" o "felicissima"».<br>Il dilemma rappresentato da Napoli è forse nel fatto che qualunque giudizio si esprima può essere considerato giusto. La magnificenza e l'abiezione, la bellezza e l'orrore, una gentilezza e una crudeltà che sembrano venire entrambe da tempi remoti. Perché se Napoli fosse solo orrore e ferocia come talvolta la cronaca induce a pensare, non varrebbe nemmeno la pena di arrovellarsi, di chiedersi come mai possa accadere tutto ciò che vi accade. ([[Corrado Augias]]) *Ci sono città più forti dei secoli: il tempo non le muta. Si succedono le dominazioni, le civiltà vi si depositano come sedimenti geologici; ma esse conservano attraverso i tempi il loro carattere, il loro profumo, il loro ritmo e il loro rumore, diversi da tutte le altre città della terra. Da sempre Napoli è una di queste e, come appare oggi al viaggiatore, così era nel Medioevo e così indubbiamente mille anni prima, mezzo africana e mezzo latina, con i suoi vicoletti affollati, il suo chiassoso brulichio di gente, il suo odore di olio, di zafferano e di pesce fritto, la sua polvere color del sole e il rumore di sonagli che dondolano al collo dei muli. ([[Maurice Druon]]) *Città cosmopolita per eccellenza e tollerante quante altre mai, Napoli, più che limitarsi ad offrire ospitalità e rifugio agli esuli greci nelle diverse, tristi o meno tristi, vicende della loro storia, ha costituito quasi sempre una seconda patria, come a suggellare nel tempo il significato dell'antico nome ellenico. Per chi è greco e ha stabilito la propria dimora in questa città, non diversamente dai tanti altri che l'hanno preceduto nei tempi andati, non è solo un conforto o un compiacimento, è un motivo di esaltazione, e anche una lusinga cui non è facile sottrarsi. ([[Costantino Nicas]]) *Colpito dalla prima apparizione di Napoli. Grandi folle, strade belle, edifici alti. ([[Herman Melville]]) *Comm si bell... I miss you assai assai.<ref>Come sei bella {{NDR|Napoli}}... Mi manchi assai assai.</ref> ([[David Rocco]]) *Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un'impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle "Quattro Giornate" di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria. Napoli, 27 – 30 settembre 1943. (<small>Motivazione data dalla Presidenza della Repubblica italiana con decreto del 10 settembre 1944, che così assegnava alla città di Napoli la Medaglia d'oro al valor militare.</small><ref>''[http://archive.today/2013.07.02-161334/http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18392 Medaglia d'oro al valor militare, città di Napoli.]'', ''quirinale.it''.</ref>) *Con una ovvietà potremmo ricordare che le tre grandi lingue del teatro sono il [[veneto]], il napoletano e il [[Sicilia|siciliano]]. Lingue che consentono di rappresentare comportamenti, allusioni, doppi fondi capaci di alimentarsi nel gesto, come accade nell’inglese di Shakespeare. ([[Toni Servillo]]) *Credimi, per chi ha un po' d'onore e di sangue nelle vene, è una gran calamità nascere napoletano. ([[Carlo Filangieri]]) *Cuffià: Dileggiare, beffare, deridere, burlare, prendere in giro, ma in una cadenza autenticamente napoletana, cioè ironica, sorridente e canzonatoria, tutt'altro che beffarda, sarcastica e maligna. [...] per l<nowiki>'</nowiki>''homo neapolitanus'' il ''cuffià'' si configura spesso quale itinerante supporto esistenziale: per lui, che sotto le disincantate specie del ''Tatonno 'e Quagliarella'' di [[Giovanni Capurro]] (musicato da [[Francesco Buongiovanni]] nel 1919), può dire «cuffeio pure 'a morte e 'a piglio 'a risa»... Ed è proprio in questa sovrana irrisione che si condensa e si sublima tutta la millenaria saggezza del nostro popolo, tutta la perenne essenzialità del suo sussistere, tutta la esplicita garanzia della sua rinnovantesi sopravvivenza... ([[Renato De Falco]]) *{{NDR|Napoli, vista dal Museo di San Martino}} Da questo cumulo di tetti si levava un frastuono, un urlo continuo, come esplosioni di voci ininterrotte, di cui non ci si fa l'idea nella città stessa. Questo vi incute davvero una sorta di spavento, e questo rumore che si alza con la nebbia azzurra fa stranamente sentire a quale altezza ci si trova e dà le vertigini.<br />Queste cappelle di marmo mi hanno incantato. Il paese che possiede quel che possiede l'Italia è il paese più ricco del mondo. Io paragono l'[[Italia]] con il resto dell'universo, come un magnifico quadro con un muro imbiancato a calce.<br />Come ho osato giudicare Napoli l'anno scorso! se solo avessi visto! Tutta la strada di San Martino e la discesa lungo Posillipo offrono bellezze da lasciare stupefatti. E queste ville sparpagliate e questo mare, e il Vesuvio e il cielo, e la grotta di Pozzuoli, che si scorge come una bocca di cannone! – Si perde la testa! ([[Marija Konstantinovna Baškirceva]]) *Da Parigi, seguendo i confini di Francia, abbiamo visto il Meno gettarsi nel Reno tra sponde fitte di bei vigneti, e la fertile Campania fino a Napoli, coi suoi palazzi stupendi e le strade dritte, ben lastricate, che dividono la città in quattro parti. E la tomba d'oro del saggio [[Publio Virgilio Marone|Marone]], e la strada lunga un miglio che tagliò nella roccia in una sola notte. ([[Christopher Marlowe]]) *Dei magnati napoletani mi ricorda di avere una volta parlato con poco favore a cagione di certo barbaro spettacolo non so se tuttavia costì praticato, che allora mi mosse a sdegno e a ribrezzo. Ma per ben costumata che sia, non v' è città che alcuna cosa in se stessa non offra degna di biasimo: ed or m'avveggo come degnissimi essi si porgano di bella lode per animo liberale, per indole generosa, e per singolare fedeltà nell' amicizia. E questo vanto {{sic|meritamente}} a loro consente la storia di Roma, che ridotta nella seconda guerra Punica allo stremo delle sue forze, abbandonata e combattuta da quasi tutta l' Italia, e tradita dai Capuani vostri vicini, che i benefizi ed i soccorsi da lei ricevuti rimeritarono con odio mortale e con gravissime ingiurie, dalla esimia fedeltà, e dalla liberale munificenza dei Napolitani ebbe nell'ora del suo più grave pericolo aiuto e sostegno. Perché gli antichi non meno che i recenti tempi mi porgono sicuri argomenti ad affermare che, chi veduta Napoli non se ne innamora, o non conosce che sia virtù, o non è capace di amarla. ([[Francesco Petrarca]]) *Disumanizzare Napoli non deve essere stato facile, ma sembrano esserci riusciti. Un popolo che ha molto patito superando con la sua vitalità e la sua impressionante saggezza prova dopo prova è facilmente preso alla sprovvista da un'aggressione disumanizzante, che ha lo scopo di ucciderne l'anima fingendo di liberarlo; così mi spiego questo popolo stravolto, paralizzato, che non può più fare nient'altro che gonfiarsi di rumore e produrne, ingoiare caos e trombettarlo fuori. ([[Guido Ceronetti]]) *{{NDR|A Napoli}} Dopo il 1830 nacque una nidiata di giornali, che sebbene parlassero di sole cose letterarie, e dicessero quello che potevan dire, pure ei si facevano intendere, erano pieni di vita e di brio, e toccavano quella corda che in tutti rispondeva. Era moda parlare d'Italia in ogni scritturella, si intende già l'Italia dei letterati: e sebbene molti avessero la sacra parola pure al sommo della bocca, nondimeno molti altri l'avevano in cuore. ([[Luigi Settembrini]]) *È così! I più grandi uomini, le figure nostre più luminose, non trovarono mai chi si agitasse in loro favore: [[Francesco de Sanctis]] e [[Luigi Settembrini]] hanno appena due povere teste marmoree in quel giardino pubblico che chiamiamo ''la [[Villa comunale di Napoli|Villa]]''; [[Salvator Rosa]], [[Luca Giordano]], [[Pietro Giannone]], [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], nulla; e i monumenti di Napoli sorti da cinquant'anni a questa parte, – salvo qualche rarissima eccezione – rappresentano, nella sciagurata decadenza della Scultura, la Partigianeria, la Politica e l'Intrigo...<br>Nemmeno le [[Accademia|Accademie]], delle quali pure il [[Bartolommeo Capasso|Capasso]] fu tanta parte, si mossero per onorarlo. Ma si muovono, forse, le Accademie? O non sono, forse, ora più che mai, acque stagnanti, necropoli anticipate, in cui si adagiano e nicchiano, nel ''severo raccoglimento'' che è torpore letale, le Mummie dell'Arte, della Letteratura e della Scienza?<br>Conto fra gli Accademici amici illustri e carissimi, viva minoranza d'intelletti fervidi in quelle Case dei Morti; e mi domando da anni perché non si riuniscono, in una iniziativa che qualcuno già tentò di sviluppare! Or vedremo invece altri marmi, non meno brutti di quelli già esistenti, ingombrare le piazze. ([[Ferdinando Russo]]) *È l'unica vera capitale d'Italia, avendo conservato splendori e miserie dell'impero spagnolo. Questo è l'unico posto al mondo dove gli aristocratici possono ancora fare i funerali col tiro a 8 di cavalli infiocchettati. Dove convivono la miseria disperata di [[Spaccanapoli]] e la sofisticazione disperata delle case degli aristocratici, capaci di affrontare così bene il ridicolo di quei fiocchetti sui cavalli ai funerali. ([[Fernanda Pivano]]) *{{NDR|[[Totò]]}} È la mia passione perché, oltre che grande interprete, è il simbolo di una Italia furba ma un po' ingenua, in cui non esisteva solitudine. Un'epoca che avete vissuto voi in Italia, soprattutto a Napoli e anche noi in Spagna. Ma che ora non esiste più. Quando cammino per le vie della città, nei [[Quartieri Spagnoli]] o nelle strade del centro storico provo una profonda malinconia, perché sono il segno del tempo che è passato e non ritornerà. ([[Arturo Pérez-Reverte]]) *È proprio di Napoli che si può ripetere con un famoso personaggio: qual è quel gentiluomo che non ha scritto una tragedia? Con questa variante, per altro, che la moda delle tragedie essendo passata, quei giovanetti egregi si erano dati al dramma e alla commedia; ingannando gli ozî signorili nel culto delle Muse, "cui giovano le quinte e la ribalta". La nobiltà napoletana segue in {{sic|cotesto}} le tradizioni del suo duca di Ventignano e del suo barone (sic)<ref>Nel testo citato.</ref> Genoino. Parte coltiva ancora gli studî classici, sotto gli auspici di Gargallo e di [[Basilio Puoti]]; parte si è data con ardore alla scuola moderna, e va sull'orme di [[Eugenio Scribe]] e di [[Alfred de Musset|Alfredo de Musset]]. Ma gli uni e gli altri, col loro culto per la scena, ci fanno fede che l'amore delle lettere è sempre vivo nel seno dell'aristocrazia del Sebeto, diversa in ciò da quella di tante altre città italiane. Epperò va lodata, e tutti debbono augurarsi che i baci delle Muse, una volta dati, non vadano perduti. ([[Anton Giulio Barrili]]) *È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta napoletano tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione. ([[Giosuè Carducci]]) *È una città dove concorrono elementi che ritroviamo separatamente altrove, ma che a Napoli sono tutti riuniti. Perché Napoli è l'unica città del [[Mediterraneo]] in cui elementi di cultura greca, orientale, nordafricana, slava, francese, catalana, aragonese, perfino tedesca, si riuniscono in modo tale che non esiste un esempio simile nel Mediterraneo. Napoli è soprattutto Napoli ed è in questo aspetto la sua vera napoletanità, la capacità naturale di coordinare e conciliare fatti sociali, culturali ed antropologici in un luogo che è l'emblema di tutta la mediterraneità. ([[Nicola Spinosa]]) *È una trappola in cui noi napoletani cadiamo spesso, pensiamo sempre di essere simpatici. ([[Silvio Orlando]]) *Eccoci finalmente qui. Un proverbio italiano dice: – Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: – Vedi Napoli e vivi – perché c'è molto qui degno di essere vissuto. ([[Arthur John Strutt]]) *Ed è questa l'altra differenza con Berlino: mentre la seconda torna a vivere con la riunificazione germanica un momento di grande rilancio, all'opposto Napoli con l'unità d'Italia non ha fatto che perdere colpi. Eppure, le due città hanno in comune «tutte le caratteristiche che le rendono amabili agli occhi dei giovani, solo che a Napoli questa risorsa non viene percepita come una ricchezza bensì come un problema. Bisogna cambiare il paradigma, così come fu fatto per Berlino negli anni '80, e comprendere che i centri storici sono risorse su cui investire». ([[Hans Stimmann]]) *Era allora Napoli in un periodo di grande splendore. La sua vecchia aristocrazia, nella quale s'intrecciavano con la boriosità spagnola e l'argutezza francese l'innato senso estetico della [[Magna Grecia]], era fra le prime d'[[Europa]]. Briosa, svagata, scapigliata, elegante, vi si alternavano splendide feste a chiassose mattane, spettacoli di eccezione a banchetti pantagruelici, gite a [[Capri]], ad [[Ischia]], sul [[Vesuvio]]. ([[Salvatore Gaetani]]) *Era sera quando arrivai in città. Una sagra era stata allestita lungo tutta via Caracciolo e [[Posillipo]], con tamburi, pifferi e tarantelle. Più tardi i fuochi d'artificio illuminarono l'intero [[Golfo di Napoli|golfo]]. Non avevo più visto niente di così spettacolare dai bombardamenti notturni dei primi anni quaranta. Ho capito, allora, come luci e saette non siano sempre messaggeri di morte, ma possano invece rappresentare un rituale incantatorio grazie al quale cacciare i demoni ed esorcizzare la malasorte. Mi sentivo a mio agio, completamente solo, anonimo e libero tra migliaia di anonimi e liberi stranieri. ([[Hans Werner Henze]]) *Farei fatica a vivere nel caos delle grandi città. Ma io adoro Napoli e la sua umanità, adoro lo spirito sociale che c'è lì, il fatto che se succede una cosa al tuo vicino è come se fosse successa a te. Napoli ti dà un amore unico che ogni allenatore dovrebbe provare nella vita. ([[Maurizio Sarri]]) *Già non vi sono più tutte le immagini religiose che c'erano in altri tempi. L'immagine di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] ha sostituito quella del Signore. Adorare è una necessità di Napoli, adorare con fervore, qualunque sia l'oggetto dell'adorazione; adorare con urla, gesti, in mezzo allo strepito e alla gazzarra, con l'esaltazione propria dei temperamenti nervosi e col fanatismo che accompagna le passioni meridionali accese dal caldo molto intenso del clima. C'è qualcosa del Vesuvio, qualcosa dei suoi ardori e delle sue eruzioni, e anche qualcosa delle sue velleità nella mobile e ardente natura dei napoletani, di questi greci degenerati che vivono col sorriso sulle labbra sempre sull'orlo della morte, minacciati da un vulcano delle stesse catastrofi che seppellirono Ercolano e Pompei. ([[Emilio Castelar]]) *Gloria d'Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza, benigna nella pace e dura in guerra. ([[Miguel de Cervantes]]) *Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana. ([[Elsa Morante]]) *Guardo in questo momento con rinnovata fiducia a Napoli e ai napoletani, alla loro capacità di cogliere i frutti del riconoscimento rappresentato dalla competizione che oggi si inaugura {{NDR|l'America's cup}}, e di esprimere, in generale, lo slancio necessario per la valorizzazione delle preziose risorse e potenzialità di cui è ricca la nostra grande, storica città. ([[Giorgio Napolitano]]) *Ho maltrattato Napoli: nondimeno, non la lasciammo, senz'avervi veduto il bel tempo. Bisogna confessare ch'ell'è bella e brillante allor che splende il solo, quanto nojosa e sgarbata sotto un cielo di pioggia. Immaginatevi, inquest'ultimo caso, di vedere una povera fanciulla che corre le strade, durante il {{sic|carnovale}}, in orpelli da teatro. Quanto più porta e nastri e merletti, quanto più fiori ha nelle chiome, quanto più la di lei acconciatura {{sic|strigne}} splendidi e freschi colori e tanto più parimenti vi si mostra il fango, e tanto più il vento e la pioggia la scompongono e la scolorano, e tutto ciò di cui ornossi per piacere la rende esosa a vedersi. Ma se dolce l'aria e limpida e sonora mai siasi all'indomani, se riede il sole, ed ella ritorni col sole: ell'è attillata, ell'è leggiera; que' suoi nastri cangiano di colore all'occhio, lusinghiero è il suo riso, ed il suo canto ci allegra. Ecco veramente Napoli. Essa è fatta per vivere al sole. ([[Louis Veuillot]]) *Ho vissuto in questa città, per la prima volta, non da turista, ma da napoletano. Per conoscerla a fondo dovevo anche viverla a fondo. Per me è stata l’esperienza lavorativa più bella in assoluto. Oggi mi sento come un vero e proprio ambasciatore di Napoli. Parlo sempre di questa città stupenda quando vengo intervistato dai giornali americani. Molti mi chiedono perché ho scelto di raccontare proprio Napoli. Io rispondo che volevo raccontare una città diversa. All'estero l'Italia viene associata alla pizza, al caffè, al sole, ma in realtà tutti questi cliché provengono da Napoli: questo fa capire che è Napoli il vero cuore dell’Italia. Molti che vanno in vacanza in Italia scelgono altre regioni come la [[Toscana]] per prendere il vino, ma questa come altre mete simili fanno parte del turismo chic; per conoscere veramente l'Italia bisogna andare a Napoli. ([[David Rocco]]) *I miei primi giorni a Napoli li ho trascorsi a guardare le processioni, sempre molto sontuose durante la settimana santa. ([[Joseph Addison]]) *I napoletani amano la loro città come un padre brutale si sente in diritto di maltrattare la propria figlia e non è consapevole di maltrattare innanzitutto se stesso, la nobiltà che è propria di un essere umano, senza la quale la brutalità dilaga verso la più bieca bestialità. ([[Gea Martire]]) *I napoletani guardano sempre indietro e mai al presente e al futuro, e dicono con nostalgia "prima si stava così bene". ([[Carlo Buccirosso]]) *I napoletani sono ipocriti, sembrano allegri, invece sono tristi. La gente li osserva, e loro fanno finta di essere spensierati. Non s'impegnano, perché da quando avevano in casa i mori sanno come va a finire. ([[Peppino De Filippo]]) *I Napolitani mi paiono incomparabilmente migliori.<ref>Rispetto ai romani.</ref> Sono rozzi, ma cordiali, franchi, aperti: sono generalmente incolti, ma non presumono: sono superstiziosi, ma non persecutori come i Romani. la natura ha fatto qui tutto, ma gli uomini non hanno fatto nulla{{sic|,..,.}} Contuttociò Napoli mi piace più di tutte le città d'Italia. Se la natura avesse dato ai Napolitani la maniera, la lingua e la polizia dei Fiorentini, io credo che gli angeli e i santi del paradiso abbandonerebbero il Padre eterno per venire a stare a Napoli. ([[Carlantonio Pilati]]) *I nostri sono de' vili, degli infami, degli esseri esecrati. Il fratello d' Acton è giunto e racconta orrori. Mack è alla disperazione. Sono fra duolo e fra sbalordimento.<br>Addio, i miei complimenti all'eroe Nelson ed alla sua buona nazione: arrossisco dell'infame viltà della nostra. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]) *Il 1848 era alle porte, ma pareva che nessuno lo sospettasse; Napoli ha sempre di queste placide esteriorità: l'interno lavorio non offusca il suo aspetto e neppur le più grandi disgrazie valgono a mutarne la fisionomia. Con un grano, in quegli anni, il lazzarone era quasi ricco, e una piastra ballonzolante nella saccoccia del panciotto a un borghese gli conferiva l'aria della più grande superiorità. L'allegra povertà, in pieno possesso della strada, vi si sciorinava al sole; il facchino appisolato, a un angolo, in una cesta, schiudeva, di volta in volta, gli occhi e tranquillamente, abituato a posare, contemplava il forestiero, inglese o francese, che, impiedi, davanti a lui, pigliava note in un taccuino. Le solite baldorie per le feste de' soliti suoi santi occupavano la gente de' quartieri inferiori – come anche adesso la occupano – ma pareva che un senso di caricatura fosse pur penetrato dal giornale fin nella plebe. ([[Salvatore Di Giacomo]]) *Il Comitato ha deciso l'iscrizione sulla base di criteri (ii) e (iv), considerando che il sito è di eccezionale valore. Si tratta di una fra le più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia lunga e densa di eventi. La sua posizione sulla baia di Napoli gli conferisce un valore universale eccezionale che ha avuto una profonda influenza in molte parti d'Europa e oltre. (<small>Motivazione data dal Comitato di valutazione dell'UNESCO che nel 1995 decise di annoverare il centro storico di Napoli fra i siti patrimonio dell'umanità.</small><ref>«''The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond.''» Vedi ''[http://whc.unesco.org/en/decisions/3088 Decision - 19COM VIII.C.1 - Inscription: The Historic Centre of Naples (Italy)]'', ''unesco.org''.</ref>) *Il giorno appresso abbandonai con dispiacere quelle incantevoli spiagge di Napoli che pur m'erano state fatali due volte: non le potei salutare cogli occhi, ma il cuore armonizzò co' suoi palpiti l'inno mestissimo della partenza. Sapeva di non doverle piú rivedere, e se io non moriva per loro, esse restavano come morte per me. ([[Ippolito Nievo]]) *Il [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] aveva ragione nel demolire la leggenda del «lazzaronismo » organico dei napoletani e nel rilevare invece che essi sono molto attivi e industriosi. Ma la {{sic|quistione}} consiste nel vedere quale sia il risultato effettivo di questa industriosità: essa non è produttiva e non è rivolta a soddisfare i bisogni e le esigenze di classi produttive. Napoli è la città dove la maggior parte dei proprietari terrieri del Mezzogiorno (nobili e no) spendono la rendita agraria. Intorno a qualche decina di migliaia di queste famiglie di proprietari, di maggiore o minore importanza economica, con le loro corti di servi e di lacchè immediati, si organizza la vita pratica di una parte imponente della città, con le sue industrie artigianesche, coi suoi mestieri ambulanti, con lo sminuzzamento inaudito dell'offerta immediata di merci e servizi agli sfaccendati che circolano nelle strade. Un'altra parte importante della città si organizza intorno al transito e al commercio all'ingrosso. L'industria «produttiva», nel senso che crea e accumula nuovi beni, è relativamente piccola, nonostante che nelle statistiche ufficiali Napoli sia annoverata come la quarta città industriale dell'Italia, dopo [[Milano]], [[Torino]] e [[Genova]]. Questa struttura economico-sociale di Napoli spiega molta parte della storia di Napoli, città cosi piena di apparenti contraddizioni e di spinosi problemi politici. Il fatto di Napoli si ripete in grande per Palermo e Roma e per tutta una serie numerosa (le famose «cento città») di città non solo dell'Italia meridionale e delle isole, ma dell'Italia centrale e anche di quella settentrionale (Bologna, in buona parte, Parma, Ferrara, ecc). Si può ripetere per molta popolazione di tal genere di città il proverbio popolare: quando un cavallo caca cento passeri fanno il loro desinare. ([[Antonio Gramsci]]) *Il napoletano è per ordinario sobrio, ma intemperante fino alla ghiottornia nelle grandi gioie eccezionali. Dissi fino alla ghiottornia, mai però fino all'ebrezza: dopo questi formidabili pasti e queste omeriche libagioni i convitati se ne tornavano in città insieme, camminando dritti e sicuri, come una pattuglia di granatieri digiuni. ([[Marc Monnier]]) *Il napoletano è quello che era. Parlo in generale. Se pensa, non pensa che a Napoli. Gli stessi imbroglioni, gli stessi ciarlatani, gli stessi vigliacchi: non senso comune, non vera conoscenza delle cose del mondo, la stessa spensieratezza. Il brigantaggio è sempre lì. Già cominciano a borbottar contro le nuove imposte. ([[Bertrando Spaventa]]) *Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce. ([[Leo Longanesi]]) *Il Papa è a Roma, [[Dio]] è a Napoli. ([[Jean Cocteau]]) *Il papa non è venuto mai a Napoli per paura che gli chiedono i soldi. [...] Io una volta ci sono andato a Napoli. Era pulita. Però forse non ho visto bene. A Napoli ci sono tutti i ladri, mariuoli, assassini e drogati. Il mare è una latrina. Vendono le cozze usate. (''[[Io speriamo che me la cavo]]'') *Il popolo non era né greco, né romano, né bizantino; era il popolo napoletano di sempre, un popolo che non assomiglia a nessun altro: di un'allegria che è uno schermo a coprire la tragedia della miseria; di un'enfasi che è un modo per dare un valore allo scorrere monotono dei giorni; di una pigrizia che è saggezza e che consiste nel non fingere di essere attivi quando non si ha nulla da fare. Un popolo che ama la vita, che gioca d'astuzia con i rovesci del destino, che ha il gusto della parola e il disprezzo per l'agitazione militare, perché la pace, che ha conosciuto solo raramente, non lo annoia mai. ([[Maurice Druon]]) *Il segreto del [[blu]] è ben custodito. Il blu arriva da laggiù. Man mano che avanza s'indurisce e si muta in montagna. La cicala vi lavora. Gli uccelli vi lavorano. In realtà, non si sa niente. Si parla del blu di Prussia. A Napoli la [[Maria|Santa Vergine]] resta nei buchi dei muri quando il cielo si ritira.<br>Ma qui tutto è mistero. Mistero lo zaffiro, mistero la Santa Vergine, mistero il sifone, mistero il collo del marinaio, mistero i raggi blu che accecano ed il tuo occhio blu che attraversa il mio cuore. ([[Jean Cocteau]]) *Il tumulto e l'andirivieni quotidiano rendono Napoli una città popolata e piena di vita come Parigi. ([[Donatien Alphonse François de Sade]]) *Imperciocché ad un tratto si fa un gran rivolgimento di cose letterarie in Napoli, che, quando si credevano dovervisi per lunga età ristabilire tutte le lettere migliori del Cinquecento, con la dipartenza del duca viceré vi surse un altro ordine di cose da mandarle tutte in brievissimo tempo in rovina contro ogni aspettazione. ([[Giambattista Vico]]) *In [[Campania]] è finita l'era [[Antonio Bassolino|Bassolino]], nonostante «Un posto al sole». Negli anni, la soap di Raitre ha disegnato una Napoli che non c'è, una Napoli molto bassoliniana, una Napoli da portineria dove però non è mai esistito il problema spazzatura (tanto che si è dovuto provvedere altrimenti). ([[Aldo Grasso]]) *In tutta la sua vicenda millenaria, Napoli non è mai stata solo dei napoletani, dalle origini si è caratterizzata come un ''melting pot'', un punto d'incontro di popoli, di culture e di lingue diverse le cui tracce si percepiscono ancora oggi, dando vita alla sua fisionomia inconfondibile di "metropoli della memoria".<br>[[Sigmund Freud]], grande viaggiatore e appassionato dilettante di archeologia, ha paragonato la psiche umana a una città antica come [[Roma]], sotto la cui forma moderna apparentemente visibile si celano i residui di una storia secolare che continua a influenzare la sua vita attuale. La metafora può essere valida in maniera particolare per Napoli, luogo in cui la «contemporaneità del non contemporaneo» ([[Ernst Bloch]]) salta subito agli occhi di chiunque percorra i suoi vicoli, strade e piazze, e la cui «porosità» si esprime anche come intreccio indissolubile di spazi e di tempi: città delle metamorfosi eterne in cui niente sembra scomparire per sempre. ([[Dieter Richter]]) *In tutte le chiese si vedono lapidi sepolcrali di spagnoli, e molte in castigliano, e qualcuna in catalano. La grande strada di Toledo, e quasi tutti gli edifici e monumenti pubblici, portano il nome di qualche spagnolo, e tutto è pieno di memorie di spagnoli, ma soprattutto ad ogni passo si avverte la presenza del nostro augusto monarca [[Carlo III di Spagna|Carlo III]]. La Strada Nuova, l'Albergo dei Poveri, Capo di Monte, Portici, Caserta, tutta Napoli e i suoi dintorni testimoniano l'animo generoso di Carlo III, e il Re ''Cattolico'' è un nome che si sente ripetere ad ogni occasione dai napoletani, e con un particolare sentimento di tenerezza e gratitudine. ([[Juan Andrés]]) *In tutti i modi la fusione ''coi Napoletani'' mi fa paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso! ([[Massimo d'Azeglio]]) *In uno dei quartieri popolari dove arrivai bighellonando vidi la seguente scena: da una stanza all' ultimo piano di un palazzo, si aprì una finestra e una vecchia signora calò una lunga fune con un cesto dal quale alcuni bambini che giocavano presero dei pupazzi ritagliati dalla carta colorata, con una gioia che mi commosse fino alle lacrime. Imparai che la povertà non esclude la gioia. ([[Hans-Georg Gadamer]]) *Innamoratevi a Napoli. Sposatevi a Battipaglia. Divorzierete a Potenza. Napoli città degli innamorati.<br>Per la gioia di [[Francesco Alberoni|Alberoni]] e sua moglie. Macchine incolonnate aspettano di entrare in città. Gente smaniosa, single, depressi, abbattuti, ipocondriaci, gente insomma spenta che fa la fila perché ha saputo che a Napoli ci s'innamora. ([[Peppe Lanzetta]]) *Intanto a Napoli con l'editto del 1802 (RD 30.06.1802) il Re proibiva l'accattonaggio per le Chiese, per le strade e nei luoghi pubblici (art. 1); ordinava il ricovero nel Real Albergo de' poveri, se storpi ed inabili al lavoro (artt. 2 e 4); comminava pene ai trasgressori (art. 3), e ai parenti, che non ne prendessero cura (artt. 5 e 9); prescriveva norme per l'amministrazione dell'Istituto e all'art. 12 dichiarava espressamente: «Oltre ai mendici saranno raccolti e rinchiusi per ora nel Real Albergo de' Poveri tutti i fanciulli e le fanciulle che vagano per la città abbandonati dai loro genitori, o da coloro che avendoli presi dalla Santa Casa dell'Annunziata, gli lascino esposti di nuovo, senza più curarne il mantenimento e l'istruzione». ([[Gabriele Amendola]]) *{{NDR|Alla recettività linguistica del [[dialetto napoletano]] si unisce quella}} intensamente e concretamente solidale sul piano umano. Si pensi all'accoglienza riservata agli Ebrei, non ghettizzati ma inseriti in due zone che ancora ne ricordano la presenza: Giudecca vecchia, nei pressi di Forcella e Giudecca nuova, verso Portanova, nonché alle varie Logge (cioè alloggiamenti) dei Pisani, dei Francesi, dei Genovesi... Etnie cui nel materno grembo partenopeo era possibile integrarsi e comunicare al di fuori di ogni discriminazione, nella stessa misura in cui il nostro aperto e multimediale idioma ha saputo dare spazio alle tante componenti in esso armonicamente trasfuse... ([[Renato De Falco]]) *Io ammiro in cotesta città principalmente due cose: la religione verso Dio, e la pietà verso il prossimo; che sono la perfettione di tutti quelli, ch'aspirano alla vita immortale, e gloriosa. ([[Gabriele Fiamma]]) *Io aveva creduto insino allora, che la terra e il genere umano fossero Napoli e i Napoletani; che gli ordini più sublimi di questo genere umano fossero quei feroci della fonte Capuana e dell'orto Botanico, e quei gendarmi del convento; e che la meta finale a cui questo genere umano intendesse, fossero certi saporitissimi desinari, e certe appetitivissime cenette, che, con eloquenza senza pari al mondo, que' miei eruditissimi studenti ragionavano sempre fra loro solersi dalla gente scelta fare qui alle lune estive, ponendo le tavole o in una bella contrada marina detta Santa Lucia, o in un'altra spiaggia deliziosissima detta Posilipo. ([[Antonio Ranieri]]) *Io, che ho camminato qualche parte d'Italia, ed ho notizia delle genti e de' costumi delle altre città, ardisco dire che non vi sia città al mondo dove sia più premiato il valore, e dove l'uomo senza avere altra qualità che il proprio merito possa ascender a cariche grandi e ricchezze immense, a dignità supreme ed a governar la repubblica, senza aver bisogno né di nascita, né di danari per arrivarci, anzi senza che nemmeno abbia l'onore della cittadinanza: stando così aperta la porta degli onori alli regnicoli come ai cittadini, e così a' poveri come a' ricchi, e così a' nobili come ad ignobili, ancorché siano d'infima plebe, e della più umile terra del regno: ciò che in nessun'altra città del mondo, non che dell'Italia, è lecito di desiderare, non che di sperare. ([[Francesco D'Andrea]]) *Io pur venni a Napoli gentile e da bene, il cui sito a me pare meraviglioso e il più bello ch'io vedessi mai, perché io non ho veduto città ch'abbia dall'un de' lati il monte e dall'altro la batti il mare, come fa questa; ed anche per altre sue particolarità, che tutte insieme e ciascuna per sé la fanno parere mirabile. Ma perché dovete sapere che la natura non vuole, né si conviene (come disse quella pecora del [[Francesco Petrarca|Petrarca]]) "per far ricco un, por gli altri in povertate", quando l'ebbe molte delle sue doti più care concedute, le parve di ristringer la mano, affine che l'altre città non le mandassero loro ambasciatori a dolersi con esso lei di tanta parzialità, e propose fra se stessa di dare questo paradiso ad habitare a diavoli; e così come aveva proposto, mandò ad effetto. ([[Bernardino Daniello]]) *Io ritengo Napoli una città estremamente civile; ebbene, nel vocabolario dei napoletani non esiste la parola lavoro, dicono la «fatica». Anche io sono così, non amo la fatica. ([[Roberto Rossellini]]) *L'eruzione dell'anno 79 ed i terremoti che si ad essa si accompagnarono non rattristarono che per pochi anni il sempre sorridente golfo. Dopo Costantino e Giuliano, anche dopo Teodosio, Napoli e i suoi dintorni non hanno perso il fascino che aveva sedotto i contemporanei di Augusto. Nelle lettere di Simmaco come nei versi di Orazio non si parla d'altro che delle delizie di Baia e del suo golfo in miniatura. [[Cecina Decio Albino|Decio]] aveva fama di rinnovare nella sua villa le magnifiche follie di Lucullo. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]]) *L'espansione delle idee se era stata più sollecita a Napoli, non era men feconda nelle altre terre d'Italia. Napoli aveva risposta la prima al solenne appello del secolo; ma il Piemonte, la Toscana, Roma, e la grande voce di Lombardia e di Venezia non tardarono a farsi udire. La costituzione di Napoli era stata la lieve scintilla che aveva destato il grande incendio. Tutta la penisola da un capo all'altro subiva da lungo tempo l'azione di una disorganizzazione vitale. Il vecchio abito dell'assolutismo cadeva a brani, ed il bisogno della ricostruzione era universalmente sentito. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *L'indimenticabile ed eterna Napoli, che a volte prende sembianze mortali e va in rovina solo per esaltare ancora di più la sua sopravvivenza, l'incanto imperituro, la voluttuosità inesauribile che strugge il cuore con un piacere malinconico e ardente, con un supremo "qualcosa" che non è il golfo azzurrino, né le sue grotte trasparenti, né il suo vulcano dongiovannesco, né la sua Pompei, che ride e vive in idillio perpetuo nelle sue rovine, ma qualcosa di così particolare e così suo, che fa vivere nella nascosta trattoria l'averno e il cielo, l'angelico e l'umano, ciò che è stato e ciò che sarà poi, ed ancor più, il più struggente non voler morire che ho mai conosciuto. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana. ([[Toni Servillo]]) *La Capitale! Ma è egli possibile Napoli per capitale dell'Italia? Poi qual meschina idea?! Ma questo per Dio, non è amor patrio. ([[Giuseppe Verdi]]) *La Circe ingrata, che pur glorifica tante bestie, lo vide morire molto vecchio e quasi cieco pel troppo attento indugio degli stremati occhi {{sic|su le}} carte: e quasi non s'accorse della dipartita di Lui!<ref>Bartolomeo Capasso.</ref>. ([[Ferdinando Russo]]) *La città di Napoli non è solamente conosciuta per molto nobile, e principale da gl'italiani, che con piccola fatica, e con grandissimo gusto possono godere le comodità, e le delizie sue ma etiandio da tutte le straniere Nationi è stimata, e tenuta in pregio, come quella, da cui si conosce che in gran parte dipende la quiete, e la salute di questa provincia nobilissima d'Italia. ([[Gabriele Fiamma]]) *La città si sveglia di nuovo coi [[Pulcinella]], i borsaioli, i comici e i mendicanti; con gli stracci, le marionette, i fiori, la vivacità, la sporcizia e la universale degradazione; si risveglia sciorinando al sole il suo abito d'[[Arlecchino]], l'indomani e tutti gli altri giorni, cantando e digiunando, danzando e giocando sulla riva del mare. ([[Charles Dickens]]) *La contraddizione fra il genio inventivo e l'insuccesso pratico, tra la fecondità intellettuale e la sfortuna, il sottosviluppo, il marasma cronico, è l'aspetto più suggestivo di Napoli. Per la mancanza di una classe dirigente adulta, questa città che aveva tutto per riuscire ha fatto costantemente fiasco. Ma ha anche prodotto spiriti bizzarri e seducenti, invece di quegli scarafaggi sicuri del fatto loro che pullulano nelle capitali borghesi. ([[Dominique Fernandez]]) *La cosa che più mi colpisce è il continuo confronto forte che in altri posti faccio fatica a trovare, tra l'antico, la tradizione, ed il nuovo che si esprime anche a livello tecnologico. Per dirla con un'immagine sola, la vicinanza tra i computer e le reti dei pescatori. Ciò che trovo stimolante a Napoli è che mentre altre città hanno sacrificato completamente le proprie radici all'innovazione tecnologica, qui ancora si trova un incontro tra le radici profonde della cultura ed una visibile voglia di innovazione. Tanto che sarebbe uno scenario adatto ad un film di fantascienza. ([[Gabriele Salvatores]]) *La [[cucina napoletana|cucina di Napoli]]. E dopo aver mangiato un piatto di spaghetti con le vongole (e aver bevuto alquanto vino di [[Isola di Capri|Capri]] e d'[[Isola d'Ischia|Ischia]]) che [[Tristan Corbière]], il più simpatico dei maudits di [[Francia]], scrisse il "Sonetto a Napoli | {{sic|all'sole, all'luna}}, | {{sic|all'sabato, all'canonico}} | e tutti quanti con Pulcinella".<br/> ''Il n'est pas de samedi | qui n'ait soleil à midi; | femme ou fille soleillant, | qui n'ait midi sans amant!... || Lune, Bouc, Curé cafard | qui n'ait tricorne cornard; | – corne au front et {{sic|corde}} au seuil | préserve au mauvais oeil. || ...L'ombilic du jour filant | son macaroni brulant, | avec la tarantela: || {{sic|Lucia, Maz'Aniello}}, {{sic|Santo}} Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA –''<ref>''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}} {{NDR|(non)}} abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. (''SONETTO A [[Napoli|NAPOLI]] | AL SOLE ALL'UNA | AL SABATO AL CANONICO | E TUTTI QUANTI | CON PULCINELLA''), in Tristan Corbière, Gli Amori Gialli, poesie, vol. 2, cura e traduzione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo, Acquaviva, 2006, [https://books.google.it/books?id=2SzGWQFWU2AC&lpg=PP1&dq=tristan%20corbi%C3%A8re%20pulcinella%20napoli%20poesie&hl=it&pg=PA232#v=onepage&q=tricorno&f=false pp. 232-233] </ref><br /> Mangia, lunghi filanti, serpeggianti, gli spaghetti, marezzati dai molluschi gonfi e teneri, ancora saporosi di mare, delle vongole veraci; bevi quei vini; te lo trovi addosso lo spirito maudit. Maledetto? Benedetto, mille volte benedetto da che ti riempie di sole, di desiderio di cantare anche tu con Pulcinella. ([[Luigi Veronelli]]) *La domenica pomeriggio i quartieri di Napoli sono silenziosi e oppressivamente immoti. Nei vicoli deserti una miscela di ritmi musicali, voci, un sommesso acciottolio di piatti e posate esce dalle finestre aperte e dai balconi. Percepire i suoni e i segni della vita da lontano, la quiete e la solitudine delle strade, le saracinesche chiuse dei negozi e dei chioschi, l'immagine di un mondo che si è sottratto allo sguardo esterno, per immergersi nella sua dimensione privata: tutto obbliga a concludere che l'unità elementare di vita sociale a Napoli è la famiglia. ([[Thomas Belmonte]]) *La jettatura napoletana è una particolare ideologia, nata a Napoli in ambiente colto verso la fine del XVIII secolo. Questa tesi può sembrar contraddetta dal fatto che il fascino, il malocchio, e – più generalmente – la credenza nel potere malefico di una persona si ritrovano in tutti i Paesi e in tutte le epoche, come stanno a dimostrare il mauvais œil francese, l'evil eye inglese e il bose blick tedesco, per tacere di tutti i possibili riferimenti extraeuropei. In realtà se si considera la jettatura napoletana in rapporto al resto della vita culturale dell'epoca, e quando si legge in prospettiva la letteratura che sull'argomento fiorì a Napoli dalla seconda metà del Settecento, il fenomeno si presenta con una sua specifica coloritura locale che lo rende inconfondibile. ([[Ernesto de Martino]]) *La litigiosità rientra nell'umore della nostra gente. C'è nell'aria una provocazione continua. Sono in troppi a essere creativi, in quella cinta daziaria. Napoli è sterminata. Ma lo spazio per convivervi tutti in pace risulta sempre troppo stretto. ([[Francesco Rosi]]) *La mia prima impressione del mio approdo a Napoli fu quello di una città caotica. I napoletani sono insolenti e maleducati [...]. In ogni momento ti assalivano gridando in dialetto "Uè Gargà vien accà" magari per fare una foto. Il "per favore" a Napoli non esiste ma è una cosa unica vivere li. La città cambia dal giorno alla notte. Se le cose vanno bene non puoi uscire di casa, se vanno male lo stesso. ([[Walter Gargano]]) *La napoletanità è una parola che si trova nel vocabolario ideale e che individua radici tipiche oltre gli schemi.<br />Storia e leggenda sono lavoro cosmico dove magia, esoterismo, nobiltà e sacro si fondono con il quotidiano, il peccato e la famiglia. ([[Francesco Grisi]]) *La nazione napolitana è divisa in due classi: il proletario e la borghesia. L'aristocrazia è un essere incompleto ed impotente, la quale non ha che un nome infecondo financo di memorie. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *La nostra città, oltre a tutte l'altre italiche di lietissime feste abondevole, non solamente rallegra li suoi cittadini o con nozze o con bagni o con li marini liti, ma, copiosa di molti giuochi, sovente ora con uno ora con un altro letifca la sua gente. Ma tra l'altre cose nelle quali essa appare splendidissima, è nel sovente armeggiare. ([[Giovanni Boccaccio]]) *La plebe napoletana è come quella dell'antica Roma, formata di liberti che non avevano nulla. Perciò è credulona, superstiziosa, avida di notizie. La plebe di Napoli, dove tanta gente non ha nulla, è ancora più plebe delle altre. ([[Montesquieu]]) *La prima volta che giunsi qui, fu per una conferenza accademica. Ero solo e non svolgevo alcun ruolo nell'Università. La povertà e la gioia di vivere, queste erano le cose che più mi hanno impressionato, e poi… {{sic|Il}} rispetto per la cultura. ([[Hans Georg Gadamer]]) *La vita quotidiana a Roma è ormai inquinata. Chiesa, televisione e politica l'hanno occupata nelle sfere più intime e hanno finito per trasformarla in un paesone dove questi mondi la fanno da padrone. Invece Milano e Napoli hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti, per questo voglio assolvere Napoli nonostante tutto. Nonostante una realtà dove l'inferno e il paradiso si toccano; dove l' ironia altro non è che la passione quando sa prendere le distanze; dove si lotta continuamente contro la cultura della morte, mentre le altre città hanno la morte in casa e, nella loro quiete apparente, fanno finta di non accorgersene. Tutto questo è sempre foriero di una condizione felice artisticamente parlando. E vale per musica, cinema, arte, letteratura. Napoli è una città che crea continuamente anche nella difficoltà del suo quotidiano. ([[Toni Servillo]]) *Lasciai Napoli nel mese di agosto, e con gran dispiacere. Conosciuto che uno abbia quella città, è impossibile che si risolva a lasciarla; e se avviene che si separi da essa, non accetta l'idea di non più ritornarvi. ([[Charles-Victor Prévost d'Arlincourt]]) *Le donne di Napoli sono dei maiali. Sono maiali grassi con dei vestiti sciatti, di solito neri, macchiati di salsa di pomodoro, urina, grasso, o dalla cacca di un bebè. [...] Ma devo anche spiegare che sono meravigliose, ognuna ha il volto della madre di Dio e le mani contorte, incallite e tenere delle donne che hanno passato la vita a badare ai propri figli e ai propri uomini. ([[John Fante]]) [[Immagine:Oswald Achenbach 001.jpg|thumb|Fuochi d'artificio sul litorale napoletano; olio su tela di Oswald Achenbach, 1875]] *Libera dalle improvvise ceneri il tuo volto semidistrutto, o Partenope, e le tue chiome, sepolte sotto il [[Vesuvio|monte]] scosso dall'aria che soffia al suo interno, poni sul tumulo e sulle reliquie del tuo grande figlio. ([[Publio Papinio Stazio]]) *Ma non lascierò per questo di avertirvi che dovete pensare di essere nella regalissima città di Napoli, vicino al seggio di Nilo. Questa casa che vedete qua formata, per questa notte servirrà per certi barri, furbi e marioli, – guardatevi, pur voi, che non vi faccian vedovi di qualche cosa che portate adosso: – qua costoro stenderranno le sue rete, e zara a chi tocca. ([[Giordano Bruno]]) *{{NDR|Il}} malanno immedicabile, oscuro, osceno, inveterato di questa città, sotto mille altri rispetti preclarissima, per cui il girare di nottetempo qui non si fa con minor paura e pericolo che in mezzo ai folti boschi: conciossiaché le strade sien piene di nobili giovani armati tutti, le immoderatezze de' quali nè la paterna educazione, nè l'autorità de' magistrati, nè la maestà e l'impero dei re valsero mai a raffrenare. Ma come meravigliare che fra le ombre della notte e senza alcun testimonio taluno ardisca commetter delitti, se a pieno giorno, alla vista del popolo, al cospetto dei re, in questa città d'Italia con ferocia da disgradarne i barbari si esercita l'infame giuoco de gladiatori: e come sangue di pecore l'umano sangue si sparge, e, plaudente l'insano volgo affollato, sotto gli occhi de miseri genitori si scannano i figli, e tiensi a disonore l'offerire con ripugnanza la gola al pugnale, quasi che per la patria o per la gloria della vita celeste si combattesse? Di tutto questo inconsapevole io fui condotto un giorno a certo luogo vicino della città chiamato Carbonaria: nome veramente acconcio alla cosa: imperocché quella scelerata officina deturpa e denigra gli spietati fabbri che ivi si affaticano sull'incudine della morte. Era presente la Regina, presente Andrea re fanciullo, che di sè promette riuscir magnanimo, se pur riesca a porsi in capo la contrastata corona: v'eran le milizie di Napoli, delle quali invan cercheresti le più attillate e più eleganti: popolo v'era venuto in folla da tutte parti. A tanto concorso di gente, e a tanta attenzione d'illustri personaggi sospeso, fiso io guardava aspettando di vedere qualche gran cosa, quand'ecco come per lietissimo evento un indicibile universale applauso s'alza alle stelle. Mi guardo intorno e veggo un bellissimo garzone trapassato da freddo pugnale cadermi ai piedi. Rimasi attonito, inorridito; e dato di sproni al cavallo, rampognando l'inganno de'miei compagni, la crudeltà degli spettatori, la stoltezza de'combattenti, all'infernale spettacolo ebbi volte le spalle. Questa doppia peste, o padre mio, quasi eredità de maggiori venne e s'accrebbe ne'posteri, e giunse a tale che la licenza del commetter delitti in conto di dignità e di libertà vien reputata. ([[Francesco Petrarca]]) *Materialmente questa città contribuì alla ricchezza dell'Italia Unita più di qualunque altro Stato; dati e cifre sono stati pubblicati da [[Francesco Saverio Nitti|Francesco Nitti]] in ''Nord e Sud'' (1900) come pure in altri scritti che nessuno ha mai confutato. Nella Scienza delle Finanze, Nitti dà il seguente computo della ricchezza dei diversi Stati al momento dell'unificazione: Regno delle Due Sicilie: milioni di lire oro 443,2; Lombardia: 8,1; Ducato di Modena: 0,4; Romagna, Marche e Umbria: 55,3; Parma e Piacenza: 1,2; Roma: 35,3; Piemonte, Liguria e Sardegna: 27; Toscana: 84,2; Veneto: 12,7; Veneto: 12,7. Così, dunque, contro i 443 milioni in oro corrisposti all'atto delle nozze dal Regno delle Due Sicilie, il resto d'Italia – oltre due terzi della Penisola – non portò in dote neppure metà di quella somma. A dispetto di ogni contrastante asserzione, le finanze di Napoli, nel complesso, non erano male amministrate. ([[Harold Acton]]) *Me ne sono andato da Napoli per stanchezza, ma anche perché sono una persona paurosa ed è una città che riesci a vivere bene solo se la affronti di petto, se la esplori senza il timore che ti possa succedere qualcosa... {{Sic|dipende}} probabilmente anche da dove sei nato. ([[Paolo Sorrentino]]) *Mi contava un sojatore che a Napoli, in certi alberghi, usava il servitore entrare nella camera del forastiero, la bella mattina del suo arrivo, con una guantiera sparsa di piccoli e grossi stronzi, ciascuno dei quali avea appeso un cartellino e scritto su un prezzo. I grossi costavano molto più dei piccini, ed alcuni tenevano in capo un cappellino di prete. Erano questi i prodotti degli abatini. E il forastiero sceglieva. E detto fatto si apriva la porta, e compariva ai comodi del forastiero la parte corrispondente – autrice dell'esemplare. ([[Carlo Dossi]]) *Mi trovo in un paese freddo e nebbioso, fra un popolo in cenci. Quando metto il naso alla finestra, vedo girar nella strada una popolazione che se ne sta sotto grandi e rozzi ombrelli verdi ed azzurri. La nebbia si condensa sulle foglie nascenti e scola {{sic|tristamente}} lungo i rami, anneriti da un inverno che mai finisce: anche i miei orecchi, al par degli occhi, sono spiacevolmente scossi. I rauchi gridi de' mercantelli ambulanti che si vanno agitando nella via, giungono fino a me più lugubri che non quelli dello spazzacamino sul finir dell'autunno; il tabacco è ben caro e molto cattivo. Se voglio azzardarmi alquanto fuori, bisogna affrontare il fango, e le {{sic|grondaie}}; e tutto, nella contrada principale del paese, mi rammenta lo stesso chiasso della Grande-Trouanderie. Lo stesso chiasso, lo stesso tumulto, lo stesso impaccio di carrozze, la stessa luce, lo stesso odor di cattivo formaggio e di vecchie drogherie. ebbene questa contrada chiamasi la ''[[Via Toledo|Strada Toledo]]''; questa città {{sic|sucida}}, stridula, cenciosa, che regala i reumi, comprime i polmoni, e {{sic|strigne}} il cuore, è Napoli. Sì, Napoli, Napoli, Partenope, la città dei poeti, la città dei lazzaroni, la città del sole; quella Napoli di cui si è detto: ''Vedi Napoli e poi muori!'' – Morire! ah! no! no! Bisogna vivere, invece, per cavarsela ben presto, per riedere ad ammirare le rive dell'isola Louviers, per correre a Montmartre, per augurarsi l'orizzonte della strada Mouffetard. ([[Louis Veuillot]]) *Mille volte si ripete che in Napoli eran repubblicani tutti coloro che avevano beni e fortuna, che niuna nazione conta tanti che bramassero una riforma per solo amor della patria; che in Napoli la repubblica é caduta quasi per soverchia virtù de' repubblicani. ([[Vincenzo Cuoco]]) *Mobilità del territorio e sviluppo dei trasporti di massa [...] appaiono oggi condizioni imprescindibili per dare concretezza all'idea del futuro possibile. È un futuro che assumerà una fisionomia sempre più precisa nella misura in cui potrà disporre di un valore e di una risorsa tipici della società moderna: la velocità e la certezza degli spostamenti. Guardare a questo futuro significa anche porre riparo a errori e distorsioni del passato. In termini economici e di qualità della vita, Napoli ha già pagato prezzi molto alti. Un sistema efficiente di trasporti pubblici avrebbe potuto evitare uno sviluppo caotico della città che ha preso forma secondo direzioni non programmate e non razionali. Napoli è andata dove bisogni o pressioni particolari, molte volte speculativi, la spingevano. La stessa rete dei servizi primari si è dovuta realizzare, quando si è potuto, a posteriori, cioè a cose fatte. La «Napoli sbagliata» ha così divorato se stessa. ([[Ermanno Corsi]]) *Moltissimi a Napoli vogliono l'autonomia, ma sono sforzati a votare per l'annessione; e infatti la formula del voto e il modo di raccoglierlo sono sì disposti, che assicurano la più gran maggioranza possibile per l'annessione, ma non a constatare i desideri del paese. [...] I risultati delle votazioni a Napoli e in Sicilia rappresentano appena i diciannove tra cento votanti e designati. ([[Henry Elliot]]) *Napoletani, siamo fieri di questo nome che abbiamo fatto risonare dovunque alto e rispettato. Vogliamo l'unità, ma non l'unità arida e meccanica che esclude le differenze ed è immobile uniformità. Diventando italiani non abbiamo cessato d'essere napoletani. ([[Francesco De Sanctis]]) *Napoli, cità eccellente, como che meritamente sia capo del nostro siculo regno, cossì è e serà sempre florentissima in arme e in littere per li suoi generosi citadini illustrata; ne la quale, non son già multi anni passati, fu un dottor legista de onorevole fameglia, ricchissimo e multo costumato. ([[Masuccio Salernitano]]) *Napoli, città più popolata di tutte relativamente alla sua grandezza, li cui voluttuosi abitanti sembrano collocati sui confini del paradiso e dell'inferno. ([[Edward Gibbon]]) *Napoli è color ferro rugginoso. ([[Guido Ceronetti]]) *Napoli è il cristallo nel quale il viaggiatore si è lasciato catturare per, come l'insetto, eternizzare la vertigine di un volo che l'ambra fossile trasforma in frammento infinito. ([[Gabriel Albiac]]) *Napoli è l'unica città dove le persone ti salutano ancora con il "buongiorno" e non con un laconico "notte" o "giorno". ([[Christian De Sica]]) *Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero. ([[Charles de Brosses]]) *Napoli è rimasto per me un certo paese magico e misterioso dove le vicende del mondo non camminano ma galoppano, non s'ingranano ma s'accavallano, e dove il sole sfrutta in un giorno quello che nelle altre regioni tarda un mese a fiorire. ([[Ippolito Nievo]]) *Napoli è tante cose, e molti sono i motivi per cui la si può amare o meno, ma soprattutto Napoli è una grande capitale, ed ha una stupefacente capacità di resistere alla paccottiglia kitsch da cui è oberata, una straordinaria possibilità di essere continuamente altro rispetto agli insopportabili stereotipi che la affliggono. ([[Elsa Morante]]) *Napoli è un sorriso della Grecia [...] i suoi orizzonti affogati nella porpora e nell'azzurro, il cielo che si riflette nei flutti di zaffiro azzurri, tutto, perfino il suo antico nome di Partenope trascina a quella civiltà brillante. ([[Charles Gounod]]) *Napoli è una città altamente morale dove si possono cercare mille ruffiani prima di trovare una prostituta. ([[Karl Kraus]]) *Napoli è una città che ha la struttura di un romanzo. Le strade sono piene di storie che chiedono di essere trascritte. Ma quello di Napoli può essere solo un romanzo barocco e surrealista, ma incompiuto, irrisolto, contraddittorio, dove convivono l'apoteosi della religione cattolica e della bestemmia. ([[Tahar Ben Jelloun]]) *Napoli è una città che trovo vibrante, creativa, dove si lotta per vivere, ma splendida. ([[Peter Brook]]) *Napoli è una città dove facilmente si sprofonda. Il nuovo è fragile, il passato ha strati robusti. ([[Domenico Starnone]]) *Napoli è una città viva e rovinata. Tutto è bello, orrendo e in disordine, niente funziona bene tranne il passato. Ma tutto è possibile.<br>Gli esperimenti marini più importanti del Mediterraneo, le speculazioni più colossali e fasulle, le storie più incredibili e piacevoli, le persone più nobili e declassate, le cose più inutili e intelligenti si trovano qui. Con sfondo di sole e di mare.<br>Anche le cose più ingenue e contorte che scendono negli abissi dell'anima prosperano qui meglio che altrove.<br>Se ci fosse una capitale dell'anima, a metà tra oriente e occidente, tra sensi e filosofia, tra onore e imbroglio, avrebbe sede qui.<br>Nel mezzo della città si apre via [[Spaccanapoli]], un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l'enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia. Qui visse e morì [[Benedetto Croce]]. ([[Stanislao Nievo]]) *Napoli è una grande capitale del mondo ed è un pezzo pregiato del Mezzogiorno d'Italia e del Paese intero. ([[Nichi Vendola]]) *Napoli è una tappa fondamentale, la racconto nelle sue contraddizioni e nella sua estrema vitalità, anche lì [...], Napoli e i napoletani rappresentano nel bene e nel male un'Italia al quadrato. ([[Corrado Augias]]) *Napoli è uno dei peggiori luoghi d'Italia; ma tutta intera questa nazione non è più che uno sbubbonare di tante Napoli, che se anche non sanguinano come Napoli, ne riproducono sintomi, crolli, abbrutimento. ([[Guido Ceronetti]]) *Napoli è uno strano paese!<br />Disteso come un Re orientale sul tappeto del più bel verde che si possa vedere, coi piedi sull'azzurro e limpido Tirreno col capo sul fianco dell'ardente Vesuvio, non v'ha città al mondo che possa rivaleggiare colla capitale della Italia del mezzodì.<br />Non v'ha mare più ridente, non v' ha cielo più sereno, non v'ha terra più feconda di frutti e di fiori.<br />Tutto è bello e tutto è grande qui. Questo popolo che sonnecchia, che si lascia calpestare con una pazienza che ha del dromedario del deserto il quale soccombe sotto al peso senza muover lamento, quando l'ora della rivoluzione lo ha scosso diventa d'un tratto tigre e pantera.<br />Non v'ha gente al mondo che sia stata oppressa di più.<br />La tirannide dei Viceré Spagnuoli avea appena lasciato a quel popolo gli occhi per piangere. ([[Franco Mistrali]]) *Napoli è vero e proprio crocevia della cultura italiana dell'ultimo secolo, luogo reale e simbolico, tempio della lacerazione e della speranza, delle ipotesi che balenano senza poter davvero trasformarsi in realtà e delle derive più inarrestabili, dove è possibile l'abbandono melodico e lo strappo più cupo, dove si esercitano il soccorso più solidale e la beffa più impietosa, l'intelligenza più problematica e la più becera volgarità, dove convivono violenza e dolcezza. ([[Giulio Ferroni]]) *Napoli fu per Metello il Rettifilo, via Toledo, piazza Plebiscito, e via Sergente Maggiore, via de' Fiorentini, quando gli sembrava di non aver altro da fare e si voleva prendere una distrazione. Non soltanto la mancanza di denaro, ma la divisa un poco lo umiliava; e dové adattarsi a quelle domestiche della Villa comunale, seppure non erano, per lui che aveva avuto Viola, proprio il suo tipo. Col tempo ''fece ghega'' insieme a un livornese, uno di Cascina, un fiorentino di Porta Romana: Mascherini, che negli anni dipoi non seppe mai dove fosse finito. Leoni, quello di Cascina, riceveva denaro, suo padre era mobiliere, ed egli era tirato ma finiva per offrire. Fu un sodalizio che durò a lungo: si frequentarono le bettole di Forcella, del Vasto e del Pendino, rioni che chiamano sezioni, come chi dicesse Sezione San Niccolò o Madonnone. Ebbero a che fare con la gente, per quei vicoli traversi o tutti in salita, dove la [[miseria]] e la sporcizia erano pari all'animazione che vi si trovava. Entrarono, piuttosto che in via Sergente Maggiore, in alcuni ''bassi'', dietro una sottana: ragazze tutte more di capelli, dai volti appassiti e i grossi seni. I bambini giocavano al di là della tenda. Non ci si toglieva nemmeno le mollettiere. Poi magari si restava a cena con tutta la famiglia, si diventava amici, ci tenevano in conto di figlioli: era gente come noi, come il livornese che non viveva meglio dietro la Darsena, come Mascherini che aveva il babbo fiaccherajo. E un po' ci si vergognava. Si vuotavano le tasche dell'ultimo soldino, come per farci perdonare. Cose trapassate nella [[memoria]], viste e vissute da dentro la campana. ([[Vasco Pratolini]]) *Napoli ha bisogno non pure di essere descritta, ma di essere spiegata, come città quasi eccezionale in Italia. ([[Antonio Morano]]) *Napoli ha una bellissima posizione. Le strade sono larghe e ben pavimentate con grossi e larghi massi di pietra squadrata. Le case, tutte grandi e pressappoco della stessa altezza. Molte piazze grandi e belle; e cinque castelli o fortezze, che non si finisce di ammirare. [...]<br />Da quando hanno pensato di costruire le fortezze dentro le città, non si ha più bisogno di avere popoli fedelissimi: li hanno resi obbedienti. Perciò prima scoppiava una rivoluzione al giorno, come in Italia. È quasi impossibile che i Napoletani si ribellino, con le cinque cittadelle che hanno. ([[Montesquieu]]) *Napoli, illustrissima e magnifica città, esposta al mezzo giorno, su le falde, anzi in mezzo alle radici del monte di Sant'Ermo [...] e d'alcuni altri piacevolissimi colli si riposa; l'onde mirando dell'imperioso Tirreno. ([[Bernardo Tasso]]) *Napoli in agosto è un po' come Parigi a maggio: ricorda Pescara in aprile. ([[Alessandro Bergonzoni]]) *{{NDR|Tischbein lascia Napoli occupata dai Francesi il 20 marzo 1799}} Napoli, la splendida Napoli mi parve nera e triste come una tomba. Altra volta, nei giorni di festa, i chiostri sulle colline erano illuminati con migliaia di lumi: si sparavano cannoni, s'accendevano fuochi d'artifizio. Ora, tutto scuro e deserto: i palazzi, sinistri e silenziosi: appena qua e là accennava un lume solitario. Il mio sangue era in fermento, i miei nervi in vibrazione, il mio cuore in malinconia. Questa città, in cui avevo goduto tanto: tante gioie, tante amicizie, tanti onori!... – Le ancore furono levate, le vele disciolte e spiegate al vento; il bastimento cominciò a muoversi. E noi passammo dinnanzi alla casa, dov'io avevo abitato tanti anni...<br>La mia commozione crebbe, quando vidi da lungi la roccia, su cui [[William Hamilton|Hamilton]] aveva un giardino pensile. La fantasia mi riprodusse tutte le belle ore, ch'io avevo trascorse in quel luogo. ([[Johann Heinrich Wilhelm Tischbein]]) *Napoli, metropoli di tutte le grandezze, meraviglia di meraviglie, i cui monti sono dolce oblio degli uomini, i cui campi sono splendidi prodigi della natura, il cui celebrato [[Sebeto]] è emulo dello Xanto e rivale del Pattolo, il suo molo, meraviglia del colosso piramidale, i suoi templi resti di quello di Efeso, i suoi principi e signori il simbolo della lealtà, la congregazione del valore, il centro della nobiltà, il sole di tutta l'Europa, e il fiore di tutta l'Italia. (''[[Estebanillo González]]'') *Napoli? Mi dispiace chiamarla solo città del sud, per me è l'unica capitale che abbiamo... In Italia c'è pochissima cultura diffusa e Napoli è un punto fondamentale per questo. ([[Cristina Comencini]]) *Napoli mi manca, sono fiero di essere napoletano. Ma [[Udine]] è come una seconda casa per me, sto benissimo qui, sento il calore della gente. ([[Antonio Di Natale]]) *Napoli nera e nuda. Napoli, che il baccano e la miseria fanno sembrare barbara al viaggiatore venuto da Roma, mentre non esiste, nella penisola, una città altrettanto fine, ingegnosa e colta, una città che abbia come lei l'aria di capitale, soprattutto se la si confronta con Roma; ma, dei successi che il talento dei suoi nativi avrebbe procurarle, è stata misteriosamente spogliata, da sempre. Città enigmatica, la cui popolazione è dotata delle più meravigliose risorse spirituali, senza riuscire a farle fruttare, perennemente vinta, nella lotta contro le offese; mendicante e umiliata da una continua calamità.<br>Così, giungendo da Roma per la strada litoranea, tanto bella da Terracina in poi, dove inizia il Sud, abbiamo proseguito rallentando l'andatura, amando Napoli e in pari tempo temendola. ([[Dominique Fernandez]]) *Napoli non è una città, è un mondo. Napoli non è solo a Napoli ma la trovi ovunque, anche in Germania. La "napoletanità" è una cosa unica. È chiaro che ogni città ha un suo calore, Napoli ce l'ha ma in maniera diversa, questa città vive le cose in maniera passionale, con un amore diverso da tutti gli altri. Non posso dire se rispetto alle altre tappe sia meglio o peggio, Napoli è sicuramente diversa. ([[Marco Masini]]) *Napoli non mi sentirà mai più! Tornerò a Napoli solamente per rivedere la mia cara mamma e per mangiare i vermicelli alle vongole! ([[Enrico Caruso]]) *Napoli per me è tutto, è mia madre, sono i miei ricordi; Napoli è la mia adolescenza. Se non fossi stato napoletano, non avrei potuto essere quello che sono a teatro. È grazie alla mia città, con la sua cultura, che mi sono realizzato come attore e artista. Non riuscirei a vivere lontano da Napoli. Credo di essere l'unico attore che non è scappato da una città vittima di molti pregiudizi. Alcuni veri, altri falsi. Mi piace ricordare sempre ciò che diceva [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], "‘o presepio è buono, ‘e pasture so malamente". E aveva ragione. Napoli è quella descritta da [[Pino Daniele]], piena di contraddizioni ma ricca di fascino. ([[Peppe Barra]]) *Napoli per me è una città straordinaria, che soddisfa in pieno le mie esigenze. Io sono un uomo di calcio, e Napoli è forse la città al mondo in cui il calcio si vive in maniera più intensa. Vengo da Liverpool, anche lì c'è un rapporto viscerale con la squadra che pensavo non fosse possibile trovare altrove. Ma a Napoli è forse superiore. Poi sono amante dell'arte. E Napoli da questo punto di vista è una miniera, ci sono cose straordinarie da vedere, forse neanche i napoletani sanno quanto è bella e quanto è ricca la loro città. Mi piacerebbe dare il mio piccolo contributo per far conoscere al mondo la vera immagine di Napoli. ([[Rafael Benitez]]) *Napoli senza sole, senza mare azzurro, senza Vesuvio. Pioggerella monotona, mimose in fiore, in lotta con la tristezza del tempo; ma emanano luce propria e profumi più forti di quelli dei gas delle auto che attraversano la città come interminabili cortei funebri, accompagnati dall'immenso fantasma della benzina bruciata. Un ''auto da {{sic|fe}}'' urbano, uguale in tutte le città del mondo, conquistate dalla tecnica, questa vittoria planetaria della metafisica occidentale, come dice [[Martin Heidegger|Heidegger]]. ([[Vintilă Horia]]) *Napoli, sì come ciascuno di voi molte volte può avere udito, è ne la più fruttifera e dilettevole parte di Italia, al lito del mare posta, famosa e nobilissima città, e di arme e di lettere felice forse quanto alcuna altra che al mondo ne sia. La quale da popoli di Calcidia venuti sovra le vetuste ceneri de la Sirena Partenope edificata, prese et ancora ritiene il venerando nome de la sepolta giovene. ([[Jacopo Sannazaro]]) *Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per [[Totò]]. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. ([[Lucio Dalla]]) *Napoli sono due città, una è esterna alla luce del sole, l'altra, sotterranea. Insomma il suolo su cui si costruisce è come la forma di una groviera piena di buchi. (''[[Le mani sulla città]]'') *Napoli – una città dove il «piacere» è attivamente coltivato. ([[Henry James]]) *Napoli! Zi' Teresa! Il Vesuvio! La Bersagliera! «A Marechiaro ce sta 'na fenesta»! Ah, come tornerei volentieri a Napoli! (''[[Totò le Mokò]]'') *Nei primi decenni del XVIII secolo, la città di Napoli è uno smisurato aggregato di persone, un contenitore umano che fa storia a sé nelle vicende demografiche del resto del Regno. ([[Giuseppe Moricola]]) *Nei primi giorni della mia dimora a Napoli visitavo con un nobile napoletano le rovine dei templi e dei palazzi romani a [[Pozzuoli]]. "Siete ancora fieri dei tempi antichi, voi napoletani?" gli chiesi. "Signore" mi rispose il grasso marchese "i napoletani sono tutti poveri ruffiani." Udendo che io mi servivo di un operaio mi disse: "Lo paghi un tanto e non un grano di più e se fa rimostranze, non gli dia niente di più". E proseguì: "Signore, stia in guardia, tutti i napoletani sono mariuoli". "Anche lei sarebbe nel numero?" io risposi, per metà scherzando e per metà sdegnato. "Sì, sì, mezzo birbante" rispose, {{sic|scotendosi}} dalle risa. Egli aveva ordinato al servitore che stava dietro alla carrozza di portare per noi una bottiglia di vino di [[Siracusa]]. Quando la cercammo, non la trovammo. Il marchese montò in gran collera e lo chiamò asino, ladro e bestia, infine lo minacciò di detrargli qualche cosa dalla paga per il mese seguente. Questo ebbe effetto. "Eccellenza" gridò il servitore a mani giunte "mi spezzi una gamba in due, ma non mi punisca sul denaro, il denaro fa male." [...] Il denaro è la grande leva che muove tutti i napoletani. Per il minimo servizio, per una semplice stesa di mano, chiedono denaro. Per denaro ridono, saltano, ballano, cantano. ([[Karl August Mayer]]) *Nel Conservatorio di Napoli vive ancora quel mondo del Settecento confluito dai quattro collegi della città quando, nel secolo passato, se ne è raccolta la sede. ([[Riccardo Muti]]) *Nell'ultimo bollettino del Bureau of Psychological Warfare si dice che a Napoli quarantaduemila donne esercitano, occasionalmente o con regolarità, la prostituzione. Questo su una popolazione femminile nubile che si aggira intorno a centoquarantamila. Pare incredibile. ([[Norman Lewis]]) *Nella convinzione del popolo napoletano due classi d'individui guadagnano con certezza alla lotteria. La prima categoria è composta da coloro che sono in possesso di una formula di calcolo matematico che indica i numeri di un'estrazione prossima in base allo studio delle estrazioni anteriori. La seconda comprende gl'individui che agiscono sotto l'influenza di una suggestione extraumana, divina o diabolica. ([[Marcellin Pellet]]) *Non c'è palazzo di giustizia in cui il chiasso dei litiganti e loro accoliti superi quello dei tribunali di Napoli. Lì si vede la lite calzata e vestita. ([[Montesquieu]]) *{{NDR|Il 13 settembre 1789, presenti [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando]] IV e [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina d'Austria]], il pallone aerostatico di Lunardi si alza nel cielo di Napoli.}} Non ero levato appena mille piedi quando restai incantato a osservare la scena che si presentava sotto di me del tutto nuova da quanto<ref>''Quando'', nel testo.</ref>avevo veduto in altre capitali dalla [[Gran Bretagna]] alla [[Scozia]]. Sembrava<ref name=seems>''Sembravami'', in Gleijeses, ''Napoli nostra e nuove storie'', 1977.</ref>Napoli {{sic|composto}} da tante piccole piazzette, tutte ricoperte di anime viventi. Erano questi i lastrici, o siano terrazzi, su de' quali erano saliti gli abitanti delle rispettive case. Nell'innalzarmi maggiormente, principiando a perder la vista gli individui, queste piazzette sembravano<ref name=seems/>tanti giardinetti sparsi di fiori verdi e rossi, ch'erano i diversi ombrelli con i quali si riparavano dal sole. ([[Vincenzo Lunardi]]) *Non passa anno senza che le collezioni scientifiche di qualunque altra città d'[[Italia]] si arricchiscano per la munificenza di qualche privato. E così mano mano si colmano le lacune, si completano le serie e si ottiene più assai di quello che non sia il potere dello stato e de' municipii di fare. Ma il napoletano ''largo di bocca e stretto di mano''; mentre non sa vivere fuori della sua città, non vuol poi far niente per renderla più bella e simpatica; non è superbo delle sue istituzioni, non è zelante di migliorarle; il suo municipalismo non sa mai incarnarsi in un'opera bella e generosa. ([[Vittorio Imbriani]]) *Non potreste credere che bei giardini ho in questa città perché, ne sono io testimone, sembra che manchi solo Adamo ed Eva per farne un paradiso terrestre. ([[Carlo VIII di Francia]]) *Non sembrava di stampo [[Venezia|veneziano]], piuttosto della razza dei comici napoletani, mezzo ruffiani, mezzo commedianti, brutali e protervi, pericolosi e spassosi. ([[Thomas Mann]]) *{{NDR|Sul proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli}} Non so se è falso in tutto, ma son certo che quella parte appunto, in cui il credo anch'io vero, sia quella che mostra sino ai ciechi la bontà dei suoi abitanti, avvegnaché non faccia troppo onore alla loro sapienza. ([[Antonio Genovesi]]) *Non sono abbastanza forte per il nord: là imperversano gli spiriti pedanti ed artefatti, che non sanno fare altro che lavorare alle norme della convenienza, come il castoro alla sua costruzione. Ho vissuto tutta la mia gioventù fra gente simile! Mi è venuto in mente all'improvviso, mentre per la prima volta vedevo il cielo grigio e rosso della sera scendere su Napoli – un brivido di compassione per me stesso, l'idea di cominciare a vivere da vecchio, e lacrime, e, all'ultimo istante, la sensazione di essere ancora in tempo per salvarmi. ([[Friedrich Wilhelm Nietzsche]]) *Non vi mettete scuorno, napoletani e affini, ma l'Espresso e Santoro hanno ragione: Napoli è veramente una città impossibile, insopportabile, malata. Mancavano i duemila delinquenti liberati solo a Napoli e dintorni dall'indultaccio per darle la mazzata finale. Ora la delinquenza galoppa con il plauso della gente e don Clemente Mastella con il suo vice Manconi hanno voglia a dire che l'indulto non c'entra: mentre lo ripetevano, venivano acchiappati a Napoli quattro delinquenti che avevano ucciso per rapina e tre di loro erano usciti freschi freschi dal carcere, grazie all'indulto. Ma non è solo questione di indulto, ne convengo. Il problema è Napoli. Che è davvero una brutta chiavica, per dirla in linguaggio indigeno. [...] Andate per le strade dove trabocca l'immondizia, per i quartieri dove regna il casino e il rumore, per le piazze e i vicoli dove comanda la guapparia e dilaga la furbizia truffaldina. No, Napoli non si sopporta. ([[Marcello Veneziani]]) *Non voglio farla grossa, ma la scoper­ta del Dna è iniziata all'ombra del Golfo e l'ho raccontato nel libro La doppia elica. Napoli, quindi, è stato un luogo fondamentale per me. ([[James Dewey Watson]]) *{{NDR|A Napoli}} novantanove volte su 100 finisci scugnizzo. Vengo dai quartieri popolari, cresciuto dalla nonna. Quando entravo in casa, battevo forte i piedi per far scappare i topi. E niente doccia. Scendevi per strada e ti fottevano la cartella. Poi la bicicletta. Poi il motorino. Alla quarta diventavi scugnizzo. ([[Gigi D'Alessio]]) *Oggi fui a vedere trattare le cause. Sono rimasto edificato del metodo: vengono trattate come si deve, con decenza, con maestà, con onoratezza. Ma la quantità dei curiali è sorprendente! {{sic|figuratevi}} tutti gli abitanti di [[Trento]], e de' suoi contorni riuniti nel castello del mal consiglio. ([[Carlantonio Pilati]]) *Pensiamo a cosa è avvenuto a Napoli durante la Liberazione. Gli americani venivano a salvare i napoletani e loro pensavano al modo per derubarli, per riempirli di prostitute, insomma quasi per avvilirli. Sempre per quel senso di superiorità. ([[Giuseppe De Rita]]) *Penso che abbia nella sua natura una tale magnifica tradizione di ibridazione, che questo discorso<ref>Sull'incontro e lo scambio di apporti culturali fra le civiltà del Mediterraneo.</ref>mi pare particolarmente proficuo, e anche perché Napoli è sempre stata vivissima dal punto di vista culturale: penso al circolo culturale aragonese. [[Roma]] difficilmente è stata capitale culturale, Napoli sì. E poi ha un legame molto forte con l'Oriente, e c'è una tradizione di riflessione filosofica sulla libertà. È una capitale del pensiero, non a caso uno spirito libero come [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] ha poi scelto questa città. Ha tradizioni che resistono insieme ad avanguardie estreme. ([[Silvia Ronchey]]) *Penso che Napoli sia l'unica capitale d'Italia perché è una città che raccoglie le qualità tipiche di una capitale: estrema miseria ed estremo fasto. A parte le bellezze naturali, che non sono suo merito, le è rimasta la ''grandeur'' spagnola ed è l'unica città a sommare a questa ''grandeur'' l<nowiki>'</nowiki>''allure'' della grande capitale''.'' ([[Fernanda Pivano]]) *Per disonore dell'umana ragione non v'è cosa in Napoli tanto notoria, quanto la libera e pubblica vendita che vi si fa dei falsi attestati. La tariffa loro ordinaria è di tre ducati, o di quattro, secondo la fame di chi vende, e il bisogno di chi compra. Se tu vuoi dunque soppiantare un processo, alterare una particola di testamento, falsificare qualunque carattere, tu non hai ch'a gittar via i rimorsi, e dar mano alla borsa. Le botteghe de' falsari son sempre aperte. Tiriamo un velo sopra queste incredibili e non mai più udite abbominazioni. Il pensiero non può fissarle senza raccapriccio. ([[Vincenzo Monti]]) *Per me Napoli ha un posto particolare. Stendhal diceva: "Ci sono due capitali in Europa. Parigi e Napoli". Ho letto quello che Schifano ha scritto della città. Napoli è per me una città veramente particolare, l'ho visitata più volte e mi è molto cara. ([[Emmanuel Macron]]) *{{NDR|Napoli}}, per molti rispetti eccellente, ha questo oscuro e vergognoso e inveterato malanno, che il girar di notte vi è non meno pauroso e pericoloso che tra folti boschi, essendo le vie percorse da nobili giovani armati, la cui sfrenatezza né la paterna educazione né l'autorità dei magistrati né la maestà e gli ordini del re seppero mai contenere. ([[Francesco Petrarca]]) *Per nessuno tranne che per i meridionali è così. Se scrivi se canti se giochi, e vieni da Napoli sarai sempre il giornalista napoletano, scrittore napoletano pittore napoletano. Quel napoletano non te lo toglierai mai. ([[Roberto Saviano]]) *Per riassumermi, mi limiterò a trasmettervi l'impressione che reco da Napoli, da me prima non vagheggiata se non ne' sogni o ammirata se non ne' libri suoi. Ho visto una città colossale, ricca, potente: innumerevoli sono i suoi palazzi, costrutti con titanica negligenza sulle colline, sulle alture, nei vichi, nelle piazze, quasi che indifferente fosse la scelta del luogo in una terra da per tutto incantevole. Ho visto strade meglio selciate che a [[Parigi]], monumenti più splendidi che nelle prime capitali d'[[Europa]], abitanti fratellevoli, intelligenti, rapidi nel concepire, nel rispondere, nel sociare, nel agire. Napoli è la più grande capitale italiana, e quando domina i fuochi del Vesuvio e le ruine di [[Pompei]] sembra l'eterna regina della natura e delle nazioni. ([[Giuseppe Ferrari]]) *Per tutta la città {{NDR|si fanno}} accademie in diverse facoltà, {{NDR|alcune sono}} sospette essendo certo che la gioventù legge libri francesi ed oltramontani, e le massime di quelli contro la Chiesa ed ecclesiastici si spacciano con pompa pubblica, avendo preso gusto nella critica delle materie ecclesiastiche ed alle nuove opinioni cartesiane: {{NDR|di conseguenza a Napoli si è introdotta}} una specie d'ateismo. {{NDR|Particolarmente}} negli avvocati [...] e ministri si sentono pubblicamente proposizioni e massime contarie alla disciplina ecclesiastica, autorità di vescovi e bene spesso ancora contro la suprema autorità della Santa Sede. [...] Il moderno cappellano maggiore ha intrapreso di fondare una nuova accademia di molte facoltà e singolarmente di filosofia e di matematica, e pretende di introdurre la filosofia del [[John Locke|Loch]] e di altri autori simili, avendo già nominati i soggetti per ciascheduna facoltà. ([[Raniero Felice Simonetti]]) *Più ci penso e più mi convinco della forza delle immagini [[Walter Benjamin|benjaminiane]]. Si tratta di immaginare questa città come una colossale spugna stesa sul mare che non affronta i suoi problemi attraverso macroprogetti, sulla base di una ratio logocentrica, che non riduce il complesso delle tensioni, dei conflitti, che non tende ad annullarli, bensì assimilarli e, quasi, nutrirsene. ([[Massimo Cacciari]]) *Provo un estremo fastidio quando si parla di napoletanità. Essa esiste quando non la si individua, non la si isola in provetta e non la si esalta. È la storia impareggiabile di questa città. È la storia anche dei misteri, della morbosità, delle contraddizioni, della violenza, delle irrisioni. Quando la napoletanità diventa tronfia ed arrogante, un surrogato della retorica di regime, sia di sinistra, di destra che di centro, mi appare in tutta la sua miseria ed indeterminatezza culturale. Non mi piace quando viene sistematizzata, ma quando viene inseguita, quando ti contraddice, ti prende alle spalle per una sensazione, una verità carnale, di clima o di paesaggio. Oggi, con l'avvenuta trasmigrazione delle menti e dei corpi, è difficile vagheggiarla come si faceva una volta. Tanto vale trovarla nel rischio di vivere, di pensare e di cercare a Napoli questa grande emozione. ([[Valerio Caprara]]) *Quando diciamo che Napoli è una città violenta, una città criminale, una città sporca, una città in cui la qualità della vita è bassa, possiamo dire verità o esprimere esclusivamente luoghi comuni o stereotipi. È sbagliato rigettare queste definizioni esclusivamente perché mettono in mostra qualcosa che non va nella nostra città. La nostra città è questo ma è anche altro evidentemente: però è anche questo e allora bisogna cercare di capire qual è il fondamento di verità che c'è in questi stereotipi. ([[Aurelio Musi]]) *Quando mi chiedono che cosa resta, in questo nostro mondo cibernetico, di quel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] quasi arcadico del ricordo, "Napoli? Il raffinato cadavere di Napoli?", rispondo: "Per restare resta molto. Resta l'immenso paradiso infranto della memoria. Resta la magnifica nostalgia dei perduti splendori. Restano la coscienza profonda di una storia condivisa, le spoglie delle civiltà da cui proveniamo, un presente postatomico con scorie industriali e una vegetazione radioattiva. Il Mediterraneo è anche questo. Una bellissima cloaca, come il [[Golfo di Napoli|golfo di napoli]]. Un rifugio di turisti nordici in pensione, come a [[Ischia]]. Un frammento di sogno di pietra, come [[Capri]]. Una [[Costiera amalfitana|costa]] geniale dove si trova [[Ravello]], sognata da [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], sognata da [[Richard Wagner|Wagner]]. Isole trasformate in prigioni; vulcani in fiamme; vigne d'oro; vino verde, di uve prodotte e raccolte in proprio; un mondo rurale minacciato, fra il drammatico e il gaudente. Rovine di mille anni fa e persino di ieri. Eterni corpi di marmo e altri ancora effimeri, parimenti magnifici. Tutto il cumulo di passato e presente che ora è vita. Resta il bellissimo cadavere barocco che è Napoli". ([[Josep Piera]]) *Quando nell'Ot­tocento è stata scelta l'idea di unità nazionale, non si è rispettata l'identità della penisola, che è stata sempre po­licentrica. Napoli non ha mai fatto riferimento all'Italia, ma al Mediterraneo e all'Europa. I napoletani si son detti ''regnicoli'', mai italiani, e non lo erano. ([[Franco Cardini]]) *Quando sarò morto tornerò a Napoli a fare il fantasma, perché qui la notte è indicibilmente bella. ([[Hans Christian Andersen]]) *Quanto dunque é Napoli per questo Re {{NDR|[[Carlo III di Spagna|Carlo III]]}} malissima sede, tanto buona sarebbe una città mediterranea, quale io ho sempre stimato [[Melfi]], ove spesso sono stati gli antichi Re. Lontana ella è egualmente dai confini del Regno e dai due mari; buonissima vi è l'aria; le spalle ha guardate da una serie di montagne, il lido del mare dell'altra parte è di mal accesso e fortificabile. ([[Bernardo Tanucci]]) *{{NDR|Il misto di autentica generosità ed astuzia senza doppiezza dei napoletani}} Quest'oggi la padrona del basso che mi ospita ha voluto per forza offrirmi un piatto della loro minestra di riso e fagioli. Ero commosso dalla prodigalità di questa povera gente che si toglie un piatto della loro minestra così faticosamente guadagnata. Avevo appena finito di dire "Ma è sorprendente la generosità e l'ospitalità del popolo napoletano, che mi commuove nel profondo del mio animo" quando si è avvicinata la padrona e a un orecchio mi ha sussurrato: "{{sic|Vedite}} un po' voi {{sic|si putite}} ottenere dall'amministrazione un compenso per il disturbo che ci prendiamo." ([[Vittorio De Sica]]) *Questa città dei miracoli, [...] questo centro di sentimentalismo e di abile sforzo quotidiano tra il bene ed il male. ([[Vintilă Horia]]) *Questa era la città del tempo controtempo [...] noi siamo figli di un grande sonno pomeridiano, un immenso sonno storico mentre tutto l'universo attorno a noi si muoveva e vegliava. [...] Era la città dove il pigliamoci un caffè durava mezza giornata. [...] Era la città del presente eterno: un napoletano non diceva 'domani andrò al mare', diceva invece 'domani vado al mare'. E Napoli, come la sedia rotta e molto rotta e poi smembrata, non esiste più. Il nome è vuoto, come quello di una persona cara che è morta, adagiata sul letto, pronta per essere chiusa in una bara e sepolta. ([[Ruggero Cappuccio]]) *{{NDR|[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] e [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]}} [...] questi due solitari e pur diversi poeti della malinconia, questi due perpetui esuli della loro città natale, ambedue innamorati della natura e portati per temperamento ai toni dell’idillio, ma che ambedue scavarono dentro le misure dell’idillio per cantare la fatale tristezza dell’uomo; e pensate anche a ciò che ha significato per l’uno e l’altro l’incontro con Napoli, se l'[[Eneide]] intera, nella sua stessa dimensione religiosa, e in quel di più che essa ha rispetto alle opere precedenti, non la si potrebbe concepire senza la presenza di questo mare e di questi dintorni, e se l’ultima e più alta impennata di Leopardi e la stessa disperata religione de La ginestra presuppongano come scenario, "''e di [[Capri]] la marina | e di Napoli il porto e [[Mergellina]]''". ([[Mario Pomilio]]) *Restituiamo Napoli ai Borbone! ([[Mario Borghezio]]) *[[Roma]] e [[Venezia]] si riuniranno all'Italia ma chissà se Napoli non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas padre]]) *[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] è, sotto il profilo strettamente storico, il luogo da cui nacque la città di Napoli. ([[Vittorio Paliotti]]) *«Santa Lucia vi conservi la vista», ripete da secoli, il mendicante napoletano che tende la mano sugli angoli delle strade, e dà con quella frase la misura esatta del significato in cui è tenuta a Napoli la «facoltà di vedere», un bene primario che costituisce la ricchezza estrema dei poveri e la sanità ultima degli ammalati. ([[Vittorio Paliotti]]) *Sarebbe una città di incanto se non vi si incontrasse una folla di plebei che hanno aria di ribaldi e di malandrini, senza essere sovente né l'uno né l'altro. ([[Papa Clemente XIV]]) *Sbarco sempre con angoscia a Napoli. Mi sembra di salire su un insidioso palcoscenico, dove la recita è corale e tu sei osservato e trattato come l'ultimo arrivato. Temi i tranelli della scena e la complicità della platea. Saranno pregiudizi e perfino ancestrali eredità del paesano sbarcato nella capitale storica del suo Regno, come una maschera del mio paese, don Pancrazio Cucuzziello, che veniva raggirato a Napoli per la sua ingenua rozzezza contadina. Ma quando arrivo a Napoli sento un'insidia che non avverto nemmeno nelle città arabe o sudamericane più insicure. Sopporto l'inferno napoletano solo come transito obbligato per accedere al paradiso delle sue isole e penisole o per godere di qualche amico. Non scriverò un ennesimo saggio su Napoli, camorra e sentimenti, semmai scriverei su una grande capitale fallita. Che affascina per la voluttà del suo declino, quasi la civetteria di disfarsi in pubblico. ([[Marcello Veneziani]]) *Se dall'unità il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato del Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone. ([[Gaetano Salvemini]]) *Se la banca Euromediterranea si farà, la sua sede naturale dovrà essere Napoli che per storia, centralità e condizioni geopolitiche non può avere rivali. ([[Giulio Tremonti]]) *Se quand'era tempo avessi potuto compiacere ad un mio desiderio, io sarei andato a vivere alcuni anni a Napoli, alcuni a [[Milano]]. Queste due città, una per la sua grande popolazione, l'altra per molte particolari condizioni, sono da qualche tempo la stanza del pensare filosofico in Italia. Esse furono abitate da quasi tutti i nostri scrittori che s'innalzarono ad una certa elevatezza d'idee, ed abbracciarono una certa estensione di principii. ([[Giuseppe Bianchetti]]) *Se [[Piazza del Mercato (Napoli)|qui]] dunque, pullulano i bassi e se ogni casa diventa bottega − come al Lavinaio − è proprio perché da questa economia il napoletano può trarre i mezzi di vita: e non sarà troppo prossimo il giorno, che tuttavia si auspica, di una Napoli pronta a offrire a tutto il milione dei suoi abitanti condizioni perfette di esistenza e di attività. Intanto, qui più che altrove si mostra come la conclamata inerzia napoletana sia invece una geniale attitudine a far diventare ricchezza il talento d'ognuno e come una rete minutissima leghi la grande alla minima industria, il grosso al minutissimo commercio.<br>Se un viaggiatore viene qui, tra la lunghissima [[Via nuova Marina|via Marina]] e il [[Corso Umberto I|Rettifilo]] e va curiosando − con sguardo acuto e cordiale, non distratto e acido − per questa contrada, s'avvederà subito come si tratti proprio di un pullulante fermento economico, come tutto qui risponda a un gioco essenziale della vita. Magari il ricordo di tante tragiche vicende darà un più oscuro colore ai gesti e alle parole di questa parte di Napoli, ma resterà vivo nell'animo di chiunque vi passerà questo «colore locale» che nasconde un significato sociale ben definito, forse anch'esso amabile perché anch'esso necessario alla vita di una grandissima città. ([[Mario Stefanile]]) *Se volete fare qualcosa di buono, fuitevenne 'a Napoli<ref>Fuggitevene da Napoli.</ref>. ([[Eduardo De Filippo]]) *Sebbene il lotto, introdotto a Napoli nel 1682 dai viceré spagnuoli, non esistesse ai suoi tempi, si è convinti che [[Ignazio di Loyola]] abbia manipolato e manipoli ancora, per mezzo dei suoi discendenti, la forza magica dei numeri. Ogni gesuita conosce la ''regola segreta'' e potrebbe arricchire a suo piacimento la gente povera, ma egli tace e tiene per sé la sua scienza. Perciò il gesuita, tacciato di cattiveria e d'egoismo, è abbastanza odiato nel Basso Porto e a Santa Lucia. ([[Marcellin Pellet]]) *Secondo una tesi prevalente, si fronteggiarono allora<ref>Dagli anni 50 ai primi anni 60.</ref>due città: una della rozza speculazione, l'altra della migliore cultura. Due Napoli impermeabili l'una all'altra. «Ma le cose – afferma {{NDR|Pasquale}} Belfiore – non andarono esattamente in questi termini. Vi fu un groviglio di intrecci fra l'una e l'altra città, tra la migliore cultura e la più proterva speculazione; si generarono perverse implicazioni pur partendo da limpidi presupposti. Il ruolo delle facoltà universitarie, degli ordini professionali, delle associazioni di categoria fu ora di totale estraneità, ora della più flagrante connivenza, ora della più intransigente opposizione in alcune delle loro componenti». Il ventaglio delle complicità, che via via hanno preso corpo, appare molto vasto. E non è ancora finita. La speculazione edilizia si avvia verso la terza fase. Dalle singole licenze rilasciate dalle amministrazioni [[Achille Lauro|Lauro]] si passa alle lottizzazioni; dai cantieri di improvvisati appaltatori e costruttori a quelli delle Immobiliari. In molti quartieri, però, la pioggia di cemento costituisce un attentato alla incolumità fisica. Si apre la stagione dei crolli. Napoli appare come «la città di cartone che scivola a mare e uccide», secondo una frase di [[Rosellina Balbi]]. Una "carta geologica", redatta dal Comune alla fine del '67, censisce {{sic|21mila}} metri quadri di vuoti sotterranei molto profondi, {{sic|119mila}} metri di vuoti ex cava e 366 caverne. Napoli è una città costruita sul vuoto. ([[Ermanno Corsi]]) *Sedevano un dì fra' boschetti d'aranci, sulla pendice a' cui piedi è [[Sorrento]]; e la brezza moveva da' rami e dalle foglie una musica di suoni e di fragranze; mentre di sotto alle verdi ombrelle rideva il golfo di Napoli, e dal cielo azzurro traluceva il Paradiso. ([[Augusto Conti]]) *Siamo tutti futuri napoletani. ([[Susanna Tamaro]]) *Si sa che i napoletani mettono tre o quattro parole dove non ne bisogna che una. ([[Giuseppe Pignata]]) *{{NDR|[[Napoli]] appare}} simile a certe leggendarie città orientali, vagheggiate dai poeti arabi: tetti e torrette che sembrano minareti, cupole ricoperte da tegole multicolori, chiese simili a moschee, guglie scintillanti, più adatte alla mezzaluna che alla croce, una popolazione brulicante simile nell'aspetto al popolo dell<nowiki>'</nowiki>''Arabia felix'', abbigliata secondo la foggia orientale. ([[Lady Morgan]]) *Solo noi abbiamo potuto permettere che la nostra Parigi {{NDR|Napoli}} venisse fagocitata da un centro minore {{NDR|[[Torino]]}}. ([[Pietrangelo Buttafuoco]]) [[File:Sfogliatelle.JPG|thumb|Sfogliatelle ricce, tipico dolce molto in uso a Napoli]] *Sono così afflitta, che preferisco l'entrata dei Francesi e che tolgano a quei miserabili fino all' ultima camicia, piuttosto che di vedere i nostri proprii sudditi bestie vili, poltroni, ma furfanti, condursi in tal guisa. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]) *Sono due città simili, Napoli come [[Istanbul]] si è lasciata il suo antico splendore alle spalle... ma mentre a Napoli c'è ancora traccia del passato, nei musei, nei palazzi, nelle strade, a Istanbul tutto è andato bruciato, distrutto... Eravamo troppo occupati a sopravvivere. ([[Orhan Pamuk]]) *Su dalla piazza aperta la massa del Maschio Angioino inquadra il panorama del porto e del [[Vesuvio]] lontano. Sullo sfondo celestino del monte s'alza lo stelo rosa del faro e fittiscono gli alberi dei velieri e dei piroscafi. Le pietre del selciato dure e ondulate ricordano quelle delle strade di [[Pompei]]. Ci si inoltra nei quartieri popolari dove le vie sono profonde tra caseggiati enormi e corrosi. Sembra di avanzare in una densa boscaglia, dove tra i rami cantino gli uccelli: sono i richiami dei venditori ambulanti. ([[Giovanni Comisso]]) *Sulla filosofia dell'umanità, sull'economia dei popoli noi abbiamo avuto opere eccellenti da quel paese, giacché la libertà del pensiero illumina e predilige il golfo di Napoli più che ogni altra parte d'Italia. ([[Johann Gottfried Herder]]) *Tra tutti gli amori terreni niuno certamente è più lodevole, più onesto, quanto quel della Patria. E quantunque a ciascuno sembri la propria esserne la più degna, e sola senza divisione d'affetti, senza comparazioni, senza rivalità l'onori, e l'abbia in pregio e l'ami; pure se fosse permesso tra questi doverosi amori far parallelo, niuna Patria a noi ne pare tanto meritevole quanto Napoli per chiunque ebbe in sorte il nascervi cittadino. ([[Ferdinando Galiani]]) *Tu sguazzerai con quei caci cavallucci freschi, arrostiti non con lento fuoco, ma prestissimo, con sopravveste di zucchero e cinamono. Io mi struggo solo a pensarvi. Vedrai in Napoli la Loggia detta per sopranome de' Genovesi, piena di tutte quelle buone cose che per ungere la gola desiderar si possano. Mangerai in Napoli di susameli, mostacciuoli, raffioli, pesci, funghi, castagni di zucchero, schiacciate di màndole, pasta reale, conserve rosate, bianco mangiare. Sarannoti appresentati de' buoni caponi. ([[Ortensio Lando]]) *Tutto quello che esiste passa di qui. Qui dal porto di Napoli. Non v'è manufatto, stoffa, pezzo di plastica, giocattolo, martello, scarpa, cacciavite, bullone, videogioco, giacca, pantalone, trapano, orologio che non passi per il porto. Il porto di Napoli è una ferita. Larga. Punto finale dei viaggi interminabili delle merci. Le navi arrivano, si immettono nel golfo avvicinandosi alla darsena come cuccioli a mammelle, solo che loro non devono succhiare, ma al contrario essere munte. Il porto di Napoli è il buco nel mappamondo da dove esce quello che si produce in Cina, Estremo Oriente come ancora i cronisti si divertono a definirlo. Estremo. Lontanissimo. Quasi inimmaginabile. Chiudendo gli occhi appaiono kimono, la barba di Marco Polo e un calcio a mezz'aria di Bruce Lee. In realtà quest'Oriente è allacciato al porto di Napoli come nessun altro luogo. ([[Roberto Saviano]]) *Un'assoluta estinzione di sentimento morale è lo spettacolo disgustoso di Napoli e della sua gente. Non si vedono uomini ma selvaggi... Al gusto depravato, al senso perverso di questo popolo piace il laido, il ripugnante... È il paese del piacere, niente più. Da [[Tiberio]] ai nostri giorni qui non si è fatto che godere. ([[Ernest Renan]]) *Un popolo che ha più immaginazione che fantasia, più acume ed arguzia che sentimento e passione, il quale rimane con la testa fredda in mezzo agli impeti più selvaggi ed arzigogola e sofistica anche quando sragiona. ([[Vittorio Imbriani]]) *Un turista tedesco dell'Ottocento sosteneva che «nella città del sole, per vendere un pomodoro bisognava cantare una cavatina». C'è di più: il venditore deve essere un attore nato, come dimostra questo crescendo [[Gioacchino Rossini|rossiniano]] impiegato per vendere cocomeri.<br>– Comme so' russe sti mellune!<br>(Un rosso così intenso da sembrare nero).<br>– So' nire, nire, nire sti mellune!<br>(Sono addirittura di fiamma).<br>– Tenenno 'o ffuoco d' 'o Vesuvio 'a dinta, sti mellune!<br>(Macché Vesuvio, questo è addirittura l'inferno!)<br>'Nce sta 'o diavolo 'a dinta: vih, che ffuoco 'e ll'inferno!<br>(Ed infine, è roba da chiamare i pompieri).<br>– S'è appiccicato 'o ciuccio cu tutta 'a carretta oh, anema d' 'o ffuoco!! ([[Riccardo Morbelli]]) *Una cultura cittadina ancora troppo prigioniera di un ottocento napoletano, oltre tutto spesso di seconda e terza mano, una città che in quest'ultimo secolo ha avuto rarissime occasioni di monumenti urbani o di collocazioni artistiche sul territorio. Queste circostanze hanno certamente determinato una scarsa sensibilità e un'{{sic|altrettanta}} scarsa conoscenza collettiva dell'arte contemporanea. Ma se una città che vuole rinnovarsi e rilanciare se stessa, è giusto che sia sempre gelosa custode del suo passato e della sua storia, dalle cui radici deve trarre le sue azioni future, deve anche vivere il suo presente, deve produrre cultura attuale, deve, in altri termini, essere testimone e protagonista della sua contemporaneità.<br>Ci è sembrata, quindi, un'occasione straordinaria poter adoperare luoghi di grande afflusso, come sono le stazioni della metropolitana, come luoghi in cui la città potesse confrontarsi con l'arte e dove il rapporto con l'arte potesse divenire un rapporto quotidiano, ordinario, normale.<br>In altri termini, ci sembra fondamentale che la città nel suo complesso e i suoi cittadini non siano più fermi all'arte del passato, non siano più culturalmente frenati dalla cultura di Napoli come grande capitale borbonica, ma esprimano finalmente la cultura di Napoli come grande capitale del [[Mediterraneo]] e, quindi, vivano e abbiano confidenza con l'arte di oggi. ([[Riccardo Marone]]) *Una romantica rovina da ripensare continuamente. Una splendida festa di sole, di mare e di morte. Immagine, quella della mia città, che fugge via, si avviluppa, si trasforma, si strazia, s'imbelletta, provoca ed eccita incarnandosi in figurazioni anarchiche, aggressive, imprevedibili, irridenti. ([[Valerio Caprara]]) *Una sola città, in Italia, poté resistere, fino al tempo di Diocleziano, all'unità romana. Reggio e Taranto avevano già dimenticato il greco, quando Napoli lo parlava ancora. Mentre le città del litorale ionio erano entrate nell'oscurità in cui dovevano restare sommerse fino all'VIII° secolo dell'era cristiana, mentre Capua, ancora ricca e popolosa, declinava lentamente dal giorno in cui, rivale di Roma, era stata abbattuta per sempre, Napoli non aveva cessato di crescere sotto il dominio romano senza acquistare la sua prosperità a prezzo di una rinuncia a tutte le sue tradizioni elleniche. La città erede dell'antico splendore di Cuma conservò sotto l'Impero forme di gorverno che la stessa Grecia aveva perdute: i cittadini continuarono a ripartirsi entro ''fratrie'' ad imitazione di Atene; imperatori, come Tito e Adriano, si onorarono di portare il titolo di ''demarca'' di Napoli. Le stesse magistrature romane rivestirono nomi ellenici; il duumviro fu un ''arconte'', e l'edile un ''agoranomo''. Giochi di origine antica furono magnificamente restaurati in onore di Augusto e salutati dai poeti e dai retori delle scuole greche, che attirarono in Campania fino alla fine del IV° secolo, come gli ultimi giochi olimpici. È a Napoli che Nerone andò per ricevere al teatro la corona poetica perché contava di trovarvi una società affrancata dai pregiudizi romani e, per dirla tutta, con l'espressione stessa di Tacito, una città greca. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]]) *Una volta che arrivi a Napoli e impari a conoscerla, la accetti e la apprezzi per quello che è: fantastica, caotica, a volte anche folle. Può capitare che quella follia un giorno non vada bene per te e per la tua famiglia, ma non succede quasi mai perché è quella stessa follia che te la fa amare e ti rende felice. ([[José Manuel Reina]]) *{{NDR|La Festa di Pedigrotta dell'8 settembre 1608}} Vi accorre tutta Napoli. Vi vanno diecimila donne con gran fasto in infinite carrozze, e duemila cavalieri a cavallo e in carrozza, che solo a vedere tante gale, tanti volti divini, è una gloria; tanta nobiltà di principi e titolati che superano i trecento, e con tanti diversi colori di ricche livree e così numerose, che tutto il passeggio sembra un prato di gradevoli fiori. Vi va un'infinità di gente del popolo, e vi sono tra le donne mille volti stupendi, e sono adorne di mille gioie, ché non v'ha mai donna di ciabattino che non porti il giorno della festa e catene e collane d'oro e vesti molto ricche di seta. Si vedono poi mille belle cortigiane spagnuole e italiane, la cui grazia e il cui brio svegliano i sensi più assorti e mortificati. ([[Miguel de Castro]]) *Vi sono a Napoli dei luoghi sotterranei che funzionano come una sorta di camera di decompressione simbolica, dove le presenze che abitano il fondo del tempo e dell'immaginario abbiano, nel corso della loro risalita, l'opportunità di sostare per farsi riconoscere e nominare, per riaffiorare infine nel presente senza sconvolgerlo [...] Queste "anime antiche" appaiono allo stesso tempo come simboli, custodi e testimoni del tempo: un archivio. A quest'archivio, i luoghi da una parte, il rituale e il mito dall'altra, forniscono la scena, la scrittura drammatica e l'ordine del discorso. Un discorso capace di arditezze metafisiche incredibili, soprattutto quando riflette obliquamente sul continuo e sul discontinuo, sull'oblio e sulla memoria, affidando ai morti il ruolo che nella logica spetta alle astrazioni. ([[Marino Niola]]) *– Vi sono forse città più piacevoli sul continente e capitali più allegre, disse Violetta, ma in una simile notte ed a quest'ora incantata, qual città può paragonarsi a [[Venezia]]?<br>– La Provvidenza è stata meno parziale nella distribuzione de' suoi favori terrestri, che non credono quelli che mancano d'esperienza, disse il Carmelitano. Se noi abbiamo i nostri piaceri particolari e i nostri momenti di contemplazione divina, altre città hanno i lor vantaggi: [[Genova]], [[Firenze]], per esempio, [[Roma]], [[Palermo]] e soprattutto Napoli...<br>– Napoli, padre mio!<br>– Sì, figlia!; di tutte le città della bellissima Italia, è la più bella e la più favorita dalla natura. Di tutti i paesi che ho visitati nella mia vita errante e consacrata alla penitenza, Napoli, è quello verso il quale la mano del Creatore è stata più generosa. ([[James Fenimore Cooper]]) *Via Toledo, presso al tramonto, è una zona di sogno, un canale di felicità trascinante gli ori del crepuscolo, il carminio del cielo caldamente appoggiato sulle bionde verdure del Vomero. L'eleganze, gli amori passano e s'incrociano fra uno scintillamento infiammato di cristallerie e di sorrisi, lungo i marciapiedi. Correre mollemente assisi in questo gurgito allegro di vita meridionale è una gioia di cui porterò con me l'amoroso ricordo. ([[Ardengo Soffici]]) *Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! E questa la vostra grande risorsa: la gioia, l'allegria. ([[Papa Francesco]]) ====[[Nicola Abbagnano]]==== *A «istruirmi» sull'umanità fu anche l'antica astuzia partenopea, quella che viene detta «arte d'arrangiarsi», ovvero di sopravvivere a una miseria forse invincibile. C'erano per esempio i venditori d'oro falso, che si accostavano con sfacciata impudenza ai turisti appena sbarcati, o in procinto d'entrare da Zi' Teresa, per vendere qualche «patacca», c'erano i vecchi di San Gennaro dei Poveri che, a pagamento, da Piazza Carlo III andavano nelle case a piangere i morti, e potevano spingersi per la bisogna (a tripla paga o almeno doppia: 150 lire) fino a [[Vietri sul Mare|Vietri]] e a [[Sorrento]]; a ogni angolo c'erano gli acquaioli, che t'offrivano boccali d'acqua ghiacciata, assieme ai venditori improvvisati di pasta, vermicelli fumanti e appena scodellati, con su uno spruzzo di pomodori e pepe; e c'erano le prostitute, giovani e vecchie, che vendevano se stesse col medesimo sguardo, ora sfrontato ora implorante. Nei libri, e nei piccoli fatti d'ogni giorno, trovavo una continua, reciproca conferma. *Napoli, del resto, rimase sostanzialmente impermeabile al [[fascismo]]. Lo furono gli stessi notabili che pure nel '22, alla vigilia della marcia su Roma, s'erano spellate le mani ad applaudire Mussolini al [[Teatro di San Carlo|teatro san Carlo]]. Altrettanto estraneo agli slogan mussoliniani fu il popolo, per atavico irridente scetticismo (un difetto, a volte, può trasformarsi in virtù). *Quando sessant'anni fa m'aggiravo per Napoli, e fiutavo l'aria salmastra tra le grida dei venditori di pesce, non m'imbattevo di certo nello Spirito Assoluto, che avanza nella Storia attraverso la sua dialettica fatta di tesi, antitesi, sintesi. M'aggrediva, dolorosa e dolcissima, soltanto la molteplice realtà. Vedevo i volti dei partenopei, le loro espressioni irridenti, con una saggezza antica e popolaresca, tutt'una con la miseria insieme aulica e familiare della «Napoli nobilissima», tra la barocca solennità dei monumenti e lo squallore dei bassi. Mi dicevo che la ''Ratio'' hegeliana era ben remota da tutto questo, dalla bellezza delle donne, dagli sguardi abbaglianti degli occhi morati dietro le lunghe ciglia delle ragazze giù a [[Via Toledo|Toledo]] e a Chiaia, nell'allegria chiassosa che ti veniva incontro ovunque, anche nella povertà, anche nei laceri panni multicolori fatti asciugare nei vicoli alla brezza notturna, sotto la luna. Era forse l'Assoluto a essere il soggetto del mondo reale, della storia, o non piuttosto la molteplicità degli individui, con i loro autentici bisogni? ====[[Percy Allum]]==== *L'elemento fondamentale è l'estraneità di vasti strati della popolazione dalle istituzioni della republica italiana, con tutte le conseguenze che ne derivano: la sopravvivenza del sistema paternalistico clientelare, l'ambigua accettazione dei valori sociali dominanti, la rottura causata dall'emigrazione e dalle trasformazioni economico-sociali. *Il napoletano è convinto di vivere in un mondo ostile, sul quale non è in grado di esercitare alcun controllo... I rapporti tra gli uomini sono regolati da una concezione fatalistica, nella quale l'Autorità svolge lo stesso ruolo che ha il «destino» nel mondo naturale. *In passato, se chi comandava faceva il suo dovere, il popolo lo sosteneva; quando non lo faceva più, il popolo scatenava una piccola rivolta... Il gran numero di dimostrazioni di piazza e di jacqueries che costellano le pagine della storia del napoletano è la prova di quanto sia radicata negli abitanti la fiducia in questo tradizionale meccanismo. ====[[Alberto Arbasino]]==== *Avvicinandoci alla città il cielo s'oscura e l'aria si fa soffocante. Le fiammate delle raffinerie tingono di rosso e di giallo il polverone dei cementifici, a nuvoloni foschi: ma lo si è sempre saputo fin da Virgilio che questi paraggi sono le porte dell'inferno, la sede dell'orrore. *E poi, insomma, una città fra le più vecchie d'Europa, e dalla [[Magna Grecia]] in poi sono i suoi stessi governi a ripeterle che non è ancora matura per... E lei, lì, ad aspettare che vengano Elargite Provvidenze, senza muovere un dito... Tanto vero che mentre gli altri ricostruiscono [[Amburgo]] o [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|Hiroshima]] qui non hanno ancora incominciato a portar via le immondizie del Dugento dalle strade... [...] Solita colpa dei [[Borbone delle Due Sicilie|Borboni]] che avrebbero borbonizzato la città? Mah, dev'essere lei che ha napoletanizzato loro. *Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. Veramente è una città che non mi dice niente, perciò trovo inutile venirci. Non so cosa farmene del sole mediterraneo e dell'eredità classica e dell'architettura normanna e delle semplici gioie della vita contadina e della pizza alla pescatora. Commedia dell'arte, per me no, grazie. ====[[Giovanni Artieri]]==== *Altri e più terribili dolori sarebbero intervenuti nella vita della città, diventata uno dei centri strategici della seconda guerra mondiale, nel Mediterraneo. Prove eroiche misero a nudo lo spirito stoico della popolazione, la sua illimitata capacità di sopravvivere, la sua quasi magica facoltà di «ridurre» stranieri e invasori al proprio modulo umano, e dominarne così eccessi e barbarie. *Chi ha detto Napoli città «savia», non la conosce: non sa quanto, a Napoli, il filisteo professorale, l'uomo di pomposa serietà che non sbaglia mai, che non sappia ridere o sorridere, rischi di passar da scemo, da «fesso», da persona non pertinente alla città.<br>A Napoli sta di casa una certa illustre e armoniosa follia di origini bacchiche e filosofiche, proveniente dal remoto passato, qualche cosa come i misteriosi raggi cosmici usciti dalle insondabili profondità del caotico universo. La follia trema con la sua luce di diamante, in fondo all'animo {{sic|queto}} e ragionevole dei napoletani. *È la sola città del mondo ove sia possibile scorgere qualche probabilità di sfuggire al destino comune dell'[[Europa]] d'oggi. Che ci appare assai simile a quello del decadente Seicento, alla ricerca d'un'anima che ne sorregga l'affastellata apparenza barocca.<br>In questa ricerca, l'[[Italia]] e l'Europa si affacciano al davanzale di eri. Cercano uno stile, una poesia. Tentano di rifarsi al neorealismo, ch'è poi il semplice e nudo realismo del secolo scorso.<br>Dove si pensa a quest'angoscia, è a Napoli. Napoli è ricca d'una incredibile ricchezza. Essa non ha bisogno di «darsi» uno stile. Non deve cercare una cifra, una chiave, un modulo per essere «se stessa». Non ha perduto, insomma, il contatto con il passato. Essa è sempre affacciata alla finestra che guarda sul giardino (un poco appassito) delle memorie e su quello fragrante e fresco dell'attualità. Perciò tutti invidiano Napoli. *{{NDR|L'ultimo incontro con Gino Doria, alla [[Certosa di San Martino]]}} E noi, «ncielo<ref>In cielo.</ref>» stavamo, chini sulla ringhiera barocca del celebre balcone su Napoli, lì sull'angolo dominato dalla cupa mole del Forte. Si guardava la città ai nostri piedi; compatta e ammonticchiata come sempre appare Napoli a chi la vede da una prospettiva aerea. Un grattacielo tagliava l'aria, dominando il mare confuso delle case, solcato dai neri decumani dei quartieri greco-romani.<br>Freddo e remoto il [[Vesuvio]] spento, albuginoso e come spento anch'esso, il mare; la collina di [[Posillipo]] ricoperta di eczemi. Dal caos brulicante veniva un vago rombo, un respiro di lontanissima risacca. Stavamo zitti, Doria ed io, a guardare come superstiti di una conflagrazione di mondi, reduci spaesati di evi caotici e rotolanti. Di tanto in tanto, don Gino puliva e s'aggiustava il monocolo, per vedere qualcosa nello spessore dell'aria. Qualcosa che nemmeno a me riusciva di scorgere. *[[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] non vende più i suoi pesci e le sue quaglie a questa plebe, ma, in cambio di voti, i partiti politici le vendono feste televisive e adulazioni sociali. *Il concetto di nobiltà, a Napoli, è profondamente unitario e totale: pochi, anche tra i più forti napoletanisti, conoscono, per esempio, un'espressione del dialetto per indicare «tutti, nessuno escluso», questa espressione rara è ''nòbbele e snòbbele''<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>(cioè nobili e non nobili), quanto dire l'intero popolo. Per questo diverso e più sottile coincidere degli intendimenti sociali e unitari della paroletta «nobilissima», Napoli lo è. [...] La loro prima nobiltà è diplomata dall'intelligenza, dall'acume, dallo spirito e dalla cultura. Un principe fesso non vale uno scugnizzo intelligente. *Il napoletano adopera la sua superstizione come un elemento aggiuntivo e razionale del suo giudizio. Come, cioè, una variabile indipendente il cui comportamento gli sfugge, ma la cui influenza gli è nota. Ciò è dimostrato dalla natura stessa della cabala e delle pratiche magico-aritmetiche in uso per la previsione dei numeri del lotto. ''La [[Smorfia]]'', libro dei sogni, introduce l'elemento fantastico nel rigore matematico delle ''scadenze'', delle ''figure'', degli ''estratti'' su cui si intrecciano i movimenti e l'intera meccanica delle giocate. *In ogni napoletano si può scorgere il riflesso dell'ironia, del sarcasmo, del gusto, dolorosamente umano, della deformazione bruegheliana<ref>Nel testo il refuso: breugheliana.</ref>, comica e tragica di [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]]: la facoltà di tradurre in paradosso e poesia, la contingenza storica: nel prodigio di un detto, di una forzatura comica, d'una constatazione centrata nell'ironica e contraddetta natura delle cose.<br>Durante la sfilata a Napoli delle squadre di camicie nere, nell'ottobre del 1922, uno [[scugnizzo]] chiese ad alta voce, dinanzi a tante braccia protese nel saluto romano: «''Ma ched'e', chiove?''» (Ma cos'è, vedono se piove?). Quello scugnizzo non sapeva di fissare un tratto di storia. (Eccetera, eccetera.) *In questo discorrere, il lento e grigio giorno di [[Tokio]] declinava; fedelmente accompagnato dalla pioggia sottile. Ero un poco scontento. Perché a me, allora, [[Harukichi Shimoi|Shimoi]] interessava assai più come «giapponese» che come «napoletano» mentre a lui, quel fatto di possedere ogni segreto dell'anima e della misteriosa essenza d'arte del suo paese, non diceva quasi niente. Un fatto spiegabilissimo, del resto, che dice quanto Napoli avesse mutato o, come gli dissi scherzosamente, «corrotto» un nipponico così puro.<br>Allora Shimoi mi raccontò quest'aneddoto. Nel 1949 ricevette un invito a recarsi al [[Palazzo imperiale di Tokyo|palazzo imperiale]]. [[Douglas MacArthur|Mc Arthur]] aveva stabilito che l'Imperatore diventasse un monarca borghese e [[Hirohito]], prima di obbedire al generale americano ordinò di celebrare, per l'ultima volta, la «cerimonia del [[tè]]», convocando tutti i familiari, cioè tutti i principi del [[Giappone]]. A Shimoi fece dire dal suo maestro di cerimonie: «Venga ad allietarci con le sue storie di Napoli, in quest'ora triste». Nessun napoletano avrebbe immaginato il nome della sua città capace di consolare, anche per poco, la tragedia di un imperatore vinto. *La natura filosofica dei napoletani non è discriminabile nelle manifestazioni della vita comune; anzi è tutt'una con essa; in questo si rintraccia il segno più vero della nostra sostanza ellenica.<br>È un tratto del nostro pudore, della nostra ironia di fronte alle certezze troppo solenni e auguste della scienza, della storia, della morale: un'eleganza dello spirito che rifiuta a se stesso l'orgoglio di ritenersi capace di costruzioni eterne e perfette, di raggiungimenti immuni da incoerenze e contraddizioni. È, a pensarci bene, un senso di squisita umiltà. *Napoli pesa poco nel bagaglio di chi viaggia per il mondo, poiché appartiene al mondo delle idee. Si può incontrare, come una categoria universale, in ogni angolo, il più strano della terra. *{{NDR|Il}} nostro popolo, che è filosofo più d'ogni altro. Libero e sboccato sovente – e questo attrasse molti di coloro che scrissero prima che io giungessi – profondo ironico saggio, sempre, e questo attrae me, per tendenza ed anche per elezione del mio spirito. ([[Rocco Galdieri]]) *Per chissà quali remoti legamenti con il pensiero eleatico ([[Elea-Velia|Elea]], del resto, si trova a due passi da Napoli) i napoletani posseggono un naturale, istintivo senso della relatività. Il velo di ironia che si scopre, come la polvere del caffè in fondo alla tazza, alla fine di ogni conversazione, per quanto seria voglia essere, con un napoletano, viene da questa natura relativistica. *Un pomeriggio del settembre '54 con [[Amedeo Majuri]] e [[Augusto Cesareo]] andammo a rivedere [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza del Mercato]] e quel che la guerra ne ha lasciato. Spettacolo triste. Il guasto e la polvere avvolgevano ugualmente l'arco di Sant'Eligio e la facciata gotica di San Giovanni a mare. E, di fronte, il piedistallo di «Marianna 'a capa 'e Napule» era vuoto. Vi appoggiava le spalle una bellissima venditrice di pannocchie bollite, una «spicaiola». «''Signò''», ci disse, «''l'hanno luvata stammatina. Dice {{sic|ch'a}} mettono dinto 'o Municipio. Mo ce stongh'io...''<ref>Signore, l'hanno tolta stamattina. Corre voce che la collocano nel Municipio. Adesso ci sono io...</ref>» La [[Cibele]] era stata tolta, per trovar posto nel Cortile del palazzo del Municipio e lei, la bellissima, diceva: «La sostituisco io». Tanto è stretta la parentela tra i napoletani e gli dèi. *{{NDR|A [[Shiraz]], in un tempio zoroastriano}} Vi fummo introdotti e un tale, ch'era l'officiante ''parsi'', accese un fiammifero. Subito dal suolo, traverso una bocchetta di ferro, sprizzò una fiamma chiara e fumosa. Era petrolio nativo, come, in quel paese, se ne incontra dappertutto. «Ecco», ci disse l'uomo, «ecco: guarda la luce dello Spirito.» «Ma», obiettammo, «l'hai accesa tu, adesso, con un fiammifero...» «Non importa. La fiamma era lì, anche quando non appariva. Era lì. Ma tu non la vedevi.» Forse quell'imbroglione di prete ''parsi'' aveva ragione. Anche a Napoli, la «fiamma» è lì: spesso non la vediamo. Spesso la cogliamo per strada, camminando. La troviamo nella bocca di una popolana o nella rassegnata ironia di un tranviere. ====[[Simone de Beauvoir]]==== *In Via dei Tribunali, attorno a [[Porta Capuana]], guardavamo le piramidi di cocomeri e di melloni, i mucchi di pomidori, di melanzane, di limoni, di fichi, di uva, i pesci lucenti, e quelle specie di altarini rococò, così graziosi, che i venditori di frutti di mare fabbricano con muscoli e alghe: ignoravamo che il cibo si espone con tanta violenza solo quando la gente crepa di fame. *La vita degli uomini si esibisce nella sua nudità organica, nel suo calore viscerale: sotto questo aspetto, Napoli ci stordì, ci nauseò, ci stregò. *Misconoscendo la profondità di quella miseria, poterono piacerci certi suoi effetti; ci piaceva ch'essa sopprimesse tutte le barriere che isolano gli uomini e li diminuiscono: tutto quel popolo abitava il calore di un solo ventre; le parole «dentro», «fuori», avevano perduto il loro significato. Gli antri oscuri in cui rilucevano debolmente delle icone appartenevano alla strada, nel gran letto matrimoniale dormivano dei malati; dei morti riposavano allo scoperto. E l'intimità delle case si espandeva sulla strada. Sarti, calzolai, fabbri, fabbricanti di fiori artificiali; gli artigiani lavoravano sulla soglia della loro bottega; le donne si sedevano davanti alla porta di casa per spidocchiare i loro bambini, rammendare la biancheria, pulire il pesce, sorvegliando i bacili pieni di pomodori schiacciati che esponevano all'azzurro lontano del cielo. Da un capo all'altro della via correvano sorrisi, sguardi, voci, amicizia. Questa gentilezza ci conquistò. *Ogni tanto andavamo a prendere un caffè sotto la [[Galleria Umberto I|Galleria]], mangiavamo i lucidi pasticcini della grande pasticceria Caflish oppure un gelato in [[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]], sulla terrazza del [[Caffè Gambrinus]]. Sfuggendo le asprezze della vita napoletana ne scoprivamo le dolcezze. Peraltro, dappertutto, in qualsiasi momento, il vento ci portava la polvere desolata dei docks, odori umidi e ambigui. Quando salivamo a [[Posillipo]], il candore menzognero di Napoli, in lontananza, non ci ingannava. ====[[Walter Benjamin e Asja Lācis]]==== *Il linguaggio mimico è più spiccato che in qualsiasi altra parte d'Italia. Una conversazione tra napoletani risulta impenetrabile per qualsiasi forestiero. Le orecchie, il naso, gli occhi, il petto e le ascelle sono posti di segnalazione azionati attraverso le dita. Tale suddivisione ritorna nel loro erotismo schizzinosamente specializzato. Gesti servizievoli e tocchi impazienti appaiono allo straniero in una regolarità che esclude il caso. Sì, qui egli sarebbe perduto, e invece, bonario, il napoletano lo manda via. Lo manda qualche chilometro in là a Mori. «Vedere Napoli e poi Mori», dice secondo un vecchio motto. «Vedere Napoli e poi muori», ripete il tedesco. *L'architettura è porosa quanto questa pietra. Costruzione e azione si compenetrano in cortili, arcate e scale. Ovunque viene mantenuto dello spazio idoneo a diventare teatro di nuove impreviste circostanze. Si evita ciò che è definitivo, formato. Nessuna situazione appare come essa è, pensata per sempre, nessuna forma dichiara il suo «così e non diversamente». È così che qui si sviluppa l'architettura come sintesi della ritmica comunitaria: civilizzata, privata, ordinata solo nei grandi alberghi e nei magazzini delle banchine – anarchica, intrecciata, rustica nel centro. *Le descrizioni fantastiche di numerosi viaggiatori hanno colorato la città. In realtà essa è grigia: di un rosso grigio o ocra, di un bianco grigio. E assolutamente grigia in confronto al cielo e al mare. Il che contribuisce non poco a togliere piacere al visitatore. Poiché per chi non coglie le forme, qui c'è poco da vedere. La città ha un aspetto roccioso. Vista dall'alto, da Castel San Martino, dove non giungono le grida, al crepuscolo essa giace morta, tutt'uno con la pietra. ====[[Camillo Benso, conte di Cavour]]==== *Il tempo stringendo non le parlerò di [[Sicilia]] ove le cose procedono bene e mi restringerò al doloroso argomento di Napoli.<br>Divido pienamente il suo modo di vedere. Il nostro buon [[Luigi Carlo Farini|Farini]] ha preso una via falsa, ma può riparare l'errore, se alla caduta di Gaeta adotta un altro sistema. Bisogna parlargli schietto, è uomo generoso che non ha altro pensiero che il trionfo della causa cui ha dedicato la sua vita. Farini deve proclamare l'idea unificatrice ed attuarla, qualunque {{sic|sieno}} gli ostacoli che gli si parano innanzi. La menoma esitazione in proposito sarebbe fatale: glielo ripeta su tutti i {{sic|tuoni}} e con tutte le forme. Dato poi che Farini non reggesse o per difetto di forze fisiche o per qualunque altro motivo, che cosa fare?<br>Ci ho studiato bene , e non ho trovato che due soluzioni. Mandare [[Urbano Rattazzi|Rattazzi]] e [[Alfonso La Marmora|La Marmora]] a governare Napoli oppure andarci io.<br>La prima sarebbe preferibile sotto ogni rispetto. Ma Rattazzi e La Marmora accetteranno? Solo il Re potrebbe decidere il primo, ed il primo trarre seco il secondo.<br>So che Rattazzi riuscendo a Napoli, gli spetterà il primo posto nel ministero: ma ciò poco monta. Trionfi pure Rattazzi purché si salvi il paese. Se egli evita una crisi a Napoli, gli daremo l'intiero nostro appoggio come cittadini e come deputati.<br>La seconda ipotesi può avere conseguenze fatali pel paese e per me. Egli è evidente che ho tutto a perdere e nulla a guadagnare.<br>Corro pericolo di vedere distrutta la riputazione che 13 anni di lotte continue mi valsero, senza possibilità di accrescerla. Ma ciò poco monta. L'uomo di Stato che non è disposto a sacrificare il suo nome al suo paese, non è degno di governare i suoi simili. *Io riassumo in due parole il concetto politico e militare che bisogna attuare.<br>Ristabilire l'ordine a Napoli prima, domare il [[Francesco II delle Due Sicilie|Re]] (Borbone) dopo. Guai se si invertisse il modo di procedere. Quindi occupazione immediata di Napoli... Occupate senza indugio gli Abruzzi. Fate entrare il Re in una città qualunque, e là chiami [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a sé. Lo magnetizzi... La spedizione di Cialdini a Napoli compie l'opera: Cialdini fa da dittatore militare sino all'arrivo del Re nella capitale...<br>...Ecco il solo programma d'esito sicuro.<br>Bisogna evitare che l'assedio di Gaeta preceda l'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli. *L'Italia del Settentrione è fatta, non vi sono più né Lombardi, né Piemontesi, né Toscani, né Romagnoli, noi siamo tutti italiani; ma vi sono ancora i Napoletani. Oh! vi è molta corruzione nel loro paese. Non è colpa loro, povera gente: sono stati così mal governati! E quel briccone di Ferdinando! No, no, un governo così corruttore non può essere più restaurato: la Provvidenza non lo permetterà. Bisogna moralizzare il paese, educar l'infanzia e la gioventù, crear sale d'asilo, collegi militari: ma non si pensi di cambiare i Napoletani ingiuriandoli. Essi mi domandano impieghi, croci, promozioni. Bisogna che lavorino, che siano onesti, ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni; ma soprattutto non lasciar passargliene una: l'impiegato non deve nemmeno esser sospettato. Niente stato d'assedio, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son capaci di governare con lo stato d'assedio. Io li governerò con la libertà, e mostrerò ciò che possono fare di quel bel paese dieci anni di libertà. In venti anni saranno le provincie più ricche d'Italia. No, niente stato d'assedio: ve lo raccomando. *Se la costituzione dell'Italia è posta a repentaglio perché non ho voluto ammettere ora, in via eccezionale, nella marina un giovane che dava la sua dimissione, e se ne stava a casa quando i suoi compagni si battevano, bisogna dire ch'essa è talmente {{sic|dilicata}} da non potere durare tre mesi.<br>Sapete perché Napoli è caduta sì basso? Si è perché le leggi, i regolamenti non si eseguivano quando si trattava di un gran signore o di un protetto del Re, dei Principi, dei loro confessori od aderenti. Sapete come Napoli risorgerà? coll'applicare le leggi severamente, duramente, ma giustamente. Così ho fatto nella marina; così farò nell'avvenire, e vi fo sicura che fra un anno gli equipaggi napoletani saranno disciplinati come gli antichi equipaggi genovesi. Ma per ottenere questo scopo, credete alla mia vecchia esperienza, bisogna essere inesorabile. ====[[Giorgio Bocca]]==== *E a Napoli non si sa mai se sia una recita o se si faccia sul serio. *È possibile a Napoli pranzare in un educato silenzio, magari prendendo appunti di quel che ti dice un tuo commensale? No, non è possibile, perché "pur isso adda campa'". ''Isso'' è uno con la chitarra che si avvicina al tuo tavolo, sorridendo fra i sorrisi affettuosi dei camerieri suoi amici. *Napoli adagiata sul golfo è stupenda, ci si chiede se anche questa bellezza non faccia parte della maledizione della città, non faccia parte del prezzo spaventoso che paga per esistere. *Per secoli Napoli, capitale del regno, è stata una metropoli che lo stato borbonico riusciva a governare solo grazie alla camorra. ====[[Camillo Boito]]==== *{{NDR|I napoletani}} Cavano l'arte dal sole. *{{NDR|Il popolo napoletano}} Rapido, immaginoso, facile ad infiammarsi e pur sottilissimo e studiatore. *Que' napoletani hanno la benedizione di unire in sé l'impeto e la pazienza: sono pieghevoli e tenaci. Piglieranno tutta in mano la politica e l'arte d'Italia, se gli altri italiani non s'affannano a emularli. ====[[Libero Bovio]]==== *A Napoli il successo dura un'ora, l'insuccesso un anno – quando non ti accompagna tutta la vita. *Napoli tutto tollera e perdona fuor che l'ingegno. *Conosco ed amo tutti i vicoli della vecchia Napoli. È giusto che il piccone li squarci, ma è anche umano che il mio cuore senta i rumori del piccone. *Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia è azzurra. ====[[Cesare Brandi]]==== *L'Italia deve salvare Napoli, riportarla al suo rango di capitale della cultura quale ottava meraviglia, non lasciarla abbruttire dalla spazzatura nel traffico immondo. Napoli deve vivere: non ha bisogno di tornare una stella, è una stella, non un buco nero, come si è fatta diventare. La responsabilità è di tutti gli italiani: Napoli appartiene all'Italia. *Napoli, nel '700 non fu provincia ma grande capitale europea in competizione con Madrid, Vienna ed anche Parigi; possedette una fioritura artistica di prim'ordine, pari a quella di Venezia e assai superiore a Firenze e a Roma. *Napoli, questa meravigliosa città, che ora fa arricciare il naso a raffinati e a villani, e nessuno ci va più, se non per vedere Pompei, come se questo palinsesto di culture non valesse che per le sue ossa. *Vi sono dei panorami che rappresentano assai più che una bellezza naturale o lo spettacolo di una grande città, addirittura le fattezze della Patria.<br>In Italia, per quanto ricca si creda, sono in numero limitatissimo. Ad esempio la vista dal Viale dei Colli sulla città e le colline di [[Firenze]]; quella dal Gianicolo su [[Roma]]; la Riva degli Schiavoni a [[Venezia]]: ma su tutte, inutile negarlo, troneggia il panorama del [[Golfo di Napoli]], sia dall'alto del [[Vomero]] o di [[Certosa di San Martino|San Martino]] sia all'arrivo dal mare. È questa la porta celeste dell'[[Italia]], la porta che non è {{sic|rettorico}} chiamare augusta, e provoca nostalgia e rimpianto non solo ai napoletani emigrati. ====[[Fernand Braudel]]==== *E Napoli ha continuato a dare molto all'Italia, all'Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti.... Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L'Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma....<br>Non attendiamoci da essa né compiacimenti, né concessioni. Questo capitale oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell'esaurimento – poiché non si può dare indefinitamente senza ricevere – quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l'Europa, ma anche e soprattutto per l'Italia. Questa fortuna, Napoli merita, più che mai, che le sia data. *Impossibile, nondimeno, per me non vagheggiare per Napoli una sorte diversa da quella che le conosco oggi e non invitare i miei amici italiani, per assaporarne reazioni, tanto più inorridite in quanto siano originari di Milano, di Bologna o di Firenze, a immaginare quale avrebbe potuto essere il destino dell'Italia ed il volto attuale di questa città se essa fosse stata preferita a Roma come capitale del nuovo Stato. Roma, che nulla qualificava a svolgere questo ruolo, salvo la sua leggenda e il suo passato, quando Napoli era – e di gran lunga –, malgrado i rapidi progressi di Torino, la sola città ad essere, verso il 1860-70, all'altezza del compito. *Nessuno è mai riuscito a governare Napoli. *Non dimentichiamolo, essa sarà l'unica città dell'Occidente, dopo il riflusso dell'Islam, a dare il proprio nome ad un regno; qualcosa di più di una capitale, e l'asserzione di un diritto di proprietà eminente. ====[[Giulio Cesare Capaccio]]==== *Buoni maestri furono i Greci nell'edificar città, eligendo i megliori lochi del mondo. Così vediamo Napoli in sito di tanta vaghezza e posto sotto così clemente cielo, che si fa per questo a qualsivoglia altra città superiore. Et ancor che alcuni han voluto dire che di sito la sopravvanzi Costantinopoli, e Lisboa, l'una per il trafico dei due mari, Propontide, et Marnero in quella felicissima regione della Tracia, l'altra per essere ella emporio di tutti i trafichi settentrionali, et occidentali in quella bellissima parte della Spagna, tutta volta l'una continuamente soggetta ai morbi contagiosi, o sia per il concorso dei barbari, o per il fiato di venti non così felici, l'altra non havendo altra perspettiva che l'horribilità dell'Oceano, all'uscir che si farà dalla foce del Tago, necessaria cosa è che cedano a Napoli, ove i venti meridionali d'austro, zefiri di ponente, e piacevolissima borea senza rigidezza de nevi dal settentrione discacciano ogni aura, che potesse portar simili mali, fronteggiata dal mare, che quasi in una leggiadrissima tazza si va terminando con tanta fertilità di pesci e di frutti marittimi, che se ne raccolgono in più copia ch'in tutti i seni di Europa; circonscritta da piacevolissime colline terminatrici della vista, e nelle quali in ogni tempo vi è la stagione di primavera; ornata di vaghissimi giardini; copiosa di frutti e d'acque le più pretiose che si possano imaginare, sempre ridente nell'amenità di tante riviere, che non la fanno invidiare alle delitiose Tempe di Tessaglia, che perciò gli antichi la chiamarono abitazione di Sirene, delle quali favolosamente una finsero Partenope. *È vero mo che gli edificij della Città di Napoli non han quella magnificenza, che richiederebbe l'architettura, perché toltone il palaggio del Principe di Salerno, hoggi con nova maniera fatta chiesa di [[Giesuiti]], e il principio della casa del Duca di Gravina, el' Palaggio reale, procurato dalla signora contessa di Lemos, non vi si vedrà maniera illustre, ma in quel modo che la copia della gente richiede. Non è però che ciò che par difettoso nell'architettura, non sia ragguardevole negli ornamenti con che sono elle vestite, dilettandosi tutti di varij apparati, aggiungendovisi una grandezza, ch'è manchevole nell'altre città, poiché le case di Napoli han li giardini di agrumi, onde di estate e d'inverno, {{sic|ancorche}} poste in luoghi occupati, sono per la verdura allegrissime accompagnate da bellissime fontane. *Havendo noi la pietra leggierissima, l'arena, detta pozzulana a somiglianza di quella di [[Pozzuoli|Pozzuolo]], che fa le fabbriche forti come ferro, et la calce delle pietre vive di [[Castellammare di Stabia|Castel a mare]], di [[Vico Equense|Vico]], et del contorno, possiamo fabricare in modo verso l'aria, che si alzano gli edificij insino al quinto et sesto solaro, cosa ch'in nissuna parte del mondo si vede, che perciò anco Napoli, se non supera di circuito l'altre città, ch'hanno a pena gli primi tavolati, come Costantinopoli e Parigi, le supera però di popolo, per il ristretto e folto modo di habitare. Et è pur bella cosa il vedere, che con due puntelli sostenendosi un palaggio in aria vi si fabrica di sotto senza far nocumento alcuno agli habitanti. È pur bella cosa anco {{sic|à}} vedere il dono della natura fatto a questo terreno, ove prima si ritrova l'arena, appresso il rapillo o lapillo per la struttuta degli astrachi, poi la pietra, e sotto l'acqua, in modo che, come disse quel buon huomo, di sotto ritroverai il maestro pronto a fabricare. Et essendo tutti gli edificij posti in suolo anco benigno e piacevole, si vede che potendovisi aggiatissimamente cavar le cloache, la Città non si mantiene sporca, come molte Città di Europa, che fundate su la pietra viva, non han questi favori. *I popolari come nati in città libera, et osservando a punto quella libertà greca mentionata da [[Publio Papinio Stazio|Stazio]], poeta Napolitano, han tanto del nobile, che vogliono imitar la nobiltà; nel vestire niente cedendogli, nell'uso di cocchi aguagliandoli, et in ogn'altra civiltà non volendo loro essere inferiori, dalla quale animosità sogliono nelle famiglie nascere mille disordini. Anzi è tanta la libertà, che vi si gode, che han dato animo agli altri forastieri di volerla godere, poiché non tantosto da diversi lochi giungono qua, che liberamente favellano del Principe che governa, dei magistrati che ministrano giustitia, et vogliono il pan bianco grosso a vil mercato, procurano di prevalersi quanto si prevagliono i cittadini, e s'ingeriscono negli officij pubblici, e pretendono tutto ciò che potesse pretendere un antico cittadino.<br> E dall'altra parte fan bene, perché ritrovano il popolo così cortese, che li accettano, et li chiamano ad haver parte in molte amministrationi. *Vivono questi nobili con molta splendidezza, et si fan chiamare Cavalieri, perché essendo per honore detti prima militi nei servigi presso alte persone regali, e militando a cavallo, quasi quelli antichi ch'erano detti ''Equo publico'' nei marmi nostri napolitani, dai quali argomento l'antichissimo nome di Cavaliero, han cambiato il nome dell'armi di soldati in maneggio del cavallo, e veramente ai nobili Napolitani così bel nome conviene, i quali fan tanta professione di cavalcare, che tutte le nationi d'Europa qua vengono, per aver cavalli di prezzo, et per imparar di esercitarli nelli studij cavallereschi di maneggiar l'armi, di far giostre e tornei, guerreggiando con tutte le più famose nationi, che perciò sono nella militia sempre riusciti illustrissimi guerrieri, dei quali infiniti si fa mentione nell'historie. sono universalmente belli di corpo, ma tanto dediti alle delitie, che hanno cortissima vita, affabili, cortesi, ancorché a primo incontro altieri, inimici capitali della viltà interessata della mercatura, onde mentisce Cassaneo<ref>Il riferimento è al libro di Bartolomeo Cassaneo ''Catalogus gloriae mundi''.</ref>, che sotto una generalità, se pur ve ne fusse stato alcuno, tratta da mercanti tutti i nobili Napolitani, pronti a duelli, et massime i giovanetti, amatori della musica, et in quella et in vestire affettatamente imitano gli Spagnoli. È vero che niente attendono alle lettere, ma, quando avverrà che l'abbracciano, per la perspicacia del grande ingegno rinvestito dalla morbidezza della carne, sotto così felice temperamento di cielo, divengono in ogni professione meravigliosi. Tra le matrone ritrovasi esquisita bellezza di corpo, et prudenza tanto grande, ch'in ogni affare dimostrano, saviezza dell'Hortensie e del Cornelie, ma sopratutto dedite al culto della religione. Vestono gli uni e l'altre pomposamente, in maniera che non giovano le leggi suntuarie del vestire, né possono restringere la soverchia spesa degli ori, delle sete, e d'altre morbidezze somiglianti. Vivono tanto agiatamente, che non osano camminar cento passi senza le comodità dei cavalli, dei cocchi, delle sagette, quasi quei pallanchini che nell'Indie usano i Portughesi. E dirò che le matrone in particulare han difficoltà di esercitarsi a piedi, facendo a gara ad haver più alte le pianella che la persona, tutto ciò che coverte poi con le vesti, ove d'avantaggio si spende, mostrano con la lunghezza dell'habito gentilissimo portamento. Dignissima cosa è di considerare la grandezza di questa nobiltà Napolitana, che coi favori che ricevono dalla liberalissima mano di Sua M.<sup>tà</sup>, rilucono in tanto {{sic|spledore}} di 27 principi, 48 duchi, 76 marchesi, 62 conti, in modo che con 213 titolati par'a me e parerà ai giuditiosi, sia una delle più nobili città del mondo. ====[[Cesare Caravaglios]]==== *C'è qualche cosa di comune tra il grido ed il suo creatore; c'è qualche cosa che non si può scindere, e noi non sapremmo immaginare il grido del pizzaiuolo dato da un venditore di cocomeri, o il grido del venditore di acqua solfurea dato da un venditore di fichi d'India. In questa unità inscindibile appare, quindi, nella sua figura caratteristica il venditore ambulante napoletano il cui tipo etnico ed il cui carattere psicologico lo rendono dissimile dai venditori degli altri paesi. *Da Napoli, fortunatamente, è scomparso quello che era dato dal malgoverno e dall'abbandono, mentre restano vivi i suoi costumi e le sue tradizioni, il che vuol dire la sua anima bella e vivace.<br />Che importa se non si incontrerà più il lazzarone coi calzoni rimboccati sino alle ginocchia, lo scugnizzo mangiatore di maccheroni, il ''guappo'' coi calzoni a quadriglié?<br />La bellezza, la varietà, la poesia, i colori del folklore napoletano non sono rappresentati da codesti avanzi borbonici o dai quadretti in cui sono raffigurati i mangiatori di maccheroni con le mani, divenuti mondiali per la leggerezza di taluni napoletani, né dai tarlati ricordi della vita dei vecchi quartieri sepolti sotto la Napoli nuova e trionfante.<br />Chi osserva il popolo napoletano nell'ora del lavoro e della gioia, nelle feste cerimoniali; chi s'addentra nella sua vita, tanto più bella quanto più intima, nella casa e nella famiglia, dalla culla al talamo, dalla tomba all'altare, potrà cogliere i tratti significativi dell'anima popolare napoletana, dei suoi costumi e delle sue consuetudini che costituiscono il suo sacro retaggio morale, in una parola, il vero folklore. *Il dialetto napoletano è gaio e faceto. È ricco di frasi spiritose che si prestano talvolta ad arguti doppi sensi. La sua armonia imitativa è incomparabile; così in nessun dialetto del mondo si dirà ''schizzichèa'', per esprimere la prima pioggia; ''spaparanza'' per esprimere l'aprirsi di una porta; ''sciuliare'' per indicare chi scivola; ''sfrocoliare'' per stuzzicare; ''arripicchiato'' per aggrinzito; ''ha chiuoppete'', per ha piovuto; ''arteteca'' per argento vivo; ''ammarrare'' per chiudere, ecc.<br />Permette quasi sempre una satira pungente e penetrante mentre agevola in maniera meravigliosa le immagini fresche e naturali che sgorgano dalla fantasia dei napoletani.<br />I napoletani, dotati di una gaiezza e di un sentimentalismo introvabili altrove, sono i degni possessori di un linguaggio così faceto e così diffuso. Noi diremmo quasi che l'uno e gli altri si armonizzano e si completano. Il dialetto ed il carattere di questo immaginoso popolo meridionale contribuiscono a rendere più belli i suoi gridi che debbono essere considerati come la migliore espressione della sua natura. *Il grido del venditore napoletano rinasce ad ogni primavera a Napoli e nella sua espressione suggestiva parla della bellezza di questo cielo incantevole e di questo popolo originale. *Per quanto la moderna civiltà abbia travolto tante cose, non compatibili coi nuovi tempi, tuttavia ha lasciato intatte le più belle costumanze napoletane, così varie e così caratteristiche.<br >Napoli s'eleva sempre più nella vita morale, ma non è mutata nelle sue caratteristiche, nei suoi tipi, nelle sue vecchie e secolari istituzioni, nell'incanto dei suoi colori al sole di primavera.<br />Basta guardare con occhio esperto per ritrovare non soltanto la Napoli di eri ma anche quella di molti secoli fa, sempre viva, leggiadra e festevole nel suo spirito. *Sono pochi quelli che si sono portati, verso il tramonto, sulla balconata del belvedere della Certosa di S. Martino per udire la più suggestiva delle sinfonie, la ''vera'' voce di Napoli, quella che nasce nel cuore della città dalla folla che s'intreccia in mille sensi, da strilli di bimbi, da voci di venditori ambulanti, da trilli di organino, da bestemmie di facchini, da rotolii di trams, da suoni di chitarra, dalle voci affievolite di cantatori che si lamentano nelle malinconiche canzonette, e scende sulla spiaggia di S. Lucia, di Mergellina, ove il grido delle donne che vendono l<nowiki>'</nowiki>''acqua zurfegna'', lo ''spassatiempo'', i polipi cotti nell'acqua marina si confonde e si unifica col canto degli uomini che lavorano le reti per la pesca.... e si perde nella profondità suggestiva del mare, nelle {{sic|morbidi}} notti di estate.<br />Nessuna città al mondo ha una così grande varietà di modulazioni: esse sono eterne, come eterno è il sorriso di questa Napoli incomparabile. ====[[Pietro Colletta]]==== *Aveva Napoli antichi trattati di commercio con la Inghilterra, la Francia, ed antiche pratiche colla Spagna; queste non avevano data; quelli colla Gran Bretagna erano due di Madrid del 1667 e 1715, e tre di Utrecht del 1712 e 13; e colla Francia, uno di Madrid del 1669, altro de' Pirenei del 1688. Napoli concedeva innumerabili benefizi alle tre bandiere, senza premi o mercede, come servitù a signoria. Per trattati novelli, del 25 settembre 1816 colla Inghilterra, del 26 febbraio 1817 colla Francia, e del 15 agosto dello stesso anno colla Spagna furono abolti gli antichi, e si diede al commercio delle tre nazioni il ribasso del decimo de' dazi che si pagano dagli altri legni, stranieri o napoletani; perciò, le mercanzie di qualunque luogo venendo a noi colle favorite bandiere, gran parte del commercio di trasporto e quanto di utilità e di forza ne deriva, ci fu rapito. *I difetti che ho toccato, e che in più opportuno luogo descriverò, cagionarono che i delitti, nel regno di Carlo, fossero molti ed atroci: nella sola città di Napoli numerava il censo giudiziario trentamila ladri; gli omicidii, le scorrerie, i furti violenti abbandonavano nelle province, gli avvelenamenti nella città, tanto che il re creò un magistrato, la «Giunta de' Veleni», per discoprirli e punirli. Prevalevano in quel delitto le donne, bastandovi la malvagità de' deboli, come piace alla nequizia de' forti l'atrocità scoperta. *In dieci anni, dal 1720 al 30, non avvennero in Napoli cose memorabili, fuorché tremuoti, eruzioni volcaniche, diluvi ed altre meteore distruggitrici. Ma nella vicina Sicilia, l'anno 1724, fatto atroce apportò tanto spavento al Regno, che io credo mio debito il narrarlo a fine che resti saldo nella memoria di chi leggerà; e i Napoletani si confermino nell'odio giusto alla inquisizione; oggidì che per l'alleanza dell'imperio assoluto al sacerdozio, la superstizione, l'ipocrisia, la falsa venerazione dell'antichità spingono verso tempi e costumi abborriti, e vedesi quel tremendo Uffizio, chiamato Santo, risorgere in non pochi luoghi d'Italia, tacito ancora e discreto, ma per tornare, se fortuna lo aiuta, sanguinario e crudele quanto né tristi secoli di universale ignoranza. *Perciò in sei lustri centomila napoletani perirono di varia morte, tutti per causa di pubblica libertà o di amore d'Italia; e le altre italiche genti, oziose ed intere, serve a straniero impero, tacite o plaudenti, oltraggiano la miseria dei vinti; nel quale dispregio, ingiusto e codardo, sta scolpita la durevole loro servitù, insino a tanto che braccio altrui, quasi a malgrado, le sollevi da quella bassezza. Infausto presagio, che vorremmo fallace, ma discende dalle narrate istorie, e si farà manifesto agli avvenire; i quali ho fede che, imparando da' vizi nostri le contrarie virtù, concederanno al popolo napoletano (misero ed operoso, irrequieto, ma di meglio) qualche sospiro di pietà e qualche lode: sterile mercede che i presenti gli negano. ====[[Francesco Compagna]]==== *{{NDR|Il ruolo di Napoli nel futuro: metropoli regionale}} capace di assolvere a funzioni di equilibrio a livello nazionale e a funzioni di organizzazione e di animazione a livello regionale. Città fornitrice di alti e qualificati servizi a un territorio provinciale e regionale da ristrutturarsi attraverso ulteriori insediamenti industriali che debbono essere favoriti con coordinate iniziative di infrastrutture e di incentivazione. L'obiettivo è una Napoli non più ripiegata su sé stessa, ma aperta verso la Campania e tutto il Mezzogiorno. *Il potenziamento della funzione metropolitana di Napoli è il problema stesso dello sviluppo economico e civile della [[Campania]]; e in questo senso l'efficacia della terapia dell'industrializzazione risulta in [[Campania]] condizionata da quel particolare aspetto della [[questione meridionale]] che [[Gaetano Salvemini]] chiamava la "questione napoletana" e che oggi si pone in termini di promozione e di esaltazione dei valori metropolitani della vecchia capitale parassitaria. *La vera malattia endemica a Napoli è la disoccupazione. ====[[Benedetto Croce]]==== *Accade, d'altra parte, che, pur nella poco alacre vita civile e politica, l'umana virtù si affermi nei particolari, contrastando al generale, e talora negli episodi, e perfino essa sorga dal mezzo stesso dei vizi, come loro correlativo. Onde un popolo che non ha bastevole affetto per la cosa pubblica potrà avere assai vivo quello per la famiglia, per la quale sarà disposto a ogni sacrificio; un popolo indifferente avere la chiaroveggenza dell'indifferenza; un popolo poco operoso nei commerci e negli affari valer molto nella contemplazione dell'arte e nelle indagini dell'intelletto; un popolo privo di spirito di gloria saper ben cogliere il gonfio e il falso delle umane ambizioni e operare nel riso un lavacro di verità. E via discorrendo.<br/>Sulla logica di queste considerazioni, il popolo napoletano è stato perfino più volte difeso, e il suo atteggiamento verso la vita ha suscitato simpatie [...] Napoli è apparsa come un'oasi nella quale sia possibile ritrarsi per obliare, riposare e respirare in mezzo a un popolo che di politica non cura o, tutt'al più, la prende a mera materia di chiacchiera, e, chiacchierandone senza riscaldarsi, spesso la giudica con spregiudicato acume. *I teatri di Napoli (mi suggerisce qui il nostro maestro [[Giuseppe De Blasiis]]) hanno a capo della loro storia perfino una grande memoria classica, le recite che vi venne a fare di persona l'imperatore [[Nerone]]. E, sebbene un'introduzione "archeologica" sembri ora di tanto cattivo gusto quanto una volta di ottimo, sia ricordato dunque che Nerone, avido di popolari applausi, e non osando presentarsi dapprima sulle scene di Roma, preferì pel suo esordio la nostra città, ''quasi graecam urbem''. Napoli, che possedeva, allora un ampio teatro scoperto, ricco di marmi e di statue, del quale ancora restano i ruderi, e la cui scena sorgeva di sbieco alle spalle della presente chiesa di San Paolo e la ''cavea'' volgeva verso la presente strada dell'Anticaglia; e un teatro coperto, un Odeo, posto probabilmente tra l'Anticaglia e gl'Incurabili, nelle vicinanze del luogo dove è adesso l'ex monastero di Santa Patrizia. *Le vecchie leggende rapidamente tramontano nella odierna trasformazione edilizia e sociale di Napoli, e le nuove non nascono, o piuttosto noi non ce ne avvediamo, e se ne avvedranno i nostri posteri, quando raccoglieranno qualche frammento del nostro presente sentire e immaginare, reso vieppiù fantastico dalle esagerazioni tradizionali, circondato dal fascino dell'antico o del vecchio, e fissato sopra taluna delle nostre ora tanto vilipese architetture e sculture. E coloro, «che questo tempo chiameranno antico», lo chiameranno forse anche «il buon vecchio tempo», come noi ora diciamo della Napoli del Settecento, e già, quasi quasi, di quella anteriore al Sessanta. *Napoli è un paese in cui è impossibile promuovere un pubblico interesse senza rimetterci il cervello e la salute. *Se ancor oggi noi accettiamo senza proteste o per nostro conto rinnoviamo in diversa forma l'antico biasimo<ref>Il riferimento è al proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli.</ref>, e se, anzi, non lasciamo che ce lo diano gli stranieri o gli altri italiani ma ce lo diamo volentieri noi a noi stessi, è perché stimiamo che esso valga da sferza e da pungolo, e concorra a mantener viva in noi la coscienza di quello che è il dover nostro. E, sotto questo aspetto, c'importa poco ricercare fino a qual punto il detto proverbiale sia vero, giovandoci tenerlo verissimo per far che sia sempre men vero. ====[[Elena Croce]]==== *A Napoli l'orgoglio, appannaggio del dominatore, non è mai considerato legittimo, ma sempre soltanto ridicolo. *Chi ha lasciato Napoli nella prima giovinezza ricorda la sua partenza come un momento di grande esaltazione. A quella età si desidera vivere nel «mondo». o almeno lo si desiderava prima di accorgersi che la guerra ci aveva sprofondati in un «cosmo» tanto incolore. Per chi vi era nato e cresciuto, a meno che non avesse subito precocemente il richiamo dello scetticismo, che è rimasto l'unico stemma della citta, Napoli non era «mondo». Era uno dei più pittoreschi scenari che avessero attirato l'evasione dell'antico viaggiatore in Italia. O altrimenti era un monumento storico grandioso. Nel perdere il paradiso di bellezze naturali che la circondava, la città è stata sempre messa a nudo come un monumento tra i più stratificati e fantasiosi, abbandonati e malinconici. *La coscienza dell'origine napoletana è restia a manifestarsi all'esterno, ed ha una lenta e difficile decantazione interiore. ====[[Lucio Dalla]]==== *Da sempre nutro una grande passione per Napoli, per la sua cultura, dalla scrittura alla filosofia alle canzoni: è una città che mi ha sempre catturato. *La bellezza di [[Totò]] è la bellezza di Napoli. Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per Totò. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. *Quando mi parlano di bellezza mi viene in mente, come prima immagine, Napoli. ====[[Pino Daniele]]==== *La napoletanità autentica deve essere coltivata con discrezione, con cura, sforzandosi di eliminarne le parti superflue o ridondanti, frutto di un eccesso di gusto barocco, per arrivare, se possibile, alla essenzialità di sentimenti e pensieri che, una volta colti nel modo giusto, si mostrano fragili e delicati. *Poche centinaia di metri più avanti<ref>Di Piazza del Gesù.</ref>c'è via Atri, dove frequentai il Diaz, istituto di ragioneria. Tutto a pochi passi da casa, andata e ritorno a piedi, sempre immerso nelle voci, negli odori, nell'aria di una Napoli popolare insediata in quello che fu il centro aristocratico della città. Una Napoli che giorno dopo giorno aderiva ai panni che portavo, entrava nei miei pori, circolava nelle vene e mi rendeva per sempre simile a lei, al suo carattere incazzoso e amabile, nervoso e paziente, dolce e amaro. *La napoletanità è bella, ma guai a cadere nel sottobosco delle vedute meschine. Ho un sogno, per Napoli: ogni piazza, un gruppo musicale che sappia unire tradizione e innovazione. Spazi per i giovani che vogliano fare musica in tranquillità. Teatri aperti, possibilità di mettersi alla prova, ritrovi culturali per confrontarsi, parlare, anche polemizzare. Il patrimonio delle esperienze artistiche è tanto grande, in questa città contraddittoria: è l'unico vero patrimonio morale di Napoli, va salvato. Mi piacerebbe una Napoli pienamente europea e tenacemente mediterranea. *Napoli è il [[Big Bang|big-bang]]. Non solo ciò da cui tutto ha avuto inizio, ma anche quell'energia inesauribile che a tutto ha dato e dà movimento. Vite, pensieri, passioni; fatica, sofferenza, dolore. Amore. Senza Napoli non sarei. Né quello che sono, né quello che suono. Sono partito da qui, da questo urlo che sale dal pozzo senza fondo della storia. ====[[Luciano De Crescenzo]]==== *«E chi Io sa! Chi Io sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli.» *I napoletani sono un popolo pieno di devozione cristiana, ma non hanno mai veramente abbandonato le tradizioni pagane. Sono sempre rimasti un po' politeisti. È proprio l'idea di Dio, del Dio che è uno, che noi napoletani facciamo fatica a digerire. *Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell'animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l'ultima speranza che resta alla razza umana. *«Piano, piano con questa parola: industrializzazione» dice il professore. «Napoli è stata rovinata da Lauro, da Gava e dalla chimera dell'industrializzazione. Lauro l'ha gestita come l'ultimo dei Borboni, Gava ha addirittura fatto rimpiangere Lauro, ma nessuno dei due ha fatto tanto male a Napoli come chi ha creduto di risolvere il problema napoletano con l'industrializzazione. Voi invece immaginatevi una Napoli senza ciminiere, una Napoli che nella piana di Bagnoli al posto dell'Italsider avesse avuto tutta una serie di alberghi, di cottages, di villini e di casinò. Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida, Baia, il lago d'Averno, Pompei. Ercolano, Vietri, Cuma, il Faito, il Vesuvio, isole, scogli, montagne, vulcani, laghi. il punto d'incontro del turismo mondiale! La Las Vegas d'Europa! Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe». *«Ritornando a Napoli lei ritiene che i napoletani siano nella stragrande maggioranza uomini d'amore?»<br />«Senza dubbio: in particolar modo il popolino.» ====[[Aurelio De Laurentiis]]==== *Napoli non è una città violenta, semmai la capitale del crimine ora è [[Roma]]. Certo, in momenti come questi chi gira con auto e orologi di lusso dimostra di non essere diventato abbastanza napoletano. *Sono tornato in Italia, a Napoli, perché per me l'Italia è Napoli, Napoli è la cosa che più mi convince dell'Italia. *Questa città è stata l'unica a liberarsi da sola dai nazisti, prima ancora dell'arrivo degli americani, che trovarono la città già liberata quando vi entrarono. Questo popolo lo si può tradire se non si ha vergogna, ma non prendere per il culo. ====[[Erri De Luca]]==== *A Napoli mancò uno straccio di re che capisse che nell'Europa delle nazioni l'Italia era destino inevitabile. Mancò un re che stipulasse coi modesti Savoia, signori di una provincia subalpina, un contratto Italia almeno alla pari, non tra occupanti e occupati. Napoli da allora è una capitale europea abrogata, non decaduta ma soppressa, come se Londra fosse stata soppiantata da Edimburgo. Così è andata e questa è la materia della sua ragionevole strafottenza verso la condizione di capoluogo di regione. Se non si vede l'evidenza dell'enorme orgoglio assopito nei suoi cittadini, non si sta parlando di lei. *Com'è importante stare a due, maschio e femmina, per questa città. Chi sta solo è meno di uno. *Napoli è una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo. *Napoli si era consumata di lacrime di guerra, si sfogava con gli americani, faceva carnevale tutti i giorni. L'ho capita allora la città: monarchica e anarchica. Voleva un re però nessun governo. Era una città spagnola. In Spagna c'è sempre stata la monarchia ma pure il più forte movimento anarchico. Napoli è spagnola, sta in Italia per sbaglio. *Nella mia città e nel mio tempo di nascita, Napoli in dopoguerra, i bambini venivano sfoltiti dalla più alta mortalità d'Europa. La loro vita era un permesso rilasciato giorno per giorno, la loro morte non una tragedia. Le campane suonavano a festa perché un altro angioletto si era aggiunto alla volatile schiera degli sprotetti in terra, promossi d'ufficio a protettori in cielo. Di colpi ne incassavano tanti quanti atterrerebbero un pugile, assestati senza misura di proporzione, così come i vestiti, i panni: non avevano taglia, l'ultima stesura dell'usato. [...]<br>I bambini di Napoli a quel tempo saltavano la scuola, andavano al lavoro appena in grado, per giustificare la vita con un guadagno, per minimo che era. Rimborsavano il cibo delle madri. E perciò non era così atroce a quel tempo ascoltare la storia di Erode, la sua sbrigativa spada che si sostituiva a una delle periodiche epidemie e stragi di bambini. Erode era niente di più che uno dei tanti adulti da evitare, uno dei cento agguati apparecchiati. *Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare. *Se fu città violata da un numero esorbitante di vincitori, se fu militarmente indifendibile quel golfo spalancato, per reazione rese inespugnabili i suoi cittadini: ognuno di essi è città intera, sapendo di esserlo e di rappresentarla. ====[[Luigi de Magistris]]==== *Napoli è una città particolare, lo è stata anche storicamente. Quando l'intero continente viveva fasi di stallo Napoli ha segnato importanti accelerazioni nel mondo della cultura. L'Università, tra le più antiche d'Europa, è stata punto di riferimento quando tutta l'Europa era dilaniata da guerre interne. È una città che non ha mai consentito alla Santa Inquisizione di agire liberamente e incontrastata. È una città che sotto l'occupazione straniera e militare si è liberata da sola concedendosi autonomamente a chi nella seconda guerra mondiale determinava la ritirata dei nazisti. *Napoli può dimostrare che lo sport ed il calcio possono tranquillamente farsi con le mani pulite senza bisogno di truccare le partite come faceva Moggi con la Juventus e come, purtroppo, sembra stia accadendo nuovamente {{NDR|riferendosi allo scandalo del calcio scommesse relativo al 2011}}. Si potrebbe stringere tra Napoli e De Laurentiis, un patto di lealtà anche nello sport. Nel rilancio della città un punto fondamentale lo ha il calcio. *Duecentomila spettatori per le regate {{NDR|dell'America's Cup 2012}} nonostante le avverse condizioni meteo, senza dimenticare il mezzo milione di persone a Pasquetta: questi sono numeri che mi rendono orgoglioso. La città ha dato una bella immagine al mondo e ha rappresentato l'Italia in maniera entusiasmante. ====[[Madame de Staël]]==== *Ciò che manca il più a questa nazione in generale, è il sentimento della dignità. Eglino fanno azioni generose e benefiche per buon cuore, piuttosto che per principii: poiché la loro teoria in ogni genere nulla vale, e l'opinione in questo paese non ha punto di forza.<br>Ma allorché uomini e donne scansano cotal morale anarchia, la loro condotta è più notabile in sé stessa e più degna di ammirazione che in qualsivoglia altra parte, poiché niuna cosa nelle circostanze esteriori favorisce la virtù.<br>Si adotta tutta intiera nella sua anima. Né leggi, né i costumi ricompensano o puniscono. Quegli ch'è virtuoso è tanto più eroico, in quantoché non è per questo né più tenuto in istima, né più ricercato. *Fatte alcune onorevoli eccezioni, le prime classi di persone hanno molta somiglianza colle ultime; lo spirito delle une non è quasi più coltivato delle altre, e l'uso del mondo costituisce la sola differenza nell'esteriore. Ma in mezzo a questa ignoranza vi è un fondo di spirito naturale e di attitudine a tutto, talché non si può prevedere ciò che diventerebbe una somigliante nazione, se tutta la forza del governo fosse diretta nel senso dei lumi e della morale. Siccome vi è poca istruzione in Napoli, così vi si trova fino al presente più originalità che carattere nello spirito. Ma gli uomini ragguardevoli di questo paese, come l'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]], Caracciolo, ecc. possedevano, si dice, nel più alto grado la lepidezza e la riflessione, rare facoltà del pensiero, e unione, senza di cui la pedanteria o la frivolezza v'impedisce di conoscere il vero valore delle cose. *Giunsero a Napoli di giorno, in mezzo a quella immensa popolazione ch'è cotanto animata e nello stesso tempo cotanto oziosa. Attraversarono di primo lancio la [[Via Toledo|via ''Toledo'']] e videro i [[Lazzari|Lazzaroni]] a dormire sul lastricato o in una cesta di vetrice<ref>Ramo flessibile del salice, vimine.</ref> che serve loro di abitazione notte e giorno. Questo stato selvaggio, che si vede colà mescolato con la ''civilizzazione'', ha qualche cosa di estremamente originale. Tra quegli uomini ve ne sono alcuni che non sanno neppure il loro nome, e vanno a confessarsi di peccati anonimi, non potendo dire come si chiami colui che gli ha commessi. Esiste in Napoli una grotta sotterranea nella quale migliaia di Lazzaroni passano la loro vita, uscendo solamente sul mezzodì per vedere il sole, e dormendo il restante del giorno, mentreché le loro mogli filano. Nei climi in cui il vitto e il vestito sono sì facili, vi abbisognerebbe il più indipendente ed attivo governo per dare alla nazione sufficiente emulazione. Imperroché egli è sì agevole pel popolo il sussistere materialmente in Napoli, che può fare a meno di quella specie d'industria ch'è necessaria altrove per guadagnarsi il pane. L'infingardaggine e l'ignoranza, combinate coll'aria vulcanica che si respira in quel soggiorno, debbono produrre la ferocia, quando le passioni sono eccitate; ma questo popolo non è più cattivo di un altro. Esso ha dell'immaginazione, il che potrebbe essere il principio di azioni disinteressate, e con questa immaginazione si condurrebbe al bene, se le sue istituzioni politiche e religiose fossero buone. *Il popolo di Napoli non ha altra idea della felicità che quella del piacere: ma l'amore del piacere vale più di arido egoismo.<br>È vero che questo è il popolo del mondo che ami più il danaro. Se voi domandate a uomo del popolo il vostro cammino per la via, egli stende subito la mano dopo avervi fatto un cenno, poiché eglino sono più infingardi rapporto alle parole che ai gesti. Ma il loro gusto pel denaro non è né metodico, né ponderato; lo spendono subitoché l'hanno ricevuto. Se s'introducesse il danaro tra i selvaggi, i selvaggi lo domanderebbero come i Napoletani. *Il popolo napoletano, in alcuni rapporti, non è niente affatto dirozzato, ma non somiglia altronde al volgo degli altri popoli. La sua materialità stessa colpisce l'immaginazione. La spiaggia africana che circonda il mare dall'altra banda, vi si fa già quasi sentire e vi è un non so che di numidico nei gridi selvaggi che si odono da tutte le parti. Quei visi bruni, quei vestiti formati di alcuni brani di panno rosso o violetto, il cui colore pieno attrae gli altrui sguardi; quei pezzi d'abito, nel panneggiamento de' quali traspira ancora il gusto delle arti, danno qualche cosa di pittoresco al popolaccio, mentre che in altri paesi non vi si può scorgere che le miserie della ''civilizzazione''. *Si trova sovente in Napoli certo gusto {{sic|pegli}} acconciamenti e per le decorazioni accanto alla penuria assoluta delle cose necessarie o degli agi. Le botteghe sono ornate graziosamente con fiori e con frutta. Alcune hanno un'aria festiva che non dipende dall'abbondanza, né dalla felicità pubblica, ma solamente dalla vivacità dell'immaginazione: prima di ogni altra cosa si vuole rallegrare gli occhi. La dolcezza del clima permette agli artigiani di ogni specie di lavorare nella strada. I sarti vi fanno i vestiti, i vivandieri la loro cucina, e le occupazioni domestiche, succedendo in tal guisa esternamente, moltiplicano i movimenti del popolo in utili maniere; i canti, i balli, i giuochi rumorosi accompagnano assai bene tutto questo spettacolo; e non vi è altro paese, in cui si senta più chiaramente la differenza tra il divertimento e la felicità: finalmente si esce dall'interno della città per andare alla spiaggia d'onde si vede il mare e il [[Vesuvio]], e si dimentica ciò che si sa degli uomini. ====[[Francisco Elías de Tejada]]==== *Forse ora è tardi per risuscitare la Tradizione di Napoli. Ma, per coloro che ancora cercano di denigrarla o vogliono ignorarla, lì stanno le sue vestigia; nei libri che non si leggono, nel popolo che viene disprezzato, nel cuore di molti che inconsciamente le sentono come io le sento. Perciò passeggiando tanti pomeriggi nella rumorosa via Toledo ho sofferto la tristezza profonda della solitudine, consolata solo dalla voce serena dell'ultimo tradizionalista napoletano, Silvio Vitale, quando il richiamo che sentivo nel più profondo del mio essere mi diceva che era impossibile finisse così il popolo dei miei antenati, ricco di lealtà generosa, creatore di grandi libertà concrete, paladino di imprese universali. Morirò, ma voglio morire con la speranza che, anche se sepolta e derisa, la tradizione della mia Napoli non può restare inerte archeologia. La giustizia di Dio non può permettere che muoia tra lubridi un popolo che è stato strumento di Lui nelle battaglie decisive della storia. Neanche se, come sembra accadere, i Napoletani si sono lasciati andare nella pazzia di un suicidio collettivo. *I re delle Spagne sapevano che le Spagne non erano uniformi, ma varie; che Napoli era uno dei popoli spagnoli, ma con personalità culturale e politica peculiarissima; che coltivare questa personalità era uno dei doveri dei suoi re; che Napoli non era popolo da assimilare, ma da proteggere nel culto delle sue proprie caratteristiche. I re delle Spagne furono re della Tradizione, non imposero a Napoli né leggi né lingua castigliana, non furono castigliani dominatori di Napoli, ma re strettamente napoletani. *Quando, nel 1860, si realizzerà l'unità risorgimentale sotto il simbolo barbuto, piemontese, europeo e anticlericale di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], il corpo morto del Regno di Napoli si dissolverà come cadavere da cui centocinquanta anni addietro era volata via l'anima.<br>Ma l'Europa vincitrice non perdonò a Napoli l'aver combattuto per la causa della Cristianità. I vinti pagano e Napoli paga ricevendo il disprezzo dei vincitori, né più né meno degli altri popoli spagnoli. Il prezzo fu qui ancor più doloroso perché veniva dai "fratelli" del nord della Penisola, anche dai fiorentini e dai veneziani che in altri tempi avrebbero voluto dare il Regno di Napoli in mano ai turchi. La famosa questione meridionale non era né è altro che l'inadattabilità di Napoli, a causa dei suoi residui di ispanismo, alle concezioni europee che, sulla punta delle baionette, avevano innalzato gli invasori garibaldini. ====[[Salvatore Di Giacomo]]==== *Chi bada in Napoli al suo decoro? Certo, chi dovrebbe no. Lascia fare e lascia correre – ecco la frase filosofica, sacramentale d'ogni indifferente partenopeo, sia egli in alto nella cosa pubblica o le passi accanto tranquillo. *In verità, quanta somiglianza di costume tra {{sic|que'}} napoletani del tempo di [[Nerone]] e i napoletani del tempo nostro! Ecco [[Petronio Arbitro|Petronio]] che ci descrive un mercato di panni vecchi, così come oggi lo vediamo al ''Carmine'' e a ''Porta Nolana''; ecco il cantastorie, tolto di mira dagli ''[[scugnizzo|scugnizze]]'' del tempo; ecco una erbivendola che si [[Voci e gridi di venditori napoletani|sgola]] a un canto di strada; ecco Gitone e il barbiere d'Encolpio che, a braccetto, nella notte serena, se ne vanno a [[Crotone]] e cantano a distesa, o, come si direbbe adesso, a ''ffigliole''. Un cuoco, al famoso convito di Trimalcione, mette in tavola le lumache ''cum tremula taeterrimaque voce'' accompagnando la leccornia: e così ricordiamo il nostro ''maruzzaro''<ref>Venditore di lumache di terra o di mare o di frutti di mare.</ref>e la maniera e il tono di quel suo canto che s'indugia a vantare <nowiki>'</nowiki>''e maruzze<ref>Lumache di terra o di mare.</ref>d' 'a festa ca so' meglie d' 'e cunfiette''. E quante forme, quasi uguali, di locuzioni e d'apostrofi! Quelli antichi partenopei dicono ''urceatim plovebat'' e noi diciamo ''chiuveva a langelle'': dicono ''bonatus'', e noi diciamo ''abbunato''<ref>Bonaccione, semplicione. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016, p. 18. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>. Per dir ''tu non sei del bottone''<nowiki>Non appartieni alla nostra combriccola.</nowiki>quelli dicevano ''non es nostrae fasciae''; e la frase ''nescio cui terrae filius''<ref>Non so a chi tu sia figlio. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 2, p. 192</ref> tenea luogo di ''nun saccio a chi figlio 'e p...''; e ''nun aiza 'a capa 'a copp' 'o libro'' si diceva ''caput de tabula non tollit''. Le lievi ferite, all'uso nostro, erano medicate con la ragnatela... ''at Giton... primum aranei oleo madentibus vulnus... coartivit...'' Qualcuno diceva ''Dies nihil est, dum versas te nox fit''<ref>La giornata è breve, il tempo di girarti e rigirarti ed è notte. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 3, p. 192.</ref>: – e voleva dire: – <nowiki>'</nowiki>''a jurnata è corta: mentre ca te vuote e te ggire s'è fatto notte''. Ma che! Se non mi sbaglio anche il ''[[Pernacchia| vernacchio]]'' è greco. Parla non so qual tronfio oratore alla mensa trimalcionica ed ecco qualcuno che, all'ultime enfatiche parole del conferenziere, ''oppositaque ad os manu nescio quid tetrum exibilavit, quod postea graecum esse adfirmabat!''<ref>E portata la mano alla bocca, non so che cosa abbia sibilato di tetro che dopo abbia detto lingua greca. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 4, p. 192.</ref> *La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa. *Napoli è una città bella e singolare – singolare principalmente. Le sue cose rare sono mescolate alle comuni – le nobili alle volgari – a pochi passi dal silenzio è il rumore – prossimi a' luoghi più luminosi ed aperti sono le ombre e il mistero – accanto a un monumento medievale è un lurido fondaco o un vicolo e, forse, alle spalle d'un tempio un lupanare. Ciò che è qui {{sic|da per tutto}}, è la vita: la sanguigna vita popolana, pulsante e ininterrotta, che passa e si rincorre e scivola lungo i muri del monumento e del tempio, che s'addensa e si sparpaglia, e s'agita ed urla o impreca, sotto un fulgido sole che par quasi la fecondi, e investa a un tempo col suo lume diffuso questa folla dell'ultima ora e i ruderi d'un teatro greco, e quel che fu il tempio insigne dei Dioscuri, e una chiesa angioina, e il pallido chiostro d'un antico convento di monache armene... *Napoli, [...] questo strano cuore d'Italia che patisce, se lo si considera bene, di tutti i mali cardiaci, dell'aritmia, dell'{{sic|iperestasia}}, dei ribollimenti subitanei e delle lunghe paci silenziose, da' battiti lenti, quasi malati. *{{NDR|L'uccisione di [[Masaniello]] e lo scempio del suo corpo}} Triste storia, che, peculiarmente, dimostra come il popolo napoletano, la plebe per meglio dire, non abbia mai avuto una coscienza propria: abituata a servire, s'è macchiata, in servitù, fin del sangue suo stesso. Essa ha avuto sempre lo sciagurato destino degl'ignoranti e le sue lacrime postume non hanno cancellato mai più certe crudeltà e certi delitti i quali, tuttavia, la fanno più degna di pietà che d'odio. ====[[Charles Dickens]]==== *Il posto è bello, ma molto meno di quanto la gente non dica. Il famoso golfo, secondo me, come veduta, è incomparabilmente inferiore a quello di Genova, che è quanto di più bello abbia mai visto. Nemmeno la città, dal canto suo, è paragonabile a Genova, con cui in Italia nessuna regge il confronto, salvo Venezia. *Napoli in sé, invece, almeno un po' mi ha deluso. Il golfo non mi pare bello come quello di Genova, non è facile scorgerne o coglierne la linea, e l'effetto delle montagne è sciupato dalle sue dimensioni. La vita per le strade non è pittoresca e insolita neanche la metà di quanto i nostri sapientoni giramondo amino farci credere. *Napoli mi ha ampiamente deluso. È pur vero che il tempo è stato brutto per gran parte della mia permanenza là, ma se non vi fosse stato il fango, vi sarebbe stata la polvere. E se anche avessi avuto il Sole, avrei comunque avuto anche i Lazzaroni, che sono così cenciosi, così luridi, abietti, degradati, immersi e imbevuti nella più totale impossibilità di riscatto, che renderebbero scomodo anche il Paradiso, semmai dovessero arrivarci. Non mi aspettavo di vedere una bella Città, ma qualcosa di più piacevole della lunga monotona {{Sic|filza}} di squallide case che si stendono da Chiaia al Quartiere di Porta Capuana, sì; e mentre ero piuttosto preparato all'idea di una popolazione miserabile, mi aspettavo comunque di vedere qualche straccio pulito ogni tanto, qualche gamba che ballasse, qualche viso sorridente, abbronzato dal sole. La realtà, invece, è che, se penso a Napoli in sé per sé, non mi resta un solo ricordo ''piacevole''. *Noi che pur siamo amanti e ricercatori del pittoresco, non dobbiamo fingere di ignorare la depravazione, la degradazione e la miseria a cui è irrimediabilmente legata l'allegra vita di Napoli! ====[[Gino Doria]]==== *Camminiamo, camminiamo insieme su queste nostre belle strade inondate di sole, e combiniamo insieme mille grandiosi affari. E quando ne avremo concluso uno grandissimo – la vendita della Villa Nazionale per suoli edificatorî io ti offrirò un caffè e tu mi offrirai una sigaretta. E ci prenderemo a braccetto e passeggeremo. E poi così domani, e poi sempre, fino alla morte. Non avremo concluso nulla, ma avremo avuto sempre – e quanti ce li avranno invidiati! – un canto nell'anima e un sogno nel cuore. *Dalla terra impastata, vivificata dal fuoco esso trascorre, e non solo per vecchia metafora, nelle vene e nel sentimento degli esseri umani che felicemente popolano Napoli. E come il fuoco non è sempre visibile ed esplosivo, ma talvolta inerte e sonnolento – non mai morto – sotto strati di cenere o in remoti {{sic|cuniculi}}, così anche nella storia degli uomini di queste terre e nelle loro singole esistenze, la virtù ignea trapassa dalla morte apparente a uno slancio vitale così impetuoso da portare a distruzione implacabile, mentre il più delle volte, e più pacificamente, genera pensieri profondi, opere d'arte, inimitabili modi di vita. *Il popolo napoletano, dunque, ignora la via della saggezza, la quale, al pari della virtù, sta nel mezzo.<br>Egli è sanfedista, ma se non è sanfedista è [[giacobinismo|giacobino]]. Al '60 non fu mai cavouriano: o era legittimista sfegatato, o era garibaldino, perché [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] aveva la capelliera bionda, la camicia rossa e la voce dolce.<br>Non fu sempre così, il napoletano. La maledetta [[rivoluzione francese]] con le sue maledette idee di libertà e d'uguaglianza venne a guastare irrimediabilmente il sangue di un popolo mirabilmente apolitico, iniettandogli il bacillo giacobino. *{{NDR|C'è un colore locale, superficiale ed appariscente che può attrarre ed appagare gli stranieri}} Ma c'è l'altro colore locale, quello che riguarda noi, i nativi, ed è meno appariscente ed è assai più caro al nostro sentimento. E che cos'è? E perché ci si tiene tanto, al punto che ogni colpo di piccone, ogni colpo di scopa, ogni colpo di pennello è come una stretta al cuore? È assai difficile spiegarlo: è un indefinibile, è un inafferrabile, è un complesso di mille cose impalpabili. Sono migliaia di ricordi ammucchiati in un punto, sono abitudini millenarie localizzate in un altro, sono tutte le gioie e i dolori di un popolo che hanno lasciato la loro traccia in quella piazza, in quel vicolo, su quella casa. È l'amore disperato per tutto ciò che fu dei nostri padri e dei nostri nostri nonni e degli avoli ancora più lontani, è il fatto fisico del nostro occhio stesso, conformato, attraverso più generazioni, a vedere le cose disposte in quel modo, in quell'ordine, con quelle tinte.<br>Di colore locale, in questo senso inteso, è fatta tutta la poesia napoletana, quella vera, tutta la pittura napoletana, quella vera. E quando si distrugge questo colore locale è un pezzo di poesia in potenza che se ne va, è una pittura in potenza che se ne va. *Noi napoletani abbiamo tutti, nel nostro foro interiore, un [[Pulcinella]] che ci ammonisce. *Persino il verbo camminare, che in lingua vale a designare la normalità dell'animale in moto, nel [[dialetto napoletano]] assume un significato fantastico. Che cosa è un cavallo che corra molto? È appena un cavallo ''cammenatore''. Ma avete sentito mai parlare di un uomo ''cammenatore''?<br>Eppure il napoletano qualche volta corre. Allorquando Mariantonia fu avvertita del terremoto, stirandosi dal letto e sbadigliando, rispose pacifica: ''Mo... mo...'' Ma se a Mariantonia avessero detto: «Dal terrazzo si vedono le granate del Carmine», Mariantonia si sarebbe precipitata dal letto e, magari nuda, sarebbe corsa sul terrazzo.<br>Il napoletano corre quando può ''vedere'' qualcosa. *Ricordate il lamento di Barcinio, nella duodecima egloga dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia''? ''Dunque, miser''<ref>Il riferimento è al Sebeto, antico fiume di Napoli.</ref>'', perché non rompi, o scapoli | tutte l'onde in un punto, ed inabissiti: | poi che Napoli tua non è più Napoli''? Già Napoli non era più Napoli all'aprirsi del secolo XVI! E che cosa direbbe oggi, se tornasse al mondo, quel bravissimo uomo del [[Iacopo Sannazzaro|Sannazzaro]]?<br>Direbbe che è scomparsa persino quella tradizionale cortesia, che a una giovinetta, cui si fosse detto che era bella, faceva rispondere, coperte le guance di pudico rossore: «sono belli gli occhi vostri». Direbbe che è scomparso persino l'amore, e Napoli era l'ultima rocca dell'amore romantico e sentimentale, cioè dell'amore. *Veramente c'è da discutere sul verbo ''camminare'' applicato al napoletano. Anzi, io voglio appunto dire che il napoletano ignora che cosa sia ''camminare'', mentre sa assai bene cosa significa ''passeggiare''. Il napoletano non cammina mai, ma passeggia sempre: anche se sia il napoletano più attivo, più energico, più preso dagli affari, più difettoso di tempo. ====[[Elena Ferrante]]==== *Ah, che città, diceva a mia figlia zia Lina, che città splendida e significativa: qua si sono parlate tutte le lingue, Imma, qua s’è costruito di tutto e s’è scassato di tutto, qua la gente non si fida di nessuna chiacchiera ed è assai chiacchierona, qua c’è il Vesuvio che ti ricorda ogni giorno che la più grande impresa degli uomini potenti, l’opera più splendida, il fuoco, e il terremoto, e la cenere e il mare in pochi secondi te la riducono a niente. *È una metropoli che ha anticipato e anticipa i mali italiani, forse europei. Perciò non andrebbe mai persa di vista. [...] Ciò che potremmo essere, su questo pianeta, e ciò che invece disgraziatamente siamo, a Napoli si vede meglio che altrove. *Ora cercava testimonianze di viaggiatori stranieri dentro cui le pareva di rintracciare incanto e repulsione mescolati insieme. Tutti, diceva, tutti, di secolo in secolo, hanno lodato il grande porto, il mare, le navi, i castelli, il Vesuvio alto e nero con le sue fiamme sdegnate, la città ad anfiteatro, i giardini, gli orti e i palazzi. Ma poi, sempre di secolo in secolo, sono passati a lagnarsi dell’inefficienza, della corruzione, della miseria fisica e morale. Nessuna istituzione che dietro la facciata, dietro il nome pomposo e i numerosi stipendiati, funzionasse davvero. Nessun ordine decifrabile, solo una folla sregolata e incontenibile per le strade ingombre di venditori d’ogni possibile mercanzia, gente che parla a voce altissima, scugnizzi, pitocchi. Ah, non c’è città che diffonda tanto rumore e tanto strepito come Napoli. ====[[Abel Ferrara]]==== *È una delle più grandi città del mondo, come [[New York]], [[New Orleans]], [[San Francisco]], tutte vicino all'acqua e aperte ai flussi migratori. *Napoli è un punto di riferimento culturale per l'intero Mediterraneo, è stata una tra le culle della civiltà occidentale, ha saputo esportare tutto il suo bene e anche tutto il suo male in giro per il mondo, come solo le grandi città sanno fare. E penso a New York, San Francisco, New Orleans, Londra, Liverpool: tutte città caratterizzate da grandi povertà e altrettanto grandi splendori. Rispetto a tutti questi luoghi, però, Napoli può vantare un elemento in più, al pari della sola New York. E si tratta della caratteristica che ho provato a catturare col mio documentario «Napoli Napoli Napoli». *Napoli mi ricorda la New York anni '90: c'è la stessa violenza, la stessa energia. *Penso che Napoli riuscirà a sopravvivere a tutto, è una città molto dinamica che non è mai cambiata. La mia famiglia proviene da quel luogo ed è come se avessi dei legami di sangue con questa città. La città è stata un centro culturale del mondo dal suo primo giorno. ====[[Maurizio Ferraris]]==== *A ben vedere, la friabilità del tufo, la sua eterna disponibilità a ritornare alla natura, proprio come accade nei templi Maya affondati nelle foreste dello Yucatan, costituisce l'insegnamento più profondo che si può trarre da quella città fatta di tufo che è Napoli. Una simile riflessione getterebbe un ponte ideale verso la lenta ginestra di Leopardi, verso la natura indifferente alla storia. *I [[libertinismo|libertini]], spiega {{NDR|il [[Marchese de Sade]]}}, hanno nel sangue le forze telluriche del [[Vesuvio]], mentre le persone ordinarie sono piatte come le pianure del vercellese.<br>È con questo mantra per la testa che giro per le vie di Napoli infastidito come un leghista di una volta e insieme sottomesso a una realtà più profonda infinitamente più antica di quelle che posso trovarmi tra le vie squadrate che portano i nomi di arciduchesse sabaude: proprio la vita dell'antichità, commentava [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e ripeteva [[Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff|Wilamowitz]]. Nelle insensate processioni della Madonna dell'Arco riemergono le usanze delle fratrie greche che nessun cristianesimo è riuscito ad addomesticare. Nelle donne grassissime e panterate che girano in moto come se le ruote facessero parte del loro corpo riappare il Pantheon pittoresco che, non dimentichiamocelo, era bianco e composto solo per i gentiluomini della Virginia del diciottesimo secolo. Il tratto dominante nascosto sotto la dolcezza dei paesaggi e la mitezza delle persone è in effetti l'orrore. *{{NDR|Napoli}} è rimasta città di corte. Come [[Torino]]. Solo che Torino è una città piccola, poco più di un villaggio, ma i pochi plebei che l'hanno da sempre abitata sono sta­ti messi in riga, facendogli fare pri­ma i soldati e poi gli operai. A Na­poli, invece, non c'è mai stato un vero esercito; ma un milione di per­sone che non osserva nessun tipo di regole e dei borghesi subordina­ti ad essi, subalterni, che ne hanno paura. *Napoli non ha mai creduto alla modernità ed è per questo che è naturalmente postmoderna e decostruzionista. ====[[Renato Fucini]]==== *Addio, Napoli mia, e, se l'ira del tuo vulcano non ti tocchi in eterno, vogli compatire il piccolo figlio d'una delle tue cento fortunate sorelle, che limpida e sconfinata, come la serenità del tuo cielo, vorrebbe la purezza della tua grande anima di fuoco. *Di patria, d'Italia, di nazionalità non occorre parlarne. Essi sono napoletani e basta, ed il resto degl'Italiani, dal lato Nord son Piemontesi, dal lato Sud cafoni e niente altro. *Dio si deve esser pentito d'essersi lasciato cadere questo pezzo di paradiso su la terra. Per correggere lo sbaglio, ha aperto quaggiù gole d'inferno che vomitan fiamme e minacciano distruzione da ogni parte, ma, per il suo scopo, ha fatto peggio che a lasciar correre. *Il fascino di questo abbrustolito Prometeo {{NDR|Vesuvio}}, che avviva con la sua anima di fuoco tutte le membra della bellissima sfinge posata voluttuosamente ai sui piedi, è qualche cosa di strano, qualche cosa di irresistibile.<br/ >Scendete alla riva di Santa Lucia, o a [[Mergellina]]; salite alla rocca di Sant'Elmo, al Vomero, a Posillipo, a Capodimonte, od in qualunque altro luogo donde si scorga la sua mole fantastica, e contemplate. *Nessun paese al mondo, io credo, conserva al pari di Napoli così scarsa e non pregevole quantità dì tracce monumentali delle dinastie che vi si sono succedute nel dominio. La ragione di questo fatto credo non possa ripetersi altro che dalla breve durata delle singole occupazioni, e, più che da questo, dalle lotte continue che gl'invasori hanno dovuto sostenere fra loro per contrastarsi accanitamente questa agognata regione, tantoché le arti della guerra mai non hanno dato una tregua abbastanza lunga, da permettere l'incremento di quelle della pace, che ogni invasore avrebbe potuto, o buone o cattive, trapiantarvi dal proprio paese. *Quante volte dal folto di questo pandemonio, allorché udivo appena il cannone di Sant'Elmo scaricato a mezzogiorno negli orecchi di Napoli, ho mandato un pensiero e un sospiro alla languida signora dell'Adriatico, ai suoi vuoti palazzi ed al silenzio de' suoi canali che lascia intendere il fiotto dei remi d'una gondola lontana e il tubare de' colombi su le cuspidi delle sue torri affilate! − Bellissime ambedue queste regine del mare, ma quanto diversamente belle! − Su la laguna posa languidamente la bellissima e pallida matrona, stanca sotto il peso degli anni, povera in mezzo alle sue gemme, ma ricca d'orgoglio per antica nobiltà. Ai piedi del Vesuvio, la voluttuosa e procace Almea, balla in ciabatte la tarantella, e canta e suda povera di tutto, ma ricca di speranze, di giovinezza e di sangue. Quella si nutrisce di mestizia e di gloria; questa, di maccheroni e di luce. Quella coperta di laceri broccati, ma lindi; questa seminuda e lercia, dalle ciabatte sfondate alla folta chioma nerissima ed arruffata. *S'io ti dovessi dipingere i colori del camaleonte o disegnarti le forme di Proteo, in verità mi sentirei meno imbrogliato che a darti una netta definizione di quello che mi è sembrato essere il carattere di questo popolo.<br/>È così instabile, così pieno di {{sic|contradizioni}}; si presenta sotto tanti e così disparati aspetti dagli infiniti punti di vista da cui può essere osservato, che su le prime è impossibile raccapezzarsi. Ad un tratto ti sembreranno ingenue creature e ti sentirai portato ad amarle; non avrai anche finito di concepire questo sentimento che ti appariranno furfanti matricolati. Ora laboriosissimi per parerti dopo accidiosi; talvolta sobrii come Arabi del deserto, tal'altra intemperanti come {{sic|parasiti}}; audaci e generosi in un'azione, egoisti e vigliacchi in un'altra. Passano dal riso al pianto, dalla gioja più schietta all'ira più forsennata, con la massima rapidità, per modo che in un momento li crederesti deboli donne o fanciulli, in un altro, uomini in tutto il vigore della parola; insomma, la loro indole non saprei in massima definirla altro che con la parola: ''anguilliforme'', poiché ti guizza, ti scivola così rapidamente da ogni parte che quando credi d'averla afferrata, allora proprio è quando ti scapola e ti lascia con tanto di naso e con le mani in mano. *Strano paese è questo! Quale impasto bizzarro di bellissimo e di orrendo, di eccellente e di pessimo, di gradevole e di nauseante. L'effetto che l'animo riceve da un tale insieme è come se si chiudessero e si riaprissero continuamente gli occhi: tenebre e luce, luce e tenebre. *Son troppi quelli che abbisognano di lavoro, di fronte al movimento industriale e commerciale del paese, onde molti, lo ripeto, rimangono involontariamente inoperosi; ma quando offriamo loro da lavorare, è un'atroce calunnia, almeno ora, il dire che lo ricusino, perché hanno mangiato. Sono stato troppe volte e sul molo e nei quartieri poveri, dove abbondano gli sdraiati e gli addormentati e troppe volte ho fatto la prova, destandoli e incaricandoli di qualche piccola commissione e qualche volta anche grossa e faticosa, e mai mi son sentito rispondere il famoso ''aggio magnato''. Sorgono in piedi come se scattassero per una molla, si stropicciano gli occhi e per pochi centesimi si mettono alle fatiche più improbe, fanno due chilometri di strada correndo, e ritornano ringraziandovi, domandandovi se comandate altro, e scaricandovi addosso un diluvio di ''eccellenze'' e di ''don'', come se avessero da voi ricevuto il più grosso favore del mondo.<br/>Gli ho osservati nelle loro botteghe, passando per le vie, ed ho visto che lavorano; sono stato a visitare opificj e ne sono uscito con le mie convinzioni più radicate che mai. Non contento de' miei occhi, ne ho domandato ad alcuni direttori di stabilimenti manifatturieri, non napoletani e perciò non pregiudicati, e tutti mi hanno confermato nella mia scismatica opinione. Chi ha gambe venga e chi ha occhi veda, e dopo, se è onesto, dovrà convenire con me che lo sbadiglio lungo, sonoro, spasmodico, che quell'aspetto di prostrazione fisica, che quelle fisonomie assonnate e quasi sofferenti per la noia che s'incontrano specialmente nelle città di secondo ordine delle altre provincie, fra le quali non ultima la nostra leggiadra [[Toscana|Toscanina]], a Napoli non le troverà certamente; e giri, e cerchi, e osservi pure a suo piacere, assolutamente non le troverà. *Ti dirò soltanto che da quel tempo in poi la [[camorra]] non ha mai cessato di esistere e che non cesserà mai, nonostante le sfuriate di persecuzione che si è preteso farle, finché non sarà affatto scomparsa l'ultima delle cause che le danno vita. *Togliete a Napoli il Vesuvio, e la voce incantata della sirena avrà perduto per voi le più dolci armonie. ====[[Giuseppe Maria Galanti]]==== *I napoletani sono vivi, ciarlieri e gesticolosi all'eccesso, e non è meraviglia che non abbiano potuto soffrire l'Inquisizione. Sono avidi di feste e di spettacoli, e si sviluppa questo carattere in tutti i modi. *Ma più della situazione è bello il clima. Il cielo vi è quasi sempre puro e sereno: l'aria vi è salubre e libera, e non vi si sentono mai gli estremi del caldo e del freddo. Il suolo è di una fertilità meravigliosa. Tutto dunque invita a vivere e godere in questo angolo del mondo. *Napoli è situata rivolta a mezzogiorno e ad oriente sul pendio di una catena di colline oltremodo deliziose. Questa capitale col suo cratere, colle sue isole e montagne forma un colpo d'occhio ed una bellezza di situazione la più singolare. Tutti i luoghi presentano vedute così vaghe, così varie, così dilettevoli, che l'anima vi è rapita ed incantata. La principale è di osservare Napoli in alto mare. [[Immagine:Napoli - piazza San Domenico Maggiore e guglia 1030736.JPG|thumb|Piazza San Domenico Maggiore, 2007]] ====[[Giuseppe Galasso]]==== *Era solo nelle grandi ricchezze naturali del luogo – la luce, il sole, l'azzurro incomparabile del cielo e del mare, la linea insieme aspra e dolce del paesaggio tirrenico, la non comune mitezza del clima – che le insufficienze enormi dell'abitato cittadino si scioglievano e davano luogo a un paesaggio urbano della vitalità e del colore di Napoli, per cui si poteva anche dimenticare, come spesso avveniva, che quella vitalità e quel colore erano il corrispettivo di una struttura sociale tragicamente caratterizzata dalla presenza dell'enorme massa sottoproletaria. [...] Per cogliere appieno quella che doveva essere allora<ref>Nel 1700.</ref>la bellezza della città, quale ce l'ha trasmessa anche la pittura del tempo, bisogna riferirsi in generale all'equilibrio complessivo dell'insieme dell'abitato col territorio e col paesaggio. Allora lo spettacolo è di una seduzione sottile e inebriante. Le cose sembrano respirare nello stesso tempo un'atmosfera vitalissima, carica di profondi e pesanti effluvi, e una vaga aura di morte. Io capisco molto bene [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], quando dice qualcosa del genere per la sua [[Sicilia]], e [[Raffaele La Capria|La Capria]], quando parla del «ferito a morte», ferito da questa dolorosa dialettica tra una natura stupenda e una società senza sufficienti equilibri e cariche interne. *Il napoletanismo deteriore e il mito della napoletanità hanno un po' stravolto, anzi hanno stravolto parecchio, il significato di questo momento aureo<ref>Il riferimento è all'alto livello e alla grande influenza che Napoli conseguì nella cultura e nell'arte durante il cinquantennio liberale.</ref>, l'ultimo grande momento – finora! – della Napoli artistica e letteraria. Ne è venuta fuori la smania del bozzetto napoletano, del colore locale; la coltivazione dell'«umanità» napoletana, che sarebbe un'umanità più umana di ogni altra; lo ''spleen'' di una tavolozza di sentimenti lacrimevolmente patetici; il mito di una vitalità primigenia irreprimibile: insomma, un misto di scugnizzo, di anima bella, di piccolo mondo antico e di provincialismo estetico che a me pare un falso storico, una dannosa evasione dalla realtà e un autentico contributo alla diffamazione napoletana de se stessi. *Il sottoproletariato napoletano non è, del resto, un cane che si faccia portare a passeggio meccanicamente. All'irrazionalità della sua formazione storica corrisponde puntualmente l'imprevedibilità del suo comportamento socio-politico. *L'importante è che di Napoli non si faccia un feticcio, né come caso disperato, né come fatto di napoletanità. La napoletanità è tutta nella storia. Il caso disperato è un comodo luogo comune di evasione della responsabilità. Direi che mai come nel caso di Napoli va bene riconoscere alla questione molte radici, molte tendenze di sviluppo, molte possibilità di orientamento, molta disponibilità di forze attuali, molte potenzialità. E che, quindi, le risposte e le scelte semplicistiche, a una dimensione, sono proprio le meno responsabili, le meno coraggiose. *Napoli fu la base operativa della flotta cristiana che nel 1571 riportò sui turchi la decisiva vittoria di Lepanto, con la quale si pose un alt definitivo alla minaccia ottomana sui paesi cristiani del Mediterraneo. Per quanto non lo si ricordi, ancora più importante fu, tuttavia, la funzione strategica di Napoli nei confronti del teatro politico e militare italiano ed Europeo. Napoli, col Regno, fu infatti la retrovia, la seconda linea dell'azione spagnola nella Valle Padana, dove [[Milano]] apparteneva egualmente, dal 1535, alla Corona madrilena. Retrovia di Milano, fortezza e cittadella, per così dire, di Milano, fu perciò per due secoli Napoli. *Nel corso dei secoli, e specialmente con il consolidarsi dell'appartenenza al dominio romano, la città aveva acquistato pure una fisionomia di centro culturale magari un po' provinciale, ma tranquillo, dignitoso, informato: qualcosa come una piccola città universitaria dell'Inghilterra vittoriana. Nello stesso tempo, però, qualcosa anche come le città turistiche della Riviera ligure in cui dall'Inghilterra vittoriana si veniva a villeggiare o a svernare, in quanto fra [[Isola di Capri|Capri]], [[Baia (Bacoli)|Baia]], Napoli a altri centri campani si andò sviluppando, fra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo, la zona di soggiorno invernale, riposo, villeggiatura, svago più elegante dell'alta società romana. Fu in questa Napoli che [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] trascorse molti anni e scrisse le ''Georgiche'', trasmettendone pure l'immagine serena, benché dolcemente malinconica nella sua malia. Negli ultimi anni dell'Impero romano in Occidente la città sembra presentare una fisionomia più composita, e anche – se così posso dire – meno composta. Sembra come se la dolcezza malinconica, virgiliana, si fosse stemperata nell'edonismo lascivo e vitalisticamente agitato, tumultuoso della città ideata da [[Petronio Arbitro|Petronio]] come scena del ''Satyricon''. *Nel periodo fascista, in un'Italia e in un mondo mutati, col primo avvio della società consumistica, con l'incipiente trionfo della meccanizzazione di massa e dei mezzi di comunicazione di massa, la continuità voleva dire ristagno, degradazione, salto di qualità all'ingiù. E, infatti, è in questo periodo che, dopo le grandi fiammate del '700 e della ''belle époque'', Napoli tende ancora più a provincializzarsi, si trova sempre più spinta ai margini delle correnti principali della vita sociale e intellettuale. *{{NDR|La [[Mostra d'Oltremare]]}} non esprimeva solo il coronamento dell'intervento a Fuorigrotta, ma una più generale visione della città, la visione che in ultimo se ne fece il [[fascismo]]: una Napoli volta verso il [[Mediterraneo]] e l'[[Africa]], grande porto coloniale e militare, sostegno industriale e retrovia commerciale della potenza italiana oltremare e, perfino, base culturale dell'Italia africana, come si diceva allora, tramite l'Istituto Orientale e altre istituzioni universitarie ed extrauniversitarie. [...] Era, però, anche una visione pateticamente provinciale e ritardataria nel 1938-39. *Tutta «speciale» la politica per Napoli da un secolo a questa parte: regi commissari, commissari speciali, leggi speciali. L'eccezionale come norma, e come alibi della classe politica, soprattutto di quella impegnata a livello nazionale, nei riguardi dei problemi cittadini. Ed espressione anche dell'incapacità o difficoltà manifestate nel portare avanti uno sforzo o un disegno più ordinario, ma anche più costante e costruttivo. ====[[Giuseppe Garibaldi]]==== *A Napoli, come in tutti i paesi percorsi dallo [[Stretto Di Messina]], le popolazioni furono sublimi d'entusiasmo e d'amor patrio, ed il loro imponente contegno contribuì certo moltissimo a sì brillanti risultati.<br>Altra circostanza ben favorevole alla causa nazionale fu il tacito consenso della marina militare borbonica, che avrebbe potuto, se intieramente ostile, ritardare molto il nostro progresso verso la capitale. E veramente i nostri piroscafi trasportavano liberamente i corpi dell'esercito meridionale lungo tutto il {{sic|littorale}} napoletano, senza ostacoli; ciò che non avrebbero potuto eseguire con una marina assolutamente contraria. *I pochi giorni passati in Napoli, dopo l'accoglienza gentile fattami da quel popolo generoso, furono piuttosto di nausea, appunto per le mene e sollecitudini di quei tali cagnotti delle monarchie, che altro non sono in sostanza che sacerdoti del ventre. Aspiranti immorali e ridicoli, che usarono i più ignobili espedienti per rovesciare quel povero diavolo di Franceschiello, colpevole solo d'esser nato sui gradini d'un trono, e per sostituirlo del modo che tutti sanno.<br>Tutti sanno le trame d'una tentata insurrezione, che doveva aver luogo prima dell'arrivo dei Mille per toglier loro il merito di cacciar il Borbone, e farsene poi belli costoro presso l'Italia, con poca fatica e merito. Ciò poteva benissimo eseguirsi se coi grossi stipendi la monarchia sapesse infondere ne' suoi agenti un po' più di coraggio, e meno amor della pelle.<br>Non ebbero il coraggio d'una rivoluzione i fautori sabaudi, ed era allora tanto facile di edificare sulle fondamenta altrui, maestri come sono in tali appropriazioni; ma ne ebbero molto per intrigare, tramare, sovvertire l'ordine pubblico, e mentre nulla avean contribuito alla gloriosa spedizione, quando poco rimaneva da fare ed era divenuto il compimento facile, la smargiassavano da protettori ed alleati nostri, sbarcando truppe dell'esercito sardo in Napoli (per assicurare la gran preda, s'intende). *In Napoli più che a Palermo aveva il cavourismo lavorato indefessamente, e vi trovai non pochi ostacoli. Corroborato poi dalla notizia che l'esercito sardo invadeva lo Stato pontificio, esso diventava insolente. Quel partito, basato sulla corruzione, nulla avea lasciato d'intentato. Esso s'era prima lusingato di fermarci al di là dello stretto, e circoscrivere l'azione nostra alla sola [[Sicilia]]. Perciò avea chiamato in sussidio il magnanimo padrone, e già un vascello della marina militare francese era comparso nel Faro; ma ci valse immensamente il veto di lord [[John Russell, I conte di Russell|{{sic|John Russel}}]] che in nome d'[[Gran Bretagna|Albione]] imponeva al sire di [[Francia]] di non immischiarsi nelle cose nostre.<br>Quello che più mi urtava nei maneggi di cotesto partito era di trovare le {{sic|traccie}} in certi individui che mi erano cari, e di cui mai avrei dubitato. Gli uomini incorruttibili erano dominati con l'ipocrita ma terribile pretesto della necessità! La necessità d'esser codardi! La necessità di ravvolgersi nel fango davanti ad un simulacro d'effimera potenza, e non sentire, e non capire la robusta, imponente, maschia volontà d'un popolo che, volendo ''essere'' ad ogni costo, si dispone a frangere cotesti simulacri e disperderli nel letamaio donde scaturirono. *L'ingresso nella grande capitale ha più del portentoso che della realtà. Accompagnato da pochi aiutanti, io passai framezzo alle truppe borboniche ancora padrone, le quali mi presentavano l'armi con più ossequio certamente, che non lo facevano in quei tempi ai loro generali.<br>Il 7 settembre 1860! E chi dei figli di Partenope non ricorderà il gloriosissimo giorno? Il 7 settembre cadeva l'{{sic|abborrita}} [[Borbone delle Due Sicilie|dinastia]] che un grande statista inglese avea chiamato «Maledizione di Dio!» e sorgeva sulle sue ruine la sovranità del popolo, che una sventurata fatalità fa sempre poco duratura.<br>Il 7 settembre un figlio del popolo, accompagnato da pochi suoi amici che si chiamavano aiutanti, entrava nella superba capitale dal focoso destriero<ref>Simbolo di Napoli.</ref>acclamato e sorretto dai cinquecentomila abitatori, la cui fervida ed irresistibile volontà, paralizzando un esercito intiero, li spingeva alla demolizione d'una tirannide, all'emancipazione dei loro sacri diritti; quella scossa avrebbe potuto movere l'intiera Italia, e portarla sulla via del dovere, quel ruggito basterebbe a far mansueti i reggitori insolenti ed insaziabili, ed a rovesciarli nella polve!<br>Eppure il plauso ed il contegno imponente del grande popolo valsero nel 7 settembre 1860 a mantenere innocuo l'esercito borbonico, padrone ancora dei forti e dei punti principali della città, da dove avrebbe potuto distruggerla. *Trattavasi di rovesciare una monarchia per sostituirla, senza volontà o capacità di far meglio per quei poveri popoli, ed era bello veder quei magnati di tutti i dispotismi usar ogni specie di malefica influenza, corrompendo l'esercito, la marina, la corte, i ministri, servendosi di tutti i mezzi più subdoli per ottenere l'intento indecoroso.<br>Sì, era bello il barcamenare di tutti cotesti satelliti, che si atteggiavano ad alleati del re di Napoli, consigliandolo, cercando di condurlo a trattative ''fraterne'' ed attorniandolo d'insidie e di tradimenti. E se non avessero tanto temuto per la loro brutta pelle, essi potevano presentarsi all'Italia come liberatori.<br>Che bel risultato se potevano far restare con tanto di naso i Mille e tutta la democrazia italiana. Ma sì! Sono i bocconi fatti che piacciono a cotesti liberatori dell'Italia a grandi livree. ====[[Alfonso Gatto]]==== *{{NDR|Il napoletano}} Paziente, trasmoda dalla sua pazienza, non la perde. Rinuncia all'attacco per attecchire nel luogo e nel tempo che gli è dato vivere. Non ha radici, ma il fusto interrato come una croce. Potremmo scalzarlo, ma l'arma della sua punta – l'unica ch'egli possiede – sempre lo porterebbe a cercare in ogni sistema, in ogni rapporto, l'eterna provvisorietà del suo appiglio. Chiameremo «reazionario» l'inane opportunista che difende la sua superficialità, la sua parte di spillo a furia di penetrazione, a furia di cadere e d'essere vibrato dall'alto?<br>Io non so rispondere, ma vedo la morte ch'egli ha sulle spalle, quel suo bisogno di penetrare nelle sue ristrettezze come la zeppa di legno in uno spacco, il soliloquio delle parole tenere che nessuno mai gli dirà. *Se parliamo di Napoli, una città interrotta, sappiamo che «qualcosa» deve finire. Che sia l'inganno della distanza – quanto è più vicina – il fascino della sua verità?<br>Il luogo comune nasconde il suo genio o tardi lo rivela, a nostre spese. Napoli è un idolo sconsacrato e ignoto, un avanzo di storia, al quale diamo un nome, una leggenda. La prendiamo in giro e per secondare il gioco, per divertirci, lei ci tiene a distanza. Non ha nulla da riconoscersi, prestigio o fama, ma fa sue le lodi di chi la cerca. Napoli è la nostra provocazione che le fa gioco. Questo deve finire. *Tra l'essere e il non essere, Napoli appare. Siamo davanti alle rovine di un paese felice da cui giungono i primi segni di vita.<br>Gli scampati chini a raccogliere la propria ombra stendono il sole, luminoso prima che caldo. Si lasciano accogliere nelle strette di quel paesaggio ormai illeso e silenzioso al quale è stata tolta la parola. Di colpo, come da una pietra smossa, brulicano i bambini e al loro salto – di casa in casa, sembra –, al loro risalire, la platea di sasso scoscende nell'Ade o s'alza nella sua scena. La luce pesca tutti a uno a uno. Assenti le voci, e pure udite per quell'assiduo fervore, i vivi provano le braccia, le gambe, gli occhi di cui ancora non sanno che fare.<br>Crediamo di vedere, remoto nel suo avvenimento, un passato giunto a noi da secoli di luce. ====[[Andrea Geremicca]]==== *{{NDR|Napoli}} città sospesa che nel suo presente vive ancora il passato e costruisce il futuro, in un intreccio esaltante, doloroso e drammatico al tempo stesso. *Come la storia di un fiume non può essere letta senza scrutare i segni lasciati dalle acque in piena nel loro secolare corso verso il mare aperto, così la storia di questa città non potrà in avvenire essere compresa senza studiare le radici e le ragioni della eccezionale stagione vissuta in questi ultimi anni dal popolo napoletano, come inalienabile tappa del suo travagliato e doloroso cammino verso la propria emancipazione. *{{NDR|Connota Napoli}} l'ambiguità o, meglio, l'ambivalenza [...] della sua storia e delle sue vicende che possono essere lette in chiave di inarrestabile decadenza o in chiave di irrefrenabile vitalità. La mia – e non solo la mia – chiave di lettura è la seconda [...].<br>E non perché sia estranea alla mia – alla nostra – coscienza l'immagine tragicamente presente a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], di quella parte della città che per non trasformarsi preferisce estinguersi. Al contrario: proprio perché ci è presente, siamo impegnati nella battaglia – politica, civile e culturale − per l'affermazione piena di quell'altra parte di Napoli, sino ad oggi largamente maggioritaria, che per non estinguersi vuole trasformarsi. *La crisi di Napoli non può essere letta con occhi antichi. Non si può decifrare chiudendosi nel ventre della città e girando nel dedalo dei vicoli, tra i fondaci fitti di voci e di bassi senza luce, nel tentativo di far rivivere le stupende «cronache» di [[Matilde Serao]]. Chi ci prova si perde, ricavandone un senso di mistero e di sgomento. Perché oggi nei vicoli descritti dalla Serao, assieme ai secolari malanni, spunta una nuova malattia sociale: il [[w:saturnismo|saturnismo]], che esce dalle tipografie per aggredire i bambini attraverso il gas di combustione delle auto dilaganti ovunque; e sui bassi incombe l'ombra lunare di mostruosi grattacieli; e nei fondaci le donne cuciono guanti e scarpe che non rimangono nel circuito chiuso di una astorica «economia del vicolo» ma vengono venduti in Asia e nelle Americhe. *Puntando tutte le carte ''sul ruolo produttivo'' di Napoli e della regione, e indicando (orgogliosamente, certo, ma legittimamente) la funzione di Napoli come ''cerniera democratica'' nel processo di unificazione politica del Paese, il movimento operaio e democratico ha contribuito grandemente alla liberazione di una massa nuova e potente di energie, promuovendo il suo impegno su una prospettiva di rinnovamento economico e di sviluppo democratico del Paese e dello Stato. Per la prima volta nella sua storia: Napoli non ''contro'' ma ''per'' uno stato democratico e realmente nazionale. Per la prima volta: da Napoli un apporto decisivo alla unificazione politica del Paese. Per la prima volta: Napoli non palla di piombo ai piedi del Paese ma leva decisiva per un assetto nuovo e diverso dell'economia, della società e dello Stato italiano nel suo insieme. ====[[George Gissing]]==== *È scoraggiante sotto qualunque cielo osservare i cambiamenti di Napoli. Lo sventramento prosegue e intere zone sono trasformate. Penso che sia un bene che l'ampio Corso Umberto I tagli il vecchio Pendino; ma quale contrasto tra il pittoresco di prima e la volgarità cosmopolita che ne ha preso il posto! «''Napoli se ne va!''» *Non ci sarebbe da stupirsi se il rimodernamento della città, insieme alla situazione generale italiana, avesse un effetto calmante sui modi napoletani. Sotto un aspetto le strade sono indubbiamente meno gaie. Quando venni a Napoli per la prima volta non si stava mai, letteralmente mai, senza sentire un organetto; e questi organetti che in generale avevano un timbro particolarmente armonioso suonavano le arie più brillanti; banali, anche volgari, se volete, ma sempre melodiose e care a Napoli. Ora la musica per le strade è rara, e sento che un regolamento di polizia ostacola già da tempo quei teneri strumenti. Ne sento la mancanza [...] (pp. 23-24) *Passo da Santa Lucia con gli occhi bassi, mentre i ricordi di dieci anni fa si fanno strada contro l'opaco presente. Il porto dal quale si partiva per Capri è colmato; il mare è stato scacciato a una disperata distanza, dietro squallidi mucchi di rifiuti. Vogliono fare un argine lungo e diritto da Castel dell'Uovo al Porto Grande, e tra non molto Santa Lucia sarà una strada qualunque, chiusa fra alti caseggiati, senza nessuna veduta. Ah, le notti che si passavano qui, osservando i rossi bagliori del [[Vesuvio]], seguendo la linea scura del promontorio di [[Sorrento]] o aspettando che il chiaro di luna spandesse la sua magìa su [[Capri]], a fiore delle acque! [...] Santa Lucia era unica. È diventata squallida. ====[[Vittorio Gleijeses]]==== *A [[Roma]], ad esempio, della antica città, della magnificenza della ''caput mundi'' oggi possiamo ammirare quanto è stato riportato alla luce per il suo valore archeologico, quasi in un cimitero debitamente recintato. Si possono ammirare o visitare i monumenti, i fori, gli scheletri vuoti dei templi, l'ossatura degli edifici, ruderi che pur testimoniandoci indubbiamente la grandezza di un'epoca che fu, restano avulsi dalla città vera e propria e circoscritti da barriere e confini.<br>A Napoli, ben poco o quasi nulla è rimasto di monumentale o di artistico, in quanto il centro urbano ha subito attraverso i secoli una lenta graduale insensibile trasformazione ma, in compenso, negli stessi luoghi in cui gli abitanti della {{sic|πολίς}} greca si recavano per concludere affari, divertirsi o pregare, ferve la vita, che a distanza di oltre venti secoli offre una continuità di costumi e di abitudini che dà la sensazione di essere fuori dal tempo. Questo vivere in un ambiente così fondamentalmente immutato ed immutabile spiega forse perché fra la nostra gente sia così vivo il senso della ineluttabilità del fato, del fluire incessante delle cose, dell'impotenza del genere umano di fronte all'eternità. Proprio il fatalismo imposto da questa consapevolezza è in parte responsabile della mancanza di riguardo dei napoletani verso il rudere o il monumento antico, ridotto diremmo, alla stregua di un oggetto di uso abituale. *Anche dopo le feste voi pensate che a Napoli le «regalie» siano finite? Vi sbagliate di grosso! Vi sentirete ancora dire: Signurì, buone fatte feste! Le mance hanno validità fino all'[[Epifania]], e se non si aderisce si diventa oggetto di... mormorii poco benevoli e... si perde il saluto. «Eh! La miseria!» mi diceva un giorno Augusto Cesareo, «ma ti pare che dopo tutti quei soldi che abbiamo speso, ci dobbiamo ancora sentire... buone fatte feste?» E così il portalettere, il portiere, lo spazzino che a Napoli sta diventando... la primula rossa, perché non viene mai, non si vede mai, e se c'è... nessuno se ne accorge, nei giorni precedenti le feste si danno da fare, diventano persino premurosi. *Certo che se nell'entusiasmo del momento si intravede la scorza ruvida del [[lazzari|lazzarone]] che in fondo in fondo ancora sopravvive, e se il divertimento degenera talvolta in rissa o in baccanale, bisogna cercare di comprendere questo popolo di lavoratori tenaci e silenziosi, ben lontano dal «cliché» del napoletano pigro e svogliato, anche se in qualche occasione è portato dal suo forte temperamento meridionale ad eccedere sotto alcuni aspetti.<br >Le feste religiose, in realtà, sono per i napoletani un pretesto per fare una scampagnata e mangiare in trattoria o all'aria aperta con ceste portate da casa. È del carattere napoletano cercare di dimenticare gli affanni giornalieri, il solito monotono «tran tran» di tutti i giorni, tuffandosi nella diversità di un giorno solo con tutta l'intensità dei propri sensi fino a sentirsi pervasi da un'allegria totale che ha qualcosa di insano. *Dall'anima cattolicissima di Napoli non è mai scomparso un fondo di paganesimo che tinge di una qualità particolare i costumi religiosi del nostro popolo. Nelle superstizioni e nel fanatismo che due millenni di cristianesimo non sono riusciti a cancellare, vive forse ancora il ricordo degli antichi riti dei culti degli dei pagani. *È stato detto che [[San Gennaro]] è l'anima di Napoli. Si potrebbe dire qualcosa di più. San Gennaro è il sentimento di un popolo che, nonostante le sconfitte, le delusioni, le amarezze patite nella sua lunga e dolorosa storia, trova ancora la forza di sperare, di lottare, di vivere. *L'alta civiltà del popolo napoletano è racchiusa proprio in questa sua immensa generosità, in questa possibilità di dare e di prendere tanto dal nulla, dalle piccole cose, da una infinitesimale soddisfazione morale, o da un minimo sollievo materiale; e si concretizza nel suo saldo amore per la famiglia, che per le feste si riunisce ed attraverso di esse si {{sic|cimenta}} e resta ancora unita, oggi, come credo, in ben pochi paesi al mondo. *La [[malocchio|jettatura]] – con la j (lunga) – è una influenza malefica alla quale, anche se non ci si crede del tutto, non ci si può sottrarre. In [[Campania]] è un fenomeno storico, poiché il timore dei suoi nefasti risultati noi napoletani l'abbiamo nel sangue, forse ereditato dai nostri progenitori greci e romani. [...] L'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]] sosteneva che persino [[Paolo di Tarso|San Paolo]] credesse alla jettatura in quanto scrivendo una epistola ai Galati, dai quali non riusciva ad ottenere quanto voleva, tra l'altro aveva scritto: «''quis vos fascinavit non oboedire veritati!''». Accertato quindi che questa malefica credenza esiste a Napoli sin dall'antichità, bisogna convenire con [[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas]] che essa è una malattia incurabile: si nasce jettatori, si muore jettatori e si può diventarlo, ma quando lo si è diventati, non si cessa più di esserlo. I forestieri che vengono a Napoli, all'inizio ridono di queste sciocchezze, ma poi cominciano a parlarne, diventano titubanti e dopo qualche mese di permanenza finiscono col coprirsi di corni e aggeggi del genere o, come un simpatico funzionario straniero mio buon amico, quando incontrano determinati personaggi, prendono la fuga! *La natura del napoletano, sempre in bilico tra il sacro ed il profano, è tale che egli addenta una [[pizza]] con la stessa voluttà con la quale stringe una bella ragazza e mette nel cantare una canzone tutta l'anima come la mette nelle sue preghiere: è sempre lo stesso entusiasmo che l'accompagna. *La Neapolis dei primi tempi dell'impero, decaduta ormai a luogo di villeggiatura dei romani più ricchi e potenti che vi venivano per essere abbastanza − anche se non troppo − lontani dalla vita pubblica, doveva necessariamente offrire ai suoi ospiti, come una novella Circe, una corruzione sottile e molli blandizie per trattenerli nel suo grembo. La più sottile cultura ellenistica faceva {{sic|si}} che gli usi della città – sia nei lati buoni sia in quelli cattivi – fossero più scanzonati, meno inibiti, con quel senso di superiorità che spesso dipende dal non avere più niente di solido, dentro. *La sensibilità acuta del popolo napoletano lo rende vulnerabile al dolore così come pronto al sorriso, ma questa gente semplice ha ancora la capacità di cercare gioia e felicità nello sguardo di un bimbo, nella bellezza di un tramonto, nel volo di uno stormo di uccelli, dando forse una impressione di superficialità che invece non è che vero, profondo, radicato sentimento poetico. *Le feste, i balli, le canzoni, le taverne, il [[Voci e gridi di venditori napoletani|grido]] dei tipici venditori ambulanti, rendono unico questo popolo, questa gente che sembra sempre allegra, gaia, sorridente e spensierata e molto spesso è invece solo molto coraggiosa nella miseria e nella sventura. Sembrerebbe quasi, come diceva [[Fanny Salazar Zampini|Zampini Salazaro]]: «Che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi». *Nella vecchia Napoli non è raro scoprire, fra vecchi palazzetti cadenti dall'intonaco scrostato e stinto, le vestigia di un passato, quasi mimetizzate dall'incuria e dall'abbandono in cui versano. I vasetti di gerani e le «''buatte''<ref>Lattine o scatole di metallo per alimenti.</ref>» con le piante di garofani nascondono talvolta una bordura di pietra viva finemente intagliata; le brutte, policrome insegne di una scuola-guida o di un sarto si addossano a un elegante portale, che, pur se sporco e fuligginoso, resta come isolato dal contesto generale in una sorta di distaccata nobiltà. Napoli antica riserva di queste sorprese a chi sappia guardarla con occhi che vedono, sorprese che, se talvolta mortificano e addolorano, tuttavia inteneriscono. *Oggi i costumi popolari sono spariti o modificati, ma il loro ricordo vive ancora tra noi, lasciando rimpianto ed ammirazione per quegli usi ancora coloriti dalla fantasia, pieni di brio e di giovanile freschezza. [...] il popolo napoletano è come un adulto che ricorda con rimpianto la sua infanzia, primitiva, semplice e bonaria. *Se una città dovesse ricevere un premio per aver coscienziosamente distrutto tutti i ricordi del passato, questo sicuramente spetterebbe a Napoli.<br>Un po' per le bizze dello «''sterminator [[Vesuvio|Vesevo]]''», eruzioni e terremoti, un po' per le guerre che attraverso i secoli hanno ciclicamente devastato questa nostra terra, eternamente appetita da eserciti e dominazioni straniere, un po' per l'entusiasmo degli abitanti nel voler seguire ogni nuova moda, che li ha spinti a modificare i monumenti per mantenerli ''à la page'' con i gusti dei tempi, un po' per il menefreghismo e il lasciar correre altrettanto congeniti nel carattere di noi napoletani, gran parte del nostro patrimonio storico-artistico si è come disintegrato attraverso i secoli. *Un popolo semplice, parco, generoso e civile nell'animo, anche se spesso non del tutto nell'esteriorità. ====[[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]''==== *Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso. *Avvicinandoci a Napoli, l'atmosfera si era fatta completamente sgombra di nubi e noi ci trovammo veramente in un altro mondo. Le abitazioni coi tetti a terrazza facevan comprendere che eravamo in un clima diverso; ma non credo che nell'interno esse siano molto ospitali. Tutti sono sulla strada, tutti seggono al sole finché finisce di brillare. Il napoletano crede veramente d'essere in possesso del paradiso, e dei paesi settentrionali ha un concetto molto triste: «Sempre neve, case di legno, grande ignoranza, ma danari assai». Questa è l'idea che essi hanno delle cose nostre. A edificazione di tutte le popolazioni tedesche, questa caratteristica, tradotta, significa: «''Immer Schnee, hölzerne Häuser, grosse Unwissenheit, aber Geld genug''».<br>Napoli per sé si annunzia giocondamente, piena di movimento e di vita; una folla innumerevole s'incrocia per le vie; il re è a caccia, la regina incinta, e non si potrebbe desiderare nulla di meglio. *Come si suol dire che colui, al quale è apparso uno spettro, non può più esser lieto, così si potrebbe dire al contrario che non sarà mai del tutto infelice chi può ritornare, col pensiero, a Napoli. *Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! *È interessante e fa così bene, aggirarsi tra una folla innumerevole e irrequieta come questa. Tutti si rimescolano come le onde d'un torrente, eppure ognuno trova la sua via e arriva alla sua meta. Solo in mezzo a tanta folla e fra tanta irrequietezza io mi sento veramente tranquillo e solo; e più le vie rumoreggiano più mi sento calmo. *Il più splendido tramonto, una serata di paradiso, mi hanno estasiato al ritorno<ref>Dal Vesuvio.</ref>Ho potuto tuttavia sentire come un contrasto così enorme basti a turbare i nostri sensi. L'orribile accostato al bello, il bello all'orribile, si annullano a vicenda e finiscono per produrre una sensazione d'indifferenza. Non v'ha dubbio che il napoletano sarebbe un altr'uomo, se non si sentisse prigioniero fra Dio e Satana. *Napoli è un paradiso; tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. A me accade lo stesso; non mi riconosco quasi più, mi sembra d'essere un altr'uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso. *{{NDR|Kniep}} mi condusse sulla terrazza di una casa, dalla quale si poteva abbracciar con lo sguardo specialmente la parte bassa di Napoli, verso il molo, col golfo e la spiaggia di Sorrento; tutta la parte a destra si presentava in uno sfondo singolarissimo, come forse sarebbe difficile vedere da tutt'altro punto. Napoli e bella e stupenda da per tutto. *Oggi ci siamo dati alla pazza gioia e abbiamo dedicato il nostro tempo a contemplare meravigliose bellezze. Si dica o racconti o dipinga quel che si vuole, ma qui ogni attesa è superata. Queste rive, golfi, insenature, il Vesuvio, la città, coi suoi dintorni, i castelli, le ville! Al tramonto andammo a visitare la Grotta di Posillipo, nel momento in cui dall'altro lato entravano i raggi del sole declinante. Siano perdonati tutti coloro che a Napoli escono di senno! Ricordai pure con commozione mio padre, cui proprio le cose da me vedute oggi per la prima volta avevano lasciato un'impressione incancellabile. *Per ritornare al popolino di Napoli, è interessante osservare che, come fanno i ragazzi più vispi quando si comanda loro qualche cosa, anche i napoletani finiscono con l'assolvere il loro compito, ma ne traggono sempre argomento per scherzarvi sopra. Tutta la classe popolana è di spirito vivacissimo ed è dotata di un intuito rapido ed esatto: il suo linguaggio deve essere figurato, le sue trovate acute e mordaci. Non per nulla l'antica Atella sorgeva nei dintorni di Napoli; e come il suo prediletto Pulcinella continua ancora i giuochi atellani, così il basso popolo s'appassiona anche adesso ai suoi lazzi. *Poco dopo arrivammo ad un'altura, dove un quadro grandioso si presentò ai nostro occhi. Napoli in tutta la sua magnificenza, con le sue case schierate lungo la spiaggia del golfo per parecchie miglia, i promontori, le lingue di terra, le pareti delle rocce, e poi le isole, e, nello sfondo, il mare: spettacolo davvero incantevole.<br>Un canto selvaggio, o piuttosto un grido, un urlo di gioia mi spaventò e mi turbò: era il ragazzo, che stava nel biroccio dietro a noi. Io lo rimproverai vivacemente, mentre fino allora egli non aveva inteso una sola parola aspra da noi, essendo in fondo un buon figliuolo. Per un poco, non si mosse; poi mi batté lievemente sulla spalla, tese fra noi due il braccio destro con l'indice alzato e: – Signor, perdonate – disse – questa è la mia patria! Ciò che mi sorprese non men di prima e mi fece luccicare negli occhi, povero figlio del nord, qualche cosa come una lacrima. *Qui la gente non si dà alcun pensiero dei fatti altrui; è molto se si accorgono di correre qua e là, l'uno accanto all'altro; vanno e vengono tutto il giorno in un paradiso, senza guardarsi troppo intorno, e quando la bocca dell'inferno loro vicino minaccia di montar sulle furie, ricorrono a [[San Gennaro|S.Gennaro]] e al suo sangue, come del resto tutto il mondo ricorre al sangue, contro la morte e contro il demonio. *Riscontro in questo popolo un'industriosità sommamente viva e accorta, al fine non già ad arricchirsi ma di vivere senza affanni. *Se i napoletani non vogliono saperne di lasciar la loro città, se i loro poeti decantano con iperboli esagerate la felicità della sua posizione, bisognerebbe scusarli, anche se nei dintorni sorgessero due o tre [[Vesuvio|Vesuvi]] di più. In questo paese non è assolutamente possibile ripensare a [[Roma]]; di fronte alla posizione tutta aperta di Napoli, la capitale del mondo, nella valle del Tevere, fa l'impressione di un monastero mal situato. *«Vedi Napoli e poi muori». Dicono qui. ====[[Ferdinand Gregorovius]]==== *I mercati settimanali hanno pure luogo su quella [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza]], per un Tedesco di triste memoria, perché colà fu decapitato l'[[Corradino di Svevia|ultimo degli Hohenstaufen]]; è del pari caratteristica per essere stato il teatro di uno storico episodio, quello di [[Masaniello]], su quella piazza dai lazzari eletto loro re, e ivi trucidato.<br>Questo luogo è storico per il popolo napoletano; è come la sua [[Presa della Bastiglia|piazza della Bastiglia]], sanguinosa per le scene terribili di giustizia popolare; il popolo vi troncò il capo a nobili cittadini e li espose all'oltraggio. È rimasta terribile anche per i ricordi della peste. *I Napoletani sono irritati, ma ridono. Non vi è in tutto il mondo un paese in cui il dispotismo sia usato con tanta facilità, poiché è impossibile distruggere i tesori di questa splendida natura, ridurre sterile questo fertile suolo. Sotto questo cielo ognuno può sempre liberamente muoversi, tutti quanti i sensi provano la loro soddisfazione. La natura eguaglia tutto: non vi è luogo più democratico di Napoli. Chi potrebbe mai annullare questa ''magna charta'' della libertà? *Io dimorai a S. Lucia quaranta giorni, e dalla mia finestra vedevasi tutto il golfo raggiante di luce: le due cime del Vesuvio dominanti la bianca città, le pittoresche {{sic|spiaggie}} di Castellammare, di Sorrento, fino a Capo Minerva, e l'isola di Capri. Ogni mattino, quando la rosea luce del golfo veniva a svegliarmi nella mia camera, mi abbandonavo alla contemplazione di quel fantastico spettacolo che è colà il levare del sole, e guardavo le tinte di fuoco dei monti e del mare, che parevano avvolgere in un incendio colossale la grandiosa città. Ma più magico ancora era lo spettacolo che mi si parava dinanzi allorché la luna nel suo pieno, sorgeva sul [[Vesuvio]], e spandeva la sua luce argentea sui monti, sul mare, sulla città, illuminando l'intero golfo. La cupa foresta degli alberi delle navi nel porto si distaccava allora sopra un fondo di brillante bianchezza; la luce dei fanali impallidiva; infinite barche scivolavano sulle onde, e sparivano, e tosto ricomparivano all'orizzonte; lo scoglio gigantesco di Capri appariva, e Somma, il Vesuvio, i monti di Castellammare e di Sorrento, quasi forme fantastiche, s'illuminavano. Chi avrebbe potuto dormire in quelle notti? Io prendevo una barca a S. Lucia e navigavo su quelle onde fosforescenti, oppure rimanevo seduto sulla spiaggia, insieme con popolani a mangiare frutti di mare. *Io ho trovato sempre straordinariamente caratteristico questo spettacolo. Nelle ore calde del pomeriggio, sotto il porticato di una delle principali chiese, quella di S. Francesco di Paola, si vedono centinaia di lazzaroni sdraiati che dormono, sudici e cenciosi, decorazione poco armoniosa e decorosa con quell'opera architettonica. Ho ripensato a quegli altri lazzaroni dell'antica Roma, i quali facevano essi pure la siesta sotto il portico di Augusto e di Pompeo, se non che quelli tenevano in tasca le tessere per la distribuzione del grano, e questi non l'hanno. In qualunque altra capitale d'Europa la polizia caccerebbe via tutti quei dormienti dal portico di una chiesa dinanzi al palazzo reale. Qui, invece, dormono a loro bell'agio, e le sentinelle che passeggiano distratte in su e in giù presso le statue equestri di Carlo III e di Ferdinando I, li guardano come la cosa più naturale del mondo. *L'armonia regna in questo paese: non un volto grave, melanconico: tutto qui sorride; a migliaia scivolano nel porto le barche, a migliaia passano per Chiaia e S. Lucia le carrozze; ad ogni passo s'incontrano persone intente a mangiare maccheroni, o frutti di mare; in terra si canta e si suona; tutti i teatri sono aperti; oggi, come prima, il sangue di S. Gennaro bolle e si discioglie; nessuna bomba ha ucciso {{sic|pulcinella}}; la Villa Reale è piena di forestieri che lasciano cospicue {{sic|mancie}}. Questo popolo vive alla giornata: non ha passioni politiche, non ama le cose gravi, le passioni virili, senza le quali un paese non ha una storia propria. Dalle sue origini Napoli ha sempre avuto per padroni gli stranieri: i Bizantini prima, poi i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Spagnuoli, i Borboni e Gioacchino Murat. Un popolo, che è privo di carattere, che non ha sentimento nazionale, si piega a qualunque signoria. Fa senso vedere ancora oggi in corso le monete coll'effigie di Murat, accanto a quelle di re Ferdinando. Gli uomini assennati, che scusano il carattere di questo popolo e non se ne adontano, mancano di perspicacia e di prudenza. *La folla e il movimento che regnano sul porto, sono un nulla in confronto a quanto si vede nei due maggiori mercati, vicini a Marinella: il Porto Nuovo e il Mercato. Il Porto Nuovo è sempre ingombro da una folla immensa; si direbbe che l'intera Campania abbia mandato le sue frutta e il golfo tutti i suoi pesci su questa piazza. Il popolo vi si reca per comprare, per mangiare; lo si potrebbe dunque definire come il ventricolo di Napoli. È veramente interessante osservare tutta quella folla, tutto quel frastuono, ed uno lo può fare a suo bell'agio, rifugiandosi in una di quelle cucine all'aperto, costituite da quattro tavole, dove si preparano e vengono mangiate le ''pizze'', specie di torte schiacciate, rotonde, condite con formaggio, o con prosciutto. Si ordinano e in cinque minuti sono pronte; per digerirle, però, è necessario avere i succhi gastrici di un lazzarone. *Le bellezze della natura e i sentimenti cristiani, alla presenza delle più grandi meraviglie della creazione, risvegliano sempre idee tristi. Ero giunto su di una altura dove alcuni soldati svizzeri stavano bevendo fuori di una piccola bettola, una capanna di paglia. Di lassù si dominavano il mare, le isole di Nisida, di Procida e d'Ischia, tutte avvolte nel manto meraviglioso del sole al tramonto. Uno di quei soldati mi si avvicinò e, gettando uno sguardo su quello spettacolo meraviglioso, con tono di mestizia mi disse: «Come è bello! troppo bello!... rende melanconici...» *Mentre io stavo seduto sulle rovine della villa di Giove, contemplando lo splendido golfo irradiato dal sole, il [[Vesuvio]] che fumava mi parve quasi il [[Tiberio]] della natura, e pensai che spesso da questo punto Tiberio lo contemplasse cupo e pensoso, ravvisando la sua stessa immagine personificata nel demonio della distruzione. Nel contemplare il vulcano e ai suoi piedi la fertile Campania e il mare avvolto di luce, il monte solitario che terribile signoreggia quella felice regione mi sembrò quasi un simbolo della storia dell'umanità ed il vasto anfiteatro di Napoli la più profonda poesia della natura. ([[Ferdinand Gregorovius]]) *Nel quartiere di S. Lucia è concentrato specialmente il commercio dei frutti marini, disposti in buon ordine, con le ostriche, nelle piccole botteghe, ciascuna delle quali porta un numero e il nome del proprietario. Sono incessanti le grida per invitare la gente ad entrare; le botteghe sono illuminate, e tutti quei prodotti del mare rilucono dei colori più svariati: sono ricci, stelle di mare, coralli, araguste, dalle forme più bizzarre, dalle tinte più dissimili. Il mistero delle profondità marine è ivi svelato e quel piccolo mercato presenta ogni sera il lieto aspetto quasi di una notte di Natale marittima. *Non potrei descrivere quali brutte immagini di santi io abbia visto portare in processione a Napoli; prodotti di un'arte senza principî, senza gusto e di una fantasia bizzarra che, in quanto a stranezza, ha poco da invidiare all'arte indiana. Per formarsi un'idea di quanto sia disposto questo popolo ad essere tollerante in materia d'arte, basta osservare bene quelle barocche statue di santi per le strade e quei Cristi in legno di orribile fattura, sorgenti qua e là nelle piazze. [...] Pur troppo, l'uomo qui non corrisponde, alla natura che lo circonda; diversamente, in vista di questo mare, di questi monti, di questo cielo, non potrebbe pregare davanti a quegli orribili fantocci. *Povere cose, invero, l'erudizione e l'archeologia! In questo angolo di paradiso le cose si sentono e si comprendono oggi come le sentivano e le comprendevano gli antichi. Qui regna ancora l'idea del culto di Bacco e l'immaginazione si solleva in alto come una baccante col tirso; qui ci sembra di staccarci dal suolo e, sciolti da ogni vincolo terreno, di spaziare nell'atmosfera. *Questa Piazza Reale, vicinissima al mare, di cui però non si gode la vista, mirabilmente selciata, tanto che potrebbe servire benissimo da sala da ballo, circondata di eleganti edifici, è uno dei punti più eleganti della città. Vi risiedono il Re, la Corte e le principali amministrazioni; si potrebbe chiamare questa piazza, non il cuore di Napoli, ché questo titolo spetta al porto, ma il cervello. *Rimasi a lungo sulla terrazza di S. Martino appoggiato al parapetto ad ascoltare le voci che salivano da Napoli. Se questo popolo, pensavo, fa tanto chiasso nella sua vita comune, quanto ne farà quando è agitato da passioni, durante le lotte, quando vuole il saccheggio, come fecero il 15 maggio 1848 i lazzaroni a migliaia dietro la carrozza di re Ferdinando!<br>Il frastuono napoletano ha però di solito un carattere pacifico: è allegro ed in fondo è ordinato nel suo apparente disordine. Tutta quella gente, che brulica come formiche, si muove in certe direzioni fisse, con uno scopo determinato. In questo popolo la vita circola come il sangue nel corpo umano, e quelle sue pulsazioni febbrili in apparenza, sono in realtà regolari e normali. *[[Roma]], da dopo la rivoluzione del 1848, appare ancor più silenziosa che nel passato; tutta la vivacità del popolo è scomparsa e le classi agiate si tengono paurosamente nascoste, guardandosi bene di far parlare di sè; e le classi infime sono ancora più misere e più oppresse di prima. Le feste popolari sono scomparse, o quasi; il carnevale è in piena decadenza; e persino le feste di ottobre, un tempo sì allegre fuori delle porte, fra i bicchieri di vino dei Castelli e il saltarello, sono presso che dimenticate. [...] Ben diverso è l'aspetto di Napoli, dove il vivace, febbrile e continuo chiassoso movimento di tutto quel popolo, ha del fantastico. Si direbbe una città in rivoluzione, perché tutti si muovono, tutti si agitano, tutti gridano e schiamazzano. Nel porto, sulle rive del mare, nei mercati, in [[via Toledo]], persino a Capodimonte, al Vomero, a Posillipo, lo stesso movimento, lo stesso chiasso. A Napoli non si riesce a far nulla, e il nostro occhio nulla può fissare: ovunque bisogna guardarsi senza posa contro gli urti e gli spintoni. La stessa viva luce del mare e delle rive mantiene in continua agitazione, eccita la vista e la fantasia; e il frastuono delle voci umane e delle carrozze non cessa nemmeno nel cuore della notte. *S. Lucia, il luogo di carattere più svariato e dove sono le locande di secondo ordine, è la linea di confine fra la parte aristocratica di Napoli e quella popolare. Il porto è il punto del maggior movimento popolare e del commercio; ivi si lavora, si traffica senza posa, e ivi è tutto quello che è necessario alla vita del popolo. V'è un movimento continuo; le calate sono sempre ingombre di carbone e di altri materiali; vi si affollano continuamente pescatori, barcaiuoli, lazzaroni, piccoli mercanti. Gli abitanti delle campagne, i popolani vengono qui ad acquistare gli abiti e le scarpe, che empiono case da cima a fondo. Qui si vendono tutte le masserizie casalinghe, qui sono caffè, liquorerie, spacci di tabacco, unicamente frequentati dal popolo, fruttaioli i quali tengono gli aranci e le angurie già tagliate a fette che essi vendono per un tornese e che vengono mangiate dai compratori in piedi. Qui si vedono vere montagne di fichi d'India, di cui la gente più misera si nutre; questo è il luogo di riunione, si potrebbe dire la sala di conversazione del popolo. *Tanto nella festa della Madonna del Mercato, quanto in altre occasioni, il popolo non pensa che a divertirsi e a stare allegro. I Napoletani non vanno ad una festa per assistere alle funzioni religiose, per ammirare le fonti del culto, ma per stare all'aria aperta, per godere le bellezze naturali, cui la folla variopinta dà un nuovo risalto. Ho visto migliaia e migliaia di Napoletani alla festa per il centenario della Madonna di Posillipo. Non avevo mai assistito ad uno spettacolo così teatrale: la folla variopinta ingombrava la splendida riviera di Chiaia, la Villa Reale, tutta la strada sino a Posillipo: ovunque bandiere, festoni, fiori; il golfo splendeva di luce; sei navi da guerra, ancorate fra Chiaia e il porto, facevano senza posa fuoco dalle loro artiglierie; il rumore ed il chiasso erano indescrivibili; la processione non aveva niente di dignitoso, di solenne, d'imponente, per chi arrivava da Roma. A Roma, anche le processioni più meschine presentano un carattere artistico, il che mostra avere le arti esercitato la loro benefica influenza persino sulle minime cose del culto, quali sono gli emblemi, le allegorie, le immagini dei santi. Il senso del bello ivi regna dovunque, in ogni cosa; si direbbe che gli Dei della Grecia, i quali stanno al Vaticano e al Campidoglio, non tollerino il brutto e il barocco neanche nei santi. Il Museo Borbonico non ha esercitata affatto quest'influenza sul popolo di Napoli. ====[[Pierre-Jean Grosley]]==== *È senza dubbio sorprendente che un tale popolo, tenuto quasi sempre in nessuna considerazione nelle rivoluzioni che gli hanno fatto cambiare dominatore così spesso, abbia preso parte attivamente solo a quella di [[Masaniello]]. La sua indifferenza verso i movimenti politici poté esser messa più fortemente a prova di quando, nel cuore della capitale degli Stati dei suoi padri, lo sfortunato [[Corradino di Svevia|Corradino]], all'età di diciassette anni, versò quel che restava di un sangue riprovato e proscritto dai capi della Chiesa? Non potei vedere, senza fremere, il luogo in cui si mostrano ancora le vestigia di questa spaventosa scena.<br>Questa indifferenza, apparentemente stupida, è l'opera di un istinto illuminato dall'esperienza: ''Cosa m'importa'' – dicono con l'asino della favola – ''purché non mi si faccia portare più del mio carico ordinario''. Per completare il ritratto di questo popolo, è sufficiente aggiungere che Napoli non ha l'ombra di polizia, e tuttavia di rado avvengono quei disordini e quegli eccessi che a Parigi tutta la vigilanza del magistrato riesce a prevenire solo con un'attenzione costante. *Non ho soggiornato abbastanza a Napoli, per essere istruito a fondo sulla vita, sia privata sia di società che vi si conduce. So solo che vi si dorme più che in qualsiasi altro paese dell'Italia; che vi si consuma una quantità prodigiosa di cioccolato che ogni privato fa preparare a casa sua nella dose che più preferisce; che le conversazioni o riunioni generali sono nel tono di quelle delle altre città d'Italia; che nelle cerchie private il parlare è alla greca, cioè, molto allegro ed estremamente libero; che la galanteria è tanto comune e poco discreta nei primi ranghi, quanto rara e misteriosa nella borghesia; che, a seguirla nel popolo, gli estremi si toccano; che la continenza, in generale, a Napoli è la virtù meno comune; che l'amore, che altrove spesso non è che apparenza, fatuità, fantasia, è uno dei più urgenti bisogni; infine che il Vesuvio, che comanda questa città, è l'emblema più esatto sotto cui da questo punto di vista la si possa rappresentare.<br>Altri bisogni, che la polizia ed un certo pudore altrove, soprattutto nelle grandi città, reprimono, a Napoli sono al di sopra di tutte le leggi. Lo zolfo, mescolato a tutti i vegetali e a tutti gli alimenti, l'uso continuo del cioccolato, dei liquori più forti, delle spezie che più riscaldano provocano esplosioni ed eruzioni che non sopportano né rinvio né cerimonie. I cortili dei palazzi e degli alberghi, i porticati delle case private, le loro scale e i loro pianerottoli sono altrettanti ricettacoli per le necessità di tutti i passanti. Anche chi va in carrozza scende per mescolarsi alla folla che cammina; chiunque si prende in casa d'altri la libertà che permette a casa sua. *Sotto un'apparenza di allegria, di distrazione e di leggerezza, il popolo e la borghesia di Napoli, divisi fra il lavoro ed il piacere, nascondono vedute profonde e ben seguite, se non in ciascuna testa, perlomeno nell'insieme. Considerati in questo insieme, formano una democrazia indipendente dal re e dalla nobiltà alla quale si uniscono quando il loro interesse lo esige. Nel loro partito hanno sempre in basso clero e la maggior parte dei monaci di cui Napoli brulica. ====[[Felix Hartlaub]]==== *A nemmeno cento metri di distanza dal mio attuale domicilio ha insegnato [[Tommaso d'Aquino]], è cresciuto [[Giordano Bruno]], sono sepolti il [[Fernando Francesco d'Avalos|Pescara]] e [[Vittoria Colonna]]<br>Dall'altra parte della strada ha passeggiato [[Francesco Petrarca]], e [[Federico II di Svevia|Federico II di Hohenstaufen]] ha amministrato la giustizia − incredibile, incommensurabile. Ma la vita del presente in questa città si muove e gira così rumorosa e disinvolta intorno a questi monumenti che non si ha nemmeno il tempo di rendersi ragione del loro significato. Per tanta ricchezza di tempo – assenza di tempo – Napoli eterna è semplicemente uno degli ingredienti eterni del tempo. Dio creò il cielo, l'acqua e la terra e creò anche l'elemento "napoletano", una piccola nuvola di olio grasso e odore di putrido, con alcune melodie e frammenti di chiasso, un Tutto e un Nulla, un elemento di tutto il mondo e insieme anche qualcosa semplicemente di inferiore. Ci saranno ancora molti bravi napoletani e gente che a Napoli imparerà e farà qualcosa di buono, si pensa, e si compra una pizza in una strada su cui, forse, ha camminato verso Roma l'apostolo [[Paolo di Tarso|Paolo]]. *A volte trovo tutto inverosimilmente grandioso, un'altra volta confuso e perturbante, in ogni caso è sempre molto interessante e prende tutta la persona come un sortilegio. Non esiste un'altra città che così, ad ogni passo, trasmette a chi cammina il suo respiro, con cui bisogna entrare in rapporto interiore. Qui non si possono cogliere, con tranquillo stato d'animo epicureo, i tesori d'arte, perfezionare la propria cultura, no, ogni giorno bisogna ricominciare di nuovo in qualche modo da capo, cercare sempre di nuovo il proprio cammino spirituale attraverso le pesanti grossolane realtà che oppone, ad ogni passo, la vita della strada. *Il grande sole africano dona al cervello una grandiosa asciuttezza, vengono prosciugate tutte le pozzanghere dell'osservazione che psicologizza e individualizza. L'uomo accetta se stesso come è venuto al mondo e si mette subito in marcia verso un fine che gli è naturale. Il carattere matura presto al grande calore e non richiede tanto spazio per sé come da noi, consiste quasi sempre per metà in gentilezza, premura e disponibilità e tante altre piacevoli virtù con cui gli uomini reciprocamente rendono i loro rapporti più facili.<br/>E se da un canto con questa mancanza dell'idea dell'Io e della personalità ci si ritrova già quasi in Oriente, d'altro canto l'Occidente, con il mondo antico, il cristianesimo e con la scienza moderna è presente ovunque nella sua forma più evidente.<br/>Naturalmente bisogna accettare anche altre cose, la mancanza, per esempio, di una qualsiasi generosità eroica. In fondo questa spiritualità del tutto particolare la si può spegare con il fatto che Napoli in realtà è un paese, una nazione a sé, con un passato del tutto diverso da quello del resto dell'Italia. ====[[Raffaele La Capria]]==== *A Napoli, – e in questo mondo di kamikaze dove pietà l'è morta – siamo andati «molto oltre tutto quello che si poteva immaginare». Se eliminassimo tutti gli assassini che vanno in giro nelle nostre città si dovrebbe aprire una succursale dell'Inferno. *La Napoli dimenticata, l'altra faccia di una città che ha dato all'Italia [[Benedetto Croce]], [[Salvatore Di Giacomo]], anche se tutto questo viene trascurato perché nella rappresentazione della città prevale sempre l'osservazione sulla plebe. Io credo che la borghesia napoletana non si è saputa raccontare; non ci sono romanzi e personaggi che la rappresentano, così come invece hanno saputo fare in Sicilia con [[Federico De Roberto|De Roberto]], [[Giovanni Verga|Verga]], [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]]; Napoli ha eccelso soltanto nel pensiero, è stata più avanti, non solo della Sicilia ma anche di altre regioni italiane, nella speculazione filosofica. *La nostra non è la città di quel "chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato" che spesso le attribuiscono. Chi ha dato e chi ha avuto restano sulle rispettive posizioni. Intransigenti nel valutarle. Appassionandosi ancora nel discuterne, dopo quarant'anni. Finché una città trova parole per parlare di sé, fa emergere contrasti all'interno di questo discorso e riesce a interessare anche gli altri, vuol dire che non è morta. *Ma è l'Italia il vero problema di Napoli. *Napoli è stata uccisa dalla speculazione edilizia. Si combatteva contro questa speculazione... Cambiare la struttura [[urbanistica]] di una [[città]] significa cambiarne la morale. E Napoli è cambiata moltissimo dopo la speculazione edilizia: è stato allora che sono arrivate le periferie inabitabili, è stato allora che è nata la «corona di spine», così viene chiamata a Napoli la periferia, «corona di spine». Ed è allora che, come scrivevo in ''L'occhio di Napoli'', se ti capita di sbagliare strada, vai a finire in periferia e puoi arrivare all'inferno. ====[[Jérôme Lalande]]==== *Il carattere tranquillo di questo popolo è ben apparso durante la terribile carestia che provò questa città {{NDR|di [[Napoli]]}} nel 1764: non si vide la minima sommossa; tuttavia le strade erano piene di infelici che morivano o di fame o per le malattie che la malnutrizione porta con sé, e i Magistrati avevano tanto più torto, in quanto avevano lasciato esportare i grani in abbondanza qualche mese prima. *Niente si può immaginare di più bello, di più grande, di più singolare sotto tutti i punti di vista del colpo d'occhio di Napoli da quel lato in cui la si vede: questa città è posta al fondo di un bacino, chiamato in italiano cratere, che ha due leghe e mezzo di larghezza e altrettante di profondità; esso sembra quasi chiuso dall'isola di [[Capri]], che si presenta dal lato di mezzogiorno, e sebbene a sette leghe di distanza la vista termini piacevolmente, si crede di vedere ai lati di quest'isola due aperture chiamate in effetti Bocche di Capri, ma l'una ha più di otto leghe di larghezza, e l'altra ha solamente una lega, sebbene esse appaiono pressoché uguali. *Non si incontrano affatto la sera, nelle strade di Napoli, quelle donne che sono la vergogna del loro sesso con le molestie; è vero che vi sono delle guide che si piazzano nei luoghi conosciuti, come vicino al teatro, ma è ancora con una specie di riservatezza, o di timidezza, che fa onore ai costumi e alla città di Napoli. ====[[Giacomo Leopardi]]==== *L'aria di Napoli mi è di qualche utilità; ma nelle altre cose questo soggiorno non mi conviene molto... Spero che partiremo di qua in breve, il mio amico e io. *Lazzaroni pulcinelli nobili e plebei, tutti ladri e b. f. degnissimi di Spagnuoli e di forche. *Paese semibarbaro e {{sic|semiaffricano}}, nel quale io vivo in un perfettissimo isolamento da tutti. ====[[Nanni Loy]]==== *Durante la lavorazione de ''Le quattro giornate di Napoli'', se prendevo il megafono e dicevo alle 500 comparse di correre da una direzione all'altra ad un mio fischio, non si muoveva nessuno. Inizialmente non riuscivo a capire il perché. La realtà è che non mi riconoscevano il diritto di imporre loro qualcosa con un fischio. Bisognava loro spiegare il motivo. Così mi riunii a loro e spiegai il perché di quella scena. [...] Il rendimento si capovolse e tutte le comparse dettero un loro contributo creativo. Non erano stati parcellizzati con un dovere. Si sentirono talmente investiti del problema del film e delle riprese, da comportarsi come dei registi. Durante le prove gridavano stop nel megafono per fermare gli errori, assimilando ciò che facevo io, interrompendo le riprese anche quando andavano bene. Ma perché volevano diventare tutti registi? Perché nei napoletani è insopprimibile il desiderio di essere considerate persone, con una dignità personale, una intelligenza ed una personalità riconoscibili. [...] A Napoli, no. Con i soldi e gli ordini non si compra nulla. *Provo una sorta di amore e odio, una grande ammirazione, affetto e tenerezza per il singolo napoletano. Provo al tempo stesso molto risentimento per quella che ricordo essere l'organizzazione sociale della città. L'odio nasce per questo patrimonio, energie, ed intelligenza che venivano, non so oggi, continuamente deviate, sprecate. È un'amarezza che mi prende qualche volta, nel vedere queste persone che singolarmente valgono tanto, sprecarsi in complicazioni inutili, confusioni evitabili, violenze ingiustificate. *Vi è una cultura di fondo individualista, ed in questo senso è da considerare negativa, per quanto sia al tempo stesso molto ricca di un grande potenziale, che si manifesta in esaltazione della persona e dell'uomo contro tutte le culture di appiattimento del nostro tempo. L'individualismo dei napoletani produce certamente delle difficoltà di gestione degli affari sociali, il che la fa apparire agli occhi di un non napoletano come me una città incivile, una civis incivile; è pur vero, però, che in questo modo si preserva la ricchezza dell'individuo, la sua fantasia, quel potenziale che le permette di essere fuori dalle regole della produzione e del consumo. ====[[Curzio Malaparte]]==== *Napoli è la più misteriosa città d'Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. È la sola città del mondo che non è affondata nell'immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno. Napoli è l'altra Europa. Che, ripeto, la ragione cartesiana non può penetrare. *Nessun popolo sulla terra ha mai tanto sofferto quanto il popolo napoletano. Soffre la fame e la schiavitù da venti secoli, e non si lamenta. Non maledice nessuno, non odia nessuno: neppure la miseria. Cristo era napoletano. *Non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli. *Quando Napoli era una delle più illustri capitali d'[[Europa]], una delle più grandi città del mondo, v'era di tutto, a Napoli: v'era Londra, Parigi, Madrid, Vienna, v'era tutta l'Europa. Ora che è decaduta, a Napoli non c'è rimasta che Napoli. Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. E' il destino dell'Europa di diventar Napoli. Se rimarrete un po' di tempo in Europa, diverrete anche voi napoletani. *Tutti piangevano, poiché un lutto, a Napoli, è un lutto comune, non di uno solo, né di pochi o di molti, ma di tutti, e il dolore di ciascuno è il dolore di tutta la città, la fame di uno solo è la fame di tutti. Non v'è dolore privato, a Napoli, né miseria privata: tutti soffrono e piangono l'uno per l'altro, e non c'è angoscia, non c'è fame, né colera, né strage, che questo popolo buono, infelice, e generoso, non consideri un tesoro comune, un comune patrimonio di lacrime. ====[[Giorgio Manganelli]]==== *La storia di Napoli nasce lentamente. Soprattutto, è una storia esotica, una invenzione che sa di [[Omero]], di poemi ciclici, di innumeri indecifrabili frammenti di leggende, favole, conti di mercanti, liti di taverne, imbrogli, risse, coltelli lucidi e rapidi, adulteri e nostalgie. *Napoli voleva essere accerchiata, catturata, la grande metropoli inesistente, invisibile, intoccabile, stava nel centro delle grandi manovre delle flotte tra piratesche e adolescenti che cercavano casa oltre le coste patrie. Napoli non c'era; non c'era il rumore, il clangore, non il precipitoso coagulo di colori, non gli dèi, le donne, l'aroma del cibo, il sonno. Eppure l'ipotesi colossale di Napoli agiva, e i minuscoli uomini sfioravano lo spazio che doveva per sempre essere Napoli. Poi sbarcarono a Cuma. *[[Partenope (sirena)|Partenope]] è una sirena, è una città, è greca, è morta per amore, è una dea, è un luogo, è una strada, è una taverna, è miracolosa, venerarla bisogna, qui è Partenope<ref>Nel testo: [[Partenone]].</ref>, Partenope è in ogni luogo, di soppiatto scaturisce dal mare, qui dove è nome di ninfa sarà sacra la ninfa nei secoli; non morirà mai; la città non morrà, la ninfa città non morrà. Gioco, allucinazione, miracolo, liturgia, la città-ninfa sta nascendo. È inevitabile chiedersi; ma come, ma quando, ma dove nasce Napoli?<br>Giacché il nascere di Napoli non può essere il nascere di altre, anche nobili, eroiche città.<br>Dopo Partenope nascerà una «città nuova», insomma una Neapolis. Siamo arrivati? Forse siamo arrivati da sempre; forse è impossibile arrivare. Ma questo sospettiamo: che vi fu un momento in cui tra i marittimi dalle brache salse e crude, tra i duri campani che non capivano greco, cominciarono ad arrivare gli dèi. *Si ha l'impressione che arrivassero dappertutto, e certamente era così, ma che a Napoli-Partenope fosse impossibile distinguerli dalla folla di {{sic|graeculi}} e campani; erano dèi forastici, meteci, un po' contado un po' mare, ma fitti e inframettenti come i folletti. (Certo che c'erano i culti misterici. A Napoli? Ma dove volete che fossero? E [[Mitra]] si sa. E la bella [[Cerere (divinità)|Cerere]], materna e chiassona, e un'Iside così pervasiva che nemmeno si sa dove si fosse il suo santuario, si è diffusa per tutta la città, non v'è città isiaca come Napoli-Partenope. Ecco, Partenope; no, non è né storia, né folklore, è ancora una presenza sacra, e ancora qualcuno, che non veda Cerere, sussurra nella gran folla una preghiera greca a una ninfa ondosa, una ninfa greca morta dopo aver conosciuto [[Ulisse|Odisseo]]. '''[[Sándor Márai|Sandor Marai]]''' * Già verso Napoli sul treno mi è venuto in mente, e mi animava anche durante i giorni trascorsi a Roma: scrivere un altro romanzo, un’ultimo con il titolo: ''Il sangue di San Gennaro''. Un uomo arriva a Napoli, e decide di salvare il mondo – questo sarebbe il romanzo. * L’addio a Napoli, a [[Posillipo]] fu più doloroso di qualsiasi addio ad una persona, o a qualcosa nella mia vita. [...] Questi tre anni e mezzo in Italia, a Posillipo, erano il dono più grande nella mia vita. Ho amato tutto qui, e sapevo che a modo loro anche loro, gli italiani meridionali, mi hanno accettato. Molti hanno pianto, nella cittadina e nel palazzo i venditori di vino, di carbone come anche il pescivendolo mi stringevano la mano. * Napoli è un posto curioso: una città dove il miracolo regolarmente, due volte all’anno fa parte della vita della città, come un avvenimento turistico. I napoletani sono gli specialisti del miracolo. * Per i vicoli di Napoli, ogni pomeriggio. Nei dintorni di San Biagio dei Librai. Abitano tutti qui: [[Benedetto Croce]], il vescovo, i principi, in mezzo al lerciume, in palazzi pericolanti. Ed è qui che abita il popolo napoletano. Uomini di ogni classe, di ogni condizione mangiano e bevono le stesse cose, la pensano alla stessa maniera, sognano allo stesso modo. Sono tutti uomini mediterranei. Non tanto italiani, quanto piuttosto mediterranei. È questo il loro stato sociale. * [[Posillipo]] è come se fosse la Collina delle Rose a Budapest, ma anche come il villaggio di Leányfalu sul Danubio. Tutto qui è «come se fosse»... Anche Napoli è come Budapest: non c’è l'Isola Margherita ma c'è [[Capri]], non ci sono i Bagni Lukács ma c'è il Mar Tirreno, non c'è il Danubio, ma qui davanti alle mie finestre si spalanca il Golfo di Napoli, non ci sono le Colline di Buda, ma c'è il [[Vesuvio]], non c'è la Váci utca, ma c'è via Chiaia con i suoi negozi eleganti, dove sciama e s'affretta la folla variopinta e orientaleggiante di Napoli, che assomiglia misteriosamente a quella di [[Budapest]]. ====[[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]==== *Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia! *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|il Vesuvio}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. *Frattanto la notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a Posillipo il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. *I "Quartieri", a Napoli, sono tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile. *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. *La quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli. *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. *Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette. *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; Napoli è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il Vesuvio, le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. ====[[Mario Martone]]==== *Attraverso il teatro Napoli esprime spudoratamente il suo stato di capitale del Sud del mondo. *Napoli è una città difficile che insegna ad essere aperti, liberi, disponibili alle novità. Napoli ha una forza dolorosa ed è per questo che io l'amo. *Questo popolo, fratello di tanti popoli sofferenti, vivo più che mai intorno a noi, ci insegna a aprire gli occhi, guardare in faccia il dolore e trasformare il dolore in energia. ====[[Francesco Mastriani]]==== *Gli è indubitato che ci è ancora della feccia nel nostro popolo, e ce ne sarà ancora per qualche tempo. Ma è forse possibile una compiuta improvvisa riforma de' suoi costumi?<br>Noi accogliamo la speranza, per non dire la certezza, che tra dieci anni il nostro popolo non sarà secondo ad altri in Europa. Voglia Dio benedire all'opera della nostra rigenerazione, iniziata dal più Grande Italiano vivente [[Giuseppe Garibaldi|GIUSEPPE GARIBALDI]]! Voglia Dio benedire gli sforzi degli uomini che han rette intenzioni e buon volere! Possano le aure incantate del nostro cielo non essere più contaminate da straniere favelle! Possano i nostri ubertosi campi non essere più calpestati da orde inimiche del sangue italiano! Possa presto Napoli festeggiare il dì in cui per tutta [[Italia]] risuoni il grido della compiuta nostra unificazione, proclamata in ROMA CAPITALE. Allora, dopo il ''Pater noster'', noi insegneremo a' nostri figliuoli questa altra prece che eglino dovranno recitare ad ogni alba e ad ogni sera:<br><br>''Da' Tedeschi ed Imperiali,<br>Da' Francesi e Cardinali<br>Libera nos, Domine!'' *L'invenzione dei bassi, cioè delle case a terreno, delle case-botteghe, è proprio un'invenzione tutta napolitana a pro del guaglione, il quale si procura quel divertimento di scegliere quel domicilio che vuole su la soglia di qualcuni di questi bassolini. *Ma è proprio per il guaglione che Napoli è stata creata. Il guaglione è il Re di Napoli è il padrone assoluto del suolo [[Fiume|sebezio]] ed esercita talvolta il suo impero con una [[Bullismo|tirannia]] che è tanto più inesorabilmente quanto è più graziosa. *Napoli, per la sua posizione geografica, per la sua gran popolazione, per la natura feracissima del suo suolo, per le sue gloriose tradizioni in ogni ramo dello scibile, per la prodigiosa attitudine de suoi abitanti alle arti belle e dalle arti meccaniche, per grandiosi e storici monumenti di che è ricca e pei suoi vasti commerci, sarà sempre la Filadelfia d'Italia. Incorporata oggi alla grande [[Italia|Famiglia Italiana]], essa comincia ad appropriarsi dalle città sorelle l'affrancamento da quegli aviti pregiudizi che formarono per sì lungo volger di tempo sì possente ostacolo al progresso della sua civiltà siccome le città sorelle e specialmente le settentrionali cominciano a smettere, per la fusione coi nostri vispi meridionali, le forme pedantesche, le arie pesanti e le rigidezze cancelleresche. *Né climi meridionali sotto un cielo come questo di Napoli che invita così potentemente alla [[Ozio|pigrizia]] ed a quel dolce far niente di che ci han fatto una colpa gli [[Straniero|stranieri]], il [[Mendicante|vagabondaggio]] è così esteso che noi disperiamo che possa il governo giungere ad estirparlo del tutto in un paese come il nostro dove si vive così a buon mercato. Dove con dieci centesimi di maccheroni, dove con cinque centesimi di pane ed altrettanti di frutte un uomo ha messo a poco a poco il suo pranzo, non sappiamo come si possa sentire la suprema necessità e l'obbligo del lavoro. ====[[Raffaele Mastriani]]==== *L'antichità di Napoli si è del tutto smarrita nella oscurità de' secoli trascorsi. *La principal veduta è di mirar Napoli in alto mare, donde l'intiera città si presenta come un immenso anfiteatro. La seconda e di guardarla da S. Martino, dove si vede sotto gli occhi minutamente quasi tutta la città ed il delizioso contorno del golfo. La terza è di veder Napoli dalla Specola Reale o dal palazzo della Riccia: questo luogo per la estensione della sua veduta è detta con nome Spagnuolo Miradolos. La quarta è di contemplarla da' reali giardini di [[Portici]], e più dalla villa del Duca di Gravina e lì è ad essa superiore. La quinta è di osservarla dalla Madonna del Pianto. *La veduta della Capitale è sorprendente dalla cima del Vesuvio in un bel mattino di primavera: e bellissima dal terrazzo di Belvedere e dal palazzo Patrizj al Vomero, è vaga dai punti più elevali dell'Arenella, è incantevole quella parte che se ne scorge dalla strada nuova di Posillipo, al tramonto del sole. *Napoli col suo cratere, colle sue isole, col suo Vesuvio, colle sue montagne offre vedute cosi vaghe, così amene, così varie che l'anima ne resta rapita ed incantata. ====[[Marcello Mastroianni]]==== *{{NDR|A Roma}} [...] in Via del Corso [...], sentii dietro di me uno che fece "ammazza le rughe! Hai visto come si è invecchiato?" Detto forte, perché io potessi sentire. Non so se lo dicesse a una ragazza o a chi: "ammazza le rughe!" La stessa cosa mi è accaduta a Napoli. "Marcelli', c simm fatt vecchiariell eh? 'O vulit nu cafè?" La vedete la differenza? *La città meno americanizzata d'[[Italia]], anzi d'[[Europa]]. Eppure le truppe americane l'hanno avuta per tanto tempo. Ma una volta ripartiti questi soldati (a parte qualche moretto lasciato lì), tutto quanto era americano è stato cancellato.<br />La forza dei napoletani sta in questo: nel loro carattere, nella loro tradizione, nelle loro radici. *Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano perché so che ci starei bene. *Napoli va presa come una città unica, molto intelligente. Napoli è troppo speciale quindi non la possono capire tutti. ====[[Klemens von Metternich]]==== *Questo [[Vesuvio]], mia buona amica, è uno spettacolo imponente ed augusto. Sfortunatamente non posso vederlo dalla mia finestra; lo si vede però da qualsiasi posto, anche solo a cento passi dalla mia casa, come un immenso fanale nella notte. Una forte eruzione come quella del 1814, per esempio, deve essere uno spettacolo incredibile. La montagna è così vicina alla [[Napoli|città]], ed il pendio vi porta in modo così diretto che la formazione di un nuovo cratere, e ogni eruzione ne forma uno nuovo, la metterà in gran pericolo. I napoletani, del resto, non ci pensano; sono come i marinai, che dimenticano che solo una tavola li separa dall'abisso, e si è tentati di dimenticare, al cospetto di una natura tanto bella e ridente, come il pericolo possa essere anche ravvicinato dal godimento. *Qui sareste la creatura più felice del mondo. Tutto ciò che la natura ha fatto di più bello, di più maestoso e di più incantevole è versato qui a torrenti, su tutto ciò che si vede, si sente e si tocca. *Un popolo per metà barbaro, di un'ignoranza assoluta, di una superstizione senza limiti, ardente e passionale come sono gli africani, un popolo che non sa leggere né scrivere e di cui l'ultima parola è il pugnale, offre bel soggetto per l'applicazione dei principi costituzionali. ====[[Paolo Monelli]]==== *Ha detto [[Cicerone]] che Napoli è la città dove i sospettosi diventano confidenti, e gli infelici trovano consolazione. Perciò, quando sono seccato della politica vengo a Napoli a dimenticare tutto. *I napoletani discendono dagli dèi, questa è la verità, non sono né greci né oschi né romani, sono dèi. Che per vivere sulla terra si sono fatti come siamo; un misto di spirito attico grazie agli ateniesi, di tenacia al lavoro osca, di intelligenza indulgente ed acuta quale si conviene ad esseri divini. *Il napoletano non è ozioso; è filosofo. Sa che la vita è labile, l'avvenire è fallace, il lavoro è pena; accetta ogni fatica perché deve dar da mangiare ai piccirilli e alla donna; ma non lo esalta, non ne fa una missione nella vita come avrebbe voluto quello scocciatore di Catone. È povero e non è avido di denaro, è sobrio e non s'ingozza se la fortuna gli mette davanti una tavola imbandita. *Ora Napoli ha un nome greco, e se vuoi fare un complimento a qualche mio compatriota che m'intendo io puoi chiamarla l'Atene dell'occidente; ma prima di essere Neapolis era Paleopolis, città antichissima come dice il nome, e prima era Partenope, la città delle sirene, chiamata così dalla sirena Parthenope che ci ebbe la tomba. ====[[Francesco Saverio Nitti]]==== *Come vivea Napoli prima del 1860? Essa era, come abbiam detto, la capitale del più grande regno della penisola. Messa in clima temperato, tra la collina e il mare (come nell'ideale platonico) dato lo scarso sviluppo della igiene pubblica in tutta Europa, non ostante condizioni cattive della sua edilizia, rimaneva città di dolce soggiorno, in cui i forestieri si recavano spesso a svernare, più spesso ancora erano attratti, oltre che dalla bellezza del clima, dalla facilità della vita. *Napoli ha cessato di essere, per necessità delle cose, ''città di consumo'' e non è diventata città industriale, né di commercio: quindi le risorse dei cittadini sono diminuite. *Napoli, la grande città che era ancora qualche secolo fa la seconda in Europa per popolazione, che nel 1860 soverchiava per importanza tutte le città italiane; Napoli, la città che Sella chiamava ''cospicua'' e che avea almeno fino a qualche tempo fa alcune apparenze di ricchezza, Napoli muore lentamente sulle sponde del Tirreno. ====[[Anna Maria Ortese]]==== *Come tutte le mostruosità, Napoli non aveva alcun effetto su persone scarsamente umane, e i suoi smisurati incanti non potevano lasciare traccia su un cuore freddo. *Di solito, giunti a Napoli, la terra perde per voi buona parte della sua forza di gravità, non avete più peso né direzione. Si cammina senza scopo, si parla senza ragione, si tace senza motivo, ecc. Si viene, si va. Si è qui o lì, non importa dove. È come se tutti avessero perduto la possibilità di una logica, e navigassero nell'astratto profondo, completo, della pura immaginazione. *Era strano, ma questo che vedevo, per tanti aspetti non mi sembrava un popolo. Vedevo della gente camminare adagio, parlare lentamente, salutarsi dieci volte prima di lasciasi, e poi ricominciare a parlare ancora. Qualcosa vi appariva spezzato, o mai stato, un motore segreto, che sostituisce al parlare l'agire, al fantasticare il pensare, al sorridere l'interrogarsi; e, in una parola, dà freno al colore, perché appaia la linea. Non vedevo linea, qui, ma un colore così turbinoso, da farsi a un punto bianco assoluto, o nero. *Erano molto veri il dolore e il male di Napoli, usciti in pezzi dalla guerra. Ma Napoli era città sterminata, godeva anche di infinite risorse nella sua grazia naturale, nel suo vivere pieno di radici. *Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, a tutta prima, una impressione stranissima, come di un'orchestra i cui strumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione. *L'eterna folla di Napoli, semovente come un serpe folgorato dal sole, ma non ancora ucciso. *La città si copriva di rumori, a un tratto, per non riflettere più, come un infelice si ubriaca. Ma non era lieto, non era limpido, non era buono quel rumore fatto di chiacchierii, di richiami, di risate, o solo di suoni meccanici; latente e orribile vi si avvertiva il silenzio, l'irrigidirsi della memoria, l'andirivieni impazzito della speranza. *Napoli è un pezzo di deserto azzurro. *Tornai al mio albergo, e pensando tanti casi e persone passò la notte, e riapparve l'alba del giorno in cui dovevo ripartire. Mi accostai alla finestra di quella casa ch'era alta come una torre, e guardai tutta Napoli: nella immensa luce, delicata come quella di una conchiglia, dalle verdi colline del [[Vomero]] e di Capodimonte fino alla punta scura di [[Posillipo]], era un solo sonno, una meraviglia senza coscienza. ====[[Johan Turesson Oxenstierna]]==== *Il più delizioso paese dell'Europa è Napoli, e di quanto fa {{sic|duopo}} per una vita deliziosa è provveduto, {{sic|benche}} da perverso popolo sia abitato. Albergo è quasi sempre della più trista nazione 'l paese migliore. Si trovano quivi galantuomini quanti altrove fuor d'ogni dubbio, ma così mi spiego al riguardo del popolo minuto, che dello stato la terza parte compone. *Nazione di più inquietissima è questa, e contro cui devesi ad ogni momento ben avvertire; chiara testimonianza ne fanno quaranta due generali rivoluzioni seguite {{sic|doppo}} la separazione sua dal Romano impero, di cui per lo passato era parte, e nello spazio di due anni ha cinque Re tutti di nazioni differenti avuto, questa Corona i Re di Spagna possedendo, dicevasi; ''che 'l Re cattolico in [[Sicilia]] per la dolcezza regnava, per l'autorità in [[Milano]], ed in Napoli con la sottigliezza.'' *Napoli è nel rimanente 'l paese de' Monaci e delle Civette, due spezie d'animali ugualmente pericolosi, e per una quotidiana, ed ordinaria {{sic|Conversazione}}: Forastieri molti perciò non si vedono doppo un breve soggiorno in altra maniera ritornarsene, che colla borsa vuota, caricata la coscienza, e contaminato 'l corpo. Questa è di Napoli la mia sentenza, che per verità d'esser {{sic|veduto}} merita, ma non già d'esser con troppa curiosità {{sic|esaminato}}. ====[[Pier Paolo Pasolini]]==== *Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. Non saranno dei napoletani trasformati. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili, incorruttibili. *Ho scelto Napoli<ref>Per le riprese del ''Decamerone''.</ref>perché è una sacca storica: i napoletani hanno deciso di restare quello che erano e così di lasciarsi morire: come certe tribù dell'Africa. *Io con un napoletano posso semplicemente dire quel che so, perché ho, per il suo sapere, un'idea piena di rispetto quasi mitico, e comunque pieno di allegria e di naturale affetto. Considero anche l'imbroglio uno scambio di sapere. Un giorno mi sono accorto che un napoletano, durante un'effusione di affetto, mi stava sfilando il portafoglio: gliel'ho fatto notare, e il nostro affetto è cresciuto. *Io so questo: che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Beja (o lo fanno anche da secoli, gli zingari): è un rifiuto sorto dal cuore della collettività [...]; una negazione fatale contro cui non c'è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto. *Io sto scrivendo nei primi mesi del 1975: e, in questo periodo, benché sia ormai un po' di tempo che non vengo a Napoli, i napoletani rappresentano per me una categoria di persone che mi sono appunto, in concreto, e, per di più, ideologicamente, simpatici. Essi infatti in questi anni – e, per la precisione, in questo decennio – non sono molto cambiati. Sono rimasti gli stessi napoletani di tutta la storia. E questo per me è molto importante, anche se so che posso essere sospettato, per questo, delle cose più terribili, fino ad apparire un traditore, un reietto, un poco di buono. Ma cosa vuoi farci, preferisco la povertà dei napoletani al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei napoletani alle scuole della repubblica italiana, preferisco le scenette, sia pure un po' naturalistiche, cui si può ancora assistere nei bassi napoletani alle scenette della televisione della repubblica italiana. Coi napoletani mi sento in estrema confidenza, perché siamo costretti a capirci a vicenda. Coi napoletani non ho ritegno fisico, perché essi, innocentemente, non ce l'hanno con me. Coi napoletani posso presumere di poter insegnare qualcosa perché essi sanno che la loro attenzione è un favore che essi mi fanno. Lo scambio di sapere è dunque assolutamente naturale. *Napoli è ancora l'ultima metropoli plebea, l'ultimo grande villaggio (e per di più con tradizioni culturali non strettamente italiane): questo fatto generale e storico livella fisicamente e intellettualmente le classi sociali. La vitalità è sempre fonte di affetto e ingenuità. A Napoli sono pieni di vitalità sia il ragazzo povero che il ragazzo borghese. [[Immagine:Palazzo dello Spagnolo - Naples.jpg|thumb|Palazzo dello Spagnolo]] ====[[Jean Paul]]==== *Ancor prima che avessimo compiuto il periplo del promontorio di [[Posillipo]], il cratere del [[Vesuvio]] eruttò lentamente nel cielo un figlio ardente, il sole, e mare e terra si infiammarono. L'anfiteatro di Napoli coi palazzi color dell'aurora, la sua [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del mercato]] fatta di vele pallide, il brulichio delle sue fattorie sulle pendici dei monti e sulla riva e il suo trono verdeggiante di Sant'Elmo, si drizzò fieramente tra due montagne, davanti al mare. *Io passeggiavo solitario; per me non c'era notte, né casa. Il mare dormiva, la terra pareva desta. Nel fuggevole chiarore (la luna calava già verso Posillipo) contemplavo quella divina città di frontiera del mondo delle acque, quella montagna di palazzi che s'inerpicava, fin dove l'alto [[Castel sant'Elmo|castello di Sant'Elmo]] occhieggiava bianco tra il verde del fogliame. La terra cingeva il bel mare; sul braccio destro, il Posillipo, portava fiorenti vigneti fin dentro le onde, mentre col sinistro reggeva città e racchiudeva le onde e le navi del mare e se le stringeva al petto. Sull'orizzonte la puntuta [[Capri]] giaceva nell'acqua come una sfinge e sorvegliava la porta del [[Golfo di Napoli|golfo]]. Dietro la città il vulcano fumava nell'etere, sprizzando a tratti scintille tra le stelle. *La luna era alta nel cielo, luminosa come un sole, e l'orizzonte era indorato dalle stelle – e in tutto il cielo senza nubi si ergeva sola, a oriente la cupa colonna del Vesuvio. Nel cuore della notte, dopo le due, attraversammo da un capo all'altro la città meravigliosa, in cui continuava a fiorire la vita del giorno. Gente allegra popolava le strade – i balconi si scambiavano canzoni – sui tetti spuntavano fiori, alberi tra i lampioni, e le campanelle delle ore prolungavano il giorno, e la luna sembrava riscaldare. Solo di tanto in tanto ci imbattevamo lungo i colonnati, in qualcuno intento alla sua siesta. ====[[Roger Peyrefitte]]==== *Costumi tranquilli del popolo napoletano, che ci si immagina inquietante: la sorveglianza notturna di questa città è affidata a dodici carabinieri. *La vera Napoli, meravigliosa, pittoresca, commovente: quella della strada. *«Posillipo»: «che calma il dolore». Questo luogo d'incanto deve il nome a una villa di Pollione, il Romano che gettava gli schiavi alle murene. Un nome così di buon augurio non era che un'antifrasi. *Risa e sorrisi – la sola Corte d'Europa dove [[Giacomo Casanova|Casanova]] abbia sentito ridere fragorosamente fu quella di Napoli. *Un incidente qualunque fornisce immediatamente dei numeri per giocare al lotto. Un vaso da fiori è caduto in testa ad una passante: i testimoni, dopo averla soccorsa, vanno a giocare 17 (disgrazia), 21 (ad una donna), 34 (sulla testa). ====[[Guido Piovene]]==== *A Napoli, come a Parigi, è difficile udire, almeno in conversazione, quei giudizi assoluti, radicalmente negativi che si odono altrove; come a Parigi, la tendenza è piuttosto verso l'assoluzione, naturalmente con un sottinteso un po' scettico, e senza approfondire troppo; vi è sempre, nei giudizi, un umorismo e un garbo di capitale anche mondana. *È un accento che spesso ho udito risuonare a Napoli in diversa forma. Un incanto nel vivere, unito però al sottinteso che il vivere ha per se stesso qualche cosa di doloroso. Si ha una specie di pendolo tra quell'incanto e quel sottinteso riposto: non si sa mai quale prevalga. *I bambini, le «creature» brulicano. Anche nei ristoranti medi, pochi sono gli avventori senza i bambini intorno. Napoli è una città allattante e poppante, perpetuamente gravida. Un semidio napoletano è l'amore; nella coscienza popolare, l'amore si redime con la creazione. *L'orario a Napoli può essere una necessità pratica, mai una necessità intima. Lo si abbandona quando non occorre più. *La bellezza di Napoli cresce di giorno in giorno, di settimana in settimana, via via che scopre i suoi segreti, finché si giunge a intendere che veramente è questo il più bel golfo della terra. *Napoli non è una città per puristi. Vedo una chiesetta barocca, che porta a metà altezza la statua di un angelo, e si prolunga sul medesimo piano con la finestra e il balconcino di una casa senza pretese. Al balconcino sta una donna, gomito a gomito con la statua dell'angelo; questa è veramente Napoli; si abbatta la casa e il balcone, e anche la chiesa sarà divenuta scipita. In tutte le città, ma a Napoli specialmente, risulta evidente che l'arte non è fatta soltanto di quelle che chiamiamo opere d'arte. *Come ha trovato modo di convivere con i santi, con i miracoli, con la scienza e la tecnica, questo popolo vive in confidenza con le forze occulte e le potenze cosmiche. Dovunque si destreggia con la sua malizia, come la piccola barca sulle onde del mare. Anche per questo credo che il [[Vesuvio|vulcano di Napoli]], come gli scavi archeologici del Napoletano, non abbiano equivalenti in nessuna parte del mondo: tutto a Napoli, è umanizzato due volte. ====[[Antoine-Claude Pasquin Valéry]]==== *Il popolo di Napoli, malgrado ciò che si pretende ultimamente, deve essere considerato come il primo popolo della terra per inclinazione alla sommossa: esiste un libro italiano, intitolato: ''Relazione della ventisettesima rivolta della FEDELISSIMA città di Napoli''. Ma questi uomini indisciplinati, facili all'ira, non sono né crudeli, né furiosi, e malgrado la loro vivacità e l'ardore del clima che li brucia, la loro storia non offre nessuno di quei grandi massacri popolari di cui la storia di nazioni più civilizzate offre anche troppi esempi; gli orrori della rivoluzione del 1799 scaturirono da [[Horatio Nelson|Nelson]] e dalla [[Borbone delle Due Sicilie|corte]]; degli autentici napoletani non avrebbero mai destituito [[San Gennaro]], come [[Giacobinismo|giacobino]] e protettore dei Giacobini, per sostituirlo, come si fece, con [[Antonio da Padova|S. Antonio]]. *Le diverse dominazioni straniere che hanno occupato questo paese, successivamente greco, arabo, normanno, spagnolo, austriaco, francese, produssero senza dubbio negli abitanti la loro perpetua assuefazione, la loro facilità d'imitazione: fin nei costumi odierni si ritrovano molte tracce dei costumi spagnoli, quali l'esagerazione, la iattanza, il gusto delle cerimonie, e da vent'anni l'esercito ha scimmiottato di volta in volta i Francesi, gli Inglesi, e gli Austriaci, prendendo sempre, come capita a quelle specie di copisti, ciò che c'è di peggio nei loro modelli. *Se la natura del Napoletano è poco elevata, il suo istinto è buono, compassionevole, e benché ignorante, svogliato, ha immaginazione ed un'intelligenza viva, molto suscettibile di essere coltivata; il suo linguaggio è pittoresco, figurato, talvolta eloquente. Quando Sua Maestà l'arciduchessa [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luisa]] venne a Napoli, nel 1824, la si mostrò da lontano ad un uomo del popolo, dicendogli che era ''la vedova di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]'' – ''Che la vedova?'' ribatté il [[lazzari|Lazzarone]], ''è il suo sepolcro''. ====[[Michele Prisco]]==== *La consonanza assoluta della gente napoletana con la città che la tiene stretta è il fatto capitale, che non somiglia a nessun altro fenomeno sociologico di altrove, perché [[New York]] o [[Londra]] potrebbero mutare a loro piacimento la loro disposizione urbanistica e la gente {{sic|neviorchese}} o londinese non muterebbe di un soffio il suo modo di vivere. [...] Ed è proprio dunque da questo costante abbraccio fra la città e la sua gente, da questo rapporto che all'apparenza è anche irrazionale ma che poi si rivela come un preciso equilibrio di forze concomitanti, che nascono tanti aspetti della socialità napoletana. {{NDR|([[Mario Stefanile]])}}<br>Parole che vorremmo fossero meditate dai vari inviati speciali quando vengono quaggiù a diagnosticare le piaghe di Napoli: che sono le stesse piaghe della nazione, ingrandite, se si vuole, o esasperate, solo da questa situazione di fondo registrata da Stefanile. Del resto, aggiungiamo a nostra consolazione, se questi inviati non l'hanno capita, la nostra Napoli, non l'hanno capita neppure tanti ospiti illustri, e ben più validi sul piano letterario: non l'hanno capita, vogliamo dire, né Dumas né Anatole France né Lamartine né Mommsen, i quali l'interpretarono, com'è naturale, ciascuno secondo le reazioni del proprio temperamento. E poi non dimentichiamo le eredità impostate nel nostro sangue: fenicia, greca, moresca, e forse anche slava se la filosofia del «lassamme fa {{sic|a'}} Ddio» si apparenta al «nitchevò» russo: per non parlare dell'eredità del [[Vesuvio]], questa specie di Moby Dick nostrano.<br>Anche per tutto questo in nessun altro luogo del mondo si ritrova con la stessa evidenza che acquista a Napoli la testimonianza di un rapporto immediato viscerale e continuo fra i cittadini e la città, senza la mediazione e anzi a dispregio della legge, della norma e dell'autorità. Pensate per un momento a [[Spaccanapoli]], dove una folla pittoresca, geniale, fertile d'inventiva, sembra quotidianamente accreditare – con parole, gesti e atteggiamenti – la sua duplice singolarità alla [[Giordano Bruno]]: scoprire la gioia di vivere nella sua deprimente miseria, e trovare nelle sue scarse felicità un invito alla malinconia e alla rassegnazione. Ecco perché prima che una città, Napoli è a suo modo una categoria umana, e il suo connotato più rilevante resta l'imprevedibilità e il suo destino quello di favorire e continuare a favorire, con la sua permanente contrapposizione e contraddizione – di paesaggio, di storia, di costume, di vita – un'abbondante fioritura di luoghi comuni che ne perpetuano un'immagine di falso folclore e ininterrotto colore locale. *Si stendeva sul [[Golfo di Napoli|golfo]] una caligine colorata, un cumulo di vapori che andavano dal rosa all'azzurro al viola, conferendo al paesaggio, come il riverbero d'uno specchio rotto, quella vaghezza di riflessi, di ombre, di tinte e di lumi ch'è la tristezza di Napoli. [...] In nessuna casa di Napoli la luce era stata ancora accesa. Ma quante case, Gesù! Da far venire il capogiro a fissarle un poco a lungo: era così grande, Napoli? Non s'era mai affacciata<ref>Aurora, protagonista del romanzo.</ref>da San Martino su Napoli: è uno spettacolo meraviglioso. Era grande, la città, a starci dentro non sembrava: ora osservava le facciate stinte delle case, predominavano l'intonaco rosa e il colore grigio, il rosa pareva un riverbero di fuoco e il grigio un tappeto di cenere vulcanica: riconosceva le cupole argentate delle chiese, i terrazzi asfaltati pieni di rattoppi come la biancheria dei poveretti, le buche dei palazzi distrutti: e le strade dove si trovano? Un groviglio, a guardarle da quassù, un crudo e umido intrico di pietre. *{{NDR|Napoli, vista da San Martino}} [...] a poco a poco emersero in quella velata malinconia, nella foschia dei vapori rosei azzurrastri e violacei, fra un brusio di voci perpetue e lontane, i profili delle case, le squadrature dei terrazzi, le rampe tortuose, le scale a precipizio. Cercava un taglio diritto da riconoscere una strada, e non lo trovava: restava questo aspetto informe e caotico di concrezione uscita dal mare, rimasta a secco, scavata con lenti e individuali accorgimenti per trovarvi riparo. ====[[Hermann von Pückler-Muskau]]==== *Il mio amico ed io ci avventurammo da soli in Via Toledo e, spinti dalla folla, giungemmo alla [[Piazza del Plebiscito|piazza del Palazzo]] dove vedemmo per la prima volta in tutta la loro maestà il [[Golfo di Napoli|golfo]] ed il [[Vesuvio]] fumante. Quale che fosse l'impressione destata in noi da questa immagine, il rumore ed il movimento che ci circondava erano così grandi, che l'intera prospettiva ci sembrava girare con la folla. Ero continuamente sul punto di gridare al popolo: insomma, tenetevi un po' tranquilli, perché possa godere di questa bella veduta che ha altrettanto bisogno di silenzio che di un canto melodioso; ma questo popolo che le baionette austriache sole potevano far tacere, di sicuro non si sarebbe lasciato calmare da belle parole; dovetti così rinunciare per il momento a godere di questa tranquillità a cui aspiravo. *Molto spesso [[Posillipo]] mi era stato vantato come il più bel luogo che si trovi negli immediati dintorni di Napoli, e ci dirigemmo quindi da quella parte. Più di una volta lungo il nostro cammino fummo fermati prima di giungere alla meta cui tendevamo; perché, nonostante già conoscessimo discretamente l'[[Italia]] e ci fossimo abbastanza familiarizzati con gli usi degli Italiani, fummo nondimeno talmente sorpresi da tutto quel che vedevamo e sentivamo a Napoli, che ci sembrava di essere in mezzo ad un popolo del tutto estraneo a ciò che avevamo visto a [[Milano]], a [[Genova]] o a [[Roma]]: erano altri giochi, altri canti, altri costumi; gli stessi cavalli erano diversamente bardati. Tutto, in una parola, era nuovo per noi. Ma ciò che più di ogni altra cosa ci colpì, furono senza dubbio le grida eccessive del popolo. *Napoli non ha né porte né mura di cinta, così che ci trovammo, senza aspettarcelo, in mezzo a questa città popolosa in cui all'improvviso fummo storditi dal rumore della folla che ci circondava come se, durante un viaggio per mare, fossimo stati sorpresi da una tempesta in mezzo alla calma più profonda. Quando entrammo in [[Via Toledo]] immaginai che da poco fosse avvenuta una sommossa e che il popolo si accingesse a prendere d'assalto il palazzo del re o il castel Sant'Elmo; ma, osservando più da vicino, vedemmo che tutte queste persone così chiassose, erano, in fondo, individui assolutamente pacifici che gridavano solo per vendere le loro merci, che consistevano in qualche cipolla, in fette di anguria o in piccoli pesci. Accanto a questi venditori ambulanti si trovavano i mercanti fissi di maccheroni, di frittelle, di limonate e di arance. Oltre a questo, poiché era domenica, e la serata era bella, le strade erano ancora gremite d'un gran numero di allegri oziosi a cui è permesso di gridare e cantare a squarciagola, senza minimamente darsene pensiero. In mezzo a questa folla, i ''calessari'' correvano al gran galoppo come se si trattasse di guadagnare il premio della corsa, ciò che non migliorava la tranquillità ed il buon ordine. Man mano che avanzavamo la folla si faceva sempre più serrata, di modo che alla fine ci trovammo completamente bloccati, sia per la quantità di persone che per le riparazioni che si facevano al lastricato. *Qui imparo anche a conoscere questa trasparenza dell'atmosfera di cui avevo tanto sentito parlare; perché dal mio balcone distinguo perfettamente nella città di [[Sorrento]] da cui sono lontano quindici miglia, ogni casa con la sua forma ed anche il suo colore. Quel che c'è di più straordinario è che, quando il cielo è coperto, gli oggetti si avvicinano e sembrano divenire ancora più distinti; mentre quando fa molto caldo, e soprattutto quando soffia lo scirocco, sono come avvolti in un vapore incerto e gialligno. Dall'altro lato del mio balcone, ho innanzitutto la parte della città che si estende verso la [[Villa comunale di Napoli|Villa Reale]] e [[Posillipo]], poi fiancheggio i giardini e le residenze di villeggiatura, mi elevo verso il Capo Miseno e volo da un'isola all'altra. L'Epomeo, nell'isola d'Ischia, serve da limite da questa parte, ma le isole sono disposte nel mare come una collana di corallo, e le onde, fatte lucenti dal sole, che brillano in un orizzonte lontano, somigliano ad una catena d'argento che lega insieme i due promontori collocati l'uno di fronte all'altro. Quando si hanno davanti agli occhi tante mirabili bellezze, che non si ha bisogno di andare a cercare, non si sente il minimo desiderio di uscire di casa, a meno che non si veda passare sotto le proprie finestre una gondola o una barca a vapore; allora, a dire il vero, si sentono nascere desideri cui si fa fatica a resistere. ====[[Fabrizia Ramondino]]==== *Chi non è vissuto in una città balia, ma solo in una città madre, difficilmente potrà comprendere come le ordinate costellazioni celesti, a immagine dell’ordine terrestre – spirituale, sociale, politico, – siano indifferenti al napoletano, mentre nella Via Lattea egli ritrova quell'indistinto luminoso brulichio, privo di forme e di nomi, quel caos chiaro e nutriente, specchio celeste della sua città. *E fuggendo Napoli, per inseguire un Nord mitico, che quasi sempre non oltrepassava Roma, [i giovani intellettuali napoletani] venivano a loro volta inseguiti da Napoli, come da una segreta ossessione. Ché Napoli usa seguire i suoi concittadini dovunque, come un'ombra, se si trasferiscono altrove.... Così Napoli, dove è così difficile vivere e che invoglia tanto a partire, che è così difficile abbandonare e che costringe sempre a tornare, diventa, più di molti altri, il luogo emblematico di una generale condizione umana nel nostro tempo: trovarsi su un inabitabile pianeta, ma sapere che è l'unico dove per ora possiamo star di casa. *La porta dell'Oriente verso l'Occidente e dell'Occidente verso l'Oriente, come definì Napoli [[Fernand Braudel|Braudel]], è sempre spalancata, pronta ad accogliere tutti. Ma chi la oltrepassa avverte di entrare in un luogo dove sono radunati i membri di una grande setta segreta alla quale è arduo essere iniziati. ====[[Domenico Rea]]==== *A Napoli [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] si preparò non solo a diventare uomo, ma {{sic|intanto}} divenne sommo scrittore in quanto subì una profonda napoletanizzazione. A Napoli acquistò il vastissimo sentimento tragico della vita, di una vita in movimento, senza scrupoli, consumata dalla e nell'azione, senza mezze misure, intensa nel bene e nel male, nell'amore celeste e nel profano. *Boccaccio lontano da Napoli vive come un emigrante. Non sa porre radici profonde in nessun altro luogo. Si rassegnerà a rimanere in Certaldo. E il paese che sempre l'attirerà, anche dopo l'amara delusione del 1362, sarà Napoli, ed è a Napoli, come gli emigranti, che penserà sempre di ritornare. A Napoli, non a [[Firenze]], che non gli ricorda le donne ingrate ma appassionate di Napoli, le scampagnate a [[Baia]], i bagni e e le cacce, quel mare, quel cielo, quella città piena di gente, amante di una vita gridata, che tira a campare senza preoccuparsi se domani sarà domenica o lunedì, giacché sarà un bel giorno se la fortuna avrà dato un segno della sua benevolenza. *Come un popolo tanto disposto al farsesco sia poi giunto a certi suoi grandi giorni, a [[Masaniello]], al netto rifiuto dell'Inquisizione (anche se a Napoli in fatto d'impiccagioni, arrotamenti, squartamenti, supplizi in pubblico se ne contarono a migliaia fino al Settecento), alla [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica del '99]] e ai moti del 1820, non ce lo {{sic|sapremo}} spiegare se dovessimo prendere sul serio la sua letteratura che si è lasciata attrarre quasi sempre dagli effetti e non dalle cause, che ha sottomesso la miseria al colore, non il colore ad essa. Chi ha parlato delle 4 giornate? E donde sono uscite? Dalla pulcinelleria? *{{NDR|Il panorama dal balcone di una casa di Napoli}} Da Punta della Campanella a Capo Miseno<ref>Le due estremità che delimitano il Golfo di Napoli. {{cfr}} ''Letteratura delle regioni d'Italia, Campania'', p. 341, nota 12.</ref>era un cerchio perfetto nella metafisica luce della luna. Ogni punto era un riferimento archeo-storico-sociologico, un «a capo del mito»: il [[Vesuvio]], [[Pompei]], la costa di Stabia, il promontorio di Sorrento, [[Capri]] e il [[Salto di Tiberio]], lo sperone di [[Ischia]], la prua della virgiliana [[Posillipo]] e il vasto mare a cerchi concentrici come l'eco, frastagliato dalle luci delle lampare... Ora mi spiego perché [[Giacomo Leopardi]] dettò gli ultimi sei versi del divino (e mai aggettivo fu più effettuale) ''Tramonto della luna'' da un giardino del [[Golfo di Napoli|golfo]], dopo avere amato e odiato Napoli. *Dovunque si parli di Napoli, c'è una disposizione a comprendere Napoli, che è in sostanza un'accusa alla sua pulcinelleria, alla sua corruzione in politica e in morale. Popolo sporco, dedito all'ozio, alla prostituzione, impoeticissimo! E la nostra meraviglia si leva in dubbio; per come sia stato possibile che un popolo corrotto, da quando se ne ha una memoria, sia ancora tanto vivo, anzi nella piena capacità d'insegnare qualche cosa agli uomini, di dare a loro, se non altro, uno spettacolo che gli stranieri chiamano vita piena. *Il mare a Napoli è un maestro. Il mare è una lenta fatica. *Il napoletano è fuori dalla storia; o meglio vi è stato così addentro e così maltrattato, deriso e beffato che ha finito per uscire dal tempo, creandosi un suo ambiente eterno dominato, è ovvio, da [[San Gennaro]] e dalla [[cabala]].<br>Che cosa poteva fare di diverso con i suoi problemi in sospeso e procrastinati all'infinito? *Il ''rilievo'' del mendicante, che sarebbe violento in un'altra città, a Napoli, rientra nel quadro generale della grande miseria. Si distinguono solo quei mendicanti coperti di piaghe o di altre brutture fisiche, esposte con arte provetta. Ma se piaghe, infermità e mutilazioni, stracci e insetti muovono a ribrezzo la maggioranza degli uomini, ai napoletani suggeriscono una profonda emozione. Il napoletano vecchio tipo nutriva una cieca sfiducia nel Progresso, ma confidava nella Provvidenza. In cuor suo non approvava che un mendicante, ossia un uomo colpevole di non essersi maturato nel grembo di una regina, doveva essere gettato nel fetore e nella promiscuità di un ospizio, togliendogli, in pratica, la libertà. Era considerato un colmo d'ingiustizia. *{{NDR|Napoli}} La porta misteriosa di tutta l'Italia meridionale. *«Ma Napoli, Napoli bella della mia gioventù, com'è diventata?»<br />«È orribile. Altro che odore di mare, che mi dicevi. Odore di merda come qua. Ma qua è la nostra merda». *Napoli, una commedia perpetua recitata in pubblico, gridata e urlata. *Ora l'anno è pieno. Siamo agli sgoccioli. I giorni non passano mai, ma gli anni passano come i lampi. Ma a Napoli se ne fregano. Tutto in questo mese concorre verso il [[presepe]], ossia verso un mondo immaginario pieno di pace e di bendidio. Il presepe è questo: la metafora di come dovrebbe essere la terra governata più che dagli uomini dall'ingenuo Bambino [[Gesù]]. Il presepe è il regno dell'armonia e della fine dell'ingiustizia. *Per noi resta il fatto che ovunque troviamo quattro righe su Napoli, prostituzione, furto, arrangiamento e compromesso sono i punti di forza. Ma il sentimento tragico della vita, spogliato e nudo, che qui regna su tutto, come la violenza di vivere almeno una volta, perché una volta si vive, rimangono forze oscure. *Re, governanti, turisti e poeti passano e se ne vanno. Anche il napoletano se ne andrebbe a vivere in riva al mare, dove l'aria sveltisce il cuore, o sulla collina del [[Vomero]] o ai Camaldoli, dove c'è odore di campagna e di cielo fresco. Egli invece è costretto a restare nel pozzo. Questa certezza ha trasformato il vicolo in una casa in comune, ha sviluppato l'istinto del mutuo soccorso – si prestano tutto: pentole, cibi, panni, scarpe, abiti – ma ha anche sollecitato un'indifferenza politica fatalistica, che ne ha fatto un popolo politicamente rachitico. *Scartati i re, i loro delfini, parenti, congiunti e amici, ai napoletani rimase il patrono, proprio nel significato di padre da cui solo sperare non miracoli, ma il pane allo stato brado. Da questo legittimo desiderio a «un culto di sangue di stampo barbarico<ref>La citazione è tratta dalla voce ''San Gennaro'' nell<nowiki>'</nowiki>''Enciclopedia delle religioni'', edita da Vallecchi. {{cfr}} ''San Gennaro'', ''Opere'', Mondadori, 2005, p. 1520.</ref>» ce ne passa. San Gennaro largamente manovrato dai chierici per tener buoni gli sprovveduti si trasformò in un'arma di ricatto nelle mani di questi ultimi nell'immarcescibile speranza di addomesticare chi aveva e poteva. *Si resta a Napoli perché i napoletani nella collettivizzazione universale, conservano un loro preciso comportamento; perché non provano il rigetto del loro prossimo. Lo accettano, ne sopportano e comprendono i difetti. È per questo motivo che la notte napoletana è ancora tra le più fulgide notti del mondo. Alle tre del mattino si può invitare un amico a gustare un piatto di spaghetti con pomodori, triglie in cartoccio e babà flambé. In molti luoghi d'Europa si vocifera di libertà sessuale: ma soltanto a Napoli, da illo tempore, una creatura di qualsiasi sesso può coltivare i propri sfizi. Il vizio della libertà sessuale a una certa ora della notte si respira nell'aria. Certo, rimane una città difficile. È per palati dal gusto forte. Possono capitare tante cose, tante avventure, tanti guai, tante invenzioni del vivere e tanti delitti. La ragione è semplice. Non c'è mai stata una borghesia a dettare le leggi dell'ipocrisia. La città è rimasta sostanzialmente plebea, incline al «dialettale», al versante greco, quello liberatorio degli istinti, più che mai socratica e legata al superiore ordine divino (umile, semplice) che a quello storico e politico: potere e violenza. Una città con ancora le carni e le piaghe esposte, dolenti e alla ricerca di una giustizia più vicina al diavolo che a Dio. *Troppa folla, troppo disordine, troppo rumore. Non pioveva, ma le strade erano bagnate e umide peggio che in campagna, e dappertutto bucce e cartacce, semi di zucca, scheletrini di pesci, valve di cozze, banchi di pizzaiuoli di paste cresciute esposte alla polvere in un acre fetor d'olio fritto. *Truppe d'occupazione furono quelle americane, ma apportatrici di un vastissimo concetto di democrazia nel significato più comune e umano del termine. Il fatto che un capitano alleato potesse amare fino a sposarla una popolana fu una rivelazione (e una rivoluzione) sociale d'inaudita importanza. Una conquista memorabile, che restò nel fondo del cuore dei napoletani. Per questa ragione la società fittizia e illegale che si instaurò a Napoli per due o tre anni lasciò dei beni morali e spirituali che sono ancora motori di progresso più di mille teorie. *{{NDR|Napoli}} Un infernale miscuglio di casi umani piccoli e piccolissimi, ma ugualmente fatali e terribili, potenti nella gioia e nella tristezza, che riceve, raccoglie e nasconde gente di ogni risma e razza. *Una città in cui l'ingiustizia è diventata edilizia, plastica, rilevo. ====[[Ermanno Rea]]==== *Affidare a un pool di intelligenze il progetto di un nuovo sviluppo, la mappatura dei problemi aperti, la speranza di mobilitazione delle coscienze, il compito di elaborare una prospettiva di futuro. Napoli è una città che non conosce se stessa. *[[Antonio Bassolino]] è il nuovo sindaco di Napoli. La città ha detto no alla nipote del duce, [[Alessandra Mussolini]], che comunque esce dalla piazza non proprio polverizzata, con il 44,4 per cento dei voti che poca cosa non è.<br />Ma che importa? Il dettaglio appartiene alla cronaca; l'evento alla storia. Un ciclo si chiude anche per questa città (si è chiuso per la verità già da tempo con il crollo di tutto un ceto dirigente e di un'impalcatura di potere) e noi, figli della guerra fredda, diventiamo archeologia. *Chi semina vento raccoglie tempesta, sostiene il proverbio. A Napoli il vento fu seminato ancora prima dell'ultimo conflitto mondiale, quando la città fu chiamata a garantire col sacrificio del proprio mare e del proprio porto, insomma con la rinuncia a ogni forma di sviluppo possibile, i perversi equilibri della guerra fredda nell'area sud-europea. ====[[Marchese de Sade]]==== *Fra il popolo, non si vedono che marchi spaventosi del veleno di questa peste<ref>La [[sifilide]].</ref>che sfigura ogni cosa in quasi tutte le parti del corpo. Se il veleno è tenuto più nascosto dai ricchi e dai nobili, non è per questo meno pericoloso, e io credo che ciò che uno straniero può fare di meglio è di evitare ogni contatto con questo popolo corrotto.<br>Come fare tuttavia, in un paese in cui il clima, gli alimenti e la corruzione generale invitano così eternamente alla depravazione? È fisicamente impossibile immaginarsi sino a qual punto essa è spinta a Napoli.<br>Le strade, di sera, sono piene di sventurate vittime offerte alla brutalità del primo venuto, e che vi provocano, per il prezzo più vile, a tutti i tipi di libertinaggio che l'immaginazione può concepire, e persino a quelli per i quali sembra che il loro sesso dovrebbe avere orrore. [...]<br>Con il danaro si può avere a Napoli la prima duchessa della città. E io mi domando cosa diventeranno la virtù, la popolazione, la salute in uno Stato in cui la degradazione dei costumi è arrivata<ref>Arivata, refuso, nel testo.</ref>sino a questo punto, e in cui la più lieve lusinga per il guadagno conduce al delitto, capovolgendo ogni sentimento di probità, di onore e di virtù!<br>L'onesta e piacevole galanteria, il sano commercio dei due sessi, che riscalda tutte le passioni nobili e che serve spesso da focolare a tutte le virtù, è poco conosciuto in una città in cui la brutalità dei costumi non vuole che il godimento. *Il popolo indubbiamente è rozzo, grossolano, superstizioso e brutale, ma ha una certa franchezza, e non è privo, talvolta, persino di amenità. La miglior prova è che questa plebe sterminata si mantiene nell'ordine senza polizia. La borghesia è civile, sollecita. La preferirei alla nobiltà, che l'alterigia e l'orgoglio sminuiscono proporzionalmente al suo desiderio di elevarsi. In generale è una nazione da formarsi; ma non è un'opera di un giorno, né di un regno. *In generale non è a Napoli che bisogna venire a cercare le arti. Si lasciano a [[Roma]]. Qui non bisogna ricercare che la natura e oso credere che essa sia superiore a ciò che le arti stesse sono a Roma. [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] è il viaggiatore da tener presente percorrendo questa felice campagna dove egli fa peregrinare il suo eroe, e si trova che, malgrado le rivoluzioni che hanno desolato questo bel paese, esso non è tuttavia ancora abbastanza mutato per non riconoscerlo dalle descrizioni che egli ci fa. *Risalendo all'origine della mescolanza dei diversi popoli che hanno sostituito i Greci in questa bella contrada, e che non vi hanno apportato che quella crudeltà che li ha condotti a distruggere i più bei monumenti, si troverebbe forse una causa<ref>Della rozzezza del popolo, che l'abate [[w:Jérôme Richard|Jérôme Richard]] attribuiva alle vicende tumultuose che hanno caratterizzato la storia di Napoli. {{cfr}} De Sade, ''Viaggio in Italia'', p. 262.</ref>più giusta: lo scarso progresso che le arti e le scienze vi hanno fatto in seguito, da cui è venuta questa imperdonabile negligenza nell'educazione, ha continuato a nutrire l'ignoranza e conseguentemente l'abbrutimento. La mollezza, vizio ordinario dei popoli che abitano in un bel clima, si è venuta ad aggiungere. La depravazione, che ne è una conseguenza, ha finito di corrompere, e io credo che ci vorrebbe oggi una rivoluzione completa per riportare questo popolo a quella amabilità che regna nella massima parte del resto dell'[[Europa]]. ====[[Jean-Paul Sartre]]==== *A Napoli ho scoperto l'immonda parentela tra l'amore e il Cibo. Non è avvenuto all'improvviso, Napoli non si rivela immediatamente: è una città che si vergogna di se stessa; tenta di far credere agli stranieri che è popolata di casinò, ville e palazzi. Sono arrivato via mare, un mattino di settembre, ed essa mi ha accolto da lontano con dei bagliori scialbi; ho passeggiato tutto il giorno lungo le sue strade diritte e larghe, la Via Umberto, la Via Garibaldi e non ho saputo scorgere, dietro i belletti, le piaghe sospette che esse si portano ai fianchi.<br>Verso sera ero capitato alla terrazza del caffè Gambrinus, davanti a una granita che guardavo malinconicamente mentre si scioglieva nella sua coppa di smalto. Ero piuttosto scoraggiato, non avevo afferrato a volo che piccoli fatti multicolori, dei coriandoli. Mi domandavo: «Ma sono a Napoli? Napoli esiste?» *La nostra corriera fa spostare un carro funebre, che caracolla davanti a noi, più adorno di un carretto siciliano, il cavallo ha l'aria di una bella di notte; la carrozza sobbalza dietro di lui, quattro colonne tortili sostengono una sorta di baldacchino dove volano gli angeli. Dai quattro vetri si vede la bara ricoperta di fiori. Ai quattro lati traballano lanterne d'argento. Sulla predella posteriore, un beccamorto fa acrobazie. È bello essere ricevuti a Napoli dalla morte. Da una morte caracollante, agghindata come una puttana, fantastica, assurda e veloce. Tutto si copre d'ombra, ci si immerge nella città. *Napoli si avvicina. Come ogni volta, prima di arrivarci, ho una stretta al cuore. Attraversiamo un frutteto deserto. So molto bene, troppo bene, ciò che troverò a Napoli. È una città in putrefazione. L'amo e ne ho orrore. *Seguì per un po' [[Via Toledo|Via Roma]], poi si infilò in un vicolo. «Un vicolo di Napoli, non è come un tempio. Ti si appiccica, è come la pece.» [...] Dei bassi impudichi e segreti: ti buttano in faccia il loro calore organico ma non si svelano mai. «Forse perché non si vede mai qualcuno dentro.» Di notte, si chiudevano ermeticamente; di giorno, quando si aprivano, si svuotavano dei loro occupanti, li spingevano fuori, nella strada, e questi restavano là tutto il giorno, madidi, stagnanti, legati ai bassi da un invisibile cordone ombelicale, legati tra di loro da un qualcosa {{sic|più profondo}} del linguaggio, da una comunanza carnale. [...] Il cielo sembrava altissimo, lontanissimo sopra la sua testa; Audry stava proprio in fondo – in fondo a una vita densa e nera come sangue che si coagula, era stordito; a poco a poco era invaso da un desiderio di sonno, di cibo e d'amore. ====[[Giovanni Scafoglio]]==== *La Napoli di oggi è una città stanca, ma di quella stanchezza che non precede rabbia e voglia di cambiare le cose. Che è stanca piuttosto di attendere che passi la nottata. *Napoli che strana città, per viverla serenamente bisognerebbe eliminare tutte quelle sorprese che ti riserva giorno dopo giorno, ma poi non sarebbe più la stessa. Un po' come quegli uomini che le donne amano per il gusto di poterli poi educare una volta sposati. *Napoli, la città che mi ha cresciuto è un mondo di ombre proiettate su pareti degradate dove anche la pioggia si vergogna di cadere. ====[[Jean Noel Schifano]]==== *Con l'unificazione, i reali Savoia vollero trasformare Napoli in una città provinciale, senza successo, saccheggiandone gli immensi tesori. Non riuscirono a governare perché refrattaria, persino usando la collaborazione della Camorra e dei capi di quartieri. Napoli si vide privata, negli anni, di spazio e creatività. Il genio partenopeo si rifugiò nell'illegalità. *E dico che tutti i mali di Napoli nascono a [[Roma]]. In un secolo e mezzo hanno fatto di tutto per trasformare la grande capitale che nei secoli è stata Napoli in una città-bonsai, privandola di banche, ferrovie, cantieri navali e opere d'arte. L'hanno trasformata in una città assistita da tenere al guinzaglio. E ora gli lasciano la monnezza, dopo che gli hanno portato per decenni i rifiuti tossici delle fabbriche del Nord. *Fra 50 anni Salerno e Caserta saranno uniti da un solo territorio urbano, sarà cosa favolosa. Volevano ridurla a una città bonsai, invece ne hanno fatto una pantagruelica, che ha difficoltà a muoversi ancora con le catene del colonizzatore al piede. *In tutti i sensi, credo che la civiltà napoletana sia indispensabile all'uomo moderno. Non si può essere moderni senza avere in gran parte una sensibilità napoletana. *Napoli ha la particolarità di essere tollerante ed accogliente. Napoli fa delle altre culture del mondo la propria cultura. Fagocita, digerisce e ricrea a partire dalle altre culture. Più si dà a Napoli, più Napoli dà al mondo. *Per sensibilità e cultura sono di tutto cuore napoletano. Ho imparato a vivere a Napoli, ho imparato a scrivere a Napoli. *Più Napoli sarà Napoli, più sarà universale. *Un altro simbolo che riconosco in Napoli è l'uovo. L'uovo primordiale si vive a Napoli. Una forma indistinta in cui l'uomo non si distingue dal ventre materno. Lo stesso sangue di [[San Gennaro|S. Gennaro]] che si scioglie ogni sei mesi, fa pensare al sangue femminile: sono ciò che ho chiamato i semestrui di San Gennaro. La civiltà napoletana è un uovo da cui tutti si possono nutrire. *Vogliono neronizzare Napoli e tutta la Campania con la monnezza. Odiano Napoli per la sua trimillenaria intelligenza, per la sua civiltà. Così la sfruttano, come l'hanno sfruttata in questi 150 anni di Unità. ====[[Ingo Schulze]]==== *Ci sono naturalmente città più rumorose, più profumate, più puzzolenti, più anguste, più veloci, più grandi, più imprevedibili – [[Calcutta]], San'a, [[Il Cairo]], [[Tokyo]]. Posso amarle oppure odiarle, ma sono città straniere. Napoli invece è come il tipo strambo in famiglia che turba molto più di un pazzo incontrato alla stazione, Napoli è la bella zia o la bella nipote che confonde i pensieri più di qualunque ragazza pinup. *Napoli è per me un insieme di densità e ampiezza dello sguardo. Il contatto è subito fisico, lo spazio è limitato e denso: rumori, profumi, cattivi odori, tutto è immanente, la storia qui non è lingua morta. E poi la vista del mare e del golfo, che si apre improvvisa e sembra racchiudere l'intera cultura di cui siamo fatti, da Ulisse e Virgilio fino ai giorni nostri. Mi sembra che Napoli possieda una sua intensità in tutte le sue espressioni, nel bene come nel male. *Napoli è una città che sperpera la propria bellezza, non solo a causa della criminalità e del degrado. Qui le chiese più sontuose ti si parano davanti all'improvviso, tanto che quasi non riesci a vederne la facciata, per non dire a ricavarne una visuale d'insieme. Il vero sfarzo si rivela spesso solo nei cortili interni. In nessun altro luogo l'aria è tanto satura di odori, che passo dopo passo si trasformano. Si viene squadrati, toccati, spintonati, non vi è mai tregua. Lo scoppiettio dei motorini costringe a guardarsi continuamente le spalle. Ma questa densità nulla sarebbe senza la corrispettiva vastità. A volte basta salire qualche gradino o cambiare lato della strada o anche solo voltarsi, e già ti coglie la vertigine alla ''vista del mare''. ====[[Matilde Serao]]==== *Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il lotto è l'acquavite di Napoli. *Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. *Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. *Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore. *Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. *Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! ====[[Samuel Sharp (chirurgo)|Samuel Sharp]]==== *A Napoli è una piazza chiamata ''[[Piazza del Municipio (Napoli)|Largo del Castello]]''. Somiglia molto al nostro ''Fower Hill'', ed è il ritrovo del popolo ozioso. Qui, in ogni pomeriggio, i frati e i pagliacci, i borsaiuoli e i ciarlatani compiono la lor bisogna. Un frate (del genere dei nostri predicatori ambulanti) predica a un uditorio di popolani che riesce man mano ad attirare; un pagliaccio tenta di stornar dal frate quella gente, mettendo in mostra ''[[Pulcinella]];'' e gli altri parecchi commedianti s'ingegnano a fare altrettanto. Or accadde un giorno che ''Pulcinella'' ottenne molto successo. Il povero frate predicava addirittura alle panche: nessuno se gli accostava. Seccato, mortificato, imbestialito all'idea che un teatrino di marionette, a venti metri di distanza da lui, potesse in quel modo sviare l'attenzione del pubblico dall'Evangelo e fargli preferire un sì triviale divertimento, egli levò alto a un tratto il Crocifisso e con voce tra {{sic|inspirata}} e rabbiosa si mise a urlare: «Ecco il vero Pulcinella! Ecco il vero Pulcinella! Venite, signori! Venite da me!»<br>Ed è così noto in Napoli questo fatto ch'io non mi sarei permesso di narrarvelo, se non lo narrassero, a tutti, anche le persone più pie. *{{NDR|La ''cuccagna'', offerta al popolo nel periodo di Carnevale per quattro domeniche consecutive}} Ai lati della costruzione sono inchiodati un numero prodigioso di pani in ordine architettonico ed anche una grande quantità di arrosti. Tra i cespugli sono trenta o quaranta montoni vivi, qualche maiale, dei piccoli bovi ed una quantità di polli. Ora la bisogna da compiere è di sacrificare questi poveri animali alla fame del popolo e, per ciò lasciar fare con ordine, ben tremila soldati circondano la costruzione per allontanare la gente finché il Re appaia a un balcone e dia il segnale per principiare la cerimonia sventolando il suo fazzoletto. Allora i soldati aprono i ranghi ed il popolaccio vi si precipita, ognun pigliando la sua preda e portando via le vivande e gli animali. Tutto è finito in un batter d'occhio. In questa confusione ci sono state gravi disgrazie, ma quest'anno non constato che vi siano morti o feriti. Le quattro società dei macellai, dei fornai, dei pescivendoli e dei pollaiuoli fanno le spese dei quattro giorni. Non posso trovare un napoletano qualunque che conosca l'origine di questa abitudine né che mi possa dire se derivi dai mori quando possedevano una parte della Sicilia o se sia d'origine pagana, o, in ultimo, se sia, come pare probabile, un ricordo delle esposizioni di belve che avevano gli antichi romani, giacché corrisponde molto al ''Venatio Direptionis''<ref>"La caccia, a cui per consenso dell'editore, e del principe dava termine la irruzione nell'arena del popolo, autorizzato, in tale occasione, ad impadronirsi di checché gli cadea sottomano, fu detta caccia di saccheggio, ''venatio direptionis''. La magnificenza dello addobbo, e la quantità delle vittime uccise, consentiva largo campo allo spoglio tumultuoso, che, pei seduti nelle gradinate formava pur esso parte animatissima dello spettacolo.<br>I Cesari costumavano far gettare dall'alto nell'affollato anfiteatro pallottole di legno contenenti numeri; ad ogni numero corrispondeva un dono, perfino navigli, isole, poderi." Da ''Storia del Pensiero nei Tempi Moderni del Conte Tullio Dandolo'', vol. II, Stabilimento Tipografico Sensi, Assisi, [https://books.google.it/books?id=dXFUAAAAcAAJ&lpg=PA349&ots=awuYBhSavP&dq=&pg=PA349#v=onepage&q&f=false p. 349]</ref>.<br>Un inglese vede con meraviglia tante migliaia di persone così pacificamente radunate. A Londra in un'occasione di tanta allegria la metà della gente sarebbe {{sic|ubbriaca}}, la si vedrebbe bisticciarsi, azzuffarsi, magari buttar nella folla qualche gatto morto, per accrescere la confusione. Però mi pare che il popolaccio napoletano, per diabolico che sia quando è inquieto, si dimostri più contenuto, quando è di buon umore, del nostro popolaccio. *Certi luoghi delle [[Alpi]] offrono un bellissimo e pur tremendo aspetto: essi mi dettero il primo grande spettacolo, davvero ''meraviglioso''. Credo che la città di [[Venezia]], emergente dalle acque con le incantevoli sue isole adiacenti, potrebbe essere considerata come la seconda delle meraviglie ch'ho visto: e mi permetterei di nominare la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Chiesa di San Pietro]], in [[Roma]], come la terza di quelle, malgrado che le sue bellezze non derivino dalla natura ma soltanto dall'opera dell'arte. Sopratutto ammiro il cielo, la terra e il mare di Napoli! Le isole, le colline, il [[Golfo di Napoli|golfo]], le costruzioni che scendono, come in anfiteatro, fino al mare rendono l'aspetto di questa città cosa di una infinita bellezza. *Io suppongo che Napoli sia l'unica città d'Europa che basti a' suoi abitanti; tutte le altre sono rinforzate dalla gente di provincia: quel che costa la vita, quel che occorre al lusso costituiscono in altre grandi città tali ostacoli ai {{sic|matrimonii}} ch'esse, in pochi anni, certo resterebbero spopolate se non se ne rimettessero a' provinciali. Invece a Napoli il caso è diverso: si ha la curiosa abitudine di prender gente di servizio coniugata: a [[Parigi]] o a [[Londra]] poche persone di servizio sposate trovano posto, anzi la gran parte di questa classe rimane tutta la vita senza sposarsi; se lo facessero, difficilmente potrebbero in quelle città i domestici e le cameriere trovar posto anche in diverso modo. A Napoli è l'uso quasi generale di dare un tanto al giorno agli uomini di servizio per nutrirsi, essi non dormono in casa del loro padrone, e quindi son costretti a pigliar moglie: ne accade che un gran numero di ragazze è sempre pronto ad accettare la prima domanda di matrimonio, giacché in Italia le donne vanno difficilmente a servizio come in Inghilterra. [...] La difficoltà d'impiegarsi come serve, quella ancora di guadagnarsi il pane in altro modo, son, giusto, le ragioni che inducono certe povere donne ad affrontare la miseria sicura, la quale le aspetta subito dopo il matrimonio. Sciami di bambini si vedono in tutte le strade abitate da' poveri, e son natural conseguenza di quelle unioni: un marito e una moglie che abitualmente hanno sei o sette figliuoli e una sola stanza per casa contribuiscono specialmente ad affollare le vie della città. *Se non ricordo male è il Signor [[Joseph Addison|Addison]] il quale afferma che appena un napoletano non sa che farsene si caccia in saccoccia tutte le sue carte e pianta allegramente un processo; è perfettamente vero, e dico anzi che se il [[Regno di Napoli]] fosse grande come la Repubblica di Roma nel momento del suo splendore, e se ogni causa dovesse essere giudicata nella capitale, le migliaia di avvocati che qui si vedono sarebbero appena sufficienti.<br>La prima volta che mi recai alla [[Castel Capuano|Vicaria]] credetti di essere uscito tardi di casa; le strade erano zeppe di avvocati che andavano a pranzo. Una folla enorme usciva dalla ''Vicaria'' e io credetti che il Tribunale si svuotasse. Invece, riuscito a penetrarvi, vi trovai lo stesso numero di gente che s'incontrerebbe ne' teatri di Londra la sera prima di una nuova rappresentazione!<br>Benedetto paese, ove chi non è principe o pezzente è ''[[w:paglietta|paglietta]]'' o prete. *Si dice che fosse costume dei pagani di non soltanto biasimare ma pur di castigare le loro deità quando non ascoltassero le preghiere di quelli antichi: ebbene lo stesso segue nel popolo napoletano. Se la [[Maria|Madonna]] stessa, oppur un qualunque lor santo in cui ripongono fiducia, non soddisfano le loro preghiere Madonna e santi son davvero trattati male. Per conto mio non posso dire di aver assistito a un caso di una somigliante mancanza di rispetto, ma certo, se mai merita un esemplare castigo una santa, io credo che questa deve essere proprio Santa Lucia. V'era oggi a chiederle aiuto un tal numero di ciechi che al solito arrivano [[Basilica di Santa Lucia a Mare|qui]] ogni anno da queste vicinanze, ch'io non dubito che voi stesso vi sareste indignato al punto di proprio picchiar la santa, per indurla a manifestar senza indugio la sua rara potenza. Ciò naturalmente, se foste stato un cattolico del genere di que' disgraziati. ====[[Amalia Signorelli]]==== *Anche per i non-napoletani, diciamo pure per gli italiani, ad alimentare la produzione dello stereotipo non è solo un bisogno di ordine cognitivo (semplificare la complessità, pre-costituirsi una mappa); credo (ed è ovviamente una mia ipotesi), che gli stereotipi su Napoli servano anche a esorcizzare, a tenere sotto controllo paura e senso di colpa. Paura di ciò che non si sa o non si può gestire, governare, mettere in ordine, far fruttare; senso di colpa per le occasioni sprecate, le ricchezze, anche immateriali dilapidate, le vigliaccherie e le rinunce. Incapace di assegnare un ruolo nuovo e innovativo alla ex-capitale più capitale che ci fosse nella Penisola, è come se l'Italia avesse scelto di farne contemporaneamente il proprio giullare e la propria anima nera: insomma, un vero e proprio capro espiatorio. *Estremamente moderna e urbana è la modalità di interazione con il potere. Rapporto estremamente laico e strumentale, che non riconosce ai potenti nessuna sacralità e ben raramente il carisma, ma è costruito sulla propiziazione strumentale, sul calcolo razionale delle convenienze reciproche (sempre utilizzabili anche se asimmetriche) e sull'ironia come strumento di autotutela della propria dignità. L'ironia è resa possibile dal disincanto, ma anche da un'altra risorsa molto urbana, che è la ricca competenza linguistica. I napoletani delle classi popolari hanno almeno tre competenze linguistiche: il dialetto della loro vita quotidiana; il dialetto «aulico» in parte appreso dalla frequentazione dei ceti borghesi, dalla canzone, dal teatro e così via, in parte inventato da loro stessi come parodia del vero dialetto "alto"; infine l'italiano. Il gioco delle decontestualizzazioni e ricontestualizzazioni surreali, delle cortocircuitazioni, delle iperboli e degli understatement con il quale si prendono le distanze da e si ridimensionano quei potenti con i quali pure è ritenuto inevitabile venire a patti, trova nella ricca competenza linguistica un eccellente strumento. *Napoli è senza dubbio la città d'Italia sulla quale più numerosi si sono prodotti e si producono stereotipi. Spesso in contraddizione fra loro e con quelli già consolidati, che non scompaiono sostituiti dai nuovi, ma persistono. Tutti insieme, e ad onta delle contraddizioni, confluiscono nell'idea di quella "qualità" (immaginata) che ontologicamente dovrebbe permeare di sé tutti i partenopei: la napoletanità. Tanto è forte e diffusa questa idea della napoletanità, che nell'immaginario collettivo nazionale e anche internazionale essa riassume e annulla in sé tutta la Regione, sicché salernitani, casertani, avellinesi finiscono riassorbiti e scoloriti nella categoria dei "napoletani", magari di serie B. *Tuttavia non sono solo gli "altri", gli estranei a produrre e utilizzare gli stereotipi su Napoli. Come si è accennato, sono stati e sono i napoletani stessi a utilizzarli e a farli circolare. Lo stereotipo può rivelarsi non solo irritante ma anche utile per coloro a cui si riferisce. Anche per i napoletani esso funziona, o può funzionare, con un riduttore di complessità, della propria complessità, difficile da gestire nel rapporto con sé stessi e con gli altri. Lo stereotipo si offre come una sorta di staffa cui agganciare il primo nodo dell'ordito e della trama dell'identità: lo stereotipo semplifica, fissa, rende comprensibile per tutti ciò che si è («io so' napoletano e si nun canto moro»), definisce ciò che gli altri si aspettano e dunque anche ciò che ci si può aspettare dagli altri. E ancora, affidato agli imprenditori giusti, lo stereotipo può rivelarsi una merce eccellente, che si vende bene e dà ottimi profitti. Quanta napoletanità i napoletani hanno esportato ed esportano? E quanta riescono ad esportarne in loco, ai visitatori e ai turisti ansiosi di acquistarla?<br>Bisogna sottolineare con forza, però, che le funzioni strumentali non esauriscono l'utilità dello stereotipo. Per i napoletani, esso può assumere un'importante funzione espressiva: deresponsabilizza mentre identifica, perché aggrega il singolo a un "noi", e dunque dà o può dare un senso di legittimazione, persino di forza e di orgoglio. Funzione questa tanto più rilevante per la popolazione di una città che dall'Unità in poi ha vissuto una storia difficile, pesante di regressioni e di delusioni. ====[[Alfred Sohn-Rethel]]==== *A Napoli i congegni tecnici sono quasi sempre rotti: soltanto in via eccezionale, e per puro caso, si trova qualcosa di intatto. Se ne ricava a poco a poco l'impressione che tutto venga prodotto già rotto in partenza [...] per il napoletano le cose cominciano a funzionare soltanto quando sono rotte. *La città viveva sotto il [[Vesuvio]] ed era quindi costantemente minacciata nella propria esistenza. Di conseguenza, aveva preso parte al diffuso sviluppo tecnico ed economico dell'Europa soltanto a sbalzi, poiché non si poteva mai sapere se l'anno sarebbe trascorso senza catastrofi. *Se qualcuno gli dicesse che non è così in realtà che ci si serve di un motore o di un'apparecchiatura tecnica in generale, {{NDR|un napoletano}} lo guarderebbe sbalordito e si opporrebbe addirittura in modo energico: perché l'essenza della tecnica consiste per lui proprio nel far funzionare quel che è rotto. E nel maneggiare macchinari difettosi è senza dubbio un maestro, ben al di là di ogni tecnica. Nell'abilità e nella prontezza di spirito con cui, di fronte a un pericolo, ricava con irrisoria facilità la soluzione vincente proprio da ciò che non funziona, ha per certi versi qualcosa in comune con l'americano. Ma dalla sua ha la suprema ricchezza inventiva dei bambini, e come i bambini è sempre fortunato, e come accade ai bambini, la fortuna gli arride volentieri. Di ciò che è intatto, invece, di quel che per così dire funziona da sé, egli in fondo sospetta e diffida: infatti proprio perché va da solo, alla fine non si può mai sapere come e dove andrà. ====[[Stendhal]]==== *In Europa ci sono due capitali: Parigi e Napoli. (attribuita) *Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo ''degli Studj'', si volta a destra, è la via Toledo. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo. *Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo. ====[[Hippolyte Taine]]==== *È gente brillante, volubile, pronta all'entusiasmo, senza equilibrio, che si lascia trasportare dalla propria natura. In condizioni normali, sono amabili e persino dolci; ma nei pericoli e nei momenti di collera, in tempi di rivoluzioni o di fanatismo, essi arrivano fino all'estremo limite del furore e della follia. *È un altro clima, un altro cielo, quasi un altro mondo. Questa mattina, avvicinandomi al porto, quando lo spazio s'è slargato e l'orizzonte s'è scoperto, io non ho più visto, tutto a un tratto, che un vivo sfolgorio di luce bianca. In lontananza, sotto la foschia che copriva il mare, si profilavano e si stendevano le montagne, luminose e morbide come nubi. Il mare s'avanzava a grandi ondate biancheggianti, e il sole versava un fiume di fuoco, simile a metallo fuso, che arrivava sino alla spiaggia. *In tutte le cose, la prima impressione è in essi troppo forte; appena toccati, essi scattano di colpo con una esagerazione qualche volta terribile, il più sovente grottesca. I mercanti che gridano la loro mercanzia paiono degli ossessi. Due cocchieri che litigano tra loro, sembrano vogliano uscire dalla pelle; un minuto dopo, essi non ci pensano più. *La gente del popolo è molto sobria, pranza con pane e cipolle. Conosco un vecchio operaio che ha fatto di suo figlio un mezzo signore, e che non mangia che pochi soldi di pane al giorno. Essi lavorano da mattina a sera, qualche volta sino a mezzanotte, ad eccezione della siesta da mezzogiorno alle tre. Si vedono ciabattini all'aria aperta tirare la lesina dal mattino alla sera. Calderai che, in prossimità del porto, occupano intere strade, non cessano di battere. *Quali strade si attraversano! Alte, strette, sudice; a tutti i piani balconi che strapiombano, un formicaio di piccoli fondachi, di botteghe all'aria aperta, di uomini e di donne che comprano, vendono, ciarlano, gesticolano, si urtano; la maggior parte macilenti e brutti, le donne in particolar modo, piccole e camuse, dalla faccia gialla e dagli occhi penetranti, poco pulite e cenciose, con degli scialli disegnati a fogliami e fazzoletti da collo color viola, rossi, arancioni, sempre a colori vivaci, ornate di ninnoli di rame. Nei dintorni della [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del Mercato]] si intreccia un labirinto di straducole lastricate e tortuose, piene di polvere, sparse di bucce d'aranci e d'angurie, di resti di legumi. La folla si pigia, nera e brulicante, nell'ombra spessa, sotto il cielo sereno. *Verso le otto, non soffiava più un alito di vento. Il cielo sembrava di lapislazzuli, la luna, come una regina immacolata, risplendeva sola in mezzo all'azzurro e i suoi fasci di luce tremolavano sulla distesa dell'acqua, simili a torrenti di latte. Non ci sono parole adeguate per esprimere la grazia e la dolcezza delle montagne avvolte nella loro ultima tinta, nel viola vaporoso del loro manto notturno. Il molo, la foresta di barche, colle loro masse nere e cupe, le rendevano ancora più suggestive; e Chiaia a destra, girando intorno al [[Golfo di Napoli|golfo]] con la sua cintura di case illuminate, gli faceva una corona di fiamme.<br>Da tutte le parti, brillano i fanali; la gente all'aria aperta chiacchiera ad alta voce, ride e mangia. Questo cielo è una festa per se stesso. ====[[John Turturro]]==== *Napoli è un luogo misterioso sia per chi non ci abita sia per i suoi stessi abitanti: c'è qualcosa di veramente vibrante e vivo che si percepisce ovunque ed è come qualcosa d'infinito che percepisci anche quando la lasci. Mi ha colpito molto e credo di aver riportato nel film queste sensazioni. *Napoli è un luogo sopravvissuto ad invasioni straniere, eruzioni vulcaniche, terremoti, rivolte popolari e che allo stesso tempo ha prodotto nella sua storia una valanga di musica. *Una città splendida conquistata da popoli diversi, massacrata e ricostruita, con ferite aperte, ma che sa ancora cantare e raccontarsi attraverso la sua musica ed i suoi artisti. ====[[Federigo Verdinois]]==== *Napoli ha otto Biblioteche con circa due milioni di volumi; i quali volumi, pare impossibile, son letti, poiché coteste Biblioteche danno un movimento quotidiano di 3000 lettori: un milione di lettori all'anno. *Nello stesso anno 1899, sopra 3504 matrimoni celebrati, solo 623 atti non furono sottoscritti: il che vuol dire che l'analfabetismo coniugale è in una proporzione decrescente; né si starà molto a vederlo affatto sparire.<br>Il fenomeno è notevolissimo, chi consideri che fra tutte le città italiane Napoli è la più folta di plebe. Via via, dal '60 in qua, cotesta plebe s'è andata sollevando a dignità di popolo, vincendo pregiudizi, abitudini, miseria, ostacoli d'ogni sorta: il che non è poco merito. Il classico paese del ''dolce far niente'' ha dunque fatto qualche cosa più che starsene al sole. I piccoli popolani della generazione che vien su san leggere quasi tutti, e non solo le insegne delle botteghe ma i giornali; sanno scrivere, e non solo il proprio nome; spesso sanno disegnare e non senza gusto. A ciò han contribuito in varia misura l'istruzione obbligatoria, i Ricreatori festivi, i teatri popolari, le officine, l'esercito, la partecipazione alla vita politica e amministrativa, la stampa, e soprattutto un sentimento sempre più dirozzato di individualità e di esistenza intellettuale e morale. *Se la fotografia avesse potuto far commercio dell<nowiki>'</nowiki>''ignoranza'' napoletana, da un pezzo l'ignoranza nostra farebbe artistica mostra di sé nelle vetrine dei cartolai e girerebbe mezzo mondo in compagnia del ''[[lazzari|lazzarone]]'', del ''ladruncolo di fazzoletti'' e dei ''mangiatori di maccheroni''.<br>Più tempo passa, meno codesta fotografia è possibile. L'ignoranza perde, giorno per giorno, contorni e colore e si va sciogliendo anch'essa in nebbia di leggenda. *Pronti a riconoscere ed ammirare i meriti dei nostri fratelli di oltre Tronto, e anche a rallegrarcene, noi siamo parchi di lode pel valore indigeno e modesto. Epperò, siamo i primi a stupire, e in perfetta buona fede, quando ci accade di udir decantare all'estero un ingegno di casa nostra. Ed è così, lo si può affermare senza esagerazione, che ci si è accorti, dopo le consacrazioni francesi, tedesche, russe, perfino americane, che Napoli ha dato al romanzo Matilde Serao, alla lirica [[Gabriele d'Annunzio]], agli studi sociali e giuridici [[Raffaele Garofalo]], al nostro teatro [[Achille Torelli]], [[Roberto Bracco]], [[Salvatore Di Giacomo|Salvatore di Giacomo]], alla poesia popolare lo stesso di Giacomo e [[Ferdinando Russo]], al giornalismo [[Giuseppe Turco|Peppino Turco]], e alla storia, all'archeologia, alla linguistica, alle scienze esatte, agli studi politici tutta una falange di cultori insigni, la cui azione civilizzatrice è più efficace che non si creda e il cui valore tanto meno si può disconoscere quanto più volentieri lasciamo agli stranieri la cura di esaltarlo. *Uno dei pregiudizi più stolti è che il nostro così detto ''gran mondo'' viva soltanto di futilità e non sia informato di niente. È vero che [Napoli non ha l<nowiki>'</nowiki>''Hôtel Rambouillet'', ma non l'ha oggi nemmeno Parigi, la ''ville lumière''. a Napoli, invece, un'accademia di dotti come la [[Accademia Pontaniana|Pontaniana]], si onora di contar fra' suoi membri effettivi due duchesse, la [[Teresa Filangieri Fieschi Ravaschieri|Ravaschieri]] e la [[Enrichetta Carafa Capecelatro|Carafa D'Andria]], che tengono il loro stallo accanto a [[Matilde Serao]]. Il duca [[Giuseppe Avarna|Gualtieri]] ha scritto della costituzione inglese; il principe [[Francesco Pignatelli, principe di Strongoli.|Pignatelli-Strongoli]] ha volgarizzato l<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]''; il [[Pasquale Del Pezzo|duca Caianiello]] è professore di Università; il principe [[Gaetano Filangieri, principe di Satriano|Filangieri]] ha fondato il [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo artistico industriale]]; e non serve dire di altri. Sono ritrovo di artisti e di scienziati i saloni della duchessa D'Andria, della principessa di Tricase. Con ciò non si nega che vi siano dei nobili ignoranti, allo stesso modo che ve ne sono di borghesi e popolani; ma, su per giù, la cosa si riscontra {{sic|dapertutto}} e in proporzioni non diverse. ====[[Lina Wertmuller]]==== *Come si fa a dire che la [[camorra]] è un dato costitutivo di Napoli? Significa non conoscere la storia di questa città, vittima di continue dominazioni nei secoli. Il popolo minuto doveva difendersi da dominatori ogni volta diversi e nei suoi strati diciamo più distanti dalla Storia ha assunto atteggiamenti di un certo tipo, poi precipitati con la modernità. Ci sono, pertanto, anche tanti mascalzoni. Ma assumerlo a fatto costitutivo non si può. *Napoli è la dea della bellezza. La voglia di cantare dei napoletani deriva dalla loro natura di artisti. Perché disprezzare i mandolini che venivano suonati anche da [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]] e [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]]. Il [[Conservatorio di San Pietro a Majella|Conservatorio S. Pietro a Maiella]] contiene un enorme patrimonio musicale, è un forziere inesauribile dove l'incuria e l'ignoranza hanno fatto marcire cose inestimabili. Qualsiasi paese al mondo avrebbe attinto a questo patrimonio per creare una stagione speciale d'arte. Napoli dovrebbe diventare, almeno per quattro/cinque mesi all'anno, Turistlandia, un posto cioè dove tutti potrebbero arrivare guidati dalla grande vela della musica, dell'arte e della bellezza. *Per me non è un luogo fisico ma un posto dell’anima. *Sì la amo davvero. È molto più che una città. È speciale. Una perla antica. ===Citazioni in versi=== [[Immagine:‪Piazza del Plebiscito - Augusto De Luca.jpg‬|thumb|Piazza del Plebiscito]] *''(A Napoli dove l'amore è Sovrano | Quando i ragazzi incontrano le ragazze | Ecco cosa dicono) | Quando la luna ti fa spalancare gli occhi | Come un grande fetta di pizza | Questo è l'amore.'' ([[Dean Martin]]) *''Basta ca ce sta 'o Sole, | ca c'è rimasto 'o mare, | na nénna''<ref>Ragazza.</ref>'' a core a core, | na canzone pe' cantà. || Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, | chi ha dato, ha dato, ha dato, | scurdàmmoce 'o ppassato, | simmo''<ref>Siamo.</ref>'' 'e Napule paisà.'' ([[Giuseppe Fiorelli]])<ref>Versi musicati da Nicola Valente.</ref> *''Bella Napoli, o quanto, i primi dì! | [[Chiaia]], e il [[Vesuvio]], e [[Portici]], e [[Via Toledo|Toledo]], | coi calessetti che saettan lì; | e il gran chiasso e il gran moto ch'io ci vedo, | d'altra vasta città finor digiuno, | fan sì che fuggon l'ore e non m'avvedo. | Ignoranti miei pari, assai più d'uno | la neghittosa Napoli men presta, | con cui l'ozio mio stupido accomuno. | Ma, sia pur bella, ha da finir la festa. | Al picchiar di Quaresima, mi trovo | tra un fascio di ganasce senza testa.'' ([[Vittorio Alfieri]]) *''Che fòra il veder Napoli coi fonti, | così nel sommo suo come nel basso! | Altro saria, ch'aver | marchesi e conti!'' ([[Luigi Tansillo]]) *''Chi puoi proteggere, madonna adorata, | dalla cieca miseria? | Il tacchino che si spidocchia sotto le sacre immagini | o la donna gravida nell'armadio a specchiera? | Ci vorrebbe il mare! | O che discendesse da Posillipo un'onda azzurra di cielo! | Essa dovrebbe salire le scalinate rischiarandosi, | carica di torce azzurre e di dolcezza; | e illuminare i poveri, penetrare nelle nostre contrade, | al fine di renderci diversi e di affermarci! || Ahimè! chi potrebbe esaudirci! | Potenti divinità si sono nascoste laggiù | sotto le colonne spezzate vicino al mare. || Il santo barocco s'è contorto impotente. | Le parole del poeta sono inutili.'' | Napoli-Parigi, settembre-ottobre 1959. ([[André Frénaud]]) *''Chiave di volta di un arco di azzurro, Napoli s'adagia sul mare, | Incoronata da compiacenti nazioni regina d'allegria senza pari: | Ride dell'ira dell'oceano, schernisce la furia del Vesuvio, | Disprezza malattia, e miseria, e fame, quelle che affollano le sue strade assolate.'' ([[Martin Farquhar Tupper]]) *''– Chisto è Napule d' 'o sole, | 'o paese d' 'o calore? | Gela l'acqua inte' 'e cannole''<ref>Tubazioni.</ref>'', | s'è schiattato''<ref>Scoppiato.</ref>'' 'o cuntatore!'' ([[Raffaele Viviani]]) *''Comme a stu suonno de marenare | tu duorme, Napule, viat' a tte! | Duorme, ma nzuonno<ref>In sonno.</ref> lacreme amare | tu chiagne, Napule!... Scétete<ref>Svegliati.</ref>, scé'!...'' ([[Salvatore Di Giacomo]]) *''Da secoli vive la miseria | nel sud dell'Italia. Guardate il suo trono: | pendono come tappezzerie | le tremule ragnatele nere | e i topi grigi rodono | i legni antichi. | Bucherellato trono che attraverso | le finestre rotte | della notte di Napoli respira | con rantolo terribile, | e tra i buchi | i neri riccioli cadono sulle tempie | dei bimbi belli | come piccoli dèi straccioni. | Oh, Italia, nella tua dimora | di marmo e splendore, chi abita? | Così tratti, antica lupa rossa, | la tua progenie d'oro?'' ([[Pablo Neruda]]) *''È mezzogiorno, | balena il mare; | sui colli e al piano | un uniforme | tedio. Alla vampa | canicolare | Napoli dorme || È mezzanotte, | sovra il sereno | golfo, alle rive | tra pianta e pianta | l'argento piove. | La luna è in pieno; | Napoli canta.'' ([[Vittoria Aganoor]]) *''Era fermo Imeneo tra l'erto monte | E 'l mare, in cui sovente austro risuona, | La 've cinge e 'ncorona Napoli bella l'onorata fronte : Napoli che di gloria e d'or corona | Impose a tanti duci, | Ouante serene luci | Ha notte ombrosa, allorché 'l vel dispiega; | E con amor, che avvolge i cori, e lega | L'anime pellegrine, | Facean ghirlanda al crine, | Ed allori tesseano e sacre palme, | E tessean preziosi i nodi all'alme.'' ([[Torquato Tasso]]) *''Fuggo i paterni tetti, e i patrii lidi, | Ma con tremante pié, mi lascio a tergo | Passo, e con questi, che di pianto aspergo, | Per voi rimiro amati colli, e fidi. || I tuoi, si vuole il Ciel, vezzi omicidi | Sirena disleal, dal cor dispergo; | E caro men, ma più securo albergo | Pellegrino ricerco, ov'io m'annidi.'' ([[Giovan Battista Marino]]) *''La gente del [[Vomero]] ha sempre campato | vendendo pane in Via Tribunali. | Accarezzati dalla brezza del Vomero, | quei signori guardano dall'alto in basso | il sudore di Via Tribunali, | le lacrime di [[Mergellina]], | il sangue di [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Mercato]] – | ma se vogliono pregare i santi, | devono scendere nel buio della povertà. | Perché su al Vomero non ci sono chiese con santi | e nemmeno gli dei abitarono mai.'' ([[Alfred Andersch]]) *{{NDR|Venere}} ''Lascia Gaeta, e su per l'onda corre | tanto ch'arriva a [[Procida]] e la rade, | indi giugne a [[Pozzuoli|Puzzòlo]], e via trascorre, | Puzzòlo che di solfo ha le contrade | quindi s'andava in Nisida a raccorre, | e a Napoli scopría l'alta beltade: | onde dal porto suo parea inchinare | la Regina del mar, la Dea del mare.'' ([[Alessandro Tassoni]]) *''Le grandezze, i stupor, le meraviglie, | le delizie, i piacer, mare, aria e sito, | le cose illustri e celebri famiglie | della mia bella Patria, altiero vanto | de l'altre antiche e de le più moderne | degne di glorie eterne, | da cui per gusto altrui son già partito, | e fiori e frutti, e l'acque fresche e chiare, sotto il ciel più che rare, | oggi a Voi, Donne, io canto | se per cantare o dir ne saprò tanto.'' ([[Giovanni Battista del Tufo]]) *''Ma non posso più accettare l'etichetta provinciale | e una Napoli che ruba in ogni telegiornale, | una Napoli che puzza di ragù di malavita, | di spaghetti, cocaina e di pizza margherita, | di una Napoli abusiva paradiso artificiale | con il sogno ricorrente di fuggire e di emigrare.'' ([[Federico Salvatore]]) *''Ma 'sta città mme pare sempe 'a stessa | che canta pe' cantà, ma sta chiagnenno''<ref>Piangendo.</ref>''. | Napule, chesta si', si 'na canzone | cantata cu dulore, alleramente.'' ([[Raffaele De Novellis]])<ref>Versi musicati da Cafazo.</ref> *''Mamma Napoli | Io stonghe ccà || E nun abbastano cient'anne | A ll'acqua e mare pe putè cagnà sta razza | 'o viento e terra le tocca pe crianza | e nun le passa maie sta vrenzola e speranza || e nun abbastano cient'anne | pe ce putè assettà a sta tavulata e gente | gente che già ha magnato, gente che già ha bevuto | che 'o mmeglio e chisto munno già se ll'ha futtuto | Mamma Napoli.'' ([[Teresa De Sio]]) *''Napolì | 'e benpensante votano Dc | Napolì | 'e camurriste votano Psi | Napolì | 'e sicchie 'e lota''<ref>Secchi di melma.</ref>'' votano Msi | Napolì | ma 'mmiez' 'a via continuano a murì | Napolì | ma tenimmo 'o sole 'a pizza e 'o mandulino | tarantelle canzone sole e mandulino | a Napoli se more a tarallucce e vino.'' ([[99 Posse]]) *''Napoli fu non è. La pompa altera | de le glorie già sue si volse in duolo. | Busto e tomba di sé, sul nudo suolo | pianger si può, ma non veder qual era. || Con aereo velen la Morte arciera | omicide sbalzò le Parche a volo; | e di Grandi e Plebei recisi a stuolo, | l'insepolto carname i Cieli annera. || Son macelli i Palagi, urne le sponde | del bel Sebeto; e sospirando stassi, | d'orride {{sic|straggi}} insanguinato l'onde. || Passeggier, bagna i lumi, affretta i passi, | fuggi, ché di spavento ombre feconde | spira la Morte ancor viva ne' sassi.'' ([[Giacomo Lubrano]]) *''Napoli ride int'a 'na luce 'e sole | chiena 'e feneste aperte e d'uocchie nire.'' ([[Ferdinando Russo]]) *''Napoli! Tu cuore di uomini che sempre ansima | nudo, sotto l'occhio senza palpebre del Cielo! | Città elisia, che calmi con incantesimo | l'aria ammutinata e il mare! Essi attorno a te sono attratti, | come sonno attorno all'amore! | Metropoli di un Paradiso in rovine | da tempo perduto, di recente vinto, ma pure ancora solo a metà riconquistato.'' ([[Percy Bysshe Shelley]]) *''Napule bella, desiata tanto | dal core e da la mia penosa vita, | Napuli bella, ch'io lassai da canto, | Napuli bella, e come t'ho fuggita? | Napuli bella, gli occhi miei di pianto | son pieni per la misera partita!'' ([[Francesco Galeota]]) *''Napule è comm' 'a femmena, | te fa venì 'o gulìo''<ref>Voglia.</ref>''. | Apprimma''<ref>Prima.</ref>'', core mio | e doppo, frusta llà. | E nfrìnghete, nfrìnghete, nfrà, | nfrùnghete, nfrùnghete, nfrù. || Napule, bello mio, | si' sempe tu, | si' sempe tu.'' ([[Pasquale Cinquegrana]])<ref>Versi musicati da Giuseppe De Gregorio.</ref> *''Napule è 'nu paese curioso: | è 'nu teatro antico, sempre apierto. | Ce nasce gente ca senza cuncierto''<ref>Senza preparazione.</ref>'' | scenne p' 'e strate e sape recita'.'' ([[Eduardo De Filippo]]) *''Napule è tutta rampe, scalinate, | scale, gradune, grade, gradiatelle, | sagliute, scese, cupe, calate, | vicule ’e coppa, ’e sotto, viculille, | vicule stuorte, | vicule cecate.'' ([[Carlo Bernari]]) *''Napule Napule Napule Na' | 'na notte e luna chiena | 'o sole ca me vase''<ref>Bacia.</ref>'' | 'n'addore e panne spase | me fa' senti' nu rre.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Sergio Bruni.</ref> *''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}}''<ref>Refuso. In realtà: non.</ref>'' abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. ([[Tristan Corbière]]) *''Non ti ricordi la fresca sera, | molle di nubi, plenilunar, mentre di Napoli per la Riviera | a i parapetti scrosciava il mar? || Era un settembre più che autunnale, | e Piedigrotta passata già; | dentro la Villa, pel gran viale, | avean le raffiche spersa l'està. || Moriva lungi su i mandolini | una canzone, sotto un hôtel. | Ma che profumo di gelsomini! | Parea dal mondo caduto un vel. || Non ti ricordi? Scendea la notte | sempre più opaca, su te, su me; | ci sorpassavano le ultime frotte | de le discepole, da gli ateliers. || Ci soffermammo. Nubi più grosse | spegnean de i cieli, nere, il chiaror; | tossisti, e della piccola tosse | su la tua bocca bevvi il sapor: || e stemmo avvinti, contro a le spume | che ci spruzzavano, salse, ognor più, | mentre [[Posillipo]] con cento e un lume | insanguinava l'onde laggiù...'' ([[Francesco Gaeta]]) *''O bella come una favola d'oro, | città solare, contrada incantata, | ove una dolce invisibile fata | fa sue magie tra una palma e un alloro. || La dolce fata nasconde al mortale, | chiuso in mistero, il divino suo viso; | ma bene effonde nell'aria un sorriso | di mite e ardente fulgor celestiale. || Tutta ne esulta la verde pendice | lungo il grand'arco del golfo beato; | tutto ne splende, commosso, incendiato, | l'azzurro specchio del mare felice. || Solo, laggiù, c'è un cattivo gigante''<ref>Il Vesuvio.</ref>'' | che freme e sbuffa in rabbioso tormento; | ma il suo fumacchio, portato dal vento, | si perde in ciel come un cirro vagante.'' ([[Diego Valeri]]) *''O gente senza alcuna cortesia, | la cu' 'nvidia punge | l'altrui valor, ed ogni ben s'oblia; | o vil malizia, a te, perché t'allunge | di bella leggiadria, | la penna e l'orinal teco s'aggiunge.'' ([[Cino da Pistoia]]) *''Oje né', | si te vuó' sciogliere''<ref>Scioglierti, nel senso di lasciarmi.</ref>'', | 'a strada è libera, | puó' cammenà. | Napule è chino 'e femmene | tutte pe' me, | ca vònno''<ref>Vogliono.</ref>'' a me, | pazze pe'mmé.'' ([[Salvatore Baratta]])<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref> *''Pare che a tre generazioni di russi | fosse proibito andare a spasso | senza meta per le vie | di questa città meridionale, | lasciando libero lo sguardo di vagare, | curiosare disinvolti | qua e là, scattanti come bovi, | non com'aquile o leoni in cerca di preda, | che aguzzano la vista crudele''. ([[Maksim Amelin]]) *''Pe' [[Via Toledo|Tuleto]], p' 'a strada cchiù bella | d' 'a cchiù bella città ca se trova, | n'ata vita llà 'n miezo vulesse campà!...'' :'' 'N Paraviso 'stu sciore 'e bellezza | llà sultanto 'o putite truvà!'' ([[Salvatore Baratta]]) *''Per questo, straniero, la gente | a Napoli ha il culto dei santi: | da sempre ha conosciuto non un solo Dio, | ma molti dei, | perciò scambia San Paolo e San Pietro con i Dioscuri, | San Giovanni con Hermes | e Santa Restituta con Cibele. | Vecchie usanze dei tempi di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].'' ([[Alfred Andersch]]) *''Più volte haver porai tu fors'udito | la nobiltade et la celebre fama | de 'st'inclyta città posta nel lito | de le syrene. Et Napoli hor si chiama. | A questo lieto et fortunato sito | la giovenetta, ch'anchor via più s'ama, | sepolta giace et come antica autrice | la sirena Parthenope si dice.'' ([[Ioan Bernardino Fuscano]]) *''Pure la nostra sirena vedrai, Partenope, alla quale, condotta di qua dal mare, lo stesso Apollo indicò con la colomba Dionea il fertile suolo. A questa mia sede natale io ti invito. Qui è mite l'inverno e fresca l'estate: qui con le onde sue lente batte il mare tranquillo, ed è la pace sicura e il dolce far niente e una quiete senza fine; e si dorme qui, tanto!'' ([[Publio Papinio Stazio]]) *''Qui sicura è la pace, e qui si gode | d'una comoda vita il bel piacere, | né v'è chi l'ozio altrui conturbi, o i sonni. | Non ha litigi il foro, e niun contrasto | conobbero giammai le leggi armate; | del diritto s'appaga ogni uom d'onore | senza aspettar che un tribunal l'astringa. | Or dirò delle superbe cose, | ch'alle colte città crescono il vanto? | Vedrai li sacri templi, e gli atrii suoi | da cento trammezzati alte colonne: | le due moli vedrai, teatro e circo, | e i quinquennali giuochi, il cui splendore | non cede a quei, che [[Roma]] sacra a Giove. | Né di [[Menandro]] a te lodar pretendo | le commedie di riso, e il dir faceto | di greco misto, e di parlar latino. | Né manca qui ciò, ch'è diletto al senso.'' ([[Publio Papinio Stazio]]) *''Quivi Napoli bella i regi alberga, | Città vittoriosa e trionfale: | Veggio altri tempi ancor, e in altri monti | Quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.'' ([[Torquato Tasso]]) *''Settimana di sette feste, | questa è Napoli, punto e basta! | Passa il guappo con le maestre, | s'alza il grido dell'acquaiuol.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Lino Benedetto.</ref> *''Stace Napole mia, bella, e gentile, | sciore de 'Talia<ref>''Fiore di Italia.''</ref>e schiecco<ref>''Specchio.''</ref>de lo Munno, | mamma che face nascere l'Abrile | Tutto a no ventre | sempre co l'Autunno, | sott'a n'airo né gruosso né sottile, | 'nzino a mare commo uovo chino e tunno, | accanto a sciumme''<ref>Fiumi.</ref>'', e munte, e fontanelle, | Che 'nnanze foro giuvene e zitelle.'' ([[Giulio Cesare Cortese]]) *''T'accumpagno vico vico | sulo a tte ca si' 'n amico | e te porto pe' 'e quartiere | addò 'o sole nun se vede | ma se vede tutto 'o riesto | e s'arapeno 'e ffenèste | e capisce comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella. | Comm'è bella comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella.'' ([[Claudio Mattone]]) *''T'adoro, sì, domenica | napoletana verso giugno: oh tu | di fragole odorosa! | oh coltri gialle e rosa | a i terrazzi! oh, profumo del ragù! || Ecco, a la chiesa prossima | chiama a distesa il campanello ancor; | nel sole, hanno per «essa», | tornata da la messa, | mobili e letto una scintilla d'or: || spunta con lumi e musica | per la salita la procession; | incede il Santo, e trema; | sul baldacchino crema | foglie di rose piove ogni balcon. || Adoro il tuo crepuscolo: | la gelsa bianca ne i panieri appar: | e l'uom de le campagne | suoi serti di castagne | su la pertica lunga ama cantar: || siede al balcone e dondola | «essa», con il ventaglio in grembo, il pié: | assorta un po', sospira | al dì che si ritira, | e ride a pena, tra le amiche, a me.'' ([[Francesco Gaeta]]) *''Una croce nera sul petto dell'italiano, | senza intaglio, rabesco, splendore, | conservata da una famiglia povera | e portata dall'unico figlio...| Giovane nativo di Napoli! | Cos'hai lasciato sui campi di Russia? | Perché non hai potuto esser felice, | circondato dal celebre golfo? | Io che ti ho ucciso vicino a Mozdòk | sognavo tanto il vulcano lontano! | O, come sognavo nelle distese del Volga | almeno una volta di andare in gondola! | Ma io non son venuto con la pistola | a portarti via l'estate italiana | e le mie pallottole non hanno fischiato | sulla santa terra di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]]! | Qui ho sparato! Qui dove sono nato, | dov'ero orgoglioso di me e degli amici, | dove gli epici canti dei nostri popoli | non risuonano mai in traduzioni. | Forse che l'ansa del medio Don | è studiata da uno scienziato straniero? | La nostra terra, la Russia, la Rus, | l'ha seminata una camicia nera? | T'hanno portato qui in una tradotta | per conquistare lontane colonie, | perché la croce del cofanetto familiare | crescesse alle dimensioni d'una croce di tomba... | Non permetterò che la mia patria sia portata | oltre le distese di mari stranieri! | Io sparo. E non c'è giustizia | più giusta della mia pallottola! | Non sei mai stato né vissuto qui!... | Ma è sparso sui campi nevosi | l'azzurro cielo italiano, | sotto il vetro degli occhi morti.'' ([[Mikhail Svetlov]]) *''Vi quant'è bella Napule | pare nu franfellicco: | ognuno vene e allicca | arronza e se ne va.'' ([[canti popolari|canto popolare napoletano]]) *''Vieni o straniero nella grande Napoli, vedila, e muori! | Ama e inebriati, godi mentre l'attimo fugge | Il più splendido sogno, scorda i desideri delusi, | e i tormenti che un demone ha tessuto nella tua vita: | impara qui a godere, ad essere felice, e poi muori!'' ([[August von Platen-Hallermünde]]) *''Voglia 'e turnà | dint'e vicoli e sta città, | guarda e ride e te vò tuccà | nun se ferma mai, | voglia 'e verè | notte e juorno te fa cantà | chest'è Napule do cafè | nun te può sbaglià.'' ([[Teresa De Sio]]) ====[[Edoardo Bennato]]==== *''Chille ca nun vonno fa' 'a fila, | chille che stanno arreto 'e spurtielle, | chille ca passano c' 'o rrusso, | chille ca se fermano c' 'o giallo, | chille ca stanno chiene 'e miliarde, | chille ca vanno pezziente, 'e viecche, 'e criature, 'e buone, 'e malamente, | nisciuno! | Nun se salva nisciuno, | nisciuno nisciuno, | int' 'a 'sta città nun se salva nisciuno!'' *''E la nottata non passa mai | Bella, appariscente, invidiata, invadente | Volgare, indecente, violenta, incandescente | Ma è la mia città''. *''Non è piana non è verticale | è una linea che sale in collina | è una strada che parte dal mare | il percorso della città obliqua. || Scale mobili sotto la luna | diagonali e passaggi segreti | un cammino che esiste da sempre | il tesoro della città antica.'' ====[[Libero Bovio]]==== *''E cheste è Napule: | Canzone ca nun more, | Profumo 'e ll'aria, | Ciardino sempe 'n fiore. | Speranze, ammore, lacreme: | Napule chesto vo'.'' *''Chist'è 'o paese d' 'o sole, | chist'è 'o paese d' 'o mare, | chist'è 'o paese addó tutt' 'e pparole,| so' doce o so' amare, so' sempe parole d'ammore!'' *''È tutta d'oro, | d'oro e celeste è Napule. | Se canta e more? | Ma i' voglio murì ccà. | Pe' Napule e Maria | trèmmano 'e ccorde d' 'a [[chitarra]] mia, | Marì.''<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref> ====[[Chariteo]]==== *''La gentil sacra, cittade, | Napol, di Muse et divi antiquo hospitio; | di [[w:|trabea]] degna et non d'aspro cilitio.'' *''Seconda patria mia, dolce Sirena, | Parthenope gentil, casta cittade, | nido di leggiadria e nobiltade, | d'ogni vertute e di delicie piena; || con tal dolor ti lascio e con tal pena, | qual, lasso!, io mai soffersi in nulla etade. | A dio, amici!, a dio, dolci contrade: | Hor qui ragion le lagrime non frena.'' *''– Parthenope son io, piena di duolo: | Non men beäta pria, c'hor infelice, | squarciata in mille parti, equata al suolo. || Misera me!, fruïr più non mi lice | Primavera, che sempre in me fioriva; | ché Venere è conversa in diva ultrice! || Libera fui gran tempo, hor son captiva, | in man di fieri monstri, horrendi et diri''<ref>I francesi di Luigi XII che occuparono Napoli dal 4 agosto 1501 al 16 maggio 1503.</ref>'', | quai Protheo doma in la Carpathia riva. || Qual re più fida in regno, in me si miri | come in lucido specchio! O re possenti, | imparate frenar vostri desiri! || Non vi inganne il piacer di ben presenti, | ché sempre a voi minaccia il Re {{sic|magiore}} | ciò che temon di voi le minor genti.'' ====[[Nino D'Angelo]]==== *''Ma quanto bene te voglio, mia cara città, | quann'era vierno''<ref>Inverno.</ref>'' cu 'o sole m'ê''<ref>Mi hai.</ref>'' fatto scarfa<nowiki>'</nowiki> ''<ref>Riscaldare.</ref>'', | mmiezzo a 'sti strade cchiù vecchie 'e l'età | tu m'ê 'mparato a parla', | e quanta vote m'ê fatto capi' | ca se po' sempe muri<nowiki>'</nowiki>''. *''<nowiki>'</nowiki>Nu napulitano nunn'è sempe allero, | nun le basta 'o sole, tene troppi pensiere, | dint' 'a chesta gara parte sempe arrete''<ref>Indietro</ref>'', | corre tutt' 'a vita e 'o traguardo è 'na barriera.'' *''Sott' a 'stu cielo blu, | 'o ssaje ca nun se vola | e nun se po' campa' sempe aspetta' | speranza e sole. | T'ha tradito 'sta città, | ca vo' sulo ave' e nun dà. | Stella napulitana | che triemme 'ncopp' 'a 'stu mare | ca nun t'ha dato maje niente.'' ====[[Pino Daniele]]==== *''Città che non mantiene mai le sue promesse, | città fatta di inciuci e di fotografia, | di [[Diego Armando Maradona|Maradona]] e di [[Sofia Loren|Sofia]] | ma è la mia città | tra l'inferno e il cielo.'' *''Napule è mille culure | Napule è mille paure | Napule è a voce d' 'e criature''<ref>Creature, bambini.</ref>'' | che saglie chiano chianu | e tu saje ca nun si sulo''. *''Napule è 'na carta sporca | e nisciuno se ne 'mporta | e ognuno aspetta 'a ciorta.'' *''Napule è tutta 'no suonno | e 'a sape tutto 'o munno | ma nun sanno a verità.'' *''Simmo lazzari felici | gente ca nun trova cchiù pace | quanno canta se dispiace | è sempe pronta a se vutta' | pe' nun perdere l'addore.'' *''Terra mia, terra mia | comm'è bello a la penza'. | Terra mia, terra mia | comm'è bello a la guarda'. | Nunn è 'o vero nun è sempre 'o stesso | tutt' 'e journe po' cagna' | ogge è dritto, dimane è stuorto | e chesta vita se ne va.'' ====[[Ernesto Murolo]]==== *''E 'a Luna guarda e dice: | "Si fosse ancora overo. | Chisto è 'o popolo 'e na vota''<ref>Di una volta.</ref>'', | gente semplice e felice. | Chist'è Napule sincero, | ca pur'isso se ne va".''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> *''Napule, | a qua' parte d' 'o munno se fa '[[amore|ammore]] | comm'a Napule, 'e sera, 'int'a ll'està''<ref>Estate.</ref>''? | Vócche vasate''<ref>Bocche baciate.</ref>'', cantano, | core tradute, chiagnono. | Ma è tantu bella Napule | ca pure ll'odio te fa scurdà''<ref>Dimenticare.</ref>''.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> *''Napule bella mia, | terra d'ammore, lacreme e canzone... | che suonno d'oro ca nce faje sunná''<ref>Sognare.</ref>''! | 'Ncòre nce miette na malincunía, | na freva tu nce miette dint'<nowiki>'</nowiki>e vvéne | pecché nce vuó' fa' chiagnere e cantá.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> ====[[Totò]]==== *''A Napule nun se po' sta cuieto''<ref>Quieto.</ref>''. | Aiere un brutto cane mascalzone | se ferma, addora, aiza 'a coscia 'e reto, | e po' mme fa pipi 'nfaccia 'o sciassì.'' *''Io voglio bene a Napule | pecché 'o paese mio | è cchiù bello 'e 'na femmena, | carnale e simpatia. || E voglio bene a te | ca si napulitana | pecché si comm'a me | cu tanto 'e core 'mmano.'' *'''Sta Napule, riggina d' 'e ssirene, | ca cchiù 'a guardammo e cchiù 'a vulimmo bbene. | 'A tengo sana sana dinto''<ref>Dentro.</ref>'' 'e vvene, | 'a porto dinto 'o core, ch'aggia''<ref>Che devo.</ref>'' fa'? | Napule, si' comme 'o zzucchero, | terra d'ammore – che rarità!'' ==Proverbi== *Napl<sub>''ǝ''</sub> tand'avandát<sub>''ǝ''</sub> s'è r<sub>''ǝ''</sub>ddótt<sub>''ǝ''</sub> a car<sub>''ǝ''</sub>scià prèt<sub>''ǝ''</sub>. ([[Proverbi lucani|lucano]]) *Napulitane: larghe 'e vocca e stritte 'e mane. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) *'O napulitano è cavaliere. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) *[[Roma]] santa, [[L'Aquila|Aquila]] bella, Napoli galante. ([[Proverbi italiani|italiano]]) *Tre sono le meraviglie, Napoli, [[Roma]] e la faccia tua. ([[Proverbi italiani|italiano]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== {{div col|strette}} *[[Archivio di Stato di Napoli]] *[[Arcipelago Campano]] *[[Biblioteca dei Girolamini]] *[[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III]] *[[Borbone delle Due Sicilie]] *[[Borgo Santa Lucia]] *[[Brodo di polipo]] *[[Camorra]] *[[Campania]] *[[Canzone classica napoletana]] *[[Casatiello]] *[[Castel Capuano]] *[[Castel sant'Elmo]] *[[Centro direzionale di Napoli]] *[[Certosa di San Martino]] *[[Chiostri di San Martino]] *[[Cimitero delle Fontanelle]] *[[Cimitero di Poggioreale]] *[[Crypta Neapolitana]] *[[Cucina napoletana]] *[[Ducato di Napoli]] *[[Festa di Piedigrotta]] *[[Filastrocche napoletane]] *[[Fontana della Spinacorona]] *[[Forcella (Napoli)|Forcella]] *[[Galleria Umberto I]] *[[Golfo di Napoli]] *[[Guappo]] *[[Il Vasto]] *[[Indovinelli napoletani]] *[[Istituto italiano per gli studi filosofici]] *[[Lago d'Averno]] *[[Lazzari]] *[[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]] *[[Maschio Angioino]] *[[Mergellina]] *[[Modi di dire napoletani]] *[[Mostra d'Oltremare]] *[[Museo archeologico nazionale di Napoli]] *[[Museo artistico industriale Filippo Palizzi]] *[[Museo nazionale di Capodimonte]] *[[Museo nazionale di San Martino]] *[[Palazzo Cellammare]] *[[Palazzo Donn'Anna]] *[[Pallonetto di Santa Lucia‎]] *[[Pastiera napoletana]] *[[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]] *[[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]] *[[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Dante]] *[[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]] *[[Pignasecca]] *[[Pizza]] *[[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]] *[[Porta Capuana]] *[[Posillipo]] *[[Preghiere napoletane]] *[[Presepe napoletano]] *[[Proverbi napoletani]] *[[Pulcinella]] *[[Quartieri di Napoli]] *[[Quartieri Spagnoli]] *[[Real Albergo dei Poveri]] *[[Regno di Napoli]] *[[Repubblica Napoletana (1799)]] *[[Risanamento di Napoli]] *[[Riviera di Chiaia]] *[[San Gennaro]] *[[Scioglilingua napoletani]] *[[Scugnizzo]] *[[Scuola di Posillipo]] *[[Scuola militare "Nunziatella"]] *[[Sebeto]] *[[Sedili di Napoli]] *[[Spaccanapoli]] *[[Stazione zoologica Anton Dohrn]] *[[Stazioni dell'arte]] *[[Strummolo]] *[[Teatro di San Carlo]] *[[Teatro napoletano]] *[[Teatro San Carlino]] *[[Università degli Studi di Napoli Federico II]] *[[Vesuvio]] *[[Via Foria]] *[[Villa comunale di Napoli]] *[[Voci e gridi di venditori napoletani]] *[[Vomero]] *[[Zucchine alla scapece]] {{Div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=Napoli|n=Categoria:Napoli}} {{vetrina|7|11|2012|argomenti}} [[Categoria:Comuni della Campania]] [[Categoria:Napoli| ]] p2v8u7mp9ha1vwvbln3te6blgmey28p 1221267 1221263 2022-08-07T01:15:02Z Sun-crops 10277 /* Giuseppe Marotta */ abbrevio wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla città di '''Napoli''' e sui '''napoletani'''. [[Immagine:Napoli.jpg|thumb|530px|Napoli vista dal quartiere di Posillipo; sullo sfondo, il [[Vesuvio]]]] ===Citazioni in prosa=== {{indicedx}} *A dir la verità, la bellezza di Napoli è un po' un inganno. Napoli non è bella, finché non la guardate da lontano. Da lontano si stende dorata nel sole, il mare è azzurro, quanto ne avete appena un'idea, qui davanti un bel pino, lì quell'azzurro è [[Capri]], il [[Vesuvio]] soffia un batuffolo di ovatta biancastra, [[Sorrento]] splende lontana e netta – Dio, è bello. E poi scende il crepuscolo, tutto si inazzurra e spuntano le luci, adesso è tutto un semicerchio di piccole scintille, sul mare si muove una nave e splende di luci verdi, azzurre, dorate: Dio, è bello! Ma entra in città, amico mio; cammina per le strade, posa su tutto i tuoi occhi boemi e goditi quanto puoi il pittoresco di questa vita; tra un po' ne sarai nauseato. Forse queste strade sono pittoresche, ma sono decisamente bruttissime. Girovaghi sotto ghirlande di biancheria sporca, ti fai largo tra una minutaglia di ogni risma, asini, mascalzoni, capre, bambini, automobili, ceste di ortaggi, e di altre equivoche porcherie, officine che fuoriescono sul marciapiede e arrivano al centro della strada, immondizie, marinai, pesci, carrozzelle, cespi di cavolo, strilloni, ragazze con i capelli acconciati, sudici monelli stesi a terra; è tutto uno spintonarsi, uno schiamazzare, un bastonare con malagrazia gli animali, un chiamare a gran voce, offrire, urlare, schioccare la frusta, derubare. ([[Karel Čapek]]) *'A disoccupazione pure è un grave problema a Napoli, che pure stanno cercando di risolvere... di venirci incontro... stanno cercando di risolverlo con gli investimenti... no, soltanto ca poi, la volontà ce l'hanno misa... però hanno visto ca nu camion, eh... quante disoccupate ponno investi'? [...] cioè, effettivamente, se in questo campo ci vogliono aiutare, vogliono venirci incontro... na politica seria, e ccose... hann' 'a fa' 'e camiòn cchiù gruosse. ([[Massimo Troisi]]) *A guardare nella nazione napolitana solamente l'uomo, a contemplare l'enorme sciupio delle leggi morali e religiose, ogni anima onesta sarebbe tentata a gridare: Dio non è, o l'uomo non è l'opera della sua mano! Ma quando lo sguardo ricade su quelle soavi creature, in cui non sai che più ammirare, se lo splendore della bellezza o la nobilità dello spirito, quando vagheggi quell'opàla eterna i cui fuochi non muoiono mai; allora ti riconcilii con Dio e dici: quest'uomo è caduto, e la sua tristizia è un'espiazione. Un'espiazione forse della sapienza etrusca, della signoria romana, della libertà proficua del medio evo; un'espiazione della codardia moderna e dello scoraggiamento di oggidì. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *A [[Milano]] od a [[Torino]] come nella maggior parte delle grandi città moderne, è appunto il moderno sviluppo industriale e commerciale che ha determinato progressivamente, con l'incremento demografico, l'ossatura fondamentale della vita cittadina, mentre il grande agglomerato umano di Napoli e la sua struttura sociale hanno origini assai più lontane, sono il prodotto di altre condizioni economiche, di altre forme di vita. Assai prima della costituzione del [[Regno d'Italia]], Napoli era stata, per lunghi secoli, la capitale del maggiore tra gli Stati in cui l'Italia era divisa, ed una delle più grandi città d'Europa. Già nello scorcio del Medio Evo, Napoli oltrepassava i 200 mila abitanti, quando Milano non sorpassava che di poco i 50 mila e Torino ne contava 16 mila soltanto; quando [[Amburgo]] ne aveva meno di Torino e [[Londra]] meno di Milano. ([[Emilio Sereni]]) *A mio parere, Napoli è l'unica città d'Italia che rappresenta veramente la sua capitale. ([[Charles de Brosses]]) *A Napoli, diversamente da [[Firenze]] o [[Venezia]], che sono città museo, prive di una vera vita cittadina, e dove tutto è organizzato in funzione di un turismo di massa che ha completamente cambiato la qualità della vita rendendo queste città dei musei ingessati, Napoli ha la possibilità, non potendo contenere un turismo di massa come le suddette città, di conservare il suo straordinario fascino e le qualità dove il museo è un museo vivente, dove il patrimonio artistico convive con le realtà sociali, economiche, commerciali. Dove cioè il patrimonio artistico non è visto come un museo ma come parte di una vita in continua trasformazione, con le sue ombre, le sue luci, la miseria e la nobiltà. Napoli, cioè, come ultimo luogo di una mediterraneità vissuta non come museo ma come vita e realtà in continua evoluzione. ([[Nicola Spinosa]]) *A Napoli è cambiato tutto. O quasi. Per i rifiuti è cambiato molto poco. La [[camorra]], è vero, è diventata meno aggressiva. E da qualche avamposto si è dovuta ritirare. Però la raccolta dei sacchi «da 'a munnezza» è rimasta nelle mani delle stesse imprese che l'avevano ottenuta in appalto agli inizi degli anni Novanta, gli anni d'oro di Cirino Pomicino, De Lorenzo, Di Donato: i tre avidi «viceré» del Caf. Imprese che nel settembre del '96 hanno riottenuto dalla giunta Bassolino l'appalto per la raccolta delle 1300 tonnellate/giorno di pattume tal quale generate dalla città di Napoli. ([[Ivan Berni]]) *A Napoli è stata affibbiata una mutazione di funzione e destino di cui non si è mai compresa la connotazione: da ex capitale, che cosa è diventata? Non si sa. E quel che è peggio: non se ne discute. ([[Philippe Daverio]]) *A Napoli, il 15 maggio, una sollevazione popolare aveva colto tutti di sorpresa. I soldati spararono e ci furono molti morti. Il Parlamento, che aveva tentato una mediazione, venne invece accusato di aver sostenuto la sedizione. ([[Nico Perrone]]) *A Napoli puoi anche mandare un prefetto di frontiera come Mori o un baluardo della cultura come il sottoscritto. Ma non ci fai nulla. Un po' come a [[Palermo]]. Al Sud c'è una travolgente forza del male. ([[Vittorio Sgarbi]]) *A Napoli va debitrice l'[[Italia]] della restaurazione della moderna [[filosofia]] razionale, che da quel regno si propagò per tutta la penisola. Il [[Bernardino Telesio|Telesio]], il [[Giordano Bruno|Bruno]] ed il [[Tommaso Campanella|Campanella]] aveano cominciato a scuotere il gioco aristotelico; il [[Giambattista Vico|Vico]] ed il [[Antonio Genovesi|Genovesi]] lo levarono dal collo degli Italiani e lo infransero. ([[Giuseppe Maffei]]) *Amo Napoli perché mi ricorda [[New York]], specialmente per i tanti travestiti e per i rifiuti per strada. Come New York è una città che cade a pezzi, e nonostante tutto la gente è felice come quella di New York. ([[Andy Warhol]]) *Avevo visto Valencia e Barcellona, avevo visto Genova, Milano, Venezia, Firenze e anche Roma; tuttavia non sapevo cosa fosse una grande Città fino a quando non sono giunto a Napoli. Altre la superano per la bellezza degli edifici e il gusto degli ornamenti, ma quella folla immensa, quello strepito di persone; quello splendore e frastuono di carrozze, quell'abbondanza di cose, quell'allegro tumulto e quella pacifica confusione destano scompiglio nell'animo di chi la vede per la prima volta. [...] Una splendida corte, una milizia brillante, un'innumerevole e ricca nobiltà, un altrettanto numeroso e ricco foro, un popolo chiassoso, una folla infinita fanno di Napoli una grande città come solo se ne possono vedere in Inghilterra e in Francia, ma non certo in altre nazioni europee. ([[Juan Andrés]]) *Cara Napoli, è difficile, tanto difficile dopo quattro anni... e allora ho pensato che forse è meglio salutarti così: chiedendo in prestito prima a zio Pino e poi a te, quello che la gente, la meravigliosa tua gente, ti canta ogni volta come una promessa di amore eterno. [...] ''Napule è tutto nu' suonno e a' sape tutto o' munno ma nun sann' a verità.''<ref>Nella lettera vengono citati i versi di ''Napule è'' di [[Pino Daniele]].</ref> Io la so. L'ho scoperta, l'ho amata, l'ho chiusa a chiave nel cuore: ed è per questo che oggi i miei occhi sono bagnati da questo mare e sporcati da questa terra. Terra mia. Ciao guagliù, forza Napoli sempre. ([[Gökhan Inler]]) *''[[Francesco Caracciolo (ammiraglio)|Caracciolo]]'' era uno di quei pochi che al più gran genio riuniva la più pura virtù. Chi più di lui amava la patria? Che non avrebbe fatto per lei? Diceva che la Nazione Napolitana era fatta dalla natura per avere una gran marina, e che questa si avrebbe potuto far sorgere in pochissimo tempo: avea in grandissima stima i nostri marinari. ([[Vincenzo Cuoco]]) *Che cosa significasse per il [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] l’incontro con la immensa capitale mediterranea, più classicamente antica di Roma stessa, e insieme spagnolesca e orientale, non è difficile intendere a chi abbia letto almeno qualche passo del Porta o del Basile; un’immersione entro una realtà quotidiana violenta e mimica, disperatamente popolare. ([[Roberto Longhi]]) *{{NDR|Sembrerebbe}} che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi<ref>I napoletani.</ref>, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi. ([[Fanny Salazar Zampini]]) *Chi ha ragione? Chi ha visto meglio il tratto saliente della città che, come ogni realtà complessa, può essere considerata da molti e differenti punti di vista? Lo scrittore napoletano [[Raffaele La Capria]] definisce Napoli una città bifronte, come Giano, il dio con due facce: «Secondo come la si guarda può essere "disperatissima" o "felicissima"».<br>Il dilemma rappresentato da Napoli è forse nel fatto che qualunque giudizio si esprima può essere considerato giusto. La magnificenza e l'abiezione, la bellezza e l'orrore, una gentilezza e una crudeltà che sembrano venire entrambe da tempi remoti. Perché se Napoli fosse solo orrore e ferocia come talvolta la cronaca induce a pensare, non varrebbe nemmeno la pena di arrovellarsi, di chiedersi come mai possa accadere tutto ciò che vi accade. ([[Corrado Augias]]) *Ci sono città più forti dei secoli: il tempo non le muta. Si succedono le dominazioni, le civiltà vi si depositano come sedimenti geologici; ma esse conservano attraverso i tempi il loro carattere, il loro profumo, il loro ritmo e il loro rumore, diversi da tutte le altre città della terra. Da sempre Napoli è una di queste e, come appare oggi al viaggiatore, così era nel Medioevo e così indubbiamente mille anni prima, mezzo africana e mezzo latina, con i suoi vicoletti affollati, il suo chiassoso brulichio di gente, il suo odore di olio, di zafferano e di pesce fritto, la sua polvere color del sole e il rumore di sonagli che dondolano al collo dei muli. ([[Maurice Druon]]) *Città cosmopolita per eccellenza e tollerante quante altre mai, Napoli, più che limitarsi ad offrire ospitalità e rifugio agli esuli greci nelle diverse, tristi o meno tristi, vicende della loro storia, ha costituito quasi sempre una seconda patria, come a suggellare nel tempo il significato dell'antico nome ellenico. Per chi è greco e ha stabilito la propria dimora in questa città, non diversamente dai tanti altri che l'hanno preceduto nei tempi andati, non è solo un conforto o un compiacimento, è un motivo di esaltazione, e anche una lusinga cui non è facile sottrarsi. ([[Costantino Nicas]]) *Colpito dalla prima apparizione di Napoli. Grandi folle, strade belle, edifici alti. ([[Herman Melville]]) *Comm si bell... I miss you assai assai.<ref>Come sei bella {{NDR|Napoli}}... Mi manchi assai assai.</ref> ([[David Rocco]]) *Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un'impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle "Quattro Giornate" di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria. Napoli, 27 – 30 settembre 1943. (<small>Motivazione data dalla Presidenza della Repubblica italiana con decreto del 10 settembre 1944, che così assegnava alla città di Napoli la Medaglia d'oro al valor militare.</small><ref>''[http://archive.today/2013.07.02-161334/http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18392 Medaglia d'oro al valor militare, città di Napoli.]'', ''quirinale.it''.</ref>) *Con una ovvietà potremmo ricordare che le tre grandi lingue del teatro sono il [[veneto]], il napoletano e il [[Sicilia|siciliano]]. Lingue che consentono di rappresentare comportamenti, allusioni, doppi fondi capaci di alimentarsi nel gesto, come accade nell’inglese di Shakespeare. ([[Toni Servillo]]) *Credimi, per chi ha un po' d'onore e di sangue nelle vene, è una gran calamità nascere napoletano. ([[Carlo Filangieri]]) *Cuffià: Dileggiare, beffare, deridere, burlare, prendere in giro, ma in una cadenza autenticamente napoletana, cioè ironica, sorridente e canzonatoria, tutt'altro che beffarda, sarcastica e maligna. [...] per l<nowiki>'</nowiki>''homo neapolitanus'' il ''cuffià'' si configura spesso quale itinerante supporto esistenziale: per lui, che sotto le disincantate specie del ''Tatonno 'e Quagliarella'' di [[Giovanni Capurro]] (musicato da [[Francesco Buongiovanni]] nel 1919), può dire «cuffeio pure 'a morte e 'a piglio 'a risa»... Ed è proprio in questa sovrana irrisione che si condensa e si sublima tutta la millenaria saggezza del nostro popolo, tutta la perenne essenzialità del suo sussistere, tutta la esplicita garanzia della sua rinnovantesi sopravvivenza... ([[Renato De Falco]]) *{{NDR|Napoli, vista dal Museo di San Martino}} Da questo cumulo di tetti si levava un frastuono, un urlo continuo, come esplosioni di voci ininterrotte, di cui non ci si fa l'idea nella città stessa. Questo vi incute davvero una sorta di spavento, e questo rumore che si alza con la nebbia azzurra fa stranamente sentire a quale altezza ci si trova e dà le vertigini.<br />Queste cappelle di marmo mi hanno incantato. Il paese che possiede quel che possiede l'Italia è il paese più ricco del mondo. Io paragono l'[[Italia]] con il resto dell'universo, come un magnifico quadro con un muro imbiancato a calce.<br />Come ho osato giudicare Napoli l'anno scorso! se solo avessi visto! Tutta la strada di San Martino e la discesa lungo Posillipo offrono bellezze da lasciare stupefatti. E queste ville sparpagliate e questo mare, e il Vesuvio e il cielo, e la grotta di Pozzuoli, che si scorge come una bocca di cannone! – Si perde la testa! ([[Marija Konstantinovna Baškirceva]]) *Da Parigi, seguendo i confini di Francia, abbiamo visto il Meno gettarsi nel Reno tra sponde fitte di bei vigneti, e la fertile Campania fino a Napoli, coi suoi palazzi stupendi e le strade dritte, ben lastricate, che dividono la città in quattro parti. E la tomba d'oro del saggio [[Publio Virgilio Marone|Marone]], e la strada lunga un miglio che tagliò nella roccia in una sola notte. ([[Christopher Marlowe]]) *Dei magnati napoletani mi ricorda di avere una volta parlato con poco favore a cagione di certo barbaro spettacolo non so se tuttavia costì praticato, che allora mi mosse a sdegno e a ribrezzo. Ma per ben costumata che sia, non v' è città che alcuna cosa in se stessa non offra degna di biasimo: ed or m'avveggo come degnissimi essi si porgano di bella lode per animo liberale, per indole generosa, e per singolare fedeltà nell' amicizia. E questo vanto {{sic|meritamente}} a loro consente la storia di Roma, che ridotta nella seconda guerra Punica allo stremo delle sue forze, abbandonata e combattuta da quasi tutta l' Italia, e tradita dai Capuani vostri vicini, che i benefizi ed i soccorsi da lei ricevuti rimeritarono con odio mortale e con gravissime ingiurie, dalla esimia fedeltà, e dalla liberale munificenza dei Napolitani ebbe nell'ora del suo più grave pericolo aiuto e sostegno. Perché gli antichi non meno che i recenti tempi mi porgono sicuri argomenti ad affermare che, chi veduta Napoli non se ne innamora, o non conosce che sia virtù, o non è capace di amarla. ([[Francesco Petrarca]]) *Disumanizzare Napoli non deve essere stato facile, ma sembrano esserci riusciti. Un popolo che ha molto patito superando con la sua vitalità e la sua impressionante saggezza prova dopo prova è facilmente preso alla sprovvista da un'aggressione disumanizzante, che ha lo scopo di ucciderne l'anima fingendo di liberarlo; così mi spiego questo popolo stravolto, paralizzato, che non può più fare nient'altro che gonfiarsi di rumore e produrne, ingoiare caos e trombettarlo fuori. ([[Guido Ceronetti]]) *{{NDR|A Napoli}} Dopo il 1830 nacque una nidiata di giornali, che sebbene parlassero di sole cose letterarie, e dicessero quello che potevan dire, pure ei si facevano intendere, erano pieni di vita e di brio, e toccavano quella corda che in tutti rispondeva. Era moda parlare d'Italia in ogni scritturella, si intende già l'Italia dei letterati: e sebbene molti avessero la sacra parola pure al sommo della bocca, nondimeno molti altri l'avevano in cuore. ([[Luigi Settembrini]]) *È così! I più grandi uomini, le figure nostre più luminose, non trovarono mai chi si agitasse in loro favore: [[Francesco de Sanctis]] e [[Luigi Settembrini]] hanno appena due povere teste marmoree in quel giardino pubblico che chiamiamo ''la [[Villa comunale di Napoli|Villa]]''; [[Salvator Rosa]], [[Luca Giordano]], [[Pietro Giannone]], [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], nulla; e i monumenti di Napoli sorti da cinquant'anni a questa parte, – salvo qualche rarissima eccezione – rappresentano, nella sciagurata decadenza della Scultura, la Partigianeria, la Politica e l'Intrigo...<br>Nemmeno le [[Accademia|Accademie]], delle quali pure il [[Bartolommeo Capasso|Capasso]] fu tanta parte, si mossero per onorarlo. Ma si muovono, forse, le Accademie? O non sono, forse, ora più che mai, acque stagnanti, necropoli anticipate, in cui si adagiano e nicchiano, nel ''severo raccoglimento'' che è torpore letale, le Mummie dell'Arte, della Letteratura e della Scienza?<br>Conto fra gli Accademici amici illustri e carissimi, viva minoranza d'intelletti fervidi in quelle Case dei Morti; e mi domando da anni perché non si riuniscono, in una iniziativa che qualcuno già tentò di sviluppare! Or vedremo invece altri marmi, non meno brutti di quelli già esistenti, ingombrare le piazze. ([[Ferdinando Russo]]) *È l'unica vera capitale d'Italia, avendo conservato splendori e miserie dell'impero spagnolo. Questo è l'unico posto al mondo dove gli aristocratici possono ancora fare i funerali col tiro a 8 di cavalli infiocchettati. Dove convivono la miseria disperata di [[Spaccanapoli]] e la sofisticazione disperata delle case degli aristocratici, capaci di affrontare così bene il ridicolo di quei fiocchetti sui cavalli ai funerali. ([[Fernanda Pivano]]) *{{NDR|[[Totò]]}} È la mia passione perché, oltre che grande interprete, è il simbolo di una Italia furba ma un po' ingenua, in cui non esisteva solitudine. Un'epoca che avete vissuto voi in Italia, soprattutto a Napoli e anche noi in Spagna. Ma che ora non esiste più. Quando cammino per le vie della città, nei [[Quartieri Spagnoli]] o nelle strade del centro storico provo una profonda malinconia, perché sono il segno del tempo che è passato e non ritornerà. ([[Arturo Pérez-Reverte]]) *È proprio di Napoli che si può ripetere con un famoso personaggio: qual è quel gentiluomo che non ha scritto una tragedia? Con questa variante, per altro, che la moda delle tragedie essendo passata, quei giovanetti egregi si erano dati al dramma e alla commedia; ingannando gli ozî signorili nel culto delle Muse, "cui giovano le quinte e la ribalta". La nobiltà napoletana segue in {{sic|cotesto}} le tradizioni del suo duca di Ventignano e del suo barone (sic)<ref>Nel testo citato.</ref> Genoino. Parte coltiva ancora gli studî classici, sotto gli auspici di Gargallo e di [[Basilio Puoti]]; parte si è data con ardore alla scuola moderna, e va sull'orme di [[Eugenio Scribe]] e di [[Alfred de Musset|Alfredo de Musset]]. Ma gli uni e gli altri, col loro culto per la scena, ci fanno fede che l'amore delle lettere è sempre vivo nel seno dell'aristocrazia del Sebeto, diversa in ciò da quella di tante altre città italiane. Epperò va lodata, e tutti debbono augurarsi che i baci delle Muse, una volta dati, non vadano perduti. ([[Anton Giulio Barrili]]) *È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta napoletano tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione. ([[Giosuè Carducci]]) *È una città dove concorrono elementi che ritroviamo separatamente altrove, ma che a Napoli sono tutti riuniti. Perché Napoli è l'unica città del [[Mediterraneo]] in cui elementi di cultura greca, orientale, nordafricana, slava, francese, catalana, aragonese, perfino tedesca, si riuniscono in modo tale che non esiste un esempio simile nel Mediterraneo. Napoli è soprattutto Napoli ed è in questo aspetto la sua vera napoletanità, la capacità naturale di coordinare e conciliare fatti sociali, culturali ed antropologici in un luogo che è l'emblema di tutta la mediterraneità. ([[Nicola Spinosa]]) *È una trappola in cui noi napoletani cadiamo spesso, pensiamo sempre di essere simpatici. ([[Silvio Orlando]]) *Eccoci finalmente qui. Un proverbio italiano dice: – Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: – Vedi Napoli e vivi – perché c'è molto qui degno di essere vissuto. ([[Arthur John Strutt]]) *Ed è questa l'altra differenza con Berlino: mentre la seconda torna a vivere con la riunificazione germanica un momento di grande rilancio, all'opposto Napoli con l'unità d'Italia non ha fatto che perdere colpi. Eppure, le due città hanno in comune «tutte le caratteristiche che le rendono amabili agli occhi dei giovani, solo che a Napoli questa risorsa non viene percepita come una ricchezza bensì come un problema. Bisogna cambiare il paradigma, così come fu fatto per Berlino negli anni '80, e comprendere che i centri storici sono risorse su cui investire». ([[Hans Stimmann]]) *Era allora Napoli in un periodo di grande splendore. La sua vecchia aristocrazia, nella quale s'intrecciavano con la boriosità spagnola e l'argutezza francese l'innato senso estetico della [[Magna Grecia]], era fra le prime d'[[Europa]]. Briosa, svagata, scapigliata, elegante, vi si alternavano splendide feste a chiassose mattane, spettacoli di eccezione a banchetti pantagruelici, gite a [[Capri]], ad [[Ischia]], sul [[Vesuvio]]. ([[Salvatore Gaetani]]) *Era sera quando arrivai in città. Una sagra era stata allestita lungo tutta via Caracciolo e [[Posillipo]], con tamburi, pifferi e tarantelle. Più tardi i fuochi d'artificio illuminarono l'intero [[Golfo di Napoli|golfo]]. Non avevo più visto niente di così spettacolare dai bombardamenti notturni dei primi anni quaranta. Ho capito, allora, come luci e saette non siano sempre messaggeri di morte, ma possano invece rappresentare un rituale incantatorio grazie al quale cacciare i demoni ed esorcizzare la malasorte. Mi sentivo a mio agio, completamente solo, anonimo e libero tra migliaia di anonimi e liberi stranieri. ([[Hans Werner Henze]]) *Farei fatica a vivere nel caos delle grandi città. Ma io adoro Napoli e la sua umanità, adoro lo spirito sociale che c'è lì, il fatto che se succede una cosa al tuo vicino è come se fosse successa a te. Napoli ti dà un amore unico che ogni allenatore dovrebbe provare nella vita. ([[Maurizio Sarri]]) *Già non vi sono più tutte le immagini religiose che c'erano in altri tempi. L'immagine di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] ha sostituito quella del Signore. Adorare è una necessità di Napoli, adorare con fervore, qualunque sia l'oggetto dell'adorazione; adorare con urla, gesti, in mezzo allo strepito e alla gazzarra, con l'esaltazione propria dei temperamenti nervosi e col fanatismo che accompagna le passioni meridionali accese dal caldo molto intenso del clima. C'è qualcosa del Vesuvio, qualcosa dei suoi ardori e delle sue eruzioni, e anche qualcosa delle sue velleità nella mobile e ardente natura dei napoletani, di questi greci degenerati che vivono col sorriso sulle labbra sempre sull'orlo della morte, minacciati da un vulcano delle stesse catastrofi che seppellirono Ercolano e Pompei. ([[Emilio Castelar]]) *Gloria d'Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza, benigna nella pace e dura in guerra. ([[Miguel de Cervantes]]) *Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana. ([[Elsa Morante]]) *Guardo in questo momento con rinnovata fiducia a Napoli e ai napoletani, alla loro capacità di cogliere i frutti del riconoscimento rappresentato dalla competizione che oggi si inaugura {{NDR|l'America's cup}}, e di esprimere, in generale, lo slancio necessario per la valorizzazione delle preziose risorse e potenzialità di cui è ricca la nostra grande, storica città. ([[Giorgio Napolitano]]) *Ho maltrattato Napoli: nondimeno, non la lasciammo, senz'avervi veduto il bel tempo. Bisogna confessare ch'ell'è bella e brillante allor che splende il solo, quanto nojosa e sgarbata sotto un cielo di pioggia. Immaginatevi, inquest'ultimo caso, di vedere una povera fanciulla che corre le strade, durante il {{sic|carnovale}}, in orpelli da teatro. Quanto più porta e nastri e merletti, quanto più fiori ha nelle chiome, quanto più la di lei acconciatura {{sic|strigne}} splendidi e freschi colori e tanto più parimenti vi si mostra il fango, e tanto più il vento e la pioggia la scompongono e la scolorano, e tutto ciò di cui ornossi per piacere la rende esosa a vedersi. Ma se dolce l'aria e limpida e sonora mai siasi all'indomani, se riede il sole, ed ella ritorni col sole: ell'è attillata, ell'è leggiera; que' suoi nastri cangiano di colore all'occhio, lusinghiero è il suo riso, ed il suo canto ci allegra. Ecco veramente Napoli. Essa è fatta per vivere al sole. ([[Louis Veuillot]]) *Ho vissuto in questa città, per la prima volta, non da turista, ma da napoletano. Per conoscerla a fondo dovevo anche viverla a fondo. Per me è stata l’esperienza lavorativa più bella in assoluto. Oggi mi sento come un vero e proprio ambasciatore di Napoli. Parlo sempre di questa città stupenda quando vengo intervistato dai giornali americani. Molti mi chiedono perché ho scelto di raccontare proprio Napoli. Io rispondo che volevo raccontare una città diversa. All'estero l'Italia viene associata alla pizza, al caffè, al sole, ma in realtà tutti questi cliché provengono da Napoli: questo fa capire che è Napoli il vero cuore dell’Italia. Molti che vanno in vacanza in Italia scelgono altre regioni come la [[Toscana]] per prendere il vino, ma questa come altre mete simili fanno parte del turismo chic; per conoscere veramente l'Italia bisogna andare a Napoli. ([[David Rocco]]) *I miei primi giorni a Napoli li ho trascorsi a guardare le processioni, sempre molto sontuose durante la settimana santa. ([[Joseph Addison]]) *I napoletani amano la loro città come un padre brutale si sente in diritto di maltrattare la propria figlia e non è consapevole di maltrattare innanzitutto se stesso, la nobiltà che è propria di un essere umano, senza la quale la brutalità dilaga verso la più bieca bestialità. ([[Gea Martire]]) *I napoletani guardano sempre indietro e mai al presente e al futuro, e dicono con nostalgia "prima si stava così bene". ([[Carlo Buccirosso]]) *I napoletani sono ipocriti, sembrano allegri, invece sono tristi. La gente li osserva, e loro fanno finta di essere spensierati. Non s'impegnano, perché da quando avevano in casa i mori sanno come va a finire. ([[Peppino De Filippo]]) *I Napolitani mi paiono incomparabilmente migliori.<ref>Rispetto ai romani.</ref> Sono rozzi, ma cordiali, franchi, aperti: sono generalmente incolti, ma non presumono: sono superstiziosi, ma non persecutori come i Romani. la natura ha fatto qui tutto, ma gli uomini non hanno fatto nulla{{sic|,..,.}} Contuttociò Napoli mi piace più di tutte le città d'Italia. Se la natura avesse dato ai Napolitani la maniera, la lingua e la polizia dei Fiorentini, io credo che gli angeli e i santi del paradiso abbandonerebbero il Padre eterno per venire a stare a Napoli. ([[Carlantonio Pilati]]) *I nostri sono de' vili, degli infami, degli esseri esecrati. Il fratello d' Acton è giunto e racconta orrori. Mack è alla disperazione. Sono fra duolo e fra sbalordimento.<br>Addio, i miei complimenti all'eroe Nelson ed alla sua buona nazione: arrossisco dell'infame viltà della nostra. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]) *Il 1848 era alle porte, ma pareva che nessuno lo sospettasse; Napoli ha sempre di queste placide esteriorità: l'interno lavorio non offusca il suo aspetto e neppur le più grandi disgrazie valgono a mutarne la fisionomia. Con un grano, in quegli anni, il lazzarone era quasi ricco, e una piastra ballonzolante nella saccoccia del panciotto a un borghese gli conferiva l'aria della più grande superiorità. L'allegra povertà, in pieno possesso della strada, vi si sciorinava al sole; il facchino appisolato, a un angolo, in una cesta, schiudeva, di volta in volta, gli occhi e tranquillamente, abituato a posare, contemplava il forestiero, inglese o francese, che, impiedi, davanti a lui, pigliava note in un taccuino. Le solite baldorie per le feste de' soliti suoi santi occupavano la gente de' quartieri inferiori – come anche adesso la occupano – ma pareva che un senso di caricatura fosse pur penetrato dal giornale fin nella plebe. ([[Salvatore Di Giacomo]]) *Il Comitato ha deciso l'iscrizione sulla base di criteri (ii) e (iv), considerando che il sito è di eccezionale valore. Si tratta di una fra le più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia lunga e densa di eventi. La sua posizione sulla baia di Napoli gli conferisce un valore universale eccezionale che ha avuto una profonda influenza in molte parti d'Europa e oltre. (<small>Motivazione data dal Comitato di valutazione dell'UNESCO che nel 1995 decise di annoverare il centro storico di Napoli fra i siti patrimonio dell'umanità.</small><ref>«''The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond.''» Vedi ''[http://whc.unesco.org/en/decisions/3088 Decision - 19COM VIII.C.1 - Inscription: The Historic Centre of Naples (Italy)]'', ''unesco.org''.</ref>) *Il giorno appresso abbandonai con dispiacere quelle incantevoli spiagge di Napoli che pur m'erano state fatali due volte: non le potei salutare cogli occhi, ma il cuore armonizzò co' suoi palpiti l'inno mestissimo della partenza. Sapeva di non doverle piú rivedere, e se io non moriva per loro, esse restavano come morte per me. ([[Ippolito Nievo]]) *Il [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] aveva ragione nel demolire la leggenda del «lazzaronismo » organico dei napoletani e nel rilevare invece che essi sono molto attivi e industriosi. Ma la {{sic|quistione}} consiste nel vedere quale sia il risultato effettivo di questa industriosità: essa non è produttiva e non è rivolta a soddisfare i bisogni e le esigenze di classi produttive. Napoli è la città dove la maggior parte dei proprietari terrieri del Mezzogiorno (nobili e no) spendono la rendita agraria. Intorno a qualche decina di migliaia di queste famiglie di proprietari, di maggiore o minore importanza economica, con le loro corti di servi e di lacchè immediati, si organizza la vita pratica di una parte imponente della città, con le sue industrie artigianesche, coi suoi mestieri ambulanti, con lo sminuzzamento inaudito dell'offerta immediata di merci e servizi agli sfaccendati che circolano nelle strade. Un'altra parte importante della città si organizza intorno al transito e al commercio all'ingrosso. L'industria «produttiva», nel senso che crea e accumula nuovi beni, è relativamente piccola, nonostante che nelle statistiche ufficiali Napoli sia annoverata come la quarta città industriale dell'Italia, dopo [[Milano]], [[Torino]] e [[Genova]]. Questa struttura economico-sociale di Napoli spiega molta parte della storia di Napoli, città cosi piena di apparenti contraddizioni e di spinosi problemi politici. Il fatto di Napoli si ripete in grande per Palermo e Roma e per tutta una serie numerosa (le famose «cento città») di città non solo dell'Italia meridionale e delle isole, ma dell'Italia centrale e anche di quella settentrionale (Bologna, in buona parte, Parma, Ferrara, ecc). Si può ripetere per molta popolazione di tal genere di città il proverbio popolare: quando un cavallo caca cento passeri fanno il loro desinare. ([[Antonio Gramsci]]) *Il napoletano è per ordinario sobrio, ma intemperante fino alla ghiottornia nelle grandi gioie eccezionali. Dissi fino alla ghiottornia, mai però fino all'ebrezza: dopo questi formidabili pasti e queste omeriche libagioni i convitati se ne tornavano in città insieme, camminando dritti e sicuri, come una pattuglia di granatieri digiuni. ([[Marc Monnier]]) *Il napoletano è quello che era. Parlo in generale. Se pensa, non pensa che a Napoli. Gli stessi imbroglioni, gli stessi ciarlatani, gli stessi vigliacchi: non senso comune, non vera conoscenza delle cose del mondo, la stessa spensieratezza. Il brigantaggio è sempre lì. Già cominciano a borbottar contro le nuove imposte. ([[Bertrando Spaventa]]) *Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce. ([[Leo Longanesi]]) *Il Papa è a Roma, [[Dio]] è a Napoli. ([[Jean Cocteau]]) *Il papa non è venuto mai a Napoli per paura che gli chiedono i soldi. [...] Io una volta ci sono andato a Napoli. Era pulita. Però forse non ho visto bene. A Napoli ci sono tutti i ladri, mariuoli, assassini e drogati. Il mare è una latrina. Vendono le cozze usate. (''[[Io speriamo che me la cavo]]'') *Il popolo non era né greco, né romano, né bizantino; era il popolo napoletano di sempre, un popolo che non assomiglia a nessun altro: di un'allegria che è uno schermo a coprire la tragedia della miseria; di un'enfasi che è un modo per dare un valore allo scorrere monotono dei giorni; di una pigrizia che è saggezza e che consiste nel non fingere di essere attivi quando non si ha nulla da fare. Un popolo che ama la vita, che gioca d'astuzia con i rovesci del destino, che ha il gusto della parola e il disprezzo per l'agitazione militare, perché la pace, che ha conosciuto solo raramente, non lo annoia mai. ([[Maurice Druon]]) *Il segreto del [[blu]] è ben custodito. Il blu arriva da laggiù. Man mano che avanza s'indurisce e si muta in montagna. La cicala vi lavora. Gli uccelli vi lavorano. In realtà, non si sa niente. Si parla del blu di Prussia. A Napoli la [[Maria|Santa Vergine]] resta nei buchi dei muri quando il cielo si ritira.<br>Ma qui tutto è mistero. Mistero lo zaffiro, mistero la Santa Vergine, mistero il sifone, mistero il collo del marinaio, mistero i raggi blu che accecano ed il tuo occhio blu che attraversa il mio cuore. ([[Jean Cocteau]]) *Il tumulto e l'andirivieni quotidiano rendono Napoli una città popolata e piena di vita come Parigi. ([[Donatien Alphonse François de Sade]]) *Imperciocché ad un tratto si fa un gran rivolgimento di cose letterarie in Napoli, che, quando si credevano dovervisi per lunga età ristabilire tutte le lettere migliori del Cinquecento, con la dipartenza del duca viceré vi surse un altro ordine di cose da mandarle tutte in brievissimo tempo in rovina contro ogni aspettazione. ([[Giambattista Vico]]) *In [[Campania]] è finita l'era [[Antonio Bassolino|Bassolino]], nonostante «Un posto al sole». Negli anni, la soap di Raitre ha disegnato una Napoli che non c'è, una Napoli molto bassoliniana, una Napoli da portineria dove però non è mai esistito il problema spazzatura (tanto che si è dovuto provvedere altrimenti). ([[Aldo Grasso]]) *In tutta la sua vicenda millenaria, Napoli non è mai stata solo dei napoletani, dalle origini si è caratterizzata come un ''melting pot'', un punto d'incontro di popoli, di culture e di lingue diverse le cui tracce si percepiscono ancora oggi, dando vita alla sua fisionomia inconfondibile di "metropoli della memoria".<br>[[Sigmund Freud]], grande viaggiatore e appassionato dilettante di archeologia, ha paragonato la psiche umana a una città antica come [[Roma]], sotto la cui forma moderna apparentemente visibile si celano i residui di una storia secolare che continua a influenzare la sua vita attuale. La metafora può essere valida in maniera particolare per Napoli, luogo in cui la «contemporaneità del non contemporaneo» ([[Ernst Bloch]]) salta subito agli occhi di chiunque percorra i suoi vicoli, strade e piazze, e la cui «porosità» si esprime anche come intreccio indissolubile di spazi e di tempi: città delle metamorfosi eterne in cui niente sembra scomparire per sempre. ([[Dieter Richter]]) *In tutte le chiese si vedono lapidi sepolcrali di spagnoli, e molte in castigliano, e qualcuna in catalano. La grande strada di Toledo, e quasi tutti gli edifici e monumenti pubblici, portano il nome di qualche spagnolo, e tutto è pieno di memorie di spagnoli, ma soprattutto ad ogni passo si avverte la presenza del nostro augusto monarca [[Carlo III di Spagna|Carlo III]]. La Strada Nuova, l'Albergo dei Poveri, Capo di Monte, Portici, Caserta, tutta Napoli e i suoi dintorni testimoniano l'animo generoso di Carlo III, e il Re ''Cattolico'' è un nome che si sente ripetere ad ogni occasione dai napoletani, e con un particolare sentimento di tenerezza e gratitudine. ([[Juan Andrés]]) *In tutti i modi la fusione ''coi Napoletani'' mi fa paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso! ([[Massimo d'Azeglio]]) *In uno dei quartieri popolari dove arrivai bighellonando vidi la seguente scena: da una stanza all' ultimo piano di un palazzo, si aprì una finestra e una vecchia signora calò una lunga fune con un cesto dal quale alcuni bambini che giocavano presero dei pupazzi ritagliati dalla carta colorata, con una gioia che mi commosse fino alle lacrime. Imparai che la povertà non esclude la gioia. ([[Hans-Georg Gadamer]]) *Innamoratevi a Napoli. Sposatevi a Battipaglia. Divorzierete a Potenza. Napoli città degli innamorati.<br>Per la gioia di [[Francesco Alberoni|Alberoni]] e sua moglie. Macchine incolonnate aspettano di entrare in città. Gente smaniosa, single, depressi, abbattuti, ipocondriaci, gente insomma spenta che fa la fila perché ha saputo che a Napoli ci s'innamora. ([[Peppe Lanzetta]]) *Intanto a Napoli con l'editto del 1802 (RD 30.06.1802) il Re proibiva l'accattonaggio per le Chiese, per le strade e nei luoghi pubblici (art. 1); ordinava il ricovero nel Real Albergo de' poveri, se storpi ed inabili al lavoro (artt. 2 e 4); comminava pene ai trasgressori (art. 3), e ai parenti, che non ne prendessero cura (artt. 5 e 9); prescriveva norme per l'amministrazione dell'Istituto e all'art. 12 dichiarava espressamente: «Oltre ai mendici saranno raccolti e rinchiusi per ora nel Real Albergo de' Poveri tutti i fanciulli e le fanciulle che vagano per la città abbandonati dai loro genitori, o da coloro che avendoli presi dalla Santa Casa dell'Annunziata, gli lascino esposti di nuovo, senza più curarne il mantenimento e l'istruzione». ([[Gabriele Amendola]]) *{{NDR|Alla recettività linguistica del [[dialetto napoletano]] si unisce quella}} intensamente e concretamente solidale sul piano umano. Si pensi all'accoglienza riservata agli Ebrei, non ghettizzati ma inseriti in due zone che ancora ne ricordano la presenza: Giudecca vecchia, nei pressi di Forcella e Giudecca nuova, verso Portanova, nonché alle varie Logge (cioè alloggiamenti) dei Pisani, dei Francesi, dei Genovesi... Etnie cui nel materno grembo partenopeo era possibile integrarsi e comunicare al di fuori di ogni discriminazione, nella stessa misura in cui il nostro aperto e multimediale idioma ha saputo dare spazio alle tante componenti in esso armonicamente trasfuse... ([[Renato De Falco]]) *Io ammiro in cotesta città principalmente due cose: la religione verso Dio, e la pietà verso il prossimo; che sono la perfettione di tutti quelli, ch'aspirano alla vita immortale, e gloriosa. ([[Gabriele Fiamma]]) *Io aveva creduto insino allora, che la terra e il genere umano fossero Napoli e i Napoletani; che gli ordini più sublimi di questo genere umano fossero quei feroci della fonte Capuana e dell'orto Botanico, e quei gendarmi del convento; e che la meta finale a cui questo genere umano intendesse, fossero certi saporitissimi desinari, e certe appetitivissime cenette, che, con eloquenza senza pari al mondo, que' miei eruditissimi studenti ragionavano sempre fra loro solersi dalla gente scelta fare qui alle lune estive, ponendo le tavole o in una bella contrada marina detta Santa Lucia, o in un'altra spiaggia deliziosissima detta Posilipo. ([[Antonio Ranieri]]) *Io, che ho camminato qualche parte d'Italia, ed ho notizia delle genti e de' costumi delle altre città, ardisco dire che non vi sia città al mondo dove sia più premiato il valore, e dove l'uomo senza avere altra qualità che il proprio merito possa ascender a cariche grandi e ricchezze immense, a dignità supreme ed a governar la repubblica, senza aver bisogno né di nascita, né di danari per arrivarci, anzi senza che nemmeno abbia l'onore della cittadinanza: stando così aperta la porta degli onori alli regnicoli come ai cittadini, e così a' poveri come a' ricchi, e così a' nobili come ad ignobili, ancorché siano d'infima plebe, e della più umile terra del regno: ciò che in nessun'altra città del mondo, non che dell'Italia, è lecito di desiderare, non che di sperare. ([[Francesco D'Andrea]]) *Io pur venni a Napoli gentile e da bene, il cui sito a me pare meraviglioso e il più bello ch'io vedessi mai, perché io non ho veduto città ch'abbia dall'un de' lati il monte e dall'altro la batti il mare, come fa questa; ed anche per altre sue particolarità, che tutte insieme e ciascuna per sé la fanno parere mirabile. Ma perché dovete sapere che la natura non vuole, né si conviene (come disse quella pecora del [[Francesco Petrarca|Petrarca]]) "per far ricco un, por gli altri in povertate", quando l'ebbe molte delle sue doti più care concedute, le parve di ristringer la mano, affine che l'altre città non le mandassero loro ambasciatori a dolersi con esso lei di tanta parzialità, e propose fra se stessa di dare questo paradiso ad habitare a diavoli; e così come aveva proposto, mandò ad effetto. ([[Bernardino Daniello]]) *Io ritengo Napoli una città estremamente civile; ebbene, nel vocabolario dei napoletani non esiste la parola lavoro, dicono la «fatica». Anche io sono così, non amo la fatica. ([[Roberto Rossellini]]) *L'eruzione dell'anno 79 ed i terremoti che si ad essa si accompagnarono non rattristarono che per pochi anni il sempre sorridente golfo. Dopo Costantino e Giuliano, anche dopo Teodosio, Napoli e i suoi dintorni non hanno perso il fascino che aveva sedotto i contemporanei di Augusto. Nelle lettere di Simmaco come nei versi di Orazio non si parla d'altro che delle delizie di Baia e del suo golfo in miniatura. [[Cecina Decio Albino|Decio]] aveva fama di rinnovare nella sua villa le magnifiche follie di Lucullo. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]]) *L'espansione delle idee se era stata più sollecita a Napoli, non era men feconda nelle altre terre d'Italia. Napoli aveva risposta la prima al solenne appello del secolo; ma il Piemonte, la Toscana, Roma, e la grande voce di Lombardia e di Venezia non tardarono a farsi udire. La costituzione di Napoli era stata la lieve scintilla che aveva destato il grande incendio. Tutta la penisola da un capo all'altro subiva da lungo tempo l'azione di una disorganizzazione vitale. Il vecchio abito dell'assolutismo cadeva a brani, ed il bisogno della ricostruzione era universalmente sentito. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *L'indimenticabile ed eterna Napoli, che a volte prende sembianze mortali e va in rovina solo per esaltare ancora di più la sua sopravvivenza, l'incanto imperituro, la voluttuosità inesauribile che strugge il cuore con un piacere malinconico e ardente, con un supremo "qualcosa" che non è il golfo azzurrino, né le sue grotte trasparenti, né il suo vulcano dongiovannesco, né la sua Pompei, che ride e vive in idillio perpetuo nelle sue rovine, ma qualcosa di così particolare e così suo, che fa vivere nella nascosta trattoria l'averno e il cielo, l'angelico e l'umano, ciò che è stato e ciò che sarà poi, ed ancor più, il più struggente non voler morire che ho mai conosciuto. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana. ([[Toni Servillo]]) *La Capitale! Ma è egli possibile Napoli per capitale dell'Italia? Poi qual meschina idea?! Ma questo per Dio, non è amor patrio. ([[Giuseppe Verdi]]) *La Circe ingrata, che pur glorifica tante bestie, lo vide morire molto vecchio e quasi cieco pel troppo attento indugio degli stremati occhi {{sic|su le}} carte: e quasi non s'accorse della dipartita di Lui!<ref>Bartolomeo Capasso.</ref>. ([[Ferdinando Russo]]) *La città di Napoli non è solamente conosciuta per molto nobile, e principale da gl'italiani, che con piccola fatica, e con grandissimo gusto possono godere le comodità, e le delizie sue ma etiandio da tutte le straniere Nationi è stimata, e tenuta in pregio, come quella, da cui si conosce che in gran parte dipende la quiete, e la salute di questa provincia nobilissima d'Italia. ([[Gabriele Fiamma]]) *La città si sveglia di nuovo coi [[Pulcinella]], i borsaioli, i comici e i mendicanti; con gli stracci, le marionette, i fiori, la vivacità, la sporcizia e la universale degradazione; si risveglia sciorinando al sole il suo abito d'[[Arlecchino]], l'indomani e tutti gli altri giorni, cantando e digiunando, danzando e giocando sulla riva del mare. ([[Charles Dickens]]) *La contraddizione fra il genio inventivo e l'insuccesso pratico, tra la fecondità intellettuale e la sfortuna, il sottosviluppo, il marasma cronico, è l'aspetto più suggestivo di Napoli. Per la mancanza di una classe dirigente adulta, questa città che aveva tutto per riuscire ha fatto costantemente fiasco. Ma ha anche prodotto spiriti bizzarri e seducenti, invece di quegli scarafaggi sicuri del fatto loro che pullulano nelle capitali borghesi. ([[Dominique Fernandez]]) *La cosa che più mi colpisce è il continuo confronto forte che in altri posti faccio fatica a trovare, tra l'antico, la tradizione, ed il nuovo che si esprime anche a livello tecnologico. Per dirla con un'immagine sola, la vicinanza tra i computer e le reti dei pescatori. Ciò che trovo stimolante a Napoli è che mentre altre città hanno sacrificato completamente le proprie radici all'innovazione tecnologica, qui ancora si trova un incontro tra le radici profonde della cultura ed una visibile voglia di innovazione. Tanto che sarebbe uno scenario adatto ad un film di fantascienza. ([[Gabriele Salvatores]]) *La [[cucina napoletana|cucina di Napoli]]. E dopo aver mangiato un piatto di spaghetti con le vongole (e aver bevuto alquanto vino di [[Isola di Capri|Capri]] e d'[[Isola d'Ischia|Ischia]]) che [[Tristan Corbière]], il più simpatico dei maudits di [[Francia]], scrisse il "Sonetto a Napoli | {{sic|all'sole, all'luna}}, | {{sic|all'sabato, all'canonico}} | e tutti quanti con Pulcinella".<br/> ''Il n'est pas de samedi | qui n'ait soleil à midi; | femme ou fille soleillant, | qui n'ait midi sans amant!... || Lune, Bouc, Curé cafard | qui n'ait tricorne cornard; | – corne au front et {{sic|corde}} au seuil | préserve au mauvais oeil. || ...L'ombilic du jour filant | son macaroni brulant, | avec la tarantela: || {{sic|Lucia, Maz'Aniello}}, {{sic|Santo}} Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA –''<ref>''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}} {{NDR|(non)}} abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. (''SONETTO A [[Napoli|NAPOLI]] | AL SOLE ALL'UNA | AL SABATO AL CANONICO | E TUTTI QUANTI | CON PULCINELLA''), in Tristan Corbière, Gli Amori Gialli, poesie, vol. 2, cura e traduzione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo, Acquaviva, 2006, [https://books.google.it/books?id=2SzGWQFWU2AC&lpg=PP1&dq=tristan%20corbi%C3%A8re%20pulcinella%20napoli%20poesie&hl=it&pg=PA232#v=onepage&q=tricorno&f=false pp. 232-233] </ref><br /> Mangia, lunghi filanti, serpeggianti, gli spaghetti, marezzati dai molluschi gonfi e teneri, ancora saporosi di mare, delle vongole veraci; bevi quei vini; te lo trovi addosso lo spirito maudit. Maledetto? Benedetto, mille volte benedetto da che ti riempie di sole, di desiderio di cantare anche tu con Pulcinella. ([[Luigi Veronelli]]) *La domenica pomeriggio i quartieri di Napoli sono silenziosi e oppressivamente immoti. Nei vicoli deserti una miscela di ritmi musicali, voci, un sommesso acciottolio di piatti e posate esce dalle finestre aperte e dai balconi. Percepire i suoni e i segni della vita da lontano, la quiete e la solitudine delle strade, le saracinesche chiuse dei negozi e dei chioschi, l'immagine di un mondo che si è sottratto allo sguardo esterno, per immergersi nella sua dimensione privata: tutto obbliga a concludere che l'unità elementare di vita sociale a Napoli è la famiglia. ([[Thomas Belmonte]]) *La jettatura napoletana è una particolare ideologia, nata a Napoli in ambiente colto verso la fine del XVIII secolo. Questa tesi può sembrar contraddetta dal fatto che il fascino, il malocchio, e – più generalmente – la credenza nel potere malefico di una persona si ritrovano in tutti i Paesi e in tutte le epoche, come stanno a dimostrare il mauvais œil francese, l'evil eye inglese e il bose blick tedesco, per tacere di tutti i possibili riferimenti extraeuropei. In realtà se si considera la jettatura napoletana in rapporto al resto della vita culturale dell'epoca, e quando si legge in prospettiva la letteratura che sull'argomento fiorì a Napoli dalla seconda metà del Settecento, il fenomeno si presenta con una sua specifica coloritura locale che lo rende inconfondibile. ([[Ernesto de Martino]]) *La litigiosità rientra nell'umore della nostra gente. C'è nell'aria una provocazione continua. Sono in troppi a essere creativi, in quella cinta daziaria. Napoli è sterminata. Ma lo spazio per convivervi tutti in pace risulta sempre troppo stretto. ([[Francesco Rosi]]) *La mia prima impressione del mio approdo a Napoli fu quello di una città caotica. I napoletani sono insolenti e maleducati [...]. In ogni momento ti assalivano gridando in dialetto "Uè Gargà vien accà" magari per fare una foto. Il "per favore" a Napoli non esiste ma è una cosa unica vivere li. La città cambia dal giorno alla notte. Se le cose vanno bene non puoi uscire di casa, se vanno male lo stesso. ([[Walter Gargano]]) *La napoletanità è una parola che si trova nel vocabolario ideale e che individua radici tipiche oltre gli schemi.<br />Storia e leggenda sono lavoro cosmico dove magia, esoterismo, nobiltà e sacro si fondono con il quotidiano, il peccato e la famiglia. ([[Francesco Grisi]]) *La nazione napolitana è divisa in due classi: il proletario e la borghesia. L'aristocrazia è un essere incompleto ed impotente, la quale non ha che un nome infecondo financo di memorie. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *La nostra città, oltre a tutte l'altre italiche di lietissime feste abondevole, non solamente rallegra li suoi cittadini o con nozze o con bagni o con li marini liti, ma, copiosa di molti giuochi, sovente ora con uno ora con un altro letifca la sua gente. Ma tra l'altre cose nelle quali essa appare splendidissima, è nel sovente armeggiare. ([[Giovanni Boccaccio]]) *La plebe napoletana è come quella dell'antica Roma, formata di liberti che non avevano nulla. Perciò è credulona, superstiziosa, avida di notizie. La plebe di Napoli, dove tanta gente non ha nulla, è ancora più plebe delle altre. ([[Montesquieu]]) *La prima volta che giunsi qui, fu per una conferenza accademica. Ero solo e non svolgevo alcun ruolo nell'Università. La povertà e la gioia di vivere, queste erano le cose che più mi hanno impressionato, e poi… {{sic|Il}} rispetto per la cultura. ([[Hans Georg Gadamer]]) *La vita quotidiana a Roma è ormai inquinata. Chiesa, televisione e politica l'hanno occupata nelle sfere più intime e hanno finito per trasformarla in un paesone dove questi mondi la fanno da padrone. Invece Milano e Napoli hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti, per questo voglio assolvere Napoli nonostante tutto. Nonostante una realtà dove l'inferno e il paradiso si toccano; dove l' ironia altro non è che la passione quando sa prendere le distanze; dove si lotta continuamente contro la cultura della morte, mentre le altre città hanno la morte in casa e, nella loro quiete apparente, fanno finta di non accorgersene. Tutto questo è sempre foriero di una condizione felice artisticamente parlando. E vale per musica, cinema, arte, letteratura. Napoli è una città che crea continuamente anche nella difficoltà del suo quotidiano. ([[Toni Servillo]]) *Lasciai Napoli nel mese di agosto, e con gran dispiacere. Conosciuto che uno abbia quella città, è impossibile che si risolva a lasciarla; e se avviene che si separi da essa, non accetta l'idea di non più ritornarvi. ([[Charles-Victor Prévost d'Arlincourt]]) *Le donne di Napoli sono dei maiali. Sono maiali grassi con dei vestiti sciatti, di solito neri, macchiati di salsa di pomodoro, urina, grasso, o dalla cacca di un bebè. [...] Ma devo anche spiegare che sono meravigliose, ognuna ha il volto della madre di Dio e le mani contorte, incallite e tenere delle donne che hanno passato la vita a badare ai propri figli e ai propri uomini. ([[John Fante]]) [[Immagine:Oswald Achenbach 001.jpg|thumb|Fuochi d'artificio sul litorale napoletano; olio su tela di Oswald Achenbach, 1875]] *Libera dalle improvvise ceneri il tuo volto semidistrutto, o Partenope, e le tue chiome, sepolte sotto il [[Vesuvio|monte]] scosso dall'aria che soffia al suo interno, poni sul tumulo e sulle reliquie del tuo grande figlio. ([[Publio Papinio Stazio]]) *Ma non lascierò per questo di avertirvi che dovete pensare di essere nella regalissima città di Napoli, vicino al seggio di Nilo. Questa casa che vedete qua formata, per questa notte servirrà per certi barri, furbi e marioli, – guardatevi, pur voi, che non vi faccian vedovi di qualche cosa che portate adosso: – qua costoro stenderranno le sue rete, e zara a chi tocca. ([[Giordano Bruno]]) *{{NDR|Il}} malanno immedicabile, oscuro, osceno, inveterato di questa città, sotto mille altri rispetti preclarissima, per cui il girare di nottetempo qui non si fa con minor paura e pericolo che in mezzo ai folti boschi: conciossiaché le strade sien piene di nobili giovani armati tutti, le immoderatezze de' quali nè la paterna educazione, nè l'autorità de' magistrati, nè la maestà e l'impero dei re valsero mai a raffrenare. Ma come meravigliare che fra le ombre della notte e senza alcun testimonio taluno ardisca commetter delitti, se a pieno giorno, alla vista del popolo, al cospetto dei re, in questa città d'Italia con ferocia da disgradarne i barbari si esercita l'infame giuoco de gladiatori: e come sangue di pecore l'umano sangue si sparge, e, plaudente l'insano volgo affollato, sotto gli occhi de miseri genitori si scannano i figli, e tiensi a disonore l'offerire con ripugnanza la gola al pugnale, quasi che per la patria o per la gloria della vita celeste si combattesse? Di tutto questo inconsapevole io fui condotto un giorno a certo luogo vicino della città chiamato Carbonaria: nome veramente acconcio alla cosa: imperocché quella scelerata officina deturpa e denigra gli spietati fabbri che ivi si affaticano sull'incudine della morte. Era presente la Regina, presente Andrea re fanciullo, che di sè promette riuscir magnanimo, se pur riesca a porsi in capo la contrastata corona: v'eran le milizie di Napoli, delle quali invan cercheresti le più attillate e più eleganti: popolo v'era venuto in folla da tutte parti. A tanto concorso di gente, e a tanta attenzione d'illustri personaggi sospeso, fiso io guardava aspettando di vedere qualche gran cosa, quand'ecco come per lietissimo evento un indicibile universale applauso s'alza alle stelle. Mi guardo intorno e veggo un bellissimo garzone trapassato da freddo pugnale cadermi ai piedi. Rimasi attonito, inorridito; e dato di sproni al cavallo, rampognando l'inganno de'miei compagni, la crudeltà degli spettatori, la stoltezza de'combattenti, all'infernale spettacolo ebbi volte le spalle. Questa doppia peste, o padre mio, quasi eredità de maggiori venne e s'accrebbe ne'posteri, e giunse a tale che la licenza del commetter delitti in conto di dignità e di libertà vien reputata. ([[Francesco Petrarca]]) *Materialmente questa città contribuì alla ricchezza dell'Italia Unita più di qualunque altro Stato; dati e cifre sono stati pubblicati da [[Francesco Saverio Nitti|Francesco Nitti]] in ''Nord e Sud'' (1900) come pure in altri scritti che nessuno ha mai confutato. Nella Scienza delle Finanze, Nitti dà il seguente computo della ricchezza dei diversi Stati al momento dell'unificazione: Regno delle Due Sicilie: milioni di lire oro 443,2; Lombardia: 8,1; Ducato di Modena: 0,4; Romagna, Marche e Umbria: 55,3; Parma e Piacenza: 1,2; Roma: 35,3; Piemonte, Liguria e Sardegna: 27; Toscana: 84,2; Veneto: 12,7; Veneto: 12,7. Così, dunque, contro i 443 milioni in oro corrisposti all'atto delle nozze dal Regno delle Due Sicilie, il resto d'Italia – oltre due terzi della Penisola – non portò in dote neppure metà di quella somma. A dispetto di ogni contrastante asserzione, le finanze di Napoli, nel complesso, non erano male amministrate. ([[Harold Acton]]) *Me ne sono andato da Napoli per stanchezza, ma anche perché sono una persona paurosa ed è una città che riesci a vivere bene solo se la affronti di petto, se la esplori senza il timore che ti possa succedere qualcosa... {{Sic|dipende}} probabilmente anche da dove sei nato. ([[Paolo Sorrentino]]) *Mi contava un sojatore che a Napoli, in certi alberghi, usava il servitore entrare nella camera del forastiero, la bella mattina del suo arrivo, con una guantiera sparsa di piccoli e grossi stronzi, ciascuno dei quali avea appeso un cartellino e scritto su un prezzo. I grossi costavano molto più dei piccini, ed alcuni tenevano in capo un cappellino di prete. Erano questi i prodotti degli abatini. E il forastiero sceglieva. E detto fatto si apriva la porta, e compariva ai comodi del forastiero la parte corrispondente – autrice dell'esemplare. ([[Carlo Dossi]]) *Mi trovo in un paese freddo e nebbioso, fra un popolo in cenci. Quando metto il naso alla finestra, vedo girar nella strada una popolazione che se ne sta sotto grandi e rozzi ombrelli verdi ed azzurri. La nebbia si condensa sulle foglie nascenti e scola {{sic|tristamente}} lungo i rami, anneriti da un inverno che mai finisce: anche i miei orecchi, al par degli occhi, sono spiacevolmente scossi. I rauchi gridi de' mercantelli ambulanti che si vanno agitando nella via, giungono fino a me più lugubri che non quelli dello spazzacamino sul finir dell'autunno; il tabacco è ben caro e molto cattivo. Se voglio azzardarmi alquanto fuori, bisogna affrontare il fango, e le {{sic|grondaie}}; e tutto, nella contrada principale del paese, mi rammenta lo stesso chiasso della Grande-Trouanderie. Lo stesso chiasso, lo stesso tumulto, lo stesso impaccio di carrozze, la stessa luce, lo stesso odor di cattivo formaggio e di vecchie drogherie. ebbene questa contrada chiamasi la ''[[Via Toledo|Strada Toledo]]''; questa città {{sic|sucida}}, stridula, cenciosa, che regala i reumi, comprime i polmoni, e {{sic|strigne}} il cuore, è Napoli. Sì, Napoli, Napoli, Partenope, la città dei poeti, la città dei lazzaroni, la città del sole; quella Napoli di cui si è detto: ''Vedi Napoli e poi muori!'' – Morire! ah! no! no! Bisogna vivere, invece, per cavarsela ben presto, per riedere ad ammirare le rive dell'isola Louviers, per correre a Montmartre, per augurarsi l'orizzonte della strada Mouffetard. ([[Louis Veuillot]]) *Mille volte si ripete che in Napoli eran repubblicani tutti coloro che avevano beni e fortuna, che niuna nazione conta tanti che bramassero una riforma per solo amor della patria; che in Napoli la repubblica é caduta quasi per soverchia virtù de' repubblicani. ([[Vincenzo Cuoco]]) *Mobilità del territorio e sviluppo dei trasporti di massa [...] appaiono oggi condizioni imprescindibili per dare concretezza all'idea del futuro possibile. È un futuro che assumerà una fisionomia sempre più precisa nella misura in cui potrà disporre di un valore e di una risorsa tipici della società moderna: la velocità e la certezza degli spostamenti. Guardare a questo futuro significa anche porre riparo a errori e distorsioni del passato. In termini economici e di qualità della vita, Napoli ha già pagato prezzi molto alti. Un sistema efficiente di trasporti pubblici avrebbe potuto evitare uno sviluppo caotico della città che ha preso forma secondo direzioni non programmate e non razionali. Napoli è andata dove bisogni o pressioni particolari, molte volte speculativi, la spingevano. La stessa rete dei servizi primari si è dovuta realizzare, quando si è potuto, a posteriori, cioè a cose fatte. La «Napoli sbagliata» ha così divorato se stessa. ([[Ermanno Corsi]]) *Moltissimi a Napoli vogliono l'autonomia, ma sono sforzati a votare per l'annessione; e infatti la formula del voto e il modo di raccoglierlo sono sì disposti, che assicurano la più gran maggioranza possibile per l'annessione, ma non a constatare i desideri del paese. [...] I risultati delle votazioni a Napoli e in Sicilia rappresentano appena i diciannove tra cento votanti e designati. ([[Henry Elliot]]) *Napoletani, siamo fieri di questo nome che abbiamo fatto risonare dovunque alto e rispettato. Vogliamo l'unità, ma non l'unità arida e meccanica che esclude le differenze ed è immobile uniformità. Diventando italiani non abbiamo cessato d'essere napoletani. ([[Francesco De Sanctis]]) *Napoli, cità eccellente, como che meritamente sia capo del nostro siculo regno, cossì è e serà sempre florentissima in arme e in littere per li suoi generosi citadini illustrata; ne la quale, non son già multi anni passati, fu un dottor legista de onorevole fameglia, ricchissimo e multo costumato. ([[Masuccio Salernitano]]) *Napoli, città più popolata di tutte relativamente alla sua grandezza, li cui voluttuosi abitanti sembrano collocati sui confini del paradiso e dell'inferno. ([[Edward Gibbon]]) *Napoli è color ferro rugginoso. ([[Guido Ceronetti]]) *Napoli è il cristallo nel quale il viaggiatore si è lasciato catturare per, come l'insetto, eternizzare la vertigine di un volo che l'ambra fossile trasforma in frammento infinito. ([[Gabriel Albiac]]) *Napoli è l'unica città dove le persone ti salutano ancora con il "buongiorno" e non con un laconico "notte" o "giorno". ([[Christian De Sica]]) *Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero. ([[Charles de Brosses]]) *Napoli è rimasto per me un certo paese magico e misterioso dove le vicende del mondo non camminano ma galoppano, non s'ingranano ma s'accavallano, e dove il sole sfrutta in un giorno quello che nelle altre regioni tarda un mese a fiorire. ([[Ippolito Nievo]]) *Napoli è tante cose, e molti sono i motivi per cui la si può amare o meno, ma soprattutto Napoli è una grande capitale, ed ha una stupefacente capacità di resistere alla paccottiglia kitsch da cui è oberata, una straordinaria possibilità di essere continuamente altro rispetto agli insopportabili stereotipi che la affliggono. ([[Elsa Morante]]) *Napoli è un sorriso della Grecia [...] i suoi orizzonti affogati nella porpora e nell'azzurro, il cielo che si riflette nei flutti di zaffiro azzurri, tutto, perfino il suo antico nome di Partenope trascina a quella civiltà brillante. ([[Charles Gounod]]) *Napoli è una città altamente morale dove si possono cercare mille ruffiani prima di trovare una prostituta. ([[Karl Kraus]]) *Napoli è una città che ha la struttura di un romanzo. Le strade sono piene di storie che chiedono di essere trascritte. Ma quello di Napoli può essere solo un romanzo barocco e surrealista, ma incompiuto, irrisolto, contraddittorio, dove convivono l'apoteosi della religione cattolica e della bestemmia. ([[Tahar Ben Jelloun]]) *Napoli è una città che trovo vibrante, creativa, dove si lotta per vivere, ma splendida. ([[Peter Brook]]) *Napoli è una città dove facilmente si sprofonda. Il nuovo è fragile, il passato ha strati robusti. ([[Domenico Starnone]]) *Napoli è una città viva e rovinata. Tutto è bello, orrendo e in disordine, niente funziona bene tranne il passato. Ma tutto è possibile.<br>Gli esperimenti marini più importanti del Mediterraneo, le speculazioni più colossali e fasulle, le storie più incredibili e piacevoli, le persone più nobili e declassate, le cose più inutili e intelligenti si trovano qui. Con sfondo di sole e di mare.<br>Anche le cose più ingenue e contorte che scendono negli abissi dell'anima prosperano qui meglio che altrove.<br>Se ci fosse una capitale dell'anima, a metà tra oriente e occidente, tra sensi e filosofia, tra onore e imbroglio, avrebbe sede qui.<br>Nel mezzo della città si apre via [[Spaccanapoli]], un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l'enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia. Qui visse e morì [[Benedetto Croce]]. ([[Stanislao Nievo]]) *Napoli è una grande capitale del mondo ed è un pezzo pregiato del Mezzogiorno d'Italia e del Paese intero. ([[Nichi Vendola]]) *Napoli è una tappa fondamentale, la racconto nelle sue contraddizioni e nella sua estrema vitalità, anche lì [...], Napoli e i napoletani rappresentano nel bene e nel male un'Italia al quadrato. ([[Corrado Augias]]) *Napoli è uno dei peggiori luoghi d'Italia; ma tutta intera questa nazione non è più che uno sbubbonare di tante Napoli, che se anche non sanguinano come Napoli, ne riproducono sintomi, crolli, abbrutimento. ([[Guido Ceronetti]]) *Napoli è uno strano paese!<br />Disteso come un Re orientale sul tappeto del più bel verde che si possa vedere, coi piedi sull'azzurro e limpido Tirreno col capo sul fianco dell'ardente Vesuvio, non v'ha città al mondo che possa rivaleggiare colla capitale della Italia del mezzodì.<br />Non v'ha mare più ridente, non v' ha cielo più sereno, non v'ha terra più feconda di frutti e di fiori.<br />Tutto è bello e tutto è grande qui. Questo popolo che sonnecchia, che si lascia calpestare con una pazienza che ha del dromedario del deserto il quale soccombe sotto al peso senza muover lamento, quando l'ora della rivoluzione lo ha scosso diventa d'un tratto tigre e pantera.<br />Non v'ha gente al mondo che sia stata oppressa di più.<br />La tirannide dei Viceré Spagnuoli avea appena lasciato a quel popolo gli occhi per piangere. ([[Franco Mistrali]]) *Napoli è vero e proprio crocevia della cultura italiana dell'ultimo secolo, luogo reale e simbolico, tempio della lacerazione e della speranza, delle ipotesi che balenano senza poter davvero trasformarsi in realtà e delle derive più inarrestabili, dove è possibile l'abbandono melodico e lo strappo più cupo, dove si esercitano il soccorso più solidale e la beffa più impietosa, l'intelligenza più problematica e la più becera volgarità, dove convivono violenza e dolcezza. ([[Giulio Ferroni]]) *Napoli fu per Metello il Rettifilo, via Toledo, piazza Plebiscito, e via Sergente Maggiore, via de' Fiorentini, quando gli sembrava di non aver altro da fare e si voleva prendere una distrazione. Non soltanto la mancanza di denaro, ma la divisa un poco lo umiliava; e dové adattarsi a quelle domestiche della Villa comunale, seppure non erano, per lui che aveva avuto Viola, proprio il suo tipo. Col tempo ''fece ghega'' insieme a un livornese, uno di Cascina, un fiorentino di Porta Romana: Mascherini, che negli anni dipoi non seppe mai dove fosse finito. Leoni, quello di Cascina, riceveva denaro, suo padre era mobiliere, ed egli era tirato ma finiva per offrire. Fu un sodalizio che durò a lungo: si frequentarono le bettole di Forcella, del Vasto e del Pendino, rioni che chiamano sezioni, come chi dicesse Sezione San Niccolò o Madonnone. Ebbero a che fare con la gente, per quei vicoli traversi o tutti in salita, dove la [[miseria]] e la sporcizia erano pari all'animazione che vi si trovava. Entrarono, piuttosto che in via Sergente Maggiore, in alcuni ''bassi'', dietro una sottana: ragazze tutte more di capelli, dai volti appassiti e i grossi seni. I bambini giocavano al di là della tenda. Non ci si toglieva nemmeno le mollettiere. Poi magari si restava a cena con tutta la famiglia, si diventava amici, ci tenevano in conto di figlioli: era gente come noi, come il livornese che non viveva meglio dietro la Darsena, come Mascherini che aveva il babbo fiaccherajo. E un po' ci si vergognava. Si vuotavano le tasche dell'ultimo soldino, come per farci perdonare. Cose trapassate nella [[memoria]], viste e vissute da dentro la campana. ([[Vasco Pratolini]]) *Napoli ha bisogno non pure di essere descritta, ma di essere spiegata, come città quasi eccezionale in Italia. ([[Antonio Morano]]) *Napoli ha una bellissima posizione. Le strade sono larghe e ben pavimentate con grossi e larghi massi di pietra squadrata. Le case, tutte grandi e pressappoco della stessa altezza. Molte piazze grandi e belle; e cinque castelli o fortezze, che non si finisce di ammirare. [...]<br />Da quando hanno pensato di costruire le fortezze dentro le città, non si ha più bisogno di avere popoli fedelissimi: li hanno resi obbedienti. Perciò prima scoppiava una rivoluzione al giorno, come in Italia. È quasi impossibile che i Napoletani si ribellino, con le cinque cittadelle che hanno. ([[Montesquieu]]) *Napoli, illustrissima e magnifica città, esposta al mezzo giorno, su le falde, anzi in mezzo alle radici del monte di Sant'Ermo [...] e d'alcuni altri piacevolissimi colli si riposa; l'onde mirando dell'imperioso Tirreno. ([[Bernardo Tasso]]) *Napoli in agosto è un po' come Parigi a maggio: ricorda Pescara in aprile. ([[Alessandro Bergonzoni]]) *{{NDR|Tischbein lascia Napoli occupata dai Francesi il 20 marzo 1799}} Napoli, la splendida Napoli mi parve nera e triste come una tomba. Altra volta, nei giorni di festa, i chiostri sulle colline erano illuminati con migliaia di lumi: si sparavano cannoni, s'accendevano fuochi d'artifizio. Ora, tutto scuro e deserto: i palazzi, sinistri e silenziosi: appena qua e là accennava un lume solitario. Il mio sangue era in fermento, i miei nervi in vibrazione, il mio cuore in malinconia. Questa città, in cui avevo goduto tanto: tante gioie, tante amicizie, tanti onori!... – Le ancore furono levate, le vele disciolte e spiegate al vento; il bastimento cominciò a muoversi. E noi passammo dinnanzi alla casa, dov'io avevo abitato tanti anni...<br>La mia commozione crebbe, quando vidi da lungi la roccia, su cui [[William Hamilton|Hamilton]] aveva un giardino pensile. La fantasia mi riprodusse tutte le belle ore, ch'io avevo trascorse in quel luogo. ([[Johann Heinrich Wilhelm Tischbein]]) *Napoli, metropoli di tutte le grandezze, meraviglia di meraviglie, i cui monti sono dolce oblio degli uomini, i cui campi sono splendidi prodigi della natura, il cui celebrato [[Sebeto]] è emulo dello Xanto e rivale del Pattolo, il suo molo, meraviglia del colosso piramidale, i suoi templi resti di quello di Efeso, i suoi principi e signori il simbolo della lealtà, la congregazione del valore, il centro della nobiltà, il sole di tutta l'Europa, e il fiore di tutta l'Italia. (''[[Estebanillo González]]'') *Napoli? Mi dispiace chiamarla solo città del sud, per me è l'unica capitale che abbiamo... In Italia c'è pochissima cultura diffusa e Napoli è un punto fondamentale per questo. ([[Cristina Comencini]]) *Napoli mi manca, sono fiero di essere napoletano. Ma [[Udine]] è come una seconda casa per me, sto benissimo qui, sento il calore della gente. ([[Antonio Di Natale]]) *Napoli nera e nuda. Napoli, che il baccano e la miseria fanno sembrare barbara al viaggiatore venuto da Roma, mentre non esiste, nella penisola, una città altrettanto fine, ingegnosa e colta, una città che abbia come lei l'aria di capitale, soprattutto se la si confronta con Roma; ma, dei successi che il talento dei suoi nativi avrebbe procurarle, è stata misteriosamente spogliata, da sempre. Città enigmatica, la cui popolazione è dotata delle più meravigliose risorse spirituali, senza riuscire a farle fruttare, perennemente vinta, nella lotta contro le offese; mendicante e umiliata da una continua calamità.<br>Così, giungendo da Roma per la strada litoranea, tanto bella da Terracina in poi, dove inizia il Sud, abbiamo proseguito rallentando l'andatura, amando Napoli e in pari tempo temendola. ([[Dominique Fernandez]]) *Napoli non è una città, è un mondo. Napoli non è solo a Napoli ma la trovi ovunque, anche in Germania. La "napoletanità" è una cosa unica. È chiaro che ogni città ha un suo calore, Napoli ce l'ha ma in maniera diversa, questa città vive le cose in maniera passionale, con un amore diverso da tutti gli altri. Non posso dire se rispetto alle altre tappe sia meglio o peggio, Napoli è sicuramente diversa. ([[Marco Masini]]) *Napoli non mi sentirà mai più! Tornerò a Napoli solamente per rivedere la mia cara mamma e per mangiare i vermicelli alle vongole! ([[Enrico Caruso]]) *Napoli per me è tutto, è mia madre, sono i miei ricordi; Napoli è la mia adolescenza. Se non fossi stato napoletano, non avrei potuto essere quello che sono a teatro. È grazie alla mia città, con la sua cultura, che mi sono realizzato come attore e artista. Non riuscirei a vivere lontano da Napoli. Credo di essere l'unico attore che non è scappato da una città vittima di molti pregiudizi. Alcuni veri, altri falsi. Mi piace ricordare sempre ciò che diceva [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], "‘o presepio è buono, ‘e pasture so malamente". E aveva ragione. Napoli è quella descritta da [[Pino Daniele]], piena di contraddizioni ma ricca di fascino. ([[Peppe Barra]]) *Napoli per me è una città straordinaria, che soddisfa in pieno le mie esigenze. Io sono un uomo di calcio, e Napoli è forse la città al mondo in cui il calcio si vive in maniera più intensa. Vengo da Liverpool, anche lì c'è un rapporto viscerale con la squadra che pensavo non fosse possibile trovare altrove. Ma a Napoli è forse superiore. Poi sono amante dell'arte. E Napoli da questo punto di vista è una miniera, ci sono cose straordinarie da vedere, forse neanche i napoletani sanno quanto è bella e quanto è ricca la loro città. Mi piacerebbe dare il mio piccolo contributo per far conoscere al mondo la vera immagine di Napoli. ([[Rafael Benitez]]) *Napoli senza sole, senza mare azzurro, senza Vesuvio. Pioggerella monotona, mimose in fiore, in lotta con la tristezza del tempo; ma emanano luce propria e profumi più forti di quelli dei gas delle auto che attraversano la città come interminabili cortei funebri, accompagnati dall'immenso fantasma della benzina bruciata. Un ''auto da {{sic|fe}}'' urbano, uguale in tutte le città del mondo, conquistate dalla tecnica, questa vittoria planetaria della metafisica occidentale, come dice [[Martin Heidegger|Heidegger]]. ([[Vintilă Horia]]) *Napoli, sì come ciascuno di voi molte volte può avere udito, è ne la più fruttifera e dilettevole parte di Italia, al lito del mare posta, famosa e nobilissima città, e di arme e di lettere felice forse quanto alcuna altra che al mondo ne sia. La quale da popoli di Calcidia venuti sovra le vetuste ceneri de la Sirena Partenope edificata, prese et ancora ritiene il venerando nome de la sepolta giovene. ([[Jacopo Sannazaro]]) *Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per [[Totò]]. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. ([[Lucio Dalla]]) *Napoli sono due città, una è esterna alla luce del sole, l'altra, sotterranea. Insomma il suolo su cui si costruisce è come la forma di una groviera piena di buchi. (''[[Le mani sulla città]]'') *Napoli – una città dove il «piacere» è attivamente coltivato. ([[Henry James]]) *Napoli! Zi' Teresa! Il Vesuvio! La Bersagliera! «A Marechiaro ce sta 'na fenesta»! Ah, come tornerei volentieri a Napoli! (''[[Totò le Mokò]]'') *Nei primi decenni del XVIII secolo, la città di Napoli è uno smisurato aggregato di persone, un contenitore umano che fa storia a sé nelle vicende demografiche del resto del Regno. ([[Giuseppe Moricola]]) *Nei primi giorni della mia dimora a Napoli visitavo con un nobile napoletano le rovine dei templi e dei palazzi romani a [[Pozzuoli]]. "Siete ancora fieri dei tempi antichi, voi napoletani?" gli chiesi. "Signore" mi rispose il grasso marchese "i napoletani sono tutti poveri ruffiani." Udendo che io mi servivo di un operaio mi disse: "Lo paghi un tanto e non un grano di più e se fa rimostranze, non gli dia niente di più". E proseguì: "Signore, stia in guardia, tutti i napoletani sono mariuoli". "Anche lei sarebbe nel numero?" io risposi, per metà scherzando e per metà sdegnato. "Sì, sì, mezzo birbante" rispose, {{sic|scotendosi}} dalle risa. Egli aveva ordinato al servitore che stava dietro alla carrozza di portare per noi una bottiglia di vino di [[Siracusa]]. Quando la cercammo, non la trovammo. Il marchese montò in gran collera e lo chiamò asino, ladro e bestia, infine lo minacciò di detrargli qualche cosa dalla paga per il mese seguente. Questo ebbe effetto. "Eccellenza" gridò il servitore a mani giunte "mi spezzi una gamba in due, ma non mi punisca sul denaro, il denaro fa male." [...] Il denaro è la grande leva che muove tutti i napoletani. Per il minimo servizio, per una semplice stesa di mano, chiedono denaro. Per denaro ridono, saltano, ballano, cantano. ([[Karl August Mayer]]) *Nel Conservatorio di Napoli vive ancora quel mondo del Settecento confluito dai quattro collegi della città quando, nel secolo passato, se ne è raccolta la sede. ([[Riccardo Muti]]) *Nell'ultimo bollettino del Bureau of Psychological Warfare si dice che a Napoli quarantaduemila donne esercitano, occasionalmente o con regolarità, la prostituzione. Questo su una popolazione femminile nubile che si aggira intorno a centoquarantamila. Pare incredibile. ([[Norman Lewis]]) *Nella convinzione del popolo napoletano due classi d'individui guadagnano con certezza alla lotteria. La prima categoria è composta da coloro che sono in possesso di una formula di calcolo matematico che indica i numeri di un'estrazione prossima in base allo studio delle estrazioni anteriori. La seconda comprende gl'individui che agiscono sotto l'influenza di una suggestione extraumana, divina o diabolica. ([[Marcellin Pellet]]) *Non c'è palazzo di giustizia in cui il chiasso dei litiganti e loro accoliti superi quello dei tribunali di Napoli. Lì si vede la lite calzata e vestita. ([[Montesquieu]]) *{{NDR|Il 13 settembre 1789, presenti [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando]] IV e [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina d'Austria]], il pallone aerostatico di Lunardi si alza nel cielo di Napoli.}} Non ero levato appena mille piedi quando restai incantato a osservare la scena che si presentava sotto di me del tutto nuova da quanto<ref>''Quando'', nel testo.</ref>avevo veduto in altre capitali dalla [[Gran Bretagna]] alla [[Scozia]]. Sembrava<ref name=seems>''Sembravami'', in Gleijeses, ''Napoli nostra e nuove storie'', 1977.</ref>Napoli {{sic|composto}} da tante piccole piazzette, tutte ricoperte di anime viventi. Erano questi i lastrici, o siano terrazzi, su de' quali erano saliti gli abitanti delle rispettive case. Nell'innalzarmi maggiormente, principiando a perder la vista gli individui, queste piazzette sembravano<ref name=seems/>tanti giardinetti sparsi di fiori verdi e rossi, ch'erano i diversi ombrelli con i quali si riparavano dal sole. ([[Vincenzo Lunardi]]) *Non passa anno senza che le collezioni scientifiche di qualunque altra città d'[[Italia]] si arricchiscano per la munificenza di qualche privato. E così mano mano si colmano le lacune, si completano le serie e si ottiene più assai di quello che non sia il potere dello stato e de' municipii di fare. Ma il napoletano ''largo di bocca e stretto di mano''; mentre non sa vivere fuori della sua città, non vuol poi far niente per renderla più bella e simpatica; non è superbo delle sue istituzioni, non è zelante di migliorarle; il suo municipalismo non sa mai incarnarsi in un'opera bella e generosa. ([[Vittorio Imbriani]]) *Non potreste credere che bei giardini ho in questa città perché, ne sono io testimone, sembra che manchi solo Adamo ed Eva per farne un paradiso terrestre. ([[Carlo VIII di Francia]]) *Non sembrava di stampo [[Venezia|veneziano]], piuttosto della razza dei comici napoletani, mezzo ruffiani, mezzo commedianti, brutali e protervi, pericolosi e spassosi. ([[Thomas Mann]]) *{{NDR|Sul proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli}} Non so se è falso in tutto, ma son certo che quella parte appunto, in cui il credo anch'io vero, sia quella che mostra sino ai ciechi la bontà dei suoi abitanti, avvegnaché non faccia troppo onore alla loro sapienza. ([[Antonio Genovesi]]) *Non sono abbastanza forte per il nord: là imperversano gli spiriti pedanti ed artefatti, che non sanno fare altro che lavorare alle norme della convenienza, come il castoro alla sua costruzione. Ho vissuto tutta la mia gioventù fra gente simile! Mi è venuto in mente all'improvviso, mentre per la prima volta vedevo il cielo grigio e rosso della sera scendere su Napoli – un brivido di compassione per me stesso, l'idea di cominciare a vivere da vecchio, e lacrime, e, all'ultimo istante, la sensazione di essere ancora in tempo per salvarmi. ([[Friedrich Wilhelm Nietzsche]]) *Non vi mettete scuorno, napoletani e affini, ma l'Espresso e Santoro hanno ragione: Napoli è veramente una città impossibile, insopportabile, malata. Mancavano i duemila delinquenti liberati solo a Napoli e dintorni dall'indultaccio per darle la mazzata finale. Ora la delinquenza galoppa con il plauso della gente e don Clemente Mastella con il suo vice Manconi hanno voglia a dire che l'indulto non c'entra: mentre lo ripetevano, venivano acchiappati a Napoli quattro delinquenti che avevano ucciso per rapina e tre di loro erano usciti freschi freschi dal carcere, grazie all'indulto. Ma non è solo questione di indulto, ne convengo. Il problema è Napoli. Che è davvero una brutta chiavica, per dirla in linguaggio indigeno. [...] Andate per le strade dove trabocca l'immondizia, per i quartieri dove regna il casino e il rumore, per le piazze e i vicoli dove comanda la guapparia e dilaga la furbizia truffaldina. No, Napoli non si sopporta. ([[Marcello Veneziani]]) *Non voglio farla grossa, ma la scoper­ta del Dna è iniziata all'ombra del Golfo e l'ho raccontato nel libro La doppia elica. Napoli, quindi, è stato un luogo fondamentale per me. ([[James Dewey Watson]]) *{{NDR|A Napoli}} novantanove volte su 100 finisci scugnizzo. Vengo dai quartieri popolari, cresciuto dalla nonna. Quando entravo in casa, battevo forte i piedi per far scappare i topi. E niente doccia. Scendevi per strada e ti fottevano la cartella. Poi la bicicletta. Poi il motorino. Alla quarta diventavi scugnizzo. ([[Gigi D'Alessio]]) *Oggi fui a vedere trattare le cause. Sono rimasto edificato del metodo: vengono trattate come si deve, con decenza, con maestà, con onoratezza. Ma la quantità dei curiali è sorprendente! {{sic|figuratevi}} tutti gli abitanti di [[Trento]], e de' suoi contorni riuniti nel castello del mal consiglio. ([[Carlantonio Pilati]]) *Pensiamo a cosa è avvenuto a Napoli durante la Liberazione. Gli americani venivano a salvare i napoletani e loro pensavano al modo per derubarli, per riempirli di prostitute, insomma quasi per avvilirli. Sempre per quel senso di superiorità. ([[Giuseppe De Rita]]) *Penso che abbia nella sua natura una tale magnifica tradizione di ibridazione, che questo discorso<ref>Sull'incontro e lo scambio di apporti culturali fra le civiltà del Mediterraneo.</ref>mi pare particolarmente proficuo, e anche perché Napoli è sempre stata vivissima dal punto di vista culturale: penso al circolo culturale aragonese. [[Roma]] difficilmente è stata capitale culturale, Napoli sì. E poi ha un legame molto forte con l'Oriente, e c'è una tradizione di riflessione filosofica sulla libertà. È una capitale del pensiero, non a caso uno spirito libero come [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] ha poi scelto questa città. Ha tradizioni che resistono insieme ad avanguardie estreme. ([[Silvia Ronchey]]) *Penso che Napoli sia l'unica capitale d'Italia perché è una città che raccoglie le qualità tipiche di una capitale: estrema miseria ed estremo fasto. A parte le bellezze naturali, che non sono suo merito, le è rimasta la ''grandeur'' spagnola ed è l'unica città a sommare a questa ''grandeur'' l<nowiki>'</nowiki>''allure'' della grande capitale''.'' ([[Fernanda Pivano]]) *Per disonore dell'umana ragione non v'è cosa in Napoli tanto notoria, quanto la libera e pubblica vendita che vi si fa dei falsi attestati. La tariffa loro ordinaria è di tre ducati, o di quattro, secondo la fame di chi vende, e il bisogno di chi compra. Se tu vuoi dunque soppiantare un processo, alterare una particola di testamento, falsificare qualunque carattere, tu non hai ch'a gittar via i rimorsi, e dar mano alla borsa. Le botteghe de' falsari son sempre aperte. Tiriamo un velo sopra queste incredibili e non mai più udite abbominazioni. Il pensiero non può fissarle senza raccapriccio. ([[Vincenzo Monti]]) *Per me Napoli ha un posto particolare. Stendhal diceva: "Ci sono due capitali in Europa. Parigi e Napoli". Ho letto quello che Schifano ha scritto della città. Napoli è per me una città veramente particolare, l'ho visitata più volte e mi è molto cara. ([[Emmanuel Macron]]) *{{NDR|Napoli}}, per molti rispetti eccellente, ha questo oscuro e vergognoso e inveterato malanno, che il girar di notte vi è non meno pauroso e pericoloso che tra folti boschi, essendo le vie percorse da nobili giovani armati, la cui sfrenatezza né la paterna educazione né l'autorità dei magistrati né la maestà e gli ordini del re seppero mai contenere. ([[Francesco Petrarca]]) *Per nessuno tranne che per i meridionali è così. Se scrivi se canti se giochi, e vieni da Napoli sarai sempre il giornalista napoletano, scrittore napoletano pittore napoletano. Quel napoletano non te lo toglierai mai. ([[Roberto Saviano]]) *Per riassumermi, mi limiterò a trasmettervi l'impressione che reco da Napoli, da me prima non vagheggiata se non ne' sogni o ammirata se non ne' libri suoi. Ho visto una città colossale, ricca, potente: innumerevoli sono i suoi palazzi, costrutti con titanica negligenza sulle colline, sulle alture, nei vichi, nelle piazze, quasi che indifferente fosse la scelta del luogo in una terra da per tutto incantevole. Ho visto strade meglio selciate che a [[Parigi]], monumenti più splendidi che nelle prime capitali d'[[Europa]], abitanti fratellevoli, intelligenti, rapidi nel concepire, nel rispondere, nel sociare, nel agire. Napoli è la più grande capitale italiana, e quando domina i fuochi del Vesuvio e le ruine di [[Pompei]] sembra l'eterna regina della natura e delle nazioni. ([[Giuseppe Ferrari]]) *Per tutta la città {{NDR|si fanno}} accademie in diverse facoltà, {{NDR|alcune sono}} sospette essendo certo che la gioventù legge libri francesi ed oltramontani, e le massime di quelli contro la Chiesa ed ecclesiastici si spacciano con pompa pubblica, avendo preso gusto nella critica delle materie ecclesiastiche ed alle nuove opinioni cartesiane: {{NDR|di conseguenza a Napoli si è introdotta}} una specie d'ateismo. {{NDR|Particolarmente}} negli avvocati [...] e ministri si sentono pubblicamente proposizioni e massime contarie alla disciplina ecclesiastica, autorità di vescovi e bene spesso ancora contro la suprema autorità della Santa Sede. [...] Il moderno cappellano maggiore ha intrapreso di fondare una nuova accademia di molte facoltà e singolarmente di filosofia e di matematica, e pretende di introdurre la filosofia del [[John Locke|Loch]] e di altri autori simili, avendo già nominati i soggetti per ciascheduna facoltà. ([[Raniero Felice Simonetti]]) *Più ci penso e più mi convinco della forza delle immagini [[Walter Benjamin|benjaminiane]]. Si tratta di immaginare questa città come una colossale spugna stesa sul mare che non affronta i suoi problemi attraverso macroprogetti, sulla base di una ratio logocentrica, che non riduce il complesso delle tensioni, dei conflitti, che non tende ad annullarli, bensì assimilarli e, quasi, nutrirsene. ([[Massimo Cacciari]]) *Provo un estremo fastidio quando si parla di napoletanità. Essa esiste quando non la si individua, non la si isola in provetta e non la si esalta. È la storia impareggiabile di questa città. È la storia anche dei misteri, della morbosità, delle contraddizioni, della violenza, delle irrisioni. Quando la napoletanità diventa tronfia ed arrogante, un surrogato della retorica di regime, sia di sinistra, di destra che di centro, mi appare in tutta la sua miseria ed indeterminatezza culturale. Non mi piace quando viene sistematizzata, ma quando viene inseguita, quando ti contraddice, ti prende alle spalle per una sensazione, una verità carnale, di clima o di paesaggio. Oggi, con l'avvenuta trasmigrazione delle menti e dei corpi, è difficile vagheggiarla come si faceva una volta. Tanto vale trovarla nel rischio di vivere, di pensare e di cercare a Napoli questa grande emozione. ([[Valerio Caprara]]) *Quando diciamo che Napoli è una città violenta, una città criminale, una città sporca, una città in cui la qualità della vita è bassa, possiamo dire verità o esprimere esclusivamente luoghi comuni o stereotipi. È sbagliato rigettare queste definizioni esclusivamente perché mettono in mostra qualcosa che non va nella nostra città. La nostra città è questo ma è anche altro evidentemente: però è anche questo e allora bisogna cercare di capire qual è il fondamento di verità che c'è in questi stereotipi. ([[Aurelio Musi]]) *Quando mi chiedono che cosa resta, in questo nostro mondo cibernetico, di quel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] quasi arcadico del ricordo, "Napoli? Il raffinato cadavere di Napoli?", rispondo: "Per restare resta molto. Resta l'immenso paradiso infranto della memoria. Resta la magnifica nostalgia dei perduti splendori. Restano la coscienza profonda di una storia condivisa, le spoglie delle civiltà da cui proveniamo, un presente postatomico con scorie industriali e una vegetazione radioattiva. Il Mediterraneo è anche questo. Una bellissima cloaca, come il [[Golfo di Napoli|golfo di napoli]]. Un rifugio di turisti nordici in pensione, come a [[Ischia]]. Un frammento di sogno di pietra, come [[Capri]]. Una [[Costiera amalfitana|costa]] geniale dove si trova [[Ravello]], sognata da [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], sognata da [[Richard Wagner|Wagner]]. Isole trasformate in prigioni; vulcani in fiamme; vigne d'oro; vino verde, di uve prodotte e raccolte in proprio; un mondo rurale minacciato, fra il drammatico e il gaudente. Rovine di mille anni fa e persino di ieri. Eterni corpi di marmo e altri ancora effimeri, parimenti magnifici. Tutto il cumulo di passato e presente che ora è vita. Resta il bellissimo cadavere barocco che è Napoli". ([[Josep Piera]]) *Quando nell'Ot­tocento è stata scelta l'idea di unità nazionale, non si è rispettata l'identità della penisola, che è stata sempre po­licentrica. Napoli non ha mai fatto riferimento all'Italia, ma al Mediterraneo e all'Europa. I napoletani si son detti ''regnicoli'', mai italiani, e non lo erano. ([[Franco Cardini]]) *Quando sarò morto tornerò a Napoli a fare il fantasma, perché qui la notte è indicibilmente bella. ([[Hans Christian Andersen]]) *Quanto dunque é Napoli per questo Re {{NDR|[[Carlo III di Spagna|Carlo III]]}} malissima sede, tanto buona sarebbe una città mediterranea, quale io ho sempre stimato [[Melfi]], ove spesso sono stati gli antichi Re. Lontana ella è egualmente dai confini del Regno e dai due mari; buonissima vi è l'aria; le spalle ha guardate da una serie di montagne, il lido del mare dell'altra parte è di mal accesso e fortificabile. ([[Bernardo Tanucci]]) *{{NDR|Il misto di autentica generosità ed astuzia senza doppiezza dei napoletani}} Quest'oggi la padrona del basso che mi ospita ha voluto per forza offrirmi un piatto della loro minestra di riso e fagioli. Ero commosso dalla prodigalità di questa povera gente che si toglie un piatto della loro minestra così faticosamente guadagnata. Avevo appena finito di dire "Ma è sorprendente la generosità e l'ospitalità del popolo napoletano, che mi commuove nel profondo del mio animo" quando si è avvicinata la padrona e a un orecchio mi ha sussurrato: "{{sic|Vedite}} un po' voi {{sic|si putite}} ottenere dall'amministrazione un compenso per il disturbo che ci prendiamo." ([[Vittorio De Sica]]) *Questa città dei miracoli, [...] questo centro di sentimentalismo e di abile sforzo quotidiano tra il bene ed il male. ([[Vintilă Horia]]) *Questa era la città del tempo controtempo [...] noi siamo figli di un grande sonno pomeridiano, un immenso sonno storico mentre tutto l'universo attorno a noi si muoveva e vegliava. [...] Era la città dove il pigliamoci un caffè durava mezza giornata. [...] Era la città del presente eterno: un napoletano non diceva 'domani andrò al mare', diceva invece 'domani vado al mare'. E Napoli, come la sedia rotta e molto rotta e poi smembrata, non esiste più. Il nome è vuoto, come quello di una persona cara che è morta, adagiata sul letto, pronta per essere chiusa in una bara e sepolta. ([[Ruggero Cappuccio]]) *{{NDR|[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] e [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]}} [...] questi due solitari e pur diversi poeti della malinconia, questi due perpetui esuli della loro città natale, ambedue innamorati della natura e portati per temperamento ai toni dell’idillio, ma che ambedue scavarono dentro le misure dell’idillio per cantare la fatale tristezza dell’uomo; e pensate anche a ciò che ha significato per l’uno e l’altro l’incontro con Napoli, se l'[[Eneide]] intera, nella sua stessa dimensione religiosa, e in quel di più che essa ha rispetto alle opere precedenti, non la si potrebbe concepire senza la presenza di questo mare e di questi dintorni, e se l’ultima e più alta impennata di Leopardi e la stessa disperata religione de La ginestra presuppongano come scenario, "''e di [[Capri]] la marina | e di Napoli il porto e [[Mergellina]]''". ([[Mario Pomilio]]) *Restituiamo Napoli ai Borbone! ([[Mario Borghezio]]) *[[Roma]] e [[Venezia]] si riuniranno all'Italia ma chissà se Napoli non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas padre]]) *[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] è, sotto il profilo strettamente storico, il luogo da cui nacque la città di Napoli. ([[Vittorio Paliotti]]) *«Santa Lucia vi conservi la vista», ripete da secoli, il mendicante napoletano che tende la mano sugli angoli delle strade, e dà con quella frase la misura esatta del significato in cui è tenuta a Napoli la «facoltà di vedere», un bene primario che costituisce la ricchezza estrema dei poveri e la sanità ultima degli ammalati. ([[Vittorio Paliotti]]) *Sarebbe una città di incanto se non vi si incontrasse una folla di plebei che hanno aria di ribaldi e di malandrini, senza essere sovente né l'uno né l'altro. ([[Papa Clemente XIV]]) *Sbarco sempre con angoscia a Napoli. Mi sembra di salire su un insidioso palcoscenico, dove la recita è corale e tu sei osservato e trattato come l'ultimo arrivato. Temi i tranelli della scena e la complicità della platea. Saranno pregiudizi e perfino ancestrali eredità del paesano sbarcato nella capitale storica del suo Regno, come una maschera del mio paese, don Pancrazio Cucuzziello, che veniva raggirato a Napoli per la sua ingenua rozzezza contadina. Ma quando arrivo a Napoli sento un'insidia che non avverto nemmeno nelle città arabe o sudamericane più insicure. Sopporto l'inferno napoletano solo come transito obbligato per accedere al paradiso delle sue isole e penisole o per godere di qualche amico. Non scriverò un ennesimo saggio su Napoli, camorra e sentimenti, semmai scriverei su una grande capitale fallita. Che affascina per la voluttà del suo declino, quasi la civetteria di disfarsi in pubblico. ([[Marcello Veneziani]]) *Se dall'unità il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato del Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone. ([[Gaetano Salvemini]]) *Se la banca Euromediterranea si farà, la sua sede naturale dovrà essere Napoli che per storia, centralità e condizioni geopolitiche non può avere rivali. ([[Giulio Tremonti]]) *Se quand'era tempo avessi potuto compiacere ad un mio desiderio, io sarei andato a vivere alcuni anni a Napoli, alcuni a [[Milano]]. Queste due città, una per la sua grande popolazione, l'altra per molte particolari condizioni, sono da qualche tempo la stanza del pensare filosofico in Italia. Esse furono abitate da quasi tutti i nostri scrittori che s'innalzarono ad una certa elevatezza d'idee, ed abbracciarono una certa estensione di principii. ([[Giuseppe Bianchetti]]) *Se [[Piazza del Mercato (Napoli)|qui]] dunque, pullulano i bassi e se ogni casa diventa bottega − come al Lavinaio − è proprio perché da questa economia il napoletano può trarre i mezzi di vita: e non sarà troppo prossimo il giorno, che tuttavia si auspica, di una Napoli pronta a offrire a tutto il milione dei suoi abitanti condizioni perfette di esistenza e di attività. Intanto, qui più che altrove si mostra come la conclamata inerzia napoletana sia invece una geniale attitudine a far diventare ricchezza il talento d'ognuno e come una rete minutissima leghi la grande alla minima industria, il grosso al minutissimo commercio.<br>Se un viaggiatore viene qui, tra la lunghissima [[Via nuova Marina|via Marina]] e il [[Corso Umberto I|Rettifilo]] e va curiosando − con sguardo acuto e cordiale, non distratto e acido − per questa contrada, s'avvederà subito come si tratti proprio di un pullulante fermento economico, come tutto qui risponda a un gioco essenziale della vita. Magari il ricordo di tante tragiche vicende darà un più oscuro colore ai gesti e alle parole di questa parte di Napoli, ma resterà vivo nell'animo di chiunque vi passerà questo «colore locale» che nasconde un significato sociale ben definito, forse anch'esso amabile perché anch'esso necessario alla vita di una grandissima città. ([[Mario Stefanile]]) *Se volete fare qualcosa di buono, fuitevenne 'a Napoli<ref>Fuggitevene da Napoli.</ref>. ([[Eduardo De Filippo]]) *Sebbene il lotto, introdotto a Napoli nel 1682 dai viceré spagnuoli, non esistesse ai suoi tempi, si è convinti che [[Ignazio di Loyola]] abbia manipolato e manipoli ancora, per mezzo dei suoi discendenti, la forza magica dei numeri. Ogni gesuita conosce la ''regola segreta'' e potrebbe arricchire a suo piacimento la gente povera, ma egli tace e tiene per sé la sua scienza. Perciò il gesuita, tacciato di cattiveria e d'egoismo, è abbastanza odiato nel Basso Porto e a Santa Lucia. ([[Marcellin Pellet]]) *Secondo una tesi prevalente, si fronteggiarono allora<ref>Dagli anni 50 ai primi anni 60.</ref>due città: una della rozza speculazione, l'altra della migliore cultura. Due Napoli impermeabili l'una all'altra. «Ma le cose – afferma {{NDR|Pasquale}} Belfiore – non andarono esattamente in questi termini. Vi fu un groviglio di intrecci fra l'una e l'altra città, tra la migliore cultura e la più proterva speculazione; si generarono perverse implicazioni pur partendo da limpidi presupposti. Il ruolo delle facoltà universitarie, degli ordini professionali, delle associazioni di categoria fu ora di totale estraneità, ora della più flagrante connivenza, ora della più intransigente opposizione in alcune delle loro componenti». Il ventaglio delle complicità, che via via hanno preso corpo, appare molto vasto. E non è ancora finita. La speculazione edilizia si avvia verso la terza fase. Dalle singole licenze rilasciate dalle amministrazioni [[Achille Lauro|Lauro]] si passa alle lottizzazioni; dai cantieri di improvvisati appaltatori e costruttori a quelli delle Immobiliari. In molti quartieri, però, la pioggia di cemento costituisce un attentato alla incolumità fisica. Si apre la stagione dei crolli. Napoli appare come «la città di cartone che scivola a mare e uccide», secondo una frase di [[Rosellina Balbi]]. Una "carta geologica", redatta dal Comune alla fine del '67, censisce {{sic|21mila}} metri quadri di vuoti sotterranei molto profondi, {{sic|119mila}} metri di vuoti ex cava e 366 caverne. Napoli è una città costruita sul vuoto. ([[Ermanno Corsi]]) *Sedevano un dì fra' boschetti d'aranci, sulla pendice a' cui piedi è [[Sorrento]]; e la brezza moveva da' rami e dalle foglie una musica di suoni e di fragranze; mentre di sotto alle verdi ombrelle rideva il golfo di Napoli, e dal cielo azzurro traluceva il Paradiso. ([[Augusto Conti]]) *Siamo tutti futuri napoletani. ([[Susanna Tamaro]]) *Si sa che i napoletani mettono tre o quattro parole dove non ne bisogna che una. ([[Giuseppe Pignata]]) *{{NDR|[[Napoli]] appare}} simile a certe leggendarie città orientali, vagheggiate dai poeti arabi: tetti e torrette che sembrano minareti, cupole ricoperte da tegole multicolori, chiese simili a moschee, guglie scintillanti, più adatte alla mezzaluna che alla croce, una popolazione brulicante simile nell'aspetto al popolo dell<nowiki>'</nowiki>''Arabia felix'', abbigliata secondo la foggia orientale. ([[Lady Morgan]]) *Solo noi abbiamo potuto permettere che la nostra Parigi {{NDR|Napoli}} venisse fagocitata da un centro minore {{NDR|[[Torino]]}}. ([[Pietrangelo Buttafuoco]]) [[File:Sfogliatelle.JPG|thumb|Sfogliatelle ricce, tipico dolce molto in uso a Napoli]] *Sono così afflitta, che preferisco l'entrata dei Francesi e che tolgano a quei miserabili fino all' ultima camicia, piuttosto che di vedere i nostri proprii sudditi bestie vili, poltroni, ma furfanti, condursi in tal guisa. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]) *Sono due città simili, Napoli come [[Istanbul]] si è lasciata il suo antico splendore alle spalle... ma mentre a Napoli c'è ancora traccia del passato, nei musei, nei palazzi, nelle strade, a Istanbul tutto è andato bruciato, distrutto... Eravamo troppo occupati a sopravvivere. ([[Orhan Pamuk]]) *Su dalla piazza aperta la massa del Maschio Angioino inquadra il panorama del porto e del [[Vesuvio]] lontano. Sullo sfondo celestino del monte s'alza lo stelo rosa del faro e fittiscono gli alberi dei velieri e dei piroscafi. Le pietre del selciato dure e ondulate ricordano quelle delle strade di [[Pompei]]. Ci si inoltra nei quartieri popolari dove le vie sono profonde tra caseggiati enormi e corrosi. Sembra di avanzare in una densa boscaglia, dove tra i rami cantino gli uccelli: sono i richiami dei venditori ambulanti. ([[Giovanni Comisso]]) *Sulla filosofia dell'umanità, sull'economia dei popoli noi abbiamo avuto opere eccellenti da quel paese, giacché la libertà del pensiero illumina e predilige il golfo di Napoli più che ogni altra parte d'Italia. ([[Johann Gottfried Herder]]) *Tra tutti gli amori terreni niuno certamente è più lodevole, più onesto, quanto quel della Patria. E quantunque a ciascuno sembri la propria esserne la più degna, e sola senza divisione d'affetti, senza comparazioni, senza rivalità l'onori, e l'abbia in pregio e l'ami; pure se fosse permesso tra questi doverosi amori far parallelo, niuna Patria a noi ne pare tanto meritevole quanto Napoli per chiunque ebbe in sorte il nascervi cittadino. ([[Ferdinando Galiani]]) *Tu sguazzerai con quei caci cavallucci freschi, arrostiti non con lento fuoco, ma prestissimo, con sopravveste di zucchero e cinamono. Io mi struggo solo a pensarvi. Vedrai in Napoli la Loggia detta per sopranome de' Genovesi, piena di tutte quelle buone cose che per ungere la gola desiderar si possano. Mangerai in Napoli di susameli, mostacciuoli, raffioli, pesci, funghi, castagni di zucchero, schiacciate di màndole, pasta reale, conserve rosate, bianco mangiare. Sarannoti appresentati de' buoni caponi. ([[Ortensio Lando]]) *Tutto quello che esiste passa di qui. Qui dal porto di Napoli. Non v'è manufatto, stoffa, pezzo di plastica, giocattolo, martello, scarpa, cacciavite, bullone, videogioco, giacca, pantalone, trapano, orologio che non passi per il porto. Il porto di Napoli è una ferita. Larga. Punto finale dei viaggi interminabili delle merci. Le navi arrivano, si immettono nel golfo avvicinandosi alla darsena come cuccioli a mammelle, solo che loro non devono succhiare, ma al contrario essere munte. Il porto di Napoli è il buco nel mappamondo da dove esce quello che si produce in Cina, Estremo Oriente come ancora i cronisti si divertono a definirlo. Estremo. Lontanissimo. Quasi inimmaginabile. Chiudendo gli occhi appaiono kimono, la barba di Marco Polo e un calcio a mezz'aria di Bruce Lee. In realtà quest'Oriente è allacciato al porto di Napoli come nessun altro luogo. ([[Roberto Saviano]]) *Un'assoluta estinzione di sentimento morale è lo spettacolo disgustoso di Napoli e della sua gente. Non si vedono uomini ma selvaggi... Al gusto depravato, al senso perverso di questo popolo piace il laido, il ripugnante... È il paese del piacere, niente più. Da [[Tiberio]] ai nostri giorni qui non si è fatto che godere. ([[Ernest Renan]]) *Un popolo che ha più immaginazione che fantasia, più acume ed arguzia che sentimento e passione, il quale rimane con la testa fredda in mezzo agli impeti più selvaggi ed arzigogola e sofistica anche quando sragiona. ([[Vittorio Imbriani]]) *Un turista tedesco dell'Ottocento sosteneva che «nella città del sole, per vendere un pomodoro bisognava cantare una cavatina». C'è di più: il venditore deve essere un attore nato, come dimostra questo crescendo [[Gioacchino Rossini|rossiniano]] impiegato per vendere cocomeri.<br>– Comme so' russe sti mellune!<br>(Un rosso così intenso da sembrare nero).<br>– So' nire, nire, nire sti mellune!<br>(Sono addirittura di fiamma).<br>– Tenenno 'o ffuoco d' 'o Vesuvio 'a dinta, sti mellune!<br>(Macché Vesuvio, questo è addirittura l'inferno!)<br>'Nce sta 'o diavolo 'a dinta: vih, che ffuoco 'e ll'inferno!<br>(Ed infine, è roba da chiamare i pompieri).<br>– S'è appiccicato 'o ciuccio cu tutta 'a carretta oh, anema d' 'o ffuoco!! ([[Riccardo Morbelli]]) *Una cultura cittadina ancora troppo prigioniera di un ottocento napoletano, oltre tutto spesso di seconda e terza mano, una città che in quest'ultimo secolo ha avuto rarissime occasioni di monumenti urbani o di collocazioni artistiche sul territorio. Queste circostanze hanno certamente determinato una scarsa sensibilità e un'{{sic|altrettanta}} scarsa conoscenza collettiva dell'arte contemporanea. Ma se una città che vuole rinnovarsi e rilanciare se stessa, è giusto che sia sempre gelosa custode del suo passato e della sua storia, dalle cui radici deve trarre le sue azioni future, deve anche vivere il suo presente, deve produrre cultura attuale, deve, in altri termini, essere testimone e protagonista della sua contemporaneità.<br>Ci è sembrata, quindi, un'occasione straordinaria poter adoperare luoghi di grande afflusso, come sono le stazioni della metropolitana, come luoghi in cui la città potesse confrontarsi con l'arte e dove il rapporto con l'arte potesse divenire un rapporto quotidiano, ordinario, normale.<br>In altri termini, ci sembra fondamentale che la città nel suo complesso e i suoi cittadini non siano più fermi all'arte del passato, non siano più culturalmente frenati dalla cultura di Napoli come grande capitale borbonica, ma esprimano finalmente la cultura di Napoli come grande capitale del [[Mediterraneo]] e, quindi, vivano e abbiano confidenza con l'arte di oggi. ([[Riccardo Marone]]) *Una romantica rovina da ripensare continuamente. Una splendida festa di sole, di mare e di morte. Immagine, quella della mia città, che fugge via, si avviluppa, si trasforma, si strazia, s'imbelletta, provoca ed eccita incarnandosi in figurazioni anarchiche, aggressive, imprevedibili, irridenti. ([[Valerio Caprara]]) *Una sola città, in Italia, poté resistere, fino al tempo di Diocleziano, all'unità romana. Reggio e Taranto avevano già dimenticato il greco, quando Napoli lo parlava ancora. Mentre le città del litorale ionio erano entrate nell'oscurità in cui dovevano restare sommerse fino all'VIII° secolo dell'era cristiana, mentre Capua, ancora ricca e popolosa, declinava lentamente dal giorno in cui, rivale di Roma, era stata abbattuta per sempre, Napoli non aveva cessato di crescere sotto il dominio romano senza acquistare la sua prosperità a prezzo di una rinuncia a tutte le sue tradizioni elleniche. La città erede dell'antico splendore di Cuma conservò sotto l'Impero forme di gorverno che la stessa Grecia aveva perdute: i cittadini continuarono a ripartirsi entro ''fratrie'' ad imitazione di Atene; imperatori, come Tito e Adriano, si onorarono di portare il titolo di ''demarca'' di Napoli. Le stesse magistrature romane rivestirono nomi ellenici; il duumviro fu un ''arconte'', e l'edile un ''agoranomo''. Giochi di origine antica furono magnificamente restaurati in onore di Augusto e salutati dai poeti e dai retori delle scuole greche, che attirarono in Campania fino alla fine del IV° secolo, come gli ultimi giochi olimpici. È a Napoli che Nerone andò per ricevere al teatro la corona poetica perché contava di trovarvi una società affrancata dai pregiudizi romani e, per dirla tutta, con l'espressione stessa di Tacito, una città greca. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]]) *Una volta che arrivi a Napoli e impari a conoscerla, la accetti e la apprezzi per quello che è: fantastica, caotica, a volte anche folle. Può capitare che quella follia un giorno non vada bene per te e per la tua famiglia, ma non succede quasi mai perché è quella stessa follia che te la fa amare e ti rende felice. ([[José Manuel Reina]]) *{{NDR|La Festa di Pedigrotta dell'8 settembre 1608}} Vi accorre tutta Napoli. Vi vanno diecimila donne con gran fasto in infinite carrozze, e duemila cavalieri a cavallo e in carrozza, che solo a vedere tante gale, tanti volti divini, è una gloria; tanta nobiltà di principi e titolati che superano i trecento, e con tanti diversi colori di ricche livree e così numerose, che tutto il passeggio sembra un prato di gradevoli fiori. Vi va un'infinità di gente del popolo, e vi sono tra le donne mille volti stupendi, e sono adorne di mille gioie, ché non v'ha mai donna di ciabattino che non porti il giorno della festa e catene e collane d'oro e vesti molto ricche di seta. Si vedono poi mille belle cortigiane spagnuole e italiane, la cui grazia e il cui brio svegliano i sensi più assorti e mortificati. ([[Miguel de Castro]]) *Vi sono a Napoli dei luoghi sotterranei che funzionano come una sorta di camera di decompressione simbolica, dove le presenze che abitano il fondo del tempo e dell'immaginario abbiano, nel corso della loro risalita, l'opportunità di sostare per farsi riconoscere e nominare, per riaffiorare infine nel presente senza sconvolgerlo [...] Queste "anime antiche" appaiono allo stesso tempo come simboli, custodi e testimoni del tempo: un archivio. A quest'archivio, i luoghi da una parte, il rituale e il mito dall'altra, forniscono la scena, la scrittura drammatica e l'ordine del discorso. Un discorso capace di arditezze metafisiche incredibili, soprattutto quando riflette obliquamente sul continuo e sul discontinuo, sull'oblio e sulla memoria, affidando ai morti il ruolo che nella logica spetta alle astrazioni. ([[Marino Niola]]) *– Vi sono forse città più piacevoli sul continente e capitali più allegre, disse Violetta, ma in una simile notte ed a quest'ora incantata, qual città può paragonarsi a [[Venezia]]?<br>– La Provvidenza è stata meno parziale nella distribuzione de' suoi favori terrestri, che non credono quelli che mancano d'esperienza, disse il Carmelitano. Se noi abbiamo i nostri piaceri particolari e i nostri momenti di contemplazione divina, altre città hanno i lor vantaggi: [[Genova]], [[Firenze]], per esempio, [[Roma]], [[Palermo]] e soprattutto Napoli...<br>– Napoli, padre mio!<br>– Sì, figlia!; di tutte le città della bellissima Italia, è la più bella e la più favorita dalla natura. Di tutti i paesi che ho visitati nella mia vita errante e consacrata alla penitenza, Napoli, è quello verso il quale la mano del Creatore è stata più generosa. ([[James Fenimore Cooper]]) *Via Toledo, presso al tramonto, è una zona di sogno, un canale di felicità trascinante gli ori del crepuscolo, il carminio del cielo caldamente appoggiato sulle bionde verdure del Vomero. L'eleganze, gli amori passano e s'incrociano fra uno scintillamento infiammato di cristallerie e di sorrisi, lungo i marciapiedi. Correre mollemente assisi in questo gurgito allegro di vita meridionale è una gioia di cui porterò con me l'amoroso ricordo. ([[Ardengo Soffici]]) *Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! E questa la vostra grande risorsa: la gioia, l'allegria. ([[Papa Francesco]]) ====[[Nicola Abbagnano]]==== *A «istruirmi» sull'umanità fu anche l'antica astuzia partenopea, quella che viene detta «arte d'arrangiarsi», ovvero di sopravvivere a una miseria forse invincibile. C'erano per esempio i venditori d'oro falso, che si accostavano con sfacciata impudenza ai turisti appena sbarcati, o in procinto d'entrare da Zi' Teresa, per vendere qualche «patacca», c'erano i vecchi di San Gennaro dei Poveri che, a pagamento, da Piazza Carlo III andavano nelle case a piangere i morti, e potevano spingersi per la bisogna (a tripla paga o almeno doppia: 150 lire) fino a [[Vietri sul Mare|Vietri]] e a [[Sorrento]]; a ogni angolo c'erano gli acquaioli, che t'offrivano boccali d'acqua ghiacciata, assieme ai venditori improvvisati di pasta, vermicelli fumanti e appena scodellati, con su uno spruzzo di pomodori e pepe; e c'erano le prostitute, giovani e vecchie, che vendevano se stesse col medesimo sguardo, ora sfrontato ora implorante. Nei libri, e nei piccoli fatti d'ogni giorno, trovavo una continua, reciproca conferma. *Napoli, del resto, rimase sostanzialmente impermeabile al [[fascismo]]. Lo furono gli stessi notabili che pure nel '22, alla vigilia della marcia su Roma, s'erano spellate le mani ad applaudire Mussolini al [[Teatro di San Carlo|teatro san Carlo]]. Altrettanto estraneo agli slogan mussoliniani fu il popolo, per atavico irridente scetticismo (un difetto, a volte, può trasformarsi in virtù). *Quando sessant'anni fa m'aggiravo per Napoli, e fiutavo l'aria salmastra tra le grida dei venditori di pesce, non m'imbattevo di certo nello Spirito Assoluto, che avanza nella Storia attraverso la sua dialettica fatta di tesi, antitesi, sintesi. M'aggrediva, dolorosa e dolcissima, soltanto la molteplice realtà. Vedevo i volti dei partenopei, le loro espressioni irridenti, con una saggezza antica e popolaresca, tutt'una con la miseria insieme aulica e familiare della «Napoli nobilissima», tra la barocca solennità dei monumenti e lo squallore dei bassi. Mi dicevo che la ''Ratio'' hegeliana era ben remota da tutto questo, dalla bellezza delle donne, dagli sguardi abbaglianti degli occhi morati dietro le lunghe ciglia delle ragazze giù a [[Via Toledo|Toledo]] e a Chiaia, nell'allegria chiassosa che ti veniva incontro ovunque, anche nella povertà, anche nei laceri panni multicolori fatti asciugare nei vicoli alla brezza notturna, sotto la luna. Era forse l'Assoluto a essere il soggetto del mondo reale, della storia, o non piuttosto la molteplicità degli individui, con i loro autentici bisogni? ====[[Percy Allum]]==== *L'elemento fondamentale è l'estraneità di vasti strati della popolazione dalle istituzioni della republica italiana, con tutte le conseguenze che ne derivano: la sopravvivenza del sistema paternalistico clientelare, l'ambigua accettazione dei valori sociali dominanti, la rottura causata dall'emigrazione e dalle trasformazioni economico-sociali. *Il napoletano è convinto di vivere in un mondo ostile, sul quale non è in grado di esercitare alcun controllo... I rapporti tra gli uomini sono regolati da una concezione fatalistica, nella quale l'Autorità svolge lo stesso ruolo che ha il «destino» nel mondo naturale. *In passato, se chi comandava faceva il suo dovere, il popolo lo sosteneva; quando non lo faceva più, il popolo scatenava una piccola rivolta... Il gran numero di dimostrazioni di piazza e di jacqueries che costellano le pagine della storia del napoletano è la prova di quanto sia radicata negli abitanti la fiducia in questo tradizionale meccanismo. ====[[Alberto Arbasino]]==== *Avvicinandoci alla città il cielo s'oscura e l'aria si fa soffocante. Le fiammate delle raffinerie tingono di rosso e di giallo il polverone dei cementifici, a nuvoloni foschi: ma lo si è sempre saputo fin da Virgilio che questi paraggi sono le porte dell'inferno, la sede dell'orrore. *E poi, insomma, una città fra le più vecchie d'Europa, e dalla [[Magna Grecia]] in poi sono i suoi stessi governi a ripeterle che non è ancora matura per... E lei, lì, ad aspettare che vengano Elargite Provvidenze, senza muovere un dito... Tanto vero che mentre gli altri ricostruiscono [[Amburgo]] o [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|Hiroshima]] qui non hanno ancora incominciato a portar via le immondizie del Dugento dalle strade... [...] Solita colpa dei [[Borbone delle Due Sicilie|Borboni]] che avrebbero borbonizzato la città? Mah, dev'essere lei che ha napoletanizzato loro. *Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. Veramente è una città che non mi dice niente, perciò trovo inutile venirci. Non so cosa farmene del sole mediterraneo e dell'eredità classica e dell'architettura normanna e delle semplici gioie della vita contadina e della pizza alla pescatora. Commedia dell'arte, per me no, grazie. ====[[Giovanni Artieri]]==== *Altri e più terribili dolori sarebbero intervenuti nella vita della città, diventata uno dei centri strategici della seconda guerra mondiale, nel Mediterraneo. Prove eroiche misero a nudo lo spirito stoico della popolazione, la sua illimitata capacità di sopravvivere, la sua quasi magica facoltà di «ridurre» stranieri e invasori al proprio modulo umano, e dominarne così eccessi e barbarie. *Chi ha detto Napoli città «savia», non la conosce: non sa quanto, a Napoli, il filisteo professorale, l'uomo di pomposa serietà che non sbaglia mai, che non sappia ridere o sorridere, rischi di passar da scemo, da «fesso», da persona non pertinente alla città.<br>A Napoli sta di casa una certa illustre e armoniosa follia di origini bacchiche e filosofiche, proveniente dal remoto passato, qualche cosa come i misteriosi raggi cosmici usciti dalle insondabili profondità del caotico universo. La follia trema con la sua luce di diamante, in fondo all'animo {{sic|queto}} e ragionevole dei napoletani. *È la sola città del mondo ove sia possibile scorgere qualche probabilità di sfuggire al destino comune dell'[[Europa]] d'oggi. Che ci appare assai simile a quello del decadente Seicento, alla ricerca d'un'anima che ne sorregga l'affastellata apparenza barocca.<br>In questa ricerca, l'[[Italia]] e l'Europa si affacciano al davanzale di eri. Cercano uno stile, una poesia. Tentano di rifarsi al neorealismo, ch'è poi il semplice e nudo realismo del secolo scorso.<br>Dove si pensa a quest'angoscia, è a Napoli. Napoli è ricca d'una incredibile ricchezza. Essa non ha bisogno di «darsi» uno stile. Non deve cercare una cifra, una chiave, un modulo per essere «se stessa». Non ha perduto, insomma, il contatto con il passato. Essa è sempre affacciata alla finestra che guarda sul giardino (un poco appassito) delle memorie e su quello fragrante e fresco dell'attualità. Perciò tutti invidiano Napoli. *{{NDR|L'ultimo incontro con Gino Doria, alla [[Certosa di San Martino]]}} E noi, «ncielo<ref>In cielo.</ref>» stavamo, chini sulla ringhiera barocca del celebre balcone su Napoli, lì sull'angolo dominato dalla cupa mole del Forte. Si guardava la città ai nostri piedi; compatta e ammonticchiata come sempre appare Napoli a chi la vede da una prospettiva aerea. Un grattacielo tagliava l'aria, dominando il mare confuso delle case, solcato dai neri decumani dei quartieri greco-romani.<br>Freddo e remoto il [[Vesuvio]] spento, albuginoso e come spento anch'esso, il mare; la collina di [[Posillipo]] ricoperta di eczemi. Dal caos brulicante veniva un vago rombo, un respiro di lontanissima risacca. Stavamo zitti, Doria ed io, a guardare come superstiti di una conflagrazione di mondi, reduci spaesati di evi caotici e rotolanti. Di tanto in tanto, don Gino puliva e s'aggiustava il monocolo, per vedere qualcosa nello spessore dell'aria. Qualcosa che nemmeno a me riusciva di scorgere. *[[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] non vende più i suoi pesci e le sue quaglie a questa plebe, ma, in cambio di voti, i partiti politici le vendono feste televisive e adulazioni sociali. *Il concetto di nobiltà, a Napoli, è profondamente unitario e totale: pochi, anche tra i più forti napoletanisti, conoscono, per esempio, un'espressione del dialetto per indicare «tutti, nessuno escluso», questa espressione rara è ''nòbbele e snòbbele''<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>(cioè nobili e non nobili), quanto dire l'intero popolo. Per questo diverso e più sottile coincidere degli intendimenti sociali e unitari della paroletta «nobilissima», Napoli lo è. [...] La loro prima nobiltà è diplomata dall'intelligenza, dall'acume, dallo spirito e dalla cultura. Un principe fesso non vale uno scugnizzo intelligente. *Il napoletano adopera la sua superstizione come un elemento aggiuntivo e razionale del suo giudizio. Come, cioè, una variabile indipendente il cui comportamento gli sfugge, ma la cui influenza gli è nota. Ciò è dimostrato dalla natura stessa della cabala e delle pratiche magico-aritmetiche in uso per la previsione dei numeri del lotto. ''La [[Smorfia]]'', libro dei sogni, introduce l'elemento fantastico nel rigore matematico delle ''scadenze'', delle ''figure'', degli ''estratti'' su cui si intrecciano i movimenti e l'intera meccanica delle giocate. *In ogni napoletano si può scorgere il riflesso dell'ironia, del sarcasmo, del gusto, dolorosamente umano, della deformazione bruegheliana<ref>Nel testo il refuso: breugheliana.</ref>, comica e tragica di [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]]: la facoltà di tradurre in paradosso e poesia, la contingenza storica: nel prodigio di un detto, di una forzatura comica, d'una constatazione centrata nell'ironica e contraddetta natura delle cose.<br>Durante la sfilata a Napoli delle squadre di camicie nere, nell'ottobre del 1922, uno [[scugnizzo]] chiese ad alta voce, dinanzi a tante braccia protese nel saluto romano: «''Ma ched'e', chiove?''» (Ma cos'è, vedono se piove?). Quello scugnizzo non sapeva di fissare un tratto di storia. (Eccetera, eccetera.) *In questo discorrere, il lento e grigio giorno di [[Tokio]] declinava; fedelmente accompagnato dalla pioggia sottile. Ero un poco scontento. Perché a me, allora, [[Harukichi Shimoi|Shimoi]] interessava assai più come «giapponese» che come «napoletano» mentre a lui, quel fatto di possedere ogni segreto dell'anima e della misteriosa essenza d'arte del suo paese, non diceva quasi niente. Un fatto spiegabilissimo, del resto, che dice quanto Napoli avesse mutato o, come gli dissi scherzosamente, «corrotto» un nipponico così puro.<br>Allora Shimoi mi raccontò quest'aneddoto. Nel 1949 ricevette un invito a recarsi al [[Palazzo imperiale di Tokyo|palazzo imperiale]]. [[Douglas MacArthur|Mc Arthur]] aveva stabilito che l'Imperatore diventasse un monarca borghese e [[Hirohito]], prima di obbedire al generale americano ordinò di celebrare, per l'ultima volta, la «cerimonia del [[tè]]», convocando tutti i familiari, cioè tutti i principi del [[Giappone]]. A Shimoi fece dire dal suo maestro di cerimonie: «Venga ad allietarci con le sue storie di Napoli, in quest'ora triste». Nessun napoletano avrebbe immaginato il nome della sua città capace di consolare, anche per poco, la tragedia di un imperatore vinto. *La natura filosofica dei napoletani non è discriminabile nelle manifestazioni della vita comune; anzi è tutt'una con essa; in questo si rintraccia il segno più vero della nostra sostanza ellenica.<br>È un tratto del nostro pudore, della nostra ironia di fronte alle certezze troppo solenni e auguste della scienza, della storia, della morale: un'eleganza dello spirito che rifiuta a se stesso l'orgoglio di ritenersi capace di costruzioni eterne e perfette, di raggiungimenti immuni da incoerenze e contraddizioni. È, a pensarci bene, un senso di squisita umiltà. *Napoli pesa poco nel bagaglio di chi viaggia per il mondo, poiché appartiene al mondo delle idee. Si può incontrare, come una categoria universale, in ogni angolo, il più strano della terra. *{{NDR|Il}} nostro popolo, che è filosofo più d'ogni altro. Libero e sboccato sovente – e questo attrasse molti di coloro che scrissero prima che io giungessi – profondo ironico saggio, sempre, e questo attrae me, per tendenza ed anche per elezione del mio spirito. ([[Rocco Galdieri]]) *Per chissà quali remoti legamenti con il pensiero eleatico ([[Elea-Velia|Elea]], del resto, si trova a due passi da Napoli) i napoletani posseggono un naturale, istintivo senso della relatività. Il velo di ironia che si scopre, come la polvere del caffè in fondo alla tazza, alla fine di ogni conversazione, per quanto seria voglia essere, con un napoletano, viene da questa natura relativistica. *Un pomeriggio del settembre '54 con [[Amedeo Majuri]] e [[Augusto Cesareo]] andammo a rivedere [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza del Mercato]] e quel che la guerra ne ha lasciato. Spettacolo triste. Il guasto e la polvere avvolgevano ugualmente l'arco di Sant'Eligio e la facciata gotica di San Giovanni a mare. E, di fronte, il piedistallo di «Marianna 'a capa 'e Napule» era vuoto. Vi appoggiava le spalle una bellissima venditrice di pannocchie bollite, una «spicaiola». «''Signò''», ci disse, «''l'hanno luvata stammatina. Dice {{sic|ch'a}} mettono dinto 'o Municipio. Mo ce stongh'io...''<ref>Signore, l'hanno tolta stamattina. Corre voce che la collocano nel Municipio. Adesso ci sono io...</ref>» La [[Cibele]] era stata tolta, per trovar posto nel Cortile del palazzo del Municipio e lei, la bellissima, diceva: «La sostituisco io». Tanto è stretta la parentela tra i napoletani e gli dèi. *{{NDR|A [[Shiraz]], in un tempio zoroastriano}} Vi fummo introdotti e un tale, ch'era l'officiante ''parsi'', accese un fiammifero. Subito dal suolo, traverso una bocchetta di ferro, sprizzò una fiamma chiara e fumosa. Era petrolio nativo, come, in quel paese, se ne incontra dappertutto. «Ecco», ci disse l'uomo, «ecco: guarda la luce dello Spirito.» «Ma», obiettammo, «l'hai accesa tu, adesso, con un fiammifero...» «Non importa. La fiamma era lì, anche quando non appariva. Era lì. Ma tu non la vedevi.» Forse quell'imbroglione di prete ''parsi'' aveva ragione. Anche a Napoli, la «fiamma» è lì: spesso non la vediamo. Spesso la cogliamo per strada, camminando. La troviamo nella bocca di una popolana o nella rassegnata ironia di un tranviere. ====[[Simone de Beauvoir]]==== *In Via dei Tribunali, attorno a [[Porta Capuana]], guardavamo le piramidi di cocomeri e di melloni, i mucchi di pomidori, di melanzane, di limoni, di fichi, di uva, i pesci lucenti, e quelle specie di altarini rococò, così graziosi, che i venditori di frutti di mare fabbricano con muscoli e alghe: ignoravamo che il cibo si espone con tanta violenza solo quando la gente crepa di fame. *La vita degli uomini si esibisce nella sua nudità organica, nel suo calore viscerale: sotto questo aspetto, Napoli ci stordì, ci nauseò, ci stregò. *Misconoscendo la profondità di quella miseria, poterono piacerci certi suoi effetti; ci piaceva ch'essa sopprimesse tutte le barriere che isolano gli uomini e li diminuiscono: tutto quel popolo abitava il calore di un solo ventre; le parole «dentro», «fuori», avevano perduto il loro significato. Gli antri oscuri in cui rilucevano debolmente delle icone appartenevano alla strada, nel gran letto matrimoniale dormivano dei malati; dei morti riposavano allo scoperto. E l'intimità delle case si espandeva sulla strada. Sarti, calzolai, fabbri, fabbricanti di fiori artificiali; gli artigiani lavoravano sulla soglia della loro bottega; le donne si sedevano davanti alla porta di casa per spidocchiare i loro bambini, rammendare la biancheria, pulire il pesce, sorvegliando i bacili pieni di pomodori schiacciati che esponevano all'azzurro lontano del cielo. Da un capo all'altro della via correvano sorrisi, sguardi, voci, amicizia. Questa gentilezza ci conquistò. *Ogni tanto andavamo a prendere un caffè sotto la [[Galleria Umberto I|Galleria]], mangiavamo i lucidi pasticcini della grande pasticceria Caflish oppure un gelato in [[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]], sulla terrazza del [[Caffè Gambrinus]]. Sfuggendo le asprezze della vita napoletana ne scoprivamo le dolcezze. Peraltro, dappertutto, in qualsiasi momento, il vento ci portava la polvere desolata dei docks, odori umidi e ambigui. Quando salivamo a [[Posillipo]], il candore menzognero di Napoli, in lontananza, non ci ingannava. ====[[Walter Benjamin e Asja Lācis]]==== *Il linguaggio mimico è più spiccato che in qualsiasi altra parte d'Italia. Una conversazione tra napoletani risulta impenetrabile per qualsiasi forestiero. Le orecchie, il naso, gli occhi, il petto e le ascelle sono posti di segnalazione azionati attraverso le dita. Tale suddivisione ritorna nel loro erotismo schizzinosamente specializzato. Gesti servizievoli e tocchi impazienti appaiono allo straniero in una regolarità che esclude il caso. Sì, qui egli sarebbe perduto, e invece, bonario, il napoletano lo manda via. Lo manda qualche chilometro in là a Mori. «Vedere Napoli e poi Mori», dice secondo un vecchio motto. «Vedere Napoli e poi muori», ripete il tedesco. *L'architettura è porosa quanto questa pietra. Costruzione e azione si compenetrano in cortili, arcate e scale. Ovunque viene mantenuto dello spazio idoneo a diventare teatro di nuove impreviste circostanze. Si evita ciò che è definitivo, formato. Nessuna situazione appare come essa è, pensata per sempre, nessuna forma dichiara il suo «così e non diversamente». È così che qui si sviluppa l'architettura come sintesi della ritmica comunitaria: civilizzata, privata, ordinata solo nei grandi alberghi e nei magazzini delle banchine – anarchica, intrecciata, rustica nel centro. *Le descrizioni fantastiche di numerosi viaggiatori hanno colorato la città. In realtà essa è grigia: di un rosso grigio o ocra, di un bianco grigio. E assolutamente grigia in confronto al cielo e al mare. Il che contribuisce non poco a togliere piacere al visitatore. Poiché per chi non coglie le forme, qui c'è poco da vedere. La città ha un aspetto roccioso. Vista dall'alto, da Castel San Martino, dove non giungono le grida, al crepuscolo essa giace morta, tutt'uno con la pietra. ====[[Camillo Benso, conte di Cavour]]==== *Il tempo stringendo non le parlerò di [[Sicilia]] ove le cose procedono bene e mi restringerò al doloroso argomento di Napoli.<br>Divido pienamente il suo modo di vedere. Il nostro buon [[Luigi Carlo Farini|Farini]] ha preso una via falsa, ma può riparare l'errore, se alla caduta di Gaeta adotta un altro sistema. Bisogna parlargli schietto, è uomo generoso che non ha altro pensiero che il trionfo della causa cui ha dedicato la sua vita. Farini deve proclamare l'idea unificatrice ed attuarla, qualunque {{sic|sieno}} gli ostacoli che gli si parano innanzi. La menoma esitazione in proposito sarebbe fatale: glielo ripeta su tutti i {{sic|tuoni}} e con tutte le forme. Dato poi che Farini non reggesse o per difetto di forze fisiche o per qualunque altro motivo, che cosa fare?<br>Ci ho studiato bene , e non ho trovato che due soluzioni. Mandare [[Urbano Rattazzi|Rattazzi]] e [[Alfonso La Marmora|La Marmora]] a governare Napoli oppure andarci io.<br>La prima sarebbe preferibile sotto ogni rispetto. Ma Rattazzi e La Marmora accetteranno? Solo il Re potrebbe decidere il primo, ed il primo trarre seco il secondo.<br>So che Rattazzi riuscendo a Napoli, gli spetterà il primo posto nel ministero: ma ciò poco monta. Trionfi pure Rattazzi purché si salvi il paese. Se egli evita una crisi a Napoli, gli daremo l'intiero nostro appoggio come cittadini e come deputati.<br>La seconda ipotesi può avere conseguenze fatali pel paese e per me. Egli è evidente che ho tutto a perdere e nulla a guadagnare.<br>Corro pericolo di vedere distrutta la riputazione che 13 anni di lotte continue mi valsero, senza possibilità di accrescerla. Ma ciò poco monta. L'uomo di Stato che non è disposto a sacrificare il suo nome al suo paese, non è degno di governare i suoi simili. *Io riassumo in due parole il concetto politico e militare che bisogna attuare.<br>Ristabilire l'ordine a Napoli prima, domare il [[Francesco II delle Due Sicilie|Re]] (Borbone) dopo. Guai se si invertisse il modo di procedere. Quindi occupazione immediata di Napoli... Occupate senza indugio gli Abruzzi. Fate entrare il Re in una città qualunque, e là chiami [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a sé. Lo magnetizzi... La spedizione di Cialdini a Napoli compie l'opera: Cialdini fa da dittatore militare sino all'arrivo del Re nella capitale...<br>...Ecco il solo programma d'esito sicuro.<br>Bisogna evitare che l'assedio di Gaeta preceda l'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli. *L'Italia del Settentrione è fatta, non vi sono più né Lombardi, né Piemontesi, né Toscani, né Romagnoli, noi siamo tutti italiani; ma vi sono ancora i Napoletani. Oh! vi è molta corruzione nel loro paese. Non è colpa loro, povera gente: sono stati così mal governati! E quel briccone di Ferdinando! No, no, un governo così corruttore non può essere più restaurato: la Provvidenza non lo permetterà. Bisogna moralizzare il paese, educar l'infanzia e la gioventù, crear sale d'asilo, collegi militari: ma non si pensi di cambiare i Napoletani ingiuriandoli. Essi mi domandano impieghi, croci, promozioni. Bisogna che lavorino, che siano onesti, ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni; ma soprattutto non lasciar passargliene una: l'impiegato non deve nemmeno esser sospettato. Niente stato d'assedio, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son capaci di governare con lo stato d'assedio. Io li governerò con la libertà, e mostrerò ciò che possono fare di quel bel paese dieci anni di libertà. In venti anni saranno le provincie più ricche d'Italia. No, niente stato d'assedio: ve lo raccomando. *Se la costituzione dell'Italia è posta a repentaglio perché non ho voluto ammettere ora, in via eccezionale, nella marina un giovane che dava la sua dimissione, e se ne stava a casa quando i suoi compagni si battevano, bisogna dire ch'essa è talmente {{sic|dilicata}} da non potere durare tre mesi.<br>Sapete perché Napoli è caduta sì basso? Si è perché le leggi, i regolamenti non si eseguivano quando si trattava di un gran signore o di un protetto del Re, dei Principi, dei loro confessori od aderenti. Sapete come Napoli risorgerà? coll'applicare le leggi severamente, duramente, ma giustamente. Così ho fatto nella marina; così farò nell'avvenire, e vi fo sicura che fra un anno gli equipaggi napoletani saranno disciplinati come gli antichi equipaggi genovesi. Ma per ottenere questo scopo, credete alla mia vecchia esperienza, bisogna essere inesorabile. ====[[Giorgio Bocca]]==== *E a Napoli non si sa mai se sia una recita o se si faccia sul serio. *È possibile a Napoli pranzare in un educato silenzio, magari prendendo appunti di quel che ti dice un tuo commensale? No, non è possibile, perché "pur isso adda campa'". ''Isso'' è uno con la chitarra che si avvicina al tuo tavolo, sorridendo fra i sorrisi affettuosi dei camerieri suoi amici. *Napoli adagiata sul golfo è stupenda, ci si chiede se anche questa bellezza non faccia parte della maledizione della città, non faccia parte del prezzo spaventoso che paga per esistere. *Per secoli Napoli, capitale del regno, è stata una metropoli che lo stato borbonico riusciva a governare solo grazie alla camorra. ====[[Camillo Boito]]==== *{{NDR|I napoletani}} Cavano l'arte dal sole. *{{NDR|Il popolo napoletano}} Rapido, immaginoso, facile ad infiammarsi e pur sottilissimo e studiatore. *Que' napoletani hanno la benedizione di unire in sé l'impeto e la pazienza: sono pieghevoli e tenaci. Piglieranno tutta in mano la politica e l'arte d'Italia, se gli altri italiani non s'affannano a emularli. ====[[Libero Bovio]]==== *A Napoli il successo dura un'ora, l'insuccesso un anno – quando non ti accompagna tutta la vita. *Napoli tutto tollera e perdona fuor che l'ingegno. *Conosco ed amo tutti i vicoli della vecchia Napoli. È giusto che il piccone li squarci, ma è anche umano che il mio cuore senta i rumori del piccone. *Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia è azzurra. ====[[Cesare Brandi]]==== *L'Italia deve salvare Napoli, riportarla al suo rango di capitale della cultura quale ottava meraviglia, non lasciarla abbruttire dalla spazzatura nel traffico immondo. Napoli deve vivere: non ha bisogno di tornare una stella, è una stella, non un buco nero, come si è fatta diventare. La responsabilità è di tutti gli italiani: Napoli appartiene all'Italia. *Napoli, nel '700 non fu provincia ma grande capitale europea in competizione con Madrid, Vienna ed anche Parigi; possedette una fioritura artistica di prim'ordine, pari a quella di Venezia e assai superiore a Firenze e a Roma. *Napoli, questa meravigliosa città, che ora fa arricciare il naso a raffinati e a villani, e nessuno ci va più, se non per vedere Pompei, come se questo palinsesto di culture non valesse che per le sue ossa. *Vi sono dei panorami che rappresentano assai più che una bellezza naturale o lo spettacolo di una grande città, addirittura le fattezze della Patria.<br>In Italia, per quanto ricca si creda, sono in numero limitatissimo. Ad esempio la vista dal Viale dei Colli sulla città e le colline di [[Firenze]]; quella dal Gianicolo su [[Roma]]; la Riva degli Schiavoni a [[Venezia]]: ma su tutte, inutile negarlo, troneggia il panorama del [[Golfo di Napoli]], sia dall'alto del [[Vomero]] o di [[Certosa di San Martino|San Martino]] sia all'arrivo dal mare. È questa la porta celeste dell'[[Italia]], la porta che non è {{sic|rettorico}} chiamare augusta, e provoca nostalgia e rimpianto non solo ai napoletani emigrati. ====[[Fernand Braudel]]==== *E Napoli ha continuato a dare molto all'Italia, all'Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti.... Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L'Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma....<br>Non attendiamoci da essa né compiacimenti, né concessioni. Questo capitale oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell'esaurimento – poiché non si può dare indefinitamente senza ricevere – quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l'Europa, ma anche e soprattutto per l'Italia. Questa fortuna, Napoli merita, più che mai, che le sia data. *Impossibile, nondimeno, per me non vagheggiare per Napoli una sorte diversa da quella che le conosco oggi e non invitare i miei amici italiani, per assaporarne reazioni, tanto più inorridite in quanto siano originari di Milano, di Bologna o di Firenze, a immaginare quale avrebbe potuto essere il destino dell'Italia ed il volto attuale di questa città se essa fosse stata preferita a Roma come capitale del nuovo Stato. Roma, che nulla qualificava a svolgere questo ruolo, salvo la sua leggenda e il suo passato, quando Napoli era – e di gran lunga –, malgrado i rapidi progressi di Torino, la sola città ad essere, verso il 1860-70, all'altezza del compito. *Nessuno è mai riuscito a governare Napoli. *Non dimentichiamolo, essa sarà l'unica città dell'Occidente, dopo il riflusso dell'Islam, a dare il proprio nome ad un regno; qualcosa di più di una capitale, e l'asserzione di un diritto di proprietà eminente. ====[[Giulio Cesare Capaccio]]==== *Buoni maestri furono i Greci nell'edificar città, eligendo i megliori lochi del mondo. Così vediamo Napoli in sito di tanta vaghezza e posto sotto così clemente cielo, che si fa per questo a qualsivoglia altra città superiore. Et ancor che alcuni han voluto dire che di sito la sopravvanzi Costantinopoli, e Lisboa, l'una per il trafico dei due mari, Propontide, et Marnero in quella felicissima regione della Tracia, l'altra per essere ella emporio di tutti i trafichi settentrionali, et occidentali in quella bellissima parte della Spagna, tutta volta l'una continuamente soggetta ai morbi contagiosi, o sia per il concorso dei barbari, o per il fiato di venti non così felici, l'altra non havendo altra perspettiva che l'horribilità dell'Oceano, all'uscir che si farà dalla foce del Tago, necessaria cosa è che cedano a Napoli, ove i venti meridionali d'austro, zefiri di ponente, e piacevolissima borea senza rigidezza de nevi dal settentrione discacciano ogni aura, che potesse portar simili mali, fronteggiata dal mare, che quasi in una leggiadrissima tazza si va terminando con tanta fertilità di pesci e di frutti marittimi, che se ne raccolgono in più copia ch'in tutti i seni di Europa; circonscritta da piacevolissime colline terminatrici della vista, e nelle quali in ogni tempo vi è la stagione di primavera; ornata di vaghissimi giardini; copiosa di frutti e d'acque le più pretiose che si possano imaginare, sempre ridente nell'amenità di tante riviere, che non la fanno invidiare alle delitiose Tempe di Tessaglia, che perciò gli antichi la chiamarono abitazione di Sirene, delle quali favolosamente una finsero Partenope. *È vero mo che gli edificij della Città di Napoli non han quella magnificenza, che richiederebbe l'architettura, perché toltone il palaggio del Principe di Salerno, hoggi con nova maniera fatta chiesa di [[Giesuiti]], e il principio della casa del Duca di Gravina, el' Palaggio reale, procurato dalla signora contessa di Lemos, non vi si vedrà maniera illustre, ma in quel modo che la copia della gente richiede. Non è però che ciò che par difettoso nell'architettura, non sia ragguardevole negli ornamenti con che sono elle vestite, dilettandosi tutti di varij apparati, aggiungendovisi una grandezza, ch'è manchevole nell'altre città, poiché le case di Napoli han li giardini di agrumi, onde di estate e d'inverno, {{sic|ancorche}} poste in luoghi occupati, sono per la verdura allegrissime accompagnate da bellissime fontane. *Havendo noi la pietra leggierissima, l'arena, detta pozzulana a somiglianza di quella di [[Pozzuoli|Pozzuolo]], che fa le fabbriche forti come ferro, et la calce delle pietre vive di [[Castellammare di Stabia|Castel a mare]], di [[Vico Equense|Vico]], et del contorno, possiamo fabricare in modo verso l'aria, che si alzano gli edificij insino al quinto et sesto solaro, cosa ch'in nissuna parte del mondo si vede, che perciò anco Napoli, se non supera di circuito l'altre città, ch'hanno a pena gli primi tavolati, come Costantinopoli e Parigi, le supera però di popolo, per il ristretto e folto modo di habitare. Et è pur bella cosa il vedere, che con due puntelli sostenendosi un palaggio in aria vi si fabrica di sotto senza far nocumento alcuno agli habitanti. È pur bella cosa anco {{sic|à}} vedere il dono della natura fatto a questo terreno, ove prima si ritrova l'arena, appresso il rapillo o lapillo per la struttuta degli astrachi, poi la pietra, e sotto l'acqua, in modo che, come disse quel buon huomo, di sotto ritroverai il maestro pronto a fabricare. Et essendo tutti gli edificij posti in suolo anco benigno e piacevole, si vede che potendovisi aggiatissimamente cavar le cloache, la Città non si mantiene sporca, come molte Città di Europa, che fundate su la pietra viva, non han questi favori. *I popolari come nati in città libera, et osservando a punto quella libertà greca mentionata da [[Publio Papinio Stazio|Stazio]], poeta Napolitano, han tanto del nobile, che vogliono imitar la nobiltà; nel vestire niente cedendogli, nell'uso di cocchi aguagliandoli, et in ogn'altra civiltà non volendo loro essere inferiori, dalla quale animosità sogliono nelle famiglie nascere mille disordini. Anzi è tanta la libertà, che vi si gode, che han dato animo agli altri forastieri di volerla godere, poiché non tantosto da diversi lochi giungono qua, che liberamente favellano del Principe che governa, dei magistrati che ministrano giustitia, et vogliono il pan bianco grosso a vil mercato, procurano di prevalersi quanto si prevagliono i cittadini, e s'ingeriscono negli officij pubblici, e pretendono tutto ciò che potesse pretendere un antico cittadino.<br> E dall'altra parte fan bene, perché ritrovano il popolo così cortese, che li accettano, et li chiamano ad haver parte in molte amministrationi. *Vivono questi nobili con molta splendidezza, et si fan chiamare Cavalieri, perché essendo per honore detti prima militi nei servigi presso alte persone regali, e militando a cavallo, quasi quelli antichi ch'erano detti ''Equo publico'' nei marmi nostri napolitani, dai quali argomento l'antichissimo nome di Cavaliero, han cambiato il nome dell'armi di soldati in maneggio del cavallo, e veramente ai nobili Napolitani così bel nome conviene, i quali fan tanta professione di cavalcare, che tutte le nationi d'Europa qua vengono, per aver cavalli di prezzo, et per imparar di esercitarli nelli studij cavallereschi di maneggiar l'armi, di far giostre e tornei, guerreggiando con tutte le più famose nationi, che perciò sono nella militia sempre riusciti illustrissimi guerrieri, dei quali infiniti si fa mentione nell'historie. sono universalmente belli di corpo, ma tanto dediti alle delitie, che hanno cortissima vita, affabili, cortesi, ancorché a primo incontro altieri, inimici capitali della viltà interessata della mercatura, onde mentisce Cassaneo<ref>Il riferimento è al libro di Bartolomeo Cassaneo ''Catalogus gloriae mundi''.</ref>, che sotto una generalità, se pur ve ne fusse stato alcuno, tratta da mercanti tutti i nobili Napolitani, pronti a duelli, et massime i giovanetti, amatori della musica, et in quella et in vestire affettatamente imitano gli Spagnoli. È vero che niente attendono alle lettere, ma, quando avverrà che l'abbracciano, per la perspicacia del grande ingegno rinvestito dalla morbidezza della carne, sotto così felice temperamento di cielo, divengono in ogni professione meravigliosi. Tra le matrone ritrovasi esquisita bellezza di corpo, et prudenza tanto grande, ch'in ogni affare dimostrano, saviezza dell'Hortensie e del Cornelie, ma sopratutto dedite al culto della religione. Vestono gli uni e l'altre pomposamente, in maniera che non giovano le leggi suntuarie del vestire, né possono restringere la soverchia spesa degli ori, delle sete, e d'altre morbidezze somiglianti. Vivono tanto agiatamente, che non osano camminar cento passi senza le comodità dei cavalli, dei cocchi, delle sagette, quasi quei pallanchini che nell'Indie usano i Portughesi. E dirò che le matrone in particulare han difficoltà di esercitarsi a piedi, facendo a gara ad haver più alte le pianella che la persona, tutto ciò che coverte poi con le vesti, ove d'avantaggio si spende, mostrano con la lunghezza dell'habito gentilissimo portamento. Dignissima cosa è di considerare la grandezza di questa nobiltà Napolitana, che coi favori che ricevono dalla liberalissima mano di Sua M.<sup>tà</sup>, rilucono in tanto {{sic|spledore}} di 27 principi, 48 duchi, 76 marchesi, 62 conti, in modo che con 213 titolati par'a me e parerà ai giuditiosi, sia una delle più nobili città del mondo. ====[[Cesare Caravaglios]]==== *C'è qualche cosa di comune tra il grido ed il suo creatore; c'è qualche cosa che non si può scindere, e noi non sapremmo immaginare il grido del pizzaiuolo dato da un venditore di cocomeri, o il grido del venditore di acqua solfurea dato da un venditore di fichi d'India. In questa unità inscindibile appare, quindi, nella sua figura caratteristica il venditore ambulante napoletano il cui tipo etnico ed il cui carattere psicologico lo rendono dissimile dai venditori degli altri paesi. *Da Napoli, fortunatamente, è scomparso quello che era dato dal malgoverno e dall'abbandono, mentre restano vivi i suoi costumi e le sue tradizioni, il che vuol dire la sua anima bella e vivace.<br />Che importa se non si incontrerà più il lazzarone coi calzoni rimboccati sino alle ginocchia, lo scugnizzo mangiatore di maccheroni, il ''guappo'' coi calzoni a quadriglié?<br />La bellezza, la varietà, la poesia, i colori del folklore napoletano non sono rappresentati da codesti avanzi borbonici o dai quadretti in cui sono raffigurati i mangiatori di maccheroni con le mani, divenuti mondiali per la leggerezza di taluni napoletani, né dai tarlati ricordi della vita dei vecchi quartieri sepolti sotto la Napoli nuova e trionfante.<br />Chi osserva il popolo napoletano nell'ora del lavoro e della gioia, nelle feste cerimoniali; chi s'addentra nella sua vita, tanto più bella quanto più intima, nella casa e nella famiglia, dalla culla al talamo, dalla tomba all'altare, potrà cogliere i tratti significativi dell'anima popolare napoletana, dei suoi costumi e delle sue consuetudini che costituiscono il suo sacro retaggio morale, in una parola, il vero folklore. *Il dialetto napoletano è gaio e faceto. È ricco di frasi spiritose che si prestano talvolta ad arguti doppi sensi. La sua armonia imitativa è incomparabile; così in nessun dialetto del mondo si dirà ''schizzichèa'', per esprimere la prima pioggia; ''spaparanza'' per esprimere l'aprirsi di una porta; ''sciuliare'' per indicare chi scivola; ''sfrocoliare'' per stuzzicare; ''arripicchiato'' per aggrinzito; ''ha chiuoppete'', per ha piovuto; ''arteteca'' per argento vivo; ''ammarrare'' per chiudere, ecc.<br />Permette quasi sempre una satira pungente e penetrante mentre agevola in maniera meravigliosa le immagini fresche e naturali che sgorgano dalla fantasia dei napoletani.<br />I napoletani, dotati di una gaiezza e di un sentimentalismo introvabili altrove, sono i degni possessori di un linguaggio così faceto e così diffuso. Noi diremmo quasi che l'uno e gli altri si armonizzano e si completano. Il dialetto ed il carattere di questo immaginoso popolo meridionale contribuiscono a rendere più belli i suoi gridi che debbono essere considerati come la migliore espressione della sua natura. *Il grido del venditore napoletano rinasce ad ogni primavera a Napoli e nella sua espressione suggestiva parla della bellezza di questo cielo incantevole e di questo popolo originale. *Per quanto la moderna civiltà abbia travolto tante cose, non compatibili coi nuovi tempi, tuttavia ha lasciato intatte le più belle costumanze napoletane, così varie e così caratteristiche.<br >Napoli s'eleva sempre più nella vita morale, ma non è mutata nelle sue caratteristiche, nei suoi tipi, nelle sue vecchie e secolari istituzioni, nell'incanto dei suoi colori al sole di primavera.<br />Basta guardare con occhio esperto per ritrovare non soltanto la Napoli di eri ma anche quella di molti secoli fa, sempre viva, leggiadra e festevole nel suo spirito. *Sono pochi quelli che si sono portati, verso il tramonto, sulla balconata del belvedere della Certosa di S. Martino per udire la più suggestiva delle sinfonie, la ''vera'' voce di Napoli, quella che nasce nel cuore della città dalla folla che s'intreccia in mille sensi, da strilli di bimbi, da voci di venditori ambulanti, da trilli di organino, da bestemmie di facchini, da rotolii di trams, da suoni di chitarra, dalle voci affievolite di cantatori che si lamentano nelle malinconiche canzonette, e scende sulla spiaggia di S. Lucia, di Mergellina, ove il grido delle donne che vendono l<nowiki>'</nowiki>''acqua zurfegna'', lo ''spassatiempo'', i polipi cotti nell'acqua marina si confonde e si unifica col canto degli uomini che lavorano le reti per la pesca.... e si perde nella profondità suggestiva del mare, nelle {{sic|morbidi}} notti di estate.<br />Nessuna città al mondo ha una così grande varietà di modulazioni: esse sono eterne, come eterno è il sorriso di questa Napoli incomparabile. ====[[Pietro Colletta]]==== *Aveva Napoli antichi trattati di commercio con la Inghilterra, la Francia, ed antiche pratiche colla Spagna; queste non avevano data; quelli colla Gran Bretagna erano due di Madrid del 1667 e 1715, e tre di Utrecht del 1712 e 13; e colla Francia, uno di Madrid del 1669, altro de' Pirenei del 1688. Napoli concedeva innumerabili benefizi alle tre bandiere, senza premi o mercede, come servitù a signoria. Per trattati novelli, del 25 settembre 1816 colla Inghilterra, del 26 febbraio 1817 colla Francia, e del 15 agosto dello stesso anno colla Spagna furono abolti gli antichi, e si diede al commercio delle tre nazioni il ribasso del decimo de' dazi che si pagano dagli altri legni, stranieri o napoletani; perciò, le mercanzie di qualunque luogo venendo a noi colle favorite bandiere, gran parte del commercio di trasporto e quanto di utilità e di forza ne deriva, ci fu rapito. *I difetti che ho toccato, e che in più opportuno luogo descriverò, cagionarono che i delitti, nel regno di Carlo, fossero molti ed atroci: nella sola città di Napoli numerava il censo giudiziario trentamila ladri; gli omicidii, le scorrerie, i furti violenti abbandonavano nelle province, gli avvelenamenti nella città, tanto che il re creò un magistrato, la «Giunta de' Veleni», per discoprirli e punirli. Prevalevano in quel delitto le donne, bastandovi la malvagità de' deboli, come piace alla nequizia de' forti l'atrocità scoperta. *In dieci anni, dal 1720 al 30, non avvennero in Napoli cose memorabili, fuorché tremuoti, eruzioni volcaniche, diluvi ed altre meteore distruggitrici. Ma nella vicina Sicilia, l'anno 1724, fatto atroce apportò tanto spavento al Regno, che io credo mio debito il narrarlo a fine che resti saldo nella memoria di chi leggerà; e i Napoletani si confermino nell'odio giusto alla inquisizione; oggidì che per l'alleanza dell'imperio assoluto al sacerdozio, la superstizione, l'ipocrisia, la falsa venerazione dell'antichità spingono verso tempi e costumi abborriti, e vedesi quel tremendo Uffizio, chiamato Santo, risorgere in non pochi luoghi d'Italia, tacito ancora e discreto, ma per tornare, se fortuna lo aiuta, sanguinario e crudele quanto né tristi secoli di universale ignoranza. *Perciò in sei lustri centomila napoletani perirono di varia morte, tutti per causa di pubblica libertà o di amore d'Italia; e le altre italiche genti, oziose ed intere, serve a straniero impero, tacite o plaudenti, oltraggiano la miseria dei vinti; nel quale dispregio, ingiusto e codardo, sta scolpita la durevole loro servitù, insino a tanto che braccio altrui, quasi a malgrado, le sollevi da quella bassezza. Infausto presagio, che vorremmo fallace, ma discende dalle narrate istorie, e si farà manifesto agli avvenire; i quali ho fede che, imparando da' vizi nostri le contrarie virtù, concederanno al popolo napoletano (misero ed operoso, irrequieto, ma di meglio) qualche sospiro di pietà e qualche lode: sterile mercede che i presenti gli negano. ====[[Francesco Compagna]]==== *{{NDR|Il ruolo di Napoli nel futuro: metropoli regionale}} capace di assolvere a funzioni di equilibrio a livello nazionale e a funzioni di organizzazione e di animazione a livello regionale. Città fornitrice di alti e qualificati servizi a un territorio provinciale e regionale da ristrutturarsi attraverso ulteriori insediamenti industriali che debbono essere favoriti con coordinate iniziative di infrastrutture e di incentivazione. L'obiettivo è una Napoli non più ripiegata su sé stessa, ma aperta verso la Campania e tutto il Mezzogiorno. *Il potenziamento della funzione metropolitana di Napoli è il problema stesso dello sviluppo economico e civile della [[Campania]]; e in questo senso l'efficacia della terapia dell'industrializzazione risulta in [[Campania]] condizionata da quel particolare aspetto della [[questione meridionale]] che [[Gaetano Salvemini]] chiamava la "questione napoletana" e che oggi si pone in termini di promozione e di esaltazione dei valori metropolitani della vecchia capitale parassitaria. *La vera malattia endemica a Napoli è la disoccupazione. ====[[Benedetto Croce]]==== *Accade, d'altra parte, che, pur nella poco alacre vita civile e politica, l'umana virtù si affermi nei particolari, contrastando al generale, e talora negli episodi, e perfino essa sorga dal mezzo stesso dei vizi, come loro correlativo. Onde un popolo che non ha bastevole affetto per la cosa pubblica potrà avere assai vivo quello per la famiglia, per la quale sarà disposto a ogni sacrificio; un popolo indifferente avere la chiaroveggenza dell'indifferenza; un popolo poco operoso nei commerci e negli affari valer molto nella contemplazione dell'arte e nelle indagini dell'intelletto; un popolo privo di spirito di gloria saper ben cogliere il gonfio e il falso delle umane ambizioni e operare nel riso un lavacro di verità. E via discorrendo.<br/>Sulla logica di queste considerazioni, il popolo napoletano è stato perfino più volte difeso, e il suo atteggiamento verso la vita ha suscitato simpatie [...] Napoli è apparsa come un'oasi nella quale sia possibile ritrarsi per obliare, riposare e respirare in mezzo a un popolo che di politica non cura o, tutt'al più, la prende a mera materia di chiacchiera, e, chiacchierandone senza riscaldarsi, spesso la giudica con spregiudicato acume. *I teatri di Napoli (mi suggerisce qui il nostro maestro [[Giuseppe De Blasiis]]) hanno a capo della loro storia perfino una grande memoria classica, le recite che vi venne a fare di persona l'imperatore [[Nerone]]. E, sebbene un'introduzione "archeologica" sembri ora di tanto cattivo gusto quanto una volta di ottimo, sia ricordato dunque che Nerone, avido di popolari applausi, e non osando presentarsi dapprima sulle scene di Roma, preferì pel suo esordio la nostra città, ''quasi graecam urbem''. Napoli, che possedeva, allora un ampio teatro scoperto, ricco di marmi e di statue, del quale ancora restano i ruderi, e la cui scena sorgeva di sbieco alle spalle della presente chiesa di San Paolo e la ''cavea'' volgeva verso la presente strada dell'Anticaglia; e un teatro coperto, un Odeo, posto probabilmente tra l'Anticaglia e gl'Incurabili, nelle vicinanze del luogo dove è adesso l'ex monastero di Santa Patrizia. *Le vecchie leggende rapidamente tramontano nella odierna trasformazione edilizia e sociale di Napoli, e le nuove non nascono, o piuttosto noi non ce ne avvediamo, e se ne avvedranno i nostri posteri, quando raccoglieranno qualche frammento del nostro presente sentire e immaginare, reso vieppiù fantastico dalle esagerazioni tradizionali, circondato dal fascino dell'antico o del vecchio, e fissato sopra taluna delle nostre ora tanto vilipese architetture e sculture. E coloro, «che questo tempo chiameranno antico», lo chiameranno forse anche «il buon vecchio tempo», come noi ora diciamo della Napoli del Settecento, e già, quasi quasi, di quella anteriore al Sessanta. *Napoli è un paese in cui è impossibile promuovere un pubblico interesse senza rimetterci il cervello e la salute. *Se ancor oggi noi accettiamo senza proteste o per nostro conto rinnoviamo in diversa forma l'antico biasimo<ref>Il riferimento è al proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli.</ref>, e se, anzi, non lasciamo che ce lo diano gli stranieri o gli altri italiani ma ce lo diamo volentieri noi a noi stessi, è perché stimiamo che esso valga da sferza e da pungolo, e concorra a mantener viva in noi la coscienza di quello che è il dover nostro. E, sotto questo aspetto, c'importa poco ricercare fino a qual punto il detto proverbiale sia vero, giovandoci tenerlo verissimo per far che sia sempre men vero. ====[[Elena Croce]]==== *A Napoli l'orgoglio, appannaggio del dominatore, non è mai considerato legittimo, ma sempre soltanto ridicolo. *Chi ha lasciato Napoli nella prima giovinezza ricorda la sua partenza come un momento di grande esaltazione. A quella età si desidera vivere nel «mondo». o almeno lo si desiderava prima di accorgersi che la guerra ci aveva sprofondati in un «cosmo» tanto incolore. Per chi vi era nato e cresciuto, a meno che non avesse subito precocemente il richiamo dello scetticismo, che è rimasto l'unico stemma della citta, Napoli non era «mondo». Era uno dei più pittoreschi scenari che avessero attirato l'evasione dell'antico viaggiatore in Italia. O altrimenti era un monumento storico grandioso. Nel perdere il paradiso di bellezze naturali che la circondava, la città è stata sempre messa a nudo come un monumento tra i più stratificati e fantasiosi, abbandonati e malinconici. *La coscienza dell'origine napoletana è restia a manifestarsi all'esterno, ed ha una lenta e difficile decantazione interiore. ====[[Lucio Dalla]]==== *Da sempre nutro una grande passione per Napoli, per la sua cultura, dalla scrittura alla filosofia alle canzoni: è una città che mi ha sempre catturato. *La bellezza di [[Totò]] è la bellezza di Napoli. Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per Totò. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. *Quando mi parlano di bellezza mi viene in mente, come prima immagine, Napoli. ====[[Pino Daniele]]==== *La napoletanità autentica deve essere coltivata con discrezione, con cura, sforzandosi di eliminarne le parti superflue o ridondanti, frutto di un eccesso di gusto barocco, per arrivare, se possibile, alla essenzialità di sentimenti e pensieri che, una volta colti nel modo giusto, si mostrano fragili e delicati. *Poche centinaia di metri più avanti<ref>Di Piazza del Gesù.</ref>c'è via Atri, dove frequentai il Diaz, istituto di ragioneria. Tutto a pochi passi da casa, andata e ritorno a piedi, sempre immerso nelle voci, negli odori, nell'aria di una Napoli popolare insediata in quello che fu il centro aristocratico della città. Una Napoli che giorno dopo giorno aderiva ai panni che portavo, entrava nei miei pori, circolava nelle vene e mi rendeva per sempre simile a lei, al suo carattere incazzoso e amabile, nervoso e paziente, dolce e amaro. *La napoletanità è bella, ma guai a cadere nel sottobosco delle vedute meschine. Ho un sogno, per Napoli: ogni piazza, un gruppo musicale che sappia unire tradizione e innovazione. Spazi per i giovani che vogliano fare musica in tranquillità. Teatri aperti, possibilità di mettersi alla prova, ritrovi culturali per confrontarsi, parlare, anche polemizzare. Il patrimonio delle esperienze artistiche è tanto grande, in questa città contraddittoria: è l'unico vero patrimonio morale di Napoli, va salvato. Mi piacerebbe una Napoli pienamente europea e tenacemente mediterranea. *Napoli è il [[Big Bang|big-bang]]. Non solo ciò da cui tutto ha avuto inizio, ma anche quell'energia inesauribile che a tutto ha dato e dà movimento. Vite, pensieri, passioni; fatica, sofferenza, dolore. Amore. Senza Napoli non sarei. Né quello che sono, né quello che suono. Sono partito da qui, da questo urlo che sale dal pozzo senza fondo della storia. ====[[Luciano De Crescenzo]]==== *«E chi Io sa! Chi Io sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli.» *I napoletani sono un popolo pieno di devozione cristiana, ma non hanno mai veramente abbandonato le tradizioni pagane. Sono sempre rimasti un po' politeisti. È proprio l'idea di Dio, del Dio che è uno, che noi napoletani facciamo fatica a digerire. *Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell'animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l'ultima speranza che resta alla razza umana. *«Piano, piano con questa parola: industrializzazione» dice il professore. «Napoli è stata rovinata da Lauro, da Gava e dalla chimera dell'industrializzazione. Lauro l'ha gestita come l'ultimo dei Borboni, Gava ha addirittura fatto rimpiangere Lauro, ma nessuno dei due ha fatto tanto male a Napoli come chi ha creduto di risolvere il problema napoletano con l'industrializzazione. Voi invece immaginatevi una Napoli senza ciminiere, una Napoli che nella piana di Bagnoli al posto dell'Italsider avesse avuto tutta una serie di alberghi, di cottages, di villini e di casinò. Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida, Baia, il lago d'Averno, Pompei. Ercolano, Vietri, Cuma, il Faito, il Vesuvio, isole, scogli, montagne, vulcani, laghi. il punto d'incontro del turismo mondiale! La Las Vegas d'Europa! Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe». *«Ritornando a Napoli lei ritiene che i napoletani siano nella stragrande maggioranza uomini d'amore?»<br />«Senza dubbio: in particolar modo il popolino.» ====[[Aurelio De Laurentiis]]==== *Napoli non è una città violenta, semmai la capitale del crimine ora è [[Roma]]. Certo, in momenti come questi chi gira con auto e orologi di lusso dimostra di non essere diventato abbastanza napoletano. *Sono tornato in Italia, a Napoli, perché per me l'Italia è Napoli, Napoli è la cosa che più mi convince dell'Italia. *Questa città è stata l'unica a liberarsi da sola dai nazisti, prima ancora dell'arrivo degli americani, che trovarono la città già liberata quando vi entrarono. Questo popolo lo si può tradire se non si ha vergogna, ma non prendere per il culo. ====[[Erri De Luca]]==== *A Napoli mancò uno straccio di re che capisse che nell'Europa delle nazioni l'Italia era destino inevitabile. Mancò un re che stipulasse coi modesti Savoia, signori di una provincia subalpina, un contratto Italia almeno alla pari, non tra occupanti e occupati. Napoli da allora è una capitale europea abrogata, non decaduta ma soppressa, come se Londra fosse stata soppiantata da Edimburgo. Così è andata e questa è la materia della sua ragionevole strafottenza verso la condizione di capoluogo di regione. Se non si vede l'evidenza dell'enorme orgoglio assopito nei suoi cittadini, non si sta parlando di lei. *Com'è importante stare a due, maschio e femmina, per questa città. Chi sta solo è meno di uno. *Napoli è una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo. *Napoli si era consumata di lacrime di guerra, si sfogava con gli americani, faceva carnevale tutti i giorni. L'ho capita allora la città: monarchica e anarchica. Voleva un re però nessun governo. Era una città spagnola. In Spagna c'è sempre stata la monarchia ma pure il più forte movimento anarchico. Napoli è spagnola, sta in Italia per sbaglio. *Nella mia città e nel mio tempo di nascita, Napoli in dopoguerra, i bambini venivano sfoltiti dalla più alta mortalità d'Europa. La loro vita era un permesso rilasciato giorno per giorno, la loro morte non una tragedia. Le campane suonavano a festa perché un altro angioletto si era aggiunto alla volatile schiera degli sprotetti in terra, promossi d'ufficio a protettori in cielo. Di colpi ne incassavano tanti quanti atterrerebbero un pugile, assestati senza misura di proporzione, così come i vestiti, i panni: non avevano taglia, l'ultima stesura dell'usato. [...]<br>I bambini di Napoli a quel tempo saltavano la scuola, andavano al lavoro appena in grado, per giustificare la vita con un guadagno, per minimo che era. Rimborsavano il cibo delle madri. E perciò non era così atroce a quel tempo ascoltare la storia di Erode, la sua sbrigativa spada che si sostituiva a una delle periodiche epidemie e stragi di bambini. Erode era niente di più che uno dei tanti adulti da evitare, uno dei cento agguati apparecchiati. *Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare. *Se fu città violata da un numero esorbitante di vincitori, se fu militarmente indifendibile quel golfo spalancato, per reazione rese inespugnabili i suoi cittadini: ognuno di essi è città intera, sapendo di esserlo e di rappresentarla. ====[[Luigi de Magistris]]==== *Napoli è una città particolare, lo è stata anche storicamente. Quando l'intero continente viveva fasi di stallo Napoli ha segnato importanti accelerazioni nel mondo della cultura. L'Università, tra le più antiche d'Europa, è stata punto di riferimento quando tutta l'Europa era dilaniata da guerre interne. È una città che non ha mai consentito alla Santa Inquisizione di agire liberamente e incontrastata. È una città che sotto l'occupazione straniera e militare si è liberata da sola concedendosi autonomamente a chi nella seconda guerra mondiale determinava la ritirata dei nazisti. *Napoli può dimostrare che lo sport ed il calcio possono tranquillamente farsi con le mani pulite senza bisogno di truccare le partite come faceva Moggi con la Juventus e come, purtroppo, sembra stia accadendo nuovamente {{NDR|riferendosi allo scandalo del calcio scommesse relativo al 2011}}. Si potrebbe stringere tra Napoli e De Laurentiis, un patto di lealtà anche nello sport. Nel rilancio della città un punto fondamentale lo ha il calcio. *Duecentomila spettatori per le regate {{NDR|dell'America's Cup 2012}} nonostante le avverse condizioni meteo, senza dimenticare il mezzo milione di persone a Pasquetta: questi sono numeri che mi rendono orgoglioso. La città ha dato una bella immagine al mondo e ha rappresentato l'Italia in maniera entusiasmante. ====[[Madame de Staël]]==== *Ciò che manca il più a questa nazione in generale, è il sentimento della dignità. Eglino fanno azioni generose e benefiche per buon cuore, piuttosto che per principii: poiché la loro teoria in ogni genere nulla vale, e l'opinione in questo paese non ha punto di forza.<br>Ma allorché uomini e donne scansano cotal morale anarchia, la loro condotta è più notabile in sé stessa e più degna di ammirazione che in qualsivoglia altra parte, poiché niuna cosa nelle circostanze esteriori favorisce la virtù.<br>Si adotta tutta intiera nella sua anima. Né leggi, né i costumi ricompensano o puniscono. Quegli ch'è virtuoso è tanto più eroico, in quantoché non è per questo né più tenuto in istima, né più ricercato. *Fatte alcune onorevoli eccezioni, le prime classi di persone hanno molta somiglianza colle ultime; lo spirito delle une non è quasi più coltivato delle altre, e l'uso del mondo costituisce la sola differenza nell'esteriore. Ma in mezzo a questa ignoranza vi è un fondo di spirito naturale e di attitudine a tutto, talché non si può prevedere ciò che diventerebbe una somigliante nazione, se tutta la forza del governo fosse diretta nel senso dei lumi e della morale. Siccome vi è poca istruzione in Napoli, così vi si trova fino al presente più originalità che carattere nello spirito. Ma gli uomini ragguardevoli di questo paese, come l'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]], Caracciolo, ecc. possedevano, si dice, nel più alto grado la lepidezza e la riflessione, rare facoltà del pensiero, e unione, senza di cui la pedanteria o la frivolezza v'impedisce di conoscere il vero valore delle cose. *Giunsero a Napoli di giorno, in mezzo a quella immensa popolazione ch'è cotanto animata e nello stesso tempo cotanto oziosa. Attraversarono di primo lancio la [[Via Toledo|via ''Toledo'']] e videro i [[Lazzari|Lazzaroni]] a dormire sul lastricato o in una cesta di vetrice<ref>Ramo flessibile del salice, vimine.</ref> che serve loro di abitazione notte e giorno. Questo stato selvaggio, che si vede colà mescolato con la ''civilizzazione'', ha qualche cosa di estremamente originale. Tra quegli uomini ve ne sono alcuni che non sanno neppure il loro nome, e vanno a confessarsi di peccati anonimi, non potendo dire come si chiami colui che gli ha commessi. Esiste in Napoli una grotta sotterranea nella quale migliaia di Lazzaroni passano la loro vita, uscendo solamente sul mezzodì per vedere il sole, e dormendo il restante del giorno, mentreché le loro mogli filano. Nei climi in cui il vitto e il vestito sono sì facili, vi abbisognerebbe il più indipendente ed attivo governo per dare alla nazione sufficiente emulazione. Imperroché egli è sì agevole pel popolo il sussistere materialmente in Napoli, che può fare a meno di quella specie d'industria ch'è necessaria altrove per guadagnarsi il pane. L'infingardaggine e l'ignoranza, combinate coll'aria vulcanica che si respira in quel soggiorno, debbono produrre la ferocia, quando le passioni sono eccitate; ma questo popolo non è più cattivo di un altro. Esso ha dell'immaginazione, il che potrebbe essere il principio di azioni disinteressate, e con questa immaginazione si condurrebbe al bene, se le sue istituzioni politiche e religiose fossero buone. *Il popolo di Napoli non ha altra idea della felicità che quella del piacere: ma l'amore del piacere vale più di arido egoismo.<br>È vero che questo è il popolo del mondo che ami più il danaro. Se voi domandate a uomo del popolo il vostro cammino per la via, egli stende subito la mano dopo avervi fatto un cenno, poiché eglino sono più infingardi rapporto alle parole che ai gesti. Ma il loro gusto pel denaro non è né metodico, né ponderato; lo spendono subitoché l'hanno ricevuto. Se s'introducesse il danaro tra i selvaggi, i selvaggi lo domanderebbero come i Napoletani. *Il popolo napoletano, in alcuni rapporti, non è niente affatto dirozzato, ma non somiglia altronde al volgo degli altri popoli. La sua materialità stessa colpisce l'immaginazione. La spiaggia africana che circonda il mare dall'altra banda, vi si fa già quasi sentire e vi è un non so che di numidico nei gridi selvaggi che si odono da tutte le parti. Quei visi bruni, quei vestiti formati di alcuni brani di panno rosso o violetto, il cui colore pieno attrae gli altrui sguardi; quei pezzi d'abito, nel panneggiamento de' quali traspira ancora il gusto delle arti, danno qualche cosa di pittoresco al popolaccio, mentre che in altri paesi non vi si può scorgere che le miserie della ''civilizzazione''. *Si trova sovente in Napoli certo gusto {{sic|pegli}} acconciamenti e per le decorazioni accanto alla penuria assoluta delle cose necessarie o degli agi. Le botteghe sono ornate graziosamente con fiori e con frutta. Alcune hanno un'aria festiva che non dipende dall'abbondanza, né dalla felicità pubblica, ma solamente dalla vivacità dell'immaginazione: prima di ogni altra cosa si vuole rallegrare gli occhi. La dolcezza del clima permette agli artigiani di ogni specie di lavorare nella strada. I sarti vi fanno i vestiti, i vivandieri la loro cucina, e le occupazioni domestiche, succedendo in tal guisa esternamente, moltiplicano i movimenti del popolo in utili maniere; i canti, i balli, i giuochi rumorosi accompagnano assai bene tutto questo spettacolo; e non vi è altro paese, in cui si senta più chiaramente la differenza tra il divertimento e la felicità: finalmente si esce dall'interno della città per andare alla spiaggia d'onde si vede il mare e il [[Vesuvio]], e si dimentica ciò che si sa degli uomini. ====[[Francisco Elías de Tejada]]==== *Forse ora è tardi per risuscitare la Tradizione di Napoli. Ma, per coloro che ancora cercano di denigrarla o vogliono ignorarla, lì stanno le sue vestigia; nei libri che non si leggono, nel popolo che viene disprezzato, nel cuore di molti che inconsciamente le sentono come io le sento. Perciò passeggiando tanti pomeriggi nella rumorosa via Toledo ho sofferto la tristezza profonda della solitudine, consolata solo dalla voce serena dell'ultimo tradizionalista napoletano, Silvio Vitale, quando il richiamo che sentivo nel più profondo del mio essere mi diceva che era impossibile finisse così il popolo dei miei antenati, ricco di lealtà generosa, creatore di grandi libertà concrete, paladino di imprese universali. Morirò, ma voglio morire con la speranza che, anche se sepolta e derisa, la tradizione della mia Napoli non può restare inerte archeologia. La giustizia di Dio non può permettere che muoia tra lubridi un popolo che è stato strumento di Lui nelle battaglie decisive della storia. Neanche se, come sembra accadere, i Napoletani si sono lasciati andare nella pazzia di un suicidio collettivo. *I re delle Spagne sapevano che le Spagne non erano uniformi, ma varie; che Napoli era uno dei popoli spagnoli, ma con personalità culturale e politica peculiarissima; che coltivare questa personalità era uno dei doveri dei suoi re; che Napoli non era popolo da assimilare, ma da proteggere nel culto delle sue proprie caratteristiche. I re delle Spagne furono re della Tradizione, non imposero a Napoli né leggi né lingua castigliana, non furono castigliani dominatori di Napoli, ma re strettamente napoletani. *Quando, nel 1860, si realizzerà l'unità risorgimentale sotto il simbolo barbuto, piemontese, europeo e anticlericale di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], il corpo morto del Regno di Napoli si dissolverà come cadavere da cui centocinquanta anni addietro era volata via l'anima.<br>Ma l'Europa vincitrice non perdonò a Napoli l'aver combattuto per la causa della Cristianità. I vinti pagano e Napoli paga ricevendo il disprezzo dei vincitori, né più né meno degli altri popoli spagnoli. Il prezzo fu qui ancor più doloroso perché veniva dai "fratelli" del nord della Penisola, anche dai fiorentini e dai veneziani che in altri tempi avrebbero voluto dare il Regno di Napoli in mano ai turchi. La famosa questione meridionale non era né è altro che l'inadattabilità di Napoli, a causa dei suoi residui di ispanismo, alle concezioni europee che, sulla punta delle baionette, avevano innalzato gli invasori garibaldini. ====[[Salvatore Di Giacomo]]==== *Chi bada in Napoli al suo decoro? Certo, chi dovrebbe no. Lascia fare e lascia correre – ecco la frase filosofica, sacramentale d'ogni indifferente partenopeo, sia egli in alto nella cosa pubblica o le passi accanto tranquillo. *In verità, quanta somiglianza di costume tra {{sic|que'}} napoletani del tempo di [[Nerone]] e i napoletani del tempo nostro! Ecco [[Petronio Arbitro|Petronio]] che ci descrive un mercato di panni vecchi, così come oggi lo vediamo al ''Carmine'' e a ''Porta Nolana''; ecco il cantastorie, tolto di mira dagli ''[[scugnizzo|scugnizze]]'' del tempo; ecco una erbivendola che si [[Voci e gridi di venditori napoletani|sgola]] a un canto di strada; ecco Gitone e il barbiere d'Encolpio che, a braccetto, nella notte serena, se ne vanno a [[Crotone]] e cantano a distesa, o, come si direbbe adesso, a ''ffigliole''. Un cuoco, al famoso convito di Trimalcione, mette in tavola le lumache ''cum tremula taeterrimaque voce'' accompagnando la leccornia: e così ricordiamo il nostro ''maruzzaro''<ref>Venditore di lumache di terra o di mare o di frutti di mare.</ref>e la maniera e il tono di quel suo canto che s'indugia a vantare <nowiki>'</nowiki>''e maruzze<ref>Lumache di terra o di mare.</ref>d' 'a festa ca so' meglie d' 'e cunfiette''. E quante forme, quasi uguali, di locuzioni e d'apostrofi! Quelli antichi partenopei dicono ''urceatim plovebat'' e noi diciamo ''chiuveva a langelle'': dicono ''bonatus'', e noi diciamo ''abbunato''<ref>Bonaccione, semplicione. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016, p. 18. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>. Per dir ''tu non sei del bottone''<nowiki>Non appartieni alla nostra combriccola.</nowiki>quelli dicevano ''non es nostrae fasciae''; e la frase ''nescio cui terrae filius''<ref>Non so a chi tu sia figlio. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 2, p. 192</ref> tenea luogo di ''nun saccio a chi figlio 'e p...''; e ''nun aiza 'a capa 'a copp' 'o libro'' si diceva ''caput de tabula non tollit''. Le lievi ferite, all'uso nostro, erano medicate con la ragnatela... ''at Giton... primum aranei oleo madentibus vulnus... coartivit...'' Qualcuno diceva ''Dies nihil est, dum versas te nox fit''<ref>La giornata è breve, il tempo di girarti e rigirarti ed è notte. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 3, p. 192.</ref>: – e voleva dire: – <nowiki>'</nowiki>''a jurnata è corta: mentre ca te vuote e te ggire s'è fatto notte''. Ma che! Se non mi sbaglio anche il ''[[Pernacchia| vernacchio]]'' è greco. Parla non so qual tronfio oratore alla mensa trimalcionica ed ecco qualcuno che, all'ultime enfatiche parole del conferenziere, ''oppositaque ad os manu nescio quid tetrum exibilavit, quod postea graecum esse adfirmabat!''<ref>E portata la mano alla bocca, non so che cosa abbia sibilato di tetro che dopo abbia detto lingua greca. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 4, p. 192.</ref> *La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa. *Napoli è una città bella e singolare – singolare principalmente. Le sue cose rare sono mescolate alle comuni – le nobili alle volgari – a pochi passi dal silenzio è il rumore – prossimi a' luoghi più luminosi ed aperti sono le ombre e il mistero – accanto a un monumento medievale è un lurido fondaco o un vicolo e, forse, alle spalle d'un tempio un lupanare. Ciò che è qui {{sic|da per tutto}}, è la vita: la sanguigna vita popolana, pulsante e ininterrotta, che passa e si rincorre e scivola lungo i muri del monumento e del tempio, che s'addensa e si sparpaglia, e s'agita ed urla o impreca, sotto un fulgido sole che par quasi la fecondi, e investa a un tempo col suo lume diffuso questa folla dell'ultima ora e i ruderi d'un teatro greco, e quel che fu il tempio insigne dei Dioscuri, e una chiesa angioina, e il pallido chiostro d'un antico convento di monache armene... *Napoli, [...] questo strano cuore d'Italia che patisce, se lo si considera bene, di tutti i mali cardiaci, dell'aritmia, dell'{{sic|iperestasia}}, dei ribollimenti subitanei e delle lunghe paci silenziose, da' battiti lenti, quasi malati. *{{NDR|L'uccisione di [[Masaniello]] e lo scempio del suo corpo}} Triste storia, che, peculiarmente, dimostra come il popolo napoletano, la plebe per meglio dire, non abbia mai avuto una coscienza propria: abituata a servire, s'è macchiata, in servitù, fin del sangue suo stesso. Essa ha avuto sempre lo sciagurato destino degl'ignoranti e le sue lacrime postume non hanno cancellato mai più certe crudeltà e certi delitti i quali, tuttavia, la fanno più degna di pietà che d'odio. ====[[Charles Dickens]]==== *Il posto è bello, ma molto meno di quanto la gente non dica. Il famoso golfo, secondo me, come veduta, è incomparabilmente inferiore a quello di Genova, che è quanto di più bello abbia mai visto. Nemmeno la città, dal canto suo, è paragonabile a Genova, con cui in Italia nessuna regge il confronto, salvo Venezia. *Napoli in sé, invece, almeno un po' mi ha deluso. Il golfo non mi pare bello come quello di Genova, non è facile scorgerne o coglierne la linea, e l'effetto delle montagne è sciupato dalle sue dimensioni. La vita per le strade non è pittoresca e insolita neanche la metà di quanto i nostri sapientoni giramondo amino farci credere. *Napoli mi ha ampiamente deluso. È pur vero che il tempo è stato brutto per gran parte della mia permanenza là, ma se non vi fosse stato il fango, vi sarebbe stata la polvere. E se anche avessi avuto il Sole, avrei comunque avuto anche i Lazzaroni, che sono così cenciosi, così luridi, abietti, degradati, immersi e imbevuti nella più totale impossibilità di riscatto, che renderebbero scomodo anche il Paradiso, semmai dovessero arrivarci. Non mi aspettavo di vedere una bella Città, ma qualcosa di più piacevole della lunga monotona {{Sic|filza}} di squallide case che si stendono da Chiaia al Quartiere di Porta Capuana, sì; e mentre ero piuttosto preparato all'idea di una popolazione miserabile, mi aspettavo comunque di vedere qualche straccio pulito ogni tanto, qualche gamba che ballasse, qualche viso sorridente, abbronzato dal sole. La realtà, invece, è che, se penso a Napoli in sé per sé, non mi resta un solo ricordo ''piacevole''. *Noi che pur siamo amanti e ricercatori del pittoresco, non dobbiamo fingere di ignorare la depravazione, la degradazione e la miseria a cui è irrimediabilmente legata l'allegra vita di Napoli! ====[[Gino Doria]]==== *Camminiamo, camminiamo insieme su queste nostre belle strade inondate di sole, e combiniamo insieme mille grandiosi affari. E quando ne avremo concluso uno grandissimo – la vendita della Villa Nazionale per suoli edificatorî io ti offrirò un caffè e tu mi offrirai una sigaretta. E ci prenderemo a braccetto e passeggeremo. E poi così domani, e poi sempre, fino alla morte. Non avremo concluso nulla, ma avremo avuto sempre – e quanti ce li avranno invidiati! – un canto nell'anima e un sogno nel cuore. *Dalla terra impastata, vivificata dal fuoco esso trascorre, e non solo per vecchia metafora, nelle vene e nel sentimento degli esseri umani che felicemente popolano Napoli. E come il fuoco non è sempre visibile ed esplosivo, ma talvolta inerte e sonnolento – non mai morto – sotto strati di cenere o in remoti {{sic|cuniculi}}, così anche nella storia degli uomini di queste terre e nelle loro singole esistenze, la virtù ignea trapassa dalla morte apparente a uno slancio vitale così impetuoso da portare a distruzione implacabile, mentre il più delle volte, e più pacificamente, genera pensieri profondi, opere d'arte, inimitabili modi di vita. *Il popolo napoletano, dunque, ignora la via della saggezza, la quale, al pari della virtù, sta nel mezzo.<br>Egli è sanfedista, ma se non è sanfedista è [[giacobinismo|giacobino]]. Al '60 non fu mai cavouriano: o era legittimista sfegatato, o era garibaldino, perché [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] aveva la capelliera bionda, la camicia rossa e la voce dolce.<br>Non fu sempre così, il napoletano. La maledetta [[rivoluzione francese]] con le sue maledette idee di libertà e d'uguaglianza venne a guastare irrimediabilmente il sangue di un popolo mirabilmente apolitico, iniettandogli il bacillo giacobino. *{{NDR|C'è un colore locale, superficiale ed appariscente che può attrarre ed appagare gli stranieri}} Ma c'è l'altro colore locale, quello che riguarda noi, i nativi, ed è meno appariscente ed è assai più caro al nostro sentimento. E che cos'è? E perché ci si tiene tanto, al punto che ogni colpo di piccone, ogni colpo di scopa, ogni colpo di pennello è come una stretta al cuore? È assai difficile spiegarlo: è un indefinibile, è un inafferrabile, è un complesso di mille cose impalpabili. Sono migliaia di ricordi ammucchiati in un punto, sono abitudini millenarie localizzate in un altro, sono tutte le gioie e i dolori di un popolo che hanno lasciato la loro traccia in quella piazza, in quel vicolo, su quella casa. È l'amore disperato per tutto ciò che fu dei nostri padri e dei nostri nostri nonni e degli avoli ancora più lontani, è il fatto fisico del nostro occhio stesso, conformato, attraverso più generazioni, a vedere le cose disposte in quel modo, in quell'ordine, con quelle tinte.<br>Di colore locale, in questo senso inteso, è fatta tutta la poesia napoletana, quella vera, tutta la pittura napoletana, quella vera. E quando si distrugge questo colore locale è un pezzo di poesia in potenza che se ne va, è una pittura in potenza che se ne va. *Noi napoletani abbiamo tutti, nel nostro foro interiore, un [[Pulcinella]] che ci ammonisce. *Persino il verbo camminare, che in lingua vale a designare la normalità dell'animale in moto, nel [[dialetto napoletano]] assume un significato fantastico. Che cosa è un cavallo che corra molto? È appena un cavallo ''cammenatore''. Ma avete sentito mai parlare di un uomo ''cammenatore''?<br>Eppure il napoletano qualche volta corre. Allorquando Mariantonia fu avvertita del terremoto, stirandosi dal letto e sbadigliando, rispose pacifica: ''Mo... mo...'' Ma se a Mariantonia avessero detto: «Dal terrazzo si vedono le granate del Carmine», Mariantonia si sarebbe precipitata dal letto e, magari nuda, sarebbe corsa sul terrazzo.<br>Il napoletano corre quando può ''vedere'' qualcosa. *Ricordate il lamento di Barcinio, nella duodecima egloga dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia''? ''Dunque, miser''<ref>Il riferimento è al Sebeto, antico fiume di Napoli.</ref>'', perché non rompi, o scapoli | tutte l'onde in un punto, ed inabissiti: | poi che Napoli tua non è più Napoli''? Già Napoli non era più Napoli all'aprirsi del secolo XVI! E che cosa direbbe oggi, se tornasse al mondo, quel bravissimo uomo del [[Iacopo Sannazzaro|Sannazzaro]]?<br>Direbbe che è scomparsa persino quella tradizionale cortesia, che a una giovinetta, cui si fosse detto che era bella, faceva rispondere, coperte le guance di pudico rossore: «sono belli gli occhi vostri». Direbbe che è scomparso persino l'amore, e Napoli era l'ultima rocca dell'amore romantico e sentimentale, cioè dell'amore. *Veramente c'è da discutere sul verbo ''camminare'' applicato al napoletano. Anzi, io voglio appunto dire che il napoletano ignora che cosa sia ''camminare'', mentre sa assai bene cosa significa ''passeggiare''. Il napoletano non cammina mai, ma passeggia sempre: anche se sia il napoletano più attivo, più energico, più preso dagli affari, più difettoso di tempo. ====[[Elena Ferrante]]==== *Ah, che città, diceva a mia figlia zia Lina, che città splendida e significativa: qua si sono parlate tutte le lingue, Imma, qua s’è costruito di tutto e s’è scassato di tutto, qua la gente non si fida di nessuna chiacchiera ed è assai chiacchierona, qua c’è il Vesuvio che ti ricorda ogni giorno che la più grande impresa degli uomini potenti, l’opera più splendida, il fuoco, e il terremoto, e la cenere e il mare in pochi secondi te la riducono a niente. *È una metropoli che ha anticipato e anticipa i mali italiani, forse europei. Perciò non andrebbe mai persa di vista. [...] Ciò che potremmo essere, su questo pianeta, e ciò che invece disgraziatamente siamo, a Napoli si vede meglio che altrove. *Ora cercava testimonianze di viaggiatori stranieri dentro cui le pareva di rintracciare incanto e repulsione mescolati insieme. Tutti, diceva, tutti, di secolo in secolo, hanno lodato il grande porto, il mare, le navi, i castelli, il Vesuvio alto e nero con le sue fiamme sdegnate, la città ad anfiteatro, i giardini, gli orti e i palazzi. Ma poi, sempre di secolo in secolo, sono passati a lagnarsi dell’inefficienza, della corruzione, della miseria fisica e morale. Nessuna istituzione che dietro la facciata, dietro il nome pomposo e i numerosi stipendiati, funzionasse davvero. Nessun ordine decifrabile, solo una folla sregolata e incontenibile per le strade ingombre di venditori d’ogni possibile mercanzia, gente che parla a voce altissima, scugnizzi, pitocchi. Ah, non c’è città che diffonda tanto rumore e tanto strepito come Napoli. ====[[Abel Ferrara]]==== *È una delle più grandi città del mondo, come [[New York]], [[New Orleans]], [[San Francisco]], tutte vicino all'acqua e aperte ai flussi migratori. *Napoli è un punto di riferimento culturale per l'intero Mediterraneo, è stata una tra le culle della civiltà occidentale, ha saputo esportare tutto il suo bene e anche tutto il suo male in giro per il mondo, come solo le grandi città sanno fare. E penso a New York, San Francisco, New Orleans, Londra, Liverpool: tutte città caratterizzate da grandi povertà e altrettanto grandi splendori. Rispetto a tutti questi luoghi, però, Napoli può vantare un elemento in più, al pari della sola New York. E si tratta della caratteristica che ho provato a catturare col mio documentario «Napoli Napoli Napoli». *Napoli mi ricorda la New York anni '90: c'è la stessa violenza, la stessa energia. *Penso che Napoli riuscirà a sopravvivere a tutto, è una città molto dinamica che non è mai cambiata. La mia famiglia proviene da quel luogo ed è come se avessi dei legami di sangue con questa città. La città è stata un centro culturale del mondo dal suo primo giorno. ====[[Maurizio Ferraris]]==== *A ben vedere, la friabilità del tufo, la sua eterna disponibilità a ritornare alla natura, proprio come accade nei templi Maya affondati nelle foreste dello Yucatan, costituisce l'insegnamento più profondo che si può trarre da quella città fatta di tufo che è Napoli. Una simile riflessione getterebbe un ponte ideale verso la lenta ginestra di Leopardi, verso la natura indifferente alla storia. *I [[libertinismo|libertini]], spiega {{NDR|il [[Marchese de Sade]]}}, hanno nel sangue le forze telluriche del [[Vesuvio]], mentre le persone ordinarie sono piatte come le pianure del vercellese.<br>È con questo mantra per la testa che giro per le vie di Napoli infastidito come un leghista di una volta e insieme sottomesso a una realtà più profonda infinitamente più antica di quelle che posso trovarmi tra le vie squadrate che portano i nomi di arciduchesse sabaude: proprio la vita dell'antichità, commentava [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e ripeteva [[Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff|Wilamowitz]]. Nelle insensate processioni della Madonna dell'Arco riemergono le usanze delle fratrie greche che nessun cristianesimo è riuscito ad addomesticare. Nelle donne grassissime e panterate che girano in moto come se le ruote facessero parte del loro corpo riappare il Pantheon pittoresco che, non dimentichiamocelo, era bianco e composto solo per i gentiluomini della Virginia del diciottesimo secolo. Il tratto dominante nascosto sotto la dolcezza dei paesaggi e la mitezza delle persone è in effetti l'orrore. *{{NDR|Napoli}} è rimasta città di corte. Come [[Torino]]. Solo che Torino è una città piccola, poco più di un villaggio, ma i pochi plebei che l'hanno da sempre abitata sono sta­ti messi in riga, facendogli fare pri­ma i soldati e poi gli operai. A Na­poli, invece, non c'è mai stato un vero esercito; ma un milione di per­sone che non osserva nessun tipo di regole e dei borghesi subordina­ti ad essi, subalterni, che ne hanno paura. *Napoli non ha mai creduto alla modernità ed è per questo che è naturalmente postmoderna e decostruzionista. ====[[Renato Fucini]]==== *Addio, Napoli mia, e, se l'ira del tuo vulcano non ti tocchi in eterno, vogli compatire il piccolo figlio d'una delle tue cento fortunate sorelle, che limpida e sconfinata, come la serenità del tuo cielo, vorrebbe la purezza della tua grande anima di fuoco. *Di patria, d'Italia, di nazionalità non occorre parlarne. Essi sono napoletani e basta, ed il resto degl'Italiani, dal lato Nord son Piemontesi, dal lato Sud cafoni e niente altro. *Dio si deve esser pentito d'essersi lasciato cadere questo pezzo di paradiso su la terra. Per correggere lo sbaglio, ha aperto quaggiù gole d'inferno che vomitan fiamme e minacciano distruzione da ogni parte, ma, per il suo scopo, ha fatto peggio che a lasciar correre. *Il fascino di questo abbrustolito Prometeo {{NDR|Vesuvio}}, che avviva con la sua anima di fuoco tutte le membra della bellissima sfinge posata voluttuosamente ai sui piedi, è qualche cosa di strano, qualche cosa di irresistibile.<br/ >Scendete alla riva di Santa Lucia, o a [[Mergellina]]; salite alla rocca di Sant'Elmo, al Vomero, a Posillipo, a Capodimonte, od in qualunque altro luogo donde si scorga la sua mole fantastica, e contemplate. *Nessun paese al mondo, io credo, conserva al pari di Napoli così scarsa e non pregevole quantità dì tracce monumentali delle dinastie che vi si sono succedute nel dominio. La ragione di questo fatto credo non possa ripetersi altro che dalla breve durata delle singole occupazioni, e, più che da questo, dalle lotte continue che gl'invasori hanno dovuto sostenere fra loro per contrastarsi accanitamente questa agognata regione, tantoché le arti della guerra mai non hanno dato una tregua abbastanza lunga, da permettere l'incremento di quelle della pace, che ogni invasore avrebbe potuto, o buone o cattive, trapiantarvi dal proprio paese. *Quante volte dal folto di questo pandemonio, allorché udivo appena il cannone di Sant'Elmo scaricato a mezzogiorno negli orecchi di Napoli, ho mandato un pensiero e un sospiro alla languida signora dell'Adriatico, ai suoi vuoti palazzi ed al silenzio de' suoi canali che lascia intendere il fiotto dei remi d'una gondola lontana e il tubare de' colombi su le cuspidi delle sue torri affilate! − Bellissime ambedue queste regine del mare, ma quanto diversamente belle! − Su la laguna posa languidamente la bellissima e pallida matrona, stanca sotto il peso degli anni, povera in mezzo alle sue gemme, ma ricca d'orgoglio per antica nobiltà. Ai piedi del Vesuvio, la voluttuosa e procace Almea, balla in ciabatte la tarantella, e canta e suda povera di tutto, ma ricca di speranze, di giovinezza e di sangue. Quella si nutrisce di mestizia e di gloria; questa, di maccheroni e di luce. Quella coperta di laceri broccati, ma lindi; questa seminuda e lercia, dalle ciabatte sfondate alla folta chioma nerissima ed arruffata. *S'io ti dovessi dipingere i colori del camaleonte o disegnarti le forme di Proteo, in verità mi sentirei meno imbrogliato che a darti una netta definizione di quello che mi è sembrato essere il carattere di questo popolo.<br/>È così instabile, così pieno di {{sic|contradizioni}}; si presenta sotto tanti e così disparati aspetti dagli infiniti punti di vista da cui può essere osservato, che su le prime è impossibile raccapezzarsi. Ad un tratto ti sembreranno ingenue creature e ti sentirai portato ad amarle; non avrai anche finito di concepire questo sentimento che ti appariranno furfanti matricolati. Ora laboriosissimi per parerti dopo accidiosi; talvolta sobrii come Arabi del deserto, tal'altra intemperanti come {{sic|parasiti}}; audaci e generosi in un'azione, egoisti e vigliacchi in un'altra. Passano dal riso al pianto, dalla gioja più schietta all'ira più forsennata, con la massima rapidità, per modo che in un momento li crederesti deboli donne o fanciulli, in un altro, uomini in tutto il vigore della parola; insomma, la loro indole non saprei in massima definirla altro che con la parola: ''anguilliforme'', poiché ti guizza, ti scivola così rapidamente da ogni parte che quando credi d'averla afferrata, allora proprio è quando ti scapola e ti lascia con tanto di naso e con le mani in mano. *Strano paese è questo! Quale impasto bizzarro di bellissimo e di orrendo, di eccellente e di pessimo, di gradevole e di nauseante. L'effetto che l'animo riceve da un tale insieme è come se si chiudessero e si riaprissero continuamente gli occhi: tenebre e luce, luce e tenebre. *Son troppi quelli che abbisognano di lavoro, di fronte al movimento industriale e commerciale del paese, onde molti, lo ripeto, rimangono involontariamente inoperosi; ma quando offriamo loro da lavorare, è un'atroce calunnia, almeno ora, il dire che lo ricusino, perché hanno mangiato. Sono stato troppe volte e sul molo e nei quartieri poveri, dove abbondano gli sdraiati e gli addormentati e troppe volte ho fatto la prova, destandoli e incaricandoli di qualche piccola commissione e qualche volta anche grossa e faticosa, e mai mi son sentito rispondere il famoso ''aggio magnato''. Sorgono in piedi come se scattassero per una molla, si stropicciano gli occhi e per pochi centesimi si mettono alle fatiche più improbe, fanno due chilometri di strada correndo, e ritornano ringraziandovi, domandandovi se comandate altro, e scaricandovi addosso un diluvio di ''eccellenze'' e di ''don'', come se avessero da voi ricevuto il più grosso favore del mondo.<br/>Gli ho osservati nelle loro botteghe, passando per le vie, ed ho visto che lavorano; sono stato a visitare opificj e ne sono uscito con le mie convinzioni più radicate che mai. Non contento de' miei occhi, ne ho domandato ad alcuni direttori di stabilimenti manifatturieri, non napoletani e perciò non pregiudicati, e tutti mi hanno confermato nella mia scismatica opinione. Chi ha gambe venga e chi ha occhi veda, e dopo, se è onesto, dovrà convenire con me che lo sbadiglio lungo, sonoro, spasmodico, che quell'aspetto di prostrazione fisica, che quelle fisonomie assonnate e quasi sofferenti per la noia che s'incontrano specialmente nelle città di secondo ordine delle altre provincie, fra le quali non ultima la nostra leggiadra [[Toscana|Toscanina]], a Napoli non le troverà certamente; e giri, e cerchi, e osservi pure a suo piacere, assolutamente non le troverà. *Ti dirò soltanto che da quel tempo in poi la [[camorra]] non ha mai cessato di esistere e che non cesserà mai, nonostante le sfuriate di persecuzione che si è preteso farle, finché non sarà affatto scomparsa l'ultima delle cause che le danno vita. *Togliete a Napoli il Vesuvio, e la voce incantata della sirena avrà perduto per voi le più dolci armonie. ====[[Giuseppe Maria Galanti]]==== *I napoletani sono vivi, ciarlieri e gesticolosi all'eccesso, e non è meraviglia che non abbiano potuto soffrire l'Inquisizione. Sono avidi di feste e di spettacoli, e si sviluppa questo carattere in tutti i modi. *Ma più della situazione è bello il clima. Il cielo vi è quasi sempre puro e sereno: l'aria vi è salubre e libera, e non vi si sentono mai gli estremi del caldo e del freddo. Il suolo è di una fertilità meravigliosa. Tutto dunque invita a vivere e godere in questo angolo del mondo. *Napoli è situata rivolta a mezzogiorno e ad oriente sul pendio di una catena di colline oltremodo deliziose. Questa capitale col suo cratere, colle sue isole e montagne forma un colpo d'occhio ed una bellezza di situazione la più singolare. Tutti i luoghi presentano vedute così vaghe, così varie, così dilettevoli, che l'anima vi è rapita ed incantata. La principale è di osservare Napoli in alto mare. [[Immagine:Napoli - piazza San Domenico Maggiore e guglia 1030736.JPG|thumb|Piazza San Domenico Maggiore, 2007]] ====[[Giuseppe Galasso]]==== *Era solo nelle grandi ricchezze naturali del luogo – la luce, il sole, l'azzurro incomparabile del cielo e del mare, la linea insieme aspra e dolce del paesaggio tirrenico, la non comune mitezza del clima – che le insufficienze enormi dell'abitato cittadino si scioglievano e davano luogo a un paesaggio urbano della vitalità e del colore di Napoli, per cui si poteva anche dimenticare, come spesso avveniva, che quella vitalità e quel colore erano il corrispettivo di una struttura sociale tragicamente caratterizzata dalla presenza dell'enorme massa sottoproletaria. [...] Per cogliere appieno quella che doveva essere allora<ref>Nel 1700.</ref>la bellezza della città, quale ce l'ha trasmessa anche la pittura del tempo, bisogna riferirsi in generale all'equilibrio complessivo dell'insieme dell'abitato col territorio e col paesaggio. Allora lo spettacolo è di una seduzione sottile e inebriante. Le cose sembrano respirare nello stesso tempo un'atmosfera vitalissima, carica di profondi e pesanti effluvi, e una vaga aura di morte. Io capisco molto bene [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], quando dice qualcosa del genere per la sua [[Sicilia]], e [[Raffaele La Capria|La Capria]], quando parla del «ferito a morte», ferito da questa dolorosa dialettica tra una natura stupenda e una società senza sufficienti equilibri e cariche interne. *Il napoletanismo deteriore e il mito della napoletanità hanno un po' stravolto, anzi hanno stravolto parecchio, il significato di questo momento aureo<ref>Il riferimento è all'alto livello e alla grande influenza che Napoli conseguì nella cultura e nell'arte durante il cinquantennio liberale.</ref>, l'ultimo grande momento – finora! – della Napoli artistica e letteraria. Ne è venuta fuori la smania del bozzetto napoletano, del colore locale; la coltivazione dell'«umanità» napoletana, che sarebbe un'umanità più umana di ogni altra; lo ''spleen'' di una tavolozza di sentimenti lacrimevolmente patetici; il mito di una vitalità primigenia irreprimibile: insomma, un misto di scugnizzo, di anima bella, di piccolo mondo antico e di provincialismo estetico che a me pare un falso storico, una dannosa evasione dalla realtà e un autentico contributo alla diffamazione napoletana de se stessi. *Il sottoproletariato napoletano non è, del resto, un cane che si faccia portare a passeggio meccanicamente. All'irrazionalità della sua formazione storica corrisponde puntualmente l'imprevedibilità del suo comportamento socio-politico. *L'importante è che di Napoli non si faccia un feticcio, né come caso disperato, né come fatto di napoletanità. La napoletanità è tutta nella storia. Il caso disperato è un comodo luogo comune di evasione della responsabilità. Direi che mai come nel caso di Napoli va bene riconoscere alla questione molte radici, molte tendenze di sviluppo, molte possibilità di orientamento, molta disponibilità di forze attuali, molte potenzialità. E che, quindi, le risposte e le scelte semplicistiche, a una dimensione, sono proprio le meno responsabili, le meno coraggiose. *Napoli fu la base operativa della flotta cristiana che nel 1571 riportò sui turchi la decisiva vittoria di Lepanto, con la quale si pose un alt definitivo alla minaccia ottomana sui paesi cristiani del Mediterraneo. Per quanto non lo si ricordi, ancora più importante fu, tuttavia, la funzione strategica di Napoli nei confronti del teatro politico e militare italiano ed Europeo. Napoli, col Regno, fu infatti la retrovia, la seconda linea dell'azione spagnola nella Valle Padana, dove [[Milano]] apparteneva egualmente, dal 1535, alla Corona madrilena. Retrovia di Milano, fortezza e cittadella, per così dire, di Milano, fu perciò per due secoli Napoli. *Nel corso dei secoli, e specialmente con il consolidarsi dell'appartenenza al dominio romano, la città aveva acquistato pure una fisionomia di centro culturale magari un po' provinciale, ma tranquillo, dignitoso, informato: qualcosa come una piccola città universitaria dell'Inghilterra vittoriana. Nello stesso tempo, però, qualcosa anche come le città turistiche della Riviera ligure in cui dall'Inghilterra vittoriana si veniva a villeggiare o a svernare, in quanto fra [[Isola di Capri|Capri]], [[Baia (Bacoli)|Baia]], Napoli a altri centri campani si andò sviluppando, fra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo, la zona di soggiorno invernale, riposo, villeggiatura, svago più elegante dell'alta società romana. Fu in questa Napoli che [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] trascorse molti anni e scrisse le ''Georgiche'', trasmettendone pure l'immagine serena, benché dolcemente malinconica nella sua malia. Negli ultimi anni dell'Impero romano in Occidente la città sembra presentare una fisionomia più composita, e anche – se così posso dire – meno composta. Sembra come se la dolcezza malinconica, virgiliana, si fosse stemperata nell'edonismo lascivo e vitalisticamente agitato, tumultuoso della città ideata da [[Petronio Arbitro|Petronio]] come scena del ''Satyricon''. *Nel periodo fascista, in un'Italia e in un mondo mutati, col primo avvio della società consumistica, con l'incipiente trionfo della meccanizzazione di massa e dei mezzi di comunicazione di massa, la continuità voleva dire ristagno, degradazione, salto di qualità all'ingiù. E, infatti, è in questo periodo che, dopo le grandi fiammate del '700 e della ''belle époque'', Napoli tende ancora più a provincializzarsi, si trova sempre più spinta ai margini delle correnti principali della vita sociale e intellettuale. *{{NDR|La [[Mostra d'Oltremare]]}} non esprimeva solo il coronamento dell'intervento a Fuorigrotta, ma una più generale visione della città, la visione che in ultimo se ne fece il [[fascismo]]: una Napoli volta verso il [[Mediterraneo]] e l'[[Africa]], grande porto coloniale e militare, sostegno industriale e retrovia commerciale della potenza italiana oltremare e, perfino, base culturale dell'Italia africana, come si diceva allora, tramite l'Istituto Orientale e altre istituzioni universitarie ed extrauniversitarie. [...] Era, però, anche una visione pateticamente provinciale e ritardataria nel 1938-39. *Tutta «speciale» la politica per Napoli da un secolo a questa parte: regi commissari, commissari speciali, leggi speciali. L'eccezionale come norma, e come alibi della classe politica, soprattutto di quella impegnata a livello nazionale, nei riguardi dei problemi cittadini. Ed espressione anche dell'incapacità o difficoltà manifestate nel portare avanti uno sforzo o un disegno più ordinario, ma anche più costante e costruttivo. ====[[Giuseppe Garibaldi]]==== *A Napoli, come in tutti i paesi percorsi dallo [[Stretto Di Messina]], le popolazioni furono sublimi d'entusiasmo e d'amor patrio, ed il loro imponente contegno contribuì certo moltissimo a sì brillanti risultati.<br>Altra circostanza ben favorevole alla causa nazionale fu il tacito consenso della marina militare borbonica, che avrebbe potuto, se intieramente ostile, ritardare molto il nostro progresso verso la capitale. E veramente i nostri piroscafi trasportavano liberamente i corpi dell'esercito meridionale lungo tutto il {{sic|littorale}} napoletano, senza ostacoli; ciò che non avrebbero potuto eseguire con una marina assolutamente contraria. *I pochi giorni passati in Napoli, dopo l'accoglienza gentile fattami da quel popolo generoso, furono piuttosto di nausea, appunto per le mene e sollecitudini di quei tali cagnotti delle monarchie, che altro non sono in sostanza che sacerdoti del ventre. Aspiranti immorali e ridicoli, che usarono i più ignobili espedienti per rovesciare quel povero diavolo di Franceschiello, colpevole solo d'esser nato sui gradini d'un trono, e per sostituirlo del modo che tutti sanno.<br>Tutti sanno le trame d'una tentata insurrezione, che doveva aver luogo prima dell'arrivo dei Mille per toglier loro il merito di cacciar il Borbone, e farsene poi belli costoro presso l'Italia, con poca fatica e merito. Ciò poteva benissimo eseguirsi se coi grossi stipendi la monarchia sapesse infondere ne' suoi agenti un po' più di coraggio, e meno amor della pelle.<br>Non ebbero il coraggio d'una rivoluzione i fautori sabaudi, ed era allora tanto facile di edificare sulle fondamenta altrui, maestri come sono in tali appropriazioni; ma ne ebbero molto per intrigare, tramare, sovvertire l'ordine pubblico, e mentre nulla avean contribuito alla gloriosa spedizione, quando poco rimaneva da fare ed era divenuto il compimento facile, la smargiassavano da protettori ed alleati nostri, sbarcando truppe dell'esercito sardo in Napoli (per assicurare la gran preda, s'intende). *In Napoli più che a Palermo aveva il cavourismo lavorato indefessamente, e vi trovai non pochi ostacoli. Corroborato poi dalla notizia che l'esercito sardo invadeva lo Stato pontificio, esso diventava insolente. Quel partito, basato sulla corruzione, nulla avea lasciato d'intentato. Esso s'era prima lusingato di fermarci al di là dello stretto, e circoscrivere l'azione nostra alla sola [[Sicilia]]. Perciò avea chiamato in sussidio il magnanimo padrone, e già un vascello della marina militare francese era comparso nel Faro; ma ci valse immensamente il veto di lord [[John Russell, I conte di Russell|{{sic|John Russel}}]] che in nome d'[[Gran Bretagna|Albione]] imponeva al sire di [[Francia]] di non immischiarsi nelle cose nostre.<br>Quello che più mi urtava nei maneggi di cotesto partito era di trovare le {{sic|traccie}} in certi individui che mi erano cari, e di cui mai avrei dubitato. Gli uomini incorruttibili erano dominati con l'ipocrita ma terribile pretesto della necessità! La necessità d'esser codardi! La necessità di ravvolgersi nel fango davanti ad un simulacro d'effimera potenza, e non sentire, e non capire la robusta, imponente, maschia volontà d'un popolo che, volendo ''essere'' ad ogni costo, si dispone a frangere cotesti simulacri e disperderli nel letamaio donde scaturirono. *L'ingresso nella grande capitale ha più del portentoso che della realtà. Accompagnato da pochi aiutanti, io passai framezzo alle truppe borboniche ancora padrone, le quali mi presentavano l'armi con più ossequio certamente, che non lo facevano in quei tempi ai loro generali.<br>Il 7 settembre 1860! E chi dei figli di Partenope non ricorderà il gloriosissimo giorno? Il 7 settembre cadeva l'{{sic|abborrita}} [[Borbone delle Due Sicilie|dinastia]] che un grande statista inglese avea chiamato «Maledizione di Dio!» e sorgeva sulle sue ruine la sovranità del popolo, che una sventurata fatalità fa sempre poco duratura.<br>Il 7 settembre un figlio del popolo, accompagnato da pochi suoi amici che si chiamavano aiutanti, entrava nella superba capitale dal focoso destriero<ref>Simbolo di Napoli.</ref>acclamato e sorretto dai cinquecentomila abitatori, la cui fervida ed irresistibile volontà, paralizzando un esercito intiero, li spingeva alla demolizione d'una tirannide, all'emancipazione dei loro sacri diritti; quella scossa avrebbe potuto movere l'intiera Italia, e portarla sulla via del dovere, quel ruggito basterebbe a far mansueti i reggitori insolenti ed insaziabili, ed a rovesciarli nella polve!<br>Eppure il plauso ed il contegno imponente del grande popolo valsero nel 7 settembre 1860 a mantenere innocuo l'esercito borbonico, padrone ancora dei forti e dei punti principali della città, da dove avrebbe potuto distruggerla. *Trattavasi di rovesciare una monarchia per sostituirla, senza volontà o capacità di far meglio per quei poveri popoli, ed era bello veder quei magnati di tutti i dispotismi usar ogni specie di malefica influenza, corrompendo l'esercito, la marina, la corte, i ministri, servendosi di tutti i mezzi più subdoli per ottenere l'intento indecoroso.<br>Sì, era bello il barcamenare di tutti cotesti satelliti, che si atteggiavano ad alleati del re di Napoli, consigliandolo, cercando di condurlo a trattative ''fraterne'' ed attorniandolo d'insidie e di tradimenti. E se non avessero tanto temuto per la loro brutta pelle, essi potevano presentarsi all'Italia come liberatori.<br>Che bel risultato se potevano far restare con tanto di naso i Mille e tutta la democrazia italiana. Ma sì! Sono i bocconi fatti che piacciono a cotesti liberatori dell'Italia a grandi livree. ====[[Alfonso Gatto]]==== *{{NDR|Il napoletano}} Paziente, trasmoda dalla sua pazienza, non la perde. Rinuncia all'attacco per attecchire nel luogo e nel tempo che gli è dato vivere. Non ha radici, ma il fusto interrato come una croce. Potremmo scalzarlo, ma l'arma della sua punta – l'unica ch'egli possiede – sempre lo porterebbe a cercare in ogni sistema, in ogni rapporto, l'eterna provvisorietà del suo appiglio. Chiameremo «reazionario» l'inane opportunista che difende la sua superficialità, la sua parte di spillo a furia di penetrazione, a furia di cadere e d'essere vibrato dall'alto?<br>Io non so rispondere, ma vedo la morte ch'egli ha sulle spalle, quel suo bisogno di penetrare nelle sue ristrettezze come la zeppa di legno in uno spacco, il soliloquio delle parole tenere che nessuno mai gli dirà. *Se parliamo di Napoli, una città interrotta, sappiamo che «qualcosa» deve finire. Che sia l'inganno della distanza – quanto è più vicina – il fascino della sua verità?<br>Il luogo comune nasconde il suo genio o tardi lo rivela, a nostre spese. Napoli è un idolo sconsacrato e ignoto, un avanzo di storia, al quale diamo un nome, una leggenda. La prendiamo in giro e per secondare il gioco, per divertirci, lei ci tiene a distanza. Non ha nulla da riconoscersi, prestigio o fama, ma fa sue le lodi di chi la cerca. Napoli è la nostra provocazione che le fa gioco. Questo deve finire. *Tra l'essere e il non essere, Napoli appare. Siamo davanti alle rovine di un paese felice da cui giungono i primi segni di vita.<br>Gli scampati chini a raccogliere la propria ombra stendono il sole, luminoso prima che caldo. Si lasciano accogliere nelle strette di quel paesaggio ormai illeso e silenzioso al quale è stata tolta la parola. Di colpo, come da una pietra smossa, brulicano i bambini e al loro salto – di casa in casa, sembra –, al loro risalire, la platea di sasso scoscende nell'Ade o s'alza nella sua scena. La luce pesca tutti a uno a uno. Assenti le voci, e pure udite per quell'assiduo fervore, i vivi provano le braccia, le gambe, gli occhi di cui ancora non sanno che fare.<br>Crediamo di vedere, remoto nel suo avvenimento, un passato giunto a noi da secoli di luce. ====[[Andrea Geremicca]]==== *{{NDR|Napoli}} città sospesa che nel suo presente vive ancora il passato e costruisce il futuro, in un intreccio esaltante, doloroso e drammatico al tempo stesso. *Come la storia di un fiume non può essere letta senza scrutare i segni lasciati dalle acque in piena nel loro secolare corso verso il mare aperto, così la storia di questa città non potrà in avvenire essere compresa senza studiare le radici e le ragioni della eccezionale stagione vissuta in questi ultimi anni dal popolo napoletano, come inalienabile tappa del suo travagliato e doloroso cammino verso la propria emancipazione. *{{NDR|Connota Napoli}} l'ambiguità o, meglio, l'ambivalenza [...] della sua storia e delle sue vicende che possono essere lette in chiave di inarrestabile decadenza o in chiave di irrefrenabile vitalità. La mia – e non solo la mia – chiave di lettura è la seconda [...].<br>E non perché sia estranea alla mia – alla nostra – coscienza l'immagine tragicamente presente a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], di quella parte della città che per non trasformarsi preferisce estinguersi. Al contrario: proprio perché ci è presente, siamo impegnati nella battaglia – politica, civile e culturale − per l'affermazione piena di quell'altra parte di Napoli, sino ad oggi largamente maggioritaria, che per non estinguersi vuole trasformarsi. *La crisi di Napoli non può essere letta con occhi antichi. Non si può decifrare chiudendosi nel ventre della città e girando nel dedalo dei vicoli, tra i fondaci fitti di voci e di bassi senza luce, nel tentativo di far rivivere le stupende «cronache» di [[Matilde Serao]]. Chi ci prova si perde, ricavandone un senso di mistero e di sgomento. Perché oggi nei vicoli descritti dalla Serao, assieme ai secolari malanni, spunta una nuova malattia sociale: il [[w:saturnismo|saturnismo]], che esce dalle tipografie per aggredire i bambini attraverso il gas di combustione delle auto dilaganti ovunque; e sui bassi incombe l'ombra lunare di mostruosi grattacieli; e nei fondaci le donne cuciono guanti e scarpe che non rimangono nel circuito chiuso di una astorica «economia del vicolo» ma vengono venduti in Asia e nelle Americhe. *Puntando tutte le carte ''sul ruolo produttivo'' di Napoli e della regione, e indicando (orgogliosamente, certo, ma legittimamente) la funzione di Napoli come ''cerniera democratica'' nel processo di unificazione politica del Paese, il movimento operaio e democratico ha contribuito grandemente alla liberazione di una massa nuova e potente di energie, promuovendo il suo impegno su una prospettiva di rinnovamento economico e di sviluppo democratico del Paese e dello Stato. Per la prima volta nella sua storia: Napoli non ''contro'' ma ''per'' uno stato democratico e realmente nazionale. Per la prima volta: da Napoli un apporto decisivo alla unificazione politica del Paese. Per la prima volta: Napoli non palla di piombo ai piedi del Paese ma leva decisiva per un assetto nuovo e diverso dell'economia, della società e dello Stato italiano nel suo insieme. ====[[George Gissing]]==== *È scoraggiante sotto qualunque cielo osservare i cambiamenti di Napoli. Lo sventramento prosegue e intere zone sono trasformate. Penso che sia un bene che l'ampio Corso Umberto I tagli il vecchio Pendino; ma quale contrasto tra il pittoresco di prima e la volgarità cosmopolita che ne ha preso il posto! «''Napoli se ne va!''» *Non ci sarebbe da stupirsi se il rimodernamento della città, insieme alla situazione generale italiana, avesse un effetto calmante sui modi napoletani. Sotto un aspetto le strade sono indubbiamente meno gaie. Quando venni a Napoli per la prima volta non si stava mai, letteralmente mai, senza sentire un organetto; e questi organetti che in generale avevano un timbro particolarmente armonioso suonavano le arie più brillanti; banali, anche volgari, se volete, ma sempre melodiose e care a Napoli. Ora la musica per le strade è rara, e sento che un regolamento di polizia ostacola già da tempo quei teneri strumenti. Ne sento la mancanza [...] (pp. 23-24) *Passo da Santa Lucia con gli occhi bassi, mentre i ricordi di dieci anni fa si fanno strada contro l'opaco presente. Il porto dal quale si partiva per Capri è colmato; il mare è stato scacciato a una disperata distanza, dietro squallidi mucchi di rifiuti. Vogliono fare un argine lungo e diritto da Castel dell'Uovo al Porto Grande, e tra non molto Santa Lucia sarà una strada qualunque, chiusa fra alti caseggiati, senza nessuna veduta. Ah, le notti che si passavano qui, osservando i rossi bagliori del [[Vesuvio]], seguendo la linea scura del promontorio di [[Sorrento]] o aspettando che il chiaro di luna spandesse la sua magìa su [[Capri]], a fiore delle acque! [...] Santa Lucia era unica. È diventata squallida. ====[[Vittorio Gleijeses]]==== *A [[Roma]], ad esempio, della antica città, della magnificenza della ''caput mundi'' oggi possiamo ammirare quanto è stato riportato alla luce per il suo valore archeologico, quasi in un cimitero debitamente recintato. Si possono ammirare o visitare i monumenti, i fori, gli scheletri vuoti dei templi, l'ossatura degli edifici, ruderi che pur testimoniandoci indubbiamente la grandezza di un'epoca che fu, restano avulsi dalla città vera e propria e circoscritti da barriere e confini.<br>A Napoli, ben poco o quasi nulla è rimasto di monumentale o di artistico, in quanto il centro urbano ha subito attraverso i secoli una lenta graduale insensibile trasformazione ma, in compenso, negli stessi luoghi in cui gli abitanti della {{sic|πολίς}} greca si recavano per concludere affari, divertirsi o pregare, ferve la vita, che a distanza di oltre venti secoli offre una continuità di costumi e di abitudini che dà la sensazione di essere fuori dal tempo. Questo vivere in un ambiente così fondamentalmente immutato ed immutabile spiega forse perché fra la nostra gente sia così vivo il senso della ineluttabilità del fato, del fluire incessante delle cose, dell'impotenza del genere umano di fronte all'eternità. Proprio il fatalismo imposto da questa consapevolezza è in parte responsabile della mancanza di riguardo dei napoletani verso il rudere o il monumento antico, ridotto diremmo, alla stregua di un oggetto di uso abituale. *Anche dopo le feste voi pensate che a Napoli le «regalie» siano finite? Vi sbagliate di grosso! Vi sentirete ancora dire: Signurì, buone fatte feste! Le mance hanno validità fino all'[[Epifania]], e se non si aderisce si diventa oggetto di... mormorii poco benevoli e... si perde il saluto. «Eh! La miseria!» mi diceva un giorno Augusto Cesareo, «ma ti pare che dopo tutti quei soldi che abbiamo speso, ci dobbiamo ancora sentire... buone fatte feste?» E così il portalettere, il portiere, lo spazzino che a Napoli sta diventando... la primula rossa, perché non viene mai, non si vede mai, e se c'è... nessuno se ne accorge, nei giorni precedenti le feste si danno da fare, diventano persino premurosi. *Certo che se nell'entusiasmo del momento si intravede la scorza ruvida del [[lazzari|lazzarone]] che in fondo in fondo ancora sopravvive, e se il divertimento degenera talvolta in rissa o in baccanale, bisogna cercare di comprendere questo popolo di lavoratori tenaci e silenziosi, ben lontano dal «cliché» del napoletano pigro e svogliato, anche se in qualche occasione è portato dal suo forte temperamento meridionale ad eccedere sotto alcuni aspetti.<br >Le feste religiose, in realtà, sono per i napoletani un pretesto per fare una scampagnata e mangiare in trattoria o all'aria aperta con ceste portate da casa. È del carattere napoletano cercare di dimenticare gli affanni giornalieri, il solito monotono «tran tran» di tutti i giorni, tuffandosi nella diversità di un giorno solo con tutta l'intensità dei propri sensi fino a sentirsi pervasi da un'allegria totale che ha qualcosa di insano. *Dall'anima cattolicissima di Napoli non è mai scomparso un fondo di paganesimo che tinge di una qualità particolare i costumi religiosi del nostro popolo. Nelle superstizioni e nel fanatismo che due millenni di cristianesimo non sono riusciti a cancellare, vive forse ancora il ricordo degli antichi riti dei culti degli dei pagani. *È stato detto che [[San Gennaro]] è l'anima di Napoli. Si potrebbe dire qualcosa di più. San Gennaro è il sentimento di un popolo che, nonostante le sconfitte, le delusioni, le amarezze patite nella sua lunga e dolorosa storia, trova ancora la forza di sperare, di lottare, di vivere. *L'alta civiltà del popolo napoletano è racchiusa proprio in questa sua immensa generosità, in questa possibilità di dare e di prendere tanto dal nulla, dalle piccole cose, da una infinitesimale soddisfazione morale, o da un minimo sollievo materiale; e si concretizza nel suo saldo amore per la famiglia, che per le feste si riunisce ed attraverso di esse si {{sic|cimenta}} e resta ancora unita, oggi, come credo, in ben pochi paesi al mondo. *La [[malocchio|jettatura]] – con la j (lunga) – è una influenza malefica alla quale, anche se non ci si crede del tutto, non ci si può sottrarre. In [[Campania]] è un fenomeno storico, poiché il timore dei suoi nefasti risultati noi napoletani l'abbiamo nel sangue, forse ereditato dai nostri progenitori greci e romani. [...] L'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]] sosteneva che persino [[Paolo di Tarso|San Paolo]] credesse alla jettatura in quanto scrivendo una epistola ai Galati, dai quali non riusciva ad ottenere quanto voleva, tra l'altro aveva scritto: «''quis vos fascinavit non oboedire veritati!''». Accertato quindi che questa malefica credenza esiste a Napoli sin dall'antichità, bisogna convenire con [[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas]] che essa è una malattia incurabile: si nasce jettatori, si muore jettatori e si può diventarlo, ma quando lo si è diventati, non si cessa più di esserlo. I forestieri che vengono a Napoli, all'inizio ridono di queste sciocchezze, ma poi cominciano a parlarne, diventano titubanti e dopo qualche mese di permanenza finiscono col coprirsi di corni e aggeggi del genere o, come un simpatico funzionario straniero mio buon amico, quando incontrano determinati personaggi, prendono la fuga! *La natura del napoletano, sempre in bilico tra il sacro ed il profano, è tale che egli addenta una [[pizza]] con la stessa voluttà con la quale stringe una bella ragazza e mette nel cantare una canzone tutta l'anima come la mette nelle sue preghiere: è sempre lo stesso entusiasmo che l'accompagna. *La Neapolis dei primi tempi dell'impero, decaduta ormai a luogo di villeggiatura dei romani più ricchi e potenti che vi venivano per essere abbastanza − anche se non troppo − lontani dalla vita pubblica, doveva necessariamente offrire ai suoi ospiti, come una novella Circe, una corruzione sottile e molli blandizie per trattenerli nel suo grembo. La più sottile cultura ellenistica faceva {{sic|si}} che gli usi della città – sia nei lati buoni sia in quelli cattivi – fossero più scanzonati, meno inibiti, con quel senso di superiorità che spesso dipende dal non avere più niente di solido, dentro. *La sensibilità acuta del popolo napoletano lo rende vulnerabile al dolore così come pronto al sorriso, ma questa gente semplice ha ancora la capacità di cercare gioia e felicità nello sguardo di un bimbo, nella bellezza di un tramonto, nel volo di uno stormo di uccelli, dando forse una impressione di superficialità che invece non è che vero, profondo, radicato sentimento poetico. *Le feste, i balli, le canzoni, le taverne, il [[Voci e gridi di venditori napoletani|grido]] dei tipici venditori ambulanti, rendono unico questo popolo, questa gente che sembra sempre allegra, gaia, sorridente e spensierata e molto spesso è invece solo molto coraggiosa nella miseria e nella sventura. Sembrerebbe quasi, come diceva [[Fanny Salazar Zampini|Zampini Salazaro]]: «Che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi». *Nella vecchia Napoli non è raro scoprire, fra vecchi palazzetti cadenti dall'intonaco scrostato e stinto, le vestigia di un passato, quasi mimetizzate dall'incuria e dall'abbandono in cui versano. I vasetti di gerani e le «''buatte''<ref>Lattine o scatole di metallo per alimenti.</ref>» con le piante di garofani nascondono talvolta una bordura di pietra viva finemente intagliata; le brutte, policrome insegne di una scuola-guida o di un sarto si addossano a un elegante portale, che, pur se sporco e fuligginoso, resta come isolato dal contesto generale in una sorta di distaccata nobiltà. Napoli antica riserva di queste sorprese a chi sappia guardarla con occhi che vedono, sorprese che, se talvolta mortificano e addolorano, tuttavia inteneriscono. *Oggi i costumi popolari sono spariti o modificati, ma il loro ricordo vive ancora tra noi, lasciando rimpianto ed ammirazione per quegli usi ancora coloriti dalla fantasia, pieni di brio e di giovanile freschezza. [...] il popolo napoletano è come un adulto che ricorda con rimpianto la sua infanzia, primitiva, semplice e bonaria. *Se una città dovesse ricevere un premio per aver coscienziosamente distrutto tutti i ricordi del passato, questo sicuramente spetterebbe a Napoli.<br>Un po' per le bizze dello «''sterminator [[Vesuvio|Vesevo]]''», eruzioni e terremoti, un po' per le guerre che attraverso i secoli hanno ciclicamente devastato questa nostra terra, eternamente appetita da eserciti e dominazioni straniere, un po' per l'entusiasmo degli abitanti nel voler seguire ogni nuova moda, che li ha spinti a modificare i monumenti per mantenerli ''à la page'' con i gusti dei tempi, un po' per il menefreghismo e il lasciar correre altrettanto congeniti nel carattere di noi napoletani, gran parte del nostro patrimonio storico-artistico si è come disintegrato attraverso i secoli. *Un popolo semplice, parco, generoso e civile nell'animo, anche se spesso non del tutto nell'esteriorità. ====[[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]''==== *Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso. *Avvicinandoci a Napoli, l'atmosfera si era fatta completamente sgombra di nubi e noi ci trovammo veramente in un altro mondo. Le abitazioni coi tetti a terrazza facevan comprendere che eravamo in un clima diverso; ma non credo che nell'interno esse siano molto ospitali. Tutti sono sulla strada, tutti seggono al sole finché finisce di brillare. Il napoletano crede veramente d'essere in possesso del paradiso, e dei paesi settentrionali ha un concetto molto triste: «Sempre neve, case di legno, grande ignoranza, ma danari assai». Questa è l'idea che essi hanno delle cose nostre. A edificazione di tutte le popolazioni tedesche, questa caratteristica, tradotta, significa: «''Immer Schnee, hölzerne Häuser, grosse Unwissenheit, aber Geld genug''».<br>Napoli per sé si annunzia giocondamente, piena di movimento e di vita; una folla innumerevole s'incrocia per le vie; il re è a caccia, la regina incinta, e non si potrebbe desiderare nulla di meglio. *Come si suol dire che colui, al quale è apparso uno spettro, non può più esser lieto, così si potrebbe dire al contrario che non sarà mai del tutto infelice chi può ritornare, col pensiero, a Napoli. *Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! *È interessante e fa così bene, aggirarsi tra una folla innumerevole e irrequieta come questa. Tutti si rimescolano come le onde d'un torrente, eppure ognuno trova la sua via e arriva alla sua meta. Solo in mezzo a tanta folla e fra tanta irrequietezza io mi sento veramente tranquillo e solo; e più le vie rumoreggiano più mi sento calmo. *Il più splendido tramonto, una serata di paradiso, mi hanno estasiato al ritorno<ref>Dal Vesuvio.</ref>Ho potuto tuttavia sentire come un contrasto così enorme basti a turbare i nostri sensi. L'orribile accostato al bello, il bello all'orribile, si annullano a vicenda e finiscono per produrre una sensazione d'indifferenza. Non v'ha dubbio che il napoletano sarebbe un altr'uomo, se non si sentisse prigioniero fra Dio e Satana. *Napoli è un paradiso; tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. A me accade lo stesso; non mi riconosco quasi più, mi sembra d'essere un altr'uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso. *{{NDR|Kniep}} mi condusse sulla terrazza di una casa, dalla quale si poteva abbracciar con lo sguardo specialmente la parte bassa di Napoli, verso il molo, col golfo e la spiaggia di Sorrento; tutta la parte a destra si presentava in uno sfondo singolarissimo, come forse sarebbe difficile vedere da tutt'altro punto. Napoli e bella e stupenda da per tutto. *Oggi ci siamo dati alla pazza gioia e abbiamo dedicato il nostro tempo a contemplare meravigliose bellezze. Si dica o racconti o dipinga quel che si vuole, ma qui ogni attesa è superata. Queste rive, golfi, insenature, il Vesuvio, la città, coi suoi dintorni, i castelli, le ville! Al tramonto andammo a visitare la Grotta di Posillipo, nel momento in cui dall'altro lato entravano i raggi del sole declinante. Siano perdonati tutti coloro che a Napoli escono di senno! Ricordai pure con commozione mio padre, cui proprio le cose da me vedute oggi per la prima volta avevano lasciato un'impressione incancellabile. *Per ritornare al popolino di Napoli, è interessante osservare che, come fanno i ragazzi più vispi quando si comanda loro qualche cosa, anche i napoletani finiscono con l'assolvere il loro compito, ma ne traggono sempre argomento per scherzarvi sopra. Tutta la classe popolana è di spirito vivacissimo ed è dotata di un intuito rapido ed esatto: il suo linguaggio deve essere figurato, le sue trovate acute e mordaci. Non per nulla l'antica Atella sorgeva nei dintorni di Napoli; e come il suo prediletto Pulcinella continua ancora i giuochi atellani, così il basso popolo s'appassiona anche adesso ai suoi lazzi. *Poco dopo arrivammo ad un'altura, dove un quadro grandioso si presentò ai nostro occhi. Napoli in tutta la sua magnificenza, con le sue case schierate lungo la spiaggia del golfo per parecchie miglia, i promontori, le lingue di terra, le pareti delle rocce, e poi le isole, e, nello sfondo, il mare: spettacolo davvero incantevole.<br>Un canto selvaggio, o piuttosto un grido, un urlo di gioia mi spaventò e mi turbò: era il ragazzo, che stava nel biroccio dietro a noi. Io lo rimproverai vivacemente, mentre fino allora egli non aveva inteso una sola parola aspra da noi, essendo in fondo un buon figliuolo. Per un poco, non si mosse; poi mi batté lievemente sulla spalla, tese fra noi due il braccio destro con l'indice alzato e: – Signor, perdonate – disse – questa è la mia patria! Ciò che mi sorprese non men di prima e mi fece luccicare negli occhi, povero figlio del nord, qualche cosa come una lacrima. *Qui la gente non si dà alcun pensiero dei fatti altrui; è molto se si accorgono di correre qua e là, l'uno accanto all'altro; vanno e vengono tutto il giorno in un paradiso, senza guardarsi troppo intorno, e quando la bocca dell'inferno loro vicino minaccia di montar sulle furie, ricorrono a [[San Gennaro|S.Gennaro]] e al suo sangue, come del resto tutto il mondo ricorre al sangue, contro la morte e contro il demonio. *Riscontro in questo popolo un'industriosità sommamente viva e accorta, al fine non già ad arricchirsi ma di vivere senza affanni. *Se i napoletani non vogliono saperne di lasciar la loro città, se i loro poeti decantano con iperboli esagerate la felicità della sua posizione, bisognerebbe scusarli, anche se nei dintorni sorgessero due o tre [[Vesuvio|Vesuvi]] di più. In questo paese non è assolutamente possibile ripensare a [[Roma]]; di fronte alla posizione tutta aperta di Napoli, la capitale del mondo, nella valle del Tevere, fa l'impressione di un monastero mal situato. *«Vedi Napoli e poi muori». Dicono qui. ====[[Ferdinand Gregorovius]]==== *I mercati settimanali hanno pure luogo su quella [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza]], per un Tedesco di triste memoria, perché colà fu decapitato l'[[Corradino di Svevia|ultimo degli Hohenstaufen]]; è del pari caratteristica per essere stato il teatro di uno storico episodio, quello di [[Masaniello]], su quella piazza dai lazzari eletto loro re, e ivi trucidato.<br>Questo luogo è storico per il popolo napoletano; è come la sua [[Presa della Bastiglia|piazza della Bastiglia]], sanguinosa per le scene terribili di giustizia popolare; il popolo vi troncò il capo a nobili cittadini e li espose all'oltraggio. È rimasta terribile anche per i ricordi della peste. *I Napoletani sono irritati, ma ridono. Non vi è in tutto il mondo un paese in cui il dispotismo sia usato con tanta facilità, poiché è impossibile distruggere i tesori di questa splendida natura, ridurre sterile questo fertile suolo. Sotto questo cielo ognuno può sempre liberamente muoversi, tutti quanti i sensi provano la loro soddisfazione. La natura eguaglia tutto: non vi è luogo più democratico di Napoli. Chi potrebbe mai annullare questa ''magna charta'' della libertà? *Io dimorai a S. Lucia quaranta giorni, e dalla mia finestra vedevasi tutto il golfo raggiante di luce: le due cime del Vesuvio dominanti la bianca città, le pittoresche {{sic|spiaggie}} di Castellammare, di Sorrento, fino a Capo Minerva, e l'isola di Capri. Ogni mattino, quando la rosea luce del golfo veniva a svegliarmi nella mia camera, mi abbandonavo alla contemplazione di quel fantastico spettacolo che è colà il levare del sole, e guardavo le tinte di fuoco dei monti e del mare, che parevano avvolgere in un incendio colossale la grandiosa città. Ma più magico ancora era lo spettacolo che mi si parava dinanzi allorché la luna nel suo pieno, sorgeva sul [[Vesuvio]], e spandeva la sua luce argentea sui monti, sul mare, sulla città, illuminando l'intero golfo. La cupa foresta degli alberi delle navi nel porto si distaccava allora sopra un fondo di brillante bianchezza; la luce dei fanali impallidiva; infinite barche scivolavano sulle onde, e sparivano, e tosto ricomparivano all'orizzonte; lo scoglio gigantesco di Capri appariva, e Somma, il Vesuvio, i monti di Castellammare e di Sorrento, quasi forme fantastiche, s'illuminavano. Chi avrebbe potuto dormire in quelle notti? Io prendevo una barca a S. Lucia e navigavo su quelle onde fosforescenti, oppure rimanevo seduto sulla spiaggia, insieme con popolani a mangiare frutti di mare. *Io ho trovato sempre straordinariamente caratteristico questo spettacolo. Nelle ore calde del pomeriggio, sotto il porticato di una delle principali chiese, quella di S. Francesco di Paola, si vedono centinaia di lazzaroni sdraiati che dormono, sudici e cenciosi, decorazione poco armoniosa e decorosa con quell'opera architettonica. Ho ripensato a quegli altri lazzaroni dell'antica Roma, i quali facevano essi pure la siesta sotto il portico di Augusto e di Pompeo, se non che quelli tenevano in tasca le tessere per la distribuzione del grano, e questi non l'hanno. In qualunque altra capitale d'Europa la polizia caccerebbe via tutti quei dormienti dal portico di una chiesa dinanzi al palazzo reale. Qui, invece, dormono a loro bell'agio, e le sentinelle che passeggiano distratte in su e in giù presso le statue equestri di Carlo III e di Ferdinando I, li guardano come la cosa più naturale del mondo. *L'armonia regna in questo paese: non un volto grave, melanconico: tutto qui sorride; a migliaia scivolano nel porto le barche, a migliaia passano per Chiaia e S. Lucia le carrozze; ad ogni passo s'incontrano persone intente a mangiare maccheroni, o frutti di mare; in terra si canta e si suona; tutti i teatri sono aperti; oggi, come prima, il sangue di S. Gennaro bolle e si discioglie; nessuna bomba ha ucciso {{sic|pulcinella}}; la Villa Reale è piena di forestieri che lasciano cospicue {{sic|mancie}}. Questo popolo vive alla giornata: non ha passioni politiche, non ama le cose gravi, le passioni virili, senza le quali un paese non ha una storia propria. Dalle sue origini Napoli ha sempre avuto per padroni gli stranieri: i Bizantini prima, poi i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Spagnuoli, i Borboni e Gioacchino Murat. Un popolo, che è privo di carattere, che non ha sentimento nazionale, si piega a qualunque signoria. Fa senso vedere ancora oggi in corso le monete coll'effigie di Murat, accanto a quelle di re Ferdinando. Gli uomini assennati, che scusano il carattere di questo popolo e non se ne adontano, mancano di perspicacia e di prudenza. *La folla e il movimento che regnano sul porto, sono un nulla in confronto a quanto si vede nei due maggiori mercati, vicini a Marinella: il Porto Nuovo e il Mercato. Il Porto Nuovo è sempre ingombro da una folla immensa; si direbbe che l'intera Campania abbia mandato le sue frutta e il golfo tutti i suoi pesci su questa piazza. Il popolo vi si reca per comprare, per mangiare; lo si potrebbe dunque definire come il ventricolo di Napoli. È veramente interessante osservare tutta quella folla, tutto quel frastuono, ed uno lo può fare a suo bell'agio, rifugiandosi in una di quelle cucine all'aperto, costituite da quattro tavole, dove si preparano e vengono mangiate le ''pizze'', specie di torte schiacciate, rotonde, condite con formaggio, o con prosciutto. Si ordinano e in cinque minuti sono pronte; per digerirle, però, è necessario avere i succhi gastrici di un lazzarone. *Le bellezze della natura e i sentimenti cristiani, alla presenza delle più grandi meraviglie della creazione, risvegliano sempre idee tristi. Ero giunto su di una altura dove alcuni soldati svizzeri stavano bevendo fuori di una piccola bettola, una capanna di paglia. Di lassù si dominavano il mare, le isole di Nisida, di Procida e d'Ischia, tutte avvolte nel manto meraviglioso del sole al tramonto. Uno di quei soldati mi si avvicinò e, gettando uno sguardo su quello spettacolo meraviglioso, con tono di mestizia mi disse: «Come è bello! troppo bello!... rende melanconici...» *Mentre io stavo seduto sulle rovine della villa di Giove, contemplando lo splendido golfo irradiato dal sole, il [[Vesuvio]] che fumava mi parve quasi il [[Tiberio]] della natura, e pensai che spesso da questo punto Tiberio lo contemplasse cupo e pensoso, ravvisando la sua stessa immagine personificata nel demonio della distruzione. Nel contemplare il vulcano e ai suoi piedi la fertile Campania e il mare avvolto di luce, il monte solitario che terribile signoreggia quella felice regione mi sembrò quasi un simbolo della storia dell'umanità ed il vasto anfiteatro di Napoli la più profonda poesia della natura. ([[Ferdinand Gregorovius]]) *Nel quartiere di S. Lucia è concentrato specialmente il commercio dei frutti marini, disposti in buon ordine, con le ostriche, nelle piccole botteghe, ciascuna delle quali porta un numero e il nome del proprietario. Sono incessanti le grida per invitare la gente ad entrare; le botteghe sono illuminate, e tutti quei prodotti del mare rilucono dei colori più svariati: sono ricci, stelle di mare, coralli, araguste, dalle forme più bizzarre, dalle tinte più dissimili. Il mistero delle profondità marine è ivi svelato e quel piccolo mercato presenta ogni sera il lieto aspetto quasi di una notte di Natale marittima. *Non potrei descrivere quali brutte immagini di santi io abbia visto portare in processione a Napoli; prodotti di un'arte senza principî, senza gusto e di una fantasia bizzarra che, in quanto a stranezza, ha poco da invidiare all'arte indiana. Per formarsi un'idea di quanto sia disposto questo popolo ad essere tollerante in materia d'arte, basta osservare bene quelle barocche statue di santi per le strade e quei Cristi in legno di orribile fattura, sorgenti qua e là nelle piazze. [...] Pur troppo, l'uomo qui non corrisponde, alla natura che lo circonda; diversamente, in vista di questo mare, di questi monti, di questo cielo, non potrebbe pregare davanti a quegli orribili fantocci. *Povere cose, invero, l'erudizione e l'archeologia! In questo angolo di paradiso le cose si sentono e si comprendono oggi come le sentivano e le comprendevano gli antichi. Qui regna ancora l'idea del culto di Bacco e l'immaginazione si solleva in alto come una baccante col tirso; qui ci sembra di staccarci dal suolo e, sciolti da ogni vincolo terreno, di spaziare nell'atmosfera. *Questa Piazza Reale, vicinissima al mare, di cui però non si gode la vista, mirabilmente selciata, tanto che potrebbe servire benissimo da sala da ballo, circondata di eleganti edifici, è uno dei punti più eleganti della città. Vi risiedono il Re, la Corte e le principali amministrazioni; si potrebbe chiamare questa piazza, non il cuore di Napoli, ché questo titolo spetta al porto, ma il cervello. *Rimasi a lungo sulla terrazza di S. Martino appoggiato al parapetto ad ascoltare le voci che salivano da Napoli. Se questo popolo, pensavo, fa tanto chiasso nella sua vita comune, quanto ne farà quando è agitato da passioni, durante le lotte, quando vuole il saccheggio, come fecero il 15 maggio 1848 i lazzaroni a migliaia dietro la carrozza di re Ferdinando!<br>Il frastuono napoletano ha però di solito un carattere pacifico: è allegro ed in fondo è ordinato nel suo apparente disordine. Tutta quella gente, che brulica come formiche, si muove in certe direzioni fisse, con uno scopo determinato. In questo popolo la vita circola come il sangue nel corpo umano, e quelle sue pulsazioni febbrili in apparenza, sono in realtà regolari e normali. *[[Roma]], da dopo la rivoluzione del 1848, appare ancor più silenziosa che nel passato; tutta la vivacità del popolo è scomparsa e le classi agiate si tengono paurosamente nascoste, guardandosi bene di far parlare di sè; e le classi infime sono ancora più misere e più oppresse di prima. Le feste popolari sono scomparse, o quasi; il carnevale è in piena decadenza; e persino le feste di ottobre, un tempo sì allegre fuori delle porte, fra i bicchieri di vino dei Castelli e il saltarello, sono presso che dimenticate. [...] Ben diverso è l'aspetto di Napoli, dove il vivace, febbrile e continuo chiassoso movimento di tutto quel popolo, ha del fantastico. Si direbbe una città in rivoluzione, perché tutti si muovono, tutti si agitano, tutti gridano e schiamazzano. Nel porto, sulle rive del mare, nei mercati, in [[via Toledo]], persino a Capodimonte, al Vomero, a Posillipo, lo stesso movimento, lo stesso chiasso. A Napoli non si riesce a far nulla, e il nostro occhio nulla può fissare: ovunque bisogna guardarsi senza posa contro gli urti e gli spintoni. La stessa viva luce del mare e delle rive mantiene in continua agitazione, eccita la vista e la fantasia; e il frastuono delle voci umane e delle carrozze non cessa nemmeno nel cuore della notte. *S. Lucia, il luogo di carattere più svariato e dove sono le locande di secondo ordine, è la linea di confine fra la parte aristocratica di Napoli e quella popolare. Il porto è il punto del maggior movimento popolare e del commercio; ivi si lavora, si traffica senza posa, e ivi è tutto quello che è necessario alla vita del popolo. V'è un movimento continuo; le calate sono sempre ingombre di carbone e di altri materiali; vi si affollano continuamente pescatori, barcaiuoli, lazzaroni, piccoli mercanti. Gli abitanti delle campagne, i popolani vengono qui ad acquistare gli abiti e le scarpe, che empiono case da cima a fondo. Qui si vendono tutte le masserizie casalinghe, qui sono caffè, liquorerie, spacci di tabacco, unicamente frequentati dal popolo, fruttaioli i quali tengono gli aranci e le angurie già tagliate a fette che essi vendono per un tornese e che vengono mangiate dai compratori in piedi. Qui si vedono vere montagne di fichi d'India, di cui la gente più misera si nutre; questo è il luogo di riunione, si potrebbe dire la sala di conversazione del popolo. *Tanto nella festa della Madonna del Mercato, quanto in altre occasioni, il popolo non pensa che a divertirsi e a stare allegro. I Napoletani non vanno ad una festa per assistere alle funzioni religiose, per ammirare le fonti del culto, ma per stare all'aria aperta, per godere le bellezze naturali, cui la folla variopinta dà un nuovo risalto. Ho visto migliaia e migliaia di Napoletani alla festa per il centenario della Madonna di Posillipo. Non avevo mai assistito ad uno spettacolo così teatrale: la folla variopinta ingombrava la splendida riviera di Chiaia, la Villa Reale, tutta la strada sino a Posillipo: ovunque bandiere, festoni, fiori; il golfo splendeva di luce; sei navi da guerra, ancorate fra Chiaia e il porto, facevano senza posa fuoco dalle loro artiglierie; il rumore ed il chiasso erano indescrivibili; la processione non aveva niente di dignitoso, di solenne, d'imponente, per chi arrivava da Roma. A Roma, anche le processioni più meschine presentano un carattere artistico, il che mostra avere le arti esercitato la loro benefica influenza persino sulle minime cose del culto, quali sono gli emblemi, le allegorie, le immagini dei santi. Il senso del bello ivi regna dovunque, in ogni cosa; si direbbe che gli Dei della Grecia, i quali stanno al Vaticano e al Campidoglio, non tollerino il brutto e il barocco neanche nei santi. Il Museo Borbonico non ha esercitata affatto quest'influenza sul popolo di Napoli. ====[[Pierre-Jean Grosley]]==== *È senza dubbio sorprendente che un tale popolo, tenuto quasi sempre in nessuna considerazione nelle rivoluzioni che gli hanno fatto cambiare dominatore così spesso, abbia preso parte attivamente solo a quella di [[Masaniello]]. La sua indifferenza verso i movimenti politici poté esser messa più fortemente a prova di quando, nel cuore della capitale degli Stati dei suoi padri, lo sfortunato [[Corradino di Svevia|Corradino]], all'età di diciassette anni, versò quel che restava di un sangue riprovato e proscritto dai capi della Chiesa? Non potei vedere, senza fremere, il luogo in cui si mostrano ancora le vestigia di questa spaventosa scena.<br>Questa indifferenza, apparentemente stupida, è l'opera di un istinto illuminato dall'esperienza: ''Cosa m'importa'' – dicono con l'asino della favola – ''purché non mi si faccia portare più del mio carico ordinario''. Per completare il ritratto di questo popolo, è sufficiente aggiungere che Napoli non ha l'ombra di polizia, e tuttavia di rado avvengono quei disordini e quegli eccessi che a Parigi tutta la vigilanza del magistrato riesce a prevenire solo con un'attenzione costante. *Non ho soggiornato abbastanza a Napoli, per essere istruito a fondo sulla vita, sia privata sia di società che vi si conduce. So solo che vi si dorme più che in qualsiasi altro paese dell'Italia; che vi si consuma una quantità prodigiosa di cioccolato che ogni privato fa preparare a casa sua nella dose che più preferisce; che le conversazioni o riunioni generali sono nel tono di quelle delle altre città d'Italia; che nelle cerchie private il parlare è alla greca, cioè, molto allegro ed estremamente libero; che la galanteria è tanto comune e poco discreta nei primi ranghi, quanto rara e misteriosa nella borghesia; che, a seguirla nel popolo, gli estremi si toccano; che la continenza, in generale, a Napoli è la virtù meno comune; che l'amore, che altrove spesso non è che apparenza, fatuità, fantasia, è uno dei più urgenti bisogni; infine che il Vesuvio, che comanda questa città, è l'emblema più esatto sotto cui da questo punto di vista la si possa rappresentare.<br>Altri bisogni, che la polizia ed un certo pudore altrove, soprattutto nelle grandi città, reprimono, a Napoli sono al di sopra di tutte le leggi. Lo zolfo, mescolato a tutti i vegetali e a tutti gli alimenti, l'uso continuo del cioccolato, dei liquori più forti, delle spezie che più riscaldano provocano esplosioni ed eruzioni che non sopportano né rinvio né cerimonie. I cortili dei palazzi e degli alberghi, i porticati delle case private, le loro scale e i loro pianerottoli sono altrettanti ricettacoli per le necessità di tutti i passanti. Anche chi va in carrozza scende per mescolarsi alla folla che cammina; chiunque si prende in casa d'altri la libertà che permette a casa sua. *Sotto un'apparenza di allegria, di distrazione e di leggerezza, il popolo e la borghesia di Napoli, divisi fra il lavoro ed il piacere, nascondono vedute profonde e ben seguite, se non in ciascuna testa, perlomeno nell'insieme. Considerati in questo insieme, formano una democrazia indipendente dal re e dalla nobiltà alla quale si uniscono quando il loro interesse lo esige. Nel loro partito hanno sempre in basso clero e la maggior parte dei monaci di cui Napoli brulica. ====[[Felix Hartlaub]]==== *A nemmeno cento metri di distanza dal mio attuale domicilio ha insegnato [[Tommaso d'Aquino]], è cresciuto [[Giordano Bruno]], sono sepolti il [[Fernando Francesco d'Avalos|Pescara]] e [[Vittoria Colonna]]<br>Dall'altra parte della strada ha passeggiato [[Francesco Petrarca]], e [[Federico II di Svevia|Federico II di Hohenstaufen]] ha amministrato la giustizia − incredibile, incommensurabile. Ma la vita del presente in questa città si muove e gira così rumorosa e disinvolta intorno a questi monumenti che non si ha nemmeno il tempo di rendersi ragione del loro significato. Per tanta ricchezza di tempo – assenza di tempo – Napoli eterna è semplicemente uno degli ingredienti eterni del tempo. Dio creò il cielo, l'acqua e la terra e creò anche l'elemento "napoletano", una piccola nuvola di olio grasso e odore di putrido, con alcune melodie e frammenti di chiasso, un Tutto e un Nulla, un elemento di tutto il mondo e insieme anche qualcosa semplicemente di inferiore. Ci saranno ancora molti bravi napoletani e gente che a Napoli imparerà e farà qualcosa di buono, si pensa, e si compra una pizza in una strada su cui, forse, ha camminato verso Roma l'apostolo [[Paolo di Tarso|Paolo]]. *A volte trovo tutto inverosimilmente grandioso, un'altra volta confuso e perturbante, in ogni caso è sempre molto interessante e prende tutta la persona come un sortilegio. Non esiste un'altra città che così, ad ogni passo, trasmette a chi cammina il suo respiro, con cui bisogna entrare in rapporto interiore. Qui non si possono cogliere, con tranquillo stato d'animo epicureo, i tesori d'arte, perfezionare la propria cultura, no, ogni giorno bisogna ricominciare di nuovo in qualche modo da capo, cercare sempre di nuovo il proprio cammino spirituale attraverso le pesanti grossolane realtà che oppone, ad ogni passo, la vita della strada. *Il grande sole africano dona al cervello una grandiosa asciuttezza, vengono prosciugate tutte le pozzanghere dell'osservazione che psicologizza e individualizza. L'uomo accetta se stesso come è venuto al mondo e si mette subito in marcia verso un fine che gli è naturale. Il carattere matura presto al grande calore e non richiede tanto spazio per sé come da noi, consiste quasi sempre per metà in gentilezza, premura e disponibilità e tante altre piacevoli virtù con cui gli uomini reciprocamente rendono i loro rapporti più facili.<br/>E se da un canto con questa mancanza dell'idea dell'Io e della personalità ci si ritrova già quasi in Oriente, d'altro canto l'Occidente, con il mondo antico, il cristianesimo e con la scienza moderna è presente ovunque nella sua forma più evidente.<br/>Naturalmente bisogna accettare anche altre cose, la mancanza, per esempio, di una qualsiasi generosità eroica. In fondo questa spiritualità del tutto particolare la si può spegare con il fatto che Napoli in realtà è un paese, una nazione a sé, con un passato del tutto diverso da quello del resto dell'Italia. ====[[Raffaele La Capria]]==== *A Napoli, – e in questo mondo di kamikaze dove pietà l'è morta – siamo andati «molto oltre tutto quello che si poteva immaginare». Se eliminassimo tutti gli assassini che vanno in giro nelle nostre città si dovrebbe aprire una succursale dell'Inferno. *La Napoli dimenticata, l'altra faccia di una città che ha dato all'Italia [[Benedetto Croce]], [[Salvatore Di Giacomo]], anche se tutto questo viene trascurato perché nella rappresentazione della città prevale sempre l'osservazione sulla plebe. Io credo che la borghesia napoletana non si è saputa raccontare; non ci sono romanzi e personaggi che la rappresentano, così come invece hanno saputo fare in Sicilia con [[Federico De Roberto|De Roberto]], [[Giovanni Verga|Verga]], [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]]; Napoli ha eccelso soltanto nel pensiero, è stata più avanti, non solo della Sicilia ma anche di altre regioni italiane, nella speculazione filosofica. *La nostra non è la città di quel "chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato" che spesso le attribuiscono. Chi ha dato e chi ha avuto restano sulle rispettive posizioni. Intransigenti nel valutarle. Appassionandosi ancora nel discuterne, dopo quarant'anni. Finché una città trova parole per parlare di sé, fa emergere contrasti all'interno di questo discorso e riesce a interessare anche gli altri, vuol dire che non è morta. *Ma è l'Italia il vero problema di Napoli. *Napoli è stata uccisa dalla speculazione edilizia. Si combatteva contro questa speculazione... Cambiare la struttura [[urbanistica]] di una [[città]] significa cambiarne la morale. E Napoli è cambiata moltissimo dopo la speculazione edilizia: è stato allora che sono arrivate le periferie inabitabili, è stato allora che è nata la «corona di spine», così viene chiamata a Napoli la periferia, «corona di spine». Ed è allora che, come scrivevo in ''L'occhio di Napoli'', se ti capita di sbagliare strada, vai a finire in periferia e puoi arrivare all'inferno. ====[[Jérôme Lalande]]==== *Il carattere tranquillo di questo popolo è ben apparso durante la terribile carestia che provò questa città {{NDR|di [[Napoli]]}} nel 1764: non si vide la minima sommossa; tuttavia le strade erano piene di infelici che morivano o di fame o per le malattie che la malnutrizione porta con sé, e i Magistrati avevano tanto più torto, in quanto avevano lasciato esportare i grani in abbondanza qualche mese prima. *Niente si può immaginare di più bello, di più grande, di più singolare sotto tutti i punti di vista del colpo d'occhio di Napoli da quel lato in cui la si vede: questa città è posta al fondo di un bacino, chiamato in italiano cratere, che ha due leghe e mezzo di larghezza e altrettante di profondità; esso sembra quasi chiuso dall'isola di [[Capri]], che si presenta dal lato di mezzogiorno, e sebbene a sette leghe di distanza la vista termini piacevolmente, si crede di vedere ai lati di quest'isola due aperture chiamate in effetti Bocche di Capri, ma l'una ha più di otto leghe di larghezza, e l'altra ha solamente una lega, sebbene esse appaiono pressoché uguali. *Non si incontrano affatto la sera, nelle strade di Napoli, quelle donne che sono la vergogna del loro sesso con le molestie; è vero che vi sono delle guide che si piazzano nei luoghi conosciuti, come vicino al teatro, ma è ancora con una specie di riservatezza, o di timidezza, che fa onore ai costumi e alla città di Napoli. ====[[Giacomo Leopardi]]==== *L'aria di Napoli mi è di qualche utilità; ma nelle altre cose questo soggiorno non mi conviene molto... Spero che partiremo di qua in breve, il mio amico e io. *Lazzaroni pulcinelli nobili e plebei, tutti ladri e b. f. degnissimi di Spagnuoli e di forche. *Paese semibarbaro e {{sic|semiaffricano}}, nel quale io vivo in un perfettissimo isolamento da tutti. ====[[Nanni Loy]]==== *Durante la lavorazione de ''Le quattro giornate di Napoli'', se prendevo il megafono e dicevo alle 500 comparse di correre da una direzione all'altra ad un mio fischio, non si muoveva nessuno. Inizialmente non riuscivo a capire il perché. La realtà è che non mi riconoscevano il diritto di imporre loro qualcosa con un fischio. Bisognava loro spiegare il motivo. Così mi riunii a loro e spiegai il perché di quella scena. [...] Il rendimento si capovolse e tutte le comparse dettero un loro contributo creativo. Non erano stati parcellizzati con un dovere. Si sentirono talmente investiti del problema del film e delle riprese, da comportarsi come dei registi. Durante le prove gridavano stop nel megafono per fermare gli errori, assimilando ciò che facevo io, interrompendo le riprese anche quando andavano bene. Ma perché volevano diventare tutti registi? Perché nei napoletani è insopprimibile il desiderio di essere considerate persone, con una dignità personale, una intelligenza ed una personalità riconoscibili. [...] A Napoli, no. Con i soldi e gli ordini non si compra nulla. *Provo una sorta di amore e odio, una grande ammirazione, affetto e tenerezza per il singolo napoletano. Provo al tempo stesso molto risentimento per quella che ricordo essere l'organizzazione sociale della città. L'odio nasce per questo patrimonio, energie, ed intelligenza che venivano, non so oggi, continuamente deviate, sprecate. È un'amarezza che mi prende qualche volta, nel vedere queste persone che singolarmente valgono tanto, sprecarsi in complicazioni inutili, confusioni evitabili, violenze ingiustificate. *Vi è una cultura di fondo individualista, ed in questo senso è da considerare negativa, per quanto sia al tempo stesso molto ricca di un grande potenziale, che si manifesta in esaltazione della persona e dell'uomo contro tutte le culture di appiattimento del nostro tempo. L'individualismo dei napoletani produce certamente delle difficoltà di gestione degli affari sociali, il che la fa apparire agli occhi di un non napoletano come me una città incivile, una civis incivile; è pur vero, però, che in questo modo si preserva la ricchezza dell'individuo, la sua fantasia, quel potenziale che le permette di essere fuori dalle regole della produzione e del consumo. ====[[Curzio Malaparte]]==== *Napoli è la più misteriosa città d'Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. È la sola città del mondo che non è affondata nell'immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno. Napoli è l'altra Europa. Che, ripeto, la ragione cartesiana non può penetrare. *Nessun popolo sulla terra ha mai tanto sofferto quanto il popolo napoletano. Soffre la fame e la schiavitù da venti secoli, e non si lamenta. Non maledice nessuno, non odia nessuno: neppure la miseria. Cristo era napoletano. *Non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli. *Quando Napoli era una delle più illustri capitali d'[[Europa]], una delle più grandi città del mondo, v'era di tutto, a Napoli: v'era Londra, Parigi, Madrid, Vienna, v'era tutta l'Europa. Ora che è decaduta, a Napoli non c'è rimasta che Napoli. Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. E' il destino dell'Europa di diventar Napoli. Se rimarrete un po' di tempo in Europa, diverrete anche voi napoletani. *Tutti piangevano, poiché un lutto, a Napoli, è un lutto comune, non di uno solo, né di pochi o di molti, ma di tutti, e il dolore di ciascuno è il dolore di tutta la città, la fame di uno solo è la fame di tutti. Non v'è dolore privato, a Napoli, né miseria privata: tutti soffrono e piangono l'uno per l'altro, e non c'è angoscia, non c'è fame, né colera, né strage, che questo popolo buono, infelice, e generoso, non consideri un tesoro comune, un comune patrimonio di lacrime. ====[[Giorgio Manganelli]]==== *La storia di Napoli nasce lentamente. Soprattutto, è una storia esotica, una invenzione che sa di [[Omero]], di poemi ciclici, di innumeri indecifrabili frammenti di leggende, favole, conti di mercanti, liti di taverne, imbrogli, risse, coltelli lucidi e rapidi, adulteri e nostalgie. *Napoli voleva essere accerchiata, catturata, la grande metropoli inesistente, invisibile, intoccabile, stava nel centro delle grandi manovre delle flotte tra piratesche e adolescenti che cercavano casa oltre le coste patrie. Napoli non c'era; non c'era il rumore, il clangore, non il precipitoso coagulo di colori, non gli dèi, le donne, l'aroma del cibo, il sonno. Eppure l'ipotesi colossale di Napoli agiva, e i minuscoli uomini sfioravano lo spazio che doveva per sempre essere Napoli. Poi sbarcarono a Cuma. *[[Partenope (sirena)|Partenope]] è una sirena, è una città, è greca, è morta per amore, è una dea, è un luogo, è una strada, è una taverna, è miracolosa, venerarla bisogna, qui è Partenope<ref>Nel testo: [[Partenone]].</ref>, Partenope è in ogni luogo, di soppiatto scaturisce dal mare, qui dove è nome di ninfa sarà sacra la ninfa nei secoli; non morirà mai; la città non morrà, la ninfa città non morrà. Gioco, allucinazione, miracolo, liturgia, la città-ninfa sta nascendo. È inevitabile chiedersi; ma come, ma quando, ma dove nasce Napoli?<br>Giacché il nascere di Napoli non può essere il nascere di altre, anche nobili, eroiche città.<br>Dopo Partenope nascerà una «città nuova», insomma una Neapolis. Siamo arrivati? Forse siamo arrivati da sempre; forse è impossibile arrivare. Ma questo sospettiamo: che vi fu un momento in cui tra i marittimi dalle brache salse e crude, tra i duri campani che non capivano greco, cominciarono ad arrivare gli dèi. *Si ha l'impressione che arrivassero dappertutto, e certamente era così, ma che a Napoli-Partenope fosse impossibile distinguerli dalla folla di {{sic|graeculi}} e campani; erano dèi forastici, meteci, un po' contado un po' mare, ma fitti e inframettenti come i folletti. (Certo che c'erano i culti misterici. A Napoli? Ma dove volete che fossero? E [[Mitra]] si sa. E la bella [[Cerere (divinità)|Cerere]], materna e chiassona, e un'Iside così pervasiva che nemmeno si sa dove si fosse il suo santuario, si è diffusa per tutta la città, non v'è città isiaca come Napoli-Partenope. Ecco, Partenope; no, non è né storia, né folklore, è ancora una presenza sacra, e ancora qualcuno, che non veda Cerere, sussurra nella gran folla una preghiera greca a una ninfa ondosa, una ninfa greca morta dopo aver conosciuto [[Ulisse|Odisseo]]. '''[[Sándor Márai|Sandor Marai]]''' * Già verso Napoli sul treno mi è venuto in mente, e mi animava anche durante i giorni trascorsi a Roma: scrivere un altro romanzo, un’ultimo con il titolo: ''Il sangue di San Gennaro''. Un uomo arriva a Napoli, e decide di salvare il mondo – questo sarebbe il romanzo. * L’addio a Napoli, a [[Posillipo]] fu più doloroso di qualsiasi addio ad una persona, o a qualcosa nella mia vita. [...] Questi tre anni e mezzo in Italia, a Posillipo, erano il dono più grande nella mia vita. Ho amato tutto qui, e sapevo che a modo loro anche loro, gli italiani meridionali, mi hanno accettato. Molti hanno pianto, nella cittadina e nel palazzo i venditori di vino, di carbone come anche il pescivendolo mi stringevano la mano. * Napoli è un posto curioso: una città dove il miracolo regolarmente, due volte all’anno fa parte della vita della città, come un avvenimento turistico. I napoletani sono gli specialisti del miracolo. * Per i vicoli di Napoli, ogni pomeriggio. Nei dintorni di San Biagio dei Librai. Abitano tutti qui: [[Benedetto Croce]], il vescovo, i principi, in mezzo al lerciume, in palazzi pericolanti. Ed è qui che abita il popolo napoletano. Uomini di ogni classe, di ogni condizione mangiano e bevono le stesse cose, la pensano alla stessa maniera, sognano allo stesso modo. Sono tutti uomini mediterranei. Non tanto italiani, quanto piuttosto mediterranei. È questo il loro stato sociale. * [[Posillipo]] è come se fosse la Collina delle Rose a Budapest, ma anche come il villaggio di Leányfalu sul Danubio. Tutto qui è «come se fosse»... Anche Napoli è come Budapest: non c’è l'Isola Margherita ma c'è [[Capri]], non ci sono i Bagni Lukács ma c'è il Mar Tirreno, non c'è il Danubio, ma qui davanti alle mie finestre si spalanca il Golfo di Napoli, non ci sono le Colline di Buda, ma c'è il [[Vesuvio]], non c'è la Váci utca, ma c'è via Chiaia con i suoi negozi eleganti, dove sciama e s'affretta la folla variopinta e orientaleggiante di Napoli, che assomiglia misteriosamente a quella di [[Budapest]]. ====[[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]==== *Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia! *Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. *Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|il Vesuvio}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. *Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. *I "Quartieri", a Napoli, sono tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile. *Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. *La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? *La notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a Posillipo il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. *La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. *La quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli. *Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. *Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette. *Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; Napoli è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? *Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il Vesuvio, le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. ====[[Mario Martone]]==== *Attraverso il teatro Napoli esprime spudoratamente il suo stato di capitale del Sud del mondo. *Napoli è una città difficile che insegna ad essere aperti, liberi, disponibili alle novità. Napoli ha una forza dolorosa ed è per questo che io l'amo. *Questo popolo, fratello di tanti popoli sofferenti, vivo più che mai intorno a noi, ci insegna a aprire gli occhi, guardare in faccia il dolore e trasformare il dolore in energia. ====[[Francesco Mastriani]]==== *Gli è indubitato che ci è ancora della feccia nel nostro popolo, e ce ne sarà ancora per qualche tempo. Ma è forse possibile una compiuta improvvisa riforma de' suoi costumi?<br>Noi accogliamo la speranza, per non dire la certezza, che tra dieci anni il nostro popolo non sarà secondo ad altri in Europa. Voglia Dio benedire all'opera della nostra rigenerazione, iniziata dal più Grande Italiano vivente [[Giuseppe Garibaldi|GIUSEPPE GARIBALDI]]! Voglia Dio benedire gli sforzi degli uomini che han rette intenzioni e buon volere! Possano le aure incantate del nostro cielo non essere più contaminate da straniere favelle! Possano i nostri ubertosi campi non essere più calpestati da orde inimiche del sangue italiano! Possa presto Napoli festeggiare il dì in cui per tutta [[Italia]] risuoni il grido della compiuta nostra unificazione, proclamata in ROMA CAPITALE. Allora, dopo il ''Pater noster'', noi insegneremo a' nostri figliuoli questa altra prece che eglino dovranno recitare ad ogni alba e ad ogni sera:<br><br>''Da' Tedeschi ed Imperiali,<br>Da' Francesi e Cardinali<br>Libera nos, Domine!'' *L'invenzione dei bassi, cioè delle case a terreno, delle case-botteghe, è proprio un'invenzione tutta napolitana a pro del guaglione, il quale si procura quel divertimento di scegliere quel domicilio che vuole su la soglia di qualcuni di questi bassolini. *Ma è proprio per il guaglione che Napoli è stata creata. Il guaglione è il Re di Napoli è il padrone assoluto del suolo [[Fiume|sebezio]] ed esercita talvolta il suo impero con una [[Bullismo|tirannia]] che è tanto più inesorabilmente quanto è più graziosa. *Napoli, per la sua posizione geografica, per la sua gran popolazione, per la natura feracissima del suo suolo, per le sue gloriose tradizioni in ogni ramo dello scibile, per la prodigiosa attitudine de suoi abitanti alle arti belle e dalle arti meccaniche, per grandiosi e storici monumenti di che è ricca e pei suoi vasti commerci, sarà sempre la Filadelfia d'Italia. Incorporata oggi alla grande [[Italia|Famiglia Italiana]], essa comincia ad appropriarsi dalle città sorelle l'affrancamento da quegli aviti pregiudizi che formarono per sì lungo volger di tempo sì possente ostacolo al progresso della sua civiltà siccome le città sorelle e specialmente le settentrionali cominciano a smettere, per la fusione coi nostri vispi meridionali, le forme pedantesche, le arie pesanti e le rigidezze cancelleresche. *Né climi meridionali sotto un cielo come questo di Napoli che invita così potentemente alla [[Ozio|pigrizia]] ed a quel dolce far niente di che ci han fatto una colpa gli [[Straniero|stranieri]], il [[Mendicante|vagabondaggio]] è così esteso che noi disperiamo che possa il governo giungere ad estirparlo del tutto in un paese come il nostro dove si vive così a buon mercato. Dove con dieci centesimi di maccheroni, dove con cinque centesimi di pane ed altrettanti di frutte un uomo ha messo a poco a poco il suo pranzo, non sappiamo come si possa sentire la suprema necessità e l'obbligo del lavoro. ====[[Raffaele Mastriani]]==== *L'antichità di Napoli si è del tutto smarrita nella oscurità de' secoli trascorsi. *La principal veduta è di mirar Napoli in alto mare, donde l'intiera città si presenta come un immenso anfiteatro. La seconda e di guardarla da S. Martino, dove si vede sotto gli occhi minutamente quasi tutta la città ed il delizioso contorno del golfo. La terza è di veder Napoli dalla Specola Reale o dal palazzo della Riccia: questo luogo per la estensione della sua veduta è detta con nome Spagnuolo Miradolos. La quarta è di contemplarla da' reali giardini di [[Portici]], e più dalla villa del Duca di Gravina e lì è ad essa superiore. La quinta è di osservarla dalla Madonna del Pianto. *La veduta della Capitale è sorprendente dalla cima del Vesuvio in un bel mattino di primavera: e bellissima dal terrazzo di Belvedere e dal palazzo Patrizj al Vomero, è vaga dai punti più elevali dell'Arenella, è incantevole quella parte che se ne scorge dalla strada nuova di Posillipo, al tramonto del sole. *Napoli col suo cratere, colle sue isole, col suo Vesuvio, colle sue montagne offre vedute cosi vaghe, così amene, così varie che l'anima ne resta rapita ed incantata. ====[[Marcello Mastroianni]]==== *{{NDR|A Roma}} [...] in Via del Corso [...], sentii dietro di me uno che fece "ammazza le rughe! Hai visto come si è invecchiato?" Detto forte, perché io potessi sentire. Non so se lo dicesse a una ragazza o a chi: "ammazza le rughe!" La stessa cosa mi è accaduta a Napoli. "Marcelli', c simm fatt vecchiariell eh? 'O vulit nu cafè?" La vedete la differenza? *La città meno americanizzata d'[[Italia]], anzi d'[[Europa]]. Eppure le truppe americane l'hanno avuta per tanto tempo. Ma una volta ripartiti questi soldati (a parte qualche moretto lasciato lì), tutto quanto era americano è stato cancellato.<br />La forza dei napoletani sta in questo: nel loro carattere, nella loro tradizione, nelle loro radici. *Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano perché so che ci starei bene. *Napoli va presa come una città unica, molto intelligente. Napoli è troppo speciale quindi non la possono capire tutti. ====[[Klemens von Metternich]]==== *Questo [[Vesuvio]], mia buona amica, è uno spettacolo imponente ed augusto. Sfortunatamente non posso vederlo dalla mia finestra; lo si vede però da qualsiasi posto, anche solo a cento passi dalla mia casa, come un immenso fanale nella notte. Una forte eruzione come quella del 1814, per esempio, deve essere uno spettacolo incredibile. La montagna è così vicina alla [[Napoli|città]], ed il pendio vi porta in modo così diretto che la formazione di un nuovo cratere, e ogni eruzione ne forma uno nuovo, la metterà in gran pericolo. I napoletani, del resto, non ci pensano; sono come i marinai, che dimenticano che solo una tavola li separa dall'abisso, e si è tentati di dimenticare, al cospetto di una natura tanto bella e ridente, come il pericolo possa essere anche ravvicinato dal godimento. *Qui sareste la creatura più felice del mondo. Tutto ciò che la natura ha fatto di più bello, di più maestoso e di più incantevole è versato qui a torrenti, su tutto ciò che si vede, si sente e si tocca. *Un popolo per metà barbaro, di un'ignoranza assoluta, di una superstizione senza limiti, ardente e passionale come sono gli africani, un popolo che non sa leggere né scrivere e di cui l'ultima parola è il pugnale, offre bel soggetto per l'applicazione dei principi costituzionali. ====[[Paolo Monelli]]==== *Ha detto [[Cicerone]] che Napoli è la città dove i sospettosi diventano confidenti, e gli infelici trovano consolazione. Perciò, quando sono seccato della politica vengo a Napoli a dimenticare tutto. *I napoletani discendono dagli dèi, questa è la verità, non sono né greci né oschi né romani, sono dèi. Che per vivere sulla terra si sono fatti come siamo; un misto di spirito attico grazie agli ateniesi, di tenacia al lavoro osca, di intelligenza indulgente ed acuta quale si conviene ad esseri divini. *Il napoletano non è ozioso; è filosofo. Sa che la vita è labile, l'avvenire è fallace, il lavoro è pena; accetta ogni fatica perché deve dar da mangiare ai piccirilli e alla donna; ma non lo esalta, non ne fa una missione nella vita come avrebbe voluto quello scocciatore di Catone. È povero e non è avido di denaro, è sobrio e non s'ingozza se la fortuna gli mette davanti una tavola imbandita. *Ora Napoli ha un nome greco, e se vuoi fare un complimento a qualche mio compatriota che m'intendo io puoi chiamarla l'Atene dell'occidente; ma prima di essere Neapolis era Paleopolis, città antichissima come dice il nome, e prima era Partenope, la città delle sirene, chiamata così dalla sirena Parthenope che ci ebbe la tomba. ====[[Francesco Saverio Nitti]]==== *Come vivea Napoli prima del 1860? Essa era, come abbiam detto, la capitale del più grande regno della penisola. Messa in clima temperato, tra la collina e il mare (come nell'ideale platonico) dato lo scarso sviluppo della igiene pubblica in tutta Europa, non ostante condizioni cattive della sua edilizia, rimaneva città di dolce soggiorno, in cui i forestieri si recavano spesso a svernare, più spesso ancora erano attratti, oltre che dalla bellezza del clima, dalla facilità della vita. *Napoli ha cessato di essere, per necessità delle cose, ''città di consumo'' e non è diventata città industriale, né di commercio: quindi le risorse dei cittadini sono diminuite. *Napoli, la grande città che era ancora qualche secolo fa la seconda in Europa per popolazione, che nel 1860 soverchiava per importanza tutte le città italiane; Napoli, la città che Sella chiamava ''cospicua'' e che avea almeno fino a qualche tempo fa alcune apparenze di ricchezza, Napoli muore lentamente sulle sponde del Tirreno. ====[[Anna Maria Ortese]]==== *Come tutte le mostruosità, Napoli non aveva alcun effetto su persone scarsamente umane, e i suoi smisurati incanti non potevano lasciare traccia su un cuore freddo. *Di solito, giunti a Napoli, la terra perde per voi buona parte della sua forza di gravità, non avete più peso né direzione. Si cammina senza scopo, si parla senza ragione, si tace senza motivo, ecc. Si viene, si va. Si è qui o lì, non importa dove. È come se tutti avessero perduto la possibilità di una logica, e navigassero nell'astratto profondo, completo, della pura immaginazione. *Era strano, ma questo che vedevo, per tanti aspetti non mi sembrava un popolo. Vedevo della gente camminare adagio, parlare lentamente, salutarsi dieci volte prima di lasciasi, e poi ricominciare a parlare ancora. Qualcosa vi appariva spezzato, o mai stato, un motore segreto, che sostituisce al parlare l'agire, al fantasticare il pensare, al sorridere l'interrogarsi; e, in una parola, dà freno al colore, perché appaia la linea. Non vedevo linea, qui, ma un colore così turbinoso, da farsi a un punto bianco assoluto, o nero. *Erano molto veri il dolore e il male di Napoli, usciti in pezzi dalla guerra. Ma Napoli era città sterminata, godeva anche di infinite risorse nella sua grazia naturale, nel suo vivere pieno di radici. *Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, a tutta prima, una impressione stranissima, come di un'orchestra i cui strumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione. *L'eterna folla di Napoli, semovente come un serpe folgorato dal sole, ma non ancora ucciso. *La città si copriva di rumori, a un tratto, per non riflettere più, come un infelice si ubriaca. Ma non era lieto, non era limpido, non era buono quel rumore fatto di chiacchierii, di richiami, di risate, o solo di suoni meccanici; latente e orribile vi si avvertiva il silenzio, l'irrigidirsi della memoria, l'andirivieni impazzito della speranza. *Napoli è un pezzo di deserto azzurro. *Tornai al mio albergo, e pensando tanti casi e persone passò la notte, e riapparve l'alba del giorno in cui dovevo ripartire. Mi accostai alla finestra di quella casa ch'era alta come una torre, e guardai tutta Napoli: nella immensa luce, delicata come quella di una conchiglia, dalle verdi colline del [[Vomero]] e di Capodimonte fino alla punta scura di [[Posillipo]], era un solo sonno, una meraviglia senza coscienza. ====[[Johan Turesson Oxenstierna]]==== *Il più delizioso paese dell'Europa è Napoli, e di quanto fa {{sic|duopo}} per una vita deliziosa è provveduto, {{sic|benche}} da perverso popolo sia abitato. Albergo è quasi sempre della più trista nazione 'l paese migliore. Si trovano quivi galantuomini quanti altrove fuor d'ogni dubbio, ma così mi spiego al riguardo del popolo minuto, che dello stato la terza parte compone. *Nazione di più inquietissima è questa, e contro cui devesi ad ogni momento ben avvertire; chiara testimonianza ne fanno quaranta due generali rivoluzioni seguite {{sic|doppo}} la separazione sua dal Romano impero, di cui per lo passato era parte, e nello spazio di due anni ha cinque Re tutti di nazioni differenti avuto, questa Corona i Re di Spagna possedendo, dicevasi; ''che 'l Re cattolico in [[Sicilia]] per la dolcezza regnava, per l'autorità in [[Milano]], ed in Napoli con la sottigliezza.'' *Napoli è nel rimanente 'l paese de' Monaci e delle Civette, due spezie d'animali ugualmente pericolosi, e per una quotidiana, ed ordinaria {{sic|Conversazione}}: Forastieri molti perciò non si vedono doppo un breve soggiorno in altra maniera ritornarsene, che colla borsa vuota, caricata la coscienza, e contaminato 'l corpo. Questa è di Napoli la mia sentenza, che per verità d'esser {{sic|veduto}} merita, ma non già d'esser con troppa curiosità {{sic|esaminato}}. ====[[Pier Paolo Pasolini]]==== *Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. Non saranno dei napoletani trasformati. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili, incorruttibili. *Ho scelto Napoli<ref>Per le riprese del ''Decamerone''.</ref>perché è una sacca storica: i napoletani hanno deciso di restare quello che erano e così di lasciarsi morire: come certe tribù dell'Africa. *Io con un napoletano posso semplicemente dire quel che so, perché ho, per il suo sapere, un'idea piena di rispetto quasi mitico, e comunque pieno di allegria e di naturale affetto. Considero anche l'imbroglio uno scambio di sapere. Un giorno mi sono accorto che un napoletano, durante un'effusione di affetto, mi stava sfilando il portafoglio: gliel'ho fatto notare, e il nostro affetto è cresciuto. *Io so questo: che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Beja (o lo fanno anche da secoli, gli zingari): è un rifiuto sorto dal cuore della collettività [...]; una negazione fatale contro cui non c'è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto. *Io sto scrivendo nei primi mesi del 1975: e, in questo periodo, benché sia ormai un po' di tempo che non vengo a Napoli, i napoletani rappresentano per me una categoria di persone che mi sono appunto, in concreto, e, per di più, ideologicamente, simpatici. Essi infatti in questi anni – e, per la precisione, in questo decennio – non sono molto cambiati. Sono rimasti gli stessi napoletani di tutta la storia. E questo per me è molto importante, anche se so che posso essere sospettato, per questo, delle cose più terribili, fino ad apparire un traditore, un reietto, un poco di buono. Ma cosa vuoi farci, preferisco la povertà dei napoletani al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei napoletani alle scuole della repubblica italiana, preferisco le scenette, sia pure un po' naturalistiche, cui si può ancora assistere nei bassi napoletani alle scenette della televisione della repubblica italiana. Coi napoletani mi sento in estrema confidenza, perché siamo costretti a capirci a vicenda. Coi napoletani non ho ritegno fisico, perché essi, innocentemente, non ce l'hanno con me. Coi napoletani posso presumere di poter insegnare qualcosa perché essi sanno che la loro attenzione è un favore che essi mi fanno. Lo scambio di sapere è dunque assolutamente naturale. *Napoli è ancora l'ultima metropoli plebea, l'ultimo grande villaggio (e per di più con tradizioni culturali non strettamente italiane): questo fatto generale e storico livella fisicamente e intellettualmente le classi sociali. La vitalità è sempre fonte di affetto e ingenuità. A Napoli sono pieni di vitalità sia il ragazzo povero che il ragazzo borghese. [[Immagine:Palazzo dello Spagnolo - Naples.jpg|thumb|Palazzo dello Spagnolo]] ====[[Jean Paul]]==== *Ancor prima che avessimo compiuto il periplo del promontorio di [[Posillipo]], il cratere del [[Vesuvio]] eruttò lentamente nel cielo un figlio ardente, il sole, e mare e terra si infiammarono. L'anfiteatro di Napoli coi palazzi color dell'aurora, la sua [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del mercato]] fatta di vele pallide, il brulichio delle sue fattorie sulle pendici dei monti e sulla riva e il suo trono verdeggiante di Sant'Elmo, si drizzò fieramente tra due montagne, davanti al mare. *Io passeggiavo solitario; per me non c'era notte, né casa. Il mare dormiva, la terra pareva desta. Nel fuggevole chiarore (la luna calava già verso Posillipo) contemplavo quella divina città di frontiera del mondo delle acque, quella montagna di palazzi che s'inerpicava, fin dove l'alto [[Castel sant'Elmo|castello di Sant'Elmo]] occhieggiava bianco tra il verde del fogliame. La terra cingeva il bel mare; sul braccio destro, il Posillipo, portava fiorenti vigneti fin dentro le onde, mentre col sinistro reggeva città e racchiudeva le onde e le navi del mare e se le stringeva al petto. Sull'orizzonte la puntuta [[Capri]] giaceva nell'acqua come una sfinge e sorvegliava la porta del [[Golfo di Napoli|golfo]]. Dietro la città il vulcano fumava nell'etere, sprizzando a tratti scintille tra le stelle. *La luna era alta nel cielo, luminosa come un sole, e l'orizzonte era indorato dalle stelle – e in tutto il cielo senza nubi si ergeva sola, a oriente la cupa colonna del Vesuvio. Nel cuore della notte, dopo le due, attraversammo da un capo all'altro la città meravigliosa, in cui continuava a fiorire la vita del giorno. Gente allegra popolava le strade – i balconi si scambiavano canzoni – sui tetti spuntavano fiori, alberi tra i lampioni, e le campanelle delle ore prolungavano il giorno, e la luna sembrava riscaldare. Solo di tanto in tanto ci imbattevamo lungo i colonnati, in qualcuno intento alla sua siesta. ====[[Roger Peyrefitte]]==== *Costumi tranquilli del popolo napoletano, che ci si immagina inquietante: la sorveglianza notturna di questa città è affidata a dodici carabinieri. *La vera Napoli, meravigliosa, pittoresca, commovente: quella della strada. *«Posillipo»: «che calma il dolore». Questo luogo d'incanto deve il nome a una villa di Pollione, il Romano che gettava gli schiavi alle murene. Un nome così di buon augurio non era che un'antifrasi. *Risa e sorrisi – la sola Corte d'Europa dove [[Giacomo Casanova|Casanova]] abbia sentito ridere fragorosamente fu quella di Napoli. *Un incidente qualunque fornisce immediatamente dei numeri per giocare al lotto. Un vaso da fiori è caduto in testa ad una passante: i testimoni, dopo averla soccorsa, vanno a giocare 17 (disgrazia), 21 (ad una donna), 34 (sulla testa). ====[[Guido Piovene]]==== *A Napoli, come a Parigi, è difficile udire, almeno in conversazione, quei giudizi assoluti, radicalmente negativi che si odono altrove; come a Parigi, la tendenza è piuttosto verso l'assoluzione, naturalmente con un sottinteso un po' scettico, e senza approfondire troppo; vi è sempre, nei giudizi, un umorismo e un garbo di capitale anche mondana. *È un accento che spesso ho udito risuonare a Napoli in diversa forma. Un incanto nel vivere, unito però al sottinteso che il vivere ha per se stesso qualche cosa di doloroso. Si ha una specie di pendolo tra quell'incanto e quel sottinteso riposto: non si sa mai quale prevalga. *I bambini, le «creature» brulicano. Anche nei ristoranti medi, pochi sono gli avventori senza i bambini intorno. Napoli è una città allattante e poppante, perpetuamente gravida. Un semidio napoletano è l'amore; nella coscienza popolare, l'amore si redime con la creazione. *L'orario a Napoli può essere una necessità pratica, mai una necessità intima. Lo si abbandona quando non occorre più. *La bellezza di Napoli cresce di giorno in giorno, di settimana in settimana, via via che scopre i suoi segreti, finché si giunge a intendere che veramente è questo il più bel golfo della terra. *Napoli non è una città per puristi. Vedo una chiesetta barocca, che porta a metà altezza la statua di un angelo, e si prolunga sul medesimo piano con la finestra e il balconcino di una casa senza pretese. Al balconcino sta una donna, gomito a gomito con la statua dell'angelo; questa è veramente Napoli; si abbatta la casa e il balcone, e anche la chiesa sarà divenuta scipita. In tutte le città, ma a Napoli specialmente, risulta evidente che l'arte non è fatta soltanto di quelle che chiamiamo opere d'arte. *Come ha trovato modo di convivere con i santi, con i miracoli, con la scienza e la tecnica, questo popolo vive in confidenza con le forze occulte e le potenze cosmiche. Dovunque si destreggia con la sua malizia, come la piccola barca sulle onde del mare. Anche per questo credo che il [[Vesuvio|vulcano di Napoli]], come gli scavi archeologici del Napoletano, non abbiano equivalenti in nessuna parte del mondo: tutto a Napoli, è umanizzato due volte. ====[[Antoine-Claude Pasquin Valéry]]==== *Il popolo di Napoli, malgrado ciò che si pretende ultimamente, deve essere considerato come il primo popolo della terra per inclinazione alla sommossa: esiste un libro italiano, intitolato: ''Relazione della ventisettesima rivolta della FEDELISSIMA città di Napoli''. Ma questi uomini indisciplinati, facili all'ira, non sono né crudeli, né furiosi, e malgrado la loro vivacità e l'ardore del clima che li brucia, la loro storia non offre nessuno di quei grandi massacri popolari di cui la storia di nazioni più civilizzate offre anche troppi esempi; gli orrori della rivoluzione del 1799 scaturirono da [[Horatio Nelson|Nelson]] e dalla [[Borbone delle Due Sicilie|corte]]; degli autentici napoletani non avrebbero mai destituito [[San Gennaro]], come [[Giacobinismo|giacobino]] e protettore dei Giacobini, per sostituirlo, come si fece, con [[Antonio da Padova|S. Antonio]]. *Le diverse dominazioni straniere che hanno occupato questo paese, successivamente greco, arabo, normanno, spagnolo, austriaco, francese, produssero senza dubbio negli abitanti la loro perpetua assuefazione, la loro facilità d'imitazione: fin nei costumi odierni si ritrovano molte tracce dei costumi spagnoli, quali l'esagerazione, la iattanza, il gusto delle cerimonie, e da vent'anni l'esercito ha scimmiottato di volta in volta i Francesi, gli Inglesi, e gli Austriaci, prendendo sempre, come capita a quelle specie di copisti, ciò che c'è di peggio nei loro modelli. *Se la natura del Napoletano è poco elevata, il suo istinto è buono, compassionevole, e benché ignorante, svogliato, ha immaginazione ed un'intelligenza viva, molto suscettibile di essere coltivata; il suo linguaggio è pittoresco, figurato, talvolta eloquente. Quando Sua Maestà l'arciduchessa [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luisa]] venne a Napoli, nel 1824, la si mostrò da lontano ad un uomo del popolo, dicendogli che era ''la vedova di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]'' – ''Che la vedova?'' ribatté il [[lazzari|Lazzarone]], ''è il suo sepolcro''. ====[[Michele Prisco]]==== *La consonanza assoluta della gente napoletana con la città che la tiene stretta è il fatto capitale, che non somiglia a nessun altro fenomeno sociologico di altrove, perché [[New York]] o [[Londra]] potrebbero mutare a loro piacimento la loro disposizione urbanistica e la gente {{sic|neviorchese}} o londinese non muterebbe di un soffio il suo modo di vivere. [...] Ed è proprio dunque da questo costante abbraccio fra la città e la sua gente, da questo rapporto che all'apparenza è anche irrazionale ma che poi si rivela come un preciso equilibrio di forze concomitanti, che nascono tanti aspetti della socialità napoletana. {{NDR|([[Mario Stefanile]])}}<br>Parole che vorremmo fossero meditate dai vari inviati speciali quando vengono quaggiù a diagnosticare le piaghe di Napoli: che sono le stesse piaghe della nazione, ingrandite, se si vuole, o esasperate, solo da questa situazione di fondo registrata da Stefanile. Del resto, aggiungiamo a nostra consolazione, se questi inviati non l'hanno capita, la nostra Napoli, non l'hanno capita neppure tanti ospiti illustri, e ben più validi sul piano letterario: non l'hanno capita, vogliamo dire, né Dumas né Anatole France né Lamartine né Mommsen, i quali l'interpretarono, com'è naturale, ciascuno secondo le reazioni del proprio temperamento. E poi non dimentichiamo le eredità impostate nel nostro sangue: fenicia, greca, moresca, e forse anche slava se la filosofia del «lassamme fa {{sic|a'}} Ddio» si apparenta al «nitchevò» russo: per non parlare dell'eredità del [[Vesuvio]], questa specie di Moby Dick nostrano.<br>Anche per tutto questo in nessun altro luogo del mondo si ritrova con la stessa evidenza che acquista a Napoli la testimonianza di un rapporto immediato viscerale e continuo fra i cittadini e la città, senza la mediazione e anzi a dispregio della legge, della norma e dell'autorità. Pensate per un momento a [[Spaccanapoli]], dove una folla pittoresca, geniale, fertile d'inventiva, sembra quotidianamente accreditare – con parole, gesti e atteggiamenti – la sua duplice singolarità alla [[Giordano Bruno]]: scoprire la gioia di vivere nella sua deprimente miseria, e trovare nelle sue scarse felicità un invito alla malinconia e alla rassegnazione. Ecco perché prima che una città, Napoli è a suo modo una categoria umana, e il suo connotato più rilevante resta l'imprevedibilità e il suo destino quello di favorire e continuare a favorire, con la sua permanente contrapposizione e contraddizione – di paesaggio, di storia, di costume, di vita – un'abbondante fioritura di luoghi comuni che ne perpetuano un'immagine di falso folclore e ininterrotto colore locale. *Si stendeva sul [[Golfo di Napoli|golfo]] una caligine colorata, un cumulo di vapori che andavano dal rosa all'azzurro al viola, conferendo al paesaggio, come il riverbero d'uno specchio rotto, quella vaghezza di riflessi, di ombre, di tinte e di lumi ch'è la tristezza di Napoli. [...] In nessuna casa di Napoli la luce era stata ancora accesa. Ma quante case, Gesù! Da far venire il capogiro a fissarle un poco a lungo: era così grande, Napoli? Non s'era mai affacciata<ref>Aurora, protagonista del romanzo.</ref>da San Martino su Napoli: è uno spettacolo meraviglioso. Era grande, la città, a starci dentro non sembrava: ora osservava le facciate stinte delle case, predominavano l'intonaco rosa e il colore grigio, il rosa pareva un riverbero di fuoco e il grigio un tappeto di cenere vulcanica: riconosceva le cupole argentate delle chiese, i terrazzi asfaltati pieni di rattoppi come la biancheria dei poveretti, le buche dei palazzi distrutti: e le strade dove si trovano? Un groviglio, a guardarle da quassù, un crudo e umido intrico di pietre. *{{NDR|Napoli, vista da San Martino}} [...] a poco a poco emersero in quella velata malinconia, nella foschia dei vapori rosei azzurrastri e violacei, fra un brusio di voci perpetue e lontane, i profili delle case, le squadrature dei terrazzi, le rampe tortuose, le scale a precipizio. Cercava un taglio diritto da riconoscere una strada, e non lo trovava: restava questo aspetto informe e caotico di concrezione uscita dal mare, rimasta a secco, scavata con lenti e individuali accorgimenti per trovarvi riparo. ====[[Hermann von Pückler-Muskau]]==== *Il mio amico ed io ci avventurammo da soli in Via Toledo e, spinti dalla folla, giungemmo alla [[Piazza del Plebiscito|piazza del Palazzo]] dove vedemmo per la prima volta in tutta la loro maestà il [[Golfo di Napoli|golfo]] ed il [[Vesuvio]] fumante. Quale che fosse l'impressione destata in noi da questa immagine, il rumore ed il movimento che ci circondava erano così grandi, che l'intera prospettiva ci sembrava girare con la folla. Ero continuamente sul punto di gridare al popolo: insomma, tenetevi un po' tranquilli, perché possa godere di questa bella veduta che ha altrettanto bisogno di silenzio che di un canto melodioso; ma questo popolo che le baionette austriache sole potevano far tacere, di sicuro non si sarebbe lasciato calmare da belle parole; dovetti così rinunciare per il momento a godere di questa tranquillità a cui aspiravo. *Molto spesso [[Posillipo]] mi era stato vantato come il più bel luogo che si trovi negli immediati dintorni di Napoli, e ci dirigemmo quindi da quella parte. Più di una volta lungo il nostro cammino fummo fermati prima di giungere alla meta cui tendevamo; perché, nonostante già conoscessimo discretamente l'[[Italia]] e ci fossimo abbastanza familiarizzati con gli usi degli Italiani, fummo nondimeno talmente sorpresi da tutto quel che vedevamo e sentivamo a Napoli, che ci sembrava di essere in mezzo ad un popolo del tutto estraneo a ciò che avevamo visto a [[Milano]], a [[Genova]] o a [[Roma]]: erano altri giochi, altri canti, altri costumi; gli stessi cavalli erano diversamente bardati. Tutto, in una parola, era nuovo per noi. Ma ciò che più di ogni altra cosa ci colpì, furono senza dubbio le grida eccessive del popolo. *Napoli non ha né porte né mura di cinta, così che ci trovammo, senza aspettarcelo, in mezzo a questa città popolosa in cui all'improvviso fummo storditi dal rumore della folla che ci circondava come se, durante un viaggio per mare, fossimo stati sorpresi da una tempesta in mezzo alla calma più profonda. Quando entrammo in [[Via Toledo]] immaginai che da poco fosse avvenuta una sommossa e che il popolo si accingesse a prendere d'assalto il palazzo del re o il castel Sant'Elmo; ma, osservando più da vicino, vedemmo che tutte queste persone così chiassose, erano, in fondo, individui assolutamente pacifici che gridavano solo per vendere le loro merci, che consistevano in qualche cipolla, in fette di anguria o in piccoli pesci. Accanto a questi venditori ambulanti si trovavano i mercanti fissi di maccheroni, di frittelle, di limonate e di arance. Oltre a questo, poiché era domenica, e la serata era bella, le strade erano ancora gremite d'un gran numero di allegri oziosi a cui è permesso di gridare e cantare a squarciagola, senza minimamente darsene pensiero. In mezzo a questa folla, i ''calessari'' correvano al gran galoppo come se si trattasse di guadagnare il premio della corsa, ciò che non migliorava la tranquillità ed il buon ordine. Man mano che avanzavamo la folla si faceva sempre più serrata, di modo che alla fine ci trovammo completamente bloccati, sia per la quantità di persone che per le riparazioni che si facevano al lastricato. *Qui imparo anche a conoscere questa trasparenza dell'atmosfera di cui avevo tanto sentito parlare; perché dal mio balcone distinguo perfettamente nella città di [[Sorrento]] da cui sono lontano quindici miglia, ogni casa con la sua forma ed anche il suo colore. Quel che c'è di più straordinario è che, quando il cielo è coperto, gli oggetti si avvicinano e sembrano divenire ancora più distinti; mentre quando fa molto caldo, e soprattutto quando soffia lo scirocco, sono come avvolti in un vapore incerto e gialligno. Dall'altro lato del mio balcone, ho innanzitutto la parte della città che si estende verso la [[Villa comunale di Napoli|Villa Reale]] e [[Posillipo]], poi fiancheggio i giardini e le residenze di villeggiatura, mi elevo verso il Capo Miseno e volo da un'isola all'altra. L'Epomeo, nell'isola d'Ischia, serve da limite da questa parte, ma le isole sono disposte nel mare come una collana di corallo, e le onde, fatte lucenti dal sole, che brillano in un orizzonte lontano, somigliano ad una catena d'argento che lega insieme i due promontori collocati l'uno di fronte all'altro. Quando si hanno davanti agli occhi tante mirabili bellezze, che non si ha bisogno di andare a cercare, non si sente il minimo desiderio di uscire di casa, a meno che non si veda passare sotto le proprie finestre una gondola o una barca a vapore; allora, a dire il vero, si sentono nascere desideri cui si fa fatica a resistere. ====[[Fabrizia Ramondino]]==== *Chi non è vissuto in una città balia, ma solo in una città madre, difficilmente potrà comprendere come le ordinate costellazioni celesti, a immagine dell’ordine terrestre – spirituale, sociale, politico, – siano indifferenti al napoletano, mentre nella Via Lattea egli ritrova quell'indistinto luminoso brulichio, privo di forme e di nomi, quel caos chiaro e nutriente, specchio celeste della sua città. *E fuggendo Napoli, per inseguire un Nord mitico, che quasi sempre non oltrepassava Roma, [i giovani intellettuali napoletani] venivano a loro volta inseguiti da Napoli, come da una segreta ossessione. Ché Napoli usa seguire i suoi concittadini dovunque, come un'ombra, se si trasferiscono altrove.... Così Napoli, dove è così difficile vivere e che invoglia tanto a partire, che è così difficile abbandonare e che costringe sempre a tornare, diventa, più di molti altri, il luogo emblematico di una generale condizione umana nel nostro tempo: trovarsi su un inabitabile pianeta, ma sapere che è l'unico dove per ora possiamo star di casa. *La porta dell'Oriente verso l'Occidente e dell'Occidente verso l'Oriente, come definì Napoli [[Fernand Braudel|Braudel]], è sempre spalancata, pronta ad accogliere tutti. Ma chi la oltrepassa avverte di entrare in un luogo dove sono radunati i membri di una grande setta segreta alla quale è arduo essere iniziati. ====[[Domenico Rea]]==== *A Napoli [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] si preparò non solo a diventare uomo, ma {{sic|intanto}} divenne sommo scrittore in quanto subì una profonda napoletanizzazione. A Napoli acquistò il vastissimo sentimento tragico della vita, di una vita in movimento, senza scrupoli, consumata dalla e nell'azione, senza mezze misure, intensa nel bene e nel male, nell'amore celeste e nel profano. *Boccaccio lontano da Napoli vive come un emigrante. Non sa porre radici profonde in nessun altro luogo. Si rassegnerà a rimanere in Certaldo. E il paese che sempre l'attirerà, anche dopo l'amara delusione del 1362, sarà Napoli, ed è a Napoli, come gli emigranti, che penserà sempre di ritornare. A Napoli, non a [[Firenze]], che non gli ricorda le donne ingrate ma appassionate di Napoli, le scampagnate a [[Baia]], i bagni e e le cacce, quel mare, quel cielo, quella città piena di gente, amante di una vita gridata, che tira a campare senza preoccuparsi se domani sarà domenica o lunedì, giacché sarà un bel giorno se la fortuna avrà dato un segno della sua benevolenza. *Come un popolo tanto disposto al farsesco sia poi giunto a certi suoi grandi giorni, a [[Masaniello]], al netto rifiuto dell'Inquisizione (anche se a Napoli in fatto d'impiccagioni, arrotamenti, squartamenti, supplizi in pubblico se ne contarono a migliaia fino al Settecento), alla [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica del '99]] e ai moti del 1820, non ce lo {{sic|sapremo}} spiegare se dovessimo prendere sul serio la sua letteratura che si è lasciata attrarre quasi sempre dagli effetti e non dalle cause, che ha sottomesso la miseria al colore, non il colore ad essa. Chi ha parlato delle 4 giornate? E donde sono uscite? Dalla pulcinelleria? *{{NDR|Il panorama dal balcone di una casa di Napoli}} Da Punta della Campanella a Capo Miseno<ref>Le due estremità che delimitano il Golfo di Napoli. {{cfr}} ''Letteratura delle regioni d'Italia, Campania'', p. 341, nota 12.</ref>era un cerchio perfetto nella metafisica luce della luna. Ogni punto era un riferimento archeo-storico-sociologico, un «a capo del mito»: il [[Vesuvio]], [[Pompei]], la costa di Stabia, il promontorio di Sorrento, [[Capri]] e il [[Salto di Tiberio]], lo sperone di [[Ischia]], la prua della virgiliana [[Posillipo]] e il vasto mare a cerchi concentrici come l'eco, frastagliato dalle luci delle lampare... Ora mi spiego perché [[Giacomo Leopardi]] dettò gli ultimi sei versi del divino (e mai aggettivo fu più effettuale) ''Tramonto della luna'' da un giardino del [[Golfo di Napoli|golfo]], dopo avere amato e odiato Napoli. *Dovunque si parli di Napoli, c'è una disposizione a comprendere Napoli, che è in sostanza un'accusa alla sua pulcinelleria, alla sua corruzione in politica e in morale. Popolo sporco, dedito all'ozio, alla prostituzione, impoeticissimo! E la nostra meraviglia si leva in dubbio; per come sia stato possibile che un popolo corrotto, da quando se ne ha una memoria, sia ancora tanto vivo, anzi nella piena capacità d'insegnare qualche cosa agli uomini, di dare a loro, se non altro, uno spettacolo che gli stranieri chiamano vita piena. *Il mare a Napoli è un maestro. Il mare è una lenta fatica. *Il napoletano è fuori dalla storia; o meglio vi è stato così addentro e così maltrattato, deriso e beffato che ha finito per uscire dal tempo, creandosi un suo ambiente eterno dominato, è ovvio, da [[San Gennaro]] e dalla [[cabala]].<br>Che cosa poteva fare di diverso con i suoi problemi in sospeso e procrastinati all'infinito? *Il ''rilievo'' del mendicante, che sarebbe violento in un'altra città, a Napoli, rientra nel quadro generale della grande miseria. Si distinguono solo quei mendicanti coperti di piaghe o di altre brutture fisiche, esposte con arte provetta. Ma se piaghe, infermità e mutilazioni, stracci e insetti muovono a ribrezzo la maggioranza degli uomini, ai napoletani suggeriscono una profonda emozione. Il napoletano vecchio tipo nutriva una cieca sfiducia nel Progresso, ma confidava nella Provvidenza. In cuor suo non approvava che un mendicante, ossia un uomo colpevole di non essersi maturato nel grembo di una regina, doveva essere gettato nel fetore e nella promiscuità di un ospizio, togliendogli, in pratica, la libertà. Era considerato un colmo d'ingiustizia. *{{NDR|Napoli}} La porta misteriosa di tutta l'Italia meridionale. *«Ma Napoli, Napoli bella della mia gioventù, com'è diventata?»<br />«È orribile. Altro che odore di mare, che mi dicevi. Odore di merda come qua. Ma qua è la nostra merda». *Napoli, una commedia perpetua recitata in pubblico, gridata e urlata. *Ora l'anno è pieno. Siamo agli sgoccioli. I giorni non passano mai, ma gli anni passano come i lampi. Ma a Napoli se ne fregano. Tutto in questo mese concorre verso il [[presepe]], ossia verso un mondo immaginario pieno di pace e di bendidio. Il presepe è questo: la metafora di come dovrebbe essere la terra governata più che dagli uomini dall'ingenuo Bambino [[Gesù]]. Il presepe è il regno dell'armonia e della fine dell'ingiustizia. *Per noi resta il fatto che ovunque troviamo quattro righe su Napoli, prostituzione, furto, arrangiamento e compromesso sono i punti di forza. Ma il sentimento tragico della vita, spogliato e nudo, che qui regna su tutto, come la violenza di vivere almeno una volta, perché una volta si vive, rimangono forze oscure. *Re, governanti, turisti e poeti passano e se ne vanno. Anche il napoletano se ne andrebbe a vivere in riva al mare, dove l'aria sveltisce il cuore, o sulla collina del [[Vomero]] o ai Camaldoli, dove c'è odore di campagna e di cielo fresco. Egli invece è costretto a restare nel pozzo. Questa certezza ha trasformato il vicolo in una casa in comune, ha sviluppato l'istinto del mutuo soccorso – si prestano tutto: pentole, cibi, panni, scarpe, abiti – ma ha anche sollecitato un'indifferenza politica fatalistica, che ne ha fatto un popolo politicamente rachitico. *Scartati i re, i loro delfini, parenti, congiunti e amici, ai napoletani rimase il patrono, proprio nel significato di padre da cui solo sperare non miracoli, ma il pane allo stato brado. Da questo legittimo desiderio a «un culto di sangue di stampo barbarico<ref>La citazione è tratta dalla voce ''San Gennaro'' nell<nowiki>'</nowiki>''Enciclopedia delle religioni'', edita da Vallecchi. {{cfr}} ''San Gennaro'', ''Opere'', Mondadori, 2005, p. 1520.</ref>» ce ne passa. San Gennaro largamente manovrato dai chierici per tener buoni gli sprovveduti si trasformò in un'arma di ricatto nelle mani di questi ultimi nell'immarcescibile speranza di addomesticare chi aveva e poteva. *Si resta a Napoli perché i napoletani nella collettivizzazione universale, conservano un loro preciso comportamento; perché non provano il rigetto del loro prossimo. Lo accettano, ne sopportano e comprendono i difetti. È per questo motivo che la notte napoletana è ancora tra le più fulgide notti del mondo. Alle tre del mattino si può invitare un amico a gustare un piatto di spaghetti con pomodori, triglie in cartoccio e babà flambé. In molti luoghi d'Europa si vocifera di libertà sessuale: ma soltanto a Napoli, da illo tempore, una creatura di qualsiasi sesso può coltivare i propri sfizi. Il vizio della libertà sessuale a una certa ora della notte si respira nell'aria. Certo, rimane una città difficile. È per palati dal gusto forte. Possono capitare tante cose, tante avventure, tanti guai, tante invenzioni del vivere e tanti delitti. La ragione è semplice. Non c'è mai stata una borghesia a dettare le leggi dell'ipocrisia. La città è rimasta sostanzialmente plebea, incline al «dialettale», al versante greco, quello liberatorio degli istinti, più che mai socratica e legata al superiore ordine divino (umile, semplice) che a quello storico e politico: potere e violenza. Una città con ancora le carni e le piaghe esposte, dolenti e alla ricerca di una giustizia più vicina al diavolo che a Dio. *Troppa folla, troppo disordine, troppo rumore. Non pioveva, ma le strade erano bagnate e umide peggio che in campagna, e dappertutto bucce e cartacce, semi di zucca, scheletrini di pesci, valve di cozze, banchi di pizzaiuoli di paste cresciute esposte alla polvere in un acre fetor d'olio fritto. *Truppe d'occupazione furono quelle americane, ma apportatrici di un vastissimo concetto di democrazia nel significato più comune e umano del termine. Il fatto che un capitano alleato potesse amare fino a sposarla una popolana fu una rivelazione (e una rivoluzione) sociale d'inaudita importanza. Una conquista memorabile, che restò nel fondo del cuore dei napoletani. Per questa ragione la società fittizia e illegale che si instaurò a Napoli per due o tre anni lasciò dei beni morali e spirituali che sono ancora motori di progresso più di mille teorie. *{{NDR|Napoli}} Un infernale miscuglio di casi umani piccoli e piccolissimi, ma ugualmente fatali e terribili, potenti nella gioia e nella tristezza, che riceve, raccoglie e nasconde gente di ogni risma e razza. *Una città in cui l'ingiustizia è diventata edilizia, plastica, rilevo. ====[[Ermanno Rea]]==== *Affidare a un pool di intelligenze il progetto di un nuovo sviluppo, la mappatura dei problemi aperti, la speranza di mobilitazione delle coscienze, il compito di elaborare una prospettiva di futuro. Napoli è una città che non conosce se stessa. *[[Antonio Bassolino]] è il nuovo sindaco di Napoli. La città ha detto no alla nipote del duce, [[Alessandra Mussolini]], che comunque esce dalla piazza non proprio polverizzata, con il 44,4 per cento dei voti che poca cosa non è.<br />Ma che importa? Il dettaglio appartiene alla cronaca; l'evento alla storia. Un ciclo si chiude anche per questa città (si è chiuso per la verità già da tempo con il crollo di tutto un ceto dirigente e di un'impalcatura di potere) e noi, figli della guerra fredda, diventiamo archeologia. *Chi semina vento raccoglie tempesta, sostiene il proverbio. A Napoli il vento fu seminato ancora prima dell'ultimo conflitto mondiale, quando la città fu chiamata a garantire col sacrificio del proprio mare e del proprio porto, insomma con la rinuncia a ogni forma di sviluppo possibile, i perversi equilibri della guerra fredda nell'area sud-europea. ====[[Marchese de Sade]]==== *Fra il popolo, non si vedono che marchi spaventosi del veleno di questa peste<ref>La [[sifilide]].</ref>che sfigura ogni cosa in quasi tutte le parti del corpo. Se il veleno è tenuto più nascosto dai ricchi e dai nobili, non è per questo meno pericoloso, e io credo che ciò che uno straniero può fare di meglio è di evitare ogni contatto con questo popolo corrotto.<br>Come fare tuttavia, in un paese in cui il clima, gli alimenti e la corruzione generale invitano così eternamente alla depravazione? È fisicamente impossibile immaginarsi sino a qual punto essa è spinta a Napoli.<br>Le strade, di sera, sono piene di sventurate vittime offerte alla brutalità del primo venuto, e che vi provocano, per il prezzo più vile, a tutti i tipi di libertinaggio che l'immaginazione può concepire, e persino a quelli per i quali sembra che il loro sesso dovrebbe avere orrore. [...]<br>Con il danaro si può avere a Napoli la prima duchessa della città. E io mi domando cosa diventeranno la virtù, la popolazione, la salute in uno Stato in cui la degradazione dei costumi è arrivata<ref>Arivata, refuso, nel testo.</ref>sino a questo punto, e in cui la più lieve lusinga per il guadagno conduce al delitto, capovolgendo ogni sentimento di probità, di onore e di virtù!<br>L'onesta e piacevole galanteria, il sano commercio dei due sessi, che riscalda tutte le passioni nobili e che serve spesso da focolare a tutte le virtù, è poco conosciuto in una città in cui la brutalità dei costumi non vuole che il godimento. *Il popolo indubbiamente è rozzo, grossolano, superstizioso e brutale, ma ha una certa franchezza, e non è privo, talvolta, persino di amenità. La miglior prova è che questa plebe sterminata si mantiene nell'ordine senza polizia. La borghesia è civile, sollecita. La preferirei alla nobiltà, che l'alterigia e l'orgoglio sminuiscono proporzionalmente al suo desiderio di elevarsi. In generale è una nazione da formarsi; ma non è un'opera di un giorno, né di un regno. *In generale non è a Napoli che bisogna venire a cercare le arti. Si lasciano a [[Roma]]. Qui non bisogna ricercare che la natura e oso credere che essa sia superiore a ciò che le arti stesse sono a Roma. [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] è il viaggiatore da tener presente percorrendo questa felice campagna dove egli fa peregrinare il suo eroe, e si trova che, malgrado le rivoluzioni che hanno desolato questo bel paese, esso non è tuttavia ancora abbastanza mutato per non riconoscerlo dalle descrizioni che egli ci fa. *Risalendo all'origine della mescolanza dei diversi popoli che hanno sostituito i Greci in questa bella contrada, e che non vi hanno apportato che quella crudeltà che li ha condotti a distruggere i più bei monumenti, si troverebbe forse una causa<ref>Della rozzezza del popolo, che l'abate [[w:Jérôme Richard|Jérôme Richard]] attribuiva alle vicende tumultuose che hanno caratterizzato la storia di Napoli. {{cfr}} De Sade, ''Viaggio in Italia'', p. 262.</ref>più giusta: lo scarso progresso che le arti e le scienze vi hanno fatto in seguito, da cui è venuta questa imperdonabile negligenza nell'educazione, ha continuato a nutrire l'ignoranza e conseguentemente l'abbrutimento. La mollezza, vizio ordinario dei popoli che abitano in un bel clima, si è venuta ad aggiungere. La depravazione, che ne è una conseguenza, ha finito di corrompere, e io credo che ci vorrebbe oggi una rivoluzione completa per riportare questo popolo a quella amabilità che regna nella massima parte del resto dell'[[Europa]]. ====[[Jean-Paul Sartre]]==== *A Napoli ho scoperto l'immonda parentela tra l'amore e il Cibo. Non è avvenuto all'improvviso, Napoli non si rivela immediatamente: è una città che si vergogna di se stessa; tenta di far credere agli stranieri che è popolata di casinò, ville e palazzi. Sono arrivato via mare, un mattino di settembre, ed essa mi ha accolto da lontano con dei bagliori scialbi; ho passeggiato tutto il giorno lungo le sue strade diritte e larghe, la Via Umberto, la Via Garibaldi e non ho saputo scorgere, dietro i belletti, le piaghe sospette che esse si portano ai fianchi.<br>Verso sera ero capitato alla terrazza del caffè Gambrinus, davanti a una granita che guardavo malinconicamente mentre si scioglieva nella sua coppa di smalto. Ero piuttosto scoraggiato, non avevo afferrato a volo che piccoli fatti multicolori, dei coriandoli. Mi domandavo: «Ma sono a Napoli? Napoli esiste?» *La nostra corriera fa spostare un carro funebre, che caracolla davanti a noi, più adorno di un carretto siciliano, il cavallo ha l'aria di una bella di notte; la carrozza sobbalza dietro di lui, quattro colonne tortili sostengono una sorta di baldacchino dove volano gli angeli. Dai quattro vetri si vede la bara ricoperta di fiori. Ai quattro lati traballano lanterne d'argento. Sulla predella posteriore, un beccamorto fa acrobazie. È bello essere ricevuti a Napoli dalla morte. Da una morte caracollante, agghindata come una puttana, fantastica, assurda e veloce. Tutto si copre d'ombra, ci si immerge nella città. *Napoli si avvicina. Come ogni volta, prima di arrivarci, ho una stretta al cuore. Attraversiamo un frutteto deserto. So molto bene, troppo bene, ciò che troverò a Napoli. È una città in putrefazione. L'amo e ne ho orrore. *Seguì per un po' [[Via Toledo|Via Roma]], poi si infilò in un vicolo. «Un vicolo di Napoli, non è come un tempio. Ti si appiccica, è come la pece.» [...] Dei bassi impudichi e segreti: ti buttano in faccia il loro calore organico ma non si svelano mai. «Forse perché non si vede mai qualcuno dentro.» Di notte, si chiudevano ermeticamente; di giorno, quando si aprivano, si svuotavano dei loro occupanti, li spingevano fuori, nella strada, e questi restavano là tutto il giorno, madidi, stagnanti, legati ai bassi da un invisibile cordone ombelicale, legati tra di loro da un qualcosa {{sic|più profondo}} del linguaggio, da una comunanza carnale. [...] Il cielo sembrava altissimo, lontanissimo sopra la sua testa; Audry stava proprio in fondo – in fondo a una vita densa e nera come sangue che si coagula, era stordito; a poco a poco era invaso da un desiderio di sonno, di cibo e d'amore. ====[[Giovanni Scafoglio]]==== *La Napoli di oggi è una città stanca, ma di quella stanchezza che non precede rabbia e voglia di cambiare le cose. Che è stanca piuttosto di attendere che passi la nottata. *Napoli che strana città, per viverla serenamente bisognerebbe eliminare tutte quelle sorprese che ti riserva giorno dopo giorno, ma poi non sarebbe più la stessa. Un po' come quegli uomini che le donne amano per il gusto di poterli poi educare una volta sposati. *Napoli, la città che mi ha cresciuto è un mondo di ombre proiettate su pareti degradate dove anche la pioggia si vergogna di cadere. ====[[Jean Noel Schifano]]==== *Con l'unificazione, i reali Savoia vollero trasformare Napoli in una città provinciale, senza successo, saccheggiandone gli immensi tesori. Non riuscirono a governare perché refrattaria, persino usando la collaborazione della Camorra e dei capi di quartieri. Napoli si vide privata, negli anni, di spazio e creatività. Il genio partenopeo si rifugiò nell'illegalità. *E dico che tutti i mali di Napoli nascono a [[Roma]]. In un secolo e mezzo hanno fatto di tutto per trasformare la grande capitale che nei secoli è stata Napoli in una città-bonsai, privandola di banche, ferrovie, cantieri navali e opere d'arte. L'hanno trasformata in una città assistita da tenere al guinzaglio. E ora gli lasciano la monnezza, dopo che gli hanno portato per decenni i rifiuti tossici delle fabbriche del Nord. *Fra 50 anni Salerno e Caserta saranno uniti da un solo territorio urbano, sarà cosa favolosa. Volevano ridurla a una città bonsai, invece ne hanno fatto una pantagruelica, che ha difficoltà a muoversi ancora con le catene del colonizzatore al piede. *In tutti i sensi, credo che la civiltà napoletana sia indispensabile all'uomo moderno. Non si può essere moderni senza avere in gran parte una sensibilità napoletana. *Napoli ha la particolarità di essere tollerante ed accogliente. Napoli fa delle altre culture del mondo la propria cultura. Fagocita, digerisce e ricrea a partire dalle altre culture. Più si dà a Napoli, più Napoli dà al mondo. *Per sensibilità e cultura sono di tutto cuore napoletano. Ho imparato a vivere a Napoli, ho imparato a scrivere a Napoli. *Più Napoli sarà Napoli, più sarà universale. *Un altro simbolo che riconosco in Napoli è l'uovo. L'uovo primordiale si vive a Napoli. Una forma indistinta in cui l'uomo non si distingue dal ventre materno. Lo stesso sangue di [[San Gennaro|S. Gennaro]] che si scioglie ogni sei mesi, fa pensare al sangue femminile: sono ciò che ho chiamato i semestrui di San Gennaro. La civiltà napoletana è un uovo da cui tutti si possono nutrire. *Vogliono neronizzare Napoli e tutta la Campania con la monnezza. Odiano Napoli per la sua trimillenaria intelligenza, per la sua civiltà. Così la sfruttano, come l'hanno sfruttata in questi 150 anni di Unità. ====[[Ingo Schulze]]==== *Ci sono naturalmente città più rumorose, più profumate, più puzzolenti, più anguste, più veloci, più grandi, più imprevedibili – [[Calcutta]], San'a, [[Il Cairo]], [[Tokyo]]. Posso amarle oppure odiarle, ma sono città straniere. Napoli invece è come il tipo strambo in famiglia che turba molto più di un pazzo incontrato alla stazione, Napoli è la bella zia o la bella nipote che confonde i pensieri più di qualunque ragazza pinup. *Napoli è per me un insieme di densità e ampiezza dello sguardo. Il contatto è subito fisico, lo spazio è limitato e denso: rumori, profumi, cattivi odori, tutto è immanente, la storia qui non è lingua morta. E poi la vista del mare e del golfo, che si apre improvvisa e sembra racchiudere l'intera cultura di cui siamo fatti, da Ulisse e Virgilio fino ai giorni nostri. Mi sembra che Napoli possieda una sua intensità in tutte le sue espressioni, nel bene come nel male. *Napoli è una città che sperpera la propria bellezza, non solo a causa della criminalità e del degrado. Qui le chiese più sontuose ti si parano davanti all'improvviso, tanto che quasi non riesci a vederne la facciata, per non dire a ricavarne una visuale d'insieme. Il vero sfarzo si rivela spesso solo nei cortili interni. In nessun altro luogo l'aria è tanto satura di odori, che passo dopo passo si trasformano. Si viene squadrati, toccati, spintonati, non vi è mai tregua. Lo scoppiettio dei motorini costringe a guardarsi continuamente le spalle. Ma questa densità nulla sarebbe senza la corrispettiva vastità. A volte basta salire qualche gradino o cambiare lato della strada o anche solo voltarsi, e già ti coglie la vertigine alla ''vista del mare''. ====[[Matilde Serao]]==== *Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il lotto è l'acquavite di Napoli. *Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. *Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. *Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore. *Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. *Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! ====[[Samuel Sharp (chirurgo)|Samuel Sharp]]==== *A Napoli è una piazza chiamata ''[[Piazza del Municipio (Napoli)|Largo del Castello]]''. Somiglia molto al nostro ''Fower Hill'', ed è il ritrovo del popolo ozioso. Qui, in ogni pomeriggio, i frati e i pagliacci, i borsaiuoli e i ciarlatani compiono la lor bisogna. Un frate (del genere dei nostri predicatori ambulanti) predica a un uditorio di popolani che riesce man mano ad attirare; un pagliaccio tenta di stornar dal frate quella gente, mettendo in mostra ''[[Pulcinella]];'' e gli altri parecchi commedianti s'ingegnano a fare altrettanto. Or accadde un giorno che ''Pulcinella'' ottenne molto successo. Il povero frate predicava addirittura alle panche: nessuno se gli accostava. Seccato, mortificato, imbestialito all'idea che un teatrino di marionette, a venti metri di distanza da lui, potesse in quel modo sviare l'attenzione del pubblico dall'Evangelo e fargli preferire un sì triviale divertimento, egli levò alto a un tratto il Crocifisso e con voce tra {{sic|inspirata}} e rabbiosa si mise a urlare: «Ecco il vero Pulcinella! Ecco il vero Pulcinella! Venite, signori! Venite da me!»<br>Ed è così noto in Napoli questo fatto ch'io non mi sarei permesso di narrarvelo, se non lo narrassero, a tutti, anche le persone più pie. *{{NDR|La ''cuccagna'', offerta al popolo nel periodo di Carnevale per quattro domeniche consecutive}} Ai lati della costruzione sono inchiodati un numero prodigioso di pani in ordine architettonico ed anche una grande quantità di arrosti. Tra i cespugli sono trenta o quaranta montoni vivi, qualche maiale, dei piccoli bovi ed una quantità di polli. Ora la bisogna da compiere è di sacrificare questi poveri animali alla fame del popolo e, per ciò lasciar fare con ordine, ben tremila soldati circondano la costruzione per allontanare la gente finché il Re appaia a un balcone e dia il segnale per principiare la cerimonia sventolando il suo fazzoletto. Allora i soldati aprono i ranghi ed il popolaccio vi si precipita, ognun pigliando la sua preda e portando via le vivande e gli animali. Tutto è finito in un batter d'occhio. In questa confusione ci sono state gravi disgrazie, ma quest'anno non constato che vi siano morti o feriti. Le quattro società dei macellai, dei fornai, dei pescivendoli e dei pollaiuoli fanno le spese dei quattro giorni. Non posso trovare un napoletano qualunque che conosca l'origine di questa abitudine né che mi possa dire se derivi dai mori quando possedevano una parte della Sicilia o se sia d'origine pagana, o, in ultimo, se sia, come pare probabile, un ricordo delle esposizioni di belve che avevano gli antichi romani, giacché corrisponde molto al ''Venatio Direptionis''<ref>"La caccia, a cui per consenso dell'editore, e del principe dava termine la irruzione nell'arena del popolo, autorizzato, in tale occasione, ad impadronirsi di checché gli cadea sottomano, fu detta caccia di saccheggio, ''venatio direptionis''. La magnificenza dello addobbo, e la quantità delle vittime uccise, consentiva largo campo allo spoglio tumultuoso, che, pei seduti nelle gradinate formava pur esso parte animatissima dello spettacolo.<br>I Cesari costumavano far gettare dall'alto nell'affollato anfiteatro pallottole di legno contenenti numeri; ad ogni numero corrispondeva un dono, perfino navigli, isole, poderi." Da ''Storia del Pensiero nei Tempi Moderni del Conte Tullio Dandolo'', vol. II, Stabilimento Tipografico Sensi, Assisi, [https://books.google.it/books?id=dXFUAAAAcAAJ&lpg=PA349&ots=awuYBhSavP&dq=&pg=PA349#v=onepage&q&f=false p. 349]</ref>.<br>Un inglese vede con meraviglia tante migliaia di persone così pacificamente radunate. A Londra in un'occasione di tanta allegria la metà della gente sarebbe {{sic|ubbriaca}}, la si vedrebbe bisticciarsi, azzuffarsi, magari buttar nella folla qualche gatto morto, per accrescere la confusione. Però mi pare che il popolaccio napoletano, per diabolico che sia quando è inquieto, si dimostri più contenuto, quando è di buon umore, del nostro popolaccio. *Certi luoghi delle [[Alpi]] offrono un bellissimo e pur tremendo aspetto: essi mi dettero il primo grande spettacolo, davvero ''meraviglioso''. Credo che la città di [[Venezia]], emergente dalle acque con le incantevoli sue isole adiacenti, potrebbe essere considerata come la seconda delle meraviglie ch'ho visto: e mi permetterei di nominare la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Chiesa di San Pietro]], in [[Roma]], come la terza di quelle, malgrado che le sue bellezze non derivino dalla natura ma soltanto dall'opera dell'arte. Sopratutto ammiro il cielo, la terra e il mare di Napoli! Le isole, le colline, il [[Golfo di Napoli|golfo]], le costruzioni che scendono, come in anfiteatro, fino al mare rendono l'aspetto di questa città cosa di una infinita bellezza. *Io suppongo che Napoli sia l'unica città d'Europa che basti a' suoi abitanti; tutte le altre sono rinforzate dalla gente di provincia: quel che costa la vita, quel che occorre al lusso costituiscono in altre grandi città tali ostacoli ai {{sic|matrimonii}} ch'esse, in pochi anni, certo resterebbero spopolate se non se ne rimettessero a' provinciali. Invece a Napoli il caso è diverso: si ha la curiosa abitudine di prender gente di servizio coniugata: a [[Parigi]] o a [[Londra]] poche persone di servizio sposate trovano posto, anzi la gran parte di questa classe rimane tutta la vita senza sposarsi; se lo facessero, difficilmente potrebbero in quelle città i domestici e le cameriere trovar posto anche in diverso modo. A Napoli è l'uso quasi generale di dare un tanto al giorno agli uomini di servizio per nutrirsi, essi non dormono in casa del loro padrone, e quindi son costretti a pigliar moglie: ne accade che un gran numero di ragazze è sempre pronto ad accettare la prima domanda di matrimonio, giacché in Italia le donne vanno difficilmente a servizio come in Inghilterra. [...] La difficoltà d'impiegarsi come serve, quella ancora di guadagnarsi il pane in altro modo, son, giusto, le ragioni che inducono certe povere donne ad affrontare la miseria sicura, la quale le aspetta subito dopo il matrimonio. Sciami di bambini si vedono in tutte le strade abitate da' poveri, e son natural conseguenza di quelle unioni: un marito e una moglie che abitualmente hanno sei o sette figliuoli e una sola stanza per casa contribuiscono specialmente ad affollare le vie della città. *Se non ricordo male è il Signor [[Joseph Addison|Addison]] il quale afferma che appena un napoletano non sa che farsene si caccia in saccoccia tutte le sue carte e pianta allegramente un processo; è perfettamente vero, e dico anzi che se il [[Regno di Napoli]] fosse grande come la Repubblica di Roma nel momento del suo splendore, e se ogni causa dovesse essere giudicata nella capitale, le migliaia di avvocati che qui si vedono sarebbero appena sufficienti.<br>La prima volta che mi recai alla [[Castel Capuano|Vicaria]] credetti di essere uscito tardi di casa; le strade erano zeppe di avvocati che andavano a pranzo. Una folla enorme usciva dalla ''Vicaria'' e io credetti che il Tribunale si svuotasse. Invece, riuscito a penetrarvi, vi trovai lo stesso numero di gente che s'incontrerebbe ne' teatri di Londra la sera prima di una nuova rappresentazione!<br>Benedetto paese, ove chi non è principe o pezzente è ''[[w:paglietta|paglietta]]'' o prete. *Si dice che fosse costume dei pagani di non soltanto biasimare ma pur di castigare le loro deità quando non ascoltassero le preghiere di quelli antichi: ebbene lo stesso segue nel popolo napoletano. Se la [[Maria|Madonna]] stessa, oppur un qualunque lor santo in cui ripongono fiducia, non soddisfano le loro preghiere Madonna e santi son davvero trattati male. Per conto mio non posso dire di aver assistito a un caso di una somigliante mancanza di rispetto, ma certo, se mai merita un esemplare castigo una santa, io credo che questa deve essere proprio Santa Lucia. V'era oggi a chiederle aiuto un tal numero di ciechi che al solito arrivano [[Basilica di Santa Lucia a Mare|qui]] ogni anno da queste vicinanze, ch'io non dubito che voi stesso vi sareste indignato al punto di proprio picchiar la santa, per indurla a manifestar senza indugio la sua rara potenza. Ciò naturalmente, se foste stato un cattolico del genere di que' disgraziati. ====[[Amalia Signorelli]]==== *Anche per i non-napoletani, diciamo pure per gli italiani, ad alimentare la produzione dello stereotipo non è solo un bisogno di ordine cognitivo (semplificare la complessità, pre-costituirsi una mappa); credo (ed è ovviamente una mia ipotesi), che gli stereotipi su Napoli servano anche a esorcizzare, a tenere sotto controllo paura e senso di colpa. Paura di ciò che non si sa o non si può gestire, governare, mettere in ordine, far fruttare; senso di colpa per le occasioni sprecate, le ricchezze, anche immateriali dilapidate, le vigliaccherie e le rinunce. Incapace di assegnare un ruolo nuovo e innovativo alla ex-capitale più capitale che ci fosse nella Penisola, è come se l'Italia avesse scelto di farne contemporaneamente il proprio giullare e la propria anima nera: insomma, un vero e proprio capro espiatorio. *Estremamente moderna e urbana è la modalità di interazione con il potere. Rapporto estremamente laico e strumentale, che non riconosce ai potenti nessuna sacralità e ben raramente il carisma, ma è costruito sulla propiziazione strumentale, sul calcolo razionale delle convenienze reciproche (sempre utilizzabili anche se asimmetriche) e sull'ironia come strumento di autotutela della propria dignità. L'ironia è resa possibile dal disincanto, ma anche da un'altra risorsa molto urbana, che è la ricca competenza linguistica. I napoletani delle classi popolari hanno almeno tre competenze linguistiche: il dialetto della loro vita quotidiana; il dialetto «aulico» in parte appreso dalla frequentazione dei ceti borghesi, dalla canzone, dal teatro e così via, in parte inventato da loro stessi come parodia del vero dialetto "alto"; infine l'italiano. Il gioco delle decontestualizzazioni e ricontestualizzazioni surreali, delle cortocircuitazioni, delle iperboli e degli understatement con il quale si prendono le distanze da e si ridimensionano quei potenti con i quali pure è ritenuto inevitabile venire a patti, trova nella ricca competenza linguistica un eccellente strumento. *Napoli è senza dubbio la città d'Italia sulla quale più numerosi si sono prodotti e si producono stereotipi. Spesso in contraddizione fra loro e con quelli già consolidati, che non scompaiono sostituiti dai nuovi, ma persistono. Tutti insieme, e ad onta delle contraddizioni, confluiscono nell'idea di quella "qualità" (immaginata) che ontologicamente dovrebbe permeare di sé tutti i partenopei: la napoletanità. Tanto è forte e diffusa questa idea della napoletanità, che nell'immaginario collettivo nazionale e anche internazionale essa riassume e annulla in sé tutta la Regione, sicché salernitani, casertani, avellinesi finiscono riassorbiti e scoloriti nella categoria dei "napoletani", magari di serie B. *Tuttavia non sono solo gli "altri", gli estranei a produrre e utilizzare gli stereotipi su Napoli. Come si è accennato, sono stati e sono i napoletani stessi a utilizzarli e a farli circolare. Lo stereotipo può rivelarsi non solo irritante ma anche utile per coloro a cui si riferisce. Anche per i napoletani esso funziona, o può funzionare, con un riduttore di complessità, della propria complessità, difficile da gestire nel rapporto con sé stessi e con gli altri. Lo stereotipo si offre come una sorta di staffa cui agganciare il primo nodo dell'ordito e della trama dell'identità: lo stereotipo semplifica, fissa, rende comprensibile per tutti ciò che si è («io so' napoletano e si nun canto moro»), definisce ciò che gli altri si aspettano e dunque anche ciò che ci si può aspettare dagli altri. E ancora, affidato agli imprenditori giusti, lo stereotipo può rivelarsi una merce eccellente, che si vende bene e dà ottimi profitti. Quanta napoletanità i napoletani hanno esportato ed esportano? E quanta riescono ad esportarne in loco, ai visitatori e ai turisti ansiosi di acquistarla?<br>Bisogna sottolineare con forza, però, che le funzioni strumentali non esauriscono l'utilità dello stereotipo. Per i napoletani, esso può assumere un'importante funzione espressiva: deresponsabilizza mentre identifica, perché aggrega il singolo a un "noi", e dunque dà o può dare un senso di legittimazione, persino di forza e di orgoglio. Funzione questa tanto più rilevante per la popolazione di una città che dall'Unità in poi ha vissuto una storia difficile, pesante di regressioni e di delusioni. ====[[Alfred Sohn-Rethel]]==== *A Napoli i congegni tecnici sono quasi sempre rotti: soltanto in via eccezionale, e per puro caso, si trova qualcosa di intatto. Se ne ricava a poco a poco l'impressione che tutto venga prodotto già rotto in partenza [...] per il napoletano le cose cominciano a funzionare soltanto quando sono rotte. *La città viveva sotto il [[Vesuvio]] ed era quindi costantemente minacciata nella propria esistenza. Di conseguenza, aveva preso parte al diffuso sviluppo tecnico ed economico dell'Europa soltanto a sbalzi, poiché non si poteva mai sapere se l'anno sarebbe trascorso senza catastrofi. *Se qualcuno gli dicesse che non è così in realtà che ci si serve di un motore o di un'apparecchiatura tecnica in generale, {{NDR|un napoletano}} lo guarderebbe sbalordito e si opporrebbe addirittura in modo energico: perché l'essenza della tecnica consiste per lui proprio nel far funzionare quel che è rotto. E nel maneggiare macchinari difettosi è senza dubbio un maestro, ben al di là di ogni tecnica. Nell'abilità e nella prontezza di spirito con cui, di fronte a un pericolo, ricava con irrisoria facilità la soluzione vincente proprio da ciò che non funziona, ha per certi versi qualcosa in comune con l'americano. Ma dalla sua ha la suprema ricchezza inventiva dei bambini, e come i bambini è sempre fortunato, e come accade ai bambini, la fortuna gli arride volentieri. Di ciò che è intatto, invece, di quel che per così dire funziona da sé, egli in fondo sospetta e diffida: infatti proprio perché va da solo, alla fine non si può mai sapere come e dove andrà. ====[[Stendhal]]==== *In Europa ci sono due capitali: Parigi e Napoli. (attribuita) *Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo ''degli Studj'', si volta a destra, è la via Toledo. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo. *Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo. ====[[Hippolyte Taine]]==== *È gente brillante, volubile, pronta all'entusiasmo, senza equilibrio, che si lascia trasportare dalla propria natura. In condizioni normali, sono amabili e persino dolci; ma nei pericoli e nei momenti di collera, in tempi di rivoluzioni o di fanatismo, essi arrivano fino all'estremo limite del furore e della follia. *È un altro clima, un altro cielo, quasi un altro mondo. Questa mattina, avvicinandomi al porto, quando lo spazio s'è slargato e l'orizzonte s'è scoperto, io non ho più visto, tutto a un tratto, che un vivo sfolgorio di luce bianca. In lontananza, sotto la foschia che copriva il mare, si profilavano e si stendevano le montagne, luminose e morbide come nubi. Il mare s'avanzava a grandi ondate biancheggianti, e il sole versava un fiume di fuoco, simile a metallo fuso, che arrivava sino alla spiaggia. *In tutte le cose, la prima impressione è in essi troppo forte; appena toccati, essi scattano di colpo con una esagerazione qualche volta terribile, il più sovente grottesca. I mercanti che gridano la loro mercanzia paiono degli ossessi. Due cocchieri che litigano tra loro, sembrano vogliano uscire dalla pelle; un minuto dopo, essi non ci pensano più. *La gente del popolo è molto sobria, pranza con pane e cipolle. Conosco un vecchio operaio che ha fatto di suo figlio un mezzo signore, e che non mangia che pochi soldi di pane al giorno. Essi lavorano da mattina a sera, qualche volta sino a mezzanotte, ad eccezione della siesta da mezzogiorno alle tre. Si vedono ciabattini all'aria aperta tirare la lesina dal mattino alla sera. Calderai che, in prossimità del porto, occupano intere strade, non cessano di battere. *Quali strade si attraversano! Alte, strette, sudice; a tutti i piani balconi che strapiombano, un formicaio di piccoli fondachi, di botteghe all'aria aperta, di uomini e di donne che comprano, vendono, ciarlano, gesticolano, si urtano; la maggior parte macilenti e brutti, le donne in particolar modo, piccole e camuse, dalla faccia gialla e dagli occhi penetranti, poco pulite e cenciose, con degli scialli disegnati a fogliami e fazzoletti da collo color viola, rossi, arancioni, sempre a colori vivaci, ornate di ninnoli di rame. Nei dintorni della [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del Mercato]] si intreccia un labirinto di straducole lastricate e tortuose, piene di polvere, sparse di bucce d'aranci e d'angurie, di resti di legumi. La folla si pigia, nera e brulicante, nell'ombra spessa, sotto il cielo sereno. *Verso le otto, non soffiava più un alito di vento. Il cielo sembrava di lapislazzuli, la luna, come una regina immacolata, risplendeva sola in mezzo all'azzurro e i suoi fasci di luce tremolavano sulla distesa dell'acqua, simili a torrenti di latte. Non ci sono parole adeguate per esprimere la grazia e la dolcezza delle montagne avvolte nella loro ultima tinta, nel viola vaporoso del loro manto notturno. Il molo, la foresta di barche, colle loro masse nere e cupe, le rendevano ancora più suggestive; e Chiaia a destra, girando intorno al [[Golfo di Napoli|golfo]] con la sua cintura di case illuminate, gli faceva una corona di fiamme.<br>Da tutte le parti, brillano i fanali; la gente all'aria aperta chiacchiera ad alta voce, ride e mangia. Questo cielo è una festa per se stesso. ====[[John Turturro]]==== *Napoli è un luogo misterioso sia per chi non ci abita sia per i suoi stessi abitanti: c'è qualcosa di veramente vibrante e vivo che si percepisce ovunque ed è come qualcosa d'infinito che percepisci anche quando la lasci. Mi ha colpito molto e credo di aver riportato nel film queste sensazioni. *Napoli è un luogo sopravvissuto ad invasioni straniere, eruzioni vulcaniche, terremoti, rivolte popolari e che allo stesso tempo ha prodotto nella sua storia una valanga di musica. *Una città splendida conquistata da popoli diversi, massacrata e ricostruita, con ferite aperte, ma che sa ancora cantare e raccontarsi attraverso la sua musica ed i suoi artisti. ====[[Federigo Verdinois]]==== *Napoli ha otto Biblioteche con circa due milioni di volumi; i quali volumi, pare impossibile, son letti, poiché coteste Biblioteche danno un movimento quotidiano di 3000 lettori: un milione di lettori all'anno. *Nello stesso anno 1899, sopra 3504 matrimoni celebrati, solo 623 atti non furono sottoscritti: il che vuol dire che l'analfabetismo coniugale è in una proporzione decrescente; né si starà molto a vederlo affatto sparire.<br>Il fenomeno è notevolissimo, chi consideri che fra tutte le città italiane Napoli è la più folta di plebe. Via via, dal '60 in qua, cotesta plebe s'è andata sollevando a dignità di popolo, vincendo pregiudizi, abitudini, miseria, ostacoli d'ogni sorta: il che non è poco merito. Il classico paese del ''dolce far niente'' ha dunque fatto qualche cosa più che starsene al sole. I piccoli popolani della generazione che vien su san leggere quasi tutti, e non solo le insegne delle botteghe ma i giornali; sanno scrivere, e non solo il proprio nome; spesso sanno disegnare e non senza gusto. A ciò han contribuito in varia misura l'istruzione obbligatoria, i Ricreatori festivi, i teatri popolari, le officine, l'esercito, la partecipazione alla vita politica e amministrativa, la stampa, e soprattutto un sentimento sempre più dirozzato di individualità e di esistenza intellettuale e morale. *Se la fotografia avesse potuto far commercio dell<nowiki>'</nowiki>''ignoranza'' napoletana, da un pezzo l'ignoranza nostra farebbe artistica mostra di sé nelle vetrine dei cartolai e girerebbe mezzo mondo in compagnia del ''[[lazzari|lazzarone]]'', del ''ladruncolo di fazzoletti'' e dei ''mangiatori di maccheroni''.<br>Più tempo passa, meno codesta fotografia è possibile. L'ignoranza perde, giorno per giorno, contorni e colore e si va sciogliendo anch'essa in nebbia di leggenda. *Pronti a riconoscere ed ammirare i meriti dei nostri fratelli di oltre Tronto, e anche a rallegrarcene, noi siamo parchi di lode pel valore indigeno e modesto. Epperò, siamo i primi a stupire, e in perfetta buona fede, quando ci accade di udir decantare all'estero un ingegno di casa nostra. Ed è così, lo si può affermare senza esagerazione, che ci si è accorti, dopo le consacrazioni francesi, tedesche, russe, perfino americane, che Napoli ha dato al romanzo Matilde Serao, alla lirica [[Gabriele d'Annunzio]], agli studi sociali e giuridici [[Raffaele Garofalo]], al nostro teatro [[Achille Torelli]], [[Roberto Bracco]], [[Salvatore Di Giacomo|Salvatore di Giacomo]], alla poesia popolare lo stesso di Giacomo e [[Ferdinando Russo]], al giornalismo [[Giuseppe Turco|Peppino Turco]], e alla storia, all'archeologia, alla linguistica, alle scienze esatte, agli studi politici tutta una falange di cultori insigni, la cui azione civilizzatrice è più efficace che non si creda e il cui valore tanto meno si può disconoscere quanto più volentieri lasciamo agli stranieri la cura di esaltarlo. *Uno dei pregiudizi più stolti è che il nostro così detto ''gran mondo'' viva soltanto di futilità e non sia informato di niente. È vero che [Napoli non ha l<nowiki>'</nowiki>''Hôtel Rambouillet'', ma non l'ha oggi nemmeno Parigi, la ''ville lumière''. a Napoli, invece, un'accademia di dotti come la [[Accademia Pontaniana|Pontaniana]], si onora di contar fra' suoi membri effettivi due duchesse, la [[Teresa Filangieri Fieschi Ravaschieri|Ravaschieri]] e la [[Enrichetta Carafa Capecelatro|Carafa D'Andria]], che tengono il loro stallo accanto a [[Matilde Serao]]. Il duca [[Giuseppe Avarna|Gualtieri]] ha scritto della costituzione inglese; il principe [[Francesco Pignatelli, principe di Strongoli.|Pignatelli-Strongoli]] ha volgarizzato l<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]''; il [[Pasquale Del Pezzo|duca Caianiello]] è professore di Università; il principe [[Gaetano Filangieri, principe di Satriano|Filangieri]] ha fondato il [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo artistico industriale]]; e non serve dire di altri. Sono ritrovo di artisti e di scienziati i saloni della duchessa D'Andria, della principessa di Tricase. Con ciò non si nega che vi siano dei nobili ignoranti, allo stesso modo che ve ne sono di borghesi e popolani; ma, su per giù, la cosa si riscontra {{sic|dapertutto}} e in proporzioni non diverse. ====[[Lina Wertmuller]]==== *Come si fa a dire che la [[camorra]] è un dato costitutivo di Napoli? Significa non conoscere la storia di questa città, vittima di continue dominazioni nei secoli. Il popolo minuto doveva difendersi da dominatori ogni volta diversi e nei suoi strati diciamo più distanti dalla Storia ha assunto atteggiamenti di un certo tipo, poi precipitati con la modernità. Ci sono, pertanto, anche tanti mascalzoni. Ma assumerlo a fatto costitutivo non si può. *Napoli è la dea della bellezza. La voglia di cantare dei napoletani deriva dalla loro natura di artisti. Perché disprezzare i mandolini che venivano suonati anche da [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]] e [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]]. Il [[Conservatorio di San Pietro a Majella|Conservatorio S. Pietro a Maiella]] contiene un enorme patrimonio musicale, è un forziere inesauribile dove l'incuria e l'ignoranza hanno fatto marcire cose inestimabili. Qualsiasi paese al mondo avrebbe attinto a questo patrimonio per creare una stagione speciale d'arte. Napoli dovrebbe diventare, almeno per quattro/cinque mesi all'anno, Turistlandia, un posto cioè dove tutti potrebbero arrivare guidati dalla grande vela della musica, dell'arte e della bellezza. *Per me non è un luogo fisico ma un posto dell’anima. *Sì la amo davvero. È molto più che una città. È speciale. Una perla antica. ===Citazioni in versi=== [[Immagine:‪Piazza del Plebiscito - Augusto De Luca.jpg‬|thumb|Piazza del Plebiscito]] *''(A Napoli dove l'amore è Sovrano | Quando i ragazzi incontrano le ragazze | Ecco cosa dicono) | Quando la luna ti fa spalancare gli occhi | Come un grande fetta di pizza | Questo è l'amore.'' ([[Dean Martin]]) *''Basta ca ce sta 'o Sole, | ca c'è rimasto 'o mare, | na nénna''<ref>Ragazza.</ref>'' a core a core, | na canzone pe' cantà. || Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, | chi ha dato, ha dato, ha dato, | scurdàmmoce 'o ppassato, | simmo''<ref>Siamo.</ref>'' 'e Napule paisà.'' ([[Giuseppe Fiorelli]])<ref>Versi musicati da Nicola Valente.</ref> *''Bella Napoli, o quanto, i primi dì! | [[Chiaia]], e il [[Vesuvio]], e [[Portici]], e [[Via Toledo|Toledo]], | coi calessetti che saettan lì; | e il gran chiasso e il gran moto ch'io ci vedo, | d'altra vasta città finor digiuno, | fan sì che fuggon l'ore e non m'avvedo. | Ignoranti miei pari, assai più d'uno | la neghittosa Napoli men presta, | con cui l'ozio mio stupido accomuno. | Ma, sia pur bella, ha da finir la festa. | Al picchiar di Quaresima, mi trovo | tra un fascio di ganasce senza testa.'' ([[Vittorio Alfieri]]) *''Che fòra il veder Napoli coi fonti, | così nel sommo suo come nel basso! | Altro saria, ch'aver | marchesi e conti!'' ([[Luigi Tansillo]]) *''Chi puoi proteggere, madonna adorata, | dalla cieca miseria? | Il tacchino che si spidocchia sotto le sacre immagini | o la donna gravida nell'armadio a specchiera? | Ci vorrebbe il mare! | O che discendesse da Posillipo un'onda azzurra di cielo! | Essa dovrebbe salire le scalinate rischiarandosi, | carica di torce azzurre e di dolcezza; | e illuminare i poveri, penetrare nelle nostre contrade, | al fine di renderci diversi e di affermarci! || Ahimè! chi potrebbe esaudirci! | Potenti divinità si sono nascoste laggiù | sotto le colonne spezzate vicino al mare. || Il santo barocco s'è contorto impotente. | Le parole del poeta sono inutili.'' | Napoli-Parigi, settembre-ottobre 1959. ([[André Frénaud]]) *''Chiave di volta di un arco di azzurro, Napoli s'adagia sul mare, | Incoronata da compiacenti nazioni regina d'allegria senza pari: | Ride dell'ira dell'oceano, schernisce la furia del Vesuvio, | Disprezza malattia, e miseria, e fame, quelle che affollano le sue strade assolate.'' ([[Martin Farquhar Tupper]]) *''– Chisto è Napule d' 'o sole, | 'o paese d' 'o calore? | Gela l'acqua inte' 'e cannole''<ref>Tubazioni.</ref>'', | s'è schiattato''<ref>Scoppiato.</ref>'' 'o cuntatore!'' ([[Raffaele Viviani]]) *''Comme a stu suonno de marenare | tu duorme, Napule, viat' a tte! | Duorme, ma nzuonno<ref>In sonno.</ref> lacreme amare | tu chiagne, Napule!... Scétete<ref>Svegliati.</ref>, scé'!...'' ([[Salvatore Di Giacomo]]) *''Da secoli vive la miseria | nel sud dell'Italia. Guardate il suo trono: | pendono come tappezzerie | le tremule ragnatele nere | e i topi grigi rodono | i legni antichi. | Bucherellato trono che attraverso | le finestre rotte | della notte di Napoli respira | con rantolo terribile, | e tra i buchi | i neri riccioli cadono sulle tempie | dei bimbi belli | come piccoli dèi straccioni. | Oh, Italia, nella tua dimora | di marmo e splendore, chi abita? | Così tratti, antica lupa rossa, | la tua progenie d'oro?'' ([[Pablo Neruda]]) *''È mezzogiorno, | balena il mare; | sui colli e al piano | un uniforme | tedio. Alla vampa | canicolare | Napoli dorme || È mezzanotte, | sovra il sereno | golfo, alle rive | tra pianta e pianta | l'argento piove. | La luna è in pieno; | Napoli canta.'' ([[Vittoria Aganoor]]) *''Era fermo Imeneo tra l'erto monte | E 'l mare, in cui sovente austro risuona, | La 've cinge e 'ncorona Napoli bella l'onorata fronte : Napoli che di gloria e d'or corona | Impose a tanti duci, | Ouante serene luci | Ha notte ombrosa, allorché 'l vel dispiega; | E con amor, che avvolge i cori, e lega | L'anime pellegrine, | Facean ghirlanda al crine, | Ed allori tesseano e sacre palme, | E tessean preziosi i nodi all'alme.'' ([[Torquato Tasso]]) *''Fuggo i paterni tetti, e i patrii lidi, | Ma con tremante pié, mi lascio a tergo | Passo, e con questi, che di pianto aspergo, | Per voi rimiro amati colli, e fidi. || I tuoi, si vuole il Ciel, vezzi omicidi | Sirena disleal, dal cor dispergo; | E caro men, ma più securo albergo | Pellegrino ricerco, ov'io m'annidi.'' ([[Giovan Battista Marino]]) *''La gente del [[Vomero]] ha sempre campato | vendendo pane in Via Tribunali. | Accarezzati dalla brezza del Vomero, | quei signori guardano dall'alto in basso | il sudore di Via Tribunali, | le lacrime di [[Mergellina]], | il sangue di [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Mercato]] – | ma se vogliono pregare i santi, | devono scendere nel buio della povertà. | Perché su al Vomero non ci sono chiese con santi | e nemmeno gli dei abitarono mai.'' ([[Alfred Andersch]]) *{{NDR|Venere}} ''Lascia Gaeta, e su per l'onda corre | tanto ch'arriva a [[Procida]] e la rade, | indi giugne a [[Pozzuoli|Puzzòlo]], e via trascorre, | Puzzòlo che di solfo ha le contrade | quindi s'andava in Nisida a raccorre, | e a Napoli scopría l'alta beltade: | onde dal porto suo parea inchinare | la Regina del mar, la Dea del mare.'' ([[Alessandro Tassoni]]) *''Le grandezze, i stupor, le meraviglie, | le delizie, i piacer, mare, aria e sito, | le cose illustri e celebri famiglie | della mia bella Patria, altiero vanto | de l'altre antiche e de le più moderne | degne di glorie eterne, | da cui per gusto altrui son già partito, | e fiori e frutti, e l'acque fresche e chiare, sotto il ciel più che rare, | oggi a Voi, Donne, io canto | se per cantare o dir ne saprò tanto.'' ([[Giovanni Battista del Tufo]]) *''Ma non posso più accettare l'etichetta provinciale | e una Napoli che ruba in ogni telegiornale, | una Napoli che puzza di ragù di malavita, | di spaghetti, cocaina e di pizza margherita, | di una Napoli abusiva paradiso artificiale | con il sogno ricorrente di fuggire e di emigrare.'' ([[Federico Salvatore]]) *''Ma 'sta città mme pare sempe 'a stessa | che canta pe' cantà, ma sta chiagnenno''<ref>Piangendo.</ref>''. | Napule, chesta si', si 'na canzone | cantata cu dulore, alleramente.'' ([[Raffaele De Novellis]])<ref>Versi musicati da Cafazo.</ref> *''Mamma Napoli | Io stonghe ccà || E nun abbastano cient'anne | A ll'acqua e mare pe putè cagnà sta razza | 'o viento e terra le tocca pe crianza | e nun le passa maie sta vrenzola e speranza || e nun abbastano cient'anne | pe ce putè assettà a sta tavulata e gente | gente che già ha magnato, gente che già ha bevuto | che 'o mmeglio e chisto munno già se ll'ha futtuto | Mamma Napoli.'' ([[Teresa De Sio]]) *''Napolì | 'e benpensante votano Dc | Napolì | 'e camurriste votano Psi | Napolì | 'e sicchie 'e lota''<ref>Secchi di melma.</ref>'' votano Msi | Napolì | ma 'mmiez' 'a via continuano a murì | Napolì | ma tenimmo 'o sole 'a pizza e 'o mandulino | tarantelle canzone sole e mandulino | a Napoli se more a tarallucce e vino.'' ([[99 Posse]]) *''Napoli fu non è. La pompa altera | de le glorie già sue si volse in duolo. | Busto e tomba di sé, sul nudo suolo | pianger si può, ma non veder qual era. || Con aereo velen la Morte arciera | omicide sbalzò le Parche a volo; | e di Grandi e Plebei recisi a stuolo, | l'insepolto carname i Cieli annera. || Son macelli i Palagi, urne le sponde | del bel Sebeto; e sospirando stassi, | d'orride {{sic|straggi}} insanguinato l'onde. || Passeggier, bagna i lumi, affretta i passi, | fuggi, ché di spavento ombre feconde | spira la Morte ancor viva ne' sassi.'' ([[Giacomo Lubrano]]) *''Napoli ride int'a 'na luce 'e sole | chiena 'e feneste aperte e d'uocchie nire.'' ([[Ferdinando Russo]]) *''Napoli! Tu cuore di uomini che sempre ansima | nudo, sotto l'occhio senza palpebre del Cielo! | Città elisia, che calmi con incantesimo | l'aria ammutinata e il mare! Essi attorno a te sono attratti, | come sonno attorno all'amore! | Metropoli di un Paradiso in rovine | da tempo perduto, di recente vinto, ma pure ancora solo a metà riconquistato.'' ([[Percy Bysshe Shelley]]) *''Napule bella, desiata tanto | dal core e da la mia penosa vita, | Napuli bella, ch'io lassai da canto, | Napuli bella, e come t'ho fuggita? | Napuli bella, gli occhi miei di pianto | son pieni per la misera partita!'' ([[Francesco Galeota]]) *''Napule è comm' 'a femmena, | te fa venì 'o gulìo''<ref>Voglia.</ref>''. | Apprimma''<ref>Prima.</ref>'', core mio | e doppo, frusta llà. | E nfrìnghete, nfrìnghete, nfrà, | nfrùnghete, nfrùnghete, nfrù. || Napule, bello mio, | si' sempe tu, | si' sempe tu.'' ([[Pasquale Cinquegrana]])<ref>Versi musicati da Giuseppe De Gregorio.</ref> *''Napule è 'nu paese curioso: | è 'nu teatro antico, sempre apierto. | Ce nasce gente ca senza cuncierto''<ref>Senza preparazione.</ref>'' | scenne p' 'e strate e sape recita'.'' ([[Eduardo De Filippo]]) *''Napule è tutta rampe, scalinate, | scale, gradune, grade, gradiatelle, | sagliute, scese, cupe, calate, | vicule ’e coppa, ’e sotto, viculille, | vicule stuorte, | vicule cecate.'' ([[Carlo Bernari]]) *''Napule Napule Napule Na' | 'na notte e luna chiena | 'o sole ca me vase''<ref>Bacia.</ref>'' | 'n'addore e panne spase | me fa' senti' nu rre.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Sergio Bruni.</ref> *''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}}''<ref>Refuso. In realtà: non.</ref>'' abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. ([[Tristan Corbière]]) *''Non ti ricordi la fresca sera, | molle di nubi, plenilunar, mentre di Napoli per la Riviera | a i parapetti scrosciava il mar? || Era un settembre più che autunnale, | e Piedigrotta passata già; | dentro la Villa, pel gran viale, | avean le raffiche spersa l'està. || Moriva lungi su i mandolini | una canzone, sotto un hôtel. | Ma che profumo di gelsomini! | Parea dal mondo caduto un vel. || Non ti ricordi? Scendea la notte | sempre più opaca, su te, su me; | ci sorpassavano le ultime frotte | de le discepole, da gli ateliers. || Ci soffermammo. Nubi più grosse | spegnean de i cieli, nere, il chiaror; | tossisti, e della piccola tosse | su la tua bocca bevvi il sapor: || e stemmo avvinti, contro a le spume | che ci spruzzavano, salse, ognor più, | mentre [[Posillipo]] con cento e un lume | insanguinava l'onde laggiù...'' ([[Francesco Gaeta]]) *''O bella come una favola d'oro, | città solare, contrada incantata, | ove una dolce invisibile fata | fa sue magie tra una palma e un alloro. || La dolce fata nasconde al mortale, | chiuso in mistero, il divino suo viso; | ma bene effonde nell'aria un sorriso | di mite e ardente fulgor celestiale. || Tutta ne esulta la verde pendice | lungo il grand'arco del golfo beato; | tutto ne splende, commosso, incendiato, | l'azzurro specchio del mare felice. || Solo, laggiù, c'è un cattivo gigante''<ref>Il Vesuvio.</ref>'' | che freme e sbuffa in rabbioso tormento; | ma il suo fumacchio, portato dal vento, | si perde in ciel come un cirro vagante.'' ([[Diego Valeri]]) *''O gente senza alcuna cortesia, | la cu' 'nvidia punge | l'altrui valor, ed ogni ben s'oblia; | o vil malizia, a te, perché t'allunge | di bella leggiadria, | la penna e l'orinal teco s'aggiunge.'' ([[Cino da Pistoia]]) *''Oje né', | si te vuó' sciogliere''<ref>Scioglierti, nel senso di lasciarmi.</ref>'', | 'a strada è libera, | puó' cammenà. | Napule è chino 'e femmene | tutte pe' me, | ca vònno''<ref>Vogliono.</ref>'' a me, | pazze pe'mmé.'' ([[Salvatore Baratta]])<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref> *''Pare che a tre generazioni di russi | fosse proibito andare a spasso | senza meta per le vie | di questa città meridionale, | lasciando libero lo sguardo di vagare, | curiosare disinvolti | qua e là, scattanti come bovi, | non com'aquile o leoni in cerca di preda, | che aguzzano la vista crudele''. ([[Maksim Amelin]]) *''Pe' [[Via Toledo|Tuleto]], p' 'a strada cchiù bella | d' 'a cchiù bella città ca se trova, | n'ata vita llà 'n miezo vulesse campà!...'' :'' 'N Paraviso 'stu sciore 'e bellezza | llà sultanto 'o putite truvà!'' ([[Salvatore Baratta]]) *''Per questo, straniero, la gente | a Napoli ha il culto dei santi: | da sempre ha conosciuto non un solo Dio, | ma molti dei, | perciò scambia San Paolo e San Pietro con i Dioscuri, | San Giovanni con Hermes | e Santa Restituta con Cibele. | Vecchie usanze dei tempi di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].'' ([[Alfred Andersch]]) *''Più volte haver porai tu fors'udito | la nobiltade et la celebre fama | de 'st'inclyta città posta nel lito | de le syrene. Et Napoli hor si chiama. | A questo lieto et fortunato sito | la giovenetta, ch'anchor via più s'ama, | sepolta giace et come antica autrice | la sirena Parthenope si dice.'' ([[Ioan Bernardino Fuscano]]) *''Pure la nostra sirena vedrai, Partenope, alla quale, condotta di qua dal mare, lo stesso Apollo indicò con la colomba Dionea il fertile suolo. A questa mia sede natale io ti invito. Qui è mite l'inverno e fresca l'estate: qui con le onde sue lente batte il mare tranquillo, ed è la pace sicura e il dolce far niente e una quiete senza fine; e si dorme qui, tanto!'' ([[Publio Papinio Stazio]]) *''Qui sicura è la pace, e qui si gode | d'una comoda vita il bel piacere, | né v'è chi l'ozio altrui conturbi, o i sonni. | Non ha litigi il foro, e niun contrasto | conobbero giammai le leggi armate; | del diritto s'appaga ogni uom d'onore | senza aspettar che un tribunal l'astringa. | Or dirò delle superbe cose, | ch'alle colte città crescono il vanto? | Vedrai li sacri templi, e gli atrii suoi | da cento trammezzati alte colonne: | le due moli vedrai, teatro e circo, | e i quinquennali giuochi, il cui splendore | non cede a quei, che [[Roma]] sacra a Giove. | Né di [[Menandro]] a te lodar pretendo | le commedie di riso, e il dir faceto | di greco misto, e di parlar latino. | Né manca qui ciò, ch'è diletto al senso.'' ([[Publio Papinio Stazio]]) *''Quivi Napoli bella i regi alberga, | Città vittoriosa e trionfale: | Veggio altri tempi ancor, e in altri monti | Quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.'' ([[Torquato Tasso]]) *''Settimana di sette feste, | questa è Napoli, punto e basta! | Passa il guappo con le maestre, | s'alza il grido dell'acquaiuol.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Lino Benedetto.</ref> *''Stace Napole mia, bella, e gentile, | sciore de 'Talia<ref>''Fiore di Italia.''</ref>e schiecco<ref>''Specchio.''</ref>de lo Munno, | mamma che face nascere l'Abrile | Tutto a no ventre | sempre co l'Autunno, | sott'a n'airo né gruosso né sottile, | 'nzino a mare commo uovo chino e tunno, | accanto a sciumme''<ref>Fiumi.</ref>'', e munte, e fontanelle, | Che 'nnanze foro giuvene e zitelle.'' ([[Giulio Cesare Cortese]]) *''T'accumpagno vico vico | sulo a tte ca si' 'n amico | e te porto pe' 'e quartiere | addò 'o sole nun se vede | ma se vede tutto 'o riesto | e s'arapeno 'e ffenèste | e capisce comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella. | Comm'è bella comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella.'' ([[Claudio Mattone]]) *''T'adoro, sì, domenica | napoletana verso giugno: oh tu | di fragole odorosa! | oh coltri gialle e rosa | a i terrazzi! oh, profumo del ragù! || Ecco, a la chiesa prossima | chiama a distesa il campanello ancor; | nel sole, hanno per «essa», | tornata da la messa, | mobili e letto una scintilla d'or: || spunta con lumi e musica | per la salita la procession; | incede il Santo, e trema; | sul baldacchino crema | foglie di rose piove ogni balcon. || Adoro il tuo crepuscolo: | la gelsa bianca ne i panieri appar: | e l'uom de le campagne | suoi serti di castagne | su la pertica lunga ama cantar: || siede al balcone e dondola | «essa», con il ventaglio in grembo, il pié: | assorta un po', sospira | al dì che si ritira, | e ride a pena, tra le amiche, a me.'' ([[Francesco Gaeta]]) *''Una croce nera sul petto dell'italiano, | senza intaglio, rabesco, splendore, | conservata da una famiglia povera | e portata dall'unico figlio...| Giovane nativo di Napoli! | Cos'hai lasciato sui campi di Russia? | Perché non hai potuto esser felice, | circondato dal celebre golfo? | Io che ti ho ucciso vicino a Mozdòk | sognavo tanto il vulcano lontano! | O, come sognavo nelle distese del Volga | almeno una volta di andare in gondola! | Ma io non son venuto con la pistola | a portarti via l'estate italiana | e le mie pallottole non hanno fischiato | sulla santa terra di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]]! | Qui ho sparato! Qui dove sono nato, | dov'ero orgoglioso di me e degli amici, | dove gli epici canti dei nostri popoli | non risuonano mai in traduzioni. | Forse che l'ansa del medio Don | è studiata da uno scienziato straniero? | La nostra terra, la Russia, la Rus, | l'ha seminata una camicia nera? | T'hanno portato qui in una tradotta | per conquistare lontane colonie, | perché la croce del cofanetto familiare | crescesse alle dimensioni d'una croce di tomba... | Non permetterò che la mia patria sia portata | oltre le distese di mari stranieri! | Io sparo. E non c'è giustizia | più giusta della mia pallottola! | Non sei mai stato né vissuto qui!... | Ma è sparso sui campi nevosi | l'azzurro cielo italiano, | sotto il vetro degli occhi morti.'' ([[Mikhail Svetlov]]) *''Vi quant'è bella Napule | pare nu franfellicco: | ognuno vene e allicca | arronza e se ne va.'' ([[canti popolari|canto popolare napoletano]]) *''Vieni o straniero nella grande Napoli, vedila, e muori! | Ama e inebriati, godi mentre l'attimo fugge | Il più splendido sogno, scorda i desideri delusi, | e i tormenti che un demone ha tessuto nella tua vita: | impara qui a godere, ad essere felice, e poi muori!'' ([[August von Platen-Hallermünde]]) *''Voglia 'e turnà | dint'e vicoli e sta città, | guarda e ride e te vò tuccà | nun se ferma mai, | voglia 'e verè | notte e juorno te fa cantà | chest'è Napule do cafè | nun te può sbaglià.'' ([[Teresa De Sio]]) ====[[Edoardo Bennato]]==== *''Chille ca nun vonno fa' 'a fila, | chille che stanno arreto 'e spurtielle, | chille ca passano c' 'o rrusso, | chille ca se fermano c' 'o giallo, | chille ca stanno chiene 'e miliarde, | chille ca vanno pezziente, 'e viecche, 'e criature, 'e buone, 'e malamente, | nisciuno! | Nun se salva nisciuno, | nisciuno nisciuno, | int' 'a 'sta città nun se salva nisciuno!'' *''E la nottata non passa mai | Bella, appariscente, invidiata, invadente | Volgare, indecente, violenta, incandescente | Ma è la mia città''. *''Non è piana non è verticale | è una linea che sale in collina | è una strada che parte dal mare | il percorso della città obliqua. || Scale mobili sotto la luna | diagonali e passaggi segreti | un cammino che esiste da sempre | il tesoro della città antica.'' ====[[Libero Bovio]]==== *''E cheste è Napule: | Canzone ca nun more, | Profumo 'e ll'aria, | Ciardino sempe 'n fiore. | Speranze, ammore, lacreme: | Napule chesto vo'.'' *''Chist'è 'o paese d' 'o sole, | chist'è 'o paese d' 'o mare, | chist'è 'o paese addó tutt' 'e pparole,| so' doce o so' amare, so' sempe parole d'ammore!'' *''È tutta d'oro, | d'oro e celeste è Napule. | Se canta e more? | Ma i' voglio murì ccà. | Pe' Napule e Maria | trèmmano 'e ccorde d' 'a [[chitarra]] mia, | Marì.''<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref> ====[[Chariteo]]==== *''La gentil sacra, cittade, | Napol, di Muse et divi antiquo hospitio; | di [[w:|trabea]] degna et non d'aspro cilitio.'' *''Seconda patria mia, dolce Sirena, | Parthenope gentil, casta cittade, | nido di leggiadria e nobiltade, | d'ogni vertute e di delicie piena; || con tal dolor ti lascio e con tal pena, | qual, lasso!, io mai soffersi in nulla etade. | A dio, amici!, a dio, dolci contrade: | Hor qui ragion le lagrime non frena.'' *''– Parthenope son io, piena di duolo: | Non men beäta pria, c'hor infelice, | squarciata in mille parti, equata al suolo. || Misera me!, fruïr più non mi lice | Primavera, che sempre in me fioriva; | ché Venere è conversa in diva ultrice! || Libera fui gran tempo, hor son captiva, | in man di fieri monstri, horrendi et diri''<ref>I francesi di Luigi XII che occuparono Napoli dal 4 agosto 1501 al 16 maggio 1503.</ref>'', | quai Protheo doma in la Carpathia riva. || Qual re più fida in regno, in me si miri | come in lucido specchio! O re possenti, | imparate frenar vostri desiri! || Non vi inganne il piacer di ben presenti, | ché sempre a voi minaccia il Re {{sic|magiore}} | ciò che temon di voi le minor genti.'' ====[[Nino D'Angelo]]==== *''Ma quanto bene te voglio, mia cara città, | quann'era vierno''<ref>Inverno.</ref>'' cu 'o sole m'ê''<ref>Mi hai.</ref>'' fatto scarfa<nowiki>'</nowiki> ''<ref>Riscaldare.</ref>'', | mmiezzo a 'sti strade cchiù vecchie 'e l'età | tu m'ê 'mparato a parla', | e quanta vote m'ê fatto capi' | ca se po' sempe muri<nowiki>'</nowiki>''. *''<nowiki>'</nowiki>Nu napulitano nunn'è sempe allero, | nun le basta 'o sole, tene troppi pensiere, | dint' 'a chesta gara parte sempe arrete''<ref>Indietro</ref>'', | corre tutt' 'a vita e 'o traguardo è 'na barriera.'' *''Sott' a 'stu cielo blu, | 'o ssaje ca nun se vola | e nun se po' campa' sempe aspetta' | speranza e sole. | T'ha tradito 'sta città, | ca vo' sulo ave' e nun dà. | Stella napulitana | che triemme 'ncopp' 'a 'stu mare | ca nun t'ha dato maje niente.'' ====[[Pino Daniele]]==== *''Città che non mantiene mai le sue promesse, | città fatta di inciuci e di fotografia, | di [[Diego Armando Maradona|Maradona]] e di [[Sofia Loren|Sofia]] | ma è la mia città | tra l'inferno e il cielo.'' *''Napule è mille culure | Napule è mille paure | Napule è a voce d' 'e criature''<ref>Creature, bambini.</ref>'' | che saglie chiano chianu | e tu saje ca nun si sulo''. *''Napule è 'na carta sporca | e nisciuno se ne 'mporta | e ognuno aspetta 'a ciorta.'' *''Napule è tutta 'no suonno | e 'a sape tutto 'o munno | ma nun sanno a verità.'' *''Simmo lazzari felici | gente ca nun trova cchiù pace | quanno canta se dispiace | è sempe pronta a se vutta' | pe' nun perdere l'addore.'' *''Terra mia, terra mia | comm'è bello a la penza'. | Terra mia, terra mia | comm'è bello a la guarda'. | Nunn è 'o vero nun è sempre 'o stesso | tutt' 'e journe po' cagna' | ogge è dritto, dimane è stuorto | e chesta vita se ne va.'' ====[[Ernesto Murolo]]==== *''E 'a Luna guarda e dice: | "Si fosse ancora overo. | Chisto è 'o popolo 'e na vota''<ref>Di una volta.</ref>'', | gente semplice e felice. | Chist'è Napule sincero, | ca pur'isso se ne va".''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> *''Napule, | a qua' parte d' 'o munno se fa '[[amore|ammore]] | comm'a Napule, 'e sera, 'int'a ll'està''<ref>Estate.</ref>''? | Vócche vasate''<ref>Bocche baciate.</ref>'', cantano, | core tradute, chiagnono. | Ma è tantu bella Napule | ca pure ll'odio te fa scurdà''<ref>Dimenticare.</ref>''.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> *''Napule bella mia, | terra d'ammore, lacreme e canzone... | che suonno d'oro ca nce faje sunná''<ref>Sognare.</ref>''! | 'Ncòre nce miette na malincunía, | na freva tu nce miette dint'<nowiki>'</nowiki>e vvéne | pecché nce vuó' fa' chiagnere e cantá.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref> ====[[Totò]]==== *''A Napule nun se po' sta cuieto''<ref>Quieto.</ref>''. | Aiere un brutto cane mascalzone | se ferma, addora, aiza 'a coscia 'e reto, | e po' mme fa pipi 'nfaccia 'o sciassì.'' *''Io voglio bene a Napule | pecché 'o paese mio | è cchiù bello 'e 'na femmena, | carnale e simpatia. || E voglio bene a te | ca si napulitana | pecché si comm'a me | cu tanto 'e core 'mmano.'' *'''Sta Napule, riggina d' 'e ssirene, | ca cchiù 'a guardammo e cchiù 'a vulimmo bbene. | 'A tengo sana sana dinto''<ref>Dentro.</ref>'' 'e vvene, | 'a porto dinto 'o core, ch'aggia''<ref>Che devo.</ref>'' fa'? | Napule, si' comme 'o zzucchero, | terra d'ammore – che rarità!'' ==Proverbi== *Napl<sub>''ǝ''</sub> tand'avandát<sub>''ǝ''</sub> s'è r<sub>''ǝ''</sub>ddótt<sub>''ǝ''</sub> a car<sub>''ǝ''</sub>scià prèt<sub>''ǝ''</sub>. ([[Proverbi lucani|lucano]]) *Napulitane: larghe 'e vocca e stritte 'e mane. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) *'O napulitano è cavaliere. ([[Proverbi napoletani|napoletano]]) *[[Roma]] santa, [[L'Aquila|Aquila]] bella, Napoli galante. ([[Proverbi italiani|italiano]]) *Tre sono le meraviglie, Napoli, [[Roma]] e la faccia tua. ([[Proverbi italiani|italiano]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== {{div col|strette}} *[[Archivio di Stato di Napoli]] *[[Arcipelago Campano]] *[[Biblioteca dei Girolamini]] *[[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III]] *[[Borbone delle Due Sicilie]] *[[Borgo Santa Lucia]] *[[Brodo di polipo]] *[[Camorra]] *[[Campania]] *[[Canzone classica napoletana]] *[[Casatiello]] *[[Castel Capuano]] *[[Castel sant'Elmo]] *[[Centro direzionale di Napoli]] *[[Certosa di San Martino]] *[[Chiostri di San Martino]] *[[Cimitero delle Fontanelle]] *[[Cimitero di Poggioreale]] *[[Crypta Neapolitana]] *[[Cucina napoletana]] *[[Ducato di Napoli]] *[[Festa di Piedigrotta]] *[[Filastrocche napoletane]] *[[Fontana della Spinacorona]] *[[Forcella (Napoli)|Forcella]] *[[Galleria Umberto I]] *[[Golfo di Napoli]] *[[Guappo]] *[[Il Vasto]] *[[Indovinelli napoletani]] *[[Istituto italiano per gli studi filosofici]] *[[Lago d'Averno]] *[[Lazzari]] *[[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]] *[[Maschio Angioino]] *[[Mergellina]] *[[Modi di dire napoletani]] *[[Mostra d'Oltremare]] *[[Museo archeologico nazionale di Napoli]] *[[Museo artistico industriale Filippo Palizzi]] *[[Museo nazionale di Capodimonte]] *[[Museo nazionale di San Martino]] *[[Palazzo Cellammare]] *[[Palazzo Donn'Anna]] *[[Pallonetto di Santa Lucia‎]] *[[Pastiera napoletana]] *[[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]] *[[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]] *[[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Dante]] *[[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]] *[[Pignasecca]] *[[Pizza]] *[[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]] *[[Porta Capuana]] *[[Posillipo]] *[[Preghiere napoletane]] *[[Presepe napoletano]] *[[Proverbi napoletani]] *[[Pulcinella]] *[[Quartieri di Napoli]] *[[Quartieri Spagnoli]] *[[Real Albergo dei Poveri]] *[[Regno di Napoli]] *[[Repubblica Napoletana (1799)]] *[[Risanamento di Napoli]] *[[Riviera di Chiaia]] *[[San Gennaro]] *[[Scioglilingua napoletani]] *[[Scugnizzo]] *[[Scuola di Posillipo]] *[[Scuola militare "Nunziatella"]] *[[Sebeto]] *[[Sedili di Napoli]] *[[Spaccanapoli]] *[[Stazione zoologica Anton Dohrn]] *[[Stazioni dell'arte]] *[[Strummolo]] *[[Teatro di San Carlo]] *[[Teatro napoletano]] *[[Teatro San Carlino]] *[[Università degli Studi di Napoli Federico II]] *[[Vesuvio]] *[[Via Foria]] *[[Villa comunale di Napoli]] *[[Voci e gridi di venditori napoletani]] *[[Vomero]] *[[Zucchine alla scapece]] {{Div col end}} ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt=Napoli|n=Categoria:Napoli}} {{vetrina|7|11|2012|argomenti}} [[Categoria:Comuni della Campania]] [[Categoria:Napoli| ]] sndyl3mzzr8igq4tbrsrh24s43br4wq Roberto Saviano 0 11124 1221311 1212135 2022-08-07T10:39:07Z Udiki 86035 /* Citazioni */ cit. sulla "macchina del fango". Ce n'è una anche più sotto, ma preferisco questa pronunciata nel corso del programma televisivo "Vieni via con me" perché è quella che ha avuto più risonanza wikitext text/x-wiki [[Immagine:Roberto Saviano 2011-01.jpg|thumb|upright=1.4|Roberto Saviano nel 2011]] '''Roberto Saviano''' (1979 – vivente), scrittore e giornalista italiano. ==Citazioni== *Non ho alcuna paura di perdere perché sono certo di una cosa: saremo più grandi noi nella nostra sconfitta, che loro in questo barbaro trionfo.<ref>Da {{cita web|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2018/07/09/news/su_quelle_navi_le_nostre_voci_i_nostri_corpi-201337063/amp/|titolo=''Portiamo su quelle navi le nostre voci e i nostri corpi''|editore=''la Repubblica''|data=10 luglio 2018}}.</ref> * Ai Giochi del Mediterraneo oro italiano nella 4×400 grazie a Libania Grenot, Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo. I loro sorrisi sono la risposta all'Italia razzista di Pontida. L'Italia multiculturale nata dal sogno repubblicano non verrà fermata.<ref>Da un [https://twitter.com/robertosaviano/status/1013528809415561227 tweet] del 1 luglio 2018</ref> *A [[Napoli]] si spara quotidianamente: azioni dimostrative che a volte fanno vittime altre servono a terrorizzare. A Napoli si spara per il dominio sulle piazze di spaccio. Questo è l'unico motivo: da Ponticelli a Fuorigrotta, dal Centro Storico ai paesi limitrofi. Dal traffico di stupefacenti le organizzazioni criminali ricavano la parte maggiore dei loro guadagni, che poi investono in attività che sono concorrenti sleali di aziende legali che non possono contare su liquidità paragonabili, ma che devono fare i conti con le regole del mercato. Legalizzare le droghe, tutte e subito, è l'unico modo per togliere alle organizzazioni criminali il principale canale di guadagno. Da un colpo del genere, e ben assestato, non si riprenderebbero mai più [...]. Il Sud è alla deriva e a Napoli di questioni morali si muore, e non metaforicamente.<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2016/02/10/news/cannabis-legale-i-nonni-all-avanguardia-1.249573 Cannabis legale, i nonni all'avanguardia]'', ''Espresso.repubblica.it'', 12 febbraio 2016.</ref> *{{NDR|[[Pietro Taricone]]}} Amava volare, "perché il cielo non tradisce", come ogni paracadutista sa. A tradirlo è stato l'atterraggio, è stata la terra.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/persone/2010/06/29/news/saviano_taricone-5245145/ Saviano ricorda l'amico Pietro: "Io e lui, compagni di scuola"]'', ''Repubblica.it'', 29 giugno 2010.</ref> *Avere un figlio non è un dovere, ma un piacere che nessuno può vedersi negato.<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2016/02/03/news/quegli-atti-d-amore-dietro-i-diritti-negati-1.248754?refresh_ce Quegli atti d'amore dietro i diritti negati]'', ''Espresso.repubblica.it'', 3 febbraio 2016.</ref> *[[Enzo Biagi|Biagi]] aveva la qualità di affrontare il frammento del quotidiano. Il problema punto per punto. Senza precipitarsi alla soluzione ma avanzando per ogni passaggio e svolgimento. Quello che le persone volevano ascoltare era ciò di cui lui voleva occuparsi.<ref name=guard>Da ''[http://espresso.repubblica.it/palazzo/2007/11/09/news/guardiano-del-faro-1.6021 Guardiano del faro]'', ''Espresso.it'', 9 novembre 2007.</ref> *È inutile e controproducente sperare che i ragazzi non si facciano canne, che non si sentano attratti dall'uso di droghe sintetiche, che non bevano il sabato sera. Deresponsabilizza tutti, genitori, educatori e istituzioni. La verità è che dovremmo trovare il coraggio di dire ai nostri ragazzi: scusateci, siamo talmente inadatti a questo mondo che preferiamo che ogni tanto qualcuno di voi muoia piuttosto che assumerci come società l'onere di vigilare affinché le sostanze che la maggior parte di voi decide di assumere non siano pericolose per la salute. Eh sì, perché chi prova droghe e beve alcolici il sabato sera non è l'adolescente con una vita familiare complicata, non è la ragazza mollata dal fidanzatino. Non è il diciassettenne sovrappeso o che si crede brutto. Le [[droga|droghe]] le prova chiunque per semplice curiosità. È un momento di crescita, come fare sesso per la prima volta. È crescita e trasgressione insieme. È dimostrazione di coraggio, e la vita degli adolescenti è nella fase eroica, quella in cui si vuole costantemente dimostrare a se stessi – non necessariamente agli altri – di poter superare i propri limiti o quelli che la pubblica morale pone. A [[Sedicenne|sedici anni]] ci si sente onnipotenti ed eterni e non c'è nulla che faccia davvero paura, ecco perché inutile demonizzare o vietare, l'unica cosa che gli adolescenti ascoltano è il ragionamento, l'unica cosa davanti alla quale si fermano è la conoscenza.<ref>Citato in ''[http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2015/07/29/news/e-ora-di-legalizzare-il-mercato-delle-droghe-1.222979?ref=fbpr&refresh_ce È ora di legalizzare le droghe]'', ''Espresso.repubblica.it'', 31 luglio 2015.</ref> *{{NDR|[[Domenico Lucano]]}} Il lavoro incredibile, titanico, bellissimo e prezioso fatto in questi anni per accogliere chi ha bisogno e per salvare noi stessi.<ref>''[http://www.strill.it/citta/reggio/2018/08/saviano-a-riace-al-fianco-di-lucano-qui-lavoro-di-integrazione-bellissimo/ Saviano a Riace al fianco di Lucano: ‘Qui lavoro di integrazione bellissimo’]'', ''strill.it'', 4 ottobre 2018.</ref> *[[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]] indossava la divisa militare perché fosse chiaro che il suo era principalmente un ruolo militare, un potere militare, preso con le armi e mantenuto con le armi.<ref name="divisa">Da ''[https://www.repubblica.it/politica/2019/01/11/news/quella_divisa_non_e_di_salvini_ma_dello_stato-216361597/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T1 Quella divisa non è di Salvini ma dello Stato]'', ''Repubblica.it'', 11 gennaio 2019.</ref> *Guappo di cartone sei perché ordini esecuzioni di persone disarmate, fai sparare alle spalle a innocenti. Guappo di cartone perché temi ogni mossa che possa compromettere le tue entrate di danaro, perché sei disposto a perdere faccia e dignità per un versamento in euro. Guappo di cartone che costringi al silenzio della paura tutti i tuoi paesani se vogliono lavorare nelle tue imprese. Guappo di cartone perché non fai crescere nessuna impresa che con te e con i tuoi non faccia affari. Guappo di cartone perché avveleni la terra dove i tuoi avi avevano piantato le pesche, i meli, e ora la terra avvelenata non produce nulla se non cancro.<ref>Dalla lettera aperta ''[http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/16/news/sandokan_pentiti_il_tuo_potere_finito-4876131/?ref=HREC1-4 Sandokan pentiti, il tuo potere è finito]'', ''Repubblica.it'', 16 giugno 2010.</ref> *I [[Movimento 5 Stelle|Cinque Stelle]] sono un'estensione della volontà di [[Gianroberto Casaleggio|Casaleggio]].<ref>Citato in Conchita Sannino, ''[http://www.repubblica.it/politica/2016/02/26/news/il_j_accuse_di_saviano_napoli_senza_futuro_per_il_pd_e_un_buco_nero_e_de_magistris_ha_fallito_-134258007/ Il j'accuse di Saviano: "Napoli senza futuro, per il Pd è un buco nero e De Magistris ha fallito"]'', ''Repubblica.it'', 26 febbraio 2016.</ref> *I migranti non vengono in Italia soltanto per fare il lavoro che gli italiani non vogliono più fare. Ma vengono a difendere i diritti che gli italiani non vogliono più difendere.<ref>Da un intervento a ''I venerdì del Direttore alla Normale di Pisa'', Pisa, 15 maggio 2009.</ref> *Il [[Repubblica Democratica del Congo|Congo]] è forse la terra più sfruttata al mondo, non solo dall’uomo bianco. I primi grandi mercanti di avorio impararono presto quanto fosse più vantaggioso razziare che commerciare; venivano dalla islamizzata Zanzibar e avevano potere enorme.<ref name=congo>Da "Se permettete parliamo di Congo", ''L'Espresso'' (26 settembre 2014)</ref> *Il gioco degli [[scacchi]] è un gioco violento, forse il più violento tra gli sport – anche se io non riesco a considerarlo uno sport quanto piuttosto un modo di stare al mondo. Si può vivere con gli scacchi e si può vivere senza gli scacchi: sono due distinte categorie di persone, non ce n'è una terza.<ref name=scacc>Da ''[http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/13/news/saviano_io_e_kasparov_scacco_ai_dittatori_-135355736/ Saviano: "Io e Kasparov, scacco ai dittatori"]'', ''Repubblica.it'', 13 marzo 2016.</ref> *Il muro di Berlino e il muro di Trump raccontano la stessa storia, quella di una divisione che fa male, di una scissione ineluttabile. Non ci rimane che distruggere i muri a costo di usare bombe atomiche. Buuum, e nel fungo atomico torneremo uniti, elettroni e neutroni in subbuglio, l'idrogeno che frizza, le cariche elettriche che sprizzano ovunque, puzza di carne bruciata. Il nucleare deve servire a questo, e cioè a scacciare i fantasmi di un futuro opaco e a dar vita, invece, a un mondo contaminato da scorie tossiche ma unito dall'ancestrale spirito di fratellanza.<ref>Dall'intervista di Sandra Riccio, ''Saviano racconta la contemporaneità'', ''Panorama'', 14 dicembre 2016</ref> *{{NDR|Su ''[[Gomorra - La serie]]''}} Il nostro punto di partenza era questo: il peggior modo di raccontare il bene è farlo in modo didascalico. Tutti cattivi? Sì, in quel mondo non ci sono personaggi positivi, il bene ne è alieno. Nessuno con cui lo spettatore può solidarizzare, nel quale si può identificare. Nessun balsamo consolatorio. Nessun respiro di sollievo. Lo spettatore, in maniera simbolica, non doveva avere tregua, come non ha tregua chi vive nei territori in guerra. Quindi la visuale doveva essere unica. Nessuna salvezza per nessuno. Polizia, società civile, sono state messe in secondo piano perché così è nella testa dei personaggi che raccontiamo. Quindi nessuna via di fuga narrativa, nessuna quota di bontà pari a quella della cattiveria. Non una serie in cui ci sono " il cattivo irredimibile, il cattivo che si redime, un buono con delle ombre e il buono redentore". Con la storia di sangue e la storia d'amore. Questa dialettica così classica e così scontata non serve più a un paese che è andato culturalmente oltre. Ecco perché abbiamo scelto un modo diverso di raccontare, non l'unico, non il più giusto, ma certamente diverso. Condivido la critica che spesso viene mossa alle serie italiane – e soprattutto ai direttori di rete che le scelgono – di essere costruite come se qualcuno le avesse masticate prima di darle in pasto ai telespettatori per evitare che possano strozzarsi. Noi non volevamo costruire storie masticate, ma storie difficili da digerire, di quelle che ti tornano in mente il giorno dopo e ancora devi forzarti a scrollartele di dosso.<ref name=gomorseri>Da ''[http://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2014/06/10/news/perch_sono_tutti_cattivi_nella_gomorra_che_va_in_tv-88564974/ Perché sono tutti cattivi nella Gomorra che va in tv]'', ''Repubblica.it'', 10 giugno 2014.</ref> *Il nobile, ricevendo da Dio il compito del comando, inizia a farsi baciare la mano come il [[sacerdote]]. Ma perché la mano? Il bacio ha un’origine evangelica. Veniva dato alle mani di Cristo, perché Cristo, imponendole sulle persone, compiva [[miracolo|miracoli]]. Anche le mani degli [[apostolo|apostoli]] vengono baciate, come quelle dei [[santo|santi]], perché dalle loro mani discende il miracolo, la [[grazia]].<ref>Da [https://www.repubblica.it/politica/2019/01/21/news/baciamano_salvini_afragola_saviano_il_volto_della_lega_a_sud-217062459/ ''Quel baciamano a Salvini svela il volto della Lega a Sud''], ''Repubblica.it'', 21 settembre 2019. URL archiviato il [http://archive.is/y2AW7 17 gennaio 2020].</ref> *Il [[Partito Democratico|PD]] non sta facendo la battaglia promessa. Ha creduto che utilizzare le figure di [[Piero Grasso|Grasso]] o di [[Raffaele Cantone|Cantone]] fosse la garanzia di un'immagine diversa. Ed è questo che [[Matteo Renzi|Renzi]] vuole: un'immagine diversa. Sicuramente c'è una parte di mondo del PD in prima linea contro le mafie, ma questo governo {{NDR|il [[Governo Renzi]]}} ha fatto poco contro le mafie.<ref name="mafia"/> *Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova [[notizia]], il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti.<ref name=enzob>Dall'intervista di [[Enzo Biagi]] nel corso della trasmissione televisiva ''RT Rotocalco Televisivo'', Rai Tre, 22 aprile 2007.</ref> *Il [[proibizionismo]] (degli alcolici) ha già condotto l'uomo e lo Stato nell'abisso cento anni fa: non ha senso ripetere errori già commessi. La legalizzazione non è un inno al consumo, anzi, è l'unico modo per sottrarre mercato ai narcotrafficanti che, da sempre, sostengono il proibizionismo. D'altronde, è grazie ai divieti che guidano l'azienda più florida al mondo con oltre 400 miliardi di dollari di fatturato annuo. Più della Shell, più della Samsung. Se esiste una merce che non resta invenduta è proprio la [[droga]]. L'unica che non conosce crisi, che nonostante sia illegale ha punti vendita ovunque. È la merce più reperibile del mondo disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte.<ref name=padrino>Da ''[http://www.repubblica.it/politica/2014/01/09/news/padrino_proibizionista-75455346/?ref=HREC1-9 Il padrino proibizionista]'', ''Repubblica.it'', 9 gennaio 2014.</ref> *In [[Italia]] la cultura cattolica, pur se ci diciamo atei cresciuti al di fuori della comunità religiosa, è architrave del nostro quotidiano, soprattutto nel senso di colpa, atavico e inestinguibile. Qualsiasi sacrificio non servirà a lavarlo, lo porteremo con noi in ogni momento della nostra vita, qualunque sia la nostra professione. E poi la consapevolezza che in terra non ci potrà mai essere beatitudine, felicità, salvezza. La felicità in terra è vista con sospetto anche da chi la prova. La ricchezza in terra è vissuta con senso di colpa anche da chi guadagna lavorando sodo, sacrificando molto, sacrificando tutto. Che paradosso: si sacrifica tutto per ottenere qualcosa che ci fa sentire in colpa come se avessimo commesso il peggiore dei torti. Non lontano da noi, nel mondo della riforma protestante, c'è un altro modo di concepire il lavoro, il guadagno e la vita, non migliore ma diverso. Il lavoro non è un castigo di Dio inflitto all'uomo, ma l'unico modo attraverso cui trovare salvezza. Non c'è nulla di sconveniente nel guadagnare, è la mancanza di guadagno, anzi, a essere stigmatizzata.<ref>Citato in ''[http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2015/03/11/news/la-parola-nomade-sulla-carta-d-identita-1.203276 La parola "nomade" 
sulla carta d'identità]'', ''Espresso.it'', 13 marzo 2015.</ref> *Io credo che in qualche modo i [[sogno|sogni]] più privati possano coincidere con quelli più nobili, i sogni sociali, quando iniziano ad assomigliarsi. [...] Uno dei miei sogni era stato quello di rimanere nella mia terra, raccontarla, e continuare, come dire, a resistere. Mi piace usare una frase di un vecchio barbuto che scrisse questa cosa in un vecchio libro: "Tutto ciò che io desidero non è possibile identificarlo e quindi preferisco dire che io voglio il sogno di una cosa". E quindi anche io sogno una cosa.<ref name=enzob/> *Io credo che la legalizzazione, e non la liberalizzazione, sia l'unica strada. Due termini simili che spesso vengono confusi, ma che indicano due visioni completamente diverse. Legalizzare significa spostare tutto quanto riguarda la produzione, la distribuzione e la vendita di stupefacenti sotto il controllo dello Stato. Significa creare un tessuto di regole, diritti e doveri. Liberalizzazione è tutt'altro. È privare il commercio e l'uso di ogni significatività giuridica, lasciarlo senza vincoli, disinteressarsi del problema, zona franca. Invece legalizzare è l'unico modo per fermare quel silenzioso, smisurato, violento potere che oggi condiziona tutto il mondo: il narco-capitalismo.<ref name=padrino/> *[[Garri Kimovič Kasparov|Kasparov]] è un giocatore geometrico, ma allo stesso tempo, e a differenza di molti altri, non inizia una partita con una tattica prefissata. [...] Kasparov è un giocatore duttile, sa essere solido nello schieramento del suo esercito riuscendo a ottenere attacchi fulminei e letali. Giocare con lui significa provare a perdere gustandosi il proprio macello scacchistico o – ma solo se lui vorrà – lasciarsi guidare nel gioco come una novizia viene iniziata al tango da un ballerino professionista. Non danzerà bene ma almeno si divertirà.<ref name=scacc/> *L'[[aborto]] non è omicidio. Abortire è un diritto spesso negato in Italia. La direzione di strutture sanitarie, di dipartimenti o la presidenza di policlinici, ad esempio, sarebbero – a senso – ruoli incompatibili con l'obiezione di coscienza. Altrove in Europa, gli obiettori non possono essere ginecologi, ma dentisti, cardiologi, ortopedici: non gli è preclusa alcuna carriera. In Italia, anzi, sembra che le cose siano esattamente all'opposto: fa carriera il medico obiettore, quello cioè che non mette in discussione le radici cattoliche del Paese, in cui gli ospedali pubblici continuano ad avere padiglioni dedicati a santi cattolici.<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2017/01/18/news/se-l-aborto-diventa-come-il-divorzio-islamico-1.293640 Se l’aborto diventa come il divorzio islamico]'', ''L'Espresso'', 18 gennaio 2017.</ref> *{{NDR|Su ''[[Gomorra - La serie]]''}} L'accusa più elementare di solito riguarda l'empatia, l'immedesimazione con personaggi negativi. "I ragazzi – dicono i critici severi – che guarderanno la serie emuleranno le loro gesta". Ma non è vero: l'immedesimazione non avviene con la realtà, ma con una sua rappresentazione. Non c'è nulla di male. È proprio questo il meccanismo narrativo che faceva scattare la catarsi, la purificazione, nel teatro elisabettiano e prima ancora in quello greco. Comprendere il male per riconoscerlo, per conoscerlo. Quanto di loro c'è in me? Mi comporterei allo stesso modo? Non lo faccio per codardia o per coraggio? Se non conosciamo la storia di chi compie atti atroci, se non conosciamo la storia di chi sceglie il male, come possiamo conoscere il bene? Come possiamo scegliere il bene? Ma – affermano gli sdegnati censori – Napoli è il sole, il mare, la cultura, i frutti di mare e la pizza più buona del mondo, le canzoni, Enrico Caruso e Villa Pignatelli. Caravaggio e San Domenico Maggiore. Parla di questo no?<ref name=gomorseri/> *La [[Lega Nord|Lega]] non è stata in grado di arginare - e in parte forse non ha voluto - la diffusione del potere 'ndranghetista nel nord Italia; la Lega deve ai cittadini italiani 49 milioni di euro e, sempre la Lega, in Calabria si è legata politicamente a figure poco specchiate: mostrandosi oggi con la divisa della Polizia, Salvini spera di poter cancellare tutto questo e dire non semplicemente "io sto dalla parte della legalità" (ci mancherebbe pure che il ministro dell'Interno non lo fosse!), ma "io sono la legalità".<ref name="divisa"/> *La voce di [[Miriam Makeba]] era quello che i sudafricani dell'apartheid avevano al posto della libertà.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/makeba-muore/makeba-muore/makeba-muore.html Muore Miriam Makeba dopo il concerto per Saviano]'', ''Repubblica.it'', 10 novembre 2008</ref> *Le comunità migranti sono ormai nel Dna del Sud, perché al Sud la terra è piena del loro sudore, del loro sangue, perché la terra accoglie la placenta in cui nascono i figli neri d’Italia. Non solo italo-africani ma afro-meridionali. A San Calogero è stato ucciso un meridionale e altri due sono stati feriti. Meridionali che sono come sangue che torna a scorrere in vene che stanno subendo un’emorragia letale, di italiani che emigrano. E per fortuna Soumayla Sacko, Madiheri Drame e Madoufoune Fofana arrivano esattamente nel posto da cui tutti vogliono scappare. Riempiono un vuoto e dobbiamo per questo esser loro grati. Il cambiamento, quello vero, parte da qua. E non ci sono scorciatoie.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/cronaca/2018/06/08/news/delitto_soumayla_sacko_roberto_saviano_il_mio_sud-198437129/?ref=twhr&twitter_card=20180608094039 Il mio Sud, una storia di spazi pieni e spazi vuoti]'', ''Repubblica.it'', 8 giugno 2018.</ref> *L'espressione "sembra un film" descrive qualcosa di straordinario e spettacolare. Talmente spettacolare da ricordare l'esagerazione filmica, da non poter essere considerata un evento reale. Questa espressione nasce da un equivoco, la differenza tra [[film]] e [[realtà]] è solo questione di diottrie. La vicinanza al dettaglio spesso è possibile solo in una costruzione scenica e per questo motivo quando un evento, che sia un terremoto o un omicidio, viene ripreso nei suoi dettagli immediatamente fa pensare a un film. Perché la realtà la immaginiamo antagonista della tv o del cinema, la pensiamo distante o non catturabile. La realtà che percepiamo è fluida e, accade sempre, distante. La immaginiamo possibile da registrare solo nella memoria. [...] bisognerebbe ribaltare il commento, quando si guarda la tv o un film al cinema bisognerebbe dire "sembra la realtà". Il rapporto tra film e realtà è lo stesso che passa tra una tela e una fotografia, certo dipende dallo stile del pittore e del fotografo ma nell'obiettivo della ricostruzione scenica non c'è un calco della realtà ma la realizzazione di una profondità.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/cronaca/2015/03/25/news/le_giovani_ronde_dei_clan_terrorizzano_gli_abitanti_nei_quartieri_a_est_di_napoli-110397741/ I ragazzini con la pistola per le strade di Napoli: quelle scene da Gomorra che superano la fiction]'', ''Repubbica.it'', 25 marzo 2015.</ref> *La ricchezza del Congo sembra inesauribile: da lì partirono quattro milioni di schiavi verso l’America. Quando diventa colonia belga sotto [[Leopoldo II del Belgio|Leopoldo II]], quando non sembra poter dare risorse maggiori della carne umana, un medico scozzese inventa lo pneumatico in gomma, quindi la richiesta di caucciù inizia ad arrivare da ogni parte del mondo e il Congo ne è pieno. La prima bomba atomica è stata fatta con uranio congolese e dopo l’uranio c’è il coltan, che serve all’industria elettronica. Senza coltan non ci sono telefonini, non ci sono computer, non ci sono smartphone, tablet. E poi diamanti, e oro.<ref name=congo/> *Lo squallore delle affermazioni del padre del ''porcellum'' sul ministro per l'Integrazione [[Cecile Kyenge]] è tanto evidente da sconsigliare qualsiasi tipo di commento, si dirà, per evitare amplificazioni. Ma per quanto possa sembrare assurdo, le affermazioni di [[Roberto Calderoli|Calderoli]] sono un atto politico, opera di un parlamentare navigato ed esponente di un partito che ha giocato un ruolo importante nelle peggiori nefandezze dell'ultimo ventennio. È dunque per puro calcolo che gli esponenti della [[Lega Nord|Lega]] – normalmente in ciò accomunati ai fascisti di [[Forza Nuova]] – non perdono occasione per offendere, sempre con argomenti di natura razziale, il ministro Kyenge.<ref>Da ''[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ora-si-che-la-lega-e-pericolosa/2211503 Ora sì che la Lega è pericolosa]'', ''Espresso.it'', 18 luglio 2013.</ref> *[[Roberto Maroni|Maroni]] ha il merito di avere iniziato un'azione indubbiamente più forte di quanto sia stato fatto in precedenza. E sul fronte antimafia è uno dei migliori ministri degli Interni di sempre.<ref>Dall'intervista di Pietrangelo Buttafuoco, ''[http://archivio.panorama.it/news/politica/Intervista-esclusiva-all-altro-Saviano-La-lotta-alla-mafia-non-ha-colore Intervista esclusiva all'altro Saviano: "La lotta alla mafia non ha colore"]'', ''Panorama'', 24 dicembre 2009.</ref> *Nelle [[democrazia|democrazie]] le forze dell'ordine vivono di quel delicatissimo equilibrio che si fonda sull'equidistanza tra le forze politiche. Al contrario, nelle dittature, i tiranni indossano sempre la divisa, che non è banale teatralizzazione del potere, ma serve a mandare un messaggio preciso: l'esercito risponde a me, a me soltanto e a nessun altro. [[Fidel Castro]] ha indossato la divisa nelle apparizioni pubbliche per decenni, la logica era la solita utilizzata nei paesi del socialismo reale: l'esercito è il popolo, io sono il capo dell'esercito, io sono il conduttore del popolo.<ref name="divisa"/> *Nel [[Partito Democratico|PD]] e nelle liste c'è tutto il sistema di Gomorra, indipendentemente se ci sono o meno le volontà dei boss. Il PD nel Sud Italia non ha avuto alcuna intenzione di interrompere una tradizione consolidata. E cioè alla politica ci si rivolge per ottenere diritti: il lavoro, un posto in ospedale... Il diritto non esiste. Il diritto si ottiene mediando: io ti do il voto, in cambio ricevo un diritto. Il politico non dà visioni, prospettive, percorsi, ma dà opportunità in cambio di consenso. E De Luca, in questo, è uno che ci sa fare. La politica dovrebbe essere tutt'altro. Dovrebbe ottenere consenso in cambio di trasformazioni complesse e complessive della società. Invece dando il proprio voto l'elettore rinuncia a chiedere progetto e trasformazione in cambio di una e una sola cosa.<ref name="mafia">Dall'intervista di Alessandro De Angelis, ''[http://www.huffingtonpost.it/2015/05/07/roberto-saviano-intervista-de-luca_n_7232580.html Roberto Saviano: "Gomorra è nelle liste di Vincenzo De Luca. La lotta alla mafia non è una priorità di Matteo Renzi"]'', ''Huffingtonpost.it'', 7 maggio 2015.</ref> *Non ho mai visto Biagi come un cane da guardia della democrazia quanto piuttosto come uno che non ha mai abbandonato la sua vocazione di guardiano del faro della democrazia. Un guardiano del faro, come Maqroll il gabbiere descritto da Alvaro Mutis, intento a garantire l'illuminazione affinché si possa entrare serenamente in porto piuttosto che guidare le navi, piuttosto che indicargli le rotte, ne illuminava il punto d'arrivo. Affinché tutti potessero scegliere in libertà. Questo il talento di Biagi, e la sua maggior autorevolezza.<ref name=guard/> *Non immaginavo, quando iniziai a pensare di poter costruire una serie televisiva dalle storie scritte in [[Gomorra - La serie|Gomorra]], che davvero saremmo arrivati a costruire un progetto come quello che è andato in onda su Sky. Che saremmo riusciti a condensare in uno spazio limitato il maggior numero di informazioni, dettagli. Dettagli, di questo è fatto il racconto di Gomorra. Di dettagli reali, di dettagli presi dalle inchieste, dai verbali delle intercettazioni, dalla cronaca quotidiana. Dalla cronaca attuale e da quella che ormai appartiene alla storia. A una storia che per me, per noi, non è affatto lontana, anche se sono in molti a volerla dimenticare perché è più facile in questo modo guardare in faccia i propri fallimenti.<ref name=gomorseri/> *Non piangeranno in molti la morte di [[Carmine Schiavone]]. Personalmente però gli devo qualcosa. Lo incontrai quando ancora era nel regime di protezione, i Carabinieri mi misero dei microfoni addosso e quelle registrazioni (poi rese pubbliche) mi cambiarono la vita. Sentire che avevo ricevuto una condanna a morte da una delle figure storiche del clan dei Casalesi mi trasformò. E il colloquio con lui cominciò inaspettato con un "Mi ricordo di te quando eri piccolo e stavi pieno di capelli".<ref name>Da ''[http://www.repubblica.it/cronaca/2015/02/23/news/muore_il_pentito_di_gomorra_che_predisse_quei_veleni_sottoterra_ci_uccideranno-107966745/ Muore il pentito di Gomorra che predisse: "Quei veleni sottoterra ci uccideranno"]'', ''Repubblica.it'', 23 febbraio 2015.</ref> *Per nessuno tranne che per i meridionali è così. Se scrivi se canti se giochi, e vieni da Napoli sarai sempre il giornalista napoletano, scrittore napoletano pittore napoletano. Quel napoletano non te lo toglierai mai.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/cronaca/2011/08/01/news/saviano_d_avanzo-19857168/?ref=HRER2-1 "Ecco che cosa mi ha insegnato l'amicizia con Peppe D'Avanzo"]'', ''Repubblica.it'', 1° agosto 2011.</ref> *Qualche volta, quando non ne posso più della mia vita blindata, sento Raffaele Cantone perché vive costantemente sotto scorta non da due anni, ma da molti di più. Cantone ha scritto un libro che racconta il suo periodo alla Dda di Napoli, intitolato ''Solo per giustizia''. Diviene magistrato quasi per caso, dopo aver cominciato a fare pratica come avvocato penalista. Diviene magistrato per amore del diritto. Ed è proprio quel percorso che lo porta a divenire un nemico giurato dei clan. Non lo muove nessuna idea di redimere il mondo, nessuna vocazione missionaria a voler estirpare il cancro della criminalità organizzata. Lo guidano invece la conoscenza del diritto, la volontà di far bene il proprio lavoro, e anche il desiderio di capire un fenomeno vicino al quale era cresciuto. A Giugliano. Un territorio attraversato da guerre di camorra che ricorda sin da quando era ragazzo.[...] Raffaele Cantone oggi non lavora più alla Dda, è diventato giudice al massimario della Cassazione. Ma ha voluto dare un altro strumento per sconfiggere le mafie. Un libro in cui si racconta come si arriva a diventare uno dei principali nemici dei clan e come è fatta la vita di chi li combatte: solo per giustizia.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/camorra-5/camorra-5/camorra-5.html Giustizia, la società con lo Stato. L'uomo della legge nella terra dei boss]'', ''Repubblica.it'', 26 ottobre 2008.</ref> *Questa parola, [[buonismo]], è diventata una specie di scudo contro qualsiasi pensiero ragionevole, contro qualsiasi riflessione in grado di andare oltre il raglio della rabbia e la superficialità del commento. [...] Aboliamo questa parola. Qui non c'entra la bontà e non c'entra neanche il politicamente corretto, espressione abusata dagli stessi che usano la parola "buonista" come sinonimo di una politica ipocrita che proclama i buoni sentimenti ma poi nel quotidiano fa pagare agli altri il prezzo della propria correttezza e si mantiene nel privilegio. Nulla è più rigoroso e dignitoso della correttezza invece.<ref>Da [http://www.repubblica.it/cronaca/2017/02/25/news/scusate_se_parlo_ancora_dei_deliri_di_salvini-159164230/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P2-S1.4-T1 ''Scusate se parlo ancora dei deliri di Salvini''], ''Repubblica.it'', 25 febbraio 2017.</ref> *Questo [[Partito Democratico|PD]] non ha un'anima che sente come una priorità l'antimafia. Ovviamente non mi sentirei di dire che stiamo parlando di collusioni come succedeva in [[Forza Italia]], però da qui a considerarsi, appunto, un partito antimafia... ce ne passa.<ref name="mafia"/> *[[Roma]] si racconta compiaciuta con i turisti che leccano i gelati e i selfie ai Fori Imperiali con i gladiatori. Ma è solo una scenografia. È invece la metropoli dove trovare lavoro senza essere protetto da un politico è quasi impossibile, dove un piccolo imprenditore per farsi pagare si deve rivolgere a bande che recuperano i crediti. In questa Roma ogni pistola è un'occasione per provare a farcela. Ancora pensate che siano le serie tv a ispirare i violenti? Quanta colpevole ingenuità, le serie raccontano il reale volto di ciò che accade e chi lo vive ci si specchia direttamente.<ref>Citato in ''[https://www.repubblica.it/cronaca/2019/10/27/news/solo_legalizzare_le_droghe_leggere_fermera_i_clan-239593714/?ref=RHPPLF-BH-I239522198-C8-P4-S2.8-T1 Solo legalizzare le droghe leggere fermerà i clan]'', ''Repubblica.it'', 27 ottobre 2019.</ref> *[...] se si crede all'ipotesi di un Cosentino imperatore nel settore dei rifiuti, con il no all'utilizzo delle intercettazioni sembrerebbe essere un dono fattogli per cercare di riportare la nuova emergenza a una "normalità" di gestione consolidata.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/politica/2010/09/25/news/bluff_cavaliere-7409102/ Il fuoco che smaschera il grande bluff del Cavaliere]'', ''Repubblica.it'', 25 settembre 2010.</ref> *Sento che la democrazia è letteralmente in pericolo. Può sembrare esagerato, ma non lo è. La democrazia è in pericolo nel momento in cui, se ti poni contro certi poteri, se ti poni contro il governo, quello che ti aspetta è l'attacco di una [[Macchina del fango|macchina che ti getta addosso fango]]: un attacco che parte dalla tua vita privata, da fatti minuscoli della tua vita privata, che vengono usati contro di te.<ref>Da ''Vieni via con me'', cap. 2, ''La macchina del fango'', Feltrinelli, 2011, p. [https://books.google.it/books?id=SS64pZnQaqcC&pg=PA39 39]. ISBN 978-88-07-94907-4</ref> *[[Matteo Salvini|Salvini]] ha scelto i suoi nemici: gli italiani del Sud, italiani di cui non si occupa e di cui non si occuperà mai, gli stranieri che vivono e lavorano in Italia, le ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, ragazzi che parlano italiano, "che amano italiano". I suoi nemici sono i Rom.<ref>Citato in Luca Romano, ''[http://www.ilgiornale.it/news/politica/caso-scorta-saviano-salvini-sei-ministro-malavita-minacce-1543631.html Caso scorta, Saviano a Salvini: "Sei il ministro della Malavita, minacce mafiose"]'', ''Ilgiornale.it'', 21 giugno 2018.</ref> *Umberto Veronesi da anni si dichiara favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere, pur nella consapevolezza di quanto queste possano essere dannose per gli organismi. Ma adduce ragioni di buon senso che condivido. La proibizione di qualsiasi sostanza crea mercato nero, quindi guadagni esponenziali per le mafie. Fa aumentare il costo delle sostanze stupefacenti, quindi chi ha dipendenza ma non i mezzi economici, finisce per rubare, prostituirsi o spacciare a sua volta. In ultimo le sostanze provenienti dal mercato nero non hanno alcun tipo di controllo e le morti spesso sono causate non da dosi eccessive, ma da sostanze letali usate per i tagli.<ref name=padrino/> *Una cosa è certa: io, come molti altri, continueremo a raccontare. Userò la parola come un modo per condividere, per aggiustare il mondo, per capire. Sono nato, caro Presidente, in una terra meravigliosa e purtroppo devastata, la cui bellezza però continua a darmi forza per sognare la possibilità di una Italia diversa. Una Italia che può cambiare solo se il sud può cambiare. Lo giuro Presidente, anche a nome degli italiani che considerano i propri morti tutti coloro che sono caduti combattendo le organizzazioni criminali, che non ci sarà giorno in cui taceremo. Questo lo prometto. A voce alta.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/politica/2010/04/17/news/lettera_saviano-3407443/ "Il premier mi vuole zittire ma sui clan non tacerò mai"]'', ''Repubblica.it'', 17 aprile 2010.</ref> *Uno [[scacchi|scacchista]] non può che giocare d'intelligenza, di strategia, di lealtà. Non ci sono scacchi se non c'è libertà.<ref name=scacc/> *[[Wikipedia]] [...] è una delle realtà culturali più dinamiche, una piattaforma che serve un numero sempre crescente di utenti e che è divenuto uno strumento indispensabile per rendere accessibile il sapere soprattutto ai giovani.<ref>Da [http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/saviano-rushdie/saviano-scuse/saviano-scuse.html ''Chiedo scusa a Milano ma non sono un uomo libero''], ''Repubblica.it'', 6 febbraio 2009.</ref> {{int|''Saviano: perché [[Gaetano Pecorella|Pecorella]] infanga don [[Giuseppe Diana|Peppe Diana]]?''|''la Repubblica'', 1 agosto 2009.}} *La battaglia alle organizzazioni criminali, l'ho vista fare da persone di ogni estrazione politica e sociale. Ho visto, quando ero bambino, manifestazioni nei paesi assediati dalla camorra in cui sfilavano insieme militanti missini, democristiani, comunisti e repubblicani. L'onestà non ha colore, spesso così come non ne ha l'[[illegalità]]. *La [[legalità]] è la premessa del dibattito politico, o almeno dovrebbe esserlo. La premessa e non il risultato. *[[Onore]] è una parola che spesso hanno abusivamente monopolizzato le cosche facendola diventare sinonimo del loro codice mafioso. Ma è il tempo di sottrarla alle loro grammatiche. Onore è il sentire violata la propria dignità umana dinanzi a un'ingiustizia grave, è il seguire dei comportamenti indipendentemente dai vantaggi e dagli svantaggi, è agire per difendere ciò che merita di essere difeso. {{int|Intervista di Gianni Ballerini, ''Saviano: il mio Dio «debole» a Gomorra''|''Avvenire'', 16 settembre 2009.}} *Il mio rapporto con Dio passa attraverso i [[Bibbia|testi sacri]]. *[[Impegno|Impegnarsi]] vuol dire soprattutto rischiare. Non solo la vita, ma la propria serenità. *La [[fede]], spesso, è stato il vero motore delle persone di buona volontà che nelle zone più difficili del Sud han cercato di trasformare le cose. *Se c'è stata resistenza nella mia terra e se io, nel corso degli anni, sono riuscito ad avere una qualche coscienza antimafia, lo devo ad alcune figure di [[Chiesa]]. *Un [[prete]] che non sta nella sua stanzetta a confessare le vecchiette o a dare le caramelle ai bambini, è un sacerdote che viene visto con sospetto. {{Int|''Sette'', 28 ottobre 2010}} *Il governo va incalzato sulle cose, non sull'ideologia. Per esempio voglio raccontare il ritorno della monnezza a Napoli. Fui il primo a riconoscere che Berlusconi aveva affrontato il problema. Ma l'ha tamponato; non risolto. E infatti ora il problema si ripresenta. *L'Italia di oggi è un Paese in cui è all'opera un'autentica macchina del fango e della delettigimazione. Il gossip non è più argomento delle riviste patinate, quelle che si sfogliano per farsi due risate sotto l'ombrellone; serve a distruggere moralmente e fisicamente la vita delle persone. Si usano fatti privati, a cominciare dal sesso e dalla salute, a scopi di estorsione, per condizionare i comportamenti dei personaggi pubblici o punirli se "sgarrano". *L'unità d'Italia è un bene da difendere, non solo perché è costato molto sangue in passato, ma soprattutto perché è conveniente e necessario per il futuro. Se invece l'Italia andrà in pezzi – e il pericolo esiste –, il Nord diventerà una provincia della Mitteleuropa, e il Sud la propaggine settentrionale del Maghreb. Entrambi saranno marginali. *Non sono contro il [[Partito Democratico|Pd]], ma non posso tacere se mi delude. E mi delude spesso. {{int|''[[Cosimo Di Lauro]] boss della guerra a Scampia: «Il sangue fa punti»''|''Corriere della Sera'', 14 giugno 2022.}} *La notizia della morte di Cosimo Di Lauro, Cosimino, mi ha riportato direttamente nei giorni della faida di Scampia, quando lui si fece Generale di una delle più sanguinose guerre interne accadute in un'organizzazione criminale, una delle più sanguinarie della storia umana. Era nato fortunato e incoronato: primo figlio del boss [[Paolo Di Lauro]]. Era nato l'8 dicembre del '73, e questo era sembrato al padre un segnale miracoloso: il primo figlio maschio che nasce il giorno dell'Immacolata Conecezione. *Cosimo è rispettato solo perché è il figlio di Paolo. È chiamato «'o Chiatto», cresce grosso, goffo, non ha mai sparato in vita sua. Sì, certo, in strada ci si «vatte», ci si picchia spessissimo, è un modo per misurare la propria mascolinità, corteggiare, mostrarsi vincenti. Ma Cosimo, se non fosse figlio di re, non riuscirebbe neanche a fare l'autista per una famiglia di camorra. Dentro di sé ha voglia di emergere, ha una grande rabbia, brama ad essere rispettato da suo padre per ciò che è, non semplicemente perché è nato dal suo sangue. *I liberi imprenditori diventano dipendenti. Cosimo dà l'ordine: tutti a stipendio, riceveranno soltanto un salario, le piazze tornano alla gestione diretta dei Di Lauro, non si è più liberi tra pari, ma c'è un re e tutti gli sono sudditi. Avviene la scissione. *Chiunque si pone contro di lui deve essere ucciso. Un killer degli Scissionisti, Gennaro Notturno, scappa, e gli uomini di Cosimo tortureranno una ragazza, bruciandola, Mina Verde, perché non rivela il luogo dove è nascosto Notturno, con cui ha avuto una relazione. La Scissione cerca di far rientrare Paolo Di Lauro a tutti i costi, gli scissionisti vogliono che il padre riprenda il potere, ma Cosimo continua la guerra. Settanta morti in un anno, in un fazzoletto di terra. *È convinto che persino i morti innocenti giocheranno a suo favore, tanto che diversi pentiti diranno che la sua frase era: «Cchiù sanghe amma fa punt'», più sangue più alto il punteggio. La morte di innocenti non è un problema, perché se la sua furia tocca persino chi non c'entra con le dinamiche di camorra significa che chi invece è coinvolto non avrà scampo di salvezza. ===Dalla pagina ufficiale ''Facebook.com''=== {{cronologico}} *[[Agosto]] non è crudele. È feroce. Si presenta come un mese del passato e ti costringe a ricordare. Ferocemente smette di essere tutto ciò che era. Aspettavo agosto tutto l'anno da bambino. La spiaggia, i templi di [[Paestum]], la sensazione che tutto l'anno valesse la pena viverlo per rotolarsi nel bagnasciuga con mio fratello, con i miei cugini. La sensazione che la vita vera fosse agosto. L'attesa dell'agosto più bella dell'agosto persino. Vivere agosto da adulti non vale la pena. Ora agosto è solo un mese di promesse non mantenute, la dimostrazione che la vita ti ha tradito e quello che ti aspettavi non arriva. Come una generazione che credeva di poter vivere meglio dei propri genitori e invece vive peggio, assai peggio. Agosto era il mese dove riuscivi a prendere tutto ciò che di bello concepivi. Ora arriva e raccoglie esattamente le briciole dell'intero anno. Agosto ormai è solo un modo, come direbbe Chaillet, per essere infelici in modo molto romantico. (da un [http://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10151051458856864&id=17858286863 post] del 30 agosto 2012) *Il film di [[Pif]] è una parabola, una favola che riesce a raccontare come si vive in terra di mafia. Che racconta le morti, la resistenza. C'è un passaggio che mi ha molto colpito, è la storia di un bambino che quando la mafia uccide – un giudice, un poliziotto o un giornalista – chiede agli adulti il motivo di quella morte. La risposta è sempre la stessa: "Quello è un fimminaro, insidiava le donne degli altri". Queste risposte terrorizzano il bambino al punto che inizia ad associare la possibilità di innamorarsi al pericolo di poter essere ucciso. "[[La mafia uccide solo d'estate]]" è un esperimento dolce e allo stesso tempo un racconto drammatico. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/posts/10151805526941864 post] del 22 novembre 2013) *E poi d'improvviso appari lungo la strada, [[Vesuvio]]. Mi accorgo di come la tua assenza abbia reso in questi anni i miei orizzonti vuoti. Solo guardandoti sento la sicurezza d'essere a casa e la minaccia tua costante che insegna a non perdere l'allerta. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/photos/a.402350881863.180175.17858286863/10152936433166864/?type=1&permPage=1 post] del 2 giugno 2015) *Il [[Movimento 5 Stelle|M5S]] in Sicilia vince a Gela e ad Augusta, in Campania a Quarto. Vince perché non si è rivolto al voto di scambio, perché è stato l'unica vera alternativa alla vecchia politica. Questo, anche chi non condivide le istanze del Movimento e il suo modo di agire, deve riconoscerlo. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/posts/10152965006651864 post] del 16 giugno 2015) *Sia nei libri narrativi sia nei saggi [[Luca Rastello|Rastello]] è stato un sismografo della realtà. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/posts/10153010644951864:0 post] del 6 luglio 2015) *Il Pd mi accusa di delirare quando chiedo le dimissioni del ministro Boschi, come se fosse lesa maestà chiederle di chiarire le troppe opacità del caso Banca Etruria, dato il suo diretto coinvolgimento familiare. [...] Se il ministro Boschi dovesse rifiutare spiegazioni, restando al suo posto nonostante il pesante coinvolgimento della sua famiglia in questa gravissima vicenda che avrà probabilmente sviluppi giudiziari (come potrebbe non averne?), vorrà dire che nulla è cambiato, la Leopolda è una riunione di vecchi arnesi affamati, resi più accettabili dalla giovane età e dall'essere venuti dopo Berlusconi, e il Pd un'accolita che difende i malversatori a scapito dei piccoli risparmiatori. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/photos/a.402350881863.180175.17858286863/10153299947021864/?type=3&permPage=1 post] del 12 dicembre 2015) *Le [[madre|madri]], esseri incantevoli e feroci. Custodi di bene assoluto, dedizione totale, empatia e amore incondizionato, ma anche a volte manipolatrici, trasmettitrici di sensi di colpa e di aspirazioni frustrate. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/photos/a.402350881863.180175.17858286863/10153632741401864/?type=3&theater post] dell'8 maggio 2016) *Quando ero piccolo la rivalità con Torino era totalizzante. Una rivalità personificata anche – e soprattutto – dalla [[Juventus Football Club|Juventus]]. L'insopportabile Juventus, la magnifica Juventus. Squadra di meridionali: ci sono più [[Tifoseria della Juventus Football Club|tifosi juventini]] al Sud che non a Torino, questo è certo. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/photos/a.402350881863.180175.17858286863/10153715451116864/?type=3&theater post] del 17 giugno 2016) *Se dovessi immaginare di descrivere in una fiaba il sovrano della savana sceglierei il [[cudù maggiore|Kudu]]. Il palco delle sue corna maestose trova contrasto negli occhi resi intensi da ciglia lunghissime. Il bridge bianco che unisce i due occhi disegnandone anche il contorno sono la sua maschera guerriera. E poi le tre pennellate di rosso mattone nelle orecchie aperte come corni di tromba. Il corpo è possente quasi da bufalo con testa di cervo. Le fasce muscolari del collo e il pelo lungo al suo centro impongono regalità, le righe sottili che gli zebrano il corpo. (da un [https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/photos/a.402350881863/10157126904961864/?type=3&theater post] del 22 febbraio 2020) ==''Gomorra''== ===[[Incipit]]=== Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell'aria, lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma a terra le teste si spaccavano come fossero crani veri. Ed erano crani. Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l'uno sull'altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l'uno con l'altro. Ecco dove erano finiti. I corpi che le fantasie più spinte immaginavano cucinati nei ristoranti, sotterrati negli orti d'intorno alle fabbriche, gettati nella bocca del [[Vesuvio]]. Erano lì. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo. Avevano tutti messo da parte i soldi per farsi seppellire nelle loro città in [[Cina]]. Si facevano trattenere una percentuale sul salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno, una volta morti. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese. Quando il gruista del porto mi raccontò la cosa, si mise le mani in faccia e continuava a guardarmi attraverso lo spazio tra le dita. ===Citazioni=== *Tutto quello che esiste passa di qui. Qui dal porto di Napoli. Non v'è manufatto, stoffa, pezzo di plastica, giocattolo, martello, scarpa, cacciavite, bullone, videogioco, giacca, pantalone, trapano, orologio che non passi per il porto. Il porto di Napoli è una ferita. Larga. Punto finale dei viaggi interminabili delle merci. Le navi arrivano, si immettono nel golfo avvicinandosi alla darsena come cuccioli a mammelle, solo che loro non devono succhiare, ma al contrario essere munte. Il porto di Napoli è il buco nel mappamondo da dove esce quello che si produce in [[Cina]], Estremo Oriente come ancora i cronisti si divertono a definirlo. Estremo. Lontanissimo. Quasi inimmaginabile. Chiudendo gli occhi appaiono kimono, la barba di [[Marco Polo]] e un calcio a mezz'aria di [[Bruce Lee]]. In realtà quest'Oriente è allacciato al porto di Napoli come nessun altro luogo. (p. 16) *{{NDR|A proposito dell'attività economica della [[camorra]]}} Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l'odore. L'odore dell'affermazione e della [[vittoria]]. Io so cosa trasuda il [[profitto]]. Io so. E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. E non deve trascinare controprove e imbastire istruttorie. Osserva, soppesa, guarda, ascolta. Sa. Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. Io so e ho le prove. Io so dove le pagine dei manuali d'economia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, [[tempo]] e contratti. Io so. Le prove non sono nascoste in nessuna ''pen-drive'' celata in buche sotto terra. Non ho video compromettenti in garage nascosti in inaccessibili paesi di montagna. Né possiedo documenti ciclostilati dei [[servizi segreti]]. Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. Io vedo, trasento, guardo, parlo, e così testimonio, brutta parola che ancora può valere quando sussurra: "È falso" all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di [[potere]]. La verità è parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità. (pag. 234) *Nonostante la ristrutturazione dei clan, per numero di affiliati la camorra è l'organizzazione criminale più corposa d'Europa. Per ogni affiliato siciliano ce ne sono cinque campani, per ogni 'ndranghetista addirittura otto. Il triplo, il quadruplo delle altre organizzazioni. Nel cono d'ombra dell'attenzione data perennemente a [[Mafia|Cosa Nostra]], nell'attenzione ossessiva riservata alle bombe della mafia, la camorra ha trovato la giusta distrazione mediatica per risultare praticamente sconosciuta. Con la ristrutturazione postfordista dei gruppi criminali, i clan di [[Napoli]] hanno tagliato le elargizioni di massa, L'aumento della pressione microcriminale sulla città trova ragione in quest'interruzione di stipendi data dalla progressiva ristrutturazione dei cartelli criminali avvenuta negli ultimi anni. I clan non hanno più necessità di un controllo capillare militarizzato, o quantomeno non ne hanno sempre bisogno. Gli affari principali dei camorristi avvengono fuori Napoli. (pag. 55) *{{NDR|Riportando le parole di padre Mauro pronunciate durante i funerali di Manù, quindicenne di Caivano ammazzato dalla polizia durante un tentativo di rapina}} «Oggi non è morto un eroe. [...] Per quante responsabilità possiamo attribuire a Emanuele, restano i suoi [[Quindicenne|quindici anni]]. I figli delle famiglie che nascono in altri luoghi d'Italia a quell'età vanno in piscina, a fare scuola di ballo. Qui non è così. Il Padreterno terrà conto che l'errore è stato commesso da un ragazzo di quindici anni. Se quindici anni nel Sud Italia sono abbastanza per lavorare, decidere di rapinare, uccidere ed essere uccisi, sono anche abbastanza per prendere responsabilità di tali cose. [...] Ma quindici anni sono così pochi che ci fanno vedere meglio cosa c'è dietro, e ci obbligano a distribuire le responsabilità. Quindici anni è un'età che bussa alla coscienza di chi ciancia di legalità, lavoro impegno. Non bussa con le nocche, ma con le unghie.». *Quando tutto ciò che è possibile è stato fatto, quando talento, bravura, maestria, impegno, vengono fusi in un'azione, in una prassi, quando tutto questo non serve a mutare nulla, allora viene voglia di stendersi a pancia sotto sul nulla, nel nulla. Sparire lentamente, farsi passare i minuti sopra, affondarci dentro come fossero sabbie mobili. Smettere di fare qualsiasi cosa. E tirare, tirare a respirare. Nient'altro. *Si crede stupidamente che un atto criminale per qualche ragione debba essere maggiormente pensato e voluto rispetto ad un atto innocuo. In realtà non c'è differenza. I gesti conoscono un'elasticità che i giudizi etici ignorano. *Dopo aver visto decine di morti ammazzati, imbrattati del loro sangue che si mescola allo sporco, esalanti odori nauseabondi, guardati con curiosità o indifferenza professionale, scansati come rifiuti pericolosi o commentati da urla convulse, ne ho ricavato una sola certezza, un pensiero tanto elementare che rasenta l'idiozia: la morte fa schifo. *{{NDR|Ripetendo i dettami del padre sugli uomini e le pistole}} Robbè, che cos'è un uomo con la [[pistola]] e senza la [[Laurea]]?<br />È uno stronzo con la pistola.<br />Bravo. E un uomo senza pistola con la Laurea?<br />Uno stronzo con la laurea.<br />E un uomo con la pistola e con la Laurea?<br />È un uomo, papà.<br />Bravo Robertino *{{NDR|Ripetendo i dettami del padre}} Il migliore, Robbè, non deve avere bisogno di nessuno, deve sapere certo, ma deve anche fare paura. Se non fai paura a nessuno allora in fondo non sei riuscito a essere veramente capace. *Al mondo non esiste cosa, organica o disorganica, oggetto metallico, elemento chimico, che abbia fatto più morti dell'[[AK-47]]. Il kalashnikov ha ucciso più della bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki, più del virus dell'HIV, più della peste bubbonica, più della malaria, più di tutti gli attentati dei fondamentalisti islamici, più della somma dei morti di tutti i terremoti che hanno agitato la crosta terrestre. Un numero esponenziale di carne umana impossibile persino da immaginare. *L'AK-47 è un mitra che riesce a sparare nelle condizioni più disparate. Incapace di incepparsi, pronto a sparare anche sporco di terra, anche se zuppo d'acqua, comodo da impugnare, con un grilletto morbido che può essere premuto anche da un bambino. Fortuna, errore, imprecisione, tutti gli elementi che fanno salva la vita durante gli scontri sembrano eliminati dalla certezza dell' AK-47, uno strumento che ha impedito al fato di avere un ruolo. Facile da usare, facile da trasportare, spara con un'efficienza che permette di uccidere senza nessun tipo d'addestramento. «È capace di trasformare in combattente anche una scimmia» dichiarava [[Joseph Kabila|Cabila]], il temibile leader politico congolese. *Diventare imprenditore. Capace di commerciare con tutto e fare affari anche col nulla. Usare tutto come mezzi e se stessi come fine. Chi dice che è amorale, che non può esserci vita senza etica, che l'economia possiede dei limiti e delle regole da seguire è soltanto colui che non è riuscito a comandare, che è stato sconfitto dal mercato. L'etica è il limite del perdente, la protezione dello sconfitto, la giustificazione morale per coloro che non sono riusciti a giocarsi tutto e vincere ogni cosa. *C'è chi [[comandare|comanda]] le parole e chi comanda le cose. Tu devi capire chi comanda le cose, e fingere di credere a chi comanda le parole. Comanda veramente solo chi comanda le cose. *È così che si fa il [[bene e male|bene]] solo quando puoi fare il [[bene e male|male]]. Il bene vero è quando scegli di farlo perché puoi fare il male. *Corleone, in confronto a Casal di Principe, è una città progettata da Walt Disney. *{{NDR|Discorso don Peppino Diana}} Uccidete e venite uccisi in una partita di scacchi il cui re non siete voi ma coloro che da voi prendono ricchezza facendovi mangiare l'uno con l'altro fin quando nessuno potrà fare scacco e ci sarà una sola pedina sulla scacchiera. E non sarete voi. Quello che divorate qui lo sputate altrove, lontano, facendo come le uccelle che vomitano il cibo nella bocca dei pulcini. Ma non sono pulcini quelli che imbeccate ma avvoltoi e voi non siete uccelle ma bufali pronti a distruggersi in un luogo dove sangue e potere sono i termini della vittoria. È giunto il tempo che smettiamo di essere Gomorra. *Pretendete di non implorare ciò che vi viene di diritto! *Bisogna trovare la forza di cambiare. Ora. O mai più. *Mio padre mi mandava a fare scorpacciate di [[Mozzarella|mozzarelle]] mondragonesi, ma quale territorio aveva il primato della mozzarella più buona era impossibile stabilirlo. I sapori erano troppo diversi, quello dolciastro e leggero della mozzarella di Battipaglia, quello salato e corposo della mozzarella aversana e poi quello puro della mozzarella di Mondragone. Una prova però della bontà della mozzarella i mastri caseari mondragonesi ce l'avevano. La mozzarella per essere buona deve lasciare in bocca un retrogusto, quello che i contadini chiamano "'o ciato 'e bbufala" ossia il fiato di bufala. Se dopo aver buttato giù il boccone non rimane in bocca quel sapore di bufala, allora la mozzarella non è buona. ===[[Explicit]]=== Avevo i piedi immersi nel pantano. L'acqua era salita sino alle cosce. Sentivo i talloni sprofondare. Davanti ai miei occhi galleggiava un enorme frigo. Mi ci lanciai sopra, lo avvinghiai stringendolo forte con le braccia e lasciandomi trasportare. Mi venne in mente l'ultima scena di ''[[Papillon]]'', il film con Steve McQueen tratto dal romanzo di Henri Charrière. Anch'io, come Papillon, sembravo galleggiare su un sacco colmo di noci di cocco, sfruttando le maree per fuggire dalla Cayenna. Era un pensiero ridicolo, ma in alcuni momenti non c'è altro da fare che assecondare i tuoi deliri come qualcosa che non scegli, come qualcosa che subisci e basta. Avevo voglia di urlare, volevo gridare, volevo stracciarmi i polmoni, come Papillon, con tutta la forza dello stomaco, spaccandomi la trachea, con tutta la voce che la gola poteva ancora pompare: «Maledetti bastardi, sono ancora vivo!». ===Citazioni su ''Gomorra''=== *''Gomorra best seller, | si moltiplica come un porno sul server, | a che serve dire che fa affari | se ti fai gli affari tuoi da sempre?'' ([[Caparezza]]) *''Gomorra'' non è un romanzo di lotta contro la camorra, o non solo. È un libro che ha avuto la forza di creare un immaginario straordinario, talmente straordinario che si è imposto. Oggi, quando pronunciamo la parola Gomorra, nessuno pensa più alla Bibbia. Bensì a Scampia, alla cocaina, alle teste dei cinesi che cascano dal container. È un romanzo che ha delineato i confini di un universo letterario che prima non esisteva, come ''[[La dolce vita]]'' di [[Federico Fellini]]. ([[Alessandro Piperno]]) ==''La paranza dei bambini''== ===[[Incipit]]=== Il nome paranza viene dal mare. Chi nasce sul mare non conosce un solo mare. È occupato dal mare, bagnato, invaso, dominato dal mare. Può starci lontano per il resto dell'esistenza, ma ne resta zuppo. Chi nasce sul mare sa che c'è il mare della fatica, il mare degli arrivi e delle partenze, il mare dello scarico fognario, il mare che ti isola. C'è la cloaca, la via di fuga, il mare barriera invalicabile. C'è il mare di notte. ===[[Explicit]]=== La morte e l'acqua sono sempre una promessa. E loro erano pronti a passare attraverso il Mar Rosso. ==''Super Santos''== *Per i ragazzi essere pali significava poter vivere giocando a pallone; per il clan giocare a pallone significava poter vivere mentre i ragazzi facevano i pali. *Giudica come una persona ti tratta. Vendicati se ti tratta male, consideralo padre se ti da il pane, sii grato se vieni trattato bene. *Se proprio si deve subire, meglio subire per un desiderio che in parte si era assaggiato che per qualcosa che non si sarebbe assaporato mai. *Al loro paese si era abituati a pagare per qualsiasi cosa, ogni scelta la si pagava. La scelta di restare, la scelta di emigrare, di lavorare in nero, di arruolarsi, tutto si pagava senza possibilità di vantaggio. Era la prima cosa che imparavi quando crescevi da quelle parti. Aver pagato per un sogno, il sogno di vivere giocando, in fondo non era peggio di pagare per qualche altro motivo. Se proprio si doveva subire, meglio subire per un desiderio che in parte si era assaggiato che per qualcosa che non si sarebbe assaporato mai. ==''ZeroZeroZero''== *Educato. Ciò che rende un uomo un vero uomo è l'[[educazione]]. È ciò che si impara che fa la differenza. *Sono convinto che la legalizzazione potrebbe davvero essere la soluzione. Perché va a colpire là dove la cocaina trova il suo terreno fertile, nella legge economica della domanda e dell'offerta. Prosciugando la richiesta, tutto ciò che sta a monte avvizzirebbe come un fiore privato dell'acqua. È un azzardo? È fantasia? Il delirio di un mostro? Forse. O forse no. Forse è un altro frammento dell'abisso che in pochi hanno il coraggio di affrontare. *C'è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall'Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore? ==[[Incipit]] di ''La parola contro la camorra''== Spesso mi si chiede come sia possibile che delle parole possano mettere in crisi organizzazioni criminali potenti, capaci di contare su centinaia di uomini armati e su capitali forti. E come è possibile - questa domanda mi viene ripetuta spessissimo, soprattutto all'estero - che uno scrittore possa mettere in crisi organizzazioni capaci di fatturare miliardi di euro l'anno e di dominare territori vastissimi?<br>È complicato dare una sola risposta e, in verità, l'unica risposta che mi viene in mente, la più plausibile è che sia proprio la diffusione della parola a mettere paura. ==[[Explicit]] di ''Bacio feroce''== Il giorno dopo erano ancora là. Stessa piazza, stessi zainetti sulle spalle, stessi occhi all'insù ad ammirare il graffito.<br> -Guardate, c'ho una cosa ccà- disse finalmente 'a Lucertola, scavando nel suo zaino. Una Desert Eagle ammaccata ma dall'aspetto ancora fiero.<br>-Ua', 'o fierro... -disse Salvo e si avvicinò per toccarlo, e lo stesso fece Carminiello, ma 'a Lucertola li scartò e nascose di nuovo la pistola.<br>-Me l'ha data Risvoltino, -disse, e davanti agli occhi increduli degli amici aggiunse: -Ha detto che è stato il primo fierro del Maraja.<br>Ancora silenzio. E alla fine disse, serio: -Guagliù, vogliamo costruire una paranza tutta nostra? ==Citazioni su Roberto Saviano== *C'è stato un comunicato, una solidarietà espressa da parte del sindacato dei giornalisti... va bene, lo condividiamo perfettamente, ma insomma, mi pare che... è meglio andare avanti [...] Non è che ce l'ho con Saviano, dico soltanto che Saviano si propone molto, insomma, no? Cioè c'è un film, il libro, un libro che si vende, i diritti del film che portano a casa anche tanti bei soldini... insomma, va bene... insomma, è scortato; che poi lui racconti come si vive da scortato, io potrei raccontarglielo meglio perché vivo da scortato da più tempo ma non vado raccontando il perché sono scortato. ([[Emilio Fede]]) *Io credo che Saviano abbia grandi meriti ma anche un grande limite: sta innamorandosi del suo personaggio e della sua immagine. In qualche momento sembra che abbia bisogno di inventarsela, la camorra, anche dove non c'è, altrimenti rimane disoccupato. ([[Vincenzo De Luca]]) *Mentre la Merini puntava tutto sull'ispirazione dall'alto, Saviano sembra scommettere sull'ispirazione dal basso, condannando gli altri veri scrittori alla sua stessa condanna: realtà e impegno. Come se bastasse un travaso acritico dal piano civile a quello estetico per fare vera letteratura. E come se l' etica non si trovasse altrove che nella realtà. Ambedue, Merini e Saviano, propongono il loro tragico destino come principio universale e capolavoro in sé. ([[Paolo Di Stefano]]) *Nel '93, quando mi sono pentito, Roberto Saviano era molto giovane. Io lo ringrazio per aver scritto Gomorra, perché ha svegliato delle coscienze. Però parecchi di quelli che parlano esaltando il suo lavoro fanno solo bla bla bla. Non vorrebbero elogiarlo, ma sono costretti dal rumore mediatico. Di Saviano non ho mai detto niente sul fantomatico attentato prima di Natale. La notizia è uscita da una clinica di Montefiascone, non da me. Per come conosco la mentalità dei clan, Saviano tenteranno di farlo fuori quando sarà finito nel dimenticatoio. Ma oggi, ucciderlo per loro sarebbe farlo santo, e mica sono scemi. Succederebbe l'ira di Dio. Come la storia di mandare l'Esercito in [[Campania]] contro la camorra: ma che lo mandi a fare, i soldati rischiano pure che la malavita tolga loro le armi. I clan ormai stanno nascosti. I camorristi sanno che il più grande dolore e la più grande meraviglia durano otto giorni. Quando si tornerà alla normalità si farà di nuovo guerra. ([[Carmine Schiavone]]) *Per me, Saviano è uno che ha lucrato sulla mia città. Non c'era bisogno che scrivesse un libro per sapere cos'è la camorra. Lui però ha detto solo cose brutte e si è dimenticato di tutto il resto. ([[Marco Borriello]]) *''Perché Saviano ha scritto un libro rovinandosi la vita?'' ([[Fabri Fibra]]) *{{NDR|Dopo che Saviano aveva richiesto le dimissioni del ministro [[Maria Elena Boschi|Boschi]]}} Saviano ormai è alla disperata ricerca di visibilità, mi chiedo se questi post {{NDR|su Facebook}} siano farina del suo sacco. ([[Ernesto Carbone]]) *Saviano: può fare un'audience milionaria, ma quello che dice si perde. Se, invece, leggi ''Gomorra'', non te lo scordi più. ([[Francesco Facchinetti]]) *Sta in un attico a New York a dire cose senza senso, banali, non mi piace assolutamente e non è di sinistra. ([[Marco Rizzo]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Roberto Saviano, ''Bacio feroce'', Feltrinelli, Milano, 2017. ISBN 978-88-07-03261-5 *Roberto Saviano, ''Gomorra: Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra'', Mondadori, Milano, 2006. ISBN 88-04-55450-9 *Roberto Saviano, ''La paranza dei bambini'', Feltrinelli, Milano, 2016. ISBN 978-88-07-03207-3 *Roberto Saviano, ''La parola contro la camorra'', Einaudi, 2010. ISBN 9788806202187 *Roberto Saviano, ''Super Santos'', Feltrinelli, Milano, 2012. ISBN 978-88-588-5031-2 *Roberto Saviano, ''ZeroZeroZero'', Feltrinelli, Milano, 2013. ISBN 978-88-07-03053-6 ==Voci correlate== *[[Camorra]] *''[[Gomorra - La serie]]'' *''[[Gomorra (film)]]'' *[[Napoli]] ==Altri progetti== {{interprogetto|n=Categoria:Roberto Saviano}} ===Opere=== {{Pedia|Gomorra (romanzo)|''Gomorra''|(2006)}} {{Pedia|Zero Zero Zero (romanzo)|''ZeroZeroZero''|(2013)}} {{DEFAULTSORT:Saviano, Roberto}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Personalità dell'ateismo]] [[Categoria:Scrittori italiani]] h0p50drc1eqah40pn264howjxg1xa1a Leonarda Cianciulli 0 11961 1221206 1169863 2022-08-06T16:29:07Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ Modifico categoria wikitext text/x-wiki [[File:Leonarda Cianciulli mugshot.jpg|thumb|Leonarda Cianciulli]] '''Leonarda Cianciulli''' (1894 – 1970), assassina italiana. ==Citazioni su Leonarda Cianciulli== {{senza fonte}} *Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi. [...] Vedo nella tua mano destra il carcere, nella sinistra il manicomio. (profezia di una zingara) *Malgrado gli scarsi mezzi di cui disponevamo preparava dolci gustosissimi che nessuna detenuta però, si azzardava a mangiare. Credevano che contenessero qualche sostanza magica. (una suora del manicomio di Pozzuoli) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Cianciulli, Leonarda}} [[Categoria:Assassini serialib italiani]] [[Categoria:Criminali italiani]] 8v0tadzajj5evmh88as0z3s0nnd4zge 1221207 1221206 2022-08-06T16:29:17Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ wikitext text/x-wiki [[File:Leonarda Cianciulli mugshot.jpg|thumb|Leonarda Cianciulli]] '''Leonarda Cianciulli''' (1894 – 1970), assassina italiana. ==Citazioni su Leonarda Cianciulli== {{senza fonte}} *Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi. [...] Vedo nella tua mano destra il carcere, nella sinistra il manicomio. (profezia di una zingara) *Malgrado gli scarsi mezzi di cui disponevamo preparava dolci gustosissimi che nessuna detenuta però, si azzardava a mangiare. Credevano che contenessero qualche sostanza magica. (una suora del manicomio di Pozzuoli) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Cianciulli, Leonarda}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] [[Categoria:Criminali italiani]] dvgoz3tmxjj5imvn02l0d0qztdyedgg Gregorio Nazianzeno 0 15114 1221272 1113406 2022-08-07T07:19:34Z Spinoziano 2297 fix intro wikitext text/x-wiki [[File:St Gregorius Nazianzenus.jpg|thumb|Gregorio Nazianzeno]] San '''Gregorio Nazianzeno''', detto anche '''Gregorio il Teologo''' (329 – 390 ca.), vescovo di Costantinopoli e teologo. ==Citazioni di Gregorio Nazianzeno== *Cerchiamo di essere come [[Gesù|Cristo]], giacché anche Cristo è divenuto come noi; di diventare dèi per mezzo di lui, dal momento che lui stesso, per il nostro tramite, è diventato uomo. Prese il peggio su di sé, per farci dono del meglio [...].<ref>Da ''Sulla santa Pasqua'', 1, 5. Citato in ''La teologia dei Padri. {{small|Testi dei padri latini greci orientali scelti e ordinati per temi}}'', vol. II, ''Grazia – Cristo – Santificazione'', raccolta di Alfons Hellmann con la consulenza di Heinrich Kraft, edizione italiana accresciuta e curata da Gaspare Mura, traduzione dei padri latini e orientali di Guglielmo Corti, traduzione dei padri greci di Mario Spinelli, Città Nuova Editrice, Roma, 1982<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=r5QB0AcGViYC&lpg=PA136&dq=&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136].</ref> *Dio è diviso senza divisione, se così posso esprimermi, e unito nella divisione. La Divinità è una in tre e tre in una...<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro delle religioni'', traduzione di Anna Carbone, Gribaudo, 2017, p. 216. ISBN 9788858015810</ref> *[[Dio]] era sempre, è e sarà, o meglio, è sempre. Infatti l'"era" e il "sarà" indicano dei frammenti del tempo, in rapporto a noi, e della natura transeunte, mentre Dio è sempre, e proprio questo è il nome che dà a se stesso mentre dà l'oracolo a [[Mosè]] sulla montagna. Dio infatti, racchiude e possiede in sé tutto l'essere, che non ha avuto principio e non è destinato a finire, un mare di essere, se così si può dire, infinito e illimitato, che oltrepassa ogni idea di tempo e di natura.<ref>Da ''Per la festa della Teofania'', ''Discorso'' 38,7. In ''Omelie sulla Natività. {{small|Discorsi 38-40}}'', introduzione, traduzione e note di Claudio Moreschini, Città Nuova, Roma, 1998<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=DR2uaTD8NuUC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]. ISBN 88-311-3039-0</ref> *Non appena concepisco l'Uno, sono illuminato dallo splendore dei Tre; non appena distinguo [[Santissima Trinità|i Tre]] ritorno di nuovo all'Uno. Quando penso a uno dei Tre, penso a lui come a un tutto, e i miei occhi si riempiono, e gran parte di ciò che sto pensando mi sfugge. (da ''Orazione'', 40, 41)<ref>Citato in [[Karen Armstrong]], ''Storia di Dio: 4000 anni di religioni monoteiste'', traduzione di Aldo Mosca, Marsilio Editori, 1995, p. 126.</ref> *Se non fossi tuo, o mio [[Cristo]], mi sarebbe stata fatta un'ingiustizia. (da ''A Cristo'', in ''Poesie'', traduzione di Carmelo Crimi e Ivano Costa, Città Nuova, 1999, vol. II, 1, 74) *Se sei sano e ricco, allevia il bisogno di chi è malato e povero; se non sei caduto, soccorri chi è caduto e vive nella sofferenza; se sei lieto, consola chi è triste; se sei fortunato, aiuta chi è morso dalla sventura. Da' a Dio una prova di riconoscenza, perché sei uno di quelli che possono beneficare, e non di quelli che hanno bisogno di essere beneficati... Sii ricco non solo di beni, ma anche di pietà; non solo di oro, ma di virtù, o meglio, di questa sola. Supera la fama del tuo prossimo mostrandoti più buono di tutti; renditi Dio per lo sventurato, imitando la misericordia di Dio.<ref>Da ''Discorso per l'amore dei poveri'', 14, 8. Citato in [[Papa Benedetto XVI]], ''Catechesi sui Padri della Chiesa. {{small|Da Clemente Romano a Gregorio Magno}}'', prefazione di Giovanni Maria Vian, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2008 / Città Nuova, Roma, 2008, [https://books.google.it/books?id=U5gFaSPuUf4C&lpg=PA77&dq=&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80]. ISBN 978-88-311-7351-3</ref> *Tale è la vita dei mortali; tale la scena del mondo: usciamo dal nulla per vivere; vissuti torniamo al nulla. Che siamo noi? un sogno instabile, un fantasma che non si può afferrare, il volo di un uccello che passa, il vascello che fugge sul mare senza lasciar traccia; polvere, vapore, rugiada del mattino; fiore oggi sbocciato, domani appassito...<ref>Dal discorso funebre per il fratello Cesario. Citato in Francesco Pedrina, ''Musa Greca'', Casa Editrice Luigi Trevisini, Milano<sup>5</sup>, p. 1060.</ref> ==''Detti''== *Il Signore chiede tre cose ad ogni uomo che ha il battesimo: all'anima la retta fede, alla lingua la verità, al corpo la continenza. *Se qualcuno non crede che la santa Maria è Madre di Dio, si priva della divinità. *Tutta la vita dell'uomo è come un sol giorno per chi è travagliato dal desiderio ardente. {{NDR|AAVV, ''Vita e detti dei padri del deserto'', a cura di Luciana Mortari, Roma, Città Nuova, 2005}} ==''Discorsi''== *Abbiamo diviso Cristo, noi che tanto amavamo Dio e Cristo! Abbiamo mentito gli uni agli altri a motivo della Verità, abbiamo nutrito sentimenti di odio a causa dell'Amore, ci siamo divisi l'uno dall'altro! *Contempla quelle bellezze e lascia che il mormoratore, del tutto ignaro del piano divino, muoia fuori con la sua bestemmia. *Convinciamoci che le [[tribolazioni]] sono strumento di salvezza. *Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della [[conversione]] e della [[salvezza]] dell'uomo. *E poi non dimentichiamoci di raccomandare al Signore le anime nostre e anche quelle di coloro che ci hanno preceduto nel comune viaggio verso la [[oltretomba|casa paterna]]. *Egli {{NDR|Gesù}} fu annoverato tra i malfattori per te e per il tuo peccato, e tu diventa giusto per lui. *Lasciatemi riposare dalle mie lunghe fatiche, abbiate rispetto dei miei capelli bianchi ... Sono stanco di sentirmi rimproverare la mia condiscendenza, sono stanco di lottare contro i pettegolezzi e contro l'invidia, contro i nemici e contro i nostri. Gli uni mi colpiscono al petto, e fanno un danno minore, perché è facile guardarsi da un nemico che sta di fronte. Gli altri mi spiano alle spalle e arrecano una sofferenza maggiore, perché il colpo inatteso procura una ferita più grave ... Come potrò sopportare questa guerra santa? Bisogna parlare di guerra santa così come si parla di guerra barbara. Come potrei riunire e conciliare questa gente? Levano gli uni contro gli altri le loro sedi e la loro autorità pastorale e il popolo è diviso in due partiti opposti ... Ma non è tutto: anche i continenti li hanno raggiunti nel loro dissenso, e così Oriente e Occidente si sono separati in campi avversi. *L'[[insegnamento]] effettivamente è come un cibo, il cui possessore è colui che lo distribuisce. *Facciamo nostra capitale adottiva non la Gerusalemme terrena, ma la metropoli celeste, non quella che viene calpestata dagli eserciti, ma quella acclamata dagli angeli. *Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. {{NDR|Gregorio Nazianzeno, ''I cinque discorsi teologici'', Città Nuova, Roma, 1999}} ==Citazioni su Gregorio Nazianzeno== *Gregorio di Nazianzo, [...], non si distinse meno per la sua profonda dottrina che per la sua eloquenza, piena di nobiltà e di calore. Egli possedeva a tal segno il dono dell'intelligenza delle sante Scritture e de' più alti misteri, che fra i padri della Chiesa è considerato per la sublimità e per la penetrazione come san Giovanni fra gli Evangelisti. Assicurasi che di tutti gli antichi dottori, ei solo fu quello che non avanzò proposizione alcuna la quale avesse qualche apparente conformità coll'errore. Questi lumi e questa esattezza gli hanno procacciato per eccellenza il titolo di Teologo. ([[Mathieu-Richard-Auguste Henrion]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Template:Dottori della Chiesa}} [[Categoria:Dottori della Chiesa cattolica]] [[Categoria:Epistolografi]] [[Categoria:Padri della Chiesa]] [[Categoria:Patriarchi di Costantinopoli]] [[Categoria:Santi anatolici]] [[Categoria:Scrittori bizantini]] [[Categoria:Teologi bizantini]] i1f7kgwsklj9v8gfs7yn9qnbrnxrb95 Wikiquote:Richieste agli amministratori/Richieste 4 17289 1221313 1121667 2022-08-07T10:47:57Z AnjaQantina 1348 /* Permessi non sufficienti */ nuova sezione wikitext text/x-wiki == Correzione della posizione del link [modifica] delle sezioni == Vedere [[Discussioni MediaWiki:Common.js#Correzione della posizione del link .5Bmodifica.5D delle sezioni|Discussioni MediaWiki:Common.js#Correzione della posizione del link [modifica] delle sezioni]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 12:40, 16 apr 2014 (CEST) :{{fatto}} [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=MediaWiki%3ACommon.js&diff=639251&oldid=623740 vedi qui]--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 17:20, 16 apr 2014 (CEST) == Refuso in [[Mediawiki:Common.css]] == Alla linea n. 119 bisognerebbe sostituire <code><nowiki>margin-top: 0.5 em;</nowiki></code> con <code><nowiki>margin-top: 0.5em;</nowiki></code> (senza spazio dopo 0.5). Grazie --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 00:56, 5 mag 2014 (CEST) :{{fatto}} [[Speciale:Diff/643144|qui]], ho anche corretto una parentesi di troppo--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 18:43, 5 mag 2014 (CEST) ==Voce calda== Segnalo [[Sperimentazione animale]], oggetto di continue modifiche da parte di un utente che non ascolta quanto gli viene detto e procede in maniera distruttiva. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:49, 13 lug 2014 (CEST) :segnalo anche [[Godzilla]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:45, 14 lug 2014 (CEST) ::{{fatto}} Bloccati i due utenti (il primo da Homer). Se il problema si ripresenta, ci riaggiorniamo. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:47, 14 lug 2014 (CEST) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]], forse "Sperimentazione animale" necessita di essere messa negli OS da parte degli amministratori, temo che se continua così servirà semiproteggerla. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:14, 17 lug 2014 (CEST) :[[Utente:Superchilum|Superchilum]], è già fra i miei osservati perché la voce l'ho creata io. Però lascerei valutare ad [[Utente:Homer|Homer]], che l'aveva già protetta, se e come rinnovare la protezione della voce. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:46, 17 lug 2014 (CEST) :: Personalmente stavo pensando di bloccare infinto [[Utente:Sabrinasabrina444|Sabrinasabrina444]] al prossimo vandalismo e, eventualmente, riproteggere la pagina per un periodo più lungo, tipo sei mesi. Si stancheranno prima o poi... --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 17:32, 17 lug 2014 (CEST) :::sì, concordo. Tenete conto che animalisti e pro-test si stanno beccando anche su Wikipedia, quindi è un periodo caldo su tutti i fronti, non è un edit isolato. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 18:40, 17 lug 2014 (CEST) ==Pagine in inglese== Segnalo [[Speciale:Contributi/Mariobi21]], contenente solo pagine in lingua diversa dall'italiano. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:28, 21 lug 2014 (CEST) :{{fatto|}} Cancellate, e avvisato l'utente. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:56, 21 lug 2014 (CEST) == Template:! == Orfano, sostituito dall'omonima funzione parser: {{cancellare}} --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 12:45, 7 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}, grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 13:00, 7 ago 2014 (CEST) == Discussioni dei moduli == Per la grafica delle pagine di discussione dei moduli, in [[MediaWiki:Vector.css]] bisognerebbe aggiungere: *(all'inizio della sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> /* Colori differenziati per namespace: * i numeri dispari sono pagine di discussione * '0': 'Voce', * '2': 'Utente', * '4': 'Wikiquote', * '6': 'File', * '8': 'MediaWiki', * '10': 'Template', * '12': 'Aiuto', * '14': 'Categoria' * '828': 'Modulo' */ </pre> *(in fondo alla sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> .ns-829 #content { background-color:#ffe; } .ns-829 div.vectorTabs li.selected { background-image: url(//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/3/3a/Vector-tab-ffffee-fade.png); } .ns-829 div.thumb { border-color:#ffe; } </pre> e in [[MediaWiki:Monobook.css]] *(all'inizio della sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> /* Colori differenziati per namespace: * i numeri dispari sono pagine di discussione * '0': 'Voce', * '2': 'Utente', * '4': 'Wikiquote', * '6': 'File', * '8': 'MediaWiki', * '10': 'Template', * '12': 'Aiuto', * '14': 'Categoria' * '828': 'Modulo' */ </pre> *(in fondo alla sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> .ns-829 #content, .ns-829 #p-cactions li, .ns-829 #p-cactions li a { background:#ffe; } .ns-829 div.thumb { border-color:#ffe; } </pre> --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 13:56, 9 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 14:22, 9 ago 2014 (CEST) == Piccola richiesta per [[MediaWiki:Common.css]] == Per poter nascondere la numerazione nell'indice della pagina; ad esempio in [[Wikiquote:Richieste agli amministratori/Archivio]] attualmente viene visualizzato: "1 2007", "2 2008"... che da' un po' fastidio.<br /> La linea 94 si potrebbe sostituire con: <pre> .noautonum-1 .toclevel-1 .tocnumber, .noautonum-2 .toclevel-2 .tocnumber, .noautonum-3 .toclevel-3 .tocnumber, .noautonum-4 .toclevel-4 .tocnumber, .noautonum-5 .toclevel-5 .tocnumber, .noautonum .tocnumber { display: none; } </pre> --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 14:36, 9 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 14:52, 9 ago 2014 (CEST) {{Rientro}} Scusami, errore mio, doveva essere: <pre> .noautonum-1 .toclevel-1 > a > .tocnumber, .noautonum-2 .toclevel-2 > a > .tocnumber, .noautonum-3 .toclevel-3 > a > .tocnumber, .noautonum-4 .toclevel-4 > a > .tocnumber, .noautonum-5 .toclevel-5 > a > .tocnumber, .noautonum .tocnumber { display: none; } </pre> Vedi un esempio in [[Wikiquote:Richieste agli amministratori/Archivio]] e [[Wikiquote:Bar/Indice archivio]]. --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 16:12, 9 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 16:34, 9 ago 2014 (CEST) ==js== Ciao, qualcuno mi potrebbe cancellare [[Utente:Superchilum/vector.js]]? Con le impostazioni globali non mi serve più :) e non appare l'avviso di immediata se lo aggiungo. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 11:24, 28 ago 2014 (CEST) :{{fatto}} --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 12:16, 28 ago 2014 (CEST) ::grazie! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:23, 28 ago 2014 (CEST) :::@[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]] - Piccolo suggerimento (non si sa mai possa tornare utile a te o ad altri che leggono), se aggiungi <code><nowiki>/* {{Cancella}} */</nowiki></code> al tuo js o css, anche se non compare il messaggio a video, il file viene inserito nella categoria delle immediate dove gli amministratori possono trovarlo e cancellarlo! --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 22:23, 28 ago 2014 (CEST) ::::{{ping|FRacco}} grazie per il consiglio :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:01, 29 ago 2014 (CEST) ==Bestemmia== Valutate se oscurare [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Violoncello&curid=42307&diff=666875&oldid=611413 questa]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:57, 18 set 2014 (CEST) :{{fatto}}--'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 14:14, 18 set 2014 (CEST) == NUI == In [[Aiuto:Nome utente]] non è riportato, ma su [[:w:Aiuto:Nome_utente#Altri_nomi_non_ammessi|wikipedia]] sì, il caso di nome utente non appropriato dovuto a "Lunghe sequenze casuali o apparentemente casuali di lettere e numeri ("ZJUn5XDLfqSve6yO", "R852783459b", o "asdfjjjjjjjk") oppure di soli numeri.". Il caso recente è [[Speciale:Contributi/Huhu2341515smjdcnudnjcnhdnjenkmich|questo]]. Penso si possa procedere per NUI. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:00, 20 nov 2014 (CET) :{{fatto}} In [[Aiuto:Nome utente]] il caso era già indicato. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 10:54, 23 nov 2014 (CET) == [Global proposal] m.{{SITENAME}}.org: {{int:group-all}} {{int:right-edit}} == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> [[File:Mediawiki-mobile-smartphone.png|thumb|MediaWiki mobile]] Hi, this message is to let you know that, on domains like {{CONTENTLANGUAGE}}.'''m'''.wikipedia.org, '''unregistered users cannot edit'''. At the Wikimedia Forum, where global configuration changes are normally discussed, a few dozens users [[m:Wikimedia Forum#Proposal: restore normal editing permissions on all mobile sites| propose to restore normal editing permissions on all mobile sites]]. Please read and comment! Sorry for writing in English but I thought as administrators you would be interested. Thanks, [[m:User:Nemo_bis|Nemo]] 23:26, 1 mar 2015 (CET) </div> <!-- Messaggio inviato da User:Nemo bis@metawiki usando l'elenco su http://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Meta:Sandbox&oldid=11428879 --> == Protezione mia talk == Un IP dinamico (93.151.33.25), molto probabilmente l'utente Tizio Incognito, ha ricominciato a trollare la mia talk cancellando suoi vecchi messaggi ("suoi" di Tizio Incognito) dicendo che le trollate vanno cancellate. Non potendo bloccare l'IP dinamico, si potrebbe semiproteggere la mia talk? O creare un filtro che impedisca agli IP di cancellarmi roba dalla talk. Thanks '''''<span style="font-size:medium;font-family:Comic Sans MS">[[Utente:Jalo|<span style="color:#BB0011">J</span>]][[Discussioni utente:Jalo|<span style="font-size:small;color:#DD2233">alo</span>]]</span>''''' 23:13, 26 dic 2014 (CET) :Ho cercato una pagina più adatta in cui fare la segnalazione, ma in [[Wikiquote:Politica di protezione delle pagine]] si linka solo un'inesistente [[Wikiquote:Richieste di protezione pagina]] '''''<span style="font-size:medium;font-family:Comic Sans MS">[[Utente:Jalo|<span style="color:#BB0011">J</span>]][[Discussioni utente:Jalo|<span style="font-size:small;color:#DD2233">alo</span>]]</span>''''' 23:14, 26 dic 2014 (CET) ::{{fatto}} Pagina semiprotetta, vediamo come va. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 00:20, 27 dic 2014 (CET) :::Grazie :) [[Speciale:Contributi/88.149.138.32|88.149.138.32]] 15:26, 29 dic 2014 (CET) ::::Comunque l’utente che faceva quelle modifiche vandaliche non ero io. --[[Utente:Tizio Incognito|Tizio Incognito]] ([[Discussioni utente:Tizio Incognito|scrivimi]]) 16:28, 14 mar 2015 (CET) == [[Mediawiki:Sidebar]] e compagnia bella! == Nel [[MediaWiki:Sidebar]] vorrei fare una piccola modifica in modo che gli altri progetti inseriti dalle funzioni sperimentali Beta compaiano in fondo alla colonna di sinistra (prima delle lingue ma dopo gli strumenti). Vedi anche Wikipedia. <pre> * navigation ** mainpage|mainpage-description ** menu-url|menu ** randompage-url|randompage ** vetrina-url|vetrina ** guida-url|guida * SEARCH * Comunità ** recentchanges-url|recentchanges ** portal-url|portal ** helppage|help ** villagepump-url|villagepump ** bacheca-url|bacheca ** sitesupport-url|sitesupport ** contact-url|contactpage * TOOLBOX </pre> Creando contemporaneamente: *[[MediaWiki:Guida-url]] <pre> Aiuto:Guida alla lettura di Wikiquote </pre> *[[MediaWiki:Guida]] <pre> Guida alla lettura </pre> E aggiornando: *[[MediaWiki:Bacheca]] <pre> Bacheca </pre> Grazie in anticipo! --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 20:48, 1 mar 2015 (CET) :{{fatto}} {{ping|FRacco}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 09:09, 2 mar 2015 (CET) == Altri messaggi di sistema == Propongo i seguenti aggiustamenti/allineamenti a Pedia ;[[MediaWiki:Nstab-project]] :cancellare per ripristinare il valore standard "Pagina di servizio" (etichetta in alto delle pagine di servizio tipo Wikiquote:..., come su pedia) ;[[MediaWiki:Nstab-main]] <pre> Voce </pre> :(etichetta in alto delle voci vere e proprie, come su pedia) ;[[MediaWiki:Allarticles]] <pre> Tutte le voci </pre> ;[[MediaWiki:Categories]] :cancellare per ripristinare il valore standard "categorie" (eliminando vecchio codice, come su pedia) ;[[MediaWiki:Pagecategorieslink]] <pre> Categoria:Categorie </pre> :(collegamento cliccando su Categoria/e:... in fondo alla pagina, come su pedia) --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 21:09, 1 mar 2015 (CET) :{{fatto}} {{ping|FRacco}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 09:24, 2 mar 2015 (CET) == Blocco infinito == Salve, vorrei il blocco infinito per questa mia utenza, creata in maniera automatica. --[[Utente:Donmatteomane|Donmatteomane]] ([[Discussioni utente:Donmatteomane|scrivimi]]) 14:11, 18 lug 2015 (CEST) :Detto per inciso, avevo effettuato il login '''soltanto qui su Wikiquote''' e l'utenza "Donmatteomane" risultava creata automanticamente '''anche su Wikipedia''', sebbene non mi fossi più loggato lì. Ad ogni modo, chiedo il blocco infinito anche per questa utenza. --[[Utente:Giuseppe129~itwikiquote|Giuseppe129~itwikiquote]] ([[Discussioni utente:Giuseppe129~itwikiquote|scrivimi]]) 14:26, 18 lug 2015 (CEST) == Inversioni di redirect == Spostare [[John Perkins]] a [[John Perkins (economista)]] e [[John Perkins (disambigua)]] a [[John Perkins]], come su Wikipedia. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:42, 27 ott 2015 (CET) :{{fatto}}-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:53, 27 ott 2015 (CET) == Casini con la Pantera Rosa == Circa 3 anni fa ci sono stati casini con la Pantera Rosa: la voce del film 2006 è stata trasferita con copia e incolla da "[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa&action=history La Pantera Rosa]" a "[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa_(film_2006)&action=history La Pantera Rosa (film 2006)]", e poi trasformata in redirect a "[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa_(disambigua)&action=history La Pantera Rosa (disambigua)]". Riuscite a risolvere con le cronologie? In ogni caso la disambigua dovrebbe chiamarsi semplicemente "La Pantera Rosa", con eliminazione di "La Pantera Rosa (disambigua)". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:40, 3 nov 2015 (CET) :Possiamo spostare come richiesto ma direi che non è un problema se [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa&action=history questa] cronologia va perduta, dato che si tratta di contributi anonimi contenenti solo poche frasi trascritte male.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:08, 3 nov 2015 (CET) ::Però è la base di partenza della [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa_(film_2006)&oldid=525999 voce com'è stata creata] (wikificata meglio), quindi tecnicamente andrebbe tenuta. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:59, 3 nov 2015 (CET) :::Io non so unire due cronologie :/ quindi passo la mano, oppure un Fumatore a caso può indicare come fare.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:08, 3 nov 2015 (CET) ::::{{fatto}} (ho scoperto [https://it.wikiquote.org/wiki/Speciale:UnisciCronologia come si fa]).-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 18:20, 13 nov 2015 (CET) ==Inversione?== Se ci sono un film e un romanzo che si chiamano "Titolo", di solito la voce "Titolo" riguarda il film, con nota disambigua alla sezione del libro nella voce dell'autore. Esempi: [[Le pagine della nostra vita]], [[Febbre a 90°]], [[L'esorcista]], [[La spia]], [[La storia fantastica]], [[Hotel Transylvania]]. Quindi anche [[La collina dei conigli (film)]] dovrebbe essere spostata a [[La collina dei conigli]]. Potreste farlo? (attualmente "la collina dei conigli" è occupata da un redirect, quindi serve un amministratore) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:24, 1 dic 2015 (CET) :{{fatto}}-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:44, 1 dic 2015 (CET) == Bestemmia mascherata == Ho trovato [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Breaking_Bad&diff=prev&oldid=759646 questo edit] che andrebbe cassato dalla cronologia... --[[Utente:Bradipo Lento|Bradipo Lento]] ([[Discussioni utente:Bradipo Lento|scrivimi]]) 12:58, 29 dic 2015 (CET) :{{fatto}}-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:15, 29 dic 2015 (CET) == Mass message Borse Guidetti == Ciao, ho lasciato una richiesta per un ''mass message'' delle borse Wikimania 2016 [[:m:Meta:Requests_for_help_from_a_sysop_or_bureaucrat#Request_for_mass_message_from_WMI|qui]] ma nessuno sembra disponibile. Siccome ogni sysop locale dovrebbe poterlo fare, potete provvedere direttamente voi qui? Fra l'altro visto che una delle mia attività principale è informare crosswiki non escludo di dover mandare altri mass message su wikiquote nei prossimi mesi. In [[:m:User:Alexmar983/MassMessageList]] c'è la lista relativa a wikiquote (si riconosce dal titolo) con la dovuta sintassi, il messaggio è in fondo. Ho già fatto un test con wikidata in locale e ho provato la stessa sintassi con "discussioni utente" per il target su itWikipedia a gennaio e dovrebbe andare bene.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:12, 24 apr 2016 (CEST) : Bho su [[:it:voy:Wikivoyage:Richieste_agli_amministratori#Mass_message|voyage]] c'è un problema. Spero di capire dove sia l'inghippo. O spero che voi non abbiate problemi--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:31, 24 apr 2016 (CEST) : ok dovrebbe essere la lista che va per forza in locale. ve la produco in locale.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:51, 25 apr 2016 (CEST) : [[Utente:Alexmar983/MassMessageList/quote]]--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:53, 25 apr 2016 (CEST) ::{{ping|AssassinsCreed|DonatoD|Homer}}, {{ping|Kky|Micione|Nemo_bis}}, {{ping|Spinoziano}} potete provarci? o devo procedere in manuale.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 06:59, 26 apr 2016 (CEST) :::Non ho opinioni in proposito, ma deve farlo qualcuno che abbia (come minimo) il tempo di gestire la risposta ai messaggi; io non sono quella persona. Noto che le liste contengono dei duplicati, per esempio Gce è presente in piú di una lista. [[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 10:47, 26 apr 2016 (CEST) ::::è voluto. Preferisco che persone attive su più piattaforme siano avvisate (una volta) di più. Così rispetto il lavoro, e la specificità delle piattaforme. Per esperienza so che duplicati di questi messaggi non sono ricevuti male, anzi. Del resto non volendo preferire una piattaforma, in caso di ritardi su alcune questo mi garantiva che qualcuno fosse comunque informato. meglio ancora, sarà come un reminder, e non è diverso dalle conferenze che ti inviano una seconda mail.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 12:39, 26 apr 2016 (CEST) ::::Procedo in manuale, visto che su itwikipedia è passato per errore due volte :D tolgo dei duplicati. Ma non dall'elenco, potrebbe servire completo in futuro.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 15:05, 26 apr 2016 (CEST) :::::fatto.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 15:34, 26 apr 2016 (CEST) == Categorie errate == Bisognerebbe cancellare le categorie errate create tra ieri e oggi da [[Speciale:Contributi/Babel_AutoCreate]]. Solo quelle create ieri e oggi, con maiuscole ad minchiam. E' aperto [[:phab:T63993|un bug]] a proposito su phabricator. Nell'attesa, valutare se bloccare la funzione come hanno fatto ad es. en.wiki e Wikidata. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:19, 20 ago 2016 (CEST) :servirebbe un'altra passata, su it.wiki l'ho bloccato fino alla correzione del bug. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:53, 22 ago 2016 (CEST) == Errore di sintassi nel Common.js == Segnalo questo [[Discussioni MediaWiki:Common.js#Errore di sintassi|#Errore di sintassi]] pronto per essere corretto :) --[[Utente:Valerio Bozzolan|Valerio Bozzolan]] ([[Discussioni utente:Valerio Bozzolan|scrivimi]]) 12:11, 8 lug 2017 (CEST) :{{fatto}} da Superchilum.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:27, 8 lug 2017 (CEST) == Vandalo a piede libero == Buonsalve! Vorrei segnalarVi che ho ricevuto un messaggio alquanto '''scostumato''' dall'utente [[Utente:Peppino De Filippo 61]] su [[Discussioni_utente:Ruthven]]. Mi permetto di attirare la vostra attenzione sul fatto che questo maleducato utente non è altri che [[Utente:L'allegra epopea di Stanlio & Ollio|L'allegra epopea di Stanlio & Ollio]] (e [[Utente:Totò, Laurel & Hardy|Totò, Laurel & Hardy]]), tutti calzini [[:w:Wikipedia:Check_user/Richieste#L'allegra_epopea_di_Stanlio_&_Ollio_(3)|già individuati]] dai colleghi Check user di Wikipedia. Grazie dell'attenzione --[[Utente:Ruthven|Ruthven]] ([[Discussioni utente:Ruthven|scrivimi]]) 15:50, 5 dic 2017 (CET) :{{fatto}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:19, 5 dic 2017 (CET) == Anonimo musicale siciliano == Non sapendo dove segnalare eesttamente segnalo qua: Utente infinitato su it.wikipedia con rollback a vista: [[w:Wikipedia:Utenti problematici/Anonimo musicale siciliano]] ha iniziato anche qua, vedere: [[Emerson, Lake & Palmer]], mischia il vero con falso, alle volte è difficile beccarlo, cambia spesso IP, se posso dare un consiglio annullameto a vista e/o cancellazione delle voci create anche se sembrano corrette, poi fate voi, ma se comincia qua il numero di edit potrebbe essere molto alto, spesso in area musicale, ELP e collegate, Nikka Costa e collegate, alcuni strumenti musicali, e altro che al momento non mi ricordo. La geolocalizzazione e abbastanza attendibile. --[[Utente:ValterVB|ValterVB]] ([[Discussioni utente:ValterVB|scrivimi]]) 13:32, 11 dic 2017 (CET) :{{Ping|ValterVB}} grazie per la segnalazione, ma come facciamo a sapere quando è lui? Non possiamo bloccare la modifica agli IP di qualunque voce di musica. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:12, 11 dic 2017 (CET) ::(conflittato) Grazie per la segnalazione, ma, giusto per capire, siamo sicuri che quell'anonimo sia davvero quell'utente? Prima di iniziare a cancellare penso che dovremmo comunque accertarci che effettivamente quei contenuti pubblicati su Wikiquote contengano degli errori-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:16, 11 dic 2017 (CET) ::: Avete tutte e due posta :) --[[Utente:ValterVB|ValterVB]] ([[Discussioni utente:ValterVB|scrivimi]]) 20:30, 11 dic 2017 (CET) ::::Viste le delucidazioni, anche su Wikipedia, sarei per operare in maniera prudente annullando i contributi a vista da IP di quella zona. Tra l'altro ieri ha cominciato anche a creare la voce su [[Nikka Costa]], come segnalato quasi profeticamente da {{ping|ValterVB}}. Se le modifiche vengono da utenti o IP sconosciuti di solito controlliamo, ma dato che sappiamo già il modus operandi di questa utenza (anonima) non ha senso IMHO andare a filtrare minuziosamente per tenere i pochi, eventuali, contributi positivi. Segare a vista, IMHO. {{ping|Spinoziano|Kky|Homer}} {{ping|AssassinsCreed|DonatoD|Nemo bis}} --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:16, 12 dic 2017 (CET) Non ho visto i contributi ma va bene bloccare indirizzi IP o anche intervalli di indirizzi, purché sia fatto a mano e non si blocchino anche gli utenti registrati. Per chiarezza sarebbe utile però descrivere in una manciata di parole ''perché'' venga bloccato l'utente: "mischia il vero con falso" è un po' generico e da un'occhiata veloce alla discussione collegata non si evince facilmente quale sia la motivazione. Non costringiamo eventuali utenti innocenti a leggersi cento pagine di discussione per capire. :) [[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 13:24, 12 dic 2017 (CET) :{{ping|Superchilum}} Ok, lascio che sia tu soprattutto a occupartene che sei più ferrato con questo genere di cose. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:03, 12 dic 2017 (CET) ::Ho dato un'occhiata a ELP e a parte alcune correzioni di traduzione, non vedo magagne o vandalismi. La voce mi sembra solo migliorabile. Per le altre questioni cercherò di trovare un po' di tempo. Saluti a voi tutti.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:35, 12 dic 2017 (CET) :::E invece no: da un errore nel testo (vedi [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Emerson%2C_Lake_%26_Palmer&type=revision&diff=889778&oldid=889422]) sono risalito a una delle fonti utilizzate dall'anonimo: [http://testi-canzoni.com/canzone/mostrare/507398/emerson-lake-palmer/testo-e-traduzione-knife-edge/]. Probabile che anche le altre siano state copiate di sana pianta, ma non ho controllato.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:14, 13 dic 2017 (CET) ::::Guardate in [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Nikka_Costa&oldid=889405 Nikka Costa] la foto (trolling?) e la categoria "Nuotatori", mentre in [[Greg Lake]] c'erano citazioni non sue e la categoria "Violoncellisti". Sembra voler nascondere piccole bufale in mezzo a qualche contributo plausibile. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:56, 13 dic 2017 (CET) :::::In Nikka Costa nessuna citazione era davvero attribuibile alla cantante.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 02:14, 15 dic 2017 (CET) Segnalo per conoscenza la riapertura della [[:w:Wikipedia:Utenti problematici/Anonimo musicale siciliano|UP]] --[[Utente:ValterVB|ValterVB]] ([[Discussioni utente:ValterVB|scrivimi]]) 13:19, 26 dic 2017 (CET) == Chiedo aiuto agli amministratori == Chiedo agli amministratori di Wikiquote , anche se non iteressati direttamente, un aiuto per la mia pagina discussioni su Wikipedia che è stata bloccata a tempo infinito da Gac senza nessun motivo. Non riesco a prendere contatti con amministratori di Wikipedia.... per il blocco, pertanto chiedo proprio oggi che è Natale di ripristinare la mia pagina..... per riprendere contatti con la enciclopedia che è di tutti . Grazie --[[Utente:GIORGIO GIUDITA ( pseudonimo di Gaetano MInale )|GIORGIO GIUDITA ( pseudonimo di Gaetano MInale )]] ([[Discussioni utente:GIORGIO GIUDITA ( pseudonimo di Gaetano MInale )|scrivimi]]) 10:54, 25 dic 2017 (CET) :Ciò che potevamo fare, lo facemmo già all'epoca. Buon natale.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 11:48, 25 dic 2017 (CET) ==Bestemmia== Segnalo questo [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Jean_Rostand&oldid=930764 inserimento] per la pulizia in crono --[[Utente:Caulfield|Caulfield]] ([[Discussioni utente:Caulfield|scrivimi]]) 18:35, 19 mag 2018 (CEST) :{{fatto}}, versione cancellata. Grazie! --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 11:47, 20 mag 2018 (CEST) :: Aggiungo anche [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:CancellaRevisione&type=revision&target=Teletubbies&ids=972773 questa] se volete. --[[User talk:Wim b|Wim b]] 21:34, 24 feb 2019 (CET) :::{{fatto}}, grazie! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:31, 24 feb 2019 (CET) == Luca Nannipieri == Ho visto che è stata creata la voce biografica su wikipedia in italiano qualche mese fa, potete ripristinare quella su wikiquote cancellata circa due anni fa? grazie.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 01:29, 14 mag 2019 (CEST) :{{fatto}} --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:40, 14 mag 2019 (CEST) == Permessi non sufficienti == Non dispongo dei permessi necessari per creare la pagina "Jan Swammerdam", per il seguente motivo:<br> La creazione di pagine con titolo "Jan Swammerdam" è stata impedita. La voce corrispondente nell'elenco dei titoli non consentiti è la seguente: .*[Mm][Ee3]rd[Aa4].*<br> {{Sisi}} --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 19:12, 23 mag 2019 (CEST) p.s.: la relativa pagina su Wikipedia è [[w:Jan_Swammerdam|qui]]. :Da quanto leggo, pare che il diritto ''tboverride'' sia disponibile soltanto agli amministratori. Per cui ho provveduto a creare la pagina, senza citazioni.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:08, 23 mag 2019 (CEST) == Messaggio da OTRS == Ciao a tutti, trasmetto un'informazione ricevuta su OTRS [[ticket:2019102010003011]] a proposito del libro ''Come scegliere il proprio orientamento sessuale (o vivere felici)'' citato a pagina [[Roberto Marchesini]]. Non sarebbe dell'etologo Roberto Marchesini, ma dell'omonimo psicoterapeuta. A voi di vedere come correggere. Saluti --[[Utente:Ruthven|Ruthven]] ([[Discussioni utente:Ruthven|scrivimi]]) 13:44, 4 nov 2019 (CET) :@[[Utente:Ruthven|Ruthven]]: {{fatto}}. Rimossa l'opera, non spostata altrove perché lo psicoterapeuta non pare enciclopedico.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:13, 4 nov 2019 (CET) == Mia partenza == Ciao, volevo avvisare gli altri amministratori che dal 2 gennaio fino a fine febbraio sarò assente perché prenderò parte a una spedizione scientifica in Antartide. Sarò ovviamente isolato anche dal punto di vista delle comunicazioni. Metterò comunque un avviso nella mia pagina utente e talk. Ciao a tutti ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:45, 28 dic 2019 (CET) : A presto {{Ping|Superchilum}} Buon inizio anno, buon lavoro e se dovessi incontrare [[La_cosa_(film_1982)|La cosa]] usa il lanciafiamme! --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 22:22, 28 dic 2019 (CET) :: {{Ping|Superchilum}}, se nel frattempo dovesse scoppiare una guerra nucleare e tu dovessi rimanere uno dei pochi sopravvissuti a ripopolare la Terra dall'Antartide (spero non siate tutti uomini) ricorda di trasmettere ai posteri che un tempo esistettero il cielo azzurro e Wikiquote. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:24, 29 dic 2019 (CET) :::Ciao Superchilum, buon viaggio, buon lavoro ed in bocca al lupo per tutto!--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:43, 30 dic 2019 (CET) :::: {{Ping|Superchilum}} Ciao, buon viaggio e buon anno nuovo anche da parte mia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:25, 31 dic 2019 (CET) Grazie a tutti per gli in bocca al lupo :) e auguri a voi! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:19, 31 dic 2019 (CET) == Sockpuppet di Mach280 == Segnalo [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Pagine_da_cancellare&type=revision&diff=1062073&oldid=1062042&diffmode=source questa situazione] di sockpuppeting. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:02, 25 apr 2020 (CEST) == Richiesta pulizia == [[Speciale:Diff/1071583|Qui]], blasfemia. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style= "color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 02:19, 3 giu 2020 (CEST) :[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]]&nbsp;'''{{LangSwitch |bar= gmåcht |be = Зроблена |br = Graet |bs = Urađeno |az = Hazırdır |ca = Fet |cs = Vyřízeno |da = Gjort |de = Erledigt |en = Done |eo = Farite |es = Hecho |fi = Tehty |fa = انجام شد |fr = Fait |gl = Feito |he = בוצע |it = Fatto |ja = 完了 |ka = გაკეთდა |ko = 완료 |mk = Извршено |ml = ചെയ്തിരിക്കുന്നു |nds= Daan |nl = Uitgevoerd |nn = Gjort |ro = Efectuat |ru = Сделано |pl = Załatwione |pt = Feito |sco= Dane |sl = Urejeno. |sq = U bë |sv = Utfört |tr = Yapıldı |tt = Эшләнде |zh = 完成 }}''' Grazie. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:32, 3 giu 2020 (CEST) ==Redirect errati== Potreste cancellare questi redirect: *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Taz92~itwikiquote&redirect=no Utente:Taz92~itwikiquote] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Finestra_plus&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Finestra plus] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/HP&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/HP] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Info&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Info] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Left&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Left] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote2&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote2] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Discussioni_utente:Taz92~itwikiquote&redirect=no Discussioni utente:Taz92~itwikiquote] puntano a pagine inesistenti. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 01:07, 13 set 2020 (CEST) :Tutti rimossi. Grazie per la correzione in Rilke. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:25, 13 set 2020 (CEST) Potreste anche mettere <nowiki>#RINVIA [[Discussioni utente:Yuma]]</nowiki> in [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Discussioni_utente:Yuma~itwikiquote&redirect=no questa] voce? Per risolvere un errore di redirect doppio, di solito se ne occupa un bot ma la voce è protetta. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:58, 13 set 2020 (CEST) :Rimosso anche questo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:28, 13 set 2020 (CEST) ::{{ping|Sun-crops}} in quel caso bastava correggere [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Discussioni_utente:Yuma~itwikiquote&type=revision&diff=1098561&oldid=708192&diffmode=source così], non si deve cancellare sempre e comunque. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:02, 13 set 2020 (CEST) :::{{ping|Superchilum}} Ciao, ti ringrazio per avermelo fatto notare, qualche dubbio ce l'avevo anche io. Grazie, starò più attento. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:11, 13 set 2020 (CEST) ::::Grazie a entrambi e scusate il disturbo :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 15:46, 13 set 2020 (CEST) ==Template:Esoteric== Scusate il disturbo. Potreste mettere al posto di <nowiki>{{esoteric}} --> {{templare complesso}}</nowiki> in queste due voci: [[Template:Interprogetto]] e [[Template:Wikietà]], in seguito cancellare [[Template:Esoteric]], è un redirect obsoleto (cancellato anni fa anche su Wikipedia). Un'ultima cosa, c'è un errore di lint nella voce [[Guido Ceronetti]] alla nota 16, l'errore sta qui <nowiki>''Indemoniati?''],</nowiki> andrebbe messo così <nowiki>Indemoniati?]'',</nowiki>. Grazie e scusate ancora il disturbo. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 21:45, 5 ott 2020 (CEST) :{{Fatto}}. Hai scritto "templare" ma intendevi "template", vero? ;-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:54, 7 ott 2020 (CEST) ::Una svista :P Grazie mille! --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 11:14, 7 ott 2020 (CEST) ==Template:Filtro namespace== Potreste aggiungere <nowiki>{{Filtro namespace|Pagine che richiamano file inesistenti}}</nowiki> in [[MediaWiki:Broken-file-category]], così in [[:Categoria:Pagine che richiamano file inesistenti]] restano solo i namespace importanti. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:11, 7 nov 2020 (CET) :{{ping|GryffindorD}}, {{fatto}}, controlla per favore se va bene.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:09, 8 nov 2020 (CET) ::{{ping|Spinoziano}} perfetto! Grazie mille :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:12, 8 nov 2020 (CET) ==Template:Disambigua/styles.css== Potreste cancellare [[Template:Disambigua/styles.css|questa pagina]]? L'ho importata da Wikipedia perché avevo notato che nelle voci che avevano uno spazio tra il template e la lista si veniva a creare si veniva a creare effettivamente uno spazio, pensavo fosse per via di questa pagina ma poi ho capito che era un'altra cosa e ho ripristinato e corretto. Scusate il disturbo e buon anno nuovo :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 13:28, 31 dic 2020 (CET) :{{fatto}}, nessun disturbo, anche a te un felice anno nuovo :) --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 31 dic 2020 (CET) ==Redirect a discussioni== In [[Utente:GryffindorD/Redirect a discussioni|questa sandbox]] ho inserito una lista di redirect errati che (senza fretta ovviamente) andrebbero cancellati. Grazie e scusate sempre il disturbo. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 18:42, 1 gen 2021 (CET) :Sto procedendo. Grazie a te.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:42, 2 gen 2021 (CET) == Protezioni == In [[:Categoria:Pagine protette - scadute]] ci sono circa nove voci tra Moduli e Template che hanno il [[Template:Protetta]] ma che effettivamente non lo sono. Segnalo la cosa qui visto che sono moduli/template usati in maniera estensiva. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 19:27, 5 gen 2021 (CET) :{{ping|GryffindorD}}, ho semiprotetto le pagine che non erano protette, va bene così? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:49, 8 gen 2021 (CET) ::{{ping|Spinoziano}} va benissimo, grazie! Ti chiedo solo un ultimo favore, noto che [[Template:Portale/frase|questo]] template appare nella categoria nonostante sia già protetto. Potresti provare a fare un [[w:WP:NULLEDIT|nulledit]]? --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 14:21, 8 gen 2021 (CET) :::{{fatto}}, pare abbia funzionato. Grazie a te,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:36, 8 gen 2021 (CET) == Permessi non sufficienti == Non dispongo dei permessi necessari per creare la pagina "Lawrence Osborne", per il seguente motivo:<br> La creazione di pagine con titolo "Lawrence Osborne" è stata impedita, se necessario chiedine la creazione in WQ:RA.<br> --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 12:47, 7 ago 2022 (CEST)<br> p.s.: la relativa pagina su Wikipedia è [[w:Lawrence Osborne|qui]]. 0yz0n5ti3guzme79p8qe7m0zwvea5ej 1221323 1221313 2022-08-07T11:07:41Z Spinoziano 2297 /* Permessi non sufficienti */ fatto wikitext text/x-wiki == Correzione della posizione del link [modifica] delle sezioni == Vedere [[Discussioni MediaWiki:Common.js#Correzione della posizione del link .5Bmodifica.5D delle sezioni|Discussioni MediaWiki:Common.js#Correzione della posizione del link [modifica] delle sezioni]]. --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 12:40, 16 apr 2014 (CEST) :{{fatto}} [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=MediaWiki%3ACommon.js&diff=639251&oldid=623740 vedi qui]--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 17:20, 16 apr 2014 (CEST) == Refuso in [[Mediawiki:Common.css]] == Alla linea n. 119 bisognerebbe sostituire <code><nowiki>margin-top: 0.5 em;</nowiki></code> con <code><nowiki>margin-top: 0.5em;</nowiki></code> (senza spazio dopo 0.5). Grazie --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 00:56, 5 mag 2014 (CEST) :{{fatto}} [[Speciale:Diff/643144|qui]], ho anche corretto una parentesi di troppo--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 18:43, 5 mag 2014 (CEST) ==Voce calda== Segnalo [[Sperimentazione animale]], oggetto di continue modifiche da parte di un utente che non ascolta quanto gli viene detto e procede in maniera distruttiva. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:49, 13 lug 2014 (CEST) :segnalo anche [[Godzilla]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:45, 14 lug 2014 (CEST) ::{{fatto}} Bloccati i due utenti (il primo da Homer). Se il problema si ripresenta, ci riaggiorniamo. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:47, 14 lug 2014 (CEST) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]], forse "Sperimentazione animale" necessita di essere messa negli OS da parte degli amministratori, temo che se continua così servirà semiproteggerla. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:14, 17 lug 2014 (CEST) :[[Utente:Superchilum|Superchilum]], è già fra i miei osservati perché la voce l'ho creata io. Però lascerei valutare ad [[Utente:Homer|Homer]], che l'aveva già protetta, se e come rinnovare la protezione della voce. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:46, 17 lug 2014 (CEST) :: Personalmente stavo pensando di bloccare infinto [[Utente:Sabrinasabrina444|Sabrinasabrina444]] al prossimo vandalismo e, eventualmente, riproteggere la pagina per un periodo più lungo, tipo sei mesi. Si stancheranno prima o poi... --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 17:32, 17 lug 2014 (CEST) :::sì, concordo. Tenete conto che animalisti e pro-test si stanno beccando anche su Wikipedia, quindi è un periodo caldo su tutti i fronti, non è un edit isolato. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 18:40, 17 lug 2014 (CEST) ==Pagine in inglese== Segnalo [[Speciale:Contributi/Mariobi21]], contenente solo pagine in lingua diversa dall'italiano. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:28, 21 lug 2014 (CEST) :{{fatto|}} Cancellate, e avvisato l'utente. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:56, 21 lug 2014 (CEST) == Template:! == Orfano, sostituito dall'omonima funzione parser: {{cancellare}} --<span style="font-variant:small-caps">[[Utente:Ricordisamoa|<span style="color:#004B70">Ricordi</span>]][[Discussioni utente:Ricordisamoa|<span style="color:#00703E">samoa</span>]]</span> 12:45, 7 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}, grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 13:00, 7 ago 2014 (CEST) == Discussioni dei moduli == Per la grafica delle pagine di discussione dei moduli, in [[MediaWiki:Vector.css]] bisognerebbe aggiungere: *(all'inizio della sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> /* Colori differenziati per namespace: * i numeri dispari sono pagine di discussione * '0': 'Voce', * '2': 'Utente', * '4': 'Wikiquote', * '6': 'File', * '8': 'MediaWiki', * '10': 'Template', * '12': 'Aiuto', * '14': 'Categoria' * '828': 'Modulo' */ </pre> *(in fondo alla sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> .ns-829 #content { background-color:#ffe; } .ns-829 div.vectorTabs li.selected { background-image: url(//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/3/3a/Vector-tab-ffffee-fade.png); } .ns-829 div.thumb { border-color:#ffe; } </pre> e in [[MediaWiki:Monobook.css]] *(all'inizio della sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> /* Colori differenziati per namespace: * i numeri dispari sono pagine di discussione * '0': 'Voce', * '2': 'Utente', * '4': 'Wikiquote', * '6': 'File', * '8': 'MediaWiki', * '10': 'Template', * '12': 'Aiuto', * '14': 'Categoria' * '828': 'Modulo' */ </pre> *(in fondo alla sezione "Colori differenziati per namespace") <pre> .ns-829 #content, .ns-829 #p-cactions li, .ns-829 #p-cactions li a { background:#ffe; } .ns-829 div.thumb { border-color:#ffe; } </pre> --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 13:56, 9 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 14:22, 9 ago 2014 (CEST) == Piccola richiesta per [[MediaWiki:Common.css]] == Per poter nascondere la numerazione nell'indice della pagina; ad esempio in [[Wikiquote:Richieste agli amministratori/Archivio]] attualmente viene visualizzato: "1 2007", "2 2008"... che da' un po' fastidio.<br /> La linea 94 si potrebbe sostituire con: <pre> .noautonum-1 .toclevel-1 .tocnumber, .noautonum-2 .toclevel-2 .tocnumber, .noautonum-3 .toclevel-3 .tocnumber, .noautonum-4 .toclevel-4 .tocnumber, .noautonum-5 .toclevel-5 .tocnumber, .noautonum .tocnumber { display: none; } </pre> --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 14:36, 9 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 14:52, 9 ago 2014 (CEST) {{Rientro}} Scusami, errore mio, doveva essere: <pre> .noautonum-1 .toclevel-1 > a > .tocnumber, .noautonum-2 .toclevel-2 > a > .tocnumber, .noautonum-3 .toclevel-3 > a > .tocnumber, .noautonum-4 .toclevel-4 > a > .tocnumber, .noautonum-5 .toclevel-5 > a > .tocnumber, .noautonum .tocnumber { display: none; } </pre> Vedi un esempio in [[Wikiquote:Richieste agli amministratori/Archivio]] e [[Wikiquote:Bar/Indice archivio]]. --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 16:12, 9 ago 2014 (CEST) :{{fatto}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 16:34, 9 ago 2014 (CEST) ==js== Ciao, qualcuno mi potrebbe cancellare [[Utente:Superchilum/vector.js]]? Con le impostazioni globali non mi serve più :) e non appare l'avviso di immediata se lo aggiungo. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 11:24, 28 ago 2014 (CEST) :{{fatto}} --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 12:16, 28 ago 2014 (CEST) ::grazie! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:23, 28 ago 2014 (CEST) :::@[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]] - Piccolo suggerimento (non si sa mai possa tornare utile a te o ad altri che leggono), se aggiungi <code><nowiki>/* {{Cancella}} */</nowiki></code> al tuo js o css, anche se non compare il messaggio a video, il file viene inserito nella categoria delle immediate dove gli amministratori possono trovarlo e cancellarlo! --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 22:23, 28 ago 2014 (CEST) ::::{{ping|FRacco}} grazie per il consiglio :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:01, 29 ago 2014 (CEST) ==Bestemmia== Valutate se oscurare [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Violoncello&curid=42307&diff=666875&oldid=611413 questa]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:57, 18 set 2014 (CEST) :{{fatto}}--'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 14:14, 18 set 2014 (CEST) == NUI == In [[Aiuto:Nome utente]] non è riportato, ma su [[:w:Aiuto:Nome_utente#Altri_nomi_non_ammessi|wikipedia]] sì, il caso di nome utente non appropriato dovuto a "Lunghe sequenze casuali o apparentemente casuali di lettere e numeri ("ZJUn5XDLfqSve6yO", "R852783459b", o "asdfjjjjjjjk") oppure di soli numeri.". Il caso recente è [[Speciale:Contributi/Huhu2341515smjdcnudnjcnhdnjenkmich|questo]]. Penso si possa procedere per NUI. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:00, 20 nov 2014 (CET) :{{fatto}} In [[Aiuto:Nome utente]] il caso era già indicato. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 10:54, 23 nov 2014 (CET) == [Global proposal] m.{{SITENAME}}.org: {{int:group-all}} {{int:right-edit}} == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> [[File:Mediawiki-mobile-smartphone.png|thumb|MediaWiki mobile]] Hi, this message is to let you know that, on domains like {{CONTENTLANGUAGE}}.'''m'''.wikipedia.org, '''unregistered users cannot edit'''. At the Wikimedia Forum, where global configuration changes are normally discussed, a few dozens users [[m:Wikimedia Forum#Proposal: restore normal editing permissions on all mobile sites| propose to restore normal editing permissions on all mobile sites]]. Please read and comment! Sorry for writing in English but I thought as administrators you would be interested. Thanks, [[m:User:Nemo_bis|Nemo]] 23:26, 1 mar 2015 (CET) </div> <!-- Messaggio inviato da User:Nemo bis@metawiki usando l'elenco su http://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Meta:Sandbox&oldid=11428879 --> == Protezione mia talk == Un IP dinamico (93.151.33.25), molto probabilmente l'utente Tizio Incognito, ha ricominciato a trollare la mia talk cancellando suoi vecchi messaggi ("suoi" di Tizio Incognito) dicendo che le trollate vanno cancellate. Non potendo bloccare l'IP dinamico, si potrebbe semiproteggere la mia talk? O creare un filtro che impedisca agli IP di cancellarmi roba dalla talk. Thanks '''''<span style="font-size:medium;font-family:Comic Sans MS">[[Utente:Jalo|<span style="color:#BB0011">J</span>]][[Discussioni utente:Jalo|<span style="font-size:small;color:#DD2233">alo</span>]]</span>''''' 23:13, 26 dic 2014 (CET) :Ho cercato una pagina più adatta in cui fare la segnalazione, ma in [[Wikiquote:Politica di protezione delle pagine]] si linka solo un'inesistente [[Wikiquote:Richieste di protezione pagina]] '''''<span style="font-size:medium;font-family:Comic Sans MS">[[Utente:Jalo|<span style="color:#BB0011">J</span>]][[Discussioni utente:Jalo|<span style="font-size:small;color:#DD2233">alo</span>]]</span>''''' 23:14, 26 dic 2014 (CET) ::{{fatto}} Pagina semiprotetta, vediamo come va. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 00:20, 27 dic 2014 (CET) :::Grazie :) [[Speciale:Contributi/88.149.138.32|88.149.138.32]] 15:26, 29 dic 2014 (CET) ::::Comunque l’utente che faceva quelle modifiche vandaliche non ero io. --[[Utente:Tizio Incognito|Tizio Incognito]] ([[Discussioni utente:Tizio Incognito|scrivimi]]) 16:28, 14 mar 2015 (CET) == [[Mediawiki:Sidebar]] e compagnia bella! == Nel [[MediaWiki:Sidebar]] vorrei fare una piccola modifica in modo che gli altri progetti inseriti dalle funzioni sperimentali Beta compaiano in fondo alla colonna di sinistra (prima delle lingue ma dopo gli strumenti). Vedi anche Wikipedia. <pre> * navigation ** mainpage|mainpage-description ** menu-url|menu ** randompage-url|randompage ** vetrina-url|vetrina ** guida-url|guida * SEARCH * Comunità ** recentchanges-url|recentchanges ** portal-url|portal ** helppage|help ** villagepump-url|villagepump ** bacheca-url|bacheca ** sitesupport-url|sitesupport ** contact-url|contactpage * TOOLBOX </pre> Creando contemporaneamente: *[[MediaWiki:Guida-url]] <pre> Aiuto:Guida alla lettura di Wikiquote </pre> *[[MediaWiki:Guida]] <pre> Guida alla lettura </pre> E aggiornando: *[[MediaWiki:Bacheca]] <pre> Bacheca </pre> Grazie in anticipo! --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 20:48, 1 mar 2015 (CET) :{{fatto}} {{ping|FRacco}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 09:09, 2 mar 2015 (CET) == Altri messaggi di sistema == Propongo i seguenti aggiustamenti/allineamenti a Pedia ;[[MediaWiki:Nstab-project]] :cancellare per ripristinare il valore standard "Pagina di servizio" (etichetta in alto delle pagine di servizio tipo Wikiquote:..., come su pedia) ;[[MediaWiki:Nstab-main]] <pre> Voce </pre> :(etichetta in alto delle voci vere e proprie, come su pedia) ;[[MediaWiki:Allarticles]] <pre> Tutte le voci </pre> ;[[MediaWiki:Categories]] :cancellare per ripristinare il valore standard "categorie" (eliminando vecchio codice, come su pedia) ;[[MediaWiki:Pagecategorieslink]] <pre> Categoria:Categorie </pre> :(collegamento cliccando su Categoria/e:... in fondo alla pagina, come su pedia) --[[Utente:FRacco|FRacco]][[Discussioni utente:FRacco|<sup>(dimmi che vuoi)</sup>]] 21:09, 1 mar 2015 (CET) :{{fatto}} {{ping|FRacco}}--[[Utente:Kky|Kky]] ([[Discussioni utente:Kky|scrivimi]]) 09:24, 2 mar 2015 (CET) == Blocco infinito == Salve, vorrei il blocco infinito per questa mia utenza, creata in maniera automatica. --[[Utente:Donmatteomane|Donmatteomane]] ([[Discussioni utente:Donmatteomane|scrivimi]]) 14:11, 18 lug 2015 (CEST) :Detto per inciso, avevo effettuato il login '''soltanto qui su Wikiquote''' e l'utenza "Donmatteomane" risultava creata automanticamente '''anche su Wikipedia''', sebbene non mi fossi più loggato lì. Ad ogni modo, chiedo il blocco infinito anche per questa utenza. --[[Utente:Giuseppe129~itwikiquote|Giuseppe129~itwikiquote]] ([[Discussioni utente:Giuseppe129~itwikiquote|scrivimi]]) 14:26, 18 lug 2015 (CEST) == Inversioni di redirect == Spostare [[John Perkins]] a [[John Perkins (economista)]] e [[John Perkins (disambigua)]] a [[John Perkins]], come su Wikipedia. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:42, 27 ott 2015 (CET) :{{fatto}}-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:53, 27 ott 2015 (CET) == Casini con la Pantera Rosa == Circa 3 anni fa ci sono stati casini con la Pantera Rosa: la voce del film 2006 è stata trasferita con copia e incolla da "[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa&action=history La Pantera Rosa]" a "[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa_(film_2006)&action=history La Pantera Rosa (film 2006)]", e poi trasformata in redirect a "[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa_(disambigua)&action=history La Pantera Rosa (disambigua)]". Riuscite a risolvere con le cronologie? In ogni caso la disambigua dovrebbe chiamarsi semplicemente "La Pantera Rosa", con eliminazione di "La Pantera Rosa (disambigua)". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:40, 3 nov 2015 (CET) :Possiamo spostare come richiesto ma direi che non è un problema se [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa&action=history questa] cronologia va perduta, dato che si tratta di contributi anonimi contenenti solo poche frasi trascritte male.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:08, 3 nov 2015 (CET) ::Però è la base di partenza della [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=La_Pantera_Rosa_(film_2006)&oldid=525999 voce com'è stata creata] (wikificata meglio), quindi tecnicamente andrebbe tenuta. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:59, 3 nov 2015 (CET) :::Io non so unire due cronologie :/ quindi passo la mano, oppure un Fumatore a caso può indicare come fare.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:08, 3 nov 2015 (CET) ::::{{fatto}} (ho scoperto [https://it.wikiquote.org/wiki/Speciale:UnisciCronologia come si fa]).-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 18:20, 13 nov 2015 (CET) ==Inversione?== Se ci sono un film e un romanzo che si chiamano "Titolo", di solito la voce "Titolo" riguarda il film, con nota disambigua alla sezione del libro nella voce dell'autore. Esempi: [[Le pagine della nostra vita]], [[Febbre a 90°]], [[L'esorcista]], [[La spia]], [[La storia fantastica]], [[Hotel Transylvania]]. Quindi anche [[La collina dei conigli (film)]] dovrebbe essere spostata a [[La collina dei conigli]]. Potreste farlo? (attualmente "la collina dei conigli" è occupata da un redirect, quindi serve un amministratore) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:24, 1 dic 2015 (CET) :{{fatto}}-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:44, 1 dic 2015 (CET) == Bestemmia mascherata == Ho trovato [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Breaking_Bad&diff=prev&oldid=759646 questo edit] che andrebbe cassato dalla cronologia... --[[Utente:Bradipo Lento|Bradipo Lento]] ([[Discussioni utente:Bradipo Lento|scrivimi]]) 12:58, 29 dic 2015 (CET) :{{fatto}}-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:15, 29 dic 2015 (CET) == Mass message Borse Guidetti == Ciao, ho lasciato una richiesta per un ''mass message'' delle borse Wikimania 2016 [[:m:Meta:Requests_for_help_from_a_sysop_or_bureaucrat#Request_for_mass_message_from_WMI|qui]] ma nessuno sembra disponibile. Siccome ogni sysop locale dovrebbe poterlo fare, potete provvedere direttamente voi qui? Fra l'altro visto che una delle mia attività principale è informare crosswiki non escludo di dover mandare altri mass message su wikiquote nei prossimi mesi. In [[:m:User:Alexmar983/MassMessageList]] c'è la lista relativa a wikiquote (si riconosce dal titolo) con la dovuta sintassi, il messaggio è in fondo. Ho già fatto un test con wikidata in locale e ho provato la stessa sintassi con "discussioni utente" per il target su itWikipedia a gennaio e dovrebbe andare bene.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:12, 24 apr 2016 (CEST) : Bho su [[:it:voy:Wikivoyage:Richieste_agli_amministratori#Mass_message|voyage]] c'è un problema. Spero di capire dove sia l'inghippo. O spero che voi non abbiate problemi--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:31, 24 apr 2016 (CEST) : ok dovrebbe essere la lista che va per forza in locale. ve la produco in locale.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:51, 25 apr 2016 (CEST) : [[Utente:Alexmar983/MassMessageList/quote]]--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 17:53, 25 apr 2016 (CEST) ::{{ping|AssassinsCreed|DonatoD|Homer}}, {{ping|Kky|Micione|Nemo_bis}}, {{ping|Spinoziano}} potete provarci? o devo procedere in manuale.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 06:59, 26 apr 2016 (CEST) :::Non ho opinioni in proposito, ma deve farlo qualcuno che abbia (come minimo) il tempo di gestire la risposta ai messaggi; io non sono quella persona. Noto che le liste contengono dei duplicati, per esempio Gce è presente in piú di una lista. [[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 10:47, 26 apr 2016 (CEST) ::::è voluto. Preferisco che persone attive su più piattaforme siano avvisate (una volta) di più. Così rispetto il lavoro, e la specificità delle piattaforme. Per esperienza so che duplicati di questi messaggi non sono ricevuti male, anzi. Del resto non volendo preferire una piattaforma, in caso di ritardi su alcune questo mi garantiva che qualcuno fosse comunque informato. meglio ancora, sarà come un reminder, e non è diverso dalle conferenze che ti inviano una seconda mail.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 12:39, 26 apr 2016 (CEST) ::::Procedo in manuale, visto che su itwikipedia è passato per errore due volte :D tolgo dei duplicati. Ma non dall'elenco, potrebbe servire completo in futuro.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 15:05, 26 apr 2016 (CEST) :::::fatto.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 15:34, 26 apr 2016 (CEST) == Categorie errate == Bisognerebbe cancellare le categorie errate create tra ieri e oggi da [[Speciale:Contributi/Babel_AutoCreate]]. Solo quelle create ieri e oggi, con maiuscole ad minchiam. E' aperto [[:phab:T63993|un bug]] a proposito su phabricator. Nell'attesa, valutare se bloccare la funzione come hanno fatto ad es. en.wiki e Wikidata. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:19, 20 ago 2016 (CEST) :servirebbe un'altra passata, su it.wiki l'ho bloccato fino alla correzione del bug. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:53, 22 ago 2016 (CEST) == Errore di sintassi nel Common.js == Segnalo questo [[Discussioni MediaWiki:Common.js#Errore di sintassi|#Errore di sintassi]] pronto per essere corretto :) --[[Utente:Valerio Bozzolan|Valerio Bozzolan]] ([[Discussioni utente:Valerio Bozzolan|scrivimi]]) 12:11, 8 lug 2017 (CEST) :{{fatto}} da Superchilum.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:27, 8 lug 2017 (CEST) == Vandalo a piede libero == Buonsalve! Vorrei segnalarVi che ho ricevuto un messaggio alquanto '''scostumato''' dall'utente [[Utente:Peppino De Filippo 61]] su [[Discussioni_utente:Ruthven]]. Mi permetto di attirare la vostra attenzione sul fatto che questo maleducato utente non è altri che [[Utente:L'allegra epopea di Stanlio & Ollio|L'allegra epopea di Stanlio & Ollio]] (e [[Utente:Totò, Laurel & Hardy|Totò, Laurel & Hardy]]), tutti calzini [[:w:Wikipedia:Check_user/Richieste#L'allegra_epopea_di_Stanlio_&_Ollio_(3)|già individuati]] dai colleghi Check user di Wikipedia. Grazie dell'attenzione --[[Utente:Ruthven|Ruthven]] ([[Discussioni utente:Ruthven|scrivimi]]) 15:50, 5 dic 2017 (CET) :{{fatto}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:19, 5 dic 2017 (CET) == Anonimo musicale siciliano == Non sapendo dove segnalare eesttamente segnalo qua: Utente infinitato su it.wikipedia con rollback a vista: [[w:Wikipedia:Utenti problematici/Anonimo musicale siciliano]] ha iniziato anche qua, vedere: [[Emerson, Lake & Palmer]], mischia il vero con falso, alle volte è difficile beccarlo, cambia spesso IP, se posso dare un consiglio annullameto a vista e/o cancellazione delle voci create anche se sembrano corrette, poi fate voi, ma se comincia qua il numero di edit potrebbe essere molto alto, spesso in area musicale, ELP e collegate, Nikka Costa e collegate, alcuni strumenti musicali, e altro che al momento non mi ricordo. La geolocalizzazione e abbastanza attendibile. --[[Utente:ValterVB|ValterVB]] ([[Discussioni utente:ValterVB|scrivimi]]) 13:32, 11 dic 2017 (CET) :{{Ping|ValterVB}} grazie per la segnalazione, ma come facciamo a sapere quando è lui? Non possiamo bloccare la modifica agli IP di qualunque voce di musica. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 14:12, 11 dic 2017 (CET) ::(conflittato) Grazie per la segnalazione, ma, giusto per capire, siamo sicuri che quell'anonimo sia davvero quell'utente? Prima di iniziare a cancellare penso che dovremmo comunque accertarci che effettivamente quei contenuti pubblicati su Wikiquote contengano degli errori-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:16, 11 dic 2017 (CET) ::: Avete tutte e due posta :) --[[Utente:ValterVB|ValterVB]] ([[Discussioni utente:ValterVB|scrivimi]]) 20:30, 11 dic 2017 (CET) ::::Viste le delucidazioni, anche su Wikipedia, sarei per operare in maniera prudente annullando i contributi a vista da IP di quella zona. Tra l'altro ieri ha cominciato anche a creare la voce su [[Nikka Costa]], come segnalato quasi profeticamente da {{ping|ValterVB}}. Se le modifiche vengono da utenti o IP sconosciuti di solito controlliamo, ma dato che sappiamo già il modus operandi di questa utenza (anonima) non ha senso IMHO andare a filtrare minuziosamente per tenere i pochi, eventuali, contributi positivi. Segare a vista, IMHO. {{ping|Spinoziano|Kky|Homer}} {{ping|AssassinsCreed|DonatoD|Nemo bis}} --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 13:16, 12 dic 2017 (CET) Non ho visto i contributi ma va bene bloccare indirizzi IP o anche intervalli di indirizzi, purché sia fatto a mano e non si blocchino anche gli utenti registrati. Per chiarezza sarebbe utile però descrivere in una manciata di parole ''perché'' venga bloccato l'utente: "mischia il vero con falso" è un po' generico e da un'occhiata veloce alla discussione collegata non si evince facilmente quale sia la motivazione. Non costringiamo eventuali utenti innocenti a leggersi cento pagine di discussione per capire. :) [[Utente:Nemo_bis|Nemo]] 13:24, 12 dic 2017 (CET) :{{ping|Superchilum}} Ok, lascio che sia tu soprattutto a occupartene che sei più ferrato con questo genere di cose. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:03, 12 dic 2017 (CET) ::Ho dato un'occhiata a ELP e a parte alcune correzioni di traduzione, non vedo magagne o vandalismi. La voce mi sembra solo migliorabile. Per le altre questioni cercherò di trovare un po' di tempo. Saluti a voi tutti.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:35, 12 dic 2017 (CET) :::E invece no: da un errore nel testo (vedi [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Emerson%2C_Lake_%26_Palmer&type=revision&diff=889778&oldid=889422]) sono risalito a una delle fonti utilizzate dall'anonimo: [http://testi-canzoni.com/canzone/mostrare/507398/emerson-lake-palmer/testo-e-traduzione-knife-edge/]. Probabile che anche le altre siano state copiate di sana pianta, ma non ho controllato.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:14, 13 dic 2017 (CET) ::::Guardate in [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Nikka_Costa&oldid=889405 Nikka Costa] la foto (trolling?) e la categoria "Nuotatori", mentre in [[Greg Lake]] c'erano citazioni non sue e la categoria "Violoncellisti". Sembra voler nascondere piccole bufale in mezzo a qualche contributo plausibile. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:56, 13 dic 2017 (CET) :::::In Nikka Costa nessuna citazione era davvero attribuibile alla cantante.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 02:14, 15 dic 2017 (CET) Segnalo per conoscenza la riapertura della [[:w:Wikipedia:Utenti problematici/Anonimo musicale siciliano|UP]] --[[Utente:ValterVB|ValterVB]] ([[Discussioni utente:ValterVB|scrivimi]]) 13:19, 26 dic 2017 (CET) == Chiedo aiuto agli amministratori == Chiedo agli amministratori di Wikiquote , anche se non iteressati direttamente, un aiuto per la mia pagina discussioni su Wikipedia che è stata bloccata a tempo infinito da Gac senza nessun motivo. Non riesco a prendere contatti con amministratori di Wikipedia.... per il blocco, pertanto chiedo proprio oggi che è Natale di ripristinare la mia pagina..... per riprendere contatti con la enciclopedia che è di tutti . Grazie --[[Utente:GIORGIO GIUDITA ( pseudonimo di Gaetano MInale )|GIORGIO GIUDITA ( pseudonimo di Gaetano MInale )]] ([[Discussioni utente:GIORGIO GIUDITA ( pseudonimo di Gaetano MInale )|scrivimi]]) 10:54, 25 dic 2017 (CET) :Ciò che potevamo fare, lo facemmo già all'epoca. Buon natale.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 11:48, 25 dic 2017 (CET) ==Bestemmia== Segnalo questo [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Jean_Rostand&oldid=930764 inserimento] per la pulizia in crono --[[Utente:Caulfield|Caulfield]] ([[Discussioni utente:Caulfield|scrivimi]]) 18:35, 19 mag 2018 (CEST) :{{fatto}}, versione cancellata. Grazie! --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 11:47, 20 mag 2018 (CEST) :: Aggiungo anche [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:CancellaRevisione&type=revision&target=Teletubbies&ids=972773 questa] se volete. --[[User talk:Wim b|Wim b]] 21:34, 24 feb 2019 (CET) :::{{fatto}}, grazie! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:31, 24 feb 2019 (CET) == Luca Nannipieri == Ho visto che è stata creata la voce biografica su wikipedia in italiano qualche mese fa, potete ripristinare quella su wikiquote cancellata circa due anni fa? grazie.--[[Utente:Alexmar983|Alexmar983]] ([[Discussioni utente:Alexmar983|scrivimi]]) 01:29, 14 mag 2019 (CEST) :{{fatto}} --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:40, 14 mag 2019 (CEST) == Permessi non sufficienti == Non dispongo dei permessi necessari per creare la pagina "Jan Swammerdam", per il seguente motivo:<br> La creazione di pagine con titolo "Jan Swammerdam" è stata impedita. La voce corrispondente nell'elenco dei titoli non consentiti è la seguente: .*[Mm][Ee3]rd[Aa4].*<br> {{Sisi}} --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 19:12, 23 mag 2019 (CEST) p.s.: la relativa pagina su Wikipedia è [[w:Jan_Swammerdam|qui]]. :Da quanto leggo, pare che il diritto ''tboverride'' sia disponibile soltanto agli amministratori. Per cui ho provveduto a creare la pagina, senza citazioni.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:08, 23 mag 2019 (CEST) == Messaggio da OTRS == Ciao a tutti, trasmetto un'informazione ricevuta su OTRS [[ticket:2019102010003011]] a proposito del libro ''Come scegliere il proprio orientamento sessuale (o vivere felici)'' citato a pagina [[Roberto Marchesini]]. Non sarebbe dell'etologo Roberto Marchesini, ma dell'omonimo psicoterapeuta. A voi di vedere come correggere. Saluti --[[Utente:Ruthven|Ruthven]] ([[Discussioni utente:Ruthven|scrivimi]]) 13:44, 4 nov 2019 (CET) :@[[Utente:Ruthven|Ruthven]]: {{fatto}}. Rimossa l'opera, non spostata altrove perché lo psicoterapeuta non pare enciclopedico.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:13, 4 nov 2019 (CET) == Mia partenza == Ciao, volevo avvisare gli altri amministratori che dal 2 gennaio fino a fine febbraio sarò assente perché prenderò parte a una spedizione scientifica in Antartide. Sarò ovviamente isolato anche dal punto di vista delle comunicazioni. Metterò comunque un avviso nella mia pagina utente e talk. Ciao a tutti ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:45, 28 dic 2019 (CET) : A presto {{Ping|Superchilum}} Buon inizio anno, buon lavoro e se dovessi incontrare [[La_cosa_(film_1982)|La cosa]] usa il lanciafiamme! --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 22:22, 28 dic 2019 (CET) :: {{Ping|Superchilum}}, se nel frattempo dovesse scoppiare una guerra nucleare e tu dovessi rimanere uno dei pochi sopravvissuti a ripopolare la Terra dall'Antartide (spero non siate tutti uomini) ricorda di trasmettere ai posteri che un tempo esistettero il cielo azzurro e Wikiquote. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:24, 29 dic 2019 (CET) :::Ciao Superchilum, buon viaggio, buon lavoro ed in bocca al lupo per tutto!--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:43, 30 dic 2019 (CET) :::: {{Ping|Superchilum}} Ciao, buon viaggio e buon anno nuovo anche da parte mia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:25, 31 dic 2019 (CET) Grazie a tutti per gli in bocca al lupo :) e auguri a voi! --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:19, 31 dic 2019 (CET) == Sockpuppet di Mach280 == Segnalo [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Pagine_da_cancellare&type=revision&diff=1062073&oldid=1062042&diffmode=source questa situazione] di sockpuppeting. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:02, 25 apr 2020 (CEST) == Richiesta pulizia == [[Speciale:Diff/1071583|Qui]], blasfemia. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style= "color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 02:19, 3 giu 2020 (CEST) :[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]]&nbsp;'''{{LangSwitch |bar= gmåcht |be = Зроблена |br = Graet |bs = Urađeno |az = Hazırdır |ca = Fet |cs = Vyřízeno |da = Gjort |de = Erledigt |en = Done |eo = Farite |es = Hecho |fi = Tehty |fa = انجام شد |fr = Fait |gl = Feito |he = בוצע |it = Fatto |ja = 完了 |ka = გაკეთდა |ko = 완료 |mk = Извршено |ml = ചെയ്തിരിക്കുന്നു |nds= Daan |nl = Uitgevoerd |nn = Gjort |ro = Efectuat |ru = Сделано |pl = Załatwione |pt = Feito |sco= Dane |sl = Urejeno. |sq = U bë |sv = Utfört |tr = Yapıldı |tt = Эшләнде |zh = 完成 }}''' Grazie. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:32, 3 giu 2020 (CEST) ==Redirect errati== Potreste cancellare questi redirect: *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Taz92~itwikiquote&redirect=no Utente:Taz92~itwikiquote] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Finestra_plus&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Finestra plus] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/HP&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/HP] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Info&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Info] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Left&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Left] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote2&redirect=no Utente:Markfab91~itwikiquote/Quote2] *[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Discussioni_utente:Taz92~itwikiquote&redirect=no Discussioni utente:Taz92~itwikiquote] puntano a pagine inesistenti. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 01:07, 13 set 2020 (CEST) :Tutti rimossi. Grazie per la correzione in Rilke. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:25, 13 set 2020 (CEST) Potreste anche mettere <nowiki>#RINVIA [[Discussioni utente:Yuma]]</nowiki> in [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Discussioni_utente:Yuma~itwikiquote&redirect=no questa] voce? Per risolvere un errore di redirect doppio, di solito se ne occupa un bot ma la voce è protetta. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:58, 13 set 2020 (CEST) :Rimosso anche questo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:28, 13 set 2020 (CEST) ::{{ping|Sun-crops}} in quel caso bastava correggere [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Discussioni_utente:Yuma~itwikiquote&type=revision&diff=1098561&oldid=708192&diffmode=source così], non si deve cancellare sempre e comunque. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:02, 13 set 2020 (CEST) :::{{ping|Superchilum}} Ciao, ti ringrazio per avermelo fatto notare, qualche dubbio ce l'avevo anche io. Grazie, starò più attento. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:11, 13 set 2020 (CEST) ::::Grazie a entrambi e scusate il disturbo :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 15:46, 13 set 2020 (CEST) ==Template:Esoteric== Scusate il disturbo. Potreste mettere al posto di <nowiki>{{esoteric}} --> {{templare complesso}}</nowiki> in queste due voci: [[Template:Interprogetto]] e [[Template:Wikietà]], in seguito cancellare [[Template:Esoteric]], è un redirect obsoleto (cancellato anni fa anche su Wikipedia). Un'ultima cosa, c'è un errore di lint nella voce [[Guido Ceronetti]] alla nota 16, l'errore sta qui <nowiki>''Indemoniati?''],</nowiki> andrebbe messo così <nowiki>Indemoniati?]'',</nowiki>. Grazie e scusate ancora il disturbo. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 21:45, 5 ott 2020 (CEST) :{{Fatto}}. Hai scritto "templare" ma intendevi "template", vero? ;-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:54, 7 ott 2020 (CEST) ::Una svista :P Grazie mille! --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 11:14, 7 ott 2020 (CEST) ==Template:Filtro namespace== Potreste aggiungere <nowiki>{{Filtro namespace|Pagine che richiamano file inesistenti}}</nowiki> in [[MediaWiki:Broken-file-category]], così in [[:Categoria:Pagine che richiamano file inesistenti]] restano solo i namespace importanti. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:11, 7 nov 2020 (CET) :{{ping|GryffindorD}}, {{fatto}}, controlla per favore se va bene.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:09, 8 nov 2020 (CET) ::{{ping|Spinoziano}} perfetto! Grazie mille :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 17:12, 8 nov 2020 (CET) ==Template:Disambigua/styles.css== Potreste cancellare [[Template:Disambigua/styles.css|questa pagina]]? L'ho importata da Wikipedia perché avevo notato che nelle voci che avevano uno spazio tra il template e la lista si veniva a creare si veniva a creare effettivamente uno spazio, pensavo fosse per via di questa pagina ma poi ho capito che era un'altra cosa e ho ripristinato e corretto. Scusate il disturbo e buon anno nuovo :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 13:28, 31 dic 2020 (CET) :{{fatto}}, nessun disturbo, anche a te un felice anno nuovo :) --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 31 dic 2020 (CET) ==Redirect a discussioni== In [[Utente:GryffindorD/Redirect a discussioni|questa sandbox]] ho inserito una lista di redirect errati che (senza fretta ovviamente) andrebbero cancellati. Grazie e scusate sempre il disturbo. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 18:42, 1 gen 2021 (CET) :Sto procedendo. Grazie a te.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:42, 2 gen 2021 (CET) == Protezioni == In [[:Categoria:Pagine protette - scadute]] ci sono circa nove voci tra Moduli e Template che hanno il [[Template:Protetta]] ma che effettivamente non lo sono. Segnalo la cosa qui visto che sono moduli/template usati in maniera estensiva. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 19:27, 5 gen 2021 (CET) :{{ping|GryffindorD}}, ho semiprotetto le pagine che non erano protette, va bene così? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:49, 8 gen 2021 (CET) ::{{ping|Spinoziano}} va benissimo, grazie! Ti chiedo solo un ultimo favore, noto che [[Template:Portale/frase|questo]] template appare nella categoria nonostante sia già protetto. Potresti provare a fare un [[w:WP:NULLEDIT|nulledit]]? --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 14:21, 8 gen 2021 (CET) :::{{fatto}}, pare abbia funzionato. Grazie a te,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:36, 8 gen 2021 (CET) == Permessi non sufficienti == Non dispongo dei permessi necessari per creare la pagina "Lawrence Osborne", per il seguente motivo:<br> La creazione di pagine con titolo "Lawrence Osborne" è stata impedita, se necessario chiedine la creazione in WQ:RA.<br> --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 12:47, 7 ago 2022 (CEST)<br> p.s.: la relativa pagina su Wikipedia è [[w:Lawrence Osborne|qui]]. :{{ping|AnjaQantina}} La creazione era bloccata da un filtro che forse individuava qualche potenziale parolaccia, l'ho creata vuota e ora puoi riempirla, grazie e buon lavoro.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:07, 7 ago 2022 (CEST) dqgbec4tg0rjvy45zb30idck6hgvqe2 Incipit/D 0 17329 1221310 1217816 2022-08-07T10:36:24Z AnjaQantina 1348 /* D */ +Dicker wikitext text/x-wiki <noinclude>{{incipit|lettera=D}}</noinclude> ==D== *'''[[Francesco D'Adamo]]''' **Storia di Iqbal **Tempo da lupi *'''[[Giuseppe D'Agata]]''' **Il segno del comando **L'esercito di Scipione *'''[[Fred D'Aguiar]]''' **La memoria più lunga *'''[[Jean Baptiste Le Rond d'Alembert]]''' **Discorso preliminare dell'«Encyclopédie» *'''[[Joachim d'Alencé]]''' **Trattato curioso di matematica *'''[[Francesca D'Aloja]]''' **Il sogno cattivo *'''[[Lucio D'Ambra]]''' **Il "Damo viennese" **Il miraggio **Il romanzo di Abbazia **Il trampolino per le stelle ***Il trampolino per le stelle ***Il Bacio di Cirano ***La Duchessa delle Nebbie ***Storia della Dama dal ventaglio bianco **La Commedia a Pontassieve **La rivoluzione in "sleeping-car" *'''[[Margherita D'Amico]]''' **Rane *'''[[Alessandro D'Ancona]]''' **I precursori di Dante *'''[[Ugo D'Andrea]]''' **Mussolini motore del secolo *'''[[Virgilia D'Andrea]]''' **Chi siamo e cosa vogliamo. Patria e religione **Torce nella notte *'''[[Andrea D'Angelo]]''' **La Rocca dei Silenzi *'''[[Gabriele D'Annunzio]]''' **Cabiria: Visione storica del terzo secolo A. C. **Contemplazione della morte **Elegìe Romane **Forse che sì, forse che no **Il ferro **Il fuoco **Il piacere **Il trionfo della morte **Isaotta Guttadàuro ed altre poesie **L'allegoria dell'autunno **L'innocente **La fiaccola sotto il moggio **La figlia di Iorio **La Gioconda **Le novelle della Pescara **Le vergini delle rocce **Notturno **Per la morte di Giuseppe Verdi **San Pantaleone **Trionfo della morte *'''[[Rinaldo d'Aquino]]''' **Lamento dell'amante del crociato *'''[[Tullia d'Aragona]]''' **Le rime di Tullia d'Aragona, cortigiana del secolo XVI *'''[[Stefano D'Arrigo]]''' **Horcynus Orca *'''[[Michele D'Avino]]''' **Il cantastorie *'''[[Massimo d'Azeglio]]''' **Dell'Emancipazione civile degl'Israeliti **Ettore Fieramosca **I miei ricordi **Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni **Racconti, leggende e ricordi della vita italiana *'''[[Luce d'Eramo]]''' **Conversazione con Cesare Zavattini **Deviazione **Partiranno **Si prega di non disturbare **Ultima luna **Un'estate difficile *'''[[Giuseppe d'Ippolito Pozzi]]''' **Rime piacevoli <span id="Da"></span> *'''[[Dante da Maiano]]''' **Canzoniere ***Convemmi dimostrar lo meo savere ***Aggio talento, s'eo savesse, dire ***Di voi mi stringe tanto lo disire ***Ahi gentil donna gaia ed amorosa ***O fresca rosa, a voi chero mercede ***O rosa e giglio e flore aloroso ***Viso mirabil, gola morganata ***Ver' te mi doglio, perch'ài lo savere ***Angelica figura umìle e piana ***Lasso, per ben servir son adastiato ***Cera amorosa di nobilitate ***Sed io avesse tanto d'ardimento *'''[[Lorenzo Da Ponte]]''' **Così fan tutte **Don Giovanni **Le nozze di Figaro *'''[[Luigi da Porto]]''' **Storia di Giulietta e Romeo con la loro pietosa morte avvenuta già in Verona nel tempo del Sig. Bartolommeo della Scala *'''[[Christelle Dabos]]''' **L'attraversaspecchi. Libro 1. Fidanzati dell'inverno **L'attraversaspecchi. Libro 2. Gli scomparsi di Chiardiluna **L'attraversaspecchi. Libro 3. La memoria di Babel *'''[[Didier Daeninckx]]''' **Il fattore fatale *'''[[Stig Dagerman]]''' **Autunno tedesco **Il nostro bisogno di consolazione *'''[[Roald Dahl]]''' **Agura Trat **Danny il campione del mondo **Gli sporcelli **Il GGG **L'uomo del Sud **La fabbrica di cioccolato **La macchina del suono **Le streghe **Matilde *'''[[Gordon Dahlquist]]''' **La setta dei libri blu *'''[[Ruediger Dahlke]]''' **Vegan per tutti *'''[[Francesco dal Sole]]''' **Libretto di abaco *'''[[Brian Daley]]''' **Han Solo, guerriero stellare *'''[[Francesco Dall'Ongaro]]''' **Racconti ***La Donna bianca dei Collalto ***I complimenti di Ceppo ***I due castelli in aria ***Il Diritto e il Torto ***Il berretto di pel di lupo ***La valle di Resia ***Istoria di una casa ***La giardiniera delle male erbe ***La fidanzata del Montenegro ***Gentilina ***Fanny ***Il palazzo de' Diavoli ***Un viaggetto nuziale ***L'ora degli Spiriti *'''[[Eros Damasco]]''' **Il baratto 01 *'''[[Claudio Damiani]]''' **Poesie *'''[[Tullio Dandolo]]''' **Il Medioevo *'''[[Emily M. Danforth]]''' **La diseducazione di Cameron Post *'''[[Mark Danielewski]]''' **Casa di foglie *'''[[Alain Daniélou]]''' **Miti e dèi dell'India *'''[[Henri Daniel-Rops]]''' *La spada di fuoco **Rimbaud *'''[[Denise Danks]]''' **Phreak *'''[[Maurice G. Dantec]]''' **La sirena rossa *'''[[Vincenzo Danti]]''' **Trattato delle perfette proporzioni *'''[[Cecilia Dart-Thornton]]''' **Il pozzo delle lacrime **La dama delle Isole **La ragazza della Torre **La signora di Erith *'''[[Charles Darwin]]''' **Diario di un naturalista giramondo **Gli effetti della fecondazione incrociata e propria nel regno vegetale **I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti **I movimenti e le abitudini delle piante rampicanti **Il potere di movimento nelle piante **L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali **L'origine dell'uomo **L'origine delle specie **La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro costumi **Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico *'''[[Erasmus Darwin]]''' **Dell'istinto **Gli amori delle piante *'''[[James Dashner]]''' **Il labirinto **La via di fuga *'''[[Carlo Roberto Dati]]''' **Esortazione allo studio della geometria *'''[[Giuliano Dati]]''' **La lettera dell'isole che ha trovato nuovamente el Re di Spagna *'''[[Alphonse Daudet]]''' **Il nababbo **Lettere dal mio mulino **Tartarino di Tarascona **Tartarino sulle Alpi *'''[[René Daumal]]''' **La gran bevuta *'''[[Marcia Davenport]]''' **I marciapiedi di New York *'''[[Alexandra David-Néel]]''' **Il lama dalle cinque saggezze **Nel paese dei briganti gentiluomini **Viaggio di una parigina a Lhasa *'''[[Avram Davidson]]''' **Mr. Rob't E. Hoskins *'''[[L. P. Davies]]''' **La leva di Archimede **La valle condannata **Lo straniero **Psicospettro *'''[[Linda Davies]]''' **Qualcosa di travolgente *'''[[William Henry Davies]]''' **Autobiografia di un vagabondo *'''[[Arrigo Caterino Davila]]''' **Storia delle guerre civili di Francia *'''[[Grania Davis]]''' **In coda *'''[[Lindsey Davis]]''' **In pasto ai leoni **Misteri imperiali *'''[[Norbert Davis]]''' **Omicidio in due atti *'''[[Stephen Davis]]''' **LZ-'75. I Led Zeppelin alla conquista dell'America *'''[[Richard Dawkins]]''' **Il fiume della vita **Il gene egoista **L'albero della vita *'''[[Pieretta Dawn]]''' **Apprendista sirena *'''[[Greg Dawson]]''' **La pianista bambina *'''[[Moshe Dayan]]''' **Storia della mia vita *'''[[Osamu Dazai]]''' **Il sole si spegne *'''[[Sandrone Dazieri]]''' **Attenti al gorilla **Bzzzz **La cura del gorilla <span id="Db"></span> <span id="Dc"></span> <span id="Dd"></span> <span id="De"></span> *'''[[Alceste De Ambris]]''' **L'Argentina e l'emigrazione italiana *'''[[Edmondo De Amicis]]''' **Alle porte d'Italia **Amore e ginnastica **Costantinopoli **Cuore **Fra scuola e casa **Il soldato Poggio **L'idioma gentile **La carrozza di tutti **La maestrina degli operai **La quistione sociale **La vita militare **Marocco **Olanda **Pagine sparse **Primo Maggio **Ricordi di Londra **Ricordi di Parigi **Spagna **Speranze e glorie. Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma ***Torino ***Firenze ***Roma **Sull'Oceano *'''[[Mário de Andrade]]''' **Macunaíma *'''[[Milo De Angelis]]''' **Dove eravamo già stati *'''[[Vanna De Angelis]]''' **Il libro nero della caccia alle streghe **La bambina del bosco degli elfi *'''[[Honoré de Balzac]]''' **All'insegna del gatto che gioca alla palla **Eugénie Grandet **Farragus, capo dei Divoranti **Il ballo di Sceaux **Il colonnello Chabert **Il giglio della valle **Il medico di campagna **Il parroco del villaggio **L'ultima incarnazione di Vautrin **La borsa **La Cugina Betta **La ricerca dell'assoluto **Papà Goriot **Sarrasine **Splendori e miserie delle cortigiane **Un principe della Bohème *'''[[Jean-François de Bastide]]''' **La petite maison *'''[[Abele De Blasio]]''' **Usi e costumi dei camorristi *'''[[Filippo De Boni]]''' **Vicende delle strade ferrate nel Regno Lombardo-Veneto *'''[[Pierre de Bourdeille]]''' **Vite delle dame galanti *'''[[Lauro de Bosis]]''' **Storia della mia morte *'''[[Andrea De Carlo]]''' **Arcodamore **Di noi tre **Due di due **I veri nomi **Leielui **Nel momento **Suspiria de Profundis **Uccelli da gabbia e da voliera **Yucatan *'''[[Giovanni De Castro]]''' **I processi di Mantova e il 6 febbrajo 1853 **Milano nel Settecento **Storia di un cannone **Ugo Foscolo **Vecchie utopie *'''[[Giancarlo De Cataldo]]''' **I traditori **Romanzo criminale *'''[[Lodovico De Cesare]]''' ** Lo psicanalista senza divano *'''[[Raffaele de Cesare]]''' **Il Conclave di Leone XIII **La fine di un Regno (Napoli e Sicilia) *'''[[Gatien de Courtilz de Sandras]]''' **Memorie di D'Artagnan *'''[[Luciano De Crescenzo]]''' **La distrazione **Tale e Quale *'''[[Saverio Fausto De Dominicis]]''' **Galilei e Kant o l'esperienza e la critica nella filosofia moderna *'''[[Italo de Feo]]''' **Cavour *'''[[Filippo De Filippi]]''' **Delle funzioni riproduttive negli animali **L'uomo e le scimie **La spedizione di sua altezza reale il principe Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi al Monte Sant'Elia *'''[[Eduardo De Filippo]]''' **I morti non fanno paura **Natale in casa Cupiello *'''[[Charles de Gaulle]]''' **Memorie di guerra *'''[[Giovanni De Gamerra]]''' **Luisa e Trifour *'''[[Concita De Gregorio]]''' **Io vi maledico **Mi sa che fuori è primavera *'''[[Angelo De Gubernatis]]''' **Alessandro Manzoni: studio biografico *'''[[Domenico de' Guidobaldi]]''' **Monumenti caleni *'''[[Melissa de la Cruz]]''' **Bacio Sacro **L'angelo tradito **L'eredità di Schuyler **Rivelazioni **Sangue blu *'''[[Alphonse de Lamartine]]''' **Graziella **Primo rimpianto *'''[[Luis de León]]''' **La vita solitaria *'''[[Erri De Luca]]''' **Aceto, arcobaleno **E disse **I pesci non chiudono gli occhi **Il cronista scalzo **Il giorno prima della felicità **Il peso della farfalla **Il torto del soldato **Montedidio **Storia di Irene **Tre cavalli **Tu, mio **Una nuvola come tappeto *'''[[Salvador de Madariaga]]''' **Il cuore di Giada *'''[[Cesare De Marchi]]''' **Il talento *'''[[Emilio De Marchi]]''' **Arabella **Col fuoco non si scherza **Demetrio Pianelli **Giacomo l'idealista **Il cappello del prete **Le due Marianne – I coniugi Spazzoletti ***Le due Marianne ***I coniugi Spazzoletti **Il signor dottorino **Milanin Milanon: prose cadenzate milanesi **Nuove storie d'ogni colore ***All'ombrellino rosso ***Medici e spadaccini ***Zoccoli e stivaletti ***L'anatra selvatica ***Certe economie **Vecchie cadenze e nuove **Vecchie storie ***Due sposi in viaggio ***Un regalo alla sposa ***Nei boschi ***Parlatene alla zia (dialogo) ***Ai tempi dei tedeschi *'''[[Silvana De Mari]]''' **Io mi chiamo Yorsh **La bestia e la bella *'''[[Giovanni De Matteo]]''' **Sezione π² *'''[[Giuseppe De Matthaeis]]''' **Sul culto reso dagli antichi romani alla dea Febbre *'''[[Angelo Camillo De Meis]]''' **Prenozioni *'''[[Anthony De Mello]]''' **Istruzioni di volo per aquile e polli *'''[[Patrizia de Mennato]]''' **La ricerca "partigiana" *'''[[Alfred de Musset]]''' **La confessione di un figlio del secolo *'''[[Raoul de Navery]]''' **Giovanni Canadà **Il forzato *'''[[Yehiel De-Nur]]''' **La casa delle bambole *'''[[Georges de Pimodan]]''' **Memorie della guerra d'Italia sotto il maresciallo Radetzky *'''[[Eça de Queiroz]]''' **La colpa del prete Amaro *'''[[Thomas de Quincey]]''' **Gli ultimi giorni di Immanuel Kant **I delitti della Ratcliffe Highway **Il postale inglese **L'assassinio come una delle belle arti **Le confessioni di un mangiatore d'oppio *'''[[Federico De Roberto]]''' **Al rombo del cannone **Catania **Documenti umani **Ermanno Raeli **Gli amori **I viceré **Il colore del tempo ***Il secolo agonizzante ***Il tolstoismo ***Il superuomo ***La poesia di un filosofo ***La filosofia di un poeta ***Il femminismo ***Due civiltà ***Vincitori e vinti ***Il genio e l'ingegno ***Critica e creazione ***La timidezza ***La volontà **L'arte **L'illusione **L'imperio **La messa di nozze **La morte dell'amore **La paura **La sorte **Leopardi **Processi verbali ***Il rosario ***Il convegno ***I vecchi ***Donna di casa ***Lupetto **Spasimo *'''[[Alessandro De Roma]]''' **Il primo passo nel bosco *'''[[Carlo Antonio de Rosa]]''' **Ritratti poetici di alcuni uomini di lettere antichi e moderni del regno di Napoli *'''[[Guido De Ruggiero]]''' **Storia del liberalismo europeo *'''[[Antonello De Sanctis]]''' **Nel mondo degli uomini **Non ho mai scritto per Celentano *'''[[Francesco De Sanctis]]''' **La giovinezza: frammento autobiografico **La scienza e la vita **Schopenhauer e Leopardi **Storia della letteratura italiana *'''[[Guglielmo De Sanctis]]''' **Tommaso Minardi e il suo tempo *'''[[Pablo De Santis]]''' **Il ragazzo che scrisse l'enciclopedia di se stesso *'''[[Diego De Silva]]''' **Divorziare con stile **Sono contrario alle emozioni *'''[[Meo de' Tolomei]]''' **Rime ***I' son sì magro, che quasi traluco ***Mie madre disse l'altrier parol'una ***Su lo letto mi stava l'altra sera ***Quando 'l Zeppa entra 'n santo, usa di dire ***Boccon in terr'a piè l'uscio di Pina ***Per cotanto ferruzzo, Zeppa, dimi ***El fuggir di Min Zeppa, quando sente ***Se tutta l'otrïaca d'oltre mare ***Per Die, Min Zeppa, or son gionte le tue ***Se 'l capo a Min Zeppa fosse tagliato ***Mia madre m'ha 'ngannat'e Ciampolino ***Da te parto 'l mie core, Ciampolino ***Io feci di me stesso un Ciampolino ***Se tu se' pro' e forte, Ciampolino ***Sì se' condott'al verde, Ciampolino ***Caro mi costa la malinconia ***Le gioi' ch'i' t'ho recate da Veneza ***A nulla guisa me posso soffrire *'''[[Garcilaso de la Vega]]''' **Il racconto dell'Inca *'''[[Lope de Vega]]''' **Arte nuova di fare commedie **El caballero de Olmedo **Fuenteovejuna **La ragazza sciocca **San Giacomo il Verde *'''[[Antonio De Viti De Marco]]''' **Funzione della banca *'''[[Louis de Wohl]]''' **L'albero della vita **L'ultimo crociato **La liberazione del gigante *'''[[Oreste Del Buono]]''' **I giocattoli di Natale *'''[[Seamus Deane]]''' **Le parole della notte *'''[[Jeffery Deaver]]''' **I corpi lasciati indietro **Il collezionista di ossa **[[Il giardino delle belve]] **Il silenzio dei rapiti **Il taglio di Dio **L'uomo scomparso **La bambola che dorme **La dodicesima carta **La figlia sbagliata **La finestra rotta **La lacrima del Diavolo **La luna fredda **La scimmia di pietra **La sedia vuota **La strada delle croci **Lo scheletro che balla **Nero a Manhattan **Pietà per gli insonni **[[Profondo Blu]] **Sotto terra *'''[[Auguste Debay]]''' **Igiene dei piaceri secondo le età, i temperamenti e le stagioni *'''[[Alessandro Defilippi]]''' **Per una cipolla di Tropea *'''[[Daniel Defoe]]''' **Diario dell'anno della peste **Il fantasma che stava in tutte le stanze **Il fantasma di Dorothy Dingley **Lady Roxana **Moll Flanders **Robinson Crusoe **Storia della singolare esistenza di John Sheppard *'''[[Benedetto degli Alessandri]]''' **Meditatione sopra la vita di Gesù Cristo *'''[[Stefano degli Angeli]]''' **Della gravità dell'aria e fluidi *'''[[Piero Degli Antoni]]''' **Blocco 11. Il bambino nazista *'''[[Léon Degrelle]]''' **Militia *'''[[Ted Dekker]]''' **Il cimitero dei vangeli segreti **Il Circolo segreto *'''[[Maurice Dekobra]]''' **La madonna degli sleepings *'''[[Paolo Del Debbio]]''' **Cosa rischiano i nostri figli *'''[[Isidoro Del Lungo]]''' **La donna fiorentina del buon tempo antico **La donna fiorentina nel Rinascimento e negli ultimi tempi della libertà *'''[[Lester Del Rey]]''' **Alieno in croce **Mia è la vendetta **Robot e folletti ***Stabilità ***L'amico migliore ***Il piccolo Jimmy ***I flauti di Pan ***Le acque calme ***Bontà d'animo ***In cambio di niente ***Il mostro ***Il ramaio ***Fragile è la gloria ***Nelle tue mani *'''[[Samuel R. Delany]]''' **Babel-17 **Una favolosa tenebra informe *'''[[Sven Delblanc]]''' **La notte di Gerusalemme *'''[[Grazia Deledda]]''' **Canne al vento **Cenere **Colombi e sparvieri **Cosima **Dopo il divorzio **Elias Portolu **Fior di Sardegna **I giuochi della vita **Il dono di Natale **Il flauto nel bosco **Il paese del vento **Il ritorno del figlio **Il sigillo d'amore **Il vecchio della montagna **L'edera **L'incendio nell'oliveto **L'ospite **La chiesa della solitudine **La Giustizia **La madre **La regina delle tenebre **La via del male **Le tentazioni **Leggende sarde ***Il diavolo cervo ***La leggenda di Aggius ***La leggenda di Castel Doria ***Il castello di Galtellì ***La leggenda di Gonare ***San Pietro di Sorres ***La scomunica di Ollolai ***Madama Galdona **Marianna Sirca **Nel deserto **Nell'azzurro ***Vita silvana ***Sulla montagna ***Memorie infantili ***Una terribile notte ***La casa paterna **Racconti sardi ***Di notte ***Il mago ***Ancora magie ***Romanzo minimo ***La dama bianca ***In sartu (Nell'ovile) ***Il padre ***Macchiette *'''[[Philippe Delerm]]''' **Autunno **Aveva piovuto tutta la domenica **La prima sorsata di birra **L'ospite inatteso **Mister Mouse **Un cesto di frutta e altre piccole dolcezze *'''[[Don DeLillo]]''' **Americana **Body Art **Cosmopolis **L'angelo Esmeralda **L'uomo che cade **La stella di Ratner **Underworld *'''[[Giovanni Andrea dell'Anguillara]]''' **Lettera al duca Cosimo I *'''[[Giovanni Della Casa]]''' **Galateo, overo De' costumi *'''[[Giovanni Battista Della Porta]]''' **Gli duoi fratelli rivali **L'Olimpia **La Carbonaria **La Cintia **La fantesca **La sorella **La tabernaria **Lo astrologo *'''[[Alessandro Della Seta]]''' **Italia antica *'''[[Federico Della Valle]]''' **La Reina di Scotia *'''[[Odo delle Colonne]]''' **Distretto core e amoruso *'''[[William Demby]]''' **Festa a Beetlecreek *'''[[Demostene]]''' **Contro la cortigiana Neera *'''[[Patrick Dennis]]''' **Zia Mame *'''[[Vivant Denon]]''' **Senza domani *'''[[Roberto Denti]]''' **Fra noi due il silenzio *'''[[August Derleth]]''' **Il mantello del diavolo **Il ritorno di Sarah Purcell **Il sentiero dei lillà **La barba di Feigman *'''[[Tibor Déry]]''' **Niki, storia di un cane *'''[[Anita Desai]]''' **Chiara luce del giorno **Fuoco sulla montagna **Il viallaggio sul mare **Notte e nebbia a Bombay *'''[[Mario Desiati]]''' **Spatriati *'''[[Luca Desiato]]''' **Il Marchese del Grillo *'''[[Robert Desnos]]''' **La cantilena di Fantomas *'''[[Vinciane Despret]]''' **Quando il lupo vivrà con l'agnello *'''[[Alcide Dessalines d'Orbigny]]''' **Viaggio pittoresco nelle due Americhe *'''[[Giuseppe Dessì]]''' **Il disertore **Paese d'ombre *'''[[Lauren DeStefano]]''' **Il giardino degli eterni *'''[[Marcel Detienne]]''' **La nave di Atena **Mito e linguaggio da Max Müller a Claude Lévi-Strauss *'''[[Isaac Deutscher]]''' **Ironie della storia *'''[[Pierre Devaux]]''' **Prefazione a «Il Cronastro» *'''[[John Dewey]]''' **L'arte come esperienza **Scuola e società <span id="Df"></span> <span id="Dg"></span> <span id="Dh"></span> <span id="Di"></span> *'''[[Ludovico di Breme]]''' **Intorno all'ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani *'''[[Angelo di Costanzo]]''' **Istoria del regno di Napoli **Rime amorose *'''[[Salvatore Di Giacomo]]''' ** A «San Francisco» **Assunta Spina **L'ignoto **Mattinate napoletane **Novelle Napolitane **'O voto **Per la storia del brigantaggio nel Napoletano **Taverne famose napoletane *'''[[Vittorio Di Giacomo]]''' **Leggende del diavolo *'''[[Mariateresa Di Lascia]]''' **Passaggio in ombra *'''[[Stefano Di Marino]]''' **Virtual killer *'''[[Gian Carlo Di Negro]]''' **Vita di Gian Carlo Di Negro patrizio genovese scritta da esso *'''[[Donatella Di Pietrantonio]]''' **L'Arminuta **Mia madre è un fiume *'''[[Abate di Tivoli]]''' **Con vostro onore facciovi uno 'nvito **Oi deo d'amore **Qual om riprende altrù' *'''[[Anita Diamant]]''' **La tenda rossa *'''[[Jared Diamond]]''' **Armi, acciaio e malattie **Collasso *'''[[Kate DiCamillo]]''' **Le avventure di Meschino *'''[[Philip K. Dick]]''' **Autofac **Cacciatore di androidi **Colonia **Confessioni di un artista di merda **Cronache del dopobomba **Deus Irae **Divina invasione **E Jones creò il mondo **Follia per sette clan **Guaritore galattico **I bracconieri dello spazio **I giocatori di Titano **I simulacri **Il disco di fiamma **Il mondo di Jon **Il sognatore d'armi **In senso inverso **Illusione di potere **L'androide Abramo Lincoln **L'Uomo dai denti tutti uguali **L'uomo variabile **La città sostituita **La penultima verità **La svastica sul sole **La trilogia di Valis **Labirinto di morte **Le tre stimmate di Palmer Eldritch **Mary e il gigante **Modello Due **Noi marziani **Nostri amici da Frolix 8 **Occhio nel cielo **Qualcosa per noi temponauti **Radio libera Albemuth **Rapporto di minoranza **Redenzione immorale **Redivivi S.p.A. **Scorrete lacrime, disse il poliziotto **Svegliatevi, dormienti **Tempo fuori luogo **Ubik **Un mondo di geni **Un oscuro scrutare **Voci dalla strada **Vulcano 3 *'''[[Charles Dickens]]''' **Cantico di Natale **Davide Copperfield **Dombey e Figlio **Grandi speranze **Il circolo Pickwick **Il nostro comune amico **Il segnalatore **La bottega dell'antiquario **La piccola Dorrit **Le avventure di Nicola Nickleby **Le campane **Le due città **Martin Chuzzlewit **Oliver Twist *'''[[Joël Dicker]]''' **Il caso Alaska Sanders **La verità sul caso Harry Quebert *'''[[Gordon R. Dickson]]''' **Fratello d'acciaio **K94 chiama Terra **Il mantello e il bastone **Il pellegrino **La cosmonave dei ventiquattro **Lo chiamerai «Signore» **Soldato non chiedere *'''[[Denis Diderot]]''' **Il nipote di Rameau **Jacques il fatalista **La passeggiata dello scettico **La religiosa **'''[[Joan Didion]]''' **L'anno del pensiero magico *'''[[William Diehl]]''' **Lo spettacolo del Male *'''[[William C. Dietz]]''' **Mass Effect. Deception *'''[[J.M. Dillard]]''' **Star Trek. Gli anni perduti *'''[[Francesco Dimitri]]''' **Alice nel paese della Vaporità *'''[[Thomas Disch]]''' **Gli scarafaggi **Il gufo e il gatto **Il pensiero proibito **Il prete **La costa asiatica **La strega **Scendendo **Una buona ragione per morire *'''[[Chitra Banerjee Divakaruni]]''' **Il fiore del desiderio **La maga delle spezie **Matrimonio combinato **Sorella del mio cuore <span id="Dj"></span> <span id="Dk"></span> <span id="Dl"></span> <span id="Dm"></span> <span id="Dn"></span> <span id="Do"></span> *'''[[Alfred Döblin]]''' **Berlin Alexanderplatz **Giganti *'''[[Cory Doctorow]]''' **X *'''[[E. L. Doctorow]]''' **La città di Dio *'''[[Ludovico Dolce]]''' **Dialogo dei colori * '''[[Ignaz von Döllinger]]''' **La religione di Maometto *'''[[Jurij Osipovič Dombrovskij]]''' **La facoltà delle cose inutili *'''[[Lodovico Domenichi]]''' **Facetie et motti arguti di alcuni eccellentissimi ingegni, et nobilissimi signori *'''[[Stephen R. Donaldson]]''' **Bestia mitologica **Il sole ferito **L'albero magico **L'assedio della rocca **L'oro bianco **La guerra dei giganti **Lo specchio dei sogni *'''[[Giovanni Battista Donati]]''' **Dell'urto di una cometa con la terra e particolarmente della cometa di Biela. Brevi considerazioni *'''[[Federico Donaver]]''' **La storia di Colombo narrata alla gioventù ed al popolo *'''[[Anton Francesco Doni]]''' **I marmi *'''[[Rodolfo Doni]]''' **Giorno segreto **Muro d'ombra **Servo inutile *'''[[Alfons Dopsch]]''' **Economia naturale ed economia monetaria *'''[[Percivalle Doria]]''' **Amore m'ave priso *'''[[John Dos Passos]]''' **Il 42° parallelo **Manhattan Transfer **Millenovecentodiciannove *'''[[Carlo Dossi]]''' **Amori **{{sic|Goccie}} d'inchiostro **I mattoidi: al primo concorso pel monumento in Roma a Vittorio Emanuele 2. Note di Carlo Dossi **L'altrieri – nero su bianco **La colonia felice: utopia lirica **La desinenza in A **Note azzurre **Vita di Alberto Pisani *'''[[Anna Grigor'evna Dostoevskaja]]''' **Dostoevskij mio marito *'''[[Fëdor Dostoevskij]]''' **Delitto e castigo **Diario di uno scrittore **I demoni **[[I fratelli Karamazov]] **Il giocatore **Il sosia **L'adolescente **L'eterno marito **[[L'idiota]] **La mite **Le notti bianche **Memorie dal sottosuolo **Memorie dalla Casa dei morti **Memorie di un'orfana **Povera gente **Umiliati e offesi *'''[[Ugo Dotti]]''' **Petrarca e la scoperta della coscienza moderna *'''[[Lloyd C. Douglas]]''' **Il grande pescatore *'''[[Giulio Douhet]]''' **Il dominio dell'aria *'''[[Alessandro Doveri]]''' **Istituzioni di diritto romano *'''[[Roddy Doyle]]''' **I Commitments **Bella famiglia! **La donna che sbatteva nelle porte **Paddy Clarke ah ah ah! **Rory & Ita **Una stella di nome Henry *'''[[Gardner Dozois]]''' **Figlio del mattino **Invito a cena <span id="Dp"></span> <span id="Dq"></span> <span id="Dr"></span> *'''[[Marco Drago (scrittore)|Marco Drago]]''' **L'amico del pazzo *'''[[Theodore Dreiser]]''' **La sorella Carrie **Una tragedia americana *'''[[Geremia Dressellio]]''' **Scola della Patienza *'''[[Pierre Drieu La Rochelle]]''' **Fuoco fatuo *'''[[Paola Drigo]]''' **Codino **Fine d'anno **Finestre sul fiume **La fortuna **Maria Zef *'''[[Zoran Drvenkar]]''' **Sorry *'''[[John Dryden]]''' **Il potere della musica sul cuore umano <span id="Ds"></span> <span id="Dt"></span> <span id="Du"></span> *'''[[Daphne Du Maurier]]''' **A Venezia... un dicembre rosso shocking **Gli uccelli **I parassiti **Il calice di Vandea **La casa sull'estuario **Marea di settembre **Mia cugina Rachele **Rebecca *'''[[Diane Duane]]''' **Non ti mettere quella roba in bocca, non sai da dove viene *'''[[Andre Dubus III]]''' **I pugni nella testa **Il giardino delle farfalle notturne *'''[[Georges Duby]]''' **Le origini dell'economia europea *'''[[Pericle Ducati]]''' **L'arte classica *'''[[Pierre Duchesne]]''' **Morire d'amore *'''[[Alan Duff]]''' **Erano guerrieri *'''[[Charles Duff]]''' **Manuale del boia *'''[[Édouard Dujardin]]''' **I lauri senza fronde *'''[[Renato Dulbecco]]''' **La mappa della vita *'''[[Alexandre Dumas (figlio)|Alexandre Dumas]] figlio''' **L'amico delle donne **La signora delle camelie *'''[[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] padre''' **Ascanio **Garibaldi e Montevideo **I tre moschettieri **Il conte di Montecristo **Il visconte di Bragelonne **La signora di Monsoreau **Lo Schiaccianoci **Mastro Adamo il calabrese **Robin Hood **Storia di uno schiaccianoci **Vent'anni dopo *'''[[Sarah Dunant]]''' **Le notti al Santa Caterina *'''[[Catherine Dunne]]''' **Il viaggio verso casa **L'amore o quasi **La metà di niente **Quel che ora sappiamo **Tutto per amore *'''[[Lord Dunsany]]''' **Dove sale e scende la marea *'''[[Christian Duquoc]]''' **Cristologia *'''[[Giacomo Durando]]''' **Della nazionalità italiana *'''[[Marguerite Duras]]''' **Il dolore **L'amante **Moderato cantabile *'''[[David Anthony Durham]]''' **Annibale *'''[[Gerald Durrell]]''' **Storie del mio zoo *'''[[Lawrence Durrell]]''' **Balthazar *'''[[Friedrich Dürrenmatt]]''' **Giustizia **Il giudice e il suo boia **Il minotauro **Il tunnel **La caduta **La morte della Pizia **La panne **La promessa <span id="Dv"></span> <span id="Dw"></span> <span id="Dx"></span> <span id="Dy"></span> *'''[[Mark Dyczkowski]]''' **La dottrina della vibrazione *'''[[Geoff Dyer]]''' **Amore a Venezia. Morte a Varanasi **In cerca **Natura morta con custodia di sax *'''[[Freeman Dyson]]''' **Lo scienziato come ribelle <span id="Dz"></span> i6bcerwcmien2k3iess64jr9vftn9me Incipit/O 0 17340 1221326 1203736 2022-08-07T11:55:28Z AnjaQantina 1348 /* O */ +Osborne wikitext text/x-wiki <noinclude>{{incipit|lettera=O}}</noinclude> ==O== *'''[[Colin O'Brady]]''' **Una sfida impossibile *'''[[Patrick O'Brian]]''' **Primo comando **Costa sottovento **Buon vento dell'Ovest **Verso Mauritius **L'isola della desolazione **Bottino di guerra **Missione sul Baltico **Duello nel Mar Ionio **Il porto del tradimento **Ai confini del mare **Il rovescio della medaglia **La nave corsara **Rotta a Oriente **Caccia notturna **Clandestina a bordo **Fuoco sotto il mare **Doppia missione **Burrasca nella Manica **I cento giorni *'''[[Edna O'Brien]]''' **Ragazze di campagna **Uno splendido isolamento *'''[[Fitz James O'Brien]]''' **Che cos'era? **La stanza perduta *'''[[Flann O'Brien]]''' **Il terzo poliziotto **La miseria in bocca *'''[[John O'Brien]]''' **Via da Las Vegas *'''[[Edwin O'Connor]]''' **L'ultimo urrà *'''[[Flannery O'Connor]]''' **Il negro artificiale **La vita che salvi può essere la tua *'''[[Joseph O'Connor]]''' **Cowboys & Indians **Dolce libertà **Il maschio irlandese in patria e all'estero **Il rappresentante **La fine della strada *'''[[John Henry O'Hara]]''' **La locanda del contadino *'''[[Eugene Gladstone O'Neill]]''' **Il lutto si addice ad Elettra *'''[[Donal O'Shea]]''' **La congettura di Poincaré *'''[[Pat O'Shea]]''' **La pietra del vecchio pescatore <span id="Oa"></span> *'''[[Joyce Carol Oates]]''' **Acqua nera **La ballata di John Reddy Heart **La figlia dello straniero **Lato notte **Le cascate **Le rovine di Contracoeur **Marya **Occhi di Tempesta **Sorella, mio unico amore **Stupro: una storia d'amore **Uccellino del paradiso **Un'educazione sentimentale <span id="Ob"></span> <span id="Oc"></span> <span id="Od"></span> *'''[[Silvina Ocampo]]''' **L'espiazione *'''[[Muzio Oddi]]''' **Dello squadro **Fabrica et uso del compasso polimetro *'''[[Piergiorgio Odifreddi]]''' **C'era una volta un paradosso **Il club dei matematici solitari del prof. Odifreddi **Il matematico impenitente **Il Vangelo secondo la Scienza **Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) <span id="Oe"></span> *'''[[Kenzaburō Ōe]]''' **Insegnaci a superare la nostra pazzia **Una famiglia <span id="Of"></span> <span id="Og"></span> *'''[[Margherita Oggero]]''' **Risveglio a Parigi <span id="Oh"></span> *'''[[Georges Ohnet]]''' **Il padrone delle ferriere <span id="Oi"></span> <span id="Oj"></span> <span id="Ok"></span> *'''[[Ben Okri]]''' **La via della fame <span id="Ol"></span> *'''[[Ivan Olbracht]]''' **Nikola Sciuhaj il masnadiero *'''[[Gianni Oliva]]''' **I Savoia *'''[[Marilù Oliva]]''' **¡Tú la pagarás! **Fuego *'''[[Chad Oliver]]''' **Il dono **Lontano da questa terra *'''[[Lauren Oliver]]''' **Delirium **Chaos *'''[[Angelo Oliviero Olivetti]]''' **Bolscevismo, comunismo e sindacalismo <span id="Om"></span> *'''[[Omero]]''' **Batracomiomachia **[[Iliade|Iliade]] **[[Odissea|Odissea]] <span id="On"></span> *'''[[Michael Ondaatje]]''' **Aria di famiglia **Il paziente inglese *'''[[Michel Onfray]]''' **Trattato di ateologia *'''[[Alberto Ongaro]]''' **Interno argentino *'''[[Massimo Onofri]]''' **Sensi vietati *'''[[Enrico Onufrio]]''' **Ululati <span id="Oo"></span> *'''[[Shôhei Ôoka]]''' **La guerra del soldato Tamura <span id="Op"></span> *'''[[E. Phillips Oppenheim]]''' **L'ombra del delitto <span id="Oq"></span> <span id="Or"></span> *'''[[Bonagiunta Orbicciani]]''' **Quando apar l'aulente fiore **Voi ch'avete mutata la mainera *'''[[Emma Orczy]]''' **La Primula Rossa **La vendetta di Sir Percy *'''[[Francesco Orestano]]''' **La matematica moderna e la filosofia *'''[[Alfredo Oriani]]''' **Al di là **Fino a Dogali **Fuochi di bivacco **Gelosia **Il nemico **La disfatta **La lotta politica in Italia **Monotonie **No **Olocausto **Ombre di occaso **Oro, Incenso, Mirra **Quartetto **Vortice *'''[[Angelo Orlando]]''' **Barbara *'''[[Uri Orlev]]''' **L'isola in via degli uccelli *'''[[Felice Orsini]]''' **Memorie politiche *'''[[José Ortega y Gasset]]''' **L'uomo e la gente *'''[[Anna Maria Ortese]]''' **Le piccole persone *'''[[Leo Ortolani]]''' **Due figlie e altri animali feroci *'''[[George Orwell]]''' **[[1984]] **Fiorirà l'aspidistra **La fattoria degli animali **Omaggio alla Catalogna **Senza un soldo a Parigi e a Londra <span id="Os"></span> *'''[[John Osborne]]''' **Ricorda con rabbia *'''[[Lawrence Osborne]]''' **Bangkok **Cacciatori nel buio **Il regno di vetro **L'estate dei fantasmi **La ballata di un piccolo giocatore **Nella polvere *'''[[Elsa Osorio]]''' **I vent'anni di Luz <span id="Ot"></span> <span id="Ou"></span> <span id="Ov"></span> *'''[[Moni Ovadia]]''' **Il glicomane **Òylem Gòylem *'''[[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]]''' **L'arte di amare **Le metamorfosi <span id="Ow"></span> <span id="Ox"></span> <span id="Oy"></span> <span id="Oz"></span> *'''[[Amos Oz]]''' **Conoscere una donna **Contro il fanatismo **Fima **Una storia di amore e di tenebra *'''[[Emine Sevgi Özdamar]]''' **Il ponte del Corno d'oro 28tlxj2h3t2lit5t8x1v0lo8iv4fmui Incipit/V 0 17347 1221306 1210061 2022-08-07T10:23:08Z AnjaQantina 1348 /* V */ +Valerio wikitext text/x-wiki <noinclude>{{incipit|lettera=V}}</noinclude> ==V== <span id="Va"></span> *'''[[Roberto Vacca]]''' **Il medioevo prossimo venturo *'''[[Andrew Vachss]]''' **Contro il male **Il buio nel cuore **La seduzione del male **La vendetta di Burke *'''[[Nasos Vaghenàs]]''' **Il culto universale di [[Costantino Kavafis|Konstantinos Kavafis]] *'''[[Giovanni Vailati]]''' **Alcune osservazioni sulle questioni di parole nella storia della scienza e della cultura **Scritti filosofici *'''[[Giada Valdannini]]''' ** Carovane tra le pagine *'''[[Jorge Valdano]]''' **Il sogno di Futbolandia *'''[[Zoé Valdés]]''' **Café Nostalgia **Il nulla quotidiano *'''[[Paolo Valera]]''' **Alla conquista del pane **Dal Cellulare al Finalborgo **Emma Ivon al veglione **Giacinto Menotti Serrati **Giovanni Giolitti **Gli scamiciati. Seguito alla Milano sconosciuta **I cannoni di Bava Beccaris **I miei dieci anni all'estero **Il cinquantenario: note per la ricostruzione della vita pubblica italiana **L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia **L'insurrezione chartista in Inghilterra **L'uomo più rosso d'Italia **La catastrofe degli czars **La donna più tragica della vita mondana **La folla **Milano sconosciuta **Mussolini *'''[[Nino Valeri]]''' **Giovanni Giolitti *'''[[Chiara Valerio]]''' **Almanacco del giorno prima **Così per sempre **Il cuore non si vede **La matematica è politica **Nessuna scuola mi consola **Storia umana della matematica *'''[[Paul Valéry]]''' **Il cimitero marino **L'idea fissa **La crise de l'esprit **Monsieur Teste *'''[[Fernando Vallejo]]''' **La puttana di Babilonia *'''[[Luigi Valli]]''' **Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d'amore» *'''[[Roberto Valturio]]''' **De re militari *'''[[Eric Van Lustbader]]''' **Le megere *'''[[Sydney J. Van Scyoc]]''' **Odioinvasione *'''[[Jack Vance]]''' **Alastor 2262 **Astronavi in pericolo **Fuga dal pianeta Tschai **I tesori di Tschai **L'odissea di Glystra **L'ultimo castello **L'uomo dei miracoli **La perla verde **La saga di Cugel **Le insidie del pianeta Tschai **Lyonesse **Madouc **Naufragio sul pianeta Tschai *'''[[Didier Van Cauwelaert]]''' **Thomas Drimm. La fine del mondo viene di giovedì *'''[[Davide Van De Sfroos]]''' **Il mio nome è Herbert Fanucci **Le parole sognate dai pesci ***Il Meccanico che ripara i Ricordi ***La valigia ***La Magatiroide ***Il Soldato degli Autunni ***Il Violinista di Nebbia ***La Luna e il ferro da stiro ***Gek ***La Ragazza del Negozio di Liquori ***Zorro e la lavagna ***La storia di Ginevra ***Il Legionario nel Sottotetto ***Verso le 10 e 30 circa ***La cassetta degli attrezzi, o il ritorno *'''[[Maxence Van der Meersch]]''' **Perché non sanno quello che fanno *'''[[S. S. Van Dine]]''' **La canarina assassinata **La strana morte del signor Benson *'''[[Alfred Elton van Vogt|A.E. van Vogt]]''' **Crociera nell'infinito **Gli uomini ombra **Il cervello trappola **Il Rull **Il segreto degli Slan **L'astronave fantasma **L'occhio dell'infinito **L'ultima fortezza della Terra **La Strega *'''[[Tom Vanderbilt]]''' **Trafficologia *'''[[Jeff VanderMeer]]''' **Annientamento *'''[[Giuseppe Vannicola]]''' **De profundis clamavi ad te *'''[[Bartolomeo Vanzetti]]''' **Non piangete la mia morte *'''[[Jean Varenne]]''' **Il tantrismo *'''[[Valerio Varesi]]''' **È solo l'inizio, Commissario Soneri *'''[[Fred Vargas]]''' **Chi è morto alzi la mano **Io sono il Tenebroso **La cavalcata dei morti **Parti in fretta e non tornare **Salute e libertà **Un luogo incerto **Un po' più in là sulla destra *'''[[Mario Vargas Llosa]]''' **La città e i cani **La zia Julia e lo scribacchino **Pantaléon e le visitatrici **Storia di Mayta *'''[[Bernardino Varisco]]''' **La necessità logica **Scienza e opinioni *'''[[John Varley]]''' **Beatnik Bayou **Demon **Lo spacciatore **Picnic su Lunachiara **Proprio un'altra bella giornata *'''[[Giorgio Vasari]]''' **Le Vite *'''[[Giambattista Vasco]]''' **Della moneta *'''[[Sebastiano Vassalli]]''' **Il cigno **L'oro del mondo **La chimera *'''[[Luigi Arnaldo Vassallo]]''' **Dodici monologhi di Gandolin ***La paura del coraggio ***La mano dell'uomo ***La macchina per volare ***Il piede della donna ***Il nonno ***Un signore che pranza in trattoria ***Il veterano al congresso ***Fra un atto e l'altro ***L'arte di farsi fotografare ***Sul marciapiede di Aragno ***La voce ***... ? ... **Gli invisibili **Guerra in tempo di bagni **La Famiglia De-Tappetti *'''[[Vasugupta]]''' **Śivasūtra *'''[[Manuel Vázquez Montalbán]]''' **Assassinio al Comitato Centrale **I mari del sud **Il centravanti è stato assassinato verso sera **L'uomo della mia vita **Tatuaggio <span id="Vb"></span> <span id="Vc"></span> <span id="Vd"></span> <span id="Ve"></span> *'''[[Augusto Vittorio Vecchi]]''' **L'arcipelago toscano *'''[[Immanuel Velikovsky]]''' **Mondi in collisione *'''[[Walter Veltroni]]''' **L'inizio del buio **La scoperta dell'alba **Noi *'''[[Girolamo Venanzio]]''' **Sulla eccellenza dei prosatori del secolo XVII *'''[[Fabrizio Venerandi]]''' **Il trionfo dell'impiegato *'''[[Mariolina Venezia]]''' **Come piante tra i sassi *'''[[Shlomo Venezia]]''' **Sonderkommando Auschwitz *'''[[Maffio Venier]]''' **Opera nova sopra la Strazzosa: Canzone bellissima in lingua venetiana *'''[[Adolfo Venturi (storico dell'arte)|Adolfo Venturi]]''' **La Madonna **Piero della Francesca **Storia dell'arte italiana *'''[[Franco Venturi]]''' **Il populismo russo *'''[[Lionello Venturi]]''' **Le origini della pittura veneziana 1300-1500 *'''[[Maria Venturi]]''' **Come prima *'''[[Aurora Venturini]]''' **L'anima è un lenzuolo bianco *'''[[Attilio Veraldi]]''' **La mazzetta *'''[[Vercors]]''' **Animali snaturati **Il silenzio del mare **Le armi della notte *'''[[Federigo Verdinois]]''' **Racconti inverisimili di Picche *'''[[Vicente Verdú]]''' **Giorni senza fumare *'''[[Kathleen Vereecken]]''' **Il segno del bambino dimenticato *'''[[Giovanni Verga]]''' **Cavalleria rusticana **Eros **Eva **I Malavoglia **I nuovi tartufi **Il marito di Elena **La lupa **Le storie del Castello di Trezza **Mastro Don Gesualdo **Rose caduche **Rosso Malpelo **Storia di una capinera **Teatro ***In Portineria ***La caccia al lupo ***La caccia alla volpe ***Dal tuo al mio ***Dopo **Tigre reale **Una peccatrice *'''[[Paul Verlaine]]''' **Confessioni **Femmes e Hombres *'''[[Jules Verne]]''' **Dalla Terra alla Luna **I figli del capitano Grant **Il giro del mondo in ottanta giorni **Il raggio verde **Intorno alla luna **I viaggi di Marco Polo **L'arcipelago in fiamme **L'isola misteriosa **La Jangada **La strabiliante avventura della Missione Barsac **Michele Strogoff **Racconti di ieri e di domani ***Il dottor Oss ***Gli ammutinati del Bounty ***Il signor Re Diesis e la Signorina Mi Bemolle ***Dieci ore di caccia ***Frritt-Flacc ***Gil Braltar ***Avventure della famiglia Raton ***Il destino di Jean Morénas ***Lo humbug ***Nel XXIX secolo – La giornata d'un giornalista americano nell'anno 2889 ***L'eterno Adamo **Un dramma in Messico **Una città galleggiante **20.000 leghe sotto i mari **Viaggio al centro della terra *'''[[Guido da Verona]]''' **I promessi sposi **Mimi Bluette fiore del mio giardino **Sciogli la treccia, Maria Maddalena *'''[[Luigi Veronelli]]''' **Campania *'''[[Angela Veronese]]''' **Notizie della sua vita scritte da lei medesima **Rime scelte *'''[[Sandro Veronesi]]''' **Gli sfiorati **Un dio ti guarda **XY *'''[[Umberto Veronesi]]''' **Dell'amore e del dolore delle donne **Perché dobbiamo essere vegetariani *'''[[Anacleto Verrecchia]]''' **Giordano Bruno **Rapsodia viennese *'''[[Alessandro Verri]]''' **La vita di Erostrato *'''[[Pietro Verri]]''' **Cronaca di Cola de li Piccirilli **Diario militare **Discorso sull'indole del piacere e del dolore **Osservazioni sulla tortura **Storia di Milano *'''[[Alpheus Hyatt Verrill]]''' **La vendetta dei morti *'''[[Anna Vertua Gentile]]''' **Carlo e Carla **Ida attrice **Il romanzo d'una signorina per bene *'''[[Sandro Vesce]]''' **Per un cristianesimo non religioso *'''[[Bruno Vespa]]''' **Donne di cuori **Interviste sul socialismo in Europa *'''[[Francesco Vettori]]''' **Scritti storici e politici *'''[[Pierpaolo Vettori]]''' **Le sorelle Soffici <span id="Vf"></span> <span id="Vg"></span> <span id="Vh"></span> <span id="Vi"></span> *'''[[Boris Vian]]''' **E tutti i mostri saranno uccisi **L'autunno a Pechino **Non vorrei crepare **Sputerò sulle vostre tombe **Tre racconti ***Il richiamo ***L'amore è cieco ***Le formiche **Tutti i morti hanno la stessa pelle *'''[[Lorenzo Viani]]''' **Ceccardo **Il cipresso e la vite **Il figlio del pastore **Il nano e la statua nera **Le chiavi nel pozzo **Parigi *'''[[Gaston Viaud]]''' **L'intelligenza *'''[[Gil Vicente]]''' **Trilogia delle barche *'''[[Marco Vichi]]''' **Morte a Firenze *'''[[Giambattista Vico]]''' **Principj di scienza nuova **Vita di Giovambattista Vico scritta da se medesimo *'''[[Gine Victor]]''' **Il mio amico Carlo *'''[[Vendela Vida]]''' **Geometrie di un panorama sconosciuto *'''[[Gore Vidal]]''' **Burr **In diretta dal Golgota **Myra Breckinridge *'''[[Alberto Vigevani]]''' **La febbre dei libri *'''[[Cesarina Vighy]]''' **L'ultima estate **Scendo, buon proseguimento *'''[[Alfred de Vigny]]''' **Il marchese di Cinq-Mars *'''[[Giampiero Vigorito]]''' **Genesis *'''[[Giancarlo Vigorelli]]''' **La terrazza dei pensieri *'''[[Pierre Vilar]]''' **Storia della Spagna *'''[[Manuel Vilas]]''' **In tutto c'è stata bellezza *'''[[Auguste de Villiers de L'Isle-Adam]]''' **Il convitato delle ultime feste *'''[[Carlo Villa]]''' **I sensi lunghi *'''[[Paolo Villaggio]]''' **Fantozzi **Fantozzi contro tutti **Fantozzi subisce ancora *'''[[Pasquale Villari]]''' **Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia **L'insegnamento della storia *'''[[Jean-Didier Vincent]]''' **Il sesso raccontato a mia figlia *'''[[Isabella Vincentini]]''' **Atene. Tra i muscoli dei Ciclopi *'''[[Vernor Vinge]]''' **I naufraghi del tempo **Il vero nome **La guerra della pace **Universo incostante *'''[[Hermann Vinke]]''' **La breve vita di Sophie Scholl *'''[[Henry-Gérard Viot]]''' **Il Cronastro *'''[[Piero Viotto]]''' **Grandi amicizie: i Maritain e i loro contemporanei *'''[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]''' **Bucoliche **Eneide **Georgiche *'''[[Giovanni Visconti Venosta]]''' **Ricordi di gioventù *'''[[Olga Visentini]]''' **L'ulivo sotto la neve **Madalè **Primo Vere *'''[[Carolijn Visser]]''' **Il poeta e la principessa *'''[[Padma Viswanathan]]''' **La sposa bambina *'''[[Andrea Vitali]]''' **La figlia del Podestà **La mamma del sole **Olive comprese *'''[[Frédéric Vitoux]]''' **Passi felpati *'''[[Paolo Vittorelli]]''' **Un uomo, un capo *'''[[Elio Vittorini]]''' **Conversazione in Sicilia **Il garofano rosso **Piccola borghesia **Uomini e no *'''[[Vincenzo Viviani]]''' **Formazione, e misura di tutti i cieli **Racconto istorico della vita di Galileo <span id="Vj"></span> <span id="Vk"></span> <span id="Vl"></span> <span id="Vm"></span> <span id="Vn"></span> <span id="Vo"></span> *'''[[David Vogel]]''' **La cascata *'''[[William T. Vollmann]]''' **Come un'onda che sale e che scende *'''[[Fabio Volo]]''' **È una vita che ti aspetto **Esco a fare due passi **Il giorno in più **Il tempo che vorrei **La mia vita **Le prime luci del mattino **Un posto nel mondo *'''[[Gioacchino Volpe]]''' **L'Italia che nasce **Studi sulle istituzioni comunali a Pisa *'''[[Gaetano Volpi]]''' **Del furore d'aver libri *'''[[Paolo Volponi]]''' **Corporale **La macchina mondiale **Memoriale *'''[[Alessandro Volta]]''' **Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta, patrizio comasco *'''[[Voltaire]]''' **Candido **Dizionario Filosofico **L'ingenuo **La Pulcella d'Orléans **Micromegas **Sulla tolleranza *Zadig *'''[[Eduard von Keyserling]]''' **Principesse **Versante sud *'''[[Alfred von Reumont]]''' **Del Monte di Venere ossia Labirinto d'amore **La gioventù di Caterina de’ Medici **Sismondo de Sismondi *'''[[Kurt Vonnegut]]''' **Distruggete le macchine **Ghiaccio-nove **Hocus Pocus **La colazione dei campioni **Le sirene di Titano **Madre notte **Mattatoio n. 5 **Un pezzo da galera *'''[[Ornela Vorpsi]]''' **Il paese dove non si muore mai <span id="Vp"></span> <span id="Vq"></span> <span id="Vr"></span> <span id="Vs"></span> <span id="Vt"></span> <span id="Vu"></span> <span id="Vv"></span> <span id="Vw"></span> <span id="Vx"></span> <span id="Vy"></span> <span id="Vz"></span> thoayg5pkgvrw66diq5bao8d0xb21pq Incipit/Y 0 17349 1221300 1192060 2022-08-07T09:57:43Z AnjaQantina 1348 /* Y */ +Yuknavitch wikitext text/x-wiki <noinclude>{{incipit|lettera=Y}}</noinclude> ==Y== <span id="Ya"></span> *'''[[Hanya Yanagihara]]''' **Una vita come tante *'''[[Chelsea Quinn Yarbro]]''' **Fiamme su Bisanzio **Giochi di sangue **Hotel Transilvania **Il Dio dimenticato **Il sentiero dell'eclissi **Morti e sepolti **Tra gli orrori del 2000 *'''[[Richard Yates]]''' **Bugiardi e innamorati **Easter parade **Il vento selvaggio che passa **Proprietà privata **Revolutionary Road **Undici solitudini <span id="Yb"></span> <span id="Yc"></span> <span id="Yd"></span> <span id="Ye"></span> *'''[[William Butler Yeats]]''' **Fiabe irlandesi ***Come Thomas Connolly incontrò la Banshee ***Il levriero magico ***L'uomo che non aveva mai conosciuto la paura ***The Fairies <nowiki>[</nowiki>I folletti<nowiki>]</nowiki> **When you are old *'''[[Abraham Yehoshua]]''' **Cinque stagioni **Il responsabile delle risorse umane **Il signor Mani **L'amante **La scena perduta **La sposa liberata **Ritorno dall'India **Un divorzio tardivo **Viaggio alla fine del millennio *'''[[Nicholas Valentin Yermakov]]''' **Limite di velocità **Tossicodipendente <span id="Yf"></span> <span id="Yg"></span> <span id="Yh"></span> <span id="Yi"></span> <span id="Yj"></span> <span id="Yk"></span> <span id="Yl"></span> <span id="Ym"></span> <span id="Yn"></span> <span id="Yo"></span> *'''[[Jane Yolen]]''' **La fanciulla di fuoco *'''[[Pietro Alessandro Yon]]''' **Gesù Bambino *'''[[Banana Yoshimoto]]''' **Amrita **Arcobaleno **H/H **Honeymoon **Il coperchio del mare **Il corpo sa tutto **Kitchen **L'abito di piume **L'ultima amante di Hachiko **La piccola ombra **Lucertola **N.P. **Presagio triste **Ricordi di un vicolo cieco **Sly **Sonno profondo **Tsugumi *'''[[Iman Humaydan Younes]]''' **Donne di Beirut *'''[[Edward Young]]''' **Giovanna Gray o L'amor vinto o Il trionfo della religione **Il giudizio finale **Pensieri notturni *'''[[Robert F. Young]]''' **Il curioso caso di Henry Dickens **Inventario **La gigantessa **La prima spedizione su Marte **La vittima dell'anno **Rotaie **Settimo cielo **Stella caduta *'''[[Samantha Young]]''' **Hero *'''[[Marguerite Yourcenar]]''' **Alexis **Come l'acqua che scorre **L'opera al nero **Memorie di Adriano <span id="Yp"></span> <span id="Yq"></span> <span id="Yr"></span> <span id="Ys"></span> <span id="Yt"></span> <span id="Yu"></span> *'''[[Yu Hua]]''' **L'eco della pioggia *'''[[Lidia Yuknavitch]]''' **La cronologia dell'acqua *'''[[Lin Yutang]]''' **Madame Wu <span id="Yv"></span> <span id="Yw"></span> <span id="Yx"></span> <span id="Yy"></span> <span id="Yz"></span> ozk1mw7nshtcitob6wgi1tforkfyjbk Star Trek (serie classica) 0 18806 1221211 1208118 2022-08-06T16:51:09Z 151.37.49.220 /* Episodio 13, La magnificenza del Re (The Conscience of the King) */ wikitext text/x-wiki {{Torna a|Star Trek}} {{FictionTV |titoloitaliano=Star Trek |tipofiction=Serie TV |immagine= Star Trek TOS logo.svg |dimensioneimmagine= <!--Per default settata a 250px--> |titolooriginale=Star Trek |paese=Stati Uniti d'America |anno=1966 - 1969 |genere=fantascienza |stagioni=3 |episodi=79 |regista= <!--solo in caso di film TV o miniserie TV--> |sceneggiatore= <!--solo in caso di film TV o miniserie TV--> |ideatore=[[Gene Roddenberry]] |attori= *[[William Shatner]]: [[James Tiberius Kirk|James T. Kirk]] *[[Leonard Nimoy]]: [[Spock]] *[[DeForest Kelley]]: Leonard "Bones" McCoy *[[Nichelle Nichols]]: Uhura *[[James Doohan]]: Montgomery Scott *[[George Takei]]: Sulu *[[Walter Koenig]]: Pavel Chekov }} '''''Star Trek''''' è una serie televisiva statunitense di [[fantascienza]] ideata da [[Gene Roddenberry]] nel 1966. Questa serie, la prima, è conosciuta anche come ''serie classica'' per distinguerla dalle successive. ==Frasi ricorrenti== *È morto, Jim. ('''McCoy''') {{NDR|Al Capitano Kirk}} *Mi porti su, signor Scott. ('''[[James Tiberius Kirk]]''') {{NDR|A Scotty}} *Non si possono cambiare le leggi della fisica! ('''Scotty''') {{NDR|Al Capitano Kirk}} *Voglio che sia tentato anche l'impossibile. ('''[[James Tiberius Kirk]]''') ===Introduzione=== *Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave ''Enterprise'' durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima. ('''[[James Tiberius Kirk]]''') :''Space, the final frontier. These are the voyages of the Starship Enterprise. Its five-year mission: to explore strange new worlds, to seek out new life and new civilizations, to boldly go where no man has gone before.'' ==Prima stagione== ===Episodio 0, ''Lo zoo di Talos'' (''The Cage'')=== *Non sono abituato ad avere donne in plancia. ('''Christopher Pike''') *Hanno scoperto una nuova realtà: il sogno come vita, perché quando questo si concretizza diventa più importante dell'esistenza stessa. Tutto perde valore: amori, affari. Non è più necessario organizzare la propria vita, né lavorare per mantenerla. Basta sognare e tutto diventa facile e bello come tutti hanno sempre desiderato. ('''Vina''') *La vita: o la domini o la subisci passivamente, le volti le spalle e cominci a morire. ('''Christopher Pike''') *I sogni più grandi degli esseri umani riguardano ciò che non si può fare. ('''Vina''') *Dottori della Terra e dello spazio: sempre i soliti impiccioni. ('''Christopher Pike''') ===Episodio 1, ''Trappola umana'' (''The Man Trap'')=== *Le manifestazioni di dolore non cambierebbero gli eventi, tenente. Se gli umani riuscissero a capire questo, si eviterebbero molte inutili sofferenze. ('''Spock''') *{{NDR|Sui bisonti}} Una volta ce n'erano a migliaia, sa? Le praterie diventavano nere come per incanto. Potevano coprire un intero stato. Quando correvano, sembrava il rombo del tuono. ('''Robert Carter''') ===Episodio 2, ''Il naufrago delle stelle'' (''Charlie X'')=== *C'è un milione di cose nell'universo che potrai avere e un milione di cose che non avrai mai. Devi accettare la realtà, se vuoi diventare un uomo. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 3, ''Oltre la galassia'' (''Where No Man has Gone Before'')=== *'''James T. Kirk''': Non le ho mai detto che gioca a scacchi in modo davvero irritante, signor Spock?<br>'''Spock''': "Irritante"? Ah sì, è un'emozione di voi terrestri. *Giornale di bordo del capitano. Data astrale 372.9.<ref>Errore di doppiaggio.</ref> Condizioni della nave: stiamo tornando indietro con un solo motore a propulsione, i motori principali sono bruciati, la capacità della nave di viaggiare a velocità astrale è nulla, le basi terrestri lontane in condizioni normali solo alcuni giorni ora sono ad anni luce di distanza. L'interrogativo è questo: che cosa ha distrutto il ''Valiant''? Gli occupanti sono passati incolumi attraverso quella barriera come noi. Che cosa è loro successo dopo? ('''James Tiberius Kirk''') *{{NDR|[[Spinoza]]}} A leggerlo diventa piuttosto semplice, puerile perfino. Non sono affatto d'accordo con lui. ('''Gary Mitchell''') *''Il mio amore ha le ali | Tenui, cose piumate | Aggraziate nella morbida curva e nella punta affusolata''. ''La donna usignolo'' scritto da... da Tarbolde sul pianeta Canopus.<ref>Nella versione originale «''My love has wings, | slender, feathered things | with grace in upswept curve | and tapered tip''»</ref> ('''Gary Mitchell''') {{NDR|Recitando a memoria la [[Poesie dalle serie televisive|poesia]]}} *Data astrale 1313.1: ci stiamo avvicinando a Delta Vega. Mantenere l'orbita standard. Questo pianeta, completamente disabitato, è leggermente più piccolo della Terra, desolato, ma ricco di cristalli e minerali. Il compito di Kelso: scendere con una squadra specializzata per tentare di rigenerare i motori centrali. Il nostro compito: sbarcare su quel pianeta un uomo che conosco da 15 anni, e se ci riusciamo, abbandonarlo là. ('''James Tiberius Kirk''') *'''James T. Kirk''': La dottoressa, esperta psichiatra, non lo reputa pericoloso. Perché lei sì?<br>'''Spock''': Perché è un'emotiva! Io no. Per me esiste solo la logica. *Giornale di bordo, data astrale 1313.3: nota di elogio per il tenente Kelso e la squadra tecnica. In orbita sopra di noi i motori dell<nowiki>'</nowiki>''Enterprise'' sono quasi interamente riattivati. I componenti della squadra di sbarco stanno ora risalendo. Mitchell, è in fase di continuo mutamento, e diventa ogni minuto più potente. ('''James Tiberius Kirk''') *La pietà mal si addice al comando. ('''Gary Mitchell''') *Anche un Dio ha bisogno di pietà. ('''James Tiberius Kirk''') *James R.<ref>Il nome del Capitano Kirk verrà poi cambiato in James T. Kirk, la "T" sta per Tiberius.</ref> Kirk circa dal 1277.1 al 1313.7 ('''[[Epitaffi dalle serie televisive|Epitaffio]] del Capitano Kirk''') {{NDR|Dalla lapide che fa apparire Gary Mitchell}} :''James R. Kirk C. 1277.1 to 1313.7'' *La morale è per gli uomini, non per gli dèi. ('''Gary Mitchell''') *{{NDR|A Gary Mitchell}} Un Dio vestito ancora di debolezza umana. ('''James Tiberius Kirk''') *{{NDR|A Gary Mitchell}} Dio, geloso! Se Dio significa questo, preferisco l'essere umano. ('''James Tiberius Kirk''') *Mi dispiace. Lei non sa cosa significhi sentirsi quasi un Dio. ('''Elizabeth Dehner''') {{NDR|[[Ultime parole dalle serie televisive|Ultime parole]]}} *Giornale di bordo, data astrale 1313.8: ancora due vittime, la dottoressa Elizabeth Dehner, caduta nell'adempimento del proprio dovere, e l'aiuto comandante Gary Mitchell, stessa motivazione. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 4, ''Al di là del tempo'' (''The Naked Time'')=== [[File:Star Trek The Naked Time.jpg|thumb|[[Spock]] in ''Al di là del tempo'']] *'''Leonard McCoy''': Ha 242 pulsazioni al minuto, pressione del sangue praticamente inesistente, ammesso che sia sangue la strana sostanza verde che scorre nelle vene.<br>'''Spock''': Queste misurazioni sono del tutto normali per me, e finché la mia anatomia sarà diversa dalla vostra, io sarò tranquillo. *Non sempre nel nostro lavoro ci rendiamo conto del tutto. Ne prendiamo atto e andiamo avanti. ('''James Tiberius Kirk''') *Gli strumenti segnalano solo quello per cui sono stati predisposti. ('''Spock''') *La scherma tonifica i muscoli, aguzza la vista e rende pronti i riflessi. ('''Hikaru Sulu''') *{{NDR|Su Hikaru Sulu}} Pensa di essere uno spadaccino del 18esimo secolo. ('''Spock''') *{{NDR|Dopo che Sulu è impazzito per colpa di un virus alieno e si crede uno spadaccino maneggiando un fioretto, è stato appena neutralizzato da Spock }}<br/>'''James T. Kirk''': A volte la violenza è necessaria.<br/>'''Spock''': Portate D'Artagnan in infermeria. *Mia madre... Non le ho mai detto di amarla. [...] Era una terrestre, e vivere su un pianeta dove amore, emozione, sentimento... [...] Rispettavo mio padre, le sue abitudini. Temo la mia natura terrestre. ('''Spock''') *A questa astronave ho dato tutto, tutta la mia vita. Non posso liberarmene. Devo vivere per lei. [...] Adesso lo so: è come una donna, come una donna viva, da toccare, da possedere, una spiaggia da raggiungere, come se avesse capelli soffici da accarezzare. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 5, ''Il duplicato'' (''The Enemy Within'')=== *Lei è il capitano, e come tale non può dimostrarsi vulnerabile agli occhi del suo equipaggio. Ai loro occhi, lei deve apparire sempre perfetto, altrimenti loro perderanno la fiducia e lei le leve del comando. ('''Spock''') *Tutti abbiamo il nostro lato oscuro, tutti. Fa parte di noi. È un lato caratteristico degli esseri umani. ('''Leonard McCoy''') *Sopravvivere conciliando due personalità non è impossibile. Io sono sia umano che [[Vulcaniani|vulcaniano]], e questo mi crea dei conflitti interiori spesso molto difficili da sopportare. La mia opinione si basa sull'esperienza personale. È stato infatti la mia intelligenza che mi ha permesso di sopravvivere. Il mio cervello ha vinto. ('''Spock''') ===Episodio 9, ''Trasmissione di pensiero'' (''Dagger of the Mind'')=== *Interessante. Voi gente della Terra avete accettato la violenza organizzata per 40 secoli, ma imprigionate quelli che la usano per scopi privati. ('''Spock''') *Dove non c'è emozione, non c'è motivo di violenza. ('''Spock''') *Uno dei vantaggi di essere capitano, dottore, è di poter chiedere consigli senza averne bisogno. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 10, ''L'espediente della carbonite'' (''The Corbomite Maneuver'')=== *Diario del capitano, data astrale 1512.2: un oggetto non identificato di forma cubica ha interrotto il nostro lavoro di ricerche topografiche in questa zona. Il comando è temporaneamente affidato al signor Spock dato che ho sovuto passare una visita di controllo dal dottor McCoy. ('''James Tiberius Kirk''') *E poi che sono io, un dottore o un nostromo di bordo?!<ref>Prima volta in cui McCoy pronuncia la sua frase tipica.</ref> ('''Leonard McCoy''') *'''David Bailey''': Il fatto che abbia alzato la voce non significa che abbia avuto paura o che non so fare il mio lavoro. È umano che in tali situazioni le nostre ghiandole scarichino adrenalina.<br>'''Spock''': Un fattore davvero fastidioso. Ha mai pensato di togliersele?<br>'''David Bailey''': Molto spiritoso.<br>'''Hikaru Sulu''': È inutile ragionare con il signor Spock. Ogni volta ti riduce a pezzi. *Diario del capitano, data astrale 1513.8: le carte stellari d questa zona non rivelano alcun pianeta abitabile. La provenienza e gli scopi del cubo sono sconosciuti. Ci troviamo bloccati a motori spenti da otto ore.<ref>Nella versione originale sono diciotto ore.</ref> ('''James Tiberius Kirk''') *Diario del capitano, data astrale 1514.0: il cubo è stato distrutto. I danni alla nave sono minimi. La mia posizione di comandante mi impone una scelta difficile: proseguire su questa rotta o rientrare. ('''James Tiberius Kirk''') *Tutto ciò che non può essere inserito nei nostri schemi razionali ci spaventa. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 11, ''L'ammutinamento: Parte 1'' (''The Menagerie: Part 1'')=== *Non si diventa infedele d'un colpo. ('''James Tiberius Kirk''') *Abbiamo imparato a controllare tutti gli organi del corpo umano eccetto uno: il cervello. È nel cervello racchiusa tutta la vita. ('''Leonard McCoy''') *'''Leonard McCoy''': {{NDR|Su Spock}} Il semplice fatto che sia un vulcaniano lo rende incapace di dire bugie.<br>'''James T. Kirk''': Ma ha anche sangue umano.<br>'''Leonard McCoy''': Ma questo lo vuole completamente ignorare. Pensare o semplicemente agire come facciamo noi lo sconvolgerebbe completamente. ===Episodio 13, ''La magnificenza del Re'' (''The Conscience of the King'')=== * ''Data astrale 2818.9'' *'''Spock''': I vulcaniani non hanno bisogno dei dubbi benifici dell'alcool.<br>'''Leonard McCoy''': Eh, ecco perché sono stati conquistati. *I mondi possono cambiare, le galassie disintegrarsi, ma una donna rimane sempre una donna. ('''James Tiberius Kirk''') *La rivoluzione ha avuto buon esito. Ma la sopravvivenza da drastiche misure. Mantenervi in vita rappresenta una minaccia per il benessere della società. Significherebbe una fine sicura per i membri stimati e rispettati della colonia. Pertanto, non ho scelta. Devo decretare la vostra morte. L'esecuzione sarà immediata. Firmato Kodos, governatore di Tarsus IV. ('''Kodos''') *La [[storia]] è un giudice implacabile. ('''James Tiberius Kirk''') *Il sangue scorre, il corpo s'indebolisce, non resta forse nient'altro che una memoria che decade. Ho imparato a non attribuire alla vita il valore che non merita. Io sono stanco. Il passato è un incubo. ('''Kodos''') *Nella storia della medicina, nessun dottore è mai riuscito a vedere una commedia dall'inizio. All'ultimo momento... (Frase interrotta) ('''Leonard McCoy''') ===Episodio 14, ''La navicella invisibile'' (''Balance of Terror'')=== ''Data astrale 1709.6'' *{{NDR|Sulla guerra romulana}} Come tutti sapete, tale conflitto fu combattuto con armi atomiche, e strumenti spaziali altrettanto primitivi dove non esistono alloggi, né posto per i prigionieri. Era impossibile anche la comunicazione visiva da nave a nave. Pertanto, nessuno, né un terrestre, né un [[Romulani|romulano]], ha mai visto il proprio avversario. I terrestri immaginano che i romulani siano aggressivi, crudeli, e pericolosi, e solo i romulani sanno cosa pensano dei terrestri. Il trattato definito via radio dichiarò questa zona neutra. Penetrare in essa, sia da una parte che dall'altra, costituirebbe un atto di guerra. Da allora, il trattato fu sempre rispettato. ('''Spock''') *Sono dei romulani! Se fuggiamo davanti a loro, avremo una guerra sicura, e torneranno non con una nave ma con la flotta al completo. ('''Stiles''') *Vulcano, come la Terra, ha avuto un periodo di aggressività, di colonizzazione selvaggia anche per il metro terrestre. E se i romulani sono ispirati da questa filosofia marziale, guai a noi se ci mostreremo deboli. ('''Spock''') *'''Jame T. Kirk''': Vorrei essere in crociera di piacere sul mare, senza troppa mondanità. Una cosa tranquilla, e niente responsabilità. Perché proprio io? Mi guardo intorno e scorgo uomini in attesa della mia prossima mossa. Bones, e se dovessi sbagliare?<br>'''Leonard McCoy''': Capitano, io... <br>'''James T. Kirk''': No, non mi aspetto una risposta.<br>'''Leonard McCoy''': Ma ne ho una! Qualcosa che raramente ho detto, anche a un amico. In questa galassia ci sono con ogni probabilità tre milioni di pianeti simili alla Terra, e in tutto l'universo tre milioni di milioni di galassie simili a questa, e in un tale infinito ognuno di noi è un essere unico. Non distrugga quello di nome Kirk. *{{NDR|Rivolto a James T. Kirk}} Lei e io siamo uguali. In una situazione diversa, avremmo potuto essere amici. ('''Comandante romulano''') ===Episodio 15, ''Licenza di sbarco'' (''Shore Leave'')=== *Sul mio pianeta, riposare vuol dire riposare, cessare di usare energia. Secondo me, è estremamente illogico correre su e giù sull'erba sprecando energia invece di conservarla. ('''Spock''') *'''Tonia Barrows''': {{NDR|Prima di spogliarsi}} Non guardi!<br>'''Leonard McCoy''': Mia cara ragazza, io sono dottore, e quando guardo io, è solo per dovere. *Più complessa è la mente, più grande è il bisogno della semplicità del gioco. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 16, ''La Galileo'' (''The Galileo Seven'')=== ''Data astrale 2822.3'' *So che ogni comando ha il suo fascino, anche in circostanze come questa. Ma io non gioischo per l'idea del comando né ne sono spaventato. Il comando esiste e io farò soltanto tutto ciò che è logico fare. ('''Spock''') *'''Leonard McCoy''': La vita e la morte non sono logiche.<br>'''Spock''': Però il raggiungimento d'una meta lo è sempre. *È più razionale sacrificare una vita piuttosto che sei. ('''Spock''') *Mi stupisce sempre lo scarso rispetto che voi terrestri avete per la vita. ('''Spock''') *Il rispetto è qualcosa di razionale. ('''Leonard McCoy''') *{{NDR|A bordo della Galileo, subito dopo che Spock è stato tratto in salvo dal pianeta Taurus II}}<br/>'''Spock''': Signori, grazie per avermi salvato, anche se ciò poteva compromettere la tenue possibilità che avevate di sopravvivere; sarebbe stato logico abbandonarmi.<br/>'''Leonard McCoy''': Signor Spock, devo avvertirla che sono stanco della sua logica.<br/>'''Spock''': Uhm, il suo comportamento non è logico. ===Episodio 17, ''Il cavaliere di Gothos'' (''The Squire of Gothos'')=== *'''Spock''': Non mi piace l'intelligenza senza disciplina. Non mi piace il potere senza propositi costruttivi.<br>'''Trelane''': Oh, ma Signor Spock, lo sa che lei manca della più elementare cortesia? Ha cattive maniere. La sua metà umana viene fuori dopotutto. ===Episodio 20, ''Corte marziale'' (''Court Martial'')=== *Sono per metà vulcaniano. I vulcaniani non fanno congetture. Io parlo per semplice logica. Se lascio andare una pietra su un pianeta che ha gravità positiva, non ho bisogno di vederla cadere per sapere che è effettivamente caduta. ('''Spock''') *Gli esseri umani hanno delle loro caratteristiche, proprio come gli oggetti inanimati, ed è impossibile per il capitano Kirk agire in preda al panico o al rancore. Non è nella sua natura. ('''Spock''') ===Episodio 21, ''Il ritorno degli Arconti'' (''Return of the Archons'')=== *È tempo che impariate che la libertà non è mai un dono. ('''James Tiberius Kirk''') *Senza libertà di scelta, non c'è creatività, e senza creatività non c'è vita. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 22, ''Spazio profondo'' (''Space Seed'')=== *Diario del capitano, data astrale 3141.9: sono trascorse diverse ore dall'intercettamento dell'astronave, la nostra presenza è stata finora ignorata. I nostri sensori rilevano macchinari funzionanti e segni di vita, ma non ci sono state indicazioni di pericolo nei nostri confronti. ('''James Tiberius Kirk''') *'''Spock''': L'astronave è stata danneggiata dalle meteoriti, i radar hanno decifrato un nome: SS ''Botany Bay''.<br/>'''Kirk''': Controlli se è stata registrata.<br/>'''Spock''': Ho controllato, ma non risulta. I dati di quel periodo sono frammentari. Il 1990 è stata l'epoca della vostra ultima cosiddetta "guerra mondiale".<br/>'''McCoy''': Le Guerre Eugenetiche.<br/>'''Spock''': Certo, il vostro tentativo di migliorare la razza attraverso la selezione.<br/>'''McCoy''': Un momento, non il nostro tentativo, signor Spock! Un gruppo di scienziati ambiziosi! Una razza a lei familiare: devoluta alla logica, completamente priva di emozioni!<br/>'''Kirk''': Basta così, signori, calma! Faccia preparare l'asse di attrazione, agganciamo quella astronave.<br/>'''Spinelli''': Asse di trazione pronto, signore.<br/>'''Kirk''': Il ponte è suo, signor Spock. Vuole unirsi a noi, dottore? <br/>'''McCoy''': Se mi sta dando una possibilità di scelta, preferisco...<br/>'''Kirk''': D'accordo. Ah, ehm, mi occorre qualcuno che sappia qualcosa della Terra intorno alla fine del secolo XX, come si chiama quella studiosa di storia, il tenente McGivers? *'''Scott''': Sembra che quella astronave ci stesse aspettando: il calore aumenta, atmosfera completa d'ossigeno.<br/>'''Kirk''': Molto interessante. È pronto, McCoy?<br/>'''McCoy''': No. Sono venuto su quest'astronave per fare il medico, non per far catapultare su e giù i miei atomi nello spazio!<br/>'''Kirk''': Lei è una persona antiquata, McCoy. *{{NDR|A bordo del ''Botany Bay''}}<br/>'''Scott''': Non c'è dubbio, sono meccanismi dei terrestri del XX secolo. Questa è energia atomica di vecchio tipo, macchinari ingombranti, credo si chiamassero unità transistor. Mi piacerebbe esaminare questa astronave.<br/>'''Marla''': Capitano, sembra che dormano.<br/>'''Kirk''': Animazione sospesa?<br/>'''Marla''': Mhm. Ho visto delle vecchie fotografie, era necessaria a causa del lungo tempo richiesto dai viaggi spaziali fino all'anno 2018 circa, ci volevano molti anni per viaggiare da un pianeta all'altro. <br/>'''Kirk''': È possibile che siano ancora vivi? Dopo secoli di viaggio?<br/>'''McCoy''': In teoria è possibile, ma non ho mai sentito di un periodo così lungo. *'''Khan''' {{NDR|dopo essere stato risvegliato}}: Quanto? Quanto tempo?<br/>'''Kirk''': Quanto tempo? Da quanto tempo dorme? Due secoli interi, crediamo. {{NDR|al comunicatore}} Squadra a ''Enterprise'', rispondete.<br/>'''Uhura''': Parlate squadra di atterraggio, vi sentiamo.<br>'''Kirk''': Agganciate l'asse del dottor McCoy, torna indietro un uomo che abbiamo trovato qui.<br>'''Marla''' {{NDR|osservando Khan}}: Magnifico... *Diario del capitano, supplemento: sono ormai dieci ore che ci troviamo affiancati all'astronave ''Botany Bay'', una squadra di macchinisti e specialisti medici sta completando l'ispezione dell'astronave misteriosa. Prima di risvegliare gli altri uomini, aspettiamo però di vedere come si comporta l'uomo che abbiamo già trasportato a bordo. Il dottor McCoy è stupefatto delle sue capacità fisiche e di recupero. ('''James Tiberius Kirk''') *'''Kirk''': Kirk a squadra d'ispezione.<br>'''Scott''': Qui Scott.<br>'''Kirk''': Scott, ha trovato qualche dato, qualche diario di bordo?<br>'''Scott''': Negativo, capitano. Erano in animazione sospesa quando l'astronave è partita.<br>'''Kirk''': Quanti sono vivi?<br>'''Scott''': Dodici unità non sono sopravvissute, ne rimangono 72. Circa trenta di queste sono donne.<br>'''Kirk''': Chiudo. 72 sono vivi, un gruppo di sopravvissuti del 1990. Una scoperta notevole, signor Spock. E ci sono molte domande rimaste senza risposta di quegli anni.<br>'''Spock''': Un'epoca strana e violenta nella vostra storia. Non ci sono dati sull'astronave ''Botany Bay''. Capitano, le astronavi DY-100 erano adibite soltanto a viaggi interplanetari. Con dei semplici motori a energia nucleare, i viaggi stellari erano considerati poco pratici. C'era una probabilità su diecimila che arrivassero in un altro sistema stellare. Come mai non se ne sa nulla?<br>'''Kirk''': "Botany Bay"... Era il nome di una colonia penale sulle coste australiane! Se hanno scelto questo nome significa che...<br>'''Spock''': Se pensa che sia un'astronave adibita alla deportazione di criminali, è arrivato a una conclusione totalmente illogica.<br>'''Kirk''': Oh?<br>'''Spock''': La vostra Terra era sull'orlo di un'età buia, intere popolazioni stavano per essere annientate; non avrebbero mai sprecato una delle loro astronavi più avanzate per deportare un gruppo di criminali.<br>'''Kirk''': Sì, questo svaluta la mia ipotesi. Ma sto ancora aspettando la sua.<br>'''Spock''': Vede, una teoria richiede fatti concreti, capitano. Fino ad ora, non ne ho nessuno.<br>'''Kirk''': E questo la irrita, signor Spock.<br>'''Spock''': Irritarmi?<br>'''Kirk''': Già.<br>'''Spock''': Non sono capace di questa emozione.<br>'''Kirk''': Le porgo le mie scuse, signor Spock. Lei sospetta da loro qualche pericolo?<br>'''Spock''': I fatti poco chiari invitano sempre al sospetto, capitano. *'''McCoy''' {{NDR|Khan lo afferra e gli punta un bisturi alla gola}}: Allora strangolami, o tagliami la gola, basta che ti decida.<br>'''Khan''': Inglese! Pensavo stessi sognando quando l'ho sentito parlare. Dove mi trovo?<br>'''McCoy''': Ecco... {{NDR|fa per muoversi ma Khan lo trattiene}} Sta a letto e sta puntando un bisturi alla gola del suo dottore.<br>'''Khan''': Risponda alla mia domanda!<br>'''McCoy''': Forse le sarebbe più efficace se tagliasse subito la mia carotide, proprio sotto l'orecchio sinistro.<br>'''Khan''' {{NDR|lo lascia andare}}: Mi piacciono gli uomini coraggiosi.<br>'''McCoy''' {{NDR|riprendendo il bisturi}}: Stavo solo cercando di evitare discussioni. Si trova bordo dell'astronave ''Enterprise'', la sua astronave è al rimorchio.<br>'''Khan''': Mi ricordo una voce, ho sentito dire che io ho dormito per due secoli.<br>'''McCoy''': Ha sentito bene.<br>'''Khan''': Dov'è il vostro capitano? Ho molte domande da fare. *'''Kirk''': James Kirk, comandante dell'astronave ''Enterprise''.<br>'''Khan''': Lo vedo.<br>'''Kirk''': E il suo nome?<br>'''Khan''': Prima ho qualche domanda da fare. Dove siamo diretti?<br>'''Kirk''': Siamo diretti alla Base Stellare 12, un pianeta del sistema Gamma 400, la nostra base di comando di settore. Questo le dice niente?<br>'''Khan''': E la mia gente?<br>'''Kirk''': 72 contenitori di animazione sospesa sono ancora in vita.<br>'''Khan''': Li risveglierete?<br>'''Kirk''': Appena arriveremo alla Base Stellare 12.<br>'''Khan''': Capisco...<br>'''Kirk''': E ora?<br>'''Khan''': ...Khan è il mio nome.<br>'''Kirk''': "Khan", nient'altro?<br>'''Khan''': Khan.<br>'''Kirk''': Qual è la data della vostra partenza? So che è avvenuta intorno al 1992, ma...<br>'''Khan''' {{NDR|lo interrompe}}: Mi sento come se avessi affrontato una grossa fatica. Possiamo continuare il colloquio in un altro momento?<br>'''Kirk''': I fatti di cui ho bisogno, signor Khan, non ci prenderanno molto tempo, per esempio la natura della vostra spedizione...<br>'''McCoy''': Jim, sarà meglio aspettare un po'.<br>'''Khan''': Capitano, potrei avere qualcosa da leggere durante la convalescenza? Ero una specie di ingegnere un tempo. Mi interesserebbe molto conoscere e studiare i manuali tecnici della vostra astronave.<br>'''Kirk''': Sì, capisco che deve recuperare duecento anni.<br>'''Khan''': Heh, precisamente!<br>'''Kirk''': Sono disponibili, per qualsiasi paziente, su questo schermo. Il dottor McCoy le farà vedere come ricevere i nastri della biblioteca.<br>'''Khan''': Grazie, capitano. Lei è molto comprensivo. *'''Kirk''': Questo "Khan" non era quello che mi aspettavo per essere un uomo del XX secolo.<br>'''Spock''': Sta facendo un uso considerevole della nostra biblioteca tecnica.<br>'''Kirk''': Dovrà trascorrere il resto dei suoi giorni nel nostro tempo, è giusto che si istruisca. Ma mi dica, lei ritiene che sia il prodotto di una razza selezionata?<br>'''Spock''': Può anche darsi, capitano. La sua età coincide. Nel 1993 un gruppo di questi superuomini s'impadronì contemporaneamente del potere in più di quaranta nazioni.<br>'''Kirk''': Non li definirei "superuomini": erano aggressivi, arroganti, e cominciarono a lottare tra di loro.<br>'''Spock''': Perché gli scienziati non tennero conto di un fatto: da un'abilità superiore, nasce un'ambizione superiore.<br>'''Kirk''': Interessante. Se è vero, crearono un gruppo di [[Alessandro il Macedone|Alessandri]], [[Napoleone Bonaparte|Napoleoni]]...<br>'''Spock''': Ho raccolto qui dei nomi e fatto dei calcoli: dalla mia stima c'erano ottanta, novanta di questi giovani superuomini che mancavano all'appello quando furono finalmente sconfitti.<br>'''Kirk''': Questo fatto non si trova nei libri di storia.<br>'''Spock''': Lei rivelerebbe a popolazioni stanche della guerra che circa ottanta Napoleoni potrebbero essere ancora vivi? *'''Marla''': Sono lo storico dell'astronave, tenente...<br>'''Khan''': ...Marla McGivers.<br>'''Marla''': Sì!<br>'''Khan''': Mi è stato detto che lei ha partecipato alla mia rinascita.<br>'''Marla''': Per una piccola parte.<br>'''Khan''': Ho letto molte cose sulle vostre astronavi. Ma hanno un lusso che nei manuali non viene menzionato.<br>'''Marla''': Non capisco.<br>'''Khan''': Una donna bellissima! {{NDR|Marla è sorpresa ma lusingata del complimento}} Mi chiamo Khan. Si sieda, prego, e parli con me. *Tutti uomini coraggiosi del passato: [[Riccardo Cuor di Leone]], Napoleone... Un suo hobby, questi uomini? {{NDR|scopre che Marla sta dipingendo un suo ritratto}} Ne sono onorato! Grazie. Ma l'avverto: tali uomini osano prendere quel che vogliono. ('''[[Khan Noonien Singh]]''') *'''Kirk''': Perdoni la mia curiosità, signor Khan, ma i miei ufficiali sono ansiosi di sapere di più del suo straordinario viaggio.<br>'''Spock''': E di come siate riusciti ad eluderlo dai libri di storia.<br>'''Khan''': L'avventura, capitano. L'avventura. Sulla Terra non c'era rimasto altro.<br>'''Spock''': C'era la guerra per mettere fine alla tirannia. Molti la considerarono una prova nobile.<br>'''Khan''': Tirannia, signore, o il tentativo di unificare l'umanità?<br>'''Spock''': "Unificare", signore? Come un branco di animali sotto una frusta?<br>'''Khan''': Io ho vissuto personalmente quegli anni, non lo dimentichi! Era un periodo di grandi sogni, di grosse aspirazioni!<br>'''Spock''': Sotto dozzine di insignificanti dittatori.<br>'''Khan''': Un solo uomo infine avrebbe governato, come Roma sotto [[Giulio Cesare|Cesare]]! Pensi alla fase finale.<br>'''Spock''': Allora le sue simpatie andavano...<br>'''Khan''': Lei ha una tattica eccellente e raffinata, capitano: lascia che il suo secondo attacchi mentre lei, seduto, osserva quali sono i punti deboli!<br>'''Kirk''': Ha la tendenza di esprimere le sue idee in termini militari, signor Khan. Questa è una riunione amichevole.<br>'''Khan''': Oh, oh oh ho! È stato detto, se ben ricordo, che le riunioni amichevoli sono delle guerre mascherate. Molti preferiscono essere più onesti. Più aperti.<br>'''Kirk''': Lei è scappato, aveva paura?<br>'''Khan''': Heh... Io non ho mai avuto paura.<br>'''Kirk''': Lei è mancato quando l'umanità voleva coraggio!<br>'''Khan''' {{NDR|sbattendo il pungo sul tavolo}}: Noi offrimmo al mondo l'ordine!!<br>'''Kirk''': "Noi"?<br>'''Khan''': Esattamente... Esattamente. {{NDR|rendendosi conto che lo guardano con sospetto crescente}} Ma se volete scusarmi, signori, e signora, comincio a sentirmi stanco. Con il suo permesso, capitano, torno al mio alloggio. *'''Marla''': Volevo chiederti scusa, non hanno il diritto di trattarti così.<br>'''Khan''': È comprensibile, poiché sono una specie di mistero per loro.<br>'''Marla''': Per me non sei un mistero! Io so esattamente chi sei.<br>'''Khan''': Sì...?<br>'''Marla''': Leif Erikson, Riccardo Cuor di Leone, Napoleone... Non so se ti piacerà vivere nel nostro tempo.<br>'''Khan''': Allora dovrò rimodellarlo a mio piacere... *'''Kirk''' {{NDR|mostra una foto sullo schermo}}: Nome: Khan, come lo conosciamo oggi. {{NDR|cambia in una foto storica}} Nome: Khan Noonien Singh.<br>'''Spock''': Dal 1992 al '96, comandante assoluto di più di un quarto del vostro mondo, dall'Asia fino a tutto il Medio Oriente.<br>'''McCoy''': L'ultimo dei tiranni ad essere sconfitto.<br>'''Scott''': Devo confessare, signori, che io ho sempre avuto una certa ammirazione per quest'uomo.<br>'''Kirk''': Era il migliore dei tiranni, e il più pericoloso. In un certo senso erano dei superuomini: più forti, più coraggiosi, certamente più ambiziosi, più audaci.<br>'''Spock''': Signori, vi prego! Tutto questo romanticismo per un rude dittatore?<br>'''Kirk''': Signor Spock, noi esseri umani abbiamo una vena di barbarie in noi, incomprensibile ma senza dubbio presente.<br>'''Scott''': Non ci furono massacri sotto il suo regno.<br>'''Spock''': Ma non ci fu libertà!<br>'''McCoy''': E nessuna guerra finché non fu attaccato.<br>'''Spock''': Signori, io...<br>'''Kirk''' {{NDR|ridono}}: Signor Spock, c'ha frainteso! Possiamo essere contro di lui e ammirarlo allo stesso tempo.<br>'''Spock''': ...Illogico.<br>'''Kirk''': Completamente. {{NDR|al comunicatore}} Qui il capitano Kirk, mettete subito una guardia 24 ore su 24 agli alloggi del signor Khan. *Capitano, benché la sua abilità mi affascini, onestamente lei è un soggetto inferiore. Mentalmente e fisicamente. In verità sono sorpreso di quanto poco si sia avanzato nell'evoluzione umana. Oh, ci sono stati degli indubbi progressi tecnici, ma l'uomo in se stesso ha fatto ben pochi cambiamenti. Sì, credo che ci troveremo a nostro agio nel vostro secolo, capitano. ('''Khan Noonien Singh''') *Joaquin, il viaggio è finito. La battaglia ricomincia, solo che stavolta non conquisteremo un mondo, ma l'universo! ('''Khan Noonien Singh''') *'''Kirk''': Scott, il ponte.<br>'''Scott''': Capitano...! {{NDR|viene tramortito da due superuomini di Khan}} Ah!<br>'''Kirk''': Cosa succede laggiù?<br>'''Khan''': In questo momento non è in grado di risponderle, capitano. La sua astronave è mia. Ho chiuso tutti i sistemi di supporto vitali al ponte, bloccato le uscite, sono pronto a negoziare.<br>'''Kirk''': Inondate tutte le sezioni con il gas.<br>'''Spock''': Impossibile, sistemi di intrusione inoperativi. Il signor Khan ha studiato diligentemente i nostri manuali.<br>'''Kirk''': Contatto Base Stellare 12.<br>'''Uhura''': Tutti i canali sono completamente bloccati!<br>'''Spock''': Brillante, ha previsto ogni eventualità nei particolari.<br>'''Khan''': L'aria dovrebbe cominciare a mancare da adesso. Volete pensare ad arrendervi?<br>'''Kirk''': Negativo.<br>'''Khan''': È semplice, capitano: se rifiuta di arrendersi, tutte le persone che si trovano sul ponte moriranno soffocate. *Diario del capitano, data astrale 3142.8: si sono impadroniti della mia astronave, dopo avere abbandonato la loro. Ormai è inutile. Pochissima aria è rimasta sul ponte. Raccomando onori per il tenente Uhura, i tecnici di prima classe Thula e Harrison. Il tenente Spinelli. E naturalmente il signor Spock. Mi assumo ogni responsabilità. Mi assumo... {{NDR|perde i sensi}} ('''James Tiberius Kirk''') *Niente e nessuna cosa cambia, eccetto l'uomo. I vostri progressi tecnici? Se migliorate un apparecchio meccanico, forse raddoppierete la produttività, ma se migliori l'uomo, ottieni mille volte di più. Io appartengo a questa categoria! ('''Khan Noonien Singh''') *'''Khan''': Avrei dovuto rendermi conto che farvi soffocare insieme sul ponte avrebbe creato tra di voi un cameratismo eroico, ma è una cosa diversa rimanere seduti a vedere che succede ad un altro! Accenda lo schermo. {{NDR|Uhura viene costretta a farlo, viene mostrato Kirk intrappolato}} Sono sicuro che lei conosce la camera medica di decompressione, dottore. Il vostro capitano morirà. Se si unisce a me, signor Spock, gli risparmierò la vita. La mia astronave era inservibile e ho bisogno di lei e dell<nowiki>'</nowiki>''Enterprise'' per scegliere un pianeta con una popolazione disposta ad essere guidata da noi.<br>'''McCoy''': Ad essere conquistata da voi! E un'astronave renderebbe la cosa molto semplice. <br>'''Khan''': Ognuno di voi a turno entrerà lì dentro a morire mentre gli altri guarderanno!<br>'''Marla''': Khan, che motivo c'è perché io debba essere presente?<br>'''Khan''': Speravo che saresti stata più forte. {{NDR|Marla esce}} Se uno di voi si unisce a me, chiunque, gli risparmierò la vita. {{NDR|non risponde nessuno}} Non ci tenete alla vita?!? *Diario del capitano, data astrale 3143.3: il controllo dell<nowiki>'</nowiki>''Enterprise'' è stato ristabilito. Vorrei che le mie prossime decisioni non fossero così difficili. Sarebbe uno spreco mettere in un centro rieducativo Khan e i suoi. Cosa deciderò invece per Marla McGivers? ('''James Tiberius Kirk''') *'''Kirk''': Signori, l'udienza è aperta. Con l'autorità conferitami dal Primo Comando della Flotta Spaziale, ordino che tutti i carichi e i capi d'accusa di questo caso vengano derubricati.<br>'''McCoy''': Jim! L'autorità che lei...<br>'''Kirk''': Credo che la nostra rotta ci porti vicino al sistema stellare Ceti Alpha?<br>'''Spock''': Esatto, capitano. Il pianeta numero 5 di quel sistema è abitabile, benché un po' selvaggio e in un certo senso inospitale.<br>'''Kirk''': Ma non più di quanto lo fosse all'inizio la colonia australiana di Botany Bay. Quegli uomini andarono a conquistare un continente, signor Khan. Lei saprà conquistare un mondo?<br>'''Khan''': Ha mai letto [[John Milton|Milton]], capitano?<br>'''Kirk''': Sì. Capisco. Il tenente Marla McGivers, dovendo scegliere tra la corte marziale e l'atterraggio sul pianeta...?<br>'''Khan''' {{NDR|si rivolge a Marla}}: Sarà difficile. Dovremo lottare molto per rimanere vivi, per trovare il cibo.<br>'''Marla''': Andrò con lui, signore.<br>'''Khan''': Una donna superiore! La porterò con me. E ho anche un'altra cosa che desideravo: un mondo da vincere, un impero da costruire.<br>'''Kirk''': L'udienza è chiusa. {{NDR|Khan e i suoi seguaci vengono scortati fuori}}<br>'''Scott''': È un peccato per uno scozzese doverlo ammettere, ma non conosco Milton.<br>'''Kirk''' {{NDR|cita ''[[John Milton|Paradiso Perduto]]''}}: ''Disse questo Lucifero quando cadde nella sua buca: «È meglio comandare in Inferno che servire in Paradiso».''<br>'''Spock''': Sarebbe interessante, capitano, tornare su quel pianeta tra un centinaio d'anni. Per vedere che razza di piante saranno cresciute dai semi che ha piantato oggi.<br>'''Kirk''': Sì, signor Spock. Sarebbe interessante. ===Episodio 23, ''Una guerra incredibile'' (''A Taste of Armageddon'')=== ''Data astrale 3193.0'' *Diplomatici! Non c'è miglior diplomatico di una scarica energetica, piena potenza. ('''Montgomery Scott''') *Morte. Distruzione. Malattie. Orrore. La [[guerra]] è fatta di questo, Anan. Ecco perché bisogna evitarla. ('''James Tiberius Kirk''') *Gli istinti si possono dominare. Siamo esseri umani con le mani imbrattate dal sangue di milioni di anni di barbarie, ma possiamo evitarlo. Ammettiamo pure di essere assassini, ma oggi possiamo non uccidere. Questo basta: la consapevolezza che possiamo non uccidere. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 24, ''Al di Qua del Paradiso'' (''This Side of Paradise'')=== * ''Data Stellare 3417.3'' *Non capirò mai la capacità femminile di evitare una risposta diretta a qualsiasi domanda. ('''Spock''') *L'uomo ristagna senza ambizione, senza desiderio di migliorarsi. ('''James Tiberius Kirk''') *Il signor Spock è molto più forte di qualsiasi essere umano. Se provocato crudelmente, può anche arrivare ad uccidere. ('''James Tiberius Kirk''') *Io sono quello che sono, Layla. E, se esiste questo purgatorio costruito da noi, dobbiamo tutti viverci, purtroppo. Il mio non può essere migliore degli altri. ('''Spock''') *Forse siamo nati per lottare, non per il paradiso. Forse preferiamo guadagnarcelo da soli lottando, tracciarci la strada da soli con le nostre forze. Non siamo capaci di danzare al suono di un dolce liuto, ma per marciare al suono del tamburo. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 25, ''Il Mostro dell'Oscurità'' (''The Devil in the Dark'')=== * ''Data Stellare 3196.1'' <br /> Sono un dottore, non un muratore! ('''Leonard McCoy''') {{NDR|Dopo che gli è stato chiesto di curare un essere di roccia.}} ===Episodio 26, ''Missione di Pace'' (''Errand of Mercy'')=== * ''Data Stellare 3198.4'' <br /> È curioso come spesso voi umani riusciate ad ottenere tutto quello che non volete. ('''[[Spock]]''') *Io ho visto ciò che i [[klingon]] fanno ai pianeti come il vostro. Sono ridotti soltanto a campi di lavoro forzato per schiavi, niente più libertà, i beni vengono confiscati, gli ostaggi tutti uccisi. E i capi? I capi vengono imprigionati e torturati spaventosamente. ('''James Tiberius Kirk''') * ''Data Stellare 3198.9'' <br /> Sono un soldato, non un diplomatico. Posso dirvi solo la verità. ('''James Tiberius Kirk''') *Noi klingon abbiamo una reputazione per la nostra severità. Troverete che è meritata. ('''Kor''') *'''Kor''': Voi della Federazione ci assomigliate molto.<br>'''James T. Kirk''': Noi non siamo come voi! Siamo uno stato democratico.<br>'''Kor''': Suvvia, capitano. Non parlo di trascurabili differenze ideologiche. Dico che siamo uguali come caratteristiche. Eccoci qui, su un pianeta di pecore, due tigri, predatori, cacciatori, assassini, ed è proprio questo che ci fa grandi. C'è un intero universo da prendere.<br>'''James T. Kirk''': È molto grande, comandante, ed è pieno di gente che non ama i klingon.<br>'''Kor''': Certamente. Ma sarà costretto a riconoscere la forza del comando, del potere. La sopravvivenza va guadagnata, capitano. *La rispetto, capitano. Ma questa è la guerra, un giuoco a cui i klingon spesso vincono. ('''Kor''') * ''Data Stellare 3201.7'' <br /> Ci sono cose per cui vale la pena di morire. ('''James Tiberius Kirk''') *Non amo fare il governatore militare, ma governare delle pecore? No! ('''Kor''') *Sapete perché siamo così forti? Perché siamo una unità. Ciascuno di noi è parte del grande assieme, sempre sotto sorveglianza. ('''Kor''') *'''James T. Kirk''': Abbiamo legittimi motivi contro i klingon. Hanno invaso il nostro territorio, ucciso i nostri cittadini. Sono chiaramente degli aggressori. Vogliono annettersi mezza galassia.<br>'''Kor''': E perché no? Siamo i più forti. Avete tentato di bloccarci, di tagliare le nostre risorse, di strangolarci! L'avete cercata voi la guerra.<br>'''James T. Kirk''': Voi inviaste l'ultimatum per farci ritirare dalle aree!<br>'''Kor''': Le aree non sono in discussione! Appartengono a noi! ==Seconda stagione== ===Episodio 1, ''Il duello'' (''Amok Time'')=== [[File:Spock and T'Pring.jpg|thumb|[[Spock]] e sua moglie T'Pring]] *'''Spock''': Come scegliamo la nostra compagna? Non se l'è mai chiesto?<br>'''James T. Kirk''': Siamo portati a pensare che lo facciate secondo logica.<br>'''Spock''': No, no, per niente. Noi seguiamo un rituale che ci viene tramandato sin dall'antichità. Voi umani neanche ve lo immaginate. Sembriamo uscire di senno. È una sorta di pazzia che ci fa dimenticare ogni barlume di civiltà. È il ''pon farr'', il tempo dell'accoppiamento. Ci sono esempi simili in natura. I giganteschi uccelli anguilla di Regulus 5, ogni 11 anni essi devono ritornare alle caverne in cui nacquero. E, sulla Terra, i salmoni. Essi devono tornare in quelle stesse acque in cui sono nati per deporvi le uova o morire nel tentativo. *''Data astrale 3372.7'' <br /> Fra qualche tempo, forse capirai che "possedere" non è dopotutto così importante come "desiderare". Non è logico, ma è spesso vero. ('''Spock''') *''Data astrale 3372.7'' <br /> Naturalmente, la sua era una reazione del tutto logica. [...] Agli occhi di un cieco! ('''Leonard McCoy''') ===Episodio 2, ''Dominati da Apollo'' (''Who Mourns for Adonais?'')=== *L'offesa è possibile soltanto per voi che avete emozioni. ('''Spock''') *{{NDR|Su James T. Kirk}} Agamemnon era un come te, anche Ercole: orgogliosi e arroganti entrambi. ('''Apollo''') *Siamo uguali. Condividiamo la stessa storia, lo stesso retaggio, la stessa vita. Siamo uniti aldilà di ogni possibile diversità. Uomo o donna, non fa nessuna differenza. Siamo umani. Siamo umani! Non lo dimentichi, tenente. Ecco come potrà farlo: ricordando che cosa è lei, un piccolo insieme di carne e sangue nell'universo. Questa è l'unica cosa che veramente le appartiene: il resto dell'umanità. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 5, ''La mela'' (''The Apple'')=== *'''Spock''': Dottore, lei applica criteri del tutto umani a culture non umane. Le ricordo che gli umani sono una piccola minoranza in questa galassia.<br>'''Leonard McCoy''': Esistono alcuni valori assoluti, signor Spock, che sono validi per tutte le creature, umane e non umane, come il diritto di avere una vita libera e senza restrizioni.<br>'''Spock''': O come il diritto al sistema di vita più congeniale. ===Episodio 8, ''Io, Mudd'' (''I, Mudd'')=== *Un uomo che non ride mai, che non conversa di nulla se non del suo lavoro, che non parla del suo passato ha certamente qualcosa da nascondere. ('''Leonard McCoy''') *'''Harcourt Fenton Mudd''': Senta, Spock, lei sarà anche un valente scienziato, ma non riuscerebbe a vendere brevetti rubati neppure a sua madre.<br>'''Spock''': Non riesco a capire perché dovrei preoccuparmi di convincere mia madre ad acquistare brevetti contraffatti. *La nostra logica è l'irrazionalità. È un grande vantaggio. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 9, ''Guarigione da forza cosmica'' (''Metamorphosis'')=== *Il nome di [[Zefram Cochrane]] è ricordato in tutta la galassia. Hanno dato il suo nome a pianeti e importanti università. ('''Spock''') *L'immortalità è fatta soprattutto di noia. ('''Zefram Cochrane''') *La nostra specie può sopravvivere solo se ha degli ostacoli da superare. [...] Senza di essi, che ci rafforzano, siamo destinati a morire. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 10, ''Viaggio a Babel'' (''Journey to Babel'')=== *'''Amanda Grayson''': Dopo tutti questi anni trascorsi fra gli uomini, non hai ancora imparato a sorridere.<br>'''Spock''': Gli umani sorridono per così poco. *'''Amanda Grayson''': La vita non gli è mai stata facile, né come umano né come vulcaniano, da nessuna parte, tranne che nella [[Flotta Stellare|Flotta Astrale]].<br>'''James Tiberius Kirk''': Mi pare di capire che Spock non fosse d'accordo con suo padre nella scelta della carriera.<br>'''Amanda Grayson''': Mio marito non ha nulla contro la Flotta Astrale, ma i vulcaniani ritengono che la pace non debba dipendere dalla forza.<br>'''James Tiberius Kirk''': La Flotta Astrale ricorre alla forza solo in casi estremi, come ultima istanza. E penso che sia molto meglio per uno scienziato poter studiare l'universo piuttosto che entrare nell'academia delle scienze.<br>'''Amanda Grayson''': Può darsi. Ma Sarek desiderava che Spock seguisse le sue orme, come egli stesso ha seguito quelli di suo padre.<br>'''James Tiberius Kirk''': Sono entrambi... ostinati. *I tellariti discutono senza motivo, tanto per discutere. ('''Sarek''') *Non è necessario esserne orgogliosi per chiedere che a Spock venga tributata il rispetto dovutogli, non perché è mio figlio, ma per lui stesso. ('''Sarek''') *'''Gav''': Pagherà le sue calunnie, Sarek!<br>'''Sarek''': Le minacce sono illogiche, e i pagamenti di solito costano cari. *Lasci perdere la logica, e provi a considerare motivazioni quali la passione e il guadagno. Quelli sono motivi di omicidio. ('''Shras''') *'''Amanda Grayson''': Logica, logica! Ne ho abbastanza della vostra logica! Volete sapere che cosa penso della vostra logica?<br>'''Spock''': Emotiva, non è vero?<br>'''Sarek''': È sempre stata così.<br>'''Spock''': Davvero? Perché l'hai sposata?<br>'''Sarek''': Perché, all'ora, era l'unica cosa logica che potessi fare. ===Episodio 11, ''Una prigione per Kirk e co.'' (''Friday's Child'')=== *'''Kras''': Che cosa vi offrono, i terrestri? Che cosa avete ottenuto in passato da loro? Polverine e liquidi per i malati? Anche noi la pensiamo come voi, che i malati debbano morire. Solo i forti devono vivere. I terrestri hanno promesso di insegnare ai giovani molte cose. Quali? Quali cose? L'astuzia contro il nemico? L'uso delle armi?<br>'''Eleen''': Il klingon dice il vero, Akaar.<br>'''James T. Kirk''': La Federazione terrestre vi offre un'altra cosa, Akaar: la sua legislazione, e con essa la più alta fra tutte le sue leggi che riconosce che il vostro mondo vi appartiene e vi apparterrà sempre. Questo ci diversifica dai klingon. Il loro impero non è altro che una serie di conquiste basata sull'uso delle armi e della violenza. *'''James T. Kirk''': Come è riuscito a toccarla? Le ha data un calmante?<br>'''Leonard McCoy''': No, un bel ceffone.<br>'''James T. Kirk''': Non appare nei testi di medicina.<br>'''Leonard McCoy''': Nei miei sì, d'ora in poi. ===Episodio 15, ''Animaletti pericolosi'' (''The trouble with tribbles'')=== *''Data astrale 4525.6'' *I klingoniani, benché brutali e aggressivi, hanno dimostrato maggiore efficienza. ('''James Tiberius Kirk''') *'''Uhura''': È veramente adorabile. Che cos'è?<br>'''Cyrano Jones''': Una bestiola adatta a una signora. È un [[Triboli|tribolo]].<br>'''Uhura''': Un tribolo?<br>'''Cyrano Jones''': È la creatura più dolce che l'uomo conosca, eccetto le donne giovani e belle come lei. *Noi klingoniani non pensiamo alle cose futili come fate voi. Non equipaggiamo le nostre navi con... come potrei dire? Cose non-essenziali. ('''Koloth''') *{{NDR|Su un tribolo}} È una creatura molto strana, capitano. Il suo trillare potrebbe avere un effetto calmante sul sistema nervoso umano. ('''Spock''') *'''Leonard McCoy''': {{NDR|Su un tribolo}} Il 50% del suo metabolismo viene assorbito dalla riproduzione. Sai che succede se diamo al tribolo un eccessivo nutrimento?<br>'''James T. Kirk''': Diventerà grasso?<br>'''Leonard McCoy''': No. Produrra una schiera di piccoli triboli affamati. *'''Korax''': Francamente, i terrestri non mi sono mai piaciuti. Mi ricordano dei vermi a sangue caldo.<br>'''Pavel Chekov''': Infame cosacco!<br>'''Montgomery Scott''': Lasci perdere. Le conviene essere superiore.<br>'''Korax''': Oh, a ripensarci un po' meglio, direi che conosco un terrestre che non ricorda affatto un verme a sangue caldo. Sto parlando del capitano Kirk. Un verme a sangue caldo è morbido, sinuoso, ma Kirk non è morbido. Il capitano Kirk è un prepotente, borioso dittatore di latta pieno di complessi di inferiorità e di desideri repressi! Questo non vuol dire essere morbidi.<br>'''Montgomery Scott''': Non se la prenda, ragazzo. Tutti hanno diritto alle proprie opinioni.<br>'''Korax''': Ben detto! Dal momento che io penso che Kirk sia anche un diavolo di fango denebiano. *'''Spock''': {{NDR|Sui triboli}} Possiamo paragonarli ai fiori di campo: non fanno niente che possa essere utile, tranne nutrirsi continuamente. Non vedo come impiegarli in modo pratico.<br>'''Leonard McCoy''': Possibile che tutto debba avere un uso pratico per lei? Sono carini, soffici e pelosi, e emettono un suono molto dolce.<br>'''Spock''': Potrebbero anche avere il suono di un violino, dottore. Ma non riesco a vederne l'utilità.<br>'''Leonard McCoy''': È una caratteristica umana amare gli animali, specialmente se hanno un aspetto piacevole e indifeso.<br>'''Spock''': Conosco molto bene le caratteristiche umane. Spesso ne sono sopraffatto. Ma mi sono sempre allenato a non subirne le conseguenze. *Quando è eccessivo, tenente, perfino l'amore non è più piacevole. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 18, ''La galassia in pericolo'' (''The Immunity Syndrome'')=== *'''Spock''': Ho già notato questo in voi umani. Gli è più facile piangere alla morte di una sola persona che la morte di un milione. Lei parla sempre dell'insensibilità del cuore vulcaniano, ma che poco spazio sembra esserci nel vostro.<br>'''Leonard McCoy''': Soffrire per la morte del vicino, eh, Spock? È quello che noi non sappiamo fare, vero?<br>'''Spock''': Se ne foste capace, la vostra storia sarebbe un po' meno sanguinosa. *I vulcaniani non sono mai stati vinti, almeno per quanto mi risulta. E l'idea di venire uccisi da un nemico non poteva nemmeno sfiorarli. ('''Spock''') ===Episodio 19, ''Guerra privata'' (''A Private Little War'')=== *'''James T. Kirk''': Noi eravamo come voi molto tempo fa. Poi, le nostre armi si svilupparono più della nostra saggezza, e per poco non ci distruggemmo. E da questo esempio traemmo una regola che osserviamo senza eccezioni: evitare che succeda la stessa cosa ad altri mondi. In poche parole, gli uomini devono crescere a proprio modo e nel proprio tempo.<br>'''Nona''': Alcuni non crescono mai.<br>'''James T. Kirk''': Forse non così rapidamente come gli altri si aspettano, ma noi siamo abbastanza saggi da saperlo, abbastanza saggi da non interferire nel loro sistema di vita o nel loro mondo. *'''James T. Kirk''': Ricorda le guerriglie del XX secolo nel continente asiatico? Vi erano coinvolte due grandi potenze, proprio come i klingon e noi. Nessuno osò un'azione di forza.<br>'''Leonard McCoy''': Sì, me ne ricordo. E andò avanti così, anno dopo anno.<br>'''James T. Kirk''': E lei cosa avrebbe suggerito? Di armare una delle due parti con armi super potenti? Se così fosse stato, ora noi non saremmo qui. No, l'unica soluzione sta proprio in questo, dottore: nell'equilibrio di tre potenze.<br>'''Leonard McCoy''': E se i klingon dessero ai loro amici ancora di più?<br>'''James T. Kirk''': Be', noi allora daremmo ai nostri altrettanta più potenza. Equilibrio di forza! È il gioco più sporco, il più difficile di tutti, ma è l'unico che possa salvare entrambe le parti. ===Episodio 20, ''Ritorno al domani'' (''Return to Tomorrow'')=== *Il rischio! Il rischio è parte del nostro lavoro. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 21, ''Gli schemi della forza'' (''Patterns of Force'')=== [[File:Star Trek Patterns of Force.JPG|thumb|[[James Tiberius Kirk]] in ''Gli schemi della forza'']] *'''Spock''': Perché i nazisti odiano gli zeon?<br>'''Izak''': Perché? Perché senza noi da odiare, nessun'altra cosa potrebbe tenerli uniti. *Comincio a capire perché a voi umani piace tanto il rischio. Non importa quanto siano le probabilità di riuscita. Quello che vi interessa è il divertimento del rischiare. ('''Spock''') *'''James T. Kirk''': Il problema del nazismo non era tanto la malvagità e la psicopatia dei suoi capi, quanto l'assoluta mancanza di democrazia.<br>'''Leonard McCoy''': In conclusione, signor Spock, quando un uomo diventa troppo potente, anche se ha le migliori intenzioni, prima o poi non resiste alla mania di grandezza.<br>'''Spock''': Grazie dottore. Avevo afferrato il concetto anche senza le sue conclusioni.<br>'''Leonard McCoy''': Abbiamo anche un altro detto sulla Terra: Il potere assoluto corrompe assolutamente. Intelligenti questi terrestri, non trova?<br>'''Spock''': Sì, i terrestri grandi come [[Ramses II|Ramses]], [[Alessandro Magno|Alessandro]], [[Giulio Cesare|Cesare]], [[Napoleone]], [[Adolf Hitler|Hitler]], [[Lee Kuan Yew|Lee Kuan]]. L'intera storia della Terra è fatta di uomini che ricercano il potere assoluto. ===Episodio 23, ''Le parole sacre'' (''The Omega Glory'')=== *{{NDR|Sulla [[Prima direttiva]]}} Il comandante di un astronave è legato al giuramento di sacrificare la propria vita e quella del suo equipaggio piuttosto che violare questa regola fondamentale. ('''James Tiberius Kirk''') *Forse potrei creare qual'cosa contro il raffreddore, ma non certo un elisir di lunga vita. Un alimentazione adeguata e del moto sarebbero senz'altro molto più efficaci. ('''Leonard McCoy''') *Ho constatato che di solito è il cattivo a tionfare, a meno che il buono non stia molto attento. ('''Leonard McCoy''') *Sul mio pianeta, abbiamo trovato parole simili a queste in molte terre, in molti paesi, tutte ugualmente buone e ugualmente meritevoli di rispetto. Ma da nessuna parte, in nessun'altra terra è stata detta una cosa così importante, e soprattutto in questo modo. Guardate queste parole scritte più in grande delle altre e con estremo orgoglio, parole mai scritte prima, né più ripetute d'allora, parole che dicono fieramente "Noi il popolo". [...] Non sono state scritte per i capi, i re, i guerrieri, ricchi o i potenti, ma per tutto il popolo. Col passare dei secoli, voi avete deformato il significato di queste parole: "Noi, popolo degli Stati Uniti, per formare un unione perfetta, stabilire la giustizia, assicurare la tranquillità nazionale, provvedere alla difesa comune, promuovere il generale benessere e assicurare il bene supremo della libertà a noi stessi e ai nostri postemi, ordiniamo e fissiamo la costituzione". Queste parole e le parole che seguono [...] devono essere applicabili a tutti quanti, o non avvrebbero senso. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 24, ''Il computer che uccide'' (''The Ultimate Computer'')=== *I [[computer]] sono degli efficienti e ottimi servi, ma non vorrei essere a loro servizio. ('''Spock''') *Un genio non segue mai uno schema prestabilito. Forse che Einstein, o Kazanga o Sitar su Vulcano hanno formulato nuove teorie secondo un programma preciso? Non puoi dire "oggi farò qualcosa di geniale". Non importa quanto ci vuole, l'essenziale è arrivare. ('''James Tiberius Kirk''') *'''Leonard McCoy''': La compassione: la sola cosa che una macchina non potrà mai avere, e che permette l'uomo di stare un gradino più in su. Ha da controbattere, Spock?<br>'''Spock''': No, dottore. Io ho sempre sostenuto che i computer sono più efficienti degli uomini, non migliori.<br>'''Leonard McCoy''': Ma, mi dica, chi preferirebbe avere intorno?<br>'''Spock''': Suppongo che la domanda tenta a costringermi a fare una scelta tra macchina ed essere umano, e credo pertanto d'averla già risposto in precedenza.<br>'''Leonard McCoy''': Volevo solo fare un po' di conversazione.<br>'''Spock''': Sarebbe più interessante se imprimessi i suoi enagrammi in un computer, dottore. Il torrenziale flusso di illogicità che ne scaturirebbe sarebbe assai divertente. ==Terza stagione== ===Episodio 2, ''Incidente all'Enterprise'' (''The Enterprise Incident'')=== ''Data astrale 5027.3'' *Serbare la verità non significa necessariamente mentire. ('''Spock''') *Le donne romulane non sono come quelle vulcaniane. Noi non ci dedichiamo solo alla pura logica e alla sterilità della non-emozione. Siamo un popolo di guerrieri, spesso crudeli, ma possediamo altre qualità più interessanti. ('''Comandante romulano''') ===Episodio 4, ''Sul pianeta Triacon'' (''And the Children shall Lead'')=== *Gli umani hanno una straordinaria capacità di credere a ciò che vogliono credere e di eliminare ciò che procura loro dolore. ('''Spock''') *'''Spock''': Il male cerca di mantenere il proprio potere sopprimendo la verità.<br>'''Leonard McCoy''': O ingannando gli innocenti. *Senza i seguaci, il male non può diffondersi. ('''Spock''') ===Episodio 5, ''La Bellezza è Verità?'' (''Is There in Truth No Beauty?'')=== ''Data astrale 5630.7'' *La maggior parte degli esseri umani trova impossibile comprendere l'assoluta necessità di escludere il tumulto delle emozioni e dei pensieri altrui. ('''Spock''') *Come sono compatti i vostri corpi, e che grande varietà di sensi avete. Questa cosa che chiamate linguaggio però è notevole. Ne dipendete così tanto, ma nessuno di voi ne è del tutto padrone. Ma nonostante il linguaggio, la vostra solitudine non vi lascia un istante. Vivete tutta la vita isolati in questo involucro così fragile, separati. Quanto siete soli! Terribilmente soli! ('''Spock fuso all'ambasciatore medusano''') ===Episodio 7, ''Day of the Dove'' (''La forza dell'odio'')=== *Non è cosa facile stabilire una tregua coi klingon una volta che sia stato sparso del sangue. ('''Spock''') *La Federazione non uccide né maltratta i suoi prigionieri. ('''James Tiberius Kirk''') *Sono quelli che odiano e che combattono a doversi fermare, dottore, altrimenti non varrà nulla. ('''Spock''') ===Episodio 8, ''La ragnatela tholiana'' (''The Tholian Web'')=== *Nei momenti difficili, talvolta gli uomini vedono quel che desiderano vedere. ('''Spock''') ===Episodio 9, ''Umiliati per forza maggiore'' (''Plato's Stepchildren'')=== *Platone ricercava la verità e la bellezza e, soprattutto, la giustizia. ('''Spock''') *Io ho notato che questo sfogo salutare di emozioni spesso però non lo è affatto per chi ti sta vicino. ('''Spock''') ===Episodio 13, ''Elena di Troia'' (''Elaan of Troyius'')=== *So per esperienza che quasi tutti i pregiudizi esistenti tra persone diverse cadono non appena ci si conosce meglio. ('''James Tiberius Kirk''') *Signor Spock, le donne del suo pianeta sono logiche, ed è il solo pianeta in tutta la galassia che vanti tale prerogativa. ('''James Tiberius Kirk''') ===Episodio 15, ''Sia questa l'ultima battaglia'' (''Let That Be Your Last Battlefield'')=== *'''Pavel Chekov''': Anche sulla Terra c'erano le persecuzioni un tempo. Ricordo d'averlo letto sui testi storia.<br>'''Hikaru Sulu''': Sì, ma succedeva nel XX secolo. Oggi non esiste più un modo di pensare così primitivo. *{{NDR|Sui vulcaniani}} Un tempo, noi eravamo esattamente come voi: esseri estremamente passionali, irrazionalmente divisi da opinioni contrastanti e inconciliabili, e destinati perciò a reciproca distruzione. La ferrea disciplina della logica ha sottratto il mio pianeta all'estinzione. ('''Spock''') ===Episodio 16, ''Il marchio di Gideon'' (''The Mark of Gideon'')=== *Dobbiamo riconoscere una volta per tutte che lo scopo della diplomazia è di prolungare le crisi. ('''Spock''') *Diplomatici e burocrati svolgono funzioni diverse, ma ottengono di solito i medesimi risultati. ('''Spock''') ===Episodio 19, ''Requiem per Matusalemme'' (''Requiem for Methuselah'')=== ''Data astrale 5843.7'' *{{NDR|Sulla [[peste]]}} Costantinopoli, 1334. Avanzava per le strade, per i canali. Lasciava la città sui carri, sui veglieri, per sterminare mezza Europa. Anche i topi che frusciavano e squittivano nella notte morivano senza pietà. I topi! ('''Flint''') *L'essere umano è estremamente complesso. Non sempre riusciamo a evitare brutture che ci vengono da dentro. ('''James Tiberius Kirk''') *Mi sono sposato centinaia di volte, ho scelto, amato, sperato, accarezzato una pelle giovane, aspirato una breve fragranza. Poi la vecchiaia, la morte, il sapore della polvere. ('''Flint''') *{{NDR|Rivolto a Spock}} Lei non saprà mai a quali cose può condurre l'amore: le estasi, le miserie, le regole infrante, i rischi disperati, le gloriose sconfitte, e le gloriose vittorie. E tutto questo solo perché nel suo libro non è scritta la parola "amore". ('''Leonard McCoy''') ===Episodio 22, ''Sfida all'ultimo sangue'' (''The Savage Curtain'')=== ''Data astrale 5906.5'' *{{NDR|Su [[Surak]]}} La più grande figura vissuta nel nostro pianeta, capitano. Il padre di ciò che siamo diventati. ('''Spock''') *Ai miei tempi non conoscevamo i terrestri. Sono lieto di constatare che esistono delle differenze. Che ci sia dato di migliorare sempre in armonia. ('''Surak''') *Subimmo devastazioni tali che quasi distrussero tutto il pianeta, una guerra dietro l'altra. Eravamo straziati, ma fra tante sofferenze trovammo la via giusta. Inviammo alcuni emissari ai nostri nemici per proporre la pace. I primi vennero uccisi, ma ne seguirono altri. Alla fine, arrivammo alla pace, una pace che ancora oggi dura. ('''Surak''') *Il volto della guerra è rimasto immutato. Sicuramente è più logico tentare di negoziare che uccidere. ('''Surak''') *{{NDR|Su [[Surak]]}} Su Vulcano è ricordato come il padre della nostra civiltà, e la figura del padre per noi significa molto. ('''Spock''') *Non c'è modo onorato per uccidere, né tantomeno per distruggere. Niente di buono nella guerra, tranne la sua fine. ('''Abramo Lincoln''') ==Citazioni su ''Star Trek''== *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Il Morandini]]'') ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Star Trek''}} {{Star Trek}} [[Categoria:Serie televisive di Star Trek]] ns29raup8jw0kt2gt903d58wk94qu8g Michelangelo Merisi da Caravaggio 0 33403 1221282 1105118 2022-08-07T07:57:21Z Ibisco 49387 /* Citazioni su Michelangelo Merisi da Caravaggio */ wikitext text/x-wiki [[Immagine:Bild-Ottavio Leoni, Caravaggio.jpg|thumb|''Ritratto di Caravaggio'', ''Ottavio Leoni'', 1621]] '''Michelangelo Merisi''', o '''Merigi''' o '''Amerighi''', detto '''il Caravaggio''' (1571 – 1610), pittore italiano. ==Citazioni su Michelangelo Merisi da Caravaggio== <!--IN ORDINE DI PUBBLICAZIONE--> *C'è un tale Michelangelo da Caravaggio che a Roma fa cose notevoli [...] costui s'è conquistato con le sue opere fama, onore e rinomanza. [...] egli è uno che non tiene in gran conto le opere di alcun maestro, senza d'altronde lodare apertamente le proprie. [...] Ora egli è un misto di grano e di pula; infatti non si consacra di continuo allo studio, ma quando ha lavorato un paio di settimane, se ne va a spasso per un mese o due con lo spadone al fianco e un servo di dietro, e gira da un gioco di palla all'altro, molto incline a duellare e a far baruffe, cosicché è raro che lo si possa frequentare. ([[Karel van Mander]]) *...non esegue un solo tratto senza farlo direttamente dal modello vivo. E questa non è una cattiva via per giungere a buon fine, perché dipingere servendosi di disegni (anche se tratti dal vero) non è così sicuro come tenersi il vero davanti e seguire la natura in tutta la varietà dei suoi colori; ma bisogna anzitutto che il pittore adotti il criterio di scegliere dal bello le cose più belle. ([[Karel van Mander]]) *Michelagnolo Amerigi fu uomo satirico e altiero; e usciva tal'ora a dir male di tutti li pittori passati e presenti per insigni che si fussero, poiché a lui pareva d'aver solo con le sue opere avanzati tutti gli altri della sua professione [...] molti giovani ad essempio di lui si danno a imitare una testa del naturale, e non studiando né fondamenti del disegno e della profondità dell'arte, solamente del colorito appagansi, onde non sanno mettere due figure insieme, né tessere istoria veruna, per non comprendere la bontà di sì nobil'arte. <br> Fu Michelagnolo, per soverchio ardimento di spiriti, un poco discolo, e tal'ora cercava occasione di fiaccarsi il collo o di mettere a sbaraglio l'altrui vita. Pratticavano spesso in sua compagnia uomini per natura anch'essi brigosi; e ultimamente affrontatosi con Ranuccio Tomassoni giovane di molto garbo, per certa differenza di giuoco di palla a corda, sfidaronsi, e venuti all'armi, caduto a terra Ranuccio, Michelagnolo gli tirò una punta, e nel pesce della coscia feritolo, il diede a morte. Fuggirono tutti da Roma, e Michelagnolo andossene a Pellestrina, ove dipinse una S. Maria Maddalena. E d'indi giunse a Napoli, e quivi operò molte cose. <br> [...] Se Michelagnolo Amerigi non fusse morto sì presto, averia fatto gran profitto nell'arte per la buona maniera che presa avea nel colorire del naturale; benché egli nel rappresentar le cose non avesse molto giudicio di scegliere il buono e lasciare il cattivo. Nondimeno lasciò gran credito e più si pagavano le sue teste che l'altrui istorie, tanto importa l'aurea popolare, che non giudica con gli occhi ma guarda con l'orecchie. E nell'Accademia il suo ritratto è posto. ([[Giovanni Baglione]]) *Si esercitò da giovine nell'arte di murare e portò lo schifo della calce nelle fabbriche [...] s'incontrò a far le colle ad alcuni pittori che dipingevano a fresco, e tirato dalla voglia di usare i colori accompagnossi con loro, applicandosi tutto alla pittura. [...] Dopo, essendo egli d'ingegno torbido e contenzioso, per alcune discordie fuggitosene da Milano giunse in Venezia, ove si compiacque tanto del colorito di Giorgione che se lo propose per iscorta nell'imitazione. [...] Condottosi a Roma vi dimorò senza ricapito e senza provvedimento [...] sichè dalla necessità costretto, andò a servire il cavaliere Giuseppe d'Arpino, da cui fu applicato a dipinger fiori e frutti sì bene contrafatti che da lui vennero a frequentarsi a quella maggior vaghezza che tanto oggi diletta. [...] Ma esercitandosi egli di mala voglia in queste cose, e sentendo gran rammarico di vedersi tolto alle figure, incontrò l'occasione di Prospero, pittore di grottesche, e uscì di casa di Giuseppe per contrastargli la gloria del pennello. [...] ...era solito usare drappi e velluti nobili per adornarsi; ma quando poi si era messo un abito, mai lo tralasciava finché non gli cadeva in cenci [...] ...era negligentissimo nel pulirsi; mangiò molti anni sopra la tela di un ritratto, servendosene per tovaglio mattina e sera. ([[Giovanni Pietro Bellori]]) *...invaghiti [molti] dalla sua maniera l'abbracciavano volentieri, poiché senz'altro studio e fatica si facilitavano la via al copiare il naturale, seguitando li corpi vulgari e senza bellezza. Così sottoposta dal Caravaggio la maestà dell'arte, ciascuno si prese licenza, e ne seguì il dispregio delle cose belle, tolta ogni autorità all'antico e a Rafaelle, dove per la commodità de' modelli e di condurre una testa dal naturale, lasciando costoro l'uso dell'istorie, che sono proprie de' pittori, si diedero alle mezze figure, che avanti erano poco in uso. Allora cominciò l'imitazione delle cose vili, ricercandosi le sozzure e le deformità, come sogliono fare alcuni ansiosamente: se essi hanno a dipingere un'armatura, eleggono la più rugginosa, se un vaso, non lo fanno intiero, ma sboccato e rotto. Sono gli abiti loro calze, brache e berrettoni, e così nell'imitare li corpi, si fermano con tutto lo studio sopra le rughe e i difetti della pelle e dintorni, formano le dita nodose, le membra alterate da morbi. ([[Giovanni Pietro Bellori]]) *Giuditta appare lo strumento di una salvezza voluta da [[Dio]] cui non può sottrarsi, ma la violenza del suo delitto atterrisce anche lei a giudicare dall'espressione di disprezzo che Caravaggio le dipinge sul volto. ([[Federico Zeri]]) *...il Caravaggio, eccellentissimo nel colorire, si dee comparare a Demetrio, perché ha lasciato indietro l'Idea della bellezza, disposto di seguire del tutto la similitudine. ([[Giovanni Battista Agucchi]]) *...il gran Protopittore,|Meraviglia dell'Arte,|Stupor de la natura|Se ben versaglio poi di rea fortuna. ([[Giulio Cesare Gigli]]) *...è stato così diligente, ed ingegnoso imitatore della natura, che dove gli altri pittori sogliono promettere esso ha fatto. ([[Girolamo Borsieri]]) *Proprio di questa schola [di Caravaggio] è di lumeggiar con lume unito che venghi d'altro senza reflessi, come sarebbe in una stanza da una fenestra con le pariete colorite di negro, che così, havendo i chiari e l'ombre molto chiare e molto oscure, vengono a dar rilievo alla pittura [...] Questa schola in questo modo d'operare è molto osservante del vero, che sempre lo tien davanti mentre ch'opera; fa bene una figura sola, ma nella compositione dell'historia et esplicar affetto, pendendo questo dall'immaginatione e non dall'osservanza della cosa, per ritrar il vero che tengon sempre avanti, non mi par che vi vagliano, essendo impossibil di mettere in una stanza una moltitudine d'huomini che rappresentin l'historia con quel lume d'una fenestra sola, et haver un che rida o pianga o faccia atto di camminare e stia fermo per lasciarsi copiare, e così poi le lor figure, ancorché habbin forza, mancano di moto e d'affetti, di gratia, che sta in quell'atto d'operare come si dirà. ([[Giulio Mancini]]) *...unico mostro di naturalezza, portato dal proprio istinto di natura all'imitatione del vero, e così ascendendo dalla copia de' fiori, e frutti, e da' corpi meno perfetti a' più sublimi, e dopo gl'irrazionali a gli umani ritratti, e finalmente operando intiere figure, e anco talvolta componimenti d'istorie con tal verità, forza, e rilievo, che bene spesso la natura, se non di fatto eguagliata, e vinta, apportando però confusione al riguardante con istupendo inganno, allettava e rapiva l'umana vita, e però fu creduto da varii anco sopra d'ogni altro eccellentissimo. [...] provvisto di particolar genio [...] privo però della necessaria base del buon disegno, si palesò poscia d'invenzione mancante, e come del tutto ignudo di bella idea, grazia, decoro, architettura, prospettiva, ed altri simili convenevoli fondamenti, i quali rendono unitamente sufficienti e degni i veri principali e maggiori maestri... ([[Francesco Scannelli]]) *Per finirla è stato quest'Huomo un gran Soggetto, mà non Ideale, che vuol dire non saper fare cosa alcuna senza il naturale avanti. ([[Luigi Pellegrini Scaramuccia]]) *Non poté mai tolerare [l'Albani], che si seguitasse il Caravaggio, scorgendo essere quel modo il precipitio, e la totale ruina della nobilissima, e compitissima virtù della Pittura, poiché, se bene era da laudare in parte la semplice imitatione, era nondimeno per partorire tutto quello, che ne è seguito in progresso di 40 anni. [...] Non possono essere i Pittori egualmente eccellenti in tutte le parti. Se il Caravaggio havesse havuto questi requisiti saria stato Pittore dirò Divino, questo, non haveva cognitione nelle cose sopranaturali, mà stava troppo attaccato al naturale. ([[Carlo Cesare Malvasia]]) *Michel'Angelo da Caravaggio fece qualche giovamento al gusto di quella nuova Scuola, perché, essendo uscito fuora con tanto empito, e con quella sua maniera gagliarda, fece prender fiato al gusto buono, et al naturale, il quale allora era bandito per la vita e reso contumace dal comercio umano, e precipitato nell'abisso d'una maniera ideale, e fantastica ad uso delle Grottesche dell'India. Ben'à vero, che egli non rese adorno il gusto con quelle vaghezze, con le quali la Scuola Caracciesca l'ha portato, pieno di piacevolezze, e di delizie, ricco nelli componimenti, adorno d'accompagnature, e discreto in tutto il portamento; tutta via aperse una fenestra per la quale fece rivedere la Verità, che si era già smarrita. ([[Giovanni Battista Passeri]]) *A Poussin, nulla piaceva del Caravaggio, secondo lui venuto al mondo per distruggere la pittura. Né ci si deve meravigliare di una tale insofferenza, perché se Poussin cercava il decoro nelle proprie composizioni, il Caravaggio si lasciava trascinare dal vero naturale così come gli appariva: erano ai poli opposti. Tuttavia, a considerare l'essenza reale della pittura, che consiste nell'imitare ciò che si vede, bisogna ammettere che il Caravaggio la possedeva a fondo [...] ha imitato così perfettamente il soggetto che null'altro può desiderarsi. ([[André Félibien]]) *...tanto avea sopraffatto gli animi degl'intendenti, e de' Professori medesimi quella nuova maniera cacciata di scuri con pochi lumi, e che terminava nell'ombre, ove per lo più si perdevano que' contorni, che devono essere un chiaro esempio, per istruire, e dar norma a gli studiosi dell'arte del disegno. ([[Bernardo de Dominici]]) *...il Caravaggio: il Rembrante dell'Italia. Abusò costui del detto di quel Greco quando domandatogli che fosse il suo maestro, mostrò la moltitudine che passava per via; e tale fu la magia del suo chiaroscuro, che, quantunque egli copiasse la natura in ciò ch'ella ha di difettoso e d'ignobile ebbe quasi la forza di sedurre anche un Domenichino, ed un Guido. ([[Francesco Algarotti]]) *Il Caravaggio non aveva né varietà né correzione; e perciò era tutto cattivo nel disegno. ([[Anton Raphael Mengs]]) *...è memorabile in quest'epoca, in quanto richiamò la pittura dalla maniera alla verità, così nelle forme che ritraeva sempre dal naturale, come nel colorito che dato quasi bando a' cinabri e agli azzurri compose di poche, ma vere tinte alla giorgionesca. Quindi Annibale [Carracci] diceva, in sua lode, che costui macinava carne; e il Guercino e Guido assai l'ammirarono, e profittarono de' suoi esempi. ([[Luigi Lanzi]]) *Per l'orrore ch'egli sentiva dell'ideale sciocco, il Caravaggio non correggeva nessuno dei difetti dei modelli ch'egli fermava nella strada per farli posare. Ho veduto a Berlino alcuni suoi quadri che furono rifiutati dalle persone che li avevano ordinati perché troppo brutti. Il regno del brutto non era ancora arrivato. ([[Stendhal]]) * Non è l'assenza di ogni difetto, ma la presenza d'eminenti qualità, che costituisce un temperamento e perfino un genio. Certi uomini, capaci di una foga indomabile, non possono rassegnarsi all'impeccabile saggezza della mediocrità. Tra questi, Caravaggio... ([[Victor Schoelcher]]) *...Senza maestri, senza precetti, tanto egli fece ed ardì; che dir non si saprebbe dove potea giungere, se fosse vissuto un secolo innanzi, o se imitando con sì gran verità la natura, dai pittor di quel secol beato preso avesse le norme per abbellirla. Ma queste norme, con tanto magistero seguite dai discepoli di Ludovico [Carracci], furono da lui dispregiate: ed ecco la posterità collocarlo a lato del Guercino e dell'Albani, non che di Annibale [Carracci], del Domenichino, di Guido [Reni]... ([[Giovanni Rosini]]) *...ha dipinto con uguale elevatezza ritratti, scene sacre e di genere, fiori e frutti. Naturalista sempre, le sue pitture hanno uno straordinario plasticismo e spesso una suggestiva grandezza che fa perdonare al loro autore ogni mancanza di distinzione nella scelta delle forme, l'esagerazione dei gesti e le tinte scure senza trasparenza. ([[Frédéric Villot]]) *Il naturalismo moderno strido sensu comincia nel modo più crudo con Michelangelo Amerighi da Caravaggio ... Il suo pensiero è di mostrare allo spettatore che i fatti sacri del principio dei tempi si erano svolti propriamente allo stesso modo che nei vicoli delle città del sud verso la fine del XVI secolo. Egli non tiene in onore che la passione, per la cui interpretazione veramente vulcanica egli possedette un grande talento. E questa passione, espressa in caratteri energici, schiettamente popolari e qualche volta altamente impressionanti, rappresenta poi il tono fondamentale della sua scuola. ([[Jacob Burckhardt]]) *Il Caravaggio fu in Italia uno dei più illustri propagatori del sistema che prevalse poi nella scuola olandese, sistema che consiste nel trasformare in bellezza d'arte, ciò che è schifoso nella natura. L'elevatezza del pensiero non è il suo fine; sì invece l'imitazione d'ogni naturale qual ch'esso sia. ([[Pietro Selvatico]]) *...un pittore non molto simpatico, ma di molto ingegno... ([[Giovanni Morelli (storico dell'arte)]]) *Il pittore che diede inizio al movimento doveva quasi per necessità naturale essere un uomo incolto, privo d'interessi per un passato culturale che non conosceva. Ma, ciononostante, un genio che seppe portare con sé anche la cultura attraverso i modi con cui attuò le proprie personalissime intenzioni. Questi sono appunto i tratti dell'iniziatore: Michelangelo da Caravaggio. Un uomo incolto ma un genio. ([[Alois Riegl]]) *Quello veramente da tener di mira è la sua nuova concezione stilistica. La nota che la caratterizza è una ricerca così tenace di concisione, da ricordare la sobrietà dei grandi periodi arcaici. A tal fine il Caravaggio si serve principalmente di due mezzi: della luce e della composizione. Egli, come è noto, immerge le sue scene nell'oscurità, investendole di un getto violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto affiorino dalle tenebre nella luce. Questa, creduta fino ad oggi, e forse dagli stessi suoi seguaci, una trovata realistica fu, caso mai, una concessione alla fantasia – come pare la interpretasse lo stesso Rembrandt –, ma soprattutto una ricerca di unità e di stile: un mezzo a mettere in valore certe parti e linee essenziali delle cose, facendole affiorare nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie, inutili o dannose ad una concisa rappresentazione. L'altro mezzo che il Caravaggio impiega per raggiungere l'unità stilistica riguarda, dunque, la composizione del quadro. Per il primo Michelangiolo aveva decisamente spezzato la secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani paralleli "al quadro", e aveva mostrato quante maggiori risorse di movimento e di energia offrisse l'impostatura, diciamo, in tralice di certe sue figure; risorsa che il Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui troppo a singole figure isolate. Era riserbato al Caravaggio di coronare la geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso sistema costruttivo a tutta quanta la compagine della composizione, in modo da ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo risultato di senso plastico e dinamico. ([[Matteo Marangoni]]) *...cancella il valore disegnativo dato alla forma dai fiorentini, rifugge dai partiti decorativi, semplifica la visione degli oggetti per mezzo di un taglio, nitido, notturno, tra luce e ombra; approfondisce e semplifica la composizione. Dalle opere giovanili, composte ad armonia di chiari colori, sotto luci bionde e velari leggieri di ombre trasparenti, alle ultime, cupe e notturne, schiarate da luci crude e costrette, l'arte del Caravaggio sempre più afferma i suoi principi fondamentali plastico-luminosi, che fanno di lui il precursore dei massimi geni del Seicento europeo: da Franz Hals e Rembrandt, al primitivo Velàzquez. ([[Adolfo Venturi (storico dell'arte)]]) *Dalle esperienze luministiche dei suoi precursori, fra cui erano anche quel Lotto che il Lomazzo [...] chiama "maestro del dare il lume" e quel Savoldo in cui il Pino esalta "le ingegnose descrittioni dell'oscurità", il Caravaggio scopre "la forma delle ombre": uno stile dove il lume, non più asservito, finalmente, alla definizione plastica dei corpi su cui incide, è anzi arbitro coll'ombra seguace della loro esistenza stessa. Il principio era per la prima volta immateriale; non di corpo ma di sostanza; esterno ed ambiente all'uomo, non schiavo dell'uomo [...] Che cosa importasse questo nuovo stile nei confronti col Rinascimento ch'era invece partito dall'uomo, e vi aveva sopra edificato una superba mole antropocentrica, cui anche la luce era anodina servente, è facile intendere. All'artificio, al simbolo drammatico dello stile attendeva ora il lume medesimo, non l'idea che l'uomo poteva aver formato di se stesso. Ma quando in un battito del lume una cosa assommasse, e poiché non era più luogo a preordinarla nella forma, nel disegno, nel costume, e neppure nella rarità del colore, essa non poteva sortire che terribilmente naturale. Il dirompersi delle tenebre rilevava l'accaduto e nient'altro che l'accaduto; donde la sua inesorabile naturalezza e la sua inevitabile varietà, la sua incapacità di "scelta". Uomini, oggetti, paesi, ogni cosa sullo stesso piano di costume, non in una scala gerarchica di degnità... ([[Roberto Longhi]]) *La sua ostinata deferenza al vero poté anzi confermarlo nella ingenua credenza che fosse "l'occhio della camera" a guardar lui e a suggerirgli tutto. Molte volte dovette incantarsi di fronte a quella "magia naturale"; e ciò che più lo sorprese fu di accorgersi che allo specchio non è punto necessaria la figura umana, se, uscita questa dal suo campo, esso seguita a specchiare il pavimento inclinato, l'ombra sul muro, il nastro caduto a terra. Che altro potesse conseguire a questa risoluzione di procedere dipingendo per specchiatura diretta della realtà, non è troppo difficile intendere. Ne conseguiva la tabula rasa del costume pittorico del tempo che, preparandosi gli argomenti in carta e matita per via di erudizione storica e di astrazione stilizzante, aveva elaborato una complessa classificazione del rappresentabile, dove, per meglio servire alla società di allora, non poteva che preferirsi l'aspetto della classe dominante. Ma il Caravaggio pensa invece alla vita comune, ai sentimenti semplici, all'aspetto feriale delle cose che valgono, nello specchio, come gli uomini. [...] Anche il Caravaggio avvertiva il pericolo di ricadere nell'apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello o Michelangelo, o magari nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava confusamente balenando era ormai non tanto il rilievo dei corpi quanto la forma delle tenebre che li interrompono. Lì era il dramma della realtà più portante ch'egli intravedeva dopo le calme specchiature dell'adolescenza. E la storia della religione, di cui ora si impadroniva, gli tornava come un seguito di drammi brevi e risolutivi la cui punta non può indugiarsi nella durata sentimentale delle trasparenze, anzi inevitabilmente s'investe del lampo abrupto della luce rivelante, fra gli strappi inconoscibili dell'ombra. Uomini e santi si sarebbero impigliati in quel tragico scherzo. Giacché, per restar fedeli alla natura del mondo, occorreva far sì che il calcolo dell'ombra apparisse come casuale, e non causato dai corpi; ove volesse esimersi dal riattribuire all'uomo la sua funzione umanistica dirimente, di eterno protagonista e signore del creato. Perciò il Caravaggio seguitò, e fu fatica di anni, ad osservare la natura della luce e dell'ombra incidentali. [...] Chi non sa che il Tintoretto studiava al lume di lucerna, non già il vero, ma i modellini della Cappella Medicea? E che i modellini del Greco erano cere dove si stiravano in una poetica follia le ultime spire laocoontiche del disegno 'serpentinato'? Ma ora è la realtà stessa a venir sopraggiunta dal lume per 'incidenza': il caso, l'incidente luminoso, diventano causa efficiente della nuova pittura (o poesia). Non v'è Vocazione di Matteo senza che il raggio, assieme col Cristo, entri dalla porta socchiusa e ferisca quel turpe spettacolo dei giocatori d'azzardo. In effetto Caravaggio stagliò questa sua "descrizione di luce", questo poetico "fotogramma", quando l'attimo di cronaca gli parve emergere, non dico con un rilievo, ma con uno spicco, con un'evidenza così memorabile, invariabile, monumentale, come dopo Masaccio non s'era più visto. ([[Roberto Longhi]]) *Nessuna forma tipica del barocchismo si ritrova in Caravaggio. Egli ha uno svolgimento in profondità e in chiarezza che lo riporta piuttosto presso agli artisti del Quattrocento che ai contemporanei. C'è in lui una profondità epica, una umanità, una volontà apostolica, lontanissime dall'atteggiamento barocco: la sua formazione raccolta, approfondita tutta in un senso, costituisce la sua solitudine storica nel barocchismo ed oltre. ([[Carlo Ludovico Ragghianti]]) *Quando guardiamo la Vocazione di san Matteo ci accorgiamo che qualcosa di nuovo è avvenuto, qualcosa che ha mutato l'arte di Michelangelo da Caravaggio. Un nuovo modo di subordinare ogni immagine all'effetto generale di luce e ombra appare evidente, e poiché questo modo è essenziale a tutte le opere posteriori, si può dedurne che il periodo delle ricerche è finito e che lo stile dell'artista è perfettamente realizzato. Ci sono stati in tutti i tempi dei pittori realisti, che sono stati grandi artisti. Non perché abbiano riprodotto la realtà empirica in modo illusorio, ma perché l'hanno interpretata, e cioè veduta e sentita, a seconda della loro fantasia. E la loro differenza dai pittori della 'idea' è che questi evadono fantasticamente dalla realtà, mentre i 'naturalisti' interpretano la realtà e ne danno ciò che a loro sembra l'essenza. Giotto e Masaccio sono realisti come il Caravaggio, con questa differenza, ch'essi sono realisti senza un preciso programma, e il Caravaggio dovette farsi un programma per liberare polemicamente la propria fantasia da un groviglio di regole e di pregiudizi che il manierismo voleva imporgli. ([[Lionello Venturi]]) *Complessa è la natura di questo "stil nuovo", di questa forma unica e non riducibile ad altra, che Caravaggio inventa. Essa è insita nell'armonia dei suoi colori e nella particolare natura del suo dipingere: armonia rara e sottile, composta da una specifica scelta di toni e da una particolare maniera d'impiegarli; pittura raffinata la cui materia possiede la purità cristallina che ritroveremo più tardi, analoga se non simile, in Vermeer; con la novità e qualità della sua tavolozza egli colpì i contemporanei a tal punto che perfino i nemici ne riconobbero i meriti: in lui la tecnica stessa è poesia. L'originalità del suo genio sta nel saper porre i personaggi in uno spazio che non ha di per sé esistenza plastica, che non è né definito né limitato, ma soltanto il luogo delle possibilità plastiche, il nulla da cui nascono esseri e cose, l'informe da cui le forme emergono; dal contrasto che ne deriva tra figure aventi la rigorosa pienezza della statua e uno spazio confidato alle incertezze del chiaroscuro e a magici misteri pittorici, nasce più sorprendente e anche perciò più ricca di contenuti poetici la monumentalità della composizione caravaggesca. ([[René Jullian]]) *Nelle pitture di Caravaggio ci sono effetti di luce. L'interruttore non so dov'è. ([[Bruno Munari]]) *La scena di ''[[Apocalypse Now]]'', quando Brando-Kurtz emerge dalle tenebre, l’ho girata pensando a Caravaggio, rimandando il più possibile lo svelamento del volto. ([[Vittorio Storaro]]) *{{NDR|Sull'uccisione di Ranuccio Tomassoni in una lite}} Caravaggio era un figlio del suo tempo. Roma era una città di grandissima conflittualità. In quella circostanza, Caravaggio agì secondo una frequentatissima logica di comportamento e, esaminando il caso, c'è anche da propendere per la legittima difesa. Essendo il più grande dei pittori, sembra che anche quell'episodio lo sia, ma non è così. ([[Claudio Strinati]]) ==Voci correlate== *[[Seppellimento di santa Lucia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w|commons=Category:Michelangelo Merisi da Caravaggio}} [[Categoria:Pittori italiani|Michelangelo Merisi da Caravaggio]] 9tgiqfcl2xz0bfogto7ls2294u5as72 Ambrogio Levati 0 50679 1221165 1220816 2022-08-06T13:49:37Z Gaux 18878 /* Citazioni di Ambrogio Levati */ il cammello wikitext text/x-wiki {{PDA}} '''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano. ==Citazioni di Ambrogio Levati== *Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref> *Il [[cammello]], chiamato dagli Arabi il ''vascello del Deserto'', è il più bel dono che la provvidenza abbia fatto agli Africani, perché potessero traversare quelle immense arene che loro stanno vicine; ond'essi lo venerano tanto, che si lavano colla sua schiuma.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', cap. I, p. 29.</ref> ==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''== ===[[Incipit]]=== La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''. ===Citazioni=== *Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53) *[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53) *Chi imprende a [[Traduzione|tradurre]] un celebre poeta dee aver sortito dalla natura un ingegno che se non è emulo, almeno in gran parte somigli a quello del suo prototipo, onde possa approssimarsi alla bellezza ed all'efficacia dell'originale da cui vien traslatando. (cap. I, p. 121) *[[Callimaco]] co' suoi Inni e colla ''Chioma di Berenice'', che ci venne conservata nella latina versione di Catullo, occupò i prestantissimi ingegni di alcuni italiani poeti. Ma quegli che riportò la palma nel tradurre Callimaco è il cav. [[Dionigi Strocchi]] faentino, che ci diede una bella ed elegante traduzione in terza rima di questo greco Poeta<ref>''Inni di Callimaco di D. Stracchi''. Milano, 1805; ristampati in Bologna ed in Firenze, 1816. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. (cap. I, p. 130) *Il cav. [[Vincenzo Monti|Monti]] ha pur esso voluto tradurre un latino poeta, e per esercitare il suo ingegno ha scelto il più oscuro, qual è [[Aulo Persio Flacco|Persio]]. Ma per quanti sforzi egli abbia fatto per rischiararlo, noi siam costretti ancora a {{sic|sclamare}} con San Girolamo: ''Si non vis intelligi, non debes legi''. (cap. I, p. 131) *Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147) *{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149) *Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149) *Fra que' Tragici che imitando riscossero qualche applauso, e caddero bentosto nell'{{sic|obblio}}, non facciamo menzione che di [[Luigi Scevola]] autore del ''Socrate'', della ''Saffo'', dell<nowiki>'</nowiki>''Erode'', dell'''Aristodemo''. La prima di queste tragedie fu assai applaudita in Bologna, ma non poté procacciarsi grande approvazione dagli uomini colti che la lessero fra il silenzio delle pareti domestiche. (cap. II, p. 153) *Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188) *Il nome del [[Giuseppe Grassi (lessicografo)|Grassi]] divenne ancor più celebre pel vocabolario militare, con cui egli scosse la inerzia del popolo italiano, che avendo una lingua nata e cresciuta fra lo strepito delle battaglie si giovava delle voci e dei modi usati nella milizia dagli altri popoli. (cap. III, p. 207) *{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222) *[[Giovanni Battista Belzoni|G. B. Belzoni]], [...], fece vela nel 1815 per l'Egitto, e vi tentò un'impresa creduta fin allora impossibile, ma che da esso lui fu condotta a termine felicemente; il trasporto cioè del busto colossale detto comunemente del giovane Memnone dalle rovine di Tebe fino al porto di Alessandria. Questo colosso imbarcato sul Nilo, e poscia sul Mediterraneo, passò lo stretto di Gibilterra, solcò l'Atlantico, e deposto nell'Inghilterra attesta ora ed attesterà in tutti i secoli l'antica grandezza e munificenza dei re di Tebe. (cap. V, pp. 308-309) *Se non mancarono Italiani che percorsero e descrissero varii paesi dell'{{sic|Affrica}}, dell'Asia e dell'America, a più buon {{sic|dritto}} ci dobbiamo aspettare che essi abbiano visitata la Europa. Ma a questo proposito dobbiamo ripetere con Tacito, che è ''maior ex longinquo reverentia'' e che i nostri concittadini sembrano più accurati e più vogliosi di descrivere le lontane regioni anziché le vicine. (cap. V, p. 314) *Chi illustra le opere degli antichi e più celebrati geografi non fa opera meno utile di chi vantaggia la Geografia imprendendo nuovi viaggi. Dovremo pertanto un'eterna gratitudine al p. Ab. D. [[Giacinto Placido Zurla|Placido Zurla]], che ora onora tanto la sacra porpora, perché abbia illustrata la Mappa od il Mappamondo sì celebre di frate Mauro<ref>{{cfr}} [[w:Mappamondo di Fra Mauro|Mappamondo di Fra Mauro]], planisfero databile attorno al 1450 e attribuito al monaco veneto Fra Mauro.</ref>, che egli aveva sempre sott'occhio nell'Isola di San-Michele<ref>Monastero di San Michele nell'omonima isola della laguna di Venezia.</ref>, e che da esso abbia preso motivo di scrivere intorno ai più cospicui viaggiatori Veneziani. Egli squarciò quel velo che copriva molte circostanze dei viaggi di Marco Polo e di Alvise da Ca da Mosto, e dischiuse il varco al cav. Baldelli di aggiunger luce al ''Milione'' del Polo. (cap. V, p. 317) *Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319) *[...] [[Pietro Giordani]], prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, {{sic|sieno}} esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. (cap. VI, p. 320-321) *Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323) ==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''== Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813. *Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831. ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Carlo Ambrogio Levati|w_site=es|s=Autore:Ambrogio Levati}} {{DEFAULTSORT:Levati, Ambrogio}} [[Categoria:Insegnanti italiani]] [[Categoria:Religiosi italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] 2gwqqfrqp9t68kzme3tkezcert0v6nz 1221166 1221165 2022-08-06T13:52:37Z Gaux 18878 /* Citazioni di Ambrogio Levati */ riferimenti bibliografici wikitext text/x-wiki {{PDA}} '''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano. ==Citazioni di Ambrogio Levati== *Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref> *Il [[cammello]], chiamato dagli Arabi il ''vascello del Deserto'', è il più bel dono che la provvidenza abbia fatto agli Africani, perché potessero traversare quelle immense arene che loro stanno vicine; ond'essi lo venerano tanto, che si lavano colla sua schiuma.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, [https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n34/mode/1up cap. I, p. 29].</ref> ==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''== ===[[Incipit]]=== La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''. ===Citazioni=== *Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53) *[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53) *Chi imprende a [[Traduzione|tradurre]] un celebre poeta dee aver sortito dalla natura un ingegno che se non è emulo, almeno in gran parte somigli a quello del suo prototipo, onde possa approssimarsi alla bellezza ed all'efficacia dell'originale da cui vien traslatando. (cap. I, p. 121) *[[Callimaco]] co' suoi Inni e colla ''Chioma di Berenice'', che ci venne conservata nella latina versione di Catullo, occupò i prestantissimi ingegni di alcuni italiani poeti. Ma quegli che riportò la palma nel tradurre Callimaco è il cav. [[Dionigi Strocchi]] faentino, che ci diede una bella ed elegante traduzione in terza rima di questo greco Poeta<ref>''Inni di Callimaco di D. Stracchi''. Milano, 1805; ristampati in Bologna ed in Firenze, 1816. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. (cap. I, p. 130) *Il cav. [[Vincenzo Monti|Monti]] ha pur esso voluto tradurre un latino poeta, e per esercitare il suo ingegno ha scelto il più oscuro, qual è [[Aulo Persio Flacco|Persio]]. Ma per quanti sforzi egli abbia fatto per rischiararlo, noi siam costretti ancora a {{sic|sclamare}} con San Girolamo: ''Si non vis intelligi, non debes legi''. (cap. I, p. 131) *Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147) *{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149) *Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149) *Fra que' Tragici che imitando riscossero qualche applauso, e caddero bentosto nell'{{sic|obblio}}, non facciamo menzione che di [[Luigi Scevola]] autore del ''Socrate'', della ''Saffo'', dell<nowiki>'</nowiki>''Erode'', dell'''Aristodemo''. La prima di queste tragedie fu assai applaudita in Bologna, ma non poté procacciarsi grande approvazione dagli uomini colti che la lessero fra il silenzio delle pareti domestiche. (cap. II, p. 153) *Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188) *Il nome del [[Giuseppe Grassi (lessicografo)|Grassi]] divenne ancor più celebre pel vocabolario militare, con cui egli scosse la inerzia del popolo italiano, che avendo una lingua nata e cresciuta fra lo strepito delle battaglie si giovava delle voci e dei modi usati nella milizia dagli altri popoli. (cap. III, p. 207) *{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222) *[[Giovanni Battista Belzoni|G. B. Belzoni]], [...], fece vela nel 1815 per l'Egitto, e vi tentò un'impresa creduta fin allora impossibile, ma che da esso lui fu condotta a termine felicemente; il trasporto cioè del busto colossale detto comunemente del giovane Memnone dalle rovine di Tebe fino al porto di Alessandria. Questo colosso imbarcato sul Nilo, e poscia sul Mediterraneo, passò lo stretto di Gibilterra, solcò l'Atlantico, e deposto nell'Inghilterra attesta ora ed attesterà in tutti i secoli l'antica grandezza e munificenza dei re di Tebe. (cap. V, pp. 308-309) *Se non mancarono Italiani che percorsero e descrissero varii paesi dell'{{sic|Affrica}}, dell'Asia e dell'America, a più buon {{sic|dritto}} ci dobbiamo aspettare che essi abbiano visitata la Europa. Ma a questo proposito dobbiamo ripetere con Tacito, che è ''maior ex longinquo reverentia'' e che i nostri concittadini sembrano più accurati e più vogliosi di descrivere le lontane regioni anziché le vicine. (cap. V, p. 314) *Chi illustra le opere degli antichi e più celebrati geografi non fa opera meno utile di chi vantaggia la Geografia imprendendo nuovi viaggi. Dovremo pertanto un'eterna gratitudine al p. Ab. D. [[Giacinto Placido Zurla|Placido Zurla]], che ora onora tanto la sacra porpora, perché abbia illustrata la Mappa od il Mappamondo sì celebre di frate Mauro<ref>{{cfr}} [[w:Mappamondo di Fra Mauro|Mappamondo di Fra Mauro]], planisfero databile attorno al 1450 e attribuito al monaco veneto Fra Mauro.</ref>, che egli aveva sempre sott'occhio nell'Isola di San-Michele<ref>Monastero di San Michele nell'omonima isola della laguna di Venezia.</ref>, e che da esso abbia preso motivo di scrivere intorno ai più cospicui viaggiatori Veneziani. Egli squarciò quel velo che copriva molte circostanze dei viaggi di Marco Polo e di Alvise da Ca da Mosto, e dischiuse il varco al cav. Baldelli di aggiunger luce al ''Milione'' del Polo. (cap. V, p. 317) *Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319) *[...] [[Pietro Giordani]], prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, {{sic|sieno}} esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. (cap. VI, p. 320-321) *Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323) ==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''== Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813. *Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831. ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Carlo Ambrogio Levati|w_site=es|s=Autore:Ambrogio Levati}} {{DEFAULTSORT:Levati, Ambrogio}} [[Categoria:Insegnanti italiani]] [[Categoria:Religiosi italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] bzyenkz4q3iln5eimm8rlmgaba3fd2q 1221170 1221166 2022-08-06T14:13:20Z Gaux 18878 /* Citazioni di Ambrogio Levati */ Muley Ismaele (Mulay Isma'il) wikitext text/x-wiki {{PDA}} '''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano. ==Citazioni di Ambrogio Levati== *Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref> *Il [[cammello]], chiamato dagli Arabi il ''vascello del Deserto'', è il più bel dono che la provvidenza abbia fatto agli Africani, perché potessero traversare quelle immense arene che loro stanno vicine; ond'essi lo venerano tanto, che si lavano colla sua schiuma.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, [https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n34/mode/1up cap. I, p. 29].</ref> *[[Mulay Isma'il|Muley Ismaele]] salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, [https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n76/mode/1up cap. II, p. 71].</ref> ==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''== ===[[Incipit]]=== La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''. ===Citazioni=== *Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53) *[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53) *Chi imprende a [[Traduzione|tradurre]] un celebre poeta dee aver sortito dalla natura un ingegno che se non è emulo, almeno in gran parte somigli a quello del suo prototipo, onde possa approssimarsi alla bellezza ed all'efficacia dell'originale da cui vien traslatando. (cap. I, p. 121) *[[Callimaco]] co' suoi Inni e colla ''Chioma di Berenice'', che ci venne conservata nella latina versione di Catullo, occupò i prestantissimi ingegni di alcuni italiani poeti. Ma quegli che riportò la palma nel tradurre Callimaco è il cav. [[Dionigi Strocchi]] faentino, che ci diede una bella ed elegante traduzione in terza rima di questo greco Poeta<ref>''Inni di Callimaco di D. Stracchi''. Milano, 1805; ristampati in Bologna ed in Firenze, 1816. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. (cap. I, p. 130) *Il cav. [[Vincenzo Monti|Monti]] ha pur esso voluto tradurre un latino poeta, e per esercitare il suo ingegno ha scelto il più oscuro, qual è [[Aulo Persio Flacco|Persio]]. Ma per quanti sforzi egli abbia fatto per rischiararlo, noi siam costretti ancora a {{sic|sclamare}} con San Girolamo: ''Si non vis intelligi, non debes legi''. (cap. I, p. 131) *Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147) *{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149) *Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149) *Fra que' Tragici che imitando riscossero qualche applauso, e caddero bentosto nell'{{sic|obblio}}, non facciamo menzione che di [[Luigi Scevola]] autore del ''Socrate'', della ''Saffo'', dell<nowiki>'</nowiki>''Erode'', dell'''Aristodemo''. La prima di queste tragedie fu assai applaudita in Bologna, ma non poté procacciarsi grande approvazione dagli uomini colti che la lessero fra il silenzio delle pareti domestiche. (cap. II, p. 153) *Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188) *Il nome del [[Giuseppe Grassi (lessicografo)|Grassi]] divenne ancor più celebre pel vocabolario militare, con cui egli scosse la inerzia del popolo italiano, che avendo una lingua nata e cresciuta fra lo strepito delle battaglie si giovava delle voci e dei modi usati nella milizia dagli altri popoli. (cap. III, p. 207) *{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222) *[[Giovanni Battista Belzoni|G. B. Belzoni]], [...], fece vela nel 1815 per l'Egitto, e vi tentò un'impresa creduta fin allora impossibile, ma che da esso lui fu condotta a termine felicemente; il trasporto cioè del busto colossale detto comunemente del giovane Memnone dalle rovine di Tebe fino al porto di Alessandria. Questo colosso imbarcato sul Nilo, e poscia sul Mediterraneo, passò lo stretto di Gibilterra, solcò l'Atlantico, e deposto nell'Inghilterra attesta ora ed attesterà in tutti i secoli l'antica grandezza e munificenza dei re di Tebe. (cap. V, pp. 308-309) *Se non mancarono Italiani che percorsero e descrissero varii paesi dell'{{sic|Affrica}}, dell'Asia e dell'America, a più buon {{sic|dritto}} ci dobbiamo aspettare che essi abbiano visitata la Europa. Ma a questo proposito dobbiamo ripetere con Tacito, che è ''maior ex longinquo reverentia'' e che i nostri concittadini sembrano più accurati e più vogliosi di descrivere le lontane regioni anziché le vicine. (cap. V, p. 314) *Chi illustra le opere degli antichi e più celebrati geografi non fa opera meno utile di chi vantaggia la Geografia imprendendo nuovi viaggi. Dovremo pertanto un'eterna gratitudine al p. Ab. D. [[Giacinto Placido Zurla|Placido Zurla]], che ora onora tanto la sacra porpora, perché abbia illustrata la Mappa od il Mappamondo sì celebre di frate Mauro<ref>{{cfr}} [[w:Mappamondo di Fra Mauro|Mappamondo di Fra Mauro]], planisfero databile attorno al 1450 e attribuito al monaco veneto Fra Mauro.</ref>, che egli aveva sempre sott'occhio nell'Isola di San-Michele<ref>Monastero di San Michele nell'omonima isola della laguna di Venezia.</ref>, e che da esso abbia preso motivo di scrivere intorno ai più cospicui viaggiatori Veneziani. Egli squarciò quel velo che copriva molte circostanze dei viaggi di Marco Polo e di Alvise da Ca da Mosto, e dischiuse il varco al cav. Baldelli di aggiunger luce al ''Milione'' del Polo. (cap. V, p. 317) *Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319) *[...] [[Pietro Giordani]], prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, {{sic|sieno}} esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. (cap. VI, p. 320-321) *Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323) ==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''== Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813. *Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831. ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Carlo Ambrogio Levati|w_site=es|s=Autore:Ambrogio Levati}} {{DEFAULTSORT:Levati, Ambrogio}} [[Categoria:Insegnanti italiani]] [[Categoria:Religiosi italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] kptyiu6wmb03wxw80gogja6jc4q5rd0 1221176 1221170 2022-08-06T14:31:28Z Gaux 18878 /* Citazioni di Ambrogio Levati */ altra su Muley wikitext text/x-wiki {{PDA}} '''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano. ==Citazioni di Ambrogio Levati== *Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref> *Il [[cammello]], chiamato dagli Arabi il ''vascello del Deserto'', è il più bel dono che la provvidenza abbia fatto agli Africani, perché potessero traversare quelle immense arene che loro stanno vicine; ond'essi lo venerano tanto, che si lavano colla sua schiuma.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, [https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n34/mode/1up cap. I, p. 29].</ref> *[[Mulay Isma'il|Muley Ismaele]] salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, [https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n76/mode/1up cap. II, p. 71].</ref> *Muley troncava le teste come avrebbe abbattuti i papaveri; e si divertiva nel mostrar la sua forza ed agilità recidendo un capo nell'atto di montare a cavallo. Si narra che uccidesse di propria mano quarantamila sudditi ribelli. Egli era lo spavento anche delle numerose sue mogli e de' suoi figliuoli.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, cap. II, pp. 71-72.</ref> ==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''== ===[[Incipit]]=== La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''. ===Citazioni=== *Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53) *[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53) *Chi imprende a [[Traduzione|tradurre]] un celebre poeta dee aver sortito dalla natura un ingegno che se non è emulo, almeno in gran parte somigli a quello del suo prototipo, onde possa approssimarsi alla bellezza ed all'efficacia dell'originale da cui vien traslatando. (cap. I, p. 121) *[[Callimaco]] co' suoi Inni e colla ''Chioma di Berenice'', che ci venne conservata nella latina versione di Catullo, occupò i prestantissimi ingegni di alcuni italiani poeti. Ma quegli che riportò la palma nel tradurre Callimaco è il cav. [[Dionigi Strocchi]] faentino, che ci diede una bella ed elegante traduzione in terza rima di questo greco Poeta<ref>''Inni di Callimaco di D. Stracchi''. Milano, 1805; ristampati in Bologna ed in Firenze, 1816. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. (cap. I, p. 130) *Il cav. [[Vincenzo Monti|Monti]] ha pur esso voluto tradurre un latino poeta, e per esercitare il suo ingegno ha scelto il più oscuro, qual è [[Aulo Persio Flacco|Persio]]. Ma per quanti sforzi egli abbia fatto per rischiararlo, noi siam costretti ancora a {{sic|sclamare}} con San Girolamo: ''Si non vis intelligi, non debes legi''. (cap. I, p. 131) *Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147) *{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149) *Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149) *Fra que' Tragici che imitando riscossero qualche applauso, e caddero bentosto nell'{{sic|obblio}}, non facciamo menzione che di [[Luigi Scevola]] autore del ''Socrate'', della ''Saffo'', dell<nowiki>'</nowiki>''Erode'', dell'''Aristodemo''. La prima di queste tragedie fu assai applaudita in Bologna, ma non poté procacciarsi grande approvazione dagli uomini colti che la lessero fra il silenzio delle pareti domestiche. (cap. II, p. 153) *Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188) *Il nome del [[Giuseppe Grassi (lessicografo)|Grassi]] divenne ancor più celebre pel vocabolario militare, con cui egli scosse la inerzia del popolo italiano, che avendo una lingua nata e cresciuta fra lo strepito delle battaglie si giovava delle voci e dei modi usati nella milizia dagli altri popoli. (cap. III, p. 207) *{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222) *[[Giovanni Battista Belzoni|G. B. Belzoni]], [...], fece vela nel 1815 per l'Egitto, e vi tentò un'impresa creduta fin allora impossibile, ma che da esso lui fu condotta a termine felicemente; il trasporto cioè del busto colossale detto comunemente del giovane Memnone dalle rovine di Tebe fino al porto di Alessandria. Questo colosso imbarcato sul Nilo, e poscia sul Mediterraneo, passò lo stretto di Gibilterra, solcò l'Atlantico, e deposto nell'Inghilterra attesta ora ed attesterà in tutti i secoli l'antica grandezza e munificenza dei re di Tebe. (cap. V, pp. 308-309) *Se non mancarono Italiani che percorsero e descrissero varii paesi dell'{{sic|Affrica}}, dell'Asia e dell'America, a più buon {{sic|dritto}} ci dobbiamo aspettare che essi abbiano visitata la Europa. Ma a questo proposito dobbiamo ripetere con Tacito, che è ''maior ex longinquo reverentia'' e che i nostri concittadini sembrano più accurati e più vogliosi di descrivere le lontane regioni anziché le vicine. (cap. V, p. 314) *Chi illustra le opere degli antichi e più celebrati geografi non fa opera meno utile di chi vantaggia la Geografia imprendendo nuovi viaggi. Dovremo pertanto un'eterna gratitudine al p. Ab. D. [[Giacinto Placido Zurla|Placido Zurla]], che ora onora tanto la sacra porpora, perché abbia illustrata la Mappa od il Mappamondo sì celebre di frate Mauro<ref>{{cfr}} [[w:Mappamondo di Fra Mauro|Mappamondo di Fra Mauro]], planisfero databile attorno al 1450 e attribuito al monaco veneto Fra Mauro.</ref>, che egli aveva sempre sott'occhio nell'Isola di San-Michele<ref>Monastero di San Michele nell'omonima isola della laguna di Venezia.</ref>, e che da esso abbia preso motivo di scrivere intorno ai più cospicui viaggiatori Veneziani. Egli squarciò quel velo che copriva molte circostanze dei viaggi di Marco Polo e di Alvise da Ca da Mosto, e dischiuse il varco al cav. Baldelli di aggiunger luce al ''Milione'' del Polo. (cap. V, p. 317) *Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319) *[...] [[Pietro Giordani]], prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, {{sic|sieno}} esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. (cap. VI, p. 320-321) *Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323) ==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''== Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813. *Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831. ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Carlo Ambrogio Levati|w_site=es|s=Autore:Ambrogio Levati}} {{DEFAULTSORT:Levati, Ambrogio}} [[Categoria:Insegnanti italiani]] [[Categoria:Religiosi italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] szc3favng96kkdvf8oapx61lzyk619v 1221177 1221176 2022-08-06T14:33:54Z Gaux 18878 raggruppo wikitext text/x-wiki {{PDA}} '''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano. ==Citazioni di Ambrogio Levati== *Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref> ==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''== ===[[Incipit]]=== La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''. ===Citazioni=== *Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53) *[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53) *Chi imprende a [[Traduzione|tradurre]] un celebre poeta dee aver sortito dalla natura un ingegno che se non è emulo, almeno in gran parte somigli a quello del suo prototipo, onde possa approssimarsi alla bellezza ed all'efficacia dell'originale da cui vien traslatando. (cap. I, p. 121) *[[Callimaco]] co' suoi Inni e colla ''Chioma di Berenice'', che ci venne conservata nella latina versione di Catullo, occupò i prestantissimi ingegni di alcuni italiani poeti. Ma quegli che riportò la palma nel tradurre Callimaco è il cav. [[Dionigi Strocchi]] faentino, che ci diede una bella ed elegante traduzione in terza rima di questo greco Poeta<ref>''Inni di Callimaco di D. Stracchi''. Milano, 1805; ristampati in Bologna ed in Firenze, 1816. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. (cap. I, p. 130) *Il cav. [[Vincenzo Monti|Monti]] ha pur esso voluto tradurre un latino poeta, e per esercitare il suo ingegno ha scelto il più oscuro, qual è [[Aulo Persio Flacco|Persio]]. Ma per quanti sforzi egli abbia fatto per rischiararlo, noi siam costretti ancora a {{sic|sclamare}} con San Girolamo: ''Si non vis intelligi, non debes legi''. (cap. I, p. 131) *Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147) *{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149) *Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149) *Fra que' Tragici che imitando riscossero qualche applauso, e caddero bentosto nell'{{sic|obblio}}, non facciamo menzione che di [[Luigi Scevola]] autore del ''Socrate'', della ''Saffo'', dell<nowiki>'</nowiki>''Erode'', dell'''Aristodemo''. La prima di queste tragedie fu assai applaudita in Bologna, ma non poté procacciarsi grande approvazione dagli uomini colti che la lessero fra il silenzio delle pareti domestiche. (cap. II, p. 153) *Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188) *Il nome del [[Giuseppe Grassi (lessicografo)|Grassi]] divenne ancor più celebre pel vocabolario militare, con cui egli scosse la inerzia del popolo italiano, che avendo una lingua nata e cresciuta fra lo strepito delle battaglie si giovava delle voci e dei modi usati nella milizia dagli altri popoli. (cap. III, p. 207) *{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222) *[[Giovanni Battista Belzoni|G. B. Belzoni]], [...], fece vela nel 1815 per l'Egitto, e vi tentò un'impresa creduta fin allora impossibile, ma che da esso lui fu condotta a termine felicemente; il trasporto cioè del busto colossale detto comunemente del giovane Memnone dalle rovine di Tebe fino al porto di Alessandria. Questo colosso imbarcato sul Nilo, e poscia sul Mediterraneo, passò lo stretto di Gibilterra, solcò l'Atlantico, e deposto nell'Inghilterra attesta ora ed attesterà in tutti i secoli l'antica grandezza e munificenza dei re di Tebe. (cap. V, pp. 308-309) *Se non mancarono Italiani che percorsero e descrissero varii paesi dell'{{sic|Affrica}}, dell'Asia e dell'America, a più buon {{sic|dritto}} ci dobbiamo aspettare che essi abbiano visitata la Europa. Ma a questo proposito dobbiamo ripetere con Tacito, che è ''maior ex longinquo reverentia'' e che i nostri concittadini sembrano più accurati e più vogliosi di descrivere le lontane regioni anziché le vicine. (cap. V, p. 314) *Chi illustra le opere degli antichi e più celebrati geografi non fa opera meno utile di chi vantaggia la Geografia imprendendo nuovi viaggi. Dovremo pertanto un'eterna gratitudine al p. Ab. D. [[Giacinto Placido Zurla|Placido Zurla]], che ora onora tanto la sacra porpora, perché abbia illustrata la Mappa od il Mappamondo sì celebre di frate Mauro<ref>{{cfr}} [[w:Mappamondo di Fra Mauro|Mappamondo di Fra Mauro]], planisfero databile attorno al 1450 e attribuito al monaco veneto Fra Mauro.</ref>, che egli aveva sempre sott'occhio nell'Isola di San-Michele<ref>Monastero di San Michele nell'omonima isola della laguna di Venezia.</ref>, e che da esso abbia preso motivo di scrivere intorno ai più cospicui viaggiatori Veneziani. Egli squarciò quel velo che copriva molte circostanze dei viaggi di Marco Polo e di Alvise da Ca da Mosto, e dischiuse il varco al cav. Baldelli di aggiunger luce al ''Milione'' del Polo. (cap. V, p. 317) *Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319) *[...] [[Pietro Giordani]], prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, {{sic|sieno}} esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. (cap. VI, p. 320-321) *Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323) ==''Storia della Barbaria''== *Il [[cammello]], chiamato dagli Arabi il ''vascello del Deserto'', è il più bel dono che la provvidenza abbia fatto agli Africani, perché potessero traversare quelle immense arene che loro stanno vicine; ond'essi lo venerano tanto, che si lavano colla sua schiuma.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, [https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n34/mode/1up cap. I, p. 29].</ref> *[[Mulay Isma'il|Muley Ismaele]] salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, [https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n76/mode/1up cap. II, p. 71].</ref> *Muley troncava le teste come avrebbe abbattuti i papaveri; e si divertiva nel mostrar la sua forza ed agilità recidendo un capo nell'atto di montare a cavallo. Si narra che uccidesse di propria mano quarantamila sudditi ribelli. Egli era lo spavento anche delle numerose sue mogli e de' suoi figliuoli.<ref>Da ''Storia della Barbaria'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826, cap. II, pp. 71-72.</ref> ==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''== Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813. *Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831. ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Carlo Ambrogio Levati|w_site=es|s=Autore:Ambrogio Levati}} {{DEFAULTSORT:Levati, Ambrogio}} [[Categoria:Insegnanti italiani]] [[Categoria:Religiosi italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] gfilgsrk6u14dxf45ubkrp4qewuopif 1221178 1221177 2022-08-06T14:38:26Z Gaux 18878 sistemo nuova sezione wikitext text/x-wiki {{PDA}} '''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano. ==Citazioni di Ambrogio Levati== *Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref> ==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''== ===[[Incipit]]=== La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''. ===Citazioni=== *Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53) *[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53) *Chi imprende a [[Traduzione|tradurre]] un celebre poeta dee aver sortito dalla natura un ingegno che se non è emulo, almeno in gran parte somigli a quello del suo prototipo, onde possa approssimarsi alla bellezza ed all'efficacia dell'originale da cui vien traslatando. (cap. I, p. 121) *[[Callimaco]] co' suoi Inni e colla ''Chioma di Berenice'', che ci venne conservata nella latina versione di Catullo, occupò i prestantissimi ingegni di alcuni italiani poeti. Ma quegli che riportò la palma nel tradurre Callimaco è il cav. [[Dionigi Strocchi]] faentino, che ci diede una bella ed elegante traduzione in terza rima di questo greco Poeta<ref>''Inni di Callimaco di D. Stracchi''. Milano, 1805; ristampati in Bologna ed in Firenze, 1816. {{NDR|N.d.A.}}</ref>. (cap. I, p. 130) *Il cav. [[Vincenzo Monti|Monti]] ha pur esso voluto tradurre un latino poeta, e per esercitare il suo ingegno ha scelto il più oscuro, qual è [[Aulo Persio Flacco|Persio]]. Ma per quanti sforzi egli abbia fatto per rischiararlo, noi siam costretti ancora a {{sic|sclamare}} con San Girolamo: ''Si non vis intelligi, non debes legi''. (cap. I, p. 131) *Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147) *{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149) *Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149) *Fra que' Tragici che imitando riscossero qualche applauso, e caddero bentosto nell'{{sic|obblio}}, non facciamo menzione che di [[Luigi Scevola]] autore del ''Socrate'', della ''Saffo'', dell<nowiki>'</nowiki>''Erode'', dell'''Aristodemo''. La prima di queste tragedie fu assai applaudita in Bologna, ma non poté procacciarsi grande approvazione dagli uomini colti che la lessero fra il silenzio delle pareti domestiche. (cap. II, p. 153) *Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188) *Il nome del [[Giuseppe Grassi (lessicografo)|Grassi]] divenne ancor più celebre pel vocabolario militare, con cui egli scosse la inerzia del popolo italiano, che avendo una lingua nata e cresciuta fra lo strepito delle battaglie si giovava delle voci e dei modi usati nella milizia dagli altri popoli. (cap. III, p. 207) *{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222) *[[Giovanni Battista Belzoni|G. B. Belzoni]], [...], fece vela nel 1815 per l'Egitto, e vi tentò un'impresa creduta fin allora impossibile, ma che da esso lui fu condotta a termine felicemente; il trasporto cioè del busto colossale detto comunemente del giovane Memnone dalle rovine di Tebe fino al porto di Alessandria. Questo colosso imbarcato sul Nilo, e poscia sul Mediterraneo, passò lo stretto di Gibilterra, solcò l'Atlantico, e deposto nell'Inghilterra attesta ora ed attesterà in tutti i secoli l'antica grandezza e munificenza dei re di Tebe. (cap. V, pp. 308-309) *Se non mancarono Italiani che percorsero e descrissero varii paesi dell'{{sic|Affrica}}, dell'Asia e dell'America, a più buon {{sic|dritto}} ci dobbiamo aspettare che essi abbiano visitata la Europa. Ma a questo proposito dobbiamo ripetere con Tacito, che è ''maior ex longinquo reverentia'' e che i nostri concittadini sembrano più accurati e più vogliosi di descrivere le lontane regioni anziché le vicine. (cap. V, p. 314) *Chi illustra le opere degli antichi e più celebrati geografi non fa opera meno utile di chi vantaggia la Geografia imprendendo nuovi viaggi. Dovremo pertanto un'eterna gratitudine al p. Ab. D. [[Giacinto Placido Zurla|Placido Zurla]], che ora onora tanto la sacra porpora, perché abbia illustrata la Mappa od il Mappamondo sì celebre di frate Mauro<ref>{{cfr}} [[w:Mappamondo di Fra Mauro|Mappamondo di Fra Mauro]], planisfero databile attorno al 1450 e attribuito al monaco veneto Fra Mauro.</ref>, che egli aveva sempre sott'occhio nell'Isola di San-Michele<ref>Monastero di San Michele nell'omonima isola della laguna di Venezia.</ref>, e che da esso abbia preso motivo di scrivere intorno ai più cospicui viaggiatori Veneziani. Egli squarciò quel velo che copriva molte circostanze dei viaggi di Marco Polo e di Alvise da Ca da Mosto, e dischiuse il varco al cav. Baldelli di aggiunger luce al ''Milione'' del Polo. (cap. V, p. 317) *Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319) *[...] [[Pietro Giordani]], prosatore elegantissimo, anzi quegli, a nostro parere, che ha saputo unire nel suo stile tutte le native grazie del Trecento colla magniloquenza e coll'arte ma temperata del Cinquecento e del Seicento. Le varie sue prose, {{sic|sieno}} esse orazioni od elogi, o memorie, o dissertazioni, od articoli di giornali, ne posson essere un solenne testimonio. (cap. VI, p. 320-321) *Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323) ==''Storia della Barbaria''== *Il [[cammello]], chiamato dagli Arabi il ''vascello del Deserto'', è il più bel dono che la provvidenza abbia fatto agli Africani, perché potessero traversare quelle immense arene che loro stanno vicine; ond'essi lo venerano tanto, che si lavano colla sua schiuma. (cap. I, p. 29) *[[Mulay Isma'il|Muley Ismaele]] salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri. (cap. II, p. 71) *Muley troncava le teste come avrebbe abbattuti i papaveri; e si divertiva nel mostrar la sua forza ed agilità recidendo un capo nell'atto di montare a cavallo. Si narra che uccidesse di propria mano quarantamila sudditi ribelli. Egli era lo spavento anche delle numerose sue mogli e de' suoi figliuoli. (cap. II, pp. 71-72) ==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''== Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813. *Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831. *Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_QhlEhVOMFO0C/page/n8/mode/1up Storia della Barbaria]'', tomo unico, presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1826. ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Carlo Ambrogio Levati|w_site=es|s=Autore:Ambrogio Levati}} {{DEFAULTSORT:Levati, Ambrogio}} [[Categoria:Insegnanti italiani]] [[Categoria:Religiosi italiani]] [[Categoria:Storici italiani]] 5z4iroipxhnjoc062vkrzug6i7fm8ku Siracide 0 51071 1221318 1216805 2022-08-07T10:57:55Z Gaux 18878 Umberto Cassuto: citazioni su wikitext text/x-wiki {{Template:Antico Testamento}} '''''Siracide''''', o '''''Ecclesiastico''''', testo deuterocanonico della Bibbia, attribuito a [[Ben Sira]]. ==[[Incipit]]== [[File:Zentralbibliothek Zürich - Alle Weissheit ist bey Gott dem Herrn - 000012138.jpg|thumb|left|Il primo capitolo del Siracide (artista anonimo, 1654)]] ===CEI 1974=== <poem> Ogni [[sapienza]] viene dal Signore ed è sempre con lui. </poem> ===CEI 2008=== <poem> Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. </poem> ==Citazioni== *Poiché è necessario che i lettori non si accontentino di divenire competenti solo per se stessi, ma che anche ai profani possano gli studiosi rendersi utili con la parola e con gli scritti, anche mio nonno [[Ben Sira|Gesù]], dedicatosi lungamente alla lettura della legge, dei profeti e degli altri libri dei nostri padri e avendovi conseguito una notevole competenza, fu spinto a scrivere qualche cosa riguardo all'insegnamento e alla sapienza, perché gli amanti del sapere, assimilato anche questo, possano progredire sempre più in una condotta secondo la legge. (prologo, 4-14)<ref name="prologo">Il prologo del traduttore greco antico viene riportato come parte del ''Siracide'' solo in alcune edizioni; qui si segue la traduzione CEI riportata ne ''[[La Bibbia di Gerusalemme]]'', Edizioni Dehoniane, Bologna, 1999, p. 1421. ISBN 88-10-80526-7</ref> *Siete dunque invitati a farne la lettura con benevolenza e attenzione e a perdonare se nonostante l'impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a render la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in [[Lingua ebraica|ebraico]] non hanno la medesima forza quando sono tradotte in altra lingua. E non solamente questa opera, ma anche la stessa legge, i profeti e il resto dei libri conservano un vantaggio non piccolo nel testo originale. (prologo, 15-26)<ref name="prologo" /> *''Prima di ogni cosa fu creata la [[sapienza]] | e la saggia prudenza è da sempre. | A chi fu rivelata la radice della sapienza? | Chi conosce i suoi disegni? | Uno solo è sapiente, molto terribile, | seduto sopra il trono. | Il Signore ha creato la sapienza; | l'ha vista e l'ha misurata, | l'ha diffusa su tutte le sue opere, | su ogni mortale, secondo la sua generosità, | la elargì a quanti lo amano.'' (1, 4 – 8; 1974) *''L'[[Amore di Dio|amore del Signore]] è sapienza che dà gloria, | a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino.'' (1, 10; 2008) *''Il [[timore di Dio|timore del Signore]] è gloria e vanto, | gioia e corona d'esultanza. | Il timore del Signore allieta il cuore, | dà gioia, diletto e lunga vita. | Il timore del Signore è dono del Signore, | esso conduce sui sentieri dell'amore. | Chi teme il Signore avrà un esito felice, | nel giorno della sua morte sarà benedetto. | Principio di sapienza è temere il Signore; | essa fu creata con i fedeli nel seno materno. | Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, | abiterà fedelmente con i loro discendenti. | Pienezza di sapienza è temere il Signore; | essa inebria di frutti i propri fedeli.'' (1, 11 – 16; 2008) *''Il timore del Signore tiene lontani i peccati, | chi vi persevera respinge ogni moto di [[collera]]. | La collera ingiusta non si potrà scusare, | il traboccare della sua passione sarà causa di rovina.'' (1, 21 – 22; 2008) *''Il [[Pazienza|paziente]] sopporta fino al momento giusto, | ma alla fine sgorgherà la sua gioia. | Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole | e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza.'' (1, 23 – 24; 2008) *''Il timore del Signore è sapienza e istruzione, | si compiace della fiducia e della mansuetudine. | Non essere disobbediente al timore del Signore | e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore.'' (1, 24 – 25; 1974) *''Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti | e il Signore te la concederà.'' (1, 26; 2008) *''Accetta quanto ti capita, | sii paziente nelle vicende dolorose, | perché con il fuoco si prova l'oro, | e gli uomini ben accetti nel [[Crogiolo|crogiuolo]] del [[dolore]].'' (2, 4 – 5; 1974) *''Guai ai cuori pavidi e alle mani [[Indolenza|indolenti]] | e al peccatore che cammina su due strade! | Guai al cuore indolente perché non ha fede; | per questo non sarà protetto.'' (2, 12 – 13; 1974) *''Guai a voi che avete perduto la [[perseveranza]]: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi?'' (2, 14; 2008) *''Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; | e coloro che lo amano seguono le sue vie. | Coloro che temono il Signore cercano di piacergli; | e coloro che lo amano si saziano della legge. | Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori | e umiliano l'anima loro davanti a lui.'' (2, 15 – 17; 1974) *''Gettiamoci nelle mani del Signore | e non in quelle degli uomini; | poiché come è la sua grandezza, | così è anche la sua misericordia.'' (2, 18; 2008) *''Il Signore vuole che il [[padre]] sia onorato dai figli, | ha stabilito il diritto della [[madre]] sulla prole. | Chi onora il padre espia i peccati; | chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. | Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli | e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.'' (3, 2 – 5; 1974) *''Con le azioni e con le parole onora tuo padre, | perché scenda su di te la sua [[benedizione]], | poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli, | la [[Benedizione e maledizione|maledizione]] della madre ne scalza le fondamenta.'' (3, 8 – 9; 2008) *''Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, | non contristarlo durante la sua vita. | Anche se perdesse il senno, compatiscilo | e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. | Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, | ti sarà computata a sconto dei peccati.'' (3, 12 – 14; 1974) *''Figlio, compi le tue opere con [[mitezza]], | e sarai amato più di un uomo generoso. | Quanto più sei grande, tanto più fatti [[Umiltà|umile]], | e troverai grazia davanti al Signore. | Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, | ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.'' (3, 17 – 19; 2008) *''La [[presunzione]] ha fatto smarrire molti | e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri.'' (3, 24; 2008) *''Un cuore [[ostinazione|ostinato]] alla fine cadrà nel male; | chi ama il [[pericolo]] in esso si perderà.'' (3, 25; 1974) *''Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, | non offrire a nessuno l'occasione di [[Maledizione|maledirti]], | perché se uno ti maledice con amarezza, | il suo creatore esaudirà la sua preghiera.'' (4, 5 – 6; 1974) *''La [[sapienza]] esalta i suoi figli | e si prende cura di quanti la cercano. | Chi ama la sapienza ama la vita, | chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia. | Chi la possiede erediterà la gloria; | dovunque vada, il Signore lo benedirà. | Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo, | e il Signore ama coloro che la amano.'' (4, 11 – 14; 2008) *''Lotta sino alla morte per la [[verità]] | e il Signore Dio combatterà per te.'' (4, 28; 1974) *''Non essere [[Arroganza|arrogante]] nel tuo linguaggio, | fiacco e indolente invece nelle opere.'' (4, 29; 1974) *''La tua mano non sia tesa per prendere | e chiusa invece nel restituire.'' (4, 31; 1974) *''Non ventilare il [[grano]] a qualsiasi vento | e non camminare su qualsiasi sentiero.'' (5, 9; 1974) *''Sii [[costanza|costante]] nel tuo sentimento, | e unica sia la tua [[parola]]. | Sii pronto nell'[[ascolto|ascoltare]], | lento nel proferire una [[risposta]]. | Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; | altrimenti mettiti la mano sulla bocca.'' (5, 10 – 12; 1974) *''Non ti abbandonare alla tua [[passione]], | perché non ti strazi come un toro furioso; | divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti, | sì da renderti come un legno secco. | Una passione malvagia rovina chi la possiede | e lo fa oggetto di scherno per i nemici.'' (6, 2 – 4; 1974) *''Siano molti quelli che vivono in pace con te, | ma tuo [[consigliere]] uno su mille.'' (6, 6; 2008) *''Tieniti lontano dai tuoi [[Amico e nemico|nemici]], | e dai tuoi amici guàrdati.'' (6, 13; 1974) *''Un [[amicizia|amico]] fedele è una protezione potente, | chi lo trova, trova un [[tesoro]].'' (6, 14; 1974) :Chi trova un amico trova un tesoro.<ref>Citato in Paola Mastellaro, ''Il libro delle citazioni latine e greche'', Mondadori, Milano, 2012, p. 16. ISBN 978-88-04-47133-2</ref> *''Un amico fedele è un balsamo di vita, | lo troveranno quanti temono il Signore.'' (6, 16; 1974) *''Figlio, sin dalla giovinezza medita la [[disciplina]], | conseguirai la sapienza fino alla canizie.'' (6, 18; 1974) *''Ascolta volentieri ogni discorso su Dio | e le [[massime]] sagge non ti sfuggano.'' (6, 35; 2008) *''Non fare il [[male]], perché il male non ti prenda. | Allontànati dall'[[iniquità]] ed essa si allontanerà da te. | Figlio, non seminare nei solchi dell'[[ingiustizia]] | per non raccoglierne sette volte tanto.'' (7, 1 – 3; 1974) *''Non cercare di divenire [[giudice]] | se ti manca la forza di estirpare l'ingiustizia, | perché temeresti di fronte al potente | e getteresti una macchia sulla tua retta condotta.'' (7, 6; 2008) *''Non fare [[Prestito|prestiti]] a un uomo più forte di te | e se gli hai prestato qualcosa, considerala perduta.'' (8, 12; 2008) *''Non essere [[gelosia|geloso]] della sposa amata, | per non inculcarle malizia a tuo danno.'' (9, 1; 1974) *''Non dare l'anima tua alle [[Prostituzione|prostitute]], | per non perderci il patrimonio.'' (9, 6; 1974) *''Distogli l'occhio da una [[donna]] bella, | non fissare una bellezza che non ti appartiene. | Per la bellezza di una donna molti sono periti; | per essa l'amore brucia come fuoco.'' (9, 8; 1974) *''Odiosa al Signore e agli uomini è la [[superbia]], | all'uno e agli altri è in abominio l'[[ingiustizia]]. | L'[[impero]] passa da un popolo a un altro | a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.'' (10, 7 – 8; 1974) *''Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, | tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato. | Principio della superbia infatti è il peccato; | chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio. | Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi | e lo flagella sino a finirlo.'' (10, 12 – 13; 1974) *''Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, | al loro posto ha fatto sedere gli [[Umiltà|umili]]. | Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni, | al loro posto ha piantato gli umili.'' (10, 14 – 15; 1974) *''Il nobile, il giudice e il potente sono onorati; | ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.'' (10, 24; 1974) *''Un povero viene onorato per la sua scienza | e un ricco viene onorato per la sua ricchezza. | Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza! | E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà!'' (10, 30 – 31; 2008) *''La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa, | gli permetterà di sedere tra i grandi.'' (11, 1; 1974) *''L'[[ape]] è piccola tra gli esseri alati, | ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori.'' (11, 3; 1974) *''Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare, | non immischiarti nelle liti dei peccatori.'' (11, 9; 1974) *''Il dono del Signore è assicurato ai [[Pio|pii]] | e il suo favore li rende felici per sempre.'' (11, 17; 1974) *''Persevera nel tuo [[impegno]] e dèdicati a esso, | invecchia compiendo il tuo lavoro.'' (11, 20; 2008) *''La benedizione del Signore è la ricompensa del pio; | in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.'' (11, 22; 1974) *''Nel tempo della [[prosperità]] si dimentica la [[sventura]]; | nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.'' (11, 25; 1974) *''Una [[pernice]] da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo; | come una spia egli attende la tua caduta.'' (11, 30; 1974) *''Ospita un [[estraneo]], ti metterà sottosopra ogni cosa | e ti renderà estraneo ai tuoi.'' (11, 34; 1974) *''Fa' il bene al pio e ne avrai il contraccambio, | se non da lui, certo dall'Altissimo.'' (12, 2; 1974) *''L'amico non si può riconoscere nella prosperità, | ma nell'avversità il nemico non si nasconderà. | Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore; | ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa.'' (12, 8 – 9; 1974) *''Chi avrà pietà di un [[Incantatore di serpenti|incantatore]] morso da un serpente | e di quanti si avvicinano alle belve? | Così capita a chi si associa a un peccatore | e s'imbratta dei suoi misfatti.'' (12, 13 – 14; 1974) *''Chi maneggia la pece si sporca, | chi frequenta il superbo diviene simile a lui.'' (13, 1; 1974) *''Il [[Ricchezza e povertà|ricco]] commette ingiustizia e per di più grida forte, | il [[Ricchezza e povertà|povero]] riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.'' (13, 3; 1974) *''Non essere [[Invadenza|invadente]] per non essere respinto, | non stare appartato per non essere dimenticato.'' (13, 10; 2008) *''Ogni creatura vivente ama il suo [[simile]], | ogni uomo il suo vicino. | Ogni essere si accoppia secondo la sua specie; | l'uomo si associa a chi gli è simile.'' (13, 15 – 16; 1974) *''Quale pace può esservi fra la [[iena]] e il cane? | Quale intesa tra il ricco e il povero? | Sono preda dei leoni gli [[Onagro|ònagri]] nel deserto; | così pascolo dei ricchi sono i poveri.'' (13, 18 – 19; 1974) *''Per il superbo l'umiltà è obbrobrio, | così per il ricco è obbrobrio il povero.'' (13, 20; 2008) *''Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici; | se il povero cade, anche dagli amici è respinto. | Se cade il ricco, molti lo aiutano; | dice cose insulse? Eppure lo si felicita. | Se cade il povero, lo si rimprovera; | se dice cose assennate, non ci si bada. | Parla il ricco, tutti tacciono | ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso. | Parla il povero e dicono: "Chi è costui?". | Se inciampa, l'aiutano a cadere.'' (13, 21 – 23; 1974) *''Beato l'uomo che non ha [[peccato]] con le parole | e non è tormentato dal rimorso dei peccati.'' (14, 1; 1974) *''A un uomo gretto non conviene la ricchezza, | a che servono gli averi a un uomo avaro? | Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri, | con i suoi beni faran festa gli estranei. | Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono? | Non sa godere delle sue ricchezze.'' (14, 3 – 5; 1974) *''Il Signore odia ogni [[abominio]], | esso non è voluto da chi teme Dio.'' (15, 13; 1974) *''Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; | l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà. | Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: | là dove vuoi tendi la tua mano. | Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: | a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.'' (14, 15 – 17; 2008) *''Dio non perdonò agli antichi [[Nefilim|giganti]], | che si erano ribellati per la loro forza.'' (16, 7; 1974) *''Ci fosse un solo uomo di dura cervice, | sarebbe strano se restasse impunito, | poiché misericordia e ira sono in Dio, | potente quando perdona e quando riversa l'ira. | Tanto grande la sua misericordia, | quanto grande la sua severità; | egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.'' (16, 11 – 13; 1974) *''La [[misericordia]] dell'uomo riguarda il prossimo, | la misericordia del Signore ogni essere vivente.'' (18, 12; 1974) *''Prima di parlare, impara; | curati ancor prima di ammalarti.'' (18, 19; 1974) *''Nulla ti impedisca di soddisfare un [[Voto (religione)|voto]] al tempo giusto, | non aspettare fino alla morte per sdebitarti. | Prima di fare un voto prepara te stesso, | non fare come un uomo che tenta il Signore.'' (18, 22 – 23; 2008) *''Non seguire le [[Passione|passioni]], | poni un freno ai tuoi desideri. | Se ti concedi lo sfogo della passione, | essa ti renderà oggetto di scherno per i tuoi nemici.'' (18, 30 – 31; 2008) *''Non godere una vita di piaceri, | sua conseguenza è una doppia povertà.'' (18, 32; 1974) *''C'è un [[rimprovero]] che è fuori tempo, | c'è chi tace ed è prudente. | Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira!'' (20, 1 – 2; 1974) *''Un eunuco che vuol deflorare una ragazza, | così chi vuol rendere giustizia con la violenza.'' (20, 4; 1974) *''C'è chi [[tacere|tace]], perché non sa che cosa rispondere, | e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio.'' (20, 6; 1974) *''Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole; | chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato.'' (20, 8; 1974) *''Nelle [[Disgrazia|disgrazie]] può trovarsi la fortuna per un uomo, | mentre un profitto può essere una perdita.'' (20, 9; 1974) *''C'è una [[generosità]] che non ti arreca vantaggi | e c'è una generosità che rende il doppio.'' (20, 10; 2008) *''Non si accetta una [[massima]] dalla bocca dello stolto, | perché non è mai detta a proposito.'' (20, 20; 1974) *''C'è chi si rovina per rispetto umano | e si rovina per la faccia di uno stolto. | C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico; | in tal modo se lo rende gratuitamente nemico.'' (20, 22 – 23; 1974) *''Brutta macchia nell'uomo la menzogna, | è sempre sulla bocca dei maldicenti. | Meglio un ladro che un mentitore abituale, | tutti e due avranno in sorte la rovina. | L'abitudine del bugiardo è un disonore, | la vergogna che si merita è sempre con lui.'' (20, 24 – 26; 2008) *''[[Sapienza]] nascosta e tesoro invisibile: | a che servono l'una e l'altro? | Fa meglio chi nasconde la stoltezza | che colui che nasconde la sapienza.'' (20, 30 – 31; 1974) *''Come alla vista del serpente fuggi il [[peccato]]: | se ti avvicini, ti morderà. | Denti di leone sono i suoi denti, | capaci di distruggere vite umane. | Ogni [[trasgressione]] è come spada a doppio taglio: | non c'è rimedio per la sua ferita.'' (21, 2 – 3; 1974) *''L'interno dello [[Stoltezza|stolto]] è come un vaso rotto, | non potrà contenere alcuna scienza.'' (21, 14; 1974) *''Ornamento d'oro è la [[disciplina]] per l'assennato; | è come un monile al braccio destro.'' (21, 21; 1974) *''Il cuore degli stolti sta sulla loro bocca, | mentre bocca dei saggi è il loro cuore.'' (21, 26; 2008) *''Quando un empio maledice l'avversario, | maledice se stesso.'' (21, 27; 2008) *''Il [[Maldicenza|maldicente]] danneggia se stesso | e sarà detestato dal suo ambiente.'' (21, 28; 1974) *''Il [[Pigrizia|pigro]] è simile a una palla di sterco, | chi la raccoglie scuote la mano.'' (22, 2; 1974) *''Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto; | alla fine egli dirà: "Che cosa c'è?". | Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce; | piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno. | Piangi meno tristemente per un morto, ché ora riposa, | ma la vita dello stolto è peggiore della morte.'' (22, 8 – 10; 1974) *''Prima del fuoco c'è vapore e fumo di fornace, | così prima del sangue ci sono le [[Ingiuria|ingiurie]].'' (22, 24; 2008) *''Non abituare la bocca al [[giuramento]], | non abituarti a nominare il nome del Santo.'' (23, 9; 1974) *''Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; | il flagello non si allontana dalla sua casa. | Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; | se non ne tiene conto, pecca due volte. | Se giura il falso, non sarà giustificato, | e la sua casa si riempirà di sventure.'' (23, 11; 2008) *[...] ''una [[passione]] ardente come fuoco acceso | non si spegnerà finché non sia consumata; | un uomo [[Impudicizia|impudico]] nel suo corpo | non desisterà finché il fuoco non lo divori; | per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, | non si stancherà finché non muoia.'' (23, 16 – 17; 2008) *''L'uomo [[Infedeltà coniugale|infedele al proprio letto]] | dice fra sé: «Chi mi vede? | C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; | nessuno mi vede, perché temere? | Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo». | Egli teme solo gli occhi degli uomini, | non sa che gli occhi del Signore | sono mille volte più luminosi del sole; | essi vedono tutte le vie degli uomini | e penetrano fin nei luoghi più segreti. | Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, | allo stesso modo anche dopo la creazione. | Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città, | sarà sorpreso dove meno se l'aspetta.'' (23, 18 – 21; 2008) *''Come [[Cannella|cinnamòmo]] e balsamo ho diffuso profumo; | come [[mirra]] scelta ho sparso buon odore; | come gàlbano, ònice e storàce, | come nuvola di incenso nella tenda. | Come un [[terebinto]] ho esteso i rami | e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.''<ref name="sapienza">A parlare è la sapienza personificata.</ref> (24, 15 – 16; 1974) *''Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, | la [[Legge mosaica|legge che Mosè ci ha prescritto]], | eredità per le assemblee di Giacobbe.'' | [...] | ''Essa trabocca di sapienza come il [[Pison]] | e come il [[Tigri]] nella stagione delle primizie, | effonde intelligenza come l'[[Eufrate]] | e come il [[Giordano (fiume)|Giordano]] nei giorni della mietitura, | come luce irradia la dottrina, | come il [[Ghicon]] nei giorni della vendemmia.'' (24, 23 – 27; 2008) *''Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella, | di fronte al Signore e agli uomini: | concordia di fratelli, amicizia tra vicini, | moglie e marito che vivono in piena armonia.''<ref name="sapienza" /> (25, 1; 1974) *[...] ''quanto è grande chi ha trovato la sapienza, | ma nessuno supera chi [[Timore di Dio|teme il Signore]].'' (25, 10; 1974) *''Qualunque [[ferita]], ma non la ferita del cuore; | qualunque [[malvagità]], ma non la malvagità di una [[donna]]; | qualunque sventura, ma non la sventura | causata dagli avversari; | qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.'' (25, 12 – 13; 1974) *''Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, | non c'è ira peggiore dell'ira di una donna. | Preferirei abitare con un leone e con un drago | piuttosto che abitare con una donna malvagia. | La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto, | rende il suo volto tetro come quello di un orso.'' (25, 15 – 17; 2008) *''Ogni [[malizia]] è nulla, di fronte alla malizia di una donna, | possa piombarle addosso la sorte del peccatore! | Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, | tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico. | Non soccombere al fascino di una donna, | per una donna non ardere di passione.'' (25, 18 – 20; 1974) *''Dalla donna ha avuto inizio il peccato, | per causa sua tutti moriamo.'' (25, 24; 1974) *''Beato il marito di una donna virtuosa; | il numero dei suoi giorni sarà doppio.'' (26, 1; 1974) *''È un dono del Signore una donna silenziosa, | non c'è compenso per una donna educata.'' (26, 14; 1974) *''Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; | così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.'' (27, 4; 2008) *''Gli uccelli sostano presso i loro simili, | la [[lealtà]] ritorna a quelli che la praticano.'' (27, 9; 1974) *''Nel discorso del pio c'è sempre saggezza, | ma lo stolto muta come la luna.'' (27, 11; 2008) *''Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli, | e le loro questioni fan turare gli orecchi.'' (27, 14; 1974) *''Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa, | e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra. | Chi scava una fossa vi cadrà dentro, | chi tende un laccio vi resterà preso. | Il male si riverserà su chi lo fa, | egli non saprà neppure da dove gli venga.'' (27, 25 – 27; 1974) *''Chi si [[Vendetta|vendica]] avrà la vendetta dal Signore | ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati. | Perdona l'offesa al tuo prossimo | e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.'' (28, 1 – 2; 1974) *''Astieniti dalle [[Rissa|risse]] e sarai lontano dal peccato, | perché un uomo passionale attizza una rissa.'' (28, 8; 1974) *''Una [[lite]] concitata accende il fuoco, | una rissa violenta fa versare sangue. | Se soffi su una [[scintilla]], si accende; | se vi sputi sopra, si spegne; | eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.'' (28, 11 – 12; 1974) *''Maledici il [[Delazione|delatore]] e l'uomo di doppia lingua, | perché fa perire molti che vivono in pace.'' (28, 13; 1974) *''Le [[Diceria|dicerie]] di una terza persona hanno sconvolto molti, | li hanno scacciati di nazione in nazione; | hanno demolito città fortificate | e rovinato casati potenti. | Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, | privandole del frutto delle loro fatiche. | Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, | non vivrà tranquillo nella sua dimora.'' (28, 14 – 16; 2008) *''Un colpo di frusta produce lividure, | ma un colpo di [[lingua]] rompe le ossa. | Molti sono caduti a fil di spada, | ma non quanti sono periti per colpa della lingua.'' (28, 17 – 18; 1974) *''Chi pratica la misericordia concede [[Prestito|prestiti]] al prossimo, | chi lo sostiene con la sua mano osserva i comandamenti. | Da' in prestito al prossimo quando ha bisogno, | e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato.'' (29, 1 – 2; 2008) *''Chi ama il proprio [[figlio]] usa spesso la frusta, | per gioire di lui alla fine. | Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio | e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. | Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico, | mentre davanti agli amici potrà gioire. | Muore il padre? È come se non morisse, | perché lascia un suo simile dopo di sé.'' (30, 1 – 4; 1974) *''Meglio la morte che una vita amara, | il riposo eterno che una [[malattia cronica]].'' (30, 17; 1974) *''Distraiti e consola il tuo cuore, | tieni lontana la profonda [[tristezza]], | perché la tristezza ha rovinato molti | e in essa non c'è alcun vantaggio.'' (30, 23; 2008) *''L'[[insonnia]] del ricco consuma il corpo, | i suoi affanni gli tolgono il sonno. | Le preoccupazioni dell'insonnia non lasciano dormire, | come una grave malattia bandiscono il sonno.'' (31, 1 – 2; 2008) *''Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze | e se smette, si ingolfa nei piaceri. | Un povero fatica nelle privazioni della vita | e se smette, cade nell'indigenza.'' (31, 3 – 4; 1974) *''Chi ama l'[[oro]] non sarà esente da colpa, | chi insegue il denaro ne sarà fuorviato. | Molti sono andati in rovina a causa dell'oro, | e la loro rovina era davanti a loro. | È una trappola per quanti ne sono infatuati, | e ogni insensato vi resta preso. | Beato il ricco che si trova senza macchia | e che non corre dietro all'oro.'' (31, 5 – 8; 2008) *''Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato, | al mattino ci si alza e si è padroni di sé. | Il tormento dell'insonnia e della nausea | e la [[colica]] accompagnano l'uomo [[Gola (ingordigia)|ingordo]].'' (31, 20; 2008) *''In tutte le azioni sii [[Moderazione|moderato]] | e nessuna malattia ti coglierà.'' (31, 22; 1974) *''Molte labbra loderanno chi è splendido nei [[Banchetto|banchetti]], | e vera è la testimonianza della sua munificenza. | La città mormora di chi è tirchio nei banchetti; | ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.'' (31, 23 – 24; 1974) *''Non fare il forte con il [[vino]], | perché ha mandato molti in rovina. | La fornace prova il metallo nella tempera, | così il vino i cuori in una sfida di arroganti. | Il vino è come la vita per gli uomini, | purché tu lo beva con misura. | Che vita è quella di chi non ha vino? | Questo fu creato per la gioia degli uomini. | Allegria del cuore e gioia dell'anima | è il vino bevuto a tempo e a misura. | Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità, | con eccitazione e per sfida. | L'[[ubriachezza]] accresce l'ira dello stolto a sua rovina, | ne diminuisce le forze e gli procura ferite.'' (31, 25 – 30; 1974) *''Durante un banchetto non rimproverare il vicino, | non deriderlo nella sua letizia. | Non dirgli parola di rimprovero | e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.'' (31, 31; 1974) *''Ti hanno fatto [[capotavola]]? Non esaltarti; | comportati con gli altri come uno di loro. | Pensa a loro e poi mettiti a tavola; | quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati | per ricrearti con loro | e ricevere la corona per la tua cortesia.'' (31, 1 – 2; 1974) *''Prima del tuono viene la folgore, | la [[grazia]] precede l'uomo [[Modestia|modesto]].'' (32, 10; 1974) *''Quelli che temono il Signore sanno giudicare, | i loro giudizi brillano come luce.'' (32, 16; 2008) *''Non far nulla senza [[riflessione]], | alla fine dell'azione non te ne pentirai.'' (32, 19; 1974) *''In ogni azione abbi fiducia in te stesso, | poiché anche questo è osservare i comandamenti.'' (32, 23; 1974) *''Un amico beffardo è come uno [[stallone]], | nitrisce sotto chiunque lo cavalca.'' (33, 6; 2008) *''Io mi sono dedicato per ultimo allo studio, | come un racimolatore dietro i vendemmiatori. | Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo, | come un vendemmiatore ho riempito il tino. | Badate che non ho faticato solo per me, | ma per quanti ricercano l'istruzione.'' (33, 16 – 18; 1974) *''Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico | non dare un potere su di te finché sei in vita. | Non dare ad altri le tue ricchezze, | perché poi non ti penta e debba richiederle. | Finché vivi e c'è respiro in te, | non abbandonarti in potere di nessuno.'' (33, 20 – 21; 1974) *''Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà, | perché la loro speranza è posta in colui che li salva. | Chi teme il Signore non ha paura di nulla, | e non teme perché egli è la sua speranza.'' (34, 13 – 14; 1974) *''Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni, | un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio. | Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata, | ove non c'è [[moglie]], l'uomo geme randagio.'' (36, 24 – 25; 1974) *''Non è forse un dolore mortale | un compagno e amico che diventa nemico?'' (37, 2; 2008) *''Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità, | ma al momento della [[disgrazia]] gli sarà ostile.'' (37, 4; 1974) *''Non dimenticarti dell'amico nell'animo tuo, | non scordarti di lui nella tua prosperità.'' (37, 6; 2008) *''Ogni [[consigliere]] suggerisce consigli, | ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio. | Guàrdati da un consigliere, | infòrmati quali siano le sue necessità | – egli nel consigliare penserà al suo interesse – | perché non getti la sorte su di te | e dica: "La tua via è buona", | poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà.'' (37, 7 – 9; 1974) *''Non [[consiglio|consigliarti]] con una donna sulla sua rivale, | con un pauroso sulla guerra, | con un mercante sul commercio, | con un compratore sulla vendita, | con un invidioso sulla riconoscenza, | con uno spietato sulla bontà di cuore, | con un pigro su un'iniziativa qualsiasi, | con un mercenario annuale sul raccolto, | con uno schiavo pigro su un gran lavoro; | non dipendere da costoro per nessun consiglio.'' (37, 11; 1974) *''Segui il consiglio del tuo [[cuore]], | perché nessuno ti sarà più fedele di lui. | La [[Coscienza morale|coscienza]] di un uomo talvolta suole avvertire | meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.'' (37, 13 – 14; 1974) *''Principio di ogni opera è la parola, | prima di ogni azione c'è la riflessione. | Radice di ogni mutamento è il cuore, | da cui derivano quattro scelte: | bene e male, vita e morte, | ma su tutto domina sempre la lingua.'' (37, 16 – 18; 2008) *''Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso, | vedi quello che ti nuoce e non concedertelo. | Difatti non tutto conviene a tutti | e non tutti approvano ogni cosa.'' (37, 27 – 28; 2008) *''Non essere [[Gola (ingordigia)|ingordo]] per qualsiasi ghiottoneria, | non ti gettare sulle vivande, | perché l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca coliche. | Molti sono morti per ingordigia, | chi si controlla vivrà a lungo.'' (37, 29 – 31; 1974) *''L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,<ref>A [[Mara (Bibbia)|Mara]].</ref> | per rendere evidente la potenza di lui?'' (38, 5; 1974) *''Dio ha dato agli uomini la [[scienza]] | perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.'' (38, 6; 1974) *''Chi pecca contro il proprio creatore | cada nelle mani del [[medico]].'' (38, 15; 1974) *''Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua: | ieri a me e oggi a te.''<ref>A parlare è un morto, o la morte personificata. In latino il secondo verso è «''mihi heri, et tibi hodie''», da cui deriva l'iscrizione usata nei cimiteri «''hodie mihi, cras tibi''», per approfondire vedi la [[w:Hodie mihi, cras tibi|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> (38, 22; 2008) *''La sapienza dello [[scriba]] si deve alle sue ore di quiete; | chi ha poca attività diventerà saggio.'' (38, 24; 1974) *''Così il [[fabbro]] siede davanti all'incudine | ed è intento ai lavori del ferro: | la vampa del fuoco gli strugge le carni, | e col calore del fornello deve lottare; | il rumore del martello gli assorda gli orecchi, | i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto, | è tutto preoccupato per finire il suo lavoro, | sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.'' (38, 28; 1974) *''Ogni azione umana è davanti a lui,<ref name="Dio">Dio.</ref> | non è possibile nascondersi ai suoi occhi. | Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra, | nulla è straordinario davanti a lui. | Non c'è da dire: "Che è questo? Perché quello?" | poiché tutte le cose sono state create per un fine.'' (39, 19 – 21; 1974) *''Ci sono [[vento|venti]] creati per castigo, | e nella loro furia rafforzano i loro flagelli; | quando verrà la fine, scateneranno violenza, | e placheranno lo sdegno del loro creatore.'' (39, 28; 1974) *''Quanto è dalla terra alla terra ritorna; | quanto è dalle acque rifluisce nel mare.'' (40, 11; 1974) *''Ricchezze e potenza sollevano il cuore, | ma più ancora di esse il [[timore di Dio|timore del Signore]]. | Con il timore del Signore non manca nulla; | con esso non c'è bisogno di cercare aiuto. | Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni; | la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria.'' (40, 26 – 27; 1974) *''Figlio, non vivere da [[mendicante]]. | È meglio morire che mendicare.'' (40, 28; 1974) *''O [[morte]], come è amaro il tuo pensiero | per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza, | per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto, | ancora in grado di gustare il cibo! | O morte, è gradita la tua sentenza | all'uomo indigente e privo di forze, | vecchio decrepito e preoccupato di tutto, | al ribelle che ha perduto la pazienza!'' (41, 1 – 2; 1974) *''Contro un padre [[Empietà|empio]] imprecano i figli, | perché sono disprezzati a causa sua. | Guai a voi, uomini empi, | che avete abbandonato la legge di Dio altissimo! | Quando nascete, nascete per la maledizione; | quando morite, erediterete la maledizione. | Quanto è dalla terra ritornerà alla terra, | così gli empi dalla maledizione alla distruzione.'' (41, 7 – 10; 1974) *''I giorni di una vita felice sono contati, | ma un [[buon nome]] dura sempre.'' (41, 13; 1974) *''Con una [[moglie]] malvagia è opportuno il sigillo, | dove ci sono troppe mani usa la chiave.'' (42, 6; 1974) *''Una [[figlia]] è per il padre un'inquietudine segreta, | la preoccupazione per lei allontana il sonno: | nella sua giovinezza, perché non sfiorisca, | una volta accasata, perché non sia ripudiata. | Finché è ragazza, si teme che sia sedotta | e che resti incinta nella casa paterna; | quando è con un marito, che cada in colpa, | quando è accasata, che sia sterile.'' (42, 10; 1974) *''Su una figlia indocile rafforza la vigilanza, | perché non ti renda scherno dei nemici, | oggetto di chiacchiere in città e favola della gente, | sì da farti vergognare davanti a tutti. | Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo, | non segga a ciarlare insieme con le altre donne, | perché dagli abiti esce fuori la tignola | e dalla donna malizia di donna.'' (42, 11 – 13; 1974) *''Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna, | una donna che porta vergogna fino allo scherno.'' (42, 14; 1974) *''Neppure i [[santo|santi]] del Signore sono in grado | di narrare tutte le sue meraviglie, | ciò che il Signore onnipotente ha stabilito | perché l'universo stesse saldo a sua gloria. | Egli scruta l'abisso e il cuore | e penetra tutti i loro segreti.'' (42, 17 – 18; 1974) *''Quanto sono amabili tutte le sue opere! | E appena una scintilla se ne può osservare.'' (42, 22; 1974) *''Orgoglio dei cieli è il limpido [[firmamento]], | spettacolo celeste in una visione di gloria!'' (43, 1; 1974) *''Il [[sole]] mentre appare nel suo sorgere proclama: | "Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!". | A mezzogiorno dissecca la terra, | e di fronte al suo calore chi può resistere? | Si soffia nella fornace per ottenere calore, | il sole brucia i monti tre volte tanto; | emettendo vampe di fuoco, | facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi. | Grande è il Signore che l'ha creato | e con la parola ne affretta il rapido corso.'' (43, 2 – 5; 1974) *''Dalla [[luna]] dipende l'indicazione delle feste, | luminare che decresce fino alla sua scomparsa. | Da essa il mese prende nome, | mirabilmente crescendo secondo le fasi. | È un'insegna per le milizie nell'alto | splendendo nel firmamento del cielo.'' (43, 7 – 8; 1974) *''Bellezza del cielo la gloria degli [[Astro|astri]], | ornamento splendente nelle altezze del Signore. | Si comportano secondo gli ordini del Santo, | non si stancano al loro posto di sentinelle.'' (43, 9 – 10; 1974) *''Osserva l'[[arcobaleno]] e benedici colui che l'ha fatto, | è bellissimo nel suo splendore. | Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, | l'hanno teso le mani dell'Altissimo.'' (43, 11 – 12; 1974) *''Fa scendere<ref name="Dio" /> la [[neve]] come uccelli che si posano, | come cavallette che si posano è la sua discesa; | l'occhio ammira la bellezza del suo candore | e il cuore stupisce nel vederla fioccare. | Riversa sulla terra la [[brina]] come il sale, | che gelandosi forma come tante punte di spine.'' (43, 18 – 19; 1974) *''Potremmo dir molte cose e mai finiremmo; | ma per concludere: "Egli è tutto!".'' (43, 27; 1974) *''[[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]] piacque al Signore e fu rapito, | esempio istruttivo per tutte le generazioni.'' (44, 16; 1974) *''[[Noè]] fu trovato perfetto e giusto, | al tempo dell'ira fu riconciliazione; | per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra, | quando avvenne il [[Diluvio universale|diluvio]]. | Alleanze eterne furono stabilite con lui, | perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio.'' (44, 17 – 18; 1974) *''[[Abramo]] fu grande antenato di molti popoli, | nessuno ci fu simile a lui nella gloria. | Egli custodì la legge dell'Altissimo, | con lui entrò in alleanza. | Stabilì questa alleanza nella propria carne | e nella prova fu trovato fedele. | Per questo Dio gli promise con giuramento | di benedire i popoli nella sua discendenza, | di moltiplicarlo come la polvere della terra, | di innalzare la sua discendenza come gli astri | e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare, | dal fiume fino all'estremità della terra.'' (44, 19 – 21; 1974) *''Dio fece posare sulla testa di [[Giacobbe]] | la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza; | lo confermò nelle sue benedizioni, | a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti, | assegnandole alle dodici tribù.'' (44, 23; 1974) *''Da lui fece sorgere<ref>Da Giacobbe, Dio fece sorgere.</ref> un uomo di pietà, | che riscosse una stima universale | e fu amato da Dio e dagli uomini: | [[Mosè]], il cui ricordo è benedizione. | Lo rese glorioso come i santi | e lo rese grande a timore dei nemici. | Per la sua parola fece cessare i prodigi | e lo glorificò davanti ai re; | gli diede autorità sul suo popolo | e gli mostrò una parte della sua gloria. | Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine; | lo scelse fra tutti i viventi. | Gli fece udire la sua voce; | lo introdusse nella nube oscura | e gli diede a faccia a faccia i [[Dieci comandamenti|comandamenti]], | legge di vita e di intelligenza, | perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza, | i suoi decreti a Israele.'' (45, 1 – 5; 1974) *''Egli<ref name="Dio" /> innalzò [[Aronne]], santo come lui, | suo fratello, della tribù di [[Levi (tribù)|Levi]]. | Stabilì con lui un'alleanza perenne | e gli diede il sacerdozio tra il popolo. | Lo onorò con splendidi ornamenti | e gli fece indossare una veste di gloria. | Lo rivestì con tutta la magnificenza, | lo adornò con paramenti maestosi: | calzoni, tunica e manto.'' (45, 6 – 8; 1974) *''Mosè lo consacrò<ref name="Aronne">[[Aronne]].</ref> e l'unse con l'olio santo. | Costituì un'alleanza perenne per lui | e per i suoi discendenti, finché dura il cielo: | quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio | e benedire il popolo nel nome del Signore.'' (45, 15; 1974) *''Il Signore lo scelse<ref name="Aronne" /> tra tutti i viventi | perché gli offrisse sacrifici, | incenso e profumo come memoriale | e perché compisse l'espiazione per il suo popolo. | Gli affidò i suoi comandamenti, | il potere sulle prescrizioni del diritto, | perché insegnasse a Giacobbe i decreti | e illuminasse Israele nella sua legge.'' (45, 16 – 17; 1974) *''Contro di lui<ref name="Aronne" /> insorsero uomini estranei | e furono gelosi di lui nel deserto; | erano gli uomini di [[Dathan|Datan]] e di [[Abiram|Abiron]] | e quelli della banda di [[Core (Bibbia)|Core]], furiosi e violenti. | Il Signore vide e se ne indignò; | essi finirono annientati nella furia della sua ira. | Egli compì prodigi a loro danno | per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.'' (45, 18 – 19; 1974) *''[[Fineas|Pincas]], figlio di [[Eleazaro (figlio di Aronne)|Eleazaro]], fu il terzo nella gloria<ref>Dopo Mosè e Aronne.</ref> | per il suo zelo nel timore del Signore | per la sua fermezza quando il popolo si ribellò, | egli infatti intervenne con generoso coraggio | e placò Dio in favore di Israele. | Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace, | perché presiedesse al santuario e al popolo; | così a lui e alla sua discendenza fu riservata | la dignità del sacerdozio per sempre.'' (45, 23 – 24; 1974) *''Valoroso in guerra [[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]] figlio di Nun, | successore di Mosè nell'ufficio profetico; | egli, secondo il significato del [[Giosuè (nome)|suo nome]], | fu grande per la salvezza degli eletti di Dio, | compiendo la vendetta contro i nemici insorti, | per assegnare il possesso a Israele. | Come era glorioso quando alzava le braccia | e brandiva la spada contro le città! | Chi prima di lui era stato così saldo? | Egli guidava le guerre del Signore.'' (46, 1 – 3; 1974) *''Rimase infatti<ref>[[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]].</ref> fedele all'Onnipotente | e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa | con [[Caleb]], figlio di Iefunne, | opponendosi all'assemblea, | impedendo che il popolo peccasse | e dominando le maligne mormorazioni. | Questi due soli si salvarono | fra i seicentomila fanti, | per introdurre Israele nella sua eredità, | nella terra in cui scorrono latte e miele.'' (46, 7 – 8; 1974) *''Il Signore concesse a Caleb una forza | che l'assistette sino alla vecchiaia, | perché raggiungesse le alture del paese, | che la sua discendenza poté conservare in eredità, | sì che tutti gli Israeliti sapessero | che è bene seguire il Signore.'' (46, 9 – 10; 1974) *''Quanto ai [[Giudici biblici|Giudici]], ciascuno con il suo nome, | coloro il cui cuore non commise infedeltà | né si allontanarono dal Signore, | sia il loro ricordo in benedizione! | Le loro ossa rifioriscano dalle tombe | e il loro nome si perpetui sui figli, | poiché essi sono già glorificati.'' (46, 11 – 12; 1974) *''[[Samuele (profeta)|Samuele]], amato dal suo Signore, | di cui fu profeta, istituì la monarchia | e consacrò i principi del suo popolo. | Secondo la legge del Signore governò la comunità | e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe. | Per la sua fedeltà si dimostrò profeta, | con le parole fu riconosciuto veggente verace.'' (46, 13 – 15; 1974) *''Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico, | così [[Davide]] dagli Israeliti. | Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti, con gli orsi quasi fossero agnelli. | Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante | e cancellata l'ignominia dal popolo, | scagliando con la fionda la pietra, | che abbatté la tracotanza di [[Golia]]? | Poiché aveva invocato il Signore altissimo, | egli concesse alla sua destra la forza | di eliminare un potente guerriero | e riaffermare la potenza del suo popolo.'' (47, 2 – 5; 1974) *''In ogni sua opera<ref name="Davide">[[Davide]].</ref> glorificò | il Santo altissimo con parole di lode; | cantò inni a lui con tutto il cuore | e amò colui che l'aveva creato.'' (47, 8; 1974) *''Introdusse<ref name="Davide" /> musicanti davanti all'altare; | raddolcendo i canti con i loro suoni; | conferì splendore alle feste, | abbellì le solennità fino alla perfezione, | facendo lodare il nome santo di Dio | ed echeggiare fin dal mattino il santuario. | Il Signore gli perdonò i suoi peccati, | innalzò la sua potenza per sempre, | gli concesse un'alleanza regale | e un trono di gloria in Israele.'' (47, 11; 1974) *''Dopo di lui<ref name="Davide" /> sorse un figlio saggio, | che, in grazia sua, ebbe un vasto regno. | [[Salomone]] regnò in tempo di pace, | Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno | perché costruisse una casa al suo nome | e preparasse un santuario perenne.'' (47, 12 – 13; 1974) *''Come fosti saggio<ref name="Salomone">[[Salomone]].</ref> nella giovinezza, | versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume! | La tua scienza ricoprì la terra, | riempiendola di sentenze difficili. | Il tuo nome giunse fino alle isole lontane; | fosti amato nella tua pace. | Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime | e per le tue risposte ti ammirarono i popoli.'' (47, 14 – 17; 1974) *''Nel nome del Signore Dio, | che è chiamato Dio di Israele, | accumulasti<ref name="Salomone" /> l'oro quasi fosse stagno, | come il piombo rendesti abbondante l'argento. | Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne, | e ne fosti dominato nel corpo. | Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza, | sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli | e sofferenze con la tua follia.'' (47, 18 – 20; 1974) *''Salomone andò a riposare con i suoi padri, | lasciando dopo di sé un discendente, | stoltezza del popolo e privo di senno, | [[Roboamo|Roboàmo]], che si alienò il popolo con i suoi consigli.'' (47, 23; 1974) *''[[Geroboamo|Geroboàmo]] figlio di Nabàt fece peccare Israele | e aprì a Efraim la via del peccato; | le loro colpe si moltiplicarono assai, | sì da farli esiliare dal proprio paese.'' (47, 24; 1974) *''Allora sorse [[Elia]] profeta, simile al fuoco; | la sua parola bruciava come fiaccola. | Egli fece venire su di loro la carestia | e con zelo li ridusse a pochi. | Per comando del Signore chiuse il cielo, | fece scendere così tre volte il fuoco. | Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! | E chi può vantarsi di esserti uguale?'' (48, 1 – 4; 1974) *''Risvegliasti un defunto dalla morte | e dagli inferi, per comando dell'Altissimo; | tu<ref name="Elia">[[Elia]].</ref> che spingesti re alla rovina, | uomini gloriosi dal loro letto. | Sentisti sul Sinai rimproveri, | sull'Oreb sentenze di vendetta. | Ungesti re come vindici | e profeti come tuoi successori.'' (48, 5 – 8; 1974) *''Tu<ref name="Elia" /> sei stato assunto in un turbine di fuoco, | su un carro di cavalli di fuoco; | tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, | per placare l'ira prima che divampi, | per ricondurre il cuore del padre verso il figlio | e ristabilire le tribù di Giacobbe. | Beati coloro che ti hanno visto | e si sono addormentati nell'amore, | perché è certo che anche noi vivremo.'' (48, 9 – 11; 2008) *''Appena Elia fu avvolto dal turbine, | [[Eliseo (profeta)|Eliseo]] fu pieno del suo spirito; | durante la sua vita non tremò davanti ai potenti | e nessuno riuscì a dominarlo. | Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro il suo corpo profetizzò. | Nella sua vita compì prodigi | e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.'' (48, 12 – 14; 1974) *''[[Ezechia]] fortificò la sua città | e portò l'acqua nel suo interno; | con il ferro scavò un canale nella roccia | e costruì cisterne per l'acqua. | Nei suoi giorni [[Sennacherib|Sennàcherib]] fece una spedizione | e mandò Rapsache; | alzò la sua mano contro Sion | e si vantò spavaldamente nella sua superbia. | Allora si agitarono loro i cuori e le mani, | soffrirono come le partorienti. | Invocarono il Signore misericordioso, | tendendo le loro mani verso di lui. | Il Santo li ascoltò subito dal cielo | e li liberò per mezzo di [[Isaia]]. | Egli colpì l'accampamento degli Assiri, | e il suo angelo li sterminò, | perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore | e aveva seguito con fermezza le vie di Davide, suo padre, | come gli aveva indicato il profeta Isaia, | grande e degno di fede nella sua visione. | Nei suoi giorni il sole retrocedette | ed egli prolungò la vita del re. | Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi | e consolò gli afflitti di Sion. | Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi, | le cose nascoste prima che accadessero.'' (48, 17 – 25; 2008) *''Il ricordo di [[Giosia]] è una mistura di incenso, | preparata dall'arte del profumiere. | In ogni bocca è dolce come il miele, | come musica in un banchetto. | Egli si dedicò alla riforma del popolo | e sradicò i segni abominevoli dell'empietà. | Diresse il suo cuore verso il Signore, | in un'epoca di iniqui riaffermò la pietà. | Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, | tutti commisero peccati; | poiché avevano abbandonato la legge dell'Altissimo, | i [[Regno di Giuda|re di Giuda]] scomparvero. | Lasciarono infatti la loro potenza ad altri, | la loro gloria a una nazione straniera.'' (49, 1 – 5; 1974) *''I nemici incendiarono l'eletta città del santuario, | resero deserte le sue strade, | secondo la parola di [[Geremia]], che essi maltrattarono | benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno, | per estirpare, distruggere e mandare in rovina, | ma anche per costruire e piantare.'' (49, 6 – 7; 1974) *''[[Ezechiele]] contemplò una visione di gloria, | che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini. | Si ricordò dei nemici nel vaticinio dell'uragano, | beneficò quanti camminavano nella retta via.'' (49, 8 – 9; 1974) *''Come elogiare [[Zorobabele]]? | Egli è come un sigillo nella mano destra. | Così anche [[Giosuè (sommo sacerdote)|Giosuè]] figlio di Iozedèk; | essi nei loro giorni riedificarono il tempio | ed elevarono al Signore un tempio santo, | destinato a una gloria eterna.'' (49, 11 – 12; 1974) *''Anche la memoria di [[Neemia]] durerà a lungo; | egli rialzò le nostre mura demolite | e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case.'' (49, 13; 1974) *''Nessuno fu creato sulla terra eguale a [[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]]; | difatti egli fu rapito dalla terra.'' (49, 14; 1974) *''Non nacque un altro uomo come [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]], | capo dei fratelli, sostegno del popolo; | perfino le sue ossa furono onorate.'' (49, 15; 1974) *''[[Sem (Bibbia)|Sem]] e [[Set (Bibbia)|Set]] furono glorificati fra gli uomini, | ma superiore a ogni creatura vivente è [[Adamo]].'' (49, 16; 1974) *''[[Simone II (sommo sacerdote)|Simone]], figlio di Onia, sommo sacerdote, | nella sua vita riparò il tempio, | e nei suoi giorni fortificò il santuario. | Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo, | l'alto contrafforte della cinta del tempio. | Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, | un serbatoio ampio come il mare. | Premuroso di impedire la caduta del suo popolo, | fortificò la città contro un assedio.'' (50, 1 – 4; 1974) *''Come era stupendo<ref name="Simone">[[Simone II (sommo sacerdote)|Simone]].</ref> quando si aggirava fra il popolo, | quando usciva dal santuario dietro il velo. | Come un astro mattutino fra le nubi, | come la luna nei giorni in cui è piena, | come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, | come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria, | come il fiore delle rose nella stagione di primavera, | come un giglio lungo un corso d'acqua, | come un germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva | come fuoco e incenso su un braciere, | come un vaso d'oro massiccio, | ornato con ogni specie di pietre preziose, | come un ulivo verdeggiante pieno di frutti, | e come un cipresso svettante tra le nuvole.'' (50, 5 – 10; 1974) *''Quando indossava<ref name="Simone" /> i paramenti solenni, | quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, | salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, | riempiva di gloria l'intero santuario.'' (50, 11; 1974) *''Una dottrina di sapienza e di scienza | ha condensato in questo libro | [[Ben Sira|Gesù]] figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme, | che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.'' (50, 27; 1974) *''Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare, | ricercai assiduamente la [[sapienza]] nella preghiera. | Davanti al santuario pregando la domandavo, | e sino alla fine la ricercherò. | Del suo fiorire, come uva vicina a maturare, | il mio cuore si rallegrò. | Il mio piede si incamminò per la via retta; | dalla giovinezza ho seguito le sue orme. | Chinai un poco l'orecchio per riceverla; | vi trovai un insegnamento abbondante. | Con essa feci progresso; | renderò gloria a chi mi ha concesso la sapienza. | Sì, ho deciso di metterla in pratica; | sono stato zelante nel bene, non resterò confuso. | La mia anima si è allenata in essa; | fui diligente nel praticare la legge. | Ho steso le mani verso l'alto; | ho deplorato che la si ignori. | A lei rivolsi il mio desiderio, | e la trovai nella purezza. | In essa acquistai senno fin da principio; | per questo non la abbandonerò. | Le mie viscere si commossero nel ricercarla; | per questo ottenni il suo prezioso acquisto.'' (51, 13 – 21; 1974) *''Acquistatela senza denaro. | Sottoponete il collo al suo giogo, | accogliete l'[[istruzione]]. | Essa è vicina e si può trovare. | Vedete con gli occhi che poco mi faticai, | e vi trovai per me una grande pace. | Acquistate anche l'istruzione con molto denaro; | con essa otterrete molto oro.'' (51, 25 – 28; 1974) ==[[Explicit]]== [[File:Fugger Ehrenbuch 001.jpg|thumb|Illustrazione seicentesca dell'autore del Libro del Siracide]] ===CEI 1974=== <poem> Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore; non vogliate vergognarvi di lodarlo. Compite la vostra opera prima del tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà. </poem> ===CEI 2008=== <poem> L'anima vostra si diletti della misericordia di lui, non vergognatevi di lodarlo. Compite la vostra opera per tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà. </poem> ==Citazioni sul ''Siracide''== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'Ecclesiastico, scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. ([[Umberto Cassuto]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *''[http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 1974. *''[http://www.lachiesa.it/bibbia/cei2008/index.htm La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 2008. ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul}} [[Categoria:Antico Testamento]] o6ysmv9q97q8fff036lh7ykc4z53fq0 1221320 1221318 2022-08-07T11:04:06Z Gaux 18878 /* Citazioni sul Siracide */ ampliamento wikitext text/x-wiki {{Template:Antico Testamento}} '''''Siracide''''', o '''''Ecclesiastico''''', testo deuterocanonico della Bibbia, attribuito a [[Ben Sira]]. ==[[Incipit]]== [[File:Zentralbibliothek Zürich - Alle Weissheit ist bey Gott dem Herrn - 000012138.jpg|thumb|left|Il primo capitolo del Siracide (artista anonimo, 1654)]] ===CEI 1974=== <poem> Ogni [[sapienza]] viene dal Signore ed è sempre con lui. </poem> ===CEI 2008=== <poem> Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. </poem> ==Citazioni== *Poiché è necessario che i lettori non si accontentino di divenire competenti solo per se stessi, ma che anche ai profani possano gli studiosi rendersi utili con la parola e con gli scritti, anche mio nonno [[Ben Sira|Gesù]], dedicatosi lungamente alla lettura della legge, dei profeti e degli altri libri dei nostri padri e avendovi conseguito una notevole competenza, fu spinto a scrivere qualche cosa riguardo all'insegnamento e alla sapienza, perché gli amanti del sapere, assimilato anche questo, possano progredire sempre più in una condotta secondo la legge. (prologo, 4-14)<ref name="prologo">Il prologo del traduttore greco antico viene riportato come parte del ''Siracide'' solo in alcune edizioni; qui si segue la traduzione CEI riportata ne ''[[La Bibbia di Gerusalemme]]'', Edizioni Dehoniane, Bologna, 1999, p. 1421. ISBN 88-10-80526-7</ref> *Siete dunque invitati a farne la lettura con benevolenza e attenzione e a perdonare se nonostante l'impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a render la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in [[Lingua ebraica|ebraico]] non hanno la medesima forza quando sono tradotte in altra lingua. E non solamente questa opera, ma anche la stessa legge, i profeti e il resto dei libri conservano un vantaggio non piccolo nel testo originale. (prologo, 15-26)<ref name="prologo" /> *''Prima di ogni cosa fu creata la [[sapienza]] | e la saggia prudenza è da sempre. | A chi fu rivelata la radice della sapienza? | Chi conosce i suoi disegni? | Uno solo è sapiente, molto terribile, | seduto sopra il trono. | Il Signore ha creato la sapienza; | l'ha vista e l'ha misurata, | l'ha diffusa su tutte le sue opere, | su ogni mortale, secondo la sua generosità, | la elargì a quanti lo amano.'' (1, 4 – 8; 1974) *''L'[[Amore di Dio|amore del Signore]] è sapienza che dà gloria, | a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino.'' (1, 10; 2008) *''Il [[timore di Dio|timore del Signore]] è gloria e vanto, | gioia e corona d'esultanza. | Il timore del Signore allieta il cuore, | dà gioia, diletto e lunga vita. | Il timore del Signore è dono del Signore, | esso conduce sui sentieri dell'amore. | Chi teme il Signore avrà un esito felice, | nel giorno della sua morte sarà benedetto. | Principio di sapienza è temere il Signore; | essa fu creata con i fedeli nel seno materno. | Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, | abiterà fedelmente con i loro discendenti. | Pienezza di sapienza è temere il Signore; | essa inebria di frutti i propri fedeli.'' (1, 11 – 16; 2008) *''Il timore del Signore tiene lontani i peccati, | chi vi persevera respinge ogni moto di [[collera]]. | La collera ingiusta non si potrà scusare, | il traboccare della sua passione sarà causa di rovina.'' (1, 21 – 22; 2008) *''Il [[Pazienza|paziente]] sopporta fino al momento giusto, | ma alla fine sgorgherà la sua gioia. | Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole | e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza.'' (1, 23 – 24; 2008) *''Il timore del Signore è sapienza e istruzione, | si compiace della fiducia e della mansuetudine. | Non essere disobbediente al timore del Signore | e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore.'' (1, 24 – 25; 1974) *''Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti | e il Signore te la concederà.'' (1, 26; 2008) *''Accetta quanto ti capita, | sii paziente nelle vicende dolorose, | perché con il fuoco si prova l'oro, | e gli uomini ben accetti nel [[Crogiolo|crogiuolo]] del [[dolore]].'' (2, 4 – 5; 1974) *''Guai ai cuori pavidi e alle mani [[Indolenza|indolenti]] | e al peccatore che cammina su due strade! | Guai al cuore indolente perché non ha fede; | per questo non sarà protetto.'' (2, 12 – 13; 1974) *''Guai a voi che avete perduto la [[perseveranza]]: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi?'' (2, 14; 2008) *''Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; | e coloro che lo amano seguono le sue vie. | Coloro che temono il Signore cercano di piacergli; | e coloro che lo amano si saziano della legge. | Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori | e umiliano l'anima loro davanti a lui.'' (2, 15 – 17; 1974) *''Gettiamoci nelle mani del Signore | e non in quelle degli uomini; | poiché come è la sua grandezza, | così è anche la sua misericordia.'' (2, 18; 2008) *''Il Signore vuole che il [[padre]] sia onorato dai figli, | ha stabilito il diritto della [[madre]] sulla prole. | Chi onora il padre espia i peccati; | chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. | Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli | e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.'' (3, 2 – 5; 1974) *''Con le azioni e con le parole onora tuo padre, | perché scenda su di te la sua [[benedizione]], | poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli, | la [[Benedizione e maledizione|maledizione]] della madre ne scalza le fondamenta.'' (3, 8 – 9; 2008) *''Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, | non contristarlo durante la sua vita. | Anche se perdesse il senno, compatiscilo | e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. | Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, | ti sarà computata a sconto dei peccati.'' (3, 12 – 14; 1974) *''Figlio, compi le tue opere con [[mitezza]], | e sarai amato più di un uomo generoso. | Quanto più sei grande, tanto più fatti [[Umiltà|umile]], | e troverai grazia davanti al Signore. | Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, | ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.'' (3, 17 – 19; 2008) *''La [[presunzione]] ha fatto smarrire molti | e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri.'' (3, 24; 2008) *''Un cuore [[ostinazione|ostinato]] alla fine cadrà nel male; | chi ama il [[pericolo]] in esso si perderà.'' (3, 25; 1974) *''Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, | non offrire a nessuno l'occasione di [[Maledizione|maledirti]], | perché se uno ti maledice con amarezza, | il suo creatore esaudirà la sua preghiera.'' (4, 5 – 6; 1974) *''La [[sapienza]] esalta i suoi figli | e si prende cura di quanti la cercano. | Chi ama la sapienza ama la vita, | chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia. | Chi la possiede erediterà la gloria; | dovunque vada, il Signore lo benedirà. | Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo, | e il Signore ama coloro che la amano.'' (4, 11 – 14; 2008) *''Lotta sino alla morte per la [[verità]] | e il Signore Dio combatterà per te.'' (4, 28; 1974) *''Non essere [[Arroganza|arrogante]] nel tuo linguaggio, | fiacco e indolente invece nelle opere.'' (4, 29; 1974) *''La tua mano non sia tesa per prendere | e chiusa invece nel restituire.'' (4, 31; 1974) *''Non ventilare il [[grano]] a qualsiasi vento | e non camminare su qualsiasi sentiero.'' (5, 9; 1974) *''Sii [[costanza|costante]] nel tuo sentimento, | e unica sia la tua [[parola]]. | Sii pronto nell'[[ascolto|ascoltare]], | lento nel proferire una [[risposta]]. | Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; | altrimenti mettiti la mano sulla bocca.'' (5, 10 – 12; 1974) *''Non ti abbandonare alla tua [[passione]], | perché non ti strazi come un toro furioso; | divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti, | sì da renderti come un legno secco. | Una passione malvagia rovina chi la possiede | e lo fa oggetto di scherno per i nemici.'' (6, 2 – 4; 1974) *''Siano molti quelli che vivono in pace con te, | ma tuo [[consigliere]] uno su mille.'' (6, 6; 2008) *''Tieniti lontano dai tuoi [[Amico e nemico|nemici]], | e dai tuoi amici guàrdati.'' (6, 13; 1974) *''Un [[amicizia|amico]] fedele è una protezione potente, | chi lo trova, trova un [[tesoro]].'' (6, 14; 1974) :Chi trova un amico trova un tesoro.<ref>Citato in Paola Mastellaro, ''Il libro delle citazioni latine e greche'', Mondadori, Milano, 2012, p. 16. ISBN 978-88-04-47133-2</ref> *''Un amico fedele è un balsamo di vita, | lo troveranno quanti temono il Signore.'' (6, 16; 1974) *''Figlio, sin dalla giovinezza medita la [[disciplina]], | conseguirai la sapienza fino alla canizie.'' (6, 18; 1974) *''Ascolta volentieri ogni discorso su Dio | e le [[massime]] sagge non ti sfuggano.'' (6, 35; 2008) *''Non fare il [[male]], perché il male non ti prenda. | Allontànati dall'[[iniquità]] ed essa si allontanerà da te. | Figlio, non seminare nei solchi dell'[[ingiustizia]] | per non raccoglierne sette volte tanto.'' (7, 1 – 3; 1974) *''Non cercare di divenire [[giudice]] | se ti manca la forza di estirpare l'ingiustizia, | perché temeresti di fronte al potente | e getteresti una macchia sulla tua retta condotta.'' (7, 6; 2008) *''Non fare [[Prestito|prestiti]] a un uomo più forte di te | e se gli hai prestato qualcosa, considerala perduta.'' (8, 12; 2008) *''Non essere [[gelosia|geloso]] della sposa amata, | per non inculcarle malizia a tuo danno.'' (9, 1; 1974) *''Non dare l'anima tua alle [[Prostituzione|prostitute]], | per non perderci il patrimonio.'' (9, 6; 1974) *''Distogli l'occhio da una [[donna]] bella, | non fissare una bellezza che non ti appartiene. | Per la bellezza di una donna molti sono periti; | per essa l'amore brucia come fuoco.'' (9, 8; 1974) *''Odiosa al Signore e agli uomini è la [[superbia]], | all'uno e agli altri è in abominio l'[[ingiustizia]]. | L'[[impero]] passa da un popolo a un altro | a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.'' (10, 7 – 8; 1974) *''Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, | tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato. | Principio della superbia infatti è il peccato; | chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio. | Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi | e lo flagella sino a finirlo.'' (10, 12 – 13; 1974) *''Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, | al loro posto ha fatto sedere gli [[Umiltà|umili]]. | Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni, | al loro posto ha piantato gli umili.'' (10, 14 – 15; 1974) *''Il nobile, il giudice e il potente sono onorati; | ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.'' (10, 24; 1974) *''Un povero viene onorato per la sua scienza | e un ricco viene onorato per la sua ricchezza. | Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza! | E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà!'' (10, 30 – 31; 2008) *''La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa, | gli permetterà di sedere tra i grandi.'' (11, 1; 1974) *''L'[[ape]] è piccola tra gli esseri alati, | ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori.'' (11, 3; 1974) *''Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare, | non immischiarti nelle liti dei peccatori.'' (11, 9; 1974) *''Il dono del Signore è assicurato ai [[Pio|pii]] | e il suo favore li rende felici per sempre.'' (11, 17; 1974) *''Persevera nel tuo [[impegno]] e dèdicati a esso, | invecchia compiendo il tuo lavoro.'' (11, 20; 2008) *''La benedizione del Signore è la ricompensa del pio; | in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.'' (11, 22; 1974) *''Nel tempo della [[prosperità]] si dimentica la [[sventura]]; | nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.'' (11, 25; 1974) *''Una [[pernice]] da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo; | come una spia egli attende la tua caduta.'' (11, 30; 1974) *''Ospita un [[estraneo]], ti metterà sottosopra ogni cosa | e ti renderà estraneo ai tuoi.'' (11, 34; 1974) *''Fa' il bene al pio e ne avrai il contraccambio, | se non da lui, certo dall'Altissimo.'' (12, 2; 1974) *''L'amico non si può riconoscere nella prosperità, | ma nell'avversità il nemico non si nasconderà. | Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore; | ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa.'' (12, 8 – 9; 1974) *''Chi avrà pietà di un [[Incantatore di serpenti|incantatore]] morso da un serpente | e di quanti si avvicinano alle belve? | Così capita a chi si associa a un peccatore | e s'imbratta dei suoi misfatti.'' (12, 13 – 14; 1974) *''Chi maneggia la pece si sporca, | chi frequenta il superbo diviene simile a lui.'' (13, 1; 1974) *''Il [[Ricchezza e povertà|ricco]] commette ingiustizia e per di più grida forte, | il [[Ricchezza e povertà|povero]] riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.'' (13, 3; 1974) *''Non essere [[Invadenza|invadente]] per non essere respinto, | non stare appartato per non essere dimenticato.'' (13, 10; 2008) *''Ogni creatura vivente ama il suo [[simile]], | ogni uomo il suo vicino. | Ogni essere si accoppia secondo la sua specie; | l'uomo si associa a chi gli è simile.'' (13, 15 – 16; 1974) *''Quale pace può esservi fra la [[iena]] e il cane? | Quale intesa tra il ricco e il povero? | Sono preda dei leoni gli [[Onagro|ònagri]] nel deserto; | così pascolo dei ricchi sono i poveri.'' (13, 18 – 19; 1974) *''Per il superbo l'umiltà è obbrobrio, | così per il ricco è obbrobrio il povero.'' (13, 20; 2008) *''Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici; | se il povero cade, anche dagli amici è respinto. | Se cade il ricco, molti lo aiutano; | dice cose insulse? Eppure lo si felicita. | Se cade il povero, lo si rimprovera; | se dice cose assennate, non ci si bada. | Parla il ricco, tutti tacciono | ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso. | Parla il povero e dicono: "Chi è costui?". | Se inciampa, l'aiutano a cadere.'' (13, 21 – 23; 1974) *''Beato l'uomo che non ha [[peccato]] con le parole | e non è tormentato dal rimorso dei peccati.'' (14, 1; 1974) *''A un uomo gretto non conviene la ricchezza, | a che servono gli averi a un uomo avaro? | Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri, | con i suoi beni faran festa gli estranei. | Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono? | Non sa godere delle sue ricchezze.'' (14, 3 – 5; 1974) *''Il Signore odia ogni [[abominio]], | esso non è voluto da chi teme Dio.'' (15, 13; 1974) *''Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; | l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà. | Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: | là dove vuoi tendi la tua mano. | Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: | a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.'' (14, 15 – 17; 2008) *''Dio non perdonò agli antichi [[Nefilim|giganti]], | che si erano ribellati per la loro forza.'' (16, 7; 1974) *''Ci fosse un solo uomo di dura cervice, | sarebbe strano se restasse impunito, | poiché misericordia e ira sono in Dio, | potente quando perdona e quando riversa l'ira. | Tanto grande la sua misericordia, | quanto grande la sua severità; | egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.'' (16, 11 – 13; 1974) *''La [[misericordia]] dell'uomo riguarda il prossimo, | la misericordia del Signore ogni essere vivente.'' (18, 12; 1974) *''Prima di parlare, impara; | curati ancor prima di ammalarti.'' (18, 19; 1974) *''Nulla ti impedisca di soddisfare un [[Voto (religione)|voto]] al tempo giusto, | non aspettare fino alla morte per sdebitarti. | Prima di fare un voto prepara te stesso, | non fare come un uomo che tenta il Signore.'' (18, 22 – 23; 2008) *''Non seguire le [[Passione|passioni]], | poni un freno ai tuoi desideri. | Se ti concedi lo sfogo della passione, | essa ti renderà oggetto di scherno per i tuoi nemici.'' (18, 30 – 31; 2008) *''Non godere una vita di piaceri, | sua conseguenza è una doppia povertà.'' (18, 32; 1974) *''C'è un [[rimprovero]] che è fuori tempo, | c'è chi tace ed è prudente. | Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira!'' (20, 1 – 2; 1974) *''Un eunuco che vuol deflorare una ragazza, | così chi vuol rendere giustizia con la violenza.'' (20, 4; 1974) *''C'è chi [[tacere|tace]], perché non sa che cosa rispondere, | e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio.'' (20, 6; 1974) *''Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole; | chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato.'' (20, 8; 1974) *''Nelle [[Disgrazia|disgrazie]] può trovarsi la fortuna per un uomo, | mentre un profitto può essere una perdita.'' (20, 9; 1974) *''C'è una [[generosità]] che non ti arreca vantaggi | e c'è una generosità che rende il doppio.'' (20, 10; 2008) *''Non si accetta una [[massima]] dalla bocca dello stolto, | perché non è mai detta a proposito.'' (20, 20; 1974) *''C'è chi si rovina per rispetto umano | e si rovina per la faccia di uno stolto. | C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico; | in tal modo se lo rende gratuitamente nemico.'' (20, 22 – 23; 1974) *''Brutta macchia nell'uomo la menzogna, | è sempre sulla bocca dei maldicenti. | Meglio un ladro che un mentitore abituale, | tutti e due avranno in sorte la rovina. | L'abitudine del bugiardo è un disonore, | la vergogna che si merita è sempre con lui.'' (20, 24 – 26; 2008) *''[[Sapienza]] nascosta e tesoro invisibile: | a che servono l'una e l'altro? | Fa meglio chi nasconde la stoltezza | che colui che nasconde la sapienza.'' (20, 30 – 31; 1974) *''Come alla vista del serpente fuggi il [[peccato]]: | se ti avvicini, ti morderà. | Denti di leone sono i suoi denti, | capaci di distruggere vite umane. | Ogni [[trasgressione]] è come spada a doppio taglio: | non c'è rimedio per la sua ferita.'' (21, 2 – 3; 1974) *''L'interno dello [[Stoltezza|stolto]] è come un vaso rotto, | non potrà contenere alcuna scienza.'' (21, 14; 1974) *''Ornamento d'oro è la [[disciplina]] per l'assennato; | è come un monile al braccio destro.'' (21, 21; 1974) *''Il cuore degli stolti sta sulla loro bocca, | mentre bocca dei saggi è il loro cuore.'' (21, 26; 2008) *''Quando un empio maledice l'avversario, | maledice se stesso.'' (21, 27; 2008) *''Il [[Maldicenza|maldicente]] danneggia se stesso | e sarà detestato dal suo ambiente.'' (21, 28; 1974) *''Il [[Pigrizia|pigro]] è simile a una palla di sterco, | chi la raccoglie scuote la mano.'' (22, 2; 1974) *''Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto; | alla fine egli dirà: "Che cosa c'è?". | Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce; | piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno. | Piangi meno tristemente per un morto, ché ora riposa, | ma la vita dello stolto è peggiore della morte.'' (22, 8 – 10; 1974) *''Prima del fuoco c'è vapore e fumo di fornace, | così prima del sangue ci sono le [[Ingiuria|ingiurie]].'' (22, 24; 2008) *''Non abituare la bocca al [[giuramento]], | non abituarti a nominare il nome del Santo.'' (23, 9; 1974) *''Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; | il flagello non si allontana dalla sua casa. | Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; | se non ne tiene conto, pecca due volte. | Se giura il falso, non sarà giustificato, | e la sua casa si riempirà di sventure.'' (23, 11; 2008) *[...] ''una [[passione]] ardente come fuoco acceso | non si spegnerà finché non sia consumata; | un uomo [[Impudicizia|impudico]] nel suo corpo | non desisterà finché il fuoco non lo divori; | per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, | non si stancherà finché non muoia.'' (23, 16 – 17; 2008) *''L'uomo [[Infedeltà coniugale|infedele al proprio letto]] | dice fra sé: «Chi mi vede? | C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; | nessuno mi vede, perché temere? | Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo». | Egli teme solo gli occhi degli uomini, | non sa che gli occhi del Signore | sono mille volte più luminosi del sole; | essi vedono tutte le vie degli uomini | e penetrano fin nei luoghi più segreti. | Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, | allo stesso modo anche dopo la creazione. | Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città, | sarà sorpreso dove meno se l'aspetta.'' (23, 18 – 21; 2008) *''Come [[Cannella|cinnamòmo]] e balsamo ho diffuso profumo; | come [[mirra]] scelta ho sparso buon odore; | come gàlbano, ònice e storàce, | come nuvola di incenso nella tenda. | Come un [[terebinto]] ho esteso i rami | e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.''<ref name="sapienza">A parlare è la sapienza personificata.</ref> (24, 15 – 16; 1974) *''Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, | la [[Legge mosaica|legge che Mosè ci ha prescritto]], | eredità per le assemblee di Giacobbe.'' | [...] | ''Essa trabocca di sapienza come il [[Pison]] | e come il [[Tigri]] nella stagione delle primizie, | effonde intelligenza come l'[[Eufrate]] | e come il [[Giordano (fiume)|Giordano]] nei giorni della mietitura, | come luce irradia la dottrina, | come il [[Ghicon]] nei giorni della vendemmia.'' (24, 23 – 27; 2008) *''Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella, | di fronte al Signore e agli uomini: | concordia di fratelli, amicizia tra vicini, | moglie e marito che vivono in piena armonia.''<ref name="sapienza" /> (25, 1; 1974) *[...] ''quanto è grande chi ha trovato la sapienza, | ma nessuno supera chi [[Timore di Dio|teme il Signore]].'' (25, 10; 1974) *''Qualunque [[ferita]], ma non la ferita del cuore; | qualunque [[malvagità]], ma non la malvagità di una [[donna]]; | qualunque sventura, ma non la sventura | causata dagli avversari; | qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.'' (25, 12 – 13; 1974) *''Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, | non c'è ira peggiore dell'ira di una donna. | Preferirei abitare con un leone e con un drago | piuttosto che abitare con una donna malvagia. | La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto, | rende il suo volto tetro come quello di un orso.'' (25, 15 – 17; 2008) *''Ogni [[malizia]] è nulla, di fronte alla malizia di una donna, | possa piombarle addosso la sorte del peccatore! | Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, | tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico. | Non soccombere al fascino di una donna, | per una donna non ardere di passione.'' (25, 18 – 20; 1974) *''Dalla donna ha avuto inizio il peccato, | per causa sua tutti moriamo.'' (25, 24; 1974) *''Beato il marito di una donna virtuosa; | il numero dei suoi giorni sarà doppio.'' (26, 1; 1974) *''È un dono del Signore una donna silenziosa, | non c'è compenso per una donna educata.'' (26, 14; 1974) *''Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; | così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.'' (27, 4; 2008) *''Gli uccelli sostano presso i loro simili, | la [[lealtà]] ritorna a quelli che la praticano.'' (27, 9; 1974) *''Nel discorso del pio c'è sempre saggezza, | ma lo stolto muta come la luna.'' (27, 11; 2008) *''Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli, | e le loro questioni fan turare gli orecchi.'' (27, 14; 1974) *''Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa, | e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra. | Chi scava una fossa vi cadrà dentro, | chi tende un laccio vi resterà preso. | Il male si riverserà su chi lo fa, | egli non saprà neppure da dove gli venga.'' (27, 25 – 27; 1974) *''Chi si [[Vendetta|vendica]] avrà la vendetta dal Signore | ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati. | Perdona l'offesa al tuo prossimo | e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.'' (28, 1 – 2; 1974) *''Astieniti dalle [[Rissa|risse]] e sarai lontano dal peccato, | perché un uomo passionale attizza una rissa.'' (28, 8; 1974) *''Una [[lite]] concitata accende il fuoco, | una rissa violenta fa versare sangue. | Se soffi su una [[scintilla]], si accende; | se vi sputi sopra, si spegne; | eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.'' (28, 11 – 12; 1974) *''Maledici il [[Delazione|delatore]] e l'uomo di doppia lingua, | perché fa perire molti che vivono in pace.'' (28, 13; 1974) *''Le [[Diceria|dicerie]] di una terza persona hanno sconvolto molti, | li hanno scacciati di nazione in nazione; | hanno demolito città fortificate | e rovinato casati potenti. | Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, | privandole del frutto delle loro fatiche. | Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, | non vivrà tranquillo nella sua dimora.'' (28, 14 – 16; 2008) *''Un colpo di frusta produce lividure, | ma un colpo di [[lingua]] rompe le ossa. | Molti sono caduti a fil di spada, | ma non quanti sono periti per colpa della lingua.'' (28, 17 – 18; 1974) *''Chi pratica la misericordia concede [[Prestito|prestiti]] al prossimo, | chi lo sostiene con la sua mano osserva i comandamenti. | Da' in prestito al prossimo quando ha bisogno, | e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato.'' (29, 1 – 2; 2008) *''Chi ama il proprio [[figlio]] usa spesso la frusta, | per gioire di lui alla fine. | Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio | e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. | Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico, | mentre davanti agli amici potrà gioire. | Muore il padre? È come se non morisse, | perché lascia un suo simile dopo di sé.'' (30, 1 – 4; 1974) *''Meglio la morte che una vita amara, | il riposo eterno che una [[malattia cronica]].'' (30, 17; 1974) *''Distraiti e consola il tuo cuore, | tieni lontana la profonda [[tristezza]], | perché la tristezza ha rovinato molti | e in essa non c'è alcun vantaggio.'' (30, 23; 2008) *''L'[[insonnia]] del ricco consuma il corpo, | i suoi affanni gli tolgono il sonno. | Le preoccupazioni dell'insonnia non lasciano dormire, | come una grave malattia bandiscono il sonno.'' (31, 1 – 2; 2008) *''Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze | e se smette, si ingolfa nei piaceri. | Un povero fatica nelle privazioni della vita | e se smette, cade nell'indigenza.'' (31, 3 – 4; 1974) *''Chi ama l'[[oro]] non sarà esente da colpa, | chi insegue il denaro ne sarà fuorviato. | Molti sono andati in rovina a causa dell'oro, | e la loro rovina era davanti a loro. | È una trappola per quanti ne sono infatuati, | e ogni insensato vi resta preso. | Beato il ricco che si trova senza macchia | e che non corre dietro all'oro.'' (31, 5 – 8; 2008) *''Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato, | al mattino ci si alza e si è padroni di sé. | Il tormento dell'insonnia e della nausea | e la [[colica]] accompagnano l'uomo [[Gola (ingordigia)|ingordo]].'' (31, 20; 2008) *''In tutte le azioni sii [[Moderazione|moderato]] | e nessuna malattia ti coglierà.'' (31, 22; 1974) *''Molte labbra loderanno chi è splendido nei [[Banchetto|banchetti]], | e vera è la testimonianza della sua munificenza. | La città mormora di chi è tirchio nei banchetti; | ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.'' (31, 23 – 24; 1974) *''Non fare il forte con il [[vino]], | perché ha mandato molti in rovina. | La fornace prova il metallo nella tempera, | così il vino i cuori in una sfida di arroganti. | Il vino è come la vita per gli uomini, | purché tu lo beva con misura. | Che vita è quella di chi non ha vino? | Questo fu creato per la gioia degli uomini. | Allegria del cuore e gioia dell'anima | è il vino bevuto a tempo e a misura. | Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità, | con eccitazione e per sfida. | L'[[ubriachezza]] accresce l'ira dello stolto a sua rovina, | ne diminuisce le forze e gli procura ferite.'' (31, 25 – 30; 1974) *''Durante un banchetto non rimproverare il vicino, | non deriderlo nella sua letizia. | Non dirgli parola di rimprovero | e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.'' (31, 31; 1974) *''Ti hanno fatto [[capotavola]]? Non esaltarti; | comportati con gli altri come uno di loro. | Pensa a loro e poi mettiti a tavola; | quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati | per ricrearti con loro | e ricevere la corona per la tua cortesia.'' (31, 1 – 2; 1974) *''Prima del tuono viene la folgore, | la [[grazia]] precede l'uomo [[Modestia|modesto]].'' (32, 10; 1974) *''Quelli che temono il Signore sanno giudicare, | i loro giudizi brillano come luce.'' (32, 16; 2008) *''Non far nulla senza [[riflessione]], | alla fine dell'azione non te ne pentirai.'' (32, 19; 1974) *''In ogni azione abbi fiducia in te stesso, | poiché anche questo è osservare i comandamenti.'' (32, 23; 1974) *''Un amico beffardo è come uno [[stallone]], | nitrisce sotto chiunque lo cavalca.'' (33, 6; 2008) *''Io mi sono dedicato per ultimo allo studio, | come un racimolatore dietro i vendemmiatori. | Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo, | come un vendemmiatore ho riempito il tino. | Badate che non ho faticato solo per me, | ma per quanti ricercano l'istruzione.'' (33, 16 – 18; 1974) *''Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico | non dare un potere su di te finché sei in vita. | Non dare ad altri le tue ricchezze, | perché poi non ti penta e debba richiederle. | Finché vivi e c'è respiro in te, | non abbandonarti in potere di nessuno.'' (33, 20 – 21; 1974) *''Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà, | perché la loro speranza è posta in colui che li salva. | Chi teme il Signore non ha paura di nulla, | e non teme perché egli è la sua speranza.'' (34, 13 – 14; 1974) *''Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni, | un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio. | Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata, | ove non c'è [[moglie]], l'uomo geme randagio.'' (36, 24 – 25; 1974) *''Non è forse un dolore mortale | un compagno e amico che diventa nemico?'' (37, 2; 2008) *''Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità, | ma al momento della [[disgrazia]] gli sarà ostile.'' (37, 4; 1974) *''Non dimenticarti dell'amico nell'animo tuo, | non scordarti di lui nella tua prosperità.'' (37, 6; 2008) *''Ogni [[consigliere]] suggerisce consigli, | ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio. | Guàrdati da un consigliere, | infòrmati quali siano le sue necessità | – egli nel consigliare penserà al suo interesse – | perché non getti la sorte su di te | e dica: "La tua via è buona", | poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà.'' (37, 7 – 9; 1974) *''Non [[consiglio|consigliarti]] con una donna sulla sua rivale, | con un pauroso sulla guerra, | con un mercante sul commercio, | con un compratore sulla vendita, | con un invidioso sulla riconoscenza, | con uno spietato sulla bontà di cuore, | con un pigro su un'iniziativa qualsiasi, | con un mercenario annuale sul raccolto, | con uno schiavo pigro su un gran lavoro; | non dipendere da costoro per nessun consiglio.'' (37, 11; 1974) *''Segui il consiglio del tuo [[cuore]], | perché nessuno ti sarà più fedele di lui. | La [[Coscienza morale|coscienza]] di un uomo talvolta suole avvertire | meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.'' (37, 13 – 14; 1974) *''Principio di ogni opera è la parola, | prima di ogni azione c'è la riflessione. | Radice di ogni mutamento è il cuore, | da cui derivano quattro scelte: | bene e male, vita e morte, | ma su tutto domina sempre la lingua.'' (37, 16 – 18; 2008) *''Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso, | vedi quello che ti nuoce e non concedertelo. | Difatti non tutto conviene a tutti | e non tutti approvano ogni cosa.'' (37, 27 – 28; 2008) *''Non essere [[Gola (ingordigia)|ingordo]] per qualsiasi ghiottoneria, | non ti gettare sulle vivande, | perché l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca coliche. | Molti sono morti per ingordigia, | chi si controlla vivrà a lungo.'' (37, 29 – 31; 1974) *''L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,<ref>A [[Mara (Bibbia)|Mara]].</ref> | per rendere evidente la potenza di lui?'' (38, 5; 1974) *''Dio ha dato agli uomini la [[scienza]] | perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.'' (38, 6; 1974) *''Chi pecca contro il proprio creatore | cada nelle mani del [[medico]].'' (38, 15; 1974) *''Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua: | ieri a me e oggi a te.''<ref>A parlare è un morto, o la morte personificata. In latino il secondo verso è «''mihi heri, et tibi hodie''», da cui deriva l'iscrizione usata nei cimiteri «''hodie mihi, cras tibi''», per approfondire vedi la [[w:Hodie mihi, cras tibi|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> (38, 22; 2008) *''La sapienza dello [[scriba]] si deve alle sue ore di quiete; | chi ha poca attività diventerà saggio.'' (38, 24; 1974) *''Così il [[fabbro]] siede davanti all'incudine | ed è intento ai lavori del ferro: | la vampa del fuoco gli strugge le carni, | e col calore del fornello deve lottare; | il rumore del martello gli assorda gli orecchi, | i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto, | è tutto preoccupato per finire il suo lavoro, | sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.'' (38, 28; 1974) *''Ogni azione umana è davanti a lui,<ref name="Dio">Dio.</ref> | non è possibile nascondersi ai suoi occhi. | Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra, | nulla è straordinario davanti a lui. | Non c'è da dire: "Che è questo? Perché quello?" | poiché tutte le cose sono state create per un fine.'' (39, 19 – 21; 1974) *''Ci sono [[vento|venti]] creati per castigo, | e nella loro furia rafforzano i loro flagelli; | quando verrà la fine, scateneranno violenza, | e placheranno lo sdegno del loro creatore.'' (39, 28; 1974) *''Quanto è dalla terra alla terra ritorna; | quanto è dalle acque rifluisce nel mare.'' (40, 11; 1974) *''Ricchezze e potenza sollevano il cuore, | ma più ancora di esse il [[timore di Dio|timore del Signore]]. | Con il timore del Signore non manca nulla; | con esso non c'è bisogno di cercare aiuto. | Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni; | la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria.'' (40, 26 – 27; 1974) *''Figlio, non vivere da [[mendicante]]. | È meglio morire che mendicare.'' (40, 28; 1974) *''O [[morte]], come è amaro il tuo pensiero | per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza, | per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto, | ancora in grado di gustare il cibo! | O morte, è gradita la tua sentenza | all'uomo indigente e privo di forze, | vecchio decrepito e preoccupato di tutto, | al ribelle che ha perduto la pazienza!'' (41, 1 – 2; 1974) *''Contro un padre [[Empietà|empio]] imprecano i figli, | perché sono disprezzati a causa sua. | Guai a voi, uomini empi, | che avete abbandonato la legge di Dio altissimo! | Quando nascete, nascete per la maledizione; | quando morite, erediterete la maledizione. | Quanto è dalla terra ritornerà alla terra, | così gli empi dalla maledizione alla distruzione.'' (41, 7 – 10; 1974) *''I giorni di una vita felice sono contati, | ma un [[buon nome]] dura sempre.'' (41, 13; 1974) *''Con una [[moglie]] malvagia è opportuno il sigillo, | dove ci sono troppe mani usa la chiave.'' (42, 6; 1974) *''Una [[figlia]] è per il padre un'inquietudine segreta, | la preoccupazione per lei allontana il sonno: | nella sua giovinezza, perché non sfiorisca, | una volta accasata, perché non sia ripudiata. | Finché è ragazza, si teme che sia sedotta | e che resti incinta nella casa paterna; | quando è con un marito, che cada in colpa, | quando è accasata, che sia sterile.'' (42, 10; 1974) *''Su una figlia indocile rafforza la vigilanza, | perché non ti renda scherno dei nemici, | oggetto di chiacchiere in città e favola della gente, | sì da farti vergognare davanti a tutti. | Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo, | non segga a ciarlare insieme con le altre donne, | perché dagli abiti esce fuori la tignola | e dalla donna malizia di donna.'' (42, 11 – 13; 1974) *''Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna, | una donna che porta vergogna fino allo scherno.'' (42, 14; 1974) *''Neppure i [[santo|santi]] del Signore sono in grado | di narrare tutte le sue meraviglie, | ciò che il Signore onnipotente ha stabilito | perché l'universo stesse saldo a sua gloria. | Egli scruta l'abisso e il cuore | e penetra tutti i loro segreti.'' (42, 17 – 18; 1974) *''Quanto sono amabili tutte le sue opere! | E appena una scintilla se ne può osservare.'' (42, 22; 1974) *''Orgoglio dei cieli è il limpido [[firmamento]], | spettacolo celeste in una visione di gloria!'' (43, 1; 1974) *''Il [[sole]] mentre appare nel suo sorgere proclama: | "Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!". | A mezzogiorno dissecca la terra, | e di fronte al suo calore chi può resistere? | Si soffia nella fornace per ottenere calore, | il sole brucia i monti tre volte tanto; | emettendo vampe di fuoco, | facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi. | Grande è il Signore che l'ha creato | e con la parola ne affretta il rapido corso.'' (43, 2 – 5; 1974) *''Dalla [[luna]] dipende l'indicazione delle feste, | luminare che decresce fino alla sua scomparsa. | Da essa il mese prende nome, | mirabilmente crescendo secondo le fasi. | È un'insegna per le milizie nell'alto | splendendo nel firmamento del cielo.'' (43, 7 – 8; 1974) *''Bellezza del cielo la gloria degli [[Astro|astri]], | ornamento splendente nelle altezze del Signore. | Si comportano secondo gli ordini del Santo, | non si stancano al loro posto di sentinelle.'' (43, 9 – 10; 1974) *''Osserva l'[[arcobaleno]] e benedici colui che l'ha fatto, | è bellissimo nel suo splendore. | Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, | l'hanno teso le mani dell'Altissimo.'' (43, 11 – 12; 1974) *''Fa scendere<ref name="Dio" /> la [[neve]] come uccelli che si posano, | come cavallette che si posano è la sua discesa; | l'occhio ammira la bellezza del suo candore | e il cuore stupisce nel vederla fioccare. | Riversa sulla terra la [[brina]] come il sale, | che gelandosi forma come tante punte di spine.'' (43, 18 – 19; 1974) *''Potremmo dir molte cose e mai finiremmo; | ma per concludere: "Egli è tutto!".'' (43, 27; 1974) *''[[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]] piacque al Signore e fu rapito, | esempio istruttivo per tutte le generazioni.'' (44, 16; 1974) *''[[Noè]] fu trovato perfetto e giusto, | al tempo dell'ira fu riconciliazione; | per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra, | quando avvenne il [[Diluvio universale|diluvio]]. | Alleanze eterne furono stabilite con lui, | perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio.'' (44, 17 – 18; 1974) *''[[Abramo]] fu grande antenato di molti popoli, | nessuno ci fu simile a lui nella gloria. | Egli custodì la legge dell'Altissimo, | con lui entrò in alleanza. | Stabilì questa alleanza nella propria carne | e nella prova fu trovato fedele. | Per questo Dio gli promise con giuramento | di benedire i popoli nella sua discendenza, | di moltiplicarlo come la polvere della terra, | di innalzare la sua discendenza come gli astri | e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare, | dal fiume fino all'estremità della terra.'' (44, 19 – 21; 1974) *''Dio fece posare sulla testa di [[Giacobbe]] | la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza; | lo confermò nelle sue benedizioni, | a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti, | assegnandole alle dodici tribù.'' (44, 23; 1974) *''Da lui fece sorgere<ref>Da Giacobbe, Dio fece sorgere.</ref> un uomo di pietà, | che riscosse una stima universale | e fu amato da Dio e dagli uomini: | [[Mosè]], il cui ricordo è benedizione. | Lo rese glorioso come i santi | e lo rese grande a timore dei nemici. | Per la sua parola fece cessare i prodigi | e lo glorificò davanti ai re; | gli diede autorità sul suo popolo | e gli mostrò una parte della sua gloria. | Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine; | lo scelse fra tutti i viventi. | Gli fece udire la sua voce; | lo introdusse nella nube oscura | e gli diede a faccia a faccia i [[Dieci comandamenti|comandamenti]], | legge di vita e di intelligenza, | perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza, | i suoi decreti a Israele.'' (45, 1 – 5; 1974) *''Egli<ref name="Dio" /> innalzò [[Aronne]], santo come lui, | suo fratello, della tribù di [[Levi (tribù)|Levi]]. | Stabilì con lui un'alleanza perenne | e gli diede il sacerdozio tra il popolo. | Lo onorò con splendidi ornamenti | e gli fece indossare una veste di gloria. | Lo rivestì con tutta la magnificenza, | lo adornò con paramenti maestosi: | calzoni, tunica e manto.'' (45, 6 – 8; 1974) *''Mosè lo consacrò<ref name="Aronne">[[Aronne]].</ref> e l'unse con l'olio santo. | Costituì un'alleanza perenne per lui | e per i suoi discendenti, finché dura il cielo: | quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio | e benedire il popolo nel nome del Signore.'' (45, 15; 1974) *''Il Signore lo scelse<ref name="Aronne" /> tra tutti i viventi | perché gli offrisse sacrifici, | incenso e profumo come memoriale | e perché compisse l'espiazione per il suo popolo. | Gli affidò i suoi comandamenti, | il potere sulle prescrizioni del diritto, | perché insegnasse a Giacobbe i decreti | e illuminasse Israele nella sua legge.'' (45, 16 – 17; 1974) *''Contro di lui<ref name="Aronne" /> insorsero uomini estranei | e furono gelosi di lui nel deserto; | erano gli uomini di [[Dathan|Datan]] e di [[Abiram|Abiron]] | e quelli della banda di [[Core (Bibbia)|Core]], furiosi e violenti. | Il Signore vide e se ne indignò; | essi finirono annientati nella furia della sua ira. | Egli compì prodigi a loro danno | per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.'' (45, 18 – 19; 1974) *''[[Fineas|Pincas]], figlio di [[Eleazaro (figlio di Aronne)|Eleazaro]], fu il terzo nella gloria<ref>Dopo Mosè e Aronne.</ref> | per il suo zelo nel timore del Signore | per la sua fermezza quando il popolo si ribellò, | egli infatti intervenne con generoso coraggio | e placò Dio in favore di Israele. | Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace, | perché presiedesse al santuario e al popolo; | così a lui e alla sua discendenza fu riservata | la dignità del sacerdozio per sempre.'' (45, 23 – 24; 1974) *''Valoroso in guerra [[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]] figlio di Nun, | successore di Mosè nell'ufficio profetico; | egli, secondo il significato del [[Giosuè (nome)|suo nome]], | fu grande per la salvezza degli eletti di Dio, | compiendo la vendetta contro i nemici insorti, | per assegnare il possesso a Israele. | Come era glorioso quando alzava le braccia | e brandiva la spada contro le città! | Chi prima di lui era stato così saldo? | Egli guidava le guerre del Signore.'' (46, 1 – 3; 1974) *''Rimase infatti<ref>[[Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]].</ref> fedele all'Onnipotente | e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa | con [[Caleb]], figlio di Iefunne, | opponendosi all'assemblea, | impedendo che il popolo peccasse | e dominando le maligne mormorazioni. | Questi due soli si salvarono | fra i seicentomila fanti, | per introdurre Israele nella sua eredità, | nella terra in cui scorrono latte e miele.'' (46, 7 – 8; 1974) *''Il Signore concesse a Caleb una forza | che l'assistette sino alla vecchiaia, | perché raggiungesse le alture del paese, | che la sua discendenza poté conservare in eredità, | sì che tutti gli Israeliti sapessero | che è bene seguire il Signore.'' (46, 9 – 10; 1974) *''Quanto ai [[Giudici biblici|Giudici]], ciascuno con il suo nome, | coloro il cui cuore non commise infedeltà | né si allontanarono dal Signore, | sia il loro ricordo in benedizione! | Le loro ossa rifioriscano dalle tombe | e il loro nome si perpetui sui figli, | poiché essi sono già glorificati.'' (46, 11 – 12; 1974) *''[[Samuele (profeta)|Samuele]], amato dal suo Signore, | di cui fu profeta, istituì la monarchia | e consacrò i principi del suo popolo. | Secondo la legge del Signore governò la comunità | e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe. | Per la sua fedeltà si dimostrò profeta, | con le parole fu riconosciuto veggente verace.'' (46, 13 – 15; 1974) *''Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico, | così [[Davide]] dagli Israeliti. | Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti, con gli orsi quasi fossero agnelli. | Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante | e cancellata l'ignominia dal popolo, | scagliando con la fionda la pietra, | che abbatté la tracotanza di [[Golia]]? | Poiché aveva invocato il Signore altissimo, | egli concesse alla sua destra la forza | di eliminare un potente guerriero | e riaffermare la potenza del suo popolo.'' (47, 2 – 5; 1974) *''In ogni sua opera<ref name="Davide">[[Davide]].</ref> glorificò | il Santo altissimo con parole di lode; | cantò inni a lui con tutto il cuore | e amò colui che l'aveva creato.'' (47, 8; 1974) *''Introdusse<ref name="Davide" /> musicanti davanti all'altare; | raddolcendo i canti con i loro suoni; | conferì splendore alle feste, | abbellì le solennità fino alla perfezione, | facendo lodare il nome santo di Dio | ed echeggiare fin dal mattino il santuario. | Il Signore gli perdonò i suoi peccati, | innalzò la sua potenza per sempre, | gli concesse un'alleanza regale | e un trono di gloria in Israele.'' (47, 11; 1974) *''Dopo di lui<ref name="Davide" /> sorse un figlio saggio, | che, in grazia sua, ebbe un vasto regno. | [[Salomone]] regnò in tempo di pace, | Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno | perché costruisse una casa al suo nome | e preparasse un santuario perenne.'' (47, 12 – 13; 1974) *''Come fosti saggio<ref name="Salomone">[[Salomone]].</ref> nella giovinezza, | versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume! | La tua scienza ricoprì la terra, | riempiendola di sentenze difficili. | Il tuo nome giunse fino alle isole lontane; | fosti amato nella tua pace. | Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime | e per le tue risposte ti ammirarono i popoli.'' (47, 14 – 17; 1974) *''Nel nome del Signore Dio, | che è chiamato Dio di Israele, | accumulasti<ref name="Salomone" /> l'oro quasi fosse stagno, | come il piombo rendesti abbondante l'argento. | Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne, | e ne fosti dominato nel corpo. | Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza, | sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli | e sofferenze con la tua follia.'' (47, 18 – 20; 1974) *''Salomone andò a riposare con i suoi padri, | lasciando dopo di sé un discendente, | stoltezza del popolo e privo di senno, | [[Roboamo|Roboàmo]], che si alienò il popolo con i suoi consigli.'' (47, 23; 1974) *''[[Geroboamo|Geroboàmo]] figlio di Nabàt fece peccare Israele | e aprì a Efraim la via del peccato; | le loro colpe si moltiplicarono assai, | sì da farli esiliare dal proprio paese.'' (47, 24; 1974) *''Allora sorse [[Elia]] profeta, simile al fuoco; | la sua parola bruciava come fiaccola. | Egli fece venire su di loro la carestia | e con zelo li ridusse a pochi. | Per comando del Signore chiuse il cielo, | fece scendere così tre volte il fuoco. | Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! | E chi può vantarsi di esserti uguale?'' (48, 1 – 4; 1974) *''Risvegliasti un defunto dalla morte | e dagli inferi, per comando dell'Altissimo; | tu<ref name="Elia">[[Elia]].</ref> che spingesti re alla rovina, | uomini gloriosi dal loro letto. | Sentisti sul Sinai rimproveri, | sull'Oreb sentenze di vendetta. | Ungesti re come vindici | e profeti come tuoi successori.'' (48, 5 – 8; 1974) *''Tu<ref name="Elia" /> sei stato assunto in un turbine di fuoco, | su un carro di cavalli di fuoco; | tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, | per placare l'ira prima che divampi, | per ricondurre il cuore del padre verso il figlio | e ristabilire le tribù di Giacobbe. | Beati coloro che ti hanno visto | e si sono addormentati nell'amore, | perché è certo che anche noi vivremo.'' (48, 9 – 11; 2008) *''Appena Elia fu avvolto dal turbine, | [[Eliseo (profeta)|Eliseo]] fu pieno del suo spirito; | durante la sua vita non tremò davanti ai potenti | e nessuno riuscì a dominarlo. | Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro il suo corpo profetizzò. | Nella sua vita compì prodigi | e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.'' (48, 12 – 14; 1974) *''[[Ezechia]] fortificò la sua città | e portò l'acqua nel suo interno; | con il ferro scavò un canale nella roccia | e costruì cisterne per l'acqua. | Nei suoi giorni [[Sennacherib|Sennàcherib]] fece una spedizione | e mandò Rapsache; | alzò la sua mano contro Sion | e si vantò spavaldamente nella sua superbia. | Allora si agitarono loro i cuori e le mani, | soffrirono come le partorienti. | Invocarono il Signore misericordioso, | tendendo le loro mani verso di lui. | Il Santo li ascoltò subito dal cielo | e li liberò per mezzo di [[Isaia]]. | Egli colpì l'accampamento degli Assiri, | e il suo angelo li sterminò, | perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore | e aveva seguito con fermezza le vie di Davide, suo padre, | come gli aveva indicato il profeta Isaia, | grande e degno di fede nella sua visione. | Nei suoi giorni il sole retrocedette | ed egli prolungò la vita del re. | Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi | e consolò gli afflitti di Sion. | Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi, | le cose nascoste prima che accadessero.'' (48, 17 – 25; 2008) *''Il ricordo di [[Giosia]] è una mistura di incenso, | preparata dall'arte del profumiere. | In ogni bocca è dolce come il miele, | come musica in un banchetto. | Egli si dedicò alla riforma del popolo | e sradicò i segni abominevoli dell'empietà. | Diresse il suo cuore verso il Signore, | in un'epoca di iniqui riaffermò la pietà. | Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, | tutti commisero peccati; | poiché avevano abbandonato la legge dell'Altissimo, | i [[Regno di Giuda|re di Giuda]] scomparvero. | Lasciarono infatti la loro potenza ad altri, | la loro gloria a una nazione straniera.'' (49, 1 – 5; 1974) *''I nemici incendiarono l'eletta città del santuario, | resero deserte le sue strade, | secondo la parola di [[Geremia]], che essi maltrattarono | benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno, | per estirpare, distruggere e mandare in rovina, | ma anche per costruire e piantare.'' (49, 6 – 7; 1974) *''[[Ezechiele]] contemplò una visione di gloria, | che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini. | Si ricordò dei nemici nel vaticinio dell'uragano, | beneficò quanti camminavano nella retta via.'' (49, 8 – 9; 1974) *''Come elogiare [[Zorobabele]]? | Egli è come un sigillo nella mano destra. | Così anche [[Giosuè (sommo sacerdote)|Giosuè]] figlio di Iozedèk; | essi nei loro giorni riedificarono il tempio | ed elevarono al Signore un tempio santo, | destinato a una gloria eterna.'' (49, 11 – 12; 1974) *''Anche la memoria di [[Neemia]] durerà a lungo; | egli rialzò le nostre mura demolite | e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case.'' (49, 13; 1974) *''Nessuno fu creato sulla terra eguale a [[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]]; | difatti egli fu rapito dalla terra.'' (49, 14; 1974) *''Non nacque un altro uomo come [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]], | capo dei fratelli, sostegno del popolo; | perfino le sue ossa furono onorate.'' (49, 15; 1974) *''[[Sem (Bibbia)|Sem]] e [[Set (Bibbia)|Set]] furono glorificati fra gli uomini, | ma superiore a ogni creatura vivente è [[Adamo]].'' (49, 16; 1974) *''[[Simone II (sommo sacerdote)|Simone]], figlio di Onia, sommo sacerdote, | nella sua vita riparò il tempio, | e nei suoi giorni fortificò il santuario. | Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo, | l'alto contrafforte della cinta del tempio. | Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, | un serbatoio ampio come il mare. | Premuroso di impedire la caduta del suo popolo, | fortificò la città contro un assedio.'' (50, 1 – 4; 1974) *''Come era stupendo<ref name="Simone">[[Simone II (sommo sacerdote)|Simone]].</ref> quando si aggirava fra il popolo, | quando usciva dal santuario dietro il velo. | Come un astro mattutino fra le nubi, | come la luna nei giorni in cui è piena, | come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, | come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria, | come il fiore delle rose nella stagione di primavera, | come un giglio lungo un corso d'acqua, | come un germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva | come fuoco e incenso su un braciere, | come un vaso d'oro massiccio, | ornato con ogni specie di pietre preziose, | come un ulivo verdeggiante pieno di frutti, | e come un cipresso svettante tra le nuvole.'' (50, 5 – 10; 1974) *''Quando indossava<ref name="Simone" /> i paramenti solenni, | quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, | salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, | riempiva di gloria l'intero santuario.'' (50, 11; 1974) *''Una dottrina di sapienza e di scienza | ha condensato in questo libro | [[Ben Sira|Gesù]] figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme, | che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.'' (50, 27; 1974) *''Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare, | ricercai assiduamente la [[sapienza]] nella preghiera. | Davanti al santuario pregando la domandavo, | e sino alla fine la ricercherò. | Del suo fiorire, come uva vicina a maturare, | il mio cuore si rallegrò. | Il mio piede si incamminò per la via retta; | dalla giovinezza ho seguito le sue orme. | Chinai un poco l'orecchio per riceverla; | vi trovai un insegnamento abbondante. | Con essa feci progresso; | renderò gloria a chi mi ha concesso la sapienza. | Sì, ho deciso di metterla in pratica; | sono stato zelante nel bene, non resterò confuso. | La mia anima si è allenata in essa; | fui diligente nel praticare la legge. | Ho steso le mani verso l'alto; | ho deplorato che la si ignori. | A lei rivolsi il mio desiderio, | e la trovai nella purezza. | In essa acquistai senno fin da principio; | per questo non la abbandonerò. | Le mie viscere si commossero nel ricercarla; | per questo ottenni il suo prezioso acquisto.'' (51, 13 – 21; 1974) *''Acquistatela senza denaro. | Sottoponete il collo al suo giogo, | accogliete l'[[istruzione]]. | Essa è vicina e si può trovare. | Vedete con gli occhi che poco mi faticai, | e vi trovai per me una grande pace. | Acquistate anche l'istruzione con molto denaro; | con essa otterrete molto oro.'' (51, 25 – 28; 1974) ==[[Explicit]]== [[File:Fugger Ehrenbuch 001.jpg|thumb|Illustrazione seicentesca dell'autore del Libro del Siracide]] ===CEI 1974=== <poem> Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore; non vogliate vergognarvi di lodarlo. Compite la vostra opera prima del tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà. </poem> ===CEI 2008=== <poem> L'anima vostra si diletti della misericordia di lui, non vergognatevi di lodarlo. Compite la vostra opera per tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà. </poem> ==Citazioni sul ''Siracide''== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'Ecclesiastico, scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. ([[Umberto Cassuto]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *''[http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 1974. *''[http://www.lachiesa.it/bibbia/cei2008/index.htm La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 2008. ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul}} [[Categoria:Antico Testamento]] 8d8pp2llllswpkl4divbwkf0rfq2euh Giorgia Meloni 0 59572 1221294 1219525 2022-08-07T09:36:27Z IppolitoN 23099 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Giorgia Meloni 2018.jpg|thumb|Giorgia Meloni nel 2018]] '''Giorgia Meloni''' (1977 – vivente), politica italiana. ==Citazioni di Giorgia Meloni== {{cronologico}} *[...] la [[Alessandra Mussolini|Mussolini]] è una delle persone più distanti dalle tesi della destra che sia mai stata in An. Fa ridere che abbia fatto un partito di destra radicale.<ref name=adp>Dall'intervista a [[Claudio Sabelli Fioretti]], ''Corsera Magazine'', 7 dicembre 2006; pubblicata su ''[http://web.archive.org/web/20071012233156/http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=341 Melba.it]''.</ref> *Ho un rapporto sereno con il [[fascismo]]. Lo considero un passaggio della nostra storia nazionale. [...] {{NDR|[[Benito Mussolini|Mussolini]]}} Ha fatto diversi errori, le [[leggi razziali]], l'ingresso in guerra, e comunque il suo era un sistema autoritario. Storicamente ha anche prodotto tanto, ma questo non lo salva. Strano che la sinistra invece usi questo schema: [[Fidel Castro]] è un dittatore, è uno che nega i diritti civili, però ha fatto tanto bene a Cuba. Se va bene per Castro perché non va bene per Mussolini?<ref name=adp /> *Le [[leggi ad personam]] bisogna contestualizzarle. Sono delle leggi che [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha fatto per se stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste.<ref name=adp/> *{{NDR|[[Benito Mussolini|Mussolini]]}} È un personaggio complesso, va storicizzato.<ref>Durante il programma televisivo ''Chiambretti Night'', Italia 1, febbraio 2009.</ref> *{{NDR|Sul caso Englaro}} sono convinta da sempre che, nel caso di Eluana, la difesa della vita sia il punto da cui bisogna partire prima di ogni altro ragionamento. [...] Qui non si tratta di disconoscere il valore del presidente della Repubblica e il suo ruolo. [...] Siamo in condizioni eccezionali.<ref>Dall'intervista di Luca Talese, ''[http://www.ilgiornale.it/interni/la_meloni_caro_fini_ecco_perche_non_ti_seguo/08-02-2009/articolo-id=327056-page=0-comments=1 La Meloni: "Caro Fini, ecco perché non ti seguo"]'', ''Il Giornale.it'', 8 febbraio 2009.</ref> *Non ho gli elementi per giudicare se sia da rivedere la scorta di [[Roberto Saviano|Saviano]], né tantomeno se ammazzare Saviano è una priorità della camorra, né so bene quale sia la procedura per assegnare le scorte.<ref>Citato in [https://www.huffingtonpost.it/2018/06/22/giorgia-meloni-non-so-se-ammazzare-roberto-saviano-sia-una-priorita-della-camorra_a_23465403/?ncid=fcbklnkithpmg00000001 Giorgia Meloni: "Non so se ammazzare Roberto Saviano sia una priorità della camorra"], ''huffingtonpost'', 22 giugno 2018.</ref> *[[Benedetto XVI]] non dimentica mai, in nessuna occasione, di rivolgere il suo pensiero benevolo ai ragazzi. Lo ringrazio perché ancora oggi ha voluto trasfonderci tutta la sua forza con un messaggio, improntato alla visione di un avvenire migliore, che sarà tale se le giovani generazioni sapranno riscoprire gli eterni valori del rispetto del prossimo e della collaborazione tra tutte le componenti della società.<ref>Citato in ''[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2009/03/09/Politica/PAPA-MELONI-GRAZIE-A-BENEDETTO-XVI-PER-PAROLE-SPERANZA-RIVOLTE-A-GIOVANI_145142.php Papa: Meloni, grazie a Benedetto XVI per parole speranza rivolte a giovani]'', ''Adnkronos.com'', 9 marzo 2009.</ref> *Il [[Futurismo]] fu l'ultima avanguardia artistica e culturale di uomini e donne prodotta in Italia. Oggi sentirsi futuristi è essere protagonisti del proprio tempo, essere cioè capaci di lasciare la propria impronta interpretando il tempo che si vive, lasciarne testimonianza futura alle giovani generazioni.<ref>Citato in ''[http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=4601 Cagliari alla riscoperta del Futurismo]'', ''Rassegna stampa del comune di Cagliari'', ''ComuneCagliariNews.it'', 10 marzo 2009.</ref> *Vi inventate delle cose false e le raccontate in giro per il mondo. [...] Questo è intollerabile, State giocando con il nostro orgoglio nazionale, con la nostra democrazia!<ref>Durante un'intervista all'ABC, a proposito delle mancate risposte di [[Silvio Berlusconi]] alle domande di ''Repubblica'' circa i suoi scandali sessuali nel caso di Noemi Letizia; video disponibile su ''[http://tv.repubblica.it/cronaca/domanda-sulle-escort-la-meloni-si-infuria/37473?video Tv.Repubblica.it]'', ottobre 2009.</ref> {{NDR|abbandonando poi l'intervista}} *La decisione della Corte Europea è il prodotto di una furia distruttrice verso ogni simbolo della nostra comune identità. Se l'[[Europa]] non ha coscienza dei valori e delle ragioni che la innervano allora è solo un accordo commerciale e niente di più.<ref>Citato in ''[http://giorgiameloni.garbatella.it/2009/11/crocefisso-meloni-simbolo-dellidentita-europea/ Vittoria! Sì dalla Francia all'estradizione di Battisti]'', ''GiorgiaMeloni.it'', 4 novembre 2009.</ref> *{{NDR|I giovani italiani soffrono di}} inattitudine all'[[umiltà]]. [...] C'è un pezzo di paese che quando parli di lavoro manuale non capisce. [...] Occorre scardinare il sistema Italia, fare una rivoluzione culturale che sia in grado di tirarci fuori dal '68, abbattere i privilegi acquisiti e adeguare la società al mercato del lavoro che cambia.<ref>Citato in Rosaria Amato, ''[http://www.repubblica.it/economia/2011/01/25/news/piano_giovani_governo-11638990/ Occupazione giovanile, piano del governo: "Lavoro manuale, umiltà e contributi volontari"]'', ''Repubblica.it'', 25 gennaio 2011.</ref> *Quando noi ammettiamo che la politica è degenerata come strumento, diamo alibi a tutte le degenerazioni della politica.<ref>Da un'[http://cultura.biografieonline.it/intervista-a-giorgia-meloni/ intervista a Giorgia Meloni] di Alessandro Galano, ''Biografieonline.it'', 20 febbraio 2012.</ref> *Perché la storia della destra italiana preesiste alla stessa Alleanza Nazionale, esula dai programmi contingenti e attraversa le generazioni. È un'idea politica che non è nata a Fiuggi, né nell'Italia repubblicana. Certamente ha attraversato questi decenni, ma affonda le sue radici molto più in profondità: nella Grande Guerra che per prima unificò dialetti sotto un'unica bandiera, nella bella avventura di quei poeti guerrieri che chiamiamo Risorgimento. E si potrebbe andare molto più indietro, perché quella visione della vita che in Europa tutti chiamano destra e che qui in Italia chissà perché si preferisce chiamare centrodestra, ha dipinto le grandi tele del rinascimento, ha ispirato le summe teologiche e i codici cavallereschi del medioevo, ha ereditato lo spirito illuminato del diritto romano.<ref>Citato in ''[http://www.secoloditalia.it/2014/03/il-testo-integrale-dellintervento-di-giorgia-meloni/ Il testo integrale dell'intervento di Giorgia Meloni]'', ''Secolo d'Italia'', 8 marzo 2014.</ref> *{{NDR|Alle elezioni europee del 2014}} Berlusconi credo che non farà un risultato straordinario, sarà sotto il 20%. Penso che Berlusconi debba avere il coraggio di lasciare il testimone ad un'altra generazione già da diverso tempo. L'ho anche detto, l'ho dimostrato. Ho fatto le mie scelte per questo. alla fine vincerà Renzi di misura.<ref>Dalla trasmissione radiofonica ''Mix24'', Radio24; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/11616711/Fdi--Meloni---Berlusconi.html Fdi, Meloni: "Berlusconi deve lasciare il testimone"]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 19 maggio 2014.</ref> *L'Italia e l'Europa devono affrontare la questione euro in modo pragmatico e non ideologico, senza preclusioni, perché tutti i dati degli ultimi mesi confermano che questa moneta unica non funziona e sta provocando recessione e disoccupazione anche in quelle Nazioni che finora ne hanno tratto un vantaggio competitivo.<ref>Da ''[http://www.iltempo.it/politica/2014/11/14/il-degrado-e-la-rabbia-1.1344191 Il degrado e la rabbia ]'', ''Il Tempo.it'', 9 novembre 2014.</ref> *È ignobile il sarcasmo del Presidente della Camera, [[Laura Boldrini]], nei confronti dei cristiani uccisi ieri da dei fanatici islamici su un barcone diretto verso l'Italia. [...] È tale la ferocia ideologica del Presidente Boldrini che, di fronte all'ennesimo massacro per motivi religiosi compiuto questa volta sotto i nostri occhi, non ha ancora reputato opportuno dire una sola parola di cordoglio per i cristiani gettati in mare e condannare chi lo ha fatto in nome dell'Islam. Tentare di ridurre quanto accaduto ad un semplice episodio di delinquenza comune è indegno, vergognoso ed è un insulto alle memoria delle vittime. A questo punto, non ci resta che prendere atto in modo definitivo dell'inadeguatezza di Laura Boldrini a rappresentare la Camera dei deputati e le Istituzioni italiane e ci auguriamo voglia avere la decenza di dimettersi.<ref>Da una nota; citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11779758/Giorgia-Meloni---Inaccettabile-il.html Giorgia Meloni: "Inaccettabile il sarcasmo di Laura Boldrini sui cristiani uccisi"]'', ''Libero Quotidiano.it'', 17 aprile 2015.</ref> *Noi chiediamo che lo Stato risarcisca le vittime dei reati commessi da persone che non dovevano essere lì in quel momento, dunque beneficiari di svuota carceri e clandestini. Se liberi per incapacità dello Stato di gestire determinate emergenze, è giusto che paghi lo Stato e risarcisca le vittime.<ref name=vittim>Citato in ''[http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11870395/giorgia-meloni-risarcimento-vittime-clandestini-fratelli-italia-pacchetto-sicurezza.html Giorgia Meloni, la sfida a Renzi: "Lo Stato risarcisca le vittime dei clandestini"]'', ''LiberoQuotidiano.it'', 22 gennaio 2016.</ref> *La sicurezza è una precondizione di libertà, lo strumento principe che lo Stato ha per difendere i più deboli.<ref name=vittim/> *Certezza della pena, un principio che vogliamo ripristinare. In Italia ci sono stati 5 decreti svuota-carceri in 4 anni, in galera non ci si finisce più. Noi vogliamo combattere il lassismo buonista che ha finito per farci trovare davanti a uno Stato più vicino ai carnefici che alle vittime.<ref name=vittim/> *{{NDR|[[Gaffe famose|Gaffe]] alla domanda «Quando è stata in Inghilterra ma non a Londra?»}} A Londra molto spesso: ultimamente sono stata a Dublino e in Scozia.<ref>Dalla trasmissione televisiva ''Otto e Mezzo'', 24 giugno 2016; citato in ''[http://m.huffpost.com/it/entry/10671558 Brexit, la gaffe di Giorgia Meloni: "Certo che sono stata in Inghilterra: a Dublino..."]'', ''Huffpost.com'', 25 giugno 2016.</ref> *Qualche giorno fa un esponente politico mi ha definito "cagna" pensando di offendermi. I [[cane|cani]] sono intelligenti, leali e combattono per difendere ciò che amano. Usare i cani come offesa, qualifica il valore di chi lo fa.<ref>Citato in ''[https://www.iltempo.it/politica/2021/09/12/news/giorgia-meloni-cagna-foto-umilia-candidato-grillino-insulti-leader-fratelli-ditalia-28645269/ Giorgia Meloni, ecco la foto della leader di Fratelli d'Italia che umilia il grillino: "Cagna? Non è..."]'', ''iltempo.it'', 12 settembre 2021.</ref> *Non vaccino mia figlia perché il vaccino non è una religione ma una medicina. Quando prendi una medicina valuti il rapporto tra rischio e beneficio. La possibilità di morire per un ragazzo tra zero e 19 anni è la stessa di morire per un fulmine. Il vaccino non ferma il contagio quindi non mi vaccino per gli altri.<ref>Citato in [https://www.lastampa.it/rubriche/30-minuti-al-massimo/2022/02/08/video/30_minuti_al_massimo_giorgia_meloni_non_vaccino_mia_figlia_perche_non_e_una_religione_-2850840/ ''30 minuti al Massimo, Giorgia Meloni: "Non vaccino mia figlia perché non è una religione"''], ''Lastampa.it'', 8 febbraio 2022.</ref> *Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT! Sì all’identità sessuale, no all’ideologia gender! Sì alla cultura della vita. No all’abisso della morte. Sì all’universalità della Croce. No alla violenza dell’Islamismo. Sì ai confini sicuri. No all’immigrazione di massa. Sì al lavoro della nostra gente. No alla grande finanza internazionale<ref name="VOX">Dal discorso tentuto a Marbella, in Spagna, in sostegno di VOX; citato in ''[https://www.gay.it/giorgia-meloni-spagna-famiglia-naturale-lobby-lgbt-gender Giorgia Meloni: “Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT e al gender”. Zan: “Criminale” – VIDEO]'', ''Gay.it'', 14 giugno 2022.</ref> *l’ideologia dominante del [[politicamente corretto]] sta distruggendo l’identità, la centralità della persona, le conquiste della nostra civiltà. Guardate l’[[ideologia gender]]. Se andate oltre gli slogan, vi accorgerete di come il vero obiettivo dell’ideologia gender non sia quello tanto decantato della lotta alle discriminazioni, e neanche quello del superamento delle differenze maschio-femmina. Il vero obiettivo non dichiarato, ma tragicamente evidente, è la scomparsa della [[donna]] e soprattutto la fine della [[maternità]]. L’uomo oggi può essere tutto, padre e madre, in un’ampia gamma che va dal femminile al maschile, mentre le parole più censurate dal politicamente corretto sono madre e moglie<ref name="VOX"/> {{Int|Da ''[https://www.giorgiameloni.it/2019/10/19/il-discorso-integrale-di-giorgia-meloni-in-piazza-san-giovanni-a-roma/ Il discorso integrale di Giorgia Meloni in piazza San Giovanni a Roma]''|''Giorgiameloni.it'', 19 ottobre 2019}} *Una volta Piazza San Giovanni era la piazza simbolo della sinistra, adesso la riempiamo solo noi. Dove prima c’erano le bandiere rosse, adesso sventolano le bandiere tricolori. È il segnale, cari compagni, che siete stati sconfitti dalla storia. Noi in piazza, a chiedere libertà, voi barricati nel Palazzo, aggrappati alle vostre poltrone, terrorizzati dal giudizio popolare, distanti anni luce dalla volontà del popolo italiano. *{{NDR|Su [[Beppe Grillo]]}} Si è vestito da [[Joker]] e ha detto: io sono il caos. Grillo, l’unico caos che ha prodotto il Movimento 5 Stelle è quello che si vive a Roma grazie a Virginia Raggi. Quello è il caos che avete prodotto. Nelle buche ormai ci si pesca, i cinghiali sono diventati animali di compagnia. *Dicono che vogliono dare la cittadinanza ai ragazzi stranieri che studiano insieme ai nostri figli nelle nostre scuole, ma non è vero: la verità è che usano i bambini come scudi umani per regalare la cittadinanza a tutti! Perché questo è quello che prevede la legge Boldrini. Noi diciamo no, e abbiamo già raccolto centomila firme perché la cittadinanza italiana non si regala! *Se vi sentite offesi dal Crocifisso o dal presepe, beh non è qui che dovete vivere! Il mondo è grande, ed è pieno di Nazioni islamiche dove non incontrerete un Crocifisso perché i cristiani vengono perseguitati e le chiese rase al suolo. *Ricordo che quando dicevamo di essere contrari all’ingresso della Turchia in Europa qualcuno ci guardava come se fossimo noi il problema. Oggi tutti a fare le lacrime di coccodrillo. *Non è un caso che abbiano rispalancato le porte all’immigrazione irregolare. Dicono che lo fanno perché sono buoni. Come no! La solidarietà sulla gestione dell’immigrazione da parte della sinistra non c’entra assolutamente niente, non lo fanno perché sono buoni. Lo fanno perché ai grandi poteri economici che sono i loro burattinai, conviene importare masse di disperati per avere manodopera a basso costo. Questo è il motivo per cui lo fanno. *Io non ce l’ho né con i francesi né con i tedeschi. Io ce l’ho con gli italiani che si sono venduti agli interessi dei francesi e dei tedeschi. *Ora parlano di togliere la dicitura “padre” e “madre” sui documenti. Perché la famiglia è un nemico, l’identità nazionale è un nemico, l’identità di genere è un nemico. Per loro tutto ciò che definisce è un nemico. È il gioco del pensiero unico: ci devono togliere tutto quello che siamo, perché quando non avremo più un’identità e non avremo più radici, noi saremo privi di consapevolezza e incapaci di difendere i nostri diritti. È il loro gioco. Vogliono che siamo Genitore 1, Genitore 2, genere LGBT, Cittadini X, dei codici. Ma noi non siamo dei codici, noi siamo delle persone e difenderemo la nostra identità. Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana. Non me lo toglierete! Non me lo toglierete! ==Citazioni su Giorgia Meloni== *Donna. Madre. Italiana. Cristiana. E aspirante prima premier donna nella storia della Repubblica. Nell’intervista alla tv americana Fox News — già schierata su posizioni filo trumpiste — Giorgia Meloni si immagina già a palazzo Chigi («sarebbe un onore e un fardello»). È innegabile che essere l’unica donna leader di un partito italiano — il primo, stando ai sondaggi — , è un punto di forza della capa di [[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fdi]]. Ma è altrettanto evidente che dietro l’immagine-primato della donna-forte al comando c’è la contraddizione di guidare un partito da sempre ancorato a posizioni maschiliste. ([[Paolo Berizzi]]) *Giorgia Meloni se la prende con me perché faccio sarcasmo sui [[Antivaccinismo|novax]]. Accetto il fatto di non piacerle, ma non mi so spiegare questa sua avversione alle vaccinazioni obbligatorie, che sono iniziate molti anni fa (1939) senza nessuna protesta. ([[Roberto Burioni]]) *Meloni cerca di trarre profitto dalla caduta dell'alleato [[Matteo Salvini|Salvini]], un emarginato nella sua stessa coalizione come nel mondo. Ma soltanto la fragilità dell'opposizione le permette di reggere quello che è soltanto un bluff: Meloni stessa non può essere garante di alcuna affidabilità dell'Italia in politica estera finché i suoi partner di coalizione sono il putiniano Salvini e il declinante [[Silvio Berlusconi]], che per tutta la prima fase della guerra in Ucraina è rimasto muto pur di non criticare l'amico [[Vladimir Putin]] con il quale aveva consolidato la dipendenza energetica dell'Italia dalla Russia a inizio anni Duemila. ([[Stefano Feltri]]) *Meloni: "le possibilità che un ragazzo muoia di COVID sono le stesse che muoia colpito da un fulmine"<br>Anni 2020-2021<br>- Morti per fulmine negli USA: 28 (di tutte le età)<br>- Morti per COVID negli USA: 900 (sotto i 18 anni) ([[Roberto Burioni]]) *Negli ultimi giorni pulsioni fasciste clandestine e segnali facinorosi pubblici si sono intrecciati, costringendo la destra politica a renderne conto. Giorgia Meloni ha risolto la questione spiegando che questi atti danneggiano la destra, come se fosse questo il problema, mentre è evidente che la destra è danneggiata dalla sua indulgenza, insidiata dalla sua ambiguità. ([[Ezio Mauro]]) *Non è [[Fascismo|fascista]], ma con la fascisteria ha il doppio problema che aveva il [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Msi]]: se li condanna li perde, se non li condanna si perde. Ecco il punto: Meloni è missina e ha come mito gli anni settanta, quelli del terrorismo e dei picchiatori. Ne custodisce la fiamma e “il patrimonio valoriale che è stata la nostra giovinezza”. Ha riaperto la sede di via della Scrofa e occupa la stanza di [[Giorgio Almirante|Almirante]], “il grande uomo” che celebra ogni 22 maggio. Lo spaccia per campione della democrazia con incendi emotivi che presto vorrebbe trasformare in cerimonie di riabilitazione nazionale e europea, eleggendolo a Padre della destra sovranista e razzista, dall’Ungheria alla Polonia… all’Italia. ([[Francesco Merlo]]) ===[[Vincenzo De Luca]]=== *Alla "professoressa" Meloni voglio rivolgere l’invito a un dibattito pubblico in diretta sulla realtà della Campania, dove e come vuole. Potrà esserle utile per informarsi sulla Campania prima di parlare e di dire stupidaggini. Purtroppo ci sono esponenti politici che sono refrattari ai fatti: sono geneticamente orientati alla politica politicante e a raccontare frottole. *{{NDR|A Giorgia Meloni e [[Matteo Salvini]]}} Avreste mantenuto gli ospedali in condizioni di insicurezza? Avreste voluto le scuole col personale non vaccinato? E quando si sono chiusi i reparti ospedalieri per accogliere i malati di covid e quindi non si sono fatti interventi per gli altri malati, allora il problema della libertà di cura sottratta ad altri pazienti non covid non esisteva? Bene, ora forse abbiamo alle spalle tutte queste chiacchiere al vento e tutte queste prove di irresponsabilità. *Due gioielli politici si sono opposti con tutte le forze al [[certificato COVID digitale dell'UE|green pass]]: Salvini e Meloni. Da tutte le cose che ho sentito da loro, io non ho ancora capito qual è la loro proposta. Questi sono due esponenti politici che si sono opposti al lockdown quando avevamo migliaia di ricoverati e di morti. Hanno organizzato cortei con persone senza mascherina a Roma. Hanno detto no a ogni decisione di contenimento. Se avessimo seguito questi due signori, oggi l’Italia sarebbe in ginocchio. Se fosse stato per loro, noi oggi avremmo le scuole prive delle norme minime di sicurezza e gli ospedali in condizioni di totale pericolo per chi si va a ricoverare. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Meloni, Giorgia}} [[Categoria:Politici italiani]] 16zc290niuzh79aplsjwuynvu53u6pc Luca Zaia 0 62161 1221258 1104637 2022-08-06T23:52:42Z 151.82.206.26 /* Citazioni di Luca Zaia */ cominciamo col dire che il Covid, si cura a casa. Questo virus sapete, ha una caratteristica - e questo lo sapevamo dal primo giorno - non è l'Ebola che ammazza l'ospite, il virus dell'Ebola ammazzava 9 persone su 10; il Covid ha una bassa mortalità, è brutto da dire ma è così. Pensate il Veneto, 1.700.000 contagiati ufficiali più tutti quelli che non sappiamo, e ha 15.000 morti. (Festa della Lega Romagna. Cervia, lunedì 1 agosto 2022) wikitext text/x-wiki '''Luca Zaia''' (1968 – vivente), politico italiano. ==Citazioni di Luca Zaia== *Il Veneto con le sue scelte di condivisione e non di coercizione, è più favorevole ai vaccini di tante altre Regioni perché l'informazione e la condivisione aumentano le adesioni, l'obbligatorietà le farà calare.<ref>Citato in Annalisa Grandi, ''[http://www.corriere.it/salute/17_settembre_06/vaccini-salvini-sto-zaia-forza-italia-si-occupi-altro-9936eab4-9314-11e7-a8ea-58c09844946a.shtml Vaccini, Salvini: «Sto con Zaia, no a obblighi sovietici. L'Italia non sia cavia di aziende»]'', ''Corriere.it'', 6 settembre 2017</ref> *Io penso che la [[Cina]] abbia pagato un grande conto di questa epidemia che ha avuto {{NDR|il [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2020|Coronavirus]]}}, perché comunque li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi o altre robe del genere.<ref>Citato in ''[https://www.ilgazzettino.it/nordest/primopiano/coronavirus_zaia_cinesi_mangiano_topi_vivi_polemica-5081037.html «Abbiamo visto cinesi che mangiano topi vivi». Bufera su Zaia, lui si scusa: non volevo offendere]'', ''Il Gazzettino.it'', 28 febbraio 2020.</ref> *{{NDR|In merito al [[presepe]]}} Per i cristiani è il segno del loro credo religioso. Per i non cristiani è un segno identitario. [...] le nostre comunità sono letteralmente scolpite dalla cultura cristiana e dal cristianesimo<ref>Citato in [https://www.ilmattino.it/primopiano/politica/il_presepe_napoletano_a_bruxelles_chi_lo_porta_il_leghista_borghezio-4153476.html ''Il presepe napoletano a Bruxelles: chi lo porta? Il leghista Borghezio''], ''ilmattino.it'', 5 dicembre 2018.</ref> *Si tratta solo di realizzarla, ma il problema è che a Roma, ma non solo, si continua a vedere l'[[autonomia]] come una sottrazione di potere. E invece è tutt'altro: un'assunzione di [[responsabilità]].<ref name="ilgiornale,24giu2020" /> *Siamo tutti figli della Serenissima, fondata sull'idea della sua autonomia.<ref>Citato in ''[https://web.archive.org/web/20140911035530/http://lucazaia.it/it/index.php?s=storia Prima il Veneto. Sito ufficiale di Luca Zaia]''.</ref> *{{NDR|Ad un congresso dell'associazione statunitense cristiana ''World Congress of Families''}} Utilizzate questo palcoscenico per parlare anche di temi che magari sono più ostici come il tema dell'[[omofobia]], e lo dico da eterosessuale convinto: mi auguro che qui si possa chiarire una volta per tutte che l'omofobia è una patologia.<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2019/03/29/luca-zaia-omofobia-congresso-mondiale-delle-famiglie/ Luca Zaia dice che l'unica patologia è l'omofobia, non l'omosessualità]'', ''Il Post.it'', 29 marzo 2019.</ref> *Volere bene al Paese non significa solo cantare bene l'[[Inno di Mameli]] e sventolare il [[Tricolore italiano|Tricolore]].<ref name="ilgiornale,24giu2020">Citato in Alberto Giorgi, [https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/autonomia-regionale-c-%C3%A8-lo-scontro-zaia-meloni/ar-BB15Ub4z?ocid=BingHPC ''Autonomia regionale: c'è lo scontro Zaia-Meloni''], ''Il Giornale'', 24 giugno 2020.</ref> *{{NDR|Festa della Lega Romagna. Cervia, lunedì 1 agosto 2022}} (..) cominciamo col dire che il Covid, si cura a casa. Questo virus sapete, ha una caratteristica - e questo lo sapevamo dal primo giorno - non è l'Ebola che ammazza l'ospite, il virus dell'Ebola ammazzava 9 persone su 10; il Covid ha una bassa mortalità, è brutto da dire ma è così. Pensate il Veneto, 1.700.000 contagiati ufficiali più tutti quelli che non sappiamo, e ha 15.000 morti.<ref>Registrazione video del dibattito dal titolo "Milano Marittima 2022 - Festa della Lega Romagna. Ospite Luca Zaia, lunedì 1 agosto 2022. (Citazione dal minuto 24:10)<br>''www.radioradicale.it/scheda/675134/milano-marittima-2022-festa-della-lega-romagna-ospite-luca-zaia-con-agnese-pini-e''</ref> ==''Adottare la terra''== *Così nuove generazioni ripenserebbero il proprio tempo: non più secondo l'immagine vorticosa e un po' feroce dettata da internet o dagli sms, ma secondo lo svolgersi, lento e paziente, delle stagioni. (dall'introduzione) *Se ogni giorno beviamo un bicchiere di vino o spezziamo il pane lo dobbiamo ai milioni di contadini che da sempre hanno adottato la terra e che ci insegnano il metodo della vita. Che poi è la pazienza del tempo. Ma anche lo stupore di un semplice grazie. (dall'introduzione) *Il mondo rurale è più che storia. È memoria viva che unisce uomini e donne in comunità legate da riti e simboli, da saperi e sapori, da un amore per la vita che si conquista lottando con la terra e da una fede nel futuro che è alimentata dal ricordo delle prove superate in passato. *L'ideologia egemone, invece, censura l'agricoltura imponendo ai contadini un nuovo ruolo: li trasforma, per esempio, nei custodi del territorio o nei difensori della Terra. Ma la terra di cui parlano gli agricoltori, quella che dà loro di che vivere, non ha bisogno di alcuna maiuscola per acquisire valore. La terra dei contadini è quella che calpestano con i piedi, arida o generosa, fertile o secca. Una buccia di pochi centimetri quadrati di superficie, ricca di sali minerali e sostanze organiche in decomposizione, che garantisce la sopravvivenza all'umanità. La terra, per i contadini, è madre. Forza generatrice che dà frutto, che viene lavorata, che si bagna del loro sudore. Terra che fa innamorare e che fa bestemmiare. Terra che è felice quando viene concimata. Terra domata dalla forza degli animali e dalla forza ambigua della tecnologia. Terra sconosciuta, ormai, a troppi giovani. Terra che si smarrisce nell'anonimato delle periferie urbane e che viene dimenticata dalle generazioni cui abbiamo negato il piacere di giocare tra i fossi, di correre nei campi, di inseguire gli insetti o di accarezzare gli animali. *È la fiera dell'ipocrisia. La società contemporanea censura la morte e cela la vecchiaia con la cosmesi e la [[chirurgia estetica]]: come potrebbe, quest' "homo metropolitanus" accettare la cruda realtà dell'uccisione e della macellazione del maiale, che per la religiosa società contadina rappresenta invece, grazie alle calorie del suino, il necessario sacrificio per la sopravvivenza degli umili? (Capitolo I) *La sfida della globalizzazione può essere combattuta e vinta sul fronte identitario. *Amare la cultura identitaria non comporta il rifiuto del mondo che ci circonda e delle modernità: amo ripetere che esiste una sola multinazionale di cui mi sento al servizio, ed è quella dei contadini. ==Citazioni su Luca Zaia== *Un padano svagato e incosciente, che non capisce i disagi del mondo agricolo. ([[Nichi Vendola]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Luca Zaia, ''Adottare la terra (per non morire di fame)'', Mondadori, 2010. ISBN 8804598352 ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Zaia, Luca}} [[Categoria:Politici italiani]] hvi1p27iwcq1aog8w8zpki0s15vr7te Paolo Nori 0 64413 1221284 1167588 2022-08-07T08:08:41Z Spinoziano 2297 wlink wikitext text/x-wiki '''Paolo Nori''' (1963 – vivente), scrittore italiano. [[Immagine:Paolo Nori 2008.jpg|thumb|Paolo Nori nel 2008]] ==Citazioni di Paolo Nori== *{{NDR|[[Velimir Chlebnikov]]}} È un poeta che non è tanto conosciuto, perché su di lui grava la nomea, diciamo così, di essere un poeta difficile, un poeta per poeti. (da ''[http://www.letteratura.rai.it/articoli/velimir-chlebnikov-poeta-e-matematico/435/default.aspx Velimir Chlebnikov, poeta e matematico]'', ''EaiEdu'', ''letteratura.rai.it'') *Si dice, di uno che ha molto viaggiato o molto studiato, che ha la mente aperta. Ecco, una persona [[sensibilità|sensibile]], secondo me, è una persona che ha il sentimento aperto, che ha una forte reazione sentimentale a quello che gli succede intorno. Questa persona, se vuole vivere in una società, deve imparare prima di tutto ad essere flessibile. Perché poi quando il sentimento è aperto, poi entra di tutto. Allora, tenere tutto dentro, non si può. Che come ci sono i pensierei talmente ossessivi che se restano nella tua testa ti possono fare impazzire, così ci sono dei sentimenti talmente strazianti che se li tieni dentro ti si apre la pancia. Allora, se sei flessibile, la tua pancia diventa una specie di magazzino, dal quale entrano ed escono continuamente dei sentimenti. (da ''Bassotuba non c'è'', Einaudi Tascabili, 2000, p. 116) ==''Bassotuba non c'è''== *Una volta ho sentito per radio una maestra che diceva che i bambini, a furia di guardare la televisione, si erano quasi convinti che il mondo fosse la televisione. Che quando lei li chiamava — Pedretti! Bergamaschi! — loro non rispondevano, come se stessero guardando la televisione. Come se in nessun modo potessero interferire con le vicende che gli passavan davanti. Io quando ho sentito questa storia ho staccato la spina del televisore e l'ho portato in garage. Di corsa. *Non so, io e Bassotuba non ci siamo mai capiti, ho l'impressione. Io, perlomeno, le cose che mi diceva non le ho mai capite. Per esempio torno a tutto contento con un cd nuovo, John Mayall, jazz blues fusion. Lo metto su e mi dico Senti questa musica come vien dentro bene, nella mia vita. E comincio a muovermi e non posso evitarlo, sto quasi ballando. E più va avanti il disco, più dico Sì, sì, proprio così… Sbuca Bassotuba dalla cucina, dice Bellissimo. Puoi abbassare un pochino? *Che mi farebbe paura la gente, uscire per strada. Che mi sembrerebbe che tutti, vedendomi, pensassero Lo vedi quello lì? Quello cammina come se avesse pubblicato un romanzo che non l'ha cagato nessuno. *Il gatto non mangia. Gli trovo una marca che gli va bene, il giorno dopo non gli piace già più. Niente. Mi tocca buttarla via mezza, la roba per il gatto. Provo a spiegarglielo, che è un momento difficile. Oh, gli dico, non sei mica il gatto di Barilla, cosa ti credi. *Non so se li vedi, in giro per strada, quelli che fan finta. Che han degli occhiali che fan finta di essere dei piloti di jet. O delle scarpe anfibie che fan finta di essere dei marines. O delle camminate che fan finta che tutti li guardano. O delle pettinate che fan finta di essere molto al passo coi tempi. Che non si fermano mai un attimo, a chiedersi magari dove sono, i tempi. Che non gli viene mica in mente, magari, che la storia dei tempi potrebbe essere un'inculata. State, state, al passo coi tempi. Ve ne accorgerete. Io, mi faccio la barba. Anche se nessuno mi dice che sto bene, senza barba, neanche mia mamma. Neanche mio babbo, mi dice che sto bene. Mio babbo mi dice, quando mi vede, Lascia lì di fumare. *Avevo già più di trent'anni, ma l'ho capito solo allora che quando dici quello che pensi, dopo magari la gente non ti parla più insieme. *Io, quando ero piccolo, mi si slacciavano le scarpe continuamente. Anche a vent'anni, mi si slacciavano sempre le scarpe. Anche a venticinque, mi si slacciavano. Anche a trenta. Adesso, mi si slacciavano ancora. *Dopo torno a casa, a mangiare le mele, a farmi la pasta, a scrivere il mio terzo romanzo uguale al secondo. Ascolta, mi dico. Quando eri quasi un esperto di letteratura russa e sovietica, che sentivi parlare di scuole letterarie, pensavi Ma che cazzo dicono, le scuole? L'artefice è solo, pensavi, altro che scuole. Le scuole per i gregari, l'artefice è solo. Com'era Puškin? Solo. Com'era Gogol'? Solo. Com'era Dostoevskij? Solo. Com'era Tolstoj? Solo. Com'era Chlebnikov? Solo. Tu come sei? Solo. Vedi? Adesso scrivi una cosa come l'''Onegin'', o ''le Anime morte'', o ''I demoni'', o ''Anna Karenina'', o ''Fantasmi''. ==''I quattro cani di Pavlov''== *L'avevo chiamato Delle stronzate per via che un giornalista al telefono mi aveva fatto un sacco di complimenti io la mia bastiancontrarite quando alla fine m'ha chiesto Cosa sta scrivendo, adesso? Adesso sto scrivendo delle stronzate. (p. 97) *Dopo quando Togliatti mi aveva detto che lei a lavorare era un momento difficile che era sempre lì lì per considerare il lavoro una cosa importante e non voleva, che se ti metti a considerare il lavoro una cosa importante dopo diventi come il cane di Pavlov io avevo pensato che aveva ragione. (p. 102) *È stato un periodo che mi interessavano solo le cose che avevano un rapporto diretto con le mie convinzioni, ero pieno di convinzioni, allora, e tra le mie convinzioni c'era la convinzione che le mie convinzioni fossero utili ai miei conoscenti ero sempre pronto a dare un parere anche se non richiesto ero d'un peso. [...] Ciò che non può essere detto, dev'essere taciuto. (p. 115) *''Nuotare in un mare di merda, | ce ne vuole di forza.'' (p. 119) *E io signor Oliver, gli avrei risposto, non la prenda come una cosa personale, lei è molto simpatico, ma io già così mi dicon che scrivo delle cose monotone, se poi lei tutti i giorni quando torno a casa lei mi viene a trovare non solo poi dopo mi dicon così, mi tocca anche dargli ragione. [...] Io non so perché, avevo pensato quel giorno là, ma ho sempre l'impressione che mi prenda per il culo, il signor Oliver, quando parla con me così per ipotesi. Io ormai sono ridotto in un modo che mi faccio prendere per il culo anche dalle mie ipotesi, avevo pensato. (p. 119) *C'è un amico di Francesca che ha letto il mio romanzo, ha detto che è un po' il contrario dei libri d'avventura, ha detto, tipo I tre moschettieri, tu volti le pagine perché vuoi vedere che cosa succede che ogni pagina ci son dei duelli degli avvelenamenti delle agnizioni delle tragedie. Nel tuo romanzo, mi ha detto l'amico di Francesca, tu volti le pagine perché vuoi vedere se finalmente succede qualcosa. (p. 203) == ''I russi sono matti'' == * In quel film che ha vinto l'Orso d'argento a [[Berlino]], ''Dovlatov. I libri invisibili'', [[Sergej Donatovič Dovlatov|Dovlatov]] confida a un suo amico, un contrabbandiere, che, per entrare nell'Unione degli scrittori, lui, Dovlatov, dovrebbe parlare del mondo che lo circonda con un tono entusiastico, encomiastico, senza la minima ironia, e lui non ce la fa, e il suo amico lo guarda e gli dice: «Ma andiamo, io e te, a rubare una macchina, è una cosa più onesta». * Dice sempre [[Sergej Donatovič Dovlatov|Dovlatov]] che, in quel periodo lì, se tu, per il compleanno di un tuo amico gli regalavi un libro, dovevi regalargli un libro in ''samizdat'', che regalare libri ufficiali, libri che avevano passato il vaglio della censura, era una cosa che veniva considerata poco educata.<br /> Se un libro veniva pubblicato, dice Dovlatov, voleva dire che valeva poco.<br /> Perché i libri che valevano tanto, sembra incredibile, i libri che dicevano delle cose importanti, sembra incredibile, facevan paura. Lo stato, il [[Unione Sovietica|grande stato sovietico]], il grande regime sovietico, la più grande potenza mondiale, aveva paura dei libri. * E, secondo [[Sergej Donatovič Dovlatov|Dovlatov]], dopo essersi liberati, attraverso il ''samizdat'', della censura esterna, gli scrittori russi avrebbero dovuto operare essi stessi una censura più forte, personale, e fermarsi prima di trasformarsi, senza averne gli strumenti, in teologi, filosofi, sociologi, storici, psicologi, filologi.<br /> Dovlatov non dice fanfaroni, ma si sente che un po' pensa così. *In [[Parma|dialetto parmigiano]], la felicità, non c'è: non si dice, in parmigiano, Sono stato felice, si dice «A ston stè ben», son stato bene, così come non si dice, in dialetto parmigiano, Ti amo, si dice «At voj ben»>, ti voglio bene. E io, ho pensato, io, a pensarci, la mia lingua, il pozzo delle mie emozioni, io l'ho scavato a [[Parma]], e quando dovevo lavorare con loro, con le mie emozioni, dovevo usare le parole che ho sepolto a Parma, devo tornare a Parma e buttare giù il secchio in quel pozzo lì che ho scavato a Parma non potevo fare altrimenti. *Quand'ero piccolo, mia nonna e mia mamma, mi chiamavano ''nàni'', che è una parola che a me, ancora oggi, mi commuove, e che in italiano non c'è e che esprime un affetto che in italiano non si riesce a dire, secondo me. *[[Alessandro Manzoni|Manzoni]], e quelli che scrivevano in italiano nell'Ottocento, non avevano lo strumento, per farsi capire; [[Luigi Settembrini|Settembrini]], nel 1870, finiva le sue lezioni sulla letteratura italiana augurandosi che l'[[Lingua italiana|italiano]] potesse diventare una lingua viva. Questo significa, come nota [[Tullio De Mauro|De Mauro]], che l'italiano allora era una lingua morta, nel 1870, nove anni dopo l'unità d'Italia. *Il [[Lingua russa|russo]] [...], la lingua di [[Aleksandr Sergeevič Puškin|Puškin]], è prima una lingua parlata, e poi una lingua scritta, i russi fino al IX secolo non hanno neanche l'alfabeto (la missione di evangelizzazione di [[Cirillo e Metodio]], che inventano l'alfabeto glagolitico, che poi verrà ribattezzato, dai discepoli di Cirillo, cirillico, è dell'846), e quando i russi scrivono, adesso semplifico ma un po' è così, scrivono usando una lingua che tutti i russi parlano e che conoscono tutti. == Sanguina ancora == * E nei confronti dei russi, e della paura che fanno i russi, e della presunta stupidità e cattiveria dei russi, e della presunta noia e pesantezza della letteratura russa, io, lo so fin da quel giorno che ho letto [[Delitto e castigo]] e che mi si è aperta la piaga che ho qui, sotto la gabbia toracica, io lo so, che non sono cattivi, io lo so, che non sono noiosi, io lo so, che fan bene, io lo so, che la Russia, i russi, la letteratura russa, meno male che ci sono. ==[[Incipit]] di ''La matematica è scolpita nel granito''== Comincio a scrivere questo diario alle 14 e 43 di venerdì primo settembre, quindi non parlerò di tutto quello che è successo oggi, primo giorno del festival dei poeti di Seneghe, ma solo di quel che è successo fino a adesso. ==Bibliografia== *Paolo Nori, ''Bassotuba non c'è'', Feltrinelli, 2009. ISBN 9788807721045 *Paolo Nori, ''I quattro cani di Pavlov'', Bompiani, 2006. ISBN 8845255751 *Paolo Nori, ''La matematica è scolpita nel granito'', Sugaman, 2011. ISBN 8897318002 *Paolo Nori, ''I russi sono matti'', Utet, 2019. ISBN 9788851184285 *Paolo Nori, '' Sanguina ancora'', Mondadori, 2021. ISBN 9788804722557 ==Altri progetti== {{interprogetto|w|commons=Category:Paolo Nori}} [[Categoria:Scrittori italiani|Nori, Paolo]] fl2rimdjux5kep76lo575jh46deit1g Utente:Spinoziano/Sandbox 2 64607 1221159 1221139 2022-08-06T12:42:35Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki [https://www.tv2000.it/ufficiostampa/2022/06/17/34582/ ] https://www.wikidata.org/wiki/Q55386964 https://www.wikidata.org/wiki/Q112762839 https://www.google.it/books/edition/The_Dictionary_of_Modern_Proverbs/c0ZiqVnQju8C?hl=it&gbpv=1&dq=%22It%27s+not+how+many+times+you+get+knocked+down%22&pg=PT437&printsec=frontcover https://www.google.it/books/edition/Pensieri_d_un_solitario/g8VtmBmJtbcC?gbpv=1 https://it.wikipedia.org/wiki/Final_Fantasy_VII_Remake *'''Jessie''': Se sono ancora in piedi è grazie a te.<br>'''Cloud''': In piedi ci resta chi ha più fortuna o più forza. lr9gajjwkhn480387iioxf68ikly45s Discussioni utente:Spinoziano 3 67748 1221185 1221021 2022-08-06T15:11:19Z Bradipo Lento 20707 /* re: Bradip Gate */ nuova sezione wikitext text/x-wiki {{Cassetto|titolo=Archivio|testo= {{div col|3}} *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2007-2010|2007 – 2010]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2011|2011]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2012 (1ª parte)|2012 (1ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2012 (2ª parte)|2012 (2ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2013 (1ª parte)|2013 (1ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2013 (2ª parte)|2013 (2ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2014|2014]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2015|2015]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2016|2016]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2017|2017]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2018|2018]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2019|2019]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2020|2020]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2021|2021]] {{div col end}} }} __TOC__ == How we will see unregistered users == <section begin=content/> Ciao! Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia. Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate. Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. 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Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio. Grazie. /[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/> 19:17, 4 gen 2022 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 --> == Neon Genesis Evangelion == Ciao! Notando la "edit war" che sta avvenendo nella voce di [[Neon Genesis Evangelion]] in merito alla frase di '''Kaji''' nell'episodio '''19''', vorrei fare presente che esistono più versioni ufficiali di quel dialogo - e di altri -, in quanto facenti parti di altrettanti doppiaggi ufficiali. La citazione che l'IP anonimo sta tentando di inserire è la versione curata da [[w:Gualtiero_Cannarsi|Cannarsi]]. Quindi, in questo caso, non dovrebbero essere mantenute entrambe con i rispettivi riferimenti? --[[Speciale:Contributi/62.11.205.155|62.11.205.155]] ([[User talk:62.11.205.155|msg]]) 18:55, 23 gen 2022 (CET) :Tra le due versioni di quella frase non ci sono differenze rilevanti, quindi credo per ora sia meglio seguire per uniformità lo stesso doppiaggio, quello storico, a cui fanno riferimento le altre citazioni riportate nella pagina. Ma fino ad oggi non sapevo del nuovo doppiaggio, grazie per la segnalazione. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:29, 24 gen 2022 (CET) == Cancellazione == Ciao Spin, buon sabato. Vuoi per favore dare uno sguardo alla mia cancellazione? C'è un link che rinvia ad un'università presente in en.wikipedia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:11, 12 mar 2022 (CET) :Grazie Spin. Il passaggio da divinità ad umano, sia pure regale, mi dà un certo sollievo: finiti i guai con Apollo (sento sempre, vedo sempre, di tanto in tanto un sibilar, un balenar di lame...). Consolante peraltro il fatto che si tratti del XIV° e non del [[Luigi XVI di Francia|n. 16]] perché in un modo o nell'altro sempre a [[ghigliottina|lame]] si va a finire, et les [[Robespierre|Maximilien]] & Co. temo non ci sia proprio modo di ammansirli. Di fronte all'incarnazione della Virtù non avrei scampo. Ma, mi domando: come potrei dire – non essendo – let's face it – Spinoziano, Superchilum, Creed, DonatoD, Homer, AssassinsCreed come potrei in coscienza dire: Wikiquote c'est moi? No no, es ist unmöglich: wikiquote c'est vous e tutti i collaboratori e, fra loro, per una piccola parte, anche moi. Grazie infinite Spin, ma Sun-crops à la lanterne... {{NDR|È vero che à la lanterne (alla lama) ci finisce il n° 16 e non il 14. Ma con la specialissima sfortuna che mi sorride perennemente – experto crede – non è affatto da escludere – in caso di [[Eterno ritorno|Ewige Wiederkunft des Gleichen]] – l'ipotesi di un'eccezionale sospensione dei vincoli spazio-temporali, e quindi della necessaria successione temporale, l<nowiki>'</nowiki>''inaudito'', l<nowiki>'</nowiki>''incredibile'', il ''du jamais vu'', nel mio caso avverrebbe con fatale certezza, con conseguente ''molto <s>ungleichlich</s> ungleich azione totale retroattiva en masse'' sul n. 14, moi. E questo per l'eternità (altrimenti che Eterno ritorno sarebbe)}} e, siccome sono un po' in sovrappeso, dovrei anche risarcire i danni alla povera lanterne e al cappio stesso, pagare le spese di una doppia, forse tripla ''pendaison'', ove si volesse passare dalle lame alle funi. Pensandoci bene, meglio di no meglio di no. Ma, grazie Spin per quest'alternativa, per avere esplorato questa possibilità, grazie. Un po' di più mi sorride l'idea di essere un [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Re Lazzarone]], ma anche proprio un [[Lazzari|Lazzarone]] – al netto beninteso di certe ''estreme'' intempranze lazzaroniche seguite alla restaurazione borbonica del 1799 – andrebbe più che bene, anzi benonissimo. Mi piacciono, tutto sommato e al netto di ciò che – come ho detto – va detratto, mi piacciono, mi sono sempre piaciuti moltissimo i Lazzaroni, moltissimo: questi – a modo loro, anche loro – particolarissimi ''philosophes''. Ma dove stanno più... Finiti, da un pezzo, anche loro. Dommage. Ciao, Spin. Grazie. Buon Fine Settimana, da quel {{small|Lazzarone}} di {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:06, 12 mar 2022 (CET) ::Ciao Spin. Ultimato il Lever du Roi, dopo il fatidico "Sire, è ora", visitato dal [[Utente:AssassinsCreed|Primo Medico]] e dal Chirurgo (un validissimo salassatore germanico, Michael Xaver von und zu S P), conclusasi la Grande Entrata, ricambio l'augurio di Buona Domenica. Rassicuro il Medico: per gli eccessi con la favorite, sono perfettamente in regola, vita sanissima, ineccepibile la mia: ''Maista' e bbuono'' (nonostante sia una Maestà) di favorite non ne ho, harem sideralmente vuoto, il Nada Totale; per esclusivo, antichissimo privilegio godo del totale sfavore delle favorite. Elles me boudent. Per gli altri eccessi, seguirò scrupolosamente le tue preziose indicazioni; del resto sono già da decenni per più di tre quarti vegetariano. Certo, potrei morire tranquillamente di gotta. ''Potrei'', ma oltre alle Grandi Entrate, debbo fare i conti con le possibili pericolosissime Piccole Entrate o Entrate dal Retro dell'ouroboros, dell'anulus aeternitatis: come già evidenziato, un guasto, un incepparsi del congegno eterno, uno spiraglio e il rifluire dei secoli con inversione retroagente del Karma sono assicurati. Ma te l'immagini, un prodigioso anacronismo divenire realtà: Port-Royal e gli Stati Generali (magicamente autoconvocatisi) alleati contro di me. Immagina la favolosa triplice alleanza, la chimera: Pascal Danton Robespierre. 'A vermutta, come di dice a Napoli, di Luigi XVI la vorrebbero da me, e chi li convince gli ultimi due e tutti gli altri che si trovano per un banalissimo guasto nel secolo sbagliato? Ma non pensiamoci troppo, sarà quel che sarà. Grazie di tutto, grazie all'Eminentissimo Medico. A tutti, nel giorno 13 del mese di <s>dicembre</s> <s>aprile</s> marzo dell'anno di grazia 2022 Buona domenica. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:01, 13 mar 2022 (CET) P. S. Spin, ma non è che di paragone in paragone, stai accarezzando l'idea di [[w:Amaterasu|questa identificazione]]? Lì sono [[w:Katana|lame tremende]], in confronto quelle di Efesto sono temperini. Evitiamo i Kami, s'il te plaît. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:11, 13 mar 2022 (CET) :::OK. Ciao Spin. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:22, 13 mar 2022 (CET) == Berta Castañé == Ciao Spin. Per questa voce anche io avevo rilevato numerosi seri problemi che avevo esposto nell'o.d.m. Concordo quindi con la cancellazione e ti ringrazio. Purtroppo non conosco le altre voci create dall'utente con diversi ip, ma è chiaro che se presentano gli stessi problemi che abbiamo rilevato debbono essere cancellate. Ti ringrazio ancora e ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:34, 7 apr 2022 (CEST) == Re: ''Sun''ta Pasqua == Ciao, Spin. È sempre un grande piacere un tuo messaggio, qualunque ne sia il motivo, in qualunque occasione, sempre. Ti ringrazio molto per gli auguri che ricambio di cuore, ti auguro di trascorre una felice Pasqua – mai come quest'anno la Pasqua è tanto significativa – con le persone che ti sono care. Grazie, Spin. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:47, 17 apr 2022 (CEST) == Come imparare l'utilizzo dei progetti senza essere redarguiti con avvisi e blocchi? == Ciao Spinoziano, ti scrivo perché purtroppo anche qui si ripete quello che mi è già successo su Wikipedia: sto ancora imparando come funziona (lo conosco ancor meno di quanto conoscessi Wikipedia) ed anche qui hanno cominciato già con avvisi e ammonizioni, mentre sull'altro progetto ne ho avute veramente troppe sin dal giorno in cui ero neoiscritto (ora sono bloccato fino al 10 luglio) ed ho quindi deciso di non tornarci più neanche dopo la fine del blocco. Come si può fare per poter essere guidati e seguiti (soprattutto in casi di lievi forme d'autismo come il mio) senza che gli errori siano considerati vandalismo e nessuno degli amministratori inizi già a preparare il tasto da premere? Su Wikipedia, fino ad inizio aprile, avevo evitato di chiedere l'assegnazione di un tutor, perchè vedevo che era proprio difficile trovare qualcuno che conoscesse abbastanza l'autismo senza dirmi in maniera offensiva che "sfruttassi la mia condizione", cosa che non vorrei venisse neanche pensata, e vedevo spesso comportamenti a me inadatti da parte di molti utenti più esperti, per cui ero sicurissimo che anche per un altro utente potesse essere difficile che ci capissimo e volevo evitare che lui/lei potesse ritenere di "'perdere tempo dietro a me". Ed anche dopo che avevo trovato una grandissima disponibilità da parte di un paio di utenti, qualcun altro ha continuato a percepire disturbo nei miei edit e nel doverci stare dietro (e non solo l'amministratore che ha bloccato).--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 10:14, 23 apr 2022 (CEST) :L'avviso vandalismo è arrivato DOPO le spiegazioni che mi hanno dato e senza che avessi compiuto altri edit. La voce [[Gildo Claps]] poteva non essere enciclopedica, ma l'avevo già creata ''prima'' che mi venissero date le spiegazioni che dici tu. Ed infatti in questo caso la mia condizione non c'entra neppure nulla, a me stesso veniva detto di non aggredire gli utenti inesperti con avvisi di vandalismo per i loro errori.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 12:35, 23 apr 2022 (CEST) :: {{ping|Potenza2021}} Avevo deciso di restare rigorosamente fuori da questa discussione, ma dopo aver letto il messaggio precedente devo intervenire per dire che lei ''mente'', mente per la gola. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:53, 23 apr 2022 (CEST) {{ping|Potenza2021}} E per essere più precisi: "senza che avessi compiuto altri edit"= ho pregato di sistemare gli edit irregolari [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Citazioni_senza_fonte] e lei se ne è completamente infischiato, nonostante mi fossi fatto carico di sistemare parte delle irregolarità [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Madonna_(cantante)&diff=next&oldid=1204100] e avessi creato – al suo posto – la voce [[Vito Santarsiero]], evitandole un secondo annullamento. Quello che lei sostiene sulla creazione della voce [[Gildo Claps]] – creazione consapevole di voce non enciclopedica (un grosso edit improprio a definirlo eufemisticamente...) –, è completamente falso [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Enciclopedia], e quindi... non occorre ripetere quanto già scritto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:27, 23 apr 2022 (CEST) ::::{{ping|Sun-crops}} e Lei come si permette di dirlo? Soprattutto, chi è Lei per dirmi "Lei mentre per la gola"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:14, 23 apr 2022 (CEST) ::::Infischiato? No, questo è inaccettabile. Semplicemente mi era sfuggito di farlo: io comunque vedo UN SOLO edit che presentava le stesse criticità di Vito Santarsiero (quello su [[Lucio Dalla]], ma ho letto che hanno annullato in quanto la fonte era considerata non affidabile. Infine, Lei non ha nessun diritto di "giudicare" cosa è vero, cosa è consapevole... non siamo ad un processo.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:38, 23 apr 2022 (CEST) {{rientro}} {{ping|Potenza2021}} Discutere con lei è semplicemente inutile. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:44, 23 apr 2022 (CEST) == Re:Pertinenza == Ciao, grazie per i complimenti. Come puoi vedere sono nuovo e sto imparando un po' per volta. Effettivamente ero anch'io in dubbio se inserire la citazione del castoro e di internet. Pensandoci un po' quella di internet non è molto pertinente e provvedo a rimuoverla. Una domanda: quella del blackjack è pertinente o no? --<br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 11:13, 20 mag 2022 (CEST) :Neanch'io conosco il blackjack, ma penso che sia più incentivato sul mercanteggio che sul blackjack. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 12:11, 20 mag 2022 (CEST) ::{{Fatto}} e grazie ancora per i complimenti. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 13:13, 20 mag 2022 (CEST) == Re: My Dress-Up Darling == Ciao Spinoziano, grazie dell'aiuto. Ho occasionalmente fatto qualche ritocco su questa wiki ma era da un bel po' che non contribuivo. Purtroppo ho solo iniziato la voce ma ho dovuto stopparmi, stasera completerò le citazioni dell'anime, per poi inserire quelle del manga se differenti. Per quanto riguarda l'anime sto facendo fede ai sottotitoli ufficiali di Crunchyroll. Ti chiedo se devo inserire questa fonte come nota o se è autoesplicativa. Per quanto riguarda le citazioni del manga ho in mano i tre volumi cartacei usciti in Italia, mentre vorrei chiederti come sarebbe più opportuno fare per quelli non ancora usciti ufficialmente. Se è possibile fare affidamento su fansub o se preferibile non mettere nulla. Oltre al modello voce, sto guardando anche altre voci simili come esempio. Grazie mille. --[[Utente:Torque|Torque]] ([[Discussioni utente:Torque|scrivimi]]) 15:50, 23 mag 2022 (CEST) == Dolci inganni == Ciao! Hai ragione, avevo già la pagina aperta per aggiungerlo ma poi per qualche motivo me ne sono dimenticato. ''Calvario'' lo vidi anni fa e mi piacque moltissimo in effetti. Però mi sa che tu ti sia fatto l'idea che mi piacciano solo film pesanti a sfondo religioso... XD [[Utente:Phyrexian|Phyrexian]] [[Discussioni utente:Phyrexian|ɸ]] 20:36, 10 giu 2022 (CEST) == Re: Ping == Grazie per la dritta, Spin. Chiedo scusa per l'errore. Ciao. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:19, 20 giu 2022 (CEST) :Ancora una volta un grande grazie, tutti chiarimenti fondamentalissimi. Ciao Spin. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 22 giu 2022 (CEST) ==Categoria dissidenti ucraini == Ciao, Spin. Scusami se ti scrivo per una piccola grana. Ho creato, poi cancellato la categoria perché ho pensato, a causa della segnalazione di un errore di collegamento nel risultato finale (ma ho collegato bene in wikidata da cui però risulta che la categoria manca in it.wikipedia), che fosse una categoria errata, dovendosi considerare esatta la sola Categoria:Dissidenti sovietici che non abbiamo ancora. I poeti inclusi nella categoria cancellata sono [[Lina Kostenko]] e [[Vasyl Stus]]. Poi però ho letto in [https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Ukrainian_dissidents wikidata] che questi due autori rientano in questa categoria. Cosa sarebbe meglio fare: ripristinare la categoria che ho cancellato, oppure creare in futuro anche la categoria dissidenti sovietici e includervi tutti i dissidenti delle varie nazionalità dell'ex Unione Sovietica, o creare entrambe le categorie dissidenti sovietici e ucraini, e includervi i dissidenti ucraini. Prevedo anche la complicazione, in propettiva, di dover creare le categorie dissidenti russi, ucraini, bielorussi ecc. ecc. in aggiunta ai sovietici. Oppure lasciamo per ora tutto così com'è? Grazie infinite, Spin, scusami, ti auguro di trascorrere una buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:04, 23 giu 2022 (CEST) :Benissimo Spin. Grazie. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:58, 24 giu 2022 (CEST) ::[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]]&nbsp;'''{{LangSwitch |bar= gmåcht |be = Зроблена |br = Graet |bs = Urađeno |az = Hazırdır |ca = Fet |cs = Vyřízeno |da = Gjort |de = Erledigt |en = Done |eo = Farite |es = Hecho |fi = Tehty |fa = انجام شد |fr = Fait |gl = Feito |he = בוצע |it = Fatto |ja = 完了 |ka = გაკეთდა |ko = 완료 |mk = Извршено |ml = ചെയ്തിരിക്കുന്നു |nds= Daan |nl = Uitgevoerd |nn = Gjort |ro = Efectuat |ru = Сделано |pl = Załatwione |pt = Feito |sco= Dane |sl = Urejeno. |sq = U bë |sv = Utfört |tr = Yapıldı |tt = Эшләнде |zh = 完成 }}''' Ancora grazie e buon fine settimana. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:20, 24 giu 2022 (CEST) == Re: Paolo I di Russia == Ho risposto al tuo messaggio. Purtroppo, per la comparsa di un infernale box "Visuale", la mia risposta è apparsa nella mia pagina di discussioni, anziché nella tua. Ciao, [[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 17:59, 26 giu 2022 (CEST) ==Lettura== Ciao Spinoziano, ti scrivo sull'[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Lettura&oldid=prev&diff=1213925 aggiunta] e anzi grazie per aver deciso boldamente coi ringraziamenti che spiegavano. :-) Sai che che non mi so bene decidere nemmeno io bene su quale sia la pagina migliore? Ci ho pensato parecchio... Nel senso, la Lessing si riferisce alla lettura nel suo complesso, o forse ancora più precisamente alla "cultura" (o all'acculturamento), più che al libro, che a questo punto è solo un termine usato come [[wikipedia:it:sineddoche|sineddoche]] e non il soggetto della citazione. Magari si può trovare un terzo termine ancora più opportuno... Non è semplice in questi casi. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 06:17, 27 giu 2022 (CEST) :Hmm... Può essere. Quando si ascolta dire qualcosa dentro a un discorso, col tono e la partecipazione di chi la dice, in effetti c'è sempre un'impressione diversa rispetto a leggerla (o rileggerla) quando è a sé stante, è già capitato anche a me. A me pare abbastanza efficace rispetto a tante altre che esprimono lo stesso concetto, quasi un aforisma. Anche se, sì, tutto sommato è semplice... --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 19:22, 4 lug 2022 (CEST) == Corsivi in traduzione == Ciao Spin, ti chiedo la cortesia di un chiarimento in relazione a questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Barbara_Hannigan&type=revision&diff=1214435&oldid=1193069]: esiste, a mia insaputa, una regola che prevede l'impiego del corsivo, anche se non è presente nella fonte, nel riportare espressioni o locuzioni straniere? Scrivere femme fatale in corsivo nella traduzione comporta l'aggiunta di un'enfasi che nel testo originale non esiste. Ma se la regola è di inserire in corsivo, anche se non c'è nell'originale, mi adeguo. Ciao, grazie. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:02, 29 giu 2022 (CEST) :Grazie Spin, scusami, ma devo chiederti ancora una cosa, anzi due: femme fatale è un'espressione poco comune? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:11, 29 giu 2022 (CEST) La seconda: espressioni intere vanno in corsivo? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:12, 29 giu 2022 (CEST) ::Grazie infinite Spin. 'A Maronna m'adda da' 'na grande pacienzia. 'A Maronna c'accumpagna a mme a tte. Grazie mille. Buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:22, 29 giu 2022 (CEST) == [[Theodor W. Adorno]] == <del>Salve! Nella voce in oggetto, riguardo l'opera ''Minima moralia'', in bibliografia ci sono due edizioni: una datata 1974, l'altra senza data, entrambe di Einaudi. Che senso ha tenere l'edizione senza data? L'avevo tolta, ma un altro utente l'ha reinserita dicendo che "Purtroppo c'è una citazione non coperta dall'edizione 1974, altrimenti l'avrei fatta io questa modifica". (Notasi che anche lui è sostanzialmente d'accordo, infatti dice che l'avrebbe fatta lui quella stessa modifica). Ma quella citazione continua a non essere coperta da nessuna fonte precisa. Ho proposto di marcare con [[Template:Da controllare]], come si fa in questi casi quando addirittura non si sposta la citazione nella pagina di discussione. Ho chiesto all'utente, che se non sbaglio ha il testo, di verificare la citazione. Ma ha fatto una edit war, non ha chiesto il parere di un terzo come avevo proposto, ha ripristinato tutto e ha persino bloccato la pagina. Non mi sembra esattamente un modo di fare costruttivo. Secondo te cos'è più giusto fare?</del> [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:57, 30 giu 2022 (CEST) :Come non detto, ci ha pensato il buon Dread. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:35, 30 giu 2022 (CEST) == Citazione errata == Mi sono accorto che l'unica citazione attribuita a [[William Drummond di Hawthornden]] (ecc. «Colui che non vuole ragionare è un fanatico» / «He that will not reason is a bigot», ecc.) è errata: è stata pronunciata dal suo quasi omonimo William Drummond of Logiealmond, autore di ''Academical Questions'' ([http://books.google.com/books?id=U9FOAAAAYAAJ&pg=PR15 vedi Google libri, ''Academical Questions'', Preface, p. 15]). Cosa si fa di solito in casi del genere? Si chiede la cancellazione della pagina "William Drummond di Hawthornden", oppure si lascia la pagina ma si toglie la citazione, oppure si rinominare la pagina "William Drummond di Hawthornden" in "William Drummond of Logiealmond")? --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 20:50, 30 giu 2022 (CEST) == Mia presenza futura == Ciao, Spin. Scusami per l'ora in cui ti scrivo, la cosa in fondo è molto semplice: per varie ragioni, sulle quali non mi dilungo, non so se potrò collaborare ancora, e con quale assiduità potrò farlo. Nei prossimi giorni cercherò di essere presente, ma è possibile anche che in un futuro piuttosto prossimo debba ritirarmi, ripresentandomi al lavoro periodicamente, se potrò. Non sarebbe una cattiva idea, penso, sondare un po' il terreno per capire se c'è la possibilità di nominare un amministratore. Ti saluto con affetto. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:37, 4 lug 2022 (CEST) P. S. Spin, mi si vedrà qui forse ancora per alcuni giorni, solo perché vorrei fare attività di revisione sulle mie pagine, per quello che posso. Ma non durerà a lungo. Quindi credo sarebbe buona cosa se si riuscisse a nominare un amministratore, e qui non mancano persone con titoli solidissimi. In ogni caso non sarò presente per molto tempo, né più tutti i giorni, come è stato praticamente sempre per oltre dieci anni. Ciao. E, vista l'ora, sia pure con molto anticipo, buona giornata --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:34, 5 lug 2022 (CEST) Sì, Spin, la parabola della mia collaborazione si è conclusa. Non potrà più essere come prima. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:38, 5 lug 2022 (CEST) Un'ultima cosa: in un messaggio inviato a Udiki, ho parlato di fortuna; spero che nessuno fraintenda quel che volevo dire. Purtroppo non si può parlare con semplicità, senza trucchi, senza cazzimme, come si deve parlare, diritti negli occhi, da uomini a uomini, appunto da galantuomini (sono fresco di nomina ;-)) – si finisce regolarmente spalle al muro; ma voi mi conoscete da tanto tempo e non fraintenderete, ne sono certo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:27, 5 lug 2022 (CEST) :Grazie per il tuo messaggio, Spin. Un affettuoso saluto. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:07, 5 lug 2022 (CEST) == Francesco Marto == Ciao. [[:File:Francisco Marto2.jpg|Questa]] non è la fotografia (ufficiale) del 1917, questa è una riproduzione fatta alcuni anni dopo le apparizioni (possibilmente dopo la morte di Francisco), per questo è stato messo il ritratto catalogato come "immagine di valore". La fotografia che vuoi mettere e a cui fare riferimento –in cui appare con sua sorella Giacinta e sua cugina Lúcia– è [[:File:ChildrensofFatima.jpg|qui]]. [[Speciale:Contributi/81.41.189.179|81.41.189.179]] ([[User talk:81.41.189.179|msg]]) 14:11, 17 lug 2022 (CEST) == [[Alexandre Dumas (padre)]] == Ciao, Spin. Scusami se ti do un po' di fastidio con questo problema: trovi giustificata questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Alexandre_Dumas_%28padre%29&type=revision&diff=1219155&oldid=1219108] con cui viene rimosso l'incipit di C. Siniscalchi? Io non la trovo giustificata, a me sembra una modifica arbitraria e distuttiva; fatta in perfetta buona fede, ma... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:40, 26 lug 2022 (CEST) Spin, agge pacienzia, ti devo dare ancora fastidio: si pone inoltre un problema per le categorie in [[Simulazione]] [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Simulazione&type=revision&diff=1219148&oldid=1071392] che ho reintrodotto. Ora, se i miei interventi di ripritino non sono giustificati, non mi si deve dare necessariamente ragione. Non sono scemo e non voglio quindi avere per forza ragione, a Napoli si dice: 'a ragione s' 'a pigliano 'e fesse. E io non sono fesso fino a questo punto. Sono sì un grandissimo, colossalissimo fesso, ma per altre ragioni, in altro modo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:08, 26 lug 2022 (CEST) :Mi viene in mente adesso, che, per evitare queste – diciamo così – spiacevolezze si potrebbe ''forse'' spostare la voce Simulazione a Simulazione (qualità) o qualcosa del genere. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:02, 26 lug 2022 (CEST) == [[XVII secolo]] == Salve, ho creato questa voce, ma non posso collegarla all'elemento Wikidata perché la [[d:Q7016|relativa pagina]] è semiprotetta. Per favore, quando puoi pensaci tu. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:43, 5 ago 2022 (CEST) == re: Bradip Gate == Ciao Spino, vedo che su Steins;Gate ti stai dando molto da fare con le ennemila visual novel che hanno pubblicato! Giustamente le linee di universo sono infinite e anche le possibilità di inventarsi nuove trame che si innestano su quella principale non mancano. Vuoi sapere una cosa divertente? Uno dei miei colleghi si prenderà un anno di aspettativa perché ha vinto un dottorato di ricerca al CNR: quasi quasi chiedo a lui se può mettere una parolina buona al CERN per l'uso dell'LHC per il microonde telefonico {{smile}} Per la vetrina ti ringrazio per la disponibilità, ma ora purtroppo - complice anche il gran caldo che mi ha distrutto già da maggio e che mi ha completamente azzerato la voglia di fare qualcosa in più rispetto alla routine quotidiana - penso che attenderò un po' prima di pensarci. Come dici tu è praticamente impossibile trovare "citazioni su" Steins;Gate (obbligatorie per le voci sulle serie in vetrina), anche l'idea di cercare qualcosa tra le interviste ai doppiatori alla fine non ha portato a niente. Per ora direi che abbiamo aspettato dieci anni, vediamo se qualcosa apparirà prima o poi... Su ''Clannad'' ho fatto pochi progressi, in questo momento sono fermo alle prime battute dell'arco di Kotomi e ancora non ho trovato niente da aggiungere a quello che avevi inserito - mi ricordavo una battuta molto divertente, ma l'avevo vista su una versione non ufficiale (*coff coff*) del gioco e in quella rilasciata da Sekai Project la traduzione è completamente diversa. Le prossime due settimane sono in ferie, se riesco a trovare un po' di tempo potrei provare ad andare un po' avanti visto che vorrei proprio aggiungere roba dall'intenso arco ''After Story''. [[Utente:Bradipo Lento|Bradipo Lento]] ([[Discussioni utente:Bradipo Lento|scrivimi]]) 17:11, 6 ago 2022 (CEST) fjet9ct3tmqds5ds6x54e0vn5g5s4dp 1221196 1221185 2022-08-06T16:04:16Z Bradipo Lento 20707 /* re: Bradip Gate */ wikitext text/x-wiki {{Cassetto|titolo=Archivio|testo= {{div col|3}} *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2007-2010|2007 – 2010]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2011|2011]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2012 (1ª parte)|2012 (1ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2012 (2ª parte)|2012 (2ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2013 (1ª parte)|2013 (1ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2013 (2ª parte)|2013 (2ª parte)]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2014|2014]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2015|2015]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2016|2016]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2017|2017]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2018|2018]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2019|2019]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2020|2020]] *[[Discussioni utente:Spinoziano/Archivio2021|2021]] {{div col end}} }} __TOC__ == How we will see unregistered users == <section begin=content/> Ciao! Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia. Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate. Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento. Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia. Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio. Grazie. /[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/> 19:17, 4 gen 2022 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 --> == Neon Genesis Evangelion == Ciao! Notando la "edit war" che sta avvenendo nella voce di [[Neon Genesis Evangelion]] in merito alla frase di '''Kaji''' nell'episodio '''19''', vorrei fare presente che esistono più versioni ufficiali di quel dialogo - e di altri -, in quanto facenti parti di altrettanti doppiaggi ufficiali. La citazione che l'IP anonimo sta tentando di inserire è la versione curata da [[w:Gualtiero_Cannarsi|Cannarsi]]. Quindi, in questo caso, non dovrebbero essere mantenute entrambe con i rispettivi riferimenti? --[[Speciale:Contributi/62.11.205.155|62.11.205.155]] ([[User talk:62.11.205.155|msg]]) 18:55, 23 gen 2022 (CET) :Tra le due versioni di quella frase non ci sono differenze rilevanti, quindi credo per ora sia meglio seguire per uniformità lo stesso doppiaggio, quello storico, a cui fanno riferimento le altre citazioni riportate nella pagina. Ma fino ad oggi non sapevo del nuovo doppiaggio, grazie per la segnalazione. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:29, 24 gen 2022 (CET) == Cancellazione == Ciao Spin, buon sabato. Vuoi per favore dare uno sguardo alla mia cancellazione? C'è un link che rinvia ad un'università presente in en.wikipedia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:11, 12 mar 2022 (CET) :Grazie Spin. Il passaggio da divinità ad umano, sia pure regale, mi dà un certo sollievo: finiti i guai con Apollo (sento sempre, vedo sempre, di tanto in tanto un sibilar, un balenar di lame...). Consolante peraltro il fatto che si tratti del XIV° e non del [[Luigi XVI di Francia|n. 16]] perché in un modo o nell'altro sempre a [[ghigliottina|lame]] si va a finire, et les [[Robespierre|Maximilien]] & Co. temo non ci sia proprio modo di ammansirli. Di fronte all'incarnazione della Virtù non avrei scampo. Ma, mi domando: come potrei dire – non essendo – let's face it – Spinoziano, Superchilum, Creed, DonatoD, Homer, AssassinsCreed come potrei in coscienza dire: Wikiquote c'est moi? No no, es ist unmöglich: wikiquote c'est vous e tutti i collaboratori e, fra loro, per una piccola parte, anche moi. Grazie infinite Spin, ma Sun-crops à la lanterne... {{NDR|È vero che à la lanterne (alla lama) ci finisce il n° 16 e non il 14. Ma con la specialissima sfortuna che mi sorride perennemente – experto crede – non è affatto da escludere – in caso di [[Eterno ritorno|Ewige Wiederkunft des Gleichen]] – l'ipotesi di un'eccezionale sospensione dei vincoli spazio-temporali, e quindi della necessaria successione temporale, l<nowiki>'</nowiki>''inaudito'', l<nowiki>'</nowiki>''incredibile'', il ''du jamais vu'', nel mio caso avverrebbe con fatale certezza, con conseguente ''molto <s>ungleichlich</s> ungleich azione totale retroattiva en masse'' sul n. 14, moi. E questo per l'eternità (altrimenti che Eterno ritorno sarebbe)}} e, siccome sono un po' in sovrappeso, dovrei anche risarcire i danni alla povera lanterne e al cappio stesso, pagare le spese di una doppia, forse tripla ''pendaison'', ove si volesse passare dalle lame alle funi. Pensandoci bene, meglio di no meglio di no. Ma, grazie Spin per quest'alternativa, per avere esplorato questa possibilità, grazie. Un po' di più mi sorride l'idea di essere un [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Re Lazzarone]], ma anche proprio un [[Lazzari|Lazzarone]] – al netto beninteso di certe ''estreme'' intempranze lazzaroniche seguite alla restaurazione borbonica del 1799 – andrebbe più che bene, anzi benonissimo. Mi piacciono, tutto sommato e al netto di ciò che – come ho detto – va detratto, mi piacciono, mi sono sempre piaciuti moltissimo i Lazzaroni, moltissimo: questi – a modo loro, anche loro – particolarissimi ''philosophes''. Ma dove stanno più... Finiti, da un pezzo, anche loro. Dommage. Ciao, Spin. Grazie. Buon Fine Settimana, da quel {{small|Lazzarone}} di {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:06, 12 mar 2022 (CET) ::Ciao Spin. Ultimato il Lever du Roi, dopo il fatidico "Sire, è ora", visitato dal [[Utente:AssassinsCreed|Primo Medico]] e dal Chirurgo (un validissimo salassatore germanico, Michael Xaver von und zu S P), conclusasi la Grande Entrata, ricambio l'augurio di Buona Domenica. Rassicuro il Medico: per gli eccessi con la favorite, sono perfettamente in regola, vita sanissima, ineccepibile la mia: ''Maista' e bbuono'' (nonostante sia una Maestà) di favorite non ne ho, harem sideralmente vuoto, il Nada Totale; per esclusivo, antichissimo privilegio godo del totale sfavore delle favorite. Elles me boudent. Per gli altri eccessi, seguirò scrupolosamente le tue preziose indicazioni; del resto sono già da decenni per più di tre quarti vegetariano. Certo, potrei morire tranquillamente di gotta. ''Potrei'', ma oltre alle Grandi Entrate, debbo fare i conti con le possibili pericolosissime Piccole Entrate o Entrate dal Retro dell'ouroboros, dell'anulus aeternitatis: come già evidenziato, un guasto, un incepparsi del congegno eterno, uno spiraglio e il rifluire dei secoli con inversione retroagente del Karma sono assicurati. Ma te l'immagini, un prodigioso anacronismo divenire realtà: Port-Royal e gli Stati Generali (magicamente autoconvocatisi) alleati contro di me. Immagina la favolosa triplice alleanza, la chimera: Pascal Danton Robespierre. 'A vermutta, come di dice a Napoli, di Luigi XVI la vorrebbero da me, e chi li convince gli ultimi due e tutti gli altri che si trovano per un banalissimo guasto nel secolo sbagliato? Ma non pensiamoci troppo, sarà quel che sarà. Grazie di tutto, grazie all'Eminentissimo Medico. A tutti, nel giorno 13 del mese di <s>dicembre</s> <s>aprile</s> marzo dell'anno di grazia 2022 Buona domenica. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:01, 13 mar 2022 (CET) P. S. Spin, ma non è che di paragone in paragone, stai accarezzando l'idea di [[w:Amaterasu|questa identificazione]]? Lì sono [[w:Katana|lame tremende]], in confronto quelle di Efesto sono temperini. Evitiamo i Kami, s'il te plaît. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:11, 13 mar 2022 (CET) :::OK. Ciao Spin. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:22, 13 mar 2022 (CET) == Berta Castañé == Ciao Spin. Per questa voce anche io avevo rilevato numerosi seri problemi che avevo esposto nell'o.d.m. Concordo quindi con la cancellazione e ti ringrazio. Purtroppo non conosco le altre voci create dall'utente con diversi ip, ma è chiaro che se presentano gli stessi problemi che abbiamo rilevato debbono essere cancellate. Ti ringrazio ancora e ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:34, 7 apr 2022 (CEST) == Re: ''Sun''ta Pasqua == Ciao, Spin. È sempre un grande piacere un tuo messaggio, qualunque ne sia il motivo, in qualunque occasione, sempre. Ti ringrazio molto per gli auguri che ricambio di cuore, ti auguro di trascorre una felice Pasqua – mai come quest'anno la Pasqua è tanto significativa – con le persone che ti sono care. Grazie, Spin. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:47, 17 apr 2022 (CEST) == Come imparare l'utilizzo dei progetti senza essere redarguiti con avvisi e blocchi? == Ciao Spinoziano, ti scrivo perché purtroppo anche qui si ripete quello che mi è già successo su Wikipedia: sto ancora imparando come funziona (lo conosco ancor meno di quanto conoscessi Wikipedia) ed anche qui hanno cominciato già con avvisi e ammonizioni, mentre sull'altro progetto ne ho avute veramente troppe sin dal giorno in cui ero neoiscritto (ora sono bloccato fino al 10 luglio) ed ho quindi deciso di non tornarci più neanche dopo la fine del blocco. Come si può fare per poter essere guidati e seguiti (soprattutto in casi di lievi forme d'autismo come il mio) senza che gli errori siano considerati vandalismo e nessuno degli amministratori inizi già a preparare il tasto da premere? Su Wikipedia, fino ad inizio aprile, avevo evitato di chiedere l'assegnazione di un tutor, perchè vedevo che era proprio difficile trovare qualcuno che conoscesse abbastanza l'autismo senza dirmi in maniera offensiva che "sfruttassi la mia condizione", cosa che non vorrei venisse neanche pensata, e vedevo spesso comportamenti a me inadatti da parte di molti utenti più esperti, per cui ero sicurissimo che anche per un altro utente potesse essere difficile che ci capissimo e volevo evitare che lui/lei potesse ritenere di "'perdere tempo dietro a me". Ed anche dopo che avevo trovato una grandissima disponibilità da parte di un paio di utenti, qualcun altro ha continuato a percepire disturbo nei miei edit e nel doverci stare dietro (e non solo l'amministratore che ha bloccato).--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 10:14, 23 apr 2022 (CEST) :L'avviso vandalismo è arrivato DOPO le spiegazioni che mi hanno dato e senza che avessi compiuto altri edit. La voce [[Gildo Claps]] poteva non essere enciclopedica, ma l'avevo già creata ''prima'' che mi venissero date le spiegazioni che dici tu. Ed infatti in questo caso la mia condizione non c'entra neppure nulla, a me stesso veniva detto di non aggredire gli utenti inesperti con avvisi di vandalismo per i loro errori.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 12:35, 23 apr 2022 (CEST) :: {{ping|Potenza2021}} Avevo deciso di restare rigorosamente fuori da questa discussione, ma dopo aver letto il messaggio precedente devo intervenire per dire che lei ''mente'', mente per la gola. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:53, 23 apr 2022 (CEST) {{ping|Potenza2021}} E per essere più precisi: "senza che avessi compiuto altri edit"= ho pregato di sistemare gli edit irregolari [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Citazioni_senza_fonte] e lei se ne è completamente infischiato, nonostante mi fossi fatto carico di sistemare parte delle irregolarità [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Madonna_(cantante)&diff=next&oldid=1204100] e avessi creato – al suo posto – la voce [[Vito Santarsiero]], evitandole un secondo annullamento. Quello che lei sostiene sulla creazione della voce [[Gildo Claps]] – creazione consapevole di voce non enciclopedica (un grosso edit improprio a definirlo eufemisticamente...) –, è completamente falso [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Enciclopedia], e quindi... non occorre ripetere quanto già scritto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:27, 23 apr 2022 (CEST) ::::{{ping|Sun-crops}} e Lei come si permette di dirlo? Soprattutto, chi è Lei per dirmi "Lei mentre per la gola"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:14, 23 apr 2022 (CEST) ::::Infischiato? No, questo è inaccettabile. Semplicemente mi era sfuggito di farlo: io comunque vedo UN SOLO edit che presentava le stesse criticità di Vito Santarsiero (quello su [[Lucio Dalla]], ma ho letto che hanno annullato in quanto la fonte era considerata non affidabile. Infine, Lei non ha nessun diritto di "giudicare" cosa è vero, cosa è consapevole... non siamo ad un processo.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:38, 23 apr 2022 (CEST) {{rientro}} {{ping|Potenza2021}} Discutere con lei è semplicemente inutile. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:44, 23 apr 2022 (CEST) == Re:Pertinenza == Ciao, grazie per i complimenti. Come puoi vedere sono nuovo e sto imparando un po' per volta. Effettivamente ero anch'io in dubbio se inserire la citazione del castoro e di internet. Pensandoci un po' quella di internet non è molto pertinente e provvedo a rimuoverla. Una domanda: quella del blackjack è pertinente o no? --<br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 11:13, 20 mag 2022 (CEST) :Neanch'io conosco il blackjack, ma penso che sia più incentivato sul mercanteggio che sul blackjack. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 12:11, 20 mag 2022 (CEST) ::{{Fatto}} e grazie ancora per i complimenti. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 13:13, 20 mag 2022 (CEST) == Re: My Dress-Up Darling == Ciao Spinoziano, grazie dell'aiuto. Ho occasionalmente fatto qualche ritocco su questa wiki ma era da un bel po' che non contribuivo. Purtroppo ho solo iniziato la voce ma ho dovuto stopparmi, stasera completerò le citazioni dell'anime, per poi inserire quelle del manga se differenti. Per quanto riguarda l'anime sto facendo fede ai sottotitoli ufficiali di Crunchyroll. Ti chiedo se devo inserire questa fonte come nota o se è autoesplicativa. Per quanto riguarda le citazioni del manga ho in mano i tre volumi cartacei usciti in Italia, mentre vorrei chiederti come sarebbe più opportuno fare per quelli non ancora usciti ufficialmente. Se è possibile fare affidamento su fansub o se preferibile non mettere nulla. Oltre al modello voce, sto guardando anche altre voci simili come esempio. Grazie mille. --[[Utente:Torque|Torque]] ([[Discussioni utente:Torque|scrivimi]]) 15:50, 23 mag 2022 (CEST) == Dolci inganni == Ciao! Hai ragione, avevo già la pagina aperta per aggiungerlo ma poi per qualche motivo me ne sono dimenticato. ''Calvario'' lo vidi anni fa e mi piacque moltissimo in effetti. Però mi sa che tu ti sia fatto l'idea che mi piacciano solo film pesanti a sfondo religioso... XD [[Utente:Phyrexian|Phyrexian]] [[Discussioni utente:Phyrexian|ɸ]] 20:36, 10 giu 2022 (CEST) == Re: Ping == Grazie per la dritta, Spin. Chiedo scusa per l'errore. Ciao. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:19, 20 giu 2022 (CEST) :Ancora una volta un grande grazie, tutti chiarimenti fondamentalissimi. Ciao Spin. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 22 giu 2022 (CEST) ==Categoria dissidenti ucraini == Ciao, Spin. Scusami se ti scrivo per una piccola grana. Ho creato, poi cancellato la categoria perché ho pensato, a causa della segnalazione di un errore di collegamento nel risultato finale (ma ho collegato bene in wikidata da cui però risulta che la categoria manca in it.wikipedia), che fosse una categoria errata, dovendosi considerare esatta la sola Categoria:Dissidenti sovietici che non abbiamo ancora. I poeti inclusi nella categoria cancellata sono [[Lina Kostenko]] e [[Vasyl Stus]]. Poi però ho letto in [https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Ukrainian_dissidents wikidata] che questi due autori rientano in questa categoria. Cosa sarebbe meglio fare: ripristinare la categoria che ho cancellato, oppure creare in futuro anche la categoria dissidenti sovietici e includervi tutti i dissidenti delle varie nazionalità dell'ex Unione Sovietica, o creare entrambe le categorie dissidenti sovietici e ucraini, e includervi i dissidenti ucraini. Prevedo anche la complicazione, in propettiva, di dover creare le categorie dissidenti russi, ucraini, bielorussi ecc. ecc. in aggiunta ai sovietici. Oppure lasciamo per ora tutto così com'è? Grazie infinite, Spin, scusami, ti auguro di trascorrere una buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:04, 23 giu 2022 (CEST) :Benissimo Spin. Grazie. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:58, 24 giu 2022 (CEST) ::[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]]&nbsp;'''{{LangSwitch |bar= gmåcht |be = Зроблена |br = Graet |bs = Urađeno |az = Hazırdır |ca = Fet |cs = Vyřízeno |da = Gjort |de = Erledigt |en = Done |eo = Farite |es = Hecho |fi = Tehty |fa = انجام شد |fr = Fait |gl = Feito |he = בוצע |it = Fatto |ja = 完了 |ka = გაკეთდა |ko = 완료 |mk = Извршено |ml = ചെയ്തിരിക്കുന്നു |nds= Daan |nl = Uitgevoerd |nn = Gjort |ro = Efectuat |ru = Сделано |pl = Załatwione |pt = Feito |sco= Dane |sl = Urejeno. |sq = U bë |sv = Utfört |tr = Yapıldı |tt = Эшләнде |zh = 完成 }}''' Ancora grazie e buon fine settimana. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:20, 24 giu 2022 (CEST) == Re: Paolo I di Russia == Ho risposto al tuo messaggio. Purtroppo, per la comparsa di un infernale box "Visuale", la mia risposta è apparsa nella mia pagina di discussioni, anziché nella tua. Ciao, [[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 17:59, 26 giu 2022 (CEST) ==Lettura== Ciao Spinoziano, ti scrivo sull'[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Lettura&oldid=prev&diff=1213925 aggiunta] e anzi grazie per aver deciso boldamente coi ringraziamenti che spiegavano. :-) Sai che che non mi so bene decidere nemmeno io bene su quale sia la pagina migliore? Ci ho pensato parecchio... Nel senso, la Lessing si riferisce alla lettura nel suo complesso, o forse ancora più precisamente alla "cultura" (o all'acculturamento), più che al libro, che a questo punto è solo un termine usato come [[wikipedia:it:sineddoche|sineddoche]] e non il soggetto della citazione. Magari si può trovare un terzo termine ancora più opportuno... Non è semplice in questi casi. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 06:17, 27 giu 2022 (CEST) :Hmm... Può essere. Quando si ascolta dire qualcosa dentro a un discorso, col tono e la partecipazione di chi la dice, in effetti c'è sempre un'impressione diversa rispetto a leggerla (o rileggerla) quando è a sé stante, è già capitato anche a me. A me pare abbastanza efficace rispetto a tante altre che esprimono lo stesso concetto, quasi un aforisma. Anche se, sì, tutto sommato è semplice... --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 19:22, 4 lug 2022 (CEST) == Corsivi in traduzione == Ciao Spin, ti chiedo la cortesia di un chiarimento in relazione a questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Barbara_Hannigan&type=revision&diff=1214435&oldid=1193069]: esiste, a mia insaputa, una regola che prevede l'impiego del corsivo, anche se non è presente nella fonte, nel riportare espressioni o locuzioni straniere? Scrivere femme fatale in corsivo nella traduzione comporta l'aggiunta di un'enfasi che nel testo originale non esiste. Ma se la regola è di inserire in corsivo, anche se non c'è nell'originale, mi adeguo. Ciao, grazie. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:02, 29 giu 2022 (CEST) :Grazie Spin, scusami, ma devo chiederti ancora una cosa, anzi due: femme fatale è un'espressione poco comune? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:11, 29 giu 2022 (CEST) La seconda: espressioni intere vanno in corsivo? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:12, 29 giu 2022 (CEST) ::Grazie infinite Spin. 'A Maronna m'adda da' 'na grande pacienzia. 'A Maronna c'accumpagna a mme a tte. Grazie mille. Buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:22, 29 giu 2022 (CEST) == [[Theodor W. Adorno]] == <del>Salve! Nella voce in oggetto, riguardo l'opera ''Minima moralia'', in bibliografia ci sono due edizioni: una datata 1974, l'altra senza data, entrambe di Einaudi. Che senso ha tenere l'edizione senza data? L'avevo tolta, ma un altro utente l'ha reinserita dicendo che "Purtroppo c'è una citazione non coperta dall'edizione 1974, altrimenti l'avrei fatta io questa modifica". (Notasi che anche lui è sostanzialmente d'accordo, infatti dice che l'avrebbe fatta lui quella stessa modifica). Ma quella citazione continua a non essere coperta da nessuna fonte precisa. Ho proposto di marcare con [[Template:Da controllare]], come si fa in questi casi quando addirittura non si sposta la citazione nella pagina di discussione. Ho chiesto all'utente, che se non sbaglio ha il testo, di verificare la citazione. Ma ha fatto una edit war, non ha chiesto il parere di un terzo come avevo proposto, ha ripristinato tutto e ha persino bloccato la pagina. Non mi sembra esattamente un modo di fare costruttivo. Secondo te cos'è più giusto fare?</del> [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:57, 30 giu 2022 (CEST) :Come non detto, ci ha pensato il buon Dread. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:35, 30 giu 2022 (CEST) == Citazione errata == Mi sono accorto che l'unica citazione attribuita a [[William Drummond di Hawthornden]] (ecc. «Colui che non vuole ragionare è un fanatico» / «He that will not reason is a bigot», ecc.) è errata: è stata pronunciata dal suo quasi omonimo William Drummond of Logiealmond, autore di ''Academical Questions'' ([http://books.google.com/books?id=U9FOAAAAYAAJ&pg=PR15 vedi Google libri, ''Academical Questions'', Preface, p. 15]). Cosa si fa di solito in casi del genere? Si chiede la cancellazione della pagina "William Drummond di Hawthornden", oppure si lascia la pagina ma si toglie la citazione, oppure si rinominare la pagina "William Drummond di Hawthornden" in "William Drummond of Logiealmond")? --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 20:50, 30 giu 2022 (CEST) == Mia presenza futura == Ciao, Spin. Scusami per l'ora in cui ti scrivo, la cosa in fondo è molto semplice: per varie ragioni, sulle quali non mi dilungo, non so se potrò collaborare ancora, e con quale assiduità potrò farlo. Nei prossimi giorni cercherò di essere presente, ma è possibile anche che in un futuro piuttosto prossimo debba ritirarmi, ripresentandomi al lavoro periodicamente, se potrò. Non sarebbe una cattiva idea, penso, sondare un po' il terreno per capire se c'è la possibilità di nominare un amministratore. Ti saluto con affetto. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:37, 4 lug 2022 (CEST) P. S. Spin, mi si vedrà qui forse ancora per alcuni giorni, solo perché vorrei fare attività di revisione sulle mie pagine, per quello che posso. Ma non durerà a lungo. Quindi credo sarebbe buona cosa se si riuscisse a nominare un amministratore, e qui non mancano persone con titoli solidissimi. In ogni caso non sarò presente per molto tempo, né più tutti i giorni, come è stato praticamente sempre per oltre dieci anni. Ciao. E, vista l'ora, sia pure con molto anticipo, buona giornata --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:34, 5 lug 2022 (CEST) Sì, Spin, la parabola della mia collaborazione si è conclusa. Non potrà più essere come prima. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:38, 5 lug 2022 (CEST) Un'ultima cosa: in un messaggio inviato a Udiki, ho parlato di fortuna; spero che nessuno fraintenda quel che volevo dire. Purtroppo non si può parlare con semplicità, senza trucchi, senza cazzimme, come si deve parlare, diritti negli occhi, da uomini a uomini, appunto da galantuomini (sono fresco di nomina ;-)) – si finisce regolarmente spalle al muro; ma voi mi conoscete da tanto tempo e non fraintenderete, ne sono certo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:27, 5 lug 2022 (CEST) :Grazie per il tuo messaggio, Spin. Un affettuoso saluto. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:07, 5 lug 2022 (CEST) == Francesco Marto == Ciao. [[:File:Francisco Marto2.jpg|Questa]] non è la fotografia (ufficiale) del 1917, questa è una riproduzione fatta alcuni anni dopo le apparizioni (possibilmente dopo la morte di Francisco), per questo è stato messo il ritratto catalogato come "immagine di valore". La fotografia che vuoi mettere e a cui fare riferimento –in cui appare con sua sorella Giacinta e sua cugina Lúcia– è [[:File:ChildrensofFatima.jpg|qui]]. [[Speciale:Contributi/81.41.189.179|81.41.189.179]] ([[User talk:81.41.189.179|msg]]) 14:11, 17 lug 2022 (CEST) == [[Alexandre Dumas (padre)]] == Ciao, Spin. Scusami se ti do un po' di fastidio con questo problema: trovi giustificata questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Alexandre_Dumas_%28padre%29&type=revision&diff=1219155&oldid=1219108] con cui viene rimosso l'incipit di C. Siniscalchi? Io non la trovo giustificata, a me sembra una modifica arbitraria e distuttiva; fatta in perfetta buona fede, ma... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:40, 26 lug 2022 (CEST) Spin, agge pacienzia, ti devo dare ancora fastidio: si pone inoltre un problema per le categorie in [[Simulazione]] [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Simulazione&type=revision&diff=1219148&oldid=1071392] che ho reintrodotto. Ora, se i miei interventi di ripritino non sono giustificati, non mi si deve dare necessariamente ragione. Non sono scemo e non voglio quindi avere per forza ragione, a Napoli si dice: 'a ragione s' 'a pigliano 'e fesse. E io non sono fesso fino a questo punto. Sono sì un grandissimo, colossalissimo fesso, ma per altre ragioni, in altro modo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:08, 26 lug 2022 (CEST) :Mi viene in mente adesso, che, per evitare queste – diciamo così – spiacevolezze si potrebbe ''forse'' spostare la voce Simulazione a Simulazione (qualità) o qualcosa del genere. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:02, 26 lug 2022 (CEST) == [[XVII secolo]] == Salve, ho creato questa voce, ma non posso collegarla all'elemento Wikidata perché la [[d:Q7016|relativa pagina]] è semiprotetta. Per favore, quando puoi pensaci tu. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:43, 5 ago 2022 (CEST) == re: Bradip Gate == Ciao Spino, vedo che su Steins;Gate ti stai dando molto da fare con le ennemila visual novel che hanno pubblicato! Giustamente le linee di universo sono infinite e anche le possibilità di inventarsi nuove trame che si innestano su quella principale non mancano. Vuoi sapere una cosa divertente? Uno dei miei colleghi si prenderà un anno di aspettativa perché ha vinto un dottorato di ricerca al CNR: quasi quasi chiedo a lui se può mettere una parolina buona al CERN per l'uso dell'LHC per il microonde telefonico {{smile}} Per la vetrina ti ringrazio per la disponibilità, ma ora purtroppo - complice anche il gran caldo che mi ha distrutto già da maggio e che mi ha completamente azzerato la voglia di fare qualcosa in più rispetto alla routine quotidiana - penso che attenderò un po' prima di pensarci. Come dici tu è praticamente impossibile trovare "citazioni su" Steins;Gate (obbligatorie per le voci sulle serie in vetrina), anche l'idea di cercare qualcosa tra le interviste ai doppiatori alla fine non ha portato a niente. Per ora direi che abbiamo aspettato dieci anni, vediamo se qualcosa apparirà prima o poi... Su ''Clannad'' ho fatto pochi progressi, in questo momento sono fermo alle prime battute dell'arco di Kotomi e ancora non ho trovato niente da aggiungere a quello che avevi inserito - mi ricordavo una battuta molto divertente, ma l'avevo vista su una versione non ufficiale (*coff coff*) del gioco e in quella rilasciata da Sekai Project la traduzione è completamente diversa. Le prossime due settimane sono in ferie, se riesco a trovare un po' di tempo potrei provare ad andare un po' avanti visto che vorrei proprio aggiungere roba dall'intenso arco ''After Story''. [[Utente:Bradipo Lento|Bradipo Lento]] ([[Discussioni utente:Bradipo Lento|scrivimi]]) 17:11, 6 ago 2022 (CEST) :Su ''Clannad'' forse non ci sono ancora arrivato al punto delle forbici, ho visto un punto che mi sembrava proprio quello che dici: il divertimento era vedere Tomoya chiedere a Kotomi "Cosa sono quelle" e lei che risponde con varie traduzioni di "forbici"! Il finale della storia è stato ostico anche per me che ho solo visto l'anime, presi il gioco proprio per vedere se riuscivo a chiarirmi qualcosa in più su quel punto e sul mondo parallelo delle sfere di luce. :La citazione di ''The Anime Encyclopedia'' per ''Steins;Gate'' me l'ero persa, allora come direbbe [[Frankenstein Junior|Frederick Frankenstin]] '''Si... può... fare!''' Vediamo un po' cosa riesco a imbastire con i miei tempi da bradipo {{diavoletto}} --[[Utente:Bradipo Lento|Bradipo Lento]] ([[Discussioni utente:Bradipo Lento|scrivimi]]) 18:03, 6 ago 2022 (CEST) dmr6m6h4kpw18lqm8ryl6exkxpxx2lw A tutto reality - L'isola 0 70995 1221221 1194131 2022-08-06T17:32:49Z 93.70.92.146 /* Episodio 17, Nascondino */ wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titolooriginale = Total Drama Island |tipofiction= Serie TV d'animazione |titoloitaliano = A tutto reality - L'isola |paese= Canada |anno= 2007 – 2008 |genere= commedia |stagioni= 1ª stagione di ''A tutto reality'' |episodi= 28 {{NDR|di cui uno mai trasmesso in Italia}} }} '''''A tutto reality – L'isola''''', prima serie del franchise canadese ''A tutto reality''. ==Episodio 1, ''L'isola (Parte 1)''== *'''Chris''': Salve! Siamo collegati in diretta dal campeggio di Wawanakwa, che si trova nei dintorni di Muskoka, nell'Ontario. Qui è il vostro, Chris McLean, al timone del reality show più caldo del palinsesto televisivo, del momento! Questa è la dinamica, ventidue campeggiatori hanno accettato di passare otto settimane in questo vecchio e scadente campo estivo. Si affronteranno in una serie di pesanti sfide, per poi essere giudicati dai loro stessi compagni d'avventura. Ogni tre giorni, una delle due squadre vincerà una ricompensa, mentre un membro della squadra avversaria camminerà sul molo della vergogna, salirà a bordo della barca del perdente, ha ha, e lascerà ''A tutto reality – L'isola'' per sempre! Il loro destino si deciderà qui, durante l'avvincente cerimonia del fuoco, dove ogni settimana, tutti i campeggiatori tranne uno, mangeranno un marshmallow. Alla fine, resterà un solo concorrente, che riceverà in premio una notorietà da rotocalco! E, una piccola fortuna che, diciamocelo, svanirà in una settimana. Per sopravvivere, dovranno combattere contro mosche nere, orsi grizzly, disgustoso cibo da campeggio... <br/>'''Cibo''': Presente! <br/>'''Chris''': ... e tra di loro! Ogni momento verrà catturato dalle centinaia di telecamere situate in tutto il campeggio. Chi crollerà sotto il peso della pressione? Potrete scoprirlo qui! Adesso... A tutto... reality... l'Isola!. *'''Geoff''': Chris McLean, come va, amico? Che onore conoscerti, amico! <br/>'''Chris''': Grande Geoff! Benvenuto sull'isola, amico. <br/>'''Geoff''': Grazie, amico! <br/>'''Gwen''': Se dicono amico un'altra volta giuro che vomito.  *'''Lindsay''': Scusa, Kyle, posso avere una casetta con vista lago, visto che sono la più carina? <br/>'''Chris''': È vero, lo sei, ma qui non funziona così e comunque mi chiamo Chris! *'''Lindsay''': Dov'è la presa? Devo attaccare la piastra per i capelli. <br/>'''Chris''': Ce n'è sicuramente qualcuna nei bagni in comune. Da quella parte, cara. <br/>'''Lindsay''': Bagni in comunione? Ma io non sono cattolica. <br/>'''Chris''': Non in comunione: in comune. <br/>'''Gwen''': Si fa tutti la doccia insieme, idiota. {{ndr|Lindsay scoppia a piangere}} <br/>'''Owen''': {{NDR|Ammiccando a Noah e a Trent}}Meno male che siamo in una casetta per soli uomini! Capite che intendo. Eheheh. No, volevo dire... Ma che avete capito? A me piacciono le donne ahahah, ma non mi va di dormirci insieme. Oh! Nel senso...  *È la nostra prima sfida, che sarà mai? {{NDR|Poco dopo si trova a tuffarsi con gli altri concorrenti da una scogliera altissima}} Oh, me***! ('''DJ''') ==Episodio 2, ''L'isola (Parte 2)''== *'''Heather''': Spiacente, non ho nessuna intenzione di buttarmi.<br />'''Beth''': Perché no?<br />'''Heather''': Pronto, siamo in TV, mi si bagnano i capelli!<br />'''Gwen''': Stai scherzando, vero? <br />'''Lindsay''': Se lei non si butta, non mi butto neanch'io.<br /> '''Leshawna''' {{NDR|rivolta minacciosa a Heather}}: Oh sì invece!<br /> '''Heather''': E chi lo dice? <br /> '''Leshawna''': Lo dico io, non ho intenzione di perdere la sfida perché ti si rovinano i capelli, viziata figlia di papà!<br />'''Heather''': Stai indietro, pseudo-rapper con i pantacollant strizzati della serie "io vorrei ma non posso"! <br />'''Leshawna''': Ma sentila, la reginetta del ballo tutta shopping e coda di cavallo che divora romanzetti rosa! <br />'''Heather''': Beh, almeno io...sono popolare! <br /> '''Leshawna''' {{NDR|furibonda}}: Tu ora salti!! <br /> '''Heather''' {{NDR|con aria di sfida}}: Davvero?? {{NDR|Leshawna la butta giù dalla scogliera con violenza}} Leshawna, sei una donna morta!!! <br /> '''Leshawna''': Ehi, di che ti lamenti? Ti ho buttato nella zona sicura o no? Spero solo di centrarla anch'io. *'''Lindsay''': Le pensavi veramente quello cose che hai detto a Lewshana poco fa? <br/>'''Heather''': Lewshana? No, tanto me la pagherà e poi quegli orecchini sono i più orrendi che abbia visto in tutta la mia vita. <br/>'''Lindsay''': Oh, ma se non la sopporti perché ti fingi tanto amica? <br/>'''Heather''': ma li hai visti i programmi come questo? Tieniti stretti gli amici e i nemici ancora più stretti. <br/>'''Lindsay''': Oooh... Io sono tua amica, giusto? <br/>'''Heather''': Oh sì, per ora.  *Woo-hoo!! Sì!! Restiamo ancora qui, restiamo ancora qui, siamo i più forti, ABBIAMO VINTO!!! ('''Owen''') *'''Katie''': Allora, eh... adesso che facciamo? <br/>'''Courtney''': Dobbiamo decidere chi eliminare. <br/>'''Duncan''': Beh, dovrebbe toccare alla principessa o a stronco tutti, qui a destra. <br/>'''Courtney''': Che cosa? Perché? <br/>'''Duncan''': Perché, se non vado errato, voi due siete gli unici con il pollo-cappello in testa e, se dovessimo sollevare un camion, mi piacerebbe che lo facesse il ragazzone. <br/>'''Courtney''': Voi avete bisogno di me. Sono l'unica che ha fatto... <br/>'''Bridgette''': Lo so. Sei l'unica ad aver fatto la capogruppo in un campo estivo. Allora chi scegliamo? <br/>'''Courtney''': Che ne dite di lui? {{NDR|indica Tyler}} <br/>'''Lindsay''': Noooooo! Volevo dire... niente sale, non c'è il sale a tavola. Mannaggia.  *'''Ezekiel''': Ancora non ho capito come abbiamo fatto a perdere. Sono loro che hanno sei ragazze in squadra! <br/>'''Bridgette''': Che cosa vorresti dire?! <br/>'''Eva''': Si, scolaretto. Illuminaci. <br/>'''Ezekiel''': Beh, i maschi sono molto più forti e più bravi delle femmine negli sport. <br/>'''Geoff''': Ma dai! Non ci credo che ha detto questa cosa. <br/>'''Ezekiel''': Mio padre mi ha raccomandato di stare attento alle ragazze e di aiutarle se non ci stanno dietro. <br/>'''Eva''': Pensi ancora che non riusciamo a starvi dietro?! {{NDR|Lo prende per il collo}} <br/>'''Ezekiel''': Non proprio. <br/>'''Geoff''': Ok. Ragazze lasciatelo stare. Insomma, non ha mica detto che gli uomini sono più intelligenti delle donne. <br/>'''Ezekiel''': Ma è vero!  ==Episodio 3, ''Il grande sonno''== *Tu che scusa hai?... Odiosa... Scrocchiazeppi... Oh, sono troppo stanca per gli insulti. ('''Leshawna''') *{{NDR|in confessionale}}: E poi ho visto il tavolo del buffet. Era bellissimo, c'era il tacchino, la torta al cioccolato e i fagioli allo sciroppo d'acero... Mi date solo un minuto? {{NDR|Piange}} ('''Owen''') *'''Heather''': Lindsay, Beth, posso parlarvi un momento? <br/>'''Lindsay''': Certo. <br/>'''Heather''': Dunque, ho in mente un piano per arrivare insieme ad altri due concorrenti nella finale a tre e ho scelto voi, ragazze. <br/>'''Beth''': Davvero? <br/>'''Heather''': Vi avverto, però, che la faccenda è molto seria. Rispongo la massima fiducia in voi e la fiducia è una strada a doppio senso. Dunque farete tutto quello che vi dico? <br/>'''Lindsay''' e '''Beth''': Certo, iiiiiiih andremo alla finale a tre iiiiiiih.  *'''Gwen''': Guardalo, sembra una statua. Non si muove da più si cinquanta ore. <br/>'''Trent''': Ehi. <br/>'''Gwen''': Ci sei? Pronto? <br/>'''Trent''': Iuhuuu? <br/>'''Gwen''': Pazzesco. Ti rendi conto che concentrazione? {{NDR|Gwen lo tocca e Justin apre gli occhi}} <br/>'''Eva''': Ha le palpebre disegnate, l'ho visto benissimo!! <br/>'''Chris''': Sta zitta, Eva. Voglio proprio vedere. Questa sì che è davvero una trovata geniale, ma sei eliminato.  *{{NDR|in confessionale}}: Beh, Eva? Era tra i concorrenti più forti, ma ormai è fuori. Ah, come sto manovrando il gioco! ('''Heather''') ==Episodio 4, ''A tutto sport''== *'''Chris''': Marmotte, ma che è successo?<br/>'''Noah''': Che vuoi che ti dica. Scarso impegno.<br/>'''Gwen''': Ma sta zitto, Noah.<br/>'''Heather''': Lo sai? Sta volta sono d'accordo con lei.<br/>'''Noah''': Permalosa. {{NDR|I compagni di squadra lo guardano male}} Che c'è? Ve lo dico io. Lo spirito di squadra ultimamente lascia molto a desiderare. *{{NDR|in confessionale}}: Sono diventato un modello comportamentale, ora che grazie a me abbiamo vinto il match. Probabilmente vorranno tutti il mio autografo quando sarà finito il reality e torneremo tutti a casa. ('''Harold''') ==Episodio 5, ''Sfida all’ultimo talento''== *'''Lindsay''': Ok, questa è una cosa veramente terribile. Mi è già finito l'autoabbronzante.<br/>'''Gwen''': Queste sì che sono tragedie, Lindsay.<br/>'''Lindsay''': Adesso dovrò per forza abbronzarmi al sole. Ti rendi conto che la mia pelle diventerà avvizzita e si riempirà di rughe? *'''Heather''': Devi fare una cosa per me. Sai tenere un segreto? <br/>'''Lindsay''': Oh mio dio, certo che sì! Una volta mia sorella ebbe un attacco di diarrea alla prima uscita con un ragazzo. Le portai la carta igienica perché il ristorante l'aveva finita e lei si era chiusa in bagno. Non lo sa nessuno... Ops, scusa Paula.  *'''Bridgette''': Allora, i tre sono Geoff, il numero col nastro di DJ e il tuo assolo. <br/>'''Geoff''': Questo significa che andrò in TV. <br/>'''Bridget''': Sveglia, sei già in TV, Geoff.<br/>'''Geoff''': Ah si? Salve a tutti, ragazzi!  *Inizialmente avrei dovuto danzare per voi, ma invece preferisco celebrare lo spirito di squadra con un piccolo contributo. {{NDR|Tira fuori il diario di Gwen}} Dunque, testi di Gwen interpretati da me. È per voi. Ok, sto facendo di tutto per ignorarlo, ma lui è così carino. Se avessero dovuto ritagliarmi su misura un bel diversivo, sarebbe stato di sicuro quello strafico di mister Caliente. Siamo fatti l'uno per l'altra, è l'unica persona con cui vado d'accordo e so che è assolutamente banale, ma adoro i ragazzi che suonano la chitarra. Grazie. ('''Heather''') *'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Se quella sciacquetta crede di cavarsela a buon mercato è proprio una povera illusa.<br/>Hai detto che ti sei portato una teca di formiche rosse?<br/>'''Harold''': Si. {{NDR|Le mette nel cuscino di Heather}} <br/>'''Heather''': Aaaaaaaaah!!!! Aaaaaah!!!!!<br/>'''Gwen''': Sogni d'oro a tutti.<br/> ==Episodio 6, ''Un esterno disgustoso''== *Ehi, qualcuno ha visto pinca panca e panca idiota? {{NDR|Riferito a Katie e Sadie}} ('''Duncan''') *'''Izzy''': Ahahah. Ehi, va tutto bene? {{NDR|Travestita da orso}}<br/>'''Leshawna''': Sbaglio, o l'orso mi ha fatto una domanda? {{NDR|Izzy si toglie la maschera}} <br/>'''Owen''': Per la miseria. Izzy, era l'ultima cosa che mi aspettavo.<br/>'''Leshawna''': Ragazzi, o sono troppo confusa o sto svendendo.<br/>'''Gwen''': Ma che hai nel cervello, la segatura?!<br/>'''Izzy''': Io mi sono divertita, ahahah. *'''Courtney''': Brava! Sei stata brava, Bridgette! Adesso non abbiamo un posto dove dormire! {{NDR|Bridgette ha bruciato la tenda delle Carpe Assassine}}<br/>'''Duncan''': Ehi, miss melodramma, rilassati. È più ganzo. <br/>'''Courtney''': Ganzo? È più ganzo? Qui le cose non potrebbero andare peggio. {{NDR|Inizia a piovere}} *'''Duncan''': Ciao, raggio di sole. <br/>'''Courtney''': Oh mio Dio, uh. Ti ho visto, mi stavi abbracciando. <br/>'''Duncan''': Alt, chiariamo la cosa. Io ero tranquillamente sdraiato sulla mia schiena a ronfare, sei tu che eri abbracciata a me.<br/>'''Courtney''': Sei un orco chiodato. <br/>'''Duncan''': Ne ho sentite di peggio. ==Episodio 7, ''Fattore fobia''== *'''Courtney''': No! Voglio dire, no grazie. Sto bene così. {{NDR|Dopo che Beth le offre la gelatina}}<br/>'''Duncan''': Come mai? Sei a dieta? Non ti piace? <br/>'''Courtney''': No, sono contraria alla gelatina verde.<br/>'''DJ''': Una serpeee!<br/>'''Cody''': Calma, è solo un vermetto gommoso.<br/>'''DJ''': Ragazzi, scusate la reazione, ma i serpenti mi fanno svalvolare.<br/>'''Tyler''': Io ti capisco. Sono terrorizzato dalle galline, figurati. <br/>'''Gwen''': Dai, hai paura delle galline?<br/>'''Duncan''': Eheh, oddio questa è una cosa ridicola, amico.<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Così all'improvviso è nato il festival della confessione attorno al fuoco. Beth è andata avanti a parlare della sua paura mortale di essere ricoperta da insetti, Harold che ha paura dei ninja, Heather che ha ammesso di aver paura dei lottatori di sumo.<br/>La mia paura peggiore? Forse essere sepolta viva. <br/>'''Lindsay''': Camminare su un campo minato, con i tacchi. <br/>'''Owen''': Io, invece, ho paura di volare, ragazzi, è una cosa allucinante. <br/>'''Izzy''': Ah, io non ci salirei mai su un aereo. Scherziamo? <br/>'''Goeff''': Beh, io la grandine. È piccola, ma ti lascia stecchito. <br/>'''Bridget''': Restare sola nel bosco di notte.<br/>'''Sadie''': Una pessima acconciatura.<br/>'''Lindsay''': Oh ok, voglio cambiare la mia. Quello che ha detto Sadie è più inquietante di un campo minato.<br/>'''Cody''': Disinnescare una bomba a orologeria sotto pressione.<br/>'''Courtney''': In realtà non ho paura di niente.<br/>'''Duncan''': Balle fritte.<br/>'''Courtney''': Oh, dici davvero? Sentiamo, quale sarebbe la tua fobia, mr pallone gonfiato?<br/>'''Duncan''': Le sagome di Celine Dion nei negozi di dischi.<br/>'''Cody''': Eheheh, scusami, non ho capito bene l'ultima frase.<br/>'''Trent''': Cioè hai detto le sagome di Celine Dion nei negozi che vendono dischi?<br/>'''Lindsay''': Sei fuori. Io adoro Celine Dion. Che cos'è una sagoma?<br/>'''Trent''': Ecco, è solo una sagoma di cartone esposta nei negozi di musica.<br/>'''Duncan''': Non dirlo, ciccio.<br/>'''Trent''': A grandezza naturale, ma piatto come Celine.<br/>'''Courtney''': E quindi, se adesso tirassimo fuori una sagoma di cartone...<br/>'''Duncan''': Sta zitta! E voi altri, ragazzi?<br/>'''Trent''': Beh, io sono spaventato dai mimi. Moltissimo. Dai, ti prego, dovrà pur esserci qualcosa che ti spaventa.<br/>'''Courtney''': No, niente.<br/>'''Duncan''': Eh. Non è quello che ha detto l'altra notte.<br/>'''Courtney''': Duncan, hai mai preso in considerazione il fatto che stavo assecondando te e la tua stupida storia?<br/>'''Duncan''': Come no, principessa. Se la cosa ti rende felice...<br/>'''Courtney''': Sta zitto! *Guarda che qui non c'è nessun muro e smettila di fare paura! ('''Trent''') *'''Trent''': Puoi abbassare la nube e aumentare l'intensità della grandine?<br/>'''Chris''': Vuol dire essere crudeli fino al midollo, va bene. *'''Gwen''': Oh, è una prova molto crudele e poi scommetto che si sarà scaldata. Gelatina verde, calda, moccicosa, che rimbalza, uh.<br/>'''Courtney''': Tanto non mi convinci a mollare. *'''Duncan''': La gallina te la diamo un'altra volta. {{NDR|Dopo l'espulsione di Tyler}}<br/>'''Chris''': Qualcuno è stato beccato sarcasticamente da un compagno di squadra.<br/>'''Duncan''': Certo non può mettersi a starnazzare.<br/>'''Geoff''': Per lui è il momento di spiccare il volo.<br/>'''Bridget''': Si, ma stasera non volerà così alto.<br/>'''Courtney''': Ok, ora finitela. ==Episodio 8, ''L’isola dei teschi''== *'''Geoff''': Posso chiederti una cosa? Stamattina ho fatto un regalo fantastico a Bridget, ma lei mi invia delle strane vibrazioni.<br/>'''Bridget''': Te lo giuro Courtney, è stata una cosa allucinante. Stamattina sono andata a lavarmi i denti e quando sono tornata ho visto un rigonfiamento sotto le coperte. Mi sono avvicinata, le ho alzate e l'ho vista. {{NDR|Una foto di Goeff e una di Bridget attaccate in una cornice a forma di cuore}}<br/>'''Courtney''': Noo.<br/>'''Bridget''': Si.<br/>'''Geoff''': L'ho fatta io con le mie mani sante.<br/>'''DJ''': Non ci posso credere.<br/>'''Geoff''': È vero.<br/>'''Bridget''': E ora la cosa peggiore. Sul retro del cuore c'era incisa una frase che diceva.<br/>'''Geoff''': Spero che mi penserai ogni volta che metterai uno spicciolo qui dentro.<br/>'''DJ''': Uuuuh.<br/>'''Bridget''': Ueh.<br/>'''Geoff''': Ho sbagliato?<br/>'''DJ''': Scherzi, fratello? È un errore gravissimo, non esistono parole per descriverlo. Cioè è come dar da mangiare a un coniglietto, se vuoi che ti si avvicini non devi fare mosse brusche. Qui, piccolino, vieni vieni. Se gli dai una scodella una scodella di creta a forma di cuore quello scapperà via, amico. Ora hai capito?<br/>'''Geoff''': Quindi ho fatto un casino.<br/>'''DJ''': Oserei dire un bordello. *'''Cody''': Gwen, forse ho capito perché mi rifiuti sempre. È per via di Trent, vero? Senti, io e Trent siamo in confidenza e, se devo essere sincero, ammetto una vibrazione chiamata a me piace Gwen. Va bene, posso metterci una buona parola, se vuoi. <br/>'''Gwen''': Uhau, un pensiero carino da parte tua. <br/>'''Cody''': Eh, cosa vuoi? <br/>'''Gwen''': Se al ritorno ci lasci sulla stessa canoa io sarò in debito con te. <br/>'''Cody''': Questa è una frase interessante, ma ora sono leggermente nei guai. <br/>'''Gwen''': Come sarebbe a dire? <br/>'''Cody''': Beh, ho scommesso con Owen che, se fossi riuscito ad avere il tuo reggiseno, lui avrebbe lavato tutti i piatti al posto mio. {{NDR|Gwen gli da una pagaiata nelle parti basse}} Auh, ok, è chiedere troppo.  *'''Heather''': Santo cielo, si può sapere dove l'hai imparato? <br/>'''Izzy''': Ho passato un'estate con le truppe di riserva. Ho anche combinato un sacco di guai. Vi dico solo che ho fatto saltare in aria la cucina. Per questo la polizia mi sta dando una caccia spietata. Insomma, sono una ragazza in fuga. ==Episodio 9, ''Caccia al cervo''== *Fagioli, fagioli in tutti i campeggi, più ne mangi, più scorreggi!! ('''Owen''') *Ogni cacciatore è una macchina programmata. I sensi sono guidati dall'istinto predatore. Improvvisamente avvista un magnifico esemplare maschio nella radura. Se vuole avere successo il cacciatore dovrà mostrare pazienza e controllo {{NDR|Scorreggia}} ('''Owen''') *'''Heather''': Perché ci hai messo così tanto?<br/>'''Beth''': Tieni. Spero ti renda conto di quante ne ho passate.<br/>'''Heather''': Qui dentro ci sono solo undici patatine... e sono al barbecue. Cambiale con quelle ai cetriolini.<br/>'''Beth''': No.<br/>'''Heather''': Cosa? Che cosa hai detto? <br/>'''Cody''': Ragazze... Io... Ciao. <br/>'''Heather''': Rimangiatelo. <br/>'''Beth''': No.<br/>'''Heather''': Rimangiati quello che hai detto.<br/>'''Beth''': No, mi sono stancata di fare la tua schiavetta e adesso, se vuoi scusarmi, ho una sfida da portare a termine. *Adesso sarai mio, cervo! {{NDR|Arrivati in cima alla scogliera, ma le munizioni sono finite.}}... Eeh, il cacciatore sa che la sua grossa preda resterà lì per un momento?... Paralizzata dalla... paura... e dal rispetto. Il cervo non può sconfiggere il cacciatore. Cos'è quello sguardo truce? Eheheh. Avanti, parliamone. {{NDR|Il DJ/cervo lo butta dalla scogliera}} ('''Owen''') *'''Heather''': Ehi, Beth! {{NDR|Fugge Sadie}}<br/>'''Beth''': Uffa, ce l'avevo proprio sotto tiro.<br/>'''Heather''': Abbiamo parlato a lungo di te.<br/>'''Lindsay''': Davvero?<br/>'''Heather''': Silenzio, biondina. Abbiamo deciso di darti un'ultima chance: se te lo rimangi tornerai nella nostra alleanza.<br/>'''Beth''': Rimangiarmi che cosa?<br/>'''Heather''': La parola con la n. No.<br/>'''Beth''': Non voglio rimangiarmela.<br/>'''Heather''': Sei uno zero spaccato senza di me.<br/>'''Beth''': Di un pò. Lo sai perché continuiamo a perdere le sfide?<br/>'''Heather''': Perché sono stupide e infantili?<br/>'''Beth''': No, perché tu sei talmente occupata a essere crudele che non ci provi nemmeno. Si! Il tuo unico impegno è comandare tutti a bacchetta! {{NDR|Eather le lancia il naso di gomma da cervo}} Oh, adesso basta! <br/>'''Heather''': Basta lo dico io! *Oh, oh. Tu puoi lasciare il cacciatore con meno munizioni rispetto al previsto, puoi anche gettarlo giù da una scogliera, {{NDR|Si toglie un granchio dalla scarpa}} puoi anche lasciarlo per ore ed ore con un granchio tra le dita dei piedi, ma non potrai mai soffocare la sua indole! ('''Owen''') *{{NDR|Colto di sorpresa da un grizzly}} Ciao, vecchia pellaccia... Un po'di mirtilli??? ('''Cody''') *Fagioli,eh? Owen! Ci hai provato, scorreggicus! Me l'avevi quasi fatta! ('''Duncan''') *'''Heather''': Voglio essere buona. Ti do un'ultima chance.<br/>'''Beth''': Perché? Perché hai capito che non potrai vincere senza la tua piccola alleanza?<br/>'''Heather''': Senti, io posso renderti la vita impossibile.<br/>'''Beth''': Tanto lo fai già, signorina spalmami la crema sulla tua schifosa pelle da alligatore. Che ho da perdere in fondo?<br/>'''Leshawna''': Due ore passate a girare nel bosco e non ho sparato a un bel cavolo di niente. Quant'è imbranata una che fa queste cose per divertirsi?<br/>'''Heather''': Bene, allora resta pure da sola, quattrocchi!<br/>'''Beth''': Beh, meglio sola che lavorare per te.<br/>'''Leshawna''': Eh?<br/>'''Heather''': Come vuoi, quattrocchi!<br/>'''Beth''': Oh, adesso basta!<br/>'''Heather''': Aih! Chi è stato? {{NDR|Dopo che Leshawna le ha sparato}}<br/>'''Leshawna''': Oh, lo sapevo che sarei dovuta andare dall'oculista prima di venire qui. Eh. Scusami tanto. <br/>'''Heather''': Tu! Dammi il fucile! Dammelo! {{NDR|Le spara anche Beth}} Ahi! Crampo da sforzo! {{NDR|Cade}}<br/>'''Leshawna''': Sei fuori di testa.<br/>'''Beth''': Eh, quando l'hai fatto tu mi è sembrato divertente, ahahah. *'''Courtney''': Beh, io torno indietro. Ormai questo stupido gioco sarà arrivato alla fine.<br/>'''Duncan''': Quella è la parte sbagliata.<br/>'''Courtney''': Ma vogliamo scherzare? Ho fatto l'apprendista in matrice, ricordi? Ho un innato senso dell'orientamento. Il campo è di là.<br/>'''Duncan''': No, è dall'altra parte. {{NDR|Si scontrano e si incastrano le corna delle rispettive maschere}}<br/>'''Courtney''': Molto divertente e ora lasciami andare.<br/>'''Duncan''': Ehi, principessa, non credere che io mi stia divertendo, sai?<br/>'''Courtney''': Ci mancherebbe. E adesso?<br/>'''Duncan''': Vogliamo limonare?<br/> *'''Gwen''' {{NDR|vedendo Duncan e Courtney incastrati con i copricapo di cervo}}: Ah, questa è tutta da raccontare!<br />'''Owen''': Eh eh, Duncan, sei una canaglia, lasciatelo dire! <br />'''Duncan''': Già, la ragazza non riesce a separarsi da me! {{NDR|Courtney gli sferra un calcio nelle parti basse}} Auch, oddio! Spero di non cambiare voce!! ==Episodio 10, ''Sfida culinaria''== *'''Geoff''': Sai una cosa? Sei affascinante quando lavori in cucina. Ricordi tanto quell'icona sexy della mamma di un mio amico.<br/>'''Bridget''': Ti ricordo la mamma?<br/>'''DJ''': Goeff! Mancano i pomodori. Perché non li vai a prendere dal camion?<br/>'''Geoff''': Sicuro. Ciao Bridget. *'''Heather''': Che fai? Quelle fette sembrano tagliate con l'accetta. Cambia posto con Leshawna.<br/>'''Leshawna''': Ma di che stai parlando? Le ha tagliate bene.<br/>'''Heather''': Non sono mica diventata capo chef perché non so come presentare le portate. <br/>'''Leshawna''': No, tu sei diventata capo chef perché l'hai deciso da sola e quindi vedi di smetterla. Chi credi di prendere in giro con quel ridicolo grembiulino bianco. <br/>'''Heather''': Senti, vuoi fare gioco di squadra o no? <br/>'''Leshawna''': Io lo faccio il gioco di squadra, ma sono allergica all'ananas. <br/>'''Heather''': Allora torna a lavorare, subito. Grazie, care. <br/>'''Leshawna''': Piccola ipocrita prepotente. Uh! {{NDR|Le viene l'allergia}} Ioh! Che mi suggerisci di fare adesso?<br/>'''Heather''': Iòh, ti suggerisco di grattarsi dopo che avremo vinto. Torna a lavoro. <br/>'''Leshawna''': Aah! *Mi sta andando a fuoco l'argenteria! {{NDR|Dopo che Duncan gli ha messo del peperoncino nelle mutante}} ('''Harold''') ==Episodio 11, ''Di chi ti puoi fidare?''== *Sentirai solo un leggero pizzicorino... e poi l'inferno. {{NDR|Con una siringa soccorre Trent, che è stato avvelenato mangiando il pesce-palla cucinato da Lindsay}} ('''Chef''') *'''DJ''': Grazie, Duncan. Tu sei il migliore.<br/>'''Duncan''': Non c'è problema, in fondo è solo uno stupido coniglio. <br/>'''Courtney''': Non riesco a credere che gli abbia recuperato il coniglietto, sei un bravo ragazzo. <br/>'''Duncan''': Che cosa? Stupidaggini. <br/>'''Courtney''': Non è vero. Hai un cuore tenero e gentile. <br/>'''Duncan''': Non so proprio di cosa parli.<br/>'''Courtney''': Io ti ho visto con il coniglietto.<br/>'''Duncan''': E che significa? Mi inseguiva dappertutto quel tipo di topo... e va bene, d'accordo, hai ragione. Contenta adesso? Non dirlo a nessuno, fammi il piacere, non voglio che mi considerino un rammollito.<br/>'''Courtney''': Il tuo segreto è al sicuro con me. ==Episodio 12, ''Un addestramento forzato''== *'''Chef''': Voglio tanto bene al maestro Chef Hatchet, perché  è molto molto molto molto molto molto molto molto molto... C'è soltanto una frase con cinque pagine di molto scritte in mezzo! <br/>'''Duncan''': Sono esattamente trecento parole. Può pure contarle, se vuole. *'''Duncan''': Soldato caduto, ti faccio un saluto! {{NDR|Durante il percorso a ostacoli, a Leshawna}}<br/>'''Chef''': Ti sei appena guadagnato altre venti flessioni.<br/>'''Duncan''': Grazie! {{NDR|Gli da un bacio sul naso e Chef si infuria}}<br/>'''Geoff''': Questa volta hai veramente esagerato, fratello...<br/>'''Duncan''': Credo che tu abbia ragione.<br/>'''Chef''': Una notte di detenzione in isolamento nella casa galleggiante. {{NDR|Tutti si stupiscono}}<br/>'''Duncan''': E capirai. Cosa volete che sia? {{NDR|Una volta dentro}} Perché non imparo mai a chiudere la bocca? *'''Duncan''': Così anche la principessa ha il suo lato oscuro. {{NDR|Dopo che Courtney vomita}} <br/>'''Courtney''': Va bene. Ho mangiato da far schifo, ma il fatto è che per una volta che mi sono comportata male è stato così bello che non volevo più smettere. <br/>'''Duncan''': Beh, potresti darmi quel bacio per continuare a comportarti male. <br/>'''Courtney''': Te l'ho detto che non sei il mio tipo. <br/>'''Duncan''': Bene, goditi una vita senza burro di arachidi. <br/>'''Courtney''': Grazie, goditi il carcere. <br/>'''Duncan''': Senz'altro. {{NDR|Si baciano.}} *'''Courtney''': Maestro Chef, avrei una cosettina da dirle.<br/>'''Chef''': E qual'è questa cosettina?<br/>'''Courtney''': Ha proprio bisogno di un calmante, ahahah.{{NDR|Chef cerca di trattenere la rabbia}} *'''Courtney''': Coosa? Avete salvato Harold invece di salvare me? <br/>'''Chris''': Si, è sempre uno shock. <br/>'''Courtney''': Ma è impossibile, bisogna ricontare i voti!<br/>'''Duncan''': È vero, amico, so per certo che noi tre non abbiamo votato per la sua eliminazione! <br/>'''Courtney'''{{NDR|a Chris e Chef mentre la trascinano di forza sulla Barca dei Perdenti}}: Non ve lo permetto! Non ve lo permetto!<br/>'''Duncan''': Ma dai, è un vero schifo.<br/>'''Courtney''': Ero l'unica vostra speranza. Io ho fatto la capogruppo in un campo estivo. Giù le mani, scimmioni! Vi farò contattare dal mio avvocato.<br/>'''Duncan''': Courtney, aspetta! Questo l'ho fatto per te. {{NDR|Duncan le lancia un teschio intagliato di legno.}} <br/>'''Courtney''': Grazie, Duncan. Va bene, è una cosa strana e mette i brividi, ma mi piace tanto. Non ti dimenticherò mai! ==Episodio 13, ''Tortura E-X-Trema''== *'''Gwen''': Guarda guarda. È una sdolcinata poesia haiku. <br/>'''Bridget''': Uhau. C'è qualcuno che si è preso una cotta. Probabilmente è per te. <br/>'''Gwen''': Tu dici? Stavo giusto per dire che è per te. <br/>'''Bridget''': Ma Trent è completamente cotto di te. Che ti credi? Che non me ne sono accorta che sgraffigna sempre i muffin dalla cucina?<br/>'''Gwen''': Si, ma Goeff, invece, è pazzo di te. Tiricordi ieri al molo come cercava di attirare la tua attenzione? Oltretutto Goeff non sa nemmeno pronunciare Haiku, pensa a scriverlo. <br/>'''Bridget''': Che vorresti dire, scusa? <br/>'''Gwen''': Niente, Goeff non è certo il classico studioso. <br/>'''Bridget''': Oh, invece Trent nel tempo libero si dedica a sviscerare trattati di Nietzsche. <br/>'''Gwen''': Gredo che Trent sia molto più Nietzschiano di quanto Goeff sia Haikuiano. <br/>'''Bridget''': Haikuiano? Beh, almeno Goeff non è un imbroglione. Trent nemmeno scrive le canzoni che canta. {{NDR|Tutte e due strappano il biglietto}} <br/>'''Gwen''': Sai che ti dico, bambola? Scommetto un doppio dessert che la poesia haiku non era per me. <br/>'''Bridget''': Oh, sono d'accordo con te. Come si dice? Ah si ora ricordo. Bella, zio.  *Che tette. {{NDR|Dopo che a Eather si strappa il reggiseno}} ('''Harold''') *'''Harold''': Leshawna, ho scritto col cuore ogni parola di quella poesia.<br/>'''Leshawna''': Poesia? Ma eri tu? Tesoro, sei un tipo assai stravagante. {{NDR|Si abbracciano}}<br/>'''Harold''': Dai un bacetto a papà. ==Episodio 14, ''Il brunch del disgusto''== *'''Leshawna''': Nessuno esce di qui finché non scopro chi ha mangiato i miei fagottini al cioccolato! <br/>'''Heather''': Sono stata io. Allora?<br/>'''Leshawna''': Ehi, frena un attimo, bella! E allora lo dici a chi. Era roba mia e nessuno se la può mangiare, capito?<br/>'''Heather''': Peggio per te, ben ti sta, così impari a lasciare schifezze sparpagliate dappertutto. Specialmente quello. {{NDR|Indica un reggiseno che pende dal letto}} Quello mi da molto fastidio.<br/>'''Leshawna''': Si, in effetti darebbe fastidio anche a me, se avessi zero tette e zero chiappe da dimenare.<br/>'''Heather''': Ah si? Beh, hai il sedere talmente grosso, che dovresti comprarti i jeans col pressa-rifiuti.<br/>'''Leshawna''': Uuh, vuoi assaggiare? *'''Owen''': Ahah, va bene, polpette. Vai così!<br/>'''Chris''': Beh, tecnicamente hai ragione, Owen, ma queste sono polpette un pò speciali.<br/>'''Chef''': Sono testicoli di manzo alla bourguignonne. ==Episodio 15, ''Chi la dura la vince''== *'''Owen''': Gradite un bonbon alla ciliegia ricoperto di cioccolato? {{NDR|Leshawna glieli fa cadere in acqua}} Nooooo!<br/>'''Geoff''': Amico, tranquillo. Le signore sono leggermente invidiose.<br/>'''Duncan''': Si, chi può biasimarle. Si sopportano a malapena mentre noi ragazzi siamo più legati dei componenti di una famiglia. Potere ai maschi!<br/>'''Chris''': Attenzione, campeggiatori. A partire da adesso le squadre sono ufficialmente sciolte. Da questo momento ogni concorrente gioca per sé stesso.<br/>'''Duncan''': Beh... era ora che volassimo in solitario. *'''Gwen''': Aspetta un attimo. Avevi detto che nessuno può tornare.<br/>'''Chris''': Davvero?<br/>'''Gwen''': E chi lascia l'isola...<br/>'''Chris''': Ah si... è vero, ma... ho mentito.<br/>'''Gwen''': Ma non si fa così, non è giusto.<br/>'''Leshawna''': Ehi, amica, stai discutendo con un altoparlante, non è un bello spettacolo. *'''Eva''': Che cos'è quel nastro adesivo? Vi conviene rispondere!<br/>'''Leshawna''': Io e lei abbiamo avuto una questione territoriale, ma ora abbiamo risolto tutto. Giusto Eather?<br/>'''Heather''': Assolutamente. Vuoi la mia cuccetta, Eva?<br/>'''Eva''': Voglio questa, {{NDR|di Bridget}} ammenoché per miss ti pugnalo alle spalle, che mi ha votato e mi ha fatto eliminare non sia un problema.<br/>'''Leshawna''': Senti, bella. Sai che c'è di nuovo? Dille pure in faccia quello che pensi di lei, ma non ti scordare che siamo tutte qui per vincere.<br/>'''Eva''': Hai detto bene, cicciona cosce grosse.<br/>'''Leshawna''': Oh oh oh! Ditemi che la maschiona con le guance a forma di carro armato non ha appena detto questa cosa!<br/>'''Gwen''': Calma, time out.<br/>'''Lindsay''': Non potremmo parlarne davanti a uno snack a basso contenuto calorico?<br/>'''Eva''': Poco male, tanto vinco io lo stesso.<br/>'''Bridget''': Ehi, grazie dell'intervento. <br/>'''Leshawna''': Oh, è stato un piacere. Nessuno offende le cosce di Leshawna. *'''Lindsay''': Accipicchia, non ci posso credere, quanto sono liscia. Grazie, Chip.<br/>'''Chris''': Chris, ti prego. *{{NDR|in confessionale}}: Se ha scelto Eva e lei ce la fa ad uscirne viva, quella si incavolerà a morte. ('''Gwen''') *Ecco il tuo cartellino, surfista. Servirà per identificare il tuo cadavere. ('''Eva''') *'''Chris''': Izzy, chi è la tua prossima vittima?<br/>'''Izzy''': Oh, io con il trattamento all'edera velenosa.<br/>'''Leshawna''' {{NDR|In confessionale}}: È una mia impressione o quella ragazza è completamente pazza?<br/>'''Chris''': Qui è Chris, sì, sì lo vuole fare lei eheh ok. {{NDR|Al telefono}}<br/>D'accordo, i giudici te lo permettono, ma vogliono sapere perché.<br/>'''Izzy''': Per capire che si prova.<br/>'''Chris''': Allora va tutto bene. *{{NDR|in confessionale}}': Non ci posso ancora credere, quanto sono venuta liscia. Comunque nomino Eva, perché fa più paura di Heather, Leguisha e Gwen messe insieme. ('''Lindsay''') ==Episodio 16, ''Caccia al tesoro''== *{{NDR|L'orso abbraccia Owen mentre dorme}} Oh cacchio cacchio cacchio cacchio cacchio... {{NDR|L'orso si infila in bocca la testa di Owen}} cacchio cacchio cacchio, {{NDR|L'orso si sveglia e gli ringhia contro}} cacchio infinito.  ('''Owen''') *'''Goeff''': Ma che cos...<br/>'''Chris''': Ora Goeff potrà coprire quell'orrendo tanfo con una boccetta del nuovo spray per il corpo Fetor! Fetor, per l'uomo che non deve puzzare mai.<br/>'''Geoff''': Mi sono immerso in una fossa biologica per una boccetta di colonia?! Bello. *{{NDR|in confessionale}}: Sono entrata perfettamente nello spirito del gioco. Sto manipolando questa sfida meglio della pasta per il pane. ('''Heather''') ==Episodio 17, ''Nascondino''== *'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: Beh, Heather è la mia migliore amica sull'isola. Certo, mi ruba le cose da mangiare, si prende i miei vestiti e mi affibbia nomignoli, ma è a questo che servono le m a d: migliori amiche donne. <br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: Non mi interessano le amiche, in questo mondo ci sono i lupi e ci sono le pecore e Lindsay è proprio una pecora, beeee. *'''Chris''': Ah, Lindsay, non avevi niente di meglio che nasconderti sotto le coperte? <br/>'''Lindsay''': Ti ho fregato, guarda che non è la mia cuccetta. *'''Gwen''': Ma dove si sarà nascosto Duncan? <br/>'''Owen''': E io che ne so? Non è che noi uomini abbiamo formato un'alleanza o roba del genere... Va bene, loro l'hanno fatto, ma io non c'entro niente... Mi hai tanato! I ragazzi hanno fatto un'alleanza e io ci sono entrato! Non dovevo dirtelo, però te l'ho detto lo stesso. Sei contenta adesso?<br/>'''Gwen''': Uhau, ho dovuto tirartelo fuori con le pinze. ==Episodio 18, ''Senza catene''== *'''Owen''': Vi ricordate la prima volta che siete andati in bici?<br />'''Duncan''': Altroché! Ho fatto un tale botto che mi è uscita la clavicola: si vedeva l'osso che spuntava dalla spalla. Che dolore!<br />'''Geoff''': Io ho fatto un tale volo sopra il manubrio che sono scivolato per un chilometro. {{NDR|ridacchia}} Mi si è staccata la pelle a pezzi.<br />'''Owen''': Oh, ma che volete che sia? A me è uscito l'avambraccio dal gomito, e ci sono voluti tre medici per tenermi mentre me lo tiravano per rimetterlo a posto.<br />'''Duncan, Owen e Geoff''': Ah, che bei tempi! *'''Lindsay''' {{NDR|rivolta a Heather}}: Sì!!! Hai vinto! Ce l'abbiamo fatta, siamo salve!<br />'''Chris''': Non è esattamente così; Heather è salva perché la sua bici ha raggiunto il traguardo per prima, ma siccome Duncan e Owen sono caduti e non hanno completato la corsa, tecnicamente non hanno proprio tagliato il traguardo, il che vuol dire che sei stata tu l'ultima a raggiungerlo e quindi...ti attende il Molo della Vergogna, piccola!<br />'''Lindsay''': Ok, io sono un po'confusa...<br />'''Heather''': Significa che non posso salvarti, a meno che io non ceda l'immunità, ma non posso farlo, troppo rischioso; tu mi capisci? <br />'''Lindsay''': Ma ho vinto, ti ho pure costruito la bici! <br />'''Heather''' {{NDR|sghignazzando}}: Non so di che cosa stai parlando, dovresti andartene con un po'di dignità, almeno verresti molto più carina nel replay.<br /> '''Lindsay''': Ma dovevamo arrivare insieme alla finale a tre!<br /> '''Heather''': Non credo proprio.<br /> '''Lindsay''': E non sei nemmeno triste? Noi siamo M.A.D.!<br /> '''Heather''': Sì, per la gara; questo non vuol dire che saremo grandi amiche nella vita fuori da qui. {{NDR|Lindsay rimane allibita}}<br />'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: Non ci posso credere che l'ha detto! {{NDR|fuori dal confessionale}} Non ci posso credere che l'hai detto, ma abbiamo fatto mignolino, insomma...ti ho aiutata tutto questo tempo e stai dicendo che non ti stavo nemmeno un po'simpatica??<br />'''Heather''': La verità? Non proprio. Che c'è? Non siamo qui per fare amicizie, siamo qui per diventare famosi, vi ricordate? <br />'''Duncan''': Wow, che freddezza, però!<br />'''Heather''' {{NDR|a Duncan}}: Perché tu invece giochi per la squadra? Sai solo andare in giro a far prendere i colpi alla gente!<br />'''Duncan''': Io almeno parlo in faccia alle persone!<br />'''Heather''': Non mi interessa, io ho ottenuto l'immunità, nessuno mi può toccare!<br />'''Gwen''': Per oggi!!<br />'''Lindsay''' {{NDR|a Heather, iniziando ad arrabbiarsi}}: Ma lo sai che sei veramente perfida?? E tutte le cose brutte che la gente dice di te sono vere, tipo che hai due facce, che pugnali alle spalle, che sei una brutta...!!! {{NDR|le fa il dito medio e spara una sequela interminabile di parolacce e insulti che lascia tutti a bocca aperta}} Io ho sempre detto che si sbagliavano, ti ho sempre difesa, perché pensavo che fossimo M.A.D., ma hanno ragione! Hai due facce, pugnali alle spalle e dici una marea di...!!! {{NDR|spara altre parolacce ancora più umilianti}} E sai un'altra cosa?! Non voglio più essere una M.A.D., preferisco stare tutto il giorno a guardare il sedere di Owen, piuttosto che fare shopping con te,e P.S.: le tue scarpe...fanno schifo!!! {{NDR|Heather rimane sotto shock}}<br />'''Gwen''' {{NDR|soddisfatta}}: Brava, gliele hai cantate! {{NDR|tutti quanti, animali compresi, ridono contenti}}<br />'''Heather''' {{NDR|furiosa}}: Fatti un tuffo tra i piranha!! <br />'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: Non so cosa mi sia successo. Aspetta, sì lo so! Heather è una grandissima p******!! ==Episodio 19, ''L’isola del terrore''== *'''Izzy''': Il tuo chiacchiericcio mi impedisce di pensare al pazzo assassino evaso dal carcere con la motosega e l'uncino.<br/>'''Owen''': Per mille vampate di fuoco è vero: il pazzo assassino. Ricordi quando è spuntato dal bosco per fare a pezzi la coppietta che stava limonando?<br/>'''Izzy''': Ma noi non stiamo limonando.<br/>'''Owen''': Oh, già.<br/>'''Izzy''': ... Che vuoi limonare?<br/>'''Owen''': Si. *'''Gwen''': Ok, lo so che gli attori che non hanno battute vengono pagati poco, ma dico sul serio, scusa. Fatti un impianto dentale e comprati un dentifricio. Ehi, vuoi un sandwich prima di infilzarmi con il tuo grosso e orrido uncino? Ok. Senti, piantala con questa farsa, va bene? Lo so che sei un attore con un uncino finto e francamente non metti nemmeno paura. {{NDR|L'assassino si toglie l'uncino mostrando il braccio senza mano}} Oh, che schifo. Come hanno fatto a farlo tutto bitorzoluto?<br/>'''Chris, Chef e gli altri concorrenti''': Gwen! È il vero evaso pazzo assassino che se ne va in giro con una motosega e l'uncino!<br/>'''Gwen''': Aaaaaah. {{NDR|Gli da dei calci in faccia}}<br/>'''Pazzo assassino''': Ahi, che dolore. Hai esagerato, questo te lo potevi proprio risparmiare. Basta, me ne vado. Mi trattavano molto meglio in carcere. ==Episodio 20, ''Wawanakwa selvaggia''== *Il naturalista è un tutt'uno con la vita selvaggia, è parte di essa. Stabilire un contatto visivo con le sue creature è fonte di pace, è fonte di fratellanza. Siamo una cosa sola, piccoletto, siii, una cosa sola e sei l'unico elemento che si frappone tra me e la vittoria, eppure ti voglio bene. {{NDR|Lo scoiattolo gli morde il naso}} ('''Owen''') *Sì, ho vinto la cena, sì. Voglio zuppa di anatra, anatra alla pechinese, anatra all'arancia, mousse di cioccolato, no: anatra al cioccolato. Ho vinto! ('''Gwen''') *'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: La cosa che sarò contenta di non rivedere mai più: il cibo di Chef.<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Sicuramente il cibo.<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Il cibo.<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: È davvero la più fetida<br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: Puzzolente<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Indecente<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Schifosa<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Vecchia<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Ammuffita<br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: Ispida<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Cattiva<br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: E più disgustosa sbobba che io abbia mai dovuto mangiare. E poi i bagni<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Le avete viste le latrine?<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Credo che non le abbiano mai pulite Eather: in trentacinque anni. <br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Ah, quanto puzzano<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Un vero tanfo ==Episodio 21, ''Gara di triathlon a tre braccia''== *{{NDR|in confessionale}}: Sei eterne settimane, non so quanto riuscirò a resistere. La persona che mi urta di più? Goeff: quel tizio è costantemente di buon umore. Nessuno al mondo è sempre di buon umore e se prova a dire solo un'altra volta amico o forte o mangia con la bocca aperta, beh credo che gli farò del male. ('''Gwen''') *'''Owen''' {{NDR|in confessionale}}: Mamma dice: "Se non hai in mente qualcosa di carino, tieni la bocca chiusa." In questo caso, Heather dovrebbe stare sempre zitta!!! È la donna più cattiva, più egoista e decisamente più s****** di tutta Kalamazoo!! Senza offesa.<br />'''Heather''' {{NDR|in confessionale insieme a lui}}: Oh, che vuoi che sia? Ti rispetto per questo. {{NDR|imbestialita}} Non ci riprovare!!! *'''Duncan''': Coraggio, pagaia. Sto facendo tutto il lavoro e la mia metà della canoa non è certo quella più pesante. <br/>'''Leshawna''': Oh, sto per infilare il remo in un posto dove non vorresti che lo infilassi.<br/>'''Duncan''': Beh, io sto per dartelo in faccia e sono sicuro che la cosa non ti piacerà.<br/>'''Leshawna''': Sul serio? Non penso che lo farai. Quando sei davanti a tutti ti comporti da duro, ma sotto sotto sei un semplice mollaccione.<br/>'''Duncan''': E chi lo dice?<br/>'''Leshawna''': Ce li ho gli occhi. Ti eri preso una bella cotta per Courtney e non provare a negarlo.<br/>'''Duncan''': Tutta qui la tua perspicacia? Bello sforzo, è così sexy.<br/>'''Leshawna''': Mi ha raccontato del coniglietto.<br/>'''Duncan''': Oh, miseria.<br/>'''Leshawna''': Non volevi che DJ pensasse che il suo amato coniglietto l'aveva abbandonato.<br/>'''Duncan''': Ok, va bene. Quando avevo sei anni scappò di casa Peter, il mio cane, e non volevo che DJ passasse quello che ho passato io.<br/>'''Leshawna''': Ah, lo sapevo. Sapevo che sotto quella scorza dura c'era un cuore generoso.<br/>'''Duncan''': Già, però evita di dirlo in giro, fammi questo favore, Leshawna. *Che bel ragazzo quel Justin. Guarda, anche la sua testa è straordinariamente sexy. Voglio dire è intagliata alla grande, no? Viene voglia di toccarla. Voglio dire per vedere se è veramente di legno, ahahah. ('''Owen''') ==Episodio 22, ''La spiaggia dei perdenti''== *Sai una cosa? Adoro essere una perdente. Questo posto si addice di più al mio stile. Se avessi saputo che sarei finita in questo paradiso mi sarei fatta eliminare fin dal primo episodio. ('''Lindsay''') *'''Chris''': Ok, avete visto come passano il loro tempo i perdenti. Adesso è il momento di scoprire cosa pensano sul conto dei cinque finalisti. <br/>'''Eva''': Non la sopporto proprio Eather. Colpa sua se sono bloccata in questo posto. Quella è un'invasata che ti pugnala alle spalle e io mi divertirò a guardarla affondare.  ==Episodio 23, ''Campo naufraghi''== *'''Owen''': Oh no. Non dirmi che hai... <br/>'''Chris''': Si. Per il signor cocco è arrivato il momento di recarsi sul molo della vergogna. <br/>'''Owen''': Noooo! Ma percheeeeé! Percheeeeé! <br/>'''Chris''': Datti una regolata, amico. Cominci a darmi i brividi. <br/>'''Owen''': Signor cocco! Noooo!  ==Episodio 24, ''Fuga dalla foresta''== *Pardon, monsieur. Ou est la biblioteque? ('''Chef''') *Ciao, signor scoiattolo... e ciao anche a te, signor procione... oh, buonasera, signor scimmione anakwa... Uh, scaaappaaaaa!! ('''Owen''') *'''Owen''': Duncan?<br/>'''Heather''': Owen?<br/>'''Duncan''': Eather?<br/>'''Heather''': Duncan?<br/>'''Gwen''': Eather?<br/>'''Heather''': Gwen?<br/>'''Duncan''': Gwen?<br/>'''Gwen''': Owen?<br/>'''Heather''': Bene. Adesso che abbiamo fatto l'appello, che cosa facciamo? Avete visto che bestione?<br/>'''Duncan''': Avrei potuto farlo fuori.<br/>'''Gwen''': Per questo ti sei messo a gridare come un bambino?<br/>'''Duncan''': Certo. Era un trucco per ingannarlo. Comunque sia, qui dentro siamo al sicuro.<br/>'''Owen''': Eeh. Dipende da cosa intendi per al sicuro.<br/>'''Heather''': Non avrei mai pensato di dirlo, ma... Owen, dimmi che la lingua che ho nell'orecchio è tua.<br/>'''Owen''': No, credo che siano i... pipistrelliiii! *{{NDR|in confessionale}}: Ho paura che Duncan sia arrabbiato con me. Forse avrei dovuto mettere da parte un dolcetto anche per lui. ('''Owen''') *'''Chef''': Questo doveva essere il mio giorno. Avrei dovuto mangiare i miei dolcetti e rilassarmi con le creme di Eather, mentre sbirciavo il diario di Gwen e mi pulivo le unghie dei piedi. A proposito, Duncan, devi affilare questo. {{NDR|Lancia a Duncan il coltello che gli ha rubato}} Infine avrei saccheggiato il nascondiglio degli snack di Owen, ma avete rovinato il piano! E quindi ecco la vostra maledetta immunità. {{NDR|Momento di Suspense}} Tu! Strozzati con questo. {{NDR|Il marshmallow va a Owen}} Tu sei fuori.<br/>'''Duncan''': Giusto, fammi tornare nel riformatorio. Almeno tra galeotti uno sa cosa aspettarsi. ==Episodio 25, ''Una sfida a tre''== *{{NDR|in confessionale}}: Vi siete accorti che la tavoletta del water assomiglia a un pancake? Uhahahah. {{NDR|La lecca}}  ('''Owen''') *'''Chris''': Mastica la gomma appena sputata da Harold. <br/>'''Owen''': Accetto la sfida in pieno! <br/>'''Chris''': Amico, è già masticata e l'ha masticata Harold. <br/>'''Owen''': Lo so, ma se l'ha conservata sarà di certo qualcosa di speciale... Uhm, corpacciosa, delicato aroma fruttato con un accenno di arancia, robusta e bilanciata, gusto estivo... ooh e c'è anche un croccantino. *'''Gwen''': Se mi aiuti a distruggere Eather dividerò la mia vincita con te. <br/>'''Owen''': E se non dovessi vincere? <br/>'''Gwen''': Ti offrirò una scatola di ciambelle.<br/>'''Owen''': Questo è un accordo difficile da rifiutare. Ci sto. Chris, scusami, voglio cedere la metà dei miei bonus. <br/>'''Chris''': Oh, beh, ok. Ne sei sicuro? <br/>'''Heather''': Ragazzi. Questa è una cospirazione, è veramente sleale. Chris, tira fuori il regolamento e procedi subito alla verifica. È evidente che vogliano allearsi per affossarmi. Ci dev'essere una regola per questa cosa. <br/>'''Chris''': Spiacente. La regola è questa: non esistono regole. Nada.  ==Episodio 26, ''Il gran finale''== *{{NDR|in confessionale}}: La compagnia? ... uno schifo. Un ammasso di idioti che ti pugnalano alle spalle, manipolatori, ipocriti, assetati di gloria, limitati, da rinchiudere sotto chiave, mezzi strampalati, psicotici, zotici, dispotici, bugiardi, sapientoni e fissati con le feste. Pazzi. Oh, sono stata più che fortunata a incontrare cinque persone sane di mente. {{NDR|Riferita a Owen, DJ, Bridget, Cody e Leshawna}} ('''Gwen''') ==Episodio 27, ''Ultima sfida''== *'''Harold''': Salute, Leshawna.<br/>'''Leshawna''': Salute, cicciobello. Uhm uhm, ti trovo in forma. Hai fatto ginnastica?<br/>'''Harold''': Te ne sei accorta? Un mio pensierino. {{NDR|Le offre un mazzo di fiori}} <br/>'''Leshawna''': Ascolta, Harold. Dobbiamo parlare di questa cosa. Cioè di me e di te. Sul pontile mi sono fatta prendere dall'emozione del momento, dovuta soprattutto all'eliminazione, sai? Voglio dire, secondo me siamo andati troppo in fretta. <br/>'''Harold''': Oh, no, ok. E posso continuare a parlarti eccetera? <br/>'''Leshawna''': Oh, Harold. Tu sei il ragazzo bianco più tosto e più strano che io abbia mai incontrato. Insomma, io e te siamo così. <br/>'''Harold''': Che Forza! Allora andiamo dietro un cespuglio e diamoci dentro. <br/>'''Leshawna''': Allora non senti quello che dico. Devo andare, scusa.<br/>'''Harold''': Io ti riconquisterò, Leshawna, perché ti amo!  *{{NDR|in confessionale}}: Già, io e Leshawna siamo molto legati. Scommetto che alla fine nascerà qualcosa tra noi e magari a trent'anni andremo a vivere insieme. Dovrò prima chiedere il permesso a mia madre, ma non ci saranno problemi. Probabilmente ci darà il semi interrato. Sarebbe fico.  ('''Harold''') *'''Gwen''': Per me il lato positivo di questo stupido gioco è aver conosciuto voi due. <br/>'''Trent''': Io penso la stessa cosa. <br/>'''Leshawna''': Non c'è dubbio. <br/>'''Gwen''': Vorrei tanto presentarvi i miei amici più intimi. {{NDR|Tira fuori le foto}} Questa è Marilyn, Cadaveronza e Mietitrice.  *Congratulazioni al nostro vincitore. Owen hai giocato alla grande, lottato alla grande, mangiato alla grande e scorreggiato alla grande. Non so come hai fatto, ma sei riuscito a battere gli altri concorrenti dell'isola e tra poco le tue tasche traboccheranno di formaggio! ('''Chris''') *'''Chris''': Che ne dici, Owen? Accetterai cento mila bigliettoni oppure punterai al milione di dollari? <br/>'''Owen''': ..... punterò al milioncino!!  *'''Heather''': Ehi ragazzi, mi rendo conto che abbiamo avuto le nostre piccole divergenze, ma che ne dite di collaborare? Siamo i quattro concorrenti più forti, insieme saremo inarrestabili. <br/>'''Leshawna''': Mi prendi in giro? Meglio infilarsi una leva d'acciaio nel naso, che stare in squadra con te. <br/>'''Heather''': Ah si? Beh, almeno io non sono una pettegola come te, col sederone, che fa la spesa al centro commerciale. <br/>'''Leshawna''': Ah, nessuno deve azzardarsi a puntarmi il dito in faccia.<br/>'''Gwen''': Basta, stiamo perdendo del tempo prezioso.<br/>'''Leshawna''': Uuh, questa non la passa liscia, gliela faccio pagare. *Ok, è una mia impressione o Izzy è completamente sconnessa? ('''Noah''') *{{NDR|in confessionale}}: Io sto rischiando di esplodere, uh. Dico davvero. Se mi costringono a passare un altro secondo con quelle due, mi butto giù dalla scogliera. ('''Justin''') *'''Heather''': Hai sentito anche tu quello che ho sentito io?<br/>'''Harold''': Cavolo, abbiamo perso.<br/>'''Heather''': Shh. La caccia non è ancora finita. Ehi, sei in grado di commettere un furtarello?'''Harold''': Certo, Eather. Una volta al campeggio estivo di informatica...<br/>'''Heather''': Zitto. *'''Courtney''': Oh, ce l'hai fatta, mio grande eroe.<br/>'''Duncan''': Ah, ho avuto ragazze più toste di lui e più scorfane... Ahi, la mia caviglia. Me la sono slogata, ahi! <br/>'''Courtney''': Duncan, è una cosa grave? <br/>'''Duncan''': Ho paura di sì. Non credo di poter camminare. Dovrai aiutarmi. <br/>'''Courtney''': Oh, lo sai che sei importantissimo per me, ma non posso permettere che mi rallenti. Mi dispiace. <br/>'''Duncan''': Aspetta! Vuoi lasciarmi qui? Ma come? Ho sfidato un alligatore per quella valigetta!<br/>'''Courtney''': Lo so, ma certe opportunità si colgono al volo, non cadono dagli alberi. {{NDR|Izzy cade da un albero su Courtney e prende la valigetta}} <br/>'''Izzy''': Che fortuna sfacciata... a parte la sua testa. <br/>'''Noah''': E così la tua donna ti ha voltato le spalle. Detesto certi spettacoli. Scommetto che adesso ti senti uno sfigato, non è vero? Un uomo a metà. <br/>'''Duncan''': Uomo quanto basta per staccarti la testa!  *'''Courtney''': Oh! Che succede? Questo posto non esiste nemmeno. Chris! Esci subito, vigliacco! Dico sul serio! {{NDR|Sbatte su una parete e scopre che l'isola è falsa}} <br/>'''Chris''': Oh, sembra incavolata. Meglio togliere il volume. Va meglio, no? Vuoi dell'altro paté? {{NDR|Ai monitor}} <br/>'''Chef''': Volentieri, amico. *'''Eva''': Sta attenta. Forse è una trappola.<br/>'''Noah''': Justin, il mio contrario. Così ci rincontriamo.<br/>'''Izzy''': Qualunque cosa faccia, non guardatelo negli occhi. Ha i superpoteri.<br/>'''Justin''': Dammi la valigetta.<br/>'''Izzy''': Vada retro, super sexy!<br/>'''Justin''': Io non avevo intenzione di farlo, ma non mi lasci altra scelta. {{NDR|Si toglie la maglietta}}<br/>'''Noah''': No, attenta, Izzy! Guarda da un'altra parte!<br/>'''Izzy''': Aah, non ci riesco. È troppo sexyssimo.<br/>'''Eva''': È così bello che si merita la valigetta.<br/>'''Justin''': Grazie, amore. *Non ci credo! Siamo sempre stati così vicini alla civiltà dei consumi! {{NDR|Si arrampica sul muro}} ('''Courtney''') *'''DJ''':Ragazzi, siate seri. Recuperiamo la valigetta senza abboccare nei suoi giochetti da trucido, giusto Owen?<br/>'''Owen''': Coosa? Oh giusto!<br/>'''Tyler''': Ora ridaccela o ti conciamo per le feste.<br/>'''Justin''': No.<br/>'''Tyler''': ... Adesso che facciamo?<br/>'''Cody''': Guarda! Ci sono i paparazzi! {{NDR|Riprendono la valigetta mentre si distrae}} *'''Leshawna''': Bravi! E adesso? {{NDR|Dopo che uno squalo mangia la valigetta}}<br/> *'''Chris''': E così addio valigetta. Siete dei veri fenomeni. Non volevo essere costretto a farlo, ma visto che nessuno dei partecipanti ha ufficialmente vinto, avete ufficialmente pareggiato. Il che vuol dire che avrete tutti un'altra possibilità di vincere il milione di dollari. Ma nella seconda stagione, però. <br/>'''Leshawna''': Ha detto seconda stagione? <br/>'''Heather''': Aha? Scordatelo, io non torno sull'isola. <br/>'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: La seconda stagione la seconda stagione! Diventerò molto più famosa di quanto immaginassi. Spero di avere la possibilità di rifarmi il colore. <br/>'''Duncan''': Ne ho abbastanza. Non sapevo di una seconda stagione. Si, hai anche firmato. Si chiama clausola, amico. Leggetela, vivetela, amatela. <br/>'''Gwen''': Io detesto le clausole capestro. <br/>'''Chris''': Quanto alla vostra formazione la caccia al tesoro finisce qui, con tutte le speranze di poter vincere una bella sommetta alla fine dello spettacolo. La bella notizia è che ve ne starete alla finestra a godervi la seconda stagione con tutto il suo para piglia.<br/>'''Courtney''': Un momento, voglio esserci anch'io nella seconda! <br/>'''Chris''': Alt alt alt alt eheheh leggere clausola.  ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Serie televisive d'animazione]] jo6jt8ifl9gtzwoeazg9isbqt60m5lf 1221222 1221221 2022-08-06T17:41:17Z 93.70.92.146 /* Episodio 27, Ultima sfida */ wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titolooriginale = Total Drama Island |tipofiction= Serie TV d'animazione |titoloitaliano = A tutto reality - L'isola |paese= Canada |anno= 2007 – 2008 |genere= commedia |stagioni= 1ª stagione di ''A tutto reality'' |episodi= 28 {{NDR|di cui uno mai trasmesso in Italia}} }} '''''A tutto reality – L'isola''''', prima serie del franchise canadese ''A tutto reality''. ==Episodio 1, ''L'isola (Parte 1)''== *'''Chris''': Salve! Siamo collegati in diretta dal campeggio di Wawanakwa, che si trova nei dintorni di Muskoka, nell'Ontario. Qui è il vostro, Chris McLean, al timone del reality show più caldo del palinsesto televisivo, del momento! Questa è la dinamica, ventidue campeggiatori hanno accettato di passare otto settimane in questo vecchio e scadente campo estivo. Si affronteranno in una serie di pesanti sfide, per poi essere giudicati dai loro stessi compagni d'avventura. Ogni tre giorni, una delle due squadre vincerà una ricompensa, mentre un membro della squadra avversaria camminerà sul molo della vergogna, salirà a bordo della barca del perdente, ha ha, e lascerà ''A tutto reality – L'isola'' per sempre! Il loro destino si deciderà qui, durante l'avvincente cerimonia del fuoco, dove ogni settimana, tutti i campeggiatori tranne uno, mangeranno un marshmallow. Alla fine, resterà un solo concorrente, che riceverà in premio una notorietà da rotocalco! E, una piccola fortuna che, diciamocelo, svanirà in una settimana. Per sopravvivere, dovranno combattere contro mosche nere, orsi grizzly, disgustoso cibo da campeggio... <br/>'''Cibo''': Presente! <br/>'''Chris''': ... e tra di loro! Ogni momento verrà catturato dalle centinaia di telecamere situate in tutto il campeggio. Chi crollerà sotto il peso della pressione? Potrete scoprirlo qui! Adesso... A tutto... reality... l'Isola!. *'''Geoff''': Chris McLean, come va, amico? Che onore conoscerti, amico! <br/>'''Chris''': Grande Geoff! Benvenuto sull'isola, amico. <br/>'''Geoff''': Grazie, amico! <br/>'''Gwen''': Se dicono amico un'altra volta giuro che vomito.  *'''Lindsay''': Scusa, Kyle, posso avere una casetta con vista lago, visto che sono la più carina? <br/>'''Chris''': È vero, lo sei, ma qui non funziona così e comunque mi chiamo Chris! *'''Lindsay''': Dov'è la presa? Devo attaccare la piastra per i capelli. <br/>'''Chris''': Ce n'è sicuramente qualcuna nei bagni in comune. Da quella parte, cara. <br/>'''Lindsay''': Bagni in comunione? Ma io non sono cattolica. <br/>'''Chris''': Non in comunione: in comune. <br/>'''Gwen''': Si fa tutti la doccia insieme, idiota. {{ndr|Lindsay scoppia a piangere}} <br/>'''Owen''': {{NDR|Ammiccando a Noah e a Trent}}Meno male che siamo in una casetta per soli uomini! Capite che intendo. Eheheh. No, volevo dire... Ma che avete capito? A me piacciono le donne ahahah, ma non mi va di dormirci insieme. Oh! Nel senso...  *È la nostra prima sfida, che sarà mai? {{NDR|Poco dopo si trova a tuffarsi con gli altri concorrenti da una scogliera altissima}} Oh, me***! ('''DJ''') ==Episodio 2, ''L'isola (Parte 2)''== *'''Heather''': Spiacente, non ho nessuna intenzione di buttarmi.<br />'''Beth''': Perché no?<br />'''Heather''': Pronto, siamo in TV, mi si bagnano i capelli!<br />'''Gwen''': Stai scherzando, vero? <br />'''Lindsay''': Se lei non si butta, non mi butto neanch'io.<br /> '''Leshawna''' {{NDR|rivolta minacciosa a Heather}}: Oh sì invece!<br /> '''Heather''': E chi lo dice? <br /> '''Leshawna''': Lo dico io, non ho intenzione di perdere la sfida perché ti si rovinano i capelli, viziata figlia di papà!<br />'''Heather''': Stai indietro, pseudo-rapper con i pantacollant strizzati della serie "io vorrei ma non posso"! <br />'''Leshawna''': Ma sentila, la reginetta del ballo tutta shopping e coda di cavallo che divora romanzetti rosa! <br />'''Heather''': Beh, almeno io...sono popolare! <br /> '''Leshawna''' {{NDR|furibonda}}: Tu ora salti!! <br /> '''Heather''' {{NDR|con aria di sfida}}: Davvero?? {{NDR|Leshawna la butta giù dalla scogliera con violenza}} Leshawna, sei una donna morta!!! <br /> '''Leshawna''': Ehi, di che ti lamenti? Ti ho buttato nella zona sicura o no? Spero solo di centrarla anch'io. *'''Lindsay''': Le pensavi veramente quello cose che hai detto a Lewshana poco fa? <br/>'''Heather''': Lewshana? No, tanto me la pagherà e poi quegli orecchini sono i più orrendi che abbia visto in tutta la mia vita. <br/>'''Lindsay''': Oh, ma se non la sopporti perché ti fingi tanto amica? <br/>'''Heather''': ma li hai visti i programmi come questo? Tieniti stretti gli amici e i nemici ancora più stretti. <br/>'''Lindsay''': Oooh... Io sono tua amica, giusto? <br/>'''Heather''': Oh sì, per ora.  *Woo-hoo!! Sì!! Restiamo ancora qui, restiamo ancora qui, siamo i più forti, ABBIAMO VINTO!!! ('''Owen''') *'''Katie''': Allora, eh... adesso che facciamo? <br/>'''Courtney''': Dobbiamo decidere chi eliminare. <br/>'''Duncan''': Beh, dovrebbe toccare alla principessa o a stronco tutti, qui a destra. <br/>'''Courtney''': Che cosa? Perché? <br/>'''Duncan''': Perché, se non vado errato, voi due siete gli unici con il pollo-cappello in testa e, se dovessimo sollevare un camion, mi piacerebbe che lo facesse il ragazzone. <br/>'''Courtney''': Voi avete bisogno di me. Sono l'unica che ha fatto... <br/>'''Bridgette''': Lo so. Sei l'unica ad aver fatto la capogruppo in un campo estivo. Allora chi scegliamo? <br/>'''Courtney''': Che ne dite di lui? {{NDR|indica Tyler}} <br/>'''Lindsay''': Noooooo! Volevo dire... niente sale, non c'è il sale a tavola. Mannaggia.  *'''Ezekiel''': Ancora non ho capito come abbiamo fatto a perdere. Sono loro che hanno sei ragazze in squadra! <br/>'''Bridgette''': Che cosa vorresti dire?! <br/>'''Eva''': Si, scolaretto. Illuminaci. <br/>'''Ezekiel''': Beh, i maschi sono molto più forti e più bravi delle femmine negli sport. <br/>'''Geoff''': Ma dai! Non ci credo che ha detto questa cosa. <br/>'''Ezekiel''': Mio padre mi ha raccomandato di stare attento alle ragazze e di aiutarle se non ci stanno dietro. <br/>'''Eva''': Pensi ancora che non riusciamo a starvi dietro?! {{NDR|Lo prende per il collo}} <br/>'''Ezekiel''': Non proprio. <br/>'''Geoff''': Ok. Ragazze lasciatelo stare. Insomma, non ha mica detto che gli uomini sono più intelligenti delle donne. <br/>'''Ezekiel''': Ma è vero!  ==Episodio 3, ''Il grande sonno''== *Tu che scusa hai?... Odiosa... Scrocchiazeppi... Oh, sono troppo stanca per gli insulti. ('''Leshawna''') *{{NDR|in confessionale}}: E poi ho visto il tavolo del buffet. Era bellissimo, c'era il tacchino, la torta al cioccolato e i fagioli allo sciroppo d'acero... Mi date solo un minuto? {{NDR|Piange}} ('''Owen''') *'''Heather''': Lindsay, Beth, posso parlarvi un momento? <br/>'''Lindsay''': Certo. <br/>'''Heather''': Dunque, ho in mente un piano per arrivare insieme ad altri due concorrenti nella finale a tre e ho scelto voi, ragazze. <br/>'''Beth''': Davvero? <br/>'''Heather''': Vi avverto, però, che la faccenda è molto seria. Rispongo la massima fiducia in voi e la fiducia è una strada a doppio senso. Dunque farete tutto quello che vi dico? <br/>'''Lindsay''' e '''Beth''': Certo, iiiiiiih andremo alla finale a tre iiiiiiih.  *'''Gwen''': Guardalo, sembra una statua. Non si muove da più si cinquanta ore. <br/>'''Trent''': Ehi. <br/>'''Gwen''': Ci sei? Pronto? <br/>'''Trent''': Iuhuuu? <br/>'''Gwen''': Pazzesco. Ti rendi conto che concentrazione? {{NDR|Gwen lo tocca e Justin apre gli occhi}} <br/>'''Eva''': Ha le palpebre disegnate, l'ho visto benissimo!! <br/>'''Chris''': Sta zitta, Eva. Voglio proprio vedere. Questa sì che è davvero una trovata geniale, ma sei eliminato.  *{{NDR|in confessionale}}: Beh, Eva? Era tra i concorrenti più forti, ma ormai è fuori. Ah, come sto manovrando il gioco! ('''Heather''') ==Episodio 4, ''A tutto sport''== *'''Chris''': Marmotte, ma che è successo?<br/>'''Noah''': Che vuoi che ti dica. Scarso impegno.<br/>'''Gwen''': Ma sta zitto, Noah.<br/>'''Heather''': Lo sai? Sta volta sono d'accordo con lei.<br/>'''Noah''': Permalosa. {{NDR|I compagni di squadra lo guardano male}} Che c'è? Ve lo dico io. Lo spirito di squadra ultimamente lascia molto a desiderare. *{{NDR|in confessionale}}: Sono diventato un modello comportamentale, ora che grazie a me abbiamo vinto il match. Probabilmente vorranno tutti il mio autografo quando sarà finito il reality e torneremo tutti a casa. ('''Harold''') ==Episodio 5, ''Sfida all’ultimo talento''== *'''Lindsay''': Ok, questa è una cosa veramente terribile. Mi è già finito l'autoabbronzante.<br/>'''Gwen''': Queste sì che sono tragedie, Lindsay.<br/>'''Lindsay''': Adesso dovrò per forza abbronzarmi al sole. Ti rendi conto che la mia pelle diventerà avvizzita e si riempirà di rughe? *'''Heather''': Devi fare una cosa per me. Sai tenere un segreto? <br/>'''Lindsay''': Oh mio dio, certo che sì! Una volta mia sorella ebbe un attacco di diarrea alla prima uscita con un ragazzo. Le portai la carta igienica perché il ristorante l'aveva finita e lei si era chiusa in bagno. Non lo sa nessuno... Ops, scusa Paula.  *'''Bridgette''': Allora, i tre sono Geoff, il numero col nastro di DJ e il tuo assolo. <br/>'''Geoff''': Questo significa che andrò in TV. <br/>'''Bridget''': Sveglia, sei già in TV, Geoff.<br/>'''Geoff''': Ah si? Salve a tutti, ragazzi!  *Inizialmente avrei dovuto danzare per voi, ma invece preferisco celebrare lo spirito di squadra con un piccolo contributo. {{NDR|Tira fuori il diario di Gwen}} Dunque, testi di Gwen interpretati da me. È per voi. Ok, sto facendo di tutto per ignorarlo, ma lui è così carino. Se avessero dovuto ritagliarmi su misura un bel diversivo, sarebbe stato di sicuro quello strafico di mister Caliente. Siamo fatti l'uno per l'altra, è l'unica persona con cui vado d'accordo e so che è assolutamente banale, ma adoro i ragazzi che suonano la chitarra. Grazie. ('''Heather''') *'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Se quella sciacquetta crede di cavarsela a buon mercato è proprio una povera illusa.<br/>Hai detto che ti sei portato una teca di formiche rosse?<br/>'''Harold''': Si. {{NDR|Le mette nel cuscino di Heather}} <br/>'''Heather''': Aaaaaaaaah!!!! Aaaaaah!!!!!<br/>'''Gwen''': Sogni d'oro a tutti.<br/> ==Episodio 6, ''Un esterno disgustoso''== *Ehi, qualcuno ha visto pinca panca e panca idiota? {{NDR|Riferito a Katie e Sadie}} ('''Duncan''') *'''Izzy''': Ahahah. Ehi, va tutto bene? {{NDR|Travestita da orso}}<br/>'''Leshawna''': Sbaglio, o l'orso mi ha fatto una domanda? {{NDR|Izzy si toglie la maschera}} <br/>'''Owen''': Per la miseria. Izzy, era l'ultima cosa che mi aspettavo.<br/>'''Leshawna''': Ragazzi, o sono troppo confusa o sto svendendo.<br/>'''Gwen''': Ma che hai nel cervello, la segatura?!<br/>'''Izzy''': Io mi sono divertita, ahahah. *'''Courtney''': Brava! Sei stata brava, Bridgette! Adesso non abbiamo un posto dove dormire! {{NDR|Bridgette ha bruciato la tenda delle Carpe Assassine}}<br/>'''Duncan''': Ehi, miss melodramma, rilassati. È più ganzo. <br/>'''Courtney''': Ganzo? È più ganzo? Qui le cose non potrebbero andare peggio. {{NDR|Inizia a piovere}} *'''Duncan''': Ciao, raggio di sole. <br/>'''Courtney''': Oh mio Dio, uh. Ti ho visto, mi stavi abbracciando. <br/>'''Duncan''': Alt, chiariamo la cosa. Io ero tranquillamente sdraiato sulla mia schiena a ronfare, sei tu che eri abbracciata a me.<br/>'''Courtney''': Sei un orco chiodato. <br/>'''Duncan''': Ne ho sentite di peggio. ==Episodio 7, ''Fattore fobia''== *'''Courtney''': No! Voglio dire, no grazie. Sto bene così. {{NDR|Dopo che Beth le offre la gelatina}}<br/>'''Duncan''': Come mai? Sei a dieta? Non ti piace? <br/>'''Courtney''': No, sono contraria alla gelatina verde.<br/>'''DJ''': Una serpeee!<br/>'''Cody''': Calma, è solo un vermetto gommoso.<br/>'''DJ''': Ragazzi, scusate la reazione, ma i serpenti mi fanno svalvolare.<br/>'''Tyler''': Io ti capisco. Sono terrorizzato dalle galline, figurati. <br/>'''Gwen''': Dai, hai paura delle galline?<br/>'''Duncan''': Eheh, oddio questa è una cosa ridicola, amico.<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Così all'improvviso è nato il festival della confessione attorno al fuoco. Beth è andata avanti a parlare della sua paura mortale di essere ricoperta da insetti, Harold che ha paura dei ninja, Heather che ha ammesso di aver paura dei lottatori di sumo.<br/>La mia paura peggiore? Forse essere sepolta viva. <br/>'''Lindsay''': Camminare su un campo minato, con i tacchi. <br/>'''Owen''': Io, invece, ho paura di volare, ragazzi, è una cosa allucinante. <br/>'''Izzy''': Ah, io non ci salirei mai su un aereo. Scherziamo? <br/>'''Goeff''': Beh, io la grandine. È piccola, ma ti lascia stecchito. <br/>'''Bridget''': Restare sola nel bosco di notte.<br/>'''Sadie''': Una pessima acconciatura.<br/>'''Lindsay''': Oh ok, voglio cambiare la mia. Quello che ha detto Sadie è più inquietante di un campo minato.<br/>'''Cody''': Disinnescare una bomba a orologeria sotto pressione.<br/>'''Courtney''': In realtà non ho paura di niente.<br/>'''Duncan''': Balle fritte.<br/>'''Courtney''': Oh, dici davvero? Sentiamo, quale sarebbe la tua fobia, mr pallone gonfiato?<br/>'''Duncan''': Le sagome di Celine Dion nei negozi di dischi.<br/>'''Cody''': Eheheh, scusami, non ho capito bene l'ultima frase.<br/>'''Trent''': Cioè hai detto le sagome di Celine Dion nei negozi che vendono dischi?<br/>'''Lindsay''': Sei fuori. Io adoro Celine Dion. Che cos'è una sagoma?<br/>'''Trent''': Ecco, è solo una sagoma di cartone esposta nei negozi di musica.<br/>'''Duncan''': Non dirlo, ciccio.<br/>'''Trent''': A grandezza naturale, ma piatto come Celine.<br/>'''Courtney''': E quindi, se adesso tirassimo fuori una sagoma di cartone...<br/>'''Duncan''': Sta zitta! E voi altri, ragazzi?<br/>'''Trent''': Beh, io sono spaventato dai mimi. Moltissimo. Dai, ti prego, dovrà pur esserci qualcosa che ti spaventa.<br/>'''Courtney''': No, niente.<br/>'''Duncan''': Eh. Non è quello che ha detto l'altra notte.<br/>'''Courtney''': Duncan, hai mai preso in considerazione il fatto che stavo assecondando te e la tua stupida storia?<br/>'''Duncan''': Come no, principessa. Se la cosa ti rende felice...<br/>'''Courtney''': Sta zitto! *Guarda che qui non c'è nessun muro e smettila di fare paura! ('''Trent''') *'''Trent''': Puoi abbassare la nube e aumentare l'intensità della grandine?<br/>'''Chris''': Vuol dire essere crudeli fino al midollo, va bene. *'''Gwen''': Oh, è una prova molto crudele e poi scommetto che si sarà scaldata. Gelatina verde, calda, moccicosa, che rimbalza, uh.<br/>'''Courtney''': Tanto non mi convinci a mollare. *'''Duncan''': La gallina te la diamo un'altra volta. {{NDR|Dopo l'espulsione di Tyler}}<br/>'''Chris''': Qualcuno è stato beccato sarcasticamente da un compagno di squadra.<br/>'''Duncan''': Certo non può mettersi a starnazzare.<br/>'''Geoff''': Per lui è il momento di spiccare il volo.<br/>'''Bridget''': Si, ma stasera non volerà così alto.<br/>'''Courtney''': Ok, ora finitela. ==Episodio 8, ''L’isola dei teschi''== *'''Geoff''': Posso chiederti una cosa? Stamattina ho fatto un regalo fantastico a Bridget, ma lei mi invia delle strane vibrazioni.<br/>'''Bridget''': Te lo giuro Courtney, è stata una cosa allucinante. Stamattina sono andata a lavarmi i denti e quando sono tornata ho visto un rigonfiamento sotto le coperte. Mi sono avvicinata, le ho alzate e l'ho vista. {{NDR|Una foto di Goeff e una di Bridget attaccate in una cornice a forma di cuore}}<br/>'''Courtney''': Noo.<br/>'''Bridget''': Si.<br/>'''Geoff''': L'ho fatta io con le mie mani sante.<br/>'''DJ''': Non ci posso credere.<br/>'''Geoff''': È vero.<br/>'''Bridget''': E ora la cosa peggiore. Sul retro del cuore c'era incisa una frase che diceva.<br/>'''Geoff''': Spero che mi penserai ogni volta che metterai uno spicciolo qui dentro.<br/>'''DJ''': Uuuuh.<br/>'''Bridget''': Ueh.<br/>'''Geoff''': Ho sbagliato?<br/>'''DJ''': Scherzi, fratello? È un errore gravissimo, non esistono parole per descriverlo. Cioè è come dar da mangiare a un coniglietto, se vuoi che ti si avvicini non devi fare mosse brusche. Qui, piccolino, vieni vieni. Se gli dai una scodella una scodella di creta a forma di cuore quello scapperà via, amico. Ora hai capito?<br/>'''Geoff''': Quindi ho fatto un casino.<br/>'''DJ''': Oserei dire un bordello. *'''Cody''': Gwen, forse ho capito perché mi rifiuti sempre. È per via di Trent, vero? Senti, io e Trent siamo in confidenza e, se devo essere sincero, ammetto una vibrazione chiamata a me piace Gwen. Va bene, posso metterci una buona parola, se vuoi. <br/>'''Gwen''': Uhau, un pensiero carino da parte tua. <br/>'''Cody''': Eh, cosa vuoi? <br/>'''Gwen''': Se al ritorno ci lasci sulla stessa canoa io sarò in debito con te. <br/>'''Cody''': Questa è una frase interessante, ma ora sono leggermente nei guai. <br/>'''Gwen''': Come sarebbe a dire? <br/>'''Cody''': Beh, ho scommesso con Owen che, se fossi riuscito ad avere il tuo reggiseno, lui avrebbe lavato tutti i piatti al posto mio. {{NDR|Gwen gli da una pagaiata nelle parti basse}} Auh, ok, è chiedere troppo.  *'''Heather''': Santo cielo, si può sapere dove l'hai imparato? <br/>'''Izzy''': Ho passato un'estate con le truppe di riserva. Ho anche combinato un sacco di guai. Vi dico solo che ho fatto saltare in aria la cucina. Per questo la polizia mi sta dando una caccia spietata. Insomma, sono una ragazza in fuga. ==Episodio 9, ''Caccia al cervo''== *Fagioli, fagioli in tutti i campeggi, più ne mangi, più scorreggi!! ('''Owen''') *Ogni cacciatore è una macchina programmata. I sensi sono guidati dall'istinto predatore. Improvvisamente avvista un magnifico esemplare maschio nella radura. Se vuole avere successo il cacciatore dovrà mostrare pazienza e controllo {{NDR|Scorreggia}} ('''Owen''') *'''Heather''': Perché ci hai messo così tanto?<br/>'''Beth''': Tieni. Spero ti renda conto di quante ne ho passate.<br/>'''Heather''': Qui dentro ci sono solo undici patatine... e sono al barbecue. Cambiale con quelle ai cetriolini.<br/>'''Beth''': No.<br/>'''Heather''': Cosa? Che cosa hai detto? <br/>'''Cody''': Ragazze... Io... Ciao. <br/>'''Heather''': Rimangiatelo. <br/>'''Beth''': No.<br/>'''Heather''': Rimangiati quello che hai detto.<br/>'''Beth''': No, mi sono stancata di fare la tua schiavetta e adesso, se vuoi scusarmi, ho una sfida da portare a termine. *Adesso sarai mio, cervo! {{NDR|Arrivati in cima alla scogliera, ma le munizioni sono finite.}}... Eeh, il cacciatore sa che la sua grossa preda resterà lì per un momento?... Paralizzata dalla... paura... e dal rispetto. Il cervo non può sconfiggere il cacciatore. Cos'è quello sguardo truce? Eheheh. Avanti, parliamone. {{NDR|Il DJ/cervo lo butta dalla scogliera}} ('''Owen''') *'''Heather''': Ehi, Beth! {{NDR|Fugge Sadie}}<br/>'''Beth''': Uffa, ce l'avevo proprio sotto tiro.<br/>'''Heather''': Abbiamo parlato a lungo di te.<br/>'''Lindsay''': Davvero?<br/>'''Heather''': Silenzio, biondina. Abbiamo deciso di darti un'ultima chance: se te lo rimangi tornerai nella nostra alleanza.<br/>'''Beth''': Rimangiarmi che cosa?<br/>'''Heather''': La parola con la n. No.<br/>'''Beth''': Non voglio rimangiarmela.<br/>'''Heather''': Sei uno zero spaccato senza di me.<br/>'''Beth''': Di un pò. Lo sai perché continuiamo a perdere le sfide?<br/>'''Heather''': Perché sono stupide e infantili?<br/>'''Beth''': No, perché tu sei talmente occupata a essere crudele che non ci provi nemmeno. Si! Il tuo unico impegno è comandare tutti a bacchetta! {{NDR|Eather le lancia il naso di gomma da cervo}} Oh, adesso basta! <br/>'''Heather''': Basta lo dico io! *Oh, oh. Tu puoi lasciare il cacciatore con meno munizioni rispetto al previsto, puoi anche gettarlo giù da una scogliera, {{NDR|Si toglie un granchio dalla scarpa}} puoi anche lasciarlo per ore ed ore con un granchio tra le dita dei piedi, ma non potrai mai soffocare la sua indole! ('''Owen''') *{{NDR|Colto di sorpresa da un grizzly}} Ciao, vecchia pellaccia... Un po'di mirtilli??? ('''Cody''') *Fagioli,eh? Owen! Ci hai provato, scorreggicus! Me l'avevi quasi fatta! ('''Duncan''') *'''Heather''': Voglio essere buona. Ti do un'ultima chance.<br/>'''Beth''': Perché? Perché hai capito che non potrai vincere senza la tua piccola alleanza?<br/>'''Heather''': Senti, io posso renderti la vita impossibile.<br/>'''Beth''': Tanto lo fai già, signorina spalmami la crema sulla tua schifosa pelle da alligatore. Che ho da perdere in fondo?<br/>'''Leshawna''': Due ore passate a girare nel bosco e non ho sparato a un bel cavolo di niente. Quant'è imbranata una che fa queste cose per divertirsi?<br/>'''Heather''': Bene, allora resta pure da sola, quattrocchi!<br/>'''Beth''': Beh, meglio sola che lavorare per te.<br/>'''Leshawna''': Eh?<br/>'''Heather''': Come vuoi, quattrocchi!<br/>'''Beth''': Oh, adesso basta!<br/>'''Heather''': Aih! Chi è stato? {{NDR|Dopo che Leshawna le ha sparato}}<br/>'''Leshawna''': Oh, lo sapevo che sarei dovuta andare dall'oculista prima di venire qui. Eh. Scusami tanto. <br/>'''Heather''': Tu! Dammi il fucile! Dammelo! {{NDR|Le spara anche Beth}} Ahi! Crampo da sforzo! {{NDR|Cade}}<br/>'''Leshawna''': Sei fuori di testa.<br/>'''Beth''': Eh, quando l'hai fatto tu mi è sembrato divertente, ahahah. *'''Courtney''': Beh, io torno indietro. Ormai questo stupido gioco sarà arrivato alla fine.<br/>'''Duncan''': Quella è la parte sbagliata.<br/>'''Courtney''': Ma vogliamo scherzare? Ho fatto l'apprendista in matrice, ricordi? Ho un innato senso dell'orientamento. Il campo è di là.<br/>'''Duncan''': No, è dall'altra parte. {{NDR|Si scontrano e si incastrano le corna delle rispettive maschere}}<br/>'''Courtney''': Molto divertente e ora lasciami andare.<br/>'''Duncan''': Ehi, principessa, non credere che io mi stia divertendo, sai?<br/>'''Courtney''': Ci mancherebbe. E adesso?<br/>'''Duncan''': Vogliamo limonare?<br/> *'''Gwen''' {{NDR|vedendo Duncan e Courtney incastrati con i copricapo di cervo}}: Ah, questa è tutta da raccontare!<br />'''Owen''': Eh eh, Duncan, sei una canaglia, lasciatelo dire! <br />'''Duncan''': Già, la ragazza non riesce a separarsi da me! {{NDR|Courtney gli sferra un calcio nelle parti basse}} Auch, oddio! Spero di non cambiare voce!! ==Episodio 10, ''Sfida culinaria''== *'''Geoff''': Sai una cosa? Sei affascinante quando lavori in cucina. Ricordi tanto quell'icona sexy della mamma di un mio amico.<br/>'''Bridget''': Ti ricordo la mamma?<br/>'''DJ''': Goeff! Mancano i pomodori. Perché non li vai a prendere dal camion?<br/>'''Geoff''': Sicuro. Ciao Bridget. *'''Heather''': Che fai? Quelle fette sembrano tagliate con l'accetta. Cambia posto con Leshawna.<br/>'''Leshawna''': Ma di che stai parlando? Le ha tagliate bene.<br/>'''Heather''': Non sono mica diventata capo chef perché non so come presentare le portate. <br/>'''Leshawna''': No, tu sei diventata capo chef perché l'hai deciso da sola e quindi vedi di smetterla. Chi credi di prendere in giro con quel ridicolo grembiulino bianco. <br/>'''Heather''': Senti, vuoi fare gioco di squadra o no? <br/>'''Leshawna''': Io lo faccio il gioco di squadra, ma sono allergica all'ananas. <br/>'''Heather''': Allora torna a lavorare, subito. Grazie, care. <br/>'''Leshawna''': Piccola ipocrita prepotente. Uh! {{NDR|Le viene l'allergia}} Ioh! Che mi suggerisci di fare adesso?<br/>'''Heather''': Iòh, ti suggerisco di grattarsi dopo che avremo vinto. Torna a lavoro. <br/>'''Leshawna''': Aah! *Mi sta andando a fuoco l'argenteria! {{NDR|Dopo che Duncan gli ha messo del peperoncino nelle mutante}} ('''Harold''') ==Episodio 11, ''Di chi ti puoi fidare?''== *Sentirai solo un leggero pizzicorino... e poi l'inferno. {{NDR|Con una siringa soccorre Trent, che è stato avvelenato mangiando il pesce-palla cucinato da Lindsay}} ('''Chef''') *'''DJ''': Grazie, Duncan. Tu sei il migliore.<br/>'''Duncan''': Non c'è problema, in fondo è solo uno stupido coniglio. <br/>'''Courtney''': Non riesco a credere che gli abbia recuperato il coniglietto, sei un bravo ragazzo. <br/>'''Duncan''': Che cosa? Stupidaggini. <br/>'''Courtney''': Non è vero. Hai un cuore tenero e gentile. <br/>'''Duncan''': Non so proprio di cosa parli.<br/>'''Courtney''': Io ti ho visto con il coniglietto.<br/>'''Duncan''': E che significa? Mi inseguiva dappertutto quel tipo di topo... e va bene, d'accordo, hai ragione. Contenta adesso? Non dirlo a nessuno, fammi il piacere, non voglio che mi considerino un rammollito.<br/>'''Courtney''': Il tuo segreto è al sicuro con me. ==Episodio 12, ''Un addestramento forzato''== *'''Chef''': Voglio tanto bene al maestro Chef Hatchet, perché  è molto molto molto molto molto molto molto molto molto... C'è soltanto una frase con cinque pagine di molto scritte in mezzo! <br/>'''Duncan''': Sono esattamente trecento parole. Può pure contarle, se vuole. *'''Duncan''': Soldato caduto, ti faccio un saluto! {{NDR|Durante il percorso a ostacoli, a Leshawna}}<br/>'''Chef''': Ti sei appena guadagnato altre venti flessioni.<br/>'''Duncan''': Grazie! {{NDR|Gli da un bacio sul naso e Chef si infuria}}<br/>'''Geoff''': Questa volta hai veramente esagerato, fratello...<br/>'''Duncan''': Credo che tu abbia ragione.<br/>'''Chef''': Una notte di detenzione in isolamento nella casa galleggiante. {{NDR|Tutti si stupiscono}}<br/>'''Duncan''': E capirai. Cosa volete che sia? {{NDR|Una volta dentro}} Perché non imparo mai a chiudere la bocca? *'''Duncan''': Così anche la principessa ha il suo lato oscuro. {{NDR|Dopo che Courtney vomita}} <br/>'''Courtney''': Va bene. Ho mangiato da far schifo, ma il fatto è che per una volta che mi sono comportata male è stato così bello che non volevo più smettere. <br/>'''Duncan''': Beh, potresti darmi quel bacio per continuare a comportarti male. <br/>'''Courtney''': Te l'ho detto che non sei il mio tipo. <br/>'''Duncan''': Bene, goditi una vita senza burro di arachidi. <br/>'''Courtney''': Grazie, goditi il carcere. <br/>'''Duncan''': Senz'altro. {{NDR|Si baciano.}} *'''Courtney''': Maestro Chef, avrei una cosettina da dirle.<br/>'''Chef''': E qual'è questa cosettina?<br/>'''Courtney''': Ha proprio bisogno di un calmante, ahahah.{{NDR|Chef cerca di trattenere la rabbia}} *'''Courtney''': Coosa? Avete salvato Harold invece di salvare me? <br/>'''Chris''': Si, è sempre uno shock. <br/>'''Courtney''': Ma è impossibile, bisogna ricontare i voti!<br/>'''Duncan''': È vero, amico, so per certo che noi tre non abbiamo votato per la sua eliminazione! <br/>'''Courtney'''{{NDR|a Chris e Chef mentre la trascinano di forza sulla Barca dei Perdenti}}: Non ve lo permetto! Non ve lo permetto!<br/>'''Duncan''': Ma dai, è un vero schifo.<br/>'''Courtney''': Ero l'unica vostra speranza. Io ho fatto la capogruppo in un campo estivo. Giù le mani, scimmioni! Vi farò contattare dal mio avvocato.<br/>'''Duncan''': Courtney, aspetta! Questo l'ho fatto per te. {{NDR|Duncan le lancia un teschio intagliato di legno.}} <br/>'''Courtney''': Grazie, Duncan. Va bene, è una cosa strana e mette i brividi, ma mi piace tanto. Non ti dimenticherò mai! ==Episodio 13, ''Tortura E-X-Trema''== *'''Gwen''': Guarda guarda. È una sdolcinata poesia haiku. <br/>'''Bridget''': Uhau. C'è qualcuno che si è preso una cotta. Probabilmente è per te. <br/>'''Gwen''': Tu dici? Stavo giusto per dire che è per te. <br/>'''Bridget''': Ma Trent è completamente cotto di te. Che ti credi? Che non me ne sono accorta che sgraffigna sempre i muffin dalla cucina?<br/>'''Gwen''': Si, ma Goeff, invece, è pazzo di te. Tiricordi ieri al molo come cercava di attirare la tua attenzione? Oltretutto Goeff non sa nemmeno pronunciare Haiku, pensa a scriverlo. <br/>'''Bridget''': Che vorresti dire, scusa? <br/>'''Gwen''': Niente, Goeff non è certo il classico studioso. <br/>'''Bridget''': Oh, invece Trent nel tempo libero si dedica a sviscerare trattati di Nietzsche. <br/>'''Gwen''': Gredo che Trent sia molto più Nietzschiano di quanto Goeff sia Haikuiano. <br/>'''Bridget''': Haikuiano? Beh, almeno Goeff non è un imbroglione. Trent nemmeno scrive le canzoni che canta. {{NDR|Tutte e due strappano il biglietto}} <br/>'''Gwen''': Sai che ti dico, bambola? Scommetto un doppio dessert che la poesia haiku non era per me. <br/>'''Bridget''': Oh, sono d'accordo con te. Come si dice? Ah si ora ricordo. Bella, zio.  *Che tette. {{NDR|Dopo che a Eather si strappa il reggiseno}} ('''Harold''') *'''Harold''': Leshawna, ho scritto col cuore ogni parola di quella poesia.<br/>'''Leshawna''': Poesia? Ma eri tu? Tesoro, sei un tipo assai stravagante. {{NDR|Si abbracciano}}<br/>'''Harold''': Dai un bacetto a papà. ==Episodio 14, ''Il brunch del disgusto''== *'''Leshawna''': Nessuno esce di qui finché non scopro chi ha mangiato i miei fagottini al cioccolato! <br/>'''Heather''': Sono stata io. Allora?<br/>'''Leshawna''': Ehi, frena un attimo, bella! E allora lo dici a chi. Era roba mia e nessuno se la può mangiare, capito?<br/>'''Heather''': Peggio per te, ben ti sta, così impari a lasciare schifezze sparpagliate dappertutto. Specialmente quello. {{NDR|Indica un reggiseno che pende dal letto}} Quello mi da molto fastidio.<br/>'''Leshawna''': Si, in effetti darebbe fastidio anche a me, se avessi zero tette e zero chiappe da dimenare.<br/>'''Heather''': Ah si? Beh, hai il sedere talmente grosso, che dovresti comprarti i jeans col pressa-rifiuti.<br/>'''Leshawna''': Uuh, vuoi assaggiare? *'''Owen''': Ahah, va bene, polpette. Vai così!<br/>'''Chris''': Beh, tecnicamente hai ragione, Owen, ma queste sono polpette un pò speciali.<br/>'''Chef''': Sono testicoli di manzo alla bourguignonne. ==Episodio 15, ''Chi la dura la vince''== *'''Owen''': Gradite un bonbon alla ciliegia ricoperto di cioccolato? {{NDR|Leshawna glieli fa cadere in acqua}} Nooooo!<br/>'''Geoff''': Amico, tranquillo. Le signore sono leggermente invidiose.<br/>'''Duncan''': Si, chi può biasimarle. Si sopportano a malapena mentre noi ragazzi siamo più legati dei componenti di una famiglia. Potere ai maschi!<br/>'''Chris''': Attenzione, campeggiatori. A partire da adesso le squadre sono ufficialmente sciolte. Da questo momento ogni concorrente gioca per sé stesso.<br/>'''Duncan''': Beh... era ora che volassimo in solitario. *'''Gwen''': Aspetta un attimo. Avevi detto che nessuno può tornare.<br/>'''Chris''': Davvero?<br/>'''Gwen''': E chi lascia l'isola...<br/>'''Chris''': Ah si... è vero, ma... ho mentito.<br/>'''Gwen''': Ma non si fa così, non è giusto.<br/>'''Leshawna''': Ehi, amica, stai discutendo con un altoparlante, non è un bello spettacolo. *'''Eva''': Che cos'è quel nastro adesivo? Vi conviene rispondere!<br/>'''Leshawna''': Io e lei abbiamo avuto una questione territoriale, ma ora abbiamo risolto tutto. Giusto Eather?<br/>'''Heather''': Assolutamente. Vuoi la mia cuccetta, Eva?<br/>'''Eva''': Voglio questa, {{NDR|di Bridget}} ammenoché per miss ti pugnalo alle spalle, che mi ha votato e mi ha fatto eliminare non sia un problema.<br/>'''Leshawna''': Senti, bella. Sai che c'è di nuovo? Dille pure in faccia quello che pensi di lei, ma non ti scordare che siamo tutte qui per vincere.<br/>'''Eva''': Hai detto bene, cicciona cosce grosse.<br/>'''Leshawna''': Oh oh oh! Ditemi che la maschiona con le guance a forma di carro armato non ha appena detto questa cosa!<br/>'''Gwen''': Calma, time out.<br/>'''Lindsay''': Non potremmo parlarne davanti a uno snack a basso contenuto calorico?<br/>'''Eva''': Poco male, tanto vinco io lo stesso.<br/>'''Bridget''': Ehi, grazie dell'intervento. <br/>'''Leshawna''': Oh, è stato un piacere. Nessuno offende le cosce di Leshawna. *'''Lindsay''': Accipicchia, non ci posso credere, quanto sono liscia. Grazie, Chip.<br/>'''Chris''': Chris, ti prego. *{{NDR|in confessionale}}: Se ha scelto Eva e lei ce la fa ad uscirne viva, quella si incavolerà a morte. ('''Gwen''') *Ecco il tuo cartellino, surfista. Servirà per identificare il tuo cadavere. ('''Eva''') *'''Chris''': Izzy, chi è la tua prossima vittima?<br/>'''Izzy''': Oh, io con il trattamento all'edera velenosa.<br/>'''Leshawna''' {{NDR|In confessionale}}: È una mia impressione o quella ragazza è completamente pazza?<br/>'''Chris''': Qui è Chris, sì, sì lo vuole fare lei eheh ok. {{NDR|Al telefono}}<br/>D'accordo, i giudici te lo permettono, ma vogliono sapere perché.<br/>'''Izzy''': Per capire che si prova.<br/>'''Chris''': Allora va tutto bene. *{{NDR|in confessionale}}': Non ci posso ancora credere, quanto sono venuta liscia. Comunque nomino Eva, perché fa più paura di Heather, Leguisha e Gwen messe insieme. ('''Lindsay''') ==Episodio 16, ''Caccia al tesoro''== *{{NDR|L'orso abbraccia Owen mentre dorme}} Oh cacchio cacchio cacchio cacchio cacchio... {{NDR|L'orso si infila in bocca la testa di Owen}} cacchio cacchio cacchio, {{NDR|L'orso si sveglia e gli ringhia contro}} cacchio infinito.  ('''Owen''') *'''Goeff''': Ma che cos...<br/>'''Chris''': Ora Goeff potrà coprire quell'orrendo tanfo con una boccetta del nuovo spray per il corpo Fetor! Fetor, per l'uomo che non deve puzzare mai.<br/>'''Geoff''': Mi sono immerso in una fossa biologica per una boccetta di colonia?! Bello. *{{NDR|in confessionale}}: Sono entrata perfettamente nello spirito del gioco. Sto manipolando questa sfida meglio della pasta per il pane. ('''Heather''') ==Episodio 17, ''Nascondino''== *'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: Beh, Heather è la mia migliore amica sull'isola. Certo, mi ruba le cose da mangiare, si prende i miei vestiti e mi affibbia nomignoli, ma è a questo che servono le m a d: migliori amiche donne. <br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: Non mi interessano le amiche, in questo mondo ci sono i lupi e ci sono le pecore e Lindsay è proprio una pecora, beeee. *'''Chris''': Ah, Lindsay, non avevi niente di meglio che nasconderti sotto le coperte? <br/>'''Lindsay''': Ti ho fregato, guarda che non è la mia cuccetta. *'''Gwen''': Ma dove si sarà nascosto Duncan? <br/>'''Owen''': E io che ne so? Non è che noi uomini abbiamo formato un'alleanza o roba del genere... Va bene, loro l'hanno fatto, ma io non c'entro niente... Mi hai tanato! I ragazzi hanno fatto un'alleanza e io ci sono entrato! Non dovevo dirtelo, però te l'ho detto lo stesso. Sei contenta adesso?<br/>'''Gwen''': Uhau, ho dovuto tirartelo fuori con le pinze. ==Episodio 18, ''Senza catene''== *'''Owen''': Vi ricordate la prima volta che siete andati in bici?<br />'''Duncan''': Altroché! Ho fatto un tale botto che mi è uscita la clavicola: si vedeva l'osso che spuntava dalla spalla. Che dolore!<br />'''Geoff''': Io ho fatto un tale volo sopra il manubrio che sono scivolato per un chilometro. {{NDR|ridacchia}} Mi si è staccata la pelle a pezzi.<br />'''Owen''': Oh, ma che volete che sia? A me è uscito l'avambraccio dal gomito, e ci sono voluti tre medici per tenermi mentre me lo tiravano per rimetterlo a posto.<br />'''Duncan, Owen e Geoff''': Ah, che bei tempi! *'''Lindsay''' {{NDR|rivolta a Heather}}: Sì!!! Hai vinto! Ce l'abbiamo fatta, siamo salve!<br />'''Chris''': Non è esattamente così; Heather è salva perché la sua bici ha raggiunto il traguardo per prima, ma siccome Duncan e Owen sono caduti e non hanno completato la corsa, tecnicamente non hanno proprio tagliato il traguardo, il che vuol dire che sei stata tu l'ultima a raggiungerlo e quindi...ti attende il Molo della Vergogna, piccola!<br />'''Lindsay''': Ok, io sono un po'confusa...<br />'''Heather''': Significa che non posso salvarti, a meno che io non ceda l'immunità, ma non posso farlo, troppo rischioso; tu mi capisci? <br />'''Lindsay''': Ma ho vinto, ti ho pure costruito la bici! <br />'''Heather''' {{NDR|sghignazzando}}: Non so di che cosa stai parlando, dovresti andartene con un po'di dignità, almeno verresti molto più carina nel replay.<br /> '''Lindsay''': Ma dovevamo arrivare insieme alla finale a tre!<br /> '''Heather''': Non credo proprio.<br /> '''Lindsay''': E non sei nemmeno triste? Noi siamo M.A.D.!<br /> '''Heather''': Sì, per la gara; questo non vuol dire che saremo grandi amiche nella vita fuori da qui. {{NDR|Lindsay rimane allibita}}<br />'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: Non ci posso credere che l'ha detto! {{NDR|fuori dal confessionale}} Non ci posso credere che l'hai detto, ma abbiamo fatto mignolino, insomma...ti ho aiutata tutto questo tempo e stai dicendo che non ti stavo nemmeno un po'simpatica??<br />'''Heather''': La verità? Non proprio. Che c'è? Non siamo qui per fare amicizie, siamo qui per diventare famosi, vi ricordate? <br />'''Duncan''': Wow, che freddezza, però!<br />'''Heather''' {{NDR|a Duncan}}: Perché tu invece giochi per la squadra? Sai solo andare in giro a far prendere i colpi alla gente!<br />'''Duncan''': Io almeno parlo in faccia alle persone!<br />'''Heather''': Non mi interessa, io ho ottenuto l'immunità, nessuno mi può toccare!<br />'''Gwen''': Per oggi!!<br />'''Lindsay''' {{NDR|a Heather, iniziando ad arrabbiarsi}}: Ma lo sai che sei veramente perfida?? E tutte le cose brutte che la gente dice di te sono vere, tipo che hai due facce, che pugnali alle spalle, che sei una brutta...!!! {{NDR|le fa il dito medio e spara una sequela interminabile di parolacce e insulti che lascia tutti a bocca aperta}} Io ho sempre detto che si sbagliavano, ti ho sempre difesa, perché pensavo che fossimo M.A.D., ma hanno ragione! Hai due facce, pugnali alle spalle e dici una marea di...!!! {{NDR|spara altre parolacce ancora più umilianti}} E sai un'altra cosa?! Non voglio più essere una M.A.D., preferisco stare tutto il giorno a guardare il sedere di Owen, piuttosto che fare shopping con te,e P.S.: le tue scarpe...fanno schifo!!! {{NDR|Heather rimane sotto shock}}<br />'''Gwen''' {{NDR|soddisfatta}}: Brava, gliele hai cantate! {{NDR|tutti quanti, animali compresi, ridono contenti}}<br />'''Heather''' {{NDR|furiosa}}: Fatti un tuffo tra i piranha!! <br />'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: Non so cosa mi sia successo. Aspetta, sì lo so! Heather è una grandissima p******!! ==Episodio 19, ''L’isola del terrore''== *'''Izzy''': Il tuo chiacchiericcio mi impedisce di pensare al pazzo assassino evaso dal carcere con la motosega e l'uncino.<br/>'''Owen''': Per mille vampate di fuoco è vero: il pazzo assassino. Ricordi quando è spuntato dal bosco per fare a pezzi la coppietta che stava limonando?<br/>'''Izzy''': Ma noi non stiamo limonando.<br/>'''Owen''': Oh, già.<br/>'''Izzy''': ... Che vuoi limonare?<br/>'''Owen''': Si. *'''Gwen''': Ok, lo so che gli attori che non hanno battute vengono pagati poco, ma dico sul serio, scusa. Fatti un impianto dentale e comprati un dentifricio. Ehi, vuoi un sandwich prima di infilzarmi con il tuo grosso e orrido uncino? Ok. Senti, piantala con questa farsa, va bene? Lo so che sei un attore con un uncino finto e francamente non metti nemmeno paura. {{NDR|L'assassino si toglie l'uncino mostrando il braccio senza mano}} Oh, che schifo. Come hanno fatto a farlo tutto bitorzoluto?<br/>'''Chris, Chef e gli altri concorrenti''': Gwen! È il vero evaso pazzo assassino che se ne va in giro con una motosega e l'uncino!<br/>'''Gwen''': Aaaaaah. {{NDR|Gli da dei calci in faccia}}<br/>'''Pazzo assassino''': Ahi, che dolore. Hai esagerato, questo te lo potevi proprio risparmiare. Basta, me ne vado. Mi trattavano molto meglio in carcere. ==Episodio 20, ''Wawanakwa selvaggia''== *Il naturalista è un tutt'uno con la vita selvaggia, è parte di essa. Stabilire un contatto visivo con le sue creature è fonte di pace, è fonte di fratellanza. Siamo una cosa sola, piccoletto, siii, una cosa sola e sei l'unico elemento che si frappone tra me e la vittoria, eppure ti voglio bene. {{NDR|Lo scoiattolo gli morde il naso}} ('''Owen''') *Sì, ho vinto la cena, sì. Voglio zuppa di anatra, anatra alla pechinese, anatra all'arancia, mousse di cioccolato, no: anatra al cioccolato. Ho vinto! ('''Gwen''') *'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: La cosa che sarò contenta di non rivedere mai più: il cibo di Chef.<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Sicuramente il cibo.<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Il cibo.<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: È davvero la più fetida<br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: Puzzolente<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Indecente<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Schifosa<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Vecchia<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Ammuffita<br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: Ispida<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Cattiva<br/>'''Heather''' {{NDR|in confessionale}}: E più disgustosa sbobba che io abbia mai dovuto mangiare. E poi i bagni<br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Le avete viste le latrine?<br/>'''Gwen''' {{NDR|in confessionale}}: Credo che non le abbiano mai pulite Eather: in trentacinque anni. <br/>'''Leshawna''' {{NDR|in confessionale}}: Ah, quanto puzzano<br/>'''Duncan''' {{NDR|in confessionale}}: Un vero tanfo ==Episodio 21, ''Gara di triathlon a tre braccia''== *{{NDR|in confessionale}}: Sei eterne settimane, non so quanto riuscirò a resistere. La persona che mi urta di più? Goeff: quel tizio è costantemente di buon umore. Nessuno al mondo è sempre di buon umore e se prova a dire solo un'altra volta amico o forte o mangia con la bocca aperta, beh credo che gli farò del male. ('''Gwen''') *'''Owen''' {{NDR|in confessionale}}: Mamma dice: "Se non hai in mente qualcosa di carino, tieni la bocca chiusa." In questo caso, Heather dovrebbe stare sempre zitta!!! È la donna più cattiva, più egoista e decisamente più s****** di tutta Kalamazoo!! Senza offesa.<br />'''Heather''' {{NDR|in confessionale insieme a lui}}: Oh, che vuoi che sia? Ti rispetto per questo. {{NDR|imbestialita}} Non ci riprovare!!! *'''Duncan''': Coraggio, pagaia. Sto facendo tutto il lavoro e la mia metà della canoa non è certo quella più pesante. <br/>'''Leshawna''': Oh, sto per infilare il remo in un posto dove non vorresti che lo infilassi.<br/>'''Duncan''': Beh, io sto per dartelo in faccia e sono sicuro che la cosa non ti piacerà.<br/>'''Leshawna''': Sul serio? Non penso che lo farai. Quando sei davanti a tutti ti comporti da duro, ma sotto sotto sei un semplice mollaccione.<br/>'''Duncan''': E chi lo dice?<br/>'''Leshawna''': Ce li ho gli occhi. Ti eri preso una bella cotta per Courtney e non provare a negarlo.<br/>'''Duncan''': Tutta qui la tua perspicacia? Bello sforzo, è così sexy.<br/>'''Leshawna''': Mi ha raccontato del coniglietto.<br/>'''Duncan''': Oh, miseria.<br/>'''Leshawna''': Non volevi che DJ pensasse che il suo amato coniglietto l'aveva abbandonato.<br/>'''Duncan''': Ok, va bene. Quando avevo sei anni scappò di casa Peter, il mio cane, e non volevo che DJ passasse quello che ho passato io.<br/>'''Leshawna''': Ah, lo sapevo. Sapevo che sotto quella scorza dura c'era un cuore generoso.<br/>'''Duncan''': Già, però evita di dirlo in giro, fammi questo favore, Leshawna. *Che bel ragazzo quel Justin. Guarda, anche la sua testa è straordinariamente sexy. Voglio dire è intagliata alla grande, no? Viene voglia di toccarla. Voglio dire per vedere se è veramente di legno, ahahah. ('''Owen''') ==Episodio 22, ''La spiaggia dei perdenti''== *Sai una cosa? Adoro essere una perdente. Questo posto si addice di più al mio stile. Se avessi saputo che sarei finita in questo paradiso mi sarei fatta eliminare fin dal primo episodio. ('''Lindsay''') *'''Chris''': Ok, avete visto come passano il loro tempo i perdenti. Adesso è il momento di scoprire cosa pensano sul conto dei cinque finalisti. <br/>'''Eva''': Non la sopporto proprio Eather. Colpa sua se sono bloccata in questo posto. Quella è un'invasata che ti pugnala alle spalle e io mi divertirò a guardarla affondare.  ==Episodio 23, ''Campo naufraghi''== *'''Owen''': Oh no. Non dirmi che hai... <br/>'''Chris''': Si. Per il signor cocco è arrivato il momento di recarsi sul molo della vergogna. <br/>'''Owen''': Noooo! Ma percheeeeé! Percheeeeé! <br/>'''Chris''': Datti una regolata, amico. Cominci a darmi i brividi. <br/>'''Owen''': Signor cocco! Noooo!  ==Episodio 24, ''Fuga dalla foresta''== *Pardon, monsieur. Ou est la biblioteque? ('''Chef''') *Ciao, signor scoiattolo... e ciao anche a te, signor procione... oh, buonasera, signor scimmione anakwa... Uh, scaaappaaaaa!! ('''Owen''') *'''Owen''': Duncan?<br/>'''Heather''': Owen?<br/>'''Duncan''': Eather?<br/>'''Heather''': Duncan?<br/>'''Gwen''': Eather?<br/>'''Heather''': Gwen?<br/>'''Duncan''': Gwen?<br/>'''Gwen''': Owen?<br/>'''Heather''': Bene. Adesso che abbiamo fatto l'appello, che cosa facciamo? Avete visto che bestione?<br/>'''Duncan''': Avrei potuto farlo fuori.<br/>'''Gwen''': Per questo ti sei messo a gridare come un bambino?<br/>'''Duncan''': Certo. Era un trucco per ingannarlo. Comunque sia, qui dentro siamo al sicuro.<br/>'''Owen''': Eeh. Dipende da cosa intendi per al sicuro.<br/>'''Heather''': Non avrei mai pensato di dirlo, ma... Owen, dimmi che la lingua che ho nell'orecchio è tua.<br/>'''Owen''': No, credo che siano i... pipistrelliiii! *{{NDR|in confessionale}}: Ho paura che Duncan sia arrabbiato con me. Forse avrei dovuto mettere da parte un dolcetto anche per lui. ('''Owen''') *'''Chef''': Questo doveva essere il mio giorno. Avrei dovuto mangiare i miei dolcetti e rilassarmi con le creme di Eather, mentre sbirciavo il diario di Gwen e mi pulivo le unghie dei piedi. A proposito, Duncan, devi affilare questo. {{NDR|Lancia a Duncan il coltello che gli ha rubato}} Infine avrei saccheggiato il nascondiglio degli snack di Owen, ma avete rovinato il piano! E quindi ecco la vostra maledetta immunità. {{NDR|Momento di Suspense}} Tu! Strozzati con questo. {{NDR|Il marshmallow va a Owen}} Tu sei fuori.<br/>'''Duncan''': Giusto, fammi tornare nel riformatorio. Almeno tra galeotti uno sa cosa aspettarsi. ==Episodio 25, ''Una sfida a tre''== *{{NDR|in confessionale}}: Vi siete accorti che la tavoletta del water assomiglia a un pancake? Uhahahah. {{NDR|La lecca}}  ('''Owen''') *'''Chris''': Mastica la gomma appena sputata da Harold. <br/>'''Owen''': Accetto la sfida in pieno! <br/>'''Chris''': Amico, è già masticata e l'ha masticata Harold. <br/>'''Owen''': Lo so, ma se l'ha conservata sarà di certo qualcosa di speciale... Uhm, corpacciosa, delicato aroma fruttato con un accenno di arancia, robusta e bilanciata, gusto estivo... ooh e c'è anche un croccantino. *'''Gwen''': Se mi aiuti a distruggere Eather dividerò la mia vincita con te. <br/>'''Owen''': E se non dovessi vincere? <br/>'''Gwen''': Ti offrirò una scatola di ciambelle.<br/>'''Owen''': Questo è un accordo difficile da rifiutare. Ci sto. Chris, scusami, voglio cedere la metà dei miei bonus. <br/>'''Chris''': Oh, beh, ok. Ne sei sicuro? <br/>'''Heather''': Ragazzi. Questa è una cospirazione, è veramente sleale. Chris, tira fuori il regolamento e procedi subito alla verifica. È evidente che vogliano allearsi per affossarmi. Ci dev'essere una regola per questa cosa. <br/>'''Chris''': Spiacente. La regola è questa: non esistono regole. Nada.  ==Episodio 26, ''Il gran finale''== *{{NDR|in confessionale}}: La compagnia? ... uno schifo. Un ammasso di idioti che ti pugnalano alle spalle, manipolatori, ipocriti, assetati di gloria, limitati, da rinchiudere sotto chiave, mezzi strampalati, psicotici, zotici, dispotici, bugiardi, sapientoni e fissati con le feste. Pazzi. Oh, sono stata più che fortunata a incontrare cinque persone sane di mente. {{NDR|Riferita a Owen, DJ, Bridget, Cody e Leshawna}} ('''Gwen''') ==Episodio 27, ''Ultima sfida''== *'''Harold''': Salute, Leshawna.<br/>'''Leshawna''': Salute, cicciobello. Uhm uhm, ti trovo in forma. Hai fatto ginnastica?<br/>'''Harold''': Te ne sei accorta? Un mio pensierino. {{NDR|Le offre un mazzo di fiori}} <br/>'''Leshawna''': Ascolta, Harold. Dobbiamo parlare di questa cosa. Cioè di me e di te. Sul pontile mi sono fatta prendere dall'emozione del momento, dovuta soprattutto all'eliminazione, sai? Voglio dire, secondo me siamo andati troppo in fretta. <br/>'''Harold''': Oh, no, ok. E posso continuare a parlarti eccetera? <br/>'''Leshawna''': Oh, Harold. Tu sei il ragazzo bianco più tosto e più strano che io abbia mai incontrato. Insomma, io e te siamo così. <br/>'''Harold''': Che Forza! Allora andiamo dietro un cespuglio e diamoci dentro. <br/>'''Leshawna''': Allora non senti quello che dico. Devo andare, scusa.<br/>'''Harold''': Io ti riconquisterò, Leshawna, perché ti amo!  *{{NDR|in confessionale}}: Già, io e Leshawna siamo molto legati. Scommetto che alla fine nascerà qualcosa tra noi e magari a trent'anni andremo a vivere insieme. Dovrò prima chiedere il permesso a mia madre, ma non ci saranno problemi. Probabilmente ci darà il semi interrato. Sarebbe fico.  ('''Harold''') *'''Gwen''': Per me il lato positivo di questo stupido gioco è aver conosciuto voi due. <br/>'''Trent''': Io penso la stessa cosa. <br/>'''Leshawna''': Non c'è dubbio. <br/>'''Gwen''': Vorrei tanto presentarvi i miei amici più intimi. {{NDR|Tira fuori le foto}} Questa è Marilyn, Cadaveronza e Mietitrice.  *Congratulazioni al nostro vincitore. Owen hai giocato alla grande, lottato alla grande, mangiato alla grande e scorreggiato alla grande. Non so come hai fatto, ma sei riuscito a battere gli altri concorrenti dell'isola e tra poco le tue tasche traboccheranno di formaggio! ('''Chris''') *'''Chris''': Che ne dici, Owen? Accetterai cento mila bigliettoni oppure punterai al milione di dollari? <br/>'''Owen''': ..... punterò al milioncino!!  *'''Heather''': Ehi ragazzi, mi rendo conto che abbiamo avuto le nostre piccole divergenze, ma che ne dite di collaborare? Siamo i quattro concorrenti più forti, insieme saremo inarrestabili. <br/>'''Leshawna''': Mi prendi in giro? Meglio infilarsi una leva d'acciaio nel naso, che stare in squadra con te. <br/>'''Heather''': Ah si? Beh, almeno io non sono una pettegola come te, col sederone, che fa la spesa al centro commerciale. <br/>'''Leshawna''': Ah, nessuno deve azzardarsi a puntarmi il dito in faccia.<br/>'''Gwen''': Basta, stiamo perdendo del tempo prezioso.<br/>'''Leshawna''': Uuh, questa non la passa liscia, gliela faccio pagare. *Ok, è una mia impressione o Izzy è completamente sconnessa? ('''Noah''') *{{NDR|in confessionale}}: Io sto rischiando di esplodere, uh. Dico davvero. Se mi costringono a passare un altro secondo con quelle due, mi butto giù dalla scogliera. ('''Justin''') *'''Heather''': Hai sentito anche tu quello che ho sentito io?<br/>'''Harold''': Cavolo, abbiamo perso.<br/>'''Heather''': Shh. La caccia non è ancora finita. Ehi, sei in grado di commettere un furtarello?'''Harold''': Certo, Eather. Una volta al campeggio estivo di informatica...<br/>'''Heather''': Zitto. *'''Courtney''': Oh, ce l'hai fatta, mio grande eroe.<br/>'''Duncan''': Ah, ho avuto ragazze più toste di lui e più scorfane... Ahi, la mia caviglia. Me la sono slogata, ahi! <br/>'''Courtney''': Duncan, è una cosa grave? <br/>'''Duncan''': Ho paura di sì. Non credo di poter camminare. Dovrai aiutarmi. <br/>'''Courtney''': Oh, lo sai che sei importantissimo per me, ma non posso permettere che mi rallenti. Mi dispiace. <br/>'''Duncan''': Aspetta! Vuoi lasciarmi qui? Ma come? Ho sfidato un alligatore per quella valigetta!<br/>'''Courtney''': Lo so, ma certe opportunità si colgono al volo, non cadono dagli alberi. {{NDR|Izzy cade da un albero su Courtney e prende la valigetta}} <br/>'''Izzy''': Che fortuna sfacciata... a parte la sua testa. <br/>'''Noah''': E così la tua donna ti ha voltato le spalle. Detesto certi spettacoli. Scommetto che adesso ti senti uno sfigato, non è vero? Un uomo a metà. <br/>'''Duncan''': Uomo quanto basta per staccarti la testa!  *'''Courtney''': Oh! Che succede? Questo posto non esiste nemmeno. Chris! Esci subito, vigliacco! Dico sul serio! {{NDR|Sbatte su una parete e scopre che l'isola è falsa}} <br/>'''Chris''': Oh, sembra incavolata. Meglio togliere il volume. Va meglio, no? Vuoi dell'altro paté? {{NDR|Ai monitor}} <br/>'''Chef''': Volentieri, amico. *'''Eva''': Sta attenta. Forse è una trappola.<br/>'''Noah''': Justin, il mio contrario. Così ci rincontriamo.<br/>'''Izzy''': Qualunque cosa faccia, non guardatelo negli occhi. Ha i superpoteri.<br/>'''Justin''': Dammi la valigetta.<br/>'''Izzy''': Vada retro, super sexy!<br/>'''Justin''': Io non avevo intenzione di farlo, ma non mi lasci altra scelta. {{NDR|Si toglie la maglietta}}<br/>'''Noah''': No, attenta, Izzy! Guarda da un'altra parte!<br/>'''Izzy''': Aah, non ci riesco. È troppo sexyssimo.<br/>'''Eva''': È così bello che si merita la valigetta.<br/>'''Justin''': Grazie, amore. *Non ci credo! Siamo sempre stati così vicini alla civiltà dei consumi! {{NDR|Si arrampica sul muro}} ('''Courtney''') *'''DJ''':Ragazzi, siate seri. Recuperiamo la valigetta senza abboccare nei suoi giochetti da trucido, giusto Owen?<br/>'''Owen''': Coosa? Oh giusto!<br/>'''Tyler''': Ora ridaccela o ti conciamo per le feste.<br/>'''Justin''': No.<br/>'''Tyler''': ... Adesso che facciamo?<br/>'''Cody''': Guarda! Ci sono i paparazzi! {{NDR|Riprendono la valigetta mentre si distrae}} *'''Leshawna''': Bravi! E adesso? {{NDR|Dopo che uno squalo mangia la valigetta}}<br/> *'''Chris''': E così addio valigetta. Siete dei veri fenomeni. Non volevo essere costretto a farlo, ma visto che nessuno dei partecipanti ha ufficialmente vinto, avete ufficialmente pareggiato. Il che vuol dire che avrete tutti un'altra possibilità di vincere il milione di dollari. Ma nella seconda stagione, però. <br/>'''Leshawna''': Ha detto seconda stagione? <br/>'''Heather''': Aha? Scordatelo, io non torno sull'isola. <br/>'''Lindsay''' {{NDR|in confessionale}}: La seconda stagione la seconda stagione! Diventerò molto più famosa di quanto immaginassi. Spero di avere la possibilità di rifarmi il colore. <br/>'''Duncan''': Ne ho abbastanza. Non sapevo di una seconda stagione. <br/>'''Chris''': Si, hai anche firmato. Si chiama clausola, amico. Leggetela, vivetela, amatela. <br/>'''Gwen''': Io detesto le clausole capestro. <br/>'''Chris''': Quanto alla vostra formazione la caccia al tesoro finisce qui, con tutte le speranze di poter vincere una bella sommetta alla fine dello spettacolo. La bella notizia è che ve ne starete alla finestra a godervi la seconda stagione con tutto il suo para piglia.<br/>'''Courtney''': Un momento, voglio esserci anch'io nella seconda! <br/>'''Chris''': Alt alt alt alt eheheh leggere clausola.  ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Serie televisive d'animazione]] 9jzwuifzxkztqffhmu3mgqg5stmpjjv Maria Emanuela Desio 0 71756 1221287 808937 2022-08-07T08:20:34Z 5.168.228.134 wikitext text/x-wiki '''Maria Emanuela Desio''' (1937 – ...), scrittrice italiana, figlia di [[Ardito Desio]]. *A cinquant'anni dalla conquista del [[K2 (caso)|K2]] La Garzanti ha ripubblicato il libro di mio padre ''La conquista del K2'', una testimonianza imprescindibile per capire quello che avvenne allora.<ref>Dall'edizione speciale supplemento a ''[http://www.passionemontagna.it/Edicola/LoScarpone/062004.htm Lo Scarpone]'' n. 6 giugno 2004.</ref> *[[Ardito Desio|Mio padre]] non è mai stato alpinista: come fa a rispondere su ciò che è accaduto a 8.000 metri?<ref>Da ''«Mio padre non è mai stato alpinista: come fa a rispondere su ciò che è accaduto a 8.000 metri?»'', ''la Repubblica'', 22 giugno 2004.</ref> ==Note== <references /> {{stub}} {{DEFAULTSORT:Desio, Maria Emanuela}} [[Categoria:Scrittori italiani]] k9t0yuzvut3t5v0m045sgl8yp3q8dxl Uccisione 0 80367 1221168 1218700 2022-08-06T14:01:45Z Spinoziano 2297 +1 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Albrecht Dürer, Cain Killing Abel, 1511, NGA 6789 (cropped).jpg|thumb|''Caino uccide Abele'' ([[Albrecht Dürer|A. Dürer]])]] Citazioni sull''''uccisione'''. ==Citazioni== *C'è una emozione più forte di uccidere: lasciare in vita! ([[James Oliver Curwood]]) *Caratteristica essenziale di ogni uomo saggio è non uccidere nessun essere vivente. (''[[Saman Suttam]]'') *Chi uccide, uccide sé stesso. E il peggiore è chi permette che si uccide. ([[Roberto Benigni]]) *Ci sembra anche naturale uccidere per divertimento e dire che è sport, come fanno i cacciatori, o affermare che è necessità, come fanno gli statisti, o asserire che è giustizia, come fanno i benpensanti. ([[Ferruccio Alessandri]]) *Ciò che può permettere di uccidere è temuto, ciò che non serve direttamente ad uccidere è solo utile. ([[Elias Canetti]]) *Dovrai perciò insegnare agli uomini mondani che si esercitano nel ''[[samādhi]]'' a non uccidere. Questo è chiamato il profondo insegnamento del Buddha sul secondo atto determinante. Perciò, Ānanda, se non si smette di uccidere, l'esercizio del ''dhyāna-samādhi'' è come gridare tappandosi le orecchie nella speranza che la gente non oda le grida, oppure come cercare di nascondere qualcosa che è già sotto gli occhi di tutti. ([[Gautama Buddha]], ''[[Śūraṃgama sūtra]]'') *È difficile uccidere una creatura una volta che ti ha fatto vedere la sua [[coscienza]]. ([[Carl Sagan]]) *La [[Regole dai videogiochi|regola]] base quando si decide di uccidere qualcuno è di non metterla troppo sul personale. (''[[Max Payne]]'') *La specie umana è l'unica che trae profitto dall'uccisione dei suoi simili. ([[Henri Laborit]]) *Morire è brutto, ma uccidere è peggio. Io provo la stessa pena per chi uccide e per chi muore. Voi vi preoccupate solo dei morti e non pensate mai a quelli che li hanno uccisi, che sono smarriti, nel buio, perché non sanno più amare. (''[[Cercasi Gesù]]'') *Nessun essere umano, superata la spensierata età della fanciullezza, vorrà uccidere per semplice piacere una qualsiasi creatura che vive nella sua stessa maniera. ([[Henry David Thoreau]]) *Non uccidere. (''[[Libro dell'Esodo]]'') *Penso che finché l'uomo torturerà e ucciderà gli animali, torturerà e ucciderà anche gli esseri umani – e vi saranno le guerre – perché uccidere viene praticato e appreso poco a poco. ([[Edgar Kupfer-Koberwitz]]) *Quando uccidere diventa facile come respirare, è il momento di fare qualcosa per l'alito. (''[[Rat-Man]]'') *Quei freni che evitano un danneggiamento o addirittura l'uccisione dei compagni di specie devono essere il più possibile forti e sicuri presso quelle specie animali che, essendo predatori abituali, sono provviste di armi adatte all'uccisione rapida e sicura di grosse prede, e pur tuttavia vivono in formazioni sociali. ([[Konrad Lorenz]]) *Raramente ci soffermiamo a riflettere che l'animale che uccide con meno ragioni per farlo è l'animale umano. Consideriamo feroci i leoni e i lupi perché uccidono; ma essi devono uccidere, o morire di fame. Noi uccidiamo gli altri animali per divertimento, per soddisfare la nostra curiosità, per adornare il nostro corpo, per compiacere il nostro palato. ([[Peter Singer]]) *Se l'uccisore crede di uccidere, se l'ucciso crede di essere ucciso, né l'uno né l'altro hanno la conoscenza vera: in realtà non vi è né uccisore né ucciso. (''[[Kaṭha Upaniṣad]]'') *Se tutti coloro che abbiamo ucciso col pensiero scomparissero davvero, la terra non avrebbe più abitanti. ([[Emil Cioran]]) *Se uccidere è un dovere, perché non farlo senza [[odio]]? ([[Avner]]) *Se un uomo comincia a uccidere, prima o poi la sua anima muore. ([[Amalgam Comics]]) *Si dice che è difficile togliere la vita a qualcuno, io avrei detto che era più difficile non farlo. Per un essere umano uccidere è la cosa più naturale del mondo, siamo creati per farlo. (''[[Nymphomaniac]]'') *Uccidere è male (e inebriante) perché ci sentiamo sottratti alla morte che noi infliggiamo. ([[Simone Weil]]) *Uccidere è un po' come fare l'amore, una specie di volontà di possesso. ([[Patricia Highsmith]]) *Uccidere non è come fumare. Si può smettere. (''[[Basic Instinct]]'') *Uccidere porta sfortuna. Ogni tribù che vive di caccia ha i suoi rituali di purificazione. Chi è troppo civilizzato finisce per scordare queste cose. (''[[Wolverine (fumetto)|Wolverine]]'') *Uccidere senza motivo è oggi la terribile vendetta contro la vita che possono mettere in atto tutti coloro che si sentono in credito verso la vita. E purtroppo chiunque oggi può sentirsi in credito verso la vita. ([[David Grieco]]) *Uccidere un essere vivente è come uccidere se stessi. (''[[Saman Suttam]]'') *Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone. ([[Fëdor Dostoevskij]]) ===''[[Gomorra - La serie]]''=== *Accidere è 'na strunzata! ([[Gomorra - La serie (prima stagione)|prima stagione]]) *– Comm'è accidere a coccheduno?<br>– Comm'a nascere: nisciuno l'ha maje chiesto. ([[Gomorra - La serie (terza stagione)|terza stagione]]) *Je 'o saccio che state penzanno! Voi dividete il mondo in quelli che non uccidono e in quelli che uccidono, e vi pensate che siccome io sono una femmina appartengo alla prima categoria, ve sbagliate! ([[Gomorra - La serie (prima stagione)|prima stagione]]) ==Voci correlate== *[[Assassino]] *[[Omicidio]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'|w_preposizione=riguardante l'}} [[Categoria:Cause di morte]] [[Categoria:Violenza]] kx8gflxlwxpsihhqes3o28owvc41j1u Utente:Dread83/Ricerca fonti 2 85057 1221188 1220818 2022-08-06T15:24:21Z Dread83 47 /* M */ wikitext text/x-wiki Questa pagina nasce con l'intento di organizzare la ricerca delle fonti e il controllo delle citazioni. __NOINDEX__ ==Ricerca fonti== {{indicedx}} *[[:Categoria:Senza fonte in discussione|Senza fonte in discussione]] *'''Voci [[:Categoria:Da controllare|da controllare]]'''. **[[Utente:Dread83/Da controllare|Ultimi inserimenti]]. ===Archivi storici di giornali=== *[http://ricerca.repubblica.it/ la Repubblica] - Dal 1984 **[http://periodici.repubblica.it/venerdi/ Il venerdì di Repubblica] - Dal 2005 *<del>[http://archiviostorico.corriere.it/ Corriere della Sera] - Dal 1992</del> a pagamento *[http://www.lastampa.it/archivio-storico/ La Stampa] - Dal 1867 al 2005 **[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_query.jsp La Stampa] - Dal 1992 *[https://archivio.unita.news/ L'Unità] - 1946-2014 *[http://archiviostorico.gazzetta.it/sitesearch/ArchivioStoricoPay.html Gazzetta dello Sport] - Dal 1997 *[http://www.adnkronos.com/IGN/Archivio/ Adnkronos] - Dal 1996 *[http://dolciricordi.altervista.org/viaggiandofralestelle/giornali.html Tutti i giornali] ==Controllo== (''Sono esclusi i film e i cronisti'') ====A==== *[[Abraham Lincoln]] **Possibili fonti su [[:en:Abraham Lincoln|en.wiki]]. *<del>[[Abel Bonnard]]</del> {{fatto}} *[[Achille Varzi]] **Citazione riportata in siti su Nuvolari. *[[Adolf Brand]] **Citazione (frammentaria) copiata da Wikipedia; fonte sconosciuta. *[[Adolf Hitler]] **Voce mal messa; **Le citazioni dal ''Mein Kampf'' sono prive di indicazioni bibliografiche. *[[Agatha Christie]] *[[Al Pacino]] **Probabilmente da un film; alcuni indicano ''[[L'avvocato del diavolo]]'' e ''[[Il padrino]]'', ma non trovo riscontro. *[[Albert Camus]] **Non saremo: Intuitions, Youthful Writings *[[Alberto Ronchey]] **Niente sui 3 archivi; prima del 1997. *[[Aldous Huxley]] **Aveva...: Il tempo si deve fermare **Forse la terra...: da Punto contro punto. *[[Alexander Pope]] **Ad ogni parola: ''Il ricciolo rapito''. *[[Alexandre Dumas (figlio)]] **Affari?: La Question d'argent *[[Alfred de Musset]] **Chiunque...: da ''Poesie nuove''. *[[Amos Bronson Alcott]] **To be ignorant of one's ignorance is the malady of the ignorant : ''Table talk''. *[[Anatole France]] **È nella natura umana: da ''Il libro del mio amico''. **L'opinione degli altri: ''I desideri di Jean Servien'' **La gente che: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Lusingarsi di essere: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard'' **Solo gli uomini: ''L'anello di ametista'' (Solo gli uomini a cui non piacciono le donne si interessano agli abiti femminili. Gli uomini a cui le donne piacciono non si accorgono nemmeno di come son vestite.). *[[André Gide]] **C'è un limite (il est un degré dans la confidence que l'on ne peut dépasser sans artifice, sans se forcer): ''Correspondance: 1913-1934'' *[[Anita Loos]] **''Gli uomini preferiscono le bionde''. *[[André Malraux]] **È difficile: ''Il tempo del disprezzo'', prefazione *[[Anne Dickson]] **Potrebbe trattarsi di uno scambio di persona. **Ha scritto: ''Pensieri sotto il cuscino'', ''Pensieri sotto il cuscino per illuminare tutto l'animo'' (2 libri di aforismi?), ''Conversazioni difficili''. *[[Antoine de Saint-Exupéry]] **Chiunque ami (Quiconque aime d'abord l'approche de l'amour ne connaîtra point la rencontre): ''Cittadella''. **La tecnologia (la macchina): ''Terra degli uomini'' **L'aeroplano: ''Terra degli uomini'' *[[Anton Čechov]] **Forse: Taccuini (Quaderni). **La buona educazione: Taccuini (Quaderni). **La capacità: Taccuini (Quaderni). **La morte: Biancafronte ? *[[Antonin Artaud]] **''Scritti di Rodez''. *[[Antonio Tabucchi]] **''Il racconto...'': da ''Racconti'' ? ***Niente in ''Notturno indiano'', ''Sogni di sogni''. *[[Antonin Artaud]] **Messaggi rivoluzionari *[[Aristotele]] **Amare è gioire: ''Etica eudemia'' (?) **Ci si dovrebbe comportare: ''Etica nicomachea'' (?) **Dopo che le abilità pratiche: ''Metafisica'' (?) *[[Arthur Miller]] **La parola: ''Dopo la caduta''. *[[Arthur Schopenhauer]] **Change alone is eternal, perpetual, immortal: attribuita. **La felicità è come l'elemosina: ''Sulla felicità e sul dolore''. **Il principio dell'onore: ''In-quarto''. ====B==== *[[Beato Angelico]] **Vennero scritti due epitaffi, verosimilmente da Lorenzo Valla. Il primo, perduto, si doveva trovare su una lapide alla parete e recitava: «La gloria, lo specchio, l'ornamento dei pittori, Giovanni il Fiorentino è conservato in questo luogo. Religioso, egli fu un fratello del santo ordine di San Domenico, e fu lui stesso un vero servo di Dio. I suoi discepoli piangono la morte di un così grande maestro, perché chi troverà un altro pennello come il suo? La sua patria e il suo ordine piangono la morte di un insigne pittore, che non aveva uguali nella sua arte» . *[[Benito Mussolini]] **Molte citazioni sono in ''Scritti e discorsi''. *** (Balbo) 1945. *[[Bernardo Bertolucci]] **Forse dal film ''[[Il tè nel deserto]]'' *[[Bertolt Brecht]] **Tutte le arti: <del>Scritti sulla letteratura e sull'arte</del> Scritti teatrali (?) *[[Bertrand Russell]] **La filosofia è un tentativo...: Saggi impopolari **Può sembrare strano che...: Religione e scienza *[[Blaise Pascal]] **L'eccitamento che un: '''Niente nelle opere complete'''; "The excitement that a gambler feels when making a bet is equal to the amount he might win times the probability of winning it" - Mathematical Maxims and Minims, Nicholas J. Rose, 1988. "Pascal argues that the value of a game is the prize to be won times the probability of winning it.", ''The Statistical Pioneers'', 1984. **L'uomo è l'errore di Dio: '''Niente nelle opere complete'''; {{cfr}} [[Friedrich Nietzsche]], ''Il crepuscolo degli idoli'', "E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?". [[Isaac Bashevis Singer]], ''Siddah e Kuziba''. **Non pensare quello che penso io: '''Niente nelle opere complete''' **Ritengo che contro chiunque: '''Niente nelle opere complete'''. [[Émile Boutroux]], ''[[s:fr:Pascal_(Boutroux)/5|Pascal]]'': ''L’homme est un problème dont la solution ne se trouve qu’en Dieu''. *[[Borís Leonídovič Pasternàk]] **L'arte: ''Della modestia e del coraggio''. **Sei l'ostaggio dell'eternità: dalla poesia ''Notte''. ====C==== *[[Camilla Cederna]] **L'espresso, 1990. *[[Carl Gustav Jung]] **Il fanatismo altro non è se non un dubbio ipercompensato: ''Tipi psicologici''. *[[Carlo Bo]] **Possibile citazione completa: «L'uomo che legge, l'uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose contrappone le idee, agli oggetti i pensieri. Che cos'è in fondo un libro se non un frammento della seconda realtà sognata, ipotizzata, meditata? Il bisogno di leggere è prima di tutto il bisogno di restare con se stessi» *[[Charles Baudelaire]] **''Those men get along best with women who can get along best without them''. *[[Charles Bukowski]] **L'individuo equilibrato è un pazzo (''The well balanced individual is insane''): ''Taccuino di un vecchio sporcaccione'' (un'edizione integrale) **''La donna non è niente più che alcune parole'': ''Notations from a Muddled Indolence'', da ''At Terror Street and Agony Way'' ***Anche in ''The Roominghouse Madrigals''. ***Non è in ''Poesie (1955-1973)''. ***E' sicuramente in uno di questi 3 libri: ''Notte imbecille'', ''Non c'è niente da ridere'', ''Nato per rubare rose''. **Scrivere poesie non è difficile: "the living that is sometimes difficult", ''Urla dal balcone''. **Parlare di morte è come parlare di denaro: da ''Notte imbecille''. **Ti aspetti di trovare poesia: da ''Notte imbecille''. *[[Charles Caleb Colton]] **Molte citazioni potrebbero provenire da ''Lacon''. *[[Charles Dickens]] **Trovare traduzioni: ***Bere gin: da ''Sketches by Boz'' (''Trilogia di Londra''). ***Con l'affetto: da ''Martin Chuzzlewit''. ***La carità: da ''Martin Chuzzlewit''. ***Lega un albero: ''Dombey e Figlio''. **''All the year round'', Vol.15, 1876, p.281. *[[Clive Staples Lewis]] **L'umanità non passa: da ''L'allegoria dell'amore''. **Superato il primo choc da ''Il problema della sofferenza''. ====D==== *[[David Herbert Lawrence]] **Conosciamo questi nuovi: Art-Nonsense and Other Essays di Eric Gill (recensione) **La pornografia: da ''Oscenità e pornografia''. *[[Dean Acheson]] **''I try to be as philosophical as the old lady from Vermont who said that the best thing about the future is that it only comes one day at a time''. *[[Denis Diderot]] **Con la virtù: lettera del 18 luglio 1762 a Sophie Volland (''Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762''). **Ho visto spesso un attore: ''Paradosso sull'attore'' **L'amore toglie: ''Paradosso sull'attore'' *[[Diego Abatantuono]] ** Epoca(?) ** Indipendente di venerdì 18 dicembre 1993. *[[Dino Risi]] **Intervista al settimanale ''Oggi'' del 31 maggio 1993. ====E==== *[[Edgar Allan Poe]] **Dichiarare la propria viltà: Marginalia ? *[[Edith Wharton]] **''I ragazzi'' *[[Elio Toaff]] **''Mehr als alle anderen haben wir Gelegenheit gehabt, dieGüte und Edelmütigkeit des Papstes während der Jahre der Verfolgung und des Schreckens kennenzulernen.'' (''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 4 marzo 1963) *[[Émile Zola]] **La civiltà non raggiungerà: [https://quoteinvestigator.com/2018/06/29/last-stone/] *[[Ennio Flaiano]] **''Coraggio, il meglio è passato'': citato ne ''[[La terrazza]]'', di Scola (1980). *[[Enzo Biagi]] **Sette, 2004 (Diciamoci tutto) *[[Eric Ambler]] **''La maschera di Dimitrios'' (edizione integrale). *[[Erich Fromm]] *[[Erich Maria Remarque]] **Potresti diventare: Arco di trionfo *[[Ernest Hemingway]] **Mai pensare: Introduzione a ''Treasury for the free world''. **Essere un padre di successo: ''Papa Hemingway''. **Non confondere: ''Papa Hemingway''. *[[Eugène Ionesco]] **È la nostra propria mediocrità: da ''Il solitario''. *[[Eugenio Montale]] # Versi di Luca Ghiselli? *[[Ezra Pound]] **La vostra mente: ''Portrait d'une femme'' ====F==== *[[Fernando Pessoa]] **1. ''Cessa o teu canto''. *[[Francis Scott Fitzgerald]] **A diciotto anni: da ''Maschiette e filosofi''. **Mostratemi un eroe: ''Notebook E'' (1945). *[[François de La Rochefoucauld]] **Le promesse di certi uomini sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure ma si rilevano inconsistenti e insidiose. ***Nulla su Google Libri, in italiano, inglese o francese. ***Niente negli archivi dei giornali. ***Contiene un possibile errore: ''rilevano'' invece di ''rivelano''. ***Non è nelle ''Massime''. ***Non è nelle ''Massime'' di [[Marguerite de la Sablière]]. ***Inserita nel 2006, non si trova prima del 30 giugno 2002. *[[François-René de Chateaubriand]] **Il cuore sente: Saggio sulle rivoluzioni *[[Françoise Sagan]] **Castello in Svezia *[[Franz Kafka]] **Ogni rivoluzione evapora: ''Colloqui con Kafka''. **La giovinezza: ''Colloqui con Kafka''. *[[Friedrich Nietzsche]] **Che differenza resta... : ''Nachgelassene Fragmente'', 14, 159. ***Non è in ''La volontà di potenza'' (Bompiani). ***Rimangono da controllare ''La volontà di potenza'' (N&C) e ''Frammenti postumi''. **E io sopporto soltanto: ''Frammenti postumi'', 8, 2. *[[Friedrich Schiller]] **È pericoloso svegliare: ''La canzone della campana''. **La pace raramente: ''Guglielmo Tell''. **La vita è solo errore: Cassandra. *[[Friedrich Schlegel]] **''So ist es denn endlich dahin gekommen, daß nachdem erst die Revolution von unten, dann die Revolution von oben, ihre volle Zeitperiode hindurch ausgewütet hatten, nun noch ein neues politisches Unheilsphänomen, als erstes eigentümliches Zeichen der neuesten, eben jetzt beginnenden Epoche hervorbricht. Ich möchte es die Revolution aus der Mitte heraus nennen.'' Signatur des Zeitalters, in: Concordia. Eine Zeitschrift ====G==== *[[Gabriel Garcia Marquez]] **Mi sembra che dall'impero romano: intervista, Messaggero del 7 settembre 1992. *[[Galeazzo Ciano]] **Potrebbe essere di [[Giuseppe Bottai]], dal ''Diario''. *[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]] **L'istruzione è: Lineamenti di filosofia del diritto, Aggiunte redatte da Eduard Gans, § 151. *[[George Eliot]] **''Avete delle parole così forti'': Felix Holt. **I pensieri (''Our thoughts are often worse than we are''): Scenes of Clerical Life. **''L'inizio del pentimento'': Felix Holt. **''La crudeltà'': Scenes of Clerical Life (Janet's Repentance). **''La vita può essere misurata'': Felix Holt. **''La razza è più forte del pascolo.'': Silas Marner. **''Niente è così bello'': Silas Marner. **''Non c'è alcuna vita privata'': Felix Holt. **''I have the conviction that excessive literary production is a social offense'': lettera (1871), in J.W. Cross, ed., George Eliot's Life as Related in Her Letters and Journals (1885) **''Un pugno'' (Blows are sarcasms turned stupid): Felix Holt. ** I remember how, at Cambridge, I walked with her once in the Fellows’ Garden of Trinity, on an evening of rainy May; and she, stirred somewhat beyond her wont, and taking as her text the three words which have been used so often as the inspiring trumpet-calls of men—the words God, Immortality, Duty—pronounced, with terrible earnestness, how inconceivable was the first, how unbelievable the second, and yet how peremptory and absolute the third. [https://www.bartleby.com/309/1001.html] *<del>[[Georges Bernanos]]</del> {{fatto}} *[[George Bernard Shaw]] **Che tu creda o no: ''Androclo e il leone''. **L'uomo può arrivare: ''Candida'' **Mi piace la convalescenza: ''Torniamo a Matusalemme'' *[[George Orwell]] **Chi è vincente ora: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' **Il fine di uno scherzo non è: Saggio ''Funny, but not vulgar'' **Il modo più veloce di finire una guerra è perderla: saggio ''Second Thoughts on James Burnham'' *[[George Santayana]] **Il caos è un nome: ''Dominations and Powers''. **Lo scetticismo è la castità dell'intelletto: ''Scetticismo e fede animale''. *[[Giacomo Casanova]] **Fonti in [[:de:Giacomo Casanova|de.wikiquote]]. Il guaio di Casanova è che ha scritto in francese, serve una traduzione. *[[Gianfranco Funari]] **La donna più importante: Novella 2000 del 29 maggio 1993. *[[Giorgio Manganelli]] **Serve a qualcosa il paradiso? O la sua perfezione include l'inutilità? ***Prima di gennaio 2000. ***Niente negli archivi di Repubblica, Corriere della Sera e La stampa. ***Checklist: ****<del>''[[Hilarotragoedia]]'', Feltrinelli, Milano, I ed. 1964; Adelphi, Milano, 1987</del> **** <del>''La Letteratura come menzogna'', Feltrinelli, Milano, 1967; Adelphi, Milano, 1985</del> **** <del>''Nuovo commento'', Einaudi, Torino, 1969; Adelphi, Milano, 1993</del> **** <del>''Agli dèi ulteriori'', Einaudi, Torino, 1972; Adelphi, Milano, 1989</del> **** <del>''Lunario dell'orfano sannita'', Einaudi, Torino, 1973; Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Cina e altri orienti'', Bompiani, Milano, 1974; Adelphi, Milano, 2013</del> **** ''In un luogo imprecisato'', Rai, Roma, 1974 **** ''A e B'', Rizzoli, Milano, 1975 **** ''Sconclusione'', Rizzoli, Milano, 1976 **** <del>''Pinocchio: un libro parallelo'', Einaudi, Torino, 1977; Adelphi, Milano, 2002</del> **** ''Cassio governa a Cipro'', Rizzoli, Milano, 1977 **** <del>''Centuria: cento piccoli romanzi fiume'', Rizzoli, Milano, 1979; a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1995</del> **** ''Amore'', Rizzoli, Milano, 1981 **** ''Angosce di stile'', Rizzoli, Milano, 1981 **** <del>''Discorso dell'ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi'', Rizzoli, Milano, 1982; a cura di [[Salvatore Silvano Nigro]], Adelphi, Milano, 2017</del> **** ''Dall'inferno'', Rizzoli, Milano, 1985; Adelphi, Milano, 1998 **** ''Tutti gli errori'', Rizzoli, Milano, 1986 **** ''Laboriose inezie'', Garzanti, Milano 1986 **** ''Rumori o voci'', Rizzoli, Milano, 1987 **** <del>''Salons'', Franco Maria Ricci, Milano, 1987, Adelphi, Milano, 2000</del> **** <del>''Improvvisi per macchina da scrivere'', Leonardo, Milano, 1989; Adelphi, Milano, 2003</del> **** ''Antologia privata'', Rizzoli, Milano, 1989; Quodlibet, Macerata, 2015 **** G. Manganelli-[[Cesare Garboli]], ''Cento libri per due secoli di letteratura'', Archinto, Milano, 1989 **** <del>''Encomio del tiranno: scritto all'unico scopo di fare dei soldi'', Adelphi, Milano, 1990</del> **** ''Due lettere di Giorgio Manganelli'', Adelphi, Milano, 1990 **** <del>''La palude definitiva'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1991</del> **** <del>''Il presepio'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Esperimento con l'India'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del> **** <del>''Il rumore sottile della prosa'', a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1994</del> **** <del>''La notte'', a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, Milano, 1996.</del> **** <del>''Le interviste impossibili'', Adelphi, Milano, 1997</del> **** ''Il delitto rende ma è difficile'', con un'intervista alla figlia Lietta a cura di [[Ugo Cornia]], Comix, Modena, 1997 **** ''Solo il mio corpo è reale : note su Stephen Spender'', a cura di Luca Scarlini, Via del vento, Pistoia, 1997 **** ''De America: saggi e divagazioni sulla cultura statunitense'', a cura di Luca Scarlini, Marcos y Marcos, Milano, 1998 **** ''Contributo critico allo studio delle dottrine politiche del '600 italiano'', a cura di Paolo Napoli, con un saggio introduttivo di [[Giorgio Agamben]], Quodlibet, Macerata, 1999 **** ''Le foglie messaggere. Scritti in onore di Giorgio Manganelli'', a cura di Viola Papetti, Editori riuniti, Roma, 2000 [contiene inediti] **** ''Cerimonie e artifici : scritti di teatro e di spettacolo'', a cura di Luca Scarlini, Oedipus, Salerno, 2000 *****Niente in ''La favola pitagorica'', ''Ti uccidero, mia capitale'', ''Concupiscenza libraria'', ''Un'allucinazione fiamminga'', ''L'isola pianeta e altri settentrioni'', ''Vita di Samuel Johnson'', ''La penombra mentale''. ***Niente in Alda Merini, ''La scopata di Manganelli'' *[[Giovanni Falcone]] **1. Non è in ''Cose di Cosa Nostra''. *[[Giovanni XXIII]] **''I fioretti di papa Giovanni'', Henri Fesquet. *[[Gilbert Keith Chesterton]] **Il vero modo: ''I vantaggi di avere una sola gamba'' in ''Tremendous Trifles'' (''Tremende bazzecole'') *[[Gore Vidal]] **Il sesso: ''Sex, Death and Money''. *[[Guillaume Apollinaire]] **''Una struttura diventa'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''La geometria è'': da ''Les Peintres cubistes''. **''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''. **''L'amore'': da ''Adieu!'', in ''Poèmes à Lou''. *[[Günter Grass]] **Art is uncompromising and life is full of compromises. ―Quoted by Arthur Miller in the Paris Review, 1966 *[[Gustave Flaubert]] **I coniugi: Lettera, 25 gennaio 1880. **Il cuore: 19 gennaio 1840. **L'auteur dans son œuvre doit être comme Dieu dans l'univers... *[[Guy de Maupassant]] **La storia: Sull'acqua (l’histoire, cette vieille dame exaltée et menteuse) ====H==== *[[Henrik Ibsen]] **Gli amici: André Gide, prefazione a Conjdon: Friends are dangerous, not so much for what they make us do as for what they keep us from doing. (from the Correspondence) *[[Henri Bergson]] **''Le due fonti della morale e della religione'' *[[Henri Duvernois]] **Jamais, je le sens bien, sa présence sera à la hauteur de son absence. ''Une dame heureuse'' *[[Henri Michaux]] **''Brecce''. *[[Henry David Thoreau]] **Gli amici non vivono: ''Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack'' (parte omessa in ''Opere scelte'') **Il massimo che posso fare per un amico: Diario (7 febbraio 1941) *[[Henry Fielding]] **A chi nulla è stato dato: ''Joseph Andrews'' *[[Henry Miller]] **Il surrealismo: ''“An Open Letter to Surrealists Everywhere,” The Cosmological Eye'' (Lettera aperta ai surrealisti d'ogni paese, in ''Max e i fagociti bianchi''). **La storia del mondo: "Domenica dopo la guerra". *[[Hermann Hesse]] **Il prodigio della...: Die Welt im Buch **La funzione del poeta: ''Sull'amore'' (?) *[[Honoré de Balzac]] **''Ce qui fait les qualités du mari qu'on aime fait les dèfauts du mari qu'on n'aime pas''. **La gloria è un veleno: ''Una figlia d'Eva''. **''Le vieillard est un homme qui a diné et qui regarde les autres manger'': ''Correspondance'' ====I==== *[[Ian McEwan]] **''L'amore fatale'' **''A new license for liberty'', Guardian (30 aprile 1990), p. 19. ** Guardian (London, May 26, 1983). *[[Ignazio Cantù]] **Alcune citazioni potrebbero essere del fratello, [[Cesare Cantù]]. *[[Ignazio Silone]] **Due citazioni tratte da discorsi pubblici (?), difficile reperire una trascrizione precisa. ***''Comunisti ed ex comunisti'': prima del 1961. *[[Immanuel Kant]] **Che cosa significa orientarsi nel pensiero. *[[Indro Montanelli]] **''Ci manca un Berlinguer'': da ''La Voce'', fra il 22 marzo 1994 e il 12 giugno 1994. **In un'intervista alla Stampa: dal Giornale del 20 maggio 1993. **Sempre più si diffonde sulla nostra stampa: da ''Il giornale'', 29 maggio 1993. **Sulle donne s'è detto di tutto: La Voce, 1994. **Un giorno dissi al cardinal Martini: ''Il Venerdì'' di Repubblica, 21 gennaio 1994. *[[Isaac Asimov]] **Credo che sia impossibile: ''Yours, Isaac Asimov''. *[[Ivy Compton-Burnett]] **''Madre e figlio''. ====J==== *[[Jack London]] **''Un osso'': da ''La strada''. *[[Jack Kerouac]] **''Una tazza di caffè'': ''Angeli di desolazione''. *[[Jacques Lacan]] **L'amore: ''Seminario XII'', in ''Altri scritti''. *[[James Joyce]] **Nessuna penna: ''Lettere''. **Qual è l'età: ''Ulisse''. *[[Jean Cocteau]] **Ciò che il pubblico critica in voi: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Il poeta è un: ''Secrets de beauté'' **La massa: ''Secrets de beauté'' **Barabba: ''Il gallo e l'arlecchino'' **Un artista: ''Il gallo e l'arlecchino'' *[[Jean Genet]] **Chi non ha mai provato: ''Un Captif Amoureux''. **Chiunque conosca un fatto: ''Un Captif Amoureux''. *[[Jean-Jacques Rousseau]] **È soprattutto nella solitudine: ''Le confessioni''. **Il rimorso dorme: ''Le confessioni''. **Val molto di più avere: ''Le confessioni''. *[[Jean-Paul Sartre]] **Odio le vittime che rispettano i loro giustizieri: I sequestrati di Altona, atto 1, sc. 1. *[[Jiddu Krishnamurti]] **Quando c'è l'Amore: ''L'uomo alla svolta''. *[[Johann Gottlieb Fichte]] **L'uomo che si isola: ''Sistema di etica''. *[[Johann Wolfgang von Goethe]] **Agli stupidi: Faust - ''Wie sich Verdienst und Glück verketten Das fällt den Thoren niemals ein'' **I love those who yearn for the impossible: Faust. **Chi possiede arte: Xenia? **Ciascuno vede: Faust, prologo. **L'azione è tutto: Faust **La mia pace è perduta: Faust. **L'età non ci rende: Faust, prologo **L'uomo è uomo: I dolori del giovane Werther. **L'uomo sbaglia: Faust, 3, 7 **Monotona cosa è l'uman genere: I dolori del giovane Werther. **Non si è mai soli in pochi: Faust, I, 4036. **Una perfetta contraddizione: Faust *[[John David Barrow]] **Da ''L'universo come opera d'arte''. *[[John Fowles]] ** La donna del tenente francese *[[Jorge Luis Borges]] **Nous ne croyons plus au progrès, quel progrès! (citato in Nestor Ibarra, ''Borges et Borges'') **Il vantaggio di avere: “Harto de los laberintos,” entrevista con César Fernández Moreno, Mundo Nuevo 18, (Dec. 1967) *[[José Ortega y Gasset]] **Il poeta: ''La disumanizzazione dell'arte''. **La biografia: {{en}} ''In Search of Goethe from Within: Letter to a German'', {{it}} ''Goethe. Un ritratto dall'interno'' (?) *[[Joseph Conrad]] **La critica: da ''Lo specchio del mare''. **Solo l'immaginazione: ibidem?. *[[Jules Renard]] **Scrivere: Leçons d'écriture et de lecture, 13 aprile 1895. ====K==== *[[Khalil Gibran]] **''The vision: reflections on the way of the soul''[http://4umi.com/gibran/vision/7] *[[Karen Blixen]] **L'uomo e la donna: ''Racconti d'inverno''. *[[Karl Ludwig Börne]] **''Ankündigung der Waage''. *[[Karl Kraus]] **Ben venga il caos: da ''La muraglia cinese''. *[[Karl Marx]] **Ogniqualvolta vien posta in discussione una determinata libertà, è la libertà stessa in discussione.: ''Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione delle discussioni alla Dieta'', in ''Scritti politici giovanili''. ====L==== *[[Laurence Sterne]] **''Men tire themselves in pursuit of rest'': The Koran *[[Laurens van der Post]] **''Il mondo perduto del Kalahari'' **''Il cuore dell'Africa'' *[[Lev Tolstoj]] **Il segreto della felicità: una citazione simile è attribuita a [[James Matthew Barrie]]: «The secret of happiness is not in doing what one likes, but in liking what one has to do», ma non è rintracciabile nelle sue opere. **Se i macelli...: ***La maggior parte delle fonti la attribuiscono a [[Paul McCartney]]; [http://www.postchronicle.com/cgi-bin/artman/exec/view.cgi?archive=180&num=279211 McCartney] stesso dice di ripeterla spesso. ***Google Libri non dà risultati in inglese o in russo in alcuna opera di Tolstoj. **Tutte le idee: ''Guerra e pace'', epilogo, parte I, cap. XVI. **Tutti pensano a cambiare: [http://books.google.com/books?id=kVBYAAAAMAAJ&hl=it&dq=%22thinks%20of%20changing%22%20inauthor:Tolstoy&ei=lIJqTPfhFouOjAe8_vmBAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA] **Tutto, ogni cosa: ''Guerra e pace'', libro IV, parte I, cap. XVI. *[[Luc de Clapiers de Vauvenargues]] **N. 590. *[[Ludwig Wittgenstein]] **Niente in '''Pensieri diversi''' **Sentiamo dire: ''Grammatica filosofica'' *[[Luigi Einaudi]] **Discorso del 1954 (?); di sicuro prima del 1960. *[[Luigi Pirandello]] **E' un verso della canzone ''Camminando'' di [[Massimo Di Cataldo]]. Citazione o fonte? ====M==== *[[Manlio Sgalambro]] **[[Il cavaliere dell'intelletto]] **Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell'ora è disfare. *[[Marcel Proust]] **È meglio sognare la propria vita: da ''I piaceri e i giorni''. **Il ritornello che un orecchio: da ''I piaceri e i giorni''. *[[Marguerite Duras]] **''La vita materiale''. *[[Marguerite Yourcenar]] ** Il tuo nome: da ''I doni di Alcippe''. **Si è schiantato un cielo: da ''I doni di Alcippe''. **Noi abbiamo una sola vita: da ''Pellegrina e straniera''. **Non ho l'impressione: Alfredo Cattabiani, "Quel contatto ineffabile con l'Eterno", il Tempo, 19 dicembre 1987, p.3. **La morte s'avvicina: da ''I doni di Alcippe''. *[[Marlene Dietrich]] **Controllare ''Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri''. *[[Mario Soldati]] **Ho contattato personalmente il sito comitatomariosoldati.it: mi hanno risposto che Kezich lo ha riportato sul Corriere della sera, senza fornirmi però una data. Nessun risultato tuttavia nell'archivio del Corriere (1992-oggi). **Prima del 1986. *[[Mario Vargas Llosa]] **Lettere... *[[Marshall McLuhan]] **Sunday Times Magazine, 26 marzo 1978 **La bomba: ''Il medium è il messaggio''. *[[Martin Heidegger]] **La grandezza: ''Domande fondamentali della filosofia'' **Il colloquio: da ''La poesia di Hölderlin''. *[[Matilde Serao]] **''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886: "Ascende la carrozza fra le prime macchie, rade ancora, e gira intorno ad una collina, scoprendo ogni tanto con l’occhio l’immenso Jonio glaciale senza una vela. Lievemente l’aria rinfresca. Ecco Stilo, una piccola città bruna bruna, antica, medievale, fabbricata a mezza costa; cittadina fiera e malinconica con le sue chiese antiche. Si traversa Stilo: le calabresi dal volto pallido vi guardano senza curiosità da dietro piccoli vetri delle loro finestre. La vegetazione poi diventa sempre montanara e si gira sui fianchi della montagna, ora seppellendosi fra gli alberi, ora rasentando un precipizio spaventoso. Qui e là spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non dunque questo paese è Ferdinandea? No, questo è Pazzano: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell’aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, già riattivate (dal Fazzari) rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere." *[[Max Beerbohm]] **Le donne: Zuleika Dobson *[[Max Frisch]] **Niente in ''Stiller''. *[[Max Nordau]] **God is the name that from the beginning: da ''Morals and the Evolution of Man''. *[[Michel Foucault]] **Introduzione a Ludwig Binswanger, ''Sogno ed esistenza''. Anche in ''Il sogno''. *[[Miguel de Cervantes]] **Diffida: da ''Novelle esemplari''. *[[Molière]] **Preferisco un vizio: ''Anfitrione'', Act I, sc. iv. *[[Monica Vitti]] **Venerdì di Repubblica del 25 agosto 1995. *<del>[[Montesquieu]]</del> {{fatto}} ====N==== *[[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]] **Le mie memorie *[[Napoleone]] **Che cos'è allora, questa verità storica, nella maggior parte dei casi? Una favola convenzionale, come fu ingegnosamente definita. (Memoriale) **So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio. (16 marzo 1811) *<del>[[Niccolò Tommaseo]]</del> {{fatto}} *[[Nicola Abbagnano]] **Dovrebbe essere in un articlo de ''Il Giornale'', 1981-1983. *[[Nino Manfredi]] **Io vengo dal bestialismo: ''Epoca'', 1993. *[[N. Scott Momaday]] **Una parola: Il viaggio a Rainy Mountain *[[Norman Douglas]] **La scuola: ''How about Europe''. ====O==== *<del>[[Oreste Benzi]]</del> {{fatto}} ====P==== *[[Paolo Rossi]] **Quello che succede in Italia: ''L'Indipendente'' di giovedì 30 novembre 1995. *[[Pablo Neruda]] **L'amore è breve: da ''20 Poesie d'amore e una Canzone disperata'' (Posso scrivere i versi...) *[[Paolo Villaggio]] **Fantozzi è anche un terapeuta: al Messaggero di lunedì 10 gennaio 1994. **Ho nostalgia degli anni Cinquanta: durante la trasmissione tv ''Babele'' di domenica 13 giugno 1993. **La tv è più pericolosa: ''Giornale'' di sabato 16 luglio 1994. *[[Paul Valéry]] **All'inizio: Dialogo dell'albero **Mettons en commun ce que nous avons de meilleur et enrichissons nous de nos mutuelles différences. **Bisogna: Moralités (Tel quel) *<del>[[P. D. James]]</del> {{fatto}} *[[P. G. Wodehouse]] **capelli grigi: ''Diario segreto''. **Critico: ''Le avventure di Sally''. **Telegrammi: ''Tanto di cappello a Jeeves''. *[[Pedro Calderón de la Barca]] **''Mujer, llora y vencerás''. *[[Pier Paolo Pasolini]] **'''Non''' è in ''Petrolio''. ====R==== *[[Raffaella Carrà]] **intervista al Giornale del 27 gennaio 1996. *[[Rainer Maria Rilke]] **Che cosa è mai... : ''Su Rodin''. **Così noi viviamo...: ''Sonetti a Orfeo'' (?) *[[Ralph Waldo Emerson]] **Attacca il tuo carro: <del>''Società e solitudine''</del>. **Dobbiamo essere cortesi: ''Condotta di vita''. **È una regola: ''Social aims''. **È una superstizione: ''Condotta di vita''. **Solo la poesia: <del>''Società e solitudine''.</del> **Un impero: ''The Young American''. **Un uomo: ''The Sovereignty of Ethics''. **[http://www.bartleby.com/90/ Opere complete] *[[Raymond Chandler]] **A really good detective never gets married: ''"Casual Notes on the Mystery Novel" (essay, 1949), first published in Raymond Chandler Speaking (1962)'' **Almeno la metà: da ''Casual Notes on the Mystery Novel'' **Boston: da ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **The more you reason the less you create: da ''Selected Letters of Raymond Chandler'' e ''Raymond Chandler Speaking''. **If my books had been any worse: Raymond Chandler Speaking. **...it is a lesson in how not to write for the movies: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. **By his standards anyone who noticed how many walls the room had: ''Selected Letters of Raymond Chandler''. *[[Raymond Queneau]] **Il diario intimo di Sally Mara (?); Sally plus intime (!). *[[Robert A. Heinlein]] **<del>''Il gatto che...''.</del> *[[Robert de Flers]] **Les livres sont des amis parfaits, ils sont accueillants et discrets, ils écoutent tous les secrets qu'on leur raconte et ils se gardent de les répéter. Aucune indulgence ne peut être comparée à la leur. Il n'y a qu'une chose qu'ils ne peuvent souffrir c'est d'être prêtés. Quand on les prête, ils sont si vexés qu'ils ne reviennent jamais. *[[Robert Louis Stevenson]] **Datemi quel giovanotto (For God's sake give me the young man who has brains enough to make a fool of himself!): ''Crabbed Age and Youth'' (in ''Virginibus puerisque''?) *[[Robert Musil]] **''Gli ideali hanno strane proprietà'': da ''The German as Symptom'', in ''Precision and Soul. Essays and Addresses''. **''Es hat keinen Sinn, Sorgen im Alkohol ertränken zu wollen, denn Sorgen sind gute Schwimmer''. *[[Roberto Gervaso]] *<del>[[Roland Barthes]]</del> {{fatto}} *[[Rudyard Kipling]] **Alla legione dei perduti...: ''Gentlemen-Rankers''. **Anche se il Tuo Potere...: ''McAndrew's Hymn''. **Il potere...: [http://www.thisdayinquotes.com/2011/03/power-without-responsibility.html] ====S==== *[[Samuel Beckett]] **Che cosa so: Basta **Com'è difficile parlare: Molloy **Dove sono: L'innominabile **Il sole risplende: Murphy **Questo è ciò che potrebbe essere l'inferno: Cenere. *[[Simone de Beauvoir]] **''La forza delle cose'' (''J’ai vécu tendue vers l’avenir et maintenant, je me récapitule, au passé : on dirait que le présent a été escamoté. J’ai pensé pendant des années que mon œuvre était devant moi, et voilà qu’elle est derrière: à aucun moment elle n’a eu lieu; ça ressemble à ce qu’on appelle en mathématiques une coupure, ce nombre qui n’a de place dans aucune des deux séries qu’il sépare''). *[[Simone Weil]] **Qui penserait à Dieu s'il n'y avait pas de mal au monde? *[[Soren Kierkegaard]] **At the bottom of enmity between strangers lies indifference. The Journals of Soren Kierkegaard: A Selection, no. 1144, journal entry for 1850, ed. and trans. by Alexander Dru (1938). **La sola antitesi: In vino veritas. **Ogni uomo: L'ora/L'istante (every human being is by nature a born hypocrite). **Uscirò dal cerchio: Aut aut (ed. integrale). *[[Stefania Sandrelli]] **Venerdì di Repubblica dell'8 marzo 1996 *[[Stendhal]] **''Je ne sais pas qui a donné l'idée de planter une ville au milieu de ce sable'': lettera del 3 novembre 1806. *[[Sun Tzu]] **Nessun riscontro ne ''L'arte della guerra''. *[[Susan Sontag]] **L'interpretazione: da ''Contro l'interpretazione''. ====T==== *[[T. S. Eliot]] **La completa eguaglianza: ''Appunti per una definizione della cultura''. *[[Thomas Mann]] **Trovare ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. **Una grande verità: ''La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno'' in ''Scritti minori'' o ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''. *[[Tom Cruise]] **Mi hanno insegnato: ''Messaggero'', 9 agosto 1992 ====U==== *[[Umberto Eco]] **Aristotele: 7, supplemento del Corriere della sera, 1995. *[[Ursula Le Guin]] **È troppo intelligente: Dancing at the Edge of the World **I bambini della rivoluzione: Dancing at the Edge of the World **La mia immaginazione: "The Creatures on My Mind" in Unlocking the Air and Other Stories **Se la narrativa scientifica: Dancing at the Edge of the World ====V==== *[[Valerio Magrelli]] **Possibile citazione completa: Gioco d’azzardo. È il contrario del gioco, ed è assurdo che abbia lo stesso nome. Mentre il gioco è fondato sulla possibilità di maneggiare le proprie forze, il gioco d’azzardo è basato sul rifiuto di agire: in un caso c’è l’azione, nell’altro la passione. *[[Victor Hugo]] **La religione: Préface philosophique (?) *<del>[[Virginia Woolf]]</del> {{fatto}} *<del>[[Vladimir Nabokov]]</del> {{fatto}} *[[Voltaire]] **Amici miei: ''Dialogues et entretiens philosophique'' (Mes amis , ou les astres sont de grands géomètres) **Che cos'è la politica: ''Annales de l'Empire depuis Charlemagne'' (mais la politique est-elle autre chose que l'art de mentir à propos) **Il superfluo: ''La felicità mondana: Il mondano'' **La paura: ''La paix vaut encore mieux que la veritè'' (lettera alla marchesa Marie de Vichy Chamrond Du Deffand, 7 dicembre 1768) **Nulla è perduto: ''Adelaide du Guesclin'' **Un proverbio saggio: La cena del conte di Boulainvilliers ====W==== *<del>[[Walter Benjamin]]</del> {{fatto}} *[[William Blake]] **''Una verità detta con tristi intenti...'': ''Auguries of Innocence'' (Pickering) **''Se il Sole e la Luna dovessero dubitare.. '': ''Auguries of Innocence''. **''Ero arrabbiato con il mio amico...'': ''A Poison Tree'', ''Songs of Experience''. **''La crocefissione...'': ''The Four Zoas'' **''Essendo infinito...'': ''There is no natural religion'' **''Nulla è più spregevole...'': ''Annotations to An Apology for the Bible by R. Watson''. **''Generalizzare vuol dire essere idioti'': ''Annotations to Sir Joshua Reynolds's Discourses'', pp. xvii–xcviii **''Per la tua amicizia...'': da ''On friends and foes''. *[[William Faulkner]] **Stein, ''Intervista con William Faulkner''. *[[William Golding]] **Gli uomini producono il male: da ''The Hot Gates''. *[[William S. Burroughs]] **Parole, colori, luci, suoni: ''Scrittura creativa''. *[[William Somerset Maugham]] **Il critico: The Summing Up **Il grado di civiltà: Our Betters **L'amore è solo: The Summing Up **Non credo: The circle **Ogni produzione di un artista: The Summing Up **Una donna si sacrificherà: The circle *[[Wisława Szymborska]] **''Posta letteraria''. ====...==== *Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, ''I luoghi dell'arte'', volume 3, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003 ==''Focus''== Ricerca delle fonti delle citazioni tratte da ''[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=250&offset=0&profile=default&search=%22citato+in+focus%22&ns0=1&ns8=1&ns9=1&ns11=1&ns12=1 Focus]''. *[[Giorgio Manganelli]] **Niente in Google Libri. **Niente ne ''La favola pitagorica'', ''Agli Dei ulteriori'', ''La palude definitiva'', ''Hilarotragoedia'', ''Pinocchio: un libro parallelo'', ''Le interviste impossibili'', ''Esperimento con l'India'', ''Centuria'', ''Dall'inferno''. **Niente nell'archivio del ''Corriere'' e de ''la Repubblica''. *[[Hans Magnus Enzensberger]] **''Questioni di dettaglio''. *[[Marianne Moore]] **''Unicorni di mare e di terra''. *[[Pablo Picasso]] **Primo riscontro: "Every act of creation is first of all an act of destruction". Rollo May, ''The Courage to Create'', 1975. *[[Ronald Laing]] **''La politica della famiglia''. ==Raccolte di citazioni== <pre><ref>Da ''''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref>Da ''''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre> <pre><ref name=e /></pre> <pre>''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</pre> <pre><ref>Da ''''; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022, n. . ISBN 978-88-203-3911-1</ref></pre> <pre><ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, n. . ISBN 88-04-43263-2</ref></pre> <pre><ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. . ISBN 88-415-5890-3</ref></pre> <pre><ref>Citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. . ISBN 88-08-09982-2</ref></pre> pe1rwgfuzrv09cmz8zxsm091dj8fua0 Il Morandini 0 86658 1221153 1221150 2022-08-06T12:25:45Z Mariomassone 17056 /* L */ wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) ====B==== *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2006/bella/ Bella]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) ====D==== *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivistazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) ====E==== *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) ====F==== *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) ====I==== *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1987)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) ====K==== *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) ====N==== *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) ====O==== *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½ ]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tyrone Power morì a metà delle riprese e Y. Brynner lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-082-2722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-083-4476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 1w6ajivr7owd0hk9075n23h3o64d7d5 1221155 1221153 2022-08-06T12:28:41Z Mariomassone 17056 /* E */ wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) ====B==== *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2006/bella/ Bella]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) ====D==== *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivistazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) ====E==== *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) ====I==== *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1987)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) ====K==== *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) ====N==== *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) ====O==== *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½ ]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tyrone Power morì a metà delle riprese e Y. Brynner lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-082-2722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-083-4476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 0uu35twdg9moa1fnjlv6oo78pltnuzm 1221157 1221155 2022-08-06T12:39:42Z Mariomassone 17056 /* C */ wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) ====B==== *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2006/bella/ Bella]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) ====D==== *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivistazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) ====E==== *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) ====I==== *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1987)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) ====K==== *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) ====N==== *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) ====O==== *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½ ]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tyrone Power morì a metà delle riprese e Y. Brynner lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-082-2722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-083-4476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 545wxktl8ggz3vzejie8n7w33wd1mtn 1221160 1221157 2022-08-06T12:42:39Z Mariomassone 17056 /* O */ wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) ====B==== *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2006/bella/ Bella]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) ====D==== *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivistazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) ====E==== *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) ====I==== *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1987)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) ====K==== *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) ====N==== *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) ====O==== *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) [[File:Orca (1977) trailer - Richard Harris 3.png|thumb|[[Richard Harris]] ne ''[[L'orca assassina]]'']] *Tentativo poco riuscito di mischiare orrore, suspense ed ecologia in un'avventura in cui si passa dalla parte della preda. (''[[L'orca assassina]]''; 2010, p. 1049) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½ ]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tyrone Power morì a metà delle riprese e Y. Brynner lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-082-2722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-083-4476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 7t8mwm9je79pi6s32p36wcfn11s985h 1221161 1221160 2022-08-06T12:56:59Z Mariomassone 17056 /* P */ wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) ====B==== *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2006/bella/ Bella]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) ====D==== *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivistazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) ====E==== *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) ====I==== *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1987)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) ====K==== *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) ====N==== *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) ====O==== *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) [[File:Orca (1977) trailer - Richard Harris 3.png|thumb|[[Richard Harris]] ne ''[[L'orca assassina]]'']] *Tentativo poco riuscito di mischiare orrore, suspense ed ecologia in un'avventura in cui si passa dalla parte della preda. (''[[L'orca assassina]]''; 2010, p. 1049) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½ ]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura stalinana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po' meno). (''[[Pentimento (film)|Pentimento]]''); 2010, p. 1099) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tyrone Power morì a metà delle riprese e Y. Brynner lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-082-2722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-083-4476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 6nsdp4rk3321f5z00ehps2o9o5pv30m 1221163 1221161 2022-08-06T12:58:45Z Mariomassone 17056 /* P */ wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) ====B==== *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2006/bella/ Bella]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) ====D==== *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivistazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) ====E==== *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) ====I==== *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1987)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) ====K==== *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) ====N==== *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) ====O==== *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) [[File:Orca (1977) trailer - Richard Harris 3.png|thumb|[[Richard Harris]] ne ''[[L'orca assassina]]'']] *Tentativo poco riuscito di mischiare orrore, suspense ed ecologia in un'avventura in cui si passa dalla parte della preda. (''[[L'orca assassina]]''; 2010, p. 1049) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½ ]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura stalinana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po' meno). (''[[Pentimento (film 1984)|Pentimento]]''); 2010, p. 1099) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tyrone Power morì a metà delle riprese e Y. Brynner lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-082-2722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-083-4476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] ss3fiea9xi4d8e0aiotwd84q7wd50xb 1221164 1221163 2022-08-06T13:01:24Z Mariomassone 17056 /* C */ wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) ====B==== *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2006/bella/ Bella]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''[[Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) ====D==== *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivistazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) ====E==== *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) ====I==== *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1987)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) ====K==== *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) ====N==== *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) ====O==== *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) [[File:Orca (1977) trailer - Richard Harris 3.png|thumb|[[Richard Harris]] ne ''[[L'orca assassina]]'']] *Tentativo poco riuscito di mischiare orrore, suspense ed ecologia in un'avventura in cui si passa dalla parte della preda. (''[[L'orca assassina]]''; 2010, p. 1049) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½ ]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura stalinana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po' meno). (''[[Pentimento (film 1984)|Pentimento]]''); 2010, p. 1099) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tyrone Power morì a metà delle riprese e Y. Brynner lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-082-2722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-083-4476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] n356fh89akt6w7nt4sp6o8sv076r0kv Libro di Isaia 0 89349 1221271 1220934 2022-08-07T07:01:43Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki {{Antico Testamento}} '''''Libro di Isaia''''', testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana, attribuito al profeta [[Isaia]]. ==[[Incipit]]== [[File:Isaiah-Michelangelo.jpg|thumb|left|''Isaia'' ([[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], 1509)]] <poem> Visione che [[Isaia]], figlio di Amoz, ebbe su [[Regno di Giuda|Giuda]] e su [[Gerusalemme]] nei giorni di [[Ozia]], di [[Iotam (re)|Iotam]], di [[Acaz]] e di [[Ezechia]], re di Giuda. Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: "Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il [[bue]] conosce il proprietario e l'[[asino]] la greppia del padrone, ma [[Israele]] non conosce e il mio popolo non comprende". </poem> {{NDR|''La sacra Bibbia'', edizione CEI, 1974}} ==Citazioni== *''Se il Signore degli eserciti | non ci avesse lasciato un resto, | gia saremmo come [[Sodoma e Gomorra|Sòdoma]], | simili a Gomorra.'' (1, 9; 1974) *''"Che m'importa dei vostri [[sacrificio animale|sacrifici]] senza numero?" | dice il Signore. | "Sono sazio degli olocausti di montoni | e del grasso di giovenchi; | il sangue di tori e di agnelli e di capri | io non lo gradisco.'' (1, 11; 1974) *''Smettete di presentare offerte inutili, | l'incenso è un abominio per me; | noviluni, sabati, assemblee sacre, | non posso sopportare delitto e solennità.'' (1, 13; 1974) *''Anche se i vostri [[peccato|peccati]] fossero come scarlatto, | diventeranno bianchi come neve. | Se fossero rossi come porpora, | diventeranno come lana.'' (1, 18; 1974) *''Egli sarà giudice fra le genti | e sarà arbitro fra molti popoli. | Forgeranno le loro [[spada|spade]] in vomeri, | le loro lance in falci; | un popolo non alzerà più la spada | contro un altro popolo, | non si eserciteranno più nell'arte della guerra.''<ref>Passo presente anche nel ''[[Libro di Michea]]'' (4, 3).</ref> (2, 4; 1974) *''Canterò per il mio diletto | il mio cantico d'amore per la sua [[Vigneto|vigna]]. | Il mio diletto possedeva una vigna | sopra un fertile colle. | Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi | e vi aveva piantato scelte viti; | vi aveva costruito in mezzo una torre | e scavato anche un tino. | Egli aspettò che producesse uva, | ma essa fece uva selvatica. | Or dunque, abitanti di Gerusalemme | e uomini di Giuda, | siate voi giudici fra me e la mia vigna. | Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna | che io non abbia fatto? | Perché, mentre attendevo che producesse uva, | essa ha fatto uva selvatica?'' (5, 1 – 4; 1974) *''L'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato, | gli occhi dei superbi si abbasseranno.'' (5, 15; 1974) *Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei [[Serafino|serafini]], ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: "''Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. | Tutta la terra è piena della sua gloria''". (6, 1 – 3; 1974) *E dissi: "''Ohimè! Io sono perduto, | perché un uomo dalle labbra impure io sono | e in mezzo a un popolo | dalle labbra impure io abito; | eppure i miei occhi hanno visto | il re, il Signore degli eserciti''". Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse: "''Ecco, questo ha toccato le tue labbra, | perciò è scomparsa la tua iniquità | e il tuo peccato è espiato''". Poi io udii la voce del Signore che diceva: "Chi manderò e chi andrà per noi?". E io risposi: "Eccomi, manda me!". Egli disse: "Va' e riferisci a questo popolo: ''Ascoltate pure, ma senza comprendere, | osservate pure, ma senza conoscere. | Rendi insensibile il cuore di questo popolo, | fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi | e non veda con gli occhi | né oda con gli orecchi | né comprenda con il cuore | né si converta in modo da esser guarito''". Io dissi: "Fino a quando, Signore?". Egli rispose: "''Finché non siano devastate | le città, senza abitanti, | le case senza uomini | e la campagna resti deserta e desolata''". (6, 5 – 11; 1974) *Nei giorni di [[Acaz]] [...], [[Rezin|Rezìn]] re di Aram e [[Pekach]] [...] marciarono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a espugnarla. Fu dunque annunziato alla casa di Davide: "Gli Aramei si sono accampati in Efraim". Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano i rami del bosco per il vento. Il Signore disse a Isaia: "Va' incontro ad Acaz [...]. Tu gli dirai: Fa' attenzione e sta' tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per la collera di Rezìn degli Aramei e del figlio di Romelia. Poiché gli Aramei, Efraim e il figlio di Romelia hanno tramato il male contro di te, dicendo: Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re il figlio di Tabeèl". (7, 1 – 6; 1974) *''Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. | Egli mangerà [[panna]] e [[miele]] finché non imparerà a rigettare il [[bene e male|male]] e a scegliere il [[bene e male|bene]].''<ref>Citazione considerata, nella tradizione cristiana, come pertinente a [[Maria]] e [[Gesù]] (alla venuta del Messia sono dedicati numerosi passi del ''Libro di Isaia'').</ref> (7, 14 – 15; 1974) *'' Per l'abbondanza del latte che faranno, | si mangerà la panna; | di panna e miele si ciberà | ogni superstite in mezzo a questo paese.'' (7, 22; 1974) *''Avverrà in quel giorno: | ogni luogo, dove erano mille [[Vigneto|viti]] | valutate mille sicli d'argento, | sarà preda dei [[Rovo|rovi]] e dei pruni. | Vi si entrerà armati di frecce e di arco, | perché tutta la terra sarà rovi e pruni. | In tutti i monti, | che erano vangati con la vanga, | non si passerà più | per paura delle spine e dei rovi.'' (7, 23 – 25; 1974) *In passato {{NDR|Dio}} umiliò la terra di [[Zabulon (tribù)|Zàbulon]] e la terra di [[Neftali (tribù)|Nèftali]], ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il [[Giordano (fiume)|Giordano]] e la curva di Goim.<ref name="Matteo">{{Cfr}} ''[[Vangelo secondo Matteo]]'': «Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: ''Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, | sulla via del mare, al di là del Giordano, | Galilea delle genti; | il popolo immerso nelle tenebre | ha visto una grande luce; | su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte | una luce si è levata''».</ref> (8, 23; 1974) *''Il popolo che camminava nelle tenebre | vide una grande luce; | su coloro che abitavano in terra tenebrosa | una luce rifulse.''<ref name="Matteo" /> (9, 1; 1974) *''Poiché un bambino è nato per noi, | ci è stato dato un figlio. | Sulle sue spalle è il segno della sovranità | ed è chiamato: | Consigliere ammirabile, Dio potente, | Padre per sempre, Principe della pace; | grande sarà il suo dominio | e la pace non avrà fine | sul trono di Davide e sul regno, | che egli viene a consolidare e rafforzare | con il diritto e la giustizia, ora e sempre; | questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.'' (9, 5 – 6; 1974) *''[[Manasse (tribù)|Manàsse]] contro [[Efraim (tribù)|Efraim]] | ed Efraim contro Manàsse, | tutti e due insieme contro Giuda.'' (9, 20; 1974) *''Oh! [[Assiria]], verga del mio furore, | bastone del mio sdegno. | Contro una nazione empia io la mando | e la comando contro un popolo con cui sono in collera | perché lo saccheggi, lo depredi | e lo calpesti come fango di strada. | Essa però non pensa così | e così non giudica il suo cuore, | ma vuole distruggere | e annientare non poche nazioni.'' (10, 5 – 7; 1974) *Contro l'Assiria il Signore degli eserciti agiterà il flagello, come quando colpì [[Madianiti|Madian]] alla roccia di [[Oreb e Zeeb|Oreb]]; alzerà la sua verga sul mare come fece con l'Egitto. (10, 26; 2008) *''Un [[germoglio]] spunterà dal tronco di [[Iesse]], | un virgulto germoglierà dalle sue radici.'' (11, 1; 1974) *''Il [[lupo]] dimorerà insieme con l'[[agnello]], | la [[leopardo|pantera]] si sdraierà accanto al [[capretto]]; | il [[vitello]] e il [[leone|leoncello]] pascoleranno insieme | e un fanciullo li guiderà. | La [[mucca|vacca]] e l'[[orso|orsa]] pascoleranno insieme; | si sdraieranno insieme i loro piccoli. | Il leone si ciberà di paglia, come il bue. | Il lattante si trastullerà sulla buca dell'[[aspide]]; | il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.'' (11, 6 – 8; 1974) *''In quel giorno | la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, | le genti la cercheranno con ansia, | la sua dimora sarà gloriosa.'' (11, 10; 1974) *''Cesserà la gelosia di [[Efraim (tribù)|Efraim]] | e gli avversari di Giuda saranno sterminati; | Efraim non invidierà più Giuda | e Giuda non osteggerà più Efraim.'' (11, 13; 1974) *''Ecco, io eccito contro di loro i [[Medi]] | che non pensano all'argento, | né si curano dell'oro. | Con i loro archi abbatteranno i giovani, | non avranno pietà dei piccoli appena nati, | i loro occhi non avranno pietà dei bambini.'' (13, 17 – 18; 1974) *''[[Babilonia]], perla dei regni, | splendore orgoglioso dei [[Caldei]], | sarà come [[Sodoma e Gomorra|Sòdoma e Gomorra]] sconvolte da Dio. | Non sarà abitata mai più né popolata | di generazione in generazione. | L'Arabo non vi pianterà la sua tenda | né i pastori vi faranno sostare i greggi. | Ma vi si stabiliranno gli animali del deserto, | i gufi riempiranno le loro case, | vi faranno dimora gli struzzi, | vi danzeranno i sàtiri. | Ululeranno le iene nei loro palazzi, | gli sciacalli nei loro edifici lussuosi.'' (13, 19 – 22; 1974) *''Negli inferi è precipitato il tuo fasto, | la musica delle tue arpe; | sotto di te v'è uno strato di marciume, | tua coltre sono i vermi. | Come mai sei caduto dal cielo, | [[Lucifero]], figlio dell'aurora? | Come mai sei stato steso a terra, | signore di popoli? | Eppure tu pensavi: | Salirò in cielo, | sulle stelle di Dio | innalzerò il trono, | dimorerò sul monte dell'assemblea, | nelle parti più remote del settentrione. | Salirò sulle regioni superiori delle nubi, | mi farò uguale all'Altissimo. | E invece sei stato precipitato negli inferi, | nelle profondità dell'abisso!'' (14, 11 – 15; 1974) *Io insorgerò contro di loro — parola del Signore degli eserciti —, sterminerò il nome di Babilonia e il resto, la prole e la stirpe – oracolo del Signore —. Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante; la scoperò con la scopa della distruzione — oracolo del Signore degli eserciti —. (14, 22 – 23; 1974) *''Il Signore degli eserciti ha giurato: | "In verità | come ho pensato, accadrà | e succederà come ho deciso. | Io spezzerò l'[[Assiria|Assiro]] nella mia terra | e sui miei monti lo calpesterò. | Allora sparirà da loro il suo giogo, | il suo peso dalle loro spalle".'' (14, 24 – 25; 1974) *''Non gioire, [[Filistea]] tutta, | perché si è spezzata la verga di chi ti percuoteva. | Poiché dalla radice del serpe uscirà una vipera | e il suo frutto sarà un drago alato. | I poveri pascoleranno sui miei prati | e i miseri vi riposeranno tranquilli; | ma farò morire di fame la tua stirpe | e ucciderò il tuo resto. | Urla, porta; grida, città; | trema, Filistea tutta, | perché dal settentrione si alza il fumo | e nessuno si sbanda dalle sue schiere.'' (14, 29 – 31; 1974) *''È stata devastata di notte, | [[Ar (città)|Ar-Moab]] è stata distrutta; | è stata devastata di notte, | Kir-Moab è stata distrutta. | È salita la gente di [[Dhiban|Dibon]] | sulle alture, per piangere; | su [[Monte Nebo|Nebo]] e su Màdaba | [[Moabiti|Moab]] innalza un lamento; | ogni testa è stata rasata, | ogni barba è stata tagliata.'' (15, 1 – 2; 1974) *''Emettono urla [[Chesbon|Chesbòn]] ed Elealè, | le loro grida giungono fino a Iàas. | Per questo tremano le viscere di Moab, | freme la sua anima.'' (15, 4; 1974) *Il mio cuore verso Moab grida, il suo sbarramento si è ritirato fino a [[Zoar (Bibbia)|Segor]] indomita come vitella trienne. (15, 5; 1959) *''Le acque di [[Nimrim|Nimrìm]] sono un deserto, | l'erba si è seccata, finita è la pastura; | non c'è più nulla di verde.'' (15, 6; 1974) *''Le acque di [[Dhiban|Dimòn]] sono piene di sangue, | eppure colpirò Dimòn con altri mali; | un leone per i fuggiaschi di Moab | e per il resto del paese.'' (15, 9; 1974) *''Abbiamo udito l'orgoglio di Moab, | l'orgogliosissimo, | la sua alterigia, la sua superbia, la sua tracotanza, | la vanità delle sue chiacchiere.'' (16, 6; 1974) *''Sono squallidi i campi di Chesbòn, | languiscono le viti di Sibmà. | Signori di popoli | ne hanno spezzato i tralci | che raggiungevano [[Iazer|Iazèr]], | penetravano fin nel deserto; | i loro rami si estendevano liberamente, | giungevano al mare. | Per questo io piangerò con il pianto di Iazèr | sui vigneti di Sibmà. | Ti inonderò con le mie lacrime, | Chesbòn, Elealè, | perché sui tuoi frutti e sulla tua vendemmia | è piombato il grido dei vignaioli.'' (16, 8 – 9; 1974) *''Ecco, [[Damasco]] cesserà di essere una città, | diverrà un cumulo di rovine. | Le città di [[Aroer|Aroèr]] saranno abbandonate; | saranno pascolo delle greggi, | che vi riposeranno senza esserne scacciate. | A Èfraim sarà tolta la cittadella, | a Damasco la sovranità.'' (17, 1 – 3; 2008) *''Mi gridano da Seir: | "Sentinella, quanto resta della notte? | Sentinella, quanto resta della notte?". | La sentinella risponde: | "Viene il mattino, poi anche la notte; | se volete domandare, domandate, | convertitevi, venite!".'' (21, 11 – 12; 1974) *''Vi invitava il Signore, Dio degli eserciti, in quel giorno | al pianto e al lamento, | a rasarvi il capo e a vestire il sacco. | Ecco invece si gode e si sta allegri, | si sgozzano buoi e si scannano greggi, | si mangia carne e si beve vino: | "Si mangi e si beva, perché domani moriremo!".''<ref>Cfr. ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'': «Se i morti non risorgono, ''mangiamo e beviamo, perché domani moriremo''».</ref> (22, 12 – 13; 1974) *''Rècati da questo ministro, | da [[Sebna]], il maggiordomo, e digli: | «Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui, | tanto da scavarti qui un sepolcro?». | Scavarsi in alto il proprio sepolcro, | nella rupe la propria tomba! | Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio, o uomo, | ti afferrerà saldamente, | certamente ti rotolerà ben bene | come una palla, verso una regione estesa. | Là morirai e là finiranno i tuoi sontuosi cocchi, | o ignominia del palazzo del tuo signore! | Ti toglierò la carica, | ti rovescerò dal tuo posto. | In quel giorno avverrà | che io chiamerò il mio servo [[Eliakim (figlio di Chelkia)|Eliakìm]], figlio di [[Chelkia]]; | lo rivestirò con la tua tunica, | lo cingerò della tua cintura | e metterò il tuo potere nelle sue mani. | Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme | e per il casato di Giuda. | Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: | se egli apre, nessuno chiuderà; | se egli chiude, nessuno potrà aprire. | Lo conficcherò come un piolo in luogo solido | e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.'' (22, 15 – 23; 2008) *Su di lui {{NDR|[[Eliakim (figlio di Chelkia)|Eliakìm]]}} faranno convergere ogni gloria della casa di suo padre: germogli e rampolli, ogni piccolo vasellame, dalle coppe alle anfore. In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – cederà il piolo conficcato in luogo solido. Si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato. (22, 24 – 25; 2008) *''È questa la vostra città gaudente, | le cui origini risalgono a un'antichità remota, | i cui piedi la portavano lontano | per fissarvi dimore? | Chi ha deciso questo | contro [[Tiro (città antica)|Tiro]] l'incoronata, | i cui mercanti erano principi, | i cui trafficanti erano i più nobili della terra? | Il Signore degli eserciti lo ha deciso | per svergognare l'orgoglio | di tutto il suo fasto, | per umiliare i più nobili sulla terra.'' (23, 7 – 9; 1974) *''Eliminerà la morte per sempre; | il Signore Dio asciugherà le lacrime | su ogni volto; | la condizione disonorevole del suo popolo | farà scomparire da tutto il paese, | poiché il Signore ha parlato.'' (25, 8; 1974) *''[[Moabiti|Moab]] invece sarà calpestato al suolo, | come si pesta la paglia nella concimaia. | Là esso stenderà le mani, | come le distende il nuotatore per nuotare; | ma il Signore abbasserà la sua superbia, | nonostante l'annaspare delle sue mani. | L'eccelsa fortezza delle tue mura | egli abbatterà e demolirà, | la raderà al suolo.'' (25, 10 – 12; 1974) *''Si usi pure clemenza all'[[Empietà|empio]], | non imparerà la giustizia; | sulla terra egli distorce le cose diritte | e non guarda alla maestà del Signore.'' (26, 10; 1974) *''Ma di nuovo vivranno i tuoi morti, | [[Risurrezione|risorgeranno]] i loro cadaveri. | Si sveglieranno ed esulteranno | quelli che giacciono nella polvere, | perché la tua rugiada è rugiada luminosa, | la terra darà alla luce le ombre.'' (26, 19; 1974) *''In quel giorno il Signore punirà | con la spada dura, grande e forte, | il [[Leviatano|Leviatàn]] serpente guizzante, | il Leviatàn serpente tortuoso | e ucciderà il drago che sta nel mare.'' (27, 1; 1974) *''In quel giorno la [[Vigneto|vigna]] sarà deliziosa: | cantàtela! | Io, il Signore, ne sono il guardiano, | a ogni istante la irrigo; | per timore che la si danneggi, | ne ho cura notte e giorno.'' (27, 2 – 3; 2008) *''Ara forse tutti i giorni l'aratore, | rompe e sarchia la terra? | Forse non ne spiana la superficie, | non vi semina l'[[Aneto|anèto]] e non vi sparge il [[cumino]]? | E non vi pone grano e orzo | e spelta lungo i confini? | E la sua perizia rispetto alla regola | gliela insegna il suo Dio. | Certo, l'anèto non si batte con il tribbio, | né si fa girare sul cumìno il rullo, | ma con una bacchetta si batte l'anèto | e con la verga il cumìno. | Il [[frumento]] vien forse schiacciato? | Certo, non lo si pesta senza fine, | ma vi si spinge sopra il rullo | e gli zoccoli delle bestie senza schiacciarlo.'' (28, 24 – 28; 1974) *''Poiché questo popolo | si avvicina a me solo a parole | e mi onora con le labbra, | mentre il suo cuore è lontano da me | e il culto che mi rendono | è un imparaticcio di usi umani, | perciò, eccomi, continuerò | a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; | perirà la sapienza dei suoi sapienti | e si eclisserà l'intelligenza dei suoi intelligenti.''<ref>Cfr. ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'': «Sta scritto infatti: ''Distruggerò la sapienza dei sapienti | e annullerò l'intelligenza degli intelligenti''».</ref> (29, 13 – 14; 1974) *''Oracolo sulle bestie del [[Deserto del Negev|Negheb]]. | In una terra di angoscia e di miseria, | della leonessa e del leone che ruggisce, | di aspidi e draghi volanti, | essi portano le loro ricchezze sul dorso di asini, | i loro tesori sulla gobba di cammelli | a un popolo che non giova a nulla. | Vano e inutile è l'aiuto dell'[[Antico Egitto|Egitto]]; | per questo lo chiamo «[[Raab (mitologia)|Raab]] l'ozioso».'' (30, 6 – 7; 2008) *Considererai cose immonde le tue immagini ricoperte d'argento; i tuoi [[idolatria|idoli]] rivestiti d'oro getterai via come un oggetto immondo. "Fuori!" tu dirai loro. Allora egli concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno; il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato. I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio. (30, 22 – 24; 1974) *La luce della [[sole e luna|luna]] sarà come la luce del [[sole e luna|sole]] e la luce del sole sarà sette volte di più, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse. (30, 26; 1974) *''Poiché alla voce del Signore tremerà l'[[Assiria]], | quando il Signore percuoterà con la verga. | Ogni colpo del bastone punitivo, | che il Signore le farà piombare addosso, | sarà accompagnato con tamburelli e cetre. | Egli combatterà contro di essa con battaglie tumultuose. | Il [[Tofet]], infatti, è preparato da tempo: | esso è pronto anche per il re. | Profondo e largo è il rogo, | fuoco e legna abbondano. | Lo accenderà, come torrente di zolfo, | il soffio del Signore.'' (30, 31 – 33; 2008) *''Come per la sua preda | ruggisce il [[leone]] o il leoncello, | quando gli si raduna contro | tutta la schiera dei pastori, | e non teme le loro grida | né si preoccupa del loro chiasso, | così scenderà il Signore degli eserciti | per combattere sul monte Sion e sulla sua collina.'' (31, 4; 1974) *''Poiché nel cielo si è inebriata la spada del Signore, | ecco essa si abbatte su [[Edomiti|Edom]], | su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia. | La spada del Signore è piena di sangue, | è imbrattata di grasso, | del sangue di agnelli e di capri, | delle viscere grasse dei montoni, | perché si compie un sacrificio al Signore in [[Bozra]], | una grande ecatombe nel paese di Edom.'' (34, 5 – 6; 1974) *''Si rallegrino il deserto e la terra arida, | esulti e fiorisca la steppa. | Come fiore di narciso fiorisca; | sì, canti con gioia e con giubilo. | Le è data la gloria del Libano, | lo splendore del [[Monte Carmelo|Carmelo]] e di Saròn.'' (35, 1 – 2; 1974) *''Allora lo zoppo salterà come un cervo, | griderà di gioia la lingua del muto, | perché scaturiranno acque nel deserto, | scorreranno torrenti nella steppa. | La terra bruciata diventerà una palude, | il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua. | I luoghi dove si sdraiavano gli [[sciacallo|sciacalli]] | diventeranno canneti e giuncaie.'' (35, 6 – 7; 1974) *''Tu hai preservato la mia vita | dalla fossa della distruzione, | perché ti sei gettato dietro le spalle | tutti i miei peccati. | Poiché non gli inferi ti lodano, | né la morte ti canta inni; | quanti scendono nella fossa | non sperano nella tua fedeltà. | Il vivente, il vivente ti rende grazie | come io oggi faccio.'' ([[Ezechia]]: 38, 17 – 19; 1974) *''Parlate al cuore di [[Gerusalemme]] | e gridatele | che è finita la sua schiavitù, | è stata scontata la sua iniquità, | perché ha ricevuto dalla mano del Signore | doppio castigo per tutti i suoi peccati.'' (40, 2; 1974) *''Una voce grida: | "Nel deserto preparate | la via al Signore, | appianate nella steppa | la strada per il nostro Dio.<ref>Cfr. la voce ''[[w:Vox clamantis in deserto|Vox clamantis in deserto]]'' su Wikipedia.</ref> | Ogni valle sia colmata, | ogni monte e colle siano abbassati; | il terreno accidentato si trasformi in piano | e quello scosceso in pianura. | Allora si rivelerà la gloria del Signore | e ogni uomo la vedrà, | poiché la bocca del Signore ha parlato".'' (40, 3 – 5; 1974) *''Ogni [[uomo]] è come l'[[erba]] | e tutta la sua gloria è come un [[fiore]] del campo. | Secca l'erba, il fiore appassisce | quando il soffio del Signore spira su di essi. | Secca l'erba, appassisce il fiore, | ma la [[parola di Dio|parola del nostro Dio]] dura sempre. | Veramente il popolo è come l'erba.'' (40, 6 – 8; 1974) *''Come un [[pastore]] egli fa [[pascolo|pascolare]] il gregge | e con il suo braccio lo raduna; | porta gli agnellini sul seno | e conduce pian piano le pecore madri.'' (40, 11; 1974) *''Io, il Signore, sono il primo | e io stesso sono con gli ultimi.'' (41, 4; 1974) *''E avvierò i [[Cecità|ciechi]] per la strada che mai avevano conosciuta, | e gl'incamminerò per i sentieri che avevano ignorato; | cangerò le loro tenebre in luce | e le vie torte in istrade diritte: | queste cose farò con essi e non li abbandonerò.'' (42, 16; 1959) *''Chi abbandonò Giacobbe al saccheggio, | Israele ai predoni? | Non è stato forse il Signore contro cui peccarono, | per le cui vie non vollero camminare, | la cui legge non osservarono? | Egli, perciò, ha riversato su di esso | la [[Ira di Dio|sua ira]] ardente e la violenza della guerra. | L'ira divina lo ha avvolto nelle sue fiamme | senza che egli se ne accorgesse, | lo ha bruciato, senza che vi facesse attenzione.'' (42, 24 – 25; 1974) *I fabbricatori di [[Idolatria|idoli]] sono tutti vanità e le loro opere preziose non giovano a nulla; ma i loro devoti non vedono né capiscono affatto e perciò saranno coperti di vergogna. Chi fabbrica un dio e fonde un idolo senza cercarne un vantaggio? Ecco, tutti i suoi seguaci saranno svergognati; gli stessi artefici non sono che uomini. (44, 9 – 11; 1974) *Il [[fabbro]] lavora il ferro di una scure, lo elabora sulle braci e gli dà forma con martelli, lo rifinisce con braccio vigoroso; soffre persino la fame, la forza gli viene meno; non beve acqua ed è spossato. Il [[falegname]] stende il regolo, disegna l'immagine con il gesso; la lavora con scalpelli, misura con il compasso, riproducendo una forma umana, una bella figura d'uomo da mettere in un tempio. Egli si taglia cedri, prende un cipresso o una quercia che lascia crescere robusta nella selva; pianta un frassino che la pioggia farà crescere. (44, 12 – 14; 1974) *''Io dico a [[Ciro II di Persia|Ciro]]: Mio pastore; | ed egli soddisferà tutti i miei desideri, | dicendo a Gerusalemme: Sarai riedificata; | e al tempio: Sarai riedificato dalle fondamenta.'' (44, 28; 1974) *''Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: | "Io l'ho preso per la destra, | per abbattere davanti a lui le nazioni, | per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, | per aprire davanti a lui i battenti delle porte | e nessun portone rimarrà chiuso".'' (45, 1; 1974) *''Potrà forse discutere con chi lo ha plasmato | un [[vaso]] fra altri vasi di argilla? | Dirà forse la creta al vasaio: "Che fai?" | oppure: "La tua opera non ha manichi"?'' (45, 9; 1974) *''"Io l'ho stimolato per la giustizia; | spianerò tutte le sue vie. | [[Ciro II di Persia|Egli]] ricostruirà la mia città | e rimanderà i miei deportati, | senza denaro e senza regali", | dice il Signore degli eserciti.'' (45, 13; 1974) *''Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, | o braccio del Signore. | Svegliati come nei giorni antichi, | come tra le generazioni passate. | Non hai tu forse fatto a pezzi [[Raab (mitologia)|Raab]], | non hai trafitto il drago?'' (51, 9; 1974) *''Non ha apparenza né bellezza | per attirare i nostri sguardi, | non splendore per provare in lui diletto. | Disprezzato e reietto dagli uomini, | uomo dei dolori che ben conosce il patire, | come uno davanti al quale ci si copre la faccia, | era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. | Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, | si è addossato i nostri dolori | e noi lo giudicavamo castigato, | percosso da Dio e umiliato. | Egli è stato trafitto per i nostri delitti, | schiacciato per le nostre iniquità. | Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; | per le sue piaghe noi siamo stati guariti.'' (53, 3 – 5; 1974) [[File:Maria Taferl - Hochaltar 4 Jesaia.jpg|thumb|Statua raffigurante Isaia che porta una tavola con l'ultima parte del passo 53, 8 in latino]] *''Maltrattato, si lasciò umiliare | e non aprì la sua bocca; | era come agnello condotto al macello, | come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, | e non aprì la sua bocca. | Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; | chi si affligge per la sua sorte? | Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, | per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.'' (53, 7 – 8; 1974) *''Il giusto mio servo giustificherà molti, | egli si addosserà la loro iniquità. | Perciò io gli darò in premio le moltitudini, | dei potenti egli farà bottino, | perché ha consegnato se stesso alla morte | ed è stato annoverato fra gli empi, | mentre egli portava il peccato di molti | e intercedeva per i peccatori.'' (53, 11 – 12; 1974) *''Ecco, io ho creato il [[fabbro]] | che soffia sul fuoco delle braci | e ne trae gli strumenti per il suo lavoro, | e io ho creato anche il distruttore per devastare.'' (54, 16; 1974) *''L'[[empietà|empio]] abbandoni la sua via | e l'uomo iniquo i suoi pensieri; | ritorni al Signore che avrà misericordia di lui | e al nostro Dio che largamente perdona. | Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, | le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore. | Quanto il cielo sovrasta la terra, | tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, | i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.'' (55, 7 – 9; 1974) *''Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo | e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, | senza averla fecondata e fatta germogliare, | perché dia il seme a chi semina | e il pane a chi mangia, | così sarà della [[Parola di Dio|mia parola]] uscita dalla mia bocca: | non ritornerà a me senza effetto, | senza aver operato ciò che desidero | e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.'' (55, 10 – 11; 2008) *''Non dica l'[[eunuco]]: | "Ecco, io sono un albero secco!". | Poiché così dice il Signore: | "Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, | preferiscono le cose di mio gradimento | e restan fermi nella mia alleanza, | io concederò nella mia casa | e dentro le mie mura un posto e un nome | migliore che ai figli e alle figlie; | darò loro un nome eterno | che non sarà mai cancellato".'' (56, 3 – 5; 1974) *''I loro olocausti e i loro sacrifici | saranno graditi sul mio altare, | perché la mia casa si chiamerà | casa di preghiera per tutti i popoli.''<ref>Cfr. ''[[Vangelo secondo Matteo]]'': «''La mia casa sarà chiamata casa di preghiera''».</ref> (56, 7; 2008) *''Gli [[Empietà|empi]] sono come un mare agitato | che non può calmarsi | e le cui acque portan su melma e fango. | Non v'è pace per gli empi, dice il mio Dio.'' (57, 20 – 21; 1974) *''Lo spirito del Signore Dio è su di me | perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; | mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, | a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, | a proclamare la libertà degli schiavi, | la scarcerazione dei prigionieri, | a promulgare l'anno di misericordia del Signore, | un giorno di vendetta per il nostro Dio, | per consolare tutti gli afflitti, | per allietare gli afflitti di Sion, | per dare loro una corona invece della cenere, | olio di letizia invece dell'abito da lutto, | canto di lode invece di un cuore mesto.'' (61, 1 – 3; 1974) *''Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, | mi feci trovare da chi non mi cercava. | Dissi: "Eccomi, eccomi" | a gente che non invocava il mio nome.'' (65, 1; 1974) *''Ecco infatti io creo | nuovi cieli e nuova terra; | non si ricorderà più il passato, | non verrà più in mente, | poiché si godrà e si gioirà sempre | di quello che sto per creare, | e farò di Gerusalemme una gioia, | del suo popolo un gaudio.'' (65, 17 – 18; 1974) *''Prima che mi invochino, io risponderò; | mentre ancora stanno parlando, | io già li avrò ascoltati.'' (65, 24; 1974) *''Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, | il leone mangerà la paglia come un bue, | ma il [[serpente]] mangerà la polvere, | non faranno né male né danno | in tutto il mio santo monte.'' (65, 25; 1974) [[File:Jerusalem Western Wall Isaiah verse closeup.jpg|thumb|Iscrizione in ebraico, presso il Muro del Pianto a Gerusalemme, della prima parte del passo 66, 14: «Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca»]] *''Il cielo è il mio trono, | la terra lo sgabello dei miei piedi. | Quale casa mi potreste costruire? | In quale luogo potrei fissare la dimora? | Tutte queste cose ha fatto la mia mano | ed esse sono mie – oracolo del Signore –. | Su chi volgerò lo sguardo? | Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito | e su chi teme la mia parola.'' (66, 1 – 2; 1974) *''Giunge un rumore, un frastuono dalla città, | un rumore dal tempio: | è la voce del Signore che paga | il contraccambio ai suoi nemici.<ref>Si è fatta spesso erroneamente risalire a questo versetto la locuzione latina ''[[Vox populi, vox Dei]]'' (nella ''Vulgata'' è: «Vox clamoris de civitate, vox de templo, vox Domini reddentis retributionem inimicis suis»); cfr. [[w:Vox populi, vox Dei|la voce]] su Wikipedia.</ref> | Prima di provare i dolori, ha partorito; | prima che le venissero i dolori, | ha dato alla luce un maschio.'' (66, 6 – 7; 1974) *''Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, | le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. | La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi, | ma si sdegnerà contro i suoi nemici. | Poiché, ecco, il Signore viene con il [[fuoco]], | i suoi carri sono come un turbine, | per riversare con ardore l'ira, | la sua minaccia con fiamme di fuoco. | Con il fuoco infatti il Signore farà giustizia | su tutta la terra'' [...]. (66, 14 – 16; 1974) ==[[Explicit]]== <poem> Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti. </poem> {{NDR|''La sacra Bibbia'', edizione CEI, 1974}} ==Citazioni sul ''Libro di Isaia''== *Ebbene, non credo che Nostro Signore voglia sentirci contestare troppo. Isaia, capitolo 55, versetto 8: "Le mie vie non sono le vostre vie" e credo che in fondo con questo volesse dire "Sono misterioso ragazzi. Rassegnatevi!" (''[[La famiglia omicidi]]'') *L'atteggiamento del «Deutero-Isaia» di fronte al dolore è antitetico a quello del [[Buddha]]: egli non cercava di sfuggirlo, ma lo accettava come un'esperienza che poteva recare positivi frutti spirituali. Non sappiamo se parlando del «servo che soffre» egli si riferiva, come sembra, ad un individuo innominato ma storicamente concreto, oppure si tratti di una personificazione della comunità ebraica. La seconda delle due possibili interpretazioni di questa figura enigmatica è la più convincente, la più in linea con la tradizione profetica alla quale il «Deutero-Isaia» si ricollega. In ogni caso, è evidente che il «Deutero-Isaia» credeva che la sofferenza, sopportata pazientemente, può essere una esperienza creativa per tutti quelli che ne sono implicati, compresa la vittima stessa nel corso della propria tragedia. Gli scritti del «Deutero-Isaia» sono forse i più antichi nei quali si possa trovare questo atteggiamento verso il dolore. ([[Arnold J. Toynbee]]) *L'importanza del libro di ''Isaia'' è straordinaria. Esso, non solo impiega un ebraico classico e uno stile generalmente elevato, ma si riferisce ad un periodo delicatissimo della storia civile e religiosa del regno di Giuda. Ma, più ancora che su ciò, la sua importanza si fonda sui numerosi e chiarissimi preannunzi che esso contiene riguardo al futuro Messia, e che gli hanno meritato l'epiteto di Vangelo anticipato. ([[Giuseppe Ricciotti]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *''La sacra Bibbia'', traduzione di G. Bonaccorsi, G. Castoldi, G. Giovannozzi, G. Mezzacasa, F. Ramorino, G. Ricciotti, G. M. Zampini, Salani Editore, Firenze, 1959. *''[http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM La sacra Bibbia]'', edizione CEI, 1974. *''[https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/at/Is/1/ Isaia]'', edizione CEI, 2008. ==Voci correlate== *[[Isaia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} [[Categoria:Antico Testamento|Isaia]] 7nnbbbujo48m3quk36in0ajk002josb Cammello 0 95354 1221167 867409 2022-08-06T13:55:53Z Gaux 18878 Ambrogio Levati wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:2011_Trampeltier_1528.JPG|thumb|Un cammello]] Citazioni sul '''cammello'''. *Al mio paese tenemos un detto: el coniglio salta, la sierpe striscia, ma il cammello sgobba! (''[[Spia e lascia spiare]]'') *Comincio il mio racconto mentre i venti gettano le sabbie su in una spirale, costringendo uomini e cavalli a rifugiarsi e proteggersi gli occhi. Non posso fare a meno di notare come i cammelli si ergano alti, imperterriti. (''[[Age of Empires II]]'') *È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli. ([[Gesù]]) *Ettore e Barbara ebbero una piccola discussione. Barbara accusava Ettore di "fare il cammello". In effetti in certe occasioni la faccia di Ettore ricorda quella di un vecchio cammello che ha attraversato molti deserti e ha affrontato molte tempeste di sabbia. ([[Ettore Sottsass]]) *I cammelli non montano le loro madri, e anche se qualcuno tenta di convincerli con la forza, si rifiutano. Qualche tempo fa, poiché non aveva un cammello da monta, un allevatore, dopo avere avvolto una madre dentro un telo, fece portare accanto a lei suo figlio. Mentre i due si accoppiavano, però, il velo che copriva la madre cadde a terra; il cammello allora portò a termine l'unione, ma poco dopo uccise l'allevatore mordendolo. ([[Aristotele]]) *Il cammello, chiamato dagli Arabi il ''vascello del Deserto'', è il più bel dono che la provvidenza abbia fatto agli Africani, perché potessero traversare quelle immense arene che loro stanno vicine; ond'essi lo venerano tanto, che si lavano colla sua schiuma. ([[Ambrogio Levati]]) *Il cammello è il più lussurioso animale che sia, e andrebbe mille miglia dirieto a una cammella, e, se usassi continuo con la madre o sorelle, mai le tocca, tanto si sa ben temperare. ([[Leonardo da Vinci]]) *Il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo. (''[[Levitico]]'') *Il cammello preferisce bere un'acqua torbida e limacciosa. E infatti non beve l'acqua di fiume se prima non è stata sporcata. ([[Aristotele]]) *''Il tuo pelo, o cammello, solo Allah lo può tagliare. | Tu sei il re di tutti gli animali. | Nei pressi del mare, alle pendici dei bur, nella terra rossa e nella terra nera, dove manchi tu, o cammello? | Qual è la terra che non hai toccato? | Il guerriero è il vero uomo. | Tu sei il vero animale.'' ([[Canti popolari|canto popolare]]) *Lo amava quanto un uomo può amare un cammello: in altre parole, lo odiava con moderazione. ([[Ken Follett]]) *Nella vostra città ci saranno più cammelli che in Africa e in Asia. ([[Slogan pubblicitari|slogan pubblicitario]] delle sigarette Camel) *Per un cammello sordo un cenno della testa vale quanto un bastone appuntito. ([[Terry Pratchett]]) *Tre volte mi è capitato di venire a contatto con cammelli, e ogni volta le conseguenze sono state tragiche. ([[Elias Canetti]]) *Un cammello non prende in giro un altro cammello per le sue gobbe. ([[Proverbi africani|proverbio africano]]) *Un cammello spelacchiato porta pur sempre il carico di molti asini. ([[Johann Wolfgang von Goethe]]) ==Altri progetti== {{Interprogetto|wikt|etichetta=cammello|preposizione=sul}} [[Categoria:Camelidi]] et1v64ztuybbt9485fqy23hlbnkhnzp Teatro Massimo Vittorio Emanuele 0 104382 1221299 1194842 2022-08-07T09:57:35Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ Sostituisco categoria wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Teatro Massimo (Palermo) 22.JPG|thumb|Il Teatro Massimo di notte]] Citazioni sul '''Teatro Massimo Vittorio Emanuele'''. *Che emozione solo a pensare alla storia di questo teatro. Ho in mente la maestosa scalinata del Massimo, nota in tutto il mondo, e so dai colleghi che c'è un'acustica perfetta. ([[Plácido Domingo]]) *Palermo aveva forse bisogno d'un teatro così grande? ([[Umberto I di Savoia]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{s}} [[Categoria:Luoghi della Sicilia]] [[Categoria:Luoghi di Palermo]] [[Categoria:Teatri d'Italia]] 8soxw6gaks2chmu3u6hw6dwupekybci Eunuco 0 106444 1221269 1037825 2022-08-07T06:54:33Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Eunuch (1878) - TIMEA.jpg|thumb|Un eunuco egiziano, 1878]] Citazioni sull''''eunuco'''. *''Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità | e che non ha pensato cose malvagie contro il Signore, | riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà, | una parte più desiderabile nel tempio del Signore''. (''[[Libro della Sapienza]]'') *– Dimmi, c'è qualcuno da qualche parte che custodisce le tue palle? Me lo sono chiesto spesso.<br />– Sai che non ho idea di dove siano? E dire che siamo stati così legati. (''[[Il Trono di Spade (prima stagione)|Il Trono di Spade]]'') *Gli attori e tutti quelli che cercano di imitarli, tiran fuori invariabilmente una vocetta acuta e stridula. È molto raro, invece, che gli eunuchi parlino così. Altrimenti, chi sopporterebbe la loro compagnia? A corte, poi, bisogna avere dei modi particolarmente piacevoli. In realtà, la voce di un eunuco è quella di un bambino, dolce e insicuro, e ridesta il senso materno e paterno di chi l'ascolta. Così, ci disarmano, con molta sottigliezza, perché siamo portati a perdonarli come perdoneremmo a un bambino, dimenticando che hanno un'intelligenza matura e non anormale come il loro corpo. ([[Gore Vidal]]) *Gli eunuchi non si ammalano di [[gotta]] né diventano calvi. ([[Ippocrate]]) *''Non dica l'eunuco: | "Ecco, io sono un albero secco!". | Poiché così dice il Signore: | "Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, | preferiscono le cose di mio gradimento | e restan fermi nella mia alleanza, | io concederò nella mia casa | e dentro le mie mura un posto e un nome | migliore che ai figli e alle figlie; | darò loro un nome eterno | che non sarà mai cancellato".'' (''[[Libro di Isaia]]'') *Per quanto mi riguarda trovo molto difficile credere ad un eunuco. Chissà che cosa vogliono. (''[[Il Trono di Spade (seconda stagione)|Il Trono di Spade]]'') ==Voci correlate== *[[Castità]] *[[Castrato]] *[[Castrazione]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'}} [[Categoria:Antropologia culturale]] [[Categoria:Antropologia sociale]] [[Categoria:Etnologia]] [[Categoria:Sessualità]] mxm6m2p7w5b9sqnw7wmb8pd6vc7kp0p Empietà 0 111751 1221270 1208925 2022-08-07T07:01:04Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} {{indicedx}} Citazioni sull''''empietà''' e sugli '''empi'''. ==Citazioni== *Com'è vero ch'io vivo – oracolo del Signore Dio – io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e viva. (''[[Libro di Ezechiele]]'') *''Contro un padre empio imprecano i figli, | perché sono disprezzati a causa sua. | Guai a voi, uomini empi, | che avete abbandonato la legge di Dio altissimo! | Quando nascete, nascete per la maledizione; | quando morite, erediterete la maledizione. | Quanto è dalla terra ritornerà alla terra, | così gli empi dalla maledizione alla distruzione.'' (''[[Siracide]]'') *''Gli empi sono come un mare agitato | che non può calmarsi | e le cui acque portan su melma e fango. | Non v'è pace per gli empi, dice il mio Dio.'' (''[[Libro di Isaia]]'') *Irresistibile attrazione che esercita su certi spiriti pii l'empietà. ([[Gesualdo Bufalino]]) *[[Missionario]] laico<br>''Va ad insegnare | l'empietà ai negri | convertiti da un povero frate. | Ha con sé | "La Storia | delle Grandi Bestemmie | Illustrate" | in fascicoli | e a rate.'' ([[Marcello Marchesi]]) *Non abbiate paura delle parole dell'empio, perché la sua gloria andrà a finire ai rifiuti e ai vermi; oggi è esaltato, domani non si trova più, perché ritorna alla sua polvere e i suoi calcoli falliscono. ([[Mattatia]], ''[[Primo libro dei Maccabei]]'') *Se l'empio desiste dall'empietà e compie ciò che è retto e giusto, per questo vivrà. (''[[Libro di Ezechiele]]'') *''Si usi pure clemenza all'empio, | non imparerà la giustizia; | sulla terra egli distorce le cose diritte | e non guarda alla maestà del Signore.'' (''[[Libro di Isaia]]'') *Solo negli empi sopravvive oggigiorno la passione per il divino. Nessun altro si salverà. ([[Gesualdo Bufalino]]) ===''[[Libro dei Proverbi]]''=== *''L'empio sarà preso nelle proprie iniquità, | tenuto stretto dalle funi del suo peccato. | Egli morirà per mancanza di correzione, | andrà vacillando per la grandezza della sua follia.'' *''La via degli empi è come il buio; | essi non scorgono ciò che li farà cadere.'' *''La violenza degli empi li travolge, | perché rifiutano di praticare la giustizia.'' *''Non battere la strada degli empi | e non procedere per la via dei malvagi. | Evita quella strada, non passarvi, | sta' lontano e passa oltre. | Essi non dormono, se non fanno del male; | non si lasciano prendere dal sonno, | se non fanno cadere qualcuno; | mangiano il pane dell'empietà | e bevono il vino della violenza.'' *''Tutta la vita l'empio indulge alla cupidigia, | mentre il giusto dona senza risparmiare.'' ===''[[Libro della Sapienza]]''=== *''Gli empi invocano su di sé la morte | con gesti e con parole, | ritenendola amica si consumano per essa | e con essa concludono alleanza, | perché son degni di appartenerle.'' *''La speranza dell'empio è come pula portata dal vento, | come schiuma leggera sospinta dalla tempesta, | come fumo dal vento è dispersa, | si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno.'' *''Perché sono ugualmente in odio a Dio | l'empio e la sua empietà; | l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti.'' *''Si indagherà infatti sui propositi dell'empio, | il suono delle sue parole giungerà fino al Signore | a condanna delle sue iniquità.'' ===''[[Salmi]]''=== *''Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi.'' *''Il poco del giusto è cosa migliore | dell'abbondanza degli empi; | perché le braccia degli empi saranno spezzate, | ma il Signore è il sostegno dei giusti.'' *''L'empio prende in prestito e non restituisce, | ma il giusto ha compassione e dà in dono.'' *''Nel cuore dell'empio parla il peccato, | davanti ai suoi occhi non c'è timor di Dio. | Poiché egli si illude con se stesso | nel ricercare la sua colpa e detestarla. | Inique e fallaci sono le sue parole, | rifiuta di capire, di compiere il bene. | Iniquità trama sul suo giaciglio, | si ostina su vie non buone, | via da sé non respinge il male.'' *''Non reggeranno gli empi nel giudizio, | né i peccatori nell'assemblea dei giusti. | Il Signore veglia sul cammino dei giusti, | ma la via degli empi andrà in rovina.'' ==Voci correlate== *[[Ateismo]] *[[Eresia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt|preposizione=sull'|w_preposizione=riguardante l'}} [[Categoria:Concetti religiosi]] q04rf8akjdkzqw4xdxcpb44msa7c7m4 Sam & Cat 0 112522 1221246 1148538 2022-08-06T21:43:04Z 94.33.50.28 wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titoloitaliano = Sam & Cat |titolooriginale = Sam & Cat |paese = Stati Uniti d'America |immagine = Sam&Cat logo.png |didascalia = Logo di ''Sam & Cat''. |tipofiction = serie TV |annoprimatv = 2013 – 2014 |genere = teen sitcom |stagioni = 1 |episodi =10 |linguaoriginale = inglese |ideatore = [[Dan Schneider]] |attori = *[[Jennette McCurdy]]: [[Sam Puckett|Samantha Joy "Sam" Puckett]] *[[Ariana Grande]]: [[Cat Valentine|Catharina "Cat" Valentine]] *[[Cameron Ocasio]]: Dice *[[Maree Cheatham]]: Nonna Valentine *[[Zoran Korach]]: Goo Merr "Goomer" |doppiatoriitaliani = *[[Jenny De Cesarei]]: [[Sam Puckett]] *[[Monica Bonetto]]: [[Cat Valentine]] *[[Simone Lupinacci]]: Dice *[[Caterina Rochira]]: Nona "Nonna" Valentine *[[Luca Bottale]]: Goo Merr "Goomer" }} '''''Sam & Cat''''', sitcom statunitense trasmessa dal 2013 al 2014. ==Episodio 1, ''L'incontro''== *'''Barista''' {{NDR|a Sam, che è appena arrivata a Los Angeles}}: Ehi, tu non sei Sam di iCarly?<br/>'''Sam''': Sei un piedipiatti?<br/>'''Barista''': No!<br/>'''Sam''': Allora sono io!<br/>'''Barista''': Cosa ci fai a Los Angeles?<br/>'''Sam''': Vorrei spassarmela! {{NDR|passa Cat in bicicletta}} Dimmi, come sono i tuoi burritos?<br/>'''Barista''': Disgustosi!<br/>'''Sam''': Ne prendo uno doppio! *{{NDR|guardando Cat}} Che ci fa quella nel bidone della spazzatura? E perché c'è una batteria nel mio burrito? ('''Sam''') *'''Cat''': Vieni a fare un bagno dalla mia vecchina?<br/>'''Sam''': Da chi?<br/>'''Cat''': Da mia nonna, vivo con lei.<br/>'''Sam''': Ehm...grazie, ma non devi...<br/>'''Cat''': Per favore! Mi hai salvato dal camion dei rifiuti, voglio ringraziarti regalandoti un bagno! *'''Sam''': {{NDR|indossando un accappatoio di Cat}} Eeehm... non hai nient'altro da prestarmi? Sembra...che mi abbia vomitato addosso l'arcobaleno!<br/>'''Cat''': No, ho già messo i tuoi vestiti dentro la lavatrice.<br/>'''Sam''': Quando saranno pronti?<br/>'''Cat''': Appena mia nonna torna e mi mostra come si accende! *'''Dice''': Indovina che cos'ho qui!<br/>'''Cat''': Oh, hai qualcosa lì? *'''Cat''': Non posso vivere da sola, se cado ancora nel water e resto incastrata?<br/>'''Nonna''': Ah, sarò solo a cinque isolati da casa!<br/>'''Cat''': Cinque isolati?! {{NDR|lei e la nonna iniziano a litigare e Sam le interrompe}}<br/>'''Sam''': Ehy! Ehy! Ehy, ehy! Se si incastra nel water...mi manderesti una fotografia?<br/>'''Nonna''': Lei chi è?<br/>'''Cat''': È una mia amica. Stanotte si può fermare a dormire qui?<br/>'''Nonna''': Eeh, certo! {{NDR|scherzando}} Eh, tu non hai precedenti penali, vero? {{NDR|lei e Cat si mettono a ridere}}<br/>'''Sam''': {{NDR|ridendo falsamente}} Sì, continua a crederci! *'''Sam''': {{NDR|dopo che Nonna l'ha rinchiusa nel divano-letto}} Ehi! Sono chiusa nel divano! Fammi uscire! Aiuto!<br/>'''Cat''': {{NDR|arrivando}} Che chiasso! Ma cosa... {{NDR|vede il divano muoversi}} lo spirito del divano! {{NDR|spaventata prende una scopa e gli tira dei colpi}} Così impari!<br/>'''Sam''': Sono io, Sam! Fammi uscire da qui! Sbrigati!<br/>'''Cat''': Sì. {{NDR|la fa uscire}} Guarda che non si dorme così in un divano letto! *{{NDR|Dopo che Cat gli ha chiesto se non gli manca Seattle}} Be', non tanto: vedi... la mia migliore amica è andata in Italia... e mia madre è dura da sopportare... ('''Sam''') *'''Sam''': Andrò ovunque mi porterà la mia moto.<br/>'''Cat''': Ero convinta che fossero le persone a portarla.<br/>'''Sam''': Devi smetterla di annusare i capelli di Biber! *'''Cat''': Hai messo la nonnina in un ricovero per anziani?!<br/>'''Sam''': Aaah, non sei {{NDR|il miscuglio di uova, caffè e succo d'arancia esplode}} ...non sei felice che non sia qui ad assistere?<br/>'''Cat''': Chi ti ha detto di portarla in quel postaccio?<br/>'''Sam''': Aah, me l'ha chiesto lei!<br/>'''Cat''': Oh, sto male! Sto per svenire! O per vomitare! Tutt'e due, svomito! *'''Sam''': {{NDR|a Cat e sua nonna, riferita a un anziano a cui ha fatto un tatuaggio}} Gli puoi dire di smettere di lamentarsi?<br/>'''Anziano''': Ti avevo detto che volevo un tatuaggio di Abrham Lincoln!<br/>'''Sam''': La mia coscia di pollo è molto più carina! *'''Dice''': Tieni il moccio!<br/>'''Sam''': Tu sei strano! *{{NDR|Cat, dietro di lei sulla moto, le fa il solletico}} Eh...non mi fare il solletico. {{NDR|Cat le infila le dita nelle orecchie}} Togli le tue dita dalle mie orecchie. {{NDR|Cat batte le mani sul suo casco}} Sarà un viaggio mooolto lungo... ==Episodio 2, ''Programma preferito''== *'''Ragazzo''': Ehi mamma: questa gonna mi fa il sedere grande? {{NDR|si gira}} <br/>'''Madre''': No: te lo fa esattamente come ce l'hai!<br/>'''Ragazzo''': {{NDR|al fratello}} Gneaa! Dammi subito il mio portatile!<br/>'''Sam''': In tv non possono mostrare il marchio del computer, così hanno sostituito la pera con la banana.<br/>'''Cat''': Oh! Che intelligenti!<br/>'''Padre''': {{NDR|rientrando in casa}} Ecco, l'ho trovato!<br/>'''Madre''': Dillon! Che cosa ti è successo? Hai il vestito sporco. E anche la faccia!<br/>'''Dillon''': Sono nella squadra di calcio!<br/>'''Madre''': Cosa?<br/>'''Ragazzo''': Accidenti, è grandioso!<br/>'''Nonno''': In effetti quella gonna ti fa il sedere enorme!<br/>'''Ragazzo''': Sta' zitto nonno!<br/>'''Sam e Cat''': {{NDR|ridendo}} "Sta' zitto nonno!" *'''Signor Parker''': Ciao. Ho visto il volantino: voi fate le baby-sitter?<br/>'''Cat''': Sì! Volevo dire...un momento per favore. {{NDR|prende da parte Sam}} Il nostro primo cliente, siamo baby-sitter professionali! Sssh, non fare capire che siamo inesperte!<br/>'''Sam''': Credo...che abbia sentito! *'''Cat''': Sì yeh, yeh, yeh! {{NDR|a Sam}} Sta calma!<br/>'''Sam''': Sto...cercando di controllarmi! *'''Cat''' {{NDR|entrando nell'appartamento in lacrime}}: Sam, Sam... è una tragedia... È una tragedia!<br/>'''Sam''': Guarda: con due ossa rosicchiate ho costruito un'arma! {{NDR|usa l'arma a mo' di nunchacko e spacca una bottiglia sul tavolo}} *'''Sam''': Ehi, ehi, ehi, si può sapere perché piangi?<br/>'''Cat''': {{NDR|mostrandole il cellulare}} Perché...ho letto le ultime notizie da Hollywood e...hanno cancellato...<br/>'''Sam''': Non c'è più Travestiti?! Perché, è un grande successo! Quale tv cancellerebbe un successo?!<br/>'''Cat''': È una follia, non faranno neanche un puntatone finale!<br/>'''Sam''': Come?? {{NDR|suonano alla porta}}<br/>'''Cat''': Din don!<br/>'''Sam''': Vattene, hanno cancellato il nostro programma preferito! *'''Sam''': Ah, bene ci siamo.<br/>'''Ethan''': Dove siamo?<br/>'''Sam''': Non intendevo dire questo.<br/>'''Ethan''': Cosa intendevi dire?<br/>'''Sam''': Volevo far sapere a Cat che ho trovato informazioni on-line.<br/>'''Ethan''': Informazioni su che cosa?<br/>'''Sam''': Su come rimuovere la lingua a i bambini! {{NDR|Ethan si tiene la lingua}} *'''Ethan''': Batman indossa le mutande?<br/>'''Sam''': Chiudi il becco! *'''Ethan''': Questo è un divano o un sofà?<br/>'''Sam''': Non lo so...<br/>'''Ethan''': I mostri si ammalano?<br/>'''Sam''': Non mi interessa...<br/>'''Ethan''': Tu che cosa metti nell'ombelico?<br/>'''Sam''': La zuppa! *'''Dice''': {{NDR|entrando sul set di Travestiti con Sam}} Wow! È qui che girano Travestiti!<br/>'''Sam''': Sssh! Ssssh! Senti: ora io creo un diversivo, e tu...strisci sul set e...prendi la lampada zebrata, la metti nei pantaloni e mi raggiungi.<br/>'''Dice''': Perché?<br/>'''Sam''': Perché hanno cancellato lo show, e voglio che Cat abbia un ricordo che possa conservare per sempre.<br/>'''Dice''': Sei dolce! {{NDR|Sam gli toglie il cappello e lo attira a se'}}<br/>'''Sam''': Non chiamarmi mai più dolce.<br/>'''Dice''': No, no, no, volevo dire... "docce"! {{NDR|Sam lo lascia andare e gli ridà il cappello}}<br/>'''Sam''': Vai a prendere la lampada.<br/>'''Dice''': Whoa, whoa, whoa, io non rubo le cose: faccio affari.<br/>'''Sam''': Se la prendi ti do venti dollari.<br/>'''Dice''': Ci sto! *Sanguino sulle ciambelle! ('''Sam''') *'''Ethan''': Perché siamo venuti alla casa di riposo?<br/>'''Cat''': Vedi: gli anziani amano i bambini. Bella gente! Chi vuole spupazzare due adorabili bambini? {{NDR|gli anziani si avvicinano}} Oh, be', perfetto! Lui è Bob. Attenti, si appiccica! *'''Ethan''': Mi raccontate una storia?<br/>'''Cat''': No.<br/>'''Ethan''': Il dentifricio è una verdura?<br/>'''Sam''': No.<br/>'''Ethan''': Posso saltare dal tetto?<br/>'''Sam e Cat''': Sì! ==Episodio 4, ''La capretta''== *'''Sam''': Allora hai capito il piano?<br/>'''Goomer''': Tutto quanto?<br/>'''Sam''': Sì, tutto, te l'ho spiegato duemila volte!<br/>'''Cat''' {{NDR|parlando al telefono}}: Ok, la ringrazio dottor Stankey. {{NDR|riattacca}}<br/>'''Sam''': Allora?<br/>'''Cat''' {{NDR|parlando di sua nonna}}: Niente di grave, si è solo lussata l'anca.<br/>'''Sam''': Allora digli di venire, che questo qui non capisce niente!<br/>'''Goomer''': Ehi, vuoi vedere il mio ditone?<br/>'''Sam''': No! Ricordati: tu sei nostro zio...<br/>'''Goomer''': Oh, vorrei fare [[Zio Paperone]]!<br/>'''Cat''': Zio Paperone?<br/>'''Sam''': Sei solo nostro zio!<br/>'''Goomer''': Eh... allora perché vi voglio fare vedere il mio ditone?<br/>'''Sam''': Perché il tuo cervello non funziona!<br/>'''Goomer''': Giusto! *'''Dilben''' {{NDR|buttato fuori dall'appartamento da Sam con la maglietta al posto dei pantaloni e viceversa}}: Ma come ti permetti? Ehi, mi hai messo i pantaloni al posto della maglietta, e la maglietta al posto dei pantaloni!<br/>'''Sam''': Grazie, e torna presto!<br/>'''Dilben''': Ridammi il mantello!<br/>'''Sam''': No!<br/>'''Dilben''' Perché no?<br/>'''Sam''': Perché chi porta un mantello è ridicolo! {{NDR|chiude la porta}}<br/>'''Dilben''' {{NDR|tra sé e sé, allontanandosi}}: [[Sherlock Holmes]] il mantello lo portava! *'''Dice''' {{NDR|entrando nell'appartamento di Sam e Cat con una capretta in braccio}}: Ho trovato una capretta!<br/>'''Sam''': Oh, ho già fatto colazione!<br/>'''Dice''': Non è da mangiare!<br/>'''Cat''': È così tenera... dove l'hai trovata?<br/>'''Dice''': Be'... passeggiavo in un vicolo, quando ho incontrato un tipo strano...<br>{{NDR|Parte un flashback dove Dice è in un vicolo con uno strano tipo}}<br/>'''Dice''': Ok: facciamo quaranta dollari!<br/>'''Uomo''': Affare fatto! {{NDR|entra in una baracca lì vicino, e ne esce con una capretta al guinzaglio}}<br/>'''Dice''': E quella che cos'è?<br/>'''Uomo''' {{NDR|mettendogli in mano il guinzaglio}}: Un montone!<br/>'''Dice''': Non è un montone, è... una capretta! {{NDR|l'uomo lo guarda per un attimo e poi corre a chiudersi nella baracca}} Aspetta! Questo è un imbroglio! ==Episodio 7, ''Goomersitter''== *'''Sam''' {{NDR|a Goomer, parlandogli di Dice che gli ha appena impedito di mangiare della pizza}}: Goomer, ascolta il tuo manager!<br/>'''Goomer''': Lui è qui?<br/>'''Dice''': Io sono il tuo manager!<br/>'''Goomer''': Posso avere della pizza?<br/>'''Dice''':...No! ==Episodio 8, ''Concorrenza Sleale''== *'''Cat''' {{NDR|dopo aver truccato Dice in modo che sembri più giovane}}: Sam, Nonna questo è il mio nuovo amico: ora non è più Dice ma Billy il Ragazzo-Bambino!<br/>'''Nonna''': È grazioso!<br/>'''Sam''': Cat, dovevi farlo sembrare più giovane, non un babbeo degli anni quaranta!<br/>'''Dice''': Mi volete vestito così?<br/>'''Cat''' Sì, Billy, lecca il lecca-lecca!<br/>'''Dice''': Non voglio leccare il lecca-lecca!<br/>'''Cat''': Devi leccarlo! *{{NDR|A Cat che le sta appoggiata alla spalla per vederla forzare una serratura}} Non mi piace il fiato caldo sul collo! ('''Sam''') *'''Baby-sitter''': Grant... sbattile fuori!<br/>'''Grant''': Ok... {{NDR|si avvicina a Sam e Cat per portarle fuori}} Forza bamboline, vi accompagno a... {{NDR|Sam lo afferra e gli infila il mignolo nel naso}} Ahi! Che male! Mi ha messo il mignolo nel naso e lo sta spingendo in profondità!<br/>'''Sam''': Ti gratterei il cervello se lo trovassi! {{NDR|lo spinge via}} C'è qualcun altro che vuole un mignolo nel naso?<br/>'''Baby-sitter''': No, no! * '''Cat''': Le scommesse sono sbagliate, illegali e brutte!<br/>'''Baby-sitter''': {{NDR|Ripetendo}} Le scommesse sono sbagliate, illegali e brutte!<br/>'''Cat''': Le devi sempre evitare, come eviti di ruttare in pubblico!<br/> '''Baby-sitter''': Le devi sempre evitare, come eviti di ruttare in pubblico!<br/>'''Cat''': A meno che non ti trovi a Las Vegas, in questo caso tenta la sorte!<br/>'''Baby-sitter''': Amen!<br/>'''Cat''': Amen! ==Episodio 10, ''Moto Sparita''== *'''Goomer''': Guarda: mi sono fatto male al dito!<br/>'''Cat''': Oh, com'è successo?<br/>'''Goomer''': Mangiavo un hot dog, e a un certo punto mi sono confuso! *'''Hector''': ''Ope desh, decke da, fee lì de du!''<br/>'''Dice''': Non ho capito...<br/>'''Goomer''': Credo che abbia detto "''Ope desh, decke da, fee lì de du''"!<br/>'''Sam''': E che cosa vuol dire?<br/>'''Goomer''': Questo non lo so! ==Episodio 11, ''La mamma di Goomer''== *'''Goomer''' {{NDR|cercando di convincere sua madre a farlo continuare a combattere}}: Ma la lotta è molto più che tirare calci e pugni!<br/>'''Sam''': Stese a terra, soffocamento, sangue!<br/>'''Signora Mer''': Stese a terra, soffocamento, sangue?<br/>'''Cat''': Oh, caspita! *'''Cat''': Qual è il cognome di tua madre?<br/>'''Goomer''': Lo stesso che ho io: Mer! {{NDR|Sam e Cat lo guardano}} Voi chiamatela "Signora Mer"!<br/>'''Sam''': Aspetta... il tuo cognome è Mer?<br/>'''Goomer''': Sì... mio padre era un appassionato di gufi e mi chiamava "Goo". Il mio cognome è Mer; io sono: Goomer! {{NDR|si allontana}}<br/>'''Sam''': Goo...<br/>'''Cat''': Mer? ==Episodio 12, ''Pubblicità''== *{{NDR|Nonna entra di corsa nell'appartamento con addosso una vestaglia, e con la faccia coperta da una maschera di bellezza bianca}}<br/> '''Cat''': Ciao!<br/>'''Sam''': Ehi [[Joker]], dove hai messo [[Batman]]? *'''1° bambino''': Sam!<br/>'''2° bambino''': Cat!<br/>'''3° bambino''': Spasso!<br/>'''4° bambino''': Gnha! ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Sam & Cat''}} 417jbkkdkixonc1jk0o2n26ozjzkcks Clannad 0 117478 1221283 1192271 2022-08-07T07:57:40Z Bradipo Lento 20707 /* Arco di Kotomi */ +1 wikitext text/x-wiki {{Videogioco |nomegioco = Clannad |immagine = Clannad Logo.svg |nomeoriginale = クラナド |nometraslitterato = Kuranado |anno = 2004 |sviluppo = Key |pubblicazione = Key<br />Steam (PC) |genere = visual novel |piattaforma = Microsoft Windows/PlayStation 2/PlayStation Portable/Xbox 360/PlayStation 3 |tema = dramma/sentimentale }} '''''Clannad''''', visual novel prodotta dalla Key e pubblicata in Giappone nel 2004. Dal gioco sono state tratte due serie anime per complessivi 48 episodi. ==Frasi== {{cronologico}} === Parte introduttiva === *Odio questa città. Ci sono troppi ricordi qui che preferirei dimenticare. Tutti i giorni è la stessa [storia]. Andare a scuola, trovare gli amici, tornare a casa in un luogo che non sopporto... Non accade mai niente di nuovo. (Mi chiedo se la mia vita cambierà mai...) ('''Tomoya''') :''I hate this town. There's just too many memories here I'd rather forget. Everyday is the same. Go to school, see friends, come home to a place I can't stand... Nothing new ever happens. (I wonder if my life will ever change...)'' * *Sigh* Sospiro sconsolato mentre guardo in alto verso il cielo. Scorgo il cancello della scuola. Comunque, di chi è stata l'idea di mettere una scuola sulla cima di una enorme salita? La collina continua, come se fosse un incubo infinito. ('''Tomoya''') :''*Sigh* I exhale dejectedly while gazing up at the sky. There stand the school gates. Whose idea was to put a school at the top of a giant slope, anyway? The hill goes on like a never-ending nightmare.'' *Guardo alla mia destra. Una ragazza è lì ferma, proprio vicino a me. Dal colore del distintivo della scuola sulla sua divisa, posso dire che anche lei è una studentessa del terzo anno.<ref>Le divise degli studenti nipponici hanno un particolare (in questo caso il distintivo dell'istituto) che presenta un colore diverso a seconda dell'anno del corso. Nella scuola superiore presente in ''Clannad'' il colore è verde per il primo anno (vedi distintivo di Fuko), rosso per il secondo anno (vedi distintivo di Tomoyo) e blu per il terzo anno (vedi distintivo di Nagisa, Tomoya e di quasi tutti gli altri personaggi citati).</ref> Ma lei non è una persona che mi è familiare. I suoi capelli corti, che le arrivano appena sotto alle spalle, ondeggiano nel vento. ('''Tomoya''') :''I look to my right. A girl is standing there, just still at me. I can tell from the color of the school insigna on her uniform that she's also a third-year student. But she isn't someone familiar to me. Her short hair, that comes to just above her shoulders, flutters in the wind.'' *Non importa se è vecchia o meno. Una cosa che è carina è sempre carina, a prescindere da quando la guardi. ('''Nagisa''') :''It doesn't matter whether it's old or not. Something that's cute is always cute, regardless of when you look at it.'' === Arco di Fuko === *Non ho idea di quanto sia dura la situazione che Fuko sta vivendo, ma fino a quando rimarrà in questa casa {{NDR|da Nagisa}} la solitudine sarà una di quelle cose che non proverà. ('''Tomoya''') :''I haven't any idea how harsh a situation Fuko's experiencing, but as long as she stays in this house, loneliness is the one thing she won't feel.'' *Prima ho notato... [che] tutti gli alunni di questa scuola hanno iniziato a parlare di questa ragazza che nessuno di loro ha mai visto. Le loro congetture su di lei si sentono dappertutto. Ma nessuna di queste si può descrivere come negativa per lei. Un'innocente ragazza che ha sempre lavorato duramente, andando in giro per la scuola... così sembra apparire nei ricordi di tutti. E a un certo punto... tutti hanno iniziato ad aspettare. Attendono il giorno in cui aprirà i suoi occhi. Io non faccio eccezione. Non so perché, ma sembra che lei mi piaccia molto. Anche se non ci siamo mai incontrati. Questa sensazione misteriosa si è radicata dentro di me. Ecco perché, come tutti gli altri, desidero che questo giorno venga. E questo giorno arriverà. Senza alcun dubbio. ('''Tomoya''') :''Before I notice... all the students in school have started talking about that girl whom no one has even seen. Their speculations about her are heard everywhere. But not a single one of them could be described as unfavorable of her. An innocent girl who always works her hardest, running around the school... that seems to be how she appears in everybody's mind. And at some point... everyone starts waiting. Waiting for the day she opens her eyes. I am no exception. I don't know why, but I seem to like her a lot. Even though we haven't even met. Such a mysterious feeling is rooted inside me. That's why, just like everyone else, I long for that day to come. And that day will come. Without a doubt.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *Mentre guardo la commessa che incarta il pendente con raffinatezza, mi immagino mentre glielo consegno. Mi chiedo se questo la renderà felice. Oggi ho imparato che acquistare qualcosa per qualcuno può essere inaspettatamente divertente. ('''Tomoya''', che ha acquistato un pendente per Ryou) :''As I look the clerk wrapping the pendant neatly by hand, I imagine myself handing this to her. I wonder if she'll be happy with this. Today, I learned that buying something for someone can be unexpectedly fun.'' *Un [[appuntamento]] inizia nel momento in cui inizi ad aspettare. ('''Ryou''') :''A date starts the moment you start waiting.'' *{{NDR|Dopo aver trascorso la giornata al centro commerciale, Tomoya chiede a Ryou dove voglia andare; lei risponde che, se è insieme a lui, ovunque le va bene.}}<br />Comunque, oggi siamo già stati in tutti i luoghi degni di nota qui intorno. In pratica non c'è più un "da qualche parte" dove poter andare. Così continuiamo a passeggiare tenendoci per mano. Lei cammina lentamente, in modo da allungare, anche di poco, il tempo da trascorrere insieme. Io mi adeguo al suo passo... Il tempo scorre lentamente... Anche se chiudo gli occhi, posso sentire attraverso il suo calore che lei è vicino a me. Questo mi dà un senso di conforto e di tranquillità che le parole non possono descrivere. ('''Tomoya''') :''Even so, we've alredy gone to all the places of note around here today. In the end, ther just isn't "anywhere" we can go to. And so we just keep on walking while holding hands. She walks slowly, so as to lengthen the time we have together even by just a little. And I match her footsteps... Time flows by gradually... Even if I close my eyes, I can feel through her warmth that she's next to me. It gives me a sense of comfort and tranquillity that words cannot describe.'' === Arco di Ryou === *{{NDR|Kyou sorride felice perché Tomoya le ha chiesto di chiamarlo per nome, circostanza che per i giapponesi implica un rapporto molto stretto tra due persone.}}<br />Non lontano da me c'è un sorriso pieno di gioia e felicità. La possibilità che una piccola occasione si trasformi in un enorme passo avanti... Il mio... No. Il nostro viaggio inizia da qui. ('''Tomoya''') :''Not far from me, there is a smile filled with joy and happiness. The possibility that a small opportunity will turn into a huge step forward... My... No. Our journey begins here.'' === Arco di Kyou === [[immagine:Minchiate card deck - Florence - 1860-1890 - Trumps - 13 - La Morte.jpg|thumb|150px|right|Alcuni mazzi di Tarocchi, per ''La Morte'', non riportano il nome della carta]] *{{NDR|Tomoya si è accorto che Ryou è un po' turbata dopo la giornata trascorsa con lui e le chiede cosa abbia.}}<br />A dire il vero... mi sento un po' preoccupata per oggi. In realtà stamani ho letto la mia sorte... e... ho avuto un responso piuttosto negativo. Ho trovato ''La Morte'' rovesciata sulla carta che rappresenta il futuro. Può indicare un mancato cambiamento, stagnazione, indecisione e incomprensioni... Non sembra qualcosa che possa essere considerato positivamente, giusto? ('''Ryou''') :''To tell the truth... I felt a little worried about today... Actually, I told my own fortune this morning... And... I got somewhat bad result. I got a reversed Death for the card that hints at the future... It can stand for failure to change, stagnation, indecision, and misunderstandings... It doesn't sound like something that can be taken positively, right?'' *{{NDR|Ryou ha chiesto a Tomoya se lui la ami}} Non ho ancora detto a Ryou che mi piace. Anche se usciamo insieme... non le ho mai detto quello che provo. Ma... cosa provo in realtà? La mia bocca si sta seccando, la lingua si è incollata al palato, e nonostante le mie labbra si muovano le parole non riescono a uscire. Il silenzio sgradevole [che c'è tra noi] continua. Anche la mia gola si sta seccando, come se si rifiutasse di dare voce a qualsiasi parola. Data l'atmosfera, sembra quasi che stia esitando anche a sospirare. Non riesco a guardarla dritto negli occhi. ('''Tomoya''') :''I haven't yet told Ryou that I like her... Even though we are dating... I haven't once told her how I myself feel. But... how do I actually feel...? The inside of my mouth begins to dry up. My tongue is glued to the roof of my mouth, and although my lips are moving, words do not come out. The unpleasant silence continues. Even my throat begins to dry up, as if it is refusing to give voice to any words. Given the atmosphere, it feels as if I am even hesitating to sigh. I can't look her straight in the eye.'' *Sono così crudele... Ho cercato di farvi mettere insieme... Dicevo a Ryou che ce la poteva fare... ma in realtà speravo che le cose non andassero bene! Ho sperato che tu la rifiutassi! Questi erano i miei pensieri! Odio me stessa! Mi comporto come se mi prendessi cura degli altri, ma in realtà penso solo a me stessa... Nonostante non voglia farmi del male, voglio che gli altri rimangano feriti... Mi odio per quello che sono! ('''Kyou''', che confida a Tomoya di essersi innamorata di lui) :''I am so cruel... I was trying to get the two of you together... I was telling Ryou that she could do it... but in reality, I didn't want it to go well...! I'd hoped that you would turn her down...! I was doing everything with that on my mind! I hate myself...! I act as though I care for others, but in reality I only think for myself... Even though I didn't want myself to be hurt, I wanted others to be hurt... I hate how I am like that!'' *Lentamente, il sole cala sempre di più, allungando le ombre sul terreno. Anche il pavimento di linoleum del corridoio è tinto di cremisi dal tramonto. Mi chiedo come mai il rosso, un colore che dovrebbe essere vivace e intenso, diventi così malinconico in occasioni come questa...? ('''Tomoya''') :''Gradually, the sun hangs lower and lower, stretching out the shadows on the ground. The linoleum flooring of the hallway is also dyed crimson by the sunset. I wonder why red, a color that's supposed to be lively and intense, becomes so melancholic on occasions like this...?'' *Non voglio perdonarti... Quindi... non scusarti. Se ti scusi, mi viene voglia di perdonarti. [...] Io... ho molto apprezzato il tempo che ho trascorso insieme a te, Tomoya. Siamo andati in molti luoghi diversi. Abbiamo pranzato insieme, noi due da soli. E mi hai comprato un pendente. Ci siamo anche baciati... Mi hai lasciato così tanti ricordi... Se ti scusassi... e io ti perdonassi... mi sembrerebbe che il tempo che abbiamo trascorso insieme fosse tutta una bugia... Tutti questi sono dei ricordi molto preziosi per me, quindi non scusarti. ('''Ryou''', mentre Tomoya cerca di scusarsi con lei perché vuole lasciarla) :''I don't want to forgive you... So please... don't apologize... If you apologize, it makes me want to forgive you. [...] I... really enjoyed the time I spent together with you, Tomoya-kun. We went to many different places. We had lunch together, just the two of us. And you bought me a pendant. We also kissed... You gave me so many memories... If you apologize... and I forgive you... then it makes me feel that the time we spent together was all a lie... They are all very precious memories to me... so please don't apologize.'' === Arco di Misae === *Ti piace veramente far piangere le donne, non è vero? ('''Misae''', dopo che Tomoya le ha detto che la ama per quello che è) :''You really do enjoy making women cry, don't you?'' === Arco di Tomoyo === *Non pensi che sia più femminile mantenere almeno ALCUNI segreti? ('''Tomoyo''') :''Don't you think it's more feminine to hold at least SOME secrets?'' *La nostra famiglia non era per niente calorosa. Erano sempre freddi e apatici. Non importava cosa accadesse. Anche quando ho iniziato la scuola elementare, anche durante le giornate sportive, anche quando prendevo buoni voti, anche quando vinsi un premio per un disegno fatto per i compiti delle vacanze estive... a loro non importava niente. Capisci, Tomoya? [...] Sono cresciuta senza amore. ('''Tomoyo''') :''Our household just didn't feel warm at all. They were always cold and apathetic. No matter what happened. Even when I started elementary school, even during sports day, even when I got good grades, even when I got a prize for a drawing for summer vacations homework... They never cared at all. Do you understand, Tomoya? [...] I was raised without any love.'' *Qualcosa che non potevo accettare era diventata qualcosa di accettabile. Mi chiedo se sia per via di questa "famiglia" di cui lei parla spesso. Mi chiedo se Tomoyo sia qualcosa di simile a una famiglia per me. Siamo rimasti separati per tutto questo tempo. Tuttavia, entrambi avevamo gli stessi identici sentimenti. Entrambi siamo nati in famiglie fredde, prive di calore. Era veramente una parente perduta da tempo. ('''Tomoya''') :''Something I couldn't accept had turned into somthing acceptable. I wonder if it is because of this... "family" she often talks about. I wonder if Tomoyo is something like family to me. The entire time, we had been separated. However, we both bore the exact same feelings. Both of us had been born to cold households, with no warmth at all. She truly was a long-lost relative.'' === Arco di Kappei === *Se c'è amore, allora anche le [[Verità e bugia|bugie]] sono la [[Verità e bugia|verità]]. ('''Yoshino''') :''If there is love, then even lies are the truth.'' ==Dialoghi== {{cronologico}} ===Parte introduttiva === [[immagine:Cosplayer di Nagisa Furukawa.jpg|thumb|Cosplayer rappresentante Nagisa Furukawa]] *'''Nagisa''': Ti piace questa scuola?<br />'''Tomoya''': Huh...? [...]<br>'''Nagisa''': A me piace veramente tanto. Ma... so che prima o poi tutto cambia. Le cose divertenti, quelle felici... tutto questo. Nulla può rimanere lo stesso per sempre. [...] Anche se le cose cambiano, sarò ancora in grado di apprezzarle qui? Io...<br />'''Tomoya''': Devi solo trovare qualcos'altro, proprio così!<br />'''Nagisa''': Huh? [...]<br />'''Tomoya''': Dovresti trovare altre cose che sono divertenti, altre cose che ti rendono felice. Tutto qui. Non è troppo difficile, giusto? [...] Su, andiamo! :''– Do you like this school?<br />– Huh...? [...]<br>– I really, really like it. But... I know that sooner or later, everything changes. The fun things, the happy things... All of it. Nothing can stay the same forever. [...] Even if things change, will I still be able to enjoy it here? I...<br />– You just have to find more, that's it<br />– Huh? [...]<br />– Then you have to find more things that are fun, more things that make you happy. That's all. That can't be too hard, right? [...]<br />C'mon, let's go.'' *'''Nagisa''' {{NDR|Tomoya si è incamminato verso la scuola}}: Anpan...<ref>Un panino di pasta dolce ripieno di marmellata di fagioli rossi.</ref> [...]<br />'''Tomoya''': Baguette.<br />'''Nagisa''': Non capisco cosa vuoi dire.<br />'''Tomoya''': Mi hai tolto le parole di bocca, stavo giusto per chiedertelo io. Allora, ti pice l'anpan o qualcosa del genere? È così?<br />'''Nagisa''': No, non particolarmente. Ma non è come se lo odiassi. Credo che mi piaccia più di quanto possa non piacermi. [...]<br />'''Tomoya''': D'accordo, allora. Muoviamoci.<br />'''Nagisa''': Va bene!<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: C'era un po' di ritrovata energia nella sua risposta. Forse si trattava di una sorta di strano incantesimo che aveva appena lanciato. :''– Anpan... [...]<br />– Baguette.<br />– I don't really understand what you mean.<br />– You took the words out of my mouth. I was just going to say that to you. So what, you like anpan or something? Is that it?<br />– No, not particularly. But it's not as if I hate it. I guess I like it more than I dislike it. [...]<br />– All right, well, let's get going.<br />– Okay!<br />There's a bit of newfound energy in her response. Maybe that was some kind of weird magical spell she cast just now.'' *'''Nagisa''' {{NDR|ha detto di non avere amici perché è stata assente da scuola per molto tempo}}: Avevo trascorso solo poco tempo con quelle ragazze e... Beh, loro non sono più in questa scuola. [...]<br />'''Tomoya''': Perché no?<br />'''Nagisa''': Si sono tutte diplomate. Proprio questa primavera.<br />'''Tomoya''': Per quanto tempo sei stata assente?<br />'''Nagisa''': Nove mesi.<br />'''Tomoya''': Capisco... {{NDR|pensando}} Deve sentirsi come una studentessa che si è trasferita in un'altra scuola. Considerate le circostanze, perché non dovrebbe?<br />'''Nagisa''': Mi sento come Urashima Taro.<ref>Il pescatore che, dopo essere stato in visita al palazzo del dio drago del mare, una volta tornato a casa scoprì di essersi assentato per trecento anni. Per approfondire vedi la [[w:Urashima Tarō|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> :''– I had only spent a little bit of time with those girls, and... Well, they aren't at this school any longer. [...]<br />– Why not?<br />– Tey all graduated. Just this spring.<br />– ... How long were you away for?<br />– Nine months.<br />– I see...<br />She must feel like a transer student at a brand new school. Considering the circumstances, how could she not?<br />– I felt like Urashima Taro.'' *'''Tomoya''' {{NDR|che aveva sentito Nagisa mormorare "Salisbury Steak" mentre era assorta}}: Su, mangiati una ''Salisbury Steak''<ref>Piatto composto da carne macinata a cui sono aggiunti altri ingredienti, simile all'hamburger, molto diffuso in Giappone. Per approfondire vedi la [[w:en:Salisbury steak|voce corrispondente]] su Wikipedia in lingua inglese.</ref> e tirati su.<br />'''Nagisa''': Huh? Come facevi a sapere che volevo una ''Salisbury Steak'' per cena?<br />'''Tomoya''': Ho un talento [nascosto]... {{NDR|pensando}} Ha perduto tutto quello che amava in questa scuola. Così, al loro posto... si è consolata con il cibo, che ha usato per rimanere motivata e per tirare avanti. :''– Well, eat a Salisbury Steak and cheer up.<br />– Huh? How'd you know I wanted Salisbury steak for dinner?<br />– I have a knack...<br />She had lost everything she loved at this school. So, in the place of all that... She rewarded herself with food as a way to stay motivated and more forward.'' === Arco di Fuko === *'''Sunohara''' {{NDR|Tomoya è appena rientrato in classe}}: Oh, bentornato.<br />'''Tomoya''': Huh? Sei qui?<br />'''Sunohara''': Comunque, è questo il modo di salutarmi? Sembra quasi che non dovrei essere qui.<br />'''Tomoya''': Esatto, non dovresti. Sei un obbrobrio.<br />'''Kyou''': L'unica cosa che puoi fare qui è produrre anidride carbonica, giusto? Anche le erbacce sono meglio [di te] perché producono ossigeno.<br />'''Sunohara''': Ragazzi, state dicendo delle cose crudeli! :''– Oh, welcome back.<br />– Huh? You're here?<br />– Is that any way to greet me? You make it sound like I shouldn't be there.<br />– Well, you really shouldn't be. You're an eyesore.<br />– The only thing you accomplish here is producing carbon dioxide, right? Even weeds are better because they produce oxygen.<br />– You guys say some pretty harsh things!'' [[immagine:Frischling 02.jpg|thumb|Botan, in realtà, è un cucciolo di cinghiale; Kyou lo indica chiaramente alcune battute dopo il dialogo riportato.]] *'''Kyou''' {{NDR|indicando Botan}}: Questo è il mio animale domestico.<br />'''Tomoya''': Intendi questa cosa rotonda?<br />'''Kyou''': Non è carino?<br />'''Tomoya''': ...È una nuova razza di cane o è un procione?<br />'''Kyou''': Hai gli occhi foderati di prosciutto? Perché pensi che sia un cane o un procione?<br />'''Tomoya''': Che cos'è, allora?<br />'''Kyou''': Un maialino.<br />'''Tomoya''': Cacca di maiale?<br />'''Kyou''': Ti ammazzo.<br />'''Tomoya''': Non dirlo sorridendo. È raccapricciante. :''– That's my pet.<br />– You mean this round thing?<br />– Isn't it cute?<br />– ...Is it some new breed of dog or raccoon?<br />– Are your eyes stuffed with marbles? Just why would you think this is a dog or raccon?<br />– What is it, then?<br />– It's a piglet.<br />– Pig shit?<br />– I'll kill you.<br />– Don't say that with a smile. It's creepy.'' *'''Sunohara''' {{NDR|ha preso un calcio da Kyou}}: Mi sembra di essere appena stato preso a calci. Credo di aver intravisto qualcosa di azzurro insieme alla suola di una scarpa. Scommetto che erano le sue mutandi...<br />'''Kyou''': Toglitelo dalla testa! {{NDR|colpisce nuovamente Sunohara, poi si rivolge a Tomoya imbarazzata}} Hai sentito quello che ha detto?<br />'''Tomoya''': Non ho sentito niente. :''– It seems I was kicked just now. I think I caught a glimpse of something light blue honing in on me along with the bottom of a shoe. I bet that was her panti...<br />– Erase that from your mind! You heard that?<br />– Didn't hear a thing.'' *'''Fuko''': Aspetta, strana persona!<br />'''Tomoya''': Così ero io, allora? {{NDR|aveva ignorato Fuko quando lo chiamava "strana persona"}}<br />'''Fuko''': Non è ovvio? Non è facile trovare qualcuno che possa uguagliare il tuo livello di stranezza.<br />'''Tomoya''': Una persona come te si vede una volta ogni dieci anni... e ci sono buone probabilità che non stia esagerando.<br />'''Fuko''': No, non è un'esagerazione.<br />'''Tomoya''': Grazie mille.<br />'''Fuko''': Non c'è di che. La verità merita di essere detta.<br />'''Tomoya {{NDR|pensando}}''': E io dovrei fare qualche commento sarcastico adesso, no? :''– Please wait, weird person!<br />– So it was me after all? [...]<br />– Isn't it obvious? It's not easy to find someone who can match your level of weirdness.<br />– A person like you wouldn't appear more than once every ten years... And then there are good odds that's not even an exaggeration.<br />– No, it's totally not an exaggeration.<br />– Thank you very much.<br />– Don't mention it. The truth deserves to be told.<br >And I deserve to make some sarcastic comments here, don't I?'' *'''Fuko''': C'è un'altra strana persona!<br />'''Sunohara''': Cosa? Che cosa ci sarebbe di strano in me?<br />'''Fuko''': Il colore dei tuoi capelli è impossibile.<br />'''Sunohara''': Ci siamo appena incontrati, e questo è il modo in cui mi parli... :''– There's another weird person!<br />– What? Just what's weird about me?<br />– The color of your hair is impossible.<br />– We've only just met, and this is how you talk to me.'' *'''Ragazzo''': Fantasmi?<br />{{NDR|Tomoya riflette mentre ascolta}} Due alunni seduti davanti a me sono assorti in pettegolezzi assurdi, hanno ancora i libri di testo in mano.<br />'''Ragazzo A''': Sì, sembra che alcuni ne abbiano visti diversi di loro ultimamente. In particolare, il fantasma di una studentessa.<br />'''Ragazzo B''': Davvero?<br />{{NDR|Tomoya ripensa alla parole appena sentite}} È una conversazione stupida, ma anche se non volessi sentirla non posso fare a meno di ascoltare.<br />'''Ragazzo A''': C'è questo ragazzo che conosce quella studentessa, e secondo lui è decisamente un fantasma.<br />'''Ragazzo B''': Dici sul serio?<br />'''Ragazzo A''': Sì, perché vedi, quella ragazza... è rimasta coinvolta in un incidente stradale due anni fa. Dicono che fu ricoverata in ospedale per un po', ma alla fine non sono riusciti a salvarla... Subì l'incidente appena iniziato il liceo... così sembra che sia ancora legata a questo luogo perché non è riuscita a vivere in pieno l'atmosfera delle scuole superiori. A quanto pare è questo il motivo per cui è diventata un fantasma che viene qui per divertimento...<ref>Secondo la tradizione giapponese Fuko sarebbe uno ''yūrei'', ossia uno spirito che non riesce a raggiungere il paradiso perché legato a un particolare luogo o perché qualche conflitto emotivo lo lega ancora alla vita terrena. Per approfondire vedi la [[w:yūrei|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> È una di quelle storie tristi. :''– Ghosts?<br />Two students sitting in front of me are engrossed in absurd gossip, reference books still in hands.<br />– Yeah, it sounds like people have been seeing a lot of them lately. Especially a female student's ghost.<br />– For real... ?<br />It's a stupid conversation, but whether or not I want to hear it, I do.<br />– There's this guy who knows that student too, and according to him, it's definitely a ghost.<br />– Are you serious...?<br />– Yeah... because you see, that girl... was in a traffic accident two years ago. They say she was hospitalized for a while, but in the end, they couldn't save her... She got in the accident right after starting high school... so she still felt an attachment to this place since she wasn't able to have a full high school experience... And that's apparently why she became a ghost that comes here for fun... It's kind of a sad story.'' [[immagine:Starfish 02 (paulshaffner).jpg|thumb|Una stella marina, la passione di Fuko]] *'''Fuko''': Okazaki-san...<br />'''Tomoya''': Sono qui...<br />'''Fuko''': Ricordi il sogno di cui Fuko ti aveva parlato?<ref>Fuko, quando parla di se stessa, usa la terza persona.</ref><br />'''Tomoya''': Sì, ricordo... è quello dove ero mezzo nudo, giusto...<br />'''Fuko''': Sì... Nel sogno Okazaki-san correva in giro in maniera strana, e dopo aver trovato Fuko che giocava da sola sulla spiaggia le ha preso la mano. "Cosa stai facendo tutta sola? Oggi è la festa delle stelle marine!" dicevi... e hai tirato questa mano.<br />'''Tomoya''': Uh-huh...<br />'''Fuko''': Da quando Okazaki-san è apparso, ogni giorno è stato come una festa. Okazaki-san ha sempre portato Fuko in luoghi emozionanti, ogni giorno era... una festa delle stelle marine. È stato davvero, davvero emozionante.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Come se fosse inghiottita dai rumori della folla, la sua voce diviene sempre più flebile.<br />'''Fuko''': È veramente così...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: E il calore della sua mano...<br />'''Fuko''': ...tanto divertente.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: ...sta scomparendo... vorrei gridare il suo nome, ma... non riesco a recuperarlo dalla mia memoria... e mi metto a piangere. :''– Okazaki-san...<br />– I'm here...<br />– Do you remember the dream Fuko told you about?<br />– Yes... I remember... It's the one in which I was half naked, right...<br />– Yes... In the dream Okazaki-san was running around really weird, and found Fuko playing alone on the beach and took her hand. "What are you doing all alone? Today is the Starfish Festival!" you said... then you pulled this hand.<br />– Uh-huh...<br />– Ever since Okazaki-san appeared every day has been really like a festival. Okazaki-san always takes Fuko to exciting places, every day was... a starfish festival. It was really, really exciting.<br />– As if swallowed into the noises from the crowd, her voice is getting fainter and fainter<br />– It's really so...<br />– And the warmth of her hand...<br />– ...much fun.<br />– ...is vanishing... I want to call out her name, but... it's nowhere to be found in my memory... I start crying.'' *'''Kouko''': Okazaki-san... Ho la sensazione che Fu-chan<ref>Kouko accosta alla prima parte del nome della sorella (Fuko) il suffisso ''chan'' che si usa come vezzeggiativo per indicare i figli, i fratelli minori o le amiche intime.</ref> sia qui... Perché... questo è... qualcosa che ha fatto lei stessa... la sua prediletta... stella marina.<ref>Fuko regalava stelle marine scolpite nel legno come partecipazione per le nozze della sorella; Kouko sta parlando di una di queste stelle che Fuko le aveva fatto avere.</ref><br />'''Tomoya''': Sì...<br />'''Kouko''': "Congratulazioni, Onee-chan<ref>Termine familiare traducibile come "sorellona", per indicare con affetto la sorella maggiore.</ref>"... "Sii sempre felice", mi ha detto... Fu-chan questo mi ha detto...<br />'''Tomoya''': L'ho sentito anch'io.<br />'''Kouko''': Forse, nel suo sogno... mi sta mandando i suoi auguri per me. E questi devono essere riusciti a raggiungermi. Ecco perché devo andare subito al suo fianco. Per dirle quanto le sia grata. e per fargli sapere che... Yuu-kun<ref>Anche in questo caso Kouko aggiunge il suffisso ''kun'' utilizzato per indicare gli amici stretti (di sesso maschile) alla prima parte del nome del marito (Yusuke).</ref> ed io saremo... sempre al suo fianco... perché... fino a quando saremo in grado di mantenere la nostra felicità... sono sicura che anche lei potrà essere felice.<br />'''Tomoya''': Sì... sono certo che lo sarà. :''– Okazaki-san... I feel like Fu-chan is here... Because... this is... something she made herself... her favorite... starfish.<br />– Yeah...<br />– "Onee-chan, congratulations"... "Please always be happy," she said to me... Fu-chan said that to me...<br />– I heard that, too.<br />– Maybe, in her dream... she's sending her whises to me. And those must have reached me. That's why I must go to her side right away. To tell her how thankful I am. And to let her know that... Yuu-kun and I will... always be by her side... because... as long as we can uphold our happiness... I'm sure she can be happy, too.<br />– Yes... I'm sure she will.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *'''Kyou''': Come mai sei in questa classe così presto?<br />'''Tomoya''': Sono arrivato in orario. Che altro?<br />'''Kyou''': Stai scherzando?<br />'''Tomoya''': È così raro per me essere qui in orario?<br />'''Kyou''': Non è raro, è che avrei creduto di avere più probabilità di vedere un UFO. :''– Why are in this classroom so early?<br />– I got here in time. What else? [...]<br />–...You're kidding?<br />– Is it that rare for me to be here in time?<br />– It's not rare, it's just I would say I have a better chance of seeing a UFO.''' [[immagine:Chinese rice congee.jpg|thumb|Una ciotola di ''Congee'', la farinata di riso]] *{{NDR|Tomoya si è appena ripreso dopo essere stato investito dal motorino di Kyou; entrambi sono in ritardo e Kyou sta per ripartire}}<br />'''Tomoya''': Almeno dammi un passaggio fino a scuola.<br />'''Kyou''': Questo motociclo ha un posto solo.<br />'''Tomoya''': Se mi stringo ci sarà posto per due.<br />'''Kyou''': Cosa? Non sarà che... vuoi abbracciarmi?<br />'''Tomoya''': Stai dicendo che ti andrebbe bene?<br />'''Kyou''': Se a te sta bene di non essere in grado di mangiare niente altro che farinata di riso per pranzo. Oh, volevo dire che ti romperò la mascella se ci provi. :''– Then, at least give me a ride to school.<br />– This bike only seats one.<br />– If i squeeze in, there will be room for two.<br />– What? Could it be that... you want to hug me?<br />– Are you saying it's okay to?<br />– If you're okay with not being able to eat anything but rice porridge for lunch. Oh, I meant I will break your jaw if you try.''' *{{NDR|Sunohara ha visto Kyou dare una lettera a Tomoya, e pensa che sia una dichiarazione d'amore}}<br />'''Sunohara''': Hahaha, va bene. Ci sono delle cose che sono difficili da dire perché siamo amici. Non mi interessa. La nostra amicizia non è così debole da inacidirsi solo per cose come questa.<br />'''Tomoya''': No, voglio dire... tu realmente credi che noi siamo amici...?<br />'''Kyou''': Ho sempre creduto che tu fossi il suo lacchè o qualcosa del genere.<br />'''Tomoya''': O un subalterno, o un fattorino.<br />'''Sunohara''': Voi due siete davvero fatti l'uno per l'altra! :''– Hahaha, it's okay. There are some things that are hard to say because we are friends. I don't mind at all. Our firendship isn't so weak that it would turn sour just because of something like this.<br />– No, I mean... you actually think we're friends...?<br />– I always thought you were his lackey or something.<br />– Or an underling, or an errand boy.<br />– You two really are perfect for each other!'' *'''Kyou''': Allora, cosa farai domani?<br />'''Tomoya''': Dormirò fino a mezzogiorno. {{NDR|Kyou sospira}} Cosa significa quel sospiro?<br />'''Kyou''': Adesso hai una fidanzata {{NDR|Ryou}}, sai? Quindi smettila di trascorrere i giorni di festa da solo. Che diavolo, smettila di dormire fino a tardi e di vivere come un bradipo.<br />'''Tomoya''': ...ragazzi, sembra che in realtà sia quasi una pena avere una fidanzata...<br />'''Kyou''': Hai detto qualcosa?<br />'''Tomoya''': No, niente... :''– So what are you doing tomorrow?<br />– Sleeping in until noon.<br />– *Sigh*<br />– What's with the sigh...?<br />– You have a girlfriend now, you know? So stop spending your holidays by yourself. Hell, stop sleeping in and spending your life like a sloth.<br />– ...Man, guess it's quite a pain to actually have a girlfriend...<br />– Did you say something?<br />– Nope, nothing.'' === Arco di Ryou === *'''Kyou''': Se tenterai di tirare fuori qualcosa di strano che possa tradire le aspettative di Ryou... come arrivare di nuovo tardi a scuola... te l'accorcerò.<br />'''Tomoya''': ... Accorciare cosa...?<br />'''Kyou''': 1. La tua altezza, 2. La tua capigliatura, 3. La tua aspettativa di vita, 4. Tutto questo. Comunque ti lascerò scegliere quella che preferisci! Il mio consiglio è la 4! :''– If you try to pull anything funny that would betray Ryou's expectations... like coming to school late again... I'll shorten it.<br />– ...Shorten what...?<br />– 1. Your height, 2. Your hair, 3. Your lifespan, 4. All of the above. In any case, I'll let you pick one you like! My recommendation is 4!'' === Arco di Kyou === *{{NDR|Kyou si sta dichiarando a Sunohara; Tomoya è nascosto dietro una siepe e li osserva}}<br />'''Sunohara''': Kyou, a te piace Okazaki, vero?<br />'''Kyou''': ...Ugh... C-Cosa stai dicendo? Io non...<br />'''Sunohara''': È solo un'intuizione la mia, dopo avervi visto. Ovviamente mi scuserò se mi sbaglio. {{NDR|Kyou rimane in silenzio}} Visto che non riesci a dire niente... Immagino di non sbagliarmi, huh?<br />'''Kyou''': Io... Io... Io...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: A corto di parole, le labbra di Kyou tremavano. Incapace di trovare una risposta... Incerta su dove posare lo sguardo... La sua sola risposta fu un'espressione incerta e preoccupata sul suo volto. :''– Kyou, you like Okazaki, don't you?<br />– ... Ugh... Wh-What are you talking about... I don't really...<br />– This is just a hunch I have, having watched the two of you. Well, I'll apologize if I am wrong... Since you're not saying anything... guess I'm not wrong, huh?<br />– I– I... I...<br />At a loss for words, Kyou's lips are trembling. Unable to come up with an answer... Unsure of where to look... Her only response is an unsettled, uneasy look on her face.'' *'''Sunohara''': Ehi, Okazaki: stai veramente bene insieme a Ryou Fujibayashi?<br />'''Tomoya''': ... Huh...?<br />'''Sunohara''': Sei stato forzato, o qualcosa del genere, a uscire insieme a Ryou-chan? Se tu me lo chiedessi, penserei che tu sia molto più spontaneo quando sei insieme a Kyou. Come ti sentivi mentre ci stavi guardando? Tra serenità e dolore, mi chiedo quale emozione evochi in realtà il sentimento "amore". :''– Hey Okazaki. Are you really ok with Ryou Fujibayashi?<br />– ...Huh...?<br />– Have you been pushing yourself or something to go out wirh Ryou-chan? If you ask me, I think you're far more natural when you're with Kyou. When you were watching us just now, how did you feel? Between serenity and pain, I wonder wich emotion the feeling "love" actually evokes.'' [[Immagine:Anh Do walking the red carpet.jpg|thumb|Ryou stringe a sé il braccio di Tomoya più di quanto faccia la donna mostrata nella foto con il suo compagno]] *{{NDR|Tomoya ha notato che Ryou è più spigliata del solito}} Fujibayashi sorride, e stringe a sé il mio braccio con ancora più forza. {{NDR|Rivolto a Ryou}} Fujibayashi...<br />'''Ryou''': Sì?<br />'''Tomoya''': Um... sta toccando.<br />'''Ryou''': Cosa?<br />'''Tomoya''': Um... il tuo seno...<br />'''Ryou''': Eh... ah! Wa... uh... um...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Dopo aver sentito le mie parole, il suo viso avvampò immediatamente, e per un momento lasciò il mio braccio per stringerlo nuovamente a sé dopo poco. Di nuovo, potevo sentire la sensazione di morbidezza del suo seno che premeva su di me. {{NDR|rivolto a Ryou}} ...Fujibayashi...?<br />'''Ryou''': Ah... uh... umm...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Con le lacrime sul punto di uscirle dagli occhi e con il volto completamente arrossato, volge il suo sguardo verso di me.<br />'''Ryou''': Io... Io penso che finché usciamo insieme... um... Q-Questo vada bene. {{NDR|Tomoya riflette su quanto accaduto}} Questa fu la cosa piuttosto sorprendente che disse {{NDR|Ryou riprende a parlare}} E-e adesso... um... a-andiamo. [...]<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Kyou me l'aveva già detto ma... Ryou è sorprendentemente procace. :''Fujibayaashi smiles, and grabs my arm even tighter<br />– Fujibayashi...<br />– Yes?<br />– Um... it's touching.<br />– What is... ?<br />Um... your breast...<br />– Eh... ah! Wa... uh... um...<br />Upon hearing what I said, her face immediately flushes deep red, and for a moment she lets go of my arm. However, she quickly grabs my arm again. Once again, I can feel the soft sensation of her breast pressing against me.<br />– ...Fujibayashi...?<br />– Ah... uh... umm... With tears building up in her eyes and her face flushing red, she looks at me.<br />– I-I think since we're going out... um... th-this is fine. That's quite an amazing thing she just said. A-And so... um... l-let'sgo. [...]<br /> Kyou did mention this before, but... she really is surprisingly busty...'' *'''Tomoya''': Ah... um... come posso dirtelo...? Le tue profezie sono... giuste...?<br />'''Ryou''': Sì, spesso sono errate. Be', è vero che è un peccato quando sono errate, ma penso che sia meglio così. Piuttosto, io credo che le profezie siano migliori quando sono sbagliate [...]<br />'''Tomoya''': Come mai? Non è che le profezie sono significative solo quando sono giuste?<br />'''Ryou''': Questo non è vero. È solo una profezia, niente altro. Sono soltanto i cartelli indicatori che ti guidano nel futuro... o cosa accadrà d'ora in poi. Così, se una profezia si avverasse, non penseresti che sembrerebbe che ci fosse una sola occasione per il futuro? Ed è per questo che le profezie sono migliori quando sono errate. Vorrei credere che ci siano molte opportunità sulla strada che dobbiamo percorrere. :''– Ah... um... well, how should I say this...? Your fortunes are... well... <br />– Yes, they are often wrong. Well, it is true that it's a shame when they are off, but I think it's better off that way. Rather, I think fortunes are better when they are wrong. [...]<br />– How come? Don't fortunes only have meaning when they are right?<br />– That's not true. It' just fortune telling, nothing more. It's only one of the signposts that guide you to the future... or what will happen from now on. So if a fortune comes true, don't you think that feels like there's only one possibility for the future? And that's why fortunes are better when tey are off. I would like to think there are a lot of possibilities on the road ahead of us.'' *{{NDR|Sunohara ha capito che Tomoya vorrebbe lasciare Ryou perché in realtà ama Kyou}}<br />'''Sunohara''': Non dirmi che pensi di uscirne pulito da questa situazione? Inoltre credo che ci sia un'altra cosa su cui ti stai sbagliando.<br />'''Tomoya''': ...Di cosa... si tratta?<br />'''Sunohara''': In questo momento non importa cosa tu faccia, farai del male a una di loro. [...] Non te l'ho appena detto? Che sarebbe meglio se tu trovassi un modo per fare loro il minor male possibile? In questo momento, qualunque cosa tu faccia non potrai evitare di ferire almeno una di loro. Per tua informazione, proprio per questo non c'è il modo di uscirne completamente puliti. [...] Più tempo ti ci vorrà a trovare una soluzione, più profonda diventerà questa ferita. :''– Say, don't tell me you think you can get out of this one clean? Also, I think there's one other thing you're mistaken about.<br />– ...What... is it?<br />– Right now, no matter what you do, you're going to hurt one of them. [...] Didn't I just tell you? That it's best if you look for a way that hurts them the least? Right now, whatever you do, you can't avoid hurting at least one of them. Just so you know, there's no way you can get out of this one completely clean because of that. [...] The longer it takes for you to come up with an answer, the deeper the wound will become.'' === Arco di Misae === *{{NDR|Tomoya è nella stanza di Misae; quando lei rientra dopo aver sbrigato una commissione, le offre una tazza di caffè}}<br />'''Misae''': Cosa? Come facevi a sapere dove tengo il caffè in chicchi?<br />'''Tomoya''': Ormai ho già dato un'occhiata approssimativa a dove si trovano tutte le cose in questa stanza.<br />'''Misae''': Non dirmi che hai perlustrato la mia stanza mentre non c'ero.<br />'''Tomoya''': Ti andrebbe bene se lo facessi?<br />'''Misae''': Se lo vuoi sapere veramente, la mia biancheria intima è nel secondo cassetto della credenza dall'alto.<br />'''Tomoya''': Huh? Davvero? {{NDR|pensando}} Mi accorgo che sto guardando la credenza.<br />'''Misae''': Sembra che tu non abbia fatto niente, a giudicare da questa reazione.<br />'''Tomoya''': Questo è un trucchetto piuttosto cattivo... [...] Comunque [la biancheria] è veramente nel secondo cassetto?<br />'''Misae''': Perché non controlli da solo?<br />'''Tomoya''': Posso?<br />'''Misae''': In realtà è nel primo cassetto. Il secondo è quello dove metto le mie calze. :''– So? How come you know where I keep my coffee beans?<br />– I've roughly got a grasp on where everything is in this room by now.<br />– Don't tell me ypu've been searching my room while I'm not here.<br />– Is it all right if I do so?<br />– If you really want to know, my underwear's in the second dresser drawer from the top.<br />– Huh? Really? I find myself looking at the dresser.<br />– It does look like you haven't done anything, judging by that reaction.<br />– That's a pretty evil trick... [...] Are they really in the second drawer, though?<br />– Why don't you check for yourself?<br />– Can I?<br />– They're actually in the first drawer. The second one is where I put my socks.'' *{{NDR|Misae ha scoperto che il ragazzo che amava è già fidanzato; Shima, che la ama, la consola}}<br />'''Shima''': Credo che io, il "me di adesso", sia innamorato della "Misae-san di adesso". Mi piacciono cose come il fatto che tu rimproveri... o che ti preoccupi... Mi piace anche il fatto che hai un buon profumo quando mi prendi per il collo. [...] E anche perché sei bella, Misae-san.<br />'''Misae''': Avrei preferito che me lo avessi detto prima... :''– I think that I, the "me of right now", fell in love with the "Misae-san of right now". I like things like how you scold... or how you worry... I even love the fact that you smell nice when you grab my neck. [...] And also because you're beautiful, Misae-san.<br />– I'd preferred it if you said that first...'' === Arco di Koumura === *{{NDR|Sunohara è stato colpito di sorpresa da Tomoyo e si sta rialzando}}<br />'''Sunohara''': Anche un maestro buddista non può vincere contro un attacco a sorpresa...<br />'''Tomoya''': Così, in quella tua testa, i buddisti sono esperti di arti marziali o qualcosa del genere? Sei veramente un idiota.<br />'''Sunohara''': È solo un modo di dire!! :''– Even a Buddhist master can't win against a surprise attack...<br />– So in that head of yours, Buddhists are martial artists or something? You really are a dumbass.<br />– It's just a figure of speech!!'' *{{NDR|Sunohra pensa che Tomoyo non sia una ragazza e cerca un modo per dimostrarlo: dice di non aver avuto tempo per radersi}}<br />'''Sunohara''': Sono, come dire, veramente spiacente di chiedertelo, ma potresti prestarmi il tuo rasoio?<br />'''Tomoyo''': E perché dovrei prestarti un rasoio?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! L'hai sentito anche tu! Vero, Okazaki?<br />'''Tomoya''': Sì, ho sentito tutto chiaramente, ma... [...]<br />'''Sunohara''' {{NDR|a Tomoyo}}: Hai appena detto "Io", giusto?! [...] In altre parole, questo vuol dire che hai un rasoio. E in questo caso...<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non ce l'ho [...] Quando dicevo "Io" quello che intendevo era "Dove avrei qualsiasi tipo di obbligo di prestarti uno qualsiasi dei miei effetti personali?" E soprattutto... [...] Non lo sai che è maleducato chiedere questo a una signora?! {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara, poi si rivolge a Tomoya}} Era legittima difesa.<br />'''Tomoya''': Sì. Era legittima difesa. :''– So I'm, like, really sorry for asking, but could you perhaps, like, lend me your razor?<br />– And why do I have to lend you a razor?<br />– Yes! She fell for it! You heard it too! Right, Okazaki?<br />– Yeah, I heard it all right, but... [...] <br />– You said "I" just now, didn't you?! [...] In other words, it means that you own a razor. And in that case...<br />– Of course I don't own one. [...] When I said "I", what I meant was, "where do I have any kind of obligation to lend you any of my belongings?" More importantly... [...] Don't you know it's rude to ask that of a lady?! This was self-defense. [...]<br />– Yup. It was self-defense.'' *{{NDR|Sunohra, viste le dimensioni del seno di Tomoyo, crede che sia finto e tenta di dimostrarlo}}<br />'''Sunohara''': Oh, no! Ho dimenticato il seno che mi serve per la prossima lezione! Tomoyo, per favore prestami il tuo!<br />'''Tomoyo''': Perché?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! Mi hai chiesto "perché", questo significa che puoi prestarlo, giusto? Questo significa che puoi togliertelo, giusto?<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non posso togliermelo... [...] E soprattutto [...] quale diavolo di lezione utilizza il seno? {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara}}<br />'''Tomoya''': È stato per legittima difesa.<br />'''Tomoyo''': Sì. :''– Oh, no! I forgot the boobs I need for my next class! Tomoyo, please lend me your boobs!<br />– Why?<br />– Yes! She fell for it! You asked me "why", which means that you can lend them out, right? That means you can take them off, right?!<br />– Of course I can't just take them off... [...] More importantly... [...] What the hell class uses breasts?!<br />– It was in self-defense.<br />– Yup.'' *{{NDR|Tomoya si è dichiarato a Nagisa; l'indomani lei gli dice che non si sente adeguata ad essere la sua fidanzata}}<br />'''Nagisa''': Vedi, Okazaki-san... tu sei alto, sei fantastico, sei una persona meravigliosa. Io però sono una piagnucolona timida che non è nemmeno carina.<br />'''Tomoya''': Hey, Furukawa? [...] Hai presente quella grande famiglia dei [[dango]]<ref>Il ''dango'' è un dolce giapponese a forma di piccolo gnocco; in ''Clannad'' Nagisa cita spesso "La grande famiglia dei Dango" (''Dango Daikazoku''), un cartone animato che aveva ottenuto un grande successo diversi anni prima dove i protagonisti sono dei ''dango''.</ref> che ti piace così tanto? Come ti sentiresti se qualcuno ne parlasse male dicendo che non sono carini?<br />'''Nagisa''': Mi farebbe sentire... veramente triste.<br />'''Tomoya''': Vero? È quello che provo io adesso. [...] C'è una ragazza che mi piace molto, e si chiama Nagisa Furukawa. Potresti non parlare male di lei?<br />'''Nagisa''': Va bene... Mi dispiace, penso che sia molto carina. ...Aspetta, uh?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Sono scoppiato a ridere. Sembrava che Furukawa non avesse ancora capito veramente cosa le stessi dicendo.<br />'''Nagisa''': Mi sento come se tu mi avessi detto qualcosa di veramente imbarazzante.<br />'''Tomoya''': Te lo stai solo immaginando. :''– Well, Okazaki-san... you're tall, and you're cool, and... you're a wonderful person. But I'm a shy crybaby who isn't even cute.<br />– Hey, Furukawa...? [...] You know that Big Dango Family you like so much? How would you feel if someone badmouthhed them by saying they weren't cute?<br />– It would make me feel... very sad?<br />– Right? That's how I feel right now. [...] There's a girl I like a lot, and her name is is Nagisa Furukawa. Could you please not badmouth her?<br />– Oh, okay... I'm sorry. I think she's very cute. ...Wait, hm?<br />– I burst into laughter. Furukawa still doesn't seem to fully understand what I told her.<br />– I kind of feel like you just said something really embarassing.<br />– You're just imagining things.'' === Arco di Tomoyo === *'''Tomoya''': Ma perché eri così selvaggia, allora?<br />'''Tomoyo''': Non avevo davvero una ragione per essere selvaggia. Ma [ora] ho una ragione per non essere selvaggia. Chiunque passi attraverso la pubertà diventerà selvaggio se non ha una ragione per non farlo. Questo è quello che penso. Mi sbaglio?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: È la prima volta che ne sento parlare, ma credo che ci sia qualcosa di vero in queste parole. :''– But why were you so wild back then?<br />– I didn't really have a reason for being wild. But I do have a reason for not being wild. Anyone going through puberty will go wild if they don'y have a reason not to. That's what I think. Am I wrong?<br />– This is the first time I've heard about this, but I do feel like there's some truth to it.'' *'''Tomoyo''': Non ho nessuna fiducia nella mia personalità. Sono soltanto una di quei cosiddetti "maschiacci". Però, a dire il vero... in realtà sono piuttosto fiduciosa del mio aspetto.<br />'''Tomoya''': Sì, i tuoi seni sono piuttosto grandi.<br />'''Tomoyo''': Sei proprio un maiale, non è vero?! :''– I don't have any confidence in my personality. I'm just one of those so-called "tomboys"... But, to tell the truth... I actually am a bit confident in my appearance.<br />– Yeah, your breasts are pretty big.<br />– You really are a leach, aren't you?!'' *'''Tomoyo''': Sono sicura che solo tu conosci il dolore che provi. Se fossi in grado di comprendere il tuo dolore con il poco tempo che sono stata con te, forse potrei diventare una consulente, una chiromante o qualcosa del genere.<br />'''Tomoyo''': Sì, è vero... :''– I'm sure that only you know the pain you feel. If I understood your pain in just the short time I've been with you, I'd probably go become a consuellor or a fortune teller or something.<br />– Yeah, that's true...'' *'''Tomoyo''': La zuppa di zucca è uno dei piatti che sono abbastanza brava a fare. Sai, sono piuttosto fiduciosa; inoltre, ci sto mettendo dentro anche un po' d'amore, solo per te. Anche se fosse cattiva per tutti gli altri, penso che per te sarebbe sicuramente deliziosa.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Tomoyo versa un po' di zuppa su un piattino e l'assaggia.<br />'''Tomoyo''': Buona. Sarebbe buona anche per le altre persone. :''– Pumpkin soup's one of the dishes I'm quite good at making. I'm pretty confident with this one, you know. Plus, I'm putting some love into this, just for you. Even if it tastes bad to everyone else, I think for you it'll be absolutly delicious.<br />Tomoyo pours some on a saucer and tastes it.<br />– Good. It'd even taste good to other people too.'' *{{NDR|Tomoya, che ha terminato gli studi, ha parlato con Takafumi (il fratello di Tomoyo) prendendo in giro la ragazza; ora è andato al lavoro lasciando Takafumi e Tomoyo all'inizio del viale che porta alla scuola}}<br />'''Takafumi''': Non dovresti dargli il suo pranzo?<br />'''Tomoyo''': Oh, no. Ma allora, lo sai? {{NDR|che stiamo insieme}}<br />'''Takafumi''': Voi due siete piuttosto divertenti. Sembrate una bella coppia. Penso che andrò d'accordo con lui. :''– Don't you need to give his food?<br />– Oh, no. Or actually, you know?<br />– You two're quite funny. You seem like a good match. I think I'll get along with him.'' === Arco di Kotomi === *{{NDR|Tomoya è in libreria con Kotomi, e ha visto che lei vuole tagliare qualcosa da un libro che sta sfogliando}}<br />'''Tomoya''': Cosa stai tenendo in mano? {{NDR|pensando}} Indico le forbici, sollecitando una risposta. [...] <br />'''Kotomi''': Forbici. È uno strumento usato per tagliare carta o stoffa.<br />'''Tomoya''': Lo so.<br />'''Kotomi''': La lama è fatta di acciaio inossidabile e il manico è in plastica. [...] In inglese si pronuncia ''scissors''. In francese, ''ciseaux''. In italiano, ''forbici''. In latino, ''forfex''.<br /> :''– What's that you're holding? I point at the scissors and press for an answer. [...]<br />– Scissors. It's a tool used to cut paper or cloth.<br />– I know that.<br />– The blade is made of stainless steel and the handle is made of plastic. [...] In english, it's scissors. In French, it's ciseaux. In Italian, it's forbici. In latin, is forfex.'' *'''Kotomi''': Perché il mio nome è [[Kotomi]]? [...]<br />'''Padre''': Il mondo è formato da tantissime minuscole [[Arpa|arpe]] che sono invisibili a occhio nudo.<br />'''Kotomi''': Tante... arpe?<br />'''Padre''': Sì. Nella lingua di questo Paese, la parola che usiamo è "koto". Il mondo è pieno di arpe, e ciascuna di esse produce un diverso tipo di suono. E tutte si intrecciano in maniera complessa per formare una singola melodia. Per questo il mondo è così bello.<br />'''Kotomi''': Chi suona le arpe? [...]<br />'''Padre''': Probabilmente [[Dio]], penso. [...]<br />'''Kotomi''': Dov'è Dio?<br />'''Padre''': Dio è ovunque. Solo che non possiamo vederlo. E lui vigila sempre con gentilezza su di noi. :''– Why is my name Kotomi?'' [...]<br />''– The world is formed by very many tiny harps that are invisible to the naked eye.''<br />– ''Lots of... harps?''<br />– ''Yes. In the language of this country, the word we use is "koto." The world is filled with harps, and each and every one plays a different kind of sound. And they all intertwine in a complex way to form a single melody. That is why this world is so beautiful.''<br />– ''Who is playing the harps?'' [...]<br />– ''Probably God, I think.'' [...]<br />– ''Where is God?''<br />– ''God is everywhere. We just can't see him. And he's always kindly watching over us.'' ==Citazioni su ''Clannad''== *La maggior parte degli harem è facile da liquidare. [Un ragionamento] del genere è pericoloso, perché questo anime harem è molto vicino alla perfezione. Dopo averlo visto, anche i vecchi enciclopedisti stanchi avranno bisogno di una dose di qualcosa di intelligente, cinico e adulto per tirarsi fuori dalle grinfie di questa bellissima droga. Vi farà marcire il cervello e vi farà piangere con la nostalgia di qualcosa che non avete mai avuto. (''[[The Anime Encyclopedia]]'') *Primavera. A partire dall'ordinaria vita scolastica, una storia di persone e di una città. :── 春。ありふれた学園生活から始まる、人と町の物語。<ref>Dal retro della confezione del gioco per PlayStation 4.</ref> :(''Haru. Arifureta gakuen seikatsu kara hajimaru, hito to machi no monogatari.'') *– Ricorda, ci sono bugie buone e bugie cattive: le bugie cattive feriscono le persone, le bugie buone le salvano!<br />– Da quale eroge l'hai presa questa?<br />– CLADDAN... e non è un eroge, è una visual novel che ti insegna il senso della vita, quindi stai zitto! (''[[Steins;Gate]]'') ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Clannad''}} dox1s5hr79zslm37qj1vh0vw6hdowxa 1221290 1221283 2022-08-07T08:41:54Z Bradipo Lento 20707 /* Arco di Kotomi */ +img wikitext text/x-wiki {{Videogioco |nomegioco = Clannad |immagine = Clannad Logo.svg |nomeoriginale = クラナド |nometraslitterato = Kuranado |anno = 2004 |sviluppo = Key |pubblicazione = Key<br />Steam (PC) |genere = visual novel |piattaforma = Microsoft Windows/PlayStation 2/PlayStation Portable/Xbox 360/PlayStation 3 |tema = dramma/sentimentale }} '''''Clannad''''', visual novel prodotta dalla Key e pubblicata in Giappone nel 2004. Dal gioco sono state tratte due serie anime per complessivi 48 episodi. ==Frasi== {{cronologico}} === Parte introduttiva === *Odio questa città. Ci sono troppi ricordi qui che preferirei dimenticare. Tutti i giorni è la stessa [storia]. Andare a scuola, trovare gli amici, tornare a casa in un luogo che non sopporto... Non accade mai niente di nuovo. (Mi chiedo se la mia vita cambierà mai...) ('''Tomoya''') :''I hate this town. There's just too many memories here I'd rather forget. Everyday is the same. Go to school, see friends, come home to a place I can't stand... Nothing new ever happens. (I wonder if my life will ever change...)'' * *Sigh* Sospiro sconsolato mentre guardo in alto verso il cielo. Scorgo il cancello della scuola. Comunque, di chi è stata l'idea di mettere una scuola sulla cima di una enorme salita? La collina continua, come se fosse un incubo infinito. ('''Tomoya''') :''*Sigh* I exhale dejectedly while gazing up at the sky. There stand the school gates. Whose idea was to put a school at the top of a giant slope, anyway? The hill goes on like a never-ending nightmare.'' *Guardo alla mia destra. Una ragazza è lì ferma, proprio vicino a me. Dal colore del distintivo della scuola sulla sua divisa, posso dire che anche lei è una studentessa del terzo anno.<ref>Le divise degli studenti nipponici hanno un particolare (in questo caso il distintivo dell'istituto) che presenta un colore diverso a seconda dell'anno del corso. Nella scuola superiore presente in ''Clannad'' il colore è verde per il primo anno (vedi distintivo di Fuko), rosso per il secondo anno (vedi distintivo di Tomoyo) e blu per il terzo anno (vedi distintivo di Nagisa, Tomoya e di quasi tutti gli altri personaggi citati).</ref> Ma lei non è una persona che mi è familiare. I suoi capelli corti, che le arrivano appena sotto alle spalle, ondeggiano nel vento. ('''Tomoya''') :''I look to my right. A girl is standing there, just still at me. I can tell from the color of the school insigna on her uniform that she's also a third-year student. But she isn't someone familiar to me. Her short hair, that comes to just above her shoulders, flutters in the wind.'' *Non importa se è vecchia o meno. Una cosa che è carina è sempre carina, a prescindere da quando la guardi. ('''Nagisa''') :''It doesn't matter whether it's old or not. Something that's cute is always cute, regardless of when you look at it.'' === Arco di Fuko === *Non ho idea di quanto sia dura la situazione che Fuko sta vivendo, ma fino a quando rimarrà in questa casa {{NDR|da Nagisa}} la solitudine sarà una di quelle cose che non proverà. ('''Tomoya''') :''I haven't any idea how harsh a situation Fuko's experiencing, but as long as she stays in this house, loneliness is the one thing she won't feel.'' *Prima ho notato... [che] tutti gli alunni di questa scuola hanno iniziato a parlare di questa ragazza che nessuno di loro ha mai visto. Le loro congetture su di lei si sentono dappertutto. Ma nessuna di queste si può descrivere come negativa per lei. Un'innocente ragazza che ha sempre lavorato duramente, andando in giro per la scuola... così sembra apparire nei ricordi di tutti. E a un certo punto... tutti hanno iniziato ad aspettare. Attendono il giorno in cui aprirà i suoi occhi. Io non faccio eccezione. Non so perché, ma sembra che lei mi piaccia molto. Anche se non ci siamo mai incontrati. Questa sensazione misteriosa si è radicata dentro di me. Ecco perché, come tutti gli altri, desidero che questo giorno venga. E questo giorno arriverà. Senza alcun dubbio. ('''Tomoya''') :''Before I notice... all the students in school have started talking about that girl whom no one has even seen. Their speculations about her are heard everywhere. But not a single one of them could be described as unfavorable of her. An innocent girl who always works her hardest, running around the school... that seems to be how she appears in everybody's mind. And at some point... everyone starts waiting. Waiting for the day she opens her eyes. I am no exception. I don't know why, but I seem to like her a lot. Even though we haven't even met. Such a mysterious feeling is rooted inside me. That's why, just like everyone else, I long for that day to come. And that day will come. Without a doubt.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *Mentre guardo la commessa che incarta il pendente con raffinatezza, mi immagino mentre glielo consegno. Mi chiedo se questo la renderà felice. Oggi ho imparato che acquistare qualcosa per qualcuno può essere inaspettatamente divertente. ('''Tomoya''', che ha acquistato un pendente per Ryou) :''As I look the clerk wrapping the pendant neatly by hand, I imagine myself handing this to her. I wonder if she'll be happy with this. Today, I learned that buying something for someone can be unexpectedly fun.'' *Un [[appuntamento]] inizia nel momento in cui inizi ad aspettare. ('''Ryou''') :''A date starts the moment you start waiting.'' *{{NDR|Dopo aver trascorso la giornata al centro commerciale, Tomoya chiede a Ryou dove voglia andare; lei risponde che, se è insieme a lui, ovunque le va bene.}}<br />Comunque, oggi siamo già stati in tutti i luoghi degni di nota qui intorno. In pratica non c'è più un "da qualche parte" dove poter andare. Così continuiamo a passeggiare tenendoci per mano. Lei cammina lentamente, in modo da allungare, anche di poco, il tempo da trascorrere insieme. Io mi adeguo al suo passo... Il tempo scorre lentamente... Anche se chiudo gli occhi, posso sentire attraverso il suo calore che lei è vicino a me. Questo mi dà un senso di conforto e di tranquillità che le parole non possono descrivere. ('''Tomoya''') :''Even so, we've alredy gone to all the places of note around here today. In the end, ther just isn't "anywhere" we can go to. And so we just keep on walking while holding hands. She walks slowly, so as to lengthen the time we have together even by just a little. And I match her footsteps... Time flows by gradually... Even if I close my eyes, I can feel through her warmth that she's next to me. It gives me a sense of comfort and tranquillity that words cannot describe.'' === Arco di Ryou === *{{NDR|Kyou sorride felice perché Tomoya le ha chiesto di chiamarlo per nome, circostanza che per i giapponesi implica un rapporto molto stretto tra due persone.}}<br />Non lontano da me c'è un sorriso pieno di gioia e felicità. La possibilità che una piccola occasione si trasformi in un enorme passo avanti... Il mio... No. Il nostro viaggio inizia da qui. ('''Tomoya''') :''Not far from me, there is a smile filled with joy and happiness. The possibility that a small opportunity will turn into a huge step forward... My... No. Our journey begins here.'' === Arco di Kyou === [[immagine:Minchiate card deck - Florence - 1860-1890 - Trumps - 13 - La Morte.jpg|thumb|150px|right|Alcuni mazzi di Tarocchi, per ''La Morte'', non riportano il nome della carta]] *{{NDR|Tomoya si è accorto che Ryou è un po' turbata dopo la giornata trascorsa con lui e le chiede cosa abbia.}}<br />A dire il vero... mi sento un po' preoccupata per oggi. In realtà stamani ho letto la mia sorte... e... ho avuto un responso piuttosto negativo. Ho trovato ''La Morte'' rovesciata sulla carta che rappresenta il futuro. Può indicare un mancato cambiamento, stagnazione, indecisione e incomprensioni... Non sembra qualcosa che possa essere considerato positivamente, giusto? ('''Ryou''') :''To tell the truth... I felt a little worried about today... Actually, I told my own fortune this morning... And... I got somewhat bad result. I got a reversed Death for the card that hints at the future... It can stand for failure to change, stagnation, indecision, and misunderstandings... It doesn't sound like something that can be taken positively, right?'' *{{NDR|Ryou ha chiesto a Tomoya se lui la ami}} Non ho ancora detto a Ryou che mi piace. Anche se usciamo insieme... non le ho mai detto quello che provo. Ma... cosa provo in realtà? La mia bocca si sta seccando, la lingua si è incollata al palato, e nonostante le mie labbra si muovano le parole non riescono a uscire. Il silenzio sgradevole [che c'è tra noi] continua. Anche la mia gola si sta seccando, come se si rifiutasse di dare voce a qualsiasi parola. Data l'atmosfera, sembra quasi che stia esitando anche a sospirare. Non riesco a guardarla dritto negli occhi. ('''Tomoya''') :''I haven't yet told Ryou that I like her... Even though we are dating... I haven't once told her how I myself feel. But... how do I actually feel...? The inside of my mouth begins to dry up. My tongue is glued to the roof of my mouth, and although my lips are moving, words do not come out. The unpleasant silence continues. Even my throat begins to dry up, as if it is refusing to give voice to any words. Given the atmosphere, it feels as if I am even hesitating to sigh. I can't look her straight in the eye.'' *Sono così crudele... Ho cercato di farvi mettere insieme... Dicevo a Ryou che ce la poteva fare... ma in realtà speravo che le cose non andassero bene! Ho sperato che tu la rifiutassi! Questi erano i miei pensieri! Odio me stessa! Mi comporto come se mi prendessi cura degli altri, ma in realtà penso solo a me stessa... Nonostante non voglia farmi del male, voglio che gli altri rimangano feriti... Mi odio per quello che sono! ('''Kyou''', che confida a Tomoya di essersi innamorata di lui) :''I am so cruel... I was trying to get the two of you together... I was telling Ryou that she could do it... but in reality, I didn't want it to go well...! I'd hoped that you would turn her down...! I was doing everything with that on my mind! I hate myself...! I act as though I care for others, but in reality I only think for myself... Even though I didn't want myself to be hurt, I wanted others to be hurt... I hate how I am like that!'' *Lentamente, il sole cala sempre di più, allungando le ombre sul terreno. Anche il pavimento di linoleum del corridoio è tinto di cremisi dal tramonto. Mi chiedo come mai il rosso, un colore che dovrebbe essere vivace e intenso, diventi così malinconico in occasioni come questa...? ('''Tomoya''') :''Gradually, the sun hangs lower and lower, stretching out the shadows on the ground. The linoleum flooring of the hallway is also dyed crimson by the sunset. I wonder why red, a color that's supposed to be lively and intense, becomes so melancholic on occasions like this...?'' *Non voglio perdonarti... Quindi... non scusarti. Se ti scusi, mi viene voglia di perdonarti. [...] Io... ho molto apprezzato il tempo che ho trascorso insieme a te, Tomoya. Siamo andati in molti luoghi diversi. Abbiamo pranzato insieme, noi due da soli. E mi hai comprato un pendente. Ci siamo anche baciati... Mi hai lasciato così tanti ricordi... Se ti scusassi... e io ti perdonassi... mi sembrerebbe che il tempo che abbiamo trascorso insieme fosse tutta una bugia... Tutti questi sono dei ricordi molto preziosi per me, quindi non scusarti. ('''Ryou''', mentre Tomoya cerca di scusarsi con lei perché vuole lasciarla) :''I don't want to forgive you... So please... don't apologize... If you apologize, it makes me want to forgive you. [...] I... really enjoyed the time I spent together with you, Tomoya-kun. We went to many different places. We had lunch together, just the two of us. And you bought me a pendant. We also kissed... You gave me so many memories... If you apologize... and I forgive you... then it makes me feel that the time we spent together was all a lie... They are all very precious memories to me... so please don't apologize.'' === Arco di Misae === *Ti piace veramente far piangere le donne, non è vero? ('''Misae''', dopo che Tomoya le ha detto che la ama per quello che è) :''You really do enjoy making women cry, don't you?'' === Arco di Tomoyo === *Non pensi che sia più femminile mantenere almeno ALCUNI segreti? ('''Tomoyo''') :''Don't you think it's more feminine to hold at least SOME secrets?'' *La nostra famiglia non era per niente calorosa. Erano sempre freddi e apatici. Non importava cosa accadesse. Anche quando ho iniziato la scuola elementare, anche durante le giornate sportive, anche quando prendevo buoni voti, anche quando vinsi un premio per un disegno fatto per i compiti delle vacanze estive... a loro non importava niente. Capisci, Tomoya? [...] Sono cresciuta senza amore. ('''Tomoyo''') :''Our household just didn't feel warm at all. They were always cold and apathetic. No matter what happened. Even when I started elementary school, even during sports day, even when I got good grades, even when I got a prize for a drawing for summer vacations homework... They never cared at all. Do you understand, Tomoya? [...] I was raised without any love.'' *Qualcosa che non potevo accettare era diventata qualcosa di accettabile. Mi chiedo se sia per via di questa "famiglia" di cui lei parla spesso. Mi chiedo se Tomoyo sia qualcosa di simile a una famiglia per me. Siamo rimasti separati per tutto questo tempo. Tuttavia, entrambi avevamo gli stessi identici sentimenti. Entrambi siamo nati in famiglie fredde, prive di calore. Era veramente una parente perduta da tempo. ('''Tomoya''') :''Something I couldn't accept had turned into somthing acceptable. I wonder if it is because of this... "family" she often talks about. I wonder if Tomoyo is something like family to me. The entire time, we had been separated. However, we both bore the exact same feelings. Both of us had been born to cold households, with no warmth at all. She truly was a long-lost relative.'' === Arco di Kappei === *Se c'è amore, allora anche le [[Verità e bugia|bugie]] sono la [[Verità e bugia|verità]]. ('''Yoshino''') :''If there is love, then even lies are the truth.'' ==Dialoghi== {{cronologico}} ===Parte introduttiva === [[immagine:Cosplayer di Nagisa Furukawa.jpg|thumb|Cosplayer rappresentante Nagisa Furukawa]] *'''Nagisa''': Ti piace questa scuola?<br />'''Tomoya''': Huh...? [...]<br>'''Nagisa''': A me piace veramente tanto. Ma... so che prima o poi tutto cambia. Le cose divertenti, quelle felici... tutto questo. Nulla può rimanere lo stesso per sempre. [...] Anche se le cose cambiano, sarò ancora in grado di apprezzarle qui? Io...<br />'''Tomoya''': Devi solo trovare qualcos'altro, proprio così!<br />'''Nagisa''': Huh? [...]<br />'''Tomoya''': Dovresti trovare altre cose che sono divertenti, altre cose che ti rendono felice. Tutto qui. Non è troppo difficile, giusto? [...] Su, andiamo! :''– Do you like this school?<br />– Huh...? [...]<br>– I really, really like it. But... I know that sooner or later, everything changes. The fun things, the happy things... All of it. Nothing can stay the same forever. [...] Even if things change, will I still be able to enjoy it here? I...<br />– You just have to find more, that's it<br />– Huh? [...]<br />– Then you have to find more things that are fun, more things that make you happy. That's all. That can't be too hard, right? [...]<br />C'mon, let's go.'' *'''Nagisa''' {{NDR|Tomoya si è incamminato verso la scuola}}: Anpan...<ref>Un panino di pasta dolce ripieno di marmellata di fagioli rossi.</ref> [...]<br />'''Tomoya''': Baguette.<br />'''Nagisa''': Non capisco cosa vuoi dire.<br />'''Tomoya''': Mi hai tolto le parole di bocca, stavo giusto per chiedertelo io. Allora, ti pice l'anpan o qualcosa del genere? È così?<br />'''Nagisa''': No, non particolarmente. Ma non è come se lo odiassi. Credo che mi piaccia più di quanto possa non piacermi. [...]<br />'''Tomoya''': D'accordo, allora. Muoviamoci.<br />'''Nagisa''': Va bene!<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: C'era un po' di ritrovata energia nella sua risposta. Forse si trattava di una sorta di strano incantesimo che aveva appena lanciato. :''– Anpan... [...]<br />– Baguette.<br />– I don't really understand what you mean.<br />– You took the words out of my mouth. I was just going to say that to you. So what, you like anpan or something? Is that it?<br />– No, not particularly. But it's not as if I hate it. I guess I like it more than I dislike it. [...]<br />– All right, well, let's get going.<br />– Okay!<br />There's a bit of newfound energy in her response. Maybe that was some kind of weird magical spell she cast just now.'' *'''Nagisa''' {{NDR|ha detto di non avere amici perché è stata assente da scuola per molto tempo}}: Avevo trascorso solo poco tempo con quelle ragazze e... Beh, loro non sono più in questa scuola. [...]<br />'''Tomoya''': Perché no?<br />'''Nagisa''': Si sono tutte diplomate. Proprio questa primavera.<br />'''Tomoya''': Per quanto tempo sei stata assente?<br />'''Nagisa''': Nove mesi.<br />'''Tomoya''': Capisco... {{NDR|pensando}} Deve sentirsi come una studentessa che si è trasferita in un'altra scuola. Considerate le circostanze, perché non dovrebbe?<br />'''Nagisa''': Mi sento come Urashima Taro.<ref>Il pescatore che, dopo essere stato in visita al palazzo del dio drago del mare, una volta tornato a casa scoprì di essersi assentato per trecento anni. Per approfondire vedi la [[w:Urashima Tarō|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> :''– I had only spent a little bit of time with those girls, and... Well, they aren't at this school any longer. [...]<br />– Why not?<br />– Tey all graduated. Just this spring.<br />– ... How long were you away for?<br />– Nine months.<br />– I see...<br />She must feel like a transer student at a brand new school. Considering the circumstances, how could she not?<br />– I felt like Urashima Taro.'' *'''Tomoya''' {{NDR|che aveva sentito Nagisa mormorare "Salisbury Steak" mentre era assorta}}: Su, mangiati una ''Salisbury Steak''<ref>Piatto composto da carne macinata a cui sono aggiunti altri ingredienti, simile all'hamburger, molto diffuso in Giappone. Per approfondire vedi la [[w:en:Salisbury steak|voce corrispondente]] su Wikipedia in lingua inglese.</ref> e tirati su.<br />'''Nagisa''': Huh? Come facevi a sapere che volevo una ''Salisbury Steak'' per cena?<br />'''Tomoya''': Ho un talento [nascosto]... {{NDR|pensando}} Ha perduto tutto quello che amava in questa scuola. Così, al loro posto... si è consolata con il cibo, che ha usato per rimanere motivata e per tirare avanti. :''– Well, eat a Salisbury Steak and cheer up.<br />– Huh? How'd you know I wanted Salisbury steak for dinner?<br />– I have a knack...<br />She had lost everything she loved at this school. So, in the place of all that... She rewarded herself with food as a way to stay motivated and more forward.'' === Arco di Fuko === *'''Sunohara''' {{NDR|Tomoya è appena rientrato in classe}}: Oh, bentornato.<br />'''Tomoya''': Huh? Sei qui?<br />'''Sunohara''': Comunque, è questo il modo di salutarmi? Sembra quasi che non dovrei essere qui.<br />'''Tomoya''': Esatto, non dovresti. Sei un obbrobrio.<br />'''Kyou''': L'unica cosa che puoi fare qui è produrre anidride carbonica, giusto? Anche le erbacce sono meglio [di te] perché producono ossigeno.<br />'''Sunohara''': Ragazzi, state dicendo delle cose crudeli! :''– Oh, welcome back.<br />– Huh? You're here?<br />– Is that any way to greet me? You make it sound like I shouldn't be there.<br />– Well, you really shouldn't be. You're an eyesore.<br />– The only thing you accomplish here is producing carbon dioxide, right? Even weeds are better because they produce oxygen.<br />– You guys say some pretty harsh things!'' [[immagine:Frischling 02.jpg|thumb|Botan, in realtà, è un cucciolo di cinghiale; Kyou lo indica chiaramente alcune battute dopo il dialogo riportato.]] *'''Kyou''' {{NDR|indicando Botan}}: Questo è il mio animale domestico.<br />'''Tomoya''': Intendi questa cosa rotonda?<br />'''Kyou''': Non è carino?<br />'''Tomoya''': ...È una nuova razza di cane o è un procione?<br />'''Kyou''': Hai gli occhi foderati di prosciutto? Perché pensi che sia un cane o un procione?<br />'''Tomoya''': Che cos'è, allora?<br />'''Kyou''': Un maialino.<br />'''Tomoya''': Cacca di maiale?<br />'''Kyou''': Ti ammazzo.<br />'''Tomoya''': Non dirlo sorridendo. È raccapricciante. :''– That's my pet.<br />– You mean this round thing?<br />– Isn't it cute?<br />– ...Is it some new breed of dog or raccoon?<br />– Are your eyes stuffed with marbles? Just why would you think this is a dog or raccon?<br />– What is it, then?<br />– It's a piglet.<br />– Pig shit?<br />– I'll kill you.<br />– Don't say that with a smile. It's creepy.'' *'''Sunohara''' {{NDR|ha preso un calcio da Kyou}}: Mi sembra di essere appena stato preso a calci. Credo di aver intravisto qualcosa di azzurro insieme alla suola di una scarpa. Scommetto che erano le sue mutandi...<br />'''Kyou''': Toglitelo dalla testa! {{NDR|colpisce nuovamente Sunohara, poi si rivolge a Tomoya imbarazzata}} Hai sentito quello che ha detto?<br />'''Tomoya''': Non ho sentito niente. :''– It seems I was kicked just now. I think I caught a glimpse of something light blue honing in on me along with the bottom of a shoe. I bet that was her panti...<br />– Erase that from your mind! You heard that?<br />– Didn't hear a thing.'' *'''Fuko''': Aspetta, strana persona!<br />'''Tomoya''': Così ero io, allora? {{NDR|aveva ignorato Fuko quando lo chiamava "strana persona"}}<br />'''Fuko''': Non è ovvio? Non è facile trovare qualcuno che possa uguagliare il tuo livello di stranezza.<br />'''Tomoya''': Una persona come te si vede una volta ogni dieci anni... e ci sono buone probabilità che non stia esagerando.<br />'''Fuko''': No, non è un'esagerazione.<br />'''Tomoya''': Grazie mille.<br />'''Fuko''': Non c'è di che. La verità merita di essere detta.<br />'''Tomoya {{NDR|pensando}}''': E io dovrei fare qualche commento sarcastico adesso, no? :''– Please wait, weird person!<br />– So it was me after all? [...]<br />– Isn't it obvious? It's not easy to find someone who can match your level of weirdness.<br />– A person like you wouldn't appear more than once every ten years... And then there are good odds that's not even an exaggeration.<br />– No, it's totally not an exaggeration.<br />– Thank you very much.<br />– Don't mention it. The truth deserves to be told.<br >And I deserve to make some sarcastic comments here, don't I?'' *'''Fuko''': C'è un'altra strana persona!<br />'''Sunohara''': Cosa? Che cosa ci sarebbe di strano in me?<br />'''Fuko''': Il colore dei tuoi capelli è impossibile.<br />'''Sunohara''': Ci siamo appena incontrati, e questo è il modo in cui mi parli... :''– There's another weird person!<br />– What? Just what's weird about me?<br />– The color of your hair is impossible.<br />– We've only just met, and this is how you talk to me.'' *'''Ragazzo''': Fantasmi?<br />{{NDR|Tomoya riflette mentre ascolta}} Due alunni seduti davanti a me sono assorti in pettegolezzi assurdi, hanno ancora i libri di testo in mano.<br />'''Ragazzo A''': Sì, sembra che alcuni ne abbiano visti diversi di loro ultimamente. In particolare, il fantasma di una studentessa.<br />'''Ragazzo B''': Davvero?<br />{{NDR|Tomoya ripensa alla parole appena sentite}} È una conversazione stupida, ma anche se non volessi sentirla non posso fare a meno di ascoltare.<br />'''Ragazzo A''': C'è questo ragazzo che conosce quella studentessa, e secondo lui è decisamente un fantasma.<br />'''Ragazzo B''': Dici sul serio?<br />'''Ragazzo A''': Sì, perché vedi, quella ragazza... è rimasta coinvolta in un incidente stradale due anni fa. Dicono che fu ricoverata in ospedale per un po', ma alla fine non sono riusciti a salvarla... Subì l'incidente appena iniziato il liceo... così sembra che sia ancora legata a questo luogo perché non è riuscita a vivere in pieno l'atmosfera delle scuole superiori. A quanto pare è questo il motivo per cui è diventata un fantasma che viene qui per divertimento...<ref>Secondo la tradizione giapponese Fuko sarebbe uno ''yūrei'', ossia uno spirito che non riesce a raggiungere il paradiso perché legato a un particolare luogo o perché qualche conflitto emotivo lo lega ancora alla vita terrena. Per approfondire vedi la [[w:yūrei|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> È una di quelle storie tristi. :''– Ghosts?<br />Two students sitting in front of me are engrossed in absurd gossip, reference books still in hands.<br />– Yeah, it sounds like people have been seeing a lot of them lately. Especially a female student's ghost.<br />– For real... ?<br />It's a stupid conversation, but whether or not I want to hear it, I do.<br />– There's this guy who knows that student too, and according to him, it's definitely a ghost.<br />– Are you serious...?<br />– Yeah... because you see, that girl... was in a traffic accident two years ago. They say she was hospitalized for a while, but in the end, they couldn't save her... She got in the accident right after starting high school... so she still felt an attachment to this place since she wasn't able to have a full high school experience... And that's apparently why she became a ghost that comes here for fun... It's kind of a sad story.'' [[immagine:Starfish 02 (paulshaffner).jpg|thumb|Una stella marina, la passione di Fuko]] *'''Fuko''': Okazaki-san...<br />'''Tomoya''': Sono qui...<br />'''Fuko''': Ricordi il sogno di cui Fuko ti aveva parlato?<ref>Fuko, quando parla di se stessa, usa la terza persona.</ref><br />'''Tomoya''': Sì, ricordo... è quello dove ero mezzo nudo, giusto...<br />'''Fuko''': Sì... Nel sogno Okazaki-san correva in giro in maniera strana, e dopo aver trovato Fuko che giocava da sola sulla spiaggia le ha preso la mano. "Cosa stai facendo tutta sola? Oggi è la festa delle stelle marine!" dicevi... e hai tirato questa mano.<br />'''Tomoya''': Uh-huh...<br />'''Fuko''': Da quando Okazaki-san è apparso, ogni giorno è stato come una festa. Okazaki-san ha sempre portato Fuko in luoghi emozionanti, ogni giorno era... una festa delle stelle marine. È stato davvero, davvero emozionante.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Come se fosse inghiottita dai rumori della folla, la sua voce diviene sempre più flebile.<br />'''Fuko''': È veramente così...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: E il calore della sua mano...<br />'''Fuko''': ...tanto divertente.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: ...sta scomparendo... vorrei gridare il suo nome, ma... non riesco a recuperarlo dalla mia memoria... e mi metto a piangere. :''– Okazaki-san...<br />– I'm here...<br />– Do you remember the dream Fuko told you about?<br />– Yes... I remember... It's the one in which I was half naked, right...<br />– Yes... In the dream Okazaki-san was running around really weird, and found Fuko playing alone on the beach and took her hand. "What are you doing all alone? Today is the Starfish Festival!" you said... then you pulled this hand.<br />– Uh-huh...<br />– Ever since Okazaki-san appeared every day has been really like a festival. Okazaki-san always takes Fuko to exciting places, every day was... a starfish festival. It was really, really exciting.<br />– As if swallowed into the noises from the crowd, her voice is getting fainter and fainter<br />– It's really so...<br />– And the warmth of her hand...<br />– ...much fun.<br />– ...is vanishing... I want to call out her name, but... it's nowhere to be found in my memory... I start crying.'' *'''Kouko''': Okazaki-san... Ho la sensazione che Fu-chan<ref>Kouko accosta alla prima parte del nome della sorella (Fuko) il suffisso ''chan'' che si usa come vezzeggiativo per indicare i figli, i fratelli minori o le amiche intime.</ref> sia qui... Perché... questo è... qualcosa che ha fatto lei stessa... la sua prediletta... stella marina.<ref>Fuko regalava stelle marine scolpite nel legno come partecipazione per le nozze della sorella; Kouko sta parlando di una di queste stelle che Fuko le aveva fatto avere.</ref><br />'''Tomoya''': Sì...<br />'''Kouko''': "Congratulazioni, Onee-chan<ref>Termine familiare traducibile come "sorellona", per indicare con affetto la sorella maggiore.</ref>"... "Sii sempre felice", mi ha detto... Fu-chan questo mi ha detto...<br />'''Tomoya''': L'ho sentito anch'io.<br />'''Kouko''': Forse, nel suo sogno... mi sta mandando i suoi auguri per me. E questi devono essere riusciti a raggiungermi. Ecco perché devo andare subito al suo fianco. Per dirle quanto le sia grata. e per fargli sapere che... Yuu-kun<ref>Anche in questo caso Kouko aggiunge il suffisso ''kun'' utilizzato per indicare gli amici stretti (di sesso maschile) alla prima parte del nome del marito (Yusuke).</ref> ed io saremo... sempre al suo fianco... perché... fino a quando saremo in grado di mantenere la nostra felicità... sono sicura che anche lei potrà essere felice.<br />'''Tomoya''': Sì... sono certo che lo sarà. :''– Okazaki-san... I feel like Fu-chan is here... Because... this is... something she made herself... her favorite... starfish.<br />– Yeah...<br />– "Onee-chan, congratulations"... "Please always be happy," she said to me... Fu-chan said that to me...<br />– I heard that, too.<br />– Maybe, in her dream... she's sending her whises to me. And those must have reached me. That's why I must go to her side right away. To tell her how thankful I am. And to let her know that... Yuu-kun and I will... always be by her side... because... as long as we can uphold our happiness... I'm sure she can be happy, too.<br />– Yes... I'm sure she will.'' === Arco comune di Kyou e Ryou === *'''Kyou''': Come mai sei in questa classe così presto?<br />'''Tomoya''': Sono arrivato in orario. Che altro?<br />'''Kyou''': Stai scherzando?<br />'''Tomoya''': È così raro per me essere qui in orario?<br />'''Kyou''': Non è raro, è che avrei creduto di avere più probabilità di vedere un UFO. :''– Why are in this classroom so early?<br />– I got here in time. What else? [...]<br />–...You're kidding?<br />– Is it that rare for me to be here in time?<br />– It's not rare, it's just I would say I have a better chance of seeing a UFO.''' [[immagine:Chinese rice congee.jpg|thumb|Una ciotola di ''Congee'', la farinata di riso]] *{{NDR|Tomoya si è appena ripreso dopo essere stato investito dal motorino di Kyou; entrambi sono in ritardo e Kyou sta per ripartire}}<br />'''Tomoya''': Almeno dammi un passaggio fino a scuola.<br />'''Kyou''': Questo motociclo ha un posto solo.<br />'''Tomoya''': Se mi stringo ci sarà posto per due.<br />'''Kyou''': Cosa? Non sarà che... vuoi abbracciarmi?<br />'''Tomoya''': Stai dicendo che ti andrebbe bene?<br />'''Kyou''': Se a te sta bene di non essere in grado di mangiare niente altro che farinata di riso per pranzo. Oh, volevo dire che ti romperò la mascella se ci provi. :''– Then, at least give me a ride to school.<br />– This bike only seats one.<br />– If i squeeze in, there will be room for two.<br />– What? Could it be that... you want to hug me?<br />– Are you saying it's okay to?<br />– If you're okay with not being able to eat anything but rice porridge for lunch. Oh, I meant I will break your jaw if you try.''' *{{NDR|Sunohara ha visto Kyou dare una lettera a Tomoya, e pensa che sia una dichiarazione d'amore}}<br />'''Sunohara''': Hahaha, va bene. Ci sono delle cose che sono difficili da dire perché siamo amici. Non mi interessa. La nostra amicizia non è così debole da inacidirsi solo per cose come questa.<br />'''Tomoya''': No, voglio dire... tu realmente credi che noi siamo amici...?<br />'''Kyou''': Ho sempre creduto che tu fossi il suo lacchè o qualcosa del genere.<br />'''Tomoya''': O un subalterno, o un fattorino.<br />'''Sunohara''': Voi due siete davvero fatti l'uno per l'altra! :''– Hahaha, it's okay. There are some things that are hard to say because we are friends. I don't mind at all. Our firendship isn't so weak that it would turn sour just because of something like this.<br />– No, I mean... you actually think we're friends...?<br />– I always thought you were his lackey or something.<br />– Or an underling, or an errand boy.<br />– You two really are perfect for each other!'' *'''Kyou''': Allora, cosa farai domani?<br />'''Tomoya''': Dormirò fino a mezzogiorno. {{NDR|Kyou sospira}} Cosa significa quel sospiro?<br />'''Kyou''': Adesso hai una fidanzata {{NDR|Ryou}}, sai? Quindi smettila di trascorrere i giorni di festa da solo. Che diavolo, smettila di dormire fino a tardi e di vivere come un bradipo.<br />'''Tomoya''': ...ragazzi, sembra che in realtà sia quasi una pena avere una fidanzata...<br />'''Kyou''': Hai detto qualcosa?<br />'''Tomoya''': No, niente... :''– So what are you doing tomorrow?<br />– Sleeping in until noon.<br />– *Sigh*<br />– What's with the sigh...?<br />– You have a girlfriend now, you know? So stop spending your holidays by yourself. Hell, stop sleeping in and spending your life like a sloth.<br />– ...Man, guess it's quite a pain to actually have a girlfriend...<br />– Did you say something?<br />– Nope, nothing.'' === Arco di Ryou === *'''Kyou''': Se tenterai di tirare fuori qualcosa di strano che possa tradire le aspettative di Ryou... come arrivare di nuovo tardi a scuola... te l'accorcerò.<br />'''Tomoya''': ... Accorciare cosa...?<br />'''Kyou''': 1. La tua altezza, 2. La tua capigliatura, 3. La tua aspettativa di vita, 4. Tutto questo. Comunque ti lascerò scegliere quella che preferisci! Il mio consiglio è la 4! :''– If you try to pull anything funny that would betray Ryou's expectations... like coming to school late again... I'll shorten it.<br />– ...Shorten what...?<br />– 1. Your height, 2. Your hair, 3. Your lifespan, 4. All of the above. In any case, I'll let you pick one you like! My recommendation is 4!'' === Arco di Kyou === *{{NDR|Kyou si sta dichiarando a Sunohara; Tomoya è nascosto dietro una siepe e li osserva}}<br />'''Sunohara''': Kyou, a te piace Okazaki, vero?<br />'''Kyou''': ...Ugh... C-Cosa stai dicendo? Io non...<br />'''Sunohara''': È solo un'intuizione la mia, dopo avervi visto. Ovviamente mi scuserò se mi sbaglio. {{NDR|Kyou rimane in silenzio}} Visto che non riesci a dire niente... Immagino di non sbagliarmi, huh?<br />'''Kyou''': Io... Io... Io...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: A corto di parole, le labbra di Kyou tremavano. Incapace di trovare una risposta... Incerta su dove posare lo sguardo... La sua sola risposta fu un'espressione incerta e preoccupata sul suo volto. :''– Kyou, you like Okazaki, don't you?<br />– ... Ugh... Wh-What are you talking about... I don't really...<br />– This is just a hunch I have, having watched the two of you. Well, I'll apologize if I am wrong... Since you're not saying anything... guess I'm not wrong, huh?<br />– I– I... I...<br />At a loss for words, Kyou's lips are trembling. Unable to come up with an answer... Unsure of where to look... Her only response is an unsettled, uneasy look on her face.'' *'''Sunohara''': Ehi, Okazaki: stai veramente bene insieme a Ryou Fujibayashi?<br />'''Tomoya''': ... Huh...?<br />'''Sunohara''': Sei stato forzato, o qualcosa del genere, a uscire insieme a Ryou-chan? Se tu me lo chiedessi, penserei che tu sia molto più spontaneo quando sei insieme a Kyou. Come ti sentivi mentre ci stavi guardando? Tra serenità e dolore, mi chiedo quale emozione evochi in realtà il sentimento "amore". :''– Hey Okazaki. Are you really ok with Ryou Fujibayashi?<br />– ...Huh...?<br />– Have you been pushing yourself or something to go out wirh Ryou-chan? If you ask me, I think you're far more natural when you're with Kyou. When you were watching us just now, how did you feel? Between serenity and pain, I wonder wich emotion the feeling "love" actually evokes.'' [[Immagine:Anh Do walking the red carpet.jpg|thumb|Ryou stringe a sé il braccio di Tomoya più di quanto faccia la donna mostrata nella foto con il suo compagno]] *{{NDR|Tomoya ha notato che Ryou è più spigliata del solito}} Fujibayashi sorride, e stringe a sé il mio braccio con ancora più forza. {{NDR|Rivolto a Ryou}} Fujibayashi...<br />'''Ryou''': Sì?<br />'''Tomoya''': Um... sta toccando.<br />'''Ryou''': Cosa?<br />'''Tomoya''': Um... il tuo seno...<br />'''Ryou''': Eh... ah! Wa... uh... um...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Dopo aver sentito le mie parole, il suo viso avvampò immediatamente, e per un momento lasciò il mio braccio per stringerlo nuovamente a sé dopo poco. Di nuovo, potevo sentire la sensazione di morbidezza del suo seno che premeva su di me. {{NDR|rivolto a Ryou}} ...Fujibayashi...?<br />'''Ryou''': Ah... uh... umm...<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Con le lacrime sul punto di uscirle dagli occhi e con il volto completamente arrossato, volge il suo sguardo verso di me.<br />'''Ryou''': Io... Io penso che finché usciamo insieme... um... Q-Questo vada bene. {{NDR|Tomoya riflette su quanto accaduto}} Questa fu la cosa piuttosto sorprendente che disse {{NDR|Ryou riprende a parlare}} E-e adesso... um... a-andiamo. [...]<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Kyou me l'aveva già detto ma... Ryou è sorprendentemente procace. :''Fujibayaashi smiles, and grabs my arm even tighter<br />– Fujibayashi...<br />– Yes?<br />– Um... it's touching.<br />– What is... ?<br />Um... your breast...<br />– Eh... ah! Wa... uh... um...<br />Upon hearing what I said, her face immediately flushes deep red, and for a moment she lets go of my arm. However, she quickly grabs my arm again. Once again, I can feel the soft sensation of her breast pressing against me.<br />– ...Fujibayashi...?<br />– Ah... uh... umm... With tears building up in her eyes and her face flushing red, she looks at me.<br />– I-I think since we're going out... um... th-this is fine. That's quite an amazing thing she just said. A-And so... um... l-let'sgo. [...]<br /> Kyou did mention this before, but... she really is surprisingly busty...'' *'''Tomoya''': Ah... um... come posso dirtelo...? Le tue profezie sono... giuste...?<br />'''Ryou''': Sì, spesso sono errate. Be', è vero che è un peccato quando sono errate, ma penso che sia meglio così. Piuttosto, io credo che le profezie siano migliori quando sono sbagliate [...]<br />'''Tomoya''': Come mai? Non è che le profezie sono significative solo quando sono giuste?<br />'''Ryou''': Questo non è vero. È solo una profezia, niente altro. Sono soltanto i cartelli indicatori che ti guidano nel futuro... o cosa accadrà d'ora in poi. Così, se una profezia si avverasse, non penseresti che sembrerebbe che ci fosse una sola occasione per il futuro? Ed è per questo che le profezie sono migliori quando sono errate. Vorrei credere che ci siano molte opportunità sulla strada che dobbiamo percorrere. :''– Ah... um... well, how should I say this...? Your fortunes are... well... <br />– Yes, they are often wrong. Well, it is true that it's a shame when they are off, but I think it's better off that way. Rather, I think fortunes are better when they are wrong. [...]<br />– How come? Don't fortunes only have meaning when they are right?<br />– That's not true. It' just fortune telling, nothing more. It's only one of the signposts that guide you to the future... or what will happen from now on. So if a fortune comes true, don't you think that feels like there's only one possibility for the future? And that's why fortunes are better when tey are off. I would like to think there are a lot of possibilities on the road ahead of us.'' *{{NDR|Sunohara ha capito che Tomoya vorrebbe lasciare Ryou perché in realtà ama Kyou}}<br />'''Sunohara''': Non dirmi che pensi di uscirne pulito da questa situazione? Inoltre credo che ci sia un'altra cosa su cui ti stai sbagliando.<br />'''Tomoya''': ...Di cosa... si tratta?<br />'''Sunohara''': In questo momento non importa cosa tu faccia, farai del male a una di loro. [...] Non te l'ho appena detto? Che sarebbe meglio se tu trovassi un modo per fare loro il minor male possibile? In questo momento, qualunque cosa tu faccia non potrai evitare di ferire almeno una di loro. Per tua informazione, proprio per questo non c'è il modo di uscirne completamente puliti. [...] Più tempo ti ci vorrà a trovare una soluzione, più profonda diventerà questa ferita. :''– Say, don't tell me you think you can get out of this one clean? Also, I think there's one other thing you're mistaken about.<br />– ...What... is it?<br />– Right now, no matter what you do, you're going to hurt one of them. [...] Didn't I just tell you? That it's best if you look for a way that hurts them the least? Right now, whatever you do, you can't avoid hurting at least one of them. Just so you know, there's no way you can get out of this one completely clean because of that. [...] The longer it takes for you to come up with an answer, the deeper the wound will become.'' === Arco di Misae === *{{NDR|Tomoya è nella stanza di Misae; quando lei rientra dopo aver sbrigato una commissione, le offre una tazza di caffè}}<br />'''Misae''': Cosa? Come facevi a sapere dove tengo il caffè in chicchi?<br />'''Tomoya''': Ormai ho già dato un'occhiata approssimativa a dove si trovano tutte le cose in questa stanza.<br />'''Misae''': Non dirmi che hai perlustrato la mia stanza mentre non c'ero.<br />'''Tomoya''': Ti andrebbe bene se lo facessi?<br />'''Misae''': Se lo vuoi sapere veramente, la mia biancheria intima è nel secondo cassetto della credenza dall'alto.<br />'''Tomoya''': Huh? Davvero? {{NDR|pensando}} Mi accorgo che sto guardando la credenza.<br />'''Misae''': Sembra che tu non abbia fatto niente, a giudicare da questa reazione.<br />'''Tomoya''': Questo è un trucchetto piuttosto cattivo... [...] Comunque [la biancheria] è veramente nel secondo cassetto?<br />'''Misae''': Perché non controlli da solo?<br />'''Tomoya''': Posso?<br />'''Misae''': In realtà è nel primo cassetto. Il secondo è quello dove metto le mie calze. :''– So? How come you know where I keep my coffee beans?<br />– I've roughly got a grasp on where everything is in this room by now.<br />– Don't tell me ypu've been searching my room while I'm not here.<br />– Is it all right if I do so?<br />– If you really want to know, my underwear's in the second dresser drawer from the top.<br />– Huh? Really? I find myself looking at the dresser.<br />– It does look like you haven't done anything, judging by that reaction.<br />– That's a pretty evil trick... [...] Are they really in the second drawer, though?<br />– Why don't you check for yourself?<br />– Can I?<br />– They're actually in the first drawer. The second one is where I put my socks.'' *{{NDR|Misae ha scoperto che il ragazzo che amava è già fidanzato; Shima, che la ama, la consola}}<br />'''Shima''': Credo che io, il "me di adesso", sia innamorato della "Misae-san di adesso". Mi piacciono cose come il fatto che tu rimproveri... o che ti preoccupi... Mi piace anche il fatto che hai un buon profumo quando mi prendi per il collo. [...] E anche perché sei bella, Misae-san.<br />'''Misae''': Avrei preferito che me lo avessi detto prima... :''– I think that I, the "me of right now", fell in love with the "Misae-san of right now". I like things like how you scold... or how you worry... I even love the fact that you smell nice when you grab my neck. [...] And also because you're beautiful, Misae-san.<br />– I'd preferred it if you said that first...'' === Arco di Koumura === *{{NDR|Sunohara è stato colpito di sorpresa da Tomoyo e si sta rialzando}}<br />'''Sunohara''': Anche un maestro buddista non può vincere contro un attacco a sorpresa...<br />'''Tomoya''': Così, in quella tua testa, i buddisti sono esperti di arti marziali o qualcosa del genere? Sei veramente un idiota.<br />'''Sunohara''': È solo un modo di dire!! :''– Even a Buddhist master can't win against a surprise attack...<br />– So in that head of yours, Buddhists are martial artists or something? You really are a dumbass.<br />– It's just a figure of speech!!'' *{{NDR|Sunohra pensa che Tomoyo non sia una ragazza e cerca un modo per dimostrarlo: dice di non aver avuto tempo per radersi}}<br />'''Sunohara''': Sono, come dire, veramente spiacente di chiedertelo, ma potresti prestarmi il tuo rasoio?<br />'''Tomoyo''': E perché dovrei prestarti un rasoio?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! L'hai sentito anche tu! Vero, Okazaki?<br />'''Tomoya''': Sì, ho sentito tutto chiaramente, ma... [...]<br />'''Sunohara''' {{NDR|a Tomoyo}}: Hai appena detto "Io", giusto?! [...] In altre parole, questo vuol dire che hai un rasoio. E in questo caso...<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non ce l'ho [...] Quando dicevo "Io" quello che intendevo era "Dove avrei qualsiasi tipo di obbligo di prestarti uno qualsiasi dei miei effetti personali?" E soprattutto... [...] Non lo sai che è maleducato chiedere questo a una signora?! {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara, poi si rivolge a Tomoya}} Era legittima difesa.<br />'''Tomoya''': Sì. Era legittima difesa. :''– So I'm, like, really sorry for asking, but could you perhaps, like, lend me your razor?<br />– And why do I have to lend you a razor?<br />– Yes! She fell for it! You heard it too! Right, Okazaki?<br />– Yeah, I heard it all right, but... [...] <br />– You said "I" just now, didn't you?! [...] In other words, it means that you own a razor. And in that case...<br />– Of course I don't own one. [...] When I said "I", what I meant was, "where do I have any kind of obligation to lend you any of my belongings?" More importantly... [...] Don't you know it's rude to ask that of a lady?! This was self-defense. [...]<br />– Yup. It was self-defense.'' *{{NDR|Sunohra, viste le dimensioni del seno di Tomoyo, crede che sia finto e tenta di dimostrarlo}}<br />'''Sunohara''': Oh, no! Ho dimenticato il seno che mi serve per la prossima lezione! Tomoyo, per favore prestami il tuo!<br />'''Tomoyo''': Perché?<br />'''Sunohara''': Sì! Ci è cascata! Mi hai chiesto "perché", questo significa che puoi prestarlo, giusto? Questo significa che puoi togliertelo, giusto?<br />'''Tomoyo''': Ovviamente non posso togliermelo... [...] E soprattutto [...] quale diavolo di lezione utilizza il seno? {{NDR|Tomoyo prende ripetutamente a calci Sunohara}}<br />'''Tomoya''': È stato per legittima difesa.<br />'''Tomoyo''': Sì. :''– Oh, no! I forgot the boobs I need for my next class! Tomoyo, please lend me your boobs!<br />– Why?<br />– Yes! She fell for it! You asked me "why", which means that you can lend them out, right? That means you can take them off, right?!<br />– Of course I can't just take them off... [...] More importantly... [...] What the hell class uses breasts?!<br />– It was in self-defense.<br />– Yup.'' *{{NDR|Tomoya si è dichiarato a Nagisa; l'indomani lei gli dice che non si sente adeguata ad essere la sua fidanzata}}<br />'''Nagisa''': Vedi, Okazaki-san... tu sei alto, sei fantastico, sei una persona meravigliosa. Io però sono una piagnucolona timida che non è nemmeno carina.<br />'''Tomoya''': Hey, Furukawa? [...] Hai presente quella grande famiglia dei [[dango]]<ref>Il ''dango'' è un dolce giapponese a forma di piccolo gnocco; in ''Clannad'' Nagisa cita spesso "La grande famiglia dei Dango" (''Dango Daikazoku''), un cartone animato che aveva ottenuto un grande successo diversi anni prima dove i protagonisti sono dei ''dango''.</ref> che ti piace così tanto? Come ti sentiresti se qualcuno ne parlasse male dicendo che non sono carini?<br />'''Nagisa''': Mi farebbe sentire... veramente triste.<br />'''Tomoya''': Vero? È quello che provo io adesso. [...] C'è una ragazza che mi piace molto, e si chiama Nagisa Furukawa. Potresti non parlare male di lei?<br />'''Nagisa''': Va bene... Mi dispiace, penso che sia molto carina. ...Aspetta, uh?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Sono scoppiato a ridere. Sembrava che Furukawa non avesse ancora capito veramente cosa le stessi dicendo.<br />'''Nagisa''': Mi sento come se tu mi avessi detto qualcosa di veramente imbarazzante.<br />'''Tomoya''': Te lo stai solo immaginando. :''– Well, Okazaki-san... you're tall, and you're cool, and... you're a wonderful person. But I'm a shy crybaby who isn't even cute.<br />– Hey, Furukawa...? [...] You know that Big Dango Family you like so much? How would you feel if someone badmouthhed them by saying they weren't cute?<br />– It would make me feel... very sad?<br />– Right? That's how I feel right now. [...] There's a girl I like a lot, and her name is is Nagisa Furukawa. Could you please not badmouth her?<br />– Oh, okay... I'm sorry. I think she's very cute. ...Wait, hm?<br />– I burst into laughter. Furukawa still doesn't seem to fully understand what I told her.<br />– I kind of feel like you just said something really embarassing.<br />– You're just imagining things.'' === Arco di Tomoyo === *'''Tomoya''': Ma perché eri così selvaggia, allora?<br />'''Tomoyo''': Non avevo davvero una ragione per essere selvaggia. Ma [ora] ho una ragione per non essere selvaggia. Chiunque passi attraverso la pubertà diventerà selvaggio se non ha una ragione per non farlo. Questo è quello che penso. Mi sbaglio?<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: È la prima volta che ne sento parlare, ma credo che ci sia qualcosa di vero in queste parole. :''– But why were you so wild back then?<br />– I didn't really have a reason for being wild. But I do have a reason for not being wild. Anyone going through puberty will go wild if they don'y have a reason not to. That's what I think. Am I wrong?<br />– This is the first time I've heard about this, but I do feel like there's some truth to it.'' *'''Tomoyo''': Non ho nessuna fiducia nella mia personalità. Sono soltanto una di quei cosiddetti "maschiacci". Però, a dire il vero... in realtà sono piuttosto fiduciosa del mio aspetto.<br />'''Tomoya''': Sì, i tuoi seni sono piuttosto grandi.<br />'''Tomoyo''': Sei proprio un maiale, non è vero?! :''– I don't have any confidence in my personality. I'm just one of those so-called "tomboys"... But, to tell the truth... I actually am a bit confident in my appearance.<br />– Yeah, your breasts are pretty big.<br />– You really are a leach, aren't you?!'' *'''Tomoyo''': Sono sicura che solo tu conosci il dolore che provi. Se fossi in grado di comprendere il tuo dolore con il poco tempo che sono stata con te, forse potrei diventare una consulente, una chiromante o qualcosa del genere.<br />'''Tomoyo''': Sì, è vero... :''– I'm sure that only you know the pain you feel. If I understood your pain in just the short time I've been with you, I'd probably go become a consuellor or a fortune teller or something.<br />– Yeah, that's true...'' *'''Tomoyo''': La zuppa di zucca è uno dei piatti che sono abbastanza brava a fare. Sai, sono piuttosto fiduciosa; inoltre, ci sto mettendo dentro anche un po' d'amore, solo per te. Anche se fosse cattiva per tutti gli altri, penso che per te sarebbe sicuramente deliziosa.<br />'''Tomoya''' {{NDR|pensando}}: Tomoyo versa un po' di zuppa su un piattino e l'assaggia.<br />'''Tomoyo''': Buona. Sarebbe buona anche per le altre persone. :''– Pumpkin soup's one of the dishes I'm quite good at making. I'm pretty confident with this one, you know. Plus, I'm putting some love into this, just for you. Even if it tastes bad to everyone else, I think for you it'll be absolutly delicious.<br />Tomoyo pours some on a saucer and tastes it.<br />– Good. It'd even taste good to other people too.'' *{{NDR|Tomoya, che ha terminato gli studi, ha parlato con Takafumi (il fratello di Tomoyo) prendendo in giro la ragazza; ora è andato al lavoro lasciando Takafumi e Tomoyo all'inizio del viale che porta alla scuola}}<br />'''Takafumi''': Non dovresti dargli il suo pranzo?<br />'''Tomoyo''': Oh, no. Ma allora, lo sai? {{NDR|che stiamo insieme}}<br />'''Takafumi''': Voi due siete piuttosto divertenti. Sembrate una bella coppia. Penso che andrò d'accordo con lui. :''– Don't you need to give his food?<br />– Oh, no. Or actually, you know?<br />– You two're quite funny. You seem like a good match. I think I'll get along with him.'' === Arco di Kotomi === *{{NDR|Tomoya è in libreria con Kotomi, e ha visto che lei vuole tagliare qualcosa da un libro che sta sfogliando}}<br />'''Tomoya''': Cosa stai tenendo in mano? {{NDR|pensando}} Indico le forbici, sollecitando una risposta. [...] <br />'''Kotomi''': Forbici. È uno strumento usato per tagliare carta o stoffa.<br />'''Tomoya''': Lo so.<br />'''Kotomi''': La lama è fatta di acciaio inossidabile e il manico è in plastica. [...] In inglese si pronuncia ''scissors''. In francese, ''ciseaux''. In italiano, ''forbici''. In latino, ''forfex''.<br /> :''– What's that you're holding? I point at the scissors and press for an answer. [...]<br />– Scissors. It's a tool used to cut paper or cloth.<br />– I know that.<br />– The blade is made of stainless steel and the handle is made of plastic. [...] In english, it's scissors. In French, it's ciseaux. In Italian, it's forbici. In latin, is forfex.'' [[File:Michiyo-Yagi- 06N6355.jpg|thumb|Una suonatrice di ''koto'' durante un'esibizione]] *'''Kotomi''': Perché il mio nome è [[Kotomi]]? [...]<br />'''Padre''': Il mondo è formato da tantissime minuscole [[Arpa|arpe]] che sono invisibili a occhio nudo.<br />'''Kotomi''': Tante... arpe?<br />'''Padre''': Sì. Nella lingua di questo Paese, la parola che usiamo è "koto". Il mondo è pieno di arpe, e ciascuna di esse produce un diverso tipo di suono. E tutte si intrecciano in maniera complessa per formare una singola melodia. Per questo il mondo è così bello.<br />'''Kotomi''': Chi suona le arpe? [...]<br />'''Padre''': Probabilmente [[Dio]], penso. [...]<br />'''Kotomi''': Dov'è Dio?<br />'''Padre''': Dio è ovunque. Solo che non possiamo vederlo. E lui vigila sempre con gentilezza su di noi. :''– Why is my name Kotomi?'' [...]<br />''– The world is formed by very many tiny harps that are invisible to the naked eye.''<br />– ''Lots of... harps?''<br />– ''Yes. In the language of this country, the word we use is "koto." The world is filled with harps, and each and every one plays a different kind of sound. And they all intertwine in a complex way to form a single melody. That is why this world is so beautiful.''<br />– ''Who is playing the harps?'' [...]<br />– ''Probably God, I think.'' [...]<br />– ''Where is God?''<br />– ''God is everywhere. We just can't see him. And he's always kindly watching over us.'' ==Citazioni su ''Clannad''== *La maggior parte degli harem è facile da liquidare. [Un ragionamento] del genere è pericoloso, perché questo anime harem è molto vicino alla perfezione. Dopo averlo visto, anche i vecchi enciclopedisti stanchi avranno bisogno di una dose di qualcosa di intelligente, cinico e adulto per tirarsi fuori dalle grinfie di questa bellissima droga. Vi farà marcire il cervello e vi farà piangere con la nostalgia di qualcosa che non avete mai avuto. (''[[The Anime Encyclopedia]]'') *Primavera. A partire dall'ordinaria vita scolastica, una storia di persone e di una città. :── 春。ありふれた学園生活から始まる、人と町の物語。<ref>Dal retro della confezione del gioco per PlayStation 4.</ref> :(''Haru. Arifureta gakuen seikatsu kara hajimaru, hito to machi no monogatari.'') *– Ricorda, ci sono bugie buone e bugie cattive: le bugie cattive feriscono le persone, le bugie buone le salvano!<br />– Da quale eroge l'hai presa questa?<br />– CLADDAN... e non è un eroge, è una visual novel che ti insegna il senso della vita, quindi stai zitto! (''[[Steins;Gate]]'') ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=''Clannad''}} 645o0yw5a99ut8aduu3wr70u2kxmx61 Chiara Valerio 0 139258 1221305 1181160 2022-08-07T10:21:38Z AnjaQantina 1348 +incipit, +bibliografia wikitext text/x-wiki [[File:Chiara Valerio.jpg|thumb|Chiara Valerio]] '''Chiara Valerio''' (1978 – vivente), scrittrice e saggista italiana. {{indicedx}} ==Citazioni di Chiara Valerio== *[[Rat-Man]], il personaggio creato da Leo Ortolani nel 1989, indossa la maschera più per proteggersi dal mondo che per proteggere il mondo. Rat-Man non ha alcun superpensiero o superpotere, è un supereroe perché da bambino leggeva fumetti. Come tutti noi e, di certo, come me. È un supereroe perché fa cose molto al di sopra dei propri, seppur bassissimi, limiti. Ed è un dadaista perché in un mondo di supereroi che vogliono il bene, il giusto, il ferreo, il corretto, l'integerrimo (prima che la psicanalisi li infettasse), e ci riescono, in un mondo di supereroi civili, lui si ferma al travestimento. Sotto il mantello niente, o chissà. E per questo, lo tiene anche a casa sua, in poltrona. È la maschera a fare il supereroe e non ciò che essa nasconde.<ref name=uominietopi>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/09/24/siamo-uomini-e-topi46.html Siamo uomini e topi]'', ''la Repubblica'', 24 settembre 2017</ref> *[...] Rat-Man — il solo in grado di pescare, da una ciotola ricolma di caramelle, l'unica cacca di gnu tonda come una caramella — nonostante la supervolontà di diventare supereroe, e le premesse esistenziali da supereroe, non riesce a mutare quel condizionale presente ("condurrebbe") in un presente indicativo dello stare al mondo ("conduce"). Perché? Ecco, Rat-Man è incapace di rinunciare all'umano. E l'umano è condizionale, l'umano tentenna, ci ripensa, mente a sé stesso e agli altri, ride di cose atroci, piange e si dispera per fatti minimi, è egoista, approssimativo, pigro, stupido, malinconicamente altalenante fra fantasmi e aspirazioni, pretende di essere consolato, è afflitto dal dubbio di piacere o non piacere agli altri, azzarda ma non decide, bluffa, si racconta storie edificanti e spesso, assai spesso, mai edificate. Rat-Man come tutti, di certo come me, non riesce a rinunciare a questa dialettica bene-male, luce-ombra, pizza margherita con o senza basilico? Ed è un rivoluzionario perché, poco importa se per scelta o nonostante, non cede all'impiegatizio che alberga in ogni supereroe di salvare il mondo appena c'è bisogno, e infatti Rat-Man spreca l'occasione del dolore, dell'orfanità, e della scienza fantascientifica dei superpoteri, per realizzare il superniente che però è il supertutto dell'umano: raccontare una storia a qualcuno, casomai la propria, anche quando non è esattamente credibile.<ref name=uominietopi/> {{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2021/02/03/le-mille-misure-della-distanza-con-la-variante-di-dracula13.html Le mille misure della distanza con la variante di Dracula]''|''Repubblica.it'', 3 febbraio 2021}} *La distanza, così come comunemente la intendiamo, cioè lontananza, in tempi pandemici è appunto una convenzione. In Italia, per esempio, la distanza da tenere deve essere di almeno un metro – due se si fa sport – e così era in Francia, fino all'arrivo delle varianti, ora si consiglia di stare a due metri e non utilizzare mascherine di stoffa. In Corea del Sud e Stati Uniti è raccomandato stare a due metri. Nel Regno Unito la distanza è due metri senza altre precauzioni, si riduce a un metro in uno spazio chiuso con precauzioni, areato o con la mascherina, e si trasforma in «quanto possibile» nella metro. In Germania è un metro e mezzo. L'Oms raccomanda «almeno» un metro che significa «da un metro in su, tutto bene». In India si incoraggiano le persone a uscire con un ombrello e a tenerlo aperto, in modo da mantenere una distanza fisica di circa un metro. Ma paese che vai distanza che trovi, perché gli scienziati avranno tenuto conto (immagino) delle abitudini sociali, della prossemica e plausibilmente anche dell'umidità dell'aria. Questo per sottolineare quanto i numeri siano certi, definiti e definitori in un dato contesto, e meno certi in altri. E dunque vadano sempre considerati insieme al resto della vita, e non fuori dalla vita, dunque minacciosi sempre e "dadaisti" talvolta. Questo per sottolineare quanto i numeri siano politici, e vengano politicamente utilizzati, proprio come una forza di gravità, non della natura, ma della cultura, cioè dei sistemi sociali che abbiamo costruito, delle leggi che ci siamo dati. *[[Conte Dracula|Dracula]] è un'infezione che si trasmette per contatto e fluidi corporei che si diffonde negli anni Novanta dell'Ottocento (il [[Dracula (romanzo)|romanzo di Stoker]] è del 1897). Il conte, stanco dei Carpazi, giunge, munito di alcune casse di terra putrida, a Londra e comincia a mordere e, mordendo, crea vampiri. Quando arriva Van Helsing, l'ammazzavampiri, fornisce subito misure di contenimento: aglio, croce, sanificazione delle casse di terra, isolamento degli infetti. Mi sono chiesta quale possa essere l'R0 di Dracula e, dati modo di trasmissione (morso) e tempo di incubazione (ipotizziamo, dalla vicenda di [[Lucy Westenra|Lucy Westerna]], la prima infetta, che il tempo di incubazione sia di 24-48 ore), penso che il tasso iniziale di contagio stia tra 1,09 e 2,5 (una mescolanza degli R0 di Ebola e Hiv che si diffondono attraverso i fluidi corporei). Da qui è possibile costruire un modello epidemiologico simile a quelli ormai familiari, almeno di nome. *[[Abraham Van Helsing|Van Helsing]] sarebbe oggi un epidemiologo che adatta le proprie conoscenze alla malattia, pensando che la sua verità sia sempre parziale, il [[John Seward|dottor Seward]] invece, che non ammette l'irrazionale, apparterrebbe a chi ha negato la natura dell'infezione fin dove ha potuto, perché non ha saputo definirla con le nozioni che possedeva. *La differenza tra il Covid e il vampiro è che quest'ultimo, per morderci, deve essere invitato a colmare una distanza, a entrarci in casa. Il Covid no, non ha bisogno di inviti, viaggia sulle goccioline, e dunque dobbiamo mantenere le distanze. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Almanacco del giorno prima''=== In Grigsby contro Russell, 1911, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America stabilisce che il titolare di una polizza ha il diritto di trasferirla. Il giudice [[Oliver Wendell Holmes (giurista)|Oliver Wendell Holmes]] osserva che le assicurazioni sulla vita godono di tutte le comuni caratteristiche della proprietà, e dunque sono un oggetto che il titolare della polizza può trasferire senza alcuna limitazione. Il mio professore di Analisi matematica, citando il suo professore di matematica, mi avrebbe detto Godono e soffrono, Medrano, godono e soffrono, come noi tutti. ===''Così per sempre''=== Un essere umano pesa circa due chili e mezzo di cenere. Per sapere il resto ci vuole molto tempo. E un amico. Di tempo ne aveva, ma gli mancava Carl.<br> Se avete a disposizione un intero rocchetto, non dovete immaginare la lunghezza del filo o supporla. I sogni sono tagli o giunte, amico mio, gli esseri immortali, se ne esistono – aveva sorriso Carl dietro a piccoli occhiali d'oro tondo –, non sognano. Chi ha a disposizione tutto il tempo lo misura. ===''Il cuore non si vede''=== Una mattina, dopo sogni inquieti, Andrea Dileva si era svegliato nel suo letto, senza il cuore.<br> La sveglia suonava, la luce del giorno cresceva, i muri crepitavano di altri risvegli, su altri piani, sopra e sotto, ma lui e Laura continuavano a tenere gli occhi chiusi. Con le magliette di Harvard e senza mutande, si godevano la nudità sì ma con le spalle coperte dei loro quarant'anni. Non erano mai andati a Harvard peraltro. Nonostante entrambi avessero fatto ottimi studi. ===''La matematica è politica''=== Bisogna dar ragione a [[Bertrand Russell]] quando osserva: le matematiche sono quella scienza, in cui non si sa di che cosa si parla e in cui non si sa se ciò che si dice sia vero. Ecco, in tale incertezza, si capisce che per raggiungere un qualche risultato bisogna mettere a punto un metodo. C'è poi un'altra considerazione, ben espressa da [[Luciano De Crescenzo]] in un aneddoto attribuito a Renato Caccioppoli e che qui riporto come la ricordo: uno studente, durante un esame di risposte stentate, confessa al professore di essere innamorato della matematica e il professore risponde, in napoletano: – Guaglio', ma nun si' ricambiat'. ===''Nessuna scuola mi consola''=== La prima vera esperienza della mia vita lavorativa è stato il collegio dei docenti.<br> Io credo che il primo collegio dei docenti, come il primo bacio, stia in quel bagaglio di cui è possibile valutare il peso solo se lo hai tenuto sulle spalle almeno una volta nella vita.<br> Quando ci saranno i tour operator per le esperienze autentiche o non prevedibili, ci sarà qualcuno che organizzerà le escursioni nei collegi dei docenti. ===''Storia umana della matematica''=== Tutto quello di cui Euclide parla, non esiste.<br> Non esiste una retta senza spessore, e non esistono circonferenze perfette. L'immaginazione che Euclide, dal III secolo prima di Cristo a oggi, richiede a chi legge i suoi ''Elementi'' è più grande di quella necessaria a seguire le storie degli dèi e degli eroi. ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Chiara Valerio, ''Almanacco del giorno prima'', Einaudi, 2014. ISBN 9788806215927 *Chiara Valerio, ''Così per sempre'', Einaudi, 2022. ISBN 9788806252564 *Chiara Valerio, ''Il cuore non si vede'', Einaudi, 2019. ISBN 9788806242220 *Chiara Valerio, ''La matematica è politica'', Einaudi, 2020. ISBN ISBN 9788806244873 *Chiara Valerio, ''Nessuna scuola mi consola'', Einaudi, 2021. ISBN 9788806249649 *Chiara Valerio, ''Storia umana della matematica'', Einaudi, 2022. ISBN 9788806252991 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Valerio, Chiara}} [[Categoria:Saggisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] qfgkqimhps1ymt9mpeysqycbzg6viyc Doraemon 0 140981 1221186 1221036 2022-08-06T15:11:53Z Dread83 47 /* Citazioni su Doraemon */ -1, senza fonte wikitext text/x-wiki {{FictionTV |immagine = 任意門 (29052459944).jpg |titoloitaliano=Doraemon |tipofiction=serie televisiva anime |titolooriginale=Doraemon |paese=Giappone |anno=1973 – in corso |genere=commedia/fantastico |doppiatorioriginali= *[[Wasabi Mizuta]]: Doraemon *[[Megumi Ohara]]: Nobita |doppiatoriitaliani= *[[Pietro Ubaldi]]: Doraemon *[[Davide Garbolino]]: Nobita Nobi *[[Federica Valenti]]: Shizuka Minamoto *[[Luca Bottale]]: Takeshi "Gian" Goda *[[Patrizia Scianca]]: Suneo Honekawa |note= }} '''''Doraemon''''', manga e anime creato da [[Fujiko Fujio]]. ==Citazioni tratte dal manga== ===''Addio, Doraemon!''=== *Doraemon... adesso che sei andato via, la stanza è troppo vuota! Però credo che mi abituerò presto alla tua mancanza, perciò non preoccuparti per me! Addio, Doraemon! ('''Nobita''') ===''Il ritorno di Doraemon''=== *Non dovevano dire che è tornato Doraemon... non posso perdonarli! Per me è stato lo scherzo più doloroso... non li perdonerò mai! ('''Nobita''') ===''Dove vanno le formiche alate''=== *Ora {{NDR|le formiche alate}} sono cresciute e ciascuno si occuperà della propria stirpe. Lo farai anche tu, sai? Non sarai un bambino per sempre... perciò cerca di crescere! ('''Doraemon''') ==Citazioni dall'anime== ===''La mamma è sempre la mamma''=== *Come mai ho avuto la sfortuna di nascere in una famiglia così severa e insopportabile? ('''Nobita''') *'''Nobita''': No! Prendi questo mamma! {{NDR|scagliandola in volo e a terra}}<br />'''Doraemon''': Nobita!<br />'''Nobita''': Mi dispiace, Doraemon, ma io non ci casco ad essere fatto pace con la mamma! È il trucco più vecchio del mondo, e anche se tornerei a casa, preferisco restare a casa da solo in pace o a vivere in pace in un posto sereno senza contare su nessuno e preferirei morire piuttosto che uscire! Mi capisci? ('''Nobita''') ==Citazioni su ''Doraemon''== *Adoro ''Doraemon'' e mi diverto tantissimo a doppiare quel piagnucolone e scansafatiche di Nobita. Le storie sono sempre molto divertenti e tutti vorremmo avere un gattopone pieno di chiusky per ogni evenienza. ([[Davide Garbolino]]) *Il cartone, non ha limiti... la fantasia, non ha limiti, quasi. Per quanto lo schema possa essere alle volte ripetitivo, comunque c'è sempre qualche lampo di genio. ([[Davide Garbolino]]) *Lo conoscevo più che altro per sentito dire; [...] la prima serie era doppiata da Liù Bosisio, poi è passata nelle mani di Mediaset e, dato che collaboravo già da tempo con loro, mi hanno messo a lavorare su questa serie, a cui, per dire la verità, mi sono affezionato piano piano. Anche perché è una serie che è durata molto nel tempo e perdura tutt’ora. Ora sono molto affezionato al personaggio di Doraemon perché, pur essendo l’angelo custode di Nobita, anche un po’ un maestrino se vogliamo, in realtà è simpatico e pasticcione quanto lui, per cui ci divertiamo insieme sostanzialmente. Peraltro il gatto Doraemon è davvero un eroe nazionale; sono stato in Giappone nel 2005 in occasione dell’anniversario della bomba atomica ed era ovunque! ([[Pietro Ubaldi]]) ==Bibliografia== *[[Fujiko F. Fujio]], ''Doraemon'' (vol. 1 - 6), traduzione di Laura Anselmino e Guglielmo Signora, Star Comics, ''Ghost''. ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Manga]] ehx3vvdqm1hntqnuh1hkcfqcsdxc7bj Utente:Sun-crops/Sandbox 2 142647 1221250 1220868 2022-08-06T22:26:25Z Sun-crops 10277 navbox: +1 wikitext text/x-wiki ===In ''[[Cesare Caravaglios]], Voci e gridi di venditori in Napoli''=== *Per dire che di una cosa se ne è avuta poca mettere la punta del pollice fissata sotto l'estremità dell'indice, mentre le altre dita restano chiuse quasi a pugno. Tale gesto tradotto in parole vuol significare:<br />{{centrato| — N'aggiu avuto pucurillo!}}{{centrato|(Ne ho avuto pochino!) (p. 19)}} *Per dire ad una persona che beve molto accostare ed allontanare più volte dalla bocca la mano chiusa col solo pollice disteso. La mano così disposta vuole imitare il ''fiasco'' al quale sogliono bere i napoletani. Portando la mano alla bocca si indica l'atto del bere.<br/>Talvolta questo gesto è accompagnato da certe espressioni del viso che vogliono chiaramente dire:<br/>{{centrato| — 'Mbriacone!}}{{centrato| — ({{sic|Ubbriacone}}!) (p.19)}} *Per dare del ladro ad una persona distendere la palma della mano, indi curvare obliquamente le dita {{sic|l'uno dopo l'altro}}, mentre lo sguardo si rivolge alla persona che si apostrofa:<br />Il significato di questo gesto è:<br />{{centrato|(— Tu si nu mariuolo!)}}{{centrato|Tu sei un ladro! (p. 21)}} *Volendo comunicare che una persona è morta fare in aria il segno della croce. Questo gesto è assai usato dai napoletani per indicare una speranza perduta. Si traduce:<br />{{centrato| — Nu nce sta cchiù che ffà!}}{{centrato|(Tutto è finito!) (p. 21)}} *Volendo dare dell<nowiki>'</nowiki>''asino'' ad una persona aprire la bocca mentre la lingua si distende sul labbro inferiore. Labbro e mento quasi penzoloni. Gli occhi non debbono avere né vivacità, né spirito.!<br />Eseguito il gesto con destrezza e rapidità si dirà:<br/>{{centrato| — Si ciuccio!}}{{centrato|(Sei un asino!) (p. 22)}} *L'additare è uno dei gesti più naturali e più frequenti dei napoletani. Essi distendono l'indice e lo dirigono verso l'oggetto che vogliono indicare, allungando il braccio e la mano il più che sia possibile. Spesso, però, essi al dito sostituiscono gli occhi sempre vivi e lampeggianti accompagnando il movimento con un piccolo adeguato gesto della testa.<br/>L'additare ha il significato di:<br />{{centrato| — 'O vì lloco!}}{{centrato|(Eccolo!) (pp. 22-23)}} ==Bibliografia== *[[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', {{small| con 33 illustrazioni e 15 trascrizioni musicali}}, introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX. ===''Spigolando...''=== *''<nowiki>'</nowiki>A vacànzia è fernuta e me garbizza | sto chiarfo<ref>Chìarfo, refuso, nel testo.</ref>ca 'ncarma | l'appecundria. È meglio stracquà, | 'e campìglie arrevèntano scaiènze | 'e l'autunno ca 'nzarda into culore | do vignale e s'aggranfeca zumpanno | 'nzì' lo core. Ca mmùmmera aggubbata | selluzzo pe sbariamiento, forse | pe cupià 'o chiarfo, po piglià pe fesso.''<ref>''Piscegràzia'', (''Strascico''), in ''Tommaso Pignatelli Quando un politico fa buona poesia'', a cura di Arnaldo Colasanti. In ''Poesia'', n. 102, anno X, gennaio 1997, Crocetti Editore, Milano, 1997, p. 62.</ref><ref>''La vacanza è finita e mi piace | questa pioggia violenta che benedice | la malinconia. È meglio desistere, | le promesse diventano bisogni | dell'autunno che preme nel colore | della vigna e s'arrampica a sussulti | fino al cuore. Col capo piegato | singhiozzo per distrazione, forse, | per imitare l'acquazzone, per prenderlo in giro.'' La traduzione è in ''Poesia'', n. 102, anno X, p. 62.</ref> ('''Tommaso Pignatelli''') *''C'è un luogo dove dormi | e il tuo respiro | io non lo sento, | non lo sento mai. || Fra i nostri due riposi | è la città spavalda | strade, fragori, alterchi, gente e tetti | e come due leoni sul sagrato | remoti e fermi, chiusi in una forma, | noi vigiliamo la nostra distanza.''<ref>Citato in ''I leoni del sagrato di Mariagloria Sears'', ''Corriere della Sera'', 25 maggio 2018; in ''[https://www.pressreader.com/ pressreader.com]''.</ref><ref>Citato in ''[http://scaffalinvisibili.blogspot.com/2016/06/i-leoni-sul-sagrato-mariagloria-sears.html scaffalinvisibili.blogspot.com]'', 3 giugno 2016.</ref>('''Mariagloria Sears''') *{{NDR|La bellezza, non una}} [...] categoria estetica ma l'energia di Dio, l'energia della gloria di Dio, la gloria dell'energia di Dio che trasfigura il mondo... un varco che si apre su un altro mondo, su un'altra realtà più grande, il mondo della realtà, della grazia di Dio.<ref>Citato in Giovanna Parravicini, ''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/la-pianista-e-il-dittatore_201007230714383000000 La pianista e il dittatore]'', ''avvenire.it'', 23 luglio 2010.</ref> ('''Padre Vsevolod Spiller''', al funerale di [[Marija Veniaminovna Judina|Maria Yudina]]) *Certamente ogni opera letteraria ha un suo suolo natio nell'invito alla comunicazione, in una specie di nostalgia d'amore. Ogni testo letterario è in un certo senso epistola...<ref>Citato in ''Il mondo di carta di Hrvoje Pejaković'', a cura di Mladen Machiedo, in ''Poesia'', n. 101, anno IX, dicembre 1996, traduzione di Mladen Machiedo, Crocetti Editore, Milano, p. 73 </ref> ('''Hrvoje Pejaković''') *Claudia Severa alla sua Lepidina, salute. Il terzo giorno prima delle Idi di settembre<ref>L'11 settembre.</ref>, per il giorno in cui si festeggia il mio compleanno, ti invito di cuore a venire da noi, sorella mia, per rendere ancora più felice la mia giornata con la tua presenza... Saluta il tuo Ceriale. Il mio Elio e il figlio lo salutano. Ti aspetto, stammi bene, sorella, anima carissima, così come mi auguro di star bene io, e addio. Da Severa a Sulpicia Lepidina (moglie) di Ceriale.<ref>Citato in AA. VV., ''La passione di Perpetua e Felicita'', prefazione di Eva Cantarella, a cura di Marco Formisano, introduzione, traduzione e note di Marco Formisano, Bur, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=gpccMSN7AssC&lpg=PR5&dq=Sulpicia&hl=it&pg=PR4#v=onepage&q&f=false p. IV]. ISBN 978-88-58-64889-6</ref> ('''[[w:Tavolette di Vindolanda|Invito di Vindolanda]]''') *{{NDR|Sul Quartetto n. 14 di Beethoven}} Dopo questo, cosa ci è rimasto da poter scrivere? ('''Franz Schubert''') :''After this, what is left for us to write?''<ref>{{en}} Citato in [[Mark Nepo]],''The Endless Practice. {{small|Becoming Who You Were Born to Be}}'', Simon and Schuster, New York, 2014, [https://books.google.it/books?id=LvRuAwAAQBAJ&lpg=PA237&dq=&pg=PA237#v=onepage&q&f=false p. 237].</ref> *{{NDR|Dopo la conversione}} Fuori faceva sempre bello; avevo cinque anni, e quel mondo fatto in precedenza di pietra e di catrame era un gran giardino dove mi sarebbe stato permesso di giocare per tutto il tempo che sarebbe piaciuto al cielo [...] Dio esisteva, ed era presente, rivelato e mascherato da quella delegazione di luce che senza discorsi né figure dava tutto alla comprensione e all'amore [...]. Il miracolo durò un mese. Ogni mattino, ritrovavo affascinato quella luce che faceva impallidire il giorno, quella dolcezza che non dimenticherò mai, e che è tutta la mia sapienza teologica. (Da ''Dio esiste'', pp. 147-148.<ref name=Φως />) ('''André Frossard''') *{{NDR|[[w:Paredro|Paredro]]}} [...] un'entità associata, sorta di "compadre" o sostituto o baby sitter dell'eccezionale.<ref>Da ''Componibile 62'', traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini, Sur. Citato in Walter Catalano, ''[https://www.pulplibri.it/catalano-vampiro-surrealista/ Il vampiro surrealista. {{small|Vampirismi d'autore}}]'', ''pulplibri.it'', 5 dicembre 2019.</ref> ('''Julio Cortàzar''') *Incontriamo, via via che proseguiamo la lettura, il piacere sensuale del libro che abbiamo in mano e la dolorosa passione per la pagina bianca, lì in attesa dell'inchiostro, dei segni, delle parole, della punteggiatura...<ref>Citato in [[Dacia Maraini]], ''Amata scrittura'', Rizzoli Bur, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=yIAIXGeOwcMC&lpg=PP1&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false p. 1].</ref> ('''Giulia Borgese''') *[...] [[Julien Green]] è il fauno della contraddizione.<ref name=fauno>Da ''[https://www.ilgiornale.it/news/julien-green-vertigine-fulminea-scrittura-1386519.html Julien Green, la vertigine fulminea della scrittura]'', ''ilgiornale.it'', 16 aprile 2017.</ref> ('''Davide Brullo''') *La grandezza di [[Giardini di Versailles|Versailles]] consiste nella coerente applicazione di un ordine logico, dal quale non era permessa alcuna deviazione: si trattava di un'opera d'arte che esigeva obbedienza. Una tale opera può venir concepita ed eseguita una sola volta in una cultura. Essa lascia infatti i partecipanti esausti e bisognosi di cose più frivole. Il sollievo fu trovato nelle imitazioni dell'idea del giardino inglese (il jardin anglais), nei particolari rococò e negli ornamenti finto-cinesi (chinoiserie). Nel frattempo, in tutta Europa, gli aspiranti principi tentavano la loro Versailles. Pochi di questi autocrati avevano l'esatta concezione e nessuno la ricchezza di [[Luigi XVI]]°. Ciò non di meno essi lasciarono la loro impronta e godettero di principeschi giardini fantasticamente stravaganti.<ref>Da ''Il giardino ben arredato'', traduzione di Antonella Bortolin, Di Baio Editore, Milano, 1990, [https://books.google.it/books?id=4OtXL8MPuQwC&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32]. ISBN 88-7080-239-6</ref> ('''Michael Balston''') *[...] la musica ti parla e basta saperla ascoltare, e nel momento esatto del concerto ecco che entra in gioco l'istinto. Perché in fondo la musica è un essere vivo, è vita e bisogna trattarla come tale, permettendosi di essere intuitivi, spontanei, lasciandosi trasportare dall'impulso del momento.<ref>Citato in ''[http://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=323122 L'ORT continua con lo streaming del venerdì. Questa settimana propone Nil Venditti sul podio e Kevin Spagnolo solista al clarinetto]'',''met.cittametropolitana.fi.it'', 18 novembre 2020.</ref> ('''Nil Venditti''') *[...] la relazione tra ''jour'' e ''nuit'' non è soltanto d'opposizione, ma anche di inclusione. Non c'è bisogno di grandi conoscenze di psicanalisi per ravvisare nella notte un simbolo materno, simbolo di quel luogo materno, di quella notte delle viscere ove tutto inizia, e per vedere che l'amore per la notte è il ritorno alla madre, discesa verso le Madri, viluppo inestricabile d'istinto vitale ed attrazione mortale. Qui si rivela un ulteriore rovesciamento nella dialettica del giorno e della notte, giacché se il giorno dominatore è, nel pieno del suo splendore, la vita, la notte femminea è, nella sua profondità abissale, vita e morte insieme: è la notte che ci dà alla luce, è la notte che ce la riprenderà.<ref>Citato in ''Effetto notte. {{small|Percorsi d'arte e di luce nella Napoli sotterranea}}'', a cura di Ludovico Pratesi e Paola Magni, Castelvecchi, Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=cG57ZWlXZBgC&lpg=PA1942&dq=&pg=PA1958#v=onepage&q&f=false p. 1958]. ISBN 88-8210-154-1</ref> ('''Gérard Genette''') *''Le poesie non sono dei materassini | su cui sdraiarsi a prendere il sole | a dire Mi fa pensare, bello! | che è proprio così. | Le poesie sono una distesa di cocci | cui puoi stare sopra respirando piano, | con sempre un certo dolore | e quando ti alzi, | nella migliore delle ipotesi | ti senti l'impressione | il segno sulla pelle | di una insospettata, non tua, | scomodità profonda.''<ref>''Di un'insospettata, non tua, scomoda profondità''. Citato in Francesca Genti, ''La poesia è un unicorno'', Mondadori, Milano, 2018, [https://books.google.it/books?id=ZVRLDwAAQBAJ&lpg=PT62&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]. ISBN 9788804687092</ref> ('''Valentina Diana''') *{{NDR|Le carte geografiche}} Mi affascina la loro quiete geometrica, la chiarità che ne determina e ne scioglie anche il groviglio di linee. Non è questa dopotutto la vita? Una mappa che interseca e a volte confonde volumi e colori lasciando a noi il compito di distinguere.<ref>Dall'intervista ad [[Antonio Gnoli]], ''[https://www.repubblica.it/cultura/2016/08/07/news/margherita_pieracci_harwell_io_e_cristina_campo_amiche_per_la_vita_lei_mi_dava_la_forza_di_non_deluderla_-145554390/ Margherita Pieracci Harwell: "Io e Cristina Campo amiche per la vita. Lei mi dava la forza di non deluderla"]'', ''repubblica.it'', 7 agosto 2016.</ref> ('''Margherita Pieracci Harwell''') *Montevideo come città manca di ciò che si è convenuto chiamare fisionomia americana. L'eleganza, il lusso stesso della quantità delle sue case ed infine la disposizione dei suoi viali, piazze e monumenti ne fanno una città di gusto europeo moderno. Il movimento della strada, i negozi, i teatri, sembrano seguire la stessa legge, perfino il clima sembra collaborare per far credere al turista del vecchio mondo che non ha cambiato patria. ('''Eugène de Robiedo''' nel 1877) :''Montevideo como ciudad carece de lo que se ha convenido en llamar fisonomía americana. La elegancia, el lujo mismo de cantidad de sus casas y finalmente la disposición de sus paseos, plazas y monumentos hacen de ella una ciudad de gusto europeo moderno. El movimiento de la calle, los comercios, los teatros, parecen seguir la misma ley, hasta el clima parece ponerse de su parte para hacer creer al turista del viejo mundo que no ha cambiado de patria.»''<ref>Citato in Julio Sánchez Gómez, ''De bastión español a símbolo de la libertad. Montevideo en los tiempos de ciudad amurallada, 1725-1850/1870'', in Julio Sánchez Gómez y José Manuel Santos Pérez, ''De urbe indiana.{{small|Ensayos sobre ciudades y urbanismo en Brasil y en la América hispana}}''. Editor Julio Sánchez Gómez. Editorial Universidad de Salamanca, 2010, [https://books.google.it/books?id=3N-JJUEQmKcC&lpg=PA141&ots=j9hhainazu&dq=&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]. ISBN 978-84-7800-207-8.</ref> *''Nel buio della notte s'alzò in volo, | vagò per ampio cielo la mia mente, | poi nuvole varcò fino alla proda | ove, rappreso, il tempo disfavilla. | Trascese il sole, oltrepassò le stelle | per perdersi in un vortice di fuoco. | Non si bruciò, ma rapida trascorse | alla porta del riso e della gioia. | Si sporse: fluttuavano baciandosi | cieli in onde di fiamma e pura luce, | ove amore è semente a soli e stelle. | Entrò, ma l'investì vivo bagliore: | in melodie serene l'universo | moveva incontro ad adorar l'Eterno.''<ref>''Pensiero notturno'', in ''Il fiore della poesia di Giuseppe Serembe'', traduzione italiana a cura di Vincenzo Belmonte, p. 5.</ref> ('''Giuseppe Serembe''') *{{NDR|Julien Green}} Romanziere raffinatissimo, esegeta delle inquietudini, chiromante del dubbio [...].<ref name=fauno /> ('''Davide Brullo''') *{{NDR|L'anello di Carvilio}} [...] pezzo assolutamente unico e originale è l'anello a fascia che è stato trovato al dito di Aebutia<ref>Madre di Carvilio.</ref>. Sotto il castone in raro cristallo di rocca, lavorato "a cabochon", è collocato un mini-busto di Carvilio, che morì prematuramente all'età di 18 anni e tre mesi. Si tratta di una microfusione a cera persa e rappresenta un giovane a torso nudo, con capelli ricci, labbra sottili e naso aquilino. L'effetto luminoso della lente di cristallo dona una misteriosa profondità all’immagine del defunto evocando la lontananza-vicinanza della sua anima agli affetti della madre. ('''Andrea Cionci''') <ref>Da ''[https://www.lastampa.it/cultura/2017/11/24/news/l-ombra-d-oro-del-giovane-carvilio-la-mummia-di-roma-1.34390857 L'ombra d'oro del giovane Carvilio, la Mummia di Roma. La dispersione degli straordinari reperti della tomba di Grottaferrata]'', ''lastampa.it'', 24 novembre 2017.</ref> *{{NDR|Santa Maria Egiziaca dopo la conversione}} Quando [...] uscii sulla piazza, mi parve che tutto fosse nuovo, meravigliosamente mai visto. Neppure il colore del cielo sembrava più lo stesso, né il volto della gente. Mi ricordai allora di un giorno in cui, dopo una pioggia torrenziale, mi guardai intorno e vidi che tutto era pulito. (Da ''Leggende cristiane'', a cura di L. Manetti e S. Zuffì, p. 359.<ref name=Φως>Citato in Claudia Cirami, ''[https://www.breviarium.eu/2020/04/01/maria-egiziaca-la-vedente/ Come a Maria Egiziaca "si aprirono gli occhi"]'', ''breviarium.eu'', 1 aprile 2020.</ref>) *Questa settimana ho ascoltato tre volte la Passione secondo Matteo del divino Bach, ogni volta con il sentimento di sconfinata meraviglia. Chi ha completamente dimenticato [disimparato] il Cristianesimo, la ascolta veramente come un Vangelo, è la musica della negazione della Volontà, senza memoria dell'Askesis. :''In diese Woche habe ich dreimal die ''Matthäuspassion'' des göttlichen Bach gehört, jedesmal mit dem Gefühl der unermesslichen Verwunderung. Wer das Christentum völlig verlernt hat, der hört es hier wirklich wie ein Evangelium, es ist die Musik der Verneinung des Willens, ohne die Erinnerung an die Askesis.''<ref>Da una lettera ed Erwin Rohde da Basilea del 30 aprile 1870. {{en}} Citato in Richard Viladesau, ''[The Pathos of the Cross. {{small|The Passion of Christ in Theology and the Arts – The Baroque Era}}]'', Oxford University Press, 2014, [https://books.google.it/books?id=Gc_QAgAAQBAJ&lpg=PA320&dq=&pg=PA320#v=onepage&q&f=false p. 320, nota 75].</ref> *Tocca al silenzio non avere dubbi sulla morte. ('''Marcella Tarozzi Goldsmith''') <ref>Da ''Il silenzio e la parola'', 2001. Citato in Gino Ruozzi, ''Giano bifronte. {{small|Teoria e forme dell'aforisma italiano contemporaneo}}''; in AA. VV, ''Teoria e storia dell'aforisma'', premessa di Vittorio Roda, introduzione e cura di Gino Ruozzi, Bruno Mondadori, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=NVueAgAAQBAJ&lpg=PA137&dq=&pg=PA137#v=onepage&q&f=false p. 137].</ref> *{{NDR|Agli agenti del KGB}} Volete mandarmi nel gulag? Benissimo, per me è un'ottima notizia.<ref>Citato in Alessandro Zaccuri, ''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/padre-vorobev-non-sappiamo-le-vittime Padre Vorob'ev (Russia): «Ancora oggi non sappiamo quante furono le vittime»]'', ''avvenire.it'', 23 agosto 2013.</ref>('''Tavknok''', monaco dell'eremo di Riga) [[s:Myricae/In campagna/Novembre|Novembre]] Yet there is no sorrier sight to watch then the vacant faces of those former high school and college students when, at thirty-five or fifty, all their mental alertness having vanished, the spark gone from their eyes, they dutifully chew their gum to keep from yawning, while absorbing the chewing gum for the eyes of the movies or the chewing gum for the ears of the radio. [https://www.google.it/books/edition/Writers_and_Their_Critics/Zv0tAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&dq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&printsec=frontcover p. 291] [https://www.google.it/books/edition/Writers_and_Their_Critics/Zv0tAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&dq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&printsec=frontcover] Henri Peyre *[https://www.google.it/books/edition/A_History_of_Neapolitan_Drama_in_the_Twe/2LIPCwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=paliotti+salone+margherita&pg=PA30&printsec=frontcover] *''Di Notte, il Can, quasi sia specchio, mira | il cerchio de la Luna; e, sé vedendo, | crede, ch'entro v'alberghi un altro cane. | Latra; ma, invan, vana la voce ai venti | è mandata, e dispersa; e Delia sorda | và dietro il suo camin, termina il corso.'' :''Lunarem noctu, ut speculum, canis inspicit orbem, | seque; videns, alium credit inesse canem, | et latrat: sed frustra agitur vox irrita ventis, | et peragit cursus surda Diana suos.'' https://archive.org/details/emblemidiandreaa00alci/page/244/mode/2up?ref=ol&_autoReadAloud=show&view=theater *{{NDR|I Corifea}}''Il tempo è breve; chi insegue l'immenso perde l'attimo presente.'' ''Or quando nella tènebra | notturna il pie' mio candido | agiterò nel bacchico tripudio, | la cervice crollando all'ètra rorido, | come cerbiatta che del prato allegrasi | fra le verdi delizie, | poi che la truce caccia | ha sfuggita, e l'insidia | delle ben tese reti? Col suo sibilo | il cacciatore l'impeto dei cani aizza invan sulla sua traccia: | ch'essa, pari ad un turbine, | via per i prati lanciasi | lunghesso il fiume; e nelle solitudini | ove uom non giunge, posa, | e tra i virgulti della selva ombrosa. || Che è saggezza? E qual fu mai dai Superi | dono piú insigne agli uomini largito, | che la man dei nemici | tener sulle cervici? | E quanto è bello a noi sempre è gradito.'' ( https://it.wikisource.org/wiki/Le_Baccanti/Terzo_stasimo p. 80) Fu nel 1717 che, con l'accennata fondazione della Grande Loggia di Londra e col subentrare della cosiddetta "massoneria speculativa" continentale, si verificarono il soppiantamento e l'inversione di polarità, di cui si è detto. Come "speculazione" qui valse infatti l'ideologia illuministica, enciclopedistica e razionalistica connessa ad una corrispondente, deviata interpretazione dei simboli, e l'attività dell'organizzazione si concentrò decisamente sul piano politico-sociale, anche se usando prevalentemente la tattica dell'azione indiretta e manovrando con influenze e suggestioni, di cui era difficile individuare l'origine prima. Si vuole che questa trasformazione si sia verificata solo in alcune logge e che altre abbiano conservato il loro carattere iniziatico e operativo anche dopo il 1717. In effetti, questo carattere si può riscontrare negli ambienti massonici cui appartennero un Martinez de Pasqually, un Claude de Saint Martin e lo stesso Joseph de Maistre. Ma devesi ritenere che questa stessa massoneria sia entrata, per altro riguardo, essa stessa in una fase di degenerescenza, se essa nulla ha potuto contro l'affermarsi dell'altra e se, praticamente, da questa è stata alla fine travolta. Né si è avuta una qualsiasi azione della massoneria, che sarebbe rimasta iniziatica per diffidare e sconfessare l'altra, per condannare l'attività politico-sociale e per impedire che, dappertutto, essa valesse propriamente e ufficialmente come massoneria. (da La massoneria moderna come inversione del ghibellinismo) [https://books.google.it/books?id=_I_LCQAAQBAJ&lpg=PA216&ots=Gz4kYfw_mW&dq=&pg=PA216#v=onepage&q&f=false] *È nella battaglia stessa che occorre risvegliare e temprare quella forza che, di là dalle bufere del sangue e degli stenti, con nuovo splendore e con pace potente propizierà una nuova creazione. Per questo, oggi si dovrebbe apprendere di nuovo sul campo di battaglia la pura azione, l’azione non solo nel significato di ascesi virile, ma anche di purificazione e via verso forme di vita superiori, valide in sé e per sé — il che, però, significa in un certo modo proprio un ritorno alla tradizione primordiale ario-occidentale. [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=EXMQAQAAIAAJ&dq=di+nuovo+sul+campo+di+battaglia+la+pura+azione%2C+l%E2%80%99azione+non+solo+nel+significato+di+ascesi+virile%2C+ma+anche+di+purificazione+e+via+verso+forme+di+vita+superiori&focus=searchwithinvolume&q=ascesi+virile] '''Anca Damian''' (... | ...), regista e produttrice cinematografica rumena. ==Citazioni di Anca Damian== *{{NDR|Su Marona, la cagnetta protagonista del cartone animato ''La mia fantastica vita da cane''}} Il destino di Marona è semplice ed essenziale, universale e individuale. Vivere l'istante presente; apprezzare le piccole cose; essere in connessione profonda con gli altri – ecco le "lezioni di felicità" dai cani per gli umani.<ref>Citato in ''[https://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/53/88124/il-legame-tra-cane-e-padrone-nel-nuovo-film-di-anca-damian.aspx Il legame tra cane e padrone nel nuovo film di Anca Damian]'', ''cinecittà.com'', 2 dicembre 2021.</ref> ==Altri progetti== {{interprogetto|w|w_site=en}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Damian, Anca}} [[Categoria:Registi rumeni]] ==Note== <references /> ==Anne Barratin== [https://fr.wikipedia.org/wiki/Anne_Barratin] [https://books.google.it/books?id=p0tFAAAAYAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA92#v=onepage&q&f=false] [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224] ==Navbox== {{Navbox |name = Napoli |title = [[Napoli]] |image = |group1 = Quartieri |list1 = [[Bagnoli (Napoli)|Bagnoli]]{{·}}[[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]]{{·}}[[Posillipo]]{{·}}[[Secondigliano]]{{·}}[[Vomero]] |group2 = Toponomastica |list2 = '''Piazze''': [[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]]{{·}}[[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]]{{·}}[[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza del Mercato]]{{·}}[[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]]<br>'''Strade''': [[Riviera di Chiaia]]{{·}}[[Spaccanapoli]]{{·}}[[Via Foria]]{{·}}[[Via Toledo]] |group3 = Architetture |list3 = '''Chiese''': [[Certosa di San Martino]]<br>'''Palazzi''': [[Palazzo Cellammare]]{{·}}[[Palazzo Donn'Anna]]{{·}}[[Real Albergo dei Poveri]]<br>'''Ville''': [[Villa comunale di Napoli]]<br>'''Altro''': [[Castel Capuano]]{{·}}[[Castel sant'Elmo]]{{·}}[[Centro direzionale di Napoli]]{{·}}[[Certosa di San Martino]]{{·}}[[Chiostri di San Martino]]{{·}}[[Cimitero di Poggioreale]]{{·}}[[Cimitero delle Fontanelle]]{{·}}[[Crypta Neapolitana]]{{·}}[[Galleria Umberto I]]{{·}}[[Maschio Angioino]]{{·}}[[Porta Capuana]]{{·}}[[Real Albergo dei Poveri]]{{·}}[[Stadio San Paolo]]{{·}}[[Teatro di San Carlo]]{{·}}[[Teatro San Carlino]]{{·}}[[Tomba di Jacopo Sannazaro]]{{·}}[[Villa comunale di Napoli]] |group4 = Cultura |list4 = [[Canzone classica napoletana]]{{·}}[[Cucina napoletana]] ([[Babà]]{{·}}[[Brodo di polipo]]{{·}}[[Casatiello]]{{·}}[[Pastiera napoletana]]{{·}}[[Pizza]]{{·}}[[Ragù napoletano]]{{·}}[[Zucchine alla scapece]]{{·}}[[Zuppa di soffritto]]){{·}}[[Dialetto napoletano]]{{·}}[[Filastrocche napoletane]]{{·}}[[Indovinelli napoletani]]{{·}}[[Linguaggio mimico napoletano]]{{·}}[[Modi di dire napoletani]]{{·}}[[Preghiere napoletane]]{{·}}[[Presepe napoletano]]{{·}}[[Proverbi napoletani]]{{·}}[[Pulcinella]]{{·}}[[Scioglilingua napoletani]]{{·}}[[Scuola di Posillipo]]{{·}}[[Voci e gridi di venditori napoletani]]{{·}}[[Teatro napoletano]] |group5 = Sport |list5 = [[Società Sportiva Calcio Napoli]] |group6 = Varie |list6 = [[Archivio di Stato di Napoli]]{{·}}[[Arcipelago Campano]]{{·}}[[Biblioteca dei Girolamini]]{{·}}[[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III]]{{·}}[[Borbone delle Due Sicilie]]{{·}}[[Borgo Santa Lucia]]{{·}}[[Camorra]]{{·}}[[Campania]]{{·}}[[Ducato di Napoli]]{{·}}[[Festa di Piedigrotta]]{{·}}[[Fontana della Spinacorona]]{{·}}[[Golfo di Napoli]]{{·}}[[Ingarrichiana]]{{·}}[[Istituto italiano per gli studi filosofici]]{{·}}[[Isolotto di Megaride]]{{·}}[[Lago d'Averno]]{{·}}[[Museo archeologico nazionale di Napoli]]{{·}}[[Museo artistico industriale Filippo Palizzi]]{{·}}[[Museo nazionale di Capodimonte]]{{·}}[[Museo nazionale di San Martino]]{{·}}[[Repubblica Napoletana (1799)]]{{·}}[[Risanamento di Napoli]]{{·}}[[Scuola militare "Nunziatella"]]{{·}}[[Sebeto]]{{·}}[[Sedili di Napoli]]{{·}}[[Stazione zoologica Anton Dohrn]]{{·}}[[Università degli Studi di Napoli Federico II]]{{·}}[[Vesuvio]]{{·}}[[Zoo di Napoli]] Sistemo provvisoriamente qui zone, rioni, luoghi: [[Forcella (Napoli)]] [[Il Vasto]] [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]] [[Mergellina]] [[Pallonetto di Santa Lucia‎]] [[Pignasecca]] [[Quartieri Spagnoli]] sistemo provvisoriamente qui [[Guappo]] [[Lazzari]] [[Mostra d'Oltremare]] (che imho andrebbe in Architetture) [[Regno di Napoli]] [[San Gennaro]] (voce che potrebbe essere inserita in Cultura o in una sezione o sottosezione di gruppo specifica come Culti) [[Scugnizzo]] [[Stazioni dell'arte]] (che imho andrebbe in Architetture) [[Strummolo]] (è un gioco: metterei la voce in Cultura) }}<noinclude> [[Categoria:Template di navigazione]] </noinclude> ==Di seguito alcuni modi di dire di cui non trovo la fonte== *'''Appennere 'e panne 'a 'nu malo chiuovo.''' :''Appendere gli abiti ad un cattivo (malfermo) chiodo.'' ::{{spiegazione|Essersi grandemente sbagliati sul conto di una persona (averla ritenuta troppo mite, accomodante, averla sottovalutata, avere affrettatamente concluso che fosse un cliente facile o averla ritenuta affidabile et similia. Es. ''Hê appiso 'e panne 'a 'nu malo chiuovo.'' ''Hai appeso gli abiti a un chiodo malfermo'', e cioè: ''Hai capito proprio male, ti sei proprio sbagliato''}} *'''Essere buono sott' 'a 'na zuppa 'e fave.''' :''Essere buoni sotto una zuppa di fave.'' ::{{spiegazione|Non essere buoni per nulla.}} *''''O guappo a trucco.''' :''Il guappo "truccato"'' ::{{spiegazione|Un finto guappo, una tigre di carta; un [https://it.wiktionary.org/wiki/baudruche baudruche], in sostanza.}} *''''O male 'e mola e 'a musica dint' 'e rrecchie.''' :''Il mal di mola e la musica nelle orecchie.'' ::{{spiegazione|Una tormentosa scocciatura, una situazione insopportabile}} *'''Tené 'a scarda dint' a ll'uocchie.''' :''Avere la scheggia negli occhi.'' ::{{spiegazione|Gli occhi sono lo specchio dell'anima, occhi nei quali balena una "scheggia", non sono occhi limpidi. Lo si dice di una persona maligna.}} ek3deoboj3nu0y4rsqh64u0p7vp4o1h Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe 0 143077 1221226 1220915 2022-08-06T17:58:19Z 31.158.180.252 /* Fase Quattro */ wikitext text/x-wiki {{Raccolta}} Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[Marvel Cinematic Universe]]''''' in punto di morte. ==Film== {{torna a|Ultime parole dai film}} ===''Saga dell'Infinito''=== {{cronologico}} ====''Fase Uno''==== *Non sprecarla... non sprecare la tua vita... ('''Ho Yinsen''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Yinsen pronuncia le sue ultime parole a Tony Stark poco prima di morire dopo essersi sacrificato per salvare da un gruppo di terroristi.}} *Se siamo ancora in affari...io darò a voi i questi disegni in dono. E in cambio...spero che tu mi ripagherai...donandomi soldati di ferro. ('''Raza''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Raza, capo del gruppo di terroristi, noto come i "Dieci Anelli", che ha rapito Tony Stark e Ho Yinsen, pronuncia le sue ultime parole prima di venire ucciso dal suo capo, Obadiah Stane, alias, Iron Monger, per punirlo a causa del suo tradimento.}} *Mi dispiace. Posso darti solo il mio sapere. ('''Anton Vanko''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 2]]'' (2010). Ormai morente dalla malattia grave, l'anziano Anton Vanko consegna al figlio Ivan i progetti del reattore Arc, su cui aveva lavorato insieme a Howard Stark pur non ricevendone alcun merito, per poi spirare, scatenando la furia vendicativa del figlio.}} *Si dice che puoi ancora sentire e vedere ciò che si manifesta intorno a te, spero che sia vero, così potrai sapere che la tua morte è giunta per mano di Laufey! ('''Laufey''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011), le ultime parole di Laufey sono rivolte a Odino, poco dopo di venire ucciso a tradimento dal suo figlio naturale Loki.}} *Il primo di tanti... Taglia una testa... e altre due spuntano fuori! Hail... HYDRA! ('''Heinz Kruger''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011), Steve Rogers, alias, Captain America, ferma il doppiogiochista agente Heinz Kruger. Dopo che Rogers ha chiesto a Kruger chi è, quest'ultimo dichiara di appartenere all'organizzazione terroristica HYDRA, per poi avvelenarsi con il cianuro, morendo.}} *Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai... se loro non avranno qualcosa... da... ('''Philip "Phil" Coulson''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012), Phil Coulson riferisce queste parole a Nick Fury, dopo essere stato ferito gravemente da Loki.}} ====''Fase Due''==== *Ora basta con le maschere! Avevi detto di volere il Mandarino... ce l'hai qui davanti! Sono sempre stato io, Tony, fin dall'inizio! Io sono il Mandarino!!! ('''Aldrich Killian/Extremis Man/Il Mandarino''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 3]]'' (2013), il folle scienziato Aldrich Killian riferisce queste parole a Tony Stark prima di un duro e violento scontro con Pepper Potts nel quale perderà la vita.}} *Non te lo dirò mai! ('''Frigga''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), Frigga pronuncia queste ultime parole prima di essere uccisa dal mostruoso Kurse, per ordine di Malekith.}} *Lui è un nemico di Asgard. Era prigioniero nei loro sotterranei. ('''Kurse''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013). Kurse, lo sgherro di Malekith, pronuncia queste ultime parole al suo padrone riferito a Loki, prima della battaglia tra lui con gli scagnozzi di Malekith e Thor con Loki, al termine della quale è sul punto di uccidere Thor. Tuttavia, Loki riesce a trafiggerlo di spalle e ad attaccarlo con una delle sue stesse bombe, e Kurse muore dissolvendosi.}} *Se pensi di fermarlo, sei un illuso. L'Aether non può essere distrutto. ('''Malekith''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), durante la battaglia, Malekith, il malvagio signore degli Elfi Oscuri, con il potere della Gemma della Realtà, noto come l'Aether, tenta di crescere l'Oscurità per distruggere l'universo, viene però raggiunto dal suo nemico giurato Thor. I due hanno una resa in cui l'Elfo Oscuro dichiara la propria superiorità. Mentre il Dio del Tuono riesce a sconfiggere definitivamente Malekith, spedendo all'altro posto che viene schiacciato a morte con la sua stessa nave.}} *Cosa?! Sei impazzito?! È una pessima idea! Pessima credimi!... ('''Jasper Sitwell''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), per ottenere maggiori informazioni sull'HYDRA, Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam Wilson catturano uno dei loro agenti, Jasper Sitwell. A bordo della macchina di Wilson, i tre lo interrogano, e vengono a sapere dello sviluppo di una super arma in grado di eliminare ogni individuo identificato come possibile minaccia per l'HYDRA. Poco dopo il soldato d'Inverno gli attacca, e butta giù Sitwell dalla macchina, provocando la sua morte.}} *Hail...HYDRA. ('''Alexander Pierce''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), Pierce in fin di vita, dopo essere stato ferito da Nick Fury, pronuncia le sue ultime parole.}} *Dammi la mano...! ('''Meredith Quill''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Meredith Quill pronuncia queste parole all'amato figlio Peter, prima di morire.}} *Modera il tuo tono!!! Io posso...! ('''Altro''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), l'Altro, il portavoce di Thanos, cerca inutilmente di abbassare la voce a Ronan l'Accusatore, ma lui, purtroppo, lo uccide seccato con il potere del suo martello.}} *Io non sarò più la tua schiava! ('''Carina Walters''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Carina Walters, la schiava del Collezionista, si rivolge al suo padrone prima di ribellarsi, toccando la Gemma del Potere, contenuta nell'Orb, morendo annientata.}} *Non riuscirete mai a raggiungere Ronan! ('''Korath''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), durante lo scontro, Korath rivolge queste ultime parole agli altri tre membri dei Guardiani della Galassia, poco prima di venire ucciso da Drax il Distruttore.}} *Siete mortali! Come è...?! ('''Ronan l'Accusatore''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014) Ronan l'Accusatore si rivolge così ai Guardiani della Galassia, poco prima di essere definitivamente annientato dalla Gemma del Potere, contenuta nell'Orb.}} *Sei incredibilmente ingenuo. ('''Ultron''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Avengers: Age of Ultron]]'' (2015), Ultron è scappato da Sokovia, ormai distrutta, e si è rifugiato in un bosco vicino. Poco dopo Ultron, raggiunto da Visione, pronuncia quest'ultime parole e cerca di uccidere il suo nemico, ma Visione grazie al potere della Gemma della Mente incastrata nella sua testa, riesce a distruggere il robot malvagio.}} *Mi dispiace, tesoro, devi aiutare papà a pagare tutti per i suoi errori. ('''Darren Cross/Calabrone''') ::{{spiegazione|Nel film ''[[Ant-Man (film)|Ant-Man]]'' (2015), Darren Cross, alias il Calabrone, rivolge queste parole quando è sul punto di uccidere Cassie Lang e il poliziotto Jim Paxton. Tuttavia Scott Lang, alias Ant-Man, riesce a sabotare la tuta del Clabarone provocandone la morte.}} ====''Fase Tre''==== *E tu verrai con me! ('''Brock Rumlow/Crossbones''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain America: Civil War]]'' (2016). Quando gli Avengers intercettano lo spietato mercenario Brock Rumlow, alias Crossbones, che aveva rubato un'arma biologica a Lagos, in Nigeria. Una volta sconfitto e catturato, durante nel loro combattimento, Rogers interroga Rumlow, chiedendogli chi è il compratore: Rumlow risponde che è il vecchio amico di Rogers, Bucky Barnes, alias, il Soldato d'Inverno. Approfittando della sua distrazione per un momento, Rumlow spiega come stanno le cose, e accende una granata per uccidere se stesso e Rogers. Tuttavia Scarlet blocca la granata, e spinge Rumlow verso un palazzo, uccidendo lui e, accidentalmente, diverse persone del Wakanda.}} *Nessuno lo è. Noi non scegliamo il nostro tempo. La morte dà significato alla vita. Sapere che i tuoi giorni termineranno. Che il tuo tempo è breve. Pensi che dopo questo tempo, io sia pronta. Ma guardami. Sto prolungando questo momento solo per poter guardare la neve. ('''Antico''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). L'Antico, dopo essere stata ferita da Kaecilius, rivolge queste ultime parole al dottor Stephen Strange.}} *Che succede? ('''Kaecilius''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). Kaecilius è intento a distruggere la Terra. Tuttavia il Dottor Strange riesce a stringere un patto con Dormammu, grazie al potere della Gemma del Tempo, Kaecilius e i suoi zeloti vengono quindi inceneriti a morte dal malvagio Signore della Dimensione Oscura.}} *Chiedo solo una cosa, che la vostra Alta Sacerdotessa gli dica il nome dell'uomo che ha segnato il suo destino: Taserface! ('''Taserface''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Taserface si rivolge con queste parole ad una Sovereign, poco prima di morire a causa dell'esplosione della sua nave.}} *No, basta! Senti, ascolta!! Tu sei un dio! Se mi uccidi, sarai solo un comune mortale come tutti gli altri! ('''Ego il Pianeta Vivente''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). La versione umana di Ego il Pianeta Vivente pronuncia queste parole cercando ancora di portare Peter dalla sua parte. Peter però si rifiuta, e Baby Groot ripone una bomba nel cervello di Ego, provocandone la morte.}} *Ti avrà anche generato magari, ma non era tuo padre! Scusa, non ne ho combinata una giusta. È stata una fortuna averti come figlio. ('''Yondu Udonta''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Dopo l'uccisione e la distruzione di Ego il Pianeta Vivente, Yondu pronuncia queste parole riferendosi a Peter e fa indossare al ragazzo una tuta spaziale. Yondu, pentitosi delle cattive azioni compiute, muore congelato nello spazio.}} *Cosa? ('''Jackson "Montana" Brice/Shocker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017). Jackson Brice, rivolge confuso questa parola a suo capo Adrian Toomes, alias l'Avvoltoio, poco dopo di venire ucciso accidentalmente da quest'ultimo con un'arma dei Chitauri, praticamente stanco della sua incompetenza.}} *Guardate. Ricordate questo posto. Casa. ('''Odino''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Odino, prima di morire svanendo dalla vecchiaia, rivolge queste ultime parole a suoi figli Thor e Loki.}} *Tornatene nella caverna da cui sei strisciata fuori! Schifoso demone malvagio! ('''Hogun''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Hogun, uno dei Tre Guerrieri, pronuncia queste ultime parole a Hela, prima di venire ucciso dalla Dea della Morte.}} *Per Asgard. Hela! ('''Skurge''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Skurge, alias l'Esecutore, prima di combattere l'esercito di Hela, rivolge queste ultime parole alla sua ex padrona Hela, poco prima di venire ucciso dalla Dea della Morte per il suo tradimento.}} *Ah, e io ero convito che fossi un americano pazzo. ('''Ulysses Klaue/Klaw''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Il mercenario Ulysses Klaue rivolge queste ultime parole ad Erik Killmonger poco prima di venire ucciso a tradimento da quest'ultimo con una pistola.}} *Io sono la causa della morte di tuo padre. Non lui. Prendi me. ('''Zuri''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Durante il primo epico scontro tra la Pantera Nera ed Erik Killmonger, il saggio stregone Zuri pronuncia queste parole prima di essere ucciso dallo stesso Killmonger.}} *Perché? Per potermi rinchiudere? Nah. Seppelliscimi nell'oceano... come i miei antenati che si buttavano dalle navi. Sapevano che la schiavitù era peggio della morte. ('''N'Jakada\Erik Stevens/Killmonger''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Dopo una violenta lotta, le ultime parole di N'Jadaka, alias Erik Killmonger, sono rivolte a suo cugino T'Challa, alias la Pantera Nera, rifiutando il suo aiuto prima di morire estraendosi la lancia dal petto, per essersi pugnalato da lui stesso durante lo scontro.}} *Padre degli dei... lasciate che la magia oscura scorra attraverso me per un'ultima... volta. ('''Heimdall''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Heimdall, ormai privo di forze per la lotta contro Thanos e l'Ordine Nero, teletrasporta Hulk sulla terra in modo da avvertire i loro compagni dell'imminente arrivo di Thanos. Subito dopo il Titano Pazzo, con la lancia di Gamma Corvi, trafigge Heimdall al cuore, poiché l'aveva fatto.}} *Tu... non sarai mai... un dio. ('''Loki Laufeyson\Odinson''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Dopo la morte di Heimdall e la sparizione di Hulk, Loki, il Dio dell'Inganno, all'inizio si finge di allearsi con Thanos, lasciando a morire il fratello adottivo Thor nelle sue mani. Tuttavia, appena si avvicina al titano cerca di pugnalarlo, in quanto il suo era solo un tentativo per ucciderlo: Thanos, fermando il coltello, afferra Loki e lo strangola a morte sotto gli occhi disperati del fratello adottivo Thor.}} *No. Questo non è amore. ('''Gamora del 2018''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Thanos e Gamora raggiungono il pianeta Vormir in cui si nasconde la Gemma dell'Anima, custodita da Teschio Rosso. Sull'orlo di un abisso, Teschio Rosso spiega a Thanos che dovrà sacrificare una persona amata per ottenere la gemma: con le lacrime agli occhi, Thanos si ritrova costretto a gettare giù dal precipizio la figlia, Gamora, che morendo gli fa ottenere la gemma.}} *Io ora devo distruggere questo motore prima che lo trovino! ('''Mar-Vell''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Nel 1989 Carol Danvers e la sua maestra, la dottoressa Wendy Lawson, il cui vero nome è Mar-Vell stanno facendo un giro di ricognizione, fino a quando vengono intercettate da Yon-Rogg che vuole distruggere il motore segreto di Mar-Vell, da lei creato per aiutare gli Skrull. Yon-Rogg abbatte la loro navicella, e Mar-Vell si appresta a distruggere il motore, ma prima che possa farlo Yon-Rogg la uccide, non avendo fermato però Danvers che riesce lei a distruggere il motore, in cui diviene la futura Capitan Marvel.}} *Troppo tardi. ('''Norex''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg sopraggiunge sulla Terra per riportare ad Hala, Carol Danvers. Arrivato lì, scopre che quella non è la vera Danvers ma Norex, uno Skrull che ha preso la forma della ragazza. Yon-Rogg scopre inoltre che Danvers è nello spazio insieme a Nick Fury, Talos, Maria Rambeau e Goose e sta per scoprire quello che ha sempre cercato di nascondergli. Prima di lasciare la Terra, Yon-Rogg uccide furiosamente Norex per poi andarsene.}} *Subito. ('''Minn-Erva''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg e la Starforce riescono a rintracciare Danvers e i suoi nuovi compagni, riuscendogli a imprigionargli. Carol riesce però a liberarsi così come i suoi compagni, e iniziano una battaglia contro Yon-Rogg e la Starforce. In seguito, Yon-Rogg ordina a Minn-Erva di seguire Nick Fury, Maria Rambeau, Goose, Talos e gli Skrull che stanno scappando. Ma Fury e Rambeau riescono a distruggere la sua navicella, uccidendola.}} *Va bene. ('''Natasha Romanoff/Vedova Nera''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Mentre Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, e Clint Barton, alias Occhio di Falco (divenuto anche Ronin), sono a Volmir per recuperare la Gemma dell'Anima, incontrano Teschio Rosso, il guardiano della Gemma, che gli spiega il sacrificio che serve per recuperare la Gemma, ovvero una vita. Entrambi gli eroi vogliono sacrificarsi per l'altro, ma alla fine è Vedova Nera che sceglie di morire gettandosi dal dirupo su cui si trova Teschio Rosso, essendo consapevole che il collega potrà stare con la sua famiglia se il loro piano riesce: subito dopo, il commosso e disperato Clint si ritrova con la Gemma.}} *Non me lo permetterà. ('''Nebula del 2014''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Recuperate le Gemme dell'Infinito, gli Avengers creano un nuovo Guanto dell'Infinito e devono decidere chi sarà a schioccare le dita per riportare in vita tutti quelli morti. Alla fine è Hulk a schioccare le dita, ma subito dopo il gruppo viene raggiunto dal Thanos del passato che distrugge la loro base. Mentre Hulk, Ant-Man, Rocket Raccoon e War Machine sono imprigionati sotto le macerie della base, e Iron Man, Capitan America e Thor combattono contro Thanos, Occhio di Falco cerca di proteggere il guanto dai servitori del Titano Pazzo. Tuttavia, viene raggiunto dalla Nebula del passato, intenzionata ad impossessarsi del guanto per poterlo dare a Thanos. Fortunatamente, Occhio di Falco viene raggiunto dalla Gamora del passato e dalla Nebula del presente, dove quest'ultima uccide la sua controparte del passato.}} *Io sono... ineluttabile. ('''Thanos del 2014''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Durante la battaglia finale, nonostante l'aiuto di tutti i supereroi, il perfido Thanos proveniente dal passato riesce ad impossessarsi del Guanto dell'Infinito costruito dagli Avengers per schioccare di nuovo le dita, ma viene raggiunto da Iron Man che gli ruba le gemme dal guanto e schiocca lui stesso le dita: in questo modo, il Titano Pazzo svanisce polverizzandosi, insieme con il suo esercito e l'Ordine Nero, dopo essersi accasciato a terra contemplando il suo fallimento.}} *Vedrai, Peter. La gente... ha bisogno di credere. Di questi tempi... crede a qualsiasi cosa. ('''Quentin Beck/Mysterio''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Far from Home]]'' (2019). Peter Parker, alias, Spider-Man, viene reclutato da Nick Fury per contrastare la minaccia degli Elementali, creature provenienti da altre dimensioni che stanno spargendo il caos in tutto il mondo. Nel corso della missione, però, Peter scopre che il loro nuovo alleato Quentin Beck alias Mysterio, è un truffatore: gli Elementali sono infatti solo una sua creazione. Peter combatte così contro il malvagio Mysterio a Londra, dove dopo aver ingaggiato una lotta, Beck viene sconfitto e muore apparentemente.}} ===''Saga del Multiverso''=== ====''Fase Quattro''==== {{cronologico}} *È sull'ala!!! Muovetevi!! Che state aspettando?! ('''Generale Dreykov''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Widow]]'' (2021). Lo spietato generale russo Dreykov, leader dell'organizzazione segreta delle Vedove Nere, la ''Stanza Rossa'', fa per fuggire dalla sua base volante insieme ai suoi scagnozzi: il suo elicottero però viene intercettato da Yelena Belova, sorella di Natasha Romanoff che fa esplodere il suo elicottero con delle granate, uccidendolo e vendicando tutte le ragazze finite sotto il suo controllo.}} *Fammi solo... Riprendere fiato. ('''May Parker''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Rimasta ferita nello scontro tra il nipote Peter e il terribile Goblin, May Parker esorta il nipote ad accettare le conseguenze delle sue azioni, ricordando al nipote che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità": purtroppo il Goblin ha ferito May gravemente con la lama del suo aliante dietro a schiena e pertanto la donna muore tra le braccia del povero Peter.}} *Lei era lì per causa tua! Io l'avrò pure colpita, ma tu... Tu sei quello che l'ha uccisa! ('''Goblin della Terra-96283''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Al termine della prima parte dello scontro finale tra i tre Spider-Man del multiverso e i Terribili Quattro, il folle supercriminale Goblin provoca la collera del Peter Parker dell'universo principale ad ucciderlo, provocandolo con la morte di sua zia May: seppur tentato di ucciderlo col suo stesso aliante, Peter dà ascolto alle sue controparti alternative e si limita ad iniettare al Goblin un siero in grado di annullare la sua personalità maligna, eliminando la minaccia una volta per tutte che libera finalmente Norman Osborn.}} *Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Stephen Strange/Defender Strange della Terra-617''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In fuga nel multiverso, la giovane America Chaver e una versione alternativa del Dottor Strange, noto come il Defender Strange, vengono bloccati dal mostro dimensionale che gli dà la caccia. Non trovando altra soluzione, Strange decide di sacrificare la vita di America assorbendo il suo potere di viaggiare nel multiverso in modo da impedire al mostro di ottenerlo: prima di poter portare a termine l'ingrato compito però Defender Strange viene trafitto alla schiena dal mostro e non può fare altro che scagliare America in un portale dimensionale prima di morire.}} *Sono pronto. ('''Stephen Strange/Supreme Strange della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In un flashback, gli Illuminati della Terra-838 raccontano al Dottor Strange la fine della sua controparte del loro universo, Supreme Strange: questi, nel tentativo di fermare Thanos, utilizzò il libro di magia nera del Darkhold per viaggiare nel multiverso, ma finì per provocare accidentalmente l'incursione tra due universi. Una volta fermato Thanos, Supreme Strange accettò la decisione dei suoi compagni di essere giustiziato per i suoi crimini: pertanto il collega Freccia Nera, seppur estremamente riluttante e dispiaciuto, lo disintegrò con la sua voce supersonica.}} *Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. ('''Reed Richards/Mister Fantastic della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Deciso a far ragionare Wanda Maximoff, desiderosa di rapire America per viaggiare nel multiverso, il membro degli Illuminati, Reed Richards, alias Mister Fantastic, prova a farla ragionare minacciandola con i poteri di Freccia Nera: Wanda per tutta risposta uccide quest'ultimo e, afferrando un terrorizzato Mister Fantastic con i suoi poteri telecinetici, squaglia meticolosamente il suo corpo per poi finirlo facendogli esplodere la testa.}} *Ho tutto il giorno libero! ('''Peggy Carter/Capitan Carter della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Per fermare Wanda, l'illuminata Peggy Carter, alias Capitan Carter, prova ad affrontarla in uno scontro diretto lanciandole contro il suo scudo: Wanda però riesce a bloccarlo e glielo lancia nuovamente contro tranciandola a metà.}} *Esci subito dal mio universo! ('''Maria Rambeau/Capitan Marvel della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Furiosa per la morte dei compagni Illuminati, Maria Rambeau affronta a sua volta Wanda Maximoff, ma come gli altri supereroi ha presto la peggio e viene sconfitta dalla strega, che le dà il colpo di grazia schiacciandola con una statua con la sua effige.}} *Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Charles Xavier/Professor X della Terra-838''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Utilizzando i suoi poteri telepatici, il leader degli Illuminati, il professor Charles Xavier riesce ad entrare nella mente di Wanda Maximoff, nel tentativo di liberare la sua controparte della Terra-838 posseduta dalla strega: sfortunatamente Wanda glielo impedisce e uccide la sua mente spezzandogli il collo, provocando la sua morte anche nella realtà.}} *L'immaginavo! ('''Stephen Strange/Sinister Strange della Terra-199999''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Cacciato da Wanda in un altro universo alternativo, il Dottor Strange si ritrova ad affrontare una sua controparte sadica e malvagia nota come il Sinister Strange, colpevole di essersi lasciato corrompere dal Darkhold: dopo uno scontro in cui i due stregoni utilizzano le note musicali è la controparte buona ad avere la meglio, scagliando il Sinister Strange fuori da una finestra e facendolo impalare con orrore ad una delle cancellate.}} *Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Su suggerimento del Dottor Strange, America fa incontrare Wanda con i suoi figli provenienti da un altro universo, che tuttavia sono terrorizzati dalla sua natura spietata: comprendendo disperatamente di essersi lasciata corrompere dal male che ha compiuta, Wanda decide di rimediare distruggendo la caverna contenente il Darkhold e distruggendo ogni copia del libro presente nel multiverso, perdendo apparentemente la vita nel processo.}} ==Serie televisive Netflix== {{cronologico}} ===''[[Daredevil (serie televisiva)|Daredevil]]''=== ====''Prima stagione''==== *Avresti dovuto uccidermi, vigliacco! ('''John Healy''') ::{{spiegazione|Dopo essere stato prosciolto grazie ad una giuria corrotta, il sicario John Healy viene attaccato da Daredevil, che picchiandolo lo interroga su chi sia il mandante del suo ultimo omicidio. Per via di tutte quelle violenze, Healy confessa, ma vedendo che il vigilante non lo uccide si suicida sbattendo la faccia contro un pezzo di ferro, essendo consapevole che il suo mandante farebbe uccidere lui e la sua famiglia in caso venisse a sapere della spiata.}} *Aiutami...Ti prego...Aiutami... ('''Anatoly Ranskahov''') ::{{spiegazione|Deciso ad accettare gli accordi con Wilson Fisk, il gangster russo Anatoly Ranskahov si reca da lui: sfortunatamente, il russo arriva proprio nel bel mezzo della cena fra Fisk e Vanessa Marianna, rovinandola. Salito in macchina con Fisk, Anatoly inizia ad affermare le proprie ragioni, ma inaspettatamente l'auto si forma in un luogo isolato. Stupito, il gangster russo viene tirato fuori dall'auto e malmenato da un furioso Fisk, che inizia a sbattere sua testa contro la portiera della macchina: nonostante cerchi di supplicarlo, Fisk decapita brutalmente Anatoly con la portiera, furioso per l'appuntamento mancato.}} *Signorina Page... ('''James Wesley''') ::{{spiegazione|Dopo che Vanessa si è ripresa, il braccio destro di Fisk, James Wesley, viene a sapere che Karen Page ha fatto visita alla madre del proprio capo. Deciso a non arrecargli un ulteriore dispiacere, Wesley agisce di persona, rapendo Karen e portandola in un magazzino per interrogarla. Minacciata con la morte dei propri amici, Karen riesce a prendere la pistola del criminale: Wesley prova a farla ragionare, ma Karen istintivamente lo crivella di colpi.}} *Ho scritto tante storie nel corso dei miei anni... e sa quante volte mi hanno minacciato perché io mi tappassi la bocca? ('''Ben Urich''') ::{{spiegazione|Mentre si prepara a scrivere un articolo su Wilson Fisk, il giornalista Ben Urich riceve la visita del gangster in persona. Questi dichiara di rispettarlo, e di non crederlo responsabile della morte di Wesley. Tuttavia, Fisk è comunque arrabbiato per il coinvolgimento della propria madre: Urich dichiara stoicamente di essere comunque insensibile alle minacce, ma Fisk inaspettatamente lo strangola con violenza uccidendolo.}} *Aspetta, aspetta! ('''Leland Owlsley''') ::{{spiegazione|Venuto a sapere del coinvolgimento del proprio contabile Leland Owlsley nell'attentato all'amata Vanessa, Fisk lo convoca in un palazzo abbandonato: qui, dopo avergli rivelato di conoscere tutta la verità, lo scaraventa con violenza nella tromba dell'ascensore del palazzo, spezzandogli il collo.}} ====''Seconda stagione''==== *Chiunque ci ostacolerà, noi dipingeremo le strade di rosso col loro sangue. E quando se ne andranno, renderemo orgoglioso tuo padre. E ci libereremo degli sporchi traditori che hanno tradito i loro compagni. Hell's Kitchen sarà di nuovo nostra! ('''Nesbit''') ::{{spiegazione|Uscito dopo molto tempo dalla prigione un suo associato, il gangster Nesbit organizza per lui una festa nel suo pub, insieme ad altri scagnozzi. Finita la cena, Nesbit annuncia i loro piani di conquista del quartiere ora che Wilson Fisk è stato sconfitto, ma in quel momento Nesbit viene ucciso da un colpo di mitra: tutti gli scagnozzi infatti vengono crivellati di colpi, ad eccezione di un uomo, Grotto.}} *Non "sono"... lui... è un uomo solo! ('''Trafficante Messicano''') ::{{spiegazione|Indagando sulla pista della strage nel pub di Nesbit, Matt risale ad un gruppo di spacciatori messicani, rivali degli irlandesi. Indossati i panni di Daredevil, il vigilante si reca nel loro covo, ma qui trova solo i cadaveri dei trafficanti. Trovandone uno vivo, Matt gli chiede quali uomini abbiano potuto compiere una strage del genere, ma il trafficante specifica che è stato un solo uomo a fare tutto, per poi spirare.}} *Perché... Non l'hai... Fermato? ('''Grotto''') ::{{spiegazione|Matt viene incatenato da Frank Castle al camino di un palazzo, dove nel frattempo Frank ha portato anche Grotto, il gangster scampato alla strage degli irlandesi e protetto da Matt, Karen e Foggy. Dopo una serie di discussioni sui metodi dei due vigilanti, Frank dà a Daredevil un ultimatum: con la pistola che Castle gli ha legato alle mani, Matt dovrà decidere se sparare a Frank per impedirgli di uccidere Grotto o se lasciargli giustiziare il criminale. Matt tuttavia non vuole macchiarsi del sangue di nessuno, e spara quindi alla catena che lo lega, cercando poi di slanciarsi contro Frank: purtroppo, il violento vigilante fa in tempo a sparare a Grotto, che muore tra le braccia di Matt.}} *E a chi importa? ('''Finn Cooley''') ::{{spiegazione|Deciso a vendicare il figlio, morto la notte in cui Frank Castle massacrò gli uomini di Nesbit, il folle gangster irlandese Finn Cooley rapisce il vigilante e lo tortura. Tuttavia, grazie ad un diversivo ordito dallo stesso Castle e all'intervento di Daredevil, Frank sovverte la situazione e con un fucile a pompa minaccia Cooley, chiedendogli informazioni sugli assassini della sua famiglia, ma il criminale preferisce insultare sprezzante il vigilante: come risposta, Frank spara in piena faccia a Cooley.}} *Ho sentito di te, le notizie corrono veloce, ma quel giorno c'erano molti criminali e ogni dito ha premuto un grilletto. Pensi che questa tua crociata non finirà mai, vero? Vero? ('''Dutton''') ::{{spiegazione|Finito in prigione, grazie all'aiuto di Wilson Fisk Frank può accedere alla cella di Dutton, capo dei detenuti nonché uno degli ultimi superstiti tra gli uomini che massacrarono la famiglia Castle. Uccise le sue guardie del corpo, Frank interroga Dutton chiedendogli chi abbia materialmente sparato i colpi che uccisero i suo famigliari: il capo dei detenuti tuttavia non può dargli informazioni e insulta Frank dicendogli che la sua crociata non avrà fine. Desideroso di vendetta, Frank pugnala Dutton.}} *Tu, stupido figlio di... ('''Ray Schoonover''') ::{{spiegazione|Rivelatosi il trafficante Blacksmith, che ordinò la morte della famiglia Castle, l'ex superiore di Frank Ray Schoonover prende in ostaggio Karen e si prepara a fuggire. Tuttavia, i due vengono intercettati da Castle, creduto morto, che sottomette l'ex ufficiale e si fa portare nel suo rifugio. Qui, dopo averlo pestato e averlo interrogato, Frank uccide Schoonover con un colpo di pistola alla testa.}} *Finitelo! ('''Nobou''') ::{{spiegazione|Grazie al sacrificio dell'amata Elektra e il supporto di Frank Castle, Daredevil riesce a sconfiggere gli uomini della Mano, sfidando poi a duello il loro comandante, il vecchio alleato di Wilson Fisk Nobou, con cui si era già scontrato in precedenza. Dopo un duro ma decisivo scontro, il supereroe riesce a scaraventare giù dal palazzo in cui si trovavano il ninja. Nobou prova allora a fuggire mentre Daredevil aiuta gli ostaggi, ma viene raggiunto e ucciso da Stick.}} ===''[[Jessica Jones (serie televisiva)|Jessica Jones]]''=== ====''Prima stagione''==== *'''Barbara Shotlman''': Grazie. <br/>'''Bob Shlotman''': Grazie, signorina Jones. ::{{spiegazione|Jessica riesce a liberare la giovane Hope Shlotman dalle grinfie del suo persecutore Killgrave. Dopo averla riconsegnata ai genitori tutto sembra andare per il meglio, ma improvvisamente Hope uccide entrambi i genitori, essendo costretta ad ubbidire ad un'ultima direttiva di Killgrave}} *Perchè la amo. ('''Ruben''') ::{{spiegazione|Killgrave sta facendo un sopralluogo in casa di Jessica quando entra il timido vicino di Jessica, Ruben. Incuriosito, Killgrave obbliga il giovane a confessare la sua cotta per Jessica: geloso, Killgrave ordina a Ruben di tagliarsi la gola.}} Killgrave mi ha detto di darle questo. ('''Signora DeLuca''') ::{{spiegazione|Dopo che Jessica riesce a stordire Killgrave, l'investigatrice si imbatte nel poliziotto suo alleato Will Simpson , il quale le propone di uccidere il criminale. Jessica però vuole Killgrave vivo per poterlo interrogare, e quindi stende Simpson e due suoi colleghi e scappa. Irritato, Simpson viene avvicinato dalla vicina di casa dei Jones, la signora DeLuca, che dichiara di dovergli consegnare un pacchetto da parte di Killgrave. All'interno, Simpson trova la bomba che aveva provato a inserire nella casa di Killgrave in precedenza: prima di poter fare qualsiasi cosa la bomba scoppia ferendo gravemente Simpson e uccidendo i suoi colleghi e la signora DeLuca.}} *Tu sei una nostra responsabilità... Noi dobbiamo fermarti! ('''Louise Thompson''') ::{{spiegazione|Per far confessare Killgrave, Jessica porta nella sua cella i suoi genitori, Albert e Louise. Dopo un'aspra discussione Louise rivela il proprio scopo: ella ritiene il figlio solamente un mostro, e perciò ha portato delle forbici con cui ucciderlo. Deluso e furente per il comportamento della madre, Killgrave ordina ai genitori di suicidarsi: Jessica allora irrompe nella cella e riesce a salvare Albert, ma non Louise, che si pugnala ripetutamente con le stesse forbici che voleva usare per uccidere il figlio.}} *In un hotel sulla Washington, di fronte a Barbuto. ('''Detective Oscar Clemmons''') ::{{spiegazione|Mentre Jessica va alla caccia di Killgrave con Trish, il Detective Oscar Clemmons, passato dalla loro parte dopo aver assistito all'incontro tra il criminale e i genitori, rimane nel loro covo: dopo poco tempo arriva però Will Simpson, che puntandogli una pistola contro gli chiede dove siano andate le ragazze. Poiché il detective non parla, Simpson abbassa la pistola e gli fa capire di essere dalla loro parte: Clemmons allora gli rivela la loro posizione, ma Simpson improvvisamente estrae la pistola e gli spara a sangue freddo in testa.}} *26... 27...28...29! ('''Wendy Ross-Hogarth''') ::{{spiegazione|Killgrave e l'avvocato Jeri Hogarth fanno un accordo: il criminale costringerà Wendy, ex moglie di Jeri, a firmare le carte del divorzio ed in cambio Jeri gli fornirà il feto abortito da Hope, rimasta incinta. L'accordo va a buon fine, ma sentendo una discussione tra Jeri e Wendy Killgrave crede che ad avere ragione sia quest'ultima e gli ordina di uccidere Jeri con 100 pugnalate: contenta, Wendy inizia a pugnalare l'ex moglie con una forbice. Quando è arrivata circa alle trenta pugnalate arriva però Pam, attuale amante di Jeri: le due rivali hanno quindi una colluttazione, e Wendy sbatte contro uno spigolo di un tavolo morendo.}} *Ora puoi ucciderlo. Dimmi che lo farai! Dimmelo... dimmelo... ('''Hope Shotlman''') ::{{spiegazione|Jessica va ad un appuntamento ricevuto da Killgrave in un ristorante e si ritrova davanti una scena inquietante: il criminale ha infatti rapito la sua vecchia vittima Hope e si trova seduto con lei ad un tavolo, mentre alcuni membri del gruppo di sostegno organizzato da Trish stanno per impiccarsi sul bancone del bar. Il criminale dice a jessica che se non verrà con lui si terrà Hope, ma improvvisamente la ragazza si pugnala con un coltello: mentre Killgrave fugge utilizando come diversivo i membri del gruppo di recupero, Hope muore tra le braccia di Jessica, dicendole che ora è libera di uccidere il criminale.}} *Ora è più forte: non ascoltarlo, non guardarlo in faccia. Ti farà uccidere! ('''Albert Thompson''') ::{{spiegazione|Entrata nell'appartamento in cui Killgrave si è nascosto col padre Albert, ovvero la casa di una coppia gay, Jessica si ritrova davanti una scena brutale: sul pavimento vi sono infatti il cadavere di uno dei due ragazzi gay e Albert, privo di arti, mentre l'altro ragazzo sta facendo a pezzi i suoi arti in stato di trance. Dopo che Jessica lo ferma, si concentra sul povero Albert, che rinviene: agonizzante, il vecchio fa appena in tempo ad avvisare Jessica dei nuovi poteri ottenuti dal figlio, per poi spirare.}} *Dimmi che mi ami! ('''Kevin Thompson/Killgrave''') ::{{spiegazione|Deciso ad abbandonare la città, il criminale Killgrave prende il controllo di molte persone al porto. All'arrivo di Jessica e della sua amica Trish, Killgrave prende il controllo di quest'ultima, deciso a portarla via per far soffrire Jessica. L'investigatrice tuttavia non ha alcuna reazione alla notizia: Convinto che anche lei sia finita sotto il controllo, Killgrave la costringe a sorridergli e a baciarlo. Tuttavia, quando Jessica gli si avvicina lo afferra per il collo: facendogli capire di non essere più sotto il suo controllo, Jessica spezza il collo di Killgrave uccidendolo.}} ==Serie televisive Disney+== {{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}} {{cronologico}} ===''[[WandaVision]]''=== *Arrivederci, amore. ('''[[Visione (Marvel Comics)|Visione]]''') ::{{spiegazione|Si tratta di una versione alternativa di Visione, ricreato da Wanda Maximoff all'interno di una cupola magica che intrappola la cittadina di Westview. Alla fine Wanda accetta di far dissolvere la cupola per liberare la città e Visione la saluta prima di scomparire.}} ===''[[Loki (serie televisiva)|Loki]]''=== *Gloriosi propositi! ('''Loki Classico''') ::{{spiegazione|È una Variante anziana di Loki sopravvissuto agli eventi di ''[[Avengers: Infinity War]]'' che, dopo anni passati in solitudine, è stato "falciato" dalla Time Variance Authority e portato nella dimensione Vuoto per aver cercato di ricongiungersi con il fratello Thor. A causa di ciò, si è ormai rassegnato al fatto che tutti i Loki siano condannati ad essere dei reietti malvagi in ogni loro Variante, impossibili da redimere. Nonostante l'iniziale rifiuto, interviene all'ultimo creando un'illusione di Asgard per ingannare la creatura chiamata Alioth, salvando così la Variante Loki del 2012 e Sylvie e permettendo loro di controllare la creatura ma sacrificandosi nel tentativo. Dice questa frase poco prima di essere consumato da Alioth, rendendosi conto di aver effettivamente raggiunto la redenzione che riteneva impossibile.}} *Ci rivedremo presto. ('''Colui che rimane''') ::{{spiegazione|Giunti alla Cittadella alla Fine del Tempo, Loki e Sylvie scoprono che la vera mente dietro la TVA è un individuo chiamato "Colui che rimane", il quale li ha appositamente condotti lì manipolando gli eventi. Egli spiega che hanno due opzioni: prendere il suo posto come governatore della TVA per mantenere intatta la Sacra Linea Temporale o ucciderlo, in quest'ultimo caso permettendo il libero arbitrio di ogni essere nell'universo ma scatenando una Guerra Multiversale tra sue Varianti malvagie. Nonostante Loki cerchi di fermarla, Sylvie, assetata di vendetta, non crede alle sue parole e riesce a uccidere Colui che Rimane con la sua spada. L'uomo pronuncia queste parole alla donna prima di spirare, preannunciando l'arrivo delle sue Varianti pericolose.}} ===''[[What if...?|What If...?]]''=== *Peter... sorridi. Sorridi per me, okay? ('''Wasp''') {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Marvel Cinematic Universe]] [[Categoria:Ultime parole dai media| Marvel Cinematic Universe]] 6ry76hv32f7wrykficyjkn61hy6r5ai Fabrizio Frizzi 0 144705 1221243 1211826 2022-08-06T21:17:32Z 79.23.61.47 wikitext text/x-wiki '''Fabrizio Frizzi''' (1958 – vivente), conduttore televisivo e doppiatore italiano. ==Citazioni di Fabrizio Frizzi== *Accade una cosa strana: tengo i miei genitori scomparsi più vicini, li penso intensamente, mentre aspetto lei {{NDR|riferito alla figlia}}, come riuscissi a guardare finalmente dalla loro parte. È una posizione inedita, per me. Non sono più in tempo per rendergli omaggio, cercherò di rimediare facendo il bravo padre, studioso.<ref name=vf>Da un'intervista a ''Vanity Fair'', 13 febbraio 2013; citato in ''[https://www.vanityfair.it/people/italia/2018/03/26/e-morto-fabrizio-frizzi-intervista-figlia Quando Fabrizio Frizzi ci disse: «Figlia mia, avremo poco tempo per noi»]'', ''Vanityfair.it'', 26 marzo 2018.</ref> *Per me, l'arrivo di mia figlia è stata una schicchera di entusiasmo e morte. Avremo un tempo condensato. Le parlerò dal primo giorno. Non voglio scopra chi era suo padre dopo che me ne sarò andato. Già da adesso, cerco di fissare ogni attimo. Scrivo. Fotografo.<ref name=vf/> *Fino al 23 ottobre scorso, giorno in cui sono stato colpito dall'ischemia, pensavo ai miei [[sessantenne|60 anni]] come a un'età ideale, in cui sei maturo, puoi fare le scelte giuste, pur sentendoti ancora fresco e giovanile. Dopo il 23, la visuale è leggermente cambiata: a questa età si entra in un imbuto che restringe l'orizzonte, vedi la vita assottigliarsi, ammesso che la vita continui, si fanno valutazioni importanti sul vivere i rapporti che contano, non disperdi più il tempo, si privilegiano le cose fondamentali. Sì, è un bel traguardo, tuttavia continuo a essere un entusiasta e non rinuncio a sperare di riprendere un'esistenza piena di forza, anche se con le gambe un po' fiaccate.<ref name=corr>Dall'intervista di Emilia Costantini, ''Corriere della Sera'', 25 gennaio 2018; riportata in ''[http://www.corriere.it/spettacoli/18_marzo_26/fabrizio-frizzi-morto-ultima-intervista-lotto-vedere-mia-figlia-crescere-d744f646-30b4-11e8-b98c-6b7fd54f26e4.shtml Fabrizio Frizzi: «Dopo l'ischemia lotto per vedere mia figlia crescere»]'', ''Corriere.it'', 26 marzo 2018.</ref> *Diventare padre in età avanzata, come è accaduto a me, è stata una scelta d'amore e non un atto di egoismo: avendo una compagna tanto più giovane di me, so che Stella è comunque in buone mani e ciò mi fa sentire meglio rispetto alle preoccupazioni legate alla mia anagrafe. Lotto per continuare a veder crescere la mia creatura, per esserle d'aiuto e un punto di riferimento.<ref name=corr/> *In teoria, sono nelle condizioni peggiori per condurre un gioco divertente {{NDR|''L'Eredità''}}, ma la voglia di giocare e di far giocare i concorrenti e il pubblico da casa supera ogni ostacolo fisico e mi sorprendo a scherzare, a motteggiare con loro come prima non facevo: la malattia è diventata paradossalmente un valore aggiunto, un arricchimento nel lavoro.<ref name=corr/> ==Citazioni su Fabrizio Frizzi== *{{NDR|Nel 1998}} Fabrizio Frizzi è banale, superficiale, ridanciano: ma forse guidato meglio potrebbe migliorare. ([[Antonello Falqui]]) *La mia anima gemella, un amico vero a cui chiedere consigli e il fratellone che non ho mai avuto. Una persona d'altri tempi, venuta da un altro mondo, sempre pieno di entusiasmo, educato, gentile. Stavamo le mezz'ore al telefono. Quando c'era un discorso importante da affrontare, lui ci arrivava girandoci intorno, con grande delicatezza, cercando di non ferirti. Mi ricordo quando mi invitò a ''Scommettiamo che?'', il programma in prima serata del sabato sera da dieci milioni di spettatori: lui voleva festeggiare il mio titolo mondiale facendomi entrare in studio al Delle Vittorie con l'Aprilia 250 accesa. C'erano problemi con l'antincendio, con la sicurezza... risolse tutto con il suo solito modo di fare. Venne a prendermi con la bandiera italiana. E fu fantastico. Mi manca molto. ([[Max Biaggi]]) *Se penso a Miss Italia il ricordo più bello è legato a Fabrizio Frizzi. Lui era l'educazione fatta persona, un uomo speciale che su questa terra aveva una missione. Era la persona più etica, più corretta, più leale e più positiva. Non l'ho mai visto perdere le staffe o incupito. E come lo vedevi in televisione era in privato. ([[Annalisa Minetti]]) ==Note== <references /> ==Filmografia== *''[[Toy Story - Il mondo dei giocattoli]]'' (1995) – voce *''[[Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa]]'' (1999) – voce *''[[Body Guards - Guardie del corpo]]'' (2000) *''[[Cars - Motori ruggenti]]'' (2006) - voce *''[[Toy Story 3 - La grande fuga]]'' (2010) – voce *''[[Buona giornata]]'' (2012) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Frizzi, Fabrizio}} [[Categoria:Conduttori televisivi italiani]] [[Categoria:Doppiatori italiani]] 9ro0ob9s36a24pigpmm1crqw55d7zpi 1221245 1221243 2022-08-06T21:25:59Z Sun-crops 10277 Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/79.23.61.47|79.23.61.47]] ([[User talk:79.23.61.47|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Danyele|Danyele]] wikitext text/x-wiki '''Fabrizio Frizzi''' (1958 – 2018), conduttore televisivo e doppiatore italiano. ==Citazioni di Fabrizio Frizzi== *Accade una cosa strana: tengo i miei genitori scomparsi più vicini, li penso intensamente, mentre aspetto lei {{NDR|riferito alla figlia}}, come riuscissi a guardare finalmente dalla loro parte. È una posizione inedita, per me. Non sono più in tempo per rendergli omaggio, cercherò di rimediare facendo il bravo padre, studioso.<ref name=vf>Da un'intervista a ''Vanity Fair'', 13 febbraio 2013; citato in ''[https://www.vanityfair.it/people/italia/2018/03/26/e-morto-fabrizio-frizzi-intervista-figlia Quando Fabrizio Frizzi ci disse: «Figlia mia, avremo poco tempo per noi»]'', ''Vanityfair.it'', 26 marzo 2018.</ref> *Per me, l'arrivo di mia figlia è stata una schicchera di entusiasmo e morte. Avremo un tempo condensato. Le parlerò dal primo giorno. Non voglio scopra chi era suo padre dopo che me ne sarò andato. Già da adesso, cerco di fissare ogni attimo. Scrivo. Fotografo.<ref name=vf/> *Fino al 23 ottobre scorso, giorno in cui sono stato colpito dall'ischemia, pensavo ai miei [[sessantenne|60 anni]] come a un'età ideale, in cui sei maturo, puoi fare le scelte giuste, pur sentendoti ancora fresco e giovanile. Dopo il 23, la visuale è leggermente cambiata: a questa età si entra in un imbuto che restringe l'orizzonte, vedi la vita assottigliarsi, ammesso che la vita continui, si fanno valutazioni importanti sul vivere i rapporti che contano, non disperdi più il tempo, si privilegiano le cose fondamentali. Sì, è un bel traguardo, tuttavia continuo a essere un entusiasta e non rinuncio a sperare di riprendere un'esistenza piena di forza, anche se con le gambe un po' fiaccate.<ref name=corr>Dall'intervista di Emilia Costantini, ''Corriere della Sera'', 25 gennaio 2018; riportata in ''[http://www.corriere.it/spettacoli/18_marzo_26/fabrizio-frizzi-morto-ultima-intervista-lotto-vedere-mia-figlia-crescere-d744f646-30b4-11e8-b98c-6b7fd54f26e4.shtml Fabrizio Frizzi: «Dopo l'ischemia lotto per vedere mia figlia crescere»]'', ''Corriere.it'', 26 marzo 2018.</ref> *Diventare padre in età avanzata, come è accaduto a me, è stata una scelta d'amore e non un atto di egoismo: avendo una compagna tanto più giovane di me, so che Stella è comunque in buone mani e ciò mi fa sentire meglio rispetto alle preoccupazioni legate alla mia anagrafe. Lotto per continuare a veder crescere la mia creatura, per esserle d'aiuto e un punto di riferimento.<ref name=corr/> *In teoria, sono nelle condizioni peggiori per condurre un gioco divertente {{NDR|''L'Eredità''}}, ma la voglia di giocare e di far giocare i concorrenti e il pubblico da casa supera ogni ostacolo fisico e mi sorprendo a scherzare, a motteggiare con loro come prima non facevo: la malattia è diventata paradossalmente un valore aggiunto, un arricchimento nel lavoro.<ref name=corr/> ==Citazioni su Fabrizio Frizzi== *{{NDR|Nel 1998}} Fabrizio Frizzi è banale, superficiale, ridanciano: ma forse guidato meglio potrebbe migliorare. ([[Antonello Falqui]]) *La mia anima gemella, un amico vero a cui chiedere consigli e il fratellone che non ho mai avuto. Una persona d'altri tempi, venuta da un altro mondo, sempre pieno di entusiasmo, educato, gentile. Stavamo le mezz'ore al telefono. Quando c'era un discorso importante da affrontare, lui ci arrivava girandoci intorno, con grande delicatezza, cercando di non ferirti. Mi ricordo quando mi invitò a ''Scommettiamo che?'', il programma in prima serata del sabato sera da dieci milioni di spettatori: lui voleva festeggiare il mio titolo mondiale facendomi entrare in studio al Delle Vittorie con l'Aprilia 250 accesa. C'erano problemi con l'antincendio, con la sicurezza... risolse tutto con il suo solito modo di fare. Venne a prendermi con la bandiera italiana. E fu fantastico. Mi manca molto. ([[Max Biaggi]]) *Se penso a Miss Italia il ricordo più bello è legato a Fabrizio Frizzi. Lui era l'educazione fatta persona, un uomo speciale che su questa terra aveva una missione. Era la persona più etica, più corretta, più leale e più positiva. Non l'ho mai visto perdere le staffe o incupito. E come lo vedevi in televisione era in privato. ([[Annalisa Minetti]]) ==Note== <references /> ==Filmografia== *''[[Toy Story - Il mondo dei giocattoli]]'' (1995) – voce *''[[Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa]]'' (1999) – voce *''[[Body Guards - Guardie del corpo]]'' (2000) *''[[Cars - Motori ruggenti]]'' (2006) - voce *''[[Toy Story 3 - La grande fuga]]'' (2010) – voce *''[[Buona giornata]]'' (2012) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Frizzi, Fabrizio}} [[Categoria:Conduttori televisivi italiani]] [[Categoria:Doppiatori italiani]] s2rtazlu0t4a6iir38ps22y7zps1xw3 Paola Onofri 0 146435 1221189 931174 2022-08-06T15:35:49Z 80.117.238.97 /* Filmografia */aggiunto film in filmografia wikitext text/x-wiki '''Paola Onofri''' (1962 – vivente), attrice italiana. {{Int|da ''[http://www.mitomorrow.it/2016/04/29/paola-onofri-questa-tv-indignerebbe-bramieri/ Paola Onofri: "Questa tv indignerebbe Gino Bramieri"]''|Intervista, ''Mitomorrow.it'', 29 aprile 2016.}} *{{NDR|Su [[Gino Bramieri]]}} Parlare di un maestro di vita a 360 gradi. Lui è sempre presente in me. *[[Recitazione|Recitare]], per lui {{NDR|Gino Bramieri}} come per me, significa far vibrare un personaggio, non per l'audience. *{{NDR|Sulle raccomandazioni nel mondo televisivo}} Bramieri si indignava, ridendoci sopra, per come alcuni o alcune non riuscissero a memorizzare dieci battute. Noi che, finita una puntata, eravamo a studiare venti pagine di copione per il giorno dopo! ==Filmografia== *''[[I due carabinieri]]'' (1984) *''[[I pompieri]]'' (1985) *''[[Casa mia , casa mia...]]'' (1988) *''[[Nonno Felice]]'' (1992 – 1995) *''[[Notte prima degli esami - Oggi]]'' (2007) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Onofri, Paola}} [[Categoria:Attori italiani]] q89rwgk96rmuw2zy6cwe7d2i4ka3ec8 1221190 1221189 2022-08-06T15:37:18Z 80.117.238.97 /* Filmografia */ wikitext text/x-wiki '''Paola Onofri''' (1962 – vivente), attrice italiana. {{Int|da ''[http://www.mitomorrow.it/2016/04/29/paola-onofri-questa-tv-indignerebbe-bramieri/ Paola Onofri: "Questa tv indignerebbe Gino Bramieri"]''|Intervista, ''Mitomorrow.it'', 29 aprile 2016.}} *{{NDR|Su [[Gino Bramieri]]}} Parlare di un maestro di vita a 360 gradi. Lui è sempre presente in me. *[[Recitazione|Recitare]], per lui {{NDR|Gino Bramieri}} come per me, significa far vibrare un personaggio, non per l'audience. *{{NDR|Sulle raccomandazioni nel mondo televisivo}} Bramieri si indignava, ridendoci sopra, per come alcuni o alcune non riuscissero a memorizzare dieci battute. Noi che, finita una puntata, eravamo a studiare venti pagine di copione per il giorno dopo! ==Filmografia== *''[[I due carabinieri]]'' (1984) *''[[I pompieri]]'' (1985) *''[[Casa mia, casa mia...]]'' (1988) *''[[Nonno Felice]]'' (1992 – 1995) *''[[Notte prima degli esami - Oggi]]'' (2007) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Onofri, Paola}} [[Categoria:Attori italiani]] luaj8cmokj52z8b3bfz1kehzegzfpgu 1221194 1221190 2022-08-06T15:42:01Z Spinoziano 2297 Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/80.117.238.97|80.117.238.97]] ([[User talk:80.117.238.97|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Caulfield|Caulfield]] wikitext text/x-wiki '''Paola Onofri''' (1962 – vivente), attrice italiana. {{Int|da ''[http://www.mitomorrow.it/2016/04/29/paola-onofri-questa-tv-indignerebbe-bramieri/ Paola Onofri: "Questa tv indignerebbe Gino Bramieri"]''|Intervista, ''Mitomorrow.it'', 29 aprile 2016.}} *{{NDR|Su [[Gino Bramieri]]}} Parlare di un maestro di vita a 360 gradi. Lui è sempre presente in me. *[[Recitazione|Recitare]], per lui {{NDR|Gino Bramieri}} come per me, significa far vibrare un personaggio, non per l'audience. *{{NDR|Sulle raccomandazioni nel mondo televisivo}} Bramieri si indignava, ridendoci sopra, per come alcuni o alcune non riuscissero a memorizzare dieci battute. Noi che, finita una puntata, eravamo a studiare venti pagine di copione per il giorno dopo! ==Filmografia== *''[[I due carabinieri]]'' (1984) *''[[I pompieri]]'' (1985) *''[[Nonno Felice]]'' (1992 – 1995) *''[[Notte prima degli esami - Oggi]]'' (2007) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Onofri, Paola}} [[Categoria:Attori italiani]] 8l5fn1atwjlerc2itwmjfvo730yesjo Template:Lingue/Dati 10 148341 1221247 1221063 2022-08-06T21:58:17Z ItwikiBot 66727 Bot: aggiornamento dati wikitext text/x-wiki {{#switch:{{{1}}} |lingua1 = it |voci1 = 43975 |lingua2 = en |voci2 = 43118 |lingua3 = pl |voci3 = 24733 |lingua4 = ru |voci4 = 15130 |lingua5 = cs |voci5 = 12067 |lingua6 = et |voci6 = 10051 |lingua7 = pt |voci7 = 9205 |lingua8 = fa |voci8 = 9098 }} mp3ne8jxjjylgssecrrbzopvb4umg76 Enrichetta Carafa Capecelatro 0 155578 1221171 976445 2022-08-06T14:16:42Z Udiki 86035 aggiunto pseudonimo. Aggiunto [[template:PDA]]. Aggiornato collegamento esterno, il precedente era interrotto wikitext text/x-wiki {{PDA}} '''Enrichetta Carafa Capecelatro''', nota anche con lo pseudonimo di '''Duchessa d'Andria''' (1863 – 1941), poetessa, scrittrice e traduttrice italiana. ==''Una famiglia napoletana nell'800''== *Di tutte le leggi della vita quella dell'oblio è la più triste sebbene sia la più necessaria. Ma ciò che si può salvare, salviamolo. Ognuno porta in sé questo segreto giardino del [[passato]], sempre verde perché la vita, scorrendo, lo abbevera delle sue linfe e lo fa rivivere e confondersi nel presente. Noi talvolta ci affanniamo a sotterrarlo nell'oblio perché abbiamo paura del passato come di un grande spettro doloroso. Lasciamolo invece venire liberamente a noi e non ci farà più paura perché lo vedremo intessuto degli stessi elementi dei quali si compongono i nostri giorni presenti. E amiamolo perché è vita, com'è vita l'oggi, come sarà vita il domani. Se, a dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]], noi siamo fatti della medesima stoffa dei nostri [[sogno|sogni]], si può bene affermare che i nostri sogni son fatti della medesima stoffa dei nostri rimpianti. (pp. 8-9) *{{NDR|[[Alfonso Capecelatro di Castelpagano]]}} Mio zio aveva una mirabile serenità d'animo, anche in mezzo alle lotte che non gli furono risparmiate. Realizzava l'ideale di vivere per sé, senza egoismo. Non l'ho mai visto adirarsi e spesso calmava qualche escandescenza di mio padre. Amava la conversazione nella quale portava una temperanza di parole che si scambiava facilmente per indifferenza ma che non lo era. I suoi giudizi erano sempre benevoli, la sua indulgenza si stendeva a tutto: la parola più grave che diceva contro qualcuno era: imperfetto. Aveva in ogni cosa uno squisito e aristocratico senso della misura.<br>Nell'80 fu nominato arcivescovo di [[Capua]] e dové lasciar Roma per chiudersi in quella città morta, nell'antico, immenso palazzo arcivescovile, le cui terrazze, dall'ammattonato verde di muschio, davano sul Volturno. Nelle linee grandiose di quel paesaggio, velato dalle nebbie umide del fiume, ritrovò la solitudine della sua cella di filippino e la sua vita parve diventare ancora più spirituale. Semplicissimo nelle abitudini, frugalissimo, alla mano, non aveva ambizioni e chiedeva soltanto d'essere lasciato in pace. Ma la sua pace non era una morta gora. La sua vita interiore era doviziosa e tale si mantenne fino all'ultimo respiro. Già vecchissimo, amava ancora di apprendere cose nuove e s'interessava a qualunque soggetto di letteratura o d'arte. Se qualche tempesta si agitò nel fondo del suo spirito, nulla però venne a turbare mai la calma superficie della sua esistenza. Nemico acerrimo degli scrupoli, si sforzava di struggerne il germe nell'animo dei suoi penitenti e di tutti coloro che lo avvicinavano. Se avesse dovuto prendere una divisa credo che avrebbe preso: ''Ne quid nimis.'' (pp. 38-39) *La casa nella quale io entrai sposa era ricca di memorie patriottiche. [[Ettore Carafa]], conte di Ruvo, prozio di mio marito, aveva lasciato la testa sul patibolo nel 1799 e sul patibolo anche era morto l'altro suo prozio, dal lato materno, [[Gennaro Serra di Cassano|Gennaro Serra]], del quale serbiamo una miniatura che ha nel rovescio una ciocca dei suoi biondissimi capelli.<br>«Biondo era e bello e di gentile aspetto» e a ventidue anni gli fu troncata la vita dal carnefice.<br>Il mio spirito giovanile sentiva tutto l'orgoglio di quelle glorie e mi pareva che non fossero pagate a troppo caro prezzo con la perdita degli averi, perché il sequestro dei beni di casa Carafa al '99 non fu tolto che assai tardi e lasciò la famiglia in condizioni disastrose. (pp. 39-40) ==Bibliografia== *Enrichetta Carafa Capecelatro, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/c/carafa_capecelatro/una_famiglia_napoletana_nell_ottocento/pdf/carafa_capecelatro_una_famiglia_etc.pdf Una famiglia napoletana nell'800]'', ''Quaderni critici'', 7, Bibliotheca, Rieti, 1928. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Carafa Capecelatro, Enrichetta}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Traduttori italiani]] 4txd63f7soamzg09xo5sbm7vvxluxso ZEN (Palermo) 0 161243 1221301 1034104 2022-08-07T09:58:00Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ Sostituisco categoria wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Lo ZEN from above (13377397893).jpg|thumb|Veduta dello ZEN di Palermo, 2014]] Citazioni sullo '''ZEN''' o '''Zona Espansione Nord''', ufficilamente '''San Filippo Neri'''. *Lo ZEN, acronimo di Zona Espansione Nord, fin dalla sua nascita risalente alla seconda metà degli anni 60, è stato visto dal resto dela città come un inferno a parte, una specie di Bronx palermitano dove perfino polziia e carabinieri entrano mal volentieri. (''[[La mafia non è più quella di una volta]]'') ==Voci correlate== *[[Palermo]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sullo|w_preposizione=riguardante lo}} {{s}} [[Categoria:Luoghi della Sicilia]] [[Categoria:Luoghi di Palermo]] [[Categoria:Quartieri]] jrsu31u780iqfr7cdiurrgixv1g8h0m Vucciria 0 162270 1221297 1103366 2022-08-07T09:56:30Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ Sostituzione categoria + rimozione categoria wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Mercato_Vucciria_-_panoramio_(2).jpg|thumb|340px|Vucciria, mercato di Palermo.]] Citazioni sulla '''Vucciria''', mercato storico di Palermo. *È una Palermo che viene prima di ogni altra, squarciata, esposta al sole con le sue frattaglie. E il ventre di tutto questo è il claustrofobico mercato della Vucciria, dipinto da Guttuso con troppi peperoni, troppe melanzane, troppi pomodori, troppe uova, perché doveva spiegare che quello non era un mercato, ma il sogno di un uomo affamato. ([[Stefano Malatesta]]) *Il suo arrivo alla Vucciria causava la paralisi completa del mercato: i friggitori di panelle abbassavano il fuoco sotto la padella, i venditori di fusaie, di semi di zucca, di olive e di castagne secche smettevano di lanciare le loro urla atroci. Ottenuto il silenzio, era la principessa a mettersi a urlare come un venditore di semenze, con la mano a megafono: «Donne, donne, accorrete». E le donne, misteriosamente sortite dal sottosuolo, si avvicinavano. A questo punto la principessa faceva scattare una molla e il baule si apriva di colpo, mostrando un modello in cera del corpo femminile, sezionato in maniera da evidenziare tutti gli organi interni, del tipo in uso una volta nelle facoltà di medicina [...]. Era un'apparizione teatrale e abbastanza lugubre, che spaventava moltissimo le donne della Vucciria. Quando queste si riavevano, la principessa impaziente, indicando con una bacchetta di legno gli organi che nominava, si metteva a fare una vera e propria lezione di [[anatomia]], finalizzata all'aborto autarchico. ([[Stefano Malatesta]]) *[[Palermo]] non è una città ghettizzante e alla Vucciria incontri il giovane nobile decaduto e il ragazzo da cui hai acquistato il pesce la mattina. ([[Isabella Ragonese]]) ==Voci correlate== *[[Palermo]] *[[Vucciria (Renato Guttuso)]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Mercati di Palermo]] [[Categoria:Luoghi di Palermo]] 73fehp39yssblc708rke9i0a4k13x7m Pentimento (film 1984) 0 163208 1221162 1206034 2022-08-06T12:57:19Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Pentimento */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Pentimento |titolo originale = Pokayaniye / Monanieba |immagine=Goristatue.JPG |didascalia=Statua di [[Iosif Stalin|Stalin]] presso il comune di Gori |paese = Unione Sovietica |anno uscita = [[1984]] |genere= drammatico |genere 2= grottesco |regista = [[Tengiz Evgen'evič Abuladze]] |soggetto = |sceneggiatore =[[Tengiz Evgen'evič Abuladze]], [[Nana Janelidze]] e [[Rezo Kveselava]] |casa distribuzione italiana = [[Dynit]] |attori = *[[Avtandil Makharadze]]: Varlam Aravidze / Abel Aravidze *[[Ya Ninidze]]: Guliko *[[Zeinab Botsvadze]]: Ketevan Barateli *[[Ketevan Abuladze]]: Nino Barateli *[[Edisher Giorgobiani]]: Sandro Barateli *[[Kakhi Kavsadze]]: Mikheil Koresheli *[[Merab Ninidze]]: Tornike}} '''''Pentimento''''', film sovietico del 1984, regia di [[Tengiz Evgen'evič Abuladze]]. ==Frasi== *Alcuni lanciano bolle di sapone, altri perseguono i nemici del popolo. Voi artisti vi esaltate nell'ardore della creatività. I poveri chiedono l'elemosina, gli assassini uccidono, le puttane, scusate, si vendono. Ma è normale? È normale?? ('''Varlam Aravidze''') *Si può forse ignorare che i nostri contemporanei abbiano volti così: esaltati e ispirati, al posto di fisionomie stereotipate e indifferenti, tutte uguali l'una all'altra? Perché non si riesce a dipingere un'operaia come una Madonna? Che c'è di piu bello di un operaio in piena attività? Nulla! ('''Varlam Aravidze''') *A volte la fuga dalla [[realtà]] significa una ritirata verso una realtà più grande. Il popolo ha bisogno di una realtà più grande. ('''Varlam Aravidze''') *Nino, sembri la [[lepre]] della favola, quella che correva a più non posso.<br>"Dove corri?", le chiesero.<br>"Danno la caccia ai lupi", rispose.<br>"Che hai a che fare con loro?"<br>"Se mi catturano, come faccio a dimostrare che non sono un [[lupo]]?" ('''Sandro Barateli''') *Un uomo che [[Ragione|ragiona]] vale più di mille idioti. ('''Mikheil Koresheli''') *Non bisogna fidarsi di nessuno, né di alcuna azione e né di alcuna parola. Dobbiamo vigilare e sapere come distinguere il nemico. Questa è la nostra azione principale! Non è un obiettivo facile, signori! Ed è peggiorato dal fatto che tre persone su quattro sono nemici. Non meravigliatevi! Un nemico, numericamente, è più che un amico. È stato sempre così! E lo è tuttora. La nostra madrepatria è in pericolo, signori! Il nostro popolo deve tramutarsi in un pugno serrato, come la Muraglia Cinese, che il nemico non potrà superare. È bene ricordare un proverbio cinese. Confucio diceva: "È difficile acchiappare un gatto nero in una stanza buia, sopratutto se non è lì dentro." Non vi è dubbio che ci accingiamo ad affrontare un'operazione difficilissima. Ma per noi nessun ostacolo insormontabile esiste. Se lo vogliamo veramente, acchiapperemo il gatto nella stanza buia. Anche se non c'è nessun gatto. ('''Varlam Aravidze''') *Non dovete seppellirlo! Lo dovete lasciare ai corvi, che lo facciano a pezzi! Seppellirlo, significherebbe perdonarlo, chiudere gli occhi su tutto ciò che ha perpetrato. Lo dichiaro di nuovo, dinanzi a tutti: se non lo disseppelliscono, lo farò io, non lo lascerò mai in pace nella tomba! ('''Ketevan Barateli''') ==Dialoghi== *'''Varlam Aravidze''': Con quanti ignoranti dobbiamo trattare per dovere d'ufficio! Non è vero, incantevole Elena?<br>'''Elene Korisheli''': È proprio vero.<br>'''Varlam Aravidze''': Quindi, oggi abbiamo bisogno che i pittori come lei stiano dalla nostra parte. Dobbiamo compiere una grande missione. Dobbiamo insegnare al popolo, elevare il suo livello culturale.<br>'''Sandro Barateli''': Esimio Varlam! Crede che io, con i miei quadri, o lei, con i suoi sforzi, possiamo insegnare al popolo che creò ''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo|Il guerriero dalla pelle di tigre]]''? Il popolo può essere educato solo dal suo pastore spirituale. Un eroe dalla morale ineccepibile.<br>'''Varlam Aravidze''': La modestia innalza l'uomo. Ha ragione, Sandro, ma forse che io sono un pastore spirituale? Ma aspetti un po', non ci metta fretta. Ci dia il tempo, che il tempo genera gli eroi. Probabilmente presto, per voi e per me, giungerà il momento della prova. *'''Abel Aravidze''': Perché hanno torturato [[Cristo]]?<br>'''Ketevan Barateli''': Per difendere la verità. Non temere, Cristo non è morto. È resuscitato ed è volato in Cielo come un uccello. Ora è in Cielo, dove ci sono solo persone buone. I cattivi non possono andare in Cielo.<br>'''Abel Aravidze''': E perché?<br>'''Ketevan Barateli''': Perché i cattivi sono molto pesanti.<br>'''Abel Aravidze''': E perché pesano molto?<br>'''Ketevan Barateli''': Non lo sai? Per i loro peccati. L'anima dei buoni è pura, leggera come un uccello, ed è facile per lei volare. *'''Abel Aravidze''': Tuo nonno non ha fatto nulla di male. Allora erano tempi difficili. Ora è difficile spiegarlo.<br>'''Tornike Aravidze''': Cos'hanno a che vedere "i tempi" con tutto questo?<br>'''Abel Aravidze''': Molto! La situazione era diversa. Si decideva della nostra stessa esistenza, il nostro "essere o non essere". Eravamo circondati da nemici. Essi tramavano contro di noi. Pensi che dovevamo coccolarceli, i nostri nemici?<br>'''Tornike Aravidze''': E Barateli fu un nemico?<br>'''Abel Aravidze''': Sì, certo. Forse fu un bravo pittore, ma non capì molte cose. Non dico che non abbiamo fatto anche errori. Ma che significa la [[vita]] di un solo uomo, se è in gioco la felicità di milioni di persone? Avevamo dinanzi grandi obiettivi. Devi tener presente sopratutto questo e allargare la tua visione.<br>'''Tornike Aravidze''': Avete mediato i destini umani con logica matematica. L'essenziale è la proporzione, vero?<br>'''Abel Aravidze''': Risparmiami la tua ironia, presuntuoso! Sei abbastanza grande da capire che per un funzionario l'interesse pubblico sta sempre al di sopra dell'interesse individuale. Proprio così, al di sopra di ogni interesse individuale!<br>'''Tornike Aravidze''': L'uomo nasce come essere umano, poi si converte in funzionario.<br>'''Abel Aravidze''': Tu vivi sulle nuvole, la realtà è ben diversa. Varlam si dedicò sempre agli interessi della società, ma a volte si è dovuto muovere contro la sua volontà.<br>'''Tornike Aravidze''': E se avesse ordinato al nonno di distruggere il mondo, lo avrebbe fatto?<br>'''Abel Aravidze''': Tuo nonno non ha mai ucciso nessuno, personalmente! Mentre tu hai già sparato a una persona! Di quale morale puoi parlare?<br>'''Tornike Aravidze''': Io non sapevo a chi sparavo.<br>'''Abel Aravidze''': Che importa? Che differenza fa? Hai sparato a una persona!<br>'''Tornike Aravidze''': Sì, ho sparato. E questo aggrava la nostra colpa.<br>'''Abel Aravidze''': La colpa di chi?<br>'''Tornike Aravidze''': Quella del nonno, la tua e la mia.<br>'''Abel Aravidze''': La mia?... Di che mi accusi?<br>'''Tornike Aravidze''': Di giustificare il nonno e avere le sue stesse idee. Sei un assassino peggio di me, perché non provi pena per quella donna.<br>'''Abel Aravidze''': Per chi devo provare pena? Ma sei pazzo?<br>'''Tornike Aravidze''': Saresti disposto a strangolarla, piuttosto che chiederle perdono.<br>'''Abel Aravidze''': Non immaginavo fossi così idiota! Lei disseppellisce mio padre dalla tomba, e io dovrei chiederle perdono! Sì, la strozzerei, e anche te se non rinsavisci! Non permetterò che ci si burli del defunto!<br>'''Tornike Aravidze''': Ti odio. *'''Ketevan Barateli''': Non appena libera, tornerò a dissotterrarlo.<br>'''Giudice''': Non voglio pensare che la signora Barateli sia un essere primitivo, che creda che, commettendo un atto immorale, oltraggiando un defunto, si possa raggiungere un obiettivo morale.<br>'''Ketevan Barateli''': Si può, perché Aravidze non è morto!<br>'''Procuratore''': Che dice, secondo lei è vivo?<br>'''Ketevan Barateli''': Sì, è vivo! E mentre voi lo difendete, continuerà a vivere e a distruggere la società. ==Explicit== *'''Vecchietta''': Mi scusi, si va bene di qui per la [[Chiesa]]? La chiedo per piacere se questa strada porta alla Chiesa.<br>'''Ketevan Barateli''': No, questa è Via Varlam e non è quella che porta alla Chiesa.<br>'''Vecchietta''': Allora... a cosa serve? A che serve una strada, se non porta a una Chiesa? ==Citazioni su ''Pentimento''== *È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura stalinana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po' meno). (''[[il Morandini]]'') *Il film era una vera bomba: aveva un profondo significato non solo artistico, ma anche politico. ([[Michail Gorbačëv]]) *La trama del film ''Pentimento'' si svolge in un luogo imprecisato della [[Georgia]]. Dopo la morte di un sindaco onnipotente, ha luogo il suo solenne funerale. Il giorno seguente gli abitanti trovano il corpo del defunto nel parco: durante la notte qualcuno l'ha dissotterato. Lo seppelliscono nuovamente, ma la situazione si ripete. Lo spettatore non ha il minimo dubbio che il modello del sindaco sia [[Iosif Stalin|Josif Stalin]] e che l'impossibilità di inumarlo simboleggi l'impossibilità di chiudere i conti con il passato. Il regista Tengiz Abuladze girò questo film negli anni ottanta. Da allora la Georgia non ha prodotto niente di altrettanto importante. I georgiani non riescono a trovare una collocazione al dittatore e questi continua a restare sospeso tra il mondo dei vivi e quello dei morti, in attesa del giudizio finale della propria anima. ([[Wojciech Górecki]]) *''Pentimento'' non è un film russo, è un film georgiano [...]. Proviene cioè dal paese che non solo ha fatto nascere alcuni dei migliori cineasti sovietici contemporanei (Paradjanov, Ioseliani, gli Shenghelaja) ma che ha una produzione media vivacissima, film di terra e di villaggio, commedie di bevute e risate. I georgiani sono i napoletani dell'Urss, il grottesco è il loro mestiere e da loro si accettano esagerazioni e enfasi che in altri suonano insopportabili. Perchè sanno sempre trasformare un'idea in una gag. ([[Alberto Farassino]]) *Un film politico e poetico allo stesso tempo, che all'inizio adotta i moduli della favola grottesca, con un surrealismo di stampo buñueliano, e poi sfocia via via in un dramma che ricorda le antiche tragedie greche. (''[[Il Mereghetti]]'') *Un gran bel film, tra le cose più intelligenti di fine secolo in Urss. (''[[Il Farinotti]]'') ===[[Tengiz Evgen'evič Abuladze]]=== *Credo che Avel sia orribile. È più pericoloso di Varlam perché la sua coscienza è doppia e i suoi atti sono imprevedibili, mentre Varlam è come il diavolo, a suo modo è puro tutto d'un pezzo. *Dovunque vada mi chiedono di che parla il film. Di [[Lavrentij Pavlovič Berija|Beria]], [[Iosif Stalin|Stalin]], oppure di [[Adolf Hitler|Hitler]], di [[Benito Mussolini|Mussolini]], di [[Augusto Pinochet|Pinochet]], di [[Nerone]]. Io rispondo che iI film è più profondo. Il tiranno del film, Varlam Aravidze, è un simbolo di ogni tirannia e sintetizza la violenza e la prevaricazione di ogni dittatura. *Ho cominciato a scriverlo nel 1981 e, nonostante sembri assurdo, ero convinto che prima o poi il film sarebbe uscito. La sceneggiatura era pronta nell'82, abbiamo girato nell'84 e il 27 dicembre di quell anno abbiamo consegnato la copia. È rimasta in un cassetto per due anni. *I dittatori sono spesso degli attori mancati. Per abbindolare e neutralizzare i loro rituali nemici, gli intellettuali, come Barateli, posano a uomini di cultura. I loro metodi sono sempre gli stessi in tutte le epoche; per questo Varlam (baffetti alla Hitler, occhiali alla Beria, divisa nera e modo di gestire alla Mussolini, espressione sorniona alla Stalin...) fa pensare a tante figure divenute tristemente celebri nel nostro secolo. *I riferimenti alla realtà storica sono continui nel film, ma indiretti; vengono trasposti in una chiave surreale che conferisce loro una credibilità poetica - mi auguro - e universale. ''Pentimento'' non è un pamphlet politico. *La chiesa di cui si parla nel film, alla fine, è per me simbolo di Bene, Verità, Bellezza. La strada che porta alla chiesa è la strada che porta al Bene. Se il senso religioso del mio film vi sembra in contraddizione con il mio sostegno alla [[perestrojka]], io rispondo così: la strada di [[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] non porta alla chiesa, la strada di [[Michail Gorbačëv|Gorbaciov]] porta sicuramente alla chiesa. *Senza vantarmi, credo di poter dire che ''Pentimento'' è il primo film surrealista del cinema russo. ===[[Lino Micciché]]=== *Era, si diceva, un film ispirato a Beria: o anche, si mormorava a Mosca, a Sta­lin. In realtà ''Penitenza'' è il film più duro, più chiaro, più radi­cale sullo stalinismo e sul co­munismo «storico» che sia mai stato fatto. Nei cinema di Mosca, la gente ne accoglie l'i­nizio in silenzio e la fine in la­crime: dietro questo «grotte­sco», lucido e disperato, ci so­no alcuni milioni di morti, di reclusi, di internati in mani­comio, di «desaparecidos». Ci commuove, ci indigna, ci prende alla gola: è un film che dice le lacrime e il sangue del più grande inganno del secolo. Sia lode al gorbaciovismo che lo ha liberato e fatto circolare. Ma non permettete più a nes­suno di dire che quella sangui­nosa menzogna fu l'alba, sia pure tormentata, di una nuova umanità. *L'im­portanza politico culturale del film è enorme; ci troviamo di fronte ad un'opera che - senza esagerazioni - ha nel cinema sovietico la stessa importanza che ebbe nella vita politica so­vietica, ed esteuropea in generale, lo storico «[[Nikita Sergeevič Chruščёv#Da Sul culto della personalità e le sue conseguenze|Rapporto Chrusciev]]». *''Pentimen­to'' non è un film cui si addica propriamente l'aggettivo «bel­lo»; ha non poche ridondanze che lo rendono innecessariamente lungo, ha una chiave grottesca non sempre misura­ta, ignora l'arte dei semitoni e sfocia sovente del sovraccarico espressionistico. Ma, fatte queste doverose precisazioni «estetiche», va detto che l'importanza politico culturale è enorme: ci troviamo, infatti, al film più duro, più radicale e più chiaro che sia mai stato fatto «dall'interno», su quella realtà del comunismo storico che è lo stalinismo (anche se, ancora una volta, nell'allegoria del «varlamismo» e nel suo senso di discorso sullo «stali­nismo», si continua a conside­rare «colpe» di una persona quelle che furono colpe di un «sistema», aggravate, soltanto aggravate, dalla «personalità» deviante). ===[[Eduard Shevardnadze]]=== *Conoscendo la bravura del regista, non dubitavo del suo grande valore artistico. Ma in misura non inferiore mi interessavano i suoi risvolti sociali e politici. Il film si proponeva di rompere la congiura del silenzio e delle censure sul tema della tirannia e dell'illegalità, delle repressioni e persecuzioni subìte nel nostro Paese da milioni di persone. Il mio intuito mi faceva prevedere un tempo in cui si sarebbe andati ben oltre e scavato ben più in profondità di quanto non avesse fatto [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Chruščev]] circa trent'anni addietro. [...] Per giunta non ho mai ritenuto ammissibile, e continuo a non ritenerlo, imporre la briglia mortifera dell'ideologia alla creazione artistica. Per me, la questione del film era una questione di principio, sotto ogni riguardo. Quando Abuladze mi mise a parte delle sue intenzioni, dubitavo delle possibilità di immettere il film nella grande distribuzione. E glielo dissi, aggiungendo che comunque andava girato. Era un rischio, ma calcolato fin nei minimi dettagli: dal finanziamento allo studio dove girarlo, nel timore che venisse chiuso da un momento all'altro su ordine di Mosca. *[[Michail Gorbačëv|Gorbačev]] vide il film e decretò che poteva essere proiettato. Per la verità occorre dire che a favore dell'opera intervennero molte persone, e della più varia estrazione. A parte i cineasti colleghi di Abuladze, intervennero Aleksandr Jakovlev e, a quanto mi si disse, anche Egor Ligačev. Insomma, ''Pokajanie'' godé di forti appoggi. Ma altrettanto forti erano gli avversari. In seno al politbjuro prevaleva l'opinione che, a occuparsi del passato, c'era il rischio di restarvi invischiati e di non riuscire più a venir fuori dalla palude. L'accoglimento delle innumeri istanze di riabilitazione politica di una folta schiera di illustri esponenti del passato avrebbe comportato una reazione a catena di revisione della storia. Lo stesso titolo del film suscitava i timori di molta gente. A parte tutto, il pentimento presuppone l'ammissione delle responsabilità personali. La pubblica condanna del passato faceva paura per l'inevitabile conseguenza di una rottura definitiva con le «regole» allora vigenti. *Il film ''Pokajanie'' si chiude con una splendida metafora. Una donna anziana chiede all'eroina della pellicola se la strada che sta percorrendo conduce al tempio. No, risponde l'eroina, questa strada porta il nome del tiranno, e perciò non conduce al tempio. Strano, ribatte la vecchietta, a cosa serve una strada, se non porta al tempio?<br>In un'intervista, Tengiz Abuladze mi definì suo coautore. Una nobile e generosa esagerazione, è ovvio, che però in questo momento accetto per non essere accusato di plagio riprendendo questa sua bellissima immagine. *Quando il regista Tengiz Abuladze realizzò, sempre a titolo «sperimentale», il famoso film ''Pokajanie'' [''Pentimento''], e la cosa si riseppe a Mosca, un personaggio molto altolocato mi disse:<br>«Si dice che abbiate girato un film antisovietico».<br>Non era una domanda, era un'asserzione, in cui risuonavano note minacciose.<br>«Perché antisovietico» ribattei. «È un film che illustra le conseguenze degli arbìtri e dell'illegalità. Non è forse un problema d'attualità per noi?» ==Voci correlate== *[[Stalinismo]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ghqc7rqqrsb2qe287hcqn51mjs2c2jb Joël Dicker 0 169268 1221309 1059066 2022-08-07T10:35:10Z AnjaQantina 1348 +incipit wikitext text/x-wiki [[File:Joel Dicker 2016.jpg|thumb|Joël Dicker nel 2016]] '''Joël Dicker''' (1985 – vivente), scrittore svizzero. ==Citazioni di Joël Dicker== *Credo che il passato sia indispensabile a vivere il presente. Il passato è l'insieme degli elementi costitutivi di un personaggio. Un personaggio esiste nel presente di un libro perché è esistito prima, o ha vissuto esperienze che l'hanno formato. Quindi per me è molto importante esplorare il passato dei miei personaggi.<ref name=Cavezzali>Dall'intervista di Matteo Cavezzali, ''[http://www.minimaetmoralia.it/wp/la-scomparsa-stephanie-mailer-intervista-joel-dicker/ La scomparsa di Stephanie Mailer: intervista a Joël Dicker]'', '' Minima&Moralia.it'', 29 maggio 2018.</ref> *Non mi sento uno scrittore famoso. Sa, ho più romanzi rifiutati dagli editori, che romanzi pubblicati. Mi sento ancora un giovane scrittore, ho ancora tanto da imparare. C'è una grande differenza tra la percezione che le persone hanno di me e la percezione che ho io di me stesso. Quando scrivo, sono chiuso, da solo, nel mio studio, e per due o tre giorni non condivido il mio lavoro con nessuno. Quindi non ho alcun rapporto con la fama.<ref name=Cavezzali/> ==''La verità sul caso Harry Quebert''== ===[[Incipit]]=== Il giorno della scomparsa<br>(Sabato 30 agosto 1975)<br>"Centrale di polizia, qual è il suo problema?"<br>"Mi chiamo Debora Cooper, abito in Side Creek Lane. Credo di aver appena visto una ragazza inseguita da un uomo nella foresta."<br>"Cos'è successo esattamente?"<br>"Non lo so! Ero affacciata alla finestra, stavo guardando verso la foresta, e a un certo punto ho visto questa ragazza correre in mezzo agli alberi. Dietro di lei c'era un uomo... Credo che stesse cercando di sfuggirgli." ===Citazioni=== *Il primo capitolo è fondamentale, Marcus. Se ai lettori non piace, non leggono il resto del libro. Tu come intendi cominciare il tuo? (p. 15) *[...] il filosofo Seneca aveva già sperimentato quella penosa situazione: ovunque possiate fuggire, i problemi che ci affliggono si infileranno nei vostri bagagli e vi seguiranno dappertutto (p. 20) *Sai cos'è un editore? È uno scrittore mancato il cui padre aveva abbastanza soldi da consentirgli di appropriarsi del talento altrui. (p. 32) *Il rimpianto è un concetto che non mi piace: significa il rifiuto di accettare ciò che siamo stati. (p. 35) *Tu non capisci: io oggi sarò anche un ''grande scrittore'', come dici tu, ma vivo da solo in questa casa immensa. La mia vita è vuota, Marcus. Non fare come me... Non lasciarti soffocare dall'ambizione. Altrimenti il tuo cuore resterà solo e la tua penna sarà triste. Come mai non hai una ragazza?<br>Perché non trovo nessuno che mi piaccia veramente.<br>Penso che in realtà tu veda l'amore come la scrittura: o l'estasi o niente. Invece dovresti trovare una brava ragazza e darle una possibilità. E dovresti fare lo stesso col tuo libro: dài una possibilità a te stesso. Dài una possibilità alla tua vita! (p. 36) *È il bello del diritto americano, Goldman: quando non c'è una legge, può inventarla. E se qualcuno si permette di darle contro, lei può arrivare fino alla Corte Suprema, che le darà ragione e pubblicherà una sentenza a suo nome: Goldman contro lo stato del New Hampshire. Sa perchè in questo paese la polizia è tenuta a leggerle i suoi diritti in caso di arresto? Perché negli anni Sessanta un certo Ernesto Miranda fu condannato per stupro in seguito alla sua confessione. Ebbene, l'avvocato di Miranda sostenne che non c'era giustizia perché quel poverino non aveva studiato e quindi non sapeva che il Bill of Right lo autorizzava a non confessare niente. Il suddetto avvocato ha piantato un gran casino, si è appellato alla Corte Suprema, e zac, ha vinto! La confessione è stata invalidata, la sentenza Miranda contro lo stato dell'Arizona è diventata famosa, e da allora ogni volta che i piedipiatti ammanettano qualcuno devono dirgli: 'Ha il diritto di rimanere in silenzio e di essere assistito da un avvocato, se non può permetterselo le verrà assegnato un avvocato d'ufficio'. (p. 58) *Vorrei insegnarti la scrittura, Marcus, non perché tu possa imparare a scrivere, ma affinché tu possa diventare uno scrittore. Scrivere romanzi non è una cosa da niente: tutti sanno scrivere, ma non tutti sono scrittori.<br>E come si fa a sapere di essere uno scrittore, Harry?<br>Nessuno sa di essere uno scrittore, Marcus. Glielo dicono gli altri. (p. 69) *Fidati della mia esperienza di piedipiatti: non si può mai sapere di cosa siano capaci le persone. E questo vale soprattutto per quelle che crediamo di conoscere bene. (p. 78) *Non bisogna mai aver paura di cadere, Harry. (p. 81) *Harry, se dovessi salvare solo una delle tue lezioni, quale sceglieresti?<br>Rigiro a te la domanda.<br>Io salverei ''L'importanza di saper cadere''.<br>Mi trovi pienamente d'accordo. La vita è una lunga caduta, Marcus. La cosa più importante è saper cadere. (p. 85) *E mi ero detto che una stella cadente era una stella che poteva essere bella ma per paura di brillare scappava il più lontano possibile. Un po' come me. (p. 99) *Tagliare degli alberi per stampare quella robaccia è un vero delitto. Tra l'altro, credo che non ci siano abbastanza foreste rispetto alla quantità di scrittori mediocri che popolano questo paese. (p. 108 - 109) *La boxe non mente mai; salire su un ring è un sistema molto affidabile per sapere quanto vali: si può finire KO, si può mettere KO, comunque non si può mentire, né a se stessi né agli altri. Tu invece no, tu fai di tutto per defilarti. Sei quello che volgarmente si chiama un ''impostore''. Sai perché i responsabili della rivista mettevano i tuoi racconti nelle ultime pagine? Perché quei racconti facevano schifo. Molto semplicemente. E perché quelli di Reinhartz venivano accolti con tutti gli onori? Perché erano belli. Questo avrebbe dovuto metterti voglia di superarti, di impegnarti allo spasimo per realizzare un testo magnifico, ma era molto più facile fare il tuo piccolo colpo di stato, sopprimere Reinhartz e pubblicarti da solo piuttosto che rimetterti in discussione. Lasciami indovinare, Marcus: tu hai sempre fatto così da quando sei nato. Sbaglio? (p. 110) *Ma guardati, Marcus: non sai cadere! Tu hai paura della caduta. Ed è per questo che, se non ti sbrighi a cambiare, diventerai una persona vuota e banale. Come si può vivere se non sai cadere? (p. 110) *Tu vuoi farmi parlare d'amore, Marcus, ma l'amore è complicato. L'amore è molto complicato. È la cosa più straordinaria e al tempo stesso la peggiore che possa capitare. Un giorno lo scoprirai. L'amore può fare molto male. Questo non significa che si debba avere paura di cadere, e soprattutto di precipitare nella voragine dell'amore, perché l'amore è anche bellissimo ma, come tutto ciò che è bello, abbaglia e fa male agli occhi. E' per questo che spesso, dopo, si finisce per piangere." (p. 116) *Perché scrivere ha dato un senso alla mia vita. Qualora non l'avessi ancora notato, la vita, in generale, non ha senso. Tranne quando ti sforzi di dargliene uno e lotti ogni giorno per riuscire a farlo. (p. 117) *La pioggia non ha mai ucciso nessuno. Se non hai il coraggio di correre sotto la pioggia, non avrai il coraggio di scrivere un libro.<br>È un altro dei tuoi famosi consigli?<br>Sì. E questo va bene per tutti i personaggi che vivono in te: l'uomo, il pugile e lo scrittore. Se hai dubbi su ciò che stai facendo, mettiti a correre. Corri a perdifiato, senza mai fermarti. Sentirai nascere in te la rabbia di vincere. Sai, Marcus, anch'io prima odiavo la pioggia... (p. 119) *Marcus, gli scrittori sono esseri così fragili perché possono subire due tipi di dispiaceri sentimentali, ossia il doppio rispetto alle persone normali: le pene d'amore e quelle artistiche. Scrivere un libro è come amare qualcuno: può diventare molto doloroso. (p. 149) *Non so se siano gli scrittori a essere soli, o se sia la solitudine a spingerli a scrivere...<br>E perchè tutti gli scrittori si suicidano?<br>Non è vero che si suicidano tutti. Solo quelli di cui nessuno legge i libri. (p. 161) *Ho letto su Internet che nei casi di omicidio di minorenni spesso il responsabile è un membro della cerchia famigliare.<br>Gahalowood alzò gli occhi al cielo:<br>E io ho letto su Internet che lei è un grande scrittore. Come vede, Internet è piena di balle... (p. 241) *Sapevano che scriversi era l'unico modo che gli rimaneva per amarsi. (p. 251) *Marcus, sai qual è l'unico modo per misurare quanto ami una persona?<br>No.<br>Perderla. (p. 253) *Perché si sentiva così sola? Eppure non chiedeva tanto: tutto ciò che sognava era un uomo gentile, che la amasse e la proteggesse, che ogni tanto le regalasse dei fiori e la portasse a cena fuori. Anche solo a mangiare un hot-dog, se non aveva abbastanza soldi. Giusto per il piacere di uscire insieme. In fondo, che importanza poteva avere Hollywood di fronte a un uomo di cui fosse innamorata e che ricambiasse il suo amore? (p. 268) *Gli uomini che ammiro di più nella nostra società, Marcus, sono quelli che costruiscono ponti, grattacieli e imperi. Ma, in realtà, i più coraggiosi e ammirevoli sono quelli che riescono a costruire l'amore. Perché non esiste impresa più grande e più difficile. (p. 325) *Maledizione, Nola. Perché volevi morire?<br>Non si tratta di voler morire, disse Nola. Ma di non voler più vivere. (p. 337) *[...]so solo che la vita è fatta di scelte e bisogna saperle fare nell'ordine giusto. (p. 368) *E vedrai, Marcus: qualcuno vorrà farti credere che i libri hanno a che fare con le parole, ma è falso: in realtà, hanno a che fare con le persone. (p. 400) *C'è qualche legge che impedisca di appendere un quadro a una parete di casa?<br>No. Ma ritrae una ragazza che è stata assassinata.<br>E se avessi avuto il ritratto di John Lennon, anche lui assassinato, mi avreste interrogato allo stesso modo? (p. 410) *Vedi, Marcus, la nostra società è stata concepita in modo da costringerci a scegliere continuamente tra ragione e passione. La ragione non è mai servita a nessuno; la passione è spesso distruttiva. Quindi non è mi è facile aiutarti. (p. 425) *Impara ad amare i tuoi fallimenti, Marcus, perché saranno loro a formarti. Saranno i tuoi fallimenti a dare sapore alle tue vittorie. (p. 473) *Scrivere significa essere liberi.<br>Barnaski si sforzò di ridere.<br>Chi le ha messo in testa queste scemenze? Lei è schiavo della sua carriera, delle sue idee, del suo successo, Goldman. Lei è schiavo della sua condizione. Scrivere significa essere dipendenti. Di chi la legge o non la legge. La libertà è una solenne cazzata! Nessuno è libero. (p. 456) *La vita è fatta così, Goldman. Nessuno è libero. Se le persone fossero libere, sarebbero felici. Conosce molte persone realmente felici? (pp. 456 - 457) *Nessuno è libero, ragazzo mio. Siamo tutti schiavi di qualcun altro. E di noi stessi. (p. 457) *Impara ad amare dai tuoi fallimenti, Marcus, perché saranno loro a formarti. Saranno i tuoi fallimenti a dare sapore alle tue vittorie. (p. 473) *L'amore è un trucco inventato dagli uomini per non dover fare il bucato! (p. 497) *Raccolgo i carrelli Marcus. Setaccio il parcheggio, bracco i carrelli abbandonati e solitari, li porto con me, li consolo e li sistemo insieme ai loro simili nella postazione dei carrelli, per i prossimi clienti. I carrelli non sono mai soli. O, comunque, mai troppo a lungo. Perché in tutti i supermercati del mondo c'è un Ernie che va a prenderli e li riporta a casa. Ma chi va da Ernie per riportarlo a casa, eh? Perché facciamo per i carrelli di un supermercato quello che non facciamo per gli esseri umani? (pp. 502 - 503) *La vita è come una corsa podistica. Marcus. Ci sarà sempre qualcuno più veloce o più lento di te. L'unica cosa che conta, alla fine, è l'energia con cui hai coperto il tuo percorso. (p. 508) *Noi siamo scrittori perché facciamo in maniera diversa una cosa che tutti sanno fare: scrivere. In questo sta tutta la sottigliezza. (p. 509) *Non voglio niente, le disse dal finestrino aperto. Sono molto impegnato, non ho tempo da perdere.<br>Ma impegnato a fare cosa? Insistette Jenny con voce triste.<br>Ad aspettare. (p. 515) *Le parole sono importanti, Marcus. Ma non scrivere per farti leggere: scrivi per farti capire. (p. 527) *Chi osa vince, Marcus. Pensa a questo motto ogni volta che affronti una scelta difficile. Chi osa vince. (p. 557) *Sperare che un giorno le cose migliorino: forse l'amore è questo... (p. 586) *Adora l'amore, Marcus. Fanne la tua conquista più bella, la tua sola ambizione. Dopo gli uomini, ci saranno altri uomini. Dopo i libri, ci sono altri libri. Dopo la gloria, ci sono altre glorie. Dopo il denaro, c'è ancora il denaro. Ma dopo l'amore, Marcus... Dopo l'amore c'è solo il sale delle lacrime. (p. 589) *Vorrei andare nel paradiso degli scrittori<br>Il paradiso degli scrittori? Cos'è?<br>È il posto dove decidi di riscrivere la vita come avresti voluto viverla perché la forza degli scrittori, Marcus, sta nel fatto che possono decidere la fine della storia. Hanno il potere di far vivere o morire, hanno il potere di cambiare tutto. (pp. 622-623) *Un nuovo libro, Marcus, è una nuova vita che inizia. è anche un momento di grande altruismo: offri una parte di te a chiunque voglia scoprirla. (p. 629) *Talvolta potrai sentirti scoraggiato, Marcus. È normale. Ti ho detto che scrivere è come boxare, ma è anche come correre. È per questo che ti mando sempre a correre: se hai la forza morale per affrontare i lunghi percorsi, sotto la pioggia e nel freddo; se hai la forza di continuare fino in fondo e di metterci tutte le tue energie, tutto il tuo cuore, e di arrivare alla meta, allora sarai capace di scrivere. Non devi mai lasciare che la stanchezza o la paura te lo impediscano. Al contrario: devi usarle per andare avanti. (p. 699) *La verità non cambia nulla di ciò che proviamo per gli altri. È la grande tragedia dei sentimenti. (p. 720) *Diventare "il Formidabile" era semplice, ma diventare un uomo formidabile è stato il coronamento di un lungo e splendido combattimento contro te stesso. Sono molto fiero di te. (p. 761) *I libri sono come la vita, Marcus. Non finiscono mai del tutto. (p. 763) *Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito. (p. 767) *Un giorno Harry mi ha detto: "Da' un senso alla tua vita. Due cose danno un senso alla vita: i libri e l'amore. I libri li ho trovati." Grazie a Harry, li ho trovati. Adesso, andrò a cercare l'amore. (p. 770) ==[[Incipit]] di ''Il caso Alaska Sanders''== Il giorno prima dell'omicidio<br> ''Venerdì 2 aprile 1999''<br><br> L'ultima persona ad averla vista in vita fu Lewis Jacob, il proprietario di una stazione di servizio sulla Route 21. Erano le sette e mezzo di sera e Lewis si accingeva a lasciare il negozio attiguo alle pompe di benzina. Doveva portare a cena fuori la moglie per festeggiare il suo compleanno. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Joël Dicker, ''Il caso Alaska Sanders'', traduzione di Milena Zemira Ciccimarra, La nave di Teseo, 2022. ISBN 9788834610596 *Joël Dicker, ''La verità sul caso Harry Quebert'', traduzione di Vincenzo Vega, Bompiani, Milano, 2013. ISBN 978-88-452-7328-5 ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|La verità sul caso Harry Quebert|| (2012)}} {{DEFAULTSORT:Joël, Dicker}} [[Categoria:Scrittori svizzeri]] 7yx2cq8i3lmnaq648b4jqknntmtndfv Discussioni utente:MdsShakil 3 182531 1221227 1147362 2022-08-06T18:04:50Z Pathoschild 2615 add talk page header ([[m:Synchbot|requested by MdsShakil]]) wikitext text/x-wiki {{User talk:MdsShakil/header}} {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 11:35, 26 mag 2021 (CEST)}} 1oje0fi6iig0uab4saf0rmkddhsqwgk Mostro di Firenze 0 185575 1221208 1178632 2022-08-06T16:29:46Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ Modifico categoria wikitext text/x-wiki [[Immagine:Lettera-a-della-Monica-2.jpg|thumb|Facciata anteriore della lettera postale ricevuta dalla procuratrice Silvia della Monica il giorno dopo il ritrovamento dei corpi dell'ultimo duplice omicidio. La busta conteneva un lembo di mammella della vittima femminile]] '''Mostro di Firenze''', denominazione popolare utilizzata per riferirsi al colpevole di una serie di duplici omicidi avvenuti fra il 1974 e il 1985 nel circondario di Firenze. ==Processo di primo grado a Pacciani== {{cronologico}} ===Udienza del 24 maggio 1994=== *Poi il fatto ''<nowiki>'</nowiki>he'' lui dice di questa Perduto o Sperduto<ref>Maria Sperduto, nominata dal teste Luciano Malatesta.</ref> che l'è, è una donna che quando la vede la conoscerà da sé. Se uno l'avesse un piede merita tagliarselo per mandarla via d'intorno. La venne a ballare, ci fu la festa dei ''hacciatori'' a Montefiridolfi, e venne a ''<nowiki>'</nowiki>mpegnammi'', dice si fa un ballo e io accettai, ''ballamo''. Allora, suonava l'orchestra un tango e lei la ballava i' salto di' capretto, così {{NDR|mima dei saltelli}}. Io non mi ritrovavo con questa qui, poi l'aveva un odore peggio della volpe. Allora io gli dissi, senta, signora, abbia pazienza, grazie lo stesso e la mandai a quel paese. ('''Pietro Pacciani''') ===Udienza del 26 maggio 1994=== *'''Presidente'''<ref>Il giudice Enrico Ognibene.</ref>: Ci sente bene vero, si?<br>'''Mario Vanni''': Sentire, sento.<br>'''Presidente''': Benissimo, prego.<br>'''Pubblico Ministero'''<ref name=Canessa>Il magistrato Paolo Canessa.</ref>: Signor Vanni, che lavoro fa lei?<br>'''Mario Vanni''': Io sono andato a fa' delle merende co' i' Pacciani.<br>'''Pubblico Ministero''': No no, scusi un attimo, un attimo.<br>'''Mario Vanni''': O allora non ho capito.<br>'''Pubblico Ministero''': Vedo che qualcuno le ha già detto cosa deve dire.<br> *'''Pubblico Ministero''': Cioè, {{NDR|Pacciani}} le diceva: vuoi venire assieme a fare qualche merenda?<br>'''Mario Vanni''': È.<br>'''Pubblico Ministero''': Non fissavate di volta in volta? Quando capitava, lei andava.<br>'''Mario Vanni''': Sì, non si fissava ''miha''. Veniva su a San Casciano, dice s'andava a fa' una merenda, andiamo. A volte si beveva un bicchiere di vino nella ''hantinetta''. *'''Pubblico Ministero''': Lei ha mai posseduto... un vibromassaggiatore?<br>'''Mario Vanni''': Io sì, lo avevo.<br>'''Pubblico Ministero''': Sa se ne aveva uno anche Pacciani?<br>'''Mario Vanni''': Moh!<br>'''Pubblico Ministero''': Lei lo ha... mai acquistato per Pacciani?<br>'''Mario Vanni''': Mah, io non ho mai acquistato per i' Pacciani.<br>'''Pubblico Ministero''': Allora lei lo ha mai...<br>'''Mario Vanni''': Lo ha avuto di suo.<br>'''Pubblico Ministero''': Lui ne aveva uno di suo, ma non l'ha...<br>'''Mario Vanni''': Ne aveva uno di suo, io...<br>'''Presidente''': Si parla di vibratori, scusate?<br>'''Mario Vanni''': Sì, ho capito.<br>'''Presidente''': Perché vibromassaggiatore...<br>'''Pubblico Ministero''': Vibratore. ===Udienza del 18 ottobre 1994=== *Sono nato in una famiglia religiosa di poveri ''hontadini'' e ad Ampinana il sette uno millenovecentoventicinque, e da una famiglia povera e si lavorava dalla mattina alla sera. Il mi' povero babbo m'aveva fatto fare una zappina su misura, andavo a scuola e ritornavo da scuola e andavo ad aiutare a zappare, insomma il mi' povero babbo. Andavo a zappare, il mi' povero babbo. […]<br>Io ho voluto bene a tutto il mondo, ho considerato tutti fratelli come Dio manda nel santo Vangelo perché il mondo non s'è fatto noi. Dice, amatevi tutti come fratelli perché siamo tutti fratelli nati da due progenitori, Adamo ed Eva ed è tutto di lì che viene la generazione. […]<br>Io non ho avuto mai né fucile né porto d'armi, potete sincerarvi e io vo' a caccia senza porto d'armi e senza fucile. […]<br>E come questo, questo questo proiettile velenoso, diavolo chi ce l'ha messo, cominciano, dice: qui qui! dice fate veni' qui con questo ''metadore''<ref>Pacciani vuol dire "metal detector", col quale fu rivenuto un proiettile nell'orto della sua abitazione, poi usato dall'accusa come prova indiziaria.</ref>. Oh! una cartuccia messa lì, ritta poi, eh! ritta e interrata, interrata, e poi pe' fa' l'invecchiamento, ecco subito il trucco, è ancora lassù se non l'hanno portato via, ''lascionno'' perfino il flacone dell'acido muriatico, ci fu buttato sopra per l'invecchiamento l'acido muriatico. […]<br>Io ho scritto delle poesie:<br>''Se ni' mondo esistesse un po' di bene<br>E ognun si honsiderasse suo fratello<br>Ci sarebbe meno pensieri e meno pene<br>E il mondo ne sarebbe assai più bello.'' ('''Pietro Pacciani''') ==Processo ai ''Compagni di merende''== {{cronologico}} ===Udienza del 30 settembre 1997=== *'''Mario Vanni''': Posso parlare?<br>'''Presidente'''<ref>Il giudice Federico Lombardi.</ref>: Mi dica, cosa c'ha da dire?<br>'''Mario Vanni''': O senta una cosa. Il Lotti l'è un bugiardo, è un falso e la su' mamma è stata in manicomio parecchi anni.<br>'''Presidente''': Quello me l'ha detto già altre volte.<br>'''Mario Vanni''': Quindi non dice la verità. Il Pucci è eguale, è stato in ''manihomio'' e non dice la verità. Tant'è vero, quello che legge il signor Canessa sono tutte bugie! Tutta falsità! Non è più Italia questa, è Cina! ===Udienza del 6 ottobre 1997=== *'''Pubblico Ministero'''<ref name=Canessa/>: Io ora volevo fargli presente che invece lei ha raccontato un fatto più specifico dopo che fu aperta la tenda, dopo che il Vanni aprì la tenda.<ref>Il Pubblico Ministero si riferisce al delitto del settembre 1985 agli Scopeti.</ref> Lei dice: «''addirittura ricordo ancora il rumore''»<ref>Il Pubblico Ministero fa riferimento all'incidente probatorio.</ref>, questo glielo contesto, «''il rumore che fece, come di tela strappata''».<br>'''Fernando Pucci''': Sì.<br>'''Pubblico Ministero''': È così, allora io le dico, per quanto riguarda cosa successe dopo, lei dice: «''a questo punto l'uomo uscì fuori dalla tenda, dalla parte anteriore scappando verso il bosco, cioè dalla parte opposta alla strada verso il bosco''»<br>'''Fernando Pucci''': Sì.<br>'''Pubblico Ministero''': «''L'altro, che aveva la pistola, cioè il Pacciani, andò verso il bosco''».<br>'''Fernando Pucci''': Visto.<br>'''Pubblico Ministero''': Allora l'ha visto!?<br>'''Presidente''': Allora, signor Pucci, l'ha visto quest'uomo uscire dalla tenda o no?<br>'''Fernando Pucci''': No... 'un me lo ricordo, ecco, se l'ho visto o meno.<br>'''Presidente''': Il Pubblico Ministero le sta dicendo che lei alla Polizia ha detto...<br>'''Pubblico Ministero''': Al PM, presidente.<br>'''Presidente''': Al PM, ha detto che un uomo uscì dalla tenda e andò via, scappò. Questo dice il Pubblico Ministero.<br>'''Fernando Pucci''': ... Ah sì, sì. Ecco, ora sì!<br>'''Presidente''': Allora dichiarò questo, è vero o non è vero di quest'uomo che scappò dalla tenda?<br>'''Fernando Pucci''': È vero, sì, è vero. *Posso parlare? […] Volevo parlare con Canessa. […] Posso parlare da i' banco senza andare là? […] Come, io non ho diritto a parlare? […] Voglio la libertà per andare alla Banca e alla Posta. Poi ci sarà il Signore che punirà il signor Canessa, con un malaccio inguaribile. […] Son tutte bugie. […] Un'ultima parola: viva il Duce, il lavoro e la libertà! ''Risorneremo'', prima o dopo! ('''Mario Vanni''') ===Udienza del 3 dicembre 1997=== *'''Avvocato Filastò''': Cosa le dicevano {{NDR|Pacciani e Vanni}}, dice il Pubblico Ministero con quelle domandine un pochino suggestive: «''Se non vieni con noi ti s'ammazza, o se non vieni con noi si va a dire che tu eri con noi?''»<ref>L'avvocato Filastò fa riferimento all'incidente probatorio.</ref><br>'''Giancarlo Lotti''': Penso tutte e due le cose.<br>'''Avvocato Filastò''': Tutte e due le cose. «''Sì, questo qui, questo qui, che si va dire a tutti questo fatto qui.''» È così?<br>'''Giancarlo Lotti''': Sì, sì.<br>'''Avvocato Filastò''': Allora dissero: «Guarda, o tu vieni con noi o ti s'ammazza, e poi si va a dire a tutti che tu eri con noi quando siamo andati a Baccaiano».<ref>L'avvocato Filastò si riferisce al delitto del 19 giugno 1982 a Baccaiano.</ref> È così?<br>'''Giancarlo Lotti''': È così.<br>'''Avvocato Filastò''': La perché tira fuori questa storia del Butini? O Lotti! Cosa c'entra il Butini?<br>'''Giancarlo Lotti''': Come che c'entra il Butini? Sempre su questo fatto qui.<br>'''Avvocato Filastò''': Allora le dissero tutte e tre le cose? Dissero: «Ti s'ammazza, si dice che tu eri con noi a Baccaiano, si dice che tu t'inculavi il Butini.» È questo che gli hanno detto?<br>'''Giancarlo Lotti''': Sì.<br>'''Avvocato Filastò''': Accidenti. Questo è la prima volta che lo dice, sa? *'''Avvocato Filastò''': Quindi lei non è in grado di dire, siccome lei mi par di capire che di armi e specialmente di pistole non se ne intende punto.<br>'''Giancarlo Lotti''': No, nulla, niente. Nulla, nulla.<br>'''Avvocato Filastò''': E quella<ref>L'avvocato Filastò si riferisce al delitto del 9 settembre 1983 a Giogoli.</ref> era la prima volta in vita sua che prendeva in mano una pistola?<br>'''Giancarlo Lotti''': Sì.<br>'''Avvocato Filastò''': Ma è sicuro?<br>'''Giancarlo Lotti''': Son sicurissimo.<br>'''Avvocato Filastò''': O Lotti, via.<br>'''Giancarlo Lotti''': Son sicurissimo.<br>'''Avvocato Filastò''': E Pacciani lo sapeva questo?<br>'''Giancarlo Lotti''': I' che?<br>'''Avvocato Filastò''': Che lei era la prima volta che pigliava una pistola in mano.<br>'''Giancarlo Lotti''': Io 'un gl'ho mica detto. Che andavo a dirgli?<br>'''Avvocato Filastò''': No, non gliel'ha detto. Quindi non lo sapeva. No, tante volte, potevate, ne avete parlato prima.<br>'''Giancarlo Lotti''': Se dico non ho mai visto, è la prima volta, quel giorno lì e basta.<br>'''Avvocato Filastò''': Però lei c'ha un talento naturale, sa?<br>'''Giancarlo Lotti''': Come un talento naturale?<br>'''Avvocato Filastò''': Va be', lasciamo perdere. *'''Avvocato Filastò''': Senta, ora le contesto quello che lei ha detto in un verbale del 26 aprile del '96. Io vorrei sapere, a proposito della faccenda di Francesco Vinci, chi fu a dirgli che l'omicidio dei tedeschi era stato fatto per far scarcerare Francesco Vinci. Chi glielo disse?<br>'''Giancarlo Lotti''': I' Pietro.<br>'''Avvocato Filastò''': Le contesto che il 15 luglio '96 lei ha detto che glielo aveva detto Vanni.<br>'''Giancarlo Lotti''': Ma insomma, tutti e due.<br>'''Avvocato Filastò''': Tutti e due, va bene.<br>'''Giancarlo Lotti''': Più preciso non…<br>'''Avvocato Filastò''': In coro? Tutti e due insieme? In coro dissero: s'è fatto per far scarcerare… tutti e due insieme in coro? Oppure prima uno e poi l'altro?<br>'''Giancarlo Lotti''': No, tutti e due insieme.<br>'''Avvocato Filastò''': Tutti e due insieme. E nell'occasione gli dissero, per caso, che l'omicidio di Calenzano era stato fatto per scarcerare un certo Spalletti?<br>'''Giancarlo Lotti''': No, questo 'un so niente.<br>'''Avvocato Filastò''': Non sa niente.<br>'''Giancarlo Lotti''': Di questo Spalletti no. ===Deposizione=== *Ciò che dirò io, Pucci e Lotti sono dei bugiardi, perché io il Lotti faceva il lavoro da un mese, il nipote, l'ho pagato per quattro mesi che c'era, e l'ho pensato così, il Lotti veniva a 'mbiancare e gli davo la giornata e in più gli davo da mangiare e bere e cinquantamila lire. Siccome l'ha fatto abbastanza bene, non so come mai l'hanno presa con me. Senta, so' malato, ho du' ulcere, e un'ernia, ho la moglie con la, il coso... come si chiama? {{NDR|rivolgendosi al difensore, che gli suggerisce il termine}}, l'epilessia, la ''scanterna'', sicché io sono innocente. Gli è un anno e tre mesi che sono, se mi fa la gentilezza di mandarmi a casa perché non ne posso più. Io dico la verità. ('''Mario Vanni''') ==Citazioni sul Mostro di Firenze== [[Immagine:Occhio ragazzi.jpg|thumb|Avviso pubblico che nei primi anni '80 nei dintorni di Firenze invitava i ragazzi a prestare attenzione nell'appartarsi in zone a rischio aggressione da parte del Mostro]] *Anche il Mostro di Firenze l'avrà detto "Buongiorno" a qualcuno qualche volta. ([[Roberto Benigni]]) *È un tipo di delitto che riguarda il sesso, che riguarda la coppia, che riguarda la potenza sessuale, che riguarda il corpo della donna come oggetto appunto di feticismo, e che in una fantasticheria più o meno consapevole è presente in tutti noi […]. Ci sono elementi fantastici intorno a questo tipo di problema che sono più o meno presenti nella nostra società, quindi io credo che è quasi una forma di abreazione per tutti il poterli affrontare con tanta serenità come abbiamo fatto questa sera. ([[Ida Magli]]) *Pacciani è un uomo che ha avuto il suo passato, i suoi problemi e i suoi difetti come ognuno di noi. In ogni caso lo considero totalmente estraneo ai delitti del Mostro di Firenze e reputo che sia il [[Gino Girolimoni|Girolimoni]] bis della situazione. ([[Carmelo Lavorino]]) *Questa è una storia di mostri.<br>È la storia più spaventosa che si possa immaginare.<br>Una di quelle storie che fanno da confine, da linea di demarcazione tra un prima e un dopo. Prima che accadesse si poteva dire che certe cose non succedono, non qui, non da noi.<br>Dopo, non più. ([[Carlo Lucarelli]]) ===[[Giorgio Abraham]]=== {{cronologico}} *Non esiste nella letteratura mondiale un caso così, non è possibile che uno soddisfi una voglia sessuale con dei tempi così distanziati, è assolutamente escluso. Poi ci sono delle tendenze perverse che possono essere lo ''start'' della cosa, cioè è possibilissimo che quest'uomo avesse delle tendenze da guardone in partenza, qualche cosa è successo che l'ha spinto una prima volta a uccidere e di lì è venuto il seguito. *L'amputazione, questo esiste nella storia, però io penso che per quest'uomo queste amputazioni servano ad altre cose che per uno scopo strettamente sessuale. *Secondo me questa persona si trova ormai alle strette, psicologicamente parlando, cioè lui deve sopravvivere, deve rinnovare i motivi della sua azione, spiegarseli. Non è solo lui che in fondo ci può spiegare un po' quello che è successo ma anche noi possiamo aiutarlo a capire lui stesso. ===[[Francesco Bruno (criminologo)|Francesco Bruno]]=== {{cronologico}} *L'identikit era quello di una persona di buon livello socio–culturale, al contrario di Pacciani, che era un contadino, rozzo, ignorante, intelligente, furbo ma certamente non di elevato livello, o di medio livello socio–culturale. *Il mostro è un uomo di notevole intelligenza e di notevole cultura, di notevole abilità e che forse ha fatto anche qualcosa per depistare. *Io ho conosciuto personalmente Pacciani, sono stato suo consulente di difesa, non crederò mai alla colpevolezza di Pacciani. ===[[Roberta Bruzzone]]=== {{cronologico}} *La stragrande maggioranza di questi omicidi era possibile commetterla in solitudine. Onestamente, per tipologia di assassinio – questo è possibile affermarlo sulla scorta di studi condotti soprattutto negli Stati Uniti, terra ben più prolifica quando parliamo di ''serial killer'', rispetto al nostro Paese fortunatamente – è difficile che omicidi con uno sfondo di matrice sessuale così selvaggia e con la modalità omicidiaria che viene selezionata per eliminare immediatamente l'ostacolo principale, ossia il partner maschile all'interno della coppia, solitamente è associato a un omicida singolo. *Più si va avanti con questa storia più emergono dettagli sull'operato di questo soggetto e meno la pista dei "compagni di merende" diventa oggettivamente proponibile. Consideriamo che la condanna dei "compagni di merende" si fonda unicamente sulle dichiarazioni di Lotti, non c'è nient'altro, e Lotti è una persona problematica, sicuramente molto problematica, che fa una serie di dichiarazioni più volte cadendo in contraddizione in relazione a determinati fattori. *Io credo che la persona che si nasconde dietro questa serie di delitti era una persona che frequentava e bazzicava gli stessi ambienti entro cui maturavano le decisioni investigative, perché aveva avuto il potere di sfidare tutta una serie di soggetti in maniera scientifica durante tutta questa storia, come se fosse necessariamente sempre un passo avanti a delle indagini che conosceva, probabilmente, o che aveva l'opportunità di intuire forse non in maniera così distintiva ma attraverso magari dell'''intelligence'' fatta attraverso soggetti a vario titolo e vario livello, magari loro malgrado, appartenenti agli ambienti investigativi. ===[[Umberto Cecchi]]=== {{cronologico}} *Il fatto è che rimane, di questi quaranta, cinquanta anni di storia, rimangono un po' di ragazzi morti, in una maniera terribile, e che non riusciamo a dare a chi è sopravvissuto una pace perlomeno morale. Questo è il terribile di questa storia. *Ognuno aveva e continua ad avere le sue conclusioni. Basti pensare che Piero Luigi Vigna, procuratore della Repubblica che aveva fatto dell'inchiesta il caposaldo da portare in giudizio, fu smentito dal sostituto che in Tribunale chiese l'assoluzione del 'mostro' sostenendo che l'inchiesta era stata fatta 'coi piedi'. E i giudici gli dettero ragione: morale, Pacciani è morto innocente e i suoi complici colpevoli. Assurdità nazionali. *Vorrei capire dagli inquirenti come mai in tanti anni la vicenda–mostro ancora non ha un risultato finale. Disse bene il pubblico ministero Piero Tony, nella sua requisitoria, dicendo che questa non è stata una inchiesta ma una indagine ridicola e chiese appunto l'assoluzione di Pietro Pacciani, come il Procuratore Generale Daniele Propato chiese l'assoluzione di Mario Vanni. ===[[Nino Filastò]]=== {{cronologico}} *Oggi questa pista dei mandanti e delle sette sataniche è un'escrescenza anomala degli errori giudiziari del passato, e delle più indigeribili. Ha la caratteristica perversa di allargare la rosa dei possibili colpevoli in una maniera grave. Che si stia per fare un processo per stregoneria a Firenze, nel 2004, mi umilia. Trovo questa vicenda ossessiva. Questa storia del mostro arriva sempre a rate. *Non sono l'avvocato del diavolo, ci mancherebbe. Io sono l'avvocato di Mario Vanni, che è rimasto l'ultimo condannato vivo, con una sentenza passata in giudicato, per il quale ho prodotto un'istanza di revisione del processo, respinta dalla corte d'appello di Genova. E che ora si trova in Cassazione. *Si uccidono sempre queste coppie nei preliminari amorosi, lo si fa prima uccidendo l'uomo e compiendo successivamente atti di mutilazione sul cadavere della donna. E anche quando non ci sono amputazioni, c'è però il rivestire il corpo della donna: un modo come un altro per coprire l'organo femminile che, nella forma psicotica del criminale, è ragione di scandalo. Insomma: abbiamo sempre avuto a che fare con una persona iposessuale, impotente funzionalmente. Ma lo sa che non si è mai trovata sul luogo dei delitti una sola traccia di sperma? *[[Michele Giuttari|Giuttari]] addirittura chiese attrezzature per guardare oltre i muri della cosiddetta villa dei misteri, per scoprire questo tempio. Per fortuna non vennero concessi. Soldi mi pare che ne siano stati spesi abbastanza. Ho letto il suo romanzo in cui afferma che Vanni ha fatto delle vittime, è malato, ma sta bene in galera. Questo non mi piace. Come non mi piace che sia stato lui a andarlo a prenderlo la prima volta, per arrestarlo. Abbastanza strano che un capo della mobile si muova lui per andare a arrestare un povero cristo... C'è questo suo accanimento. *Ha una determinazione omicida spaventosa. Guardi che è piuttosto raro questo, perché se uno va a vedere la storia criminologica degli omicidi di più persone, di coppie eccetera, uno che la scampa si trova sempre. Individuo di una freddezza, di una ferocia e di una capacità omicida straordinaria. *Pacciani, Vanni e Lotti sono tre disgraziati capitati nel mezzo a questa storia centomila volte più grossa di loro. Tre vecchiotti di paese, alcolisti tutti e tre. Il Vanni l'ho conosciuto personalmente, la sua moglie gli nascondeva le bottiglie di vino, andava fuori per bere. Lotti era una specie di scemo del villaggio, intendiamoci, lo prendevan tutti in giro, il classico mezzo scemo, insomma, che uno sfotte. […] Lotti era questo. Lui era convinto di non andare in galera. Mi ricordo, gli dissi: Lotti, non creda, eh, perché poi alla fine ce lo mettono in galera lei, eh. Non s'era fatto nemmeno un giorno fino a quel momento. E lui: ''uh, mh, uh...''. Niente era lì, un pezzo di carne che non sapeva nemmen parlare, non c'era verso di fargli fare un discorso compiuto, era una cosa tragica: ecco il Lotti. E Vanni una cosa abbastanza simile, purtroppo per lui. […] Negli ultimi giorni, quando andavo a trovarlo, ricordo: ''ma avvocato, quando me lo fanno il processo?'' Poveraccio, c'erano già stati tre gradi di giudizio. *Io se fossi a tu per tu con lui gli direi: «''Ma scusi una cosa, lei ha fatto tutto questo trambusto, grosso, e vuole che la storia finisca senza che lei venga fuori? Mai trovato, questi delitti così, diciamo, perfetti per certi versi?''» Mah! ===[[Michele Giuttari]]=== {{cronologico}} *Io sono stato visto come l'investigatore che non doveva più indagare, sono stato messo da parte. Non lo dico io, ma i fatti che sono accaduti che ho regolarmente denunciato alla procura senza poi sapere più nulla. Si è fatto di tutto per mettermi di lato perché potesse tornare la tranquillità a Firenze. E infatti l'indagine di Perugia non l'ha continuata nessuno. Il processo ai mandanti si è chiuso con un'assoluzione dubbiosa, che non è stata impugnata nonostante la richiesta di ergastolo. *Una morte strana {{NDR|quella di Pietro Pacciani}}, non ha le caratteristiche di una morte naturale. Era in una posizione insolita, aveva macchie che non dovevano esistere, come se il cadavere fosse stato spostato. Le luci erano spente. Tutte le finestre e la porta della casa erano spalancate quando invece lui all'imbrunire si serrava dentro perché temeva di essere ucciso, lo diceva anche in un biglietto che ritrovammo. Poi c'era quel farmaco, l'Eolus, controindicato, che non si è capito chi glielo abbia segnato. *Non condivido quando qualcuno accusa Lotti di dire bugie: Lotti è morto, ma bisogna dargli atto che ha raccontato la verità come hanno stabilito i giudici. *La mano del 1981 era diversa. I medici legali descrissero tagli eseguiti molto professionalmente. Nel 1984 e del 1985 la manualità è diventata rozzezza. È cambiata la mano. Ed è possibile, perché nella filosofia del serial killer solitario non si può accettare un cambio di mano, ma nei delitti di gruppo sì. Questo gruppo da quante persone era composto? Gli elementi del gruppo potevano anche intercambiarsi i ruoli a seconda di disponibilità e reperibilità. Sono elementi che devono far riflettere. Oggi è difficile, mi auguro che la magistratura possa trovare la soluzione, però è passato troppo tempo, troppa gente è morta, bisognava avere anche un colpo di fortuna nelle indagini, che non c'è stato. Bisognava all'epoca intuire che non si trattava di un serial killer solitario ma di un gruppo. *Si è trattato di delitti di un gruppo costituito da personaggi di varia estrazione sociale, molto probabilmente facente riferimento a una setta, perché numerosi sono i riferimenti che portano al movente esoterico dei delitti. Già dal 1984 il significato esoterico dei delitti opera di una setta era contenuto in distinti studi molto approfonditi di tre dipendenti dei servizi segreti, che però non si sa per quale motivo non sarebbero giunti agli inquirenti dell'epoca. Interrogati, i tre funzionari confermarono i loro elaborati e le loro ipotesi e fu possibile recuperare i documenti a seguito di perquisizioni. Anche l'inchiesta perugina portò a considerare l'ipotesi dell'esistenza di una setta, in base a precise testimonianze anche da parte di personaggi legati alla massoneria. Per me questo dell'esoterismo è un aspetto abbastanza verosimile sul quale si sono avute difficoltà a indagare sia per la segretezza che caratterizza questo mondo sia per una mancanza di preparazione nell'affrontare simili indagini, tanto che in una delle mie annotazioni avevo chiesto la creazione di un apposito gruppo di lavoro con la partecipazione di esperti anche criminologi e psichiatri. Ma eravamo già nella fase dei trasferimenti e dei problemi vissuti. ===[[Nino Marazzita]]=== {{cronologico}} *Diedi una scorsa alle pagine della sentenza {{NDR|di condanna di Pietro Pacciani}} e mi ricordo che dissi: una sentenza che mi pare un po' vaga, estremamente vaga e c'è una notevole forzatura nel modo di argomentare. Poi, devo dire, quando mi fu dato l'incarico e ho avuto modo di leggere la sentenza e di approfondire tutta la vicenda, questa mia impressione iniziale si trasformò in una certezza. […] Una tecnica accusatoria pregiudiziale, preconcetta, dura, feroce, di antipatia e di cattiveria nei suoi confronti. Era una requisitoria, non era una sentenza. *La Procura di Firenze intuì che ci si avviava velocemente verso una assoluzione di Pacciani e mise in moto il meccanismo della rivincita, prima ancora che la sentenza fosse emessa. E allora si era indagato un po' maldestramente, si era indagato in modo prevenuto, pregiudiziale. Ecco, i pregiudizi e il desiderio di arrivare ad una verità per forza, magari con la stessa convinzione di coloro che ricercavano questa verità, che era una verità non verità. E allora si inventarono i cosiddetti compagni di merenda. *Questa è una delle storie più misteriose e più maledette che siano mai accadute in Italia. Ci sono avvenimenti atroci, parliamo di avvenimenti assolutamente atroci che hanno tenuto in piedi un'indagine, un'indagine criminale naturalmente, che è durata, pensate, ben quaranta anni. Otto notti di pura follia, otto coppie massacrate con precisione maniacale da un killer. Un ritratto della storia d'Italia. ===[[Giuliano Mignini]]=== {{cronologico}} *{{NDR|Narducci}} faceva parte di un elenco di sospettati che nel 1987 fu trasmesso ai magistrati [[Piero Luigi Vigna|Vigna]] e Canessa dai Carabinieri della Squadra Mobile di Firenze. Era un elenco di circa 200 nomi relativamente agli ultimi due duplici omicidi. […] Non era un personaggio sconosciuto, ne parlava Pacciani, Pacciani diceva «indagate sul medico di Perugia». […] In seguito alle dichiarazioni di Lotti che c'era un dottore che pagava per avere questi reperti, è cominciato il livello ''ter'' delle indagini nel quale si è inserita l'indagine perugina. *Io ho provato a immaginarmi una singola persona che uccide l'uomo, non ha bisogno di un palo, non ha bisogno di uno che sorveglia, è notte, non ha bisogno di nessuno che lo illumina, uccide la donna, la mutila senza bisogno di alcuna luce: non riesco a capire come, è un po' difficile immaginare un singolo che riesca a fare tutte queste cose, soprattutto un singolo che riesca a mantenere questa paura. […] In questa storia non c'è un solo soggetto, questo mi sembra di poterlo dire a conclusione del lavoro che ho svolto. *Nel momento in cui il livello di indagine si è elevato (prima c'erano i grulli del paese, i sardi, non c'erano problemi di sorta), nel momento in cui il livello sociologico si è elevato sono cominciati i problemi: gli inquirenti sono stati indagati e poi prosciolti, ma insomma il danno è stato fatto. […] Intrusioni al GIDES<ref>Gruppo Investigativo Delitti Seriali.</ref>, borchie che prelevavano i dati delle intercettazioni e li riversavano non si sa dove, sono successe le cose più strane quando il livello si è elevato in corrispondenza di questo troncone perugino<ref>Il segmento di indagini sui presunti mandanti.</ref>. ===[[Mario Spezi]]=== {{cronologico}} *La mia opinione è che esiste un solo movente, che è quello maniacale, nel senso che i delitti sono commessi da un maniaco, i delitti sono commessi non solo con la stessa pistola e con lo stesso coltello ma con le stesse modalità, mi riferisco ai tagli sulle vittime […]. L'assassino è quindi sempre lo stesso, fa un'operazione che non dovrebbe fare, gli fa perdere tempo, rischia di sporcarsi e non ha apparentemente alcun senso ma la fa sempre. I tecnici dell'FBI dicono che questo è il vero scopo del delitto, inconscio, il vero movente. Cioè l'assassino ogni volta prende e trascina il corpo della ragazza a distanza di alcuni metri da dove l'ha uccisa. Questa è la firma del delitto. Riprendersi una donna a un altro uomo, riprendersi una donna che gli è stata tolta con la forza. Non si capirebbe altrimenti perché debbano aggredire una coppia e non una donna sola. Questo assassino ha bisogno della presenza di un rivale. *La mia conclusione è che ci possono essere dei giudici che dire bizzarri è poco, ci possono essere degli investigatori strani, ma io poi a tutte queste stranezze credo poco. Io sono sempre più convinto che, non la storia del mostro ma la mostruosa storia delle indagini è sempre stata una storia di acquisizione, gestione e abuso di potere. *Il Mostro di Firenze è una storia di potere. In un misto di cialtroneria e volontà precisa, io non tollero di aver visto distorcere fatti evidenti, di aver letto interpretazioni e non fatti reali, sopralluoghi ritrascritti ''ad hoc'' nei quali, improvvisamente, ad esempio mentre il pentito Lotti dimenticava le cose, il registratore guarda caso si rompeva e riprendeva a funzionare quando l'uomo ricordava… E ancora, sulle vittime seviziate erano scempi fatti con forza e precisione ma non con un taglio da bisturi. Certe persone prima di andare a testimoniare imparavano la lezione. Ecco, questi sono alcuni esempi. Poi le coincidenze: i magistrati che brancolano nel buio seguendo la pista dei sardi, il rischio di un flop tremendo, una lettera anonima e un processo costruito su Pacciani e complici, che si chiude con le condanne (tra l'altro, l'assurdo assoluto di Lotti che "confessò" quattro duplici omicidi. E gli altri tre, perfettamente identici?). ===[[Piero Luigi Vigna]]=== {{cronologico}} *Secondo quanto ci dicono gli esperti attraverso la ricostruzione di tutte le modalità degli omicidi si ritiene che sia un uomo, a causa innanzitutto della forza fisica, in secondo luogo anche probabilmente della particolare altezza che dovrebbe avere quest'uomo desunta dal punto in cui furono esplosi i colpi nell'omicidio dei due giovani tedeschi nel 1983. *L'identikit è stato fatto nel 1983 e precisamente nell'unico fatto di duplice omicidio che si è verificato nell'autunno a Calenzano. *Qualche persona ci deve essere, che è accanto a lui e che sa e che non riesce a vincere, è difficile vincere gli affetti, difficile farsi altri, perché siamo sempre noi stessi, ma io vorrei proprio che in questo caso chi gli sta vicino, e per le ragioni dette da [[Giorgio Abraham|Abraham]] e per questo farsi altri e per evitare altre cose, che questa persona vicina davvero operi sul suo caro. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *''[https://www.radioradicale.it/scheda/63953/processo-pacciani Udienza del 24 maggio1994]'', ''radioradicale.it''. *''[https://www.radioradicale.it/scheda/63924/processo-pacciani, Udienza del 26 maggio 1994]'', ''radioradicale.it''. *''[https://www.radioradicale.it/scheda/72597/processo-pacciani Udienza del 18 ottobre 1994]'', ''radioradicale.it''. *''[https://www.radioradicale.it/scheda/99397/processo-ai-presunti-complici-del-mostro-di-firenze-vanni-3 Udienza del 30 settembre 1997]'', ''radioradicale.it''. *''[https://www.radioradicale.it/scheda/99398/processo-ai-presunti-complici-del-mostro-di-firenze-vanni-3 Udienza del 6 ottobre 1997]'', ''radioradicale.it''. *''[https://www.radioradicale.it/scheda/99410/processo-ai-presunti-complici-del-mostro-di-firenze-vanni-3?i=2004786 Udienza del 3 dicembre 1997]'', ''radioradicale.it''. *''[https://www.youtube.com/watch?v=6FAjlu4tmJQ Vanni: gentilezza di mandarmi a casa]'', disponibile su YouTube. ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] [[Categoria:criminali italiani]] 2fwajlec5nurf9tq0qnu77ec0jgzon6 Donato Bilancia 0 186703 1221203 1195882 2022-08-06T16:27:33Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ modifico categoria wikitext text/x-wiki '''Donato Bilancia''' (1951 – 2020), criminale e assassino seriale italiano. ==Citazioni di Donato Bilancia== *Cos'è che mi spingeva a uccidere? Questa è una domanda alla quale io non posso rispondere e non posso tutt'ora dare nessun genere di spiegazione. Stiamo cercando di arrivare a svelare quest'arcano. Non ci sono risposte, è un salto nel buio e più avanti non riesco ad andare perché io ricordo tutto, momento per momento quello che è successo fisicamente, materialmente, però se lei mi chiede perché, non posso risponderle.<ref>Dall'intervista di Paolo Bonolis per ''Domenica in''; citato in ''[https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/04_Aprile/25/bilancia.shtml Domenica in, va in onda l'intervista al killer]'', ''corriere,it'', 25 aprile 2004.</ref> *Ho preso il treno a Genova, in uno scompartimento c'era una donna. Ho aspettato che si recasse in bagno. Aveva la borsa con lei. Ho aperto la porta con una chiave falsa e lei si è messa a urlare. Io le ho posto la sua giacca sulla testa ed ho sparato. Lo faccio perché non riesca a vedere cosa succede. Ho ripreso la borsa e mi sono appropriato del biglietto che spuntava, perché non ce l'avevo. Ma non ho toccato niente altro.<ref>Citato in [[Ruben De Luca]], ''Serial killer'', prefazione di [[Roberta Bruzzone]], Newton Compton Editori, 2021. ISBN 9788822752932</ref> *Sono sicuro che in questi ultimi diciassette anni non siano mai trascorsi ininterrottamente sei mesi senza che giornali, riviste, talk televisivi, persone che hanno scritto libri ed altri, non abbiano parlato di me. Si pensi che addirittura viene persino proiettato periodicamente anche il film realizzato sulla mia storia. Questo tanto feroce quanto ingiustificato accanimento mediatico penalizza ulteriormente in tutto e per tutto il mio già non facile percorso penitenziario.<ref>Da un articolo del luglio 2015, pubblicato postumo; citato in Damiano Aliprandi, ''[http://www.ristretti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=96328:donato-bilancia-scrisse-qcondannato-anche-allergastolo-mediaticoq&catid=220:le-notizie-di-ristretti&Itemid=1 Donato Bilancia scrisse: "Condannato anche all'ergastolo mediatico"]'', ''ristretti.org'', 22 dicembre 2020.</ref> ==Citazioni su Donato Bilancia== *Un delitto dopo l'altro ha cambiato stile e modus operandi. Se non avesse commesso errori, sarebbe stato impossibile stilarne un profilo. ([[Massimo Picozzi]]) ===[[Carmelo Lavorino]]=== *Il suo profilo risponde a tutte le caratteristiche delle diverse tipologie di serial killer comprendendo, tutte insieme, la categoria degli assassini seriali vendicativi, quella dei narcisisti, collezionisti e vendicativi. *Bilancia aveva più di un modus operandi, a seconda della vittima che intendeva colpire. In linea generale, lo schema che seguiva era il seguente: ideazione del delitto, sopralluogo della scena del crimine, modalità di approccio alla vittima e, successivamente all'azione omicidiaria, trasferimento del corpo da luogo del delitto. *Bilancia commetteva molti errori, imprecisioni e leggerezze. Se gli inquirenti avessero notato alcuni dettagli, tipo quello della Mercedes nera che si spostava nei luoghi in cui erano stati commessi i primi tre delitti senza mai pagare il pedaggio autostradale, lo avrebbero catturato già al secondo omicidio. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bilancia, Donato}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] [[Categoria:Criminali italiani]] 76t4jfs89xnfshfki8hjx8a5ceqgxrf Sonya Caleffi 0 186888 1221205 1171357 2022-08-06T16:28:39Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ Modifico categoria wikitext text/x-wiki '''Sonya Caleffi''' (1970 – vivente), assassina seriale italiana. ==Citazioni di Sonya Caleffi== *Aspetti. È vero che ho firmato una confessione, però devo puntualizzare due cose. Innanzitutto, mentre scrivevo ero in uno stato confusionale e poi per la stesura di quel memoriale è stata decisiva la presenza di un maresciallo dei carabinieri che mi ha detto che se non avessi collaborato mi avrebbero dato trent'anni anni di galera. La verità è che quelle mie dichiarazioni sono state, secondo me, in gran parte pilotate.<ref name=panorama>Da un'intervista a ''Panorama'', 10 marzo 2005; citato in [[Ruben De Luca]], ''Serial killer'', prefazione di [[Roberta Bruzzone]], Newton Compton Editori, 2021. ISBN 9788822752932</ref> *Non era mia intenzione praticare l'eutanasia. Intendevo operare affinché accorressero immediatamente i soccorritori, cioè i medici rianimatori e gli altri specialisti. Intendevo così mettermi in luce rispetto ai miei superiori, in quanto mi sentivo sottovalutata rispetto alle mie reali capacità. Mi sentivo anche molto prostrata, in conseguenza di ciò.<br>Sono in qualche modo contenta che tutto questo sia finito. Ero molto stanca.<ref>Citato in [[Ruben De Luca]], ''Serial killer'', prefazione di [[Roberta Bruzzone]], Newton Compton Editori, 2021. ISBN 9788822752932</ref> *Senza una ragione particolare, una notte sono scesa al piano inferiore della villetta dove vivevo con il mio convivente e ho cercato di iniettarmi aria in vena. L'unico motivo di quel gesto è che sentivo un gran senso di vuoto. In precedenza, ero andata a sbattere volontariamente con l'auto contro un muro. Altre volte mi sono ferita da sola.<ref name=panorama/> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Caleffi, Sonya}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] q3wt6l0e351sk5v2k7j747ac7cea4mb Gianfranco Stevanin 0 187403 1221204 1173876 2022-08-06T16:28:09Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ Modifico categoria wikitext text/x-wiki '''Gianfranco Stevanin''' (1960 – vivente), assassino seriale e criminale italiano. {{Int|''[https://www.youtube.com/watch?v&#61;TMyHe8-nfx8 Il serial-killer Stevanin "non ricordo di averle uccise"]''|''Nove''; documentario disponibile su YouTube, 18 marzo 2021}} *Il primo corpo che han trovato, io non mi sentivo responsabile, di conseguenza me ne stavo tranquillo. *Il ricordo di come è avvenuta la morte {{NDR|delle vittime}} non ce l'ho proprio. Dopo, sento che la persona mi manca, quello sì c'è stato ma diciamo che probabilmente il sentimento non era così importante e mi sono ripreso. *Bene o male, se mi ritrovo fra le mani un corpo e so che non posso essere stato che io a provocare la sua morte è inevitabile che io ci stia male per aver causato questo dolore, nella persona e nei familiari. Cioè la cosa l'ho abbastanza metabolizzata da questo punto di vista. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Stevanin, Gianfranco}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] [[Categoria:Criminali italiani]] in7gvcyo4gn8y9nkm67mj9tb09fzsqm Discussioni utente:Bradipo Lento 3 187541 1221182 1203616 2022-08-06T14:41:20Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki Pagina discussioni dell'utente '''Bradipo Lento''': abbiate pazienza, rispondo a tutti... {{smile}} <div style="clear:both;" class="NavFrame"> <div class="NavHead" align="center" style="background-color:#66cdaa;">Discussioni precedenti archiviate</div> <div class="NavContent" align="center"> {| align=center style="font-size:10pt; background-color:#adffad;" width=100% | *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio01|Fino al '''31/08/2013''']] *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio02|Dal '''01/09/2013''' al '''04/08/2016''']] *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio03|Dal '''05/08/2016''' al '''30/09/2021''']]| |} </div></div> <br /> __TOC__ == Aggiornamenti dall'Organizzazione == Ohilà, Brad, mentre ottimizzo le attività di pulizia nei vari progetti, il Mossad ha fatto anche a me una soffiata: ''[[Steins;Gate 0]]'' è arrivato doppiato su Netflix e ho iniziato a guardare le prime scene per vedere se ci sono differenze con le citazioni riportate dai sottotitoli. Qualche differenza c'è, anche se minima. Ma ovviamente la voce può restare com'è, magari scrivendo in cima (come ad es. in [[Princess Mononoke]]) che le citazioni sono attinte dall'edizione sottotitolata su VVVID (se ben ricordo le hai trascritte da lì), e nel caso qualcuno voglia aggiungerne dalla versione doppiata si potranno utilizzare note alle citazioni come in [[The End of Evangelion]].-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:26, 4 ott 2021 (CEST) :Ah, molto bene, se intendi allineare al doppiaggio è ovviamente la soluzione migliore, fa' con comodo e buona visione! E grazie ancora per il benvenuto nel ''club'', sarò prudente e accorto... MUHAHAHAHAHAHAHAAA!!!! Ehm... dimentica la risata folle {{sisi2}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:00, 4 ott 2021 (CEST) == Re: Messaggi impropri == Va bene, scusa. è che in realtà su wikipedia fa male avere il blocco infinito per aver fatto evasione. Però sai, è dai propri sbagli che si impara. --[[Utente:RBNB1589|RBNB1589]] ([[Discussioni utente:RBNB1589|scrivimi]]) 19:40, 17 apr 2022 (CEST) == Bradip Gate == Ciao Brad, come va? anzi, come butta?? Stai ancora progredendo con ''[[Clannad]]''? Io per svagarmi un po' durante le vacanze mi sono procurato ''[[:w:en:Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram|Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram]]'' e ''[[w:en:Steins;Gate: My Darling's Embrace|My Darling's Embrace]]''. A proposito di ''[[Steins;Gate]]'', ogni tanto mi torna in mente che volevi proporlo per la vetrina, io avevo solo qualche dubbio per la mancanza di "citazioni su", ma se non se ne trovano... E poi è stato un notevole lavoro sulle voci dei personaggi! Facciamo così, se riesci ad aprire correttamente la segnalazione in [[Wikiquote:Vetrina/Segnalazioni]] nonostante il pasticciatissimo meccanismo per aggiungere una nuova proposta, sosterrò la candidatura! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:41, 6 ago 2022 (CEST) jgbodvkyglews138ssoszki680maca2 1221191 1221182 2022-08-06T15:38:15Z Spinoziano 2297 /* Bradip Gate */ wikitext text/x-wiki Pagina discussioni dell'utente '''Bradipo Lento''': abbiate pazienza, rispondo a tutti... {{smile}} <div style="clear:both;" class="NavFrame"> <div class="NavHead" align="center" style="background-color:#66cdaa;">Discussioni precedenti archiviate</div> <div class="NavContent" align="center"> {| align=center style="font-size:10pt; background-color:#adffad;" width=100% | *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio01|Fino al '''31/08/2013''']] *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio02|Dal '''01/09/2013''' al '''04/08/2016''']] *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio03|Dal '''05/08/2016''' al '''30/09/2021''']]| |} </div></div> <br /> __TOC__ == Aggiornamenti dall'Organizzazione == Ohilà, Brad, mentre ottimizzo le attività di pulizia nei vari progetti, il Mossad ha fatto anche a me una soffiata: ''[[Steins;Gate 0]]'' è arrivato doppiato su Netflix e ho iniziato a guardare le prime scene per vedere se ci sono differenze con le citazioni riportate dai sottotitoli. Qualche differenza c'è, anche se minima. Ma ovviamente la voce può restare com'è, magari scrivendo in cima (come ad es. in [[Princess Mononoke]]) che le citazioni sono attinte dall'edizione sottotitolata su VVVID (se ben ricordo le hai trascritte da lì), e nel caso qualcuno voglia aggiungerne dalla versione doppiata si potranno utilizzare note alle citazioni come in [[The End of Evangelion]].-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:26, 4 ott 2021 (CEST) :Ah, molto bene, se intendi allineare al doppiaggio è ovviamente la soluzione migliore, fa' con comodo e buona visione! E grazie ancora per il benvenuto nel ''club'', sarò prudente e accorto... MUHAHAHAHAHAHAHAAA!!!! Ehm... dimentica la risata folle {{sisi2}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:00, 4 ott 2021 (CEST) == Re: Messaggi impropri == Va bene, scusa. è che in realtà su wikipedia fa male avere il blocco infinito per aver fatto evasione. Però sai, è dai propri sbagli che si impara. --[[Utente:RBNB1589|RBNB1589]] ([[Discussioni utente:RBNB1589|scrivimi]]) 19:40, 17 apr 2022 (CEST) == Bradip Gate == Ciao Brad, come va? anzi, come butta?? Stai ancora progredendo con ''[[Clannad]]''? Io per svagarmi un po' durante le vacanze mi sono procurato ''[[:w:en:Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram|Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram]]'' e ''[[w:en:Steins;Gate: My Darling's Embrace|My Darling's Embrace]]''. A proposito di ''[[Steins;Gate]]'', ogni tanto mi torna in mente che volevi proporlo per la vetrina, io avevo solo qualche dubbio per la mancanza di "citazioni su", ma se non se ne trovano... E poi è stato un notevole lavoro sulle voci dei personaggi! Facciamo così, se riesci ad aprire correttamente la segnalazione in [[Wikiquote:Vetrina/Segnalazioni]] nonostante il pasticciatissimo meccanismo per aggiungere una nuova proposta, sosterrò la candidatura! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:41, 6 ago 2022 (CEST) :Sì, be', tieni presente che ''Steins;Gate'' sostituirebbe in [[Template:Prima]] ''Welcome to the NHK'', direi che quel livello l'abbiamo superato! Una buona "citazione su" l'avevamo anche trovata, quella da ''[[The Anime Encyclopedia]]''. Ma segui i tuoi tempi, don't worry! Su Kotomi ricordo che mi [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Spinoziano/Archivio2019#Clannad_e_Kotomi avevi segnalato tu] qualcosa a aggiungere, ma non l'avevo fatto perché non sei l'unico ad avere fasi di pigrizia {{sisi2}} Ricordo il dialogo sulle forbici, sicuramente esiste anche nella traduzione ufficiale, ma non so se è divertente come la versione che avevi letto tu (fra parentesi, ho poi scoperto che esistono anche due spin-off di ''Clannad'': ''It's a Wonderful Life'' dedicato a Tomoyo e ''Side Stories'' con storie che riguardano tutti i personaggi; ma in realtà quando ho finito ''Clannad'' non ho capito bene l'ultimo finale con la storia delle piante e il discorso ecologico, e su Wikipedia non ne parlano – forse neanche gli altri l'hanno capito –, dovrei prima rileggermi quello...)-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:37, 6 ago 2022 (CEST) qnnr4rrgia320phrdb1up7xdca7c148 1221268 1221191 2022-08-07T06:04:13Z Spinoziano 2297 /* Bradip Gate */ wikitext text/x-wiki Pagina discussioni dell'utente '''Bradipo Lento''': abbiate pazienza, rispondo a tutti... {{smile}} <div style="clear:both;" class="NavFrame"> <div class="NavHead" align="center" style="background-color:#66cdaa;">Discussioni precedenti archiviate</div> <div class="NavContent" align="center"> {| align=center style="font-size:10pt; background-color:#adffad;" width=100% | *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio01|Fino al '''31/08/2013''']] *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio02|Dal '''01/09/2013''' al '''04/08/2016''']] *[[Discussioni utente:Bradipo Lento/Archivio03|Dal '''05/08/2016''' al '''30/09/2021''']]| |} </div></div> <br /> __TOC__ == Aggiornamenti dall'Organizzazione == Ohilà, Brad, mentre ottimizzo le attività di pulizia nei vari progetti, il Mossad ha fatto anche a me una soffiata: ''[[Steins;Gate 0]]'' è arrivato doppiato su Netflix e ho iniziato a guardare le prime scene per vedere se ci sono differenze con le citazioni riportate dai sottotitoli. Qualche differenza c'è, anche se minima. Ma ovviamente la voce può restare com'è, magari scrivendo in cima (come ad es. in [[Princess Mononoke]]) che le citazioni sono attinte dall'edizione sottotitolata su VVVID (se ben ricordo le hai trascritte da lì), e nel caso qualcuno voglia aggiungerne dalla versione doppiata si potranno utilizzare note alle citazioni come in [[The End of Evangelion]].-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 12:26, 4 ott 2021 (CEST) :Ah, molto bene, se intendi allineare al doppiaggio è ovviamente la soluzione migliore, fa' con comodo e buona visione! E grazie ancora per il benvenuto nel ''club'', sarò prudente e accorto... MUHAHAHAHAHAHAHAAA!!!! Ehm... dimentica la risata folle {{sisi2}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:00, 4 ott 2021 (CEST) == Re: Messaggi impropri == Va bene, scusa. è che in realtà su wikipedia fa male avere il blocco infinito per aver fatto evasione. Però sai, è dai propri sbagli che si impara. --[[Utente:RBNB1589|RBNB1589]] ([[Discussioni utente:RBNB1589|scrivimi]]) 19:40, 17 apr 2022 (CEST) == Bradip Gate == Ciao Brad, come va? anzi, come butta?? Stai ancora progredendo con ''[[Clannad]]''? Io per svagarmi un po' durante le vacanze mi sono procurato ''[[:w:en:Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram|Steins;Gate: Linear Bounded Phenogram]]'' e ''[[w:en:Steins;Gate: My Darling's Embrace|My Darling's Embrace]]''. A proposito di ''[[Steins;Gate]]'', ogni tanto mi torna in mente che volevi proporlo per la vetrina, io avevo solo qualche dubbio per la mancanza di "citazioni su", ma se non se ne trovano... E poi è stato un notevole lavoro sulle voci dei personaggi! Facciamo così, se riesci ad aprire correttamente la segnalazione in [[Wikiquote:Vetrina/Segnalazioni]] nonostante il pasticciatissimo meccanismo per aggiungere una nuova proposta, sosterrò la candidatura! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:41, 6 ago 2022 (CEST) :Sì, be', tieni presente che ''Steins;Gate'' sostituirebbe in [[Template:Prima]] ''Welcome to the NHK'', direi che quel livello l'abbiamo superato! Una buona "citazione su" l'avevamo anche trovata, quella da ''[[The Anime Encyclopedia]]''. Ma segui i tuoi tempi, don't worry! Su Kotomi ricordo che mi [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Spinoziano/Archivio2019#Clannad_e_Kotomi avevi segnalato tu] qualcosa a aggiungere, ma non l'avevo fatto perché non sei l'unico ad avere fasi di pigrizia {{sisi2}} Ricordo il dialogo sulle forbici, sicuramente esiste anche nella traduzione ufficiale, ma non so se è divertente come la versione che avevi letto tu (fra parentesi, ho poi scoperto che esistono anche due spin-off di ''Clannad'': ''It's a Wonderful Life'' dedicato a Tomoyo e ''Side Stories'' con storie che riguardano tutti i personaggi; ma in realtà quando ho finito ''Clannad'' non ho capito bene l'ultimo finale con la storia delle piante e il discorso ecologico, e su Wikipedia non ne parlano – forse neanche gli altri l'hanno capito –, dovrei prima rileggermi quello...)-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:37, 6 ago 2022 (CEST) ::Nell'arco di Kotomi c'è anche un altro dialogo che mi è rimasto impresso: quando Tomoya legge i titoli di alcuni grossi libri che lei ha letto, ci sono l'Antico Testamento, il Corano... e lei fa commenti del tipo "quello è un grande best-seller". A presto! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:04, 7 ago 2022 (CEST) ie5qlv2mydfhwi9mltq8v8fdx4xo8ze Il colore del melograno 0 193656 1221158 1209020 2022-08-06T12:40:01Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Il colore del melograno */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Il colore del melograno |titoloalfabetico=Colore del melograno, Il |titolo originale = Tsvet granata / Nřan guynə |immagine = At the Louvre 36 Paris.jpg |didascalia = |paese = [[Unione Sovietica]] |anno uscita = 1968 |durata = 73 / 78 min |genere = Biografico |regista= [[Sergej Iosifovič Paradžanov]] |attori= * [[Sofiko Chiaureli]] }} '''''Il colore del melograno''''', film del 1968 diretto da [[Sergej Iosifovič Paradžanov]]. ==Incipit== Questo film non narra la vita di un poeta in particolare. Gli autori del film si sforzano di riprodurre il mondo del poeta, i moti della sua anima, le passioni e le sofferenze attigendo ampiamente alla poesia armena medievale, ai suoi colori, ai suoi simboli e alle sue metafore. ('''Didiscalia''') ==Frasi== *L'uomo e la sua anima sono [[sofferenza]]. ('''Voce fuori campo''') *Prima di me quanti sono venuti brancolando e dopo aver conosciuto questo mondo magnifico si sono spenti, percorrendo il cammino prima di me. ('''Didiscalia''') *Dovete conservare con cura i [[Libro|libri]] e leggere. Perché i libri sono la vita e l'anima. Se non ci fossero i libri, il mondo sarebbe ignoranza. Leggete ad alta voce al popolo per il suo bene, perché certa gente non può leggere e scrivere. ('''Monaco''') *I colori e gli odori di questo mondo risvegliarono fin dall'infanzia la lira del [[poeta]]. ('''Didiscalia''') *Noi cerchiamo noi stessi l'uno nell'altro. ('''Didiscalia''') *Io cerco un tesoro sempre più grande. ('''Voce fuori campo''') *Noi cercavamo un rifugio per il nostro amore ma il cammino ci ha condotto nel mondo dei mortali. ('''Didiscalia''') *Tu mi hai abbandonato e ti sei allontanato, ma io che sono rimasta ti ho sostenuto affinché tu possa volare come una farfalla nel tuo mondo insanguinato. ('''Voce fuori campo''') *Palazzi di cera del mio [[amore]], come salvarli dalla tua fiamma rossa? ('''Didiscalia''') *Tu sei [[fuoco]], e fuoco i tuoi vestiti. Neri i tuoi vestiti. Al fuoco come resistere? ('''Voce fuori campo''') *Sono un [[usignolo]] intrappolato, e tu la mia gabbia dorata. ('''Didiscalia''') *La festa di nozze, la tristezza, l'allegria del canto, è tutto qui... e non dovranno mai lasciare questo luogo, se vorranno onorare il percorso dello spirito. ('''Didiscalia''') *Stò errando, ferito e consumato dal fuoco, e non riesco a trovare un rifugio... ('''Didiscalia''') *Sento il richiamo della speranza e del ritorno, ma sono stanco. Chi ha ricoperto questa terra antica e stanca di tanta tristezza? ('''Didiscalia''') *Il mondo è una finestra e io sono stanco di questa vita. Io vado da chi mi ascolta, io vado per le strade e sono stanco. ('''Voce fuori campo''') ==Explicit== Che io viva o muoia, il mio canto desterà la folla. E nulla potrà scomparire da questo mondo nel giorno della mia dipartita. – [[Sayat-Nova|Sayat Nova]] ('''Didiscalia''') ==Citazioni su ''Il colore del melograno''== *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''[[il Morandini]]'') *Le immagini mostrano ma non raccontano, alludono ma non dicono. Proliferano simboli e visioni inaudite (decine di libri messi ad asciugare sui tetti e sfogliati dal vento, pesci che si dibattono fuor d'acqua, greggi che invadono una chiesa, angeli della morte che scendono dal soffitto): lo spettatore non deve però decifrarli pedantemente, ma immergersi in essi, come in un quadro o in una musica. (''[[Il Mereghetti]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} 3szm0zl7lakjbt6k5mf7enyegmppkvv La leggenda della fortezza di Suram 0 193677 1221154 1209632 2022-08-06T12:26:11Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su La leggenda della fortezza di Suram */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = La leggenda della fortezza di Suram |titoloalfabetico= Leggenda della fortezza di Suram |immagine = Surami fortress (1838).jpg |titolo originale = Ambavi Suramis tsikhitsa |genere = drammatico |regista = [[Sergej Iosifovič Paradžanov]], [[Dodo Abashidze]] |soggetto = [[Daniel Chonqadze]] (libro) |sceneggiatore = [[Vaja Gigashvili]] |produttore = [[Khuta Gogiladze]], [[M. Simksayev]] |attori = *[[Veriko Anjaparidze]]: Chiromante *[[Dudukhana Tserodze]]: La madre di Osman-Agha *[[Dodo Abashidze]]: Osman-Agha / Simon *[[Sofiko Chiaureli]]: Vardo *[[Zura Kipshidze]]: Durmish-Khan *[[Levani (attore)|Levani]]: Zurab *[[Leila Alibegashvilli]]: Giovane Vardo }} '''''La leggenda della fortezza di Suram''''', film sovietico del 1985, regia di [[Sergej Iosifovič Paradžanov]] e [[Dodo Abashidze]]. ==Frasi== {{cronologico}} *Dio t'ha dato la libertà senza sparger sangue. Io invece l'ho avuta al prezzo di un eterno tormento. ('''Osman-Agha''') *Ricordati, un'[[Buona azione|opera buona]] lascia sempre una traccia. ('''Osman-Agha''') *La [[Verità e bugia|verità]] punge, alle bugie si crede volentieri. ('''Zoppo''') *Questa è [[Cristiana di Georgia|Nina]], la illuminista dei georgiani. Ella ci portò la sacra croce fatta di vite e legata con una ciocca di capelli di donna. E questa è la bella [[Tamara di Georgia|Tamara]]. I mostri la imprigionarono, ma le tenebre svanirono e ora Tamara è una stella che brilla nel firmamento. E questo è [[Farnabazo I d'Iberia|Parnavaz]]. Ha creato l'alfabeto. Lo ha ispirato la Grande madre del Sole. Le sue opere sono a Mzkheta. E questo è [[Amirani|Amiran]], colui che i greci chiamano [[Prometeo]]. Rubò il fuoco agli dei e lo portò sulla Terra agli uomini. Per questo fu incatenato ad una roccia e da allora il suo tormento è continuo. Soffre e soffre. Quando Amiran spezzerà le catene la Georgia sarà libera. ('''Simone lo Zampognaro''') *Si leva e cala il Sole. Ritorna là dove si è levato. I fiumi scorrono nei mari. E i mari non si riempiono, l'acqua torna indietro. Tutto scompare e tutto resta nell'Universo. ('''Osman-Agha''') ==Citazioni su ''La leggenda della fortezza di Suram''== *Trasposizione cinematografica di un'antica leggenda georgiana, dove si mescolano orgoglio nazionalista e mistica del sacrificio, è un'opera visionaria, coloratissima, dove il regista distrugge la struttura lineare del racconto in brevi scene autonome. [...] Sullo schermo si alternano così oggetti simbolici e animali stilizzati, personaggi e panorami che possono sconcertare per la loro «discontinuità», ma che offrono anche momenti di solenne bellezza e di appassionato folclore. (''[[Il Mereghetti]]'') *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[il Morandini]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} biglk9c71q8juihzhhkajtxjrndy0gv Doctor Strange nel Multiverso della Follia 0 193843 1221210 1221072 2022-08-06T16:50:33Z 31.158.180.252 /* Frasi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|scoppiando a piangere}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuna tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo sotto i talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] cx3j7v9unqylrc8y4nw52e315xkm1oj 1221215 1221210 2022-08-06T17:27:09Z 31.158.180.252 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|scoppiando a piangere}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo. E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuna tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo sotto i talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] hz58gjvfqo6gkdesb0q3ip1lixzls8j 1221225 1221215 2022-08-06T17:53:11Z 31.158.180.252 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|scoppiando a piangere}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo. E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|[[Ultime parole famose dai film|ultime parole famose]]}}: E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuna tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo sotto i talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] 0awphrth9kcwv7ewlu600meeualukdr 1221228 1221225 2022-08-06T18:09:46Z 31.158.180.252 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|scoppiando a piangere}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo. E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuna tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo sotto i talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] lw0nzi3mqgr0oudop0ytgdkgt0zwmgu 1221240 1221228 2022-08-06T20:18:23Z 31.158.180.252 /* Frasi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dalla parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo. E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuna tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo sotto i talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] e49zwskdcdqu203k28nuy2gylohof5t 1221241 1221240 2022-08-06T20:23:32Z 31.158.180.252 wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo. E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuna tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo sotto i talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] i9brwlx10neu8l2r6idhdti3yz3o1t1 1221257 1221241 2022-08-06T23:52:41Z 31.158.180.252 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo. E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuna tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] ol5co4mgg741dlyz7q0cqsgo50zrkz0 1221259 1221257 2022-08-06T23:53:55Z 31.158.180.252 /* Dialoghi */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Doctor Strange nel Multiverso della Follia |immagine = |didascalia = |titolo originale = Doctor Strange in the Multiverse of Madness |lingua originale = inglese |paese = [[Stati Uniti d'America]] |anno uscita = 2022 |genere = azione, avventura, fantastico, fantascienza, horror |regista = [[Sam Raimi]] |soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(fumetto)</small> |sceneggiatore = [[Michael Waldron]] |produttore = [[Kevin Feige]] |produttore esecutivo = [[Victoria Alonso]], [[Eric Hauserman Carroll]], [[Scott Derrickson]], [[Jamie Christopher]], [[Louis D'Esposito]] |casa produzione = [[Marvel Studios]] |casa distribuzione italiana = [[Walt Disney Studios Motion Pictures]] |attori = * [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange * [[Elizabeth Olsen]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Chiwetel Ejiofor]]: Karl Mordo * [[Benedict Wong]]: Wong * [[Xochitl Gomez]]: America Chavez * [[Michael Stuhlbarg]]: Nicodemus West * [[Rachel McAdams]]: Christine Palmer |doppiatori italiani = * [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange * [[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Wanda Maximoff / Scarlet Witch * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Karl Mordo * [[Carlo Cosolo]]: Wong * [[Vittoria Bartolomei]]: America Chavez * [[Roberto Gammino]]: Nicodemus West * [[Gaia Bolognesi]]: Christine Palmer }} '''''Doctor Strange nel Multiverso della Follia''''', film statunitense del 2022 con [[Benedict Cumberbatch]] ed [[Elizabeth Olsen]], regia di [[Sam Raimi]]. ==Frasi== *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] ad America}} Lo so. Ma nel grande calcolo del Multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Defender Strange''') *Questo universo fa schifo! ('''America Chavez''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolta a Scarlet Witch}} Esci subito dal mio universo! ('''Capitan Marvel della Terra-838''') *{{NDR|Rivolto al Dottor Strange}} Adesso comincio a capire perché al tuo Mordo non piacevi per niente!!! ('''Barone Mordo della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano. Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe. ('''Professor X della Terra-838''') *Non lo voglio nemmeno sapere! ('''Wong''') *{{NDR|Rivolta a Scarlet Witch}} Non posso batterti. Perciò ti darò quello che vuoi. ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolta furiosamente ad America per aver fatto terrorizzare Billy e Tommy della Terra-838}} Che cosa hai fatto?! ('''America Chavez''') *{{NDR|Rivolto ad America di non intervenire per far capire a Scarlet Witch per i suoi errori}} No. Non ancora. ('''America Chavez''') *{{NDR|A Billy e Tommy della Terra-838 che sono impauriti dalla sua presenza}} Non vi farei mai del male. Mai. {{NDR|sull'orlo di lacrime}} Non vi farei mai del male a nessuno. Non sono un mostro. Sono una... {{NDR|si volta dall'altra parte che ha stessa la sua variante 838, la vera madre dei due bambini, si mette a piangere per aver capito ai suoi errori che ha commesso}} Sono... Mi dispiace... Mi dispiace... ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') *{{NDR|Dopo aver consolato Wanda, riferendosi a Billy e Tommy}} Sappi che saranno amati. ('''Wanda Maximoff della Terra-838''') *{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] al Dottor Strange}} Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''') ==Dialoghi== *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo averla salvata da Gargantos}}: Non ti ucciderò, giovane. Mi sono appena fatto il culo per salvarti, ricordi? {{NDR|America gli dia il suo sling ring}} Con i mostri giganti, so come gestirla, ma quello di ieri notte mi sei apparsa in sogno.<br />'''America Chavez''': Quello non era un sogno. Era un altro universo. *'''America Chavez''': Allora quanta esperienza avete con il Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Abbiamo esperienza con il Multiverso. Ultimamente c'è stato un episodio con Spider-Man.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021).</ref><br />'''America Chavez''': Cosa Man?<br />'''Dottor Strange''': Spider-Man, hai i poteri di un ragno.<br />'''Wong''': Da qui il nome.<br />'''America Chavez''': Che schifo. E somiglia ad un ragno?!<br />'''Dottor Strange e Wong''': No!<br />'''Dottor Strange''': No, somiglia ad un uomo.<br />'''Wong''': Spara ragnatele, sale sui muri.<br />'''Dottor Strange''': Esatto, quello.<br />'''America Chavez''': Dalle chiappe?!<br />'''Dottor Strange''': No.<br />'''Wong''': No.<br />'''Dottor Strange''': Be', forse. Non lo so. In verità, spero di no.<br />'''America Chavez''': Super strano. *'''Dottor Strange''': Mele, giusto?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Con il tempo. {{NDR|gli dia un ramo di fiore}}<br />'''Dottor Strange''': Un profumo...<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Dolce.<br />'''Dottor Strange''': Volevo dire reale.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, è tutto molto reale, grazie. Ho lasciato la magia alle spalle.<br />'''Dottor Strange''': Sì, lo vedo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Immaginavo che ti saresti fatto vivo per parlare di quello che è successo a Westview. Ho commesso degli errori e ferito delle persone...<br />'''Dottor Strange''': Ma poi hai sistemato tutto e questo non è mai stato in dubbio. Non sono qui per parlare di Westview.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E perché sei qui?<br />'''Dottor Strange''': Ci serve il tuo aiuto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Per cosa?<br />'''Dottor Strange''': Cosa sai del Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Multiverso. Visione aveva le sue teorie. Credeva che fosse reale e pericoloso.<br />'''Dottor Strange''': Be', non aveva torto. {{NDR|riferendosi ad America Chavez}} Abbiamo trovato una ragazza in grado di viaggiarci attraverso, ma la stanno inseguendo.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Chi la insegue?<br />'''Dottor Strange''': Una specie di demone. Uno che brama i suoi poteri. L'abbiamo portata a Kamar-Taj, e abbiamo le nostre difese, ma ci farebbe comodo un Avenger.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ci sono altri Avengers.<br />'''Dottor Strange''': Sì, ma quando devi scegliere tra l'arciere con la cresta {{NDR|Occhio di Falco}} e i vari combattenti del crimine associati agli insetti {{NDR|Spider-Man, Ant-Man e Wasp}} oppure una delle più potenti detentrici di magia sul pianeta... È una decisione facile. Vieni a Kamar-Taj. E riavrai la tua immagine sui lunch box.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': E se tu portassi America qui?<br />'''Dottor Strange''': Qui?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Sì, so che cosa vuol dire essere soli perseguitati per delle capacità che non hai mai voluto e io posso proteggerla. Non mi avevi detto il suo nome, vero?<br />'''Dottor Strange''': No. No, non l'ho detto.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': No. Sai, l'ESA era la parte facile. Il mentire, un po' meno. {{NDR|gli scopre l'amara verità, diventando Scarlet Witch e gli mostra una foresta oscura e il libro del ''Darkhold''}}<br />'''Dottor Strange''': Il ''Darkhold''.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu conosci il Darkhold?<br />'''Dottor Strange''': So che è il Libro dei Dannati e che corrompe ogni cosa e ogni persona che lo tocchi. Mi domando che effetto avuto su di te.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Darkhold mi ha mostrato solo la verità. Tutto quello che ho perso potrebbe essere mio di nuovo.<br />'''Dottor Strange''': Cosa vuoi da America? Cosa vuoi dal Multiverso?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Voglio lasciare questa realtà e andare in una dove posso stare con i miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, i tuoi figli non sono reali. Li hai creati utilizzando la magia.<ref>Riferimento alla miniserie televisiva ''[[WandaVision]]'' (2021).</ref><br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quello che fa ogni mamma. Se tu sapessi che esisteva un universo dove sei stato felice non vorresti tornare là?<br />'''Dottor Strange''': Io sono felice.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Io, più degli altri, so riconoscere l'autoillusione.<br />'''Dottor Strange''': Quello che stai facendo è una flagrante violazione di ogni legge naturale, se prenderai i poteri di quella bambina, lei non sopravviverà!<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non mi diverte fare del male, Stephen. Ma non è una bambina. È un essere sovrannaturale. Poteri così intesi potrebbero causare distruzioni in questo ed altri mondi. Il suo sacrificio... sarebbe un bene superiore.<br />'''Dottor Strange''': Puoi dire addio al lunch box... Perché quella è il tipo di giustificazione che usano i nostri nemici.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': È quella che hai usato tu quando hai dato a Thanos la Gemma del Tempo?<ref>Riferimento al film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018).</ref><br />'''Dottor Strange''': Quella era una guerra, ho fatto quello che dovevo fare.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Tu infrangi le regole e diventi un eroe. Lo faccio io, e divento il nemico. Non mi sembra giusto.<br />'''Dottor Strange''': Ora che succederà?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Torna a Kamar-Taj e preparati a consegnare America Chavez entro il tramonto. Pacificamente. Dopo di che... Credo che non mi vedrai mai più. {{NDR|fa per andarsene}}<br />'''Dottor Strange''': E se non lo facessimo?<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Allora non sarà Wanda a venirla a prendere. Sarà Scarlet Witch. {{NDR|si allontana}} *'''Wong''': Scarlet Witch.<br />'''Dottor Strange''': Wanda non c'è più. Lei possiede il Darkhold, e il Darkhold possiede lei.<br />'''Wong''': Scarlet Witch è dotata di una magia imperscrutabile. Lei può riscrivere la realtà come vuole ed è profetizzato che regnerà o annichilirà il cosmo.<br />'''Dottor Strange''': Si è impossessata di un'intera città utilizzando la mente. Se ottenesse il potere di America potrebbe assoggettare l'intero Multiverso.<br />'''America Chavez''': Allora, la persona da cui sei andato a chiedere aiuto e a cui hai detto esattamente dove mi trovo è la persona che sta cercando di uccidermi?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Wong''': Sospendete le lezioni e armate gli allievi. Kamar-Taj deve diventare una fortezza. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Mi hai consegnato quelle vite solo per tenermi lontana dai miei figli.<br />'''Dottor Strange''': Tu hai preso quelle vite. Non puoi avere il permesso di entrare nel Multiverso.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Non sono un mostro, Stephen. Sono una madre.<br />'''Dottor Strange''': Wanda, tu non hai figli. Non esistono.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Oh, invece sì. In tutti gli altri universi. So che esistono. Perché io sogno i miei figli tutte... le notti. {{NDR|gli mostra nella sua altra realtà del Multiverso, aprendo lo stesso libro del Darkhold}} Sogno i miei ragazzi. La nostra vita insieme. Tutte le notti in medesimo sogno. E tutte le mattine... {{NDR|gli chiude l'oscuro libro}} in medesimo incubo.<br />'''Dottor Strange''': E se li raggiungessi? Che succederebbe all'altra te? Che succederebbe allo loro madre? {{NDR|Wanda senza più ottenere risposta per paura e rabbia, riprende lo scontro}} *'''America Chavez''' {{NDR|dopo che hanno letto sotto la statua del Supreme Strange della Terra-838}}: "Ha dato la vita per sconfiggere Thanos"?<br />'''Dottor Strange''': Già. Visto? Non siamo tutti cattivi. *'''Dottor Strange''': Ehi, camice da laboratorio! Dove siamo? Non so chi tu sia o cosa stia pensando di fare qui, ma di solito, in queste situazioni, gli scienziati senza nome non fanno una bella fine perciò... {{NDR|la scienziata si volta si scopre di essere la variante di Christine}} Christine?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ciao, Stephen. {{NDR|America esclama stupita}} Signorina Chavez. Ah, per rispondere la tua domanda, siete in un centro di ricerca ad alta sicurezza. Voi, insieme alla cappa senziente sarete sorvegliati e testati.<br />'''Dottor Strange''': Testati?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Be', sì. Voi provenite da un altro universo. Le... vostre firme magnetiche potrebbero essere radioattive e voi portatori di malattie per le quali non abbiamo cure. Da qui queste stupende bocce per pesci in policarbonato.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando le strane manette}}: Presumo che io debba ringraziare te per queste?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì, le ho create utilizzando le Sabbie di Nisanti. Una reliquia magica di Stephen 838.<br />'''Dottor Strange''': Stephen 838? Sarebbe una specie di me-cyborg?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Il nostro universo è 838 e abbiamo nominato il vostro 616.<br />'''Dottor Strange''': Oh, sicuramente conoscete bene il Multiverso se avete chi va in giro a catalogare la realtà.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Sì. Io, ricercatrice senior della Baxter Foundation e specializzata in Ricerca Multiversale.<br />'''Dottor Strange''': E come sei finita a lavorare qui? Ovunque sia.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi sono offerta volontaria. Al tuo funerale.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|impressionato}}: Grazie per la presenza.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|vendendo le mani rovinate di Strange insieme all'altro}}: Le tue lesioni sono... sono simili, ma non identiche. Affascinante.<br />'''Dottor Strange''': Cosa eravamo noi, l'uno... l'uno per l'altra in questo universo?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Non siamo mai riusciti a capirlo.<br />'''Dottor Strange''': Sì? Questa è una cosa che abbiamo in comune. Christine, devi farci uscire da qui. Siamo tutti in grave pericolo. Ascolta, so che tu non mi conosci...<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': E non mi interessa. Qualunque cosa io fossi per te nel tuo universo non ha importanza.<br />'''Dottor Strange''': Perché no?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Perché sei pericoloso, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|riferendosi a Scarlet Witch}}: Qualcuno del mio universo vuole quella ragazza e distruggerà questo posto, atomo dopo atomo, finché non otterrà quello che vuole. Perciò non m'importa se sei degli Avengers, o dello S.H.I.E.L.D....<br />'''Barone Mordo della Terra-838''' {{NDR|arrivando con le Sentinelle Ultron}}: Nessuna delle due.<br />'''Dottor Strange''': Allora cosa? L'HYDRA?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Gli Illuminati ti riceveranno ora.<br />'''Dottor Strange''': Gli Illumi-cosa?! {{NDR|le manette le tengono, e si rivolge a Christine, prima di essere portato al cospetto degli Illuminati}} Che nessuno tocchi la ragazza. {{NDR|ad America}} Andrà tutto bene. *'''Barone Mordo della Terra-838''': Stephen Strange, sei convocato dinanzi agli Illuminati. Io, il Barone Karl Mordo, Stregone Supremo denuncio...<br />'''Dottor Strange''': "Karl"? {{NDR|viene zittito da Capitan Carter mentre colpisce il suo scudo per terra vicino sotto i suoi talloni}}<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Carter, il primo Avenger. Blackagar Boltagon, custode delle Nebbie Terrigene, sovrano degli Inumani.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sarcastico}}: Blackagar Boltagon? Allora che si dice?<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Captain Marvel, protettrice del cosmo. E l'uomo vivente più intelligente... Reed Richards, dei Fantastici Quattro.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Ciao, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': "Fantastici Quattro". Non eravate nella hit parade negli anni sessanta?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Scusa tanto, pensi che sia uno scherzo?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indicando ironicamente a Black Bolt}}: Be', c'è un tipo con una forchetta in testa perciò, sì, un pochino. {{NDR|Black Bolt gli fa il segno di tacere}}<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Ringrazia che Black Bolt non voglia conversare con te.<br />'''Dottor Strange''': Perché? Ha l'alito cattivo?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Questo Strange è più arrogante del nostro.<br />'''Dottor Strange''': No, solo più vivo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Per ora.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Stephen, la tua venuta qui confonde e destabilizza la realtà. Più grande è il segno che lasci, più grande è il rischio di una Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Incursione?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una Incursione avviene quando il confine tra due universi si erode e loro si scontrano, distruggendone uno o entrambi totalmente.<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|parlando del Supreme Strange 838}}: Il tuo altro sé ha creato gli Illuminati per prendere le decisioni più pesanti e difficili. Oggi siamo qui per decidere cosa fare con te e la bambina {{NDR|America Chavez}}.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Perciò, prima di votare qualora avessi qualcosa di serio da dire, questo è il momento.<br />'''Dottor Strange''': Sì, c'è l'ho. Se vi preoccupano le Incursioni pensate davvero che io sia una minaccia più grande di Scarlet Witch?<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Oh, pensiamo noi alla streghetta in caso cammini nei sogni.<br />'''Dottor Strange''': No. No, non potete. A meno che non mi consegnate il Libro dei Vishanti.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Apprezziamo la tua preoccupazione, Stephen, ma non è Scarlet Witch che temiamo. In base per la nostra esperienza, il pericolo più grande per il Multiverso, risulta il Dottor Strange.<br />'''Dottor Strange''': Aspetta. Il vostro Dottor Strange? L'eroe più potente del mondo è morto sconfiggendo Thanos?<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|arrivando}}: Dovremmo dirgli la verità.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Il nostro ultimo membro, il professor Charles Xavier.<br />'''Dottor Strange''': Quale verità?<br />'''Professor X della Terra-838''': Non è così che è morto il nostro Strange. *'''Professor X della Terra-838''': Il nostro Strange non è morto sconfiggendo Thanos. Eravamo in guerra. Tutti noi ci unimmo per tentare di fermare Thanos... Stephen, come al solito, scelse di farlo da solo.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Si rivolse al Darkhold, inizio il Dreamwalking, sperando che la nostra salvezza potesse trovarsi nel Multiverso.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': E indovina un po'? Non era così. Ma continuò a farlo comunque.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Una notte, hai convocato tutti noi e confessato il tuo Dreamwalking. E le tue parole furono: "Abbiamo perso il controllo". Non ci hai mai raccontato, solo che inavvertitamente avevi innescato una Incursione. No, nostro amico, avevi causato l'annientamento di un altro universo.<br />'''Capitan Marvel della Terra-838''': Tutte le persone in quella realtà sono morte. Tutte.<br />'''Professor X della Terra-838''': Stephen rinunciò al maligno del Darkhold e ci aiutò a trovare il Libro dei Vishanti, un'arma che poi usammo insieme per sconfiggere Thanos. Ma rimaneva un'ultima minaccia. {{NDR|gli mostra al Dottor Strange telepaticamente il loro flashback per la morte del Supreme Strange}} *{{NDR|Nel flashback degli Illuminati}}<br />'''Professor X della Terra-838''' {{NDR|con tono triste}}: Mi mancherai, amico mio.<br />'''Supreme Strange della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Sono pronto.<br />'''Black Bolt della Terra-838''' {{NDR|uccidendolo volontariamente con riluttanza}}: Mi dispiace. *'''Dottor Strange''' {{NDR|dopo che il Professor X ha mostrato il loro flashback}}: L'avete detto a Christine?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Dottor Strange''': La statua... Come... come mai la statua? Avete costruito una statua!<br />'''Capitan Carter della Terra-838''': Il mondo ha bisogno di eroi. È stato difficile perché sapevamo di cosa fosse capace il nostro Strange. Forse, quello di cui ogni Dottor Strange è capace. *'''Professor X della Terra-838''': Stephen, se dovessi riuscire ad evadere da questa stanza, dovresti guidare America Chavez.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Che diavolo dici?!<br />'''Professor X della Terra-838''': Salva la ragazza e raggiungi il Libro dei Vishanti.<br />'''Dottor Strange''': Cosa?! Il libro si trova qui?<br />'''Professor X della Terra-838''': Sì, hai costruito un waypoint.<br />'''Barone Mordo della Terra-838''': Charles, non possiamo fidarci!<br />'''Professor X della Terra-838''': Io ritengo che possiamo. Quando qualcuno inciampa e perde la direzione, non vuol dire che sia perso per sempre.<ref>Riferimento a una frase simile nel film ''[[X-Men - Giorni di un futuro passato]]'' (2014).</ref> Ora vedremmo che genere di Dottor Strange sei.<br />'''Dottor Strange''': Grazie. *'''Mister Fantastic della Terra-838''': Wanda, ferma. Lei è una donna innocente {{NDR|si riferisce alla Wanda Maximoff della Terra-838}}, ma puoi ancora fare la cosa giusta. Lasciala andare. Ti prego. Anche io ho dei figli. Comprendo il tuo dolore.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''' {{NDR|riguarda alla Donna Invisibile}}: La loro madre è ancora viva?<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''': Sì.<br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Bene. Ci sarà qualcuno in grado di farli crescere.<br />'''Mister Fantastic della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. <br />'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Quale bocca? *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Ancora non ti basta?<br />'''Capitan Carter della Terra-838''' {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}}: Ho tutto il giorno libero.<ref>Riferimento alla stessa frase di [[Capitan America|Steve Rogers]] nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011).</ref> *'''Dottor Strange''': C'è nessuno?<br />'''Sinister Strange''': Fermo dove sei. Come sei arrivato qui?<br />'''Dottor Strange''': Per caso.<br />'''Sinister Strange''': Chi sei? Cosa sei, tu?<br />'''Dottor Strange''': Sono solo uno di noi.<br />'''Sinister Strange''': Dal Multiverso?<br />'''Dottor Strange''': Esatto.<br />'''Sinister Strange''': Provalo.<br />'''Dottor Strange''': Avevamo una sorella. Donna. Ma lei... È morta quando eravamo piccoli.<br />'''Sinister Strange''': Come?<br />'''Dottor Strange''': Noi giocavamo su un lago ghiacciato e... il giaccio ha ceduto. Non ho potuto salvarla.<br />'''Sinister Strange''': Esattamente così. Ma noi evitiamo l'argomento, vero?<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti. Suppongo che la tua realtà non sia sempre stata questa.<br />'''Sinister Strange''': Sospetto che fosse simile alla tua finché...<br />'''Dottor Strange''': Finché?<br />'''Sinister Strange''': Finché ho perso.<br />'''Dottor Strange''': Contro chi?<br />'''Sinister Strange''': Che cosa vuoi?<br />'''Dottor Strange''': Voglio solo tornare a casa.<br />'''Sinister Strange''': Ah. sì? Credimi io provo lasciare questo posto da molto tempo. {{NDR|gli mostra in compagnia il libro del Darkhold}}<br />'''Dottor Strange''': Il Darkhold. Tu sorvegli il Darkhold in questo universo?<br />'''Sinister Strange''': Sì. Per un valido motivo.<br />'''Dottor Strange''': È un inizio. Potrei usarlo. Potrebbe aiutarmi a comunicare con il mio universo.<br />'''Sinister Strange''': Attento. Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Non vorrei sembrare insensibile, ma quale tributo ancor più pesante potrebbe essere richiesto?<br />'''Sinister Strange''': Non solo alla sua realtà. Al suo lettore.<br />'''Dottor Strange''': Mi dispiace che tu non abbia salvato il tuo universo, ma forse potresti aiutarmi a salvare il mio.<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|confuso}}: Cosa?<br />'''Sinister Strange''': Tu sei felice, Stephen? La domanda è che... Christine Palmer mi ha fatto al suo matrimonio. {{NDR|esclamando sadicamente}} Ho detto: "Sì, certo che sono felice! Sono un mago con il potere degli dei. Quale uomo non sarebbe felice?" E poi... sono tornato in questa maledetta casa stregata, mi sono seduto e mi sono chiesto perché avessi mentito. Non ho mai voluto che tutto questo accadesse. Cercavo un mondo dove le cose fossero diverse. Poi avevo Christine, dove io ero felice. Ma non l'ho trovato. Ho trovato soltanto altri noi. Allora ho fatto un favore agli altri Stephen. Hai mai fatto quel sogno in cui stai cadendo come se tu fossi stato spinto da un palazzo altissimo? {{NDR|Strange lo guarda scioccato}} Ecco, probabilmente ero io. {{NDR|gli mostra un occhio sulla fronte a causa dell'oscuro libro del Darkhold}} Il Darkhold esige un pesante tributo.<br />'''Dottor Strange''': Okay. Motivo in più per finirla e passarlo a me.<br />'''Sinister Strange''': Ecco il patto. Ti permetterò di usare il Darkhold se mi darai la tua Christine.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Non credo che lei sarebbe d'accordo.<br />'''Sinister Strange''': No? {{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|ultime parole]]}} L'immaginavo. {{NDR|iniziano a combattersi}} *'''Christine Palmer della Terra-838''': Cosa ci fai con il Darkhold?! Vuoi fare il Dreamwalking?!<br />'''Dottor Strange''': È qualcosa di più del Dreamwalking.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Tutti voi Strange siete tutti uguali!<br />'''Dottor Strange''': Lo so. Hai ragione. Siamo tutti uguali. Ma adesso quella giovane {{NDR|America}} ha bisogno di me. E non posso fare assolutamente nulla senza il aiuto. Mentre sono incosciente, proteggi il mio corpo in caso loro mi attaccassero per la violazione.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': "Loro" chi?<br />'''Dottor Strange''': Le anime dei dannati. *'''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''': Il Dreamwalking. Che ipocrita!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|controllando il cadavere del Defender Strange}}: Questa volta per uccidermi non basterà uccidermi! {{NDR|inizia il combattimento finale}} *'''Dottor Strange''': Sono io nel corpo dell'altro me {{NDR|Defender Strange}}.<br />'''America Chavez''': Vuoi prendere i miei poteri, vero? Prima che lo faccia Wanda. Okay. Ora capisco.<br />'''Dottor Strange''': No, America. Voglio dirti di averti fiducia in te stessa. Di fidarti dei tuoi poteri. È così che la fermeremo.<br />'''America Chavez''': Ma non riesco a controllarli. Io... <br />'''Dottor Strange''': Sì, invece. Hai sempre saputo farlo. Ogni volta che ci hai aperto un portale, dove ci hai mandati esattamente dove dovevamo andare.<br />'''America Chavez''': E allora la prima volta?<br />'''Dottor Strange''': Anche quella ti ha portato a questo momento in cui prenderai a calci nel culo quella strega. *'''Dottor Strange''': Stai bene?<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': È finita?<br />'''Dottor Strange''': Sì.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': America sta bene?<br />'''Dottor Strange''': Sta venendo qui a prenderci.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Wanda?<br />'''Dottor Strange''': No. {{NDR|lui e Christine vedono il libro del Darkhold a bruciare}} Dunque ha distrutto il Darkhold in tutti gli universi.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Ha fatto la cosa giusta.<br />'''Dottor Strange''': Sì, infatti.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Com'è il tuo universo?<br />'''Dottor Strange''': È molto bello. Vorrei potertelo mostrare.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Mi piacerebbe tanto. {{NDR|Stephen lo guarda almeno commosso e affascinato, ma lei si imbarazza}} Ma devo andare.<br />'''Dottor Strange''': Sì. Sì, lo so.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''': Però è un peccato. Sarebbe stata una grande Incursione.<br />'''Dottor Strange''': Ti amo. Ti amo in ogni universo. Non è che io non ho voglia tenere a qualcuno o che qualcuno tenga a me. È che... È che ho paura.<br />'''Christine Palmer della Terra-838''' {{NDR|quasi sul punto di piangere}}: Sì. Sì. {{NDR|toccando il viso di Stephen}} Affronta le tue paure. Dottor Strange. *{{NDR|Nella scena dopo i titoli di coda}}<br />'''Clea''': Dottor Strange?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|si volta}}: Posso aiutarla?<br />'''Clea''': Lei ha causato un'Incursione e dobbiamo a rimediare. {{NDR|apre il portale della Dimensione Oscura}} Sempre che non abbia paura.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|mostrando di nuovo l'occhio sulla fronte}}: No, per niente. ==Note== <references/> == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Film del Marvel Cinematic Universe]] 7oeite1pmhul9naime1uusllqex53db Quartieri di Napoli 0 194852 1221264 1217577 2022-08-07T00:36:13Z Sun-crops 10277 typo, ed. 2020 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sui '''Quartieri di [[Napoli]]'''. *I "Quartieri", a Napoli, sono tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile. ([[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sui|w_preposizione=riguardante i}} {{s}} [[Categoria:Quartieri di Napoli]] c82d1xx5dyc8xygs2pgop05mgouw4hw Discussioni utente:Klébernág 3 195075 1221216 1219241 2022-08-06T17:28:41Z Bencemac 63027 Bencemac ha spostato la pagina [[Discussioni utente:Pamfletka]] a [[Discussioni utente:Klébernág]]: Pagina spostata automaticamente durante la rinomina dell'utente "[[Special:CentralAuth/Pamfletka|Pamfletka]]" a "[[Special:CentralAuth/Klébernág|Klébernág]]" wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 07:50, 27 lug 2022 (CEST)}} msszxrsy8enghd27acy2zzbgde2eob7 Paolo Berizzi 0 195164 1221293 1219833 2022-08-07T09:34:25Z IppolitoN 23099 wikitext text/x-wiki [[File:Paolo Berizzi .jpg|thumb|Paolo Berizzi]] '''Paolo Berizzi''' (1972 – vivente), giornalista e saggista italiano. == Citazioni di Paolo Berizzi == * Donna. Madre. Italiana. Cristiana. E aspirante prima premier donna nella storia della Repubblica. Nell’intervista alla tv americana Fox News — già schierata su posizioni filo trumpiste — [[Giorgia Meloni]] si immagina già a palazzo Chigi («sarebbe un onore e un fardello»). È innegabile che essere l’unica donna leader di un partito italiano — il primo, stando ai sondaggi — , è un punto di forza della capa di [[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fdi]]. Ma è altrettanto evidente che dietro l’immagine-primato della donna-forte al comando c’è la contraddizione di guidare un partito da sempre ancorato a posizioni maschiliste.<ref>da ''Meloni, la leader di un partito a impronta maschilista'', ''la Repubblica'', 7 agosto 2022, p.11.</ref> ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''È gradita la camicia nera''=== «Il suo prossimo libro si intitolerà: Vengo a Verona e poi muoio.» 10 giugno 2019. Alle 21,24 «Lisa» mi spedisce via Facebook una tenera previsione editoriale. Tra i primi commenti ci sono quelli di «Emiliano», a cui fanno da contorno emoji di coltelli e bombe: «-16 giorni e scateniamo l’inferno». «Si salvi chi può.» I social grondano insulti e minacce, è così da giorni. ===''L'educazione di un fascista''=== Il talismano non educa. È solo suggestione. Ma le suggestioni influenzano, scelgono con cura la loro preda. La rendono materia plasmabile. Non esiste suggestione che possieda la nettezza dei confini. Il perimetro si dilata. Lo determini tu. A seconda di come sei predisposto, sarai più o meno vulnerabile e la tua permeabilità aprirà all'influsso esterno. Per uno che avrà resistito alla suggestione, altri si lasceranno accarezzare. Fino a restarne imprigionati. ===''NazItalia. Viaggio in un paese che si è riscoperto fascista''=== La legna scoppiettava mentre gli uomini intorno tacevano. Erano in cerchio, immobili. A un metro l'uno dall'altro. Sembravano paramilitari. Oppure attori che li interpretavano. Ma negli sguardi, rischiarati dal bagliore delle fiamme, c'erano solo lampi di fiera follia appesi a un bisogno maniacale di ordine; sembravano aspirare a una dimensione nuova, di purezza, ma i loro volti erano maschere d'odio. == Note == <references /> ==Bibliografia== *Paolo Berizzi, ''È gradita la camicia nera. Verona, la città laboratorio dell’estrema destra tra l'Italia e l'Europa'', Rizzoli, 2021. ISBN 9788817158794 *Paolo Berizzi, ''L'educazione di un fascista'', Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2020. ISBN 9788858838280 *Paolo Berizzi, ''NazItalia. Viaggio in un paese che si è riscoperto fascista'', Baldini+Castoldi, 2018. ISBN 9788893880756 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Berizzi, Paolo}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Saggisti italiani]] paj4509tp8pbpnyaf6gqg0xtx7kcx6g Ms. Marvel (serie televisiva) 0 195169 1221242 1219873 2022-08-06T20:37:52Z Enigmista12 44683 /* Episodio 1, Generazione Perché */ wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titoloitaliano= Ms. Marvel |titolooriginale= Ms. Marvel |paese= Stati Uniti d'America |annoprimatv= 2022 |tipofiction= serie |genere= fantastico, avventura, dramma adolescenziale |stagioni= 1 |episodi= 6 |linguaoriginale= Inglese |ideatore= Bisha K. Ali |attori = * [[Iman Vellani]]: Kamala Khan / Ms. Marvel * [[Matt Lintz]]: Bruno Carrelli * [[Yasmeen Fletcher]]: Nakia Bahadir * [[Zenobia Shroff]]: Muneeba Khan * [[Mohan Kapur]]: Yusuf Khan * [[Saagar Shaikh]]: Amir Khan * [[Nimra Bucha]]: Najma * Aramis Knight: Kareem / Red Dagger |doppiatori italiani = * [[Sara Labidi:]]: Kamala Khan / Ms. Marvel * [[Lorenzo Crisci]]: Bruno Carrelli * [[Veronica Benassi]]: Nakia Bahadir * [[Valeria Vidali]]: Muneeba Khan * [[Alessio Cigliano]]: Yusuf Khan * [[Emanuele Ruzza]]: Amir Khan * [[Irene Di Valmo]]: Najma * [[Federico Campaiola]]: Kareem / Red Dagger }} '''''Ms. Marvel''''', serie televisiva statunitense del 2022. == Episodio 1, ''Generazione Perché'' == * {{NDR|voce fuori campo di Kamala in un video del suo canale YouTube}} Finalmente, il momento che tutti voi aspettavate: il decimo e ultimo episodio della serie sulla supereroina più forte che c'è: Captain Marvel. Parleremo della battaglia per la Terra. Tutti conosciamo la storia: gli Avengers cercano di salvare il mondo, ma, a essere onesti, stanno perdendo malamente. Le navi aliene ci invadono, Thanos fa lo stronzo con le Gemme dell'Infinito e i nostri eroi sono spacciati. Ma ecco... che arriva Captain Marvel<ref>Eventi accaduti nel film ''[[Avengers: Endgame]]''</ref>! Chi è questa supereroina con una super acconciatura? Grazie alle mie intense ricerche e alla mia analisi delle interviste di Scott Lang, che tra l'altro sembra un tipo molto figo, ho scoperto molto su Captain Marvel, e conosco almeno tre cose vere su di lei. Prima: ha distrutto le navi di Thanos come un angelo fiammeggiante. E sapete? E' stata grandiosa nel farlo. Seconda: lei ha dato un pugno in faccia a Thanos. Senza offesa per gli altri Avengers, ma non credo lo sapessero fare. E terza: ogni tanto qualcuno può spuntare dal nulla e fare cose pazzesche. Lo so, alcuni diranno "ha abbandonato la Terra", ma avanti, non è vero! Ovviamente non sappiamo esattamente cos'abbia fatto, magari le serviva solamente una pausa. Una donna non può vivere? Mh? Magari scopriremo qualcosa di nuovo all'AvengerCon, sarò vestita da Captain Marvel, ovviamente. Comunque è tutto per questa settimana, la prossima comincerò una puntata divisa in due nella quale dirò perché credo che Thor sia segretamente un gamer. Ricordate, nuovi episodi ogni mercoledì, mettete like, commentate e iscrivetevi a Sloth Baby Production. ('''Kamala Khan''') *'''Yusuf Khan''': Amir, se continuerai a pregare senza sosta e senza darti modo di mangiare, prima o poi morirai di fame.<br/>'''Amir Khan''': Spero solo che Allah Subha'na ta'ala ti perdoni. *'''Amir Khan''': Mi raccomando, dì "Bismillah" prima di iniziare, ti servirà tutto l'aiuto possibile.<br/>'''Kamala Khan''': Neanche hai la patente. *'''Bruno Carrelli''': Mattinata brutta? Avevo scommesso che superavi l'esame, e i miei dieci dollari sono andati in fumo.<br/>'''Kamala Khan''': Sì, ho detto a mia madre di non scriverti più.<br/>'''Bruno Carrelli''': Molte persone non passano quell'esame, gli esaminatori si concentrano sulle cose inutili.<br/>'''Kamala Khan''': Ho colpito la sua macchina con la mia.<br/>'''Bruno Carrelli''': Oh. Allora è colpa tua. *'''Signor Wilson''': Ti darò un compito: voglio che tu vada a casa. Non dico adesso, intendo dopo la scuola. Poi guardati allo specchio e fatti una domanda: "Kamala, dimmi dimmi, chi è l'ombra che riflette me"?<br/>'''Kamala Khan''': Sta citando la canzone di ''[[Mulan]]''?<br/>'''Signor Wilson''': Sì, brava. Proprio quella.<br/>'''Kamala Khan''': Carina.<br/>'''Signor Wilson''': Okay Kamala, voglio dire che in questo momento vedo una ragazza divisa. "Lei è qui o è qui, dov'è Kamala? Chi lo sa, nessuno lo sa, neanch'io lo so, non vedo così in là". E lo capisco, so che la fantasia è divertente, molto divertente, ma adesso ho bisogno che cerchi di controllarti e torni alla realtà. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Marvel Cinematic Universe}} [[Categoria:Serie televisive del Marvel Cinematic Universe]] [[Categoria:Serie televisive di supereroi]] j8o3cylh1vwgbu5f7om20yhc2uop5xa Evilenko 0 195314 1221156 1220777 2022-08-06T12:29:07Z Mariomassone 17056 /* Citazioni su Evilenko */ wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Evilenko |lingua originale = [[Lingua inglese|inglese]] |immagine = |didascalia = |paese = [[Italia]] |anno uscita = 2004 |aspect ratio = 1,85:1 |durata = 111 min |genere = Drammatico |regista = [[David Grieco]] |soggetto = [[David Grieco]] (romanzo ''[[Il comunista che mangiava i bambini]]'') |sceneggiatore = [[David Grieco]] |casa produzione = [[Pacific Pictures]] srl in coproduzione con [[Jean Vigo Italia]] ([[Roma]]) e [[Cinestudio Luch]] ([[Mosca (Russia)|Mosca]]) |casa distribuzione italiana = [[Mikado Film]] |attori = *[[Malcolm McDowell]]: [[Andrej Romanovič Čikatilo|Andrej Romanovič Evilenko]] *[[Marton Csokas]]: Vadim Timurovič Lesiev *[[Ronald Pickup]]: Aron Richter *[[Frances Barber]]: Fenja Evilenka *[[Alexei Čadijuk]]: cap. Ramenskij *[[Ostap Stupka]]: dott. Amitrin |doppiatori italiani = *[[Giancarlo Giannini]]: Andrej Romanovič Evilenko *[[Roberto Pedicini]]: Vadim Timurovič Lesiev *[[Sergio Graziani]]: Aron Richter *[[Elettra Bisetti]]: }} '''''Evilenko''''', film del 2004 con [[Malcolm McDowell]] scritto e diretto da [[David Grieco]]. ==Incipit== C'era una volta una bambina come te, coi capelli come i tuoi e gli occhi come i tuoi, che inseguendo una nuvola imparò a volare. E, dopo un po', non vedendola più in giro, beh, tutti pensarono che fosse morta. E così le fecero il funerale. E allora la bambina vide il suo funerale da lassù in cielo, in mezzo alle nuvole, e vide che nessuno piangeva. E scoprì che sua mamma e suo papà non le volevano bene. E così lei rimase su nel cielo e non tornò mai più sulla terra. ('''Evilenko''') ==Dialoghi== *'''Evilenko''': Noi siamo i pionieri dell'[[Unione Sovietica]]. Siamo milioni e milioni. {{NDR|Mostra una foto agli alunni}} Ecco le nostre bandiere. Sventolando, esse difondono le meravigliose idee del compagno [[Lenin]]. {{NDR|Saša alza la mano}} Sì?<br>'''Saša''': Scusi, potrei riavere il mio pallone?<br>'''Evilenko''': Questo pallone? Vorresti forse dirmi che questo è il ''tuo'' pallone, Saša?<br>'''Saša''': Sì. Me l'ha regalato la mia mamma per il mio compleanno.<br>'''Evilenko''': La tua mamma? Per tuo compleanno? Il ''tuo'' pallone! Sei fortunato d'averla una madre. Molti dei tuoi compagni qui dentro non sono altrettanto fortunati. Noi siamo tutti uguali qui dentro! Non ci può essere niente di tuo in questo istituto, o di suo, o di mio. *'''Evilenko''': Cosa stavi facendo vedere al tuo amico Kolja durante la lezione?<br>'''Tonja''': Niente.<br>'''Evilenko''': Oh no, no, no, no. Ti ho vista. Lo sai che ti ho vista. Sei diventata rossa. Ecco! Proprio come stai facendo adesso. I segreti bisogna pagarli. Questo è giusto. {{NDR|Toglie 50 copechi dalla tasca}} Ecco, sono tuoi. Prendili. E adesso fa vedere. Fammi vedere se vale quello che ho pagato. {{NDR|Tonja si tira su la gonna. Evilenko risponde levandosi i pantaloni}} È la prima volta che vedi un vero uomo? Hai paura? Però ti piace anche. Dì la verità. Lo puoi toccare, sai, se vuoi. Vieni, dammi la mano. {{NDR|Cerca di manovrare la mano di Tonja verso il suo membro, ma lei lo respinge}} O no? Lui vuole fare amicizia. Mi ha detto che gli piaci, sai. Vuole tanto farti vedere cosa succede quando lo tocchi. Diventa grande, e se lo tratti bene, se sei sincera con lui, lui riesce a fare qualsiasi cosa. Non c'è niente che non riesca a fare.<br>'''Tonja''': Cioè, può anche volare?<br>'''Evilenko''': {{NDR|Ridacchia}} Sì, anche volare. E se tu sei coraggiosa, lui ti lascerà volare con lui.<br>'''Tonja''': Sa anche parlare, allora?<br>'''Evilenko''': Nononono, no, non parla con nessuno. Lui non si fida di nessuno.<br>'''Tonja''': Neanche di me?<br>'''Evilenko''': No, no, no, di te si fida.<br>'''Tonja''': Allora dai, fallo parlare!<br>'''Evilenko''': {{NDR|Incerto}} Aspetta, aspetta un momento. Devi... devi prima farlo diventare grande.<br>'''Tonja''': No, sei un bugiardo. Non sa parlare. Non può. Perché è morto. *'''Surinov''': Mi devi perdonare Andrej Romanovič, ma la piccola Tonja qui sostiene che tu... Beh, che tu avresti tentato di violentarla.<br>'''Evilenko''': Vedi, compagno, io voglio molto bene a Tonja. Ma, non so per quale ragione, sembra che lei non pensi ad altro che al sesso. E il fatto che ora accusi me di averla violentata direi che ne è la prova lampante. Non trovi anche tu, compagno direttore?<br>'''Surinov''': Cosa c'è che non va, Tonja? Come hai potuto inventare una cosa così orribile? Credi che sia bello?<br>'''Tonja''': Io non ho inventato niente! Ho detto la verità. E se non ci credi, guardagli il braccio. L'ha ferito il coltello a carte. Guardagli il braccio! {{NDR|Esce di corsa dallo studio}}<br>'''Evilenko''': È che gli altri insegnanti l'hanno aizzata contro di me. È solo questa la verità.<br>'''Surinov''': Un complotto, vuoi dire.<br>'''Evilenko''': Esatto. Mi hai tolto la parola di bocca, compagno. Siamo sull'orlo del caos e noi [[Comunismo|comunisti]] abbiamo il dovere di fare qualcosa prima che sia troppo tardi.<br>'''Surinov''': Fammi vedere il braccio, compagno Evilenko.<br>'''Evilenko''': Farò finta di non aver sentito, compagno.<br>'''Surinov''': E io farò finta di non aver sentito questa storia. Mi aspetto le tue dimissioni entro un ora, compagno Evilenko. *'''Fenja''': Dai, su Andrej. Sbrigati o farai tardi a scuola.<br>'''Evilenko''': Io non ci vado più a scuola, Fenja. {{NDR|Fenja lo fissa, stupita}} No, te lo spiego stasera quando torni a casa dal lavoro.<br>'''Fenja''': No, no, avanti ''papopčka''. Dimmelo subito.<br>'''Evilenko''': Ho fatto una scoperta. Una terribile scoperta. Anche il direttore fa parte della cospirazione.<br>'''Fenja''': Cosa? Surinov?<br>'''Evilenko''': Sì, Surinov. C'è dentro fino al collo. L'altro giorno, un alunna ha chiesto all'insegnante di geografia che cos'è il comunismo. E lo sai la Tablinova che cosa le ha risposto? Le ha detto: «Il comunismo è un progetto di società in cui tutti gli uomini dovrebbero essere uguali, ma non è altro che un utopia. In altre parole, è un progetto irrealizzabile». Hah! Ti rendi conto con chi ho a che fare?<br>'''Fenja''': Oh, Andrej! E tu come pensi di rispondere?<br>'''Evilenko''': Sono andato subito da Surinov e gli ho detto che se lui tollerava della propaganda anticomunista in classe, a me non restava altro che rassegnare subito le mie dimissioni.<br>'''Fenja''': Bravo Andrej! E lui che ha detto? <br>'''Evilenko''': Beh, quel porco le ha accettate. *'''Col. Tabakov''': Al giorno d'oggi non sono più in molti a pensarla come te.<br>'''Evilenko''': Io sono comunista e intendo morire da comunista. Ho già perso il mio lavoro alla scuola per via dei miei ideali. *'''Oleg''': Striscia di bosco. Ne hai mai sentito parlare?<br>'''Lesiev''': Quello che ammazza i bambini. È così?<br>'''Oleg''': Non solo bambini. Anche donne, purché abbastanza giovani, si capisce.<br>'''Lesiev''': Quanti ne ha uccisi?<br>'''Oleg''': Tu quanti ne sai?<br>'''Lesiev''': Tre o quattro, credo.<br>'''Oleg''': Beh, ha cominciato con uno ogni tre mesi, ma dato che riesce a farla franca il numero è in crescita.<br>'''Lesiev''': E quindi quanti?<br>'''Oleg''': Ventidue. Quel ch'è peggio è che non c'è pista da seguire. Non un testimone, non un indizio, niente. Si sposta di continuo e riesce a colpire ovunque. Giorni fa era a Leningrado. Ha ammazzato una bambina lì.<br>'''Lesiev''': Siete sicuri che è sempre lo stesso?<br>'''Oleg''': Vedessi cosa gli fa a quei ragazzi. Dire che li uccide è veramente poco. Prima li stupra, poi li taglia a pezzi e se li mangia. *'''Lesiev''': Perché io?<br>'''Oleg''': Per tanti buoni motivi.<br>'''Lesiev''': Dimmene uno. Uno qualsiasi. [...]<br>'''Oleg''': Perché sei iscritto al partito.<br>'''Lesiev''': Ci sono tanti investigatori iscritti al partito.<br>'''Oleg''': Non più tanti di questi tempi. E tu sei di gran lunga il migliore.<br>'''Lesiev''': Dimmene un altro.<br>'''Oleg''': Te ne dirò uno che magari potrebbe sembrarti un po' strano.<br>'''Lesiev''': E cioè, vale a dire?<br>'''Oleg''': La tua famiglia.<br>'''Lesiev''': La mia famiglia che c'entra in questa storia?<br>'''Oleg''': Non mi hai detto come si chiama tua figlia.<br>'''Lesiev''': Mariam.<br>'''Oleg''': Sono le bambine come Mariam che si trovano in pericolo in questo momento, mio caro Vadim Timurovič. *'''Bagdasarov''': {{NDR|Nota una camicia ricoperta di sangue nel sacchetto di Evilenko}} Commette qualche omicidio per passatempo?<br>'''Evilenko''': Ho aiutato un amico questa mattina presto ad ammazzare il maiale.<br>'''Bagdasarov''': Beh, comunque, la prossima volta non essere così egoista. Porta qualche salsiccia! *'''Lesiev''': {{NDR|Dopo la scoperta d'un cadavere di una bambina}} Tracce di sperma?<br>'''Dott. Amitrin''': Non lo so. Dovrei rimuovere quel ramo prima. *'''Frolov''': Qui c'è scritto che lei ha un debole per i bambini.<br>'''Richter''': Sì. Mi piacciono molto i bambini. Avrei tanto voluto averne.<br>'''Frolov''': Serve una moglie per quello, dottor Richter.<br>'''Richter''': Sì, l'ho sentito dire.<br>'''Frolov''': Ma lei non ha né moglie né figli perché lei è omosessuale. Dico bene?<br>'''Richter''': Conosco molti omosessuali con mogli e figli. *'''Richter''': Non lo troverete facilmente.<br>'''Lesiev''': Lo sappiamo. Uno che fa questo deve essere per forza un tipo particolare.<br>'''Richter''': Oh, al contrario. Può essere chiunque. Io. Lei. Lui. Chiunque.<br>'''Lesiev''': Parliamo di pedofilia e cannibalismo.<br>'''Richter''': L'uomo è il più feroce degli animali, non lo sa?<br>'''Lesiev''': E secondo lei chiunque sarebbe capace di questo?<br>'''Richter''': Se un uomo ne è capace, ne è capace qualsiasi uomo.<br>'''Lesiev''': Perché?<br>'''Richter''': Perché? Vuole sapere perché? Ma è semplice: prima eravamo un gregge di pecore e adesso siamo un branco di lupi. *'''Lesiev''': Lei è un chirurgo, dottor Richter?<br>'''Richter''': In teoria lo sono, sì. Però non ho mai operato nessuno in vita mia. Quest'uomo è sicuramente molto più bravo di me.<br>'''Lesiev''': Qual è il suo campo?<br>'''Richter''': La [[psicoanalisi]].<br>'''Lesiev''': È psichiatra?<br>'''Richter''': No, psicoanalista.<br>'''Lesiev''': E qual è la differenza?<br>'''Richter''': Gli psichiatri di solito mettono i malati in manicomio. Io no.<br>'''Lesiev''': Lei dove li mette invece?<br>'''Richter''': In nessun posto. Vengono da me, a casa mia.<br>'''Lesiev''': E come li cura a casa sua?<br>'''Richter''': Loro parlano, io ascolto. *'''Cap. Ramenskij''': Dia un po' un occhiata a queste foto, Evilenko. {{NDR|Evilenko ride}} Le trova divertenti, Evilenko?<br>'''Evilenko''': No, no, non è per questo che rido, compagno. È che non posso vedere le tue foto perché non ho portato gli occhiali. Solo per questo. Hai capito, compagno?<br>'''Cap. Ramenskij''': Non mi chiami "compagno"!<br>'''Evilenko''': Perché non vuoi essere chiamato "compagno"?<br>'''Cap. Ramenskij''': Professione?<br>'''Evilenko''': Io ti ho chiesto perché non vuoi essere chiamato "compagno"! Perché?<br>'''Cap. Ramenskij''': Sono io che faccio le domande qui.<br>'''Evilenko''': Non ti rendi conto? Senza il comunismo tu neanche esisteresti!<br>'''Cap. Ramenskij''': Le ho chiesto qual è la sua professione.<br>'''Evilenko''': Sono un iscritto al partito e voglio parlare con un tuo superiore.<br>'''Cap. Ramenskij''': Qui il partito non c'entra niente.<br>'''Evilenko''': Non peggiorare la tua situazione, ragazzo! Voglio parlare con un tuo superiore.<br>'''Lesiev''': C'è qualcosa che non va? {{NDR|Ramenskij gli cede il posto}}<br>'''Evilenko''': Non sapevo che fosse diventato un reato essere comunista.<br>'''Lesiev''': Non lo è. Tanto è vero che sono comunista anch'io. Quindi, vogliamo continuare col nostro colloquio, compagno?<br>'''Evilenko''': Beh, sono qui per questo.<br>'''Lesiev''': La tua professione?<br>'''Evilenko''': Beh, insegnavo lettere alla scuola internato numero 32 di Kjiv. Adesso lavoro per le ferrovie.<br>'''Lesiev''': E cosa fai per le ferrovie?<br>'''Evilenko''': Ispeziono la rete, scrivo rapporti sui guasti, conto le traversine.<br>'''Lesiev''': Così prima insegnavi lettere e adesso conti le traversine? È una strana carriera. Come lo spieghi?<br>'''Evilenko''': Non è stata colpa mia. Mi hanno costretto a lasciare la scuola.<br>'''Lesiev''': E chi?<br>'''Evilenko''': Quelli della [[perestrojka]].<br>'''Lesiev''': Che cosa c'entra la perestrojka?<br>'''Evilenko''': C'è una guerra in atto, ed è ora che tu prenda la decisione di schierarti, compagno. *'''Lesiev''': Leggo qui che tuo padre, Roman Evilenko, è morto ai lavori forzati.<br>'''Evilenko''': Sì. Mio padre era un nemico del popolo. Ha avuto ciò che meritava e sono contento di non averlo mai conosciuto.<br>'''Lesiev''': Allora devo informarti che i cosiddetti "nemici del popolo" sono stati riabilitati. Adesso si chiamano "vittime dello [[stalinismo]]".<br>'''Evilenko''': Già! *'''Lesiev''': Secondo lei, quest'uomo è un pazzo?<br>'''Richter''': La risposta è sì. È un malato di mente.<br>'''Lesiev''': Come fa ad esserne sicuro?<br>'''Richter''': Solo un malato di mente uccide per il semplice piacere di uccidere.<br>'''Lesiev''': Questa malattia ha un nome?<br>'''Richter''': [[Schizofrenia]].<br>'''Lesiev''': È rara?<br>'''Richter''': La schizofrenia nasce sempre da una crisi d'identità. L'unica identità dell'uomo sovietico è il comunismo. Ora il comunismo sta morendo e l'uomo sovietico, per non morire, ricorre all'istinto di sopravvivenza. L'uomo divora l'uomo come nella notte dei tempi.<br>'''Lesiev''': Secondo lei siamo tutti malati?<br>'''Richter''': Dal momento che i manicomi vi sono serviti solo per chiudere la bocca ai dissidenti, e cioè agli unici sani di mente, beh... devo presumere che i veri malati siano ancora tutti fuori. Non le pare?<br>'''Lesiev''': Secondo lei, agisce da solo?<br>'''Richter''': Sì. E soffre di solitudine. Si potrebbe dire che è un essere eccezionale.<br>'''Lesiev''': Ne sembra affascinato.<br>'''Richter''': Certo che lo sono. Lei no?<br>'''Lesiev''': Io voglio solo catturarlo.<br>'''Richter''': E che cosa ne farete?<br>'''Lesiev''': Io niente. Ci penserà il tribunale.<br>'''Richter''': Sarà condannato a morte, quindi.<br>'''Lesiev''': Io spero di sì.<br>'''Richter''': Non essendo in grado di capire, voi lo ucciderete e ucciderete anche tutti gli altri dopo di lui.<br>'''Lesiev''': Quali altri?<br>'''Richter''': Ne verranno degli altri, vedrà. Ce ne sono parecchi milioni di schizofrenici là fuori, gente malata ormai sull'orlo della pazzia.<br>'''Lesiev''': Allora, lei e io vogliamo collaborare?<br>'''Richter''': No.<br>'''Lesiev''': Lei vuole quell'uomo tanto quanto lo voglio io.<br>'''Richter''': Sì, ma io lo voglio vivo.<br>'''Lesiev''': Perché lo vuole vivo?<br>'''Richter''': Credevo di averglielo detto. In questo paese sta per scoppiare una grave epidemia. Lui è il virus. Se lo ucciderete, non troverete mai l'antidoto. *'''Evilenko''': Sono nato a Ekaterinburg il 20 ottobre 1940. Il sole era nero quella mattina. Il cielo era buio e faceva freddo. Mi hanno abbandonato. E lui mi ha salvato.<br>'''Lesiev''': Chi ti ha salvato?<br>'''Evilenko''': Non era un uomo.<br>'''Lesiev''': Che cos'era?<br>'''Evilenko''': Un leone. Io ero dentro la sua bocca, ma non avevo paura. E il leone mi ha portato nel bosco e mi ha lasciato lì. Ma prima di andarsene mi ha detto che dovevo scegliere. E io ho scelto di vivere la mia vita da comunista.<br>'''Lesiev''': Chi era il leone? [[Iosif Stalin|Stalin]]?<br>'''Evilenko''': Niente nomi, compagno. Niente nomi. Il leone è morto. Lo hanno ucciso.<br>'''Lesiev''': Chi l'ha ucciso?<br>'''Evilenko''': I codardi.<br>'''Lesiev''': Quali codardi?<br>'''Evilenko''': I codardi non sanno che il leone è dentro di me adesso, e loro non possono più ucciderlo. Diglielo al signor [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] questo quando lo vedi! *'''Evilenko''': Se guardi dentro il mio cervello vedrai il cielo, compagno.<br>'''Lesiev''': Mi permetterai di entrare nel tuo cervello?<br>'''Evilenko''': Per evitare che tu ci possa entrare, io dovrei prima farti uscire. ==Explicit== Andrej Romanovic Evilenko è stato dichiarato sano di mente e colpevole.<br>È stato ufficialmente giustiziato il 14 febbraio 1994. L'esecuzione è avvenuta non si sa dove e non si sa come.<br>Nel Natale del 1993 due istituti di ricerca, uno tedesco e l'altro americano, avevano offerto all'ex Unione Sovietica importanti somme di denaro per averlo.<br>Vivo. ('''Testo a schermo''') ==Citazioni su ''Evilenko''== *David Grieco ha tratto questo film da un suo romanzo sulla terribile vicenda del mostro di Rostov –Chikatilo, che uccise oltre cento persone – inserendola con precisione nel contesto del tramonto del comunismo, con la fine delle certezze e il disorientamento che ne è conseguito. Il parallelo è interessante, ma Grieco lo presegue forse con troppa determinazione, come evita di sfruttare morbosamente una vicenda così efferata a fini spettacolari: il risultato è un film piuttosto freddo che, retto sull'interpretazione intensa di Malcolm McDowell, sembra la dimostranza di un teorema. ([[Rudy Salvagnini]]) *Gli elementi più forti e convincenti di «Evilenko» sono certo la grande vicenda torbida e feroce, l'interpretazione davvero magnifica di Malcolm McDowell. ([[Lietta Tornabuoni]]) *Grieco non mostra raccapricci da "[[Hannibal Lecter|Hannibal the cannibal]]", ma architetta una fastosa scenografia di morte con una tenuta visiva e stilistica non comune per un deb. Se la tentazione di accavallare omicidio e politica non regge, McDowell e Marton Csokas, che in una final scena crudele elisabettiana si fronteggiano nudi per spogliarsi dentro, son più che eccezionali. ([[Maurizio Porro]]) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[il Morandini]]'') *Lungi dall'accontentarsi di parafrasare in russo l'ennesima storia di assassino seriale, "Evilenko" si propone come un film ambizioso sulle conseguenze psicopolitiche della perestrojka e del dopo Urss. [...] La diagnosi di Grieco sarà pure vera, però il film si limita a enunciarla a parole. Quanto alle immagini, bagnate nello squallore esistenziale, il regista adotta la cifra espressionistica dalla prima all'ultima inquadratura, per trasfigurare gli ambienti in specchi dell'anima. McDowell recita sopra le righe, perfino più del gigione del solito. L'ultima parte inanella una quantità di finali, che allentano la tensione senza aggiungere granché alla triste vicenda. ([[Roberto Nepoti]]) *Sono rimasto molto colpito da ''Evilenko'', sia sul piano emotivo che per la qualità del film di David Grieco. [...] La perdita d'identità di cui parla Grieco in ''Evilenko'', oltre alle conseguenze paradossali e criminali del protagonista, ha provocato una violenza distruttiva e autodistruttiva di molti uomini nell'Unione Sovietica. ([[Giovanni Berlinguer]]) ===[[David Grieco]]=== *Affidando [...] la parte a Malcolm ho pensato che anche se come regista all'esordio fossi risultato una mezza calzetta forse la sua straordinaria bravura mi avrebbe in qualche modo salvato. *Attraverso questa storia particolare [...] ho cercato di ricostruire il sentimento di quell'epoca. Ho voluto rappresentare il grande disorientamento che regnava tra i russi. Per settant’anni ci sono state generazioni nate e morte nell'URSS. Nel bene e nel male il comunismo era un modo di vivere, l'unico conosciuto. Improvvisamente con la politica della trasparenza, milioni di persone sono entrate in una sorta di schizofrenia collettiva. Hanno perso la loro identità. *Ci resta un lungo lavoro da fare sugli adulti già oggi, ma mi auguro che poter portare questo film nelle scuole possa aiutare a prendere in tempo quelle menti adolesecenti che potrebbero degnerare da un momento all'altro. *Le mie motivazioni non erano facilmente vendibili. La storia del serial killer è appetibile, ma nessuno voleva saperne di una storia che prevedeva la morte di decine di bambini. 55 piccole vittime sono un motivo per scappare. Ogni volta che presentavo la sceneggiatura mi veniva suggerito di modificare la trama mettendo al posto dei bambini delle prostitute. *Questa è la storia di due personaggi: due comunisti. Il mostro e l'uomo che gli dà la caccia. Quest'ultimo è un comunista come tanti ce ne sono stati in Europa e in Italia. È un orfano che tuttavia non prova alcuna nostalgia per l'ideologia. Continua a intendere il comunismo come una linea d'ispirazione etica e a vivere un sogno che nonostante tutto credo sia giusto coltivare anche oggi. ===[[Malcolm McDowell]]=== *M'interessava soprattutto acquistare la fisicità di Evilenko, i suoi gesti, le sue espressioni facciali, perché è proprio lì che si nasconde la chiave della sua schizofrenia. L'aspetto più terrificante delle storie di serial killer è che spesso questi individui appaiono del tutto normali. *Mi ha molto colpito apprendere che la storia è ispirata a fatti assolutamente autentici, e che le autorità sovietiche dell'epoca non potevano concepire che nel loro paese avvenisse qualcosa di così mostruoso. Fino a quel momento in Unione Sovietica il serial killer era definito una persona affetta da "malattia americana", e con il crollo del sistema si sono verificati molti altri episodi terribili. *Nel nostro film non ci sono battute tipo "voglio mangiare il fegato accompagnato dal Chianti" e in fondo Hannibal è il più sano del film. Evilenko è uno shizofrenico, un uomo spaesato, spossato, uno schizofrenico vero. *Non serve la tecnica per interpretare uno psicotico dall'apparenza normale, uno che potresti incontrare in autobus. Bisognava cercarlo in cose diverse, come il suo modo diretto di guardare le telecamere durante il processo sorridendo con il labbro sollevato. Poi, avendo già interpretato russi e serial killer, so che funzionano i capelli corti, li ho tagliati, ho aggiunto il parrucchino preparato dal truccatore, i tipici occhiali sovietici e il vestito di polyestere, ho cercato un tipo di camminata. *Sono stato io a convincere David a fare il regista, siamo amici da anni, abbiamo case vicine in Toscana, parliamo di questa storia da tempo. Non è un film horror all'americana, di quelli se ne fanno fin troppi, non si vedono bambini squartati, ci sono scene dure, ma non è macelleria. ==Voci correlate== *[[Andrej Romanovič Čikatilo]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film thriller]] k6tbw9i08pws1nkriqfko1zr7bxv8bx Rosario La Duca 0 195373 1221198 1220974 2022-08-06T16:16:21Z Ibisco 49387 /* I veleni di Palermo */ + 3 wikitext text/x-wiki '''Rosario La Duca''' (1923 – 2008), storico dell'arte, ingegnere, accademico e politico italiano. ==''I veleni di Palermo''== ===[[Citazioni]]=== *Il mattino del 9 febbraio 1954, nelle carceri dell'Ucciardone, [[Gaspare Pisciotta]], luogotenente del bandito [[Salvatore Giuliano]], viene avvelenato con una sostanza tossica mescolata con il caffè. È subito aperta un'inchiesta, vengono nominati i periti settori che dovranno eseguire la necroscopia del cadavere del Pisciotta e riferire al magistrato, entro due mesi, il risultato dell'esame. [...] In seguito si seppe soltanto che Pisciotta era stato avvelenato con una forte dose di stricnina, né altro aggiunse la giustizia. (pp. 30-31) *Il vero protagonista del crimine per mezzo di veneficio, specie nei tempi remoti, fu quasi sempre l'[[arsenico]]. Lo si trovava, facilmente, allo stato naturale, in masse compatte o anche, sotto forma di composti, in molti minerali. Il realgar e l'orpimento, arrostiti e successivamente ridotti in presenza di carbone, permettevano di ottenerlo quasi allo stato puro. (p. 31) *È fortemente tossico: la dose letale varia, a seconda dell'individuo, tra un ventesimo ed un decimo di grammo. (p. 32) *L'arsenico fu il principe dei veleni nel Medioevo e sino a qualche secolo fa. In soluzione acquosa, lo si poteva facilmente mescolare a cibi e bevande, senza che ad essi conferisse alcun sapore particolare. (p. 33) *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata [[Thofania d'Adamo]] «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. (p. 47) *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». (pp. 47-48) *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. (p.62) ==Bibliografia== *Rosario La Duca, ''I veleni di Palermo'', Introduzione di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio, Palermo, 1988. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:La Duca, Rosario}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Ingegneri italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] q5yxeigs8pdc5i46h6x4swv6k5j6acf 1221212 1221198 2022-08-06T16:51:34Z Ibisco 49387 /* I veleni di Palermo */ + 4 wikitext text/x-wiki '''Rosario La Duca''' (1923 – 2008), storico dell'arte, ingegnere, accademico e politico italiano. ==''I veleni di Palermo''== ===[[Citazioni]]=== *Il mattino del 9 febbraio 1954, nelle carceri dell'Ucciardone, [[Gaspare Pisciotta]], luogotenente del bandito [[Salvatore Giuliano]], viene avvelenato con una sostanza tossica mescolata con il caffè. È subito aperta un'inchiesta, vengono nominati i periti settori che dovranno eseguire la necroscopia del cadavere del Pisciotta e riferire al magistrato, entro due mesi, il risultato dell'esame. [...] In seguito si seppe soltanto che Pisciotta era stato avvelenato con una forte dose di stricnina, né altro aggiunse la giustizia. (pp. 30-31) *Il vero protagonista del crimine per mezzo di veneficio, specie nei tempi remoti, fu quasi sempre l'[[arsenico]]. Lo si trovava, facilmente, allo stato naturale, in masse compatte o anche, sotto forma di composti, in molti minerali. Il realgar e l'orpimento, arrostiti e successivamente ridotti in presenza di carbone, permettevano di ottenerlo quasi allo stato puro. (p. 31) *È fortemente tossico: la dose letale varia, a seconda dell'individuo, tra un ventesimo ed un decimo di grammo. (p. 32) *L'arsenico fu il principe dei veleni nel Medioevo e sino a qualche secolo fa. In soluzione acquosa, lo si poteva facilmente mescolare a cibi e bevande, senza che ad essi conferisse alcun sapore particolare. (p. 33) *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata [[Thofania d'Adamo]] «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. (p. 47) *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». (pp. 47-48) *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. (pp. 53-54) *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». (p. 54) *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». (p. 54) *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. (p. 54) *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. (p. 62) ==Bibliografia== *Rosario La Duca, ''I veleni di Palermo'', Introduzione di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio, Palermo, 1988. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:La Duca, Rosario}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Ingegneri italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] awskjfkmx1nnpzf7uwfn7d6bw3jv011 1221223 1221212 2022-08-06T17:44:24Z Ibisco 49387 /* Citazioni */ + 1 wikitext text/x-wiki '''Rosario La Duca''' (1923 – 2008), storico dell'arte, ingegnere, accademico e politico italiano. ==''I veleni di Palermo''== ===[[Citazioni]]=== *Il mattino del 9 febbraio 1954, nelle carceri dell'Ucciardone, [[Gaspare Pisciotta]], luogotenente del bandito [[Salvatore Giuliano]], viene avvelenato con una sostanza tossica mescolata con il caffè. È subito aperta un'inchiesta, vengono nominati i periti settori che dovranno eseguire la necroscopia del cadavere del Pisciotta e riferire al magistrato, entro due mesi, il risultato dell'esame. [...] In seguito si seppe soltanto che Pisciotta era stato avvelenato con una forte dose di stricnina, né altro aggiunse la giustizia. (pp. 30-31) *Il vero protagonista del crimine per mezzo di veneficio, specie nei tempi remoti, fu quasi sempre l'[[arsenico]]. Lo si trovava, facilmente, allo stato naturale, in masse compatte o anche, sotto forma di composti, in molti minerali. Il realgar e l'orpimento, arrostiti e successivamente ridotti in presenza di carbone, permettevano di ottenerlo quasi allo stato puro. (p. 31) *È fortemente tossico: la dose letale varia, a seconda dell'individuo, tra un ventesimo ed un decimo di grammo. (p. 32) *L'arsenico fu il principe dei veleni nel Medioevo e sino a qualche secolo fa. In soluzione acquosa, lo si poteva facilmente mescolare a cibi e bevande, senza che ad essi conferisse alcun sapore particolare. (p. 33) *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata [[Thofania d'Adamo]] «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. (p. 47) *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». (pp. 47-48) *Ma l'acqua velenosa sopravvive a coloro che l'avevano per lungo fabbricata e dispensata: con il nome di ''[[Acqua tofana]]'' o ''Acqua di Palermo'', attraversa lo Stretto e raggiunge il Continente. Chi si era presa la briga di raccogliere il segreto della sua composizione, conservarlo religiosamente per poi trasferirlo in altre parti d'Italia? (p. 53) *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. (pp. 53-54) *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». (p. 54) *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». (p. 54) *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. (p. 54) *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. (p. 62) ==Bibliografia== *Rosario La Duca, ''I veleni di Palermo'', Introduzione di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio, Palermo, 1988. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:La Duca, Rosario}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Ingegneri italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] 3b4bsonm23a0wxuplmq6oyhp4uf0tcw 1221229 1221223 2022-08-06T18:19:26Z Ibisco 49387 /* Citazioni */ + 2 wikitext text/x-wiki '''Rosario La Duca''' (1923 – 2008), storico dell'arte, ingegnere, accademico e politico italiano. ==''I veleni di Palermo''== ===[[Citazioni]]=== *Il mattino del 9 febbraio 1954, nelle carceri dell'Ucciardone, [[Gaspare Pisciotta]], luogotenente del bandito [[Salvatore Giuliano]], viene avvelenato con una sostanza tossica mescolata con il caffè. È subito aperta un'inchiesta, vengono nominati i periti settori che dovranno eseguire la necroscopia del cadavere del Pisciotta e riferire al magistrato, entro due mesi, il risultato dell'esame. [...] In seguito si seppe soltanto che Pisciotta era stato avvelenato con una forte dose di stricnina, né altro aggiunse la giustizia. (pp. 30-31) *Il vero protagonista del crimine per mezzo di veneficio, specie nei tempi remoti, fu quasi sempre l'[[arsenico]]. Lo si trovava, facilmente, allo stato naturale, in masse compatte o anche, sotto forma di composti, in molti minerali. Il realgar e l'orpimento, arrostiti e successivamente ridotti in presenza di carbone, permettevano di ottenerlo quasi allo stato puro. (p. 31) *È fortemente tossico: la dose letale varia, a seconda dell'individuo, tra un ventesimo ed un decimo di grammo. (p. 32) *L'arsenico fu il principe dei veleni nel Medioevo e sino a qualche secolo fa. In soluzione acquosa, lo si poteva facilmente mescolare a cibi e bevande, senza che ad essi conferisse alcun sapore particolare. (p. 33) *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata [[Thofania d'Adamo]] «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. (p. 47) *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». (pp. 47-48) *Ma l'acqua velenosa sopravvive a coloro che l'avevano per lungo fabbricata e dispensata: con il nome di ''[[Acqua tofana]]'' o ''Acqua di Palermo'', attraversa lo Stretto e raggiunge il Continente. Chi si era presa la briga di raccogliere il segreto della sua composizione, conservarlo religiosamente per poi trasferirlo in altre parti d'Italia? (p. 53) *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. (pp. 53-54) *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». (p. 54) *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». (p. 54) *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. (p. 54) *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. (p. 62) *Il segreto dell'acqua della '''gnura Tufania'' viene però gelosamente custodito. Ed ecco che, nel 1648, una certa Caterina Boni si dà da fare per «produrre una polvere velenosa simile all'acqua di un'altra scelerata femina cognominata Tofania, che uccidea gli uomini inavvedutamente». (p. 62) *Da quanto riferisce il cronista, si deduce che l'''Acqua Tofana'', chiamata così nel 1648, abbia preso il suo nome da Thofania d'Adamo e non dall'altra Giulia Tofana che, forse impunita, morì in Roma nel 1651. (p. 62) ==Bibliografia== *Rosario La Duca, ''I veleni di Palermo'', Introduzione di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio, Palermo, 1988. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:La Duca, Rosario}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Ingegneri italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] 397tfi3vq3sps7dlk968uax7h0f6rhd 1221286 1221229 2022-08-07T08:19:04Z Ibisco 49387 /* I veleni di Palermo */ + 3 wikitext text/x-wiki '''Rosario La Duca''' (1923 – 2008), storico dell'arte, ingegnere, accademico e politico italiano. ==''I veleni di Palermo''== ===[[Citazioni]]=== *Il mattino del 9 febbraio 1954, nelle carceri dell'Ucciardone, [[Gaspare Pisciotta]], luogotenente del bandito [[Salvatore Giuliano]], viene avvelenato con una sostanza tossica mescolata con il caffè. È subito aperta un'inchiesta, vengono nominati i periti settori che dovranno eseguire la necroscopia del cadavere del Pisciotta e riferire al magistrato, entro due mesi, il risultato dell'esame. [...] In seguito si seppe soltanto che Pisciotta era stato avvelenato con una forte dose di stricnina, né altro aggiunse la giustizia. (pp. 30-31) *Il vero protagonista del crimine per mezzo di veneficio, specie nei tempi remoti, fu quasi sempre l'[[arsenico]]. Lo si trovava, facilmente, allo stato naturale, in masse compatte o anche, sotto forma di composti, in molti minerali. Il realgar e l'orpimento, arrostiti e successivamente ridotti in presenza di carbone, permettevano di ottenerlo quasi allo stato puro. (p. 31) *È fortemente tossico: la dose letale varia, a seconda dell'individuo, tra un ventesimo ed un decimo di grammo. (p. 32) *L'arsenico fu il principe dei veleni nel Medioevo e sino a qualche secolo fa. In soluzione acquosa, lo si poteva facilmente mescolare a cibi e bevande, senza che ad essi conferisse alcun sapore particolare. (p. 33) *A quel tempo{{NDR|nel Cinquecento}}, tra la città antica ed i quartieri arabi di Settentrione, scorreva pigramente il [[Papireto]] che, originato dalla sorgente di Denisinni (l'araba ''Aîn-abi-Saîdin''), era alimentato lungo il suo corso da molte polle. (pp. 34-35) *Il fiume muoveva le ruote di alcuni mulini e, là dove il letto si allargava, formava terreni acquitrinosi nei quali abbondante cresceva il papiro, che dava il nome al corso d'acqua ed alla contrada che l'attraversava. (p. 35) *Alcuni poeti siciliani avevano favoleggiato che il fiume ricevesse dal [[Nilo]], attraverso vie sotterranee, l'acqua e l'erba egizia; storici ed eruditi, per non esser da meno dei poeti, avevano fatto a gara per aggiungere ai papiri anche i coccodrilli, sostenendo a spada tratta che la carcassa di uno di questi alligatori, che pendeva dal soffitto della bottega di un aromatario della contrada dell'Argenteria, fosse proprio quella di uno dei questi coccodrilli, giunto dal Nilo e catturato sulle sponde del Papireto. Ma i terreni paludosi del fiume, oltre all'erba egizia, generavano anche esalazioni nocive. (p. 35) *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata [[Thofania d'Adamo]] «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. (p. 47) *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». (pp. 47-48) *Ma l'acqua velenosa sopravvive a coloro che l'avevano per lungo fabbricata e dispensata: con il nome di ''[[Acqua tofana]]'' o ''Acqua di Palermo'', attraversa lo Stretto e raggiunge il Continente. Chi si era presa la briga di raccogliere il segreto della sua composizione, conservarlo religiosamente per poi trasferirlo in altre parti d'Italia? (p. 53) *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. (pp. 53-54) *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». (p. 54) *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». (p. 54) *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. (p. 54) *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. (p. 62) *Il segreto dell'acqua della '''gnura Tufania'' viene però gelosamente custodito. Ed ecco che, nel 1648, una certa Caterina Boni si dà da fare per «produrre una polvere velenosa simile all'acqua di un'altra scelerata femina cognominata Tofania, che uccidea gli uomini inavvedutamente». (p. 62) *Da quanto riferisce il cronista, si deduce che l'''Acqua Tofana'', chiamata così nel 1648, abbia preso il suo nome da Thofania d'Adamo e non dall'altra Giulia Tofana che, forse impunita, morì in Roma nel 1651. (p. 62) ==Bibliografia== *Rosario La Duca, ''I veleni di Palermo'', Introduzione di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio, Palermo, 1988. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:La Duca, Rosario}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Ingegneri italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] o2s6s1rfiv754plzn7a5cz5a9gf7av4 1221302 1221286 2022-08-07T10:15:05Z Ibisco 49387 /* Citazioni */ + 5 wikitext text/x-wiki '''Rosario La Duca''' (1923 – 2008), storico dell'arte, ingegnere, accademico e politico italiano. ==''I veleni di Palermo''== ===[[Citazioni]]=== *Il mattino del 9 febbraio 1954, nelle carceri dell'Ucciardone, [[Gaspare Pisciotta]], luogotenente del bandito [[Salvatore Giuliano]], viene avvelenato con una sostanza tossica mescolata con il caffè. È subito aperta un'inchiesta, vengono nominati i periti settori che dovranno eseguire la necroscopia del cadavere del Pisciotta e riferire al magistrato, entro due mesi, il risultato dell'esame. [...] In seguito si seppe soltanto che Pisciotta era stato avvelenato con una forte dose di stricnina, né altro aggiunse la giustizia. (pp. 30-31) *Il vero protagonista del crimine per mezzo di veneficio, specie nei tempi remoti, fu quasi sempre l'[[arsenico]]. Lo si trovava, facilmente, allo stato naturale, in masse compatte o anche, sotto forma di composti, in molti minerali. Il realgar e l'orpimento, arrostiti e successivamente ridotti in presenza di carbone, permettevano di ottenerlo quasi allo stato puro. (p. 31) *È fortemente tossico: la dose letale varia, a seconda dell'individuo, tra un ventesimo ed un decimo di grammo. (p. 32) *L'arsenico fu il principe dei veleni nel Medioevo e sino a qualche secolo fa. In soluzione acquosa, lo si poteva facilmente mescolare a cibi e bevande, senza che ad essi conferisse alcun sapore particolare. (p. 33) *A quel tempo{{NDR|nel Cinquecento}}, tra la città antica ed i quartieri arabi di Settentrione, scorreva pigramente il [[Papireto]] che, originato dalla sorgente di Denisinni (l'araba ''Aîn-abi-Saîdin''), era alimentato lungo il suo corso da molte polle. (pp. 34-35) *Il fiume muoveva le ruote di alcuni mulini e, là dove il letto si allargava, formava terreni acquitrinosi nei quali abbondante cresceva il papiro, che dava il nome al corso d'acqua ed alla contrada che l'attraversava. (p. 35) *Alcuni poeti siciliani avevano favoleggiato che il fiume ricevesse dal [[Nilo]], attraverso vie sotterranee, l'acqua e l'erba egizia; storici ed eruditi, per non esser da meno dei poeti, avevano fatto a gara per aggiungere ai papiri anche i coccodrilli, sostenendo a spada tratta che la carcassa di uno di questi alligatori, che pendeva dal soffitto della bottega di un aromatario della contrada dell'Argenteria, fosse proprio quella di uno dei questi coccodrilli, giunto dal Nilo e catturato sulle sponde del Papireto. Ma i terreni paludosi del fiume, oltre all'erba egizia, generavano anche esalazioni nocive. (p. 35) *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata [[Thofania d'Adamo]] «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. (p. 47) *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». (pp. 47-48) *Ma l'acqua velenosa sopravvive a coloro che l'avevano per lungo fabbricata e dispensata: con il nome di ''[[Acqua tofana]]'' o ''Acqua di Palermo'', attraversa lo Stretto e raggiunge il Continente. Chi si era presa la briga di raccogliere il segreto della sua composizione, conservarlo religiosamente per poi trasferirlo in altre parti d'Italia? (p. 53) *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. (pp. 53-54) *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». (p. 54) *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». (p. 54) *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. (p. 54) *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. (p. 62) *Il segreto dell'acqua della '''gnura Tufania'' viene però gelosamente custodito. Ed ecco che, nel 1648, una certa Caterina Boni si dà da fare per «produrre una polvere velenosa simile all'acqua di un'altra scelerata femina cognominata Tofania, che uccidea gli uomini inavvedutamente». (p. 62) *Da quanto riferisce il cronista, si deduce che l'''Acqua Tofana'', chiamata così nel 1648, abbia preso il suo nome da Thofania d'Adamo e non dall'altra Giulia Tofana che, forse impunita, morì in Roma nel 1651. (p. 62) *{{NDR|Su [[Giovanna Bonanno]]}} A rinverdire le ormai monotone cronache del delitto ''cum veneno propinato'', è chiamata una mendicante quasi ottantenne, un po' fattucchiera e quindi esperta in esorcismi, in orazioni e scongiuri, in filtri e beveraggi. (p. 73) *Nella tarda età, superati i settantacinque anni, maturano alcune circostanze che faranno della vecchia una fredda avvelenatrice, spinta al delitto non dalle passioni, ma soltanto dal desiderio di guadagnare qualcosa per migliorare la sua grama esistenza. (p. 73) *Il processo criminale, salvatosi dalla distruzione e pubblicato dal Ratti nel 1914, consente di ricostruire le squallide vicende di questa ammazzamariti, di nome Giovanna Bonanno, che meglio passerà alla storia come la ''vecchia di l'acitu''. (p. 73) *La Bonanno ben conosce che l'aceto di D. Saverio La Monica è micidiale in quanto contiene arsenico, ma, per non farne sapere ad altri la composizione, decide di metterlo in commercio col nome di «acqua per uccidere gli uomini». E così la vecchiaccia, impugnata la carraffella che contiene l'aceto per ammazzar pidocchi, si appresta a percorrere la via del delitto lungo la quale avrebbe lasciato molti mariti inconsolabili e numerose vedove affrante. (p. 74) *Ci sono, ormai, prove più che sufficienti per dimostrare che la Bonanno uccise con l'aceto acquistato presso la bottega del La Monica e per mandare quindi la vecchia megera alla forca. Il 20 dicembre 1788 Giovanna Bonanno, condotta in ''loco tormentorum'' della Vicaria, viene sottoposta a tortura per adempiere alla legale solennità della ratifica di quanto ha già in precedenza deposto. (p. 81) ==Bibliografia== *Rosario La Duca, ''I veleni di Palermo'', Introduzione di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio, Palermo, 1988. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:La Duca, Rosario}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Ingegneri italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] oqv54769ozdaf22v86cdla3018yok01 1221324 1221302 2022-08-07T11:45:16Z Ibisco 49387 /* Citazioni */ + 3 wikitext text/x-wiki '''Rosario La Duca''' (1923 – 2008), storico dell'arte, ingegnere, accademico e politico italiano. ==''I veleni di Palermo''== ===[[Citazioni]]=== *Il mattino del 9 febbraio 1954, nelle carceri dell'Ucciardone, [[Gaspare Pisciotta]], luogotenente del bandito [[Salvatore Giuliano]], viene avvelenato con una sostanza tossica mescolata con il caffè. È subito aperta un'inchiesta, vengono nominati i periti settori che dovranno eseguire la necroscopia del cadavere del Pisciotta e riferire al magistrato, entro due mesi, il risultato dell'esame. [...] In seguito si seppe soltanto che Pisciotta era stato avvelenato con una forte dose di stricnina, né altro aggiunse la giustizia. (pp. 30-31) *Il vero protagonista del crimine per mezzo di veneficio, specie nei tempi remoti, fu quasi sempre l'[[arsenico]]. Lo si trovava, facilmente, allo stato naturale, in masse compatte o anche, sotto forma di composti, in molti minerali. Il realgar e l'orpimento, arrostiti e successivamente ridotti in presenza di carbone, permettevano di ottenerlo quasi allo stato puro. (p. 31) *È fortemente tossico: la dose letale varia, a seconda dell'individuo, tra un ventesimo ed un decimo di grammo. (p. 32) *L'arsenico fu il principe dei veleni nel Medioevo e sino a qualche secolo fa. In soluzione acquosa, lo si poteva facilmente mescolare a cibi e bevande, senza che ad essi conferisse alcun sapore particolare. (p. 33) *A quel tempo{{NDR|nel Cinquecento}}, tra la città antica ed i quartieri arabi di Settentrione, scorreva pigramente il [[Papireto]] che, originato dalla sorgente di Denisinni (l'araba ''Aîn-abi-Saîdin''), era alimentato lungo il suo corso da molte polle. (pp. 34-35) *Il fiume muoveva le ruote di alcuni mulini e, là dove il letto si allargava, formava terreni acquitrinosi nei quali abbondante cresceva il papiro, che dava il nome al corso d'acqua ed alla contrada che l'attraversava. (p. 35) *Alcuni poeti siciliani avevano favoleggiato che il fiume ricevesse dal [[Nilo]], attraverso vie sotterranee, l'acqua e l'erba egizia; storici ed eruditi, per non esser da meno dei poeti, avevano fatto a gara per aggiungere ai papiri anche i coccodrilli, sostenendo a spada tratta che la carcassa di uno di questi alligatori, che pendeva dal soffitto della bottega di un aromatario della contrada dell'Argenteria, fosse proprio quella di uno dei questi coccodrilli, giunto dal Nilo e catturato sulle sponde del Papireto. Ma i terreni paludosi del fiume, oltre all'erba egizia, generavano anche esalazioni nocive. (p. 35) *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata [[Thofania d'Adamo]] «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. (p. 47) *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». (pp. 47-48) *Ma l'acqua velenosa sopravvive a coloro che l'avevano per lungo fabbricata e dispensata: con il nome di ''[[Acqua tofana]]'' o ''Acqua di Palermo'', attraversa lo Stretto e raggiunge il Continente. Chi si era presa la briga di raccogliere il segreto della sua composizione, conservarlo religiosamente per poi trasferirlo in altre parti d'Italia? (p. 53) *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. (pp. 53-54) *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». (p. 54) *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». (p. 54) *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. (p. 54) *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. (p. 62) *Il segreto dell'acqua della '''gnura Tufania'' viene però gelosamente custodito. Ed ecco che, nel 1648, una certa Caterina Boni si dà da fare per «produrre una polvere velenosa simile all'acqua di un'altra scelerata femina cognominata Tofania, che uccidea gli uomini inavvedutamente». (p. 62) *Da quanto riferisce il cronista, si deduce che l'''Acqua Tofana'', chiamata così nel 1648, abbia preso il suo nome da Thofania d'Adamo e non dall'altra Giulia Tofana che, forse impunita, morì in Roma nel 1651. (p. 62) *{{NDR|Su [[Giovanna Bonanno]]}} A rinverdire le ormai monotone cronache del delitto ''cum veneno propinato'', è chiamata una mendicante quasi ottantenne, un po' fattucchiera e quindi esperta in esorcismi, in orazioni e scongiuri, in filtri e beveraggi. (p. 73) *Nella tarda età, superati i settantacinque anni, maturano alcune circostanze che faranno della vecchia una fredda avvelenatrice, spinta al delitto non dalle passioni, ma soltanto dal desiderio di guadagnare qualcosa per migliorare la sua grama esistenza. (p. 73) *Il processo criminale, salvatosi dalla distruzione e pubblicato dal Ratti nel 1914, consente di ricostruire le squallide vicende di questa ammazzamariti, di nome Giovanna Bonanno, che meglio passerà alla storia come la ''vecchia di l'acitu''. (p. 73) *La Bonanno ben conosce che l'aceto di D. Saverio La Monica è micidiale in quanto contiene arsenico, ma, per non farne sapere ad altri la composizione, decide di metterlo in commercio col nome di «acqua per uccidere gli uomini». E così la vecchiaccia, impugnata la carraffella che contiene l'aceto per ammazzar pidocchi, si appresta a percorrere la via del delitto lungo la quale avrebbe lasciato molti mariti inconsolabili e numerose vedove affrante. (p. 74) *Ci sono, ormai, prove più che sufficienti per dimostrare che la Bonanno uccise con l'aceto acquistato presso la bottega del La Monica e per mandare quindi la vecchia megera alla forca. Il 20 dicembre 1788 Giovanna Bonanno, condotta in ''loco tormentorum'' della Vicaria, viene sottoposta a tortura per adempiere alla legale solennità della ratifica di quanto ha già in precedenza deposto. (p. 81) *Prima che il Settecento volga al suo termine, un'altra morte misteriosa con sospetto di veleno, costituirà il giallo del secolo. Si tratta dell'improvviso decesso di [[Francesco d'Aquino|Don Francesco d'Aquino]] principe di Caramanico, viceré di Sicilia, avvenuto proprio negli anni in cui ebbe il processo [[Giovanna Bonanno]]. [...] Giungeva nell'isola nell'aprile del 1786, preceduto dalla fama di essere stato protagonista di un grande romanzo d'amore come favorito ed amante della regina Maria Carolina. (p. 88) *Il Caramanico, già ambasciatore del Regno di Napoli a Londra e a Parigi, appena giunto a Palermo si dà subito da fare per continuare, anche se con maggiore diplomazia, l'opera iniziata dal suo predecessore [[Domenico Caracciolo|Caracciolo]], uomo di Stato tagliato alla [[Voltaire]] e alla [[Diderot]], mangiapreti, nemico dell'Inquisizione e del potere baronale, ma zelante restauratore dell'autorità regia. Francesco d'Aquino abroga dapprima il ''mero e misto imperio'' dei baroni, sostenuto in ciò senza riserve dalla Corte, colpendo così a morte il baronaggio anche all'interno del feudo. (pp. 88-89) *Nel febbraio del 1794 il Caramanico viene «sopreso da gravissima malattia» che lo tiene inchiodato a letto per molti giorni. Convalescente, si reca a Napoli, ma, al suo ritorno, «mostra seempre soffrire incommodi in salute», e il giorno 8 gennaio del 1795, mentre si trova «a mutar aria alla Casina della Principessa del Cassaro nella contrada delle Terre Rosse, è assalito repentinamente da violenta convulsione, che all'ore 11 del giorno 9 seguente gli toglie la vita senzache abbia potuto ricevere il Santissimo Viatico, né munirsi dell'estrema unzione». Sulla morte del viceré circolano subito le notizie più fantasiose. Chi lo vuole ucciso dall'Acton suo rivale in amore con veleno direttamente propinatogli, chi dal Carelli suo segretario; altri ritiene, invece, che il Caramanico si sia suicidato con veleno essendo implicato in una congiura politica. (pp. 89-90) ==Bibliografia== *Rosario La Duca, ''I veleni di Palermo'', Introduzione di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio, Palermo, 1988. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:La Duca, Rosario}} [[Categoria:Accademici italiani]] [[Categoria:Ingegneri italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] rphx8oe7splmo4d3rvu0wnigi7s3f0v Duchessa d'Andria 0 195388 1221172 2022-08-06T14:17:48Z Udiki 86035 pseudonimo wikitext text/x-wiki #RINVIA [[Enrichetta Carafa Capecelatro]] 3gqk0r7uepi5n51x8fg3i0dmdih8hw2 Mulay Isma'il 0 195389 1221173 2022-08-06T14:23:15Z Gaux 18878 Mulay Isma'il (1645 – 1727), sultano marocchino wikitext text/x-wiki '''Mulay Ismāʿīl ibn ʿAlī al-Sharīf''' (1645 – 1727), sultano marocchino della dinastia alawide che regnò dal 1672 al 1727. ==Citazioni su Mulay Isma'il== *Muley Ismaele salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri. ([[Ambrogio Levati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Schlechter, Carl}} [[Categoria:Marocchini]] 6etxuf79u9o5b53l2hxsxykjg90x57e 1221174 1221173 2022-08-06T14:23:38Z Gaux 18878 sic wikitext text/x-wiki '''Mulay Ismāʿīl ibn ʿAlī al-Sharīf''' (1645 – 1727), sultano marocchino della dinastia alawide che regnò dal 1672 al 1727. ==Citazioni su Mulay Isma'il== *{{sic|Muley}} Ismaele salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri. ([[Ambrogio Levati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Schlechter, Carl}} [[Categoria:Marocchini]] e2jxovty3ko0ky4v6x09tnyb067bz97 1221175 1221174 2022-08-06T14:27:47Z Gaux 18878 immagine wikitext text/x-wiki [[File:Moulay Ismail.jpg|thumb|Mulay Isma'il]] '''Mulay Ismāʿīl ibn ʿAlī al-Sharīf''' (1645 – 1727), sultano marocchino della dinastia alawide che regnò dal 1672 al 1727. ==Citazioni su Mulay Isma'il== *{{sic|Muley}} Ismaele salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri. ([[Ambrogio Levati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Schlechter, Carl}} [[Categoria:Marocchini]] o99mxhdpvp1egieh6gpvbwmt9nyv7j4 1221179 1221175 2022-08-06T14:39:30Z Gaux 18878 /* Citazioni su Mulay Isma'il */ altra di Levati wikitext text/x-wiki [[File:Moulay Ismail.jpg|thumb|Mulay Isma'il]] '''Mulay Ismāʿīl ibn ʿAlī al-Sharīf''' (1645 – 1727), sultano marocchino della dinastia alawide che regnò dal 1672 al 1727. ==Citazioni su Mulay Isma'il== *{{sic|Muley}} Ismaele salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri. ([[Ambrogio Levati]]) Muley troncava le teste come avrebbe abbattuti i papaveri; e si divertiva nel mostrar la sua forza ed agilità recidendo un capo nell'atto di montare a cavallo. Si narra che uccidesse di propria mano quarantamila sudditi ribelli. Egli era lo spavento anche delle numerose sue mogli e de' suoi figliuoli. ([[Ambrogio Levati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Schlechter, Carl}} [[Categoria:Marocchini]] qnhtf7md33vkof9zzj0wivxq7bd4zgq 1221180 1221179 2022-08-06T14:39:52Z Gaux 18878 /* Citazioni su Mulay Isma'il */ typo wikitext text/x-wiki [[File:Moulay Ismail.jpg|thumb|Mulay Isma'il]] '''Mulay Ismāʿīl ibn ʿAlī al-Sharīf''' (1645 – 1727), sultano marocchino della dinastia alawide che regnò dal 1672 al 1727. ==Citazioni su Mulay Isma'il== *{{sic|Muley}} Ismaele salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri. ([[Ambrogio Levati]]) *Muley troncava le teste come avrebbe abbattuti i papaveri; e si divertiva nel mostrar la sua forza ed agilità recidendo un capo nell'atto di montare a cavallo. Si narra che uccidesse di propria mano quarantamila sudditi ribelli. Egli era lo spavento anche delle numerose sue mogli e de' suoi figliuoli. ([[Ambrogio Levati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Schlechter, Carl}} [[Categoria:Marocchini]] 2bqtoawf51az2rpfs6zum3a8bxac1en 1221181 1221180 2022-08-06T14:41:10Z Gaux 18878 semplifico wikitext text/x-wiki [[File:Moulay Ismail.jpg|thumb|Mulay Isma'il]] '''Mulay Ismāʿīl ibn ʿAlī al-Sharīf''' (1645 – 1727), sultano marocchino, regnante dal 1672 al 1727. ==Citazioni su Mulay Isma'il== *{{sic|Muley}} Ismaele salì sul trono di Marocco nell'anno 1672. Intento ad ammassar tesori, trattava i sudditi quali bestie, e disponeva a suo talento delle loro sostanze. Avendo ordinato ad un Corpo di Negri di partire sotto la condotta di Sidan o Sid suo figlio per sedare una ribellione, ed avendo essi chiesta la paga, loro rispose: "Vedete voi, cani di Mori che i muli, i cammelli, e tutti gli altri animali del mio Impero non mi chiedono cosa alcuna pel lor mantenimento? Essi lo trovano senza importunarmi: voi pure fate lo stesso, e sollecitamente ponetevi in marcia". Cosi egli ordinava ai soldati di commettere qualunque violenza per rinvenire danaro e viveri. ([[Ambrogio Levati]]) *Muley troncava le teste come avrebbe abbattuti i papaveri; e si divertiva nel mostrar la sua forza ed agilità recidendo un capo nell'atto di montare a cavallo. Si narra che uccidesse di propria mano quarantamila sudditi ribelli. Egli era lo spavento anche delle numerose sue mogli e de' suoi figliuoli. ([[Ambrogio Levati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Schlechter, Carl}} [[Categoria:Marocchini]] 2o6fancw9mtqhdax6fawxbw3mo731ef Discussioni utente:91.132.175.69 3 195391 1221184 2022-08-06T15:10:30Z Dread83 47 Creata pagina con "{{test}}--~~~~" wikitext text/x-wiki {{test}}--'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 17:10, 6 ago 2022 (CEST) kehjgkg5n36odm9rdlxk9rpwai8ho24 Discussioni utente:80.117.238.97 3 195393 1221195 2022-08-06T15:43:18Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "Ciao, non è ammesso creare su Wikiquote pagine senza citazioni, Wikiquote è una raccolta di citazioni. Grazie, --~~~~" wikitext text/x-wiki Ciao, non è ammesso creare su Wikiquote pagine senza citazioni, Wikiquote è una raccolta di citazioni. Grazie, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:43, 6 ago 2022 (CEST) kl6s9zhvqitdnlb99uvhhgckanda4vu Thofania d'Adamo 0 195394 1221199 2022-08-06T16:21:07Z Ibisco 49387 '''Thofania d'Adamo''' (... – 1633), assassina seriale italiana. wikitext text/x-wiki '''Thofania d'Adamo''' (... – 1633), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Thofania d'Adamo== ===[[Rosario La Duca]]=== *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata Thofania d'Adamo «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. ==Altri progetti== {{interprogetto|w|w_site=sv}} {{DEFAULTSORT:d'Adamo, Thofania}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] 7n413vpirhbj3vxzvhd6is1v15md5x2 1221220 1221199 2022-08-06T17:32:04Z Ibisco 49387 Voci correlate wikitext text/x-wiki '''Thofania d'Adamo''' (... – 1633), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Thofania d'Adamo== ===[[Rosario La Duca]]=== *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata Thofania d'Adamo «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. ==Voci correlate== *[[Giulia Tofana]], figlia o nipote ==Altri progetti== {{interprogetto|w|w_site=sv}} {{DEFAULTSORT:d'Adamo, Thofania}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] n2u5iisw1xq6virh9z8soeh32d7wg61 1221233 1221220 2022-08-06T18:23:21Z Ibisco 49387 /* Voci correlate */ + 1 wikitext text/x-wiki '''Thofania d'Adamo''' (... – 1633), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Thofania d'Adamo== ===[[Rosario La Duca]]=== *Il 12 luglio di quello stesso anno {{NDR|1633}}, viene giustiziata Thofania d'Adamo «per aver fatto morire al quondam Francesco d'Adamo suo marito, et altre persone con acqua velenosa». La buona donna ha cercato di assommare per la sua acquetta il cauto impiego casalingo e l'avveduto e remunerativo commercio esterno. *Per Thofania d'Adamo la Regia Gran Corte Criminale prepara una «orrenda ma giustissima giustizia». La condannata, non appena uscita dalla Cappella della Vicaria, è posta mezza nuda sopra un carro e, mentre il boia ne strappa le carni con tenaglie arroventate, viene portata a zonzo per le vie della città. Dopo questa passeggiata preparatoria, è ricondotta alla Vicaria e la si fa salire nella parte più alta dell'edificio; qui viene strozzata ad un palo e «dal detto loco buttata e poi appiccata e squartata». *Dopo la morte di Thofania d'Adamo, ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. ==Voci correlate== *[[Acqua tofana]] *[[Giulia Tofana]], figlia o nipote ==Altri progetti== {{interprogetto|w|w_site=sv}} {{DEFAULTSORT:d'Adamo, Thofania}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] 93sgnrvx8nxav2uwb0s7tqz9q36z875 Categoria:Assassini seriali italiani 14 195395 1221201 2022-08-06T16:26:25Z Ibisco 49387 Nuova categoria wikitext text/x-wiki {{NotaCategorie|persone}} {{NotaPersone}} {{interprogetto|w}} [[Categoria:Italiani]] [[Categoria:Assassini seriali|Italiani]] qtf3mmj9xomnbuk9ft83rdyrkei9dm7 1221202 1221201 2022-08-06T16:27:02Z Ibisco 49387 wikitext text/x-wiki {{NotaCategorie|persone}} {{NotaPersone}} {{interprogetto}} [[Categoria:Italiani]] [[Categoria:Assassini seriali|Italiani]] ogfr25nt6l4xlf3v1h5b50y0pw3cfk9 Discussioni utente:MdsShakil/header 3 195396 1221209 2022-08-06T16:35:24Z Pathoschild 2615 create header for talk page ([[m:Synchbot|requested by MdsShakil]]) wikitext text/x-wiki <div style="display: flex; flex-wrap: wrap; justify-content: center; align-items: center; margin: 16px 0; border: 1px solid #aaaaaa;"> <div style="padding: 12px;">[[File:Circle-icons-megaphone.svg|75px|link=[[m:User_talk:MdsShakil]]]]</div> <div style="flex: 1; padding: 12px; background-color: #dddddd; color: #555555;"> <div style="font-weight: bold; font-size: 150%; color: red; font-family: 'Comic Sans MS'">Welcome to my talk page!</div> <div style="max-width: 700px">Hey! 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[[File:Face-smile.svg|18px|link=[[m:User:MdsShakil]]]]</div> </div> </div> 6ns6eellkw7iqc4yteyjnszfjmo2yio Giulia Tofana 0 195397 1221213 2022-08-06T16:55:40Z Ibisco 49387 '''Giulia Tofana''' (... – 1651), assassina seriale italiana. wikitext text/x-wiki '''Giulia Tofana''' (... – 1651), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Giulia Tofana== ===[[Rosario La Duca]]=== *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una Giulia Tofana di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. ==Voci correlate== *[[Thofania d'Adamo]], madre o zia ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Tofana, Giulia}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] 2fcwz6sgut5neexq0h8la8yk70k6x5a 1221219 1221213 2022-08-06T17:31:24Z Ibisco 49387 /* Voci correlate */ + 1 wikitext text/x-wiki '''Giulia Tofana''' (... – 1651), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Giulia Tofana== ===[[Rosario La Duca]]=== *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una Giulia Tofana di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. ==Voci correlate== *[[Thofania d'Adamo]], madre o zia *[[Girolama Spana]], figliastra ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Tofana, Giulia}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] iofmntpuc8h9kf1suinsuptlgl61tn3 1221232 1221219 2022-08-06T18:23:02Z Ibisco 49387 /* Voci correlate */ + 1 wikitext text/x-wiki '''Giulia Tofana''' (... – 1651), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Giulia Tofana== ===[[Rosario La Duca]]=== *In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'[[acqua tofana|acqua]] vi era stato portato da una Giulia Tofana di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della d'Adamo. *Giulia Tofana era fuggita dalla città nativa, assieme alla figliastra [[Girolama Spana]], «essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spadafora, era ivi morto un Ippolito Larcari ricco gentiluomo di Genova». *La Tofana, giunta a Roma col diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia l'attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera, in quanto «s'intendeva di fisionomia». Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio e, in tal modo, comincia a far carriera, trovando protezione ed anche l'occasione di cominciare a spacciare il suo prodotto. Stringe intimo legame con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori delle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua, «perocché era appunto il Padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto». *Giulia Tofana muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. ==Voci correlate== *[[Acqua tofana]] *[[Thofania d'Adamo]], madre o zia *[[Girolama Spana]], figliastra ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Tofana, Giulia}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] ll8hol68o4ub23h3emopgpliq1fjxib Discussioni utente:Pamfletka 3 195398 1221217 2022-08-06T17:28:41Z Bencemac 63027 Bencemac ha spostato la pagina [[Discussioni utente:Pamfletka]] a [[Discussioni utente:Klébernág]]: Pagina spostata automaticamente durante la rinomina dell'utente "[[Special:CentralAuth/Pamfletka|Pamfletka]]" a "[[Special:CentralAuth/Klébernág|Klébernág]]" wikitext text/x-wiki #RINVIA [[Discussioni utente:Klébernág]] huptzaxm13ymg1kjyqdhwwdfir067c6 Girolama Spana 0 195399 1221218 2022-08-06T17:30:52Z Ibisco 49387 '''Girolama Spana''' (1615 – 1659), avvelenatrice e astrologa italiana. wikitext text/x-wiki '''Girolama Spana''' (1615 – 1659), avvelenatrice e astrologa italiana. ==Citazioni su Girolama Spana== *[[Giulia Tofana]] muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'[[acqua tofana|acqua]]: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. ([[Rosario La Duca]]) ==Voci correlate== *[[Giulia Tofana]], matrigna ==Altri progetti== {{interprogetto|w|w_site=en}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Spana, Girolama}} [[Categoria:Astrologi italiani]] [[Categoria:Criminali italiani]] tv665u7iwe4u1ws0pwvfe6f1mx5fmo9 1221234 1221218 2022-08-06T18:23:54Z Ibisco 49387 /* Voci correlate */ + 1 wikitext text/x-wiki '''Girolama Spana''' (1615 – 1659), avvelenatrice e astrologa italiana. ==Citazioni su Girolama Spana== *[[Giulia Tofana]] muore nel 1651, ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'[[acqua tofana|acqua]]: la figliastra Girolama Spana, assistita dal pio Padre Girolamo di Sant'Agnese, occupa il posto della matrigna, ma, poco dopo, cade nelle mani della giustizia assieme ad altre quattro collaboratrici, Giovanna de Grandis, Maria Spinola – soprannominata Grifola ed anch'essa siciliana, ma abitante a Roma sin dal 1627 – Laura Crispolti e Graziosa Farina. Processate, vengono condannate a morte e, nel pomeriggio del 5 luglio 1659, le «allegre comari» pendono dalle forche erette in Campo dei Fiori. ([[Rosario La Duca]]) ==Voci correlate== *[[Acqua tofana]] *[[Giulia Tofana]], matrigna ==Altri progetti== {{interprogetto|w|w_site=en}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Spana, Girolama}} [[Categoria:Astrologi italiani]] [[Categoria:Criminali italiani]] bgfy9bsr4n6edeynce2hdvg1pi69xl4 Acqua tofana 0 195400 1221224 2022-08-06T17:48:02Z Ibisco 49387 Inserimento in voce tematica wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazioni sull''''acqua tofana'''. *Ma l'acqua velenosa sopravvive a coloro che l'avevano per lungo fabbricata e dispensata: con il nome di ''Acqua tofana'' o ''Acqua di Palermo'', attraversa lo Stretto e raggiunge il Continente. Chi si era presa la briga di raccogliere il segreto della sua composizione, conservarlo religiosamente per poi trasferirlo in altre parti d'Italia? In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'acqua vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della [[Thofania d'Adamo|d'Adamo]]. ([[Rosario La Duca]]) ==Voci correlate== *[[Thofania d'Adamo]] *[[Giulia Tofana]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Veleni]] f7ubpseg3g3qr82p0yi2nszbm6wxj5g 1221230 1221224 2022-08-06T18:21:33Z Ibisco 49387 + 2 citazioni e Destub wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazioni sull''''acqua tofana'''. ===[[Rosario La Duca]]=== *Ma l'acqua velenosa sopravvive a coloro che l'avevano per lungo fabbricata e dispensata: con il nome di ''Acqua tofana'' o ''Acqua di Palermo'', attraversa lo Stretto e raggiunge il Continente. Chi si era presa la briga di raccogliere il segreto della sua composizione, conservarlo religiosamente per poi trasferirlo in altre parti d'Italia? In un processo criminale celebrato in Roma nel 1659 contro cinque donne che, dispensando veleno, avevano prodotto «un sordo macello di mariti», funestando per oltre quattro anni quella città, risulta che il segreto dell'acqua vi era stato portato da una [[Giulia Tofana]] di Palermo che alcuni vogliono essere stata parente, se non addirittura figlia della [[Thofania d'Adamo|d'Adamo]]. *Dopo la morte di [[Thofania d'Adamo]], ''leader'' degli avvelenatori siciliani, i fabbricatori e dispensatori di acque miracolose che vengono appresso appaiono dei semplici dilettanti. Il segreto dell'acqua della '''gnura Tufania'' viene però gelosamente custodito. Ed ecco che, nel 1648, una certa Caterina Boni si dà da fare per «produrre una polvere velenosa simile all'acqua di un'altra scelerata femina cognominata Tofania, che uccidea gli uomini inavvedutamente». *Da quanto riferisce il cronista, si deduce che l'''Acqua Tofana'', chiamata così nel 1648, abbia preso il suo nome da Thofania d'Adamo e non dall'altra Giulia Tofana che, forse impunita, morì in Roma nel 1651. ==Voci correlate== *[[Thofania d'Adamo]] *[[Giulia Tofana]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Veleni]] kl9agsn93lzagsknnajow8gsll44wp4 Difesa 0 195401 1221237 2022-08-06T19:40:55Z Udiki 86035 Creata pagina con "{{voce tematica}} Citazioni sulla '''difesa'''. *La difesa è, secondo la legge della natura, comune a tutti gli uomini e approvata dal sommo Iddio e dal consentimento di tutte le nazioni; nata insieme col mondo e duratura quanto il mondo, e alla quale non possono derogare né le leggi civili né le canoniche fondate in su la volontà degli uomini, e le quali, scritte in sulle carte, non possono derogare a una legge non fatta dagli uomini ma dalla stessa natura, e scrit..." wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''difesa'''. *La difesa è, secondo la legge della natura, comune a tutti gli uomini e approvata dal sommo Iddio e dal consentimento di tutte le nazioni; nata insieme col mondo e duratura quanto il mondo, e alla quale non possono derogare né le leggi civili né le canoniche fondate in su la volontà degli uomini, e le quali, scritte in sulle carte, non possono derogare a una legge non fatta dagli uomini ma dalla stessa natura, e scritta scolpita e infissa ne' petti e negli animi di tutta la generazione umana. ([[Francesco Guicciardini]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} {{s}} [[Categoria:Attività]] 0j06xrtl79jw5slohg7lpzv9uxa0azn 1221239 1221237 2022-08-06T19:51:09Z Udiki 86035 aggiunta una, cambio cat. wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''difesa'''. *La difesa è, secondo la legge della natura, comune a tutti gli uomini e approvata dal sommo Iddio e dal consentimento di tutte le nazioni; nata insieme col mondo e duratura quanto il mondo, e alla quale non possono derogare né le leggi civili né le canoniche fondate in su la volontà degli uomini, e le quali, scritte in sulle carte, non possono derogare a una legge non fatta dagli uomini ma dalla stessa natura, e scritta scolpita e infissa ne' petti e negli animi di tutta la generazione umana. ([[Francesco Guicciardini]]) *Quelle difese solamente sono buone, certe, e durabili, che dipendono da te proprio, e dalla virtù tua. ([[Niccolò Machiavelli]]) ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} {{s}} [[Categoria:Azioni]] e2du9re18ew1jcmr8epc5ec2baizkqm Brodo di polipo 0 195402 1221249 2022-08-06T22:19:11Z Sun-crops 10277 Inserimento in voce tematica wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sul '''brodo di polipo''', noto a [[Napoli]] come ''''o bror' e' purpo'''. *Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da [[Victor Hugo|Hugo]] in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte; andando a letto era opportuno sputare il pezzetto di polipo e non pensarci più, qualora non si volesse masticarlo l'indomani e per sempre. Desidero si sappia che il [[chewing-gum]] ha avuto un antenato al mio paese. ([[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]) ==Voci correlate== *[[Cibo]] *[[Cucina napoletana]] *[[Napoli]] {{s}} [[Categoria:Cucina napoletana]] bd6wsr9lmu4bnxs2gdzrdk8fyzzg8ag San Michele che scaccia il demonio 0 195403 1221255 2022-08-06T23:41:42Z Sun-crops 10277 Inserimento in voce tematica wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sul '''''San Michele che scaccia il demonio''''', conosciuto anche come il '''''Diavolo di [[Mergellina]]''''', dipinto nel 1542 da Leonardo da Pistoia, custodito a [[Napoli]], all'interno della [[chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina]]. ==Citazioni== *Fatto sta, che nel quadro del Pistoia quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei<ref>Vittoria d'Avalos che, si diceva, tentò di sedurre il cardinale Diomede Carafa, committente del dipinto.</ref>che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina». ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{s}} [[Categoria:Dipinti]] 322bzq0m5e3zbz4rhm3etmyg1s29bed 1221256 1221255 2022-08-06T23:48:24Z Sun-crops 10277 aggiustamenti wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sul '''''San Michele che scaccia il demonio''''', conosciuto anche come il '''''Diavolo di Mergellina''''', dipinto nel 1542 da Leonardo da Pistoia, custodito a [[Napoli]], all'interno della [[chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina]]. *Fatto sta, che nel quadro del Pistoia quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei<ref>Vittoria d'Avalos che, si diceva, tentò di sedurre il cardinale Diomede Carafa, committente del dipinto.</ref>che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina». ([[Benedetto Croce]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}} {{s}} [[Categoria:Dipinti]] o3qln1gtz2qh0pdgb6ng9qwlzdnu04w Claudio Strinati 0 195404 1221273 2022-08-07T07:35:14Z Ibisco 49387 '''Claudio Strinati''' (1948 – vivente), storico dell'arte, conduttore televisivo e dirigente pubblico italiano. wikitext text/x-wiki '''Claudio Strinati''' (1948 – vivente), storico dell'arte, conduttore televisivo e dirigente pubblico italiano. {{Int2|1=''«Qui l'arte è dappertutto. Io la scoprii alle giostre insieme a mio nonno»''|2=Intervista di Paolo Conte, ''Corriere della Sera'', 6 agosto 2022.}} *Da bambino ero spesso affidato a mio nonno Remigio Strinati, critico e storico dell'arte, giornalista. Mi portava alle giostre di Porta san Giovanni. Le adoravo. Lì c'è una statua di san Francesco realizzata da un bravo scultore e suo amico, Giuseppe Tonnini, nel 1927. Nonno mi raccontava della statua e mi portava alla [[Basilica di San Giovanni in Laterano|Basilica]]. Ma senza "insegnarmi" niente. Applicava il criterio critico, dicendomi con un sorriso che la facciata del 1732 di [[Alessandro Galilei]], discendente di Galileo, non era niente di speciale, anzi, perché probabilmente aveva vinto il concorso saltando alcuni passaggi. Magari, come si dice oggi, era un raccomandato. Mi trasmise l'idea che l'arte fosse qualcosa di normale, di quotidiano. E che, come faceva lui, ci si poteva persino campare. *I rivoluzionari francesi distrussero le statue dei re di Francia perché occorreva cancellare le tracce della monarchia: ideologia! Il cattolicesimo considera la produzione dell'arte come una parte organica dell'esistenza. Lascia la libertà di apprezzarla molto o di disinteressarsene. Il disinteresse non produce distruzione... *{{NDR|Su Caravaggio, uccisore di Ranuccio Tomassoni in una lite}} [[Caravaggio]] era un figlio del suo tempo. Roma era una città di grandissima conflittualità. In quella circostanza, Caravaggio agì secondo una frequentatissima logica di comportamento e, esaminando il caso, c'è anche da propendere per la legittima difesa. Essendo il più grande dei pittori, sembra che anche quell'episodio lo sia, ma non è così. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Strinati, Claudio}} [[Categoria:Conduttori televisivi italiani]] [[Categoria:Dirigenti pubblici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] orw4101m2rqizq4fv6drerlrtz0w7qk 1221279 1221273 2022-08-07T07:46:08Z Ibisco 49387 Wlink wikitext text/x-wiki '''Claudio Strinati''' (1948 – vivente), storico dell'arte, conduttore televisivo e dirigente pubblico italiano. {{Int2|1=''«Qui l'arte è dappertutto. Io la scoprii alle giostre insieme a mio nonno»''|2=Intervista di Paolo Conte, ''Corriere della Sera'', 6 agosto 2022.}} *Da bambino ero spesso affidato a mio nonno Remigio Strinati, critico e storico dell'arte, giornalista. Mi portava alle giostre di Porta san Giovanni. Le adoravo. Lì c'è una statua di san Francesco realizzata da un bravo scultore e suo amico, Giuseppe Tonnini, nel 1927. Nonno mi raccontava della statua e mi portava alla [[Basilica di San Giovanni in Laterano|Basilica]]. Ma senza "insegnarmi" niente. Applicava il criterio critico, dicendomi con un sorriso che la facciata del 1732 di [[Alessandro Galilei]], discendente di [[Galileo]], non era niente di speciale, anzi, perché probabilmente aveva vinto il concorso saltando alcuni passaggi. Magari, come si dice oggi, era un raccomandato. Mi trasmise l'idea che l'arte fosse qualcosa di normale, di quotidiano. E che, come faceva lui, ci si poteva persino campare. *I rivoluzionari francesi distrussero le statue dei re di Francia perché occorreva cancellare le tracce della monarchia: ideologia! Il cattolicesimo considera la produzione dell'arte come una parte organica dell'esistenza. Lascia la libertà di apprezzarla molto o di disinteressarsene. Il disinteresse non produce distruzione... *{{NDR|Su Caravaggio, uccisore di Ranuccio Tomassoni in una lite}} [[Caravaggio]] era un figlio del suo tempo. Roma era una città di grandissima conflittualità. In quella circostanza, Caravaggio agì secondo una frequentatissima logica di comportamento e, esaminando il caso, c'è anche da propendere per la legittima difesa. Essendo il più grande dei pittori, sembra che anche quell'episodio lo sia, ma non è così. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Strinati, Claudio}} [[Categoria:Conduttori televisivi italiani]] [[Categoria:Dirigenti pubblici italiani]] [[Categoria:Storici dell'arte italiani]] q3rcn0ekp0z2zxfe3rnf2ggkuekcl6o Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi 0 195405 1221275 2022-08-07T07:40:30Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "{{FictionTV |titolo italiano = Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi |tipofiction = miniserie TV |titolo originale = Cyril a Metoděj - Apoštolové Slovanů |paese = Repubblica Ceca/Slovacchia |anno = 2013 |genere = storico/biografico |episodi = 4 |regista = [[Petr Nikolaev]] |sceneggiatore = [[Miroslav Oščatka]] |attori = * [[Ondřej Novák]]: [[Cirillo e Metodio|Costantino / Cirillo]] * [[Roman Zach]]: [[Cirillo e Metodio|Michele / Metodio]] * [[Josef Abrhám]]:..." wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titolo italiano = Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi |tipofiction = miniserie TV |titolo originale = Cyril a Metoděj - Apoštolové Slovanů |paese = Repubblica Ceca/Slovacchia |anno = 2013 |genere = storico/biografico |episodi = 4 |regista = [[Petr Nikolaev]] |sceneggiatore = [[Miroslav Oščatka]] |attori = * [[Ondřej Novák]]: [[Cirillo e Metodio|Costantino / Cirillo]] * [[Roman Zach]]: [[Cirillo e Metodio|Michele / Metodio]] * [[Josef Abrhám]]: [[Fozio di Costantinopoli|Fozio]] * [[Marian Roden]]: Hermanrich * [[Milan Bahul]]: Rostislav * [[Jan Jankovský]]: Svatopluk * [[Kajetán Písařovic]]: Eiben * [[Bohumír Starý]]: Wiching * [[Vilém Udatný]]: Lutimír * [[Lukáš Jůza]]: Gorazd * [[Petr Borovec]]: [[Michele III]] }} '''''Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi''''', miniserie televisiva del 2013, regia di [[Petr Nikolaev]]. ==[[Incipit]]== {{Incipit serie televisive}} [[Cirillo e Metodio]], gli inventori della prima scrittura slava: è ciò che il mondo più di ogni altra cosa ricorda di questi due uomini, la cui opera ha rivestito un'enorme importanza per i popoli slavi. Essi spesero la loro intera esistenza a unire Oriente e Occidente. ('''Narratore''') ==Episodio 1, ''I fratelli di Salonicco''== *O [[Gregorio Nazianzeno|Gregorio]], tu che sei uomo per il corpo e al tempo stesso angelo per l'anima, le tue labbra lodano Dio come gli arcangeli e offrono al mondo la dottrina della vera fede. Illumina la mia mente, vieni a me che mi inginocchio con amore davanti a te e sii il mio maestro. ('''Michele''') {{NDR|leggendo la [[Preghiere dalle serie televisive|preghiera]] scritta da Costantino}} *'''Teoctisto''': Sei così giovane e già ti chiamano "il Filosofo". Che cos'è secondo te la [[filosofia]]?<br>'''Costantino''': Ecco: è la conoscenza delle cose umane e divine. E conduce l'uomo a un'esistenza virtuosa. Solo praticando azioni rette e virtuose, l'uomo può sperare di assomigliare a Dio. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Serie televisive storiche]] 1jj4u7wmhw3nnwqnuvjrbchnbi7n6e2 1221291 1221275 2022-08-07T08:50:51Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titolo italiano = Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi |tipofiction = miniserie TV |titolo originale = Cyril a Metoděj - Apoštolové Slovanů |paese = Repubblica Ceca/Slovacchia |anno = 2013 |genere = storico/biografico |episodi = 4 |regista = [[Petr Nikolaev]] |sceneggiatore = [[Miroslav Oščatka]] |attori = * [[Ondřej Novák]]: [[Cirillo e Metodio|Costantino / Cirillo]] * [[Roman Zach]]: [[Cirillo e Metodio|Michele / Metodio]] * [[Josef Abrhám]]: [[Fozio di Costantinopoli|Fozio]] * [[Marian Roden]]: Hermanrich * [[Milan Bahul]]: Rostislav * [[Jan Jankovský]]: Svatopluk * [[Kajetán Písařovic]]: Eiben * [[Bohumír Starý]]: Wiching * [[Vilém Udatný]]: Lutimír * [[Lukáš Jůza]]: Gorazd * [[Petr Borovec]]: [[Michele III]] }} '''''Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi''''', miniserie televisiva del 2013, regia di [[Petr Nikolaev]]. ==[[Incipit]]== {{Incipit serie televisive}} [[Cirillo e Metodio]], gli inventori della prima scrittura slava: è ciò che il mondo più di ogni altra cosa ricorda di questi due uomini, la cui opera ha rivestito un'enorme importanza per i popoli slavi. Essi spesero la loro intera esistenza a unire Oriente e Occidente. ('''Narratore''') ==Episodio 1, ''I fratelli di Salonicco''== *O [[Gregorio Nazianzeno|Gregorio]], tu che sei uomo per il corpo e al tempo stesso angelo per l'anima, le tue labbra lodano Dio come gli arcangeli e offrono al mondo la dottrina della vera fede. Illumina la mia mente, vieni a me che mi inginocchio con amore davanti a te e sii il mio maestro. ('''Michele''', leggendo la [[Preghiere dalle serie televisive|preghiera]] scritta da Costantino) *'''Teoctisto''': Sei così giovane e già ti chiamano "il Filosofo". Che cos'è secondo te la [[filosofia]]?<br>'''Costantino''': Ecco: è la conoscenza delle cose umane e divine. E conduce l'uomo a un'esistenza virtuosa. Solo praticando azioni rette e virtuose, l'uomo può sperare di assomigliare a Dio. *'''Biografo''': Sono contento che abbiano mandato in Moravia voi due.<br>'''Metodio''': Ciò che Dio fa è sempre ben fatto, anche se il demonio dissemina di ostacoli la strada da percorrere. ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Serie televisive storiche]] 8uv206sodr54bcannwmfzf70wwjupcq Alessandro Galilei 0 195406 1221277 2022-08-07T07:43:58Z Ibisco 49387 '''Alessandro Galilei''' (1691 – 1737), architetto italiano. wikitext text/x-wiki '''Alessandro Galilei''' (1691 – 1737), architetto italiano. ==Citazioni su Alessandro Galilei== *Da bambino ero spesso affidato a mio nonno Remigio Strinati, critico e storico dell'arte, giornalista. Mi portava alle giostre di Porta san Giovanni. Le adoravo. Lì c'è una statua di san Francesco realizzata da un bravo scultore e suo amico, Giuseppe Tonnini, nel 1927. Nonno mi raccontava della statua e mi portava alla [[Basilica di San Giovanni in Laterano|Basilica]]. Ma senza "insegnarmi" niente. Applicava il criterio critico, dicendomi con un sorriso che la facciata del 1732 di Alessandro Galilei, discendente di [[Galileo]], non era niente di speciale, anzi, perché probabilmente aveva vinto il concorso saltando alcuni passaggi. Magari, come si dice oggi, era un raccomandato. ([[Claudio Strinati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Galilei, Alessandro}} [[Categoria:Architetti italiani]] dyo0qe3x1u287qqta7x1ll8u7m1bona 1221278 1221277 2022-08-07T07:45:26Z Ibisco 49387 Immagine wikitext text/x-wiki [[File:Alessandro Galilei.jpg|thumb|Alessandro Galilei]] '''Alessandro Galilei''' (1691 – 1737), architetto italiano. ==Citazioni su Alessandro Galilei== *Da bambino ero spesso affidato a mio nonno Remigio Strinati, critico e storico dell'arte, giornalista. Mi portava alle giostre di Porta san Giovanni. Le adoravo. Lì c'è una statua di san Francesco realizzata da un bravo scultore e suo amico, Giuseppe Tonnini, nel 1927. Nonno mi raccontava della statua e mi portava alla [[Basilica di San Giovanni in Laterano|Basilica]]. Ma senza "insegnarmi" niente. Applicava il criterio critico, dicendomi con un sorriso che la facciata del 1732 di Alessandro Galilei, discendente di [[Galileo]], non era niente di speciale, anzi, perché probabilmente aveva vinto il concorso saltando alcuni passaggi. Magari, come si dice oggi, era un raccomandato. ([[Claudio Strinati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Galilei, Alessandro}} [[Categoria:Architetti italiani]] rnn9nm9mkqarpvcqq1qowumd3qr7jny Basilica di San Giovanni in Laterano 0 195407 1221280 2022-08-07T07:50:02Z Ibisco 49387 Inserimento in voce tematica wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazioni sulla '''Basilica di San Giovanni in Laterano'''. *Da bambino ero spesso affidato a mio nonno Remigio Strinati, critico e storico dell'arte, giornalista. Mi portava alle giostre di Porta san Giovanni. Le adoravo. Lì c'è una statua di san Francesco realizzata da un bravo scultore e suo amico, Giuseppe Tonnini, nel 1927. Nonno mi raccontava della statua e mi portava alla Basilica. Ma senza "insegnarmi" niente. Applicava il criterio critico, dicendomi con un sorriso che la facciata del 1732 di [[Alessandro Galilei]], discendente di [[Galileo]], non era niente di speciale, anzi, perché probabilmente aveva vinto il concorso saltando alcuni passaggi. Magari, come si dice oggi, era un raccomandato. ([[Claudio Strinati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Chiese di Roma]] riqpci8p9d487c9dcp04wdxl8dmevf2 1221281 1221280 2022-08-07T07:53:24Z Ibisco 49387 Foto wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} [[File:Archbasilica of St. John Lateran HD.jpg|thumb|La facciata della Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma]] Citazioni sulla '''Basilica di San Giovanni in Laterano'''. *Da bambino ero spesso affidato a mio nonno Remigio Strinati, critico e storico dell'arte, giornalista. Mi portava alle giostre di Porta san Giovanni. Le adoravo. Lì c'è una statua di san Francesco realizzata da un bravo scultore e suo amico, Giuseppe Tonnini, nel 1927. Nonno mi raccontava della statua e mi portava alla Basilica. Ma senza "insegnarmi" niente. Applicava il criterio critico, dicendomi con un sorriso che la facciata del 1732 di [[Alessandro Galilei]], discendente di [[Galileo]], non era niente di speciale, anzi, perché probabilmente aveva vinto il concorso saltando alcuni passaggi. Magari, come si dice oggi, era un raccomandato. ([[Claudio Strinati]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Chiese di Roma]] 2wljg6dgh9jjoeim1trejl177bsd1kc Cirillo e Metodio 0 195408 1221285 2022-08-07T08:17:16Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "[[File:Cyril and Methodius.jpg|thumb|''Cirillo e Metodio'' (Jan Matejko, 1885)]] Santi '''Cirillo''' (nato '''Costantino'''; 826 – 869) e '''Metodio''' (815 – 885), evangelizzatori bizantini. ==Citazioni su Cirillo e Metodio== *Cirillo e Metodio, gli inventori della prima scrittura slava: è ciò che il mondo più di ogni altra cosa ricorda di questi due uomini, la cui opera ha rivestito un'enorme importanza per i popoli slavi. Essi spesero la loro intera esistenza..." wikitext text/x-wiki [[File:Cyril and Methodius.jpg|thumb|''Cirillo e Metodio'' (Jan Matejko, 1885)]] Santi '''Cirillo''' (nato '''Costantino'''; 826 – 869) e '''Metodio''' (815 – 885), evangelizzatori bizantini. ==Citazioni su Cirillo e Metodio== *Cirillo e Metodio, gli inventori della prima scrittura slava: è ciò che il mondo più di ogni altra cosa ricorda di questi due uomini, la cui opera ha rivestito un'enorme importanza per i popoli slavi. Essi spesero la loro intera esistenza a unire Oriente e Occidente. (''[[Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi]]'') ==Filmografia== *''[[Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi]]'' (2013) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Coppie di fratelli]] [[Categoria:Religiosi bizantini]] [[Categoria:Santi bizantini]] 3n5xg17wchl5dluxru3ejs0ogzkdkti 1221288 1221285 2022-08-07T08:20:52Z Spinoziano 2297 wikitext text/x-wiki [[File:Cyril and Methodius.jpg|thumb|''Cirillo e Metodio'' (Jan Matejko, 1885)]] Santi '''Cirillo''' (nato '''Costantino'''; 826 – 869) e '''Metodio''' (815 – 885), evangelizzatori bizantini. ==Citazioni su Cirillo e Metodio== *Cirillo e Metodio, gli inventori della prima scrittura slava: è ciò che il mondo più di ogni altra cosa ricorda di questi due uomini, la cui opera ha rivestito un'enorme importanza per i popoli slavi. Essi spesero la loro intera esistenza a unire Oriente e Occidente. (''[[Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi]]'') ==Filmografia== *''[[Cirillo e Metodio - Apostoli degli slavi]]'' (2013) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Coppie di fratelli]] [[Categoria:Religiosi bizantini]] [[Categoria:Santi bizantini]] [[Categoria:Santi della Chiesa cattolica]] [[Categoria:Santi della Chiesa ortodossa]] lu5c2xlxs9mh2ftpazbnjzet01gdi19 Papireto 0 195409 1221289 2022-08-07T08:23:59Z Ibisco 49387 Inserimento in voce tematica wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazioni sul fiume '''Papireto'''. ===[[Rosario La Duca]]=== *A quel tempo{{NDR|nel Cinquecento}}, tra la città antica ed i quartieri arabi di Settentrione, scorreva pigramente il Papireto che, originato dalla sorgente di Denisinni (l'araba ''Aîn-abi-Saîdin''), era alimentato lungo il suo corso da molte polle. *Il fiume muoveva le ruote di alcuni mulini e, là dove il letto si allargava, formava terreni acquitrinosi nei quali abbondante cresceva il papiro, che dava il nome al corso d'acqua ed alla contrada che l'attraversava. *Alcuni poeti siciliani avevano favoleggiato che il fiume ricevesse dal [[Nilo]], attraverso vie sotterranee, l'acqua e l'erba egizia; storici ed eruditi, per non esser da meno dei poeti, avevano fatto a gara per aggiungere ai papiri anche i coccodrilli, sostenendo a spada tratta che la carcassa di uno di questi alligatori, che pendeva dal soffitto della bottega di un aromatario della contrada dell'Argenteria, fosse proprio quella di uno dei questi coccodrilli, giunto dal Nilo e catturato sulle sponde del Papireto. Ma i terreni paludosi del fiume, oltre all'erba egizia, generavano anche esalazioni nocive. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Fiumi d'Italia]] 9mneuftn021egt8ox0no50k7ewd7kdf 1221296 1221289 2022-08-07T09:55:25Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ + 1 categoria wikitext text/x-wiki {{Voce tematica}} Citazioni sul fiume '''Papireto'''. ===[[Rosario La Duca]]=== *A quel tempo{{NDR|nel Cinquecento}}, tra la città antica ed i quartieri arabi di Settentrione, scorreva pigramente il Papireto che, originato dalla sorgente di Denisinni (l'araba ''Aîn-abi-Saîdin''), era alimentato lungo il suo corso da molte polle. *Il fiume muoveva le ruote di alcuni mulini e, là dove il letto si allargava, formava terreni acquitrinosi nei quali abbondante cresceva il papiro, che dava il nome al corso d'acqua ed alla contrada che l'attraversava. *Alcuni poeti siciliani avevano favoleggiato che il fiume ricevesse dal [[Nilo]], attraverso vie sotterranee, l'acqua e l'erba egizia; storici ed eruditi, per non esser da meno dei poeti, avevano fatto a gara per aggiungere ai papiri anche i coccodrilli, sostenendo a spada tratta che la carcassa di uno di questi alligatori, che pendeva dal soffitto della bottega di un aromatario della contrada dell'Argenteria, fosse proprio quella di uno dei questi coccodrilli, giunto dal Nilo e catturato sulle sponde del Papireto. Ma i terreni paludosi del fiume, oltre all'erba egizia, generavano anche esalazioni nocive. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Fiumi d'Italia]] [[Categoria:Luoghi di Palermo]] 6ihzkt99lum5ao27h10jmd8t09ni4xn Categoria:Luoghi di Palermo 14 195410 1221295 2022-08-07T09:54:39Z Ibisco 49387 Nuova categoria wikitext text/x-wiki {{NotaCategorie|Argomenti}} [[Categoria:Luoghi della Sicilia|Palermo]] [[Categoria:Palermo]] n8rdhrflxninmrby3zonwf8unfozyu3 Lidia Yuknavitch 0 195411 1221298 2022-08-07T09:56:48Z AnjaQantina 1348 Nuova pagina wikitext text/x-wiki [[File:Lidia Yuknavitch at Powell's, Best Sex Writing 2012.jpg|thumb|Lidia Yuknavitch, 2012]] '''Lidia Yuknavitch''' (1963 – vivente), scrittrice, docente e editrice statunitense. ==[[Incipit]] di ''La cronologia dell'acqua''== Il giorno in cui mia figlia nacque morta, dopo aver stretto il futuro rosa dalle labbra di bocciolo tra le mie braccia tremanti, tenera inanimata, e aver ricoperto di baci e lacrime il suo volto, dopo che ebbero passato la mia defunta bambina a mia sorella che la baciò, poi al mio primo marito che la baciò, poi a mia madre che non sopportò di tenerla, dopo che l'ebbero portata fuori dalla mia stanza d'ospedale, minuscola cosetta inanimata in fasce, l'infermiera mi diede dei tranquillanti e una saponetta e una spugna. Mi accompagnò in una doccia speciale. La doccia aveva un sedile e il getto scendeva leggero, caldo. Disse: è una bella sensazione, vero. L'acqua. Disse: sanguini ancora un po'. Lascia scorrere. Lacerata dalla vagina al retto, ricucita. Acqua su un corpo. ==Bibliografia== *Lidia Yuknavitch, ''La cronologia dell'acqua'', traduzione di Alessandra Castellazzi, nottetempo, 2022. ISBN 9788874529841 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Yuknavitch, Lidia}} [[Categoria:Editori statunitensi]] [[Categoria:Scrittori statunitensi]] 6vsjf2ky2roctpcglh9qgnq5cnsyzik Giovanna Bonanno 0 195412 1221303 2022-08-07T10:20:07Z Ibisco 49387 '''Giovanna Bonanno''', meglio conosciuta come ''''la vecchia di l'acitu'''' (1713 – 1789), assassina seriale italiana. wikitext text/x-wiki '''Giovanna Bonanno''', meglio conosciuta come '''''la vecchia di l'acitu''''' (1713 – 1789), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Giovanna Bonanno== ===[[Rosario La Duca]]=== *A rinverdire le ormai monotone cronache del delitto ''cum veneno propinato'', è chiamata una mendicante quasi ottantenne, un po' fattucchiera e quindi esperta in esorcismi, in orazioni e scongiuri, in filtri e beveraggi. *Nella tarda età, superati i settantacinque anni, maturano alcune circostanze che faranno della vecchia una fredda avvelenatrice, spinta al delitto non dalle passioni, ma soltanto dal desiderio di guadagnare qualcosa per migliorare la sua grama esistenza. *Il processo criminale, salvatosi dalla distruzione e pubblicato dal Ratti nel 1914, consente di ricostruire le squallide vicende di questa ammazzamariti, di nome Giovanna Bonanno, che meglio passerà alla storia come la ''vecchia di l'acitu''. *La Bonanno ben conosce che l'aceto di D. Saverio La Monica è micidiale in quanto contiene arsenico, ma, per non farne sapere ad altri la composizione, decide di metterlo in commercio col nome di «acqua per uccidere gli uomini». E così la vecchiaccia, impugnata la carraffella che contiene l'aceto per ammazzar pidocchi, si appresta a percorrere la via del delitto lungo la quale avrebbe lasciato molti mariti inconsolabili e numerose vedove affrante. *Ci sono, ormai, prove più che sufficienti per dimostrare che la Bonanno uccise con l'aceto acquistato presso la bottega del La Monica e per mandare quindi la vecchia megera alla forca. Il 20 dicembre 1788 Giovanna Bonanno, condotta in ''loco tormentorum'' della Vicaria, viene sottoposta a tortura per adempiere alla legale solennità della ratifica di quanto ha già in precedenza deposto. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bonanno, Giovanna}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] d36rppjgq6yezufy832j3l41vhvf2gk 1221307 1221303 2022-08-07T10:24:15Z Ibisco 49387 Immagine + allineamento del soprannome a Wikipedia wikitext text/x-wiki [[File:Giovanna Bonanno.png|thumb|Giovanna Bonanno]] '''Giovanna Bonanno''', meglio conosciuta come '''''la vecchia dell'aceto''''' (1713 – 1789), assassina seriale italiana. ==Citazioni su Giovanna Bonanno== ===[[Rosario La Duca]]=== *A rinverdire le ormai monotone cronache del delitto ''cum veneno propinato'', è chiamata una mendicante quasi ottantenne, un po' fattucchiera e quindi esperta in esorcismi, in orazioni e scongiuri, in filtri e beveraggi. *Nella tarda età, superati i settantacinque anni, maturano alcune circostanze che faranno della vecchia una fredda avvelenatrice, spinta al delitto non dalle passioni, ma soltanto dal desiderio di guadagnare qualcosa per migliorare la sua grama esistenza. *Il processo criminale, salvatosi dalla distruzione e pubblicato dal Ratti nel 1914, consente di ricostruire le squallide vicende di questa ammazzamariti, di nome Giovanna Bonanno, che meglio passerà alla storia come la ''vecchia di l'acitu''. *La Bonanno ben conosce che l'aceto di D. Saverio La Monica è micidiale in quanto contiene arsenico, ma, per non farne sapere ad altri la composizione, decide di metterlo in commercio col nome di «acqua per uccidere gli uomini». E così la vecchiaccia, impugnata la carraffella che contiene l'aceto per ammazzar pidocchi, si appresta a percorrere la via del delitto lungo la quale avrebbe lasciato molti mariti inconsolabili e numerose vedove affrante. *Ci sono, ormai, prove più che sufficienti per dimostrare che la Bonanno uccise con l'aceto acquistato presso la bottega del La Monica e per mandare quindi la vecchia megera alla forca. Il 20 dicembre 1788 Giovanna Bonanno, condotta in ''loco tormentorum'' della Vicaria, viene sottoposta a tortura per adempiere alla legale solennità della ratifica di quanto ha già in precedenza deposto. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bonanno, Giovanna}} [[Categoria:Assassini seriali italiani]] j4x53stmykjbmjh026mxuskrcyuyv8q Umberto Cassuto 0 195413 1221312 2022-08-07T10:47:06Z Gaux 18878 Umberto Cassuto (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano wikitext text/x-wiki *'''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'Ecclesiastico, scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente.<ref>Da ''Storia sella letteratura ebraica postbiblica'', p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Storici italiani]] nk5s35ah3pokx7sh1dx1bn37v3nn7j8 1221314 1221312 2022-08-07T10:50:05Z Gaux 18878 immagine wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'Ecclesiastico, scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente.<ref>Da ''Storia sella letteratura ebraica postbiblica'', p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Storici italiani]] nzicek2v5jzfu1wywaywgftttdc181v 1221315 1221314 2022-08-07T10:53:01Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ riferimenti bibliografici wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'Ecclesiastico, scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia sella letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Storici italiani]] c15jbc9gc7iar7niv26yro7vghqmeoz 1221317 1221315 2022-08-07T10:54:17Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ wlink wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia sella letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Storici italiani]] 67elcom2yt7r6w2h6eftqczg0vde8gi 1221319 1221317 2022-08-07T11:03:13Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ ampliamento wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia sella letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Storici italiani]] faeqtk7yh30uo19q599j01d9zn1hhvx 1221321 1221319 2022-08-07T11:04:55Z Gaux 18878 /* Citazioni di Umberto Cassuto */ capitolo wikitext text/x-wiki [[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]] '''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano. ==Citazioni di Umberto Cassuto== *Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo.<ref>Da ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia sella letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938, cap. I, p. 6.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Cassuto, Umberto}} [[Categoria:Storici italiani]] 5xkv7z8330xeujiydbsxhqov3ptipdh Macchina del fango 0 195414 1221316 2022-08-07T10:54:02Z Udiki 86035 Creata pagina con "{{voce tematica}} Citazioni sulla locuzione '''macchina del fango'''. *Sento che la democrazia è letteralmente in pericolo. Può sembrare esagerato, ma non lo è. La democrazia è in pericolo nel momento in cui, se ti poni contro certi poteri, se ti poni contro il governo, quello che ti aspetta è l'attacco di una macchina che ti getta addosso fango: un attacco che parte dalla tua vita privata, da fatti minuscoli della tua vita privata, che vengono usati contro di te...." wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla locuzione '''macchina del fango'''. *Sento che la democrazia è letteralmente in pericolo. Può sembrare esagerato, ma non lo è. La democrazia è in pericolo nel momento in cui, se ti poni contro certi poteri, se ti poni contro il governo, quello che ti aspetta è l'attacco di una macchina che ti getta addosso fango: un attacco che parte dalla tua vita privata, da fatti minuscoli della tua vita privata, che vengono usati contro di te. ([[Roberto Saviano]]) ==Voci correlate== *[[Diffamazione]] *[[Processo mediatico]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} [[Categoria:Terminologia giornalistica]] 9xwlhxsriw8uf2lfjxlvggdhmdlyc0x Lawrence Osborne 0 195415 1221322 2022-08-07T11:05:59Z Spinoziano 2297 creo per richiesta wikitext text/x-wiki phoiac9h4m842xq45sp7s6u21eteeq1 1221325 1221322 2022-08-07T11:54:01Z AnjaQantina 1348 Nuova pagina wikitext text/x-wiki [[File:Lawrence Osborne author photo.jpg|thumb|Lawrence Osborne]] '''Lawrence Osborne''' (1958 – vivente), scrittore britannico. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Bangkok''=== Qualche anno fa vivevo in un quartiere che si chiama Wang Lang. Da dove siedo adesso, con davanti agli occhi i treni per Manhattan che sfrecciano sul ponte di Brooklyn, il mio terrazzo sul fiume a Bangkok sembra un paradiso perduto, per sempre. ===''Cacciatori nel buio''=== Arrivò al confine quando la luce stava calando. C'erano gli ultimi migranti che trascinavano scatole legate con lo spago, i giocatori dei casinò scesi dai pullman con l'aria condizionata, e gli esuli in giornata scaricati dai minivan di ritorno con i loro forni a microonde e i lettori DVD. ===''Il regno di vetro''=== Quando si alzarono i venti del monsone, ai piani alti del Kingdom le piogge iniziarono a scrosciare appena prima dell'alba. In lontananza risuonarono le cannonate della tempesta. Dall'appartamento con le grandi finestre scorrevoli aperte Sarah percepì le folate persino dormendo; i gechi a caccia sulle pareti si sparpagliarono, puntando verso il soffitto, più ombroso. ===''L'estate dei fantasmi''=== In cima al monte, sul versante che dava sul porto, nelle aride mattine di giugno i Codrington dormivano fino a tardi nella loro villa, all'ombra dei cipressi e delle tende da sole allungate sopra le porte. Distesi nel fasto avvolgente dei pigiami, fra icone bizantine e quadri di capitani idrioti, non sapevano che la figlia, Naomi, aveva preso l'abitudine di andare al mare presto e che si vestiva al fresco di camera sua un'ora prima dell'alba, semiriflessa nello specchio del comò. ===''La ballata di un piccolo giocatore''=== Verso la mezzanotte di lunedì arrivo al Greek Mythology di Taipa; ci gioco nelle notti in cui non ho dove altro andare, quando sono stanco di Fernando's, del Clube Militar e degli alberghetti-bordello di República. Mi piace perché le celebrità della TV cinese non ci vanno e perché mi conoscono di vista. ===''Nella polvere''=== Videro l'Africa solo alle undici e mezzo. Si diradò la foschia; i motoscafi dei milionari europei saltarono fuori dal nulla fra bandiere di Sotogrande e sfavillii di bicchieri da cocktail. Rianimati dall'idea di casa, i migranti del ponte superiore si caricarono i borsoni in spalla e l'espressione angosciata sui loro visi cominciò a dissolversi. ==Bibliografia== *Lawrence Osborne, ''Bangkok'', traduzione di Matteo Codignola, 2009. Adelphi. ISBN 9788845924101 *Lawrence Osborne, ''Cacciatori nel buio'', traduzione di Mariagrazia Gini, Adelphi, 2017. ISBN 9788845932007 *Lawrence Osborne, ''Il regno di vetro'', traduzione di Mariagrazia Gini, Adelphi, 2022. ISBN 9788845937002 *Lawrence Osborne, ''L'estate dei fantasmi'', traduzione di Mariagrazia Gini, Adelphi, 2020. ISBN 9788845934933 *Lawrence Osborne, ''La ballata di un piccolo giocatore'', traduzione di Mariagrazia Gini, Adelphi, 2018. ISBN 9788845933127 *Lawrence Osborne, ''Nella polvere'', traduzione di Mariagrazia Gini, Adelphi, 2021. ISBN 9788845936012 ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Osborne, Lawrence}} [[Categoria:Scrittori britannici]] 9tugzzfaragfrvagdvtremly83nasvx Francesco d'Aquino 0 195416 1221327 2022-08-07T11:57:58Z Ibisco 49387 '''Francesco Maria Venanzio d'Aquino principe di Caramanico''' (1738 – Palermo, 1795), aristocratico, diplomatico e politico del Regno di Napoli. wikitext text/x-wiki '''Francesco Maria Venanzio d'Aquino principe di Caramanico''' (1738 – 1795), aristocratico, diplomatico e politico del Regno di Napoli. ==Citazioni su Francesco d'Aquino== ===[[Rosario La Duca]]=== *Prima che il Settecento volga al suo termine, un'altra morte misteriosa con sospetto di veleno, costituirà il giallo del secolo. Si tratta dell'improvviso decesso di Don Francesco d'Aquino principe di Caramanico, viceré di Sicilia, avvenuto proprio negli anni in cui ebbe il processo [[Giovanna Bonanno]]. [...] Giungeva nell'isola nell'aprile del 1786, preceduto dalla fama di essere stato protagonista di un grande romanzo d'amore come favorito ed amante della regina Maria Carolina. *Il Caramanico, già ambasciatore del Regno di Napoli a Londra e a Parigi, appena giunto a Palermo si dà subito da fare per continuare, anche se con maggiore diplomazia, l'opera iniziata dal suo predecessore [[Domenico Caracciolo|Caracciolo]], uomo di Stato tagliato alla [[Voltaire]] e alla [[Diderot]], mangiapreti, nemico dell'Inquisizione e del potere baronale, ma zelante restauratore dell'autorità regia. Francesco d'Aquino abroga dapprima il ''mero e misto imperio'' dei baroni, sostenuto in ciò senza riserve dalla Corte, colpendo così a morte il baronaggio anche all'interno del feudo. *Nel febbraio del 1794 il Caramanico viene «sopreso da gravissima malattia» che lo tiene inchiodato a letto per molti giorni. Convalescente, si reca a Napoli, ma, al suo ritorno, «mostra seempre soffrire incommodi in salute», e il giorno 8 gennaio del 1795, mentre si trova «a mutar aria alla Casina della Principessa del Cassaro nella contrada delle Terre Rosse, è assalito repentinamente da violenta convulsione, che all'ore 11 del giorno 9 seguente gli toglie la vita senzache abbia potuto ricevere il Santissimo Viatico, né munirsi dell'estrema unzione». Sulla morte del viceré circolano subito le notizie più fantasiose. Chi lo vuole ucciso dall'Acton suo rivale in amore con veleno direttamente propinatogli, chi dal Carelli suo segretario; altri ritiene, invece, che il Caramanico si sia suicidato con veleno essendo implicato in una congiura politica. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:d'Aquino, Francesco}} [[Categoria:Aristocratici italiani]] [[Categoria:Diplomatici italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] b7a79q7crbi0hdqjoh9aza4omc126xa