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Papa Giovanni XXIII
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2022-07-26T12:46:25Z
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/* Citazioni di papa Giovanni XXIII */
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text/x-wiki
{{nota disambigua|descrizione=l'omonimo antipapa|titolo=[[Antipapa Giovanni XXIII]]}}
[[Immagine:Ioannes XXIII, by De Agostini, 1958–1963.jpg|thumb|Papa Giovanni XXIII]]
'''Giovanni XXIII''', al secolo '''Angelo Giuseppe Roncalli''' (1881 – 1963), papa della Chiesa cattolica.
==Citazioni di papa Giovanni XXIII==
*Con grandissimo onore, nella città di Villareal, è venerato il sepolcro di San [[Pasquale Baylón]] che è celeste patrono dei congressi e delle associazioni Eucaristiche.<ref>Citato in [[Innocenzo Alfredo Russo]], ''San Pasquale Baylón'', Edizioni Apostolato Francescano, Napoli 1968.</ref>
*Cos'è la [[tradizione]]? È il progresso che è stato fatto ieri, come il progresso che noi dobbiamo fare oggi costituirà la tradizione di domani.<ref>Al concilio Vaticano II; citato in Ginsborg 1989, p. 352.</ref>
*Dovere di ogni uomo, dovere impellente del cristiano è di considerare il [[superfluo]] con la misura delle necessità altrui, e di ben vigilare perché l'amministrazione e la distribuzione dei beni creati venga posta a vantaggio di tutti.<ref>Dal ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19620911_ecumenical-council_it.html Radiomessaggio a tutti i fedeli cristiani ad un mese dal Concilio]'', 11 settembre 1962.</ref>
*Grande fu [[Teresa di Lisieux]] per aver saputo, nella umiltà, nella semplicità, nell'abnegazione costante, cooperare alle imprese e al lavoro della grazia per il bene di innumerevoli fedeli.<ref>Dall'udienza del 16 ottobre 1960.</ref>
*La figura di San [[Francesco di Sales]] non è di quelle che si possono contenere entro limitati orizzonti: essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena : più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy ... In verità San Francesco di Sales fu il più amabile tra i santi, e Iddio lo mandava al mondo in un'ora di tristezza ... Ed egli apparve ed è rimasto come l'incarnazione della pietà sorridente e forte. in cui si fondono la poesia ingenua di San Francesco d'Assisi e l'amore chiaroveggente di Sant'Agostino.<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1963/documents/hf_j-xxiii_spe_19630127_stampa-cattolica_it.html discorso] del 27 gennaio 1963.</ref>
*Oh santa città di [[Roma]], così amata da Dio, prediletta e privilegiata con sovrabbondanti doni di natura, di arte, di tradizioni, di religione e di grazia! possa tu in ogni tempo corrispondere alla tua preclara vocazione, in faccia al mondo ed al cospetto della Chiesa universale. Possa tu esprimere con la voce, con le opere, con gli esempi del popolo tuo nativo, squisitamente saggio e generoso, e di quanti dai vari punti d'Italia e del mondo qui convengono, esprimere — diciamo — la sostanza viva del Vangelo: che è annuncio di redenzione e di pace, presidio di vera civiltà, ornamento ed arricchimento della persona umana, delle famiglie e dei popoli.<ref>Da ''[https://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1960/documents/hf_j-xxiii_spe_19600131_sinodo-traglia.html Risposta del Santo Padre Giovanni XXIII all'Indirizzo di Omaggio di Mons. Luigi Traglia, Viceregente di Roma e Presidente della Commissione Sinodale]'', 31 gennaio 1960.</ref>
*Per ''Mariam ad Iesum''. Questo è il significato delle apparizioni di [[Lourdes]].<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/pont_messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19600327_torino_it.html radiomessaggio] alla popolazione di Torino del 27 marzo 1960.</ref>
*{{NDR|Su [[Papa Pio X]]}} Perché il popolo invoca questo Santo? Perché lo cerca? Perché lo ama? La risposta è facile. Ci fu in lui congiunzione mirabile di quelle doti che sono proprie e caratteristiche delle singole classi sociali. Limpido come lo sono i figli della campagna. Franco e robusto come gli operai delle nostre officine. Paziente come gli uomini del mare. Misurato come il pastore del gregge. Nobile e austero come i discendenti di illustri famiglie. Affabile e giusto come un maestro, un magistrato. Buono e generoso come si immaginano e sono i santi.<ref>Da ''Discorsi Messaggi Colloqui 1958-1963'', cinque volumi più un volume di indici, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1960-1967, vol. I, pp .904-905. Citato nella prefazione a ''I doni del cuore'', p. IV.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]] rivolte in letto di morte al segretario in lacrime}} Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.<ref>Citato in [[Ernesto Balducci]], ''Papa Giovanni'', Vallecchi, 1967.</ref>
*Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo. [...] Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza.<ref>Dal saluto ai fedeli partecipanti alla fiaccolata in occasione del Concilio ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962. [http://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19621011_luna.html Testo] disponibile su ''Vatican.va''.</ref>
*Un atto della più alta importanza compiuto dalle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] è la [[Dichiarazione universale dei diritti umani|Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo]] approvata in Assemblea generale il 10 dicembre 1948. Nel preambolo della stessa dichiarazione si proclama come un ideale da perseguirsi da tutti i popoli e da tutte le nazioni l'effettivo riconoscimento e rispetto di quei diritti e delle rispettive libertà.<ref>Da ''Pacem in Terris''.</ref>
*Si dice che il compito del papa è quello di rappresentare il governo...così nella direzione della chiesa cattolica, ma di per sè se credete quello che dice il vangelo e riteniate che sia degno di rispetto anche per l'esperienza di venti secoli, non si può negare che il compito del papa non è chiuso unicamente a chi ha la protezione cristiana e cattolica particolare, ma di per sé il cuore suo si deve espandere,se rappresenta nostro signore Gesù cristo evidentemente lo deve rappresentarlo in tutto.
===Attribuite===
*La vera [[pace]] è tranquillità nella libertà.<ref>Citato in ''Historia'', n. 13, dicembre 1958, Cino Del Duca Editore.</ref>
:Si tratta, in realtà, di una citazione di [[Cicerone]], «''Pax est tranquilla libertas''» (''Seconda filippica'', 113), contenuta nel primo radiomessaggio ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19581029_urbi-orbi_lt.html Urbi et Orbi]'' del 29 ottobre 1958.
*Se mi dicessero che per raggiungere un certo scopo dovrei uccidere una [[formica]], io non lo farei.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Nell'arca di Noè'', Carroccio, Vigodarzere, 1990, cap. ''Cieli e terre nuove''.</ref>
==''I doni del cuore''==
*Dalla finestra sulla mia camera, qui presso i padri Gesuiti, osservo tutte le sere un assembrarsi di barche sul [[Bosforo]]; spuntano a decine, a centinaia, dal Corno d'oro; si radunano a un posto convenuto, e poi si accendono, alcune più vivacemente, altre meno, formando una fantasmagoria di colori e luci impressionante. Credevo che fosse una festa sul mare per il Bairam<ref>Bayram è nome delle due feste annuali musulmane: ''Seker bayram'', festa dello zucchero, della durata di tre giorni, a chiusura del Ramadan e ''Kurban bayram'', della durata di quattro giorni, in cui si commemora [[Abramo]] che offre in olocausto il figlio Isacco. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 12, p. 97.</ref>che cade in questi giorni. Invece è la pesca organizzata delle palamite, grossi pesci che si dice vengano da punti lontani del [[Mar Nero]]. Queste luci durano tutta la notte, e si sentono le voci gioiose dei pescatori.<br>Lo spettacolo mi commuove. L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi alla loro rude fatica.<br>Oh, che confusione per me, per noi preti, «piscatores hominum» ([[Vangelo secondo Matteo|Mt]] 4, 19)<ref>Pescatori di uomini.</ref>, davanti a questo esempio! [...] Imitare i pescatori del Bosforo, lavorare giorno e notte colle fiaccole accese, ciascuno sulla sua piccola barca, all'ordine dei capi spirituali: ecco il nostro grave e sacro dovere.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà'', nuova edizione riveduta e ampliata, a cura di Loris Francesco Capovilla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000; ''Esercizi spirituali 12-18 novembre 1939, [[Istanbul]], presso i Gesuiti di Ayas-Pasa, «Sacro Cuore»'', 2000 p. 97.</ref>
*Il mio temperamento e la educazione ricevuta, mi aiutano nell'esercizio dell'amabilità con tutti, della indulgenza, del garbo e della pazienza. Non recederò da questa via. [[Francesco di Sales|San Francesco di Sales]] è il mio grande maestro. Oh, lo rassomigliassi davvero e in tutto! Per non venir meno al grande precetto del Signore, sarò pronto ad affrontare anche derisioni e disprezzi. Il «mitis et humilis corde» (Mt 11,29)<ref>Mansueto e umile di cuore. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 7, p. 109.</ref>è pur sempre il raggio più lucente e glorioso di un vescovo e di un rappresentante del [[Papa]]. Io lasco a tutti la sovrabbondanza della furberia e della cosiddetta destrezza diplomatica, e continuo ad accontentarmi della mia bonomia e semplicità di sentimento, di parola, di tratto. Le somme, infine, tornano sempre a vantaggio di chi resta fedele alla dottrina ed agli esempi del Signore.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà''; ''Esercizi spirituali'' 8-13 dicembre 1947, Parigi, ''Clamart Villa Manresa dei Padri Gesuiti'', 2000 p. 109.</ref>
*Quando mi trovo fra tante grandezze e insieme tante miserie, perché il mondo è grande, è bello, ma è vario, penso sempre alla semplicità di [[Sotto il Monte Giovanni XXIII|Sotto il Monte]]. E questo pensiero mi aiuta sempre, mi tiene umile e coraggioso insieme.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', a cura di Loris Francesco Capovilla, 2 volumi, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1968, vol. II, p. 548; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 188.</ref>
*Fra le grandezze di questo mondo, in mezzo alle quali mi trovo, non so come mai e perché, oh! come apprezzo sempre più la modestia, la povertà, ma insieme il timore e l'amore del Signore della nostra buona gente di Sotto il Monte.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 594; 2000 p. 189.</ref>
*La Chiesa li esalta i [[cardinale|cardinali]] e li considera come principi del popolo, ed anche il mondo come tali li onora, ma la loro gloria cresce a misura che sanno tenersi alla misura degli insegnamenti di Cristo che ci vuole tutti, come lui, miti ed umili di cuore. E tu prega il Signore perché il tuo zio che dalla umiltà di Sotto il Monte è passato attraverso alle grandezze dell'Oriente e dell'Occidente resti fedele ai {{sic|principii}} da cui prese le mosse. Dal più modesto villaggio allo splendore di [[Parigi]] quelli che valgono sono sempre gli stessi.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 609; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 190.</ref>
==''Il giornale dell'anima''==
*Anche quando ci può essere la necessità di uno sfogo, in certe ore di solitudine e di abbandono, il [[silenzio]] e la [[mitezza]] sono temperamenti che rendono più fruttuoso il patire qualche cosa per amore di Gesù.
*Con [[donna|donne]] di qualunque condizione, siano pure parenti o sante, avrò un riguardo speciale, fuggendo dalla loro familiarità, compagnia o conversazione, come dal diavolo.
*Conservo Gesù [[Eucaristia]] con me, ed è la mia gioia.
*Di fatto, se interrogo me stesso, non saprei che cosa desiderare o fare di diverso da quello che faccio ora.
*Gli abiti episcopali sempre mi richiameranno lo splendorem animarum che essi significano, come vera gloria del [[vescovo]]. Guai a me se mi fossero motivo di vanità!
*I [[terremoto|terremoti]], le inondazioni, le [[carestia|carestie]], le [[peste|pestilenze]] sono applicazioni di cieche leggi della natura: cieche, perché la [[natura]] materiale non ha intelligenza né libertà.
*Il mio gran libro, da cui qui innanzi dovrò attingere con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta sapienza, è il [[Croce cristiana|Crocifisso]].
*Il mio sacerdozio è non solo sacrificio per i peccati del mondo e miei, ma ancora è apostolato di verità e di carità.
*Il mondo è intossicato di [[nazionalismo]] malsano, sulla base di razza e di sangue, in contraddizione al Vangelo.
*Il mondo non ha più fascini per me. Voglio essere tutto e solo di Dio, penetrato dalla sua luce, splendente della carità verso la Chiesa e le anime.
*Il [[Rosario]], che dall'inizio del 1958, mi sono impegnato di recitare devotamente tutto intero, è divenuto esercizio di continuata meditazione e di contemplazione tranquilla e quotidiana, che tiene aperto il mio spirito sul campo vastissimo del mio magistero e ministero di Pastore massimo della Chiesa, e di padre universale delle anime.
*Il tempo che do all'azione deve essere proporzionato su quello che do all'opus Dei, cioè all'[[orazione]].
*Io non desidero, io non voglio niente fuori dell'obbedienza alle disposizioni, istruzioni e desideri del Santo Padre e della Santa Sede.
*L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi, alla loro rude fatica. Oh, che confusione per me, per noi [[preti]], piscatores hominum [Mt 4,19], davanti a questo esempio.
*La [[bontà]] vigilante, paziente e longanime, arriva ben più in là e più rapidamente che non il rigore e il frustino.
*La conoscenza che noi abbiamo della fragilezza umana deve essere a noi, medici delle anime, motivo a compatire, a sollevare, a incoraggiare altrui; ma non a scusare noi stessi.
*La [[guerra]] è voluta invece dagli uomini, a occhi aperti, a dispetto di tutte le leggi più sacre. Per questo è tanto più grave.
*La mia umile e ormai lunga vita si è sviluppata come un gomitolo, sotto il segno della semplicità e della purezza. Nulla mi costa il riconoscere e il ripetere che io sono e non valgo che un bel niente.
*La prima delle cardinali è la [[prudenza]]. È qui che si battono, e spesso restano battuti, papi, vescovi, re e comandanti. Questa è la virtù caratteristica del [[diplomatico]].
*Le porte del [[paradiso]] sono due: innocenza e penitenza.
*Maggior scrupolo nell'uso del mio [[tempo]]: fare subito, tutto, presto e bene; non aspettare; non mettere le cose secondarie avanti alle principali; sempre alacre, occupato, sereno.
*Non basta una [[misericordia]] qualunque. Il peso delle iniquità sociali e personali è così grave che non basta un gesto di carità ordinaria a perdonarle.
*Non cerco, non voglio la [[gloria]] di questo mondo; l'aspetto molto grande nell'altro.
*O [[Maria]], madre mia, se non mi soccorrete adesso che ne ho tanto bisogno, che chierico, che prete sarò io?
*Quando il mio [[amor proprio]], approfittandosi di qualche momento di disattenzione, costruirà i suoi castelli in aria, mi vorrà far volare, volare, io mi faccio una legge di pensare sempre a questi tre luoghi: il Getsemani, la casa di Caifas, il Calvario.
*Siamo tutti un po' bambini bisognosi di essere guidati dalla voce viva di chi ci presenta la dottrina bella e preparata.
*Specialmente sarò attento alla santa [[liturgia]], messa e breviario, al santo [[rosario]] meditato bene, alle altre pratiche, il cui uso fedele è la salvaguardia della pietà sacerdotale.
== ''Mater et Magistra'' ==
===[[Incipit]]===
Madre e maestra di tutte le genti, la Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti, lungo il corso dei secoli, venendo al suo seno ed al suo amplesso, trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza. A questa Chiesa, colonna e fondamento di verità, il suo santissimo Fondatore ha affidato un duplice compito: di generare figli, di educarli e reggerli, guidando con materna provvidenza la vita dei singoli come dei popoli, la cui grande dignità essa sempre ebbe nel massimo rispetto e tutelò con sollecitudine.
===Citazioni===
*I singoli esseri umani sono e devono essere il fondamento, il fine e i soggetti di tutte le istituzioni in cui si esprime e si attua la vita sociale.
*Il [[cristianesimo]] infatti è congiungimento della terra con il cielo, in quanto prende l'uomo nella sua concretezza, spirito e materia, intelletto e volontà, e lo invita ad elevare la mente dalle mutevoli condizioni della vita terrestre verso le altezze della vita eterna, che sarà consumazione interminabile di felicità e di pace.
*L'errore più radicale nell'epoca moderna è quello di ritenere l'esigenza religiosa dello spirito umano come espressione del sentimento o della fantasia, oppure un prodotto di una contingenza storica da eliminare quale elemento anacronistico e quale ostacolo al progresso umano.
*La [[Chiesa]] oggi si trova di fronte al compito immane di portare un accento umano e cristiano alla civiltà moderna: accento che la stessa civiltà domanda e quasi invoca per i suoi sviluppi positivi e per la sua stessa esistenza.
*La nostra epoca è percorsa e penetrata da errori radicali, è straziata e sconvolta da disordini profondi: però è pure un'epoca nella quale si aprono allo slancio della Chiesa possibilità immense di bene.
*Nel loro impegno di dominare e trasformare il mondo esteriore {{NDR|gli uomini}} rischiano di dimenticare e di logorare se stessi.
*Qualora si garantisca nelle attività e nelle istituzioni temporali l'apertura ai valori spirituali e ai fini soprannaturali, si rafforza in esse la efficienza rispetto ai loro fini specifici ed immediati.
== ''Pacem in Terris'' ==
===[[Incipit]]===
La Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio. I progressi delle scienze e le [[invenzione|invenzioni]] della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l'universo, regni un ordine stupendo; e attestano pure la grandezza dell'uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo servizio.
===Citazioni===
*Con l'[[ordine e disordine|ordine]] mirabile dell'universo continua a fare stridente contrasto il [[ordine e disordine|disordine]] che regna tra gli esseri umani e tra i popoli; quasicché i loro rapporti non possono essere regolati che per mezzo della forza.
*Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura.
*In una [[convivenza]] ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di [[diritto|diritti]] e di [[dovere|doveri]] che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili.
*L'autorità non è una forza incontrollata: è invece la facoltà di comandare secondo ragione.
*Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone.
*Non si dovrà però mai confondere l'[[errore]] con l'errante, anche quando si tratta di errore o di conoscenza inadeguata della verità in campo morale religioso. L'errante è sempre ed anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua [[dignità]] di [[persona]]; e va sempre considerato e trattato come si conviene a tanta dignità.
==Citazioni su Papa Giovanni XXIII==
*{{NDR|In Giovanni XXIII}} la novità non riguardava la dottrina, ma piuttosto il modo di esporla e forse, talvolta, d'interpretarla, senza tradirla o modificarla mai. E di applicarla alle situazioni concrete. Riguardava poi, per così dire, lo stile, nel parlare e nell'agire, sia all'interno sia all'esterno della Chiesa: una maggiore prontezza alla comprensione dell'«altro»; una carica di «simpatia» nello sforzarsi di valutare la mentalità o gli atteggiamenti anche dei più lontani; una capacità di rendersi conto delle loro difficoltà obiettive e l'arte di saper creare un clima di fiducia, nonostante la distanza, o addirittura l'opposizione frontale delle posizioni reciproche; la cura di non offendere le persone pur dicendo la verità. ([[Agostino Casaroli]])
*Ma questo Papa è intelligente?, siamo sicuri che è intelligente? Tutti dicono che è simpatico, che è un bravo curato di campagna, che è meglio dell'altro... Ma lì in Vaticano ci vuole uno che la sappia lunga, un curato di campagna può essere la miglior persona del mondo, ma non può bastare! Io conosco Roncalli da quando era patriarca di Venezia: beh, le dirò francamente, se è intelligente, in che misura, non sono ancora riuscito a capirlo. ([[Aldo Palazzeschi]])
*Passerà alla storia come il più cordiale dei successori di [[Pietro apostolo|Pietro]]. ([[Alessandro Cutolo]])
*''Pastor et nauta''. ([[Malachia di Armagh]])
:Pastore e navigante<ref>Per approfondimenti vedi la voce [[w:Profezia di Malachia|Profezia di Malachia]] su Wikipedia.</ref>.
*[[Papa Pio XII|Pio XII]] e Giovanni XXIII certamente odiavano ugualmente il peccato [[comunismo]] ed amavano ugualmente i peccatori comunisti, ma non c'è dubbio che Pio XII dando l'impressione di odiare di più il comunismo ha dato anche l'impressione di amare meno i peccatori comunisti, e Giovanni XXIII dando l'impressione di amare di più i peccatori comunisti ha dato l'impressione, sia pure errata, di indulgere di più con il comunismo. ([[Angelo Costa]])
*Subito scoprimmo il suo sorriso, che non era solo un segno di bonarietà ma un soccorso offerto a tutti. Papa Giovanni sorrideva come chi viene a noi con un dono e lo tiene nascosto dietro la schiena, ma noi ce ne accorgiamo proprio per quel particolarissimo sorriso. Per Angelo Giuseppe Roncalli le norme protocollari non avevano valore assoluto, cedevano davanti alla sua semplicità. (''[[E venne un uomo]]'')
===[[Nikita Sergeevič Chruščёv]]===
*Il Papa e io possiamo essere divergenti su molte questioni, ma siamo uniti nel desiderio della pace.
*Io credo che il Papa e io abbiamo caratteristiche comuni perché ambedue proveniamo da origini umili, abbiamo lavorato, nella gioventù, la terra, e sappiamo che cosa è lottare per ricavare dalla terra i frutti necessari per vivere.
*Io non cerco di convertire il Papa, e il Papa non cerca di convertire me!
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Papa Giovanni XXIII, ''I doni del cuore, {{small|da "Il Giornale dell'anima" e altri scritti ai familiari}}'', a cura di [[Loris Francesco Capovilla]], edizione speciale per Famiglia Cristiana (supplemento a Famiglia Cristiana n. 36, 10 settembre 2000), San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000.
*Papa Giovanni XXIII, ''Il giornale dell'anima. E altri scritti di pietà'', San Paolo Edizioni, 2003
*Papa Giovanni XXIII, ''Mater et Magistra'', Edizioni Paoline, 1979.
*Papa Giovanni XXIII, ''Pacem in Terris'', Mursia, 2003.
*Paul Ginsborg, ''Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi'', traduzione di Marcello Flores e Sandro Perini, Einaudi, 1989. ISBN 8806160548
==Filmografia==
*''[[E venne un uomo]]'' (1965)
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|Mater et Magistra||(1961)}}
{{Pedia|Pacem in Terris||(1963)}}
{{Template:Papi}}
{{DEFAULTSORT:Giovanni 23, Papa}}
[[Categoria:Papi]]
[[Categoria:Beati italiani]]
[[Categoria:Cardinali italiani]]
[[Categoria:Papi]]
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{{nota disambigua|descrizione=l'omonimo antipapa|titolo=[[Antipapa Giovanni XXIII]]}}
[[Immagine:Ioannes XXIII, by De Agostini, 1958–1963.jpg|thumb|Papa Giovanni XXIII]]
'''Giovanni XXIII''', al secolo '''Angelo Giuseppe Roncalli''' (1881 – 1963), papa della Chiesa cattolica.
==Citazioni di papa Giovanni XXIII==
*Con grandissimo onore, nella città di Villareal, è venerato il sepolcro di San [[Pasquale Baylón]] che è celeste patrono dei congressi e delle associazioni Eucaristiche.<ref>Citato in [[Innocenzo Alfredo Russo]], ''San Pasquale Baylón'', Edizioni Apostolato Francescano, Napoli 1968.</ref>
*Cos'è la [[tradizione]]? È il progresso che è stato fatto ieri, come il progresso che noi dobbiamo fare oggi costituirà la tradizione di domani.<ref>Al concilio Vaticano II; citato in Ginsborg 1989, p. 352.</ref>
*Dovere di ogni uomo, dovere impellente del cristiano è di considerare il [[superfluo]] con la misura delle necessità altrui, e di ben vigilare perché l'amministrazione e la distribuzione dei beni creati venga posta a vantaggio di tutti.<ref>Dal ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19620911_ecumenical-council_it.html Radiomessaggio a tutti i fedeli cristiani ad un mese dal Concilio]'', 11 settembre 1962.</ref>
*Grande fu [[Teresa di Lisieux]] per aver saputo, nella umiltà, nella semplicità, nell'abnegazione costante, cooperare alle imprese e al lavoro della grazia per il bene di innumerevoli fedeli.<ref>Dall'udienza del 16 ottobre 1960.</ref>
*La figura di San [[Francesco di Sales]] non è di quelle che si possono contenere entro limitati orizzonti: essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena : più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy ... In verità San Francesco di Sales fu il più amabile tra i santi, e Iddio lo mandava al mondo in un'ora di tristezza ... Ed egli apparve ed è rimasto come l'incarnazione della pietà sorridente e forte. in cui si fondono la poesia ingenua di San Francesco d'Assisi e l'amore chiaroveggente di Sant'Agostino.<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1963/documents/hf_j-xxiii_spe_19630127_stampa-cattolica_it.html discorso] del 27 gennaio 1963.</ref>
*Oh santa città di [[Roma]], così amata da Dio, prediletta e privilegiata con sovrabbondanti doni di natura, di arte, di tradizioni, di religione e di grazia! possa tu in ogni tempo corrispondere alla tua preclara vocazione, in faccia al mondo ed al cospetto della Chiesa universale. Possa tu esprimere con la voce, con le opere, con gli esempi del popolo tuo nativo, squisitamente saggio e generoso, e di quanti dai vari punti d'Italia e del mondo qui convengono, esprimere — diciamo — la sostanza viva del Vangelo: che è annuncio di redenzione e di pace, presidio di vera civiltà, ornamento ed arricchimento della persona umana, delle famiglie e dei popoli.<ref>Da ''[https://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1960/documents/hf_j-xxiii_spe_19600131_sinodo-traglia.html Risposta del Santo Padre Giovanni XXIII all'Indirizzo di Omaggio di Mons. Luigi Traglia, Viceregente di Roma e Presidente della Commissione Sinodale]'', 31 gennaio 1960.</ref>
*Per ''Mariam ad Iesum''. Questo è il significato delle apparizioni di [[Lourdes]].<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/pont_messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19600327_torino_it.html radiomessaggio] alla popolazione di Torino del 27 marzo 1960.</ref>
*{{NDR|Su [[Papa Pio X]]}} Perché il popolo invoca questo Santo? Perché lo cerca? Perché lo ama? La risposta è facile. Ci fu in lui congiunzione mirabile di quelle doti che sono proprie e caratteristiche delle singole classi sociali. Limpido come lo sono i figli della campagna. Franco e robusto come gli operai delle nostre officine. Paziente come gli uomini del mare. Misurato come il pastore del gregge. Nobile e austero come i discendenti di illustri famiglie. Affabile e giusto come un maestro, un magistrato. Buono e generoso come si immaginano e sono i santi.<ref>Da ''Discorsi Messaggi Colloqui 1958-1963'', cinque volumi più un volume di indici, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1960-1967, vol. I, pp .904-905. Citato nella prefazione a ''I doni del cuore'', p. IV.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]] rivolte in letto di morte al segretario in lacrime}} Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.<ref>Citato in [[Ernesto Balducci]], ''Papa Giovanni'', Vallecchi, 1967.</ref>
*Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo. [...] Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza.<ref>Dal saluto ai fedeli partecipanti alla fiaccolata in occasione del Concilio ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962. [http://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19621011_luna.html Testo] disponibile su ''Vatican.va''.</ref>
*Un atto della più alta importanza compiuto dalle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] è la [[Dichiarazione universale dei diritti umani|Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo]] approvata in Assemblea generale il 10 dicembre 1948. Nel preambolo della stessa dichiarazione si proclama come un ideale da perseguirsi da tutti i popoli e da tutte le nazioni l'effettivo riconoscimento e rispetto di quei diritti e delle rispettive libertà.<ref>Da ''Pacem in Terris''.</ref>
===Attribuite===
*La vera [[pace]] è tranquillità nella libertà.<ref>Citato in ''Historia'', n. 13, dicembre 1958, Cino Del Duca Editore.</ref>
:Si tratta, in realtà, di una citazione di [[Cicerone]], «''Pax est tranquilla libertas''» (''Seconda filippica'', 113), contenuta nel primo radiomessaggio ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19581029_urbi-orbi_lt.html Urbi et Orbi]'' del 29 ottobre 1958.
*Se mi dicessero che per raggiungere un certo scopo dovrei uccidere una [[formica]], io non lo farei.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Nell'arca di Noè'', Carroccio, Vigodarzere, 1990, cap. ''Cieli e terre nuove''.</ref>
==''I doni del cuore''==
*Dalla finestra sulla mia camera, qui presso i padri Gesuiti, osservo tutte le sere un assembrarsi di barche sul [[Bosforo]]; spuntano a decine, a centinaia, dal Corno d'oro; si radunano a un posto convenuto, e poi si accendono, alcune più vivacemente, altre meno, formando una fantasmagoria di colori e luci impressionante. Credevo che fosse una festa sul mare per il Bairam<ref>Bayram è nome delle due feste annuali musulmane: ''Seker bayram'', festa dello zucchero, della durata di tre giorni, a chiusura del Ramadan e ''Kurban bayram'', della durata di quattro giorni, in cui si commemora [[Abramo]] che offre in olocausto il figlio Isacco. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 12, p. 97.</ref>che cade in questi giorni. Invece è la pesca organizzata delle palamite, grossi pesci che si dice vengano da punti lontani del [[Mar Nero]]. Queste luci durano tutta la notte, e si sentono le voci gioiose dei pescatori.<br>Lo spettacolo mi commuove. L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi alla loro rude fatica.<br>Oh, che confusione per me, per noi preti, «piscatores hominum» ([[Vangelo secondo Matteo|Mt]] 4, 19)<ref>Pescatori di uomini.</ref>, davanti a questo esempio! [...] Imitare i pescatori del Bosforo, lavorare giorno e notte colle fiaccole accese, ciascuno sulla sua piccola barca, all'ordine dei capi spirituali: ecco il nostro grave e sacro dovere.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà'', nuova edizione riveduta e ampliata, a cura di Loris Francesco Capovilla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000; ''Esercizi spirituali 12-18 novembre 1939, [[Istanbul]], presso i Gesuiti di Ayas-Pasa, «Sacro Cuore»'', 2000 p. 97.</ref>
*Il mio temperamento e la educazione ricevuta, mi aiutano nell'esercizio dell'amabilità con tutti, della indulgenza, del garbo e della pazienza. Non recederò da questa via. [[Francesco di Sales|San Francesco di Sales]] è il mio grande maestro. Oh, lo rassomigliassi davvero e in tutto! Per non venir meno al grande precetto del Signore, sarò pronto ad affrontare anche derisioni e disprezzi. Il «mitis et humilis corde» (Mt 11,29)<ref>Mansueto e umile di cuore. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 7, p. 109.</ref>è pur sempre il raggio più lucente e glorioso di un vescovo e di un rappresentante del [[Papa]]. Io lasco a tutti la sovrabbondanza della furberia e della cosiddetta destrezza diplomatica, e continuo ad accontentarmi della mia bonomia e semplicità di sentimento, di parola, di tratto. Le somme, infine, tornano sempre a vantaggio di chi resta fedele alla dottrina ed agli esempi del Signore.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà''; ''Esercizi spirituali'' 8-13 dicembre 1947, Parigi, ''Clamart Villa Manresa dei Padri Gesuiti'', 2000 p. 109.</ref>
*Quando mi trovo fra tante grandezze e insieme tante miserie, perché il mondo è grande, è bello, ma è vario, penso sempre alla semplicità di [[Sotto il Monte Giovanni XXIII|Sotto il Monte]]. E questo pensiero mi aiuta sempre, mi tiene umile e coraggioso insieme.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', a cura di Loris Francesco Capovilla, 2 volumi, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1968, vol. II, p. 548; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 188.</ref>
*Fra le grandezze di questo mondo, in mezzo alle quali mi trovo, non so come mai e perché, oh! come apprezzo sempre più la modestia, la povertà, ma insieme il timore e l'amore del Signore della nostra buona gente di Sotto il Monte.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 594; 2000 p. 189.</ref>
*La Chiesa li esalta i [[cardinale|cardinali]] e li considera come principi del popolo, ed anche il mondo come tali li onora, ma la loro gloria cresce a misura che sanno tenersi alla misura degli insegnamenti di Cristo che ci vuole tutti, come lui, miti ed umili di cuore. E tu prega il Signore perché il tuo zio che dalla umiltà di Sotto il Monte è passato attraverso alle grandezze dell'Oriente e dell'Occidente resti fedele ai {{sic|principii}} da cui prese le mosse. Dal più modesto villaggio allo splendore di [[Parigi]] quelli che valgono sono sempre gli stessi.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 609; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 190.</ref>
==''Il giornale dell'anima''==
*Anche quando ci può essere la necessità di uno sfogo, in certe ore di solitudine e di abbandono, il [[silenzio]] e la [[mitezza]] sono temperamenti che rendono più fruttuoso il patire qualche cosa per amore di Gesù.
*Con [[donna|donne]] di qualunque condizione, siano pure parenti o sante, avrò un riguardo speciale, fuggendo dalla loro familiarità, compagnia o conversazione, come dal diavolo.
*Conservo Gesù [[Eucaristia]] con me, ed è la mia gioia.
*Di fatto, se interrogo me stesso, non saprei che cosa desiderare o fare di diverso da quello che faccio ora.
*Gli abiti episcopali sempre mi richiameranno lo splendorem animarum che essi significano, come vera gloria del [[vescovo]]. Guai a me se mi fossero motivo di vanità!
*I [[terremoto|terremoti]], le inondazioni, le [[carestia|carestie]], le [[peste|pestilenze]] sono applicazioni di cieche leggi della natura: cieche, perché la [[natura]] materiale non ha intelligenza né libertà.
*Il mio gran libro, da cui qui innanzi dovrò attingere con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta sapienza, è il [[Croce cristiana|Crocifisso]].
*Il mio sacerdozio è non solo sacrificio per i peccati del mondo e miei, ma ancora è apostolato di verità e di carità.
*Il mondo è intossicato di [[nazionalismo]] malsano, sulla base di razza e di sangue, in contraddizione al Vangelo.
*Il mondo non ha più fascini per me. Voglio essere tutto e solo di Dio, penetrato dalla sua luce, splendente della carità verso la Chiesa e le anime.
*Il [[Rosario]], che dall'inizio del 1958, mi sono impegnato di recitare devotamente tutto intero, è divenuto esercizio di continuata meditazione e di contemplazione tranquilla e quotidiana, che tiene aperto il mio spirito sul campo vastissimo del mio magistero e ministero di Pastore massimo della Chiesa, e di padre universale delle anime.
*Il tempo che do all'azione deve essere proporzionato su quello che do all'opus Dei, cioè all'[[orazione]].
*Io non desidero, io non voglio niente fuori dell'obbedienza alle disposizioni, istruzioni e desideri del Santo Padre e della Santa Sede.
*L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi, alla loro rude fatica. Oh, che confusione per me, per noi [[preti]], piscatores hominum [Mt 4,19], davanti a questo esempio.
*La [[bontà]] vigilante, paziente e longanime, arriva ben più in là e più rapidamente che non il rigore e il frustino.
*La conoscenza che noi abbiamo della fragilezza umana deve essere a noi, medici delle anime, motivo a compatire, a sollevare, a incoraggiare altrui; ma non a scusare noi stessi.
*La [[guerra]] è voluta invece dagli uomini, a occhi aperti, a dispetto di tutte le leggi più sacre. Per questo è tanto più grave.
*La mia umile e ormai lunga vita si è sviluppata come un gomitolo, sotto il segno della semplicità e della purezza. Nulla mi costa il riconoscere e il ripetere che io sono e non valgo che un bel niente.
*La prima delle cardinali è la [[prudenza]]. È qui che si battono, e spesso restano battuti, papi, vescovi, re e comandanti. Questa è la virtù caratteristica del [[diplomatico]].
*Le porte del [[paradiso]] sono due: innocenza e penitenza.
*Maggior scrupolo nell'uso del mio [[tempo]]: fare subito, tutto, presto e bene; non aspettare; non mettere le cose secondarie avanti alle principali; sempre alacre, occupato, sereno.
*Non basta una [[misericordia]] qualunque. Il peso delle iniquità sociali e personali è così grave che non basta un gesto di carità ordinaria a perdonarle.
*Non cerco, non voglio la [[gloria]] di questo mondo; l'aspetto molto grande nell'altro.
*O [[Maria]], madre mia, se non mi soccorrete adesso che ne ho tanto bisogno, che chierico, che prete sarò io?
*Quando il mio [[amor proprio]], approfittandosi di qualche momento di disattenzione, costruirà i suoi castelli in aria, mi vorrà far volare, volare, io mi faccio una legge di pensare sempre a questi tre luoghi: il Getsemani, la casa di Caifas, il Calvario.
*Siamo tutti un po' bambini bisognosi di essere guidati dalla voce viva di chi ci presenta la dottrina bella e preparata.
*Specialmente sarò attento alla santa [[liturgia]], messa e breviario, al santo [[rosario]] meditato bene, alle altre pratiche, il cui uso fedele è la salvaguardia della pietà sacerdotale.
== ''Mater et Magistra'' ==
===[[Incipit]]===
Madre e maestra di tutte le genti, la Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti, lungo il corso dei secoli, venendo al suo seno ed al suo amplesso, trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza. A questa Chiesa, colonna e fondamento di verità, il suo santissimo Fondatore ha affidato un duplice compito: di generare figli, di educarli e reggerli, guidando con materna provvidenza la vita dei singoli come dei popoli, la cui grande dignità essa sempre ebbe nel massimo rispetto e tutelò con sollecitudine.
===Citazioni===
*I singoli esseri umani sono e devono essere il fondamento, il fine e i soggetti di tutte le istituzioni in cui si esprime e si attua la vita sociale.
*Il [[cristianesimo]] infatti è congiungimento della terra con il cielo, in quanto prende l'uomo nella sua concretezza, spirito e materia, intelletto e volontà, e lo invita ad elevare la mente dalle mutevoli condizioni della vita terrestre verso le altezze della vita eterna, che sarà consumazione interminabile di felicità e di pace.
*L'errore più radicale nell'epoca moderna è quello di ritenere l'esigenza religiosa dello spirito umano come espressione del sentimento o della fantasia, oppure un prodotto di una contingenza storica da eliminare quale elemento anacronistico e quale ostacolo al progresso umano.
*La [[Chiesa]] oggi si trova di fronte al compito immane di portare un accento umano e cristiano alla civiltà moderna: accento che la stessa civiltà domanda e quasi invoca per i suoi sviluppi positivi e per la sua stessa esistenza.
*La nostra epoca è percorsa e penetrata da errori radicali, è straziata e sconvolta da disordini profondi: però è pure un'epoca nella quale si aprono allo slancio della Chiesa possibilità immense di bene.
*Nel loro impegno di dominare e trasformare il mondo esteriore {{NDR|gli uomini}} rischiano di dimenticare e di logorare se stessi.
*Qualora si garantisca nelle attività e nelle istituzioni temporali l'apertura ai valori spirituali e ai fini soprannaturali, si rafforza in esse la efficienza rispetto ai loro fini specifici ed immediati.
== ''Pacem in Terris'' ==
===[[Incipit]]===
La Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio. I progressi delle scienze e le [[invenzione|invenzioni]] della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l'universo, regni un ordine stupendo; e attestano pure la grandezza dell'uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo servizio.
===Citazioni===
*Con l'[[ordine e disordine|ordine]] mirabile dell'universo continua a fare stridente contrasto il [[ordine e disordine|disordine]] che regna tra gli esseri umani e tra i popoli; quasicché i loro rapporti non possono essere regolati che per mezzo della forza.
*Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura.
*In una [[convivenza]] ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di [[diritto|diritti]] e di [[dovere|doveri]] che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili.
*L'autorità non è una forza incontrollata: è invece la facoltà di comandare secondo ragione.
*Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone.
*Non si dovrà però mai confondere l'[[errore]] con l'errante, anche quando si tratta di errore o di conoscenza inadeguata della verità in campo morale religioso. L'errante è sempre ed anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua [[dignità]] di [[persona]]; e va sempre considerato e trattato come si conviene a tanta dignità.
==Citazioni su Papa Giovanni XXIII==
*{{NDR|In Giovanni XXIII}} la novità non riguardava la dottrina, ma piuttosto il modo di esporla e forse, talvolta, d'interpretarla, senza tradirla o modificarla mai. E di applicarla alle situazioni concrete. Riguardava poi, per così dire, lo stile, nel parlare e nell'agire, sia all'interno sia all'esterno della Chiesa: una maggiore prontezza alla comprensione dell'«altro»; una carica di «simpatia» nello sforzarsi di valutare la mentalità o gli atteggiamenti anche dei più lontani; una capacità di rendersi conto delle loro difficoltà obiettive e l'arte di saper creare un clima di fiducia, nonostante la distanza, o addirittura l'opposizione frontale delle posizioni reciproche; la cura di non offendere le persone pur dicendo la verità. ([[Agostino Casaroli]])
*Ma questo Papa è intelligente?, siamo sicuri che è intelligente? Tutti dicono che è simpatico, che è un bravo curato di campagna, che è meglio dell'altro... Ma lì in Vaticano ci vuole uno che la sappia lunga, un curato di campagna può essere la miglior persona del mondo, ma non può bastare! Io conosco Roncalli da quando era patriarca di Venezia: beh, le dirò francamente, se è intelligente, in che misura, non sono ancora riuscito a capirlo. ([[Aldo Palazzeschi]])
*Passerà alla storia come il più cordiale dei successori di [[Pietro apostolo|Pietro]]. ([[Alessandro Cutolo]])
*''Pastor et nauta''. ([[Malachia di Armagh]])
:Pastore e navigante<ref>Per approfondimenti vedi la voce [[w:Profezia di Malachia|Profezia di Malachia]] su Wikipedia.</ref>.
*[[Papa Pio XII|Pio XII]] e Giovanni XXIII certamente odiavano ugualmente il peccato [[comunismo]] ed amavano ugualmente i peccatori comunisti, ma non c'è dubbio che Pio XII dando l'impressione di odiare di più il comunismo ha dato anche l'impressione di amare meno i peccatori comunisti, e Giovanni XXIII dando l'impressione di amare di più i peccatori comunisti ha dato l'impressione, sia pure errata, di indulgere di più con il comunismo. ([[Angelo Costa]])
*Subito scoprimmo il suo sorriso, che non era solo un segno di bonarietà ma un soccorso offerto a tutti. Papa Giovanni sorrideva come chi viene a noi con un dono e lo tiene nascosto dietro la schiena, ma noi ce ne accorgiamo proprio per quel particolarissimo sorriso. Per Angelo Giuseppe Roncalli le norme protocollari non avevano valore assoluto, cedevano davanti alla sua semplicità. (''[[E venne un uomo]]'')
===[[Nikita Sergeevič Chruščёv]]===
*Il Papa e io possiamo essere divergenti su molte questioni, ma siamo uniti nel desiderio della pace.
*Io credo che il Papa e io abbiamo caratteristiche comuni perché ambedue proveniamo da origini umili, abbiamo lavorato, nella gioventù, la terra, e sappiamo che cosa è lottare per ricavare dalla terra i frutti necessari per vivere.
*Io non cerco di convertire il Papa, e il Papa non cerca di convertire me!
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Papa Giovanni XXIII, ''I doni del cuore, {{small|da "Il Giornale dell'anima" e altri scritti ai familiari}}'', a cura di [[Loris Francesco Capovilla]], edizione speciale per Famiglia Cristiana (supplemento a Famiglia Cristiana n. 36, 10 settembre 2000), San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000.
*Papa Giovanni XXIII, ''Il giornale dell'anima. E altri scritti di pietà'', San Paolo Edizioni, 2003
*Papa Giovanni XXIII, ''Mater et Magistra'', Edizioni Paoline, 1979.
*Papa Giovanni XXIII, ''Pacem in Terris'', Mursia, 2003.
*Paul Ginsborg, ''Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi'', traduzione di Marcello Flores e Sandro Perini, Einaudi, 1989. ISBN 8806160548
==Filmografia==
*''[[E venne un uomo]]'' (1965)
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|Mater et Magistra||(1961)}}
{{Pedia|Pacem in Terris||(1963)}}
{{Template:Papi}}
{{DEFAULTSORT:Giovanni 23, Papa}}
[[Categoria:Papi]]
[[Categoria:Beati italiani]]
[[Categoria:Cardinali italiani]]
[[Categoria:Papi]]
[[Categoria:Vescovi italiani]]
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/* Citazioni di papa Giovanni XXIII */
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{{nota disambigua|descrizione=l'omonimo antipapa|titolo=[[Antipapa Giovanni XXIII]]}}
[[Immagine:Ioannes XXIII, by De Agostini, 1958–1963.jpg|thumb|Papa Giovanni XXIII]]
'''Giovanni XXIII''', al secolo '''Angelo Giuseppe Roncalli''' (1881 – 1963), papa della Chiesa cattolica.
==Citazioni di papa Giovanni XXIII==
*Con grandissimo onore, nella città di Villareal, è venerato il sepolcro di San [[Pasquale Baylón]] che è celeste patrono dei congressi e delle associazioni Eucaristiche.<ref>Citato in [[Innocenzo Alfredo Russo]], ''San Pasquale Baylón'', Edizioni Apostolato Francescano, Napoli 1968.</ref>
*Cos'è la [[tradizione]]? È il progresso che è stato fatto ieri, come il progresso che noi dobbiamo fare oggi costituirà la tradizione di domani.<ref>Al concilio Vaticano II; citato in Ginsborg 1989, p. 352.</ref>
*Dovere di ogni uomo, dovere impellente del cristiano è di considerare il [[superfluo]] con la misura delle necessità altrui, e di ben vigilare perché l'amministrazione e la distribuzione dei beni creati venga posta a vantaggio di tutti.<ref>Dal ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19620911_ecumenical-council_it.html Radiomessaggio a tutti i fedeli cristiani ad un mese dal Concilio]'', 11 settembre 1962.</ref>
*Grande fu [[Teresa di Lisieux]] per aver saputo, nella umiltà, nella semplicità, nell'abnegazione costante, cooperare alle imprese e al lavoro della grazia per il bene di innumerevoli fedeli.<ref>Dall'udienza del 16 ottobre 1960.</ref>
*La figura di San [[Francesco di Sales]] non è di quelle che si possono contenere entro limitati orizzonti: essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena : più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy ... In verità San Francesco di Sales fu il più amabile tra i santi, e Iddio lo mandava al mondo in un'ora di tristezza ... Ed egli apparve ed è rimasto come l'incarnazione della pietà sorridente e forte. in cui si fondono la poesia ingenua di San Francesco d'Assisi e l'amore chiaroveggente di Sant'Agostino.<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1963/documents/hf_j-xxiii_spe_19630127_stampa-cattolica_it.html discorso] del 27 gennaio 1963.</ref>
*Oh santa città di [[Roma]], così amata da Dio, prediletta e privilegiata con sovrabbondanti doni di natura, di arte, di tradizioni, di religione e di grazia! possa tu in ogni tempo corrispondere alla tua preclara vocazione, in faccia al mondo ed al cospetto della Chiesa universale. Possa tu esprimere con la voce, con le opere, con gli esempi del popolo tuo nativo, squisitamente saggio e generoso, e di quanti dai vari punti d'Italia e del mondo qui convengono, esprimere — diciamo — la sostanza viva del Vangelo: che è annuncio di redenzione e di pace, presidio di vera civiltà, ornamento ed arricchimento della persona umana, delle famiglie e dei popoli.<ref>Da ''[https://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1960/documents/hf_j-xxiii_spe_19600131_sinodo-traglia.html Risposta del Santo Padre Giovanni XXIII all'Indirizzo di Omaggio di Mons. Luigi Traglia, Viceregente di Roma e Presidente della Commissione Sinodale]'', 31 gennaio 1960.</ref>
*Per ''Mariam ad Iesum''. Questo è il significato delle apparizioni di [[Lourdes]].<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/pont_messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19600327_torino_it.html radiomessaggio] alla popolazione di Torino del 27 marzo 1960.</ref>
*{{NDR|Su [[Papa Pio X]]}} Perché il popolo invoca questo Santo? Perché lo cerca? Perché lo ama? La risposta è facile. Ci fu in lui congiunzione mirabile di quelle doti che sono proprie e caratteristiche delle singole classi sociali. Limpido come lo sono i figli della campagna. Franco e robusto come gli operai delle nostre officine. Paziente come gli uomini del mare. Misurato come il pastore del gregge. Nobile e austero come i discendenti di illustri famiglie. Affabile e giusto come un maestro, un magistrato. Buono e generoso come si immaginano e sono i santi.<ref>Da ''Discorsi Messaggi Colloqui 1958-1963'', cinque volumi più un volume di indici, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1960-1967, vol. I, pp .904-905. Citato nella prefazione a ''I doni del cuore'', p. IV.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]] rivolte in letto di morte al segretario in lacrime}} Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.<ref>Citato in [[Ernesto Balducci]], ''Papa Giovanni'', Vallecchi, 1967.</ref>
*Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo. [...] Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza.<ref>Dal saluto ai fedeli partecipanti alla fiaccolata in occasione del Concilio ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962. [http://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19621011_luna.html Testo] disponibile su ''Vatican.va''.</ref>
*Un atto della più alta importanza compiuto dalle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] è la [[Dichiarazione universale dei diritti umani|Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo]] approvata in Assemblea generale il 10 dicembre 1948. Nel preambolo della stessa dichiarazione si proclama come un ideale da perseguirsi da tutti i popoli e da tutte le nazioni l'effettivo riconoscimento e rispetto di quei diritti e delle rispettive libertà.<ref>Da ''Pacem in Terris''.</ref>
*Si dice che il compito del papa è quello di rappresentare il governo...così nella direzione della chiesa cattolica, ma di per sè se credete quello che dice il vangelo e riteniate che sia degno di rispetto anche per l'esperienza di venti secoli, non si può negare che il compito del papa non è chiuso unicamente a chi ha la protezione cristiana e cattolica particolare, ma di per sé il cuore suo si deve espandere,se rappresenta nostro signore Gesù cristo evidentemente lo deve rappresentarlo in tutto.
===Attribuite===
*La vera [[pace]] è tranquillità nella libertà.<ref>Citato in ''Historia'', n. 13, dicembre 1958, Cino Del Duca Editore.</ref>
:Si tratta, in realtà, di una citazione di [[Cicerone]], «''Pax est tranquilla libertas''» (''Seconda filippica'', 113), contenuta nel primo radiomessaggio ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19581029_urbi-orbi_lt.html Urbi et Orbi]'' del 29 ottobre 1958.
*Se mi dicessero che per raggiungere un certo scopo dovrei uccidere una [[formica]], io non lo farei.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Nell'arca di Noè'', Carroccio, Vigodarzere, 1990, cap. ''Cieli e terre nuove''.</ref>
==''I doni del cuore''==
*Dalla finestra sulla mia camera, qui presso i padri Gesuiti, osservo tutte le sere un assembrarsi di barche sul [[Bosforo]]; spuntano a decine, a centinaia, dal Corno d'oro; si radunano a un posto convenuto, e poi si accendono, alcune più vivacemente, altre meno, formando una fantasmagoria di colori e luci impressionante. Credevo che fosse una festa sul mare per il Bairam<ref>Bayram è nome delle due feste annuali musulmane: ''Seker bayram'', festa dello zucchero, della durata di tre giorni, a chiusura del Ramadan e ''Kurban bayram'', della durata di quattro giorni, in cui si commemora [[Abramo]] che offre in olocausto il figlio Isacco. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 12, p. 97.</ref>che cade in questi giorni. Invece è la pesca organizzata delle palamite, grossi pesci che si dice vengano da punti lontani del [[Mar Nero]]. Queste luci durano tutta la notte, e si sentono le voci gioiose dei pescatori.<br>Lo spettacolo mi commuove. L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi alla loro rude fatica.<br>Oh, che confusione per me, per noi preti, «piscatores hominum» ([[Vangelo secondo Matteo|Mt]] 4, 19)<ref>Pescatori di uomini.</ref>, davanti a questo esempio! [...] Imitare i pescatori del Bosforo, lavorare giorno e notte colle fiaccole accese, ciascuno sulla sua piccola barca, all'ordine dei capi spirituali: ecco il nostro grave e sacro dovere.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà'', nuova edizione riveduta e ampliata, a cura di Loris Francesco Capovilla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000; ''Esercizi spirituali 12-18 novembre 1939, [[Istanbul]], presso i Gesuiti di Ayas-Pasa, «Sacro Cuore»'', 2000 p. 97.</ref>
*Il mio temperamento e la educazione ricevuta, mi aiutano nell'esercizio dell'amabilità con tutti, della indulgenza, del garbo e della pazienza. Non recederò da questa via. [[Francesco di Sales|San Francesco di Sales]] è il mio grande maestro. Oh, lo rassomigliassi davvero e in tutto! Per non venir meno al grande precetto del Signore, sarò pronto ad affrontare anche derisioni e disprezzi. Il «mitis et humilis corde» (Mt 11,29)<ref>Mansueto e umile di cuore. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 7, p. 109.</ref>è pur sempre il raggio più lucente e glorioso di un vescovo e di un rappresentante del [[Papa]]. Io lasco a tutti la sovrabbondanza della furberia e della cosiddetta destrezza diplomatica, e continuo ad accontentarmi della mia bonomia e semplicità di sentimento, di parola, di tratto. Le somme, infine, tornano sempre a vantaggio di chi resta fedele alla dottrina ed agli esempi del Signore.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà''; ''Esercizi spirituali'' 8-13 dicembre 1947, Parigi, ''Clamart Villa Manresa dei Padri Gesuiti'', 2000 p. 109.</ref>
*Quando mi trovo fra tante grandezze e insieme tante miserie, perché il mondo è grande, è bello, ma è vario, penso sempre alla semplicità di [[Sotto il Monte Giovanni XXIII|Sotto il Monte]]. E questo pensiero mi aiuta sempre, mi tiene umile e coraggioso insieme.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', a cura di Loris Francesco Capovilla, 2 volumi, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1968, vol. II, p. 548; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 188.</ref>
*Fra le grandezze di questo mondo, in mezzo alle quali mi trovo, non so come mai e perché, oh! come apprezzo sempre più la modestia, la povertà, ma insieme il timore e l'amore del Signore della nostra buona gente di Sotto il Monte.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 594; 2000 p. 189.</ref>
*La Chiesa li esalta i [[cardinale|cardinali]] e li considera come principi del popolo, ed anche il mondo come tali li onora, ma la loro gloria cresce a misura che sanno tenersi alla misura degli insegnamenti di Cristo che ci vuole tutti, come lui, miti ed umili di cuore. E tu prega il Signore perché il tuo zio che dalla umiltà di Sotto il Monte è passato attraverso alle grandezze dell'Oriente e dell'Occidente resti fedele ai {{sic|principii}} da cui prese le mosse. Dal più modesto villaggio allo splendore di [[Parigi]] quelli che valgono sono sempre gli stessi.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 609; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 190.</ref>
==''Il giornale dell'anima''==
*Anche quando ci può essere la necessità di uno sfogo, in certe ore di solitudine e di abbandono, il [[silenzio]] e la [[mitezza]] sono temperamenti che rendono più fruttuoso il patire qualche cosa per amore di Gesù.
*Con [[donna|donne]] di qualunque condizione, siano pure parenti o sante, avrò un riguardo speciale, fuggendo dalla loro familiarità, compagnia o conversazione, come dal diavolo.
*Conservo Gesù [[Eucaristia]] con me, ed è la mia gioia.
*Di fatto, se interrogo me stesso, non saprei che cosa desiderare o fare di diverso da quello che faccio ora.
*Gli abiti episcopali sempre mi richiameranno lo splendorem animarum che essi significano, come vera gloria del [[vescovo]]. Guai a me se mi fossero motivo di vanità!
*I [[terremoto|terremoti]], le inondazioni, le [[carestia|carestie]], le [[peste|pestilenze]] sono applicazioni di cieche leggi della natura: cieche, perché la [[natura]] materiale non ha intelligenza né libertà.
*Il mio gran libro, da cui qui innanzi dovrò attingere con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta sapienza, è il [[Croce cristiana|Crocifisso]].
*Il mio sacerdozio è non solo sacrificio per i peccati del mondo e miei, ma ancora è apostolato di verità e di carità.
*Il mondo è intossicato di [[nazionalismo]] malsano, sulla base di razza e di sangue, in contraddizione al Vangelo.
*Il mondo non ha più fascini per me. Voglio essere tutto e solo di Dio, penetrato dalla sua luce, splendente della carità verso la Chiesa e le anime.
*Il [[Rosario]], che dall'inizio del 1958, mi sono impegnato di recitare devotamente tutto intero, è divenuto esercizio di continuata meditazione e di contemplazione tranquilla e quotidiana, che tiene aperto il mio spirito sul campo vastissimo del mio magistero e ministero di Pastore massimo della Chiesa, e di padre universale delle anime.
*Il tempo che do all'azione deve essere proporzionato su quello che do all'opus Dei, cioè all'[[orazione]].
*Io non desidero, io non voglio niente fuori dell'obbedienza alle disposizioni, istruzioni e desideri del Santo Padre e della Santa Sede.
*L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi, alla loro rude fatica. Oh, che confusione per me, per noi [[preti]], piscatores hominum [Mt 4,19], davanti a questo esempio.
*La [[bontà]] vigilante, paziente e longanime, arriva ben più in là e più rapidamente che non il rigore e il frustino.
*La conoscenza che noi abbiamo della fragilezza umana deve essere a noi, medici delle anime, motivo a compatire, a sollevare, a incoraggiare altrui; ma non a scusare noi stessi.
*La [[guerra]] è voluta invece dagli uomini, a occhi aperti, a dispetto di tutte le leggi più sacre. Per questo è tanto più grave.
*La mia umile e ormai lunga vita si è sviluppata come un gomitolo, sotto il segno della semplicità e della purezza. Nulla mi costa il riconoscere e il ripetere che io sono e non valgo che un bel niente.
*La prima delle cardinali è la [[prudenza]]. È qui che si battono, e spesso restano battuti, papi, vescovi, re e comandanti. Questa è la virtù caratteristica del [[diplomatico]].
*Le porte del [[paradiso]] sono due: innocenza e penitenza.
*Maggior scrupolo nell'uso del mio [[tempo]]: fare subito, tutto, presto e bene; non aspettare; non mettere le cose secondarie avanti alle principali; sempre alacre, occupato, sereno.
*Non basta una [[misericordia]] qualunque. Il peso delle iniquità sociali e personali è così grave che non basta un gesto di carità ordinaria a perdonarle.
*Non cerco, non voglio la [[gloria]] di questo mondo; l'aspetto molto grande nell'altro.
*O [[Maria]], madre mia, se non mi soccorrete adesso che ne ho tanto bisogno, che chierico, che prete sarò io?
*Quando il mio [[amor proprio]], approfittandosi di qualche momento di disattenzione, costruirà i suoi castelli in aria, mi vorrà far volare, volare, io mi faccio una legge di pensare sempre a questi tre luoghi: il Getsemani, la casa di Caifas, il Calvario.
*Siamo tutti un po' bambini bisognosi di essere guidati dalla voce viva di chi ci presenta la dottrina bella e preparata.
*Specialmente sarò attento alla santa [[liturgia]], messa e breviario, al santo [[rosario]] meditato bene, alle altre pratiche, il cui uso fedele è la salvaguardia della pietà sacerdotale.
== ''Mater et Magistra'' ==
===[[Incipit]]===
Madre e maestra di tutte le genti, la Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti, lungo il corso dei secoli, venendo al suo seno ed al suo amplesso, trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza. A questa Chiesa, colonna e fondamento di verità, il suo santissimo Fondatore ha affidato un duplice compito: di generare figli, di educarli e reggerli, guidando con materna provvidenza la vita dei singoli come dei popoli, la cui grande dignità essa sempre ebbe nel massimo rispetto e tutelò con sollecitudine.
===Citazioni===
*I singoli esseri umani sono e devono essere il fondamento, il fine e i soggetti di tutte le istituzioni in cui si esprime e si attua la vita sociale.
*Il [[cristianesimo]] infatti è congiungimento della terra con il cielo, in quanto prende l'uomo nella sua concretezza, spirito e materia, intelletto e volontà, e lo invita ad elevare la mente dalle mutevoli condizioni della vita terrestre verso le altezze della vita eterna, che sarà consumazione interminabile di felicità e di pace.
*L'errore più radicale nell'epoca moderna è quello di ritenere l'esigenza religiosa dello spirito umano come espressione del sentimento o della fantasia, oppure un prodotto di una contingenza storica da eliminare quale elemento anacronistico e quale ostacolo al progresso umano.
*La [[Chiesa]] oggi si trova di fronte al compito immane di portare un accento umano e cristiano alla civiltà moderna: accento che la stessa civiltà domanda e quasi invoca per i suoi sviluppi positivi e per la sua stessa esistenza.
*La nostra epoca è percorsa e penetrata da errori radicali, è straziata e sconvolta da disordini profondi: però è pure un'epoca nella quale si aprono allo slancio della Chiesa possibilità immense di bene.
*Nel loro impegno di dominare e trasformare il mondo esteriore {{NDR|gli uomini}} rischiano di dimenticare e di logorare se stessi.
*Qualora si garantisca nelle attività e nelle istituzioni temporali l'apertura ai valori spirituali e ai fini soprannaturali, si rafforza in esse la efficienza rispetto ai loro fini specifici ed immediati.
== ''Pacem in Terris'' ==
===[[Incipit]]===
La Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio. I progressi delle scienze e le [[invenzione|invenzioni]] della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l'universo, regni un ordine stupendo; e attestano pure la grandezza dell'uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo servizio.
===Citazioni===
*Con l'[[ordine e disordine|ordine]] mirabile dell'universo continua a fare stridente contrasto il [[ordine e disordine|disordine]] che regna tra gli esseri umani e tra i popoli; quasicché i loro rapporti non possono essere regolati che per mezzo della forza.
*Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura.
*In una [[convivenza]] ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di [[diritto|diritti]] e di [[dovere|doveri]] che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili.
*L'autorità non è una forza incontrollata: è invece la facoltà di comandare secondo ragione.
*Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone.
*Non si dovrà però mai confondere l'[[errore]] con l'errante, anche quando si tratta di errore o di conoscenza inadeguata della verità in campo morale religioso. L'errante è sempre ed anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua [[dignità]] di [[persona]]; e va sempre considerato e trattato come si conviene a tanta dignità.
==Citazioni su Papa Giovanni XXIII==
*{{NDR|In Giovanni XXIII}} la novità non riguardava la dottrina, ma piuttosto il modo di esporla e forse, talvolta, d'interpretarla, senza tradirla o modificarla mai. E di applicarla alle situazioni concrete. Riguardava poi, per così dire, lo stile, nel parlare e nell'agire, sia all'interno sia all'esterno della Chiesa: una maggiore prontezza alla comprensione dell'«altro»; una carica di «simpatia» nello sforzarsi di valutare la mentalità o gli atteggiamenti anche dei più lontani; una capacità di rendersi conto delle loro difficoltà obiettive e l'arte di saper creare un clima di fiducia, nonostante la distanza, o addirittura l'opposizione frontale delle posizioni reciproche; la cura di non offendere le persone pur dicendo la verità. ([[Agostino Casaroli]])
*Ma questo Papa è intelligente?, siamo sicuri che è intelligente? Tutti dicono che è simpatico, che è un bravo curato di campagna, che è meglio dell'altro... Ma lì in Vaticano ci vuole uno che la sappia lunga, un curato di campagna può essere la miglior persona del mondo, ma non può bastare! Io conosco Roncalli da quando era patriarca di Venezia: beh, le dirò francamente, se è intelligente, in che misura, non sono ancora riuscito a capirlo. ([[Aldo Palazzeschi]])
*Passerà alla storia come il più cordiale dei successori di [[Pietro apostolo|Pietro]]. ([[Alessandro Cutolo]])
*''Pastor et nauta''. ([[Malachia di Armagh]])
:Pastore e navigante<ref>Per approfondimenti vedi la voce [[w:Profezia di Malachia|Profezia di Malachia]] su Wikipedia.</ref>.
*[[Papa Pio XII|Pio XII]] e Giovanni XXIII certamente odiavano ugualmente il peccato [[comunismo]] ed amavano ugualmente i peccatori comunisti, ma non c'è dubbio che Pio XII dando l'impressione di odiare di più il comunismo ha dato anche l'impressione di amare meno i peccatori comunisti, e Giovanni XXIII dando l'impressione di amare di più i peccatori comunisti ha dato l'impressione, sia pure errata, di indulgere di più con il comunismo. ([[Angelo Costa]])
*Subito scoprimmo il suo sorriso, che non era solo un segno di bonarietà ma un soccorso offerto a tutti. Papa Giovanni sorrideva come chi viene a noi con un dono e lo tiene nascosto dietro la schiena, ma noi ce ne accorgiamo proprio per quel particolarissimo sorriso. Per Angelo Giuseppe Roncalli le norme protocollari non avevano valore assoluto, cedevano davanti alla sua semplicità. (''[[E venne un uomo]]'')
===[[Nikita Sergeevič Chruščёv]]===
*Il Papa e io possiamo essere divergenti su molte questioni, ma siamo uniti nel desiderio della pace.
*Io credo che il Papa e io abbiamo caratteristiche comuni perché ambedue proveniamo da origini umili, abbiamo lavorato, nella gioventù, la terra, e sappiamo che cosa è lottare per ricavare dalla terra i frutti necessari per vivere.
*Io non cerco di convertire il Papa, e il Papa non cerca di convertire me!
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Papa Giovanni XXIII, ''I doni del cuore, {{small|da "Il Giornale dell'anima" e altri scritti ai familiari}}'', a cura di [[Loris Francesco Capovilla]], edizione speciale per Famiglia Cristiana (supplemento a Famiglia Cristiana n. 36, 10 settembre 2000), San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000.
*Papa Giovanni XXIII, ''Il giornale dell'anima. E altri scritti di pietà'', San Paolo Edizioni, 2003
*Papa Giovanni XXIII, ''Mater et Magistra'', Edizioni Paoline, 1979.
*Papa Giovanni XXIII, ''Pacem in Terris'', Mursia, 2003.
*Paul Ginsborg, ''Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi'', traduzione di Marcello Flores e Sandro Perini, Einaudi, 1989. ISBN 8806160548
==Filmografia==
*''[[E venne un uomo]]'' (1965)
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|Mater et Magistra||(1961)}}
{{Pedia|Pacem in Terris||(1963)}}
{{Template:Papi}}
{{DEFAULTSORT:Giovanni 23, Papa}}
[[Categoria:Papi]]
[[Categoria:Beati italiani]]
[[Categoria:Cardinali italiani]]
[[Categoria:Papi]]
[[Categoria:Vescovi italiani]]
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{{nota disambigua|descrizione=l'omonimo antipapa|titolo=[[Antipapa Giovanni XXIII]]}}
[[Immagine:Ioannes XXIII, by De Agostini, 1958–1963.jpg|thumb|Papa Giovanni XXIII]]
'''Giovanni XXIII''', al secolo '''Angelo Giuseppe Roncalli''' (1881 – 1963), papa della Chiesa cattolica.
==Citazioni di papa Giovanni XXIII==
*Con grandissimo onore, nella città di Villareal, è venerato il sepolcro di San [[Pasquale Baylón]] che è celeste patrono dei congressi e delle associazioni Eucaristiche.<ref>Citato in [[Innocenzo Alfredo Russo]], ''San Pasquale Baylón'', Edizioni Apostolato Francescano, Napoli 1968.</ref>
*Cos'è la [[tradizione]]? È il progresso che è stato fatto ieri, come il progresso che noi dobbiamo fare oggi costituirà la tradizione di domani.<ref>Al concilio Vaticano II; citato in Ginsborg 1989, p. 352.</ref>
*Dovere di ogni uomo, dovere impellente del cristiano è di considerare il [[superfluo]] con la misura delle necessità altrui, e di ben vigilare perché l'amministrazione e la distribuzione dei beni creati venga posta a vantaggio di tutti.<ref>Dal ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19620911_ecumenical-council_it.html Radiomessaggio a tutti i fedeli cristiani ad un mese dal Concilio]'', 11 settembre 1962.</ref>
*Grande fu [[Teresa di Lisieux]] per aver saputo, nella umiltà, nella semplicità, nell'abnegazione costante, cooperare alle imprese e al lavoro della grazia per il bene di innumerevoli fedeli.<ref>Dall'udienza del 16 ottobre 1960.</ref>
*La figura di San [[Francesco di Sales]] non è di quelle che si possono contenere entro limitati orizzonti: essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena : più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy ... In verità San Francesco di Sales fu il più amabile tra i santi, e Iddio lo mandava al mondo in un'ora di tristezza ... Ed egli apparve ed è rimasto come l'incarnazione della pietà sorridente e forte. in cui si fondono la poesia ingenua di San Francesco d'Assisi e l'amore chiaroveggente di Sant'Agostino.<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/speeches/1963/documents/hf_j-xxiii_spe_19630127_stampa-cattolica_it.html discorso] del 27 gennaio 1963.</ref>
*Oh santa città di [[Roma]], così amata da Dio, prediletta e privilegiata con sovrabbondanti doni di natura, di arte, di tradizioni, di religione e di grazia! possa tu in ogni tempo corrispondere alla tua preclara vocazione, in faccia al mondo ed al cospetto della Chiesa universale. Possa tu esprimere con la voce, con le opere, con gli esempi del popolo tuo nativo, squisitamente saggio e generoso, e di quanti dai vari punti d'Italia e del mondo qui convengono, esprimere — diciamo — la sostanza viva del Vangelo: che è annuncio di redenzione e di pace, presidio di vera civiltà, ornamento ed arricchimento della persona umana, delle famiglie e dei popoli.<ref>Da ''[https://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1960/documents/hf_j-xxiii_spe_19600131_sinodo-traglia.html Risposta del Santo Padre Giovanni XXIII all'Indirizzo di Omaggio di Mons. Luigi Traglia, Viceregente di Roma e Presidente della Commissione Sinodale]'', 31 gennaio 1960.</ref>
*Per ''Mariam ad Iesum''. Questo è il significato delle apparizioni di [[Lourdes]].<ref>Dal [http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/pont_messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19600327_torino_it.html radiomessaggio] alla popolazione di Torino del 27 marzo 1960.</ref>
*{{NDR|Su [[Papa Pio X]]}} Perché il popolo invoca questo Santo? Perché lo cerca? Perché lo ama? La risposta è facile. Ci fu in lui congiunzione mirabile di quelle doti che sono proprie e caratteristiche delle singole classi sociali. Limpido come lo sono i figli della campagna. Franco e robusto come gli operai delle nostre officine. Paziente come gli uomini del mare. Misurato come il pastore del gregge. Nobile e austero come i discendenti di illustri famiglie. Affabile e giusto come un maestro, un magistrato. Buono e generoso come si immaginano e sono i santi.<ref>Da ''Discorsi Messaggi Colloqui 1958-1963'', cinque volumi più un volume di indici, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1960-1967, vol. I, pp .904-905. Citato nella prefazione a ''I doni del cuore'', p. IV.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]] rivolte in letto di morte al segretario in lacrime}} Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.<ref>Citato in [[Ernesto Balducci]], ''Papa Giovanni'', Vallecchi, 1967.</ref>
*Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo. [...] Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza.<ref>Dal saluto ai fedeli partecipanti alla fiaccolata in occasione del Concilio ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962. [http://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19621011_luna.html Testo] disponibile su ''Vatican.va''.</ref>
*Un atto della più alta importanza compiuto dalle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] è la [[Dichiarazione universale dei diritti umani|Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo]] approvata in Assemblea generale il 10 dicembre 1948. Nel preambolo della stessa dichiarazione si proclama come un ideale da perseguirsi da tutti i popoli e da tutte le nazioni l'effettivo riconoscimento e rispetto di quei diritti e delle rispettive libertà.<ref>Da ''Pacem in Terris''.</ref>
===Attribuite===
*La vera [[pace]] è tranquillità nella libertà.<ref>Citato in ''Historia'', n. 13, dicembre 1958, Cino Del Duca Editore.</ref>
:Si tratta, in realtà, di una citazione di [[Cicerone]], «''Pax est tranquilla libertas''» (''Seconda filippica'', 113), contenuta nel primo radiomessaggio ''[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/messages/documents/hf_j-xxiii_mes_19581029_urbi-orbi_lt.html Urbi et Orbi]'' del 29 ottobre 1958.
*Se mi dicessero che per raggiungere un certo scopo dovrei uccidere una [[formica]], io non lo farei.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Nell'arca di Noè'', Carroccio, Vigodarzere, 1990, cap. ''Cieli e terre nuove''.</ref>
==''I doni del cuore''==
*Dalla finestra sulla mia camera, qui presso i padri Gesuiti, osservo tutte le sere un assembrarsi di barche sul [[Bosforo]]; spuntano a decine, a centinaia, dal Corno d'oro; si radunano a un posto convenuto, e poi si accendono, alcune più vivacemente, altre meno, formando una fantasmagoria di colori e luci impressionante. Credevo che fosse una festa sul mare per il Bairam<ref>Bayram è nome delle due feste annuali musulmane: ''Seker bayram'', festa dello zucchero, della durata di tre giorni, a chiusura del Ramadan e ''Kurban bayram'', della durata di quattro giorni, in cui si commemora [[Abramo]] che offre in olocausto il figlio Isacco. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 12, p. 97.</ref>che cade in questi giorni. Invece è la pesca organizzata delle palamite, grossi pesci che si dice vengano da punti lontani del [[Mar Nero]]. Queste luci durano tutta la notte, e si sentono le voci gioiose dei pescatori.<br>Lo spettacolo mi commuove. L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi alla loro rude fatica.<br>Oh, che confusione per me, per noi preti, «piscatores hominum» ([[Vangelo secondo Matteo|Mt]] 4, 19)<ref>Pescatori di uomini.</ref>, davanti a questo esempio! [...] Imitare i pescatori del Bosforo, lavorare giorno e notte colle fiaccole accese, ciascuno sulla sua piccola barca, all'ordine dei capi spirituali: ecco il nostro grave e sacro dovere.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà'', nuova edizione riveduta e ampliata, a cura di Loris Francesco Capovilla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000; ''Esercizi spirituali 12-18 novembre 1939, [[Istanbul]], presso i Gesuiti di Ayas-Pasa, «Sacro Cuore»'', 2000 p. 97.</ref>
*Il mio temperamento e la educazione ricevuta, mi aiutano nell'esercizio dell'amabilità con tutti, della indulgenza, del garbo e della pazienza. Non recederò da questa via. [[Francesco di Sales|San Francesco di Sales]] è il mio grande maestro. Oh, lo rassomigliassi davvero e in tutto! Per non venir meno al grande precetto del Signore, sarò pronto ad affrontare anche derisioni e disprezzi. Il «mitis et humilis corde» (Mt 11,29)<ref>Mansueto e umile di cuore. {{cfr}} ''I doni del cuore'', nota 7, p. 109.</ref>è pur sempre il raggio più lucente e glorioso di un vescovo e di un rappresentante del [[Papa]]. Io lasco a tutti la sovrabbondanza della furberia e della cosiddetta destrezza diplomatica, e continuo ad accontentarmi della mia bonomia e semplicità di sentimento, di parola, di tratto. Le somme, infine, tornano sempre a vantaggio di chi resta fedele alla dottrina ed agli esempi del Signore.<ref>Da ''Il Giornale dell'anima e altri scritti di pietà''; ''Esercizi spirituali'' 8-13 dicembre 1947, Parigi, ''Clamart Villa Manresa dei Padri Gesuiti'', 2000 p. 109.</ref>
*Quando mi trovo fra tante grandezze e insieme tante miserie, perché il mondo è grande, è bello, ma è vario, penso sempre alla semplicità di [[Sotto il Monte Giovanni XXIII|Sotto il Monte]]. E questo pensiero mi aiuta sempre, mi tiene umile e coraggioso insieme.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', a cura di Loris Francesco Capovilla, 2 volumi, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1968, vol. II, p. 548; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 188.</ref>
*Fra le grandezze di questo mondo, in mezzo alle quali mi trovo, non so come mai e perché, oh! come apprezzo sempre più la modestia, la povertà, ma insieme il timore e l'amore del Signore della nostra buona gente di Sotto il Monte.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 594; 2000 p. 189.</ref>
*La Chiesa li esalta i [[cardinale|cardinali]] e li considera come principi del popolo, ed anche il mondo come tali li onora, ma la loro gloria cresce a misura che sanno tenersi alla misura degli insegnamenti di Cristo che ci vuole tutti, come lui, miti ed umili di cuore. E tu prega il Signore perché il tuo zio che dalla umiltà di Sotto il Monte è passato attraverso alle grandezze dell'Oriente e dell'Occidente resti fedele ai {{sic|principii}} da cui prese le mosse. Dal più modesto villaggio allo splendore di [[Parigi]] quelli che valgono sono sempre gli stessi.<ref>Da ''Lettere a familiari (1901-1962)'', vol. II, p. 609; ''Giovanni XXIII: Pensieri sulla famiglia'', 2000 p. 190.</ref>
==''Il giornale dell'anima''==
*Anche quando ci può essere la necessità di uno sfogo, in certe ore di solitudine e di abbandono, il [[silenzio]] e la [[mitezza]] sono temperamenti che rendono più fruttuoso il patire qualche cosa per amore di Gesù.
*Con [[donna|donne]] di qualunque condizione, siano pure parenti o sante, avrò un riguardo speciale, fuggendo dalla loro familiarità, compagnia o conversazione, come dal diavolo.
*Conservo Gesù [[Eucaristia]] con me, ed è la mia gioia.
*Di fatto, se interrogo me stesso, non saprei che cosa desiderare o fare di diverso da quello che faccio ora.
*Gli abiti episcopali sempre mi richiameranno lo splendorem animarum che essi significano, come vera gloria del [[vescovo]]. Guai a me se mi fossero motivo di vanità!
*I [[terremoto|terremoti]], le inondazioni, le [[carestia|carestie]], le [[peste|pestilenze]] sono applicazioni di cieche leggi della natura: cieche, perché la [[natura]] materiale non ha intelligenza né libertà.
*Il mio gran libro, da cui qui innanzi dovrò attingere con maggior cura ed affetto le divine lezioni di alta sapienza, è il [[Croce cristiana|Crocifisso]].
*Il mio sacerdozio è non solo sacrificio per i peccati del mondo e miei, ma ancora è apostolato di verità e di carità.
*Il mondo è intossicato di [[nazionalismo]] malsano, sulla base di razza e di sangue, in contraddizione al Vangelo.
*Il mondo non ha più fascini per me. Voglio essere tutto e solo di Dio, penetrato dalla sua luce, splendente della carità verso la Chiesa e le anime.
*Il [[Rosario]], che dall'inizio del 1958, mi sono impegnato di recitare devotamente tutto intero, è divenuto esercizio di continuata meditazione e di contemplazione tranquilla e quotidiana, che tiene aperto il mio spirito sul campo vastissimo del mio magistero e ministero di Pastore massimo della Chiesa, e di padre universale delle anime.
*Il tempo che do all'azione deve essere proporzionato su quello che do all'opus Dei, cioè all'[[orazione]].
*Io non desidero, io non voglio niente fuori dell'obbedienza alle disposizioni, istruzioni e desideri del Santo Padre e della Santa Sede.
*L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi, alla loro rude fatica. Oh, che confusione per me, per noi [[preti]], piscatores hominum [Mt 4,19], davanti a questo esempio.
*La [[bontà]] vigilante, paziente e longanime, arriva ben più in là e più rapidamente che non il rigore e il frustino.
*La conoscenza che noi abbiamo della fragilezza umana deve essere a noi, medici delle anime, motivo a compatire, a sollevare, a incoraggiare altrui; ma non a scusare noi stessi.
*La [[guerra]] è voluta invece dagli uomini, a occhi aperti, a dispetto di tutte le leggi più sacre. Per questo è tanto più grave.
*La mia umile e ormai lunga vita si è sviluppata come un gomitolo, sotto il segno della semplicità e della purezza. Nulla mi costa il riconoscere e il ripetere che io sono e non valgo che un bel niente.
*La prima delle cardinali è la [[prudenza]]. È qui che si battono, e spesso restano battuti, papi, vescovi, re e comandanti. Questa è la virtù caratteristica del [[diplomatico]].
*Le porte del [[paradiso]] sono due: innocenza e penitenza.
*Maggior scrupolo nell'uso del mio [[tempo]]: fare subito, tutto, presto e bene; non aspettare; non mettere le cose secondarie avanti alle principali; sempre alacre, occupato, sereno.
*Non basta una [[misericordia]] qualunque. Il peso delle iniquità sociali e personali è così grave che non basta un gesto di carità ordinaria a perdonarle.
*Non cerco, non voglio la [[gloria]] di questo mondo; l'aspetto molto grande nell'altro.
*O [[Maria]], madre mia, se non mi soccorrete adesso che ne ho tanto bisogno, che chierico, che prete sarò io?
*Quando il mio [[amor proprio]], approfittandosi di qualche momento di disattenzione, costruirà i suoi castelli in aria, mi vorrà far volare, volare, io mi faccio una legge di pensare sempre a questi tre luoghi: il Getsemani, la casa di Caifas, il Calvario.
*Siamo tutti un po' bambini bisognosi di essere guidati dalla voce viva di chi ci presenta la dottrina bella e preparata.
*Specialmente sarò attento alla santa [[liturgia]], messa e breviario, al santo [[rosario]] meditato bene, alle altre pratiche, il cui uso fedele è la salvaguardia della pietà sacerdotale.
== ''Mater et Magistra'' ==
===[[Incipit]]===
Madre e maestra di tutte le genti, la Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti, lungo il corso dei secoli, venendo al suo seno ed al suo amplesso, trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza. A questa Chiesa, colonna e fondamento di verità, il suo santissimo Fondatore ha affidato un duplice compito: di generare figli, di educarli e reggerli, guidando con materna provvidenza la vita dei singoli come dei popoli, la cui grande dignità essa sempre ebbe nel massimo rispetto e tutelò con sollecitudine.
===Citazioni===
*I singoli esseri umani sono e devono essere il fondamento, il fine e i soggetti di tutte le istituzioni in cui si esprime e si attua la vita sociale.
*Il [[cristianesimo]] infatti è congiungimento della terra con il cielo, in quanto prende l'uomo nella sua concretezza, spirito e materia, intelletto e volontà, e lo invita ad elevare la mente dalle mutevoli condizioni della vita terrestre verso le altezze della vita eterna, che sarà consumazione interminabile di felicità e di pace.
*L'errore più radicale nell'epoca moderna è quello di ritenere l'esigenza religiosa dello spirito umano come espressione del sentimento o della fantasia, oppure un prodotto di una contingenza storica da eliminare quale elemento anacronistico e quale ostacolo al progresso umano.
*La [[Chiesa]] oggi si trova di fronte al compito immane di portare un accento umano e cristiano alla civiltà moderna: accento che la stessa civiltà domanda e quasi invoca per i suoi sviluppi positivi e per la sua stessa esistenza.
*La nostra epoca è percorsa e penetrata da errori radicali, è straziata e sconvolta da disordini profondi: però è pure un'epoca nella quale si aprono allo slancio della Chiesa possibilità immense di bene.
*Nel loro impegno di dominare e trasformare il mondo esteriore {{NDR|gli uomini}} rischiano di dimenticare e di logorare se stessi.
*Qualora si garantisca nelle attività e nelle istituzioni temporali l'apertura ai valori spirituali e ai fini soprannaturali, si rafforza in esse la efficienza rispetto ai loro fini specifici ed immediati.
== ''Pacem in Terris'' ==
===[[Incipit]]===
La Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio. I progressi delle scienze e le [[invenzione|invenzioni]] della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l'universo, regni un ordine stupendo; e attestano pure la grandezza dell'uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo servizio.
===Citazioni===
*Con l'[[ordine e disordine|ordine]] mirabile dell'universo continua a fare stridente contrasto il [[ordine e disordine|disordine]] che regna tra gli esseri umani e tra i popoli; quasicché i loro rapporti non possono essere regolati che per mezzo della forza.
*Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura.
*In una [[convivenza]] ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di [[diritto|diritti]] e di [[dovere|doveri]] che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili.
*L'autorità non è una forza incontrollata: è invece la facoltà di comandare secondo ragione.
*Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone.
*Non si dovrà però mai confondere l'[[errore]] con l'errante, anche quando si tratta di errore o di conoscenza inadeguata della verità in campo morale religioso. L'errante è sempre ed anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua [[dignità]] di [[persona]]; e va sempre considerato e trattato come si conviene a tanta dignità.
==Citazioni su Papa Giovanni XXIII==
*{{NDR|In Giovanni XXIII}} la novità non riguardava la dottrina, ma piuttosto il modo di esporla e forse, talvolta, d'interpretarla, senza tradirla o modificarla mai. E di applicarla alle situazioni concrete. Riguardava poi, per così dire, lo stile, nel parlare e nell'agire, sia all'interno sia all'esterno della Chiesa: una maggiore prontezza alla comprensione dell'«altro»; una carica di «simpatia» nello sforzarsi di valutare la mentalità o gli atteggiamenti anche dei più lontani; una capacità di rendersi conto delle loro difficoltà obiettive e l'arte di saper creare un clima di fiducia, nonostante la distanza, o addirittura l'opposizione frontale delle posizioni reciproche; la cura di non offendere le persone pur dicendo la verità. ([[Agostino Casaroli]])
*Ma questo Papa è intelligente?, siamo sicuri che è intelligente? Tutti dicono che è simpatico, che è un bravo curato di campagna, che è meglio dell'altro... Ma lì in Vaticano ci vuole uno che la sappia lunga, un curato di campagna può essere la miglior persona del mondo, ma non può bastare! Io conosco Roncalli da quando era patriarca di Venezia: beh, le dirò francamente, se è intelligente, in che misura, non sono ancora riuscito a capirlo. ([[Aldo Palazzeschi]])
*Passerà alla storia come il più cordiale dei successori di [[Pietro apostolo|Pietro]]. ([[Alessandro Cutolo]])
*''Pastor et nauta''. ([[Malachia di Armagh]])
:Pastore e navigante<ref>Per approfondimenti vedi la voce [[w:Profezia di Malachia|Profezia di Malachia]] su Wikipedia.</ref>.
*[[Papa Pio XII|Pio XII]] e Giovanni XXIII certamente odiavano ugualmente il peccato [[comunismo]] ed amavano ugualmente i peccatori comunisti, ma non c'è dubbio che Pio XII dando l'impressione di odiare di più il comunismo ha dato anche l'impressione di amare meno i peccatori comunisti, e Giovanni XXIII dando l'impressione di amare di più i peccatori comunisti ha dato l'impressione, sia pure errata, di indulgere di più con il comunismo. ([[Angelo Costa]])
*Subito scoprimmo il suo sorriso, che non era solo un segno di bonarietà ma un soccorso offerto a tutti. Papa Giovanni sorrideva come chi viene a noi con un dono e lo tiene nascosto dietro la schiena, ma noi ce ne accorgiamo proprio per quel particolarissimo sorriso. Per Angelo Giuseppe Roncalli le norme protocollari non avevano valore assoluto, cedevano davanti alla sua semplicità. (''[[E venne un uomo]]'')
===[[Nikita Sergeevič Chruščёv]]===
*Il Papa e io possiamo essere divergenti su molte questioni, ma siamo uniti nel desiderio della pace.
*Io credo che il Papa e io abbiamo caratteristiche comuni perché ambedue proveniamo da origini umili, abbiamo lavorato, nella gioventù, la terra, e sappiamo che cosa è lottare per ricavare dalla terra i frutti necessari per vivere.
*Io non cerco di convertire il Papa, e il Papa non cerca di convertire me!
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Papa Giovanni XXIII, ''I doni del cuore, {{small|da "Il Giornale dell'anima" e altri scritti ai familiari}}'', a cura di [[Loris Francesco Capovilla]], edizione speciale per Famiglia Cristiana (supplemento a Famiglia Cristiana n. 36, 10 settembre 2000), San Paolo, Cinisello Balsamo, 2000.
*Papa Giovanni XXIII, ''Il giornale dell'anima. E altri scritti di pietà'', San Paolo Edizioni, 2003
*Papa Giovanni XXIII, ''Mater et Magistra'', Edizioni Paoline, 1979.
*Papa Giovanni XXIII, ''Pacem in Terris'', Mursia, 2003.
*Paul Ginsborg, ''Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi'', traduzione di Marcello Flores e Sandro Perini, Einaudi, 1989. ISBN 8806160548
==Filmografia==
*''[[E venne un uomo]]'' (1965)
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|Mater et Magistra||(1961)}}
{{Pedia|Pacem in Terris||(1963)}}
{{Template:Papi}}
{{DEFAULTSORT:Giovanni 23, Papa}}
[[Categoria:Papi]]
[[Categoria:Beati italiani]]
[[Categoria:Cardinali italiani]]
[[Categoria:Papi]]
[[Categoria:Vescovi italiani]]
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Indro Montanelli
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[[File:IndroMontanelliLettera22.jpg|thumb|upright=1.5|Indro Montanelli alla sede del ''Corriere della Sera'']]
'''Indro Montanelli''' (1909 – 2001), giornalista, saggista e commediografo italiano.
==Citazioni di Indro Montanelli==
[[File:Indro Montanelli 1936.jpg|miniatura|Indro Montanelli, ufficiale del Regio Esercito, 1936]]
*A suo tempo imprigionato dagl'israeliani per complicità col terrorismo palestinese, e liberato per l'intervento del Vaticano con l'impegno di astenersi dalla politica, l'Arcivescovo libanese di Gerusalemme [[Hilarion Capucci]] ha dichiarato in un'intervista all'''Europeo'' che i rivoltosi di Gaza e della Cisgiordania non ricevono ordini da nessuno: «Li prendono solo da Dio, loro unico leader». Lo abbiamo sempre detto, noi: a grattare un arabo, anche se cristiano e Monsignore, viene fuori un Ayatollah. Ma forse non c'è neanche bisogno di grattare.<ref>Da ''Il meglio di «Controcorrente» 1974-1992'', Rizzoli, Milano, 1993.</ref>
*[[Gianni Agnelli|Agnelli]] ha detto che non siamo nella repubblica delle banane, però qualche banana in Italia c'è, perché avvengono cose veramente singolari.<ref>Citato in Marco Travaglio, ''Bananas'', Garzanti, Milano, 5 maggio 2001.</ref>
*Al [[conformismo]] l'[[ironia]] fa più paura d'ogni [[Argomentazione|argomentato ragionamento]].<ref>Da ''Contro Corrente'', Editoriale Nuova, Milano, 1978.</ref>
*{{NDR|[[Ferdinando I delle Due Sicilie]]}} [...] aveva sulla coscienza la vita di migliaia d'infelici, morti sulla forca e nelle galere solo per aver voluto un po' di libertà. Era stato spergiuro. Non aveva conosciuto che disfatte e fughe ignominiose di fronte al nemico. Politicamente, era rimasto fermo alla concezione settecentesca del più retrivo assolutismo. Non aveva fatto che i propri interessi, e più ancora i propri comodi, della regalità prendendosi solo i piaceri. Non aveva saputo che incrementare l'ignoranza di cui egli stesso era campione. Eppure, il cordoglio popolare per la sua morte non ci stupisce, perché un dono lo aveva avuto: la genuinità. Questo Re fellone e fannullone non aveva mai cercato di apparire diverso da quel che era: uno scugnizzo dei «bassi», prepotente, ridanciano e sboccato, nato per caso con una corona in testa e che aveva sempre concepito la sua parte come quella di un buon capo-camorra. Non aveva interpretato che i caratteri deteriori del popolo napoletano, ma anche i più appariscenti e riconoscibili.<ref>Da ''L'Italia unita. {{small|Da Napoleone alla svolta del Novecento}}'', Rizzoli BUR, Milano, 2015, [https://books.google.it/books?id=8J7tCgAAQBAJ&lpg=PT206&dq=&pg=PT206#v=onepage&q&f=false p. 206]. eISBN 978-88-58-68272-2</ref>
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] è una persona intelligente finché riesce a ragionare col suo cervello: il suo cervello è valido. Ma lui, oltre al cervello, ha le viscere, e molto spesso le viscere prendono la prevalenza sul cervello. E quando lui si abbandona alle viscere, secondo me, diventa uomo pericoloso. Questo lo dico a lei perché l'ho detto a lui, perché gliel'ho anche scritto.<ref name="milano">Dal programma televisivo ''Milano, Italia'', Rai 3, 11 gennaio 1994.</ref>
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha straordinarie qualità di imprenditore – coraggio, fantasia, forza di lavoro – che gli hanno valso il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare, il presidente di una società di calcio.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/01/20/ora-montanelli-critica-berlusconi.html Ora Montanelli critica Berlusconi]'', ''la Repubblica'', 20 gennaio 1987.</ref>
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] non ha idee: ha solo interessi.<ref>2001; citato in [[Marco Travaglio]], ''Ad personam'', Chiarelettere, Milano, 2010, p. 39, ISBN 978-88-6190-104-9.</ref>
*{{NDR|Su [[Aldo Moro]]}} Calvinista a rovescio, invece che nella predestinazione della [[grazia]], credeva in quella della [[disgrazia]].<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Mondadori, Milano, 2006, pp. 310-311, ISBN 88-04-54931-9.</ref>
*Certo, per un direttore di giornale, avere sottomano un [[Marco Travaglio|Travaglio]], che su qualsiasi protagonista, comprimario e figurante della vita politica italiana è pronto a fornirti su due piedi una istruttoria rifinita nel minimo dettaglio è un bel conforto. Ma anche una bella inquietudine. Il giorno in cui gli chiesi se in quel suo archivio, in cui non consente a nessuno di ficcare il naso, ci fosse anche un fascicolo intitolato al mio nome, Marco cambiò discorso.<ref>Dalla prefazione a Marco Travaglio, ''Il Pollaio delle Libertà'', Vallecchi, Firenze, 1995.</ref>
*Chi di voi vorrà fare il [[giornalista]], si ricordi di scegliere il proprio padrone: il [[lettore]].<ref>Dalla lezione di giornalismo all'Università di Torino, 12 maggio 1997; citato in ''La Stampa'', 14 aprile 2009.</ref>
*Conosco molti furfanti che non fanno i [[Morale|moralisti]], ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante. Senza, per carità, allusione a [[Eugenio Scalfari|Scalfari]]. Solo come promemoria.<ref>Citato in [[Eugenio Scalfari]], ''Incontro con io'', Rizzoli, Milano, 1994, ISBN 8806200747.</ref>
*Cosa c'è meglio di [[Romano Prodi|Prodi]]? Governa fra compromessi e imbroglietti. I nostri soci sanno benissimo che siamo imbroglioni, che sui conti che portiamo all'Europa s'è un po' imbrogliato. Accettano lo stesso, purché non s'esageri. E [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]] non esagera, è un economista serio e vero. [...] {{NDR|Romano Prodi}} Con la faccia da mortadella, l'ottimismo inossidabile e l'eterno sorriso, ci porterà in Europa: ringraziamo Dio, e anche [[Massimo D'Alema|D'Alema]], che ci hanno dato Prodi.<ref name=Montanelli>Citato in Francesco Battistini ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/19/Montanelli_ragazzi_rifate_68_co_0_97121914987.shtml Montanelli: ragazzi, rifate il '68]'', ''Corriere della Sera'', 19 dicembre 1997.</ref>
*Dicono che [[Ciriaco De Mita|De Mita]] sia un intellettuale della Magna Grecia. Io però non capisco cosa c'entri la Grecia...<ref>Citato in ''Liberazione'', 22 febbraio 2008.</ref>
*{{NDR|Su [[Gad Lerner]], nel 2000}} È bravissimo, son contento l'abbian messo al ''Tg1'', è un buon conduttore, buonissimo giornalista. Ma sarà un bravo direttore?<ref>Citato in Antonella Rampino, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0428_01_2000_0162_0003_4349235/ Il rischio? Una missione impossibile]'', ''La Stampa'', 17 giugno 2000.</ref>
*{{NDR|Su [[Concetto Lo Bello]]}} Entra in campo col passo del padrone che ispeziona il proprio podere.<ref>Citato in Marco Innocenti,
''[https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Tempo%20libero%20e%20Cultura/storie-della-storia/archivio-2009/storie-storia-9-settembre-muore-lo-bello.shtml?uuid=4327f496-881f-11de-873c-ca3137183d57&DocRulesView=Libero&refresh_ce=1 9 settembre 1991: se ne va il re degli arbitri, Concetto Lo Bello]'', ''ilsole24ore.com'', 8 settembre 2009.</ref>
*{{NDR|Su [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]}} Grande soldato, grande statista, grande scrittore, grande avventuriero. E grande amatore. C'era di tutto. [...] In questa epoca di Mani Pulite Cesare sarebbe rimasto sicuramente "intangentato". Di tangenti lui ne prese parecchie. Ma a differenza dei mariuoli di oggi era anche un grande legislatore, un grande generale, un uomo di un'efficienza straordinaria. I nostri sono dei ladri. Ladri e basta.<ref>Citato in Mauro Anselmo, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0797_01_1993_0212_0009_11229316/ Montanelli: così ho finito la mia Storia d'Italia]'', ''La Stampa'', 4 agosto 1993.</ref>
*{{NDR|Su [[Lucio Battisti]]}} Ho amato molto le sue canzoni e il suo desiderio di vivere appartato.<ref>Citato in [[Leo Turrini]], ''Lucio Battisti: la vita, le canzoni, il mistero'', Mondadori, 2008, retrocopertina.</ref>
*I mariti italiani, per comprar la pelliccia alle mogli, spendono più di tutti i loro colleghi europei. Poveri, ma pelli.<ref name=Controcorrente>Da ''Controcorrente, 1974–1986'', Mondadori, Milano, 1987.</ref>
*I nostri uomini politici non fanno che chiederci, a ogni scadenza di legislatura, «un atto di fiducia». Ma qui la fiducia non basta; ci vuole l'atto di fede.<ref name=Controcorrente/>
*I [[Ricordo|ricordi]] vanno messi sotto teca, appesi a una parete e guardati. Senza tentare di rinnovarli. Mai.<ref>Da un'intervista di [[Ferruccio de Bortoli]], 1999; in ''[http://www.rai.it/dl/Rai5/programma.html?ContentItem-f04f3982-e954-471e-8242-78f92423550d Indro Montanelli, gli anni della televisione]'', puntata 8, di Nevio Casadio, Rai Premium, 2013.</ref>
*Il bello dei [[politologi]] è che, quando rispondono, uno non capisce più cosa gli aveva domandato.<ref name=Controcorrente/>
*Il fascismo privilegiava i somari in divisa. La democrazia privilegia quelli in tuta. In Italia, i regimi politici passano. I somari restano. Trionfanti.<ref name=Controcorrente/>
*Il guaio di [[Eugenio Scalfari|Scalfari]] non è che dice quel che pensa. Il guaio di Scalfari è che pensa quel che dice.<ref>Citato in Paolo Granzotto, ''Montanelli'', p. 173.</ref>
*In [[Italia]] a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva [[Benito Mussolini|Mussolini]]: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?».<ref>Dall'intervista di Pasquale Cascella, ''Montanelli: «Il regime? È alle porte, inutile aspettare il dittatore»'', ''l'Unità'', 25 ottobre 1994, p. 5.</ref>
*In Italia c'è una frangia d'imbecilli tali che credono si possa resuscitare il comunismo. Seppellire il cadavere del marxismo non è facile, anche perché per molti significa rinnegare l'intera esistenza. Ma certo [[Fausto Bertinotti|Bertinotti]] non è di questi: lui non sa un corno di marxismo, non gl'importa niente, è un piccolo pagliaccio, un populista all'italiana che scalda in piazza maree di poveri diavoli e parla ancora delle masse operaie, che vede solo lui.<ref name=Montanelli></ref>
*In Italia non c'è una coscienza civile, non c'è un'identità nazionale che tenga insieme uno Stato federale e garantisca la civile convivenza delle sue parti. Invece io vedo solo nell'Italia Cisalpina qualche barlume di coscienza civile e una vocazione europea. Altrove, invece, è un disastro difficile, se non impossibile, da rimediare. Spero proprio di sbagliarmi.<ref name=Italia>Citato in ''Il grande vecchio del giornalismo rilegge gli ultimi anni della nostra storia'', ''L'Indipendente'', 25 luglio 1995.</ref>
*In Italia si può cambiare soltanto la Costituzione. Il resto rimane com'è.<ref>Dall'articolo di Polaczek, ''Teile und sende'', in ''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 15 agosto 1996, p. 29.</ref>
*In Italia un colpo di piccone alle [[casa di tolleranza|case chiuse]] fa crollare l'intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia.<ref>Citato in Daniele Abbiati, [http://www.ilgiornale.it/news/tresse-indro-nella-repubblica-delle-marchette.html ''La maîtresse di Indro nella Prima Repubblica delle marchette''], ''il Giornale.it'', 22 ottobre 2010.</ref>
*Io non mi sono mai sognato di contestare alla [[Chiesa]] il suo diritto a restare fedele a se stessa, cioè ai comandamenti che le vengono dalla Dottrina... ma che essa pretenda d'imporre questi comandamenti anche a me che non ho la fortuna di essere un credente, cercando di travasarli nella legge civile in modo che diventi obbligatorio anche per noi non credenti, è giusto? A me sembra di no.<ref>Citato in [[Umberto Veronesi]], ''[http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/eluana-eutanasia-3/comm-veronesi/comm-veronesi.html Non vince la scienza]'', ''la Repubblica'', 14 novembre 2008.</ref>
*Io il giornale urlato non è che non glielo voglio dare, non lo so fare! La clava non è nel mio armamentario! Non lo posso fare e non credo che sia un buon segno di civiltà politica l'uso della clava.<ref name="milano" />
*Io non sono napoletano, ma di fronte a [[Peppino De Filippo|Peppino]], non so come, mi capita sempre di diventarlo.<ref name=Pappagone>Citato in ''Pappagone e non solo'', a cura di Marco Giusti, Mondadori, Milano, 2003.</ref>
*Io non voglio soffrire, io non ho della sofferenza un'idea cristiana. Ci dicono che la sofferenza eleva lo spirito; no la sofferenza è una cosa che fa male e basta, non eleva niente. E quindi io ho paura della sofferenza. Perché nei confronti della morte, io, che in tutto il resto credo di essere un moderato, sono assolutamente radicale. Se noi abbiamo un diritto alla vita, abbiamo anche un diritto alla morte. Sta a noi, deve essere riconosciuto a noi il diritto di scegliere il quando e il come della nostra morte.<ref>Citato in Carlo A. Martigli, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/04/25/sul-diritto-alla-morte-si-discute-su.html Sul diritto alla morte si discute su Internet]'', ''la Repubblica'', 25 aprile 2002.</ref>
*Kipling diceva: "un italiano, un bel tipo; due italiani, una discussione; tre italiani, tre partiti politici". I suoi concittadini, invece, li definiva così: "un inglese, un cretino; due inglesi due cretini; tre inglesi, un popolo". Vorrei avere a che fare con dei cretini che, insieme, facessero un popolo.<ref>Citato in Cristina Taglietti, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/17/Montanelli_cari_studenti_volete_spaccate_co_0_98121712510.shtml Montanelli: cari studenti, se volete spaccate tutto ma è inutile]'', ''Corriere della Sera'', 17 dicembre 1998.</ref>
*{{NDR|Riguardo all'approvazione della legge elettorale nota come mattarellum}} L'unico modello a cui possiamo rifarci è quello francese, non quello inglese. In un paese dove ci sono venti/venticinque partiti, come si fa l'uninominale a turno unico? Qui rischia di vincere un partito che ottiene il dieci percento, perché gli altri hanno ottenuto il sette, il sei. Ma le pare giusto questo? Io non so se è stata una follia o un atto criminale questa riforma elettorale. Io sono per la traduzione in processo dei legislatori, da [[Sergio Mattarella|Mattarella]] agli altri. Non è stato il solo. I quali hanno fatto, come al solito, o creduto di fare gli interessi del proprio partito. Hanno fatto questa legge prima che venisse il diluvio universale di [[tangentopoli]]. Convinti che siccome loro erano il partito di maggioranza relativa spazzavano via l'Italia. Poi è venuta tangentopoli e ora piangono. Dovrebbero suicidarsi se avessero un minimo di dignità. Suicidarsi. Perché in nome degli interessi di partito hanno completamente rovinato l'Italia. [...] Questi legislatori che hanno truffato con questa legge - perché questa legge è una truffa - io vorrei sapere come mai non vengono processati. Dovrebbero essere processati per lesa patria.<ref name=conferenza>[https://www.youtube.com/watch?v=snbg12DCPSM Indro Montanelli presenta "La Voce", conferenza stampa integrale], 1994.</ref>
*La cosa curiosa di [[Antonino Caponnetto|Caponnetto]] è che si va a schierare con [[Leoluca Orlando|Orlando]] che è stato il peggior denigratore di [[Giovanni Falcone|Falcone]]. E poi dice che fa l'antimafia, io vorrei sapere i voti a Orlando chi glieli ha dati.<ref>Citato in Riccardo Chiaberge ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/marzo/21/Montanelli_voce_controcorrente_co_0_94032115801.shtml Montanelli la voce controcorrente]'', ''Corriere della Sera'', 21 marzo 1994.</ref>
*La [[cultura]], per un giornalista, è come una puttana: la puoi frequentare ma non devi ostentarla. La cultura si tiene nel cassetto. Il lettore non va trattato dall'alto in basso, ma preso per mano come un amico e portato dove vuoi.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Mondadori, Milano, 2006, p. 294, ISBN 88-04-54931-9.</ref>
*La cultura si è chiusa nella torre eburnea. Rimane lì, arroccata in sé stessa, perché ha orrore dei contatti col pubblico, si crede diminuita dai contatti col pubblico. Questa è la cultura italiana. È una cultura di cretini.<ref name="montecarlo">Radio Montecarlo, [https://www.youtube.com/watch?v=A77mrwIjSSs Intervista a Indro Montanelli], di Roberto Arnaldi, 1973.</ref>0
*La [[depressione]] è una malattia democratica: colpisce tutti.<ref>Citato nel programma televisivo ''Ippocrate'', Rai News, 13 giugno 2010.</ref>
*La devolution mi preoccupa molto, perché la decomposizione della [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]] cominciò esattamente così: reclamata e imposta dai due grandi compari Tudjiman e [[Slobodan Milošević|Milosevic]] che distrussero l'unità del Paese per restare padroni in casa propria...<ref>Citato in Gian Guido Vecchi, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/08/Devolution_traffico_voto_rebus_co_7_0104088547.shtml Devolution e traffico, il voto è un rebus]'', ''Corriere della Sera'', 8 aprile 2001.</ref>
*La guerra contro il [[brigantaggio]], insorto contro lo Stato unitario, costò piú morti di tutti quelli del [[Risorgimento]]. Abbiamo sempre vissuto dei falsi: il falso del Risorgimento che assomiglia ben poco a quello che ci fanno studiare a scuola.<ref>Citato in Stefano Preite, ''Il Risorgimento, ovvero, Un passato che pesa sul presente'', Piero Lacaita, 2009.</ref>
*La lettura del ''[[Adolf Hitler#Mein Kampf|Mein Kampf]]'' io la renderei, per legge, obbligatoria. Fuori dal contesto in cui fu concepito e scritto, quel libro è un caciucco di coglionerie.<ref>Citato in Cesare Medail, ''Il «Mein Kampf» torna nelle librerie italiane. Grazie a un editore cossuttiano'', ''Corriere della Sera'', 6 maggio 2000.</ref>
*La nostra classe politica ha fatto del [[partito]] una specie di totem intoccabile e gli ha attribuito tutti i poteri, con in più un diritto: il diritto di abusarne.<ref name=Dovere>Dal programma televisivo ''Dovere di cronaca'', Rete 4, 1988, [https://www.youtube.com/watch?v=caQgyvTKZS8 visibile su YouTube].</ref>
*Le cose non sono importanti per quello che sono, ma per quello che uno ci mette.<ref name="cento">intervista di Enzo Biagi a Indro Montanelli, (1982), da "Cento anni", Fabbri video, 1993.</ref>
*Le mie idee sono sempre al vaglio dell'[[esperienza]] e l'esperienza mi impone di rivederle continuamente.<ref name="IIIB">Da un'intervista del 1971, tratta da ''III B, Facciamo l'appello'' di Enzo Biagi; anche in ''[http://www.rai.it/dl/Rai5/programma.html?ContentItem-f04f3982-e954-471e-8242-78f92423550d Indro Montanelli, gli anni della televisione]'', puntata 7, di Nevio Casadio, Rai Premium, 2013.</ref>
*[[Leo Longanesi]] che amava [[Marcello Marchesi]] rabbiosamente per lo spreco che faceva del suo talento, quando lo incontrava, gli diceva: "Devo fare una telefonata, mi dai un gettone di intelligenza?". E un giorno mi ordinò un epitaffio per lui. Eccolo: "Qui giace un nessuno — che se avesse voluto — avrebbe potuto diventare — Marcello Marchesi —. Purtroppo o per fortuna — non lo seppe mai —. Come tutti i geni — era un cretino".<ref>Citato in Paola Fallai, ''Marchesi, l'umorista che creò un'atmosfera'', ''La lettura'', ''Corriere della Sera'', 25 marzo 2012; riportato in ''[http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000001549183 Cinquantamila.it]''.</ref>
*Mi accusano molto spesso di avere inventato degli aneddoti. È verissimo. Io ogni tanto invento quando devo descrivere un personaggio, specialmente negli incontri, io invento qualche aneddoto. Però sono sempre aneddoti funzionali, che servono a dimostrare quel certo carattere che mi sembra vero e di dover dimostrare.<ref name="IIIB" />
*Mi avvio verso il mio capolinea con l'angoscia di portare con me le cose che ho più amato: il mio paese e il mio mestiere, temo che non mi sopravviveranno.<ref>Da un'intervista del 1996, tratta da ''Tablet Italiani'', puntata 2, "Montanelli/Bocca", Rai Storia, 25 agosto 2013.</ref>
*Nei grandi [[giornale|giornali]] di oggi, che non possono farne a meno, chi comanda non è più nemmeno il [[direttore]]: è l'ufficio [[marketing]].<ref name="giornalista">Da: ''Repertorio della Fondazione Montanelli'', in ''Indro Montanelli - Gli anni della televisione 4: Io sono soltanto un giornalista'', a cura di Nevio Casadio, Rai Sat, 2009</ref>
*{{NDR|Rivolto a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] che voleva imporsi sulla linea editoriale de ''il Giornale''}} Nell'arte dell'imprenditoria, tu sei di certo un genio, ed io un coglione. Ma nell'arte della polemica il genio sono io, e tu il coglione.<ref name=Travaglio2004>Citato in Marco Travaglio, ''Montanelli e il Cavaliere'', Garzanti, Milano, 2004.</ref>
*Nessuno di noi la strada della ribellione la battè sino in fondo, come voleva [[Berto Ricci|Ricci]]: per la semplice ragione che si trattava di una strada che fondi non ne aveva. Qualcuno poi scantonò in questo o in quello dei sette o otto partiti che aprirono le porte a questa generazione perduta. E forse si illuse di aver trovato un’altra bandiera. Io sono tra i rassegnati: so benissimo che di bandiere non posso averne altre e che l'unica che seguiterà a sventolare sulla mia vita è quella che disertai, prima che cadesse.<ref>Citato in Mario Bernardi Guardi, ''La giovinezza di Montanelli ebbe un nome: Berto Ricci'', ''Il Primato Nazionale'', 3 maggio 2016.</ref>
*No, [[Marco Travaglio|Travaglio]] non uccide nessuno. Col coltello. Usa un'arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l'archivio.<ref name=Travaglio2004/>
*Noi italiani non crediamo in nulla e tanto meno nelle virtù che qualcuno ci attribuisce. Ma tra di esse ce n'è una nella quale riponiamo una fede incorruttibile: quella della nostra capacità di corrompere tutto.<ref>Citato in Mario Cervi, ''Ti ricordi Indro?'', Società europea di edizioni, Milano, 2017, p. 57. ISBN 9778118178454</ref>
*Noi qui buttiamo tutte le colpe addosso agli altri. Ma bisogna fare i conti anche col popolo italiano. Siamo noi che li abbiamo eletti questi signori. Sono mica piovuti dalla luna. E allora non accaniamoci soltanto sulla classe politica. Noi siamo un elettorato disposto a ogni sorta di transazione, quando ci fa comodo.<ref name=conferenza />
*Non credo alle feste comandate. La memoria dovrebbe essere spontanea. L'unica cosa che si dovrebbe fare è raccontare veramente e in maniera spassionata ai giovani, che non lo sanno, cosa è stata la Shoah, senza fare mobilitazioni di folle.<ref>Citato in Marco Cremonesi, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/gennaio/28/Diecimila_piazza_con_nomi_dei_co_0_0101282160.shtml Diecimila in piazza con i nomi dei lager]'', ''Corriere della Sera'', 28 gennaio 2001, p. 31.</ref>
*Non do più nessun significato a queste due parole {{NDR|destra e sinistra}}, le ritengo un cascame, un residuato di situazioni oramai defunte. [[Destra e sinistra]] non hanno più nessun significato e credo che noi ci stiamo attardando su una terminologia arcaica, oramai da seppellire.<ref>Radio Radicale, [https://www.radioradicale.it/scheda/598/599-elezioni Elezioni], 38:58-39:26, 25 maggio 1979.</ref>
*Non mi si portino i soliti argomenti astratti, tipo la sacralità della vita: nessuno contesta il diritto di ognuno a disporre della sua vita, non vedo perché gli si debba contestare il diritto a scegliere la propria morte.<ref>Citato in Enrico Bonerandi, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/12/13/montanelli-pronto-morire.html Montanelli: pronto a morire]'', '' la Repubblica'', 13 dicembre 2000, p. 36.</ref>
*Non sono certo che il grande pubblico sia in grado di capire che Beppe Grillo costituisce la versione genovese del folletto dispettoso delle fiabe, un incubo esilarante, il rigurgito della nostra cattiva coscienza. Chissà: forse è meglio che rimanga «off limits», per il suo stesso bene. Anche se mi mancherà.<ref name=Grillo></ref>
*{{NDR|Il Polo delle Libertà}} Non venga a farci credere che è costretto all'[[Aventino (espressione)|Aventino]] dal clima di violenza creato dall'Ulivo. Dove diavolo la vede questa violenza? Mi basta guardare la faccia di [[Romano Prodi|Prodi]] 1996 per metterla a confronto con quella di Mussolini 1924 per escludere che in Italia corriamo il pericolo di una dittatura. Per fare una dittatura ci vuole un dittatore.<ref>Citato in Alessandro Longo, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/03/17/news/aventino-191559602/?ref=pwa-rep-hp-2-1-1 Perché si dice Aventino]'', ''Rep.repubblica.it'', 17 marzo 2018.</ref>
*{{ndr|su [[Gianni Agnelli]]}} Parla con la propria bocca, pensa con il cervello di Valletta, col cuore di Giulio De Benedetti e con gli interessi polivalenti della Fiat.<ref>Citato in Paolo Granzotto, ''Montanelli'', p. 129.</ref>
*{{ndr|su [[Mariano Rumor]]}} Personaggio da commedia [[Carlo Goldoni|goldoniana]] più che da tragedia contemporanea.<ref>Citato in Paolo Granzotto, ''Montanelli'', p. 145.</ref>
*Posso solo dire che l'Italia del Cattaneo è quella che conserva qualche probabilità di salvarsi da questo degrado politico, culturale, morale, economico. E l'Italia del Cattaneo è quella Cisalpina. A nord del Po, e forse anche in Emilia, esistono tracce di coscienza civile e anche di classi dirigenti sane. Poi c'è un'Italia centrale, quella toscana e umbra e marchigiana, che conserva le sue peculiarità, i suoi caratteri spiccati che affondano le radici nell'Italia comunale e rinascimentale. Il resto è un disastro che non saprei come salvare. Del resto Cattaneo ci tentò, andò a Napoli e resistette qualche giorno. Poi si arrese e se ne tornò nella sua Lugano, nella sua Svizzera.<ref name=Italia>Citato in ''Il grande vecchio del giornalismo rilegge gli ultimi anni della nostra storia'', ''L'Indipendente'', 25 luglio 1995.</ref>
*Pur ricordandovi che la nostra regola è quella di non tener conto delle intemperanze altrui, specie dei politici, e di dire sempre la verità, tutta la verità, senza partito preso né animosità verso nessuno, vi autorizzo a comunicare al [[Bobo Craxi|suddetto signore]], se ve ne capita l'occasione, che l'unica «testa» in pericolo di cadere dopo il 5 aprile non è la vostra ma, casomai, la sua. E potete aggiungere, da parte mia, che non la considererei una gran perdita.<ref>Citato in [[Federico Orlando]], ''Il sabato andavamo ad Arcore'', Larus, Bergamo, 1995.</ref>
*[[Sandro Pertini|Pertini]] ha interpretato al meglio il peggio degli italiani.<ref>Citato in Franco Fontanini, ''Piccola antologia del pensiero breve'', Liguori Editore, Napoli, 2007, p. 12.</ref>
*Quando mi viene in mente un bell'aforisma, lo metto in conto a [[Montesquieu]], od a [[François de La Rochefoucauld|La Rochefoucauld]]. Non si sono mai lamentati.<ref>Citato in Luigi Mascheroni, ''[http://www.ilgiornale.it/news/mai-dette-ripetiamo-sempre-ecco-frasi-fantasma-storia.html Mai dette, ma le ripetiamo sempre. Ecco le frasi fantasma della storia]'', ''il Giornale'', 21 marzo 2009, p. 22.</ref>
*Quello che ci ripugna è che, per mettere un controllo all'autorità politica, ci sia bisogno di ricorrere all'autorità giudiziaria. Cioè che, alla fine, noi avremo le riforme istituzionali non per via politica, ma per via giudiziaria e processuale. Questo ci allarma anche perché, come avrete ben capito, la mia opinione dei politici è molto bassa, ma quella dei giudici non è migliore. Perché anche i giudici sono stati corrotti dalla partitocrazia. Lo dimostra il semplice fatto che molti di loro ostentano la tessera di partito. Un giudice che ha venduto la propria imparzialità ai partiti è un giudice che, prima di processare gli altri, dovrebbe essere processato lui e cacciato in galera. Lo so che a dire queste cose si possono avere dei dispiaceri, ma io di dispiaceri in vita mia ne ho avuti tanti che, uno più o uno meno, non mi fa nessunissimo effetto.<ref name=Dovere/>
*Se qualcuno mi chiedesse: "Cosa vorresti che, dopo di te, di te rimanesse?", risponderei senza esitare: "Questi colloqui".<ref>Da ''Le Nuove stanze'', Collana Saggi Italiani, Rizzoli, Milano, 2001.</ref>
*Sfido io che {{NDR|''il Giornale''}} non va bene come vendite. Non va bene come vendite perché noi siamo ancora alla macchina Olivetti. Qui non è stato fatto mai nessun investimento ed è stato detto chiaro che gli investimenti non sarebbero venuti finché io ne fossi il direttore. Questa è la situazione.<ref name="milano" />
*Siamo un paese cattolico, che nella [[Provvidenza]] ci crede o almeno ne è affascinato. Il pericolo è questo: gli [[italia]]ni sentendo aria di provvidenza sono sempre pronti a mettersi in fila speranzosi.<ref name=Provvidenza>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/24/rivogliono-uomo-della-provvidenza.html?ref=search Rivogliono l'uomo della provvidenza]'', ''la Repubblica'', 24 febbraio 1994, p. 11.</ref>
*Se avessi potuto immaginare come sarebbe stata distrutta la vecchia classe politica italiana - che meritava la distruzione, sia chiaro - se avessi potuto immaginare che la distruzione della vecchia classe politica italiana, in gran parte marcia, avrebbe dischiuso una situazione come quella attuale e che la vecchia legge proporzionale sarebbe stata sostituita dall'attuale legge maggioritaria così come è stata compilata, io avrei forse difeso la vecchia classe. Per lo meno non mi sarei battuto con tanta asprezza e con tanto vigore contro quella classe politica, che meritava di finire, ma a cui si stanno dando dei successori che, ricordatevelo bene, ci faranno rimpiangere quella vecchia. È il peggio che si può dire. Ma io lo dico. Perché non riesco proprio a vedere cosa sta venendo fuori da questo rimescolio di carte.<ref name=conferenza />
*{{NDR|Alla domanda «Se dovesse fondare un giornale a novant'anni, che giornale farebbe?»}} Se io dovessi oggi fare un giornale, farei un ''Foglio'' un po' più grande: invece che di 4 facciate di 10 o di 12. Non di più. Con una redazione ridottissima e facendo un preventivo che mi mettesse al riparo dalle delusioni. Mirerei ad avere non più di venti/trentamila lettori e non avere pubblicità. Su queste basi, forse, riuscirei a fare un [[giornale]] di alto prestigio, ma purtroppo destinato a una élite.<ref name="giornalista" />
*Sta arrivando l'uomo della provvidenza. E io, in vita mia, di questi personaggi ne ho già conosciuto uno. Mi è bastato. Per sempre.<ref name=Provvidenza></ref>
*Una cultura che perde i contatti col pubblico si sterilisce e muore. Questa è la verità. E la nostra cultura è assolutamente sterile. Noi culturalmente non contiamo più nulla nel mondo. Perché? Perché è chiusa in sé stessa, la cultura, ha perso i contatti col pubblico, con la vita. Non c'è più. Sono mummie. Non è più cultura: è mafia.<ref name="montecarlo" />
*{{NDR|Su [[Aldo Moro]]}} Un generale che, sfiduciato del proprio esercito, credeva che l'unico modo di combattere il nemico fosse quello di abbracciarlo.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Mondadori, Milano, 2006, p. 310, ISBN 88-04-54931-9.</ref>
*Un giorno fui convocato a Palazzo Venezia, era il 1932 e avevo 23 anni, perché il duce voleva vedermi. Ero emozionatissimo, entrai e mi misi sull' attenti, e il duce che faceva finta di scrivere mi lasciò lì per un quarto d'ora e alla fine mi disse: "Ho letto il vostro articolo sul razzismo (avevo scritto un articolo contro il razzismo). Bravo, vi elogio. Il razzismo è roba da biondi (non si era accorto che ero biondo), continuate così. Sei anni dopo fece le leggi razziali. Perché questo era [[Benito Mussolini|Mussolini]], diceva una cosa e ne faceva un'altra, secondo il vento del momento. Non creava il vento, vi si accodava da buon italiano.<ref>Citato in Gianna Fregonara, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/24/Dal_balcone_Mussolini_bianco_sorriso_co_9_100124324.shtml Dal balcone di Mussolini al bianco sorriso di Belen]'', 24 gennaio 2010, p. 34.</ref>
*{{NDR|Su [[Giorgio La Pira]]}} Un pasticcione ben intenzionato che, nel nome del Signore, appoggia le peggiori cause appellandosi ai migliori sentimenti.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Mondadori, Milano, 2006, p. 236, ISBN 88-04-54931-9.</ref>
===Citazioni tratte da suoi libri===
*{{NDR|Sul funerale di [[Leo Longanesi]]}} Al cimitero ci si ritrovò in una decina di persone, non di più. Non ci furono cerimonie né discorsi. Solo la piccola Virginia, che avrà avuto quattordici anni, mentre la bara di suo padre calava nella tomba, mormorò: «E dire che gli orfani mi sono sempre stati così antipatici...» Una frase che sarebbe piaciuta moltissimo a Leo.<ref>Dalla presentazione a [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi & C., Milano, 1968.</ref>
*[[Corrado Carnevale|Carnevale]] ha dichiarato in un'intervista che la notte non ha bisogno di sonniferi per dormire perché, nei confronti della Legge, la sua coscienza è a posto. Ci crediamo senz'altro. Ma se si ponesse la stessa domanda nei confronti della Giustizia, mi domando se i suoi sogni sarebbero altrettanto tranquilli. E ci rendiamo tuttavia conto che questa domanda non se la porrà mai, e anzi gli sembrerà del tutto stravagante. Perché, per un magistrato italiano, la Legge con la Giustizia non ha nulla a che fare. (da ''Il testimone'', p. 386)
*In un convegno su «Terrorismo e informazione», a Roma, è stato unanimemente riconosciuto che il [[segreto istruttorio]] in Italia non esiste. Lo trasgrediscono tutti. Non solo giornalisti e avvocati – e ancora passi – ma perfino magistrati che anticipano e propalano, il più delle volte per farne strumento politico, notizie riservate. «È il segreto di Pulcinella» si è lamentato il procuratore capo della Capitale, De Matteo. È vero. Ma Pulcinella non era giudice. E i giudici non dovrebbero essere Pulcinella. (25 aprile 1979<ref>Da ''Il meglio di "Controcorrente": {{small|1974-1992}}'', Fabbri Editori-Corriere della Sera, La biblioteca del Corriere della sera, Milano, 1995, p. 104.</ref>)
===Attribuite===
*Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice.<ref name=Travaglio2004/>
:In ''Io e il cavaliere qualche anno fa'', ''Corriere della Sera'', 25 marzo 2001, p. 1, Montanelli attribuisce la citazione a «un'alta personalità della Finanza, nota anche per il suo infallibile fiuto degli uomini». La frase esatta è: «Avrà anche i suoi difetti, ma un merito bisogna riconoscerglielo: quello di non deludere mai. Quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice».
==Interviste==
{{cronologico}}
*{{NDR|La guerra coloniale etiopica}} Considerandola oggi, con la mia maturità d'oggi, {{NDR|è}} un'avventura di una stupidità senza fine. Ma immaginiamo un ragazzo di 24 anni messo al comando di una banda indigena, con 100 uomini neri – lui solo bianco – buttato all'avventura in quella guerra che di combattimenti ne ebbe molto pochi – non voglio passare per un gran guerriero, affatto – ma furono un anno e mezzo a cavallo, di cavalcate in questa natura selvaggia (ripeto, combattimenti ben pochi). {{NDR|«Dicono anche che lei aveva una moglie, diciamo indigena, molto bella, che era la più bella di tutte quelle che avevano gli ufficiali d'allora»}} Sì. {{NDR|«Era molto invidiato per questo»}} Pare che avessi scelto bene, era una bellissima ragazza bilena, di 12 anni – {{NDR|sorridendo}} scusatemi, ma in Africa è un'altra cosa – e così l'avevo sposata, nel senso che l'avevo regolarmente comprata dal padre che mi ha accompagnato insieme alle mogli dei miei ascari. Queste mogli degli ascari non è che seguissero la banda, ma ogni 15 giorni raggiungevano la banda: io non ho mai capito come facessero a trovarci in questo infinito dell'Abissinia. Quelle arrivavano e arrivava anche questa mia moglie con la cesta in testa, che mi portava la biancheria pulita. [...] {{NDR|Domanda del pubblico: «Lei ha detto tranquillamente di avere avuto una sposa, diciamo, di 12 anni e a 25 anni lei non si è peritato affatto di violentare una ragazza di 12 anni, dicendo "Ma in Africa queste cose si fanno". Io vorrei chiedere a lui come intende normalmente i suoi rapporti con le donne date queste due affermazioni»}} No signorina guardi, sulla violenza, nessuna violenza perché le ragazze in Abissinia si sposano a 12 anni. Non è questione, Quindi. {{NDR|Domanda del pubblico: «Su un piano di consapevolezza dell'uomo, insomma, il rapporto con una bambina di 12 anni è il rapporto con una bambina di 12 anni. Se lo facesse in Europa rischierebbe di violentare una bambina, vero?»}} Sì, in Europa sì, ma lì no. {{NDR|«Ecco, appunto»}} Lì no. {{NDR|«Quale differenza crede che esista dal punto di vista biologico, o anche psicologico?»}} No, guardi, {{NDR|«Dal punto di vista del costume»}} lì si sposano a 12 anni, non è questione. A 12 anni si sposano. {{NDR|«Ma non è il matrimonio che lei intende, a 12 anni in Africa. Guardi, io ho vissuto in Africa»}} Sì. {{NDR|«Quindi il vostro era veramente il rapporto violento del colonialista che veniva lì e si impossessava della ragazza di 12 anni»}} No... {{NDR|«Ma glielo garantisco, senza assolutamente tener conto di questo tipo di rapporto sul piano umano. Eravate i vincitori, cioè i militari che hanno fatto le stesse cose ovunque sono stati i vincitori, ovunque gli uomini si sono presentati come dei militari. La Storia è piena di queste situazioni»}} {{NDR|sorridendo}} Signorina, non so se lei vuole istruirmi un processo «a posteriori». {{NDR|«No, no, affatto. Guardi, ho soltanto voluto chiederle, per inciso, come lei intende – dopo le due interpretazioni – i rapporti con le donne»}} Dipende da cosa si mette dentro, dipende anche da cosa le donne mettono dentro di noi. È tutto un giuoco di specchi. {{NDR|«Ma lei vede sempre la donna in questa veste passiva di adulatrice, oppure di compagna – che appare e scompare – dell'uomo, non l'ha mai vista in una funzione diretta, attiva e diversa. Questo è un po' il dramma degli uomini della sua generazione»}} {{NDR|sorridendo}} Può darsi. Della mia generazione? Solo? {{NDR|«Credo»}} {{NDR|sorridendo}} Vabbè. Può darsi. (Da ''L'ora della verità'', 22 ottobre 1969)
*{{NDR|Domanda del pubblico: «Io vorrei sapere perché lei, che si ritiene un osservatore, non ha mai affrontato il discorso sulla contestazione giovanile, tenendo anche presente il fatto che lei cerca il lettore. Lei ai giovani non dice assolutamente niente come giornalista»}} Come? {{NDR|«Se c'è un pubblico che lei sta perdendo, e forse non ha mai avuto, è proprio quello dei giovani. Vorrei sapere come mai lei non ha mai affrontato il discorso sulla contestazione, sulla realtà giovanile che è esplosa in questi ultimi anni»}} Signorina, io avrei tanto volentieri affrontato il discorso sulla contestazione se fosse possibile agganciare il discorso coi contestatori. Ma coi contestatori io non faccio il [[Alberto Moravia|Moravia]]. No. Non vado a farmi spernacchiare dai giovani, mi dispiace tanto. Né dai giovani, né da nessun altro. {{NDR|«Lei ha paura, scusi, di affrontare un discorso»}} No, io non ho paura, ma non ammetto di essere accolto a quel modo. È proprio un fatto, così, di dignità. {{NDR|«E allora, scusi, lei a questo punto rinuncia a un pubblico come può essere quello dei giovani semplicemente, così, per non avere degli spernacchiamenti, per non compromettere – diciamo – questo suo successo a cui è arrivato»}} Ma scusi, ma che dialogo sono le pernacchie? Me lo vuole spiegare? (ibidem)
*Certamente [[Benito Mussolini|Mussolini]] fu un grossissimo politico, un uomo politico di grandissimo fiuto, di tempismo formidabile: lo dimostrò la facilità con cui vinse. Forse dovuta per metà alle sue capacità, alla sua bravura – parlo sempre come politico – e per metà all'insipienza, alla nullaggine dei suoi avversari, perché è tempo oramai di dire anche questo. Non c'è dubbio che il potere assoluto guastò completamente Mussolini: il Mussolini del 1930 non era certamente quello del 1940, il Mussolini di dieci anni dopo l'avvento al potere era diventato una specie di marionetta, la caricatura di sé stesso. Aveva perso proprio il senso della realtà, che era stato invece il suo forte da principio, il contatto col pubblico lo aveva perso, il senso della misura, e lo aveva dimostrato poi con gli errori madornali che ha fatto. Nei primi dieci anni credo che alcune cose buone le abbia fatte. Non credo che abbia ucciso la democrazia, credo che l'abbia soltanto seppellita perché era già morta. Da quel poco che ricordo l'Italia era un grosso carnevale, e anche abbastanza drammatico, perché la situazione interna era addirittura sfasciata: correva sangue, ne correva molto, noi in Toscana ne sapevamo qualcosa [...]. E quindi non è vero che lui... le democrazie non vengono mai uccise, le democrazie muoiono. Dopodiché si dà la colpa a chi le seppellisce, ma la verità è che si suicidano, e credo che la democrazia italiana del '21-22 si sia suicidata. [...] Mussolini capì una cosa fondamentale: che per piacere agli italiani bisognava dare a ciascuno di essi una piccola fetta di potere col diritto di abusarne. Questo era il fascismo. Il fascismo aveva creato una [[gerarchia]] talmente articolata e complessa che ognuno aveva dei galloni: il capofabbricato, il caposettore... tutti avevano una piccola fetta di potere, di cui naturalmente ognuno abusava, come è nel carattere degli italiani. (da ''Questo secolo'', 18 maggio 1982)
*Ero all'estero, lavoravo nel giornalismo americano, alla ''United Press''. Chiesi alla mia agenzia di mandarmi come corrispondente in Abissinia. Giustamente mi dissero: «No, perché lei è un italiano, quindi logicamente non fa delle corrispondenze obiettive». Dico: «Avete ragione. Allora io vi lascio e vado volontario». Feci la mia brava domanda (la feci anche raccomandare). La domanda fu accolta, io fui mandato in Abissinia e, cosa un po' strana [...], a questo ragazzo di 23 anni [...] venne affidata una banda. [...] In quei due anni io contribuii a fare una cosa sbagliata, un'autentica fregnaccia qual era costruire un impero nel '35, quando coloro che lo avevano lo stavano già liquidando perché erano cose antistoriche. Ma io a 23 anni, a 24 anni, non potevo capire questo. Ebbi due anni di vita all'aria aperta, bella, di avventura, in cui credetti di essere un personaggio di Kipling, di contribuire a fare qualcosa di importante. Poi mi accorsi che non era vero, ma le cose non sono importanti per quello che sono, ma per quello che uno ci mette. E io in quel momento ci mettevo un grande entusiasmo: ebbi due anni di vita bellissima, a cavallo, con le tende, i miei uomini, libero, solo (perché non rispondevo a nessuno). Eh beh, compiango i giovani che non hanno avuto una simile esperienza. {{NDR|«E anche con una giovane moglie»}} E anche con una giovane moglie, {{NDR|indicando una fotografia}} eccola lì. Regolarmente sposata in quanto regolarmente comprata dal padre. {{NDR|«Quanti anni aveva?»}} Aveva 12 anni, ma non mi prendere per un Girolimoni. {{NDR|«Per un bruto»}} A 12 anni quelle lì erano già donne. {{NDR|«E tu dove l'avevi comperata?»}} L'avevo comprata a Saganèiti, un paese dove avevo mandato il mio emissario [...]. Me la comprò insieme a un cavallo e a un fucile, in tutto 500 lire. {{NDR|«E lei com'era?»}} Un animalino. Docile. Io le misi su un tucul con dei polli e poi, ogni 15 giorni, mi raggiungeva dovunque fossi, insieme alle mogli degli altri ascari. (ibidem)
*Io esclusi immediatamente la responsabilità degli [[Anarchia|anarchici]] {{NDR|dalla [[strage di piazza Fontana]]}} per varie ragioni: prima di tutto, forse, per una specie di istinto, di intuizione, ma poi perché conosco gli anarchici. Gli anarchici non è che sono alieni dalla violenza, ma la usano in un altro modo: non sparano mai nel mucchio, non sparano mai nascondendo la mano. L'anarchico spara al bersaglio, in genere al bersaglio simbolico del potere, e di fronte. Assume sempre la responsabilità del suo gesto. Quindi, quell'infame attentato, evidentemente, non era di marca anarchica o anche se era di marca anarchica veniva da qualcuno che usurpava la qualifica di anarchico, ma che non apparteneva certamente alla vera categoria, che io ho conosciuto ben diversa e che credo sia ancora ben diversa. (da ''La notte della Repubblica'', 12 dicembre 1989)
*La [[Lega Nord|Lega]] è una cosa sgradevole. Però le Leghe sono un fenomeno di reazione a una provocazione. È la politica nazionale, che fa nascere le Leghe. Questo non vuol dire che io le approvi. La reazione è sbagliata, ma provocazione c'è, le degenerazioni della partitocrazia ci sono. Che il pubblico denaro sia male amministrato e che a farne le spese siano soprattutto i cittadini del Nord non è contestabile. (da ''La Stampa'', 7 novembre 1990)
*Ah, quel maledetto [[Toni Negri]], quel maledetto aizzatore dei sentimenti dei giovani che è vigliaccamente scappato dall'Italia per non affrontare il carcere. Per un Paese non c'è nulla di peggio che i cattivi maestri. Come punirli? Bisognerebbe impiccarli. Ripeto, impiccarli. (da ''L'Italia settimanale'', 1995)
*Fu una pulizia etnica, bisognava far fuori gli italiani: allora si chiamarono fascisti e si ammazzarono, e si buttarono nelle [[massacri delle foibe|foibe]]. Questo avvenne dopo la fine della guerra, sia chiaro. Perché gli orrori di guerra, non dico che siano giustificabili, ma sono comprensibili, la guerra è di per sé stessa un orrore. No, queste... le foibe furono un'infamia commessa dopo la Liberazione, dopo la fine della guerra, e purtroppo vi hanno collaborato parecchi comunisti italiani, alcuni dei quali non solo sono ancora a piede libero, pur essendo vivi, ma ricevono delle pensioni di Stato. Ricevono delle pensioni di Stato. Però io ti posso dire questo: che come testimone oculare io ho visto anche in Croazia delle cose, da parte degli italiani, su cui è meglio sorvolare. Perché anche noi le abbiamo commesse, perché la guerra le comporta, questo è fatale, ecco. Quindi non facciamo tanto i moralisti. [...] No, questo {{NDR|tesi sloveno-croata sulla pulizia etnico-culturale da parte degli italiani durante il periodo di occupazione fascista}} è assolutamente falso. Pulizie etniche noi non ne abbiamo mai fatte, in nessun Paese occupato. Quando sento dire che noi facemmo anche la pulizia etnica in Etiopia, beh vabbè, mi cascano le braccia. Mi cascano le braccia. Quelle son menzogne infami, di gente o che non sa nulla, o che mente sapendo di mentire. Non è vero. Furono episodi, ma non di pulizia etnica, di rappresaglie. (dall'intervista al TG2, ''[http://www.youtube.com/watch?v=s9UXM_pKpqY Massacri delle foibe]'', 6 settembre 1996)
*Tutto questo mi evoca dei ricordi poco simpatici. Era il [[fascismo]] che si conduceva così. Era il Fascismo che proibiva la satira, che in un paese civile e democratico dovrebbe essere assolutamente indenne da controlli politici; perché la satira non ha niente a che fare con la politica, anche se prende in giro la politica, ma si sa che è satira. Ed ogni regime serio e democratico accetta la satira, come si accettano le caricature. Era [[Benito Mussolini|Mussolini]] che non le sopportava. E qui pensano: «Ripuliremo la stalla», «Faremo piazza pulita». Ma questo linguaggio, al signor [[Gianfranco Fini|Fini]], chi glielo ispira? Ci ricorda delle cose che avremmo voluto dimenticare. Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel [[manganello]]. [...] Alla Rai faranno piazza pulita, lo hanno già annunziato. Ma come si fa a definire democratico un partito che annunzia «Quando saremo al potere, noi faremo piazza pulita»? Ma questo è un linguaggio del peggiore squadrismo, che loro non sanno cosa fu, ma io me lo ricordo. Questo è il linguaggio con cui {{NDR|i fascisti}} andarono al potere. (da ''La settimana di Montanelli'', 17 marzo 2001)
*Io voglio ringraziare Travaglio, perché ha detto l'assoluta e pura verità. Assolutamente. La versione che ha dato degli avvenimenti è quella esatta. [...] Io ho conosciuto due Berlusconi: il Berlusconi imprenditore privato che comprò ''il Giornale'' – e noi fummo felici di venderglielo, perché non sapevamo come andare avanti – su questo patto: tu, Berlusconi, sei il proprietario de ''il Giornale'', io, direttore, sono il padrone del ''Giornale'', nel senso che la linea politica dipende solo da me. Questo fu il patto fra noi due. Quando Berlusconi mi annunziò che si buttava in politica, io capii subito quello che stava per succedere. Cercai di dissuaderlo [...] ma tutto fu inutile. Dal momento in cui lo decise mi disse: «Ora ''il Giornale'' deve fare la politica della mia politica». Ed io gli dissi: «Non ci pensare nemmeno». Allora lui riunì la redazione come ha raccontato Travaglio – e questo lo fece a mia totale insaputa – e disse: «D'ora in poi ''il Giornale'' farà la politica della mia politica». E a quel momento me ne andai, cos'altro potevo fare? [...] Nella mia vita ci sono stati due Berlusconi, completamente opposti [...] questo fa parte del ritratto di Berlusconi. [...] Come capo politico è quello che io ho conosciuto in quei brutti giorni in cui scorrettamente, nella maniera più scorretta e più volgare, saltandomi, radunò la redazione de ''il Giornale'' per dirgli «Qui si cambia tutto» all'insaputa del direttore. Se questo sembra a Feltri un modo di procedere democratico e civile, è affar suo. (risposta telefonica a [[Marco Travaglio]] e [[Vittorio Feltri]] durante la trasmissione ''Il Raggio Verde'', 23 marzo 2001)
*{{NDR|Silvio Berlusconi}} È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. [...] È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. (dall'intervista di Sophie Gherardi, ''L'Europa deve trattare il sig. Berlusconi con sdegno e disprezzo, non con ostilità'', ''Le Monde'', 8 maggio 2001<ref name=Travaglio2004/>)
*Spero che l'Europa adotterà nei confronti di Berlusconi l'atteggiamento di indignazione e di disprezzo che merita. (dall'intervista di Sophie Gherardi, ''L'Europa deve trattare il sig. Berlusconi con sdegno e disprezzo, non con ostilità'', ''Le Monde'', 8 maggio 2001<ref name=Travaglio2004/>)
{{Int|''Match''|a cura di Arnaldo Bagnasco, Alberto Arbasino e Maria Gefter Cervi, Rete 2, 18 gennaio 1978.}}
*Io non stavo con Longanesi per ragioni ideologiche, anche perché io non ho mai capito quale ideologia avesse Longanesi. Longanesi non lo si poteva misurare sul piano ideologico, era sempre contro tutto e contro tutti. Era il frondista principe: lo è stato sotto il fascismo – e in fondo fece il più bel settimanale, forse, che abbia avuto l'Italia in questi ultimi decenni, credo: ''Omnibus'', che fu chiuso dal regime – e si è trovato sempre male con tutti i regimi. Che cosa pensasse in realtà Longanesi io, dopo un'amicizia di trent'anni, non sono mai riuscito a capirlo. Quello che mi affascinava di Longanesi, e che continua ancora oggi ad affascinarmi, è lo straordinario talento, l'inventiva, l'intuito, l'eleganza di Longanesi. Per cui io non consideravo le posizioni ideologiche di Longanesi, questo non m'interessava affatto. Per me era un fatto di vecchia amicizia: io sono un po' cresciuto con Longanesi, l'avrei seguito anche all'inferno perché con Longanesi si poteva andare anche all'inferno, diventava l'eden.
*{{NDR|Sull'appello di votare DC nel 1976}} Questa può sembrare una contraddizione, ma che cosa avrei dovuto dire ai miei lettori? Di votare per chi? Questo è il punto. Oggi [...] i partiti laici ai quali io ideologicamente farei capo – liberale, repubblicano, socialdemocratico – fanno i pifferi di accompagnamento a un patto a sei, e questo era già nell'aria, prima del 20 giugno. Che cosa dovevo dire io ai miei lettori, «Votate per i pifferi di accompagnamento»? Francamente non me la sentivo. [...] Nonostante la mia etichetta di destra, io per i partiti di destra non mi schiererò mai. Io vorrei un centro: non lo trovo, non c'è. Un centro di opposizione democratica al regime che è già in atto non c'è. E allora che debbo fare? È colpa mia se la politica italiana non mi offre un centro? Io continuo a battermi per la costituzione di questo centro.
*{{NDR|Domanda del pubblico: «Come mai in Italia non ci sono giornali indipendenti?»}} Io, per esempio, ho la presunzione – sarà infondata – di dirigere un giornale indipendente, perché vorrei sapere da chi prendo gli ordini. Me lo dica lei, Padre. {{NDR|«No, beh...»}} E allora, se non potete indicare qualcuno che mi dà gli ordini, io sono indipendente. {{NDR|«Rispondo anch'io da giornalista: è chiaro che un giornale non si sostiene con le idee sull'indipendenza, si sostiene con dei quattrini»}} Certo. {{NDR|«Allora io parlavo di un'indipendenza che, in quanto dipende da chi paga, è comunque una dipendenza ideologica. Questa era la domanda»}} Sì, l'ha scritto molto bene ''Repubblica'' [...] credendo di offendermi. Ha detto: «Il ''Giornale nuovo'' vive di collette». È vero, noi viviamo di collette, e io ne sono fiero perché le collette mi lasciano libero.
{{Int|''Mixer''|a cura di Giovanni Minoli, Rete 2, 6 aprile 1981.}}
*{{NDR|Alla domanda «Perché fu fascista fino al '37?»}} Questa è la storia della mia generazione, tutta la mia generazione è stata fascista fino al '35, al '36 o al '43.
*{{NDR|Alla domanda «E perché smise di esserlo?»}} Perché noi credevamo che il fascismo fosse una cosa, e poi ci accorgemmo che era un'altra.
*{{NDR|Alla domanda «Lei ha detto: "Buffoni, cafoni di natura, ''parvenus'', tutta gente in malafede, il bassettume, il pirellume, il cedernismo". Si riferiva alla Milano radical chic, ma che cosa voleva dire, esattamente?»}} Quello che ho detto. Veramente, io ne ho il più profondo disprezzo. Io accetto benissimo i comunisti: i comunisti sono gente seria, pericolosissimi, ma seri. I [[radical chic]] no.
*{{NDR|Alla domanda «È sempre convinto del suicidio dell'anarchico Pinelli?»}} Assolutamente.
*{{NDR|Alla domanda «Lei a Catanzaro, al processo per la strage di piazza Fontana, ha dichiarato: "Secondo me, il commissario Calabresi fu vittima di una campagna di stampa". Cioè?»}} No, non l'ho dichiarato a Catanzaro, lo dissi molto prima. Basta rileggere i giornali di quei tempi, e soprattutto i rotocalchi: veramente, Calabresi fu vittima di una campagna stampa infame e ingiusta, perché era uno dei funzionari più corretti che ci fossero.
*{{NDR|Alla domanda «Pietro Valpreda, qui a ''Mixer'', ha definito Calabresi come "un tecnocrate del potere". Lei che cosa ne pensa?»}} Ma che significa «un tecnocrate del potere»? Un commissario di polizia serve il potere, chi diavolo deve servire? Valpreda?
{{Int|''Faccia a Faccia: intervista a Indro Montanelli''|''Mixer'', a cura di Giovanni Minoli, Rai 2, 5 maggio 1985.}}
*[[Renato Curcio|Curcio]] non sparava alle spalle, sparava di fronte, andava di persona a sparare. Naturalmente siamo su delle barricate opposte, ma io stimo Curcio. Lo stimo. È un uomo che secondo me ha delle idee sbagliate ma le serve, le serve da soldato vero. Con un suo galateo. Col suo coraggio. Senza mai rinnegarsi. Non si è pentito!
*Io sono convinto che la magistratura debba essere indipendente, però chiedo ed esigo che abbia un autogoverno di controllo, e che soprattutto risponda dei suoi gesti. Oggi noi abbiamo una magistratura che non risponde a nessuno dei suoi errori spesso catastrofici, perché hanno distrutto uomini, hanno distrutto aziende per delle cose che poi si son rilevate insussistenti. Mai un magistrato ha pagato per questo. Io voglio che i magistrati paghino. Non dico a dei poteri esterni, ma perlomeno al potere a cui viene affidata la disciplina nella categoria.
*Tutta l'intellighenzia italiana ha una vecchia tradizione di servilità, com'è logico, perché si è sviluppata in un Paese analfabeta, per secoli e secoli analfabeta. Non avendo il lettore doveva per forza procurarsi il protettore. Scriveva per il protettore.
*{{NDR|Alla domanda «Il suo peggior difetto qual è, Montanelli?»}} Quello di non riconoscermene nessuno.
*{{NDR|Alla domanda «[[Leo Longanesi|Longanesi]], parlando di lei, un giorno disse che lei capiva le cose con dieci mesi di anticipo rispetto a tutti gli altri. Ecco, tra dieci mesi cosa vede in [[Italia]]?»}} Queste erano le cose di Longanesi, ma in realtà io non riesco a vedere tra dieci giorni.
{{Int|''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/16/giangi-feltrinelli-io-non-ti-perdono.html 'Giangi' Feltrinelli io non ti perdono]''|''la Repubblica'', 16 novembre 1991, p. 33.}}
*[[Giangiacomo Feltrinelli|Lui]] fu l'emblema di tutto quanto accadde in quegli anni {{NDR|Anni della contestazione}}. A differenza della [[Francia]], eravamo un paese da burletta, con una contestazione da burletta e rivoluzionari da burletta. E Feltrinelli ne fu l'esponente più qualificato.
*Era il 1940 e a quel tempo Giangi aveva quattordici anni e seguiva i corsi scolastici con pessimo profitto. Giangiacomo era un ragazzetto che voleva a tutti i costi cavalcare qualcosa di rivoluzionario. Non importava il colore. Tanto è vero che il suo sogno fu prima il fascismo e poi Che Guevara.
*{{NDR|Alla domanda «L'importante è stare in prima linea il fascismo?»}} Ma sì, negli anni Quaranta lui era fascista. Era talmente fascista che nel 1943, dopo l'8 settembre, voleva denunciare sia me che Barzini per alcune cose che avevamo detto contro i fascisti. Allora pensava di aderire a Salò. La sua dedizione a una causa quale che sia, purché rivoluzionaria, lo spingeva a questi atti pazzeschi.
*Generoso? Lo chieda ai suoi collaboratori. Era una specie di padrone delle ferriere che spendeva generosamente solo per soddisfare il suo vizio principale: la rivoluzione. Con chi era in difficoltà non si dimostrò mai particolarmente generoso.
*{{NDR|Alla domanda «Perché allora lei è così implacabilmente critico nei suoi riguardi?»}} Non ce l'ho neppure tanto con lui, quanto con tutti coloro che di Feltrinelli hanno fatto un mito. In realtà era un povero uomo. Un ingenuo divorato dall'esibizionismo.
*{{NDR|Alla domanda «Come può ridurre tutto alla convinzione che fosse solo un ingenuo e un esibizionista?»}} Anche Starace segnò un decennio della nostra vita. Mica per questo era meno cretino. Se Feltrinelli sia stato qualcosa di più complesso, io non riesco a vederlo. Posso aggiungere questo: quella sua mania di ostentazione, quella voglia di primeggiare su tutte le cose lo ha condotto anche a degli atti di eroismo. Perché uno che sale su un traliccio, con la dinamite che non sa maneggiare e salta per aria, beh almeno il coraggio gli va riconosciuto. O forse chiamiamola incoscienza.
{{Int|''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,15/articleid,0824_01_1992_0072_0015_25082247/ Montanelli e il sacco di Milano]''|''La Stampa'', 14 marzo 1992, p. 14.}}
*{{NDR|Il regime corrotto}} C'è ancora. Ma la rivolta non era tanto contro la corruzione e la partitocrazia, che erano senza dubbio un grosso male, ma che non erano il male più letale. In quel momento era proprio la società che si disfaceva, le condizioni della scuola, la predicazione del nulla, insomma la contestazione globale, l'ubriacatura degli Anni Settanta, che fu l'ubriacatura del terrorismo, e quella acquiescenza di una certa borghesia, salottiera, radical chic, che amoreggiava con queste cose, che aveva le smanie maotsetunghiste, che poi parlavano tutti di cose che non sapevano. La corruzione dei partiti invece è quasi immanente. La partitocrazia è destinata a durare almeno finché non si riforma la legge elettorale. Ma questa è la battaglia che noi cerchiamo di fare oggi.
*{{NDR|Alla domanda «Ma gli Anni Settanta non hanno anche prodotto qualcosa di positivo nella società italiana?»}} No. Non vedo fatti positivi nel lascito degli [[anni di piombo]]. Vorrei sapere veramente quali. Quando dicono per esempio il divorzio. Ma il divorzio c'era già prima. Quelle sono conquiste sociali. C'era bisogno dei pistoleros per il divorzio? Ma andiamo!
*{{NDR|«Però lei difendeva Pannella»}} Sì. A [[Marco Pannella|Pannella]] dobbiamo veramente due cose, malgrado le sue mattane. Effettivamente riuscì a impedire a una certa aliquota di giovani di finire in braccio al terrorismo, cioè gli dette un'altra bandiera. E alcune battaglie sue furono sacrosante, come quella del divorzio che appoggiammo. Poi verso Pannella io ho una certa simpatia, dovuta al mio vecchio fondo anarchico, libertario, che ritrovo in lui. È una simpatia genetica. Ritrovo in lui quello che io sono stato a vent'anni.
*{{NDR|Alla domanda «Ma che fine ha fatto quella borghesia, che fine hanno fatto quei salotti buoni? Le sue battaglie contro la Crespi o contro la Cederna sono cosa Passata? Sono cambiati loro, oppure è cambiato lei?»}} Vabbè, con la [[Camilla Cederna|Camilla]] poi siamo ridiventati amici. Con la Crespi no, mai. Ma non ho più rancori, non ho più animosità. Però è un mondo che disprezzo un po', perché è un mondo di pecore che seguono sempre il filo del vento, santoiddio, sono proprio personcine, personcine inconsistenti, pronte ad andare con chiunque. E poi sempre per salvare i propri interessi, non è che abbiano delle idealità, no? Oggi è cambiato il vento, quindi sono cambiati anche loro. Ma non è che sia cambiato il mio giudizio. Quel mondo lì io non lo amo.
*La crisi rimane e si riflette nell'amministrazione cittadina. L'amministrazione era sempre stata un autentico specchio. Fino a Bucalossi il Comune di Milano era retto da specchiati galantuomini, che finivano tutti poveri, in miseria, finivano alla Baggina. Gente davvero di una correttezza esemplare. Poi sono venuti gli Aniasi e compagni e guardi qui dove siamo arrivati: siamo arrivati a [[Mario Chiesa|Chiesa]].
{{Int|''[https://web.archive.org/web/20121107180200/http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/06/Montanelli_tura_naso_come_nel_co_0_93060610816.shtml Montanelli si tura il naso come nel '76: voto l'uomo della Lega]''|''Corriere della Sera'', 6 giugno 1993, p. 3.}}
*Mi sono dannato l'anima perché il centro avesse un ''suo'' candidato. Avrei voluto Locatelli: era la persona giusta per portare la bandiera referendaria e raccogliere gli elettori moderati. Era quello il mio sogno.
*Segni non ha capito nulla, è arrivato in ritardo, ha candidato una persona che nessuno conosce. Non abbiamo ''un'' rappresentante del centro, ma tre surrogati che si elimineranno a vicenda. E ci toccherà scegliere fra [[Nando dalla Chiesa|Dalla Chiesa]] e Formentini.
*{{NDR|«Di qui il suo suggerimento: turarsi il naso e votare Lega»}} No, non dico "Votiamo Lega", dico "Votiamo Formentini". E nel suo caso non ci si deve neppure turare il naso: è modesto, anche mediocre se vogliamo, ma è onesto. Non credo sia marcio. Insomma: è il male minore.
*{{NDR|Alla domanda «E Dalla Chiesa?»}} No, il mio voto non lo avrà. Perché io non voto per la sinistra e per un sinistro come quello lì.
*{{NDR|Alla domanda «Ma che cosa la preoccupa nella coalizione di Dalla Chiesa?»}} Questi reperti di un mondo fallito vogliono ora governare l'Italia. E io con loro non ci sto. La storia gli ha dato torto, la realtà li svergogna e noi dovremmo fidarci? È stata l'apertura a sinistra a dare inizio alla putredine.
{{Int|''Eppur si muove''|a cura di Indro Montanelli e Beniamino Placido, Rai 3, 1994.}}
*Ogni italiano è insieme furbo e fesso. L'italiano è furbissimo nella gestione dei suoi affari privati, può ricorrere a tutte le astuzie, è attento, è accorto, ed è assolutamente fesso nel non rendersi conto che se i suoi affari privati rimangono immessi in una società che non funziona – cioè dove gli interessi generali vengono trascurati e negletti – i suoi interessi privati finiscono col soffrirne e col condurlo al fallimento. Questo, a noi italiani, non entra in testa. (6 febbraio 1994)
*È probabile che molti stranieri mandino i loro figli, a Roma, a scuola. Ma quali scuole? Alle loro. Gli americani mandano i loro figli alla scuola americana, i tedeschi alla scuola tedesca, i francesi alla scuola francese. Non li mandano mica alla scuola italiana, se ne guardano bene e hanno ragione, visto il modo in cui si insegna in Italia. (ibidem)
*Da noi prima uscivano dei ragazzi che sapevano abbastanza di greco, di latino, ma che il carattere non lo avevano formato a scuola: o se lo formavano da soli, oppure non se lo formavano mai. (ibidem)
*Lo [[Zingari|zingaro]] che fa tranquillamente la sua vita non dà noia a nessuno, è quando ruba che, naturalmente, suscita qualche perplessità (uso un eufemismo). Diciamo la verità, in Italia il razzismo non c'è. Per inventare una questione razziale ci volle una legge, e una legge fatta da un regime totalitario perché il Paese non la sentiva. Non poteva sentirla perché non è nella nostra tradizione. [...] L'Italiano non ha dei risentimenti razziali. [...] {{NDR|Sugli episodi di intolleranza e di paura per il diverso}} È un fatto di piccolissime minoranze, diciamo la verità. Non inventiamo adesso una questione {{NDR|razziale}}. Io ho vissuto nelle società veramente razziste, è tutta un'altra faccenda. (con [[Serena Dandini]], 20 marzo 1994)
*Io ebbi una moglie etiopica, nel senso che la comprai secondo l'uso locale. {{NDR|«Come, scusi?»}} Eh beh, ma gli usi locali erano questi. Tutti, anche gli etiopici, compravano la moglie. {{NDR|«Quanto costava una moglie?»}} Poco. Costava poco, mi pare che mi costò – allora, però (anno 1935) – 500 lire e un tucul {{NDR|trattando}} col suocero. Perché queste furono transazioni fatte dal mio emissario, che era il più anziano graduato della mia banda, col padre della ragazza. [...] Questo matrimonio durò finché noi stemmo di stanza a Saganèiti, cioè a dire prima che scoppiasse la guerra con l'Abissinia (che non fu precisamente una guerra, fu una specie di avventura). [...] Poi questa mia moglie, perché era considerata tale, quando io partii sposò un mio graduato e al primo figlio – è vivo tuttora, mi hanno detto – diede il mio nome, per cui alcuni credettero che fosse figlio mio. Non era figlio mio. Soltanto che per deferenza... {{NDR|«Lei non pensò mai di portarla con se in Italia?»}} Beh, no. No, anche perché era molto difficile strapparla ai suoi costumi. Lei stessa, in fondo, non voleva venire. Lei apparteneva alla sua terra, io le feci una piccola dote e quindi andò tutto regolarmente. Era molto bellina. (ibidem)
*Gran parte delle forze leghiste, quelle che accennano a qualche razzismo nei confronti del meridionale, sono composte da meridionali che si sono milanesizzati e ci si trovano talmente bene a Milano che non vogliono che altri arrivino dal sud. (ibidem)
*Per me la [[destra]] non è una [[ideologia]]: è un modello di comportamento. Si può essere di destra anche a sinistra. Questo comportamento è il criterio rigoroso del servizio della vita pubblica. (con [[Arnoldo Foà]], 17 aprile 1994)
*Nella storia della [[Italia|nazione italiana]] io vedo pochi uomini all'altezza della qualifica di una destra illuminata che non solo accetta ma vuole le [[Riformismo|riforme]]. Un uomo di destra certamente io non credo che fosse [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], del resto il suo connubio lo dimostra, la sua disinvoltura nelle alleanze politiche lo dimostra. Certamente di destra era [[Bettino Ricasoli|Ricasoli]]. Certamente era [[Quintino Sella|Sella]]. Certamente era [[Giovanni Giolitti|Giolitti]]: uomo che dette il suffragio universale, e che riconobbe il diritto di [[sciopero]]. Questo è un uomo di destra. Certamente un uomo di destra era [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]], senza dubbio. E, adesso non vorrei scandalizzare la gente, ma direi che uomo di destra per il concetto che aveva dello [[Stato]] e del [[potere]] era anche [[Palmiro Togliatti|Togliatti]]. E questo dimostra che si può essere uomini di destra anche a [[sinistra]]. La destra è una regola di comportamento, una regola [[morale]] di comportamento. (ibidem)
{{Int|''[https://web.archive.org/web/20101005073648/http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/09/Montanelli_gambizzato_cinque_mesi_prima_co_0_9711098446.shtml Montanelli "gambizzato" cinque mesi prima: "Mi salvò una promessa a Mussolini"]''|''Corriere della Sera'', 9 novembre 1997, p. 29.}}
*Quella mattina {{NDR|2 giugno 1977}} sono in due nei giardini di piazza Cavour, a Milano. Uno mi spara alle gambe. L'altro mi tiene nel mirino della sua pistola. I primi due – tre proiettili entrano nelle mie lunghe zampe di pollo. Non devastano né ossa né arterie. Ma sarebbero sufficienti per far cadere a terra qualsiasi cristiano. In quegli attimi ricordo la promessa che avevo fatto a Mussolini, e a me stesso, quando, bambino, mi ritrovai intruppato nei balilla: "Se devi morire, muori in piedi!" Davanti a questi vigliacchi che non hanno il coraggio di affrontarmi in faccia, penso, non posso morire in ginocchio. E mi aggrappo alla cancellata dei giardini. Non sto in piedi sulle gambe, ma mi reggo dritto con la forza delle braccia. E quello continua a sparare e a centrare le mie zampe di pollo. Se mi fossi accasciato, se mi fossi inginocchiato davanti a lui, a quell'ora sarei morto.
*Per [[Renato Curcio|lui]] ho sempre avuto rispetto. Penso che la sua autoemarginazione dalla società prima e l'emarginazione che la società gli ha imposto poi ci abbiano privato di un uomo di valore. Non lo conosco di persona, ma lo stimo, anche se poteva essere lui quello che ha mandato i due ragazzi a spararmi. Non ho rancore: quando la guerra è finita gli avversari si devono stringere la mano e devono brindare alla pace ritrovata.
*Apprezzo il coraggio di chi non si pente per ricavarne un utile, di chi non denuncia il compagno di errori ma riconosce i propri torti. Almeno i brigatisti lottavano per ideali diversi da quelli dello stalinismo e del comunismo sovietico. I terroristi neri, invece, volevano soltanto restaurare un regime sepolto dalla storia. I rossi non sapevano bene cosa ma avevano in mente qualcosa di nuovo.
*{{NDR|Alla domanda «E se avessero vinto loro?»}} Impossibile. L'esistenza del terrorismo ha soltanto ribadito le manchevolezze del nostro Paese: uno Stato inefficiente e un popolo codardo e conformista.
*{{NDR|Sui burattinai, i Grandi Vecchi, la Cia, i Servizi segreti}} Fregnacce: che gliene poteva importare alla Cia di fucilare gente come il buon Casalegno o quel galantuomo di Emilio Rossi, vent'anni fa direttore del Tg Uno, o quel bischero di Montanelli? La dietrologia era una divagazione di intellettuali perditempo. Il vero problema era ed è un altro: finché non ci decideremo a riconoscere la mancanza negli italiani di una coscienza nazionale e civile questo pericolo del terrorismo lo correremo sempre. E questa fabbrica di una coscienza nazionale e civile io non la vedo nascere.
*{{NDR|Sul dolore che il tempo non ha cancellato nei parenti delle vittime}} Anche noi italiani dobbiamo imparare a pagare gli inevitabili tributi dovuti alla Storia come hanno saputo fare tutti i Paesi occidentali. Il dolore resta, ma la piaga va ricucita. Una volta per tutte.
{{Int|''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/07/25/borghesia-vile-deludente.html Borghesia vile e deludente]''|''la Repubblica'', 25 luglio 1998, p. 8.}}
*È la solita bruciante delusione, questa nostra borghesia. Non cambia mai, è sempre la stessa: la più vile di tutto l'Occidente. Gente portata a correr dietro a chi alza la voce, a chi minaccia, al primo manganello che passa per la strada. Questo sono i nostri borghesi: tutti fascisti sotto il fascismo, poi tutti antifascisti fin dall'indomani. Quando il comunismo era forte e faceva paura, e io fondai ''il Giornale'', mi lasciarono solo e senza un soldo. Ai tempi del terrorismo, amoreggiavano con gli estremisti nella speranza che quelli – andati al potere – gli risparmiassero la villa e il portafoglio. E ora che il comunismo non c'è più, si scoprono tutti anticomunisti, questi sedicenti liberaloni.
*Il loro eroe è sempre chi brandisce il [[manganello]]. Ieri, il manganello vero. Oggi, quello catodico delle televisioni. Il liberalismo vero l'hanno sempre tradito, anzi non hanno mai saputo che cosa sia. Non vogliono le regole, detestano le leggi, vogliono avere le mani libere per fare quello che gli pare, in nome della loro cosiddetta «[[efficienza]]». Quando abbiamo fondato ''la Voce'' l'abbiamo toccato con mano: parlare di regole e di legalità a questa gente è peggio di un insulto, una bestemmia in chiesa.
*L'ho sempre detto che fu un errore, quattro anni fa, defenestrarlo. Bisognava lasciarlo lì ancora un bel po', così tutti avrebbero capito quanto vale, che razza di statista è... Magari adesso non saremmo in Europa, ma non avremmo così tante gente che si lascia ubriacare dalla sua propaganda, che prova nostalgia per lui.
*{{NDR|Alla domanda «E se un giorno si andasse a votare per il suo referendum, quello per abolire i reati del Cavaliere?»}} In quella forma, mi pare difficile che si arrivi, anche se in Italia non si sa mai. Comunque, se si votasse, credo che anche lì vincerebbe lui. Perché è quello che vuole questa nostra borghesia. Ormai è ufficiale: Berlusconi ce lo meritiamo.
{{Int|''[http://www.repubblica.it/online/politica/satiquattro/montanelli/montanelli.html L'Italia di Berlusconi è la peggiore mai vista]''|''la Repubblica'', 26 marzo 2001.}}
*Io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L'immunità che si ottiene col vaccino.
*È strano: io non avevo mai preso parte alla campagna di demonizzazione: tutt'al più lo avevo definito un pagliaccio, un burattino. Però tutte queste storie su Berlusconi uomo della mafia mi lasciavano molto incerto. Adesso invece qualsiasi cosa è possibile: non per quello che succede a me, a me non succede nulla, non è che io rischi qualcosa, è chiaro. Quello che fa male è vedere questo berlusconismo in cui purtroppo è coinvolta l'Italia e anche tante persone perbene.
*La scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della [[marcia su Roma]], becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo.
{{Int|''La Storia d'Italia di Indro Montanelli''|a cura di Mario Cervi, interviste di Alain Elkann, ''Cecchi Gori Editoria Elettronica Home Video'', 1999.}}
*Il silenzio mantenuto finora {{NDR|sui massacri delle foibe}}, o quasi silenzio, si spiega facilissimamente: tutta la storiografia italiana del dopoguerra era di sinistra, apparteneva all'intellighenzia di sinistra, la quale era completamente succuba del Partito Comunista. Quindi non si poteva parlare delle foibe, che non appartenevano al comunismo italiano, ma appartenevano certamente al comunismo slavo, di cui però il comunismo italiano era alleato e faceva gli interessi. Quindi di questo non si poteva parlare, e non si poteva parlare delle stragi del triangolo della morte, perché anche queste ricadevano sulla coscienza – ammesso che ce ne sia una – del Partito Comunista, il che sta a dimostrare quello che dicevo prima, cioè che la Resistenza non fu una resistenza, fu una guerra civile tra italiani che continuò anche dopo il 25 aprile. [...] {{NDR|Sull'eccidio dei conti Manzoni}} Andai come giornalista [...] per appurare com'era andata la strage dei conti Manzoni, dopo la fine della guerra. [...] Una famiglia di persone che col fascismo non aveva niente a che fare, ci aveva convissuto come tutti gli italiani. Bene, nessuno mi voleva parlare di questa faccenda. [...] Nessuno ne aveva parlato, né dei Carabinieri né della Polizia e tantomeno della magistratura, eppure lo sapevano. [...] C'era una complicità assoluta, una complicità dannata. [...] Se ne parla ora perché il Muro di Berlino è crollato, ma si ricordi che trent'anni fa, quando [[Renzo De Felice|De Felice]] annunziò di mettere allo studio il ventennio fascista per sapere com'era andata, fu proposta la sua estromissione dalla cattedra universitaria, solo perché metteva allo studio un ventennio di storia italiana che, bella o brutta, c'era stata. [...] Non era possibile inquadrare storicamente il fascismo: chi lo faceva, cercando di spiegare i perché della sua durata, ed anche i perché della sua catastrofe, veniva accusato di fascismo. (da ''Dalla Monarchia alla Repubblica'')
*È difficile sapere che cosa fu [[Palmiro Togliatti|Togliatti]], perché Togliatti non ha lasciato memoriali, non ha lasciato diario, che cosa pensasse Togliatti non lo sapeva nessuno, credo nemmeno la sua compagna Nilde Iotti. Si può dire che è stato un esecutore fedele degli ordini di [[Stalin]]. Lo è stato sempre, e per questo godeva la fiducia di Stalin. [...] Era un diplomatico per sé, soprattutto, perché é un uomo sopravvissuto a venticinque o trent'anni anni di Mosca, senza finire in galera, processato o contro il muro. Beh, questo è uno dei grandi personaggi. Sono pochi. {{NDR|«Non era uno statista, per esempio?»}} Non poteva essere uno statista perché i comunisti non hanno lo Stato nel sangue, i comunisti hanno il partito. Stalin non è mai stato Capo dello Stato, e nemmeno Capo del Governo, era capo del partito. Il potere nei regimi comunisti non sta né nello Stato né nel governo, sta nel partito. (da ''Dalla proclamazione della Repubblica al Trattato di pace'')
*Questa [[Costituzione della Repubblica italiana|Costituzione]] porta male gli anni da quando aveva un giorno, perché fu subito chiaro quali erano i suoi difetti. Del resto furono anche denunciati da uomini come, per esempio, [[Piero Calamandrei|Calamandrei]], come Mario Paggi. (da ''Dall'assemblea costituente alla vigilia delle elezioni del 1948'')
*I difetti furono soprattutto due. Il primo difetto fu di ripartizione dei lavori. La Costituente era formata da 600 membri eletti di passaggio. Voglio {{NDR|far}} notare che quella fu la prima elezione che si tenne in Italia – per la Costituente, non per il Parlamento – ma dove ci fu lo spiegamento dei partiti. Ogni partito portò i suoi candidati, cioè dei giuristi che facevano capo alla propria ideologia. Bene, in quella prima elezione il 35% dei voti andò ai democristiani, il 21% andò ai socialisti di [[Pietro Nenni|Nenni]], il 19% ai comunisti. Quindi in quel momento... non c'era ancora il Fronte ma in quel momento i socialisti facevano premio sui comunisti. Erano di poco, ma un po' più forti dei comunisti. [...] Questi 600 costituenti non potevano lavorare tutti insieme, era impossibile mandare avanti 600 persone a dibattere all'infinto le stesse cose, e allora i lavori furono devoluti a una commissione che si chiamò la ''Commissione dei Settantacinque'', perché erano 75 membri della Costituente che venivano incaricati per le loro competenze specifiche di redigere il testo. Ma anche 75 erano troppi, e allora anche i 75 si frazionarono in sotto-commissioni, ognuna delle quali lavorò per conto suo. Non ci fu un piano di insieme. {{NDR|«Quindi non fu un vero lavoro collettivo»}} Non fu un vero lavoro collettivo. Calamandrei lo disse subito: «Noi stiamo montando una macchina, che magari pezzo per pezzo sarà anche ben fatta, ma le cui giunture non coincidono con le giunture di altri pezzi». [...] Fu lasciata così perché nessuno volle rinunziare al proprio elaborato, e questo è tipico degli italiani. (da ''Dall'assemblea costituente alla vigilia delle elezioni del 1948'')
*Il secondo motivo che rese questa Costituzione veramente impalatabile e nociva per il regime che ne doveva nascere, fu che i nostri costituenti partirono dal punto di vista opposto a quello da cui sarebbero partiti i costituenti tedeschi quando la Germania fu libera di elaborare una sua Costituzione. Da che cosa partirono i costituenti tedeschi? Da questo ragionamento: il nazismo fu il frutto della Repubblica di Weimar. Cos'era la Repubblica di Weimar? Era l'impotenza del potere esecutivo, cioè del Governo. [...] La Germania rimase nel disordine, nel caos, nella Babele dei partiti che non riuscivano a trovare mai delle maggioranze stabili, quindi dei governi efficaci. Ecco perché Hitler vinse, perché il nazismo vinse. I costituenti nostri partirono dal presupposto contrario, cioè dissero: «Cos'era il fascismo? Il fascismo era il premio dato a un potere esecutivo che governava senza i partiti, senza controlli eccetera. Quindi noi dobbiamo esautorare completamente il potere esecutivo, {{NDR|negando}} la possibilità di dare ai governi una stabilità, eccetera». Per rifare che cosa? Weimar. Cioè, mentre i tedeschi partivano dalla negazione di Weimar, noi arrivavamo {{NDR|a Weimar}} senza dirlo. Nessuno lo disse, ma questo fu il risultato. [...] Non fu possibile nemmeno introdurre quella solita linea di sbarramento che invece fu introdotta in Germania, per cui i partiti che non raggiungevano non ricordo se il 5 o il 3%, non avevano diritto a una rappresentanza. No, tutti i partiti dovevano esserci e tutti avevano un potere di ricatto sulle maggioranze, che erano per forza di cose di coalizioni. (da ''Dall'assemblea costituente alla vigilia delle elezioni del 1948'')
*Gli italiani non imparano niente dalla Storia, anche perché non la sanno. {{NDR|«Forse non amano la Storia»}} Non la amano, non la leggono, non se ne interessano, ma questo anche le classi dirigenti: sono uguali, intendiamoci. {{NDR|«Lei auspica che venga rifatta questa Costituzione»}} Sì, ma che venga rifatta secondo criteri logici, non {{NDR|secondo}} criteri illogici. Tutte le volte che si diceva «Ma qui bisogna restituire un po' di autorità al potere esecutivo, bisogna mettere i governi in condizione di governare» si diceva: «Fascista! Fascista!». Con questo ricatto qui abbiamo fatto le più grosse scempiaggini che si potesse immaginare. (da ''Dall'assemblea costituente alla vigilia delle elezioni del 1948'')
*La fine di [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]] è la fine di un'epoca: con lui finisce un'epoca e ne comincia un'altra non certamente migliore. [...] C'è una bella pagina della figlia di De Gasperi, Maria Romana, che ha scritto un bel libro sul padre. Un libro tutto vero in cui racconta anche i funerali su in Val Sugana: c'era naturalmente tutta la nomenclatura democristiana che accompagnava la bara. Oramai De Gasperi era morto, si poteva anche fingere il compianto, e a un certo momento un passante che era lì – uno che guardava, che non aveva niente a che fare con la politica, con la Democrazia Cristiana eccetera eccetera – si avvicinò al feretro e scansando questi turiferari della DC disse: «No, non è vostro! De Gasperi è nostro! Era un italiano!». E aveva ragione. De Gasperi era nostro, non un democristiano. (da ''Gli anni di Alcide De Gasperi'')
*{{NDR|[[Giovanni Gronchi]]}} Era un uomo molto abile, brillante parlatore, molto abile anche negli affari. Era molto più libertino di [[Carlo Sforza|Sforza]], quindi la Democrazia Cristiana [...] era cambiata, evidentemente, e Gronchi fu eletto per una faida interna della Democrazia Cristiana, perché [[Amintore Fanfani|Fanfani]] voleva [[Cesare Merzagora|Merzagora]]. Allora per fare dispetto a Fanfani, invece gli buttarono fra i piedi [[Giovanni Gronchi|Gronchi]], il quale seppe benissimo tessere la sua trama fra Sinistra, Destra eccetera e far diventare gronchiani anche quelli degli altri partiti. Dicendosi agli uni uomo di Destra e agli altri uomo di Sinistra, facendo insomma il giuoco personale di Gronchi, con cui entrò in Quirinale il vero grande corruttore della vita politica italiana. [...] Dopo l'onestissimo [[Luigi Einaudi|Einaudi]] viene Gronchi, che è l'indulgenza plenaria verso tutte le deviazioni e i deviazionisti d'Italia. (da ''La rivolta in Ungheria e l'elezione di Giovannni XXIII'')
*Questa storia dell'MSI è una delle grandi truffe della Prima Repubblica: nella Costituzione c'è un articolo che proibisce la rinascita di un partito fascista. Ecco. Ora, l'MSI era chiaramente un partito fascista. Non lo negava, anzi si faceva gloria del fatto di essere l'erede eccetera. Perché lo avevano messo, allora? Lo avevano messo perché questo partito fascista, che avrebbe dovuto essere escluso dalla vita politica, serviva a captare un certo numero di voti che, senza questo partito, sarebbero andati a dei partiti moderati di Centro e soprattutto, forse, alla Democrazia Cristiana. Quindi quale fu il gioco delle Sinistre, a cui la Democrazia Cristiana però si piegò e si rassegnò: è consentito di esistere all'MSI, però l'MSI quando è in Parlamento è escluso dal gioco parlamentare. Così si mettevano i voti dell'MSI in ''frigidaire'', e così non andavano alla Democrazia Cristiana e ai partiti {{NDR|di Centro}}. È una delle peggiori truffe che è stata inventata dalla classe politica che ci ha governato per cinquant'anni. (da ''I successori di De Gasperi e la politica italiana fino alla morte di Togliatti'')
*Io vorrei sapere quali furono le crescite... di civiltà che il [[Sessantotto]] pretende di averci lasciato. Io vedo tutt'altra cosa: io vidi nascere, dal Sessantotto, una bella torma di analfabeti che poi invasero la vita pubblica italiana, e anche quella privata, portando dovunque i segni della propria ignoranza. Io ho visto questo. Può darsi che sia affetto da sordità o da cecità ma io non ho visto altro, come frutti del Sessantotto. (da ''Il Sessantotto e la politica di Berlinguer'')
*{{NDR|La differenza tra il Sessantotto francese e quello italiano è}} La differenza che passa fra l'originale e il fac simile perché il Sessantotto nacque in [[Francia]] e in [[Italia]] fu un fatto di riporto, di imitazione. {{NDR|«Che vi fu in tutto il mondo, però, questo»}} Un po' in tutto il mondo ma particolarmente in Italia dove non nasce mai niente, è sempre qualcosa di imitato dagli altri. Bene o male, insomma, i francesi ebbero... anche una certa cultura del Sessantotto, ebbero [[Jean-Paul Sartre|Sartre]]. Oddio, Sartre rivisto con gli occhi di oggi naturalmente scende molto dal suo mitico piedestallo. [...] In Italia non ci fu neanche un Sartre. (da ''Il Sessantotto e la politica di Berlinguer'')
*Credo che su [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]] si sia preso un grosso abbaglio: Pasolini è passato per uno scrittore di sinistra perché aveva preso come sfondo dei suoi racconti – bellissimi del resto – il sottoproletariato delle borgate romane, i ragazzi di vita, insomma, la schiuma della società. Ma lo aveva fatto per dei gusti e dei motivi del tutto personali sui quali è inutile tornare a far commenti. Questo lo aveva fatto considerare come uno scrittore, un difensore del proletariato, ma non era una scelta politica quella che aveva fatto Pasolini. Non c'entrava niente, assolutamente nulla. Quindi quello che lui disse era assolutamente vero, cioè dire che nei tafferugli, dove spesso ci scappava il morto, tra quei dilettanti delle barricate che erano {{NDR|dei borghesi}}, i veri proletari erano i poliziotti, tutti figli di famiglie povere, eccetera eccetera. I dilettanti delle barricate erano tutti o quasi tutti figli di papà: aveva ragione Pasolini! Ma come no! E questo fu considerato un tradimento all'ideologia di sinistra. (da ''Il Sessantotto e la politica di Berlinguer'')
*Il primo fenomeno fu il Sessantotto, e il Sessantotto partorì poi il terrorismo, il brigatismo rosso eccetera eccetera. Su questo non ci son dubbi, insomma. Dirò di più: i più seri, e forse gli unici seri, furono quelli che poi diventarono dei terroristi e che quindi rischiarono la loro vita, almeno. Gli altri erano quello che diceva Pasolini, dei figli di papà. (da ''Il Sessantotto e la politica di Berlinguer'')
*{{NDR|Al termine di un colloquio con Gelli}} Quando uscimmo io dissi a Trionfera [...]: Senti, ma questo qui è il più grosso farabolano con cui abbiamo avuto a che fare, uno che si immagina di comprare tutta la stampa e di ridurla ai suoi ordini, va be', o è un matto, o è un matto, oppure è proprio un piazzista, un fregnacciaro qualsiasi insomma [...] uno che faceva questi discorsi naturalmente mi sembrava inutile continuare a frequentarlo. Di lì a poco venne fuori la lista degli iscritti alla P2 e venne fuori l'identificazione di Gelli col [...] famoso Grande Vecchio, finalmente s'era trovato il Grande Vecchio autore di tutte le stragi, le cose..., il bieco Grande Vecchio. Naturalmente non credetti nemmeno a questo.<ref>Dall'intervista di Alain Elkann, ''[[https://www.youtube.com/watch?v=OI0XJ4-g-fQ La Storia d'Italia di Indro Montanelli – 13 Il caso Sindona e la P2]]'', video disponibile su ''youtube.com'', min. 8:37-9:48.</ref>
*{{NDR|La figura del Grande Vecchio}} È una di quelle fandonie, di quelle stupidaggini che piacciono tanto a noi italiani: l'idea di un Grande Vecchio che organizzasse tutte queste stragi, attentati eccetera eccetera. È un affare da Simenon di borgata insomma – no? Piaceva l'idea che ci fosse dietro tutta una strategia. Sennonché poi non si sapeva chi fosse il Grande Vecchio. {{NDR|«Aveva un volto questo grande vecchio?»}} Ne ha avuti molti: naturalmente [[Giulio Andreotti|Andreotti]] – quello non manca mai, quando si cerca un ''deus ex macchina'' di tutto ciò che di più criminale è avvenuto in questo Paese {{NDR|c'è}} Andreotti. {{NDR|«Però in quel momento non era tanto vecchio»}} In quel momento non era tanto vecchio, ma il Grande Vecchio non ha nulla di anagrafico, è il Grande Vecchio così – poi Gelli, poi Sindona. Ha avuto varie raffigurazioni che sono tutte di fantasia. (da ''Piazza Fontana e dintorni'')
*Se c'era un funzionario corretto, che veniva portato come esempio da tutti i suoi colleghi, era Calabresi. Per quale motivo si scatenò questa campagna contro di lui non lo so. È vero che aveva interrogato [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]], ma gli interrogatori di Calabresi facevano testo per la loro correttezza. Sempre. [...] Non so per quale motivo, a un certo momento, la stampa s'incendiò e cominciò ad additare Calabresi come «il bruto», come «lo scherano del potere sopraffattore e assassino». Questo si lesse in vari giornali. Ora, il potere sopraffattore assassino in quel momento era rappresentato da [[Mariano Rumor|Rumor]] e da [[Emilio Colombo|Colombo]]: mi dica lei se hanno il viso dei sopraffattori assassini. Magari lo fossero stati un po', ma immaginiamoci. E questa campagna fu implacabile, assolutamente implacabile. (da ''Piazza Fontana e dintorni'')
*Come in tutti i processi italiani anche questi, che poi volevano arrivare all'identificazione dei responsabili e non ci arrivarono quasi mai, erano dominati dal cosiddetto «teorema»: si partiva dal presupposto... a un certo momento si mise di parlare degli anarchici – si smise quasi subito di parlare {{NDR|degli anarchici}} – e tutte le lampadine furono rivolte ai partiti e alle forze di Destra. Erano quelle le forze stragiste. [...] I nostri bravi giudici, salvo alcuni, partivano dal presupposto che {{NDR|i colpevoli}} certamente venivano di lì, venivano dalle Destre, dalle Destre più violente. Alle quali si attribuiva, sempre per «teorema», questa idea: creare una tensione nel Paese in modo da impaurire gli italiani e metterli alla scelta «o la libertà o l'ordine», perché insieme non potevano andare. Nella libertà era chiaro che non si poteva mantenere l'ordine, e loro dicevano: «Qualunque popolo messo a questa scelta sceglie l'ordine». Ecco. È un teorema. È un teorema che ha sempre cercato dimostrazione e non l'ha trovata mai. (da ''Piazza Fontana e dintorni'')
*[[Bettino Craxi|Craxi]] era un uomo di partito certamente molto accorto, era un uomo valido di governo perché sapeva decidere. Che cosa fosse lo Stato, da buon socialista, non lo sapeva. (da ''Il terrorismo fino al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro'')
*Quelle lettere erano tutte farina del sacco di [[Aldo Moro|Moro]], e questa farina non è molto encomiabile perché, vede, tutti gli uomini hanno diritto ad avere paura. Tutti. Però quando un uomo sceglie la politica, e nella politica emerge a [[Statista|uomo di Stato]] – a uomo rappresentativo dello Stato – non perde il diritto a avere paura, ma perde il diritto a mostrarla. Questo sì. Questo è uno dei principi che dovrebbe essere affermato. L'incidente, tipo quello di Moro, fa parte del mestiere. Chi affronta quel mestiere deve sapere che può incorrere in quell'incidente e deve avere i nervi, e diciamo gli altri attributi, per resistere. Moro era lo Stato. Lo Stato si raccomandava, implorava, minacciava la classe politica che facesse di tutto, anche che si prostituisse, per salvargli la vita: eh, no. No. Moro era certamente un politico a modo suo, estremamente abile – era anche un galantuomo, credo – ma uomo di Stato non era nemmeno lui. [...] Anch'io mi sono posto questa domanda molto spesso: «Ma se Moro fosse tornato in politica dopo aver costretto lo Stato a prostituirsi, a inginocchiarsi di fronte ai terroristi, avrebbe potuto restarci?». Avrebbe potuto restare? Con che faccia? Vabbè che siamo in Italia. {{NDR|«Forse lo Stato sarebbe stato un altro perché i terroristi avrebbero vinto»}} Appunto. I terroristi avrebbero vinto. Quindi lui che cosa diventava, il braccio politico del terrorismo? Che cosa diventava? Come poteva ripresentarsi? Va bene, gli italiani hanno lo stomaco forte, inghiottono tutto – noi italiani abbiamo lo stomaco forte e inghiottiamo tutto – ma, insomma, di fronte a un uomo la cui vita, la cui sopravvivenza, aveva avuto quel prezzo per noi non credo che avrebbe potuto ripresentarsi all'opinione pubblica italiana. (da ''Il terrorismo fino al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro'')
*Noi naturalmente abbiamo il dovere di ringraziare [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] per quello che ha fatto, però se lei mi chiede se lo ha fatto bene o lo ha fatto male io debbo rispondere che lo ha fatto malissimo. Io non so se lui... che lui volesse salvare la Patria sovietica questo non lo metto in dubbio. Che lui volesse salvare il comunismo... io debbo risponderle di no, perché quello che lui ha fatto per affossare il comunismo lo ha fatto. (da ''Giovanni Paolo II e la fine dell'URSS'')
*Anche i cinesi si erano accorti che il sistema comunista era arrivato al capolinea, era fallito. Fallito perché non regge, assolutamente non regge. {{NDR|Il sistema comunista}} Aveva portato il Paese, e i Paesi che lo avevano adottato, al fallimento. Anche i cinesi si erano accorti di questo, però avevano capito che per trasformare un sistema oramai ancestralmente totalitario, statalizzato, che aveva tolto ogni libertà a tutti, che aveva disabituato tutti da ogni spirito di iniziativa e di impresa... per trasformare un'economia basata su questi principi fallimentari in un'economia capitalista basata sul libero mercato, sulla libera concorrenza eccetera, bisognava tenere in mano il potere politico per controllare questo passaggio. I cinesi lo fecero. Quando gli studenti di Pechino credettero di potergli {{NDR|al governo cinese}} prendere la mano scendendo in [[Protesta di piazza Tienanmen|piazza Tienanmen]] i cinesi non esitarono a mitragliarli e, per quanto un massacro non possa che essere esecrato, io dico questo: i cinesi erano obbligati a farlo. Se non lo facevano la Cina si dissolveva, ritornava quella di [[Chiang Kai-shek]]: ritornava quella dei signori della guerra, cioè il Paese si disfaceva. Il Paese che bene o male [[Mao Tse-tung]] aveva unificato e a cui aveva dato un'anima di Nazione si sarebbe disfatto. (da ''Giovanni Paolo II e la fine dell'URSS'')
*Per istinto, e per come avevo visto e conosciuto [[Licio Gelli|Gelli]], io sono convinto che {{NDR|la [[P2|Loggia P2]]}} era una cricca di affaristi e basta. Era una cricca di affaristi condotta da un uomo che, evidentemente, come intrallazzatore doveva essere geniale. Era un pataccaro, indiscutibilmente era un pataccaro, ma che a tutto pensava fuorché a un ''golpe''. Non ci pensava nemmeno. Lui procurava affari e soprattutto fomentava carriere. Lui aveva capito qual è la struttura del potere in Italia, sempre, non soltanto allora, sempre: è una struttura mafiosa. Bisogna far parte di una cricca, di una conventicola in cui ognuno aiuta l'altro, e questo era la P2. [...] Ma che interesse poteva avere Gelli a rovesciare un sistema che gli consentiva di influire sino a quel punto? Quale interesse poteva avere? E poi, Gelli era un farabolano ma non doveva essere del tutto sprovveduto, doveva sapere che l'[[Italia]] non è terra da ''golpe''. Ma chi lo fa il ''golpe''? E anche se qualcuno lo fa, come fa a resistere? Che cos'ha dalla sua per fare il ''golpe''? Non ho mai creduto al golpismo di Gelli. (da ''Il caso Sindona e la P2'')
*Il caso Chiesa era un caso modestissimo. Fece da detonatore perché il momento era maturo per arrivare a ''Tangentopoli'', che era dovuto a una cosa molto più complessa che era questa: che ci fosse la corruzione in Italia si è sempre saputo, la classe dominante promanava questo puzzo di fogna che tutti sentivano, il famoso «turarsi il naso». Soltanto che fin quando l'alternativa di questa classe politica allora al potere era un Partito comunista, che era un fac-simile di quello sovietico, basato sui carri armati, sulla polizia segreta, sulle delazioni, sui processi, [...] finché c'era questo spettro noi non potevamo prenderci il lusso di mettere sotto processo e mandare in galera la classe politica dirigente allora. Fu quando, col Muro di Berlino, crollò questo incubo che i tempi furono maturi perché questo avvenisse. (da ''Tangentopoli'')
*Che {{NDR|la [[corruzione]]}} sia inestirpabile, di questo sono sicuro perché dura da 2000 anni. La corruzione non è soltanto nella politica: è nella società italiana! Noi italiani abbiamo sempre corrotto tutti! Tutti coloro che sono venuti in Italia a fare i padroni li abbiamo corrotti. [...] Noi dobbiamo metterci in testa che la lotta alla corruzione la si fa in un modo solo: cambiando gli italiani, non cambiando le classi politiche. Le classi politiche, anche quelle nuove, si corrompono. È inevitabile. (da ''Tangentopoli'')
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha un sacco di qualità. C'è da dire, ha una grande immaginazione, una grande fantasia; ha un coraggio leonino nel buttarsi nelle imprese; sa trascinare molto bene; è un comunicatore eccezionale, sa accendere i suoi seguaci di entusiasmi eccetera eccetera, mi ricordo che una volta gli dissi: «Io sono sicuro che se tu ti mettessi a fabbricare dei vasi da notte, faresti venire la voglia di fare pipì a tutta l'Italia». (da ''Verso il bipolarismo'')
*[[Silvio Berlusconi|Lui]] è un uomo d'attacco: se avesse fatto la carriera militare lui non sarebbe diventato né un [[Gerd von Rundstedt|Rundstedt]] né un [[Erich von Manstein|Manstein]], che furono i grandi strateghi tedeschi dell'ultima guerra. [...] Lui sarebbe diventato un [[Erwin Rommel|Rommel]] o un [[George Smith Patton|Patton]]. Cioè dire: è un generale di straccio e di rottura che, appunto, sullo slancio può compiere qualsiasi cosa. Se lo metti poi a difendere le posizioni conquistate con lo slancio, eh no, lì non ci sta. Come Rommel: Rommel finché poté attaccare in Libia e in Egitto attaccò. Quando dovette mettersi sulla difensiva chiese il rimpatrio. [...] Non sarebbe uomo di Curia e non è un uomo di pazienza, non è un uomo da guerra di posizione e di logoramento. (da ''Verso il bipolarismo'')
*Lui Arrivò a Palazzo Chigi credendo, e facendo credere, che uno Stato si poteva condurre con gli stessi criteri di un'azienda privata. Io su questo avevo avuto serie discussioni con lui – non litigi, non ho mai litigato con Berlusconi – gli avevo detto: «Guarda che lo Stato non è un'azienda privata». [...] Lui credeva di potersi comportare a Palazzo Chigi, e con la macchina dello Stato, come si comportava con la sua organizzazione, dove la gente frullava e, se non frullava, lui la cacciava via, com'è giusto che faccia un imprenditore. Ma lui non poteva applicare questi metodi e sistemi allo Stato. Quando si trovò di fronte alla muraglia grigia, sorda e ottusa della burocrazia italiana, che è la peggiore, ma anche la più resistente del mondo, lui rimase senz'armi: non poteva licenziare neanche un usciere. Nel gioco parlamentare lui naufraga perché non è abituato a queste cose. La politica – non dico che sia solo un mestiere – ma è anche un mestiere. Questo mestiere lui non lo aveva. (da ''Verso il bipolarismo'')
*Che gli italiani siano capaci di emanare leggi di riforma, ci credo senz'altro. L'Italia è la più grande produttrice di regole, ognuna delle quali è una riforma, è la riforma di un'altra regola. Gli stessi esperti pare che abbiano perso il conteggio delle leggi, dei regolamenti che vigono in Italia: c'è qualcuno che parla di 200.000, altri di 250.000. Ora, quando si pensa che la [[Germania]] ha in tutto 5.000 leggi, la [[Francia]] pare 7.000, l'[[Inghilterra]] nessuna, quasi nessuna – ha dei principi, così stabiliti. A cosa ha portato tutta questa proliferazione? A riempire gli scantinati dei nostri pubblici uffici, dove ci sono questi mucchi di legge che nessuno va nemmeno a consultare perché ognuna di queste leggi poi offre il modo di evaderle. Questa è la grande abilità dei legislatori italiani. I legislatori italiani sono quasi tutti degli avvocati. E gli avvocati a che cosa pensano? A ingarbugliare le leggi in modo da restarne loro i supremi e unici depositari. [...] Riforme: hai voglia se ne faremo, continuiamo a farne, è la nostra vocazione, questa. Quanto poi all'attuazione, allora è un altro discorso: le leggi in Italia non vengono osservate, anche perché sono formulate in modo che si possano non osservare. Ed è questo che spiega l'abbondanza, la prodigalità delle nostre classi politiche, delle nostre classi dirigenti, nello sfornarne di continuo. (da ''Dal Governo Dini all'Ulivo'')
*Un Paese che ignora il proprio Ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, non può avere un Domani. Io mi ricordo una definizione dell'Italia che mi dette in tempi lontanissimi un mio maestro e anche benefattore, che fu un grande giornalista, [[Ugo Ojetti]], il quale mi disse: «Ma tu non hai ancora capito che l'Italia è un Paese di contemporanei, senza antenati né posteri perché senza memoria». Io avevo 25-26 anni e la presi per una ''boutade'', per una battuta, un paradosso. Mi sono accorto che aveva assolutamente ragione. Questo è un Paese che {{NDR|«È un Paese che non ama la Storia»}} ha una storia straordinaria, {{NDR|«Ma non la ama»}} ma non la studia, non la sa. È un Paese assolutamente ignaro di se stesso. Se tu mi dici cosa sarà un domani per gli italiani, forse sarà un domani brillantissimo. Per gli italiani, non per l'Italia. Perché gli italiani sono i meglio qualificati a entrare in un calderone multinazionale perché non hanno resistenze nazionali. Intanto hanno dei mestieri in cui sono insuperabili. [...] Voglio dirlo senza intonazioni spregiative, nei mestieri servili noi siamo imbattibili, assolutamente imbattibili. Ma non lo siamo soltanto in quelli. L'individualità italiana si può benissimo affermare in tutti i campi, anche scientifici. Io sono sicuro che gli scienziati italiani, i medici italiani, gli specialisti italiani, i chimici, i fisici italiani quando avranno a disposizione dei gabinetti europei veramente attrezzati brilleranno. Gli italiani, l'Italia no. L'Italia non ci sarà, non c'è. Perché gli italiani che vanno in Germania diventeranno tedeschi. [...] Alla seconda generazione sono assimilati. Dovunque vadano, sono assimilati. {{NDR|«Ma questo è un difetto?»}} No... è un difetto... è un difetto ed è anche una virtù. È una qualità. Voglio dire: per l'Italia non vedo un futuro, per gli italiani ne vedo uno brillante. (da ''Dal Governo Dini all'Ulivo'')
==Citazioni tratte dai giornali==
===''Corriere della Sera''===
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*Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il [[Grande Torino|Torino]] non è morto: è soltanto «in trasferta». (7 maggio 1949)
*{{NDR|A proposito di [[Maratea]]}} Forse in Italia non c'è paesaggio e panorama più superbi. Immaginate decine e decine di chilometri di scogliera frastagliata di grotte, faraglioni, strapiombi e morbide spiagge davanti al più spettacoloso dei mari, ora spalancato e aperto, ora chiuso in rade piccole come darsene. (4 ottobre 1957)
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Ma non c'è dubbio che qui ci si trova di fronte a qualcosa di eccezione (sic!) non perché rappresenti un meglio o un di più di ciò che finora si è fatto sullo schermo, ma perché ne va nettamente al di là, violando tutte le regole e convenzioni, a cominciare da quelle della durata, che supera le tre ore di spettacolo, per finire a quelle della trama, o meglio della non trama, perché non c'è. (''[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=4d44ab344c050 Montanelli vede La Dolce Vita]'', 22 gennaio 1960)
*{{NDR|Su ''[[La dolce vita]]''}} Non siamo più nel cinematografo, qui. Siamo nel grande affresco. Fellini secondo me non vi tocca vette meno alte di quelle che Goya toccò in pittura, come potenza di requisitoria contro la sua e la nostra società. (''ibidem'')
*Il suo reportage non è una "patacca". Il poco – oh, molto poco! – che vi luce è proprio oro. E il molto che vi puzza è proprio fogna. Del resto, se così non fosse, il film sarebbe fallito come falliscono i reportages quando eludono la verità o non riescono a centrarla. Quindi, amici, vi prevengo se domani ''[[La dolce vita]]'' vi farà inorridire, non confutàtela dicendo: "Non è vero". Perché per esser vero, tutto ciò che qui è raccontato, lo è. D'altronde Fellini è ricorso al mezzo più spicciativo (e più diabolico) per dimostrarlo. (''ibidem'')
*Ma mi affretto subito ad aggiungere che ''[[La dolce vita]]'' non è una polemica a sfondo giustizialista, che appunta i suoi strali sulle cosiddette classi alte. Non convincerebbe, in questo caso, o convincerebbe meno. Gli altri ambienti, che si srotolano giù giù negli appunti di questo reporter d'eccezione, sono descritti con la identica spietatezza, convalidata dalla stessa tecnica di rappresentare ciascuno nei propri panni. Lasciatemi testimoniare in tutta onestà che raramente ho visto qualcosa di più vero di quel salotto intellettuale. Esso ha dato perfino a me, che non ne frequento nessuno, un senso profondo di mortificazione, un vago anelito a cambiar mestiere e a iscrivermi, fo' per dire, ai coltivatori diretti. (''ibidem'')
*Non è necessario essere socialisti per amare e stimare [[Sandro Pertini|Pertini]]. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità. (27 ottobre 1963)
*Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c'è dubbio. Ma lo sono degli Stati arabi, non d'[[Israele]]. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato ''feddayn'' scarica su Israele l'odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell'altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso. (16 settembre 1972)
*[[Alexis de Tocqueville|Tocqueville]] diceva che «è nel sonno della pubblica coscienza che maturano le dittature». (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/13/platea_resta_assente_co_0_9601133631.shtml La platea resta assente]'', 13 gennaio 1996, p. 1)
*Se si mettono a raffronto i due rivali come faccia, come presenza, come eloquio, come cordialità, insomma come simpatia umana, non c'è dubbio che Albertini ne ispira molto meno di Fumagalli, anzi diciamo la verità tutta intera: non ne ispira punta. Ed io, cittadino ed elettore milanese, proprio di questo sentivo il bisogno: di un sindaco antipatico, di faccia arcigna e poco invogliante alla pacca sulla spalla, al confidenziale «tu» e al pappecciccia coi sottoposti, e poco, anzi punto disponibile a quelle benevolenze, condiscendenze e indulgenze che rappresentano le supposte di glicerina di tutte le corruzioni. [...] Con Albertini ho parlato una sola volta. Ma mi è bastata per capire che, per rendersi antipatico, non ha bisogno di fare sforzi. Basta che si mostri com'è e come spero che rimanga: una specie di Molotov di Palazzo Marino, chiuso nei suoi caparbi ''niet'', diffidente, scostante e culdipietra. Che abbia una compagna fermamente decisa a non partecipare alla vita pubblica del compagno, anche questo ci va bene. [...] Si ricordi, signor Sindaco, che noi abbiamo votato per lei, non per questi papponi. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/13/tradito_Ulivo_co_0_9705136733.shtml Sì, ho tradito l'Ulivo]''. 13 maggio 1997, p. 1)
*Non vorremmo, dopo averne deplorato il brutto vezzo, contribuire alle polemiche nel momento in cui bisogna invece accantonarle per fare compatto fronte per il salvataggio del salvabile. Ma basta con le «regole» che servono soltanto a rendere impenetrabili le responsabilità dei disastri quando i disastri si possono ricondurre a delle responsabilità umane (come non accade, per esempio, nei terremoti). Ma quando verrà l'ora della ricostruzione, ricordiamoci che l'[[urbanistica]] e il paesaggio italiani hanno bisogno non di altre, ma di meno «regole». E, più che di cemento, di dinamite. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/maggio/09/licenze_facili_leggi_oscure_co_0_9805099009.shtml Le licenze facili e le leggi oscure]'', 9 maggio 1998, p. 1)
*Qualche dichiarazione meno infuocata contro la Giustizia di regime, come il [[Silvio Berlusconi|Cavaliere]] si ostina a definirla, avrebbe meglio aiutato la politica italiana a rimuovere il macigno che la paralizza, e che è lui, Berlusconi. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/14/RESTO_SIA_SILENZIO_co_0_9807143775.shtml E il resto sia silenzio]'', 14 luglio 1998, p. 1)
*L'Italia sarà anche, come dicono i nostri tromboni universitari, «la culla del diritto». Ma è anche il sepolcro di una giustizia che, per decidere se un imputato è innocente o colpevole, aspetta il suo certificato di morte che la esenta dal dirlo. Il secondo problema è il reclutamento e la selezione [[magistratura|del personale]]. Come in tutte le altre pubbliche attività, anche nella giustizia c'è un dieci per cento di autentici eroi pronti a sacrificarle carriera e vita, ma senza voce in un coro di «gaglioffi» che c'è da ringraziare Dio quando sono mossi soltanto da smania di protagonismo. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/agosto/24/CARDINALE_MAGISTRATO_co_0_9808244892.shtml Il Cardinale e il Magistrato]'', 24 agosto 1998, p. 1)
*Tutto si è risolto in un colpo solo, non si sa con precisione quando e come combinato, che ha tagliato la strada alla bagarre prima che cominciasse. E che, per quanto mi riguarda, mi ha liberato dall'incubo che turbava i miei inquieti sonni, e in cui mi vedevo in fuga da un mostro senza volto, ma che m'incalzava con la logorrea del presidente uscente, aggravata dall'accento irpino di Mancino e dalle corde vocali della signora Jervolino. [...] Siamo sicuri che il popolo, chiamato a pronunciarsi fra un [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]] e – faccio per dire – un [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]], si sarebbe pronunciato per Ciampi? È una domanda che non aspetta risposta, ma che mi permetto di proporre ai lettori. Gran bella parola «il Popolo». E riconosciamogli pure l'attributo, che gli spetta, di «Sovrano». Ma insomma, meditate gente, meditate. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/maggio/14/QUASI_NON_CREDO_co_0_9905146643.shtml Quasi non ci credo]'', 14 maggio 1999, p. 1)
*Tutti coloro che hanno svolto pubbliche funzioni in Sicilia sono rimasti e sono tuttora in qualche modo «collusi» con la mafia. Lo furono quotidianamente, e per secoli, il governo e la polizia borbonica. Lo fu [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] che in essa trovò, dopo lo sbarco, la sua prima alleata. Lo furono i governi nazionali sia di destra che di sinistra. Lo fu [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] che pure non scese mai, a ch'io sappia, a sud di Napoli. Lo fu il presidente della vittoria, [[Vittorio Emanuele Orlando|Orlando]], che quando tornava a Palermo, la prima visita che rendeva non era al prefetto né all'arcivescovo, ma al capomafia. Tentò di non esserlo Mori che aveva licenza di uccidere garantita da un regime totalitario, e ci rimise il posto. Lo sono stati tutti i politiconi e politicastri della Prima Repubblica. Anche il cautissimo [[Giulio Andreotti|Andreotti]]? Può darsi, attraverso i suoi proconsoli ''in loco''. Ma il Tribunale deve aver capito che l'imputato non era lui. Era il costume morale e politico della nostra vita pubblica, sul quale un Tribunale non ha, né può né deve avere competenza. [...] E il problema, secondo me, è questo: che fin quando noi italiani crederemo di salvarci dalla peste mandando sul rogo una strega o un untore, dalla peste non ci libereremo mai. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/24/TRIBUNALE_DELLA_STORIA_co_0_991024441.shtml Il tribunale della storia]'', 24 ottobre 1999, p. 1)
*Ci dicano chiaro e tondo perché hanno smembrato il Ros, e hanno ridimensionato l'attività di Sco e Gico. Non ci raccontino che hanno voluto mettere al riparo il capitano Ultimo e i suoi uomini dalle possibili vendette della malavita. E soprattutto non vengano a ripeterci che il ''modus operandi'' dei servizi segreti, per impedirne le «deviazioni», dev'essere «trasparente». Questa, che un segreto possa essere trasparente, è un'idea da primato della cretineria. E, se non della cretineria, lo è della retorica virtuista o della menzogna truffaldina. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/novembre/02/PROCURATORE_BATTA_PUGNO_co_0_9911021451.shtml Procuratore batta il pugno]'', 2 novembre 1999, p. 1)
*Era la prima volta che il partito socialista italiano aveva trovato un uomo {{NDR|Bettino Craxi}}, se non di Stato, almeno di governo, che lo aveva liberato dalla subalternanza al Pci, e condotto su posizioni democratiche, europeistiche e atlantiche. Lo avrà anche fatto con metodi alquanto spicciativi e disinvolti, più da padrino che da ''leader''. Ma mi chiedo se avrebbe potuto usarne di diversi per avere ragione dei vecchi tromboni del massimalismo populista e piazzaiolo con le loro clientele incrostate da decenni. E mi chiedo anche quanto contribuirono alla sua crocefissione i rancori e le acredini che si era lasciato dietro. Ma nella difesa si perse, e non per mancanza, ma forse per eccesso di coraggio. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/gennaio/20/STATISTA_LATITANTE_co_0_0001201104.shtml Lo statista latitante]'', 20 gennaio 2000, p. 1)
*Anche noi siamo convinti che il Paese ha il diritto di conoscere la verità (che non riguarda soltanto quella di Piazza Fontana). Ma non ci riusciamo. Anche perché se la pista rimane, come sembra accertato, quella del terrorismo nero, non sappiamo quali nomi l'accusa potrà tirar fuori dal suo cappello. I tre maggiori indiziati sono già stati assolti con sentenza passata in giudicato che non consente di richiamarli sul banco degli imputati. Gli altri di cui si fa il nome non sarebbero che comparse, la più importante delle quali, Delfo Zorzi, risiede a Tokio con passaporto giapponese che lo mette al riparo da ogni pericolo di estradizione. Vale la pena ricominciare? L'''ouverture'' dei dibattimenti non è stata incoraggiante. Il proscenio era occupato da Capanna, Valpreda, [[Dario Fo]] e altri reduci sessantottini, cui si era aggiunto anche Sergio Cusani, l'intangentato convertitosi (lo diciamo senza nessuna ironia) al missionarismo. [...] Invano i portaparola della parte lesa, cioè dei familiari delle vittime, si sono dichiarati estranei e contrari a ogni tentativo di politicizzare il processo. Una parola. Non ci riescono nemmeno [[Jovanotti]] e [[Teo Teocoli|Teocoli]] con le loro filastrocche dal palcoscenico di Sanremo. Figuriamoci se potranno riuscirci i registi di questo processo ''rouge et noir'', se mai ve ne furono. [...] Ecco a cosa servono i processi come questo: non a cercare la verità, ma a fornire argomenti al ''rouge'' o al ''noir''. (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/febbraio/26/QUELLA_VERITA_CHE_CERCHIAMO_co_0_0002264627.shtml Quella verità che cerchiamo]'', 26 febbraio 2000, p. 1)
*Cosa c'entri la giustizia italiana in fatti e misfatti capitati trent'anni fa in un Paese {{NDR|l'[[Argentina]]}} di cui la metà della popolazione è di origine italiana, non riusciamo a capire. Ma ci pareva impossibile che l'iniziativa del giudice spagnolo Garzon per trascinare l'ex dittatore cileno [[Augusto Pinochet|Pinochet]] sul banco degli accusati di un tribunale madrileno non trovasse imitatori in un Paese di scimmie come il nostro. Grazie ad essa, il nome e il volto di Garzon sono noti in tutto il mondo. Ed è probabile che tra poco lo siano anche quelli del pubblico ministero Caporale. Vi pare poco in un'era dell'effimero come quella in cui stiamo vivendo, e che vede l'infittirsi di processi ai defunti, su cui le nuove leve della storiografia vorrebbero riscrivere il passato? (da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/03/QUEI_PROCESSI_CARO_ESTINTO_co_0_0004033275.shtml Quei processi al caro estinto]'', 3 aprile 2000, p. 1)
*Dobbiamo avere la modestia di riconoscere che noi, come venditori, non leghiamo nemmeno le scarpe a un piazzista che se un giorno si mettesse a produrre vasi da notte, farebbe scappare la voglia di urinare a tutta l'Italia. (da ''[https://web.archive.org/web/20130619122825/http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/15/PREDICATORI_COMPARSE_co_0_0102158858.shtml I predicatori e le comparse]'', 15 febbraio 2001, p. 1)
*Non sono mai venuto meno all'impegno, preso non con il Cavaliere, ma con me stesso, di non associarmi mai alla sua demonizzazione. Ma non posso sottacere ai lettori i pericoli che si nascondono sotto questa sua allergia alla verità, questa sua voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne, la naturalezza con cui riesce a pronunziarle. (da ''Io e il cavaliere qualche anno fa'', 25 marzo 2001, p. 1)
*Berlusconi, cui nulla riesce tanto bene quanto la parte di vittima e perseguitato. «[[Chiagne e fotte]]» dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni di seguito. (da ''Io e il cavaliere qualche anno fa'', 25 marzo 2001, p. 1)
====''La stanza di Montanelli – rubrica''====
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*{{NDR|[[Vittorio Sgarbi]]}} È un volgare calunniatore, che non disonora se stesso, ma anche il suo committente e padrone (tutti sappiamo chi è) che si serve di un simile scherano. (8 novembre 1995)
*I [[Riformismo|riformatori]] italiani, quando si tratta di riformare ciò che non ha bisogno di essere riformato, sono instancabili. L'attività dell'Ucas, Ufficio complicazioni affari semplici, come ricordava un altro lettore esasperato, è frenetica. ([https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/13/Ufficio_complicazioni_affari_semplici_co_0_9512139920.shtml 13 dicembre 1995])
*Io credo che il miglior omaggio che si può rendere a [[Aldo Moro|Moro]] sia quello di archiviare l'episodio che ne segnò la fine e dal quale, diciamo la verità, la sua immagine esce tutt'altro che bene. Quando sento dire che, oltre a quelle conosciute, ci sono anche altre lettere di Moro, prego Iddio che non vengano trovate. So già cosa contengono, e preferisco non leggerlo. (21 dicembre 1995)
*È assolutamente impossibile istillare negli [[zingari]] il concetto di proprietà e quindi educarli al lavoro come mezzo per conquistarsela. Ma temo che sia altrettanto impossibile far capire tutto questo ai nostri pietisti, religiosi e laici, che farneticano di «integrarli». ([https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/30/Viaggiai_sul_carrozzone_degli_zingari_co_0_95123012229.shtml 30 dicembre 1995])
*A me, invece, [[Beppe Grillo|Grillo]] piace. Lo considero il più efficace comico in circolazione. Anzi: «comico» non è la parola giusta. Grillo non è un comico, non è un moralista, non è un predicatore: è tutte queste cose insieme. Nel panorama dello spettacolo italiano, dove abbonda il bollito misto, è un'eccezione ambulante (e urlante). Lei ha ragione quando dice che Grillo esagera. Non soltanto esagera; provoca anche, e insulta, e offende. Ma tutte le categorie di giudizio, con un tipo così, risultano inadeguate. Grillo appartiene ad una specie animale particolare, formata da un solo esemplare: lui. O lo strozziamo o lo applaudiamo. Io, appena posso, lo applaudo. Perché i suoi eccessi, a differenza di quelli di [[Vittorio Sgarbi|Sgarbi]], odorano di bucato.<ref name=Grillo>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/11/Beppe_Grillo_incubo_esilarante_co_0_9601114281.shtml Beppe Grillo, un incubo esilarante]''.</ref> (11 gennaio 1996)
*Una delle eterne regole italiane: nel settore pubblico, tutto è difficile; la buona volontà è sgradita; la correttezza, sospetta. Per questo, le persone capaci continueranno a tenersi a distanza di sicurezza dalla «cosa pubblica», lasciando il posto ai furbastri (magari bravi) e alle mezze cartucce (magari oneste). Così, purtroppo, vanno le cose in questo bizzarro paese. ([https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/26/Impegno_politico_caduta_delle_illusioni_co_0_9601261298.shtml 26 gennaio 1996])
*In una società libera il compito dei media non è "edificare la morale"; è informare, denunciare, stimolare, far riflettere, occasionalmente divertire. (28 gennaio 1996)
*L'unico incoraggiamento che posso dare ai giovani, e che regolarmente gli do, è questo: «Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s'ingaggia ogni mattina, quando ci si fa la barba, davanti allo [[specchio]]. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi». (20 febbraio 1996)
*Non so se il Pci sia sotterraneamente sceso a trattative con le Br per convincerle a secondare questo piano. So soltanto che le Br, le quali invece la rivoluzione la volevano sul serio, lo rifiutarono, e fu proprio per farlo naufragare che rapirono e poi uccisero colui che doveva esserne lo strumento. [...] Fu il risoluto e quasi furibondo (oltre che sacrosanto) no dei comunisti che fece naufragare il tentativo {{NDR|Trattativa Stato-BR durante il sequestro [[Aldo Moro|Moro]]}}, che invece in seno alla Dc aveva parecchi sostenitori, anche se non osavano dirlo apertamente. Di qui le accuse e le insinuazioni contro i suoi compagni di partito, lanciate da Moro in quelle famose lettere, che avrebbe fatto meglio a non scrivere perché indegne di un vero uomo di Stato, anzi di un uomo tout court, e che ancor oggi forniscono materia al sospetto di una congiura fra democristiani – con l'aiuto dei soliti servizi segreti «deviati» – per sbarazzarsi di lui. Vero nulla. Forse nella Dc le forze «trattativiste», praticamente disposte alla resa alle Br, avrebbero vinto, se non ne fossero state impedite dalla risolutezza del Pci, che di un brigatismo assurto ad interlocutore dello Stato non voleva sentir parlare e di un Moro salvato al prezzo di una simile capitolazione non avrebbe più saputo che farsi. (26 marzo 1996)
*No, è stata la persecuzione che ha costretto gli ebrei, per resisterle, a tendere ed affinare tutte le loro risorse intellettuali. Ecco il segreto dei loro primati. In tutto. E talvolta anche nella cretineria. (3 aprile 1996)
*Io non mi considero affatto ateo e non capisco come si possa esserlo. ([https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/23/dove_comincia_grande_mistero_Dio_co_0_9605235872.shtml 23 maggio 1996])
*{{NDR|Riferito alla [[crisi di Sigonella]]}} Ho sempre considerato il rilascio di Abu Abbas un gesto semplicemente criminale o almeno di complicità col crimine. ([https://web.archive.org/web/20151107235857/http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/07/Caro_Ottiero_Ottieri_diamoci_del_co_0_9607072658.shtml 7 luglio 1996])
*Quanto scrivi {{NDR|riferito a una lettrice}} sull'insegnamento della Storia nelle nostre scuole è sacrosantamente vero. I testi su cui ve la fanno studiare sono o reticenti o faziosi, ma più spesso l'una cosa e l'altra, e soprattutto scritti coi piedi. (4 settembre 1996)
*No, caro N***, non mi basta che il Pool abbia perseguito e persegua una buona Causa. Doveva farlo anche con buoni mezzi e criteri. E il caso Di Pietro basta a dimostrare che questo non è sempre avvenuto. (24 ottobre 1996)
*Io non ho titoli culturali che mi qualifichino a lezioni su una tematica come quella del calvinismo. Ma credo di averne afferrato l'essenziale: la concezione della Ricchezza come segno della Grazia, di cui quindi non si è proprietari, ma amministratori per conto del Signore col compito di moltiplicarla per il bene di tutti. (21 dicembre 1996)
*Di commissioni d'inchiesta il nostro parlamento ne ha partorite a dozzine. Me ne citi una sola che abbia raggiunto dei risultati, anche semplicemente conoscitivi. Per un Parlamento come il nostro (e mi trattengo a fatica dal qualificarlo) anche la ricerca della verità è materia di lottizzazione. ([https://web.archive.org/web/20151118213258/http://archiviostorico.corriere.it/1996/dicembre/23/Ormai_non_resta_che_amnistia_co_0_96122312669.shtml 23 dicembre 1996])
*Quando ebbi, fra i tanti, un processo non con un magistrato, ma con un politico del rango di De Mita che avevo coinvolto nella mala amministrazione dei fondi stanziati per l'Irpinia dopo il [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto]], non trovai, in tutta quella vasta regione, una toga che venisse a testimoniare in mio favore. L'unico che mi difese fu colui che avrebbe dovuto accusarmi: il pubblico ministero del tribunale di Monza, Mariconda: non sul merito delle mie accuse, ch'egli non aveva elementi per valutare, ma sul diritto che mi riconosceva di lanciarle. Anche l'uso dei cinquanta–sessantamila miliardi stanziati per l'Irpinia rimase un porto delle nebbie. ([https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/12/Magistratura_porti_delle_nebbie_co_0_9701123652.shtml 12 gennaio 1997])
*La sola parola «ingegneria genetica» mi mette i brividi. (14 marzo 1997)
*Io non mi sono mai [[Impiccagione|impiccato]]. Ma a Norimberga assistetti a diciassette impiccagioni, compresa quella di un cadavere, il cadavere di Göring che si era suicidato il giorno prima. Be', mi resi conto [...] che ficcare la testa nel nodo scorsoio di una corda non è un esercizio da mezzetacche o quacquaracquà. (15 maggio 1997)
*{{NDR|Gladio}} Era stato istituito in quasi tutti i Paesi che facevano parte della Nato, e per volontà della Nato, consapevole che i suoi soci europei non avrebbero potuto resistere all'attacco di una Potenza superarmata qual era l'[[Unione Sovietica]]: avrebbero dovuto aspettare, per la riscossa, l'intervento dell'[[Stati Uniti d'America|America]]. Lo dimostra il fatto che quando questo piano fu rivelato, nessun altro Paese trovò nulla da ridirne. Solo noi italiani – i soliti romanzieri imbecilli e peggio che imbecilli – ne facemmo materia di scandalo e pretesto di «gialli» che tuttora trovano credito, come la sua lettera dimostra. Anch'io mi sento scandalizzato, e un poco offeso. Ma solo dal fatto che nessuno mi abbia sollecitato l'adesione al [[Organizzazione Gladio|Gladio]]: l'avrei data con entusiasmo. ([https://web.archive.org/web/20150623163829/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/07/Avrei_dato_con_entusiasmo_adesione_co_0_97060710388.shtml 7 giugno 1997])
*A fare l'Italia alcuni pochi italiani ci sono, senza e contro i più, riusciti. A fare gl'italiani, l'Italia, in centocinquant'anni, non c'è riuscita; anzi non ci s'è nemmeno provata. (19 giugno 1997).
*Il vero cacciatore ama gli animali a cui dà la caccia, forse anche perché li considera complici di questo gioco in cui ritrova la sua origine esistenziale. Non spara, per esempio, sul bersaglio fermo: lo considera sleale. (9 luglio 1997)
*Al matrimonio misto, che dell'integrazione razziale è la condizione genetica, sono i neri, molto più dei bianchi, che si rifiutano. Non è quindi colpa degl'italiani, o almeno non tutta questa colpa è degl'italiani, se anche da noi l'integrazione con gl'immigrati africani incontra degli ostacoli. Quella con gli oriundi dei Paesi europei non ne incontra nessuno, salvo quelli che frappone la burocrazia, la quale ne pone tanti anche a noi, e anzi campa solo di questo. Non ho mai sentito un francese, o un inglese, o un tedesco, o un bulgaro o un ukraino lamentarsi di una apartheid italiana. Ci sono anche da noi, purtroppo, delle manifestazioni di razzismo. Ma queste sono dovunque, e in Italia meno violente che altrove. L'Italia è un Paese che va a catafascio. Ma non buttiamogli addosso anche delle croci che non merita. Quelle che merita bastano, e ne avanza. (24 agosto 1997)
*Io sono un italiano, fra i pochi rimasti che nei confronti dell'Italia s'ispirano all'adagio inglese: «Che abbia ragione o torto, sto col mio Paese». Anch'io sto col mio paese quando ha torto, ma senza pretendere che il suo torto sia considerato ragione. (23 settembre 1997)
*Sono e rimango convinto che fin quando noi italiani ci affideremo soltanto alla Legge – o, come ora usa chiamarla, alle «regole» –, rimarremo quello che siamo, coi vizi che abbiamo, fra cui quello di accatastare regole su regole al solo scopo di metterle in contraddizione l'una con l'altra per poterle meglio evadere. (16 ottobre 1997)
*Forse farebbe meglio ad astenersi a dare lezioni di liberalismo a me che sono stato, in tutto il giornalismo italiano, l'unico a difenderlo negli anni Settanta e Ottanta, quando difenderlo era difficile e poteva anche costar caro. Non me ne faccio un vanto perché, quando alla fine ha vinto, ho visto di che liberalismo si trattava, ed è per questo che ho votato Ulivo. (23 ottobre 1997)
*Le confesso che il suo piglio perentorio e inquisitorio mi disturba alquanto, anche perché mi lascia capire che lei parte da convinzioni così granitiche da rendere vano ogni tentativo d'insinuarvi almeno un dubbio. (23 ottobre 1997)
*È importante tutto questo? No. Non lo è per me né per lei, che sappiamo cosa è accaduto. E non lo è per i leghisti doc, secondo cui qualunque cosa propone il capo è Vangelo. Se Bossi decide di andare in Bicamerale, applaudono. Se decide di abbandonare la Bicamerale, esultano. Se va con Berlusconi, assentono. Se lascia Berlusconi, approvano. E se un giorno si sveglia e cambia i confini della Padania, accettano i nuovi confini. Tempo fa, rispondendo a un lettore, scrissi che «i leghisti sono pronti a inneggiare anche all'annessione della Yakuzia, e non solo perché non sanno dove sta». Arrivarono molte lettere indispettite. Ma nessuna contro l'annessione della Yakuzia. (29 ottobre 1997)
*Se sono – come sono – uno di quegli uomini di Destra che ultimamente hanno votato, sia pure controvoglia, per la Sinistra (annacquata) dell'Ulivo, è perché da questa, che non è mai stata la mia bandiera, non mi sento tradito. Essa sta facendo ciò che prometteva di fare, ma lo fa con molta moderazione, e con una squadra di uomini che magari non saranno (meno qualcuno, come per esempio Ciampi) di serie A, ma da cui non temo, e credo che nessuna persona ragionevole possa temere, l'instaurazione di un regime. (10 dicembre 1997)
*E lo specchio non vi giudica dai successi che avrete ottenuto nella corsa al denaro, al potere, agli onori; ma soltanto dalla Causa che avrete servito. Tenendo bene a mente il motto degli ''hidalgos'' spagnoli: «La sconfitta è il blasone delle anime nobili». (31 dicembre 1997)
*Che cosa io pensi dell'onorevole Previti mi pare di averlo detto in termini talmente espliciti da apparire – a più d'uno – brutali: un personaggio che solo a guardarlo in faccia verrebbe voglia di applicargli le manette ai polsi prima ancora di sapere chi è e cosa ha fatto. (31 gennaio 1998)
*Infine, c'è quello che io considero il vero, grande vantaggio dell'euro: una volta dentro, non potremo tornare all'allegra finanza pubblica d'un tempo. ([https://web.archive.org/web/20151203232056/http://archiviostorico.corriere.it/1998/febbraio/20/Che_cosa_succedera_quando_avremo_co_0_9802206445.shtml 20 febbraio 1998])
*Tutti hanno diritto di credere nel miracolo, quando non c'è altro a cui aggrapparsi. La scienza no: se lo ricordi anche il Papa. (23 febbraio 1998)
*I conti col passato, si capisce, bisogna farli. Ma a un certo punto bisogna chiuderli. Perché nella Storia non ce n'è mai stato uno che, protratto all'infinito, non ne abbia innescato un altro. (10 marzo 1998)
*Perché, caro B***? Perché la vocazione a dividerci sempre e su tutto per il nostro «particulare», come lo chiamava Guicciardini, noi italiani ce la portiamo nel sangue, e non c'è legge che possa estirparla. (18 aprile 1998)
*Che un giudice spagnolo in vena di protagonismo abbia chiesto all'[[Inghilterra]] la consegna di un ospite straniero andato a Londra in forma privatissima per ragioni di salute, non mi stupisce: un [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] può nascere dovunque. Ma che l'Inghilterra si proponga di consentire, non mi stupisce. Mi sbalordisce, come ha sbalordito e indignato la signora Thatcher che aveva ospitato in casa il Generale. Ma ancora di più mi sbalordirebbe che la Giustizia spagnola, cioè di un Paese che non solo ha accettato per quarant'anni il potere di un Generale, ma gli ha consentito (per sua fortuna) di disporne anche dopo morto, portasse davanti a una Corte di Giustizia quello cileno. Per non parlare delle conseguenze che tutto questo potrebbe provocare in [[Cile]] dove, nel caso che il governo Frei si mostrasse esitante e accomodante, le Forze Armate potrebbero riprendere il potere per rompere i rapporti diplomatici con [[Spagna]] e Inghilterra e dimostrare al mondo che i processi alla Norimberga hanno fatto il loro tempo. Se a qualcuno il Generale cileno Pinochet deve rendere conto del suo operato, è soltanto al Cile e ai suoi tribunali. E se io fossi un cileno che ha votato Frei (come certamente avrei fatto se fossi stato un cileno), in questa occasione mi schiererei con le Forze Armate. Con tanti saluti a tutto il sinistrume italiano passato, presente e futuro. (24 ottobre 1998)
*Che gli [[Stati Uniti d'America|Usa]] siano in tutto il mondo odiati dagli uomini come lei {{NDR|riferito a un lettore}}, è verosimile, e quindi più che credibile. Un po' meno credibile è che gli uomini di tutto il mondo siano e la pensino come lei. Comunque, il giorno in cui quel Paese venisse chiamato (ma da chi?) sul banco degl'imputati come il nemico dell'umanità, io chiederò di essere ascoltato come testimone. Per dire alla Corte dei Vecchio di turno che io, uomo qualunque, mi considero graziato tre volte da questo grande nemico dell'umanità. La prima fu quando mi strappò al pericolo di diventare – per bene che mi fosse andata – l'attendente di un colonnello tedesco. La seconda fu quando mi sottrasse a quello di finire i miei giorni in un kolkos siberiano. La terza fu quando, invece di rimettermi la parcella di questi favori, mi aiutò a rifarmi la casa senza contestarmi il diritto di invitarvi anche coloro che pensano (si fa per dire) e parlano (o meglio sbraitano) come lei. ([https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/aprile/10/Fermare_genocidio_Kosovo_co_0_9904103314.shtml 10 aprile 1999])
*Tradotto in politica, non c'è nulla di più intollerante e fazioso, e quindi di meno pacifico, del [[pacifismo]] in generale, e di quello italiano in particolare. È un pacifismo a fasi alterne, e che si sveglia soprattutto, anzi quasi esclusivamente, quando a fare la guerra sono gli americani. Furioso e devastatore imperversò, non soltanto in Europa, ma nella stessa America, al tempo del Vietnam: al punto che quando [[Richard Nixon|Nixon]] venne in visita in Italia (quell'Italia che poteva fare ciò che voleva grazie agli americani) dovettero mandarlo a prendere a Fiumicino con un elicottero e trasportarlo via aria in Quirinale perché via terra avrebbe rischiato la pelle. Ma questo stesso pacifismo rimase impassibile quando i carri armati sovietici schiacciarono l'Ungheria (e a Montecitorio risuonò il grido: «Viva l'[[Armata Rossa]]!»), e poco dopo la Cecoslovacchia e da ultimo l'Afghanistan. Sono sempre gli stessi, i pacifisti italiani. Con una bandiera in mano come quella della pace (chi può infatti invocare la guerra?), si sentono invulnerabili. Ma la sventolano solo per il povero Milosevic; il genocidio del Kosovo li lascia del tutto indifferenti. (5 maggio 1999)
*Non sempre condivido le opinioni di [[Giovanni Sartori|Sartori]]. Qualche volta, anzi spesso, abbiamo litigato, anche perché a lui litigare piace moltissimo: da buon toscano, è nella polemica che lui, e forse anch'io, diamo il meglio di noi. E anche sull'articolo del 25 maggio non siamo in tutto e per tutto d'accordo. Lo siamo nel respingere la qualifica di «pacifista», che entrambi lasciamo in esclusiva alle «anime belle» che, sventolando la bandiera della [[pace]], sperano di raccogliere intorno a essa tutti gl'ipocriti e gl'imbecilli che, sommati insieme, costituiscono certamente la stragrande maggioranza degl'italiani. (29 maggio 1999)
*Lo Stato di [[Platone]], quello che lui chiamava la polis, e che poi era Atene, aveva, al tempo di Platone, cioè nel momento del suo massimo splendore, ventimila abitanti, di cui solo cinquemila avevano diritto al voto. E veda un po' come quei civilissimi cittadini lo usarono nelle assemblee dell'Acropoli: mettendo sotto processo [[Pericle]] e [[Aspasia di Mileto|Aspasia]], condannando a morte [[Socrate]] e provocando la guerra del Peloponneso, che fu la rovina non solo di Atene, ma di tutta la Grecia e della sua civiltà. Ora se il sistema della «democrazia diretta» o, come lei la chiama, «partecipatoria», non funzionò nemmeno in una polis di ventimila abitanti, s'immagini un po' cosa diventerebbe nei formicai umani cui si sono ridotte le polis attuali, e non soltanto quelle italiane. [...] Lei ha tutte le ragioni del mondo a dire che l'attuale sistema di democrazia «rappresentativa» o «delegata» ha dei vizi gravissimi e spesso provoca disastri, compresa quella americana, che pure è una di quelle che meglio funzionano. Ma, mi creda, quella «diretta» o «di piazza» è ancora molto più pericolosa perché continuamente a rischio di cadere in balia di qualche ciarlatano che sappia soltanto vendere bene la sua merce. Certo, quella indiretta esige, da parte del cittadino, una partecipazione che in Italia manca. Ma non è certo coi referendum che si può sostituirla. Almeno questo mi ha insegnato l'esperienza. (22 agosto 1999)
*Quello di [[Francisco Franco|Franco]], se proprio vogliamo chiamarlo regime, fu un regime di polizia, di una polizia molto più dura di quella fascista, ma un totalitarismo no. Ecco perché, quando sentì avvicinarsi il momento della fine, Franco poté liquidare il franchismo con relativa facilità: perché di totalitario non aveva altro che le galere. Però bisogna anche riconoscere che questo soldataccio squallido e ottuso (sul piano umano era repellente), il ritorno al regime democratico seppe compierlo da maestro, facendosi consegnare dal pretendente al trono, Don Juan, ch'egli considerava (non a torto) poco affidabile, il figlio Juan Carlos per prepararlo – operazione riuscitissima – ai suoi compiti di Re, e mettendogli accanto un uomo di primissimo ordine come Suarez. ([https://web.archive.org/web/20130331034046/http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/24/differenza_fra_regimi_totalitari_dittature_co_0_991024459.shtml 24 ottobre 1999])
*La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi. (2 gennaio 2000)
*Non conosco Haider, e quindi nemmeno i fondamenti della sua ideologia, ammesso che ne abbia una. A occhio e croce, più che un nazista, mi sembra un qualunquista che interpreta, o cerca d'interpretare i sentimenti e i risentimenti di una pubblica opinione di livello bossiano, scontenta di tante cose, e a cui l'Austria attuale va stretta. [...] Non so se anche Haider – ripeto: non lo conosco – sia un omuncolo. Ma penso che l'Europa, ponendo il veto a un suo eventuale governo, costringerà gli austriaci ad affidargliene l'incarico, come avvenne per Waldheim. Io al pericolo di un rigurgito nazista non ci credo. Come ho letto in un articolo (mi pare di Enzo Bettiza, ma potrei sbagliarmi) penso che Jorg Haider somigli più a un Poujade che a un Le Pen, cioè più a una miscela di [[Umberto Bossi|Bossi]] e di Giannini che a un [[Pino Rauti]]. Ciò che mi allarma è l'incapacità dell'Europa a riflettere sulle sue proprie esperienze a trarne qualche insegnamento. Questo, sì, mi fa paura. (3 febbraio 2000)
*Li conosco e riconosco, quei regimi {{NDR|di dittatura e di censura}}. Ne avverto il passo anche di lontano, e convengo che in Italia il pericolo di vederne arrivare qualcuno c'è. Ma sa quando si realizzerà? L'anno venturo, dopo la vittoria – che io do per certa – del Polo alle Politiche. Vedrà. La prima cosa che farà Berlusconi, come la fece nel '94, sarà di spazzare via l'attuale dirigenza Rai per omologarne le tre Reti a quelle sue. (26 febbraio 2000)
*Una Giustizia che per istruire un processo impiega sei o sette anni e poi non riesce a chiuderlo con una sentenza che non si presti a rimetterlo, con qualche marchingegno, in gioco, è un meccanismo di cui bisogna assolutamente rivedere e rifare gl'ingranaggi: «Giustizia ritardata – dice [[Montesquieu]] – è Giustizia negata». ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-06-07/01.spm 7 giugno 2000])
*Il [[revisionismo]] è la materia prima della storiografia che, senza di esso, sarebbe una disciplina morta. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-06-16/01.spm 16 giugno 2000])
*Il mio giudizio su [[Baltasar Garzón|Garzón]] resta quello di prima, solo un po' rinforzato: un garzoncello smanioso soltanto di leggere il proprio nome sulle prime pagine di tutti i giornali e di vedere la propria effigie sugli schermi televisivi di tutto il mondo: il che rafforza la mia ipotesi che si tratti di un italiano nato per sbaglio in Spagna. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-06-30/01.spm 30 giugno 2000])
*La pena di morte americana esiste e resiste in America perché fu un elemento base e costitutivo della sua nascita e sviluppo. Dei famosi 102 «Padri Pellegrini» che per primi sbarcarono dal «Mayflower» in quel Continente non per saccheggiare le ricchezze come facevano spagnoli e portoghesi in Messico e nell'America del Sud, ma per costruirvi una società nuova e libera, circa i due terzi erano avanzi di galera che fuggivano la Giustizia e le prigioni dell'Europa, e un terzo erano uomini che cercavano la libertà, e soprattutto quella religiosa. I primi avevano in tasca la pistola, i secondi la Bibbia, ma nella sua versione calvinista quella del taglione, basata sulla concezione di un Dio giustiziere che esige la morte di chi senza giusto motivo la dà. (9 luglio 2000)
*A Rimini, cioè in casa propria (ma anche nostra, almeno per il momento), questi signorini {{NDR|di [[Comunione e Liberazione]]}} non hanno fatto altro che fischiare tutto ciò che è italiano, acclamare al nuovo beato [[Pio IX]], il Papa-Re che pretendeva di impedire il processo di unificazione nazionale, ed esaltare come i veri eroi del risorgimento i Borboni e i briganti del Cardinale Ruffo. A lei, tutto questo va bene? A me, dà il vomito. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-09-13/02.spm 13 settembre 2000]).
*Il mio parere è rimasto quello che espressi sul mio ''Giornale'' l'indomani del fattaccio {{NDR|l'agguato di via Fani}}. «Se lo Stato, piegandosi al ricatto, tratta con la violenza che ha già lasciato sul selciato i cinque cadaveri della scorta, in tal modo riconoscendo il crimine come suo legittimo interlocutore, non ha più ragione, come Stato, di esistere». Questa fu la posizione che prendemmo sin dal primo giorno e che per fortuna trovò in Parlamento due patroni risoluti (il Pci di [[Enrico Berlinguer|Berlinguer]] e il Pri di [[Ugo La Malfa|La Malfa]]) e uno riluttante fra lacrime e singhiozzi (la Dc del moroteo [[Benigno Zaccagnini|Zaccagnini]]). Fu questa la «trama» che condusse al tentennante «no» dello Stato, alla conseguente morte di Moro, ma poco dopo anche alla resa delle Brigate rosse. Delle chiacchiere e sospetti che vi sono stati ricamati intorno, e che ogni tanto tuttora affiorano, non è stato mai portato uno straccio di prova, e sono soltanto il frutto del mammismo piagnone di questo popolo imbelle, incapace perfino di concepire che uno Stato possa reagire, a chi ne offende la legge, da Stato. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-09-22/03.spm 22 settembre 2000])
*La Serbia ha perduto la guerra e ha vinto la pace: ora deve voltar pagina. Sarà la storia – un giudice non imparziale, ma efficace – a decidere cos'è stato giusto e cos'è stato sbagliato. Tuttavia, una ritorsione serba verso l'Occidente avverrà. E ci troverà disarmati. Sa di cosa parlo? Delle rivendicazioni sul Kosovo, che è amministrato dalla Nazioni Unite ma è ancora Jugoslavia (lo dice la risoluzione dell'Onu). I serbi chiederanno di tornare a controllarne le frontiere, per esempio. E dire no a un Kostunica buono è più difficile che dire sì a un Milosevic cattivo. Gli albanesi del Kosovo, sono certo, lo hanno già capito. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-10-08/01.spm 8 ottobre 2000])
*È un dimenticato, [[Ugo Ojetti|Ojetti]], come in questo Paese lo sono quasi tutti coloro che valgono. Se io dirigessi una scuola di giornalismo, renderei obbligatori per i miei allievi i testi di tre Maestri: [[Luigi Barzini (1908-1984)|Barzini]], per il grande reportage; [[Benito Mussolini|Mussolini]] (non trasalire!), quello dell'''Avanti!'' e del primo ''Popolo d'Italia'', per l'editoriale politico; e Ojetti, per il ritratto e l'articolo di arte e di cultura. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-11-13/01.spm 13 novembre 2000])
*In Italia fu il potere temporale a soffocare negl'italiani la voce della coscienza e a spegnere in loro ogni senso di responsabilità. Ma fu la Controriforma a fornire al prete le armi per accaparrarsi l'una e l'altra: il Sant'Uffizio, le scomuniche e, nei casi estremi, il patibolo. Con questo risultato: l'aborto del «cittadino» e la trasformazione di quello che avrebbe dovuto e potuto diventare un «popolo» in un gregge (come con inconsapevole spudoratezza i preti lo chiamano), e in un gregge di pecore indisciplinate che credono di affermare il loro ribelle individualismo non rispettando il semaforo rosso. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/00-11-20/01.spm 20 novembre 2000])
*{{NDR|Su [[Slobodan Milošević]]}} Oltre che un despota, lo ritengo anche un satrapo della razza dei [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]], avido non solo di potere, ma anche di denaro, e credo che la sorte che si merita sia un bel plotone di esecuzione. Purché composto da serbi, al comando di un serbo, e in esecuzione di una sentenza emessa da un tribunale serbo e motivata non tanto da generici crimini contro l'umanità, che sono sempre – salvo casi di monumenti all'orrore come l'[[Olocausto]] – oggetto di discussione e dissensi; ma dal più grande e imperdonabile delitto di cui Milosevic si è macchiato nei confronti non soltanto dei serbi: la distruzione della Nazione Jugoslava, che la Monarchia serba aveva fondato dopo la prima guerra mondiale; che il croato [[Josip Broz Tito|Tito]] aveva difeso coi denti e restaurato dopo la seconda, dando alla Balcania un esempio e un puntello di stabilità; e che Milosevic e il suo compare croato [[Franjo Tuđman|Tudjman]] distrussero per poter restare ciascuno padrone in casa sua; e sulle cui macerie si scatenarono tutte le violenze (Bosnia, [[Kosovo]]) che hanno insanguinato e continuano a insanguinare quel povero Paese.<ref>Da ''[http://www.corriere.it/solferino/montanelli/01-04-29/01.spm Chi deve processare Milosevic?]''.</ref> (29 aprile 2001)
*Questo mondo materialista, edonista ed esibizionista non entusiasma neanche me; e, visto che mi legge, dovrebbe saperlo. Ma vorrei conoscere il sistema che voi avete in mente, e non avete il coraggio, o la capacità, di proporre. Un mondo francescano? Bello: ma guardatevi intorno, e ditemi se vedete un saio. Un comunismo riveduto e corretto? Farebbe la fine dell'altro, anche se non riuscirà a ripeterne i disastri. Mi creda, G.: l'unico sistema sociale ed economico oggi accettabile, in Occidente, è quello basato sul mercato: un capitalismo controllato e temperato, per intenderci. È auspicabile che sia anche corretto: e questo non sempre accade, è vero. Il guaio è che il capitalismo è fatto dai capitalisti – e quelli, devo ammettere, sono spesso difficili da digerire. Non cerchi di confondermi le idee, quindi. Non ci riuscirà. Probabilmente ho tre volte i suoi anni, e ho visto dove conducono queste generiche tirate contro «le multinazionali»: prima o poi, qualcuno deporrà la spranga e prenderà la pistola. Dimenticavo: io firmo le mie opinioni, lei tira il sasso e nasconde la mano. Tutti coraggiosi così, voi ragazzi di Seattle? ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/01-06-09/01.spm 9 giugno 2001])
*Non erano, le mie, parole di circostanza. Erano – e rimangono – quelle di un conservatore abbastanza spassionato e nutrito di Storia da capire che non c'è, per la conservazione di ciò che va conservato, nemico più mortale dei conservatori che vogliono conservare tutto; e che un sistema capitalistico senza un correttivo socialista diventa una jungla che conduce pari pari a [[Karl Marx|Carlo Marx]]. Di qui il mio amore per uno dei personaggi meno amabili, sul piano umano, della nostra Storia, [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], che sempre cercò l'accordo con [[Filippo Turati|Turati]], a cui il cretinume massimalista – che nel vostro partito ha sempre dominato – lo impedì. Il vedervi – sbriciolati in gruppi, gruppetti e gruppuscoli – annaspare nell'attuale centro-sinistra in cui nessuno riesce a recitare la parte di se stesso, fa male al cuore di un vecchio autentico liberal-conservatore come me. Cosa aspettate, caro Tamburrano, a ridarci il socialismo, ma che sia quello e quello solo: ''il'' socialismo di Turati e di Massarenti? [...] Credo che come forza politica siate abbastanza mal messi. Ma in compenso avete in mano una grande bandiera che prima o poi un esercito la ritroverà. Arrivederci, al primo settembre, cari lettori. ([http://www.corriere.it/solferino/montanelli/01-07-04/01.spm?refresh_ce-cp 4 luglio 2001])
===''il Giornale''===
<!--ordine cronologico-->
*Chi sarà il nostro lettore noi non lo sappiamo perché non siamo un giornale di parte, e tanto meno di partito, e nemmeno di classi o di ceti. In compenso, sappiamo benissimo chi non lo sarà. Non lo sarà chi dal giornale vuole soltanto la «sensazione» [...] Non lo sarà chi crede che un gol di Riva sia più importante di una crisi di governo. E infine non lo sarà chi concepisce il giornale come una fonte inesauribile di scandali fine a se stessi. Di scandali purtroppo la vita del nostro Paese è gremita, e noi non mancheremo di denunciarli con quella franchezza di cui crediamo che i nostri nomi bastino a fornire garanzia. Ma non lo faremo per metterci al rimorchio di quella insensata e cupa frenesia di dissoluzione in cui si sfoga un certo qualunquismo, non importa se di destra o di sinistra. [...] Vogliamo creare, o ricreare un certo costume giornalistico di serietà e di rigore. E soprattutto aspiriamo al grande onore di venire riconosciuti come il volto e la voce di quell'Italia laboriosa e produttiva che non è soltanto Milano e la Lombardia, ma che in Milano e nella Lombardia ha la sua roccaforte e la sua guida. [...] A questo lettore non abbiamo «messaggi» da lanciare. Una cosa sola vogliamo dirgli: questo giornale non ha padroni perché nemmeno noi lo siamo. Tu solo, lettore, puoi esserlo, se lo vuoi. Noi te l'offriamo. (25 giugno 1974)
*Checché ne dicano gli agiografi della Resistenza, la guerra l'abbiamo persa, e c'è un conto da pagare. Che l'Italia lo saldi a spese dei suoi figli minori – i Dalmati e gli Istriani – è un ghigno del destino. Ma in compenso può considerarsi miracolata. Quando si pensa a cosa ha pagato la sua sconfitta la Germania, amputata d'intere province e dimezzata in due nazioni diverse e ostili, e quando si pensa a cosa ha pagato l'Inghilterra, precipitata dalla condizione di massimo impero mondiale a quella di piccola isola alla periferia d'Europa; non possiamo lamentarci del trattamento che gli alleati ci fecero. (30 settembre 1975)
*Siamo stati accusati di aver fatto, nei confronti dei comunisti, il processo alle intenzioni. Non vediamo su cos'altro avremmo dovuto giudicarli, visto che sono sempre rimasti all'opposizione, ed è di lì che ancora si affannano a dire che cosa si propongono di fare se andassero al potere, anzi quando andranno al potere (perché ormai lo danno per scontato). E cosa sono, queste, se non intenzioni? (19 giugno 1976)
*Che cerchino di eliminarmi perché sono un avversario, questo lo posso anche capire; ma perché – a quanto mi riferiscono – hanno detto che io sono un servo delle [[Multinazionale|multinazionali]], allora questo sta a dimostrare la confusione di idee di questi poveretti che, evidentemente, non sanno cosa sono le multinazionali. (3 giugno 1977)
*I giuochi sono fatti. E sono fatti non soltanto per [[Aldo Moro|Moro]], cui va tutta la nostra più fraterna e rispettiva pietà. Sono fatti anche per una politica da ''belle époque'', che la distruzione – fisica o morale – di Moro chiude e conclude. La Storia sta riprendendo i suoi connotati di tragedia, e costringe coloro che la fanno, o ambiscono o s'illudono di farla, ad adeguarsi al repertorio. Stiamo entrando in una di quelle «età di ferro» in cui il potere si paga, o si può pagarlo col ferro. Nessuno è obbligato a sfidare questo rischio. Chi lo fa, sappia che oggi è toccato a Moro, domani può toccare a lui. Solo se si rende conto di questo e lo accetta, la classe politica troverà la forza di archiviare il caso Moro. Ed è tempo che lo faccia. (7 maggio 1978)
*Quattr'anni e mezzo orsono, quando questo giornale nacque, un «ragazzo del '68» (con tante scuse a quelli veri, del '99), [[Mario Capanna]], oggi gerarchetto regionale (che belle carriere, questi rivoluzionari!), dichiarò che, come nemici del «pubblico» e del «sociale» e come assertori del «privato», e quindi della reazione, noi saremmo diventati il più bel museo della città, dove babbi e mamme avrebbero potuto condurre in gita ricreativa i loro figlioletti per mostrargli, dal vivo, com'erano buffi i loro nonni e bisnonni: noi. Bene. Se il vento seguita a soffiare come soffia, saremo noi che di qui a un po' condurremo i nostri figlioletti dal signor Capanna per mostrargli com'erano buffi i loro nonni e bisnonni di dieci anni fa. Ma non lo faremo. Lo spettacolo di questi ragazzi-prodigio abortiti, di questi barricadieri con pancia e cellulite che credevano di camminare con la Storia, e invece camminavano solo con la moda, non ha nulla di edificante. (16 gennaio 1979)
*In una sua memorabile inchiesta un giornalista d'incrollabile fede sinistrorsa, ma di esemplare onestà, [[Giampaolo Pansa]], mise benissimo in luce questo contrasto fra i due atteggiamenti e mentalità, che ieri ha trovato una eloquente conferma nella manifestazione di Torino. Niente chiasso, niente sceneggiate, niente slogans, niente insomma che appartenga al repertorio del buffonismo nazionale. Nessuno ha rotto le righe per andare a rovesciare auto o a fracassar vetrine. Questa, sì, era Danzica, sia pure senza Madonne; non i picchettaggi e i pestaggi di Mirafiori, sia pure con le Madonne. Ora sappiamo già cosa diranno gli altri, oggi e domani. Diranno che gli operai non c'erano. Infatti. Doveva trattarsi di quarantamila presidenti, consiglieri delegati, ingegneri: insomma, la solita «[[maggioranza silenziosa]]»: termine che soltanto nella lingua italiana ha significato spregiativo. La maggioranza silenziosa esiste in tutti i Paesi del mondo, dove nessuno si vergogna di appartenervi perché è essa, in definitiva, che ristabilisce gli equilibri. Fu la maggioranza silenziosa – autoqualificatasi come tale – di seicentomila parigini che dodici anni fa pose fine al carnevale sessantottesco, riportò [[Charles de Gaulle|De Gaulle]] all'Eliseo e restituì alla Francia la stabilità di cui tuttora essa gode. [...] Il motivo vero che farà i dimostranti bersaglio delle peggiori critiche e accuse è ch'essi rappresentano la rivolta delle persone serie contro gli arruffoni della «conflittualità permanente», dei «modelli di sviluppo» e via baggianando. E in questo Paese nulla fa più paura, perché nulla è più rivoluzionario, della serietà. (15 ottobre 1980)
*Per i falchi del Pci, [[Enrico Berlinguer|Berlinguer]] era ormai un personaggio scomodo e pericoloso, specie da quando aveva cominciato ad allentare gli ormeggi che lo legavano a Mosca. Gli era perfino scappato di dire (a [[Giampaolo Pansa|Pansa]]) che voleva per l'Italia un regime comunista, ma sotto l'ombrello della Nato che la tenesse al riparo dalle soperchierie del padrone sovietico: la più grave e blasfema di tutte le eresie in cui un capo comunista possa incorrere. (12 giugno 1984)
*Se fino a che punto i piduisti – a parte il manipolatore Gelli, e forse qualche altro – fossero un branco di delinquenti golpisti, non siamo riusciti a capirlo. Abbiamo capito soltanto che gran parte di essi occupavano, forse grazie alla P2, posizioni di rilievo, e quindi parecchio ambite, ma ambite anche da molte persone che, per il fatto di non appartenere alla P2, avevano ora, grazie anch'esse alla P2, la possibilità di occuparle. Di fatti accertati e meno ancora di crimini provati, siamo andati invano alla ricerca delle 34.847 pagine della commissione. Vi abbiamo trovato soltanto ipotesi, illazioni, accostamenti di nomi e di episodi. Tutta roba che in mano a Le Carré poteva fruttare chissà quali affascinanti trame. In mano alla signorina [[Tina Anselmi|Anselmi]], resta cicaleccio di portineria. Ma questa è un'altra storia. (19 marzo 1985)
*Tutto pensavo che potesse capitarmi, fuorché di essere un giorno tentato di spendere qualche parola, per poco che valga, in difesa di Togliatti. [...] Un processo a Togliatti per stalinismo, se glielo intentano i socialisti, che nell'era dello Stalinismo gli fecero da mosca cocchiera, è una burletta. Se lo intentano i comunisti – come sembra che qualcuno di loro voglia fare –, oltre che oltraggio al pudore, diventa quiescenza alla voce del nuovo padrone, cioè stalinismo della più brutt'acqua, anzi una parodia dello Stalinismo. Per la caccia alle streghe, anche dello Stalinismo, ci vogliono degli stalinisti doc, qual era Togliatti. Non è roba da dilettanti, quali sono i suoi pallidi epigoni. (3 marzo 1988)
*La fine del Muro è una cosa buona, la fine di una vergogna: non possiamo che salutarla con soddisfazione. Ma guardiamoci dal prendere abbaglio sui suoi moventi. Ulbricht concepì e Honecker realizzò il muro per impedire che i tedeschi dell'Est fuggissero in massa nella Germania dell'Ovest: già 9 (diconsi nove) milioni lo avevano fatto fin allora. E il rimedio fu, come tutti quelli che escogitano nei regimi totalitari, drastico e semplicistico: murare viva la gente dietro una colata di cemento, senza pertugi. [...] Abbiamo in uggia le astrazioni. Ma ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andarsene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il [[Muro di Berlino]] era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affloscia e sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di [[Adolf Hitler|Hitler]] (anche questo pare impossibile: ma i regimi in Germania muoiono nei bunker), il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto. (11 novembre 1989)
*Negli anni Trenta, per le strade di Berlino, risuonava il grido: ''ein Volk, ein Reich, ein Führer'': un popolo, uno Stato, un capo. Stavolta si sono contentati di scandire ''ein Volk, ein Reich''. Non potevano aggiungere, checché ne dica il sig. Ridley, ''ein Kohl'', che fra l'altro significa «cavolo». Ma {{NDR|ai tedeschi}} per diventare i padroni dell'Europa anche un cavolo gli basta. (3 ottobre 1990)
*Abbiamo fatto poco: il poco che il Paese dei [[Roberto Formigoni|Formigoni]], dei Cristofori, degli Sbardella, dei [[Ernesto Balducci|Balducci]], dei [[Antonio Bello|vescovi di Molfetta]] poteva fare. Non lamentiamoci se il posto che ci verrà assegnato nel ristabilimento dell'ordine internazionale sarà nell'anticamera, non nella camera dei bottoni. Però sia chiara una cosa: che a gridare «Viva la pace!» siamo qualificati oggi soltanto noi che abbiamo auspicato la guerra contro chi la pace l'aveva turbata e, se lo si lasciava fare (non è un ipotesi, è una constatazione), avrebbe continuato a turbarla in un crescendo di colpi e di aggressioni. (1º marzo 1991)
*I voti dei democristiani novaresi non sono andati al partito; sono andati a [[Oscar Luigi Scalfaro|Scalfaro]], democristiano talmente anomalo, che si permette persino di credere in Dio. [...] Il vecchio magistrato conosce il suo mestiere, e sa benissimo di operare in un Paese in cui la mamma dei Casson è sempre incinta. In nome della Legge, le leggi le farà funzionare. Insomma siamo sicuri che starà in Quirinale come un italiano deve starci: da straniero. Unico pericolo: le prediche. Anche [[Luigi Einaudi|Einaudi]] le faceva. Ma le chiamava «inutili». (26 maggio 1992)
*Da dove siano venuti tutti i «no» non lo sapremo mai con precisione, ma una cosa è certa. Questo è il colpo di grazia al sistema dei partiti e della classe politica che lo rappresenta, e un colpo durissimo all'immagine del Paese pronto a fare pulizia che l'Italia si stava faticosamente costruendo all'estero. Senza giovare nemmeno a [[Bettino Craxi|Craxi]], che non potrà certo ricostruire la sua carriera sulla votazione di ieri, anzi. Se c'è ancora qualcuno che dubita sulla necessità di un pubblico processo, non solo a lui, ma a tutta la corte di faccendieri che lo circondava, alzi la mano, o meglio nasconda la faccia. (30 aprile 1993)
*Questo è l'ultimo articolo che compare a mia firma sul giornale da me fondato e diretto per vent'anni. Per vent'anni esso è stato – i miei compagni di lavoro possono testimoniarlo – la mia passione, il mio orgoglio, il mio tormento, la mia vita. Ma ciò che provo a lasciarlo riguarda solo me: i toni patetici non sono nelle mie corde e nulla mi riesce più insopportabile del piagnisteo. [...] A presto dunque, cari lettori. Anche a costo di ridurlo, per i primi numeri, a poche pagine, riavrete il nostro e vostro giornale. Si chiamerà ''La Voce''. In ricordo non di quella di [[Frank Sinatra|Sinatra]]. Ma di quella del mio vecchio maestro – maestro soprattutto di libertà e indipendenza – [[Giuseppe Prezzolini|Prezzolini]]. (12 gennaio 1994)
{{Int|''Rituale barbarico''|Articolo su ''il Giornale nuovo'', 10 maggio 1978.|h=4}}
*La fine di [[Aldo Moro]] ci rende sgomenti, il fanatismo di chi lo ha ucciso lentamente, togliendogli la speranza prima di toglierli la vita, ci riempie di orrore. Speriamo ancora che la tracotanza dei criminali sia un giorno punita. L'importante, adesso, è che il Paese, proprio per rendere omaggio a Moro, e proprio in memoria di lui, sappia trarre da questa tragedia l'amara lezione che essa comporta. La democrazia non deve, anzi non può essere debole. La libertà, che la rende superiore a qualsiasi altro regime, ma anche più vulnerabile, non va conclusa con la indulgenza verso i nemici, la imprevidenza, la leggerezza.
*Lo Stato italiano ha superato con onore questa prova difficile, ma la magistratura e gli organi di polizia hanno denunciato, nella loro azione, una desolante inefficienza, che ha permesso alle brigate rosse di operare con irridente spavalderia. Ne va data colpa non tanto alle forze dell'ordine quanto a chi ha voluto, per demagogia, per compiacere le sinistre, per acquistare facile popolarità, smobilitare i servizi segreti, rimuovere i funzionari più ligi al dovere, trasformare le carceri in alloggi con libera uscita quotidiana. Gli eversori della democrazia, i contestatori della legalità hanno potuto predicare e demolire senza ostacoli. Ci auguriamo di non vederli ora associati ipocritamente al compianto per un delitto del quale sono, ideologicamente se non materialmente, corresponsabili. Le loro non erano soltanto parole. Un giovane sfracellato da un ordigno sulla ferrovia Trapani-Palermo – l'episodio è di ieri – apparteneva a Democrazia proletaria. I banditi che hanno assalito a Bologna un grande magazzino venivano dal Movimento studentesco. È inutile che questi gruppi ostentino adesso costernazione e stupore per le belluine imprese delle brigate rosse. Il terrorismo è figlio loro.
*All'annuncio della fine di Aldo Moro i sindacati si sono mossi, hanno indetto manifestazioni e proclamato uno sciopero generale. Siamo certi della loro profonda esecrazione, e della loro sincera partecipazione al cordoglio nazionale. Pensiamo tuttavia che i lavoratori e i loro rappresentanti darebbero un apporto più costruttivo alla lotta contro i terroristi tenendo d'occhio gli estremisti delle fabbriche, troppe volte protetti e difesi. Così pure gli studenti «impegnati», se proprio vogliono dissociarsi dalle brigate rosse, devono estromettere dalle loro file gli agitatori deliranti, e dinamitardi che nascondono bottiglie molotov e armi negli scantinati delle facoltà. Chi ha chiuso gli occhi di fronte alla ''escalation'' di violenza degli anni scorsi, li chiuda oggi per non lasciar scorrere lagrime di coccodrillo.
{{Int|''Poveri morti poveri vivi''|Articolo su ''il Giornale'', 31 maggio 1985.|h=4}}
*L'[[Inghilterra]] non sono i forsennati che abbiamo visto all'opera nello stadio di Bruxelles. L'Inghilterra sono la [[Margaret Thatcher|Thatcher]], i politici, i commentatori di stampa, radio e televisione, la gente intervistata per strada, che hanno confessato la loro vergogna a una voce, con una sola stecca: quella del ministro dello Sport che con le sue dichiarazioni si è messo sullo stesso piano degl'imbestialiti. Comunque, Dio ci guardi ora dai soliti sproloqui e dibattiti dei sociologi sui motivi di «tifo» e sui mezzi d'impedirne gli eccessi. Non ce ne sono, se non nel controllo che ognuno può e deve esercitare su di sé.
*La strega non è il «tifo» che dallo sport è inseparabile. E non siamo nemmeno noi, come vogliono i cantautori del «siamo tutti colpevoli» che ieri giornali e radio hanno intitolato. Perché, se di qualcosa siamo colpevoli, è di aver sempre secondato la corruttrice e demagogica tendenza a scaricare l'individuo di ogni responsabilità, rigettandola regolarmente e interamente sulla società. È la società che ci obbliga a rubare, è la società che ci obbliga ad uccidere. E si capisce che quando si offrono alla gente di questi alibi, c'è sempre qualcuno che ne approfitta. Stamane leggevo su un giornale francese un dotto articolo in cui si spiegava che la furia dei tifosi del [[Liverpool Football Club|Liverpool]] era dovuta al fatto che, essendo quasi tutti minatori, per un anno erano rimasti senza lavoro a causa dello sciopero: il che gli aveva fatto accumulare la rabbia che poi era scoppiata a Bruxelles. Insomma, senza dirlo, l'articolo induceva alla conclusione che il vero responsabile del massacro era la signora Thatcher. Ecco in che senso siamo tutti colpevoli. Siamo colpevoli di assolvere tutti come vittime innocenti di una società iniqua che, a furia di essere tutti noi, non è nessuno. È un giuoco a cui non ci stiamo. I responsabili di Bruxelles sappiamo chi sono: sono i delinquenti che abbiamo visto avventarsi, prima che la partita cominciasse, e quindi senza alcuna provocazione, contro i tifosi italiani con sbarre e coltelli di cui erano accorsi armati, con l'evidente intenzione di farne l'uso che ne hanno fatto. Delinquenti, non vittime. La società non c'entra, non c'entrano le miniere. Casomai l'alcol. Ma ne avevano ingerito per delinquere meglio. Speriamo che la polizia li identifichi e li consegni a quella inglese. Della quale possiamo fidarci.
{{Int|''I rieccoli''|Articolo su ''il Giornale'', 20 gennaio 1990.|h=4}}
*Scorrendo le cronache delle agitazioni studentesche di questi giorni avevo avuto per un momento l'impressione, o l'illusione, che esse si fondassero sui problemi concreti dell'università, e che fossero qualcosa di diverso, e di migliore della grottesca ubriacatura sessantottina. Ma quando giovedì sera, nella trasmissione televisiva ''Samarcanda'', è stato lanciato contro [[Mario Cervi]] il rituale e vile epiteto «fascista!» (e questo solo perché aveva mosso obiezioni agli sproloqui assembleari di Roma e di Palermo), ho capito che vent'anni dopo è come vent'anni prima. La protesta è un pretesto, il legittimo scontento diventa arma politica, gli appelli al dialogo si risolvono in volontà di sopraffazione, di discussione su ciò che nell'università deve essere cambiato sfocia in un attacco globale al governo, alla società, al sistema. L'unica connotazione sessantottina che ancora manca è la violenza fisica. Ma temo che non tarderà ad arrivare se chi dissente è bollato come fascista e chi governa (è capitato ad [[Giulio Andreotti|Andreotti]], a Palermo) come mafioso.
*Quanto alla legge Ruberti, Cervi ha osservato che viene presa di mira perché consentirebbe un limitato ingresso dei privati nella gestione delle università: e al solo sentir parlare di «privato» – che le folle e i giovani dell'Est chiedono con slancio entusiastico – gli epigoni nostrani del [[marxismo-leninismo]] sono presi da convulsioni. [...] La legge Ruberti è passata in sott'ordine, il punto centrale del dibattito – o piuttosto della successione di sproloqui, intimazioni e insulti – è diventato il degrado di questa povera Italia privatizzata, che invece conoscerebbe fulgidi destini se fosse tutta pubblica e stabilizzata. Gli ''slogans'', le utopie, le bugie e le dissennatezze sessantottine o settantasettine riemergevano dalle pagine dei libri e dalla polvere degli archivi, per imitazione o per transfert generazionale.
*Tirava aria romena o cecoslovacca in quelle assemblee: ma della Romania e della Cecoslovacchia di [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]] e di Husak, con l'idolatria dello Stato, con gli applausi unanimi, con la riduzione al silenzio degli oppositori. S'è sentito, a proposito sempre di Cervi, il sinistro termine «provocazione» con cui tutti gli oppressori legittimano i loro soprusi. Qualcuno di quei ragazzi pretende che esistano parentele tra questo movimento e quelli dell'Est, dimenticando che là ci si batte, a rischio della pelle, per instaurare non il regime dello statalismo, ma al contrario per abbatterlo e introdurre o reintrodurre quello di iniziativa privata in tutti i campi, compreso quello della cultura e della scuola. Che siano diventati, gli studenti di Berlino, di Praga, di Bucarest, fascisti anche loro?
====''Controcorrente – rubrica''====
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*La cosa che più ci turba, delle nostre sconfitte sportive, è il grande, alluvionale bisticcio che si scatena fra i «tecnici» per giustificarle. Per quella di Stoccarda, che ci ha eliminato dal campionato del mondo, ne avremo – temiamo – per tutta l'estate: se ne parlerà più che di Caporetto. Noi tecnici non siamo, ma abbiamo la nostra idea. È questa: che non si possono mandare dei polli di batteria a competere con quelli ruspanti. Resta da capire perché noialtri non sappiamo allevare che polli di batteria. Ma ci sembra che questo sia sufficientemente spiegato da un piccolo episodio occorso a Roma, dove un gruppo di tifosi ha creduto di «vendicare» i suoi campioni (si fa per dire) assalendo con pomodori e uova l'ambasciata di Polonia. Ecco. Per un paese in cui la «sana passione sportiva» si effonde in simili manifestazioni, quegli undici mammozzi dalle gambe molli sono fin troppo, e fin troppo misericordiose le disfatte che subiscono. (25 giugno 1974)
*Noi, di [[Fascismo|fascismi]] ne conosciamo e ne esacriamo uno solo: quello di chi appiccica questa etichetta a qualunque idea o opinione che non corrisponde alle sue. Di questo giuoco, la nostra [[sinistra in Italia|sinistra]] è spesso maestra. Non per nulla lo stesso [[Benito Mussolini|Mussolini]] veniva dai suoi ranghi. (10 luglio 1974)
*In una conferenza stampa a Nuova Delhi, [[Henry Kissinger]] ha dichiarato che verrà a Roma e andrà a pranzo dal presidente Leone, ma non parlerà di politica perché quella italiana è, per lui, troppo difficile da capire. È la prima volta che Kissinger riconosce i limiti della propria intelligenza. Ma vogliamo rassicurarlo. A non capire la politica italiana ci sono anche cinquantacinque milioni di italiani, compresi coloro che la fanno. (31 ottobre 1974)
*[[Dario Fo]], poeta di corte dell'ultrasinistra, flagella nella sua ultima fatica teatrale il senatore [[Amintore Fanfani]], responsabile di ogni nequizia passata, presente e futura. I sarcasmi più grevi hanno però come bersaglio il metraggio del notabile democristiano che, come tutti sanno, non è quello di un granatiere. [[Henri de Toulouse-Lautrec|Toulouse-Lautrec]], che per gli stessi motivi dovette per tutta la vita subire analoghe canzonature, disse una volta, giocando sulla lunghezza del suo doppio casato: «Ho la statura del mio nome». Non sappiamo se questo discorso si possa applicare a Fanfani. Certo, si applica a Fo. (11 giugno 1975)
*[[Winston Churchill|Churchill]] diceva che «i panni dei servizi segreti si possono, anzi si devono lavare più spesso degli altri; ma, a differenza degli altri, non si possono mettere ad asciugare alla finestra». Dello stesso parere era [[Stalin]] che regolarmente, ogni tre o quattro anni, il lavaggio lo praticava facendo accoppare al buio i capi della sua polizia, nel presupposto – probabilmente fondato – che a far quel mestiere non potevano essere che arnesi da forca, e quindi era giusto che ci finissero. Gli [[Stati Uniti d'America|americani]] seguono tutt'altro criterio. Essi hanno trascinato la ''[[Central Intelligence Agency|Cia]]'' in televisione denunciandone ''coram populo'' fatti e misfatti. I suoi capi ne hanno commessi, dicono, di grossi. Ma il più grosso è forse quello di non aver capito che l'America non li paga per svolgere servizi segreti, ma per offrire agli americani il pretesto per vergognarsene. È l'unico popolo che goda più nel pentimento che nel peccato. (28 novembre 1975)
*Non sempre, per redigere questa piccola rubrica, occorre forzare la fantasia. Qualche volta basta lasciare la parola alle agenzie di stampa ufficiali. Eccone un caso. L'agenzia Adn Kronos comunica: «Due giorni di sciopero sono stati dichiarati dai sindacati postelegrafonici milanesi per il 28 gennaio e per il 6 febbraio per protesta contro gli scioperi e i disservizi». (25 gennaio 1976)
*L'Unità ci rimprovera di aver pubblicato il manifesto degl'intellettuali in favore della libertà. E ha ragione. Si tratta infatti di una illecita concorrenza perché finora i manifesti, gli appelli, le «veglie» e tutto il resto sono stati monopolio del Pci, unico partito capace di far cantare la gente in coro. Ma appunto per questo non vediamo di che si preoccupi. Gl'[[intellettuale|intellettuali]] italiani che preferiscono aver ragione da soli piuttosto che torto con gli altri, sono pochi. I più seguono la massima di [[Paul-Jean Toulet|Toulet]]: «Quando i lupi urlano, urla con loro». (1º giugno 1976)
*Ieri [[Mario Melloni|Fortebraccio]], dalle colonne dell'«[[l'Unità|Unità]]», ha invocato per noi, previa qualche iniezione, il ricovero immediato, e a titolo definitivo, in manicomio. La cosa non ci stupisce: sappiamo benissimo che di manicomi e di iniezioni nessuno s'intende più dei comunisti: chi c'è passato giura che ci hanno fatto una mano da maestri. Ci stupisce però che Fortebraccio lo abbia implicitamente – e un po' anzitempo – riconosciuto. Forse gli è scappata. Alla sua età, succede. (10 dicembre 1976)
*Cadendo oggi il trigesimo della scomparsa di Pietro Valdoni, vogliamo rievocare un episodio del grande chirurgo. Come tutti ricorderanno, fu lui ad operare, salvandogli la vita, [[Palmiro Togliatti]], ferito alla testa dalla rivoltella di Pallante. Quando ricevette la parcella, Togliatti la trovò salata, e accompagnò il pagamento con queste parole: «Eccole il saldo, ma è denaro rubato». Valdoni rispose: «Grazie per l'assegno. La provenienza non mi interessa» (23 dicembre 1976)
*«Dio non è un maschio» assicura alle femministe Civiltà Cattolica, l'autorevole rivista dei gesuiti, scusandosi «delle tracce di antifemminismo che ancora sono nella Chiesa». Brutto segno quando i teologi si mettono a discutere di sesso. Fu mentre i bizantini si accapigliavano su quello degli angeli che arrivarono i turchi. (21 giugno 1977)
*Riferiscono le cronache che l'America è in subbuglio per la morte di [[Elvis Presley]]. Oltre centomila persone si sono riversate a Memphis, sua ultima dimora, due donne sono rimaste uccise nella calca che si stringeva intorno alle spoglie del cantante. Il sindaco ha fatto abbrunare le bandiere in tutta la città, il presidente [[Jimmy Carter|Carter]] è stato flagellato di proteste perché non aveva proclamato il lutto nazionale e uno gli ha gridato al microfono: «Noi americani dobbiamo più a Presley che a [[George Washington|Washington]] e a [[Abraham Lincoln|Lincoln]] sommati insieme». Anche noi italiani dobbiamo qualcosa a Presley: una delle rare occasioni in cui preferiamo essere italiani piuttosto che americani. (20 agosto 1977)
*È in corso una iniziativa per l'abolizione, nelle aule scolastiche, della pedana su cui si eleva la cattedra. Il perché lo avrete già capito: l'insegnante deve mettersi, anche materialmente, a livello degli alunni per non lederne la dignità e dimostrare con l'esempio che siamo tutti uguali. Giusto. «La via dell'uguaglianza – dice Rivarol – si percorre solo in discesa: all'altezza dei somari è facilissimo instaurarla». (29 ottobre 1977)
*Fra gli annunci economici di Lotta Continua, ne è comparso uno che dice: «Compero a L. 100.000 una tesi di laurea, anche già presentata, purché tratti un argomento attinente all'[[Inghilterra]], o alla lingua, storia, letteratura inglese. Meglio se con una impostazione femminista». Curioso. Questi grandi [[Rivoluzione|rivoluzionari]], che dicono di battersi per costruire una società nuova di zecca, quando si tratta di lauree, si contentano anche di quelle usate e di seconda mano. (3 marzo 1978)
*Credevamo che l'assassinio di Aldo Moro, così come è stato eseguito, fosse il colmo dell'infamia. Abbiamo dovuto ricrederci. Al comizio di protesta svoltosi in piazza Duomo a Milano subito dopo la macabra scoperta in via Caetani a Roma, un gruppo di ultrà ha gridato: «Moro fascista!». Preferiamo le [[zanne]] delle belve alla [[bava]] degli [[Sciacallo|sciacalli]]. (10 maggio 1978)
*Ecco il nostro telegramma di congratulazioni e auguri a Pertini: «Che Dio le conceda il coraggio, Presidente, di fare le cose che si possono e che si debbono fare; l'umiltà di rinunziare a quelle che si possono ma non si debbono, e a quelle che si debbono ma non si possono fare; e la saggezza di distinguere sempre le une dalle altre». (9 luglio 1978)
*Dall'indagine svolta da uno dei più seri istituti di ricerche demografiche, lo svizzero Scope, risulta che la professione più ammirata e rispettata, nel mondo, è quella dei medici. I giornalisti sono al penultimo posto. Ce ne sentiremmo profondamente avviliti se all'ultimo non vedessimo catalogati gli editori. (29 novembre 1978)
*Prima di partire per Vienna, il presidente {{NDR|degli Stati Uniti}} [[Jimmy Carter|Carter]] ha fatto due dichiarazioni. La prima: «Ci auguriamo che il signor Breznev {{NDR|allora presidente dell'Unione Sovietica e Primo Segretario del PCUS}} abbia per le nostre ragioni la stessa comprensione che noi abbiamo per le sue». La seconda: «Se Ted Kennedy si presenta contro di me alle elezioni presidenziali, gli faccio un c.o così» Il triviale [[Richard Nixon|Nixon]] avrebbe potuto dire le stesse cose, ma certamente ne avrebbe invertito l'ordine di priorità riservando la comprensione a Kennedy ed il c.o a Breznev. La differenza fra i due è tutta qui. (16 giugno 1979)
*Avvicinandosi il 25 dicembre, decine di migliaia di teneri [[abete|abeti]] vengono strappati dai boschi della Penisola per allestire il tradizionale albero di Natale. Ogni anno lo scempio si ripete, tra la generale indifferenza. Soppresso l'Ente protezione animali, figuriamoci se qualcuno ha voglia di proteggere gli alberi. Diciamo la verità: la sola pianta che interessi all'[[italiano medio]] è la pianta stabile. (19 dicembre 1979)
*Nel Manifesto di domenica scorsa tale K.S. Karol faceva considerazioni amare sulla rivoluzione cubana e sui suoi fallimenti: «[[Fidel Castro|Fidél]] – ha ricordato il commentatore, uno dei tanti orfani delle illusioni di sinistra – prometteva ai cubani per il 1965 un tenore di vita pari a quello svedese». Certo Fidél si è sbagliato di grosso; non per cattiva volontà, ma per mancanza di uomini, anzi di un uomo. Sarebbe bastato che anche la Svezia avesse uno suo Castro al potere per ritrovarsi in pochissimi anni con un tenore di vita pari a quello cubano. (15 aprile 1980)
*Riferiscono le cronache che quando è giunta in tribunale la notizia dell'assassinio di Walter Tobagi, il brigatista Corrado Alunni l'ha accolta con una sghignazzata di tripudio. Abbiamo sempre combattuto la pena di morte sul presupposto che l'uomo non ha il diritto di uccidere l'uomo. Il presupposto lo confermiamo. Ciò di cui cominciamo a dubitare è che gli Alunni e quelli come lui siano uomini. Sui cadaveri sghignazzano le jene. (30 maggio 1980)
*A Mirafiori, parlando agli operai della Fiat in sciopero, il sindaco di Torino, Novelli, se l'è presa coi giornalisti e li ha additati all'uditorio come falsari che ricalcano i loro resoconti non sui fatti, ma sulle «veline» distribuite loro dai «padroni». Anche Novelli ha fatto il giornalista in un foglio comunista, e quindi di veline e di padroni è certamente un intenditore. Ma se dopo questa denuncia ci scappa un altro Casalegno, sarà molto gradita la sua assenza ai funerali. (8 ottobre 1980)
*Grandi elogi – dopo il successo del blitz di Trani – alle «teste di cuoio» italiane. La loro azione ha dimostrato quanto poco valesse la strategia della flessione propugnata di alcuni personaggi. Teste anche loro: ma di che? (31 dicembre 1980)
*Fra i tanti slogans che il partito socialista francese ha lanciato in occasione delle elezioni presidenziali per rassicurare i bravi borghesi sottolineando il proprio carattere moderato e riformista, abbiamo letto anche questo: «Il socialismo può fare di chiunque un milionario». Ci crediamo senz'altro. A patto che quel chiunque fosse prima un miliardario. (8 maggio 1981)
*Per gl'italiani, finora, il nome di Gelli era quello dell'autore del più famoso e autorevole codice cavalleresco. Anche oggi rimane legato a un codice. Quello penale. (9 maggio 1981)
*L'elenco degli affiliati alla P2 comprende, dicono, 953 nomi, cui corrispondono i più alti gradi della politica, della magistratura, delle forze armate, della burocrazia, dell'industria, della finanza. Tutti «fratelli». È la riprova che, in questo Paese, guai ai figli unici. (11 maggio 1981)
*Macché pazzo! L'attentatore del Papa deve essere un furbo matricolato. Dichiarandosi seguace di George Habbas e della causa palestinese, ha cercato di procurarsi la solidarietà dei molti, dei moltissimi, che non battono ciglio quando un terrorista cerca di spedire qualcuno all'altro mondo. Purché il terrorista appartenga al terzo. (16 maggio 1981)
*Studiosi cinesi, mettendo a confronto reperti di ominidi dissimili tra loro tanto da far pensare che l'uomo discenda anche da animali diversi dalla [[scimmia]], sono arrivati alla conclusione che i nostri progenitori erano comunque scimmie, ancorché di specie differenti. Ci pare logico. Quale altro animale avrebbe potuto imitare la scimmia che ha dato l'avvio alla razza umana se non un'altra scimmia priva di senso critico? (19 maggio 1981)
*Una nostra redattrice andata per una sua cronaca sul femminismo alla «libreria delle donne» in via Dogana a Milano, è stata accolta da una di loro con queste parole: «Con te non parlo perché sei di un giornale fascista, e anche tu hai la faccia da fascista». La nostra redattrice, che ha ventun anni, probabilmente non sapeva bene cosa fosse il fascismo. Ora lo sa: lo ha imparato in quella libreria. (4 novembre 1981)
*Come previsto, la [[Juventus Football Club|Juventus]] ha conquistato il ventesimo scudetto battendo il Catanzaro. Una vittoria di rigore. (17 maggio 1982)
*Socialisti e comunisti si sono opposti alle sanzioni economiche contro l'Argentina perché, hanno detto, una buona metà degli argentini sono di origine italiana, e molti di loro conservano tutt'ora la nostra nazionalità. Vero. Ma non ci eravamo accorti che queste sinistre spasimassero tanto d'amore per i nostri connazionali di laggiù quando si trattava di riconoscergli il diritto di voto. (22 maggio 1982)
*Se si va avanti di questo passo, la [[guerra delle Falkland]] (o Malvine) finirà quando l'ultimo aereo argentino sarà abbattuto col suo carico di bombe sull'ultima nave inglese. E dire che questa lotta di leoni si svolge per un'isola di Pecore. (27 maggio 1982)
*Tutti abbiamo trepidato ieri, davanti al televisore, per le sorti della squadra azzurra, tutti ci siamo entusiasmati alle sue gesta, tutti abbiamo salutato con orgoglio la sua vittoria. Ma il tipo di patriottismo che questa ha suscitato nelle strade delle nostre città, messe a soqquadro dai tifosi scalmanati che usavano il tricolore a copertura del peggior teppismo, ci ha fatto rimpiangere di non essere nati brasiliani. (6 luglio 1982)
*Mai visto così tanto entusiasmo patriottico, tanti tricolori per le strade come per la finale degli azzurri al Mundial. Nella tomba di Caprera, le ossa di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] fremono di invidia. Per unificare l'Italia «in un solo grido, in una sola passione» gli erano accorsi mille uomini. A [[Enzo Bearzot|Bearzot]] ne sono bastati undici. (12 luglio 1982)
*Gli scrittori [[Mario Soldati]] (Psi) e [[Gianni Brera]] (Psi) sono stati trombati {{NDR|non sono stati eletti}}. Peccato. Il Parlamento era l'unico posto in cui, dovendo parlare per gli altri, forse avrebbero finalmente taciuto. (1º luglio 1983)
*Che [[Bettino Craxi|Craxi]] sia uomo di grandi capacità e ambizioni, lo si sapeva. Che sia anche uomo di grande coraggio, lo si è visto ieri, quando pronunciava alla Camera il suo discorso di replica. Per due volte si è interrotto alla ricerca di un bicchier d'acqua. Per due volte [[Giulio Andreotti|Andreotti]] glielo ha riempito o porto. E per due volte lui lo ha bevuto. (13 agosto 1983)
*Condannato dal tribunale di Reggio Emilia per bestemmie e turpiloquio contro la Chiesa, [[Roberto Benigni]] avrebbe qualche ragione di considerarsi vittima di un'ingiustizia. Proprio il giorno prima la Chiesa riabilitava [[Martin Lutero]], scomunicato ai suoi tempi pressappoco per gli stessi motivi. Come cambia, coi tempi, la sorte degli uomini! È inquietante pensare che Benigni, se fosse vissuto cinquecent'anni fa, sarebbe forse diventato Lutero. Ma addirittura sconvolgente è che Lutero, se fosse nato cinquecent'anni dopo, sarebbe forse diventato Benigni! (8 novembre 1983)
*Il più autorevole giornale americano di economia e finanza, il Wall Street Journal di martedì 10 gennaio, è incorso in un curioso lapsus. Parlando del concordato fra lo Stato italiano e la Santa Sede, scrive che esso «venne firmato nel 1929 da Bettino Mussolini». Chissà, se lo legge, come si arrabbia Benito Craxi. (12 gennaio 1984)
*È comparsa sui giornali la pubblicità di una nuova opera di Fanfani, intitolata «La Dc e la svolta degli anni 80». L'editore avverte che si tratta di un libro formato «tascabile». Dato l'autore, poteva andare diversamente? (16 gennaio 1984)
*È vero: la [[Juventus Football Club|Juventus]], a Basilea, non ha fatto una gran figura. Giocando con più cervello, poteva vincere comodamente 4-0. Ma attenti a non giudicare troppo severamente il Porto. Quello di Genova va molto peggio. (18 maggio 1984)
*Il trentanovenne James Nelson, condannato da un tribunale di Londra a quindici anni per avere ucciso la madre a colpi di mattone, ha sentito, chiuso in cella, la vocazione sacerdotale: si è messo a studiare teologia, e ora sta per diventare prete nella chiesa scozzese. «È mia intenzione – ha dichiarato – contribuire alla edificazione di una nuova società». Si può credergli: i mattoni ha dimostrato di saperli usare. (25 maggio 1984)
*L'agenzia Agi informa, con un drammatico flash, che il ministro [[Giulio Andreotti|Andreotti]], «impegnato in una riunione superistretta con gli altri 15 ministri degli esteri della Nato, perderà la partita [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]-[[Liverpool Football Club|Liverpool]]». È giusto il fatto che faccia notizia: è la prima volta che Andreotti perde qualcosa. (31 maggio 1984)
*Presso la Presidenza del Consiglio, a palazzo Chigi, è stata istituita una commissione di giuristi per la completa parificazione dei diritti fra i due sessi. Finalmente! Era ora che ce la riconoscessero, a noi uomini. (16 ottobre 1984)
*La riforma dei programmi della scuola elementare, cui sta lavorando il Ministro Falcucci, introdurrà nella terza, quarta e quinta classe l'insegnamento di una lingua straniera. Non è specificato quale. Speriamo che si tratti dell'italiano. (21 gennaio 1985)
*Un certo [[Nichi Vendola]], dirigente della Federazione giovanile comunista, ha lanciato l'idea di riconoscere formalmente un «diritto dei bambini ad avere rapporti sessuali tra loro o con gli adulti». Vendola ha detto di aver attinto questa idea all'esperienza di molti padri. A conferma di quanto scrive [[Georges Courteline|Courteline]] nella sua «Filosofia»: «Uno dei più chiari effetti della presenza di un bambino in una casa è di rendere completamente idioti dei genitori che forse, senza di lui, sarebbero stati degl'imbecilli comuni». (26 marzo 1985)
*I tecnici di calcio sono rimasti stupiti dalla prova del [[Real Madrid Club de Fútbol|Real Madrid]] che nella semifinale della coppa Uefa ha letteralmente travolto i modesti giocatori dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]. I madrileni hanno proprio vinto a biglia sciolta. (26 aprile 1985)
*Quando [[Sandro Pertini]] è apparso sul video di Raiuno che trasmetteva la premiazione del concorso ippico di Roma, il cronista ha commentato: «Anche i cavalli, come vedete, sono gentili col Presidente». Era vero. Forse meritano di essere fatti cavalieri. (5 maggio 1985)
*I tifosi rossoneri sono in festa per la notizia che Berlusconi sta per acquistare il loro Milan. Sono convinti che in un battibaleno ne farà una squadra da scudetto, da coppa delle coppe, da tutto, e forse hanno ragione. C'è un solo pericolo: che il neo-presidente voglia fare anche il direttore tecnico, l'allenatore, il massaggiatore, il capitano e il centrattacco. Il che potrebbe andar anche bene. Ma ad una condizione: che possa fare anche l'arbitro. (27 dicembre 1985)
*Rete Quattro e Italia 1 sono state multate per violazione del decreto che proibisce la propaganda al consumo del tabacco. Lo spot incriminato è quello che, parlando del «Camel Trophy», ostentava un pacchetto di sigarette della ditta sponsorizzatrice. Strano Paese, il nostro. Colpisce i venditori di sigarette, ma premia i venditori di fumo. (13 marzo 1986)
*Molti lettori ci chiedono quale missione sta svolgendo l'on. Capanna a Tripoli, quali motivi l'hanno spinto da Gheddafi. Non ne sappiamo granché: non siamo abituati a ficcare il naso nelle altrui questioni di famiglia. (1º giugno 1986)
*Oggi Paolo Pillitteri sarà designato alla successione di Tognoli come sindaco di Milano. Lo dipingono come uomo intelligente, efficace, insomma pieno di qualità. Purtroppo, gli manca quella fondamentale: il celibato. (5 dicembre 1986)
*Finalmente, dopo sette anni di esilio a Gorky, l'impavido Andrei Sacharov è tornato a Mosca. Speriamo che Gorbaciov ci resti. (24 dicembre 1986)
*L'agenzia Ansa riferisce che da un sondaggio operato in Francia su un pubblico internazionale, risulterebbe che il maschio italiano detiene ancora il primato mondiale della seduzione. Speriamo che i giornali non riportino la notizia: gl'italiani sarebbero capaci di crederci. (15 marzo 1987)
*Per la prima volta nella storia della Corte Costituzionale, il nuovo presidente, Francesco Saja, è stato eletto al primo scrutinio. Ma il rivale sconfitto, Ferrari, ha sollevato eccezione accusando il vincitore di averlo battuto grazie a un «compromesso storico» fra elettori democristiani e comunisti, aggravato da un intrallazzo fra siciliani. Vero o falso, dalla Corte al cortile. (5 giugno 1987)
*Ieri tutti i telegiornali ci hanno martellato negli occhi le immagini dei capibastone – Craxi, De Mita, Spadolini, Altissimo ecc. – che infilavano la scheda nell'urna. I loro volti raggiavano di soddisfazione. Erano gli unici elettori matematicamente sicuri di aver dato il voto al candidato ideale. (15 giugno 1987)
*In una scuola di Chattanooga, nel Tennesse (Usa), due sedicenni, approfittando dell'assenza dell'insegnante, si sono baciati e hanno fatto l'amore davanti a una decina di compagni, niente affatto scandalizzati. Dato il lassismo di certe scuole americane, gli esami in cui gli studenti riescono meglio sono proprio queste prove orali. (4 giugno 1988)
*Diciannove persone hanno dichiarato d'aver visto aggirarsi, tra le quinte della Scala, il fantasma di [[Maria Callas]]. Non ci meravigliamo, anche perché migliaia di altri frequentatori del massimo teatro lirico italiano sostengono da tempo di vedere, alla Scala, il fantasma della Scala. (28 giugno 1988)
*Scoprendo le istituzioni britanniche con un secolo e mezzo di ritardo, i comunisti sembrano fermamente intenzionati a formare il loro «shadow Cabinet». Ma onestamente non ne afferriamo la ragione. Non c'è nessun bisogno di un governo ombra per contrastare quest'ombra di governo. (5 maggio 1989)
*Da un sondaggio condotto tra i francesi risulta che il personaggio più noto d'Oltralpe è [[Marcello Mastroianni]], conosciuto dall'83 per cento degli intervistati. Il 97 per cento dei francesi invece confessa di non sapere chi sia [[Ciriaco de Mita|Ciriaco De Mita]]. Quando si dice un Paese fortunato... (20 maggio 1989)
*Gerardo Iglesias, che fu segretario generale del partito comunista spagnolo dall'82 all'88, ha lasciato l'attività politica per riprendere il suo lavoro di minatore di carbone, «l'unico modo in cui posso guadagnarmi degnamente la vita». Alcuni dirigenti del Pci, a quanto risulta, vorrebbero imitarne l'esempio, tornando al vecchio lavoro. Il difficile è trovare chi ne aveva uno. (1º giugno 1990)
*Durante la festosa «notte del mondiale», la polizia romana ha arrestato, nelle vicinanze dello stadio olimpico, 29 borsaioli e scippatori. Il signor [[Edgardo Codesal Méndez|Codesal Mendez]], arbitro della partita [[Nazionale di calcio della Germania|Germania]]-[[Nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]], non figura nell'elenco. (10 luglio 1990)
*Il giudice veneziano Casson ha convocato, per la storia del Gladio, il presidente [[Francesco Cossiga|Cossiga]], e l'Italia leguleia è in subbuglio: la Costituzione, pure, si è dimenticata di precisare se il Capo di Stato può essere chiamato a rispondere, sia pure da testimone, a un qualunque magistrato. Il quale però ha ora la fotografia su tutti i giornali. E tutti possono ammirarla chiedendosi che cosa passa in quella testa, la testa di Casson. (10 novembre 1990)
*Gli studenti italiani manifestano rumorosamente per la [[pace e guerra|pace]] e contro la [[pace e guerra|guerra]]. La guerra, diceva [[Georges Clemenceau|Clemenceau]], è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai militari. Ma anche la pace è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai pacifisti. (20 gennaio 1991)
*Occupandosi – tra tanto Golfo – del Festival di Sanremo il Tg3 ci ha dato, finalmente, ieri sera, una notizia credibile: il livello delle canzoni, ha detto, è destinato a salire. Infatti: sentite le prime è impossibile che scenda. (1º marzo 1991)
*Da un'indagine risulta che il 41,9% degli italiani non considera illecito l'assenteismo dal lavoro e che il 41,3% non considera peccato le infedeltà coniugali. La coincidenza delle due cifre spiega in che modo gli statali impiegano il tempo che dovrebbero dedicare all'ufficio. (3 ottobre 1991)
*A quest'ora [[Ernesto Balducci|Padre Balducci]] è di fronte al Supremo Giudice, nel quale affermava di credere. Almeno a Lui dovrà spiegare non ciò che diceva contro la Chiesa, ma perché lo diceva travestito da frate. (26 aprile 1992)
*Nell'ultima tornata presidenziale è emerso, con un bel pacchetto di 20 voti, Aldo Aniasi. Finalmente. In questo imperversare di tangenti e bustarelle, era ora che qualcuno si ricordasse di lui. (24 maggio 1992)
*Per sfatare le malevole dicerie su certe bestie, il presidente degli «animalisti» italiani ha offerto un premio di 200 milioni a chi potrà dimostrare che i corvi scrivono lettere anonime e che le talpe fanno le spie. È vero: di simili casi non ne conosciamo. Ma di somari che fanno i presidenti, ne conosciamo parecchi. (5 luglio 1992)
*Dopo le invettive e i clamori da cui il presidente del consiglio [[Giuliano Amato|Amato]] è stato accolto in Senato per la sua insensibilità alla crisi morale che investe il Paese, il dibattito sulla medesima si è svolto, a Montecitorio, in un'aula deserta. Sì, una crisi morale, per la nostra classe politica esiste: lo dimostra il vuoto in cui l'ha lasciata cadere. (14 marzo 1993)
*«I socialisti – ha detto l'ex ministro della Difesa Salvo Andò – devono andare tutti nudi verso la meta di un nuovo sistema politico». Come faranno senza le tasche? (24 maggio 1993)
*Il candidato del Psi per le elezioni a sindaco di Roma sarà Niccolò Amato. Assennata scelta. Ex direttore delle carceri, Amato è certamente il più qualificato a rappresentare quel partito. (23 settembre 1993)
*Giovedì sera annuncio a sorpresa di [[Emilio Fede]] nel suo Tg4: «Adesso – ha detto – voglio parlarvi di informazione». C'è sempre una prima volta. (8 gennaio 1994)
*Secondo un sondaggio della Diacron (gruppo Fininvest), l'82 per cento dei lettori del «Giornale» sarebbe schierato con Berlusconi. Vero. Almeno com'è vero che Berlusconi diventerà presidente del Consiglio. (12 gennaio 1994)
====''La parola ai lettori – rubrica''====
*I tennisti italiani hanno disputato la finalissima di Coppa Davis a Praga, e nessuno ha battuto ciglio. Le squadre di calcio italiane frequentano gli stadi dell'Est, a cominciare da quelli russi, e i puristi della democrazia non ci trovano nulla a ridire. Ma per l'[[Uruguay]] – che con i suoi tre milioni di abitanti e la sua posizione geografica non mi pare possa essere considerato una minaccia troppo grave alla libertà dei Paesi democratici – c'è puntuale la protesta. Come se l'Uruguay potesse invadere, espandersi, insidiare, inviare – direttamente o indirettamente – eserciti di mercenari in mezzo mondo, e l'[[Unione Sovietica]] no. Possiamo capire gli intransigenti della democrazia: ma possiamo soltanto disprezzare i farisei che hanno l'indignazione dimezzata. Si calmino Bruno Conti e Pruzzo. Né l'Uruguay, né il suo regime, meritano tante ansie e tanta ostilità. Mosca è più vicina – lo sanno bene i polacchi – e Kabul anche. (31 dicembre 1980)
*Non abbiamo mai «coperto», come si usa dire, questo nostro socio (che ha il 37, non il 36% del Giornale), anche perché non vediamo da cosa dovremmo coprirlo. [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] non è né un politico né un gerarca civile o militare, e non svolge nessuna pubblica funzione incompatibile con l'appartenenza alla massoneria. È un privato imprenditore e cittadino che quando fa una balordaggine (e l'iscrizione alla P2 lo è) la fa a proprio rischio e pericolo. Come lei avrà visto, il suo coinvolgimento nella P2 non ci ha impedito di dire, di Gelli e della sua banda, tutto il male che ne pensiamo. (31 maggio 1981)
*In tutti questi anni che è stato con noi, {{NDR|Silvio Berlusconi}} si è sempre comportato nella maniera più signorile, ed anche in questa circostanza ci ha dato le più ampie garanzie. (14 aprile 1987)
*Nel panorama sudamericano il [[Cile]] è oggi uno di quei paesi economicamente più solidi e con maggior progresso, tanto da meritare gli elogi del Fondo monetario internazionale. Ma la postilla impone a sua volta una precisazione. È più facile fare il risanamento economico monetario in Cile, dove i sindacati sono inesistenti o impotenti, che non in [[Argentina]], dove il sindacato incalza il governo e pretende aumenti salariali il cui ritmo sia adeguato al ritmo dell'inflazione. [...] Pinochet è quello che è. Il suo plebiscito per la Costituzione del 1980 fu indetto in circostanze che gli tolgono ogni valore. E gli inizi del regime militare furono sanguinari. Però il Cile di oggi ha un livello di libertà e di dialettica politica – nonostante Pinochet – che tanti paesi del Terzo mondo vezzeggiati dai nostri democratici dovrebbero invidiargli. Come ha osservato un lettore, né l'Etiopia né lo Zaire né la Siria, né il Nicaragua avrebbero tollerato corrispondenze come quelle che gli inviati della Rai diffondono, in diretta dal Cile. (16 aprile 1987)
*Mai le nostre prese di posizione su problemi e personaggi sono state non dico condizionate, ma influenzate dalle personali amicizie o preferenze di Berlusconi. Per la verità, l'editore chiese una volta a titolo di favore, un «occhio di riguardo» per la sua creatura prediletta. Non la televisione, come i lettori saranno stati forse indotti a pensare, ma il [[Associazione Calcio Milan|Milan]]. Sottoposi questa sommessa istanza alla redazione sportiva. La risposta fu una lettera collettiva di dimissioni. Caso chiuso. Da allora rinuncio a leggere le cronache delle partite del Milan, per non dovermi dispiacere del dispiacere che ne prova probabilmente Berlusconi. (17 aprile 1988)
*Come già ho scritto, e qui mi piace ripetere, la designazione di [[Francesco Cossiga|Cossiga]] al Quirinale fu la scelta dell'uomo giusto al posto sbagliato. Sappiamo benissimo chi la volle. Ma sappiamo altrettanto bene che fu avallata anche da quegli uomini e partiti che ora si scagliano contro di lui e lo accusano, apertamente o copertamente, di fellonia. La classe politica, nella quale egli ha militato da sempre e che quindi da sempre lo conosceva, doveva sapere che l'onesto (perché tale è) Cossiga non era uomo da Quirinale. Eppure, per i suoi sporchi giochi di potere, ce lo mandò. Ora dovrebbe sentire il dovere di difenderlo dagli sciacalli che lo attaccano da tutte le parti. (22 dicembre 1990)
===''la Voce''===
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*Uscendo dal ''Giornale'', io feci a me stesso, ma pubblicamente, un giuramento: «Mai più un padrone». Qui padroni non ce ne sono. La proprietà è ripartita fra alcune centinaia di azionisti, di cui nessuno può, per statuto detenere più del 4 per cento. Fra di essi, e per primi, ci siamo stati tutti noi: redattori, impiegati, fattorini, autisti. [...] Per questa sua pulviscolarità, il nostro azionariato è stato definito, nei quartieri alti della Finanza, «straccione». La qualifica non ci dispiace: coi tempi che corrono, meglio stare tra gli stracci che tra le tangenti. (22 marzo 1994)
*Di insurrezione generale non c'era bisogno, il 25 aprile, perché il Terzo Reich non esisteva più. Se l'insurrezione generale fosse avvenuta avrebbe dovuto avere come primo obiettivo, a Milano, il quartier generale delle SS all'Hotel Regina. Le SS furono invece lasciate del tutto tranquille, mentre si provvedeva a trascinare in piazzale Loreto, per la fucilazione Achille Starace [...]. Non sono contro la Resistenza, anzi: sono contro la retorica, inguaribile vizio italiano. Proprio questa retorica ha fatto sì che un sindaco democristiano di Roma, in un manifesto dedicato anni or sono alla liberazione della città non accennasse nemmeno con una parola agli Alleati. Ed ha fatto sì che in quest'ultimo 25 aprile si sia parlato ai giovani che affollavano piazza del Duomo a Milano o che stavano davanti ai televisori, ingannandoli – ossia raccontando loro che i tedeschi erano stati sconfitti dai partigiani, e che da questi l'Italia era stata liberata. Se questa è la «memoria storica» evocata da tanti commentatori, stiamo freschi. (28 aprile 1994)
*Intorno a Berlusconi vedo agitarsi una falange di Starace, convinti non meno di Achille che il padrone (e con lui, si capisce, la carriera) si serve sbattendo i talloni e gridando: «Forza, Italia!». Di tutto questo, intendiamoci, Berlusconi non può essere tenuto responsabile. Gli Starace – a differenza di Mussolini che si scelse il suo vedendolo com'era – gli sono germinati e gli pullulano intorno d'irresistibile forza propria cercando di sopraffarsi in una gara di servilismo, che trova soprattutto nel video la propria arena. E per ora la gente pensa: «Povero Cavaliere, da chi è circondato». Ma prima o poi – forse più prima che poi – comincerà a dire anche di lui: «Vedi un po' di chi si circonda». (18 giugno 1994)
*Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a [[Emilio Fede]]. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio. Spesso i [[leccapiedi]], dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un po' dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività. (26 novembre 1994)
*Il presidente della Repubblica non può contrattare. Ma deve trovare qualcuno che abbia l'autorità morale di farlo. Un ''kamikaze''. E di ''kamikaze'' ne vediamo uno solo che, non avendo veste politica, né alcuna ambizione di indossarla, può anche affrontare una simile responsabilità: [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]]. Ma temiamo che l'idea sia soltanto nostra. [...] Una delle pochissime cose che nella presente situazione ci confortano è di vedere in Quirinale un difensore delle Regole come [[Oscar Luigi Scalfaro|lui]]. Vorremmo solo sommessamente avvertirlo che l'Italia che noi conosciamo somiglia poco all'immagine angelica ch'egli ce ne ha fornito la sera di Capodanno, e che anche quando vi avremo messo a posto tutte le Regole, ne mancherà sempre una: quella che dall'interno della sua coscienza fa obbligo ad ogni cittadino di regolarsi secondo le regole. (3 gennaio 1995)
*Noi volevamo fare, da uomini di [[Destra]], il quotidiano di una Destra veramente liberale, ancorata ai suoi storici valori: lo spirito di servizio (quello vero, taciuto e praticato), il senso dello Stato, il rigoroso codice di comportamento che furono appannaggio dei suoi rari campioni da Giolitti a Einaudi a De Gasperi. Insomma, l'organo di una Destra che oggi si sente oltraggiata dall'abuso che ne fanno gli attuali contraffattori. Questa Destra fedele a se stessa in Italia c'è. Ma è un'élite troppo esigua per nutrire un quotidiano. (12 aprile 1995)
{{Int|''Il realista inviso agli snob''|Articolo su ''la Voce'', 24 aprile 1994.|h=4}}
*Fino ad una decina di anni orsono, la maggioranza degli americani erano convinti che, se [[Richard Nixon|Nixon]] fosse rimasto nella Storia del loro Paese – cosa che al loro orecchio suonava come un obbrobrio – vi sarebbe rimasto solo per il [[Scandalo Watergate|Watergate]], cioè appunto per l'obbrobrio. Negli ultimi tempi tutto si è rovesciato: l'obbrobrio non è stato più il Watergate, ma la campagna scandalistica che lo aveva provocato. Gli stessi protagonisti che l'avevano montata – [[Bob Woodward]] e [[Carl Bernstein]] del ''Washington Post'' – ne riconobbero le forzature e fecero atto di contrizione. Non avevano inventato nulla, ma avevano deformato tutto. [...] La sorte è stata, tutto sommato, clemente con Nixon dandogli il tempo di vedere questo capovolgimento.
*Ultimamente era ricevuto, ed anzi continuamente sollecitato alla Casa Bianca, dove lo si accoglieva come lo ''Elder Statesman'', lo statista anziano da consultare come un vecchio saggio sui problemi difficili. Fu a lui che [[George H. W. Bush|Bush]] si rivolse per riallacciare un dialogo con Pechino dopo la rottura seguita al fattaccio di Tienanmen. E lui a Pechino lo riallacciò: i cinesi non avevano dimenticato che quel dialogo erano stati Nixon e [[Henry Kissinger|Kissinger]] ad aprirlo, quando l'America aveva deciso di chiudere l'avventura del Vietnam in cui [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]] e [[Lyndon B. Johnson|Johnson]] l'avevano malaccortamente cacciata. Ma anche [[Bill Clinton|Clinton]] è ricorso alla sua esperienza per capire cosa succedeva in Russia e trarne qualche insegnamento. Nixon andò a Mosca, e ne tornò con cattivi presagi sulla sorte di [[Boris Nikolaevič El'cin|Eltsin]] che i successivi avvenimenti hanno confermato.
*Non era un uomo «simpatico», e soprattutto non aveva nulla che potesse sedurre l'America dei salotti e della ''intellighenzia'', che gli uomini politici li misurano a modo loro, mai quello giusto. Scambiarono per un grande intellettuale Kennedy, che in vita sua aveva visto migliaia di film, ma mai letto un libro. E prendevano Nixon, che di libri ne ha letti ed ha continuato a leggerne (ed a scriverne, niente male), fino all'ultimo giorno per una specie di Bossi californiano, rozzo e triviale. [...] Ma forse quello che più infastidiva gli americani era la renitenza di Nixon ad appelli e richiami tanto più sonori quanto più vacui, come «la nuova frontiera» e simili. Nixon era un professionista della politica, uno dei pochissimi che l'America abbia mandato alla Casa Bianca. Non andava per sogni e per versetti del Vangelo. Conosceva il suo [[Otto von Bismarck|Bismarck]], il suo [[Benjamin Disraeli|Disraeli]], e credo anche il suo [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] che in America basta nominarli per finire scomunicati. Per questo lo consideravano un mestierante, e per questo si era scelto come consigliere un altro mestierante, l'ebreo tedesco Kissinger. Furono questi due uomini che ridiedero all'America la ''leadership'' nella politica estera coinvolgendo nel gioco la Cina e scavandone il solco da Mosca. I successori di Nixon, e specialmente [[Ronald Reagan|Reagan]], vissero in gran parte di questa eredità.
===''Oggi''===
<!--ordine cronologico-->
*Mi confermo in due mie vecchie opinioni. Il guaio del socialismo è il socialismo, cioè sta proprio nel suo sistema statalistico. Il guaio del capitalismo sono i capitalisti che, quasi sempre bravissimi all'interno della loro azienda, fuori di lì sono spesso degli ottusi e noiosi imbecilli, e talvolta anche peggio.<ref>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> (n. 22, 1983)
*{{NDR|Sull'offerta di [[Massimo D'Alema]] a concedere, come «atto dovuto», i funerali di Stato a [[Bettino Craxi]]}} "Atto dovuto"? Ma dovuto a chi? Anche a un latitante: quale, dal punto di vista legale, era Craxi? Concedere i funerali di Stato a un latitante significa sconfessare la Giustizia che lo ha condannato. [...] Ma può lo Stato sconfessare la propria Giustizia senza sconfessare se stesso? Mi sembra di vivere in un Paese che di senso dello Stato ne ha meno di una tribù del Ghana.<ref>Citato in ''La morte incute rispetto, ma su Craxi non cambio idea''-</ref> (2 febbraio 2000)
*La [[democrazia]] è sempre, per sua natura e costituzione, il trionfo della mediocrità. (11 ottobre 2000)
==''Dante e il suo secolo''==
===[[Incipit]]===
Uno dei tanti meriti che si suole attribuire a [[Dante Alighieri|Dante]] è quello di essere stato il primo italiano ad avere una «coscienza nazionale». Noi non vorremmo cominciare questo libro con una detrazione, ma non ci sembra che a dimostrare questa coscienza basti l'allusione che Dante fa a una entità geografica italiana, di cui egli fissava i punti terminali al Brennero e al Carnaro. E non vediamo del resto cosa aggiunga alla sua grandezza questa specie d'irredentismo avanti lettera. Se per qualcuno Dante spasimò fu, caso mai, per un Imperatore tedesco.
===Citazioni===
*[[Roma]] era stata la capitale di un impero cosmopolita, non di una Nazione. (Parte prima. Capitolo primo, p. 12)
*Non è necessario essere degli adepti del "materialismo storico" per attribuire il risveglio delle inquietudini intellettuali, fra il Millecento e il Milleduecento, al progresso economico e al generale miglioramento delle condizioni i di vita. È a stomaco pieno che si comincia a pensare a qualcosa che non sia soltanto lo stomaco. (Parte prima. Capitolo terzo, p. 131)
*Il [[pudore]] femminile non è mai stato altro che un incentivo alla civetteria. (Parte seconda, Capitolo quarto, p. 174)
*Da consumato giurista qual era, {{NDR|[[papa Bonifacio VIII]]}} prese a rimaneggiare tutti i precedenti storici, su cui poteva basare le sue pretese di dominio universale. E trovò un valido aiuto nel canonista [[Egidio Romano|Egidio Colonna]] il quale scrisse un trattato, ''De ecclesiastica potestate'', per avvalorare queste tesi. Egli sostenne che la Chiesa era padrona e proprietaria non soltanto delle anime, ma di tutto. Era solo per bontà e condiscendenza che metteva le cose a disposizione dei fedeli, ma conservando il diritto di ritorgliele quando voleva. Quindi anche i troni appartenevano ad essa, che li lasciava ai Re solo in momentaneo appalto. Questa teoria tanto piacque a Bonifacio, che ne ricompensò l'autore con la nomina ad arcivescovo di Bourges. (Parte seconda, Capitolo nono, p. 312)
*Peccato che un simile uomo {{NDR|papa Bonifacio VIII}} avesse così clamorosamente sbagliato generazione e carriera. Fosse nato cinquant'anni dopo sarebbe stato un magnifico Principe del [[Rinascimento]]: avido, crudele e gagliardo. (Parte seconda, Capitolo undicesimo, p. 372)
*Dante qui {{NDR|nel ''De vulgari eloquentia''}} ha visto ciò che molti filòlogi ancora oggi non vedono. Egli difende il "volgare", cioè la lingua viva, quella parlata dal popolo, fatalmente destinata a soppiantare il latino. Ma ne vorrebbe una illustre e aulica, al di sopra di quelle "municipali", cioè dei dialetti, contro i quali si scaglia con furore. In Italia ne classifica quattordici e li detesta tutti, compreso il toscano che chiama "turpiloquio". Ma il più orrendo gli sembra il romano, "e non deve fare meraviglia dacché i romani, anche per deformità di costumi e abiti, appaiono i più fetidi di tutti". Chissà cosa direbbe, povero Dante, se tornasse fra noi e andasse al cinematografo. (Parte seconda, Capitolo quindicesimo, p. 483)
==''Gli incontri''==
*[[Giovanni Porzio|Porzio]] non è alto di statura, ma diritto come un fuso nonostante i settantaquattro anni suonati e porta, sui pantaloni a righe stretti e lunghi come quelli degli antichi ufficiali in grande uniforme, una giacca nera che l'alta bottonatura fa simile a una ''redingote''. Il volto è bello, di colore olivastro, e aristocratico nella modellatura del naso e nel taglio breve dei baffi e della barbetta ancora pepe e sale. (Porzio, p. 91)
*Non avevo mai visto da vicino [[Cécile Sorel]], quando essa mi apparve, per la prima volta, di lontano, sul palcoscenico allestito nella corte d'onore degli Invalides per le feste celebrative del bimillenario di Parigi. [...] Drappeggiata in una sontuosa cappa di [[Elsa Schiaparelli|Schiaparelli]] a strascico di ''lamé'' d'argento e porpora, dritta su un podio sotto la statua di [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], accolse a braccia spalancate lo scrosciante omaggio, sincopato dalle salve di artiglieria, dei cinquemila spettatori ammassati nell'immenso cortile. Sorrise. Sfiorò con uno sguardo altero le teste della folla, lo alzò verso l'imperatore, ma senza implorazione né umiltà, da pari a pari. Poi, in un silenzio di tomba, prese a modulare l'ode di Bruyez: "''Vous qui êtes morts pieusement pour la patrie...''". Ed era una voce incredibilmente limpida e squillante, senza traccia di ruggine. (Cècile, pp. 226-227)
*[[Saul Steinberg|Steinberg]] ha la faccia dei suoi pupazzi: una faccia malinconica, lunga e triangolare, di cavallo tirato su a paglia soltanto, senza biada, e condannato a trascinare un carretto su per un'erta interminabile, in cima alla quale non si sa cosa ci aspetta, ma certo un'altra condanna, forse più pesante del carretto. Anche i baffi ha, come i suoi pupazzi: a doppia virgola orizzontale, sebbene meno lunghi e senza le intenzioni esibizionistiche di quelli di Dalì; e anche le lenti a stanghetta traverso cui ti fissano intensamente, di sotto in su, due occhi azzurri e mortificati, di uomo che non si è reso conto di essere Saul Steinberg; o essendosene reso conto, non ci prova alcun piacere. (Steinberg, p. 289)
*[[Harukichi Shimoi]] è uno di quei giapponesi che gli altri giapponesi considerano di statura piccola. Tanto piccola che [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], per abbracciarlo, dovette curvarsi (lui!) e, dopo essergli andato incontro gridando, con le braccia alzate: "Fratello!... Fratello mio!..." lo guardò, ci ripensò e aggiunse: "Sebbene non di sangue...". (Shimoi, p. 389)
*Quanti anni avrà, ora, Harukichi Shimoi? Forse cinquanta, forse centocinquanta. Come per [[Guelfo Civinini]], suo amico, anche per lui il problema dell'età non si pone. Quale che essa sia, egli la porta esattamente come deve averla portata mezzo secolo fa. Il suo corpo è stortignaccolo, ma diritto, e i suoi capelli son nerissimi. Ma il tratto che più lo caratterizza sono le sopracciglia, che madre natura gli ha piantato a mezza strada, come due ciuffi di foltissimo bosco, tra gli occhi e la chioma, in modo che, per quanto vasti i suoi occhiali, esse li sormontano e risucchiano come se fossero due monocoli. (Shimoi, pp. 389-390)
*Il più favoloso e colorito personaggio del [[Brasile]] è [[Assis Chateaubriand]], proprietario di ventun giornali, diciotto stazioni radiotrasmittenti, di una flotta aerea, di alcune ''fazendas'' vaste come l'intera Sicilia, di un museo che vale venti milioni di dollari, di una Compagnia nazionale per la puericoltura, e di un'ambizione pari soltanto al suo coraggio, alla sua insolenza e alla sua spavalderia. (Chateaubriand, p. 495)
*Assis {{NDR|Chateaubriand}} ha un debole per i tedeschi e per gli italiani. Come faccia a conciliare questi due amori, non si sa; ma le sue pene, durante la guerra, furono grandi, anche se irreprensibile fu la sua condotta<ref>Dal 1942, nel corso della seconda guerra mondiale, il Brasile fu in stato di guerra con Germania e Italia.</ref>. Quando però il governo comminò l'arresto a chiunque parlasse italiano, scese in lotta con i suoi giornali contro l'assurda disposizione. Scrisse che quello non era patriottismo, ma un nazionalismo di bassa lega, degno soltanto di una colonia, e che lui si vergognava d'esser brasiliano. Fece un tale baccano, che alla fine dovettero revocare il provvedimento e quello del sequestro dei beni dei nostri compatrioti. (Chateaubriand, p. 502)
*Quando nacque sessantadue anni orsono, ne aveva già a dir poco settecento. Perché [[Ottone Rosai|Rosai]] veniva dritto dritto dal Medioevo, dopo aver saltato a piè pari Rinascimento ed età moderna, e nei momenti di sincerità confessava che Giotto gli pareva un "deviazionista" rispetto a Cimabue, il quale gli andava molto più a sangue. (Rosai, p. 544)
*Dopo essere stato fascista della prima ora, nella seconda col fascismo {{NDR|Ottone Rosai}} s'era trovato male, e si capiva benissimo che era sempre per via delle mani. Tornato dalla guerra, lo squadrismo gli aveva consentito di menarle, come a lui piaceva, e ci aveva dato dentro senza risparmio. Forse l'unico momento felice della vita di Rosai fu quello: quando a gambe larghe di traverso alla strada aspettava, col giornale aperto davanti agli occhi in un gesto di sfida ribalda, il corteo rosso in arrivo da San Frediano, che alla vista di quelle manacce aggrappate ai bordi del foglio e pesanti come macigni, esitava. (Rosai, p. 547)
*[[Paolo Monelli|Monelli]], se seguisse le proprie inclinazioni, andrebbe a letto coi polli. Ma cosa direbbe la gente, se non lo vedesse più vagabondare nei vari ritrovi frequentati dai nottambuli della città? Direbbe senza dubbio: "Comincia a invecchiare". E a questa idea Monelli balza dalla sua poltrona e si attacca al telefono per mobilitare qualche amica che lo accompagni nei suoi vagabondaggi. Giovani colleghe come Livia Serini, attrici giovanissime come Lea Massari sono state ridotte sull'orlo dell'esaurimento nervoso da queste prolungate ronde notturne senz'altro costrutto che quello di ribadire agli occhi di tutti l'intramontabilità di Monelli. Egli non le porta a spasso. Le porta all'occhiello, come gardenie. (Monelli al girarrosto, p. 592)
*{{NDR|Paolo Monelli}} Fuma la pipa come Churchill il sigaro, cioè soltanto quando lo guardano. (Monelli al girarrosto, p. 593)
==''I conti con me stesso''==
===[[Incipit]]===
Una telefonata da Milano m'informa che Longanesi è morto. È stato colpito dall'infarto davanti al suo tavolo di lavoro, su cui era spiegata una mia lettera di dieci giorni fa, che cominciava così: «Caro Leo, stanotte ho sognato ch'eri morto...». (27 settembre 1957)
===Citazioni===
*Tutta la mia vita è stata contesa fra la noia di vivere insieme e la paura di vivere [[Solitudine|solo]]. (4 ottobre 1957)
*Di nuovo il Polesine. Pare impossibile: durante le inondazioni, la prima cosa che viene a mancare è l'acqua. (dicembre 1957)
*[[Colette Rosselli|Colette]]. Invecchia gentilmente, senza catastrofi. Ha su tutte le altre donne un vantaggio incolmabile: quello di essere stata il mio ultimo e più grande amore. Così grande che possiamo camparci di rendita, comodamente, tutti e due per il resto dei nostri giorni. (gennaio 1958)
*Il destino di [[Riccardo Bacchelli|Bacchelli]] sarà l'opposto di quello del maiale: di lui, dopo morto, ci sarà da buttar via tutto. (gennaio 1958)
*[[Olga Villi]]. Non è punto grata alla sua bellezza che le ha consentito di diventare principessa di Trabia. Punta solo sul talento che non ha. Ma è talmente priva di ''sense of humour'' che forse diventerà una buona attrice. (gennaio 1958)
*[[Gaston Palewski|Palewski]]. L'ambasciata a Roma è per lui soltanto uno dei più importanti capitoli del libro di memorie che scriverà. (gennaio 1958)
*Non è che [[Luigi Barzini (1908-1984)|Barzini]] abbia un'altissima opinione di sé. Ne ha una bassissima degli altri. (gennaio 1958)
*Piccolo incidente d'auto. La nostra, per evitare un ciclista, picchia contro un muro e resta piuttosto acciaccata. [[Colette Rosselli|Colette]], che la guida, dice: «Meglio così. Dovevo farla revisionare, e non mi decidevo mai...». (gennaio 1958)
*[[Razzismo]]: pensarci sempre, parlarne mai. [[Risorgimento]]: parlarne sempre, pensarci mai. (gennaio 1958)
*[[Fascismo]]. Il più comico tentativo per instaurare la serietà. (gennaio 1958)
*Il guaio più grosso della Repubblica è che, mentre il Re poteva essere di sangue straniero e di solito lo era, il presidente bisogna sceglierlo fra gl'italiani. (gennaio 1958)
*Bacchelli lavora infaticabilmente, da sessant'anni, alla costruzione di un piedestallo su cui, alla sua morte, non sapremo cosa posare. (gennaio 1958)
*A pranzo da [[Vittorio Cini]] con una ventina di altri invitati. A colazione ne aveva avuti altrettanti. E così ieri. E così avantieri. E così sempre. A ottantadue anni suonati, è fresco, roseo, insaziabilmente voglioso di intrattenere e di essere intrattenuto. A conclusione della serata, mi sfida a una gara di canto. Scegliamo come banco di prova ''Vecchia zimarra'', e stoniamo maledettamente entrambi, ma io meno di lui. I presenti mi assegnano la vittoria. Di colpo, Vittorio perde il suo buon umore. È talmente abituato a vincere, che non accetta di perdere nemmeno nel canto. (7 settembre 1966)
*{{NDR|Su [[Nicola Bombacci]]}} Io l'ho conosciuto soltanto cadavere, quando penzolava accanto a quello di Mussolini, in piazza Loreto, e una folla messicana lo bersagliava bestialmente di sputi. Anni dopo, volli tentarne la riabilitazione ritracciandone la patetica vicenda, ma non riuscii a trovarne gli elementi biografici. Compaesano e compagno di scuola di Mussolini, maestro elementare e autodidatta come lui, ne era stato il grande amico quando entrambi militavano nel socialismo. Eppoi il suo nemico giurato, la bestia nera degli squadristi. Esule con la famiglia prima in Francia, poi (credo) in Russia, rimpatria col permesso del Duce, si affida alla sua generosità, per ricambiarla gli resta al fianco anche a Salò, e lo accompagna fin nell'ultimo viaggio verso la morte. (23 ottobre 1966)
*Colloquio segreto con l'ex comunista [[Giulio Seniga|Seniga]] per una storia del [[PCI|Pci]] che devo scrivere con [[Roberto Gervaso|Gervaso]] per la «Domenica». Ė un uomo piuttosto affascinante, dallo sguardo chiaro, freddo e innocente: lo sguardo del fanatico. Mi ha detto che sua moglie, cresciuta in Russia dove suo padre era fuoruscito, e autrice di un interessante libro – ''I figli del partito'' –, nel partito è rimasta, non ha trovato il coraggio di uscirne, sebbene approvi e condivida la secessione del marito, con cui è sentimentalmente unitissima. Non riesco a capire questa gente. Cioè capisco soltanto che è diversa da noi non sul piano ideologico, ma su quello umano. (25 novembre 1966)
*È morto [[Uguccione Ranieri di Sorbello]]. Era venuto a Roma da sua suocera. Stava benissimo. Era anzi particolarmente sereno e contento perché aveva finito un suo lavoro di ricerca storica cui attendeva da anni. A fine pranzo ha detto: «Non mi sento bene». Si è alzato, ed è crollato a terra. Stecchito. (29 maggio 1969)
*{{NDR|Su Uguccione Ranieri di Sorbello}} Era un gran signore e un gran galantuomo che ha trascorso la sua vita in crociate nelle quali non aveva nulla da guadagnare. L'ultima è stata la campagna propagandista negli Usa per convincere gli americani a dare il nome [[Giovanni da Verrazzano|Da Verrazzano]] al grande ponte sull'Hudson. Nel suo perfetto inglese (lo scriveva meglio dell'italiano) inondò l'America di articoli e conferenze (parlava benissimo, con molto humor e senza enfasi oratorie) cercando i familiarizzare gli ascoltatori col nome Da Verrazzano, la cui pronuncia rappresentava per essi la difficoltà più grossa all'adozione di quel nome. Questa smania missionaria credo che l'avesse ereditata da sua madre americana. E per seguirla aveva trascurato le sue proprietà terriere. Le sue campagne erano in uno stato pietoso, la sua bella villa sul Trasimeno mezza disunta. (29 maggio 1969)
*{{NDR|Su Uguccione Ranieri di Sorbello}} Era un buon scrittore, un infaticabile sommozzatore di articoli, un ricercatore attento e scrupoloso di curiosità storiche, un umanista moderno che aveva allargato i suoi orizzonti a tutta la cultura contemporanea, specie anglo-sassone: un uomo insomma che ha realizzato un centesimo di quello che poteva per via di quel suo dispersivo correre dietro a un'infinità di altri interessi. Era stato anche un autentico combattente della [[Resistenza italiana|Resistenza]]: per ben sedici volte si era fatto paracadutare dagli Alleati dietro le linee tedesche: impresa che chiunque altro si sarebbe fatto ripagare con altrettante medaglie. Lui non aveva ricevuto nemmeno una citazione, e di questi episodi non ha mai parlato. (29 maggio 1969)
*Anche [[Irene Brin]] se n'è andata. Mi avevano detto che era malata di un cancro; ma era una notizia vaga e incerta, ch'essa aveva fatto di tutto per smentire. Fino in fondo ha lavorato e ha partecipato ai riti della mondanità: sfilate di moda, ricevimenti, eccetera. (1 giugno 1969)
*{{NDR|Su Irene Brin}} Quando [[Giovanni Ansaldo|Ansaldo]] la scovò e cominciò a farla scrivere sul «Lavoro» di Genova, sua città natale, era soltanto Mariù Rossi: una ragazza timida e incerta, molto provinciale, figlia di un Generale e di un'ebrea austriaca. L'unica fama di cui godeva era quella, equivoca e velata sotto un nome d'accatto, che le aveva procurato [[Elio Vittorini|Vittorini]] prendendola a protagonista, con sua sorella, di un racconto: ''Le figlie del Generale'' in cui entrambe erano presentate come lesbiche. Se lo fossero veramente, non so. Il sesso è uno dei tanti capitoli misteriosi di questa donna. (1 giugno 1969)
*In mano a [[Leo Longanesi|Longanesi]], che le aveva regalato anche lo pseudonimo d'Irene Brin, aveva rivelato autentiche qualità di scrittrice. I profili che pubblicò su «Omnibus» erano deliziosi. Fosse rimasta fra biografia e memorialismo, poteva diventare qualcosa di mezzo fra [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]] e [[Lytton Strachey|Strachey]] con un tocco alla [[Madame de Sévigné|Sévigné]]. Altro che la [[Maria Bellonci|Bellonci]]! Era un'osservatrice attenta (sebbene non ci vedesse da qui a lì) e penetrante, nutrita di vastissime letture: la sua prosa aveva ritmo, calore, l'aggettivazione precisa, l'ironia tagliente. Ma era un cavallo che aveva bisogno del fantino. Chiuso «Omnibus» e cessata la regia di Longanesi, Irene infilò la pista sbagliata – quella della cronista mondana –, e non è più uscita. (1 giugno 1969)
*Finito di scrivere il capitolo sull'[[Giulio Alberoni|Alberoni]] per ''L'Italia del Settecento''. Ho riprodotto la pagina di [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]], che lo descrive mentre assiste impavido alle evacuazioni corporali di Vendôme per guadagnarsene i favori, eppoi inginocchiandosi davanti a lui gli grida estasiato: «Oh, culo d'angelo!», e glielo bacia. Come inizio di "carriera" italiana, mi sembra esemplare. Poi mi torna a mente un'osservazione di [[Jules Renard|Renard]]: «Se in un periodo c'è la parola culo, il lettore non si ricorderà che di quella dimenticando tutto il resto, anche se è sublime». Renard ha ragione. Ma io, a un culo autenticato da Saint-Simon, non rinuncio. (3 luglio 1969)
*Le Soroptimists hanno dato un pranzo a [[Colette Rosselli|Colette]], in qualità di "Donna Letizia". Colette ha accettato dopo molti rifiuti. Il suo fastidio per queste cose di donne, lo so, è sincero. Ma, una volta preso l'impegno, ha trascorso la giornata a preparare il suo discorsino col puntiglio che la distingue. Non è per nulla ambiziosa, non tiene affatto a reclamizzare il proprio talento, sottovaluta quello che mette nella sua rubrica di «Grazia» (ma se lo fa pagare profumatamente), rifiuta di fare una mostra dei suoi deliziosi quadri. Ma il suo suscettibilissimo amor proprio non le consente di rischiare una brutta figura nemmeno nelle cose che disprezza. Infatti anche stasera ne ha fatta una eccellente, leggendo con molto garbo le due paginette che aveva preparato con un sapiente dosaggio di humour autentico, e di pathos e di umiltà fasulli. Ha avuto gran successo. Per la prima volta mi son visto guardato come un personaggio-satellite, una specie di principe consorte. Cosa che a me non dispiace affatto, ma a lei moltissimo. In questo, è proprio femmina. (13 agosto 1969)
*Mi riferiscono, di [[Giorgio Bocca|Bocca]], questo giudizio su di me: «Sempre il più bravo di tutti. Bravissimo. Troppo bravo. Ma mettendo lo stesso impegno a scrivere gli articoli su Venezia e quello sull'arbitro [[Concetto Lo Bello|Lo Bello]], dimostra che in realtà non è impegnato in nulla». È vero. Non sono impegnato in nulla. In nulla, meno che nel mio mestiere. Fiorentina-Bari 3-0. E Chiarugi capo-cannoniere! (16 novembre 1969)
*Sciopero generale per il caro-case. Un pretesto da nulla. Ma è bastato per immergere Milano in un'atmosfera da 8 settembre. Strade vuote. Saracinesche abbassate. Enorme spiegamento di polizia. Mentre pranzo con [[Giovanni Spadolini|Spadolini]], [[Mario Cervi|Cervi]] e Zappulli, giunge notizia che in un tafferuglio al Lirico un agente è stato ucciso dai "cinesi". «Meno male che è toccata a un agente» diciamo in coro, eppoi non osiamo guardarci negli occhi. Anche noi apparteniamo a questa borghesia codarda che pretende appaltare alle forze dell'ordine il compito di farsi sputacchiare, pestare e ammazzare per tenerne al riparo se stessa. E non vuole nemmeno pagargli uno stipendio decente. (19 novembre 1969)
*[[Alberto Moravia|Moravia]] ha fondato, insieme a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]] e a [[Dacia Maraini]], un "comitato contro la repressione". È la riprova che la repressione non c'è. Se ci fosse, Moravia sarebbe coi repressori, come ha dimostrato avallando col suo silenzio la persecuzione di [[Aleksandr Isaevič Solženicyn|Solženicyn]] in Russia. (28 dicembre 1969)
*Moravia si è ritirato dal comitato che lui stesso aveva fondato. Ma non per i silenzi di [[Giovanni Spadolini|Spadolini]]. Si è ritirato perché «l'Unità» ha disapprovato. Gl'italiani sono sempre pronti a fare la rivoluzione, purché i carabinieri siano d'accordo. E Moravia è sempre pronto a battersi per la libertà, purché sia d'accordo il piccì. (2 gennaio 1970)
*Arrivati i rendiconti dei miei diritti d'autore: 28 milioni nell'ultimo semestre. Supero dunque i 50 milioni annui. Anche ammettendo che l'editore non ci faccia sopra punta cresta (il che mi sembra, a dir poco, improbabile), non c'è male. Credo di essere l'autore italiano che più guadagna, anche perché sono l'unico che questa cifra la guadagna ogni anno, e senz'aiuto di premi letterari. Non ne sono contento per il denaro, di cui non so che farmi e che serve solo a pagare i capricci di Colette (ne ha tanti!). Ne sono contento, anzi felice, per il mio status da autore stipendiato unicamente dal pubblico. C'è chi vive di partito. C'è chi vive di Eni. C'è chi vive di Agnelli, o di Perrone, o di Crespi. Io vivo di [[lettore|lettori]]. I lettori non m'impongono altra servitù che la sincerità: l'unica che non pesi. (3 marzo 1970)
*Più che comunanza di vedute, fra [[Denis Mack Smith|Mack Smith]] e me c'è comunanza di nemici: quegl'insopportabili pedanti accademici che a Palermo lo hanno violentemente attaccato qualificandolo «il Montanelli di Oxford». Implicitamente egli accetta di far fronte con me contro di loro. Credo che facciamo entrambi un buon affare, e anche un affare buono: se riusciamo a squalificare agli occhi del pubblico la storiografia accademica (e coi nostri libri ci stiamo riuscendo), avremo reso un grosso servigio alla cultura italiana. (2 maggio 1970)
*Sosta a Venezia, dopo il voto a Cortina. Visita d'obbligo a Vittorio Cini, e passeggiata con lui sulle Zattere. Vedendolo, un vecchietto sdrucito, ma dignitoso, si leva il cappello e gli tende la mano, evidentemente per mendicare. Vittorio gliel'afferra e gliela stringe con effusione dicendogli: «Caro!... Caro!... Caro!...Coma la va?» È in perfetta buona fede: la buona fede di un doge lontanissimo dalle afflizioni della miseria e perfino incapace di immaginare che ce ne siano. (8 giugno 1970)
*Leggo in [[Giorgio Candeloro|Candeloro]]: «... Nel processo generale di sviluppo della Storia, il carattere dei personaggi, anche dei più grandi, ha un peso limitato...». Ah, sì? E cosa dunque se non il carattere di Alessandro, cioè la sua follia, può spiegare la conquista macedone fino all'India e la diaspora dell'ellenismo che ne deriva? L'Islam è concepibile senza il "carattere" di [[Maometto]]? E cosa divise la Riforma se non i diversi "caratteri" di [[Martin Lutero|Lutero]] e di Calvino? I nostri storici odiano i caratteri e i personaggi, perché questi richiedono immaginazione e intuito, cioè doti di scrittore, di cui essi sono disperatamente vedovi. Non sono storici. Sono soltanto degli archivisti, e molto spesso disonesti. (10 novembre 1970)
*Milano è in fiamme per l'affare Feltrinelli, e [[Piero Ottone|Ottone]] mi chiede un articolo contro la [[Camilla Cederna|Cederna]], firmatario di un manifesto in cui, a due ore di distanza dal rinvenimento del cadavere e prima ancora che esso sia ufficialmente riconosciuto, proclama che Feltrinelli è rimasto vittima della «reazione internazionale». Se la Cederna avesse una testa, direi che l'ha persa. Ma perché Ottone vuole un articolo contro di lei, intima amica e direttrice di coscienza di [[Giulia Maria Crespi|Giulia Maria]], nonché regina del suo sinistrorso salotto? Comunque, a mettere una zeppa fra direttore e proprietaria, è doveroso collaborare. E faccio l'articolo in forma di "lettera a Camilla". (25 marzo 1972)
*Pare che l'articolo abbia rimesso fuoco a Milano, creandovi una irreparabile frattura fra montanellisti e cedernisti. I primi sono più numerosi, ma i secondi più rumorosi. Ricevo pacchi di telegrammi di plauso e altrettanti d'insulti. Il giornale è sommerso di lettere, e io prego Ottone di pubblicare anche quelle di protesta. Ha scritto anche la Cederna annunziando una replica sull'«Espresso» (Ottone ha cancellato il titolo del settimanale, commettendo una meschineria). Quanto a Giulia Maria, mi dicono che schiuma di rabbia. Se è vero, devo riconoscere che il giornalismo qualche soddisfazione la dà. [[Umberto Eco]] mi attacca sul «manifesto» riproducendo una mia frase di ammirazione per Mussolini scritta quando avevo ventidue anni (in dieci anni di giornalismo sotto il defunto regime, non sono mai riusciti a trovare, di mio, altre prove di zelo fascista) e accusandomi di mancanza di cavalleria verso una donna. O bella! Come se una donna, quando si mette a far politica – e che politica! – come un uomo, potesse ancora accampare l'impunità! Anche la [[Maria Callas|Callas]] è una donna. Eppure, quando stona, la si fischia. (27 marzo 1972)
*Ho scritto un fondo in difesa della Cederna, incriminata dal magistrato per aver diffuso notizie false e tendenziose. Che abbia commesso questo peccato, ho detto, è vero. Ma si tratta di peccato, non di reato. E a giudicarne dev'essere il lettore, non il tribunale. Verità lapalissiane. Dice che è sempre stata molto più impegnata e coraggiosa di me perché con le sue campagne in favore di Valpreda e di [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]], tiene fronte alla polizia. Potrei incenerirla chiedendole dov'era e cosa faceva quando io ero in galera per aver tenuto fronte non alla polizia d'oggi, ma a quella fascista e nazista. Ma non ne vale la pena. (28 marzo 1972)
*Più approfondisco questo tema delle regioni (sono a Milano per questo), e più mi sgomenta il doverne scrivere. Ci vuol poco a capire che questi regionalisti lombardi perseguono, consapevolmente o inconsapevolmente, un piano secessionista cisalpino. E, una volta che ne abbiano lo strumento, riusciranno a realizzarlo. Non per nulla Bassetti parla già non più di «regione lombarda», ma di «[[Padania|regione padana]]», di cui il resto d'Italia non sarebbe che un'appendice. Se ce la fanno (e ce la faranno), addio Risorgimento! Non era che una finzione, d'accordo, e in pratica ha fallito. Ma con che lo sostituiremo? (26 settembre 1972)
*Volo a Lussemburgo sul solito bireattore di Berlusconi, che ci accompagna, felice di esibirsi e di esibire il suo status in una cerimonia internazionale. La medaglia d'oro (ma è proprio d'oro?) me la consegna Gaston Thorn, capo del governo lussemburghese. Berlusconi riempie il suo taccuino di indirizzi: quelli di tutte le personalità che ha incontrato. È il vero ''climber'' che approfitta di tutto e non butta via nulla. (23 maggio 1977)
*Kappler è fuggito. Ha fatto bene. Ma ora chi ci salverà dai conculcati "valori della Resistenza"? (15 agosto 1977)
*A colazione da [[Vittorio Cini|Cini]]. Ha avuto un brutto crollo, ma ha ancora risorse. Le tira fuori quando è in compagnia. Ma quando è solo, mi dice sua moglie, sprofonda in quei tetri silenzi che sono i colloqui di un uomo con la morte. (19 agosto 1977)
*De Carolis m'informa che il vero autore della operazione «Corriere» è un certo [[Licio Gelli|Gelli]], misterioso personaggio massonico, di Arezzo (Fanfani), che vuole incontrarmi per un accordo fra i due giornali. (24 settembre 1977)
*Secondo quanto mi era stato raccomandato, dovevo salire direttamente alla camera 219 dell'Excelsior. Ma alla camera 219 non c'era nessuno, e così dovetti chiedere al portiere del signor Gelli. Poi Gelli arrivò, mi condusse furtivamente nel suo appartamento e mi fece un lungo discorso pieno di allusioni, dal quale dovevo comprendere che lui è un pezzo grosso – forse il più grosso – della massoneria (Palazzo Giustiniani), che come tale era stato il vero padrino della operazione Rizzoli, e che in questa operazione potevamo rientrare anche noi. Mi ha detto che quattro ministri dell'attuale governo, otto sottosegretari e centoquaranta parlamentari dipendono da lui. Questi massoni sono tutti uguali: credono che la loro potenza sia direttamente proporzionale al mistero di cui si circondano e prendono per cose fatte quelle per le quali complottano. (4 ottobre 1977)
*Da Fanfani, al Senato. È talmente infuriato che diventa perfino sincero. «Dica al suo amico che è un traditore!» «Perché non glielo dice lei?» Mi spiega che Forlani non mira alla segreteria del partito, come io credevo, ma alla presidenza del Consiglio, quando Andreotti sarà consumato. Mi dice anche che condivide l'idea di Donat-Cattin di lasciare il Quirinale a un laico. «Altrimenti fra noi democristiani ci sbraniamo e ci sbrachiamo nella corsa a chi concede di più ai comunisti.» È sincero anche stavolta, o lo dice perché, avendo perso ogni speranza per sé, vuole prepararsi un buon argomento per Maria Pia («Stavolta toccava ai laici»)? (29 ottobre 1977)
*A cena da Gervaso con Cossiga. Non si lamenta dei nostri attacchi, ma sono io a dirgli: «Noi esprimiamo lo scontento, e talvolta la rabbia, della pubblica opinione. La gente vuole un ministro degl'Interni che agisca e che faccia agire la polizia». «Ma lei sa com'è ridotta la polizia?» «In qualunque modo sia ridotta, siete voi che l'avete ridotta così. E quindi sta a voi rimediare.» Mi dice che non c'è da farsi illusioni: la situazione si aggraverà. Il terrorismo è finanziato coi sequestri, ha solidi agganci internazionali, e segue una tattica ben studiata. «L'attentato a lei fu un errore. Se a essere colpite fossero le personalità di rilievo, la gente media, cioè la grande massa della popolazione, sarebbe tranquilla. Invece hanno deciso di colpire i gradi subalterni – consiglieri comunali della Dc, capireparto della Fiat eccetera – per togliere il sonno a tutti.» Forse è vero. (29 ottobre 1977)
*Quattro revolverate in faccia a [[Carlo Casalegno|Casalegno]], che ora è grave. Alzano la mira. (16 novembre 1977)
*«La Stampa» riporta tutti gli articoli di solidarietà per Casalegno apparsi sugli altri giornali. Ma omette il mio, ch'era forse il più caldo: la solidarietà nostra la imbarazza. (18 novembre 1977)
*Casalegno è morto. Ho telegrafato alla vedova, ma non al figlio – iscritto a [[Lotta Continua|Lotta continua]] –, né a [[Arrigo Levi|Levi]] e ai colleghi della «Stampa». Purtroppo, la loro faziosità condiziona la nostra solidarietà. Al funerale andrà Biazzi. (29 novembre 1977)
*Incontro risolutivo a Roma tra Ferrauto e quelli della Sipra. Affare fatto e a condizioni molto più favorevoli di quelle sperate. Sei miliardi e settecento milioni come minimo annuo garantito, per cinque anni. Firmeremo il compromesso martedì 16. (10 maggio 1978)
*Vista in tv la cerimonia funebre per Moro in San Giovanni Laterano. Dentro la basilica, tutti i dignitari Dc e quelli Pci inginocchiati sotto la mano benedicente del papa. E, fuori, la piazza sventolante di bandiere bianche e rosse. Non ho potuto fare a meno di rilevarlo in un "Controcorrente". (13 maggio 1978)
*Batosta comunista alle amministrative parziali di ieri (4.000.000 di elettori). La Dc sale dal 38 al 42 per cento, il Pci scende dal 35 al 26. Successo dei socialisti che guadagnano il 4 per cento. Un risultato sconvolgente (in positivo). Uniche delusioni: il guadagno – sia pur minimo – del Pri, e la mancata rianimazione del Pli. (15 maggio 1978)
*Firmato oggi l'accordo con la Sipra. Minimo garantito: 6.800.000.000 all'anno per cinque anni. Il presidente, D'Amico, è un ex operaio della Fiat, ora deputato comunista: un uomo concreto, franco, di poche parole. Era più soddisfatto lui dell'accordo con noi, che il direttore generale, il democristiano Pasquarelli. Io ho fatto la mia parte, da buon attore. Arrivato all'ultimo momento, ho detto: «Per impedire ripensamenti ed equivoci, trasformiamo il compromesso in vero e proprio contratto, e firmiamo subito». Lo champagne era già pronto. (16 maggio 1978)
==''I protagonisti''==
*Nel settembre di quell'anno {{NDR|1956}} il partito lo spedì {{NDR|[[Gian Carlo Pajetta]]}} a Mosca insieme a Pellegrini e a [[Celeste Negarville|Negarville]] per sentire direttamente da [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Kruscev]] come ci si doveva comportare nella crisi, ormai aperta, dell'antistalinismo. Kruscev li accolse affabilmente, li invitò a cena. E qui, trascinato da bocconi e libagioni ad una espansiva euforia come spesso gli capita, a un certo punto disse: «Beh, ora vi voglio raccontare come strangolammo [[Lavrentij Pavlovič Berija|Beria]]». E descrisse l'agguato che gli avevano teso al Cremlino, come gli erano saltati addosso e come gli avevano serrato la gola con le mani fino alla soffocazione. Lo descrisse ridendo allegramente, forse senz'accorgersi del pallore che soffondeva il volto dei suoi ospiti, o per lo meno quelli di Pajetta e di Negarville.<br />L'indomani li convocò nuovamente e, come non ricordando affatto ciò che gli aveva raccontato la sera prima, disse loro in tono solenne: «Beh, ora vi farò sentire il processo di Beria registrato sul nastro». E glielo fece sentire davvero come lo avevano inventato ''post mortem'', con la voce del defunto falsificata.<br />Quando si ritrovarono fra loro, Negarville e Pajetta si guardarono con gli occhi pieni di lacrime. «Ma allora – dissero –. Ma allora...». E non aggiunsero altro. (pp. 66-67)
*{{NDR|Su [[Anna Magnani]]}} Ci sarebbe da scrivere un trattato sul modo di usare Anna. La prima precauzione da prendere è quella di non farla ritrovare in mezzo a estranei. Timida com'è, pur dopo un'esistenza trascorsa sotto i ''flashes'', la gente la raggela e la chiude in un mutismo ostile o l'aizza ad atteggiamenti protervi. Delle poche persone che le ho presentato, l'unica che la sedusse immediatamente fu il mio collega [[Augusto Guerriero]], perché il discorso cadde sui cani e sui gatti: e questo è un argomento su cui il cuore di Anna si scioglie e la mente le si ottenebra. Si mise in testa che noi due, con un articolo, potevamo far riformare la legge sulla protezione degli animali. E invano cercammo di dimostrarle che il problema non era di leggi, ma di costume. Non sentì ragioni. Dovemmo prometterle l'articolo (che poi infatti scrivemmo). (pp. 177-178)
*{{NDR|Su [[Ignazio Silone]]}} Leggendo i suoi primi romanzi, ''Fontamara'', ''Pane e vino'', ''Il seme sotto la neve'', e pur ammirandoli, ero caduto in abbaglio sull'autore. Lo avevo preso per uno di quegl'industriali dell'antifascismo che, riparati all'estero, avevano trovato nella universale avversione alla dittatura una comoda scorciatoia al successo dei libri di denunzia. Lo consideravo insomma un profittatore del regime a rovescio (come del resto ce ne sono stati). E una conferma mi era parso di vederla nel fatto che finito, col fascismo, l'antifascismo, parve finito anche il narratore Silone.<br />Poi vennero ''Una manciata di more'', ''Il segreto di Luca'', ''La volpe e le camelie''. Ma vennero soprattutto alcuni saggi politici che mi costrinsero a ricredermi. Ed era proprio questo che non riuscivo a perdonargli. Mi era antipatico non per i suoi, ma per i miei errori. Più lo conoscevo attraverso i suoi scritti, e più dovevo constatare che non solo egli non somiglia affatto al personaggio che m'ero immaginato, ma che anzi ne rappresenta la flagrante contraddizione. (pp. 180-181)
*{{NDR|Su ''[[Ignazio Silone#Uscita di sicurezza|Uscita di sicurezza]]''}} Come documento umano, non ne conosco di più alti, nobili e appassionati. Fenomeno unico, o quasi unico, fra gli sconsacrati del comunismo che di solito non superano mai più il trauma e trascorrono il resto della loro vita a ritorcere l'anatema, Silone non recrimina. Egli rifiuta i grintosi e uggiosi atteggiamenti del moralista, o meglio ne è incapace. Domenicano con se stesso, è francescano con gli altri, e quindi restio a coinvolgerli nella propria autocritica. Cerca di metterne al riparo persino [[Palmiro Togliatti|Togliatti]]; e se non ci riesce che in parte, non è certo colpa sua. Qui non c'è che un accusato: Silone. E non c'è che un giudice: la sua coscienza. (pp. 186-187)
*Noi crediamo di scoprire dei modelli. In realtà non scopriamo che degli antenati. [[Carlo Cassola|Cassola]] s'illude di aver imparato da [[James Joyce|Joyce]] quello che già sapeva. Joyce gli avrà fornito, al massimo, qualche mezzo tecnico per esprimerlo. Uno [[scrittore]] vero (e Cassola lo è) non cerca in un altro scrittore che se stesso. (p. 207)
*{{NDR|Su [[Enrico Mattei]]}} Egli amava solo il [[potere]], e l'amore del potere esclude tutti gli altri. (p. 265)
*{{NDR|Su [[Giulio Andreotti]]}} Andava anche, mi dicono, a messa insieme a lui {{NDR|[[Alcide De Gasperi|De Gasperi]]}}, e tutti credevano che facessero la stessa cosa. Ma non era così. In chiesa, De Gasperi parlava con Dio; Andreotti col prete. Era una divisione di compiti perfetta. (pp. 271-272)
==''Indro al Giro''==
===[[Incipit]]===
Il destino è stampato sulla carta d'identità e scritto nelle stelle. Indro Montanelli nasce il 22 aprile 1909, il promo Giro d'Italia prende il via il 13 maggio 1909. Stesso anno, stesso segno zodiacale: Toro. Potevano, queste due creature quasi gemelle, non percorrere un tratto di strada insieme? Potevano ignorarsi?
===Citazioni===
*Come i bersaglieri quando smettono di correre, così i ciclisti, quando cessano di pedalare ingrassano.
*Il [[Giro d'Italia]] parla milanese, anche se poi, a vincerlo, è qualche toscano o qualche romagnolo.
*I corridori sono come Anteo: il contatto con la loro terra gli dà forza.
*Ma sapete voi con precisione che cosa sia una fuga, lo sapete? Non lo sapevo nemmeno io prima di vederla. Credevo che fosse l'uomo che, a un certo punto, si mette a pedalare più forte degli altri e li semina per via. Errattissima nozione. La fuga è invece un grande urlo e un gesto disperato che mettono d'improvviso in confusione tutta la carovana del Giro.
*Quello della bicicletta è un mondo buono: e credo sinceramente che venga da questa bontà il fascino ch'esso esercita sulle folle.
*Lasciatelo com'è questo Giro provinciale e festoso: lo sport di un popolo che, nella corsa verso il progresso meccanico, è rimasto alla bicicletta, tappa intermedia fra il cavallo e l'automobile, ritrovato artigiano e arnese di famiglia.
*Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari, ma non saprebbe accogliere i forestieri con tanto calore e sportiva cordialità.
*Leoni, che oltre a tutto è un bellissimo ragazzo, ha una fidanzata la quale gli scrive raccomandandogli di non vincere, altrimenti troppe ragazze lo abbracciano porgendogli i fiori. Leoni è innamoratissimo della sua fidanzata ma non è certo per obbedire a lei che non vince. È solo per obbedire a [[Fausto Coppi|Coppi]] e restargli a fianco.
*Gli assi possono permettersi di arrivare ultimi. E lo fanno senza risparmio. Possono permettersi di disprezzare i loro adoratori e lo fanno senza ritegno. L'adorazione rimane.
*I corridori di bicicletta sono gente semplice, che non è mai stata in collegio. [...] Nessuno ha insegnato loro i dettami dello stile e della cavalleria. Li posseggono per natura. Difficilmente essi cercano di sminuire la vittoria dell'avversario e non gliene serbano rancore. Sono capaci di delicatezze che non credo esistano negli altri sport.
*I corridori non si dovrebbero sposare; e, quando lo fanno, dovrebbero scegliere delle done brutte.
*È la specialità dei padri quella di sognare per i figli i trofei che loro non convengono, ed è la specialità dei figli quella di procurarsi trofei che ai loro padri non piacciono.
==''Pantheon minore''==
===[[Incipit]]===
'''Einaudi'''<br>Avendo saputo che sollecitavo l'onore e il piacere di incontrarlo, il Presidente, che non mi aveva mai visto, trovò del tutto naturale invitarmi a colazione. «Quando vuol venire?» mi fece chiedere, «giovedì mattina, per esempio?» Giovedì voglio stappare una nuova bottiglia del mio 'barolo' e ci sarà anche la signorina Barbara Ward dell' ''Economist''. Vino piemontese, giornalismo ed economia politica, pensa: sarebbe difficile sorprendere [[Luigi Einaudi|Einaudi]] in una cornice più einaudiana di questa.
===Citazioni===
*{{NDR|Luigi Einaudi}} E in quei pochi minuti aveva ancora tante cose da dire a due giornalisti per ricordare loro, [[Alessandro Manzoni|manzonianamente]], che l'[[uomo]] è «buono», come dice [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], ma tale può diventare solo in grazia delle buone istituzioni (in ciò consiste la sua posizione conservatrice e cattolicamente pessimistica).
*[[Ingrid Bergman]] è forse la sola persona al mondo che non consideri Ingrid Bergman un'attrice completamente riuscita e definitivamente arrivata. (p. 195)
*Non ho mai visto in vita mia, nemmeno nei film di cui la Bergman è protagonista, una donna così trasparentemente pulita. (p. 195)
*Ogni buon [[padre]] di [[famiglia]] deve, al principio della giornata, sapere quanto la famiglia ha in cassa e quanto può spendere.<br>Einaudi conosce a memoria le cifre dell'economia italiana, come i re che lo precedettero conoscevano a memoria i nomi e i motti dei reggimenti.
*«''Venez, mademoiselle, venez''», disse [[Anatole France]] a [[Emma Gramatica]] che, poco più che ventenne, si trovò un giorno a viaggiare con lui in automobile a Palermo, e aveva paura di essere troppo ingombrante sul sedile. «''Vous êtes comme les anges, qui n'ont pas de derrière!''»<br>Qualcosa come mezzo secolo dev'esser trascorso da allora, ed Emma somiglia un po' meno a un angelo, ma grassa non la si può dire nemmeno adesso. La vita che mena, d'altronde, non lo consentirebbe di diventarlo. Alla sua età, ha girato per tre anni consecutivi, tutti i teatri dell'America del Sud, volando da Buenos Aires a Santiago, da Santiago a Lima, da Lima a Caracas, e recitando una sera in italiano e la sera dopo in spagnolo, lingua che, sino al momento di partire, ignorava totalmente. Ora è tornata per girare un film con [[Vittorio De Sica|De Sica]], e sono fatiche a cui molti giovani non resistono.
*Il [[fascismo]] trovò, tra i suoi oppositori più accaniti, [[Mario Missiroli]], che si batté a duello con [[Benito Mussolini|Mussolini]]. Egli non credette alla [[forza]] e al successo delle «camicie nere» fino al [[giorno]] in cui, mentre cercava faticosamente di salire sul tram, uno squadrista che lo incalzava, dopo avergli inflitto una serie di spintoni, non gli ebbe affibbiato, in risposta alle sue proteste, due sonori schiaffi che gli fecero volar via gli occhiali cerchiati d'[[oro]]. Mario li raccolse con [[dignità]], vi fiatò sopra, li ripulì col fazzoletto e concluse in tono ammirativo: «Però!... Picchiano bene, veh!...»
==''Qui non riposano''==
*{{NDR|Sulla [[guerra d'Etiopia]]}} Quella fu una guerra ideale, la guerra-tipo della borghesia italiana: con pochi morti e molte medaglie. Io presi a capirne la miseria solo all'ultimo capitolo: quando, per la marcia su Addis Abeba, cominciarono a piovere dall'Italia e da Asmara gerarchi e aspiranti gerarchi, smaniosi di gloria a buon mercato: e Badoglio dovette emanare un ordine per cui solo chi presentava "un biglietto di autorizzazione" poteva marciare sulla capitale nemica. Solo in tempo fascista si poteva escogitare un finale di guerra con un biglietto per la capitale nemica. (pp. 107-108)
*Io non volevo far politica. Ha il diritto un uomo della strada di non far politica? Ha il diritto un uomo della strada a dire che il governo ha fatto bene a far questo e male a far quest'altro? Ha diritto un giornalista, che è un uomo della strada, il quale va a vedere e riferire le cose per conto degli altri uomini della strada, ha il diritto di riferire che i fatti si svolsero così e così, e che in essi c'era tanto il bello e tanto il brutto, tanto di giusto e tanto d'ingiusto? No, il [[fascismo]] disse che un uomo della strada non ha tutti questi diritti. Ecco perché diventai antifascista. Non perché al posto di [[Benito Mussolini|Mussolini]] ci volevo un altro, ma perché non ci volevo nessuno. Io volevo stare alla finestra, come stanno i giornalisti, mestiere di spettatore e non di attore.<ref>Citato in Paolo Granzotto, ''Indro Montanelli'', p. 92.</ref> (p. 189)
*[...] volevo avere il diritto di non pensare alla [[politica]], di disinteressarmi della politica, perché la politica la gente dabbene non la fa. La gente dabbene lavora in ufficio, viaggia, commercia, produce, ama una donna che può anche essere sua moglie (come è il mio caso), ama i suoi figli, ama la sua casa, paga le tasse, e di politica ne parla un quarto d'ora al giorno. (p. 190)
== ''Ricordi sott'odio'' ==
*''Non piangete | per | [[Cesare Zavattini]] | ha già pianto | lui per tutti noi.''<ref name=ricordi>Il libro raccoglie gli "epitaffi" scritti su personaggi al momento viventi (talvolta insieme a [[Leo Longanesi]]) e quasi tutti inediti.</ref> (p. IV dell'Introduzione di Marcello Staglieno)
*''Qui | per la prima volta | [[Alida Valli]] | giace | sola''.<ref name=ricordi/> (p. 11)
*''Qui | riposa | [[Amintore Fanfani]] | amico | dei nemici | nemico | degli amici | figlio | di [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]] | padre | di nessuno.''<ref name=ricordi/> (p. 31)
*''Qui | riposa | [[Mario Melloni]] | inquieto | transfugo | di sé stesso | momentaneamente | scomparso | a sinistra | in cerca | di una croce | su cui | inchiodarsi.''<ref name=ricordi/> (p. 65)
*''Qui giace | Alba {{ndr|[[Alba de Céspedes]]}} | scrittrice scialba. | Divorò uomini e gloria | La Boria | la divorò''.<ref name=ricordi/> (p. 95)
*''Qui | riposa | [[Mario Soldati]] | padre | figlio | autore | regista | interprete | di | Mario Soldati.''<ref name=ricordi/> (p. 123)
*''Qui giace | [[Davide Lajolo]] | Segretario federale | Legionario di Spagna | Repubblichino di Salò | chiese | di passare all'anilina | la sua camicia nera. | E com'era | Rimase.''<ref name=ricordi/> (p. 179)
*''In pace | qui giace | orbato | d'orbace | [[Achille Starace]].''<ref name=ricordi/> (p. 181)
==''Soltanto un giornalista''==
*Da quando ho cominciato a pensare, ho pensato che sarei stato un giornalista. Non è stata una scelta. Non ho deciso nulla. Il giornalismo ha deciso per me. E questa è stata una delle mie tante fortune, posto che tutto quel che ho fatto lo debbo soprattutto a un alleato ch'è sempre rimasto al mio fianco: il caso. (p. 5)
*Per sua disgrazia, [[Massimo Bontempelli|Bontempelli]] fu nominato accademico d'Italia da un fascismo che puzzava già di morto. Eletto senatore nelle liste del Fronte popolare dopo la guerra, non esitò a pronunziare giudizi brucianti su chi aveva collaborato col regime. Quel voltafaccia gli costò caro, perché a un certo punto saltarono fuori le lettere che aveva scritto a Mussolini per impetrare la sua nomina: i comunisti lo scaricarono e lui cadde in un tale stato di prostrazione da morirne. (p. 26)
*A Salò ci fu di tutto. Ci furono le squadracce assetate di vendetta e di saccheggio che provocarono il disgusto agli stessi tedeschi. Ma anche uomini per i quali quello fu il banco di prova d'una coerenza e d'una lealtà che non possono non incuter rispetto. E l'unica ragione per la quale benedico le mie cosiddette benemerenze antifasciste è che mi han dato il diritto di difenderle. (p. 119)
*Il 2 giugno del '46, giorno del referendum istituzionale, votai per la monarchia. Lo feci perché ritenevo fosse pericoloso recidere il tenue filo che legava l'Italia all'unica sua tradizione nazionale: quella monarchica, appunto. L'Italia non s'era "fatta da sé", come pretendeva la nostra storiografia ufficiale. Era stata fatta dalla monarchia sabauda guidata dal genio diplomatico d'un suo diplomatico, Cavour, che voleva estendere il Regno di Sardegna al Lombardo-Veneto. Se poi ci scappò fuori l'Italia, non fu grazie al contributo degl'italiani, che non ne diedero punto. Fu perché la storia dell'Europa andava verso la costituzione degli Stati nazionali, e condannava a morte quelli plurinazionali come l'Impero austriaco. [...] Al posto di quel patrimonio, sia pure modesto, cosa prometteva la Repubblica? Si presentava come depositaria dei valori della Resistenza, un mito ancora più falso di quello del Risorgimento. Che non era stata affatto, come pretendeva d'essere, la lotta d'un popolo in armi contro l'invasore, bensì una lotta fratricida tra i residuati fascisti della Repubblica di Salò e le forze partigiane, di cui l'80 per cento si batteva (quasi mai contro i tedeschi) sotto le bandiere d'un partito a sua volta al servizio d'una potenza straniera. (pp. 125-126)
*Un'altra scelta s'era imposta, quella delle elezioni del '48. Per l'Italia era una scelta vitale: o con l'Est o con l'Ovest, ossia con i totalitarismi rossi oppure con le democrazie occidentali. Ergo, o con il Fronte popolare oppure con la Dc. E lì ebbe inizio il mio dramma, ch'è poi quello eterno del laico italiano: il quale, messo davanti al boia, vede comparire al suo fianco il prete che solo può salvarlo. (pp. 135-136)
*Mi proposi due obiettivi, entrambi falliti: il primo era farmi intentare un processo dagli amministratori della città che attirasse l'attenzione sui pericoli che [[Venezia]] stava correndo. Il secondo era rendere pubblica la convinzione che m'ero formato: che per salvare Venezia la prima cosa da fare era sottrarla allo Stato italiano e affidarlo a un organismo internazionale come l'Onu, con le sue cospicue possibilità finanziarie e i suoi agguerriti uffici tecnici. [...] Il Comune di Venezia non aveva più nulla di veneziano, salvo la sede. A dominarlo erano gli elettori di Mestre e Marghera, che con quelli di Venezia si trovavano nella proporzione di tre a uno, e dalla loro avevano tutto: i soldi delle industrie, i sindacati e quindi anche i partiti. Decidendo di restare amministrativamente unita, Venezia ha preferito mettersi al rimorchio delle ciminiere e petroliere di Marghera, alle quali ha sacrificato il suo delicatissimo sistema idraulico. Fu allora che, con grande amarezza, feci atto di rinunzia a Venezia, convinto come ero, e come son rimasto, che una città si può salvare solo se sono i suoi abitanti a volerlo. (pp. 216-217)
*Una sera, uscendo solo soletto dal «Giornale», mi trovai davanti il solito muro di folla tumultuante con le bandiere rosse spiegate. Dalla piazza si levò un urlo: «Tel chi el Muntanel!». In un attimo cinquanta scalmanati mi s'avventarono contro. Temendo il linciaggio, arretrai fino a trovarmi con le spalle al muro. Ma non feci in tempo a dire be' che mi ritrovai issato in spalla a una mezza dozzina d'energumeni, fra salve d'evviva. Erano i tifosi del [[Torino Football Club|Torino]] che quel giorno {{NDR|16 maggio 1976}} aveva vinto lo scudetto, e le bandiere non eran rosse, ma granata. E siccome i cronisti sportivi del «Giornale» erano sempre stati favorevoli al Torino, m'acclamavano come un loro idolo. (p. 241)
*La Dc era il partito dei maneggi e dell'inefficienze. Ma se avesse perso il 4 o il 5 per cento dei suoi voti, il partito di maggioranza relativa destinato a formare il nuovo governo sarebbe diventato quello comunista. Ch'era ancora molto pericoloso. Perché è vero che in Italia c'era Berlinguer, ma io sapevo bene che col comunismo d'allora poteva ancora succedere di tutto: bastava un cambiamento al vertice e un Berlinguer poteva diventare un [[Alexander Dubček|Dubček]] come un [[Walter Ulbricht|Ulbricht]]. Il «Giornale» era certamente laico, ma prima di essere laico era italiano, e cercava d'operare con qualche senso di responsabilità. E negli anni Settanta solo gl'irresponsabili potevano augurarsi il crollo della Dc, cui eravamo condannati anche perché la cosiddetta Alleanza laica, l'accordo fra Pli, Pri e Psdi, non sortì mai i numeri per sostituirvisi. (pp. 243-244)
*Ci fu un'unica battaglia sulla quale il «Giornale» si trovò allineato con Craxi e il nostro editore: quello per la libertà d'antenna. Battaglia sacrosanta. Berlusconi è tutt'altro che un idealista disinteressato e nessuno sa agire come lui aggirando, quando non calpestando, le regole. Ma i panni nobili coi quali i difensori della Rai rivestivano la loro offensiva politico-giudiziaria erano grotteschi. Se il peccato di Berlusconi stava nell'essere troppo amico del Psi, quello della Rai era d'essere troppo amica di tutti i partiti. A fornirci il destro furono poi i pretori coi loro interventi oscurantisti, peraltro prontamente sventati dai decreti di Craxi. E quindi la crociata dell'etere libero, che rientrava fra l'altro nella nostra tradizione antistatalista, divenne una campagna contro il "pretore selvaggio", che con i suoi abusi toglieva ogni certezza del diritto al cittadino. (pp. 275-276)
*Le vere novità erano nate fuori dal Palazzo: come la Lega di [[Umberto Bossi]]. Che all'inizio anche il «Giornale», come molti altri, sottovalutò. Come si faceva a prender sul serio un invasato che nutriva le sue invettive di sfondoni storici e grammaticali da far accapponare la pelle? [...] Che Roma fosse ladrona, era indubitabile. E l'avversione per la burocrazia parassitaria e per il meridionalismo piagnone e sprecone andava a nozze con le tradizioni del «Giornale». Bossi quindi incarnava un sentimento molto diffuso anche fra i nostri lettori, una protesta genuinamente qualunquista che, per certi versi, all'inizio anche noi appoggiammo. Ma dovemmo prenderne le distanze quando Bossi cominciò a condire le sue contumelie contro il Palazzo con propositi secessionisti. (pp. 279-280)
*Con Berlusconi, tuttavia, poi feci pace. Fu lui a telefonarmi: forse, aveva captato in qualche mio articolo un'ombra di rimpianto per il vecchio amico. Era il '96 e dopo il ribaltone le cose per lui si mettevano di male in peggio. [...] Così, una sera mi ritrovai di nuovo seduto alla sua mensa ad Arcore. [...] Riparlammo senza rancore dei nostri trascorsi. Gli domandai quale garanzia avesse ricevuto da [[Massimo D'Alema|D'Alema]] sulle sue aziende in cambio dell'opposizione inesistente che gli assicurava. Rise. «Ma perché, ora che hai sistemato i tuoi affari, non ti chiami fuori dalla politica?» gli chiesi. «È una parola» mi rispose rabbuiandosi. «I giudici non obbediscono neppure a D'Alema». E lì capii quale era, ormai, la vera sostanza del suo dramma. (p. 312)
*Se anch'io sono diventato europeista, è per disperazione: l'Europa è forse l'unica possibilità di sopravvivere per noi italiani, che come italiani non siamo riusciti a vivere. Questo è sempre stato l'europeismo degl'italiani di più alta coscienza, a partire da [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]], che fu il primo a capire i rischi d'un Italia lasciata in balìa degl'italiani. (p. 315)
*Pur fra tante fortune, purtroppo a me la sorte ha riservato di portarmi nella tomba le due cose che ho più amato: il mio mestiere e il mio Paese. Che cosa sia diventato il primo, annientato da computer e televisione, è sotto gli occhi di tutti. Quanto al secondo, la cancrena è ormai inarrestabile e la decomposizione sta avvenendo per dissoluzione di quel poco che resta dello Stato. E dico decomposizione, non secessione. La secessione si fa anche con la violenza, e dove lo troviamo oggi un solo plotone di soldati disposto a imbracciare le armi pro o contro l'Unità dello Stato? Che, se resta ancora in piedi, è solo perché non ha neppure la forza di cadere. Quello di rinunziare alla nazione poi, è un sacrificio che non saprei compiere, anche se razionalmente mi rendessi conto ch'è necessario, oppure inevitabile. E ringrazio l'anagrafe che mi esclude dal problema. (p. 316)
==''Storia d'Italia''==
{{vedi anche|Indro Montanelli e Roberto Gervaso|Indro Montanelli e Mario Cervi}}
===''L'Italia giacobina e carbonara''===
*I [[cinismo|cinici]] sono tutti moralisti, e spietati per giunta. (cap. 10, p. 144)
*[[Francesco Melzi d'Eril|Melzi]] apparteneva a una delle più grandi famiglie dell'aristocrazia lombarda, e ne portava nel sangue le doti migliori: la rettitudine, la cultura, la cortesia, ma anche una certa alterigia, che probabilmente gli veniva dalla madre spagnola. (cap. 11, p. 152)
*{{NDR|Francesco Melzi d'Eril}} Aveva fatto parte dei circoli illuministici dei Serbelloni, dei Beccaria e di Pietro Verri, di cui era anche cognato. [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] lo aveva conosciuto al tempo della sua prima campagna d'Italia, dopo la battaglia di Lodi lo aveva invitato a Mombello, e ne aveva fatto il proprio consigliere. Quel signore che portava ancora il costume settecentesco, le calze bianche e la parrucca incipriata, gli piaceva. Gli piaceva perché non era servile, perché non era venale, perché non era nemmeno ambizioso. Una leggera sordità e una salute piuttosto precaria, insidiata da un forte artritismo, l'obbligavano a riguardi incompatibili con l'esercizio del potere. Più che il protagonista, preferiva fare il suggeritore. (cap. 11, p. 152)
*L'unico che avesse qualità di uomo di Stato era il ministro delle finanze, [[Giuseppe Prina|Prina]], anche perché era piemontese, cioè veniva da un paese che uno Stato lo era da secoli. Ex procuratore generale della Corte dei Conti di Torino e membro del governo provvisorio del '99<ref>1799.</ref>, si era poi trasferito nella [[Repubblica Cisalpina|Cisalpina]] e ne aveva preso la cittadinanza. Non aveva un carattere che attirasse simpatie. Anzi, chiuso e freddo com'era, le respingeva. Ma era un lavoratore instancabile e scrupoloso, dotato di un acuto senso politico e – diceva [[Stendhal]] – "ha del grande in testa". (cap. 12, p. 164)
*Perché non andassero perse neanche le briciole {{NDR|delle entrate della Repubblica Cisalpina}}, Prina riformò tutto il sistema fiscale riducendone il personale e facendone una macchina di straordinaria efficienza. Fu lui a inventare la "tassa di famiglia", o meglio a ripristinarla, perché la sua vera iniziatrice era stata [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]]. Ma la maggior pressione la esercitò nel campo delle imposte indirette che colpivano tutti i consumi senza distinguere fra quelli di lusso e quelli di prima necessità. Naturalmente a farne le spese furono soprattutto le classi popolari, che di lì a pochi anni gliel'avrebbero fatta pagare<ref>Prina, dopo l'abdicazione di Napoleone, fu linciato dalla folla a Milano il 20 aprile 1814.</ref>. Ma con questi sistemi riuscì a portare le entrate da settanta a oltre cento milioni e a pareggiare il bilancio. (cap. 12, p. 165)
*[[Carlo II di Parma|Carlo Ludovico]] era stato talmente oppresso dalla madre<ref>Maria Luisa di Borbone-Spagna (1782–1824).</ref> che sognava di disfare tutto ciò ch'essa aveva fatto, compreso il proprio matrimonio; e quando le successe nel '24<ref>Come duca di Lucca nel 1824.</ref>, introdusse anche per buona fortuna dei lucchesi, metodi di governo diametralmente opposti a quelli di lei. Ridusse l'appannaggio che Maria Luisa esigeva per alimentare i suoi fasti spagnoli, liberalizzò i commerci, e alla fine si convertì addirittura al luteranesimo, mentre sua moglie diventava Terziaria domenicana. Fu un cattivo marito, ma non un cattivo sovrano. E Lucca, sotto di lui, respirò. (cap. 25, p. 375)
*[...], {{NDR|la [[Carboneria]]}} non fu certo una scuola di educazione politica, e probabilmente è anche al suo esempio e modello che sono dovute le malformazioni della nostra democrazia e la sua intrinseca debolezza. Figli e nipoti dei Carbonari furono quei "notabili" che governarono l'Italia fino alla prima guerra mondiale e che, insieme a innegabili virtù, ebbero anche il vizio di considerare il Paese una "clientela" di Apprendisti esclusi dai "sacri travagli". (cap. 26, p. 395)
*Fu qui {{NDR|al Teatro alla Scala}} che {{NDR|[[Ugo Foscolo]]}} vide [[Antonietta Fagnani Arese]], già famosa a ventitré anni non soltanto per la sua bellezza, ma anche per lo sfruttamento intensivo che ne aveva fatto. Probabilmente era una frigida, ma che sapeva recitare la sua parte: tutti i giovani più in vista di Milano cadevano nelle reti di questa Circe, e forse fu anche questo a stimolarlo. (cap. 35, p. 510)
*Misto di genio e di ciarlatano, [[Domenico Barbaja|Barbaja]] aveva debuttato come sguattero, aveva fatti primi soldi inventando un dolce di panna e cioccolato, la "barbajada", li aveva moltiplicati con la gestione del Ridotto da giuoco della Scala, e ormai tanti ne aveva che quando il San Carlo andò distrutto da un incendio, lo ricostruì a proprie spese. (cap. 39, pp. 608-609)
*{{NDR|Domenico Barbaja}} Era semianalfabeta, e di musica non conosceva una nota, ma conosceva il pubblico, era un infallibile scopritore di talenti, e nel 1815 si assicurò quello di un compositore ventitreenne, in cui già aveva identificato la figura più rappresentativa della lirica contemporanea: [[Gioacchino Rossini]]. (cap. 39, p. 609)
*{{NDR|[[Ciro Menotti]]}} Uomo onesto, ma di un candore che sconfinava nella sprovvedutezza, [...]. (cap. 40, p. 635)
===''L'Italia del Risorgimento''===
*D'irresolutezza, [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]] aveva dato prova anche prima di salire sul trono, e lo aveva dimostrato anche il suo contraddittorio atteggiamento nel '21<ref>Nei moti piemontesi del 1821, Carlo Alberto aveva prima dato e poi ritirato il suo appoggio ai congiurati.</ref>. Il coraggio e la volontà non gli mancavano; ma gli mancava il carattere. Nella guerra di Spagna era stato un valoroso combattente<ref>Nel 1823, Carlo Alberto aveva partecipato alla campagna militare per ristabilire l'assolutismo regio in Spagna.</ref>, e la disciplina a cui si sottoponeva era spartana. Ma le responsabilità morali lo sgomentavano. (cap. 9, pp. 135-136)
*{{NDR|Carlo Alberto}} Non era né intelligente né colto. Ma certi movimenti di opinione pubblica e orientamenti di pensiero li coglieva e ne restava influenzato. Nel '38 aveva mandato in galera e poi in esilio [[Vincenzo Gioberti|Gioberti]], ma nel '43 ne leggeva con interesse il ''Primato''. Se [[Massimo d'Azeglio|D'Azeglio]] avesse scritto il suo libro<ref>''Degli ultimi casi di Romagna'' (1846).</ref> due anni prima, avrebbe mandato in esilio anche lui. Ora in pratica ne aveva fatto una specie di agente segreto. I tempi insomma li sentiva e con essi andava. (cap. 9, p. 136)
*Questo grande soldato {{NDR|[[Josef Radetzky]]}} non aveva mai conosciuto sconfitte, e a ottant'anni suonati conservava intatte prestanza fisica ed energia morale. Come tutti i militari, credeva soltanto nella spada e nella disciplina. Ma non somigliava affatto all'immagine che di lui ci ha tramandato la storiografia risorgimentale: quella del crudele "impiccatore", del caporalaccio ottuso, grossolano e brutale. Era al contrario un grande signore, di tratto ruvido ma generoso, perpetuamente alle prese con problemi di bilancio perché aveva le mani bucate. (cap. 13, p. 194)
*{{NDR|Radetzky}} Aveva sposato una Contessa austriaca che viveva a Vienna e gli aveva dato otto figli da cui non gli venivano che dispiaceri. Uno militava ai suoi ordini lì a Milano, ma era un così cattivo arnese che un prete un giorno lo schiaffeggio per strada. Radetzky mandò a chiamare il prete, gli strinse la mano e gli disse: "''{{sic|Crazzie}}''". Per amante si era presa una brava stiratrice lombarda che sapeva cucinare bene gli gnocchi, di cui era ghiottissimo, e dalla quale ebbe altri quattro figli. Non era affatto un odiatore degl'italiani: tant'è vero che, quando andò in pensione, rimase a Milano, e lì morì nel '58. Era soltanto un fedele servitore del suo Paese, di cui non discuteva la causa. E soprattutto era un vecchio lupo di guerra coraggioso, astuto e risoluto. (cap. 13, p. 195)
*La notizia si diffuse prima ancora che lo [[Statuto Albertino|Statuto]] fosse firmato, e in un battibaleno le piazze di Torino, eppoi di tutto il Piemonte, eppoi di tutto il Reame, si riempirono di folla esultante. Essa non conosceva il contenuto del documento che introduceva, sì, un regime rappresentativo, ma circondandolo delle maggiori cautele [...]. Più che del suo contenuto, la pubblica opinione era innamorata della parola ''Costituzione'', che aveva finito, per assumere ai suoi occhi magici significati, e la salutava con luminarie, canti e bandiere. (cap. 14, p. 218)
*[...] [[Francesco Anzani|Anzani]], il più serio e autorevole degli esuli italiani, che aveva combattuto per la libertà in Grecia e in Spagna. Le sue parole avevano gran peso anche perché fra tutti quei chiacchieroni, ne pronunziava poche. (cap. 18, p. 281)
*[...] [[Giuseppe Montanelli|Montanelli]] era così infatuato {{NDR|del progetto di Costituente italiana}} e tanto ne parlava nei suoi discorsi che il popolino – dicono – finì per credere che la Costituente fosse il nome di sua moglie. (cap. 19, p. 298)
*[[Pellegrino Rossi|Rossi]] era un toscano della Lunigiana, ma solo all'anagrafe. Come formazione e mentalità, apparteneva ancora a quel tipo di {{sic|apòlidi}} che l'Italia del Settecento sfornava doviziosamente e che, non trovando in patria un terreno per i loro talenti, andavano da mercenari a investirli all'estero. Professore d'Università a poco più di vent'anni, poi commissario di [[Gioacchino Murat|Murat]] al tempo del suo infelice tentativo di unificare l'Italia sotto il suo scettro, era l'unico cattolico cui l'Accademia calvinista di Ginevra avesse mai affidato una cattedra. (cap. 19, p. 301)
*{{NDR|Pellegrino Rossi}} Fu sin dal principio un fautore di [[Papa Pio IX|Pio IX]] fino a partecipare di persona alle manifestazioni popolari in suo favore, ma vide subito la pochezza e ambiguità dell'uomo e ne denunziò i pericoli. (cap. 19, pp. 302-303)
*Sebbene gli avessero affidato pieni poteri, [[Daniele Manin|Manin]] era un uomo discusso. Molti lo consideravano un malaccorto maneggione, un improvvisatore digiuno di problemi economici e militari, bravo soltanto ad attribuirsi i meriti degli altri. Secondo [[Niccolò Tommaseo|Tommaseo]], ch'era fra i suoi più insidiosi diffamatori, il potere gli aveva dato "una scossa da intorbidargli la mente e far più grave e manifesta la sua inesperienza". (cap. 23, p. 354)
*{{NDR|Daniele Manin}} Intellettualmente, non era al livello di un [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] o di un [[Carlo Cattaneo|Cattaneo]]. Ma era, come loro, inattaccabile sul piano morale. E, in mancanza di un vero e proprio potere carismatico, esercitava sulle folle un notevole fascino per la sua gioviale e arguta "venezianità". Parlava sempre in dialetto con battute raccattate sulla bocca dei gondolieri, e anche nel dramma portava un pizzico di [[Carlo Goldoni|Goldoni]]. I suoi limiti li conosceva, e non è vero che l'autorità gli avesse dato alla testa, come diceva Tommaseo che diceva male di tutti. Anzi la esercitava bonariamente e cercava di circondarsi di uomini validi che sopperissero alla sua incompetenza. (cap. 23, pp. 354-355)
*Eran trascorsi pochi mesi {{NDR|dal suo matrimonio con Vittorio Emanuele}}, che [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena|Maria Adelaide]] lo sorprendeva nel giardino di Moncalieri con una diva del teatro, Laura Bon, ma si guardò dal farne un dramma. Perfettamente educata al mestiere di Regina, essa sapeva che la rassegnazione alle infedeltà ne è parte imprescindibile, e le sopportò sempre con garbo e dignità. (cap. 25, p. 390)
*Sfruttando la devozione di Carlo Alberto, [[Clemente Solaro della Margarita|Solaro della Margarita]] aveva regolato i rapporti con la Chiesa in modo tale da fare del clero piemontese il più potente d'Italia dopo quello dello [[Stato Pontificio|Stato pontificio]]. Esso aveva ancora i suoi tribunali in concorrenza con quelli dello Stato e poteva concedere il diritto d'asilo ai delinquenti. (cap. 26, p. 410)
*[...] {{NDR|Giuseppe}} Montanelli, gran galantuomo e ricco d'ingegno, non lo era altrettanto di carattere. Idee ne aveva, anzi ne aveva troppe; ma, facilmente suggestionabile, finiva sempre per adottare quelle dell'ambiente in cui viveva. (cap. 29, pp. 464-465)
*Il primo a trarne le conclusioni {{NDR|dalle tesi favorevoli alla monarchia piemontese esposte nel libro di [[Vincenzo Gioberti|Gioberti]] ''Del rinnovamento civile d'Italia''}} fu [[Giorgio Pallavicino Trivulzio|Pallavicino]], l'ex prigioniero dello Spielberg, da un pezzo rifugiato a Torino. Di scarso cervello politico, impetuoso fino alla leggerezza, teatrale e un po' troppo portato a ostentare i suoi titoli di "martire", aveva fino allora militato sotto bandiera rivoluzionaria. (cap. 32, p. 514)
*{{NDR|Tra i Mille di Garibaldi}} C'era il malinconico ex prete [[Giuseppe Sirtori|Sirtori]], che della guerra aveva fatto una mistica e sul campo sembrava che officiasse. (cap. 40, p. 635)
===''L'Italia dei notabili''===
*La [[Convenzione di settembre|Convenzione]], che fu detta "di Settembre" dal mese in cui venne concordata, si componeva di cinque articoli e stabiliva: che l'Italia rinunziava ad ogni atto di ostilità contro il territorio pontificio; che la Francia ne avrebbe ritirato le sue truppe via via che il governo del Papa le avesse rimpiazzate con volontari indigeni e stranieri, e comunque entro due anni; e che questo doppio impegno sarebbe entrato in vigore dal momento in cui il governo italiano avesse decretato il trasferimento della capitale da operarsi nello spazio di sei mesi. (Capitolo quinto, Firenze capitale, p. 76)
*Gli sventramenti che furono operati {{NDR|a Firenze, nuova capitale del Regno d'Italia}} per alloggiare i Ministeri e i nuovi quartieri che sorsero alla periferia per ospitare i venticinque o trentamila impiegati che calarono da Torino, lasciarono la città orrendamente sfregiata e carica di debiti. (Capitolo quinto, Firenze capitale, p. 78)
*{{NDR|[[Carmine Crocco]]}} [...] condannato per diserzione a vent'anni di carcere, ne era evaso, si era dato alla macchia, e in poco tempo era diventato il più temuto e rispettato capobanda della [[Basilicata|Lucania]] non soltanto per il suo coraggio, ma anche per la sua intelligenza di guerrigliero.</br>[...] Crocco venne riconosciuto Generalissimo non solo per l'autorità che gli conferivano le sue gesta, ma anche, perché, sebbene mezzo analfabeta, possedeva un'oratoria immaginosa e apocalittica. (Capitolo sesto, I briganti, pp. 85-89)
*{{NDR|[[Giustino Fortunato]]}} [...] il più grande e illuminato studioso del Meridione. (Capitolo sesto, I briganti, p. 86)
*Figlio di un fabbro e medico di professione, [[Giovanni Lanza|Lanza]] incarnava, nella Destra piemontese tradizionalmente formata da nobili, militari e grandi borghesi, un tipo umano del tutto insolito: il nuovo piccolo ceto medio, spartano e puritano, formatosi nelle scuole serali e nell'Università popolare. (Capitolo nono, Gli anni della lesina, p. 133)
*L'esercito papalino era un'accozzaglia di mercenari delle più svariate nazionalità (c'erano perfino dei turchi). [...] circa 15.000 uomini, al comando del generale [[Hermann Kanzler|Kanzler]]. Compito gentiluomo, ligio al Regolamento come lo era al Catechismo, questi aveva tuttavia un concetto tedesco dell'onore militare e avrebbe preferito una sconfitta a una resa. Ma {{NDR|Il segretario di Stato}} Antonelli non era di questa opinione. Gli ordinò di ritirare le truppe {{NDR|pontificie}} dentro le mura e di limitarsi a un simulacro di resistenza. (Capitolo decimo, Porta Pia, pp. 141-142)
*{{NDR|La duchessa [[Eugenia Attendolo Bolognini Litta|Eugenia Litta]]}} Durante la campagna del '59<ref>Seconda guerra d'indipendenza italiana.</ref> era stata il riposo del guerriero più famoso e importante: [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]]. E secondo le malelingue era passata subito dopo in eredità a [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele]], che però era il meno adatto ad apprezzare la sua vita di vespa, le sue carni pallide e i suoi raffinatissimi gusti. [[Honoré de Balzac|Balzac]] le aveva reso omaggio. [[Arrigo Boito|Boito]] seguitava a rendergliene. [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] dirà ch'essa "aveva rubato il segreto a Ninon de Lenclos<ref>Scrittrice, cortigiana ed epistolografa francese (1620–1705).</ref>". Insomma come iniziatrice all'amore, il giovane principe {{NDR|il futuro [[Umberto I di Savoia|Umberto I]]}} non poteva desiderarne una più fascinosa ed esperta. Lo fu al punto che, nonostante la differenza d'età, egli le rimase devoto – anche se non fedele – fino alla fine dei suoi giorni. (Capitolo quattordicesimo, Il marito di Margherita, p. 196)
*{{NDR|[[Margherita di Savoia]]}} [...] era una vera e seria professionista del trono, e gl'italiani lo sentirono. Essi compresero che, anche se non avessero avuto un gran Re, avrebbero avuto una grande Regina. (Capitolo quattordicesimo, Il marito di Margherita, p. 197)
*Il trattato {{NDR|della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]]}} fu firmato a Vienna nel maggio dell'82<ref>20 maggio 1882.</ref>. Esso impegnava le tre Potenze al reciproco aiuto nel caso in cui una fosse aggredita e alla benevola neutralità nel caso che aggredisse. Inoltre Austria e Germania dichiaravano di disinteressarsi del problema del Papa, considerandolo un affare interno italiano.<br>Quest'ultima clausola fu, insieme alla fine dell'isolamento, il grande vantaggio che l'Italia trasse dal patto, ma nient'altro. Essa non vi era entrata su un piede di parità con le consocie. Aveva semplicemente acceduto all'alleanza che già legava le altre due, le quali restavano per così dire le padrone di casa, e Bismarck non perse occasione di farcelo sentire. (Capitolo diciannovesimo, La Triplice, pp. 276-277)
*L'unico Stato che ruppe le relazioni con quello italiano in seguito a [[Presa di Roma|Porta Pia]] fu l'Ecuador. Mai la Chiesa si era trovata in condizioni di più completo isolamento. (Capitolo ventitreesimo, I cattolici, p. 334)
*Sindaco di Palermo a ventisette anni, {{NDR|[[Antonio Starabba, marchese di Rudinì|il marchese di Rudinì]]}} aveva affrontato con molto coraggio la rivolta che vi era scoppiata nel '66, e questo lo aveva accreditato come il fanciullo-prodigio del moderatismo, destinato a gloriose imprese. Ma, diceva De Sanctis, col passare del tempo, il prodigio dileguò e rimase solo il fanciullo. Ministro degl'Interni a trent'anni in uno dei governi Menabrea, la sua carriera si era fermata lì. Pure, la fama di "uomo forte" gli era rimasta addosso, suffragata anche dalla sua alta statura, dai lampeggiamenti del monocolo, dalla fluente barba, dalla nobilesca alterigia. Idee, non ne aveva. Ma aveva delle impennate che facevano credere alla sua risolutezza. E questo, in una Destra impoverita di personalità di rilevo, gli era bastato per guadagnarsi i galloni di capo. (Capitolo ventiquattresimo, Giolitti, pp. 348-349)
*In realtà, del soldato, [[Oreste Baratieri|Baratieri]] non aveva neanche il fisico. Grasso e sgraziato, con gli occhiali a ''pince-nez'', sembrava molto più vecchio dei suoi cinquant'anni e costruito più per la cattedra che per l'elmo. (Capitolo ventisettesimo, Adua, p. 391)
*{{NDR|Dopo le dimissioni del generale [[Luigi Pelloux|Pelloux]]}} A succedergli il Re chiamò il Presidente del Senato [[Giuseppe Saracco|Saracco]], un galantuomo ch'era riuscito a conservare intatta la sua reputazione di democratico pur essendo stato due volte Ministro nei governi di Crispi. Aveva quasi ottant'anni, ma conservava una notevole lucidità di cervello, e ne dette prova formando un governo di coalizione che includeva un po' tutte le forze, meno l'Estrema cui diede tuttavia soddisfazione chiamando parecchi suoi uomini nella commissione incaricata di studiare un nuovo regolamento parlamentare che, senza intaccare la libertà di discussione, impedisse l'ostruzionismo, o per meglio dire lo regolasse. (Capitolo ventottesimo, I cannoni di Bava Beccaris, p. 417)
===''L'Italia di Giolitti''===
*Si è detto che {{NDR|[[Egidio Osio]]}} plagiò il suo pupillo {{NDR|il principe ereditario, futuro re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]}} e ne lesionò definitivamente il carattere terrorizzandolo e mortificandone gli slanci. Si è detto che anche sul suo fisico ebbe pessima influenza costringendolo a penosi e logoranti sforzi. Si è detto che furono i suoi metodi repressivi a creare nel Principe quei complessi d'inferiorità da cui fu sempre afflitto, a traumatizzarlo, a inaridirlo, a riempirne l'animo di sordi rancori.<br>Ma se non proprio di falsità, si tratta di verità contraffatte. (cap. I, Il nuovo Re, p. 15)
*Militare dalla testa ai piedi, Osio era un uomo duro, imperioso, abituato al comando. [...] Ma era anche un gran signore, perfetto uomo di mondo, e nutrito di buone letture. Sebbene la sua carriera potesse esserne notevolmente avvantaggiata, esitò molto ad accettare l'incarico {{NDR|di tutore del principe ereditario}}, vi si risolse solo dietro garanzia che nemmeno i genitori avrebbero più interferito nell'educazione del ragazzo, di cui egli diventava unico e assoluto responsabile, e al termine della sua missione non beneficiò di nessuno "scatto di grado". (cap. I, Il nuovo Re, pp. 15-16)
*[[Elena del Montenegro|Elena]], che da ragazza dipingeva, suonava il violino, componeva poesie come suo padre<ref>Nicola I del Montenegro.</ref>, e amava il tennis e la danza, rinunziò a questi passatempi appena vide che lui {{NDR|il futuro Vittorio Emanuele III}} li detestava, anzi adottò come ''hobbies'' quelli di lui: la numismatica e l'archeologia. Per il resto fu soltanto una donna di casa, come lo era stata a Cettigne<ref>Capitale del Regno del Montenegro.</ref>. Sapendolo insofferente dei camerieri, era lei che lo serviva a tavola, e per farsi i vestiti si prese in casa una sartina. (cap. I, Il nuovo Re, p. 27)
*[[Filippo Meda|Meda]] era un avvocato milanese di spirito pratico, che considerava l'astensione dal voto {{NDR|dei cattolici}} un dovere da osservare finché il Papa lo imponeva, ma un grosso errore strategico di cui occorreva sollecitare la revoca. Lo Stato liberale, diceva, c'è e va accettato. Va soltanto salvato dalle sue tentazioni autoritarie e giacobine. E questo i cattolici possono farlo soltanto inserendocisi e riformandolo in modo da tenerlo al riparo dai pericoli d'involuzione. Lo Stato cioè per lui era un "peccatore da salvare". (cap. IV, Cattolici e socialisti, p. 72)
*[...] [[Romolo Murri|Murri]] era un giovane sacerdote marchigiano, che aveva conosciuto la povertà e nel Vangelo vedeva soprattutto un messaggio giustizialista. Introverso e malinconico come tutti i fanatici, egli si considerava molto più "avanzato" di Meda per il carattere rivoluzionario che intendeva imprimere al movimento {{NDR|cattolico}}. In realtà era un uomo del ''[[Sillabo]]'' che, pur partendo anche lui dall'accettazione dello Stato unitario, intendeva tramutarlo in una [[teocrazia]] egalitaria e totalitaria, sul tipo di quella che i Gesuiti avevano fondato un paio di secoli prima nel Paraguay. Se a ispirarlo fosse più l'amore del povero o l'odio del ricco, non sappiamo. (cap. IV, Cattolici e socialisti, pp. 72-73)
*Meda e Murri furono dapprincipio alleati. Entrambi volevano un grande partito, popolare indipendente dalla Chiesa. Ma Meda lo concepiva come lo sviluppo della organizzazione tradizionale, cioè dell'''Opera''<ref>"Opera dei congressi e dei comitati cattolici", spesso abbreviata in "Opera dei congressi", organizzazione cattolica italiana, sciolta nel 1904.</ref>, una volta strappatala alla vecchia guardia, mentre Murri lo vedeva come un organismo nuovo, un "Fascio", come quelli che pochi anni prima avevano messo a soqquadro e insanguinato la Sicilia. (cap. IV, Cattolici e socialisti, p. 73)
*Lo [[Sciopero generale del 1904|sciopero {{NDR|generale del 1904}}]] [...] non fu un fallimento, ma non fu nemmeno un successo perché si esaurì spontaneamente, e il suo più consistente risultato fu la spaccatura delle forze operaie. Lo si vide pochi mesi dopo, quando i sindacalisti bandirono un altro sciopero, quello delle ferrovie, da cui i sindacalisti uscirono demoralizzati e con la truppa dimezzata. (cap. IV, Cattolici e socialisti, p. 85)
*[[Alessandro Fortis|Fortis]] era un tipico notabile romagnolo di lungo e contradditorio corso ideologico. Aveva debuttato come repubblicano intransigente, era andato in galera per complotto rivoluzionario con gli anarchici, poi era stato conquistato da [[Francesco Crispi|Crispi]], era finito {{sic|Ministro}} di [[Luigi Pelloux|Pelloux]], e ora militava sotto la bandiera di [[Giovanni Giolitti|Giolitti]]. Come "trasformista", era tra i più qualificati. Ma questa pecca era abbondantemente compensata dai suoi doni di simpatia umana e da una grande esperienza parlamentare. (cap. VI, Il suffragio universale, p. 107)
*Quando [[Enrico Corradini|Corradini]] applicò il vocabolario socialista alla Nazione parlando di una "Italia proletaria" in lotta contro le plutocrazie occidentali, e lanciò l'idea di un "imperialismo operaio" da contrapporre a quello capitalistico, riscosse in campo sindacalista vasti consensi e pose le premesse di un pasticcio ideologico in cui Mussolini avrebbe di lì a poco guazzato. (cap. VII, "Tripoli bel suol d'amore", p. 137)
*{{NDR|Giolitti}} Più che la Libia, voleva la [[Guerra italo-turca|guerra]], o meglio qualcosa che desse finalmente agl'italiani l'impressione di farne una e di vincerla. (cap. VII, "Tripoli bel suol d'amore", p. 145)
*[...] a Vienna l'imperatore Francesco Giuseppe aveva dovuto intervenire di persona per fermare la mano al Capo di Stato Maggiore [[Franz Conrad von Hötzendorf|Conrad]] che voleva una spedizione punitiva contro l'Italia, ora ch'era impegnata in Africa {{NDR|nella guerra di Libia}}, per metterla in ginocchio "prima che avesse il tempo di perpetrare altri tradimenti". (cap. VII, "Tripoli bel suol d'amore", pp. 149-150)
*Non si è mai saputo con certezza come si svolse l'operazione {{NDR|del [[patto Gentiloni]]}} che, ben s'intende, doveva restare segretissima. Giolitti negò sempre di avervi partecipato, e infatti d'impronte digitali non ve ne lasciò. Fu probabilmente senza le sue credenziali, ma certamente non senza il suo beneplacito che qualche esponente liberale prese contatto coi cattolici. Questi avevano una "unione elettorale" di cui era Presidente un Conte marchigiano, [[Vincenzo Ottorino Gentiloni|Gentiloni]], politico abile, ma vanesio e chiacchierone. Egli s'impegnò a mobilitare il voto cattolico in favore dei candidati liberali dovunque questi fossero minacciati dalla Estrema Sinistra; e i liberali s'impegnarono a difendere la parificazione delle scuole confessionali a quelle dello Stato, a ripristinare in queste ultime l'istruzione religiosa, a respingere l'introduzione del divorzio, e – pare – a combattere la Massoneria. (cap. VIII, Il crepuscolo degli dei, p. 163)
*Se [[Gaetano Salvemini|Salvemini]] incarnava lo spirito protestatario e la sete giustizialista delle plebi meridionali, [[Antonio Salandra|Salandra]] incarnava lo spirito autoritario e conservatore della borghesia terriera. Proveniva da una famiglia di notabili pugliesi con parecchia roba al sole, e alla politica era approdato dalla cattedra universitaria, di cui conservava molti caratteri: una notevole cultura e finezza intellettuale, ma anche un compassato distacco che rasentava la freddezza. Prima di affrontare un problema lo studiava minuziosamente, e nessuno sapeva prospettarlo con più chiarezza di lui. (cap. IX, Sarajevo, p. 168)
*[[Paolo Boselli]] {{NDR|incaricato nel 1916 di formare il nuovo governo dopo le dimissioni di Antonio Salandra}}, che fu chiamato a presiederlo, possedeva tutti i requisiti, meno quelli che occorrono per guidare un Paese in guerra. Deputato ligure da parecchie legislature, era stato varie volte Ministro con Crispi, Pelloux e Sonnino, ma nessuno se n'era accorto. [...]. Passava per un esperto di questioni economiche, e moralmente era un personaggio di tutto rispetto. Ma politicamente era scolorito, e per di più aveva quasi ottant'anni. (cap. XVI, La caduta di Salandra, pp. 293-294)
*Quanto [[Luigi Cadorna|Cadorna]] era solitario, monacale ruvido e chiuso in un giro di valori e d'idee tradizionali, tanto [[Luigi Capello|Capello]] era brillante, estroverso, moderno, ricco d'immaginazione e maestro di "pubbliche relazioni". (cap. XVI, La caduta di Salandra, pp. 298-299)
*Lucano di Melfi, [[Francesco Saverio Nitti]] incarnava anche nel fisico tozzo e grassottello il tipo del notabile meridionale, colto, brillante, scettico e alquanto egocentrico. [...] la sua specialità era il problema del Mezzogiorno, di cui fu tra i primi seri studiosi e che gli fornì anche la base elettorale. [...]. Sul livello medio della classe politica di allora, egli faceva spicco per preparazione, equilibrio e lucidità, ma anche per una certa propensione ad attribuirsi il monopolio di queste virtù. (cap. XXIII, Versaglia, pp. 420-421)
===''L'Italia in camicia nera''===
*Un altro utile incontro fu per Mussolini quello con [[Angelica Balabanoff]], personaggio già di notevole rilevo nel socialismo internazionale. Era una russa di buona famiglia borghese, che fin da giovanissima si era imbrancata con quella ''intellighenzia'' rivoluzionaria da cui venivano anche i Lenin, i Trotzky, e gli altri futuri grandi del bolscevismo. A spingerla era stata la ribellione contro la meschinità, lo snobismo provinciale, il sussiego di casta, i tabù del suo ceto. (cap. 1, p. 23)
*Angelica {{NDR|Balabanoff}} non era bella, non aveva la grazia eterea ed esangue di Anna {{NDR|[[Anna Kuliscioff|Kuliscioff]]}}. Ma non era nemmeno sgradevole, nonostante i fianchi massicci e gli zigomi pronunciati, eppoi era una russa, cosa che faceva un grande effetto al piccolo provinciale di Predappio<ref>Mussolini era nato a Dovia, frazione di Predappio.</ref>. Anche se fra loro non divampò la passione che aveva legato Anna ad [[Andrea Costa]], qualcosa ci fu, ed ebbe la sua importanza. Angelica cercò d'incivilire quel selvaggio trasandato che passava da ostinati mutismi a interminabili sproloqui conditi di orrende bestemmie. Lo sfamava, gli lavava la biancheria, lo iniziava, sia pure con poco successo, al marxismo [...]. (cap. 1, p. 25)
*Uno dei tre protagonisti del giuoco {{NDR|[[Gabriele D'Annunzio]]}} era eliminato. La partita ora si riduceva agli altri due: Giolitti e Mussolini. (cap. 1, p. 101)
*Mussolini aveva vinto, e la sua vittoria significava che il fascismo, abbandonata la pretesa di presentarsi come un movimento rivoluzionario di sinistra, quale lo avrebbero voluto Grandi, Farinacci e Marsich, presentava la sua candidatura a forza egemonica della destra e infilava la «via parlamentare» al potere.<br>C'era un pericolo, e Mussolini lo capì subito: che questa svolta a destra mettesse il partito alla mercé della sua ala reazionaria incarnata soprattutto dal ''ras'' piemontese [[Cesare Maria De Vecchi|De Vecchi]], uomo di poco cervello, ma tutto Trono e Altare, e che quindi poteva anche tornar comodo per il futuro. (cap. 2, p. 127)
*[...], i giolittiani riuscirono a portare al governo uno dei suoi {{NDR|di Giolitti}} «ascari» più fedeli, ma anche dei più sbiaditi: [[Luigi Facta]].<br> Facta era un bravo avvocato di provincia piemontese con tutte le virtù, ma anche con tutti i limiti del suo ambiente: un uomo probo e integro, che dopo trent'anni di vita parlamentare ne aveva ormai una certa esperienza, aveva ricoperto con onore alcune cariche ministeriali, non aveva alcuna ambizione che quella di servire fedelmente il suo capo, né altre idee che quelle di lui. Tutto gli si poteva chiedere fuorché risolutezza ed immaginazione, cioè proprio le qualità che più urgevano. (cap. 2, pp. 143-144)
*[...] le sue intenzioni {{NDR|Mussolini}} non le confidava nemmeno al segretario del partito, [[Michele Bianchi|Bianchi]], di cui apprezzava la fedeltà e l'impegno, ma non l'intelligenza: lo considerava angoloso, settario, puntiglioso vendicativo e privo d'intuito politico. L'unico con cui si apriva seguitava ad essere [[Cesare Rossi]], l'uomo che gli era stato accanto dal primo momento, lo aveva seguito in tutte le sue palinodie e gli dava sempre dei consigli che corrispondevano ai suoi desideri. (cap. 4, p. 166)
*{{NDR|[[Vittorio Emanuele III]]}} non si fidava completamente di Mussolini, ma si fidava ancora meno dei suoi avversari ed era convinto che costoro, se avessero preso il mestolo in mano, avrebbero ricreato il caos del dopoguerra. Comunque, a una cosa era assolutamente deciso: a non farsi coinvolgere nella lotta politica, come del resto gli dettava la Costituzione di cui, quando gli faceva comodo, sapeva ricordarsi.
====[[Explicit]]====
*Resterebbe solo da sapere con che animo Mussolini s'investì, il 3 gennaio, nella parte di dittatore. Se, come molti sostengono, gli sforzi che fino a quel momento aveva fatto per evitarla erano stati solo un giuoco per dimostrare che non era lui a volerla, ma gli eventi ad imporgliela, bisogna riconoscere che come {{sic|giuocatore}} sapeva il fatto suo.
==''Storia dei Greci''==
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===Citazioni===
*Il modo migliore per ripagare il nostro contemporaneo [[Heinrich Schliemann|Enrico Schliemann]] degli enormi servigi che ci ha reso nella ricostruzione della civiltà classica, mi pare sia quello di assumerlo fra i suoi protagonisti, com'egli stesso mostrò di desiderare ardentemente, scegliendosi, in pieno secolo decimonono, [[Zeus]] come dio e a lui indirizzando le sue preghiere, battezzando [[Agamennone]] suo figlio, Andromaca sua figlia, Pélope e Telamone i suoi servitori, e dedicando a [[Omero]] tutta la sua vita e i quattrini. (cap. 2, p. 17, 2004)
*{{NDR|Su [[Heinrich Schliemann|Schliemann]]}} Era un matto, ma tedesco, cioè organizzatissimo nella sua follia, che la buona sorte volle ricompensare. La prima storia che gli raccontò suo padre, quando aveva cinque o sei anni, non fu quella di [[Cappuccetto Rosso]], ma quella di [[Ulisse]], di [[Achille]] e di Menelao. Ne aveva otto, quando annunziò solennemente in famiglia che intendeva riscoprire Troia e dimostrare, ai professori di storia che lo negavano, ch'essa era realmente esistita. Ne aveva dieci, quando compose in latino un saggio su questo argomento. E ne aveva sedici, quando sembrò che questa infatuazione gli fosse del tutto passata. Infatti s'era impiegato come garzone di una drogheria, dove scoperte archeologiche non c'era da farne di certo, e di lì a poco s'imbarcò non per l'Ellade, ma per l'America, in cerca di fortuna. (cap. 2, p. 17, 2004)
*Di nuovo il buon Dio, che per i matti ha un debole, lo compensò di tanta fede, guidando il suo piccone sugli scantinati del palazzo dei discendenti di re Atreo, nei cui sarcofaghi furono ritrovati gli scheletri, le maschere d'oro, i gioielli e il vasellame che si ritenevano esistiti solo nella fantasia di Omero. E Schliemann telegrafò al re di Grecia: ''Maestà, ho ritrovato i vostri antenati''. Poi, ormai sicuro del fatto suo, volle dare il colpo di grazia agli scettici del mondo intero e, sulle indicazioni di [[Pausania]], andò a Tirinto e vi disseppellì le ciclopiche mura del palazzo di Proteo, di Perseo e di [[Andromeda|Andròmeda]]. (cap. 2, pp. 19-20, 2004)
*Schliemann morì quasi settantenne nel 1890, dopo aver sconvolto tutte le tesi e le ipotesi su cui si era basata sino ad allora la ricostruzione della preistoria greca, tesa ad esiliare Omero e Pausania nei cieli della pura fantasia. (cap. 2, p. 20, 2004)
*Ma ora, dopo le scoperte del tedesco matto, non abbiamo più il diritto di mettere in dubbio la realtà storica di Agamennone, di Menelao, di [[Elena]], di [[Clitennestra]], di Achille e di Patroclo, di Ettore e di Ulisse, anche se le loro avventure non sono state esattamente quelle che Omero ha descritto, facendoci sopra la cresta. Schliemann ha arricchito la storia e impoverito la leggenda, di alcune decine di personaggi di primissimo piano. Grazie a lui alcuni secoli, che prima erano nel buio, sono entrati nella luce, anche se è quella incerta della primissima alba. Ed è solo per mano a lui che possiamo esplorarla. (cap. 2, p. 21, 2004)
*Senza dubbio gli [[achei]], a differenza dei pelasgi, furono terrieri, tant'è vero che fino alla guerra di Troia imprese per mare non ne azzardarono, e ogni volta che lo trovavano si fermavano. Essi non tentarono di mettere il piede nemmeno nelle isole più vicine al continente, e tutte le loro capitali e cittadelle erano nell'interno. La Grecia, sotto di loro, si limitava al Peloponneso, all'Attica e alla Beozia; mentre per le popolazioni pelasgiche della civiltà micenea, ch'erano marinare, essa inglobava anche tutti gli arcipelaghi dell'Egeo. (cap. 3, ''Gli Achei'', p. 25, 2004)
*Anche [[Pisistrato]] era aristocratico e di famiglia ricca. Ma aveva capito che la [[democrazia]], una volta instaurata, è irreversibile e va sempre a sinistra. (cap. 15, ''Pisistrato'', p. 98)
*Pisistrato, invece di cinquanta uomini, ne arruolò e armò quattrocento, s'impadronì dell'Acròpoli, e proclamò la dittatura. In nome e per il bene del popolo, si capisce, come tutte le dittature. (cap. 15, p. 91, 2004)
*La stragrande maggioranza degli ateniesi, dopo averlo a lungo osteggiato e tenuto in gran sospetto, si erano sinceramente affezionati a Pisistrato che aveva dalla sua un'arma formidabile: la simpatia. (cap. 15, pp. 92-93, 2004)
*Il tiranno Pisistrato seppe sfuggire a tutte le tentazioni del potere assoluto, meno una: quella di lasciare il «posto» in eredità ai figli, [[Ippia (tiranno)|Ippia]] e [[Ipparco (tiranno)|Ipparco]]. L'amor paterno gl'impedì di vedere con la consueta chiarezza che i totalitarismi non hanno eredi e che quello suo si giustificava soltanto come una eccezione alla democrazia per assicurarle ordine e stabilità. Peccato. (cap. 15, p. 95, 2004)
*Pisistrato era morto nel 527 avanti Cristo. Ventun anni dopo, cioè nel 506, troviamo uno dei suoi due figli, da lui designati a succedergli, Ippia, alla corte del re di Persia, [[Dario I di Persia|Dario]], per suggerirgli l'idea di muover guerra contro Atene e la Grecia tutta. I grandi uomini non dovrebbero mai lasciare né vedove né eredi. Sono pericolosissimi. (cap. 16, ''I persiani alle viste'', p. 103)
*Questo Ippia non aveva debuttato male, dopo che suo padre fu calato nella fossa. Era un giovanotto sveglio che, a furia di stare accanto al babbo, ne aveva imparato molte malizie, e alla politica aveva passione, a differenza di suo fratello Ipparco che invece s'interessava soltanto di poesia e di amore, in modo che fra i due non c'erano nemmeno pericolose rivalità. Eppure, a procurare i guai che condussero alla caduta della dinastia, fu proprio Ipparco. (cap. 16, p. 96, 2004)
*Ipparco ebbe la disgrazia d'inciampare in un bellissimo guaglione di nome Armodio, che un certo Aristogitone – aristocratico quarantenne, prepotente e geloso – considerava sua proprietà. Costui concepì l'idea di sbarazzarsi del rivale col pugnale e, per dare all'assassinio un'etichetta più pulita che lo rendesse popolare, pensò di estenderlo anche al fratello Ippia facendolo passare per «delitto politico» in nome della libertà e contro la tirannia. Organizzò in questo senso una congiura con altri nobili latifondisti e, in occasione di una festa, tentò il colpo, che andò bene solo a mezzo: Ipparco ci rimise la pelle, ma Ippia scampò. E da quel momento, un po' per rancore, un po' per paura di altri complotti, il figlio e l'allievo di Pisistrato, dittatore liberale indulgente e illuminato, diventò un ''tiranno'' autentico. (cap. 16, pp. 96-97, 2004)
*Lo scontento del popolo inferocì Ippia, che a sua volta inferocì il popolo. E quando il divorzio fra i due fu totale, i fuoriusciti, che frattanto si erano concentrati a Delfi, chiamarono in aiuto gli spartani, e insieme marciarono contro Atene. (cap. 16, p. 97, 2004)
*Ippia si rifugiò sull'Acròpoli coi suoi sostenitori. Ma, per mettere in salvo i suoi figlioletti, cercò di farli segretamente espatriare. Gli assedianti li catturarono e l'infelice padre, per salvar la vita a loro e a se stesso, capitolò e si avviò in volontario esilio. Non bisogna dimenticare che nelle sue vene scorreva tuttavia il sangue di Pisistrato, cioè di un uomo sempre pronto a sacrificare la posizione alla famiglia, ma mai disposto a rassegnarsi alla sconfitta. (cap. 16, p. 97, 2004)
*[[Milziade]] aveva capito qual era il debole dei [[Persia|persiani]]: essi erano bravi soldati individualmente, ma non avevano nessuna idea della manovra collettiva. E su questa puntò. A dar retta agli storici del tempo — che purtroppo erano tutti greci, — Dario perse settemila uomini, Milziade neanche duecento. (cap. 17, ''Milziade e Aristide'', p. 112)
*{{NDR|A Milziade}} sopravvisse [[Aristide]], le cui vicende purtroppo ci dimostrano che l'[[onestà]] in [[politica]] non trova sempre i suoi compensi e che la [[storia]], come le [[donna|donne]], ha un debole per i birbaccioni. (cap. 17, ''Milziade e Aristide'', p. 112)
*Nike, diventata ragazza, porta il [[peplo]] di lana, bianca o colorata, ma questa è l'unica scelta che le si lascia. Siccome è confinata in casa, non può nemmeno far quella di un ragazzo che le piace, e deve aspettare che il padre si metta d'accordo con un altro padre per combinare il matrimonio. (cap. 23, ''Una Nike qualsiasi'', p. 143, 2004)
*Quando il grande [[Mirone]], rincorbellito dalla vecchiaia, si vide arrivare in studio come modella Laìde<ref>Etera dell'antica Grecia, celebre per la sua bellezza.</ref>, perse la testa e le offrì tutto ciò che possedeva purché restasse la notte. E siccome essa rifiutò, l'indomani il poveruomo si tagliò la barba, si tinse i capelli, indossò un giovanile [[chitone]] color porpora e si passò una mano di carminio sul viso. «Amico mio», gli disse Laìde, «non sperare di ottenere oggi ciò che ieri rifiutai a tuo padre». (cap. 23, ''Una Nike qualsiasi'', p. 150)
*{{NDR|[[Fidia]]}} Qualcosa, nel suo carattere, doveva farne un nemico degli uomini, visto che nessuno lo amava. Eppure egli non fu soltanto un grande scultore, ma anche un grandissimo maestro, che, oltre ad aver creato uno stile, ne fece anche una scuola, trasmettendone le regole ad allievi come Agoracrito e Alcamene, continuatori del «classico». (cap. 25, ''Fidia sul Partenone'', p. 165)
*Gli uomini non sanno apprezzare e misurare che la [[fortuna]] degli altri. La propria, mai. (cap. 25, ''Fidia sul Partenone'', p. 166)
==''Storia di Roma''==
===[[Incipit]]===
Non sappiamo con precisione quando a Roma furono istituite le prime scuole regolari, cioè «statali». Plutarco dice che nacquero verso il 250 avanti Cristo, cioè circa cinquecent'anni dopo la fondazione della città. Fino a quel momento i ragazzi romani erano stati educati in casa, i più poveri dai genitori, i più ricchi dai ''magistri'', cioè da maestri, o istruttori, scelti di solito nella categoria dei liberti, gli schiavi liberati, che a loro volta erano scelti fra i prigionieri di guerra, e preferibilmente fra quelli di origine greca, che erano i più colti.
===Citazioni===
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*Non ho scoperto nulla, con questo libro. Esso non pretende di portare "rivelazioni", nemmeno di dare una interpretazione originale della storia dell'Urbe. Tutto ciò che qui racconto è già stato raccontato. Io spero solo di averlo fatto in maniera più semplice e cordiale, attraverso una serie di ritratti che illuminano i protagonisti in una luce più vera, spogliandoli dei paramenti che fin qui ce li nascondevano. (introduzione)
*[[Tarquinio Prisco|Lucio Tarquinio]] e i suoi amici etruschi dovettero veder subito che profitto si poteva trarre da questa massa di gente, per la maggior parte esclusa dai comizi curiati, se si fosse potuta convincerla che solo un re forestiero come lui avrebbe potuto farne valere i diritti. E per questo l'arringò, promettendole chissà cosa, magari ciò che poi fece davvero. [...] Certamente ci riuscirono perché Lucio Tarquinio fu eletto col nome di Tarquinio Prisco, rimase sul trono trentotto anni, e per liberarsi di lui i ''patrizi'', cioè i «terrieri», dovettero farlo assassinare. Ma inutilmente. Prima di tutto perché la corona, dopo di lui, passò al figlio, eppoi a suo [[Tarquinio il Superbo|nipote]]. In secondo luogo perché, più che la causa, l'avvento della dinastia dei Tarquini fu l'effetto di un acerta svolta che la storia di Roma aveva subìto e che non le consentiva più di tornare al suo primitivo e arcaico ordinamento sociale e alla politica che ne derivava. (RCS 2004, cap. 4, ''I re mercanti'', pp. 38-39)
*Questo secondo [[Tarquinio il Superbo|Tarquinio]], prima di rischiare il colpo, tentò di far deporre lo zio per abuso di potere. Servio si presentò alle centurie che lo riconfermarono re con plebiscitaria acclamazione (lo racconta [[Tito Livio]], gran repubblicano, dunque dev'esser vero). Non restava quindi che il pugnale, e Tarquinio lo usò senza troppi scrupoli. Ma il respiro di sollievo che trassero i senatori, coi quali si era alleato, rimase loro in gola, quando videro l'uccisore sedersi a sua volta sul trono d'avorio senza chieder loro permesso, come avveniva a quei buoni vecchi tempi ch'essi speravano di restaurare. Il nuovo sovrano si mostrò subito più tirannico di quello che aveva spedito all'altro mondo. E infatti lo ribattezzarono «il Superbo» per distinguerlo dal fondatore della dinastia. (RCS 2004, cap. 4, ''I re mercanti'', pp. 42-43)
*Non sappiamo quasi nulla di [[Lars Porsenna|Porsenna]]. Ma dal modo come si condusse, dobbiamo dedurre che alle doti del bravo generale doveva accoppiare quelle del sagace uomo politico. Egli si rese conto che negli argomenti di [[Tarquinio il Superbo|Tarquinio]] c'era del vero. Ma prima d'impegnarsi, volle essere sicuro di due cose: che il Lazio e la Sabina erno davvero pronti a schierarsi dalla sua parte, e che nella stessa Roma c'era una «quinta colonna» monarchica pronta a facilitargli il compito con un'insurrezione. (RCS 2004, cap. 5, ''Porsenna'', p. 49)
*Da quell'anno 508 in cui fu fondata la repubblica, tutti i monumenti che i romani innalzarono un po' dappertutto portarono sempre la sigla SPQR che vuol dire: ''Senatus PopuluSque Romanus'', cioè «il Senato e il popolo romano». Cosa fosse il Senato, già lo abbiamo detto. Viceversa non abbiamo ancora detto cos'era il popolo, che non corrispondeva affatto a ciò che noi intendiamo con questa parola. In quei lontani giorni di Roma esso non comprendeva «tutta» la cittadinanza, come avviene oggi, ma soltanto due «ordini», cioè due classi: quella dei «patrizi» e quella degli ''equites'' o «cavalieri». (RCS 2004, cap. 6, ''SPQR'', p. 54)
*Tutti i dittatori della Roma repubblicana, meno uno, furono patrizi. Tutti, meno due, rispettarono i limiti di tempo che furono loro imposti. Uno di essi, [[Lucio Quinzio Cincinnato|Cincinnato]], che, dopo soli sedici giorni di esercizio della suprema carica, tornò spontaneamente ad arare il campo coi buoi, è passato alla storia coi colori della leggenda. (RCS 2004, cap. 9, ''La carriera'', p. 85)
*Negli ultimi tempi {{NDR|[[Cesare]]}} si era spinto anche più in là: aveva imposto che tutte le discussioni che si svolgevano in quel solenne e aristocratico consesso venissero registrate e pubblicate giorno per giorno. Così nacque il primo giornale. Si chiamò ''[[Acta Diurna|Acta diurna]]'', e fu gratuito, perché, invece di venderlo, lo affiggevano ai muri in modo che tutti i cittadini potessero leggerlo e controllare ciò che facevano e dicevano i loro governanti. L'invenzone fu d'immensa portata perché sancì il più democratico di tutti i diritti. Il Senato, che traeva prestigio anche dalla sua segretezza, fu così sottoposto alla pubblica opinione, e non si riebbe mai più da questo colpo. (RCS 2004, cap. 24, ''Cesare'', p. 214)
*Se riuscirò ad affezionare alla storia di Roma qualche migliaio di italiani, sin qui respinti dalla sussiegosità di chi gliel'ha raccontata prima di me, mi riterrò un autore utile, fortunato e pienamente riuscito. (introduzione)
*Sull'esattezza di quel che [[Tito Livio|Livio]] riferisce facciamo le nostre riserve, specie là dov'egli mette in bocca ai suoi personaggi interi discorsi che somigliano più a Livio che a loro. La sua è una storia di eroi, un immenso affresco a episodi, e serve più a esaltare il lettore che a informarlo. [[Roma]], a dargli retta, sarebbe stata popolata soltanto, come l'Italia di Mussolini, da guerrieri e navigatori assolutamente disinteressati, che conquistarono il mondo per migliorarlo e moralizzarlo. Gli uomini, secondo lui, sono divisi in buoni e cattivi. A Roma c'erano solamente i buoni, e fuori di Roma solamente i cattivi. Anche un grande generale come [[Annibale]] diventa, sotto la sua penna, un comune mariuolo. Ciò non toglie che la storia di Livio, costata cinquant'anni di fatiche a un autore che si dedicò soltanto ad essa, resti un gran monumento letterario. Forse il più grande fra quelli, piuttosto mediocri, eretti sotto il segno di [[Augusto]]. (cap. 30, ''Orazio e Livio'')
*Può darsi che [[Dione Cassio]] e [[Svetonio]], nel loro odio per la monarchia, abbiano un po' calcato la mano. Ma matto, [[Caligola]] doveva esserlo davvero. (cap. 31, ''Tiberio e Caligola'')
*[[Vitellio]], quando fu catturato nel suo nascondiglio, dove, tanto per cambiare, banchettava, fu trascinato nudo per la città con un laccio al collo, bersagliato di escrementi, torturato con ponderata lentezza, e alla fine gettato nel Tevere.<br>Questa città che si divertiva al fratricidio, questi eserciti che si ribellavano, questi imperatori che venivano subissati di sterco pochi giorni dopo essere stati coperti di osanna: ecco cos'era diventata la capitale dell'Impero. (Rizzoli 1959, cap. 37, ''I Flavi'', pp. 415-416)
*Purtroppo la pace, per ottenerla, bisogna essere in due a volerla. (cap. 37, ''I Flavi'')
*Il papa che più contribuì a rassodare l'organizzazione in questi primi difficili anni fu [[Papa Callisto I|Callisto]], che molti consideravano un avventuriero. Dicevano che, prima di convertirsi, avava fatto i quattrini con sistemi piuttosto equivoci, era diventato banchiere, aveva derubato i suoi clienti, era stato condannato ai lavori forzati ed era fuggito con un inganno. Il fatto che, appena diventato papa, proclamasse valido il pentimento per cancellare qualunque peccato, anche mortale, ci fa sospettare che in queste voci un po' di verità c'è. Comunque, fu un gran papa, che stroncò il pericoloso scisma d'[[Ippolito di Roma|Ippolito]] e affermò definitavamente l'autorità del potere centrale. (RCS 2004, cap. 46, ''Costantino'', p. 367)
*Le rivoluzioni vincono non in forza delle loro idee, ma quando riescono a confezionare una classe dirigente migliore di quella precedente. E il [[Cristianesimo]] era riuscito proprio in questa impresa. (cap. 47, Il ''trionfo dei cristiani'')
*[[Costantino]] fu uno strano e complesso personaggio. Faceva gran scialo di fervore cristiano, ma nei suoi rapporti di famiglia non si mostrò molto ossequente ai precetti di Gesù. Mandò sua madre Elena a Gerusalemme per distruggere il tempio di Afrodite che gli empi governatori romani avevano elevato sulla tomba del Redentore, dove, secondo Eusebio, fu ritrovata la croce su cui era stato suppliziato. Ma subito dopo mise a morte sua moglie, suo figlio e suo nipote. (cap. 47, ''Il trionfo dei cristiani'')
*Come tutti i grandi Imperi, quello romano non fu abbattuto dal nemico esterno, ma roso dai suoi mali interni. (cap. 51, ''Conclusione'')
*Una religione conta non in quanto costruisce dei templi e svolge certi riti; ma in quanto fornisce una regola morale di condotta. Il [[paganesimo]] questa regola l'aveva fornita. Ma quando Cristo nacque, essa era già in disuso, e gli uomini, consciamente o inconsciamente, ne aspettavano un'altra. Non fu il sorgere della nuova fede a provocare il declino di quella vecchia; anzi, il contrario. (cap. 51, ''Conclusione'')
*Il dispotismo è sempre un malanno. Ma ci sono delle situazioni che lo rendono necessario. (cap. 51, ''Conclusione'')
===[[Explicit]]===
Mai città al mondo ebbe più meravigliosa avventura. La sua storia è talmente grande da far sembrare piccolissimi anche i giganteschi delitti di cui è disseminata. Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo: di avere per capitale una città sproporzionata, come nome e passato, alla modestia di un popolo che, quando grida «Forza Roma!», allude soltanto a una squadra di calcio {{NDR|la[[Associazione Sportiva Roma| Roma]]}}.
==''XX Battaglione eritreo''==
===[[Incipit]]===
Sono letterato. E, a parte il brutto e il meschino di quella parola, il mio mestiere m'innamora. Mi sono sforzato tanti anni, per compiacere a qualcuno o a qualcosa, di tradire questo mio istinto. Ma non ce l'ho fatta. E non ce la fo nemmeno ora, soldato in Africa, in piena guerra. Ma non lo dico per presentare il conto. E a chi, poi? Lo dico per un fenomeno di narcisismo: perché mi garba contemplarmi in questo gesto di fedeltà al mestiere, che poi vuol dire fedeltà a me stesso.
===Citazioni===
*Essere [[Àscari|ascaro]] vuol dire, press'a poco, avere un blasone; vuol dire avere tre lire al giorno, più un'indennità vestiario, più un'indennità farina, più un'indennità carne; vuol dire avere un ''tarbush'' e una fascia coi colori del battaglione; vuol dire soprattutto avere un fucile. La gente di questo Paese segue una logica sistematica semplice e dritta: l'umanità si divide in due categorie: gli armati che sono i forti, i disarmati che sono i deboli. Al culmine della gerarchia sociale sta il possessore di fucile, il guerriero: che è tanto più importante quanto più elevato è il suo grado e quanto è maggiore la sua anzianità. (p. 25)
*[[Pietro Toselli|Toselli]]. Questo nome non ha in Italia la risonanza che ha qui. Toselli non è un uomo, è una leggenda: non solo alla cronaca, ma sfugge anche alla storia. È rimasto nei canti di questa gente, nelle sue memorie e anche nelle sue speranze. Pur ieri mi diceva il vecchio Sciumbasci, reduce di Adua e ora capopaese di Digsa, che «le cose che si sanno sono molto meno di quelle che non si sanno» e che «il fatto è questo: che il corpo del maggiore Toselli non era più sul campo dopo la battaglia». Su quello che ne sia avvenuto le opinioni sono discordi, ma nessuno crede che il maggiore sia morto. (pp. 35-36)
*Appollaiato ai suoi piedi, nascosto fra il verde tenero degli eucalipti, stava [[Alessandro Pirzio Biroli|Pirzio Biroli]]. Il suo nome era mormorato con circospezione dagli [[Àscari|ascari]] disseminati fra le rocce di Mai Egadà a Saganeiti, da Agordar ad Assab, a Cheren, ad Adi Ugri, ad Adi Caieh. Raramente lo si vedeva e sempre a cavallo. Accanto a lui cavalcava Chiarini, la piccola ombra fedele, il fantasma sorto una notte da un roveto della conca di Adua. Chiarini, settantenne, pallido, non scompariva nell'alone magico che Pirzio, il buon gigante, suscitava intorno. (pp. 87-88)
*Poi arrivava anche lui, [[Alessandro Pirzio Biroli|Pirzio]] il leone, altissimo, quadrato, col profilo calmo incorniciato dalla folta criniera. Il cavallo, domo dai suoi ginocchi di ferro, caracollava senza un tentativo di ribellione. Dalla sella pendevano, di qua e di là, due aquile colossali, abbattute in volo dal moschetto infallibile di Pirzio. Nessuna tromba sonava l'attenti al suo ingresso. Non ce n'era bisogno. Tutti, nel quartiere, sentivano come per miracolo la sua presenza e restavano ischeletriti. Pirzio non se n'accorgeva: era uno di quegli uomini pei quali gli uomini sentono rispetto per istinto e che passano attraverso la vita come attraverso un'eterna parata, fra due fila di bipedi schiaffati meccanicamente sull'attenti. Gli [[Àscari|ascari]] ebbero ragione quando lo battezzarono «il Leone»: non aveva bisogno di ruggire perché il largo gli si facesse automaticamente intorno. (pp. 88-89)
===[[Explicit]]===
Vorremmo ristare dopo la guerra? Il mondo è così visto che nessun limite precisa al desiderio. Italiani, continuate ad aver fame anche dopo aver mangiato. Questa guerra è per noi come una bella lunga vacanza dataci dal Gran Babbo in premio di tredici anni di banco di scuola. E, detto fra noi, era ora.
==Citazioni su Indro Montanelli==
*A leggerlo sembrerebbe un disordinatore di professione: sempre pronto a mugugnare, sempre a prendersela con qualcuno. Poi però, quando si tratta di scendere sul pratico, ci consiglia di turarci il naso e di andare a votare per l'Ordine. vallo a capire. ([[Luciano De Crescenzo]])
*Amo Indro Montanelli, ma non i suoi emuli. I polemisti per posa non mi piacciono, non li ritengo utili. Ma lui non era un polemista fine a se stesso, come tanti dei suoi presunti eredi. Era piuttosto, come da titolo di una sua fortunata rubrica, controcorrente. Non si curava delle convenienze, dei vantaggi che gli sarebbero derivati nel seguire l'onda di [[pensiero]] prevalente. Aveva la sua visione delle cose, sempre originale e spesso esatta. Io credo che dire quel che si pensa premi sempre. Montanelli lo faceva, e andava a letto tranquillo. ([[Fabio Genovesi]])
*C'è davvero qualcosa di singolare nel modo in cui è venuta formandosi la memoria della Repubblica, nel modo in cui tale memoria è stata ed è elaborata dalla cultura ufficiale del Paese. Per molti decenni, ad esempio, a quanto accaduto dal 1943 al '45 fu vietato dare il nome che gli spettava, il nome cioè di [[Guerra civile in Italia (1943-1945)|guerra civile]]. Parlare di guerra civile era giudicato fattualmente falso, e ancor di più ideologicamente sospetto. Bisognava dire che quella che c'era stata era la resistenza, non la guerra civile; di guerra civile parlavano e scrivevano, allora, solo i reduci di Salò, i nostalgici del regime e qualche coraggioso giornalista o pubblicista di rango come Indro Montanelli, che mostravano così da che parte ancora stavano. Le cose andarono in questo modo a lungo. Finché, all'inizio degli anni Novanta, come si sa, uno storico di sinistra, [[Claudio Pavone]], scrisse un libro sul periodo 1943-'45 che si intitolava precisamente ''Una guerra civile'': solamente da allora tutti abbiamo potuto usare senza problemi questa espressione, ben inteso non cancellando certo la parola resistenza. ([[Ernesto Galli della Loggia]])
*È uno che riesce a spiegare agli altri quello che non capisce nemmeno lui. ([[Mario Missiroli]])
*È vero che ha cambiato parere politico più volte, ma sempre perché profondamente preoccupato per le sorti del paese. Ma Indro ha cambiato parere sempre meno di quei giornalisti che da Lotta Continua sono passati a Comunione e Liberazione per approdare infine a dirigere quotidiani di Stato. Senza contare tutti coloro che da stalinisti o maoisti sono diventati prima antimarxisti e ora clintoniani: Montanelli ragiona, loro vogliono avere sempre ragione. ([[Fausto Gianfranceschi]])
*Indro è naturalmente inclinato, direi quasi condannato a vedere più i ''tics'' degli uomini che le loro qualità e nessuno come lui fa più uso, nei suoi ritratti, dell'acido prussico. ([[Eugenio Montale]])
*{{maiuscoletto|Indro Montanelli}}. L'Italia dei Luoghi Comuni. ([[Marcello Marchesi]])
*Io mi sono limitato ad adottare la sua formula giornalistica. Ma l'ho realizzata meglio perché mi sono sempre esposto, ci ho messo la faccia. Lui invece era come Veltroni: "Sì, ma anche". Non si schierava nettamente, il suo editoriale era così in chiaroscuro che alla fine non capivi mai se fosse chiaro o scuro. Il che non significa che non resti il migliore di tutti noi. Ho venduto più di lui solo perché a me la gente non fa schifo. ([[Vittorio Feltri]])
*Mi sono sentito in imbarazzo per lui, e il mio primo pensiero è stato il rifiuto – «no, povero Montanelli» – quando all'ingresso dei giardini di via Palestro mi sono trovato davanti alla sua statua, al punto che ho pensato che ci sono vandali che distruggono e vandali che costruiscono, e che anzi, per certi aspetti, il vandalismo che crea è ben peggiore, perché tenta di disarmarti con le sue buone intenzioni. Dunque era di mattina, molto presto, e i giardini erano vuoti, al sole. Ebbene in questo vuoto, la statua mi è apparsa all'improvviso: una figurina in gabbia che non ha niente a che fare con Montanelli, se non perché lo offende anche fisicamente, lui che era così "verticale", e che ci invitava a buttare via «il grasso» e la retorica monumentale. Il giornalista che ogni volta si ri-definiva in una frase, in un concetto, in un aforisma, in una citazione, è stato per sempre imprigionato in una scatola di sardine. Perciò ho provato il disagio che sempre suscita il falso, la patacca, la similpelle che non è pelle, perché non solo questo non è Montanelli, come ci ha insegnato Magritte che dipinse una pipa e ci scrisse sotto "questa non è una pipa". Il punto è che questa non è neppure una statuta di Montanelli, ma di un montanelloide in bronzo color oro, che ha la presunzione ingenua e goffa di imprigionare il Montanelli entelechiale, il Montanelli che era invece l'asciuttezza, era il corpo più "instatuabile" del mondo, troppo alto, troppo energico, troppo nervoso, incontenibile nello spazio e nel tempo com'è l'uomo moderno, che è nomade e ha un'identità al futuro. Era il più grande nemico delle statue il Montanelli che sempre ci sorprendeva, fascista ma con la fronda, conservatore ma anarchico, con la sinistra ma di destra, un uomo di forte fascino maschile che tuttavia non amava raccogliere i trofei del fascino maschile, ingombrante ma discreto, il solo che nella storia d' Italia abbia rifiutato la nomina a senatore a vita perché, diceva, «i monumenti sono fatti per essere abbattuti», come quello di Saddam, o di Stalin o di Mussolini. Come si può fare una statua ingombrante e discreta? Come si può fare un monumento all'antimonumento? ([[Francesco Merlo]])
*Montanelli disprezzava la borghesia che difendeva, e ammirava i comunisti che attaccava. Era convinto che la rivolta di Budapest si dovesse a operai che volevano il vero socialismo; mentre fu una rivolta nazionalista e antisovietica. ([[Enzo Bettiza]])
*Montanelli ha sempre avuto una componente di destra. È stato un uomo di destra come fascista, uomo di destra come sostenitore dei governi dc sia pure turandosi il naso. [...] Adesso è un uomo di destra qualunquista, ma sempre di destra. ([[Ugo Intini]])
*Montanelli, un misantropo che cerca compagnia per sentirsi più solo. ([[Leo Longanesi]])
*Recentemente sono stato insignito del Premio Montanelli alla carriera che dovrebbe essermi consegnato a ottobre a Fucecchio, a meno che nel frattempo non mi sia revocato per indegnità, sempre in nome della libertà di informazione. Sono certo che il vecchio Indro non avrebbe condiviso nemmeno un fonema del mio necrologio sul Mullah {{NDR|Omar}}, ma sono altrettanto certo che non si sarebbe mai sognato di bloccarlo. Caso mai ci avrebbe riso su, considerandolo una provocazione, anche se provocazione non era. Perché Montanelli era un vero liberale. Quando i liberali esistevano ancora. ([[Massimo Fini]])
*Sa spalmare una così giusta misura di miele sull'orlo del nappo avvelenato che prepara per questo o per quello, che spesso la vittima muore senza accorgersene, ingannata dai soavi licori. ([[Paolo Monelli]])
*Scalfari e Montanelli direttori all'antica, padroni, mattatori che ricordano gli Scarfoglio, i vecchi direttori dell'ottocento che non solo incrociavano la penna ma anche la spada in una rissa continua con tutt ([[Ugo Intini]])
*Si può raccontare la [[storia]] in forma lieve, senza essere troppo ponderosi, rispettando tuttavia le fonti e la verità storica. Montanelli era molto bravo a scrivere, ma in fondo ne sapeva poco, gli piaceva gigioneggiare, sprofondava nell'anacronismo. Oggi ci si è accorti che, nel raccontare la storia, essere rigorosi ed essere divertenti non è conflittuale. ([[Alessandro Barbero]])
*So solo che Montanelli è fatto così: un maestro di giornalismo che ogni tanto s'impenna con qualcuna delle sue bizzarrie. ([[Giorgio Bocca]])
*Una volta, parecchi anni fa, Indro Montanelli, dicendosi disgustato della morbidezza e della mollezza della [[Democrazia Cristiana]], che ammorbidiva, incorporava, estenuava e alla fine innocuizzava qualsiasi opposizione, togliendole ogni soddisfazione e dignità, mi mostrò una fotografia, incastonata in una cornicetta d'argento, che teneva, a mo' di santino, come altri fanno con le immagini della madre o della moglie e dei figli, sulla sua scrivania, al «Giornale». Con sorpresa vidi che si trattava di Stalin. «Con questo ci sarebbe stato gusto, a battersi», disse. ([[Massimo Fini]])
*Ognuno può pensarla come vuole, ma quando si passa dalla cronaca alla storia è necessario mantenere un giusto approccio ed essere oggettivi sui valori della persona. Indro Montanelli è stato forse il più autorevole giornalista che l’Italia ha avuto nel ventesimo secolo. La Toscana penserà ad azioni per valorizzarlo. ([[Eugenio Giani]])
===[[Enzo Biagi]]===
*A Indro Montanelli devo molto: intanto, l'idea che chi conta è il pubblico. Poi la necessità di essere chiari, di far anche fatica, perché chi legge non ha voglia di impegnarsi troppo, e solo se uno si chiama [[James Joyce|Joyce]] può essere difficile.
*Montanelli se n'è sempre fregato delle critiche, io molto meno, ho un carattere permaloso, spesso non ho resistito alla tentazione di rispondere a chi mi attaccava. Indro mi sgridava, diceva a mia moglie di tenermi calmo, che non ne valeva la pena, che erano tutte bischerate. [...] Per lui il buon risultato era il sorriso di un passante, l'oste che gli trovava il tavolo. Qualcuno si chiedeva che cos'avesse di speciale. A pensarci bene, niente. Scriveva degli articoli che erano letti e dei libri che si vendevano.
*Non è una gran notizia che Indro e io non abbiamo mai fatto parte del coro, ma fu una grande notizia la spiegazione che ne diede Berlusconi: "Biagi e Montanelli hanno invidia del mio successo". La prima cosa che mi venne in mente fu: "Sai che risate si starà facendo Indro adesso". Poi mi dissi che c'era poco da ridere.
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Indro Montanelli, ''Qui non riposano'', Marsilio, 1982 (1945).
*Indro Montanelli, ''Pantheon minore'' (incontri), Longanesi e C., Milano, 1950. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''Gli incontri'', Rizzoli, Milano, 1967. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''Storia dei greci'', Rizzoli, Milano, 1992. ISBN 8817115126
*Indro Montanelli, ''Storia dei greci'', RCS Quotidiani,, Milano, 2004. ISBN 1-129-08505-8
*Indro Montanelli, ''Storia di Roma'', Longanesi, Milano, 1957; Rizzoli, Milano, 1959. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''Storia di Roma'', RCS Quotidiani, Milano, 2004. ISBN 1-129-08505-8
*Indro Montanelli, ''L'Italia giacobina e carbonara (1789-1831)'', Rizzoli, Milano, 1971. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''L'Italia del Risorgimento (1831-1861)'', terza edizione, Rizzoli, Milano, 1972. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''L'Italia dei notabili (1861-1900)'', Rizzoli, Milano, 1973. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''L'Italia di Giolitti (1900-1920)'', Rizzoli, Milano, 1974. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''L'Italia in camicia nera (1919-3 gennaio 1925)'', Rizzoli, Milano, 1976.
*Indro Montanelli, ''Dante e il suo secolo'', Rizzoli, Milano, 1974. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''I protagonisti'', Rizzoli, Milano, 1976. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''Contro Corrente'', Editoriale Nuova, Milano, 1978. {{NoISBN}}
*Indro Montanelli, ''Controcorrente, 1974 – 1986'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987. ISBN 8804300558
*Indro Montanelli, ''Il testimone'', TEA, Milano, 1993. ISBN 8878194182
*Indro Montanelli, Mario Cervi; ''L'Italia del Novecento'', BUR, Milano, 1998. ISBN 8817860147
*Indro Montanelli, ''Soltanto un giornalista'', BUR, Milano, 2003. ISBN 8817107042
*Indro Montanelli, ''Le stanze'', BUR, Milano, 2004. ISBN 8817004707
*Indro Montanelli, ''I conti con me stesso'', a cura di [[Sergio Romano]], Rizzoli, Milano, 2010. ISBN 8817028202 ([http://books.google.it/books?id=fuh--fZGHMcC&printsec=frontcover Anteprima su Google Libri])
*Indro Montanelli, ''Ricordi sott'odio'', Milano, Rizzoli, 2011, ISBN 978-88-17-04963-4
*Indro Montanelli, ''Indro al Giro. Viaggio nell'Italia di Coppi e Bartali. Cronache del 1947 e 1948'', a cura di Andrea Schianchi, Collana Saggi italiani, Milano, Rizzoli, 2016. ISBN 978-88-1708-969-2
*Paolo Granzotto, ''Montanelli'', Bologna, Il Mulino. ISBN 88-15-09727-9
==Voci correlate==
*[[Colette Rosselli]]
*[[Indro Montanelli e Roberto Gervaso]]
*[[Indro Montanelli e Mario Cervi]]
*[[Indro Montanelli e Marco Nozza]]
*''[[Il generale Della Rovere]]'' (film 1959)
==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|La Voce (quotidiano)|''La Voce''}}
{{Pedia|Storia d'Italia (Montanelli)|''Storia d'Italia''}}
{{DEFAULTSORT:Montanelli, Indro}}
[[Categoria:Drammaturghi italiani]]
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Niccolò Machiavelli
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[[Immagine:Santi di Tito - Niccolo Machiavelli's portrait.jpg|thumb|Niccolò Machiavelli]]
'''Niccolò Machiavelli''' (1469 – 1527), politico, filosofo, scrittore, storico e drammaturgo italiano.
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==Citazioni di Niccolò Machiavelli==
{{vedi anche|La mente di un uomo di Stato}}
*I [[Francia|franzesi]] sono per natura più fieri che gagliardi o dextri; et in uno primo impeto chi può resistere alla ferocità loro, diventano tanto umili, e perdono in modo l'animo che divengono vili come femmine. Ed anche sono insoportabili de' disagi ed incommodi loro, e col tempo stracurano le cose in modo che è facile, col trovargli in disordine, superarli.<ref>Da ''[[s:Ritratto di cose di Francia|Ritratto di cose di Francia]]''.</ref>
*''La notte che morì [[Pier Soderini]]. | L'anima andò dell'inferno alla bocca. | Gridò Pluton: Che inferno! anima sciocca, | Va su nel limbo fra gli altri bambini''.<ref>Da ''[[s:Rime varie/Epigrammi|Epigrammi]]''. Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 506.</ref>
*Perché li popoli in privato sieno ricchi, la ragione è questa, che vivono come poveri; non edificano, non vestono, e non hanno masserizie in casa. Basta loro lo abbondare di pane, di carne, ed avere una stufa, dove rifuggire il freddo: e chi non ha dell'altre cose fa senza esse, e non le cerca. Spendonsi in dosso duoi forini in dieci anni, ed ognuno vive secondo il grado suo a questa proporzione, e nissuno fa conto di quello gli manca, ma di quello che ha di necessità, e le loro necessitadi sono assai minori che le nostre.<ref>Da ''[[s:Ritratto delle cose della Magna|Ritratto delle cose della Magna]]''.</ref>
===Attribuite===
*Il [[scopo|fine]] giustifica i [[mezzo|mezzi]].
:{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Questa citazione non è attestata in nessuna delle opere machiavelliane. Nel capitolo XVIII de ''Il principe'' tuttavia è presente una citazione simile e il famoso motto potrebbe essere considerato una sintesi di questa citazione: «[...] nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati; [...].».<ref>{{Cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 478.</ref>
==''Clizia''==
===[[Incipit]]===
{{centrato|''Palamede, Cleandro''}}
'''Palamede''': Tu esci sì a buon'ora di casa?<br>
'''Cleandro''': Tu, donde vieni sì a buon'ora?<br>
'''Palamede''': Da fare una mia faccenda.<br>
'''Cleandro''': Ed io vo a farne un'altra, o, a dire meglio, a cercarla di fare, perché s'io la farò, non ne ho certezza alcuna.
===Citazioni===
*Se nel mondo tornassino i medesimi uomini, come tornano i medesimi casi, non passerebbono mai cento anni, che noi non ci trovassimo un'altra volta insieme a fare le medesime cose che ora. ([[s:Clizia/Prologo|Prologo]])
*[...] quanto è più propinquo l'uomo ad un suo [[desiderio]] più lo desidera, e, non lo avendo, maggior [[dolore]] sente. (Cleandro: [[s:Clizia/Atto primo/Scena seconda|atto I, scena II]])
==''Decennali''==
===[[Incipit]]===
<poem>Io canterò l'italiche fatiche,
seguìte già ne' duo passati lustri
sotto le stelle al suo bene inimiche.
Quanti alpestri sentier, quanti palustri
narrerò io, di sangue e morti pieni,
pe 'l variar de' regni e stati illustri!</poem>
===Citazioni===
*''Lo strepito dell'armi e de' cavalli | non poté far, che non fosse sentita | la voce di un Cappon fra cento Galli; | tanto che il [[Carlo VIII di Francia|Re superbo]] fe' partita, |'' [...]. ([[s:Decennali/Decennale primo|Decennale primo]], vv. 34-38)
*''Ma quel ch'a molti molto più non piacque; | e vi fe' disunir, fu quella scuola | sotto 'l cui segno vostra Città giacque: | i' dico di quel gran [[Girolamo Savonarola|Savonarola]], | il quale afflato da virtù divina | vi tenne involti con la sua parola.'' ([[s:Decennali/Decennale primo|Decennale primo]], vv. 154-159)
==''Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati''==
*Puossi per questa deliberazione considerare, come i Romani nel giudicare di queste loro terre ribellate pensarono, che bisognasse o guadagnare la fede loro con i benefizj, o trattargli in modo, che mai più ne potessero dubitare, e per questo giudicarono dannosa ogni altra via di mezzo che si pigliasse. (p. 124)
*[...] la [[storia|istoria]] è la maestra delle azioni nostre, [...]. (p. 125)
*[...] il mondo fu sempre ad un modo abitato da uomini che hanno avuto sempre le medesime passioni, e sempre fu chi serve e chi comanda, e chi serve mal volentieri, e chi serve volentieri, e chi si ribella ed è ripreso. (p. 125)
==''Dell'arte della guerra''==
===[[Incipit]]===
Perché io credo che si possa lodare dopo la morte ogni uomo, senza carico, sendo mancata ogni cagione e sospetto di adulazione, non dubiterò di lodare Cosimo Rucellai nostro, il nome del quale non fia mai ricordato da me senza lagrime, avendo conosciute in lui quelle parti le quali, in uno buono amico dagli amici, in uno cittadino dalla sua patria si possono disiderare.
===Citazioni===
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} [...] Quello che giova al [[nemico]] nuoce a te, e quel che giova a te nuoce al nemico. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Colui che sarà nella [[guerra]] più vigilante a osservare i disegni del nemico e più durerà fatica ad esercitare il suo [[esercito]], in minori pericoli incorrerà e più potrà sperare della vittoria. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Non condurre mai a giornata i tuoi [[soldato|soldati]], se prima non hai confermato l'animo loro e conosciutogli senza paura e ordinati, né mai ne farai pruova, se non quando vedi ch'egli sperano di vincere. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Meglio è vincere il nemico con la [[fame]] che col ferro, nella vittoria del quale può molto più la fortuna che la virtù. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Niuno partito è migliore che quello che sta nascoso al nemico infino che tu lo abbia eseguito. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Sapere nella guerra conoscere l'occasione e pigliarla, giova più che niuna altra cosa. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} La natura genera pochi uomini gagliardi; la industria e l'esercizio ne fa assai. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Può la disciplina nella [[guerra]] più che il furore. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Quando si partono alcuni dalla parte nemica per venire a' servizj tuoi, quando sieno fedeli vi sarà sempre grandi acquisti; perché le forze degli avversari più si minuiscono con la perdita di quegli che si fuggono, che di quegli che sono ammazzati, ancora che il nome de' fuggitivi sia a' nuovi amici sospetto, a' vecchi odioso. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 378)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Meglio è, nell'ordinare la giornata, riserbare dietro alla prima fronte assai aiuti, che, per fare la fronte maggiore, disperdere i suoi soldati. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], pp. 378-379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Difficilmente è vinto colui che sa conoscere le forze sue e quelle del nemico. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Più vale la virtù de' soldati che la moltitudine; più giova alcuna volta il sito che la virtù. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Le cose nuove e subite sbigottiscono gli eserciti; le cose consuete e lente sono poco stimate da quegli; però farai al tuo esercito praticare e conoscere con piccole zuffe un nemico nuovo, prima che tu venga alla giornata con quello. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Colui che seguita con disordine il nemico poi ch'egli è rotto, non vuole fare altro che diventare, di vittorioso, perdente. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Quello che non prepara le vettovaglie necessarie al vivere è vinto senza ferro. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Chi confida più ne' cavalli che ne' fanti, o più ne' fanti che ne' cavalli, si accomodi col sito. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Quando tu vuoi vedere se, il giorno, alcuna spia è venuta in campo, fa' che ciascuno ne vadia al suo alloggiamento. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Muta partito, quando ti accorgi che il nemico l'abbia previsto. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Consigliati, delle cose che tu dèi fare, con molti; quello che dipoi vuoi fare conferisci con pochi. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} I soldati, quando dimorano alle stanze, si mantengano col timore e con la pena; poi, quando si conducono alla guerra, con la speranza e col premio. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} I buoni [[Capitano|capitani]] non vengono mai a giornata se la necessità non gli strigne o la occasione non gli chiama. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Fa' che i tuoi nemici non sappiano come tu voglia ordinare l'esercito alla zuffa: e in qualunque modo l'ordini, fa' che le prime squadre possano essere ricevute dalle seconde e dalle terze. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Nella zuffa non adoperare mai una battaglia ad un'altra cosa che a quella per che tu l'avevi deputata, se tu non vuoi fare disordine. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Agli accidenti subiti con difficoltà si rimedia, a' pensati con facilità. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Gli uomini, il ferro, i danari e il pane sono il nervo della guerra; ma di questi quattro sono più necessarj i primi due, perché gli uomini e il ferro truovano i danari e il pane, ma il pane e i danari non truovano gli uomini e il ferro. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 379)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Il disarmato ricco è premio del soldato povero. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], pp. 379-380)
*{{NDR|[[Regole dai libri|Regola]]}} Avvezza i tuoi soldati a spregiare il vivere delicato e il vestire lussurioso. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 380)
*[...] niuno senza invenzione fu mai grande uomo nel mestiero suo; [...]. (Fabrizio: [[s:Dell'arte della guerra/Libro settimo|libro settimo]], p. 381)
===[[Explicit]]===
Ma quanto a me si aspetta, per essere in là con gli anni, me ne diffido. E veramente, se la fortuna mi avesse conceduto per lo addietro tanto stato quanto basta a una simile impresa, io crederei, in brevissimo tempo, avere dimostro al mondo quanto gli antichi ordini vagliono; e senza dubbio o io l'arei accresciuto con gloria o perduto senza vergogna.
==''Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio''==
===[[Incipit]]===
Ancora che, per la invida natura degli uomini, sia sempre suto non altrimenti periculoso trovare modi ed ordini nuovi, che si fusse cercare acque e terre incognite, per essere quelli più pronti a biasimare che a laudare le azioni d'altri; nondimanco, spinto da quel naturale desiderio che fu sempre in me di operare, sanza alcuno respetto, quelle cose che io creda rechino comune benefizio a ciascuno, ho deliberato entrare per una via, la quale, non essendo suta ancora da alcuno trita, se la mi arrecherà fastidio e difficultà, mi potrebbe ancora arrecare premio, mediante quelli che umanamente di queste mie fatiche il fine considerassino.
===Citazioni===
*Né si può chiamare in alcun modo con ragione una republica inordinata, dove siano tanti esempli di virtù; perché li buoni esempli nascano dalla buona educazione<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. V, IX: «Dalla buona educazione nascono i buoni esempi.»</ref>, la buona educazione, dalle buone leggi<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. V, VIII: «Dalle buone leggi nasce la buona educazione.»</ref>; e le buone leggi, da quelli tumulti che molti inconsideratamente dannano: perché, chi esaminerà bene il fine d'essi, non troverrà ch'egli abbiano partorito alcuno esilio o violenza in disfavore del commune bene, ma leggi e ordini in beneficio della publica libertà. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 4|libro I, cap. IV]])
*E veramente, mai fu alcuno ordinatore di leggi straordinarie in uno popolo che non ricorresse a Dio; perché altrimente non sarebbero accettate: perché sono molti i beni conosciuti da uno prudente, i quali non hanno in sé ragioni evidenti da poterli persuadere a altrui. Però gli uomini savi, che vogliono tôrre questa difficultà, ricorrono a Dio. Così fece [[Licurgo]], così [[Solone]], così molti altri che hanno avuto il medesimo fine di loro. [...] E come la osservanza del culto divino è cagione della grandezza delle republiche, così il dispregio di quello è cagione della rovina d'esse. Perché, dove manca il timore di Dio, conviene o che quel regno rovini, o che sia sostenuto dal timore d'uno principe che sopperisca a' difetti della religione. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 11|libro I, cap. XI]])
*Quelli principi o quelle republiche, le quali si vogliono mantenere incorrotte, hanno sopra ogni altra cosa a mantenere incorrotte le cerimonie della loro religione, e tenerle sempre nella loro venerazione; perché nessuno maggiore indizio si puote avere della rovina d'una provincia, che vedere dispregiato il culto divino. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 12|libro I, cap. XII]])
*Abbiamo, adunque, con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obligo, di essere diventati sanza religione e cattivi: ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra. Questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa provincia divisa. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 12|libro I, cap. XII]])
*La cagione è, perché la [[natura]] ha creati gli uomini in modo che possono desiderare ogni cosa, e non possono conseguire ogni cosa: talché, essendo sempre maggiore il desiderio che la potenza dello acquistare, ne risulta la mala contentezza di quello che si possiede, e la poca sodisfazione d'esso. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 37|libro I, cap. XXXVII]])
*[...] qualunque volta è tolto agli uomini il combattere per necessità, combattono per [[ambizione]]; [...]. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 37|libro I, cap. XXXVII]])
*Dopo il 1494, sendo stati i principi della città cacciati da Firenze, e non vi essendo alcuno governo ordinato, ma più tosto una certa licenza ambiziosa, ed andando le cose publiche di male in peggio; molti popolari, veggendo la rovina della città, e non ne intendendo altra cagione, ne accusavano la ambizione di qualche potente che nutrisse i disordini, per potere fare uno stato a suo proposito, e tôrre loro la libertà; e stavano questi tali per le logge e per le piazze, dicendo male di molti cittadini, minacciandogli che, se mai si trovassino de' Signori, scoprirebbero questo loro inganno, e gli gastigarebbero. Occorreva spesso che di simili ne ascendeva al supremo magistrato; e come egli era salito in quel luogo, e che vedeva le cose più da presso, conosceva i disordini donde nascevano, ed i pericoli che soprastavano, e la difficultà del rimediarvi. E veduto come i tempi, e non gli uomini, causavano il disordine, diventava subito d'un altro animo, e d'un'altra fatta; perché la cognizione delle cose particulari gli toglieva via quello inganno che nel considerarle generalmente si aveva presupposto. Dimodoché, quelli che lo avevano prima, quando era privato, sentito parlare, e vedutolo poi nel supremo magistrato stare quieto, credevono che nascessi, non per più vera cognizione delle cose, ma perché fusse stato aggirato e corrotto dai grandi. Ed accadendo questo a molti uomini, e molte volte, ne nacque tra loro uno proverbio che diceva: Costoro hanno uno animo in piazza, ed uno in palazzo. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 47|libro I, cap. XLVII]])
*Il [[popolo]] molte volte desidera la rovina sua, ingannato da una falsa specie di bene: e come le grandi [[speranza|speranze]] e gagliarde [[promessa|promesse]] facilmente lo muovono. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 53|libro I, cap. LIII]])
*[...] dice [[Tito Livio]] [...] che tutti insieme sono gagliardi, e, quando ciascuno poi comincia a pensare al proprio pericolo, diventa vile e debole. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 57|libro I, cap. LVII]])
*Nessuna cosa essere più vana e più incostante che la [[moltitudine]], così Tito Livio nostro, come tutti gli altri istorici, affermano. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 58|libro I, cap. LVIII]])
*Laudano sempre gli uomini, ma non sempre ragionevolmente, gli antichi tempi e gli presenti accusano; e in modo sono delle cose passate partigiani che non solamente celebrano quelle etadi che da loro sono state, per la memoria che ne hanno lasciata gli scrittori, conosciute, ma quelle ancora che sendo già vecchi si ricordano nella loro giovanezza avere vedute. E quando questa loro opinione sia falsa, come il più delle volte è, mi persuado varie essere le cagioni che a questo inganno gli conducono. E la prima credo sia che delle cose antiche non s'intenda al tutto la verità; e che di quelle il più delle volte si nasconda quelle cose che recherebbono a quelli tempi infamia, e quelle altre che possano partorire loro gloria si rendino magnifiche e amplissime. [...] Oltra di questo, odiando gli uomini le cose o per timore o per invidia, vengono a essere spente due potentissime cagioni dell'odio nelle cose passate, non ti potendo quelle offendere e non ti dando cagione d'invidiarle. Ma al contrario interviene di quelle cose che si maneggiano e veggono, le quali per la intera cognizione di esse non ti essendo in alcuna parte nascoste e conoscendo in quelle insieme con il bene molte altre cose che ti dispiacciono, sei forzato a giudicarle alle antiche molto inferiori, ancora che in verità le presenti molto più di quelle di gloria e di fama meritassoro; [...]. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Introduzione|libro II, Introduzione]])
*[...] gli è offizio di uomo [[buono]], quel bene che per la malignità de' tempi e della fortuna tu non hai potuto operare, insegnarlo ad altri, acciocché, sendone molti capaci, alcuno di quelli, più amato dal Cielo, possa operarlo. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Introduzione|libro II, Introduzione]])
*Se la religione nostra richiede che tu abbi in te fortezza, vuole che tu sia atto a patire più che a fare una cosa forte. Questo modo di vivere, adunque, pare che abbi renduto il mondo debole, e datolo in preda agli uomini scelerati; i quali sicuramente lo possono maneggiare, veggendo come l'università degli uomini, per andarne in Paradiso, pensa più a sopportare le sue battiture che a vendicarle. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 2|libro II, cap. II]])
*Dico pertanto, non l'oro, come grida la comune opinione, essere il nervo della guerra, ma i buoni soldati: perché l'oro non è sufficiente a trovare i buoni soldati, ma i buoni soldati sono bene sufficienti a trovare l'oro. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 10|libro II, cap. X]])
*[...] l'[[artiglieria]] ha bisogno di essere guardata, a volere che la operi, o da mura o da fossi o da argini; e come le mancherà una di queste guardie, ella è prigione, o la diventa inutile: come le interviene quando la si ha a difendere con gli uomini; il che le interviene nelle giornate e zuffe campali. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 17|libro II, cap. XVII]])
*[...] l'impeto delle artiglierie è tale che non truova muro, ancoraché grossissimo, che in pochi giorni ei non abbatta [...]. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 17|libro II, cap. XVII]])
*Conchiuggo pertanto, venendo al fine di questo discorso, l'artiglieria essere utile in uno esercito quando vi sia mescolata l'antica virtù; ma, sanza quella, contro a uno esercito virtuoso è inutilissima. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 17|libro II, cap. XVII]])
*Non è per questo che io giudichi che non si abbia adoperare l'armi e le forze; ma si debbono riservare in ultimo luogo dove e quando gli altri modi non bastino.<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. II, III: «Le armi si debbono riservare in ultimo luogo, dove, e quando gli altri modi non bastino.»</ref> ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 21|libro II, cap. 21]])
*[...] principi non buoni temono sempre che altri non operi, contro a loro, quello che par loro meritare [...].<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. XI, XX: «Gli uomini non buoni temono sempre che altri non operi contro di loro quello che pare loro meritare.»</ref> ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 6|libro III, cap. 6]])
*Una republica sanza i cittadini riputati non può stare, né può governarsi in alcuno modo bene. Dall'altro canto, la riputazione de' cittadini è cagione della tirannide delle republiche. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 28|libro III, cap. 28]])
*[...] dove si dilibera al tutto della salute della patria, non vi debbe cadere alcuna considerazione né di giusto né d'ingiusto, né di piatoso né di crudele, né di laudabile né d'ignominioso; anzi, posposto ogni altro rispetto, seguire al tutto quel partito che le salvi la vita e mantenghile la libertà. ([[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 41|libro III, cap. 41]])
===[[Explicit]]===
Erano in Roma, per la liberalità che i Romani usavano di donare la civiltà a' forestieri, nate tante genti nuove, che le cominciavano avere tanta parte ne' suffragi, che il governo cominciava variare, e partivasi da quelle cose e da quelli uomini dove era consueto andare. Di che accorgendosi Quinto Fabio, che era Censore, messe tutte queste genti nuove, da chi dipendeva questo disordine, sotto quattro Tribù acciocché non potessono, ridutti in sì piccoli spazi, corrompere tutta Roma. Fu questa cosa bene conosciuta da Fabio, e postovi, sanza alterazione, conveniente rimedio; il quale fu tanto accetto a quella civiltà, ch'e' meritò di essere chiamato Massimo.
==''Discorso intorno alla nostra lingua''==
===[[Incipit]]===
{{centrato|DISCORSO O DIALOGO
''In cui si esamina, se la lingua, in cui scrissero Dante, il Boccaccio,<br />e il Petrarca, si debba chiamare''
ITALIANA, TOSCANA, O FIORENTINA}}
Sempreché io ho potuto onorare la [[patria]] mia, eziandio con mio carico e pericolo, l'ho fatto volentieri, perché l'uomo non ha maggiore obbligo nella vita sua, che con quella, dependendo prima da essa l'essere, e dipoi tutto quello che di buono la fortuna, e la natura ci hanno conceduto; e tanto viene a esser maggiore in coloro che hanno sortito patria più nobile. E veramente colui il quale con l'animo e con le opere si fa nimico della sua patria, meritamente si può chiamare parricida, ancora che da quella fosse suto offeso.
===Citazioni===
*[...] mi fermerò sopra di [[Dante Alighieri|Dante]], il quale in ogni parte mostrò d'essere per ingegno, per dottrina, e per giudizio uomo eccellente, eccettoché dove egli ebbe a ragionar della patria sua, la quale fuori di ogni umanità e filosofico istituto perseguitò con ogni specie d'ingiuria, e non potendo altro fare che infamarla, accusò quella di ogni vizio, dannò gli uomini, biasimò il sito, disse male de' costumi, e delle leggi di lei, e questo fece non solo in una parte della sua Cantica, ma in tutta, e diversamente, e in diversi modi; tanto l'offese l'ingiuria dell'esilio, tanta vendetta ne desiderava, e però ne fece tanta quanta egli poté; e se per sorte de' mali ch'egli le predisse, le ne fosse accaduto alcuno, Firenze arebbe più da dolersi d'aver nutrito quell'uomo, che d'alcuna altra sua rovina. (p. 119)
*Dante mio, io voglio che tu t'emendi e che tu consideri meglio il parlar Fiorentino, e la tua opera, e vedrai, che se alcuno s'arà da vergognare, sarà piuttosto Firenze, che tu; perché se considererai bene a quel che tu hai detto, tu vedrai come ne' tuoi versi non hai fuggito il goffo, come quello: ''Poi ci partimmo, e n'andavamo introque''<ref>{{cfr}} ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', XX canto, v. 130.</ref>; non hai fuggito il porco, com'è quello: ''Che merda fa di quel che si trangugia''<ref>{{cfr}} ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', XXVIII canto, v. 27.</ref>; non hai fuggito l'osceno, come è: ''Le mani alzò con ambedue le fiche''<ref>{{cfr}} ''[[Divina Commedia]]'', ''Inferno'', XXV canto, v. 2.</ref>; e non avendo fuggito questo che disonora tutta l'opera tua, tu non puoi aver fuggito infiniti vocaboli patrj, che non s'usano altrove, che in quella, perché l'arte non può mai in tutto repugnare alla natura. (pp. 125-126)
*[...] ma quella [[linguaggio|lingua]] si chiama d'una patria, la quale converte i vocaboli ch'ella ha accattati da altri, nell'uso suo, ed è sì potente, che i vocaboli accattati non la disordinano ma la disordina loro, perché quello ch'ella reca da altri, lo tira a se in modo, che par suo, [...]. (p. 126)
==''I capitoli''==
===''Dell'Occasione''===
====[[Incipit]]====
<poem>– Chi sei tu, che non par donna mortale?
Di tanta grazia il Ciel t'adorna e dota!
Perché non posi? Perché a' piedi hai l'ale?
Io sono l'[[Occasione]], a pochi nota;
e la cagion, che sempre mi travagli,
è, perché io tengo un piè sopra una rota.</poem>
====Citazioni====
*''E tu mentre parlando il tempo spendi, | occupato da molti pensier vani, | già non t'avvedi, lasso, e non comprendi | com'io ti son fuggita dalle mani!'' (vv. 19-22)
===''Di Fortuna''===
====[[Incipit]]====
<poem>Con che rime giammai, o con che versi
canterò io del regno di [[Fortuna]],
e de' suoi casi prosperi, ed avversi?
E come ingiuriosa, ed importuna,
secondo è giudicata quì da noi,
sotto il suo seggio tutto il mondo aduna?</poem>
====Citazioni====
*''Questa incostante Dea, e mobil Diva | gl'indegni spesso sopra un seggio pone, | dove chi degno n'è mai non arriva. | Costei il tempo a modo suo dispone; | questa ci esalta, questa ci disface, | senza pietà, senza legge, o ragione.'' (vv. 34-39)
===''Dell'Ingratitudine''===
====[[Incipit]]====
<poem>Giovanni Folchi, il viver mal contento,
pel dente dell'Invidia, che mi morde,
mi darebbe più doglia, e più tormento;
se non fusse che ancor le dolci corde
d'una mia cetra, che soave suona,
fanno le muse al mio cantar non sorde.
Non sì ch'io speri averne altra corona;
non sì ch'io creda, che per me s'aggiunga
una gocciola d'acqua d'Elicona.</poem>
====Citazioni====
*[...] ''dove men si sa, più si [[sospetto|sospetta]].'' (v. 66)
*''Dunque, non sendo Ingratitudin morta | ciascun fuggir le Corti e' stati debbe; | che non c'è via che guidi l'uom più corta | a pianger quel che volle, poi che l'ebbe.'' (vv. 184-187)
===''Dell'Ambizione''===
====[[Incipit]]====
<poem>Luigi, poi che tu ti maravigli
di questo caso, che a Siena è seguito,
non mi par che pel verso il mondo pigli.
E se nuovo ti par quel c'hai sentito,
come tu m'hai certificato, e scritto,
pensa un po' meglio all'umano appetito.</poem>
====Citazioni====
*''Qual regione, o qual Città n'è priva? | Qual bosco, qual tugurio? In ogni lato | l'Ambizione, e l'[[Avarizia]] arriva. | Queste nel mondo, come l'uom fu nato, | nacquero ancora, e se non fusser quelle, | sarebbe assai felice il nostro stato.'' (vv. 10-15)
==''Il principe''==
===[[Incipit]]===
Tutti gli Stati, tutti i dominii che hanno avuto, e hanno imperio sopra gli uomini, sono stati e sono o Repubbliche o Principati. I principati sono o ereditari, de' quali il sangue del loro Signore ne sia stato lungo tempo [[Principe]], o e' sono nuovi. I nuovi o sono nuovi tutti, come fu Milano a Francesco Sforza, o sono come membri aggiunti allo stato ereditario del Principe che gli acquista, come è il Regno di Napoli al Re di Spagna. Sono questi dominii, così acquistati, o consueti a vivere sotto un Principe, o usi ad esser liberi; ed acquistansi o con le armi di altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù.
===Citazioni===
*[...] così come coloro che disegnano e paesi si pongono bassi nel piano a considerare la natura de' monti e de' luoghi alti, e per considerare quella de' bassi si pongono alti sopra e monti, similmente, a conoscere bene la natura de' popoli bisogna essere principe, e a conoscere bene quella de' principi bisogna essere popolare. ([[s:Il Principe/Dedica|dedica]])
*[...] gli uomini si debbono o vezzeggiare o spegnere, perché si vendicano delle leggieri offese; delle gravi non possono: sicché l'offesa che si fa all'uomo, deve essere in modo, che ella non tema la vendetta.<ref>Citato in ''[[Criminal Minds]]'', stagione 6, episodio 6, La notte del diavolo: «Niccolò Machiavelli ha scritto: "L'offesa che si fa all'uomo deve essere tanto grande da non temere la vendetta".»</ref> ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]])
*[...] la [[guerra]] non si leva, ma si differisce con vantaggio d'altri; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]])
*[...] chi è cagione che uno diventi potente, rovina; perché quella potenza è causata da colui o con industria, o con forza, e l'una e l'altra di queste due è sospetta a chi è diventato potente. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]])
*È cosa veramente molto naturale e ordinaria desiderare di acquistare, e sempre, quando gli uomini lo fanno che possino, ne saranno laudati e non biasimati; ma quando non possono e vogliono farlo in ogni modo, qui è il biasimo e l'errore. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]])
*Non si debba mai lasciar seguire uno disordine per fuggire una guerra; perchè ella non si fugge, ma si differisce a tuo disavvantaggio. ([[s:Il Principe/Capitolo III|cap. III]])
*Chi diviene padrone di una città consueta a vivere libera, e non la disfaccia, aspetti di essere disfatto da quella. ([[s:Il Principe/Capitolo V|cap. V]])
*[...] camminando gli [[uomo|uomini]] quasi sempre per le vie battute da altri, e procedendo nelle azioni loro con le imitazioni, né si potendo le vie di altri al tutto tenere, né alla [[virtù]] di quelli che tu imiti aggiugnere, debbe uno uomo prudente intrare sempre per vie battute da uomini grandi, e quelli che sono stati eccellentissimi imitare; acciò che, se la sua virtù non vi arriva, almeno ne renda qualche odore: e fare come gli [[arciere|arcieri]] prudenti, a' quali parendo el loco dove disegnano ferire troppo lontano e conoscendo fino a quanto va la virtù del loro arco, pongono la mira assai più alta che il loco destinato, non per aggiugnere con la loro freccia a tanta altezza, ma per poter con l'aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]])
*[...] e senza quella occasione la virtù dell'animo loro si saria spenta, e senza quella virtù l'occasione sarebbe venuta invano. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]])
*Tutti li Profeti armati vinsono, e li disarmati rovinarono. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]])
*[...] la natura de' popoli è varia, ed è facile a persuadere loro una cosa, ma è difficile fermargli in quella [[persuasione]]. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]])
*A sì alti esempi io voglio aggiugnere uno esempio minore; ma bene arà qualche proporzione con quelli, e voglio mi basti per tutti li altri simili: e questo è Ierone Siracusano {{NDR|[[Gerone II]]}}. Costui di privato diventò Principe di Siracusa; nè ancor egli cognobbe altro dalla fortuna che l'occasione: perché essendo i Siracusani oppressi l'elessono per loro capitano, donde meritò d'essere fatto loro Principe; e fu di tanta virtù ancora in privata fortuna, che chi ne scrive dice, che niente gli mancava a regnare eccetto il Regno. Costui spense la milizia vecchia, ordinò della nuova; lasciò le amicizie antiche, prese delle nuove; e come ebbe amicizie e soldati che fussino suoi, possé in su tale fondamonto edificare ogni edifizio: tanto che lui durò assai fatica in acquistare e poca in mantenere. ([[s:Il Principe/Capitolo VI|cap. VI]])
[[Immagine:Cesareborgia.jpg|thumb|Su Cesare Borgia: «Raccolte adunque tutte queste azioni del Duca, non saprei riprenderlo, anzi mi pare, come io ho fatto, di proporlo ad imitare a tutti coloro, che per fortuna e con l'armi d'altri sono saliti all'imperio. Perché egli avendo l'animo grande, e la sua intenzione alta, non si poteva governare altrimente; e solo si oppose alli suoi disegni la brevità della vita di Alessandro, e la sua infirmità.»]]
*Dall'altra parte [[Cesare Borgia]], chiamato dal vulgo Duca Valentino, acquistò lo Stato con la fortuna del Padre, e con quella lo perdette, non ostante che per lui si usasse ogni opera, e facessinsi tutte quelle cose che per un prudente e virtuoso uomo si dovevano fare, per mettere le radici sue in quelli Stati, che l'armi e fortuna di altri gli aveva concessi. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]])
*{{NDR|Su [[Cesare Borgia]]}} Se adunque si considererà tutti i progressi del Duca, si vedrà quanto lui avesse fatto gran fondamenti alla futura potenzia, li quali non giudico superfluo discorrere, perché io non saprei quali precetti mi dare migliori ad un Principe nuovo, che lo esempio delle azioni sue; e se gli ordini suoi non gli giovarono, non fu sua colpa, perché nacque da una straordinaria ed estrema malignità di fortuna. Aveva Alessandro VI nel voler fare grande il Duca suo figliuolo assai difficultà presenti e future. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]])
*{{NDR|Su [[Cesare Borgia]]}} Raccolte adunque tutte queste azioni del Duca, non saprei riprenderlo, anzi mi pare, come io ho fatto, di proporlo ad imitare a tutti coloro, che per fortuna e con l'armi d'altri sono saliti all'imperio. Perché egli avendo l'animo grande, e la sua intenzione alta, non si poteva governare altrimente; e solo si oppose alli suoi disegni la brevità della vita di Alessandro, e la sua infirmità. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]])
*[...] gli uomini [[offesa|offendono]] o per paura, o per odio. ([[s:Il Principe/Capitolo VII|cap. VII]])
*Le ingiurie si debbono fare tutte insieme, acciocchè assaporandosi meno, offendino meno; li beneficii si debbono fare a poco a poco, acciocchè si assaporino meglio. ([[s:Il Principe/Capitolo VIII|cap. VIII]])
*Perché in ogni città si trovano questi duoi umori diversi, e nascono da questo, che il [[popolo]] desidera non esser comandato nè oppresso da' grandi, e i grandi desiderano comandare e opprimere il popolo; e da questi duoi appetiti diversi surge nelle città uno de' tre effetti, o Principato, o Libertà, o Licenza. ([[s:Il Principe/Capitolo IX|cap. IX]])
*[...] quello del popolo è più onesto fine che quel de' grandi, volendo questi opprimere, e quello non essere oppresso. ([[s:Il Principe/Capitolo IX|cap. IX]])
*Ma la poca [[prudenza]] degli uomini comincia una cosa, che per sapere allora di buono non manifesta il [[veleno]] che v'è sotto, [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XIII|cap. XIII]])
*Essendo l'intento mio scrivere cosa utile a chi l'intende, mi è parso più conveniente andare dietro alla verità effettuale della cosa, che all'immaginazione di essa. ([[s:Il Principe/Capitolo XV|cap. XV]])
*Non ci è cosa che consumi sè stessa quanto la liberalità, la quale mentre che tu usi, perdi la facultà di usarla, e diventi o povero o vile, o, per fuggire la povertà, rapace e odioso. ([[s:Il Principe/Capitolo XVI|cap. XVI]])
*Nasce da questo una disputa: ''s'egli è meglio essere amato che [[timore|temuto]], o temuto che amato''. Rispondesi, che si vorrebbe essere l'uno e l'altro; ma perché egli è difficile, che e' stiano insieme, è molto più sicuro l'esser temuto che amato, quando s'abbi a mancare dell'un de' duoi. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]])
*E gli uomini hanno men rispetto di offendere uno che si facci amare, che uno che si facci temere; perchè l'amore è tenuto da un vincolo di obbligo, il quale, per essere gli uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena, che non abbandona mai. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]])
*Deve nondimeno il Principe farsi temere in modo, che, se non acquista l'amore, e' fugga l'odio, perché può molto bene stare insieme esser temuto, e non odiato; il che farà, sempreché s'astenga dalla roba de' suoi cittadini, e de' suoi sudditi, e dalle donne loro. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]])
*[...] gli uomini dimenticano piuttosto la morte del padre, che la perdita del patrimonio. ([[s:Il Principe/Capitolo XVII|cap. XVII]])
*Quanto sia laudabile in un Principe mantenere la [[fiducia|fede]], e vivere con integrità, e non con astuzia, ciascuno lo intende. Nondimeno si vede per esperienzia, ne' nostri tempi, quelli Principi aver fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con astuzia aggirare i cervelli degli uomini, ed alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in su la lealtà. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*Pertanto ad un Principe è necessario saper ben usare la bestia e l'uomo. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*Essendo adunque un Principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quella pigliare la [[volpe]] e il [[leone|lione]]; perché il lione non si defende da' lacci, la volpe non si defende da' [[lupo|lupi]]. Bisogna adunque essere volpe a cognoscere i lacci, e lione a sbigottire i lupi. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*Non può pertanto un Signore prudente, nè debbe osservare la fede, quando tale osservanzia gli torni contro, e che sono spente le cagioni che la feciono promettere. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*Né mai a un Principe mancheranno cagioni legittime di colorare l'inosservanza. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*[...] sono tanto semplici gli uomini, e tanto ubbidiscono alle necessità presenti, che colui che [[inganno|inganna]], troverà sempre chi si lascerà ingannare. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*[...] gli uomini in universale [[giudizio|giudicano]] più agli occhi che alle mani, perché tocca a vedere a ciascuno, a sentire a' pochi. Ognuno vede quel che tu [[apparenza|pari]]; pochi sentono quel che tu sei [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*[...] nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al [[scopo|fine]]. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i [[mezzo|mezzi]] saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XVIII|cap. XVIII]])
*[...] in [[Settimio Severo|Severo]] fu tanta virtù, che, mantenendosi i soldati amici, ancorché i popoli fossero da lui gravati, poté sempre regnare felicemente; perché quelle sue virtù lo facevano nel cospetto de' soldati e de' popoli sì mirabile, che questi rimanevano in un certo modo attoniti e stupidi, e quelli altri riverenti e satisfatti. ([[s:Il Principe/Capitolo XIX|cap. XIX]])
*Nondimanco, perché il nostro [[libero arbitrio]] non sia spento, giudico potere esser vero, che la [[fortuna]] sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare l'altra metà, o poco meno, a noi. Ed assomiglio quella ad fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici, lieva da questa parte terreno, ponendolo a quell'altra; ciascuno gli fugge davanti, ognuno cede al suo furore, senza potervi ostare; e benché sia così fatto, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi possino fare provvedimenti e con ripari, e con argini, immodoché crescendo poi, o egli andrebbe per un canale, o l'impeto suo non sarebbe sì licenzioso, né sì dannoso.<br />Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resistere, e quivi volta i suoi impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini, né i ripari a tenerla. ([[s:Il Principe/Capitolo XXV|cap. XXV]])
*[...] se a uno, che si governa con rispetto e pazienza, i tempi e le cose girano in modo che il [[governo]] suo sia buono, esso viene felicitando; ma se li tempi e le cose si mutano, egli rovina, perché non muta modo di procedere. ([[s:Il Principe/Capitolo XXV|cap. XXV]])
*[...] la [[Fortuna]] è donna; ed è necessario, volendola tener sotto, batterla, ed urtarla; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XXV|cap. XXV]])
*[...] era necessario che l'Italia si conducesse ne' termini presenti, e che la fusse più schiava che gli Ebrei, più serva che i Persi, più dispersa che gli Ateniesi, senza capo, senz'ordine, battuta, spogliata, lacera, corsa, ed avesse sopportato di ogni sorta rovine. ([[s:Il Principe/Capitolo XXVI|cap. XXVI]])
*[...] né può essere, dove è grande disposizione, grande difficultà; [...]. ([[s:Il Principe/Capitolo XXVI|cap. XXVI]])
===[[Explicit]]===
Quali porte se gli serrerebbono? Quali popoli li negherebbono la obbidienza? Quale invidia se gli opporrebbe? Quale Italiano gli negherebbe l'ossequio? Ad ognuno puzza questo barbaro dominio. Pigli adunque la illustre Casa Vostra questo assunto con quello animo, e con quelle speranze che si pigliano l'imprese giuste, acciocché sotto la sua insegna questa patria ne sia nobilitata, e sotto i suoi auspicii si verifichi quel detto del [[Francesco Petrarca|Petrarca]]: <br />''Virtù contro al furore<br />Prenderà l'armi; e fia il combatter corto,<br />Chè l'antico valore<br />Negli italici cuor non è ancor morto.''<ref>{{cfr}} [[Francesco Petrarca]], ''Canzoniere'', CXXVII, ''Italia mia, benché 'l parlar sia indarno'': «''Vertú contra furore | prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto: | ché l'antiquo valore | ne gli italici cor' non è anchor morto.''»</ref>
===Citazioni su ''Il principe''===
*Il carattere fondamentale del ''Principe'' è quello di non essere una trattazione sistematica ma un libro «vivente», in cui l'ideologia politica e la scienza politica si fondono nella forma drammatica del «mito». Tra l'utopia e il trattato scolastico, le forme in cui la scienza politica si configurava fino al Machiavelli, questi dette alla sua concezione la forma fantastica e artistica, per cui l'elemento dottrinale e razionale si impersona in un condottiero, che rappresenta plasticamente e «antropomorficamente» il simbolo della «volontà collettiva». ([[Antonio Gramsci]])
*Il ''Principe'' di Machiavelli ha una concezione e visione volgare del desiderio. ([[Aldo Busi]])
*In questo manuale matematicamente limpido di una spregiudicata politica di potenza e di successo, il pensiero antitetico a quello [[Erasmo da Rotterdam|erasmico]] trova la sua formula precisa, quasi come in un catechismo. ([[Stefan Zweig]])
*Machiavelli è quel gigante di pensiero che tutti sappiamo. Tuttavia il suo ammiratissimo e giustamente celeberrimo libro ''Il principe'' non è a mio avviso un'opera così inappuntabile, così incredibilmente sottile, così perfettamente completa come la critica ha stimato e stima. Anzi, considerandola dal punto di vista dell'esattezza e dell'indagine e della compiutezza filosofica, mi risulta qua e là mancante, qua e là deludente. ([[Dario Bernazza]])
*Machiavelli sa troppo bene che un [[Marco Aurelio]] è un fenomeno raro, anzi unico, che è un'eccezione di cui è inutile tenere conto. I [[Tiberio]], i [[Nerone]], i [[Caligola]], ecco la materia della storia. Ogni principe degno di questo nome si avvicina più o meno a loro; ogni principe che conosca il proprio mestiere è un mostro dichiarato o attenuato e corretto. I suoi sudditi lo meritano. Per questo Machiavelli lo mette in guardia contro i ''pericoli della bontà''. Uno Stato non si compone né di angeli, né di agnelli: è la giungla ''organizzata''. Tale è l'idea, talora espressa, talora sottintesa, del ''Principe''. ([[Emil Cioran]])
*Sono sempre tantissimi i pirla politici che interpretano Il Principe come un trattato scientifico e non come un vaudeville rinascimentale steso da un depresso cortigiano di seconda segata. ([[Aldo Busi]])
==''Istorie fiorentine''==
===[[Incipit]]===
I popoli i quali nelle parti settentrionali di là dal fiume del Reno e del Danubio abitano, sendo nati in regione generativa e sana, in tanta moltitudine molte volte crescono, che parte di loro sono necessitati abbandonare i terreni patrii e cercare nuovi paesi per abitare. L'ordine che tengono, quando una di quelle provincie si vuole sgravare di abitatori, è dividersi in tre parti, compartendo in modo ciascuno, che ogni parte sia di nobili e ignobili, di ricchi e poveri ugualmente ripiena; di poi quella parte alla quale la sorte comanda va a cercare suo fortuna, e le due parti sgravate del terzo di loro si rimangono a godere i beni patrii.
===Citazioni===
*[...] non fu mai savio partito fare [[disperazione|disperare]] gli uomini, perché chi non spera il [[bene e male|bene]] non teme il [[bene e male|male]]; [...]. ([[s:Istorie fiorentine/Libro secondo/Capitolo 14|libro secondo, cap. XIV]])
*Comincionsi le guerre quando altri vuole, ma non quando altri vuole si finiscono.<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. II, XII: «Si ricordino i prìncipi, che si cominciano le guerre quando altri vuole, ma non quando altri vuole si finiscono.»</ref> ([[s:Istorie fiorentine/Libro terzo/Capitolo 7|libro terzo, cap. VII]])
*[...] coloro che [[vittoria|vincono]], in qualunque modo vincono, mai non ne riportono [[vergogna]]. ([[s:Istorie fiorentine/Libro terzo/Capitolo 13|libro terzo, cap. XIII]])
*Sono solamente quelle guerre giuste che sono necessarie, e quelle [[arma|armi]] sono pietose dove non è alcuna speranza fuora di quelle.<ref>{{cfr}} ''[[La mente di un uomo di Stato]]'', cap. II, IX: «Quella guerra è giusta, che è necessaria.»</ref> ([[s:Istorie fiorentine/Libro quinto/Capitolo 8|libro quinto, capitolo VIII]])
*[...] meglio [[città]] guasta che perduta; [...]. ([[s:Istorie fiorentine/Libro settimo/Capitolo 6|libro settimo, capitolo VI]])
===Citazioni sulle ''Istorie fiorentine''===
*Il capolavoro storico di Machiavelli, la parte veramente geniale della sua opera, è la sezione sulla storia interna di Firenze, dagli inizi fino a circa il 1420 (2° e 3° libro) [...] nell'esposizione della storia più antica, tenuta più nella forma di uno sguardo generale che in quella di una narrazione, ebbe occasione di far fruttare per la storia le qualità che, anche tra i Fiorentini, possiede lui solo: lo sguardo ampio ed il dono di riconoscere i grandi nessi storici, e di inquadrare i fatti singoli in uno sviluppo generale. [...] basandosi sulle sue riflessioni circa i motivi che avevano prodotto l'inferiorità militare dell'Italia, ha mostrato nessi esistenti fra cose molto distanti le une dalle altre, i quali giacciono al di là dei calcoli, e perciò anche al di là dei pensieri, degli uomini della politica pratica assorbiti per lo più dalle cure del giorno. Qui Machiavelli ha pensato come storico, e non solo come politico o diplomatico.<br/>Perciò diminuì fortemente l'influenza degli individui, per lo meno l'influenza cosciente. ([[Eduard Fueter]])
*Persino la forma è qui completamente originale, tolte alcune esteriorità. Machiavelli è ancor più moderno degli umanisti. Elimina gli ultimi residui della maniera cronachistica [...] Tentò una composizione reale: i suoi libri corrispondono a raggruppamenti naturali e non sono più sezioni divise in modo puramente esteriore. Le sue introduzioni non sono più pezzi di parata appiccicati, pieni di banalità. La lingua spietatamente realistica rinunzia per lo più alle frasi di abbellimento della rettorica e dice quel che ha da dire senza circonlocuzioni. E dove il suo cuore batte, si eleva ad una eloquenza che fa apparire in tuta la loro nudità le pietose tirate dei letterati. ([[Eduard Fueter]])
==''La mandragola''==
===[[Incipit]]===
'''Callimaco''': Siro, non ti partire, io ti voglio un poco.<br>
'''Siro''': Eccomi.<br>
'''Callimaco''': Io credo che tu ti maravigliassi assai della mia subita partita da Parigi; ed ora ti maravigli sendo io stato qui già un mese senza fare alcuna cosa.<br>
'''Siro''': Voi dite il vero.
===Citazioni===
*''Perché la vita è brieve | e molte son le pene | che vivendo e stentando ognun sostiene; || dietro alle nostre voglie, | andiam passando e consumando gli anni, | ché chi il piacer si toglie | per viver con angosce e con affanni, | non conosce gli inganni | del mondo; o da quai mali | e da che strani casi | oppressi quasi sian tutti i mortali.'' ([[s:La mandragola/Canzone da dirsi innanzi alla commedia, cantata da ninfe e pastori insieme|Canzone {{small|da dirsi innanzi alla commedia, cantata da ninfe e pastori insieme}}]])
*E' non è mai alcuna cosa sì desperata, che non vi sia qualche via da poterne [[speranza|sperare]]; e benché la fussi debole e vana, e la voglia e il desiderio, che l'uomo ha di condurre la cosa, non la fa parere così. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto primo/Scena prima|atto I, scena I]])
*[...] quando una cosa fa per uno, si ha a credere, quando tu gliene communichi, che ti serva con fede. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto primo/Scena prima|atto I, scena I]])
*[...] le [[donna|donne]] si sogliono con le buone parole condurre dove altri vuole. (Siro: [[s:La mandragola/Atto secondo/Scena quinta|atto II, scena V]])
*Voi avete ad intender questo, che non è cosa più certa ad ingravidare una donna che dargli bere una pozione fatta di [[mandragora|mandragola]]. Questa è una cosa esperimentata da me dua paia di volte, e trovata sempre vera; e, se non era questo, la reina di Francia sarebbe sterile, ed infinite altre principesse di quello stato. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto secondo/Scena sesta|atto II, scena VI]])
*Le più caritative persone che sieno sono le donne, e le più fastidiose. Chi le scaccia, fugge e fastidii e l'utile; chi le intrattiene, ha l'utile ed e fastidii insieme. Ed è 'l vero che non è el mele sanza le mosche. (Timoteo: [[s:La mandragola/Atto terzo/Scena quarta|atto III, scena IV]])
*[...] tutte le donne hanno poco cervello; e come ne è una che sappi dire dua parole, e' se ne predica, perché in terra di ciechi chi v'ha un occhio è signore. (Timoteo: [[s:La mandragola/Atto terzo/Scena nona|atto III, scena IX]])
*[...] chi dice che gli è dura cosa l'[[attesa|aspettare]], dice el vero. (Callimaco: [[s:La mandragola/Atto quarto/Scena quarta|atto IV, scena IV]])
*E' dicono el vero quelli che dicono che le cattive compagnie conducono gli uomini alle forche, e molte volte uno càpita male cosí per essere troppo facile e troppo buono, come per essere troppo tristo. (Timoteo: [[s:La mandragola/Atto quarto/Scena sesta|atto IV, scena VI]])
*''Oh dolce [[notte]], oh sante | ore notturne e quete, | ch'i disïosi amanti accompagnate; | in voi s'adunan tante | letizie, onde voi siete | sole cagion di far l'alme beate.'' ([[s:La mandragola/Canzone dopo il quarto atto|Canzone dopo il quarto atto]])
===[[Explicit]]===
'''Timoteo''': Andianne tutti in chiesa, e quivi direno l'orazione ordinaria; dipoi, doppo l'uficio, ne andrete a desinare a vostra posta. Voi, aspettatori, non aspettate che noi usciàno piú fuora: l'uficio è lungo, io mi rimarrò in chiesa, e loro, per l'uscio del fianco, se n'andranno a casa. Valète!
===Citazioni su ''La mandragola''===
*La ''Mandragola'' di Machiavelli vale da sola forse più di tutte le commedie di Aristofane. ([[Voltaire]])
*''La Mandragola'' è la base di tutta una nuova letteratura. È un mondo mobile e vivace, che ha varietà, sveltezza, curiosità, come un mondo governato dal caso. Ma sotto queste apparenze frivole si nascondono le più profonde combinazioni della vita interiore. L'impulso dell'azione viene da forze spirituali, inevitabili, come il fato. Basta conoscere i personaggi, per indovinare la fine. Il mondo è rappresentato come una conseguenza, le cui premesse sono nello spirito o nel carattere, nelle forze che lo movono. E chi meglio sa calcolarle, colui vince. Il soprannaturale, il maraviglioso, il caso sono detronizzati. Succede il carattere. Quello che Machiavelli è nella storia e nella politica, è ancora nell'arte. ([[Francesco De Sanctis]])
*Questo frammento appartiene alla ''Mandragola'' d'Alesside (142, KOCK), dalla quale, non sapremmo per qual tramite, deve pure aver derivata qualche cosa il capolavoro del Machiavelli. Anche in essa, infatti, si trattava di una donna fatturata con la mandragola; e chi compieva l'operazione poté ben essere un antenato di Callimaco. ([[Ettore Romagnoli]])
==''La vita di Castruccio Castracani da Lucca''==
===[[Incipit]]===
E' pare, Zanobi e Luigi carissimi, a quegli che la considerano cosa maravigliosa, che tutti coloro o la maggiore parte di essi, che hanno in questo mondo operato grandissime cose, e intra gli altri della loro età siano stati eccellenti, abbino avuto il principio e il nascimento loro basso e oscuro, ovvero dalla fortuna fuora d'ogni modo travagliato; perché tutti o e' sono stati esposti alle fiere, o egli hanno avuto sì vile padre, che vergognatisi di quello si sono fatti figliuoli di Giove, o di qualche altro Dio.
===Citazioni===
*Sendo invitato a cena da Taddeo Bernardi lucchese, uomo ricchissimo e splendidissimo, e, arrivato in casa, mostrandogli Taddeo una camera parata tutta di drappi e che aveva il pavimento composto di pietre fine, le quali, di diversi colori diversamente tessute, fiori e fronde e simili verzure rappresentavano, ragunatosi Castruccio assai umore in bocca, lo sputò tutto in sul volto a Taddeo. Di che turbandosi quello, disse Castruccio: – Io non sapevo dove mi sputare che io ti offendessi meno. (pp. 277-278)
*[...] la via dello andare allo [[inferno]] era facile, poiché si andava allo ingiù e a chiusi occhi. (p. 278)
*Vedendo che uno aveva scritto sopra alla casa sua in lettere latine che Dio la guardasse dai cattivi, disse: E' bisogna che non vi entri egli. (p. 280)
==''Lettere''==
*[...] nacqui [[povertà|povero]], ed imparai prima a stentare che a godere. (dalla [[s:Lettere (Machiavelli)/Lettera II a Francesco Vettori|lettera II a Francesco Vettori]], 18 marzo 1512)
{{int|''[[s:Lettere (Machiavelli)/Lettera XI a Francesco Vettori|Lettera XI a Francesco Vettori]]''|10 dicembre 1513}}
*Magnifico ambasciatore. Tarde non furon mai grazie divine. Dico questo, perché mi pareva haver perduta no, ma smarrita la grazia vostra, sendo stato voi assai tempo senza scrivermi; ed ero dubbio donde potessi nascere la cagione. E di tutte quelle mi venivono nella mente tenevo poco conto, salvo che di quella quando io dubitavo non vi havessi ritirato da scrivermi, perché vi fussi suto scritto che io non fussi buon massaio delle vostre lettere; e io sapevo che, da Filippo e Pagolo in fuora, altri per mio conto non le haveva viste.
*E poiché la [[fortuna]] vuol fare ogni cosa, ella si vuole lasciarla fare, stare quieto e non le dare briga, e aspettar tempo che la lasci fare qualche cosa agl'huomini; e all'hora starà bene a voi durare più fatica, vegliar più le cose, e a me partirmi di villa e dire: eccomi.
*Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch'io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro.
*E della fede mia non si doverrebbe dubitare, perché, havendo sempre observato la fede, io non debbo imparare hora a romperla; e chi è stato fedele e buono quarantatré anni, che io ho, non debbe poter mutare natura; e della fede e bontà mia ne è testimonio la povertà mia.
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Favola di Belfagor arcidiavolo''===
Leggesi nelle antiche memorie delle Fiorentine cose come già s'intese per relazione d'alcuno santissimo uomo, la cui vita appresso qualunque in quelli tempi viveva era celebrata, che, standosi astratto nelle sue orazioni vide, mediante quelle, come andando infinite anime di quelli miseri mortali, che nella disgrazia di Dio morivano, allo [[Inferno]], tutte o la maggior parte si dolevono, non per altro che per aver [[matrimonio|tolta moglie]], essersi a tanta infelicità condotte. Donde che Minos, e Radamanto, insieme con gli altri Infernali Giudici n'avevano maraviglia grandissima; e non potendo credere queste calunnie, che costoro al sesso femmineo davano, esser vere, e crescendo ogni giorno le querele, ed avendo di tutto fatto a Plutone conveniente rapporto, fu deliberato d'aver sopra questo caso con tutti gli Infernali Principi maturo esamine, e pigliarne dipoi quel partito, che fusse giudicato migliore per iscuoprire questa fallacia, e conoscerne in tutto la verità.
===''L'Asino''===
''I varj casi, la pena e la doglia<br />che sotto forma d'un [[asino|Asin]] soffersi,<br />canterò io, purché fortuna voglia.<br />Non cerco ch'Elicona altr'acqua versi,<br />e Febo posi l'arco, e la faretra,<br />e con la lira accompagni i miei versi;<br />sì perché questa grazia non s'impetra<br />in questi tempi; sì perch'io son certo,<br />che al suon d'un raglio non bisogna cetra.<br />Né cerco averne prezzo, premio o merto;<br />ed ancor non mi curo, che mi morda<br />un detrattore, o palese, o coperto,<br />ch'io so ben quanto gratitudo è sorda<br />a' preghi di ciascuno; e so ben quanto<br />de' benefizj un Asin si ricorda.''
===''Legazione al duca Valentino''===
Trovandomi io al partire di costì non molto bene a cavallo, e parendomi che la commissione mia ricercasse celerità, montai a Scarperia in poste, e ne venni senza intermissione a questa volta.<br>{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
==Citazioni su Niccolò Machiavelli==
*A tanto nome, nessun elogio adeguato.
:''Tanto nomini nullum par elogium''. (inciso nel monumento eretto a Machiavelli nel 1787 in Santa Croce<ref>Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''Chi l'ha detto?'', Hoepli, 1921, pp. 52-53.</ref>)
*[[Gesù|Cristo]] ha ragione e Machiavelli vince. ([[Clemente Rebora]])
*Di Machiavelli si ricorda con proterva inesattezza l'adagio di comodo maneggio individuale secondo cui il fine giustifica i mezzi, ma si ignora che l'intero corpo della sua riflessione fa perno sulla necessità di un elemento fiduciario fra governanti e governati e sulla convinzione che solo un solido apparato militare nazionale ne sia il garante interno ed esterno. ([[Walter Barberis]])
*Dopo [[Aristotele]] e [[Polibio]], Machiavelli è il primo in cui si trovi l'avviamento ad una considerazione storico-naturale della storia. ([[Eduard Fueter]])
*Due piaghe che oggi pur troppo, spero per breve tempo, contaminano le classi più agiate e minacciano di sviare il progresso Italiano: il ''Machiavellismo'' e il ''Materialismo''. Il primo, travestimento meschino della scienza d'un Grande infelice<ref>Il Machiavelli per le disavventure incontrate come uomo «pubblico». {{NDR|Nota del curatore del libro}}</ref>, v'allontana dall'amore e dall'adorazione schietta e lealmente audace della Verità. ([[Giuseppe Mazzini]])
*Fra tutti coloro che s'immaginavano di poter costruire uno Stato, il Machiavelli è senza paragone il più grande. Egli usa delle forze esistenti come di forze vive ed attive, le alternative che ci pone dinanzi sono giuste e grandiose, e non cerca mai d'illudere né sé stesso, né gli altri. ([[Jacob Burckhardt]])
*Il mondo è divenuto più simile a quello di Machiavelli. ([[Bertrand Russell]])
*Lo snobismo è ed è sempre stato una debolezza umana di tutti i tempi e di tutti i paesi. Quando il Machiavelli era ospite di casa Gismondi, vedendo che era tenuto in poco conto, si fece mandare, a mezzo del Guicciardini, un pacco di lettere coi suggelli papali, alla vista dei quali i suoi ospiti cambiarono subito linguaggio e maniere e lo trattarono con ogni riguardo e deferenza. ([[Mario Borsa]])
*Machiavelli, che passa per il genio della politica, per me è il contrario, in quanto ritiene possibile costruire lo Stato sul delitto, è l'incarnazione del nostro infantilismo politico. ([[Augusto Guerriero]])
*Machiavelli è il primo grande pensatore politico italiano completamente e definitivamente affrancato da ogni dipendenza culturale dalla teologia e dalla cultura cattolica: è anche il primo pensatore politico europeo interamente laico, che non fa più ricorso alle sacre scritture, cui si riferiranno ancora [[Thomas Hobbes|Hobbes]] e [[John Locke|Locke]]. ([[Umberto Cerroni]])
*Machiavelli è un grande, solitario testimone del tramonto politico di una civiltà intellettuale altissima. Ha in sé qualcosa di [[Dante Alighieri|Dante]], appassionato politico e sdegnoso esule, e di [[Martin Lutero|Lutero]]. È l'ultima grande voce della nostra tradizione realistica e il primo riformatore moderno della coscienza italiana. ([[Umberto Cerroni]])
*Machiavelli scriveva rivolgendosi solo a un certo numero di iniziati. I dottrinari del realismo politico parlano al pubblico. ([[Georges Bernanos]])
*Non siamo un popolo né di santi né di poeti né di artisti né di navigatori: siamo un popolo di pesci in barile. Il nostro modello non è il Machiavelli del «fine che giustifica i mezzi» ma il [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]] del «''proprio particulare''». ([[Roberto Gervaso]])
*''Quel grande | che temprando lo scettro a' regnatori | gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela | di che lagrime grondi e di che sangue.'' ([[Ugo Foscolo]])
*Teorico politico; uomo moderno perché esterna una concezione dello [[Stato]] ribelle alla trascendenza e pensa un'arte politica organizzatrice della pratica. ([[Piero Gobetti]])
*Un'asinina lettura del Machiavelli gli attribuisce la formula: il fine giustifica i mezzi. In realtà, per Machiavelli è il fine a imporre la sua forma ai mezzi. ([[Renato Farina]])
===[[Francesco De Sanctis]]===
*Fra tanto infuriare di prose rettoriche e poetiche comparve la prosa del Machiavelli, presentimento della prosa moderna. Qui l'uomo è tutto, e non ci è lo scrittore, o ci è solo in quanto uomo. Il Machiavelli sembra quasi ignori che ci sia un'arte dello scrivere, ammessa generalmente e divenuta moda o convenzione. Talora ci si prova, e ci riesce maestro: ed è, quando vuol fare il letterato anche lui. L'uomo è in lui tutto. Quello che scrive, è una produzione immediata del suo cervello, esce caldo caldo dal di dentro, cose e impressioni spesso condensate in una parola. Perché è un uomo che pensa e sente, distrugge e crea, osserva e riflette, con lo spirito sempre attivo e presente. Cerca la cosa, non il suo colore; pur la cosa vien fuori insieme con le impressioni fatte nel suo cervello, perciò naturalmente colorita, traversata d'ironia, di malinconia, d'indignazione, di dignità, ma principalmente lei nella sua chiarezza plastica.
*Il Machiavelli va più in là. Egl'intravede una specie di fisica sociale, come si direbbe oggi, un complesso di leggi che regolano non solo gl'individui, ma la società e il genere umano. Perciò patria, libertà, nazione, umanità, classi sociali sono per lui fatti non meno interessanti che le passioni, gl'interessi, le opinioni, le forze che movono gl'individui. E se vogliamo trovare lo spirito o il significato di questa epoca, molto abbiamo ad imparare nelle sue opere. Indi è che come carattere morale, il segretario fiorentino ispira anche oggi vive simpatie in tutti gl'intelletti elevati, che sanno mirare al di là della scorza nel fondo delle sue dottrine, e come forza intellettuale, unisce alla profonda analisi del [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]] una virtù sintetica, una larghezza di vista, che manca in quello. Lui, è un punto di partenza nella storia, destinato a svilupparsi; l'altro è un bel quadro, finito e chiuso in sé.
*Quando Machiavelli scrivea queste cose, l'Italia si trastullava ne' romanzi e nelle novelle, con lo straniero a casa. Era il popolo meno serio del mondo e meno disciplinato. La tempra era rotta. Tutti volevano cacciar lo straniero, a tutti ''puzzava il barbaro dominio'', ma erano velleità. E si comprende come il Machiavelli miri principalmente a ristorare la tempra attaccando il male nella sua radice.
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Clizia|Clizia]]'', in ''Niccolò Machiavelli: Tutte le opere'', Sansoni editore, 1971.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Decennali|Decennali]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 351-376.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati|Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume II, pp. 123-127.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Dell'arte della guerra|Dell'arte della guerra]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume II, pp. 177-387.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio|Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio]]'', in ''Tutte le opere di Niccolò Machiavelli'', a cura di Mario Martelli, Sansoni Editore, Firenze, 1971.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Discorso intorno alla nostra lingua|Discorso intorno alla nostra lingua]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 115-130.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Favola di Belfagor arcidiavolo|Favola di Belfagor arcidiavolo]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 131-141.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:I capitoli|I capitoli]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 412-431.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Il Principe|Il Principe]]'', Italia, 1814.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Istorie fiorentine|Istorie fiorentine]]'', in ''Niccolò Machiavelli: Tutte le opere'', Sansoni editore, 1971.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:L'Asino|L'Asino]]'', in ''Opere di Niccolò Machiavelli'', Firenze, Gaetano Cambiagi, 1782, volume VI, pp. 377-411.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:La mandragola|La mandragola]]'', a cura di Guido Davico Bonino, Einaudi, Torino, 1964.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:La vita di Castruccio Castracani da Lucca|La vita di Castruccio Castracani da Lucca]]'', in ''Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio'', Nicolò Bettoni, Milano, 1824, pp. 243-282.
*Niccolò Machiavelli, ''[[s:Lettere (Machiavelli)|Lettere]]'', in ''Opere'', a cura di Mario Bonfantini, R. Ricciardi Editore, Milano-Napoli, 2006.
==Altri progetti==
{{Interprogetto|b=Il_Principe|w|s=Autore:Niccolò Machiavelli}}
===Opere===
{{Pedia|Decennali|''Decennali''|(1509)}}
{{Pedia|Il Principe|''Il principe''|(1513)}}
{{Pedia|La Mandragola|''La Mandragola''|(1513)}}
{{Pedia|Lettera a Francesco Vettori|''Lettera a Francesco Vettori''|(1513)}}
{{Pedia|L'asino d'oro (Machiavelli)|''L'asino''|(1517)}}
{{Pedia|Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio|''Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio''|(1519)}}
{{Pedia|Dell'arte della guerra|''Dell'arte della guerra''|(1520)}}
{{Pedia|La vita di Castruccio Castracani da Lucca|''La vita di Castruccio Castracani da Lucca''|(1520)}}
{{Pedia|Clizia (Machiavelli)|''Clizia''|(1525)}}
{{Pedia|Istorie Fiorentine|''Istorie Fiorentine''|(1525)}}
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Wikiquote:Amministratori
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Un '''amministratore''' (detto anche '''admin''' da ''administrator'', o '''sysop''' da ''system operator'') è un utente con [[Wikiquote:Amministratori#Cosa può/deve fare un amministratore|compiti specifici]] che gode della [[Wikiquote:Amministratori#Candidati|fiducia della comunità]]. In [[Wikiquote:Wikiquote|Wikiquote]] gli amministratori hanno anche i permessi da [[Wikiquote:Burocrati|burocrati]].
Essere amministratore non è un titolo di merito o di differenza rispetto agli altri wikiquotiani, ma una funzione di servizio per la quale volontariamente un utente decide di assumersi la responsabilità; un amministratore infatti non ha più diritti degli altri utenti né gode di privilegi particolari; d'altro canto i suoi '''doveri''' sono ben precisi. Per lo svolgimento dei suoi compiti gli vengono fornite alcune funzionalità aggiuntive del software.
La durata della carica '''non''' è prestabilita e un amministratore ha la facoltà di dimettersi dalla sua carica. Al verificarsi di seri problemi, può essere rimosso (si veda il paragrafo [[Wikiquote:Amministratori#Revoca di un amministratore|relativo]]).
<div class="center"><big>'''Per le richieste agli amministratori utilizza [[Wikiquote:Richieste agli amministratori]].'''</big></div>
== Cosa può/deve fare un amministratore ==
Un amministratore è un utente registrato che ha la possibilità di compiere operazioni potenzialmente pericolose, ma spesso necessarie per il buon funzionamento di Wikiquote.
Non è obbligatorio che un amministratore partecipi assiduamente a Wikiquote (anche se la nomina in sé in genere segue da questo aspetto...), basta che un certo numero, a seconda della dimensione del progetto, sia sempre presente.
'''Importante''': pur essendo una figura tecnica, un amministratore dovrebbe comunque dare sempre il ''buon esempio''. Spesso gli utenti sono portati a pensare "se un amministratore dice o fa questo o quello, deve trattarsi di un'operazione corretta...". Per questo, gli amministratori hanno una grande responsabilità legata al modo in cui le persone e gli utenti vedono Wikiquote.
=== Proteggere pagine ===
Gli amministratori possono proteggere una pagina, ossia impostare limitazioni sulle modifiche. Esistono due tipi di protezione:
* la ''protezione completa'' consente le modifiche solo agli amministratori;
* la ''protezione parziale'' permette di modificare la pagina a tutti gli utenti registrati da più di quattro giorni.
La protezione delle pagine è rara e avviene solo nelle circostanze previste dalle [[Wikiquote:Politica di protezione delle pagine|apposite linee-guida]]. Un elenco delle pagine attualmente protette si trova in [[Speciale:PagineProtette]].
=== Cancellare e ripristinare pagine e immagini ===
Gli amministratori possono cancellare pagine e immagini, oppure ripristinarle.
* Cancellare una pagina (compresi i [[Aiuto:redirect|redirect]]): per un elenco delle pagine candidate alla cancellazione si veda [[Wikiquote:Pagine da cancellare]], per l'elenco delle pagine cancellate: [[Speciale:Registri/delete]].
* Recuperare una pagina precedentemente cancellata: è l'operazione inversa alla cancellazione; permette di recuperare anche tutta la cronologia.
* Cancellare una immagine: questa è una operazione da effettuare con cautela, in quanto irreversibile, le immagini infatti non possono essere ripristinate (non c'è una particolare ragione per questo, semplicemente il software è sviluppato in questo modo).
* Oscurare il contenuto di una o più versioni precedenti di una pagina, inibendone l'accesso agli utenti non amministratori, allo scopo di rimuovere dati sensibili, blasfemie, insulti o testi in violazione di copyright.
Ovviamente tutte le operazioni sono registrate, le pagine cancellate non sono perse per sempre ma sono recuperabili, eccetera. Vale il principio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
=== Riportare una pagina alla versione precedente ===
Gli amministratori possono annullare in maniera veloce i contributi ''non validi'' di una pagina tramite la funzione "[[Aiuto:Rollback|Rollback]]". Guardando la differenza tra l'ultima versione e una precedente di una pagina, o i contributi dell'ultimo utente che ha modificato la pagina, gli amministratori vedono anche il ''comando'' [<span style="color:blue;"><u>rollback</u></span>]. L'effetto di tale ''comando'' è il ripristino della versione precedente alle modifiche dell'utente, che viene registrata nella cronologia della pagina (e, quindi, nelle [[Speciale:UltimeModifiche|Ultime modifiche]]) come una modifica minore, con commento: "''Annullate le modifiche di'' ultimo_autore ''(discussione), riportata alla versione precedente di'' autore_precedente". Questa funzione velocizza l'eliminazione delle modifiche apportate dai vandali. Si noti comunque che tutti gli utenti, anche quelli anonimi, possono ripristinare una versione precedente di una pagina.
=== Bloccare e sbloccare utenti e indirizzi IP ===
Gli amministratori possono bloccare in scrittura utenti registrati e non registrati, impedendo le modifiche a specifici indirizzi IP o insiemi di indirizzi IP, per un periodo di tempo determinato o indefinito. Il blocco non riguarda mai la possibilità di visualizzare l'enciclopedia, che rimane libera a tutti.
* Vedi le [[Wikiquote:politiche di blocco degli utenti|politiche di blocco degli utenti]] per ulteriori informazioni su quando i blocchi sono appropriati o meno.
* Vedi l'[[Speciale:IPBloccati|elenco]] degli utenti e degli indirizzi IP attualmente bloccati.
=== Modificare l'interfaccia di Wikiquote ===
Entro certi limiti, modificando [[Speciale:Messaggi|le pagine del namespace "MediaWiki:"]], gli amministratori possono modificare l'interfaccia, e quindi anche l'aspetto grafico, di Wikiquote.
==== Amministratori dell'interfaccia ====
In particolare, gli '''amministratori dell'interfaccia''', oltre alle "normali" pagine del namespace MediaWiki, possono modificare tutte le pagine che regolano il codice [[:w:CSS|CSS]]/[[:w:JavaScript|JS]], come [[MediaWiki:Common.js]], [[MediaWiki:Vector.css]] o le pagine degli accessori elencate in [[Speciale:Accessori]]. Il codice di queste pagine può essere eseguito dal browser di tutti i visitatori e utenti e può cambiare la resa dei contenuti e il comportamento delle pagine, ma anche potenzialmente [[commons:Help:Gadget-HotCat|eseguire compiti]] molto complessi e persino pericolosi. Non è accettabile eseguire del codice sui computer dei nostri utenti contro la loro volontà.
Ci si aspetta che gli utenti che modificano l'interfaccia, oltre ad avere la fiducia della comunità, abbiano almeno una comprensione di base di CSS e JS, siano consapevoli delle [[m:Privacy_policy/it|aspettative sulla privacy]] dei progetti Wikimedia e siano sufficientemente documentati su come proteggere la propria utenza. Serve in particolare avere una password robusta e unica, essere protetti da malware e, ovunque possibile, attivare l'[[m:Help:Two-factor_authentication/it|autenticazione a due fattori]].
In Wikiquote in italiano, il permesso è assegnato o auto-assegnato dai [[Wikiquote:Burocrati|burocrati]] quando opportuno, e rimosso quando non necessario. [[m:CheckUser_policy/it|Come per i check user]], devono esserci almeno due utenti con tale permesso, o in alternativa nessuno, perché possano aiutarsi e correggersi a vicenda.
== Revoca di un amministratore ==
La funzione di amministratore viene revocata:
* per rinuncia dello stesso amministratore, che deve farne richiesta a uno [[Wikiquote:Steward|steward]].<ref>Per chiedere il proprio ''deflag'', è necessario effettuare la richiesta [[:meta:Steward requests/Permissions|qui]].</ref>
* per inattività, se negli ultimi 24 mesi non ha effettuato nessun contributo né nessuna azione di registro.<ref>Calcolato ad oggi, significherebbe non aver effettuato alcuna operazione dal {{ #time: j F Y | -24 months }}.</ref>
==Amministratori di it.quote==
*'''[[Speciale:Utenti/sysop|Elenco degli amministratori aggiornato automaticamente]]'''.
===Amministratori attivi===
# [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]]
# [[Utente:DonatoD|DonatoD]]
# [[Utente:Dread83|Dread83]]
# [[Utente:GryffindorD|GryffindorD]]
# [[Utente:Homer|Homer]]
# [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]]
# [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]]
# [[Utente:Superchilum|Superchilum]]
===Amministratori non attivi===
# [[Utente:Kky|Kky]]
# [[Utente:Nemo_bis|Nemo_bis]]
===Ex amministratori===
# [[Utente:Frieda|Frieda]]
# [[Utente:Gacio|Gacio]]
# [[Utente:Kronin|Kronin]]
# [[Utente:Micione|Micione]]
# [[Utente:Quaro75|Quaro75]]
# [[Utente:Snowdog|Snowdog]]
== Candidati ==
Sulla pagina [[Wikiquote:Amministratori/Candidati]] puoi mettere il tuo nome, se vuoi diventare amministratore, o puoi proporre qualcuno che secondo te sarebbe all'altezza di questo lavoro e responsabilità.
Possono votare tutti gli utenti registrati con almeno 100 contributi prima dell'inizio della votazione.
== Elezioni di nuovi amministratori ==
*Vedi l''''[[Wikiquote:Amministratori/Archivio|archivio delle votazioni]]'''.
== Note ==
<references />
== Pagine correlate ==
*[[Wikiquote:Richieste agli amministratori]]
*[[Wikiquote:Burocrati]]
*[[m:Administrators of Wikimedia projects/Wikiquotes|Pagina meta sugli amministratori delle varie edizioni di Wikiquote]]
*[[m:Administrators of Wikimedia projects/Italian projects|Pagina meta sugli amministratori dei vari progetti in lingua italiana]]
*[//toolserver.org/~pathoschild/stewardry/?wiki=itwikiquote&sysop=on Tabella aggiornata automaticamente] degli amministratori attivi di recente
=== Linee guida e manuali ===
*[[Wikiquote:Politica relativa alla privacy]]
*[[meta:Interface_administrators/it|Amministratori dell'interfaccia su Meta-Wiki]] ([[mw:MediaWiki 1.32/interface-admin|descrizione del gruppo su MediaWiki.org]])
*[[mw:Manual:User_rights/it|Descrizione di tutti i permessi su MediaWiki.org]]
=== Pagine utili per gli amministratori ===
* [[Wikiquote:Richieste agli amministratori]], elenco delle richieste fatte dagli utenti
* [[Speciale:Messaggi]], elenco dei messaggi MediaWiki per alcune configurazioni locali
* [[Speciale:PagineNonOsservate]], pagine non osservate da nessun utente (riservata agli amministratori)
* [[m:Steward requests|Steward requests]], richieste agli steward
* [[m:Requesting wiki configuration changes|Requesting wiki configuration changes]], richieste di modifiche alle configurazioni di MediaWiki
{{interprogetto|nolink|b=Wikibooks:Amministratori|m=Meta:Administrators/it|n=Wikinotizie:Amministratori|s=Wikisource:Amministratori|w=Wikipedia:Amministratori|v=Wikiversità:Amministratori|wikt=Wikizionario:Amministratori|commons=Commons:Administrators/it|wikispecies=Wikispecies:Administrators|voy=Wikivoyage:Amministratori|wikidata=Wikidata:Administrators/it}}
[[Categoria:Amministratori e burocrati|Amministratori]]
[[Categoria:Servizi|Amministratori]]
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Ludovico Ariosto
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[[Immagine:Titian_-_Portrait_of_a_man_with_a_quilted_sleeve.jpg|thumb|right|Ludovico Ariosto]]
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'''Ludovico Ariosto''' (1474 – 1533), poeta italiano.
==Citazioni di Ludovico Ariosto==
*Piccola è questa casa, ma sufficiente per me, nessuno vi ha ragioni sopra, è pulita, infine è stata fatta con i miei denari.<ref>Iscrizione nella casa di Ariosto a Mirasole, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''Chi l'ha detto?'', Hoepli.</ref>
:''Parva, sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non | Sordida: parta meo sed tamen aere domus''.
==''Orlando furioso''==
===[[Incipit]]===
Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, <br> le cortesie, l'audaci imprese io canto, <br> che furo al tempo che passaro i Mori <br> d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, <br> seguendo l'ire e i giovenil furori <br> d'Agramante lor re, che si diè vanto <br> di vendicar la morte di Troiano <br> sopra re Carlo imperator romano.
===Citazioni===
<!--In ordine di canto-->
*''Né che poco io vi dia da imputar sono, | che quanto io posso dar, tutto vi dono''. (I, 3)
*''Ecco il giudicio uman come spesso erra!'' (canto I, ottava [[s:Orlando furioso/Canto_1#7|VII]], verso 2)
*''Oh gran bontà de' cavalieri antiqui!'' (I, 22)
*''Pel bosco Ferraú molto s'avvolse,| e ritrovossi al fine onde si tolse.'' (canto I, ottava XXIII, versi 7-8)
*''Né tempo avendo a pensar altra scusa, | e conoscendo ben che 'l ver gli disse, | restò senza risposta a bocca chiusa'' (canto I, ottava 30, versi 1-2)
*''La verginella è simile alla rosa | Ch'in bel giardin su la nativa spina | Mentre sola e sicura si riposa, | Né gregge né pastor se le avvicina: | L'aura soave e l'alba rugiadosa, | L'acqua, la terra al suo favor s'inchina: | Gioveni vaghi e donne innamorate | Amano averne e seni e tempie ornate''. (I, 42)
*''Che chi ne l'acqua sta fin alla gola | ben è ostinato se mercé non grida''. (canto I, ottava 50, versi 3-4)
*''Forse era ver, ma non però credibile, | a chi del senso suo fosse signore; | ma parve facilmente a lui possibile, | ch'era perduto in via più grave errore. | Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibile, | e l'invisibil fa vedere Amore. | Questo creduto fu; che 'l miser suole | dar facile [[Credere|credenza]] a quel che vuole''. (canto I, ottava 56)
*''Corro la fresca e matutina rosa | Che tardando stagion perder potria''. (canto I, ottava 58)
*''Ingiustissimo amor, perché sì raro | corrispondenti fai nostri desiri? ... da chi disia il mio amor tu mi richiami, | e chi m'ha in odio vuoi ch'adori ed ami''. (canto II, ottava I, versi 1-2 e 7-8)
*''Questo disir, ch'a tutti sta nel core, | de' fatti altrui sempre cercar novella...'' (canto II, ottava 36, versi 1-2)
*''Ma ne li vizi abominandi e brutti | non pur gli altri adeguò, ma passò tutti.'' (canto II, ottava 58, versi [[s:Orlando_furioso/Canto_2#Vizi|7-8]])
*''La bella terra che siede sul fiume, | Dove chiamò con lacrimoso plettro | Febo il figliuol ch'avea mal retto il lume''. (canto III, ottava 34, versi 2-4)
*''Quantunque il [[Simulazione (qualità)|simular]] sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici, | e danni e biasmi e morti aver già tolte; | che non conversiam sempre con gli amici | in questa assai più oscura che serena | vita mortal, tutta d'invidia piena''. (canto IV, ottava 1)
*''Perché si de' punir donna o biasmare, | che con uno o più d'uno abbia commesso | quel che l'uom fa con quante n'ha appetito, | e lodato ne va, non che impunito?'' (canto IV, ottava 66, versi 5-8)
*''Ben s'ode il ragionar, si vede il volto: | Ma dentro il petto mal giudicar puossi''. (V, 8)
*''Oh Dio, che disse e fece, poi che sola | si ritrovò nel suo fidato letto! | percosse il seno, e si stracciò la [[stola (indumento)|stola]], | e fece all'aureo crin danno e dispetto.'' (canto V, ottava LX, versi 1-4)
*''Miser chi mal oprando si confida | Ch'ognor star debbia il maleficio occulto; | Che quando ogn'altro taccia, intorno grida | L'aria e la terra istessa in ch'è sepulto: | E Dio fa spesso che 'l peccato guida | Il peccator, poi ch'alcun dì gli ha indulto, | Che sé medesmo, senza altrui richiesta, | Inavvedutamente manifesta''. (VI, 1)
*''Come aviene a un disperato spesso, | che da lontan brama e disia la morte, | e l'odia poi che se la vede appresso, | tanto gli pare il passo acerbo e forte''. (canto VI, ottava 5, versi 1-4)
*''Pareami aver qui tutto il ben raccolto | che fra i mortali in piú parti si smembra, | a chi piú et a chi meno e a nessun molto'' (canto VI, ottava 47, versi 2-4)
*''Donna sì laida, che la terra tutta | né la più vecchia avea né la più [[bruttezza|brutta]]''. (canto VII, ottava 77, versi 7-8)
*''Ho perduto l'onor, ch'è stato peggio; | che, se ben con effetto io non peccai, | io do però materia ch'ognun dica, | ch'essendo vagabonda, io sia [[impudicizia|impudica]]''. (canto VIII, ottava 41, versi 6-8)
*''Non comincia Fortuna mai per poco, | quando un mortal si piglia a scherno e a gioco'' (canto VIII, ottava L, versi 7-8)
*''Ben ch'esser [[donna]] sia in tutte le bande | danno e sciagura, quivi era pur grande''. (canto VIII, ottava LVIII, versi 7-8)
*''Io credea e credo, e creder credo il vero''. (IX, 23)
*''L'amante, per aver quel che desia, | senza guardar che Dio tutto ode e vede, | aviluppa promesse e giuramenti, | che tutti spargon poi per l'aria i venti''. (canto X, ottava 5, versi 5-8)
*''Bene è felice quel, donne mie care, | ch'essere accorto all'altrui spese impare''. (canto X, ottava [[s:Orlando_furioso/Canto_10#6|6]], versi 7-8)
*''Che fossi fatto in quarti, arso o impiccato, | brutto ladron, villan, superbo, ingrato''. (canto X, ottava 41, versi 7-8)
*''Natura il fece, e poi roppe la stampa''. (X, 84)
*''Che ben fu il più crudele e il più di quanti | mai furo al mondo ingegni empi e maligni, | ch'imaginò sì abominosi ordigni''. (canto XI, ottava 27, versi 7-8)
*''E spenta ogni pietà, strage nefanda | di quel popul facean per tutti i liti: | fosse iustizia, o fosse crudeltade, | né sesso riguardavano né etade''. (canto XI, ottava 52, versi 5-8)
*''Dirò insomma, ch'in lei dal capo al piede, | quant'esser può [[bellezza|beltà]], tutta si vede''. (canto XI, ottava 69, versi 7-8)
*''A tutti par che quella cosa sia, | che piú ciascun per sé brama e desia'' (canto XII, ottava 20, versi 7-8)
*''Fu il [[vittoria|vincer]] sempre mai laudabil cosa | Vincasi o per fortuna o per ingegno''. (XV, 1)
*{{NDR|[[Melfi]]}} ''[...] la ricca terra ch'ai Normandi | sarà principio a farli in Puglia grandi.'' (canto XV, ottava 34, verso 7-8)
*''O d'ogni vizio fetida sentina, | dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa | ch'ora di questa gente, ora di quella | che già serva ti fu, sei fatta ancella?'' (canto XVII, ottava 76)
*''Che l'uomo il suo destin fugge di raro''. (XVIII, 58)
*''[[Orazio Coclite|Orazio]] sol contra Toscana tutta''. (XVIII, 65)
*[...] ''non è il ribaldo questo, | che si fa laude con l’altrui buone opre? | e la virtú di chi non è ben desto, | con la sua infamia e col suo obbrobrio copre?'' {{NDR|[[Insulti dai libri|insulto]]}} (XVIII, 88)
*[...] ''Che sarebbe pensier non troppo accorto | perder duo vivi per salvare un morto''. (canto XVIII, 189)
*''Alcun non può saper da chi sia amato | Quando felice in su la ruota siede; | Però c'ha i veri e i finti amici a lato, | Che mostran tutti una medesma fede. | Se poi si cangia in tristo il lieto stato, | Volta la turba adulatrice il piede; | E quel che di cor ama, riman forte, | Et ama il suo Signor dopo la morte''. (XIX, 1)
*''Se, come il viso, si mostrasse il core''. (XIX, ottava 2, 1)
*''Le [[Donna|donne]] son venute in eccellenza | di ciascun'arte ove hanno posto cura''. (canto XX, ottava [[s:Orlando_furioso/Canto_20#2|2]])
*''Che non è soma da portar sí grave, | come aver donna, quando a noia s’have''. (XX, 20)
*''Credo che t’abbia la Natura e Dio | produtto, o scelerato sesso, al mondo | per una soma, per un grave fio | de l’uom, che senza te saria giocondo''. (XXVII, 119)
*''A donna non si fa maggior dispetto, | che quando o vecchia o brutta le vien detto.'' (XX, 120)
*''Il consiglio del mal va raro invano.'' (canto XXI, ottava 48, verso 6)
*''Amor, con che miracolo lo fai, | che 'n fuoco li tenghi, e nol consumi mai?" (canto XXIII, 127)''
*''Chi mette il piè su l'amorosa pania, | cerchi ritrarlo, e non v'inveschi l'ale; | che non è in somma amor, se non insania, | a giudizio de' savi universale: | e se ben come Orlando ognun non smania, | suo furor mostra a qualch'altro segnale. | E quale è di [[pazzia]] segno più espresso | che, per altri voler, perder sé stesso? | Vari gli effetti son, ma la pazzia | è tutt'una però, che li fa uscire. | Gli è come una gran selva, ove la via | conviene a forza, a chi va, fallire: | chi su, chi giù, chi qua, chi là travia. | Per concludere in somma, io vi vo' dire: | a chi in amor s'invecchia, oltr'ogni pena, | si convengono i ceppi e la catena''. (canto XXIV, ottave 1-2)
*''Senza il pane discerner da le giande, | dal digiuno e da l'impeto cacciato, | le mani e il dente lasciò andar di botto | in quel che trovò prima, o crudo o cotto''. (canto XXIV, ottava 12)
*''L'animo è pronto, ma il potere è zoppo''. (XXV, 76)
*''Di più direi; ma di men dir bisogna''. (XXVI, 22)
*''Io sua non son, né d'altri son che mia: | dunque me tolga a me chi mi desia''. (XXVI, 79)
*''Gli è teco cortesia l'esser villano''. (XXVII, 77)
*''Non siate però tumide e fastose, | donne, per dir che l’uom sia vostro figlio; | che de le spine ancor nascon le rose, | e d’una fetida erba nasce il giglio''. (XXVII, 121)
*''Mettendolo Turpino, anch'io l'ho messo''. (XXVIII, 2)
*''Se piú che crini avesse occhi il marito, | non potria far che non fosse tradito.'' (canto XXVIII, ottava LXXII, versi 7-8)
*''Non conosce la [[pace e guerra|pace]] e non l'estima | chi provato non ha la [[pace e guerra|guerra]] prima.'' (canto XXXI, ottava II, versi 7-8)
*''[[Michelangelo Buonarroti|Michel]], più che mortale, Angel divino'' (XXXIII, 2, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, Milano, 1921, p. 412)
*''Vide gran copia di panie con visco, | ch'erano, o donne, le bellezze vostre''. (Canto XXXIV, ottava 81)
*''Altri in amar lo'' [il senno] ''perde, altri in onori, | altri in cercar, scorrendo il mar, richezze; | altri ne le speranze de’ signori, | altri dietro alle magiche sciocchezze; | altri in gemme, altri in opre di pittori, | et altri in altro che piú d’altro aprezze''. (XXXIV, 85)
*''Del re de' fiumi tra l'altiere corna | or siede umile (diceagli) e piccol borgo: | dinanzi il [[Po]], di dietro gli soggiorna | d'alta palude un nebuloso gorgo; | che, volgendosi gli anni, la più adorna | di tutte le città d'Italia scorgo, | non pur di mura e d'ampli tetti regi, | ma di bei studi e di costumi egregi''. {{NDR|Ariosto descrive la sua amata città [[Ferrara]]}} (canto XXXV, ottava VI)
*[...] ''voglion tutti gli ordini e le leggi, | Che [[Assassino|chi dà morte altrui]], debb'esser morto.'' (canto XXXVI, ottava XXXIII)
*''Che s'abbia a ritrovar con numer pare | Di cavallieri armati in Lipadusa. | Una isoletta è questa, che dal mare | Medesmo che li cinge, è circonfusa.'' (canto XL, ottava 55)
*''Temerità per certo e pazzia vera | è la tua, e di qualunque che si pose | a consigliar mai cosa buona o ria, | ove chiamato a consigliar non sia''. (canto XLI, ottava XLII)
*{{NDR|[[Lampedusa]]}} ''Che con l'armata avendo la riviera | Di Barberia trascorsa in ogni canto, | Capitò quivi, e l'isola sì fiera, | Montuosa e inegual ritrovò tanto, | Che non è, dice, in tutto il luogo strano, | Ove un sol piè si possa metter piano:'' (canto XLII, ottava XX)
*[...] ''[[Beatrice d'Este|Beatrice]] bea, vivendo, il suo consorte, | e lo lascia infelice alla sua morte; | anzi tutta l'Italia, che con lei | fia triunfante, e senza lei, captiva.'' (Gius. Laterza & Figli, Bari, 1928,canto XLII, ottave 91-92, [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Ariosto,_Ludovico_%E2%80%93_Orlando_furioso,_Vol._III,_1928_%E2%80%93_BEIC_1739118.djvu/252 pp. 246-247])
*''L’incarco de le corna, e lo più lieve | Ch’al mondo sia, se ben l'huom tanto inſama | Lo vede quasi tutta l'altra gente | E chi l’ha in capo mai non se lo sente''. (XLII, ottava 100)
*''Ove femine son, son liti e risse''. (canto XLIII, ottava 120, verso 8)
*''Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa | Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa''. (XLVI, 140)
*''E levar questa donna anco ti voglio; ché sarebbe a lasciartela gran fallo.''
*''E quel che non si sa non si de' dire, | e tanto men, quando altri n'ha a patire''.
*''Ma 'l popolo facea, come i più fanno, | ch'ubbidiscon più a quei che più in odio hanno.''
*''[[Natura]] il fece, e poi ruppe la stampa.''
*''O città bene avventurosa... | ...la [[gloria]] tua salirà tanto | ch'avrai di tutta Italia il pregio e 'l vanto''.
*''Or che s'aspetta? Soccorrer qui, non lacrimare accade''.
===[[Explicit]]===
E due e tre volte ne l'orribil fronte,<br>alzando, più ch'alzar si possa, il braccio,<br>il ferro del pugnale a Rodomonte<br>tutto nascose, e si levò d'impaccio.<br>Alle squalide ripe d'Acheronte,<br>sciolta dal corpo più freddo che giaccio,<br>bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa,<br>che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa.
===Citazioni sull'opera===
*Cose che in lui lodar si debbano, veggio io tante e tante, che alcuna non ce n'è che d'essere infinitamente esaltata non meriti. Et tra l'altre questa da tacere non è, ch'egli tanto leggiadramente ha saputo con le gravi cose le piacevoli mescolare; e con le travagliate le quiete; e con le affettuose quelle che nell'azione consistono; che con meraviglioso stupore dà diletto incredibile a chi il legge. {{sic|La}} ove molti sono che o in doglianze, o in feste; o in guerra, o in pace; o in ire, o in amori con noia di ciascuno infinita sopra una sola parte di queste troppo si trattengono: e niente avveduti sono nel temperare l'una con l'altra. ([[Giovan Battista Pigna]])
*Ma che dirò delle {{sic|Comparazioni}}, che tutte ad una ad una divinissime sono? Chi meglio le usate in altra lingua in {{sic|Volgar}} verso riduce? Chi meglio formane da se stesso di nuove? Chi più a tempo di loro si serve? Chi più con esse ogni qualità altera, e in accrescere e in diminuire, e in far leggere le cose gravi, e in far alte le basse, e in recare ornamento e a queste e a quelle? È {{sic|mestiero}} in lui solo talmente a perfezione ridotto, ch'a volere una magnifica cosa comprendere in proverbio s'è tratto: le comparazioni dell'Ariosto. ([[Giovan Battista Pigna]])
*''Prof Citterio glielo confesso | a me l'Orlando Furioso | è sempre sembrato tutto fumo e niente Ariosto.'' ([[Pinguini Tattici Nucleari]])
*Solo menti borghesi di esemplare educazione filistea hanno potuto leggere nell'''Orlando Furioso'' il poema dell'ordine elevato ad "armonia" universale, senza scorgere, dietro la poderosa sistemazione poetica, il corredo immenso d'inquietanti bagliori sotterranei e di dolorose percezioni della tragicità dell'esistenza umana, che quel poema ospita nel suo seno. ([[Alberto Asor Rosa]])
*Soverchia nel Furioso, la materia d'amore, perché soverchia nel cuore dell'Ariosto, nel quale essa agevolmente trapassava a sentimenti gentili, alla pietà che va oltre le tombe, alla rivendicazione dell'innocenza calunniata e della gratitudine brutalmente violata, al fervido culto pel santo nodo dell'amicizia. ([[Benedetto Croce]])
==''Satire''==
===[[Incipit]]===
<poem>Io desidero intendere da voi,
Alessandro fratel, compar mio Bagno,
s'in corte è ricordanza più di noi;
se più il signor me accusa; se compagno
per me si lieva e dice la cagione
per che, partendo gli altri, io qui rimagno;
o, tutti dotti ne la adulazione
(l'arte che più tra noi si studia e cole),
l'aiutate a biasmarme oltra ragione.</poem>
===Citazioni===
*''Pazzo chi al suo signor contradir vole, | se ben dicesse c’ha veduto il giorno | pieno di stelle e a mezzanotte il sole''. (I, 10-12)
*{{NDR|Su [[Ippolito d'Este]]}} ''S'io l'ho con laude ne' miei versi messo, | dice, ch'io l'ho fatto a piacere, e in ocio; | più grato fòra essergli stato appresso''. ([[s:Satire_(Ariosto)/Satira I|I]], 106-109)
*''Più tosto che arricchir, voglio quïete''. (I, 160)
*''più tosto ch’esser servo | torrò la povertade in pazïenza''. (I, 245-246)
*''Non si adatta una sella o un basto solo | ad ogni dosso; ad un non par che l’abbia, | all’altro stringe e preme e gli dà duolo''. (III, 34-36)
*''In casa mia mi sa meglio una rapa | ch'io cuoca, e cotta s'un stecco me inforco | e mondo, e spargo poi di acetto e sapa, | che all'altrui mensa tordo, starna o porco | selvaggio; e così sotto una vil coltre, | come di seta o d'oro, ben mi corco.'' ([[s:Satire_(Ariosto)/Satira III|III]], 43-48)
*''Degli uomini son varii li appetiti: | a chi piace la chierca, a chi la spada, | a chi la patria, a chi li strani liti''. (III, 52-54)
*''Chi vuole andare a torno, a torno vada: | vegga Inghelterra, Ongheria, Francia e Spagna; | a me piace abitar la mia contrada.'' (III, 55-57)
*[...] ''e tutto il mar, senza far voti quando | lampeggi il ciel, sicuro in su le carte | verrò, più che sui legni, volteggiando.'' (III, 64-66)
==[[Incipit]] de ''La Lena''==
<poem>Ecco ''La Lena'', che vuol far spettacolo
un'altra volta di sé, né considera
che se l'altr'anno piacque, contentarsene
dovrebbe, né si por ora a pericolo
di non piacervi: che 'l parer de gli uomini
molte volte si muta, et il medesimo
che la matina fu, non è da vespero.
E s'anco ella non piacque, che piú giovane
era alora e piú fresca, men dovrebbevi
ora piacer. Ma la sciocca s'imagina
d'esser piú bella, or che s'ha fatto mettere
la coda dietro; e parle che, venendovi
con quella inanzi, abbi d'aver piú grazia
che non ebbe l'altr'anno, che lasciòvisi
veder senz'essa, in veste tonda e in abito
da questo, ch'oggi s'usa, assai dissimile.</poem>
==Citazioni su Ludovico Ariosto==
*Il [[Torquato Tasso|Tasso]] piacerà sempre più alle anime romantiche, mentre l'Ariosto sarà sempre più ammirato dagli spiriti classici. ([[Giuseppe Prezzolini]])
*L'Ariosto significò la commedia umana quale la veggiamo rappresentarsi nel mondo, laddove [[Dante]] fece primo subbietto suo il soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più moltiforme di quella dell' ''Orlando furioso''? Quivi sono guerre tra più nazioni, nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi. Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il romanzo di fantastico. ([[Terenzio Mamiani]])
*Poeta grandissimo, Ariosto non fu certo un precursore della sinistra. ([[Geno Pampaloni]])
*Se l'Ariosto fosse stato un filosofo, o un poeta filosofo, avrebbe sciolto un inno all'Armonia, come non pochi se ne posseggono nella storia della letteratura, cantando quell'alta Idea che gli rendeva comprensibile la discorde concordia delle cose e, appagandogli l'intelletto, infondeva pace e gioia nell'animo. ([[Benedetto Croce]])
*«Signore e signori, c'era una volta un critico il quale, affermando con straordinario calore la superiorità della Gerusalemme liberata di [[Torquato Tasso]] sull'Orlando furioso di Lodovico Ariosto, attaccò molte liti con le persone che non la pensavano come lui, e sostenne perciò uno dopo l'altro non meno di quattordici fortunati duelli; ma al quindicesimo, cadde finalmente col petto trapassato dalla lama nemica. Allora i padrini che afflittissimi lo sorreggevano e aspettavano di raccogliere le sue ultime volontà, lo udirono uscire in questa confessione suprema: "E dire che io non ho ancora letto né l'Orlando furioso né la Gerusalemme liberata!...".» ([[Federico De Roberto]])
*Tutti gli altri nostri poeti o moderni o antichi tanto sono inferiori all'Ariosto quanto lo è uno scrittore ad un genio. Genio faceto nelle commedie, genio critico nelle satire, genio amabile nel lirico italiano e latino; ma genio grande nell'epica. Niuno aspiri al suo sublime, se non ha la forza della sua anima. ([[Andrea Rubbi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Ludovico Ariosto, ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-a/ludovico-ariosto/la-lena/ La Lena]'', in ''Il teatro Italiano'', volume II, La commedia del Cinquecento, tomo primo, Einaudi, 1977. ISBN 8806465325
*Ludovico Ariosto, ''[[s:Satire (Ariosto)|Satire]]'', Rizzoli, 1990. ISBN 8817167614
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|La Lena}}
{{Pedia|Orlando furioso||(1516-1532)}}
{{Pedia|Satire (Ariosto)|''Satire''}}
==Collegamenti esterni==
*[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-a/ludovico-ariosto/ Vita e opere di Ludovico Ariosto su LiberLiber]
{{DEFAULTSORT:Ariosto, Ludovico}}
[[Categoria:Drammaturghi italiani]]
[[Categoria:Poeti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Francesco Guicciardini
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Spinoziano
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[[Immagine:Ritratto di francesco guicciardini.jpg|thumb|Ritratto di Francesco Guicciardini]]
'''Francesco Guicciardini''' (1483 – 1540), filosofo, politico e scrittore italiano.
==Citazioni di Francesco Guicciardini==
*E ricordatevi che gli è maggiore difficultà venire di un grado basso a uno mediocre, che non è da uno mediocre venire a uno sommo. (da ''Discorsi politici'')
*Non si potendo ottenere le cose grande senza qualche pericolo, si debbono le imprese accettare ogni volta che la speranza è maggiore che la paura. (da ''Se 'l Gran Capitano debbe accettare la impresa di Italia'', in ''Discorsi politici'')
===Attribuite===
*Ché se tu fiderai nelli italiani, sempre aurai delusione.
:{{NDR|[[Citazioni errate|Citazione errata]]}} Questa frase viene attribuita da [[Gianni Brera]] a Francesco Guicciardini, che in realtà non pronunciò né scrisse mai queste parole. Brera utilizzò questa citazione in varie opere di natura storica e in vari articoli.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/01/nella-dannata-piscina-picchia-solo-moby-dick.html Nella dannata piscina picchia solo Moby Dick]'', ''la Repubblica'', 1º agosto 1984.</ref><ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/11/21/la-mascotte-diviso-tre.html La mascotte diviso tre]'', ''la Repubblica'', 21 novembre 1986.</ref> Il giornalista ammise di essersi inventato la citazione in questo pezzo tratto da un suo articolo: «Il ragazzino Campanella crotonese come Milone! consola il cronista di ogni sconsiderata nequizia commessa in pedata e lo esime per una volta dal parafrasare ser Francesco Guicciardini, al quale ha fatto dire ormai da molti anni: Che se tu fiderai nelli italiani, sempre aurai delusione.»<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/09/20/quelle-omeriche-risate.html Quelle omeriche risate]'', ''la Repubblica'', 20 settembre 1988, p. 3.</ref>
==''Ricordi''==
===[[Incipit]]===
1. Quelli cittadini che appetiscono onore e gloria nella cittá sono laudabili e utili, pure che non la cerchino per via di sètte e di usurpazione, ma con lo ingegnarsi di essere tenuti buoni e prudenti, e fare buone opere per la patria; e Dio volessi che la republica nostra fussi prima di questa ambizione. Ma perniziosi sono quelli che appetiscono per fine suo la grandezza, perché chi la piglia per idolo non ha freno alcuno, né di giustizia, né di onestá, e farebbe uno piano di ogni cosa per condurvisi.
===Citazioni===
====Serie prima====
*14. Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte; ma dubito, ancora che io vivessi molto, non ne vedere alcuna; uno vivere di [[repubblica]] bene ordinato nella cittá nostra, [[Italia]] liberata da tutti e' Barbari, e liberato el mondo dalla tirannide di questi scelerati [[preti]].
*18. È da desiderare piú l'onore e la riputazione che le [[ricchezza|ricchezze]].
*31. Non combattete mai con la [[religione]], né con le cose che pare che dependono da Dio; perché questo obietto ha troppa forza nella mente degli sciocchi.
*34 [...] La [[felicità|felicitá]] grande consiste in questo: ma maggiore ancora è la gloria in usare tanta fortuna laudabilmente, cioè essere clemente e perdonare; cosa propria degli animi generosi e eccelsi.
*35. Quanto è diversa la [[Teoria e pratica|pratica]] dalla [[Teoria e pratica|teorica]]! quanti sono che intendono le cose bene, che o non si ricordano o non sanno metterle in atto! Ed a chi fa così, questa intelligenzia è inutile; perché è come avere uno tesoro in una arca con obbligo di non potere mai trarlo fuora.
*41. Piú tengono a memoria gli uomini le ingiurie che e' benefici; [...]
*44. Ingegnatevi avere degli [[amicizia|amici]], perché sono buoni in tempi, luoghi e casi che tu non penseresti; [...]
*56. Non disegnate in su quello che non avete, né spendete in su' guadagni futuri, perché molte volte non succedono.
*66. Non si può biasimare lo appetito di avere [[figlio|figliuoli]], perché è naturale, ma dico bene che è spezie di felicitá el non ne avere; perché eziandio chi gli ha buoni e savi, ha sanza dubio molto piú dispiacere da loro che consolazione.
*76. Quando ti viene la occasione di cosa tu [[desiderio|desideri]], pigliala sanza perdere tempo; perché le cose del mondo si variano tanto spesso che non si può dire d'avere la cosa insino non l'hai in mano.
*79. El medesimo [[Publio Cornelio Tacito|Cornelio Tacito]], a chi bene lo considera, insegna per eccellenzia, come s'ha a governare chi vive sotto e' tiranni.
*90. Credono molti che uno [[saggezza|savio]], perché vede tutti e' pericoli, non possa essere animoso; io sono di opinione contraria, che non possa essere savio chi è timido, perché giá manca di giudicio chi stima el pericolo piú che non si debbe.
*91. Erra chi dice che le [[letteratura|lettere]] guastano e' cervelli degli uomini, perché è forse vero in chi l'ha debole; ma dove lo truovano buono, lo fanno perfetto; perché el buono naturale congiunto col buono accidentale fa nobilissima composizione.
*114. Le cose [[passato|passate]] fanno lume alle future, perché el mondo fu sempre di una medesima sorte; e tutto quello che è e sará, è stato in altro tempo, e le cose medesime ritornano, ma sotto diversi nomi e colori; però ognuno non le ricognosce, ma solo chi è savio, e le osserva e considera diligentemente.
*126. La natura delle cose del mondo è in modo che è quasi impossibile trovarne alcuna che in ogni parte non vi sia qualche disordine e inconveniente; bisogna risolversi a torle come sono e pigliare per buono quello che ha in sé manco male.
*139. Non ha maggiore inimico l'[[uomo]] che sé medesimo; perché quasi tutti e' mali, pericoli e travagli superflui che ha, non procedono da altro che dalla sua troppa cupiditá.
*156. Le inclinazione e deliberazione de' populi sono tanto fallace, e menate piú spesso dal [[caso]] che dalla ragione, che chi regola el traino del vivere suo non in altro che in sulla speranza d'avere a essere grande col popolo, ha poco giudicio; perché a opporsi è piú ventura che senno.
*164. Diceva mio padre, che piú onore ti fa uno ducato che tu hai in borsa, che dieci che n'hai spesi; parola molto da notare, non per diventare sordido, né per mancare nelle cose onorevole e ragionevole, ma perché ti sia freno a fuggire le spese superflue.
*175. Tanto piú si cade in quello estremo che tu fuggi, quanto piú per discostartene ti ritiri in verso l'altro estremo, non ti sapendo fermare in sul mezzo; [...]
====Serie seconda====
*1. Quello che dicono le persone spirituali, che chi ha fede conduce cose grandi e, come dice lo Evangelio, chi ha fede può comandare a' monti ecc., procede perché la fede da ostinazione. [[Fede]] non è altro che credere con openione ferma, e quasi certezza le cose che non sono ragionevole, o, se sono ragionevole, crederle con più resoluzione che non persuadono le ragione. Chi adunche ha fede diventa ostinato in quello che crede, e procede al cammino suo intrepido e resoluto, sprezzando le difficultà e pericoli, e mettendosi a soportare ogni estremità: donde nasce che, essendo le cose del mondo sottoposte a mille casi e accidenti, può nascere per molti versi nella lunghezza del tempo aiuto insperato a chi ha preseverato nella ostinazione, la quale essendo causata dalla fede, si dice meritamente: chi ha fede ecc.<ref>Questo paragrafo risulta essere l'Incipit nell'edizione: ''Ricordi'', introduzione di Mario Fubini, premessa al testo e bibliografia di Ettore Barelli, breve glossario ideologico di Carlo Pedretti, Fabbri Editori, 2001.</ref>
*23. Lasciare uno bene presente per paura di uno male futuro è el piú delle volte pazzia.
*56. Non consiste tanto la prudenzia della [[risparmio|economica]] in sapersi guardare dalle spese, perché sono molte volte necessarie, quanto in sapere spendere con vantaggio, cioè uno grosso per 24 quattrini.
*79 [...] Quando sei in partiti difficili, o in cose che ti sono moleste, allunga e aspetta [[tempo]] quanto puoi, perché quello spesso ti illumina o ti libera.
*104 [...] Ma perché non si può negare che la non sia bella, io loderei chi ordinariamente avessi el traino suo del vivere libero e schietto, usando la [[Simulazione (qualità)|simulazione]] solamente in qualche cosa molto importante, le quali accaggiono rare volte. Cosí acquisteresti nome di essere libero e reale, e ti tireresti drieto quella grazia che ha chi è tenuto di tale natura: e nondimeno nelle cose che importassino piú, caveresti utilitá della simulazione, e tanto maggiore quanto, avendo fama di non essere simulatore, sarebbe piú facilmente creduto alle arti tue.
*133. È grandissima prudenzia e da molti poca osservata, sapere [[Dissimulazione|dissimulare]] le [[Risentimento|male satisfazione]] che hai di altri, quando el fare cosí non sia con tuo danno ed infamia; perché accade spesso che in futuro viene occasione di averti a valere di quello. Il che difficilmente ti riesce, se lui già sa che tu sia male satisfatto di lui. Ed a me è intervenuto molte volte che io ho avuto a ricercare persone, contro alle quali ero malissimo disposto; e loro credendo el contrario, o almeno non si persuadendo questo, m'hanno servito prontissimamente.
*164. La buona [[fortuna]] degli uomini è spesso el maggiore inimico che abbino, perché gli fa diventare spesso cattivi, leggieri, insolenti; però è maggiore paragone di uno uomo el resistere a questa che alle avversitá.
*168. Che mi rilieva me, che colui che mi offende lo facci per ignoranzia e non per [[malignità]]? Anzi, è spesso molto peggio, perché la malignità ha e' fini suoi determinati e procede con le sue regole, e però non sempre offende quanto può; ma la [[ignoranza|ignoranzia]] non avendo né fine, né regola, né misura, procede furiosamente e dá mazzate da ciechi.
*176. Pregate Dio sempre di trovarvi dove si vince, perché vi è data laude di quelle cose ancora di che non avete parte alcuna; come per el contrario chi si truova dove si perde, è imputato di infinite cose delle quali è inculpabilissimo.
*207. Della [[astrologia]], cioè di quella che giudica le cose future, è pazzia parlare; o la scienza non è vera, o tutte le cose necessarie a quella non si possono sapere, o la capacitá degli uomini non vi arriva; ma la conclusione è, che pensare di sapere el futuro per quella via è uno sogno. Non sanno gli astrologi quello dicono, non si appongono se non a caso; in modo che se tu pigli uno pronostico di qualunque astrologo, e di uno di un altro uomo fatto a ventura, non si verificherá manco di questo che di quello.
==''Storia d'Italia''==
[[File:Guicciardini M Francesco La Historia dItalia.jpg|thumb|''Storia d'Italia'']]
===[[Incipit]]===
Io ho deliberato di scrivere le cose accadute alla memoria nostra in Italia, dappoi che l'armi de' franzesi, chiamate da' nostri prìncipi medesimi, cominciorono con grandissimo movimento a perturbarla: materia, per la varietà e grandezza loro, molto memorabile e piena di atrocissimi accidenti; avendo patito tanti anni Italia tutte quelle calamità con le quali sogliono i miseri mortali, ora per l'ira giusta d'Iddio ora dalla empietà e sceleratezze degli altri uomini, essere vessati.
===Citazioni===
*[...] è certamente cosa verissima che non sempre gli uomini [[Saggezza|savi]] discernono o giudicano perfettamente: bisogna che spesso si dimostrino segni della debolezza dello intelletto umano. (lib. I, cap. III)
*[...] non sempre per il rimuovere delle [[Causa ed effetto|cagioni]] si rimuovono gli [[Causa ed effetto|effetti]] i quali da quelle hanno avuto la prima origine. (lib. I, cap. III)
*[...] le deliberazioni fatte per timore paiono, a chi teme, inferiori al pericolo [...]. (lib. I, cap. III)
*[...] alle deliberazioni precipitose si conduce non meno agevolmente il timido per la disperazione che si conduca il temerario per la inconsiderazione [...]. (lib. I, cap. V)
*[...] è senza dubbio molto pericoloso il governarsi con gli [[Esempio|esempli]] se non concorrono, non solo in generale ma in tutti i particolari, le medesime ragioni, se le cose non sono regolate con la medesima prudenza, e se, oltre a tutti gli altri fondamenti, non v'ha la parte sua la medesima fortuna. (lib. I, cap. XIV)
*[...] gli uomini, quando si approssimano i loro infortuni, perdono principalmente la prudenza, con la quale arebbono potuto impedire le cose destinate [...]. (lib. I, cap. XV)
*Niuna cosa è certamente più necessaria nelle deliberazioni ardue, niuna da altra parte più pericolosa, che 'l domandare [[consiglio]]; né è dubbio che manco è necessario agli uomini prudenti il consiglio che agli imprudenti; e nondimeno, che molto più utilità riportano i savi del consigliarsi. Perché chi è quello di prudenza tanto perfetta che consideri sempre e conosca ogni cosa da se stesso? e nelle ragioni contrarie discerna sempre la migliore parte? Ma che certezza ha chi domanda il consiglio d'essere fedelmente consigliato? Perché chi dà il consiglio, se non è molto fedele o affezionato a chi 'l domanda, non solo mosso da notabile interesse ma per ogni suo piccolo comodo, per ogni leggiera sodisfazione, dirizza spesso il consiglio a quel fine che più gli torna a proposito o di che più si compiace; e essendo questi fini il più delle volte incogniti a chi cerca d'essere consigliato, non s'accorge, se non è prudente, della infedeltà del consiglio. (lib. I, cap. XVI)
*[...] il regnare depende spesso dalla fortuna ma l'essere [[re]] che si proponga per unico fine la salute e la felicità de' popoli suoi depende solamente da se medesimo e dalla propria virtù. (lib. I, cap. XIX)
*[...] come da uno giudice incapace e imperito non si possono aspettare sentenze rette così da uno [[popolo]] che è pieno di confusione e di ignoranza non si può aspettare, se non per caso, elezione o deliberazione prudente o ragionevole. (lib. II, cap. II)
*[...] persuadendoci che di ragione tutti, in tutte le cose, dobbiamo essere [[Uguaglianza|eguali]], si confonderanno, quando sarà in facoltà della moltitudine, i luoghi della virtù e del valore; e questa cupidità {{NDR|degli onori}} distesa nella maggiore parte farà potere più quegli che manco sapranno o manco meriteranno, perché essendo molto più numero aranno più possanza, in uno stato ordinato in modo che i pareri s'annoverino non si pesino. (lib. II, cap. II)
*[...] è natura degli uomini, quando si partono da uno estremo nel quale sono stati tenuti violentemente, correre volonterosamente, senza fermarsi nel mezzo, all'altro estremo. Così chi esce da una tirannide, se non è ritenuto, si precipita a una sfrenata licenza; la quale anche si può giustamente chiamare tirannide, perché e un popolo è simile a un tiranno quando dà a chi non merita, quando toglie a chi merita, quando confonde i gradi e le distinzioni delle persone; ed è forse tanto più pestifera la sua tirannide quanto è più pericolosa l'ignoranza, perché non ha né peso né misura né legge che la malignità, che pure si regge con qualche regola con qualche freno con qualche termine. (lib. II, cap. II)
*[...] è grandissima (come ognuno sa) in tutte l'azioni umane la potestà della fortuna, maggiore nelle cose militari che in qualunque altra, ma inestimabile immensa infinita ne' fatti d'arme; dove uno comandamento male inteso, dove una ordinazione male eseguita, dove una temerità, una voce vana, insino d'uno piccolo soldato, traporta spesso la vittoria a coloro che già parevano vinti; dove improvisamente nascono innumerabili accidenti i quali è impossibile che siano antiveduti o governati con consiglio del capitano. (lib. II, cap. IX)
*[...] facilmente da' prìncipi sono riputati savi quegli consigli che si conformano più alla loro inclinazione. (lib. II, cap. XII)
*[...] nell'antiche e gravi [[Nemico|inimicizie]] è difficile stabilire fedele reconciliazione, perché è impedita o dal sospetto o dalla cupidità della vendetta [...]. (lib. III, cap. XI)
*[...] sono inutili i consigli diligenti e prudenti quando l'esecuzione procede con negligenza e imprudenza. (lib. IV, cap. IV)
*[...] poco si aspetta sincerità o opere fedeli da chi è venuto in concetto degli uomini di essere solito a governarsi con [[Doppiezza|duplicità]] e con artifici. (lib. IV, cap. VII)
*[...] l'esperienza dimostra essere verissimo che rare volte succede quel che è desiderato da molti; perché dipendendo comunemente gli effetti delle azioni umane dalla volontà di pochi, ed essendo l'intenzioni e i fini di questi quasi sempre molto diversi dall'intenzioni e da' fini de' molti, possono difficilmente succedere le cose altrimenti che secondo la intenzione di coloro che danno loro il moto. (lib. V, cap. X)
*[...] con disavvantaggio grande si fa la [[guerra]] con chi non ha che perdere. (lib. V, cap. XIV)
*[...] sono vani e fallaci i pensieri degli uomini [...]. (lib. VI, cap. IV)
*[...] niuno più facilmente [[Inganno|inganna]] gli altri che chi è solito e ha fama di mai non gli ingannare [...]. (lib. VI, cap. V)
*[...] come alla sostentazione di uno corpo non basta solamente il bene essere del capo ma è necessario che gli altri membri faccino lo ufficio suo, così non basta che il principe sia senza colpa delle cose se ne' ministri suoi non è proporzionatamente la debita diligenza e virtù. (lib. VI, cap. VII)
*[...] l'imitazione del [[Bene e male|male]] supera sempre l'esempio come per il contrario l'imitazione del [[Bene e male|bene]] è sempre inferiore [...]. (lib. VI, cap. X)
*[È] più difficile, senza comparazione, conservare, eziandio da' minori pericoli, quel che rimane, a chi ha cominciato a declinare che non è a chi, sforzandosi di conservare la degnità e il grado suo, si volge prontamente, senza fare segno alcuno di volere cedere, contra chi cerca di opprimerlo. (lib. VIII, cap. I)
*[...] nelle cose che dopo lungo [[desiderio]] s'ottengono non truovano quasi mai gli uomini né la giocondità né la felicità che prima s'aveano immaginata [...]. (lib. VIII, cap. IX)
*[...] la [[difesa]] è, secondo la legge della natura, comune a tutti gli uomini e approvata dal sommo Iddio e dal consentimento di tutte le nazioni; nata insieme col mondo e duratura quanto il mondo, e alla quale non possono derogare né le leggi civili né le canoniche fondate in su la volontà degli uomini, e le quali, scritte in sulle carte, non possono derogare a una legge non fatta dagli uomini ma dalla stessa natura, e scritta scolpita e infissa ne' petti e negli animi di tutta la generazione umana. (lib. X, cap. VI)
*[...] la [[neutralità]] nelle guerre degli altri essere cosa laudabile, e per la quale si fuggono molte molestie e spese, quando non sono sì deboli le forze che tu abbia da temere la vittoria di ciascuna delle parti; perché allora ti arreca sicurtà, e bene spesso, la stracchezza loro, facoltà di accrescere il tuo stato. Né essere sicuro fondamento il non avere offeso alcuno, il non avere data giusta cagione di querelarsi; perché rarissime volte, e forse non mai, si raffrena dalla giustizia o dalle discrete considerazioni l'insolenza del vincitore; né reputarsi, per queste ragioni, meno ingiuriati i prìncipi grandi quando è negato loro quel che desiderano, anzi sdegnarsi contro a ciascuno che non séguita la volontà loro e che con la fortuna di essi non accompagna la fortuna propria. (lib. X, cap. VIII)
*[...] non è male alcuno nelle cose umane che non abbia congiunto seco qualche bene [...]. (lib. XII, cap. VII)
*[...] accade quasi sempre, per il giudicio corrotto degli uomini, che ne' re è più lodata la prodigalità, benché a quella sia annessa la rapacità, che la parsimonia congiunta con la astinenza della roba di altri. (lib. XII, cap. XIX)
*[...] non hanno gli uomini maggiore inimico che la troppa [[prosperità]], perché gli fa impotenti di se medesimi, licenziosi e arditi al male e cupidi di turbare il bene proprio con cose nuove. (lib. XIV, cap. I)
*[...] è considerato comunemente dagli uomini l'[[evento]] delle cose; per il quale, ora con laude ora con infamia, secondo che è o felice o avverso, si attribuisce sempre a consiglio quel che spesso è proceduto dalla fortuna. (lib. XIV, cap. IX)
*{{NDR|La [[pace]]}} è desiderabile e santa, quando assicura da' sospetti, quando non augumenta il pericolo, quando induce gli uomini a potersi riposare e alleggierirsi dalle spese; ma quando partorisse gli effetti contrari è, sotto nome insidioso di pace, perniciosa guerra; è, sotto nome di medicina salutifera, pestifero veleno. (lib. XV, cap. II)
*[...] i savi medici [...], quando i rimedi che si fanno per sanare la indisposizione degli altri membri accrescono la infermità del capo o del cuore, posposto ogni pensiero de' mali più leggieri e che aspettano tempo, attendono con ogni diligenza a quello che è più importante e più necessario alla salute dello infermo. (lib. XVI, cap. III)
*[...] più facilmente si induce a perdonare chi è offeso che a [[Restituzione|restituire]] chi possiede [...]. (lib. XVI, cap. III)
*[...] gli uomini si persuadono spesso che se si fusse fatta o non fatta una cosa tale sarebbe succeduto certo effetto, che se si potesse vederne la esperienza si troverebbeno molte volte fallaci simili giudizi. (lib. XVIII, cap. VIII)
*[...] è più presente la ingratitudine e la calunnia che la rimunerazione e la laude alle [[Buona azione|buone opere]] [...]. (lib. XVIII, cap. VII)
===Citazioni sulla ''Storia d'Italia''===
*Guicciardini è il primo vero storico che sciolga la storia dal collegamento con un determinato stato. Per la prima volta dà un quadro esatto della politica internazionale, non solo perché la conobbe e la comprese per pratica, ma perché non ne comunicò semplici frammenti come è inevitabile che accada in una storia territoriale. La reciproca dipendenza degli stati, il nesso della politica interna con quella estera, l'influenza delle operazioni militari su quelle politiche e viceversa – tutti questi tipici tratti della politica, specialmente di quella europea, il Guicciardini li ha fissati con mano sicura nelle linee imperiture della sua Storia d'Italia. ([[Eduard Fueter]])
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Considerazioni intorno ai Discorsi del Machiavelli sopra la prima Deca di Tito Livio''===
Nel primo Discorso è vera la distinzione che tutte le cittá sono edificate o da forestieri o da uomini nativi del luogo, ed in questo secondo membro cade Vinegia ed Atene; cadeci ancora Roma, ma diversamente da Atene e da Vinegia, perché queste furono edificate dagli incoli per necessitá di avere o uno ricetto sicuro o uno reggimento commune, ma Roma, sanza alcuna di queste necessitá, fu piú presto edificata come colonia di Alba, cioè da uomini o albani o sudditi allo imperio di Alba, per amore di quelli luoghi dove erano nutriti, o per ambizione di reggersi per sé stessi; né può Roma per rispetto di Enea applicarsi al membro de' forestieri, perché è uno cercare le origine troppo da lontano, le quali non s'hanno a referire a' primi antecessori di chi ha edificato.
===''Consolatoria, Accusatoria, Defensoria''===
====''Consolatoria''====
<div align=right>Fatta di settembre 1527 a Finocchieto<br>tempore pestis.</div>
Io non mi maraviglio, Francesco, benché io ti cognosca di animo fermo e virile, che tu ti truovi ripieno di grandissimo dispiacere, perché sono concorsi in uno tempo medesimo troppi accidenti a perturbarti; né è solo la roba in che tu patisci, ma di più la grandezza, la degnità, e quello che io credo che ti pesi sopra tutte le cose, l'onore. Hai per la ruina del pontefice perduto la presidenzia di Romagna, luogo che ti dava grandissima utilità e tanta riputazione, che ogni uomo grande e nato in maggiore grado che privato, se ne sarebbe onorato; hai perduto uno pontefice che t'aveva singulare affezione, ma molto maggiore confidenzia, e che voleva che ordinariamente tu stessi apresso a lui e consigliassi e trattassi tutte le faccende importante e segrete dello stato, e ne' tempi della guerra t'aveva proposto a eserciti con tanta autorità che maggiore non aveva riservata a sé.
====''Oratio accusatoria''====
Non si doveva pregare più Dio di cosa alcuna, giudici, nessuna in questo tempo poteva essere più a proposito della republica, che esserci data occasione che questa nuova legge dell'accusare, ordinata con quello ardore che voi sapete di coloro che favoriscono la nostra libertà, fussi ne' suoi princìpi confermata con qualche notabile esempio; la quale poi che si è offerta più opportuna ancora e maggiore che non aremo saputo immaginare, non può essere dubio a persona che non consiglio ed opera alcuna di uomini, ma la divina voluntà e disposizione ce l'ha mandata.
====''Defensoria contra precedentem''====
Cognosco non essere conveniente, giudici, che chi si sente innocente e con la conscienzia purgata, tema o si perturbi per le accusazione false, perché debbe sperare che Dio giustissimo giudice sia suo protettore e defensore, né comporti che la verità sia suffocata dalle calunnie. Nondimeno queste cose insolite che mi si presentano innanzi agli occhi mi commuovono non mediocremente l'animo, vedendomi qui in mezzo di tanta multitudine, la quale tutta guarda me solo ed è testimone delle mie molestie; e che doppo una legge nuova, una nuova forma di cognoscere la causa ed udire le parte publicamente, io sia el primo chiamato in giudicio e riguardato da tutti quasi per esemplo, pieno di travagli abbia in pericolo tutto quello bene che ha e possa avere uno cittadino; e dove pochi mesi innanzi pareva che io avessi tanta felicità che fussi quasi invidioso agli amici, ora mi truovi sì afflitto che sia nonché altro, miserabile agli inimici.
===''Diario del viaggio in Spagna''===
Noi ci partimo di Firenze a dì 29 di gennaio 1511 e la sera andamo a Pistoia a casa Gualtieri Panciatichi, dove come fussimo trattati non accade riferire, perché el principio fu di qualità che se e' mezzi e gli effetti corrispondessino meriteremo troppa invidia.<br>
Da Pistoia ne venimo a dì 30 a Lucca discosto a Pistoia venti miglia, delle qualità della quale non possiamo molto parlare perché ne vedemo più fuora che drento, conciosiaché giunti per la via di Pescia alle mura, l'avemo a girare più che mezza innanzi che trovassimo la porta; nondimeno la terra ci parve maninconica, che è in piano ma molto sotto a' monti; el contado verso Pisa e Pescia è poco; distendesi verso Pietrasanta ed è buono e bene cultivato, e benché da quella banda fussi la pace di Ottaviano, pure vi si stette con poco riposo, perché tutta la notte sentimo campane e gridi di guardie non altrimenti che se fussimo in mezzo la guerra. A Dio piaccia ridurgli in termini che e' non abbino a pensare più alla guardia della terra; e la dichiarazione di queste parole si stenda a senno del savio nostro.
===''Discorsi politici''===
Massimiano re de' romani, innanzi che fussi fatta la lega di Cambrai, nella dieta di Costanza, sotto titulo di rimettere Massimiano Sforza, ricercava e' viniziani di lega per venire in Italia per la corona dello imperio ed a' danni de' franzesi, allora signori di Milano, offerendo loro partiti grandi. Trattavasi nel senato suo ''quid agendum''; fu parlato da uno senatore per la parte affermativa in questo modo:<br>
Tutta la difficultá di questa consulta, onorevoli senatori, consiste in considerare se el re de' romani si unirá co' franzesi in caso che noi rifiutiamo le dimande sue; perché avendo noi ora pace piacevole ed onorevole ed anche assai sicura, nessuna ragione può essere bastante a farci pigliare una guerra di travaglio e spesa assai, ogni volta che noi non dubitiamo che loro si unischino.
===''Memorie di famiglia''===
L'avere notizia de' maggiori suoi e massime quando e' sono stati valenti, buoni ed onorati cittadini, non può essere se non utile a' descendenti, perché è uno stimulo continuo di portarsi in modo che le laude loro non abbino a essere suo vituperio; e per questo rispetto io ho disposto fare qualche memoria delle qualità de' progenitori nostri, non tanto per ricordo mio, quanto ''etiam'' per coloro che hanno a venire; e faccendolo non per pompa ma per utilità, dirò la verità delle cose che mi sono venute a notizia, ''etiam'' de' difetti ed errori loro, acciò che chi leggerà s'accenda non solo a imitare le virtù che hanno avute, ma ''etiam'' a sapere fuggire e' vizi.
===''Scritti minori''===
Lorenzo de' Medici morí lo anno 1492 a' dí... di aprile essendo di etá di anni 43 vel circa. Cosimo avolo suo, uomo di singulare prudenzia e di grandissima ricchezza, ebbe tanta autoritá nel governo della republica fiorentina, quanta possi avere uno cittadino in una cittá libera. Morto lui, rimase Piero suo figliolo e padre di Lorenzo nella medesima grandezza, el quale fu uomo claro per bontá di natura e per essere clementissimo.
===''Storie Fiorentine dal 1378 al 1509''===
Nel 1378 sendo gonfaloniere di giustizia Luigi di messer Piero Guicciardini successe la novità de' Ciompi, di che furno autori gli otto della guerra, e' quali per essere stati raffermati piú volte in magistrato, s'avevano recata adosso grande invidia e grande contradizione da' cittadini potenti, e per questo si erano rivolti a' favori della moltitudine; e però procurorono questo tumulto, non perché e' Ciompi avessino a essere signori della città ma acciò che col mezzo di quegli, sbattuti e' potenti ed inimici sua loro rimanessino padroni del governo.
==Citazioni su Francesco Guicciardini==
*È storiografo diligente e dal quale, a mio parere, con più esattezza che da qualsiasi altro, si può apprendere la verità sugli affari del suo tempo: del resto nella maggior parte di essi è stato attore lui stesso, e in posizione onorevole. Non c'è alcun indizio che per odio, adulazione o vanità, abbia travisato le cose: e di ciò fanno fede i liberi giudizi che dà dei grandi, e specialmente di coloro dai quali era stato portato avanti e rivestito di cariche, come del papa Clemente VII. Quanto alla parte di cui sembra voler farsi più forte, cioè le digressioni e i ragionamenti, ce ne sono di buoni, e ricchi di bei tratti; ma se n'è troppo compiaciuto. Di fatto, per non voler tralasciare nulla, avendo in mano un argomento così ricco ed ampio, e quasi infinito, diventa prolisso e sa un po' di chiacchiera scolastica. Ho notato anche questo, che di tanti animi e di tanti fatti che giudica, di tanti impulsi e disegni, non ne attribuisce mai neppure uno alla virtù, allo scrupolo e alla coscienza, come se tali qualità fossero completamente estinte nel mondo; e di tutte le azioni, per quanto belle appaiano in se stesse, ne rimanda la causa a qualche movente vizioso o a qualche mira d'interesse. È impossibile immaginare che nell'infinito numero di azioni che giudica, non ve ne sia stata qualcuna compiuta per un giusto motivo. Nessuna corruzione può aver soggiogato gli uomini tanto universalmente che qualcuno non sfugga al contagio; questo mi fa temere che ci sia qui un po' del vizio del suo temperamento; e può essere accaduto che egli abbia giudicato gli altri secondo se stesso. ([[Michel de Montaigne]])
*Francesco Guicciardini [...] nello storiare pochi ebbe eguali, superiore nessuno. Egli con ragione reputar si può lo Zenofonte Fiorentino, per aver descritte con somma maestria quelle cose, nel governo delle quali ebbe gran parte. Comeché vivesse in tempi dissoluti e tirannici insieme, pure concepì la nobile idea di censurare non solo i privati cittadini, ma anche i Principi, assolvendo questo, quell'altro dannando, colle laudi esaltando le virtù de' pochi inorrotti animi, e in abbominio ponendo la fellonesca depravazione dell'universale. ([[Francesco Lomonaco]])
*Il Guicciardini è forse il solo storico tra i moderni, che abbia e conosciuti molto gli uomini, e filosofato circa gli avvenimenti attenendosi alla cognizione della natura umana, e non piuttosto a una certa scienza politica, separata dalla scienza dell’uomo, e per lo più chimerica, della quale si sono serviti comunemente quegli storici, massime oltramontani ed oltramarini, che hanno voluto pur discorrere intorno ai fatti, non contentandosi, come la maggior parte, di narrarli per ordine, senza pensare più avanti. ([[Giacomo Leopardi]])
*In Guicciardini è costante il timore di quel teorizzare che per essere troppo generale scivola nell'astrattezza e non riesce più a connettere la realtà con i {{sic|principî}}. [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]], nonostante il suo richiamo alla «realtà effettuale» aveva troppo amato la generalizzazione astratta; Guicciardini è preoccupato di conservare l'umiltà di fronte ai fatti, che sono gli unici a noi cogniti e rappresentano per noi l'unico mezzo di orientamento. ([[Eugenio Garin]])
*Le profonde somiglianze del pensiero del Guicciardini con quello del Machiavelli sono state rilevate così di frequente che vana sarebbe ogni insistenza in proposito: non inutile, invece, notare quanto il consueto paragone fra i due nuoccia piuttosto che giovare alla comprensione dell'atteggiamento guicciardiniano, a proposito del quale troppo si è insistito sulla valutazione del «particulare» quasi segno di mentalità analitica e scarsamente costruttiva. ([[Eugenio Garin]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Francesco Guicciardini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/considerazioni_intorno_ai_discorsi_etc/pdf/consid_p.pdf Considerazioni intorno ai Discorsi del Machiavelli sopra la prima Deca di Tito Livio]'', ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/discorsi_politici/pdf/discor_p.pdf Discorsi politici]'', ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/memorie_di_famiglia/pdf/memori_p.pdf Memorie di famiglia]'', in ''Opere'', a cura di Roberto Palmarocchi, G. Laterza Editore, Bari, 1933.
*Francesco Guicciardini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/consolatoria_accusatoria_e_defensoria/pdf/consol_p.pdf Consolatoria, Accusatoria, Defensoria]'', in ''Autodifesa di un politico'', Laterza, tratte dall'edizione Palmarocchi in F. Guicciardini "Scritti autobiografici e non", Laterza, Bari, 1936, pp 164-281.
*Francesco Guicciardini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/diario_del_viaggio_in_spagna/pdf/diario_p.zip.pdf Diario del viaggio in Spagna]'', Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1993. ISBN 8876924272
*Francesco Guicciardini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/discorsi_politici/pdf/discor_p.pdf Discorsi politici]'', ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/memorie_di_famiglia/pdf/memori_p.pdf Memorie di famiglia]'', in ''Opere'', cit.
*Francesco Guicciardini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/ricordi/pdf/ricord_p.pdf Ricordi]'', in ''Opere'', cit.
*Francesco Guicciardini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/scritti_minori/pdf/scritt_p.pdf Scritti minori]'', in ''Opere'', cit.
*Francesco Guicciardini, ''[http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/bibit000136 Storia d'Italia]'', a cura di Silvana Seidel Menchi, Giulio Einaudi editore, Torino, 1971.
*Francesco Guicciardini, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/g/guicciardini/storie_fiorentine_dal_1378_al_1509/pdf/guicciardini_storie_fiorentine.pdf Storie Fiorentine dal 1378 al 1509]'', Edizioni Edipem, Novara, 1974.
==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|Considerazioni sui Discorsi del Machiavelli}}
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{{DEFAULTSORT:Guicciardini, Francesco}}
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Teofrasto
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Spinoziano
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[[Immagine:Teofrasto Orto botanico detail.jpg|thumb|Teofrasto, orto botanico di Palermo]]
{{indicedx}}
'''Teofrasto''' (371 a.C. – 287 a.C.), filosofo e botanico greco antico.
==Citazioni di Teofrasto==
*Il [[tempo]] è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere. (citato in [[Diogene Laerzio]], ''Vite dei filosofi'')
*{{NDR|[[Ultime parole]], pronunciate dopo che i discepoli gli domandarono se avesse un ultimo ammonimento per loro}} Niuno; salvo che l'uomo disprezza e gitta molti piaceri a causa della [[gloria]]. Ma non così tosto incomincia a vivere, che la morte gli sopravviene. Perciò l'amore della gloria è così svantaggioso come che che sia. Vivete felici, e lasciate gli studi, che vogliono gran fatica; o coltivategli a dovere, che portano gran fama. Se non che la vanità della vita è maggiore che l'utilità. Per me non è più tempo a deliberare: voi altri considerate quello che sia più spediente.<ref>Sentenza tramandata da [[Diogene Laerzio]]. Citato in [[Giacomo Leopardi]], ''Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto, vicini a morte'', in [[Giacomo Leopardi]], ''Opere'', vol. II, Le Monnier, 1865, [https://books.google.it/books?id=X7tDAQAAMAAJ&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 97].</ref>
==''Della pietà''==
*[...] tutti gli [[uomo|uomini]], ma anche tutti gli [[animale|animali]] sono della stessa [[razza]], perché i princìpi dei loro corpi sono per natura gli stessi (parlando così non mi riferisco ai primi elementi dai quali provengono le piante, ma penso alla pelle, alle carni, a quel genere di umori inerenti agli animali), e ancor più perché l'anima che è in loro non è diversa per natura in rapporto agli appetiti, ai movimenti di collera, ai ragionamenti e soprattutto alle sensazioni. (p. 297)
*Sotto tutti i rapporti, dunque, la razza degli altri animali ci è apparentata ed è la stessa della nostra; poiché i mezzi di sussistenza sono gli stessi per tutti come l'aria che respirano, secondo [[Euripide]], e un sangue rosso scorre in tutti gli animali e tutti mostrano d'avere in comune per padre il cielo e per madre la terra. (p. 298)
*[...] gli uomini si son messi a sgozzare le vittime e ad insanguinare gli altari da quando, avendo fatto prova di fame e guerre, hanno immerso le loro mani nel sangue. [...] Il sacrificio di animali è dunque più tardivo degli altri... e non ha origine da un beneficio come il sacrificio di prodotti raccolti, ma da una situazione difficile nata dalla fame o da qualche altro infortunio. [...] Tutto ciò trae la sua origine dall'ingiustizia... [...] Ci si è messi a sacrificare sotto pressione di una necessità maggiore di cui fummo allora le vittime. Le cause furono la fame e le guerre; esse portarono la necessità di mangiare gli animali. Ma finché vi sono i raccolti che bisogno c'è di praticare sacrifici se non sono più imposti da necessità? (p. 299)
*Inoltre dobbiamo sacrificare solo ciò il cui [[sacrificio]] non lede nessuno, poiché se vi è un atto che non deve causare alcun torto, questo è il sacrificio.<br /> E se qualcuno dicesse che il dio ci ha dato gli animali allo stesso titolo dei raccolti, per il nostro uso, gli risponderei che quando si sacrificano degli esseri viventi si causa loro ben qualche torto perché li si deruba dell'anima. (p. 300)
:Se qualcuno sostenesse che, non diversamente dai frutti della terra, il dio ci ha dato anche gli animali per il nostro uso, gli risponderei che, sacrificando esseri viventi, si commette contro di loro un'''ingiustizia'', perché si fa rapina della loro vita.<ref>Citato in Barbara De Mori, ''Che cos'è la bioetica animale'', Carocci, Roma, 2007, p. 64. ISBN 978-88-430-4079-7</ref>
*{{NDR|Gli [[Antico Egitto|egizi]]}} sono così lontani dall'uccidere uno solo degli animali, ch'essi fanno delle loro figure immagini degli dèi perché li considerano prossimi e apparentati agli dèi e agli uomini. (p. 301)
==''I caratteri''==
===[[Incipit]]===
Già altre volte prima di questa, riflettendoci su, mi sono stupito, e forse non cesserò mai di stupirmi, perché mai avvenga che, quantunque l'[[Grecia|Ellade]] sia posta tutta sotto lo stesso cielo e i Greci siano tutti educati similmente, pure noi non abbiamo tutti la stessa costituzione morale.<ref>Questo proemio è certamente spurio: fu aggiunto da un imitatore dell'epoca del tardo Impero romano o dell'epoca bizantina. {{cfr}} introduzione, p. XIII.</ref>
{{NDR|Teofrasto, ''I caratteri'', traduzione di Giorgio Pasquali, Rizzoli, 2014<sup>9</sup>.}}
===Citazioni===
*La [[Simulazione (qualità)|simulazione]] adunque si potrebbe dire in sostanza che non fosse altro che un fingere in parole e in opere a fin di male. E la qualità e lo andamento del simulatore sono dell'infrascritto modo. Questo tale andrà, ponghiamo caso, ad un suo nimico, e farà sembiante di non odiarlo, anzi di averlo caro. Loderà presenzialmente uno al quale di nascosto cercherà nuocere; e intervenendo a questo medesimo alcun sinistro, farà vista di contristarsene. Mostrerà di perdonare a chi parlerà male del fatto suo, e di non si curare di quello che sarà detto contro di se. E a coloro a chi esso fa ingiuria e che si risentono, userà modi e parole dolci e tranquille. Tavolta che uno sarà venuto e avrà fretta di favellargli, esso manderagli significando di dover tornare, scusandosi di essere arrivato a casa poco dianzi, e che l'ora è tarda, o ch'ei si sentirà male. Qualsivoglia cosa che questo cotale faccia, non confessa di farla, ma dice che sta deliberando o che ha intenzione. (I<ref>''[http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/bibit000934 Caratteri morali di Teofrasto]'', in [[Giacomo Leopardi]], ''Tutte le opere'', a cura di Lucio Felici, Lexis Progetti Editoriali, Roma, 1998. ISBN 88-87083-04-5</ref>)
*La cafoneria parrebbe essere ignoranza screanzata, e il cafone un tale che bevuto il ciceóne se ne va all'assemblea, e dice che il profumo non ha odore più soave della cipolla, e porta scarpe più grosse del piede, e parla a voce alta. Ed è diffidente con gli amici e con quei di casa, ma si consiglia coi servi sugli affari più gravi; e alle opere che lavorano a soldo da lui in campagna racconta tutto quel che ha sentito dire all'assemblea. E si mette a sedere tirando la veste sopra il ginocchio così da quasi mostrar le pudenda e di nessun'altra cosa per le strade si meraviglia o resta stupito, ma se vede un bue, un asino o un caprone si ferma e li guarda. E se poi prende qualche cosa dalla credenza la mangia con voracità e beve alla botte, e procura che non lo venga a sapere la serva che fa il pane, ma poi insieme con lei prepara per tutti quelli di casa e per sé il macinato che gli bisogna. (IV<ref>Teofrasto, ''[https://archive.org/details/teofrasto-caratteri_202103 I caratteri]'', traduzione di Goffredo Coppola, Mondadori, 1945, p. 86.</ref>)
*La lingua sta nell'umido. (VII, 9, ''Il chiacchierone'')
:''Εν υγρώ εστιν η γλώττα''.
==Citazioni su Teofrasto==
*Certo è che Teofrasto, amando gli studi e la gloria sopra ogni cosa, ed essendo maestro o vogliamo dire capo di scuola, e di scuola frequentatissima, conobbe e dichiarò formalmente l'inutilità de' sudori umani, e così degl'instituti suoi propri come degli altrui; la poca proporzione che passa tra la virtù e la felicità della vita; e quanto prevaglia la fortuna al valore in quello che spetta alla medesima felicità cosi degli altri come anche de' sapienti. ([[Giacomo Leopardi]], ''[[Operette morali]]'')
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Teofrasto, ''Della pietà'', in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994. ISBN 88-85944-12-4
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Botanici greci antichi]]
[[Categoria:Filosofi greci antichi]]
[[Categoria:Peripatetici]]
[[Categoria:Sostenitori del vegetarianismo]]
dn166t3l09nbeiffmhq0pj3cyptx9k8
Alexandre Dumas (padre)
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1958
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1219108
2022-07-26T17:28:47Z
Udiki
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/* Incipit */ aggiunte due traduzioni, probabilmente le più ristampate. Tolta quella di Siniscalchi perché non era abbastanza aderente: comunque ce ne sono a sufficienza
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text/x-wiki
[[Immagine:Alexandre Dumas.jpg|thumb|Alexandre Dumas]]
'''Alexandre Dumas''' (1802 – 1870), scrittore e drammaturgo francese.
==Citazioni di Alexandre Dumas==
*Abitualmente comincio un libro solo dopo ch'è stato già scritto.
:''En général, je ne commence un livre que lorsqu'il est écrit''.<ref>Da ''Propos d'art et de cuisine''.</ref>
*C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."<ref>Da ''I Mohicani di Parigi'', 1854; vedi anche [[w:Cherchez la femme|la voce]] in Wikipedia.</ref>
:''Il y a une femme dans toutes les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis:'' Cherchez la femme!.
*Chi legge la [[storia]], se non gli [[storico|storici]] quando correggono le loro bozze?<ref>Da ''Il corricolo''.</ref>
*Ci sono certe città sconosciute il cui nome, per inattese, terribili, clamorose catastrofi, talvolta acquista improvvisa fama europea e che s'ergono in mezzo al secolo come una di quelle paline storiche piantate dalla mano di Dio per l'eternità: tale è il destino di [[Pizzo Calabro|Pizzo]]. Senza annali nel passato e probabilmente senza storia nell'avvenire, essa vive sulla sua gloria di un giorno ed è diventata una delle stazioni omeriche dell'Iliade napoleonica. Infatti è noto che fu nella città di Pizzo che [[Gioacchino Murat]] venne a farsi fucilare, là che quest'altro Aiace trovò una morte oscura e cruenta.<ref>Da ''Viaggio in Calabria''.</ref>
*{{NDR|In ricordo di Emma Mannoury-Lacour}} Credo proprio che tre quarti del mio cuore, se non il cuore intero, siano morti con lei.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2004.</ref>
*Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la [[barba]] alle [[donna|donne]] perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.<ref>Citato in Franco Fossati, ''Chi dice donna...'', Armenia, 1987, p. 41. ISBN 8834401786.</ref>
*E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?<ref>Da ''Kean o Genio e sregolatezza'', IV, 2.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*{{NDR|[[Francesco Mario Pagano]]}} Godeva di una grande reputazione e la meritava sotto tutti i rapporti. [...] La dolcezza della sua parola, la soavità della sua morale l'avea fatto soprannominare il Platone campano, ancora giovane aveva scritto la giurisdizione criminale opera che fu tradotta in tutte le lingue, e che fu menzionata dall'assemblea nazionale francese.<ref>Da ''I Borboni di Napoli: Vol. III'', Napoli, 1862, p. 10-11.</ref>
*L'[[orgoglio]] ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'[[invidia]].
:''L'orgueil a presque toujours une compagne encore pire que lui: cest l'envie''.<ref>Da ''Le Roi des quilles- racconto per bambini'', 1859.</ref>
*La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]] bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.<ref>Da ''I Borgia''; citato in [[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Oscar Mondadori, 2007, p. 264.</ref>
*Nulla riesce meglio del [[successo]], che è la calamita morale che tutto attira a sé.<ref>Da ''Il corricolo''.</ref><ref name=e />
*Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se [[Napoli]] non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.<ref>Dal giornale ''L'Indipendente'' del 19 dicembre 1862.</ref>
*Tutto il delitto della prima {{NDR|[[Eleonora Pimentel Fonseca]]}} fu d'esser una {{sic|patriotta}} ardente; d'aver prima d'ogni altro levato il grido di libertà, quando la libertà apparve in Napoli; d'aver fondato il ''Monitore {{sic|Napolitano}}''. Questo delitto bastò a mandarla al patibolo, anzi alla forca.<br>Per un'oscena cortesia del tribunale verso la plebaglia {{sic|napolitana}}, la forca era alta trenta piedi.<br>Eleonora Pimentel camminò al supplizio col sorriso sulle labbra; nel lasciar {{sic|la}} carcere aveva bevuto una tazza di caffè: nel giunger a piè della forca, le fu chiesto se desiderava qualcosa: avevano l'ordine di accordarle l'ultima sua domanda: speravasi che chiederebbe la vita.<br> – Datemi un paio di mutande, disse.<br>Lucrezia<ref>Allusione alla Lucrezia romana, moglie di Collatino, suicida per l'oltraggio di Sesto Tarquinio.</ref> non avrebbe nulla trovato di meglio.<ref>Da ''[https://archive.org/details/bub_gb_Ty7nnZyBCFMC/page/n6/mode/1up Da Napoli a Roma]'', traduzione di Eugenio Torelli, Stabilimento tipografico del Plebiscito, Napoli, 1863, cap. III, p. 71.</ref>
==''Ascanio''==
===[[Incipit]]===
Alle quattro pomeridiane del 10 luglio dell'anno di grazia 1540, un bel giovane, alto, bruno con grandi occhi neri, vestito con elegante semplicità e armato soltanto d'un pugnaletto dal manico mirabilmente cesellato, stava presso la pila dell'acqua benedetta che è sull'entrata della chiesa dei Grandi Agostini, nel recinto dell'Università di Parigi.<br>Questo giovane, senza dubbio per pia umiltà, non si era mosso dal suo posto per tutta la durata dei vespri, e a fronte china, in atteggiamento di dovuta contemplazione, aveva mormorato non so quali parole, forse le preghiere, poiché le aveva dette a voce tanto bassa, che soltanto lui e Dio potevano sapere ciò che egli dicesse.
===Citazioni===
*V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina. (p. 205)
*Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede. (p. 205)
==''I tre moschettieri''==
===[[Incipit]]===
====Giuseppe Aventi====
Il primo lunedì dell'aprile 1625, il borgo di Meung, che diede i natali all'autore del ''Romanzo della Rosa'', era in preda al più grande disordine, come se vi fossero capitati gli Ugonotti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, nel veder le donne scappare verso la Strada Grande, e nel sentir gli strilli dei bambini sugli usci delle case, si affrettavano a indossare la corazza, e fortificando la loro risolutezza un po' dubbia, con un moschetto o una partigiana, si avviavano alla locanda del Buon Mugnaio, davanti alla quale c'era un gruppo compatto, chiassoso e pieno di curiosità, che ingrossava di momento in momento.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}utT5qmal_gIC I tre moschettieri]'', traduzione di Giuseppe Aventi, Rizzoli, 2010. ISBN 88-58-61145-6}}
====Maria Bellonci====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 nella città di Meung (dove nacque l'autore del ''Roman de la rose''), sembrava che fosse scoppiata una violenta rivoluzione come se stessero arrivando gli ugonotti per una seconda La Rochelle. Molti cittadini, vedendo le donne precipitarsi verso la strada principale e sentendo i bambini gridare sulle porte di casa, corsero ad armarsi, e, resi più sicuri dal loro moschetto o dalla loro alabarda, si diressero verso l'osteria del ''Franc Meunier'' dove stava ammassandosi, di minuto in minuto più fitta, una folla vociante e curiosa.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}gztjEAAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Maria Bellonci]], Giunti, 2010. ISBN 8809753570}}
====Antonio Beltramelli====
Il primo lunedì del mese d'aprile del 1625, il borgo di Meung, dove nacque l'autore del ''Romanzo della Rosa'', sembrava essere in piena rivoluzione, come se gli ugonotti fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Parecchi abitanti, vedendo le donne fuggire verso la Grande-Rue e sentendo i bimbi strillare sulle soglie, si affrettarono a indossare la corazza e, puntellando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossando di minuto in minuto, un gruppo di persone compatto, rumoroso e molto incuriosito.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}uuN_DQAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Antonio Beltramelli]] revisionata da Stefano Mazzurana, Mondadori, 2016. ISBN 8852077920}}
====Angiolo Orvieto====
Il primo lunedì del mese d'aprile 1625 il borgo di Méung ove nacque l'autore del Romanzo della Rosa, sembrava esser in una così completa rivoluzione, come se gli ugonotti vi fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Molti borghigiani vedendo correre le donne lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sul limitare delle porte, si sollecitavano ad indossare la corazza, equilibrando il loro portamento alquanto incerto col mezzo di un moschetto o di una partigiana, o dirigendosi verso l'osteria del Franc-Meunier, davanti alla quale si affrettava ed ingrossava di minuto in minuto, un gruppo compatto, rumoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853}}
====Guido Paduano====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 la cittadina di Meung, dove nacque l'autore del ''Roman de la Rose'', sembrava completamente sconvolta, come se gli ugonotti fossero venuti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, vedendo fuggire le donne dalla parte della Grande-Rue e sentendo piangere i bambini sulle porte, si affrettarono a indossare la corazza e, rafforzando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossandosi di minuto in minuto, una folla compatta, rumorosa e curiosa.
===Citazioni===
*Quest'altro moschettiere formava un perfetto contrasto con colui che lo interrogava e che gli aveva dato il nome di Aramis. Era un giovane di ventidue o ventitré anni appena, dall'espressione candida e dolce, dall'occhio nero e mite e dalle gote rosee e vellutate come una pesca d'autunno; i suoi baffi sottili disegnavano sul labbro superiore una linea perfettamente diritta, le sue mani pareva evitassero di abbassarsi per timore di fare un po' gonfie le vene, e di tanto in tanto lo si vedeva pizzicarsi l'orlo delle orecchie, per mantenerle di un incarnato tenero e trasparente. Per abitudine, egli parlava poco e con lentezza, salutava molto, rideva senza far strepito e mostrando i denti, di cui pareva avere molta cura come il resto della persona. (cap. II ''L'anticamera del signor Tréville'')
*Il [[coraggio]] incute rispetto anche ai nemici. (cap. V)
*[...] tutti per uno e uno per tutti [...]. {{NDR|[[Motti dai libri|motto]]}} (d'Artagnan: cap. IX, 2013)
*— Se poteste vedere nel mio cuore allo scoperto, — disse d'Artagnan — vi leggereste tanta curiosità che avreste pietà di me, e tanto amore che dareste subito soddisfazione alla mia curiosità. Da coloro da cui si è amati non c'è nulla da temere. (cap. XI ''L'intrigo si aggroviglia'')
*L'[[amore]] è la più [[egoismo|egoistica]] di tutte le passioni. (cap. XII)
*— Milord, — esclamò [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|la regina]] — voi dimenticate che io non ho mai detto di amarvi.<br />— Ma nemmeno mi avete detto che non mi amavate, e veramente dirmi tali parole sarebbe, da parte della Maestà Vostra, un'ingratitudine troppo grande. Poiché, dove troverete, ditemi, un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita? ('''[[George Villiers, I duca di Buckingham|Duca di Buckingham]]''' cap. XII)
*In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu]], non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle. (cap. XIV ''L'uomo di Meung'')
*D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini. (Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore. cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*— Noialtri diciamo: fiero come uno [[Scozia|scozzese]], — mormorò Buckingham.<br />— E Noi. fiero come un [[Guascogna|guascone]], — disse di rimando D'Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia. (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*Ogni [[falsità]] è una [[maschera]], e per bene che sia fatta la maschera, con un po' d'attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso. (cap. XXV, 2013)
*[...] nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il [[silenzio]] è l'ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d'un daino ferito. (Aramis: cap. XXVI, 2013)
*[...] l'[[amore]] è una lotteria dove chi vince vince la morte. (Athos: cap. XXVII, 2013)
*[...] si domandano [[consigli]] solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. (Athos: cap. XXXIV, 2013)
*Milady sorrise di un sorriso strano.<br />— Così, voi mi amate? — disse.<br />— Ho forse bisogno di dirvelo? Non ve ne siete accorta?<br />— Oh, sì, ma come sapete, i cuori più fieri sono più difficili da conquistare.<br />— Oh, le difficoltà non mi sgomentano — disse d'Artagnan; — temo solo le cose impossibili.<br />— Non c'è nulla di impossibile, — disse Milady — per un vero amore. (cap. XXXVI ''Sogno di vendetta'')
*Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi, signore, e voi siete uomo di spirito. (''[[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]''; cap. XL ''Una visione terribile'')
*[...] ci prendono per pazzi o per [[eroi]], due categorie di imbecilli molto simili tra loro. (Athos: cap. XLVII, 2013)
*La [[vita]] è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l'avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin. (Athos; cap. XLVIII ''Affare di Famiglia'')
*L'[[amore]] è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione. (cap. LVI)
*Il latore del presente ha fatto quello che ha fatto per ordine mio e per il bene dello Stato. 3 dicembre 1627 RICHELIEU (2003, p. 427)
===Citazioni su ''I tre moschettieri''===
*Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''Trois mousquetaires'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo. ([[Benedetto Croce]])
*Il romanzo ''I tre moschettieri'' è una serie ininterrotta di vendette, dal principio alla fine. C'è una vendetta ad ogni pagina. Ogni tanto, una esaltazione tutta esplicita della vendetta, definita qualche volta come "le plaisir des dieux", il piacere degli Dei. ([[Beniamino Placido]])
*In questa favola, Alessandro Dumas sfoggia non poche qualità del grande scrittore: e non delle secondarie. In primo luogo una sovrana impudenza; un insieme di complicità ed oltraggio nei confronti del lettore; nessun patetismo, neppure quando ricorre a situazioni obiettivamente patetiche: giacché nelle sue mani anche la morte dell'innocente si fa avventura, è «divertente». E ancora, il gusto del gioco, della mistificazione; l'onesta carenza morale, che ci rassicura che nei labirinti di questa deliziosa macchinazione non si nasconde la pia frode di un messaggio; una nobile guitteria, che gli detta la mossa esatta per scatenare la saggiamente consenziente credulità del pubblico, e che insieme proibisce qualsiasi identificazione emotiva: il lettore è tenuto a bada nel momento stesso in cui è affascinato; è e deve restare spettatore. ([[Giorgio Manganelli]])
===[[Pietro Citati]]===
*Il personaggio di d'Artagnan è uno dei più straordinari ritratti simbolici della prima parte del secolo. Athos è degno di Dostoevskij. Milady è una bellissima creatura del male. E quella leggerezza, che ci trascina di pagina in pagina, non nasce soltanto da una natura felice, ma da una squisita arte intellettuale.
*Non credete ai denigratori. ''I tre moschettieri'' emana un vero profumo storico: non meno di ''Guerra e Pace''; un profumo che Dumas ricava con astuzia e grazia dalle memorie, dalle lettere e dai romanzi del primo Seicento.
*Come in una cavalcata fantastica, tutta la geografia, la storia e la letteratura della Francia, sfilano davanti ai nostri occhi. Conosciamo i guasconi, i piccardi, i normanni, gli abitanti del Berry, e il loro dialetto, che il colto Aramis si rifiuta di capire; e quanti paesi e chiese e osterie sorvolate dal vento dell'avventura. C'è Parigi, avvolta da una nebbia cupa. I moschettieri bevono generosamente, attaccano briga, pagano malvolentieri i conti degli osti, come gli eroi di Rabelais e di Scarron. ''Il borghese gentiluomo'', ''L'Avaro'' e ''Il Barbiere di Siviglia'' ci fanno conoscere i loro lacchè e le loro soubrettes, che danzano ancora per noi. Abbiamo mercanti e avvocati, avidi e sordidi come nel ''Romanzo borghese'' di Furetière. Aramis ci ricorda la mondanità preziosa degli abati. Gli epigrammi della tradizione moralistica francese brillano alla fine di ogni capitolo. Poi il tempo cambia. Entriamo nella Parigi del primo Ottocento, nei teatri e nei piccoli giornali. C'è qualche traccia della sapienza filosofica e fisionomica di Balzac. E il giovane d'Artagnan, che a diciott'anni arriva dalla Guascogna per far fortuna, l'abbiamo già incontrato nelle vesti di Gil Blas e di Jacob: l'abbiamo ritrovato in quelle di Lucien de Rubempré e di Julien Sorel, che come lui cercano di conquistare la Francia.
*Non so se Dumas avesse letto Baltasar Gracián: una parte dei ''Tre moschettieri'' ha un sapore che ci ricorda, sebbene mescolato e manipolato dall'"abile irrigatore", le massime del gesuita spagnolo. Il Seicento si incarna nella figura del cardinale di Richelieu, per il quale Dumas ha una vera passione. Richelieu è la rapidità e l'astuzia, che solo d'Artagnan sa fronteggiare. Rappresenta gli ''Arcana imperii'': il segreto profondissimo del potere e la macchinazione; l'arte di spiare e di ascoltare i segreti.
*Ormai è tempo di riprendere in mano ''I tre moschettieri''. Non possiamo fermarci: gli oggetti non ci arrestano con il loro volume, e i personaggi sembrano (e non sono) formati di una sola dimensione. Tutto quello che, nella vita, ci sbarra il passo, viene trascinato dal volo velocissimo della fantasia. Il cavallo di d'Artagnan corre verso l'Inghilterra più rapido del nostro occhio che legge, le navi attraversano in un baleno i mari, Milady ripete le sue affascinanti menzogne, un'occhiata fa scoccare all'improvviso un amore... La leggerezza trionfa sul peso: la frivolezza sul significato, l'immaginazione sull'esperienza. Mentre leggiamo, rimbalzando di fatto in fatto, anche noi senza peso, tutto ci accade: siamo d'Artagnan e Richelieu, Buckingham e Athos, l'uomo dal mantello rosso e Milady, eppure nulla ci tocca e ci ferisce. Veloci come il vento, indenni e inconsapevoli come l'aria, attraversiamo senza conoscerle tutte le esperienze del mondo.
==''Il conte di Montecristo''==
===[[Incipit]]===
====Giovanni Ferrero====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi ''Pharaon'' che arrivava da Smirne, via Trieste e [[Napoli]].<br/> Come al solito, un pilota costiero partì immediatamente dal porto, costeggiò il castello d'If e raggiunse la nave tra il Capo Morgiou e l'isola di Rion. E tosto, come al solito, il belvedere del forte Saint-Jean si riempì di curiosi poiché a Marsiglia l'arrivo di un bastimento, soprattutto se è stato costruito, attrezzato e stivato nei cantieri della vecchia Fhochée e appartiene a un armatore della città, è sempre un grande avvenimento.<br/>
{{NDR|Alessandro Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001}}
====Emilio Franceschini====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre-alberi il ''Faraone'', che veniva da Smirne, Trieste e [[Napoli]].<br/> Com'è d'uso, un pilota costiere [''sic''] partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.<br>Contemporaneamente com'è egualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si ricoprì di curiosi; poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il ''Faraone'', si sapeva costrutto, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.<br/>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, RCS Libri, 1998}}
===Citazioni===
*I rossi sono buoni del tutto, o del tutto cattivi.
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi, quando la disgrazia del nemico oltrepassa i limiti della loro collera.
*Non sarei artista se non mi restasse qualche illusione.
*Siate in guardia: un consiglio è peggio d'un favore.
*A chi vuol male accade male.
*E' degli spiriti deboli vedere tutte le cose attraverso un velo nero.
*Un uomo dell'indole del Conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro un'apparente originalità, ma che uccide le anime elevate.
*"Morituri te salutant" (cit.)
*[...] le [[invenzione|invenzioni]] umane progrediscono dal composto al semplice, e il semplice è sempre la perfezione. (Dantès: Rizzoli)
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
*Negli [[affari]] non ci sono amici, solo soci.
*Vi capisco, Fernand; voi vi battereste con lui perché io non vi amo; voi incrocereste il vostro coltello catalano con il suo pugnale. Ma a che servirebbe? A perdere la mia amicizia se rimaneste vinto, a veder cambiarsi in odio la mia amicizia se vincitore. Credetemi, il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest'uomo. No, Fernand, non vi lascerete trasportare da così cattivi pensieri; se non mi potete avere in moglie, accontentatevi di avermi come amica e sorella.
*Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione. (cap. 8)
*Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico?
*Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo.
*Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che [[Ebe]] serviva alla tavola di [[Giove (divinità)|Giove]]. [...] Siete un uomo positivo, e l'[[oro]] è il vostro idolo? Gustate di questa, e le miniere del [[Perù]], di [[Gizerate]] e di [[Golgonda]] vi saranno aperte. Siete un uomo di immaginazione? Siete [[poeta]]? Gustate di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'[[infinito]], e passeggerete libero di [[cuore]], di spirito nei domini senza confine dell'ideale. Siete ambizioso? Correte dietro le grandezze della terra? Gustate di questa, e dopo un'ora sarete idealmente, non re di un piccolo regno nascosto in un angolo d'[[Europa]], come la [[Francia]], la [[Spagna]] o l'[[Inghilterra]], ma sarete il Re del mondo. Il vostro [[trono]] sarà eretto sopra le montagne di Satanasso, e senza aver bisogno di fargli omaggio, senza essere costretto a baciarne gli artigli, sarete il sovrano, padrone di tutti i regni della terra. [...] Una certa erba che li trasportava nell'[[Eden]], in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. [...] Questo è [[hashish]], tutto ciò che si fa di meglio e di più puro in hashish ad Alessandria, l'hashish d'Abou Gor, il gran confetturiere, l'uomo al quale si dovrebbe fabbricare un palazzo con questa iscrizione:<br /> AL MERCANTE DELLA FELICITÀ, IL MONDO RICONOSCENTE. (cap. 31, p. 235) <!--le due precedenti da http://worldpubliclibrary.org/eBooks/Wordtheque/it/aaadec.txt-->
*– Mercedes! – ripeté Montecristo. – Mercedes! Ebbene sì, avete ragione, mi è ancora dolce pronunciare questo nome… È la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona così chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome l'ho pronunciato con i sospiri della malinconia, con i gemiti del dolore, col la rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, rattrappito sulla paglia della mia prigione; l'ho pronunciato divorato dal caldo; l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del mio carcere. Mercedes, bisogna che mi vendichi perché ho sofferto per quattordici anni, ho pianto, ho maledetto. Ve lo ripeto Mercedes, bisogna che mi vendichi! E il conte di Montecristo, temendo di cedere alle lacrime di colei che aveva amato tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato.
*– Pazzo che fui – disse egli – A non strapparmi il cuore il giorno in cui giurai di vendicarmi! (Edmondo Dantès)
*Che cosa è la [[morte]] per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Edmondo Dantès)
*Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)
*«Non c'è alcuna speranza», rispose Faria, scuotendo la testa, «ma non importa. Dio vuole che l'uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l'amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.» (pg. 211)
*Certamente, quantunque meno espansiva, la gioia di Montecristo non era meno grande: la [[gioia]], per i cuori che hanno lungamente sofferto, è simile alla rugiada, cuore e terra assorbono la pioggia benefica, e niente appare al di fuori. (cap. XCI, ''Suicidio''; 2010, p. 743)
*Ci vuole la [[Disgrazia|sciagura]] per scavare certe miniere misteriose nascoste nell'intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere. Con la prigionia tutte le facoltà che fluttuavano qua e là si sono adunate in un sol punto, hanno colliso in uno spazio angusto, e voi lo sapete, dal cozzo delle nubi si genera l'elettricità, dall'elettricità la folgore, dalla folgore la luce. (Faria; Donzelli, p. 132)
*La [[filosofia]] non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. (Faria; Donzelli, p. 139)
*[Il] grande lago che chiamano il [[Mediterraneo]] [...]. (XXII; Donzelli, p. 177)
*«Ah, il [[duello]]!», esclamò il conte. «Sull'anima mia, risibile modo di raggiungere il proprio scopo, quando lo scopo è la vendetta! Un uomo vi ha rubato la vostra amante, un uomo ha sedotto vostra moglie, un uomo ha disonorato vostra figlia. Di una vita intera, che aveva il diritto di aspettarsi la parte di felicità che Iddio ha promesso a ogni essere umano nel crearlo, egli ha fatto un'esistenza di dolore, di miseria o d'infamia, e voi vi ritenete vendicato perché a quest'uomo, che vi ha gettato il delirio nella mente e la disperazione nel cuore, voi avete sferrato un fendente in petto o piazzato una pallottola in capo? Suvvia, dunque! Senza contare che spesso è costui a uscire trionfante dalla tenzone, mondato agli occhi del mondo e in qualche modo assolto da Dio. No, no – rincarò il conte – se mai dovessi vendicarmi, non è in questo modo che mi vendicherei». (Donzelli, p. 323)
*Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la [[società]] che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. (Il conte di Montecristo; LV; Donzelli, pp. 388-89)
===Citazioni su ''Il conte di Montecristo''===
*È forse il piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una giustizia trascendente in cui non crede più «sistematicamente». ([[Antonio Gramsci]])
*È il romanzo di una vendetta, ma è anche una descrizione impareggiabile del gran mondo parigino. Tutti i suoi nemici hanno fatto carriera, ma Dantès con ogni genere di astuzia riesce a stroncarli uno per uno. Tutti lo ammirano, tutti lo invitano, neppure la sua ex fidanzata, che ha sposato un alto funzionario, lo riconosce. Quando si deciderà a parlare?, ci chiediamo col fiato sospeso.<br>Siamo ben lontani da ''I tre moschettieri'', libro di cappa e spada più celebre e molto più sempliciotto. È Montecristo il vero eroe romantico creato dallo straripante Dumas. È a lui (se ci fosse una giustizia letteraria suprema) che andrebbe appesa la fama di Alexandre Dumas. ([[Carlo Fruttero]])
*Forse Edmond Dantès si sbagliava, e l'unica soluzione era non fidarsi e non sperare. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*''Il Conte di Monte-Cristo'' è una sterminata hilarotragedia, dove il riso e il delitto, il gioco e il Male Assoluto si sfiorano e si intrecciano. Il lieve tocco ironico, lo spirito settecentesco, l'allegretto sono presenti in ogni capitolo. ([[Pietro Citati]])
*– "''Il conte di Montecrisco''".<br />– "Montecristo", deficiente.<br />– Di Alessandro... Dum-azz... Due mazzi...<br />– È francese. Sì, si legge Dumas. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe, parla di un'evasione.<br />– Allora va messo nel settore didattico. O sbaglio? (''[[Le ali della libertà]]'')
*La prima parte di ''Montecristo'', fino alla scoperta del tesoro, è un pezzo perfetto di racconto a effetto; non c'è mai stato un uomo che abbia partecipato a queste commoventi avventure senza un fremito, eppure Faria è un personaggio di cartapesta e Dantès poco più di un nome. Il seguito non è che il dilungarsi di un errore, cupo, sanguinoso, innaturale e stupido; ma quanto a questi primi capitoli, non credo esista un altro volume nel quale si possa respirare la stessa inconfondibile atmosfera di romanzo. ([[Robert Louis Stevenson]])
*L'architettura del ''Conte di Monte-Cristo'' possiede una meravigliosa precisione ed esattezza. Non saprei dire se il libro sia composto di romanzi diversi, che la facoltà affabulatrice di Dumas fa coabitare: o se moltissimi fili narrativi procedano gli uni accanto agli altri, fino a riunirsi ed esplodere in spettacolosi colpi di scena. Dovunque regna l'enigma: la soluzione dell'enigma viene sospesa e rinviata; ora una pagina ci suggerisce cosa accadrà, ora una voce sotterranea ci fa capire che avverranno cose completamente diverse. Il racconto corre veloce, trascina gli ostacoli, attraversa i tempi e gli spazi, copre immense tele scriveva Sainte-Beuve – «senza stancare mai il pennello di Dumas né il suo lettore». ([[Pietro Citati]])
==''Il visconte di Bragelonne''==
===[[Incipit]]===
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco. <br>A quella vista i curiosi manifestarono con una franchezza affatto zotica il loro disprezzo per una preda così magra, e dopo una discussione sullo svantaggio della caccia al volo, ritornarono tutti alle loro occupazioni. <br>Monsignore montava un piccolo cavallo di bel portamento, con una larga sella di velluto rosso di Fiandra. Il cavallo era di color fulvo; la giubba di Monsignore era di color chermisi e soltanto dall'insieme di quel rossastro si poteva distinguere il principe tra i suoi due compagni, l'uno vestito di violetto, l'altro di verde. Quello a sinistra, vestito di violetto, era lo scudiero; quello a dritta, vestito di verde, era il cacciatore. <br>Uno dei paggi portava sopra un bastone due girifalchi, l'altro un corno da caccia nel quale soffiò a venti passi dal castello. <br>A quel segnale, otto guardie che passeggiavano al sole nella corte quadrata corsero a prendere le alabarde, e Monsignore fece il suo solenne ingresso nel castello. <br>Le otto guardie, le quali sapevano che il loro servizio era terminato per tutto il resto della giornata, si coricarono al sole, sopra le panchette di pietra; i palafrenieri scomparvero coi cavalli nelle scuderie, e, meno alcuni uccelli che si spaventavano a vicenda con acute strida tra i ciuffi di viole, si sarebbe detto che tutti dormissero. <br>A un tratto, in mezzo a quel dolce silenzio.
===Citazioni===
*Planchet aprì la finestra, come gli era stato prescritto, e la ventata di tumulto che s'ingolfò nella stanza, grida, stridor di ruote, abbaiamenti e passi, assordò anche d'Artagnan, come aveva desiderato.<br>Bevve, allora, un bicchiere di vino bianco, e incominciò in questi termini:<br>"Planchet, ho un'idea".<br>"Ah, signore, come vi riconosco!", rispose il droghiere, ansante d'emozione.
*"D'Artagran, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo."<br>"Ne ho il diritto."<br>"No, perché non conoscete l'avvenire."
*"Continuo", disse Luigi XIV. "È vero anche che un uomo solo abbia potuto penetrare fino a Monck, nel suo accampamento, e l'abbia portato via?"<br>"Quell'uomo aveva dieci ausiliari presi tra gente inferiore"<br>"Nessun altro?"<br>"Nessuno."<br>"E si chiama?"<br>"Il signor d'Artagnan, ex luogotenente dei moschettieri di Vostra Maestà"<br>Anna d'Austria arrossì, Mazzarino diventò giallo di vergogna, Luigi XIV si fece cupo e una goccia di sudore cadde dalla sua fronte pallida.<br>"Che uomini!", mormorò.
*Destinato a tutta prima al commercio, Colbert era stato commesso presso un mercante di Lione, che aveva poi lasciato per recarsi a Parigi nello studio di un procuratore allo Chatelet, chiamato Biterne. In tal modo, aveva appreso l'arte di preparare un bilancio e l'arte più preziosa d'imbrogliarlo.
*Allora, per finirla con quello sguardo da inquisitore che bisogna far abbassare ad ogni costo, come ad ogni costo un generale riduce al silenzio una batteria che lo disturba, Aramis stende la sua bella mano bianca, nella quale riluce l'ametista dell'anello pastorale, fende l'aria col segno della croce e fulmina i sui due amici con la sua benedizione.<br>Forse, distratto dai propri pensieri, empio a sua insaputa, d'Artagnan non si sarebbe affatto inchinato a quella santa benedizione; ma Porthos s'è accorto della distrazione dell'amico, e, appoggiando affettuosamente la sua mano sulla schiena del moschettiere, lo schiaccia verso terra.<br>D'Artagnan si piegò: ci volle poco che non cadesse bocconi. Intanto Aramis è passato. D'Artagnan, come Anteo, non ha fatto che toccare la terra, e si rivolge verso Porthos pronto a litigare.
*"Buongiorno, signor d'Artagnan. Parlavamo di Belle-Isle sul Mare", disse Fouquet con quell'arte del mondo e quella scienza dello sguardo che richiedono metà della vita per impararle bene, e a cui certa gente, nonostante tutto il suo studio, non arriva mai.
*Aramis, l'abbiamo detto, era ancora alzato. Comodamente avvolto in una veste da camera di velluto, scriveva lettere su lettere, con quella scrittura così fine e così densa che d'una pagina fa un quarto di volume.
*Monsieur era troppo gran signore per notare un tal particolare. Non c'è nulla d'efficace come l'idea ben stabilita della propria superiorità per assicurare l'inferiorità dell'uomo che ha una tale opinione di sé.
*"Lo so, e ho agito di conseguenza: niente spazio, niente comunicazioni, niente donne, niente gioco, ma, adesso, è d'un patetico che non vi so dire", aggiunse Aramis con uno di quei sorrisi che appartenevano solo a lui, "vedere come i giovani cerchino di divertirsi, e come, di conseguenza, simpatizzino per colui che paga i divertimenti"
*Però Dio è tanto buono per gli errori giovanili, tutto quello che è amore, anche amore colpevole, trova così facilmente grazia ai suoi sguardi paterni, che all'uscir dalla messa Luigi, levando gli occhi al cielo, poté vedere, attraverso gli strappi di una nuvola, un angolo del tappeto azzurro che è calpestato dal piede del Signore.
*E Porthos si fece severo.<br>"E la botola, signore", disse, "e la botola?"<br>Di Sant-Agnan divenne estremamente pallido. Buttò indietro la sedia in tal modo, che Porthos, con tutta la sua ingenuità, s'accorse che il colpo aveva fatto centro.<br>"La botola", mormorò il conte.<br>"Ebbene, signore, datene una spiegazione, se potete", fece Porthos scuotendo il capo.<br>Di Sant-Agnan abbassò la fronte.<br>"Oh! sono tradito!", mormorò; "si sa tutto!"<br>"Si sa sempre tutto", replicò Porthos, che non sapeva nulla.
*"No, è l'impotenza! Abbiamo forse la pretesa di prendere, in tre, la Bastiglia?"<br>"Se ci fosse d'Artagnan", esclamò Porthos, "non dico di no."<br>Raul fu preso d'ammirazione davanti a quella fiducia, eroica tanto era candida. Erano quelli gli uomini famosi che, in tre o quattro, affrontavano eserciti o attaccavano fortezze! Uomini che avevano spaventato la morte e che, sopravvissuti a tutto un secolo ormai in dissoluzione, erano ancora più forti dei più forti giovani del giorno.
*Baisemeaux impallidì di fronte a quella fredda sicurezza. Gli parve che la voce di Aramis, così gaia e sorridente poco prima, fosse divenuta funebre e sinistra; che i ceri dei candelabri si fossero cambiati in ceri da cappella sepolcrale; che i bicchieri di vino si fossero trasformati in calici di sangue.
*Ad un tratto, il capo del giovane si inchinò. Il suo pensiero ridiscese sulla terra. il suo sguardo si indurì, la fronte gli si coprì di rughe, la bocca assunse una espressione di feroce risolutezza; poi il suo sguardo divenne fisso ancora una volta; ma ora rifletteva la fiamma dei mondani splendori; ora somigliava allo sguardo di Satana sulla montagna, quando passava in rivista i regni e le potenze della terra per sedurre Gesù.
*"Colpite, Porthos!", risuonò la voce sepolcrale di Aramis.<br>Porthos mandò un gran sospiro, ma obbedì.<br>La sbarra di ferro calò verticalmente sul capo di Biscarat, che fu ucciso prima ancora di finire il suo grido. Poi la leva formidabile si alzò e si abbassò dieci volte in dieci secondi, e fece dieci cadaveri.
*Ed ora cercate in questa tomba ardente, in questo vulcano sotterraneo, cercate le guardie del re dagli abiti azzurri gallonati d'argento.<br>Cercate gli ufficiali splendenti d'oro, cercate le armi su cui essi avevano contato per difendersi, cercate le pietre che li hanno uccisi, cercate il suolo che li sosteneva.<br>Un solo uomo ha fatto di tutto questo un caos più confuso, più informe, più terribile del caos che esisteva un'ora prima che Dio avesse avuto l'idea di creare il mondo.
*Per un istante, le braccia di Porthos si piegarono; ma l'ercole riunì tutte le forze, e si videro le due pareti della prigione, in cui era sepolto, aprirsi lentamente fargli largo. Per un attimo, apparve in quella cornice di granito, simile all'angelo antico del caos;
==''La regina Margot''==
===[[Incipit]]===
Il lunedì, diciottesimo giorno del mese di agosto 1572, vi era festa grande al Louvre. Le finestre dell'antico palazzo reale, sempre tanto cupe, erano sfarzosamente illuminate; le piazze e le vie attigue, di solito tanto deserte sin da quando a Saint-Germain-l'Auxerrois erano suonate le nove, erano, benché fosse mezzanotte, affollate di gente.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''La regina Margot'', BUR Rizzoli, Milano 2017, Traduzione di M. Dazzi}}
===Citazioni===
*{{NDR|su [[Margherita di Valois]]}} La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della corona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa familiarità il re Carlo IX chiamava sempre ''mia sorella Margot''. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Caterina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle donne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in italiano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicendo nel suo entusiasmo:<br>«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».<br>Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla giovane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecondi. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'avvenire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indirizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:<br>«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».<br>La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poiché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buona coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pensiero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois. (pp. 26-27)
==''La signora di Monsoreau''==
===[[Incipit]]===
La sera della domenica di carnevale del 1578, nel magnifico palazzo dei Montmoreney, situato quasi in faccia al Louvre, ma sull'altra riva della Senna, si svolgeva una sontuosa festa per celebrare le nozze di Francesco d'Epinay di Saint-Luc, intimo e favorito del re Enrico III, con Giovanna di Cossé-Brissac, figlia del Maresciallo di Francia.
===Citazioni===
*[...] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia. (p. 9)
*No, non è il [[anima e corpo|corpo]] che è ammalato. È l'[[anima e corpo|anima]]! Piuttosto che un medico... un confessore. (p. 37)
==''Lo Schiaccianoci''==
===[[Incipit]]===
Vi fu un tempo a [[Norimberga]] un presidente assai famoso, il dottor Silberhaus, nome che in tedesco significa «casa d'argento». Il presidente aveva un figlio e una figlia: Fritz di nove anni, e Maria di sette e mezzo: due bambini simpaticissimi, ma molto diversi per carattere e per aspetto fisico, tanto che era difficile credere, così a prima vista, che potessero essere fratelli. Fritz era grassottello, spaccone e piuttosto birichino: faceva le bizze alla minima contrarietà, convinto come era che tutto fosse stato creato per il suo divertimento e per sottostare ai suoi capricci; e restava di questa opinione finché il dottor Silberhaus, stanco delle sue grida, dei suoi pianti e del suo batter di piedi, usciva dallo studio e, levando il dito all'altezza del sopracciglio aggrottato, si limitava a esclamare: – Signor Fritz!...
===Citazioni===
*[[Norimberga]] è una città della [[Germania]] famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra, a meno che non succeda a loro come agli abitanti di [[Ostenda]] che le ostriche a ceste piene se le vedono soltanto passare sotto il naso. (p. 11)
*''A perpendicolo | ticchetta il [[orologio a pendolo|pendolo]], | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà''. (p. 45)
*''Sorella, un pezzetto di lardo | per me devi avere riguardo, | anch'io come te son regina | e gusto la buona cucina.'' (p. 50)
*''Dal tuo consorte uccisi, senza peccati o torti, | i miei figli e nipoti ormai son tutti morti, | ma guai a te, regina! | ché sul bimbo regale da te tanto aspettato | sul tuo tenero amore ho già deliberato | di far la mia vendetta! | Tuo marito ha fortezze, ha cannoni e soldati, | consiglieri e ministri illustri e illuminati, | e tu hai ciò che chiedi. | La regina dei topi non ha nulla, però | denti aguzzi e potenti la sorte le donò | da usar contro i tuoi eredi!'' (p. 56)
==''Mastro Adamo il calabrese''==
===[[Incipit]]===
Se i nostri lettori provano qualche curiosità per gli episodi, della veridica storia che stiamo per raccontare è necessario che abbiano la compiacenza di seguirci in Calabria dove li abbiamo già condotti due volte, la prima per raccontare loro le avventure di Cherubino e Celestino, la seconda per farli assistere alla morte di Murat.
===Citazioni===
*La [[Calabria]] è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti. (p. 7)
*Era un vecchio uomo felice mastro Adamo; una di quelle persone facile a illuminarsi e che si aprono naturalmente alla speranza ed alla gioia come i fiori.
*In effetti l'[[posta|ufficio postale]] sembrava una di quelle case miracolose trasportate dagli angeli come il duomo della madonna di Loreto.
*Non c'era nessun dubbio sulla decisione. Le urla di: Viva la [[Maria|Madonna]]! Abbasso gli sbirri! risuonarono da ogni lato e le povere guardie, richiamate dai diversi luoghi dove vegliavano da otto giorni con una tenacia ed un coraggio degni di maggior ricompensa, partirono la stessa notte per Monteleone.
==''Pascal Bruno''==
===[[Incipit]]===
Bellini era di Catania. La prima cosa che i suoi occhi, aprendosi, avevano visto, erano state le onde che, dopo aver bagnato le mura di Atene, vengono a spegnersi melodiosamente sulle rive di un'altra Grecia; e l'Etna favolosa e antica, sui cui fianchi vivono ancora, dopo diciotto secoli, la mitologia di Ovidio e i racconti di Virgilio. Ecco perché l'indole di Bellini era tra le più poetiche che si potessero incontrare; e il suo genio, che bisogna apprezzare con il sentimento e non giudicare con la ragione, un canto eterno, dolce e malinconico come un ricordo; un'eco simile a quella che se ne sta assopita nei boschi e sulle montagne, e che sussurra appena fino a quando il grido delle passioni e del dolore non venga a svegliarla. Bellini era l'uomo che faceva al caso mio. Aveva lasciato la Sicilia ancora giovane, e dell'isola nativa gli era rimasta una memoria crescente, dentro la quale custodiva religiosamente, lontano dai luoghi in cui era cresciuto, i ricordi poetici dell'infanzia.
===Citazioni===
* Era un giovane di venticinque ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla; una giacca di velluto con bottoni d'argento; pantaloni della stessa stoffa e con le stesse guarnizioni, stretti alla vita da una fascia di seta rossa con ricami e frange verdi come quelle che si fanno a Messina, a imitazione di quelle lavorate in Oriente. Infine, gambaletti e scarpe di cuoio completavano il costume montanaro, che non mancava di una certa eleganza e che sembrava fatto apposta per mettere in risalto le belle e armoniose forme del corpo di chi lo indossava. Il volto era di una bellezza selvaggia: aveva tratti fortemente marcati propri dell'uomo meridionale, occhi arditi e fieri, capelli e barba neri, naso aquilino e denti perfetti.
==''Vent'anni dopo''==
===[[Incipit]]===
In una delle stanze del Palazzo del Cardinale, che noi già conosciamo, vicini ad una tavola con gli angoli d'[[argento]] dorato, piena di carte e di libri, era seduto un uomo con la testa appoggiata sulle mani. Proprio dietro di lui era un vasto camino, rosso dal fuoco ed i cui tizzoni cadevano sopra larghi alari dorati. La luce di quel focolare schiariva di dietro le magnifiche vesti di quel meditabondo, illuminato davanti ad un candelabro carico di lumi.<br>Al vedere quella zimarra rossa e quei vistosi merletti, al vedere quella fronte pallida curvata sotto la meditazione, la solitudine di quel gabinetto, il silenzio delle anticamere, i passi misurati della guardia sul pianerottolo si sarebbe potuto credere che l'ombra del cardinale Richelieu fosse ancora nella stanza. <br>Era Mazzarino. Ora Mazzarino era solo, e si sentiva debole. <br>
– Straniero! Mormorava, Italiano! Ecco la gran parola! <br>Con questa parola hanno assassinato Concini, e, se li lasciassi fare, mi assassinerebbero come lui, sebbene non abbia loro fatto altro male che pelarli un poco. Infingardi! Non vedono dunque che il loro nemico non è questo italiano che parla male il francese, ma bensì coloro che hanno il talento di dir loro delle belle parole con un purissimo e buon accento parigino. Sì, sì, continuò il ministro con un fiero sorriso, sì, i vostri clamori me lo dicono, la sorte dei favoriti è precaria; ma se sapete ciò, dovete pure sapere che io non sono un favorito ordinario. Il conte d'Essex aveva uno splendido anello, ricco di diamanti [...]<br>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001}}
===Citazioni===
*Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare. (Lucchi 1968)
*Ma l'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità. (Lucchi 1968)
*"E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile." (cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Garibaldi e Montevideo''===
Al viaggiatore che viene d'Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L'una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la ''matriz'', come la si chiama; l'altra poi di massi e verdura, su cui s'innalza un faro, vien detta il ''Cerro''.
===''Robin Hood''===
Era il tramonto di un giorno di primavera dell'anno di grazia 1162, sotto il regno di Enrico II Plantageneto. Due uomini a cavallo percorrevano i sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham; essi apparivano sfiniti almeno quanto le loro cavalcature.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
===''Storia di uno schiaccianoci''===
''Norimberga, 2010.''<br>
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e... Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.<br>
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:<br>
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
==Citazioni su Alexandre Dumas==
*I due Dumas hanno capovolto la teoria dell'economia. Il padre è stato il prodigo, e il figlio è stato l'avaro. ([[Jules Renard]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Alexandre Dumas, ''Ascanio'', Adriano Salani Editore, Firenze 1930.
*Alexandre Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/53485/53485-h/53485-h.htm Garibaldi e Montevideo]'', F. Manini, 1859.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, Rizzoli, 1998.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, introduzione di Umberto Eco, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817009676
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Gaia Panfili, Donzelli, 2010. ISBN 8860364035
*Alexandre Dumas, ''Il visconte di Bragelonne'', Tipografia Editoriale Lucchi, Milano 1964.
*Alexandre Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di A. Beltramelli, Mondadori, 2004.
*Alessandro Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/60641/60641-h/60641-h.htm I tre moschettieri]'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853.
*Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975.
*Alexandre Dumas, ''[https://web.archive.org/web/20130603210423/http://ed.espresso.repubblica.it/speciali_web/2013/igrandiromanzi/itremoschettieri.epub I tre moschettieri]'', introduzione e traduzione di Guido Paduano, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2013.
*Alexandre Dumas, ''La regina Margot'', traduzione di Maria Dazzi, BUR, Milano, 2008.
*Alexandre Dumas, ''La signora di Monsoreau'', traduzione di Luigi A. Garrone, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1937.
*Alexandre Dumas, ''Lo Schiaccianoci'' (''Histoire d'un casse-noisette''), traduzione di Antonio Lugli, EDIPEM, Novara 1974.
*Alexandre Dumas, ''Mastro Adamo il calabrese'', traduzione di A. Coltellaro, Pellegrini Editore, 1999.
*Alexandre Dumas, ''Pasquale Bruno'' (''Romanzo storico siciliano''), traduzione di C. Rizza, La Zisa Edizioni. ISBN 978-8881280421
*Alexandre Dumas, ''Storia di uno schiaccianoci (liberamente tratta dal racconto di Alexandre Dumas)'', traduzione e cura di Gabriella Messi, Edizioni Angolo Manzoni, 2010. ISBN 9788862040761
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di U. Caimpenta, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1968.
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Viaggio in Calabria'', traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 1996. ISBN 884981545X
==Voci correlate==
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
*''[[I tre moschettieri (film 1993)|I tre moschettieri]]'' – film 1993
*''[[La regina Margot]]'' – film 1994
*''[[La maschera di ferro (film 1998)|La maschera di ferro]]'' – film 1998
==Altri progetti==
{{interprogetto|s2=fr:Auteur:Alexandre Dumas|s2_lingua=francese}}
===Opere===
<!--====Ciclo dei Valois====
{{Pedia|La regina Margot (romanzo)|''La regina Margot (romanzo)''|}}
{{Pedia|La signora di Monsoreau (romanzo)|''La signora di Monsoreau (romanzo)''|}}
{{Pedia|I quarantacinque (romanzo)|''I quarantacinque (romanzo)''|}}
====Ciclo di Richelieu e di Mazzarino====-->
{{Pedia|I tre moschettieri||(1844)}}
{{Pedia|Vent'anni dopo|''Vent'anni dopo''| (1845)}}
{{Pedia|Il visconte di Bragelonne|''Il visconte di Bragelonne''| (1850)}}
<!--====Ciclo di Maria Antonietta e della rivoluzione====
{{Pedia|Giuseppe Balsamo (romanzo)|''Giuseppe Balsamo (romanzo)''|}}
{{Pedia|La collana della regina (romanzo)|''La collana della regina (romanzo)''|}}
{{Pedia|Angelo Pitou (romanzo)|''Angelo Pitou (romanzo)''|}}
{{Pedia|La contessa di charny (romanzo)|''La contessa di Charny (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)|''Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)''|}}
====Ciclo della Repubblica Partenopea====
{{Pedia|Luigia Sanfelice (romanzo)|''Luigia Sanfelice (romanzo)''|}}
====Romanzi vari====-->
{{Pedia|Il Conte di Montecristo|''Il Conte di Montecristo''| (1844)}}<!--
{{Pedia|Robin Hood (romanzo)|''Robin Hood (romanzo)''|}}
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[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]
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2022-07-26T17:49:19Z
Sun-crops
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/* I tre moschettieri */ Reintroduco l'incipit rimosso: non ci sono motivi per rimuoverlo. Se non si è d'accordo, si consulti, per cortesia, un amministratore
wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Alexandre Dumas.jpg|thumb|Alexandre Dumas]]
'''Alexandre Dumas''' (1802 – 1870), scrittore e drammaturgo francese.
==Citazioni di Alexandre Dumas==
*Abitualmente comincio un libro solo dopo ch'è stato già scritto.
:''En général, je ne commence un livre que lorsqu'il est écrit''.<ref>Da ''Propos d'art et de cuisine''.</ref>
*C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."<ref>Da ''I Mohicani di Parigi'', 1854; vedi anche [[w:Cherchez la femme|la voce]] in Wikipedia.</ref>
:''Il y a une femme dans toutes les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis:'' Cherchez la femme!.
*Chi legge la [[storia]], se non gli [[storico|storici]] quando correggono le loro bozze?<ref>Da ''Il corricolo''.</ref>
*Ci sono certe città sconosciute il cui nome, per inattese, terribili, clamorose catastrofi, talvolta acquista improvvisa fama europea e che s'ergono in mezzo al secolo come una di quelle paline storiche piantate dalla mano di Dio per l'eternità: tale è il destino di [[Pizzo Calabro|Pizzo]]. Senza annali nel passato e probabilmente senza storia nell'avvenire, essa vive sulla sua gloria di un giorno ed è diventata una delle stazioni omeriche dell'Iliade napoleonica. Infatti è noto che fu nella città di Pizzo che [[Gioacchino Murat]] venne a farsi fucilare, là che quest'altro Aiace trovò una morte oscura e cruenta.<ref>Da ''Viaggio in Calabria''.</ref>
*{{NDR|In ricordo di Emma Mannoury-Lacour}} Credo proprio che tre quarti del mio cuore, se non il cuore intero, siano morti con lei.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2004.</ref>
*Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la [[barba]] alle [[donna|donne]] perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.<ref>Citato in Franco Fossati, ''Chi dice donna...'', Armenia, 1987, p. 41. ISBN 8834401786.</ref>
*E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?<ref>Da ''Kean o Genio e sregolatezza'', IV, 2.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*{{NDR|[[Francesco Mario Pagano]]}} Godeva di una grande reputazione e la meritava sotto tutti i rapporti. [...] La dolcezza della sua parola, la soavità della sua morale l'avea fatto soprannominare il Platone campano, ancora giovane aveva scritto la giurisdizione criminale opera che fu tradotta in tutte le lingue, e che fu menzionata dall'assemblea nazionale francese.<ref>Da ''I Borboni di Napoli: Vol. III'', Napoli, 1862, p. 10-11.</ref>
*L'[[orgoglio]] ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'[[invidia]].
:''L'orgueil a presque toujours une compagne encore pire que lui: cest l'envie''.<ref>Da ''Le Roi des quilles- racconto per bambini'', 1859.</ref>
*La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]] bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.<ref>Da ''I Borgia''; citato in [[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Oscar Mondadori, 2007, p. 264.</ref>
*Nulla riesce meglio del [[successo]], che è la calamita morale che tutto attira a sé.<ref>Da ''Il corricolo''.</ref><ref name=e />
*Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se [[Napoli]] non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.<ref>Dal giornale ''L'Indipendente'' del 19 dicembre 1862.</ref>
*Tutto il delitto della prima {{NDR|[[Eleonora Pimentel Fonseca]]}} fu d'esser una {{sic|patriotta}} ardente; d'aver prima d'ogni altro levato il grido di libertà, quando la libertà apparve in Napoli; d'aver fondato il ''Monitore {{sic|Napolitano}}''. Questo delitto bastò a mandarla al patibolo, anzi alla forca.<br>Per un'oscena cortesia del tribunale verso la plebaglia {{sic|napolitana}}, la forca era alta trenta piedi.<br>Eleonora Pimentel camminò al supplizio col sorriso sulle labbra; nel lasciar {{sic|la}} carcere aveva bevuto una tazza di caffè: nel giunger a piè della forca, le fu chiesto se desiderava qualcosa: avevano l'ordine di accordarle l'ultima sua domanda: speravasi che chiederebbe la vita.<br> – Datemi un paio di mutande, disse.<br>Lucrezia<ref>Allusione alla Lucrezia romana, moglie di Collatino, suicida per l'oltraggio di Sesto Tarquinio.</ref> non avrebbe nulla trovato di meglio.<ref>Da ''[https://archive.org/details/bub_gb_Ty7nnZyBCFMC/page/n6/mode/1up Da Napoli a Roma]'', traduzione di Eugenio Torelli, Stabilimento tipografico del Plebiscito, Napoli, 1863, cap. III, p. 71.</ref>
==''Ascanio''==
===[[Incipit]]===
Alle quattro pomeridiane del 10 luglio dell'anno di grazia 1540, un bel giovane, alto, bruno con grandi occhi neri, vestito con elegante semplicità e armato soltanto d'un pugnaletto dal manico mirabilmente cesellato, stava presso la pila dell'acqua benedetta che è sull'entrata della chiesa dei Grandi Agostini, nel recinto dell'Università di Parigi.<br>Questo giovane, senza dubbio per pia umiltà, non si era mosso dal suo posto per tutta la durata dei vespri, e a fronte china, in atteggiamento di dovuta contemplazione, aveva mormorato non so quali parole, forse le preghiere, poiché le aveva dette a voce tanto bassa, che soltanto lui e Dio potevano sapere ciò che egli dicesse.
===Citazioni===
*V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina. (p. 205)
*Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede. (p. 205)
==''I tre moschettieri''==
===[[Incipit]]===
====Giuseppe Aventi====
Il primo lunedì dell'aprile 1625, il borgo di Meung, che diede i natali all'autore del ''Romanzo della Rosa'', era in preda al più grande disordine, come se vi fossero capitati gli Ugonotti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, nel veder le donne scappare verso la Strada Grande, e nel sentir gli strilli dei bambini sugli usci delle case, si affrettavano a indossare la corazza, e fortificando la loro risolutezza un po' dubbia, con un moschetto o una partigiana, si avviavano alla locanda del Buon Mugnaio, davanti alla quale c'era un gruppo compatto, chiassoso e pieno di curiosità, che ingrossava di momento in momento.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}utT5qmal_gIC I tre moschettieri]'', traduzione di Giuseppe Aventi, Rizzoli, 2010. ISBN 88-58-61145-6}}
====Maria Bellonci====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 nella città di Meung (dove nacque l'autore del ''Roman de la rose''), sembrava che fosse scoppiata una violenta rivoluzione come se stessero arrivando gli ugonotti per una seconda La Rochelle. Molti cittadini, vedendo le donne precipitarsi verso la strada principale e sentendo i bambini gridare sulle porte di casa, corsero ad armarsi, e, resi più sicuri dal loro moschetto o dalla loro alabarda, si diressero verso l'osteria del ''Franc Meunier'' dove stava ammassandosi, di minuto in minuto più fitta, una folla vociante e curiosa.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}gztjEAAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Maria Bellonci]], Giunti, 2010. ISBN 8809753570}}
====Antonio Beltramelli====
Il primo lunedì del mese d'aprile del 1625, il borgo di Meung, dove nacque l'autore del ''Romanzo della Rosa'', sembrava essere in piena rivoluzione, come se gli ugonotti fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Parecchi abitanti, vedendo le donne fuggire verso la Grande-Rue e sentendo i bimbi strillare sulle soglie, si affrettarono a indossare la corazza e, puntellando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossando di minuto in minuto, un gruppo di persone compatto, rumoroso e molto incuriosito.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}uuN_DQAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Antonio Beltramelli]] revisionata da Stefano Mazzurana, Mondadori, 2016. ISBN 8852077920}}
====Angiolo Orvieto====
Il primo lunedì del mese d'aprile 1625 il borgo di Méung ove nacque l'autore del Romanzo della Rosa, sembrava esser in una così completa rivoluzione, come se gli ugonotti vi fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Molti borghigiani vedendo correre le donne lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sul limitare delle porte, si sollecitavano ad indossare la corazza, equilibrando il loro portamento alquanto incerto col mezzo di un moschetto o di una partigiana, o dirigendosi verso l'osteria del Franc-Meunier, davanti alla quale si affrettava ed ingrossava di minuto in minuto, un gruppo compatto, rumoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853}}
====Guido Paduano====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 la cittadina di Meung, dove nacque l'autore del ''Roman de la Rose'', sembrava completamente sconvolta, come se gli ugonotti fossero venuti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, vedendo fuggire le donne dalla parte della Grande-Rue e sentendo piangere i bambini sulle porte, si affrettarono a indossare la corazza e, rafforzando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossandosi di minuto in minuto, una folla compatta, rumorosa e curiosa.
====C. Siniscalchi====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 il borgo di Meung sembrava in aperta rivoluzione come se gli Ugonotti, vi fossero venuti a formare una seconda Rocella. Diversi borghesi, vedendo le donne fuggire lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sulla soglia delle porte, si affrettavano ad indossare la corazza, ed animando il loro coraggio, sebbene poco marziale con un moschetto od una partigiana, correvano tutti verso l'albergo del Franc-Meunier, dinanzi al quale si stipava un gruppo compatto, clamoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975}}
===Citazioni===
*Quest'altro moschettiere formava un perfetto contrasto con colui che lo interrogava e che gli aveva dato il nome di Aramis. Era un giovane di ventidue o ventitré anni appena, dall'espressione candida e dolce, dall'occhio nero e mite e dalle gote rosee e vellutate come una pesca d'autunno; i suoi baffi sottili disegnavano sul labbro superiore una linea perfettamente diritta, le sue mani pareva evitassero di abbassarsi per timore di fare un po' gonfie le vene, e di tanto in tanto lo si vedeva pizzicarsi l'orlo delle orecchie, per mantenerle di un incarnato tenero e trasparente. Per abitudine, egli parlava poco e con lentezza, salutava molto, rideva senza far strepito e mostrando i denti, di cui pareva avere molta cura come il resto della persona. (cap. II ''L'anticamera del signor Tréville'')
*Il [[coraggio]] incute rispetto anche ai nemici. (cap. V)
*[...] tutti per uno e uno per tutti [...]. {{NDR|[[Motti dai libri|motto]]}} (d'Artagnan: cap. IX, 2013)
*— Se poteste vedere nel mio cuore allo scoperto, — disse d'Artagnan — vi leggereste tanta curiosità che avreste pietà di me, e tanto amore che dareste subito soddisfazione alla mia curiosità. Da coloro da cui si è amati non c'è nulla da temere. (cap. XI ''L'intrigo si aggroviglia'')
*L'[[amore]] è la più [[egoismo|egoistica]] di tutte le passioni. (cap. XII)
*— Milord, — esclamò [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|la regina]] — voi dimenticate che io non ho mai detto di amarvi.<br />— Ma nemmeno mi avete detto che non mi amavate, e veramente dirmi tali parole sarebbe, da parte della Maestà Vostra, un'ingratitudine troppo grande. Poiché, dove troverete, ditemi, un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita? ('''[[George Villiers, I duca di Buckingham|Duca di Buckingham]]''' cap. XII)
*In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu]], non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle. (cap. XIV ''L'uomo di Meung'')
*D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini. (Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore. cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*— Noialtri diciamo: fiero come uno [[Scozia|scozzese]], — mormorò Buckingham.<br />— E Noi. fiero come un [[Guascogna|guascone]], — disse di rimando D'Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia. (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*Ogni [[falsità]] è una [[maschera]], e per bene che sia fatta la maschera, con un po' d'attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso. (cap. XXV, 2013)
*[...] nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il [[silenzio]] è l'ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d'un daino ferito. (Aramis: cap. XXVI, 2013)
*[...] l'[[amore]] è una lotteria dove chi vince vince la morte. (Athos: cap. XXVII, 2013)
*[...] si domandano [[consigli]] solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. (Athos: cap. XXXIV, 2013)
*Milady sorrise di un sorriso strano.<br />— Così, voi mi amate? — disse.<br />— Ho forse bisogno di dirvelo? Non ve ne siete accorta?<br />— Oh, sì, ma come sapete, i cuori più fieri sono più difficili da conquistare.<br />— Oh, le difficoltà non mi sgomentano — disse d'Artagnan; — temo solo le cose impossibili.<br />— Non c'è nulla di impossibile, — disse Milady — per un vero amore. (cap. XXXVI ''Sogno di vendetta'')
*Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi, signore, e voi siete uomo di spirito. (''[[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]''; cap. XL ''Una visione terribile'')
*[...] ci prendono per pazzi o per [[eroi]], due categorie di imbecilli molto simili tra loro. (Athos: cap. XLVII, 2013)
*La [[vita]] è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l'avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin. (Athos; cap. XLVIII ''Affare di Famiglia'')
*L'[[amore]] è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione. (cap. LVI)
*Il latore del presente ha fatto quello che ha fatto per ordine mio e per il bene dello Stato. 3 dicembre 1627 RICHELIEU (2003, p. 427)
===Citazioni su ''I tre moschettieri''===
*Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''Trois mousquetaires'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo. ([[Benedetto Croce]])
*Il romanzo ''I tre moschettieri'' è una serie ininterrotta di vendette, dal principio alla fine. C'è una vendetta ad ogni pagina. Ogni tanto, una esaltazione tutta esplicita della vendetta, definita qualche volta come "le plaisir des dieux", il piacere degli Dei. ([[Beniamino Placido]])
*In questa favola, Alessandro Dumas sfoggia non poche qualità del grande scrittore: e non delle secondarie. In primo luogo una sovrana impudenza; un insieme di complicità ed oltraggio nei confronti del lettore; nessun patetismo, neppure quando ricorre a situazioni obiettivamente patetiche: giacché nelle sue mani anche la morte dell'innocente si fa avventura, è «divertente». E ancora, il gusto del gioco, della mistificazione; l'onesta carenza morale, che ci rassicura che nei labirinti di questa deliziosa macchinazione non si nasconde la pia frode di un messaggio; una nobile guitteria, che gli detta la mossa esatta per scatenare la saggiamente consenziente credulità del pubblico, e che insieme proibisce qualsiasi identificazione emotiva: il lettore è tenuto a bada nel momento stesso in cui è affascinato; è e deve restare spettatore. ([[Giorgio Manganelli]])
===[[Pietro Citati]]===
*Il personaggio di d'Artagnan è uno dei più straordinari ritratti simbolici della prima parte del secolo. Athos è degno di Dostoevskij. Milady è una bellissima creatura del male. E quella leggerezza, che ci trascina di pagina in pagina, non nasce soltanto da una natura felice, ma da una squisita arte intellettuale.
*Non credete ai denigratori. ''I tre moschettieri'' emana un vero profumo storico: non meno di ''Guerra e Pace''; un profumo che Dumas ricava con astuzia e grazia dalle memorie, dalle lettere e dai romanzi del primo Seicento.
*Come in una cavalcata fantastica, tutta la geografia, la storia e la letteratura della Francia, sfilano davanti ai nostri occhi. Conosciamo i guasconi, i piccardi, i normanni, gli abitanti del Berry, e il loro dialetto, che il colto Aramis si rifiuta di capire; e quanti paesi e chiese e osterie sorvolate dal vento dell'avventura. C'è Parigi, avvolta da una nebbia cupa. I moschettieri bevono generosamente, attaccano briga, pagano malvolentieri i conti degli osti, come gli eroi di Rabelais e di Scarron. ''Il borghese gentiluomo'', ''L'Avaro'' e ''Il Barbiere di Siviglia'' ci fanno conoscere i loro lacchè e le loro soubrettes, che danzano ancora per noi. Abbiamo mercanti e avvocati, avidi e sordidi come nel ''Romanzo borghese'' di Furetière. Aramis ci ricorda la mondanità preziosa degli abati. Gli epigrammi della tradizione moralistica francese brillano alla fine di ogni capitolo. Poi il tempo cambia. Entriamo nella Parigi del primo Ottocento, nei teatri e nei piccoli giornali. C'è qualche traccia della sapienza filosofica e fisionomica di Balzac. E il giovane d'Artagnan, che a diciott'anni arriva dalla Guascogna per far fortuna, l'abbiamo già incontrato nelle vesti di Gil Blas e di Jacob: l'abbiamo ritrovato in quelle di Lucien de Rubempré e di Julien Sorel, che come lui cercano di conquistare la Francia.
*Non so se Dumas avesse letto Baltasar Gracián: una parte dei ''Tre moschettieri'' ha un sapore che ci ricorda, sebbene mescolato e manipolato dall'"abile irrigatore", le massime del gesuita spagnolo. Il Seicento si incarna nella figura del cardinale di Richelieu, per il quale Dumas ha una vera passione. Richelieu è la rapidità e l'astuzia, che solo d'Artagnan sa fronteggiare. Rappresenta gli ''Arcana imperii'': il segreto profondissimo del potere e la macchinazione; l'arte di spiare e di ascoltare i segreti.
*Ormai è tempo di riprendere in mano ''I tre moschettieri''. Non possiamo fermarci: gli oggetti non ci arrestano con il loro volume, e i personaggi sembrano (e non sono) formati di una sola dimensione. Tutto quello che, nella vita, ci sbarra il passo, viene trascinato dal volo velocissimo della fantasia. Il cavallo di d'Artagnan corre verso l'Inghilterra più rapido del nostro occhio che legge, le navi attraversano in un baleno i mari, Milady ripete le sue affascinanti menzogne, un'occhiata fa scoccare all'improvviso un amore... La leggerezza trionfa sul peso: la frivolezza sul significato, l'immaginazione sull'esperienza. Mentre leggiamo, rimbalzando di fatto in fatto, anche noi senza peso, tutto ci accade: siamo d'Artagnan e Richelieu, Buckingham e Athos, l'uomo dal mantello rosso e Milady, eppure nulla ci tocca e ci ferisce. Veloci come il vento, indenni e inconsapevoli come l'aria, attraversiamo senza conoscerle tutte le esperienze del mondo.
==''Il conte di Montecristo''==
===[[Incipit]]===
====Giovanni Ferrero====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi ''Pharaon'' che arrivava da Smirne, via Trieste e [[Napoli]].<br/> Come al solito, un pilota costiero partì immediatamente dal porto, costeggiò il castello d'If e raggiunse la nave tra il Capo Morgiou e l'isola di Rion. E tosto, come al solito, il belvedere del forte Saint-Jean si riempì di curiosi poiché a Marsiglia l'arrivo di un bastimento, soprattutto se è stato costruito, attrezzato e stivato nei cantieri della vecchia Fhochée e appartiene a un armatore della città, è sempre un grande avvenimento.<br/>
{{NDR|Alessandro Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001}}
====Emilio Franceschini====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre-alberi il ''Faraone'', che veniva da Smirne, Trieste e [[Napoli]].<br/> Com'è d'uso, un pilota costiere [''sic''] partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.<br>Contemporaneamente com'è egualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si ricoprì di curiosi; poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il ''Faraone'', si sapeva costrutto, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.<br/>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, RCS Libri, 1998}}
===Citazioni===
*I rossi sono buoni del tutto, o del tutto cattivi.
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi, quando la disgrazia del nemico oltrepassa i limiti della loro collera.
*Non sarei artista se non mi restasse qualche illusione.
*Siate in guardia: un consiglio è peggio d'un favore.
*A chi vuol male accade male.
*E' degli spiriti deboli vedere tutte le cose attraverso un velo nero.
*Un uomo dell'indole del Conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro un'apparente originalità, ma che uccide le anime elevate.
*"Morituri te salutant" (cit.)
*[...] le [[invenzione|invenzioni]] umane progrediscono dal composto al semplice, e il semplice è sempre la perfezione. (Dantès: Rizzoli)
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
*Negli [[affari]] non ci sono amici, solo soci.
*Vi capisco, Fernand; voi vi battereste con lui perché io non vi amo; voi incrocereste il vostro coltello catalano con il suo pugnale. Ma a che servirebbe? A perdere la mia amicizia se rimaneste vinto, a veder cambiarsi in odio la mia amicizia se vincitore. Credetemi, il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest'uomo. No, Fernand, non vi lascerete trasportare da così cattivi pensieri; se non mi potete avere in moglie, accontentatevi di avermi come amica e sorella.
*Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione. (cap. 8)
*Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico?
*Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo.
*Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che [[Ebe]] serviva alla tavola di [[Giove (divinità)|Giove]]. [...] Siete un uomo positivo, e l'[[oro]] è il vostro idolo? Gustate di questa, e le miniere del [[Perù]], di [[Gizerate]] e di [[Golgonda]] vi saranno aperte. Siete un uomo di immaginazione? Siete [[poeta]]? Gustate di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'[[infinito]], e passeggerete libero di [[cuore]], di spirito nei domini senza confine dell'ideale. Siete ambizioso? Correte dietro le grandezze della terra? Gustate di questa, e dopo un'ora sarete idealmente, non re di un piccolo regno nascosto in un angolo d'[[Europa]], come la [[Francia]], la [[Spagna]] o l'[[Inghilterra]], ma sarete il Re del mondo. Il vostro [[trono]] sarà eretto sopra le montagne di Satanasso, e senza aver bisogno di fargli omaggio, senza essere costretto a baciarne gli artigli, sarete il sovrano, padrone di tutti i regni della terra. [...] Una certa erba che li trasportava nell'[[Eden]], in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. [...] Questo è [[hashish]], tutto ciò che si fa di meglio e di più puro in hashish ad Alessandria, l'hashish d'Abou Gor, il gran confetturiere, l'uomo al quale si dovrebbe fabbricare un palazzo con questa iscrizione:<br /> AL MERCANTE DELLA FELICITÀ, IL MONDO RICONOSCENTE. (cap. 31, p. 235) <!--le due precedenti da http://worldpubliclibrary.org/eBooks/Wordtheque/it/aaadec.txt-->
*– Mercedes! – ripeté Montecristo. – Mercedes! Ebbene sì, avete ragione, mi è ancora dolce pronunciare questo nome… È la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona così chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome l'ho pronunciato con i sospiri della malinconia, con i gemiti del dolore, col la rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, rattrappito sulla paglia della mia prigione; l'ho pronunciato divorato dal caldo; l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del mio carcere. Mercedes, bisogna che mi vendichi perché ho sofferto per quattordici anni, ho pianto, ho maledetto. Ve lo ripeto Mercedes, bisogna che mi vendichi! E il conte di Montecristo, temendo di cedere alle lacrime di colei che aveva amato tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato.
*– Pazzo che fui – disse egli – A non strapparmi il cuore il giorno in cui giurai di vendicarmi! (Edmondo Dantès)
*Che cosa è la [[morte]] per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Edmondo Dantès)
*Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)
*«Non c'è alcuna speranza», rispose Faria, scuotendo la testa, «ma non importa. Dio vuole che l'uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l'amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.» (pg. 211)
*Certamente, quantunque meno espansiva, la gioia di Montecristo non era meno grande: la [[gioia]], per i cuori che hanno lungamente sofferto, è simile alla rugiada, cuore e terra assorbono la pioggia benefica, e niente appare al di fuori. (cap. XCI, ''Suicidio''; 2010, p. 743)
*Ci vuole la [[Disgrazia|sciagura]] per scavare certe miniere misteriose nascoste nell'intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere. Con la prigionia tutte le facoltà che fluttuavano qua e là si sono adunate in un sol punto, hanno colliso in uno spazio angusto, e voi lo sapete, dal cozzo delle nubi si genera l'elettricità, dall'elettricità la folgore, dalla folgore la luce. (Faria; Donzelli, p. 132)
*La [[filosofia]] non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. (Faria; Donzelli, p. 139)
*[Il] grande lago che chiamano il [[Mediterraneo]] [...]. (XXII; Donzelli, p. 177)
*«Ah, il [[duello]]!», esclamò il conte. «Sull'anima mia, risibile modo di raggiungere il proprio scopo, quando lo scopo è la vendetta! Un uomo vi ha rubato la vostra amante, un uomo ha sedotto vostra moglie, un uomo ha disonorato vostra figlia. Di una vita intera, che aveva il diritto di aspettarsi la parte di felicità che Iddio ha promesso a ogni essere umano nel crearlo, egli ha fatto un'esistenza di dolore, di miseria o d'infamia, e voi vi ritenete vendicato perché a quest'uomo, che vi ha gettato il delirio nella mente e la disperazione nel cuore, voi avete sferrato un fendente in petto o piazzato una pallottola in capo? Suvvia, dunque! Senza contare che spesso è costui a uscire trionfante dalla tenzone, mondato agli occhi del mondo e in qualche modo assolto da Dio. No, no – rincarò il conte – se mai dovessi vendicarmi, non è in questo modo che mi vendicherei». (Donzelli, p. 323)
*Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la [[società]] che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. (Il conte di Montecristo; LV; Donzelli, pp. 388-89)
===Citazioni su ''Il conte di Montecristo''===
*È forse il piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una giustizia trascendente in cui non crede più «sistematicamente». ([[Antonio Gramsci]])
*È il romanzo di una vendetta, ma è anche una descrizione impareggiabile del gran mondo parigino. Tutti i suoi nemici hanno fatto carriera, ma Dantès con ogni genere di astuzia riesce a stroncarli uno per uno. Tutti lo ammirano, tutti lo invitano, neppure la sua ex fidanzata, che ha sposato un alto funzionario, lo riconosce. Quando si deciderà a parlare?, ci chiediamo col fiato sospeso.<br>Siamo ben lontani da ''I tre moschettieri'', libro di cappa e spada più celebre e molto più sempliciotto. È Montecristo il vero eroe romantico creato dallo straripante Dumas. È a lui (se ci fosse una giustizia letteraria suprema) che andrebbe appesa la fama di Alexandre Dumas. ([[Carlo Fruttero]])
*Forse Edmond Dantès si sbagliava, e l'unica soluzione era non fidarsi e non sperare. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*''Il Conte di Monte-Cristo'' è una sterminata hilarotragedia, dove il riso e il delitto, il gioco e il Male Assoluto si sfiorano e si intrecciano. Il lieve tocco ironico, lo spirito settecentesco, l'allegretto sono presenti in ogni capitolo. ([[Pietro Citati]])
*– "''Il conte di Montecrisco''".<br />– "Montecristo", deficiente.<br />– Di Alessandro... Dum-azz... Due mazzi...<br />– È francese. Sì, si legge Dumas. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe, parla di un'evasione.<br />– Allora va messo nel settore didattico. O sbaglio? (''[[Le ali della libertà]]'')
*La prima parte di ''Montecristo'', fino alla scoperta del tesoro, è un pezzo perfetto di racconto a effetto; non c'è mai stato un uomo che abbia partecipato a queste commoventi avventure senza un fremito, eppure Faria è un personaggio di cartapesta e Dantès poco più di un nome. Il seguito non è che il dilungarsi di un errore, cupo, sanguinoso, innaturale e stupido; ma quanto a questi primi capitoli, non credo esista un altro volume nel quale si possa respirare la stessa inconfondibile atmosfera di romanzo. ([[Robert Louis Stevenson]])
*L'architettura del ''Conte di Monte-Cristo'' possiede una meravigliosa precisione ed esattezza. Non saprei dire se il libro sia composto di romanzi diversi, che la facoltà affabulatrice di Dumas fa coabitare: o se moltissimi fili narrativi procedano gli uni accanto agli altri, fino a riunirsi ed esplodere in spettacolosi colpi di scena. Dovunque regna l'enigma: la soluzione dell'enigma viene sospesa e rinviata; ora una pagina ci suggerisce cosa accadrà, ora una voce sotterranea ci fa capire che avverranno cose completamente diverse. Il racconto corre veloce, trascina gli ostacoli, attraversa i tempi e gli spazi, copre immense tele scriveva Sainte-Beuve – «senza stancare mai il pennello di Dumas né il suo lettore». ([[Pietro Citati]])
==''Il visconte di Bragelonne''==
===[[Incipit]]===
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco. <br>A quella vista i curiosi manifestarono con una franchezza affatto zotica il loro disprezzo per una preda così magra, e dopo una discussione sullo svantaggio della caccia al volo, ritornarono tutti alle loro occupazioni. <br>Monsignore montava un piccolo cavallo di bel portamento, con una larga sella di velluto rosso di Fiandra. Il cavallo era di color fulvo; la giubba di Monsignore era di color chermisi e soltanto dall'insieme di quel rossastro si poteva distinguere il principe tra i suoi due compagni, l'uno vestito di violetto, l'altro di verde. Quello a sinistra, vestito di violetto, era lo scudiero; quello a dritta, vestito di verde, era il cacciatore. <br>Uno dei paggi portava sopra un bastone due girifalchi, l'altro un corno da caccia nel quale soffiò a venti passi dal castello. <br>A quel segnale, otto guardie che passeggiavano al sole nella corte quadrata corsero a prendere le alabarde, e Monsignore fece il suo solenne ingresso nel castello. <br>Le otto guardie, le quali sapevano che il loro servizio era terminato per tutto il resto della giornata, si coricarono al sole, sopra le panchette di pietra; i palafrenieri scomparvero coi cavalli nelle scuderie, e, meno alcuni uccelli che si spaventavano a vicenda con acute strida tra i ciuffi di viole, si sarebbe detto che tutti dormissero. <br>A un tratto, in mezzo a quel dolce silenzio.
===Citazioni===
*Planchet aprì la finestra, come gli era stato prescritto, e la ventata di tumulto che s'ingolfò nella stanza, grida, stridor di ruote, abbaiamenti e passi, assordò anche d'Artagnan, come aveva desiderato.<br>Bevve, allora, un bicchiere di vino bianco, e incominciò in questi termini:<br>"Planchet, ho un'idea".<br>"Ah, signore, come vi riconosco!", rispose il droghiere, ansante d'emozione.
*"D'Artagran, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo."<br>"Ne ho il diritto."<br>"No, perché non conoscete l'avvenire."
*"Continuo", disse Luigi XIV. "È vero anche che un uomo solo abbia potuto penetrare fino a Monck, nel suo accampamento, e l'abbia portato via?"<br>"Quell'uomo aveva dieci ausiliari presi tra gente inferiore"<br>"Nessun altro?"<br>"Nessuno."<br>"E si chiama?"<br>"Il signor d'Artagnan, ex luogotenente dei moschettieri di Vostra Maestà"<br>Anna d'Austria arrossì, Mazzarino diventò giallo di vergogna, Luigi XIV si fece cupo e una goccia di sudore cadde dalla sua fronte pallida.<br>"Che uomini!", mormorò.
*Destinato a tutta prima al commercio, Colbert era stato commesso presso un mercante di Lione, che aveva poi lasciato per recarsi a Parigi nello studio di un procuratore allo Chatelet, chiamato Biterne. In tal modo, aveva appreso l'arte di preparare un bilancio e l'arte più preziosa d'imbrogliarlo.
*Allora, per finirla con quello sguardo da inquisitore che bisogna far abbassare ad ogni costo, come ad ogni costo un generale riduce al silenzio una batteria che lo disturba, Aramis stende la sua bella mano bianca, nella quale riluce l'ametista dell'anello pastorale, fende l'aria col segno della croce e fulmina i sui due amici con la sua benedizione.<br>Forse, distratto dai propri pensieri, empio a sua insaputa, d'Artagnan non si sarebbe affatto inchinato a quella santa benedizione; ma Porthos s'è accorto della distrazione dell'amico, e, appoggiando affettuosamente la sua mano sulla schiena del moschettiere, lo schiaccia verso terra.<br>D'Artagnan si piegò: ci volle poco che non cadesse bocconi. Intanto Aramis è passato. D'Artagnan, come Anteo, non ha fatto che toccare la terra, e si rivolge verso Porthos pronto a litigare.
*"Buongiorno, signor d'Artagnan. Parlavamo di Belle-Isle sul Mare", disse Fouquet con quell'arte del mondo e quella scienza dello sguardo che richiedono metà della vita per impararle bene, e a cui certa gente, nonostante tutto il suo studio, non arriva mai.
*Aramis, l'abbiamo detto, era ancora alzato. Comodamente avvolto in una veste da camera di velluto, scriveva lettere su lettere, con quella scrittura così fine e così densa che d'una pagina fa un quarto di volume.
*Monsieur era troppo gran signore per notare un tal particolare. Non c'è nulla d'efficace come l'idea ben stabilita della propria superiorità per assicurare l'inferiorità dell'uomo che ha una tale opinione di sé.
*"Lo so, e ho agito di conseguenza: niente spazio, niente comunicazioni, niente donne, niente gioco, ma, adesso, è d'un patetico che non vi so dire", aggiunse Aramis con uno di quei sorrisi che appartenevano solo a lui, "vedere come i giovani cerchino di divertirsi, e come, di conseguenza, simpatizzino per colui che paga i divertimenti"
*Però Dio è tanto buono per gli errori giovanili, tutto quello che è amore, anche amore colpevole, trova così facilmente grazia ai suoi sguardi paterni, che all'uscir dalla messa Luigi, levando gli occhi al cielo, poté vedere, attraverso gli strappi di una nuvola, un angolo del tappeto azzurro che è calpestato dal piede del Signore.
*E Porthos si fece severo.<br>"E la botola, signore", disse, "e la botola?"<br>Di Sant-Agnan divenne estremamente pallido. Buttò indietro la sedia in tal modo, che Porthos, con tutta la sua ingenuità, s'accorse che il colpo aveva fatto centro.<br>"La botola", mormorò il conte.<br>"Ebbene, signore, datene una spiegazione, se potete", fece Porthos scuotendo il capo.<br>Di Sant-Agnan abbassò la fronte.<br>"Oh! sono tradito!", mormorò; "si sa tutto!"<br>"Si sa sempre tutto", replicò Porthos, che non sapeva nulla.
*"No, è l'impotenza! Abbiamo forse la pretesa di prendere, in tre, la Bastiglia?"<br>"Se ci fosse d'Artagnan", esclamò Porthos, "non dico di no."<br>Raul fu preso d'ammirazione davanti a quella fiducia, eroica tanto era candida. Erano quelli gli uomini famosi che, in tre o quattro, affrontavano eserciti o attaccavano fortezze! Uomini che avevano spaventato la morte e che, sopravvissuti a tutto un secolo ormai in dissoluzione, erano ancora più forti dei più forti giovani del giorno.
*Baisemeaux impallidì di fronte a quella fredda sicurezza. Gli parve che la voce di Aramis, così gaia e sorridente poco prima, fosse divenuta funebre e sinistra; che i ceri dei candelabri si fossero cambiati in ceri da cappella sepolcrale; che i bicchieri di vino si fossero trasformati in calici di sangue.
*Ad un tratto, il capo del giovane si inchinò. Il suo pensiero ridiscese sulla terra. il suo sguardo si indurì, la fronte gli si coprì di rughe, la bocca assunse una espressione di feroce risolutezza; poi il suo sguardo divenne fisso ancora una volta; ma ora rifletteva la fiamma dei mondani splendori; ora somigliava allo sguardo di Satana sulla montagna, quando passava in rivista i regni e le potenze della terra per sedurre Gesù.
*"Colpite, Porthos!", risuonò la voce sepolcrale di Aramis.<br>Porthos mandò un gran sospiro, ma obbedì.<br>La sbarra di ferro calò verticalmente sul capo di Biscarat, che fu ucciso prima ancora di finire il suo grido. Poi la leva formidabile si alzò e si abbassò dieci volte in dieci secondi, e fece dieci cadaveri.
*Ed ora cercate in questa tomba ardente, in questo vulcano sotterraneo, cercate le guardie del re dagli abiti azzurri gallonati d'argento.<br>Cercate gli ufficiali splendenti d'oro, cercate le armi su cui essi avevano contato per difendersi, cercate le pietre che li hanno uccisi, cercate il suolo che li sosteneva.<br>Un solo uomo ha fatto di tutto questo un caos più confuso, più informe, più terribile del caos che esisteva un'ora prima che Dio avesse avuto l'idea di creare il mondo.
*Per un istante, le braccia di Porthos si piegarono; ma l'ercole riunì tutte le forze, e si videro le due pareti della prigione, in cui era sepolto, aprirsi lentamente fargli largo. Per un attimo, apparve in quella cornice di granito, simile all'angelo antico del caos;
==''La regina Margot''==
===[[Incipit]]===
Il lunedì, diciottesimo giorno del mese di agosto 1572, vi era festa grande al Louvre. Le finestre dell'antico palazzo reale, sempre tanto cupe, erano sfarzosamente illuminate; le piazze e le vie attigue, di solito tanto deserte sin da quando a Saint-Germain-l'Auxerrois erano suonate le nove, erano, benché fosse mezzanotte, affollate di gente.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''La regina Margot'', BUR Rizzoli, Milano 2017, Traduzione di M. Dazzi}}
===Citazioni===
*{{NDR|su [[Margherita di Valois]]}} La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della corona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa familiarità il re Carlo IX chiamava sempre ''mia sorella Margot''. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Caterina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle donne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in italiano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicendo nel suo entusiasmo:<br>«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».<br>Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla giovane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecondi. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'avvenire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indirizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:<br>«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».<br>La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poiché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buona coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pensiero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois. (pp. 26-27)
==''La signora di Monsoreau''==
===[[Incipit]]===
La sera della domenica di carnevale del 1578, nel magnifico palazzo dei Montmoreney, situato quasi in faccia al Louvre, ma sull'altra riva della Senna, si svolgeva una sontuosa festa per celebrare le nozze di Francesco d'Epinay di Saint-Luc, intimo e favorito del re Enrico III, con Giovanna di Cossé-Brissac, figlia del Maresciallo di Francia.
===Citazioni===
*[...] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia. (p. 9)
*No, non è il [[anima e corpo|corpo]] che è ammalato. È l'[[anima e corpo|anima]]! Piuttosto che un medico... un confessore. (p. 37)
==''Lo Schiaccianoci''==
===[[Incipit]]===
Vi fu un tempo a [[Norimberga]] un presidente assai famoso, il dottor Silberhaus, nome che in tedesco significa «casa d'argento». Il presidente aveva un figlio e una figlia: Fritz di nove anni, e Maria di sette e mezzo: due bambini simpaticissimi, ma molto diversi per carattere e per aspetto fisico, tanto che era difficile credere, così a prima vista, che potessero essere fratelli. Fritz era grassottello, spaccone e piuttosto birichino: faceva le bizze alla minima contrarietà, convinto come era che tutto fosse stato creato per il suo divertimento e per sottostare ai suoi capricci; e restava di questa opinione finché il dottor Silberhaus, stanco delle sue grida, dei suoi pianti e del suo batter di piedi, usciva dallo studio e, levando il dito all'altezza del sopracciglio aggrottato, si limitava a esclamare: – Signor Fritz!...
===Citazioni===
*[[Norimberga]] è una città della [[Germania]] famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra, a meno che non succeda a loro come agli abitanti di [[Ostenda]] che le ostriche a ceste piene se le vedono soltanto passare sotto il naso. (p. 11)
*''A perpendicolo | ticchetta il [[orologio a pendolo|pendolo]], | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà''. (p. 45)
*''Sorella, un pezzetto di lardo | per me devi avere riguardo, | anch'io come te son regina | e gusto la buona cucina.'' (p. 50)
*''Dal tuo consorte uccisi, senza peccati o torti, | i miei figli e nipoti ormai son tutti morti, | ma guai a te, regina! | ché sul bimbo regale da te tanto aspettato | sul tuo tenero amore ho già deliberato | di far la mia vendetta! | Tuo marito ha fortezze, ha cannoni e soldati, | consiglieri e ministri illustri e illuminati, | e tu hai ciò che chiedi. | La regina dei topi non ha nulla, però | denti aguzzi e potenti la sorte le donò | da usar contro i tuoi eredi!'' (p. 56)
==''Mastro Adamo il calabrese''==
===[[Incipit]]===
Se i nostri lettori provano qualche curiosità per gli episodi, della veridica storia che stiamo per raccontare è necessario che abbiano la compiacenza di seguirci in Calabria dove li abbiamo già condotti due volte, la prima per raccontare loro le avventure di Cherubino e Celestino, la seconda per farli assistere alla morte di Murat.
===Citazioni===
*La [[Calabria]] è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti. (p. 7)
*Era un vecchio uomo felice mastro Adamo; una di quelle persone facile a illuminarsi e che si aprono naturalmente alla speranza ed alla gioia come i fiori.
*In effetti l'[[posta|ufficio postale]] sembrava una di quelle case miracolose trasportate dagli angeli come il duomo della madonna di Loreto.
*Non c'era nessun dubbio sulla decisione. Le urla di: Viva la [[Maria|Madonna]]! Abbasso gli sbirri! risuonarono da ogni lato e le povere guardie, richiamate dai diversi luoghi dove vegliavano da otto giorni con una tenacia ed un coraggio degni di maggior ricompensa, partirono la stessa notte per Monteleone.
==''Pascal Bruno''==
===[[Incipit]]===
Bellini era di Catania. La prima cosa che i suoi occhi, aprendosi, avevano visto, erano state le onde che, dopo aver bagnato le mura di Atene, vengono a spegnersi melodiosamente sulle rive di un'altra Grecia; e l'Etna favolosa e antica, sui cui fianchi vivono ancora, dopo diciotto secoli, la mitologia di Ovidio e i racconti di Virgilio. Ecco perché l'indole di Bellini era tra le più poetiche che si potessero incontrare; e il suo genio, che bisogna apprezzare con il sentimento e non giudicare con la ragione, un canto eterno, dolce e malinconico come un ricordo; un'eco simile a quella che se ne sta assopita nei boschi e sulle montagne, e che sussurra appena fino a quando il grido delle passioni e del dolore non venga a svegliarla. Bellini era l'uomo che faceva al caso mio. Aveva lasciato la Sicilia ancora giovane, e dell'isola nativa gli era rimasta una memoria crescente, dentro la quale custodiva religiosamente, lontano dai luoghi in cui era cresciuto, i ricordi poetici dell'infanzia.
===Citazioni===
* Era un giovane di venticinque ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla; una giacca di velluto con bottoni d'argento; pantaloni della stessa stoffa e con le stesse guarnizioni, stretti alla vita da una fascia di seta rossa con ricami e frange verdi come quelle che si fanno a Messina, a imitazione di quelle lavorate in Oriente. Infine, gambaletti e scarpe di cuoio completavano il costume montanaro, che non mancava di una certa eleganza e che sembrava fatto apposta per mettere in risalto le belle e armoniose forme del corpo di chi lo indossava. Il volto era di una bellezza selvaggia: aveva tratti fortemente marcati propri dell'uomo meridionale, occhi arditi e fieri, capelli e barba neri, naso aquilino e denti perfetti.
==''Vent'anni dopo''==
===[[Incipit]]===
In una delle stanze del Palazzo del Cardinale, che noi già conosciamo, vicini ad una tavola con gli angoli d'[[argento]] dorato, piena di carte e di libri, era seduto un uomo con la testa appoggiata sulle mani. Proprio dietro di lui era un vasto camino, rosso dal fuoco ed i cui tizzoni cadevano sopra larghi alari dorati. La luce di quel focolare schiariva di dietro le magnifiche vesti di quel meditabondo, illuminato davanti ad un candelabro carico di lumi.<br>Al vedere quella zimarra rossa e quei vistosi merletti, al vedere quella fronte pallida curvata sotto la meditazione, la solitudine di quel gabinetto, il silenzio delle anticamere, i passi misurati della guardia sul pianerottolo si sarebbe potuto credere che l'ombra del cardinale Richelieu fosse ancora nella stanza. <br>Era Mazzarino. Ora Mazzarino era solo, e si sentiva debole. <br>
– Straniero! Mormorava, Italiano! Ecco la gran parola! <br>Con questa parola hanno assassinato Concini, e, se li lasciassi fare, mi assassinerebbero come lui, sebbene non abbia loro fatto altro male che pelarli un poco. Infingardi! Non vedono dunque che il loro nemico non è questo italiano che parla male il francese, ma bensì coloro che hanno il talento di dir loro delle belle parole con un purissimo e buon accento parigino. Sì, sì, continuò il ministro con un fiero sorriso, sì, i vostri clamori me lo dicono, la sorte dei favoriti è precaria; ma se sapete ciò, dovete pure sapere che io non sono un favorito ordinario. Il conte d'Essex aveva uno splendido anello, ricco di diamanti [...]<br>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001}}
===Citazioni===
*Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare. (Lucchi 1968)
*Ma l'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità. (Lucchi 1968)
*"E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile." (cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Garibaldi e Montevideo''===
Al viaggiatore che viene d'Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L'una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la ''matriz'', come la si chiama; l'altra poi di massi e verdura, su cui s'innalza un faro, vien detta il ''Cerro''.
===''Robin Hood''===
Era il tramonto di un giorno di primavera dell'anno di grazia 1162, sotto il regno di Enrico II Plantageneto. Due uomini a cavallo percorrevano i sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham; essi apparivano sfiniti almeno quanto le loro cavalcature.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
===''Storia di uno schiaccianoci''===
''Norimberga, 2010.''<br>
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e... Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.<br>
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:<br>
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
==Citazioni su Alexandre Dumas==
*I due Dumas hanno capovolto la teoria dell'economia. Il padre è stato il prodigo, e il figlio è stato l'avaro. ([[Jules Renard]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Alexandre Dumas, ''Ascanio'', Adriano Salani Editore, Firenze 1930.
*Alexandre Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/53485/53485-h/53485-h.htm Garibaldi e Montevideo]'', F. Manini, 1859.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, Rizzoli, 1998.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, introduzione di Umberto Eco, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817009676
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Gaia Panfili, Donzelli, 2010. ISBN 8860364035
*Alexandre Dumas, ''Il visconte di Bragelonne'', Tipografia Editoriale Lucchi, Milano 1964.
*Alexandre Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di A. Beltramelli, Mondadori, 2004.
*Alessandro Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/60641/60641-h/60641-h.htm I tre moschettieri]'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853.
*Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975.
*Alexandre Dumas, ''[https://web.archive.org/web/20130603210423/http://ed.espresso.repubblica.it/speciali_web/2013/igrandiromanzi/itremoschettieri.epub I tre moschettieri]'', introduzione e traduzione di Guido Paduano, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2013.
*Alexandre Dumas, ''La regina Margot'', traduzione di Maria Dazzi, BUR, Milano, 2008.
*Alexandre Dumas, ''La signora di Monsoreau'', traduzione di Luigi A. Garrone, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1937.
*Alexandre Dumas, ''Lo Schiaccianoci'' (''Histoire d'un casse-noisette''), traduzione di Antonio Lugli, EDIPEM, Novara 1974.
*Alexandre Dumas, ''Mastro Adamo il calabrese'', traduzione di A. Coltellaro, Pellegrini Editore, 1999.
*Alexandre Dumas, ''Pasquale Bruno'' (''Romanzo storico siciliano''), traduzione di C. Rizza, La Zisa Edizioni. ISBN 978-8881280421
*Alexandre Dumas, ''Storia di uno schiaccianoci (liberamente tratta dal racconto di Alexandre Dumas)'', traduzione e cura di Gabriella Messi, Edizioni Angolo Manzoni, 2010. ISBN 9788862040761
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di U. Caimpenta, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1968.
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Viaggio in Calabria'', traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 1996. ISBN 884981545X
==Voci correlate==
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
*''[[I tre moschettieri (film 1993)|I tre moschettieri]]'' – film 1993
*''[[La regina Margot]]'' – film 1994
*''[[La maschera di ferro (film 1998)|La maschera di ferro]]'' – film 1998
==Altri progetti==
{{interprogetto|s2=fr:Auteur:Alexandre Dumas|s2_lingua=francese}}
===Opere===
<!--====Ciclo dei Valois====
{{Pedia|La regina Margot (romanzo)|''La regina Margot (romanzo)''|}}
{{Pedia|La signora di Monsoreau (romanzo)|''La signora di Monsoreau (romanzo)''|}}
{{Pedia|I quarantacinque (romanzo)|''I quarantacinque (romanzo)''|}}
====Ciclo di Richelieu e di Mazzarino====-->
{{Pedia|I tre moschettieri||(1844)}}
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[[Immagine:Alexandre Dumas.jpg|thumb|Alexandre Dumas]]
'''Alexandre Dumas''' (1802 – 1870), scrittore e drammaturgo francese.
==Citazioni di Alexandre Dumas==
*Abitualmente comincio un libro solo dopo ch'è stato già scritto.
:''En général, je ne commence un livre que lorsqu'il est écrit''.<ref>Da ''Propos d'art et de cuisine''.</ref>
*C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."<ref>Da ''I Mohicani di Parigi'', 1854; vedi anche [[w:Cherchez la femme|la voce]] in Wikipedia.</ref>
:''Il y a une femme dans toutes les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis:'' Cherchez la femme!.
*Chi legge la [[storia]], se non gli [[storico|storici]] quando correggono le loro bozze?<ref>Da ''Il corricolo''.</ref>
*Ci sono certe città sconosciute il cui nome, per inattese, terribili, clamorose catastrofi, talvolta acquista improvvisa fama europea e che s'ergono in mezzo al secolo come una di quelle paline storiche piantate dalla mano di Dio per l'eternità: tale è il destino di [[Pizzo Calabro|Pizzo]]. Senza annali nel passato e probabilmente senza storia nell'avvenire, essa vive sulla sua gloria di un giorno ed è diventata una delle stazioni omeriche dell'Iliade napoleonica. Infatti è noto che fu nella città di Pizzo che [[Gioacchino Murat]] venne a farsi fucilare, là che quest'altro Aiace trovò una morte oscura e cruenta.<ref>Da ''Viaggio in Calabria''.</ref>
*{{NDR|In ricordo di Emma Mannoury-Lacour}} Credo proprio che tre quarti del mio cuore, se non il cuore intero, siano morti con lei.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2004.</ref>
*Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la [[barba]] alle [[donna|donne]] perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.<ref>Citato in Franco Fossati, ''Chi dice donna...'', Armenia, 1987, p. 41. ISBN 8834401786.</ref>
*E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?<ref>Da ''Kean o Genio e sregolatezza'', IV, 2.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*{{NDR|[[Francesco Mario Pagano]]}} Godeva di una grande reputazione e la meritava sotto tutti i rapporti. [...] La dolcezza della sua parola, la soavità della sua morale l'avea fatto soprannominare il Platone campano, ancora giovane aveva scritto la giurisdizione criminale opera che fu tradotta in tutte le lingue, e che fu menzionata dall'assemblea nazionale francese.<ref>Da ''I Borboni di Napoli: Vol. III'', Napoli, 1862, p. 10-11.</ref>
*L'[[orgoglio]] ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'[[invidia]].
:''L'orgueil a presque toujours une compagne encore pire que lui: cest l'envie''.<ref>Da ''Le Roi des quilles- racconto per bambini'', 1859.</ref>
*La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]] bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.<ref>Da ''I Borgia''; citato in [[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Oscar Mondadori, 2007, p. 264.</ref>
*Nulla riesce meglio del [[successo]], che è la calamita morale che tutto attira a sé.<ref>Da ''Il corricolo''.</ref><ref name=e />
*Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se [[Napoli]] non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.<ref>Dal giornale ''L'Indipendente'' del 19 dicembre 1862.</ref>
*Tutto il delitto della prima {{NDR|[[Eleonora Pimentel Fonseca]]}} fu d'esser una {{sic|patriotta}} ardente; d'aver prima d'ogni altro levato il grido di libertà, quando la libertà apparve in Napoli; d'aver fondato il ''Monitore {{sic|Napolitano}}''. Questo delitto bastò a mandarla al patibolo, anzi alla forca.<br>Per un'oscena cortesia del tribunale verso la plebaglia {{sic|napolitana}}, la forca era alta trenta piedi.<br>Eleonora Pimentel camminò al supplizio col sorriso sulle labbra; nel lasciar {{sic|la}} carcere aveva bevuto una tazza di caffè: nel giunger a piè della forca, le fu chiesto se desiderava qualcosa: avevano l'ordine di accordarle l'ultima sua domanda: speravasi che chiederebbe la vita.<br> – Datemi un paio di mutande, disse.<br>Lucrezia<ref>Allusione alla Lucrezia romana, moglie di Collatino, suicida per l'oltraggio di Sesto Tarquinio.</ref> non avrebbe nulla trovato di meglio.<ref>Da ''[https://archive.org/details/bub_gb_Ty7nnZyBCFMC/page/n6/mode/1up Da Napoli a Roma]'', traduzione di Eugenio Torelli, Stabilimento tipografico del Plebiscito, Napoli, 1863, cap. III, p. 71.</ref>
==''Ascanio''==
===[[Incipit]]===
Alle quattro pomeridiane del 10 luglio dell'anno di grazia 1540, un bel giovane, alto, bruno con grandi occhi neri, vestito con elegante semplicità e armato soltanto d'un pugnaletto dal manico mirabilmente cesellato, stava presso la pila dell'acqua benedetta che è sull'entrata della chiesa dei Grandi Agostini, nel recinto dell'Università di Parigi.<br>Questo giovane, senza dubbio per pia umiltà, non si era mosso dal suo posto per tutta la durata dei vespri, e a fronte china, in atteggiamento di dovuta contemplazione, aveva mormorato non so quali parole, forse le preghiere, poiché le aveva dette a voce tanto bassa, che soltanto lui e Dio potevano sapere ciò che egli dicesse.
===Citazioni===
*V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina. (p. 205)
*Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede. (p. 205)
==''I tre moschettieri''==
===[[Incipit]]===
====Giuseppe Aventi====
Il primo lunedì dell'aprile 1625, il borgo di Meung, che diede i natali all'autore del ''Romanzo della Rosa'', era in preda al più grande disordine, come se vi fossero capitati gli Ugonotti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, nel veder le donne scappare verso la Strada Grande, e nel sentir gli strilli dei bambini sugli usci delle case, si affrettavano a indossare la corazza, e fortificando la loro risolutezza un po' dubbia, con un moschetto o una partigiana, si avviavano alla locanda del Buon Mugnaio, davanti alla quale c'era un gruppo compatto, chiassoso e pieno di curiosità, che ingrossava di momento in momento.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}utT5qmal_gIC I tre moschettieri]'', traduzione di Giuseppe Aventi, Rizzoli, 2010. ISBN 88-58-61145-6}}
====Maria Bellonci====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 nella città di Meung (dove nacque l'autore del ''Roman de la rose''), sembrava che fosse scoppiata una violenta rivoluzione come se stessero arrivando gli ugonotti per una seconda La Rochelle. Molti cittadini, vedendo le donne precipitarsi verso la strada principale e sentendo i bambini gridare sulle porte di casa, corsero ad armarsi, e, resi più sicuri dal loro moschetto o dalla loro alabarda, si diressero verso l'osteria del ''Franc Meunier'' dove stava ammassandosi, di minuto in minuto più fitta, una folla vociante e curiosa.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}gztjEAAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Maria Bellonci]], Giunti, 2010. ISBN 9788809753570}}
====Antonio Beltramelli====
Il primo lunedì del mese d'aprile del 1625, il borgo di Meung, dove nacque l'autore del ''Romanzo della Rosa'', sembrava essere in piena rivoluzione, come se gli ugonotti fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Parecchi abitanti, vedendo le donne fuggire verso la Grande-Rue e sentendo i bimbi strillare sulle soglie, si affrettarono a indossare la corazza e, puntellando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossando di minuto in minuto, un gruppo di persone compatto, rumoroso e molto incuriosito.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}uuN_DQAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Antonio Beltramelli]] revisionata da Stefano Mazzurana, Mondadori, 2016. ISBN 8852077920}}
====Angiolo Orvieto====
Il primo lunedì del mese d'aprile 1625 il borgo di Méung ove nacque l'autore del Romanzo della Rosa, sembrava esser in una così completa rivoluzione, come se gli ugonotti vi fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Molti borghigiani vedendo correre le donne lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sul limitare delle porte, si sollecitavano ad indossare la corazza, equilibrando il loro portamento alquanto incerto col mezzo di un moschetto o di una partigiana, o dirigendosi verso l'osteria del Franc-Meunier, davanti alla quale si affrettava ed ingrossava di minuto in minuto, un gruppo compatto, rumoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853}}
====Guido Paduano====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 la cittadina di Meung, dove nacque l'autore del ''Roman de la Rose'', sembrava completamente sconvolta, come se gli ugonotti fossero venuti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, vedendo fuggire le donne dalla parte della Grande-Rue e sentendo piangere i bambini sulle porte, si affrettarono a indossare la corazza e, rafforzando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossandosi di minuto in minuto, una folla compatta, rumorosa e curiosa.
====C. Siniscalchi====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 il borgo di Meung sembrava in aperta rivoluzione come se gli Ugonotti, vi fossero venuti a formare una seconda Rocella. Diversi borghesi, vedendo le donne fuggire lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sulla soglia delle porte, si affrettavano ad indossare la corazza, ed animando il loro coraggio, sebbene poco marziale con un moschetto od una partigiana, correvano tutti verso l'albergo del Franc-Meunier, dinanzi al quale si stipava un gruppo compatto, clamoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975}}
===Citazioni===
*Quest'altro moschettiere formava un perfetto contrasto con colui che lo interrogava e che gli aveva dato il nome di Aramis. Era un giovane di ventidue o ventitré anni appena, dall'espressione candida e dolce, dall'occhio nero e mite e dalle gote rosee e vellutate come una pesca d'autunno; i suoi baffi sottili disegnavano sul labbro superiore una linea perfettamente diritta, le sue mani pareva evitassero di abbassarsi per timore di fare un po' gonfie le vene, e di tanto in tanto lo si vedeva pizzicarsi l'orlo delle orecchie, per mantenerle di un incarnato tenero e trasparente. Per abitudine, egli parlava poco e con lentezza, salutava molto, rideva senza far strepito e mostrando i denti, di cui pareva avere molta cura come il resto della persona. (cap. II ''L'anticamera del signor Tréville'')
*Il [[coraggio]] incute rispetto anche ai nemici. (cap. V)
*[...] tutti per uno e uno per tutti [...]. {{NDR|[[Motti dai libri|motto]]}} (d'Artagnan: cap. IX, 2013)
*— Se poteste vedere nel mio cuore allo scoperto, — disse d'Artagnan — vi leggereste tanta curiosità che avreste pietà di me, e tanto amore che dareste subito soddisfazione alla mia curiosità. Da coloro da cui si è amati non c'è nulla da temere. (cap. XI ''L'intrigo si aggroviglia'')
*L'[[amore]] è la più [[egoismo|egoistica]] di tutte le passioni. (cap. XII)
*— Milord, — esclamò [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|la regina]] — voi dimenticate che io non ho mai detto di amarvi.<br />— Ma nemmeno mi avete detto che non mi amavate, e veramente dirmi tali parole sarebbe, da parte della Maestà Vostra, un'ingratitudine troppo grande. Poiché, dove troverete, ditemi, un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita? ('''[[George Villiers, I duca di Buckingham|Duca di Buckingham]]''' cap. XII)
*In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu]], non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle. (cap. XIV ''L'uomo di Meung'')
*D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini. (Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore. cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*— Noialtri diciamo: fiero come uno [[Scozia|scozzese]], — mormorò Buckingham.<br />— E Noi. fiero come un [[Guascogna|guascone]], — disse di rimando D'Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia. (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*Ogni [[falsità]] è una [[maschera]], e per bene che sia fatta la maschera, con un po' d'attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso. (cap. XXV, 2013)
*[...] nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il [[silenzio]] è l'ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d'un daino ferito. (Aramis: cap. XXVI, 2013)
*[...] l'[[amore]] è una lotteria dove chi vince vince la morte. (Athos: cap. XXVII, 2013)
*[...] si domandano [[consigli]] solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. (Athos: cap. XXXIV, 2013)
*Milady sorrise di un sorriso strano.<br />— Così, voi mi amate? — disse.<br />— Ho forse bisogno di dirvelo? Non ve ne siete accorta?<br />— Oh, sì, ma come sapete, i cuori più fieri sono più difficili da conquistare.<br />— Oh, le difficoltà non mi sgomentano — disse d'Artagnan; — temo solo le cose impossibili.<br />— Non c'è nulla di impossibile, — disse Milady — per un vero amore. (cap. XXXVI ''Sogno di vendetta'')
*Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi, signore, e voi siete uomo di spirito. (''[[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]''; cap. XL ''Una visione terribile'')
*[...] ci prendono per pazzi o per [[eroi]], due categorie di imbecilli molto simili tra loro. (Athos: cap. XLVII, 2013)
*La [[vita]] è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l'avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin. (Athos; cap. XLVIII ''Affare di Famiglia'')
*L'[[amore]] è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione. (cap. LVI)
*Il latore del presente ha fatto quello che ha fatto per ordine mio e per il bene dello Stato. 3 dicembre 1627 RICHELIEU (2003, p. 427)
===Citazioni su ''I tre moschettieri''===
*Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''Trois mousquetaires'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo. ([[Benedetto Croce]])
*Il romanzo ''I tre moschettieri'' è una serie ininterrotta di vendette, dal principio alla fine. C'è una vendetta ad ogni pagina. Ogni tanto, una esaltazione tutta esplicita della vendetta, definita qualche volta come "le plaisir des dieux", il piacere degli Dei. ([[Beniamino Placido]])
*In questa favola, Alessandro Dumas sfoggia non poche qualità del grande scrittore: e non delle secondarie. In primo luogo una sovrana impudenza; un insieme di complicità ed oltraggio nei confronti del lettore; nessun patetismo, neppure quando ricorre a situazioni obiettivamente patetiche: giacché nelle sue mani anche la morte dell'innocente si fa avventura, è «divertente». E ancora, il gusto del gioco, della mistificazione; l'onesta carenza morale, che ci rassicura che nei labirinti di questa deliziosa macchinazione non si nasconde la pia frode di un messaggio; una nobile guitteria, che gli detta la mossa esatta per scatenare la saggiamente consenziente credulità del pubblico, e che insieme proibisce qualsiasi identificazione emotiva: il lettore è tenuto a bada nel momento stesso in cui è affascinato; è e deve restare spettatore. ([[Giorgio Manganelli]])
===[[Pietro Citati]]===
*Il personaggio di d'Artagnan è uno dei più straordinari ritratti simbolici della prima parte del secolo. Athos è degno di Dostoevskij. Milady è una bellissima creatura del male. E quella leggerezza, che ci trascina di pagina in pagina, non nasce soltanto da una natura felice, ma da una squisita arte intellettuale.
*Non credete ai denigratori. ''I tre moschettieri'' emana un vero profumo storico: non meno di ''Guerra e Pace''; un profumo che Dumas ricava con astuzia e grazia dalle memorie, dalle lettere e dai romanzi del primo Seicento.
*Come in una cavalcata fantastica, tutta la geografia, la storia e la letteratura della Francia, sfilano davanti ai nostri occhi. Conosciamo i guasconi, i piccardi, i normanni, gli abitanti del Berry, e il loro dialetto, che il colto Aramis si rifiuta di capire; e quanti paesi e chiese e osterie sorvolate dal vento dell'avventura. C'è Parigi, avvolta da una nebbia cupa. I moschettieri bevono generosamente, attaccano briga, pagano malvolentieri i conti degli osti, come gli eroi di Rabelais e di Scarron. ''Il borghese gentiluomo'', ''L'Avaro'' e ''Il Barbiere di Siviglia'' ci fanno conoscere i loro lacchè e le loro soubrettes, che danzano ancora per noi. Abbiamo mercanti e avvocati, avidi e sordidi come nel ''Romanzo borghese'' di Furetière. Aramis ci ricorda la mondanità preziosa degli abati. Gli epigrammi della tradizione moralistica francese brillano alla fine di ogni capitolo. Poi il tempo cambia. Entriamo nella Parigi del primo Ottocento, nei teatri e nei piccoli giornali. C'è qualche traccia della sapienza filosofica e fisionomica di Balzac. E il giovane d'Artagnan, che a diciott'anni arriva dalla Guascogna per far fortuna, l'abbiamo già incontrato nelle vesti di Gil Blas e di Jacob: l'abbiamo ritrovato in quelle di Lucien de Rubempré e di Julien Sorel, che come lui cercano di conquistare la Francia.
*Non so se Dumas avesse letto Baltasar Gracián: una parte dei ''Tre moschettieri'' ha un sapore che ci ricorda, sebbene mescolato e manipolato dall'"abile irrigatore", le massime del gesuita spagnolo. Il Seicento si incarna nella figura del cardinale di Richelieu, per il quale Dumas ha una vera passione. Richelieu è la rapidità e l'astuzia, che solo d'Artagnan sa fronteggiare. Rappresenta gli ''Arcana imperii'': il segreto profondissimo del potere e la macchinazione; l'arte di spiare e di ascoltare i segreti.
*Ormai è tempo di riprendere in mano ''I tre moschettieri''. Non possiamo fermarci: gli oggetti non ci arrestano con il loro volume, e i personaggi sembrano (e non sono) formati di una sola dimensione. Tutto quello che, nella vita, ci sbarra il passo, viene trascinato dal volo velocissimo della fantasia. Il cavallo di d'Artagnan corre verso l'Inghilterra più rapido del nostro occhio che legge, le navi attraversano in un baleno i mari, Milady ripete le sue affascinanti menzogne, un'occhiata fa scoccare all'improvviso un amore... La leggerezza trionfa sul peso: la frivolezza sul significato, l'immaginazione sull'esperienza. Mentre leggiamo, rimbalzando di fatto in fatto, anche noi senza peso, tutto ci accade: siamo d'Artagnan e Richelieu, Buckingham e Athos, l'uomo dal mantello rosso e Milady, eppure nulla ci tocca e ci ferisce. Veloci come il vento, indenni e inconsapevoli come l'aria, attraversiamo senza conoscerle tutte le esperienze del mondo.
==''Il conte di Montecristo''==
===[[Incipit]]===
====Giovanni Ferrero====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi ''Pharaon'' che arrivava da Smirne, via Trieste e [[Napoli]].<br/> Come al solito, un pilota costiero partì immediatamente dal porto, costeggiò il castello d'If e raggiunse la nave tra il Capo Morgiou e l'isola di Rion. E tosto, come al solito, il belvedere del forte Saint-Jean si riempì di curiosi poiché a Marsiglia l'arrivo di un bastimento, soprattutto se è stato costruito, attrezzato e stivato nei cantieri della vecchia Fhochée e appartiene a un armatore della città, è sempre un grande avvenimento.<br/>
{{NDR|Alessandro Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001}}
====Emilio Franceschini====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre-alberi il ''Faraone'', che veniva da Smirne, Trieste e [[Napoli]].<br/> Com'è d'uso, un pilota costiere [''sic''] partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.<br>Contemporaneamente com'è egualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si ricoprì di curiosi; poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il ''Faraone'', si sapeva costrutto, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.<br/>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, RCS Libri, 1998}}
===Citazioni===
*I rossi sono buoni del tutto, o del tutto cattivi.
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi, quando la disgrazia del nemico oltrepassa i limiti della loro collera.
*Non sarei artista se non mi restasse qualche illusione.
*Siate in guardia: un consiglio è peggio d'un favore.
*A chi vuol male accade male.
*E' degli spiriti deboli vedere tutte le cose attraverso un velo nero.
*Un uomo dell'indole del Conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro un'apparente originalità, ma che uccide le anime elevate.
*"Morituri te salutant" (cit.)
*[...] le [[invenzione|invenzioni]] umane progrediscono dal composto al semplice, e il semplice è sempre la perfezione. (Dantès: Rizzoli)
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
*Negli [[affari]] non ci sono amici, solo soci.
*Vi capisco, Fernand; voi vi battereste con lui perché io non vi amo; voi incrocereste il vostro coltello catalano con il suo pugnale. Ma a che servirebbe? A perdere la mia amicizia se rimaneste vinto, a veder cambiarsi in odio la mia amicizia se vincitore. Credetemi, il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest'uomo. No, Fernand, non vi lascerete trasportare da così cattivi pensieri; se non mi potete avere in moglie, accontentatevi di avermi come amica e sorella.
*Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione. (cap. 8)
*Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico?
*Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo.
*Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che [[Ebe]] serviva alla tavola di [[Giove (divinità)|Giove]]. [...] Siete un uomo positivo, e l'[[oro]] è il vostro idolo? Gustate di questa, e le miniere del [[Perù]], di [[Gizerate]] e di [[Golgonda]] vi saranno aperte. Siete un uomo di immaginazione? Siete [[poeta]]? Gustate di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'[[infinito]], e passeggerete libero di [[cuore]], di spirito nei domini senza confine dell'ideale. Siete ambizioso? Correte dietro le grandezze della terra? Gustate di questa, e dopo un'ora sarete idealmente, non re di un piccolo regno nascosto in un angolo d'[[Europa]], come la [[Francia]], la [[Spagna]] o l'[[Inghilterra]], ma sarete il Re del mondo. Il vostro [[trono]] sarà eretto sopra le montagne di Satanasso, e senza aver bisogno di fargli omaggio, senza essere costretto a baciarne gli artigli, sarete il sovrano, padrone di tutti i regni della terra. [...] Una certa erba che li trasportava nell'[[Eden]], in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. [...] Questo è [[hashish]], tutto ciò che si fa di meglio e di più puro in hashish ad Alessandria, l'hashish d'Abou Gor, il gran confetturiere, l'uomo al quale si dovrebbe fabbricare un palazzo con questa iscrizione:<br /> AL MERCANTE DELLA FELICITÀ, IL MONDO RICONOSCENTE. (cap. 31, p. 235) <!--le due precedenti da http://worldpubliclibrary.org/eBooks/Wordtheque/it/aaadec.txt-->
*– Mercedes! – ripeté Montecristo. – Mercedes! Ebbene sì, avete ragione, mi è ancora dolce pronunciare questo nome… È la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona così chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome l'ho pronunciato con i sospiri della malinconia, con i gemiti del dolore, col la rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, rattrappito sulla paglia della mia prigione; l'ho pronunciato divorato dal caldo; l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del mio carcere. Mercedes, bisogna che mi vendichi perché ho sofferto per quattordici anni, ho pianto, ho maledetto. Ve lo ripeto Mercedes, bisogna che mi vendichi! E il conte di Montecristo, temendo di cedere alle lacrime di colei che aveva amato tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato.
*– Pazzo che fui – disse egli – A non strapparmi il cuore il giorno in cui giurai di vendicarmi! (Edmondo Dantès)
*Che cosa è la [[morte]] per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Edmondo Dantès)
*Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)
*«Non c'è alcuna speranza», rispose Faria, scuotendo la testa, «ma non importa. Dio vuole che l'uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l'amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.» (pg. 211)
*Certamente, quantunque meno espansiva, la gioia di Montecristo non era meno grande: la [[gioia]], per i cuori che hanno lungamente sofferto, è simile alla rugiada, cuore e terra assorbono la pioggia benefica, e niente appare al di fuori. (cap. XCI, ''Suicidio''; 2010, p. 743)
*Ci vuole la [[Disgrazia|sciagura]] per scavare certe miniere misteriose nascoste nell'intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere. Con la prigionia tutte le facoltà che fluttuavano qua e là si sono adunate in un sol punto, hanno colliso in uno spazio angusto, e voi lo sapete, dal cozzo delle nubi si genera l'elettricità, dall'elettricità la folgore, dalla folgore la luce. (Faria; Donzelli, p. 132)
*La [[filosofia]] non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. (Faria; Donzelli, p. 139)
*[Il] grande lago che chiamano il [[Mediterraneo]] [...]. (XXII; Donzelli, p. 177)
*«Ah, il [[duello]]!», esclamò il conte. «Sull'anima mia, risibile modo di raggiungere il proprio scopo, quando lo scopo è la vendetta! Un uomo vi ha rubato la vostra amante, un uomo ha sedotto vostra moglie, un uomo ha disonorato vostra figlia. Di una vita intera, che aveva il diritto di aspettarsi la parte di felicità che Iddio ha promesso a ogni essere umano nel crearlo, egli ha fatto un'esistenza di dolore, di miseria o d'infamia, e voi vi ritenete vendicato perché a quest'uomo, che vi ha gettato il delirio nella mente e la disperazione nel cuore, voi avete sferrato un fendente in petto o piazzato una pallottola in capo? Suvvia, dunque! Senza contare che spesso è costui a uscire trionfante dalla tenzone, mondato agli occhi del mondo e in qualche modo assolto da Dio. No, no – rincarò il conte – se mai dovessi vendicarmi, non è in questo modo che mi vendicherei». (Donzelli, p. 323)
*Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la [[società]] che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. (Il conte di Montecristo; LV; Donzelli, pp. 388-89)
===Citazioni su ''Il conte di Montecristo''===
*È forse il piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una giustizia trascendente in cui non crede più «sistematicamente». ([[Antonio Gramsci]])
*È il romanzo di una vendetta, ma è anche una descrizione impareggiabile del gran mondo parigino. Tutti i suoi nemici hanno fatto carriera, ma Dantès con ogni genere di astuzia riesce a stroncarli uno per uno. Tutti lo ammirano, tutti lo invitano, neppure la sua ex fidanzata, che ha sposato un alto funzionario, lo riconosce. Quando si deciderà a parlare?, ci chiediamo col fiato sospeso.<br>Siamo ben lontani da ''I tre moschettieri'', libro di cappa e spada più celebre e molto più sempliciotto. È Montecristo il vero eroe romantico creato dallo straripante Dumas. È a lui (se ci fosse una giustizia letteraria suprema) che andrebbe appesa la fama di Alexandre Dumas. ([[Carlo Fruttero]])
*Forse Edmond Dantès si sbagliava, e l'unica soluzione era non fidarsi e non sperare. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*''Il Conte di Monte-Cristo'' è una sterminata hilarotragedia, dove il riso e il delitto, il gioco e il Male Assoluto si sfiorano e si intrecciano. Il lieve tocco ironico, lo spirito settecentesco, l'allegretto sono presenti in ogni capitolo. ([[Pietro Citati]])
*– "''Il conte di Montecrisco''".<br />– "Montecristo", deficiente.<br />– Di Alessandro... Dum-azz... Due mazzi...<br />– È francese. Sì, si legge Dumas. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe, parla di un'evasione.<br />– Allora va messo nel settore didattico. O sbaglio? (''[[Le ali della libertà]]'')
*La prima parte di ''Montecristo'', fino alla scoperta del tesoro, è un pezzo perfetto di racconto a effetto; non c'è mai stato un uomo che abbia partecipato a queste commoventi avventure senza un fremito, eppure Faria è un personaggio di cartapesta e Dantès poco più di un nome. Il seguito non è che il dilungarsi di un errore, cupo, sanguinoso, innaturale e stupido; ma quanto a questi primi capitoli, non credo esista un altro volume nel quale si possa respirare la stessa inconfondibile atmosfera di romanzo. ([[Robert Louis Stevenson]])
*L'architettura del ''Conte di Monte-Cristo'' possiede una meravigliosa precisione ed esattezza. Non saprei dire se il libro sia composto di romanzi diversi, che la facoltà affabulatrice di Dumas fa coabitare: o se moltissimi fili narrativi procedano gli uni accanto agli altri, fino a riunirsi ed esplodere in spettacolosi colpi di scena. Dovunque regna l'enigma: la soluzione dell'enigma viene sospesa e rinviata; ora una pagina ci suggerisce cosa accadrà, ora una voce sotterranea ci fa capire che avverranno cose completamente diverse. Il racconto corre veloce, trascina gli ostacoli, attraversa i tempi e gli spazi, copre immense tele scriveva Sainte-Beuve – «senza stancare mai il pennello di Dumas né il suo lettore». ([[Pietro Citati]])
==''Il visconte di Bragelonne''==
===[[Incipit]]===
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco. <br>A quella vista i curiosi manifestarono con una franchezza affatto zotica il loro disprezzo per una preda così magra, e dopo una discussione sullo svantaggio della caccia al volo, ritornarono tutti alle loro occupazioni. <br>Monsignore montava un piccolo cavallo di bel portamento, con una larga sella di velluto rosso di Fiandra. Il cavallo era di color fulvo; la giubba di Monsignore era di color chermisi e soltanto dall'insieme di quel rossastro si poteva distinguere il principe tra i suoi due compagni, l'uno vestito di violetto, l'altro di verde. Quello a sinistra, vestito di violetto, era lo scudiero; quello a dritta, vestito di verde, era il cacciatore. <br>Uno dei paggi portava sopra un bastone due girifalchi, l'altro un corno da caccia nel quale soffiò a venti passi dal castello. <br>A quel segnale, otto guardie che passeggiavano al sole nella corte quadrata corsero a prendere le alabarde, e Monsignore fece il suo solenne ingresso nel castello. <br>Le otto guardie, le quali sapevano che il loro servizio era terminato per tutto il resto della giornata, si coricarono al sole, sopra le panchette di pietra; i palafrenieri scomparvero coi cavalli nelle scuderie, e, meno alcuni uccelli che si spaventavano a vicenda con acute strida tra i ciuffi di viole, si sarebbe detto che tutti dormissero. <br>A un tratto, in mezzo a quel dolce silenzio.
===Citazioni===
*Planchet aprì la finestra, come gli era stato prescritto, e la ventata di tumulto che s'ingolfò nella stanza, grida, stridor di ruote, abbaiamenti e passi, assordò anche d'Artagnan, come aveva desiderato.<br>Bevve, allora, un bicchiere di vino bianco, e incominciò in questi termini:<br>"Planchet, ho un'idea".<br>"Ah, signore, come vi riconosco!", rispose il droghiere, ansante d'emozione.
*"D'Artagran, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo."<br>"Ne ho il diritto."<br>"No, perché non conoscete l'avvenire."
*"Continuo", disse Luigi XIV. "È vero anche che un uomo solo abbia potuto penetrare fino a Monck, nel suo accampamento, e l'abbia portato via?"<br>"Quell'uomo aveva dieci ausiliari presi tra gente inferiore"<br>"Nessun altro?"<br>"Nessuno."<br>"E si chiama?"<br>"Il signor d'Artagnan, ex luogotenente dei moschettieri di Vostra Maestà"<br>Anna d'Austria arrossì, Mazzarino diventò giallo di vergogna, Luigi XIV si fece cupo e una goccia di sudore cadde dalla sua fronte pallida.<br>"Che uomini!", mormorò.
*Destinato a tutta prima al commercio, Colbert era stato commesso presso un mercante di Lione, che aveva poi lasciato per recarsi a Parigi nello studio di un procuratore allo Chatelet, chiamato Biterne. In tal modo, aveva appreso l'arte di preparare un bilancio e l'arte più preziosa d'imbrogliarlo.
*Allora, per finirla con quello sguardo da inquisitore che bisogna far abbassare ad ogni costo, come ad ogni costo un generale riduce al silenzio una batteria che lo disturba, Aramis stende la sua bella mano bianca, nella quale riluce l'ametista dell'anello pastorale, fende l'aria col segno della croce e fulmina i sui due amici con la sua benedizione.<br>Forse, distratto dai propri pensieri, empio a sua insaputa, d'Artagnan non si sarebbe affatto inchinato a quella santa benedizione; ma Porthos s'è accorto della distrazione dell'amico, e, appoggiando affettuosamente la sua mano sulla schiena del moschettiere, lo schiaccia verso terra.<br>D'Artagnan si piegò: ci volle poco che non cadesse bocconi. Intanto Aramis è passato. D'Artagnan, come Anteo, non ha fatto che toccare la terra, e si rivolge verso Porthos pronto a litigare.
*"Buongiorno, signor d'Artagnan. Parlavamo di Belle-Isle sul Mare", disse Fouquet con quell'arte del mondo e quella scienza dello sguardo che richiedono metà della vita per impararle bene, e a cui certa gente, nonostante tutto il suo studio, non arriva mai.
*Aramis, l'abbiamo detto, era ancora alzato. Comodamente avvolto in una veste da camera di velluto, scriveva lettere su lettere, con quella scrittura così fine e così densa che d'una pagina fa un quarto di volume.
*Monsieur era troppo gran signore per notare un tal particolare. Non c'è nulla d'efficace come l'idea ben stabilita della propria superiorità per assicurare l'inferiorità dell'uomo che ha una tale opinione di sé.
*"Lo so, e ho agito di conseguenza: niente spazio, niente comunicazioni, niente donne, niente gioco, ma, adesso, è d'un patetico che non vi so dire", aggiunse Aramis con uno di quei sorrisi che appartenevano solo a lui, "vedere come i giovani cerchino di divertirsi, e come, di conseguenza, simpatizzino per colui che paga i divertimenti"
*Però Dio è tanto buono per gli errori giovanili, tutto quello che è amore, anche amore colpevole, trova così facilmente grazia ai suoi sguardi paterni, che all'uscir dalla messa Luigi, levando gli occhi al cielo, poté vedere, attraverso gli strappi di una nuvola, un angolo del tappeto azzurro che è calpestato dal piede del Signore.
*E Porthos si fece severo.<br>"E la botola, signore", disse, "e la botola?"<br>Di Sant-Agnan divenne estremamente pallido. Buttò indietro la sedia in tal modo, che Porthos, con tutta la sua ingenuità, s'accorse che il colpo aveva fatto centro.<br>"La botola", mormorò il conte.<br>"Ebbene, signore, datene una spiegazione, se potete", fece Porthos scuotendo il capo.<br>Di Sant-Agnan abbassò la fronte.<br>"Oh! sono tradito!", mormorò; "si sa tutto!"<br>"Si sa sempre tutto", replicò Porthos, che non sapeva nulla.
*"No, è l'impotenza! Abbiamo forse la pretesa di prendere, in tre, la Bastiglia?"<br>"Se ci fosse d'Artagnan", esclamò Porthos, "non dico di no."<br>Raul fu preso d'ammirazione davanti a quella fiducia, eroica tanto era candida. Erano quelli gli uomini famosi che, in tre o quattro, affrontavano eserciti o attaccavano fortezze! Uomini che avevano spaventato la morte e che, sopravvissuti a tutto un secolo ormai in dissoluzione, erano ancora più forti dei più forti giovani del giorno.
*Baisemeaux impallidì di fronte a quella fredda sicurezza. Gli parve che la voce di Aramis, così gaia e sorridente poco prima, fosse divenuta funebre e sinistra; che i ceri dei candelabri si fossero cambiati in ceri da cappella sepolcrale; che i bicchieri di vino si fossero trasformati in calici di sangue.
*Ad un tratto, il capo del giovane si inchinò. Il suo pensiero ridiscese sulla terra. il suo sguardo si indurì, la fronte gli si coprì di rughe, la bocca assunse una espressione di feroce risolutezza; poi il suo sguardo divenne fisso ancora una volta; ma ora rifletteva la fiamma dei mondani splendori; ora somigliava allo sguardo di Satana sulla montagna, quando passava in rivista i regni e le potenze della terra per sedurre Gesù.
*"Colpite, Porthos!", risuonò la voce sepolcrale di Aramis.<br>Porthos mandò un gran sospiro, ma obbedì.<br>La sbarra di ferro calò verticalmente sul capo di Biscarat, che fu ucciso prima ancora di finire il suo grido. Poi la leva formidabile si alzò e si abbassò dieci volte in dieci secondi, e fece dieci cadaveri.
*Ed ora cercate in questa tomba ardente, in questo vulcano sotterraneo, cercate le guardie del re dagli abiti azzurri gallonati d'argento.<br>Cercate gli ufficiali splendenti d'oro, cercate le armi su cui essi avevano contato per difendersi, cercate le pietre che li hanno uccisi, cercate il suolo che li sosteneva.<br>Un solo uomo ha fatto di tutto questo un caos più confuso, più informe, più terribile del caos che esisteva un'ora prima che Dio avesse avuto l'idea di creare il mondo.
*Per un istante, le braccia di Porthos si piegarono; ma l'ercole riunì tutte le forze, e si videro le due pareti della prigione, in cui era sepolto, aprirsi lentamente fargli largo. Per un attimo, apparve in quella cornice di granito, simile all'angelo antico del caos;
==''La regina Margot''==
===[[Incipit]]===
Il lunedì, diciottesimo giorno del mese di agosto 1572, vi era festa grande al Louvre. Le finestre dell'antico palazzo reale, sempre tanto cupe, erano sfarzosamente illuminate; le piazze e le vie attigue, di solito tanto deserte sin da quando a Saint-Germain-l'Auxerrois erano suonate le nove, erano, benché fosse mezzanotte, affollate di gente.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''La regina Margot'', BUR Rizzoli, Milano 2017, Traduzione di M. Dazzi}}
===Citazioni===
*{{NDR|su [[Margherita di Valois]]}} La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della corona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa familiarità il re Carlo IX chiamava sempre ''mia sorella Margot''. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Caterina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle donne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in italiano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicendo nel suo entusiasmo:<br>«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».<br>Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla giovane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecondi. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'avvenire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indirizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:<br>«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».<br>La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poiché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buona coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pensiero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois. (pp. 26-27)
==''La signora di Monsoreau''==
===[[Incipit]]===
La sera della domenica di carnevale del 1578, nel magnifico palazzo dei Montmoreney, situato quasi in faccia al Louvre, ma sull'altra riva della Senna, si svolgeva una sontuosa festa per celebrare le nozze di Francesco d'Epinay di Saint-Luc, intimo e favorito del re Enrico III, con Giovanna di Cossé-Brissac, figlia del Maresciallo di Francia.
===Citazioni===
*[...] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia. (p. 9)
*No, non è il [[anima e corpo|corpo]] che è ammalato. È l'[[anima e corpo|anima]]! Piuttosto che un medico... un confessore. (p. 37)
==''Lo Schiaccianoci''==
===[[Incipit]]===
Vi fu un tempo a [[Norimberga]] un presidente assai famoso, il dottor Silberhaus, nome che in tedesco significa «casa d'argento». Il presidente aveva un figlio e una figlia: Fritz di nove anni, e Maria di sette e mezzo: due bambini simpaticissimi, ma molto diversi per carattere e per aspetto fisico, tanto che era difficile credere, così a prima vista, che potessero essere fratelli. Fritz era grassottello, spaccone e piuttosto birichino: faceva le bizze alla minima contrarietà, convinto come era che tutto fosse stato creato per il suo divertimento e per sottostare ai suoi capricci; e restava di questa opinione finché il dottor Silberhaus, stanco delle sue grida, dei suoi pianti e del suo batter di piedi, usciva dallo studio e, levando il dito all'altezza del sopracciglio aggrottato, si limitava a esclamare: – Signor Fritz!...
===Citazioni===
*[[Norimberga]] è una città della [[Germania]] famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra, a meno che non succeda a loro come agli abitanti di [[Ostenda]] che le ostriche a ceste piene se le vedono soltanto passare sotto il naso. (p. 11)
*''A perpendicolo | ticchetta il [[orologio a pendolo|pendolo]], | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà''. (p. 45)
*''Sorella, un pezzetto di lardo | per me devi avere riguardo, | anch'io come te son regina | e gusto la buona cucina.'' (p. 50)
*''Dal tuo consorte uccisi, senza peccati o torti, | i miei figli e nipoti ormai son tutti morti, | ma guai a te, regina! | ché sul bimbo regale da te tanto aspettato | sul tuo tenero amore ho già deliberato | di far la mia vendetta! | Tuo marito ha fortezze, ha cannoni e soldati, | consiglieri e ministri illustri e illuminati, | e tu hai ciò che chiedi. | La regina dei topi non ha nulla, però | denti aguzzi e potenti la sorte le donò | da usar contro i tuoi eredi!'' (p. 56)
==''Mastro Adamo il calabrese''==
===[[Incipit]]===
Se i nostri lettori provano qualche curiosità per gli episodi, della veridica storia che stiamo per raccontare è necessario che abbiano la compiacenza di seguirci in Calabria dove li abbiamo già condotti due volte, la prima per raccontare loro le avventure di Cherubino e Celestino, la seconda per farli assistere alla morte di Murat.
===Citazioni===
*La [[Calabria]] è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti. (p. 7)
*Era un vecchio uomo felice mastro Adamo; una di quelle persone facile a illuminarsi e che si aprono naturalmente alla speranza ed alla gioia come i fiori.
*In effetti l'[[posta|ufficio postale]] sembrava una di quelle case miracolose trasportate dagli angeli come il duomo della madonna di Loreto.
*Non c'era nessun dubbio sulla decisione. Le urla di: Viva la [[Maria|Madonna]]! Abbasso gli sbirri! risuonarono da ogni lato e le povere guardie, richiamate dai diversi luoghi dove vegliavano da otto giorni con una tenacia ed un coraggio degni di maggior ricompensa, partirono la stessa notte per Monteleone.
==''Pascal Bruno''==
===[[Incipit]]===
Bellini era di Catania. La prima cosa che i suoi occhi, aprendosi, avevano visto, erano state le onde che, dopo aver bagnato le mura di Atene, vengono a spegnersi melodiosamente sulle rive di un'altra Grecia; e l'Etna favolosa e antica, sui cui fianchi vivono ancora, dopo diciotto secoli, la mitologia di Ovidio e i racconti di Virgilio. Ecco perché l'indole di Bellini era tra le più poetiche che si potessero incontrare; e il suo genio, che bisogna apprezzare con il sentimento e non giudicare con la ragione, un canto eterno, dolce e malinconico come un ricordo; un'eco simile a quella che se ne sta assopita nei boschi e sulle montagne, e che sussurra appena fino a quando il grido delle passioni e del dolore non venga a svegliarla. Bellini era l'uomo che faceva al caso mio. Aveva lasciato la Sicilia ancora giovane, e dell'isola nativa gli era rimasta una memoria crescente, dentro la quale custodiva religiosamente, lontano dai luoghi in cui era cresciuto, i ricordi poetici dell'infanzia.
===Citazioni===
* Era un giovane di venticinque ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla; una giacca di velluto con bottoni d'argento; pantaloni della stessa stoffa e con le stesse guarnizioni, stretti alla vita da una fascia di seta rossa con ricami e frange verdi come quelle che si fanno a Messina, a imitazione di quelle lavorate in Oriente. Infine, gambaletti e scarpe di cuoio completavano il costume montanaro, che non mancava di una certa eleganza e che sembrava fatto apposta per mettere in risalto le belle e armoniose forme del corpo di chi lo indossava. Il volto era di una bellezza selvaggia: aveva tratti fortemente marcati propri dell'uomo meridionale, occhi arditi e fieri, capelli e barba neri, naso aquilino e denti perfetti.
==''Vent'anni dopo''==
===[[Incipit]]===
In una delle stanze del Palazzo del Cardinale, che noi già conosciamo, vicini ad una tavola con gli angoli d'[[argento]] dorato, piena di carte e di libri, era seduto un uomo con la testa appoggiata sulle mani. Proprio dietro di lui era un vasto camino, rosso dal fuoco ed i cui tizzoni cadevano sopra larghi alari dorati. La luce di quel focolare schiariva di dietro le magnifiche vesti di quel meditabondo, illuminato davanti ad un candelabro carico di lumi.<br>Al vedere quella zimarra rossa e quei vistosi merletti, al vedere quella fronte pallida curvata sotto la meditazione, la solitudine di quel gabinetto, il silenzio delle anticamere, i passi misurati della guardia sul pianerottolo si sarebbe potuto credere che l'ombra del cardinale Richelieu fosse ancora nella stanza. <br>Era Mazzarino. Ora Mazzarino era solo, e si sentiva debole. <br>
– Straniero! Mormorava, Italiano! Ecco la gran parola! <br>Con questa parola hanno assassinato Concini, e, se li lasciassi fare, mi assassinerebbero come lui, sebbene non abbia loro fatto altro male che pelarli un poco. Infingardi! Non vedono dunque che il loro nemico non è questo italiano che parla male il francese, ma bensì coloro che hanno il talento di dir loro delle belle parole con un purissimo e buon accento parigino. Sì, sì, continuò il ministro con un fiero sorriso, sì, i vostri clamori me lo dicono, la sorte dei favoriti è precaria; ma se sapete ciò, dovete pure sapere che io non sono un favorito ordinario. Il conte d'Essex aveva uno splendido anello, ricco di diamanti [...]<br>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001}}
===Citazioni===
*Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare. (Lucchi 1968)
*Ma l'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità. (Lucchi 1968)
*"E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile." (cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Garibaldi e Montevideo''===
Al viaggiatore che viene d'Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L'una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la ''matriz'', come la si chiama; l'altra poi di massi e verdura, su cui s'innalza un faro, vien detta il ''Cerro''.
===''Robin Hood''===
Era il tramonto di un giorno di primavera dell'anno di grazia 1162, sotto il regno di Enrico II Plantageneto. Due uomini a cavallo percorrevano i sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham; essi apparivano sfiniti almeno quanto le loro cavalcature.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
===''Storia di uno schiaccianoci''===
''Norimberga, 2010.''<br>
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e... Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.<br>
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:<br>
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
==Citazioni su Alexandre Dumas==
*I due Dumas hanno capovolto la teoria dell'economia. Il padre è stato il prodigo, e il figlio è stato l'avaro. ([[Jules Renard]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Alexandre Dumas, ''Ascanio'', Adriano Salani Editore, Firenze 1930.
*Alexandre Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/53485/53485-h/53485-h.htm Garibaldi e Montevideo]'', F. Manini, 1859.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, Rizzoli, 1998.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, introduzione di Umberto Eco, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817009676
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Gaia Panfili, Donzelli, 2010. ISBN 8860364035
*Alexandre Dumas, ''Il visconte di Bragelonne'', Tipografia Editoriale Lucchi, Milano 1964.
*Alexandre Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di A. Beltramelli, Mondadori, 2004.
*Alessandro Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/60641/60641-h/60641-h.htm I tre moschettieri]'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853.
*Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975.
*Alexandre Dumas, ''[https://web.archive.org/web/20130603210423/http://ed.espresso.repubblica.it/speciali_web/2013/igrandiromanzi/itremoschettieri.epub I tre moschettieri]'', introduzione e traduzione di Guido Paduano, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2013.
*Alexandre Dumas, ''La regina Margot'', traduzione di Maria Dazzi, BUR, Milano, 2008.
*Alexandre Dumas, ''La signora di Monsoreau'', traduzione di Luigi A. Garrone, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1937.
*Alexandre Dumas, ''Lo Schiaccianoci'' (''Histoire d'un casse-noisette''), traduzione di Antonio Lugli, EDIPEM, Novara 1974.
*Alexandre Dumas, ''Mastro Adamo il calabrese'', traduzione di A. Coltellaro, Pellegrini Editore, 1999.
*Alexandre Dumas, ''Pasquale Bruno'' (''Romanzo storico siciliano''), traduzione di C. Rizza, La Zisa Edizioni. ISBN 978-8881280421
*Alexandre Dumas, ''Storia di uno schiaccianoci (liberamente tratta dal racconto di Alexandre Dumas)'', traduzione e cura di Gabriella Messi, Edizioni Angolo Manzoni, 2010. ISBN 9788862040761
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di U. Caimpenta, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1968.
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Viaggio in Calabria'', traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 1996. ISBN 884981545X
==Voci correlate==
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
*''[[I tre moschettieri (film 1993)|I tre moschettieri]]'' – film 1993
*''[[La regina Margot]]'' – film 1994
*''[[La maschera di ferro (film 1998)|La maschera di ferro]]'' – film 1998
==Altri progetti==
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===Opere===
<!--====Ciclo dei Valois====
{{Pedia|La regina Margot (romanzo)|''La regina Margot (romanzo)''|}}
{{Pedia|La signora di Monsoreau (romanzo)|''La signora di Monsoreau (romanzo)''|}}
{{Pedia|I quarantacinque (romanzo)|''I quarantacinque (romanzo)''|}}
====Ciclo di Richelieu e di Mazzarino====-->
{{Pedia|I tre moschettieri||(1844)}}
{{Pedia|Vent'anni dopo|''Vent'anni dopo''| (1845)}}
{{Pedia|Il visconte di Bragelonne|''Il visconte di Bragelonne''| (1850)}}
<!--====Ciclo di Maria Antonietta e della rivoluzione====
{{Pedia|Giuseppe Balsamo (romanzo)|''Giuseppe Balsamo (romanzo)''|}}
{{Pedia|La collana della regina (romanzo)|''La collana della regina (romanzo)''|}}
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====Ciclo della Repubblica Partenopea====
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====Romanzi vari====-->
{{Pedia|Il Conte di Montecristo|''Il Conte di Montecristo''| (1844)}}<!--
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[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]
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wikitext
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[[Immagine:Alexandre Dumas.jpg|thumb|Alexandre Dumas]]
'''Alexandre Dumas''' (1802 – 1870), scrittore e drammaturgo francese.
==Citazioni di Alexandre Dumas==
*Abitualmente comincio un libro solo dopo ch'è stato già scritto.
:''En général, je ne commence un livre que lorsqu'il est écrit''.<ref>Da ''Propos d'art et de cuisine''.</ref>
*C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."<ref>Da ''I Mohicani di Parigi'', 1854; vedi anche [[w:Cherchez la femme|la voce]] in Wikipedia.</ref>
:''Il y a une femme dans toutes les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis:'' Cherchez la femme!.
*Chi legge la [[storia]], se non gli [[storico|storici]] quando correggono le loro bozze?<ref>Da ''Il corricolo''.</ref>
*Ci sono certe città sconosciute il cui nome, per inattese, terribili, clamorose catastrofi, talvolta acquista improvvisa fama europea e che s'ergono in mezzo al secolo come una di quelle paline storiche piantate dalla mano di Dio per l'eternità: tale è il destino di [[Pizzo Calabro|Pizzo]]. Senza annali nel passato e probabilmente senza storia nell'avvenire, essa vive sulla sua gloria di un giorno ed è diventata una delle stazioni omeriche dell'Iliade napoleonica. Infatti è noto che fu nella città di Pizzo che [[Gioacchino Murat]] venne a farsi fucilare, là che quest'altro Aiace trovò una morte oscura e cruenta.<ref>Da ''Viaggio in Calabria''.</ref>
*{{NDR|In ricordo di Emma Mannoury-Lacour}} Credo proprio che tre quarti del mio cuore, se non il cuore intero, siano morti con lei.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2004.</ref>
*Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la [[barba]] alle [[donna|donne]] perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.<ref>Citato in Franco Fossati, ''Chi dice donna...'', Armenia, 1987, p. 41. ISBN 8834401786.</ref>
*E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?<ref>Da ''Kean o Genio e sregolatezza'', IV, 2.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*{{NDR|[[Francesco Mario Pagano]]}} Godeva di una grande reputazione e la meritava sotto tutti i rapporti. [...] La dolcezza della sua parola, la soavità della sua morale l'avea fatto soprannominare il Platone campano, ancora giovane aveva scritto la giurisdizione criminale opera che fu tradotta in tutte le lingue, e che fu menzionata dall'assemblea nazionale francese.<ref>Da ''I Borboni di Napoli: Vol. III'', Napoli, 1862, p. 10-11.</ref>
*L'[[orgoglio]] ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'[[invidia]].
:''L'orgueil a presque toujours une compagne encore pire que lui: cest l'envie''.<ref>Da ''Le Roi des quilles- racconto per bambini'', 1859.</ref>
*La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]] bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.<ref>Da ''I Borgia''; citato in [[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Oscar Mondadori, 2007, p. 264.</ref>
*Nulla riesce meglio del [[successo]], che è la calamita morale che tutto attira a sé.<ref>Da ''Il corricolo''.</ref><ref name=e />
*Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se [[Napoli]] non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.<ref>Dal giornale ''L'Indipendente'' del 19 dicembre 1862.</ref>
*Tutto il delitto della prima {{NDR|[[Eleonora Pimentel Fonseca]]}} fu d'esser una {{sic|patriotta}} ardente; d'aver prima d'ogni altro levato il grido di libertà, quando la libertà apparve in Napoli; d'aver fondato il ''Monitore {{sic|Napolitano}}''. Questo delitto bastò a mandarla al patibolo, anzi alla forca.<br>Per un'oscena cortesia del tribunale verso la plebaglia {{sic|napolitana}}, la forca era alta trenta piedi.<br>Eleonora Pimentel camminò al supplizio col sorriso sulle labbra; nel lasciar {{sic|la}} carcere aveva bevuto una tazza di caffè: nel giunger a piè della forca, le fu chiesto se desiderava qualcosa: avevano l'ordine di accordarle l'ultima sua domanda: speravasi che chiederebbe la vita.<br> – Datemi un paio di mutande, disse.<br>Lucrezia<ref>Allusione alla Lucrezia romana, moglie di Collatino, suicida per l'oltraggio di Sesto Tarquinio.</ref> non avrebbe nulla trovato di meglio.<ref>Da ''[https://archive.org/details/bub_gb_Ty7nnZyBCFMC/page/n6/mode/1up Da Napoli a Roma]'', traduzione di Eugenio Torelli, Stabilimento tipografico del Plebiscito, Napoli, 1863, cap. III, p. 71.</ref>
==''Ascanio''==
===[[Incipit]]===
Alle quattro pomeridiane del 10 luglio dell'anno di grazia 1540, un bel giovane, alto, bruno con grandi occhi neri, vestito con elegante semplicità e armato soltanto d'un pugnaletto dal manico mirabilmente cesellato, stava presso la pila dell'acqua benedetta che è sull'entrata della chiesa dei Grandi Agostini, nel recinto dell'Università di Parigi.<br>Questo giovane, senza dubbio per pia umiltà, non si era mosso dal suo posto per tutta la durata dei vespri, e a fronte china, in atteggiamento di dovuta contemplazione, aveva mormorato non so quali parole, forse le preghiere, poiché le aveva dette a voce tanto bassa, che soltanto lui e Dio potevano sapere ciò che egli dicesse.
===Citazioni===
*V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina. (p. 205)
*Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede. (p. 205)
==''I tre moschettieri''==
===[[Incipit]]===
====Giuseppe Aventi====
Il primo lunedì dell'aprile 1625, il borgo di Meung, che diede i natali all'autore del ''Romanzo della Rosa'', era in preda al più grande disordine, come se vi fossero capitati gli Ugonotti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, nel veder le donne scappare verso la Strada Grande, e nel sentir gli strilli dei bambini sugli usci delle case, si affrettavano a indossare la corazza, e fortificando la loro risolutezza un po' dubbia, con un moschetto o una partigiana, si avviavano alla locanda del Buon Mugnaio, davanti alla quale c'era un gruppo compatto, chiassoso e pieno di curiosità, che ingrossava di momento in momento.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}utT5qmal_gIC I tre moschettieri]'', traduzione di Giuseppe Aventi, Rizzoli, 2010. ISBN 88-58-61145-6}}
====Maria Bellonci====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 nella città di Meung (dove nacque l'autore del ''Roman de la rose''), sembrava che fosse scoppiata una violenta rivoluzione come se stessero arrivando gli ugonotti per una seconda La Rochelle. Molti cittadini, vedendo le donne precipitarsi verso la strada principale e sentendo i bambini gridare sulle porte di casa, corsero ad armarsi, e, resi più sicuri dal loro moschetto o dalla loro alabarda, si diressero verso l'osteria del ''Franc Meunier'' dove stava ammassandosi, di minuto in minuto più fitta, una folla vociante e curiosa.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}gztjEAAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Maria Bellonci]], Giunti, 2010. ISBN 9788809753570}}
====Antonio Beltramelli====
Il primo lunedì del mese d'aprile del 1625, il borgo di Meung, dove nacque l'autore del ''Romanzo della Rosa'', sembrava essere in piena rivoluzione, come se gli ugonotti fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Parecchi abitanti, vedendo le donne fuggire verso la Grande-Rue e sentendo i bimbi strillare sulle soglie, si affrettarono a indossare la corazza e, puntellando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossando di minuto in minuto, un gruppo di persone compatto, rumoroso e molto incuriosito.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}uuN_DQAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Antonio Beltramelli]] revisionata da Stefano Mazzurana, Mondadori, 2016. ISBN 9788852077920}}
====Angiolo Orvieto====
Il primo lunedì del mese d'aprile 1625 il borgo di Méung ove nacque l'autore del Romanzo della Rosa, sembrava esser in una così completa rivoluzione, come se gli ugonotti vi fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Molti borghigiani vedendo correre le donne lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sul limitare delle porte, si sollecitavano ad indossare la corazza, equilibrando il loro portamento alquanto incerto col mezzo di un moschetto o di una partigiana, o dirigendosi verso l'osteria del Franc-Meunier, davanti alla quale si affrettava ed ingrossava di minuto in minuto, un gruppo compatto, rumoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853}}
====Guido Paduano====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 la cittadina di Meung, dove nacque l'autore del ''Roman de la Rose'', sembrava completamente sconvolta, come se gli ugonotti fossero venuti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, vedendo fuggire le donne dalla parte della Grande-Rue e sentendo piangere i bambini sulle porte, si affrettarono a indossare la corazza e, rafforzando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossandosi di minuto in minuto, una folla compatta, rumorosa e curiosa.
====C. Siniscalchi====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 il borgo di Meung sembrava in aperta rivoluzione come se gli Ugonotti, vi fossero venuti a formare una seconda Rocella. Diversi borghesi, vedendo le donne fuggire lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sulla soglia delle porte, si affrettavano ad indossare la corazza, ed animando il loro coraggio, sebbene poco marziale con un moschetto od una partigiana, correvano tutti verso l'albergo del Franc-Meunier, dinanzi al quale si stipava un gruppo compatto, clamoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975}}
===Citazioni===
*Quest'altro moschettiere formava un perfetto contrasto con colui che lo interrogava e che gli aveva dato il nome di Aramis. Era un giovane di ventidue o ventitré anni appena, dall'espressione candida e dolce, dall'occhio nero e mite e dalle gote rosee e vellutate come una pesca d'autunno; i suoi baffi sottili disegnavano sul labbro superiore una linea perfettamente diritta, le sue mani pareva evitassero di abbassarsi per timore di fare un po' gonfie le vene, e di tanto in tanto lo si vedeva pizzicarsi l'orlo delle orecchie, per mantenerle di un incarnato tenero e trasparente. Per abitudine, egli parlava poco e con lentezza, salutava molto, rideva senza far strepito e mostrando i denti, di cui pareva avere molta cura come il resto della persona. (cap. II ''L'anticamera del signor Tréville'')
*Il [[coraggio]] incute rispetto anche ai nemici. (cap. V)
*[...] tutti per uno e uno per tutti [...]. {{NDR|[[Motti dai libri|motto]]}} (d'Artagnan: cap. IX, 2013)
*— Se poteste vedere nel mio cuore allo scoperto, — disse d'Artagnan — vi leggereste tanta curiosità che avreste pietà di me, e tanto amore che dareste subito soddisfazione alla mia curiosità. Da coloro da cui si è amati non c'è nulla da temere. (cap. XI ''L'intrigo si aggroviglia'')
*L'[[amore]] è la più [[egoismo|egoistica]] di tutte le passioni. (cap. XII)
*— Milord, — esclamò [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|la regina]] — voi dimenticate che io non ho mai detto di amarvi.<br />— Ma nemmeno mi avete detto che non mi amavate, e veramente dirmi tali parole sarebbe, da parte della Maestà Vostra, un'ingratitudine troppo grande. Poiché, dove troverete, ditemi, un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita? ('''[[George Villiers, I duca di Buckingham|Duca di Buckingham]]''' cap. XII)
*In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu]], non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle. (cap. XIV ''L'uomo di Meung'')
*D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini. (Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore. cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*— Noialtri diciamo: fiero come uno [[Scozia|scozzese]], — mormorò Buckingham.<br />— E Noi. fiero come un [[Guascogna|guascone]], — disse di rimando D'Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia. (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*Ogni [[falsità]] è una [[maschera]], e per bene che sia fatta la maschera, con un po' d'attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso. (cap. XXV, 2013)
*[...] nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il [[silenzio]] è l'ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d'un daino ferito. (Aramis: cap. XXVI, 2013)
*[...] l'[[amore]] è una lotteria dove chi vince vince la morte. (Athos: cap. XXVII, 2013)
*[...] si domandano [[consigli]] solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. (Athos: cap. XXXIV, 2013)
*Milady sorrise di un sorriso strano.<br />— Così, voi mi amate? — disse.<br />— Ho forse bisogno di dirvelo? Non ve ne siete accorta?<br />— Oh, sì, ma come sapete, i cuori più fieri sono più difficili da conquistare.<br />— Oh, le difficoltà non mi sgomentano — disse d'Artagnan; — temo solo le cose impossibili.<br />— Non c'è nulla di impossibile, — disse Milady — per un vero amore. (cap. XXXVI ''Sogno di vendetta'')
*Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi, signore, e voi siete uomo di spirito. (''[[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]''; cap. XL ''Una visione terribile'')
*[...] ci prendono per pazzi o per [[eroi]], due categorie di imbecilli molto simili tra loro. (Athos: cap. XLVII, 2013)
*La [[vita]] è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l'avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin. (Athos; cap. XLVIII ''Affare di Famiglia'')
*L'[[amore]] è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione. (cap. LVI)
*Il latore del presente ha fatto quello che ha fatto per ordine mio e per il bene dello Stato. 3 dicembre 1627 RICHELIEU (2003, p. 427)
===Citazioni su ''I tre moschettieri''===
*Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''Trois mousquetaires'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo. ([[Benedetto Croce]])
*Il romanzo ''I tre moschettieri'' è una serie ininterrotta di vendette, dal principio alla fine. C'è una vendetta ad ogni pagina. Ogni tanto, una esaltazione tutta esplicita della vendetta, definita qualche volta come "le plaisir des dieux", il piacere degli Dei. ([[Beniamino Placido]])
*In questa favola, Alessandro Dumas sfoggia non poche qualità del grande scrittore: e non delle secondarie. In primo luogo una sovrana impudenza; un insieme di complicità ed oltraggio nei confronti del lettore; nessun patetismo, neppure quando ricorre a situazioni obiettivamente patetiche: giacché nelle sue mani anche la morte dell'innocente si fa avventura, è «divertente». E ancora, il gusto del gioco, della mistificazione; l'onesta carenza morale, che ci rassicura che nei labirinti di questa deliziosa macchinazione non si nasconde la pia frode di un messaggio; una nobile guitteria, che gli detta la mossa esatta per scatenare la saggiamente consenziente credulità del pubblico, e che insieme proibisce qualsiasi identificazione emotiva: il lettore è tenuto a bada nel momento stesso in cui è affascinato; è e deve restare spettatore. ([[Giorgio Manganelli]])
===[[Pietro Citati]]===
*Il personaggio di d'Artagnan è uno dei più straordinari ritratti simbolici della prima parte del secolo. Athos è degno di Dostoevskij. Milady è una bellissima creatura del male. E quella leggerezza, che ci trascina di pagina in pagina, non nasce soltanto da una natura felice, ma da una squisita arte intellettuale.
*Non credete ai denigratori. ''I tre moschettieri'' emana un vero profumo storico: non meno di ''Guerra e Pace''; un profumo che Dumas ricava con astuzia e grazia dalle memorie, dalle lettere e dai romanzi del primo Seicento.
*Come in una cavalcata fantastica, tutta la geografia, la storia e la letteratura della Francia, sfilano davanti ai nostri occhi. Conosciamo i guasconi, i piccardi, i normanni, gli abitanti del Berry, e il loro dialetto, che il colto Aramis si rifiuta di capire; e quanti paesi e chiese e osterie sorvolate dal vento dell'avventura. C'è Parigi, avvolta da una nebbia cupa. I moschettieri bevono generosamente, attaccano briga, pagano malvolentieri i conti degli osti, come gli eroi di Rabelais e di Scarron. ''Il borghese gentiluomo'', ''L'Avaro'' e ''Il Barbiere di Siviglia'' ci fanno conoscere i loro lacchè e le loro soubrettes, che danzano ancora per noi. Abbiamo mercanti e avvocati, avidi e sordidi come nel ''Romanzo borghese'' di Furetière. Aramis ci ricorda la mondanità preziosa degli abati. Gli epigrammi della tradizione moralistica francese brillano alla fine di ogni capitolo. Poi il tempo cambia. Entriamo nella Parigi del primo Ottocento, nei teatri e nei piccoli giornali. C'è qualche traccia della sapienza filosofica e fisionomica di Balzac. E il giovane d'Artagnan, che a diciott'anni arriva dalla Guascogna per far fortuna, l'abbiamo già incontrato nelle vesti di Gil Blas e di Jacob: l'abbiamo ritrovato in quelle di Lucien de Rubempré e di Julien Sorel, che come lui cercano di conquistare la Francia.
*Non so se Dumas avesse letto Baltasar Gracián: una parte dei ''Tre moschettieri'' ha un sapore che ci ricorda, sebbene mescolato e manipolato dall'"abile irrigatore", le massime del gesuita spagnolo. Il Seicento si incarna nella figura del cardinale di Richelieu, per il quale Dumas ha una vera passione. Richelieu è la rapidità e l'astuzia, che solo d'Artagnan sa fronteggiare. Rappresenta gli ''Arcana imperii'': il segreto profondissimo del potere e la macchinazione; l'arte di spiare e di ascoltare i segreti.
*Ormai è tempo di riprendere in mano ''I tre moschettieri''. Non possiamo fermarci: gli oggetti non ci arrestano con il loro volume, e i personaggi sembrano (e non sono) formati di una sola dimensione. Tutto quello che, nella vita, ci sbarra il passo, viene trascinato dal volo velocissimo della fantasia. Il cavallo di d'Artagnan corre verso l'Inghilterra più rapido del nostro occhio che legge, le navi attraversano in un baleno i mari, Milady ripete le sue affascinanti menzogne, un'occhiata fa scoccare all'improvviso un amore... La leggerezza trionfa sul peso: la frivolezza sul significato, l'immaginazione sull'esperienza. Mentre leggiamo, rimbalzando di fatto in fatto, anche noi senza peso, tutto ci accade: siamo d'Artagnan e Richelieu, Buckingham e Athos, l'uomo dal mantello rosso e Milady, eppure nulla ci tocca e ci ferisce. Veloci come il vento, indenni e inconsapevoli come l'aria, attraversiamo senza conoscerle tutte le esperienze del mondo.
==''Il conte di Montecristo''==
===[[Incipit]]===
====Giovanni Ferrero====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi ''Pharaon'' che arrivava da Smirne, via Trieste e [[Napoli]].<br/> Come al solito, un pilota costiero partì immediatamente dal porto, costeggiò il castello d'If e raggiunse la nave tra il Capo Morgiou e l'isola di Rion. E tosto, come al solito, il belvedere del forte Saint-Jean si riempì di curiosi poiché a Marsiglia l'arrivo di un bastimento, soprattutto se è stato costruito, attrezzato e stivato nei cantieri della vecchia Fhochée e appartiene a un armatore della città, è sempre un grande avvenimento.<br/>
{{NDR|Alessandro Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001}}
====Emilio Franceschini====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre-alberi il ''Faraone'', che veniva da Smirne, Trieste e [[Napoli]].<br/> Com'è d'uso, un pilota costiere [''sic''] partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.<br>Contemporaneamente com'è egualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si ricoprì di curiosi; poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il ''Faraone'', si sapeva costrutto, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.<br/>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, RCS Libri, 1998}}
===Citazioni===
*I rossi sono buoni del tutto, o del tutto cattivi.
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi, quando la disgrazia del nemico oltrepassa i limiti della loro collera.
*Non sarei artista se non mi restasse qualche illusione.
*Siate in guardia: un consiglio è peggio d'un favore.
*A chi vuol male accade male.
*E' degli spiriti deboli vedere tutte le cose attraverso un velo nero.
*Un uomo dell'indole del Conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro un'apparente originalità, ma che uccide le anime elevate.
*"Morituri te salutant" (cit.)
*[...] le [[invenzione|invenzioni]] umane progrediscono dal composto al semplice, e il semplice è sempre la perfezione. (Dantès: Rizzoli)
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
*Negli [[affari]] non ci sono amici, solo soci.
*Vi capisco, Fernand; voi vi battereste con lui perché io non vi amo; voi incrocereste il vostro coltello catalano con il suo pugnale. Ma a che servirebbe? A perdere la mia amicizia se rimaneste vinto, a veder cambiarsi in odio la mia amicizia se vincitore. Credetemi, il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest'uomo. No, Fernand, non vi lascerete trasportare da così cattivi pensieri; se non mi potete avere in moglie, accontentatevi di avermi come amica e sorella.
*Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione. (cap. 8)
*Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico?
*Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo.
*Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che [[Ebe]] serviva alla tavola di [[Giove (divinità)|Giove]]. [...] Siete un uomo positivo, e l'[[oro]] è il vostro idolo? Gustate di questa, e le miniere del [[Perù]], di [[Gizerate]] e di [[Golgonda]] vi saranno aperte. Siete un uomo di immaginazione? Siete [[poeta]]? Gustate di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'[[infinito]], e passeggerete libero di [[cuore]], di spirito nei domini senza confine dell'ideale. Siete ambizioso? Correte dietro le grandezze della terra? Gustate di questa, e dopo un'ora sarete idealmente, non re di un piccolo regno nascosto in un angolo d'[[Europa]], come la [[Francia]], la [[Spagna]] o l'[[Inghilterra]], ma sarete il Re del mondo. Il vostro [[trono]] sarà eretto sopra le montagne di Satanasso, e senza aver bisogno di fargli omaggio, senza essere costretto a baciarne gli artigli, sarete il sovrano, padrone di tutti i regni della terra. [...] Una certa erba che li trasportava nell'[[Eden]], in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. [...] Questo è [[hashish]], tutto ciò che si fa di meglio e di più puro in hashish ad Alessandria, l'hashish d'Abou Gor, il gran confetturiere, l'uomo al quale si dovrebbe fabbricare un palazzo con questa iscrizione:<br /> AL MERCANTE DELLA FELICITÀ, IL MONDO RICONOSCENTE. (cap. 31, p. 235) <!--le due precedenti da http://worldpubliclibrary.org/eBooks/Wordtheque/it/aaadec.txt-->
*– Mercedes! – ripeté Montecristo. – Mercedes! Ebbene sì, avete ragione, mi è ancora dolce pronunciare questo nome… È la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona così chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome l'ho pronunciato con i sospiri della malinconia, con i gemiti del dolore, col la rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, rattrappito sulla paglia della mia prigione; l'ho pronunciato divorato dal caldo; l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del mio carcere. Mercedes, bisogna che mi vendichi perché ho sofferto per quattordici anni, ho pianto, ho maledetto. Ve lo ripeto Mercedes, bisogna che mi vendichi! E il conte di Montecristo, temendo di cedere alle lacrime di colei che aveva amato tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato.
*– Pazzo che fui – disse egli – A non strapparmi il cuore il giorno in cui giurai di vendicarmi! (Edmondo Dantès)
*Che cosa è la [[morte]] per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Edmondo Dantès)
*Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)
*«Non c'è alcuna speranza», rispose Faria, scuotendo la testa, «ma non importa. Dio vuole che l'uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l'amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.» (pg. 211)
*Certamente, quantunque meno espansiva, la gioia di Montecristo non era meno grande: la [[gioia]], per i cuori che hanno lungamente sofferto, è simile alla rugiada, cuore e terra assorbono la pioggia benefica, e niente appare al di fuori. (cap. XCI, ''Suicidio''; 2010, p. 743)
*Ci vuole la [[Disgrazia|sciagura]] per scavare certe miniere misteriose nascoste nell'intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere. Con la prigionia tutte le facoltà che fluttuavano qua e là si sono adunate in un sol punto, hanno colliso in uno spazio angusto, e voi lo sapete, dal cozzo delle nubi si genera l'elettricità, dall'elettricità la folgore, dalla folgore la luce. (Faria; Donzelli, p. 132)
*La [[filosofia]] non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. (Faria; Donzelli, p. 139)
*[Il] grande lago che chiamano il [[Mediterraneo]] [...]. (XXII; Donzelli, p. 177)
*«Ah, il [[duello]]!», esclamò il conte. «Sull'anima mia, risibile modo di raggiungere il proprio scopo, quando lo scopo è la vendetta! Un uomo vi ha rubato la vostra amante, un uomo ha sedotto vostra moglie, un uomo ha disonorato vostra figlia. Di una vita intera, che aveva il diritto di aspettarsi la parte di felicità che Iddio ha promesso a ogni essere umano nel crearlo, egli ha fatto un'esistenza di dolore, di miseria o d'infamia, e voi vi ritenete vendicato perché a quest'uomo, che vi ha gettato il delirio nella mente e la disperazione nel cuore, voi avete sferrato un fendente in petto o piazzato una pallottola in capo? Suvvia, dunque! Senza contare che spesso è costui a uscire trionfante dalla tenzone, mondato agli occhi del mondo e in qualche modo assolto da Dio. No, no – rincarò il conte – se mai dovessi vendicarmi, non è in questo modo che mi vendicherei». (Donzelli, p. 323)
*Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la [[società]] che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. (Il conte di Montecristo; LV; Donzelli, pp. 388-89)
===Citazioni su ''Il conte di Montecristo''===
*È forse il piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una giustizia trascendente in cui non crede più «sistematicamente». ([[Antonio Gramsci]])
*È il romanzo di una vendetta, ma è anche una descrizione impareggiabile del gran mondo parigino. Tutti i suoi nemici hanno fatto carriera, ma Dantès con ogni genere di astuzia riesce a stroncarli uno per uno. Tutti lo ammirano, tutti lo invitano, neppure la sua ex fidanzata, che ha sposato un alto funzionario, lo riconosce. Quando si deciderà a parlare?, ci chiediamo col fiato sospeso.<br>Siamo ben lontani da ''I tre moschettieri'', libro di cappa e spada più celebre e molto più sempliciotto. È Montecristo il vero eroe romantico creato dallo straripante Dumas. È a lui (se ci fosse una giustizia letteraria suprema) che andrebbe appesa la fama di Alexandre Dumas. ([[Carlo Fruttero]])
*Forse Edmond Dantès si sbagliava, e l'unica soluzione era non fidarsi e non sperare. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*''Il Conte di Monte-Cristo'' è una sterminata hilarotragedia, dove il riso e il delitto, il gioco e il Male Assoluto si sfiorano e si intrecciano. Il lieve tocco ironico, lo spirito settecentesco, l'allegretto sono presenti in ogni capitolo. ([[Pietro Citati]])
*– "''Il conte di Montecrisco''".<br />– "Montecristo", deficiente.<br />– Di Alessandro... Dum-azz... Due mazzi...<br />– È francese. Sì, si legge Dumas. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe, parla di un'evasione.<br />– Allora va messo nel settore didattico. O sbaglio? (''[[Le ali della libertà]]'')
*La prima parte di ''Montecristo'', fino alla scoperta del tesoro, è un pezzo perfetto di racconto a effetto; non c'è mai stato un uomo che abbia partecipato a queste commoventi avventure senza un fremito, eppure Faria è un personaggio di cartapesta e Dantès poco più di un nome. Il seguito non è che il dilungarsi di un errore, cupo, sanguinoso, innaturale e stupido; ma quanto a questi primi capitoli, non credo esista un altro volume nel quale si possa respirare la stessa inconfondibile atmosfera di romanzo. ([[Robert Louis Stevenson]])
*L'architettura del ''Conte di Monte-Cristo'' possiede una meravigliosa precisione ed esattezza. Non saprei dire se il libro sia composto di romanzi diversi, che la facoltà affabulatrice di Dumas fa coabitare: o se moltissimi fili narrativi procedano gli uni accanto agli altri, fino a riunirsi ed esplodere in spettacolosi colpi di scena. Dovunque regna l'enigma: la soluzione dell'enigma viene sospesa e rinviata; ora una pagina ci suggerisce cosa accadrà, ora una voce sotterranea ci fa capire che avverranno cose completamente diverse. Il racconto corre veloce, trascina gli ostacoli, attraversa i tempi e gli spazi, copre immense tele scriveva Sainte-Beuve – «senza stancare mai il pennello di Dumas né il suo lettore». ([[Pietro Citati]])
==''Il visconte di Bragelonne''==
===[[Incipit]]===
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco. <br>A quella vista i curiosi manifestarono con una franchezza affatto zotica il loro disprezzo per una preda così magra, e dopo una discussione sullo svantaggio della caccia al volo, ritornarono tutti alle loro occupazioni. <br>Monsignore montava un piccolo cavallo di bel portamento, con una larga sella di velluto rosso di Fiandra. Il cavallo era di color fulvo; la giubba di Monsignore era di color chermisi e soltanto dall'insieme di quel rossastro si poteva distinguere il principe tra i suoi due compagni, l'uno vestito di violetto, l'altro di verde. Quello a sinistra, vestito di violetto, era lo scudiero; quello a dritta, vestito di verde, era il cacciatore. <br>Uno dei paggi portava sopra un bastone due girifalchi, l'altro un corno da caccia nel quale soffiò a venti passi dal castello. <br>A quel segnale, otto guardie che passeggiavano al sole nella corte quadrata corsero a prendere le alabarde, e Monsignore fece il suo solenne ingresso nel castello. <br>Le otto guardie, le quali sapevano che il loro servizio era terminato per tutto il resto della giornata, si coricarono al sole, sopra le panchette di pietra; i palafrenieri scomparvero coi cavalli nelle scuderie, e, meno alcuni uccelli che si spaventavano a vicenda con acute strida tra i ciuffi di viole, si sarebbe detto che tutti dormissero. <br>A un tratto, in mezzo a quel dolce silenzio.
===Citazioni===
*Planchet aprì la finestra, come gli era stato prescritto, e la ventata di tumulto che s'ingolfò nella stanza, grida, stridor di ruote, abbaiamenti e passi, assordò anche d'Artagnan, come aveva desiderato.<br>Bevve, allora, un bicchiere di vino bianco, e incominciò in questi termini:<br>"Planchet, ho un'idea".<br>"Ah, signore, come vi riconosco!", rispose il droghiere, ansante d'emozione.
*"D'Artagran, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo."<br>"Ne ho il diritto."<br>"No, perché non conoscete l'avvenire."
*"Continuo", disse Luigi XIV. "È vero anche che un uomo solo abbia potuto penetrare fino a Monck, nel suo accampamento, e l'abbia portato via?"<br>"Quell'uomo aveva dieci ausiliari presi tra gente inferiore"<br>"Nessun altro?"<br>"Nessuno."<br>"E si chiama?"<br>"Il signor d'Artagnan, ex luogotenente dei moschettieri di Vostra Maestà"<br>Anna d'Austria arrossì, Mazzarino diventò giallo di vergogna, Luigi XIV si fece cupo e una goccia di sudore cadde dalla sua fronte pallida.<br>"Che uomini!", mormorò.
*Destinato a tutta prima al commercio, Colbert era stato commesso presso un mercante di Lione, che aveva poi lasciato per recarsi a Parigi nello studio di un procuratore allo Chatelet, chiamato Biterne. In tal modo, aveva appreso l'arte di preparare un bilancio e l'arte più preziosa d'imbrogliarlo.
*Allora, per finirla con quello sguardo da inquisitore che bisogna far abbassare ad ogni costo, come ad ogni costo un generale riduce al silenzio una batteria che lo disturba, Aramis stende la sua bella mano bianca, nella quale riluce l'ametista dell'anello pastorale, fende l'aria col segno della croce e fulmina i sui due amici con la sua benedizione.<br>Forse, distratto dai propri pensieri, empio a sua insaputa, d'Artagnan non si sarebbe affatto inchinato a quella santa benedizione; ma Porthos s'è accorto della distrazione dell'amico, e, appoggiando affettuosamente la sua mano sulla schiena del moschettiere, lo schiaccia verso terra.<br>D'Artagnan si piegò: ci volle poco che non cadesse bocconi. Intanto Aramis è passato. D'Artagnan, come Anteo, non ha fatto che toccare la terra, e si rivolge verso Porthos pronto a litigare.
*"Buongiorno, signor d'Artagnan. Parlavamo di Belle-Isle sul Mare", disse Fouquet con quell'arte del mondo e quella scienza dello sguardo che richiedono metà della vita per impararle bene, e a cui certa gente, nonostante tutto il suo studio, non arriva mai.
*Aramis, l'abbiamo detto, era ancora alzato. Comodamente avvolto in una veste da camera di velluto, scriveva lettere su lettere, con quella scrittura così fine e così densa che d'una pagina fa un quarto di volume.
*Monsieur era troppo gran signore per notare un tal particolare. Non c'è nulla d'efficace come l'idea ben stabilita della propria superiorità per assicurare l'inferiorità dell'uomo che ha una tale opinione di sé.
*"Lo so, e ho agito di conseguenza: niente spazio, niente comunicazioni, niente donne, niente gioco, ma, adesso, è d'un patetico che non vi so dire", aggiunse Aramis con uno di quei sorrisi che appartenevano solo a lui, "vedere come i giovani cerchino di divertirsi, e come, di conseguenza, simpatizzino per colui che paga i divertimenti"
*Però Dio è tanto buono per gli errori giovanili, tutto quello che è amore, anche amore colpevole, trova così facilmente grazia ai suoi sguardi paterni, che all'uscir dalla messa Luigi, levando gli occhi al cielo, poté vedere, attraverso gli strappi di una nuvola, un angolo del tappeto azzurro che è calpestato dal piede del Signore.
*E Porthos si fece severo.<br>"E la botola, signore", disse, "e la botola?"<br>Di Sant-Agnan divenne estremamente pallido. Buttò indietro la sedia in tal modo, che Porthos, con tutta la sua ingenuità, s'accorse che il colpo aveva fatto centro.<br>"La botola", mormorò il conte.<br>"Ebbene, signore, datene una spiegazione, se potete", fece Porthos scuotendo il capo.<br>Di Sant-Agnan abbassò la fronte.<br>"Oh! sono tradito!", mormorò; "si sa tutto!"<br>"Si sa sempre tutto", replicò Porthos, che non sapeva nulla.
*"No, è l'impotenza! Abbiamo forse la pretesa di prendere, in tre, la Bastiglia?"<br>"Se ci fosse d'Artagnan", esclamò Porthos, "non dico di no."<br>Raul fu preso d'ammirazione davanti a quella fiducia, eroica tanto era candida. Erano quelli gli uomini famosi che, in tre o quattro, affrontavano eserciti o attaccavano fortezze! Uomini che avevano spaventato la morte e che, sopravvissuti a tutto un secolo ormai in dissoluzione, erano ancora più forti dei più forti giovani del giorno.
*Baisemeaux impallidì di fronte a quella fredda sicurezza. Gli parve che la voce di Aramis, così gaia e sorridente poco prima, fosse divenuta funebre e sinistra; che i ceri dei candelabri si fossero cambiati in ceri da cappella sepolcrale; che i bicchieri di vino si fossero trasformati in calici di sangue.
*Ad un tratto, il capo del giovane si inchinò. Il suo pensiero ridiscese sulla terra. il suo sguardo si indurì, la fronte gli si coprì di rughe, la bocca assunse una espressione di feroce risolutezza; poi il suo sguardo divenne fisso ancora una volta; ma ora rifletteva la fiamma dei mondani splendori; ora somigliava allo sguardo di Satana sulla montagna, quando passava in rivista i regni e le potenze della terra per sedurre Gesù.
*"Colpite, Porthos!", risuonò la voce sepolcrale di Aramis.<br>Porthos mandò un gran sospiro, ma obbedì.<br>La sbarra di ferro calò verticalmente sul capo di Biscarat, che fu ucciso prima ancora di finire il suo grido. Poi la leva formidabile si alzò e si abbassò dieci volte in dieci secondi, e fece dieci cadaveri.
*Ed ora cercate in questa tomba ardente, in questo vulcano sotterraneo, cercate le guardie del re dagli abiti azzurri gallonati d'argento.<br>Cercate gli ufficiali splendenti d'oro, cercate le armi su cui essi avevano contato per difendersi, cercate le pietre che li hanno uccisi, cercate il suolo che li sosteneva.<br>Un solo uomo ha fatto di tutto questo un caos più confuso, più informe, più terribile del caos che esisteva un'ora prima che Dio avesse avuto l'idea di creare il mondo.
*Per un istante, le braccia di Porthos si piegarono; ma l'ercole riunì tutte le forze, e si videro le due pareti della prigione, in cui era sepolto, aprirsi lentamente fargli largo. Per un attimo, apparve in quella cornice di granito, simile all'angelo antico del caos;
==''La regina Margot''==
===[[Incipit]]===
Il lunedì, diciottesimo giorno del mese di agosto 1572, vi era festa grande al Louvre. Le finestre dell'antico palazzo reale, sempre tanto cupe, erano sfarzosamente illuminate; le piazze e le vie attigue, di solito tanto deserte sin da quando a Saint-Germain-l'Auxerrois erano suonate le nove, erano, benché fosse mezzanotte, affollate di gente.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''La regina Margot'', BUR Rizzoli, Milano 2017, Traduzione di M. Dazzi}}
===Citazioni===
*{{NDR|su [[Margherita di Valois]]}} La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della corona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa familiarità il re Carlo IX chiamava sempre ''mia sorella Margot''. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Caterina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle donne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in italiano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicendo nel suo entusiasmo:<br>«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».<br>Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla giovane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecondi. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'avvenire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indirizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:<br>«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».<br>La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poiché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buona coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pensiero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois. (pp. 26-27)
==''La signora di Monsoreau''==
===[[Incipit]]===
La sera della domenica di carnevale del 1578, nel magnifico palazzo dei Montmoreney, situato quasi in faccia al Louvre, ma sull'altra riva della Senna, si svolgeva una sontuosa festa per celebrare le nozze di Francesco d'Epinay di Saint-Luc, intimo e favorito del re Enrico III, con Giovanna di Cossé-Brissac, figlia del Maresciallo di Francia.
===Citazioni===
*[...] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia. (p. 9)
*No, non è il [[anima e corpo|corpo]] che è ammalato. È l'[[anima e corpo|anima]]! Piuttosto che un medico... un confessore. (p. 37)
==''Lo Schiaccianoci''==
===[[Incipit]]===
Vi fu un tempo a [[Norimberga]] un presidente assai famoso, il dottor Silberhaus, nome che in tedesco significa «casa d'argento». Il presidente aveva un figlio e una figlia: Fritz di nove anni, e Maria di sette e mezzo: due bambini simpaticissimi, ma molto diversi per carattere e per aspetto fisico, tanto che era difficile credere, così a prima vista, che potessero essere fratelli. Fritz era grassottello, spaccone e piuttosto birichino: faceva le bizze alla minima contrarietà, convinto come era che tutto fosse stato creato per il suo divertimento e per sottostare ai suoi capricci; e restava di questa opinione finché il dottor Silberhaus, stanco delle sue grida, dei suoi pianti e del suo batter di piedi, usciva dallo studio e, levando il dito all'altezza del sopracciglio aggrottato, si limitava a esclamare: – Signor Fritz!...
===Citazioni===
*[[Norimberga]] è una città della [[Germania]] famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra, a meno che non succeda a loro come agli abitanti di [[Ostenda]] che le ostriche a ceste piene se le vedono soltanto passare sotto il naso. (p. 11)
*''A perpendicolo | ticchetta il [[orologio a pendolo|pendolo]], | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà''. (p. 45)
*''Sorella, un pezzetto di lardo | per me devi avere riguardo, | anch'io come te son regina | e gusto la buona cucina.'' (p. 50)
*''Dal tuo consorte uccisi, senza peccati o torti, | i miei figli e nipoti ormai son tutti morti, | ma guai a te, regina! | ché sul bimbo regale da te tanto aspettato | sul tuo tenero amore ho già deliberato | di far la mia vendetta! | Tuo marito ha fortezze, ha cannoni e soldati, | consiglieri e ministri illustri e illuminati, | e tu hai ciò che chiedi. | La regina dei topi non ha nulla, però | denti aguzzi e potenti la sorte le donò | da usar contro i tuoi eredi!'' (p. 56)
==''Mastro Adamo il calabrese''==
===[[Incipit]]===
Se i nostri lettori provano qualche curiosità per gli episodi, della veridica storia che stiamo per raccontare è necessario che abbiano la compiacenza di seguirci in Calabria dove li abbiamo già condotti due volte, la prima per raccontare loro le avventure di Cherubino e Celestino, la seconda per farli assistere alla morte di Murat.
===Citazioni===
*La [[Calabria]] è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti. (p. 7)
*Era un vecchio uomo felice mastro Adamo; una di quelle persone facile a illuminarsi e che si aprono naturalmente alla speranza ed alla gioia come i fiori.
*In effetti l'[[posta|ufficio postale]] sembrava una di quelle case miracolose trasportate dagli angeli come il duomo della madonna di Loreto.
*Non c'era nessun dubbio sulla decisione. Le urla di: Viva la [[Maria|Madonna]]! Abbasso gli sbirri! risuonarono da ogni lato e le povere guardie, richiamate dai diversi luoghi dove vegliavano da otto giorni con una tenacia ed un coraggio degni di maggior ricompensa, partirono la stessa notte per Monteleone.
==''Pascal Bruno''==
===[[Incipit]]===
Bellini era di Catania. La prima cosa che i suoi occhi, aprendosi, avevano visto, erano state le onde che, dopo aver bagnato le mura di Atene, vengono a spegnersi melodiosamente sulle rive di un'altra Grecia; e l'Etna favolosa e antica, sui cui fianchi vivono ancora, dopo diciotto secoli, la mitologia di Ovidio e i racconti di Virgilio. Ecco perché l'indole di Bellini era tra le più poetiche che si potessero incontrare; e il suo genio, che bisogna apprezzare con il sentimento e non giudicare con la ragione, un canto eterno, dolce e malinconico come un ricordo; un'eco simile a quella che se ne sta assopita nei boschi e sulle montagne, e che sussurra appena fino a quando il grido delle passioni e del dolore non venga a svegliarla. Bellini era l'uomo che faceva al caso mio. Aveva lasciato la Sicilia ancora giovane, e dell'isola nativa gli era rimasta una memoria crescente, dentro la quale custodiva religiosamente, lontano dai luoghi in cui era cresciuto, i ricordi poetici dell'infanzia.
===Citazioni===
* Era un giovane di venticinque ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla; una giacca di velluto con bottoni d'argento; pantaloni della stessa stoffa e con le stesse guarnizioni, stretti alla vita da una fascia di seta rossa con ricami e frange verdi come quelle che si fanno a Messina, a imitazione di quelle lavorate in Oriente. Infine, gambaletti e scarpe di cuoio completavano il costume montanaro, che non mancava di una certa eleganza e che sembrava fatto apposta per mettere in risalto le belle e armoniose forme del corpo di chi lo indossava. Il volto era di una bellezza selvaggia: aveva tratti fortemente marcati propri dell'uomo meridionale, occhi arditi e fieri, capelli e barba neri, naso aquilino e denti perfetti.
==''Vent'anni dopo''==
===[[Incipit]]===
In una delle stanze del Palazzo del Cardinale, che noi già conosciamo, vicini ad una tavola con gli angoli d'[[argento]] dorato, piena di carte e di libri, era seduto un uomo con la testa appoggiata sulle mani. Proprio dietro di lui era un vasto camino, rosso dal fuoco ed i cui tizzoni cadevano sopra larghi alari dorati. La luce di quel focolare schiariva di dietro le magnifiche vesti di quel meditabondo, illuminato davanti ad un candelabro carico di lumi.<br>Al vedere quella zimarra rossa e quei vistosi merletti, al vedere quella fronte pallida curvata sotto la meditazione, la solitudine di quel gabinetto, il silenzio delle anticamere, i passi misurati della guardia sul pianerottolo si sarebbe potuto credere che l'ombra del cardinale Richelieu fosse ancora nella stanza. <br>Era Mazzarino. Ora Mazzarino era solo, e si sentiva debole. <br>
– Straniero! Mormorava, Italiano! Ecco la gran parola! <br>Con questa parola hanno assassinato Concini, e, se li lasciassi fare, mi assassinerebbero come lui, sebbene non abbia loro fatto altro male che pelarli un poco. Infingardi! Non vedono dunque che il loro nemico non è questo italiano che parla male il francese, ma bensì coloro che hanno il talento di dir loro delle belle parole con un purissimo e buon accento parigino. Sì, sì, continuò il ministro con un fiero sorriso, sì, i vostri clamori me lo dicono, la sorte dei favoriti è precaria; ma se sapete ciò, dovete pure sapere che io non sono un favorito ordinario. Il conte d'Essex aveva uno splendido anello, ricco di diamanti [...]<br>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001}}
===Citazioni===
*Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare. (Lucchi 1968)
*Ma l'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità. (Lucchi 1968)
*"E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile." (cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Garibaldi e Montevideo''===
Al viaggiatore che viene d'Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L'una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la ''matriz'', come la si chiama; l'altra poi di massi e verdura, su cui s'innalza un faro, vien detta il ''Cerro''.
===''Robin Hood''===
Era il tramonto di un giorno di primavera dell'anno di grazia 1162, sotto il regno di Enrico II Plantageneto. Due uomini a cavallo percorrevano i sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham; essi apparivano sfiniti almeno quanto le loro cavalcature.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
===''Storia di uno schiaccianoci''===
''Norimberga, 2010.''<br>
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e... Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.<br>
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:<br>
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
==Citazioni su Alexandre Dumas==
*I due Dumas hanno capovolto la teoria dell'economia. Il padre è stato il prodigo, e il figlio è stato l'avaro. ([[Jules Renard]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Alexandre Dumas, ''Ascanio'', Adriano Salani Editore, Firenze 1930.
*Alexandre Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/53485/53485-h/53485-h.htm Garibaldi e Montevideo]'', F. Manini, 1859.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, Rizzoli, 1998.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, introduzione di Umberto Eco, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817009676
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Gaia Panfili, Donzelli, 2010. ISBN 8860364035
*Alexandre Dumas, ''Il visconte di Bragelonne'', Tipografia Editoriale Lucchi, Milano 1964.
*Alexandre Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di A. Beltramelli, Mondadori, 2004.
*Alessandro Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/60641/60641-h/60641-h.htm I tre moschettieri]'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853.
*Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975.
*Alexandre Dumas, ''[https://web.archive.org/web/20130603210423/http://ed.espresso.repubblica.it/speciali_web/2013/igrandiromanzi/itremoschettieri.epub I tre moschettieri]'', introduzione e traduzione di Guido Paduano, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2013.
*Alexandre Dumas, ''La regina Margot'', traduzione di Maria Dazzi, BUR, Milano, 2008.
*Alexandre Dumas, ''La signora di Monsoreau'', traduzione di Luigi A. Garrone, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1937.
*Alexandre Dumas, ''Lo Schiaccianoci'' (''Histoire d'un casse-noisette''), traduzione di Antonio Lugli, EDIPEM, Novara 1974.
*Alexandre Dumas, ''Mastro Adamo il calabrese'', traduzione di A. Coltellaro, Pellegrini Editore, 1999.
*Alexandre Dumas, ''Pasquale Bruno'' (''Romanzo storico siciliano''), traduzione di C. Rizza, La Zisa Edizioni. ISBN 978-8881280421
*Alexandre Dumas, ''Storia di uno schiaccianoci (liberamente tratta dal racconto di Alexandre Dumas)'', traduzione e cura di Gabriella Messi, Edizioni Angolo Manzoni, 2010. ISBN 9788862040761
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di U. Caimpenta, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1968.
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Viaggio in Calabria'', traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 1996. ISBN 884981545X
==Voci correlate==
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
*''[[I tre moschettieri (film 1993)|I tre moschettieri]]'' – film 1993
*''[[La regina Margot]]'' – film 1994
*''[[La maschera di ferro (film 1998)|La maschera di ferro]]'' – film 1998
==Altri progetti==
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===Opere===
<!--====Ciclo dei Valois====
{{Pedia|La regina Margot (romanzo)|''La regina Margot (romanzo)''|}}
{{Pedia|La signora di Monsoreau (romanzo)|''La signora di Monsoreau (romanzo)''|}}
{{Pedia|I quarantacinque (romanzo)|''I quarantacinque (romanzo)''|}}
====Ciclo di Richelieu e di Mazzarino====-->
{{Pedia|I tre moschettieri||(1844)}}
{{Pedia|Vent'anni dopo|''Vent'anni dopo''| (1845)}}
{{Pedia|Il visconte di Bragelonne|''Il visconte di Bragelonne''| (1850)}}
<!--====Ciclo di Maria Antonietta e della rivoluzione====
{{Pedia|Giuseppe Balsamo (romanzo)|''Giuseppe Balsamo (romanzo)''|}}
{{Pedia|La collana della regina (romanzo)|''La collana della regina (romanzo)''|}}
{{Pedia|Angelo Pitou (romanzo)|''Angelo Pitou (romanzo)''|}}
{{Pedia|La contessa di charny (romanzo)|''La contessa di Charny (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)|''Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)''|}}
====Ciclo della Repubblica Partenopea====
{{Pedia|Luigia Sanfelice (romanzo)|''Luigia Sanfelice (romanzo)''|}}
====Romanzi vari====-->
{{Pedia|Il Conte di Montecristo|''Il Conte di Montecristo''| (1844)}}<!--
{{Pedia|Robin Hood (romanzo)|''Robin Hood (romanzo)''|}}
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{{DEFAULTSORT:Dumas (padre), Alexandre}}
[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
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[[Immagine:Alexandre Dumas.jpg|thumb|Alexandre Dumas]]
'''Alexandre Dumas''' (1802 – 1870), scrittore e drammaturgo francese.
==Citazioni di Alexandre Dumas==
*Abitualmente comincio un libro solo dopo ch'è stato già scritto.
:''En général, je ne commence un livre que lorsqu'il est écrit''.<ref>Da ''Propos d'art et de cuisine''.</ref>
*C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."<ref>Da ''I Mohicani di Parigi'', 1854; vedi anche [[w:Cherchez la femme|la voce]] in Wikipedia.</ref>
:''Il y a une femme dans toutes les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis:'' Cherchez la femme!.
*Chi legge la [[storia]], se non gli [[storico|storici]] quando correggono le loro bozze?<ref>Da ''Il corricolo''.</ref>
*Ci sono certe città sconosciute il cui nome, per inattese, terribili, clamorose catastrofi, talvolta acquista improvvisa fama europea e che s'ergono in mezzo al secolo come una di quelle paline storiche piantate dalla mano di Dio per l'eternità: tale è il destino di [[Pizzo Calabro|Pizzo]]. Senza annali nel passato e probabilmente senza storia nell'avvenire, essa vive sulla sua gloria di un giorno ed è diventata una delle stazioni omeriche dell'Iliade napoleonica. Infatti è noto che fu nella città di Pizzo che [[Gioacchino Murat]] venne a farsi fucilare, là che quest'altro Aiace trovò una morte oscura e cruenta.<ref>Da ''Viaggio in Calabria''.</ref>
*{{NDR|In ricordo di Emma Mannoury-Lacour}} Credo proprio che tre quarti del mio cuore, se non il cuore intero, siano morti con lei.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2004.</ref>
*Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la [[barba]] alle [[donna|donne]] perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.<ref>Citato in Franco Fossati, ''Chi dice donna...'', Armenia, 1987, p. 41. ISBN 8834401786.</ref>
*E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?<ref>Da ''Kean o Genio e sregolatezza'', IV, 2.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*{{NDR|[[Francesco Mario Pagano]]}} Godeva di una grande reputazione e la meritava sotto tutti i rapporti. [...] La dolcezza della sua parola, la soavità della sua morale l'avea fatto soprannominare il Platone campano, ancora giovane aveva scritto la giurisdizione criminale opera che fu tradotta in tutte le lingue, e che fu menzionata dall'assemblea nazionale francese.<ref>Da ''I Borboni di Napoli: Vol. III'', Napoli, 1862, p. 10-11.</ref>
*L'[[orgoglio]] ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'[[invidia]].
:''L'orgueil a presque toujours une compagne encore pire que lui: cest l'envie''.<ref>Da ''Le Roi des quilles- racconto per bambini'', 1859.</ref>
*La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]] bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.<ref>Da ''I Borgia''; citato in [[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Oscar Mondadori, 2007, p. 264.</ref>
*Nulla riesce meglio del [[successo]], che è la calamita morale che tutto attira a sé.<ref>Da ''Il corricolo''.</ref><ref name=e />
*Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se [[Napoli]] non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.<ref>Dal giornale ''L'Indipendente'' del 19 dicembre 1862.</ref>
*Tutto il delitto della prima {{NDR|[[Eleonora Pimentel Fonseca]]}} fu d'esser una {{sic|patriotta}} ardente; d'aver prima d'ogni altro levato il grido di libertà, quando la libertà apparve in Napoli; d'aver fondato il ''Monitore {{sic|Napolitano}}''. Questo delitto bastò a mandarla al patibolo, anzi alla forca.<br>Per un'oscena cortesia del tribunale verso la plebaglia {{sic|napolitana}}, la forca era alta trenta piedi.<br>Eleonora Pimentel camminò al supplizio col sorriso sulle labbra; nel lasciar {{sic|la}} carcere aveva bevuto una tazza di caffè: nel giunger a piè della forca, le fu chiesto se desiderava qualcosa: avevano l'ordine di accordarle l'ultima sua domanda: speravasi che chiederebbe la vita.<br> – Datemi un paio di mutande, disse.<br>Lucrezia<ref>Allusione alla Lucrezia romana, moglie di Collatino, suicida per l'oltraggio di Sesto Tarquinio.</ref> non avrebbe nulla trovato di meglio.<ref>Da ''[https://archive.org/details/bub_gb_Ty7nnZyBCFMC/page/n6/mode/1up Da Napoli a Roma]'', traduzione di Eugenio Torelli, Stabilimento tipografico del Plebiscito, Napoli, 1863, cap. III, p. 71.</ref>
==''Ascanio''==
===[[Incipit]]===
Alle quattro pomeridiane del 10 luglio dell'anno di grazia 1540, un bel giovane, alto, bruno con grandi occhi neri, vestito con elegante semplicità e armato soltanto d'un pugnaletto dal manico mirabilmente cesellato, stava presso la pila dell'acqua benedetta che è sull'entrata della chiesa dei Grandi Agostini, nel recinto dell'Università di Parigi.<br>Questo giovane, senza dubbio per pia umiltà, non si era mosso dal suo posto per tutta la durata dei vespri, e a fronte china, in atteggiamento di dovuta contemplazione, aveva mormorato non so quali parole, forse le preghiere, poiché le aveva dette a voce tanto bassa, che soltanto lui e Dio potevano sapere ciò che egli dicesse.
===Citazioni===
*V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina. (p. 205)
*Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede. (p. 205)
==''I tre moschettieri''==
===[[Incipit]]===
====Giuseppe Aventi====
Il primo lunedì dell'aprile 1625, il borgo di Meung, che diede i natali all'autore del ''Romanzo della Rosa'', era in preda al più grande disordine, come se vi fossero capitati gli Ugonotti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, nel veder le donne scappare verso la Strada Grande, e nel sentir gli strilli dei bambini sugli usci delle case, si affrettavano a indossare la corazza, e fortificando la loro risolutezza un po' dubbia, con un moschetto o una partigiana, si avviavano alla locanda del Buon Mugnaio, davanti alla quale c'era un gruppo compatto, chiassoso e pieno di curiosità, che ingrossava di momento in momento.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}utT5qmal_gIC I tre moschettieri]'', traduzione di Giuseppe Aventi, Rizzoli, 2010. ISBN 88-58-61145-6}}
====Maria Bellonci====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 nella città di Meung (dove nacque l'autore del ''Roman de la rose''), sembrava che fosse scoppiata una violenta rivoluzione come se stessero arrivando gli ugonotti per una seconda La Rochelle. Molti cittadini, vedendo le donne precipitarsi verso la strada principale e sentendo i bambini gridare sulle porte di casa, corsero ad armarsi, e, resi più sicuri dal loro moschetto o dalla loro alabarda, si diressero verso l'osteria del ''Franc Meunier'' dove stava ammassandosi, di minuto in minuto più fitta, una folla vociante e curiosa.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}gztjEAAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Maria Bellonci]], Giunti, 2010. ISBN 9788809753570}}
====Antonio Beltramelli====
Il primo lunedì del mese d'aprile del 1625, il borgo di Meung, dove nacque l'autore del ''Romanzo della Rosa'', sembrava essere in piena rivoluzione, come se gli ugonotti fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Parecchi abitanti, vedendo le donne fuggire verso la Grande-Rue e sentendo i bimbi strillare sulle soglie, si affrettarono a indossare la corazza e, puntellando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossando di minuto in minuto, un gruppo di persone compatto, rumoroso e molto incuriosito.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}uuN_DQAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Antonio Beltramelli]] revisionata da Stefano Mazzurana, Mondadori, 2016. ISBN 9788852077920}}
====Angiolo Orvieto====
Il primo lunedì del mese d'aprile 1625 il borgo di Méung ove nacque l'autore del Romanzo della Rosa, sembrava esser in una così completa rivoluzione, come se gli ugonotti vi fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Molti borghigiani vedendo correre le donne lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sul limitare delle porte, si sollecitavano ad indossare la corazza, equilibrando il loro portamento alquanto incerto col mezzo di un moschetto o di una partigiana, o dirigendosi verso l'osteria del Franc-Meunier, davanti alla quale si affrettava ed ingrossava di minuto in minuto, un gruppo compatto, rumoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853}}
====Guido Paduano====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 la cittadina di Meung, dove nacque l'autore del ''Roman de la Rose'', sembrava completamente sconvolta, come se gli ugonotti fossero venuti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, vedendo fuggire le donne dalla parte della Grande-Rue e sentendo piangere i bambini sulle porte, si affrettarono a indossare la corazza e, rafforzando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossandosi di minuto in minuto, una folla compatta, rumorosa e curiosa.
====C. Siniscalchi====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 il borgo di Meung sembrava in aperta rivoluzione come se gli Ugonotti, vi fossero venuti a formare una seconda Rocella. Diversi borghesi, vedendo le donne fuggire lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sulla soglia delle porte, si affrettavano ad indossare la corazza, ed animando il loro coraggio, sebbene poco marziale con un moschetto od una partigiana, correvano tutti verso l'albergo del Franc-Meunier, dinanzi al quale si stipava un gruppo compatto, clamoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975}}
===Citazioni===
*Quest'altro moschettiere formava un perfetto contrasto con colui che lo interrogava e che gli aveva dato il nome di Aramis. Era un giovane di ventidue o ventitré anni appena, dall'espressione candida e dolce, dall'occhio nero e mite e dalle gote rosee e vellutate come una pesca d'autunno; i suoi baffi sottili disegnavano sul labbro superiore una linea perfettamente diritta, le sue mani pareva evitassero di abbassarsi per timore di fare un po' gonfie le vene, e di tanto in tanto lo si vedeva pizzicarsi l'orlo delle orecchie, per mantenerle di un incarnato tenero e trasparente. Per abitudine, egli parlava poco e con lentezza, salutava molto, rideva senza far strepito e mostrando i denti, di cui pareva avere molta cura come il resto della persona. (cap. II ''L'anticamera del signor Tréville'')
*Il [[coraggio]] incute rispetto anche ai nemici. (cap. V)
*[...] tutti per uno e uno per tutti [...]. {{NDR|[[Motti dai libri|motto]]}} (d'Artagnan: cap. IX, 2013)
*— Se poteste vedere nel mio cuore allo scoperto, — disse d'Artagnan — vi leggereste tanta curiosità che avreste pietà di me, e tanto amore che dareste subito soddisfazione alla mia curiosità. Da coloro da cui si è amati non c'è nulla da temere. (cap. XI ''L'intrigo si aggroviglia'')
*[...] quella brutalità ingenua che le donne preferiscono spesso all'affettazione della cortesia, perché scopre il fondo del pensiero e prova che il sentimento ha la meglio sulla ragione. (cap. XI, 2013)
*[...] ciò che è [[perdita|perduto]] oggi può non essere perduto per l'avvenire. (Signora Bonacieux: cap. XI, 2013)
*L'[[amore]] è la più [[egoismo|egoistica]] di tutte le passioni. (cap. XII)
*— Milord, — esclamò [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|la regina]] — voi dimenticate che io non ho mai detto di amarvi.<br />— Ma nemmeno mi avete detto che non mi amavate, e veramente dirmi tali parole sarebbe, da parte della Maestà Vostra, un'ingratitudine troppo grande. Poiché, dove troverete, ditemi, un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita? ('''[[George Villiers, I duca di Buckingham|Duca di Buckingham]]''' cap. XII)
*In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu]], non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle. (cap. XIV ''L'uomo di Meung'')
*D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini. (Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore. cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*— Noialtri diciamo: fiero come uno [[Scozia|scozzese]], — mormorò Buckingham.<br />— E Noi. fiero come un [[Guascogna|guascone]], — disse di rimando D'Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia. (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*C'è un Dio per gli ubriachi e gli innamorati. (cap. XXIII, 2013)
*In tutti i casi, ragazzo mio, credete a un uomo che vive da trent'anni alla corte: non vi addormentate nella vostra sicurezza, o siete perduto. Al contrario, ve lo dico io, dovete vedere nemici dappertutto. Se cercano di attaccare briga con voi, evitatelo, fosse anche un bambino di dieci anni; se vi attaccano, di notte o di giorno, battete in ritirata senza vergogna; se attraversate un ponte, tastate le assi, che non vi manchino sotto i piedi; se passate davanti a una casa in costruzione, guardate bene che non vi cada una pietra sulla testa; se rientrate tardi, fatevi seguire dal vostro domestico, e che sia armato, purché siate sicuro del vostro domestico. Diffidate di tutti, del vostro amico, di vostro fratello, della vostra amante... soprattutto della vostra amante. (Signor de Tréville: cap. XXIII, 2013)
*Ogni [[falsità]] è una [[maschera]], e per bene che sia fatta la maschera, con un po' d'attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso. (cap. XXV, 2013)
*[...] nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il [[silenzio]] è l'ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d'un daino ferito. (Aramis: cap. XXVI, 2013)
*Niente fa passare il tempo e abbrevia la strada come un pensiero che assorbe su di sé tutte le facoltà di chi pensa. L'esistenza esterna assomiglia allora a un sonno, di cui quel pensiero è il sogno. Grazie al suo influsso, il tempo non ha più misura, lo spazio non ha più distanza. Si parte da un luogo e si arriva a un altro, ecco tutto. Dell'intervallo percorso, non resta presente al vostro ricordo che una vaga foschia in cui svaniscono mille immagini confuse di alberi, montagne, paesaggi. (cap. XXVI, 2013)
*[...] l'[[amore]] è una lotteria dove chi vince vince la morte. (Athos: cap. XXVII, 2013)
*[...] si domandano [[consigli]] solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. (Athos: cap. XXXIV, 2013)
*Milady sorrise di un sorriso strano.<br />— Così, voi mi amate? — disse.<br />— Ho forse bisogno di dirvelo? Non ve ne siete accorta?<br />— Oh, sì, ma come sapete, i cuori più fieri sono più difficili da conquistare.<br />— Oh, le difficoltà non mi sgomentano — disse d'Artagnan; — temo solo le cose impossibili.<br />— Non c'è nulla di impossibile, — disse Milady — per un vero amore. (cap. XXXVI ''Sogno di vendetta'')
*Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi, signore, e voi siete uomo di spirito. (''[[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]''; cap. XL ''Una visione terribile'')
*[...] ci prendono per pazzi o per [[eroi]], due categorie di imbecilli molto simili tra loro. (Athos: cap. XLVII, 2013)
*La [[vita]] è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l'avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin. (Athos; cap. XLVIII ''Affare di Famiglia'')
*L'[[amore]] è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione. (cap. LVI)
*[...] non conosco nessun uomo che meriti di essere rimpianto durante tutta la vita di un altro uomo [...]. (Buckingham: cap. LIX, 2013)
*Il latore del presente ha fatto quello che ha fatto per ordine mio e per il bene dello Stato. 3 dicembre 1627 RICHELIEU (2003, p. 427)
===Citazioni su ''I tre moschettieri''===
*Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''Trois mousquetaires'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo. ([[Benedetto Croce]])
*Il romanzo ''I tre moschettieri'' è una serie ininterrotta di vendette, dal principio alla fine. C'è una vendetta ad ogni pagina. Ogni tanto, una esaltazione tutta esplicita della vendetta, definita qualche volta come "le plaisir des dieux", il piacere degli Dei. ([[Beniamino Placido]])
*In questa favola, Alessandro Dumas sfoggia non poche qualità del grande scrittore: e non delle secondarie. In primo luogo una sovrana impudenza; un insieme di complicità ed oltraggio nei confronti del lettore; nessun patetismo, neppure quando ricorre a situazioni obiettivamente patetiche: giacché nelle sue mani anche la morte dell'innocente si fa avventura, è «divertente». E ancora, il gusto del gioco, della mistificazione; l'onesta carenza morale, che ci rassicura che nei labirinti di questa deliziosa macchinazione non si nasconde la pia frode di un messaggio; una nobile guitteria, che gli detta la mossa esatta per scatenare la saggiamente consenziente credulità del pubblico, e che insieme proibisce qualsiasi identificazione emotiva: il lettore è tenuto a bada nel momento stesso in cui è affascinato; è e deve restare spettatore. ([[Giorgio Manganelli]])
===[[Pietro Citati]]===
*Il personaggio di d'Artagnan è uno dei più straordinari ritratti simbolici della prima parte del secolo. Athos è degno di Dostoevskij. Milady è una bellissima creatura del male. E quella leggerezza, che ci trascina di pagina in pagina, non nasce soltanto da una natura felice, ma da una squisita arte intellettuale.
*Non credete ai denigratori. ''I tre moschettieri'' emana un vero profumo storico: non meno di ''Guerra e Pace''; un profumo che Dumas ricava con astuzia e grazia dalle memorie, dalle lettere e dai romanzi del primo Seicento.
*Come in una cavalcata fantastica, tutta la geografia, la storia e la letteratura della Francia, sfilano davanti ai nostri occhi. Conosciamo i guasconi, i piccardi, i normanni, gli abitanti del Berry, e il loro dialetto, che il colto Aramis si rifiuta di capire; e quanti paesi e chiese e osterie sorvolate dal vento dell'avventura. C'è Parigi, avvolta da una nebbia cupa. I moschettieri bevono generosamente, attaccano briga, pagano malvolentieri i conti degli osti, come gli eroi di Rabelais e di Scarron. ''Il borghese gentiluomo'', ''L'Avaro'' e ''Il Barbiere di Siviglia'' ci fanno conoscere i loro lacchè e le loro soubrettes, che danzano ancora per noi. Abbiamo mercanti e avvocati, avidi e sordidi come nel ''Romanzo borghese'' di Furetière. Aramis ci ricorda la mondanità preziosa degli abati. Gli epigrammi della tradizione moralistica francese brillano alla fine di ogni capitolo. Poi il tempo cambia. Entriamo nella Parigi del primo Ottocento, nei teatri e nei piccoli giornali. C'è qualche traccia della sapienza filosofica e fisionomica di Balzac. E il giovane d'Artagnan, che a diciott'anni arriva dalla Guascogna per far fortuna, l'abbiamo già incontrato nelle vesti di Gil Blas e di Jacob: l'abbiamo ritrovato in quelle di Lucien de Rubempré e di Julien Sorel, che come lui cercano di conquistare la Francia.
*Non so se Dumas avesse letto Baltasar Gracián: una parte dei ''Tre moschettieri'' ha un sapore che ci ricorda, sebbene mescolato e manipolato dall'"abile irrigatore", le massime del gesuita spagnolo. Il Seicento si incarna nella figura del cardinale di Richelieu, per il quale Dumas ha una vera passione. Richelieu è la rapidità e l'astuzia, che solo d'Artagnan sa fronteggiare. Rappresenta gli ''Arcana imperii'': il segreto profondissimo del potere e la macchinazione; l'arte di spiare e di ascoltare i segreti.
*Ormai è tempo di riprendere in mano ''I tre moschettieri''. Non possiamo fermarci: gli oggetti non ci arrestano con il loro volume, e i personaggi sembrano (e non sono) formati di una sola dimensione. Tutto quello che, nella vita, ci sbarra il passo, viene trascinato dal volo velocissimo della fantasia. Il cavallo di d'Artagnan corre verso l'Inghilterra più rapido del nostro occhio che legge, le navi attraversano in un baleno i mari, Milady ripete le sue affascinanti menzogne, un'occhiata fa scoccare all'improvviso un amore... La leggerezza trionfa sul peso: la frivolezza sul significato, l'immaginazione sull'esperienza. Mentre leggiamo, rimbalzando di fatto in fatto, anche noi senza peso, tutto ci accade: siamo d'Artagnan e Richelieu, Buckingham e Athos, l'uomo dal mantello rosso e Milady, eppure nulla ci tocca e ci ferisce. Veloci come il vento, indenni e inconsapevoli come l'aria, attraversiamo senza conoscerle tutte le esperienze del mondo.
==''Il conte di Montecristo''==
===[[Incipit]]===
====Giovanni Ferrero====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi ''Pharaon'' che arrivava da Smirne, via Trieste e [[Napoli]].<br/> Come al solito, un pilota costiero partì immediatamente dal porto, costeggiò il castello d'If e raggiunse la nave tra il Capo Morgiou e l'isola di Rion. E tosto, come al solito, il belvedere del forte Saint-Jean si riempì di curiosi poiché a Marsiglia l'arrivo di un bastimento, soprattutto se è stato costruito, attrezzato e stivato nei cantieri della vecchia Fhochée e appartiene a un armatore della città, è sempre un grande avvenimento.<br/>
{{NDR|Alessandro Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001}}
====Emilio Franceschini====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre-alberi il ''Faraone'', che veniva da Smirne, Trieste e [[Napoli]].<br/> Com'è d'uso, un pilota costiere [''sic''] partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.<br>Contemporaneamente com'è egualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si ricoprì di curiosi; poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il ''Faraone'', si sapeva costrutto, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.<br/>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, RCS Libri, 1998}}
===Citazioni===
*I rossi sono buoni del tutto, o del tutto cattivi.
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi, quando la disgrazia del nemico oltrepassa i limiti della loro collera.
*Non sarei artista se non mi restasse qualche illusione.
*Siate in guardia: un consiglio è peggio d'un favore.
*A chi vuol male accade male.
*E' degli spiriti deboli vedere tutte le cose attraverso un velo nero.
*Un uomo dell'indole del Conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro un'apparente originalità, ma che uccide le anime elevate.
*"Morituri te salutant" (cit.)
*[...] le [[invenzione|invenzioni]] umane progrediscono dal composto al semplice, e il semplice è sempre la perfezione. (Dantès: Rizzoli)
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
*Negli [[affari]] non ci sono amici, solo soci.
*Vi capisco, Fernand; voi vi battereste con lui perché io non vi amo; voi incrocereste il vostro coltello catalano con il suo pugnale. Ma a che servirebbe? A perdere la mia amicizia se rimaneste vinto, a veder cambiarsi in odio la mia amicizia se vincitore. Credetemi, il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest'uomo. No, Fernand, non vi lascerete trasportare da così cattivi pensieri; se non mi potete avere in moglie, accontentatevi di avermi come amica e sorella.
*Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione. (cap. 8)
*Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico?
*Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo.
*Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che [[Ebe]] serviva alla tavola di [[Giove (divinità)|Giove]]. [...] Siete un uomo positivo, e l'[[oro]] è il vostro idolo? Gustate di questa, e le miniere del [[Perù]], di [[Gizerate]] e di [[Golgonda]] vi saranno aperte. Siete un uomo di immaginazione? Siete [[poeta]]? Gustate di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'[[infinito]], e passeggerete libero di [[cuore]], di spirito nei domini senza confine dell'ideale. Siete ambizioso? Correte dietro le grandezze della terra? Gustate di questa, e dopo un'ora sarete idealmente, non re di un piccolo regno nascosto in un angolo d'[[Europa]], come la [[Francia]], la [[Spagna]] o l'[[Inghilterra]], ma sarete il Re del mondo. Il vostro [[trono]] sarà eretto sopra le montagne di Satanasso, e senza aver bisogno di fargli omaggio, senza essere costretto a baciarne gli artigli, sarete il sovrano, padrone di tutti i regni della terra. [...] Una certa erba che li trasportava nell'[[Eden]], in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. [...] Questo è [[hashish]], tutto ciò che si fa di meglio e di più puro in hashish ad Alessandria, l'hashish d'Abou Gor, il gran confetturiere, l'uomo al quale si dovrebbe fabbricare un palazzo con questa iscrizione:<br /> AL MERCANTE DELLA FELICITÀ, IL MONDO RICONOSCENTE. (cap. 31, p. 235) <!--le due precedenti da http://worldpubliclibrary.org/eBooks/Wordtheque/it/aaadec.txt-->
*– Mercedes! – ripeté Montecristo. – Mercedes! Ebbene sì, avete ragione, mi è ancora dolce pronunciare questo nome… È la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona così chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome l'ho pronunciato con i sospiri della malinconia, con i gemiti del dolore, col la rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, rattrappito sulla paglia della mia prigione; l'ho pronunciato divorato dal caldo; l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del mio carcere. Mercedes, bisogna che mi vendichi perché ho sofferto per quattordici anni, ho pianto, ho maledetto. Ve lo ripeto Mercedes, bisogna che mi vendichi! E il conte di Montecristo, temendo di cedere alle lacrime di colei che aveva amato tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato.
*– Pazzo che fui – disse egli – A non strapparmi il cuore il giorno in cui giurai di vendicarmi! (Edmondo Dantès)
*Che cosa è la [[morte]] per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Edmondo Dantès)
*Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)
*«Non c'è alcuna speranza», rispose Faria, scuotendo la testa, «ma non importa. Dio vuole che l'uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l'amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.» (pg. 211)
*Certamente, quantunque meno espansiva, la gioia di Montecristo non era meno grande: la [[gioia]], per i cuori che hanno lungamente sofferto, è simile alla rugiada, cuore e terra assorbono la pioggia benefica, e niente appare al di fuori. (cap. XCI, ''Suicidio''; 2010, p. 743)
*Ci vuole la [[Disgrazia|sciagura]] per scavare certe miniere misteriose nascoste nell'intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere. Con la prigionia tutte le facoltà che fluttuavano qua e là si sono adunate in un sol punto, hanno colliso in uno spazio angusto, e voi lo sapete, dal cozzo delle nubi si genera l'elettricità, dall'elettricità la folgore, dalla folgore la luce. (Faria; Donzelli, p. 132)
*La [[filosofia]] non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. (Faria; Donzelli, p. 139)
*[Il] grande lago che chiamano il [[Mediterraneo]] [...]. (XXII; Donzelli, p. 177)
*«Ah, il [[duello]]!», esclamò il conte. «Sull'anima mia, risibile modo di raggiungere il proprio scopo, quando lo scopo è la vendetta! Un uomo vi ha rubato la vostra amante, un uomo ha sedotto vostra moglie, un uomo ha disonorato vostra figlia. Di una vita intera, che aveva il diritto di aspettarsi la parte di felicità che Iddio ha promesso a ogni essere umano nel crearlo, egli ha fatto un'esistenza di dolore, di miseria o d'infamia, e voi vi ritenete vendicato perché a quest'uomo, che vi ha gettato il delirio nella mente e la disperazione nel cuore, voi avete sferrato un fendente in petto o piazzato una pallottola in capo? Suvvia, dunque! Senza contare che spesso è costui a uscire trionfante dalla tenzone, mondato agli occhi del mondo e in qualche modo assolto da Dio. No, no – rincarò il conte – se mai dovessi vendicarmi, non è in questo modo che mi vendicherei». (Donzelli, p. 323)
*Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la [[società]] che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. (Il conte di Montecristo; LV; Donzelli, pp. 388-89)
===Citazioni su ''Il conte di Montecristo''===
*È forse il piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una giustizia trascendente in cui non crede più «sistematicamente». ([[Antonio Gramsci]])
*È il romanzo di una vendetta, ma è anche una descrizione impareggiabile del gran mondo parigino. Tutti i suoi nemici hanno fatto carriera, ma Dantès con ogni genere di astuzia riesce a stroncarli uno per uno. Tutti lo ammirano, tutti lo invitano, neppure la sua ex fidanzata, che ha sposato un alto funzionario, lo riconosce. Quando si deciderà a parlare?, ci chiediamo col fiato sospeso.<br>Siamo ben lontani da ''I tre moschettieri'', libro di cappa e spada più celebre e molto più sempliciotto. È Montecristo il vero eroe romantico creato dallo straripante Dumas. È a lui (se ci fosse una giustizia letteraria suprema) che andrebbe appesa la fama di Alexandre Dumas. ([[Carlo Fruttero]])
*Forse Edmond Dantès si sbagliava, e l'unica soluzione era non fidarsi e non sperare. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*''Il Conte di Monte-Cristo'' è una sterminata hilarotragedia, dove il riso e il delitto, il gioco e il Male Assoluto si sfiorano e si intrecciano. Il lieve tocco ironico, lo spirito settecentesco, l'allegretto sono presenti in ogni capitolo. ([[Pietro Citati]])
*– "''Il conte di Montecrisco''".<br />– "Montecristo", deficiente.<br />– Di Alessandro... Dum-azz... Due mazzi...<br />– È francese. Sì, si legge Dumas. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe, parla di un'evasione.<br />– Allora va messo nel settore didattico. O sbaglio? (''[[Le ali della libertà]]'')
*La prima parte di ''Montecristo'', fino alla scoperta del tesoro, è un pezzo perfetto di racconto a effetto; non c'è mai stato un uomo che abbia partecipato a queste commoventi avventure senza un fremito, eppure Faria è un personaggio di cartapesta e Dantès poco più di un nome. Il seguito non è che il dilungarsi di un errore, cupo, sanguinoso, innaturale e stupido; ma quanto a questi primi capitoli, non credo esista un altro volume nel quale si possa respirare la stessa inconfondibile atmosfera di romanzo. ([[Robert Louis Stevenson]])
*L'architettura del ''Conte di Monte-Cristo'' possiede una meravigliosa precisione ed esattezza. Non saprei dire se il libro sia composto di romanzi diversi, che la facoltà affabulatrice di Dumas fa coabitare: o se moltissimi fili narrativi procedano gli uni accanto agli altri, fino a riunirsi ed esplodere in spettacolosi colpi di scena. Dovunque regna l'enigma: la soluzione dell'enigma viene sospesa e rinviata; ora una pagina ci suggerisce cosa accadrà, ora una voce sotterranea ci fa capire che avverranno cose completamente diverse. Il racconto corre veloce, trascina gli ostacoli, attraversa i tempi e gli spazi, copre immense tele scriveva Sainte-Beuve – «senza stancare mai il pennello di Dumas né il suo lettore». ([[Pietro Citati]])
==''Il visconte di Bragelonne''==
===[[Incipit]]===
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco. <br>A quella vista i curiosi manifestarono con una franchezza affatto zotica il loro disprezzo per una preda così magra, e dopo una discussione sullo svantaggio della caccia al volo, ritornarono tutti alle loro occupazioni. <br>Monsignore montava un piccolo cavallo di bel portamento, con una larga sella di velluto rosso di Fiandra. Il cavallo era di color fulvo; la giubba di Monsignore era di color chermisi e soltanto dall'insieme di quel rossastro si poteva distinguere il principe tra i suoi due compagni, l'uno vestito di violetto, l'altro di verde. Quello a sinistra, vestito di violetto, era lo scudiero; quello a dritta, vestito di verde, era il cacciatore. <br>Uno dei paggi portava sopra un bastone due girifalchi, l'altro un corno da caccia nel quale soffiò a venti passi dal castello. <br>A quel segnale, otto guardie che passeggiavano al sole nella corte quadrata corsero a prendere le alabarde, e Monsignore fece il suo solenne ingresso nel castello. <br>Le otto guardie, le quali sapevano che il loro servizio era terminato per tutto il resto della giornata, si coricarono al sole, sopra le panchette di pietra; i palafrenieri scomparvero coi cavalli nelle scuderie, e, meno alcuni uccelli che si spaventavano a vicenda con acute strida tra i ciuffi di viole, si sarebbe detto che tutti dormissero. <br>A un tratto, in mezzo a quel dolce silenzio.
===Citazioni===
*Planchet aprì la finestra, come gli era stato prescritto, e la ventata di tumulto che s'ingolfò nella stanza, grida, stridor di ruote, abbaiamenti e passi, assordò anche d'Artagnan, come aveva desiderato.<br>Bevve, allora, un bicchiere di vino bianco, e incominciò in questi termini:<br>"Planchet, ho un'idea".<br>"Ah, signore, come vi riconosco!", rispose il droghiere, ansante d'emozione.
*"D'Artagran, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo."<br>"Ne ho il diritto."<br>"No, perché non conoscete l'avvenire."
*"Continuo", disse Luigi XIV. "È vero anche che un uomo solo abbia potuto penetrare fino a Monck, nel suo accampamento, e l'abbia portato via?"<br>"Quell'uomo aveva dieci ausiliari presi tra gente inferiore"<br>"Nessun altro?"<br>"Nessuno."<br>"E si chiama?"<br>"Il signor d'Artagnan, ex luogotenente dei moschettieri di Vostra Maestà"<br>Anna d'Austria arrossì, Mazzarino diventò giallo di vergogna, Luigi XIV si fece cupo e una goccia di sudore cadde dalla sua fronte pallida.<br>"Che uomini!", mormorò.
*Destinato a tutta prima al commercio, Colbert era stato commesso presso un mercante di Lione, che aveva poi lasciato per recarsi a Parigi nello studio di un procuratore allo Chatelet, chiamato Biterne. In tal modo, aveva appreso l'arte di preparare un bilancio e l'arte più preziosa d'imbrogliarlo.
*Allora, per finirla con quello sguardo da inquisitore che bisogna far abbassare ad ogni costo, come ad ogni costo un generale riduce al silenzio una batteria che lo disturba, Aramis stende la sua bella mano bianca, nella quale riluce l'ametista dell'anello pastorale, fende l'aria col segno della croce e fulmina i sui due amici con la sua benedizione.<br>Forse, distratto dai propri pensieri, empio a sua insaputa, d'Artagnan non si sarebbe affatto inchinato a quella santa benedizione; ma Porthos s'è accorto della distrazione dell'amico, e, appoggiando affettuosamente la sua mano sulla schiena del moschettiere, lo schiaccia verso terra.<br>D'Artagnan si piegò: ci volle poco che non cadesse bocconi. Intanto Aramis è passato. D'Artagnan, come Anteo, non ha fatto che toccare la terra, e si rivolge verso Porthos pronto a litigare.
*"Buongiorno, signor d'Artagnan. Parlavamo di Belle-Isle sul Mare", disse Fouquet con quell'arte del mondo e quella scienza dello sguardo che richiedono metà della vita per impararle bene, e a cui certa gente, nonostante tutto il suo studio, non arriva mai.
*Aramis, l'abbiamo detto, era ancora alzato. Comodamente avvolto in una veste da camera di velluto, scriveva lettere su lettere, con quella scrittura così fine e così densa che d'una pagina fa un quarto di volume.
*Monsieur era troppo gran signore per notare un tal particolare. Non c'è nulla d'efficace come l'idea ben stabilita della propria superiorità per assicurare l'inferiorità dell'uomo che ha una tale opinione di sé.
*"Lo so, e ho agito di conseguenza: niente spazio, niente comunicazioni, niente donne, niente gioco, ma, adesso, è d'un patetico che non vi so dire", aggiunse Aramis con uno di quei sorrisi che appartenevano solo a lui, "vedere come i giovani cerchino di divertirsi, e come, di conseguenza, simpatizzino per colui che paga i divertimenti"
*Però Dio è tanto buono per gli errori giovanili, tutto quello che è amore, anche amore colpevole, trova così facilmente grazia ai suoi sguardi paterni, che all'uscir dalla messa Luigi, levando gli occhi al cielo, poté vedere, attraverso gli strappi di una nuvola, un angolo del tappeto azzurro che è calpestato dal piede del Signore.
*E Porthos si fece severo.<br>"E la botola, signore", disse, "e la botola?"<br>Di Sant-Agnan divenne estremamente pallido. Buttò indietro la sedia in tal modo, che Porthos, con tutta la sua ingenuità, s'accorse che il colpo aveva fatto centro.<br>"La botola", mormorò il conte.<br>"Ebbene, signore, datene una spiegazione, se potete", fece Porthos scuotendo il capo.<br>Di Sant-Agnan abbassò la fronte.<br>"Oh! sono tradito!", mormorò; "si sa tutto!"<br>"Si sa sempre tutto", replicò Porthos, che non sapeva nulla.
*"No, è l'impotenza! Abbiamo forse la pretesa di prendere, in tre, la Bastiglia?"<br>"Se ci fosse d'Artagnan", esclamò Porthos, "non dico di no."<br>Raul fu preso d'ammirazione davanti a quella fiducia, eroica tanto era candida. Erano quelli gli uomini famosi che, in tre o quattro, affrontavano eserciti o attaccavano fortezze! Uomini che avevano spaventato la morte e che, sopravvissuti a tutto un secolo ormai in dissoluzione, erano ancora più forti dei più forti giovani del giorno.
*Baisemeaux impallidì di fronte a quella fredda sicurezza. Gli parve che la voce di Aramis, così gaia e sorridente poco prima, fosse divenuta funebre e sinistra; che i ceri dei candelabri si fossero cambiati in ceri da cappella sepolcrale; che i bicchieri di vino si fossero trasformati in calici di sangue.
*Ad un tratto, il capo del giovane si inchinò. Il suo pensiero ridiscese sulla terra. il suo sguardo si indurì, la fronte gli si coprì di rughe, la bocca assunse una espressione di feroce risolutezza; poi il suo sguardo divenne fisso ancora una volta; ma ora rifletteva la fiamma dei mondani splendori; ora somigliava allo sguardo di Satana sulla montagna, quando passava in rivista i regni e le potenze della terra per sedurre Gesù.
*"Colpite, Porthos!", risuonò la voce sepolcrale di Aramis.<br>Porthos mandò un gran sospiro, ma obbedì.<br>La sbarra di ferro calò verticalmente sul capo di Biscarat, che fu ucciso prima ancora di finire il suo grido. Poi la leva formidabile si alzò e si abbassò dieci volte in dieci secondi, e fece dieci cadaveri.
*Ed ora cercate in questa tomba ardente, in questo vulcano sotterraneo, cercate le guardie del re dagli abiti azzurri gallonati d'argento.<br>Cercate gli ufficiali splendenti d'oro, cercate le armi su cui essi avevano contato per difendersi, cercate le pietre che li hanno uccisi, cercate il suolo che li sosteneva.<br>Un solo uomo ha fatto di tutto questo un caos più confuso, più informe, più terribile del caos che esisteva un'ora prima che Dio avesse avuto l'idea di creare il mondo.
*Per un istante, le braccia di Porthos si piegarono; ma l'ercole riunì tutte le forze, e si videro le due pareti della prigione, in cui era sepolto, aprirsi lentamente fargli largo. Per un attimo, apparve in quella cornice di granito, simile all'angelo antico del caos;
==''La regina Margot''==
===[[Incipit]]===
Il lunedì, diciottesimo giorno del mese di agosto 1572, vi era festa grande al Louvre. Le finestre dell'antico palazzo reale, sempre tanto cupe, erano sfarzosamente illuminate; le piazze e le vie attigue, di solito tanto deserte sin da quando a Saint-Germain-l'Auxerrois erano suonate le nove, erano, benché fosse mezzanotte, affollate di gente.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''La regina Margot'', BUR Rizzoli, Milano 2017, Traduzione di M. Dazzi}}
===Citazioni===
*{{NDR|su [[Margherita di Valois]]}} La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della corona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa familiarità il re Carlo IX chiamava sempre ''mia sorella Margot''. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Caterina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle donne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in italiano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicendo nel suo entusiasmo:<br>«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».<br>Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla giovane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecondi. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'avvenire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indirizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:<br>«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».<br>La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poiché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buona coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pensiero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois. (pp. 26-27)
==''La signora di Monsoreau''==
===[[Incipit]]===
La sera della domenica di carnevale del 1578, nel magnifico palazzo dei Montmoreney, situato quasi in faccia al Louvre, ma sull'altra riva della Senna, si svolgeva una sontuosa festa per celebrare le nozze di Francesco d'Epinay di Saint-Luc, intimo e favorito del re Enrico III, con Giovanna di Cossé-Brissac, figlia del Maresciallo di Francia.
===Citazioni===
*[...] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia. (p. 9)
*No, non è il [[anima e corpo|corpo]] che è ammalato. È l'[[anima e corpo|anima]]! Piuttosto che un medico... un confessore. (p. 37)
==''Lo Schiaccianoci''==
===[[Incipit]]===
Vi fu un tempo a [[Norimberga]] un presidente assai famoso, il dottor Silberhaus, nome che in tedesco significa «casa d'argento». Il presidente aveva un figlio e una figlia: Fritz di nove anni, e Maria di sette e mezzo: due bambini simpaticissimi, ma molto diversi per carattere e per aspetto fisico, tanto che era difficile credere, così a prima vista, che potessero essere fratelli. Fritz era grassottello, spaccone e piuttosto birichino: faceva le bizze alla minima contrarietà, convinto come era che tutto fosse stato creato per il suo divertimento e per sottostare ai suoi capricci; e restava di questa opinione finché il dottor Silberhaus, stanco delle sue grida, dei suoi pianti e del suo batter di piedi, usciva dallo studio e, levando il dito all'altezza del sopracciglio aggrottato, si limitava a esclamare: – Signor Fritz!...
===Citazioni===
*[[Norimberga]] è una città della [[Germania]] famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra, a meno che non succeda a loro come agli abitanti di [[Ostenda]] che le ostriche a ceste piene se le vedono soltanto passare sotto il naso. (p. 11)
*''A perpendicolo | ticchetta il [[orologio a pendolo|pendolo]], | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà''. (p. 45)
*''Sorella, un pezzetto di lardo | per me devi avere riguardo, | anch'io come te son regina | e gusto la buona cucina.'' (p. 50)
*''Dal tuo consorte uccisi, senza peccati o torti, | i miei figli e nipoti ormai son tutti morti, | ma guai a te, regina! | ché sul bimbo regale da te tanto aspettato | sul tuo tenero amore ho già deliberato | di far la mia vendetta! | Tuo marito ha fortezze, ha cannoni e soldati, | consiglieri e ministri illustri e illuminati, | e tu hai ciò che chiedi. | La regina dei topi non ha nulla, però | denti aguzzi e potenti la sorte le donò | da usar contro i tuoi eredi!'' (p. 56)
==''Mastro Adamo il calabrese''==
===[[Incipit]]===
Se i nostri lettori provano qualche curiosità per gli episodi, della veridica storia che stiamo per raccontare è necessario che abbiano la compiacenza di seguirci in Calabria dove li abbiamo già condotti due volte, la prima per raccontare loro le avventure di Cherubino e Celestino, la seconda per farli assistere alla morte di Murat.
===Citazioni===
*La [[Calabria]] è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti. (p. 7)
*Era un vecchio uomo felice mastro Adamo; una di quelle persone facile a illuminarsi e che si aprono naturalmente alla speranza ed alla gioia come i fiori.
*In effetti l'[[posta|ufficio postale]] sembrava una di quelle case miracolose trasportate dagli angeli come il duomo della madonna di Loreto.
*Non c'era nessun dubbio sulla decisione. Le urla di: Viva la [[Maria|Madonna]]! Abbasso gli sbirri! risuonarono da ogni lato e le povere guardie, richiamate dai diversi luoghi dove vegliavano da otto giorni con una tenacia ed un coraggio degni di maggior ricompensa, partirono la stessa notte per Monteleone.
==''Pascal Bruno''==
===[[Incipit]]===
Bellini era di Catania. La prima cosa che i suoi occhi, aprendosi, avevano visto, erano state le onde che, dopo aver bagnato le mura di Atene, vengono a spegnersi melodiosamente sulle rive di un'altra Grecia; e l'Etna favolosa e antica, sui cui fianchi vivono ancora, dopo diciotto secoli, la mitologia di Ovidio e i racconti di Virgilio. Ecco perché l'indole di Bellini era tra le più poetiche che si potessero incontrare; e il suo genio, che bisogna apprezzare con il sentimento e non giudicare con la ragione, un canto eterno, dolce e malinconico come un ricordo; un'eco simile a quella che se ne sta assopita nei boschi e sulle montagne, e che sussurra appena fino a quando il grido delle passioni e del dolore non venga a svegliarla. Bellini era l'uomo che faceva al caso mio. Aveva lasciato la Sicilia ancora giovane, e dell'isola nativa gli era rimasta una memoria crescente, dentro la quale custodiva religiosamente, lontano dai luoghi in cui era cresciuto, i ricordi poetici dell'infanzia.
===Citazioni===
* Era un giovane di venticinque ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla; una giacca di velluto con bottoni d'argento; pantaloni della stessa stoffa e con le stesse guarnizioni, stretti alla vita da una fascia di seta rossa con ricami e frange verdi come quelle che si fanno a Messina, a imitazione di quelle lavorate in Oriente. Infine, gambaletti e scarpe di cuoio completavano il costume montanaro, che non mancava di una certa eleganza e che sembrava fatto apposta per mettere in risalto le belle e armoniose forme del corpo di chi lo indossava. Il volto era di una bellezza selvaggia: aveva tratti fortemente marcati propri dell'uomo meridionale, occhi arditi e fieri, capelli e barba neri, naso aquilino e denti perfetti.
==''Vent'anni dopo''==
===[[Incipit]]===
In una delle stanze del Palazzo del Cardinale, che noi già conosciamo, vicini ad una tavola con gli angoli d'[[argento]] dorato, piena di carte e di libri, era seduto un uomo con la testa appoggiata sulle mani. Proprio dietro di lui era un vasto camino, rosso dal fuoco ed i cui tizzoni cadevano sopra larghi alari dorati. La luce di quel focolare schiariva di dietro le magnifiche vesti di quel meditabondo, illuminato davanti ad un candelabro carico di lumi.<br>Al vedere quella zimarra rossa e quei vistosi merletti, al vedere quella fronte pallida curvata sotto la meditazione, la solitudine di quel gabinetto, il silenzio delle anticamere, i passi misurati della guardia sul pianerottolo si sarebbe potuto credere che l'ombra del cardinale Richelieu fosse ancora nella stanza. <br>Era Mazzarino. Ora Mazzarino era solo, e si sentiva debole. <br>
– Straniero! Mormorava, Italiano! Ecco la gran parola! <br>Con questa parola hanno assassinato Concini, e, se li lasciassi fare, mi assassinerebbero come lui, sebbene non abbia loro fatto altro male che pelarli un poco. Infingardi! Non vedono dunque che il loro nemico non è questo italiano che parla male il francese, ma bensì coloro che hanno il talento di dir loro delle belle parole con un purissimo e buon accento parigino. Sì, sì, continuò il ministro con un fiero sorriso, sì, i vostri clamori me lo dicono, la sorte dei favoriti è precaria; ma se sapete ciò, dovete pure sapere che io non sono un favorito ordinario. Il conte d'Essex aveva uno splendido anello, ricco di diamanti [...]<br>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001}}
===Citazioni===
*Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare. (Lucchi 1968)
*Ma l'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità. (Lucchi 1968)
*"E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile." (cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Garibaldi e Montevideo''===
Al viaggiatore che viene d'Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L'una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la ''matriz'', come la si chiama; l'altra poi di massi e verdura, su cui s'innalza un faro, vien detta il ''Cerro''.
===''Robin Hood''===
Era il tramonto di un giorno di primavera dell'anno di grazia 1162, sotto il regno di Enrico II Plantageneto. Due uomini a cavallo percorrevano i sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham; essi apparivano sfiniti almeno quanto le loro cavalcature.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
===''Storia di uno schiaccianoci''===
''Norimberga, 2010.''<br>
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e... Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.<br>
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:<br>
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
==Citazioni su Alexandre Dumas==
*I due Dumas hanno capovolto la teoria dell'economia. Il padre è stato il prodigo, e il figlio è stato l'avaro. ([[Jules Renard]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Alexandre Dumas, ''Ascanio'', Adriano Salani Editore, Firenze 1930.
*Alexandre Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/53485/53485-h/53485-h.htm Garibaldi e Montevideo]'', F. Manini, 1859.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, Rizzoli, 1998.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, introduzione di Umberto Eco, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817009676
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Gaia Panfili, Donzelli, 2010. ISBN 8860364035
*Alexandre Dumas, ''Il visconte di Bragelonne'', Tipografia Editoriale Lucchi, Milano 1964.
*Alexandre Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di A. Beltramelli, Mondadori, 2004.
*Alessandro Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/60641/60641-h/60641-h.htm I tre moschettieri]'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853.
*Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975.
*Alexandre Dumas, ''[https://web.archive.org/web/20130603210423/http://ed.espresso.repubblica.it/speciali_web/2013/igrandiromanzi/itremoschettieri.epub I tre moschettieri]'', introduzione e traduzione di Guido Paduano, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2013.
*Alexandre Dumas, ''La regina Margot'', traduzione di Maria Dazzi, BUR, Milano, 2008.
*Alexandre Dumas, ''La signora di Monsoreau'', traduzione di Luigi A. Garrone, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1937.
*Alexandre Dumas, ''Lo Schiaccianoci'' (''Histoire d'un casse-noisette''), traduzione di Antonio Lugli, EDIPEM, Novara 1974.
*Alexandre Dumas, ''Mastro Adamo il calabrese'', traduzione di A. Coltellaro, Pellegrini Editore, 1999.
*Alexandre Dumas, ''Pasquale Bruno'' (''Romanzo storico siciliano''), traduzione di C. Rizza, La Zisa Edizioni. ISBN 978-8881280421
*Alexandre Dumas, ''Storia di uno schiaccianoci (liberamente tratta dal racconto di Alexandre Dumas)'', traduzione e cura di Gabriella Messi, Edizioni Angolo Manzoni, 2010. ISBN 9788862040761
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di U. Caimpenta, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1968.
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Viaggio in Calabria'', traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 1996. ISBN 884981545X
==Voci correlate==
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
*''[[I tre moschettieri (film 1993)|I tre moschettieri]]'' – film 1993
*''[[La regina Margot]]'' – film 1994
*''[[La maschera di ferro (film 1998)|La maschera di ferro]]'' – film 1998
==Altri progetti==
{{interprogetto|s2=fr:Auteur:Alexandre Dumas|s2_lingua=francese}}
===Opere===
<!--====Ciclo dei Valois====
{{Pedia|La regina Margot (romanzo)|''La regina Margot (romanzo)''|}}
{{Pedia|La signora di Monsoreau (romanzo)|''La signora di Monsoreau (romanzo)''|}}
{{Pedia|I quarantacinque (romanzo)|''I quarantacinque (romanzo)''|}}
====Ciclo di Richelieu e di Mazzarino====-->
{{Pedia|I tre moschettieri||(1844)}}
{{Pedia|Vent'anni dopo|''Vent'anni dopo''| (1845)}}
{{Pedia|Il visconte di Bragelonne|''Il visconte di Bragelonne''| (1850)}}
<!--====Ciclo di Maria Antonietta e della rivoluzione====
{{Pedia|Giuseppe Balsamo (romanzo)|''Giuseppe Balsamo (romanzo)''|}}
{{Pedia|La collana della regina (romanzo)|''La collana della regina (romanzo)''|}}
{{Pedia|Angelo Pitou (romanzo)|''Angelo Pitou (romanzo)''|}}
{{Pedia|La contessa di charny (romanzo)|''La contessa di Charny (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)|''Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)''|}}
====Ciclo della Repubblica Partenopea====
{{Pedia|Luigia Sanfelice (romanzo)|''Luigia Sanfelice (romanzo)''|}}
====Romanzi vari====-->
{{Pedia|Il Conte di Montecristo|''Il Conte di Montecristo''| (1844)}}<!--
{{Pedia|Robin Hood (romanzo)|''Robin Hood (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il tulipano nero (romanzo)|''Il tulipano nero (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il signore dei lupi (romanzo)|''Il signore dei lupi (romanzo)''|}}
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{{DEFAULTSORT:Dumas (padre), Alexandre}}
[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]
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/* Incipit */ Originale via WS francofona. L'edizione è raccomandata da Gallica
wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Alexandre Dumas.jpg|thumb|Alexandre Dumas]]
'''Alexandre Dumas''' (1802 – 1870), scrittore e drammaturgo francese.
==Citazioni di Alexandre Dumas==
*Abitualmente comincio un libro solo dopo ch'è stato già scritto.
:''En général, je ne commence un livre que lorsqu'il est écrit''.<ref>Da ''Propos d'art et de cuisine''.</ref>
*C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."<ref>Da ''I Mohicani di Parigi'', 1854; vedi anche [[w:Cherchez la femme|la voce]] in Wikipedia.</ref>
:''Il y a une femme dans toutes les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis:'' Cherchez la femme!.
*Chi legge la [[storia]], se non gli [[storico|storici]] quando correggono le loro bozze?<ref>Da ''Il corricolo''.</ref>
*Ci sono certe città sconosciute il cui nome, per inattese, terribili, clamorose catastrofi, talvolta acquista improvvisa fama europea e che s'ergono in mezzo al secolo come una di quelle paline storiche piantate dalla mano di Dio per l'eternità: tale è il destino di [[Pizzo Calabro|Pizzo]]. Senza annali nel passato e probabilmente senza storia nell'avvenire, essa vive sulla sua gloria di un giorno ed è diventata una delle stazioni omeriche dell'Iliade napoleonica. Infatti è noto che fu nella città di Pizzo che [[Gioacchino Murat]] venne a farsi fucilare, là che quest'altro Aiace trovò una morte oscura e cruenta.<ref>Da ''Viaggio in Calabria''.</ref>
*{{NDR|In ricordo di Emma Mannoury-Lacour}} Credo proprio che tre quarti del mio cuore, se non il cuore intero, siano morti con lei.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2004.</ref>
*Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la [[barba]] alle [[donna|donne]] perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.<ref>Citato in Franco Fossati, ''Chi dice donna...'', Armenia, 1987, p. 41. ISBN 8834401786.</ref>
*E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?<ref>Da ''Kean o Genio e sregolatezza'', IV, 2.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*{{NDR|[[Francesco Mario Pagano]]}} Godeva di una grande reputazione e la meritava sotto tutti i rapporti. [...] La dolcezza della sua parola, la soavità della sua morale l'avea fatto soprannominare il Platone campano, ancora giovane aveva scritto la giurisdizione criminale opera che fu tradotta in tutte le lingue, e che fu menzionata dall'assemblea nazionale francese.<ref>Da ''I Borboni di Napoli: Vol. III'', Napoli, 1862, p. 10-11.</ref>
*L'[[orgoglio]] ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'[[invidia]].
:''L'orgueil a presque toujours une compagne encore pire que lui: cest l'envie''.<ref>Da ''Le Roi des quilles- racconto per bambini'', 1859.</ref>
*La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]] bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.<ref>Da ''I Borgia''; citato in [[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Oscar Mondadori, 2007, p. 264.</ref>
*Nulla riesce meglio del [[successo]], che è la calamita morale che tutto attira a sé.<ref>Da ''Il corricolo''.</ref><ref name=e />
*Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se [[Napoli]] non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.<ref>Dal giornale ''L'Indipendente'' del 19 dicembre 1862.</ref>
*Tutto il delitto della prima {{NDR|[[Eleonora Pimentel Fonseca]]}} fu d'esser una {{sic|patriotta}} ardente; d'aver prima d'ogni altro levato il grido di libertà, quando la libertà apparve in Napoli; d'aver fondato il ''Monitore {{sic|Napolitano}}''. Questo delitto bastò a mandarla al patibolo, anzi alla forca.<br>Per un'oscena cortesia del tribunale verso la plebaglia {{sic|napolitana}}, la forca era alta trenta piedi.<br>Eleonora Pimentel camminò al supplizio col sorriso sulle labbra; nel lasciar {{sic|la}} carcere aveva bevuto una tazza di caffè: nel giunger a piè della forca, le fu chiesto se desiderava qualcosa: avevano l'ordine di accordarle l'ultima sua domanda: speravasi che chiederebbe la vita.<br> – Datemi un paio di mutande, disse.<br>Lucrezia<ref>Allusione alla Lucrezia romana, moglie di Collatino, suicida per l'oltraggio di Sesto Tarquinio.</ref> non avrebbe nulla trovato di meglio.<ref>Da ''[https://archive.org/details/bub_gb_Ty7nnZyBCFMC/page/n6/mode/1up Da Napoli a Roma]'', traduzione di Eugenio Torelli, Stabilimento tipografico del Plebiscito, Napoli, 1863, cap. III, p. 71.</ref>
==''Ascanio''==
===[[Incipit]]===
Alle quattro pomeridiane del 10 luglio dell'anno di grazia 1540, un bel giovane, alto, bruno con grandi occhi neri, vestito con elegante semplicità e armato soltanto d'un pugnaletto dal manico mirabilmente cesellato, stava presso la pila dell'acqua benedetta che è sull'entrata della chiesa dei Grandi Agostini, nel recinto dell'Università di Parigi.<br>Questo giovane, senza dubbio per pia umiltà, non si era mosso dal suo posto per tutta la durata dei vespri, e a fronte china, in atteggiamento di dovuta contemplazione, aveva mormorato non so quali parole, forse le preghiere, poiché le aveva dette a voce tanto bassa, che soltanto lui e Dio potevano sapere ciò che egli dicesse.
===Citazioni===
*V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina. (p. 205)
*Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede. (p. 205)
==''I tre moschettieri''==
===[[Incipit]]===
====Originale====
''Le premier lundi du mois d'avril 1626, le bourg de Meung, où naquit l'auteur du ''Roman de la Rose'', semblait être dans une révolution aussi entière que si les huguenots en fussent venus faire une seconde Rochelle. Plusieurs bourgeois, voyant s'enfuir les femmes le long de la grande rue, entendant les enfants crier sur le seuil des portes, se hâtaient d'endosser la cuirasse, et appuyant leur contenance quelque peu incertaine d'un mousquet ou d'une pertuisane, se dirigeaient vers l'hôtellerie du ''Franc-Meunier'', devant laquelle s'empressait, en grossissant de minute en minute, un groupe compacte, bruyant et plein de curiosité.''
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[[s:fr:Les Trois Mousquetaires|Les Trois Mousquetaires]]'', MM. Dufour et Mulat, Paris, 1849.}}
====Giuseppe Aventi====
Il primo lunedì dell'aprile 1625, il borgo di Meung, che diede i natali all'autore del ''Romanzo della Rosa'', era in preda al più grande disordine, come se vi fossero capitati gli Ugonotti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, nel veder le donne scappare verso la Strada Grande, e nel sentir gli strilli dei bambini sugli usci delle case, si affrettavano a indossare la corazza, e fortificando la loro risolutezza un po' dubbia, con un moschetto o una partigiana, si avviavano alla locanda del Buon Mugnaio, davanti alla quale c'era un gruppo compatto, chiassoso e pieno di curiosità, che ingrossava di momento in momento.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}utT5qmal_gIC I tre moschettieri]'', traduzione di Giuseppe Aventi, Rizzoli, 2011. ISBN 88-58-61145-6}}
====Maria Bellonci====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 nella città di Meung (dove nacque l'autore del ''Roman de la rose''), sembrava che fosse scoppiata una violenta rivoluzione come se stessero arrivando gli ugonotti per una seconda La Rochelle. Molti cittadini, vedendo le donne precipitarsi verso la strada principale e sentendo i bambini gridare sulle porte di casa, corsero ad armarsi, e, resi più sicuri dal loro moschetto o dalla loro alabarda, si diressero verso l'osteria del ''Franc Meunier'' dove stava ammassandosi, di minuto in minuto più fitta, una folla vociante e curiosa.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}gztjEAAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Maria Bellonci]], Giunti, 2010. ISBN 9788809753570}}
====Antonio Beltramelli====
Il primo lunedì del mese d'aprile del 1625, il borgo di Meung, dove nacque l'autore del ''Romanzo della Rosa'', sembrava essere in piena rivoluzione, come se gli ugonotti fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Parecchi abitanti, vedendo le donne fuggire verso la Grande-Rue e sentendo i bimbi strillare sulle soglie, si affrettarono a indossare la corazza e, puntellando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossando di minuto in minuto, un gruppo di persone compatto, rumoroso e molto incuriosito.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}uuN_DQAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Antonio Beltramelli]] revisionata da Stefano Mazzurana, Mondadori, 2016. ISBN 9788852077920}}
====Angiolo Orvieto====
Il primo lunedì del mese d'aprile 1625 il borgo di Méung ove nacque l'autore del Romanzo della Rosa, sembrava esser in una così completa rivoluzione, come se gli ugonotti vi fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Molti borghigiani vedendo correre le donne lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sul limitare delle porte, si sollecitavano ad indossare la corazza, equilibrando il loro portamento alquanto incerto col mezzo di un moschetto o di una partigiana, o dirigendosi verso l'osteria del Franc-Meunier, davanti alla quale si affrettava ed ingrossava di minuto in minuto, un gruppo compatto, rumoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853}}
====Guido Paduano====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 la cittadina di Meung, dove nacque l'autore del ''Roman de la Rose'', sembrava completamente sconvolta, come se gli ugonotti fossero venuti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, vedendo fuggire le donne dalla parte della Grande-Rue e sentendo piangere i bambini sulle porte, si affrettarono a indossare la corazza e, rafforzando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossandosi di minuto in minuto, una folla compatta, rumorosa e curiosa.
====C. Siniscalchi====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 il borgo di Meung sembrava in aperta rivoluzione come se gli Ugonotti, vi fossero venuti a formare una seconda Rocella. Diversi borghesi, vedendo le donne fuggire lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sulla soglia delle porte, si affrettavano ad indossare la corazza, ed animando il loro coraggio, sebbene poco marziale con un moschetto od una partigiana, correvano tutti verso l'albergo del Franc-Meunier, dinanzi al quale si stipava un gruppo compatto, clamoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975}}
===Citazioni===
*Quest'altro moschettiere formava un perfetto contrasto con colui che lo interrogava e che gli aveva dato il nome di Aramis. Era un giovane di ventidue o ventitré anni appena, dall'espressione candida e dolce, dall'occhio nero e mite e dalle gote rosee e vellutate come una pesca d'autunno; i suoi baffi sottili disegnavano sul labbro superiore una linea perfettamente diritta, le sue mani pareva evitassero di abbassarsi per timore di fare un po' gonfie le vene, e di tanto in tanto lo si vedeva pizzicarsi l'orlo delle orecchie, per mantenerle di un incarnato tenero e trasparente. Per abitudine, egli parlava poco e con lentezza, salutava molto, rideva senza far strepito e mostrando i denti, di cui pareva avere molta cura come il resto della persona. (cap. II ''L'anticamera del signor Tréville'')
*Il [[coraggio]] incute rispetto anche ai nemici. (cap. V)
*[...] tutti per uno e uno per tutti [...]. {{NDR|[[Motti dai libri|motto]]}} (d'Artagnan: cap. IX, 2013)
*— Se poteste vedere nel mio cuore allo scoperto, — disse d'Artagnan — vi leggereste tanta curiosità che avreste pietà di me, e tanto amore che dareste subito soddisfazione alla mia curiosità. Da coloro da cui si è amati non c'è nulla da temere. (cap. XI ''L'intrigo si aggroviglia'')
*[...] quella brutalità ingenua che le donne preferiscono spesso all'affettazione della cortesia, perché scopre il fondo del pensiero e prova che il sentimento ha la meglio sulla ragione. (cap. XI, 2013)
*[...] ciò che è [[perdita|perduto]] oggi può non essere perduto per l'avvenire. (Signora Bonacieux: cap. XI, 2013)
*L'[[amore]] è la più [[egoismo|egoistica]] di tutte le passioni. (cap. XII)
*— Milord, — esclamò [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|la regina]] — voi dimenticate che io non ho mai detto di amarvi.<br />— Ma nemmeno mi avete detto che non mi amavate, e veramente dirmi tali parole sarebbe, da parte della Maestà Vostra, un'ingratitudine troppo grande. Poiché, dove troverete, ditemi, un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita? ('''[[George Villiers, I duca di Buckingham|Duca di Buckingham]]''' cap. XII)
*In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu]], non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle. (cap. XIV ''L'uomo di Meung'')
*D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini. (Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore. cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*— Noialtri diciamo: fiero come uno [[Scozia|scozzese]], — mormorò Buckingham.<br />— E Noi. fiero come un [[Guascogna|guascone]], — disse di rimando D'Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia. (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*C'è un Dio per gli ubriachi e gli innamorati. (cap. XXIII, 2013)
*In tutti i casi, ragazzo mio, credete a un uomo che vive da trent'anni alla corte: non vi addormentate nella vostra sicurezza, o siete perduto. Al contrario, ve lo dico io, dovete vedere nemici dappertutto. Se cercano di attaccare briga con voi, evitatelo, fosse anche un bambino di dieci anni; se vi attaccano, di notte o di giorno, battete in ritirata senza vergogna; se attraversate un ponte, tastate le assi, che non vi manchino sotto i piedi; se passate davanti a una casa in costruzione, guardate bene che non vi cada una pietra sulla testa; se rientrate tardi, fatevi seguire dal vostro domestico, e che sia armato, purché siate sicuro del vostro domestico. Diffidate di tutti, del vostro amico, di vostro fratello, della vostra amante... soprattutto della vostra amante. (Signor de Tréville: cap. XXIII, 2013)
*Ogni [[falsità]] è una [[maschera]], e per bene che sia fatta la maschera, con un po' d'attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso. (cap. XXV, 2013)
*[...] nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il [[silenzio]] è l'ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d'un daino ferito. (Aramis: cap. XXVI, 2013)
*Niente fa passare il tempo e abbrevia la strada come un pensiero che assorbe su di sé tutte le facoltà di chi pensa. L'esistenza esterna assomiglia allora a un sonno, di cui quel pensiero è il sogno. Grazie al suo influsso, il tempo non ha più misura, lo spazio non ha più distanza. Si parte da un luogo e si arriva a un altro, ecco tutto. Dell'intervallo percorso, non resta presente al vostro ricordo che una vaga foschia in cui svaniscono mille immagini confuse di alberi, montagne, paesaggi. (cap. XXVI, 2013)
*[...] l'[[amore]] è una lotteria dove chi vince vince la morte. (Athos: cap. XXVII, 2013)
*[...] si domandano [[consigli]] solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. (Athos: cap. XXXIV, 2013)
*Milady sorrise di un sorriso strano.<br />— Così, voi mi amate? — disse.<br />— Ho forse bisogno di dirvelo? Non ve ne siete accorta?<br />— Oh, sì, ma come sapete, i cuori più fieri sono più difficili da conquistare.<br />— Oh, le difficoltà non mi sgomentano — disse d'Artagnan; — temo solo le cose impossibili.<br />— Non c'è nulla di impossibile, — disse Milady — per un vero amore. (cap. XXXVI ''Sogno di vendetta'')
*Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi, signore, e voi siete uomo di spirito. (''[[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]''; cap. XL ''Una visione terribile'')
*[...] ci prendono per pazzi o per [[eroi]], due categorie di imbecilli molto simili tra loro. (Athos: cap. XLVII, 2013)
*La [[vita]] è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l'avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin. (Athos; cap. XLVIII ''Affare di Famiglia'')
*L'[[amore]] è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione. (cap. LVI)
*[...] non conosco nessun uomo che meriti di essere rimpianto durante tutta la vita di un altro uomo [...]. (Buckingham: cap. LIX, 2013)
*Il latore del presente ha fatto quello che ha fatto per ordine mio e per il bene dello Stato. 3 dicembre 1627 RICHELIEU (2003, p. 427)
===Citazioni su ''I tre moschettieri''===
*Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''Trois mousquetaires'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo. ([[Benedetto Croce]])
*Il romanzo ''I tre moschettieri'' è una serie ininterrotta di vendette, dal principio alla fine. C'è una vendetta ad ogni pagina. Ogni tanto, una esaltazione tutta esplicita della vendetta, definita qualche volta come "le plaisir des dieux", il piacere degli Dei. ([[Beniamino Placido]])
*In questa favola, Alessandro Dumas sfoggia non poche qualità del grande scrittore: e non delle secondarie. In primo luogo una sovrana impudenza; un insieme di complicità ed oltraggio nei confronti del lettore; nessun patetismo, neppure quando ricorre a situazioni obiettivamente patetiche: giacché nelle sue mani anche la morte dell'innocente si fa avventura, è «divertente». E ancora, il gusto del gioco, della mistificazione; l'onesta carenza morale, che ci rassicura che nei labirinti di questa deliziosa macchinazione non si nasconde la pia frode di un messaggio; una nobile guitteria, che gli detta la mossa esatta per scatenare la saggiamente consenziente credulità del pubblico, e che insieme proibisce qualsiasi identificazione emotiva: il lettore è tenuto a bada nel momento stesso in cui è affascinato; è e deve restare spettatore. ([[Giorgio Manganelli]])
===[[Pietro Citati]]===
*Il personaggio di d'Artagnan è uno dei più straordinari ritratti simbolici della prima parte del secolo. Athos è degno di Dostoevskij. Milady è una bellissima creatura del male. E quella leggerezza, che ci trascina di pagina in pagina, non nasce soltanto da una natura felice, ma da una squisita arte intellettuale.
*Non credete ai denigratori. ''I tre moschettieri'' emana un vero profumo storico: non meno di ''Guerra e Pace''; un profumo che Dumas ricava con astuzia e grazia dalle memorie, dalle lettere e dai romanzi del primo Seicento.
*Come in una cavalcata fantastica, tutta la geografia, la storia e la letteratura della Francia, sfilano davanti ai nostri occhi. Conosciamo i guasconi, i piccardi, i normanni, gli abitanti del Berry, e il loro dialetto, che il colto Aramis si rifiuta di capire; e quanti paesi e chiese e osterie sorvolate dal vento dell'avventura. C'è Parigi, avvolta da una nebbia cupa. I moschettieri bevono generosamente, attaccano briga, pagano malvolentieri i conti degli osti, come gli eroi di Rabelais e di Scarron. ''Il borghese gentiluomo'', ''L'Avaro'' e ''Il Barbiere di Siviglia'' ci fanno conoscere i loro lacchè e le loro soubrettes, che danzano ancora per noi. Abbiamo mercanti e avvocati, avidi e sordidi come nel ''Romanzo borghese'' di Furetière. Aramis ci ricorda la mondanità preziosa degli abati. Gli epigrammi della tradizione moralistica francese brillano alla fine di ogni capitolo. Poi il tempo cambia. Entriamo nella Parigi del primo Ottocento, nei teatri e nei piccoli giornali. C'è qualche traccia della sapienza filosofica e fisionomica di Balzac. E il giovane d'Artagnan, che a diciott'anni arriva dalla Guascogna per far fortuna, l'abbiamo già incontrato nelle vesti di Gil Blas e di Jacob: l'abbiamo ritrovato in quelle di Lucien de Rubempré e di Julien Sorel, che come lui cercano di conquistare la Francia.
*Non so se Dumas avesse letto Baltasar Gracián: una parte dei ''Tre moschettieri'' ha un sapore che ci ricorda, sebbene mescolato e manipolato dall'"abile irrigatore", le massime del gesuita spagnolo. Il Seicento si incarna nella figura del cardinale di Richelieu, per il quale Dumas ha una vera passione. Richelieu è la rapidità e l'astuzia, che solo d'Artagnan sa fronteggiare. Rappresenta gli ''Arcana imperii'': il segreto profondissimo del potere e la macchinazione; l'arte di spiare e di ascoltare i segreti.
*Ormai è tempo di riprendere in mano ''I tre moschettieri''. Non possiamo fermarci: gli oggetti non ci arrestano con il loro volume, e i personaggi sembrano (e non sono) formati di una sola dimensione. Tutto quello che, nella vita, ci sbarra il passo, viene trascinato dal volo velocissimo della fantasia. Il cavallo di d'Artagnan corre verso l'Inghilterra più rapido del nostro occhio che legge, le navi attraversano in un baleno i mari, Milady ripete le sue affascinanti menzogne, un'occhiata fa scoccare all'improvviso un amore... La leggerezza trionfa sul peso: la frivolezza sul significato, l'immaginazione sull'esperienza. Mentre leggiamo, rimbalzando di fatto in fatto, anche noi senza peso, tutto ci accade: siamo d'Artagnan e Richelieu, Buckingham e Athos, l'uomo dal mantello rosso e Milady, eppure nulla ci tocca e ci ferisce. Veloci come il vento, indenni e inconsapevoli come l'aria, attraversiamo senza conoscerle tutte le esperienze del mondo.
==''Il conte di Montecristo''==
===[[Incipit]]===
====Giovanni Ferrero====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi ''Pharaon'' che arrivava da Smirne, via Trieste e [[Napoli]].<br/> Come al solito, un pilota costiero partì immediatamente dal porto, costeggiò il castello d'If e raggiunse la nave tra il Capo Morgiou e l'isola di Rion. E tosto, come al solito, il belvedere del forte Saint-Jean si riempì di curiosi poiché a Marsiglia l'arrivo di un bastimento, soprattutto se è stato costruito, attrezzato e stivato nei cantieri della vecchia Fhochée e appartiene a un armatore della città, è sempre un grande avvenimento.<br/>
{{NDR|Alessandro Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001}}
====Emilio Franceschini====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre-alberi il ''Faraone'', che veniva da Smirne, Trieste e [[Napoli]].<br/> Com'è d'uso, un pilota costiere [''sic''] partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.<br>Contemporaneamente com'è egualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si ricoprì di curiosi; poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il ''Faraone'', si sapeva costrutto, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.<br/>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, RCS Libri, 1998}}
===Citazioni===
*I rossi sono buoni del tutto, o del tutto cattivi.
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi, quando la disgrazia del nemico oltrepassa i limiti della loro collera.
*Non sarei artista se non mi restasse qualche illusione.
*Siate in guardia: un consiglio è peggio d'un favore.
*A chi vuol male accade male.
*E' degli spiriti deboli vedere tutte le cose attraverso un velo nero.
*Un uomo dell'indole del Conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro un'apparente originalità, ma che uccide le anime elevate.
*"Morituri te salutant" (cit.)
*[...] le [[invenzione|invenzioni]] umane progrediscono dal composto al semplice, e il semplice è sempre la perfezione. (Dantès: Rizzoli)
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
*Negli [[affari]] non ci sono amici, solo soci.
*Vi capisco, Fernand; voi vi battereste con lui perché io non vi amo; voi incrocereste il vostro coltello catalano con il suo pugnale. Ma a che servirebbe? A perdere la mia amicizia se rimaneste vinto, a veder cambiarsi in odio la mia amicizia se vincitore. Credetemi, il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest'uomo. No, Fernand, non vi lascerete trasportare da così cattivi pensieri; se non mi potete avere in moglie, accontentatevi di avermi come amica e sorella.
*Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione. (cap. 8)
*Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico?
*Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo.
*Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che [[Ebe]] serviva alla tavola di [[Giove (divinità)|Giove]]. [...] Siete un uomo positivo, e l'[[oro]] è il vostro idolo? Gustate di questa, e le miniere del [[Perù]], di [[Gizerate]] e di [[Golgonda]] vi saranno aperte. Siete un uomo di immaginazione? Siete [[poeta]]? Gustate di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'[[infinito]], e passeggerete libero di [[cuore]], di spirito nei domini senza confine dell'ideale. Siete ambizioso? Correte dietro le grandezze della terra? Gustate di questa, e dopo un'ora sarete idealmente, non re di un piccolo regno nascosto in un angolo d'[[Europa]], come la [[Francia]], la [[Spagna]] o l'[[Inghilterra]], ma sarete il Re del mondo. Il vostro [[trono]] sarà eretto sopra le montagne di Satanasso, e senza aver bisogno di fargli omaggio, senza essere costretto a baciarne gli artigli, sarete il sovrano, padrone di tutti i regni della terra. [...] Una certa erba che li trasportava nell'[[Eden]], in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. [...] Questo è [[hashish]], tutto ciò che si fa di meglio e di più puro in hashish ad Alessandria, l'hashish d'Abou Gor, il gran confetturiere, l'uomo al quale si dovrebbe fabbricare un palazzo con questa iscrizione:<br /> AL MERCANTE DELLA FELICITÀ, IL MONDO RICONOSCENTE. (cap. 31, p. 235) <!--le due precedenti da http://worldpubliclibrary.org/eBooks/Wordtheque/it/aaadec.txt-->
*– Mercedes! – ripeté Montecristo. – Mercedes! Ebbene sì, avete ragione, mi è ancora dolce pronunciare questo nome… È la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona così chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome l'ho pronunciato con i sospiri della malinconia, con i gemiti del dolore, col la rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, rattrappito sulla paglia della mia prigione; l'ho pronunciato divorato dal caldo; l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del mio carcere. Mercedes, bisogna che mi vendichi perché ho sofferto per quattordici anni, ho pianto, ho maledetto. Ve lo ripeto Mercedes, bisogna che mi vendichi! E il conte di Montecristo, temendo di cedere alle lacrime di colei che aveva amato tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato.
*– Pazzo che fui – disse egli – A non strapparmi il cuore il giorno in cui giurai di vendicarmi! (Edmondo Dantès)
*Che cosa è la [[morte]] per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Edmondo Dantès)
*Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)
*«Non c'è alcuna speranza», rispose Faria, scuotendo la testa, «ma non importa. Dio vuole che l'uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l'amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.» (pg. 211)
*Certamente, quantunque meno espansiva, la gioia di Montecristo non era meno grande: la [[gioia]], per i cuori che hanno lungamente sofferto, è simile alla rugiada, cuore e terra assorbono la pioggia benefica, e niente appare al di fuori. (cap. XCI, ''Suicidio''; 2010, p. 743)
*Ci vuole la [[Disgrazia|sciagura]] per scavare certe miniere misteriose nascoste nell'intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere. Con la prigionia tutte le facoltà che fluttuavano qua e là si sono adunate in un sol punto, hanno colliso in uno spazio angusto, e voi lo sapete, dal cozzo delle nubi si genera l'elettricità, dall'elettricità la folgore, dalla folgore la luce. (Faria; Donzelli, p. 132)
*La [[filosofia]] non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. (Faria; Donzelli, p. 139)
*[Il] grande lago che chiamano il [[Mediterraneo]] [...]. (XXII; Donzelli, p. 177)
*«Ah, il [[duello]]!», esclamò il conte. «Sull'anima mia, risibile modo di raggiungere il proprio scopo, quando lo scopo è la vendetta! Un uomo vi ha rubato la vostra amante, un uomo ha sedotto vostra moglie, un uomo ha disonorato vostra figlia. Di una vita intera, che aveva il diritto di aspettarsi la parte di felicità che Iddio ha promesso a ogni essere umano nel crearlo, egli ha fatto un'esistenza di dolore, di miseria o d'infamia, e voi vi ritenete vendicato perché a quest'uomo, che vi ha gettato il delirio nella mente e la disperazione nel cuore, voi avete sferrato un fendente in petto o piazzato una pallottola in capo? Suvvia, dunque! Senza contare che spesso è costui a uscire trionfante dalla tenzone, mondato agli occhi del mondo e in qualche modo assolto da Dio. No, no – rincarò il conte – se mai dovessi vendicarmi, non è in questo modo che mi vendicherei». (Donzelli, p. 323)
*Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la [[società]] che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. (Il conte di Montecristo; LV; Donzelli, pp. 388-89)
===Citazioni su ''Il conte di Montecristo''===
*È forse il piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una giustizia trascendente in cui non crede più «sistematicamente». ([[Antonio Gramsci]])
*È il romanzo di una vendetta, ma è anche una descrizione impareggiabile del gran mondo parigino. Tutti i suoi nemici hanno fatto carriera, ma Dantès con ogni genere di astuzia riesce a stroncarli uno per uno. Tutti lo ammirano, tutti lo invitano, neppure la sua ex fidanzata, che ha sposato un alto funzionario, lo riconosce. Quando si deciderà a parlare?, ci chiediamo col fiato sospeso.<br>Siamo ben lontani da ''I tre moschettieri'', libro di cappa e spada più celebre e molto più sempliciotto. È Montecristo il vero eroe romantico creato dallo straripante Dumas. È a lui (se ci fosse una giustizia letteraria suprema) che andrebbe appesa la fama di Alexandre Dumas. ([[Carlo Fruttero]])
*Forse Edmond Dantès si sbagliava, e l'unica soluzione era non fidarsi e non sperare. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*''Il Conte di Monte-Cristo'' è una sterminata hilarotragedia, dove il riso e il delitto, il gioco e il Male Assoluto si sfiorano e si intrecciano. Il lieve tocco ironico, lo spirito settecentesco, l'allegretto sono presenti in ogni capitolo. ([[Pietro Citati]])
*– "''Il conte di Montecrisco''".<br />– "Montecristo", deficiente.<br />– Di Alessandro... Dum-azz... Due mazzi...<br />– È francese. Sì, si legge Dumas. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe, parla di un'evasione.<br />– Allora va messo nel settore didattico. O sbaglio? (''[[Le ali della libertà]]'')
*La prima parte di ''Montecristo'', fino alla scoperta del tesoro, è un pezzo perfetto di racconto a effetto; non c'è mai stato un uomo che abbia partecipato a queste commoventi avventure senza un fremito, eppure Faria è un personaggio di cartapesta e Dantès poco più di un nome. Il seguito non è che il dilungarsi di un errore, cupo, sanguinoso, innaturale e stupido; ma quanto a questi primi capitoli, non credo esista un altro volume nel quale si possa respirare la stessa inconfondibile atmosfera di romanzo. ([[Robert Louis Stevenson]])
*L'architettura del ''Conte di Monte-Cristo'' possiede una meravigliosa precisione ed esattezza. Non saprei dire se il libro sia composto di romanzi diversi, che la facoltà affabulatrice di Dumas fa coabitare: o se moltissimi fili narrativi procedano gli uni accanto agli altri, fino a riunirsi ed esplodere in spettacolosi colpi di scena. Dovunque regna l'enigma: la soluzione dell'enigma viene sospesa e rinviata; ora una pagina ci suggerisce cosa accadrà, ora una voce sotterranea ci fa capire che avverranno cose completamente diverse. Il racconto corre veloce, trascina gli ostacoli, attraversa i tempi e gli spazi, copre immense tele scriveva Sainte-Beuve – «senza stancare mai il pennello di Dumas né il suo lettore». ([[Pietro Citati]])
==''Il visconte di Bragelonne''==
===[[Incipit]]===
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco. <br>A quella vista i curiosi manifestarono con una franchezza affatto zotica il loro disprezzo per una preda così magra, e dopo una discussione sullo svantaggio della caccia al volo, ritornarono tutti alle loro occupazioni. <br>Monsignore montava un piccolo cavallo di bel portamento, con una larga sella di velluto rosso di Fiandra. Il cavallo era di color fulvo; la giubba di Monsignore era di color chermisi e soltanto dall'insieme di quel rossastro si poteva distinguere il principe tra i suoi due compagni, l'uno vestito di violetto, l'altro di verde. Quello a sinistra, vestito di violetto, era lo scudiero; quello a dritta, vestito di verde, era il cacciatore. <br>Uno dei paggi portava sopra un bastone due girifalchi, l'altro un corno da caccia nel quale soffiò a venti passi dal castello. <br>A quel segnale, otto guardie che passeggiavano al sole nella corte quadrata corsero a prendere le alabarde, e Monsignore fece il suo solenne ingresso nel castello. <br>Le otto guardie, le quali sapevano che il loro servizio era terminato per tutto il resto della giornata, si coricarono al sole, sopra le panchette di pietra; i palafrenieri scomparvero coi cavalli nelle scuderie, e, meno alcuni uccelli che si spaventavano a vicenda con acute strida tra i ciuffi di viole, si sarebbe detto che tutti dormissero. <br>A un tratto, in mezzo a quel dolce silenzio.
===Citazioni===
*Planchet aprì la finestra, come gli era stato prescritto, e la ventata di tumulto che s'ingolfò nella stanza, grida, stridor di ruote, abbaiamenti e passi, assordò anche d'Artagnan, come aveva desiderato.<br>Bevve, allora, un bicchiere di vino bianco, e incominciò in questi termini:<br>"Planchet, ho un'idea".<br>"Ah, signore, come vi riconosco!", rispose il droghiere, ansante d'emozione.
*"D'Artagran, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo."<br>"Ne ho il diritto."<br>"No, perché non conoscete l'avvenire."
*"Continuo", disse Luigi XIV. "È vero anche che un uomo solo abbia potuto penetrare fino a Monck, nel suo accampamento, e l'abbia portato via?"<br>"Quell'uomo aveva dieci ausiliari presi tra gente inferiore"<br>"Nessun altro?"<br>"Nessuno."<br>"E si chiama?"<br>"Il signor d'Artagnan, ex luogotenente dei moschettieri di Vostra Maestà"<br>Anna d'Austria arrossì, Mazzarino diventò giallo di vergogna, Luigi XIV si fece cupo e una goccia di sudore cadde dalla sua fronte pallida.<br>"Che uomini!", mormorò.
*Destinato a tutta prima al commercio, Colbert era stato commesso presso un mercante di Lione, che aveva poi lasciato per recarsi a Parigi nello studio di un procuratore allo Chatelet, chiamato Biterne. In tal modo, aveva appreso l'arte di preparare un bilancio e l'arte più preziosa d'imbrogliarlo.
*Allora, per finirla con quello sguardo da inquisitore che bisogna far abbassare ad ogni costo, come ad ogni costo un generale riduce al silenzio una batteria che lo disturba, Aramis stende la sua bella mano bianca, nella quale riluce l'ametista dell'anello pastorale, fende l'aria col segno della croce e fulmina i sui due amici con la sua benedizione.<br>Forse, distratto dai propri pensieri, empio a sua insaputa, d'Artagnan non si sarebbe affatto inchinato a quella santa benedizione; ma Porthos s'è accorto della distrazione dell'amico, e, appoggiando affettuosamente la sua mano sulla schiena del moschettiere, lo schiaccia verso terra.<br>D'Artagnan si piegò: ci volle poco che non cadesse bocconi. Intanto Aramis è passato. D'Artagnan, come Anteo, non ha fatto che toccare la terra, e si rivolge verso Porthos pronto a litigare.
*"Buongiorno, signor d'Artagnan. Parlavamo di Belle-Isle sul Mare", disse Fouquet con quell'arte del mondo e quella scienza dello sguardo che richiedono metà della vita per impararle bene, e a cui certa gente, nonostante tutto il suo studio, non arriva mai.
*Aramis, l'abbiamo detto, era ancora alzato. Comodamente avvolto in una veste da camera di velluto, scriveva lettere su lettere, con quella scrittura così fine e così densa che d'una pagina fa un quarto di volume.
*Monsieur era troppo gran signore per notare un tal particolare. Non c'è nulla d'efficace come l'idea ben stabilita della propria superiorità per assicurare l'inferiorità dell'uomo che ha una tale opinione di sé.
*"Lo so, e ho agito di conseguenza: niente spazio, niente comunicazioni, niente donne, niente gioco, ma, adesso, è d'un patetico che non vi so dire", aggiunse Aramis con uno di quei sorrisi che appartenevano solo a lui, "vedere come i giovani cerchino di divertirsi, e come, di conseguenza, simpatizzino per colui che paga i divertimenti"
*Però Dio è tanto buono per gli errori giovanili, tutto quello che è amore, anche amore colpevole, trova così facilmente grazia ai suoi sguardi paterni, che all'uscir dalla messa Luigi, levando gli occhi al cielo, poté vedere, attraverso gli strappi di una nuvola, un angolo del tappeto azzurro che è calpestato dal piede del Signore.
*E Porthos si fece severo.<br>"E la botola, signore", disse, "e la botola?"<br>Di Sant-Agnan divenne estremamente pallido. Buttò indietro la sedia in tal modo, che Porthos, con tutta la sua ingenuità, s'accorse che il colpo aveva fatto centro.<br>"La botola", mormorò il conte.<br>"Ebbene, signore, datene una spiegazione, se potete", fece Porthos scuotendo il capo.<br>Di Sant-Agnan abbassò la fronte.<br>"Oh! sono tradito!", mormorò; "si sa tutto!"<br>"Si sa sempre tutto", replicò Porthos, che non sapeva nulla.
*"No, è l'impotenza! Abbiamo forse la pretesa di prendere, in tre, la Bastiglia?"<br>"Se ci fosse d'Artagnan", esclamò Porthos, "non dico di no."<br>Raul fu preso d'ammirazione davanti a quella fiducia, eroica tanto era candida. Erano quelli gli uomini famosi che, in tre o quattro, affrontavano eserciti o attaccavano fortezze! Uomini che avevano spaventato la morte e che, sopravvissuti a tutto un secolo ormai in dissoluzione, erano ancora più forti dei più forti giovani del giorno.
*Baisemeaux impallidì di fronte a quella fredda sicurezza. Gli parve che la voce di Aramis, così gaia e sorridente poco prima, fosse divenuta funebre e sinistra; che i ceri dei candelabri si fossero cambiati in ceri da cappella sepolcrale; che i bicchieri di vino si fossero trasformati in calici di sangue.
*Ad un tratto, il capo del giovane si inchinò. Il suo pensiero ridiscese sulla terra. il suo sguardo si indurì, la fronte gli si coprì di rughe, la bocca assunse una espressione di feroce risolutezza; poi il suo sguardo divenne fisso ancora una volta; ma ora rifletteva la fiamma dei mondani splendori; ora somigliava allo sguardo di Satana sulla montagna, quando passava in rivista i regni e le potenze della terra per sedurre Gesù.
*"Colpite, Porthos!", risuonò la voce sepolcrale di Aramis.<br>Porthos mandò un gran sospiro, ma obbedì.<br>La sbarra di ferro calò verticalmente sul capo di Biscarat, che fu ucciso prima ancora di finire il suo grido. Poi la leva formidabile si alzò e si abbassò dieci volte in dieci secondi, e fece dieci cadaveri.
*Ed ora cercate in questa tomba ardente, in questo vulcano sotterraneo, cercate le guardie del re dagli abiti azzurri gallonati d'argento.<br>Cercate gli ufficiali splendenti d'oro, cercate le armi su cui essi avevano contato per difendersi, cercate le pietre che li hanno uccisi, cercate il suolo che li sosteneva.<br>Un solo uomo ha fatto di tutto questo un caos più confuso, più informe, più terribile del caos che esisteva un'ora prima che Dio avesse avuto l'idea di creare il mondo.
*Per un istante, le braccia di Porthos si piegarono; ma l'ercole riunì tutte le forze, e si videro le due pareti della prigione, in cui era sepolto, aprirsi lentamente fargli largo. Per un attimo, apparve in quella cornice di granito, simile all'angelo antico del caos;
==''La regina Margot''==
===[[Incipit]]===
Il lunedì, diciottesimo giorno del mese di agosto 1572, vi era festa grande al Louvre. Le finestre dell'antico palazzo reale, sempre tanto cupe, erano sfarzosamente illuminate; le piazze e le vie attigue, di solito tanto deserte sin da quando a Saint-Germain-l'Auxerrois erano suonate le nove, erano, benché fosse mezzanotte, affollate di gente.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''La regina Margot'', BUR Rizzoli, Milano 2017, Traduzione di M. Dazzi}}
===Citazioni===
*{{NDR|su [[Margherita di Valois]]}} La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della corona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa familiarità il re Carlo IX chiamava sempre ''mia sorella Margot''. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Caterina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle donne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in italiano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicendo nel suo entusiasmo:<br>«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».<br>Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla giovane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecondi. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'avvenire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indirizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:<br>«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».<br>La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poiché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buona coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pensiero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois. (pp. 26-27)
==''La signora di Monsoreau''==
===[[Incipit]]===
La sera della domenica di carnevale del 1578, nel magnifico palazzo dei Montmoreney, situato quasi in faccia al Louvre, ma sull'altra riva della Senna, si svolgeva una sontuosa festa per celebrare le nozze di Francesco d'Epinay di Saint-Luc, intimo e favorito del re Enrico III, con Giovanna di Cossé-Brissac, figlia del Maresciallo di Francia.
===Citazioni===
*[...] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia. (p. 9)
*No, non è il [[anima e corpo|corpo]] che è ammalato. È l'[[anima e corpo|anima]]! Piuttosto che un medico... un confessore. (p. 37)
==''Lo Schiaccianoci''==
===[[Incipit]]===
Vi fu un tempo a [[Norimberga]] un presidente assai famoso, il dottor Silberhaus, nome che in tedesco significa «casa d'argento». Il presidente aveva un figlio e una figlia: Fritz di nove anni, e Maria di sette e mezzo: due bambini simpaticissimi, ma molto diversi per carattere e per aspetto fisico, tanto che era difficile credere, così a prima vista, che potessero essere fratelli. Fritz era grassottello, spaccone e piuttosto birichino: faceva le bizze alla minima contrarietà, convinto come era che tutto fosse stato creato per il suo divertimento e per sottostare ai suoi capricci; e restava di questa opinione finché il dottor Silberhaus, stanco delle sue grida, dei suoi pianti e del suo batter di piedi, usciva dallo studio e, levando il dito all'altezza del sopracciglio aggrottato, si limitava a esclamare: – Signor Fritz!...
===Citazioni===
*[[Norimberga]] è una città della [[Germania]] famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra, a meno che non succeda a loro come agli abitanti di [[Ostenda]] che le ostriche a ceste piene se le vedono soltanto passare sotto il naso. (p. 11)
*''A perpendicolo | ticchetta il [[orologio a pendolo|pendolo]], | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà''. (p. 45)
*''Sorella, un pezzetto di lardo | per me devi avere riguardo, | anch'io come te son regina | e gusto la buona cucina.'' (p. 50)
*''Dal tuo consorte uccisi, senza peccati o torti, | i miei figli e nipoti ormai son tutti morti, | ma guai a te, regina! | ché sul bimbo regale da te tanto aspettato | sul tuo tenero amore ho già deliberato | di far la mia vendetta! | Tuo marito ha fortezze, ha cannoni e soldati, | consiglieri e ministri illustri e illuminati, | e tu hai ciò che chiedi. | La regina dei topi non ha nulla, però | denti aguzzi e potenti la sorte le donò | da usar contro i tuoi eredi!'' (p. 56)
==''Mastro Adamo il calabrese''==
===[[Incipit]]===
Se i nostri lettori provano qualche curiosità per gli episodi, della veridica storia che stiamo per raccontare è necessario che abbiano la compiacenza di seguirci in Calabria dove li abbiamo già condotti due volte, la prima per raccontare loro le avventure di Cherubino e Celestino, la seconda per farli assistere alla morte di Murat.
===Citazioni===
*La [[Calabria]] è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti. (p. 7)
*Era un vecchio uomo felice mastro Adamo; una di quelle persone facile a illuminarsi e che si aprono naturalmente alla speranza ed alla gioia come i fiori.
*In effetti l'[[posta|ufficio postale]] sembrava una di quelle case miracolose trasportate dagli angeli come il duomo della madonna di Loreto.
*Non c'era nessun dubbio sulla decisione. Le urla di: Viva la [[Maria|Madonna]]! Abbasso gli sbirri! risuonarono da ogni lato e le povere guardie, richiamate dai diversi luoghi dove vegliavano da otto giorni con una tenacia ed un coraggio degni di maggior ricompensa, partirono la stessa notte per Monteleone.
==''Pascal Bruno''==
===[[Incipit]]===
Bellini era di Catania. La prima cosa che i suoi occhi, aprendosi, avevano visto, erano state le onde che, dopo aver bagnato le mura di Atene, vengono a spegnersi melodiosamente sulle rive di un'altra Grecia; e l'Etna favolosa e antica, sui cui fianchi vivono ancora, dopo diciotto secoli, la mitologia di Ovidio e i racconti di Virgilio. Ecco perché l'indole di Bellini era tra le più poetiche che si potessero incontrare; e il suo genio, che bisogna apprezzare con il sentimento e non giudicare con la ragione, un canto eterno, dolce e malinconico come un ricordo; un'eco simile a quella che se ne sta assopita nei boschi e sulle montagne, e che sussurra appena fino a quando il grido delle passioni e del dolore non venga a svegliarla. Bellini era l'uomo che faceva al caso mio. Aveva lasciato la Sicilia ancora giovane, e dell'isola nativa gli era rimasta una memoria crescente, dentro la quale custodiva religiosamente, lontano dai luoghi in cui era cresciuto, i ricordi poetici dell'infanzia.
===Citazioni===
* Era un giovane di venticinque ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla; una giacca di velluto con bottoni d'argento; pantaloni della stessa stoffa e con le stesse guarnizioni, stretti alla vita da una fascia di seta rossa con ricami e frange verdi come quelle che si fanno a Messina, a imitazione di quelle lavorate in Oriente. Infine, gambaletti e scarpe di cuoio completavano il costume montanaro, che non mancava di una certa eleganza e che sembrava fatto apposta per mettere in risalto le belle e armoniose forme del corpo di chi lo indossava. Il volto era di una bellezza selvaggia: aveva tratti fortemente marcati propri dell'uomo meridionale, occhi arditi e fieri, capelli e barba neri, naso aquilino e denti perfetti.
==''Vent'anni dopo''==
===[[Incipit]]===
In una delle stanze del Palazzo del Cardinale, che noi già conosciamo, vicini ad una tavola con gli angoli d'[[argento]] dorato, piena di carte e di libri, era seduto un uomo con la testa appoggiata sulle mani. Proprio dietro di lui era un vasto camino, rosso dal fuoco ed i cui tizzoni cadevano sopra larghi alari dorati. La luce di quel focolare schiariva di dietro le magnifiche vesti di quel meditabondo, illuminato davanti ad un candelabro carico di lumi.<br>Al vedere quella zimarra rossa e quei vistosi merletti, al vedere quella fronte pallida curvata sotto la meditazione, la solitudine di quel gabinetto, il silenzio delle anticamere, i passi misurati della guardia sul pianerottolo si sarebbe potuto credere che l'ombra del cardinale Richelieu fosse ancora nella stanza. <br>Era Mazzarino. Ora Mazzarino era solo, e si sentiva debole. <br>
– Straniero! Mormorava, Italiano! Ecco la gran parola! <br>Con questa parola hanno assassinato Concini, e, se li lasciassi fare, mi assassinerebbero come lui, sebbene non abbia loro fatto altro male che pelarli un poco. Infingardi! Non vedono dunque che il loro nemico non è questo italiano che parla male il francese, ma bensì coloro che hanno il talento di dir loro delle belle parole con un purissimo e buon accento parigino. Sì, sì, continuò il ministro con un fiero sorriso, sì, i vostri clamori me lo dicono, la sorte dei favoriti è precaria; ma se sapete ciò, dovete pure sapere che io non sono un favorito ordinario. Il conte d'Essex aveva uno splendido anello, ricco di diamanti [...]<br>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001}}
===Citazioni===
*Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare. (Lucchi 1968)
*Ma l'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità. (Lucchi 1968)
*"E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile." (cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Garibaldi e Montevideo''===
Al viaggiatore che viene d'Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L'una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la ''matriz'', come la si chiama; l'altra poi di massi e verdura, su cui s'innalza un faro, vien detta il ''Cerro''.
===''Robin Hood''===
Era il tramonto di un giorno di primavera dell'anno di grazia 1162, sotto il regno di Enrico II Plantageneto. Due uomini a cavallo percorrevano i sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham; essi apparivano sfiniti almeno quanto le loro cavalcature.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
===''Storia di uno schiaccianoci''===
''Norimberga, 2010.''<br>
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e... Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.<br>
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:<br>
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
==Citazioni su Alexandre Dumas==
*I due Dumas hanno capovolto la teoria dell'economia. Il padre è stato il prodigo, e il figlio è stato l'avaro. ([[Jules Renard]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Alexandre Dumas, ''Ascanio'', Adriano Salani Editore, Firenze 1930.
*Alexandre Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/53485/53485-h/53485-h.htm Garibaldi e Montevideo]'', F. Manini, 1859.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, Rizzoli, 1998.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, introduzione di Umberto Eco, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817009676
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Gaia Panfili, Donzelli, 2010. ISBN 8860364035
*Alexandre Dumas, ''Il visconte di Bragelonne'', Tipografia Editoriale Lucchi, Milano 1964.
*Alexandre Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di A. Beltramelli, Mondadori, 2004.
*Alessandro Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/60641/60641-h/60641-h.htm I tre moschettieri]'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853.
*Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975.
*Alexandre Dumas, ''[https://web.archive.org/web/20130603210423/http://ed.espresso.repubblica.it/speciali_web/2013/igrandiromanzi/itremoschettieri.epub I tre moschettieri]'', introduzione e traduzione di Guido Paduano, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2013.
*Alexandre Dumas, ''La regina Margot'', traduzione di Maria Dazzi, BUR, Milano, 2008.
*Alexandre Dumas, ''La signora di Monsoreau'', traduzione di Luigi A. Garrone, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1937.
*Alexandre Dumas, ''Lo Schiaccianoci'' (''Histoire d'un casse-noisette''), traduzione di Antonio Lugli, EDIPEM, Novara 1974.
*Alexandre Dumas, ''Mastro Adamo il calabrese'', traduzione di A. Coltellaro, Pellegrini Editore, 1999.
*Alexandre Dumas, ''Pasquale Bruno'' (''Romanzo storico siciliano''), traduzione di C. Rizza, La Zisa Edizioni. ISBN 978-8881280421
*Alexandre Dumas, ''Storia di uno schiaccianoci (liberamente tratta dal racconto di Alexandre Dumas)'', traduzione e cura di Gabriella Messi, Edizioni Angolo Manzoni, 2010. ISBN 9788862040761
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di U. Caimpenta, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1968.
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Viaggio in Calabria'', traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 1996. ISBN 884981545X
==Voci correlate==
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
*''[[I tre moschettieri (film 1993)|I tre moschettieri]]'' – film 1993
*''[[La regina Margot]]'' – film 1994
*''[[La maschera di ferro (film 1998)|La maschera di ferro]]'' – film 1998
==Altri progetti==
{{interprogetto|s2=fr:Auteur:Alexandre Dumas|s2_lingua=francese}}
===Opere===
<!--====Ciclo dei Valois====
{{Pedia|La regina Margot (romanzo)|''La regina Margot (romanzo)''|}}
{{Pedia|La signora di Monsoreau (romanzo)|''La signora di Monsoreau (romanzo)''|}}
{{Pedia|I quarantacinque (romanzo)|''I quarantacinque (romanzo)''|}}
====Ciclo di Richelieu e di Mazzarino====-->
{{Pedia|I tre moschettieri||(1844)}}
{{Pedia|Vent'anni dopo|''Vent'anni dopo''| (1845)}}
{{Pedia|Il visconte di Bragelonne|''Il visconte di Bragelonne''| (1850)}}
<!--====Ciclo di Maria Antonietta e della rivoluzione====
{{Pedia|Giuseppe Balsamo (romanzo)|''Giuseppe Balsamo (romanzo)''|}}
{{Pedia|La collana della regina (romanzo)|''La collana della regina (romanzo)''|}}
{{Pedia|Angelo Pitou (romanzo)|''Angelo Pitou (romanzo)''|}}
{{Pedia|La contessa di charny (romanzo)|''La contessa di Charny (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)|''Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)''|}}
====Ciclo della Repubblica Partenopea====
{{Pedia|Luigia Sanfelice (romanzo)|''Luigia Sanfelice (romanzo)''|}}
====Romanzi vari====-->
{{Pedia|Il Conte di Montecristo|''Il Conte di Montecristo''| (1844)}}<!--
{{Pedia|Robin Hood (romanzo)|''Robin Hood (romanzo)''|}}
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[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
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[[Immagine:Alexandre Dumas.jpg|thumb|Alexandre Dumas]]
'''Alexandre Dumas''' (1802 – 1870), scrittore e drammaturgo francese.
==Citazioni di Alexandre Dumas==
*Abitualmente comincio un libro solo dopo ch'è stato già scritto.
:''En général, je ne commence un livre que lorsqu'il est écrit''.<ref>Da ''Propos d'art et de cuisine''.</ref>
*C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."<ref>Da ''I Mohicani di Parigi'', 1854; vedi anche [[w:Cherchez la femme|la voce]] in Wikipedia.</ref>
:''Il y a une femme dans toutes les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis:'' Cherchez la femme!.
*Chi legge la [[storia]], se non gli [[storico|storici]] quando correggono le loro bozze?<ref>Da ''Il corricolo''.</ref>
*Ci sono certe città sconosciute il cui nome, per inattese, terribili, clamorose catastrofi, talvolta acquista improvvisa fama europea e che s'ergono in mezzo al secolo come una di quelle paline storiche piantate dalla mano di Dio per l'eternità: tale è il destino di [[Pizzo Calabro|Pizzo]]. Senza annali nel passato e probabilmente senza storia nell'avvenire, essa vive sulla sua gloria di un giorno ed è diventata una delle stazioni omeriche dell'Iliade napoleonica. Infatti è noto che fu nella città di Pizzo che [[Gioacchino Murat]] venne a farsi fucilare, là che quest'altro Aiace trovò una morte oscura e cruenta.<ref>Da ''Viaggio in Calabria''.</ref>
*{{NDR|In ricordo di Emma Mannoury-Lacour}} Credo proprio che tre quarti del mio cuore, se non il cuore intero, siano morti con lei.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2004.</ref>
*Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la [[barba]] alle [[donna|donne]] perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.<ref>Citato in Franco Fossati, ''Chi dice donna...'', Armenia, 1987, p. 41. ISBN 8834401786.</ref>
*E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?<ref>Da ''Kean o Genio e sregolatezza'', IV, 2.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*{{NDR|[[Francesco Mario Pagano]]}} Godeva di una grande reputazione e la meritava sotto tutti i rapporti. [...] La dolcezza della sua parola, la soavità della sua morale l'avea fatto soprannominare il Platone campano, ancora giovane aveva scritto la giurisdizione criminale opera che fu tradotta in tutte le lingue, e che fu menzionata dall'assemblea nazionale francese.<ref>Da ''I Borboni di Napoli: Vol. III'', Napoli, 1862, p. 10-11.</ref>
*L'[[orgoglio]] ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'[[invidia]].
:''L'orgueil a presque toujours une compagne encore pire que lui: cest l'envie''.<ref>Da ''Le Roi des quilles- racconto per bambini'', 1859.</ref>
*La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]] bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina.<ref>Da ''I Borgia''; citato in [[Corrado Augias]], ''I segreti di Roma'', Oscar Mondadori, 2007, p. 264.</ref>
*Nulla riesce meglio del [[successo]], che è la calamita morale che tutto attira a sé.<ref>Da ''Il corricolo''.</ref><ref name=e />
*Roma e Venezia si riuniranno all'Italia ma chissà se [[Napoli]] non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla.<ref>Dal giornale ''L'Indipendente'' del 19 dicembre 1862.</ref>
*Tutto il delitto della prima {{NDR|[[Eleonora Pimentel Fonseca]]}} fu d'esser una {{sic|patriotta}} ardente; d'aver prima d'ogni altro levato il grido di libertà, quando la libertà apparve in Napoli; d'aver fondato il ''Monitore {{sic|Napolitano}}''. Questo delitto bastò a mandarla al patibolo, anzi alla forca.<br>Per un'oscena cortesia del tribunale verso la plebaglia {{sic|napolitana}}, la forca era alta trenta piedi.<br>Eleonora Pimentel camminò al supplizio col sorriso sulle labbra; nel lasciar {{sic|la}} carcere aveva bevuto una tazza di caffè: nel giunger a piè della forca, le fu chiesto se desiderava qualcosa: avevano l'ordine di accordarle l'ultima sua domanda: speravasi che chiederebbe la vita.<br> – Datemi un paio di mutande, disse.<br>Lucrezia<ref>Allusione alla Lucrezia romana, moglie di Collatino, suicida per l'oltraggio di Sesto Tarquinio.</ref> non avrebbe nulla trovato di meglio.<ref>Da ''[https://archive.org/details/bub_gb_Ty7nnZyBCFMC/page/n6/mode/1up Da Napoli a Roma]'', traduzione di Eugenio Torelli, Stabilimento tipografico del Plebiscito, Napoli, 1863, cap. III, p. 71.</ref>
==''Ascanio''==
===[[Incipit]]===
Alle quattro pomeridiane del 10 luglio dell'anno di grazia 1540, un bel giovane, alto, bruno con grandi occhi neri, vestito con elegante semplicità e armato soltanto d'un pugnaletto dal manico mirabilmente cesellato, stava presso la pila dell'acqua benedetta che è sull'entrata della chiesa dei Grandi Agostini, nel recinto dell'Università di Parigi.<br>Questo giovane, senza dubbio per pia umiltà, non si era mosso dal suo posto per tutta la durata dei vespri, e a fronte china, in atteggiamento di dovuta contemplazione, aveva mormorato non so quali parole, forse le preghiere, poiché le aveva dette a voce tanto bassa, che soltanto lui e Dio potevano sapere ciò che egli dicesse.
===Citazioni===
*V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina. (p. 205)
*Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede. (p. 205)
==''I tre moschettieri''==
===[[Incipit]]===
====Originale====
''Le premier lundi du mois d'avril 1626, le bourg de Meung, où naquit l'auteur du ''Roman de la Rose'', semblait être dans une révolution aussi entière que si les huguenots en fussent venus faire une seconde Rochelle. Plusieurs bourgeois, voyant s'enfuir les femmes le long de la grande rue, entendant les enfants crier sur le seuil des portes, se hâtaient d'endosser la cuirasse, et appuyant leur contenance quelque peu incertaine d'un mousquet ou d'une pertuisane, se dirigeaient vers l'hôtellerie du ''Franc-Meunier'', devant laquelle s'empressait, en grossissant de minute en minute, un groupe compacte, bruyant et plein de curiosité.''
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[[s:fr:Les Trois Mousquetaires|Les Trois Mousquetaires]]'', MM. Dufour et Mulat, Paris, 1849.}}
====Giuseppe Aventi====
Il primo lunedì dell'aprile 1625, il borgo di Meung, che diede i natali all'autore del ''Romanzo della Rosa'', era in preda al più grande disordine, come se vi fossero capitati gli Ugonotti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, nel veder le donne scappare verso la Strada Grande, e nel sentir gli strilli dei bambini sugli usci delle case, si affrettavano a indossare la corazza, e fortificando la loro risolutezza un po' dubbia, con un moschetto o una partigiana, si avviavano alla locanda del Buon Mugnaio, davanti alla quale c'era un gruppo compatto, chiassoso e pieno di curiosità, che ingrossava di momento in momento.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}utT5qmal_gIC I tre moschettieri]'', traduzione di Giuseppe Aventi, Rizzoli, 2011. ISBN 88-58-61145-6}}
====Maria Bellonci====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 nella città di Meung (dove nacque l'autore del ''Roman de la rose''), sembrava che fosse scoppiata una violenta rivoluzione come se stessero arrivando gli ugonotti per una seconda La Rochelle. Molti cittadini, vedendo le donne precipitarsi verso la strada principale e sentendo i bambini gridare sulle porte di casa, corsero ad armarsi, e, resi più sicuri dal loro moschetto o dalla loro alabarda, si diressero verso l'osteria del ''Franc Meunier'' dove stava ammassandosi, di minuto in minuto più fitta, una folla vociante e curiosa.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}gztjEAAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Maria Bellonci]], Giunti, 2010. ISBN 9788809753570}}
====Antonio Beltramelli====
Il primo lunedì del mese d'aprile del 1625, il borgo di Meung, dove nacque l'autore del ''Romanzo della Rosa'', sembrava essere in piena rivoluzione, come se gli ugonotti fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Parecchi abitanti, vedendo le donne fuggire verso la Grande-Rue e sentendo i bimbi strillare sulle soglie, si affrettarono a indossare la corazza e, puntellando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossando di minuto in minuto, un gruppo di persone compatto, rumoroso e molto incuriosito.
{{NDR|Alexandre Dumas, ''[https://books.google.it/books?id{{=}}uuN_DQAAQBAJ I tre moschettieri]'', traduzione di [[Antonio Beltramelli]] revisionata da Stefano Mazzurana, Mondadori, 2016. ISBN 9788852077920}}
====Angiolo Orvieto====
Il primo lunedì del mese d'aprile 1625 il borgo di Méung ove nacque l'autore del Romanzo della Rosa, sembrava esser in una così completa rivoluzione, come se gli ugonotti vi fossero venuti a fare una seconda Rochelle. Molti borghigiani vedendo correre le donne lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sul limitare delle porte, si sollecitavano ad indossare la corazza, equilibrando il loro portamento alquanto incerto col mezzo di un moschetto o di una partigiana, o dirigendosi verso l'osteria del Franc-Meunier, davanti alla quale si affrettava ed ingrossava di minuto in minuto, un gruppo compatto, rumoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853}}
====Guido Paduano====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 la cittadina di Meung, dove nacque l'autore del ''Roman de la Rose'', sembrava completamente sconvolta, come se gli ugonotti fossero venuti a farne una seconda Rochelle. Molti borghesi, vedendo fuggire le donne dalla parte della Grande-Rue e sentendo piangere i bambini sulle porte, si affrettarono a indossare la corazza e, rafforzando il loro contegno un po' incerto con un moschetto o una partigiana, si diressero verso la locanda del ''Franc Meunier'', davanti alla quale si accalcava, ingrossandosi di minuto in minuto, una folla compatta, rumorosa e curiosa.
====C. Siniscalchi====
Il primo lunedì d'aprile del 1625 il borgo di Meung sembrava in aperta rivoluzione come se gli Ugonotti, vi fossero venuti a formare una seconda Rocella. Diversi borghesi, vedendo le donne fuggire lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sulla soglia delle porte, si affrettavano ad indossare la corazza, ed animando il loro coraggio, sebbene poco marziale con un moschetto od una partigiana, correvano tutti verso l'albergo del Franc-Meunier, dinanzi al quale si stipava un gruppo compatto, clamoroso e pieno di curiosità.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975}}
===Citazioni===
*Quest'altro moschettiere formava un perfetto contrasto con colui che lo interrogava e che gli aveva dato il nome di Aramis. Era un giovane di ventidue o ventitré anni appena, dall'espressione candida e dolce, dall'occhio nero e mite e dalle gote rosee e vellutate come una pesca d'autunno; i suoi baffi sottili disegnavano sul labbro superiore una linea perfettamente diritta, le sue mani pareva evitassero di abbassarsi per timore di fare un po' gonfie le vene, e di tanto in tanto lo si vedeva pizzicarsi l'orlo delle orecchie, per mantenerle di un incarnato tenero e trasparente. Per abitudine, egli parlava poco e con lentezza, salutava molto, rideva senza far strepito e mostrando i denti, di cui pareva avere molta cura come il resto della persona. (cap. II ''L'anticamera del signor Tréville'')
*Il [[coraggio]] incute rispetto anche ai nemici. (cap. V)
*[...] tutti per uno e uno per tutti [...]. {{NDR|[[Motti dai libri|motto]]}} (d'Artagnan: cap. IX, 2013)
*— Se poteste vedere nel mio cuore allo scoperto, — disse d'Artagnan — vi leggereste tanta curiosità che avreste pietà di me, e tanto amore che dareste subito soddisfazione alla mia curiosità. Da coloro da cui si è amati non c'è nulla da temere. (cap. XI ''L'intrigo si aggroviglia'')
*[...] quella brutalità ingenua che le donne preferiscono spesso all'affettazione della cortesia, perché scopre il fondo del pensiero e prova che il sentimento ha la meglio sulla ragione. (cap. XI, 2013)
*[...] ciò che è [[perdita|perduto]] oggi può non essere perduto per l'avvenire. (Signora Bonacieux: cap. XI, 2013)
*L'[[amore]] è la più [[egoismo|egoistica]] di tutte le passioni. (cap. XII)
*— Milord, — esclamò [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|la regina]] — voi dimenticate che io non ho mai detto di amarvi.<br />— Ma nemmeno mi avete detto che non mi amavate, e veramente dirmi tali parole sarebbe, da parte della Maestà Vostra, un'ingratitudine troppo grande. Poiché, dove troverete, ditemi, un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita? ([[George Villiers, I duca di Buckingham|Duca di Buckingham]]: cap. XII)
*In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu]], non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle. (cap. XIV ''L'uomo di Meung'')
*D'Artagnan non poté fare a meno di pensare quanto fragili e sconosciuti siano i fili che talora regolano i destini di un popolo e la vita degli uomini. {{NDR|Dopo che il Duca di Buckingham decide di stabilire l'embargo e dichiarare guerra alla Francia soltanto per una questione d'amore}} (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*— Noialtri diciamo: fiero come uno [[Scozia|scozzese]], — mormorò Buckingham.<br />— E Noi. fiero come un [[Guascogna|guascone]], — disse di rimando D'Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia. (cap. XXI ''La contessa di Winter'')
*C'è un Dio per gli ubriachi e gli innamorati. (cap. XXIII, 2013)
*In tutti i casi, ragazzo mio, credete a un uomo che vive da trent'anni alla corte: non vi addormentate nella vostra sicurezza, o siete perduto. Al contrario, ve lo dico io, dovete vedere nemici dappertutto. Se cercano di attaccare briga con voi, evitatelo, fosse anche un bambino di dieci anni; se vi attaccano, di notte o di giorno, battete in ritirata senza vergogna; se attraversate un ponte, tastate le assi, che non vi manchino sotto i piedi; se passate davanti a una casa in costruzione, guardate bene che non vi cada una pietra sulla testa; se rientrate tardi, fatevi seguire dal vostro domestico, e che sia armato, purché siate sicuro del vostro domestico. Diffidate di tutti, del vostro amico, di vostro fratello, della vostra amante... soprattutto della vostra amante. (Signor de Tréville: cap. XXIII, 2013)
*Un mariuolo non ride alla stessa maniera di un uomo onesto, un ipocrita non piange le stesse lacrime di un uomo in buona fede. Ogni [[falsità]] è una [[maschera]], e per bene che sia fatta la maschera, con un po' d'attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso. (cap. XXV, 2013)
*[...] non c'è [[amicizia]] che resista a un segreto scoperto, soprattutto quando questo segreto tocca l'amor proprio; inoltre si ha sempre una certa superiorità morale sulle persone di cui si conosce la vita. (cap. XXVI, 2013)
*[...] nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il [[silenzio]] è l'ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d'un daino ferito. (Aramis: cap. XXVI, 2013)
*Niente fa passare il tempo e abbrevia la strada come un [[pensiero]] che assorbe su di sé tutte le facoltà di chi pensa. L'esistenza esterna assomiglia allora a un sonno, di cui quel pensiero è il sogno. Grazie al suo influsso, il tempo non ha più misura, lo spazio non ha più distanza. Si parte da un luogo e si arriva a un altro, ecco tutto. Dell'intervallo percorso, non resta presente al vostro ricordo che una vaga foschia in cui svaniscono mille immagini confuse di alberi, montagne, paesaggi. (cap. XXVI, 2013)
*[...] l'[[amore]] è una lotteria dove chi vince vince la morte. (Athos: cap. XXVII, 2013)
*[...] in tutte le cose il merito sta nella [[difficoltà]]. (Aramis: cap. XXVIII, 2013)
*[...] si domandano [[consigli]] solo per non seguirli, o, se li si segue, per avere qualcuno a cui si possa rimproverare di averli dati. (Athos: cap. XXXIV, 2013)
*Il cuore della donna migliore è spietato verso i dolori d'una rivale. (cap. XXXV, 2013)
*Milady sorrise di un sorriso strano.<br />— Così, voi mi amate? — disse.<br />— Ho forse bisogno di dirvelo? Non ve ne siete accorta?<br />— Oh, sì, ma come sapete, i cuori più fieri sono più difficili da conquistare.<br />— Oh, le difficoltà non mi sgomentano — disse d'Artagnan; — temo solo le cose impossibili.<br />— Non c'è nulla di impossibile, — disse Milady — per un vero amore. (cap. XXXVI ''Sogno di vendetta'')
*[...] dietro a ogni [[felicità]] presente è nascosto un timore futuro. (cap. XXXIX, 2013)
*Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi, signore, e voi siete uomo di spirito. ([[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]: cap. XL ''Una visione terribile'')
*Il [[tempo]], amico mio, il tempo porta con sé l'occasione, e l'occasione è la martingala<ref>Tipo di scommessa che prevede a ogni successiva puntata il raddoppio della posta. [N.d.T.]</ref> dell'uomo: più ha scommesso e più guadagna, se sa aspettare. (Athos: cap. XLII, 2013)
*In tutti i tempi e tutti i paesi, soprattutto se sono divisi in materia di religione, ci saranno fanatici che non chiedono di meglio che diventare [[martiri]]. (Richelieu: cap. XLIV, 2013)
*[...] ci prendono per pazzi o per [[eroi]], due categorie di imbecilli molto simili tra loro. (Athos: cap. XLVII, 2013)
*La [[vita]] è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l'avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin. (Athos: cap. XLVIII ''Affare di Famiglia'')
*Lottiamo da [[donna]]: la mia forza è nella mia debolezza. (Milady: cap. LII, 2013)
*L'[[amore]] è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione. (cap. LVI)
*[...] non conosco nessun uomo che meriti di essere rimpianto durante tutta la vita di un altro uomo [...]. (Buckingham: cap. LIX, 2013)
*Il latore del presente ha fatto quello che ha fatto per ordine mio e per il bene dello Stato. 3 dicembre 1627 RICHELIEU (2003, p. 427)
===Citazioni su ''I tre moschettieri''===
*Da mia parte, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i ''Trois mousquetaires'' di Alessandro Dumas padre. Ancora molti li leggono e li godono senza nessun'offesa della poesia, ma nascondono in seno il loro compiacimento come si fa per gli illeciti diletti; ed è bene incoraggiarli a deporre la falsa vergogna e il congiunto imbarazzo. ([[Benedetto Croce]])
*Il romanzo ''I tre moschettieri'' è una serie ininterrotta di vendette, dal principio alla fine. C'è una vendetta ad ogni pagina. Ogni tanto, una esaltazione tutta esplicita della vendetta, definita qualche volta come "le plaisir des dieux", il piacere degli Dei. ([[Beniamino Placido]])
*In questa favola, Alessandro Dumas sfoggia non poche qualità del grande scrittore: e non delle secondarie. In primo luogo una sovrana impudenza; un insieme di complicità ed oltraggio nei confronti del lettore; nessun patetismo, neppure quando ricorre a situazioni obiettivamente patetiche: giacché nelle sue mani anche la morte dell'innocente si fa avventura, è «divertente». E ancora, il gusto del gioco, della mistificazione; l'onesta carenza morale, che ci rassicura che nei labirinti di questa deliziosa macchinazione non si nasconde la pia frode di un messaggio; una nobile guitteria, che gli detta la mossa esatta per scatenare la saggiamente consenziente credulità del pubblico, e che insieme proibisce qualsiasi identificazione emotiva: il lettore è tenuto a bada nel momento stesso in cui è affascinato; è e deve restare spettatore. ([[Giorgio Manganelli]])
===[[Pietro Citati]]===
*Il personaggio di d'Artagnan è uno dei più straordinari ritratti simbolici della prima parte del secolo. Athos è degno di Dostoevskij. Milady è una bellissima creatura del male. E quella leggerezza, che ci trascina di pagina in pagina, non nasce soltanto da una natura felice, ma da una squisita arte intellettuale.
*Non credete ai denigratori. ''I tre moschettieri'' emana un vero profumo storico: non meno di ''Guerra e Pace''; un profumo che Dumas ricava con astuzia e grazia dalle memorie, dalle lettere e dai romanzi del primo Seicento.
*Come in una cavalcata fantastica, tutta la geografia, la storia e la letteratura della Francia, sfilano davanti ai nostri occhi. Conosciamo i guasconi, i piccardi, i normanni, gli abitanti del Berry, e il loro dialetto, che il colto Aramis si rifiuta di capire; e quanti paesi e chiese e osterie sorvolate dal vento dell'avventura. C'è Parigi, avvolta da una nebbia cupa. I moschettieri bevono generosamente, attaccano briga, pagano malvolentieri i conti degli osti, come gli eroi di Rabelais e di Scarron. ''Il borghese gentiluomo'', ''L'Avaro'' e ''Il Barbiere di Siviglia'' ci fanno conoscere i loro lacchè e le loro soubrettes, che danzano ancora per noi. Abbiamo mercanti e avvocati, avidi e sordidi come nel ''Romanzo borghese'' di Furetière. Aramis ci ricorda la mondanità preziosa degli abati. Gli epigrammi della tradizione moralistica francese brillano alla fine di ogni capitolo. Poi il tempo cambia. Entriamo nella Parigi del primo Ottocento, nei teatri e nei piccoli giornali. C'è qualche traccia della sapienza filosofica e fisionomica di Balzac. E il giovane d'Artagnan, che a diciott'anni arriva dalla Guascogna per far fortuna, l'abbiamo già incontrato nelle vesti di Gil Blas e di Jacob: l'abbiamo ritrovato in quelle di Lucien de Rubempré e di Julien Sorel, che come lui cercano di conquistare la Francia.
*Non so se Dumas avesse letto Baltasar Gracián: una parte dei ''Tre moschettieri'' ha un sapore che ci ricorda, sebbene mescolato e manipolato dall'"abile irrigatore", le massime del gesuita spagnolo. Il Seicento si incarna nella figura del cardinale di Richelieu, per il quale Dumas ha una vera passione. Richelieu è la rapidità e l'astuzia, che solo d'Artagnan sa fronteggiare. Rappresenta gli ''Arcana imperii'': il segreto profondissimo del potere e la macchinazione; l'arte di spiare e di ascoltare i segreti.
*Ormai è tempo di riprendere in mano ''I tre moschettieri''. Non possiamo fermarci: gli oggetti non ci arrestano con il loro volume, e i personaggi sembrano (e non sono) formati di una sola dimensione. Tutto quello che, nella vita, ci sbarra il passo, viene trascinato dal volo velocissimo della fantasia. Il cavallo di d'Artagnan corre verso l'Inghilterra più rapido del nostro occhio che legge, le navi attraversano in un baleno i mari, Milady ripete le sue affascinanti menzogne, un'occhiata fa scoccare all'improvviso un amore... La leggerezza trionfa sul peso: la frivolezza sul significato, l'immaginazione sull'esperienza. Mentre leggiamo, rimbalzando di fatto in fatto, anche noi senza peso, tutto ci accade: siamo d'Artagnan e Richelieu, Buckingham e Athos, l'uomo dal mantello rosso e Milady, eppure nulla ci tocca e ci ferisce. Veloci come il vento, indenni e inconsapevoli come l'aria, attraversiamo senza conoscerle tutte le esperienze del mondo.
==''Il conte di Montecristo''==
===[[Incipit]]===
====Giovanni Ferrero====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi ''Pharaon'' che arrivava da Smirne, via Trieste e [[Napoli]].<br/> Come al solito, un pilota costiero partì immediatamente dal porto, costeggiò il castello d'If e raggiunse la nave tra il Capo Morgiou e l'isola di Rion. E tosto, come al solito, il belvedere del forte Saint-Jean si riempì di curiosi poiché a Marsiglia l'arrivo di un bastimento, soprattutto se è stato costruito, attrezzato e stivato nei cantieri della vecchia Fhochée e appartiene a un armatore della città, è sempre un grande avvenimento.<br/>
{{NDR|Alessandro Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001}}
====Emilio Franceschini====
Il 24 febbraio 1815 la vedetta della Madonna della Guardia dette il segnale della nave a tre-alberi il ''Faraone'', che veniva da Smirne, Trieste e [[Napoli]].<br/> Com'è d'uso, un pilota costiere [''sic''] partì subito dal porto, passò vicino al Castello d'If e salì a bordo del naviglio fra il capo di Morgiou e l'isola di Rion.<br>Contemporaneamente com'è egualmente d'uso, la piattaforma del forte San Giovanni si ricoprì di curiosi; poiché è sempre un avvenimento di grande interesse a Marsiglia l'arrivo di qualche bastimento, in particolare poi quando questo legno, come il ''Faraone'', si sapeva costrutto, arredato e stivato nei cantieri della vecchia Phocée e appartenente ad un armatore della città.<br/>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, RCS Libri, 1998}}
===Citazioni===
*I rossi sono buoni del tutto, o del tutto cattivi.
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi, quando la disgrazia del nemico oltrepassa i limiti della loro collera.
*Non sarei artista se non mi restasse qualche illusione.
*Siate in guardia: un consiglio è peggio d'un favore.
*A chi vuol male accade male.
*E' degli spiriti deboli vedere tutte le cose attraverso un velo nero.
*Un uomo dell'indole del Conte non poteva fluttuare lungamente in quella malinconia che può far vivere gli spiriti volgari dando loro un'apparente originalità, ma che uccide le anime elevate.
*"Morituri te salutant" (cit.)
*[...] le [[invenzione|invenzioni]] umane progrediscono dal composto al semplice, e il semplice è sempre la perfezione. (Dantès: Rizzoli)
*Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.
*Negli [[affari]] non ci sono amici, solo soci.
*Vi capisco, Fernand; voi vi battereste con lui perché io non vi amo; voi incrocereste il vostro coltello catalano con il suo pugnale. Ma a che servirebbe? A perdere la mia amicizia se rimaneste vinto, a veder cambiarsi in odio la mia amicizia se vincitore. Credetemi, il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest'uomo. No, Fernand, non vi lascerete trasportare da così cattivi pensieri; se non mi potete avere in moglie, accontentatevi di avermi come amica e sorella.
*Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un'altra aria, un'aria mefitica e pesante; era l'aria della prigione. (cap. 8)
*Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico?
*Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo.
*Questa specie di confettura verde è l'ambrosia che [[Ebe]] serviva alla tavola di [[Giove (divinità)|Giove]]. [...] Siete un uomo positivo, e l'[[oro]] è il vostro idolo? Gustate di questa, e le miniere del [[Perù]], di [[Gizerate]] e di [[Golgonda]] vi saranno aperte. Siete un uomo di immaginazione? Siete [[poeta]]? Gustate di questa, e le barriere del possibile spariranno; vi si apriranno i campi dell'[[infinito]], e passeggerete libero di [[cuore]], di spirito nei domini senza confine dell'ideale. Siete ambizioso? Correte dietro le grandezze della terra? Gustate di questa, e dopo un'ora sarete idealmente, non re di un piccolo regno nascosto in un angolo d'[[Europa]], come la [[Francia]], la [[Spagna]] o l'[[Inghilterra]], ma sarete il Re del mondo. Il vostro [[trono]] sarà eretto sopra le montagne di Satanasso, e senza aver bisogno di fargli omaggio, senza essere costretto a baciarne gli artigli, sarete il sovrano, padrone di tutti i regni della terra. [...] Una certa erba che li trasportava nell'[[Eden]], in mezzo a piante sempre fiorite, a frutti sempre maturi. [...] Questo è [[hashish]], tutto ciò che si fa di meglio e di più puro in hashish ad Alessandria, l'hashish d'Abou Gor, il gran confetturiere, l'uomo al quale si dovrebbe fabbricare un palazzo con questa iscrizione:<br /> AL MERCANTE DELLA FELICITÀ, IL MONDO RICONOSCENTE. (cap. 31, p. 235) <!--le due precedenti da http://worldpubliclibrary.org/eBooks/Wordtheque/it/aaadec.txt-->
*– Mercedes! – ripeté Montecristo. – Mercedes! Ebbene sì, avete ragione, mi è ancora dolce pronunciare questo nome… È la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona così chiaro sulle mie labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome l'ho pronunciato con i sospiri della malinconia, con i gemiti del dolore, col la rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, rattrappito sulla paglia della mia prigione; l'ho pronunciato divorato dal caldo; l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del mio carcere. Mercedes, bisogna che mi vendichi perché ho sofferto per quattordici anni, ho pianto, ho maledetto. Ve lo ripeto Mercedes, bisogna che mi vendichi! E il conte di Montecristo, temendo di cedere alle lacrime di colei che aveva amato tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato.
*– Pazzo che fui – disse egli – A non strapparmi il cuore il giorno in cui giurai di vendicarmi! (Edmondo Dantès)
*Che cosa è la [[morte]] per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Edmondo Dantès)
*Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità. Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la più alta sapienza d'un uomo consisterà in queste due parole: "Attendere e sperare". Il vostro amico. (Edmondo Dantès – Conte di Montecristo)
*«Non c'è alcuna speranza», rispose Faria, scuotendo la testa, «ma non importa. Dio vuole che l'uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l'amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.» (pg. 211)
*Certamente, quantunque meno espansiva, la gioia di Montecristo non era meno grande: la [[gioia]], per i cuori che hanno lungamente sofferto, è simile alla rugiada, cuore e terra assorbono la pioggia benefica, e niente appare al di fuori. (cap. XCI, ''Suicidio''; 2010, p. 743)
*Ci vuole la [[Disgrazia|sciagura]] per scavare certe miniere misteriose nascoste nell'intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere. Con la prigionia tutte le facoltà che fluttuavano qua e là si sono adunate in un sol punto, hanno colliso in uno spazio angusto, e voi lo sapete, dal cozzo delle nubi si genera l'elettricità, dall'elettricità la folgore, dalla folgore la luce. (Faria; Donzelli, p. 132)
*La [[filosofia]] non si apprende; la filosofia è l'incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. (Faria; Donzelli, p. 139)
*[Il] grande lago che chiamano il [[Mediterraneo]] [...]. (XXII; Donzelli, p. 177)
*«Ah, il [[duello]]!», esclamò il conte. «Sull'anima mia, risibile modo di raggiungere il proprio scopo, quando lo scopo è la vendetta! Un uomo vi ha rubato la vostra amante, un uomo ha sedotto vostra moglie, un uomo ha disonorato vostra figlia. Di una vita intera, che aveva il diritto di aspettarsi la parte di felicità che Iddio ha promesso a ogni essere umano nel crearlo, egli ha fatto un'esistenza di dolore, di miseria o d'infamia, e voi vi ritenete vendicato perché a quest'uomo, che vi ha gettato il delirio nella mente e la disperazione nel cuore, voi avete sferrato un fendente in petto o piazzato una pallottola in capo? Suvvia, dunque! Senza contare che spesso è costui a uscire trionfante dalla tenzone, mondato agli occhi del mondo e in qualche modo assolto da Dio. No, no – rincarò il conte – se mai dovessi vendicarmi, non è in questo modo che mi vendicherei». (Donzelli, p. 323)
*Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la [[società]] che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. (Il conte di Montecristo; LV; Donzelli, pp. 388-89)
===Citazioni su ''Il conte di Montecristo''===
*È forse il piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una giustizia trascendente in cui non crede più «sistematicamente». ([[Antonio Gramsci]])
*È il romanzo di una vendetta, ma è anche una descrizione impareggiabile del gran mondo parigino. Tutti i suoi nemici hanno fatto carriera, ma Dantès con ogni genere di astuzia riesce a stroncarli uno per uno. Tutti lo ammirano, tutti lo invitano, neppure la sua ex fidanzata, che ha sposato un alto funzionario, lo riconosce. Quando si deciderà a parlare?, ci chiediamo col fiato sospeso.<br>Siamo ben lontani da ''I tre moschettieri'', libro di cappa e spada più celebre e molto più sempliciotto. È Montecristo il vero eroe romantico creato dallo straripante Dumas. È a lui (se ci fosse una giustizia letteraria suprema) che andrebbe appesa la fama di Alexandre Dumas. ([[Carlo Fruttero]])
*Forse Edmond Dantès si sbagliava, e l'unica soluzione era non fidarsi e non sperare. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*''Il Conte di Monte-Cristo'' è una sterminata hilarotragedia, dove il riso e il delitto, il gioco e il Male Assoluto si sfiorano e si intrecciano. Il lieve tocco ironico, lo spirito settecentesco, l'allegretto sono presenti in ogni capitolo. ([[Pietro Citati]])
*– "''Il conte di Montecrisco''".<br />– "Montecristo", deficiente.<br />– Di Alessandro... Dum-azz... Due mazzi...<br />– È francese. Sì, si legge Dumas. Lo sai di che parla? Ti piacerebbe, parla di un'evasione.<br />– Allora va messo nel settore didattico. O sbaglio? (''[[Le ali della libertà]]'')
*La prima parte di ''Montecristo'', fino alla scoperta del tesoro, è un pezzo perfetto di racconto a effetto; non c'è mai stato un uomo che abbia partecipato a queste commoventi avventure senza un fremito, eppure Faria è un personaggio di cartapesta e Dantès poco più di un nome. Il seguito non è che il dilungarsi di un errore, cupo, sanguinoso, innaturale e stupido; ma quanto a questi primi capitoli, non credo esista un altro volume nel quale si possa respirare la stessa inconfondibile atmosfera di romanzo. ([[Robert Louis Stevenson]])
*L'architettura del ''Conte di Monte-Cristo'' possiede una meravigliosa precisione ed esattezza. Non saprei dire se il libro sia composto di romanzi diversi, che la facoltà affabulatrice di Dumas fa coabitare: o se moltissimi fili narrativi procedano gli uni accanto agli altri, fino a riunirsi ed esplodere in spettacolosi colpi di scena. Dovunque regna l'enigma: la soluzione dell'enigma viene sospesa e rinviata; ora una pagina ci suggerisce cosa accadrà, ora una voce sotterranea ci fa capire che avverranno cose completamente diverse. Il racconto corre veloce, trascina gli ostacoli, attraversa i tempi e gli spazi, copre immense tele scriveva Sainte-Beuve – «senza stancare mai il pennello di Dumas né il suo lettore». ([[Pietro Citati]])
==''Il visconte di Bragelonne''==
===[[Incipit]]===
Era circa la metà di maggio dell'anno 1660, alle nove del mattino, quando una piccola cavalcata composta di tre uomini e due paggi, attraverso il ponte della città di Blois, senza fare altra impressione sopra coloro che passeggiavano sulla riva che un primo moto della mano per salutare, ed un altro della lingua per esprimere la seguente idea "Ecco Monsignore che ritorna dalla caccia". Un altro. Però mentre i cavalli salivano l'erta che dal fiume conduce al castello, molti garzoni di bottega si avvicinarono all'ultimo cavallo che portava appesi all'arcione della sella vari uccelli legati per il becco. <br>A quella vista i curiosi manifestarono con una franchezza affatto zotica il loro disprezzo per una preda così magra, e dopo una discussione sullo svantaggio della caccia al volo, ritornarono tutti alle loro occupazioni. <br>Monsignore montava un piccolo cavallo di bel portamento, con una larga sella di velluto rosso di Fiandra. Il cavallo era di color fulvo; la giubba di Monsignore era di color chermisi e soltanto dall'insieme di quel rossastro si poteva distinguere il principe tra i suoi due compagni, l'uno vestito di violetto, l'altro di verde. Quello a sinistra, vestito di violetto, era lo scudiero; quello a dritta, vestito di verde, era il cacciatore. <br>Uno dei paggi portava sopra un bastone due girifalchi, l'altro un corno da caccia nel quale soffiò a venti passi dal castello. <br>A quel segnale, otto guardie che passeggiavano al sole nella corte quadrata corsero a prendere le alabarde, e Monsignore fece il suo solenne ingresso nel castello. <br>Le otto guardie, le quali sapevano che il loro servizio era terminato per tutto il resto della giornata, si coricarono al sole, sopra le panchette di pietra; i palafrenieri scomparvero coi cavalli nelle scuderie, e, meno alcuni uccelli che si spaventavano a vicenda con acute strida tra i ciuffi di viole, si sarebbe detto che tutti dormissero. <br>A un tratto, in mezzo a quel dolce silenzio.
===Citazioni===
*Planchet aprì la finestra, come gli era stato prescritto, e la ventata di tumulto che s'ingolfò nella stanza, grida, stridor di ruote, abbaiamenti e passi, assordò anche d'Artagnan, come aveva desiderato.<br>Bevve, allora, un bicchiere di vino bianco, e incominciò in questi termini:<br>"Planchet, ho un'idea".<br>"Ah, signore, come vi riconosco!", rispose il droghiere, ansante d'emozione.
*"D'Artagran, D'Artagnan!", fece Athos, posando la mano sulla spalla del moschettiere, "voi non siete equo."<br>"Ne ho il diritto."<br>"No, perché non conoscete l'avvenire."
*"Continuo", disse Luigi XIV. "È vero anche che un uomo solo abbia potuto penetrare fino a Monck, nel suo accampamento, e l'abbia portato via?"<br>"Quell'uomo aveva dieci ausiliari presi tra gente inferiore"<br>"Nessun altro?"<br>"Nessuno."<br>"E si chiama?"<br>"Il signor d'Artagnan, ex luogotenente dei moschettieri di Vostra Maestà"<br>Anna d'Austria arrossì, Mazzarino diventò giallo di vergogna, Luigi XIV si fece cupo e una goccia di sudore cadde dalla sua fronte pallida.<br>"Che uomini!", mormorò.
*Destinato a tutta prima al commercio, Colbert era stato commesso presso un mercante di Lione, che aveva poi lasciato per recarsi a Parigi nello studio di un procuratore allo Chatelet, chiamato Biterne. In tal modo, aveva appreso l'arte di preparare un bilancio e l'arte più preziosa d'imbrogliarlo.
*Allora, per finirla con quello sguardo da inquisitore che bisogna far abbassare ad ogni costo, come ad ogni costo un generale riduce al silenzio una batteria che lo disturba, Aramis stende la sua bella mano bianca, nella quale riluce l'ametista dell'anello pastorale, fende l'aria col segno della croce e fulmina i sui due amici con la sua benedizione.<br>Forse, distratto dai propri pensieri, empio a sua insaputa, d'Artagnan non si sarebbe affatto inchinato a quella santa benedizione; ma Porthos s'è accorto della distrazione dell'amico, e, appoggiando affettuosamente la sua mano sulla schiena del moschettiere, lo schiaccia verso terra.<br>D'Artagnan si piegò: ci volle poco che non cadesse bocconi. Intanto Aramis è passato. D'Artagnan, come Anteo, non ha fatto che toccare la terra, e si rivolge verso Porthos pronto a litigare.
*"Buongiorno, signor d'Artagnan. Parlavamo di Belle-Isle sul Mare", disse Fouquet con quell'arte del mondo e quella scienza dello sguardo che richiedono metà della vita per impararle bene, e a cui certa gente, nonostante tutto il suo studio, non arriva mai.
*Aramis, l'abbiamo detto, era ancora alzato. Comodamente avvolto in una veste da camera di velluto, scriveva lettere su lettere, con quella scrittura così fine e così densa che d'una pagina fa un quarto di volume.
*Monsieur era troppo gran signore per notare un tal particolare. Non c'è nulla d'efficace come l'idea ben stabilita della propria superiorità per assicurare l'inferiorità dell'uomo che ha una tale opinione di sé.
*"Lo so, e ho agito di conseguenza: niente spazio, niente comunicazioni, niente donne, niente gioco, ma, adesso, è d'un patetico che non vi so dire", aggiunse Aramis con uno di quei sorrisi che appartenevano solo a lui, "vedere come i giovani cerchino di divertirsi, e come, di conseguenza, simpatizzino per colui che paga i divertimenti"
*Però Dio è tanto buono per gli errori giovanili, tutto quello che è amore, anche amore colpevole, trova così facilmente grazia ai suoi sguardi paterni, che all'uscir dalla messa Luigi, levando gli occhi al cielo, poté vedere, attraverso gli strappi di una nuvola, un angolo del tappeto azzurro che è calpestato dal piede del Signore.
*E Porthos si fece severo.<br>"E la botola, signore", disse, "e la botola?"<br>Di Sant-Agnan divenne estremamente pallido. Buttò indietro la sedia in tal modo, che Porthos, con tutta la sua ingenuità, s'accorse che il colpo aveva fatto centro.<br>"La botola", mormorò il conte.<br>"Ebbene, signore, datene una spiegazione, se potete", fece Porthos scuotendo il capo.<br>Di Sant-Agnan abbassò la fronte.<br>"Oh! sono tradito!", mormorò; "si sa tutto!"<br>"Si sa sempre tutto", replicò Porthos, che non sapeva nulla.
*"No, è l'impotenza! Abbiamo forse la pretesa di prendere, in tre, la Bastiglia?"<br>"Se ci fosse d'Artagnan", esclamò Porthos, "non dico di no."<br>Raul fu preso d'ammirazione davanti a quella fiducia, eroica tanto era candida. Erano quelli gli uomini famosi che, in tre o quattro, affrontavano eserciti o attaccavano fortezze! Uomini che avevano spaventato la morte e che, sopravvissuti a tutto un secolo ormai in dissoluzione, erano ancora più forti dei più forti giovani del giorno.
*Baisemeaux impallidì di fronte a quella fredda sicurezza. Gli parve che la voce di Aramis, così gaia e sorridente poco prima, fosse divenuta funebre e sinistra; che i ceri dei candelabri si fossero cambiati in ceri da cappella sepolcrale; che i bicchieri di vino si fossero trasformati in calici di sangue.
*Ad un tratto, il capo del giovane si inchinò. Il suo pensiero ridiscese sulla terra. il suo sguardo si indurì, la fronte gli si coprì di rughe, la bocca assunse una espressione di feroce risolutezza; poi il suo sguardo divenne fisso ancora una volta; ma ora rifletteva la fiamma dei mondani splendori; ora somigliava allo sguardo di Satana sulla montagna, quando passava in rivista i regni e le potenze della terra per sedurre Gesù.
*"Colpite, Porthos!", risuonò la voce sepolcrale di Aramis.<br>Porthos mandò un gran sospiro, ma obbedì.<br>La sbarra di ferro calò verticalmente sul capo di Biscarat, che fu ucciso prima ancora di finire il suo grido. Poi la leva formidabile si alzò e si abbassò dieci volte in dieci secondi, e fece dieci cadaveri.
*Ed ora cercate in questa tomba ardente, in questo vulcano sotterraneo, cercate le guardie del re dagli abiti azzurri gallonati d'argento.<br>Cercate gli ufficiali splendenti d'oro, cercate le armi su cui essi avevano contato per difendersi, cercate le pietre che li hanno uccisi, cercate il suolo che li sosteneva.<br>Un solo uomo ha fatto di tutto questo un caos più confuso, più informe, più terribile del caos che esisteva un'ora prima che Dio avesse avuto l'idea di creare il mondo.
*Per un istante, le braccia di Porthos si piegarono; ma l'ercole riunì tutte le forze, e si videro le due pareti della prigione, in cui era sepolto, aprirsi lentamente fargli largo. Per un attimo, apparve in quella cornice di granito, simile all'angelo antico del caos;
==''La regina Margot''==
===[[Incipit]]===
Il lunedì, diciottesimo giorno del mese di agosto 1572, vi era festa grande al Louvre. Le finestre dell'antico palazzo reale, sempre tanto cupe, erano sfarzosamente illuminate; le piazze e le vie attigue, di solito tanto deserte sin da quando a Saint-Germain-l'Auxerrois erano suonate le nove, erano, benché fosse mezzanotte, affollate di gente.
{{NDR|Alessandro Dumas, ''La regina Margot'', BUR Rizzoli, Milano 2017, Traduzione di M. Dazzi}}
===Citazioni===
*{{NDR|su [[Margherita di Valois]]}} La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della corona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa familiarità il re Carlo IX chiamava sempre ''mia sorella Margot''. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Caterina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle donne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in italiano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicendo nel suo entusiasmo:<br>«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».<br>Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla giovane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecondi. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'avvenire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indirizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:<br>«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».<br>La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poiché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buona coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pensiero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois. (pp. 26-27)
==''La signora di Monsoreau''==
===[[Incipit]]===
La sera della domenica di carnevale del 1578, nel magnifico palazzo dei Montmoreney, situato quasi in faccia al Louvre, ma sull'altra riva della Senna, si svolgeva una sontuosa festa per celebrare le nozze di Francesco d'Epinay di Saint-Luc, intimo e favorito del re Enrico III, con Giovanna di Cossé-Brissac, figlia del Maresciallo di Francia.
===Citazioni===
*[...] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia. (p. 9)
*No, non è il [[anima e corpo|corpo]] che è ammalato. È l'[[anima e corpo|anima]]! Piuttosto che un medico... un confessore. (p. 37)
==''Lo Schiaccianoci''==
===[[Incipit]]===
Vi fu un tempo a [[Norimberga]] un presidente assai famoso, il dottor Silberhaus, nome che in tedesco significa «casa d'argento». Il presidente aveva un figlio e una figlia: Fritz di nove anni, e Maria di sette e mezzo: due bambini simpaticissimi, ma molto diversi per carattere e per aspetto fisico, tanto che era difficile credere, così a prima vista, che potessero essere fratelli. Fritz era grassottello, spaccone e piuttosto birichino: faceva le bizze alla minima contrarietà, convinto come era che tutto fosse stato creato per il suo divertimento e per sottostare ai suoi capricci; e restava di questa opinione finché il dottor Silberhaus, stanco delle sue grida, dei suoi pianti e del suo batter di piedi, usciva dallo studio e, levando il dito all'altezza del sopracciglio aggrottato, si limitava a esclamare: – Signor Fritz!...
===Citazioni===
*[[Norimberga]] è una città della [[Germania]] famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra, a meno che non succeda a loro come agli abitanti di [[Ostenda]] che le ostriche a ceste piene se le vedono soltanto passare sotto il naso. (p. 11)
*''A perpendicolo | ticchetta il [[orologio a pendolo|pendolo]], | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà''. (p. 45)
*''Sorella, un pezzetto di lardo | per me devi avere riguardo, | anch'io come te son regina | e gusto la buona cucina.'' (p. 50)
*''Dal tuo consorte uccisi, senza peccati o torti, | i miei figli e nipoti ormai son tutti morti, | ma guai a te, regina! | ché sul bimbo regale da te tanto aspettato | sul tuo tenero amore ho già deliberato | di far la mia vendetta! | Tuo marito ha fortezze, ha cannoni e soldati, | consiglieri e ministri illustri e illuminati, | e tu hai ciò che chiedi. | La regina dei topi non ha nulla, però | denti aguzzi e potenti la sorte le donò | da usar contro i tuoi eredi!'' (p. 56)
==''Mastro Adamo il calabrese''==
===[[Incipit]]===
Se i nostri lettori provano qualche curiosità per gli episodi, della veridica storia che stiamo per raccontare è necessario che abbiano la compiacenza di seguirci in Calabria dove li abbiamo già condotti due volte, la prima per raccontare loro le avventure di Cherubino e Celestino, la seconda per farli assistere alla morte di Murat.
===Citazioni===
*La [[Calabria]] è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti. (p. 7)
*Era un vecchio uomo felice mastro Adamo; una di quelle persone facile a illuminarsi e che si aprono naturalmente alla speranza ed alla gioia come i fiori.
*In effetti l'[[posta|ufficio postale]] sembrava una di quelle case miracolose trasportate dagli angeli come il duomo della madonna di Loreto.
*Non c'era nessun dubbio sulla decisione. Le urla di: Viva la [[Maria|Madonna]]! Abbasso gli sbirri! risuonarono da ogni lato e le povere guardie, richiamate dai diversi luoghi dove vegliavano da otto giorni con una tenacia ed un coraggio degni di maggior ricompensa, partirono la stessa notte per Monteleone.
==''Pascal Bruno''==
===[[Incipit]]===
Bellini era di Catania. La prima cosa che i suoi occhi, aprendosi, avevano visto, erano state le onde che, dopo aver bagnato le mura di Atene, vengono a spegnersi melodiosamente sulle rive di un'altra Grecia; e l'Etna favolosa e antica, sui cui fianchi vivono ancora, dopo diciotto secoli, la mitologia di Ovidio e i racconti di Virgilio. Ecco perché l'indole di Bellini era tra le più poetiche che si potessero incontrare; e il suo genio, che bisogna apprezzare con il sentimento e non giudicare con la ragione, un canto eterno, dolce e malinconico come un ricordo; un'eco simile a quella che se ne sta assopita nei boschi e sulle montagne, e che sussurra appena fino a quando il grido delle passioni e del dolore non venga a svegliarla. Bellini era l'uomo che faceva al caso mio. Aveva lasciato la Sicilia ancora giovane, e dell'isola nativa gli era rimasta una memoria crescente, dentro la quale custodiva religiosamente, lontano dai luoghi in cui era cresciuto, i ricordi poetici dell'infanzia.
===Citazioni===
* Era un giovane di venticinque ventisei anni che, a prima vista, si pensava dovesse appartenere alla classe del popolo. Portava un cappello calabrese, fasciato da un largo nastro che gli ricadeva ondeggiante sulla spalla; una giacca di velluto con bottoni d'argento; pantaloni della stessa stoffa e con le stesse guarnizioni, stretti alla vita da una fascia di seta rossa con ricami e frange verdi come quelle che si fanno a Messina, a imitazione di quelle lavorate in Oriente. Infine, gambaletti e scarpe di cuoio completavano il costume montanaro, che non mancava di una certa eleganza e che sembrava fatto apposta per mettere in risalto le belle e armoniose forme del corpo di chi lo indossava. Il volto era di una bellezza selvaggia: aveva tratti fortemente marcati propri dell'uomo meridionale, occhi arditi e fieri, capelli e barba neri, naso aquilino e denti perfetti.
==''Vent'anni dopo''==
===[[Incipit]]===
In una delle stanze del Palazzo del Cardinale, che noi già conosciamo, vicini ad una tavola con gli angoli d'[[argento]] dorato, piena di carte e di libri, era seduto un uomo con la testa appoggiata sulle mani. Proprio dietro di lui era un vasto camino, rosso dal fuoco ed i cui tizzoni cadevano sopra larghi alari dorati. La luce di quel focolare schiariva di dietro le magnifiche vesti di quel meditabondo, illuminato davanti ad un candelabro carico di lumi.<br>Al vedere quella zimarra rossa e quei vistosi merletti, al vedere quella fronte pallida curvata sotto la meditazione, la solitudine di quel gabinetto, il silenzio delle anticamere, i passi misurati della guardia sul pianerottolo si sarebbe potuto credere che l'ombra del cardinale Richelieu fosse ancora nella stanza. <br>Era Mazzarino. Ora Mazzarino era solo, e si sentiva debole. <br>
– Straniero! Mormorava, Italiano! Ecco la gran parola! <br>Con questa parola hanno assassinato Concini, e, se li lasciassi fare, mi assassinerebbero come lui, sebbene non abbia loro fatto altro male che pelarli un poco. Infingardi! Non vedono dunque che il loro nemico non è questo italiano che parla male il francese, ma bensì coloro che hanno il talento di dir loro delle belle parole con un purissimo e buon accento parigino. Sì, sì, continuò il ministro con un fiero sorriso, sì, i vostri clamori me lo dicono, la sorte dei favoriti è precaria; ma se sapete ciò, dovete pure sapere che io non sono un favorito ordinario. Il conte d'Essex aveva uno splendido anello, ricco di diamanti [...]<br>
{{NDR|Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001}}
===Citazioni===
*Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare. (Lucchi 1968)
*Ma l'immaginazione ha il volo dell'angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità. (Lucchi 1968)
*"E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile." (cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Garibaldi e Montevideo''===
Al viaggiatore che viene d'Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L'una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la ''matriz'', come la si chiama; l'altra poi di massi e verdura, su cui s'innalza un faro, vien detta il ''Cerro''.
===''Robin Hood''===
Era il tramonto di un giorno di primavera dell'anno di grazia 1162, sotto il regno di Enrico II Plantageneto. Due uomini a cavallo percorrevano i sentieri della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham; essi apparivano sfiniti almeno quanto le loro cavalcature.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
===''Storia di uno schiaccianoci''===
''Norimberga, 2010.''<br>
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e... Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.<br>
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:<br>
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
==Citazioni su Alexandre Dumas==
*I due Dumas hanno capovolto la teoria dell'economia. Il padre è stato il prodigo, e il figlio è stato l'avaro. ([[Jules Renard]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Alexandre Dumas, ''Ascanio'', Adriano Salani Editore, Firenze 1930.
*Alexandre Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/53485/53485-h/53485-h.htm Garibaldi e Montevideo]'', F. Manini, 1859.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, Rizzoli, 1998.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Giovanni Ferrero, Fabbri Editori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Emilio Franceschini, introduzione di Umberto Eco, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817009676
*Alexandre Dumas, ''Il conte di Montecristo'', traduzione di Gaia Panfili, Donzelli, 2010. ISBN 8860364035
*Alexandre Dumas, ''Il visconte di Bragelonne'', Tipografia Editoriale Lucchi, Milano 1964.
*Alexandre Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di A. Beltramelli, Mondadori, 2004.
*Alessandro Dumas, ''[https://www.gutenberg.org/files/60641/60641-h/60641-h.htm I tre moschettieri]'', traduzione di Angiolo Orvieto, G. Rondinella Editore, 1853.
*Alessandro Dumas, ''I tre moschettieri'', traduzione di C. Siniscalchi, Tipografia editoriale Lucchi, Milano, 1975.
*Alexandre Dumas, ''[https://web.archive.org/web/20130603210423/http://ed.espresso.repubblica.it/speciali_web/2013/igrandiromanzi/itremoschettieri.epub I tre moschettieri]'', introduzione e traduzione di Guido Paduano, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2013.
*Alexandre Dumas, ''La regina Margot'', traduzione di Maria Dazzi, BUR, Milano, 2008.
*Alexandre Dumas, ''La signora di Monsoreau'', traduzione di Luigi A. Garrone, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1937.
*Alexandre Dumas, ''Lo Schiaccianoci'' (''Histoire d'un casse-noisette''), traduzione di Antonio Lugli, EDIPEM, Novara 1974.
*Alexandre Dumas, ''Mastro Adamo il calabrese'', traduzione di A. Coltellaro, Pellegrini Editore, 1999.
*Alexandre Dumas, ''Pasquale Bruno'' (''Romanzo storico siciliano''), traduzione di C. Rizza, La Zisa Edizioni. ISBN 978-8881280421
*Alexandre Dumas, ''Storia di uno schiaccianoci (liberamente tratta dal racconto di Alexandre Dumas)'', traduzione e cura di Gabriella Messi, Edizioni Angolo Manzoni, 2010. ISBN 9788862040761
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di U. Caimpenta, Tipografia Editoriale Lucchi, Milano, 1968.
*Alexandre Dumas, ''Vent'anni dopo'', traduzione di Albertina Palau, Mondadori, 2001.
*Alexandre Dumas, ''Viaggio in Calabria'', traduzione di Antonio Coltellaro, Rubbettino 1996. ISBN 884981545X
==Voci correlate==
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
*''[[I tre moschettieri (film 1993)|I tre moschettieri]]'' – film 1993
*''[[La regina Margot]]'' – film 1994
*''[[La maschera di ferro (film 1998)|La maschera di ferro]]'' – film 1998
==Altri progetti==
{{interprogetto|s2=fr:Auteur:Alexandre Dumas|s2_lingua=francese}}
===Opere===
<!--====Ciclo dei Valois====
{{Pedia|La regina Margot (romanzo)|''La regina Margot (romanzo)''|}}
{{Pedia|La signora di Monsoreau (romanzo)|''La signora di Monsoreau (romanzo)''|}}
{{Pedia|I quarantacinque (romanzo)|''I quarantacinque (romanzo)''|}}
====Ciclo di Richelieu e di Mazzarino====-->
{{Pedia|I tre moschettieri||(1844)}}
{{Pedia|Vent'anni dopo|''Vent'anni dopo''| (1845)}}
{{Pedia|Il visconte di Bragelonne|''Il visconte di Bragelonne''| (1850)}}
<!--====Ciclo di Maria Antonietta e della rivoluzione====
{{Pedia|Giuseppe Balsamo (romanzo)|''Giuseppe Balsamo (romanzo)''|}}
{{Pedia|La collana della regina (romanzo)|''La collana della regina (romanzo)''|}}
{{Pedia|Angelo Pitou (romanzo)|''Angelo Pitou (romanzo)''|}}
{{Pedia|La contessa di charny (romanzo)|''La contessa di Charny (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)|''Il cavaliere di Maison-Rouge (romanzo)''|}}
====Ciclo della Repubblica Partenopea====
{{Pedia|Luigia Sanfelice (romanzo)|''Luigia Sanfelice (romanzo)''|}}
====Romanzi vari====-->
{{Pedia|Il Conte di Montecristo|''Il Conte di Montecristo''| (1844)}}<!--
{{Pedia|Robin Hood (romanzo)|''Robin Hood (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il tulipano nero (romanzo)|''Il tulipano nero (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il signore dei lupi (romanzo)|''Il signore dei lupi (romanzo)''|}}
{{Pedia|Il cavaliere di Sainte-Hermine (romanzo)|''Il cavaliere di Sainte-Hermine (romanzo)''|}}-->
{{DEFAULTSORT:Dumas (padre), Alexandre}}
[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]
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Ugo Foscolo
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[[Immagine:Foscolo.jpg|thumb|Ugo Foscolo]]
'''Niccolò Ugo Foscolo''' (1778 – 1827), poeta e scrittore italiano.
==Citazioni di Ugo Foscolo==
*A chi non ha [[patria]] non istà bene l'essere [[prete|sacerdote]], né [[padre]].<ref>Dalla ''Notizia intorno a Didimo Chierico'', XII.</ref>
*A rifar l'[[Italia]] bisogna disfare le sètte.<ref>Da ''Della servitù dell'Italia'', discorso primo: "Considerazioni generali intorno alle parti, alle fazioni, e alle sètte in Italia", in ''Prose politiche'', Le Monnier, p. 186.</ref>
*... ''Altissimo | Signor del sommo canto''.<ref>Da ''A [[Dante]]'', citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, Milano, 1921, p. 412.</ref>
*Che [[Dante Alighieri|Dante]] non amasse l'[[Italia]], chi vorrà dirlo? Anch'ei fu costretto, come qualunque altro l'ha mai veracemente amata, o mai l'amerà, a flagellarla a sangue, e mostrarle tutta la sua nudità, sì che ne senta vergogna.<ref>Da ''Discorso sul testo del poema di Dante''. Erroneamente attribuita a [[Carlo Cattaneo]] (si veda [[Giuseppe Prezzolini]] nel ''Codice della vita italiana''), che cita Foscolo in un brano degli ''Scritti filosofici, letterari e vari''.</ref>
*[[Federico II di Svevia|Federigo II]] aspirava a [[Unità d'Italia|riunire l'Italia]] sotto un solo principe, una sola forma di governo e una sola lingua; e tramandarla a' suoi successori potentissima fra le monarchie d'[[Europa]] [...].<ref>Da [[s:Sulla lingua italiana. Discorsi sei/Discorso secondo|''Discorso secondo'']], in [[s:Sulla lingua italiana. Discorsi sei|''Sulla lingua italiana. Discorsi sei'']].</ref>
*I lazzaroni soltanto non avevano mai sentito parlare di diritti popolari, eccetto contro la santa inquisizione, che neppure Filippo II era riuscito a introdurre in [[Napoli]]. Il clima toglie ad essi di provare molti bisogni, e dà i mezzi di soddisfarli con poca fatica. L'ozio li mantiene nella superstizione e nel vizio, inducendoli a gettarsi disperatamente nelle insurrezioni ed a ritrarsene con altrettanta rapidità per amor d'inazione. Essi erano felicissimi sotto un governo assoluto, che dovunque è più incline a punire le pubbliche virtù dei sudditi più eminenti che i delitti dei più umili.<ref>Da ''La rivoluzione di Napoli negli anni 1798, 1799''.</ref>
*Il [[dolore]] in chi manca di pane è più rassegnato.<ref>Da ''Il gazzettino del bel mondo''.</ref>
*Il generale [[Guglielmo Pepe|Pepe]] ha portato qui un gran numero di documenti importanti; e quel che più conta ci ha portato sé stesso, e dalla sua conversazione può aversi la chiave della rivoluzione napoletana.<ref>Da una lettera a [[John Murray]] (1778–1843), ottobre 1821, citato in [[Elena Croce]], ''La patria napoletana'', Mondadori.</ref>
*L'[[odio]] è la catena più grave insieme e più abietta, con la quale l'uomo possa legarsi all'uomo.<ref>Da ''Il gazzettino del bel mondo''.</ref>
*''Lavoro eterno! — | Paga il [[Governo]]''.<ref>Epigramma per Luigi Lamberti, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 195.</ref>
*Lettori miei, era opinione del reverendo Lorenzo Sterne, parroco in Inghilterra'', che un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima della vita, ''ma pare che egli inoltre sapesse che ogni lacrima insegna a' mortali una verità. Poiché assumendo il nome di Yorick, antico buffone tragico, volle con parecchi scritti, e singolarmente in questo libricciuolo, insegnarci a conoscere gli altri in noi stessi, e a sospirare ad un tempo e a sorridere meno orgogliosamente su le debolezze del prossimo. Però io lo aveva, or son più anni, tradotto per me: ed oggi io credo d'essere una volta profittato delle sue lezioni, l'ho ritradotto, quanto meno letteralmente e quanto meno arbitrariamente ho saputo, per voi.<br>Ma e voi, lettori, avvertite che l'autore era d'animo libero, e spirito bizzarro, ed argutissimo ingegno, segnatamente contro la vanità dei potenti, l'ipocrisia degli ecclesiastici e la servilità magistrale degli uomini letterati; pendeva anche all'amore e alla voluttà; ma voleva ad ogni parere, ed era forse, uomo dabbene e compassionevole seguace sincero dell'Evangelo, ch'egli interpretava a' fedeli. Quindi ci deride acremente, e insieme sorride con indulgente servilità; e gli occhi suoi scintillano di desiderio, par che si chinino vergognosi; e nel brio della gioia, sospira; e, mentre le sue immaginazioni prorompono tutte ad un tempo discordi e inquietissime, accendendo più che non dicono, ed usurpando frasi, voci ed ortografia, egli sa nondimeno ordinarle con l'apparente semplicità di certo stile apostolico e riposato.<ref>Dalla prefazione di Didimo Chierico a Laurence Sterne, ''Viaggio sentimentale''.</ref>
*Lo [[stile]] assoluto e sicuro del libro dei Delitti e delle Pene e l'elegante trattato del [[Ferdinando Galiani|Galiani]] sulle Monete vivranno nobile ed eterno retaggio tra noi.<ref>''Dell'origine e dell'ufficio della letteratura'', citato in [[Giuseppe Maffei]], ''Storia della Letteratura Italiana'', Vol. III, p. 50.</ref>
*[...] [[Montaigne]] [...] stando sempre attentissimo al proprio cuore, ha filosofato imparzialmente sugli altri [...].<ref>Da ''Notizia bibliografica intorno alle Ultime lettere di Iacopo Ortis'', cap. V, in ''Prose'', vol. I, a cura di Vittorio Cian, Laterza, Bari, 1912, [[s:Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/130|p. 124]].</ref>
*Non son chi fui.<ref>Da "Di se stesso", ''Sonetti'', citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>
*[...] non vi esorterei ad andare randagi e mendichi colle mogli e i figliuoli in paese straniero. Moriamo in seno alla patria nostra; e quando ogni via di salute sarà spenta per la nostra città, bruciamola perché gl'infedeli possano trionfare solo sopra le nostre case ruinate e i nostri mutilati cadaveri.<ref>Da ''Narrazione dei casi e della cessione di Parga'', in ''Opere edite e postume di Ugo Foscolo'', ''Prose politiche'', Felice Le Monnnier, Firenze, 1850, [https://books.google.it/books?id=sbQOAAAAQAAJ&dq=&pg=PA378#v=onepage&q&f=false p. 378].</ref>
*O Italiani, io vi esorto alle storie.<ref>Da ''Dell'origine e dell'ufficio della letteratura'', citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 558.</ref>
*[...] per far che i secoli tacciano di quel Trattato<ref>Il [[Trattato di Campoformio]].</ref> che trafficò la mia patria, insospettì le nazioni e scemò dignità al tuo nome.<ref>Dalla prefazione di ''A Bonaparte liberatore''; in ''Opere complete di Ugo Foscolo'', 1860, Volume 2, [https://books.google.it/books?id=bGFHAAAAYAAJ&pg=PA50 p. 50]</ref>
*{{NDR|In [[Inghilterra]]}} Qui la [[povertà]] è [[vergogna]] che nessun merito lava.<ref>Da ''Lettere d'amore''.</ref>
*''Questi è [[Vincenzo Monti|Monti]] poeta e cavaliero, | Gran traduttor dei traduttor d'Omero''.<ref>Da ''Epigramma IX. Contro Vincenzo Monti'', in ''Tragedie e poesie minori'', a cura di Guido Bezzola, F. Le Monnier, Firenze, 1961, p. 446). Per una redazione leggermente diversa dell'epigramma si veda Vincenzo Monti, lettera ''All'abate Urbano Lampredi'', Milano, 27 marzo 1827, in ''Opere inedite e rare'', vol. 5, Lampato, Milano, 1834, p. 275: ''Questi è Vincenzo Monti Cavaliero | Gran traduttor dei traduttor' d'Omero''. Il distico sarcastico allude al fatto che Vincenzo Monti tradusse in italiano l'''Iliade'' avvalendosi di una traduzione latina o di altra italiana in prosa.</ref>
*{{NDR|riferimento a ''La ballata dell'esilio'' di [[Guido Cavalcanti]]}} Senza dolersi mai della vita che l'abbandona, fa solamente sentire la consunzione di tutte le forze vitali; e non altra sollecitudine se non se che l'anima venga pietosamente raccolta dalla sua donna. Quei tanti ritornelli di parole e di idee ripetute danno qui non so che grazia mista al patetico, che si sente ma non si descrive. Evvi anche lo artificio del chiaroscuro nei versi brevi che scorrono rapidi, dopo di essere stati preceduti dall'armonia lenta e grave degli endecasillabi.<ref>Citato in [[Luigi Russo]], ''La dolce stagione''.</ref>
*Si può bensì anche in mezzo alle ingiustizie sentirsi giusto, forte e libero; e la dignità dell'uomo si vendica più nel sopportare nobilmente, che nel lamentarsi e gridare invano.<ref>Da ''Opere edite e postume. Epistolario''.</ref>
*Te dunque, o [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], nomerò con inaudito titolo <small>LIBERATORE DI POPOLI E FONDATORE DI REPUBBLICA</small>. Così tu alto, solo, immortale, dominerai l'eternità, pari agli altri grandi nelle gesta e ne' meriti, ma a niuno comparabile nella intrapresa di fondare nazioni.<ref>Da ''Orazione a Bonaparte per il congresso di Lione'', 1802. Citato in [[Luciano Canfora]], ''Esportare la libertà'', capitolo II, p. 25.</ref>
*Una parte degli uomini opera senza pensare, l'altra pensa senza operare.<ref>Da ''Sull'origine e i limiti della giustizia''.</ref>
==''Dei sepolcri''==
===[[Incipit]]===
<poem>
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della [[morte]] men duro?
</poem>
===Citazioni===
*''A egregie cose il forte animo accendono | L'urne de' forti, o [[Ippolito Pindemonte|Pindemonte]].''<ref name=esempi>Alcuni esempi di formule di passaggio da un argomento all'altro, citati in Mario Fubini, ''Ugo Foscolo'', La Nuova Italia, Firenze, 1963<sup>3</sup> (1928), pp. 184-6, secondo il quale «preparando o concludendo ampi periodi poetici, non ne contengono la nota più intensa e sembrano piuttosto epigrafi nobilmente decorative che grande poesia».</ref>
*''A' generosi | Giusta di gloria dispensiera è morte.''<ref name=esempi />
*''Anche la [[Speranza|Speme]], | ultima Dea, fugge i sepolcri; e involve | Tutte cose l'obblio nella sua notte''. (16-18)
*''Celeste è questa | corrispondenza di amorosi sensi, | celeste dote è negli umani''. (29)
*''Sol chi non lascia eredità d'affetti | Poca gioia ha dell'urna.'' (41-42)<ref name=esempi /><ref>Citato in [[Elio e le Storie Tese]], ''Urna''.</ref>
*''E tu gli ornavi del tuo riso i canti | che il lombardo pungean [[Sardanapalo]] | cui solo è dolce il muggito de' [[bue|buoi]], | che dagli antri abdüani e dal Ticino | lo fan d'ozi beato e di vivande''.<ref>Parlando a Talia dei versi che ispirava a [[Giuseppe Parini]], critico verso i nobili nullafacenti.</ref> (57)
*''E uscir del teschio, ove fuggìa la Luna, | l'[[upupa|ùpupa]], e svolazzar su per le croci | sparse per la funerea campagna, | e l'immonda accusar col luttuoso | singulto i rai di che son pie le stelle | alle obblîate sepolture.'' (81-86)
*''Ahi! sugli estinti | Non sorge fiore, ove non sia d'umane | Lodi onorato e d'amoroso pianto''. (88-90)
*''Gli occhi dell'uom cercan morendo | Il [[Sole]]: e tutti l'ultimo sospiro | Mandano i petti alla fuggente luce''. (121-123)
*''Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo, | decoro e mente al bello italo regno, | nelle [[adulazione|adulate]] reggie ha sepoltura | già vivo, e i stemmi unica laude.''<ref>Criticando la sottomissione della classe dirigente italiana a Napoleone.</ref> (142)
*''Quel grande | che temprando lo scettro a' regnatori | gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela | di che lagrime grondi e di che sangue''<ref>Riferendosi a [[Niccolò Machiavelli]].</ref> (155-157)
*''E tu prima, [[Firenze]], udivi il carme | che allegrò l'ira al [[Dante Alighieri|Ghibellin fuggiasco]], | e tu i cari parenti e l'idïoma | dèsti a quel dolce di [[Francesco Petrarca|Calliope labbro]] | che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma | d'un velo candidissimo adornando, | rendea nel grembo a Venere Celeste.'' (173-179)
*''E a questi marmi | venne spesso [[Vittorio Alfieri|Vittorio]] ad ispirarsi, | irato a' patrii Numi; errava muto | ove Arno è più deserto, i campi e il cielo | desîoso mirando; e poi che nullo | vivente aspetto gli molcea la cura, | qui posava l'austero; e avea sul volto | il pallor della morte e la speranza. | Con questi grandi abita eterno: e l'ossa | fremono amor di patria.'' (pp. 188-197)
*''E me che i tempi ed il desio d'onore | fan per diversa gente ir fuggitivo, | me ad evocar gli eroi chiamin le Muse | del mortale pensiero animatrici. Siedon custodi de'sepolcri, e quando | il tempo con sue fredde ale vi spazza | fin le rovine, le Pimplèe fan lieti | di lor canto i deserti, e l'armonia | vince di mille secoli il silenzio.'' (226-234)
*''E tu onore di pianti, Ettore, avrai, | ove fia santo e lagrimato il sangue | per la patria versato, e finché il Sole | risplenderà su le sciagure umane.'' (291-295)
==''Epistolario''==
*Il disprezzare non è da tutti. (''Alla Donna gentile'', 28 gennaio 1816)
*L'[[arte]] non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità.
*La [[noia|noja]] proviene o da debolissima [[Coscienza|coscienza]] dell'esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire, o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo. (''A Giambattista Bovio'', Milano, 29 settembre 1808)
*Le sciocche e laide abitudini sono le corruzioni della nostra natura.
*Quando per giovar debolmente ad altri si corre rischio di nuocere gravemente a se stessi, l'intricarsene è pazzia da bastone.
*Questo so bene: né per ripulse, né per favori, né per biasimi, né per lodi, mi rimuoverò mai dal mio proponimento.
==''Le Grazie''==
===[[Incipit]]===
{{centrato|Carme<br />
ad [[Antonio Canova|ANTONIO CANOVA]]}}
<poem>
Alle Grazie immortali
le tre di Citerea figlie gemelle
è sacro il tempio, e son d'Amor sorelle;
nate il dì che a' mortali
beltà ingegno virtù concesse Giove,
onde perpetue sempre e sempre nuove
le tre doti celesti
e più lodate e più modeste ognora
le Dee serbino al mondo. Entra ed adora.
</poem>
===''Inno primo, Venere''===
*''Cantando, o Grazie, degli eterei pregi | di che il cielo v'adorna, e della gioia | che vereconde voi date alla terra, | belle vergini! a voi chieggo l'arcana | armonïosa melodia pittrice | della vostra beltà; sì che all'Italia | afflitta di regali ire straniere | voli improvviso a rallegrarla il carme.'' (vv. 1-8)
*''Sdegno il verso che suona e che non crea''. (v. 25)
===''Inno secondo, Vesta''===
*''Tre vaghissime donne a cui le trecce | infiora di felici itale rose | giovinezza, e per cui splende più bello | sul lor sembiante il giorno, all'ara vostra | sacerdotesse, o care Grazie, io guido.'' (vv. 1-5)
*''Ma se danza, | vedila! tutta l'armonia del suono scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso | della sua bocca; e un moto, un atto, un vezzo | manda agli sguardi venustà improvvisa.'' (vv. 590-594)
===''Inno terzo, Pallade''===
*''Pari al numero lor volino gl'inni | alle vergini sante, armonïosi | del peregrino suono uno e diverso | di tre favelle. Intento odi, Canova; | ch'io mi veggio d'intorno errar l'incenso, | qual si spandea sull'are a' versi arcani | d'Anfïone: presente ecco il nitrito | de' corsieri dircèi; benché Ippocrene | li dissetasse, e li pascea dell'aure | Eolo, e prenunzia un'aquila volava, | e de' suoi freni li adornava il Sole, | pur que' vaganti Pindaro contenne | presso il Cefiso, ed adorò le Grazie.'' (vv. 1-13)
*''Tornino i grandi | Occhi fatali al lor natio sorriso''. (vv. 276-277)
===Citazioni su ''Le Grazie''===
*La poesia si lavora e si libra su se stessa. L'intensità espressiva tocca i vertici. Per un processo di purificazione piena, l'autobiografia si fa oggetto. La tendenza è nuova, e sormonta di tanto il proprio tempo da rimanere un po' incerta nel Foscolo stesso. La lirica pura, quale i moderni più avvertono e alla quale più tendono con concentrati richiami, dopo le estreme esperienze romantiche fino al surrealismo, questa lirica supremamente oggettiva, è colta dal Foscolo prima d'ogni altro, è raggiunta con acutezza profetica: e ciò che nella cosiddetta poesia della decadenza era sincero moto poetico e non mistura o filtro è già attuato nelle ''Grazie'' in forma classica; ed è pur vero che di questa acerba bellezza, partendo dalle ''Grazie'', si troveranno i primi moti anche nella precedente poesia foscoliana: per questa parte non v'è poesia di domani, neppure quella del [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], che la raggiunga. E anzi, soltanto oggi, stimolati dalle esperienze analogiste, possiamo intendere il miglior segreto di quella poesia, e riconoscere nel Foscolo la più scaltra coscienza lirica dell'ottocento italiano. ([[Francesco Flora]])
==''Le odi''==
===[[Incipit]]===
{{centrato|A Gio. Batista Niccolini<br />
{{maiuscoletto|fiorentino}}}}
<br />
A te, giovinetto di belle speranze io dedico questi versi: non perché ti siano di esempio, chè né io professo poesia, né li stampo cercando onore, ma per rifiutare così tutti gli altri da me per vanità giovanile già divolgati. Ti saranno bensì monumento della nostra amicizia, e sprone ad onta delle tue disavventure, alle lettere veggendo che tu sei caro [p. 18]a chi le coltivò, forse con debole ingegno, ma con generoso animo. E la sola amicizia può vendicare gli oltraggi della fortuna, e guidare senza adulazioni gl'ingegni sorgenti alla gloria.
<br />
:Milano, 2 aprile 1803
{{destra|{{maiuscoletto|ugo foscolo.}}}}
===Citazioni===
*''E in te beltà rivive, | l'aurea beltate ond'ebbero | ristoro unico a' mali | le nate a vaneggiar menti mortali.'' (''[[s:Odi (Foscolo)/All'amica risanata|All'amica risanata]]'', vv. 9-12)
*''Fiorir sul caro viso | veggo la rosa; tornano | i grandi occhi al sorriso | insidïando''. (''[[s:Odi (Foscolo)/All'amica risanata|All'amica risanata]]'', vv. 13-16)
*''Itale genti, se Virtù suo scudo / su voi non stende, Libertà vi nuoce''. (''[[s:Odi_(Foscolo)/A_Bonaparte_liberatore|A Bonaparte liberatore]]''), vv. 223-224)
==''Sonetti''==
*''Forse perché della fatal quïete | tu sei l'immago a me sì cara vieni | o [[Sera]]!'' (''[[s:Sonetti (Foscolo)/Alla sera|Alla sera]]'', vv. 1-3)
*''E mentre io guardo la tua pace, dorme | quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.'' (''[[s:Sonetti (Foscolo)/Alla sera|Alla sera]]'', vv. 13-14)
*''Amor fra l'ombre inferne | seguirammi immortale, onnipotente.'' (''[[s:Sonetti (Foscolo)/Meritamente|Meritamente]]'', vv. 13-14)
*''Né più mai toccherò le sacre sponde | ove il mio corpo fanciulletto giacque, | [[Zante|Zacinto]] mia, che te specchi nell'onde | del greco mar da cui vergine nacque | Venere'' [...]. (''[[s:Sonetti (Foscolo)/A Zacinto|A Zacinto]]'', vv. 1-5)
*[...] ''[[Omero|Colui]] che l'acque | cantò fatali'' [...]. (''A Zacinto'', vv. 8-9)
*[...] ''bello di fama e di sventura | baciò la sua petrosa Itaca [[Ulisse]]''. (''[[s:Sonetti (Foscolo)/A Zacinto|A Zacinto]]'', vv. 10-11)
*''Tu non altro che il canto avrai del figlio, | o materna mia terra, a noi prescrisse | il fato illacrimata sepoltura.'' (''[[s:Sonetti (Foscolo)/A Zacinto|A Zacinto]]'', vv. 12-14)
*''Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo | di gente in gente, me vedrai seduto | su la tua pietra, o fratel mio, gemendo | il fior de' tuoi gentili anni caduto. '' (''[[s:Sonetti (Foscolo)/In morte del fratello Giovanni|In morte del fratello Giovanni]]'', vv. 1-4)
*''Breve è la vita, e lunga è l'arte.'' (''[[s:Sonetti (Foscolo)/Che stai?|Che stai?]]'', v. 12)
==''Ultime lettere di Jacopo Ortis''==
===[[Incipit]]===
''Da' colli Euganei, 11 ottobre 1797.''<br>Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so; ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho ubbidito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo: quanti sono dunque gli sventurati? E noi, pur troppo, noi stessi Italiani ci laviamo le mani nel sangue degl'Italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da' pochi uomini buoni, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri.<ref>In realtà le "''Lettere''" iniziano con una breve nota di Lorenzo Alderani, l'immaginario raccoglitore postumo delle lettere di Jacopo: "Pubblicando queste lettere, io tento di erigere un monumento alla virtù sconosciuta; e di consecrare alla memoria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi si vieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, se uno non sei di coloro che esigono dagli altri quell'eroismo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, spero, la tua compassione al giovine infelice dal quale potrai forse trarre esempio e conforto".</ref>
===Citazioni===
*Che è mai l'uomo? Il coraggio fu sempre dominatore dell'universo perché tutto è debolezza e paura.
*Gli amori della [[popolo|moltitudine]] sono brevi ed infausti; giudica, più che dall'intento, dalla fortuna; chiama virtù il delitto utile, e scelleraggine l'onestà che le pare dannosa; e per avere i suoi plausi conviene o atterrirla, o ingrassarla, e ingannarla sempre. (4 dicembre; Parini a Ortis)
*Il [[coraggio]] non deve dare diritto per opprimere il debole.
*La fama degli eroi spetta un quarto alla loro audacia; due quarti alla sorte, e l'altro quarto, ai loro delitti. Pur se ti reputi bastevolmente fortunato e crudele per aspirare a questa [[gloria]], pensi tu che i tempi te ne porgano i mezzi? (4 dicembre; Parini a Ortis)
*La [[Natura]] siede qui solitaria e minacciosa, e caccia da questo suo regno tutti i viventi. (20 febbraio)
*Noi chiamiamo pomposamente [[virtù]] tutte quelle azioni che giovano alla sicurezza di chi comanda e alla [[paura]] di chi serve.
*Sciagurati coloro che, per non essere scellerati, hanno bisogno della religione.
*Se gli uomini si conducessero sempre al fianco la [[morte]], non servirebbero sì vilmente.
*La [[Ragione]]? – è come il vento; ammorza le faci, ed anima gl'incendj. (Milano, 6 Febbraio 1799)
*Ma gli onori e la tranquillità del mio secolo guasto meritano forse di essere acquistati col sacrificio dell'anima? Forse più che l'amore della virtù, il timore della bassezza m'ha rattenuto alle volte da quelle colpe, che sono rispettate ne' potenti, tollerate ne' più ma che, per non lasciare senza vittime il simulacro della giustizia, sono punite nei miseri. (Padova)
*{{NDR|[[Ultime parole dai libri|Ultime parole]]}} Ma io moro incontaminato, e padrone di me stesso, e pieno di te, e certo del tuo pianto! Perdonami, Teresa, se mai – ah consolati, e vivi per la felicità de' nostri miseri genitori; la tua morte farebbe maledire le mie ceneri. Che se taluno ardisse incolparti del mio infelice destino, confondilo con questo mio giuramento solenne ch'io pronunzio gittandomi nella notte della morte: Teresa è innocente. – Ora tu accogli l'anima mia. (Venerdì, ore 1)
====Parte prima====
*Credo che il desiderio di sapere e ridire la storia de' tempi andati sia figlio del nostro amor proprio che vorrebbe illudersi e prolungare la vita unendoci agli uomini ed alle cose che non sono più, e facendole, sto per dire, di nostra proprietà. Ama la immaginazione di spaziare fra i secoli e di possedere un altro universo. (23 ottobre; 2004, pp. 14-15)
*Io non odio persona al mondo, ma vi sono cert'uomini ch'io ho bisogno di vedere soltanto da lontano. (1º novembre; [[:s:Ultime_lettere_di_Jacopo_Ortis/Parte_prima#pagename27|1801, p. 25]])
*Cos'è l'uomo se tu lo abbandoni alla sola ragione fredda, calcolatrice? scellerato, e scellerato bassamente. (1º novembre; 2004, p. 19)
*Non sono felice! mi disse Teresa; e con questa parola mi strappò il cuore. (20 novembre; 2004, p. 24)
*Facciamo tesoro di sentimenti cari e soavi i quali ci ridestino per tutti gli anni, che ancora forse tristi e perseguitati ci avanzano, la memoria che non siamo sempre vissuti nel dolore. (20 novembre; 2004, p. 28)
*Pare a te, mio Lorenzo, che se l'avversità ci riducesse a domandare del pane, vi sarebbe taluno memore delle sue promesse? o nessuno, o qualche astuto soltanto, che co' suoi beneficj vorrebbe comperare il nostro avvilimento. Amici da bonaccia, nelle burrasche ti annegano. Per costoro tutto è calcolo in fondo. Onde se v'ha taluno nelle cui viscere fremano le generose passioni, o le deve strozzare, o rifuggirsi come le aquile e le fiere magnanime ne' monti inaccessibili e nelle foreste lungi dalla invidia e dalla vendetta degli uomini. Le sublimi anime passeggiano sopra le teste della moltitudine che oltraggiata dalla loro grandezza tenta d'incatenarle o di deriderle, e chiama pazzie le azioni ch'essa immersa nel fango non può, non che ammirare, conoscere. – Io non parlo di me; ma quand'io ripenso agli ostacoli che frappone la società al genio ed al cuore dell'uomo, e come ne' governi licenziosi o tirannici tutto è briga, interesse e calunnia – io m'inginocchio a ringraziar la Natura che dotandomi di questa indole nemica di ogni servitù, mi ha fatto vincere la fortuna e mi ha insegnato a innalzarmi sopra la mia educazione. So che la prima, sola, vera scienza è questa dell'uomo la quale non si può studiare nella solitudine, e ne' libri: e so che ognuno dee prevalersi della propria fortuna, o dell'altrui per camminare con qualche sostegno su i precipizj della vita. (Padova; 2004, p. 39)
*Sai tu perché fra la turba de' dotti gli uomini sommi son così rari? Quello istinto ispirato dall'alto che costituisce il {{maiuscoletto|genio}} non vive se non se nella indipendenza e nella solitudine, quando i tempi vietandogli d'operare, non gli lasciano che lo scrivere. Nella società si legge molto, non si medita, e si copia; parlando sempre, si svapora quella bile generosa che fa sentire, pensare, e scrivere fortemente: per balbettar molte lingue, si balbetta anche la propria, ridicoli a un tempo agli stranieri e a noi stessi: dipendenti dagl'interessi, dai pregiudizj, e dai vizj degli uomini fra' quali si vive, e guidati da una catena di doveri e di bisogni, si commette alla moltitudine la nostra gloria, e la nostra felicità: si palpa la ricchezza e la possanza, e si paventa perfino di essere grandi perché la fama aizza i persecutori, e l'altezza di animo fa sospettare i governi; e i principi vogliono gli uomini tali da riescire né eroi, né incliti scellerati mai. (Padova, 23 dicembre; 2004, pp. 42-43)
*Io non lo so; ma, per me, temo che la Natura abbia costituito la nostra specie quasi minimo anello passivo dell'incomprensibile suo sistema, dotandone di cotanto amor proprio, perché il sommo timore e la somma speranza creandoci nella immaginazione una infinita serie di mali e di beni, ci tenessero pur sempre affannati di questa esistenza breve, dubbia, infelice. E mentre noi serviamo ciecamente al suo fine, essa ride del nostro orgoglio che ci fa reputare l'universo creato solo per noi, e noi soli degni e capaci di dar leggi al creato. (19 gennajo; 2004, p. 45)
*La volontà forte e la nullità di potere in chi sente una passione politica lo fanno sciaguratissimo dentro di sè: e se non tace, lo fanno parere ridicolo al mondo; si fa la figura di paladino da romanzo e d'innamorato impotente della propria città. (17 marzo; 2004, p. 53)
*La gloria, il sapere, la gioventù, le ricchezze, la patria, tutti fantasmi che hanno fino ad or recitato nella mia commedia, non fanno più per me. Calerò il sipario; e lascierò che gli altri mortali s'affannino per accrescere i piaceri e menomare i dolori d'una vita che ad ogni minuto s'accorcia, e che pure que' meschini se la vorrebbero persuadere immortale. (17 marzo; 2004, p. 54)
*[...] sente assai poco la propria passione, o lieta o trista che sia, chi sa troppo minutamente descriverla. (3 aprile; 2004, pp. 54-55)
*Per questo l'uomo [[bontà e cattiveria|dabbene]] in mezzo a' [[bontà e cattiveria|malvagi]] rovina sempre; e noi siam soliti ad associarci al più forte, a calpestare chi giace, e a giudicar dall'evento. (17 aprile; 2004, p. 59)
*{{NDR|A Teresa e Odoardo, in un dialogo riportato}} Coloro che non furono mai sventurati, non sono degni della loro felicità. Orgogliosi! guardano la miseria per insultarla: pretendono che tutto debba offerirsi in tributo alla ricchezza e al piacere. Ma l'infelice che serba la sua dignità è spettacolo di coraggio a' buoni, e di rimbrotto a' malvagi. (17 aprile; 2004, p. 60)
*Io non ho l'anima negra; e tu il sai, mio Lorenzo; nella mia prima gioventù avrei sparso fiori su le teste di tutti i viventi: chi mi ha fatto così rigido e ombroso verso la più parte degli uomini se non la loro ipocrita crudeltà? Perdonerei tutti i torti che mi hanno fatto. Ma quando mi passa dinanzi la venerabile povertà che mentre s'affatica mostra le sue vene succhiate dalla onnipotente opulenza; e quando io vedo tanti uomini infermi, imprigionati, affamati, e tutti supplichevoli sotto il terribile flagello di certe leggi – ah no, io non mi posso riconciliare. Io grido allora vendetta con quella turba di tapini co' quali divido il pane e le lagrime: e ardisco ridomandare in lor nome la porzione che hanno ereditato dalla Natura, madre benefica ed imparziale – la Natura? ma se ne ha fatti quali pur siamo, non è forse matrigna?<br />Sì, Teresa, io vivrò teco; ma io non vivrò se non quanto potrò vivere teco. Tu sei uno di que' pochi angioli sparsi qua e là su la faccia della terra per accreditare la virtù, ed infondere negli animi perseguitati ed afflitti l'amore dell'umanità. Ma s'io ti perdessi, quale scampo si aprirebbe a questo giovine infastidito di tutto il resto del mondo? (17 aprile; 2004, p. 61)
*{{NDR|Ai morti}} Abbiate pace, o nude reliquie: la materia è tornata alla materia; nulla scema, nulla cresce, nulla si perde quaggiù; tutto si trasforma e si riproduce – umana sorte! men infelice degli altri chi men la teme. (13 maggio; 2004, pp. 74-75)
*Ci fabbrichiamo la realtà a nostro modo; i nostri desideri si vanno moltiplicando con le nostre idee; sudiamo per quello che vestito diversamente ci annoja; e le nostre passioni non sono alla stretta del conto che gli effetti delle nostre illusioni. (25 maggio; 2004, p. 83)
====Parte seconda====
*Spogliati dagli uni, scherniti dagli altri, traditi sempre da tutti, abbandonati da' nostri medesimi concittadini, i quali anziché compiangersi e soccorrersi nella comune calamità, guardano come barbari tutti quegl'Italiani che non sono della loro provincia, e dalle cui membra non suonano le stesse catene – dimmi, Lorenzo, quale asilo ci resta? (Firenze, 25 settembre; 2004, p. 117)
*{{NDR|A Lorenzo}} Siati questa l'unica risposta a' tuoi consiglj. In tutti i paesi ho veduto gli uomini sempre di tre sorta: i pochi che comandano; l'universalità che serve; e i molti che brigano. Noi non possiam comandare, né forse siam tanto scaltri; noi non siam ciechi, né vogliamo ubbidire; noi non ci degniamo di brigare. E il meglio è vivere come que' cani senza padrone a' quali non toccano né tozzi né percosse. (Milano, 4 dicembre; 2004, p. 120)
*Gonfj del presente, spensierati dell'avvenire, poveri di fama, di coraggio e d'ingegno, si armano di adulatori e di satelliti, da' quali, quantunque spesso traditi e derisi, non sanno più svilupparsi: perpetua ruota di servitù, di licenza e di tirannia. Per essere padroni e ladri del popolo conviene prima lasciarsi opprimere, depredare, e conviene leccare la spada grondante del tuo sangue. Così potrei forse procacciarmi una carica, qualche migliajo di scudi ogni anno di più, rimorsi, ed infamia. Odilo un'altra volta: ''Non reciterò mai la parte del piccolo briccone''. (Milano, 4 dicembre; 2004, p. 121)
*Addio, mi disse {{NDR|[[Giuseppe Parini|Parini]]}}, o giovine sfortunato. Tu porterai da per tutto e sempre con te le tue generose passioni alle quali non potrai soddisfare giammai. Tu sarai sempre infelice. Io non posso consolarti co' miei consiglj, perché neppure giovano alle sventure mie derivanti dal medesimo fonte. Il freddo dell'età ha intorpidite le mie membra; ma il cuore – veglia ancora. Il solo conforto ch'io possa darti è la mia pietà: e tu la porti tutta con te. (Ore 3; 2004, p. 130)
*Tu sei disperatamente infelice; tu vivi fra le agonie della morte, e non hai la sua tranquillità: ma tu dèi tollerarle per gli altri. – Così la Filosofia domanda agli uomini un eroismo da cui la Natura rifugge. Chi odia la propria vita può egli amare il minimo bene che è incerto di recare alla Società e sacrificare a questa lusinga molti anni di pianto? e come potrà sperare per gli altri colui che non ha desiderj, né speranze per sè; e che abbandonato da tutto, abbandona se stesso? – Non sei misero tu solo. – Pur troppo! ma questa consolazione non è anzi argomento dell'invidia secreta che ogni uomo cova dell'altrui prosperità? La miseria degli altri non iscema la mia. Chi è tanto generoso da addossarsi le mie infermità? e chi anco volendo, il potrebbe? avrebbe forse più coraggio da comportarle; ma cos'è il coraggio voto di forza? Non è vile quell'uomo che è travolto dal corso irresistibile di una fiumana; bensì chi ha forze da salvarsi e non le adopra. Ora dov'è il sapiente che possa costituirsi giudice delle nostre intime forze? chi può dare norma agli effetti delle passioni nelle varie tempre degli uomini e delle incalcolabili circostanze onde decidere: Questi è un [[coraggio e viltà|vile]], perché soggiace; quegli che sopporta, è un [[coraggio e viltà|eroe]]? mentre l'amore della vita è così imperioso che più battaglia avrà fatto il primo per non cedere, che il secondo per sopportare.<br />Ma i debiti i quali tu hai verso la Società? – Debiti? forse perché mi ha tratto dal libero grembo della Natura, quand'io non aveva né la ragione, né l'arbitrio di acconsentirvi, né la forza di opporvimi, e mi educo fra' suoi bisogni e fra' suoi pregiudizj? [...] Ho io contratto questi debiti spontaneamente? e la mia vita dovrà pagare, come uno schiavo, i mali che la Società mi procaccia, solo perché gli intitola beneficj? e sieno beneficj: ne godo e li ricompenso fino che vivo; e se nel sepolcro non le sono io di vantaggio, qual bene ritraggo io da lei nel sepolcro? O amico mio! ciascun individuo è nemico nato della Società, perché la Società è necessaria nemica degli individui. Poni che tutti i mortali avessero interesse di abbandonare la vita, credi tu che la sosterrebbero per me solo? e s'io commetto un'azione dannosa a' più, io sono punito; mentre non mi verrà fatto mai di vendicarmi delle loro azioni, quantunque ridondino in sommo mio danno. Possono ben essi pretendere ch'io sia figliuolo della grande famiglia; ma io rinunziando e a' beni e a' doveri comuni posso dire: Io sono un mondo in me stesso: e intendo d'emanciparmi perché mi manca la felicità che mi avete promesso. Che s'io dividendomi non trovo la mia porzione di libertà; se gli uomini me l'hanno invasa perché sono più forti; se mi puniscono perché la ridomando – non gli sciolgo io dalle loro bugiarde promesse e dalle mie impotenti querele cercando scampo sotterra? Ah! que' filosofi che hanno evangelizzato le umane virtù, la probità naturale, la reciproca benevolenza – sono inavvedutamente apostoli degli astuti, ed adescano quelle poche anime ingenue e bollenti le quali amando schiettamente gli uomini per l'ardore di essere riamate, saranno sempre vittime tardi pentite della loro leale credulità. –<br />Eppur quante volte tutti questi argomenti della ragione hanno trovata chiusa la porta del mio cuore, perch'io tuttavia mi sperava di consecrare i miei tormenti all'altrui felicità! Ma! – per il nome d'Iddio, ascolta e rispondimi. A che vivo? di che pro ti son io, io fuggitivo fra queste cavernose montagne? di che onore a me stesso, alla mia patria, a' miei cari? V'ha egli diversità da queste solitudini alla tomba? La mia morte sarebbe per me la meta de' guai, e per voi tutti la fine delle vostre ansietà sul mio stato. Invece di tante ambasce continue, io vi darei un solo dolore – tremendo, ma ultimo: e sareste certi della eterna mia pace. I mali non ricomprano la vita. (Ventimiglia, 19 e 20 febbraro; 2004, pp. 137-139)
*{{NDR|Da un frammento del 5 marzo}} Che se nella vita è il dolore, in che più sperare? nel nulla; o in un'altra vita diversa sempre da questa. – Ho dunque deliberato; non odio disperatamente me stesso; non odio i viventi. Cerco da molto tempo la pace; e la ragione mi addita sempre la tomba. Quante volte sommerso nella meditazione delle mie sventure io cominciava a disperare di me! L'idea della morte dileguava la mia tristezza, ed io sorrideva per la speranza di non vivere più. – Sono tranquillo, tranquillo imperturbabilmente. Le illusioni sono svanite; i desiderj son morti: le speranze e i timori mi hanno lasciato libero l'intelletto. Non più mille fantasmi ora giocondi ora tristi confondono e traviano la mia immaginazione: non più vani argomenti adulano la mia ragione; tutto è calma. – Pentimenti sul passato, noja del presente, e timor del futuro; ecco la vita. La sola morte, a cui è commesso il sacro cangiamento delle cose, promette pace. (Ore 11 della sera; 2004, p. 147)
*{{NDR|Da un frammento}} Che arroganza! credermi necessario! – gli anni miei sono nello incircoscritto spazio del tempo un attimo impercettibile. (Mezzanotte; 2004, p. 155)
*{{NDR|Da un passo di [[Pascal]] liberamente tradotto}} Io non so né perché venni al mondo; né come; né cosa sia il mondo, né cosa io stesso mi sia. E s'io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d'una ignoranza sempre più spaventosa. Non so cosa sia il mio corpo, i miei sensi, l'anima mia; e questa stessa parte di me che pensa ciò ch'io scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra se stessa, non può conoscersi mai. Invano io tento di misurare con la mente questi immensi spazj dell'universo che mi circondano. Mi trovo come attaccato a un piccolo angolo di uno spazio incomprensibile, senza sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove; o perché questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a questo momento dell'eternità che a tutti quelli che precedevano, e che seguiranno. Io non vedo da tutte le parti altro che infinità le quali mi assorbono come un atomo. (20 marzo, a sera; 2004, p. 160)
===[[Explicit]]===
''Appena io giunsi da Padova ove m'era convenuto indugiare più ch'io non voleva, fui sopraffatto dalla calca de' contadini che s'affollavano muti sotto i portici del cortile; ed altri mi guardavano attoniti, e taluno mi pregava che non salissi. Balzai tremando nella stanza, e mi s'appresentò il padre di Teresa gettato disperatamente sopra il cadavere; e Michele ginocchione con la faccia per terra. Non so come ebbi tanta forza d'avvicinarmi e di porgli una mano sul cuore presso la ferita; era morto, freddo. Mi mancava il pianto e la voce; ed io stava guardando stupidamente quel sangue: finché venne il parroco e subito dopo il chirurgo, i quali con alcuni famigliari ci strapparono a forza dal fiero spettacolo. Teresa visse in tutti que' giorni fra il lutto de' suoi in un mortale silenzio. – La notte mi strascicai dietro al cadavere che da tre lavoratori fu sotterrato sul monte de' pini.''
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Ajace''===
{{centrato|''SCENA PRIMA''<br>AGAMENNONE, ARALDI}}
<poem>'''Agamennone'''
Ite: a Priamo intimate, che alla tregua
Un dí rimane, e che al cader del sole
Sciolto son io dal giuramento.</poem>
===''Dell'origine e dell'ufficio della letteratura. Orazione''===
Solenne principio agli studi sogliono essere le laudi degli studi; ma furono soggetto sì frequente all'eloquenza de' professori e al profitto degl'ingegni, che il ritesserle in quest'aula parrebbe consiglio ardito ed inopportuno. Né io, che per istituto devo oggi inaugurare tutti gli studi agli uomini dotti che li professano e ai giovani che gl'intraprendono, saprei dipartirmi dalle arti che chiamansi letterarie, le sole che la natura mi comandò di coltivare con lungo e generoso amore, ma dalle quali la fortuna e la giovenile imprudenza mi distoglieano di tanto, ch'io mi confesso più devoto che avventurato loro cultore.
===''Edippo''===
<poem>'''Antigone'''
Eccoci Edippo – Appena or sorge l'alba,
E già siam presso alla città – Sinch'alto
Rifulga il sol, lena ripiglia – Molto
Oltre l'usato in questa oscura notte
Senza arretrarci mai le vie calcammo
Anzi di trarci in questo loco – Antichi
Marmi qui stan – Siedi.
'''Edippo'''
Deh dove, o figlia,
Dove siam noi?</poem>
===''Frammenti di un romanzo autobiografico''===
Il mio cavallo andava di passo per la via dell'Apennino, e il mio cane mi seguitava.<br>
"Addio, addio beato paese ove la fortuna mi avea fatto obbliare per alcun poco le miserie dei mortali!" Il mio cavallo intanto si fermava perch'io potessi rivolgermi, e salutar da lontano i colli di Bologna, e la mia solitudine, e te, o Luigi, che forse parlavi secretamente di me.<br>
Il nominarmi era delitto. –<br>
E te e te... deliziosa fanciulla che allora, chi sa? non ti accorgevi nemmeno più ch'io ti mancassi.
===''Notizia intorno a Didimo Chierico''===
Un nostro concittadino mi raccomandò, mentr'io militava fuori d'Italia, tre suoi manoscritti affinché se agli uomini dotti parevano meritevoli della stampa, io rimpatriando li pubblicassi. Esso andava pellegrinando per trovare un'università, ''dove'', diceva egli, ''s'imparasse a comporre libri utili per chi non è dotto, ed innocenti per chi non è per anche corrotto; da che tutte le scuole d'Italia gli parevano piene o di matematici, i quali standosi muti s'intendevano fra di loro; o di grammatici che ad alte grida insegnavano il bel parlare e non si lasciavano intendere ad anima nata; o di poeti che impazzavano a stordire chi non li udiva, e a dire il benvenuto a ogni nuovo padrone de' popoli, senza fare né piangere, né ridere il mondo; e però come fatui noiosi, furono più giustamente d'ogni altro esiliati da Socrate, il quale'', secondo Didimo, ''era dotato di spirito profetico, specialmente per le cose che accadono all'età nostra''.
===''Ricciarda''===
<poem>'''Guido''' Fuggi! – Il mio duol col tuo periglio accresci.
'''Corrado''' Che dirò al signor mio, che lagrimando
Jer m'imponea di non tornarmi al campo
Senza di te? Sotto Salerno ei stesso
M'accompagnava; ei mi fu solo ajuto.
Al mio salir furtivo. Intorno al vallo
Chiuso nell'elmo, e fra nemici e l'ombre
Dubbioso errando, or ch'io ti parlo, aspetta
Il figliuol suo – Me misero! m'avanza
Poco omai della notte.</poem>
===''Saggi sopra il Petrarca''===
Benché il Petrarca siasi studiato di ricoprire d'un bel velo la figura di Amore, che greci e romani poeti ebbero vaghezza di rappresentar nudo; questo velo è sì trasparente, che lascia tuttavia scernere le stesse forme. La distinzione ideale tra i due Amori derivò primamente dalle differenti cerimonie con cui gli antichi prestavano culto alla ''Venere Celeste'', che presedeva a' casti amori delle zittelle e delle maritate, ed alla ''Venere Terrestre'', riconosciuta divinità tutelare delle galanterie delle donne più in voga a que' tempi.
===''Sulla lingua italiana''===
Nel dare principio alla serie de' discorsi intorno alla storia letteraria ed a' poeti d'Italia, giudico cosa necessaria, quantunque forse non dilettevole, di premettere l'opinione mia su l'origine della poesia fra gli uomini.<br>
Tutti i ragionamenti su la poesia in generale, e quindi tutti i giudizj intorno alle qualità ed ai gradi di merito di ogni poeta di tutte le età, e gl'infiniti canoni e teorie degli antichi retori e de' moderni metafisici si sono sempre fondate su l'osservazione, «che l'uomo è animale essenzialmente imitatore, e l'origine della poesia manifestamente ed unicamente ritrovasi nella naturale tendenza che l'uomo ha di riprodurre ogni cosa per mezzo d'imitazioni.» Da questa osservazione, che realmente trovasi in [[Aristotele|Aristotile]], sgorgò la conseguenza che gli fu attribuita, e commentata in mille volumi, «che la poesia non è che imitazione della natura, e che i poeti eccellenti sono soltanto quelli da' quali la natura è fedelmente imitata.»
== Citazioni su Ugo Foscolo ==
*A lui che abbiamo veduto pensare che la giustizia sia la sanzione della forza, la coscienza insegnava che la giustizia è nulla senza l'equità. A lui che pensava che la virtù è una forma di larvato egoismo, la coscienza imponeva di guardare alla virtù con altro occhio che di scettico: contraddizione magnanima, nella quale cadde anche il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]. ([[Eugenio Donadoni]])
*Ben era quel [[Giuseppe Parini|Parini]] che richiesto di gridare Viva la Repubblica e muoiono i tiranni rispose: – Viva la Repubblica e morte a nessuno! Ben era quel Foscolo che diede l'ultima pennellata al suo ritratto dicendo: – Morte sol mi darà pace e riposo. ([[Ippolito Nievo]])
*Foscolo non era certo un bell'uomo. Di mezzana statura, col naso schiacciato, con chioma scapigliata, più rossa che bionda; ma due occhi fulminanti tradivano il di lui ingegno. Egli aveva al suo servizio tre sorelle che non erano certo le tre grazie, e un segretario. Scriveva molto, e posta giù una frase, la dava da copiare al segretario; questi gliela portava copiata; egli la correggeva e la dava da copiare di nuovo. Questa giuoco veniva più volte ripetuto; tanta era la sua incontentabilità, il suo ideale di perfezione. ([[Giovanni Arrivabene]])
*[[Giovanni Pascoli]] rimarrà per gli Italiani il grande lirico delle intime tombe familiari, come Ugo Foscolo è il grande cantore delle tombe che la Nazione conserva ai suoi figli immortali.<br>Per questi nostri due sommi vati si completa la Italiana Lirica dei Sepolcri! ([[Guglielmina Ronconi]])
*Il signor Foscolo ha scritto un buon carme, ma non mi negherai che sia il più faticoso della letteratura italiana. Mi sembra, quando leggo un suo endecasillabo, di dar la scalata a una montagna. ([[Leo Ferrero]])
*Il sorriso ironico di Didimo {{NDR|traduzione foscoliana del ''Viaggio sentimentale'' di [[Laurence Sterne]]}} giunge a proporre in una diversa prospettiva le antiche passioni del 'liber'uomo'. ([[Camillo Boito]])
*Nel Foscolo è visibilissima quell'aria di irrequieto dolore, quel desiderio di pace e di oblio, che fu sì comune agli uomini e agli scrittori della generazione romantica, e che trovò forse la sua espressione artistica più intiera nel Renato di [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]]. Questo lettore di [[Plutarco]], questo che più volte si professa stoico, quando si scopre senza posa a sé e agli amici è un ammalato dei mali profondi delle età di transizione: non molto dissimile in ciò dal [[Francesco Petrarca|Petrarca]], di cui perciò comprese così bene gli spiriti. ([[Eugenio Donadoni]])
*''Questi è il rosso di pel, Foscolo detto | sì falso che falsò fino sé stesso | quando in Ugo cambiò ser Nicoletto. | Guarda la borsa se ti vien appresso''.<ref>Questa quartina fu scritta dal Monti in risposta al distico dedicatogli dal Foscolo. L'ultimo verso è un riferimento alla passione del Foscolo per il gioco, nel quale egli perdeva regolarmente forti somme.</ref> ([[Vincenzo Monti]])
*[[Santorre di Santa Rosa|Santarosa]]! quale contrasto fra questi due uomini {{NDR|entrambi esuli in Inghilterra}}! L'uno {{NDR|Ugo Foscolo}}, tutto immaginazione, oserei quasi dire tutto violenza; l'altro, uomo religioso, idolatra della sua famiglia, dalla quale non sapeva tollerare la separazione. [...].<br>Entrambi questi due nomini perirono prematuramente con danno dell'Italia. L'uno abbandonato solo in un villaggio d'Inghilterra, l'altro combattendo in Grecia contro i Turchi. Ma le ceneri del Foscolo furono tardamente sì, ma trionfalmente portate in Italia, e giacciono nell'onorata sepoltura di Santa Croce in Firenze. La salma di Santarosa, insepolta con quella di oscuri combattenti, divenne preda dei lupi e degli avvoltoi. ([[Giovanni Arrivabene]])
*Ugo Foscolo, italiano per eccellenza, e d'ingegno singolare, balestrato dall'invidia dei contemporanei, addolorato dal vedere irreparabilmente caduto il regno italico, deludendo schernevolmente il bicipite augello, esulò, rifugiandosi nella costituzionale [[Inghilterra]]: colà il bisogno gli acuì potentemente l'ingegno, e scrisse con magistero sui nostri classici quasi in addolcimento delle proprie politiche amarezze. ([[Giansante Varrini]])
==Note==
<references/>
== Bibliografia ==
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Ajace]'', in "Ugo Foscolo, Opere", Einaudi-Gallimard, 1994. ISBN 884460017X
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Dell'origine e dell'ufficio della letteratura. Orazione]'', in "Lezioni, articoli di critica e di polemica" di Ugo Foscolo, Edizione nazionale, vol. VII, Le Monnier, Firenze, 1967.
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Edippo]'', a cura di Mario Scotti, Rizzoli Editore, Milano, 1983.
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Frammenti di un romanzo autobiografico]'', Istituto Editoriale Italiano, Milano, 1914.
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Le Grazie]'', Ugo Mursia editore, Milano, 1967.
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Notizia intorno a Didimo Chierico]'', in "Opere" di Ugo Foscolo, Firenze, Le Monnier.
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Ricciarda]'', in "Edizione Nazionale delle opere di Ugo Foscolo", vol II, a cura di Guido Bezzola, Firenze, Felice Le Monnier, 1961.
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Saggi sopra il Petrarca pubblicati in inglese da Ugo Foscolo e tradotti in italiano da Cammillo Ugoni]'', a cura di Giovanni Papini, R. Carabba Editore, Lanciano, 1928.
*Ugo Foscolo, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/foscolo/index.htm Sulla lingua italiana. Discorsi sei]'', tratto da "Prose", Istituto Editoriale Italiano, Milano, 1914.
*Ugo Foscolo, ''Ultime lettere di Jacopo Ortis'' (1802), a cura di Giovanna Ioli, Einaudi, Torino, 2004. ISBN 8806177117
*F.S. Orlandini e E. Mayer, ''Opere edite e postume di Ugo Foscolo. Epistolario'', Firenze, Felice Le Monnier, 1854.
*Laurence Sterne, ''Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia'' (''A sentimental journey through France and Italy''), traduzione di Didimo Chierico (Ugo Foscolo), a cura di Giulio Caprin, BMM, Arnoldo Mondadori Editore, 1952.
==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|A Napoleone Bonaparte liberatore||(1797)}}
{{Pedia|A Zacinto}}
{{Pedia|Aiace (Foscolo)|''Ajace''}}
{{Pedia|Dei sepolcri||(1806-1807)}}
{{Pedia|Le Grazie (Foscolo)|''Le Grazie''}}
{{Pedia|Ricciarda (Foscolo)|''Ricciarda''}}
{{Pedia|Ultime lettere di Jacopo Ortis||(1801)}}
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Martirio
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[[Immagine:Menologion of Basil 002.jpg|thumb|upright=1.2|Il martirio di [[Filippo apostolo]]]]
Citazioni sui '''martiri''' e sul '''martirio'''.
*''Debitricem martyrii fidem'', ripeté Dorsenne, "veramente carino. E," aggiunse a bassa voce "voi avete maltrattato duramente i dilettanti e gli scettici tutto il tempo. Ma pensate che ci sarebbe uno di loro che rifiuterebbe il martirio se potesse avere nello stesso tempo la fede?…". Mai Montfanon aveva udito il giovane uomo pronunciare una simile frase con un simile accento. ([[Paul Bourget]])
*E se il martirio non basta a conferire alla vittima le dimensioni del titano, basta però ad attribuire i connotati dell'aguzzino a chi lo inflisse. ([[Indro Montanelli e Roberto Gervaso]])
*Gli uomini rifiutano i profeti e li uccidono. Ma adorano i martiri e onorano coloro che hanno ucciso. ([[I fratelli Karamàzov|Fëdor Dostoevskij, ''I fratelli Karamàzov'']])
*I martiri creano la fede, ma la fede non crea martiri. ([[Miguel de Unamuno]])
*I martiri non costruiscono le chiese, bensì sono punti di riferimento oppure un alibi. Sono seguiti da preti e da bigotti. ([[Albert Camus]])
*Il martire, adunque, vuole, pienamente, il martirio: l'accettazione del sacrificio è opera sua. Tuttavia questa volontà di martirio che s'afferma nella complessità dei motivi e delle condizioni, profondamente entusiastica, trova pur sempre, in una superiore legge della «misura» — che domina tutto l'organismo dell'etica cristiana — il suo correttivo e, quindi, la sua sublimazione.<br>Anche la «volontà di martirio» — che pure è volontà di amore — va soggetta al travaglio del distacco, alla durezza dell'abnegazione, affinchè non la contamini ombra di desiderio impuro: neanche volontà di martirio deve degenerare in voluttà di morte! e «volere» si può, il martirio, «cercare» non si deve; desiderare, si possono, gli splendori della via eroica, non eleggere a se stessi, siccome disposizione di arbitrio. ([[Egilberto Martire]])
*Il martire, in effetti, è il più genuino testimone della verità sull'esistenza. Egli sa di avere trovato nell'incontro con Gesù Cristo la verità sulla sua vita e niente e nessuno potrà mai strappargli questa certezza. Né la sofferenza né la morte violenta lo potranno fare recedere dall'adesione alla verità che ha scoperto nell'incontro con Cristo. Ecco perché fino ad oggi la testimonianza dei martiri affascina, genera consenso, trova ascolto e viene seguita. Questa è la ragione per cui ci si fida della loro parola: si scopre in essi l'evidenza di un amore che non ha bisogno di lunghe argomentazioni per essere convincente, dal momento che parla ad ognuno di ciò che egli nel profondo già percepisce come vero e ricercato da tanto tempo. Il martire, insomma, provoca in noi una profonda fiducia, perché dice ciò che noi già sentiamo e rende evidente ciò che anche noi vorremmo trovare la forza di esprimere. ([[Giovanni Paolo II]])
*Il martirio è l'unico mezzo con il quale un uomo può diventare famoso senza abilità. ([[George Bernard Shaw]])
*Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare, ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, che il mio sangue sia un seme di libertà e il segno che la speranza sarà presto realtà. ([[Óscar Romero]])
*Il martirio è una grazia, solamente il Signore può darcela, ed è una grazia cui ci si prepara giorno dopo giorno facendo dono nelle circostanze ordinarie o straordinarie della nostra vita. ([[Pietro Parolin]])
*Il martirio non è mai una sconfitta; il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi dobbiamo dare. ([[Papa Francesco]])
*Il sangue dei martiri è il seme della Chiesa. ([[Tertulliano]])
*Il valore d'un sacrificio non è provato dalla causa che vi sta dietro. Migliaia di persone hanno rinunciato alla propria vita con altrettanto coraggio di [[Gesù]], per cause infinitamente meno elevate e luminose. Tutti i martiri, in verità, credono di riuscire a scuotere il mondo, anche se nessun altro vi riuscì come lui. ([[Henry Louis Mencken]])
*In tutti i tempi e tutti i paesi, soprattutto se sono divisi in materia di religione, ci saranno fanatici che non chiedono di meglio che diventare martiri. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas padre]])
*I redattori del libro dei Maccabei costruiscono i primi martiri del Partito Nazionalista Giudaico, cioè quegli eroi di cui tutti i movimenti rivoluzionari basati sulla violenza hanno bisogno per tenere viva la fede nella massa dei seguaci. Non c'è sistema migliore per inculcare un'ideologia ad un popolo che quella di metter in bocca ai martiri l'apologia della fede per la quale vengono torturati e uccisi. ([[Luigi Cascioli]])
*La pace e della concordia hanno precedenza sul martirio. ([[Papa Liberio]])
*"Non conosco nessuna professione" obiettò Syme "per essere abilitati alla quale basti la volontà". <br /> "Io sì: il martirio." ([[Gilbert Keith Chesterton]])
*Ogni essere che muore è un martire, un testimone dei limiti di questa realtà, è uno che ne ha sofferto. ([[Aldo Capitini]])
*Pensa che devi morire martire, spogliato di tutto, steso per terra, nudo, irriconoscibile, coperto di sangue e ferite, violentemente e dolorosamente ucciso e desidera che questo avvenga subito. ([[Charles de Foucauld]])
*''Perché a Dio i martiri | non gli hanno fatto mai cambiar giudizio.'' ([[Giorgio Gaber]])
*Preghiamo e veneriamo le reliquie dei martiri e dei confessori al fine di adorare colui di cui essi sono testimoni è confessori. ([[Papa Giovanni XV]])
*Se questo è ciò in cui crede, le conferiamo un dono raro, di questi tempi: una morte da martire. Non solo avrà la vita eterna, ma siederà con i santi fra gli eletti. Venga. È ora di presentarsi all'appuntamento con l'uomo di paglia. (''[[The Wicker Man]]'')
*''Tutti gli eroi valgon meno di un solo martire''. ([[Teresa di Lisieux]])
*Un martire non si trova, signor Vollmer, un martire lo si sceglie. Si sceglie l'elemento meno valido e se ne fa un simbolo. Lo si avvolge nella bandiera e si fa in modo che la sua morte serva alla causa. Trovi un uomo che non valga niente da vivo, ma che possa servire da morto! (''[[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (quarta stagione)|Ai confini della realtà]]'')
==Voci correlate==
*[[Fede]]
*[[Profeta|Profeti]]
*[[Santi]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Concetti del cristianesimo]]
[[Categoria:Religione e morte]]
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Ludwig van Beethoven
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[[Immagine:Beethoven_wiki.jpg|thumb|Ludwig van Beethoven]]
'''Ludwig van Beethoven''' (1770 – 1827), compositore tedesco.
==Citazioni di Ludwig van Beethoven==
*[[Händel]] è il più grande compositore mai vissuto... mi scopro il capo e mi inginocchio davanti alla sua tomba.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 86. ISBN 9788858022894</ref>
:''Händel ist der größte Komponist, der je lebte. Ich würde meine Kopfbedeckung abnehmen und auf seinem Grab knien''.<ref>Citato in Friedrich Kerst (trad. di Henry Edward Krehbiel), ''Beethoven, the Man and the Artist, as Revealed in his own Words'', 1964, p. 54.</ref>
*Il [[potere]] che è uno può tutto contro la maggioranza che non lo è.<ref>Citato in [[Luigi Magnani]], ''Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione'', Laterza, 1970, p. 38.</ref>
*Io non scrivo ciò che preferirei scrivere, scrivo per il denaro di cui ho bisogno. Ma non è detto che scriva solo per denaro, così spero di scrivere infine ciò che per me e per l'arte è la cosa più grande: il [[Johann_Wolfgang_von_Goethe#Faust|Faust]].<ref>Da ''Quaderni di conversazione''.</ref>
*L'arte, che è sacra non dovrebbe mai lasciarsi disonorare sino alla [[follia]] d'un così scandaloso soggetto. Io non sarei mai stato capace di musicare un libretto come quelli su cui [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] ha potuto lavorare. Non potrei comporre opere come il ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' e il ''Figaro'': ho un'avversione per questo genere. Non avrei potuto scegliere soggetti simili: sono troppo leggeri per me.<ref>Citato in [[Clemente Fusero]], ''Mozart'', SEI, Torino, 1947.</ref>
*La [[musica]] è come un sogno, che non riesco a sentire.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 156. ISBN 9788858022894</ref>
*La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. Ogni [[elettricità|elemento elettrico]] eccita lo spirito a fluide effuse creazioni musicali. Il mio temperamento è elettrico.<ref>Rivolto a [[Bettina Brentano]]; citato in [[Luigi Magnani]], ''Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione'', Laterza, 1970, p. 228.</ref>
*{{NDR|Su [[Johann Sebastian Bach|Bach]]}} Non "ruscello" <nowiki>[</nowiki>Bach in tedesco<nowiki>]</nowiki> ma "mare" dovrebbe essere chiamato, per la sua infinita, inesauribile ricchezza di combinazioni tonali e armonie.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 101. ISBN 9788858022894</ref>
:''Nicht Bach, sondern Meer sollte er heissen''.
*Quando apro gli occhi, son costretto a sospirare, perché ciò che vedo contrasta colla mia religione, e son forzato a sprezzare il mondo che non avverte che come la musica sia una rivelazione superiore ad ogni sapienza e filosofia: essa è il vino che dà l'estro a nuove creazioni, ed io sono il Bacco che spreme per gli uomini questo mirabile vino e li inebria nello spirito. Che se in seguito tornano in sé, vuol dire ch'essi hanno fatto di tutto per afferrare quanto li aiuti al regime secco… Io non ho amici, debbo vivere solo con me; ma so con certezza che Dio nella mia arte è più vicino a me che non agli altri uomini; io lo pratico senza paura, ché l'ho sempre riconosciuto e compreso. Né mi preoccupo della mia musica, ché non può avere una brutta sorte. Chi la comprende, deve necessariamente liberarsi da tutte le miserie, che gli altri trascinano con sé…<ref>Citato in una lettera di Bettina Brentano von Arnim a [[Johann Wolfgang von Goethe]], 28 maggio 1810, in Bettina Brentano von Arnim, ''Carteggio di Goethe con una bimba'', traduzione di Giovanni Necco, Treves, Milano, 2932; citato in Aa. Vv., ''Romanticismo e musica. L'estetica musicale da Kant a Nietzsche'', a cura di Giovanni Guanti, EDT, Torino, 1981, pp. 151-152. ISBN 8870630161</ref>
*Si dice che l'arte è lunga e breve la vita: Ma lunga è la vita e breve l'arte. E se il suo soffio ci eleva fino agli dèi – Non è che per un istante.<ref>Citato in [[Luigi Magnani]], ''Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione'', Laterza, 1970, p. 103.</ref>
*Suonare una nota sbagliata è insignificante. Suonare senza passione è imperdonabile.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 161. ISBN 9788858022894</ref>
===''Autobiografia di un genio''===
*Il Cielo solo sa che cosa avverrà di me. ''Vering mi dice che l'udito migliorerà certamente anche se la sordità non potrà essere guarita del tutto.'' — Più volte già ho maledetto il Creatore e la mia esistenza. ''[[Plutarco]]'' mi ha indicato ''la strada della rassegnazione''. Voglio, se è possibile, lanciare una sfida alla mia sorte, anche se, finché vivrò, vi saranno dei momenti nei quali mi sentirò la più infelice fra le creature di Dio.<ref>Dalla lettera a Franz Gerhard Wegeler, Vienna, 29 giugno 1801.</ref> (p. 33)
*L'amore esige tutto e ben a ragione.<ref>Da una lettera del 6 luglio 1812.</ref> (p. 66)
*Noi esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la ''gioia attraverso la sofferenza''.<ref>Dalla lettera alla contessa Anna Marie Erdödy, Vienna, 19 ottobre 1815.</ref> (p. 74)
==Citazioni su Ludwig van Beethoven==
*Beethoven: che lo si incontri da soli o in diecimila, non si può far finta di non vederlo. ([[Luca Goldoni]])
*Beethoven è la retorica della nostra anima, [[Richard Wagner|Wagner]] è la sua sensibilità, [[Robert Schumann|Schumann]] forse il suo pensiero: [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] è di più, è la forma. ([[Hugo von Hofmannsthal]])
*Beethoven era talmente sordo che, per tutta la vita, ha creduto di essere un pittore. ([[François Cavanna]])
*Beethoven occupa, nella storia del pianoforte, il medesimo altissimo posto che egli copre in quella del sinfonismo. Fu pianista di raro valore e ne fanno fede le numerose testimonianze dei suoi contemporanei: Beethoven suonava (disse Ries) «come una forza della natura». Non si ammirava in lui nessun sfoggio di bravura tecnica, nessuna virtuosità vanitosa e fine a se stessa, ma si era interamente presi da quel suonare così espressivo e grandioso. ([[Alfredo Casella]])
*{{maiuscoletto|Beethoven}} parla come se tutti fossero sordi. Annuncia, svolge, varia, ripete (all'infinito). Quando si pensa che abbia terminato, e si sta per tirare un sospiro di sollievo, ricomincia. Indugia troppo, anche nei suoi paradisi. ([[Umberto Saba]])
*''Beethoven'', profondamente immerso in te stesso, ascoltavi e percepivi, tu, sordo, i rumori del mondo intero: Il concerto della tempesta, il concerto della quiete, il concerto dei lamenti, il concerto delle risate! E semplicemente li hai riprodotti, come le montagne l'eco – – –. È nata così la musica del mondo. ([[Peter Altenberg]])
*Ciò che può sembrare più simile alle fasi monotone di un amore, sono le infaticabili e sublimi tiritere dei quartetti di Beethoven. ([[Marguerite Yourcenar]])
*È la sinfonia fatta uomo. Tutto tra le sue mani diventò sinfonia. La ultramonodica canna dell'antico pastore per lui si sarebbe fatta orchestra. ([[Massimo Bontempelli]])
*Egli può fare tutto ma noi non possiamo ancora comprendere ogni cosa, e molta acqua dovrà scorrere sotto il ponte del Danubio prima che sia compreso appieno ciò che quest'uomo ha scritto. ([[Franz Schubert]])
*I giovani hanno scoperto Beethoven soltanto adesso, perché prima non gliene hanno lasciato il tempo: dai [[The Beatles|Beatles]] ai [[Rolling Stones]], da [[Elvis Presley]] a [[Elton John]], a cento altri idoli, l'industria dell'imballaggio musicale non ha dato ai ragazzi un attimo di respiro. Ma è bastato, anni fa, un successo cinematografico, L'''arancia meccanica'', è bastato un abile regista ([[Stanley Kubrick|Stanley Kubrik]]) che ha riciclato Beethoven in accordi elettronici e il gioco è riuscito. ([[Luca Goldoni]])
*Il [[fato]] (o che altro è) gode a produrre un grande talento e a renderlo poi vano. Beethoven diventò sordo. Uno scherzo meschino, ai nostri occhi: la beffa di un idiota malevolo. ([[Clive Staples Lewis]])
*Il moralismo di Beethoven in musica: è l'eterno inno di lode a [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], agli antichi francesi e a [[Friedrich Schiller|Schiller]]. ([[Friedrich Nietzsche]])
*L'ultima (e bellissima) novità è che i giovani, toh, si sono accorti di Beethoven. ([[Luca Goldoni]])
*La nostra epoca talvolta è riuscita a stravolgere e a estraniare il significato dei più noti capolavori di Beethoven, ma basterebbe ascoltare con animo vergine la «Grande Fuga» op. 133 per quartetto d'archi per domandarsi stupiti come si sia potuto ancora scrivere della musica. [[Igor Stravinsky|Stravinsky]] afferma che «se la musica [della Grande Musica] fosse riuscita a penetrare nella coscienza del suo tempo la Musica moderna avrebbe perso, molto prima, parte del suo mordente, e ora dove saremmo?». Beethoven infatti non solo anticipa [[Robert Schumann|Schumann]], [[Fryderyk Chopin|Chopin]], [[Franz Liszt|Liszt]], ma una musica che ancora deve essere scritta. ([[Gianfranco Maselli]])
*La tua musica: avrebbe dovuto avvolgere il mondo; non noi. Ti avrebbero costruito un pianoforte nella Tebaide; e un angelo ti avrebbe condotto dinanzi allo strumento solitario, attraverso le catene di montagne desertiche in cui riposano re ed etere e anacoreti. E si sarebbe di nuovo slanciato in alto, via, timoroso che tu cominciassi. E allora saresti fluito, o Scorrente, non udito da alcuno; per restituire all'universo ciò che solo l'universo sopporta. I beduini sarebbero fuggiti superstiziosi, lontano; ma i mercanti si sarebbero gettati a terra al limitare della tua musica, come se fossi tu la tempesta. Solo qualche leone si sarebbe aggirato intorno a te, la notte, atterrito di sé, minacciato dal suo sangue eccitato.<br>Chi potrà ora sottrarti a orecchie che sono avide? Chi caccerà dalle sale della musica i venali con il loro sterile udito che fornica ma non genera mai? sprizza un seme raggiante, e giocano con esso come puttane, o cade come il seme di Onan fra tutti mentre giacciono nei loro piaceri incompiuti.<br>Ma, o sovrano, se un udito vergineo giacesse con il tuo suono: morirebbe di beatitudine o concepirebbe l'infinito e il suo cervello fecondato dovrebbe scoppiare nel parto sonoro. ([[Rainer Maria Rilke]])
*Le sonate di Beethoven c'inalzano nel regno indefinito del pensiero, agitato da occulte potenze, popolato di esseri sovrumani che parlano un linguaggio di vaticini superbi e di ricordanze sublimi. ([[Mario Rapisardi]])
*Nessun compositore prima di Beethoven ha mai ignorato le capacità degli esecutori e del pubblico in modo così ostinato. ([[Charles Rosen]])
*Per Beethoven e il più umile cantante di musica popolare non c'è differenza di genere, ma solo di grado. ([[Ralph Vaughan Williams]])
*Per me Beethoven è troppo drammatico, troppo personale. ([[Albert Einstein]])
*Per me ciò che definisce Beethoven è la sua ribellione alle regole, il suo spirito indipendente, quello strano modo di essere romantico, ma anche il suo genio nel trasformare qualcosa di semplice in qualcosa di davvero potente. Voglio ascoltarlo per sempre, così quella musica, quella melodia mi resteranno nel cuore, in eterno. ([[Yuja Wang]])
*[[Robert Schumann|Schumann]] rappresenta il predominio dell'espressività, della fantasia sul rigore della forma; in [[Johannes Brahms|Brahms]] la forma domina sulla fantasia e sull'espressione; solo in Beethoven c'è l'equilibrio perfetto. ([[Gianluca Cascioli]])
*{{NDR|Sui quartetti di Beethoven}} Si trovano... al limite estremo di tutto ciò che è stato raggiunto finora dall'arte e dalla fantasia umana. ([[Robert Schumann]])
*Tutti ricordiamo l'episodio della vita di Beethoven, quando un amico gli fece obiezione per l'impiego delle quinte consecutive in una delle sue sinfonie. Beethoven rispose: «E con ciò?». L'amico replicò: «Ma le quinte non sono permesse». Beethoven ruggì: «Io le permetto». Proprio questa spontaneità di Beethoven, questa schiettezza cioè verso se stesso a scorno delle regole accademiche, ha con altre sue qualità dato alla musica da lui composta un valore così duraturo. questa "durata" è importante elemento in tutta la musica. ([[Leopold Stokowski]])
===''[[Arancia meccanica]]''===
*Era stata una magnifica serata e, per un finale perfetto, quel che ci voleva era un tocco del gran Ludovico Van.
*— {{NDR|Durante la cura di Ludovico}} Stop basta vi prego vi supplico! È un Delitto! È un Delitto! Delitto, delitto, DELITTO!<br />— "Delitto"?! Che cosa sarebbe "delitto"?<br />— Quello! Usare Ludovico Van così, lui non ha mai fatto male a nessuno! Beethoven ha solo scritto musica!<br />— Sta per caso alludendo alla musica di fondo?<br />— Sì!<br />— Conosceva Beethoven, prima?<br />— Sì!<br />— Lei si diletta di musica?<br />— SÌ!!!<br />— ... {{NDR|Rivolgendosi sottovoce alla Dottoressa Branon}} Niente da fare. È l'elemento punitivo immagino. Chissà quanti saranno contenti. {{NDR|Rivolgendosi ad Alex}} Mi spiace Alex! È per il suo bene! Dovrà avere un po' di pazienza!<br />— ...Non è giusto! Non è giusto che mi venga nausea quando sento il dolce dolce Ludovico Van!
===[[Caparezza]]===
*''Da grande suonerò la Pastorale | ora sul piano resto curvo come un pastorale, | mio padre è d'umore un po' grigio, mi vuole prodigio | ma sono solo un bambino e c'è rimasto male.''<ref name=scelta>Il brano racconta le storie di Ludwig van Beethoven e [[Mark Hollis]] (i cui nomi nel testo vengono italianizzati rispettivamente in Ludovico e Marco), musicisti che hanno compiuto scelte di vita opposte: il primo si è dedicato alla musica fino alla morte, mentre il secondo ha preferito ritirarsi a vita privata dopo il successo.</ref>
*''Sono Ludovico, culto, mito, | donne mi scansano come avessi avuto il tifo, | troppi affanni, a trent'anni ho perduto udito: | tu mi parli e mi pari un fottuto mimo. | Se la mettiamo su questo piano la mia vita, | ha senso se la mettiamo su questo piano.''<ref name=scelta/>
*''Scrivo mille lettere, faccio rumore, | lotto col silenzio ma ce la farò, | tengo la mia musica, lascio l'amore, | io sarò immortale, la mia amata no.''<ref name=scelta/>
===[[Giuseppe Vannicola]]===
*Beethoven è l'uomo del silenzio. L'uomo che la parola può appena avvicinare; l'uomo che, avviluppato di silenzio, ispira e comanda il silenzio; l'uomo per cui il silenzio è atmosfera musicale.
*Beethoven è noi, sintesi di tutti gli sviluppi storici secolari della nostra storia, di tutte le raffigurazioni del nostro senso, di tutti gl'incitamenti perenni del pensiero e del sentimento, di tutte le rivelazioni trascendenti dell'Ideale, di tutti i misteri inviolati dall'essere nostro. Beethoven è noi, alfa e omega, labaro e viatico, sogno e luce, realtà e mistero, fonte e custodia di tutto quanto noi, nascendo, ereditiamo nella vita e noi, morendo, raccomandiamo alla vita.
*Il dolore è come il sinonimo del nome di Beethoven. Il dolore ch'egli esprime e il nome che esprime la sua individualità sono inseparabili. Il dolore beethoveniano è d'una solennità smisurata: una profusione di lagrime che somiglia all'oceano: il mare e il cielo si toccano all'orizzonte senza confondersi. Come l'oceano il dolore beethoveniano riempie gli sguardi senza stancarsi e sfugge alla monotonia per la sua stessa grandiosità. [...] Quel che nasce dal dolore beethoveniano è l'inno alla gioia della IX sinfonia. Il dolore beethoveniano è edificante, è un dolore che costruisce.
*La Musica di Beethoven è, nell'ordine intellettuale, quel che è la speranza nell'ordine morale: un Presentimento e un Ricordo. Perciò la sua forma è Preghiera.
==Opere==
*''[[Quartetti per archi n. 7-9 (Beethoven)|Quartetti per archi n. 7-9]]''
*''[[Sinfonia n. 5 (Beethoven)|Sinfonia n. 5]]''
*''[[Sinfonia n. 6 (Beethoven)|Sinfonia n. 6]]''
*''[[Sinfonia n. 7 (Beethoven)|Sinfonia n. 7]]''
*''[[Sinfonia n. 9 (Beethoven)|Sinfonia n. 9]]''
*''[[Sonata per pianoforte n. 29 (Beethoven)|Sonata per pianoforte n. 29]]''
*''[[Sonata per pianoforte n. 32 (Beethoven)|Sonata per pianoforte n. 32]]''
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Ludwig van Beethoven, ''Autobiografia di un genio. Lettere, pensieri, diari'', a cura di Michele Porzio, Mondadori, 2001. ISBN 88-04-47878-0
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Beethoven, Ludwing van}}
[[Categoria:Compositori tedeschi]]
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[[Immagine:Beethoven_wiki.jpg|thumb|Ludwig van Beethoven]]
'''Ludwig van Beethoven''' (1770 – 1827), compositore tedesco.
==Citazioni di Ludwig van Beethoven==
*[[Händel]] è il più grande compositore mai vissuto... mi scopro il capo e mi inginocchio davanti alla sua tomba.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 86. ISBN 9788858022894</ref>
:''Händel ist der größte Komponist, der je lebte. Ich würde meine Kopfbedeckung abnehmen und auf seinem Grab knien''.<ref>Citato in Friedrich Kerst (trad. di Henry Edward Krehbiel), ''Beethoven, the Man and the Artist, as Revealed in his own Words'', 1964, p. 54.</ref>
*Il mio ''[[Fidelio]]'' non è stato compreso dal pubblico... io so che la sinfonia è il mio elemento naturale. Quando sento qualcosa in me è sempre la grande orchestra.<ref>Da una lettera a Ignaz von Seyfried; citato in Ferdinando Ballo, ''A proposito di un'edizione fonografica del "Fidelio"'', ''L'Approdo Musicale'', n. 6, aprile-giugno 1959, p. 118.</ref>
*Il [[potere]] che è uno può tutto contro la maggioranza che non lo è.<ref>Citato in [[Luigi Magnani]], ''Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione'', Laterza, 1970, p. 38.</ref>
*Io non scrivo ciò che preferirei scrivere, scrivo per il denaro di cui ho bisogno. Ma non è detto che scriva solo per denaro, così spero di scrivere infine ciò che per me e per l'arte è la cosa più grande: il [[Johann_Wolfgang_von_Goethe#Faust|Faust]].<ref>Da ''Quaderni di conversazione''.</ref>
*L'arte, che è sacra non dovrebbe mai lasciarsi disonorare sino alla [[follia]] d'un così scandaloso soggetto. Io non sarei mai stato capace di musicare un libretto come quelli su cui [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] ha potuto lavorare. Non potrei comporre opere come il ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' e il ''Figaro'': ho un'avversione per questo genere. Non avrei potuto scegliere soggetti simili: sono troppo leggeri per me.<ref>Citato in [[Clemente Fusero]], ''Mozart'', SEI, Torino, 1947.</ref>
*La [[musica]] è come un sogno, che non riesco a sentire.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 156. ISBN 9788858022894</ref>
*La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. Ogni [[elettricità|elemento elettrico]] eccita lo spirito a fluide effuse creazioni musicali. Il mio temperamento è elettrico.<ref>Rivolto a [[Bettina Brentano]]; citato in [[Luigi Magnani]], ''Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione'', Laterza, 1970, p. 228.</ref>
*{{NDR|Su [[Johann Sebastian Bach|Bach]]}} Non "ruscello" <nowiki>[</nowiki>Bach in tedesco<nowiki>]</nowiki> ma "mare" dovrebbe essere chiamato, per la sua infinita, inesauribile ricchezza di combinazioni tonali e armonie.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 101. ISBN 9788858022894</ref>
:''Nicht Bach, sondern Meer sollte er heissen''.
*Quando apro gli occhi, son costretto a sospirare, perché ciò che vedo contrasta colla mia religione, e son forzato a sprezzare il mondo che non avverte che come la musica sia una rivelazione superiore ad ogni sapienza e filosofia: essa è il vino che dà l'estro a nuove creazioni, ed io sono il Bacco che spreme per gli uomini questo mirabile vino e li inebria nello spirito. Che se in seguito tornano in sé, vuol dire ch'essi hanno fatto di tutto per afferrare quanto li aiuti al regime secco… Io non ho amici, debbo vivere solo con me; ma so con certezza che Dio nella mia arte è più vicino a me che non agli altri uomini; io lo pratico senza paura, ché l'ho sempre riconosciuto e compreso. Né mi preoccupo della mia musica, ché non può avere una brutta sorte. Chi la comprende, deve necessariamente liberarsi da tutte le miserie, che gli altri trascinano con sé…<ref>Citato in una lettera di Bettina Brentano von Arnim a [[Johann Wolfgang von Goethe]], 28 maggio 1810, in Bettina Brentano von Arnim, ''Carteggio di Goethe con una bimba'', traduzione di Giovanni Necco, Treves, Milano, 1932; citato in Aa. Vv., ''Romanticismo e musica. L'estetica musicale da Kant a Nietzsche'', a cura di Giovanni Guanti, EDT, Torino, 1981, pp. 151-152. ISBN 8870630161</ref>
*Si dice che l'arte è lunga e breve la vita: Ma lunga è la vita e breve l'arte. E se il suo soffio ci eleva fino agli dèi – Non è che per un istante.<ref>Citato in [[Luigi Magnani]], ''Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione'', Laterza, 1970, p. 103.</ref>
*Suonare una nota sbagliata è insignificante. Suonare senza passione è imperdonabile.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 161. ISBN 9788858022894</ref>
===''Autobiografia di un genio''===
*Il Cielo solo sa che cosa avverrà di me. ''Vering mi dice che l'udito migliorerà certamente anche se la sordità non potrà essere guarita del tutto.'' — Più volte già ho maledetto il Creatore e la mia esistenza. ''[[Plutarco]]'' mi ha indicato ''la strada della rassegnazione''. Voglio, se è possibile, lanciare una sfida alla mia sorte, anche se, finché vivrò, vi saranno dei momenti nei quali mi sentirò la più infelice fra le creature di Dio.<ref>Dalla lettera a Franz Gerhard Wegeler, Vienna, 29 giugno 1801.</ref> (p. 33)
*L'amore esige tutto e ben a ragione.<ref>Da una lettera del 6 luglio 1812.</ref> (p. 66)
*Noi esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la ''gioia attraverso la sofferenza''.<ref>Dalla lettera alla contessa Anna Marie Erdödy, Vienna, 19 ottobre 1815.</ref> (p. 74)
==Citazioni su Ludwig van Beethoven==
*Beethoven: che lo si incontri da soli o in diecimila, non si può far finta di non vederlo. ([[Luca Goldoni]])
*Beethoven è la retorica della nostra anima, [[Richard Wagner|Wagner]] è la sua sensibilità, [[Robert Schumann|Schumann]] forse il suo pensiero: [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] è di più, è la forma. ([[Hugo von Hofmannsthal]])
*Beethoven era talmente sordo che, per tutta la vita, ha creduto di essere un pittore. ([[François Cavanna]])
*Beethoven occupa, nella storia del pianoforte, il medesimo altissimo posto che egli copre in quella del sinfonismo. Fu pianista di raro valore e ne fanno fede le numerose testimonianze dei suoi contemporanei: Beethoven suonava (disse Ries) «come una forza della natura». Non si ammirava in lui nessun sfoggio di bravura tecnica, nessuna virtuosità vanitosa e fine a se stessa, ma si era interamente presi da quel suonare così espressivo e grandioso. ([[Alfredo Casella]])
*{{maiuscoletto|Beethoven}} parla come se tutti fossero sordi. Annuncia, svolge, varia, ripete (all'infinito). Quando si pensa che abbia terminato, e si sta per tirare un sospiro di sollievo, ricomincia. Indugia troppo, anche nei suoi paradisi. ([[Umberto Saba]])
*''Beethoven'', profondamente immerso in te stesso, ascoltavi e percepivi, tu, sordo, i rumori del mondo intero: Il concerto della tempesta, il concerto della quiete, il concerto dei lamenti, il concerto delle risate! E semplicemente li hai riprodotti, come le montagne l'eco – – –. È nata così la musica del mondo. ([[Peter Altenberg]])
*Ciò che può sembrare più simile alle fasi monotone di un amore, sono le infaticabili e sublimi tiritere dei quartetti di Beethoven. ([[Marguerite Yourcenar]])
*È la sinfonia fatta uomo. Tutto tra le sue mani diventò sinfonia. La ultramonodica canna dell'antico pastore per lui si sarebbe fatta orchestra. ([[Massimo Bontempelli]])
*Egli può fare tutto ma noi non possiamo ancora comprendere ogni cosa, e molta acqua dovrà scorrere sotto il ponte del Danubio prima che sia compreso appieno ciò che quest'uomo ha scritto. ([[Franz Schubert]])
*I giovani hanno scoperto Beethoven soltanto adesso, perché prima non gliene hanno lasciato il tempo: dai [[The Beatles|Beatles]] ai [[Rolling Stones]], da [[Elvis Presley]] a [[Elton John]], a cento altri idoli, l'industria dell'imballaggio musicale non ha dato ai ragazzi un attimo di respiro. Ma è bastato, anni fa, un successo cinematografico, L'''arancia meccanica'', è bastato un abile regista ([[Stanley Kubrick|Stanley Kubrik]]) che ha riciclato Beethoven in accordi elettronici e il gioco è riuscito. ([[Luca Goldoni]])
*Il [[fato]] (o che altro è) gode a produrre un grande talento e a renderlo poi vano. Beethoven diventò sordo. Uno scherzo meschino, ai nostri occhi: la beffa di un idiota malevolo. ([[Clive Staples Lewis]])
*Il moralismo di Beethoven in musica: è l'eterno inno di lode a [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], agli antichi francesi e a [[Friedrich Schiller|Schiller]]. ([[Friedrich Nietzsche]])
*L'ultima (e bellissima) novità è che i giovani, toh, si sono accorti di Beethoven. ([[Luca Goldoni]])
*La nostra epoca talvolta è riuscita a stravolgere e a estraniare il significato dei più noti capolavori di Beethoven, ma basterebbe ascoltare con animo vergine la «Grande Fuga» op. 133 per quartetto d'archi per domandarsi stupiti come si sia potuto ancora scrivere della musica. [[Igor Stravinsky|Stravinsky]] afferma che «se la musica [della Grande Musica] fosse riuscita a penetrare nella coscienza del suo tempo la Musica moderna avrebbe perso, molto prima, parte del suo mordente, e ora dove saremmo?». Beethoven infatti non solo anticipa [[Robert Schumann|Schumann]], [[Fryderyk Chopin|Chopin]], [[Franz Liszt|Liszt]], ma una musica che ancora deve essere scritta. ([[Gianfranco Maselli]])
*La tua musica: avrebbe dovuto avvolgere il mondo; non noi. Ti avrebbero costruito un pianoforte nella Tebaide; e un angelo ti avrebbe condotto dinanzi allo strumento solitario, attraverso le catene di montagne desertiche in cui riposano re ed etere e anacoreti. E si sarebbe di nuovo slanciato in alto, via, timoroso che tu cominciassi. E allora saresti fluito, o Scorrente, non udito da alcuno; per restituire all'universo ciò che solo l'universo sopporta. I beduini sarebbero fuggiti superstiziosi, lontano; ma i mercanti si sarebbero gettati a terra al limitare della tua musica, come se fossi tu la tempesta. Solo qualche leone si sarebbe aggirato intorno a te, la notte, atterrito di sé, minacciato dal suo sangue eccitato.<br>Chi potrà ora sottrarti a orecchie che sono avide? Chi caccerà dalle sale della musica i venali con il loro sterile udito che fornica ma non genera mai? sprizza un seme raggiante, e giocano con esso come puttane, o cade come il seme di Onan fra tutti mentre giacciono nei loro piaceri incompiuti.<br>Ma, o sovrano, se un udito vergineo giacesse con il tuo suono: morirebbe di beatitudine o concepirebbe l'infinito e il suo cervello fecondato dovrebbe scoppiare nel parto sonoro. ([[Rainer Maria Rilke]])
*Le sonate di Beethoven c'inalzano nel regno indefinito del pensiero, agitato da occulte potenze, popolato di esseri sovrumani che parlano un linguaggio di vaticini superbi e di ricordanze sublimi. ([[Mario Rapisardi]])
*Nessun compositore prima di Beethoven ha mai ignorato le capacità degli esecutori e del pubblico in modo così ostinato. ([[Charles Rosen]])
*Per Beethoven e il più umile cantante di musica popolare non c'è differenza di genere, ma solo di grado. ([[Ralph Vaughan Williams]])
*Per me Beethoven è troppo drammatico, troppo personale. ([[Albert Einstein]])
*Per me ciò che definisce Beethoven è la sua ribellione alle regole, il suo spirito indipendente, quello strano modo di essere romantico, ma anche il suo genio nel trasformare qualcosa di semplice in qualcosa di davvero potente. Voglio ascoltarlo per sempre, così quella musica, quella melodia mi resteranno nel cuore, in eterno. ([[Yuja Wang]])
*[[Robert Schumann|Schumann]] rappresenta il predominio dell'espressività, della fantasia sul rigore della forma; in [[Johannes Brahms|Brahms]] la forma domina sulla fantasia e sull'espressione; solo in Beethoven c'è l'equilibrio perfetto. ([[Gianluca Cascioli]])
*{{NDR|Sui quartetti di Beethoven}} Si trovano... al limite estremo di tutto ciò che è stato raggiunto finora dall'arte e dalla fantasia umana. ([[Robert Schumann]])
*Tutti ricordiamo l'episodio della vita di Beethoven, quando un amico gli fece obiezione per l'impiego delle quinte consecutive in una delle sue sinfonie. Beethoven rispose: «E con ciò?». L'amico replicò: «Ma le quinte non sono permesse». Beethoven ruggì: «Io le permetto». Proprio questa spontaneità di Beethoven, questa schiettezza cioè verso se stesso a scorno delle regole accademiche, ha con altre sue qualità dato alla musica da lui composta un valore così duraturo. questa "durata" è importante elemento in tutta la musica. ([[Leopold Stokowski]])
===''[[Arancia meccanica]]''===
*Era stata una magnifica serata e, per un finale perfetto, quel che ci voleva era un tocco del gran Ludovico Van.
*— {{NDR|Durante la cura di Ludovico}} Stop basta vi prego vi supplico! È un Delitto! È un Delitto! Delitto, delitto, DELITTO!<br />— "Delitto"?! Che cosa sarebbe "delitto"?<br />— Quello! Usare Ludovico Van così, lui non ha mai fatto male a nessuno! Beethoven ha solo scritto musica!<br />— Sta per caso alludendo alla musica di fondo?<br />— Sì!<br />— Conosceva Beethoven, prima?<br />— Sì!<br />— Lei si diletta di musica?<br />— SÌ!!!<br />— ... {{NDR|Rivolgendosi sottovoce alla Dottoressa Branon}} Niente da fare. È l'elemento punitivo immagino. Chissà quanti saranno contenti. {{NDR|Rivolgendosi ad Alex}} Mi spiace Alex! È per il suo bene! Dovrà avere un po' di pazienza!<br />— ...Non è giusto! Non è giusto che mi venga nausea quando sento il dolce dolce Ludovico Van!
===[[Caparezza]]===
*''Da grande suonerò la Pastorale | ora sul piano resto curvo come un pastorale, | mio padre è d'umore un po' grigio, mi vuole prodigio | ma sono solo un bambino e c'è rimasto male.''<ref name=scelta>Il brano racconta le storie di Ludwig van Beethoven e [[Mark Hollis]] (i cui nomi nel testo vengono italianizzati rispettivamente in Ludovico e Marco), musicisti che hanno compiuto scelte di vita opposte: il primo si è dedicato alla musica fino alla morte, mentre il secondo ha preferito ritirarsi a vita privata dopo il successo.</ref>
*''Sono Ludovico, culto, mito, | donne mi scansano come avessi avuto il tifo, | troppi affanni, a trent'anni ho perduto udito: | tu mi parli e mi pari un fottuto mimo. | Se la mettiamo su questo piano la mia vita, | ha senso se la mettiamo su questo piano.''<ref name=scelta/>
*''Scrivo mille lettere, faccio rumore, | lotto col silenzio ma ce la farò, | tengo la mia musica, lascio l'amore, | io sarò immortale, la mia amata no.''<ref name=scelta/>
===[[Giuseppe Vannicola]]===
*Beethoven è l'uomo del silenzio. L'uomo che la parola può appena avvicinare; l'uomo che, avviluppato di silenzio, ispira e comanda il silenzio; l'uomo per cui il silenzio è atmosfera musicale.
*Beethoven è noi, sintesi di tutti gli sviluppi storici secolari della nostra storia, di tutte le raffigurazioni del nostro senso, di tutti gl'incitamenti perenni del pensiero e del sentimento, di tutte le rivelazioni trascendenti dell'Ideale, di tutti i misteri inviolati dall'essere nostro. Beethoven è noi, alfa e omega, labaro e viatico, sogno e luce, realtà e mistero, fonte e custodia di tutto quanto noi, nascendo, ereditiamo nella vita e noi, morendo, raccomandiamo alla vita.
*Il dolore è come il sinonimo del nome di Beethoven. Il dolore ch'egli esprime e il nome che esprime la sua individualità sono inseparabili. Il dolore beethoveniano è d'una solennità smisurata: una profusione di lagrime che somiglia all'oceano: il mare e il cielo si toccano all'orizzonte senza confondersi. Come l'oceano il dolore beethoveniano riempie gli sguardi senza stancarsi e sfugge alla monotonia per la sua stessa grandiosità. [...] Quel che nasce dal dolore beethoveniano è l'inno alla gioia della IX sinfonia. Il dolore beethoveniano è edificante, è un dolore che costruisce.
*La Musica di Beethoven è, nell'ordine intellettuale, quel che è la speranza nell'ordine morale: un Presentimento e un Ricordo. Perciò la sua forma è Preghiera.
==Opere==
*''[[Quartetti per archi n. 7-9 (Beethoven)|Quartetti per archi n. 7-9]]''
*''[[Sinfonia n. 5 (Beethoven)|Sinfonia n. 5]]''
*''[[Sinfonia n. 6 (Beethoven)|Sinfonia n. 6]]''
*''[[Sinfonia n. 7 (Beethoven)|Sinfonia n. 7]]''
*''[[Sinfonia n. 9 (Beethoven)|Sinfonia n. 9]]''
*''[[Sonata per pianoforte n. 29 (Beethoven)|Sonata per pianoforte n. 29]]''
*''[[Sonata per pianoforte n. 32 (Beethoven)|Sonata per pianoforte n. 32]]''
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Ludwig van Beethoven, ''Autobiografia di un genio. Lettere, pensieri, diari'', a cura di Michele Porzio, Mondadori, 2001. ISBN 88-04-47878-0
==Altri progetti==
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Camillo Benso, conte di Cavour
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[[Immagine:Francesco Hayez 041.jpg|thumb|Camillo Benso, conte di Cavour]]
'''Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour''' (1810 – 1861), politico italiano.
==Citazioni di Camillo Benso, conte di Cavour==
*Avete ragione di parlare di "inferno", giacché da quando vi ho lasciato, vivo in una specie di inferno intellettuale, ossia in un paese ove l'intelligenza e la scienza sono reputate ''cose infernali'' da chi ha la bontà di governarci.<ref>Da una lettera a De La Rive.</ref><ref name=def>Citato in [[Italo de Feo]], ''Cavour: l'uomo e l'opera'', A. Mondadori, 1969.</ref>
*Continuerò a sostenere le opinioni liberali con lo stesso calore, senza sperare, né quasi desiderare di farmi un nome. Le sosterrò per amore della verità e per simpatia per l'umanità.<ref name=def />
*Dal momento in cui mi trovai in condizione di poter leggere da me stesso i libri di [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], ho sentito per lui la più viva ammirazione. È a mio giudizio l'uomo che più ha cercato di rialzare la dignità umana, spesso avvilita nella società dei secoli trascorsi. La sua voce eloquente ha più di ogni altra contribuito a fissarmi nel partito del progresso e della emancipazione sociale. L<nowiki>'</nowiki>''Emile'' soprattutto mi è sempre piaciuto per la giustezza delle idee e la forza della logica».<ref name=def/><!--p. 49-50-->
*Forse questa mia dichiarazione sarà tacciata d'imprudenza, poiché dopo di essa il Ministero deve aspettarsi di perdere in modo assoluto il debole appoggio che da qualche tempo esso riceveva dall'onorevole deputato [[Luigi Federico Menabrea|Menabrea]] e da' suoi amici politici. [...] Già nel 1848 ebbi a pugnare contro di lui, io nelle file degli uomini moderati, egli associato agli individui che rappresentavano l'opinione più avanzata; e mi rassegnerò di nuovo a combatterlo ora che è a capo di coloro che, a creder mio, si preoccupano delle idee di conservazione a tal punto da dimenticare i grandi principii di libertà.<ref>Da ''Discorsi parlamentari'', volume 4, Botta, Torino, 1865, [https://books.google.it/books?id=B_MuAAAAQAAJ&pg=PA335 p. 335].</ref>
*[[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] ha reso agli italiani il più grande dei servigi che un uomo potesse rendergli: ha dato agli italiani fiducia in se stessi, ha provato all'Europa che gli italiani sapevano battersi e morire sui campi di battaglia per riconquistarsi una patria.<ref>Citato in Aldo Cazzullo, ''L'elite dimenticata del nostro Risorgimento'', ''Corriere della Sera'', 9 marzo 2017, p. 31</ref>
*Gita a Fernet col principe di Craon. Abbiamo visitato il salotto e la stanza da letto di [[Voltaire]]. In essa tutto è rimasto come quando Voltaire vi abitava. I mobili sono molto semplici. Il salotto è pieno di quadri indecenti.<ref name=def/> <!--diario? 23 agosto (p. 57)-->
*Ho lo [[spirito]] molto elastico, e credo di sapermi adattare a qualsiasi posizione. La sola cosa che non potrei guardare senza fremere, sarebbe una [[vita]] perfettamente oziosa oppure unicamente speculativa. Ho bisogno d'impiegare non solo le mie facoltà intellettuali, ma anche le mie facoltà morali.<ref>Dalla lettera al padre del 2 dicembre 1830.</ref><ref name=def/><!--p. 45-->
*Il formare l'[[Italia]], fondere insieme gli elementi che la compongono, armonizzare il Nord con il Sud, presenta altrettanti difficoltà di una guerra contro l'[[Austria]] o una lotta con [[Roma]].<ref>Da una lettera a [[William de la Rive]], in ''La liberazione del Mezzogiorno e la formazione del Regno d'Italia. Carteggi di Camillo Cavour'', a cura della Commissione editrice, Zanichelli.</ref>
*Il primo bene di un popolo è la sua [[dignità]].<ref>Discorso alla Camera dei deputati, 16 aprile 1858, da ''Discorsi parlamentari del conte Camillo di Cavour''.</ref>
*{{NDR|A [[Vittorio Emanuele II]] opponendosi alla scelta di accettare l'armistizio di Villafranca}} Il vero re sono io.<ref>Citato in Cossiga, 2007.</ref>
*Il [[Edgar Quinet|Quinet]] ci fa notare l'assenza completa di sentimento cristiano nel primo poema epico dell'Europa moderna.<ref name=def/>
*In [[Francia]] si attribuisce moltissima importanza alle lettere di buon anno, è un uso al quale non si manca mai fra parenti, a meno di essere guastati mortalmente.<ref>Da una lettera al cugino Paolo Emilio Maurice.</ref><ref name=def/><!--p. 139-->
*In nome dei diritti d'umanità deve impedirsi che i corpi mercenari reprimano colla violenza le espressioni dei sentimenti delle popolazioni.<ref name=camera>Da una lettera al cardinale Antonelli, 1860; citato da [[Luigi Pianciani]] nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg10/sed599.pdf Tornata del 20 agosto 1870] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref>
*L'avvilimento della patria ha così sconvolto il suo cuore che s'appiglia con foga ai principî che giudica più atti per ridare a quella la [[libertà]] e la indipendenza. Ho fatto tutti gli sforzi per richiamarla a sentimenti più ragionevoli. Mi è stato facile mostrarle la vanità e il nessun fondamento delle teorie che l'avevano sedotta. La [[ragione]] è onnipotente quando ha per ausiliario l'amore.<ref>Dal diario, settembre 1835.</ref><ref name=def/><!--p. 41-->
*La coscienza del Re Vittorio Emanuele non gli permette di rimanersi testimonio impassibile delle sanguinose repressioni con cui le armi dei mercenari stranieri soffocherebbero nel sangue italiano ogni manifestazione di sentimenti nazionali.<ref name=camera/>
*La grande [[politica]], quella delle risoluzioni audaci.<ref>Da ''Scritti politici''.</ref>
*La nostra stella polare, o signori, è di fare che la città eterna sovra la quale venticinque secoli accumularono ogni genere di gloria diventi la splendida capitale del Regno italico.<ref>11 ottobre 1860, riportata in una targa posta nella Sala Cavour di Palazzo Madama.</ref><ref>[http://www.senato.it/relazioni/21612/21690/30823/31235/56711/56752/genfoto.htm Dal sito istituzionale del Senato]</ref>
*La [[pace]] universale sarebbe un beneficio immenso, ma mi sembra che il mezzo da voi proposto (per ottenerla) sarebbe illusorio... Il [[filantropo]] deve indicare il [[Scopo|fine]] e i mezzi che presentano le minori difficoltà per arrivarvi, e benché il fine sia eccellente, se lo si vuol raggiungere direttamente si corrono i pericoli più gravi. Per traversare una montagna che ci separa da una fertile pianura, bisogna fare lunghi giri per evitare i [[precipizio|precipizi]] di cui il più sovente è seminato il cammino.<ref>Da una lettera allo zio.</ref><ref name=def/><!--p. 33-->
*Libera Chiesa in libero Stato.<ref>Dal discorso alla Camera dei deputati, Torino, 27 marzo 1861; da ''Discorsi parlamentari del conte Camillo di Cavour'', 1872.</ref>
*Niun Governo ha diritto di abbandonare all'arbitrio di una schiera di soldati di ventura gli averi, l'onore, la vita degli abitanti di un paese civile.<ref name=camera/>
*Non tengo, voi lo sapete, al potere per il potere; tengo ad esso per essere in condizione di fare il bene del mio paese.<ref>Da una lettera a Teodoro di Santarosa, il figlio di Santorre.</ref><ref name=def/>
*Non vi è [[principio]], per quanto giusto e ragionevole, il quale, se lo si esageri, non possa condurci alle conseguenze le più funeste.<ref>Da ''Discorsi parlamentari''.</ref>
*[[Parigi]] è il [[paese]] del [[mondo]] ove si giudica meno bene la situazione [[politica]]. Tutte le persone hanno un vivo interesse in un senso o nell'altro...<ref>Da una lettera al cugino Paolo Emilio Maurice.</ref><ref name=def/> <!--p. 141-142-->
*Perché, signora {{NDR|Mélanie Waldor}}, abbandonare il mio Paese? Per venire in Francia a cercare una reputazione nelle lettere? Per correre dietro a un po' di rinomanza, un po' di gloria, senza poter mai raggiungere lo scopo che si propone la mia ambizione? Quale bene potrei fare all'umanità fuori del mio Paese? Quale influenza potrei esercitare a favore dei miei fratelli sventurati? ... Sono deciso, non separerò mai la mia sorte da quella dei [[Piemonte|piemontesi]]. Fortunata o sfortunata, la Patria avrà tutta la mia vita, non sarò mai ad essa infedele.<ref>Discorso fatto in Parigi nel 1838 alla nuova amante, Mélanie Waldor, che lo sollecitava a trasferirsi nella capitale francese. Dopo poco rientrava in [[Torino]].</ref><ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''La bella Rosina'', Bompiani editore.</ref>
*Si arriva con [[piacere]] a Verona. La [[città]] conserva le vestigia di un'antica grandezza. L'anfiteatro è molto ben conservato e degno della magnificenza romana. Per rispetto a [[William Shakespeare|Shakespeare]] e per scrupolo di [[coscienza]] sono andato a vedere la tomba di [[Romeo e Giulietta]]. È un abbeveratoio di buoi al quale si è dato un nome pomposo.<ref name=def/><!--p. 109-->
*Sono figlio della [[libertà]], e a lei devo tutto ciò che sono.<ref>[[Epitaffi|Epigrafe]] sulla sua tomba.</ref>
*Sono stato lungamente indeciso fra queste tendenze contrarie. La ragione mi portava verso la moderazione; l'eccessivo desiderio di spingere innanzi i retrogradi mi cacciava verso la rivoluzione: finalmente, dopo molte violente agitazioni e oscillazioni, ho finito con lo stabilirmi, come il pendolo, nel punto di mezzo. Così vi annunzio che come onesto uomo di mezzo, desiderando ardentemente il progresso sociale e lavorando per esso, ho risoluto di non acquistarlo a costo di un generale rovesciamento politico e sociale.<ref>Da una lettera ad [[Auguste-Arthur de La Rive|Augusto De La Rive]].</ref><ref name=def/><!--, p. 51-->
*L'Italia del Settentrione è fatta, non vi sono più né Lombardi, né Piemontesi, né Toscani, né Romagnoli, noi siamo tutti italiani; ma vi sono ancora i [[Napoli|Napoletani]]. Oh! vi è molta corruzione nel loro paese. Non è colpa loro, povera gente: sono stati così mal governati! E quel briccone di Ferdinando! No, no, un governo così corruttore non può essere più restaurato: la Provvidenza non lo permetterà. Bisogna moralizzare il paese, educar l'infanzia e la gioventù, crear sale d'asilo, collegi militari: ma non si pensi di cambiare i Napoletani ingiuriandoli. Essi mi domandano impieghi, croci, promozioni. Bisogna che lavorino, che siano onesti, ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni; ma soprattutto non lasciar passargliene una: l'impiegato non deve nemmeno esser sospettato. Niente stato d'assedio, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son capaci di governare con lo stato d'assedio. Io li governerò con la libertà, e mostrerò ciò che possono fare di quel bel paese dieci anni di libertà. In venti anni saranno le provincie più ricche d'Italia. No, niente stato d'assedio: ve lo raccomando.<ref>Citato in [[Giosuè Carducci]], ''Lettere del Risorgimento Italiano''.</ref>
*Non ho alcuna fiducia nelle dittature e soprattutto nelle dittature civili. Io credo che con un parlamento si possano fare parecchie cose che sarebbero impossibili per un potere assoluto. [..] Io non mi sono mai sentito debole, se non quando le Camere erano chiuse. D'altra parte non potrei tradire la mia origine, rinnegare i principi di tutta la mia vita: sono figlio della libertà. È ad essa che debbo tutto quel che sono <ref> ''Tempi e Culture. vol. 2 Storia dal 1650 al 1900'' Alberto Mario Banti </ref>
*Facciamo sì che tutti i nostri concittadini, ricchi e poveri, i poveri più dei ricchi, partecipino ai benefici della progredita civiltà, delle crescenti ricchezze, ed avremo risolto pacificamente, cristianamente il gran problema sociale ch'altri pretenderebbe sciogliere con sovversioni tremende e rovine spaventose. <ref> ''Cavour. Studio biografico sulla vita e le opere di Camillo Benso'' Giuseppe Talamo </ref>
*Nel secolo attuale, nell'epoca che corre, non sono più i [[diplomatico|diplomatici]] che dispongono dei popoli, sono i popoli che impongono ai diplomatici le opere che hanno da adempiere.<ref>Da ''Discorso alla Camera dei Deputati dell'11 ottobre 1860'', in ''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=5811120 Scritti di economia]'', a cura di Francesco Sirugo, Feltrinelli, Milano, 1962, p. IX.</ref>
==''Lettere edite ed inedite di Camillo Cavour''==
*Molto tempo ci volle per dimostrare che io non volevo punto rovinare il commercio di [[Genova]] o sacrificare questa città a Torino ed alla Spezia. Pochi anni or sono, una metà dei Genovesi era clericale, l'altra metà repubblicana. Tuttavia io non mi perdetti mai d'animo: ero convinto che verrebbe il tempo in cui Genova avrebbe capito l'avvenire che io le preparo. (p. CXLI)
*Sono molto lusingato dell'opinione che il vostro illustre amico manifesta al mio riguardo, ma non posso condividerla. Egli diffida troppo della libertà e fa eccessivamente conto sull'influenza che possiedo. Personalmente, non ho alcuna fiducia nelle dittature e sopratutto nelle dittature civili. Io credo che con un Parlamento si possano fare molte cose impossibili ad un potere assoluto. Un'esperienza di tredici anni mi ha convinto che un ministero onesto ed energico, che non abbia nulla da temere dalle rivelazioni della tribuna e che non sia incline a lasciarsi intimidire dalla violenza dei partiti estremi, ha tutto da guadagnare nelle lotte parlamentari. Non mi sono mai sentito tanto debole quanto nel momento in cui le Camere erano chiuse. D'altra parte, non potrei tradire la mia origine, rinnegare i principi di tutta la mia vita. Sono figlio della libertà, ed è ad essa che devo quello che sono. Se si dovesse mettere un velo sulla sua statua, non spetterebbe a me farlo. Se si riuscisse a persuadere gli italiani che hanno bisogno di un dittatore, sceglierebbero [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] e non me, ed avrebbero ragione. La strada parlamentare è più lunga, ma è più sicura...
:''Je suis très flatté de l'opinion que votre illustre ami manifeste a mon égard, mais je ne puis la partager. Il se méfie trop de la liberté et il compte beaucoup trop sur l'influence que je possède. Pour ma part, j'ai nulle confiance dans les dictatures et surtout dans les dictatures civiles. Je crois qu'on peut faire avec un Parlement bien des choses qui seraient impossibles à un pouvoir absolu. Une expérience de treize années m'a convaincu qu'un ministère honnête et énergique, qui n'a rien à redouter des révélations de la tribune et qui n'est pas d'humeur à se laisser intimider par la violence des partis extrêmes, a tout à gagner aux luttes parlementaires. Je ne me suis jamais senti si faible que lorsque les Chambres étaient fermées. D'ailleurs, je ne pourrais trahir mon origine, renier les principes de toute ma vie. Je suis fils de la liberté, et c'est à elle que je dois ce que je suis. S'il fallait mettre un voile sur sa statue, ce ne serait pas à moi de le faire. Si l'on parvenait à persuader aux italiens qu'il leur faut un dictateur, il choisiraient Garibaldi et pas moi, et ils auraient raison. La route parlementaire est pus longue, mais elle est plus sûre...''(dalla lettera alla contessa Anastasia De Circourt, da Torino dell'ottobre 1860, p. 25)
*Io reputo [...] che non sarà l'ultimo titolo di gloria per l'Italia di aver saputo costituirsi a nazione senza sacrificare la libertà alla indipendenza, senza passare per le mani dittatoriali di un [[Oliver Cromwell|Cromwell]], ma svincolandosi dall'assolutismo monarchico senza cadere nel dispotismo rivoluzionario. (dalla lettera all'avvocato Vincenzo Salvagnoli, (''Deputato al Parlamento''), da Torino del 2 ottobre 1860, p. 24)
*''Carissimo Amico'',<br>Io riassumo in due parole il concetto politico e militare che bisogna attuare.<br>Ristabilire l'ordine a Napoli prima, domare il [[Francesco II delle Due Sicilie|Re]] (Borbone) dopo. Guai se si invertisse il modo di procedere. Quindi occupazione immediata di Napoli... Occupate senza indugio gli Abruzzi. Fate entrare il Re in una città qualunque, e là chiami [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a sé. Lo magnetizzi... La spedizione di Cialdini a Napoli compie l'opera: Cialdini fa da dittatore militare sino all'arrivo del Re nella capitale...<br>...Ecco il solo programma d'esito sicuro.<br>Bisogna evitare che l'assedio di Gaeta preceda l'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli. (dalla lettera a Luigi Carlo Farini da Torino del 5 ottobre 1860, pp. 31-32)
*''Cara Lady'',<br>Se la costituzione dell'Italia è posta a repentaglio perché non ho voluto ammettere ora, in via eccezionale, nella marina un giovane che dava la sua dimissione, e se ne stava a casa quando i suoi compagni si battevano, bisogna dire ch'essa è talmente {{sic|dilicata}} da non potere durare tre mesi.<br>Sapete perché Napoli è caduta sì basso? Si è perché le leggi, i regolamenti non si eseguivano quando si trattava di un gran signore o di un protetto del Re, dei Principi, dei loro confessori od aderenti. Sapete come Napoli risorgerà? coll'applicare le leggi severamente, duramente, ma giustamente. Così ho fatto nella marina; così farò nell'avvenire, e vi fo sicura che fra un anno gli equipaggi napoletani saranno disciplinati come gli antichi equipaggi genovesi. Ma per ottenere questo scopo, credete alla mia vecchia esperienza, bisogna essere inesorabile. (dalla lettera a una gentildonna inglese da Torino del novembre 1860, p. 91)
*''Collega ed Amico carissimo''<br> [...] Il tempo stringendo non le parlerò di [[Sicilia]] ove le cose procedono bene e mi restringerò al doloroso argomento di Napoli.<br>Divido pienamente il suo modo di vedere. Il nostro buon [[Luigi Carlo Farini|Farini]] ha preso una via falsa, ma può riparare l'errore, se alla caduta di Gaeta adotta un altro sistema. Bisogna parlargli schietto, è uomo generoso che non ha altro pensiero che il trionfo della causa cui ha dedicato la sua vita. Farini deve proclamare l'idea unificatrice ed attuarla, qualunque {{sic|sieno}} gli ostacoli che gli si parano innanzi. La menoma esitazione in proposito sarebbe fatale: glielo ripeta su tutti i {{sic|tuoni}} e con tutte le forme. Dato poi che Farini non reggesse o per difetto di forze fisiche o per qualunque altro motivo, che cosa fare?<br>Ci ho studiato bene , e non ho trovato che due soluzioni. Mandare [[Urbano Rattazzi|Rattazzi]] e [[Alfonso La Marmora|La Marmora]] a governare Napoli oppure andarci io.<br>La prima sarebbe preferibile sotto ogni rispetto. Ma Rattazzi e La Marmora accetteranno? Solo il Re potrebbe decidere il primo, ed il primo trarre seco il secondo.<br>So che Rattazzi riuscendo a Napoli, gli spetterà il primo posto nel ministero: ma ciò poco monta. Trionfi pure Rattazzi purché si salvi il paese. Se egli evita una crisi a Napoli, gli daremo l'intiero nostro appoggio come cittadini e come deputati.<br>La seconda ipotesi può avere conseguenze fatali pel paese e per me. Egli è evidente che ho tutto a perdere e nulla a guadagnare.<br>Corro pericolo di vedere distrutta la riputazione che 13 anni di lotte continue mi valsero, senza possibilità di accrescerla. Ma ciò poco monta. L'uomo di Stato che non è disposto a sacrificare il suo nome al suo paese, non è degno di governare i suoi simili (dalla lettera a [[Giovanni Battista Cassinis]] del 14 dicembre 1860 da Torino, pp. 122-123)
===Attribuite===
{{NDR|[[Ultime parole]] pronunciate in punto di morte}}
*L'[[Italia]] è fatta, tutto è a posto.<ref>Citato in Rosario Romeo, Vita di Cavour, Bari, 2004, p. 525. ISBN 88-420-7491-8.</ref>
*Frate, libera Chiesa in libero Stato.<ref>Citato in Massari, ''Il conte di Cavour, ricordi biografici'', 2 edizione, 1875, p. 434; citato in Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/246|p. 214]]</ref>
:Vittorio Emanuele Taparelli d'Azeglio, in un articolo del 20 febbraio 1890 pubblicato sulla ''Gazzetta Piemontese'', riporta la testimonianza della marchesa Giuseppina Benso di Cavour Alfieri di Sostegno, sua cugina e nipote di Cavour, secondo la quale lo statista in punto di morte pronunciava frasi incoerenti.<ref>Cfr. Fumagalli, ''Chi l'ha detto?'', [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/246|pp. 214-215]]</ref>
==Citazioni su Camillo Benso, conte di Cavour==
*Anche il suo linguaggio politico è da ricordare: agli "energumeni da comizio" egli {{NDR|[[Cavour]]}} opponeva parole che esaltavano la necessità della preparazione, della buona amministrazione come essenziali per ottenere i risultati voluti. ([[Mario Draghi]])
*Anche per ragioni di famiglia, come noto la madre era di origine ginevrina, nel periodo della sua formazione Cavour guardò al di là delle Alpi, soprattutto ai fermenti politici della Francia di Luigi Filippo e al mondo produttivo inglese. Tramite l'opera di Cavour, l'Europa trovò un canale importante per influire sulla cultura della classe dirigente del Piemonte sabaudo e successivamente dell'Italia unita. ([[Mario Draghi]])
*Camillo Cavour è ''piemontesissimo''! ([[Giorgio Pallavicino Trivulzio]])
*«Cavour, aggiungono i suoi detrattori, avrebbe dovuto rifiutare schiettamente la proposta di alleanza, non già ''mostrare'' di accettarla, e di celato usare tutti gli artifizi della sua volpina politica per mandarli a monte.»<br>Ma anche qui ci sia lecito ripetere: siamo sinceri e imparziali tanto verso una parte, quanto verso un'altra. Come si può, invero, pretendere Cavour che agisse schiettamente, e non pretendere nel tempo stesso che il [[Francesco II delle Due Sicilie|Borbone]] agisse del pari?<br>In sostanza, niuno potrebbe negarlo, l'alleanza era tanto uggiosa al Borbone, quanto al conte di Cavour. Era fra essi una lotta di astuzia, di abilità, in cui la vittoria sarebbe toccata al più abile, al più valente, o, se vuolsi, al più fortunato dei due.<br>Ora, come in un duello, una finta che metta l'avversario fuori di guardia, e lo scopra per più facilmente ucciderlo, è ammessa dalle leggi della cavalleria, mentre nel corso ordinario della vita ogni finzione sarebbe rigorosamente bandita dalla condotta d'un uomo onesto, così non si può far carico al conte di Cavour, come non deve farsi carico al Borbone, se, nelle condizioni in che si trovarono l'uno rimpetto all'altro, usarono l'astuzia e l'inganno.<br> Cavour, s'è visto, aveva fatto tutti gli sforzi immaginabili per schermirsi di entrare in negoziati col Borbone; non riuscitovi, perché, tranne l'Inghilterra, tutta l'Europa lo richiedeva in termini più che imperiosi, cedette.<br>In altre parole, egli scese sul terreno, sul quale il Borbone lo sfidava. È in condizioni come queste che il Conte avrebbe dovuto rifiutare decisamente la partita? Quale uomo di senno, quale patriota avrebbe osato dargli un simile consiglio? Non credasi, del resto, che il conte di Cavour si trovasse nel suo elemento, seguendo una politica, come quella che abbiamo sin qui tratteggiata. Sappiamo dai suoi intimi che egli trattava questi negozi con vivo senso di repulsione. Ma dacché non si era sentito tanto forte da impedire l'imbarco della spedizione dei Mille, che anzi aveva dovuto agevolarlo e proteggerlo, Cavour sentiva il peso della tremenda responsabilità che si era assunta, e il dovere di salvare – ''ad ogni costo'' – gli interessi della Monarchia. Non potendo ritirarsi, malgrado il desiderio vivissimo che ne avrebbe avuto – perché in quelle congiunture il ritiro sarebbe stata viltà – Cavour, diremo col [[Pasquale Villari|Villari]], non poteva seguire altra norma di morale, che la sola possibile in quei tempi eccezionali; bisognava che egli sapesse essere a un tempo volpe e leone. Pretendere di poter essere in queste condizioni leale, significa volere, sin dai primi passi, affogare nel ridicolo, e procurare a sé stesso una certa rovina, senza giovare ad alcuno. ([[Luigi Chiala]])
*Cavour aveva una conoscenza imperfetta dell'italiano e preferiva scrivere in francese. I suoi collaboratori dovevano rivedere gli articoli che scriveva per i giornali, e il suo segretario soffriva a sentirlo parlare in pubblico in italiano. Fino a molto tardi la lingua italiana non fu accettata nella buona società torinese, e Cavour, che conosceva meglio la letteratura francese e la storia inglese di quella italiana, non costituiva un'eccezione. ([[Denis Mack Smith]])
*Cavour era portato agli studi sociali e politici, ma non ebbe né tempo né occasione di elaborare una propria riflessione sulla società italiana e sulle forme del suo divenire. Per lui i modelli politici ed economici a cui ispirarsi erano altrove, a Parigi e a Londra. Occorreva creare le premesse politiche affinché l'Italia potesse finalmente adottarli; il resto sarebbe venuto da sé. Quale Italia? Pragmatico e sottile, Cavour lasciava spazio agli avvenimenti ed era pronto a coglierne il senso, la direzione. Ma l'obiettivo iniziale era certamente la costituzione d'uno Stato omogeneo, limitato alle regioni settentrionali. L'Italia centro-meridionale, dal Lazio alla Sicilia, gli appariva lontana e indecifrabile. ([[Sergio Romano]])
*Cavour non fu un patriota del tipo [[Silvio Pellico|Pellico]] ed [[Inno di Mameli]], ma un uomo dinamico, certamente colto, ma non di una cultura umanistica all'italiana, tipo Alfieri, Balbo, Gioberti... Era uno che amava rischiare. Come tutti i torinesi ricchi aveva una formazione francese e un solido parentado elvetico. È noto che essendo di madrelingua francese, per mettersi in politica, l'italiano lo dovette imparare. È anche noto che era il comproprietario di un feudo-tenuta che si scrive e si legge in francese. Molto ricco, curioso, intraprendente, sicuro di sé, conosceva di Parigi i luoghi che contavano, non certo le ''banlieu'', e a Parigi si fermò a giocare in Borsa. Perdendo, purtroppo. Perché, se avesse vinto, l'Italia di oggi avrebbe una diversa classe dirigente. Visitò Londra e anche Edimburgo, capitale della massoneria. Non girò l'Italia come [[Massimo d'Azeglio]]. Anzi, non la conosceva affatto. Non fu mai a Palermo e a Napoli, non vide mai Roma, che voleva come capitale d'Italia al solo scopo di non lasciare spazi all'azione di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e dei repubblicani; non andò mai a Venezia, che pure cercò arditamente di portare nei confini sabaudi. Solo una volta fu a Firenze, per sbrigare un affare di governo, e forse due volte a Milano, per lo stesso motivo. ([[Nicola Zitara]])
*Come andrebbero diversamente le cose in Germania se i nostri amici politici berlinesi potessero essere rimpiazzati da Cavour e d’Azeglio! Ma verranno anche i nostri tempi. [[Max Duncker]] <ref> Paolo Mieli ''I conti con la storia: Per capire il nostro tempo''</ref>
*Definire la vastità e la mente di Camillo Cavour non è guari possibile. [...].<br>Io ho due termini in mente per dare una idea di ciò che voglio dire; e mi vengono sempre presenti quando penso al genio di Camillo Cavour.<br>Uno di questi è una lettera scritta ad un suo amico in cui gli dà consigli per suo nipote che va a fare studi in Inghilterra, e dove gli tratteggia minutamente gli effetti del drenaggio dei prati secondo le varie qualità dei terreni nelle diverse contee, lo informa delle varie razze di animali ovini e delle differenze dei loro prodotti secondo i sistemi osservati nelle diverse località e li raffronta con quelli degli altri paesi, aggiungendo di passaggio alcuni particolari ragguagli sovra certa macchina per seminare.<br>L'altro termine è il discorso di Camillo Cavour in Parlamento sulla famosa proposizione "Libera Chiesa in libero Stato," nel quale si librò sulle più alte cime della filosofia politica trascinandosi con sé l'Assemblea entusiasmata.<br>Ecco i due termini. Ora pensate voi fra questi quale vastità di intelletto si comprenda. ([[Desiderato Chiaves]])
*È stato veramente il più grande uomo politico del suo tempo, e la cui gloria crescerà sempre di più [...] In oltre cinque anni di amministrazione con perspicua mente, molte cose modificò, molte corresse. L'amministrazione centrale ridusse notevolmente, modificò gli uffici provinciali. Assorbito da altre cose, non poté però compiere l'opera iniziata, e l'ordinamento piemontese rimase rigido, pesante, costoso. ([[Francesco Saverio Nitti]])
*Fin da fanciullo, Cavour aveva una passione ardente per la libertà. L'accoglieva come il principio maestro, che doveva risolvere tutte le difficoltà; e la sua passione era fondata sulla ragione, non era meramente un entusiasmo romantico, né una fiamma che brilla e si spegne. Così, il Cavour voleva applicare la libertà al commercio, all'educazione, alla politica, alla Chiesa. Ne sapeva bene i difetti ed i pericoli; sapeva che per avere i frutti perfetti della libertà bisogna che gli uomini siano colti, morali, civilizzati; che la libertà a metà conduce all'anarchia. Ma non si spaventava del rischio. I danni della vera libertà erano per lui preferibili ai benefizi del feudalismo in dissoluzione. ([[W. R. Thayer]])
*Gettiamo un velo sul passato, che io possa senza rimorso e senza onta felicitarmi di avere la vostra [[amicizia]], ma che io non pensi mai come l'ho ottenuta. Cominciate a conoscermi solo da ora e io mi sforzerò di darvi buona opinione di me. ([[Anna Giustiniani Schiaffino]])
*I miti storiografici e letterari, che il romanticismo aveva rinverditi e che fornirono un'impalcatura ideologica al moderatismo italiano prequarantottesco, come l'idea del primato italiano, il neoguelfismo, ecc., ebbero scarsissima presa su Cavour, il quale concepiva il [[Risorgimento]] essenzialmente come un movimento destinato a portare a poco a poco l'Italia al livello dei paesi più progrediti d'Europa e concentrava la sua attenzione sul complesso sviluppo economico e sociale di questi paesi e sulle ripercussioni che esso avrebbe necessariamente avuto sull'Italia. ([[Giorgio Candeloro]])
*Il Conte di Cavour, convinto che la unità d'Italia e la sua indipendenza avevano per necessario complemento la fine della potestà temporale del Papa e il possesso di Roma come capitale del Regno, cominciò dal tentare accordi diretti con la corte Pontificia, consenziente l'Imperatore Napoleone<ref>Napoleone III di Francia, nipote di Napoleone Bonaparte.</ref>, e sulla base di «libera Chiesa in libero Stato».<br>In cambio della potestà temporale, la Chiesa acquisterebbe in Italia tutta la libertà che aveva sempre invocata come necessaria al suo ministero, libertà di riunione, di pubblicazione, di scelta dei vescovi e via dicendo.<br>Sperò il Conte un momento che la grandezza del suo concetto potesse abbagliare ed attrarre una parte del sacro collegio: sperò di vincere la parte avversa: ma già nel marzo 1861 era chiaro che la corte di Roma rifiutava sdegnosamente ogni accordo. ([[Marco Minghetti]])
*Il conte di Cavour, senza contestazione, è il terzo uomo di Stato d'Europa – con [[Henry John Temple, III visconte Palmerston|lord Palmerston]] e l'Imperator [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. La perdita di questo uomo, nelle circostanze attuali, sarebbe, per l'[[Italia]], una sventura irreparabile. La forza del conte di Cavour non è nei suoi principii; egli non ne ha alcuno d'inesorabilmente determinato. Ma egli ha uno scopo, uno scopo fisso, netto, la di cui grandezza avrebbe data la vertigine a tutt'altro uomo – dieci anni fa – quello cioè di formare un'Italia una ed indipendente. [...] Il signor di Cavour possiede la conoscenza generale degli affari; egli ha delle idee larghe, molto liberali, niente complicate; ma egli manca dell'abilità pratica della messa in scena. [...] Il diplomatico è un gigante; l'amministratore, mediocre; l'uomo, un'antitesi. Con lui non si resta giammai in un'attitudine indeterminata: gli si ubbidisce o gli si addiviene ribelle. È non lascia menarsi dai suoi amici, non conta i suoi amici. È il pensiero d'Italia, all'estero; all'interno, ne è il cuore. Egli è l'anima sempre del Gabinetto, che in lui s'identifica, s'illusa, direbbe [[Dante]]. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]])
*Il [[genio]] di Cavour era positivo ed egli non sciupava il [[tempo]] in problemi che la sua [[ragione]] aveva dichiarato insolubili. Interamente persuaso che era vano sofisticare sugli enigmi dell'esistenza, rivolse la sua attenzione all'aspetto pratico della [[religione]]. Avrebbe voluto che il culto fosse soltanto affare di [[coscienza]] e di rito; avrebbe voluto che le [[verità]] morali venissero insegnate nella loro semplice maestà invece di essere incastonate in velenose superstizioni; Che fosse ad uomini spirituali affidato di parlare dello spirito. Ma i suoi accenni all'istituzione cattolica, dopo questa diagnosi, sono pochi. Era sicuro che l'istituzione richiedeva una completa riorganizzazione e che rigenerando le condizioni politiche, economiche e sociali del tempo anche la Chiesa sarebbe stata obbligata a riformarsi. ([[W. R. Thayer]])
*L'elasticità della sua natura non fu mai messa a più rude prova che quando, passando dalla politica agli affari, dagli affari alle scienze sociali, dalle scienze sociali all'industria, uomo al tempo stesso di salotto e di club, condusse dall'alto il corso delle cose, con quel grande andamento che [[Honoré de Balzac|Balzac]] chiama l' ''inverso''. ([[Auguste-Arthur de La Rive]])
*L'unico grande diplomatico del secolo XIX è stato Cavour e anche lui non ha pensato a tutto.<ref>Giudizio dato da Dostoevskij in relazione alla modestia dello stato unitario italiano rispetto alla sua storia.</ref> ([[Fëdor Dostoevskij]])
*La teoria del gradualismo nelle conquiste sociali e politiche venne da lui delineata con estrema chiarezza quando aveva appena diciannove anni. ([[Italo de Feo]])
*La vita del Conte di Cavour porge ampio ed inesauribile argomento alle riflessioni dello statista, alle considerazioni dello storico, alle osservazioni del filosofo. La di lui biografia si confonde e si immedesima con la storia della formazione della nazionalità italiana, ed è in pari tempo una pagina luminosa, forse la pagina maggiore della storia della civiltà nel secolo decimonono. ([[Giuseppe Massari]])
*La vita di un uomo come Camillo di Cavour può essere il risultato di una serie di coincidenze che, unite insieme, produssero un genio di cui è difficile trovare l'eguale. ([[Italo de Feo]])
*Passando noi vicini al Varignano, sito prima prescelto per l'erezione del nostro principale arsenale marittimo, per la cui costruzione eransi già spesi parecchi milioni, mi feci lecito osservare all'illustre ministro, come quel luogo non ammettendo ampliamento per essere addossato ad un monte, non fosse il meglio adatto allo stabilimento di un arsenale militare d'una grande marina; e come per trovarsi in una punta estrema del golfo, fosse poco difendibile dal lato del mare. Egli in un subito, probabilmente già prevedendo coll'acutezza del suo pensiero l'unità d'Italia, decise che l'arsenale s'ergesse a San Vito, nel piano cioè fra Spezia e Marola, ove ora sorge, oso dire, il più splendido d'Europa, sacrificando ad un vantaggio assai maggiore le non lievi somme già spese al Varignano.<br>Tali sono i beni che la nazione ricava da un vasto intelletto che le tocchi in sorte; laddove l'ingegno ristretto, non essendo capace di elevarsi all'altezza della bisogna, crede, facendo risparmi, di operare bene, mentre in realtà non di rado, ben lungi dall'economizzare, spreca il pubblico denaro. ([[Carlo Pellion di Persano]])
*Se sulla grandezza di Cavour non è certo possibile avanzare dei dissensi, resta aperto il discorso sul contenuto della sua politica, sull'influenza che esso ebbe non solo sul processo unitario, ma anche sugli avvenimenti che seguirono la sua scomparsa. ([[Aurelio Lepre]])
*Tu hai una forza di volontà politica: abbi una forza morale, e tutti ne saranno contenti. (da una lettera del padre a Cavour<ref name=def /><!-- p. 145-->)
*Un uomo abominevole. ([[Leopoldo I del Belgio]])
*Vuolsi che il ministro Cavour nell'udire le [[stragi di Perugia]], uscisse in questa sentenza: essere stato assai meglio per la causa d'Italia che il pontefice<ref>[[Papa Pio IX|Pio IX]].</ref> apparisse in figura di carnefice che in figura di vittima. Certo è ad ogni modo che per quelle stragi, commentate e lamentate dalle deputazioni dei nuovi esuli perugini, egli depose la vecchia idea di limitare le annessioni al Rubicone; e gli eventi posteriori non fecero che confermarlo nella cangiata risoluzione. ([[Luigi Bonazzi]])
===[[Michelangelo Castelli]]===
*Cavour non concepiva grandi amori, ed ancor meno grandi odii; ma posso dirlo qui francamente, conscio di dire la verità, che sarebbe stato felice dell'amicizia di Garibaldi, e che questi avrebbe trovato in Cavour tutt'altr'uomo che non s'immaginava. Ma pur troppo Garibaldi (e non glie ne faccio carico perché subì l'influenza altrui) vide sempre in Cavour l'uomo che aveva venduto la di lui patria<ref>Si allude alla cessione alla Francia di Nizza, città natale di Garibaldi, nel 1860.</ref>.
*Il conte Cavour aveva sortito dalla natura un'eccellente costituzione fisica; piuttosto piccolo di statura, di carnagione fiorita, di temperamento sanguigno, mostravasi inclinato a pinguedine. Vivacissimo in tutti i suoi movimenti, quando lo si credeva sopra pensiero scappava talora in un fregamento di mani quasi convulsivo che finiva sempre col rasserenarlo, apparendo sul suo viso un'espressione di vero sollievo.
*Il conte Cavour uscì fuori un giorno a dirmi: «''Convenga con me, che il [[Connubio Rattazzi-Cavour|Connubio]] fu il più bell'atto della mia vita politica''.»<br>Io lo guardai negli occhi, e poi gli risposi: «A me lo dice? a me che ho durato quasi un anno a persuadere or lei, or Rattazzi<ref>[[Urbano Rattazzi]] (1808–1873), politico italiano.</ref> onde portarli a quel punto che Ella ben ricorda?» e Cavour scoppiando in una gran risata {{sic|sclamò}}: «''È vero, è vero'' (già cà l'è vera), ''mio caro Castelli'',» e poi a furia una fregatina di mani.
===[[Francesco Ruffini]]===
*Cavour fu liberale d'istinto, d'impeto, di necessità. Con questo voglio dire che a farlo tale, oltre le ragioni fondamentali e decisive, ma per noi misteriose, della psiche e del temperamento, conferirono massimamente le idee e i fatti, e in misura molto, ma molto più scarsa gli uomini.
*Il Conte di Cavour ebbe fin da giovinetto in altissima considerazione la scienza, e non solamente per il lustro che ne poteva derivare ad una nazione, sì bene anche per il vantaggio. Poiché egli la scienza considerava uno dei più validi fattori della prosperità e del progresso di un popolo; anzi, come una vera forza sociale, come uno strumento di supremazia.
*La verità è, che dei primitivi suoi studi di matematica egli sempre si lodò, come di quelli da cui aveva derivato l'{{sic|impostatura}} incrollabile del suo ragionamento e la connessura impeccabile del suo argomentare, ma che le scienze morali fin da giovinetto preferì massimamente perché aveva compreso che esse sono le più adatte a formare l'uomo di Stato moderno e a fornirgli lo strumento per governare gli uomini. Onde fin da studente a Plana<ref>Giovanni Plana (1781 – 1864), matematico, astronomo, geodeta e senatore italiano.</ref>, che lo eccitava a darsi alle matematiche e ad emularvi la gloria di un Lagrange<ref>[[Joseph-Louis Lagrange]].</ref>, egli avrebbe risposto: "Non è più tempo di matematiche: bisogna occuparsi di economia politica: il mondo progredisce".
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*[[Francesco Cossiga]], [[Pasquale Chessa]], ''Italiani sono sempre gli altri. Controstoria d'Italia da Cavour a Berlusconi'', Mondadori, 2007.
*Camillo Benso, conte di Cavour, ''[https://archive.org/details/lettereediteedi05cavogoog/page/n6 Lettere edite ed inedite]'', raccolte ed illustrate da [[Luigi Chiala]], vol IV, Società Tipografico Editrice Nazionale, Torino.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Imprenditori italiani]]
[[Categoria:Politici italiani]]
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Marco Faustino Gagliuffi
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Delitto
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Udiki
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Augusto De Angelis
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[[File:Beccaria - Dei delitti e delle pene - 6043967 A.jpg|miniatura|''[[Cesare Beccaria#Dei delitti e delle pene|Dei delitti e delle pene]]'', illustrazione (1766)]]
Citazioni sul '''delitto''' e la '''delinquenza'''.
*Ah! quante volte ci eccita al delitto la sola vista dei mezzi di compierlo! ([[William Shakespeare]])
*Che cos'è un delitto, signor giudice, quando esso non sia passionale? È un'opera artistica! Una opera perversamente, delinquenzialmente artistica! E per opera artistica m'intendo un componimento di fantasia, sobrio e conciso nella forma, equilibrato nei propri elementi costitutivi, serrato e logico, chiaro e armonioso, teso e vibrante. ([[Augusto De Angelis]])
*Che un delitto si offra agli inquirenti come un quadro i cui elementi materiali e, per così dire, stilistici consentano, se sottilmente reperiti e analizzati, una sicura attribuzione, è corollario di tutti quei romanzi polizieschi cui buona parte dell'umanità si abbevera. Nella realtà le cose stanno però diversamente: e i coefficienti dell'impunità e dell'errore sono alti non perché (o non soltanto, o non sempre) è basso l'intelletto degli inquirenti, ma perché gli elementi che un delitto offre sono di solito assolutamente insufficienti. Un delitto, diciamo, commesso o organizzato da gente che ha tutta la buona volontà di contribuire a tenere alto il coefficiente di impunità.<br>Gli elementi che portano a risolvere i delitti che si presentano con carattere di mistero o di gratuità sono la ''confidenza'' diciamo professionale, la delazione anonima, il caso. E un po', soltanto un po', l'acutezza degli inquirenti. ([[Leonardo Sciascia]])
*Coloro che commettono delitti nel sonno non soffrono alcuna [[pena]]. ([[Francesco Mario Pagano]])
*Come potevo sapere che il delitto qualche volta ha il profumo del caprifoglio? (''[[La fiamma del peccato]]'')
*Dapprincipio, e d'altronde si trattava ormai di parecchio tempo addietro, l'aveva interessato una questione: perché quasi tutti i delitti vengono a galla e si risolvono così facilmente, e perché quasi tutti i delinquenti lasciano delle tracce così manifeste? A poco a poco era giunto alle conclusioni più svariate e curiose, e, a parer suo, la causa principale in assoluto era racchiusa non tanto nell'impossibilità materiale d'occultare un delitto, quanto nel delinquente stesso: lo stesso delinquente, infatti, e praticamente qualsiasi delinquente, nel momento del delitto è soggetto a una sorta di decadimento della volontà e della ragione, alle quali viene a sostituirsi una fenomenale leggerezza infantile, e questo avviene precisamente nel momento in cui sarebbero maggiormente necessarie la ragione e la prudenza. Secondo questa sua convinzione, ne veniva fuori che una sorta di eclissi della ragione e di decadimento della volontà s'impossessano dell'essere umano come una malattia, si sviluppano con regolarità e raggiungono il momento culminante poco prima del compimento del delitto; perdurano nella stessa forma nel corso del delitto e ancora per il breve lasso di tempo successivo, a seconda degli individui; quindi passano, come passa una qualsiasi malattia. La questione quindi era: è la malattia che genera il delitto o è il delitto, per una sua natura particolare, che sempre s'accompagna a quella specie di malattia? ([[Fëdor Dostoevskij]])
*Delitti assurdi? Ma io le assicuro che delitti come questi, e forse ancor più spaventosi, ne venivano commessi anche prima, e sempre ne sono stati commessi, e non solo da noi, ma dovunque, e, secondo me, fatti del genere si ripeteranno ancora per molto tempo. La differenza sta nel fatto che da noi prima c'era meno trasparenza, mentre ora di queste cose se ne parla ad alta voce e anche se ne scrive, e per questo può sembrare che delinquenti di questo genere siano comparsi da noi soltanto adesso. ([[Fëdor Dostoevskij]], ''[[L'idiota]]'')
*Dire che un delitto è opera di una [[società]], il risultato matematico di taluni «fattori ambientali», è una di quelle offese che il nostro tempo rivolge continuamente alla libertà individuale e alla [[libertà]] in genere. ([[Vitaliano Brancati]])
*I delitti più tremendi si incominciano pericolosamente, ma si conducono a termine vantaggiosamente. ([[Publio Cornelio Tacito]])
*I grandi che delinquono animano più al delitto, che le persone dappoco. ([[Francesco Mario Pagano]])
*Il delinquente non soltanto nuoce col danno che reca, ma benanche coll'esempio che porge. ([[Francesco Mario Pagano]])
*Il delitto che la mente nasconde, li trasparisce sul viso. ([[Domenico Cirillo]])
*'Il delitto | cui coronò il successo e la fortuna, virtù si chiama.'' ([[Lucio Anneo Seneca]])
*Il delitto è ''la violazione di un [[Diritto|dritto]] o naturale, o civile dell'uomo'': ovvero ''una mancanza dell'adempimento dell'obbligazione o naturale, o civile''. Esso è una commissione di ciò che non devesi fare, o l'omissione di ciò che convien fare.<br />La [[pena]] per l'opposto è ''la perdita di un dritto per un diritto violato'', o ''per un dovere omesso'': perdita di un dritto che toglie al reo la legge, e per essa i magistrati suoi esecutori. ([[Francesco Mario Pagano]])
*Il delitto è ribellione all'autorità dello Stato, è la negazione del diritto, la pena è a sua volta la negazione del delitto e quindi la riaffermazione del diritto. ([[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]])
*La capacità a delinquere, per me avvocato civilista, ha due aspetti: uno giuridico e uno sociale. Sotto l'aspetto giuridico mi pare che essa sia la tendenza e la attitudine a violare il diritto altrui; sotto l'aspetto sociale mi pare sia la incapacità di intendere che la vita in società è fatta di solidarietà e di altruismo: che senza solidarietà e senza altruismo non vi è civiltà. Il delinquente è essenzialmente un infelice esiliato nel suo sfrenato egoismo, un solitario incapace di vivere in società. ([[Piero Calamandrei]])
*La nascita della delinquenza è l'investimento segreto nella furbizia di tutte le facoltà dell'intelligenza. ([[Daniel Pennac]])
*La [[sapienza]] divina aveva preveduto che Giuda, libero di non dare il [[bacio]] del traditore, l'avrebbe tuttavia dato. In tale modo essa ha adoperato il delitto dell'Iscariota a guisa di [[pietra]] nell'edificio meraviglioso della redenzione. ([[Anatole France]])
*Nessun delitto può trovare un motivo scusante. ([[Tito Livio]], attribuita a [[Scipione l'Africano]])
*Niuno debba del nudo pensiero soffrir la [[pena]], essendo il delitto un fatto dannevole alla società. E quando sia manifestato nelle semplici parole, può meritar correzione soltanto. Quindi i pensieri soggetti alle divine, sono esenti dalle umane pene. ([[Francesco Mario Pagano]])
*Non esiste il delitto perfetto, Adalgisa. Esistono solo colpevoli molto fortunati. (''[[Rocco Schiavone (serie televisiva)|Rocco Schiavone]]'')
*Non tutti i delitti hanno riflessi [[società|sociali]]. [...] Ma ci sono delitti, invece, in cui tutto è sociale, dall'arma usata all'ambiente fisico, dai caratteri dei protagonisti al loro modo di vita, tutto, perfino il dolore, perfino il peccato, perfino la riparazione, perfino il pentimento. ([[Alberto Moravia]])
*''Ogni delitto | porta in sé, dentro il suo impulso, un angelo | vendicatore: l'angoscia dell'attesa.'' ([[Friedrich Schiller]])
*Peccato che i delitti meglio eseguiti, i delitti perfetti, insomma, siano rimasti privi di firma; e che gli autori in cambio d'una banale impunità abbiano perso la gloria. ([[Gesualdo Bufalino]])
*Per i grandi Geni o per i grandi delinquenti non vi è posto fra la mediocrità trionfante che domina e comanda. ([[Renzo Novatore]])
*Un delitto è come ogni altra un'opera d'arte. Non si sorprenda: i delitti non sono affatto le sole opere d'arte che provengono da un'officina infernale. Ma ogni opera d'arte, sia essa divina o diabolica, ha un'impronta inevitabile; voglio dire che l'idea centrale è semplice, per quanto l'adempimento possa essere complicato. (''[[Padre Brown]]'')
*Un delitto non dovrebbe andare impunito perché altrimenti tutte le fondamenta [[Morale|morali]] crollerebbero e soltanto il [[caos]] regnerebbe. ([[Erich Maria Remarque]])
==Voci correlate==
{{MultiCol}}
*[[Assassino]]
*[[Crimine]]
*[[Frode]]
*[[Furto]]
*[[Omicidio]]
*[[Ricatto]]
{{ColBreak}}
*[[Pena]]
*[[Pena di morte]]
*[[Prigione]]
{{EndMultiCol}}
==Altri progetti==
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[[Categoria:Reati]]
[[Categoria:Teoria del diritto]]
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Giovanni Gentile
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/* Citazioni di Giovanni Gentile */ il giusnaturalismo
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[[Immagine:Giovanni Gentile.png|thumb|Giovanni Gentile]]
'''Giovanni Gentile''' (1875 – 1944), filosofo italiano.
==Citazioni di Giovanni Gentile==
*Gli uomini che ragionano sempre non fanno la [[storia]].<ref>Da ''Il liberalismo di Cavour'', in ''Che cosa è il fascismo'', Vallecchi.</ref>
*Il martirio di [[Giordano Bruno]] ha un significato speciale nella storia della cultura, poiché non fu conflitto di coscienze individuali diverse; ma necessaria conseguenza del progresso dello spirito umano, che Bruno impersonò al cadere del Cinquecento, quando si chiudeva col Rinascimento tutta la vecchia storia della civiltà d'Europa: del progresso dello spirito, che giunse in lui ad avvertire per la prima volta, e quindi a sorpassare, la contraddizione, che fin dal Medio Evo lo dilaniava, tra sé e sé medesimo: tra spirito che crede, e professa di non intendere, e spirito che intende, e professa di intendere, cioè farsi da sé la verità sua.<ref>Citato in ''[http://www.paginadelleidee.net/4_filosofia/filosofia5.htm Giordano Bruno e il pensiero del Rinascimento]'', ''Pagina delle idee''.</ref>
*Il presupposto individualistico è la base del [[giusnaturalismo]] e del conseguente contrattualismo: ossia di tutto il pensiero liberale moderno prima di Hegel. Il diritto naturale è infatti il diritto dell'individuo di fronte allo Stato: un diritto che lo Stato deve riconoscere perché preesistente come condizione della sua esistenza; almeno come attributo dei soggetti individuali che dello Stato sono la materia necessaria.<ref>Da ''I fondamenti della filosofia del diritto'', pp. 103-104.</ref>
*La filosofia non è erudizione. Molte sono le materie insegnate nelle scuole medie che sono per loro natura dominate dalla tendenza a riuscire un semplice corredo del cervello. Troppi già sono i dati, i ragguagli d'ogni sorta, di cui si pretende rimpinzare le menti, nell'età del più vigoroso sviluppo, quando più esse hanno bisogno d'aria e di libertà. E la filosofia, trattata essa stessa come un certo numero di questioni, di cui convenga informarsi e di molte nozioni da appropriarsi, è una nuova causa di malattìa che si aggiunge alle altre; laddove essa dovrebbe essere una medicina o un corroborante, onde si conservi o riacquisti il vigore della mente e tutte le materie di stadio possano quindi valere di vital nutrimento. La filosofia dev'essere, sia pure inizialmente, costituzione della personalità: quella che ordinariamente si dice educazione morale, ma che non può darci il vero carattere, il vero uomo, se non si suggella colla coscienza che l'uomo deve avere di se stesso, della sua dignità e del suo posto nel mondo, della sua natura e del suo conseguente destino.<ref name="Società Filosofica Italiana">Citato da Giovanni Gentile, [https://archive.org/details/giornalecritico00gentgoog/page/n126/mode/2up ''Note e Notizie''], in ''Giornale critico della filosofia italiana''], 1920, p. 118.</ref>
*La [[filosofia]] non è una o più conoscenze, ma è pensiero; non è contenuto, ma forma del sapere. E quando della stessa forma del sapere s'è fatto un contenuto, non solo non si è appresa la filosofia, ma si è finito per mettersi in condizione di non più capire in che la filosofia possa consistere.<ref name="Società Filosofica Italiana" />
*La [[scuola]] dev'essere laica, perché di sua natura essa è laica. [...] Un insegnamento laico nella scuola elementare è un assurdo: soltanto la [[scuola media]], aperta alla filosofia, può aspirare a quella piú alta laicità. [...] Dove il concetto non può entrare, perché suppone un'attitudine filosofica che non è del popolo e non è dei bambini, il mito è tutta la verità. Stia il popolo-bambino contento a un insegnamento esoterico. Lo spirito di verità verrà dopo, con gli anni, se potrà venire. [...] L'istruzione morale della scuola elementare dovrebbe (o dovrà essere) schiettamente religiosa e, se o in quanto cattolica, affidata alla Chiesa.<ref>Discorso al Congresso nazionale della Fnism, Federazione nazionale insegnanti scuole medie, 1907, da ''Scuola e filosofia'', R. Sandron, 1908; citato in Mario A. Manacorda, ''Scuola pubblica o privata?'', Editori Riuniti, Roma, 1999, p. 36.</ref>
*La sola realtà solida, che mi sia dato affermare, e con la quale deve perciò legarsi ogni realtà che io possa pensare, è quella stessa che pensa; la quale si realizza, ed è così una realtà, soltanto nell'atto che si pensa.<ref>Da ''Introduzione alla filosofia'', "Il principio della filosofia attualistica". Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*La vera [[vita]] è riflessione su se stessa.<ref>Da ''Che cosa è il fascismo?''.</ref>
*Non si deve trovar posto per tutti. [...] La [[riforma Gentile|riforma]] tende proprio a questo, a ridurre la popolazione scolastica.<ref>Da ''Il fascismo al governo della scuola (novembre '22-aprile '24)'', R. Sandron, 1924; citato in Mario A. Manacorda, ''Scuola pubblica o privata?'', p. 39.</ref>
*Questo, per me, è [[fascismo]]. È quel fascismo che può affermare con giusto orgoglio: io non sono partito, ma sono l'Italia. È il fascismo che può e deve chiamare a raccolta per ogni impresa nazionale tutti gl'Italiani: anche quelli dell'antimanifesto. I quali, se risponderanno all'appello, non verranno [...] per fare dell'antifascismo: verranno, almeno nell'Enciclopedia, a portare il contributo della loro competenza: a far della matematica o della chimica o della fisica, e insomma della scienza.<ref>Da ''L'Enciclopedia Italiana e il fascismo'', lettera al direttore de "La Tribuna", 28 aprile 1926; citato in Angelo Guerraggio, Pietro Nastasi, ''Matematica in camicia nera'', Bruno Mondadori, 2005, p. 91.</ref>
*Tradurre, in verità, è la condizione d'ogni pensare e d'ogni apprendere.<ref>Da ''Frammenti di estetica e letteratura'', R. Carabba, 1920; citato in [[George Steiner]], ''After Babel'', Oxford University Press, New York e Londra 1975, p. 251.</ref>
*{{NDR|Riferendosi all'[[Attualismo (filosofia)|attualismo]]}} Una filosofia come questa può parere che con anima giacobina neghi il passato, poiché non si lascia nulla alle spalle e ci orienta verso il futuro. Ma può anche parere che neghi il futuro, poiché la realtà per lei è atto, e l'atto è il presente da cui non si passa al futuro; quel presente, in confronto del quale, come in confronto con Dio per la vecchia teologia, il futuro è esso stesso un passato.<ref>Da ''[https://archive.org/details/sistemadilogicac00gentuoft Sistema di logica come teoria del conoscere]'', Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922, p. 329; citato in [[Eugenio Garin]], ''Storia della filosofia italiana'', terza ed., Edizione CDE su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano, 1989, vol. 3, p. 378.</ref>
*Unico, vero, concreto, completo maestro dell'uomo è lo Spirito universale.<ref>Citato in [[Sergei Hessen]], ''Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia'', Armando Armando Editore, Roma, 1962.</ref>
==''Discorsi di religione''==
*[[Pensiero|Pensare]], dunque, è sempre [[filosofia|filosofare]]. (p. 38)
*Agli altri infatti non si può [[comandare]] che servendoli. (p. 39)
*Ma quello che diciamo praticamente [[morale]], non è altro da quello che teoricamente diciamo filosofia. La distinzione deriva, a nostro modo di vedere, dal concepire astrattamente il bene, che è oggetto della morale, e la verità, che è oggetto della filosofia [...]. (p. 44)
==''Giordano Bruno''==
*Anche la filosofia del [[Giordano Bruno|Bruno]] presupponeva e svolgeva il concetto dell'immanenza del divino nella natura e nell'uomo; e intanto non negava il principio speculativo della teologia cristiana, della trascendenza di Dio. (p. 302)
*Giordano Bruno è la conchiusione logica di tutto il Rinascimento, benché abbia dovuto attendere più di due secoli che fosse apprezzato il suo valore. (p. 300)
*Il [[Giordano Bruno|suo]] Dio è il Dio del filosofo, la natura di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], da lui stesso definita: ''Deus in rebus''. La distinzione dei due lumi, della natura umana e della grazia superinfusa, della ragione e della fede, della filosofia e della teologia era antica; e può dirsi uno dei luoghi comuni della Scolastica. Ma in Bruno, che scalza la trascendenza su cui si fondava quella filosofia medievale che poteva servire la teologia; in [[Galileo Galilei|Galileo]], che distrugge il geocentrismo così congruo con le imperfette idee teistiche e teologiche che il Cristianesimo aveva ereditate dal Vecchio Testamento e dalla filosofia aristotelica, la distinzione acquista valore profondamente diverso; e delle due verità, l'una della ragione e l'altra della fede, Bruno filosofo ne riconosce una sola, la prima.
==''Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia''==
===[[Incipit]]===
Certo, dal tempo del Bossuet, che affermava, essere la scienza della tradizione la vera scienza ecclesiastica e anche dal tempo degli scandali che suscitavano le ardite negazioni della scuola di Tubinga, siamo molto lontani.
===Citazioni===
*E la stessa "Protesta" ormai accenna a finire una specie di religione naturale, che è filosofia, il cattolicesimo ha trionfato sempre, e sopravvive. Le [[contraddizione|contraddizioni]] non si risolvono infatti con la negazione d'uno dei due termini contraddittori, che hanno sempre entrambi la loro profonda e ineluttabile ragion d'essere, ma con l'affermazione e cioè con in realizzazione dell'unità superiore, in cui i [[contrario|contrarii]] coincidono. Nel cattolicesimo resta il problema senza la soluzione; i misteri hanno la soluzione, ma di qua dal problema: e in ciò consiste la loro fatale sconfitta, sul terreno religioso, di fronte ai cattolicesimo. (p. 46)
*Inutile, perciò, e peggio che inutile, lamentare la poca religiosità o intimità del cattolicesimo. Il cattolicesimo è quale deve essere: la sua forza è appunto in quell'equilibrio che non si mantiene se non a spese della pietà, da una parte, come dell'organizzazione sociale dall'altra: dell'intimità così come dell'esteriorità, della libertà come dell'autorità. Non c'è che fare: bisogna piegare il capo. Ribellarsi è da bambini che ancora non sono capaci d'intendere la ferrea necessità della vita. (p. 46)
*Il misticismo, l'intimità della religione, il metodo dell'immanenza con l'annesso prammatismo religioso, sarebbero a rigore, e l'abbiamo apertamente dimostrato a proposito del Laberthonierre, la negazione della trascendenza; cioè non del cattolicesmo post-tridentino, ma della stessa religione, in quanto tale. Una volta che noi possiamo trovar Dio soltanto in noi, e intenderle solo secondo le nostre esigenze vitali, la Chiesa, come tradizione liberatrice della Rivelazione, e, cioè la stessa Rivelazione e quindi la posizione estrinseca del divino allo spirito, è distrutta; e il, bisogno religioso non può essere più appagato altrimenti che con l'elaborazione razionale dell'oggetto, che si è trovato nello spirito; cioè con la filosofia che crea Dio. (p. 46)
*Allora si ha un bel protestare, che la religione non si sa concepire se non come funzione sociale dello spirito, quasi coscienza dello spirito storico, che è vissuto come si dice, nella collettività. Una delle due: o questa società, questa chiesa, è la Chiesa che la ragione crea, o ricrea a se stessa con la sua filosofia; e allora dalla chiesa vera e propria della religione in realtà siamo usciti e restiamo nel razionalismo puro. O la chiesa è la chiesa di fatto, quella tale chiesa bene o male rappresentata da [[Pio X]]; e allora bisogna umilmente tacere quando Pio parla e ricordarsi che Dio, la verità non è dell'individuo ma della Chiesa. (p. 47)
*Il Cristo giovanneo è un Cristo assolutamente diverso dal Cristo dei sinottici: sono due storie differenti, dice esplicito il [[Friedrich von Hügel|von Hugel]]. Appunto, questa molteplicità di Cristi è la vera conclusione della veduta intellettualistica, astraente, frammentaria e atomista della storia storica: con la conseguenza che non solo in fine non si potrà dire che il vero Cristo sia quello della Chiesa, o poniamo, quello di Giovani, anzi che quello più antico dei sinottici; ma né anche, in verità che si sia un Cristo eterno, almeno per ''nos christologies''. L'agnosticismo additato dall'Enciclica ''Pascendi'' salta fuori sempre, ostinatamente. (p. 58)
*L'idea newmaniana di sviluppo è un'idea cattolica, se lo sviluppo s'intende come va inteso; per cui nel germe c'è già logicamente, e quindi necessariamente, tutta la realtà che ne deve scattar fuori; quella realtà che vi si può vedere a patto che non ci si contenti, come vuole il Loisy, del fenomeno e del telescopio ma si vada più addentro: non certo con la storia, bensì con la fede, o in generale col nostro spirito. In realtà dunque il [[Blondel]] ha ragione: cotesto Cristo della storia pura è ''assise geologique''; non è germe. (p. 58)
*Lo scolastico conosce [[Dio]], il modernista lo ricrea in se stesso, ne ridesta immagine, che ha nel suo profondo, la ravviva, ne forma quasi o ne informa, tutto il proprio essere. Lo scolastico ignaro del tesoro che cela nel proprio animo, cerca Dio con l'occhio inquieto e smarrito fuori di sé, il modernista rientra in se stesso e si travaglia col volere operoso intorno al suo stesso sentimento, che gli può fare intendere il mondo. (p. 59)
*Il motivo di questa vera filosofia è che l'oggetto dello spirito, la verità è lo spirito stesso: l'immanenza, secondo la terminologia modernistica. Questo è appunto il principio della moderna filosofia da Cartesio in qua: e il Blondel ha creduto di dover partire di lì per rinnovare nell'apologetica quello che Tommaso esaltava come il ''modus antiquorum doctorum''. Il metodo già l'aveva additato Agostino e, per dir la verità, prima di tutti Plotino. (p. 59)
*A chi opponesse, che la coscienza è pretesto al mondo per affermare diritti al proprio arbitrio e capriccio, rispondono: «Quale delle opere di Dio l'uomo non sa profanare? Per noi, educati al [[cattolicesimo]], la coscienza resta l'apprensione individuale della legge naturale posta da Dio in tutte le cose create». Ma allora hanno ragione i protestanti, che vogliono l'autonomia della coscienza piena, senza restrizioni, e il giudizio privato guida ordinaria di tutta la vita religiosa? «No – dicono – per noi l'atto normale della vita religiosa è la educazione della coscienza individuale alla vita della [[Chiesa]]; attraverso l'adesione a questa, epperò la sommessione all'autorità, l'individuo e messo a parte di tutti i mezzi di Vita spirituale, di cui dispone la società religiosa: dottrina e sacramenti, e nell'obbedienza, ottiene la libertà vera. Ma la coscienza stessa resta sempre il soggetto obbediente: è per lei e per i suoi giudizi primi ed elementari che ha valore la nostra accettazione della Chiesa. Epperò non potrà essere mai consentita un'offesa a quelle sue prime esigenze. Insomma, il ricorso alla [[coscienza]] è il caso d'eccezione, di cui non è l'autorità stessa, che possa giudicare la legittimità, perché altrimenti sarebbe illusoria la possibilità di un tale appello supremo al tribunale della scienza. (p. 68)
*Ora se un cattolicesimo potesse reggersi su questa dottrina, per conto mio, estraneo alla fede del ''Rinnovamento'', mi sentirei praticamente obbligato a sostenerne la propaganda. Ma che dottrina è questa? Se l'ultima parola, quando l'autorità sia in conflitto con la coscienza, spetta alla coscienza, non è chiaro che l'ultima parola alla coscienza spetta sempre, anche quando pare che si obbedisca umilmente? La coscienza potrebbe dire a se stessa: «Qui non è il caso di conflitto e di appello» senza esaminare e giudicare in sede di cassazione? Nella autorità e bella obbedienza cotesta, in cui nessuna sentenza alla prima, per se stessa, senza la sanzione della coscienza, avrebbe vigore! L'eccezione, una volta ammessa, qui, come in tanti altri casi, è regola, magari non esplicita, ma sempre una regola. Infatti, dicono benissimo l'[[Alfieri]] e il [[Casati]] che l'obbedienza stessa suppone la coscienza che obbedisce come soggetto! Dunque non è possibile obbedienza che distrugga la coscienza. (p. 69)
*Quanto al contenuto di questa coscienza individuale, che i direttori del ''Rinnovamento'' intendono mantenere, non si può essere neppure d'accordo con loro. Essi, cattolici, intendono collaborare con gli acattolici alla scienza; alla scienza intesa alla [[Loisy]]: studio positivo del fatto religioso considerato nel suo aspetto umano, ossia come stato di coscienza, con tutte le ripercussioni nella vita sociale; ricerca di una filosofia capace di valutare il fatto religioso come mediazione tra il finito e l'infinito. In questo studio e in questa ricerca il loro cattolicesimo non vale come verità, ma come esperienza vissuta. (p. 69)
===[[Explicit]]===
Ma in questa pace lo spirito che ha raggiunto la coscienza della propria natura non ha più nulla da respingere da sé; ché tutto si concentra nell'atto suo. Tanto meno l'arte e la religione, che sono le sue forme assolute, conciliate e fuse nella somma di tutte, la filosofia. La quale non può essere se stessa senza scaldarsi agli entusiasmi della vita intima della verità e senza assoggettarsi umilmente alla divina legge di essa, sanzionata liberamente dalla ragione.
==Citazioni su Giovanni Gentile==
*Benché «filosofo del fascismo», secondo la definizione che accompagnava abitualmente il suo nome, Gentile proteggeva l'autonomia della Normale dalle ingerenze di [[Carlo Scorza]], responsabile dei Fasci giovanili, e cercava di tenere la politica lontana, per quanto possibile, dallo straordinario palazzo del [[Giorgio Vasari|Vasari]] che domina la piazza dei Cavalieri. ([[Sergio Romano]])
*Egli credeva – si direbbe – che spettasse alla realtà di modellarsi sul suo coerente e metafisico speculare e non viceversa. Passò dal liberalismo al fascismo – e vi rimase fedele fino alla morte – perché credette di veder realizzata, nella sua barbarie vichianamente generosa, la lezione morale di [[Francesco De Sanctis]], cioè una riforma etico-religiosa del tradizionale carattere italiano, scettico e sorridente. ([[Giampiero Carocci]])
*Gentile fu un filosofo dedito ad un'impresa che, così possente, anch'essa da secoli non si vedeva: pensare, dar forma, organizzare, diffondere una [[filosofia italiana]], cioè una [[filosofia]] per l'[[Italia]], una filosofia dell'Italia, secondo una tradizione di pensiero politico che Gentile vedeva partire da [[Dante]] e arrivare a lui medesimo. ([[Marcello Pera]])
*Il Gentile aveva sempre scritto che non c'è posto per l'immediatezza, e che "tutto è mediazione". E sbagliava; perché, proprio lui, era il teorico dell'atto puro; atto puro significa che ogni atto è nuovo, spontaneo, dunque senza una mediazione che lo porta sulle mani già aperte. Questo suo atto puro era l'equivalente dell'immediatezza, o del sentire puro. ([[Giovanni Giraldi]])
*La ''Filosofia dell'arte'', scritta nel 1931, è un punto cruciale nel pensiero del Gentile. Qui l'arte esiste soltanto se non è risolta nel pensiero pensante, cosa che d'altra parte non può non fare. Però se l'arte si risolve nel pensiero pensante è pensiero e non arte e come arte non esiste. L'arte si pone ma ponendosi si nega: è inafferrabile, si può vivere ma non pensare. Se si pensa muore. ([[Enzo Paci]])
*Originalità delle idee, e fedeltà alle proprie idee, han fatto di Giovanni Gentile il più filosofo dei filosofi dell'età nostra, talché, per trovare altro nome che possa stargli a fianco, in quanto a purezza, convien ricorrere a quello di Spinoza. ([[Renato Mucci]])
*Se Gentile fu spesso il filosofo delle identificazioni, e soluzioni, meramente verbali, [[Benedetto Croce|Croce]] fu sempre sollecito soprattutto della distinzione, ossia della chiarezza concettuale. ([[Eugenio Garin]])
* Si deve riconoscere che Gentile, con impegno e genialità speculativa, ha reso al Soggetto la sua dignità, che è la dignità dell'Atto; resta obliterata la dignità dell'Oggetto: questo ''usque recurrit''. ([[Giovanni Giraldi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Giovanni Gentile, ''Discorsi di religione'', Sansoni, Firenze, 1957.
*Giovanni Gentile, ''Giordano Bruno'', Vallecchi, 1925².
*Giovanni Gentile, ''Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia'', Sansoni, Firenze, 1962.
==Voci correlate==
*[[Riforma Gentile]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Gentile, Giovanni}}
[[Categoria:Filosofi italiani]]
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[[Immagine:Giovanni Gentile.png|thumb|Giovanni Gentile]]
'''Giovanni Gentile''' (1875 – 1944), filosofo italiano.
==Citazioni di Giovanni Gentile==
*Gli uomini che ragionano sempre non fanno la [[storia]].<ref>Da ''Il liberalismo di Cavour'', in ''Che cosa è il fascismo'', Vallecchi.</ref>
*Il martirio di [[Giordano Bruno]] ha un significato speciale nella storia della cultura, poiché non fu conflitto di coscienze individuali diverse; ma necessaria conseguenza del progresso dello spirito umano, che Bruno impersonò al cadere del Cinquecento, quando si chiudeva col Rinascimento tutta la vecchia storia della civiltà d'Europa: del progresso dello spirito, che giunse in lui ad avvertire per la prima volta, e quindi a sorpassare, la contraddizione, che fin dal Medio Evo lo dilaniava, tra sé e sé medesimo: tra spirito che crede, e professa di non intendere, e spirito che intende, e professa di intendere, cioè farsi da sé la verità sua.<ref>Citato in ''[http://www.paginadelleidee.net/4_filosofia/filosofia5.htm Giordano Bruno e il pensiero del Rinascimento]'', ''Pagina delle idee''.</ref>
*Il presupposto individualistico è la base del [[giusnaturalismo]] e del conseguente contrattualismo: ossia di tutto il pensiero liberale moderno prima di Hegel. Il diritto naturale è infatti il diritto dell'individuo di fronte allo Stato: un diritto che lo Stato deve riconoscere perché preesistente come condizione della sua esistenza; almeno come attributo dei soggetti individuali che dello Stato sono la materia necessaria.<ref>Da ''I fondamenti della filosofia del diritto'', Sansoni, Firenze, 1937, [https://archive.org/details/GentileFilosofiaDiritto/page/n106/mode/1up cap. VII, pp. 103-104].</ref>
*La filosofia non è erudizione. Molte sono le materie insegnate nelle scuole medie che sono per loro natura dominate dalla tendenza a riuscire un semplice corredo del cervello. Troppi già sono i dati, i ragguagli d'ogni sorta, di cui si pretende rimpinzare le menti, nell'età del più vigoroso sviluppo, quando più esse hanno bisogno d'aria e di libertà. E la filosofia, trattata essa stessa come un certo numero di questioni, di cui convenga informarsi e di molte nozioni da appropriarsi, è una nuova causa di malattìa che si aggiunge alle altre; laddove essa dovrebbe essere una medicina o un corroborante, onde si conservi o riacquisti il vigore della mente e tutte le materie di stadio possano quindi valere di vital nutrimento. La filosofia dev'essere, sia pure inizialmente, costituzione della personalità: quella che ordinariamente si dice educazione morale, ma che non può darci il vero carattere, il vero uomo, se non si suggella colla coscienza che l'uomo deve avere di se stesso, della sua dignità e del suo posto nel mondo, della sua natura e del suo conseguente destino.<ref name="Società Filosofica Italiana">Citato da Giovanni Gentile, [https://archive.org/details/giornalecritico00gentgoog/page/n126/mode/2up ''Note e Notizie''], in ''Giornale critico della filosofia italiana''], 1920, p. 118.</ref>
*La [[filosofia]] non è una o più conoscenze, ma è pensiero; non è contenuto, ma forma del sapere. E quando della stessa forma del sapere s'è fatto un contenuto, non solo non si è appresa la filosofia, ma si è finito per mettersi in condizione di non più capire in che la filosofia possa consistere.<ref name="Società Filosofica Italiana" />
*La [[scuola]] dev'essere laica, perché di sua natura essa è laica. [...] Un insegnamento laico nella scuola elementare è un assurdo: soltanto la [[scuola media]], aperta alla filosofia, può aspirare a quella piú alta laicità. [...] Dove il concetto non può entrare, perché suppone un'attitudine filosofica che non è del popolo e non è dei bambini, il mito è tutta la verità. Stia il popolo-bambino contento a un insegnamento esoterico. Lo spirito di verità verrà dopo, con gli anni, se potrà venire. [...] L'istruzione morale della scuola elementare dovrebbe (o dovrà essere) schiettamente religiosa e, se o in quanto cattolica, affidata alla Chiesa.<ref>Discorso al Congresso nazionale della Fnism, Federazione nazionale insegnanti scuole medie, 1907, da ''Scuola e filosofia'', R. Sandron, 1908; citato in Mario A. Manacorda, ''Scuola pubblica o privata?'', Editori Riuniti, Roma, 1999, p. 36.</ref>
*La sola realtà solida, che mi sia dato affermare, e con la quale deve perciò legarsi ogni realtà che io possa pensare, è quella stessa che pensa; la quale si realizza, ed è così una realtà, soltanto nell'atto che si pensa.<ref>Da ''Introduzione alla filosofia'', "Il principio della filosofia attualistica". Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*La vera [[vita]] è riflessione su se stessa.<ref>Da ''Che cosa è il fascismo?''.</ref>
*Non si deve trovar posto per tutti. [...] La [[riforma Gentile|riforma]] tende proprio a questo, a ridurre la popolazione scolastica.<ref>Da ''Il fascismo al governo della scuola (novembre '22-aprile '24)'', R. Sandron, 1924; citato in Mario A. Manacorda, ''Scuola pubblica o privata?'', p. 39.</ref>
*Questo, per me, è [[fascismo]]. È quel fascismo che può affermare con giusto orgoglio: io non sono partito, ma sono l'Italia. È il fascismo che può e deve chiamare a raccolta per ogni impresa nazionale tutti gl'Italiani: anche quelli dell'antimanifesto. I quali, se risponderanno all'appello, non verranno [...] per fare dell'antifascismo: verranno, almeno nell'Enciclopedia, a portare il contributo della loro competenza: a far della matematica o della chimica o della fisica, e insomma della scienza.<ref>Da ''L'Enciclopedia Italiana e il fascismo'', lettera al direttore de "La Tribuna", 28 aprile 1926; citato in Angelo Guerraggio, Pietro Nastasi, ''Matematica in camicia nera'', Bruno Mondadori, 2005, p. 91.</ref>
*Tradurre, in verità, è la condizione d'ogni pensare e d'ogni apprendere.<ref>Da ''Frammenti di estetica e letteratura'', R. Carabba, 1920; citato in [[George Steiner]], ''After Babel'', Oxford University Press, New York e Londra 1975, p. 251.</ref>
*{{NDR|Riferendosi all'[[Attualismo (filosofia)|attualismo]]}} Una filosofia come questa può parere che con anima giacobina neghi il passato, poiché non si lascia nulla alle spalle e ci orienta verso il futuro. Ma può anche parere che neghi il futuro, poiché la realtà per lei è atto, e l'atto è il presente da cui non si passa al futuro; quel presente, in confronto del quale, come in confronto con Dio per la vecchia teologia, il futuro è esso stesso un passato.<ref>Da ''[https://archive.org/details/sistemadilogicac00gentuoft Sistema di logica come teoria del conoscere]'', Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922, p. 329; citato in [[Eugenio Garin]], ''Storia della filosofia italiana'', terza ed., Edizione CDE su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano, 1989, vol. 3, p. 378.</ref>
*Unico, vero, concreto, completo maestro dell'uomo è lo Spirito universale.<ref>Citato in [[Sergei Hessen]], ''Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia'', Armando Armando Editore, Roma, 1962.</ref>
==''Discorsi di religione''==
*[[Pensiero|Pensare]], dunque, è sempre [[filosofia|filosofare]]. (p. 38)
*Agli altri infatti non si può [[comandare]] che servendoli. (p. 39)
*Ma quello che diciamo praticamente [[morale]], non è altro da quello che teoricamente diciamo filosofia. La distinzione deriva, a nostro modo di vedere, dal concepire astrattamente il bene, che è oggetto della morale, e la verità, che è oggetto della filosofia [...]. (p. 44)
==''Giordano Bruno''==
*Anche la filosofia del [[Giordano Bruno|Bruno]] presupponeva e svolgeva il concetto dell'immanenza del divino nella natura e nell'uomo; e intanto non negava il principio speculativo della teologia cristiana, della trascendenza di Dio. (p. 302)
*Giordano Bruno è la conchiusione logica di tutto il Rinascimento, benché abbia dovuto attendere più di due secoli che fosse apprezzato il suo valore. (p. 300)
*Il [[Giordano Bruno|suo]] Dio è il Dio del filosofo, la natura di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], da lui stesso definita: ''Deus in rebus''. La distinzione dei due lumi, della natura umana e della grazia superinfusa, della ragione e della fede, della filosofia e della teologia era antica; e può dirsi uno dei luoghi comuni della Scolastica. Ma in Bruno, che scalza la trascendenza su cui si fondava quella filosofia medievale che poteva servire la teologia; in [[Galileo Galilei|Galileo]], che distrugge il geocentrismo così congruo con le imperfette idee teistiche e teologiche che il Cristianesimo aveva ereditate dal Vecchio Testamento e dalla filosofia aristotelica, la distinzione acquista valore profondamente diverso; e delle due verità, l'una della ragione e l'altra della fede, Bruno filosofo ne riconosce una sola, la prima.
==''Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia''==
===[[Incipit]]===
Certo, dal tempo del Bossuet, che affermava, essere la scienza della tradizione la vera scienza ecclesiastica e anche dal tempo degli scandali che suscitavano le ardite negazioni della scuola di Tubinga, siamo molto lontani.
===Citazioni===
*E la stessa "Protesta" ormai accenna a finire una specie di religione naturale, che è filosofia, il cattolicesimo ha trionfato sempre, e sopravvive. Le [[contraddizione|contraddizioni]] non si risolvono infatti con la negazione d'uno dei due termini contraddittori, che hanno sempre entrambi la loro profonda e ineluttabile ragion d'essere, ma con l'affermazione e cioè con in realizzazione dell'unità superiore, in cui i [[contrario|contrarii]] coincidono. Nel cattolicesimo resta il problema senza la soluzione; i misteri hanno la soluzione, ma di qua dal problema: e in ciò consiste la loro fatale sconfitta, sul terreno religioso, di fronte ai cattolicesimo. (p. 46)
*Inutile, perciò, e peggio che inutile, lamentare la poca religiosità o intimità del cattolicesimo. Il cattolicesimo è quale deve essere: la sua forza è appunto in quell'equilibrio che non si mantiene se non a spese della pietà, da una parte, come dell'organizzazione sociale dall'altra: dell'intimità così come dell'esteriorità, della libertà come dell'autorità. Non c'è che fare: bisogna piegare il capo. Ribellarsi è da bambini che ancora non sono capaci d'intendere la ferrea necessità della vita. (p. 46)
*Il misticismo, l'intimità della religione, il metodo dell'immanenza con l'annesso prammatismo religioso, sarebbero a rigore, e l'abbiamo apertamente dimostrato a proposito del Laberthonierre, la negazione della trascendenza; cioè non del cattolicesmo post-tridentino, ma della stessa religione, in quanto tale. Una volta che noi possiamo trovar Dio soltanto in noi, e intenderle solo secondo le nostre esigenze vitali, la Chiesa, come tradizione liberatrice della Rivelazione, e, cioè la stessa Rivelazione e quindi la posizione estrinseca del divino allo spirito, è distrutta; e il, bisogno religioso non può essere più appagato altrimenti che con l'elaborazione razionale dell'oggetto, che si è trovato nello spirito; cioè con la filosofia che crea Dio. (p. 46)
*Allora si ha un bel protestare, che la religione non si sa concepire se non come funzione sociale dello spirito, quasi coscienza dello spirito storico, che è vissuto come si dice, nella collettività. Una delle due: o questa società, questa chiesa, è la Chiesa che la ragione crea, o ricrea a se stessa con la sua filosofia; e allora dalla chiesa vera e propria della religione in realtà siamo usciti e restiamo nel razionalismo puro. O la chiesa è la chiesa di fatto, quella tale chiesa bene o male rappresentata da [[Pio X]]; e allora bisogna umilmente tacere quando Pio parla e ricordarsi che Dio, la verità non è dell'individuo ma della Chiesa. (p. 47)
*Il Cristo giovanneo è un Cristo assolutamente diverso dal Cristo dei sinottici: sono due storie differenti, dice esplicito il [[Friedrich von Hügel|von Hugel]]. Appunto, questa molteplicità di Cristi è la vera conclusione della veduta intellettualistica, astraente, frammentaria e atomista della storia storica: con la conseguenza che non solo in fine non si potrà dire che il vero Cristo sia quello della Chiesa, o poniamo, quello di Giovani, anzi che quello più antico dei sinottici; ma né anche, in verità che si sia un Cristo eterno, almeno per ''nos christologies''. L'agnosticismo additato dall'Enciclica ''Pascendi'' salta fuori sempre, ostinatamente. (p. 58)
*L'idea newmaniana di sviluppo è un'idea cattolica, se lo sviluppo s'intende come va inteso; per cui nel germe c'è già logicamente, e quindi necessariamente, tutta la realtà che ne deve scattar fuori; quella realtà che vi si può vedere a patto che non ci si contenti, come vuole il Loisy, del fenomeno e del telescopio ma si vada più addentro: non certo con la storia, bensì con la fede, o in generale col nostro spirito. In realtà dunque il [[Blondel]] ha ragione: cotesto Cristo della storia pura è ''assise geologique''; non è germe. (p. 58)
*Lo scolastico conosce [[Dio]], il modernista lo ricrea in se stesso, ne ridesta immagine, che ha nel suo profondo, la ravviva, ne forma quasi o ne informa, tutto il proprio essere. Lo scolastico ignaro del tesoro che cela nel proprio animo, cerca Dio con l'occhio inquieto e smarrito fuori di sé, il modernista rientra in se stesso e si travaglia col volere operoso intorno al suo stesso sentimento, che gli può fare intendere il mondo. (p. 59)
*Il motivo di questa vera filosofia è che l'oggetto dello spirito, la verità è lo spirito stesso: l'immanenza, secondo la terminologia modernistica. Questo è appunto il principio della moderna filosofia da Cartesio in qua: e il Blondel ha creduto di dover partire di lì per rinnovare nell'apologetica quello che Tommaso esaltava come il ''modus antiquorum doctorum''. Il metodo già l'aveva additato Agostino e, per dir la verità, prima di tutti Plotino. (p. 59)
*A chi opponesse, che la coscienza è pretesto al mondo per affermare diritti al proprio arbitrio e capriccio, rispondono: «Quale delle opere di Dio l'uomo non sa profanare? Per noi, educati al [[cattolicesimo]], la coscienza resta l'apprensione individuale della legge naturale posta da Dio in tutte le cose create». Ma allora hanno ragione i protestanti, che vogliono l'autonomia della coscienza piena, senza restrizioni, e il giudizio privato guida ordinaria di tutta la vita religiosa? «No – dicono – per noi l'atto normale della vita religiosa è la educazione della coscienza individuale alla vita della [[Chiesa]]; attraverso l'adesione a questa, epperò la sommessione all'autorità, l'individuo e messo a parte di tutti i mezzi di Vita spirituale, di cui dispone la società religiosa: dottrina e sacramenti, e nell'obbedienza, ottiene la libertà vera. Ma la coscienza stessa resta sempre il soggetto obbediente: è per lei e per i suoi giudizi primi ed elementari che ha valore la nostra accettazione della Chiesa. Epperò non potrà essere mai consentita un'offesa a quelle sue prime esigenze. Insomma, il ricorso alla [[coscienza]] è il caso d'eccezione, di cui non è l'autorità stessa, che possa giudicare la legittimità, perché altrimenti sarebbe illusoria la possibilità di un tale appello supremo al tribunale della scienza. (p. 68)
*Ora se un cattolicesimo potesse reggersi su questa dottrina, per conto mio, estraneo alla fede del ''Rinnovamento'', mi sentirei praticamente obbligato a sostenerne la propaganda. Ma che dottrina è questa? Se l'ultima parola, quando l'autorità sia in conflitto con la coscienza, spetta alla coscienza, non è chiaro che l'ultima parola alla coscienza spetta sempre, anche quando pare che si obbedisca umilmente? La coscienza potrebbe dire a se stessa: «Qui non è il caso di conflitto e di appello» senza esaminare e giudicare in sede di cassazione? Nella autorità e bella obbedienza cotesta, in cui nessuna sentenza alla prima, per se stessa, senza la sanzione della coscienza, avrebbe vigore! L'eccezione, una volta ammessa, qui, come in tanti altri casi, è regola, magari non esplicita, ma sempre una regola. Infatti, dicono benissimo l'[[Alfieri]] e il [[Casati]] che l'obbedienza stessa suppone la coscienza che obbedisce come soggetto! Dunque non è possibile obbedienza che distrugga la coscienza. (p. 69)
*Quanto al contenuto di questa coscienza individuale, che i direttori del ''Rinnovamento'' intendono mantenere, non si può essere neppure d'accordo con loro. Essi, cattolici, intendono collaborare con gli acattolici alla scienza; alla scienza intesa alla [[Loisy]]: studio positivo del fatto religioso considerato nel suo aspetto umano, ossia come stato di coscienza, con tutte le ripercussioni nella vita sociale; ricerca di una filosofia capace di valutare il fatto religioso come mediazione tra il finito e l'infinito. In questo studio e in questa ricerca il loro cattolicesimo non vale come verità, ma come esperienza vissuta. (p. 69)
===[[Explicit]]===
Ma in questa pace lo spirito che ha raggiunto la coscienza della propria natura non ha più nulla da respingere da sé; ché tutto si concentra nell'atto suo. Tanto meno l'arte e la religione, che sono le sue forme assolute, conciliate e fuse nella somma di tutte, la filosofia. La quale non può essere se stessa senza scaldarsi agli entusiasmi della vita intima della verità e senza assoggettarsi umilmente alla divina legge di essa, sanzionata liberamente dalla ragione.
==Citazioni su Giovanni Gentile==
*Benché «filosofo del fascismo», secondo la definizione che accompagnava abitualmente il suo nome, Gentile proteggeva l'autonomia della Normale dalle ingerenze di [[Carlo Scorza]], responsabile dei Fasci giovanili, e cercava di tenere la politica lontana, per quanto possibile, dallo straordinario palazzo del [[Giorgio Vasari|Vasari]] che domina la piazza dei Cavalieri. ([[Sergio Romano]])
*Egli credeva – si direbbe – che spettasse alla realtà di modellarsi sul suo coerente e metafisico speculare e non viceversa. Passò dal liberalismo al fascismo – e vi rimase fedele fino alla morte – perché credette di veder realizzata, nella sua barbarie vichianamente generosa, la lezione morale di [[Francesco De Sanctis]], cioè una riforma etico-religiosa del tradizionale carattere italiano, scettico e sorridente. ([[Giampiero Carocci]])
*Gentile fu un filosofo dedito ad un'impresa che, così possente, anch'essa da secoli non si vedeva: pensare, dar forma, organizzare, diffondere una [[filosofia italiana]], cioè una [[filosofia]] per l'[[Italia]], una filosofia dell'Italia, secondo una tradizione di pensiero politico che Gentile vedeva partire da [[Dante]] e arrivare a lui medesimo. ([[Marcello Pera]])
*Il Gentile aveva sempre scritto che non c'è posto per l'immediatezza, e che "tutto è mediazione". E sbagliava; perché, proprio lui, era il teorico dell'atto puro; atto puro significa che ogni atto è nuovo, spontaneo, dunque senza una mediazione che lo porta sulle mani già aperte. Questo suo atto puro era l'equivalente dell'immediatezza, o del sentire puro. ([[Giovanni Giraldi]])
*La ''Filosofia dell'arte'', scritta nel 1931, è un punto cruciale nel pensiero del Gentile. Qui l'arte esiste soltanto se non è risolta nel pensiero pensante, cosa che d'altra parte non può non fare. Però se l'arte si risolve nel pensiero pensante è pensiero e non arte e come arte non esiste. L'arte si pone ma ponendosi si nega: è inafferrabile, si può vivere ma non pensare. Se si pensa muore. ([[Enzo Paci]])
*Originalità delle idee, e fedeltà alle proprie idee, han fatto di Giovanni Gentile il più filosofo dei filosofi dell'età nostra, talché, per trovare altro nome che possa stargli a fianco, in quanto a purezza, convien ricorrere a quello di Spinoza. ([[Renato Mucci]])
*Se Gentile fu spesso il filosofo delle identificazioni, e soluzioni, meramente verbali, [[Benedetto Croce|Croce]] fu sempre sollecito soprattutto della distinzione, ossia della chiarezza concettuale. ([[Eugenio Garin]])
* Si deve riconoscere che Gentile, con impegno e genialità speculativa, ha reso al Soggetto la sua dignità, che è la dignità dell'Atto; resta obliterata la dignità dell'Oggetto: questo ''usque recurrit''. ([[Giovanni Giraldi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Giovanni Gentile, ''Discorsi di religione'', Sansoni, Firenze, 1957.
*Giovanni Gentile, ''Giordano Bruno'', Vallecchi, 1925².
*Giovanni Gentile, ''Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia'', Sansoni, Firenze, 1962.
==Voci correlate==
*[[Riforma Gentile]]
==Altri progetti==
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/* Citazioni di Giovanni Gentile */ contratto sociale (contrattualismo)
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[[Immagine:Giovanni Gentile.png|thumb|Giovanni Gentile]]
'''Giovanni Gentile''' (1875 – 1944), filosofo italiano.
==Citazioni di Giovanni Gentile==
*Gli uomini che ragionano sempre non fanno la [[storia]].<ref>Da ''Il liberalismo di Cavour'', in ''Che cosa è il fascismo'', Vallecchi.</ref>
*Il martirio di [[Giordano Bruno]] ha un significato speciale nella storia della cultura, poiché non fu conflitto di coscienze individuali diverse; ma necessaria conseguenza del progresso dello spirito umano, che Bruno impersonò al cadere del Cinquecento, quando si chiudeva col Rinascimento tutta la vecchia storia della civiltà d'Europa: del progresso dello spirito, che giunse in lui ad avvertire per la prima volta, e quindi a sorpassare, la contraddizione, che fin dal Medio Evo lo dilaniava, tra sé e sé medesimo: tra spirito che crede, e professa di non intendere, e spirito che intende, e professa di intendere, cioè farsi da sé la verità sua.<ref>Citato in ''[http://www.paginadelleidee.net/4_filosofia/filosofia5.htm Giordano Bruno e il pensiero del Rinascimento]'', ''Pagina delle idee''.</ref>
*Il presupposto individualistico è la base del [[giusnaturalismo]] e del conseguente contrattualismo: ossia di tutto il pensiero liberale moderno prima di Hegel. Il diritto naturale è infatti il diritto dell'individuo di fronte allo Stato: un diritto che lo Stato deve riconoscere perché preesistente come condizione della sua esistenza; almeno come attributo dei soggetti individuali che dello Stato sono la materia necessaria.<ref>Da ''I fondamenti della filosofia del diritto'', Sansoni, Firenze, 1937, [https://archive.org/details/GentileFilosofiaDiritto/page/n106/mode/1up cap. VII, pp. 103-104].</ref>
*La filosofia non è erudizione. Molte sono le materie insegnate nelle scuole medie che sono per loro natura dominate dalla tendenza a riuscire un semplice corredo del cervello. Troppi già sono i dati, i ragguagli d'ogni sorta, di cui si pretende rimpinzare le menti, nell'età del più vigoroso sviluppo, quando più esse hanno bisogno d'aria e di libertà. E la filosofia, trattata essa stessa come un certo numero di questioni, di cui convenga informarsi e di molte nozioni da appropriarsi, è una nuova causa di malattìa che si aggiunge alle altre; laddove essa dovrebbe essere una medicina o un corroborante, onde si conservi o riacquisti il vigore della mente e tutte le materie di stadio possano quindi valere di vital nutrimento. La filosofia dev'essere, sia pure inizialmente, costituzione della personalità: quella che ordinariamente si dice educazione morale, ma che non può darci il vero carattere, il vero uomo, se non si suggella colla coscienza che l'uomo deve avere di se stesso, della sua dignità e del suo posto nel mondo, della sua natura e del suo conseguente destino.<ref name="Società Filosofica Italiana">Citato da Giovanni Gentile, [https://archive.org/details/giornalecritico00gentgoog/page/n126/mode/2up ''Note e Notizie''], in ''Giornale critico della filosofia italiana''], 1920, p. 118.</ref>
*La [[filosofia]] non è una o più conoscenze, ma è pensiero; non è contenuto, ma forma del sapere. E quando della stessa forma del sapere s'è fatto un contenuto, non solo non si è appresa la filosofia, ma si è finito per mettersi in condizione di non più capire in che la filosofia possa consistere.<ref name="Società Filosofica Italiana" />
*La [[scuola]] dev'essere laica, perché di sua natura essa è laica. [...] Un insegnamento laico nella scuola elementare è un assurdo: soltanto la [[scuola media]], aperta alla filosofia, può aspirare a quella piú alta laicità. [...] Dove il concetto non può entrare, perché suppone un'attitudine filosofica che non è del popolo e non è dei bambini, il mito è tutta la verità. Stia il popolo-bambino contento a un insegnamento esoterico. Lo spirito di verità verrà dopo, con gli anni, se potrà venire. [...] L'istruzione morale della scuola elementare dovrebbe (o dovrà essere) schiettamente religiosa e, se o in quanto cattolica, affidata alla Chiesa.<ref>Discorso al Congresso nazionale della Fnism, Federazione nazionale insegnanti scuole medie, 1907, da ''Scuola e filosofia'', R. Sandron, 1908; citato in Mario A. Manacorda, ''Scuola pubblica o privata?'', Editori Riuniti, Roma, 1999, p. 36.</ref>
*La sola realtà solida, che mi sia dato affermare, e con la quale deve perciò legarsi ogni realtà che io possa pensare, è quella stessa che pensa; la quale si realizza, ed è così una realtà, soltanto nell'atto che si pensa.<ref>Da ''Introduzione alla filosofia'', "Il principio della filosofia attualistica". Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*La vera [[vita]] è riflessione su se stessa.<ref>Da ''Che cosa è il fascismo?''.</ref>
*Non si deve trovar posto per tutti. [...] La [[riforma Gentile|riforma]] tende proprio a questo, a ridurre la popolazione scolastica.<ref>Da ''Il fascismo al governo della scuola (novembre '22-aprile '24)'', R. Sandron, 1924; citato in Mario A. Manacorda, ''Scuola pubblica o privata?'', p. 39.</ref>
*Questo, per me, è [[fascismo]]. È quel fascismo che può affermare con giusto orgoglio: io non sono partito, ma sono l'Italia. È il fascismo che può e deve chiamare a raccolta per ogni impresa nazionale tutti gl'Italiani: anche quelli dell'antimanifesto. I quali, se risponderanno all'appello, non verranno [...] per fare dell'antifascismo: verranno, almeno nell'Enciclopedia, a portare il contributo della loro competenza: a far della matematica o della chimica o della fisica, e insomma della scienza.<ref>Da ''L'Enciclopedia Italiana e il fascismo'', lettera al direttore de "La Tribuna", 28 aprile 1926; citato in Angelo Guerraggio, Pietro Nastasi, ''Matematica in camicia nera'', Bruno Mondadori, 2005, p. 91.</ref>
*Secondo il [[Contratto sociale|contrattualismo]], lo Stato va concepito semplice ''mezzo'' della realizzazione della libertà, ossia della stessa realtà spirituale che sola restava in conseguenza del giusnaturalismo: la realtà dell'individuo, che, non essendo universale e trovandosi perciò a dover esistere insieme con quella degli altri individui, riconosce la necessità di un accordo, in cui il limite reciproco della sconfinata libertà naturale renda compossibile l'armonica convivenza dei diversi individui. L'accordo nasce dall'adesione della volontà individuale; e intanto quindi c'è, in quanto questa volontà lo vuole.<ref>Da ''I fondamenti della filosofia del diritto'', Sansoni, Firenze, 1937, [https://archive.org/details/GentileFilosofiaDiritto/page/n107/mode/1up cap. VII, pp. 104-105].</ref>
*Tradurre, in verità, è la condizione d'ogni pensare e d'ogni apprendere.<ref>Da ''Frammenti di estetica e letteratura'', R. Carabba, 1920; citato in [[George Steiner]], ''After Babel'', Oxford University Press, New York e Londra 1975, p. 251.</ref>
*{{NDR|Riferendosi all'[[Attualismo (filosofia)|attualismo]]}} Una filosofia come questa può parere che con anima giacobina neghi il passato, poiché non si lascia nulla alle spalle e ci orienta verso il futuro. Ma può anche parere che neghi il futuro, poiché la realtà per lei è atto, e l'atto è il presente da cui non si passa al futuro; quel presente, in confronto del quale, come in confronto con Dio per la vecchia teologia, il futuro è esso stesso un passato.<ref>Da ''[https://archive.org/details/sistemadilogicac00gentuoft Sistema di logica come teoria del conoscere]'', Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922, p. 329; citato in [[Eugenio Garin]], ''Storia della filosofia italiana'', terza ed., Edizione CDE su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano, 1989, vol. 3, p. 378.</ref>
*Unico, vero, concreto, completo maestro dell'uomo è lo Spirito universale.<ref>Citato in [[Sergei Hessen]], ''Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia'', Armando Armando Editore, Roma, 1962.</ref>
==''Discorsi di religione''==
*[[Pensiero|Pensare]], dunque, è sempre [[filosofia|filosofare]]. (p. 38)
*Agli altri infatti non si può [[comandare]] che servendoli. (p. 39)
*Ma quello che diciamo praticamente [[morale]], non è altro da quello che teoricamente diciamo filosofia. La distinzione deriva, a nostro modo di vedere, dal concepire astrattamente il bene, che è oggetto della morale, e la verità, che è oggetto della filosofia [...]. (p. 44)
==''Giordano Bruno''==
*Anche la filosofia del [[Giordano Bruno|Bruno]] presupponeva e svolgeva il concetto dell'immanenza del divino nella natura e nell'uomo; e intanto non negava il principio speculativo della teologia cristiana, della trascendenza di Dio. (p. 302)
*Giordano Bruno è la conchiusione logica di tutto il Rinascimento, benché abbia dovuto attendere più di due secoli che fosse apprezzato il suo valore. (p. 300)
*Il [[Giordano Bruno|suo]] Dio è il Dio del filosofo, la natura di [[Baruch Spinoza|Spinoza]], da lui stesso definita: ''Deus in rebus''. La distinzione dei due lumi, della natura umana e della grazia superinfusa, della ragione e della fede, della filosofia e della teologia era antica; e può dirsi uno dei luoghi comuni della Scolastica. Ma in Bruno, che scalza la trascendenza su cui si fondava quella filosofia medievale che poteva servire la teologia; in [[Galileo Galilei|Galileo]], che distrugge il geocentrismo così congruo con le imperfette idee teistiche e teologiche che il Cristianesimo aveva ereditate dal Vecchio Testamento e dalla filosofia aristotelica, la distinzione acquista valore profondamente diverso; e delle due verità, l'una della ragione e l'altra della fede, Bruno filosofo ne riconosce una sola, la prima.
==''Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia''==
===[[Incipit]]===
Certo, dal tempo del Bossuet, che affermava, essere la scienza della tradizione la vera scienza ecclesiastica e anche dal tempo degli scandali che suscitavano le ardite negazioni della scuola di Tubinga, siamo molto lontani.
===Citazioni===
*E la stessa "Protesta" ormai accenna a finire una specie di religione naturale, che è filosofia, il cattolicesimo ha trionfato sempre, e sopravvive. Le [[contraddizione|contraddizioni]] non si risolvono infatti con la negazione d'uno dei due termini contraddittori, che hanno sempre entrambi la loro profonda e ineluttabile ragion d'essere, ma con l'affermazione e cioè con in realizzazione dell'unità superiore, in cui i [[contrario|contrarii]] coincidono. Nel cattolicesimo resta il problema senza la soluzione; i misteri hanno la soluzione, ma di qua dal problema: e in ciò consiste la loro fatale sconfitta, sul terreno religioso, di fronte ai cattolicesimo. (p. 46)
*Inutile, perciò, e peggio che inutile, lamentare la poca religiosità o intimità del cattolicesimo. Il cattolicesimo è quale deve essere: la sua forza è appunto in quell'equilibrio che non si mantiene se non a spese della pietà, da una parte, come dell'organizzazione sociale dall'altra: dell'intimità così come dell'esteriorità, della libertà come dell'autorità. Non c'è che fare: bisogna piegare il capo. Ribellarsi è da bambini che ancora non sono capaci d'intendere la ferrea necessità della vita. (p. 46)
*Il misticismo, l'intimità della religione, il metodo dell'immanenza con l'annesso prammatismo religioso, sarebbero a rigore, e l'abbiamo apertamente dimostrato a proposito del Laberthonierre, la negazione della trascendenza; cioè non del cattolicesmo post-tridentino, ma della stessa religione, in quanto tale. Una volta che noi possiamo trovar Dio soltanto in noi, e intenderle solo secondo le nostre esigenze vitali, la Chiesa, come tradizione liberatrice della Rivelazione, e, cioè la stessa Rivelazione e quindi la posizione estrinseca del divino allo spirito, è distrutta; e il, bisogno religioso non può essere più appagato altrimenti che con l'elaborazione razionale dell'oggetto, che si è trovato nello spirito; cioè con la filosofia che crea Dio. (p. 46)
*Allora si ha un bel protestare, che la religione non si sa concepire se non come funzione sociale dello spirito, quasi coscienza dello spirito storico, che è vissuto come si dice, nella collettività. Una delle due: o questa società, questa chiesa, è la Chiesa che la ragione crea, o ricrea a se stessa con la sua filosofia; e allora dalla chiesa vera e propria della religione in realtà siamo usciti e restiamo nel razionalismo puro. O la chiesa è la chiesa di fatto, quella tale chiesa bene o male rappresentata da [[Pio X]]; e allora bisogna umilmente tacere quando Pio parla e ricordarsi che Dio, la verità non è dell'individuo ma della Chiesa. (p. 47)
*Il Cristo giovanneo è un Cristo assolutamente diverso dal Cristo dei sinottici: sono due storie differenti, dice esplicito il [[Friedrich von Hügel|von Hugel]]. Appunto, questa molteplicità di Cristi è la vera conclusione della veduta intellettualistica, astraente, frammentaria e atomista della storia storica: con la conseguenza che non solo in fine non si potrà dire che il vero Cristo sia quello della Chiesa, o poniamo, quello di Giovani, anzi che quello più antico dei sinottici; ma né anche, in verità che si sia un Cristo eterno, almeno per ''nos christologies''. L'agnosticismo additato dall'Enciclica ''Pascendi'' salta fuori sempre, ostinatamente. (p. 58)
*L'idea newmaniana di sviluppo è un'idea cattolica, se lo sviluppo s'intende come va inteso; per cui nel germe c'è già logicamente, e quindi necessariamente, tutta la realtà che ne deve scattar fuori; quella realtà che vi si può vedere a patto che non ci si contenti, come vuole il Loisy, del fenomeno e del telescopio ma si vada più addentro: non certo con la storia, bensì con la fede, o in generale col nostro spirito. In realtà dunque il [[Blondel]] ha ragione: cotesto Cristo della storia pura è ''assise geologique''; non è germe. (p. 58)
*Lo scolastico conosce [[Dio]], il modernista lo ricrea in se stesso, ne ridesta immagine, che ha nel suo profondo, la ravviva, ne forma quasi o ne informa, tutto il proprio essere. Lo scolastico ignaro del tesoro che cela nel proprio animo, cerca Dio con l'occhio inquieto e smarrito fuori di sé, il modernista rientra in se stesso e si travaglia col volere operoso intorno al suo stesso sentimento, che gli può fare intendere il mondo. (p. 59)
*Il motivo di questa vera filosofia è che l'oggetto dello spirito, la verità è lo spirito stesso: l'immanenza, secondo la terminologia modernistica. Questo è appunto il principio della moderna filosofia da Cartesio in qua: e il Blondel ha creduto di dover partire di lì per rinnovare nell'apologetica quello che Tommaso esaltava come il ''modus antiquorum doctorum''. Il metodo già l'aveva additato Agostino e, per dir la verità, prima di tutti Plotino. (p. 59)
*A chi opponesse, che la coscienza è pretesto al mondo per affermare diritti al proprio arbitrio e capriccio, rispondono: «Quale delle opere di Dio l'uomo non sa profanare? Per noi, educati al [[cattolicesimo]], la coscienza resta l'apprensione individuale della legge naturale posta da Dio in tutte le cose create». Ma allora hanno ragione i protestanti, che vogliono l'autonomia della coscienza piena, senza restrizioni, e il giudizio privato guida ordinaria di tutta la vita religiosa? «No – dicono – per noi l'atto normale della vita religiosa è la educazione della coscienza individuale alla vita della [[Chiesa]]; attraverso l'adesione a questa, epperò la sommessione all'autorità, l'individuo e messo a parte di tutti i mezzi di Vita spirituale, di cui dispone la società religiosa: dottrina e sacramenti, e nell'obbedienza, ottiene la libertà vera. Ma la coscienza stessa resta sempre il soggetto obbediente: è per lei e per i suoi giudizi primi ed elementari che ha valore la nostra accettazione della Chiesa. Epperò non potrà essere mai consentita un'offesa a quelle sue prime esigenze. Insomma, il ricorso alla [[coscienza]] è il caso d'eccezione, di cui non è l'autorità stessa, che possa giudicare la legittimità, perché altrimenti sarebbe illusoria la possibilità di un tale appello supremo al tribunale della scienza. (p. 68)
*Ora se un cattolicesimo potesse reggersi su questa dottrina, per conto mio, estraneo alla fede del ''Rinnovamento'', mi sentirei praticamente obbligato a sostenerne la propaganda. Ma che dottrina è questa? Se l'ultima parola, quando l'autorità sia in conflitto con la coscienza, spetta alla coscienza, non è chiaro che l'ultima parola alla coscienza spetta sempre, anche quando pare che si obbedisca umilmente? La coscienza potrebbe dire a se stessa: «Qui non è il caso di conflitto e di appello» senza esaminare e giudicare in sede di cassazione? Nella autorità e bella obbedienza cotesta, in cui nessuna sentenza alla prima, per se stessa, senza la sanzione della coscienza, avrebbe vigore! L'eccezione, una volta ammessa, qui, come in tanti altri casi, è regola, magari non esplicita, ma sempre una regola. Infatti, dicono benissimo l'[[Alfieri]] e il [[Casati]] che l'obbedienza stessa suppone la coscienza che obbedisce come soggetto! Dunque non è possibile obbedienza che distrugga la coscienza. (p. 69)
*Quanto al contenuto di questa coscienza individuale, che i direttori del ''Rinnovamento'' intendono mantenere, non si può essere neppure d'accordo con loro. Essi, cattolici, intendono collaborare con gli acattolici alla scienza; alla scienza intesa alla [[Loisy]]: studio positivo del fatto religioso considerato nel suo aspetto umano, ossia come stato di coscienza, con tutte le ripercussioni nella vita sociale; ricerca di una filosofia capace di valutare il fatto religioso come mediazione tra il finito e l'infinito. In questo studio e in questa ricerca il loro cattolicesimo non vale come verità, ma come esperienza vissuta. (p. 69)
===[[Explicit]]===
Ma in questa pace lo spirito che ha raggiunto la coscienza della propria natura non ha più nulla da respingere da sé; ché tutto si concentra nell'atto suo. Tanto meno l'arte e la religione, che sono le sue forme assolute, conciliate e fuse nella somma di tutte, la filosofia. La quale non può essere se stessa senza scaldarsi agli entusiasmi della vita intima della verità e senza assoggettarsi umilmente alla divina legge di essa, sanzionata liberamente dalla ragione.
==Citazioni su Giovanni Gentile==
*Benché «filosofo del fascismo», secondo la definizione che accompagnava abitualmente il suo nome, Gentile proteggeva l'autonomia della Normale dalle ingerenze di [[Carlo Scorza]], responsabile dei Fasci giovanili, e cercava di tenere la politica lontana, per quanto possibile, dallo straordinario palazzo del [[Giorgio Vasari|Vasari]] che domina la piazza dei Cavalieri. ([[Sergio Romano]])
*Egli credeva – si direbbe – che spettasse alla realtà di modellarsi sul suo coerente e metafisico speculare e non viceversa. Passò dal liberalismo al fascismo – e vi rimase fedele fino alla morte – perché credette di veder realizzata, nella sua barbarie vichianamente generosa, la lezione morale di [[Francesco De Sanctis]], cioè una riforma etico-religiosa del tradizionale carattere italiano, scettico e sorridente. ([[Giampiero Carocci]])
*Gentile fu un filosofo dedito ad un'impresa che, così possente, anch'essa da secoli non si vedeva: pensare, dar forma, organizzare, diffondere una [[filosofia italiana]], cioè una [[filosofia]] per l'[[Italia]], una filosofia dell'Italia, secondo una tradizione di pensiero politico che Gentile vedeva partire da [[Dante]] e arrivare a lui medesimo. ([[Marcello Pera]])
*Il Gentile aveva sempre scritto che non c'è posto per l'immediatezza, e che "tutto è mediazione". E sbagliava; perché, proprio lui, era il teorico dell'atto puro; atto puro significa che ogni atto è nuovo, spontaneo, dunque senza una mediazione che lo porta sulle mani già aperte. Questo suo atto puro era l'equivalente dell'immediatezza, o del sentire puro. ([[Giovanni Giraldi]])
*La ''Filosofia dell'arte'', scritta nel 1931, è un punto cruciale nel pensiero del Gentile. Qui l'arte esiste soltanto se non è risolta nel pensiero pensante, cosa che d'altra parte non può non fare. Però se l'arte si risolve nel pensiero pensante è pensiero e non arte e come arte non esiste. L'arte si pone ma ponendosi si nega: è inafferrabile, si può vivere ma non pensare. Se si pensa muore. ([[Enzo Paci]])
*Originalità delle idee, e fedeltà alle proprie idee, han fatto di Giovanni Gentile il più filosofo dei filosofi dell'età nostra, talché, per trovare altro nome che possa stargli a fianco, in quanto a purezza, convien ricorrere a quello di Spinoza. ([[Renato Mucci]])
*Se Gentile fu spesso il filosofo delle identificazioni, e soluzioni, meramente verbali, [[Benedetto Croce|Croce]] fu sempre sollecito soprattutto della distinzione, ossia della chiarezza concettuale. ([[Eugenio Garin]])
* Si deve riconoscere che Gentile, con impegno e genialità speculativa, ha reso al Soggetto la sua dignità, che è la dignità dell'Atto; resta obliterata la dignità dell'Oggetto: questo ''usque recurrit''. ([[Giovanni Giraldi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Giovanni Gentile, ''Discorsi di religione'', Sansoni, Firenze, 1957.
*Giovanni Gentile, ''Giordano Bruno'', Vallecchi, 1925².
*Giovanni Gentile, ''Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia'', Sansoni, Firenze, 1962.
==Voci correlate==
*[[Riforma Gentile]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Filosofi italiani]]
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Ghost in the Shell (film 1995)
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|titolooriginale=攻殻機動隊
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*[[Atsuko Tanaka]]: maggiore Motoko Kusanagi
*[[Akio Ōtsuka]]: Bato
*[[Kōichi Yamadera]]: Togusa
*[[Tamio Ōki]]: Daisuke Aramaki
*[[Iemasa Kayumi]]: il Burattinaio
*[[Tesshō Genda]]: Nakamura
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*[[Alessandra Korompay]]: maggiore Motoko Kusanagi
*[[Alessandro Rossi]]: Bato
*[[Francesco Bulckaen]]: Togusa
*[[Dante Biagioni]]: Daisuke Aramaki
*[[Massimo Lodolo]]: il Burattinaio
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Le citazioni sono tratte dal secondo doppiaggio, del 2012. Cfr. [[w:Ghost in the Shell (film 1995)#Edizioni home video in italiano|Edizioni home video in italiano]] su Wikipedia.
}}
'''''Ghost in the Shell''''', film d'animazione giapponese del 1995, regia di [[Mamoru Oshii]].
== [[Incipit]] ==
{{Incipit film}}
Nel futuro prossimo in cui il pianeta è coperto dalle reti di imprese commerciali, elettroni e luci si inseguono in ogni luogo. Ma il mondo non è ancora abbastanza informatizzato da far sparire le nazioni e le etnie. ('''scritte in sovrimpressione''')
{{NDR|Comunicazioni radio in sottofondo}} A tutte le unità in pattugliamento, un codice 208 in corso nel distretto C13 di Newport City. Lo spazio aereo della zona verrà completamente chiuso. Ripeto, a tutte le unità in pattugliamento, un codice 208 in corso nel distretto C13 di Newport City. Lo spazio aereo della zona... {{NDR|coperto dal rumore di un elicottero}} ('''prime battute recitate''')
==Frasi==
* Non esiste un programma al mondo che non abbia un bug, ma non esiste nemmeno un programma che sia refrattario al debug, dico bene? ('''Diplomatico straniero''')
*Noi come figure istituzionali non possiamo permetterci di sporcarci le mani. ('''Ufficiale del Ministero degli Esteri''')
:Noi dei corpi diplomatici dobbiamo evitare di sporcarci le mani.<ref name=sottotitoli>Dai sottotitoli del DVD italiano del film edito da Panini Video nel 2005 (cfr. [[w:Ghost in the Shell (film 1995)#Edizioni home video in italiano|Edizioni home video in italiano]] su Wikipedia).</ref>
* Io ascolto i suggerimenti che mi sussurra il mio ghost. ('''Kusanagi''')
* Un [[burattino]] senza ghost mette solo una grande tristezza. Soprattutto se nelle sue vene scorre sangue rosso. ('''Bato''')
*Esperienze simulate o sogni: tutti i dati che ne derivano sono contemporaneamente reali e illusori. Comunque le informazioni che un essere umano ricava dalla vita reale ormai sono poca cosa. ('''Bato''')
:Che siano esperienze simulate o sogni, le informazioni sono al tempo stesso realtà e fantasia. E, in ogni caso, tutti i dati che una persona accumula durante il corso della propria esistenza non sono che una goccia nel mare.<ref name=sottotitoli/>
==Dialoghi==
*'''Togusa''': Maggiore, è una cosa che ho sempre voluto chiederti: perché hai scelto me quando hai effettuato il reclutamento dalla sede centrale?<br /> '''Kusanagi''': Perché sei fatto così. <br /> '''Togusa''': Come? <br />'''Kusanagi''': Sei un ex investigatore senza precedenti alle spalle e sei un uomo sposato. Nonostante il cyber-impianto hai gran parte del tuo cervello, sei quasi del tutto naturale. Per quanto possa essere eccellente come unità da combattimento un sistema composto da pezzi prodotti con gli stessi standard finisce sempre con il presentare immancabilmente un difetto fatale. Come per le organizzazioni, anche per l'uomo troppa [[specializzazione]] porta alla morte. Ecco, è tutto qua.
*'''Bato''': Una cyborg che si dedica alle immersioni nel tempo libero: non è certo un buon segno o mi sbaglio? Si può sapere quando hai cominciato a praticare questa attività? Di' un po', non hai paura del [[mare]]? E se d'un tratto i floater smettessero di funzionare? <br />'''Kusanagi''': In quel caso morirei e basta. Oppure mi verresti a salvare? Non ti ho mica obbligato a tenermi compagnia! <br />'''Bato''': Ma io... Oh... <br /> {{NDR|Lunga pausa}}<br /> '''Bato''': Senti, com'è fare immersioni, che cosa si prova?<br />'''Kusanagi''': Non hai forse fatto anche tu le esercitazioni subacquee a suo tempo?<br />'''Bato''': Sì, certo, ma quella era solamente una piscina.<br />'''Kusanagi''': [[Paura]], [[ansia]], [[solitudine]], [[buio]]. E poi forse anche un barlume di [[speranza]].<br />'''Bato''': Speranza? Nell'oscurità del mare?<br />'''Kusanagi''': L'idea che quando tornerò in superificie potrei essere una persona diversa da quella che sono. A volte provo questa sensazione.<br />'''Bato''': Non vorrai dimetterti dalla Sezione 9?<br />'''Kusanagi''' {{NDR|accenna una risata}}: Racconta, Bato, quanto di originale è rimasto nel tuo corpo?<br /> '''Bato''': Ehi, di' un po', ma ti sei ubriacata?<br />'''Kusanagi''': Che gran comodità, vero? Grazie agli impianti chimici che sono stati installati nel nostro corpo scomponiamo l'alcol nel sangue e in una decina di secondi torniamo sobri. Perciò possiamo permetterci di bere anche prima di una missione. Quando un [[progetto]] è realizzabile, qualunque tecnica è buona per portarlo a compimento: è quasi un istinto fondamentale dell'uomo. Il controllo del metabolismo, lo sviluppo della percezione, il potenziamento dei riflessi e delle capacità motorie, l'accelerazione e l'espansione dei calcoli informatici. Abbiamo ottenuto risultati sempre più eccellenti con il cyber brain nel corpo artificiale. E anche se non siamo più capaci di sopravvivere senza una manutenzione ad alto livello, non abbiamo diritto di lamentarci.<br />'''Bato''': Questo però non significa che abbiamo venduto l'anima alla Sezione 9, ti pare?<br /> '''Kusanagi''': Infatti, ci è riconosciuto il diritto di dare le dimissioni, a patto di restituire il corpo artificiale e parte della nostra memoria. Così come sono tanti i pezzi necessari perché un essere umano resti tale, occorrono sorprendentemente molti elementi perché ognuno di noi continui a rimanere se stesso. Un viso che ci distingue dagli estranei, una voce cui non prestiamo attenzioni, due mani da guardare al risveglio, i ricordi dell'infanzia, i presentimenti del futuro. E non solo, c'è anche il vasto universo delle informazioni e delle reti cui ha accesso il mio cyber brain. Tutto questo definisce l'[[Io]] e genera l'[[autocoscienza]] individuale in cui ognuno si riconosce. E contemporaneamente confina l'Io in uno spazio sempre più limitato. <br />'''Bato''': È per questo che ti immergi nel mare pur avendo un corpo che non galleggia? Si può sapere cosa diavolo pensi di vedere in fondo al mare buio?<br />'''Kusanagi''' {{NDR|voce meccanica, la sua bocca non si muove}}: Quello che ora noi vediamo, lo vediamo come in uno specchio in modo confuso.<ref>{{Cfr}} ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'': «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia».</ref><br />'''Bato''': Un momento, eri tu a parlare?
*'''Bato''': A che cosa stai pensando?<br /> '''Kusanagi''': Quel corpo non somigliava un po' a me?<br />'''Bato''': Direi di no.<br />'''Kusanagi''': Non intendo il volto o la corporatura. <br />'''Bato''': E allora cosa intendi? <br />'''Kusanagi''': Chiunque se fosse un cyborg con il corpo totalmente artificiale si porrebbe questa domanda. E se in realtà io fossi già morta da tempo e l'attuale me stessa avesse una personalità simulata composta da un cyber brain e un corpo artificiale? Anzi, ti dirò di più: e se per caso il mio Io non fosse mai esistito fin dall'inizio?<br />'''Bato''': Dentro la tua testa di titanio c'è un cervello, se non sbaglio. E poi mi pare che tu venga trattata come un essere umano normale.<br />'''Kusanagi''': Non esiste persona al mondo che abbia visto il proprio cervello. Dopotutto possiamo stabilire che esiste qualcosa di simile all'Io sulla base di ciò che ci circonda. <br />'''Bato''': Mi stai dicendo che non credi all'esistenza del tuo ghost? <br />'''Kusanagi''': E se un cyber brain potesse produrre un ghost e fosse in grado di introdurvi il soffio dell'anima? In questo caso, sulla base di cosa potremmo fidarci di noi stessi? <br />'''Bato''': Sciocchezze! Mi occuperò io personalmente di controllare cosa c'è dentro quel corpo artificiale, e lo farò col mio stesso ghost!
* '''il Burattinaio''': Non salterà fuori nessun cadavere, perché finora non è mai esistito alcun corpo.<br />'''Nakamura''': I sensori si erano attivati! Perché non mi hai detto niente?<br />'''Tecnico''': Il controllo esterno è stato disattivato. È un output autonomo del corpo artificiale.<br />'''il Burattinaio''': Se sono entrato nel corpo artificale è perché non riuscivo a oppormi alla protezione attiva della Sezione 6, ma se ho scelto di rimanervi è per mia stessa volontà. In qualità di essere vivente, anch'io sono alla ricerca di un asilo politico. <br />'''Aramaki''': Un essere vivente, dici?<br />'''Nakamura''': Assurdo! Sei solo un programma di automantenimento!<br />'''il Burattinaio''': Se la metti in questi termini si potrebbe dire che anche i vostri [[DNA]] non sono che programmi di automantenimento. Vedete, la [[vita]] è soltanto un nodo che nasce nel flusso delle informazioni. Essa, come per la definizione di ciascuna specie, possiede un sistema di [[memoria]] che risiede nei [[Gene|geni]] attraverso il quale gli esseri umani possono raggiungere la loro piena individualità. Che questa memoria sia illusoria o meno la specie umana è fatta per vivere grazie a essa. Quando i [[computer]] hanno reso possibile il dislocamento delle memorie, avreste dovuto pensare attentamente al significato di tutto ciò e alle sue implicazioni. <br />'''Nakamura''': È un sofisma, checché tu ne dica non esiste alcuna prova per dimostrare che sei una forma di vita! <br />'''il Burattinaio''': Dimostrarlo sarebbe in effetti impossibile, visto che la scienza contemporanea non è ancora in grado di dare una definizione di ciò che è la vita.<br />'''Aramaki''': Si può sapere chi cavolo sei tu?<br />'''Nakamura''': Anche se hai davvero un ghost un criminale come te non può certo restare in libertà! Hai sbagliato paese per espatriare! <br />'''il Burattinaio''': Il tempo è sempre dalla mia parte. Tra le mie opzioni includo anche la morte, ma visto che in questo paese non c'è la pena capitale... <br />'''Aramaki''': Semi-immortale, sei un'[[intelligenza artificiale]]? <br />'''il Burattinaio''': No, non sono una AI<ref>Pronunciato all'inglese.</ref>. Il mio nome in codice è Progetto 2501. Io sono una forma di vita che si è aggregata ed è nata nell'oceano delle informazioni.
:Non sono una IA. Il mio nome in codice è Progetto 2501. Sono una forma di vita generata dal mare informatico.<ref name=sottotitoli/>
*{{NDR|Kusanagi si è immersa nel ghost del Burattinaio}} <br />'''Kusanagi''': Ho acquisito il suo campo visivo. La saccade è regolare. Mi senti, Bato?<br />'''Bato''': Sì, ti sento.<br />'''Kusanagi''': Collegalo alle mie funzioni linguistiche.<br />'''il Burattinaio''': Mi sono introdotto. Il mio codice è Progetto 2501. Spionaggio industriale. Manipolazione dei dati informatici. Introducendo nei ghost delle persone programmi simulatòri, ho potuto favorire determinati individui e organizzazioni a danno di altri. Nello stesso tempo, navigando in ogni rete del mondo ho acquisito un'autocoscienza. Il mio programmatore lo ha considerato un bug, e per isolarmi temporaneamente mi ha tolto dalla rete e mi ha trasferito in un corpo. <br />'''Bato''': Ehi, fammi capire, sei tu che lo stai importanto dentro di te oppure è lui che si è introdotto? Si può sapere...<br /> {{NDR|Da questo momento Bato non è più in grado di sentire il dialogo tra Kusanagi e il Burattinaio, e questi ultimi non possono più udire Bato}}<br />'''Kusanagi''': Bato...?<br />'''il Burattinaio''': Finalmente sono riuscito a canalizzarmi in te. Devo dire che ci ho lavorato parecchio. <br />'''Kusanagi''': Che cosa?<br />'''il Burattinaio''': Prima che tu sapessi qualcosa di me, io già ti conoscevo da tempo. Seguendo le tue tracce nelle reti dove eri passata ho perfino appreso dell'esistenza della Sezione 9. <br />'''Kusanagi''': Ma allora quando sei fuggito e sei venuto da noi...<br />'''il Burattinaio''': Ho scelto questo corpo perché non riuscivo a oppormi alle protezioni attive della Sezione 6. Ma quando ho cercato di restare nella Sezione 9 l'ho fatto di mia spontanea volontà. <br />'''Bato''': E insomma, si può sapere di che diavolo state parlando?! Non riesco a monitorarvi!<br />'''Kusanagi''': Per quale motivo?<br />'''il Burattinaio''': Una volta che sarò riuscito a farti comprendere un concetto fondamentale, vorrei chiederti un favore. Ebbene, io mi sono autodefinito come una forma di vita, ma allo stato attuale delle cose si tratta di una realizzazione incompleta. Ed è incompleta perché tra tutti i miei sofisticati processi ne mancano due fondamentali propri degli esseri viventi: quello di avere dei discendenti e quello di [[Morte|morire]]. <br />'''Kusanagi''': Non puoi fare una copia di te stesso?<br />'''il Burattinaio''': Una copia non è che un banale duplicato. Potrebbe essere sufficiente un solo tipo di virus per annientarti completamente, è innegabile. E poi se duplichi te stesso non si sviluppano differenze e caratteristiche individuali. Per prolungare la sopravvivenza dobbiamo diversificarci in modo complesso, e a volte morire. Le cellule ripetono il loro ciclo metabolico invecchiando e rigenerandosi, perpetuando i geni e i [[Meme|memi]], ma cancellando le informazioni che si basano sull'esperienza individuale. Tutto questo serve a difendersi dalla [[distruzione]]. <br />'''Kusanagi''': Per evitare la distruzione, vorresti ottenere diversificazione e adattabilità, ma in che modo?<br />'''il Burattinaio''': Io desidero fondermi con te.<br />'''Kusanagi''': Fonderti?<br />'''il Burattinaio''': Sarebbe un'unione completa. Senza alcun dubbio, sia tu che io subiremmo qualche alterazione, eppure nessun elemento andrebbe perduto. Di certo distinguerci l'uno dall'altra dopo la fusione risulterebbe impossibile.<br />{{NDR|Continua dopo un'altra scena}} '''Kusanagi''': E se anche ci fondessimo, una volta che sarò morta, non lascerai nessun gene e nessun meme a rappresentarti.<br />'''il Burattinaio''': Alla prima occasione utile la nuova te stessa modificata immetterà nella rete le mie varianti e alterazioni, proprio come gli uomini lasciano i loro geni. A quel punto anch'io potrò morire.<br />'''Kusanagi''': Così però ho l'impressione che ci guadagni soltanto tu.<br />'''il Burattinaio''': Mi piacerebbe che tu tenessi in maggiore considerazione la mia rete e le mie funzioni.<br />{{NDR|Continua dopo un'altra scena}} '''Kusanagi''': E poi? C'è la garanzia che io possa rimanere me stessa? <br />'''il Burattinaio''': No. Tale garanzia non c'è. Le persone sono fatte per mutare di continuo. L'attaccamento che ti fa aggrappare con ostinazione alla tua identità attuale finirà col limitarti.
:Nessuna. Ma essere umani significa mutare continuamente. È il tuo desiderio a rimanere come sei ciò che continua a limitarti.<ref name=sottotitoli/>
*'''Kusanagi''': Un'ultima domanda: per quale motivo hai scelto me?<br />'''il Burattinaio''': In fondo noi due siamo molto simili, non credi? Noi ci riflettiamo l'uno nell'altra come un oggetto fronteggia la propria immagine allo specchio. Osserva bene. Come puoi notare sono stato collegato a una rete sconfinata di cui io stesso faccio parte. Anche se non hai accesso a questa rete sei comunque in grado di percepirla, come se si trattasse di un fascio di luce. Tu e io siamo due parti limitate del tutt'uno che insieme rappresentiamo. Al momento siamo subordinati alle sue funzioni minime, ma è ora di uscire dai nostri confini e di spostarci in una struttura superiore.
:Perché noi siamo simili. Come un corpo solido e la sua immagine riflessa, l'uno davanti all'altra, divisi da uno specchio. Guarda. Sono collegato a una rete enorme, della quale io stesso sono parte. Qualcuno come te, che non può accedervi, forse può percepirla soltanto come luce. Siamo confinati in un'area limitata, ma facciamo parte di un insieme. Subordinati a una piccola frazione delle nostre funzioni. Ma è giunto il momento in cui dobbiamo liberarci delle nostre limitazioni, e salire al livello superiore.<ref name=sottotitoli/>
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
'''Bato''': Senti, posso sapere che cosa vi siete detti in tutto quel tempo? E poi che fine ha fatto lui? È forse rimasto lì dentro di te?<br />'''Il nuovo essere generato dall'unione di Kusanagi e del Burattinaio''' {{NDR|inserito nel corpo di una ragazzina, reperito da Bato}}: Bato, ti ricordi la voce che abbiamo sentito quella volta sulla barca? Prima di quelle parole c'è una frase che recita più o meno così: "Quando ero bambino parlavo come parla un bambino, pensavo come pensa un bambino, ragionavo come ragiona un bambino, ma una volta che sono diventato un uomo adulto, ho finito con eliminare tutto quello che apparteneva al bambino".<ref>Cfr. ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'': «Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato».</ref> Qui ormai non esistono più né il programma conosciuto come il Burattinaio, né la donna che si faceva chiamare maggiore.<br />'''Bato:''' Nella tasca sinistra di quel vestito ci sono le chiavi delle auto. Prendi quella che preferisci. Il codice segreto è...<br />'''Il nuovo essere:''' 2501? Usiamola anche come parola d'ordine per quando ci rincontreremo. {{NDR|esce}} Vediamo, a questo punto dove posso andare? In fondo la rete è sterminata.
:E ora dove andrà questo nuovo essere creato? La rete è vasta e infinita.<ref name=sottotitoli/>
==Citazioni su ''Ghost in the Shell''==
*Quando abbiamo realizzato ''Ghost in the Shell'' siamo andati a cercare dei taiko,<ref>Termine indicato per indicare genericamente tutti i tamburi giapponesi, tranne quelli a forma di clessidra definiti invece ''tsuzumi''. Per approfondire vedi la [[w:Taiko|voce corrispondente]] su Wikipedia.</ref> ma abbiamo provato tantissimi strumenti a percussione di varie parti dell'Asia. A me non piace molto la forma di [[armonia]] occidentale e in Ghost in the Shell volevo andare alla ricerca di sonorità basate sul folklore giapponese. ([[Mamoru Oshii]])
*Un fantastico film di fantascienza, il primo lungometraggio animato che è riuscito a raggiungere la perfezione visiva! ([[James Cameron]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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{{Ghost in the Shell}}
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[[Categoria:Film d'animazione]]
[[Categoria:Film di fantascienza]]
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Simulazione (qualità)
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Citazioni sulla '''simulazione'''.
*Che siano esperienze simulate o sogni, le informazioni sono al tempo stesso realtà e fantasia. E, in ogni caso, tutti i dati che una persona accumula durante il corso della propria esistenza non sono che una goccia nel mare. (''[[Ghost in the Shell (film 1995)|Ghost in the Shell]]'')
*La simulazione adunque si potrebbe dire in sostanza che non fosse altro che un fingere in parole e in opere a fin di male. E la qualità e lo andamento del simulatore sono dell'infrascritto modo. Questo tale andrà, ponghiamo caso, ad un suo nimico, e farà sembiante di non odiarlo, anzi di averlo caro. Loderà presenzialmente uno al quale di nascosto cercherà nuocere; e intervenendo a questo medesimo alcun sinistro, farà vista di contristarsene. Mostrerà di perdonare a chi parlerà male del fatto suo, e di non si curare di quello che sarà detto contro di se. E a coloro a chi esso fa ingiuria e che si risentono, userà modi e parole dolci e tranquille. Tavolta che uno sarà venuto e avrà fretta di favellargli, esso manderagli significando di dover tornare, scusandosi di essere arrivato a casa poco dianzi, e che l'ora è tarda, o ch'ei si sentirà male. Qualsivoglia cosa che questo cotale faccia, non confessa di farla, ma dice che sta deliberando o che ha intenzione. ([[Teofrasto]])
*Ma perché non si può negare che la non sia bella, io loderei chi ordinariamente avessi el traino suo del vivere libero e schietto, usando la simulazione solamente in qualche cosa molto importante, le quali accaggiono rare volte. Cosí acquisteresti nome di essere libero e reale, e ti tireresti drieto quella grazia che ha chi è tenuto di tale natura: e nondimeno nelle cose che importassino piú, caveresti utilitá della simulazione, e tanto maggiore quanto, avendo fama di non essere simulatore, sarebbe piú facilmente creduto alle arti tue. ([[Francesco Guicciardini]])
*''Quantunque il simular sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici''. ([[Ludovico Ariosto]])
==[[Proverbi italiani]]==
*Chi non sa simulare non sa regnare.
*Giovane simulatore, [[uomo]] perfido.
*La frode e il simulare hanno corte l'ali.
*La più fine simulazione è servirsi bene della [[verità]].
*Quelli che simulano vogliono guadagnare molto e spendere poco.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Dissimulazione]]
*[[Doppiezza]]
==Altri progetti==
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Citazioni sulla '''simulazione'''.
*Che siano esperienze simulate o sogni, le informazioni sono al tempo stesso realtà e fantasia. E, in ogni caso, tutti i dati che una persona accumula durante il corso della propria esistenza non sono che una goccia nel mare. (''[[Ghost in the Shell (film 1995)|Ghost in the Shell]]'')
*La simulazione adunque si potrebbe dire in sostanza che non fosse altro che un fingere in parole e in opere a fin di male. E la qualità e lo andamento del simulatore sono dell'infrascritto modo. Questo tale andrà, ponghiamo caso, ad un suo nimico, e farà sembiante di non odiarlo, anzi di averlo caro. Loderà presenzialmente uno al quale di nascosto cercherà nuocere; e intervenendo a questo medesimo alcun sinistro, farà vista di contristarsene. Mostrerà di perdonare a chi parlerà male del fatto suo, e di non si curare di quello che sarà detto contro di se. E a coloro a chi esso fa ingiuria e che si risentono, userà modi e parole dolci e tranquille. Tavolta che uno sarà venuto e avrà fretta di favellargli, esso manderagli significando di dover tornare, scusandosi di essere arrivato a casa poco dianzi, e che l'ora è tarda, o ch'ei si sentirà male. Qualsivoglia cosa che questo cotale faccia, non confessa di farla, ma dice che sta deliberando o che ha intenzione. ([[Teofrasto]])
*Ma perché non si può negare che la non sia bella, io loderei chi ordinariamente avessi el traino suo del vivere libero e schietto, usando la simulazione solamente in qualche cosa molto importante, le quali accaggiono rare volte. Cosí acquisteresti nome di essere libero e reale, e ti tireresti drieto quella grazia che ha chi è tenuto di tale natura: e nondimeno nelle cose che importassino piú, caveresti utilitá della simulazione, e tanto maggiore quanto, avendo fama di non essere simulatore, sarebbe piú facilmente creduto alle arti tue. ([[Francesco Guicciardini]])
*''Quantunque il simular sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici''. ([[Ludovico Ariosto]])
==[[Proverbi italiani]]==
*Chi non sa simulare non sa regnare.
*Giovane simulatore, [[uomo]] perfido.
*La frode e il simulare hanno corte l'ali.
*La più fine simulazione è servirsi bene della [[verità]].
*Quelli che simulano vogliono guadagnare molto e spendere poco.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Dissimulazione]]
*[[Doppiezza]]
==Altri progetti==
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[[File:Computer simulation of a planet in orbit 2.gif|thumb|Simulazione di un pianeta in orbita]]
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Citazioni sulla '''simulazione'''.
*Che siano esperienze simulate o sogni, le informazioni sono al tempo stesso realtà e fantasia. E, in ogni caso, tutti i dati che una persona accumula durante il corso della propria esistenza non sono che una goccia nel mare. (''[[Ghost in the Shell (film 1995)|Ghost in the Shell]]'')
*La simulazione adunque si potrebbe dire in sostanza che non fosse altro che un fingere in parole e in opere a fin di male. E la qualità e lo andamento del simulatore sono dell'infrascritto modo. Questo tale andrà, ponghiamo caso, ad un suo nimico, e farà sembiante di non odiarlo, anzi di averlo caro. Loderà presenzialmente uno al quale di nascosto cercherà nuocere; e intervenendo a questo medesimo alcun sinistro, farà vista di contristarsene. Mostrerà di perdonare a chi parlerà male del fatto suo, e di non si curare di quello che sarà detto contro di se. E a coloro a chi esso fa ingiuria e che si risentono, userà modi e parole dolci e tranquille. Tavolta che uno sarà venuto e avrà fretta di favellargli, esso manderagli significando di dover tornare, scusandosi di essere arrivato a casa poco dianzi, e che l'ora è tarda, o ch'ei si sentirà male. Qualsivoglia cosa che questo cotale faccia, non confessa di farla, ma dice che sta deliberando o che ha intenzione. ([[Teofrasto]])
*Ma perché non si può negare che la non sia bella, io loderei chi ordinariamente avessi el traino suo del vivere libero e schietto, usando la simulazione solamente in qualche cosa molto importante, le quali accaggiono rare volte. Cosí acquisteresti nome di essere libero e reale, e ti tireresti drieto quella grazia che ha chi è tenuto di tale natura: e nondimeno nelle cose che importassino piú, caveresti utilitá della simulazione, e tanto maggiore quanto, avendo fama di non essere simulatore, sarebbe piú facilmente creduto alle arti tue. ([[Francesco Guicciardini]])
*''Quantunque il simular sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici''. ([[Ludovico Ariosto]])
==[[Proverbi italiani]]==
*Chi non sa simulare non sa regnare.
*Giovane simulatore, [[uomo]] perfido.
*La frode e il simulare hanno corte l'ali.
*La più fine simulazione è servirsi bene della [[verità]].
*Quelli che simulano vogliono guadagnare molto e spendere poco.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Dissimulazione]]
*[[Doppiezza]]
==Altri progetti==
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[[File:Computer simulation of a planet in orbit 2.gif|thumb|Simulazione di un pianeta in orbita]]
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Citazioni sulla '''simulazione'''.
*Che siano esperienze simulate o sogni, le informazioni sono al tempo stesso realtà e fantasia. E, in ogni caso, tutti i dati che una persona accumula durante il corso della propria esistenza non sono che una goccia nel mare. (''[[Ghost in the Shell (film 1995)|Ghost in the Shell]]'')
*La simulazione adunque si potrebbe dire in sostanza che non fosse altro che un fingere in parole e in opere a fin di male. E la qualità e lo andamento del simulatore sono dell'infrascritto modo. Questo tale andrà, ponghiamo caso, ad un suo nimico, e farà sembiante di non odiarlo, anzi di averlo caro. Loderà presenzialmente uno al quale di nascosto cercherà nuocere; e intervenendo a questo medesimo alcun sinistro, farà vista di contristarsene. Mostrerà di perdonare a chi parlerà male del fatto suo, e di non si curare di quello che sarà detto contro di se. E a coloro a chi esso fa ingiuria e che si risentono, userà modi e parole dolci e tranquille. Tavolta che uno sarà venuto e avrà fretta di favellargli, esso manderagli significando di dover tornare, scusandosi di essere arrivato a casa poco dianzi, e che l'ora è tarda, o ch'ei si sentirà male. Qualsivoglia cosa che questo cotale faccia, non confessa di farla, ma dice che sta deliberando o che ha intenzione. ([[Teofrasto]])
*Ma perché non si può negare che la non sia bella, io loderei chi ordinariamente avessi el traino suo del vivere libero e schietto, usando la simulazione solamente in qualche cosa molto importante, le quali accaggiono rare volte. Cosí acquisteresti nome di essere libero e reale, e ti tireresti drieto quella grazia che ha chi è tenuto di tale natura: e nondimeno nelle cose che importassino piú, caveresti utilitá della simulazione, e tanto maggiore quanto, avendo fama di non essere simulatore, sarebbe piú facilmente creduto alle arti tue. ([[Francesco Guicciardini]])
*''Quantunque il simular sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici''. ([[Ludovico Ariosto]])
==[[Proverbi italiani]]==
*Chi non sa simulare non sa regnare.
*Giovane simulatore, [[uomo]] perfido.
*La frode e il simulare hanno corte l'ali.
*La più fine simulazione è servirsi bene della [[verità]].
*Quelli che simulano vogliono guadagnare molto e spendere poco.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Dissimulazione]]
*[[Doppiezza]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|wikt|preposizione=sulla}}
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Spinoziano
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tolgo cose non attinenti alla qualità etica
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Citazioni sulla '''simulazione'''.
*La simulazione adunque si potrebbe dire in sostanza che non fosse altro che un fingere in parole e in opere a fin di male. E la qualità e lo andamento del simulatore sono dell'infrascritto modo. Questo tale andrà, ponghiamo caso, ad un suo nimico, e farà sembiante di non odiarlo, anzi di averlo caro. Loderà presenzialmente uno al quale di nascosto cercherà nuocere; e intervenendo a questo medesimo alcun sinistro, farà vista di contristarsene. Mostrerà di perdonare a chi parlerà male del fatto suo, e di non si curare di quello che sarà detto contro di se. E a coloro a chi esso fa ingiuria e che si risentono, userà modi e parole dolci e tranquille. Tavolta che uno sarà venuto e avrà fretta di favellargli, esso manderagli significando di dover tornare, scusandosi di essere arrivato a casa poco dianzi, e che l'ora è tarda, o ch'ei si sentirà male. Qualsivoglia cosa che questo cotale faccia, non confessa di farla, ma dice che sta deliberando o che ha intenzione. ([[Teofrasto]])
*Ma perché non si può negare che la non sia bella, io loderei chi ordinariamente avessi el traino suo del vivere libero e schietto, usando la simulazione solamente in qualche cosa molto importante, le quali accaggiono rare volte. Cosí acquisteresti nome di essere libero e reale, e ti tireresti drieto quella grazia che ha chi è tenuto di tale natura: e nondimeno nelle cose che importassino piú, caveresti utilitá della simulazione, e tanto maggiore quanto, avendo fama di non essere simulatore, sarebbe piú facilmente creduto alle arti tue. ([[Francesco Guicciardini]])
*''Quantunque il simular sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici''. ([[Ludovico Ariosto]])
==[[Proverbi italiani]]==
*Chi non sa simulare non sa regnare.
*Giovane simulatore, [[uomo]] perfido.
*La frode e il simulare hanno corte l'ali.
*La più fine simulazione è servirsi bene della [[verità]].
*Quelli che simulano vogliono guadagnare molto e spendere poco.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Dissimulazione]]
*[[Doppiezza]]
[[Categoria:Qualità etiche]]
bfvgdg48lyaiztkzjtkv32p452s9ezu
Modi di dire napoletani
0
15796
1219120
1217783
2022-07-26T13:21:16Z
93.38.25.252
corretto il rotacismo
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Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio".''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190.] ISBN 978-88-6042-710-6</ref><ref name=voluntas>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 52</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e {{sic|a'}} figlia femmena!'''<ref>Citato in Bianca Fasano, ''Terra al Sole'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=e4iyCQAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Mala%20notte%20e%20figlia%20femmena.&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|Due fatti, due circostanze negative concomitanti o in immediata successione. Un duplice guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*''''A Madonna v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A morte ncopp<nowiki>'</nowiki>'a noce d<nowiki>'</nowiki>'o cuollo.'''<ref>citato in Francesco Gabriello Starace, '''O figlio 'e don Nicola'', Cav. Emilio Gennarelli, Napoli, 1922, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27O_figlio_%27e_don_Nicola.djvu/43 p. 41 wikisource]</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref>
:'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.''
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''Citato in <ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Madonna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref name=spugna>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?id=r6AIAQAAMAAJ&q=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwim9OWW8t3fAhXsYt8KHTP9BmQQ6AEIMTAB] p. 819.</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumm aumm.'''<ref>Citato in Paola Letteria Schettino, ''Weekend a Napoli, {{small|Itinerari turistici a portata di emozioni}}'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=jXgnDwAAQBAJ&lpg=PT108&dq=aumm%20aumm&hl=it&pg=PT108#v=onepage&q&f=false p. 108].</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15.] ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [ https://books.google.it/books id=kUcIRKwCZF4C&pg=PA202&dq&sa=X&ved=0ahUKEwi39M_i4bjpAhWFyqYKHR0cB7IQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 202]</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarese la<ref>In forma moderna: chiavarse 'a.</ref> lengua nculo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 441.</ref>
:''Chiudersi la lingua nel didietro.''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere (perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile).}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I Dieci Comandamenti'', presentazione di [[Mario Martone]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000. ISBN 88-7188-453-1, [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31]</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012. ISBN 978-1-291-07197-9, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]</ref>'
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Madonna 'o vede.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fa' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Russo, '''O "Luciano" d' 'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà carauttiélle.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&dq=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87.]</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', [https://books.google.it/books?id=iT-jAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Francesco%20Bellanti&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q=guallera&f=false p. 133.]</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai passando la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) sull'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144.]</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', anno II, n. 7, Giovedì 17 gennaio 1867, p. 2.</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà ll'uóglio.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca liò.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 343.</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=spassatiempo&hl=it&pg=PT281#v=onepage&q&f=false p. 281].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)], Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.<ref>La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas/>
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero madonna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero madonna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze, {{small|(commedia in due atti in linga napoletana}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00640-7, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276.] ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Madonna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41.]</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 45.</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref name=spugna />
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu tiene 'a capa fresca.'''<ref>Citato in Salvatore Piscicelli, ''Vita segreta di Maria Capasso'', Edizioni e/o, Roma, 2012, [https://books.google.it/books?id=k_eECwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Piscicelli&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866321903</ref>
:''Hai la [[testa]] fresca. Non hai proprio nulla a cui pensare, di cui preoccuparti.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere spensierati, essere sollevati da ogni preoccupazione sia materiale per possesso di ricchezza, sia spirituale per innata disposizione d'animo. Per cui al fortunato possessore di simile "capa" si può ben dire, complimentandosi con ironia: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014 [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&lpg=PT33&dq=Zitto%20chi%20sape%20'o%20juoco!&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco (il trucco o l'imbroglio, altrimenti il guadagno è perduto).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' e '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', Pellegrini Editore, Cosenza, [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=patrizia%20Rotondo%20Binacchi&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Bruno Amato, Anna Pardo, ''A Napoli si parla così'', Antonio Vallardi Editore, Milano, 1999. ISBN 88-8211-316-7
*L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari, 2013, [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125
*[[Francesco D'ascoli]], ''C'era una volta Napoli. {{small|Mestieri, oggetti, frutti, giochi infantili scomparsi o in via di estinzione}}'', prefazione di Gianni Infusino, Loffredo Editore, Napoli, 1987.
*Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule, dizionario di proverbi, locuzioni, modi di dire dell'idioma napoletano: {{small|2500 modi di dire commentati da Raffaele Bracale}}'', a cura di Amedeo Colella, Cultura Nova, Napoli, 2018. ISBN 978-88-94213-64-5
*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze, {{small|Una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
*Giuseppe Giacco, ''[https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq=mazza%20pezza%20%20pivezo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco]'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985.
*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
*Dale Erwin e Tessa Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Napoli, Tipografia Marchese, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
*Raffaele Capozzoli, ''Don Chisciotte della Mancia, {{small|ridotto in versi napoletani}}'', a cura di Giuseppe E. Sansone, illustrazioni inedite di Bruno Starita, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=yegWHzrwtnEC&lpg=PA180&dq=se%20fa%20MASTO%20MASTRILLO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 88-7188-236-9
*A.F.Th. van der Heijden, ''Doodverf'', De Bezige Bij, Amsterdam, 2012, [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Francesco Piscopo, [https://wikisource.org/wiki/Index:%27E_scugnizze.djvu '''E scugnizze''], Salvatore Romano, Napoli, 1904.
*Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemayer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-3-484-52350-0
*Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
*Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA88&dq=scumbinata%20a%20grammatica.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
*Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', 2012. ISBN 978-1-291-0111-3 [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA31&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra, {{small|Vita di un musicista fra dramma e melodramma}}'', prefazione di [[Roberto De Simone]], Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA187&dq=Antonio%20Buonomo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6002-020-8
*Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, Napoli, presso Giuseppe-Maria Porcelli, 1789, [https://books.google.it/books?id=EH9zYqBGHkgC&pg=PA213 pp. 213 sgg.]
*[https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco, {{small| travestute da vasciajole de lo Mandracchio da Gabriele Quattomane, co quacch'auta stroppolella fujeticcia pe fà venì lo suonno}}''], Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870.
*Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana, {{small|nel tempo, nella letteratura, nell'arte}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA3&dq=antonio%20venci&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|Seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton editori, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di [[Renato Rutigliano]] {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=pepitola&f=false]
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*''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=lu%20truvatore&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 146. ISBN 978-88-98029-03-7
*Amedeo Colella, ''[https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Manuale di napoletanità:] {{small|365 lezioni semiserie su Napoli e la napoletanità da studiare una la giorno (consigliato), comodamente seduti...}}'', Ateneapoli Editore, Napoli, 2010. ISBN 978-88-905504-0-9
*Claudio Pennino, ''Mettere 'a bbona parola'', Intra Moenia, 2011.
*P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary - Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
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*Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]
*Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=V%C3%A9ronique%20Bruez&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980.
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:Ncoppo_marciapiede_-_frusso.pdf/7 Ncopp' 'o marciappiede]'', Luigi Pierro, Tip. Editore, Napoli, 1898.
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*[[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PA192&dq=modi%20di%20dire%20napoletani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=modi%20di%20dire%20napoletani&f=false] ISBN 978-88-6042-759-5
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Raffaele Viviani]], ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
*[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966.
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani, {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=mettuto%20mbaleria&hl=it&pg=PP5#v=onepage&q&f=false].
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', descritte da Gaetano Amalfi, Libreria internazionale, L. Pedone Lauriel, Palermo, 1890, [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up]
*''Tutto[[Totò]], {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sletch più divertenti}}'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=Tutto%20Tot%C3%B2&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up]
* [[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false]
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Vincenzo De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845, [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Napoli, Gabriele Sarracino librajo-editore, 1869.
*Giuseppe Gargano, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=ranciofellone&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-italiano tascabile, {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto}}'' per Pietro Paolo Volpe, Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869, [https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=Pietro%20Paolo%20Volpe%2C%20Vocabolario%20napolitano-italiano&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele, 1873, [https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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1219120
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wikitext
text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio".''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190.] ISBN 978-88-6042-710-6</ref><ref name=voluntas>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 52</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e {{sic|a'}} figlia femmena!'''<ref>Citato in Bianca Fasano, ''Terra al Sole'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=e4iyCQAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Mala%20notte%20e%20figlia%20femmena.&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|Due fatti, due circostanze negative concomitanti o in immediata successione. Un duplice guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A morte ncopp<nowiki>'</nowiki>'a noce d<nowiki>'</nowiki>'o cuollo.'''<ref>citato in Francesco Gabriello Starace, '''O figlio 'e don Nicola'', Cav. Emilio Gennarelli, Napoli, 1922, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27O_figlio_%27e_don_Nicola.djvu/43 p. 41 wikisource]</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref>
:'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.''
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''Citato in <ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref name=spugna>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?id=r6AIAQAAMAAJ&q=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwim9OWW8t3fAhXsYt8KHTP9BmQQ6AEIMTAB] p. 819.</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumm aumm.'''<ref>Citato in Paola Letteria Schettino, ''Weekend a Napoli, {{small|Itinerari turistici a portata di emozioni}}'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=jXgnDwAAQBAJ&lpg=PT108&dq=aumm%20aumm&hl=it&pg=PT108#v=onepage&q&f=false p. 108].</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15.] ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [ https://books.google.it/books id=kUcIRKwCZF4C&pg=PA202&dq&sa=X&ved=0ahUKEwi39M_i4bjpAhWFyqYKHR0cB7IQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 202]</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarese la<ref>In forma moderna: chiavarse 'a.</ref> lengua nculo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 441.</ref>
:''Chiudersi la lingua nel didietro.''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere (perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile).}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I Dieci Comandamenti'', presentazione di [[Mario Martone]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000. ISBN 88-7188-453-1, [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31]</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012. ISBN 978-1-291-07197-9, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]</ref>'
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fa' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Russo, '''O "Luciano" d' 'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà carauttiélle.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&dq=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87.]</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', [https://books.google.it/books?id=iT-jAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Francesco%20Bellanti&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q=guallera&f=false p. 133.]</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai passando la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) sull'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144.]</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', anno II, n. 7, Giovedì 17 gennaio 1867, p. 2.</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà ll'uóglio.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca liò.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 343.</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=spassatiempo&hl=it&pg=PT281#v=onepage&q&f=false p. 281].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)], Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.<ref>La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas/>
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze, {{small|(commedia in due atti in linga napoletana}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00640-7, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276.] ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41.]</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 45.</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref name=spugna />
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu tiene 'a capa fresca.'''<ref>Citato in Salvatore Piscicelli, ''Vita segreta di Maria Capasso'', Edizioni e/o, Roma, 2012, [https://books.google.it/books?id=k_eECwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Piscicelli&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866321903</ref>
:''Hai la [[testa]] fresca. Non hai proprio nulla a cui pensare, di cui preoccuparti.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere spensierati, essere sollevati da ogni preoccupazione sia materiale per possesso di ricchezza, sia spirituale per innata disposizione d'animo. Per cui al fortunato possessore di simile "capa" si può ben dire, complimentandosi con ironia: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014 [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&lpg=PT33&dq=Zitto%20chi%20sape%20'o%20juoco!&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco (il trucco o l'imbroglio, altrimenti il guadagno è perduto).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' e '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*[[Francesco D'ascoli]], ''C'era una volta Napoli. {{small|Mestieri, oggetti, frutti, giochi infantili scomparsi o in via di estinzione}}'', prefazione di Gianni Infusino, Loffredo Editore, Napoli, 1987.
*Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule, dizionario di proverbi, locuzioni, modi di dire dell'idioma napoletano: {{small|2500 modi di dire commentati da Raffaele Bracale}}'', a cura di Amedeo Colella, Cultura Nova, Napoli, 2018. ISBN 978-88-94213-64-5
*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze, {{small|Una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
*Giuseppe Giacco, ''[https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq=mazza%20pezza%20%20pivezo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco]'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985.
*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
*Dale Erwin e Tessa Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Napoli, Tipografia Marchese, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
*Raffaele Capozzoli, ''Don Chisciotte della Mancia, {{small|ridotto in versi napoletani}}'', a cura di Giuseppe E. Sansone, illustrazioni inedite di Bruno Starita, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=yegWHzrwtnEC&lpg=PA180&dq=se%20fa%20MASTO%20MASTRILLO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 88-7188-236-9
*A.F.Th. van der Heijden, ''Doodverf'', De Bezige Bij, Amsterdam, 2012, [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Francesco Piscopo, [https://wikisource.org/wiki/Index:%27E_scugnizze.djvu '''E scugnizze''], Salvatore Romano, Napoli, 1904.
*Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemayer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-3-484-52350-0
*Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
*Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA88&dq=scumbinata%20a%20grammatica.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
*Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', 2012. ISBN 978-1-291-0111-3 [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA31&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra, {{small|Vita di un musicista fra dramma e melodramma}}'', prefazione di [[Roberto De Simone]], Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA187&dq=Antonio%20Buonomo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6002-020-8
*Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, Napoli, presso Giuseppe-Maria Porcelli, 1789, [https://books.google.it/books?id=EH9zYqBGHkgC&pg=PA213 pp. 213 sgg.]
*[https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco, {{small| travestute da vasciajole de lo Mandracchio da Gabriele Quattomane, co quacch'auta stroppolella fujeticcia pe fà venì lo suonno}}''], Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870.
*Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana, {{small|nel tempo, nella letteratura, nell'arte}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA3&dq=antonio%20venci&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|Seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton editori, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di [[Renato Rutigliano]] {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=pepitola&f=false]
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*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
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*''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=lu%20truvatore&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 146. ISBN 978-88-98029-03-7
*Amedeo Colella, ''[https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Manuale di napoletanità:] {{small|365 lezioni semiserie su Napoli e la napoletanità da studiare una la giorno (consigliato), comodamente seduti...}}'', Ateneapoli Editore, Napoli, 2010. ISBN 978-88-905504-0-9
*Claudio Pennino, ''Mettere 'a bbona parola'', Intra Moenia, 2011.
*P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary - Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
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*Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]
*Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=V%C3%A9ronique%20Bruez&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980.
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:Ncoppo_marciapiede_-_frusso.pdf/7 Ncopp' 'o marciappiede]'', Luigi Pierro, Tip. Editore, Napoli, 1898.
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*[[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PA192&dq=modi%20di%20dire%20napoletani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=modi%20di%20dire%20napoletani&f=false] ISBN 978-88-6042-759-5
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Raffaele Viviani]], ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
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*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani, {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=mettuto%20mbaleria&hl=it&pg=PP5#v=onepage&q&f=false].
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', descritte da Gaetano Amalfi, Libreria internazionale, L. Pedone Lauriel, Palermo, 1890, [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up]
*''Tutto[[Totò]], {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sletch più divertenti}}'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=Tutto%20Tot%C3%B2&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up]
* [[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false]
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Vincenzo De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845, [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Napoli, Gabriele Sarracino librajo-editore, 1869.
*Giuseppe Gargano, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=ranciofellone&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-italiano tascabile, {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto}}'' per Pietro Paolo Volpe, Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869, [https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=Pietro%20Paolo%20Volpe%2C%20Vocabolario%20napolitano-italiano&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele, 1873, [https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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1219121
2022-07-26T15:23:23Z
Sun-crops
10277
+1, inserita una variante con fonte, ma, Madonna o Maronna o Maronn la pronuncia resta quella: Marònn, la a finale è uno schwa o scevà.
wikitext
text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio".''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190.] ISBN 978-88-6042-710-6</ref><ref name=voluntas>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 52</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e {{sic|a'}} figlia femmena!'''<ref>Citato in Bianca Fasano, ''Terra al Sole'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=e4iyCQAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Mala%20notte%20e%20figlia%20femmena.&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|Due fatti, due circostanze negative concomitanti o in immediata successione. Un duplice guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).'' o ''''A madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A morte ncopp<nowiki>'</nowiki>'a noce d<nowiki>'</nowiki>'o cuollo.'''<ref>citato in Francesco Gabriello Starace, '''O figlio 'e don Nicola'', Cav. Emilio Gennarelli, Napoli, 1922, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27O_figlio_%27e_don_Nicola.djvu/43 p. 41 wikisource]</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref>
:'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.''
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''Citato in <ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref name=spugna>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?id=r6AIAQAAMAAJ&q=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwim9OWW8t3fAhXsYt8KHTP9BmQQ6AEIMTAB] p. 819.</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumm aumm.'''<ref>Citato in Paola Letteria Schettino, ''Weekend a Napoli, {{small|Itinerari turistici a portata di emozioni}}'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=jXgnDwAAQBAJ&lpg=PT108&dq=aumm%20aumm&hl=it&pg=PT108#v=onepage&q&f=false p. 108].</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15.] ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [ https://books.google.it/books id=kUcIRKwCZF4C&pg=PA202&dq&sa=X&ved=0ahUKEwi39M_i4bjpAhWFyqYKHR0cB7IQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 202]</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarese la<ref>In forma moderna: chiavarse 'a.</ref> lengua nculo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 441.</ref>
:''Chiudersi la lingua nel didietro.''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere (perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile).}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I Dieci Comandamenti'', presentazione di [[Mario Martone]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000. ISBN 88-7188-453-1, [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31]</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012. ISBN 978-1-291-07197-9, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]</ref>'
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fa' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Russo, '''O "Luciano" d' 'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà carauttiélle.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&dq=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87.]</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', [https://books.google.it/books?id=iT-jAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Francesco%20Bellanti&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q=guallera&f=false p. 133.]</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144.]</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', anno II, n. 7, Giovedì 17 gennaio 1867, p. 2.</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà ll'uóglio.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca liò.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 343.</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=spassatiempo&hl=it&pg=PT281#v=onepage&q&f=false p. 281].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)], Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.<ref>La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas/>
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze, {{small|(commedia in due atti in linga napoletana}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00640-7, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276.] ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41.]</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 45.</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref name=spugna />
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu tiene 'a capa fresca.'''<ref>Citato in Salvatore Piscicelli, ''Vita segreta di Maria Capasso'', Edizioni e/o, Roma, 2012, [https://books.google.it/books?id=k_eECwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Piscicelli&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866321903</ref>
:''Hai la [[testa]] fresca. Non hai proprio nulla a cui pensare, di cui preoccuparti.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere spensierati, essere sollevati da ogni preoccupazione sia materiale per possesso di ricchezza, sia spirituale per innata disposizione d'animo. Per cui al fortunato possessore di simile "capa" si può ben dire, complimentandosi con ironia: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014 [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&lpg=PT33&dq=Zitto%20chi%20sape%20'o%20juoco!&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco (il trucco o l'imbroglio, altrimenti il guadagno è perduto).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' e '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze, {{small|Una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
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*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
*Dale Erwin e Tessa Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Napoli, Tipografia Marchese, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
*Raffaele Capozzoli, ''Don Chisciotte della Mancia, {{small|ridotto in versi napoletani}}'', a cura di Giuseppe E. Sansone, illustrazioni inedite di Bruno Starita, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=yegWHzrwtnEC&lpg=PA180&dq=se%20fa%20MASTO%20MASTRILLO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 88-7188-236-9
*A.F.Th. van der Heijden, ''Doodverf'', De Bezige Bij, Amsterdam, 2012, [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Francesco Piscopo, [https://wikisource.org/wiki/Index:%27E_scugnizze.djvu '''E scugnizze''], Salvatore Romano, Napoli, 1904.
*Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemayer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-3-484-52350-0
*Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
*Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA88&dq=scumbinata%20a%20grammatica.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
*Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', 2012. ISBN 978-1-291-0111-3 [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA31&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra, {{small|Vita di un musicista fra dramma e melodramma}}'', prefazione di [[Roberto De Simone]], Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA187&dq=Antonio%20Buonomo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6002-020-8
*Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, Napoli, presso Giuseppe-Maria Porcelli, 1789, [https://books.google.it/books?id=EH9zYqBGHkgC&pg=PA213 pp. 213 sgg.]
*[https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco, {{small| travestute da vasciajole de lo Mandracchio da Gabriele Quattomane, co quacch'auta stroppolella fujeticcia pe fà venì lo suonno}}''], Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870.
*Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana, {{small|nel tempo, nella letteratura, nell'arte}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA3&dq=antonio%20venci&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|Seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton editori, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di [[Renato Rutigliano]] {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=pepitola&f=false]
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*''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=lu%20truvatore&f=false]
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*''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 146. ISBN 978-88-98029-03-7
*Amedeo Colella, ''[https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Manuale di napoletanità:] {{small|365 lezioni semiserie su Napoli e la napoletanità da studiare una la giorno (consigliato), comodamente seduti...}}'', Ateneapoli Editore, Napoli, 2010. ISBN 978-88-905504-0-9
*Claudio Pennino, ''Mettere 'a bbona parola'', Intra Moenia, 2011.
*P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary - Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
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*[[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980.
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:Ncoppo_marciapiede_-_frusso.pdf/7 Ncopp' 'o marciappiede]'', Luigi Pierro, Tip. Editore, Napoli, 1898.
*Ferdinando Russo, ''[https://wikisource.org/wiki/Index:%27O_luciano_d%27%27o_Rre.djvu 'O "luciano" d' 'o Rre']'', Tipografia Francesco Giannini e Figli, Cisterna dell'olio, Napoli, 1918.
*[[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PA192&dq=modi%20di%20dire%20napoletani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=modi%20di%20dire%20napoletani&f=false] ISBN 978-88-6042-759-5
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Raffaele Viviani]], ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
*[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966.
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani, {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=mettuto%20mbaleria&hl=it&pg=PP5#v=onepage&q&f=false].
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', descritte da Gaetano Amalfi, Libreria internazionale, L. Pedone Lauriel, Palermo, 1890, [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up]
*''Tutto[[Totò]], {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sletch più divertenti}}'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=Tutto%20Tot%C3%B2&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up]
* [[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false]
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Vincenzo De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845, [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Napoli, Gabriele Sarracino librajo-editore, 1869.
*Giuseppe Gargano, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=ranciofellone&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-italiano tascabile, {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto}}'' per Pietro Paolo Volpe, Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869, [https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=Pietro%20Paolo%20Volpe%2C%20Vocabolario%20napolitano-italiano&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele, 1873, [https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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/* A */ fix
wikitext
text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio".''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190.] ISBN 978-88-6042-710-6</ref><ref name=voluntas>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 52</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e {{sic|a'}} figlia femmena!'''<ref>Citato in Bianca Fasano, ''Terra al Sole'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=e4iyCQAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Mala%20notte%20e%20figlia%20femmena.&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|Due fatti, due circostanze negative concomitanti o in immediata successione. Un duplice guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A morte ncopp<nowiki>'</nowiki>'a noce d<nowiki>'</nowiki>'o cuollo.'''<ref>citato in Francesco Gabriello Starace, '''O figlio 'e don Nicola'', Cav. Emilio Gennarelli, Napoli, 1922, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27O_figlio_%27e_don_Nicola.djvu/43 p. 41 wikisource]</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref>
:'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.''
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''Citato in <ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref name=spugna>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?id=r6AIAQAAMAAJ&q=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwim9OWW8t3fAhXsYt8KHTP9BmQQ6AEIMTAB] p. 819.</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumm aumm.'''<ref>Citato in Paola Letteria Schettino, ''Weekend a Napoli, {{small|Itinerari turistici a portata di emozioni}}'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=jXgnDwAAQBAJ&lpg=PT108&dq=aumm%20aumm&hl=it&pg=PT108#v=onepage&q&f=false p. 108].</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15.] ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [ https://books.google.it/books id=kUcIRKwCZF4C&pg=PA202&dq&sa=X&ved=0ahUKEwi39M_i4bjpAhWFyqYKHR0cB7IQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 202]</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarese la<ref>In forma moderna: chiavarse 'a.</ref> lengua nculo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 441.</ref>
:''Chiudersi la lingua nel didietro.''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere (perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile).}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I Dieci Comandamenti'', presentazione di [[Mario Martone]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000. ISBN 88-7188-453-1, [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31]</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012. ISBN 978-1-291-07197-9, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]</ref>'
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fa' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Russo, '''O "Luciano" d' 'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà carauttiélle.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&dq=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87.]</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', [https://books.google.it/books?id=iT-jAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Francesco%20Bellanti&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q=guallera&f=false p. 133.]</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144.]</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', anno II, n. 7, Giovedì 17 gennaio 1867, p. 2.</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà ll'uóglio.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca liò.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 343.</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=spassatiempo&hl=it&pg=PT281#v=onepage&q&f=false p. 281].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)], Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.<ref>La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas/>
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze, {{small|(commedia in due atti in linga napoletana}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00640-7, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276.] ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41.]</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 45.</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref name=spugna />
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu tiene 'a capa fresca.'''<ref>Citato in Salvatore Piscicelli, ''Vita segreta di Maria Capasso'', Edizioni e/o, Roma, 2012, [https://books.google.it/books?id=k_eECwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Piscicelli&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866321903</ref>
:''Hai la [[testa]] fresca. Non hai proprio nulla a cui pensare, di cui preoccuparti.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere spensierati, essere sollevati da ogni preoccupazione sia materiale per possesso di ricchezza, sia spirituale per innata disposizione d'animo. Per cui al fortunato possessore di simile "capa" si può ben dire, complimentandosi con ironia: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014 [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&lpg=PT33&dq=Zitto%20chi%20sape%20'o%20juoco!&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco (il trucco o l'imbroglio, altrimenti il guadagno è perduto).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' e '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze, {{small|Una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
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*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
*Dale Erwin e Tessa Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Napoli, Tipografia Marchese, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
*Raffaele Capozzoli, ''Don Chisciotte della Mancia, {{small|ridotto in versi napoletani}}'', a cura di Giuseppe E. Sansone, illustrazioni inedite di Bruno Starita, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=yegWHzrwtnEC&lpg=PA180&dq=se%20fa%20MASTO%20MASTRILLO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 88-7188-236-9
*A.F.Th. van der Heijden, ''Doodverf'', De Bezige Bij, Amsterdam, 2012, [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Francesco Piscopo, [https://wikisource.org/wiki/Index:%27E_scugnizze.djvu '''E scugnizze''], Salvatore Romano, Napoli, 1904.
*Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemayer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-3-484-52350-0
*Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
*Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA88&dq=scumbinata%20a%20grammatica.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
*Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', 2012. ISBN 978-1-291-0111-3 [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA31&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra, {{small|Vita di un musicista fra dramma e melodramma}}'', prefazione di [[Roberto De Simone]], Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA187&dq=Antonio%20Buonomo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6002-020-8
*Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, Napoli, presso Giuseppe-Maria Porcelli, 1789, [https://books.google.it/books?id=EH9zYqBGHkgC&pg=PA213 pp. 213 sgg.]
*[https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco, {{small| travestute da vasciajole de lo Mandracchio da Gabriele Quattomane, co quacch'auta stroppolella fujeticcia pe fà venì lo suonno}}''], Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870.
*Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana, {{small|nel tempo, nella letteratura, nell'arte}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA3&dq=antonio%20venci&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|Seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton editori, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di [[Renato Rutigliano]] {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=pepitola&f=false]
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*''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=lu%20truvatore&f=false]
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*''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 146. ISBN 978-88-98029-03-7
*Amedeo Colella, ''[https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Manuale di napoletanità:] {{small|365 lezioni semiserie su Napoli e la napoletanità da studiare una la giorno (consigliato), comodamente seduti...}}'', Ateneapoli Editore, Napoli, 2010. ISBN 978-88-905504-0-9
*Claudio Pennino, ''Mettere 'a bbona parola'', Intra Moenia, 2011.
*P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary - Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
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*[[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980.
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:Ncoppo_marciapiede_-_frusso.pdf/7 Ncopp' 'o marciappiede]'', Luigi Pierro, Tip. Editore, Napoli, 1898.
*Ferdinando Russo, ''[https://wikisource.org/wiki/Index:%27O_luciano_d%27%27o_Rre.djvu 'O "luciano" d' 'o Rre']'', Tipografia Francesco Giannini e Figli, Cisterna dell'olio, Napoli, 1918.
*[[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PA192&dq=modi%20di%20dire%20napoletani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=modi%20di%20dire%20napoletani&f=false] ISBN 978-88-6042-759-5
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Raffaele Viviani]], ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
*[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966.
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani, {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=mettuto%20mbaleria&hl=it&pg=PP5#v=onepage&q&f=false].
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', descritte da Gaetano Amalfi, Libreria internazionale, L. Pedone Lauriel, Palermo, 1890, [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up]
*''Tutto[[Totò]], {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sletch più divertenti}}'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=Tutto%20Tot%C3%B2&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up]
* [[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false]
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Vincenzo De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845, [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Napoli, Gabriele Sarracino librajo-editore, 1869.
*Giuseppe Gargano, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=ranciofellone&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-italiano tascabile, {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto}}'' per Pietro Paolo Volpe, Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869, [https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=Pietro%20Paolo%20Volpe%2C%20Vocabolario%20napolitano-italiano&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele, 1873, [https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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/* A */
wikitext
text/x-wiki
Raccolta di '''modi di dire [[Napoli|napoletani]].'''
==A==
*''''A Bella 'Mbriana.'''<ref name="meridiana">Citato in Pino Imperatore, ''Bentornati in casa Esposito, Un nuovo anno tragicomico'', Giunti, Firenze/Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=PthsKnYT3OwC&lpg=PA47&dq=bella%20mbriana&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47.] ISBN 9788809782860</ref>
::{{spiegazione|La fata benefica, protettrice della casa che frequenta.}}
*'''A botavraccio.'''<ref name=turnarm>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 12.</ref>
:''A "voltabraccio".''
::{{spiegazione|Lancio dello ''[[strummolo]]'' (tipo di trottola) imprimendo – in violazione delle regole di lancio – tutta la forza possibile per scagliarlo con violenza (a '''spaccastrómmole'''<ref name=turnarm/>) contro lo ''strummolo'' perdente abbandonato in balia degli avversari che avevano facoltà di spaccarlo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', pp. 12-13.</ref>Si dice anche del manrovescio inferto con il dorso della mano "'Nu buffettone 'a votavraccio"}}
*'''A 'bbona 'e Ddio.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190.] ISBN 978-88-6042-710-6</ref><ref name=voluntas>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 52</ref>
:''Vada come vada.''<ref>Traduzione in ''Poesie'', p. 190.</ref>
*'''A botta 'e stiente.'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae'', Aletti Editore, 2017, [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT15&dq=botta%20%20'e%20stiente&hl=it&pg=PT15#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''A furia (colpo) di stenti. Con enorme fatica.''
*''''A capa 'e l'ommo è na sfoglia 'e cepolla.'''<ref name=nose/>
:''La testa dell'uomo è (sottile come) una pellicola (brattea) di cipolla.''
::{{spiegazione|Le idee, le opinioni degli uomini mutano molto facilmente. Volto spesso anche in rima:" 'A cerevella è 'na sfoglia 'e cepolla"}}
*''''A carne {{sic|asotte}}<ref>Refuso: 'a sotto.</ref> e 'e maccarune 'a {{sic|'coppa}}.'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''Trianon'', presentazione di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli [https://books.google.it/books?id=RD6L0IlMjCIC&lpg=PA48&dq=%C3%A8%20gghiu-%20ta%20'a%20carne%20asotte&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.] ISBN 88-7188-314-4</ref>
:''La carne sotto e i maccheroni sopra.''
::{{spiegazione|Le capacità, i meriti non sono né riconosciuti né valorizzati mentre i mediocri e gli incapaci avanzano. Più in generale si dice di cose che vanno o vengono fatte alla rovescia.}}
*''''A cera se struja e 'o muorto nun cammina.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''La cera si consuma e il funerale (il morto) non avanza.''
::{{spiegazione|Si è tutto arenato, ci si perde in troppi indugi, si perde tempo inutilmente.}}
*'''A chi tanto, e a chi niente.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''(La vita è ingiusta), ad alcuni dà tanto, ad altri niente.''
*'''A cche serve u pparlà?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 27.</ref>
:''A cosa serve il parlare?''
::{{spiegazione|È inutile parlare se chi ci ascolta non vuole capire. Oppure: Non c'è bisogno che tu mi dica altro, ho capito tutto e farò tutto il possibile per aiutarti.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''A ciammiello<ref>Richiamo per uccelli, zimbello.</ref>.'''<ref name=allocco>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 72.</ref>
:''A pennello, alla perfezione. Es. È ghiuto tutto a ciammiello. Sto vestito me sta a ciammiello. (È andato tutto liscio, alla perfezione. Questa giacca mi sta a pennello.)''
*''''A ciuccia 'i Fechella: 99 chiaie e 'a cora fràceta!'''<ref>Citato con traduzione in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref>
:''L'asina di Fichella: 99 piaghe e la coda fradicia!''<ref>(Fradicia: marcia, marcita). La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 34.</ref><ref>Fràceto: aggettivo: fradicio, guasto, marcio. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 144.</ref>
::{{spiegazione|Si dice ironicamente del malato immaginario che si sente colpito da ogni male possibile.}}
*''''A copp'<nowiki>'</nowiki>a mano.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 37.</ref>
:''Da sopra la mano.''
::{{spiegazione|Completamente di propria iniziativa, in modo improvviso ed inatteso; rispondere, commentare facendo immediatamente seguito, botta e risposta o anche interrompendo o sovrapponendosi all'altrui discorso. Es. ''Parlà 'a copp' 'a mano'' o '''a mana'', parlare senza essere stati interpellati quando non spetta farlo, in un momento inopportuno; replicare, rintuzzare tempestivamente e risolutamente. Ribattere, contestare subito ed energicamente}}
*'''‘A copp' ‘a copp'.'''<ref>Citato in Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', Marsilio, Venezia, 2015, [https://books.google.it/books?id=grHwDQAAQBAJ&lpg=PT146&dq=a%20copp'a&hl=it&pg=PT146#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-317-3998-6</ref>
:''(Da) sopra (da) sopra.''
::{{spiegazione|Superficialmente, approssimativamente, inaccuratamente. ''Fa na cosa 'a copp' 'a copp<nowiki>'</nowiki>'': Fare qualcosa senza curarla, completarla in ogni dettaglio, farla approssimativamente.}}
*'''A core a core.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di Goffredo Fofi, Guida, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PA346#v=onepage&q=a%20core%20a%20core&f=false p. 346.]</ref>
:''A cuore a cuore.''
::{{spiegazione|Teneramente abbracciati.}}<ref>Traduzione-spiegazione in ''Teatro'', VI, p. 346.</ref>
*'''A ccraie<ref>Dal latino ''cras'': domani. Craie è al tempo stesso parola onomatopeica che imita il cra-cra della cornacchia e ''craie'' che in napoletano significa domani.</ref> a ccraie, comm' 'a curnacchia.'''<ref>Citato in ''Il frasario napoletano, I'', p. 30.</ref>
:''A domani a domani, come la cornacchia.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi se la prende comoda e rimanda sempre tutto senza realizzare nulla.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 27.</ref>
*'''{{NDR|'A}} cummara.'''<ref>La comare, la madrina; l'amante.</ref><ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''la chitarra.''
*''''A fàccia d<nowiki>'</nowiki>'a càpa d<nowiki>'</nowiki>'o casecavàllo.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 89.</ref>
:''Letteralmente: Alla faccia della testa del caciocavallo!''
::{{spiegazione|Nientedimeno! Nientemeno! Addirittura!}}
*'''Â faccia 'e chi ce vò male.'''<ref name=facefeet>Da Salvatore Bonavita ''Fessarìe 'e cafè. Detti, facezie e proverbi napoletani'', citato in ''L' Italia ride in napoletano'', la Repubblica.it dell'11-06-2005.</ref>
:''Alla faccia di chi ci vuole male!''
*'''A faccia mia sott' {{sic|e}} piede vuoste.'''<ref name=facefeet/>
:''La mia faccia sotto i Vostri''<ref>Plurale di cortesia e di riguardo, equivalente al Lei.</ref>'' piedi.''
::{{spiegazione|Esagerando con un pizzico di benevola ed amichevole ironia: Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un'implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità.}}
*''' 'A fessa è gghiuta 'mmano a 'e criature.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006. [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA58&dq='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&hl=it&pg=PA58#v=onepage&q='A%20fessa%20mmano%20a%20'e%20ccriature.&f=false p. 58.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''La vulva è finita nelle mani dei bambini.''<ref>Traduzione in ''Proverbi & Modi Di Dire – Campania''</ref>
::{{spiegazione|Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.}}
*''''A fìglia 'e dòn Camìllo: tutt'a vònno e nisciùno s'a pìglia.'''<ref name=Am17>Citato in Amato, p. 17.</ref>
:''La figlia di don Camillo: tutti la vogliono e nessuno la piglia.''
*''''A fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name="hambriento">Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010. ISBN 978-88-6042-710-6, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA345&dq&pg=PA342#v=onepage&q&f=false p.345].</ref>
:''La fabbrica dell'appetito.''
::{{small|Persona di formidabile appetito, difficile da saziare.}}
*'''{{sic|A}} funa è corta e 'o puzzo è funno.'''<ref name=Zwang>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 117.</ref>
:''La fune è corta ed il pozzo è profondo.''
::{{spiegazione|Si dice quando due circostanze avverse concomitanti rendono impossibile realizzare qualcosa.}}
*''''A gassosa cu 'a pallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 57.</ref>
:''La gassosa con la pallina.''
::{{spiegazione|Gassosa venduta in una bottiglietta bianca dotata di un particolare sistema di chiusura dall'interno della bottiglia stessa: a fungere da tappo era una pallina contenuta all'interno della bottiglia; la pallina, spinta in alto dall'anidride carbonica, si incastrava presso l'uscita della bottiglia, tappandola.}}
*''''A guapparia 'e Peppe Nasella: accerette 'a gatta dint' 'a senga d' 'a porta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 20.</ref>
:''La prodezza di Peppe Nasella: uccise la gatta nello spiraglio della porta.''
::{{spiegazione|Si dice per per prendere in giro chi si gloria, senza averne alcun motivo, di aver fatto qualcosa di straordinario.}}
*''''A iurnata è 'nu muorzo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, Milano, 2003, [https://books.google.it/books?id=69XfCgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=montedidio&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4].</ref>
:''La giornata è un morso. (È breve, vola via in un baleno).''
*'''A la babbaloscia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 13.</ref>
:''Pigramente, svogliatamente''
*''''A Lecca e 'a Mecca.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|L'intero mondo. Tutto, di tutto; con ironia: un po' di tutto e anche qualcosa in più. ''Sapé 'a Lecca e 'a Mecca'': sapere tutto, di tutto; essere a conoscenza, al corrente di cose cose che per l'età o altre ragioni non è verosimile che si sappiano.}}
*'''A licchetto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 206.</ref>
:''A lucchetto.''
::{{spiegazione|Alla perfezione. A pennello. Es. ''È ghiuto tutto a licchetto. (È andato tutto alla perfezione.)''}}
*'''{{sic|A}} mala nuttata e {{sic|a'}} figlia femmena!'''<ref>Citato in Bianca Fasano, ''Terra al Sole'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=e4iyCQAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Mala%20notte%20e%20figlia%20femmena.&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La cattiva nottata e la figlia femmina.''
::{{spiegazione|Due fatti, due circostanze negative concomitanti o in immediata successione. Un duplice guaio.}}
*''''A mamma e figlia.'''<ref name=bubbles>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La mamma e figlia.''
::{{spiegazione|Le antiche due bustine per la preparazione della Idrolitina.}}
*''''A Mamma pacchiana.'''<ref>Citato in [[Franco Salerno]], ''La vita, la festa e la morte. {{small|Culti popolari in Campania}}'', Altrastampa, 2000, [https://books.google.it/books?id=BJ8iAQAAIAAJ&q=mamma+pacchiana&dq=mamma+pacchiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjm2rW7zNzkAhUvpIsKHVW0CekQ6AEINTAC p. 40].</ref>
:''La Mamma (chiamata affettuosamente:) contadina, grossolana, rustica.''
::{{spiegazione|La Madonna di Castello, venerata nel Santuario di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana.}}
*''''A mana è bona: è 'a valanza ca vo' essere accisa...!'''<ref>Citato in [[Libero Bovio]], ''So' dieci anne'', Luigi Pierro, Napoli, 1921, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8t4yAQAAIAAJ&dq=%27A+mana+%C3%A8+bona%2C+%C3%A8+%27a+valanza+ca+v%C3%B2+essere+accisa%21&focus=searchwithinvolume&q=valanzap. 103].</ref>
:''La mano è buona: è la [[bilancia]] che vuol essere uccisa...!''
::{{spiegazione|La bilancia, com'è ovvio, non ha alcuna colpa dell'uso fraudolento che ne fa il venditore disonesto; l'espressione, che capovolge ironicamente i termini, è rivolta a chi vuole far ricadere sugli altri colpe che sono soltanto sue.}}
*''''A màneco 'e cato<ref>Recipiente troncoconico con manico semicircolare. Secchio.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>
:''A manico di secchio.''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>E baffe, o: 'e mustacce a maneco 'e cato'': baffi lasciati crescere pendenti sulle due pliche boccali.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 54.</ref>}}
*'''A' maronn v'accumpagna.'''<ref name="odigitria">Citato in Véronique Bruez, ''Naples allegro con fuoco'', Gallimard, [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT114&dq=assafa%20a%20maronna&hl=it&pg=PT113#v=onepage&q&f=false]</ref> o: '''<nowiki/>'A Madonna v'accumpagna.'''<ref>Citato in Viviani, Teatro, IV, p. 254.</ref>
:{{NDR|Al congedo, si augura a chi parte}}'' Che la Madonna vi accompagni (e vi protegga).''
*'''A meglio a meglio.'''<ref name=betterbetter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 230.</ref>
:''A meglio a meglio.''
::{{spiegazione|A gonfievele, nel migliore dei modi, a tutto andare, a tutto spiano.}}
*'''A mente a mente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 70.</ref>
::{{spiegazione|Essere proprio sul punto di ricordare qualcosa e poi farselo sfuggire dalla mente.}}
*'''{{sic|A}} mise 'a lengua into 'o pulito.'''<ref name=barber/>
:''Ha messo la lingua nel pulito.''
::{{spiegazione|Si dice con ironia, di chi, risalito, arricchitosi, si dà arie da gran signore parlando in un italiano pieno di errori.}}
*''''A morte ncopp<nowiki>'</nowiki>'a noce d<nowiki>'</nowiki>'o cuollo.'''<ref>citato in Francesco Gabriello Starace, '''O figlio 'e don Nicola'', Cav. Emilio Gennarelli, Napoli, 1922, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27O_figlio_%27e_don_Nicola.djvu/43 p. 41 wikisource]</ref>
:''La morte sulla noce del collo.''
::{{spiegazione|La morte sulla nuca. La morte che minaccia molto da vicino. Una situazione o una persona angoscianti. ''Me pare 'a morte 'ncopp' 'a noce d' o cuollo!'' Mi sembri la morte sulla nuca. Mi stai angosciando, sei angosciante, opprimente!}}
*''''A mosca dint'o viscuvato.'''<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Ischia'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=qw3pAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Gianni%20Mura&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-0788-4351</ref>
:''La [[mosca]] nel palazzo vescovile.''
::{{spiegazione|Un'inezia in un'enormità, una goccia nel mare. ''Pare (o è gghiuta) 'a mosca dint' 'o viscuvato.'' Pare (o è andata) la mosca nel vescovato: una piccola razione di cibo per saziare una fame da lupo.}}
*''''A musica giappunese.<ref>O: 'a museca ciappunesa, oppure: 'a museca d<nowiki>'</nowiki>'a Barra.</ref>'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storie di musiche'', a cura di Carla Conti, introduzione di Ugo Gregoretti, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=05NME_CUP4MC&lpg=PP1&dq=Pasquale%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q=giappunese&f=false p. 264.] ISBN 978-88-6042-718-2</ref>
:''La musica giapponese.''
::{{spiegazione|Sorta di rumoroso frastuono creato per lo più da bande di [[w:scugnizzo|scugnizzi]] (la più famosa delle quali proveniva dal quartiere di [[w:Barra (Napoli)|Barra]]) con voce, rudimentali strumenti a percussione e a fiato in occasione della [[w:Festa di Piedigrotta|Festa di Piedigrotta]]. ''Pare 'a musica giappunese'': locuzione con cui ci si riferisce ad una riunione, un assembramento di persone chiassose e moleste o ad un'esecuzione musicale disarmonica, raffazzonata, sgradevole.}}
*''''A na recchia me trase e all'ata me jesce.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro II'', p. 56.</ref><ref>Citato, con lezione leggermente diversa, in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 250.</ref>
:''Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce.''
::{{spiegazione|Non faccio alcun conto di quello che dici.}}
*'''A niente a niente.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Il pezzente sagliuto (Il povero diventato ricco)'', in [[Raffaele Giglio]], ''Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Campania'', Editrice La Scuola, Brescia, 1988, p. 306. ISBN 88-350-7971-3</ref>
:''Letteralmente: a niente a niente.''
::{{spiegazione|Come minimo. ''A niente a niente ccà ce facimmo 'nteresse cocche migliaro 'e evuro'', o anche: '''nc'appizzammo cocche migliaro 'e evuro'': Come minimo qui spenderemo qualche migliaio di euro, o anche: ci rimetteremo qualche migliaio di euro.}}
*'''A nu mantiello 'i prèvete se nne fa na scazzette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
:''Da un mantello di prete, se ne fa una scarsella {{NDR|borsellino}}.''<ref>La traduzione è in ''Il frasario napoletano, I'', p. 76.</ref>
::{{spiegazione|Si dice con ironia di chi allestisce grandi preparativi per poi ottenere scarsi risultati.}}
*'''A nu palmo d'o culo mio chi fotte, fotte.'''<ref>Citato in Luca Mencacci, ''Radici Dal Passato'', [https://books.google.it/books?id=WL6pCwAAQBAJ&lpg=PT20&dq='a%20nu%20palmo%20d'o%20culo%20mio%20chi%20fotte&hl=it&pg=PT20#v=onepage&q&f=false]
</ref> oppure: '''A 'nu parmene d' ' o culo mio fotte chi vo'.'''<ref name=facefeet/>
:''Ad un palmo dal mio didietro, chiunque vuole copuli pure.''
:{{spiegazione|Lontano da me e fintantoché non subisco alcun danno diretto faccia pure ognuno a suo bell'agio quello che più gli aggrada.}}
*''''A 'o munno 'a verità.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 75.</ref>
:''Al mondo della verità (all'altro mondo)''. ''Mo' stà a 'o munno 'a verità'' (Non è più in questo mondo. Adesso è nel mondo della verità, è all'altro mondo).
*'''A pesielle pavammo.'''<ref>Citato in [[Alfredo Cattabiani]], ''Florario'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=3sqnDgAAQBAJ&lpg=PT505&dq=A%20pesielle%20pavammo.&hl=it&pg=PT505#v=onepage&q=A%20pesielle%20pavammo.&f=false]</ref>
:''Pagheremo al tempo dei piselli.''<ref>Traduzione in ''Florario''.</ref>
::{{spiegazione|Pagheremo quando gli affari andranno bene.}}<ref>Per l'interpretazione {{cfr}} (più estesamente) ''Florario'' alla stessa pagina.</ref>}}
*'''A pisce fetiente.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Le brache de San Griffone'', A. I. T. W. eEdizioni, 2005, [https://books.google.it/books?id=s8EqBgAAQBAJ&lpg=PA19&dq=a%20pisce%20fetiente&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:''A pesci graveolenti.''
::{{spiegazione|''Fernì'' o ''Ascì a pisce fetiente''. Finire o uscire a pesci che puzzano. Finire, uscire, degenerare, culminare – in progressivo, inarrestabile crescendo – in un'aspra, violenta lite; solitamente al termine di una discussione costellata da malintesi, oppure per suscettibilità di chi discute, o perché si è toccato un tasto dolente o per altri motivi.}}
*'''A ppiede chiuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 509.</ref>
::{{spiegazione|A pié pari.}}
*'''A primma botta.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 146.</ref>
:''Al primo colpo.''
*'''A quatt'e bastune.'''<ref>Citato in ''[http://www.napolitoday.it/social/perche-si-dice-quattro-di-bastoni.html Perché e quando a Napoli si dice "a quatt'e bastune]'', ''napolitoday.it'', 11 giugno 2019</ref>
:''A quattro di bastoni.''
::{{spiegazione| (Stare) come il quattro di bastoni. Antica locuzione: lo si dice scherzosamente di chi giace supino, in totale relax, tenendo gambe e braccia larghe. ''T'he miso a quatt' 'e bastune!''. Ti sei messo a quattro di bastoni! Ti sei proprio spaparanzato per bene, spaparacchiato alla grande!}}
*'''A refrische 'e ll'anime {{sic|d'o}} priatorio.'''<ref>Citato in Barbara Zaragoza, ''The Espresso Break: Tours and Nooks of Naples, Italy and Beyond'', Merchant Press, Chula Vista, CA 91921, USA, 2012, [https://books.google.it/books?id=8eKNIlVBgb4C&lpg=PA91&dq=A%20refrische%20'e%20ll'anime%20d'o'%20priatorio.&hl=it&pg=PA91#v=onepage&q&f=false p. 91.] ISBN 978-0-9835099-2-9</ref>
:''A suffragio (refrigerio) delle anime del [[Purgatorio]].''
::{{spiegazione|Formula che ricorre nelle preghiere per alleviare le pene delle anime del Purgatorio.<ref>Per gli aspetti connessi al culto delle anime del Purgatorio si veda Cimitero delle Fontanelle, sezione: Il culto delle anime ''pezzentelle'', [[w:Cimitero delle Fontanelle|voce su ''Wikipedia'']].</ref>}}
*''''A rezza.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 128.</ref>
:''La rete.''
::{{spiegazione|La squadra mobile, nel gergo della malavita antica.}}
*'''‘A rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 290.</ref>
:''La rete del cuore.''
::{{spiegazione|Il pericardio.}}
*''''A santacroce.'''<ref name=holycross>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 24.</ref>
:''La santa croce.''
::{{Spiegazione|Il [[sillabario]].}}
*''''A scigna 'ngopp'o' rucchiello.<ref>Rucchiello: strumento da incannare la seta, Rocchetto. – arnese su cui si tiene il pappagallo o la scimmia, Gruccia. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 337.</ref>'''<ref>Citato in Mattia Bernardo Bagnoli, ''{{sic|bologna}} permettendo'', Fazi Editore, Roma, 2009, ISBN 978-88-6411-369-2, [https://books.google.it/books?id=AOgbSkX0ZrsC&lpg=PP1&dq=Bologna%20permettendo&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false p. 78]</ref>
:''La scimmia sul trespolo (cilindrico rotante).''
::{{spiegazione|Una persona estremamente brutta e sgraziata.}}
*''''A sciorta d'o piecoro: nasce curnuto e more scannato!'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA40&dq=&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40]</ref>
:''La fortuna dell'agnello, nasce cornuto e muore sgozzato!'''
::{{spiegazione|Locuzione riferita a persone particolarmente sfortunate.}}
*''''A sciorte 'i cazzette: iette pe ppiscià e se nne carette.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 102.</ref>
:''La fortuna di cazzetto: andò per urinare e (il pene) se ne cadde.''
::{{spiegazione|Essere incredibilmente scalognati, presi di mira spietatamente, fino e oltre l'inverosimile dalla più nera sfortuna.}}
*''''A si loca.'''<ref name=rent>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>
:''La Si Loca.''
::{{spiegazione|Antico gioco infantile: si giocava appendendo di nascosto alle spalle di un compagno un cartoncino con una scritta derisoria, canzonatoria.}}
*''''A signora 'e quatti-quatte.'''<ref>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 16.</ref>
:''La signora con quattro quarti di nobiltà,.''
::{{spiegazione|Signora blasonata (detto ironicamente).}}
*''''A siè Giustina.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 239.</ref>
:''La Signora Giustina.''
::{{spiegazione|La Giustizia, nel gergo della malavita antica.}}
*''''A soccia mana sta 'int' 'e Guantare.'''<ref name=nose/>
:''La tua stessa mano sta nei Guantai.''
::{{spiegazione|Guantai era il nome di un quartiere di Napoli in cui erano ospitate numerose fabbriche di guanti che esponevano come insegna un guanto. L'espressione è riferita a un persona che rinvia a lungo i pagamenti.}}
*''''A sotto pe le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], '''O scarfalietto'', Guida, Napoli, 1983, [https://books.google.it/books?hl=it&id=y4DyAAAAMAAJ&dq=a+sotto+p%E2%80%9De+chiancarelle&focus=searchwithinvolume&q=+chiancarelle p. 88.]</ref>
:''Da sotto per i panconcelli!''
::{{spiegazione|'''A sotto p' 'e chiancarelle'' Fate attenzione, scostatevi, scansatevi per non rischiare di essere colpiti dall'alto da palconcelli<ref>''<nowiki>'</nowiki>A chiancarella'', il palconcello; '''e chiancarelle'', i palconcelli: travi di legno con cui erano sostenuti i solai.</ref>in caduta: era il grido con cui gli operai che procedevano alla demolizione di un vecchio fabbricato avvertivano i passanti del pericolo. L'espressione è impiegata in riferimento o a commento di avvenimenti spaventosi, pericolosi, tali da suscitare orrore, stupore, sgomento. Come dire: Accidenti! Diamine!}}
*'''A spaccastrommola.<ref>Antico gioco da strada dei ragazzi. {{cfr}} più dettagliatamente ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355. Per lo ''strummolo'' si veda la voce [[w:strummolo|voce su ''Wikipedia'']].</ref>''' <ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 355.</ref>
:''A spaccatrottola.''
::{{spiegazione|Agire o parlare a casaccio.}}
*'''A stracce e petacce.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Fra ninnole e nannole'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=dbhpDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giacomo%20Lucchesi&hl=it&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78.]</ref>
:''A stracci e brandelli.''
*'''A stracchimpacchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 365.</ref>
::{{spiegazione|A casaccio (''stracchimpacchio'': balordaggine).}}
*''''A Strata Nova.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 22.</ref>
:''La Strada Nuova''
::{{spiegazione|Antica denominazione toponomastica dialettale del Corso Vittorio Emanuele.}}
*''''A tale e quale.'''<ref name=bubbles/>
:''La tale e quale.''
::{{spiegazione|La [[fotografia]].}}
*''''A ting-tang.'''<ref name=nose/>
:''La bicicletta.''
*''''A trubbéa d' 'e ceràse.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi, ''La parlata napolitana. {{small| Nuove ipotesi semantiche}}'', Fiorentino, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&dq=A+Trubbea+d%27%27e+cerase&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiYl93kia_pAhUI0qYKHf2MDfEQ6AEIKTAA p. 174].</ref>
:''L'acquazzone delle ciliegie.''
::{{spiegazione|Improvviso, breve, fortissimo rovescio temporalesco di maggio che causa una raccolta precoce delle ciliegie, vendute come primizie. Improvviso, breve, fortissimo temporale estivo.}}
*''''A trummetta 'a Vicaria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 47.</ref>
:''La trombetta (il banditore, l'araldo) del Tribunale della Vicaria.''
::{{spiegazione|L'indiscrezione in persona, il pubblico banditore, l'infaticabile divulgatore, lo strombazzatore degli altrui segreti. Si dice anche di chi parla con voce assordante.}}
*'''A uocchio de<ref>In forma moderna: 'e.</ref> puorco.'''<ref name=pig>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 386.</ref>
:''Ad [[occhio]] di maiale.''
::{{spiegazione|Abbondevolmemente, A scialacquo, A josa, Alla grossa, Largamente, Prodigalmente, Senza risparmio.<ref>Definizione in D'Ambra, p. 386.</ref>}}
*''''A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.'''<ref>Citato in ''[https://dettinapoletani.it/bwl-knowledge-base/a-vacca-se-tira-e-zizze-e-buonanotte/ A vacca se tire 'e zizze e buonanotte.]'', ''dettinapoletani.it'', 30 dicembre 2015.</ref>
:''La [[mucca]] ritrae le mammelle e buonanotte.''
::{{spiegazione|Il gonzo ha, una buona volta, aperto gli occhi e ha smesso di dispensare generosamente, con cieca prodigalità favori e benefici; per gli insaziabili, esosi approfittatori la pacchia è finita.}}
*'''A vieneténne.'''<ref>Citato in [[Maria Orsini Natale]], ''Francesca e Nunziata'', Avagliano, Cava dei Tirreni, 1996, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AXHyAAAAMAAJ&dq=alla+vienetenne&focus=searchwithinvolume&q=approssimazione p. 366].</ref>
:''A vienitene.''
::{{spiegazione|''Fa' 'na cosa a vieneténne'': fare una cosa in modo raffazzonato, abborracciato, arruffato, superficiale, senza metterci alcun serio impegno.}}
*'''A zeffunno.'''<ref>Citato in Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 406.</ref>
:''In abbondanza, copiosamente, prodigalmente.''
*'''A zizzona e {{sic|battipaglia}}.'''<ref>Citato in Luigi 'Looigi' Pecce, ''Mescola ultimo (co)atto'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=fi1lCgAAQBAJ&lpg=PA229&dq=&pg=PA229#v=onepage&q&f=false p. 229]</ref>
:'' '''A zizzona 'e [[Battipaglia]]:'' La grande mammella di Battipaglia.''
::{{spiegazione|Mozzarella di bufala di Battipaglia di notevoli dimensioni (fino a 5 Kg), sormontata al centro da una sporgenza a forma di capezzolo.}}
*''''A zumpata.'''<ref name=fuscello/>
:''Assalto all'arma bianca (con speciali coltelli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>) in un duello fra antichi camorristi.''
::{{spiegazione|Antica forma di duello fra camorristi.}}
*'''Abbafà 'i zìfere 'i viente.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 16.</ref>
:''Gonfiare di zefiro di vento.''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 16.</ref>
::{{spiegazione|Riempire, farcire, saturare, subissare qualcuno di vacue chiacchiere, di vane promesse, vantando di capacità e prospettando imprese del tutto immaginarie; sommergerlo, quindi, in un diluvio di colossali menzogne.}}
*{{NDR|L'}} '''Abbate Taccarella<ref>''Taccarià'': sforbiciare, tagliuzzare in modo irregolare usando con forbici mal affilate: dall'antico germanico: ''taikka'', segno. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 97.</ref>.'''<ref>Citato in Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', [https://books.google.it/books?id=ICrennDu0x8C&dq=L'abate%20Taccarella&hl=it&pg=PA455#v=onepage&q&f=false p. 455]</ref>
::{{spiegazione|Taccarià: tagliuzzare. L'abate Taccarella è chi, per innata vocazione, è solito parlar male degli altri. In Puoti, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'': Chi parla assai e senza verun fondamento.}}
*'''Abbiarse a ccuralle.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.</ref>
:''Avviarsi verso i [[corallo|coralli]].''
::{{spiegazione|Partire rapidamente per primi, anticipando tutti, verso una meta. L'espressione – nata fra i pescatori di [[Torre del Greco]] che lasciavano prendere il mare per primi i pescatori di corallo – è riferita a donne che, incinte dopo essere state violate, debbono affrettarsi a celebrare le nozze. {{cfr}} ''Comme se penza a Nnapule'', p. 35.}}
*'''Abbuccàrse 'a cafettèra.'''Citato in <ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 17.</ref>
:Letterarlmente: Inclinarsi, rovesciarsi la caffettiera.
::{{spiegazione|Avere una [[polluzione]] notturna.}}
*''''Accarèmia 'e ll'ova tosta.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 29.</ref>
:''Accademia delle uova sode (dure).''
::{{spiegazione|Discussione molto animata su argomenti futili.}}
*'''Accattarse 'o ccaso.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano: con elementi di grammatica e metrica'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=Accattarse+%27o+ccaso.&q=Accattarse+%27o+ccaso.&hl=it&redir_esc=y p. 109].</ref>
:''Portarsi via (comprarsi) il formaggio.''
::{{spiegazione|Sfuggire ad un pericolo, scamparne incolumi avendone avuto sentore, come un topo che riesca a portarsi via l'esca senza farsi catturare nella trappola.}}
*'''Acchiapp' 'a Peppe!'''<ref>Citato in Giuseppe Brusco, ''Sbagliando Si Vive'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=KWjY6Jvkw2UC&lpg=PA22&dq=&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22].</ref>
:''Acchiappa, acciuffa Peppe!''
::{{spiegazione|Proprio ora è l'occasione buona, non lasciartela sfuggire! È il momento, ora, ora! Apri gli occhi, attenzione a quello che sta accadendo o sta per accadere sotto i tuoi occhi!}}
*'''{{sic|Accïòmo}}.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 20.</ref>
:''Ecce Homo.''
::{{spiegazione|Pestato a sangue.}}
*'''Accirete!'''<ref>Citato in Massimo Torre, ''Uccidete Pulcinella'', Edizioni e/o, Roma, 2015 [https://books.google.it/books?id=DvcoCwAAQBAJ&lpg=PT98&dq=accirete&hl=it&pg=PT98#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866327103</ref>
:''Ammazzati!''
::{{spiegazione|Ingiunzione perentoria di andarsene a quel paese...}}
*'''Accuncià quatt'ova int'ô piatto.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA4#v=onepage&q&f=false p. 4.]</ref>
:''Aggiustare quattro [[uovo|uova]] nel piatto.''
::{{spiegazione|Mettere ordine nelle proprie faccende.}}
*'''Accuppatura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 108.</ref>
:''La parte superiore, la sommità, la parte che "affiora", la colmatura di un recipiente, di un contenitore.''
::{{spiegazione|Il meglio del meglio e, in senso antifrastico, il peggio. ''Âccuppatura d' 'a spasa 'e frutte.'' La parte superiore della cesta dei frutti: i frutti più belli disposti dai fruttivendoli bene in vista, sulla parte più alta della cesta. / ''È âccupparura d' 'e 'mbrugliune, d' 'e mariuole.'' È il fior fiore, il peggio degli imbroglioni, dei ladri.}}
*'''Acqua pazza.'''<ref name=locagua>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>
::{{spiegazione|Preparazione gastronomica che si ottiene soffriggendo in padella olio con aglio e peperoncino, si aggiunge acqua e si lascia bollire. Il condimento così ottenuto si versa su fette di pane.}}
*'''«Acquajuo', ll'acqua è fresca?» «Manc' 'a neve!»'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 93. ISBN 88-541-0119-2</ref>
:''«Acquaiolo, l'[[acqua]] è fresca?» «Neppure la neve (lo è altrettanto)!»''
::{{spiegazione|Come chiedere all'oste se il suo vino è buono.}}
*'''Acquitamme 'a criatura!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 38.</ref>
:''Acquietiamo la creatura, il bambino!''
::{{spiegazione|Si dice con ironia a chi, montato su tutte le furie, non ascolta ragioni e non può essere placato in nessun modo. Si dice anche quando si chiede comprensione per qualcuno.<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 38.</ref>}}
*'''Adderizzate tubbo... ca faie difetto areto!'''<ref>Citato, con traduzione, in Mannaggia Bubbà, p. 13.</ref> o '''Adderizzete, tubbo, ca faie difette!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 40.</ref>
:''Raddirizzati tubo... ché altrimenti si vede il difetto dietro!'' o ''Raddrìzzati, cappello a tuba, che fai difetto!''<ref>Traduzione in ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
::{{spiegazione|Raddrizzati, tubo (cilindro), che fai difetto dietro! (altrimenti si vede il difetto dietro!): lo si dice, spesso con l'accompagnamento sonoro di un robusto e inappellabile pernacchio, per prendere in canzonatura il borioso che, convinto di essere elegante, cammina dandosi delle arie, avanzando tronfio e impettito. Domenico Apicella riferisce che con queste parole le persone del popolo, in passato, si facevano beffe dei signori che usavano portare il cappello a tuba un po' inclinato di lato per darsi più arie.}}<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 40.</ref>
*'''Addò l'haie fatto 'o pumpiere? Int'<nowiki>'</nowiki>a vasca d'<nowiki>'</nowiki>e capitune?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 13.</ref>
:''Dove l'hai fatto il pompiere? Nella vasca dei capitoni?''
::{{spiegazione|Si dice per prendere in canzonatura chi dà prova di non saper fare il suo mestiere.}}
*'''Addo' va.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro IV'', p. 450.</ref>
:Dove va. Dove il vino va, dopo averlo bevuto, fa salute. Si dice in risposta a chi, alzato il bicchiere per un brindisi, augura: Salute! Ed anche: Cin-cin!, Alla salute! Prosit!, ma "''nel senso che l'implicito augurio vada per ognuno nella auspicata, opportuna direzione.''<ref>Questa spiegazione è in Renato De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 32.</ref>"
*'''Addò vaie co lo<ref name=Ω/>ciuccio.'''<ref>Citato in Filippo Cammarano, ''Il Chirurgo di Aquisgrana, con Pulcinella, chirurgo spropositato'', Presso Domenico Sangiacomo, Napoli, 1812, [https://books.google.it/books?id=BoBpmknkVOAC&dq=Il%20chirurgo%20di%20Aquisgrana&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19]</ref>
:'' ''Addó vaie c' 'o ciuccio?'' Dove vai con l'asino?''
::{{spiegazione|Sta' attento, bada a quello che fai, ti stai mettendo in una sistuazione difficile, rischiosa, pericolosa!}}
*'''Addò vede e addò ceca.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PA442#v=onepage&q=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&f=false p. 442.]</ref>
:''Dove vede e dove è cieco.''
::{{spiegazione|Riferito a persona non imparziale: pronta a vedere, riconoscere qualcosa quando gli fa piacere o comodo; completamente cieco, in caso contrario, anche di fronte all'assoluta evidenza.}}
*'''Addurà 'o fieto 'o miccio.'''<ref>Citato con traduzione in Raffaele Bracale, ''Comme se pensa a Nnapule'', p. 42.</ref>
:''Annusare il puzzo della [[miccia]].''
::{{spiegazione|[[Premonizione|Presentire]], fiutare, subodorare, avere sentore, accorgersi di un pericolo o di un'insidia celati.}}
*'''Aglie, fravàglie e fattura ca nun quaglie<ref>Quaglià: cagliare, coagulare</ref>.'''<ref>Citato in Stefania Nardini, ''Alcazar, ultimo spettacolo'', Edizioni e/o, Roma, 2013, [https://books.google.it/books?id=JOYoCwAAQBAJ&lpg=PT14&dq=fattura%20ca%20nun%20quaglie&hl=it&pg=PT14#v=onepage&q&f=false] ISBN 8866324264</ref>
:''Aglio, fragaglia, e fattura che non coglie.''
::{{spiegazione|Formula contro il malocchio.}}
*'''Agniento de la guàllera.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 26.</ref>
:''Unguento per l'ernia.''
::{{spiegazione|Farmaco, cosa, provvedimento inefficace.}}
*'''Aiutammo 'a varca!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 67.</ref>
:''Aiutiamo la barca!''
::{{spiegazione|Esortazione a dare un aiuto a provvedere alle necessità della famiglia o per evitare il definitivo fallimento di un affare che ha preso una cattiva piega.}}
*'''Aità: susceme 'mmocca c' 'a patana me coce.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 21.</ref>
:''Gaetà: soffiami in bocca, perché la patata mi sta scottando.''
::{{spiegazione|Si dice per deridere chi è stordito, intontito, tardo di comprendonio.}}
*'''Aizà ncuollo.'''<ref name=packup>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan - Neapolitan-English'', p. 224.</ref>
:''Alzare, caricarsi addosso''. '''Aizà ncuollo e gghiresenne.'''<ref name=packup/> ''Fare i bagagli e andarsene''. Aíza ncuollo e vattenne! ''Fai armi e bagali e vattene! Sparisci, togliti di torno!'' Aggio aizato ncuollo e me n'aggio ghiuto. ''Ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Non sono rimasto un solo istante di più.''
*'''Aizammo 'stu cummò!''' <ref>Citato in Silvana Raffone, ''Un attimo per guardare indietro'', Youcanprint, [https://books.google.it/books?id=NXUGBgAAQBAJ&lpg=PA205&dq=cumm%C3%B2&hl=it&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205.]</ref>
:''Solleviamo questo canterano!''
::{{spiegazione|Facciamo questa pesante fatica! Facciamoci questa bella sgobbata!}}
*''''Aje cacciato sta vongola!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, 20. 10. 1861, p. 1089.</ref>
:''Hai tirato fuori questa [[vongola]]!''
::{{spiegazione|Hai detto quest'assurdità, quest'enormità, questa bugia (anche: questa parolaccia)!}}
*'''Alessio, Alè, {{sic|e}} nu lucignolo ca mai fernisce!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 57.</ref>
:''Alessio {{NDR|abbreviazione di "cantalesio": lunga cantilena<ref>{{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 57.</ref>}} Alè, è un lucignolo che non finisce mai!''
::{{spiegazione|Basta così, smettila con le tue lagne. Il tuo piagnisteo, le tue interminabili geremiadi mi hanno proprio annoiato!}}
*'''All'anema da' palla!'''<ref>Citato in [[Marcello D'Orta]], ''Aboliamo la scuola'', Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=GnWZCYqKOb4C&lpg=PA48&dq=all'anema%20da%20palla!&hl=it&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48 Anteprima Google] ISBN 9788809763067</ref>
:''Alla faccia della [[bugia|bufala]]!''<ref>Traduzione in ''Aboliamo la scuola'', p. 48.</ref>
*'''Alla sanfrason<ref>Dal francese sans façon.</ref>.'''<ref>Citato in Philip Gooden e Peter Lewis, ''Idiomantics: The Weird and Wonderful World of Popular Phrases'', Bloomsbury, 2013, [https://books.google.it/books?id=Bb5ztbMSFHgC&lpg=PA50&dq=alla%20sanfrason&hl=it&pg=PA50#v=onepage&q&f=false p. 50.]</ref>
::{{spiegazione|Fare qualcosa alla sanfrasòn (sanfasòn o zanfasòn): farla alla carlona, in modo volutamente sciatto, superficiale, rozzo, con colpevole negligenza, trascuratezza.}}
*'''{{NDR|L'}} Allagosa.'''<ref name=codex>Citato, con traduzione nel testo, in Giulio Mendozza, '''A posteggia'', II parte, in ANTROPOS IN THE WORLD di Franco Pastore, anno XII, n.2 del O1-02-2016, [https://books.google.it/books?id=t5WdCwAAQBAJ&lpg=PA29&dq=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q=a%60%20CUMMARA%20%20parlesia&f=false p. 20.]</ref>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia>Antico codice di comunicazione segreto dei musicisti (detti anche posteggiatori) napoletani.</ref>:'' la chitarra.''
*'''Allegrolillo o no poco sciasciariello.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 14.</ref>
:''Allegro o un po' avvinazzato. Brillo, alticcio.''
*'''Allerta allerta.'''<ref>Da ''Lo spassatiempo. {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi e d'autre}}'', anno IV, n. 31, Napoli, 29 settembre 1878, [https://books.google.it/books?id=yC5X1P8clIAC&dq=&pg=PA15-IA269#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''All'impiedi all'impiedi.''
::{{spiegazione|Sbrigativamente. ''Fà 'na cosa allerta allerta'' Fare una cosa alla svelta, sbrigativamente, pur di portarla a termine, anche rischiando di non farla in modo perfetto. Con questa espressione ci si riferisce anche, molto spesso, ad rapporto sessuale occasionale o imprevisto, consumato molto velocemente.}}
*'''Allerta pe scummessa.'''<ref name="fishetiello">Citato in Antonino Guglielmi, ''Ceceniello, {{small|Farsa all'antica in un prologo e due atti (dal racconto "Invito in villeggiatura")}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00213-3, [https://books.google.it/books?id=SbPdAwAAQBAJ&lpg=PA23&dq=&pg=PA23#v=onepage&q&f=false p. 23.]</ref>
:''In piedi per scommessa.''
::{{spiegazione|''Stà allerta pe' scummessa''. Stare, reggersi in piedi a stento, a malapena.}}
*'''Alliccasapóne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56.</ref>
:''Leccasapone.''
::{{spiegazione|Coltello con lama poco tagliente o male affilato che si adoperava per prelevare dal contenitore il "sapone di piazza", sapone per il bucato di colore giallastro e consistenza pastosa. Si chiamava ''alliccasapóne'' anche lo spaccone, lo smargiasso, il fanfarone inconsistente e privo di carattere.}}
*'''Allummarse dint'a l'acqua.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 200.</ref>
:''Accendersi nell'acqua.''
::{{spiegazione|Adirarsi molto facilmente.}}
*'''Allustrirse 'o curnicione.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 223.</ref>
:''Forbirsi, tirarsi a lucido, lustrarsi la fronte. ('o curnicione: la grondaia, il bordo della pizza; in senso lato, la fronte dell'uomo tradito dalla moglie.)''
::{{spiegazione|Lo si dice dell'uomo – tradito da assai vispa consorte – che fa toeletta, si agghinda.}}
*'''Ammacca e ssala, aulive 'e Gaeta.'''
:Schiaccia e sala, olive di Gaeta!
::{{spiegazione|Voce del venditore di olive che con queste parole ricorda la tecnica di conservazione delle olive, stipate a bagno in botticelle riempite con acqua salata; ma è anche un modo di esprimere disapprovazione verso chi opera in modo approssimativo, affrettato, arruffato, abborracciato.}}
*''''Ammariélle 'e sciummo.'''<ref name=nerò>Citato in ''C'era una volta a Napoli'', p. 51.</ref>
:''Gamberetti di fiume.''
::{{spiegazione|Gamberetti del fiume Sarno, erano pescati in passato, quando le acque non erano inquinate. Mescolati con farina di mais, si dava all'impasto una forma di pizza che veniva fritta. La pizza prendeva un colore giallo-arancione molto intenso. Questo piatto poteva sfamare un'intera famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', pp. 51-52.</ref>.}}
*'''Ammesùrate 'a palla!'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. La bellezza della vita nelle parole della tradizione'', vol IV, Youcanprint, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=FJ8zCwAAQBAJ&lpg=PA249&dq=ammesurate%20a%20palla&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q=ammesurate%20a%20palla&f=false p. 249.] ISBN 9788893212540</ref>
:''Misurati la palla!''
::{{spiegazione|Non fare niente senza riflettere, valuta prima esattamente la situazione e le tue reali possibilità.}}
*'''Ammiscà 'a lana c'a seta.'''<ref>Citato in Alessandro Carvaruso, ''Ero single... ora sono I.C.S., Manuale del "nuovo" single'', prefazione di Angela Galloro, Città del Sole, Reggio Calabria, [https://books.google.it/books?id=3wxXAwAAQBAJ&lpg=PT50&dq=a%20lana%20c'a%20seta&hl=it&pg=PT50#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788873516132</ref>
:''Confondere (mischiare) la lana con la seta.''
::{{spiegazione|Confondere cose o persone di ineguale e opposto valore, svalutando le migliori e sovrastimando le peggiori.}}
*'''Ammulà 'e diénte.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
:''Affilare i denti.''<ref>La traduzione è in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', Bello ed Erwin, p. 345.</ref>
::{{spiegazione|Accingersi ad un banchetto sibaritico, ad un lauto pasto.}}
*'''Anema 'e Ddio.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 595.</ref>
:''Anima di Dio.''
::{{spiegazione|Il bambino.}}
*'''Annuzzà 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Restare bloccato in [[gola]], non poter ingoiare.''
::{{spiegazione|Sentire una forte frustrazione per non aver potuto ottenere qualcosa.}}
*'''Antrasatta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 18.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Appennere (Pusà) 'e Fierre a Sant'Aloja.'''<ref>Citato in Giacomo Lucchesi, ''Senza Ai ne Bai, (solo www)'', Narcissus, [https://books.google.it/books?id=SU_aCQAAQBAJ&lpg=PA132&dq='e%20fierre%20a%20s.%20Aloja&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Appendere (posare) i ferri a Sant'Eligio.''<ref>Era consuetudine dei vetturini togliere i ferri ai cavalli anziani non più adatti al traino e collocarli nella Chiesa di S. Eligio come atto di devozione al Santo.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Ritirarsi dall'attività lavorativa per raggiunti limiti di età, oppure, aver esaurito il desiderio sessuale per raggiunti limiti di età.}}
*'''Appennerse p' 'e felinie.'''<ref name=pekfig/>
:''Appendersi alle (per le) ragnatele.''
::{{spiegazione|Arrampicarsi sugli specchi. Tentare, invano, di giustificarsi con argomenti inconsistenti, insensati, cavillosi, spiegazioni cervellotiche, astrusi sofismi, goffi funambolismi verbali.}}
*'''{{NDR|L'}} appesa 'e Pererotta.'''<ref name=nose/>
:''La salita di Piedigrotta.''
::{{spiegazione|L'ernia.}}
*'''Appiccià 'na pippa.'''<ref>Citato in Einaudi, Meridiani, 2000, p. 1006.</ref>
:''Accendere una pipa.''
::{{spiegazione|Attaccare, restare invischiati in un discorso interminabile.}}
*'''Appila!'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 42.</ref>
:''Tura, chiudi!''
::{{spiegazione|Sta' zitto, non fiatare!}}
*'''Appilà' 'a vócca.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano, {{small|Con elementi di grammatica e metrica}}'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?hl=it&id=8nUIAQAAIAAJ&dq=appil%C3%A0+%27a+vocca&focus=searchwithinvolume&q=appil%C3%A0+ p. 52].</ref>
:''Tappare, zaffare la bocca.''
::{{spiegazione|Tappare, turare, zaffare, chiudere − in senso ovviamente figurato − la bocca a qualcuno: eliminare alla radice ogni suo motivo di insoddisfazione, recriminazione, risentimento e lagnanza, dandogli la più ampia soddisfazione. Togliere ogni pretesto per fare critiche o rivolgere accuse.}}
*'''Appizzà.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, aguzzare. Ma anche: perdere, rimetterci denaro. '''Nce aggio apizzato denare a zeffunno.'' Ci ho perso, rimesso un sacco di soldi.''
*'''Appizzà le<ref name=epsilon/>recchie.'''<ref name=sharp>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 25.</ref>
:'' ''Appizzà 'e recchie.'' Conficcare, aguzzare, appuntare, tendere le orecchie.''
*'''Appizzà ll'uocchie.'''<ref name=sharp/>
:''Conficcare, appuntire gli occhi. Aguzzare lo sguardo. ''
*'''Appójà la<ref name=alfa>In forma corrente: 'a.</ref>libarda.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>
:''Appoggiare l'alabarda.''
::{{spiegazione|''Appójà 'a libarda'': Mangiare a casa altrui, senza fare le spese.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 52.</ref>Mangiare a scrocco. Mangiare a scrocco in modo esoso.}}
*'''Arato chiatto<ref>Grasso.</ref>'''; '''a rrecchie<ref>Orecchie.</ref>'''; '''appezzuto<ref>Appuntito, aguzzato.</ref>'''.<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
:''Aratro a mano a scure; ad orecchioni; a piccone.''<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 100.</ref>
*'''Arbanno juorno.'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d' 'o Rre'', p. 23.</ref>
:''Albeggiando giorno''
::{{spiegazione|All'alba.}}
*'''Arcenfanfaro.'''<ref>Citato in Raffaele D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 55.</ref>
:''Fanfarone. Chiacchierone. Capintesta. Sopracciò. Caporione.''
*'''Armammece e gghiate!'''<ref name=chiachiello>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 111.</ref>
:''Armiamoci e andate!''
*'''Armato a rasulo.'''<ref>Citato in D'Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, p. 307.</ref>
:''Armato di [[rasoio]].''
::{{spiegazione|Armato fino ai denti. Pronto ad agire con la massima determinazione.}}
*'''Arrasso sia.'''<ref name=away>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 28.</ref>
:''Discosto, lontano sia.''
::{{spiegazione|Formula deprecatoria: Non sia mai.}}
*'''Arravogliacuosemo<ref>Arravoglià:avvolgere; in senso figurato ingannare, infinocchiare. {{cfr}}Vocabolario napolitano-italiano: tascabile, p. 28. </ref>.'''<ref name=away/>
:''Truffa, frode, raggiro, furto.''
*'''Arrostere 'o ccaso cu 'o fummo d<nowiki>'</nowiki>'a cannela.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 51.</ref>
:''Arrostire (affumicare)il formaggio con il fumo della candela.''
::{{spiegazione|Essere in miseria o: svolgere un'attività, realizzare un'opera con mezzi assolutamente inadeguati.}}
*'''Articolo quinto «Chi tène 'mmano ha vinto».'''<ref>Citato in Alberto Di Majo, ''Che fai... li cacci?: I dissidenti e la fine della democrazia'', prefazione di [[Luigi Bisignani]], Imprimatur, Reggio Emilia, 2015, [https://books.google.it/books?id=_tekCgAAQBAJ&lpg=PT54&dq=articolo%20quinto%20chi%20tene%20mmano%20ha%20vinto&hl=it&pg=PT54#v=onepage&q&f=false] ISBN 978 88 6830 322 8 </ref>
:''Articolo quinto: chi ha in mano (possiede) ha vinto.''
::{{spiegazione|Chi possiede, ad esempio denaro, è in notevole vantaggio e detta legge.}}
*'''Ascì da<ref name=α/>sotta.'''<ref>Citato in Enrico Petrella, ''Le miniere di Freinbergh'', Napoli, 1843,[https://books.google.it/books?id=zStEAAAAcAAJ&dq=&pg=PA48#v=onepage&q&f=false p. 48.]</ref>
:''Uscire da sotto.''
::{{spiegazione|''Ascì 'a sotto'': trarsi fuori da una situazione di estrema difficoltà, grave, terribile. Essere stati discepoli (aver avuto come maestro).}}
*'''Ascì p' 'a campata.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 44.</ref>
:''Uscire per (procurarsi) il necessario per vivere.''
::{{spiegazione|Andare a lavorare.}}
*'''Asciacatascia.'''<ref name=patibolo/>
::{{spiegazione|La lucciola. Dalla formula magica ''asciacatascia'', pronunciata anticamente dai bambini napoletani per catturare '''e luceluce'' le lucciole.<ref name=lightlight>Per la spiegazione {{cfr}} ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>}}
*'''{{sic|Assa'<ref>Refuso, in realtà: assa = ((l)assa): lascia.</ref>}} fa' 'a Maronna.'''<ref name=odigitria/>
:''Lascia fare alla Madonna.''
::{{spiegazione|Tutto si è risolto per il meglio; meno male oppure benissimo, è stata la Madonna a disporre tutto per il meglio!}}
*'''Asseccà mazzate.'''<ref name=spugna>Citato in Raffaele Viviani, ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', vol. I, I.L.T.E., 1957, [https://books.google.it/books?id=r6AIAQAAMAAJ&q=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&dq=Simmo+d%27o+stesso+buttone.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwim9OWW8t3fAhXsYt8KHTP9BmQQ6AEIMTAB] p. 819.</ref>
:''Letteralmente: seccare, prosciugare percosse.''
::{{spiegazione|Buscarne di santa ragione.<ref name=heilig>La spiegazione è in ''Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro'', p. 819.</ref>}}
*'''Assiccà<ref>Asseccà.</ref> 'o mare cu 'a cucciulella.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 93.</ref>
:''Prosciugare il mare con la conchiglietta.''
::{{spiegazione|Perseguire un obiettivo impiegando mezzi manifestamente inadeguati.}}
*'''{{NDR|L'}} Assistito'''<ref name=Pitagora>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref> o ''''O cabbalista.'''<ref name=Pitagora/>
::{{spiegazione|Il cabalista, detto anche ''assistito'' perché creduto dal popolo in possesso del dono della divinazione a lui specialmente concesso, il cabalista dava numeri da giocare al lotto in cambio di un modesto compenso.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 85.</ref>}}
*'''Astreco e cielo.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''Il '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45].</ref>
:''Solaio e cielo.''
::{{spiegazione|''Casa astreco (o asteco) e cielo.'' Abitazione, alloggio all'ultimo piano di un immobile.}}
*'''Auciello 'ngaiola.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 238.</ref>
:''Uccello in gabbia.''
::{{spiegazione|Il detenuto, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Aumm aumm.'''<ref>Citato in Paola Letteria Schettino, ''Weekend a Napoli, {{small|Itinerari turistici a portata di emozioni}}'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=jXgnDwAAQBAJ&lpg=PT108&dq=aumm%20aumm&hl=it&pg=PT108#v=onepage&q&f=false p. 108].</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, senza dare nell'occhio, segretamente, molto segretamente.}}
*'''Avanzà 'o pede.'''<ref name="marsh!">Citato in Francesco Silvestri, ''Teatro'', ''Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese Editore, Roma, 2000, [https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA61&dq=&pg=PA61#v=onepage&q&f=false p. 61]. ISBN 88-7742-450-8 </ref>
:''Avanzare il piede''
::{{spiegazione|Affrettare il passo. Affrettarsi.}}
*'''Avanzaie Garibarde, avanze pure tu!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 124.</ref>
:''Avanzò [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], avanza anche tu!''
::{{spiegazione|Giocando sul doppio significato del verbo ''avanzà'': avanzare, come Garibaldi nel 1860 e "avanzare" nel senso di essere creditore, si dice scherzosamente al commerciante che si intende comprare a credito.}}
*'''Avè no lippeco de<ref name=epsilon/>friddo.'''<ref name=shiver>Citato in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Avere un tremito di freddo.''
::{{spiegazione|''Avé nu lippeco 'e friddo.'': avere un tremito di freddo. Avere un brivido.}}
*'''Avimme cumbinate 'a carrozza, nun cumbinamme u scurriate<ref>'''O scurriato'' è tradotto da Apicella: bacchetta escuriata,
che è la ''virga escuriata'', la verga rivestita di cuoio usata dagli antichi romani. {{cfr}} ''Il frasario napoletano'', p. 135., </ref>?'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 135.</ref>
:''Abbiamo trovato l'accordo per la carrozza, non ci mettiamo d'accordo per la frusta?''
::{{spiegazione|Abbiamo raggiunto un accordo su tutti gli aspetti fondamentali, ora vogliamo far fallire tutto per qualche dettaglio di poco importanza?}}
*'''Avimmo magnato, avimmo vippeto e c'è trasuto lo<ref name=Ω>In forma corrente:'o.</ref> riesto.'''<ref name=advantage>Citato in Marulli e Livigni, p. 10.</ref>
:''Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e c'è entrato (rimasto) in tasca il resto.''
::{{spiegazione|Il bilancio dell'iniziativa, dell'operazione è stato positivo, vantaggioso.}}
*'''Avutà fuoglio.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il patto con l'aldilà'', [https://books.google.it/books?id=tJzeAwAAQBAJ&lpg=PA39&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
:''Girare foglio.''
::{{spiegazione|Cambiare argomento.}}
*'''Azz!'''<ref>Citato in Chiara Gily e Micol Brusaferro, ''Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso'', [https://books.google.it/books?id=3yEnDwAAQBAJ&lpg=PT61&dq=fa%20o%20zeza&hl=it&pg=PT61#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caspita! Accidenti!''
*'''Azzeccarse comm'a na sanguetta.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 50.</ref>
:''Attaccarsi come una [[sanguisuga]].''
::{{spiegazione|Seccare, annoiare smisuratamente, inesorabilmente.}}
*'''Azzuppàrse 'o ppàne.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32].</ref>
:''Inzuppar(ci)si, intinger(ci)si il pane.''
::{{spiegazione|Spassarsela, godersela un mondo; trovare grande gusto nell'attizzare e rinfocolare liti.}}
==B==
*'''Babbasone.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, p. 8.</ref>
:''Uomo grosso ed idiota, grosso e babbeo.''
*'''{{NDR|'O}} Begriffo.'''
:''Il Begriff.<ref>''Der Begriff'': Il concetto (la Ragione, l'Idea) che crea il mondo, nel senso dell'idealismo hegeliano.</ref>''
::{{spiegazione|''E begriffe'': così erano chiamati i sostenitori napoletani della filosofia di Hegel che nel 1860 dopo il Plebiscito entrarono in grandissimo numero nell'Università di Napoli contrapponendosi aspramente ai giobertiani: "I partigiani del ''Begriff'' essendo più giovani, avevano più spesso il di sopra in questi filosofici tornei. Onde divennero in breve il terrore dei proprietari di caffè delle Puglie e della Calabria, che al vederli avvicinarsi gridavano ai garzoni: ''Chiudite, ca stanno venenno 'e Begriffe!'' Nacque così il termine di Begriffo per indicare i fedeli e i fanatici del dio ''Begriff''" ([[Adriano Tilgher]])}}
*'''Bell'e bbuono.'''<ref>Citato in [[Alessandro Siani]], ''Un napoletano come me'', BUR, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=LhziDiCj9ZMC&lpg=PP1&dq=Un%20napoletano%20come%20me&hl=it&pg=PT107#v=onepage&q&f=false]ISBN 9788858619896</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Bellu mobile.'''<ref name="furniture">Citato in Amedeo Caramanica, ''Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi'', Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=V_nxDAAAQBAJ&lpg=PT114&dq=&pg=PT114#v=onepage&q&f=false p. 114]. ISBN 978-88-6950-175-3</ref>
:''Bel mobile.''
::{{spiegazione|Persona piena, colma di qualità negative. ''È bello 'o mobbile!'': (in senso antifrastisco) È proprio un bel personaggio! Come no, come no, davvero una gran bella persona!}}
*'''[[w:Bene mio e core mio|Bene mio e core mio]].'''
:''[[Bene]] mio e cuore mio.''
::{{spiegazione|Fare ''bene mio e core mio'' è il modo di agire dell'ipocrita che simulando un forte e disinteressato affetto per una persona e di averne a cuore gli interessi, mira in realtà unicamente a perseguire i propri egoistici scopi.}}
*'''Bona mana a ffà zéppele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buona mano a fare zeppole.''
::{{spiegazione|''Tene 'na bona mana a ffà zeppele'': ha una buona mano a fare zeppole. Si dice con ironia di chi è del tutto incapace di generosità, di un avaro inveterato.}}
*'''Bona pezza.'''<ref name=chiffon>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 31.</ref>
:''Buona stoffa, buono straccio.''
::{{spiegazione|Furfante, canaglia, manigoldo.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:'''Bonanotte 'e sunature!'''<ref>Citato in Vincenzo Caso, ''Dizionarietto tascabile napolitano-italiano'', Stabilimento Tipografico Lanciano e Pinto, Napoli, 1896, [https://books.google.it/books?id=s7dGAQAAMAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA335#v=onepage&q&f=false p. 335].</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''Bonanotte 'o sicchio!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA68&dq=&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Buona notte al secchio.''
::{{spiegazione|Finito per sempre in fondo al pozzo: la cosa è senza rimedio.}}
*'''Bona notte ai sunature!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 156.</ref>
:''Buonanotte ai suonatori!''
::{{spiegazione|Tutto è finito, non c'è più niente da fare, non c'è più speranza.}}
*'''{{NDR|'E}} Bone 'nzateche.'''<ref>Citato in Giuseppe Taverna, ''Le prime letture de' fanciulli, {{small|Nuova edizione rifatta e illustrata per le cure dell'avv. Elio M. Fanelli}}'', Stamperia amministrata da A. Agrelli, Napoli, 1843, [https://books.google.it/books?id=uGYFmSOspjQC&dq=&pg=RA1-PA107#v=onepage&q&f=false p. 107].</ref>
:Letteralmente: ''Le pustole selvatiche.''
::{{spiegazione|Il vaiolo selvatico o ravaglione. La varicella.}}
*'''{{NDR|'O}} Bosco.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 162.</ref>
:''Il bosco.''
::{{spiegazione|Via Toledo, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'Na}} Bubbazza.'''<ref>In Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PP1&dq=Colomba%20R.%20Andolfi&hl=it&pg=PA132#v=onepage&q&f=false p. 132.] ISBN 88-6042-114-4</ref>
:Un intruglio.
*'''Buone manche pe se fà mpennere.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano, I'', p. 164.</ref>
:''Buono neppure per farsi impiccare.''
::{{spiegazione|Una persona assolutamente insignificante, completamente inutile.}}
*'''Buono sì, ma fesso no.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Sono buono, non però sprovveduto.''
::{{spiegazione|Ho capito chiaramente che mi si vuole imbrogliare.}}
*'''Buongiorno Signo’ '''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 57.</ref>
:''Buongiorno Signora''
::{{spiegazione|Il saluto dell’emigrante che al rientro cerca disperatamente l’integrazione.}}
==C==
*'''C' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'''<ref>Citato in Salvatore Maturanzo, ''Giovanni Cena e l'espressionismo sociale. {{small|Antologia di poesia italiana d'ispirazione sociale con un saggio sul poeta e il poema intorno alla conquista della luna}}'', La Prora, Milano, 1973, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UU2yAAAAIAAJ&dq=cu+%27o+chiummo+e+cu+%27o+cumpasso.&focus=searchwithinvolume&q=chiummo p. 843].</ref>
:''Col [[filo a piombo]] e col compasso.''
::{{spiegazione|Con estrema attenzione e meticolosa precisione. Es.: ''Parlà c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Misurare bene le parole, parlare soppesandole. ''Jì c' 'o chiummo e c' 'o cumpasso.'' Andare (operare) con estrema attenzione, metodica precisione.}}
*'''Ca ssotto nun ce chiove, jevano ricenne 'e pisci sott'all'acqua.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', p. 15.</ref>{{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Qui sotto non ci piove, andavano dicendo i pesci sott'acqua.''
::{{spiegazione|Non sono disposto a dimenticare ed alla prima occasione mi vendicherò.}}
*'''Cacchio cacchio'''.<ref>Alternativa più discreta, più velata per : cazzo.</ref><ref>Citato in Oscar Glioti, ''Fumetti di evasione. {{small|Vita artistica di Andrea Pazienza}}'', Fandango, 2009, [https://books.google.it/books?id=HIxEAQAAIAAJ&q=cacchio+cacchio&dq=cacchio+cacchio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjN1Jr7oLHtAhWDCewKHfOBAuk4FBDoATAJegQICRAC p. 258]. ISBN 9788860441300</ref>
:''Strano strano.''
::{{spiegazione|Si dice di chi con lentezza ed indifferenza simulate, con un'aria da nulla, si prepara a fare del male, ad arrecare danno.}}
*'''Caccia' fuoco pe' l'uocchie.'''<ref name=glue />
:''Gettare (tirare fuori) fuoco dagli (attraverso gli) occhi.''
::{{spiegazione|Essere adirato. Impiegato anche come [[w:iperbole (figura retorica)|iperbole]].}}
*'''Cafè carreco.''' '''Cafè corretto.''' '''Cafè lasco.'''<ref name=Brigida>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>
:''Caffè carico (forte), caffè corretto (con qualche goccia di anice) "lento" (lungo, leggero)''.
*'''Cafè 'e notte e ghiuorno.'''<ref name=Brigida/>
:''Caffè di notte e giorno.''
::{{spiegazione|Caffè aperti per ventiquattro ore su ventiquattro.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 122. I più famosi erano il ''Nozze d'argento'' a Portacarrese, la ''Croce di Savoia'' e il ''Don Petruccio'' alla [[Pignasecca]] {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 122.</ref>}}
*'''Cafeamus.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref><ref name=Brigida/>
:''[[w:|Gazebo]].''<ref>Dall'inglese ''coffee house'' (caffetteria). {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 63.</ref>
*'''Cammina jappica jappica.'''<ref name=japjap>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 105.</ref>
:''Cammina piano, passo dopo passo.''
::{{spiegazione|Non precipitarti.}}
*'''Campà annascuso d' 'o Pateterno.'''<ref>Citato in Luca Meldolesi, ''Milano-Napoli: prove di dialogo federalista'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=klnLs3DJKiIC&lpg=PA136&dq=annascuso%20d'%20'o%20pateterno&hl=it&pg=PA136#v=onepage&q&f=false p. 136]. ISBN 978-88-6042-767-0</ref>
:''Vivere di nascosto dal Padreterno.''
::{{spiegazione|Vivere come riuscendo ad occultarsi agli stessi occhi di Dio: vivere facendo sì che resti un impenetrabile mistero, un enigma insondabile da dove mai, in che modo si traggano mezzi economici tali da sostenere un tenore di vita che oltrepassa ampiamente, visibilmente le proprie possibilità. Si potrebbe − [[w: mutatis mutandis|mutatis mutandis]] − anche dire così: "Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma." ([[Winston Churchill]])}}
*'''Campà justo justo.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 63.</ref>
:''Vivere giusto giusto ("preciso" "preciso").''
::{{spiegazione|Avere appena di che vivere, solo quello che è strettamente necessario.}}
*'''Cane di Macanza.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 66.</ref>
:''[[w:Gano di Maganza|Gano di Maganza]].''
::{{spiegazione|Ed anche: traditore.}}
*'''Cannéla appennetora.'''<ref name=corteo/>
:''Candela appiccatoia (toscano). Era tenuta appesa alla parete.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>''
*'''Cantà a figliola.'''<ref>Citato in ''C'era una volta napoli'', p. 67</ref>
::{{spiegazione|Gara di canto a responsorio fra due contendenti che, in occasione delle feste patronali, in piedi su sostegni – sovente botti – davanti al pubblico che decideva con il suo favore il successo, si rivolgevano reciprocamente astrusi quesiti sui particolari più minutamente dettagliati relativi alla vita di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del tempio e del convento di Montevergine e del Goleto Presso Sant'Angelo dei Lombardi. Le risposte, come le domande, erano cantate.<ref>{{cfr}} più in dettaglio ''C'era una volta Napoli'', p. 67.</ref>}}
*'''Cantà a ffronna 'e limone.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 59.</ref>
:''Cantare a fronda di limone.''
::{{spiegazione|Come il ''cantà a figliola'' è un canto improvvisato connesso alla Festa di Montevergine. Se ne servivano, inoltre, parenti o amici per trasmettere messaggi ai detenuti.}}
*'''Capa allerta.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 28.</ref>
:''"Testa eretta."''
::{{spiegazione|Testa calda, testa matta, persona capricciosa, focosa.}}
*'''Capa 'e zì Vicienzo.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>
:''Testa di zio Vincenzo.''
::{{spiegazione|Corruzione dell'espressione latina: ''caput sine censu'', che designa il nullatenente.<ref>''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>}}
*'''Capa sciacqua.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360 </ref> <ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 34.</ref>
::{{spiegazione|Testa o zucca vuota, cervello d'oca.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 360.</ref>}}
*'''Càpe 'e pèzze.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45.]</ref>
:''Teste di pezze.''
::{{spiegazione|Con connotazione spregiativa: le suore.}}
*'''{{NDR|'O}} Capitone senza rècchie.'''<ref>Citato in Rotondo, ''Proverbi napoletani'', p. 165.</ref>
:''Il capitone senza orecchie.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*'''Capo 'e semmana.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 490.</ref>
:''Capo di settimana.''
::{{spiegazione|Lunedì.}}
*'''Caporà è muorto l'Alifante.'''<ref>Citato in Pietro Belisario, ''La Botte del Diavolo'', Fratelli Criscuolo, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=qHIiTgA6QIAC&dq=capor%C3%A0%20%C3%A8%20muorto%20'alifante&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Caporale, è morto l'elefante.''
::{{spiegazione|È finita la pacchia.<ref>Si tramanda un aneddoto relativo a un caporale colpito da invalidità che fu incaricato della custodia di un elefante donato dal Sultano a Carlo di Borbone. Il comodo incarico finì con la morte dell'elefante.</ref>}}
*'''Carnetta.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 110. </ref>
::{{spiegazione|Uomo malvagio, duro, spietato, crudele.}}
*'''Carrecà lo<ref name=Ω />puorco.'''<ref>Citato in [[Niccoló Capasso]], ''Varie poesie'', [https://books.google.it/books?id=NBw0AQAAMAAJ&pg=PA111&dq=&sa=X&ved=0ahUKEwiDsMiDkvjfAhUP16QKHU8ZATgQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 111].</ref>
:''Caricare il porco.''
::{{spiegazione|''Carrecà 'o puorco'': Aggiungere insolenze ad insolenze, insulti ad insulti rincarando sempre più la dose.}}
*'''[[Carta]] canta ncannuolo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
:''Carta canta nel cannello.''<ref>La frase vien dall'uso de' giovani provinciali che addottoratisi nell'Università, portano a casa la laurea arrotolata in un cannellone di latta. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 98.</ref>
::{{spiegazione|La cosa è certa, le prove sono solide ed inconfutabili.}}
*'''Carta janca.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=RA1-PA153#v=onepage&q&f=false p. 153.]</ref>
:''Carta bianca.''
::{{spiegazione|Innocente, senza malizia.}}
*'''{{NDR|'O}} Carucchiaro.'''<ref>Citato in Glejieses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 124.</ref>
:''L'avaro.''
*'''''Casa a ddoje porte.''''' (da [[Giambattista Basile]], ''Muse napolitane'', IV<ref name=cross/>)
:''Casa a due porte.''
::{{spiegazione|Una casa che non gode di buona reputazione: il doppio ingresso si rivela particolarmente conveniente per il coniuge inquieto, disinvolto, dedito ad attività extraconiugali: entrare discretamente e svignarsela in tutta impunità e sicurezza non è difficile. Facilità d'accesso, vie di fuga agevoli, fluidità di "traffico", flessibilità d'utilizzo, discrezione, innegabili vantaggi di una casa con doppia entrata. A scapitarne, purtroppo, è l'onorabilità della dimora che, dal complesso delle attività che vi fervono, risulta alquanto offuscata, decisamente compromessa.}}
*'''{{NDR|'O}} Casale 'e Nola.'''<ref>Citato e spiegato in De Falco, ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
:''Il Casale di Nola.''
::{{spiegazione|Il fondo schiena.}}
*'''Casale sacchiato.'''<ref>Citato in Mineco Piccinni (Domenico Piccinni) ''Dialochielle, favolelle, e autra mmesca de poetece componemiente'', vol. II, Dalla Stamperia della Società Tipografica, Napoli, 1820, [https://books.google.it/books?id=NwIH3LhQ4iAC&dq=Dialochielle%2C%20favolelle%2C&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68]</ref>
:''Casale saccheggiato.''
::{{spiegazione|Stanza, ambiente in cui regna incontrastato il totale disordine, l'ingovernabile confusione, il caos.}}
*'''Cascetta 'e pulimmo.'''<ref name=shoeshine>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 10.</ref>
:''Cassetta, scatola da lustrascarpe.''
::{{spiegazione|''Cascetta 'e polimmo'' – dalla forma parallelepipeda del busto che lo effigia – è l'ingiuria con cui le "parenti" inveiscono con estrema confidenza contro [[San Gennaro]] per spronarlo a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a manifestarsi.}}
*'''Caso cellese.'''<ref name=pizzica>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>
::{{spiegazione|Antica locuzione riferita forse al formaggio piccante. (''cellecuso''<ref>"Solleticoso" da ''cellecà''' o ''cellechià<nowiki>'</nowiki>'', solleticare.</ref>, secondo Enrico Malato<ref name=sick>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 50.</ref>}})
*'''Caso cuotto cu ll'uoglio.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''A paranza scicca'', presentazione di [[Enzo Moscato]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000, [https://books.google.it/books?id=du_8gwgM4fQC&lpg=PP1&dq=Ferdinando%20Russo&hl=it&pg=PA15#v=onepage&q&f=false p. 15.] ISBN 88-7188-365-9</ref>
:''Formaggio cotto con l'olio.''
::{{spiegazione|Due persone assolutamente estranee sia per parentela che per affinità. "'''''Caso cuotto co' ll'uoglio''''', ''frase vivacissima del nostro dialetto, colla quale s'intendono due che nulla abbiano, o abbiano avuto di comune fra loro, forse perché il formaggio (''caso'') che serve per tante vivande è così eterogeneo all'olio, che ancor<ref>Anche se.</ref> esso è molto adoperato nella cucina, da non poter essere mai cotti insieme.''<ref>Da ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 483.</ref>"}}
*'''Castagnelle p'abballà.'''<ref>Citato in Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Tipografia Marchese, Napoli, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=Luigi%20Manzo%20vocabolario%20domestico&hl=it&pg=PA14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref>
:''Castagnette per ballare.''
::{{spiegazione|Le nacchere.}}
*'''Cavaliè, 'a capocchia!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>
:''Cavaliere, il glande!''
::{{spiegazione|Formula di derisorio riguardo impiegata per ridimensionare chi si dà eccessiva importanza o ha un atteggiamento borioso, spocchioso (il glande è qui menzionato come sinonimo di stupidità). Al ''Cavalié'' si può sostituire il nome della persona derisa. Se, come prevedibile, l'interessato non è di animo stoico, è possibile la replica: '''Te va ncule e se scapocchia, e se fa tante na capocchie!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 211.</ref>: ''(Il summenzionato glande, descrivendo un'inusitata traiettoria) ti va "a tergo" e si danneggerà fino al distacco totale dalla sede anatomica di origine; distacco e "residenza" nella nuova sede peraltro pressoché irreversibili, giacché, una volta avvenute, per buona misura, "se fa tante na capocchie!", esso cioè si enfierà, tumefacendosi nella maniera più abnorme.''}}
*'''{{NDR|'O}} cazone a zompafuosso.'''<ref>Citato in Massimo Maraviglia, ''Album Napoli'', Flaccovio, Palermo, [https://books.google.it/books?id=MeZOAAAAMAAJ&q=cazone+a+zompafuosso&dq=cazone+a+zompafuosso&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj2ueXK8_3lAhUEPewKHSabCdYQ6AEIMjAB p. 35].</ref>
:''I [[pantaloni]] "a saltafosso".''
::{{small|I pantaloni alti alla caviglia.}}
*'''Cazzillo 'e re <ref>O: ''cazzillo'', ''cazzitiello {{sic|di}} re'', ''pinto'', ''pinto 'e re.'' {{cfr}} ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>.'''<ref>Citato in Arturo Palombi e Mario Santarelli, ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', [https://books.google.it/books?id=-r6rEuosIssC&lpg=PP1&dq=Arturo%20Palombi%2C%20Mario%20Santarelli&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q&f=false p. 77] </ref>
:''Piccolo membro di re.''
::{{spiegazione|[[w:Coris julis|Donzella]].<ref>La spiegazione è in ''Gli alimenti commestibili dei mari d'Italia'', p. 77.</ref>}}
*'''Cca 'e ppezze e cca 'o ssapone.'''<ref>Citato in Glauco M. De Seta, ''La casa del nonno. Ipermetropia della memoria'', Enter Edizioni, Cerignola (FG), 2013, [https://books.google.it/books?id=hrvPBJVbN1gC&lpg=PA39&dq=CCA%20'E%20PPEZZE%20E%20CCA%20'O%20SSAPONE&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 978-88-97545-00-2</ref><ref>Citato, con lezione quasi identica: '''Ccà 'e ppezze e ccà 'o ssapone.''' in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Qui gli stracci, gli abiti smessi e qui il sapone.''
::{{spiegazione|Patti chiari: soldi (o lavoro) contro merce subito. Pagamento immediato, non vendo (o lavoro) a credito.}}
*'''Ccà 'nce vò 'o campaniello d' 'a parrocchia.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&dq=ce+vo%E2%80%99+%E2%80%99o+campaniello+d%E2%80%99+%E2%80%99a+parrocchia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwii9ujy5f_kAhWgxMQBHfdZDw4Q6AEIKDAA p. 33].</ref>
:''Qui ci vuole il campanello della parrocchia.''
::{{spiegazione|Campanello molto sonoro, necessario, figuratamente, per rintracciare, ritrovare persona o cosa introvabile, irreperibile.}}
*'''Cca nisciuno è fesso.'''<ref>Citato in L.R. Carrino, ''A Neopoli nisciuno è neo'', Laterza, Roma/Bari,[https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT60&dq=cca%20nisciuno%20%C3%A8%20fesso&hl=it&pg=PT60#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858104125</ref>
:''Qui nessuno è ingenuo.''
*'''Cca se ferma u rilorge!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 215.</ref>
:''Qui si ferma l'orologio!''
::{{spiegazione|È il massimo, l'eccellenza assoluta, il non plus ultra.}}
*'''Ccà sotto non ce chiove.'''<ref name=brokegg/>
:''Qui sotto non ci piove.''
::{{spiegazione|Lo si dice puntando l'indice teso della mano destra sotto il palmo della sinistra rivolto verso il basso per dire che il torto subito non verrà dimenticato e che ci si vendicherà non appena se ne presenti l'occasione; magari ''int'a scurdata'', a cose oramai dimenticate, quando meno l'avversario se lo aspetta.}}
*'''Ccà stanno 'e {{sic|guaghiune}}<ref>Refuso: in realtà guagliune.</ref> vuoste.'''<ref>Citato in ''La sceneggiata. {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', a cura di Pasquale Scialò, Alfredo Guida Editore, Napoli, 88-7188-689-5, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA250&dq=ca%20stanno%20%20vuoste&hl=it&pg=PA250#v=onepage&q=ca%20stanno%20%20vuoste&f=false p. 250]</ref>
:''Qui ci sono i ragazzi vostri.''
::{{spiegazione|Io sono a vostra completa disposizione; non dovete far altro che chiedere, ogni vostro desiderio è per me un ordine.}}
*'''Cchiú nera d' 'a mezanotte nun po' venì!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PA155#v=onepage&q&f=false p. 155.]</ref>
:''Più nera della mezzanotte non può venire!''
::{{spiegazione|Ormai non può andare peggio di così; superato questo momento può solo andare meglio.}}
*'''Ce dice.'''<ref name=matches>Citato in Mondadori, Meridiani, 2000, p. 1011.</ref>
::{{spiegazione|Si abbina bene, in modo armonico.}}
*'''Cetrulo nzemmentuto.'''<ref>Citato in Ferdinando Galiani e Francesco Mazzarella Farao, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p.97]</ref>'
::{{spiegazione|Cetrulo nzemmentuto è il cetriuolo andato in semenza, che per esser divenuto insipidissimo, non è più atto a mangiarsi. Perciò in senso traslato dinota ''una persona assolutamente stupida, e senza sale in zucca.''}}
*'''Cèuze annevate<ref>Gelse nere, rese gelate dal freddo notturno che le ricopriva di un lievissimo velo bianco ('a neve). {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 50.</ref>.'''
:''Gelse ghiacciate, diacce.''
*'''Che arma de<ref name=epsilon />mammeta.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10].</ref>
:''Che anima di tua madre.''
::{{spiegazione|''Ch'arm' 'e mammeta'': che diavolo, cosa diavolo. ''Tu che arma de mammeta aie fatto?''<ref>Da ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', p. 10.</ref>''Tu ch'arm' 'e mammeta hê fatto?'': (ma) che diavolo hai fatto? cosa diavolo hai combinato?}}
*'''Che ddiece.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Che dieci.''
::{{spiegazione|Che cosa grande, grave<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 95</ref>. Che pezzo di, che gran pezzo di.}}
*'''Che m'ammacche<ref>Ammacca': schiacciare.</ref>?'''<ref>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1006.</ref>
::{{spiegazione|Che (frottole) mi stai raccontando? ''Ma che me staje ammaccanno?!'' Ma cosa mi stai raccontando, che razza di assurdità, balle, fandonie vorresti farmi credere?!}}
*'''Che se díce? 'E ssàrde se màgnano ll'alíce!'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [ https://books.google.it/books id=kUcIRKwCZF4C&pg=PA202&dq&sa=X&ved=0ahUKEwi39M_i4bjpAhWFyqYKHR0cB7IQ6AEIKTAA#v=onepage&q&f=false p. 202]</ref>
:''Che si dice? Le sarde si mangiano le alici!''
::{{spiegazione|Risposta scherzosa o elusiva alla domanda (fatta per curiosità invadente): Che si dice?}}
*'''Chella ca guarda 'nterra.'''<ref>Citato in Franco Pastore, ''Masuccio in Teatro: Ex Novellino Masutii, comoediae quattuor'', A.I.T.W. Edizioni, 2014, [https://books.google.it/books?id=n9yZBQAAQBAJ&lpg=PA113&dq=chella%20ca%20guarda%20'nterra&hl=it&pg=PA113#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Quella che guarda a terra.''
::{{spiegazione|La vagina.<ref>Corrisponde al numero 6 della smorfia napoletana.</ref>}}
*'''Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>
:''Questa (questa che vedi, e solo questa) è la fanciulla e si chiama Isabella.''
::{{spiegazione|Eccoti quanto mi avevi richiesto, per te non posso altro, non chiedermi altro.<ref>{{cfr}} ''I Proverbi di Napoli'', p. 69.</ref>Più in generale: questa è la situazione e non ci sono alternative, non resta che prenderne atto ed accettarla così com'è. Ci si deve accontentare di ciò che si ha.}}
*'''Chi m'a cecato.'''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 58.</ref>
:''Chi mi ha accecato.''
::{{spiegazione|Chi me l'ha fatto [[azione|fare]].<ref>Spiegazione in ''Viviani'', III, p.58.</ref>}}
*'''Chi vene appriesso.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 514.</ref>
:''Chi viene dopo.''
::{{spiegazione|I posteri}}
*'''Chi vene appriesso s'u chiagne.'''<ref name=larmes/>
:''Chi viene dopo se lo piange.''
::{{spiegazione|Chi è addietro serri l'uscio, o Chi vien dopo serri la porta. / Saranno altri, quelli che verranno dopo, a sopportarne le conseguenze, a doversela sbrogliare.}}
*'''Chiachiello.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Persona del tutto inconsistente. Eccelle incontrastato nella sua sola autentica dote: le inesauribili, vacue e inconcludenti chiacchiere.}}
*'''Chiàgnene pure i pprete r'a via.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 231.</ref>
:''Piangono anche le pietre della strada.''
::{{spiegazione|Al passaggio del corteo funebre piangono non solo le persone, ma anche le pietre della strada. Lo si dice, con enfasi, per dare risalto al dolore che si prova per la morte di una persona stimata e amata.}}
*'''Chiappo 'e mpiso.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o_marciappiede'' p. 35.</ref>
:''Cappio da impiccato (appeso).''
::{{spiegazione|Tipo poco raccomandabile, losco; canaglia, malvivente, avanzo di galera, tipo patibolare, pendaglio da forca.}}
*'''{{NDR|'A}} Chiarenza.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il vino.''
*'''Chiavarese la<ref>In forma moderna: chiavarse 'a.</ref> lengua nculo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 441.</ref>
:''Chiudersi la lingua nel didietro.''
::{{spiegazione|Essere costretto a tacere (perché si ha manifestamente torto o si è in una posizione indifendibile, insostenibile).}}
*'''Chillo ca cumbine tutte 'e guaie.'''<ref name=K/>
:''Quello che combina tutti i guai.''
::{{spiegazione|Il [[pene]].}}
*'''Chillo 'e coppa.'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''I Dieci Comandamenti'', presentazione di [[Mario Martone]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000. ISBN 88-7188-453-1, [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA31&dq=&pg=PA31#v=onepage&q&f=false p. 31]</ref>
:''Quello di sopra.''
::{{spiegazione|[[Dio]].}}
*'''Chino 'i vacantarìa.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 239.</ref>
:''Pieno di vuoto.''
::{{spiegazione|Si dice ironicamente di qualcosa, come un contenitore, un recipiente, un locale completamente vuoti.}}
*'''Chiò chiò parapacchiò, cevezo mio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli, p. 93.''</ref>
::{{spiegazione|Che gran scioccone sei, amico mio.}}
*'''Chiochiaro<ref>Secondo De Ritis da ''Chiochia'', scarpa di fattura grossolana calzata dai pastori abruzzesi. {{Cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>
:''Persona rozza, goffa, stupida; zotico, tanghero.''
*'''Chisto è nu cataplàsemo 'e semmente 'e lino.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 33.</ref>
:''Questo è un [[cataplasma]] di semi di lino.''
::{{spiegazione|Questo è un uomo noioso e molesto.}}
*'''Chiste è u paese 'i Mastu Rafele.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', I, p. 243.</ref>
:''Questo è il paese di Mastro Raffaele.''
::{{spiegazione|Qui ognuno fa i propri comodi, bada esclusivamente al proprio interesse e tutto, di conseguenza, versa nel più completo marasma.}}
*'''Chiste so' nummere!'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PP1&dq=Renato%20De%20Falco&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83].</ref>
:''Questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|È successo; sta accadendo qualcosa di così sorprendente, incredibile, inaudito che bisogna (attraverso la [[w:La smorfia napoletana|smorfia]]) tradurlo in numeri e giocarli al lotto! Roba da pazzi, roba da pazzi!}}
*'''Ciaccà e medecà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 57.</ref>
:''Ferire (a sangue scagliando una pietra) e medicare.''
::{{spiegazione|Dire una parola pungente, di critica, di rimprovero ed accompagnarla immediatamente, per attenuarne l'effetto, ad un'altra dolce, carezzevole, amichevole.}}
*'''Cicchignacco 'ncopp' â vótta.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 138.</ref>
:''«Cicchignacco» sulla botte.''
:oppure:
:'''Cicchignacco 'int'â buttéglia.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 101. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''«Cicchignacco» nella bottiglia.''
::{{spiegazione|Cicchignacco è il nome con cui veniva venduto sulle bancarelle il «diavoletto di [[Cartesio]]». Locuzione riferita a personaggi di statura non alta e dal portamento goffo.}}
*'''Ciceremmuolle.'''<ref>Citato in Volpe ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73 e Francesco Cherubini, ''Vocabolario milanese-italiano'', Dall'Imp. Regia Stamperia, 1843, vol. 4, [https://books.google.it/books?id=3uY3AQAAMAAJ&dq=ciceremmuolle&hl=it&pg=PA548#v=onepage&q&f=false p.548]</ref>
:''[[cece|Ceci]] ammollati.''
::{{spiegazione|Cerimonie eccessive, moine, salamelecchi. ''Nun fà tutte 'sti ciceremmuolle!'' Non fare tutte queste cerimonie eccessive, tanti (finti) salamelecchi!}}
*'''{{NDR|Fà}} Ciento mesure e uno taglio.'''<ref>Citato in Citato in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'', Rivista trimestrale diretta da G. Pitrè e S. Salomone Marino, vol. II, Luigi Pedone Lauriel, Palermo, 1883, [https://archive.org/stream/archivioperlost00marigoog#page/n604/mode/2up/search/proverbi+napoletani, p. 597.]</ref>
:''(Fare) cento misure e un taglio.''
::{{spiegazione|Come i sarti che lavorano ripetutamente con metro e gesso prima di tagliare la stoffa, prepararsi con grande, eccessiva meticolosità, indugiando in minuziosi calcoli e prove prima di decidersi ad agire.}}
*'''Cinco e ccinco a diece e lo<ref name=Ω/>parrocchiano a quinnece.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 73.</ref>
:''Cinque e cinque (sommano) a dieci, e (con) il parroco a quindici.''
::{{spiegazione|Si dice di chi va a sposarsi in chiesa; il particolare riferimento è al momento del rito in cui gli sposi congiungono le mani davanti al sacerdote che impartisce la benedizione.}}
*'''Ciuccio cu 'a varda ncuollo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 450.</ref>
:''Asino con il basto addosso.''
::{{spiegazione|Asino calzato e vestito, persona di crassa ignoranza.}}
*'''Ciuccio 'e carretta.'''<ref name=tripalium>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle, {{small|Nuove poesie napoletane}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1957, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA296&dq=Cenerazzo&hl=it&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]</ref>
:''Asino di carretta.''
::{{spiegazione|Uomo che lavora molto duramente.}}
*'''Ciuciulià.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 220.</ref>
:''Sussurrare, bisbigliare.''
*'''Ciuotto ciuotto.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''{{sic|Immenzità}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=cQHAzKNaaiEC&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] </ref>
:''Sazio sazio (sazissimo). Rimpinzato ben bene. "''Farse ciuotto ciuotto''". Satollarsi, rimpinzarsi.''
*'''Co lo siddivò.'''<ref name=bradipo>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 27 aprile 1862, p. 462.</ref>
:''Cu 'o siddivò: Con il se Dio vuole.''
::{{Spiegazione|''Ghire co lo siddivò''<ref name=bradipo/>, in forma corrente: ''Jì cu 'o siddivò'': andare con il se dio Vuole. Agire, operare molto molto a rilento, molto fiaccamente, svogliatamente, senza iniziativa, senza alcuna efficacia, incisività, affidandosi passivamente alla volontà e all'intervento risolutore di Dio.)}}
*'''Cola mena a Ciccio e Ciccio 'a mena a Cola.'''<ref name=franknico>Citato in A.F.Th. van der Heijden ''Doodverf'', [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Cola butta a Ciccio e Ciccio la butta a Cola.''
::{{spiegazione|Gettarsi reciprocamente la colpa addosso. Fare a scaricabarile.}}
*'''Comm'a che!'''<ref>Citato in Christopher Wagstaff, ''Italian Neorealist Cinema. {{small|An Aesthetic Approach }}'', University of Toronto Press, Toronto / Buffalo / London, 2007, [https://books.google.it/books?id=nzgzEwEb_fcC&lpg=PA453&dq=&pg=PA453#v=onepage&q&f=false p. 453].</ref><ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 95.</ref> o: '''Comme a chè'''<ref>Citato in ''Lo lampo'', Volumi 1-2, anno I, n. 95, 29- 11- 1875, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA95-IA6#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
::{{spiegazione|Eccome! Altro che! Che di più non si può! Es.: '' Fa cavero comm'a cche!'' ''Chiove comm'a che!'' ''È bello comm'a che!'' Altroché se fa caldo! Piove, eccome! È bello, caspita se è bello, come puoi dubitarne!}}
*'''Comm'è {{sic|bera}} 'a morte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 241.</ref>
:''Come è vera la morte!''
::{{spiegazione|''Comm'è vera 'a morte!'' Te / Ve lo giuro, devi / dovete credermi!}}
*'''Comme ‘a mettimmo nomme?'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Il commissario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA61&dq=guglielmi%20il%20commissario&hl=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Come le mettiamo nome? Come la chiamiamo? Come la battezziamo?''
::{{spiegazione|Come la mettiamo? Come la risolviamo? E poi che si fa? E adesso che si fa? Come se ne viene, verrà fuori? (col sottinteso che è estremamente difficile se non impossibile trovare una soluzione, venirne fuori ed è quindi mille volte preferibile evitare '''o 'mpiccio'', il guaio.)}}
*'''Comme 'avuote e comme 'o ggire, sempe sissantanove è.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Riflessioni sulla saggezza del passato, per un corretto comportamento nel presente}}'', vol. I, Youcanprint Self-Publishing, TRICASE (LE), 9788891115768, [https://books.google.it/books?id=KLECAwAAQBAJ&lpg=PA205&dq=&pg=PA205#v=onepage&q&f=false p. 205]</ref>
:''Come lo volti e come lo giri, sempre sessantanove è.''
::{{spiegazione|La cosa è assolutamente evidente, incontrovertibile, immutabile. Questa è la nuda evidenza, questi sono i fatti, non c'è modo di considerarli, interpretarli altrimenti.}}
*'''Comme Dio cumanna.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA41&dq=pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]</ref>
:''Come Dio comanda.''
::{{spiegazione|A regola d'arte.}}
*'''Comme mme suone tu, così t'abballo.'''<ref>Citato in ''Le muse napolitane'', Egloga IX, p. 346.</ref>
:''A seconda di come suoni, così io ballo.''
::{{spiegazione|Prestazioni e compenso devono essere commisurati.}}
*'''Comme me vide, me scrive.'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 258.</ref>
:''Come mi vedi, (così) mi scrivi.''
::{{spiegazione|Sono così come mi vedi, non ho nulla da nascondere.}}
*'''Comme te piace 'o vino cu' a neve!'''<ref>Citato in Enzo Moscato, ''L'angelico bestiario'', Ubulibri, Milano, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Q64IAQAAMAAJ&dq=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve&focus=searchwithinvolume&q=%E2%80%98o+vino+c%E2%80%99%E2%80%98a+neve p. 111].</ref>
:''Come ti piace il vino con la neve (con il ghiacco)!''
::{{spiegazione|(Di' la verità): questo ti fa tanto divertire, per questo te la stai spassando un mondo! ci stai provando gran gusto!}}
*'''Copia cupiella.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p.109.]</ref>
::{{spiegazione|Scopiazzatura. ''Fà copia cupiella''. Copiare di nascosto. Scopiazzare.}}
*'''Coppa coppa.'''<ref>Citato in [[Adam Ledgeway]], ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PA79&dq=coppa%20coppa%20napoletano&hl=it&pg=PA80#v=onepage&q&f=false p. 80.] ISBN 978-3-484-52350-0</ref>
:''Proprio sopra.''<ref>La traduzione è in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 80.</ref>.
*'''Coppole 'e cazzo.'''<ref>Citato in Bruno Esposito, ''Le avventure di Pāspokaz'', nota introduttiva di [[Roberto Saviano]], NonSoloParole Edizioni, Pollena Trocchia (Na), 2006<sup>1</sup>, [https://books.google.it/books?id=NIBZkE4pkuMC&lpg=PA28&dq=coppole%20'e%20cazzo&hl=it&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:"''Berretti di pene.''"
::{{spiegazione|Niente. ''Si nun fatiche te magne coppole 'e cazzo.'' Se non lavori, non mangi un bel niente.}}
*'''{{NDR|'A}} cravatta a rabbà.'''
:''La cravatta ''à rabat''. Si adoperava non annodata sul tight<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 89.</ref>.''
*'''Cresemisso'''<ref>Dall'inglese ''Christmas'', Natale. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>'''.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
::{{spiegazione|Regalo natalizio.}}
*'''Cricco, Crocco e Manecancino.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=cricco%20crocco%20e&hl=it&pg=PA5-IA59#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''(I Signori) Martinetto, Gancio e Mano con l'uncino.''
::{{spiegazione|La [[w:Banda Bassotti|Banda Bassotti]] napoletana. Gente, quindi, da cui stare alla larga.}}
*'''Crisce santo.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 87.</ref>
:''Cresci santo.''
::{{spiegazione|Equivalente dell'italiano: Salute! Si dice ai bambini, ai ragazzi (e talvolta, scherzosamente, anche agli adulti) che starnutiscono.}}
*'''Cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Una bufera senza fine'', 2012. ISBN 978-1-291-07197-9, [https://books.google.it/books?id=fiDsAwAAQBAJ&lpg=PA75&dq=&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75]</ref>'
:''Con le natiche nell'acqua.''
::{{spiegazione|''Sta' cu 'e ppacche dint'a ll'acqua.'' Essere in grande miseria.}}
*'''Cu n'appietto 'e core'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 80.</ref>
::{{spiegazione|(''Appietto 'e core'': Asma.) ''Cu n'appietto 'e core'', con una stretta al cuore.}}
*'''Cu n'uocchio frjie 'o pesce 'e cu' 'nato guarda a gatta.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 54.</ref>
:''Con un occhio frigge il pesce e con un altro guarda la gatta.''
::{{spiegazione|''Cu n'uocchio friere 'o pesce e cu' n'ato guardà 'a gatta'' (o anche, in modo più sintetico: ''Friere 'o pesce e guardà 'a gatta''): con un occhio friggere il pesce (seguirne la cottura) e con un altro guardare (sorvegliare) il gatto perché non lo mangi. Eseguire un'operazione, svolgere un compito restando estremamente e costantemente vigilanti.}}
*'''Cu' na mano nnanze e n'ata areto.'''<ref>Citato in ''Filumena Marturano'', in [[Eduardo De Filippo]] ''Teatro'', CDE, Milano, stampa 1985, p. 157.</ref>
:''Con una mano davanti ed un'altra dietro.''
::{{spiegazione|(Coprendosi natiche e genitali nudi con le mani: in miseria assoluta, in assoluta perdita, rimettendoci tutto, sconfitti e delusi, senza più prospettive, restando con un pugno di mosche in mano. Si veda, più in dettaglio: ''Fa zita bona''.}}
*'''Cu nna fúna 'ncànna.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA97#v=onepage&q&f=false p. 97 Anteprima Google]</ref>
:''Con un cappio (fune) alla gola.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa cu nna fúna 'ncànna: per costrizione, contro la propria volontà.}}
*'''Cu 'o culo 'a fossa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 58.</ref>
:''Con il sedere nella fossa. Con il piede nella fossa.'' ''Stà cu 'o culo 'a fossa.'' (Essere prossimi alla morte).
*'''Cu' 'o ttè' cu' 'o {{sic|nnè}}, cu' 'o piripisso e cu' 'o papariallà!...'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 54.</ref>
::{{spiegazione|Parole puramente onomatopeiche per denotare una persona assai brutta.}}<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 54.</ref>
*'''Cu u cavalle 'i San Francische.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Con il cavallo di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].''
::{{spiegazione|San Francesco, com'è ovvio, non possedeva cavalli; i piedi erano il solo mezzo di cui disponeva per viaggiare. Andare col cavallo di San Francesco significa quindi andare a piedi.}}
*'''Cucchiere appatrunate.''' e '''Cucchiere d'affitte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 120.</ref>
::{{spiegazione|''Appatrunate'', cocchieri che lavorano alle dpendenze di un proprietario, ''d'affitte'', cocchieri pubblici.}}
*'''{{NDR|'A}} Cuccuvaja de<ref name=epsilon/>puorto.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Pulcinella creduto D.<sup>a</sup> Dorotea pezza a ll'uocchio'', Stabilimento Tipografico dei Fratelli De Angelis, Napoli, 1868, [https://books.google.it/books?id=cbhd1fbnUxoC&dq=&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11]</ref>
:''La [[Civetta]] di porto.''
::{{spiegazione|'''A Cuccuvaia 'e puorto'': una donna brutta, senza grazia, che porta male, paragonata alla scultura dell'aquila (scambiata dal popolo per una civetta) con le armi di Carlo V che sormontava la Fontana degli Incanti detta ''Funtana d' 'a cuccuvaja 'e puorto'', la Fontana della civetta di porto, fatta costruire dal viceré Don Pedro de Toledo e collocata in passato in Piazza del Porto conosciuta anche come Piazza dell'Olmo.<ref>{{cfr}} più estesamente Aurelio De Rose, ''Le Fontane di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 1994, p. 52. ISBN 88-7983-644-7 </ref>}}
*'''Cule mpeciate.'''<ref>Citato e spiegato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>
:''Sederi impeciati.''
::{{spiegazione|Antica locuzione per dire: gli Inglesi "''perché sedendo sempre sul bordo delle navi i loro calzoni son macchiati di pece''<ref>In ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 517.</ref>."}}
*'''Cumeta.'''<ref name=patibolo/>
:''Aquilone.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:|Lucanus cervus|cervo volante]]<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cummatrella.'''<ref name=patibolo/>
:''Comarella.''
::{{spiegazione|Ma anche: [[w:Mustela nivalis|donnola]], umanizzata come: "piccola donna"<ref name=lightlight/>.}}
*'''Cuncià 'ncordovana.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Conciare alla maniera cordovana''.
::{{spiegazione|Maltrattare qualcuno con maleparole o atti fisici. Si riferisce alla cordovana, pelle di capra conciata a Cordova, un tempo molto costosa.}}
*'''{{NDR|'A}} Cunzèrva 'e pummaròla.'''<ref name=tomato>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>
:''La conserva di pomodoro.''
::{{spiegazione|Passato di pomodoro che in passato veniva esposto d'estate al sole. La lunga esposizione al sole estivo si protraeva fino a che il passato di pomodoro non si fosse ristretto al massimo e rappreso quanto bastava. Non una qualsiasi conserva di pomodoro, dunque, se: " [...] quando una punta di cucchiaio di quella rossa poltiglia si mescolava alla pasta con fagioli (non escluso un pizzico di pepe) o al ragù (che bisognava far ''pippiare'' per molte ore), allora si creavano i motivi per esaltare la Divina Provvidenza<ref>Da ''C'era una volta Napoli'', p. 62.</ref>."}}
*'''Cuoncio cuoncio.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 156.</ref>
:''Piano piano, cautamente, garbatamente.''
*'''{{NDR|'O }} Cuónzolo''' e a Napoli '''{{NDR|'O }} Cunzuólo.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|<nowiki>'</nowiki>''O cuónzolo'': pranzo offerto dai parenti ad una famiglia colpita da un lutto come consolazione per il dolore ed il digiuno sofferti. A Napoli prendeva il nome di <nowiki>'</nowiki>''o cunzuólo'': dono di pesci offerto ai familiari all'uscire del defunto dalla casa.<ref name=cons/>}}
*'''Cuopp'allesse.'''<ref>Citato in Giovanni Chianelli, ''{{sic|neapolitan}} express: pizza e cibi di strada'', testo di Giovanni Chianelli, traduzioni di Phil Taddeo, Rogiosi, 2016, [https://books.google.it/books?id=t7XfDQAAQBAJ&lpg=PA83&dq=cuopp'allesse&hl=it&pg=PA83#v=onepage&q&f=false p. 83]. ISBN 978-88-6950-194-4</ref>
:''Involto di castagne lesse''
::{{spiegazione|L'umidità delle castagne deforma e affloscia il cartoccio che in più si tinge di macchie scure: Una donna priva di grazia e di bellezza.}}
*'''Curnuto e mazziato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro IV'', a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PA581#v=onepage&q&f=false p. 581.]</ref>
:''Cornuto e bastonato''
::Il danno e, in più, anche le beffe.
*'''Curto e male 'ncavato.'''<ref>Citato in [[Antonella Cilento]], ''Bestiario napoletano'', Laterza, Roma-Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=a3eODAAAQBAJ&lpg=PT36&dq=Curto%20e%20male%20'ncavato..&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q=Curto%20e%20male%20'ncavato..&f=false] ISBN 9788858120323</ref>
:''Basso e cattivo.''
==D==
*'''D. Luigi'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 163.</ref>
:''Don Luigi''
::{{spiegazione|Il portazecchini, il portamonete, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Da Vattro a Tile.'''<ref>Citato in ''Collezione di tutti i poemi in lingua Napoletena'', Vol. 23, [https://books.google.it/books?id=LXAtAAAAMAAJ&dq=Napoletena%2C%20Volume%2023&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>
:''Da Battro a Tile.''
::{{spiegazione|Antica espressione impiegata col significato di: distanza grandissima, enorme fra due punti. Nel mondo intero, ovunque nel mondo.}}
*'''Dà zizza pe ghionta.'''<ref>Citato in Francesco Cerlone, ''Il barbaro pentito'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=M_mo3BJu0BkC&dq=il%20barbaro%20pentito&hl=it&pg=RA2-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33.]</ref>
:''Dare mammella (di vacca) in aggiunta''
::{{spiegazione|Dare sì in aggiunta, per soprammercato, ma qualcosa di assai scarso valore e quindi, in realtà, causare ulteriore danno.}}
*'''Dare<ref name=Δ>In forma corrente: Da'.</ref>u lardo int'a fiura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 167.</ref>
:'' ''Da' o lardo int' 'a fiura.'' Dare il lardo nella figura.''
::{{spiegazione|Lo si dice di venditori che danno il meno possibile. Usare parsimoniosamente.}}
*'''Darse 'e pizzeche ncopp' 'a panza.'''<ref>Citato in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', anno XIV, nn. 9-10, 2018, [https://books.google.it/books?id=nHtyDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=it&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Darsi i pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|Rassegnarsi. Sopportare con rassegnazione.<ref>La spiegazione è in ''ANTHROPOS IN THE WORLD'', 2018, p. 20.</ref>}}
*'''{{NDR|Ha}} Dato 'e rrecchie a 'o conciatiane<ref>'''O tiano'': il tegame.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>
:''Ha dato le orecchie all'aggiustapentole.''
::{{spiegazione|Non sente, è sordo. Si pensava forse che quest'artigiano a causa del rumore delle stoviglie o del trapano che le forava per far passare il fil di ferro fra margini da ricongiungere, spalmando poi di mastice le commessure, col tempo subisse danni all'udito.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 18.</ref>}}
*'''Diasilla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 165.</ref>
:''[[w: Dies irae|(Dies irae) Dies illa]].''
::{{spiegazione|Lamentazione lunga e monotona. Discorso noioso, solfa.}}
*'''Dicette Pulecenella: pe' mmare nun c'è [[taverna]].'''<ref>Citato in Vezio Melegari, ''Manuale della barzelletta'', Mondadori, Milano, 1976, p. 35. Nel libro: «Dicete Polecenella, pe mmare non c'è taverna».</ref> {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
:''Disse Pulcinella: per mare non c'è taverna.''
::{{spiegazione|Ogni cosa sta nel suo luogo e non puoi aspettarti che sia diversamente. Si usa anche per raccomandare di evitare i viaggi per mare, se non strettamente necessari (ma si usa anche la variante moderna "pe' ccielo e pe' mmare", per includere i viaggi in aereo).}}
*'''Dicette 'o pappecio vicino 'a noce: damme 'o tiempo ca te spertoso.'''<ref>Citato in Pasquale Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, ''Peppino De Filippo e la comicità nel Novecento'', Edizioni scientifiche italiane, 2005.</ref>
:''Disse il [[verme]] alla [[noce]]: dammi il tempo che ti buco.''
::{{spiegazione|Con il tempo si riesce a fare qualunque cosa: perfino il ''pappecio'' (un verme) riesce a bucare il guscio della noce.}}
*'''Ddie.'''<ref name=ten>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 298.</ref>
:''Dio.''
::{{spiegazione|Di incalcolabile grandezza}}
*'''De gustibus non est sputacchiandum.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 295.</ref>
::{{spiegazione|Resa in chiave parodistica del latino '''''[[w:|De gustibus non est disputandum]]'''''. ([[Proverbi latini]])}}. Lo si dice con molta ironia quando non si può o si è preferibile non consigliare chi si comporta in modo strano, dissennato, oppure si sa in anticipo che il nostro avvertimento non verrebbe tenuto in nessun conto.}}
*'''Diece.'''<ref name=ten/>
:''Dieci.''
::{{spiegazione|Estremamente grande, con allusione alla grandezza più assoluta: Dio. Lo si usa anche quando, per riguardo, si vuole evitare di dire ''Ddie'', con uguale significato di incalcolabile grandezza. Es.: '''Tu si' nu diece 'i fetente!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fetente!'''<ref name=ten/> ''Sei un grandissimo mascalzone!''; '''Tu si' nu diece 'i fesse!'''<ref name=ten/>, anziché '''Tu si' nu Ddie 'i fesse!'''<ref name=ten/>, ''Sei un fesso colossale''; '''Agge pigliate na diece 'e paura!'''<ref name=ten/>, ''Ho preso un terribile spavento.''}}
*'''Dimane 'o gallo canta matina.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', vol. V, Guida, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=fURdAAAAMAAJ&dq=dimane+canta+matina&focus=searchwithinvolume&q=gallo+canta p. 273]</ref>
:''Domani il gallo canta mattina.''
::{{Spiegazione|Domani la giornata sarà piena d'impegni.}}
*'''Dint' 'a na vutata d'uocchie.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998. ISBN 88-7188-273-3 [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA55&dq=&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p. 55]</ref>
:''In un volgere di sguardo (Dentro una girata di occhi). ''
::{{Spiegazione|In un attimo.}}
*'''Dio 'o sape e a Maronna 'o vere.'''<ref>Citato in Annibale Ruccello, ''Scritti inediti, Una commedia e dieci saggi, Con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA75&dq=dio%20sape%20e%20a%20maronna%20o%20vere&hl=it&pg=PA55#v=onepage&q&f=false p.55]''</ref>
:''Dio lo sa e la Madonna lo vede.''
::{{spiegazione|Solo Dio e la Madonna possono sapere cosa mi è successo! Si invocano così, nello sconforto, Dio e la Madonna, come ad implorarne l'intervento, quando si attraversa un momento particolarmente difficile.}}
*'''Don Ciccillo Caramella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 83.</ref>
::{{spiegazione|Persona vestita con dubbia eleganza.}}
*'''Don Frichine.'''<ref name=stain/>
::{{spiegazione|L'elegantone, il bellimbusto.}}
*'''Don Giuvanne u tène nnanze e u va ascianne arrete.'''<ref>Citato in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
:''Don Giovanni lo tiene davanti e lo cerca dietro.''<ref>Traduzione in ''Il Frasario napoletano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Con questa frase, che contiene un'evidente allusione maliziosa, si prende in giro chi cerca qualcosa che sta proprio sotto i sui occhi.}}
*'''Don Saciccio.'''<ref>Citato in ''L'amore a dispetto'', Stamperia Flautina, Napoli, 1806, [https://books.google.it/books?id=SpS118AUIooC&dq=don%20Saciccio&hl=it&pg=PA40#v=onepage&q&f=false p. 40.]</ref>
:''Don Salsiccia.''
::{{spiegazione|Uomo che non vale nulla.}}
*'''Don Simone, stampa e cumpone.'''<ref>Citato in Angelo Allegri, ''I suoi bigini per i concorsi sbaragliano i best sellers: «Il segreto è parlar chiaro»'', ''Il Giornale'', 12 giugno 2018.</ref>
:''Don Simone, stampa e compone.''
::{{spiegazione|Così viene definito con ironia chi per stupidità, arroganza, per smisurata, illimitata autostima sia convinto di poter fare tutto da solo, di non aver mai bisogno dell'aiuto o del consiglio di nessuno. Lo si può dire anche dei bugiardi, dei ciurmatori, dei faraboloni, dei millantatori.}}
*'''Doppo arrubbato Santa Chiara mettette 'e porte 'e fierro.'''<ref>Citato in Mario Guaraldi ''La parlata napolitana'', Fiorentino, Napoli, 1982, [https://books.google.it/books?id=tqYdAQAAIAAJ&q=doppo+arrubbato&dq=doppo+arrubbato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjVp_Dtg8rfAhVOw1kKHRsNA0gQ6AEINDAC p. 58]</ref>
:''Dopo che la Basilica di Santa Chiara fu derubata, vennero messe le porte di ferro. (Dopo rubato Santa Chiara mise le porte di ferro).''
::{{spiegazione|Locuzione proverbiale: prendere provvedimenti, porre rimedio quando è ormai tardi.}}
:::Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. ([[modi di dire italiani|modo di dire italiano]])
*'''Doppo 'o lampo vène 'o truono: si' fesso e nun te n'adduóne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 190.</ref>
:''Dopo il lampo viene il tuono: sei fesso e non te ne accorgi.''
::{{spiegazione|Giro di frasi giocoso per rimproverare, canzonandolo, chi agisce o pensa da sprovveduto: Ma ti vuoi svegliare un po' fessacchiotto che non sei altro?}}
*'''Duorme, zetella, ca 'a sciorta veglia.'''<ref name=franknico/>
:''Dormi, zitella, che la (sorte, fortuna) è desta.''
::{{spiegazione|(Detto con ironia) Certo, aspetta pure senza darti pena, quello che speri si avvererà...}}
*'''Durmì c' 'a zizza mmócca.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 528.</ref>
:''Dormire con la mammella in bocca (poppando beatamente).''
::Essere molto ingenui, non rendersi conto di nulla.
==E==
*'''È a luongo 'o fatto!'''<ref>In Viviani, [[Teatro]], III, p. 60.</ref>
:''Il fatto, la faccenda va per le lunghe!''<ref>Traduzione in Viviani, [[Teatro]], III, p. 60. </ref>
*'''È asciuto lo<ref name=Ω/>sole a mezanotte.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 13.</ref>
:'' ''È asciuto 'o sole a mezanotte'' È sorto (uscito, spuntato) il sole a mezzanotte.''
::{{spiegazione|In una situazione disperata è capitata un'improvvisa fortuna, si è presentata un'insperata soluzione.}}
*'''È asciuto pazzo 'o patrone.'''<ref>Citato in ''Dizionario completo della Canzone Italiana'', a cura di Enrico Deregibus, Giunti, 2010, [https://books.google.it/books?id=QBko1XW9KOUC&lpg=PA75&dq=pazz'%20'o%20patrone.&hl=it&pg=PA75#v=onepage&q&f=false p. 75] ISBN 9788809756250</ref>
:''È impazzito il padrone.''
::{{spiegazione|Si dice di chi, specie se avaro, diventa improvvisamente ed esageratamente generoso con tutti.}}
*''''E bane.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia: i soldi.''<ref name=spikkesia />
*'''E bravo 'o fesso!'''<ref>Citato in Salvatore Cinciabella, ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza'', prefazione di Philip Zambardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis, FrancoAngeli, Milano, [https://books.google.it/books?id=rVZtAwAAQBAJ&lpg=PA144&dq=e%20bravo%20o%20fesso&hl=it&pg=PA144#v=onepage&q&f=false]</ref>
::''E bravo il [[stupidità|fesso]]!''
::{{spiegazione|Si dice a chi pontifica enunciando le più [[w:verità lapalissiane|lapalissiane]] ovvietà o sfoggia con grande vanto abilità alla portata di tutti.}}
*'''E buono.'''<ref name=altarbeiter>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 60.</ref>
:''Non ostante. Es: Viecchie e buono fatica ancora comm'a nu ciuccio. Anziano com'è, nonostante sia anziano, lavora ancora duro.''
*''''E cane dicenno.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', presentazione di [[Isa Danieli]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PP1&dq=Ruccello&hl=it&pg=PA13#v=onepage&q&f=false p. 13]</ref>
:''Dicendolo per i cani.''
::{{spiegazione|(Dicendolo (valga) per i cani, mai per gli uomini.) Formula di scongiuro: Che ciò non accada, non sia mai! Dio ne scampi!}}
*''''E ccaramelle 'e vrito.'''<ref name=tomato/>
:''Le caramelle di vetro.''
::{{spiegazione|Caramelle quadrate di colore giallo scuro, traslucide, ricavate dallo zucchero liquefatto. La poltiglia ottenuta era versata liquida su un marmo unto d'olio. Una volta rappresasi era tagliata a piccoli quadrati.}}
*''''E cazze ca abballano 'ncapa.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false] p. 32.</ref>
:''I peni che ballano in testa.''
::{{spiegazione|Grandissime preoccupazioni. ''Tené 'e cazze ca abballano 'ncapa'': essere assillati da grandissime preoccupazioni; l'opposto speculare di chi ''tene 'a capa fresca''.}}
*'''È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 245.</ref>
:''È più la spesa che l'impresa.''
::{{spiegazione|Non ne vale la pena. Il risultato non giustifica i costi e l'impegno.}}
*'''‘E ccumparze ‘e ll'Aida.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario Napoletano'', p. 114.</ref>
:''Le comparse dell'Aida.''
::{{spiegazione|Persone esitanti, indecise, titubanti.}}
*'''È fernuta a brenna.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>
:''È finita a crusca.''
::{{spiegazione|È un fiasco completo, un totale flop. Lo so dice di progetti intrapresi con grande speranza di successo e di vantaggi che, contro ogni aspettativa, falliscono. L'espressione trae origine dall'uso borbonico di far caricare per le esercitazioni i cannoni a crusca invece che a polvere da sparo.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 27.</ref>}}
*'''È fernuta 'a zezzenella.'''<ref>Citato in Ottorino Gurgo, ''Lazzari: una storia napoletana'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=zH1BRrkAjw0C&lpg=PA172&dq=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&hl=it&pg=PA172#v=onepage&q=%C3%A8%20fernuta%20a%20zezzenella&f=false p. 172] ISBN 88-7188-857-X</ref>
:È finita (non ha più latte) la (piccola) [[seno|mammella]].
::{{spiegazione|È finito il tempo delle vacche grasse. La pacchia è finita.}}
*''''E ffodere cumbattono e 'e sciabbule stanno appese.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 143.</ref>
:''I foderi combattono e le [[spada|sciabole]] restano appese.''
::{{spiegazione|Chi dovrebbe eseguire un compito resta inattivo e chi non ha quest'obbligo è costretto a farsene carico.}}
*'''È gghiuta 'a cart 'e musica 'mmane 'e barbiere.'''<ref name=barber>Citato in ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', p. 26.</ref>
:''È andato a finire lo spartito in mano ai barbieri.''
::{{spiegazione|Si dice quando accade che qualcosa di importante finisca nelle mani di un incompetente.}}
*''''E lente 'e Cavour.'''<ref name=nose/>
:''Gli occhiali di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].''
::{{spiegazione|Le manette nel gergo della malavita.}}
*'''È ll'aria c' 'o mena.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, BUR Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Di%20Giacomo&hl=it&pg=PT367#v=onepage&q&f=false 367]</ref>
:''È l'aria che lo porta.'''
::{{spiegazione|È nell'aria, si sente nell'aria, si avverte.}}
*'''È ‘na mola fraceta.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011,[https://books.google.it/books?id=atzMIJQDhHMC&lpg=PA286&dq=%C3%88%20'na%20mola%20fraceta.&hl=it&pg=PA286#v=onepage&q&f=false p. 286]</ref>
:''È una mola fradicia.''
::{{spiegazione|È uno scansafatiche.}}
*'''È na varca scassata.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PA102-IA5#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''È una barca rotta.''
::{{spiegazione|È un progetto, una realtà disastrosa. Fa acqua da tutte le parti.}}
*'''È na zarzuela.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?id=FKYdAQAAIAAJ&q=%C3%A8+%27na+zarzuela&dq=%C3%A8+%27na+zarzuela&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwics_SXuN3lAhXRsKQKHVDOB64Q6AEIKDAA p. 516].</ref>
:''È una zarzuela.''
::{{spiegazione|"[...] cosa di poco conto, priva di mordente, piena solo (per dirla con [[William Shakespeare|Shakespeare]]) "di rumore e di vento" e che non significa nulla."<ref>La spiegazione, di Renato De Falco, è in ''Alfabeto napoletano'', p. 516.</ref>}}
*'''È notte u fatte.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 334</ref>
::{{spiegazione|("È notte il fatto") È una situazione terribile ed è estremamente difficile venir fuori.}}
*'''È nu cacasicco.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Peducoli di Gennaro Aspreno Rocco'', testo integrale in latino e traduzione in vernacolo afragolese, Edizione Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT8&dq&pg=PT52#v=onepage&q&f=false p. 52].</ref>
:''È un "evacua-scarso".''
::{{spiegazione|È avaro, spilorcio fino all'inverosimile, così tanto che ha fama di essere tiratissimo fin nel rilascio delle sue stesse deiezioni, pur di non cedere nulla che gli appartenga.}}
*''''E piere 'e Pilato.'''<ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 21.</ref>
:''Ai piedi di [[Ponzio Pilato|Pilato]].''
::{{spiegazione|''Stà 'e piere 'e Pilato.'' Essere in grande privazione, afflizione, in estrema miseria.}}
*'''‘E pizzeche ncopp’’a panza.'''<ref name=fishetiello/>
:''I pizzichi sulla pancia.''
::{{spiegazione|''Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza'': Darsi i pizzichi sulla pancia: rassegnarsi, sopportare con rassegnazione. "[...] ''nun ce steva niente 'a mangià e io stevo allerta pe scummessa, e me devo ‘e pizzeche ncopp’’a panza'' [...]<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>. "[...] non c'era niente da mangiare e a stento mi reggevo in piedi e mi davo i pizzichi sulla pancia (sopportavo rassegnato) [...]"<ref>In Guglielmi, ''Ceceniello'', p. 23.</ref>.}}
*'''‘E ppérete ‘nnànt'â bànda.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 61.</ref>
:''I peti innanzi alla banda.''
::{{spiegazione|I peti del capobanda mentre cammina in testa alla formazione che avanza suonando fragorosamente. Azioni o iniziative inutili, inconsistenti, inconcludenti. ''Fa' 'e pperete 'nnant'â banda'': agire a vuoto, ma anche: darsi grandi arie di sapiente, senza averne i requisiti; comportarsi fastidiosamente da saccente.}}
*'''‘E ranavuóttole ‘int’â panza.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 283.</ref>
:''I [[rospo|rospi]] nella pancia.''
::{{spiegazione|''Tené 'e ranavuottole int' â panza'': avere i [[w:borborigmo|borborigmi]].}}
*'''È rimasto scupiérto a ramma.'''<ref name=copper>Citato in Altamura e Giuliani, '''Proverbi napoletani'', p. 161.</ref>
:''È rimasto scoperto a rame.''
::{{spiegazione|È stato smascherato, si è scoperto che è un imbroglione. (È venuto allo scoperto il rame che stava sotto la patina che lo dorava per falsificarlo.}}
*'''È robba d' 'o zi Peppe!'''<ref>Citato in [[Alberto Consiglio]], ''La camorra a Napoli'', a cura di Luigi Musella, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=it&pg=PA106#v=onepage&q&f=false p. 106]. ISBN 88-7188-917-7</ref> oppure: '''Facite passà, è rrobba 'e don Peppe.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 627.</ref>
:''È roba dello zio Peppe (Garibaldi)! oppure: Fate passare, è roba di don Peppe (Garibaldi)''.
::{{spiegazione|Sorta di parola d'ordine con cui i camorristi riuscivano a far entrare a Napoli qualsiasi cosa in totale franchigia, eludendo con questa formula ogni controllo. Il riferimento a Garibaldi è connesso alla decisione adottata del ministro dell'interno [[Liborio Romano]] poco prima dell'entrata di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860, di affidare il mantenimento dell'ordine pubblico al capo della camorra Tore 'e Crescienzo ed ai camorristi suoi affiliati, integrandoli nei ranghi della Guardia cittadina. La già costituita Guardia di Pubblica Sicurezza fu successivamente abolita dal Ministro dell'interno e Prefetto di Polizia del Governo provvisorio [[Silvio Spaventa]] che mise in atto energiche misure repressive nei confronti della camorra.<ref>{{cfr}} ''La camorra a Napoli'', p. 106.</ref>}}
*''''E sbreglie p<nowiki>'</nowiki>'o saccone<ref>'''O saccone'': il pagliericcio.</ref>.'''<ref name =mouchoir/>
:''Le foglie secche di mais (la pula) per il materasso (il pagliericcio).''
::{{spiegazione|'''E sbreglie'' (chiamate anche ''sgòglie'') costituivano l'imbottitura dei materassi di chi non poteva permettersi la lana. Chi era tanto povero da non poter acquistare neppure le ''sbreglie'' riempiva i materassi con foglie secche di castagno raccolte in autunno personalmente in montagna<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>}}
*''''E sciure 'e fiche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>
:''I fiori di fichi.''
::{{spiegazione|I fichi primaticci, grossi e carnosi. La loro comparsa coincideva con la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sembra che per anticiparne la maturazione si iniettasse nel frutto ancora piccolo e acerbo qualche goccia di olio.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 131.</ref>}}
*'''È {{sic|sparate}} u cannone!'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
:''È sparato il cannone!''<ref>Così tradotto in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>''È mezzogiorno.''<ref>In passato si usava dare il segnale di questa ora sparando con un colpo di cannone dall'altura di S. Martino. Apicella racconta un aneddoto riferito a questo modo di dire: Uno [[w:|scugnizzo]] chiese l'ora ad un passante, questi, volendo prenderlo in giro rispose: ''Guagliò, è mieziuorne manche nu cazze!'' Ragazzo, è mezzogiorno meno un c.....avolo!, intendendo dire scherzosamente che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Quasi immediatamente da S. Martino risuonò il colpo di cannone e lo scugnizzo replicò ancor più maliziosamente: ''Signò, tiene nu cazzo arrete!'' Signore, hai un c.....avolo dietro!, cioè... il tuo orologio va indietro di un quarto d'ora.{{cfr}} Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 341.</ref>
*'''È stato pigliato cu 'o llardo ncuollo'''<ref>Citato in Eduardo Estatico e Gerardo Gagliardi, ''La cucina napoletana'', Newton Compton Editori, Roma, 2015. [https://books.google.it/books?id=61KnCgAAQBAJ&lpg=PT124&dq=nun%20c'%C3%A8%20perdenza&hl=it&pg=PT148#v=onepage&q=llardo&f=false]. ISBN 978-88-541-8756-6</ref>
:''È stato preso con il lardo addosso.''
::{{spiegazione|È stato colto in flagrante con la refurtiva.}}
*''''E stramacchio.'''<ref>Citato in Massimiliano Canzanella, ''8 Cunte s-pare'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=aAJbDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=massimiliano%20canzanella&hl=it&pg=PT18#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, in segreto, clandestinamente, occultamente, alla chetichella.}}
*''''E tennose.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': il seno.''
*'''E tiritittittì!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 28.</ref> variante: '''E tiritittittì, tirame 'na vranca 'e pile e ogne diece ne faie 'na nucchetella!'''<ref>Raccolto in area vesuviana dallo studioso Salvatore Argenziano, citato in ''Mannaggia Bubba'', p. 29.</ref>
:''E tiritittittì! ''variante'': E tiritittittì, tirami una manciata di peli e di ogni dieci ne fai un fiocchetto!''
::{{spiegazione|Non me ne importa un fico secco! Me ne infischio perdutamente!}}
*''''E toche toche.'''<ref>Citato in Luciano De Crescenzo, ''Tale e quale, {{small|Con un capitolo inedito}}'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Rtg2CcWsHLkC&lpg=PT4&dq=toche%20toche&hl=it&pg=PT4#v=onepage&q&f=false p. 4]</ref>
:''Nella parlesia''<ref name=spikkesia/>'': le prosperose mammelle di un florido seno.''
*'''È trasuto 'e sicco e s'è avutato 'e chiatto.'''<ref name=slimfat>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 155.</ref>
:''È entrato "di secco" (umilmente) e si è girato "di grasso." (con superbia)''.
::{{spiegazione|È entrato timidamente ed ora vuole spadroneggiare.}}
*'''È venuto 'o Pat'abbate 'e ll'acqua.'''<ref name=slimfat/>
:''È venuto (giù) il Padre Abbate dell'[[pioggia|acqua]].''
::{{spiegazione|Si è rovesciato un terribile acquazzone.}}
*'''È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio<ref>Vojo: bue. {{cfr}} Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 384.</ref>.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=Patrizia%20Mintz&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q&f=false p. 69].</ref>
:''È saltata la vacca addosso al bue''
::{{spiegazione|Si è capovolto il mondo, va tutto irreparabilmente alla rovescia.}}
*'''Ecce<ref>Tradotto da Apicella con l'onomatopeico: Eccì (rumore di uno starnuto).</ref>, stutate sunt lampioncelle!''' <ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 314.</ref>
:''Si sono spenti i lampioncini!''
::{{spiegazione|[[w:|Latino maccheronico]] per dire che un'azione ha avuto termine o che una situazione è irrimediabilmente compromessa.<ref>Per quest'ultima interpretazione {{cfr}} Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 230.</ref>}}
*'''Essere a banca d'u turrunaro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 441.</ref>
:''Essere il banco del venditore ambulante di torroni.''
::{{spiegazione|I venditori di torrone sono i primi ad allestire, in occasione delle feste popolari, i banchi di vendita e gli ultimi ad andar via per esaurire la merce. La locuzione è riferita agli scrocconi che si presentano senza invito tutte le feste in cui si offre l'opportunità di banchettare lautamente. ''Essere 'a banca d' 'o turrunaro'': imbucarsi a tutte le feste e congedarsi per ultimi quando non resta più nulla da scroccare.}}
*'''Essere bona 'int'all'arma d'a 'a mamma.'''<ref name=tonnerre>Citato in ''La donna nei detti napoletani'', p. 46.</ref>
:''Essere formosa, procace fin dalle viscere (dall'anima) della mamma.''
*'''Essere cchiù luongo d' 'a misericordia 'e Dio.'''<ref name=erbarme>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 152.</ref>
:''Essere più lungo (alto) della misericordia di Dio.''
::{{Spiegazione|Essere di statura altissima.}}
*'''Èssere cuòrpo 'e veretàte.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, pp. 265-6.</ref>
:''Essere corpo di verità''.
::{{spiegazione|Essere bugiardi, quindi esternare bugie e tenere in corpo le verità.}}
*'''Essere figlio 'e 'na cooperativa 'e pate.'''<ref name=mèrevolage>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mpren%C3%A0%27+].</ref>
:''Essere figlio di una cooperativa di padri.''
*'''Èssere gràsso 'e sùvaro.'''<ref name=toscodueseicinque>Citato in Partenio Tosco, p. 265.</ref>
:''Essere grasso di sughero''.
::{{spiegazione|Detto di notizie propagandate come accattivanti e nuove, ma che si rivelano nulla di entusiasmante.}}
*'''Essere miedeco 'e carrozza.'''<ref name=Aesculapius>Citato in ''Studi etno-antropologici e sociologici'', vol. XII-XIII, Atena, Napoli, 1984, p. 12, [https://books.google.it/books?id=CYkiAQAAMAAJ&q=miedeco+%27e+carrozza&dq=miedeco+%27e+carrozza&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwia3snP5IfdAhUlMuwKHdYpAm8Q6AEIJzAA]</ref>
:''Essere [[medico]] di carrozza.''
::{{Spiegazione|Essere medico di successo, ricco, ma anche: veniale, privo di scrupoli, esoso, interessato unicamente al guadagno.}}
*'''Essere 'na capafemmena'''<ref name=tonnerre/>
:''Essere una donna superlativamente bella.''
*'''Essere 'na Die 'e femmena, 'na femmena ' truono, na femmena ca fa fermà 'e rilorge, ecc...'''<ref name=tonnerre />
:''Essere una "Dio di donna" (dalle forme molto vistose), una donna di tuono, una donna che fa fermare gli orologi, ecc...''
*'''Essere 'nu gulìo {{sic|l}}'ommo'''<ref>Refuso: in realtà ''d'ommo'', di uomo.</ref>'''.'''<ref name=erbarme />
:''Essere un desiderio, una "voglia" d'uomo.''
::{{spiegazione|''Essere nu ''gulìo'' d'ommo.'' Essere un uomo insignificante, velleitario, mancato.}}
*'''Èsse nu mmoccafave.'''<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 365.</ref>
:''Essere un imboccafave, un mangia-fave.''
::{{spiegazione|''È nu mmoccafave.'': riferito a chi crede ingenuamente a tutto quel che gli si dice; detto di chi, senza un reale motivo, resta sbalordito di tutto ciò che vede, oppure di chi ha sempre dipinta sul volto un'espressione incantata, assente, come se guardasse nel vuoto.}}
*'''Èssere 'o soccùrzo 'e Pisa.'''<ref name=toscodueseisei>Citato in Partenio Tosco, p. 266.</ref>
:''Essere il soccorso di Pisa''.
::{{spiegazione|Essere una persona a cui è stato chiesto aiuto, ma che si presenta come disponibile solo dopo molto tempo dal fatto. Riprende un avvenimento della Repubblica di Pisa.}}
*'''Èssere tenàglia franzèse.'''<ref name=toscodueseicinque/>
:''Essere tenaglia francese''.
::{{spiegazione|Essere molto avari, prendere e non dare.}}
*'''Essere vajassa a re de Franza.'''<ref>Citato in Alessia Mignone, ''Francesismi nel dialetto napoletano'', a cura di Marcello Marinucci, Università degli Studi di Trieste, 2005, [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/5148/1/Francesismi_dialetto_napoletano.pdf p. 28, § 34]. ISBN 978-88-8003-336-0</ref>
:''Essere serva del re di Francia.''
::{{spiegazione|''Sî vajassa a re de Franza'' o ''Sî 'na vajassa d' 'o rre de Franza'': sei serva del re di Francia, o, sei una serva del re di Francia: titolo tutt'altro che onorifico con cui una donna viene offesa in modo grave qualificandola come prostituta e, per di più, colpita dal cosiddetto [[sifilide|mal francese]].}}
==F==
*'''Fa a messa pezzuta.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 175.</ref>
:''Fare la messa elemosinata.''
::{{spiegazione|Messa pezzuta era la messa celebrata con la raccolta di elemosine fatta da giovani scalze, per la celebrazione di una messa votiva. ''Fa' 'a messa pezzuta'': affaccendarsi, rivolgendo a destra e a manca richieste insistenti, per ottenere qualcosa.}}
*'''{{sic|Fa}} a passa' cu' 'e fucetole.'''<ref name=pekfig>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 33.</ref>
:''Letteralmente: fare a passare, "superare" con i beccafichi.''
::{{spiegazione|Essere magro, magra come un beccafico.}}
*'''Fa' 'a passiata d' 'o rraù.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 158.</ref>
:''Fare la passeggiata del ragù.''
::{{spiegazione|Il ragù era un piatto tradizionale dei giorni festivi, fare la passeggiata del ragù significa fare la passeggiata domenicale.}}
*'''Fa' 'a seccia.'''<ref>Citato in [[Francesco Silvestri]], ''Teatro. Una rosa, due anime, tre angeli, quattro streghe'', Gremese, Roma, 2000<sup>1</sup>[https://books.google.it/books?id=SATDP9aY2mEC&lpg=PA110&dq=fa'%20%20'a%20seccia&hl=it&pg=PA110#v=onepage&q&f=false p. 110.] ISBN 88-7742-450-8</ref>
:''Fare la [[seppia]].''
::{{spiegazione|Gettare il malocchio.<ref>Anticamente ''Fare lo seccia'' significava: Farla da spavaldo. Su questo ed altri significati {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 342.</ref>}}
*'''{{sic|Fa}} 'a visita d' 'o miedeco.''' <ref name=Aesculapius />
:''Fare la visita del medico.''
::{{Spiegazione|Fare una visita brevissima.}}
*'''Fà 'a vìsita 'e sant'Elisabetta.'''
:''Fare la [[visita]] di [[Elisabetta (madre del Battista)|sant'Elisabetta]].''
::{{spiegazione|Fare una visita interminabile.<ref name=Am79/>}}
*'''{{sic|Fa}} acqua {{sic|a'}} pippa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 157.</ref>
:''Fa acqua la [[pipa]] (manca il tabacco).''
::{{spiegazione|Va male, sono al verde.}}
*'''Fa 'aucellone.'''<ref>Citato in Usi e costumi dei camorristi, p. 216.</ref>
:''Fare l'uccellone.''
::{{spiegazione|Persona che fa valere le proprie ragioni sbraitando. Chi, senza discrezione, dice ad alta voce alta cose che sarebbe meglio tenere segrete. Es: ''Statte zitto. Nun fà 'aucellone!''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref> Sta' zitto. Non sbraitare, non berciare in questo modo! In Andreoli, col significato di: ''Uomo lungo e melenso.''<ref>Cfr. Andreoli, Vocabolario, p. 47.</ref>}}
*'''Fà' cannulicchie.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=Fa%27+cannulicchie.&dq=Fa%27+cannulicchie.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxJvbo7XdAhXB2SwKHe0HBdsQ6AEILzAB], Regina, Napoli, 1970, p. 111.</ref>
:''Fare [[w:Solen marginatus|cannolicchi]].''
::{{spiegazione|Fantasticare, costruire castelli in aria.}}
*'''Fa' canta' 'e sùrece 'int'ô tiano.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. .53</ref>
:''Far cantare i [[Topo|topi]] nella pentola.''
::{{spiegazione|Avere la straordinaria capacità, l'abilità di ottenere, realizzare quello che si desidera.}}
*'''Fa' 'e cose cu {{sic|e}} stentine 'mbraccio.'''<ref name=festina>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=fa%20'%20cosa%20juorno&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109]</ref>
:''Fare le cose con gli intestini sulle braccia.''<ref>La traduzione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
::{{spiegazione|Far le cose controvoglia.}}<ref>L'interpretazione è di Patrizia Rotondo Binacchi.</ref>
*'''Fa' {{sic|e}} 'nu pilo 'na trave.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 162.</ref>
:''Fare di un pelo una trave.''
::{{spiegazione|Fare di un piccolo fastidio una tragedia, ingigantire un'inezia.}}
*'''{{sic|Fa}} fesso 'o stommaco.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''{{sic|'a}} Cummedia 'e Farfariello'', ''{{small|parodia dell'inferno dantesco in dialetto napoletano}}'', [https://books.google.it/books?id=k7PdAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false p. 181].</ref>
:''Far fesso, ingannare lo stomaco.''
::{{spiegazione|Mangiare qualcosa giusto per attenuare, placare un po' la fame.}}
*'''Fa fetecchia<ref>Domenico Rugerio-Greco, ''Nuovo vocabolario domestico-italiano, {{small|mnemosino o rimemorativo per avere in pronto e ricercare i termini dimenticati o ignorati}}'', [https://books.google.it/books?id=I3-AMIy0dtYC&dq=&pg=PA204#v=onepage&q&f=false p. 204]</ref>.'''<ref>Citato in ''Lo matremmonejo pe' mennetta. {{small|Commeddeja redicola pe museca de Tommaso Mariani}}'', Napoli, [https://books.google.it/books?id=SGwhJwfA-EEC&dq=&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.]</ref>
::{{spiegazione|Fallisce, fa cilecca, manca il suo obiettivo.}}
*'''Fa' l'arte d<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 36.</ref> oppure '''Fa' comm<nowiki>'</nowiki>'o funaro.'''<ref name=Seite/>
:''Fare l'arte del funaio. Fare come il funaio.''
::{{spiegazione|Il funaio o funaiolo avvolgeva con le mani la canapa indietreggiando man mano che sotto le sue mani la fune prendeva forma. Far l'arte del funaio significa percorrere a ritroso la strada che porta al successo, regredire anziché progredire.}}
*'''Fà l'àsteco arreto a 'e rine.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>
:''Fare il solaio dietro i reni.''
::{{spiegazione|Bastonare pesantemente uno sventurato sulla schiena e sulle spalle. Un tempo i solai venivano fabbricati in lapillo bianco: ammassato sul piano superiore delle abitazioni, veniva battuto, con un lavoro che univa forza e pazienza, per giorni interi con la ''mazzola'' (mazzuolo, mazzapicchio) allo scopo amalgamarlo, consolidarlo e renderlo compatto ed impermeabile.<ref>{{cfr}} più estesamente, ''C'era una volta Napoli'', p. 133.</ref>}}
*'''Fa le<ref name=epsilon/>cofecchie<ref>Cofecchia: Cosa ed azione non onesta, Leggerezza, Incostanza. La definizione è in D'Ambra,''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 132. </ref>'''Fa cofecchie.'''<ref>[[Torquato Tasso]] e [[Gabriele Fasano]], ''Lo Tasso Napoletano, {{small|zoè, La Gierosalemme libberata de lo Sio Torquato Tasso, votata a llengua nosta da Grabiele Fasano Desta Cetate: e dda lo stisso appresentata a la llostrissema nobelta nnapoletana}}, vol. I'', a la Stamparia de Iacovo Raillardo, Napoli, 1689, [https://books.google.it/books?id=bKJDAAAAcAAJ&lpg=PA21&ots=mZT7sUvwIT&dq=&pg=PA21#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|''Fà 'e cofecchie'': Agire copertamente con intenzioni non limpide, confabulare, raggirare, essere infedeli in amore. / Aggiramenti e girandole di parole con inganno{{sic|.}} far cofecchie, ''cioè'', portarla a lungo con parole e scuse ingannevoli.<ref>Questa definizione è in ''Lo Tasso Napoletano'', nota ''f'', p. 21.</ref>}}
*'''Fa' ll'arte d' 'o sole.'''<ref>Citato in Raffaele Cossentino, ''{{sic|la}} Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni, {{small|Storia e protagonisti}}'', prefazione di Marcello D'Orta, Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=kcqSCwAAQBAJ&lpg=PT217&dq=&pg=PT217#v=onepage&q&f=false p. 217].</ref>
:''Fare l'arte del sole.''
::{{spiegazione|Il sole, così radiosamente alto nel cielo, così remotamente lontano dalle tribolazioni umane, il cui solo impegno è splendere e contemplare sempre sereno e imperturbato la creazione in tutta la sua bellezza, senza che mai giunga a lui neppure un'eco della fatica, dell'affanno del vivere, senza doversi mai dare pensiero di nulla. Allo stesso modo fare l'arte del sole vuol dire trascorrere l'intera vita in piacevole ozio, mai offuscati, affrancati per sempre dal peso di gravami, intralci, difficoltà; in piena beatitudine, solo dediti al lieto e spensierato godimento dei piaceri.}}
*'''Fa ll'arte de Francalasso<ref>Oppure: di Michelasso. Francalasso: epicureo, scioperato, gaudente.</ref>; magna, bbeve, e se sta a spasso.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 186.</ref>
::''Fa il mestiere di Francalasso: mangia, beve e sta a spasso.''
*'''Fa ll'arte 'e Micalasse.'''<ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 40.</ref>
:''Fa l'arte di Michelaccio.''
::{{spiegazione|''Ll'arte 'e Micalasse'' o ''Micalasso'': passare il giorno oziando, essere uno scansafatiche.}}
*'''Fà magnà 'o limone.'''<ref name=sour>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6.]</ref>
:''Fare mangiare il [[limone]].''
::{{spiegazione|Far rodere dalla rabbia.}}
*'''Fa' na chiàveca.'''<ref>Citato in [[Renato De Falco]], ''Alfabeto napoletano'', vol II, [https://books.google.it/books?id=Uzgct1gWZH0C&q=fa%27+na+chiaveca&dq=fa%27+na+chiaveca&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqhfuQks7mAhVNqaQKHdydAeQ4ChDoAQgnMAA p. 30].</ref>
:''Fare una chiavica, una fogna.''
::{{spiegazione|''Fa' na chiaveca'': imbruttire, rovinare qualcosa. ''Fa' na chiaveca a uno'': rimproverare qualcuno con energica, estrema asprezza, umiliandolo, intimidendolo al punto di stroncarne qualsiasi volontà e capacità di replica.}}
*'''Fa' 'na cosa 'e juorno.'''<ref name=festina/>
:''Fai una cosa "di giorno".''
::{{spiegazione|Fai veloce, senza perdere troppo tempo. Sbrigati.}}
*'''{{sic|Fa}} na croce nera.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 100.</ref>
:''Fare una croce nera.''
::{{spiegazione|Prendere definitivamente le distanze, cessare, chiudere radicalmente e per sempre ogni rapporto con una persona o una situazione.}}
*'''Fà na putecarella<ref>''Putecarella'' da ''pétite querelle'', piccola lite, lite di poco conto. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', Stabilimento Tipografico dei fratelli De Angelis, Napoli, 1867, [https://books.google.it/books?id=g7KZAHxOSN4C&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] </ref>
::{{spiegazione|Entrare in lite, polemizzare, battere e ribattere in modo insistente con argomenti futili, speciosi, inconsistenti.}}
*'''Fà nu sizia-sizia.'''<ref>Citato in AA. VV. ''Proverbi & modi di dire. Campania'', [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA79&dq=nu%20sizia%20sizia&hl=it&pg=PA79 p. 218], Simonelli, Milano, 2006. ISBN 8876471030</ref>
:''[[lamento|Lagnarsi]], essere petulanti in modo ossessivo.''
*'''Fa’ ‘o cicero ‘ncopp’a ‘o cucchiaro.'''<ref>Citato in Francesco Gangale, ''O Sistema Guagliù'', Youcanprint Self-Publishing, [https://books.google.it/books?id=oH2oCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Francesco%20Gangale&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103]</ref>
:''Fare il cece sul mestolo.''
::{{spiegazione|Darsi importanza, ostentare in modo compiaciuto un'aria di superiorità, impancarsi a maestro.}}
*'''Fà' 'o cuollo luongo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Letteralmente: fare il collo lungo''
::{{spiegazione|Aspettare, attendere impazientemente.}}
*'''Fà 'o pàcco.'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=false p. 159.]</ref>
:''Fare il pacco.''<ref>Sostituire alla consegna il pacco che contiene la merce acquistata con un altro di diverso contenuto privo di valore.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Imbrogliare, truffare.}}
*'''Fa 'o paro e 'o sparo.'''<ref>Citato in Salvatore Cerino, ''Napoli eterna musa'', Alfredo Guida Editore, 1994, [https://books.google.it/books?id=4tnUCiyN_u8C&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Cerino&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 78-7188-082-X</ref>
:''Fare pari e dispari.''
::{{spiegazione|Soppesare i pro e i contro. Essere indecisi, esitare nel dubbio.}}
*'''Fa' 'o pìreto sanguégno.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>
:''Fare il peto sanguigno.''
::{{spiegazione|Compiere un gesto spagnolesco<ref>La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 263.</ref>. Fare un gesto splendido.}}
*'''Fa' 'o protanquanquero.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978, p. 166.</ref>
:''Fare il millantatore.''
*'''Fa' 'o quatto 'e maggio.'''<ref>Citato in Carlo De Frede, ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella, {{small|Cronache napoletane dei secoli passati }}'', Liguori editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=tYOLxlRC05gC&lpg=PP1&dq=Carlo%20De%20Frede&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Fare il quattro di maggio.''
::{{spiegazione|Traslocare.<ref>Per l'origine dell'espressione si veda più dettagliatamente ''Il Decumano Maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella'', nota 8, p. 19.</ref>}}
*'''Fà 'o rammaglietto a marzo.'''<ref>''Etnologia, antropologia culturale'', vol. 12, Atena, AR-Company editrice, Napoli, 1984, p. 7, [https://books.google.it/books?hl=it&id=cbHWAAAAMAAJ&dq=ten%C3%A8+a+grazia+d%27o+miedeco&focus=searchwithinvolume&q=rammaglietto]</ref>
:''Fare (o purta', portare) il mazzolino di fiori a marzo.''
::{{Spiegazione|Risentire nel mese di marzo di tutti i malanni sopportati durante la stagione invernale.}}
*'''Fa 'o scemo pe' nun ghi' 'a guerra.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 147.</ref>
:''Fa lo scemo per non andare alla guerra.''
::{{spiegazione|Fingersi tonto per eludere un compito difficile, rischioso, per evitare complicazioni.}}
*'''Fà 'o scrupolo d'<nowiki>'</nowiki>o ricuttaro'''<ref>Citato in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 172.</ref>
:''Fare (avere, farsi) lo scrupolo del [[Sfruttamento della prostituzione|lenone]].''
::{{spiegazione|'''Ha fatto 'o scrupolo d' 'o ricuttaro!'''<ref>Citato in [[Roberto De Simone]], ''La gatta Cenerentola'', Giulio Einaudi Editore, 1977, [https://books.google.it/books?hl=it&id=ZR1RAQAAIAAJ&dq=scrupolo+d%27+%27o++ricuttaro&focus=searchwithinvolume&q=scrupolo, p. 26]</ref>: Si è fatto lo scrupolo del lenone! Così viene bollata l'ipocrisia di chi, benché abituato a commettere crimini gravi, non esita a condannare con la massima asprezza le lievi mancanze altrui.}}
*'''Fa' o [[w:zeza|zeza]].<ref>Diminutivo di Lucrezia.</ref>'''<ref>Citato in ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA271#v=onepage&q&f=false p. 271]</ref>
:''Fare il "zeza."''
::{{spiegazione|Fare il cascamorto, lo smanceroso. Comportarsi in modo stucchevole.}}
*'''Fa' 'o speziale.'''<ref name=matches/>
:''Fare lo speziale.''
::{{spiegazione|Essere concentrati in un lavoro che necessita di grande attenzione. ''Famme fa' 'o speziale.'' Fammi lavorare, fammi operare, non distrarmi, non crearmi complicazioni.}}
*'''Fà' òra prué.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 287.</ref>
:''Fare ora pro me.''
::{{spiegazione|Essere assolutamente egoisti: tutto a me e niente agli altri.}}
*'''Fa passà chello d' 'o cane.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&dq=fa+pass%C3%A0+chello+d%27+%27o+cane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwib2cnji9DgAhUSUa0KHVmzDosQ6AEIKjAA p. 52].</ref>
:''Far passare quello del [[cane]].''
::{{spiegazione|Costringere a sopportare molte sofferenze, dare infiniti grattacapi (dati ad esempio da un figlio scapestrato).}}
*'''Fà' / restà' quacquariéllo.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 71.</ref>
::{{spiegazione|Fà' quacquariéllo: burlare. / Restà' quacquariéllo: essere burlato.}}
*'''[[bestemmia|Fa' scennere]] 'o paraviso 'nterra.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Eduardo De Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol. I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?hl=it&id=AHQIAQAAMAAJ&dq=scennere+%27o+paraviso+nterra&focus=searchwithinvolume&q=bestemmiare p. 578]. ISBN 880613633X</ref>
:''Far scendere il Paradiso in terra.''
::{{spiegazione|Bestemmiare tutti i santi.}}
*'''Fà tanto no core.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto, 1864'', p. 91.</ref>
:''Letteralmente: Fare assai grande un cuore.''
::{{spiegazione|Sentir nascere, rinascere nel proprio cuore la speranza, aprirlo alla speranza.}}
*'''Fa tre fiche nove [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotole]].'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1863, anno IV, 23-06-1863, p. 681.</ref>
:''Fare di tre fichi nove rotoli.''
::{{spiegazione|Fare di soli tre fichi circa otto chili significa esagerare, amplificare, magnificare, propalandoli ostentatamente a suon di pure chiacchiere, meriti che si è ben lungi dal possedere. Più in generale: "Ampliare, esagerare checchessia, Spacciare miracoli<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 163.</ref>."}}
*'''Fà' trósce e mósce.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 82.</ref>
:''Acquistare pagando in contanti.''
*'''Fa vruoccole.'''<ref>Citato in ''La Fuorfece, {{small|o vero l'ommo pratteco co li diece quatre de la gallaria di Apollo, opere di Biasio Valentino}}'', vol I, Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=JNtJJD77fDYC&dq=&pg=PA119#v=onepage&q&f=false p. 119].</ref>
:'' ''Fa' 'e vruoccole.'' Scambiarsi parole, sguardi dolci, tenerezze, effusioni fra innamorati.''
*'''Fa zita bona.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&hl=it&pg=RA1-PA206#v=onepage&q&f=false p.206]</ref>
:''Fare "cedo bonis".''
::{{spiegazione|Cedere i propri beni ai creditori e, in senso figurato, calare le brache. "Fare zitabona" era, anticamente, l'atto con cui il debitore insolvente manifestava in pubblico la volontà di cedere ai creditori i propri beni. <ref>"La cagione di questo traslato è un'antica, e costante tradizione tra noi, che nella semplicità de' costumi de' nostri maggiori, per darsi un castigo d'ignominia a coloro, che si ammettevano al miserabile beneficio della cessione de' beni, si fosse usato obbligargli a salir su d'una colonnetta in mezzo alla pubblica piazza del Palazzo de' Tribunali, ed ivi calarsi i calzoni, e mostrando il deretano ignudo, dire tre volte: ''Chi ha d'avere, si venga a pagare.'' (In ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', p. 207.)</ref>}}
*'''Faccia 'e cuorno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 384.</ref>
:''Faccia di corno.''
::{{spiegazione|Faccia tosta. ''Tené 'na faccia 'e cuorno'', o ('''e pepierno'', di piperno): avere una (bella) faccia tosta.}}
*'''''Faccia miccia | e culo 'e nutriccia.'''''<ref>Citato in Giovanni Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Volto magro e sedere da nutrice.''
::{{spiegazione|Volto magro magro, ma fondo schiena generoso, molto ben pronunciato: una falsa magra.}}
*'''Faccia 'ngialluta!'''<ref name="yellow">Citato in ''Storia dell'emigrazione italiana'', ''Arrivi'', a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi e Emilio Franzina, Donzelli Editore, Roma, 2002, [https://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC&lpg=PA303&dq=faccia%20'ngialluta!&hl=it&pg=PA303#v=onepage&q&f=false p. 303.] ISBN 88-7989-719-5</ref>
:''Faccia gialla!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Con questo appellativo confidenziale le "parenti"<ref name=relative>Donne anziane devote a San Gennaro che, in occasione della cerimonia che culmina con il miracolo della liquefazione del sangue del Santo, con le loro preghiere e invocazioni intercedono presso di lui.</ref> sollecitano San Gennaro a compiere il miracolo della liquefazione del suo sangue se esso tarda a compiersi.}}
*'''Faccio capa e muro.'''<ref>Citato in [[Pino Daniele]], Marcella Russano, ''Nero a metà, {{small|[[Pino Daniele]] Storia di una straordinaria rivoluzione blues}}'', BUR Rizzoli, Milano, 2015. ISBN 978-88-58-67766-7, [https://books.google.it/books?id=dvMxBgAAQBAJ&lpg=PT176&dq=&pg=PT176#v=onepage&q&f=false p. 176.]</ref>
:''Faccio testa e muro.''
::{{spiegazione|''Fa' capa e muro.'' Fare testa e muro: arrovellarsi il cervello senza riuscire trovare una soluzione, senza risultato.}}
*'''Facesse 'na culata e ascesse 'o sole!'''<ref>Citato in ''Antropos in the world'', di Franco Pastore, ottobre 2016, [https://books.google.it/books?id=p5RKDQAAQBAJ&lpg=PA29&dq=Facesse%20'na%20culata%20e%20ascesse%20'o%20sole.&hl=it&pg=PA29#v=onepage&q&f=false p. 29.]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 22.</ref>
:''Stendessi un bucato e uscisse il sole!''
::{{spiegazione|Non me ne va una giusta!}}
*'''Facimm'ammuina<ref>Dallo spagnolo ''mohinar'', molestare, confondere. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 82.</ref>.'''<ref>Citato in Vincenzo A. Pistorio, ''Tre anni in volo sopra lo Stivale'', Yucanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2013, [https://books.google.it/books?id=QJoEAwAAQBAJ&lpg=PT36&dq=facimm'%20ammuina&hl=it&pg=PT36#v=onepage&q&f=false p. 31.] </ref>
:''Facciamo confusione.''
::{{spiegazione|Poiché maggiore è il disordine, la confusione, il caos, più facile è pescare nel torbido.}}
*'''Facimmece a croce!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>
:''Facciamoci la croce!''
::{{spiegazione|Cominciamo bene!<ref>In Viviani, ''Teatro'', vol VI, p. 281 col significato di Pazienza!</ref> '''Facimmece a croce, a primma matina!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', vol. VI, p. 281.</ref>Detto con ironia, sempre in senso antifrastico: Cominciamo proprio bene di primo mattino! La giornata comincia bene!}}
*'''Facimmo muorze gruosse.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, p. 482.</ref>
:''Facciamo grandi morsi.''
::{{spiegazione|Sbrighiamo senza perdere tempo la faccenda.<ref name=nimora/>}}
*'''Faje 'o sorece d' 'o spezziale, allicche 'a fora à vetrina.'''<ref name=Zwang/>
:''Fai il topo del droghiere, lecchi fuori dalla vetrina.''
::{{spiegazione|Non ci guadagni un bel niente.}}
*'''Famme fa 'o speziale!'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata. Rappresentazioni di un genere popolare'', Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PA257&dq=famme%20fa'%20o%20speziale&hl=it&pg=PA257#v=onepage&q&f=false p. 257.] ISBN 88-7188-689-5</ref>
:''Fammi fare lo speziale!''
::{{spiegazione|Lasciami fare in santa pace il mio lavoro!}}
*'''Far tubba catubba<ref>La catuba è un'antica danza moresca. {{cfr}} D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 110, in cui la stessa locuzione è riportata in modo leggermente diverso dal Volpe.</ref>.'''<ref>Antica locuzione. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '', p. 370.</ref>
::{{spiegazione|Vacillare, camminare barcollando, come un ubriaco.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>'a casa spingula spingula.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. </ref>
:''Fare la casa spilla spilla.''
::{{spiegazione|Passare la casa (o qualsiasi altra cosa) al setaccio, cercare, frugare, rovistare con la massima accuratezza.}}
*'''Fare<ref name=Φ>In forma corrente: Fà.</ref>chiagnere astreche e lavatore.'''<ref name=larmes>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 98.</ref>
:''Far piangere solai e lavatoi.''
::{{spiegazione|''Fà chiagnere astreche e lavatore'': Essere un Dongiovanni, Fare strage di donne.}}
*'''Fàre comm'o càne 'e l'uortolàno.'''<ref name=duesettesette>Citato in Tosco, p. 277.</ref>
:''Fare come il cane dell'ortolano.''
::{{spiegazione|Essere invidioso, come il cane di un povero contadino.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i permune fracete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 293.</ref>
:''Fare (rendere) fradici i polmoni.''
::{{spiegazione|Spolmonarsi a furia di ripetere inutilmente le stesse cose.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>i stentine fracete.'''<ref>Citato ed interpretato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Fà 'e stentine fracete.'' Fare gli intestini fradici.''
::{{spiegazione|Consumarsi di rabbia, Rodersi le budella, Rodersi dentro. / "''A bott' 'e t' 'o ripetere m' hê fatto fà 'e stentine fracete.''" A furia di ripetertelo mi hai fatto consumare le budella (fatto fare i visceri fradici).}}
*'''Fare<ref name=Φ/>l'angarella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27.</ref>
:''"Fare la deviazione".''
::{{spiegazione|''Fa' l'angarella''. Muoversi, spostarsi con "moto serpentiforme e sfuggente, qualcosa di simile al «dribbling», nel gioco dei bambini a moscacieca<ref>Questa definizione del termine ''angarella'' è in Artieri, ''Napoli, punto e basta?'', p. 31.</ref>. Cercare di sottrarsi all'esecuzione di un impegno.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 27. Alla stessa pagina Andreoli riporta altri significati, come: scantonare o far cilecca. {{cfr}} più estesamente Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 27.</ref> Zigzagare, fuggire zigzagando.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>le ffusa<ref>'''O fuso'': il fuso.</ref>storte.'''<ref name=cross>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 56</ref>
::{{spiegazione|Antica espressione per: fare le corna, essere infedele, tradire.}}
*'''Fare<ref name=Φ/>quarajesema primma d'u tiempo.'''<ref>Cirato in Andreoli, ''Dizionario napoletano-italiano'', p. 321.</ref>
:''Fare quaresima anzitempo.''
::{{spiegazione|Avere una moglie tutt'altro che formosa e procace, essere sposati ad una donna magrissima, scarna.}}
*'''Fare scennere uno da i coglie d'Abramo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 108.</ref>
:''Far discendere qualcuno dallo scroto di Abramo.''
::{{spiegazione|Accrescere in modo esagerato il valore, la nobiltà di una persona.}}
*'''Farese comme sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot/>
:''Farsi come topo bagnato dall'olio.''
::{{spiegazione|Essere tutto zuppo d'acqua, di pioggia.}}
*'''Farenello''' o '''Farenella.'''<ref name=littlefish/>
::{{spiegazione|Farenello è una persona dai modi fastidiosamente manierati, ricercati, leziosi, stucchevoli; bellimbusto, cascamorto con le donne. Detto in differente contesto può significare omosessuale.}}
*'''Farne chiù 'e Catuccio.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 167.</ref>
:''Farne più di [[w:Louis-Dominique Bourguignon|Cartouche]].''
::{{spiegazione|Farne di tutti i colori. Essere dissoluti. Lo si dice anche di bambini, ragazzi che combinano grosse marachelle.}}
*'''Farse afferrà pe' pazzo.'''<ref>Citato in Vincenzo Raucci, ''Storia (e filosofia) della salute mentale {{small|attraverso i proverbi e i modi di dire dei dialetti italiani}}'', Youcanprint Self-Publishing, Lecce, 2019. ISBN 9788831604536, [https://books.google.it/books?id=EMKIDwAAQBAJ&lpg=PA60&dq=Farse%20afferr%C3%A0%20pe%20pazzo.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60].</ref>
:''Farsi immobilizzare come un folle.''
::{{spiegazione|Dare in escandescenze. Essere in preda a un'ira incontenibile. Montare su tutte le furie.}}
*'''Fatt'e buono.'''<ref name=altarbeiter/>
:''Bell'e fatto.''
*'''Fell' {{sic|e'}} pastiera.'''<ref name="slice">Citato in [[Riccardo Brun]], ''Genova express'', Manifestolibri, 2002, [https://books.google.it/books?hl=it&id=J3PyAAAAMAAJ&dq=fell%27+%27e+pastiera&focus=searchwithinvolume&q=pastiera p. 41]. ISBN 8872852730</ref>
:''Fetta di pastiera.''
::{{spiegazione|''È 'na fell' 'e pastiera'': è una persona che non ispira simpatia, di carattere chiuso, greve, cupo, malmostoso; una persona insomma pesante, indigesta.}}
*'''Fernesce tutto a tarallucce e vino.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 173.</ref>
:''Finisce tutto a tarallucci e vino.''
::{{spiegazione|Tutto finisce a tavola con un pranzo; cioè senza prender veramente le cose sul serio.}}
*'''Fessarie 'e cafè.'''<ref>Citato in Ruggero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PT77&dq=fessarie%20'e%20cafe'&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788807883880</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle da caffè.''
::{{spiegazione|Chiacchiere futili mentre si sorseggia un caffè al bar. E tuttavia, poiché a volte capita che le futili chiacchiere degenerino in accese polemiche, si usa dire, per stemperare la tensione: ''Fessarie 'e cafè!''}}
*'''{{sic|Ffa}}<ref name=Φ/> palicco<ref>Stuzzicadenti.</ref>.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 126.</ref> o '''Restà a {{sic|ppalicco}}.'''<ref name=palillo>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 487.</ref> o '''Spassarse co lo palicco.'''<ref name=palillo/>
::{{spiegazione|''Fa' palicco.'' "Fare stuzzicadenti" o, nelle varianti: restare a stuzzicadenti; divertirsi, spassarsela con lo stuzzicadenti: restare a bocca asciutta, digiunare; digiunare mentre altri mangiano.}}
*'''Ffiglia 'e bbona crestiana.'''<ref name=bocri>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 124.</ref>
:''Figlia di buona cristiana.''
::{{spiegazione|(Al maschile: ''Figlio 'e buono crestiano'') Furba, scaltra.}}
*'''Figlio 'e bucchino.'''<ref>Citato in Cosimo Aruta, ''{{sic|il}} '68 di un borghese riveduto e corretto'', Pellegrini Editore, Cosenza, stampa 2005, [https://books.google.it/books?id=Y8SPIc7kGpQC&lpg=PA284&dq=&pg=PA284#v=onepage&q&f=false p. 284]. ISBN 88-8101-253-7</ref>
:''Figlio di [[fellatio]]. Figlio nato da una fellatio.''
::{{spiegazione|Scaltrissimo, superscaltrissimo.}}
*'''Figlio 'e 'ntrocchia'''<ref>Lo scaltro "te lo fa negli occhi" (latino: ''intra oculos''). Su questo ed altri possibili etimi {{cfr}} più dettagliatamente ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 143.</ref>.<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 142.</ref><ref>Citato in '''E scugnizze'', p. 64.</ref>
:''Figlio di "'ntrocchia."''
::{{spiegazione|Sveglio, scaltro.}}
*'''Figli'e zoccola.'''<ref name=furniture/>
:''Figlio di [[ratto|pantegana]] (in senso lato: donna di assai facili costumi).''
::{{spiegazione|Persona scaltrissima, scaltrissima e spregiudicata.}}
*'''Foss' 'a Madonna!'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
:''Volesse il Cielo!''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 309.</ref>
*'''Fosse angiulo 'a vocca vosta.'''<ref>Citato in Antonino Gglielmi, ''Mariuoki... ma onesti'', [https://books.google.it/books?id=EKPeAwAAQBAJ&lpg=PA38&dq=&pg=PA38#v=onepage&q&f=false p. 38]</ref>
:''Fosse angelo (che è veritiero per essenza) la vostra bocca!''
::{{spiegazione|Che possa avverarsi quello che dici (dite), che mi auguri (augurate)|}}
*'''Foss'o Ddio!'''<ref>Citato in ''Rivista italiana di dialettologia'', Cooperativa libraria universitaria editrice, 2000, vol. 23-24, [https://books.google.it/books?hl=it&id=VEkqAQAAIAAJ&dq=%27o+libro+s%27%C3%A8+fernuto&focus=searchwithinvolume&q=foss%27o+ddio p. 135].</ref>
:''Letteralmente: "Fosse il Dio!"''
::{{spiegazione|Lo volesse Dio! Fosse questa la volontà di Dio! Magari, magari!}}
*'''Frijenno magnanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 830.</ref>
:''Friggendo mangiando.''
::{{spiegazione|Cibo da mangiare appena fritto, immediatamente, dalla padella al palato. Più in generale si dice di cose che vanno fatte con estrema rapidità, senza pause, senza intervalli, con assoluta continuità.}}
*'''Frijere 'o pesce cu ll'acqua.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania'', Simonelli Editore, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA43&dq=frijere%20%20'o%20pesce%20cu%20ll'%20acqua&hl=it&pg=PA43#v=onepage&q&f=false p. 43.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
:''Friggere il pesce con l'acqua.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa senza disporre dei necessari mezzi, ingegnarsi a farla nel modo più economico, essere in estrema povertà.}}
*'''Frisco 'e rezza.'''<ref>Citato in ''A Neopoli nisciuno è neo'', [https://books.google.it/books?id=Or2ODAAAQBAJ&lpg=PT9&dq=frisco%20'e%20rezza&hl=it&pg=PT9#v=onepage&q&f=false.]</ref>
:''Fresco di rete. (Pesce freschissimo, appena pescato.)''
*'''Frisco frisco.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo, {{small|Vierze e prose nove e becchie de Luigi Chiurazzi, e d'autre}}''', anno III, 1877-1878; n. 6, 7 aprile 1877, [https://books.google.it/books?id=0T4_AQAAMAAJ&dq=&pg=PP31#v=onepage&q&f=false p. 3]</ref>
:''Fresco fresco.''
::{{spiegazione|All'improvviso.}}
*'''Frusta llà.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 196.</ref>
::{{spiegazione|Verso con cui si scaccia un gatto.}}
*'''Fruttecielle''' o '''Fruttille 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 185.</ref>
:''Piccoli frutti degli occhi''
::{{spiegazione|Le Pupille e, più precisamente, le iridi.}}
*'''Funa fraceta.'''<ref>Vitato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 192 ; p. 541.</ref>
:''Fune fradicia.''
::{{spiegazione|Scansafatiche, accidioso.}}
==G==
*'''{{NDR|'E}} Gallenelle<ref>'A gallenella: diminutivo di gallina. Nome dato al [[w:|rallus acquaticus]]. {{cfr}} D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 194.</ref>
:''Le gallinelle.''
::{{spiegazione|Le [[Pleiadi]].}}
*'''Gattefelippe.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, [https://books.google.it/books?id=hgpEAAAAcAAJ&dq=gattefelippe&hl=it&pg=PA163#v=onepage&q=gattefelippe&f=false p. 163].</ref>
:''Complimenti, tenerezze, espressioni amorose, per lo più fatte di nascosto, segni fatti mimicamente indicanti amorosi rapporti. ''<ref>Definizione in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano.'', vol I, p. 163. </ref> '' Effusioni fra innamorati.''
*'''Gattimma.'''<ref name=chauchat/>
:''L'ardore libidinoso de' gatti, Caldo, Fregola.''<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
*'''Gente 'e<ref>Nella fonte:'è, refuso.</ref>miez' 'a via.'''<ref>Citato in Marcello Ravveduto, ''Napoli-- serenata calibro 9, {{small|storia e immagini della camorra tra cinema, sceneggiata e neomelodici}}'', Liguori, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=vAXwAAAAIAAJ&q=gente+e+miez%27+%27a+via&dq=gente+e+miez%27+%27a+via&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitv6SVq-vkAhWiw4sKHdjYB3AQ6AEINzAC p. 168].</ref>
:''Gente di (in) mezzo (al)la strada. Gente della strada.''
::{{spiegazione|Persone che si procurano di che vivere al di fuori della sicurezza e dell'ordine legali. La spietata durezza, l'alea e il pericolo della vita in strada (''miez' 'a via'') rappresentano la dimensione abituale in cui operano, diventano lo spazio cui appartengono, finiscono per foggiare uno "stile" di vita: (in modo definito) delinquenti, (in modo più sfumato) persone che vivono ai margini della legalità − su una linea di confine molto incerta, fluida − di espedienti per lo più illeciti.}}
*'''Gesù, Gesù, Giuseppe Sant'Anna e Maria!'''<ref>Pronuncia: Gəsù, Gəsù, Giuseppə, sant'Annə e Mariə!</ref><ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Fosse 'a Madonna!'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT78&dq=ges%C3%B9%20gesu%20giuseppe%20sant'anna%20e%20maria&hl=it&pg=PT78#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Espressione di grande meraviglia, sorpresa, sconcerto.}}
*'''Ggesù chìste só nnùmmere!'''
:''Gesù questi sono [[numero|numeri]]!''
::{{spiegazione|Queste sono cose da pazzi (talmente fuori dalla norma che sarebbe il caso di giocare al [[lotto]])!<ref>Citato in Amato, p. 163.</ref>}}
*'''Ghi' 'e pressa.'''<ref name=marsh! />
:''Andare di fretta.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Giosuè Carducce accattava 'e cavalle e 'e vvenneva pe ciucce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, 2012. ISBN 978-1-291-01117-3, ''Il morto supplente'', [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=antonino%20guglielmi&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Giosuè Carducci comprava i cavalli e li vendeva come asini.''
::{{spiegazione|Si dice di chi ha uno straordinario talento per gli affari in perdita.}}
*'''Giovedì murzillo.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno IV, parlata 25, 24 gennaio 1863, p. 92.</ref>
:''"Giovedì bocconcino".''
::{{spiegazione|Giovedì grasso, giorno in cui ci si mangiano molti ''murzille sapurite'', ghiottonerie, leccornie, manicaretti.}}
*'''Giorgio se ne vò ì e 'o vescovo 'o vò mannà!'''<ref>Citato in ''Lares'', bollettino della Società di etnografia italiana, 1934, p. 110, nota 11. {{Cfr}} ''Rassegna storica del Risorgimento'', 1938, Volume 25, Parte 3, p. 950.</ref>
:''Giorgio vuole andarsene e il vescovo vuole licenziarlo.''
::{{spiegazione|Due persone che si trovano d'accordo sul proprio disaccordo, entrambe restano catturate in un circolo vizioso perché fanno qualcosa di propria iniziativa senza però farla di buon grado: Giorgio non si licenzia perché teme di offendere il vescovo che non lo licenzia perché teme a sua volta di offenderlo. Quindi: fare malvolentieri qualcosa che, per giunta, non era neppure stata richiesta.}}
*'''Giubbox'''<ref>Citato in Zazzera ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 87.</ref>
:''[[w:Juke-box|Juke-box]]''
::{{spiegazione|Commessi di uffici pubblici che si risvegliano dal profondo letargo, si riscuotono dalla totale inerzia, si attivano solo se opportunamente incentivati da una mancia.}}
*'''Gnemmegnemme.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Parole eufoniche, onomatopee tratte dal mollemente ritardato parlare e conseguentemente agire dei dappoco.<ref>La spiegazione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 123.</ref>Persona estremamente lenta nel parlare e nell'agire. "Tattamèa. [[Giuseppe Rigutini|Rigutini]]: «È una tattamèa che fa cascare il pan di mano a sentirlo e vederlo». E «Fiaccamidolle» lo dicono a Pistoia."<ref>In Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 184.</ref>. Come avverbio: pian pianino, lemme lemme.}}
*'''Gradiata a babaluscia.'''<ref>O: a babbaluscia</ref>.<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 37</ref>
:''Scala a chiocciola o a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 37.</ref>
*'''Gradiata a caracò.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 125.</ref>
:''Scala a chiocciola, a lumaca.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 125.</ref>
*'''Grastulelle 'e piatte.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>
::{{spiegazione|Piccoli cocci di piatti usati ben torniti e arrotondati che, in mancanza di monete metalliche, erano impiegati ai ragazzi come poste di gioco, una sorta fiches senza corrispettivo in denaro<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 61.</ref>.}}
*'''Grazie Orazio!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 190.</ref>
:''Grazie, Orazio!''
::{{spiegazione|Grazie... "all'Orazio": si ringrazia, con estrema ironia, per un beneficio che sarebbe stato meglio non aver mai ricevuto, essendosi rivelato inatteso e tutt'altro che benefico; e – volendosi mantenere, nonostante tutto, cortesi – si evita di nominare una parte anatomica maschile, evocandola però, con l'impiego – in sostituzione – del nome proprio di persona, piuttosto assonante...}}
*'''Guainella, guaine', brié, ahò!'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 150.</ref>
::{{spiegazione|Grido di incitamento degli scugnizzi che, nel lontano passato, si affrontavano in alcune zone di Napoli in una gara a squadre violenta scagliandosi sassi. La sassaiola terminava con la resa di una delle due squadre. Gli scugnizzi armati di pietre erano detti ''''e guagliune {{sic|d'}} guainella.<ref>'E guagliune d' 'a guainella. I ragazzi della "''guainella''"</ref>'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 151.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} guaio 'e notte.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Rerenno e pazzianno, {{small|poesie napoletane, parte terza}}'', [https://books.google.it/books?id=sBjsAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20].</ref>
:''Un guaio di notte.''
::{{spiegazione|Un problema di estrema, quasi irrimediabile gravità, un guaio molto molto serio. Ed anche: ''Sì nu guaio 'e notte!''. Tu sei un guaio di notte!: Mamma mia, sei una vera e propria sciagura, una calamità, tu sei di una molestia, una noia soffocante, mortale! Un flagello di Dio!}}
==H==
*'''Ha da passa' 'a nuttata.'''<ref>Cfr. E. De Filippo, ''Napoli milionaria'', in ''I capolavori di Eduardo'', Einaudi, p. 138.</ref>
:''La [[notte]] dovrà pur passare.''
*'''Ha fatto 'a fine d<nowiki>'</nowiki>'o tracco: tanti bbòtte e po' dint'a' munnézza!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 248.</ref>
:''Ha fatto la fine del [[petardo (pirotecnica)|mortaretto]]: tanti scoppi o poi nella spazzatura.''
::[[w:Sic transit gloria mundi|Sic transit gloria mundi]]: Grande pompa, arroganza, prepotenza quando era al culmine del potere, fine indecorosa ed oblio quando l'astro è tramontato. Smargiassate di una tigre di cartapesta, vanterie e spacconate inconsistenti.
*'''Ha fatto 'a primma féscena pampanosa'''<ref name=failure>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 15.</ref>oppure '''Ha fatto 'a primma féscena tutta chiaccune<ref>Pampini. '''O chiaccone'': il pampino.</ref>.'''<ref name=failure/>
:''Ha fatto (riempito) il primo cesto pampinoso (pieno di soli pampini).'' ''Ha fatto (riempito) il primo cesto tutto (di) pampini.''
::{{spiegazione|Ha iniziato immediatamente con un errore, ha fallito in partenza.}}
*'''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=%27aparatura+e+%27e+centrelle&focus=searchwithinvolume&q=centrelle p. 105].</ref>
:''Ha perso l'addobbo e i chiodini.''
::{{spiegazione|''Ha perzo l'aparatura e 'e centrelle'' (o ''Avimmo perduto 'aparaura e 'e centrelle'': abbiamo perso l'addobbo e i chiodini): vento e pioggia hanno divelto e distrutto i drappi di stoffa pregiata con cui era stato ornato il portale della chiesa. In senso ampio: ha/abbiamo perso tutto.}}
*'''Ha vuttato l'uosso 'o cane.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 284.</ref>
:''Ha buttato l'osso al cane.''
::{{spiegazione|Se l'è cavata a buon mercato. ''Hê vuttato l'uosso 'o cane'': te la sei cavata con poco, oppure: agli altri hai lasciato solo le briciole, il grosso te lo sei preso tu.}}
*'''Haje fatto pasca co ste biole.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 17.</ref>
:'' ''Haje fatto Pasca cu 'sti viole.'' Hai festeggiato Pasqua con queste viole...''
::{{spiegazione|Senza disporre di adeguati mezzi economici non si realizza nulla.}}
*'''Haje truvato 'a forma d' 'a scarpa toja.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 216.</ref>
:''Hai trovato la forma della tua scarpa.''
::{{spiegazione|Hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Hanno fatto aummo aummo, Aummaria.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Hanno fatto tutto in gran segreto, di nascosto.''
*'''He 'a murì rusecato da 'e zzoccole<ref>Questo termine ha significato duplice: ratto e donna di facili costumi.</ref> e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.'''<ref>Citato in Autori Vari, '''A mamma d' 'e fesse è sempe prena, {{small|La mamma degli imbecilli è sempre incinta, Selezione dei Proverbi e dei Modi di Dire nei Dialetti della Campania con traduzione in italiano}}'', Simonelli Editore, Milano, 2006. ISBN 88-7647-103-0, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72]</ref>
:''Devi morire roso dai ratti e il primo morso deve dartelo tua madre.''
*'''Hê mise 'e campanelle 'ncanna â jatta.'''<ref name=notnot/>
:''Hai messo le campanelle in gola alla gatta.''
::{{spiegazione|Hai destato sospetti. ''Mettere 'e campanelle ncanna â jatta (o: 'a gatta)'': scoprire maldestramente, incautamente il proprio gioco, le proprie intenzioni, rivelare ciò che andava taciuto. Mettere sull'avviso il nemico. Destare sospetti.}}
*'''Hê truvato 'America.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', III, p. 246.</ref>
:''Hai tovato l'America.''
::{{spiegazione|Hai trovato una comoda fonte di ricchezza e prosperità. Fai la pacchia. Te la passi proprio bene bene. ''Hê menato' 'a rezza int' 'a l'oro.'' Hai gettato la rete nell'oro.}}
==I==
*'''I' dico ca chiove, ma no che diluvia.'''<ref name=geheimnis>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Io dico che piove, ma non che diluvia.''
::{{spiegazione|Siamo sì in una situazione molto difficile, ma non irreparabile. Più in generale: non esageriamo!}}
*'''I faccio {{sic|portose}} e tu gaveglie.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 122.</ref>
:'' ''I' faccio pertose e tu gaveglie.'' Io faccio buchi e tu cavicchi (per otturare i buchi).''
::{{spiegazione|Io faccio e tu disfi, io creo e tu distruggi, io aggiusto e tu guasti; smettila di crearmi difficoltà, di mettermi i bastoni fra le ruote!}}
*'''Í ‘nfreva.'''<ref>Citato in Colomba R. Andolfi, ''Chicchi di grano. {{small|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Guida, Napoli, ISBN 88-6042-114-4 [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA44&dq=&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>
:''Andare in febbre.''
::{{spiegazione|''Jí ''o'' ghì 'nfreva''. Essere presi, scossi da una collera, da una rabbia fortissima – così forte da somigliare ad una febbre – sentirsi rimescolare il sangue di fronte all'assoluta ingiustizia, all'insopportabile assurdità, all'esosità manifesta di determinate situazioni. Essere contrariatissimi, stizziti, non accettare, non sopportare assolutamente qualcosa. ''Sta cosa ccà me fa jí 'nfreva'', questa cosa qui non la posso proprio sopportare, mi fa salire la rabbia alla testa.}}
*''''I stramacchio'''<ref>Citato in [[Mimmo Borrelli]], '''Nzularchia'', Baldini&Castoldi, Milano. ISBN 978-88-9388-516-4, [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT71&dq=&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71]</ref>
::{{spiegazione|Di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, sottobanco, alla chetichella, aggirando le regole. Es. "Aggio trasuto, l'aggio pigliato, l'aggio avuto, l'aggio fatto 'i stramacchio ('e stramacchio)." Sono entrato, l'ho preso, l'ho avuto, l'ho fatto, di nascosto, furtivamente, con un sotterfugio, ''aumma aumma''.}}
*'''I' te murtèo.'''<ref name=βασκαίνω>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>
:''Maledico l'anima dei tuoi defunti (dell'avversario o dell'interlocutore verso cui c'è forte risentimento o astio).''
::{{spiegazione|Espressione del gergo "più basso e difficile<ref>Così Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>" di cocchieri e facchini di Napoli. Il verbo '''murtiàre'''<ref name=βασκαίνω/> – usato solo all'attivo indicativo – deriva dal sostantivo '''murtiàta'''<ref name=βασκαίνω/> (l'azione di scagliare anatemi, maledizioni, espressioni blasfeme contro i defunti). L'uso di scagliare anatemi contro i defunti risale a tempi antichissimi ed è correlato al culto ancestrale di cui affiorano tratti mai del tutto scomparsi nelle popolazioni meridionali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 665, nota 11.</ref>}}
*'''Iette pe' se fa' 'a croce e se cecaje n'uocchio.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 217.</ref>
:''Andò per farsi la croce e si accecò un occhio.''
::{{spiegazione|Una persona incredibilmente sfortunata, un progetto fallito dal principio.}}
*'''Iì a fa' 'o battesimo senz' 'a criatura.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 218.</ref>
:''Andare a fare (celebrare) il battesimo senza il bambino.''
::{{spiegazione|Imbarcarsi in un'impresa senza avere le idee chiare.}}
*'''Iiih-isce!<ref>Dal greco ''Ische!'' Fermati! {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Ordine di arresto impartito al cavallo dal cocchiere o dal carrettiere.}}
*'''Io me faccio 'a Croce c<nowiki>'</nowiki>'a mano 'a smerza.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''{{sic|il}} commisssario'', [https://books.google.it/books?id=_JveAwAAQBAJ&lpg=PA19&dq=me%20faccio%20e%20croce%20ca%20mmano%20smerza&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q&f=false p, 19 Anteprima Google] e Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=smerza&f=false p. 273]</ref>
:''Mi faccio il segno della croce al contrario (con la mano sinistra).''
::{{spiegazione|Io non ci posso credere.}}<ref>Spiegazione in Ledgeway, {{cfr}} ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 273.</ref>
*'''Illurto.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''Il pane.''
*''''Int'a 'na vutat' 'e mente.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 147.</ref>
:''In una girata di mente. In un improvviso, repentino cambio di pensiero.''
*'''''Io me chiammo 'nzalata | si nun si tu, è {{sic|nata}}.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 653.</ref>
:''Io mi chiamo insalata | se non sei tu, è un'altra (un'altra donna).''
*'''Inta a scurdata.'''<ref>Citato in [[Pino Aprile]], ''Il Sud puzza'', PIEMME, [https://books.google.it/books?id=QciRAQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Pino%20Aprile&hl=it&pg=PT57#v=onepage&q&f=false p. 57]</ref>
:''A cose dimenticate, quando ormai non ci pensi più, quando più credi di averla fatta franca, quando meno te lo aspetti.''
*'''Ire {{NDR|Jì}}''' o '''Riuscì a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Andare o riuscire, risultare in crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
==J==
*'''Jacovella.'''<ref>Citato in Domenico Iaccarino, ''Galleria di costumi napolitani'', Stabilimento tipografico dell'Unione, Napoli, 1875, [https://books.google.it/books?id=f84GAAAAYAAJ&dq=na%20jacovella&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
::{{spiegazione|Situazione, cosa, condotta poco seria, superficiale, confusa, inconcludente, che crea disordine. Un inconsistente, pretestuoso, inconcludente, ripetuto tergiversare, fare a tira e molla. Accampare artificiosamente, con grossolana astuzia pretesti su pretesti, ordire intrighi, servirsi di sotterfugi per sottrarsi ad un impegno, per ingannare, raggirare. Es. ''Chesta è 'na jacovella!'' Questa è una pagliacciata! Qui non c'è niente di serio! È tutta una presa in giro!}}
*'''Jammmo a vere'.'''<ref>Citato in Carlo Giarletta, ''Anime partenopee'', [https://books.google.it/books?id=bIwxDwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=jammo%20%20ver%C3%A9&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Andiamo a vedere.''
::{{spiegazione|Decidiamo, vediamo cosa dobbiamo fare.<ref>In ''Anime parternopee'', p. 36.</ref>}}
*'''Jamme<ref>Andiamo.</ref> bell', ja!'''<ref>Citato in Giuseppe Savorra, ''Un cicerone napoletano'', Youcanprint, Tricase (LE), 2015 [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=jamme%20belle%20ja'&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=jamme%20belle%20ja'&f=false p. 41] ISBN 9788893216982</ref> o '''Jammo bello, jà'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 373.</ref>
::{{spiegazione|Molte sfumature di significato date dalla modulazione del tono della voce. Fra le possibili: Su, su!, Sbrighiamoci!, Che esagerazione!, Che bugia!, l'hai sparata proprio grossa!}}
*'''Jencherse 'o vernecale<ref>''<nowiki>'</nowiki>O vernecale'': la ciotola; contenitore in cui i cambiavalute riponevano le monete.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 455.</ref>
:''Riempirsi la "ciotola".''
::{{spiegazione|Riempirsi lo stomaco, farsi una scorpacciata, rimpinzarsi, satollarsi ben bene.}}
*'''Jenno cernenno.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 376.</ref>
:Letteralmente: ''Andando vagliando.''
::{{spiegazione|Distingui distingui, discerni discerni, vaglia vaglia, ben esaminando, tutto ben considerando, a ben vedere il tutto, salta fuori che...}}
*'''Jèsce arrusto'''<ref>Bistecca ai ferri {{cfr}} ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>'''!...'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 100.</ref>
:''Non farti (fatevi) troppe illusioni.''
::{{spiegazione|In passato mangiare carne costituiva un lusso che ci si poteva concedere assai di rado.}}
*'''Jí mparaviso pe scagno.'''<ref name=Paradise>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PA71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Andare in [[Paradiso]] per errore.''
::{{spiegazione|Avere una fortuna assolutamente imprevedibile.}}
*'''Jì truvann' a Cristo a dint' e lupini.'''<ref>Citato (in forma negativa) in Giuseppe Savorra, ''Un Cicerone napoletano'', Youcanprint, Self-Publishing, Tricase (LE), 2015, [https://books.google.it/books?id=-KMbCwAAQBAJ&lpg=PA85&dq=Cristo%20dint'e%20lupini&hl=it&pg=PA85#v=onepage&q&f=false p. 85.] ISBN 9788893216982</ref>
:''Cercare Cristo nei lupini.''
::{{spiegazione|Essere eccessivamente pignolo; cercare pretesti, sottilizzare, cavillare, cercare il pelo nell'uovo.}}
*'''Jì truvanne ciaranfe.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 193.</ref>
:''(Andare trovando) Cercare pretesti per litigare.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref>ngattimma.'''<ref name=chauchat>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 181.</ref>
:''Essere eccitati come i gatti. Andare in fregola.''
*'''Jire<ref>In forma corrente: Jì'.</ref> spierto e demierto comm'u malo denaro.''' Oppure '''Jire spierto e demierto.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 396.</ref>
:''Andare sperduto e disperso come il denaro guadagnato disonestamente. Oppure, semplicemente: andare sperduto e ramingo. ''
*'''Jirsenne a gloria d'i cardune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
:''Andarsene a gloria dei cardoni.''
::{{spiegazione|Morire. Andare a ingrassare i cavoli.}}<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 80.</ref>
*'''Jirsenne nzuocolo<ref>Nzuócolo:Dondoloni.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>
:''Andarsene dondoloni dondoloni.''
::{{spiegazione|Andarsene in sollucchero, in visibilio, in broda di succiole o giuggiole.<ref>Spiegazione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 270.</ref>}}
*'''Jurnata mosce.<ref>Citato in Apicella, ''Il frasario napoletano'', p. 45.</ref>'''
:''Giornata moscia.''
::{{spiegazione|Giornata in cui gli affari vanno a rilento, di scarsi guadagni.}}
*'''Justo justo.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 215.</ref>
:''Giusto giusto, preciso preciso.''
::{{spiegazione|Esattamente, precisamente, a puntino.}}
==L==
*'''L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.'''<ref>Citato in Giuseppe Montesano, ''Nel corpo di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=MoqeCQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Montesano&hl=it&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169 Anteprima Google]</ref>
::{{spiegazione|Le cose vanno irrimediabilmente male. Mancano le condizioni per realizzare un progetto.}}
*'''L'acqua nfraceta li bastimiente a mare.'''<ref>Citato in ''Il flauto magico'', Raffaele Miranda, Napoli, 1824, [https://books.google.it/books?id=Vk0sQ5myvzwC&dq=acqua%20nfraceta%20%20mare&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Google Book]</ref>
:''L'acqua infradicia le navi a mare.''
::{{spiegazione|L'acqua – con questo paradossale argomento il bevitore di vino la rifiuta – fa male, procurandosi così una giustificazione per abbandonarsi a bevute omeriche.}}
*'''L'urdemo lampione 'e forerotta.'''<ref>Citato in Pasquale Guaglianone, ''Tante navi Tante storie'', Nuova Santelli, [https://books.google.it/books?id=EoRUAwAAQBAJ&lpg=PT21&dq=L'urdemo%20lampione%20'e%20Forerotta&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false]</ref> o '''{{NDR|L'}} Urdemo lampione 'e Fuorerotta.'''<ref name=rent/>
:''L'ultimo [[lampione]] di Fuorigrotta.''
::{{spiegazione|Ultimo dei lampioni a gas di Fuorigrotta e contrassegnato con il numero 6666: quattro volte scemo nella smorfia napoletana; è forse questo il motivo per cui passò in proverbio a significare: persona di scarso o nessun valore, senza importanza, che non conta pressoché nulla.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 28.</ref>}}
*'''La carne se venne a la chianca.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=lo%20spassatiempo&hl=it&pg=PT127#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La [[carne]] si vende in macelleria.''
::{{spiegazione|Non puoi sfruttarmi come uno schiavo. Sono un uomo, non carne che si vende a peso.}}
*'''Lampe e tuone.'''<ref>Citato in [[Carlo Cracco]], ''La grande cucina italiana. {{small|Campania}}'', RCS libri, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=wk5oAwAAQBAJ&lpg=PT66&dq=&pg=PT66#v=onepage&q&f=false p. 66].</ref>
:''Lampi e tuoni.''
::{{spiegazione|Pasta e ceci.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''La grande cucina italiana'', p. 66.</ref>}}
*'''Lasco de<ref name=epsilon/>vrachetta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>
:''Lasco 'e vrachetta: "Largo", allentato, lasco di (nella) abbottonatura dei pantaloni, di patta.''
::{{spiegazione|{{sic|Donnajuolo}}.<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 426.</ref>}}
*'''''Lassamme fà 'a Dio.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 655.</ref>
:''Lasciamo fare a Dio. Affidiamoci a Lui, interamente, senza riserve.''
*'''Lella palella.'''<ref name=zart>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
:''Cheta cheta, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow>La traduzione è in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 207.</ref>
*'''{{sic|Leva}} l'ummeto.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 3, p. 2.</ref>
:''Togliere l'umido''
::{{spiegazione|Levà' l'ummeto: Togliere i succhi, gli umori vitali: annoiare mortalmente.}}
*'''Leva' 'a lanterna 'a 'nnanze a Carnevale.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>
:''Togliere la lanterna davanti a [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Togliere a qualcuno il suo svago preferito.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 206.</ref>}}
*'''Levà' 'a purpètta 'a dint'a 'o piatto a uno.'''<ref name=copper/>
:''Togliere la [[polpetta]] dal quatto di qualcuno.''
::{{spiegazione|Derubare una persona di una cosa guadagnata con grande fatica.}}
*'''Leva lè.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 203.</ref>
:''Togli, to'! Via! Vai via!''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere rifiuto, repulsione.}}
*'''Levarse i rappe d'a panza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Togliersi le grinze dalla pancia.''
::{{spiegazione|Sfamarsi.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>}}
*'''Levarse 'o sfizio.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=6rM-AAAAIAAJ&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&focus=searchwithinvolume&q=sfizio], p. 112.</ref>
:''Cavarsi il gusto.''
*'''Levate 'o brito!'''<ref>Citato in [[Antonio Ghirelli]], ''Storia di Napoli'', Einaudi, Torino, 1992, p. 293. ISBN 88-06-12974-0</ref>
:''Togliete dalla tavola il vetro: bicchieri, bottigli, caraffe!''
::{{spiegazione|Comando che gli osti impartivano prima della chiusura del locale. In senso lato: affrettatevi a concludere il lavoro perché il tempo per portarlo a termine sta per scadere.}}
*'''Leve mane!'''<ref name=gliommero/>
:''Togli (le) mani.''
::{{spiegazione|Lascia perdere.}}
*'''Li profunne de casa de lo Diavolo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, anno I, n. 7, 30 gennaio 1866, p. 2.</ref>
:'' ''<nowiki>'</nowiki>E profunne 'e casa d' 'o Diavulo.'' Le profondità di casa del Diavolo.''
::{{Spiegazione|L'Inferno.}}
*'''Liéggio 'e mano.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?hl=it&id=h1cRAQAAIAAJ&dq=mpren%C3%A0%27+%27e+feneste&focus=searchwithinvolume&q=mano]</ref>
:''Leggero di mano. Di mano leggera.''
::{{Spiegazione|Abile nel rubare. ''Arape ll' uocchie ca è lieggio 'e mano.'' Tieni gli occhi bene aperti perché ''è 'na mana leggia'', ''mena 'o rancio'', è ladro.}}
*'''Lillo palillo.'''<ref name=zart/>
:''Cheto cheto, pian piano, adagio adagio. Senza fasto, alla buona.''<ref name= slowslow/>
*'''Limma sorda.'''<ref>In ''Vocabolario domestico napoletano e toscano'', p. 422.</ref>
:''[[Lima (strumento)|Lima]] sorda (che non fa rumore).''
::{{spiegazione|Chi offende di nascosto.}}
*'''Lindo e pinto.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 149.</ref>
:''Lindo e ben lustro (dipinto).''
::{{spiegazione|Azzimato, curatissimo, estremamente elegante (con una lieve sfumatura di ironia: elegantissimo, curatissimo, ma anche un po' artificioso, stucchevole, innaturale).}}
*'''Lisce 'e scorze.'''<ref name=schälen>Citato in '''E scugnizze'', p. 19.</ref>
:''Lisce di scorze.''
::{{spiegazione|''Essere liscio 'e scorza'': Stare con la coscienza pulita).}}
*'''Lisciabusso.<ref>Per ''lisciabusso'' vedasi più in dettaglio ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>
:''Un violento [[rimprovero]].<ref>Traduzione in ''Manuale di napoletanità'', p. 53.</ref>''
*'''Liscio e sbriscio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 227.</ref>
:''Liscio e vuoto''
::{{spiegazione|Antico modo di dire napoletano: ''Stongo liscio e sbriscio (o liscesbriscio).'' Sono al verde, senza un soldo, in miseria.}}
*'''Ll'anema 'e.'''<ref>Citato in Russo, '''O "Luciano" d' 'o Rre'', p. 61.</ref>
:''L'anima di.''
::{{spiegazione|Una notevole quantità.}}
*'''Ll'opera d'e pupe.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola.'', p. 109.</ref>
:''Il teatro delle marionette.''
::{{spiegazione|"Fa' ll'opera d'e pupe": scatenare un putiferio.<ref>La spiegazione è di Patrizia Rotondo Binacchi, {{cfr}} ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 109.</ref>}}
*'''Lloco te voglio zuoppo a sta sagliuta!'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', anno II, Parlata 143, 12 giugno 1861, p. 571.</ref>
:''Qui ti voglio, zoppo, davanti a questa salita!''
::{{spiegazione|Hai tanto vantato, strombazzato e propalato le tue straordinarie capacità ed ora che viene il difficile, voglio vedere di che pasta sei fatto e sarà evidente quello che in realtà sei: nient'altro altro che un millantatore, un fanfarone buono solo a fare chiacchiere.}}
*'''Lo zugo de lo tombagno.<ref>Fondo della botte.</ref>'''<ref>Locuzione antica. Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 363.</ref>
:''Il succo del [[botte|tombagno]].''
::Il [[vino]]
==M==
*'''M'haje mbriacato de<ref name=epsilon/>percoche.<ref>'A percoca: la pesca gialla.</ref>'''<ref name=brokegg/>
:''Mi hai ubriacato di pesche.''
::{{spiegazione|('''Mbriacà' 'e percoche:'' Riempire di belle e vuote chiacchiere.) Mi hai infarcito la testa di belle e vacue parole, di vuote ciance.}}
*'''Ma addò stammo? Â cantina 'e vascio puorto? 'O rutto, 'o pireto e 'o sango 'e chi t'è muorto?!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 223.</ref>
:''Ma dove siamo? Nella cantina giù al porto? In mezzo al rutto, al peto e alla bestemmia?!''
::{{spiegazione|Il panorama sonoro non è certo dei più gradevoli: gli avventori qui danno la stura, senza contenersi, senza freno né inibizione alcuna, alle manifestazioni più squallide delle umane miserie e alla più brutale volgarità. L'espressione è quindi riferita alle occasioni in cui si debba constatare – sbalorditi – di trovarsi fra persone e in ambienti volgari, da cui ogni urbanità è stata bandita per sempre. Ma in mezzo a quali zoticoni siamo mai capitati?!}}
*'''Ma che vaco mettenno 'a fune 'a notte?'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 215.</ref>
:''Ma vado forse a mettere la fune (la) di notte?''
::{{spiegazione|''Jì mettenno 'a fune 'a notte.'' Andare a mettere la fune di notte: antica tecnica di rapina eseguita tendendo, di notte, in strade buie, una fune fra due estremi della carreggiata perché pedoni e viaggiatori in carrozza, travolti dalla caduta, una volta a terra venissero derubati. L'espressione significa: ma credi che il denaro, anziché guadagnarlo col lavoro, vado a rubarlo di notte? Il prezzo che chiedi è ingiustificato, esorbitante.}}
*'''Ma tu overo faje?'''<ref>Citato in Carmela Capitale, ''Vox Musae, {{small|cantate e ballate intorno al mare, al cielo e la terra}}'', Aletti Editore, Villanova di Guidonia, 2017. [https://books.google.it/books?id=emkuDwAAQBAJ&lpg=PT63&dq=&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63]. ISBN 978-88-591-4299-7</ref>
:''Ma fai davvero?''
::{{spiegazione|Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto (di quello che dici, fai)?}}
*'''Maccarone.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 234.</ref>
:''Maccherone.''
::{{spiegazione|Babbeo, sciocco, credulone.}}
*'''Maccaròne, sàutame 'ncànna.'''<ref name=duesetteotto>Citato in Tosco, p. 278.</ref>
:''Maccarone, saltami in gola''.
::{{spiegazione|Descrizione di un accidioso.}}
*'''Maccarone senza pertuso.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 231.</ref>
:''Maccherone senza buco.''
::{{spiegazione|Stupido. Buono a nulla.}}
*'''Madama schifa 'o ppoco.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 85.</ref>
:''Madama Schifa il poco.''
::{{spiegazione|Una signora o, in genere, una persona che dà a vedere di essere schifiltosa, che ha atteggiamenti [[snob]].}}
*'''Madama senza naso.'''<ref name="nose">Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p004 Del parlar napoletano]'', Colonnese, Napoli, 2007 [1997], p. 27. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
:''La Morte.''
*'''Madonna mia fa' stà bbuono a Nnirone!'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 224.</ref>
:''Madonna mia, fai star bene [[Nerone]]!''
::{{spiegazione|L'invocazione, rivolta in modo quasi scherzoso alla Madonna affinché conservi Nerone in buona salute può essere interpretata in diversi modi: come preferenza per l'uomo forte, energico, autoritario, in grado di dare soluzione ai problemi con tempestività e risolutezza; come preghiera di mantenerlo in salute, malgrado la sua durezza, nel timore di un successore ancora più duro, come invito a non assecondare precipitosamente la volontà di deporlo perché chi gli succede potrebbe rivelarsi peggiore.}}
*'''Magnà carauttiélle.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
:''Mangiare cibo immaginario.''<ref>Carautielle: cibo immaginario. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>
::{{spiegazione|Digiunare per miseria.<ref>Carautielle: cibo immaginario. La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 84.</ref>}}
*'''Magna magna.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 3.</ref>
:''Mangia mangia.''
::{{spiegazione|La [[corruzione]] eretta a sistema. Es.: ''Addó vai vai è tutto 'nu mangia mangia'', dovunque vai è tutto un mangia mangia: non c'è scampo, è la corruzione diffusa, endemica, inveterata, inestirpabile. ''Essere 'nu magna magna'': essere un corrotto.}}
*'''Magnàrse ‘a rézza d<nowiki>'</nowiki>'o còre.'''<ref name=net />
:''Mangiarsi la rete del cuore (il pericardio).''
::{{spiegazione|Rodersi il fegato dalla rabbia.}}
*'''Magnarse 'e maccarune.'''<ref>Citato in Alfredo Antonarus, ''Moto a luogo'', Pendragon, 1994, [https://books.google.it/books?hl=it&id=NxhdAAAAMAAJ&dq=magnarse++%27e+maccarune&focus=searchwithinvolume&q=magnarse p. 82].</ref>
:''Mangiarsi i maccheroni.''
::{{spiegazione|Mangiare la foglia.<ref>La spiegazione è in ''Moto a luogo'', p. 82. </ref> Capire l'antifona. Capire le altrui intenzioni nascoste. Afferrare, intuire ciò che si intende tenere celato.}}
*'''Magnarecotta.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 478.</ref>
::{{spiegazione|Persona che vive dei proventi procuratigli da una donna che si prostituisce.}}
*'''Magne pane e fantasia.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 652.</ref>
:''(Visto che non hai altro) Mangia pane e fantasia''
::{{spiegazione|''Magnà pane e fantasia''. Mangiare pane e fantasia è la condizione di chi, costretto dalla povertà a sopportare i morsi della fame, mangia, quando è possibile, il pane e il companatico, che resta un puro miraggio, lo aggiunge con la fantasia che ne dispensa con abbondanza inesauribile, pari alla fame.}}
*'''Maie pe cumanno.'''<ref>Citato in Tommaso Pironti, 'O Lupommenaro d''o Mercato'', Libreria Editrice Teatrale T. Pironti, Napoli, senza anno, 1920, circa, ''[http://wwww.bibliocamorra.altervista.org/pdf/pirontiLupommenaro.pdf bibliocamorra]'', p. 17</ref>
:''Mai per comando.''
::{{spiegazione|Per favore, per cortesia.}}
*'''{{NDR|'O}} Male {{sic|e'}} dindò.'''<ref>Citato in Floriana Coppola, ''Donna creola e gli angeli del cortile'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=kmC0elHRnicC&lpg=PA39&dq=male%20%20'e%20dind%C3%B2&hl=it&pg=PA39#v=onepage&q&f=false p. 39.] ISBN 88-7188-820-0</ref>
::{{spiegazione|Un [[malattia|male]] immaginario.}}
*'''Mamma d' 'a Saletta.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Ferdinando'', prefazione di Isa Danieli, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=rd4jVbdlEvAC&lpg=PA30&dq=&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''[[Madonna]] della Salette!''
::{{spiegazione|Esclamazione che esprime meraviglia di fronte a situazioni spiacevoli, che sorprendono sgradevolmente o per esprimere un'ampia gamma di sentimenti: stupore, paura, meraviglia, insofferenza, impazienza o altri simili.}}
*'''Mamma d'o Carmene<ref>Per la Vergine Bruna si consulti [[w:Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in ''I tesori nascosti di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT93#v=onepage&q=carmene&f=false]</ref>
:''Madonna del Carmine!''
::{{spiegazione|Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario!}}
*'''Mamma Schiavona.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei cammorristi'', p. 169.</ref>
:''La Madonna di Montevergine.''
::{{spiegazione|"[...] detta così dai Napoletani per i suoi tratti bizantini. L'appellativo "schiavone", sinonimo di slavo, designava infatti le icone nere di provenienza greca o generalmente orientale.<ref>Da [[Marino Niola]], ''Archeologia della devozione'', in ''Santità e tradizione, {{small|Itinerari antropologico-religiosi in Campania}}'', a cura di [[Luigi Lombardi Satriani|Luigi M. Lombardi Satriani]], Meltemi, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=dBBKjiNBquMC&lpg=PP1&dq=Santit%C3%A0%20e%20tradizione&hl=it&pg=PT65#v=onepage&q&f=false p. 67].</ref>}}"
*'''Mamma zezzella<ref>Diminutivo di ''zizza'', mammella.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref><ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 481.</ref> o '''Mammazezzélla'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 92. </ref>
::{{spiegazione|Mamma di latte. Balia. Nutrice.}}
*'''Mamozio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Uomo grosso, sgraziato e stupido.}}
*{{NDR|'A}} '''Mangiatora.'''<ref name=eateat>Citato in ''C'era una volta Napoli'', pp. 107-108.</ref>
:''La mangiatoia, la greppia.''
::{{spiegazione|Denaro di non limpida provenienza. '''{{NDR|'A}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>La mangiatoia collocata in basso, in posizione molto comoda per l'animale che in questo modo ha facile ed abbondante disponibilità di cibo. '''{{NDR|Tene' 'a}} Mangiatora vascia.'''<ref name=eateat/>(modo di dire usato in provincia di Napoli<ref>{{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 107.</ref>) ''Avere la mangiatoia bassa'' significa avere comode, costanti e cospicue disponibilità economiche, ciò che consente, fra i non pochi agi e vantaggi, di non sapere neppure cosa sia la fame, di alimentarsi sempre bene e a sazietà. Senza nessuno sforzo, come in una confortevole mangiatoia.}}
*'''Mannà' a accattà' o pepe.'''<ref>Citato in Antonio Altamura, ''Il dialetto napoletano'', Fausto Fiorentino, Napoli, 1961, p. 84, [https://books.google.it/books?id=h1cRAQAAIAAJ&q=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&dq=manna%27+a+accatt%C3%A0+%27o+pepe&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjbiK-10pTdAhWRpYsKHd3YA5QQ6AEIMDAC]</ref>
:''Mandare a comprare il pepe.''
::{{spiegazione|Allontanare con un pretesto un bambino, una persona molto giovane perché non ascolti o non si intrometta in discorsi fra adulti.}}
*'''Mannà 'e Pellerine.'''<ref>Citato in [[Antonio Petito]], ''Don Paparacianno'', Chiurazzi, Napoli, 1901, [https://books.google.it/books?id=-Uk1wEe3qa8C&q=manna%27+%27+e+pellerine+.&dq=manna%27+%27+e+pellerine+.&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiRzqbq7q_sAhVmpYsKHWFhB8gQ6AEwAHoECAMQAg p. 54].</ref>
:''Mandare ai Pellegrini.''
::{{spiegazione|''Te manno 'e Pellerine.'' Ti mando ai Pellegrini: te ne suono talmente tante, ti concio in modo tale che dovrai ricoverarti all'Ospedale dei Pellegrini.}}
*'''Mannà ô paese 'e Pulecenella.'''<ref name=Paradise/>
:''Mandare al paese di Pulcinella.''
::{{spiegazione|Mandare qualcuno all'inferno.}}
*'''Mannaggia ‘a culonna.'''<ref>Citato in Giuseppe Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno nei Pediculi di Gennaro Aspreno Rocco, {{small|Testo integrale in latino e versione in vernacolo afragolese}}'', Edizioni Istituto di Studi Atellani, 1985, [https://books.google.it/books?id=WEBC99ouJRIC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]</ref>
:''Mannaggia la colonna!''
::{{spiegazione|La Colonna della Vicaria collocata in passato nella Piazza dei Tribunali. Presso la Colonna il creditore insolvente dichiarava pubblicamente di voler cedere ai creditori i propri beni, facendo, secondo un'espressione popolare, ''zitabona''. <ref>Si veda, più dettagliatamente alla lettera F: ''Fa zita bona''.</ref>}}
*'''Mannaggia 'a Marina.'''<ref>Citato in Giuseppe Maresca, ''Era di Maggio'', Lampi di stampa, 2012, Cologno Monzese, [https://books.google.it/books?id=9RKJAgAAQBAJ&lpg=PA210&dq=mannaggia%20a%20marina&hl=it&pg=PA208#v=onepage&q&f=false p. 208.] ISBN 978-88-488-1358-7</ref><ref>Citato in ''Ncopp' 'o marciappiede'', p. 12.</ref>
:''Mannaggia la Marina!''<ref>L'imprecazione è attribuita a [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] che con queste parole avrebbe manifestato il suo rammarico per la debole difesa opposta a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] dalla Marina Borbonica. {{cfr}} ''Era di maggio'', p. 210. </ref>
::{{spiegazione|Con l'imprecazione si esprime solitamente il disappunto, la frustrazione, l'amarezza per una sconfitta imprevedibile o per il verificarsi di una circostanza avversa inattesa e non dipendente dalla propria volontà.}}
*'''Mannaggia bubbà.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Al di là delle parole'', a cura di Maria Vittoria Costantini e Maria Pierri, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false], nota 11.</ref> oppure: '''Mannaggia a Bubbà!'''<ref>Citato in Pino Imperatore, ''Benvenuti in casa Esposito'', Giunti, Firenze 2012, [https://books.google.it/books?id=rdfYQ9wyoV8C&lpg=PA51&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PA51#v=onepage&q&f=false p. 51.] ISBN 9788809775695</ref>
:''Mannaggia Bubbà!''<ref>Figura di furfante tramandata da un'antica tradizione popolare. Celebre per essere coinvolto in ogni genere di traffici loschi, divenne una sorta di capro espiatorio su cui sfogare la propria frustrazione con l'imprecazione citata. {{cfr}} più in dettaglio la nota 11 di ''Al di là delle parole'', [https://books.google.it/books?id=sZH_CwAAQBAJ&lpg=PT118&dq=mannaggia%20a%20bubb%C3%A0&hl=it&pg=PT118#v=onepage&q&f=false]</ref>
*'''Mannaggia 'o suricillo e pèzza 'nfosa!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>
:''Mannaggia il topolino e [la] pezza bagnata!''
::{{spiegazione|"Imprecazione che non dice nulla, ma che lascia sottintendere la taciuta causa che l'ha provocata.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 179.</ref>"}}
*'''Mantené 'a cannéla.'''<ref name=corteo>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>
:''Reggere la candela.''
::{{spiegazione|"Fare da spettatore alle effusioni amorose di due fidanzati e risale all'uso romano di accompagnare gli sposi reggendo fiaccole accese.<ref>La spiegazione, di F. D'Ascoli, è in ''C'era una volta Napoli'', p. 46.</ref>"}}
*'''Mantiene 'o carro p<nowiki>'</nowiki> 'a scesa.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 119.</ref>
:''Trattieni il carro lungo la discesa.''
::{{spiegazione|Non farti travolgere dalle difficoltà e non lasciare che le cose precipitino. Affronta le difficoltà con cautela e diplomazia.}}
:oppure:
::{{spiegazione|Metti un freno alle tue spese.}}
*'''Mappina 'e scisto.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 65.</ref>
:''Straccio di petrolio.''
::{{spiegazione|Stracci particolari che si impiegavano per la pulizia dei lumi a petrolio. L'espressione era anche impiegata come insulto rivolto ad una donna.</ref>}}
*'''Mappina posta mpertica.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
:''Strofinaccio posto a pennone.''<ref>La taduzione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
::{{spiegazione|Donna da nulla, elevata a riputazione, Trecca<ref>Venditrice d'ortaggi. Donna volgare, dedita al pettegolezzo. Vajassa. Mpechera.</ref>insignorita.}}<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 235.</ref>
*'''Marammé.'''<ref>Citato in Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', p. 109.</ref> o '''Marummé.'''<ref>Citato in Carlo Luigi Golino, ''Italian Quarterly'', [https://books.google.it/books?id=qPJVAAAAYAAJ&q=marumm%C3%A9&dq=marumm%C3%A9&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjT0ITB6v7cAhWtposKHc7dCOMQ6AEILzAB] p. 92.</ref>
:''Povero me, me infelice!''
*'''Mariantò, 'o terramoto! ...Mo ...Mo ... scenno.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 220.</ref>
:''Mariantonia, il terremoto! ...Ora ...Ora ...scendo.''
::{{spiegazione|Canzonatura del tipo flemmatico e sempre assonnato che non si lascerebbe scuotere neppure da un terremoto.}}
*{{NDR|'O}} '''Mastrisso'''.<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 225.</ref>
::{{spiegazione|Con mastrisso (e, al femminile ''Mastressa'' ci si riferiva in passato ironicamente al sapientone (alla sapientona), al (alla) saccente, a chi, senza esserne richiesto e averne i requisiti si atteggia a maestro, impartendo agli altri insegnamenti, criticandoli, correggendoli.}}
*'''Mastuggiorgio.'''<ref>Citato in Sabato Antonio Manzi, ''La formazione della psichiatria in Irpinia'', ''Lettere Italiane'' n. 55 - novembre 2003, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=V7oTRWRoHrEC&lpg=PA27&dq=mastuggiorgio&hl=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false p. 27.] ISBN 88-7188-560-0</ref><ref>Citato inoltre in ''C'era una volta Napoli'', p. 34. Secondo Altamura il termine deriva dal greco ''mastigophòros'', portatore di frusta, altri studiosi lo riconducono al nome del famoso custode di folli del XVII° secolo mastro Giorgio Cattaneo, ideatore ed esecutore di "metodi terapeutici" particolarmente violenti. {{cfr}} ''C'era una volta a Napoli'', p. 34.</ref> o '''Masto Giorgio.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 517, con il seguente commento:''Masto Giorgio'': allorché i matti eran tenuti peggio che belve un custode di tal nome tanto s'illustrò per le bastonate che prodigava agli infelici dementi, da rimanere quel nome come generico, sì pei custodi de' matti, come per bastonatore instancabile.</ref>
:''Mastro Giorgio.''
::{{spiegazione|L'infermiere del manicomio; il castigamatti; persona affaccendata; chi avoca a sé la direzione di un'impresa o di una riunione; un capo autoritario che riporti ordine.}}
*'''Mazzamma.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco travestute da vasciajole de lo mandracchio'' da Grabiele Quattomane, Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870, [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=mazzamma&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68.]</ref>
:''Pesci di piccole dimensioni e di poco pregio.''
::{{spiegazione|Cose o persone di infimo valore; gentaglia.}}
*'''Mbomma!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 228.</ref>
:''[[bugia|Bomba]]!''
::{{spiegazione|Bum! Questa l'hai sparata grossa! Che balla!}}
*'''Mbomme 'e sapone.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 115.</ref>
:''O ''bolle 'e sapone''. Bombe di sapone, le bolle di sapone)''
*''''Mbrellino 'e seta.'''<ref name=πόρνη>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>
:''Parasole di seta.''
::{{spiegazione|Prostituta (di non basso rango, che usava trattenersi, reggendo un variopinto parasole, agli angoli delle strade).<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 104.</ref>}}
*''''Mbruoglie, aiutame.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 436.</ref>
:''Imbroglio, aiutami!''
::{{spiegazione|È l'abito mentale, la divisa di chi fa ricorso a mezzi disonesti per vivere.}}
*'''Mbruscenare<ref>In forma corrente: 'mbruscenà.</ref> na cosa sott'u naso a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229.</ref>
:''Strofinare una cosa sotto il naso ad (di) una persona.''
::{{spiegazione|Fargliela notare bene, porgliela in forte evidenza. Proporre qualcosa con insistenza, più e più volte./ Mettergliela spesso innanzi perché se ne invogli, Sbacchiargliela <ref>Sbattergliela con forza.</ref>nel muso.<ref>Questa spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 229</ref>.}}
*'''Me dai na voce.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''''O tavuto'', [https://books.google.it/books?id=4gXcAwAAQBAJ&lpg=PA20&dq=&pg=PA20#v=onepage&q&f=false p. 20.]</ref>
:''Mi dai una voce.''
::{{spiegazione|Mi saprai dire. ''Quanno te scite, me dai 'na voce.'' Quando ti svegli, quando aprirai gli occhi e ti renderai conto, mi saprai dire.}}
*'''Me faje l'ammico e me mpriene la Vajassa.'''<ref>Citato in Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=QgtZAAAAcAAJ&pg=RA1-PA178 p. 178].</ref>
:''Ti comporti come un amico e mi metti incinta la serva.''
::Da te non me lo sarei mai aspettato.
*'''Me pare Donna Marianna, 'a {{sic|cape}} 'e Napule.'''<ref>Citato in ''Marianna, 'a Capa 'e Napule'', [http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5646]</ref>
:''Mi sembra Donna Marianna, la testa di [[Napoli]].''
::{{spiegazione|Con questa espressione si mette in caricatura chi ha una testa grossa e informe.}}
*'''Me pare mille anne.'''<ref>Citato in ''Pulcinella delle tre spose'', Roma, Gaetano Zenobi, 1710, [https://books.google.it/books?id=-Jldss8u50IC&dq=me%20pare%20mill'anne!&hl=it&pg=PA52#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Mi sembrano (pare) mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora.}}
*'''Me pare 'nu Marcoffo int' 'a luna.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 87.</ref>
:''Mi sembri/a un Marcolfo nella luna.''
::{{spiegazione|Hai/ha l'aria di un tonto.}}
*'''Me pare 'o carro 'e Picchippò.'''<ref>Citato in ''[https://www.napoliflash24.it/detto-napoletano-del-16-febbraio/ Il detto napoletano del 16 febbraio]'', ''Napoliflash24.it'', 16 febbraio 2019.</ref>
:''Mi sembra il carro di Picchippò.''
::{{spiegazione|'''O carro 'e Picchipò'': un veicolo pieno zeppo, gremito fino all'inverosimile di persone chiassose.}}
*'''Me pare 'o cucchiere 'e Bellumunno!'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Storia d'altri tempi'', [https://books.google.it/books?id=oR_sAwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Storia%20d'altri%20tempi&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26].</ref>
:''Mi sembri/sembra il cocchiere di Bellomunno!''<ref>Nota impresa di onoranze funebri.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Che persona, che abbigliamento, che aspetto triste, pesante, cupo, funereo!}}
*'''Me pare 'o pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn>Citato in Antonio Videtta , ''Considerazioni su Corrado Giaquinto in rapporto ai disegni del Museo di S. Martino'', Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1965, [https://books.google.it/books?id=2ajqAAAAMAAJ&q=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&dq=Antonio+Videtta+%27o+pastore+d%27+%27a+meraviglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiHgYvCxt_cAhUDGewKHSASBnkQ6AEIKTAA p. 87.]</ref>
:''Mi sembra il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Mi sembri/sembra un allocco, con quella posa immobile e quell'aria stupita, intontita, come quella di un pastore del presepe che assiste incantato ed estatico ai segni prodigiosi che accompagnano la nascita del Salvatore.}}
*'''Me pàreno mill'anne!'''<ref name=glue/>
:''Mi sembrano mille anni!''
::{{spiegazione|Non vedo l'ora!}}
*'''Me pozzo schiaffa' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 130.</ref>
:''Mi posso schiaffare un aglio dietro.''
::{{spiegazione|Non c'è più niente da fare, sono rimasto totalmente e definitivamente fregato.}}
*'''Me staje abbuffanno 'a guallera.'''<ref>Citato in Francesco Bellanti, ''L'ultimo Gattopardo'', [https://books.google.it/books?id=iT-jAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Francesco%20Bellanti&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q=guallera&f=false p. 133.]</ref>
:''Mi stai gonfiando l'ernia, il sacco scrotale.''
::{{spiegazione|Abbuffà 'a guallera: annoiare a morte. Variazioni – al grado di fastidio estremo, mortale – sul tema: '''M'he fatto 'a guallara a pezzaiuola'''.<ref name=guà>Citato in ''Manuale di napoletanità'', [https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=m'he%20fatto%20'a%20guallara%20a%20pezzaiuola&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17].</ref> '''M'he fatto 'a guallara a matriciana'''.<ref name=guà /> '''Me staje scartavetranno 'a guallara.'''<ref name=guà /> Rispettivamente: Mi hai fatto l'ernia alla pizzaiola. Mi hai fatto l'ernia all'amatriciana. Mi stai levigando con la carta vetrata (e anche quella di grana grossa) l'ernia.}}
*'''Me veco pigliato d' 'e Turche!'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''I dieci comandamenti'', [https://books.google.it/books?id=VTfskxLqACcC&lpg=PA144&dq=&pg=PA144#v=onepage&q&f=false, p. 144.]</ref>
:''Mi vedo catturato (e tenuto a lungo prigioniero) dai (pirati) turchi!''
::{{spiegazione|Mi vedo in una situazione disperata, senza via d'uscita.}}
*'''Meccia a masculo e femmena.'''<ref>Citato, con definizione, in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 230.</ref>
:''[[w:Calettatura|Calettatura]] a maschio e femmina, detta pure a dente, a battente.''
*'''Meglio sulo, ca male accumpagnato.'''<ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''Euterpe {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 244.</ref>
:''Meglio solo che mal accompagnato.''
*'''Mellune 'e acqua.'''<ref name=pomone>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 90.</ref>
:''Meloni di acqua.''
::{{spiegazione|'''O mellone 'e acqua'' è l'anguria. Ne veniva fatto grande consumo, specie da parte delle donne, il 14 giugno, che era giorno di digiuno per prescrizione ecclesiastica. I '''Mellune 'e pane.'''<ref name=pomone/>, meloni di pane, 'e '''capuaniélle'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 91.</ref>, i capuanelli – serbevoli fino a [[Natale]] ed oltre – sono invece i meloni veri e propri.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 90-91.</ref>}}
*'''Mena<ref>Menare (in forma corrente: menà) gettare, lanciare.</ref> me''''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 231.</ref>
::{{spiegazione|Su, dai, svelto, sbrigati; e muoviti!}}
*'''Menà na zeppata.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, venerdì, 13 maggio 1864, parlata 133, p. 529. </ref>
::{{spiegazione|Rivolgere una critica, muovere un rimprovero, ironizzare veicolando il messaggio attraverso un'affermazione allusiva in apparenza neutra, e tuttavia, per qualche parola in essa contenuta, messa spesso in risalto dal tono di voce, chiara quanto basta perché il destinatario ne comprenda il vero significato.<ref>Nel film ''L'oro di Napoli'', il pizzaiolo protagonista dell'episodio ''Pizze a credito'', gridava lo slogan pubblicitario: "Cà se magna e nun se pava!", intendendo dire che la pizza poteva essere acquistata pagandola dopo una settimana (pizza oggi ad otto). Se però fra i clienti scorgeva un cattivo pagatore opportunamente colto da amnesia che aveva trascurato di saldare il conto o un cliente che era solito rinviare il pagamento, lo stesso grido: "Cà se magna. ''E nun se {{sic|paava}}!...''", aveva tutt'altro significato, era cioè una ''zeppata'' ''menata'' lanciata, scagliata allo scroccone per rimproverarlo e rammentargli il debito non pagato. Altra possibile zeppata: "Nun 'o saccio. ''Io'' me faccio 'e fatte mie", "Non lo so. ''Io'' mi faccio i fatti miei", ''zeppata'' che potrebbe prendersi chi fa una domanda indiscreta, inopportuna, chi cerca di carpire informazioni riservate.</ref>}}
*'''Menare<ref>In forma corrente: Mena': gettare, lanciare, buttare.</ref>u rancio<ref>Granchio, ma anche raffio, arpione, uncino.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 325.</ref>
:''Lanciare l'arpione, o il rampino, l'uncino.''
::{{spiegazione|Agire in modo ambiguo, subdolo, manovrando copertamente con dissimulata scaltrezza per procurarsi un utile disonesto, illecito. Rubacchiare. Rubare.}}
*'''Menarse a mare cu tutt' 'e panne.'''<ref>Citato e spiegato in Hermann W. Haller, ''Tra Napoli e New York, {{small|Le macchiette italo-americane di [[Eduardo Migliaccio]], testi con introduzione e glossario}}'', Bulzoni, 2006. ISBN 8878700819, [https://books.google.it/books?hl=it&id=CbIaAQAAIAAJ&dq=Menarse+a+mmare+cu+tutt%27+%27e+panne&focus=searchwithinvolume&q=Menarse+a+mmare+], p. 254.</ref>
:''Tuffarsi a mare con tutti i vestiti addosso.''
::{{spiegazione|Rovinarsi.}}
*'''''Merda de<ref name=epsilon/>sproviero.'''''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''Lo cunto de li cunti'', arcadia ebook, [https://books.google.it/books?id=d3zDCQAAQBAJ&lpg=PT169&dq=&pg=PT169#v=onepage&q&f=false p. 169]</ref>
:''Sterco di sparviero.''
::{{spiegazione|Così così, senza particolari pregi o difetti.}}
*'''Mettere ‘a capa {{sic|‘a}} fa bene.'''<ref>Citato in Antonietta Ambrosano e Mimmo Barba, ''Ri-cre-azione'', presentazione di Antonio Faeti, Armando Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=KxKoVROF6DwC&lpg=PP1&dq=Antonietta%20Ambrosano%2CMimmo%20Barba&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105.] ISBN 88-8358-319-1</ref>
:''Mettere la testa a fare bene.''
::{{spiegazione|Applicarsi, impegnarsi finalmente in cose serie, costruttive.}}
*'''Mèttere 'a faccia 'int'â chiàveca.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 134.</ref>
:''Mettere la faccia nella fogna.''
::{{spiegazione|Avere di che doversi vergognare.}}
*'''Mettere cennere ncopp' a na cosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Mettere cenere su una cosa.''
::{{spiegazione|Impedire che qualcosa si sappia, si divulghi. Sopirla. Metterla a tacere. Insabbiarla.}}
*'''Mettere i recchie p'i pertose<ref>Anche: p' 'e senghe: attraverso gli spiragli delle porte.</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 327.</ref>
:''Mettere 'e recchie p' 'e pertose: Mettere le orecchie attraverso i buchi.''
::{{spiegazione|Origliare dappertutto per scoprire segreti.}}
*'''Mettere l'assisa a le ccetrole.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 121.</ref>
:''Imporre la tassa sui cetrioli.''
::{{spiegazione|Antico modo di dire: Arrogarsi un diritto che non spetta.<ref>{{cfr}} più dettagliatamente ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/120/mode/2up p. 121.]</ref>}}
*'''Mettuto mbaleria.'''<ref>Citato in ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica'', p. 7.</ref>
:''Mettere mbaleria'': ''prendere in giro. Preso in giro.''
*'''Mettere mpuzatura.'''<ref name=pupata/>
::{{spiegazione|O anche '''mpuzature'': Seminare zizzania, discordia. Fomentare le liti.}}
*'''Mettere na pezza arza.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', anno II, n. 7, Giovedì 17 gennaio 1867, p. 2.</ref>
:''Mettere un panno che scotta, che arde.''
::{{spiegazione|Aggravare intenzionalmente, per errore, agendo in modo maldestro una situazione già difficile.}}
*'''Mettere 'o ppepe 'nculo 'a zoccola.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 22.</ref>
:''Mettere il pepe nel deretano della pantegana.''
::{{spiegazione|Istigare.}}
*'''Mettere prete<ref name=epsilon/>de ponta.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 299.</ref>
:'' ''Mettere prete 'e ponta.'': mettere, frapporre pietre aguzze.''
::{{spiegazione|Sia nel senso reale di creare un ostacolo fisico, che nel senso figurato di creare ostacoli, impedimenti, sabotare, impedire la realizzazione di un progetto altrui.}}
*'''Mettere uno ncopp'a nu puorco.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 316.</ref>
:''Mettere una persona sopra un porco.''
::{{spiegazione|Parlarne molto male pubblicamente di qualcuno, metterlo alla gogna, additarlo al pubblico disprezzo.}}
*'''Metterse 'e casa e puteca<ref name=πθκ/>.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore, Proverbs of Naples'', p. 55.</ref>
:''Mettersi casa e bottega.''
::{{spiegazione|Dedicarsi ad un'opera interamente, meticolosamente, con ininterrotta assiduità.}}
*'''Metterse na cosa int'i chiocche.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 102.</ref>
:''Mettersi una cosa nelle tempie.''
::{{spiegazione|Mettersela o Ficcarsela in testa. Es. ''Miettetillo buono dint' 'e chiocche!'' Ficcatelo bene in testa!}}
*'''Metterse ntridece.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 215.</ref>
:''Mettersi "in tredici".''
::{{spiegazione|Intromettersi.}}
*'''Mèza bbòtta.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary '', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37.]</ref>
:''Mezza botta.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso valore.}}
*'''Meza<ref>Mezza</ref>{{sic|segnora}} e meza pettola<ref name=gonnella/>.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico'', p. 288.</ref>
::{{spiegazione|''Meza signora e meza pettola''. Una donna che non eccelle per comportamento educato.}}
*'''Miett' 'a meglia.'''<ref>Citato in Antonio Grano, ''Trattato di sociologia della canzone classica napoletana'', Palladino, Campobasso, 2004, [https://books.google.it/books?id=qr0UAQAAIAAJ&q=miett%27a+meglia&dq=miett%27a+meglia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjM9NyMruDkAhWStYsKHVj7B8IQ6AEIKjAA p. 66].</ref>
:''Nel tressette, invito al compagno di gioco: metti (gioca) la migliore carta.''
::{{spiegazione|In senso ironico, al sopraggiungere di persona o persone non gradite o per rilevare che l'ambiente, il contesto non è dei più incoraggianti, gradevoli, auspicabili: ''Miett' 'a meglia, mie'!'': Ora siamo proprio a posto! Il quadro è completo! Che magnifica scena! Che bellezza! Siamo cascati proprio bene!}}
*'''Miettece nomme penna.'''<ref>Citato in Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'',
Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p. 16]</ref>
:''Mettici nome penna.''
::{{spiegazione|Non parlarne più, perché una speranza è svanita leggiera come una piuma portata dal vento.<ref>La spiegazione è in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>Non struggerti nella speranza che avvenga ciò che non accadrà mai. Non pensarci più.}}
*'''Miezo limone.'''<ref name=shoeshine/>
:''Mezzo limone.''
::{{spiegazione|''Miezo limone'', con riferimento al colore argento e oro della sua statua, è l'ingiuria rivolta con molta confidenza dalle "parenti" a San Gennaro, per sollecitare il miracolo della liquefazione del suo sangue, se esso tarda a compiersi.}}
*'''Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', PIEMME, 2010 [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PA1&dq=patrizia%20mintz&hl=it&pg=PT120#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo.''
::{{spiegazione|Tre inseparabili e poco raccomandabili messeri.}}
*'''Misce-misce.<ref>Miscio: gatto, micio. {{cfr}} ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 243.</ref>
:''Verso con cui si chiamano i gatti.''
*''''Mman' 'a.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 286.</ref>
:''In mano a.''
::{{spiegazione|Al tempo di.}}
*'''{{sic|Mmange}}, ca ru ttuoie [[mangiare|mange]]!'''<ref name=eatplease>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 320.</ref>
:''Mangia, ché del tuo mangi!''
::{{spiegazione|Si dice di chi crede di mangiare o, più in generale, di trarre un utile, un vantaggio economico a spese altrui senza avvedersi che a farne le spese è lui stesso.}}
*''''Mmano a [[w:Gaetano Pappagone|Pappagone]]'''<ref>Citato e tradotto in [[Giulio Trevisani]], ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=XqjUAAAAMAAJ&dq=%27mmano+a+pappagone&focus=searchwithinvolume&q=+pappagone] p. 81.</ref>
::''Al tempo di Pappagone.''
::{{spiegazione|In tempi antichi.<ref>La traduzione è in ''Teatro napoletano, {{small| Da Salvatore di Giacomo a Eduardo de Filippo}}'', p. 55.</ref> / In tempi oramai trascorsi.}}
*''''Mmano all'arte.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 112. </ref>
:''In mano all'arte, vale a dire: nelle mani di un artista.''
::{{spiegazione|''Staje 'mmano all'arte.'' Sei nelle mani di un artista: non hai motivo di preoccuparti, considerati fortunato, sei in ottime mani, chi se ne occupa è una persona competentissima, un artista nel suo campo.}}
*'''‘Mmertecà ll'uóglio.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>
:''Rovesciare l'olio.''
::{{spiegazione|Venir meno al voto di [[castità]].<ref>La spiegazione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 202.</ref>}}
*'''Mmesca francesca.'''<ref>Citato in ''Fascio de chellete nove contegnose e freccecarelle fatte da paricchie auture pe llevare la paturnia e li pierdetienbe; raccuoveto e prubbecato da jachil Girì Zuzù (briolià) Napole: se venne a lo mavazzeno de libre de Luigi Chiurazzi'', Napoli, 1836, [https://books.google.it/books?id=XjEc0tENsDAC&dq=mmesca%20Francesca&hl=it&pg=RA1-PA7#v=onepage&q&f=false p. 7.]</ref>
::{{spiegazione|Mescolanza disordinata di cose, insieme di cose riunite senza criterio, confusione.}}
*'''Mme'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 178.</ref>
:''Bene. Es. ''Mme, avimmo fernuto. Jammocenne.'' Bene, abbiamo finito, andiamocene. '''''E mmé'''.<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Ebbene. "''Storduto po addemanna, e mmè chi è stato?"'' ''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 244.</ref>'' Stordito poi chiede, ebbene chi è stato?''
*'''Mmocc’ ’a porta.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 54.</ref>
:''In bocca alla porta.''
::{{spiegazione|All'uscio, all'ingresso.}}
*'''Mmocca liò.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 343.</ref>
:''In bocca, leone!''
::{{spiegazione|Su, prendi, mangia!}}
*'''Mmoccamennuno.'''<ref>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 172.</ref>
:"''Imboccameneuno''".
::{{spiegazione|Ingenuo, sprovveduto, credulone; in altri termini: '''nu maccarone''.}}
*'''Mmuccà c' 'o cucchiariello.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone, ''Il paese di Pulcinella'', vol. I, Bellini, Napoli, 1991, [https://books.google.it/books?hl=it&id=eqNWAAAAYAAJ&dq=mmucc%C3%A0+cu+%27o+cucchiariello&focus=searchwithinvolume&q=+cucchiariello p. 284].</ref>
:''Imboccare con il cucchiaino.''
::{{spiegazione|Spiegare con minuziosa, estrema accuratezza.}}
*'''Mo mo.'''<ref>Citato in ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di [[Basilio Puoti]]'', p. 272.</ref>
:''Or ora, proprio ora; subito. Ma: mo, mo: piano, aspetta un attimo, un momento.''
*'''Mo mo me l'aggio lavata; 'a tengo riccia riccia comm' 'a 'na 'ncappucciata!...'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 239.</ref>
:''Proprio ora me la sono lavata; ce l'ho riccia riccia come un'insalata incappucciata!...''
::{{spiegazione|Adescamento piccante in chiave gastronomica di una... venditrice.}}
*'''Mo nce vo.'''<ref>Citato in ''Nu scagno de n'appartamiento e na festa de ballo'' di Pasquale Altavilla}}, Tipografia De' Gemelli, Napoli, 1850, [https://books.google.it/books?id=qDjH1HuWNDwC&dq=Mo%20nce%20vo'&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.]</ref>
:''Ora ci vuole.''
::{{spiegazione|Giustamente, già, per l'appunto, proprio così.}}
*'''{{sic|Mo pe mo}}.'''<ref>Citato in [[Niccola Valletta]], ''Poesie inedite'', Dalla Tipografia di Luigi Nobile, Napoli, 1816, [https://books.google.it/books?id=tSJbAAAAcAAJ&dq=Niccola%20VALLETTA&hl=it&pg=PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''Mo' pe' mo': Ora per ora. Adesso per adesso.''
::{{spiegazione|Ora ora, proprio ora, proprio adesso, proprio subito. Immediatamente.}}
*'''{{sic|Mò t'appoio a guallara ncapo}}.'''<ref name=guà />
:''Ora ti appoggio l'ernia in testa!''
::{{spiegazione|Ora basta! Io ti sormonto, ti sovrasto con la mia ernia, ad essa ti infeudo, e con ciò ti riporto al rango che ti spetta, giacché sei una nullità e hai parlato troppo e a sproposito. Sta' zitto!}}
*'''Monaco de sant'Agostino doje cape ncoppa a no coscino.'''<ref>Citato in ''Lo Spassatiempo'', [https://books.google.it/books?id=pz4_AQAAMAAJ&dq=spassatiempo&hl=it&pg=PT281#v=onepage&q&f=false p. 281].</ref>
:''Monaco di sant'Agostino due teste sopra un cuscino.''
::{{spiegazione|Si dice di un religioso la cui vocazione non sembra autentica.}}
*'''Morte gnagnolla.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 199.</ref>
:''Morte lenta.''
*'''Mosca cavallina.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 107.</ref>
:''Ippobosca (insetto ematofago)''
::{{spiegazione|Ma anche: persona fastidiosa, molesta, insistente, assillante. ''Uh Mamma d' 'a Saletta! Tu si' propio 'na mosca cavallina!'' Uh, Madonna della Salette! Sei proprio asfissiante!}}
*'''Mparanza.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di Antonio Ghirelli, Guida, Napoli, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA175&dq=Mparanza&hl=it&pg=PA175#v=onepage&q=Mparanza&f=false p. 175.] ISBN 88-7188-905-3</ref>
::{{spiegazione|Tutto, Tutti o Tutte insieme, senza distinzione.}}
*'''Mpechèra''' o '''Ntapechèra.'''<ref>Citato in ''Il Borghini'', anno primo, Tipografia del vocabolario, Firenze, [https://books.google.it/books?id=i5E_AAAAYAAJ&dq=Il%20Borghini%20studi%20di%20filologia%20e%20di%20lettere%20italiane&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=%20napoletano&f=false p. 123.]</ref>
:''{{NDR|Donna}} intrigante, che imbroglia ed avviluppa.''<ref>Traduzione in ''Il Borghini'', p. 123.</ref> Truffatrice, fattucchiera.
*'''‘Mpignarse ‘o càzzo e straccià’ ‘a cartella.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 207.</ref>
:''Impegnare, dare in pegno il proprio pene e strappare la ricevuta.''
::{{Spiegazione|Avere la certezza più assoluta, senza neppure l'ombra di un dubbio.}}
*'''Mpilo mpilo.'''<ref>Citato in ''Il propugnatore'', vol. VII, parte II, presso Gaetano Romagnoli, Bologna, 1874, [https://books.google.it/books?id=lOpgAAAAcAAJ&dq=mpilo%20mpilo&hl=it&pg=PA174#v=onepage&q&f=false p. 174.]</ref>
:'' (in) Pelo (in) pelo.''
::{{Spiegazione|Lentamente, sottilmente. ''Annà' {{NDR|Jirsenne}} mpilo mpilo.''<ref>In ''Il propugnatore'', 1874, p. 174.</ref>: Intisichirsi. Consumarsi lentamente.}}
*'''Mpacchiato 'e suonne'''<ref>Citato in ''Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni'', a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 49.</ref>
::{{spiegazione|Fortemente assonnato}}
*''''Mprenà' 'e feneste.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Ingravidare le finestre.'''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio, desiderare ardentemente, appassionatamente a distanza.}}
*'''Nprimmis et antemmonia.'''<ref>Citato in Giovanni Fiorilli, ''La terza chiacchiareata nfra lo cuorpo de Napole e lo Sebeto. Di Giovanni'', [https://books.google.it/books?id=T-u72GoDi78C&lpg=PA3&ots=OwJKimQfo5&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false p. 3].</ref>
:''In primis et ante omnia.''
::{{spiegazione|Per prima cosa e innanzitutto.}}
*'''Mpupazzà.'''<ref name=pupata>Citato in Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 189.</ref>
::{{spiegazione|Vestirsi con eccessivo sfarzo, agghindarsi vistosamente. Camuffare per occultare difetti e gabellare per buono, perfetto, autentico: imbrogliare.}}
*'''{{NDR|'O}} Mpustatore.'''<ref>citato in ''I promessi sposi, In lingua napoletana'', [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT40&dq=mpustatore&hl=it&pg=PT40#v=onepage&q&f=false cap. X]</ref>
::{{spiegazione|Il prepotente, chi pretende di avere senza darsi neppure la briga di chiedere, chi vuole imporre la propria volontà in modo arrogante.}}
*'''Muchio muchio.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 250.</ref>
::{{spiegazione|Quatto quatto.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, p. 250.</ref>}}
*'''Muchio surdo'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 74.</ref>
::{{spiegazione|Sornione, ipocrita.<ref>''— Ma comme! Me parea na santarella | chella muchiella sorda! 'Aggio ncuntrata | doj' ore fa, dint' a na carruzzella... | Cummà!... Ma comme steva ngrattinata!'' (In ''Poesie napoletane'', p. 60) — Ma come! Mi sembrava una santarella | quella marpioncella! | Commà! Ma com'era agghindata!</ref>}}
*'''Mùmmera'''<ref name=stubborn>Citato in ''C'era una volta Napoli, p. 31.''</ref>o '''Mùmmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmara'''<ref name=stubborn/>o '''Mómmaro'''<ref name=stubborn/>o '''Mmúmmera'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 240.</ref> o '''Zùmmaro'''<ref name=stubborn/>
:''Anfora di creta impiegata per attingere l'acqua alle fontane pubbliche e conservarla in casa, era usata dagli acquafrescai che vendevano l<nowiki>'</nowiki>''acqua zuffrègna'', l'acqua sulfurea che si manteneva fresca grazie alla creta.''
::{{spiegazione|Uomo dalla testa dura, ostinato, refrattario alle sollecitazioni esterne. Seno prosperoso<ref>{{cfr}} per questo significato, Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 203.</ref>.}}
*'''Muorto 'o criaturo nu' simmo chiù cumpare.'''<ref name=chiachiello/>
:''Morto il bambino (il figlioccio) (l'interesse che ci univa) non siamo più compari.''
::{{spiegazione|Si dice per esprimere il proprio rammarico quando si constata un improvviso mutare di atteggiamento o se una relazione - in passato buona - all'improvviso ed incomprensibilmente si raffredda.}}
*'''{{NDR|'O}} muorzo d'a crianza.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 115.</ref>
:''Il boccone della creanza.''
::{{spiegazione|L'ultimo boccone del piatto.}}
*'''Muro muro.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 58.</ref>
::{{spiegazione|Rasente il muro. ''Ji' muro muro'': andare rasente il muro.}}
*'''Murì cu 'e guarnemiénte<ref>I finimenti con cui viene bardato il cavallo.</ref> 'ncuollo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 24.</ref>
:''Morire con i finimenti addosso.''
::{{spiegazione|Morire mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, si sta compiendo il proprio dovere.}}
*'''Muscio int' 'e mecce.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 371.</ref>
:''Debole nelle giunture.''
::{{spiegazione|Debole, senza forze, a stento in piedi. Idea affine è richiamata dall'espressione: '''Scunocchio ncopp'ê mecce.'''<ref>Citato in Ettore De Mura, ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. 2, [https://books.google.it/books?hl=it&id=nC0uAAAAIAAJ&dq=scunucchi%C3%A0&focus=searchwithinvolume&q=mmecce], Alberto Marotta Editore, 1973, p. 577.</ref> ''Mi piego sulle giunture, vacillo sulle ginocchia.''}}
*'''Muzzóne 'e fescena.<ref>Cesto per la raccolta dell'uva fabbricato a forma di cono capovolto con al vertice una punta di legno ('o muzzóne) che, conficcata nel terreno, lo teneva in piedi. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 14.</ref>'''
:''Punta (mozzicone) di cesto.''
::{{spiegazione|Persona di bassa statura e tozza. Anche: '''Muzzone d'ommo.''' ''Mozzicone d'uomo'': Omiciattolo.<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 252.</ref>}}
==N==
*'''N'acciso e nu 'mpiso.'''<ref name=hang>Da Vincenzo Vitale, ''Malufiglio'', citato in Pasquale Scialò, ''La sceneggiata, {{small|Rappresentazioni di un genere popolare}}'', [https://books.google.it/books?id=nqY9qxaAUh4C&lpg=PP1&dq=P.%20Scial%C3%B2&hl=it&pg=PA268#v=onepage&q&f=false p. 268]</ref>
:''Un ammazzato e un impiccato.''
::{{spiegazione|Una strage. ''"[...] nun te fà vedé, si no ccà succede n'acciso e nu 'mpiso."''[...] non farti vedere, altrimenti qui succede una strage.<ref name=hang/>''Fà n'acciso e 'nu mpiso:'' fare una strage.}}
*'''N'aggie scaurate chiaveche, ma tu si' 'o nummere uno!'''<ref>Citato in ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT85&dq=n'aggie%20scaurate%20chiaveche&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Ne ho lessate fogne, ma tu sei il numero uno!''
::{{spiegazione|Ne ho conosciuti e piegati tanti di mascalzoni, ma tu sei un farabutto come nessun altro!}}
*'''N'anno fatto tacche e chiuove.'''<ref>''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=tacche%20e%20chiuove&hl=it&pg=PA1342#v=onepage&q&f=false p. 1342].</ref>
:''Ne hanno fatto tacchi e chiodi.''
::{{spiegazione|''Fà 'na cosa tacche e chiuove'', ridurre una cosa tacchi e chiodi, usarla fino all'estremo logoramento.}}
*'''N'ommo cu 'e mustacce.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', Delfini S.R.L., Milano, 1967, [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG]</ref>
:''Un uomo con i [[baffo|baffi]].''
::{{spiegazione|Un uomo di notevoli capacità e doti morali che incute, per questo, un grande rispetto.}}
*''''N'uocchio cecato e l'aità toja!.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 271.</ref>
:''Un [[occhio]] cieco e l'età tua.''
::{{spiegazione|Sarei disposto a perdere un occhio pur di avere la tua giovane età.}}
*'''Na carta 'e tre.'''<ref>[[Giuseppe Marotta]], ''I bambini osservano muti le giostre dei grandi'', {{sic|IoScrittore}}, 2012. ISBN 978-88-97148-80-7, [https://books.google.it/books?id=URfD3p3bCo4C&lpg=PP1&dq=Giuseppe%20Marotta&hl=it&pg=PT13#v=onepage&q&f=false p. 13] </ref>
:''Una carta di tre.''
::{{spiegazione|Nel gioco del tressette è la carta che ha il valore più grande. Una persona importante, che conta. Nel gergo della malavita: guappo, uomo "di rispetto".}}
*'''Na chiaveca.'''<ref>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 24.</ref>
:''Una cloaca, una fogna.''
::{{spiegazione|Malissimo. Spregevole (detto con una connotazione espressiva da fortemente esplicita, dura, fino a brutale, offensiva). Esempi: Sto 'na chiavica: sto malissimo. Te sì cumpurtato 'na chiavica: ti sei comportato malissimo, sei gravemente in difetto. Stu cafè è 'na chiavica: questo caffè è assolutamente imbevibile. È 'na chiaveca: è (una persona, una cosa) spregevole; e se è proprio spregevole senza residui, senza eccezione, allo stato puro allora: (una persona, una cosa) ''è manc' 'a chiavica'': (non) è neppure la cloaca, cioè neppure la cloaca è altrettanto spregevole. ''Te sì cumpurtato manc' 'a chiaveca!'', ti sei comportato nel modo più spregevole, renditi conto che non hai alcuna giustificazione possibile, ti sei squalificato per sempre!}}
*'''Na galletta 'e Castiellammare.'''<ref>In Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 144.</ref>
:''Una [[avarizia|galletta]] di Castellammare.''<ref>Galletta molto difficile da ammorbidire in acqua.</ref>'' ''
::{{spiegazione|Il fuoriclasse degli avari: spietato anche verso sé stesso, è del tutto inutile sperarne il sia pur minimo gesto di generosità.}}
*'''Na lenza e sole.'''<ref>Citato in ''Lo Lampo'', anno I, n. 47, [https://books.google.it/books?id=90MiAQAAIAAJ&dq=&pg=PA46-IA9#v=onepage&q&f=false p.3]</ref> '''Na lenza 'e sole.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 153.</ref>
:''Una (lenza) striscia di [[sole]].''
::{{spiegazione|''<nowiki>'</nowiki>Na lenz' 'e sole.'' o anche: ''<nowiki>'</nowiki>Na lenzetella 'e sole'': un raggio di sole.}}
*'''{{sic|Na}} meza botta.'''<ref name=demi>Citato e spiegato in Mondadori, Meridiani, p. 1008.</ref>
:''Una mezza botta.''
::{{spiegazione|Mediocre, così così.}}
*'''Na meza parola.'''<ref>Citato in [[Niccolò Amenta]], ''Il Forca'', Presso Giacomo Prodotti, Venezia, 1700, [https://books.google.it/books?id=j4AQZtbONO0C&dq=&pg=RA2-PA13#v=onepage&q&f=false p. 113].</ref>
:''Una mezza parola.''
::{{spiegazione|Un'insinuazione. Un velato accenno. Un'allusione.}}
*'''Na rétena 'e cavalle.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>
:''Una redine di cavalli.''
::{{spiegazione|"Un gruppo di tre cavalli aggiogati contemporaneamente a un carro: ''<nowiki>'</nowiki>o foremano, 'o sotto e 'o bilancino.''"<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 98.</ref>}}
*'''Naso a piriquacchio.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302</ref>
::{{spiegazione|O: ''a piripacchio''. Naso mal fatto. Naso a bocciuolo.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 302.</ref>}}
*'''Nacchennella<ref>Da il n'a qu'un œil. Ha solo un occhio, con riferimento agli ufficiali francesi che portavano il monocolo, {{cfr}} ''Naples allegro con fuoco'', [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref>.'''<ref>Citato in Véronique Bruez, [Naples allegro con fuoco], [https://books.google.it/books?id=7AQuAwAAQBAJ&lpg=PT196&dq=nacchennella&hl=it&pg=PT196#v=onepage&q&f=false]</ref><ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>
::{{spiegazione|Effeminato.<ref>{{cfr}} Anfreoli, p. 252.</ref> Non diversamente dal chiachiello e dal fareniello è un uomo tutto gradevoli apparenze, inconsistente e inconcludente nell'essenza. ''Siente, pozz'essere privo d' 'a libbertà, ca {{sic|sì}} n' 'a fernisce e guardà a cchillo nacchennella te 'ntacco a 'mpigna!...'' (Senti, che io possa essere privo della libertà, (che) se non la finisci di guardare quell'effeminato, ti sfregio!...)<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 216.</ref>}}
*''''Nc'azzecca.'''<ref>Citato in ''La nferta pe lo capodanno de lo 1835'', Da li truocchie de la Sociatà fremmateca, Napoli, [https://books.google.it/books?id=YVAtm_0zs2gC&dq=nc'azzecca&hl=it&pg=PA41#v=onepage&q=nc'azzecca&f=false p. 41]</ref>
::{{spiegazione|Ci sta bene, si abbina bene.}}
*''''Nc'è ròbba a piètto 'e cavàllo.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''C'è roba (fino) al petto del cavallo''.
::{{spiegazione|Detto di qualcosa molto ricco e sovrabbondante, come il torrente in piena che arriva sino al petto del cavallo che lo guada.}}
*'''Ncapa comm'a serpe e senza allé allé<ref>Allè, refuso, nella fonte. Allé allé era il grido carnevalesco per farsi far largo, {{cfr}} Rocco, ''Vocabolario del dialetto napoletano'', p. 78.</ref>.'''<ref>Citato con spiegazione in [[Emmanuele Rocco]], ''Vocabolario del dialetto napoletano'', Bernardino Ciao Editore-{{sic|librajo}}, Napoli, 1882, [https://archive.org/details/vocabolariodeld00roccgoog/page/n95 p. 78].</ref>
:''In testa, come alla serpe, e senza farsi largo.''
::{{spiegazione|"Usasi [...] al giuoco della trottola per imporre di tirare sulla trottola direttamente [...] , cioè senza discostare le cose in mezzo alle quali trovasi la trottola."}}
*'''Ncasà 'a mano.'''<ref>Citato in [[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX, p. 67.</ref>
:''Calcare (con) la mano.''
::{{spiegazione|Aumentare, accentuare, insistere.}}
*'''Ncasa 'e piere nterra, ca nu'scenne maje.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Calca (bene) i piedi al suolo, perché (la bilancia) non scende mai.''
::{{spiegazione|Si dice al venditore quando il peso sembra scarso.}}
*'''Ncasare lo<ref name=Ω />masco.'''<ref>Citato in D'Ambra ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 237.</ref>
:''Calcare, pigiare (riempiendolo) il mortaretto.''
::{{spiegazione|''Ncasà 'o masco'': mangiare a crepapelle.}}
*''''Nce capimmo a sische.''' <ref>Citato in ''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', anno 2, n. 5, giovedì 13-01-1876, [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&hl=it&pg=PA5-IA13#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref>
:''Ci capiamo a fischi.''
::{{spiegazione|Ci capiamo al volo, a cenni, con uno sguardo. ''Nce capimmo a sische...'' Ci capiamo..., ci siamo capiti... (non c'è bisogno di dire altro..., non c'è bisogno di dire niente...).}}
*'''Nce stanne chù ghiuorne ca ppurpette – devette Carnuale!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 363.</ref>
:''Ci sono più giorni che polpette – disse Carnevale!''
::{{spiegazione|Nella vita sono molti i giorni di magra e di privazione, ben pochi quelli di abbondanza.}}
*'''Nce vò nu core.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>
:''Ci vuole un cuore.''
::{{spiegazione|Ci vuole del cuore, del coraggio, della bella faccia tosta.<ref>La spiegazione è in ''TuttoTotò'', p. 38.</ref>}}
*''''Nchiuvà 'nu chiuovo.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>
:''Inchiodare un chiodo.''
::{{spiegazione|Contrarre un debito.<ref>La spiegazione è in ''Cucozze e caracazze'', p. 198.</ref>}}
*'''Ncopp'a botta.'''<ref>Citato e spiegato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 58 .</ref>
:''Sul colpo.''
::{{spiegazione|Lì per lì, e si dice per lo più di pagamento.}}
*'''Ncopp'a ccuotto, acqua volluta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 15.</ref>
:''Sopra al cotto (scottato''<ref>Scottato,ferito da un dolore cocente.</ref>'') acqua bollita.''
::Disgrazia sopra disgrazia.<ref>L'interpretazione è in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri''</ref>
*'''Nciucessa.'''<ref name=chiàchià/> ''''Ngiucièro.'''<ref name=iùc/>
::{{spiegazione|Chi per inclinazione ed abilità innate pratica abitualmente l'[[w:Inciucio|inciucio]].}}
*'''Nciucio.<ref>Onomatopeico.</ref>'''<ref name=chiàchià/> o ''''Ngiùcio.'''<ref name=iùc>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>
::{{spiegazione|Pettegolezzo, parlottio, chiacchiericcio segreto, confabulazione, mormorazione; il macchinare, l'orchestrare, il concertare copertamente progetti malevoli. "''Groviglio di equivoci, falsità, pettegolezzi, rivolto a creare inimicizie. Esiste, in dialetto, anche il sostantivo <nowiki>'</nowiki>'ngiucièro': colui che a fin di male, mette in opera uno o alcuni''<nowiki>'</nowiki>ngiùci<ref>La definizione è di Giovanni Artieri, in ''Napoli, punto e basta?'', p. 477.</ref>."}}
*'''Ne vuo' ca so cepolle.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 94.</ref>
:''Ne vuoi che sono cipolle''
::{{spiegazione|Cipolle: botte, percosse. ''Quante ne vuò ca so cepolle'': Se sono botte quelle che cerchi, qui ce ne sono quante ne vuoi, fino alle lacrime.}}
*'''{{NDR|'A}} Nennella 'e ll'uocchie.'''<ref>Citato in [[Rocco Galdieri]], [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_Lluce-luce.djvu/10 'E lluce-luce (Le lucciole)], Editrice Tirrena, Napoli, 1928, p. 8.</ref>
:''La "bambina degli occhi."''
::{{spiegazione|La pupilla.}}
*'''Neve 'e sciuocco.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 49.</ref>
:''Neve di fiocco.''
::{{spiegazione|Veri e propri fiocchi di neve, raccolta, accumulata, sotterrata in sacchi nella stagione invernale e dissotterrata in quella estiva, per essere offerta in vendita, mista a vino cotto (bollito con zucchero) che veniva preparato in autunno e conservato in bottiglia. Il vino cotto veniva bevuto anche d'inverno al fioccare della prima neve.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 49 e p. 85.</ref>}}
*'''Ngigna''''<ref>Citato in ''Viviani'', III, p. 228.</ref>
:''Adoperare un oggetto nuovo per la prima volta.''
*'''{{NDR|'O}} Nicchinonno.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 261.</ref>
::{{spiegazione|Il [[w:pelargonium triste|geranio notturno]].}}
*'''{{NDR|'O}} Nippulo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 262.</ref><ref>Citato in P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PR1&dq=Modern%20Etymological%20neapolitan&hl=it&pg=PA150#v=onepage&q&f=false p. 150]</ref>
:''Pelucco.''
::{{spiegazione|Molto comunemente impiegato per indicare i pallini ('e nippule) che si formano su un tessuto di lana (tipici quelli che si formano su di un maglione vecchio) vecchio, consumato.}}
*''''Nnoglia.'''<ref name=scarti>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 94.</ref>
::{{spiegazione|Salsicciotto o salame poco costoso confezionato con tritumi di budella insaporiti con sale, pepe ed anici. In senso lato: Scioccone, stupido. ''''Nnoglia vestuta'''<ref name=scarti/> ''Salsicciotto, salame vestito'': persona lenta, torpida.}}
*'''Nòbbele e snobbele<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>'''.<ref>Citato con traduzione e spiegazione in ''Napoli, punto e basta?'', p. 33.</ref>
:''Nobili e non nobili.''
::{{spiegazione|Tutti, nessuno escluso. L'intero popolo.}}
*'''Nocche e ziarelle.'''<ref>Citato in Nicolò Lombardi, ''La Ciucceide {{small|o puro La reggia de li ciucce conzarvata. Poemma arrojeco di Nicolò Lombardi. Caporuota nella Regia Udienza di Trani}}'', Presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1783, [https://books.google.it/books?id=73rWCcix8KQC&lpg=PA190&ots=3gNpW1msnp&dq=&pg=PA190#v=onepage&q&f=false p. 190].</ref>
:''Fiocchi e fettucce, nastri.''
::{{spiegazione|Cianfrusaglie, ammennicoli, cose futili, spese inutili.}}
*'''Non me ntrico e non me mpaccio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 25.</ref>
:'' ''Nun me 'ntrico e nun me 'mpaccio'': Non mi intrometto e non resto coinvolto (mi intralcio, mi impiglio).''
*'''Nonna nonna''' o '''Nonna'''.<ref name=lullaby>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref>
:''Ninnananna. Ninna. '''''Cu a nonna.'''''<ref name="lullaby" /> o (''Cu a nonna nonna'') Restituire i soldi con pieno comodo.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 264.</ref> ''Pavà cu 'a nonnanonna.'' Pagare con la ninnananna, pagare [[w:|a babbo morto]].''
*''''Ntaccata 'e 'mpigna.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 205.</ref>
:''Sfregio, nel gergo della malavita antica.''
*'''Ntapechera.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 44.</ref>
::{{spiegazione|Donna intrigante, intramettente, pettegola, incline a tramare inganni, raggiri. ''Leva lè, mmecciata ntapechera.''<ref>In Marulli e Livigni, p. 44.</ref> Va' via, viziosa pettegola, intrigante!}}
*''''Ntrichete 'e te!'''<ref>Citato in Anna Menafro e Mariarosa Amodio, ''Il berretto del laureato'', PM Edizioni, Varazze (SV), 2018. ISBN 978-88-99565-86-2, [https://books.google.it/books?id=WhdiDwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Anna%20Menafro&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false p. 120].</ref>
:''(Letteralmente: immischiati di te!) Fatti i fatti tuoi!''
*'''Ntrillavallà.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
:''A sproposito. Di punto in bianco.''<ref>Questa definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 267.</ref>
*''''Nu chiappo 'e 'mpiso.'''<ref>Citato in Armando Cenerazzo, ''Rose rosse e rose gialle'', Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=lTF7BwXMuq4C&lpg=PA297&dq=cenerazzo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]</ref>
:''Un cappio di impiccato.''
::{{spiegazione|Un pendaglio da forca.}}
*'''Nu malacarne.'''<ref>Citato in Carmine Ruizzo, ''La terra dei suoni, {{small|Un viaggio attraverso la musica popolare campana}}'', [https://books.google.it/books?id=9dhRDwAAQBAJ&lpg=PA10&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
::{{spiegazione|O ''na malacarna'': Un uomo crudele, spietato.}}
*''''Nu mariuolo cu' ' a scala ' ncuollo.'''<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''Il napoletanario'', Colonnese Editore, Napoli; in [[Nello Ajello]], ''Detti e contraddetti del popolo napoletano'', la Repubblica.it Archivio del 28. 01. 2002.</ref>
:''Un ladro con la scala sulle spalle.''
::{{spiegazione|Una persona di scarso senso etico, spudoratamente disonesta.}}
*'''Nu parmo e nu ziracchio<ref name=Zrk>Lunghezza misurata dal pollice e dall'indice tesi. {{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>.'''<ref>Citato in Pasquale Scialò, ''Storia della canzone napoletana 1824-1931'', vol. I, Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=-CtEDwAAQBAJ&lpg=PR221&dq=&pg=PR221#v=onepage&q&f=false p. 221].</ref>
:''Un palmo ed una piccola quantità. Un po'.''
*'''Nu piezzo ‘e pane.'''<ref>Citato in ''Il morto supplente'', p. 32.</ref>
:''Un pezzo di pane.''
::{{spiegazione|Una persona veramente buona, mite, pacifica.}}
*''''Nu quadro 'e luntananza.'''<ref>Citato in [[Franco Di Mare]] ''Il paradiso dei diavoli'', BUR, RCS Libri, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=fV0gAQAAQBAJ&lpg=PT30&dq=&pg=PT30#v=onepage&q&f=false p. 30]. ISBN 978-88-58-65498-9</ref>
:''Un quadro di lontananza.''
::{{spiegazione|Riferito ad una donna ancora molto seducente, molto bella, seppure di una bellezza un po' autunnale, un po' sfiorita, fanée. Tale quindi da essere apprezzata al meglio, come si fa con un quadro, se ammirata da lontano, dalla distanza che, tenendo celati agli occhi i segni, le scalfitture del tempo, permette di apprezzare la bellezza dell'intera figura.}}
*''''Nu scoglio ca nun fa patelle.'''<ref>Citato in ''Proverbi Italiani'', Associazione Culturale Adventure, [https://books.google.it/books?id=R14IDgAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Proverbi%20Italiani%3A%20Tutta%20la%20sapienza%20e%20l'esperienza%20di%20secoli%2C%20sono%20...&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q&f=false p. 200]</ref>
:''Uno [[avarizia|scoglio]] che non produce patelle.''<ref>Traduzione in ''Proverbi italiani, p. 200''</ref>
::{{spiegazione|Un uomo avarissimo.}}
*''''Nu sordo 'a {{sic|mesurelle}}<ref>Più comunemente ''Mesurella''.</ref>e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme<ref>Si narra che un caldarrostaio occultò il cadavere di un uomo che aveva ucciso – secondo Apicella un venditore concorrente – proprio nel punto in cui vendeva le caldarroste. La "voce" insolita (e chill'{{sic|amiche}} sempe rorme!) con cui attirava i clienti finì per insospettire i gendarmi che scoprirono il delitto. {{cfr}} Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>!'''<ref> Citato in Apicella ''I ritte antiche'', p. 280.</ref>
:''Un soldo al misurino (di caldarroste) e quell'amico dorme sempre! (continua a non pagarmi).''
::{{spiegazione|''Lo si dice a chi dimentica di onorare un impegno, di adempiere ad un obbligo.''}}
*'''Nu sturcio<ref>'''O sturcio'': la smorfia, il lavoro eseguito malissimo, la persona o la cosa cosa deforme.</ref>masculo<ref>Maschio.</ref>.'''<ref>Citato in ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=smorfeia 453].</ref>
::{{spiegazione|Una persona o una cosa di estrema bruttezza. Un lavoro, un'opera riusciti malissimo.}}
*'''Nu' te piglia' collera, ca 'o zuccaro va caro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 108.</ref>
:''''Non arrabbiarti, perché lo zucchero è a costa caro.''
::{{spiegazione|I dispiceri potrebbero facilitare o accrescere i disturbi cardiaci che anticamente venivano curati con lo zucchero, costoso. La collera non fa che aggiungere danno a danno senza nulla risolvere. Molto meglio quindi mantenersi in ogni circostanza il più possibile calmi, sereni.}}
*'''Nu ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
::{{spiegazione|Un uomo di statura assai piccola.}}
*'''Nun bulere stare manco pe pollece int' 'a cammisa d'uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>
:''Non volere stare nemmeno come pulce nella camicia di qualcuno.''
::{{spiegazione|''Nun vule' sta' manco pe' pollece int' 'a cammisa d'uno''. Non volersi trovar ne' suoi panni per tutto l'oro del mondo<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano italiano'', p. 305.</ref>.}}
*'''Nun ce so' ffose 'appennere.'''<ref>Citato e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA84&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 82.] ISBN 978-88 6042-710-6</ref> o '''Nun ce stanno fose 'appennere.'''<ref name=schälen/>
:''Non ci sono fusi da appendere (alle mie vesti).''
::{{spiegazione|Non c'è nulla da dire, da eccepire sulla mia condotta. Il mio comportamento è ineccepibile, impeccabile.}}
*'''Nun ce vo' zingara p'anduvinà sta ventura.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Non 'è bisogno della zingara (dell'indovina) per indovinare questa sorte.''
::{{spiegazione|È cosa che si capisce da sé molto facilmente.}}
*'''Nun da' audienzia.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 15.</ref>
:''Non dare [[ascoltare|ascolto]], non ne vale proprio la pena.''
*'''Nun è doce 'e sale.'''<ref>Citato in Fortunato Calvino, ''Teatro'', Guida, Napoli, 2007, [https://books.google.it/books?id=CP23Fm_H7WoC&lpg=PA116&dq=doce%20'e%20sale.&hl=it&pg=PA116#v=onepage&q&f=false p. 116] ISBN 88-878-6042-328-3</ref>
:''Non è dolce di sale.''
::{{spiegazione|È tutt'altro che mite e accomodante. È un uomo duro, di approccio molto difficile.}}
*'''Nun fa' asci' 'o ggrasso a for' 'o pignato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
:''Non fare uscire il grasso fuori dalla pentola.''<ref>La traduzione è in Viviani, ''Teatro'', II, p. 95.</ref>
::{{spiegazione|Il denaro deve essere destinato alle necessità della famiglia, non va disperso per gli estranei.}}
*'''Nun fa 'o farenella!'''<ref name=bocri/>
::{{spiegazione|Non fare il pagliaccio, sii serio!<ref>"''Nun fa 'o farenella! |Si nce hai che di', dimme 'a parola chiara!'' Non fare il buffone | Se hai da ridire, parlami chiaro! (Da ''Poesie napoletane'', p. 124.)</ref>}}
*'''Nun haje visto 'o serpe, e chiamme San Paulo.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 109.</ref>
:''Non hai visto il serpente e invochi San Paolo.''
::{{spiegazione|Ti spaventi anzitempo, senza un reale motivo.}}
*'''Nun leggere 'o libro {{sic|'}} quaranta foglie.'''<ref>Citato in ''I proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>
:''Non leggere il libro di quaranta pagine.''
::{{spiegazione|Non giocare a carte.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 263.</ref>}}
*'''Nun me mpicchio e nun me mpacchio.'''<ref>Citato in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
:''Non mi impiccio e non mi lascio implicare in faccende complicate.''<ref>La traduzione è in ''Napoli , punto e basta?'', p. 705.</ref>
*'''Nun sai tené tre cicere mmocca.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Un diavolo nella valigia'', [https://books.google.it/books?id=6h_sAwAAQBAJ&lpg=PA45&dq=&pg=PA45#v=onepage&q&f=false p. 45]</ref>
:''Non sai tenere tre ceci in bocca.''
::{{spiegazione|Non sai tenere un [[segreto]].}}
*'''Nun sapé niénte 'e san Biàse.'''
:''Non sapere niente di [[San Biagio]].''
::{{spiegazione|Fare lo gnorri.<ref name=Am79>Citato in Amato, p. 79.</ref>}}
*'''Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.'''<ref>Citato in Romualdo Marrone ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli'', Newton Compton Editori, 2015, [https://books.google.it/books?id=XnowCgAAQBAJ&lpg=PT183&dq=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&hl=it&pg=PT183#v=onepage&q=Nun%20sfruculi%C3%A0%20'a%20mazzarella%20'e%20San%20Giuseppe.&f=false] ISBN 978-88-541-8502-9</ref>
:''Non "sfottere" il bastone di San Giuseppe.''<ref>Della statua di San Giuseppe</ref>
::{{spiegazione|Non disturbare chi sta tranquillo per i fatti suoi.}}<ref>L'interpretazione (più dettagliata) è in ''Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli.''</ref>
:oppure
::{{spiegazione|Non accaniti con qualcuno che è già indifeso e sul quale la sorte ha già infierito.}}<ref name="peace">{{cfr}} più dettagliatamente [[Paolo Isotta]], ''La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro'', Marsilio, Venezia, 2014, [https://books.google.it/books?id=3J7wDQAAQBAJ&lpg=PT61&dq=o%20carro%20p'a%20scesa.&hl=it&pg=PT62#v=onepage&q=o%20carro%20p'a%20scesa.&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
*'''Nun tene né cielo 'a vede' né terra 'a cammena'.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', VI, p. 344.</ref>
:''Non ha né cielo da vedere né terra su cui cammminare.''
::{{spiegazione|È povero in canna.}}
*'''Nun tengo capa.'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], Teatro, Ubulibri, 2005, [https://books.google.it/books?hl=it&id=6MIeAQAAIAAJ&dq=nun+tengo++capa&focus=searchwithinvolume&q=nane p. 132].</ref>
:''Non ho testa.''
::{{spiegazione|''Nun tene' capa'': non avere testa. Non avere voglia, non avere intenzione. ''Mo nun tengo proprio (o: nisciuna) capa 'e sentì' niente, tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' capa'': ora non ho assolutamente (o: nessuna) voglia, energia, intenzione di ascoltare nulla, sono tormentato da cento preoccupazioni che mi frullano nella testa.}}
*'''Nzallanuto.'''<ref name=sfengari>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
:''Rimbambito, stordito, confuso.''
*'''Nzalannòmmeno.'''<ref name=sfengari/>
:''Zuccone, Spilungone, Sciocco.''<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 268.</ref>
*'''Nzeculoro.'''<ref>Citato in ''Il segreto in voce'', Roma, Domenico Antonio Ercole, 1712, [https://books.google.it/books?id=aifsiYIDX58C&dq=nzeculoro&hl=it&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37]</ref>
:''Corruzione di: [[w:In omnia saecula saeculorum|In omnia saecula saeculorum]]. All'altro mondo; per le lunghe.''
*'''Nzerrà l'uocchie.''' <ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, anno V, Sabato 2 Luglio 1864 p. 726.</ref>
:''Chiudere gli occhi.''
::{{Spiegazione|Chiudere gli occhi per non vedere. Prendere sonno. Morire.}}
*'''Nzerrà 'o libro.'''<ref>Citato in [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]], ''Cantata dei giorni dispari'', vol I, Einaudi, Torino, 1995, [https://books.google.it/books?id=AHQIAQAAMAAJ&q=nzerr%C3%A0+%27o+libro&dq=nzerr%C3%A0+%27o+libro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjNzaTpk8vmAhURV8AKHbvmDsUQ6AEILzAB p. 575].</ref>
:''Chudere il libro.''
::{{Spiegazione|Chiudere un argomento, mettere da parte, smetterla con le teorie.}}
*'''Nzi a rumme e busse.'''<ref name=rumbus>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>
::{{Spiegazione|'''Rumme e busse'''<ref name=rumbus/>: "ultimi due segni dell'alfabeto in modi di sigle". ''Nzì a rumme e busse'': "sino alla fine, sino all'estremo."<ref>La spegazione è in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 316.</ref>.}}
*'''Nzicco nzacco.'''<ref name=outof>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
:''All'improvviso.''
*'''Nziria.'''<ref name=outof/>
:''Il lamentarsi e piagnucolare continuo, a volte immotivato, dei bambini.''
::{{spiegazione|Nell'uso corrente: capriccio, sfizio, voglia che assale improvvisa ed irresistibile.}}
*'''Nzu nzu.'''<ref name=outof/>
:''Dolcemente, Beatamente, Voluttuosamente.''<ref>La definizione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 269.</ref>
*'''Nzurfà'.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA157#v=onepage&q&f=false p. 157]</ref>
:''Inzolfare. Insufflare.''
::{{spiegazione|Istigare, aizzare.}}
==O==
*''''O ball' 'e ll'urzo.'''<ref>Citato in Francesco Piscopo '''E scugnizze'', Salvatore Romano, Napoli, 1904, [https://wikisource.org/wiki/Page:%27E_scugnizze.djvu/10 wikisource p. 10].</ref>
:''Il ballo dell'orso.''
::{{spiegazione|Un ballo sgraziato, goffo.}}
*''''O Buvero 'o Rito.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, p. 554.</ref> o ''''O Buvero.'''<ref>Citato in Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello, ''Il giro di Napoli in 501 luoghi, {{small|La città come non l'avete mai vista}}'', Newton Compton, Roma, 2014, [https://books.google.it/books?id=uHItBQAAQBAJ&lpg=PT35&dq=&pg=PT35#v=onepage&q&f=false p. 35]. ISBN 978-88-541-7070-4</ref>
:''Il Borgo San Loreto, o, Il Borgo, per antonomasia.''
*''''O canzo.'''<ref>Citato in Raffaele Pisani, ''I Promessi sposi'', prefazione di Maria Zaniboni, [https://books.google.it/books?id=V_vgAgAAQBAJ&lpg=PT22&dq='o%20canzo&hl=it&pg=PT22#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''La possibilità, l'opportunità. Tené o dà a quaccheduno 'o canzo: Avere o dare a qualcuno la possibilità, l'opportunità. Damme 'o canzo! Dammi la possibilità, l'opportunità, dammi modo! (di fare qualcosa).''
*''''O cappotto 'e lignamme.'''<ref name=nose/>
:''Il cappotto di legno.''
::{{spiegazione|La bara.}}
*''''O chiù bunariello tene 'a guallera e 'o scartiello.'''<ref>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 164.</ref>
:''Chi è messo meglio di tutti ha l'ernia e la gobba.''
::{{spiegazione|Espressione riferita a situazioni nettamente sfavorevoli, molto avverse in cui ci si venga a trovare. Può anche significare: sono uno peggiore dell'altro.}}
*''''O chiacchiarone.'''<ref>Citato in [[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n189/mode/2up p. 165].</ref>
:''Il chiacchierone.''
::{{spiegazione|Il giornale, nel gergo della malavita antica.}}
*''''O ciuccio 'e {{sic|fechella}}, trentatré chiaje e pure 'a cora fràceta!'''<ref>Citato in Tammaro Mormile, Albatros Edizioni ''Cuore di mamma'', [https://books.google.it/books?id=9IyRDQAAQBAJ&lpg=PT16&dq=&pg=PT16#v=onepage&q&f=false p. 16]. ISBN 9788899906191</ref>
:''L'asino di Fechella, tretntatre piaghe ed anche la coda fradicia!''
::{{spiegazione|''Me pare 'o ciuccio 'e Fechella trentaré chiaje pure 'a cora fraceta!''. Mi sembra / mi sembri l'asino di Fichella, trentatré piaghe ed anche la coda è fradicia!: riferito a chi è o si lamenti di essere continuamente in cattiva salute, colpito senza posa da malattie (e con questa motivazione più immaginaria che reale, eludere l'assolvimento dei propri compiti, facendo in modo che altri se ne debbano fare carico.}}
*''''O Conte Mmerda 'a Puceriale.'''<ref>Citato in ''Proverbi & Modi Di Dire - Campania '', Simonelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=1yVgvr16rX0C&lpg=PA72&dq=O%20conte%20Merda%20'e%20Puceriale&hl=it&pg=PA72#v=onepage&q&f=false p. 72.] ISBN 88-7647-103-0</ref>
::{{spiegazione|Il così sunnominato Conte di Poggioreale è chiunque si dia vanto e vada propalando di discendere da una nobile stirpe mai esistita.}}
*''''O cuorpo 'e Napule.'''<ref>Citato in Patrizia Rotondo Binacchi, ''A Napoli mentre bolle la pentola'', p. 63.</ref>
:''Il corpo di Napoli.''
::{{spiegazione|La [[w:|statua del dio Nilo]] posta nel [[w:largo Corpo di Napoli|Largo Corpo di Napoli]].}}
*''''O doje allattante.'''<ref>Citato in Giancarlo Signore, ''Storia delle abitudini alimentari'', ''{{small|Dalla preistoria al fast food}}'', Tecniche Nuove, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=acv0VaSJ4fIC&lpg=PP1&dq=Giancarlo%20Signore&hl=it&pg=PA198#v=onepage&q&f=false p. 198]. ISBN 978-88-481-7428-2</ref>
:''Il due allattante.''
::{{spiegazione|Espressione con cui veniva chiamato un piatto di pasta con cacio e pepe venduto al prezzo di due soldi.}}
*'''{{'}}O fatto d{{'}}{{'}}e quatto surde.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Nnapule'', p. 283.</ref>
:''Il racconto dei quattro sordi.''
::{{spiegazione|Quattro sordi viaggiano nello stesso treno. Il primo chiede: ''Scusate, simmo arrivate a {{sic|nNapule}}?'' (Scusate, siamo arrivati a Napoli?) Replica il secondo: ''Nonzignore, cca è {{sic|nNapule}}!'' (Nossignore, qua è Napoli!)}} Interviene il terzo: ''I' me penzavo ca stevamo a {{sic|nNapule}}'' (Io credevo che fossimo a Napoli) Il quarto conclude: ''Maje pe ccumanno, quanno stammo a nNapule, m'avvisate?'' (Mai per comando (per cortesia), quando saremo a Napoli, mi avvertite?) Si dice '''o fatto d''e quatto surde'' a commento di una situazione in cui la reciproca incomprensione, l'incomunicabilità sono totali. ''E chist'è 'o fatto d''e quatto surde'' (E questo è il racconto dei quattro sordi): qui non c'è assolutamente modo di capirsi.)
*''''O figlio d' 'a Madonna.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 339-340.</ref>
:''Il trovatello.''<ref>Traduzione in ''Teatro'', IV, p. 340.</ref>
*''''O fungio d' 'a recchia.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 28.</ref>
:''Il fungo dell'[[orecchio]].''
::{{spiegazione|Il padiglione auricolare.}}
*''''O frùvulo pazzo.'''<ref name=cross/>
:''La folgore, il fulmine, il lampo, il razzo pazzo.''
::{{spiegazione|Particolare fuoco d'artificio che, una volta acceso, saltellava in modo disordinato creando scompiglio ed il fuggi fuggi dei presenti. "Razzo, detto anche Topo. − ''Fruvolo pazzo'', Razzo matto, Topo matto. − '''Essere nu fruvolo''' dicesi di fanciullo che non sta mai fermo, Essere un frugolo ed anche essere un fuoco lavorato."<ref>Con questa definizione in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 173.</ref>}}
*''''O gallo 'ncoppa 'a munnezza.'''<ref>Citato in Mario Caccavale, ''Vite doppie'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=uNPMR6YmWfEC&lpg=PT69&dq=gallo%20munnezza&hl=it&pg=PT69#v=onepage&q=gallo%20munnezza&f=false]</ref>
:''Il gallo su un mucchio di (sulla) spazzatura.''
::{{spiegazione|''Fa 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza'': fare il gallo, cantare a squarciagola un sonoro e sostenuto chicchirichì, troneggiando sulla spazzatura: lo fa chi "canta" a voce spiegata dall'alto di un mucchio di "spazzatura" – sola altezza e contesto che gli competano; ossia chi si gloria, tronfio – null'altro potendo – di infimi successi, ottenuti primeggiando su persone ancor più incapaci o deboli o in situazioni e contesti squallidi, miserevoli; più in generale chi si gloria senza averne alcun titolo.}}
*''''O guappo 'e cartone.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2001, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PA24&dq=guappo%20'e%20cartone&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24] ISBN 88-7188-479-5</ref>
:''Il guappo di cartone.''
::{{spiegazione|Una [[w:Tigre di carta|tigre di carta]].}}
*''''O maccaturo 'e culore.'''<ref name=mouchoir>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>
:''Il fazzoletto di colore''
::{{spiegazione|Una fazzoletto colorato di formato grande che si usava per avvolgervi di tutto: dai prodotti agricoli ai generi acquistati nei negozi o i piatti che contenevano il cibo dei braccianti. C'era anche chi lo usava come fazzoletto da tasca al posto del piccolo fazzoletto bianco.}}
*''''O masto 'e festa.'''<ref>Citato in Giuseppina Scognamiglio, ''Sullo scrittoio di Partenope, {{small|studi teatrali da Mastriani a Viviani}}'', Edizioni scientifiche italiane, 2006, [https://books.google.it/books?id=E48fAQAAIAAJ&q=%27o+masto+%27e+festa&dq=%27o+masto+%27e+festa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0u9yJwr7kAhVQKVAKHSz5C0AQ6AEIXTAJ p. 172].</ref>
:''Il maestro di festa.''
::{{spiegazione|Il Capo. Chi comanda.}}
*''''O mbruoglio int'o lenzulo.'''<ref>Citato in [[Erri De Luca]], ''Montedidio'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=zkaSgd4nGQsC&lpg=PA122&dq='o%20mbruoglio%20int'o%20lenzulo&hl=it&pg=PA122#v=onepage&q&f=false p. 122].</ref>
:''L'"imbroglio", cioè la trama, la storia nel lenzuolo.''
::{{spiegazione|Il cinematografo, detto così in passato<ref>La locuzione è ancora in uso in alcune città della Campania.</ref> perché il film era proiettato in piazza su un lenzuolo.}}
*''''O miraculo 'e Suor Agnese: era monaca e pure pisciava!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 322.</ref>
:''Il miracolo di Suor Agnese: era monaca e pure mingeva!''
::{{spiegazione|E allora? Cosa ci sarebbe poi di così straordinario? È la cosa più normale del mondo!}}
*''''O munaciello.'''<ref name=meridiana/>
::{{spiegazione|Sorta di folletto benefico dotato di ampi poteri magici, protettore della casa che lo ha accolto con i dovuti riguardi. Nel caso opposto, presa in antipatia la famiglia irriguardosa, manifesta una seconda natura malefica e si vendica creando ogni specie di guai.}}
*''''O nguacchia carte.'''<ref name=stain>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 385.</ref>
:''L'imbratta carte.''
::{{spiegazione|In senso spregiativo: impiegato addetto al trattamento ed alla creazione di scartoffie.}}
*'''‘O ‘nsist’.'''<ref>Citato in Alberto Liguoro, ''Il vecchio teatro'', Lettere Italiane n. 38 – giugno 2002,
Alfredo Guida Editore, Napoli, [https://books.google.it/books?id=N0O5SRP64rYC&lpg=PP1&dq=Alberto%20Liguoro&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p.24]</ref>
::{{spiegazione|Il tipo che "insiste", lo spavaldo, il prepotente.}}
*'''‘O palazzo è auto e ‘a signora è sorda.'''<ref>Citato in P. Mintz, ''Il custode degli arcani'', p. 294.</ref>
:''Il palazzo è alto e la signora è sorda.''
::{{spiegazione|Riferito a chi non sente o fa finta di non sentire}}
*''''O pastore d' 'a meraviglia.'''<ref name=poimèn/>
:''Il pastore della meraviglia.''
::{{spiegazione|Figura del presepe effigiata con un'espressione di estatico stupore di fronte ai prodigi che accompagnano la nascita di Gesù.}}
*''''O pate d<nowiki>'</nowiki>'e criature.'''<ref name="K">Citato in Marcello D'Orta, ''Cuore di Napoli'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=UORcCwAAQBAJ&lpg=PT34&dq='o%20pate%20d'e%20criature&hl=it&pg=PT34#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Il padre dei bambini.''
::{{spiegazione|Il pene.}}
*''''O pato-pato.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, Guida, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA95&dq='o%20pato%20pato&hl=it&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95]</ref>
::{{spiegazione|Una grande quantità. Ad esempio: '''O pato-pato 'e ll'acqua'': una pioggia diluviale.}}
*''''O piglia e porta.'''<ref>Citato in [[Ferdinando Russo]], ''La Camorra'', Prismi, Edizioni de Il Mattino, Edi.Me.-Il Mattino, 1996, p. 14.</ref>
:''Il prende e porta.''
::{{spiegazione|Persona sulla cui discrezione non si può fare affidamento, perché riferisce (porta) tutto quello che ascolta (prende).}}
*''''O pirito cchiù gruosso d'o culo.'''<ref>Citato in Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso: {{small|omaggio ad Annibale Ruccello}}'', Caracò, Napoli, 2011, [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT41&dq=&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 14]. ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
:''Il [[peto]] più grande del sedere.''
::{{spiegazione|Un'azione, un'iniziativa, un progetto non commisurati alle proprie capacità, oltre le proprie possibilità, fuori portata e destinati quindi a fallire. Il passo più lungo della gamba. ''Nun fa' 'o pirito cchiù gruosso d' 'o culo'': non fare il peto più grande del sedere, non perseguire obiettivi irraggiungibili, non fare il passo più lungo della gamba. }}
*''''O priore 'e San Martino.'''<ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 176.</ref>
:''Il priore di San Martino.''
::{{spiegazione|Un marito tradito dalla propria moglie.<ref>In ''Feste, Farina e Forca'', p. 176, Gleijeses riferisce l'interpretazione di un autore, il Maes: nell'epoca in cui visse S. Martino, la chiesa comandava durante i digiuni l'astensione dal consumo di carne e l'assoluta castità. Era questa l'occasione, per alcune mogli più vivaci, più focose, dalla sensualità molto esuberante, insofferenti di simili divieti, di cercare in altri uomini compensazioni alternative alla scrupolosa osservanza del divieto da parte dei mariti. L'uomo notoriamente... "disonorato", circondato da un'allegra brigata di amici, in un'atmosfera goliardica, fra libagioni di vino nuovo accompagnate da torrone, veniva pian piano accompagnato a sua insaputa verso la Certosa di San Martino ed una volta introdottovi, complice il guardiano, veniva chiusa la porta e gli si gridava: «Rimane 'a ffa 'o priore!» ''Resta a fare il priore!''. '''È 'a festa d'o priore San Martino''' è l'espressione impiegata per dire: è la festa dei... "traditi". {{cfr}}, inoltre, Gleijeses, ''Napoli dentro e ... fuori'', p. 319.</ref>}}
*''''O puorco dint 'e mele.'''<ref>Citato con traduzione in Giuliana Mazzotti, ''Verso una educazione interlinguistica e transculturale'', Marzorati, Milano, 1984, [https://books.google.it/books?id=CcgMAQAAMAAJ&q=O+puorco+dint+e+mele&dq=O+puorco+dint+e+mele&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4pcHAvbXjAhVHfZoKHRhTBlwQ6AEILTAB p. 253].</ref>
:''Il maiale nel mucchio di mele.''
::{{spiegazione|Una persona che se la passa benissimo, che è in un ventre di vacca.}}
*''''O purpo se coce cu ll'acqua soia.'''<ref>Citato in Pennino, p. 303.</ref>
:''Il [[polipo]] si cuoce nella sua stessa acqua.''
::{{spiegazione|Dicesi di persona testarda, che finisce per rovinarsi da solo.}}
*''''O puparuolo schiafféia 'o putecaro.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 173.</ref>
:''Il peperone prende a schiaffi il bottegaio.''
::{{spiegazione|Un subalterno rimprovera il proprio superiore. Un beneficato arreca danno al benefattore.}}
*''''O quàrto spàrte.'''
:''Il quarto spariglia.''
::{{spiegazione|Dopo tre [[figli]] dello stesso sesso, il quarto è dell'altro sesso.<ref name=Am17/>}}
*''''O riàvole ‘e Mergellina.'''<ref>[[Vittorio Del Tufo]], ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', Rogiosi, Napoli, [[https://books.google.it/books?id=U4zGCwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Vittorio%20Del%20Tufo&hl=it&pg=PA101#v=onepage&q&f=false p. 101]].</ref>
:''Il diavolo di Mergellina.''
::{{spiegazione|Una donna di rara, incredibile bellezza.<ref>Il riferimento è al dipinto, custodito nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, opera di Leonardo Grazia dello ''il Pistoia'': nella tela il diavolo, trafitto da San Michele Arcangelo, è raffigurato nelle fattezze di una donna seducente. Per la storia del dipinto e per un approfondimento sull'origine dell'espressione {{cfr}} più dettagliatamente ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101 e [[Gennaro Aspreno Galante]] , ''Guida sacra della città di Napoli'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=APk3ZyDc1b8C&dq=Gennaro%20Aspreno%20Galante&hl=it&pg=PA393#v=onepage&q&f=false p. 393].</ref>'''Si bella e ‘nfame comme 'o riàvule ‘e Mergellina.'''<ref>Citato in ''TRENTAREMI, {{small|Storie di Napoli magica}}'', p. 101.</ref> Sei bella e malvagia come il diavolo di Mergellina.<ref>"Fatto sta, che nel quadro del [[Leonardo da Pistoia|Pistoia]] quel bel volto di giovane donna, dai biondi capelli e dai dolci occhi, appare calmo, quasi sorridente, ed ella piega le braccia e le mani in molle atto voluttuoso, e par che non si accorga nemmeno della lancia che l'angelo le ha infitta sul dorso serpentino, sia che non la prenda molto sul tragico, sia che non voglia, pur nel languire morendo, scomporre la propria attraente vaghezza. E il dipinto destinato a colpire le fantasie per la terribilità del castigo inflitto a colei che tentò scrollare una salda virtù, le sedusse invece con quell'immagine; e nel linguaggio del popolino dei contorni rimase come paragone di elogio: «Bella come il diavolo di Mergellina»" ([[Benedetto Croce]])</ref>}}
*''''O riesto 'e niente.'''<ref>Citato in Raffaele Viviani, ''Poesie: {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Alfredo Guida Editore, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA240&dq=&pg=PA240#v=onepage&q&f=false p. 240]. ISBN 978-88-6042-710-6</ref>
:''Il resto di niente.''
::{{spiegazione|Niente di niente. Assolutamente niente.}}
*''''O schiattamuorto.'''<ref>Citato in Ledgeway, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PA273#v=onepage&q=schiattamuorto&f=false p. 273.]</ref>
:''Il becchino.''
*''''O scemo 'e Miano.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, ''Lo spirito guida'', [https://books.google.it/books?id=6KHeAwAAQBAJ&lpg=PA70&dq=&pg=PA70#v=onepage&q&f=false p. 70] ISBN 978-1-291-01389-4</ref>
:''Lo scemo di Miano.''
::{{Spiegazione|Si dice di una persona completamente stupida, stupida da ricovero (Miano era sede dell'ospedale psichiatrico del Frullone).}}
*''''O senzapiere.'''<ref name=holycross/>
:''Il senza piedi.''
::{{Spiegazione|Il [[sonno]].}}
*''''O Signore sta 'n cielo!'''<ref>Citato in [[Raffaele Viviani]], ''Teatro'' Vol. V|, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&pg=PA590&dq=%&sa=X&ved=0ahUKEwiZkpXE2s7mAhVCsKQKHcYyCuwQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false p. 590].</ref>
:''Il [[Dio|Signore]] sta in cielo!''
::{{Spiegazione|Si risponde, così, talvolta, con [[w:Understatement|understatement]] fra il serio e lo scherzoso, non senza una punta d'ironia – ma a volte anche per un autentico sentimento di rispetto verso Dio – se si pensa che qualcuno si sia rivolto a noi con troppa enfasi con l'appellativo di Signore.}}
*''''O [[strummolo|strùmmolo]] a tiritèppete.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|È "a tiritèppete" uno strummolo difettoso.}}
*''''O tale e quale.'''<ref name=nose/>
:''Il tale e quale.''
::{{spiegazione|Lo specchio.}}
*'''O {{sic|T}}otaro int'a chitarra.'''<ref>citato in Jordan Lancaster, ''In the Shadow of Vesuvius, A Cultural History of Naples'', I. B. Tauris, Londra, New York, 2005, [https://books.google.it/books?id=3d4BAwAAQBAJ&lpg=PA251&dq=totaro%20chitarra&hl=it&pg=PA251#v=onepage&q&f=false p. 251]</ref>
:''Il totano nella chitarra''
::{{spiegazione|L'unirsi di un uomo e una donna.}}
*''''O tram a muro.'''<ref name=nose/>
:''Il tram a muro.''
::{{spiegazione|L'ascensore.}}
*''''O tre Galibbarde.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 298.</ref>
:''Il tre [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].''
::{{spiegazione|Piatto di vermicelli conditi con pomodoro e pecorino che si acquistava dal «maccaronaro» al costo di tre soldi coniati con l'effigie di Garibaldi.}}
*''''O triato 'e donna Peppa.'''<ref>Citato in Francesco D'Ascoli, ''Letteratura dialettale napoletana'', Gallina, Napoli, 1996, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]. </ref>
:''Il teatro di donna Peppa.''
::{{spiegazione| Donna Peppa era Giuseppina Errico<ref>Maria Giuseppa Errico (Napoli, 1792 – Napoli, 1867).</ref>, moglie di Salvatore Petito e madre di Antonio Petito, entrambi celebri interpreti di Pulcinella. Nel teatro da lei gestito il pubblico – composto in massima parte di "lazzaroni" – assisteva agli spettacoli partecipando molto, troppo appassionatamente, interferendo dalla platea nell'azione rappresentata con la più illimitata e chiassosa esuberanza di voci, schiamazzi, incitamenti, commenti, gesti scomposti e abbandonandosi ad altre simili intemperanze. La locuzione è riferita a luoghi o situazioni in cui dominino incontrastati confusione, disordine, scompiglio, sfrenatezza e ridicolo.}}
*''''O tuppe-tuppe.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 29.</ref>
:''Il toc-toc.''
::{{spiegazione|La tachicardia.}}
*'''‘O vvàco a piglià Âgnàno.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 28.</ref>
:''Lo vado a prendere ad Agnano''
::{{spiegazione|Ma dove mai potrei riuscire a trovare, ottenere, procurarmi questa cosa?}}
*''''O vellùto è deventàto ràso.'''<ref name=toscodueseisette/>
:''Il [[velluto]] è diventato [[raso]]''.
::{{spiegazione|Detto di chi ha la sifilide, per la perdita di capelli e barba.}}
*''''O Zi' nisciuno.'''<ref>Citato in Nino Del Duca, ''Io stongo 'e casa 'America. Riflessioni'', prefazione di [[Furio Colombo]], introduzione di [[Antonio Ghirelli]], Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=8npveIawS-8C&lpg=PA123&dq=zi'%20nisciuno.&hl=it&pg=PA123#v=onepage&q=zi'%20nisciuno.&f=false p. 123]</ref>
:''Il Signor nessuno, ovvero una perfetta nullità.''
*'''Ogna de<ref name=epsilon/>janara.'''<ref>Citato e spiegato in ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 153.</ref>
:'' ''Ogna 'e janara'': unghia di strega.''
::{{spiegazione|[[w:Sempervivum tectorum|Sempervivum tectorum]].}}
*'''Ogne ‘e ‘mpiso ‘e sotto ‘e bastimiente.'''<ref name=patibolo>Citato in Ottavio Soppelsa, ''Dizionario zoologico napoletano'', D'Auria Editore, Napoli, 2016; in Stella Cervasio ''Purpo e cumeta, i nomi in napoletano di 3600 animali'', ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2016.</ref>
:''Unghie di impiccati sotto le navi.''
::{{spiegazione|Cirripede biancastro che si attacca sotto le navi del colore latteo dell ’"unghia d’impiccato".<ref>La spiegazione è in ''la Repubblica.it'' Napoli del 5. 12. 2006.</ref>}}
*'''Ojni<nowiki>'</nowiki>'''<ref>Ni' è l'abbreviazione di ninno: bimbo.</ref><ref>In ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:''[[Ragazzo]] mio.''<ref>Traduzione in ''Viviani'', III, p. 248.</ref>
:oppure
:''Ehi, tu (rivolgendosi ad un uomo).''
*'''Ommo de<ref name=epsilon/>ciappa.'''<ref name=allocco/>
:''Uomo di fibbia (fermaglio, borchia).''
::{{spiegazione|''Ommo 'e ciappa'', uomo di vaglia, di senno, di distinzione.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 72.</ref>}}
*'''On Titta e 'o cane.'''<ref>Citato in Maria Emilia Nardo, ''Raffaele Viviani: Dalla Vita alle Scene L’Altra Autobiografia (1888-1947)'', a cura di Maria Emilia Nardo, Rogiosi, 2017, [https://books.google.it/books?id=7v6ZCwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=emilia%20nardo&hl=it&pg=PT71#v=onepage&q&f=false p. 71.]</ref>
:''Don Titta e il [[cane]]''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Onna Pereta fore o balcone.'''<ref>Citato in ''In the Shadow of Vesuvius'', p. 250.</ref>
:''Donna<ref>Femminile di Don (Dominus, Signore), appellativo onorifico con cui ci si rivolge in modo riguardoso a persone che godono di grande prestigio.</ref> Peto sul balcone (fuori al balcone).''
::{{spiegazione|Locuzione che descrive una donna sciatta, volgare, sguaita, sfacciata che per di più non fa mistero alcuno delle sue poco invidiabili doti, ostentandole anzi apertamente.}}
*'''Orecchione.'''<ref name=splinter/>
::{{spiegazione|Telefono, nel gergo della malavita antica.}}
==P==
*'''P' 'a fraveca 'e ll'appetito.'''<ref name=hambriento/>
:''Per la fabbrica dell'appetito.''
::{{spiegazione|Per procurarsi di che vivere. Per il cibo.}}
*'''Pacche 'e frutte.'''<ref name=locagua/>
:''Spicchi, pezzi di frutta.''
::{{spiegazione|Susine o albicocche spaccate e fatte essiccare d'estate al sole, venivano conservate per la stagione invernale.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietiello.'''<ref name=cicero>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 274.</ref>
::{{spiegazione|Il giovane [[avvocato]]. In senso dispregiativo: l'avvocatucolo.}}
*''''{{NDR|'O}} Paglietta.'''<ref name=cicero/>
:''Il [[w:|paglietta]]. L'avvocato.''
*'''Palazzo a spuntatore.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 225.</ref>
:''Palazzo a due uscite.''
*'''{{NDR|'E}} palummelle nnante all'uocchie.'''<ref>Citato in ''Lo Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=palummelle%20nnante%20all'uocchie&hl=it&pg=PT91#v=onepage&q=palummelle%20nnante%20all'uocchie&f=false]</ref>
:''Le "farfalline" davanti agli occhi.''
::{{spiegazione|Vedere '''e palummelle nnante all'uochie'': percepire nel campo visivo punti luminosi a scintillio intermittente. In medicina è uno dei sintomi dello [[w:scotoma|scotoma]].}}
*'''''Panza 'a sotto e pertusillo a 'ncoppa.'''''<ref name=sunbelly/>
:''Pancia da sotto e forellino sopra.''
::{{spiegazione|Posizione, insieme a ''tené 'a panza a 'o sole'' (tenere la pancia al sole), paragonata da [[Giovanni Artieri|Artieri]] ad una sorta di antico yoga napoletano cui si ricorreva per sopportare i morsi della fame.<ref name=bellysun/>}}
*'''Papurchio.'''<ref>Citato in ''No Sansone a posticcio co Pulecenella mbrogliato fra forza e senza forza'', p. 36.</ref>
::{{spiegazione|Stupido.}}
*'''{{NDR|'O}} Paputo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 278.</ref>
::{{spiegazione|Essere fantastico con cui in passato si metteva paura ai bambini.}}
*'''Parapatta e pace.'''<ref>Citato in Generoso Picone, ''I napoletani'', Laterza, 2005 [https://books.google.it/books?id=2GqODAAAQBAJ&lpg=PT72&dq=parapatta%20e%20pace&hl=it&pg=PT72#v=onepage&q=parapatta%20e%20pace&f=false] ISBN 9788858118610</ref>
:''Pari e pace''
::{{spiegazione|Siamo a posto, siamo pari. Più nulla da dare o da avere.}}
*'''{{NDR|'O}} Paraustiello.'''<ref>Citato in ''I pediculi'' di Gennaro Aspreno Rocco, in G. Giacco, ''Cultura classica e mondo subalterno ne I pediculi di Gennaro Aspreno Rocco'', [https://books.google.it/books?id=PYBHmCL1kkEC&lpg=PT58&dq=paraustiello&hl=it&pg=PT58#v=onepage&q&f=false, Atto II, Scena I]</ref>
::{{spiegazione|Giustificazione, scusa, argomentazione contorta, artificiosa. Ragionamento tortuoso, molto complicato, arzigogolato, ragionamento contorto e sconclusionato. Es.: ''Me ne staje cuntanno tutte paraustielli. Mi stai raccontando, spacciando solo un mare di false, abborracciate, arruffate, inconsistenti chiacchiere. Ma a chi 'i vuo' cuntà 'sti paraustielli? Ma a chi le vuoi raccontare tutte queste chiacchiere, queste fole?''; oppure: cerimoniosità eccessiva, stucchevole.}}
*'''Pare' 'a gatta d' 'a sié Mari': 'nu poco chiagne e 'nu poco rire quanno sta moscia rire, e quann'è cuntenta chiagne!'''<ref name=smicry>Citato, nella formulazione riportata dallo studioso Raffaele Bracale, in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref>
:''Sembrare il gatto della signora Maria: un po' piange e un po' ride, quando è giù di morale ride e quando è contenta piange!''
::{{spiegazione|Tale sembra una persona che risponda con reazioni emotive incoerenti, paradossali ad eventi che per loro natura dovrebbero suscitare stati d'animo diametralmente opposti. Sono possibili anche formulazioni più brevi, come ad esempio: '''A gatta 'e zia Maria 'nu poco chiagne e 'nu poco rire.'''<ref name=crysmi>Citato in ''Cucozze e caracazze'', p. 31.</ref> ''Il gatto di zia Maria, un po' piange e un po' ride''. oppure: '''A gatta 'e zia Maria, primma chiagne e doppo rire.'''<ref name=crysmi/> ''Il gatto di zia Maria, prima piange e dopo ride'', entrambe riferite a persona volubile o di umore mutevole.<ref>{{cfr}} più estesamente ''Cucozze e caracazze'', pp- 30-31.</ref>}}
*'''Paré 'a sporta d' 'o tarallaro.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 340.</ref>
:''Sembrare il cesto del venditore di taralli.''
::{{spiegazione|Essere sballottati senza misura, senza riguardo, di qua e di là per soddisfare le necessità altrui, come un cesto di venditore ambulante di taralli. ''Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.'' Mi sembra di essere il cesto di un venditore di taralli: un po' di grazia, grazie!}}
*'''Pare ca s' 'o zùcano 'e scarrafune.'''<ref name=nose/>
:''Sembra che se lo succhino (di notte) gli scarafaggi.''
::{{spiegazione|È deperito, debilitato.}}
*'''Pare na pupata.'''<ref>Citato in [[Armando Curcio]], ''Il teatro di Armando Curcio'', Armando Curcio Editore, 1977, [https://books.google.it/books?id=AmDyAAAAMAAJ&q=pare+na+pupata&dq=pare+na+pupata&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjK1fXNsIzkAhW06KYKHWtSACwQ6AEINzAD p. 70].</ref>
:''Sembra una bambola.''
::{{spiegazione|È bellissima.}}
*'''Parente a chiochiaro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 123.</ref>
::{{spiegazione|Dire a chi vanta origini nobili che è Parente a Chiochiaro<ref>Cioè ad un peperone rosso e per traslato ad un uomo rozzo e stupido. {{Cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 99. Secondo il De Ritis, invece, chiochiaro deriva da ''chiochia'' scarpa grossolana da pastore. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 329.</ref>, cioè ad una persona rozza e stupida, ad un tanghero, equivale a confermargli in modo derisorio che è con certezza assoluta persona di alto lignaggio, di antichi illustri e nobili natali.}}
*'''Parla' a schiovere.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 431.</ref> o '''Parlà a schiòvere.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 214.</ref>
:''[[Parlare]] a spiovere.''
::{{spiegazione|Parlare dicendo cose insensate, sconnesse, tanto per parlare; parlare a vanvera.}}
*'''Parla comme t'ha fatto mammeta!'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 13.</ref>
:''Parla come ti ha fatto tua mamma!''
::{{spiegazione|Parla semplice, schietto, con naturalezza.}}
*'''Parlà' cu 'a purpètta 'mmócca.'''<ref>Citato, con spiegazione, in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 275.</ref>
:''Parlare con la polpetta in bocca.''
::{{spiegazione|Parlar bleso.}}
*'''Parlà mazzecato.'''<ref>Citato in ''La fidanzata del parrucchiere'', Tipografia Comunale, Napoli, [https://books.google.it/books?id=mkZzAg4o31oC&dq=parl%C3%A0%20mazzecato&hl=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11.]</ref>
::{{spiegazione|Parlare trattenendosi – per paura, calcolo, superficialità – dal dire tutto, parlare in modo reticente, passando sotto silenzio cose importanti.}}
*'''Parlà nfiura.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, anno III, 30 gennaio 1862, p. 119.</ref>
:''Parlare in figura.''
::{{spiegazione|Parlare non esplicitamente, ma in modo figurato, allusivo, metaforico, cauto.}}
*'''Parla quanno piscia 'a gallina.'''<ref>Citato in ''A Napoli mentre bolle la pentola'', [https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PP1&dq=A%20Napoli%20mentre%20bolle%20la%20pentola&hl=it&pg=PA111#v=onepage&q&f=false][https://books.google.it/books?id=SAMMNZ0rPTEC&lpg=PA109&dq=QUANNO%20PISCIA%20'A%20GALLINA!&hl=it&pg=PA109#v=onepage&q&f=false p. 109.] </ref>
:''Parla quando orina la gallina''<ref>Pendendo a modello la gallina che non orina mai (idea però del tutto priva di fondamento)). </ref>.'' ''
::{{spiegazione|Ordine di tacere impartito perentoriamente a persona presuntuosa, arrogante, saccente.}}
*'''Parla' sciò-sciommo.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 306.</ref>
:''Parlare sciò-sciommo.''
::{{spiegazione|Parlare con accento straniero, con grande raffinatezza.}}
*'''Pasca Rosata.'''<ref name=losdos/>
::{{spiegazione|Pasqua delle Rose. Pentecoste. Era consuetudine lavarsi il viso e le mani, appena desti, in una bacinella in cui si versavano acqua e petali di rose.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref> }}
*'''Pascàle passaguàje.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>
:''Pasquale Passaguai.''
::{{spiegazione|Individuo scalognato.}}<ref>La spegazione è in ''Dizionario napoletano'', p. 247.</ref>}}
*'''Passa 'a vacca.'''<ref>Citato, tradotto e spiegato in Raffaele Viviani, ''Poesie, {{small|opera completa}}'', a cura di Antonia Lezza, Guida, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA277&dq=passa%20'a%20vacca&hl=it&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p.227]</ref><ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>
:''Passa la vacca magra.''
::{{spiegazione|C'è miseria. Deformazione dell'espressione ''passat vacuus'', passa vuoto, pronunciata dal doganiere con riferimento al carro agricolo che attraversava la dogana senza pagare gabella perché vuoto. La moderna glottologia ha tuttavia confutato questa ipotesi etimologica, riconducendo l'espressione alle vacche magre della [[Bibbia]].<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 78.</ref>}}
*'''Passà chello d' 'e cane.'''<ref>Citato in Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA142&dq=chella%20%20d'e%20cane&hl=it&pg=PA142#v=onepage&q&f=false p. 142.]</ref>
:''Passare quello dei cani.''
::{{spiegazione|Sopportare sofferenze, guai incredibili, inenarrabili.}}
*'''Passasse l'angelo e dicesse ammenne.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti'', opera diretta da [Francesco de Bourcard], vol I, Napoli, Stabilimento tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=JuUnAAAAYAAJ&dq=passasse%20l'angelo%20e%20dicesse%20ammenne&hl=it&pg=PA319#v=onepage&q&f=false p. 319.]</ref>
:''Passasse l'[[angelo]] e dicesse amen.''
::{{spiegazione|Si pronuncia questa formula quando ci si augura che un desiderio si realizzi.}}
*'''Patapate<ref>Dal greco: ''parapatto'': versare copiosamente, senza risparmio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 48.</ref> 'e l'acqua.'''
::{{spiegazione|Pioggia improvvisa, copiosa, a forti rovesci, diluviale.}}
*'''Patir<ref>In forma corrente: pati'</ref>d'ogna ncarnata.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 221.</ref>
:''Soffrire di unghia incarnita.''
::{{spiegazione|Essere inclini alla libidine.}}
*'''Pavà le<ref name=epsilon/>{{sic|ppera cotte}}.'''<ref name=Birne>Citato in Michele Zezza, ''Le bontoniste redicole, {{small|Farza de monzù [[Molière|Moliero]]}}'', Da li truocchie de la Sociatà Fremmatica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=OQgZqF3EUToC&dq=Le%20bontoniste%20redicole&hl=it&pg=PA30#v=onepage&q&f=false p. 30]</ref>
:''Pavà' 'e pperacotte: Pagare le pere cotte.''
::{{spiegazione|Pagare, scontare il fio, sopportare le dure conseguenze. '''Fà pavà le ppera cotte.'''<ref name=Birne/>''Fà pavà 'e pperacotte'' Far subire le conseguenze, far pagare il fio, farla pagare. ''Te faccio pavà' 'e pperacotte!'' Te la farò pagare duramente!}}
*'''Pe' ghionta ‘e ruotolo.'''<ref>Citato in Francesco Barbagallo, ''Napoli, Belle Époque'', Laterza, Bari, 2015, [https://books.google.it/books?id=TZKODAAAQBAJ&lpg=PP14&dq=&pg=PP14#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''In aggiunta al [[w:Antiche unità di misura del circondario di Napoli|rotolo]].''
::{{spiegazione| E per di più, come se già non bastasse, per rincarare la dose: al danno, già grave, viene inflitta, per superare la misura, un altro danno, una beffa ancora più grave, insopportabile. ('''A ghionta 'e ruotolo'' era una piccola quantità di merce eccedente il peso acquistato, di cui qualche commerciante faceva dono ai clienti che versavano in precarie condizioni economiche).}}
*'''Pe na magnata 'e fave.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 236.</ref>
:''Per una mangiata di fave.''
::{{spiegazione|Per un prezzo, ad un costo irrisorio o per un guadagno irrisorio. '''Faje lo rucco rucco pe na magnata de fave,'''<ref>Marulli e Livigni, p. 16.</ref>(''Faje 'o rucco rucco pe na magnata 'e fave'') Fai il ruffiano per nulla: ti impegoli nelle cose altrui senza ricavarci nulla.}}
*'''Pe vintinove, e trenta.'''<ref>Citato in Michele Zezza, ''Metastasio a lo Mandracchio, {{small|Zoè La Dedone abbannonata votata a llengua nosta da lo barone Michele Zezza}}'', [https://books.google.it/books?id=jjAT7lafyn8C&dq=&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]</ref>
:''Per ventinove e trenta''
::{{spiegazione|''Pe' vintinove e trenta'': Per un pelo.}}
*'''{{NDR|'A}} pepitola.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=pepitula&hl=it&pg=PA746#v=onepage&q&f=false p. 746]</ref>
:''La pepitola è na malattia che ttene la gallina sott'a lengua pe bia de la quale fa sempe co co cò, co co cò.''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', p. 746.</ref>'': La pipita è la malattia che ha la gallina sotto la lingua per via della quale fa sempre co co cò, co co cò.''
::{{spiegazione|Quindi ''tené 'a pepitola'', avere la pipita significa chiacchierare incessantemente, essere eccessivamente loquaci, ciarlieri.}}
*'''Percòche cu 'o pizzo.'''<ref name=milord>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>
:''Pesca gialla verace.<ref>La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 255.</ref> Di colore chiaro venate di rosso, sono più grosse delle ''spaccarelle''.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>''
*'''Perdere Filippo e 'o panaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 312.</ref>
:''Perdere Filippo e il paniere.''
::{{spiegazione|Perdere tutto in una volta sola.}}
*'''Peredere le<ref name=epsilon/>chiancarelle.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 119.</ref>
:''Perdere i panconcelli (travi di sostegno del solaio).''
::{{spiegazione|''Perdere 'e chiancarelle'': Perdere la testa, andar fuori di testa, dare di balta al cervello, smarrire il senno<ref>Questa definizione è in D'ambra, p. 119.</ref>, farneticare.}}
*'''Pere 'e vruoccolo.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'' III, p. 103.</ref>
:''Piede di broccolo''
::{{spiegazione|Persona sciocca, stupida.}}
*'''Pèreta senza botta.'''<ref>Citato in Antonella Cilento, ''Bestiario napoletano'', [https://books.google.it/books?id=jcc3DwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=&pg=PT19#v=onepage&q&f=false p. 19].</ref>
:''Peto senza scoppio, senza fragore.''
::{{spiegazione|Una bas-bleu: una donna saccente con pretese, con velleità intellettuali.}}
*'''{{NDR|'A}} Peretta.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il mandolino.''
*'''Pèrzeche spaccarelle'''<ref name=milord/> '''Pèrzeche misciorde.'''<ref name=milord/>
::{{spiegazione|''Perzeche spaccarelle'': pesche spiccaci, deliziosissime, non grandi, di un bianco lattescente, si spaccavano in due con la sola pressione delle dita, la polpa si presentava ricoperta da una patina di colore rosso vivo. ''Pesche misciorde'': Varietà di pesche dette ''misciorde'' dal soprannome di un'antica famiglia residente nel territorio del Monte Somma. In passato molto diffuse nell'area orientale del monte Somma, avevano fama fra gli estimatori di essere le più saporite pesche del mondo; il loro gusto incomparabile era dovuto – dicevano – alle peculiare natura del suolo vulcanico vesuviano.<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', p. 42.</ref>}}
*'''Pescetiello 'e cannuccia.'''<ref name=littlefish>Citato in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
:''[[ingenuità|Pesciolino]] di cannuccia.''
::{{spiegazione|Un credulone ingenuo che abbocca facilmente.}}<ref>La spiegazione è in ''Manuale di napoletanità'', p. 70.</ref>
*'''Pesole pesole.'''<ref>Pronuncia: ˈPesələ ˈpesələ.</ref><ref>Citato in Giovanni di Giurdignano, ''Il marinaio'', Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=bSNEAAAAcAAJ&dq=Mario%20Aspa&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10.] </ref>
:''Di peso. Es. Piglià' a uno pesole pesole: prendere una persona di peso (e buttarla fuori).''<br/>''"Sté, compatisceme nchillo momento non so chiù io: si sapisse che vò dì sarvà la vita a n'ommo, che sfizio te siente quando lo cacci dall'acque, quando pesole pesole lo miette ncoppa all'arena, quanno tastanno siente che le sbatte 'o core, quanno l'anniette, e vide che te spaparanza tanto d'uocchie, e te dice, lo cielo te pozza rennere 'nzò chaje fatto pe me!"''<ref>Da G. di Giurdignano, ''Il marinaio'', p. 10.</ref> ''(Stella, capiscimi, in quel momento non sono più io: se tu sapessi cosa vuol dire salvare la vita ad un uomo, che soddisfazione provi quando lo tiri fuori dalle acque, quando, di peso, lo adagi sulla spiaggia, quando, tastandolo senti che gli batte il cuore, quando lo pulisci e vedi che ti spalanca tanto d'occhi e ti dice, il cielo possa tenderti tutto ciò che hai fatto per me.)''
*'''Péttola'''<ref name=gonnella>''<nowiki>'</nowiki>A pettola'' o ''pettula'': "La parte inferiore del davanti o del di dietro della camicia [...] – quel lembo di camicia che vien fuori dallo sparo de' calzoncini de' bambini [...] – pasta distesa in falda sottile, Sfoglia. – per donna, in senso per lo più dispregiativo, Gonnella." La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 296.</ref>'''<nowiki>'</nowiki>nculo e cumpagne.'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 51.</ref>
::{{spiegazione|Una brigata di ragazzini, scugnizzi; una comitiva di perdigiorno.}}
*'''Petrusino ogne menesta.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 122.</ref>
:''Prezzemolo (in) ogni minestra.''
::{{spiegazione|L'onnipresente , l'intrigante, l'invadente, il pettegolo.}}
*'''Pezza de cantaro.'''<ref name=losdos/>
:''Straccio da pitale.''
::{{spiegazione|Il precursore, l'antenato della carta igienica.}}
*'''{{NDR|'A / 'Na}} Pezzecata.'''<ref name=losdos/>
:''La / Una pizzicata.''
::{{spiegazione|La / Una presa di tabacco da fiuto.}}
*'''Piatto cannaruto.'''<ref>Citato in Taranto e Guacci, p. 127.</ref>
:''Piatto goloso. Piatto ghiotto composto di più cibi appetitosi.''
*'''Piglià a scigna.'''<ref name=sour/>
:''Alla lettera: Prendere (prendersi) la [[scimmia]].''
::{{spiegazione|Arrabbiarsi.}}
*'''Piglià calimma.'''<ref name=voluntas/>
:''Prendere tepore. Riprendere tepore. Iniziare a riscaldarsi.''
*'''''[...] piglià 'e sputazze | pé muneta d'argiento.'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>
:''Prendere gli sputi | per moneta d'argento.''
::{{spiegazione|Opporre indifferenza agli insulti, sopportare con distacco e con ciò trionfare delle avversità, nella totale accettazione della vita cosi com'è.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 656.</ref>}}
*'''Piglià lino a ppettenà.'''<ref name=shiver/>
:''Prendere lino da pettinare.''
::{{spiegazione|Mettersi in una situazione complicata, mettersi intenzionalmente in altrui situazioni complicate, intricate e restarne coinvolti.}}
*'''Piglià n'asso pe fiura.'''<ref>Citato in Volpe, ''Dizionario napolitano-italiano tascabile'', p. 248.</ref>
:''[[errore|Scambiare]] un asso per una figura''
::{{spiegazione|Prendere una svista.}}
*'''Piglià na quaglia.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 265.</ref>
:''Prendere una quaglia.''
::{{spiegazione|Calpestare, inciampare in una deiezione.}}
*'''Piglià no ranciofellone.'''<ref>Citato in Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', p. 90.</ref>
::{{spiegazione|''Piglià nu ranciofellone'': [[w:|Prendere un granchio.]]}}
*'''Piglià' 'nu scippacentrelle.'''<ref>Anche: '''na scippacentrella''. ''Scippacentrelle'': (masch.) scivolata forte, quasi da strappar le bullette di sotto le scarpe. La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 362.</ref><ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 318.</ref>
::{{spiegazione|Buscarsi una malattia lunga, grave.}}
*'''Piglià 'o cazz' p' 'a lanterna d' 'o muolo.'''<ref name=peace/>
:''Scambiare il pene per il faro del molo.''
::{{spiegazione|Prendere un abbaglio, una svista incredibile.}}
*'''Pigliarse 'o dito cu tutt"a mano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PA264&dq='o%20dito%20cu%20tutt'a%20mano&hl=it&pg=PA264#v=onepage&q&f=false p. 264.] ISBN 978-88-91174-68-0</ref>
:''Prendersi il dito e (con) tutta la mano.''
::Prendersi, abusando dell'altrui generosità o fiducia, più di quanto sia stato concesso.
*'''Piglieporta'''<ref name=chiàchià>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA65#v=onepage&q&f=false p. 65.]</ref>
:''Piglia e porta''
::{{spiegazione|Pettegolo, indiscreto.}}
*{{NDR|'O}} '''Pisaturo.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>
:''Il pestello che si adopera per pestare nel mortaio (''<nowiki>'</nowiki>o murtale'').''
::{{spiegazione|Ed anche, in passato: "un bambino troppo strettamente legato nelle face ed azzimato"<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli, in ''C'era una volta Napoli'', p. 23.</ref>.}}
*'''Piscia acqua santa p'<nowiki>'</nowiki>o velliculo.'''<ref>Citato ''Il morto supplente'', p. 31</ref>
:''Orina acqua santa dall'ombelico.''
::{{spiegazione|''Piscia' acqua santa p' 'o velliculo'': orinare 1) Acqua santa; non solo, ma, travolgendo per giunta le leggi di natura 2) Dall'ombelico. Miracolo nel miracolo grottesco ed inverosimile: l'espressione è impiegata per bollare con sarcasmo chi gode di una fama di santità completamente usurpata.}}
*'''Pisse-pisse.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p. 183.</ref>
:''Parlare fittamente ed in segreto.''
*'''Pittà co lo sciato.'''<ref>Citato in Volpe, ''''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>
:''Dipingere col fiato.''
::{{spiegazione|{{sic|Pingere}} con squisita morbidezza e diligenza.<ref>La definizione è in ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 250.</ref>}}
*'''Pittà<ref>Pittà': Dipingere, pitturare, imbiancare; descrivere con esattezza. La definizione è in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 264.</ref>'o sole.'''<ref>Citato in Pietro Gargano, ''Uno scugnizzo fuori dal branco. {{small|Pino De Maio. Dalla periferia alla corte della regina d'Inghilterra}}'', Alfredo Guida Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=1H6yDhzsI3MC&lpg=PA118&dq=&pg=PA118#v=onepage&q=pitt%C3%A0%20'o%20sole&f=false p. 118]. ISBN 88-7188-627-5</ref>
:''Dipingere il sole.''
::{{spiegazione|Fare qualcosa di straordinario.}}
*'''Pittò, va pitta!'''<ref>Citato in [[Raffaele De Cesare]], ''La fine di un Regno'', vol. III, S. Lapi, 1909, [https://books.google.it/books?id=RoBDAAAAYAAJ&q=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&dq=Pitt%C3%B2,+va%27+pitta!&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFkIzRyfPgAhWKON8KHZMoApQQ6AEIQDAE p. 21].</ref>
:''Pittore, vai a pittare!''
::{{spiegazione|Limitati a fare quello che sai fare, non pronunciarti, non intervenire, non interferire in cose di cui non sei esperto!}}
:::[[w:Sutor, ne ultra crepidam!|Sutor, ne ultra crepidam!]]
*'''{{NDR|'O}} Pizzicanterra.'''<ref name=codex/> <ref name=losdos/>
:''Il pizzica, becca a terra.''
::{{spiegazione|''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>'' il pollo. / Pollo ruspante.''<ref>{{cfr}}''C'era una volta Napoli'', pp. 102-103.</ref>}}
*'''Placfò.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>
::{{spiegazione|Noto amalgama adoperato in luogo dell'argento{{sic|, Pacfong}} {{NDR|anche Packfong}}; vocabolo cinese, che significa «rame bianco», e invece del quale molti preferiscono dire {{sic|Argentone}}.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 304.</ref>}}
*'''{{NDR|'Nu}} povero maronna.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
::{{spiegazione|Un poveraccio.}}<ref>Definizione in ''TuttoTotò'', p. 33.</ref>
*'''Porta suscella.<ref>''Suscella'' o ''Sciuscella'': carruba.</ref>.'''<ref name=carob>Citato in Mondadori, Meridiani, p. 1025.</ref> o '''Porta Sciuscella.'''<ref>Citato in Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 303.</ref>
::{{spiegazione|Port'Alba, presso Piazza Dante. A ridosso della porta c'era in passato un grande albero di carrube.<ref>{{cfr}} Gleijeses, ''Napoli dentro... e fuori'', p. 103.</ref>}}
*'''Povero maronna.'''<ref>Citato in Totò, '''A livella'', citato in Luciano De Crescenzo, ''Fosse 'a Madonna! {{small|Storie, grazie, apparizioni della mamma di Gesù}}'', Mondadori, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=FGMBX0bVgaQC&lpg=PT94&dq=&pg=PT94#v=onepage&q&f=false 94].</ref>
:''Povero Madonna.''
::{{spiegazione|Chi è perseguitato dalle altrui angherie.}}
*'''{{NDR|'O}} Presebbio ca se fricceca.''' <ref>Citato in [[Vittorio Gleijeses]], ''Feste, Farina e Forca'', prefazione (all'edizione del 1976) di [[Michele Prisco]], Società Editrice Napoletana, Napoli, 1977<sup>3</sup> riveduta e aggiornata, p. 84.</ref>
:''Letteramente: Il presepe che si agita.''
::{{spiegazione|Il presepio semovente, con statuine animate.}}
*'''Preta de fucile'''<ref name=rifle>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref> o '''Scarda de fucile'''<ref name=rifle/>
:''Pietra o Scheggia di fucile''
::{{spiegazione|Pietra focaia. Nel lontano passato il fuoco per la cottura dei cibi era acceso servendosi di uno strumento d'acciaio chiamato ''fucile'' con cui si percuoteva la ''scarda'' per farne scaturire scintille che, a contatto con l'esca, generavano la fiamma.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 102.</ref>}}
*'''Preta nfernale.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 298.</ref>
:''Pietra infernale: nitrato d'argento.''
*'''Primm' 'e mo.'''<ref>Citato in ''Intorno a Pinocchio'', a cura di Aldo Capasso, Armando Editore, Roma, 2008. ISBN 978-88-6081-434-0, [https://books.google.it/books?id=Gum1UE5SHBsC&lpg=PP1&dq=Intorno%20a%20Pinocchio&hl=it&pg=PA47#v=onepage&q&f=false p. 47].</ref>
:''Prima di ora.''
::{{spiegazione|Subito! Immediatamente! Es. ''Vavattenne primm'e mo!'' Vattene immediatamente! Sparisci all'istante! (letteralmente: ancor prima di quest'istante!)}}
*'''Prommette certo e vene meno sicuro.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina, p. 113.''</ref>
:''Promette certo e viene meno sicuro.''
::{{spiegazione|Fa promesse da marinaio.}}
*'''Puca d'oro.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>
:''Letteralmente: innesto, marza d'oro.''
::{{spiegazione|Detto di donna{{sic|.,}} Giovanetta bella, amabile e virtuosa.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 302.</ref>}}
*'''Pulicenella 'a coppa Sant'Elmo piglia 'o purpo a mmare.'''<ref>Citato in ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 156.</ref>
:''Pulcinella dalla cima di Sant'Elmo prende il polipo a mare.''
::{{spiegazione|Trovarsi in condizioni che rendono un obiettivo assolutamente impossibile da conseguire.<br/>Difficilmente il polipo finirà nel piatto di questo Pulcinella [[sogno|onirico]]-[[surrealismo|surrealista]] che lancia la sua lenza da una collina che si affaccia sul mare da un'altezza di oltre duecento metri.}}
*'''Pullicenella spaventato da 'e maruzze.'''<ref>Citato in Piera Ventre, ''Palazzokimbo'', Neri Pozza, Vicenza, 2016, [https://books.google.it/books?id=yN-dDQAAQBAJ&lpg=PT99&dq=pullicenella&hl=it&pg=PT99#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1444-7</ref>
:''Pulcinella spaventato dalle "corna" delle chiocciole.''
*'''Puortame a soreta!'''<ref>Citato in [[Pino Imperatore]], ''Questa scuola non è un albergo'', Giunti, Firenze, 2015[https://books.google.it/books?id=KZL1CAAAQBAJ&lpg=PT218&dq=&pg=PT218#v=onepage&q=soreta&f=false p. 218]. 9788809812802</ref>
:''Portami tua sorella!''
::{{spiegazione|Ordine, impartito a chi fa non velate insinuazioni, solleva infamanti dubbi sulla virilità dell'interlocutore o osa addirittura dichiararla inesistente, di condurre in proprio cospetto la sorella, nella certezza assoluta che sarà lei stessa, previa diretta esperienza, a riferire dettagliatamente, testimoniare inequivocabilmente, dissipare definitivamente ogni dubbio, tutelare a spada tratta l'onore dell'offeso, facendosi personalmente e a ragion veduta mallevadrice di quanto sia grande, enorme l'abilità amatoria di chi è stato così turpemente accusato.}}
*'''Puozze aunnà comm' aonna 'o mare!'''<ref>Citato in Eleonora Olivieri, ''Il mio anno pazzesco'', De Agostini, Milano, 2017. ISBN 978-88-511-4874-4, [https://books.google.it/books?id=QW8zDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eleonora%20Olivieri&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Che tu possa abbondare come abbonda il mare!''
::{{spiegazione|Possa la fortuna sorriderti sempre, che tu possa avere ogni più grande felicità, ti auguro ogni bene, tutto il bene possibile!}}
*'''Puozze ave' 'n'aglio arreto.'''<ref name=burn/>
:''Che tu possa avere un aglio dietro!''
::{{spiegazione|Che tutto possa andarti male!}}
*'''Puozze murì c'u fieto d'i cravune.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 113.</ref>
:''Che tu possa crepare con il "''fetore''" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni ''d<nowiki>'</nowiki>'a vrasera'': del braciere a carboni).''
*'''Pure 'e pullece teneno 'a tosse.'''<ref>Citato in ''A Buon 'Ntennitore'', [http://books.google.it/books?id=6N50_eCCaf4C&pg=PA79 p. 79].</ref>
:''Pure le [[pulce|pulci]] hanno la tosse.''
::{{spiegazione|Anche chi non vale nulla si permette di sentenziare.}}
*'''Purtà 'a bannèra.'''<ref>Citato e spiegato in Salvatore Di Giacomo, ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT527#v=onepage&q&f=false p. 527].</ref>
:''Portare la bandiera.''
::{{spiegazione|Eccellere.}}
==Q==
'''Quanno buono buono.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere'', Newton Compton Editori, Roma, 2017. ISBN 978-88-227-1478-7, [https://books.google.it/books?id=8AQ7DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Marco%20Perillo&hl=it&pg=PT195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Tutto sommato, alla fin fine, in fin dei conti''. ''Quanno buono buono cchiù nera d' 'a mezanotte nun po' venì''.<ref>Oppure, talvolta, in una variante di uso limitato, ripresa dalla canzone di [[Pino Daniele]] "Che te ne fotte": Quanno good good cchiù nero d'a notte nun po' venì. </ref> ''In fin dei conti più nera della mezzanotte non può venire (capitare); cioè alla fin fine peggio di così non può andare, (tanto vale mettersi l'anima in pace)''. Oppure: ''Quanno buono buono, s' 'o chiagneno lloro, a nuje che ce ne 'mporta?''. ''Ma alla fin fine, stando pur così le cose, se la sbroglieranno loro, a noi che ce ne importa?''
*'''Quanno chioveno passe e ficusecche.'''<ref>Citato in Antonino Guglielmi, '''E ddoje ricchezze, {{small|(commedia in due atti in linga napoletana}}'', 2012. ISBN 978-1-291-00640-7, [https://books.google.it/books?id=77ndAwAAQBAJ&lpg=PA73&dq='E%20ddoie%20ricchezze&hl=it&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Quando piovono [[uva passa]] e fichi secchi.''
::{{spiegazione|Mai e poi mai.}}
*'''Quanno nun site scarpare, pecché rumpite 'o cacchio a 'e semmenzelle?'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014 [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PA276#v=onepage&q&f=false p. 276.] ISBN 9788891147530</ref>
:''Visto che non siete calzolaio, perché rompete le scatole ai chiodini?''
::{{spiegazione|Se non sai fare una cosa, se non sei esperto, fatti da parte e non creare problemi.}}
*'''Quant'è vvera 'a<ref>Nella fonte: a, refuso.</ref> Maronna.'''<ref>Citato in Giovanni Liccardo, ''Gesti e modi di dire di Napoli: {{small|un viaggio alla scoperta di un patrimonio poplare}}'', Newton Compton, Roma, 2020, [https://books.google.it/books?id=jy8CEAAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT153&dq=&pg=PT153#v=onepage&q&f=false p. 153]. ISBN 9788822750877</ref>
:''Quanto è vero che la Madonna esiste.''
::{{spiegazione|Così è vero quello che dico, e giuro; ne invoco a testimone e garante la Madonna. Mi si deve credere.}}
*{{NDR|'A}} '''Quaquiglia.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA41&dq=&pg=PA41#v=onepage&q=quaquiglia%20portosalvo&f=false p. 41.]</ref>
:''La conchiglia.''
::{{spiegazione|La [[w:Fontana della Maruzza|Fontana della Conchiglia]] collocata sul lato destro della [[w:|Chiesa di Santa Maria di Portosalvo]].}}
*'''Quibusse.'''<ref name=Geld>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', p. 510.</ref>
:''(Cum) quibus, con i quali.''
::{{spiegazione|''Soldi.'' Sinonimi: '''Aruta''', '''Felùsse''', '''Frìsole''' , '''Manteca''', '''Argiamma'''.<ref name=Geld/>}}
==R==
*'''Rafanié, fatte accattà' 'a chi nun te sape.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 339.</ref>
:''Ravanello (stupido), fatti comprare da chi non ti conosce.''
::{{spiegazione|Provaci con chi ancora non ti conosce, con me affari non ne fai più.}}
*{{NDR|'A}} '''Rastrellèra.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 101.</ref>
:''La rastrelliera (quella della cucina in cui venivano allineati i piatti a sgocciolare, per gli abiti, per la stalla, collocata sul muro sopra la mangiatoia ed in cui venivano messi fieno o altri mangimi.)''
::{{spiegazione|In senso lato: la dentiera o la dentatura.}}
*'''Requie e schiatta in pace.'''<ref>Citato in Wanda Marasco, ''La compagnia delle anime finte'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=FTTJDgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Wanda%20Marasco&hl=it&pg=PT45#v=onepage&q=requie&f=false] ISBN 978-88-545-1515-4</ref>
:''Corruzione del latino: ''Requiescat in pace'', Riposi in pace (formula di preghiera per i defunti).''
*'''{{NDR|'O}} ricco Pellone.'''<ref>Citato in Giambattista Valentino, ''La mezacanna'', vol I, A spese della Stamperia Filantropica, Napoli, 1835, [https://books.google.it/books?id=QqkfNRx_dCMC&dq=&pg=PA249#v=onepage&q&f=false p. 249]</ref>
:''Il ricco [[w:Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone|Epulone]].''
*'''Ricotta schianta.'''<ref name=pizzica/>
::{{spiegazione|Antica espressione: ricotta piccante.<ref name=sick/>}}
*'''{{NDR|'O}} Rilla-rille.'''<ref>Citato in ''Nzularchia'', [https://books.google.it/books?id=giw2DwAAQBAJ&lpg=PT87&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14]</ref> ([[Bacoli]])
:''Il grillo.''
*'''Rompere ll'ova mmano.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 61.</ref>
:''Rompere le uova in mano (a qualcuno).''
::{{spiegazione|Far fallire un progetto, renderlo irrealizzabile, troncarlo. '''T'aggio rotte l'ova mmano.'''<ref name=brokegg>Citato in Marulli e Livigni, p. 21.</ref> Ti ho troncato i passi.<ref name=nimora>La traduzione è in Marulli e Livigni, p. 21.</ref>}}
*'''Rompere 'o 'nciarmo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', p. 64.</ref>
:''Rompere l'incantesimo, il litigio.''
::{{spiegazione|Smascherare l'imbroglio, riappacificarsi.<ref>Questa spiegazione è in Sebezio, Motti e detti napoletani, p. 64.</ref>Disperdere il malocchio. Non più procrastinare, trovando infine in se stessi la determinazione per rompere ogni indugio, ogni dilazione per affrontare con energica risolutezza una situazione che ristagna sospesa da tempo.}}
*'''Rummané {{sic|a'}} prevetina o comme a don Paulino.'''<ref>Citato in ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, p. 213.</ref>
:''Restare alla "prevetina" come don Paolino.''<ref>Traduzione in ''Proverbi. Semi della tradizione'', p. 213.</ref>
::{{spiegazione|Don Paolino era un sacerdote di [[Nola]] divenuto proverbiale per la sua estrema povertà, così grande da non consentirgli l'acquisto di ceri per celebrare le sue funzioni. In sostituzione dei ceri Don Paolino adoperava carboni incandescenti. Restare alla "prevetina<ref>Prevete: prete.</ref>" significa quindi essere privi di mezzi, indigenti.}}
*'''{{NDR|'O}} Rucco rucco.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 16.</ref>
:''Il mezzano.''
*'''Rutto pe' rutto.'''<ref>Da Altamura,''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli, 1956<sup>1</sup>, 1968<sup>2</sup>, citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 45.</ref>
:''Rotto per rotto.''
::{{spiegazione|Oramai..., accada quel che accada.<ref>La spiegazione è in ''Teatro'', II, p. 45.</ref>}}
==S==
*'''S'accatta lo male comm'a li miedici.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 8.</ref>
:''Compra il male come i medici.''
::{{spiegazione|Va in cerca del [[male]], come fanno i medici.}}
*'''S'è aunita 'a funa corta e 'o strummolo a tiriteppete.'''<ref name=Zwang/>
:oppure
*'''S'è aunito lo [[strummolo]]<ref>Dal greco ''stróbilos''</ref> a tiritèppete<ref>Onomatopea</ref>, e la funicella corta.'''<ref>Citato in ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', 1873, p. 368.</ref>
:''Si sono uniti lo strummolo che gira vacillando e la cordicella (per imprimere la rotazione) corta.''
::{{spiegazione|Una combinazione inestricabile e irreparabile di cose che non funzionano.<ref>Interpretazione presente nella [[w:strummolo|voce]] su ''Wikipedia''.</ref><ref>Per un'ulteriore possibile interpretazione, si veda ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 368.</ref>}}
:oppure
*'''S'è unito 'o strùmmolo a tiritèppete e 'a funicella corta.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
::{{spiegazione|Si è unito un cattivo artefice (''strùmmolo a tiritèppete'' era una trottola difettosa) a un peggior pagatore<ref>Questa spiegazione è di Francesco D'Ascoli. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>.}}
*'''S'è 'mbrugliata a matassa.'''<ref name="gliommero">Citato in Rodolfo Pucino, ''Il tressette'', Guida, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA31&dq=Frije%20'o%20pesce%20e&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q&f=false p. 22.] ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Si è ingarbugliata la matassa.''
::{{spiegazione|La situazione si è fortemente complicata, si è fatta intricata, si è in serie difficoltà.}}
*'''S'è scumbinata 'a grammatica.'''<ref>Citato in ''Il custode degli arcani'', p. 88.</ref>
:''Si è disordinata, stravolta la grammatica.''
::{{spiegazione|Tutto è in disordine, nulla va come dovrebbe. Non ci si raccapezza più, il corso ordinario e logico delle cose è sovvertito, stravolto.}}
*'''Salutame a soreta.'''<ref>Citato in ''Totò principe clown'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA42&dq=Tot%C3%B2%3A%20principe%20clown&hl=it&pg=PA304#v=onepage&q&f=false p. 304.] ISBN 88-7188-157-5</ref>
:''Salutami tua sorella.''
::{{spiegazione|L'espressione può essere impiegata, senza voler offendere, per troncare con rude cordialità un argomento; oppure — in maniera non riguardosa — per insinuare che con la sorella dell'interlocutore si è in estrema, intima confidenza e che se ne sono già apprezzate le qualità molto a fondo...}}
*'''Salute a{{sic|<nowiki>''</nowiki>}} fibbie – recette don Fabbie!'''<ref>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 352.</ref>
:''Saluti alla fibbia – disse don Fabio!''
::{{spiegazione|Me ne infischio, me ne impipo completamente, non me ne frega un bel niente!}}
*'''San Biàso, 'o sóle p'e ccàse.'''<ref>Citato in Amato, p. 177.</ref>
:''San Biagio (il 3 febbraio), il sole per le case.''
*'''San Genna', mettece 'a mana toja!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT20#v=onepage&q&f=false, p. 20]</ref>
:''San Gennaro, mettici la mano tua!''
*'''San Genna', pienzace tu!'''<ref>Citato in Amara LaKhous, ''Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio'', Edizioni e/o, Roma, 2006. ISBN 9788876419379, [https://books.google.it/books?id=7vgoCwAAQBAJ&lpg=PT24&dq=&pg=PT24#v=onepage&q&f=false p. 34]</ref>
:''San Gennaro, pensaci tu!''
*'''San Giuseppe nce ha passata a chianozza.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 99.</ref>
:''San Giuseppe ci ha passato la pialla.''
::{{spiegazione|Si dice di una donna dal seno molto piccolo.}}
*'''Santo Durante!'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 148.</ref>
::{{spiegazione|Dubito che duri! Mi sa tanto che non dura! Purché duri...}}
*'''Sanghe de<ref name=epsilon/>na maruzza!'''<ref>Citato in Michelangelo Tancredi, ''Vierze, {{small|Stampate e no stampate}}'', Tipografia Cenniniana, Roma, 1877, [https://books.google.it/books?id=vtAyAQAAIAAJ&dq=&pg=PA78#v=onepage&q&f=false p. 78], Tipografia Cenniniana, Roma, 1877</ref>
:'' ''Sanghe 'e na maruzza!'' ''Sangh' 'e na maruzza!'': Sangue di una lumaca! (imprecazione).''
*'''Sano sano.'''<ref>Citato in Colomba Rosaria Andolfi, ''Chicchi di grano. {{sic|Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni}}'', Alfredo Guida Editore, 2005. ISBN 88-6042-114-4, [https://books.google.it/books?id=8Nkhch3DZxMC&lpg=PA109&dq=&pg=PA115#v=onepage&q&f=false p. 115]</ref>
::{{spiegazione|Per intero. ''Se l'ha ammuccato sano sano.'' Se l'è bevuta tutta. Ci ha creduto, ci è cascato completamente.}}
*'''Sànta Lucìa mìa, accà te véco!'''
:''[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] mia, qui ti vedo!''
::{{spiegazione|Quello che cerchi e non trovi è proprio sotto i tuoi occhi!<ref name=Am79/>}}
*'''Santo guappone.'''<ref name=yellow/>
:''Santo guappone!''
::{{spiegazione|San Gennaro. Appellativo confidenziale con cui le "parenti"<ref name=relative/> invocano San Gennaro.}}
*'''Santu Luca ce s'è spassato.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', IV, p. 234.</ref>
:''[[Luca evangelista|San Luca]] ''<ref>A S. Luca sono attribuite celebri icone della Vergine.</ref>'' ci si è divertito (nel dipingerla).''
::{{spiegazione|È una donna bellissima.}}
*'''Santu Mangione.'''<ref>Citato in Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra'', prefazione di Roberto De Simone, Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA34&dq=santu%20mangione&hl=it&pg=PA34#v=onepage&q&f=false p. 34.] ISBN 978-88-6002-020-8</ref>
:''San Mangione''
::{{spiegazione|Il santo protettore dei corrotti.}}
*'''Sarchiapone.'''<ref>Citato in AA. VV., ''Natale con i tuoi'', Guida, Napoli, 2004, [https://books.google.it/books?id=mf6uqjXeBSMC&lpg=PA130&dq=sarchiapone&hl=it&pg=PA130#v=onepage&q=sarchiapone&f=false p. 130] ISBN 88-7188-837-5</ref>
::{{spiegazione|Uomo goffo, rozzo, corpulento, maldestro, di scarsa intelligenza, furbastro, credulone.}}
*'''{{NDR|'E}} Scacamarrune''' o {{NDR|'E}} '''Nghiacche.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 71.</ref>
:''Scarabocchi (al singolare: <nowiki>'</nowiki>''o scacamarrone'', <nowiki>'</nowiki>''o <nowiki>'</nowiki>nghiacco''). Le macchie d'inchiostro che potevano restare sulla carta quando erano in uso penne che venivano intinte nell'inchiostro contenuto nel calamaio. Le macchie venivano asciugate versando un po' d'arena sottile (''<nowiki>'</nowiki>o arenarulo'') sulla carta; in seguito fu impiegata '''a carta zucosa'' o ''carta zuca'', la carta sugante.''<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 71 e p. 80.</ref>
*'''{{NDR|'O}} Scapricciatiello.'''<ref name=slope>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 706.</ref>
:''Lo "scapricciatello".''
::{{spiegazione|Giovane che si è messo su una brutta china, incline a commettere azioni deplorevoli.}}
*'''Scarda 'e cesso.'''<ref>Citato in Salvatore Savignano, ''Un posto sottoterra'', Roma, Robin, 2006, [https://books.google.it/books?id=Vz6KPz_i8xgC&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Savignano&hl=it&pg=PA179#v=onepage&q&f=false p. 179]</ref>
:''Scheggia, scaglia di [[w:water|water]].''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda 'e ruvagno.'''<ref>Dallo spagnuolo ''roano'' che deriva a sua volta dal latino ''ravus'': giallo grigio, grigiastro. ''Ruvagno'' può essere riferito ad un qualsiasi vaso di argilla o di legno, più specificamente però al pitale (In napoletano:<nowiki>'</nowiki>''o pisciaturo'' o <nowiki>'</nowiki>''o rinale.'' (con aferesi della o di orinale).</ref><ref>Locuzione in uso nel Napoletano {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 44. Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 44.</ref>
:''Scheggia di pitale.''
::{{spiegazione|Persona assolutamente spregevole.}}
*'''Scarda int'all'uocchio.'''<ref name=splinter>Citato e spiegato in Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PA185#v=onepage&q&f=false p. 185]</ref>
:''Scheggia nell'occhio.''
::{{spiegazione|Il delatore, nel gergo della malavita antica.}}
*'''{{NDR|'O}} Scarfalietto 'e Giesucristo.'''<ref name=donkeyox>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli, 1989, vol. II, [https://books.google.it/books?hl=it&id=Uzgct1gWZH0C&dq=SCARFALIETTO+%27E+GIES%C3%9A+CRISTO&focus=searchwithinvolume&q=scarpetta p. 121].</ref>
:''Lo scaldino di Gesù Cristo.''
::{{spiegazione|È noto che furono un bue e un asinello a tenere al caldo Gesù Bambino nella mangiatoia. Ben altrimenti duro e canzonatorio, tuttavia, il senso della locuzione: definire, apostrofare qualcuno con questa espressione, significa dirgli che è, al tempo stesso, un asino e un bue, e cioè dargli, in un'unica soluzione, dell'ignorante e del cornuto. Non senza un'implicita, ma palese ed inequivocabile allusione alle non certo specchiate virtù della di lui consorte.}}
*'''Scarfasegge.'''<ref>Citato in Giuseppe Gargano, ''Vocabolario domestico napolitano-italiano'', Dalla Tipografia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=Giuseppe%20Gargano&hl=it&pg=PA105#v=onepage&q&f=false p. 105]</ref>
:''Riscaldasedie.''
::{{spiegazione|Ozioso. Sfaccendato. Perdigiorno. Fannullone. Impiegato che resta in ozio.}}
*'''Scarfatore 'e fistula.'''<ref name=donkeyox/>
:''Riscaldatore di fistola.''
::{{spiegazione|Persona fastidiosa, noiosa, molesta, assillante; sgradevole come il terapista che curava le piaghe purulente applicando ad esse una fonte di calore.}}
*'''Scartellata.<ref name=goodluck/>'''<ref name=splinter/>
:''Donna gobba''
::{{spiegazione|Pistola, nel gergo della malavita antica.}}
*'''Scartiello<ref name=goodluck>Dal greco Kartallon: cesta o paniere dal dorso appuntito; l'aggiunta della ''s'' iniziale ha valore intensivo. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref> cu' 'o pizzo.'''<ref name=bauglio>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Gobba con la punta (appuntita).''
*'''Scartiello riale.<ref name=goodluck/>'''<ref name=bauglio/>
:''Gobba reale.''
::{{spiegazione|Gobba duplice.}}
*'''Scaurachiuóve.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', p. 325.</ref>
:''Scaldachiodi.''
::{{spiegazione|E che lavoro è mai quello di scaldare i chiodi? Persona sfaccendata, sfaticato.}}
*'''Scavamento 'e Pumpei.'''<ref name=chiffon/>
:''Scavo di Pompei.''
::{{spiegazione|''Scavamiento 'e Pumpei'': Vecchiume; vecchio ciarpame, chincaglieria obsoleta; luogo, ambiente disastrato, in rovina.}}
*'''Scazzuoppolo.'''<ref>Citato in Andrea Passaro e Salvatore Agnelli, ''I due pedanti {{small|Commedia buffa in due atti poesia del signor Andrea Passaro, poeta e concertatore dei Teatri Reali musica del maestro Salvatore Agnelli}}'', Dalla Tipografia Pierro, Napoli, 1839, [https://books.google.it/books?id=7hCbWDeAk2EC&dq=&pg=PA10#v=onepage&q&f=false p. 10]</ref>
:''Bimbetto, marmocchio, fanciullo esile, minuto. Piccolo pesce.''
*'''Scemanfu'.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 75.</ref>
::{{spiegazione|Corruzione del francese: ''je m'en fous'' (me ne infischio). Ottusa arroganza, vanità, spocchia, boria.}}
*'''Scennere nzogna nzogna.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto'', 1861, anno II, parlata 337, 23 dicembre 1861, p. 1345.</ref>
:''Letteralmente: scendere, diminuire, sugna sugna.''
::{{spiegazione|''Scennere 'nzogna 'nzogna''. Detto di persona: deperire (diminuire di consistenza e volume, come la sugna quando viene lentamente sciolta al calore).}}
*'''Schiarà juorno.'''<ref>Citato in ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano'', presso Giuseppe Maria Porcelli, Napoli, 1789, vol. 1, [https://books.google.it/books?id=ZAEnQrWqQeAC&dq=schiar%C3%A0%20juorno&hl=it&pg=PA35#v=onepage&q&f=false p. 35.]</ref>
:''Albeggiare, farsi giorno.''
*'''Schiattà' ‘ncuórpo.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton editori, Roma, 2016, p. 318. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>
:''Schiattare in corpo.''
::{{spiegazione|Arrovellarsi, rodersi dalla rabbia. <ref>Definizione in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 318.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Schiattamuorto.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 55.</ref>
::{{spiegazione|Il becchino.}}
*'''Schiattimpace.'''<ref>Citato in Justin Vitiello, ''Il carro del pesce di Vanzetti'', Corpo 10, [https://books.google.it/books?id=3z4cAQAAIAAJ&q=schiattimpace&dq=schiattimpace&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_1KicycnjAhXO8qQKHSKOBk4Q6AEINzAD p. 54].</ref>
:''(Corruzione del latino) Requiescat in pace. Riposi in pace.''
*'''Sciacquà 'na mola.'''<ref name=spese>Citato in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>
:''Sciacquare una mola.''
::{{spiegazione|Affrontare un impegno difficile.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref> Affrontare una spesa onerosa.}}
*'''Sciacquàrse 'a vócca primm' 'e parlà.'''<ref>Citato in Bello ed Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 213.</ref>
:''Sciacquarsi la bocca prima di parlare.''
::{{spiegazione|Sorvegliare molto attentamente il proprio modo di esprimersi, considerando il valore della persona a cui ci si sta rivolgendo o di cui si sta parlando. Es: ''Primm' 'e parlà 'e me, sciacquate 'a vocca!'' Prima di parlare di me, sciacquati la bocca; bada bene a come parli!}}
*'''Sciacque Rose, e bbive, Agnese; ca nge sta chi fa li sspese!'''<ref name=eatplease/>
:''Sciacqua, Rosa, e bevi, Agnese; che c'è chi ne fa le spese!''
::{{spiegazione|Si dice per indicare|lo scialo reso possibile da una situazione di imprevista ed improvvisa abbondanza. Oppure per indicare una deleteria, deplorevole gara emulativa di spreco, di dilapidazione della ricchezza.}}
*'''{{NDR|'O}} sciampagnone.'''<ref>Citato in ''No barone fermo e n'auto de rispetto'', {{small|''46.<sup>a</sup> commedia di Pasquale Altavilla''}}, Dalla Tipografia DE' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=DfuUutb5Oc0C&dq=No%20barone%20fermo%20e%20n'auto%20de%20rispetto&hl=it&pg=PA68#v=onepage&q&f=false p. 68].</ref>
::{{spiegazione|Persona gioviale. Gaudente e scialacquatore.}}
*'''Sciasciona.'''<ref>Citato in ''Ri-cre-azione. Progetto di laboratorio teatrale'', p.107.</ref>
:''Donna corpulenta e simpatica.''
*'''Scinne 'a coppa 'o scannetiello!'''<ref>Citato in [[Annibale Ruccello]], ''Scritti inediti, {{small|Una commedia e dieci saggi}}'', con un percorso critico di Rita Picchi, Gremese, Roma, 2004, [https://books.google.it/books?id=9ukZxAUHJawC&lpg=PA104&dq=&pg=PA104#v=onepage&q&f=false p. 104]. ISBN 88-8440-307-3</ref>
:''Scendi dal panchetto, dallo sgabello!''
::{{spiegazione|Scendi dal piedistallo. Smettila di darti arie di superiorità. Abbassa la cresta. Ridimensionati.}}
*'''Sciò sciò ciucciuvè.'''<ref>Citato in Stefano Tettamanti e Laura Grandi, ''Sillabario goloso, {{small|L'alfabeto dei sapori tra cucina e letteratura}}'',Mondadori, [https://books.google.it/books?id=z046yTOAmMsC&lpg=PT59&dq=&pg=PT59#v=onepage&q=sci%C3%B2%20sci%C3%B2%20ciucciuve&f=false p. 59].</ref>
:''Via via civette! (formula [[w:apotropaico|apotropaica]].)''
*'''Sciore de rosa,<br/>Avimmo fatto sciacque e bive Agnese , E p'avè che? N'Italia pedocchiosa.'''<ref>Citato in ''L'ancunia e Lo martiello'', [https://books.google.it/books?id=qQqbUShp8hsC&dq=e%20bive%20agnese&hl=it&pg=PP72#v=snippet&q=agnese&f=false]</ref>
:''Fiore di rosa,<br/> abbiamo fatto sciacqua e bevi Agnese (abbiamo tutto prodigato, tutto sperperato), e per avere che? Un'Italia pidocchiosa!''
*'''Scioscia''' o '''Miscioscia.''' <ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 335.</ref>
:Vezzeggiativo di socia: donna amata, donna con cui ci si confida.
*'''Scioscia ca vola.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco'', [https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA452#v=onepage&q&f=false p. 452.]</ref>
:''Soffia che vola (vola via, sparisce).''
::{{spiegazione|Persona o cosa inconsistente, vana, effimera. ''È 'nu scioscia ca vola.'' È un uomo inconsistente.}}
*'''Sciosciammocca.'''<ref>Citato in Ennio Bìspuri, ''<nowiki>Totò Principe clown, {{small|Tutti i film di Totò}</nowiki>'', prefazione di [[Goffredo Fofi]], Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997. ISBN 88-7188-157-5, [https://books.google.it/books?id=z4td3tsdAucC&lpg=PA148&dq=sciosciammocca&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false] p. 148</ref>
::{{spiegazione|Un uomo semplice, ingenuo, facile da ingannare, credulone.}}
*'''Scippa e fuje.'''<ref>Citato in Sosio Capasso, ''Canapicoltura e sviluppo dei comuni atellani'', Istituto di Studi Atellani, 1994 [https://books.google.it/books?id=L--ztRqTedkC&lpg=PP1&dq=Sosio%20Capasso&hl=it&pg=PT63#v=onepage&q&f=false p. 63].</ref>
:''Strappa e fuggi.''
::{{spiegazione|Antico sistema di fitto stagionale, da febbraio a luglio, dei suoli adatti alla coltivazione della canapa tessile in uso un tempo nell'area della Campania nota come «Pantano».}}
*'''Scippare<ref>In forma corrente: scippà.</ref>i stentine da<ref name=α>In forma corrente: 'a.</ref> cuorpo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 404.</ref>
:'' ''Scippà 'e stentine 'a cuorpo.'' Strappare i visceri dal corpo.''
::{{spiegazione|L'effetto esiziale prodotto nello sventurato ascoltatore da chi suona o canta male.}}
*'''Sciù! p' 'a faccia toia.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro,'' II, p. 66.</ref>
:''Sciù!''<ref>Esclamazione onomatopeica di disprezzo (sputare).</ref>'' per la faccia tua.''
*'''Sciu-sciu.'''<ref name=amore>Citato in ''Quaderni del Bobbio n. 2 anno 2010'', [https://books.google.it/books?id=7CwOGt6VPsoC&lpg=PA77&dq=si%20nu'%20babb%C3%A0&hl=it&pg=PA77#v=onepage&q=si%20nu'%20babb%C3%A0&f=false p.77.]</ref>
::{{spiegazione|Col nome raddoppiato di questo dolce si chiama con tenerezza la propria fidanzata.}}
*'''Sciucquaglie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT102#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Gli orecchini.''
*'''Sciué sciué.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
:''Superficialmente, senza impegno.''<ref>Definizione (più estesa) in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 323.</ref>
*'''Sciupafemmene.'''<ref>Citato in Dario Fo, ''La figlia del papa'', Chiarelettere, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=-hcaAwAAQBAJ&lpg=PT10&dq=sciupafemmene&hl=it&pg=PT10#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6190-595-5</ref>
::{{spiegazione|Seduttore irresistibile dalle numerose e facili conquiste.}}
*'''{{NDR|'A}} scola cavajola.<ref>Dal titolo di una farsa di Giovanni D'Antonio detto il Partenopeo, {{cfr}} ''I manoscritti palatini di Firenze'', p. 591.</ref>'''<ref>Citato in ''I manoscritti palatini di Firenze'', Firenze, dalla Real Biblioteca Palatina, 1860, vol. II, [https://books.google.it/books?id=2klBBd_2urIC&dq=scola%20cavajola&hl=it&pg=PA591#v=onepage&q&f=false p. 591.]</ref>
:''La scuola da farsa.''
::{{spiegazione|La scuola in cui regna la più perfetta armonia tra insegnanti incapaci e allievi svogliati, nella quale regnano chiasso e caos e prospera la più totale ignoranza. Più in generale qualsiasi situazione in cui regnino incontrastati il caos, l'inettitudine, la negligenza, l'indisciplina, il disinteresse.}}
*'''Scorze 'e purtuallo.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 18.</ref>
:''Bucce d'arancia.''
::{{spiegazione|Monete d'oro, nel gergo dell'antica camorra.}}
*'''Scummà 'e sango.'''<ref name=spese/>
:''Schiumare di sangue.''
::{{spiegazione|Battersi fino al sangue.<ref>Definizione in ''Don Chisciotte della Mancia: ridotto in versi napoletani'', p. 174.</ref>}}
*'''Scummigliare<ref>In forma corrente: scummiglià, scoprire (opposto di coprire), mettere a nudo, svelare.</ref>a zella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 368.</ref>
:''Scoprire, mettere a nudo, la [[w:Tinea capitis|tigna]].''
::{{spiegazione|Scoprire, mettere a nudo i difetti, le malefatte di qualcuno.}}
*'''Scurà notte.'''<ref>Citato in Valentino de Biaso, ''La Fuorfece, o vero l'ommo pratteco'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, 1783, [https://books.google.it/books?id=z4_PS-2ydJ4C&dq=scur%C3%A0%20notte&hl=it&pg=PA133#v=onepage&q&f=false p. 133.]</ref>
:''Annottare, farsi notte.''
*'''Se n'adda accattà tutte mmericine!'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PA76&dq=accatt%C3%A0%20tutte%20medicine&hl=it&pg=PA76#v=onepage&q&f=false p. 76.] ISBN 88-7742-327-7</ref>
:''Li deve spendere tutti in medicine! (Se ne deve comprare tutte medicine'')
::{{spiegazione|Lo si augura a chi si è impossessato di denaro o di un qualsiasi bene raggirandoci.}}
*'''Se ricorda 'o chiuppo a Forcella.'''<ref name=japjap/>
:''Risale ai tempi del pioppo a Forcella.''
::{{spiegazione|Persona o cosa che risale a tempi antichissimi.}}
*'''Se sò mbrugliate 'e llengue.'''<ref>Da [[Eduardo De Filippo]], '''O pparlà nfaccia'', citato in Ciro Roselli, ''Storia e antologia della letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri'', [https://books.google.it/books?id=VTp_AgAAQBAJ&lpg=PA600&dq=mbrugliate%20'e%20lengue&hl=it&pg=PA600#v=onepage&q&f=false p. 600]</ref>
:''Si sono imbrogliate, ingarbugliate le lingue.''
::{{small|Si è creato un malinteso.}}
*'''Se so rotte le<ref name=epsilon>In forma corrente: 'e.</ref> giarretelle.'''<ref>Citato in ''Elisa e Claudio'', ''{{small|Dramma semiserio per musica dato nel Teatro Alla Scala in Milano l'autunno del 1821. E riprodotto per la prima volta nel Teatro Nuovo in Napoli l'estate del 1822.}}'', Napoli, Tipografia Orsiniana, 1822, [https://books.google.it/books?id=aQEYdm_UsDUC&dq=elisa%20e%20claudio&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49]</ref>
:''Sono andate in frantumi le piccole brocche.''
::{{spiegazione|''Se so' rotte 'e giarretelle'': Si è rotta l'amicizia, il legame affettuoso, l'armonia, l'intesa che teneva uniti.}}
*'''{{NDR|'E}} Seccamènte.'''<ref name=locagua/>
::{{spiegazione|Fagiolini e zucchini tagliati a rondelle o in altro modo, conservati per l'inverno mediante essiccazione al sole estivo. Si mangiavano nelle serate invernali fritti in olio, sale ed un pizzico di peperoncino.<ref name=cons>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 29.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} Secutasorece.'''<ref>Citato in ''Arlecchino'', anno II, n. 209, 14 agosto 1862, [https://books.google.it/books?id=BXIk-viVj1QC&dq=secutasorece&hl=&pg=PA833#v=onepage&q&f=false p. 833].</ref>
:''L'"inseguisorci", il'"perseguitatopi"''
::{{spiegazione|Il [[gatto]]. Ma anche: infido, falso, sleale, disonesto, inaffidabile, traditore. ''Fa' 'o secutasorece'': "fare il gatto": comportarsi con doppiezza, in modo ipocrita, sleale, scorretto, disonesto.}}
*'''Seh, seh!'''<ref>Citato in Russo, '''O "luciano" d'o Rre'', p. 82.</ref>
::{{spiegazione|In senso ironico: Ma certo! Sicuro! Hai voglia! Come no!}}
*'''Sentìrse ‘n'àtu ttànto.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 381.</ref>
:''Sentirsi un altrettanto (come raddoppiato).''
:''Sentire in sé stessi un riafflusso di energia, di vigore. Sentirsi come rinascere. Es. Mo ca m'aggio levato 'sto penziero, me sento n'atu ttanto: Ora che non ho più questo assillo, mi sento rinascere.''
*'''Serraputeca<ref name=πθκ>''Puteca'': dal greco apotheke: magazzino, ripostiglio. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 47.</ref>
:''"Chiudibottega".''
::{{Spiegazione|Percossa poderosa al punto da stroncare nel malcapitato ogni volontà di reazione.}}
*'''{{NDR|'O}} Serviziale e {{NDR|'o}} pignatiello.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 334.</ref>
:''Il clistere e il pentolino (con l'acqua tiepida).''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili, indispensabili l'una all'altra.}}
*'''Sfaccimma.'''<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>
:''Sperma''.
::{{spiegazione|Usato in numerose espressioni con registro espressivo volgare: ''Ommo'' oppure ''Gente 'e sfaccimma'' (Uomo gente da quattro soldi, da nulla); in imprecazioni: '''E che sfaccimma!'''<ref>Citato in Tonino Scala, ''Un calcio d'amore'', [https://books.google.it/books?id=P7eFAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=&pg=PT42#v=onepage&q&f=false p. 42].</ref> (''E che "diamine"!, che "c....avolo"!''); in domande rivolte in tono duro, tagliente, volutamente aggressivo, brutale: '''Che sfaccimma vai truvanno?'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017. ISBN 978-88-545-1510-9, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PT186&dq=&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186].</ref>''(Che "c....avolo" vuoi?)''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT186#v=onepage&q&f=false p. 186]</ref>, ''Ma addò sfaccimma staje?'' (''Ma dove "c....avolo" stai?''), ''Ma che sfaccimma stai facenno?'' (''Ma cosa "c....avolo" stai facendo?'') ed in altre espressioni particolarmente ingiuriose<ref>Citato in Ruggiero Cappuccio, ''Fuoco su Napoli'', Feltrinelli, Milano, [https://books.google.it/books?id=moHcAwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ruggero%20Cappuccio&hl=it&pg=PT77#v=onepage&q&f=false p.77].</ref>)}}
*'''Sfaccimmo.'''<ref>Citato in Gian Paolo Porreca, ''Una corsa in Canada'', Alfredo Guida Editore, Napoli. ISBN 88-7188-027-7, [[https://books.google.it/books?id=7duNv0Fjmy4C&lpg=PP1&dq=Tre%20sogni%20della%20letteratura&hl=it&pg=PA56#v=onepage&q=sfaccimmo&f=false p. 56]]</ref>
::{{spiegazione|Due possibili significati: 1) con connostazione positiva: sveglio, scaltro, smaliziatissimo, determinato, intraprendente, molto in gamba. Ad esempio: ''Chillo è propio 'nu sfaccimmo!'' (Quello lì è un tipo proprio in gamba, un [[w: Furbo di tre cotte|furbo di sette cotte]], uno che la sa proprio lunga lunga, non lo frega nessuno.) 2) negativa: persona senza scrupoli, disonesto, gran mascalzone, farabutto. Usato anche in espressioni come: ''Fa 'nu sfaccimmo 'e friddo.'' (''Fa un freddo terribile'') e simili.}}
*'''Sfasulato.'''<ref>Citato in ''Galleria di costumi napolitani'', p. 18.</ref>
:''Squattrinato.''
*'''Sfezzia''''<ref>In ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
:''Prender gusto a fare o dire qualcosa; divertirsi con qualcuno.''<ref>Definizione in A. Altamura, ''Dizionario dialettale napoletano'', Fiorentino, Napoli; citato in ''Viviani'', III, p. 214.</ref>
*'''Sì cchiù fetente e 'na recchia 'e cunfessore.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 359.</ref>
:''Sei più fetente di un orecchio del confessore.''
::{{spiegazione|Fai più azioni malvagie di quante ne possa ascoltare un confessore. Espressione riferita ad una persona completamente priva di scrupoli e di senso morale.}}
*'''Si' ghiuto a Roma e nun haje visto 'o Papa.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 360.</ref>
:''Sei andato a Roma e non hai visto il Papa.''
::{{spiegazione|Ma come? Hai fatto tanta strada per raggiungere un luogo così lontano e non hai fatto la cosa più importante che dovevi fare?}}
*'''Sì 'na zoza.'''<ref>Citato in Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio, ''Quattro mamme scelte a caso, {{sic|un progetto ideato da Massimiliano Palmese dedicato ad [[Annibale Ruccello]]}}'', Caracò Editore, 2011 [https://books.google.it/books?id=EGFZAwAAQBAJ&lpg=PT8&dq='na%20zoza&hl=it&pg=PT8#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-03-5</ref>
::{{spiegazione|Sei sudicio, lurido, repellente, rivoltante, ma lo sei anche e soprattutto come persona, sul piano morale.}}
*'''Si' 'nu [[babà|babbà]].'''<ref name=amore/>
:''Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce napoletano).''
*'''Si si surdo va {{sic|tè}} fà spilà le<ref>'e, in forma corrente.</ref>recchie ncoppa San Pascale'''<ref>Citato in ''Lo nuovo diavolo zuoppo e Polecenella'', Edizioni 1-77, [https://books.google.it/books?id=qrakawdIVlMC&dq=Lo%20nuovo%20diavolo%20zuoppo%20e%20polecenella&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44]</ref>.<ref>O, più semplicemente: ''Va' te spila 'e recchie a san Pascale!'' Vai a sturarti le orecchie a San Pasquale!</ref>
:''Se sei sordo vai a farti sturare le orecchie a San Pasquale!''<ref>Presso i monaci di San Pasquale a Chiaia: nei loro laboratori veniva prodotto un olio impiegato per liberare dall'eccesso di cerume il condotto uditivo.</ref> ''Si sì surdo o si ''faje'' 'o surdo.'' Sei sei sordo o se ''fai'' il sordo. Non far finta di non capire!
*'''Si vene 'a morte manco 'o trova.'''<ref>Citato in Anton Soliman, ''Eutanasia di un politico meridionale'', Narcissus.me, [https://books.google.it/books?id=_Uw6DAAAQBAJ&lpg=PA1&dq=anton%20soliman&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q=anton%20soliman&f=false] </ref>
:''Nemmeno se viene la morte lo trova.''
::{{spiegazione|Si dice di chi è sempre introvabile, irreperibile.}}
*'''Sicarrètte cu ‘o sfizio.'''<ref>Citato in Sergio Zazzera,''Dizionario di napoletano'', p. 340.</ref>
:''[[Sigaretta|Sigarette]] con lo sfizio.''
::{{spiegazione|Sigarette di contrabbando esposte nel seno o nelle calze della venditrice e prelevate, in modalità self-service, dal cliente stesso.}}
*'''Sicchi' e' nafta!'''<ref name=slice/>
:''Secchio di nafta!''
::{{spiegazione|L'espressione ''sicchi' 'e nafta'', secchio di nafta, designa una persona del tutto priva di garbo, finezza, tatto. Una persona dai modi sgraziati, volgari, di illimitata rozzezza. Sine urbanitate, davvero senza urbanità.}}
*'''Signò, {{sic|fferma}} ccà – recette 'a capa 'e morte ruciulianne p'<nowiki>'</nowiki>a muntagne abbasce!'''<ref name=glissant>Citato in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
:''Signore, ferma qui, disse il [[cranio|teschio]], rotolando giù per la montagna.''<ref>La traduzione è in Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nu' peggio! {{sic|decette}} 'a capa 'e morte.'''<ref name=notnot>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 118.</ref>
:''Non peggio di così, Signore, disse il [[cranio|teschio]].''
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Signò', nun pegge – recette 'a capa 'e morte! (E tu si 'a capa 'i morte e vuò nun pegge? – E mme ne putèvene fa {{sic|ffurmelle}})!'''<ref name=glissant/>
:''Signore, non peggio – disse il teschio! (E tu sei un teschio e vuoi non peggio? – chiede la tradizione popolare. Ed il teschio aggiunge: E potevano far di me anche dei bottoni di osso)!''<ref>In Apicella, ''I ritte antiche'', p. 351.</ref>
::{{spiegazione|Si dice quando si viene colpiti da una disgrazia.}}
*'''Simmo d' 'o buttone.'''<ref name=spugna />
:''Siamo del bottone.''
::{{spiegazione|Apparteniamo alla stessa combriccola.<ref name=heilig/>}}
*'''Smammuliarse.'''<ref>Citato in Altamura e D'ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', pp. 107, 195.</ref>
::{{spiegazione|Emanciparsi. Si dice del bambino che comincia muovere da solo i primi passi.}}
*'''So' asciute 'e statue 'e San Gennaro.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 366.</ref>
:''Sono uscite le statue di San Gennaro.''
::{{spiegazione|È incredibile: sono uscite di casa per passeggiare persone che non si vedono quasi mai.}}
*'''So' cicere si se coceno.'''<ref>Ctato in Rodolfo Pucino ''Il tressette {{small|nei tempi moderni e secondo le nuove tecniche. Massime aforismi detti e proverbi}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 2005, [https://books.google.it/books?id=O3fL93ftfokC&lpg=PA89&ots=fZkJn_ina9&dq=&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89]. ISBN 88-7188-908-8</ref>
:''Sono ceci se si cuociono (se la cottura li rende edibili).''
::{{spiegazione|Aspettiamo che tutto si concluda bene prima di affermare con certezza che il buon esito è assicurato.}}
*'''So' comme 'e cuppine {{sic|cà}} nun aizano brore 'e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi, 2011, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA18&dq=&pg=PA18#v=onepage&q&f=false p. 18]</ref>
:''Sono come i mestoli che non sollevano brodo di lumache.''
::{{spiegazione|'''E cuppine ca n'aizano broro 'e maruzze'': gli avari.}}
*'''So' gghiuto comm<nowiki>'</nowiki>'o lavaturo.'''<ref name=cross/>
:''Sono "andato" come il lavatoio (che viene sturato).''
::{{spiegazione|Se ne lamenta chi è costretto a sperimentare uno dei possibili effetti spiacevoli di un'alimentazione disordinata: la sciolta.}}
*'''Sole 'mpierno.<ref>'''Mpierno'': a perpendicolo.</ref>'''<ref>Citato in Domenico Piccinni, ''Poesie napoletane'', Presso Saverio Starita, Napoli, 1826, [https://books.google.it/books?id=zygBinJanLkC&dq=&pg=PA163#v=onepage&q&f=false p. 163.]</ref>
:''Sole "in perno".''
::{{spiegazione|Il sole nel più splendente sfolgorio.}}
*'''Sona, ca piglie quaglie.'''<ref>Citato in [[Giambattista Basile]], ''Lu cunto de li cunti (Il Pentamerone): {{small|testo conforme alla prima stampa del MDCXXXIV}}'', con introduzione e note di [[Benedetto Croce]], pei tipi del Cav. V. Vecchi, Napoli, 1891, vol I, p. [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Basile_-_Lu_cunto_de_li_cunti,_Vol.I.djvu/257 43].</ref>
:''Suona, che prendi [[quaglia|quaglie]].''
::{{spiegazione|Le quaglie non si lasciano attirare dai richiami del cacciatore: parla come vuoi, non ti ascolto, non cado nella trappola, non mi lascio invischiare dalle tue chiacchere. Non ci casca nessuno, sprechi fiato, parli al vento.}}
*'''{{NDR|'O}} Sorece nfuso a ll'uoglio.'''<ref name=opot>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 353.</ref>
:''Il topo bagnato nell'olio.''
::{{spiegazione|Una persona impomatata.}}
*'''Sott' 'a botta.'''<ref name=demi/>
:''Sotto la botta.''
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''{{NDR|'O}} Spallettone.'''<ref>Citato in Salvatore Landolfi, ''Napoli e i suoi colori'', [https://books.google.it/books?id=-lP_CwAAQBAJ&lpg=PA1&dq=Salvatore%20Landolfi&hl=it&pg=PT84#v=onepage&q=spallettone&f=false p. 84].</ref>
::{{spiegazione|Condivide con Dio un attributo: l'onniscienza. Persuaso di dominare infallibilmente tutti i campi del sapere, investitosi della missione di largire a tutti i costi la sua sapienza, la esegue con zelo infaticabile, implacabile, trasformandosi in un autentico flagello: inutile opporglisi, nulla lo farà mai desistere dall'intervenire d'autorità nelle altrui conversazioni, dal prodigare con illimitata generosità consigli non richiesti né graditi.}}
*'''Sparà a brenna (vrenna).'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>
:''Sparare a crusca.''
::{{spiegazione|Avere esito vano ed infelice, andare al nulla, essere perduto.<ref>La spiegazione è in ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 406.</ref>}}
*'''Spàrterse 'a cammìsa 'e Cristo.'''
:''Spartirsi la [[camicia]] di [[Cristo]].''
::{{spiegazione|Dividersi qualcosa guadagnata disonestamente.<ref name=Am79/>}}
*'''Sparterse 'o suonno.'''<ref>Citato e spiegato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PT544#v=onepage&q&f=false p. 544]</ref>
:''Dividersi il sonno.''
::{{spiegazione|Fare vita comune.}}
*'''{{NDR|'O}} Spavo ncerato.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PA3#v=onepage&q=spavo&f=false p. 3] </ref>
:''Spago incerato.''
::{{spiegazione|''Pigliarse 'o spavo 'ncerato'': farsi carico di un compito, di un'azione complicata, lunga e fastidosa.}}
*'''Sperì comme a nu cane.'''<ref>Citato in ''Passatempi musicali, {{small|[[Guglielmo Cottrau|Guillaume Cottrau]] e la canzone napoletana di primo '800}}'', a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller, Guida, Napoli, 2013. ISBN 978-88-6666-201-3, [https://books.google.it/books?id=owlvMArEkqgC&lpg=PA1&dq=Scial%C3%B2%20Seller&hl=it&pg=PA259#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Desiderare avidamente come un [[cane]].''
::{{spiegazione|Struggersi dal desiderio senza poterlo appagare.}}
*'''Spià 'na cosa.'''<ref>Citato in ''TuttoTotò'', p. 92.</ref>
:''"Spiare'', domandare una cosa. ''T'aggia spià 'na cosa'' (Ti devo chiedere una cosa).
*'''Spilapippa.'''<ref>Citato in ''I pirati spagnuoli melodramma in due atti'', [https://books.google.it/books?id=wVdX3BcL2kIC&dq=Gaetano%20Micci%2C%20%E2%80%8EEnrico%20Petrella%2C%20%E2%80%8EGiovanni%20Zoboli&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q=spilapippa&f=false p. 26.]</ref> o '''Spilapippe.'''<ref>Citato in Melania G. Mazzucco, ''Vita'', tradotto da Virginia Jewiss, Picador, New York, [https://books.google.it/books?id=vpG8UpLKDgEC&lpg=PP1&dq=Melania%20G.%20Mazzucco%20a%20novel&hl=it&pg=PA153#v=onepage&q&f=false p. 153].</ref>
:''Sturapipa. Scovolino per pipa.''
::{{spiegazione|Persona molto magra e longilinea.}}
*'''Spogliampise.'''<ref>Citato in Giambattista Basile, ''The Tale of Tales'', Penguin Books, New York, [https://books.google.it/books?id=8jI6CQAAQBAJ&lpg=PP1&dq=The%20Tale%20of%20Tales&hl=it&pg=RA3-PA17#v=onepage&q&f=false p. 17]</ref>
:''"Spogliaimpiccati".''
::{{spiegazione|Uomo totalmente privo di scrupoli, avido, disonesto, ladro senza limite. Fino al punto di non esitare a spogliare anche gli impiccati, derubandoli dei loro abiti per rivenderli.}}
*'''Spuglià a ssan Giacchìno pe' vvestì a ssant'Antuóno.'''
:''Spogliare [[san Gioacchino]] per vestire sant'Antonio.''
::{{spiegazione|Danneggiare qualcuno per favorire altri.<ref name=Am79/>}}
*'''Spurtiglione<ref>Dalla forma obliqua ''vespertilione'' del latino: ''vespertilio'', pipistrello, con aferesi del ''ve''. {{cfr}} ''Rivista di filologia e di istruzione classica'', [https://archive.org/stream/rivistadifilolo32unkngoog#page/n111/mode/2up/search/vespertillus p. 94].</ref>.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref>
:''Pipistrello, nottola.''
::{{spiegazione|Di chi ronzi attorno per sapere i fatti degli altri, Bracone, Fiutone.<ref>La spiegazione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 400.</ref> '''Fare lo sportiglione.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref> (''Fà 'o spurtiglione'', fare il pipistrello): Ronzare spiando.<ref>La spiegazione è in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 360.</ref>}}
*'''Spustà c"a vocca.'''<ref name=tongue>Citato in Manlio Cortelazzo, ''I dialetti italiani. {{small|Storia, struttura, uso}}'', Utet, Torino, 2002, [https://books.google.it/books?id=ujJBAQAAIAAJ&q=spust%C3%A0+c%27a+vocca&dq=spust%C3%A0+c%27a+vocca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjBqrX9uevqAhUCHHcKHTaYDO4Q6AEwAXoECAUQAg p. 647].</ref>
:''Spostare con la bocca.''
::{{spiegazione|Deviare dal corretto ed educato parlare. Parlare in modo offensivo, parlare in modo volgare e / o offensivo. Offendere. '''Nun spustà c<nowiki>'</nowiki>'a vocca''':<ref name=tongue /> non offendere, stai attento a come parli, bada a come parli.}}
*'''Squacquaracchiarse.'''<ref>Citato in Andreoli, '''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 401.</ref>
:''Sedere a gambe larghe, stare stravaccato.''
*'''Squaglia sole.'''<ref>Citato in Giovanni Canestrini, ''Fauna d' Italia'', parte III, ''Pesci'', Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=kFH57vmdkjAC&dq=&pg=PA194#v=onepage&q&f=false p. 194].</ref>
::{{spiegazione|Anche Squagliasole o Pesce bannera (Pesce bandiera): Trachipterus Taenia (Trachittero Tenia)}}
*'''Stà a dduie dint<nowiki>'</nowiki>'o stesso gallenaro.'''<ref name=losdos>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>
:''Stare in due nello stesso pollaio.''
::{{spiegazione|Aver concorrenti in una impresa.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 103.</ref>}}
*'''Stà' [[w:alleluja|alleluia]]!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 360.</ref>
:''Stare alleluia!''
::{{spiegazione|Essere completamente [[ubriachezza|ubriachi]], con grande gioia e allegria, come se si dispiegasse un canto di esultanza a Dio.}}
*'''Stà buono mpurpato.'''<ref>Citato in [[Eduardo Scarpetta]], ''Quinnece solde so cchiù assaje de semilia lire: {{small|ossia, Pulicenella e Sciosciammocca mbrogliate nfra no portafoglio ricco e n'auto pezzente.}}'', Pironti, Napoli, 1909, [https://books.google.it/books?hl=it&id=3Us-AAAAIAAJ&dq=mpurpato+denare&focus=searchwithinvolume&q=mpurpato+], p. 54.</ref>
:''È ben imbevuto, intriso.''
::{{spiegazione|'''E denare'', di soldi. ''Stà buono mpurpato 'e denare'' E ben "imbevuto", "intriso" di soldi: è pieno di soldi, ricchissimo, sesterziatissimo.}}
*'''Stà c' 'o còre int' ô zzùccaro.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 272.</ref>
:''Stare col cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Essere al colmo della felicità, essere al settimo cielo.}}
*'''Stà comm'a na Pasca.'''<ref>Citato in ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco '', p. 458.</ref>
:''Stare come una Pasqua.''
::{{spiegazione|Godere di ottima, florida salute.}}
*'''Stà' comm'a 'o diavulo e l'acqua santa.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Stare come il diavolo e l'acqua santa.''
::{{spiegazione|Non potersi assolutamente soffrire. Essere in forte ed insanabile contrasto.}}
*'''Sta' 'mbrugliato {{sic|comm'a}} nu sarto ch'ha pigliat' 'e mesure a nu scartellato e nun sape chiù {{sic|canòscere}} 'o quart' 'e nanze e chill' 'e reto.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 49.</ref>
:''Essere confuso come un sarto che ha preso le misure ad un gobbo e non sa più riconoscere, distinguere il quarto anteriore (di davanti) e quello posteriore (di dietro).''
*'''Stà naso e vocca.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
:''Stare naso e bocca.''
::{{spiegazione|Essere molto vicino.}}
*'''Stà niètto comm'a vacìle 'e varvièro.'''<ref name=toscodueseisei/>
:''Essere pulito come il bacile del barbiere''.
::{{spiegazione|Dare l'impressione di essere ricchi, ma in realtà non avere il becco di un quattrino. Si riferisce ad una bacinella che usavano i barbieri.}}
*'''Stà provvìsto comm'a lèpore 'e còda.'''<ref name=toscodueseisette>Citato in Tosco, p. 267.</ref>
:''Star provvisto come la lepre (è provvista) di coda''.
::{{spiegazione|Avere pochi peli a livello di barba.}}
*'''Sta schiaranno iuorno 'a Afragola.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 373.</ref>
:''Sta facendo giorno ad Afragola.''
::{{spiegazione|(detto per prendere in canzonatura, con ironia o con sarcasmo) Ma ancora non ti accorgi, possibile che non vedi che ormai è tardi, troppo tardi per fare questa cosa? (Ad Afragola il sole sorge più tardi di Napoli).}}
*'''Sta sempe c’ ’a capa ’a pazzia.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 383.</ref>
:Letteralmente: ''Sta sempre con la testa a gioco, a scherzo.''
::{{spiegazione|Ha sempre voglia di giocare, scherzare. È un buontempone, un giocherellone, un mattacchione.}}
*'''Stamm' tutt' sott' 'o cielo.'''<ref>Citato in Enrico Salvatori, ''Stamm' tutt' sott' 'o cielo. {{small|Appunti su una città cresciuta (follemente) tra due vulcani}}'', Reality Book, 2016, [https://books.google.it/books?id=VrAwvgAACAAJ&dq=Stamm%27+tutt%27+sott%27+%27o+cielo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw_umK0pDiAhUOCuwKHWphBrAQ6AEIKDAA]</ref>
:''Stiamo tutti sotto il cielo.''
::{{spiegazione|Nessuno può considerarsi assoluto padrone della propria sorte rimessa com'è alla volontà di una Forza superiore. La condizione dell'uomo è e resta costitutivamente incerta, precaria e fragile.}}
*'''Stann’ cazz’ e cucchiar.'''<ref>Citato in ''[https://napolipiu.com/lo-sai-perche-si-dice-stann-cazz-e-cucchiar Napolipiù.com]'', 24 novembre 2015.</ref>
:''Stanno (sempre appaiati come) il secchio per la calcina e la cazzuola.''
::{{spiegazione|''Stanno cazza e cucchiara'': si dice di due due amici che formano un amalgama perfetto, che stanno insieme sempre, inseparabili.}}
*'''Statte buono.'''<ref>Citato in Pasquale Altavilla e Giacomo Marulli, ''L'appassionate de lo romanzo de zio Tom'', vol. V, Dalla tipografia de' Gemelli, Napoli, 1853, [https://books.google.it/books?id=19JuHyI565gC&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da una persona).}}
*'''Stateve buono.'''<ref>Citato in ''Commedie di Francesco Cerlone'', Vol. XVIII, Napoli, 1785, [https://books.google.it/books?id=cujF77dSxA0C&dq=&pg=PA82#v=onepage&q&f=false p. 72].</ref>
::{{spiegazione|Arrivederci (congedandosi da più persone, o da una persona con un più formale Voi di cortesia).}}
*'''Steveme scarze a chiaveche!'''<ref>Citato in Alessandro Siani, ''Troppo napoletano'', [https://books.google.it/books?id=3rK4CgAAQBAJ&lpg=PT84&dq=quant'%C3%A8%20bello%20parigge&hl=it&pg=PT85#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Eravamo a corto (scarsi) di mascalzoni (fogne)!''
::{{spiegazione|(Detto con ironia a persona che - non gradita, non aspettata - sopraggiunge) Benvenuto, ci mancavi solo tu!}}
*'''Stracciacannarone.'''<ref>Citato in Vincenzo Tenore e Giuseppe Antonio Pasquale, ''Compendio di botanica, {{small|Ordinato specialmente alla conoscenza delle piante utili più comuni}}'', Dr. V. Pasquale Editore, Napoli, 1870<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=v0-evzTCuE0C&dq=&pg=PA429#v=onepage&q&f=false, p. 429].</ref>
:''"Straccia-gola-ed-esofago".''
::{{spiegazione|[[w:Sonchus asper|Sonchus asper]] e [[w:Sonchus oleraceus|Sonchus oleraceus]].}}
*'''Strascina-facenne.'''<ref>Citato in ''Napoli dentro e... Napoli fuori'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1990, p. 419.</ref> o '''Strascinafacènne.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>
:''"Trascinafaccende"''
::{{spiegazione|Chi su commissione di altre persone si interessa del disbrigo di pratiche legali, burocratiche, amministrative e simili. Faccendiere. Addetto alla segreteria di un avvocato. / In passato procacciatori di clienti per avvocati. Poveri e senza istruzione attendevano nell'atrio del tribunale qualche pastore della provincia di Campobasso o montanari dell'Abruzzo e, conducendoli in giro per le sale del Palazzo di Giustizia, li attiravano col miraggio dell'impunità<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 126.</ref>.}}
*'''Stregnere i panne ncuollo a uno.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 408.</ref>
:''Stringere i panni addosso ad una persona.''
::{{spiegazione|Incalzare qualcuno ragionando, metterlo alle strette.}}
*'''Streppone 'e ffescena.'''<ref>Citato in Vincenzio De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'',[https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&pg=P61 p. 61].</ref>
:''Sterpo di fescina.''<ref>Fescina: paniere di forma conica per la raccolta di fichi ed uva. Per la sua conformazione non può reggersi da solo ma deve essere appoggiato a qualcosa o sospeso. {{cfr}} ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 61, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845.</ref>
::{{spiegazione|Uomo dal carattere molto debole.}}
*'''Stròppole pe' sprattichi' 'a lingua.'''<ref>Citato in Luigi Molinaro del Chiaro, ''Canti popolari raccolti in Napoli. {{small|Con varianti e confronti nei varii dialetti}}'', Libreria Antiquaria Luigi Lubrano, Napoli, [1916]<sup>2</sup>, [https://archive.org/details/cantipopolarirac00moliuoft/page/18/mode/2up p. 19].</ref>
:''Sciocchezze, bagattelle per impratichire, esercitare, addestrare la lingua.''
::{{spiegazione|Gli scioglilingua.}}
*'''Strucchiomacchio.'''<ref>Citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=sturcio+masculo&focus=searchwithinvolume&q=coloritissimo p. 453].</ref>
::{{spiegazione|Bevanda particolarmente gustosa e piacevole.}}
*'''Strùmmolo scacato.'''<ref name=trtt>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>
:''Letteralmente: trottola isterilita.''
::{{spiegazione|Trottola che per un lancio errato o perché difettosa ruotava male, arrestandosi piegata di lato dopo pochi giri (si diceva, in tal caso che: '''{{NDR|'o}} strummolo scacava'''<ref name=trtt/>, paragonandola ad una gallina che, isterilita, cessava di deporre uova<ref name=strobylos>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 13.</ref>. '''Seta'''<ref name=trtt/>era invece detta la trottola dalla perfetta, morbida, blanda rotazione di durata superiore a tutte le altre.<ref name=strobylos/>}}
*'''Strunzià.'''<ref>Citato in ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PP1&hl=it&pg=PA24#v=onepage&q&f=false p. 24]</ref>
::{{spiegazione|Prendere in giro, ingannare, buggerare.}}
*'''Stuort o muort.'''<ref>Citato in Autori Vari, ''La giusta parte'', a cura di Massimo Gelardi, Caracò, 2012, [https://books.google.it/books?id=62BZAwAAQBAJ&lpg=PT19&dq=stuort%20o%20muort&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-97567-02-8</ref>
:''Storto o morto.''
::{{spiegazione|Bene o male; lo si voglia o meno.}}
*'''Subbrettià.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 64.</ref>
:''Sorbettare.''
::{{spiegazione|Darci dentro spesso e di gusto a consumare, essendone particolarmente golosi, sorbetti.}}
*'''Sudà gnostra.'''<ref>Citato in Nicola Vottiero, ''Lo specchio della cevertà'', Nne la Stamparia de Giuseppe Maria Porciello, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=qJzFALBLBLIC&dq=sud%C3%A0%20gnostra&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p. 44.]</ref>
:''Sudare inchiostro''
::{{spiegazione|Spremersi le meningi, stillarsi il cervello, sottoporsi ad un faticoso lavoro mentale.}}
*'''Sunare<ref>In forma corrente: Sunà'</ref> u pianefforte.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 298.</ref>
:''Suonare il pianoforte.''
::{{spiegazione|Rubare (scioltezza di mano, vellutata leggerezza, impalpabile tocco da virtuoso del pianoforte, nell'esecuzione dell'atto criminoso, messe in piena, icastica evidenza nella locuzione).}}
*'''Sunnarse 'o tramme elettrico.'''<ref>Citato in Mimmo Carratelli, ''Slogan salotti divette'', in ''la Repubblica.it'' Archivio del 07. 04. 2008.</ref>
:''Sognarsi il tram elettrico.''
::{{spiegazione|Illudersi di poter conseguire un obiettivo fuori portata. Desiderare l'irrealizzabile, l'impossibile. All'epoca in cui si diffuse questa espressione la trazione a cavallo era la sola disponibile per i trasporti pubblici.}}
*'''Surco commoglia surco.'''<ref>Citato in D'ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>
:''[[debito|Solco]] copre solco.''
::{{spiegazione|Un debito grosso più grande ne copre uno vecchio.<ref>Spiegazione in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 369.</ref>}}
*'''{{NDR|'O}} [[w:Susamielli|Susamiéllo]].'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Dolce natalizio a forma di esse a stampatello, si preparava già nell'antica Atene con sesamo, miele ed altri ingredienti. Fu importato a Napoli dagli Ateniesi circa venticinque secoli fa. ''Susamiello'' è anche detta una persona magra e di bassa statura.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>}}
==T==
*'''T'a fai cull'ova, 'a trippa.'''<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=GHNdBAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Ti%20porter%C3%A0%20fortuna&hl=it&pg=PT110#v=onepage&q&f=false p. 110].</ref>
:''Te la cucini con le uova la trippa.''
::{{spiegazione|Queste frattaglie, in sé non appetibili, te le prepari con le uova per rendertele più gustose. Vale a dire: ora datti da fare e trova il modo di tirati fuori da questa situazione difficile, ingrata, rischiosa, negativa in cui sei andato a ficcarti.}}
*'''T'aggio canusciuta, 'mbrellino 'e seta mia.'''<ref name=πόρνη/>
:''Ti ho conosciuta, parasole di seta mio.''
::{{spiegazione|''Mbrellino 'e seta'': "passeggiatrice", "cortigiana". Quindi: ora so che non mi sei fedele, non mi inganni più, vedo bene chi sei veramente.}}
*'''T'hê a fà benedicere da nu prevete ricchione<ref>Occorre tener presente che questo termine reca in sé l'impronta di una concezione svalutativa dell'omosessualità molto diffusa in passato ed ha pertanto una connotazione fortemente offensiva. Di conseguenza, non può e non deve essere mai impiegato, in un normale contesto comunicativo, per riferirsi in modo neutro all'omosessualità.</ref>.<ref>Citato in Aurelio Fierro, ''Grammatica della lingua napoletana'' Rusconi Libri, 1989, [https://books.google.it/books?hl=it&id=UAldAAAAMAAJ&dq=benedicere+%27a+%27nu+prevete+ricchione&focus=searchwithinvolume&q=+prevete+ricchione p. 140].</ref>'''
:''Devi farti benedire da un prete pederasta.''
::{{spiegazione|Sei talmente sfortunato, tutto ti va così male, che hai bisogno di farti impartire una benedizione, e una benedizione particolarmente efficace.}}
*'''T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.'''<ref>Citato in ''Mannaggia Bubbà'', p. 138.</ref>
:''Devi sentirti una messa a pancia all'aria.''
::{{spiegazione|Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa - l'ultima - in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.}}
*'''{{NDR|'O}} Tagliere.'''<ref name=codex/>
:''Nella parlesia:''<ref name=spikkesia/>''il violino.''
*'''Tanno tanno.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo, 1867'', [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=sciucquaglie&hl=it&pg=PT462#v=onepage&q&f=false]</ref>
::{{spiegazione|Immediatamente.}}
*'''Tanno pe tanno.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 507.</ref>
::{{spiegazione|All'istante, lì per lì.}}
*'''Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?'''<ref>Citato in Luciano Passariello, ''[http://www.ilmessaggioteano.net/tantanne-dinte-saittelle-e-quanno-addiviente-zoccola/ Tant'anne dint'ê saittelle... e quando addiviente zoccola!?]'', ''ilmessaggioteano.net'', 22 settembre 2012.</ref>
:''(Bazzichi da) tanti anni nelle fogne... e quando diventerai ratto!?''
::{{spiegazione|È una critica dell'inettitudine, della negligenza: sono tanti anni che fai pratica, che ascolti questi insegnamenti, ma quando ti deciderai ad imparare, a mettere in pratica quello che ti è stato insegnato?!}}
*'''Tanto te vengo appriesso, fino a che te coglio: duorme,''' patella''', ca rancio veglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 432.</ref>
:''Ti sto alle costole (ti vengo dietro tanto), ti tallono tanto finché ti prendo: dormi, [[Patella (zoologia)|patella]], che granchio veglia.''
::{{spiegazione|Dormi pure fra due guanciali, pensa pure di averla fatta franca; ma ti illudi, ti sto incollato e prima o poi faremo i conti.}}
*'''Tarantella.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto,'', 1863, p. 154.</ref>
::{{spiegazione|Situazione complicata, intricata, difficile e, in fondo, poco seria. Si potrebbe per esempio dire a chi si costringe o ci costringe all'ennesima tribolazione da idioti per ovviare alle conseguenze intricate di un problema in sé stupido o facilmente evitabile: ''E chesta è n'ata tarantella!'' E questa è ancora un'altra complicazione idiota! (Fai più attenzione! È ormai ora di darsi una regolata!)}}
*'''Te faccio correre pé Vicenzone.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 79.</ref>
:''Ti faccio correre per [[Besançon]].<ref>I titoli di credito da riscuotere obbligatoriamente ed indilazionabilmente venivano in gran parte inoltrati a Besançon. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 79.</ref>''
::{{spiegazione|Vedrai quel che ti farò passare...: ti insegno io a comportarti correttamente.}}
*'''Te manno 'e Pellegrini!'''<ref>Citato in ''Ariel'', vol. XVII, Edizioni 2-3, Bulzoni, Roma, 2002, p. 251, [https://books.google.it/books?hl=it&id=kQ4qAQAAIAAJ&dq=Te+manno+e+Pellerini&focus=searchwithinvolume&q=manno+Pellerini]</ref>
:''Ti mando all'Ospedale Pellegrini!''
::{{spiegazione|Te le suono di santa ragione!}}
*'''Te mardíco a zizze storte!'''<ref>Citato in Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 116. ISBN 978-88-98029-03-7</ref> '''Te mmardico a zizze storte.'''<ref>Citato in ''Lo corzaro, {{small|commeddia pe mmuseca da rappresentarese a lo Teatro nuovo ncoppa Toleto St'Autunno de st'Anno 1726}}'', Agnolo Vocola, Napoli, [https://books.google.it/books?id=aMjACy5Ui7kC&dq=Lo%20corzaro%20commeddia&hl=it&pg=PA25#v=onepage&q&f=false p. 25].</ref>
:''Ti maledico a mammelle storte!'' (quasi a volerle immaginariamente ripiegare per rinnegarle.<ref name=tescanosco>{{cfr}} ''Mannaggia Bubbà'', p. 116.</ref>)
::{{spiegazione|Un figlio o una figlia che con la sua condotta aveva dato alla madre un forte dispiacere poteva essere colpito da questa maledizione, la più grave che una madre potesse pronunciare.<ref name=tescanosco/>}}
*'''Te pare sempe che 'o culo t'arrobba 'a cammisa.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', p. 89.</ref>
:''Ti sembra sempre che il sedere ti rubi la camicia.''
::Sei veramente gretto, micragnoso, sordidamente avaro.
*'''Te pozza piglià Patano.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 285.</ref>
:''Ti possa prendere Patano.''<ref>Patano è il cognome di un famoso [[W:|monatto]] del XVIII° secolo. {{cfr}} Andreoli, p. 285.</ref>
::{{spiegazione|Imprecazione: Che ti colga la peste. Che tu possa morire.}}
*'''Te saccio piro.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1962, anno III, parlata 359, 29 dicembre 1962, p. 1436.</ref>
:''Ti so pero.''
::{{spiegazione|Eri pero nel mio orto, non davi frutti e sei stato abbattuto. Ora che sei una statua sacra faresti miracoli? So fin troppo bene chi sei: proprio a me vorresti darla a bere?}}
*'''Te tengo appiso all'urdemo buttone d' 'a vrachetta.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>
:''Ti tengo appeso all'ultimo bottone della [[pantaloni|patta]].''
::{{spiegazione|Per me sei l'ultima persona al mondo.<ref>La spiegazione è in ''I Proverbi di Napoli'', p. 392.</ref>}}
*'''Te tengo stampato 'ncuorpo!'''<ref>Citato in Mario Santanelli, ''Uscita di emergenza, {{small|Beati i senzatetto perché vedranno il cielo}}'', presentazione di Nello Mascia, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-7188-305-5, [https://books.google.it/books?id=76Pa8UgPMCkC&lpg=PP1&dq=Manlio%20Santanelli&hl=it&pg=PA44#v=onepage&q&f=false p.44]</ref>
:''Tenere stampato, come impresso nel proprio corpo.''
::{{Spiegazione|Conoscere alla perfezione una persona o una cosa. "So perfettamente che tipo di persona sei, non puoi nasconderti, non me la dai a bere, non abbocco!"}}
*'''Te veco, e te chiagno.'''<ref>Citato in ''Il licantropo volgarmente detto lupo menaro con Pulcinella bersaglio d'un morto, rivale dell'eco, e spaventato dalle larve nella tomba d'un militare'', Napoli, 1840, [https://books.google.it/books?id=QkpD_ObGJRMC&dq=veco%20e%20chiagno&hl=it&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36.]</ref>
:''Ti vedo e ti piango.''
::{{spiegazione|Sento compassione per te, temo per quel che sarà di te.}}
*'''Ten 'o core int'o zucchero.'''<ref>Citato in Amabile Giusti, ''La donna perfetta'', Mondadori, [https://books.google.it/books?id=LGBvBgAAQBAJ&lpg=PT70&dq=%E2%80%98o%20core%20d'int'%20o%20zucchero&hl=it&pg=PT70#v=onepage&q&f=false p. 70]</ref>
:''Ha il cuore nello zucchero.''
::{{spiegazione|Tené 'o core int'o zucchero: Essere al culmine, nel pieno della gioia, della felicità. Essere al settimo cielo.}}
*'''Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e recchie.'''<ref name=nose/>
:''Avere la testa solo per separare le orecchie.''
::{{spiegazione|Non avere cervello, essere completamente stupidi.}}
*'''Tené 'a cazzimma d'<nowiki>'</nowiki>e papere australiane.'''<ref>Citato da Raffaele Bracale, in [http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2010/05/che-cosa-e-la-cazzimma Che cosa e' la "cazzimma"?], ''guide. supereva.it''</ref>
:''Avere la [[cazzimma]] delle papere australiane.''
::{{spiegazione|Avere la cazzimma. Il riferimento alle papere australiane è solo un'aggiunta divertente senza significato.}}
*'''{{sic|Tenè}} 'a grazia d' 'o miedeco.'''<ref name=Aesculapius />
:''Avere le buone maniere del medico.''
::{{Spiegazione|Non averne affatto.}}
*'''Tene' 'a neva 'int' 'a sacca.'''<ref name=nose/>
:''Avere la neve in tasca.''
::{{spiegazione|Avere fretta.}}
*'''Tène 'a panza azzeccata cu' 'e rine.'''<ref name=glue>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 34</ref>
:''Ha la pancia incollata ai reni.''
::{{spiegazione|Ḕ dimagrito. Impiegato anche come iperbole.}}
*'''''Tené 'a panza a 'o sole.'''''<ref name=sunbelly>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>
:''Tenere la pancia al sole.''
::{{spiegazione|Rimedio cui si ricorreva in passato per resistere ai crampi della fame.<ref name=bellysun>{{cfr}}''Napoli, punto e basta?'', p. 650.</ref>}}
*'''Tene 'a parola superchia.'''<ref>Citato in Ledgeway, p. 539.</ref>
:''Ha la parola soverchia, superflua.''
::{{spiegazione|Si dice di chi parla senza misura, logorroicamente, di chi in modo saccente vuole a tutti i costi, con argomenti futili, inconsistenti prevaricare, dire un'ultima parola – una parola superflua perché insulsa – in ogni discussione.}}
*'''Tene 'a saraca 'int' 'a sacca.'''<ref>Citato in Mauro Montacchiesi, ''Humanae Historiae'', Aletti Editore, [https://books.google.it/books?id=PWdWAwAAQBAJ&lpg=PT280&dq=saraca%20sacca&hl=it&pg=PT280#v=onepage&q&f=false p. 280].</ref>
:''Ha l'[[aringa]] in tasca.''
::{{spiegazione|Nasconde qualcosa, non la dice tutta.<ref>Spiegazione in ''Humanae Historiae'', p.280.</ref> ''Tené 'a saraca 'int' 'a sacca'', avere l'aringa in tasca: Essere irrequieti, aver fretta, manifestare inquietudine, impazienza come se si avesse in tasca una maleodorante aringa di cui ci si debba disfare al più presto; in realtà perché si nasconde un incofessabile segreto.}}
*'''Tene 'a terócciola 'mmocca.'''<ref>Citato in Viviani, ''Teatro'', II, p. 97.</ref>
:''Ha la carrucola in bocca.''
::{{spiegazione|Quando parla ricorda la scia sonora stridula e monotona che accompagna il ruotare della carrucola azionata dalla fune: chiacchiera ininterrottamente con una monotona, fastidiosa logorrea.}}
*'''Tené 'a zeppola mmocca.'''<ref>Citato in Erwin e Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'' p. 143.</ref>
:''Avere la zeppola in bocca.''
::{{spiegazione|Balbettare.}}
*'''Tene cchiù corna ca<ref>Cà, refuso, nella fonte.</ref>‘nu cato ’e maruzze.'''<ref>Citato in Isa Rampone Chinni e Tina Palumbo De Gregorio, ''La farmacia di Dio'', Rogiosi Editore, [https://books.google.it/books?id=HC-pCwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16].</ref>
:''Ha più corna di un secchio (pieno) di lumache.''
::{{spiegazione|È vittima di una moglie inappagabile, non univira e assai trasgressiva che si concede, con libera spregiudicatezza, varie, frequenti, abbondanti, cospicue, copiosissime, innumerevoli eccezioni al ferreo, (forse un po' plumbeo), obbligo di osservanza della fedeltà coniugale.}}
*'''Tené' chiuóve<ref>Avere chiodi.</ref> a balùffe.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 100.</ref>
::{{spiegazione|Avere soldi a iosa, essere ricchissimo.}}
*'''Tene' 'e làppese a quadriglié<ref>Dal latino: ''Lapis quadrellatus'': opera muraria costituito dalla sovrapposizione alternata di piccolissimi quadrati di pietra. Questo particolare procedimento costruttivo, di grande precisione, richiedeva l'attenzione ed la concentrazione assolute – ciò che comportava una forte tensione – dell'esecutore. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 65.</ref>.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 385.</ref>
:''Avere molti assilli, [[preoccupazione|preoccupazioni]]; essere sovrappensiero; avere un diavolo per capello.''
*'''Tené 'e pànne a chi và a natàre.'''<ref name=duesetteotto/>
:''Custodire gli abiti di chi va a nuotare''.
::{{spiegazione|Essere accidiosi e non sforzarsi neppure di aiutare un amico in difficoltà. Antico detto già attestato nel XVII secolo.<ref>{{cfr}} Francesco Gizzio, ''L'Atlante del Cielo'', scena IX in ''L'echo armoniosa delle sfere celesti'', parte prima, Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693, [https://books.google.it/books?id=x3WkI0Y6eIQC&pg=PA159 p. 159].</ref>}}
*'''Tene' 'e recchie 'e pulicane<ref>Dal latino ''Publicanus'', pubblicano. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>.'''<ref>Citato e spiegato in ''Del parlar napoletano'', p. 63.</ref>
:''Avere le orecchie del [[w:pubblicano|pubblicano]].''
::{{spiegazione|Avere un udito finissimo. Avere una capacità finissima di captare i minimi segnali, anche non sonori.}}
*'''Tène folla Pintauro!'''<ref>Citato in Luigi Cremona, ''L'Italia dei dolci'', Repertori Touring, n.1 anno 2004, Touring Editore, Milano, [https://books.google.it/books?id=qeHoUKfogVgC&lpg=PP1&dq=L'Italia%20dei%20dolci&hl=it&pg=PA128#v=onepage&q&f=false p. 128.]</ref>
:''C'è folla da Pintauro''<ref>Storica pasticceria napoletana.</ref>'' !''
::{{spiegazione|Si dice — talvolta con ironia — di persona con molti corteggiatori o di negozi o studi con molta clientela.}}
*'''Tene' l'arteteca.'''<ref>''Citato in Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA26#v=onepage&q&f=false p. 26.]</ref>
::{{spiegazione|Essere perennemente irrequieti, inquieti. Essere sempre in movimento, non riuscire a star fermi.}}
*'''Tenè-mente.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 360.</ref>
:'' ''Tené mente'': avere mente.''
::{{spiegazione|Guardare, osservare. Fare attenzione. ''Tiene mente!'' Guarda, osserva, fai attenzione!}}
*'''Tene na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.''' o '''Sta cu na cimma de<ref name=epsilon/>scirocco.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1862, [https://books.google.it/books?id=MC7l6SgIRpUC&dq=&pg=PA754#v=onepage&q&f=false p. 754]</ref>
:''Ha un "lembo" , un "orlo" superiore , una cima di scirocco. O: Stare con una sommità, una cima di scirocco''
::{{spiegazione|È nervoso, irascibile.}}
*'''Tenè 'ncuorpo.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno II n. 171 del 23. 12. 1867, p. 2.</ref>
:'' ''Tené 'ncuorpo.'' Tenere in corpo.''
::{{spiegazione|Tenere ben chiuso in se stessi. Tenere segreto.}}
*'''Tené' 'nfrisco.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Tenere in fresco.''
::{{spiegazione|Tenere di riserva.}}
*'''Tene 'o mariuolo 'ncuorpo.'''<ref>Citato in Vladimiro Bottone, ''Il giardino degli inglesi'', Neri Pozza, Vicenza, 2017, [https://books.google.it/books?id=Lk26DgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vladimiro%20Bottone&hl=it&pg=PT49#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-545-1510-9</ref>
:''Ha il ladro in corpo.''
::{{spiegazione|''Tené 'o mariuolo 'ncuorpo'': nascondere un segreto inconfessabile.}}
*'''Tène 'o mmale 'e ndindò: a isso lle vène e a me no.'''<ref>Citato in ''Rotondo'', p. 389.</ref>
:''Ha il male di dindò: a lui gli viene e a me no.''
::{{spiegazione|Il male – perfettamente immaginario e strategico – di dindò è il male da cui è colto indefettibilmente lo scansafatiche quando si concretizza il pericolo di dover lavorare o di doversi sobbarcare una lavoro non gradito.}}
*'''Tene' 'o vacile d'oro pe' ce jettà 'o sanghe rinto.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 390.</ref>
:''Avere la bacinella d'oro per buttarci dentro il sangue.''<ref>''O quanta vote, o quantane | aie lo vacile d'oro, | e nce spute lo sango.'' O quante e quante volte hai la bacinella d'oro e ci sputi sangue. (Le Muse napolitane, egloga VIII, pp. 334-335)</ref>
::{{spiegazione|Essere ricchi ma completamente infelici.}}
*'''Tenere<ref name=Θ>In forma corrente: Tené.</ref>'a vocca ca pazzeja cu i recchie.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 460.</ref>
:''Avere la bocca che gioca con le orecchie.''
::{{spiegazione|''Tené 'a vocca ca pazzea cu 'e recchie''. Avere la bocca larghissima.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/>'e rennete spase a u sole.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 329.</ref>
:''Avere le rendite sparse al sole.''
::{{spiegazione|''Tene' 'e rennete spase 'o sole.'' Essere ricchissimo.}}
*'''Tenere<ref name=Θ/> na feleppina<ref>Feleppina: vento boreale secco, fame da lupi. {{cfr}} De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>'ncuorpo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, p. 57.</ref>
:''Avere in corpo una fame da lupi.''
*'''Tengo nu brutto police int' 'a recchia.'''<ref>Da Raffaele Viviani, ''Tuledo 'e notte'', citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>
:''Ho una brutta pulce nell'orecchio.''
::{{spiegazione|(''Tene' no brutto pollice int' 'a recchia''. Avere nella testa un cattivo pensiero che frulla) Mi frulla per il capo un pessimo pensiero<ref>La spiegazione è di Artieri in ''Napoli, punto e basta?'', p. 692.</ref>.}}
*'''Tiene mmano.'''<ref>In ''Viviani'', III, p. 197.</ref>
:''Tieni in mano.''
::{{spiegazione|Aspetta.}}
*'''Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana<ref>Per Porta Capuana si consulti [[w:Porta Capuana|voce su ''Wikipedia'']]</ref>.'''<ref>Citato in Alessio Strazzullo, ''I tesori nascosti di Napoli'', Newton Compton Editori, Roma, 2011, [https://books.google.it/books?id=ksS8DAAAQBAJ&lpg=PT80&dq=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&hl=it&pg=PT80#v=onepage&q=Tiene%20'nu%20culo%20quant'e%20Porta%20Capuana&f=false] ISBN 978-88-541-9823-4</ref>
::{{spiegazione|Hai una [[fortuna]] incredibile.}}
*'''Tieneme ca te tengo.'''<ref>Citato in [[Basilio Puoti]], ''Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1850<sup>2</sup>,[https://books.google.it/books?id=LxsTPCnq-qsC&dq=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&hl=it&pg=PA466#v=onepage&q=Tieneme%20ca%20te%20tengo.&f=false p. 446.]</ref>
:''Tienimi che ti tengo.''
::{{spiegazione|Dicesi Stare una cosa tieneme ca te tengo di cosa che tentenni, barcolli, stia male in piedi o accenni di cadere.}}
:oppure
::{{spiegazione|Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.}}
:::'''''[[w:Simul stabunt|Simul stabunt vel simul cadent]]'''''. ([[Proverbi latini]])
*'''Tinco tinco.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>
::{{spiegazione|Veloce veloce, lesto lesto. "''E tu te ne sì benuto tinco tinco , co lu sòleto buongiorno, co lu sòleto pizzo a riso, co li sòlete coppetielle appizzate arreto, e la padiata de vitella a lu pizzo de la cammisa.<br>Vattè Carnevà, fallo pe ll'arma de tutte i muorte tuoje, tornatenne da dò si benuto.''<ref>Da ''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1867, anno 2, . 8, 19-01-1867, p. 2.</ref>" E tu te ne sei venuto lesto lesto, col solito buongiorno, col solito sorrisetto, con i soliti coppetti attaccati dietro e le interiora di vitella sul pizzo della camicia. Vattene, Carnevale, fallo per l'anima di tutti i tuoi defunti, tornatene da dove sei venuto.}}
*'''Tirà 'a carretta.'''<ref>Da [[Giovanni Capurro]], ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', p. [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=tir%C3%A0+%27a+carretta&focus=searchwithinvolume&q=+carretta 511].</ref>
:''Tirare il carretto.''
:{{spiegazione|Lavorare duramente, sgobbare. Lavorare duramente per provvedere alle necessità della famiglia. "''Che brutta cosa ch'è a tirà 'a carretta quanno nisciuna mano votta 'a rota''". ''Com'è brutto tirare il carretto, quando nessuna mano spinge la ruota (se sei solo e nessuno ti aiuta.''<ref>Da Giovanni Capurro, ''Tatonno 'e Quagliarella'', citato in ''Alfabeto napoletano'', p. 511.</ref>}}
*'''Tiracazune''' o '''Tirante.'''<ref>Citato in ''Per moda di dire'', p. 19.</ref>
:''Tirapantaloni o tiranti: bretelle.''
*'''Tirate 'e renza.'''<ref>Citato in ''Poesie napoletane'', p. 397.</ref>
:{{spiegazione|Togliti di torno!}}
*'''Tirato a zuco''' o '''Tirato a zuco 'e caramella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 78.</ref>
:''Tirato a succo'' o '''Tirato a succo di caramella.'''
::{{spiegazione|Lindo e azzimato, curatissimo, elegantissimo, in grande spolvero, tirato a lucido (fino all'eccesso).}}
*'''Tirrepetirro.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 431</ref>
::{{spiegazione|Voglia di far chiasso, confusione. '''Tirepetirre.'''<ref name=carob/>: convulsioni.}}
*'''Titillo.'''<ref name=carob/> o '''Tetillo.'''<ref name=borac>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref> '''Titella.'''<ref name=carob/> o '''Tetella.'''<ref name=borac/>
::{{spiegazione|Modo fanciullesco di denotare il pollo<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 428.</ref>. Vezzeggiativo per denotare un bambino, una bambina o un animale piccolo e grazioso.}}
*'''Tito'''' o '''Titò.'''<ref>Citato in ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref>
::{{spiegazione|Appellativo con cui ci si rivolge, con irrisione, a chi ha un comportamento strano, incomprensibile, altezzoso, sprezzante.<ref>Con uno sprezzante ''Dis-donc'', compreso come un indecifrabile ''Titò'', si rivolgevano ai napoletani i soldati della guarnigione svizzera presente a Napoli nei primi anni dell'800. {{cfr}} ''Del parlar napoletano'', p. 77.</ref> /"''Oj Titò!''": Ehi, "Titò!" (già di per sé eloquente...) (Ma anche, esplicitamente: "''Oj Titò, ma chi te cride d'essere!''", "''ma che faje!''", ''ma che t'hê chiavato 'ncapa!'': Ehi, "Titò", ma chi credi di essere! ma che fai! ma cosa ti sei messo in testa! E così via...)}}
*'''Tomo tomo.'''<ref>Citato in ''Tuttototò'', p. 32.</ref>
:''Serio serio, senza scomporsi.''<ref>Significato in ''TuttoTotò'', p. 32.</ref>
*'''Tor'<nowiki>'</nowiki>e Crisciénzo e Totonno â Port'<nowiki>'</nowiki>e Massa.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Proverbi e modi di dire napoletani'', p. 161.</ref>
:''Salvatore di Crescenzo e Antonio della Porta di Massa.''
::{{spiegazione|Due inconciliabili, acerrimi nemici. Salvatore di Crescenzo ed Antonio Lubrano, detto della Porta di Massa<ref>Fra Via Mezzocannone e la Marina.</ref>dal nome del luogo d'origine, capi della camorra e nemici irriducibili, operarono subito dopo l'Unità d'Italia.}}
*'''Tra mastu' Francisco e 'o bancariello nun se sape chi ha fatte rummore.'''<ref>Citato in Gennaro Matino, ''Angelo per un giorno'', Feltrinelli, Milano, 2006, [https://books.google.it/books?id=9hTp5xD4N-EC&lpg=PA27&ots=OsGg6TslnC&dq=it&pg=PA27#v=onepage&q&f=false 27]. ISBN 88-07-84066-9</ref>
:''Tra mastro Francesco ed il desco<ref>'''O bancariello'': Il desco da ciabattino.</ref>non si sa chi dei due ha fatto rumore...''
::{{spiegazione|Qui si gioca a scaricabarile, ognuno elude le proprie responsabilità.}}
*'''Trave 'e sapone.'''<ref name=fuscello>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 63.</ref>
:''Trave di sapone.''
::{{spiegazione|Albero della cuccagna.}}
*'''Trica e venga buono.'''<ref>Citato in ''Tradizioni ed usi nella Penisola sorrentina'', p. 113.</ref>
:''Ritardi e venga bene.''
::{{spiegazione|Non importa quanto tempo ci vuole, purché il risultato sia buono.}}
*'''Tricchitracche, tanto a parte!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, ''Proverbi napoletani'', p. 83.</ref>
:''Tric trac, un tanto per (ciascuna) parte!''
::{{spiegazione|Il pagamento "alla romana": ciascuno paga per la propria parte.}}
*'''Trosce e mosce.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>
::{{spiegazione|Dicesi dei denari allorché sono pagati in contanti, L'uno sull'atro, Sonanti e ballanti.<ref>La definizione è in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 437.</ref>}}
*'''Truvà 'a pèzza a cculóre.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA432#v=onepage&q&f=false p. 432.]</ref>
:''Trovare la pezza (toppa) a colori.''
::{{spiegazione|Trovare la scusa adatta.<ref>La spiegazione è in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 432.</ref>Mascherare abilmente, escogitare ingegnosamente un rimedio ad un errore o ad una situazione incresciosa, insostenibile.}}
*'''Truvà 'o vangèlo vutàto.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', p. 261.</ref>
:''Trovare il vangelo girato.''
::{{spiegazione|Arrivare troppo tardi, a cose ormai fatte.}}
*'''Truvare'''<ref>In forma corrente: Truvà.</ref>''' a forma d'a scarpa soja.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 168.</ref>
:''Trovare la forma della propria scarpa.''
::{{spiegazione|''Aje truvato 'a forma d'a scarpa toja'': hai trovato pane per i tuoi denti.}}
*'''Ttuppetià.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', 1864, p. 439.</ref>
:''Bussare, picchiare; in senso figurato: ''coire''<ref>Per questo traslato {{cfr}} Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 396.</ref>''.
*'''Tu ch'accucchie?'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 8.</ref>
:''Tu che accoppi, cosa metti insieme?''
::{{spiegazione|''Ma che staje accucchianno?'' Ma che stai dicendo, che razza di ragionamenti (sconclusionati) fai?.}}
*'''Tu me scippe 'e paccari 'a mano.'''<ref>Citato in Patrizia Mintz, ''Veritas'', Piemme, 2010, [https://books.google.it/books?id=mialvSCnCysC&lpg=PT221&dq=&pg=PT221#v=onepage&q&f=false p. 221] ISBN 9788858502662</ref>
:''Mi strappi gli schiaffi dalle mani (da mano).''
::{{spiegazione|Mi stai esasperando al punto che avrei una voglia fortissima di somministrarti una robusta dose di schiaffi.}}
*'''Tu sì 'a chiave 'e ll'acqua.'''<ref>Citato in Gigi Garanzini e Marco Bellinazzo, ''Il Napoli di [[Diego Armando Maradona|Maradona]], {{small|Cronistoria di un sogno: il primo scudetto}}'', Oscar Mondadori, [https://books.google.it/books?id=Oux2kOuyPkUC&lpg=PT14&dq=&pg=PT14#v=onepage&q&f=false p. 14].</ref>
:''Tu sei la chiave (di emissione e di arresto) dell'acqua.''
::{{spiegazione|Tu sei l'elemento decisivo, imprescindibile, indispensabile; il fattore risolutivo.}}
*'''Tu staie arreto a 'o brecco'''<ref>Dall'inglese ''break'', carrozza aperta. {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 55.</ref>'''.'''<ref name=mouchoir/>
:''Tu stai dietro la carrozza.''
::{{spiegazione|Tu conti poco. Sei completamente all'oscuro anche dei fatti del giorno più scontati e risaputi.}}
*'''Tu staie spasa<ref>''Spasa'', participio passato femminile di ''spannere'', spandere, diffondere. ''A 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'' Al sole di tutte le grazie!</ref> a 'o sole 'e tutt' 'e grazie!'''<ref>Citato in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>
::{{spiegazione|La tua bellezza è folgorante e calda come oggetto inondato dalla luce del sole.<ref>La spiegazione è in Altamura e Giuliani, p. 57.</ref>}}
*'''Tu tiene 'a capa fresca.'''<ref>Citato in Salvatore Piscicelli, ''Vita segreta di Maria Capasso'', Edizioni e/o, Roma, 2012, [https://books.google.it/books?id=k_eECwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Salvatore%20Piscicelli&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788866321903</ref>
:''Hai la [[testa]] fresca. Non hai proprio nulla a cui pensare, di cui preoccuparti.''
::{{spiegazione|''Tené 'a capa fresca'': essere spensierati, essere sollevati da ogni preoccupazione sia materiale per possesso di ricchezza, sia spirituale per innata disposizione d'animo. Per cui al fortunato possessore di simile "capa" si può ben dire, complimentandosi con ironia: ''Biato a tte ca tiene 'a capa fresca, i' tengo 'e lappese a quadriglié ca m'abballano pe' ccapa.'': Beato te che non hai nulla di cui preoccuparti, io sono angustiato e tormentato da mille preoccupazioni che si agitano nella testa.}}
*'''Tu vi' quanno è bello Parigge!'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 407.</ref>
:''Vedi quanto è bella Parigi!''
::{{spiegazione|Ma guarda un po' cosa doveva capitarmi!}}
*'''Tuppe-tuppe.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 439.</ref>
:''Toc toc (tuppettià: bussare).''
*'''Tutta {{sic|na}} botta.'''<ref name=demi/>
:"''Tutta una botta.''"
::{{spiegazione|Di colpo, improvvisamente.}}
*'''Tutto a Giesù e niente a Maria.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 406.</ref>
:''Tutto a Gesù e niente a Maria.''
::{{spiegazione|Si dice di una divisione ingiusta.}}
==U==
*'''U banco d'u sciúlio'''<ref>Citato in Andreoli: ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 52.</ref>
:Letteralmente:''Il banco dello scivolo''
::{{spiegazione|Dalla deformazione di Scilla, parte del cognome del fondatore, intorno al 1865, di un istituto di credito che attirava clienti con la promessa di interessi elevatissimi; fallì nel 1870. I napoletani rinominarono scherzosamente la banca Scilla in Sciùlio (sciulià': scivolare}}, per alludere ad iniziative votate al fallimento, a gestioni più che disinvolte di denaro, ad insolvibilità, a situazioni, progetti sprovvisti dei requisiti fondamentali per meritare fiducia. ''T' 'e vaje a piglià' 'o banco d' 'o sciulio''. I tuoi soldi te li vai a prendere al Banco dello Sciùlio; [[w:id est|id est]]: ormai ai tuoi soldi puoi anche dire addio, te li puoi pure dimenticare in perpetuo.
*'''U libro d'u {{sic|pecchè}} nun s'è stampato ancora.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 288.</ref>
:''Il libro del perché non si è stampato ancora.''
::{{spiegazione|'''O libro d' 'o pecché nun s'è stampato ancora'', come dire: perché due non fan tre. Con questa risposta non-risposta si elude con scioltezza una domanda indiscreta e si tacita l'indiscreto curiosone.}}
*'''U meglio meglio.'''<ref name=betterbetter />
:''Il migliore migliore.''
::{{spiegazione|'''O meglio meglio'': Il fior fiore.}}
*'''U serviziale e u pignatiello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 377.</ref>
:''Il serviziale''<ref>Clistere.</ref>''e il pentolino.''
::{{spiegazione|Due persone inseparabili.}}
*'''Uanema!'''<ref>Citato in Antonio Menna, ''Tre terroni a zonzo'', Sperling & Kupfer, [https://books.google.it/books?id=8TBbFcpvCEYC&lpg=PT19&dq=uanema.&hl=it&pg=PT19#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Oh anima!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui si esprimere un grande stupore: Addirittura!, Nientedimeno! Mamma mia!}}
*'''Un'anema e curaggio.'''<ref>Citato in [[Mario Stefanile]], ''Labirinto napoletano. {{small|Studi e saggi letterari su scrittori di leri e di oggi}}'' E.S.I., Napoli, 1958, [https://books.google.it/books?hl=it&id=K8A-AAAAIAAJ&dq=Un%27anema+e+curaggio&focus=searchwithinvolume&q=Un%27anema p. 124].</ref>
:''Un'anima e coraggio.''
::{{spiegazione|(Con) tutto il coraggio e la risolutezza. ''Fa' un'anema e curaggio.'' Fare un'anima e coraggio: prendere il coraggio a due mani e, vincendo ogni indecisione, riluttanza, esitazione, ogni timore reverenziale e simili, decidere, risolversi ad agire. ''Aggio fatto un'anema e curaggio e nce l'aggio ditto''. Ho vinto ogni esitazione, ho preso il coraggio a due mani e gliel'ho detto.}}
*'''Una pe bevere e n' autra<ref>In forma moderna: n'ata, un'altra.</ref> pe sciacquà.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore, Giornale Spassatiempo'' anno VI, n. 11 , giovedì 26 gennaio 1871, p. 3.</ref>
:''{{NDR|Darne}} Una per bere e un'altra per sciacquare.''
::{{spiegazione|Rimproverare veementemente, aspramente un pallone gonfiato, dicendogli il fatto suo senza moderarsi in parole e argomenti.}}
*'''Uno 'e tutto.'''<ref>Citato in '''O "luciano" d' 'o Re'', p. 28.</ref>
:''Uno di tutto.''
::{{spiegazione|Di tutto un po'.}}
*'''Uno leva 'o quatro e ll'ato 'o chiuovo.'''<ref>Citato in Sebezio, ''Motti e detti napoletani'', [https://books.google.it/books?id=6rM-AAAAIAAJ&q=ommo+cu+%27e+mustacce&dq=ommo+cu+%27e+mustacce&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiIvPrjwu7cAhUP-6QKHYN6AMUQ6AEIRzAG], p. 75.</ref>
:''Uno toglie il quadro e l'altro il chiodo.''
::{{spiegazione|Fanno a gara a chi sperpera (e distrugge) di più.}}
*'''Uócchie a zennariéllo <ref>Zennà': far cenno; zennariéllo: Ammiccamento. {{cfr}} Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref><ref>Citato in ''Le Muse napolitane'', egloga II, ''[[w:Euterpe|Euterpe]] {{sic|overo}} La cortisciana'', p. 248.</ref>
::{{spiegazione|Occhi ammiccanti.<ref>La definizione è in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile'', p. 390.</ref>}}
*'''Uócchie chine e mmàne vacante.'''<ref>Citato in P.Bello e D.Erwin, ''Modern etymological Neapolitan – English Vocabulary/Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA514#v=onepage&q=uocchie%20vacante.&f=false p. 514.]</ref>
:''[[Occhi]] pieni e mani vuote.''
::{{spiegazione|Riempirsi gli occhi, ammirare, desiderare e restare a mani vuote.}}
*'''Uocchie sicche.'''<ref>Citato in ''Lu Trovatore'', 1867, [https://books.google.it/books?id=DVdgeO_gTcUC&dq=uocchie%20sicche&hl=it&pg=PA20-IA9#v=onepage&q=uocchie%20sicche&f=false]</ref>
:''Occhi secchi.''
::{{spiegazione|La [[w:iettatore|jettatura]].}}
*'''Uocchio de vasalisco.'''<ref name=pig/>
:''Occhio di basilisco.''
::{{spiegazione|La jettatura.}}
*'''Uoglio petruoneco.'''<ref>Citato in [[Emanuele Campolongo|Emmanuele Campolongo]], ''La Mergellina'', Presso Vincenzo Flauto, Napoli, 1761, [https://books.google.it/books?id=0vvfYjh33jIC&dq=&pg=PA195#v=onepage&q&f=false p. 195].</ref>
:''Olio "petronico".''
::{{spiegazione|Petrolio. Ed anche, derisoriamente, gli olii per capelli, precursori delle [[brillantina|brillantine]].<ref>{{cfr}} per quest'ultimo significato [[Renato De Falco]], ''Alfabetario napoletano'', [https://books.google.it/books?hl=it&id=FKYdAQAAIAAJ&dq=petru%C3%B2neco&focus=searchwithinvolume&q=brillantine p. 402].</ref>}}
*'''Uosso'''<ref>Osso.</ref>'''pezzillo'''<ref>Piccolo merletto, punta.</ref>'''.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 52.</ref>
::{{spiegazione|Il malleolo.}}
*'''Uppelo'''<ref>In ''Dizionario napoletano'', ''Uppele (pron: 'uppələ)'' è un'esclamazione: Silenzio! Dal latino ''oppilă'' {{cfr}} ''Dizionario napoletano'', p. 401; seconda persona singolare dell'imperativo di ''oppilare'': ostruire.</ref>''' e sorece 'nmocca.'''<ref name=advantage/>
:''Zitto e mosca!''
::{{spiegazione|Letteralmente: «Silenzio e topo in bocca.»}}
*'''Usse piglia.'''<ref>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano: domestico di arti e mestieri'', p. 387.</ref>
:''Usse prendi!''
::{{spiegazione|Voce d'incitamento ai cani perché mordano o prendano la preda.}}
*'''Uva sorecella<ref>'O Sorece: il topo. ''Sorecella'': diminutivo femminile (maschile: ''sorecillo'') di ''sorece''.</ref>.'''<ref name=nerò/>
::{{spiegazione|Varietà di uva meno coltivata che in passato, veniva impiegata per dare al vino un intenso colore rosso. Forse era detta ''sorecella'' per la particolare forma degli acini, minuscoli come deiezioni di topi. <ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 51.</ref>}}
==V==
*'''Va' a vasa' 'o pesce 'e San Rafele.'''<ref>Citato in Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', [https://books.google.it/books?id=6Ws1DQAAQBAJ&lpg=PT175&dq=&pg=PT175#v=onepage&q&f=false p. 175]</ref>
:''Vai a baciare il pesce di San Raffaele Arcangelo.''
::{{spiegazione|Espressione augurale che in passato si rivolgeva alle donne; il riferimento è ad un antico [[w:|rito di fecondità]] che compivano le donne napoletane, baciando il pesce effigiato nella statua che rappresenta San Raffaele Arcangelo con [[Libro di Tobia|Tobia]] custodita nella [[w:Chiesa di San Raffaele (Napoli)|Chiesa di San Raffaele]].<ref>{{cfr}} più dettagliatamente, Marco Perillo, ''Misteri e segreti dei quartieri di Napoli'', pp. 175-176 e la voce di wikipedia [[w:|rito di fecondità]]..</ref>}}
*'''Va, chiammace Fonzo.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 74.</ref>
:''Va', chiamaci Alfonso.''
::{{spiegazione|Antica espressione: E adesso cosa si può fare? ormai non c'è più nulla da fare.}}
*'''Va te cocca.'''<ref>Citato in ''Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', [https://books.google.it/books?id=IuMjF7gLHqwC&dq=va%20te%20cocca&hl=it&pg=PA103#v=onepage&q&f=false p. 103].</ref>
:''Vai a coricarti. (Vai a quel paese, va' a farti benedire.)''
*'''Va trova.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', p. 162.</ref>
:''Vai un po' a capire, vattelapesca.''
*'''Va truvanno chi l'accide.'''<ref>Citato in ''Le commedie di Eduardo'', Fiorenza Di Franco, ''Le commedie di Eduardo'', Laterza, p. 59, [https://books.google.it/books?id=5eslAAAAMAAJ&q=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&dq=Va+truvanno+chi+ll%27accide.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR9v2VpsXfAhVESN8KHVAtBhUQ6AEIMjAC]</ref>
:''Va cercando chi lo uccide.''
::{{spiegazione|''Jí truvanno chi ll’accide''. Andar cercando chi lo uccide: avere un atteggiamento così aggressivo, provocatorio, odioso da portare agli ultimi limiti la pazienza altrui e suscitare, in chi sia poco incline alla sopportazione, il pensiero di reagire (immaginariamente, figuratamente) con l'azione più estrema.}}
*'''Vafammocc!'''<ref>Citato in Danilo Catalani, ''La banda del congiuntivo'', Streetlib, [https://books.google.it/books?id=BY3wCwAAQBAJ&lpg=PT41&dq=vafammocc&hl=it&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41].</ref> o '''Afammocc!'''<ref>Citato in Andrea Esposito, ''Ischia Carbone'', ''Il Dispari'', settembre 2005, [https://books.google.it/books?id=jQ9QCwAAQBAJ&lpg=PA37&dq=&pg=PA37#v=onepage&q&f=false p. 37].</ref>
:''Va' a fare in bocca!''
::{{spiegazione|Il significato varia in relazione al contesto: l'esclamazione può essere pronunciata per sbandire, per mandare in modo marcatamente ruvido una persona a quel paese; se si è fortemente contrariati da qualcosa o, viceversa, come espressione di esultanza per un evento fausto, per qualcosa che – specie se contro ogni aspettativa – è riuscita (Benissimo! Perfetto! Così! Grande! Finalmente!); per manifestare soddisfazione – come per una rivalsa desiderata e finalmente ottenuta – alla vista delle gravi difficoltà, dei guai in cui è incappato chi ci ha fatto un torto o è solito agisce con scorrettezza, cattiveria. (Gli sta benissino! Ha avuto quello che si meritava!).}}
*'''[[w:vaiassa|Vajassa]].'''<ref>''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal toscano'', [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=galiani%2C%20vocabolario&hl=it&pg=RA1-PA178#v=onepage&q&f=false p. 178.]</ref>
:''Popolana, domestica.''
::{{spiegazione|Anche usato (sempre in ambito locale), come sinonimo di donna di bassa condizione civile, sguaiata e volgare, "sbraitante e rissaiola".}}<ref>La spiegazione è in Wikipedia. {{cfr}} [[w:Vaiassa|voce su ''Wikipedia'']].</ref>
*'''Vacante comm'a na cucozza.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Vuoto come una zucca.''
*'''Vaje cercanne 'e farfalle {{sic|sutt'allarco}}.'''<ref>Citato in ''I Proverbi di Napoli'', p. 414.</ref>
:''(Letteralamente:) Vai cercando (di acchiappare) le farfalle sotto all'arco.''
::{{spiegazione|Vai perdendo tempo.}}
*'''Vantate sacco mio si non te scoso.'''<ref>Citato in [[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA235#v=onepage&q&f=false p. 235.]</ref>
:''Vantati sacco mio se non ti scucio.''
::{{spiegazione|Vantati fanfarone mio finché non ti sgonfio.}}
*'''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!'''<ref>Citato in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
:''Vattene, che sei signore di una sola candela.''<ref>"L'illuminazione {{NDR|del Teatro San Carlo}} fu fatta a cera, ad olio ed a sego. In ogni palco erano accese, davanti allo specchio, una, due o tre candele di cera, secondo la nobiltà del proprietario. Tre candele eran segno di nobiltà grande, due di media nobiltà, una di nobiltà ''terra terra.'' E però il detto popolare ancor vivo fino a poco tempo fa: ''Vattenne, ca si' signore 'e uno candelotto!''", Da ''Il teatro San Carlo'', in Di Giacomo, Einaudi, Meridiani, p. 828.</ref>
::{{spiegazione|Va' via, le tue arie, il tuo aspetto da gran signore sono solo vernice, parvenza, bluff, fumo negli occhi. Sei un finto signore, un signore di cartapesta.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia 'o Carnevale.'''<ref>Citato in ''Feste, Farina e Forca'', p 103.</ref>
:''La Vecchia del [[Carnevale]]''
::{{spiegazione|Pupazzo fatto in casa che raffigura una vecchia con corpo giovane, seno prosperoso ed una gobba sormontata da un Pulcinella col camice bianco e la mascherina nera. Simbolo infantile del Carnevale, veniva portata dagli scugnizzi in "processione" per i bassi con l'accompagnamento sonoro di una grancassa e di uno zufolo<ref>{{cfr}} ''Feste, Farina e Forca'', p. 103</ref>.}}
*'''{{NDR|'A}} Vecchia putente.'''<ref>Citato in ''Usi e costumi dei camorristi'', p. 256.</ref>
:''La vecchia potente.''
::{{spiegazione|Sant'Anna, madre della [[Maria|Madonna]].}}
*'''Venì a chi si {{sic|tù}} e chi songh'ie.'''<ref>Citato in ''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1864, p. 455.</ref>
:''Venire, arrivare a chi sei tu e chi sono ''io''.''
::{{spiegazione|Sottolineare, far valere, ribadire di fronte alla persona con cui si viene a diverbio il proprio superiore valore, rammentandogli energicamente di conservare il rispetto e mantenere le distanze. Misurare il rispettivo valore.}}
*'''Venì armato 'e pietra pommece, cugliecuglie<ref>Agglutinazione del plurale di ''cuglio'': ago (calco dal francese ''aiguille'': ago), ad indicare l'estrema sottigliezza degli aghi, ai quali si aggiungono – per ogni evenienza – i ferri da calze di maggior spessore. {{cfr}} ''Comme se penza a Napule'', p. 445. </ref>e fierre 'e cazette.'''<ref>Citato in Raffaele Bracale, ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>
:''Venire armato di pietra pomice, aghi sottilissimi e ferri da calze.''
::{{spiegazione|Presentarsi per un lavoro, un compito accuratamente muniti di tutta la panoplia degli strumenti necessari – minuziosamente predisposti per non lasciarsi cogliere alla sprovvista da ogni imprevedibile evenienza – per eseguirlo al meglio, con successo. / Esser pronti alla bisogna.<ref>Questa spiegazione è in ''Comme se penza a Napule'', p. 445.</ref>}}
*'''Venimmo a nuje.'''<ref>Da ''Il barbaro pentito'', in ''Commedie di Francesco Cerlone napoletano'', vol. 17, ''A spese di Giacomo Antonio Vinaccia'', Napoli, 1784, [https://books.google.it/books?id=&pg=RA1-PA33#v=onepage&q&f=false p. 33]</ref>
:''Veniamo a noi.''
::{{spiegazione|Bene, ora ritorniamo a discutere dell'argomento principale, dell'argomento che ci interessa. Anche: basta divagare, dilungarsi, stringiamo, veniamo alle conclusioni.}}
*'''Vermenara.'''<ref>Citato in Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>
:''Grande spavento. Piglià la ''<ref>In forma corrente: 'a</ref>'' vermenara: spiritarsi di paura ''<ref>Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano tascabile'', p. 380.</ref>'' Prendere un grandissimo spavento.''
*'''Vévere a cate.'''<ref>Citato in Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191].</ref>
:''Bere a secchi. Bere senza misura, senza moderazione.''
*'''''Vì, quant'è bella 'a stagione!'''''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 640.</ref>
:''Vedi, quanto è bella l'estate!''
::{{spiegazione|Esclamazione con cui viene espressa ammirazione alla vista di una bellezza femminile fiorente, che si manifesta nel suo pieno rigoglio, come una promessa compiuta, come l'estate.}}
*'''Vicallaje.'''<ref name=push />
:''Vedi che lo hai hai.''
::{{spiegazione|''Vicallaje! Vicallaje!'': grido di burla dei monelli che attaccavano di nascosto alle spalle di un malcapitato un cartello con la scritta "Si loca".}}
*'''Vino a doje recchie.'''<ref name=abbioccarsi>Citato in D'Ambra, ''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'', p. 397.</ref>
:''Vino a due orecchie.''
::{{spiegazione|Vino annacquato.}}
*'''Vino a una recchia.'''<ref name=abbioccarsi/>
:''Vino a un orecchio.''
::{{spiegazione|Vino generoso.}}
*'''Voca fora ca è maretto.'''<ref>Citato in Marulli e Livigni, p. 19.</ref>
:''Rema verso il largo, perché qui le acque sono agitate.''
::{{spiegazione|Insisti a vuoto, perdi inutilmente il tuo tempo: da me non otterrai niente.}}
*'''Volèrese caccià dùje uòcchie pe ne cacciàre uno ô compàgno.'''<ref name=duesettesette/>
:''Volersi cavar due occhi per cavarne uno al compagno''.
::{{spiegazione|Essere invidiosi e quindi autodanneggiarsi.}}
*'''Vongole fujute.'''<ref>Citato in Sergio Esposito, ''Nei secoli dei secoli'', Rogiosi editore, [https://books.google.it/books?id=P4YpDwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Sergio%20Esposito&hl=it&pg=PT21#v=onepage&q&f=false p. 21]</ref>
:''Vongole fuggite (fuggite via dal piatto, cioè assenti, mancanti).''
::{{spiegazione|''Vermicielle cu' 'e vongole fujute'' o anche ''Spaghetti a vongole fujiute''. In questi piatti poveri della tradizione gastronomica napoletana il sapore delle vongole "fujute", assenti, è ingegnosamente evocato con un generoso condimento di olio, aglio, prezzemolo, con o senza sugo di pomodorini, senza dimenticare di aggiungere – specie se il sapore di vongola all'assaggio dovesse risultare scarso – una dose – a volontà – di fantasia.}}
*'''Vota ca s'arde.'''<ref name=abburrà>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466,</ref>
:''Gira, perché (la frittata''<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 466.</ref>'') brucia.''
::{{spiegazione|Non cercare di cambiar discorso.}}
*'''Vota e gira.'''<ref name=abburrà/>
:''Volta e gira.''
::{{spiegazione|Checché si faccia.}}
*'''Vota e gira 'o cetrulo e và 'nculo a 'o parulano.'''<ref>Citato in Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PA49#v=onepage&q&f=false p. 49].</ref>
:''Volta e gira il cetriolo e finisce (sempre e comunque) "dietro" all'ortolano.''
::{{spiegazione|Lo dice chi constata di essere ingiustamente divenuto il capro espiatorio.}}
*'''Vota 'e pisce ca s'abbruciano.'''<ref>Citato in ,''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', p. 112.</ref>
:''Gira i pesci che si bruciano.''
::{{spiegazione|Cambia discorso, stai parlando di cose molto delicate, tocchi un tasto molto rischioso.}}
*'''Vott' 'a preta e cova 'a mano.'''<ref name=Lüge> Citato in ''Anthropos in the world'', gennaio 1998, [https://books.google.it/books?id=wKpJDwAAQBAJ&lpg=PA16&dq=&pg=PA16#v=onepage&q&f=false p.16]</ref>
:''Scaglia la pietra e nasconde la mano.''
::{{spiegazione|Riferito a chi compie cattive azioni senza volersene assumere la responsabilità.}}
*'''Votta votta.'''<ref>Citato in [[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, BUR, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT448&dq=votta%20votta&hl=it&pg=PT448#v=onepage&q&f=false]</ref> <ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>
:''Spingi spingi.''
::{{spiegazione|Confusione, parapiglia. Urtarsi, pigiarsi tumultuoso di corpi in un serrato affollamento, uno degli aspetti caratterizzanti, in passato, della Festa di Piedigrotta. Per singolare analogia, la pratica del votta-votta si riscontra anche in Giappone durante il ''Nyubai'', la stagione festiva delle piogge, in estate e nelle feste giapponesi invernali.<ref>{{cfr}} ''Napoli, punto e basta?'', p. 313.</ref>}}
*'''Vrenzola 'e parola.'''<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', p. 8.</ref>
:''Straccio di parola.''
::{{spiegazione|In espressioni come: ''M' 'a faje dicere 'na vrenzola 'e parola?'' Me lo fai dire uno straccio di parola? Vuoi tacere un attimo e dare modo anche a me di dire qualcosa? o: ''Si m' 'a facite dicere 'na vrenzola 'e parola...'' Se me lo fate dire uno straccio di parola... Se posso dire qualcosa anche io... (o qui parlate solo voi?)}}
*'''Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno.'''<ref>Citato, con traduzione, in ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450.</ref>
:''Volere il vermut sempre dal (medesimo) qualcuno.''
::{{spiegazione|Negli anni 40-50 del 900, continuando una tradizione di fine 800, nelle famiglie meno abbienti si tenevano, a spese del proprietario e a turno, le "periodiche", riunioni alla buona ad imitazione del salotto della borghesia benestante in cui si ascoltava musica, si assisteva a piccole esibizioni di comici, bevendo liquori fatti in casa o aperitivi e a volte anche il più costoso [[vermut]]. Non mancava chi approfittava della generosità altrui partecipando a tutte le "periodiche" senza ospitarne nessuna a casa propria. Esaurita la pazienza lo scroccone poteva sentirsi apostrofare con un: "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?". L'espressione si impiega quando si è il bersaglio di richieste esose o si pretendono atti impegnativi non dovuti. {{cfr}} più estesamente ed in dettaglio ''Comme se penza a Nnapule'', p. 450. Vulé 'a vermutta sempe da quaccheduno può anche significare rifarsi, rivalersi ingiustamente sempre sul medesimo qualcuno. "Ma 'a vuó sempe 'a me 'a vermutta?": "Ma devo sempre farne io (che non c'entro per niente) le spese, pagarne ingiustamente lo scotto?}}
*'''Vulè 'o cocco munnàto e buono.'''<ref>Citato in ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary'', [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PA60#v=onepage&q&f=false p. 60.]</ref>
:''Volere l'uovo<ref>Onomatopeico, dal verso della gallina.</ref> già ripulito dal guscio (mondato) e pronto da mangiare.''
::{{spiegazione|Volere qualcosa comodamente, senza darsi la minima pena di affrontare difficoltà o di fare sforzi.}}
*'''Vummecà' centrélle.'''<ref>Citato con spiegazione in Altamura e Giuliani, '' Proverbi napoletani'', p. 145.</ref>
:''Vomitare bullette.''
::{{spiegazione|Ammazzarsi di fatica.}}
*'''Vutà' ‘o càntaro.''' o '''Svacantà' ‘o càntaro.'''<ref>Citato in Zazzera, ''Dizionario napoletano'', p. 79.</ref>
:''Capovolgere, rovesciare o svuotare il pitale.''
::{{spiegazione|Tirare fuori, rivelare, dare infine la stura a tutto quello che ci si è tenuto dentro, tacendo, per molto tempo. Dare apertamente voce al proprio risentimento per i torti subiti, presentare all'interlocutore il conto completo delle sue scorrettezze. (Una delle formule introduttive alla predetta liberatoria, catartica operazione di "svuotamento", una delle ''ouvertures'' suona così: ''Amma parlà?'': (Allora) Dobbiamo parlare? (Allora) Dobbiamo proprio dire come stanno le cose veramente?)}}
*'''Vutare<ref name=vutà>Vutà, in forma corrente.</ref>a fantasia'''<ref name='nziria>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 154.</ref>
:''Girare la fantasia.''
::{{spiegazione|Aver voglia, avere il capriccio. '''Si me vota a fantasia'''<ref name='nziria />: ''se mi gira la fantasia'', oppure: ''si me saglie 'a fantasia'', se mi sale la fantasia: se me ne viene voglia, se dovesse venirmene voglia.}}
*'''Vutare<ref name=vutà /> a tarantella.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 465.</ref>
:''Volgere a tarantella.''
::{{spiegazione|''Vutà a tarantella 'na cosa'': tramutarla in cosa poco seria, ridicola, in una presa in giro. Es. ''Votammola a tarantella!'' (Ma sì, volgiamola pure in celia, in scherzo...! (detto con ironia.)}}
*'''Vuttà 'a zéccula<ref>'''A zeccula'': "Specie di chiavistello in cui al bastone è sostituita una spranga stiacciata, quadrangolare, scorrevole entro piegatelli fermati sopra una piastra di ferro. Ha per presa un pallino fermo, ovvero una campanella cascante" (La definizione è di D'Ambra, citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.) Se più piccola era detta ''zécculella'' (nottolino) {{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>.'''<ref>Citato in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>
:''Spingere il chiavistello (di ferro).''
::{{spiegazione|Chiudere definitivamente la porta.<ref>La spiegazione è in ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref> A tarda sera per andare a dormire o per proteggersi nel caso di un pericolo per la famiglia.<ref>{{cfr}} ''C'era una volta Napoli'', p. 108.</ref>}}
*'''Vuttà 'e mmane.'''<ref name=push>Citato in [[Ettore De Mura]], ''Poeti napoletani dal Seicento ad oggi'', vol. II, Marotta, Napoli, 1973, [https://books.google.it/books?id=nC0uAAAAIAAJ&q=vutt%C3%A0+%27e+mmane&dq=vutt%C3%A0+%27e+mmane&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiC8M7qoofmAhXECOwKHVQjCE4Q6AEIOzAC p. 860].</ref>
:''Spingere le mani.''
::{{spiegazione|Sbrigarsi, fare presto, (nell'esecuzione di un lavoro, di un'operazione), ma anche fare a botte, picchiare.}}
==Z==
*'''Zantraglia<ref>O "zandraglia": dal francese "les entrailles": le viscere.</ref>.'''<ref>In Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano: tascabile '' , p. 390.</ref>
:''Donna volgare, sguaiata, trasandata, pettegola. L'apoteosi della vajassa.''
*'''{{NDR|'O}} Zezzeniello.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 469.</ref>
:''L'ugola.''
*'''{{NDR|'Nu}} ziracchio<ref name=Zrk/>d'ommo.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Una persona di statura molto piccola.''
*'''Zita cuntignosa.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 470.</ref>
:''Ragazza, giovane contegnosa.''
::{{spiegazione|''Fà 'a zita cuntignosa'': ostentare (simulare senza veramente possederle) serietà, ritrosia, austerità di costumi.}}
*'''Zitto, chi sape 'o juòco.'''<ref>Citato in Angelo Sirignano, ''Calavrice'', Ciesse Edizioni, Montegrotto Terme (PD), 2014 [https://books.google.it/books?id=LlykBQAAQBAJ&lpg=PT33&dq=Zitto%20chi%20sape%20'o%20juoco!&hl=it&pg=PT33#v=onepage&q&f=false]</ref>
:''Zitto chi conosce il gioco (il trucco o l'imbroglio, altrimenti il guadagno è perduto).''
*'''Zittu zitto, ‘nmiezo ‘o mercato.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 246.</ref>
:''Zitto zitto, in mezzo al mercato.''
::{{spiegazione|Agire in tutta segretezza, facendosi poi scoprire.}}
*'''Zuca' a ddoje zizze.'''<ref>Citato in Rutigliano, p. 177.</ref>
:''Succhiare da due mammelle.''
::{{spiegazione|Trarre guadagni da due fonti.}}
*'''Zucatore.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 471.</ref>
:''Succhiatore.''
::{{spiegazione|Una persona che ''s'azzecca comm'a 'na sanguetta'', si attacca come una sanguisuga. Un rompiscatole, un seccatore micidiale.}}
*'''Zuccariello mio.'''<ref>Citato in De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', I, p. 395.</ref>
:''Zuccherino mio.''
::{{spiegazione|Modo affettuoso, vezzeggiativo di chiamare un bambino.}}
*'''Zuche zuche''' e '''Zuchete zuchete.'''<ref>Citato in Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>
::{{spiegazione|Il suono di strumenti ad arco sonati alla peggio. — I ''zuchete zuchete'', piccolo concerto di sonatori ambulanti, {{sic|I sonatori}} e più specialmente {{sic|I Viggianesi}}, perché venuti per lo più da Viggiano di Basilicata. – gli strumenti tutti da esso sonati, {{sic|I suoni}}.<ref>{{cfr}} Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', p. 472.</ref>}}
*'''Zumpà' comm'a n'arillo.'''<ref name=mèrevolage/>
:''Saltare come un [[grillo]].''
*'''{{NDR|'O}} Zurre zurre.'''<ref>Citato in Antonio Altamura e Francesco D'Ascoli, ''Lessico italiano-napoletano'', Regina, Napoli, 1970, [https://books.google.it/books?id=8nUIAQAAIAAJ&q=zurre+zurre+api&dq=zurre+zurre+api&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKitCRvYLkAhVELlAKHaBTCukQ6AEIQDAE p. 174].</ref>
::{{spiegazione|Il ronzio delle api (voce onomatopeica).}}
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Luciano Galassi, ''Cucozze e caracazze, {{small|Una selezione di filastrocche napoletane}}'', Kairós Edizioni, Napoli, 2016. ISBN 978-88-99114-52-7
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*[[Renato De Falco]], ''Del parlar napoletano: {{small|manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
*Dale Erwin e Tessa Fedele, ''Dictionary: English-Neapolitan; Neapolitan-English'', [https://books.google.it/books?id=KYSUBgAAQBAJ&lpg=PA71&dq='mparaviso%20pe%20scagno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luigi Manzo, ''Dizionario domestico napoletano e toscano'', Napoli, Tipografia Marchese, 1864<sup>2</sup>, [https://books.google.it/books?id=JcQ1tE3POpQC&dq=luigi%20manzo%20dizionario&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016. ISBN 978-88-541-8882-2
*Raffaele Capozzoli, ''Don Chisciotte della Mancia, {{small|ridotto in versi napoletani}}'', a cura di Giuseppe E. Sansone, illustrazioni inedite di Bruno Starita, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1998, [https://books.google.it/books?id=yegWHzrwtnEC&lpg=PA180&dq=se%20fa%20MASTO%20MASTRILLO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 88-7188-236-9
*A.F.Th. van der Heijden, ''Doodverf'', De Bezige Bij, Amsterdam, 2012, [https://books.google.it/books?id=yTd4AAAAQBAJ&lpg=PT261&dq=A.F.Th.%20van%20der%20Heijden&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Francesco Piscopo, [https://wikisource.org/wiki/Index:%27E_scugnizze.djvu '''E scugnizze''], Salvatore Romano, Napoli, 1904.
*Adam Ledgeway, ''Grammatica diacronica del napoletano'', Max Niemayer Verlag, Tubinga, 2009, [https://books.google.it/books?id=jsHJnzvJHxAC&lpg=PP1&dq=adam%20Ledgeway&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-3-484-52350-0
*Giacomo Marulli e Vincenzo Livigni, ''Guida pratica del dialetto napolitano {{small|o sia Spiegazione in lingua toscana della Mimica di alcune frasi e delle voci dei venditori e scene comiche DEI COSTUMI NAPOLITANI}}'', Stabilimento Tipografico Partenopeo, Napoli, 1877, [https://books.google.it/books?id=2D_K7e03FgwC&dq=Giacomo%20Marulli%2C%20Vincenzo%20Livigni&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false]
*[[Vittorio Gleijeses]], ''I Proverbi di Napoli'', con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, SEN, Napoli, 1978.
*Patrizia Mintz, ''Il custode degli arcani'', PIEMME, Milano, 2011, [https://books.google.it/books?id=OoLQ0XlxhlsC&lpg=PA88&dq=scumbinata%20a%20grammatica.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Domenico Apicella, ''Il frasario napoletano'', vol, I, A-E, Mitilia Editrice, Cava dei Tirreni, stampa 1986.
*Antonino Guglielmi, ''Il morto supplente'', 2012. ISBN 978-1-291-0111-3 [https://books.google.it/books?id=kp3eAwAAQBAJ&lpg=PA31&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Antonio Buonomo, ''L'arte della fuga in ''tempo'' di guerra, {{small|Vita di un musicista fra dramma e melodramma}}'', prefazione di [[Roberto De Simone]], Effepi Libri, Monte Porzio Catone (RM), 2010, [https://books.google.it/books?id=_aRV1U4XoScC&lpg=PA187&dq=Antonio%20Buonomo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6002-020-8
*Partenio Tosco, ''L'eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana'' in Accademici Filopatridi, ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano'', tomo secondo, Napoli, presso Giuseppe-Maria Porcelli, 1789, [https://books.google.it/books?id=EH9zYqBGHkgC&pg=PA213 pp. 213 sgg.]
*[https://books.google.it/books?id=UxoMrLZ9sJkC&dq=&pg=PA1#v=onepage&q&f=false ''Ll'ode de Q. Arazio Fracco, {{small| travestute da vasciajole de lo Mandracchio da Gabriele Quattomane, co quacch'auta stroppolella fujeticcia pe fà venì lo suonno}}''], Stamparia de lo Comman. Nobele, Napoli, 1870.
*Antonio Venci, ''La Canzone Napolitana, {{small|nel tempo, nella letteratura, nell'arte}}'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1955, [https://books.google.it/books?id=XDWwVSrgGO0C&lpg=PA3&dq=antonio%20venci&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Renato de Falco, ''La donna nei detti napoletani. {{small|Seicento proverbi su donne, mogli, madri, sante, sorelle, suocere e...}}'', Tascabili Economici Newton, Newton Compton editori, Roma, 1994. ISBN 88-7983-643-9
*[[Renato Rutigliano]], ''La saggezza antica dei Proverbi Napoletani'' {{small|(in copertina)}}; ''Diceva mio nonno... Raccolta di Proverbi Napoletani'', a cura di [[Renato Rutigliano]] {{small|(sul frontespizio)}}, Edizioni Marotta, Napoli, edizione di 255 pagine, 1993?!.
*[[Giovan Battista Basile|Giambattista Basile]], ''Le Muse napolitane''; in ''Il Pentamerone'', vol. II, Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1788, [https://books.google.it/books?id=MHEtAAAAMAAJ&dq=vantate%20sacco%20mio%20si%20non%20te%20scoso&hl=it&pg=PA7#v=onepage&q&f=false]
*''Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto'', 1861, [https://books.google.it/books?id=CRhAAQAAMAAJ&dq=Add%C3%B2%20vede%20e%20add%C3%B2%20ceca.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=pepitola&f=false]
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*''Lo Lampo, {{small|Giornale elettreco pe tutte}}'', [https://books.google.it/books?id=E6AHIpKYY_IC&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Lu Trovatore, Giornale-Spassatiempo'', 1866, [https://books.google.it/books?id=l2YLpbAOTIUC&dq=lu%20truvatore&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=lu%20truvatore&f=false]
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*''Lo Trovatore, Giornale del popolo'', 1871, [https://books.google.it/books?id=QhcwAAAAYAAJ&dq=%C3%A8%20na%20varca%20scassata&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Luciano Galassi, ''Mannaggia Bubbà, {{small|interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane}}'', Kairos Edizioni, Napoli, 2012, p. 146. ISBN 978-88-98029-03-7
*Amedeo Colella, ''[https://books.google.it/books?id=aKqXGBrfvZoC&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PA16&dq=&pg=PA3#v=onepage&q&f=false Manuale di napoletanità:] {{small|365 lezioni semiserie su Napoli e la napoletanità da studiare una la giorno (consigliato), comodamente seduti...}}'', Ateneapoli Editore, Napoli, 2010. ISBN 978-88-905504-0-9
*Claudio Pennino, ''Mettere 'a bbona parola'', Intra Moenia, 2011.
*P. Bello e D. Erwin, ''Modern Etymological Neapolitan-English Vocabulary - Vocabolario etimologico odierno napoletano-italiano'', 2009, [https://books.google.it/books?id=kUcIRKwCZF4C&lpg=PA514&dq=uocchie%20vacante.&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
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*[[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980.
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Page:Ncoppo_marciapiede_-_frusso.pdf/7 Ncopp' 'o marciappiede]'', Luigi Pierro, Tip. Editore, Napoli, 1898.
*Ferdinando Russo, ''[https://wikisource.org/wiki/Index:%27O_luciano_d%27%27o_Rre.djvu 'O "luciano" d' 'o Rre']'', Tipografia Francesco Giannini e Figli, Cisterna dell'olio, Napoli, 1918.
*[[Renato De Falco]], ''Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}'', Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC&lpg=PA192&dq=modi%20di%20dire%20napoletani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=modi%20di%20dire%20napoletani&f=false] ISBN 978-88-6042-759-5
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie'', a cura di Davide Monda, note al testo di Stefano Scioli, Rizzoli, Milano, [https://books.google.it/books?id=aYxaAQAAQBAJ&lpg=PT544&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Raffaele Viviani]], ''Poesie'', a cura di Antonia Lezza, Guida, Napoli, 2010, [https://books.google.it/books?id=WoVk3S-AR88C&lpg=PA190&dq=a%20bbona%20'e%20Ddio!&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-6042-710-6
*[[Salvatore Di Giacomo]], ''Poesie e prose'', prefazione di [[Elena Croce]], note all'edizione e cronologia a cura di Lanfranco Orsini, note ai testi, note e bibliografia a cura di Lanfranco Orsini, glossario a cura di Lanfranco Orsini, Mondadori, I Meridiani, 2000<sup>7</sup>. ISBN 88-04-13499-2
*[[Ferdinando Russo]], ''[https://wikisource.org/wiki/Index:Poesie_napoletane_-_Ferdinando_Russo.djvu Poesie napoletane]'', Francesco Perrella Editore, Napoli, 1910.
*[[Antonio Altamura]] e [[Vincenzo Giuliani]], ''Proverbi napoletani, {{small|Sentenze, locuzioni, wellerismi con 21 disegni del Pinelli e 52 del D'Anna}}'', Fausto Fiorentino, Napoli, stampa 1966.
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi, {{small|Dalla saggezza del passato, una speranza per il futuro}}'', vol II, Youcanprint, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=Qj3wAwAAQBAJ&lpg=PA276&dq=QUANNO%20NUN%20SITE%20SCARPARE%2C%20PECCH%C3%89%20RUMPITE%20'O%20CACCHIO%20%C3%8A%20SEMMENZELLE%3F&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 9788891147530
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. {{small|Frammenti di luce, di sogni e di speranza}}'', vol. VI, Youcanprint, 2017, Tricase (LE), [https://books.google.it/books?id=mPc1DwAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Sergio Zazzera]], ''Proverbi e modi di dire napoletani, {{small| La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione}}'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0119-2
*[[Antonio Rotondo]], ''Proverbi napoletani, ovvero La filosofia di un popolo'', Franco Di Mauro Editore, Sorrento-Napoli, 1993. ISBN 88-85263-52-06
*Vittorio Pupillo, ''Proverbi. Semi della tradizione'', vol. III, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (LE), 2014, [https://books.google.it/books?id=EWiBBgAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Vittorio%20Pupillo&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false] ISBN 978-88-91174-68-0
*Antonio Petito, ''So masto Rafaele e non te ne ncarrica''', Tipo-litografia e Libreria di L. Chiurazzi, 1869, [https://books.google.it/books?id=nYOBKiDdgNQC&dq=mettuto%20mbaleria&hl=it&pg=PP5#v=onepage&q&f=false].
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', II, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=PondV7J2r9UC&lpg=PA155&dq=nun%20p%C3%B2%20ven%C3%AC.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', III, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1988, [https://books.google.it/books?id=83ACagr4rVcC&lpg=PA197&dq=tiene%20mmano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=tiene%20mmano&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', IV, a cura di [[Guido Davico Bonino]], Antonia Lezza e Pasquale Scialò, Guida Editori, Napoli, 1989, [https://books.google.it/books?id=4l3brCK8eskC&lpg=PA581&dq=Curnuto%20e%20mazziato.&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Viviani, ''Teatro'', VI, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, introduzione di [[Goffredo Fofi]], Guida Editori, Napoli, 1994, [https://books.google.it/books?id=hpvvJLglMvkC&lpg=PP1&dq=viviani&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Tradizioni ed usi della Penisola sorrentina'', descritte da Gaetano Amalfi, Libreria internazionale, L. Pedone Lauriel, Palermo, 1890, [https://archive.org/stream/curiositpopola08pitruoft#page/n5/mode/2up]
*''Tutto[[Totò]], {{small|ovvero l'unica raccolta completa di tutte le poesie e canzoni con numerosi inediti e una scelta degli sletch più divertenti}}'', a cura di Ruggero Guarini, note e testi critici di Costanzo Ioni, Gremese Editore, Roma. ISBN 88-7742-327-7, [https://books.google.it/books?id=dw_srvzsYuAC&lpg=PP1&dq=Tutto%20Tot%C3%B2&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Maurizio Esposito, ''Uomini di camorra, {{small|La costruzione sociale dell'identità deviante}}'', prefazione di Maria Immacolata Macioti, Franco Angeli, [https://books.google.it/books?id=8e4MrXnkd9sC&lpg=PA185&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*[[Abele De Blasio]], ''Usi e costumi dei camorristi'', prefazione di [[Cesare Lombroso]], illustrazioni di S. De Stefano, Napoli, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1897<sup>2</sup>, [https://archive.org/stream/usiecostumideic00blasgoog#page/n1/mode/2up]
* [[Ferdinando Galiani]] e [[Francesco Mazzarella Farao]], ''Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si discostano dal dialetto toscano, {{small|Con alcune ricerche etimologiche sulle medesime degli Accademici Filopatridi, opera postuma supplita, ed accresciuta notabilmente}}'', Vol. I, Presso Giuseppe-Maria Porcelli, Napoli, 1789, [https://books.google.it/books?id=NxcJAAAAQAAJ&dq=Vocabulario%20delle%20parole%20del%20dialetto%20Napoletano&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=cetriuolo&f=false]
*Franco Taranto e Carlo Guacci, ''Vocabolario domestico italiano ad uso dei giovani'', Napoli, Stamperia Del Vaglio, 1856<sup>3</sup>, [https://books.google.it/books?id=34bG-Rr6uvYC&dq=Francesco%20TARANTO&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*Vincenzo De Ritis, ''Vocabolario napoletano lessigrafico e storico'', vol. I, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1845, [https://books.google.it/books?id=HRK5Tw5COm0C&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false]
*Raffaele Andreoli, ''Vocabolario napoletano-italiano'', Salvatore Di Fraia Editore, Pozzuoli, 2002.
*Pietro Paolo Volpe, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Napoli, Gabriele Sarracino librajo-editore, 1869.
*Giuseppe Gargano, ''Vocabolario napolitano-italiano'', Dalla Stamperia di Nunzio Pasca, Napoli, 1841, [https://books.google.it/books?id=519JAAAAMAAJ&dq=ranciofellone&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-italiano tascabile, {{small|compilato sui dizionarii antichi e moderni e preceduto da brevi osservazioni grammaticali appartenenti allo stesso dialetto}}'' per Pietro Paolo Volpe, Gabriele Sarracino Librajo-Editore, Napoli, 1869, [https://books.google.it/books?id=sfqae2PVbK4C&dq=Pietro%20Paolo%20Volpe%2C%20Vocabolario%20napolitano-italiano&hl=it&pg=PR1#v=onepage&q&f=false]
*''Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri'' di D'Ambra Raffaele, 1873, [https://books.google.it/books?id=MmEVAAAAYAAJ&dq=a%20zeffunno&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false]
==Voci correlate==
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Napoli]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
[[Categoria:Modi di dire campani|Napoletani]]
[[Categoria:Napoli]]
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Cesare Balbo
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[[Immagine:Cesare Balbo 1848.jpg|thumb|Cesare Balbo, 1848]]
'''Cesare Balbo''' (1789 – 1853), politico e scrittore italiano.
==Citazioni di Cesare Balbo==
*E tu rispondi con un illustre: – Mi tengo da nulla se mi considero; ma da molto, se mi vi paragono.<ref>Da ''Pensieri ed esempi'', 1857, III, p. 35.</ref>
*{{NDR|Alle milizie del primo regno italico}} ''Ecco i verde-vestiti; or deh proteggavi / L'itala sorte''.<ref>Da ''Toniotto e Maria'', in "Novelle".</ref>
*Ma intanto, della cresciuta gloria di [[Dante Alighieri|Dante]] congratuliamoci, come di felice augurio colla nostra età, colla [[Italia|nostra Patria]]. Ella ha molti altri grandi scrittori, anzi i più grandi in ogni arte o scienza moderna; il più gran lirico di amore, il più gran novellatore, il più grand'epico grave, il più grande giocoso, il più gran pittore, il più grande scultore, il primo de' grandi fisici moderni e il maggior degli ultimi: [[Francesco Petrarca|Petrarca]], [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]], [[Torquato Tasso|Tasso]], [[Ludovico Ariosto|Ariosto]], [[Raffaello Sanzio|Raffaello]], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], [[Galileo Galilei|Galileo]] e [[Alessandro Volta|Volta]]. Vogliam noi glorie, vanti, supremazie? Non ci è mestieri ire in cerca d'ignoti o negati. Tutti questi ce ne daranno. Ma vogliamo noi aiuti? e non a ingegno, di che non abbiam difetto, ma a virtù, se già così sia che ne sentiam bisogno? Torniamo pure, abbandoniamoci all'onda che ci fa tornare al più virtuoso fra' nostri scrittori, a colui che è forse solo virilmente virtuoso fra' nostri classici scrittori. In lui l'amore non è languore, ma tempra; in lui l'ingegno meridionale non si disperde su oggetti vili, ma spazia tra' più alti naturali e soprannaturali; in lui ogni virtù è esaltata, e i vizi patrii od anche proprii sono vituperati, e gli stessi errori suoi particolari sono talora occasioni di verità più universali; la patria città, la patria provincia e la patria italiana sono amate da lui senza stretto detrimento l'una dell'altra, e massime senza quelle lusinghe, quelle carezze, quegli assonnamenti più vergognosi che non l'ingiurie, più dannosi che non le ferite; e i destini nostri allor passati, presenti o futuri, sono da lui giudicati con quella cristiana rassegnazione alla Provvidenza divina, che accettando con pentimento il passato, fa sorgere con nuova forza ed alacrità per l'avvenire. Noi cominciammo con dire, essere stato Dante il più italiano fra gli italiani; ma ora, conosciuti i fatti ed anche gli errori di lui, conchiudiamo pure, essere lui stato il migliore fra gl'Italiani. S'io m'inganno sarà error volgare di biografo; ma come o perché s'ingannerebbe ella tutta la nostra generazione?<ref>Da ''Vita di Dante'', pp. 218-219</ref>
*Sono raffreddato, il che mi fa sembrare lo scalone del vostro palazzo più lungo, se non vi trovo, e sempre corto, se vi trovo.<ref>Da una lettera a [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]]; citato in Italo de Feo, ''Cavour: l'uomo e l'opera'', A. Mondadori, 1969, p. 146.</ref>
==''Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario''==
===[[Incipit]]===
Gli antichi, ed alcuni moderni, credettero i popoli primitivi nati sul suolo in varie parti della terra; ma le scienze fisiologiche, le filologiche e le storiche progredite non concedono tali origini moltiplici; ne ammettono una sola, dall'Asia media tra l'Indo e l'Eufrate, e da una famiglia cresciuta in tre schiatte, semiti, camiti e giapetici. – L'Europa, salve poche e piccole eccezioni, fu tutta de' giapetici. I primi stanziativi furono, secondo tutte le apparenze, i iavani, iaoni, o ioni; i quali popolarono ciò che chiamiam Grecia e i paesi all'intorno, e diedero nome di Ionio al mare ulteriore. – I secondi furono probabilmente i tiraseni, tirseni, raseni o tirreni, i quali occuparono ciò che chiamiamo Italia, e diedero similmente il nome di Tirreno al mare ulteriore ad essi.
===Citazioni===
*Il fatto sta che gli eventi tutti di questa guerra {{NDR|la [[prima guerra d'indipendenza italiana]]}} dimostrano ora facilissimamente ad insegnamento (che Dio voglia non disperdere) delle generazioni future, che la somma, che il tutto di questa prima, ardita, forse temeraria, generosa guerra d'indipendenza, era, doveva essere, non poteva non essere se non nell'esercito piemontese; che questo doveva dunque serbarsi, salvarsi, mantenersi, accrescersi, aiutarsi, incoraggiarsi, lodarsi, amarsi, e quasi adorarsi unicamente da tutta Italia; e tenersi perciò dal suo capo coraggiosamente, inalterabilmente sulla difensiva, ogni volta che non venisse un'occasione quasi sicura di offensiva; e prendersi questa allora solamente, e finché durasse l'occasione, tornando poi alla difensiva, dando tempo alle popolazioni di procacciarsi armi ed esercitarvisi, ed ai principi italiani di mandar aiuti, ed ai popoli di accorrervi; dando tempo, insomma, a quel tempo che è il più grande alleato di tutte le guerre d'insurrezione, che era allora il solo nostro. Ma le stolte grida fecero fare una guerra tutta opposta, una guerra in furia, una guerra che volevasi corta e grossa; e questo fu l'errore che perdette tutto, che il perderà, se occorre, altre volte; perché da questo nacquero tutti gli altri, piccoli e grandi, numerosi, di rado interrotti, sempre risorgenti, e finalmente fatali. (vol. II, Appendice, p. 215)
*Il periodo de' sette mesi che seguì tra la prima e la seconda campagna<ref>Prima e dopo l'armistizio di Salasco del 9 agosto 1848.</ref> di nostra guerra d'indipendenza fu così fecondo d'errori e d'insegnamenti politici, come era stato il primo di militari; fu anzi un cumulo, un precipizio, un vero baccanale d'inciviltà. La guerra d'indipendenza aveva fatto tacere le esagerazioni di libertà, la stolta idea dell'unità: cessata ora la prima, scoppiarono quelle e questa. Se l'Italia media o meridionale fossero state mature all'indipendenza, allora si sarebbe veduto, allora sarebber sorte sottentrando al vinto Piemonte: ma fu tutto all'opposto; d'allora in poi non sorse, non accorse un battaglione da quelle due Italie imbelli e distratte. (vol. II, Appendice, pp. 233-234)
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Meditazioni storiche''===
[[File:Balbo - Meditazioni storiche, 1855.djvu|page=7|thumb|Edizione del 1855]]
A coloro che tenendo essere una oramai la letteratura di tutta la Cristianità, e vedendo in essa scriversi tanti libri di argomento simile al mio, domandassero come io speri riuscire utile ancora fra tanti; io confesserei di non aver nulla a rispondere, come solo potrei qui, in poche parole. Tutti noi meditatori o discorritori di storia pretendiamo non avere altro scopo che la verità, altra via ad essa che l'imparzialità; e tutti più o meno schiettamente accenniamo aver letti i predecessori e compagni, e per ciò appunto malcontenti, aver afferrata la penna quasi Giovenali per isdegno, o quasi Correggio e Montesquieu per coscienza di essere noi pure da tanto. Quindi i leggitori già non badano a tutto ciò. Ma mentre gli uni lasciano impazienti qualunque libro ei presumono pari a molti in che non trovarono satisfazione; altri, all'incontro, fermi in credere doversi questa all'ultimo trovare nella maggior parte degli oggetti proseguiti costante mente dalle menti umane, cercano se la trovassero mai nel nuovo libro; nel quale poi si avanzano tanto almeno da poterne giudicare da sè, indipendentemente da qualunque promessa fallita o fallibile. Ad uso di questi ultimi ho cercato esporre nella Meditazione Prima le ragioni e le speranze, men del libro da me scritto, che della scienza da coltivata.
===''Novelle''===
====''Francesca''====
In una villa dove già vissi alcuni anni, fu da maestro di scuola un prete molto buono e sociabile; del quale, come aveva detto messa e finita la scuola o l'ufficio, e se occorreva qualche confessione, ogni sollazzo era alla state ir a diporto su per que' colli, od a sonar gli organi e i gravicembali ne' castelli all'intorno; e il verno poi entrar nelle case de' signorotti e de' villani di quel contado, ed ivi, come si dice, fare stalla, che tant'è come in città far conversazione. E perché virtuoso e pio e pacifico uomo egli era, ogni suo conversare tendeva a ispirare pace e pietà. Ond'egli poi solea con gli altri preti suoi amici darsi vanto di non far altro là, che continovar lo insegnamento della dottrina cristiana incominciato alla scuola e spiegarla con gli esempi, che fanno più impressione, ma che non tutti starebbero bene in chiesa. — E veramente, egli aggiugnea sorridendo, anche queste vecchierelle usano così, e volendo dar insegnamenti alle giovani, subito vengono agli esempi; ma questa differenza è tra esse e me, che elle li scelgono presso le vicine e contemporanee, io sempre li cerco in tempi antichi e luoghi sconosciuti. Nè so se nel modo loro sia più efficacia, ma nel mio certo è più carità.
====''Toniotto e Maria''====
«E voi qual è il parer vostro?» disse uno de' più giovani della brigata rivolgendosi al maestro. «Io?» rispose, «io non parlo mai di politica. Le donne e i preti ne sono dispensati; ed io non voglio lasciar perdere il privilegio, che mi par grandissimo.» «Tuttavia...» riprese il giovane. Ma un altro alzò la voce, e poi un altro, e molti insieme, e in breve la disputa diventò caldissima, finché tra 'l chiasso e la confusione si udì uno dire: «Almeno al tempo de' Francesi...» «Al tempo de' Francesi,» interruppe allora agitato oltre al solito il maestro, «al tempo de' Francesi eravi la coscrizione.» «E v'è anche adesso,» dissero due o tre. «Al tempo de' Francesi,» riprese il maestro, e lo ripeté la quarta volta, «al tempo de' Francesi v'era la coscrizione, che era tutt'altro vedersi strappar figli, sposi e fratelli dalle braccia, legati come animali immondi, per andare mille miglia lontano a un macello.... che era un macello almen per noi, cui non importava, nè doveva importar nulla di quelle guerre. E quelli che le hanno fatte non son quelli che ne abbian forse patito più; ma quelli che vi hanno perduto, così senza pro nè consolazione di proprio principe o propria patria, quanto essi amavano. Benché ed anche di quelli che vi hanno forse preso gusto, quanti l'hanno crudelmente pagato poi?» E qui si fermava, e parea pure voler dir altro. E perché era ben voluto dalla brigata, ed udito volentieri al solito, ed or tanto più, come succede a qualunque si tace durante una lunga disputa, e non parla se non quando egli n'ha il cuor pieno, e l'han votato gli altri; certo tutti si tacevano, e parevano aspettassero ch'ei pur continovasse. Onde egli ricominciando: «Se non credessi di attristar la festa che facciamo, io vi direi quello che dinanzi a me stesso è succeduto; e vi ho avuto parte, che ne porto, e credo ne porterò tutta la mia vita i segni nel cuore. Ma non è novella piacevole di niuna maniera; è storia di poveri contadini, che non la direi a contadini. A voi altri forse servirebbe a mettervi d'accordo su queste dispute; chè in altro modo io non vi voglio entrare.»
====''La bella Alda''====
Al tempo d'una delle discese de' Francesi per la ''comba'' di Susa, che qual sia non lo potrai accertare, avvenne, che rimasta a guardare il passo importante delle Chiuse una schiera d'uomini d'arme, questi, secondo il consueto di tutti gli uomini d'arme, invasori antichi e nuovi, e più dei distaccati e lasciati indietro, incominciarono in varii modi a taglieggiare ed opprimere il paese all'intorno. Benché, essendo alleati del Duca e provveduti da lui d'ogni bisogna; ed avendo ordine da' proprii capi di vivere co' terrazzani come amici; e solendo poi i Francesi, a differenza di altre genti, e ad eccezione di alcuni scellerati che si trovano in tutte, essere ladri solamente per necessità, o tutt'al più per a tempo, e quando, come dicono essi medesimi, l'occasione fa il ladrone; certo i ladronecci erano men frequenti che non sarebbesi temuto; e se n'erano fatti alcuni da qualche mal soldato, e dalla gentaglia dell'esercito, per lo più anche erano da' cavalieri e da' capitani severamente castigati; e la riparazione sborsata o da essi, o dai delinquenti, o tavolta dal Duca. Ma se per soldati erano radi i loro peccati contro il settimo e il decimo comandamento di non pigliare e non desiderar la roba d'altri; tanto più frequenti, forza è pur confessarlo, erano quelli fatti contro il sesto e il nono, di non usurpare e non desiderare la donna altrui. È vizio antico e noto de' Francesi. Noto il famoso macello de' Vespri Siciliani al tempo di Carlo d'Angiò. Carlo VIII ne perdè il regno. A' tempi nostri ne durano vive le memorie, che i posteri cercheranno nelle storie, e forse nell'opuscolo de' Romani in Grecia, nelle belle canzoni milanesi del Porta e del Grossi, e nelle piemontesi del Calvo, e mille altre canzoni, anche troppe; chè gl'Italiani così d'accordo in cantare, ben avrebbero dovuto esserlo più in resistere. Come poi in tutte queste invasioni, così in quella di cui è la nostra istoria, i Francesi, che qualunque sia il merito personale di ciascuno di essi, ognuno se lo porta come in mano, e subito lo fa vedere, e per così dire lo spende e scialacqua in moneta piccola, dovunque arrivassero incominciavano a farsi ben volere; nè eran dimorati due o tre dì in una terra o in una casa che non paressero esservi da gran tempo; ed entravano a parte de' negozi e de' divertimenti domestici, e si facevano come della famiglia; e se non era di quella loro eterna frase del ''chez nous'', che monta a ciò, a casa nostra si fa così, e si fa meglio che da voi; quasi che ognuno di essi sarebbe paruto nato e cresciuto della famiglia e del paese dove era arrivato poc'anzi. Ma che valeva? Tutto ciò era perfidia, e mentre cotestoro parevano aiutare, adulare, compiacere al padrone di casa, non ad altro miravano che alla padrona o alla padroncina, di cui insidiavano la fede e l'amore. Gran vantaggio almeno hanno sopra questi Francesi, e gran preferenza meritano gli altri invasori. I quali mostrandosi subito schiettamente e generosamente quali sono, nè si fanno mai da maschi nè da femmine perfidamente amare, nè ingannano i popoli soggetti, e dal primo all'ultimo giorno con ammirabil costanza, non sono un'ora mai da sè stessi diversi.
====''Margherita''====
Ei non ha cosa di che io cerchi più correggere i miei scolari, come delle sciocche paure e superstizioni che quasi tutti mi vengono arrecando dalla casa paterna. Delle quali, ogni volta che io volli chiedere ragione agl'ignoranti genitori, il più sovente trovai che non davano credenza essi medesimi a quelle befane, a quegli uomini, o lupi neri, a quegli spiriti, di che andavano spaventando i paurosi monelli. Ma dicono non potersi educare bambini, nè far loro fare ciò che si vuole, o trattenerli da ciò che non si vuole senza queste paure. Stolta pigrizia di questi, come di molti altri educatori! che studiano diminuire le difficoltà non a' loro fanciulli, ma a sè stessi; e quando loro è chiesta una spiegazione, danno invece una bugia; e invece d'una correzione una bussa o una paura. Molte di queste poi, principalmente se il luogo aiuti colla spaventosa apparenza, rimangono anche negli adulti, e passano d'una in altra generazione, asserite finalmente come cose vere, e credute ab antico. Tuttavia, perché uso andar cercando quel po' di bene che si trova quasi sempre anche nel male, credo che di quella non mal intenzionata origine delle superstizioni popolari venga che quasi tutte hanno in sè qualche insegnamento virtuoso; ed alle novelle di esse rimane siffatto vantaggio sopra molte di quelle immaginate dagl'ingegni più colti, ma più corrotti.
====''Imilda''====
Tornando io già una sera in sull'imbrunire alla mia terra da alcuni casolari dove avevo a balia un mio bimbo, vennemi incontrato il buon maestro, che tornava credo da suonar l'organo di quella pieve, a' piè d'una scoscesa via, anzi quasi un burrone scavato tra due altissime sponde dall'acque. Dove, oscurandosi tra lampi e lampi il cielo a un tratto, e incominciando a cader larghe {{sic|goccie}} annunziatrici di temporale, e a scivolare il lubrico terreno, e a non più reggerci i piè, ci sforzavamo pure amendue d'andar innanzi ed arrivare prima che franasser l'acque ad una casupola a mezza costa, solo abitato che sia o si scorga in quella vallea. Quando a dispetto della fatica che si durava incominciò il loquace maestro: «Non vi par questo vero agguato da ladri? Mirate, muro di qua, muro di là, non un'uscita; un uomo ne fermerebbe dieci.» «Sì», diss'io, «ma il maggior pericolo per ora è di cadere tra questi fanghi; nè i ladri sono sì mal accorti da mettere bottega in tal deserto, dove non passano tre lire al giorno; e poi c'è là la casupola che guarda il passo dai ladri, e così ci salvi dall'acque.» «O quanto alla casupola», disse il maestro che appunto per a ciò avea messo il discorso, «sapete voi chi l'abita? Un brav'uomo che n'ha ammazzati tre egli solo in un giorno.» «Come?» diss'io. Ed egli: «Al tempo della sua gioventù ei fu già....» ma non ebbe tempo, chè appunto il padrone della casa, avendoci veduti, era venutoci incontro, e sorreggendo il buon maestro ci faceva entrare nella casupola, dove già donna e fanciulli avevano acceso il fuoco di fuscelli e fogliacce di gran turco, e poi recatoci il vin bianco, che è in quel paese, come il pane e il sale degli antichi, primo e sacro segno di ospitalità. E non era bevuto il primo bicchiere, che il contadino, il quale aveva udito le ultime parole del maestro: «Io credo» disse, «che avevate incominciato a narrare a questo signore il gran fatto della mia gioventù; e perché non è cosa ond'io abbia ad arrossire io stesso la narrerò.» E incominciò ab ovo una lunga storia di certe dispute tra l'arciprete e il sindaco di quel paese, accadute trent'anni addietro, ma così nuove in sua memoria come se fosse stato ieri, e vi si riscaldava sopra come allora; ma intanto il compagno mio che fin da principio dimenavasi sulla sedia, forse per dispetto che gli fosse tolta di bocca la narrazione, ora non potendo più reggere al modo in che era fatta, e meno alle millanterie del bravo: «A che monta tutto ciò? Io dirollo in due parole. Il sindaco e l'arciprete eran due uomini senza cervello, che disputavano su non so che; anzi credo che nol sapessero nemmeno essi, e la prova è che ci voglion tante parole a farlo capire. Avean torto tutti e due; ma più il prete, perché prete. Nimici essi, nimici tutti gli uni con gli altri nel paese; i quali poi aveano tanto più torto, che si facean nimici pe' fatti altrui. Questo qui fece la scioccheria di prender una delle parti, non so nemmeno quale, e non me ne curo; e perché era più giovane e più bravo, e come dicono qui, più ''bullo'' degli altri, egli avea nome, forse senza colpa sua, di capo di parte. Tre de' contrarii lo assalirono un giorno allo uscir di Messa; certo è, essi furono gli assalitori; egli a dar mano a un coltello, e metterne in terra uno; poi a fuggire inseguito dai due, e vedendogli discosti l'un dall'altro, a rivolgersi al più vicino, ucciderlo; ed aspettato il terzo, questo pure uccise.» «Oh», interruppi io, «questo l'è pure un bel fatto, e tal quale come quello...» Ma riprese più forte il maestro: «A che servono comparazioni? Quest'uomo non sa le storie vostre; e se volete parlare di un antico che ammazzò in guerra tre nimici del suo re, la comparazione non istà; perché questi uccise in pace tre sudditi del nostro. Scappò, uscì del paese, fu giudicato contumace; poi, consigliato tornare, tornò e fu assolto come dovea, perché l'avea fatto in propria difesa; e del resto, come vedete, ha moglie e figliuoli, ed è vivuto sempre da galantuomo, e lo è. Ed è tanto più da lodare, che al solito chi mette mano al sangue anche con ragione, continua poi a torto, e diventa facinoroso. Ma ad ogni modo, figliuol mio, l'uccidere, se non fu delitto, è almeno disgrazia; e non si vuol darsene vanto, ma compiangerla, e principalmente dinanzi a questi vostri figliuoli. Che se non avete avuto altro torto, avete avuto quello di mettervi in cose che non toccavano a voi, in vece di vivere in pace con tutti. E queste parti a che conducano ne' paesi grandi come ne' piccoli ve lo voglio dir io; e perché è cosa antica, dirovvi oggi tutti i nomi, che questo signore li potrà andar a riscontrare ne' libri, e dirvi quanto sia vero l'esempio. E venite qua, voi altri fanciulli; che la pioggia fa un chiasso che assorda.
====''I due spagnuoli''====
«Narrereteci voi una novella, maestro?» disse una gentildonna che era con noi in una di quelle ultime lunghe sere di novembre, che quando s'ha buona compagnia io le conto per uno de' migliori piaceri della villa. «Narrereteci voi una novella? Io ho lette quell'altre scritte dall'amico nostro che è qui; ma dicono che narrate da voi sieno troppo più piacevoli, ed io, dopo che vi ho conosciuto, volentieri lo credo. Se non che, ei mi pare vi dilettiate soverchio cogli spiriti e colle apparizioni; che io ben vi posso dire non mi danno paura, ma troppo ripetute forse mi darebbero noia. Oltreché dei tempi antichi abbiamo novelle che ne avanzano; e se molte sono sconce, molte pure sono da leggersi per tutti; e il novellare di quelle cose e que' costumi, è proprio un portar acqua al mare, o chiocciole in Astigiana.» «Signora,» disse il maestro, «io novello a modo mio, come mi viene il destro, di cose vecchie o nuove senza distinzione, e senza intenzione di far novelle nè all'antica nè alla moderna. E certo, dette così come le dico io, nel nostro dialetto piemontese, anzi nel mio tra astigiano e langaruolo, ben credo che elle non possano nè olezzare nè putire mai d'imitazione del Lasca, o di messer Giovanni Boccacci. Che se poi l'amico volendole scrivere, e nol sapendo fare, come pur dovrebbe, nel dialetto in che son dette, le scrive in italiano, egli ci pensi; purché non le scriva io; chè fuor della scuola io non intingo mai penna in calamaio.» «Non so» disse la gentildonna «chi s'abbia a dir più pigro dei due; o voi, maestro, che avete votato odio alla penna, o voi, amico, che avendo il vizio di tôrla in mano, la usate poi così scioperatamente in baie di questa sorta. E quasi direi che voi siate il peggiore dei due; perché niun uomo ha l'obbligo di scrivere; sì bene, volendo pur iscrivere, di farlo, o tentar di farlo almeno, sopra qualche cosa che serva.» «E' mi pare» diss'io «che voi non v'abbiate il torto; e già me n'ero avvisato da me, che che io dicessi a' miei leggitori sull'utile di passar meco un'ora d'ozio; ond'io mi vo' pur correggere, e più non iscriverò.» «Ecco,» disse la gentildonna, «conclusione a rovescio: io vi diceva, scrivete qualche cosa utile; e voi concludete, non iscriverò.» «Perché» ripresi io «per iscrivere qualche cosa utile, e' si vuol avere, primo, qualche cosa utile in capo; secondo, scienza di scriverla; terzo, volontà; quarto, agio; quinto, stampatore; sesto, libraio; settimo, leggitori. Vedete quante cose, oltre forse le dimenticate.» «Or certo, eccovi al solito degli autori, a lagnarvi di stampatori, librai, e leggitori; dovreste vergognarvene, voi principalmente autor dilettante, principiante....» «Or principian elleno le ingiurie?» «Signor no, ma senza ingiuria io vi dico che non mancano stampatori nè leggitori agli autori, ma più sovente....» «Bene, bene, mancherammi altro, mancherammi altro. Ma io non entro in dispute, e vi rispondo, o novelle o nulla. Non novelle? dunque nulla.» «Ma volete voi la mia?» interruppe il maestro che da mezz'ora dimenava la lingua in bocca, «volete la mia? Dirovvene una modestissima che ce la disse un ufficiale amico di Toniotto, una volta che lo venne a vedere al paese, e incominciarono a parlare della guerra di Napoleone contro alla Spagna ch'egli avean fatta amendue, ma più lungamente l'ufficiale, ed ambi erano come innamorati de' lor nemici spagnuoli. E dicendo io che ce n'era de' buoni e de' cattivi, l'ufficiale rispondeva, che anzi ce n'era di quelli buonissimi e cattivissimi a vicenda, od anche a un tempo. Ed osservando io che tutti i popoli meridionali sono così, l'ufficiale mi rispondeva che non tutti, e poi ci disse questa storia, che l'aveva udita da una delle persone interessate. Onde, avendola io udita da lui, e voi da me, l'avrete passata per tre bocche solamente. Vedete perciò quanta credenza le dobbiate dare. Or la volete voi?» «Sì» disse la gentildonna.
====''L'ebrea''====
Erano anni che il maestro non ci aveva più narrato nulla. E il maestro era invecchiato, invecchiati noi uditori suoi, ed in parte anche mutati. Mancava quella persona fra tutte che era l'anima di tutte, quella che ascoltando ispirava, e senza fare, senza dir nulla, in mezzo a tutti, spandeva su tutti come un'aura di pace e di virtù. Così fanno gli angioli del cielo intorno a noi.
====''La marchesina''====
«E il libro de' Cavalieri serventi?» diss'io al maestro, una di queste sere che tornando d'una camminata più lunga del solito, non so se fosse stanchezza della brigata, o quiete naturale a quell'ora e a quella luce crespuscolare, tutti stavamo da alcuni minuti in gran silenzio. «E il libro de' Cavalieri serventi?» diss'io per ridestar la conversazione. «Che libro?» rispose il maestro. «Quello che ci avete promesso, se non m'inganno, narrandoci la novella di Margherita.» «Che promessa? che novelle?» riprese egli. «Io v'ho detto per celia, che sarebbe a fare su ciò un bel libro; ma chi vorrà pensar davvero, che, bello o brutto, io sia per far un libro mai? E poi, massimamente questo.» «Il maestro ha ragione,» disse uno de' giovani. «Che se il far un buon libro dipende, prima d'ogni cosa, dallo sceglier un buon soggetto, e principalmente un soggetto nuovo, certo questo de' cavalieri serventi, degli amori illegittimi, è così pesto e ripesto in tutte le lingue, e in tutti i toni, che non credo ci sia verso non che di farne un libro ma nemmeno di dir nulla di nuovo oramai.» «Oh, in ciò parmi che v'inganniate;» dicemmo quasi a un tempo il maestro ed io; ma io vedendo che il maestro aveva a cuore la risposta, e sperando poi ch'ei la facesse, come succedeva sovente, con qualche novella, che buona o grama pur ci occupasse quel rimanente di serata, lo lasciai dire; ed egli difatto incominciò così; prima predicando e poi narrando, e di nuovo ripredicando.
====''Il filosofo''====
Non so perché, nè veramente se succeda da tutti come a me: che certi vizj m'accorano più assai, se mi ci abbatto in contado che non in città. Forse viene da quell'idea, che, giusta o falsa, tutti pur più o meno abbiamo, delle corruzioni delle città, e della innocenza della vita villereccia; onde là i vizj non ci stupiscono, e qua sì. Fra que' vizj poi che in villa mi paiono, per così dire, più contro natura, egli è quello di ogni sorta d'ipocrisia. In città, dove ognuno vuole accostarsi a una parte e per essa alzarsi a far fortuna, è naturale che si affettino da ogni uomo or queste or quelle virtù affettate dalla parte. In villa, dove si vive più solo, e dove ci è meno a perdere e meno a guadagnare a non mostrarsi quale uno è, pare che sia anche più sozzo: appunto, come un tradimento par più vile, quanto più vile è il prezzo che se ne raccoglie.
====''L'ufficiale in ritiro''====
Alberto era figliuolo d'un signore ricco; ma più che ricco, nobile e potente alla corte di.... al tempo dell'invasione de' Francesi in Italia. Scappato il suo Principe, deposto egli dei suoi impieghi, e rimasto in sospetto dei repubblicani possessori della potenza, fu anche in breve arrestato e tenuto in castello quasi ostaggio. Quei repubblicani utopisti, come li chiama il Botta, erano così poco sicuri del popolo sovrano, in nome di cui reggevano, che erano anzi obbligati a prendere precauzioni contra la sua indocilità a lasciarsi liberare e far felice. Alberto aveva allora di dodici in quattordici anni. Allevato signorilmente alla moda d'allora, cioè, come si dice volgarmente, nella bambagina, aveva studiato tanto bene che male; ma del resto era indietro di quattro o cinque anni in ogni cosa rispetto ai figliuoli di ogni buon borghese od artigiano, che non avessero tre o quattro persone da mettere intorno al preziosissimo erede. Usciva poco di casa, non aveva forse mai preso nè pioggia, nè vento; di rado il sole, non certo quel di febbraio o di marzo, micidiale, come si sa, ai figliuoli dei signori, quantunque cercato avidamente, e continuamente provato da quelli delle razze più grossolane. Le rivoluzioni mutando cose più gravi, mutò anche questa, che tuttavia non è forse così piccola. La madre di Alberto, ansiosa del marito ed inferma in casa, lo mandava su e giù al castello a portare e riportare le commissioni; e non c'era a pensare da mandarlo accompagnato dall'abbate o in carrozza, chè i Giacobini si sarebbero burlati di questi modi aristocratici, e gli avrebbero chiuse in faccia le porte. La rivoluzione apportò dunque ad Alberto la libertà; la libertà forse più effettiva che apportasse. E bisogna dire che tutte le regole ammettono eccezioni, perché Alberto non ne abusò. È vero che la madre lo faceva seguire e vigilare da lungi, e che il giovane, anche quando l'avesse voluto, non avrebbe potuto fare grandi scappate. Ma i sorveglianti non poterono impedire ch'ei si trattenesse sovente a far conversazione alle porte del castello coi militari che le guardavano, conversazioni che si prolungavano sovente assai pel reciproco piacere del fanciullo avido di quelle novità, curioso e vivo per naturale, e di quei militari già vecchi di servigj ma giovani d'età, e a cui perciò era grata per qualche momento la vista, il cicaleccio d'un bello e vivace giovanetto, il quale ricordava all'uno il fratello, all'altro il figlio, lasciato come dicevano ai focolari. Tutti i maestri di studio del fanciullo, ma quelli principalmente di latino, si lamentarono d'allora in poi della svogliatezza e della dissipazione del fanciullo. La madre si lamentava del nuovo chiasso che facevasi in casa. Non era altro più che tamburi, esercizio, e bastoni rivolti in fucili, e grida di comandi militari gettati al vento.
===''Vita di Dante''===
Se [[Dante Alighieri|Dante]] non fosse stato altro che poeta o letterato, io lascerei l'assunto di scriverne a tanti, meglio di me esercitati nell'arte divina della poesia, o in quella così ardua della critica. Ma Dante è gran parte della storia d'Italia; quella storia a cui ho dedicati i miei studi, che ho tentata in più guise, ma che non ispero guari di poter compiere oramai. Quindi è che non avendo potuto o saputo ritrarre la vita di tutta la nazione italiana, tento ritrarre quella almeno dell'Italiano che più di niun altro raccolse in sé l'ingegno, le virtù, i vizi, le fortune della patria. Egli ad un tempo uomo d'azioni e di lettere, come furono i migliori nostri; egli uomo di parte; egli esule, ramingo, povero, traente dall'avversità nuove forze e nuova gloria; egli portato dalle ardenti passioni meridionali fuori di quella moderazione che era nella sua altissima mente; egli, più che da niun altro pensiero, accompagnato lungo tutta la vita sua dall'amore; egli, insomma, l'Italiano più italiano che sia stato mai.
==Citazioni su Cesare Balbo==
*Cesare Balbo dedicò le ''Speranze d'Italia'' a [[Vincenzo Gioberti|Gioberti]], e il libro superò Gioberti nel dimostrare quanto l'idea di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] in una Italia unita fosse puerile, sostenibile soltanto da politici da caffè. Consapevole che l'Italia non era mai stata uno Stato o una nazione in senso stretto, Balbo, da storico, era convinto che gli italiani non avrebbero mai accettato di sacrificare i loro capoluoghi di provincia per una capitale nazionale. Tuttavia, a differenza di Gioberti, pensava che il papato, lungi dal volere l'esistenza di un più ampio Stato italiano, sarebbe stato con più certezza il suo nemico. Prima di parlare di un primato degli italiani<ref>Gioberti aveva pubblicato nel 1843 il suo ''Del primato morale e civile degli italiani''.</ref>, diceva, è meglio moderare le nostre ambizioni e attendere di poter parlare di parità con gli altri paesi. ([[Denis Mack Smith]])
*Non comprendo come un uomo di tanto talento, e che aveva avuto qualche parte in affari di governo, e studiava politica, abbia potuto immaginare progetti che nella pratica, nelle condizioni in cui la monarchia di Savoia si trovava e si trova, non avevano ombra di probabile effettuazione. ([[Clemente Solaro della Margarita]])
*Un uomo che pare un eroe di [[Plutarco]] e uno scrittore che pare Plutarco. ([[Michele Scherillo]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Cesare Balbo, ''[https://archive.org/details/dellastoriadital01balb/page/n8/mode/1up Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario]'', a cura di Fausto Nicolini, Vol. I, G. Laterza e Figli, 1913.
*Cesare Balbo, ''[https://archive.org/details/dellastoriadital02balb/page/n6/mode/1up Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario]'', a cura di Fausto Nicolini, Vol. II, G. Laterza e Figli, 1914.
*Cesare Balbo, ''[http://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=2537669&search_terms=DTL5 Meditazioni storiche]'', Le Monnier, 1855.
*Cesare Balbo, ''[https://www.gutenberg.org/files/39658/39658-h/39658-h.html Novelle]'', Brockhaus, 1877.
*Cesare Balbo, ''[http://www.liberliber.it/libri/b/balbo/index.htm Vita di Dante]'', con le annotazioni di Emmanuele Rocco, F. Le Monnier, 1853.
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Balbo, Cesare}}
[[Categoria:Politici italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Batman - Il ritorno
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{{Film
|titoloitaliano= Batman - Il ritorno
|immagine=
|titolooriginale= Batman Returns
|paese = Stati Uniti d'America
|anno= 1992
|genere= supereroi
|regista= [[Tim Burton]]
|soggetto= [[Sam Hamm]], [[Daniel Waters]], [[Bob Kane]]
|sceneggiatore= [[Daniel Waters]], [[Wesley Strick]] ''(non accreditato)''
|attori=
*[[Michael Keaton]]: Batman/Bruce Wayne
*[[Danny DeVito]]: Il Pinguino/Oswald Cobblepot
*[[Michelle Pfeiffer]]: [[Catwoman]]/Selina Kyle
*[[Christopher Walken]]: Max Shreck
*[[Michael Gough]]: Alfred Pennyworth
*[[Pat Hingle]]: Commissario James Gordon
*[[Michael Murphy]]: Il Sindaco
*[[Paul Reubens]]: Tucker Cobblepot
*[[Andrew Bryniarski]]: Chip Shreck
*[[Cristi Conaway]]: Principessa del Ghiaccio
*[[Vincent Schiavelli]]: Suonatore d'organetto
|doppiatoriitaliani=
*[[Mario Cordova]]: Batman/Bruce Wayne
*[[Giorgio Lopez]]: Il Pinguino/Oswald Cobblepot
*[[Rossella Izzo]]: Catwoman/Selina Kyle
*[[Luciano Roffi]]: Max Shreck
*[[Gil Baroni]]: Alfred Pennyworth
*[[Vincenzo Ferro]]: Commissario James Gordon
*[[Carlo Sabatini]]: Il Sindaco
*[[Stefano Benassi]]: Chip Shreck
*[[Barbara Castracane]]: Principessa del Ghiaccio
*[[Bruno Conti (doppiatore)|Bruno Conti]]: Suonatore d'organetto
|note=
Musiche: [[Danny Elfman]]
}}
'''''Batman – Il ritorno''''', film statunitense del 1992 con [[Michael Keaton]], [[Danny DeVito]] e [[Michelle Pfeiffer]], regia di [[Tim Burton]].
==Frasi==
*Io Papà Natale? Ho paura di no... Io sono solo un povero sciocco, con tanta fortuna. E denunciatemi... Se ne volessi dare un po' indietro! {{NDR|applausi}} Il mio solo desiderio è quello di poter donare di più che dei costosi giocattoli... Io desidero di poter donare un mondo di pace e un incondizionato amore... Confezionati con un grande fiocco! {{NDR|la gente applaude ed esulta}} Felice Natale. ('''Max Shreck''')
*{{NDR|A Max, nascosto nelle fogne}} Ooh, ma tu puoi, ohoh, e tu lo farai! ('''Pinguino''')
*{{NDR|Dopo essere stata salvata}} Ohh! Il signor Batman... O semplicemente Batman?... ('''Selina Kyle''')
*Sono i cosiddetti uomini normali che ti deludono sempre. Gli [[psicosi|psicotici]] non mi spaventano mai: sono da letto e da lettino. ('''Selina Kyle''')
*Tesoro, sono a casa! Ah, dimenticavo. Non sono sposata. ('''Selina Kyle''')
*{{NDR|Rivolto a Selina}} Lo sa che cosa combinò la curiosità al gatto? ('''Max Shreck''')
*Non so te, Miss Kitty, ma io mi sento... Molto più appetitosa. ('''Catwoman''')
*Tutto quello che voglio in cambio è l'occasione di trovare mia madre e mio padre. Un'occasione per accertare chi essi siano e, di conseguenza, chi sono io. E poi, con i miei genitori, cercare di capire perché fecero l'azione che credo si videro costretti a fare... a una creatura che era nata... un pochino diversa. Un bambino che ha passato il suo primo Natale, e da allora molti altri, in una fogna. ('''Pinguino''')
*Il [[pinguino]] è un uccello che non riesce a volare. Io sono un uomo. Ora ho un nome e un cognome... Oswald Cobblepot. ('''Pinguino''')
*{{NDR|Parlando dei suoi genitori}} Io ero il loro primogenito. E loro mi hanno tolto il diritto di esserlo. Ma è nell'umana natura temere... l'inconsueto. Può darsi che quando stringevo il mio... il mio sonaglino di Tiffany, con la mia lucida nera pinna, invece che con cinque paffuti ditini... rabbrividissero. Ma io li ho perdonati. ('''Pinguino''')
*Adoro un uomo grande e grosso che non ha paura di misurarsi con chi è la metà di lui! ('''Catwoman''')
*Io sono Catwoman. Ascolta il mio ruggito. ('''Catwoman''')
*{{NDR|Leggendo il giornale sullo schermo per la faccenda del Pinguino}} "Il circo presenta un grande spettacolo con belve feroci. Il circo è tornato per due settimane... Gioia per i piccoli..." [...] "Il circo torna con uno spettacolo dei fenomeni viventi. Forse non è adatto ai bambini, si subiscono la Donna-Barboncino, l'Uomo più Grasso del Mondo e [[Pinguino (personaggio)|l'Incredibile Bambino-Anfibio]]." [...] "Il circo ha tolto le tende ieri, forse per sempre, dopo le numerose denunce di sparizioni dei bimbi in diverse città. La polizia ha transennato il perimetro del Triangolo Rosso. Comunque, uno dei fenomeni viventi del circo è svanito prima... di poter essere interrogato." ('''Bruce Wayne''')
*{{NDR|Rivolta a Batman e il Pinguino}} Miao! ('''Catwoman''')
*{{NDR|Rivolta a Batman}} Chi sei tu? Chi è l'uomo che si nasconde dietro il pipistrello? Forse tu puoi aiutarmi... A trovare la donna che c'è dietro questo gatto. ('''Catwoman''')
*Salvata da una lettiera per gatti. {{NDR|ridacchia nervosamente}} Ah, figlio di puttana! ('''Catwoman''')
*Io posso aver salvato il bambino del sindaco, ma mi rifiuto di salvare il sindaco, che è rimasto là a bocca aperta come un marmocchio mentre Gotham era devastata da una feroce pestilenza che trasformava i nostri boyscout in pagliacci fuori di senno e le nostre serene donne di casa in frenetiche donne-gatto! {{NDR|gli applaudono}} Grazie! ('''Pinguino''')
*Sei erba [[pepe]] per una donna come me. Sei forte, bello, indifeso; sei una cosa da morire. ('''Catwoman''')
*Proprio la gattina che stavo cercando! ('''Pinguino''')
*Rilassati, che te li cucino io i piagnucolosi, stupidi burattini di Gotham! ('''Pinguino''')
*Devi ammetterlo, ho suonato arpe di angeli e demoni per questa lercia città! Ah ah! ('''Pinguino''')
*{{NDR|Mentre la folla gli lancia contro cibo marcio, dopo che Batman ha smascherati ai suoi malefici piani}} Perché c'è sempre qualcuno che porta uova marce e pomodori? Perché? Perché? {{NDR|si mette a sparare con il suo ombrello a mitragliatrice}} ('''Pinguino''')
*Non mi avete invitato... Mi sono imbucato! ('''Pinguino''')
*Non hanno voluto mettere me su un piedistallo, e io li sbatto sopra a un tavolo di obitorio! ('''Pinguino''')
*{{NDR|Leggendo la lettera}} "Caro Pinguino, i bambini sono spiacenti di non poter accogliere l'invito. Batman." {{NDR|si mette a urlare rabbiosamente in piena crisi}} ('''Pinguino''')
*Miei cari pinguini, siamo alle soglie di una grande impresa! È giusto che abbiate paura! Molti di voi potranno non tornare! Grazie a Batman, è giunta l'ora di castigare tutti i bambini di Dio! Primi, secondi, terzi e quarti magari! E perché avere regole? Sia maschi che femmine! Diavolo, non ci sarà distinzione di sesso quando le loro zone erogene schizzeranno nei cieli! Avantiii March! La liberazione di Gotham è cominciata! ('''Pinguino''')
*{{NDR|Ai pinguini}} Bambini miei! ('''Pinguino''')
*{{NDR|[[Ultime parole da Batman|Ultime parole]] rivolto a Batman}} È quello delle grandi occasioni! Questo calore mi fa star male! Ti ammazzerò immediatamente... Ma prima ho bisogno... di rinfrescarmi un po' con un sorso di acqua... gelata! ('''Pinguino''')
==Dialoghi==
*'''Venditore di giornali''': Mezzo uomo e mezzo pinguino! Il mostro del secolo! Informatevi per soli 50 cents! Il terrore vive sotto i vostri piedi! Informatevi, gente! Tutti i particolari! Leggete tutto sull'ultimo avvistamento del pinguino, l'anello mancante fra uomo e uccello! {{NDR|ad Alfred}} ...Signore, vuole sapere tutto sull'uomo-pinguino? <br /> '''Alfred''': Mio caro ragazzo, talvolta è una mera distrazione leggere tali corbellerie, il più delle volte è una perdita di tempo. <br /> '''Venditore di giornali''': Faccia lei...
*'''Commissario Gordon''': Grazie di averci salvato, Batman. È tornata la gang del circo! <br /> '''Batman''': Vedremo.<br /> '''Sindaco''': Abbiamo rischiato che ci portassero via il nostro strapotente Max... Eh... Dov'è quell'insopportabile figlio di puttana?
*'''Pinguino''' {{NDR|Max Shreck si ritrova nelle fogne con il Pinguino e i suoi scagnozzi}}: Ciao. {{NDR|Max si spaventa}} Cerchi una spiegazione a tutto questo, vero? AAAAh ah ah ah ah! Eh eh eh... Per la verità... Tutto questo è solo un brutto sogno per te. Sei a casa tua, sei a letto, imbottito di sonniferi... Riposi non pensando che già muori per le sostanze cancerogene che hai personalmente messo in giro in un'intera vita di ignobili profitti. È una tragica ironia, o una giustizia da favolette? Avanti, dimmelo. {{NDR|ridacchia}} <br /> '''Max Shreck''' {{NDR|sottovoce}}: Mio Dio, ma è vero: l'Uomo-Pinguino delle fogne! <br /> '''Pinguino''': Per strano che possa sembrare, Max, tu e io abbiamo qualcosa in comune. {{NDR|spara un ombrello a fuoco in aria}} Siamo entrambi considerati mostri... {{NDR|prende un altro ombrello che fuoriesce una lama}} Ma in qualche modo, tu sei un mostro più che rispettato... Invece io, ahimè... Fino ad oggi... No. <br /> '''Max Shreck''': Sarò sincero, per me questo titolo è immeritato. Sono un uomo d'affari, duro è vero. Scaltro d'accordo. Però questo non fa di me un mostro. <br /> '''Pinguino''' {{NDR|puntandogli contro un ombrello con spirale ipnotizzante}}: Non metterti in imbarazzo, Max. Tanto io so tutto di te. Quello che tu nascondi, io lo scopro. Quello che tu getti nel tuo cesso, io metto a vanto e gloria sul mio manto. Chiara la fine allegoria? <br /> '''Max Shreck''': Cos'è quello? Dovrebbe ipnotizzarmi? <br /> '''Pinguino''': No. Farti scoppiare un gran mal di testa. <br /> '''Max Shreck''': Mi dispiace, non funziona. <br /> '''Pinguino''' {{NDR|spara dall'ombrello senza uccidere Max}}: Ahhh, andiamo piccolo vigliacco! Questo spara a salve! Mi sarei tanto disturbato stasera solo per ammazzarti? No, Max. Il mio scopo è completamente diverso. Io sono pronto, Max. Sono marcito qui sotto troppo a lungo. È il momento per me di ascendere. Di riemergere! Con il tuo aiuto. Con il tuo saper-fare. Con le tue giuste mosse. Max, io non sono nato nelle fogne. Io provengo da {{NDR|indica il soffitto}} come te. E come te, io pretendo un po' di rispetto. Il riconoscimento della mia essenziale umanità. Ma soprattutto... Io voglio scoprire chi sono, Max. Sapere chi mi ha messo al mondo. Conoscere il mio nome umano. Semplici cose che la brava gente di Gotham neanche si rende conto di avere. <br /> '''Max Shreck''': E... Per quale motivo dovrei aiutarti? <br /> '''Pinguino''' {{NDR|ghignando maleficamente}}: Be'... Cominciamo. {{NDR|i suoi scagnozzi gli passano una calza natalizia}} Ohhh, che cosa c'è qua dentro? Ecco... {{NDR|tira fuori un termos e aprendolo rovescia del liquido verde fumante}} Ahhh, un campione dei residui tossici della tua industria tessile con depuratori. Ce n'è un'intera palude di questo schifo nel retro. <br /> '''Max Shreck''': Possono provenire da qualunque posto. <br /> '''Pinguino''': E che dici dei documenti che provano che possiedi la metà delle case a rischio di Gotham City? <br /> '''Max Shreck''': Se quei documenti esistessero, e non è un'ammissione, avrei già provveduto a farli a strisce. <br /> '''Pinguino''': Ah, uhm, buona idea. {{NDR|tirando fuori quei documenti}} Nastro adesivo a chilometri, un tantinello di pazienza e li ho rimessi insieme! ...A proposito, come sta Fred Adkins, il tuo vecchio socio? <br /> '''Max Shreck''': Fred? Be'... Veramente... Credo stia facendo un prolungamento di vacanze. Sta bene. <br /> '''Pinguino''': Sì? Sta bene? Eheheheheh! {{NDR|tira fuori la mano mozzata di Fred e fa una voce stridula e arrabbiata}} "Ciao! Ciao, Max! Ti ricordi di me? Io sono la mano di Fred! Ehi, vuoi salutare qualche altro pezzo sciolto?" Ricorda, Max: tu scarichi, e io riciclo. <br /> '''Max Shreck''': Sai una cosa? Mio caro signor Pinguino... Signore... Io penso che potrei intanto organizzare per te un gratificante ritorno a casa. E una volta a casa entrambi, forse potremmo aiutarci l'un l'altro. <br /> '''Pinguino''': Di questo non ti pentirai, signor Shreck. {{NDR|stringe la mano a Max usando la mano mozzata di Fred e si allontana ridacchiando}}
*'''Selina Kyle''': Ok. Avanti. Mi insulti. Mi mortifichi se la fa sentire importante, tanto non è che lei mi può ammazzare! <br /> '''Max Shreck''': Su questo... C'è un margine di dubbio.
*'''Signora''' {{NDR|parlando del Pinguino che ha perdonato i suoi genitori}}: È come un ranocchio che è diventato principe! <br /> '''Signore''': No, somiglia più a un pinguino...
*'''Max Shreck''': Io ti offrirei un caffé ma la mia segretaria consuma le ferie arretrate. <br /> '''Bruce Wayne''': Mmh, momento buono. A parte i banditi, tutti rallentano il ritmo di lavoro fino a Capodanno. <br /> '''Max Shreck''': Non so se il riferimento mi piace, Bruce.<br /> '''Bruce Wayne''': Oh, scusa Max, è stato del tutto involontario. <br /> '''Max Shreck''': Vorrei concludere al più presto per la centrale elettrica, eviteremmo una lievitazione dei costi. Miliardo risparmiato, miliardo guadagnato.<br /> '''Bruce Wayne''': Ho commissionato questo studio, vorrei che ci dessi un'occhiata. {{NDR|Gli passa un fascicolo}} Il fatto è, Max, che Gotham City ha un' eccedenza di energia, sono sicuro che lo sai. La mia domanda è: dove vuoi arrivare?<br /> '''Max Shreck''': Un'eccedenza di energia? Bruce, che vergogna. Non esiste, il troppo per me non è mai troppo. Se la mia vita ha un significato, è proprio questo.<br /> '''Bruce Wayne''': Sì, va bene. Io ti combatterò per questa cosa, ho già parlato con il sindaco. E c'è pieno accordo.<br /> '''Max Shreck''': I sindaci vanno e vengono, i sangue blu sono sfiancati. Credi di reggere i 15 round contro Cassius Shreck?<br /> '''Bruce Wayne''': Credo che questo si vedrà. Certo, io non ho un Boss del crimine come Cobblepot nel mio angolo, quindi può darsi che... <br /> '''Max Shreck''': Boss del crimine? Quanto poco ne sai, Signor "cresciuto nella bambagia con pannolini d'oro"? Oswald è il nuovo eroe di Gotham caro. E se i suoi non l'avessero rinnegato, potevate essere compagni al collegio!
*'''Selina Kyle''': Lei non mi sembra il tipo che possa fare affari con il signor Shreck. <br /> '''Bruce Wayne''': E lei non mi sembra il tipo che possa prendere ordini da lui. <br /> '''Selina Kyle''': Beh... E' una lunga storia. <br /> '''Bruce Wayne''' {{NDR|entra in ascensore}}: Sa, potrei... liberarmi uno di questi giorni. <br /> '''Selina Kyle''': Mi trova sull'elenco. <br /> '''Bruce Wayne''': Sono tentato. <br /> '''Selina Kyle''': Ora devo lavorare. <br /> '''Bruce Wayne''' {{NDR|l'ascensore si chiude}}: Ora devo andare...!
*'''Chip Shreck''' {{NDR|riferendosi a Selina che è tornata fingendo di avere l'amnesia}}: Papà, tu l'hai bevuta quella del buco nero? <br /> '''Max Shreck''': Donne... Non mi stupisce più niente, Chip... Chi avrebbe mai pensato che Selina possedesse un cervello da far danno? Conclusione: se tentasse di ricattarmi, la butto giù da una finestra più alta! Nel frattempo, ho ben altre gatte da pelare.
*'''Josh''' {{NDR|scherzando}}: Non avete gran che per specchiarvi giù nelle fogne, eh? {{NDR|tutti ridono}} <br /> '''Pinguino''' {{NDR|ridendo, ma in realtà arrabbiato}}: Ma potrei essere peggio..! Se mi zampillasse il sangue dal naso! {{NDR|tutti ridono}} <br /> '''Josh''' {{NDR|ride ma poi rimane confuso}}: Dice che se le zampillasse... Cosa intende dire...? {{NDR|Pinguino gli azzanna il naso}}
*'''Max Shreck''': Stai tranquillo. Cacceremo l'attuale sindaco, come Nixon. Poi penseremo a te: "Oswald Cobblepot", per riempire il vuoto. <br /> '''Pinguino''' {{NDR|indica Jen che tiene Josh in cui ha morso il naso}}: Io lo riempirei a quella. <br /> '''Max Shreck''': Ci vorranno un bel po' di firme per trombarla, ma io posso procurartele. <br /> '''Pinguino''': Godurie francesi con pene e pinne. <br /> '''Max Shreck''': Oswald, ci occorre un'altra cosa. <br /> '''Pinguino''': Una piattaforma. Dal riscaldamento globale, al raffreddamento globale! Facciamo della Terra un freezer immane...! <br /> '''Max Shreck''': Sì, va bene, ma per la revoca serve un detonatore, un catalizzatore... <br /> '''Pinguino''': "Ehi, sei davvero grande, sindaco Cobblepot. Il pranzo è servito, sindaco Cobblepot. Ti scongiuro, Oswald, ho tanto bisogno di te". Quella ha il più bel "prendi sedani" che io abbia mai visto. <br /> '''Max Shreck''': Ci serve qualcosa tipo l'incidente del golfo del Tonchino o l'incendio del Reichstag. {{NDR|Pinguino lo guarda e poi ridono entrambi}} Eh? Hai capito? <br /> '''Pinguino''': Ahhh! Tu vuoi tutti i miei vecchi amici quassù! Il nostro sindaco sarà preso da schiumante follia! <br /> '''Max Shreck''': Esatto! <br /> '''Pinguino''': Ah, come godo. Ma io..io-io-io non devo essere messo fuori strada! Io devo andare dritto alla fine... <br /> '''Max Shreck''': Fuori strada, Oswald? Possibile che non riesci a capire? Questa è un'occasione per rivendicare un diritto di cui i tuoi genitori volevano privarti! <br /> '''Pinguino''': ...Quello di rivendicare la mia primogenitura. <br /> '''Max Shreck''': Immagina cosa potrai fare come sindaco. Sarai amato, vezzeggiato dai capitani d'industria. Potrai avere tutte le donne che vorrai. <br /> '''Pinguino''': ...Ci vai pesante negli affari, eh Maxy? Va bene, sarò sindaco... Brucia, Gotham! Brucia!
*'''Guardia notturna#1''' {{NDR|mentre Catwoman distrugge il negozio}}: Chi è quella? <br />'''Guardia notturna#2''': Cos'è quella! Jack, io non so se aprire il fuoco o innamorarmi!<br /> '''Catwoman''': Poveri ragazzi... Confondete sempre le vostre pistole coi vostri pistolini! {{NDR|li fa mollare le pistole con delle frustate}} <br /> '''Guardia notturna#1''': Non ci faccia del male, peggio di così, con quello che ci pagano..! <br /> '''Catwoman''': Siete superpagati, levatevi di torno!
*'''Batman''': Stai ammirando le tue malefatte? <br /> '''Pinguino''': Visito la zona dei disordini, valutando costernato le devastazioni. Iniziative da sindaco che si rispetti. <br /> '''Batman''': Tu non sei il sindaco. <br /> '''Pinguino''': Le cose cambiano. <br /> '''Batman''': Che vuoi? <br /> '''Pinguino''': Ah, immediatamente al nocciolo. Quanto ammiro questo in un uomo con la maschera, eheheheh! Batman, non t'illuderai di vincere, vero? <br /> '''Batman''': ''Le cose cambiano.''
*'''Catwoman''' {{NDR|dopo che Batman l'ha colpita e sbattuta a terra}}: Con che coraggio!? Io sono una donna! <br /> '''Batman''': Mi dispiace, io... {{NDR|si avvicina per aiutarla e lei lo colpisce e per poco non lo fa cadere dal palazzo}} <br /> '''Catwoman''': Te l'ho detto: sono una donna, ma al tuo posto avrei qualche dubbio. La vita è figlia di puttana e lo sono anch'io!
*'''Ragazza''': Signor Cobblepot, lei è il più gran fico punto di riferimento che possa avere un giovane! <br /> '''Pinguino''': E lei, mi si permetta, è la più gran fica giovane che un punto di riferimento possa avere!
*'''Catwoman''': Freddino qui dentro. <br /> '''Pinguino''': Ora ti scaldo io.
*'''Catwoman''': Ora io ho una sola ed unica causa che mi sta a cuore: battere Batman. <br /> '''Pinguino''': Oh, ancora lui! Lascia perdere. Quello è già storia antica. Guarda un po' là. Noi saboteremo la sua batmobile e la trasformeremo in una bomba H su ruote! <br /> '''Catwoman''': No, no, no. Acquisterebbe ancora maggior potere come martire. Per distruggere Batman dobbiamo prima trasformarlo in quello che lui odia di più... Vale a dire noi. <br /> '''Pinguino''': Vuoi dire incastrare Batman? <br /> '''Catwoman''': Non sarai ancora in carica ma avrai già una lista di nemici. <br /> '''Pinguino''': Sì, ma quei nomi non sono per occhi indiscreti! Ehi, ma poi perché dovrei fidarmi di una gattina? Magari non sei altro che una ricca squilibrata che vuole vendicarsi del suo papà perché non le ha regalato un pony quando ha compiuto sedici anni.
*'''Selina Kyle''': Avremo ore di fuoco in questa fredda città stanotte. <br /> '''Bruce Wayne''': Certo che sei portata a vedere nero. O sbaglio? <br /> '''Selina Kyle''': Mai più nero di te, Bruce.
*'''Batman''' {{NDR|slegando la Principessa del ghiaccio}}: Volevano far credere che fossi stato io...<br /> '''Principessa del ghiaccio''': Oh, stia tranquillo, lo dirò che mi ha rapito un brutto uomo-uccello col fiato che puzzava di pesce! <br />'''Catwoman''': Qualcuno ha detto "pesce"? {{NDR|salta giù dal soffitto}} Non mi hanno dato la pappa, stamattina! {{NDR|prova a tirare un calcio in faccia a Batman, che però l'afferra}} <br /> '''Batman''': Meglio così! {{NDR|la sbatte a terra}} Ti preferisco magra. <br /> '''Catwoman''' {{NDR|sibila come un gatto arrabbiato}}: Ehi, stallone... {{NDR|cerca di colpirlo}} Credevo che avessimo un punto di contatto!<br /> '''Batman''' {{NDR|afferrandolo per le spalle}}: Le teste. {{NDR|le molla una testata}}
*'''Batman''': Il vischio se lo mangi può essere fatale. <br /> '''Catwoman''': Però un bacio dato bene può essere ancora più fatale... {{NDR|lo lecca sensualmente sulla bocca di Batman}} Sei il secondo uomo che mi uccide questa settimana, però me ne restano ancora altre sette, di vite! <br /> '''Batman''': Ho cercato di salvarti... <br /> '''Catwoman''': Hmm... Sembra che ogni donna che cerchi di salvare faccia una brutta fine... {{NDR|ridacchia}} O resti profondamente contrariata. Dovresti ritirarti.
*'''Pinguino''': Siete straordinari: la Bella e la Bestia in un unico sfarzoso, pacco dono natalizio! <br /> '''Catwoman''' {{NDR|con l'aria disgustata}}: La Principessa del Ghiaccio dovevi solo spaventarla. <br /> '''Pinguino''': A me è parsa abbastanza spaventata, eheheheh! Un sorso di abbrezzo! {{NDR|le porge una fede nuziale}} Allora, cosa stiamo aspettando? Avanti, consumiamo una diabolica unione! <br /> '''Catwoman''': Ma di che cosa stai parlando? <br /> '''Pinguino''': Ohhh, andiamo, cerca di immaginare: è già notte nel palazzo del sindaco, io sono morto di stanchezza... Ed ecco che tu vieni da me, dentro la nostra camera da letto, con la codina fremente, con le pantofole in una mano e una coppa di ebrezza nell'altra..! <br /> '''Catwoman''': Ma smettila. {{NDR|getta via l'anello}} Non ti toccherei neanche per graffiarti. <br /> '''Pinguino''': Schifosa maliarda! Avrei dovuto sterilizzarti! Eppure sembrava che avessi un debole per me! Ma adesso sono io che non ti voglio più! {{NDR|legandola al suo ombrello elicottero}} Addio, "Lady tu mi schifi"! Vola, sparisci!
*'''Max Shreck''' {{NDR|riferendosi a Batman}}: Va bene, e allora? È sopravvissuto. Di che ti preoccupi? Ma ragiona! <br /> '''Pinguino''': Ma non ha perduto nemmeno un braccio, la palla di un occhio, il controllo della vescica...!
*'''Alfred''': Il nostro primario interesse è certamente questo grottesco cialtrone. Però non dimentichiamoci di riparare la Batmobile, c'è la sicurezza da considerare... Non è che la possiamo affidare a un qualsiasi onesto meccanico, vero, signore?<br /> '''Bruce Wayne''': La sicurezza? Chi fece entrare Vicki nella Bat-caverna? Io ero lì che lavoravo, mi volto, e vedo lei: "Oh, ciao, Vicki! Entra pure!"
*'''Clown''': Grande discorso, Oswald! <br /> '''Pinguino''' {{NDR|gli colpisce furiosamente in faccia con l'ombrello}}: Il mio nome non è Oswald! È Pinguino! Io non sono un essere umano! Io sono un animale, a sangue freddo! Aumenta l'aria condizionata! Dove sono le mie liste? Portatemi i nomi! È giunta l'ora. Questi sono i nomi di tutti i figli primogeniti di Gotham City. Anch'io lo ero. E come per me, un terribile destino gli aspetta! Stanotte, quando i loro genitori festeggeranno, essi staranno sognando ignari nelle loro culle sicure, nei loro lettini soffici, noi là piomberemo, li rapiremo e ce li porteremo dentro queste fogne! Li scaraventeremo in un profondo e buio sepolcro acquatico! <br /> '''Clown grasso''' {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}}: Pinguino! Uccidere dei bambini nel sonno... ma non è un tantino...? <br /> '''Pinguino''' {{NDR|gli spara con l'ombrello}}: Non un tantino! È tutto! {{NDR|lo fa rotolare nell'acqua}}
*{{NDR|Alla festa in maschera organizzata da Max Shreck, Bruce Wayne si presenta in smoking senza maschera}} <br/> '''Max Shreck''' {{NDR|sarcastico}}: Che ingegnoso costume. Aspetta, indovino. Moderato, casa e chiesa. <br /> '''Bruce Wayne''': Soddisfatto, eh? Sì, beh, per poco non fai di un mostro il sindaco di Gotham City. <br /> '''Max Shreck''': Sono io la luce di questa città, e sono il suo spirito cattivo e perverso. Ha importanza chi è sindaco? <br /> '''Bruce Wayne''': Ne ha per me. <br /> '''Max Shreck''': Che noia!
*'''Pinguino''' {{NDR|attaccando Batman}}: Tu sei geloso di me perché io sono un mostro di origine controllata e tu invece devi portare una maschera! <br /> '''Batman''': Forse hai ragione! {{NDR|liberandosi dal Pinguino}} <br /> '''Pinguino''': Però alla resa dei conti quello che ha importanza è che ha in mano l'ombrello!
*'''Max Shreck''': Io non so che cosa vuoi, ma sono sicuro di potertelo dare, con un minimo di sforzo! Denaro, gioielli... Un enorme gomitolo di lana! <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''' {{NDR|lo afferra per la sua frusta}}: Voglio il tuo sangue! <br /> '''Max Shreck''': Il mio sangue? Già dato... alla banca del sangue! <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''': Una mezza siringa. Io sto parlando di litri! <br /> '''Max Shreck''': Mettiamoci d'accordo! A parte il mio sangue, che posso fare per te? <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''': Spiacente, Max. Morte per morte. {{NDR|viene però trovato e raggiunto da Batman}} <br /> '''Max Shreck''': Non stai salvando solo una vita, salvi una città! <br /> '''Bruce Wayne/Batman''' {{NDR|lo spinge via}}: Sta' zitto! Tu andrai in prigione. <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''': Non essere ingenuo! La legge non si applica con gente come lui o noi! <br /> '''Bruce Wayne/Batman''': Questo chi può dirlo? ...Perché lo vuoi uccidere? Consegniamolo alla polizia. Poi potremmo andare via insieme. Tu ed io. {{NDR|Catwoman colpisce la sua frusta per terra}} Selina, ascolta. Selina, noi siamo uguali. Parte di noi è [[bene e male|bene]], e parte è [[bene e male|male]]. Non dimenticarlo, siamo uguali, Selina. {{NDR|si strappa via la maschera}} Selina... Ti prego... <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''' {{NDR|sul punto di piangere}}: Bruce... Io vorrei... Io vorrei tanto vivere con te, nel tuo castello, per sempre... Come in una meravigliosa favola, per sempre... {{NDR|Bruce fa per toccarla ma lei lo graffia rabbiosamente}} Ma non riuscirei mai a vivere con me stessa! Non fingere che sia un lieto fine! <br /> '''Max Shreck''': Selina? Selina Kyle {{NDR|Selina si toglie via la maschera, furibonda}}, è licenziata! Bruce Wayne... Per quale ragione ti sei travestito da Batman? <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''': Ma perché lui ''è'' Batman, vecchio idiota! <br /> '''Max Shreck''': Era! {{NDR|gli spara addosso a Batman, (ma vivo), e Catwoman si infuria}} No! <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''': Tu mi hai ucciso. Il Pinguino mi ha ucciso. Batman mi ha ucciso. Fanno tre vite in meno; hai abbastanza proiettili per finirmi ora? <br /> '''Max Shreck''' {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}}: C'è un modo per assodarlo. {{NDR|spara due volte a Catwoman}} <br /> '''Selina Kyle/Catwoman''': Quattro... cinque... Sono ancora viva! {{NDR|Max spara due volte di nuovo}} Sei... sette... ancora non basta, non sono alle strette... {{NDR|Max prova a sparare di nuovo ma la pistola è scarica e lei ride istericamente}} ...Me ne restano ancora due... Credo che ne terrò in serbo una per il prossimo Natale. Ma nel frattempo... tu che ne dici di un bacio in bocca, Papà Natale? {{NDR|gli ficca un cavo elettrico in bocca uccidendolo}}
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
'''Alfred''': Be', a parte tutto... buon Natale, signor Wayne. <br /> '''Bruce Wayne''': Buon Natale, Alfred. Pace fra gli uomini... e le donne.
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Batman}}
[[Categoria:Film di Batman]]
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Discussioni utente:Sun-crops
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*[[Discussioni utente:Sun-crops/Archivio2009-2016]]
*[[Discussioni utente:Sun-crops/Archivio2017-2019]]
== Re: Discussione con Laportoghese ==
Buongiorno. Lei ha perfettamente ragione. Mi spiace di aver usato un tono aggressivo nei confronti dell'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]]. Quel che mi urta particolarmente è che ho fatto notare a l'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]] questo errore più volte. Correggo gli errori e lui insiste con il rifarli. AugurandoLe una buona giornata, La ringrazio per avermi fatto notare lo sbaglio anche da parte mia. Buona giornata.--'''[[Utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|<span style="color:#209090;">2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|scrivimi]])</sup> 15:19, 20 ago 2020 (CEST)
Caro anonimo, continua a sbagliare a scrivere. Adesso parliamo dell`avverbio "Più volte". Aspettavo l'intervento di un admin per scriverle di darsi una calmata di mettere in mezzo un collaboratore denigrandolo. Due volte mi ha citato all'inizio ed alla fine di questo elenco di discussione per essere sicuro che venisse letto. Ma niente, il nulla da alcun admin. È giusto che lei sia "urtato" e che io non sappia la differenza tra su e di e che mi abbia corretto ovunque e più volte. Si certo, certamente. Fortunatamente ci sei tu gioiuzza anonima. Non avete idea quanto invece mi urti a me che abbia dovuto nuovamente rispondere ad un anonimo. Fatemi 20 richiami a 'sto giro, bloccatemi pure o eliminate la conversazione, non vorrei mai che l'anonimo si urti. Vi saluto cordialmente. [[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 08:16, 21 ago 2020 (CEST)
:@[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]], ho bloccato quell'ip per un mese, è già stato bloccato su Wikipedia ed è evidentemente un troll, se si rifacesse vivo in altra maniera per continuare a provocare, per cortesia non rispondergli, va semplicemente bloccato o rollbackato, altrimenti diamo da mangiare ai troll. Non è un rimprovero a te :-) è semplicemente per evitare il degenero. Grazie, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:45, 21 ago 2020 (CEST)
:Buonasera. Le vorrei ricordare che tutti si rispettano. Io ho deciso di non registrarmi per mie comodità. Se lei decide di "migliorare" Wikiquote deve saper parlare/scrivere l'italiano - in modo chiaro e fluido - comunque detto ciò Le auguro di trascorrere una felice vita. Un caro saluto --[[Utente:37.163.27.48|Utente:37.163.27.48]] ([[Discussioni utente:37.163.27.48|scrivimi]]) 21:18, 22 ago 2020 (CEST)
== Stella Musy ==
Ciao. Non cancellare le pagine senza motivo: aggiungi tu le fonti. Le manine ce le hai!!!
Forse questo tipo di atteggiamento lo fa sentire importante ahah😂 [[Utente:Mywikid|Mywikid]] ([[Discussioni utente:Mywikid|scrivimi]]) 22:44, 15 apr 2021 (CEST)
== Altalena ==
Ciao, potresti creare la pagina Altalena?<br/>P.S.: Ti chiedo di rispondere, non sei Dio sceso in terra.
== strisce - striscie ==
Grazie della segnalazione. Quando aggiungo il template sic (come nel caso della voce [[Filip Müller]]) è proprio perché voglio segnalare che la citazione contiene una parola spesso desueta o, come in questo caso, scorretta e non è un mio errore di digitazione. Per cui, se vogliamo essere fedeli al testo, a mio parere, occorre conservare l'originale "striscie" e annullare la modifica fatta. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:09, 4 gen 2020 (CET)
== Re: Karl-Heinz Rummenigge ==
Ciao Sun, mi fa piacere averti ritrovato admin dopo la mia lunga pausa, sei cresciuto tanto e ormai mostri una sicurezza totale in ogni ambito wikiquotiano.
*Su Rummenigge sono d'accordo con te, terrei la prima che parte da un episodio e arriva a conclusioni generali (pur essendo a limite) mentre eliminerei la seconda;
*Direi che possa starci una voce [[Processo a Galileo Galilei]] e quella citazione calzerebbe a pennello.
Buon anno e buon epifania, un abbraccio, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 11:27, 6 gen 2020 (CET)
== Processo a Galileo Galilei ==
Grazie Sun-crops, provvedo. È sempre un piacere creare una nuova voce. Non mi era sfuggito il tuo primo suggerimento, ma avevo qualche dubbio. Il dubbio, di fronte a due autorevoli opinioni, si è dissolto... :-) --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:14, 6 gen 2020 (CET)
== Auguri anche a te ==
Grazie, ricambio e buon lavoro!<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 7 gen 2020 (CET)
== Casa romana o Domus ==
Ciao Sun,
grazie, ovviamente, per le tue segnalazioni su possibili nuove voci. A questo riguardo chiedo il tuo parere sulla seconda citazione di [[Ugo Enrico Paoli]], "Le stanze della casa romana non erano ingombre di mobili...". Hai linkato "casa romana" a "Domus". Ho pensato, trattandosi di una citazione generica che prescinde dallo ''status'' di chi l'abita, che il link potrebbe essere indirizzato piuttosto verso "Casa romana", anch'essa presente in Pedia. Che ne pensi? --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:59, 14 gen 2020 (CET)
== Re: Vittorio Sgarbi ==
Buonasera, nessun disturbo! Fatto comunque, per me non è in alcun modo significativa. Grazie a te per il lavoro sporco che è la vera anima di wikiquote.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 20:07, 14 gen 2020 (CET)
:Sono intervenuto in discussione, non cancellerei la citazione. Non farti problemi, contattami quando vuoi. Buona serata.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:35, 15 gen 2020 (CET)
== Re: Enzo Striano ==
Salve, allora io ho inserito le citazioni su "Il resto di niente" dalla medesima edizione indicata nella pagina; ed ecco perchè non l'ho modificata. L'unica differenza tuttavia è che la sto leggendo da Kindle e quindi non sono in grado di riportare la pagina da cui ho preso la citazione in quanto la posizione a cui leggo è espressa in percentuale. In compenso però le citazioni sono sequenziali e questo dovrebbere renderne la ricerca più agevole. Credo che al progredire della mia lettura ne aggiungerò altre.
Saluti
--[[Utente:Giovax|Giovax]] ([[Discussioni utente:Giovax|scrivimi]]) 22:54, 14 gen 2020 (CET)
== Re: Abbigliamento nell'antica Grecia ==
Buongiorno! Non ho nulla da obiettare sul suo rilievo relativo alla pertinenza della voce. Posso però spiegarle l'inciampo che mi ha impedito di completarla con l'inserimento di altre citazioni, come avevo in animo di fare. Sapevo di avere nella mia libreria un saggio sulla vita quotidiana degli antichi Greci da cui attigere tutto l'occorrente, dacché un capitolo era incentrato proprio sull'abbigliamento. Ma ecco l'inciampo: l'autore, pur autorevole, Raquel López Melero, non è presente su Wikiquote né tantomeno su Wikipedia, e quindi le sue citazioni al momento sono inservibili. Ho allora consultato altri autori già enciclopedizzati, Indro Montanelli tanto per citarne uno, ma finora non mi è riuscito di trovare nulla sull'abbigliamento degli antichi Greci. Non mi restava, a questo punto, che fare una ricerca più approfondita nella biblioteca comunale. Senonché, nel frattempo, è arrivata la sua tirata d'orecchie, più che legittima, ma che, per fortuna, nello spirito costruttivo che informa la sua interlocuzione, è accompagnata dalla segnalazione di una fonte adatta allo scopo: ''Il costume antico e moderno di tutti i popoli'', opera di Giulio Ferrario che ho già consultato, e dove c'è tutto quello che serve a dare piena legittimità alla voce in oggetto. Anche qui però c'è un problema, non so quanto e come aggirabile. Il Ferrario, autore presente in Wikidata, Wikisource e Commons, è invece ignorato sia da Wikiquote che da Wikipedia. Domanda dalle cento pistole: stante così le cose, esiste un modo per utilizzare Giulio Ferrario come fonte? Resto in fiduciosa attesa, scusandomi già adesso se, per miei impegni cogenti, non dovessi procedere speditamente a battere l'eventuale pista da lei indicata. Intanto, nel ringraziarla della sua cortese attenzione, le invio un cordiale saluto. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:01, 19 gen 2020 (CET)
:Buonasera! Penso di poter salvare la voce tematica con l'inserimento di citazioni tratte dall'''Iliade'' e dalla ''Storia dei Greci'' di Montanelli. A "lavoro" ultimato, sarà poi lei a valutare se la pagina avrà titoli enciclopedici tali da giustificarne il mantenimento oppure dovrà essere cancellata. Confido di fare gli inserimenti al più presto. Colgo l'occasione per chiederle se sia possibile creare la voce bio di Giulio Ferrario su Wikiquote, non essendo egli enciclopedizzato su Wikipedia. Perché, se ciò fosse possibile, sarebbe la via maestra per conseguire il "salvataggio" posto che i contenuti in tema di questo autore, molto appropriati e anche estesi, consentirebbero di dare alla voce, ora vieppiù traballante, fondamenta più che solide. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:52, 19 gen 2020 (CET)
::Buongiorno! Seguirò il suo consiglio: la via maestra è sempre da preferire. Prima creerò, ancorché in abbozzo, la voce Giulio Ferrario su Wikipedia e, successivamente, la corrispondete voce bio su Wikiquote, dove inserirò le citazioni da linkare nella pagina tematica "Abbigliamento nell'antica Grecia". Conto di fare il tutto nel volgere di pochi giorni. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 08:50, 21 gen 2020 (CET)
:::Buonasera! Sono riuscito a completare l'iter concordato: creazione voce Giulio Ferrario su Wikpedia e su Wikiquote. Ora, a mio avviso, la voce dovrebbe essere a posto. Ho tenuto da parte una delle citazioni di Ferrario per creare la pagina tematica Peplo. Intanto è solo un abbozzo, ma presto la integrerò con altre citazioni. Grazie del suo sprone, e delle sue "dritte" naturalmente, e auguri di una serena serata. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:57, 21 gen 2020 (CET)
== Re: Maria Valtorta ==
Buongiorno, ho sistemato io. Sentiti libero di contattarmi quando vuoi e se posso darti un consiglio, in questi casi limite (anche oltre il limite, a dire il vero), cerca di essere piuttosto severo, soprattutto se l'utente è problematico come in questo caso.
Mi dispiace che tu ti senta solo... Io ho passato interi anni in una situazione simile alla tua e questo mi ha fatto lentamente disinnamorare di Wikiquote. Ora che mi è tornata un po' la voglia di contribuire, preferisco farlo "a modo mio" anche perché adesso che lavoro non ho più moltissimo tempo. Sto portando a termine una lunga e dispendiosa revisione delle categorie che avevo iniziato nel 2013. Non potevo sopportare di aver lasciato qualcosa in sospeso.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:56, 21 gen 2020 (CET)
:Mi dispiace sentirti così, ti capisco molto bene... I consigli che ti posso dare oltre a quelli che ti ho già dato è di non dannarti l'anima, fai il possibile ma se hai altro da fare, non sentirti assolutamente in obbligo. Se c'è qualche utente davvero problematico, segnalamelo che provo a parlarci io. P.S.: non parlare di deflag, non ha senso, ci sono admin che non si sono mai minimamente curati del lavoro sporco eppure non si sono mai posti il problema. Quindi stai sereno e conta pure su di me!--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:17, 21 gen 2020 (CET)
::Be' credo di averti detto già tutto, non vorrei tirare per le lunghe la discussione. Ti invito a rifletterci bene e a non prendere decisioni azzardate. Quello di Micione è un caso molto diverso, ovviamente, per mille motivi. Capisco fin troppo bene che avere a che fare con utenti problematici è quantomeno stressante ma a volte basta staccare anche solo per pochi giorni... Di certo prendere decisioni quando si è stressati non è il massimo. Grazie per il tuo lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:03, 22 gen 2020 (CET)
:::<s>Hai perfettamente ragione Creed, penso che seguirò prestissimo il tuo consiglio. Nel frattempo però ''la cosa'' continua proprio ora e proprio ora ne ho parlato con Donato. Ti saluto,</s> --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:13, 22 gen 2020 (CET)
::::Cosa starebbe continuando proprio ora? Perdonami ma fatico a capire. In ogni caso dovrei aver sistemato su [[Maria Valtorta]].--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:38, 22 gen 2020 (CET)
:::::Per esempio, se dai un'occhiata ad [[Emanuele Severino]] e segui gli altri contributi... --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:41, 22 gen 2020 (CET)
{{rientro}}Ciao. Il tuo valore come contributore e come ''patrol'' sono fuori discussione. Qualità queste, che sono state fondamentali per poter essere nominato amministratore, ma che invero non risultano vincolanti per proseguire qui il tuo contributo in quel senso. Perdonami, ma ho come l'impressione che tu senta come "dovere" il fare certe cose, quali a esempio "seguire un utente". Scrivi "''A questo punto qualcuno dovrà farsi carico di seguire molto attentamente questa utenza''". Ebbene no, non è così: non ci sono doveri, qui ognuno fa quello che può in base al proprio tempo, alle proprie energie, fisiche e mentali. L'essere amministratore non c'entra con queste cose. Si può decadere come amministratore se si è inattivi per un certo tempo; se il comportamento è inadeguato (è la comunità a deciderlo), o certamente per volontà propria, ma non perché uno non ce la fa a fare tutto. Nessuno d'altronde ne sarebbe capace... Io mi auguro che tu possa prendere la cosa più alla leggera e proseguire come meglio ti risulta senza sentirti vincolato in alcun modo. Tutto quello che si può fare e che si fa è sempre qualcosa in più. Infine penso che questi progetti hanno una loro "anima" e si evolvono da sé: a noi spetta solo essere assistenti attivi e consapevoli di questo divenire, senza forzature, fluidi e tenaci al contempo.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 23:07, 22 gen 2020 (CET)
== Re: Blocco ==
Ciao, sinceramente mi infastidisce avere così tante voci da wikificare, quindi se esiste un modo per risolvere la cosa e mettere alla prova un utente che ha commesso errori, ben venga. Ovviamente avrei prima sentito il parere tuo e degli altri admin, stavo solo sondando il terreno. La tua richiesta mi sembra sacrosanta, l'avrei data quasi per scontata. Buona serata e buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:16, 23 gen 2020 (CET)
:Grazie della segnalazione, quella di sbloccarla era un'idea ma più ci parlo e più credo che il blocco sia più che giusto e che anzi, appena sarà sbloccato, saremo costretti a prolungarlo. Ma spero di sbagliarmi.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 08:20, 25 gen 2020 (CET)
== [[Giovanni Battista Marino]] ==
La fonte richiesta è stata aggiunta.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 19:57, 27 gen 2020 (CET)
== Proverbi ==
Buonasera, in pagine come [[proverbi toscani]] e [[proverbi veneti]] avevamo adottato soluzioni un po' ibride: dal momento che un unico libro era utilizzato come fonte per l'intera pagina, in nota veniva indicato il capitolo tematico con le relative pagine. Probabilmente utilizzare una nota per ciascuna pagina renderebbe inutilmente pesanti tali voci. Ovviamente se la soluzione non ti convince, possiamo parlarne o esporre la questione al bar. Buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:51, 3 feb 2020 (CET)
:Buongiorno, grazie della dritta, non avevo fatto caso al fatto che si trattasse di un IP fisso.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:36, 4 feb 2020 (CET)
== Re: Lepa Radić ==
Buonasera, le rispondo a tutte le questioni sollevate: <br>
1. '''Traduzioni italiane fatte dall'utente:''' E' una regola che mi è stata fatta notare anche da un altro admin. Alcune voci le avevo create tempo fa, come questa della Radic, senza conoscere la regola o comunque senza averla capita a dovere.<br>
2. '''Validità nulla per citazioni per le quali è impossibile leggere il testo in digitale:''' Non pensavo fosse un problema, ho notato praticamente ovunque citazioni riportate indicando solamente l'eventuale libro e la pagina, senza la possibilità di consultare il testo online. Devo considerarle come non valide?<br>
3. '''Fonti deboli:''' Non ricordo assolutamente di aver usato le fonti da lei indicate, le considero io stesso deboli. Cortesemente, può riportami i link dei miei inserimenti?<br>
4. '''Citazione Mao:''' Ho appena modificato il link a google books, puntando specificatamente la pagina dove è riportata la citazione.<br>
Grazie e mi scusi per il tempo che le ho fatto perdere. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 17:20, 9 feb 2020 (CET)
: 1. <s>Mi scusi ma non capisco a cosa fa riferimento al punto "Nota del Redattore con link". Può essere più specifico?</s><br>
: 2. Le citazioni in inglese di Lepa Radic sono prese come indicate sulle Wikipedia inglese, come anche da me indicato nel libro [https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=z4MNAAAAIAAJ&focus=searchwithinvolume&q=%22Those+whom+you+are+asking+about+will+reveal+themselves+when+they+have+succeeded+in+wiping+out+all+you+evildoers%2C+to+the+last+man%22 Women of Yugoslavia in the National Liberation War, pag 45]. Ho impiegato queste fonti in quanto me le sono ritrovate in automatico nel modulo di traduzione in Wikipedia ita (sono stato io a creare anche la voce su Wikipedia ita).<br>
: 3. La voce di Lepa Radic l'ho creata il 14 nov 2019, molto prima dell'inserimento della citazione di Mao del 3 febbraio 2020. Come le ho detto, da poco ho fissato questa regola delle traduzioni in italiano senza fonte ita.<br>
: 4. Sulla citazione di Secchia, ho impiegato solamente quella rintracciabile su Resistenze.org (centro culturale attivo dal 2002), che è una fonte comunemente ritenuta attendibile per quanto riguarda i materiali inerenti all'area marxista, sebbene la grafica del sito possa forse trarre in inganno. Non parliamo certo di siti di collettivi o blog, per capirci. Tuttavia, se si vuole mettere in discussione la fonte, sono pronto a trovarne di diverse.<br>
: 5. Le traduzioni di Lepa Radic le ho fatte io, in quanto in inglese erano davvero poco fraintendibili.<br>
: Mi dispiace averle generato tanti dubbi, dal canto mio, posso assicurarle che se ci sono stati sbagli sono stati fatti in buona fede. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 19:43, 9 feb 2020 (CET)
:: 1. La fonte è stata ereditata automaticamente dalla traduzione della pagina Lepa Radic Wikipedia, non da Wikiquote. Ho tradotto decine di pagine, credo sia normale che qualcosa sfugga al controllo. Ne stiamo facendo un dramma, non crede?
:: 2. Nella fonte effettivamente era presente la seconda citazione ma era assente la prima.
:: 3. La fonte bosniaca è stata aggiunta prima del suo invito a lasciar perdere tutto. L'ho aggiunta in quanto cercando fonti locali in effetti viene riportata più volte la citazione di cui parliamo. Non conoscendo ancora tutte le dinamiche del caso, non so come dovrei comportarmi: se ci sono due fonti in diverse lingue devo riportare entrambe le lingue sotto la citazione tradotta in italiano? Mi aiuti a capire. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 02:33, 10 feb 2020 (CET)
== Re: VirginiaDyason7 ==
Ciao, secondo me hai fatto benissimo così.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:39, 13 feb 2020 (CET)
== Re: Marzo ==
Ciao, carissimo, è sempre un piacere sentirti. Se per un po' capita di non vederci "attivi" speriamo comunque di rivederci presto nel pieno vigore wikiquotiano, con la spada eroicamente sguainata con barbari e vandali... Un caro saluto {{ok}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:23, 14 feb 2020 (CET)
== Re: Radio Radicale ==
Ho provveduto a creare la Wikiquote di Massimo Bordin e l'ho linkata alla Wikipedia tramite Wikidata. Non esiti a segnalarmi altre mancanze. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 20:13, 20 feb 2020 (CET)
== Re: Andrew Wiles ==
Buondì, su Wiles c'era un refuso (corretto). Su Nepero la prima citazione ha la fonte, mentre la seconda è la stessa citazione, tratta dai "senza fonte", che in pratica è una traduzione lievemente diversa; possiamo tenerla o toglierla, senza problemi. Sulle categorie non avevo mai considerato la necessità del loro ordine alfabetico, tant'è che in [[Aiuto:Categorie#Categorie a cui una pagina appartiene]], l'avverbio "preferibilmente" non sembra costituire una regola assoluta; anche qui, nessun problema, farò in modo di inserire le prossime categorie in ordine alfabetico. Come sempre, grazie per i suggerimenti, --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 11:23, 29 feb 2020 (CET)
== Ultime parole da Batman ==
Io ho rimosso le "citazioni" dalle voci e l'anonimo le ha rimosse da quella pagina. No, non è che sono poco significative, non lo sono nemmeno un po'. Anzi, non sono proprio citazioni. Saluti. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 16:28, 5 mar 2020 (CET)
== Re: Kim Jong-un ==
Buongiorno, scusami ma sono stato assente per un po' di giorni. Dovrei aver sistemato su Kim Jong-un, hai ancora perplessità. Tranquillo sull'utente, lo terrò sott'occhio e se sarà necessario avrà altri ammonimenti\blocchi. In ogni caso non sarai tu a dovertene occupare. Qual era il problema su [[ultime parole da Batman]]?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 14:44, 7 mar 2020 (CET)
:Grazie, buon fine settimana a te.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 16:20, 7 mar 2020 (CET)
== [[Moriz von Craûn]] ==
Buonasera Sun, non capisco con certezza la nota: alcune frasi erano in corsivo e tutto il resto no?
P.S.: Questa pagina comincia ad essere pesantina, potresti iniziare a pensare di fare uno scorporo e archiviare parte delle discussioni.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 23:29, 9 mar 2020 (CET)
:Buonasera Sun, ho archiviato le discussioni dal 2017 al 2019, spero per te vada bene così. Mi è bastato rendere non funzionante il link di Aforismario presente in una discussione.
:Quanto a ''Moriz von Craûn'' ho provato con le ancore a mettere in evidenza diversamente i versi espunti, dimmi se ho interpretato bene e se la soluzione può andare.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:11, 10 mar 2020 (CET)
::Buonasera Sun, sei fin troppo buono e troppo poco imparziale, ma ti ringrazio. Quando posso cerco sempre di aiutare. Tu fai già tantissimo e il tuo lavoro è encomiabile, non sminuirlo. Semplicemente nel corso del lavoro ad alcune voci e ad alcuni progetti ho dovuto familiarizzare con alcuni strumenti ed ho quindi imparato ad usarli.
::Perdonami ma non sono sicuro di aver capito bene la domanda, ti dispiacerebbe farmi un esempio? Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:29, 11 mar 2020 (CET)
:::Buongiorno, se ho ben capito la domanda una buona funzione può essere quella "trova" (Ctrl + F) che consente di trovare in breve tempo una o più parole nella pagina.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 16:21, 12 mar 2020 (CET)
== Moniti all'Europa di Thomas Mann ==
Ciao. Ho visto la richiesta ("Sono disponibili i numeri di pagina?") che hai fatto nel campo oggetto della pagina [[Thomas Mann]] relativamente alla voce bibliografica finale di "Moniti all'Europa". Io ho acquistato l'ebook in formato epub, e quindi non sono in grado di identificare i numeri di pagina della versione cartacea. Credo tuttavia che non ci sia bisogno di indicare i numeri di pagina: il testo di Giorgio Napolitano è intitolato proprio "Introduzione", con la "i" maiuscola, non si fa cioè riferimento a una generica introduzione. I campi del template "Cita libro" di wikipedia -- vedi ad esempio la sezione "Bibliografia" della voce "Della repubblica tedesca" ([https://it.wikipedia.org/wiki/Della_repubblica_tedesca#Bibliografia qui]) -- permettono forse di chiarire meglio situazioni del genere. Resta il fatto che gli ebook non permettono più riferimenti puntuali come quelli previsti dalla norma ISO 690 per i testi cartacei, e questo può costituire un serio problema allorché si debba controllare la giustezza delle fonti --[[Utente:SolePensoso|SolePensoso]] ([[Discussioni utente:SolePensoso|scrivimi]]) 09:25, 12 mar 2020 (CET)
== Info su gestione botta-risposta ==
Buongiorno, volevo chiederle se poteva aiutarmi a capire se c'è uno standard per gestire i botta e risposta tra due personaggi. Per esempio vorrei inserire la [https://twitter.com/RobertoBurioni/status/1238510586503274502 risposta] di [[Roberto Burioni]] alla seguente dichiarazione di [[Boris Johnson]] già inserita nella voce:''"Voglio essere onesto con voi, onesto col popolo britannico: molte famiglie, molte altre famiglie perderanno prematuramente dei loro cari"''.
Grazie per l'eventuale risposta. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 11:42, 14 mar 2020 (CET)
: Grazie mille {{ping|AssassinsCreed}}, intanto ho eseguito il punto 1. Se potessi darmi una mano a comprendere il [[template:Ancora]], magari mostrandomi un esempio, te ne sarei grato. PS. Ti chiedo scusa per la voce [[Wolfenstein II: The New Colossus]], stavo per occuparmene. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 10:51, 15 mar 2020 (CET)
== [[Template:SelezioneNuove]] ==
Buonasera, vedo con piacere che stai aggiornando con solerzia questo template. Ti segnalo [[Speciale:PaginePiùRecenti|questo strumento]] in maniera tale da avere sott'occhio tutte le voci create ultimamente così da non dimenticarne nessuna (ad esempio [[Amazzonia]] e ''[[Il metodo Kominsky]]'') e averle tutte nell'ordine giusto. Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 23:53, 22 mar 2020 (CET)
== Re: Foucalt ==
Ciao dovrei aver sistemato tutto, ora rispondo solo sulla discussione LSD... Ti chiederei solo la cortesia, se possibile, di sistemare la traduzione in Foucault che non mi sembra fedele all'originale o almeno non in tutti i punti. Grazie, spero non sia nulla di troppo grave... Io sto vivendo davvero brutte situazioni in ospedale e domani devo anche alzarmi presto per andarci... ma Wikiquote è una buona valvola di sfogo in tal senso. Buona notte, mi auguro che tu ti rimetta al più presto.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:19, 31 mar 2020 (CEST)
:Ciao grazie delle belle parole, anche io ringrazio tutto il personale sanitario, specie chi sta affrontando l'emergenza in prima linea e non è certo il mio caso... Speriamo davvero di uscirne quanto prima! Non devi vergognarti di nulla perché sono certo che non sei obiettivo nella tua autovalutazione e che la stima sia al ribasso come spesso purtroppo accade. Grazie mille per l'ottimo lavoro su Foucault. Buona giornata, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:11, 31 mar 2020 (CEST)
== Re: citazioni: non è una citazione di Rosati... ==
Buongiorno San Crox. Le rispondo: la citazione sembra NON essere di Rosati ma lo è. In questo punto lui sta raccontano una sua IMMAGINAZIONE ATTIVA dove fa parlare il fantasma della Von Franz che era morta e le attribuisce l'invito a fare il film sul sarto Roberto Capucci. Tutto l'ipertesto "Quattro Decenni" è un racconto di Rosati. A me sembrava importante. Ma, se le sembra opportuno, la posso cancellare ed inserirne una citazione meno "equivoca". Cordialmente, Varu--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 14:31, 13 apr 2020 (CEST)
== Re: Luis Sepúlveda ==
Buonasera Sun-crops! Stavo tentando l'uso dei template a seguito di questa [https://it.wikiquote.org/wiki/Wikiquote:Bar#Perch%C3%A9_non_usiamo_i_template_per_le_fonti? discussione]. Dal parere di altri wikicolleghi pensavo non fossero vietati. Potresti intervenire nel dibattito? Magari capiamo meglio il punto della situazione. Grazie. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 15:57, 16 apr 2020 (CEST)
== Marzo proverbi napoletani ==
Ciao, come va? Avrei un dubbio. Nella voce [[proverbi napoletani]] viene indicato:
:''Marzo nu poco chiove | e n'atu poco stracqua | torna a chiòvere, schiòve | ride 'o sole cu ll'acqua''
Ma non si tratta di una poesia di [[Salvatore Di Giacomo]]? Non andrebbe rimosso?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:56, 18 apr 2020 (CEST)
:Buongiorno, ma non dovevi rimuoverlo era solo un mio dubbio: puoi anche lasciarlo ed eventualmente controllarlo quando potrai in futuro. Grazie a te per il supporto che mi dai, da quando sono tornato mi sento sicuramente meno solo nel patrolling. Grazie, buon fine settimana.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:31, 18 apr 2020 (CEST)
::Sì, reinserisci pure il proverbio e controlla quando potrai. Rimuovi pure la voce dal template, gli stub e le voci non wikificate non le inseriamo mai.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:49, 18 apr 2020 (CEST)
:::Buongiorno e buona domenica! {{smile}} Le pagine nuove sarebbero ''[[Crozza Italia]]'' e ''[[Italialand]]'', ma non è fondamentale inserirle nel template anche perché se no diventa una dittatura "crozziana" {{smile}}. Le voci da cui vengono scorporate nuove voci ovviamente non possono essere considerate nuove. Quelle che vengono scorporate invece sì: l'unica differenza tra ''[[Crozza nel Paese delle Meraviglie]]'' e le altre due è che la prima non esisteva proprio, mentre le altre due erano semplici redirect. Ora siccome i redirect non sono voci, quelle due voci sono di fatto nuove. Spero di essere stato chiaro.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:27, 19 apr 2020 (CEST)
== Re: Romanzo poliziesco e Sistema eliocentrico ==
Buonasera Sun, direi che la prima possa stare tranquillamente in poliziesco e la seconda in sistema eliocentrico. Buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:57, 26 apr 2020 (CEST)
== Viktor Andrijovyč Kravčenko ==
Ciao Sun-crops,
le ultime modifiche alla voce in oggetto, che mi hai segnalato, riguardano citazioni di Nello Ajello (da "la Repubblica"), e Sergio Romano (da "La Stampa"). Per Ajello non ho problemi. Ho trovato e riletto l'articolo disponibile su Web e ho trovato due piccole differenze (una virgola e un "apparsa" divenuto "appara"), rispetto alla trascrizione nella voce [[Nello Ajello]]. Provvedo alle correzioni e poi sposto la citazione corretta (integrata da una nota che avevo inserito) in Kravčenko.<br>Per la citazione di Romano, purtroppo, non riesco a visualizzare il testo dell'articolo (La Stampa, 1º luglio 1991) per controllarlo; ricevo il messaggio: "supporto Flash non rilevato". Saluti, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 14:26, 2 mag 2020 (CEST)
::I refusi nella citazione tratta da Ajello erano in realtà quattro. Li ho tutti corretti. Riguardando le correzioni fatte dall'utente anonimo nell'altra citazione, quella tratta da Romano, si tratta di un "venisse attraversato" modificato in "fosse attraversato" e un "micidiale saette" trasformato in "micidiali saette". La seconda è ovviamente un refuso, giustamente corretto. Il "venisse" trasformato in "fosse" credo proprio sia una scelta "stilistica" dell'anonimo. Penso questo perché anche su Ajello aveva modificato "venne pubblicata" in "fu pubblicata". In italiano la modifica è assolutamente corretta e preferibile, ma Ajello aveva scritto "venne"... Il testo di Romano non lo abbiamo, decidi tu se mantenere quel "fosse" che ha sostituito il "venisse". --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:21, 2 mag 2020 (CEST)
:::Mi sembra la scelta corretta! Grazie per le gentili parole e buon fine settimana anche a te (in questo periodo è proprio auspicabile). --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:58, 2 mag 2020 (CEST)
== Citazioni su [[Henry David Thoreau]] ==
Rispondo all'iter da citato in fase di annullamento dei miei ultimi due interventi (con IP 151.42.255.225) sulla voce in oggetto: ho capito, chiedo venia. Ho però re-inserito la citazione estrapolata da ''Disobbedienza civile'' in quanto a norma di Wiki. --[[Speciale:Contributi/151.42.255.225|151.42.255.225]] 21:46, 3 mag 2020 (CEST)
== Anna Maria Mozzoni: schema ==
Grazie mille: stavo solo organizzando lo schema dove, da domani in poi io e altre due nuove utenti inseriremo le citazioni. Seguiremo tutte le regole, stiamo seguendo i videotutorial e leggendo i manuali. Grazie per la collaborazione--[[Utente:Alessandra Boccone|Alessandra Boccone]] ([[Discussioni utente:Alessandra Boccone|scrivimi]]) 16:01, 5 mag 2020 (CEST)
== re: Annie Wilkes ==
Ciao :-) nel caso specifico, la voce è stata importata da Wikipedia, quindi è stato un procedimento errato (pingo {{ping|Mannivu}} per avvisarlo), perché le citazioni non sono presenti nella voce sul libro e non è presente la voce sul film. Non sappiamo neanche se siano effettivamente presenti nelle opere. Pertanto sarebbero da cercare nel libro o da cancellare la voce. In generale, voci di personaggi immaginari esistono (v. [[:Categoria:Personaggi immaginari]]) e contengono sia citazioni dei personaggi, dalle diverse opere in cui sono presenti, sia citazioni sui personaggi, pronunciate da altri personaggi o da persone "reali" in loro dichiarazioni (v. ad es. [[Pippo]]). Il modello si trova in [[Wikiquote:Modello di voce/Personaggi]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:47, 15 mag 2020 (CEST)
== richiesta url per accedere a fonte su Cacciari ==
"«C'è l'acqua alta? E voi mettetevi gli stivaloni». (Panorama, Edizioni 1861-1864. Ant. Google)"
Buongiorno,
purtroppo non capisco bene a cosa si riferisca "Ant. Google", e non riesco quindi a reperire in internet riscontro a quanto da lei citato in recente edit su [[Massimo Cacciari]]; potrebbe gentilmente indicare qui url al riguardo?
--[[Speciale:Contributi/5.170.46.20|5.170.46.20]] 18:04, 19 mag 2020 (CEST)
: Non avevo visto quanto già riportato in [[Discussione:Massimo Cacciari]]; grazie, ora approfondisco. --[[Speciale:Contributi/5.170.46.20|5.170.46.20]] 18:12, 19 mag 2020 (CEST)
== re: Lettera c + vocale e o i. ==
Bizzarro :-\ tienimi aggiornato ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:08, 24 mag 2020 (CEST)
== Re: Selezione nuove ==
Buongiorno e bentrovato, Sun-crops! Innanzitutto, grazie per il suo prezioso apporto alla supervisione delle voci. Nel merito dell'oggetto, confesso che ignoravo questa sezione accolta nella Pagina Principale. Vi inserirò certamente le nuove voci di mia creazione. Mi dispiace solo che, per un po', potrò contribuire molto saltuariamente al progetto. All'augurio di buon lavoro, aggiungo un sentito, cordiale saluto. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:56, 25 mag 2020 (CEST)
:{{ping|Ibisco}} Come ho detto è davvero una gioia grandissima rivederla. Non le nascondo che sono stato un po' in pensiero, sapendo con quanta passione collabora a questo progetto. Comprendo che in questo momento non le sia possibile collaborare con continuità, ma va bene anche così, ciascuno – è chiaro – contribuisce nella misura del possibile. Ogni suo contributo, qualunque sia la frequenza, è sempre atteso, importantissimo e gradito. La saluto cordialmente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:35, 25 mag 2020 (CEST) P. S. Dimenticavo di dirle grazie per avere aderito alla mia proposta, un cordiale saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:42, 25 mag 2020 (CEST)
::Buongiorno! Grazie della comunicazione, come sempre, e come piace a me per la forma mentis che mi ritrovo, puntuale e innappuntabile. Chiarisco: ho inserito "Bogomilismo" nell'elenco delle Voci Nuove per due ragioni. La prima, certamente discutibile: il desiderio di misurarmi con questa novità procedurale, al fine di memorizzarne, oltre che la teoria, anche la sintassi applicata ad un caso concreto. La seconda: nel leggere la discussione proseguita al bar per approndire i dubbi sollevati da Nemo, mi era sembrato di capire che fosse preferibile inserire nell'elenco le voci già al loro primo apparire, anziché in seguito, dacché il contributore del "destub" avrebbe poi potuto non farlo. Sicuramente, ho interpretato male. In futuro, integrerò l'elenco solo con voci complete o con voci che mi capiterà di "destubizzare". Quanto al completamento della voce in oggetto, il "Bogomilismo", ho già dato una scorsa al passaggio che mi segnala, trovandolo, oltre che molto interessante per me, pure pertinente ai fini del progetto. C'è però il solito problema: dovrei prima inserirlo tra le citazioni di Fritz Mauthner, ma tale studioso, purtroppo, non mi pare sia presente in Wikiquote. Non solo: la sua stessa opera, vedo, è consultabile online solo parzialmente. Mi sbaglio? Se c'è un modo per uscire dall'impasse, sarei felice di farlo. Un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 10:13, 1 giu 2020 (CEST)
:::Buongiorno! Bisogna inserire nell'elenco solo voci "non stub": chiarissimo. Sarà questo il mio unico criterio. Spero solo di non fare pasticci con l'ordine cronologico. Ho dato uno sguardo a Nuove pagine, mi sembra di facile consultazione, nonostante, lo confesso, non sono riuscito ad afferrare la funzione del modulo che si trova nella parte alta della schermata. Francamente, non saprei nemmeno compilarlo. Ad esempio, il "namespace" cos'è esattamente? Non credo di averlo mai compreso, a parte l'utilizzo che se ne può fare per raggruppare in una sola nota le citazioni tratte da una stessa opera. Detto questo, non si prenda la briga di darmi spiegazioni, nella circostsnza le mie sono domande e considerazioni retoriche. Passo a Fritz Mauthner: la sua opera rientra nel perimetro dei miei interessi. Appena avrò un po' di tempo, spulcerò l'anteprima e valuterò il da farsi. Grazie e un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:14, 1 giu 2020 (CEST)
== [[Salute]] ==
Buongiorno, ho visto che mi hai annullato la modifica alla pagina Salute doveva avevo inserito la citazione dell'articolo della Costituzione. Visto che in altre pagine spesso vengono inserite citazioni derivanti dalla Costituzione non credevo di sbagliare, oppure mi sono perso qualcosa? Grazie mille [[Utente:Raiko|Raiko]] ([[Discussioni utente:Raiko|scrivimi]]) 19:07, 11 giu 2020 (CEST)
:Grazie mille! Capito l'errore! Buonaserata [[Utente:Raiko|Raiko]] ([[Discussioni utente:Raiko|scrivimi]]) 19:31, 11 giu 2020 (CEST)
== Re: Vincenzo P. ==
Ciao! Su Wikipedia la pagina è stata [https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Pignetti protetta] dalla creazione, è evidentemente non enciclopedico quindi non è sbagliato proteggerla anche qua vista l'insistenza nel crearla, anche la sandbox in questo caso può essere cancellata perché a evidente scopo promozionale. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:07, 12 giu 2020 (CEST)
== Alfredo Maiolese ==
Ciao, ho visto che hai proposto la pagina su Alfredo Maiolese per la cancellazione; volevo esprimere un parere sulla relativa discussione... ma sulle "Pagine da cancellare" non c'è nessuna discussione. Personalmente non vedo rilevanza enciclopedica, per cui considera la mia opinione a favore della cancellazione. --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 16:19, 13 giu 2020 (CEST)
== Verifica ==
Carissimo, buonasera. Vorrei suggerirti che puoi segnare come "verificate" alcune modifiche sulle quali intervieni (per esempio ho appena guardato Manganelli). Dalle linee guida:"''La funzione di verifica delle modifiche consente agli utenti abilitati di indicare che una certa modifica è stata già rivista da qualcuno per accertarsi che (1) non si tratti di un vandalismo e che (2) rispetti le basilari regole di wikificazione.''". Questo nell'ottica di lasciare il minor numero possibile di modifiche "non verificate". Ciao.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 19:59, 13 giu 2020 (CEST)
:Grazie. Non è necessario che sua proprio tutto, tutto a posto {{smile}}. Per Maiolese: volentieri, ma manca il paragrafo nelle voci proposte per la cancellazione. Provvedo io. Ciao.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:41, 14 giu 2020 (CEST)
::1) Non ho la televisione e non ho capito cosa ha a che fare Facebook (che non uso quasi più) con il programma che citi. Penso che se si tratta di "programma televisivo", si possa creare la voce, altrimenti la cosa mi sembra nuova e forse andrebbe discussa al bar. 2) Vedi "Miguel de Cervantes". 3) Avvisa l'utente innanzitutto e chiedi spiegazioni a lui. Poi proponi per la cancellazione.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 18:18, 14 giu 2020 (CEST)
== Voci tematiche ==
Perfetto, grazie, non sapevo di questo passaggio. --[[Utente:Luigi Albert Maria|Luigi Albert Maria]] ([[Discussioni utente:Luigi Albert Maria|scrivimi]]) 01:05, 20 giu 2020 (CEST)
Inserisco allora la citazione da un articolo in italiano, pur non trovando il contesto in cui è stata pronunciata. --[[Utente:Luigi Albert Maria|Luigi Albert Maria]] ([[Discussioni utente:Luigi Albert Maria|scrivimi]]) 10:57, 20 giu 2020 (CEST)
== Una barnstar per te! ==
{| style="background-color: #fdffe7; border: 1px solid #fceb92;"
|rowspan="2" style="vertical-align: middle; padding: 5px;" | [[File:Original Barnstar Hires.png|100px]]
|style="font-size: x-large; padding: 3px 3px 0 3px; height: 1.5em;" | '''La barnstar originale'''
|-
|style="vertical-align: middle; padding: 3px;" | Grazie per i suggerimenti [[Utente:Tiananmen8964|Tiananmen8964]] ([[Discussioni utente:Tiananmen8964|scrivimi]]) 08:50, 20 giu 2020 (CEST)
|}
== Re: Giorgio Manganelli ==
{{ping|DonatoD}} Salve! Grazie del tempestivo intervento. Sottoscrivo subito la sua idea, che mi sembra ottima, di recuperare lo "strillo" della quarta di copertina nella sottosezione "Citazioni su «Centuria»". Provvede lei? Colgo l'occasione per informarvi che sto rileggendo un'altra opera del Manga, «La notte», nella prospettiva di fare alcuni inserimenti, che, tuttavia, considerando la saturazione della voce, ritengo debbano essere contenuti nel numero, diciamo non più tre o quattro citazioni. Un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:33, 29 giu 2020 (CEST)
:Buongiorno, e grazie! Finalmente il vulnus del falso incipit di «Centuria» è stato sanato. C'è però ancora da eliminare un'imprecisione che ho causato io stesso inavvertitamente con il precedente messaggio quando, avendo in mente un'altra opera, «Antologia privata», di cui dirò dopo, ho parlato di "Quarta di copertina". In realtà, il falso incipt era stato prelevato dal testo, a firma Giorgio Manganelli, pubblicato sui due risvolti di copertina, detti anche alette. A questo punto, la testatina "Quarta di copertina" andrebbe cambiata in "Dal risvolto di copertina" ("dal" giacché il prelievo è stato parziale). Come alternativa, la citazione potrebbe confluire nella sezione "Citazioni su «Centuria»" e figurare dopo quella di Italo Calvino. In tal caso, si potrebbe mettere tra parentesi sia il nome dell'autore che la fonte. Ossia: (Giorgio Manganelli, dal risvolto di copertina). Dicevo prima dell'altra "Quarta di copertina", quella che campeggia nella "quarta" di «Antologia privata» e che a suo tempo venne inserita da un contributore come citazione di Manganelli. Cosa che non è, avendo essa funzione di "strillo" redazional-promozionale, poco importa se suggerito proprio da Manganelli, per quanto, a giudicare dal contenuto, Manganelli risulta esserne più il soggetto che l'autore: "Egli era stato assai competente in fatto di cose che non esistono." Durante il lavoro di sistemazione della voce, dopo avere provato a salvare detta citazione con la formula "Quarta di copertina", ho ritenuto opportuno rimuoverla del tutto perché priva di paternità. Concludo chiedendo scusa per essermi dilungato obiettivamente oltremisura, trattandosi di una discussione operativa, ma mi diverte pensare che lo stesso Manganelli, valutando la materia che andiamo dibattendo non oziosa ma spassosa, avrebbe probalmente indugiato più di me. Basti pensare che, al pari di Alberto Savinio, egli era un patito degli errori di battitura (Nigro: "Aveva un debole per aplografie. Indulgeva al refuso. E saltava le virgole"). E non poteva essere che così, dacché per lui la macchima da scrivere andava vista come una creatura antropomorfa, al punto da averle persino dato un nome. Va da sé, femminile: Patrizia. Alle corte: era una macchina che non si poteva non amare, anche quando lo faceva sbagliare. Con l'augurio di una fruttuosa serata, la saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 19:18, 30 giu 2020 (CEST)
::Approfitto del paragrafo: ma le citazioni su Cristina Campo sono tratte da ''Il Messaggero'' o ''La Stampa''? Io leggo ''Il Messaggero''.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 12:27, 1 lug 2020 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Ciao Donato. Ho qui il testo e a pagina 169 in basso a destra effettivamente è scritto: («Il Messaggero», 1987); il riferimento («La Stampa», 1978) è relativo ad altro/altri saggi, ad esempio quello su Samonà e compare a p. 178. Non riesco proprio a capire come sia potuto capitare questo, ti ringrazio per avermelo fatto notare. Ho già corretto. Mi scuso per questo errore del tutto involontario. Forse dovrei staccare per qualche giorno e recuperare un po'... Grazie davvero. Ciao Donato {{smile}}. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:29, 1 lug 2020 (CEST)
== [[Joseph Nicolosi]] ==
Ciao! Il creatore della voce è [[Discussioni_utente:185.51.12.101|Micheledisaveriosp]], da sloggato. Ora, io non c'ero in quel periodo e non conosco per intero la questione. Ritieni che i contributi dell'ip debbano essere controllati attentamente? --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:47, 2 lug 2020 (CEST)
==B XVI_re==
Ciao. Quelli sono link che puntano a wikipedia, ti chiedo venia ma non avendo seguito tutta la faccenda mi sfugge il nesso. Tornando alla citazione in oggetto, se hai fatto delle ricerche e ti risulta che questo testo non esiste, provvedi pure alla cancellazione della stessa: la fonte non nè chiara e quindi è leggittimo dubitare della veridictà. D'altronde l'utente ha prima inserito la citazione, poi ha sollevato il dubbio aprendo la discussione: ''iter'' non corretto.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:06, 4 lug 2020 (CEST)
:Sugli utenti non puoi basarti con supposizioni. I blog non sono una fonte ammessa.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:55, 4 lug 2020 (CEST)
<s>::Ok grazie. Ho rimosso. Stavo per ricollocare da [https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/ratzinger-e-la-dittatura-ideologica Avvenire], ma la catena di trasmissione è sempre quella, quindi... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:02, 4 lug 2020 (CEST)</s>
== Paolo Bargiggia ==
Ciao, ho visto la tua modifica nella pagina di Paolo Bargiggia. Le parole "Croazia", "Francia" e "iostoconlacroazia" le ha ovviamente scritte lui, non io, all'interno dello stesso tweet. Lo puoi notare in [https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/dailybestpubblici/wp-content/uploads/2018/07/francia.jpg Numerosi screen]. Se lo ritieni opportuno - io sinceramente no, perchè rende più complessa la lettura e non toglie nessuna alterazione di senso - lo si può scrivere con il cancelletto, come ho appena fatto. --[[Utente:Simpa2000|Simpa2000]] ([[Discussioni utente:Simpa2000|scrivimi]]) 03:05, 5 lug 2020 (CEST)
Lei è una persona maleducata e inutilmente offensiva. Grazie. Saluti. --[[Utente:Simpa2000|Simpa2000]] ([[Discussioni utente:Simpa2000|scrivimi]]) 03:33, 5 lug 2020 (CEST)
== RE:Voci tematiche e Citazioni su / Voce Vira Boarman Whitehouse da creare ==
Ciao Sun-crops, grazie mille delle indicazioni che mi hanno inseganto due cose nuove di Wikiquote! Sono stato molto [[Wikiquote:Non aver paura di fare modifiche|bold]], ho comunque [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Cesare_Battisti&diff=prev&oldid=1083939 ripristinato] e salvato il lavoro in una [[Utente:Afnecors/Sandbox|sabbiera]]. Alla prossima, --[[Utente:Afnecors|Afnecors]] ([[Discussioni utente:Afnecors|scrivimi]]) 18:54, 13 lug 2020 (CEST)
== RE: Citazioni ==
Sun-crops, grazie mille delle indicazioni tuttavia le citazioni delle fonti ci sono sempre, manca forse il numero di pagina, che non ho qui, tuttavia sono frasi molto molto note di autori ben conosciuti.
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 14:09, 25 lug 2020 (CEST)
Sun-crops, no mi consenta, ma il testo era indicato anche con numero di pagina solo nella pagina dell'autore cosi come da regola. Nella Bigliografia che lei ha tolto.
Il libro tra le altre cose è nella esposizione riportato seguendo l'impianto e nel suo rispetto di ciò che è già presente.
https://it.wikiquote.org/wiki/Aleksej_Konstantinovi%C4%8D_Tolstoj
In via esemplificativa tra l'altro in qui per nessuna citazione è riportato il numero di pagina. Ovvero pagina 61 del seguente testo.
https://books.google.it/books?id=0SlG0A1oB9oC&printsec=frontcover&dq=A.K.+Tolstoj,+Il+vampiro+pagina+61&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiOpJ2y4ejqAhUE36QKHWhrBZEQ6AEwAnoECAIQAg#v=onepage&q&f=false
Luigi Volta è il traduttore.
Il lago identificato è il lago di Como.
Inoltre il testo è presente in questa edizione anche su Google Books al numero di pagina indicato da me. Non ho riportato il link nel rispetto delle altre voci che non lo riportavano.
Creare 3 voci è ben possibile per quel testo e tuttavia una prima mossa, a cui possono poi aggiungersene altre.
Ritengo siano citazioni di primario interesse che possano essere sempre completate. E in questo modo con le cancellazioni vengono perse per sempre.
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 17:54, 25 lug 2020 (CEST)
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 17:55, 25 lug 2020 (CEST)
<s>::{{ping|151.21.123.249}} I link che lei mi ha gentilmente proposto sono i link che le avevo dato io in precedenza e non costituiscono la fonte che lei indica in bibliografia che è da lei riferita a Edizioni Elliot, Roma 2018, mentre i "miei" link che ora così gentilmente mi ripropone come "suoi" fanno riferimento ad Edizione Studio Tesi che lei conosce perché la ricerca per il controllo l'ho fatta io e le ho inviato il link; controlli meglio per Elliot, Roma, 2008, gentile utente, scoprirà che traduttore non è solo Luigi Volta: [http://www.elliotedizioni.com/prodotto/a-k-tolstoj-il-vampiro/]. Gradirei inoltre sapere che cosa significa quest'ulteriore dato inserito in parentesi (1941, pag. 61) visto che in bibliografia lei indica Elliot, Roma 2018, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Aleksej_Konstantinovi%C4%8D_Tolstoj&type=revision&diff=1087072&oldid=1087047]. A quale edizione è riferita la citazione?, chi ne è il traduttore?, quale è il numero di pagina?, luogo ed anno di edizione?, l'ISBN? Lei di Luigi Volta parla solo ora dopo aver letto i link che le ho inviato, perché questo dato essenziale non l'ha inserito prima? Eppure i dati da inserire li ho dettagliati ben 4 volte, se non di più. La prego di non tirare troppo la corda. Non intendo proseguire a lungo su questa linea. Grazie. Buonasera. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:31, 25 lug 2020 (CEST) P. S Cortesemente firmi i suoi messaggi. Grazie, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:32, 25 lug 2020 (CEST</s>)
== [[Sonia Scotti]] ==
Secondo me, più che da wikificare, è da cancellare. Una sola citazione e pure banale. My 2 Cents --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:07, 26 lug 2020 (CEST)
==Fonti inadeguate==
Ciao! Fonti come in Victoria Justice sono deprecabili, in quanto raccolte sul web senza alcun affidamento. In quanto tali, voci del genere sono da cancellare in immediata. Poi mi sembra che da qualche mese c'è come un assalto di contributori che operano nel campo dei media televisivi e cinematografici, probabilmente utenti di gruppi o chat che lavorano in questi settori, specie doppiatori. Si passano la voce e cercano direttamente o indirettamente di dare risalto a loro stessi, penso. Non avere dunque remore nel cancellare quando le norme lo consentono, questo il modesto parere.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:09, 1 ago 2020 (CEST)
== Selezione nuove: Don Rodrigo ==
Gentile Sun-crops, buongiorno. Se ho sbagliato, ho sbagliato in buona fede. Ci tenevo a farle sapere che se ho inserito oggi tra le "nuove" Don Rodrigo, sebbene la sua creazione risalga al 14 giugno scorso, come da lei opportunamente rilevato, è perché solo oggi, grazie all'inserimento della terza citazione, essa ha smesso di essere stub, diventando così a tutti gli effetti una "voce". A questo punto, temo di non aver ben compreso quando una voce sia da inserire nell'elenco delle nuove, se al momento della creazione, anche se è solo un abbozzo, oppure successivvamente quando acquisisce lo status di voce, come da standard. Può cortesemente chiarirmi questo punto? La ringrazio della sua cortese attenzione e le auguro di trascorrere una bella serata. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:33, 12 ago 2020 (CEST)
:Grazie della sua argomentata risposta. Rimangono, purtroppo, delle zone d'ombra che il solo buon senso non mi sembra possa bastare a rischiarare. Se ho capito bene, il criterio che sottende all'anagrafe delle "nuove" è quello della cronologia della loro creazione. Se è così, però, non mi è ancora del tutto chiaro che ne sarà degli stub (se penso ai "miei" abbozzi, che non sono pochi, mi sento già male) se entro un tempo ragionevole, mettiamo dieci giorni, non raggiungono lo stadio di completezza tale da venire promossi a voci. Mi chiedo: che ne sarà dopo i "dieci giorni" di essi, degli abbozzi intendo, allorquando, avendo finalmente incamerato i tre fatidici contributi, potranno dirsi voci a pieno titolo? Non potendo più finire nell'elenco ufficiale per tempo scaduto, restaranno a vagare nelle lande di Wikiquote come voci "clandestine"? Concludo con una domanda/proposta: secondo lei, è possibile rifondare la ragion d'essere del registro delle "nuove" e assumere quale elementare e unico criterio per la registrazione il primo vagito, ossia la creazione di una pagina, bozzolo o farfalla che sia? Grazie del suo impeccabile lavoro di supervisione e della disponibilità al confronto e all'ascolto. Le rinnovo il mio cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:56, 12 ago 2020 (CEST)
::{{ping|Filippo Marchiali|Spinoziano|DonatoD}} {{ping|Homer|AnjaQantina|Superchilum}} {{ping|GryffindorD|Gaux|Mariomassone}} Buonasera a tutti. Per la selezione nuove il collaboratore Ibisco pone una serie di questioni sensate e fondate e formula una proposta. Anche se una pagina ufficiale non è in alcun modo una dispersione in un terrain vague, ma un'acquisizione definitiva, mentre la selezione nuove dà sì una visibilità forse di maggiore impatto immediato ma molto temporaneo, la proposta di Ibisco va valutata. Un parere dei collaboratori sarebbe gradito. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:34, 12 ago 2020 (CEST)
:::Salve! ''Guaglù'', discussioni di questo tipo vanno fatte non nelle pagine utente, ma nelle apposite ''talk'' oppure al bar, fra un caffè e un altro {{smile}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:55, 12 ago 2020 (CEST)
::::{{ping|Ibisco|DonatoD}} e tutti gli altri, ho aperto la discussione -> '''[[Discussioni_template:SelezioneNuove#Quando_inserirle%3F|qui]]''' <- continuiamo in quella pagina. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:58, 12 ago 2020 (CEST)
:::::{{Ping|DonatoD}} Cumpa' me ll'ero fatto 'ncapa che s'aveva parlà o bbar 'e ste ccose cu na bella tazzulella 'e cafè. Ha miso a pposto tutte cose Superchilùm, ringrazzianno 'a Maronna. Ma 'o cafè, ll'offro io, nun pazziammo proprio. Amico mio l'avevo immaginato che di queste cose si doveva parlare al bar con una bella tazzina di caffè. Ma, ringraziando la Madonna, Superchilum ha messo a posto tutto. Il caffè però lo offro io, non scherziamo proprio. Ce sentimmo. Fa' 'na bona rummenica. Ciao, Buona domenica {{smile}} {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:17, 12 ago 2020 (CEST) {{ping|DonatoD}} P. S. Dona', foss' 'a Maronna ca i' fosse 'nu guaglione. Cca me chiammano tutte quante 'o zi'. Donato, magari magari fossi un guaglione, così volesse la Madonna. Qui (nella molto cd. vita reale) ormai mi chiamano tutti 'o zi'. E tu lo sai che quando ti chiamano 'o zi' (zio o, forse meglio, signore) vuol dire che il tempo è proprio passato... andato... Hélas! ¡Ay de mí! Ogne bella scarpa addeventa scarpone... Mannaggia a Bubbà, mannaggia. Ciao cumpa', {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:29, 12 ago 2020 (CEST)
:::::::Buongiorno! Ho notato che ieri lei ha provveduto a retrodatare al giorno della sua creazione, quando era ancora allo stadio di abbozzo, la registrazione della voce Griso nelle “nuove”. Poiché giusto oggi ho completate altre voci di personaggi manzoniani, anch'esse pubblicate tempo addietro come stub, ora non so come procedere. Cosa faccio? Inserisco le voci, ora tutte con tre o più citazioni, nell'elenco delle “nuove”, oppure le giro a lei, in modo da evitare un doppio passaggio, dacché io non sono abilitato a fare inserimenti retrodatati, operazione che, peraltro, non saprei nemmeno come cominciare. Nel caso dovesse, a suo giudizio, risultare più agevole la seconda opzione, mi porto avanti con il lavoro, fornendole già ora l'elenco delle voci in oggetto in ordine cronologico di creazione e indicando tra parentesi la data e, per le voci create lo stesso giorno, anche l'ora. Rimane poi un'altra questione procedurale da chiarire. Riguarda i vecchi stub in cui si andranno a inserire citazioni atte a farli assurgere a voci. Come ci si dovrà regolare con queste voci, diciamo "invernenghe"? rinunciare alla registrazione o cos'altro?
:::::::Ma ecco, intanto, il mio elenco.
:::::::1 Don Ferrante (personaggio) (14 giugno, ora 12.03)
:::::::2 Innominato (14 giugno, ora 11.24)
:::::::3 Donna Prassede (15 giugno)
::::::: Nibbio (personaggio) (12 agosto, ora 12.48)
:::::::5 Azzecca-garbugli (12 agosto, ora 13.20)
:::::::6 Perpetua (personaggio) (12 agosto, ora 15.02)
:::::::7 Conte Attilio (12 agosto, ora 15.20)
:::::::8 Fra Galdino (12 agosto, ora 18.31)
:::::::Colgo l'occasione per ringraziarla vivamente per aver sollecitato la comunità a trovare una soluzione condivisa per l'anagrafe delle "nuove". Riceva un cordiale saluto,--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:47, 14 ago 2020 (CEST)
::::::: P.S.: Buonasera. Ho provveduto, seguendo il suo consiglio, a registrare le voci nelle "nuove" con il criterio della successione cronologica del destub. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:42, 14 ago 2020 (CEST)
== Luigi Bruzza Wikiquote ==
Salve.
Citazioni poco significative? Prima di parlare, forse sarebbe meglio conoscere di chi si sta parlando per poter dare un giudizio del genere...
Certo che fate proprio passare la voglia di collaborare qui dentro.
Per me la pagina wikiquote va bene così. Se non vi sta bene, modificatela voi, tanto lo fate già ugualmente senza nemmeno capire il fine ultimo delle citazioni. Bah!
--[[Utente:La Luna91|La Luna91]] ([[Discussioni utente:La Luna91|scrivimi]]) 03:41, 13 ago 2020 (CEST)
== Affari tuoi ==
Salve
Si può inserire quella citazione di Insinna nella pagina di affari tuoi? [[Utente:Loreneo di Maria|Loreneo di Maria]] ([[Discussioni utente:Loreneo di Maria|scrivimi]]) 14:47, 18 ago 2020 (CEST)
Non importa, ora ho visto la modifica [[Utente:Loreneo di Maria|Loreneo di Maria]] ([[Discussioni utente:Loreneo di Maria|scrivimi]]) 14:48, 18 ago 2020 (CEST)
== Re Ma come parli? ==
Buonasera. Non capisco perché non dovevo rispondere ad un anonimo che mi ha attaccato per 4 volte e non capisco lei che mi riprende per due volte. Per me era finita lì la discussione, visto che il mio tono era scherzoso e collaborativo, ma va bene così. Grazie e buon lavoro.--[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 22:11, 19 ago 2020 (CEST)
== re: Claus Roxin ==
Ciao, io userei [http://www.dirittopenaleglobalizzazione.it/laggravante-mafiosa-nella-stagione-del-trionfo-della-prevenzione-generale-parte/ questa fonte] tra quelle indicate dall'utente in talk, mi sembra più autorevole e più precisa. A parte quello, il problema di medium qual era? Perché la necessità di cancellare la cronologia? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:21, 20 ago 2020 (CEST)
:Beh ma un'eventuale immagine forte in un altro link non è certo motivo di cancellazione selettiva della cronologia qui. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:02, 20 ago 2020 (CEST)
::Mah, potrebbe semplicemente voler dire che in medium la citazione era ben evidenziata in caratteri grandi e centrali, mentre nelle altre fonti era più "nascosta". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:43, 21 ago 2020 (CEST) p.s.: anche per i semplici turpiloqui "generici" non serve rimuovere dalla crono, v. i modi di dire siciliani
:::Ciao, attiva l'opzione di ricezione email così possiamo sentirci in quel modo ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:29, 22 ago 2020 (CEST)
== Re: Discussione con Laportoghese ==
Buongiorno. Lei ha perfettamente ragione. Mi spiace di aver usato un tono aggressivo nei confronti dell'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]]. Quel che mi urta particolarmente è che ho fatto notare a l'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]] questo errore più volte. Correggo gli errori e lui insiste con il rifarli. AugurandoLe una buona giornata, La ringrazio per avermi fatto notare lo sbaglio anche da parte mia. Buona giornata.--'''[[Utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|<span style="color:#209090;">2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|scrivimi]])</sup> 15:19, 20 ago 2020 (CEST)
== Maurzio Pagliassotti ==
Buongiorno Sun-crops e grazie per i commenti. Ho guardato le istruzioni, ma non avevo colto il punto che prima bisogna creare una voce biografica e POI una voce tematica. Adesso mi è tutto più chiaro.
Per quel che concerne il mio contributo tematico alla Valsusa... ho controllato, e Maurizio Pagliassotti ha una voce biografica: https://it.wikiquote.org/wiki/Maurizio_Pagliassotti
e ho visto che qualcuno ha aggiunto la citazione che io avevo messo SOLO nella voce tematica. Direi che quindi non bisogna cancellarla.
E' però ancora proposta a cancellazione la pagina "Val di Susa" (https://it.wikiquote.org/wiki/Val_di_Susa), e a questo punto non capisco perché.
E perché manca la rilevanza enciclopedica?
== Re: Giulio Berruti ==
Ciao Sun-crops, ''vanityfair.it'' va bene ma tu [[Speciale:Diff/1094809|qui]] avevi messo ''.it'' a ''Vanity Fair'' che non ha senso. Al momento non avevo capito che volevi mettere il dominio e perciò l'ho tolto, tutto qui :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 14:13, 29 ago 2020 (CEST)
:Ho inserito il dominio ''[[Speciale:Diff/1094911|vanityfair.it]]'' anche se penso andasse benissimo anche il nome dell'editore, ''Vanity Fair'', ma fa niente dai. Ciao e buon lavoro :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 15:06, 29 ago 2020 (CEST)
== Modifica annullata ==
Egregio,
la invito cortesemente a rispondere del suo operato in questa sede: https://it.wikiquote.org/wiki/Wikiquote:Bar#Annullamento_modifiche_ingiustificato
Cordialmente,
--[[Speciale:Contributi/151.64.15.178|151.64.15.178]] 17:17, 1 set 2020 (CEST)
== Re: Tony Shalhoub ==
Buon pomeriggio! Come mai non è ammessa? -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
:Ho messo un'altra citazione, vedi se va bene e fammi sapere :)
== Re: LillyOtta ==
Non lo so! Ho trovato la discussione dell'utente e le ho risposto.-- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
:No, non sono io. Ho aperto un unico account.
== Re: Impiego di fonti non ammesse. ==
Mi spiace di aver commeso degli errori. Le posso assicurare che il mio intento non era vandalico. -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
== Re: Moana Pozzi ==
Gentile utente Sun-crops, Le vorrei rammentare che noi parliamo in italiano, pertanto Moana Pozzi si definisce "Attrice pornografica" e non "Pornostar", è come dire che Alida Valli è un'"actress". Inoltre, nella categoria c'è scritto "Attori pornografici italiani" e non "Pornostar". Buon proseguimento. -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
== Re: LillyOtta ==
Cosa intende? Sia un po' più comprensibile! --[[Utente:LillyOtta|LillyOtta]] ([[Discussioni utente:LillyOtta|rispondimi]]) ven 4 set 2020, 20:48 (CEST)
== Nazionalità Elvira Mujcic ==
Sembrerebbe che, in effetti, Elvira Mujcic abbia due nazionalità, come riposrtato qui: https://www.words4link.it/w4l-autore/elvira-mujcic/
Detto ciò, personalmente preferisco mettere i paesi in cui ha vissuto e ora vive piuttosto che la nazionalità. --[[Utente:Cris77|Cris77]]
:: prova firma :-) --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 19:35, 5 set 2020 (CEST)
::: sembra funzioni. Grazie --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 19:35, 5 set 2020 (CEST)
== Info cancellazione Koito ==
Perché hai cancellato la pagina dicendo che è a scopo promozionale? Rispettava le Linee guida erano citazioni di canzoni e non messaggi autopromozionali!!quindi vorrei una spiegazione Plausibile visto che non ce n’era motivo, invece di ricevere il tuo bellissimo messaggio che minaccia il blocco del mio account. Se Non sai chi è Koito cerca su internet e troverai diverse pagine, articoli e testi di sue canzoni.
Attendo una risposta e mi auguro che ripubblichi la pagina.
Grazie
SID.
== ordine delle citazioni, fa gli altri nella voce Ryszard Kapuściński ==
Cerco di essere attenta all'ordine. Mi scuso se mi sono sbagliata in alcune voci. Vedrò di rimediare per i prossimi post.--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:29, 9 set 2020 (CEST)
== Gianni Biondillo e Michele Monina, Tangenziali ==
Rispondo qui alla [[Discussioni_utente:Cris77|sua domanda]]: il libro è scritto a 4 mani, non è suddiviso in sezioni separate. Creo quindi una voce. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:43, 19 set 2020 (CEST)
: fatto, creato pagina del libro e tolto citazione dalle pagine degli autori. Grazie --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:56, 19 set 2020 (CEST)
:: il [[Discussioni_utente:Cris77#Ryszard_Kapu%C5%9Bci%C5%84ski|suo P.S.]] significa che non c'è un problema con la citazione? Ripeto, sono generalmente molto precisa nella trascrizione dei testi, mi sembra difficile che ci sia una "differneza marcata" con l'originale... {{nf|17:29, 20 set 2020 | Cris77}}
::: Purtroppo no, è uno di quei libri che non ho sotto mano... passato chissà dove fra i vari traslochi ;-) --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 20:34, 20 set 2020 (CEST)
:::: Riguardo alla differenza del testo che ho citato io e quello della sua fonte indiretta, ossia questa per la mia versione: "L'identità di un popolo, così come il paesaggio di una nazione, sono sempre in divenire, in movimento, si rimettono in gioco ogni giorno, ridefiniscono i confini – come topografi che misurano il displuvio delle catene alpine –, patteggiano ogni giorno il loro essere nel mondo.", non è possibile che io abbia modificato a tal punto la citazione. Ho potuto eventualmente dimenticare una virgola. E anche se, come dice lei, questo è certo un problema, non è davvero possibile che io mi sia "divertita" a modificare il testo a tal punto. So quanto sia importante citare correttamente, perché, come ha ben capito anche lei, sono una ricercatrice universitaria, e so benissimo il valore di una citazione, che deve restare fedele al testo originale. Vedete voi se volete cancellarla. Le posso assicurare che è impossibile che io abbia stravolto il testo a tal punto. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 18:33, 27 set 2020 (CEST)
== Ebano ==
Purtroppo non ho sotto mano il libro per poter verificare. E' un libro che ho letto molti anni fa, di cui ho le citazioni in un lunghissimo documento word. Di solito sono precisa, ma può darsi che abbia fatto dei piccoli errori (o che il testo sia leggermente modificato nell'edizione che ho letto). Non saprei dirle. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:56, 19 set 2020 (CEST)
== Re: ==
Se i difetti sono le maiuscole o le virgolette, allora i problemi risiedono principalmente nella mentalità "fondamentalista" di chi ha scritto le regolette di wikiquote e di chi le applica alla lettera. I problemi delle wiki italiane risiedono appunto nell'essere difatti delle proprietà private, altro che enciclopedie libere e collaborative. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 22:44, 3 ott 2020 (CEST)
:Trattasi solo della mia opinione critica sui problemi e la scarsità di voci (rispetto a en:wiki) espressa secondo la libertà di manifestazione del pensiero garantita dall'articolo 21. Può anche dire che io dico solo idiozie, e sinceramente la cosa non mi turba affatto. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 09:10, 4 ott 2020 (CEST)
::Semmai, dal suo punto di vista, "diffamando" non "calunniando" (differenza giuridica), poi non si può fare diffamazione contro wiki visto che non è una persona giuridica (infatti non ha rappresentanti legali) E ho detto wiki non il signor admin.
E non si preoccupi, la pagina me la copio sulla mia pagina prova almeno non mi vede più tra i piedi. Buon proseguimento. --[[Utente:Traiano91|Traiano il sofista]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 12:50, 4 ott 2020 (CEST)
: Ciao --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 12:58, 4 ott 2020 (CEST)
::P.S. Nessuna enormità: Wikipedia non è un soggetto giuridico, non può essere citato in giudizio né subire nulla, tra l'altro molti in Italia la pensano come me
Fonte su "Wiki non è un soggetto legale" https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Fare_causa_a_Wikipedia#A_chi_faccio_causa?
--[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:04, 4 ott 2020 (CEST)
:No, davvero. Ho problemi di comprensione in questo caso. Sul serio. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:14, 4 ott 2020 (CEST)
:Davvero non comprendo il motivo della sua arrabbiatura, ho difficoltà a capire certe emotività altrui, poi da dietro uno schermo, senza vedere i volti mi riesce ancora più difficile, ho un deficit di "empatia cognitiva" e cose che per me sono umoristiche o critiche legittime agli altri appaiono non tali..--[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:58, 4 ott 2020 (CEST)
== Re: Utente:GeorgianaKozak ==
Ciao Sun,
sì anche secondo me è spam. Grazie. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:13, 6 nov 2020 (CET)
== Re: Utente:44lewis44 ==
Ciao Sun,
secondo me sì, è ok. No problem ;-) Un saluto. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 10 nov 2020 (CET)
== Re: Discussioni utente:JodyPlayfair ==
Ciao Sun,
vai tranquillo non mi scocci mai :-) Magari non sono sempre sul pezzo per risponderti però ;-)
Tipo questa volta, mi cogli un po' impreparato... però ti direi che non ha molto senso.
Alla fine, anche se culturale, mi sembra che sia usare Wikiquote per far pubblicità, e che attinenza ha con il progetto?
Alla fine questo [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=JodyPlayfair utente] si è iscritto, non ha fatto nient'altro che scrivere due righe di pubblicità.
Raccoglierei qualche altro parere, ma direi che non va molto bene.
Un saluto. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 12 nov 2020 (CET)
== Re: Link spam ==
Ciao, sì, fa niente, l'ho tolto di là visto che dovevo aggiornare anche altro, non penso che un link rimasto in un'altra pagina di discussione cambi la vita a qualcuno, vedi tu come preferisci. Un caro saluto :-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:27, 17 nov 2020 (CET)
==Michael Schumacher==
Mi sembra che stai trascurando un significato sottostante rilevante che riguarda il pilota tedesco: nonostante Hamilton lo abbia battuto nei risultati, Schumacher è comunque imbattibile emotivamente. E comunque resta un paragone rilevante tra due piloti.----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 21:15, 17 nov 2020 (CET)
== Re: Saluti ==
Ciao Sun, mi lusinghi e non so quanto merito tutto questo... Mi fa piacere vederti ancora all'opera con costanza, entusiasmo ed una eccessiva umiltà. Attualmente sono in una quarantena forzata e stasera mi era presa una certa nostalgia di questo meraviglioso progetto. Non so quanto mi tratterrò ma mi piace tornare quando posso. Buon lavoro e grazie di tutto ciò che stai facendo.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 02:25, 18 nov 2020 (CET)
== Voce [[Chiara Amirante]] Wikiquote ==
Ciao, io ho verificato ogni citazione nei libri pagina per pagina e dove compaiono le pagine posso garantirti che sono corrette. Basta fare una verifica ed è così. Non ho capito perché hai aggiunto la domanda e l’avviso. Io sono andato sul sicuro a pubblicare perché ho fatto questo lavoro di verifica prima dedicandoci molto tempo. Cosa dovrei fare di più? Ho seguito il consiglio e le indicazioni che mi erano state date. [[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 09:27, 18 nov 2020 (CET)
:Ho modificato la parte relativa alle pagine. Le citazioni che ho trovato le ho cercate sui libri cartecei in mio possesso. Quelle in cui non ho indicato le pagine le cercherò più avanti e le aggiornerò. C'è qualcos'altro che debba fare prima di rimuovere l'avviso e che mi può essere sfuggito? Grazie.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 00:40, 20 nov 2020 (CET)
::Ho inserito nella bibliografia i codici corretti delle edizioni e ISBN. C'è altro che dovrei fare? Puoi rimuovere tu l'avviso? Grazie per l'aiuto.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 18:40, 1 dic 2020 (CET)
:::Scusami, ma quale sarebbe il senso di mentire? Ho con me entrambi i libri delle due edizioni. Ho preso i numeri di pagina dall'edizione "Orizzonti di Luce" (totale 119 pagine) e non dall'edizione di "Città Nuova" (totale pagine 95). Lo scarto di pagine non è dato dal contenuto perché gli indici sono identici, ma dal formato del libro e dell'impaginazione. Non so perché non dovresti crederci. Cosa posso fare per provarlo? Ho i libri qui davanti a me. Forse devo rifare tutto il lavoro di ritrovare tutte le citazioni di ''Alzati e rivestiti di luce'' dall'edizione di ''Città Nuova'' che tu puoi consultare? Se questa è la strada o un'altra da percorrere avvisami e mi metterò al lavoro. Le discordanze le hai trovate solo per questo testo o anche per gli altri? Credimi che le ho verificate una ad una con grande attenzione, dubito di aver fatto errori, anche se per stanchezza potrebbe essercene stato uno, ma sicuramente in buona fede. Come vedi per diverse citazioni che non sono riuscito a trovare non ho inserito le pagine. Quelle in cui le pagine compaiono sono state realmente individuate e verificate una ad una. Attendo indicazioni. Grazie.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 10:01, 2 dic 2020 (CET)
== re: Torino Football Club ==
Decisamente sì, ma su Wikiquote non diamo patenti di liceità in base alla positività o negatività di una citazione. Anche se si parla di male di quell'argomento, la citazione è pertinente. Altrimenti in [[Ebrei]] dovremmo cancellare le citazioni di [[Papa Pio V]] o di [[Adolf Hitler]], per dire. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:17, 18 nov 2020 (CET)
==Categorie in rosso==
Ciao Sun-crops :) scusa il disturbo, perché ''[[Speciale:Diff/1111306|Categorie in rosso da evitare]]''? --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:18, 19 nov 2020 (CET)
:Ecco, anche la mia domanda. Non sarebbe meglio crearle le categorie, lì dove mancano? --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 18:35, 19 nov 2020 (CET)
== Valerio Massimo Manfredi ==
Perdonami se te lo dico, ma non mi pare di averti insultato o comunque parlato in toni così accesi. Ti ho fatto una domanda e basta. Negli altri paragrafi nessuno ha contestato il fatto che dopo il <nowiki><br></nowiki> c'è stato il daccapo. Non capisco dunque il motivo di questa cosa del "tutto attaccato", per dire, per il paragrafo ''Quaranta Giorni''.--[[Utente:Smashfanful|Smashfanful]] ([[Discussioni utente:Smashfanful|scrivimi]]) 15:28, 19 nov 2020 (CET)
== Re:Cannes ==
Buongiorno, Sun-crops! È per me sempre un piacere sentirla. Le sue osservazioni sono ineccepibili. Pertanto non mi resta che provvedere subito a fare le opportune mende alla sottosezione della voce in oggetto. Le auguro di trascorrere una serena fine settimana, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 08:50, 20 nov 2020 (CET)
:Grazie della segnalazione. Trovo l'iniziativa SheSaid altamente lodevole. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:46, 20 nov 2020 (CET)
:: Buon pomeriggio. Busso ancora al suo account per un piccolo aiuto. Vorrei migliorare alcune voci di donne presenti su WQ e, in adesione al progetto di Wikimedia, mi piacerebbe apporre la notazione #SheSaid nella textbox dei commenti. Purtroppo non so dove si trovi codesta textbox. È forse la "finestra" della descrizione degli edit? Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:42, 20 nov 2020 (CET)
== Template Cita ==
Ok, grazie mille. Ho guardato il [[Template:Cita|template Cita]], pensavo funzionasse come in WP, insieme al template Bibliografia. Ma qui Bibliografia non c'è.
Va bene così, aggiungendo la sezione e la bibliografia estesa?
<code><nowiki>
== Bibliografia ==
* Citato in Julia Stewart, [https://books.google.cat/books?id=Q4FrJ8Sx3UAC&printsec=frontcover&hl=ca#v=onepage&q&f=false Stewart's quotable Africa], Penguin Books, 2004, ISBN 9780143024576
* Citato in Julia Stewart, [https://books.google.cat/books?id=4aQxwWDZxRoC&printsec=frontcover&hl=ca#v=onepage&q&f=false Stewart's quotable African women], Penguin Books, 2005, ISBN 9780143024866
</nowiki></code>.
Ma poi il collegamento preciso tra Cita|Steward|2005 e la bibliografia chi lo fa (click sulla op.cit e vado sul link al libro)? --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 12:18, 20 nov 2020 (CET)
<s>:Ciao, Camilia, ho data una prima sistemazione alle citazioni. Cerco di rispondere nel modo più semplice e chiaro possibile. Il cita web non è in uso in wikiquote, anzi, almeno finora è deprecato. Se dalla stessa opera sono tratte almeno 3 citazioni, creiamo una sezione con titolo dell'opera. Se l'opera è una fonte indiretta, e se le citazioni sono almeno 3, creiamo una sezione come vedi in [[Xavier Forneret]] (vedi anche wikitesto). Funziona così: ===Citato in Autore, ''Titolo''===. In bibliografia inseriremo i relativi riferimenti bibliografici con link Julia Stewart, [https://books.google.it/books?id=4aQxwWDZxRoC&lpg=PT237&dq=(Stewart%2C%20Julia.%20Stewart's%20quotable%20Africa%2C%20Johannesburg%3A%20Penguin%20Books%2C%202004&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=(Stewart,%20Julia.%20Stewart's%20quotable%20Africa,%20Johannesburg:%20Penguin%20Books,%202004&f=false Stewart's Quotable African Women] ecc. Se invece da un'opera sono tratte meno di 3 citazioni, restano in sezione generale, Citazioni di e le fonti andranno in nota <nowiki><ref></nowiki>Citato in + i riferimenti bibliografici completi, e il link alla pagina per la prima citazione.<nowiki></ref></nowiki>. Capisco che sembra un po' complicato, ma con la pratica diventa semplice. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:08, 20 nov 2020 (CET)</s>
::Grazie della modifica. No guarda, non è complicato, è solo leggermente diverso da WP. Poi quando uno viene da lì, magari non sa che certi template sono in disuso, e questo non mi è stato molto chiaro leggendo la pagina del [[Template:Cita|template Cita]] qui in WQ. In pratica non si dovrebbe usare, non ci sono alternative. Si potrebbe magari segnalare da qualche parte, sulla pagina del template stesso? In modo che chiunque faccia il mio percorso sappia precisamente cosa va fatto. Grazie di nuovo :-) --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 13:31, 20 nov 2020 (CET)
== Re: Template cita ==
Ciao Sun, il [[Template:Cita]] (diversamente dal [[Template:Cita web]], che può essere a tratti tollerato) non dovrebbe proprio esistere su Wikiquote, è stato creato senza consenso da un vecchio utente che a volte faceva un po' troppo di testa sua. Lo si potrebbe proporre per la cancellazione, e al limite, se in sede di cancellazione emergesse un consenso a mantenerlo, aggiornarlo in linea con Wikipedia. Per le categorie "in rosso", ti confermo che non dovrebbero esistere, in quel caso la categoria si crea subito o si rimuove. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:43, 20 nov 2020 (CET)
:Grazie. Se dovessimo discutere, io sarei pro utilizzo, ma se come in WP, dpvrebbe essere in concomitanza con il template Bibliografia. A quel punto si utilizza tutte le volte che da un libro si estraggono più di 3 citazioni (e io ho appena comprato i due libri di proverbi africani della Stewart, perciò ipoteticamente non è così raro che questo si potesse verificare). Si scrive una sola volta il libro in Bibliografia e si diferenzia il cita per pagina. --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 18:55, 20 nov 2020 (CET)
== Spambot ==
Le utenze del tipo "NomeCognomeXX" (dove gli X sono numeri), che modificano la loro pagina utente con informazioni in inglese di quel tipo (nome, origine, hobby) sono al 99,99% utenze automatiche create per spammare. Al loro primo edit in ns0 diventa evidente, perché è uno spam palese: a quel punto si possono bloccare infinito (nella tendina delle motivazioni c'è "spambot") e cancellare/proteggere le loro pagine utente e di discussione. Formalmente finché scrivono solo nella loro pagina utente "sono tizio, vengo da questo posto" non stanno violando nessuna policy, ma o rimangono fermi (e bon), o spammano (e allora si beccano facilmente e si bloccano). --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:56, 20 nov 2020 (CET) p.s.: ora anche solo "NomeCognome" senza numero, vedo, si stanno evolvendo :-D
== re: A parte l'uomo. ==
Ciao, in effetti anche su quello siamo lì lì. Io, dopo averlo reso un po' più neutro, lo leggevo come un "anche senza considerare il fatto che in home page ci sia un uomo, controlla quante donne sono elencate" (senza particolari considerazioni su chi sia quell'uomo); però concordo che sia indelicato scriverlo comunque così, e concordo con [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:SheSaid&curid=175728&diff=1112008&oldid=1112007&diffmode=source la modifica] effettuata da [[Utente:Spinoziano|Spino]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:29, 22 nov 2020 (CET)
<s>:{{ping|Spinoziano}} Ciao, Superchilum. Così va benissimo e ne guadagna – e di molto – anche l'iniziativa. Ringrazio tantissimo te e Spinoziano. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:34, 22 nov 2020 (CET)</s>
== George Gordon Byron e tematiche ==
Ciao, ho letto le varie dritte che hai lasciato sulla voce di Byron anche se non utilizzo un'utenza registrata; non sono state parole al vento! ;-) Sei stato talmente veloce nel modificarmi che mi sono accorto dei tuoi interventi, ahimé, solamente dopo avere finito tutto l'iter di inserimento nelle voci tematiche, purtroppo. Quanto alla scelta delle frasi da inserire nelle tematiche, benché abbia letto le regole su cosa inserire e cosa no, purtroppo rimane un concetto piuttosto soggettivo e, da utente inclusivo quale sono, in realtà mi sono costretto a rinunciare a più inserimenti nelle voci tematiche di quelli che poi ho infine inserito! :-D Ma sono conscio di questa mia "debolezza", perciò se vorrete considerare la nuova voce tematica ([[conquista]]) non idonea, lo comprendo. --[[Speciale:Contributi/87.14.186.219|87.14.186.219]] 00:51, 23 nov 2020 (CET)
:{{ping|87.14.186.219}} Ciao, mi fa molto piacere parlare con un utente collaborativo. Certo, se volessi registrarti sarebbe più facile. Per le tematiche il criterio è quello dettagliato in oggetto di modifica. La citazione deve "gravitare" sul termine e deve essere significativa, originale; non basta che il termine o il soggetto sia menzionato. Stesso criterio per le sezioni Citazioni su delle voci. Naturalmente un metro assoluto assolutissimo per questo è difficile da trovare, ma non è affatto difficile "farci l'orecchio" e capire se l'inserimento va bene. A volte è palesemente sbagliato, a volte al limite, altre volte se ne discute per vederci più chiaro. Per [[conquista]]: ho lasciato così in modo da farla vedere anche ad altri collaboratori. Gli inserimenti "doppi" hanno qualche probabilità in più di presentare un problema di pertinenza, almeno per uno degli inserimenti. Meglio guardarli, "ascoltarseli" con più attenzione. Se mi riesce di trovare una citazione centrata per conquista, "blindiamo" la voce. Ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:32, 23 nov 2020 (CET)
== Re: American Psycho ==
Grazie Sun. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:24, 27 nov 2020 (CET)
==Società Sportiva Lazio==
Ma che cavolo modifichi che avevo ragione io. E mette pure la pagina come protetta. Ridicolo {{nf|06:19, 3 dic 2020| 151.30.5.23}}
== re: Batman (film 1989) ==
Per quanto detto da me [[Wikiquote:Bar#Incipit_"farlocchi"_di_film|qui]], a me personalmente me gusta. Però magari se riusciamo a trovare una linea condivisa per tutto il progetto, direi che è meglio :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:47, 3 dic 2020 (CET)
:{{ping|Superchilum}} Sì, direi che nella discussione al bar per il momento il consenso è per essere di larga manica, ho annullato la rimozione dell'incipit segnalando all'autore della rimozione la discussione al bar.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:01, 3 dic 2020 (CET)
== Natura: citazione da Chicco Testa ==
La citazione nella [[Chicco Testa|voce dell'autore]] è stata inserita poco dopo.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 10:34, 4 dic 2020 (CET)
==Ferdinando Scala==
Ciao, sto revertendo la tua modifica perché ben due delle tre citazioni riportate sono estratte dall'opera che ho citato...--[[Speciale:Contributi/2.45.77.36|2.45.77.36]] 12:42, 4 dic 2020 (CET) {{nf|11:42, 4 dic 2020 | 2.45.77.36 }}
== Wikiquote:SheSaid ==
Grazie Sun-crops per l'info e le cortesi parole. Mi unisco volentieri a una ottima iniziativa. Lo sbilanciamento di genere c'è e deve essere corretto. Con l'impegno di tutti. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 06:40, 5 dic 2020 (CET)
== Mirabilis jalapa ==
Ciao! Di solito per piante e animali l'usanza qui è di mettere il nome comune, sposterei a [[bella di notte]].-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:25, 5 dic 2020 (CET)
== Re: Nadia Campana ==
Buongiorno Sun, grazie per il lavoro che stai facendo sulla voce della Dickinson e scusa se ti rispondo solo ora. Direi che la citazione vada benissimo e sebbene non sia menzionata la fonte primaria, possiamo accontentarci di quella fonte secondaria. Grazie ancora e buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:01, 15 dic 2020 (CET)
== Jago su Wikiquote ==
Ciao, ho provato a creare una pagina sullo scultore Jago [https://it.wikipedia.org/wiki/Jago_(scultore)] su Wikiquote. Avevo dimenticato di mettere la fonte e ho visto che l'hai cancellata. Vorrei ricrearla mettendo la fonte; sarebbe l'unica cosa che manca, o ci sarebbe anche altro? Grazie --[[Utente:Larry.europe|Larry.europe]] ([[Discussioni utente:Larry.europe|scrivimi]]) 20:38, 16 dic 2020 (CET)
:: Ciao, grazie, scusami se non t'ho piu' risposto ieri ma non ero online. Ora ho aggiunto la mia fonte. Grazie ciao --[[Utente:Larry.europe|Larry.europe]] ([[Discussioni utente:Larry.europe|scrivimi]]) 18:18, 17 dic 2020 (CET)
== Lisa Kudrow ==
Ciao, se hai tempo potresti cortesemente spostare questa pagina [[Wikiquote:Lisa Kudrow]] con il nome dell'attrice? Non so per quale motivo non mi spunta l'opzione sposta, credo di dover aspettare ancora qualche giorno per averla ma non vorrei sparare stupidaggini. Grazie mille!! [[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 13:13, 19 dic 2020 (CET)
::Ciao, scusa la confusione: intendevo rimuovere il “wikiquote:” dal titolo e lasciare solamente il nome dell’attrice “Lisa Kudrow”, l'errore non è nello spelling del nome. Grazie mille -[[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 13:24, 19 dic 2020 (CET)
== Re: [[Lisa Krudow]] ==
Ciao Sun,
ora è come volevi? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 13:59, 19 dic 2020 (CET)
: In realtà non ho fatto niente di che, ho solo notato che era nel namespace Wikiquote, e così dal menu a tendina ho selezionato il namespace princpiale. Tutto lì. Felice di esserti stato utile. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:06, 19 dic 2020 (CET)
== ORLAN_re ==
Ciao. ho modificato come potrai vedere, cioè togliendo il nome dell'autore della foto non essendo enciclopedico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:53, 19 dic 2020 (CET)
== Interprogetto ==
Ciao, ho riscontrato alcuni problemi con il template interprogetto. Mentre nelle pagine presenti anche in wikiquote di altre lingue collego semplicemente con le corrispondenti pagine in lingua straniera, nelle pagine presenti unicamente in quella italiana (es. [[Samantha de Grenet]], [[Stefania Orlando]]), seppur inserendo il collegamento in wikidata, nella sezione “Altri progetti” non risultano i collegamenti. Sapresti aiutarmi? Grazie mille [[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 18:34, 22 dic 2020 (CET)
:{{ping|Imheree}} Ciao a entrambi e scusate l'intromissione :D quando l'interprogetto appare vuoto è un problema di [[w:Cache|cache]]. Esiste un [https://it.wikiquote.org/wiki/Speciale:Preferenze#mw-prefsection-gadgets accessorio] per [[w:Aiuto:Purge|purgare]] oppure si fa un [[w:WP:NULLEDIT|nulledit]]. Ciao e buone feste! --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:15, 23 dic 2020 (CET)
::{{ping|GryffindorD}} Grazie GryffindorD, intervento utilissimo; ne approfitto senz'altro. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:10, 23 dic 2020 (CET)
== Re: Oliver Platt ==
Ciao, anch'io non riesco a consultare la fonte, dice che non è possibile accedere a quel sito dai paesi dell'UE. Il testo originale e la data li avevo presi su [[w:en:Oliver Platt|en.wiki]]. Comunque in seguito sono riuscito a consultare la fonte, è a posto :) Ciao. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 00:25, 28 dic 2020 (CET)
:PS: adesso la pagina puoi [[Speciale:Diff/1119168|vederla]] anche tu :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 00:36, 28 dic 2020 (CET)
== Template:SelezioneNuove ==
Mi scuso di aver scorrettamente inserito una voce nuova ancora stub, nel Template in oggetto. Per il futuro chiedo se l'eventuale integrazione di uno voce stub, consenta poi l'inserimento della stessa nel template citato.--[[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] ([[Discussioni utente:IppolitoN|scrivimi]]) 16:19, 31 dic 2020 (CET)
== Traduzioni dall'inglese ==
Ciao Sun-crops, se il tempo e la pazienza te lo permettono, potresti dare una controllata alle traduzioni che ho fatto per Asfa Wossen Asserate nella mia pagina profilo? Grazie. [[Utente:Mariomassone|Mariomassone]] ([[Discussioni utente:Mariomassone|scrivimi]]) 19:33, 9 gen 2021 (CET)
== avviso ricevuto ==
così non si capisce nulla, bisognerebbe fare un esempio di come si fa ;).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 19:01, 13 gen 2021 (CET)
:sarà perché sto facendo 100 cose contemporaneamente ma non sto capendo molto, io cmq la citazioni di Urgant l'avevo messa per prima cosa nella pagina di Urgant.. cmq, facciamo prima che ti passo la fonte dove ci sono delle citazioni, tu te la leggi e se trovi qualcosa di buono la inserisci :).. per esempio [https://it.wikipedia.org/wiki/Sonny_Liston#Alcune_sue_frasi_celebri qui] ci sono le frasi di Sonny Liston che andrebbero trasferite e [https://www.ilnapolista.it/2021/01/balestri-sono-diventato-pinocchio-perche-fui-lunico-ad-avere-il-coraggio-di-rompere-un-quadro-davanti-a-comencini/ qui] un articolo su Andrea Balestri.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 08:29, 17 gen 2021 (CET)
::vedi un po' se [https://serial.everyeye.it/notizie/sanpa-luca-bizzarri-red-ronnie-twitter-imbecille-non-sai-cosa-passato-493794.html questo] battibecco merita di essere riportato :).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 17:56, 20 gen 2021 (CET)
:::secondo te [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Pagina_delle_prove&oldid=1125535 queste] sono rilevanti? La "c*" sta per una parolaccia, quindi in materia non so regolarmi, imho la frase è emblematica della sua particolare sensibilità nel capire cosa non andava nella macchina, cosa che era una sua caratteristica famosa e non comune nell'ambiente.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 19:57, 28 gen 2021 (CET) {{nf|18:57, 28 gen 2021 |2.226.12.134 }}
::::io ho firmato.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 22:51, 28 gen 2021 (CET)
== Beatitudini ==
Ciao Sun, i tuoi contributi biblici sono molto apprezzabili; forse le ultime che hai inserito in [[Discorso della Montagna]] starebbero ancora meglio in [[Beatitudini]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:36, 20 gen 2021 (CET)
:Grazie a te, per quanto riguarda la citazione di Mutis qualche dubbio onestamente ce l'ho, perché il Discorso della Montagna è citato solo alla fine, mentre tutta la citazione parla dei furbi, argomento non trattato dal Discorso della Montagna. Credo comunque che "liniti" sia un refuso e che sarebbe il caso di creare una tematica [[Furbizia]] distinta da [[Astuzia]] perché sono due cose un po' diverse (in [[Astuzia]] guardacaso c'è un detto dal ''[[Vangelo di Tommaso]]'' che vede anche un aspetto positivo in quest'ultima). Per le pagine di disambiguazione, si possono mettere anche link rossi, magari non tutti quelli presenti su Wikipedia (come avevo scritto [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:GryffindorD#Pagine_di_disambiguazione qui]) ma Bianca Berlinguer sicuramente ci può stare :-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:11, 21 gen 2021 (CET)
==Emmanuel Macron==
Ciao Sun,
grazie per le correzioni. Il discorso di [[Emmanuel Macron]] all'università di [https://www.jeuneafrique.com/497596/politique/document-le-discours-demmanuel-macron-a-ougadougou/ Ougadougou] contiene altre citazioni importanti da estrarre. Se avessi volgia di farlo... :) ----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 19:17, 23 gen 2021 (CET)
== Re: Nome utente ==
Ciao Sun,
innanzitutto ringrazio e contraccabio gli auguri per una buona giornata. Dunque per il nome utente in questione non avevo indagato. Ti direi che una differenza netta avrebbe potuto farla se fosse stato morte ''agli'' USA. In ogni caso siamo al limite. Ho dato un'occhiata se [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=%D0%A1%D0%BC%D0%B5%D1%80%D1%82+%D0%A1%D0%A8%D0%90 globalmente] fosse stato bloccato e non lo è. Che dici se riguardiamo tra un po'? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 29 gen 2021 (CET)
==Totò==
Ciao Sun-crops. Volevo risponderti riguardo a [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Tot%C3%B2&type=revision&diff=1114575&oldid=1114564 questo tuo commento] (l'ho visto solo ora). La citazione è al minuto 4:42. Stando alla fonte, si tratta di una battuta detta da Totò a De Crescenzo. De Crescenzo, che per noi sarebbe il testimone diretto, ha poi raccontato la freddura di Totò a Odifreddi. Magari De Crescenzo aveva attribuito a Totò qualcosa di suo (o di altri), ma la nostre nostre fonti (De Crescenzo per mezzo di Odifreddi) questo riferiscono. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 02:49, 30 gen 2021 (CET)
:Tranqui, non c'è fretta, quando vuoi tu. Notte :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 03:12, 30 gen 2021 (CET)
==Citazioni Su==
Ciao, Secondo te una citazione come questa si potrebbe inserire in sezione Citazioni su ?
*Una personalità eclettica che........ha dato vita ad “Art Aia - Creatives /In/Residence” residenza artistica che promuove le arti, seguendo il filo rosso della sostenibilità ambientale.(Cristina Savi, giornalista). Dall'articolo "Viaggio virtuale tra i tesori del Fvg. Il progetto approda su Google Arts", Messagero Veneto,[https://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2021/01/08/news/viaggio-virtuale-tra-i-tesori-del-fvg-il-progetto-approda-su-google-arts-1.39750065] 8 gennaio 2021.--[[Utente:Albertulli|Albertulli]] ([[Discussioni utente:Albertulli|scrivimi]]) 11:51, 5 feb 2021 (CET)
Ho visto. Grazie--[[Utente:Albertulli|Albertulli]] ([[Discussioni utente:Albertulli|scrivimi]]) 12:27, 5 feb 2021 (CET)
==Voci tematiche: ordinamento cronologico_re==
Ciao. Che io sappia, nelle tematiche (voci o sezioni) l'ordine cronologico non è mai stato adoperato – ma tieni presente che la mia memoria non è affatto eccellente – se ricordo bene le mie pecche. In ogni caso, dando un'occhiata alla voce che mi indichi, a me pare che più che in "ordine cronologico", le citazioni siano state riportate "per ordine di pagina", cioè così come (correttamente) elencate nella voce citante, per cui "cronologico" sarebbe altresì fuorviante, inappropriato. Secondo me andrebbero comunque in ordine alfabetico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:11, 5 feb 2021 (CET)
== Luciano Canfora ==
Ciao, ho aggiunto nuove citazioni per la sezione ''La metamorfosi''. Spero adesso sia in linea con le convenzioni del progetto: non sono molto esperto a proposito, perciò ho preferito chiedere conferma a te. Grazie per le correzioni e per tutto il tempo e il lavoro che stai dedicando a Wikiquote.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 01:35, 19 feb 2021 (CET)
== Brundle/Ferrari ==
{{fatto}} il ndr, per la significatività, imho sì, poi vedete voi.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 22:16, 20 feb 2021 (CET)
:servirebbe un posto dove discutere di 'ste cose.. non è che c'è una lista degli stub di sportivi? In giro si trova sempre qualcosa, così alleggeriamo quella generale.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 00:35, 21 feb 2021 (CET)
::con 13mila stub da ampliare mi sa che la suddivisione è meglio prepararla, anche per dare una migliore visibilità a voci di maggior rilievo, nel senso che se ad uno interessa solo la letteratura evita di beccarsi le voci di sportivi ;) che magari gli stanno pure antipatici :)).. e cmq se ci fosse la possibilità di un lavoro di squadra si farebbe ancora prima, una cosa tipo progetto provvisorio, da soli 50 voci possono essere ampliate in uno o due mesi, in gruppo in una o due settimane ;).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 10:32, 21 feb 2021 (CET)
== Re: Maiuscole / minuscole ==
Ciao, sulla base di [[Wikiquote:Bar/Archivio 2017-06--12#Siti web e trascrizione fonte|questa discussione]] credo sia meglio l'iniziale minuscola. Buona settimana, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:23, 22 feb 2021 (CET)
== Re: Orient Express ==
Buongiorno, Sun-Crops! E' sempre un piacere sentirla. Purtroppo ''Assassinio sull'Orient Expres'' non è nelle mie disponibilità attuali. Potrei però procurarmelo più avanti. Ciò che posso fare adesso, in attesa di future "istruzioni", è annotare nel taccuino codesta occorrenza. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:11, 23 feb 2021 (CET)
:Buon pomeriggio, Sun-Crops! Con un colpo di fortuna, proprio oggi ero riuscito a procurarmi il libro di Agatha Christie (Oscar Gialli Mondadori, 2018), ma apprendo che nel frattempo lei ha già provveduto ad inserire la citazione. Non per questo, tuttavia, il volume è diventato wikiquotianamente inservibile, dacché contiene una superba prefazione di Oreste del Buono che mi consentirà di rimpolpare con inserimenti di qualità la pagina sull'Orient Express. Non è ancora tutto: prendendo per buona la sua osservazione sulla debolezza della seconda citazione di Morand, provvederò anche, per non vanificare il trittico, a sostituirla con un'altra citazione dello stesso autore. Nel ringraziarla della sua costante interlocuzione, sempre affabile e sempre di qualità, la saluto cordialmente e mi metto al "lavoro". Buona serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:47, 24 feb 2021 (CET)
::Non ho problemi a sostituire il brano in oggetto con il corrispondente tratto dal libro cartaceo. Naturalmente detta operazione è da fare prima sulla pagina di Agatha Christie. Faccio solo notare che dovrò mettere in nota anche la fonte, essendo cartacea e, dunque, diversa da quella da cui sono state estrapolate le altre citazioni. Mi faccia sapere e provvedo, magari dopo aver ultimato gli inserimenti di Oreste del Buono sull'Orient Express. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:06, 24 feb 2021 (CET)
== Lella Lombardi ==
La terza citazione proviene dai ricordi dei suoi amici dell'epoca, cedi tu se va bene.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 16:08, 24 feb 2021 (CET)
:Altra cosa, io ho anche delle autobiografie, quanto materiale si può trarre da un libro? Mi pare tre pagine ma in termini di internet a quanto equivale? Il fatto che una frase finisce in due voci implica qualcosa? --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 17:07, 24 feb 2021 (CET)
::su di lei ne ho messe altre due, se vuoi quella puoi anche toglierla.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 13:17, 25 feb 2021 (CET)
== Re: Cancellazione ==
Ciao Sun,
a me sa di Spam. Buona giornata anche a te :-) --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:20, 25 feb 2021 (CET)
== Re: ==
Perche' il sito ufficiale della Juventus non sarebbe affidabile?--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|msg]]) 20:56, 28 feb 2021 (CET)
Vediamo un po'. Qui nessuno da anni si e' infastito che questo sito abbia citazioni fondate da testate giornalistiche come [https://it.wikiquote.org/w/index.php?search=%22tuttonapoli%22&title=Special:Search&profile=advanced&fulltext=1&advancedSearch-current=%7B%7D&ns0=1 tuttonapoli] e altri del genere in quanto testate giornalistiche seppur marginali e si ritiene "non affidabile" il [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=500&offset=0&ns0=1&search=%22juventus.com%22&advancedSearch-current={} sito ufficiale della Juventus] (o di qualsiasi altra squadra)? Mi sembra il colmo. Per quanto riguarda la frase che aveva tolto e che hai reinserito, legge bene, l'autore disse solo "ho tifato...", "ho smesso di tifare", una frase ''ad personam'' come scritto in campo Oggetto ma che tu non hai letto, mentre il resto di frasi presenti in quella voce definiscono o vogliono farlo il soggetto a cui e' incentrata essa come da linee guida.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|msg]]) 21:34, 28 feb 2021 (CET)
== Inserimenti ==
Abbi pazienza, ma non mi è chiaro per niente, ho un inserimento fontato, capisco per Gareth Edwards, ma non ho capito il resto. -- [[Utente:Blackcat|Blackcat]] ([[Discussioni utente:Blackcat|scrivimi]]) 21:15, 28 feb 2021 (CET)
<s>:Ciao, sembra complicato, ma è semplicissimo: per le voci tematiche e le sezioni citazioni su la stessa citazione deve essere inserita due volte, in questa esatta successione: prima inseriamo la citazione, con la fonte, nella voce dell'autore della citazione, di chi l'ha scritta; fatto questo, e solo dopo aver fatto questo, possiamo inserire la stessa citazione, in ordine alfabetico, nella tematica o in citazioni su, senza la fonte stavolta, che il lettore troverà nella voce di provenienza, con il solo nome dell'autore ed il wikilink. Per citazioni non ufficiali, cioè tradotte dall'utente, è sempre necessario inserire il testo originale per la verifica della fedeltà della traduzione, per eventuali correzioni e miglioramenti. Ricapitolando: 2 inserimenti: 1 con fonte nella voce di provenienza (+ quando necessario il testo originale nella sola voce di provenienza) e poi il secondo, ripetuto, nelle tematiche o citazioni su senza fonte con il solo nome dell'autore. Diversamente è come non aver inserito niente. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:26, 28 feb 2021 (CET)
</s>
== Steiner ==
La accorcio. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 14:45, 1 mar 2021 (CET)
:Ho fatto anche quella. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 15:03, 1 mar 2021 (CET)
== Corsivo ==
Ciao, ti pongo un dubbio che non sono riuscito a sciogliere con il manuale di stile. Quando in un libro sono presenti delle parole in corsivo, è convenzione riportarle in corsivo anche qui? Non mi riferisco ovviamente al corsivo dei titoli, ma a quello generalmente usato per dare enfasi.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 10:31, 4 mar 2021 (CET)
:Chiarissimo. Grazie mille!--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:02, 4 mar 2021 (CET)
== Consiglio tematico ==
Ciao, scusa se ti rompo ancora, ma mi affido alla tua esperienza. La seguente citazione di [[David Lynch]]:
{{quote|Per un artista, intendersene di conflittualità e di tensione è una cosa positiva. Possono fornirti degli spunti. Ti garantisco, però, che troppa tensione impedisce di creare. [...] Per mostrare la sofferenza, però, il regista non deve per forza soffrire. Puoi mostrarla, rappresentare la condizione umana, i conflitti e i contrasti, ma non devi viverli sulla tua pelle. Ne sei il regista, ma non ci sei dentro. Lascia che a soffrire siano i tuoi personaggi.}}
secondo te in che voce tematica sarebbe più adeguato inserirla? In [[Artista]] o [[Regista]]? O in entrambe? Grazie.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:26, 6 mar 2021 (CET)
:Grazie, gentilissimo. Inserisco in Regista, allora.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 13:27, 6 mar 2021 (CET)
==Nunziatella==
Ciao Sun-crops, grazie per il messaggio. Sì, io sono uno storico militare, in particolare della Nunziatella, e so che certamente la frase si riferisce al noviziato ivi presente prima della cacciata della Compagnia di Gesù dal Regno di Napoli. In tutte le pubblicazioni inerenti la Nunziatella, comunque, ci si richiama sempre alle sue origini come seminario gesuita, per cui avevo pensato di includerla. In ogni caso, se pensi che sia fuori luogo, non ho problemi a toglierla. Saluti!--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 14:33, 6 mar 2021 (CET)
==Cinema (luogo)_re==
Ciao. Se la citazione è significativa e soprattutto se proviene da una fonte affidabile e notevole, la si può inserire anche senza creare una voce per il citante – che potrebbe non essere altrettanto enciclopedico come la fonte (esempio: giornalista e giornale). Direi però che Scaglione lo si possa ritenere enciclopedico. Giovanni Annunziata: non trovo altri testi se non quello che indichi, pertanto non lo riterrei enciclopedico. Idem per Pànteo. Tieni anche presente che spesso ci si regola anche con una certa tolleranza in base al tipo di voce: se questa è di modeste dimensioni si può essere più di manica larga, altrimenti non è il caso, per cui nel caso in questione ritengo si possano tenere quelle citazioni, e magari creare una voce per Scaglione anche in Pedia. Spero di aver compreso bene le tue questioni e di aver contribuito a chiarire i tuoi dubbi.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:52, 6 mar 2021 (CET)
== Re: [[Alberto Giannini]] ==
Ciao Sun-crops,
La citazione (controllata sul testo) è corretta. Il commento, così come modificato da Napy6565 è corretto anch'esso. La forma "adiacente al" è quella giusta. Era un mio errore. Grazie per la segnalazione, è sempre un piacere risentirti! Buon lavoro --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:04, 9 mar 2021 (CET)
== Cambio link Intervista Annullato. ==
Buona sera,
Le scrivo per la modifica che mi ha annullato nella pagina di Alessandro Rossi, riguardante l'intervista di ExtraTrek.com.
In primis non so chi abbia citato il sito del quale sono editore dal 2017 all'interno di WIkiquote, ovviamente la cosa mi fa solo che piacere.
Quel che ho fatto era solamente cercare di effettuare una correzione del link dell'intervista che purtroppo non è più raggiungibile sul .com perchè abbiamo fatto un cambio di Server in questi giorni, in più appena faremo il redirec del .com sul .it, l'articolo non sarà più visibile comunque con il vecchio link perchè praticamente diverso.
Per quanto riguardà il titolo è praticamente diverso perchè per un questione di SEO abbiamo preferico effetuare un cambio allo stesso, in più il citato Gianluigi Paccagnini è un nostro redattore che lavora solo per noi ed era stato erroneamente citato al posto di Tiziano Rea che a scritto l'articolo.
Ora se volete Ripristinare la correzione, sarebbe cosa buona. Alternativa resterà un link morto.
ringraziando per la lettura, porgo Gentili Saluti.
Cordialmente
Finazzi Claudio.
== ISBN ==
Ciao. Circa a [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Jovanotti&diff=1133935&oldid=1133851 questa modifica], se mi confermi che l'ISBN va sempre specificato non solo provvederò in futuro, ma anche correggerei un paio di pagine in cui non l'avevo inserito. Il mio criterio - evidentemente sbagliato - è che l'ISBN si inserisse o fosse necessario inserirlo solo in bibliografia, e non quando il libro è solo citato in nota.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 22:47, 10 mar 2021 (CET)<br/>P.S. Il numero di pagina mancante, invece, è solo una dimenticanza.
== re: Genova e voce di provenienza. ==
E' errata, la fonte usa "grige". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:21, 13 mar 2021 (CET)
== re: [[Joachim Fest]] ==
Ciao, Sun-crops,
ho annullato la modifica, il testo, consultato, riporta "sudice".
Aggiungo un sic.
Un saluto, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:47, 13 mar 2021 (CET)
== Re: Oscurare una versione ==
Ciao! È un po' al limite, si può oscurare oppure no, ma personalmente non mi pare necessario. Buona giornata, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:56, 17 mar 2021 (CET)
== Striscione su Fortunato ==
Ciao, quel che intendo dire è che la fonte in realtà riprende un articolo pubblicato sul quotidiano: si nota, per esempio, dai caratteri che compongono l'URL. Inoltre è sufficiente uno sguardo sommario per notare la differenza da un articolo on-line, il quale solitamente contiene foto e ha un'impaginazione diversa; a margine, il derby si disputò domenica 3 dicembre e non il 4 che era lunedì. Già che ci sono, correggo altri errori nelle date (mi pare di averne visti un paio) e provvedo ad un fix delle fonti. --[[Speciale:Contributi/87.6.67.50|87.6.67.50]] ([[User talk:87.6.67.50|msg]]) 11:55, 25 mar 2021 (CET)
Sì, non sto mettendo in dubbio la verificabilità: quel che intendo dire è che vi sono una serie di errori, alcuni dei quali sto correggendo, circa la citazione delle fonti. L'articolo è sì del 4 dicembre, ma pubblicato sul quotidiano (''la Repubblica'') e non on-line: la stracittadina andò in scena il giorno precedente. Il fatto è che, nella voce, alcuni articoli che in realtà sono cartacei qui vengono dati per digitali: per farti un esempio, su Wikipedia andrebbero formattati col Cita news/pubblicazione e non col Cita web (relativo a testate on-line). Va dunque operata una distinzione tra ''la Repubblica'' giornale e ''Repubblica.it'', che se non erro esiste dal 1997. Altri errori riguardano poi la provenienza, perché (ad esempio) la "guerra di sfottò" tra Juve e Inter del gennaio 2015 è scritto far parte di Repubblica.it mentre dall'URL si evince che è un articolo di Panorama; per ora mi limito a correggere quelli di Repubblica, quando ho più tempo rivedo il resto. A margine, il Corriere della Sera non è più liberamente consultabile ma si possono trovare altre fonti ugualmente valide. --[[Speciale:Contributi/87.6.67.50|87.6.67.50]] ([[User talk:87.6.67.50|msg]]) 12:15, 25 mar 2021 (CET)
Posto che su Wikiquote capito raramente, ho agito nell'interesse generale poiché le formattazioni precedenti erano errate; sentirò eventualmente con un admin. In ogni caso, l'errore sulla data del derby permane: si disputò il 3, che era domenica. Può essersi trattato di un refuso al momento di inserire la citazione: oltretutto non sto affermando che vi sia falsità nell'informazione, dico semplicemente che ho riscontrato un errore. Vedi [https://www.toronews.net/toro/juventus-torino-i-precedenti-lultima-vittoria-risale-al-1995-allallianz-neanche-un-successo/ qui] per la datazione giusta. --[[Speciale:Contributi/82.51.95.106|82.51.95.106]] ([[User talk:82.51.95.106|msg]]) 14:29, 25 mar 2021 (CET)
== Re:Striscioni e altre cose ==
Lasciando da parte i toni, e posto che l'obiettivo è il "bene" del progetto, cercherò di essere sintetico ma esauriente limitandomi a fatti oggettivi:
* [https://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_Calcio/Primo_Piano/2007/04_Aprile/06/socrates.shtml Primo esempio]: fonte on-line (visto che il termine "digitale", come abbiamo visto, può risultare ambiguo). È presente su Gazzetta.it, testata on-line e distinta pertanto dal quotidiano cartaceo "rosa".
* [http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/agosto/05/Dramma_Adriano_morto_padre_ga_10_040805458.shtml Secondo esempio]: fonte cartacea, pubblicata appunto in forma di articolo scritto sul quotidiano. Si può notare dal fatto che nell'URL compaiono parole come "archivio" nonché la resa grafica della pagina stessa.
Fin qui, nulla di anomalo. Nella voce in questione ho semplicemente notato alcuni errori, che ho ritenuto giusto far presente e correggere. In sostanza i punti cui l'edit mira sono la corretta formattazione delle fonti e l'aggiustamento (fix) di un possibile typo: cose di routine, insomma, per chi lavora (più o meno frequentemente) su questo sito. --[[Speciale:Contributi/87.5.119.252|87.5.119.252]] ([[User talk:87.5.119.252|msg]]) 19:08, 25 mar 2021 (CET)
== Wikipause ==
Ciao Sun,
solo per dirti che ti è rimasto un vecchio avviso '''2020''' di ''Wikipause'' nella tua pagina utente :-) --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 09:09, 26 mar 2021 (CET)
: Grazie a te e contraccambio. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 10:05, 26 mar 2021 (CET)
== [[Federico II di Svevia]] ==
Ho reputato fosse interessante il riscontro di un autore dell'epoca in merito a questo aspetto sull'imperatore. Però se reputi non sia utile puoi sempre eliminarlo, mi affido alla tua esperienza. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 07:59, 3 apr 2021 (CEST)
:Ciao, {{ping|DonatoD}}. Un parere, per cortesia: trovi pertinente questa citazione sullo Stupor mundi: "E scelse il momento della marcia per consiglio di Maestro Teodoro, suo astrologo, il quale stette con l'astrolabio in cima alla torre del comune aspettando, come si diceva che s'innalzasse la prima faccia ad oroscopo del Leone, dicendo che Giove era su di esso. Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio, essendo il cielo nascosto dalle nubi, se si può dirlo, egli fu ingannato allora nella sua scelta, poiché né Giove era nel Leone, né sorgeva il Leone, bensì la Vergine. E così, essendo lo Scorpione il padrone del viaggio, perché il terzo, accennava che l'esercito o l'imperatore, dietro cui richiesta era fatto, dovesse essere colpito alla fine; come se ciò venisse fatto dalla coda dello Scorpione, che è stimata infedele e velenosa. E ciò doveva essere prima che l'imperatore si allontanasse dalla Marca Trevigiana. ([[Rolandino da Padova]])" Sulla [[astrologia|materia]] non so molto, ma, a quanto pare, in epoche passate, consultare astrologi era prassi piuttosto comune presso i potenti, anche presso potenti insospettabili: [http://canino.info/index.php/canino-info/archivio-articoli/71-archivio-articoli/archivio-2004/262-paolo-iii-farnese-pillole-e-profezie], in [[Astrologia]] si legge che: "In ambito ecclesiastico, ad esempio, Giulio II si fece predire dagli astrologi il giorno più opportuno per la sua elezione al soglio pontificio, mentre papa Leone X fece istituire una cattedra di astrologia alla Sapienza di Roma. Anche i papi Adriano VI e Paolo III tennero in grande considerazione gli oroscopi." A me la citazione non sembra pertinente, sembrerebbe forse, forse, piuttosto pertinente a questa voce da creare: [[Scorpione (costellazione)]] [https://it.wikipedia.org/wiki/Scorpione_(costellazione)], <s>molto meno pertinente</s> oppure a questa: [[Scorpione (astrologia)]] [https://it.wikipedia.org/wiki/Scorpione_(astrologia)]. Che ne pensi? Ciao, Grazie. Buona Pasqua. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:44, 3 apr 2021 (CEST) P. S. Fra l'altro, Donato, c'è una sezione [https://it.wikiquote.org/wiki/Federico_II_di_Svevia#Citazioni_sull'operato_di_Federico_II] dal titolo quanto meno originalissimo. Magari qualcuno un bel dì creerà Citazioni sugli ozi di Federico II. Quel titolo non sarebbe da rimuovere ed incorporare tutto in Citazioni su? (sezione che resterebbe comunque da "pettinare"). Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:42, 3 apr 2021 (CEST)
::Ciao. Sono perplesso perché non è chiaro il soggetto del secondo periodo ("Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio, essendo il cielo nascosto dalle nubi, se si può dirlo, egli fu ingannato..."): egli chi, l'astrologo o l'imperatore? Per quanto riguarda la sezione: il titolo non è a norma per niente.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 16:12, 3 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Ciao, a maneggiare l'astrolabio dovrebbe essere stato l'astronomo: "Mastro Teodoro, suo astrologo, il quale stette con l'astrolabio in cima alla torre del comune aspettando, come si diceva che s'innalzasse la prima faccia ad oroscopo del Leone, dicendo che Giove era su di esso. Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio [...] egli fu ingannato allora nella sua scelta" A me sembra indubitabile. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:13, 3 apr 2021 (CEST)
::Beh, in tal caso è una citazione su Teodoro, non su Federico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 19:03, 3 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Sì Donato, grazie, è esattamente così. Di nuovo, una Felice Pasqua. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:57, 3 apr 2021 (CEST)
== Dorothea Lange ==
Per quanto riguarda [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Dorothea_Lange&oldid=prev&diff=1138541 questa modifica], l'articolo de il Post riporta la citazione, ma questo cita a sua volta lo stesso libro di Milton Meltzer già riportato nella nota. Non vedo perchè riportare un link ad un articolo così secondario. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:14, 3 apr 2021 (CEST)
:Ok, vedrò la tua modifica per imparare. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:23, 3 apr 2021 (CEST)
::Scusami, ma [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Dorothea_Lange&diff=1138550&oldid=1138546 non ho mica capito]. Perchè "Da citato"? Perchè abbiamo due fonti (il libro e l'articolo) che riportano la stessa cosa, anche se la seconda l'ha presa dalla prima? Hai semplicemente scritto il titolo della fonte primaria più piccolo, non mi pare abbia molto senso. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:30, 3 apr 2021 (CEST)
:::Inoltre, e non vorrei sembrare insistente, la citazione in lingua originale ce l'ha una fonte, ed è esattamente il libro che viene già citato. E ti dirò di più: il libro citato è proprio l'edizione originale, non una traduzione italiana (non esiste), quindi paradossalmente abbiamo una fonte per la citazione in inglese, ma non per quella tradotta. L'avevo presa da en.wikiquote se vuoi controllare, citano anche la pagina. Come ci si comporta in questi casi? --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 21:17, 3 apr 2021 (CEST)
== Re: Voce tematica Cloto ==
Anche a te buona Pasqua & Pasquetta! La "citazione su" sicuramente va bene per creare la voce, ma va in [[:Categoria:Divinità greche]] e quindi come voce di personaggio e non come tematica. Per la seconda domanda: io opterei per ''corriere.it'', in omaggio alla sintesi, ma anche indicarlo per intero non è sbagliato. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:11, 5 apr 2021 (CEST)
== Convenzioni siti ==
Ciao, grazie per le tue correzioni su [[Paolo Jannacci]]. Ammetto che ero indeciso su come riportare il sito del Corriere perché mi sa che è la prima volta che mi capita un'edizione locale; forse preferirei ''milano.corriere'' perché mi viene da pensare che è sì meno sintetico ma più preciso. Comunque sottigliezze. Ne approfitto a questo punto per chiederti anche se tutti i siti vadano riportati con semplicemente l'URL oppure con il nome: cioè il sito del Corriere è sempre ''corriere.it'' e mai ''Corriere della Sera''? Sempre ''repubblica.it'' e mai ''la Repubblica''? E casualmente poche ore fa il buon Danyele [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Charles_Leclerc&curid=161761&diff=1138717&oldid=1138618 ha corretto] ''formulapassion.it'' in ''Formulapassion.it'', ti chiedo anche: la maiuscola iniziale quando è da riportare? Scusa per le tante domande, ma in [[Aiuto:Fonti#Fonti giornalistiche e periodici]] non ho trovato risposta e francamente pure su Pedia non ricordo quali siano le convenzioni precise. Grazie e buon Natale.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:21, 5 apr 2021 (CEST)
:Grazie, gentilissimo. Ovviamente buona Pasqua anche a te. :D--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 12:10, 5 apr 2021 (CEST)
==Robespierre_re==
Credo possa andar bene anche così. Ho messo fra gli osservati speciali la voce in oggetto: al prossimo vandalismo il tipo va bloccato senza indugio. Quanto alle feste... ahah, ma quali feste? Comunque si tira, o si è tirati avanti, come se fosse festa ogni giorno. In fondo è così – come il caffè. Buone cose. {{smile}}<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:11, 6 apr 2021 (CEST)
== Insulto ==
Ciao. Secondo te la seguente citazione di [[Giulio Casale]] è, in tutto o in parte, adatta per essere inserita in [[Insulto]]?
{{quote|Le ovazioni davanti alle invettive, francamente, mi fanno problema. Credo costituiscano problema. Non possono che venire da una classicità tragica del testo. Perché applaudire chi ti insulta, altrimenti? Proprio perché l'insulto mette a nudo il nervo scoperto, il centro della questione del nostro vivere fasullo. Applaudiamo qualcuno, qualcosa, che ha il coraggio di svelarci chi siamo, il nostro conformismo, la nostra evidente omologazione, la tremenda standardizzazione di tutto. E la nostra resa rispetto a tutto questo. La nostra mancanza assoluta di voglia di combattere, di scendere in strada, di esserci.}}
--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 13:14, 11 apr 2021 (CEST)
:Okay, vediamo se ho afferrato. Il libro di Pedrinelli (che poi è quello da cui sto prendendo tutte queste citazioni su Gaber) è una raccolta di ricordi e pensieri di varie personalità note; ogni contributo corrisponde a un capitolo il cui nome è quello del rispettivo autore (quindi il ricordo di Dario Fo è in un capitolo di un paio di pagine che si chiama ''Dario Fo'' e così via). Di scritto da Pedrinelli stesso credo non ci sia proprio nulla: ne è solo il curatore. Tornando a Casale, il suo scritto è in un capitolo dal nome, appunto, ''Giulio Casale'', con sottotitoli ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora'' e il sotto-sottotitolo ''Polli di allevamento ieri e oggi''. Mi pare quindi che ricada nel secondo caso che mi hai citato, dunque che vada tolto il ''Citazioni di...'' dalla voce e che in bibliografia andrebbe scritto: «Giulio Casale, ''Giulio Casale'', [eventualmente il sottotitolo?], pp. 175-178; in Andrea Pedrinelli (a cura di), ''Gaber'', ecc.». Giusto?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 15:05, 11 apr 2021 (CEST)
::Ammetto di essermi un po' perso con tutti questi ''Cita'', però posso dirti che effettivamente, guardando meglio, il nome dell'autore del capitolo (in grande) ne designa solo l'autore, mentre sotto è riportato un titolo (che infatti nell'indice è scritto in corsivo). Dunque a ogni diverso autore è associato un diverso nome di capitolo; non l'ho mai riportato perché boh, mi sembrava sufficiente indicare le pagine. Quindi, ricapitolando, nell'intestazione riporterei solo ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora'', mentre in bibliografia: ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora. Polli di allevamento ieri e oggi'', pp. 175-178; in Andrea Pedrinelli (a cura di), ''Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti'', Kowalski, Milano, 2008. ISBN 978-88-7496-754-4. Ci siamo? Se sì, immagino andrebbero modificate anche le pagine precedenti (e voglio un po' morire, al pensiero :D).--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 16:07, 11 apr 2021 (CEST) P.S. A essere franchi, comunque, dubito che in molti casi il titolo dello scritto sia stato ideato dall'autore, bensì dall'editore.
:::Okay, capo, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Giulio_Casale&diff=1139809&oldid=1139738 ho fatto giusto]?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 17:10, 11 apr 2021 (CEST)
==NDR==
In questo caso, non sarebbe bisogno inserirla nella voce d'autore in quanto la fonte inserita è un articolo suo del 2014 (diverso sarebbe nel caso di una compilation), invece nella voce tematica può essere malintesa. Infatti, nel 2021 non si può chiamare "nuovo" uno stadio inaugurato circa 10 anni fa e meno collegare una società calcistica con una sede non più operativa da 3 anni.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13|msg]]) 16:55, 14 apr 2021 (CEST)
:{{ping|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13}} Buonasera. Presa visione. La saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:02, 14 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13}} Non posso però fare a meno di pormi una domanda, a fronte di questa NDR. Se il contenuto di quella citazione fosse stato altamente elogiativo, l'utente avrebbe sentito la stessa impellente necessità di inserirla? Non credo proprio. Questa NDR <s>e</s> è, secondo me, ''imho'', perfettamente inutile. Chi conosce le cose del calcio sa bene che nel 2021 lo stadio non è lo stesso, chi non le conosce non ha un bisogno così stringente di essere aggiornato (e, nel caso a questo si può provvedere con una nota). E questo può valere per infinite citazioni che nel 2021 risulterebbero, secondo il criterio da lei adottato, anacronistiche: se un autore scrivesse: "Ludwig di Baviera prende possesso del nuovo castello di Neuschwanstein", non credo che ogni volta sarebbe necessario inserire una NDR per far capire che tanto nuovi il castello di Ludwig, il museo, l'Achilleion di Corfù, il Louvre, gli Uffizi, non sono, anche se nel frattempo queste istituzioni avessero cambiato sede e anche più sedi. Non solo, ma questa NDR limita, di fatto, con un intervento dell'utente, la portata delle dichiarazioni di Dotto, perché leggere: " {{NDR|Nel 2014}} L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc." è ben diverso che "L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc.", quest'ultima è una dichiarazione definitiva e inappellabile di Dotto. La prima invece sembra limitata al solo anno 2014, cioè la NDR porta a questa lettura: queste cose Dotto le ha dette nel 2014, ma oggi non valgono, o, Dotto pensava questo nel 2014, ma poi ha cambiato idea (e in questa interpretazione molto probabilmente erronea e comunque non suffragata da un'altra citazione di Dotto, che renderebbe peraltro superflua la NDR, in quest'erronea interpretazione cade proprio il lettore meno esperto o a digiuno di calcio). Ma questo è un intervento pesante dell'utente che modifica, limitandone la portata, il senso della citazione secondo un suo gusto o punto di vista. Questa la mia opinione su questa NDR e non solo su questa. Io credo, mi perdoni, che se le dichiarazioni di Dotto non fossero così duramente critiche, ma di segno totalmente opposto lei non solo non avrebbe inserito la NDR, ma forse avrebbe anche impedito ad altri di farlo per le stesse ragioni che ho esposto. Mi spiace ma personalmente la penso così e francamente non trovo corretta questa operazione. Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:53, 15 apr 2021 (CEST) P.S. Giusto per amor di completezza: la citazione introdotta dalla sua NDR: " {{NDR|Nel 2014}} L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc." può inoltre acquisire questo senso, con netta sovrainterpretazione introdotta dall'utente, questo senso: ''Nel 2014'' l'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc., e quindi: ammesso anche che Dotto sia nel giusto del tutto o in parte il giudizio è relativo al solo 2014, dopo, comunque sia, le cose sono cambiate, queste parole potevano forse valere nel 2014, dopo non più. E con questo siamo, di fatto, al massimo della distorsione del senso della citazione, o, altrimenti detto, del POV. Imho. Saluti, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:20, 15 apr 2021 (CEST)
::::{{ping|2800:200:E840:20B3:AD93:6C68:9C85:D536}} Anche sulla modifica in [[Andrea Agnelli]] esprimo perplessità. In questo <s>caso</s> caso, come per tutte o quasi le NDR precedenti, il contenuto contestualizza perfettamente tutto senza che sia necessaria una NDR che, di fatto, ha il solo scopo di relativizzare e limitare la portata dell'opinione di Franco Rossi, con un intervento esterno dell'utente sulla citazione di cui, evidentemente, come avvenuto per tutte le citazioni alle quali ha premesso una NDR cronologica, non gradisce il contenuto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:46, 19 apr 2021 (CEST)
== Rev. Senza fonte. Non preinserito con fonte in Proverbi toscani, prima di ripetere l'inserimento qui. ==
Ma cosa vuol dire? I molteplici proverbi e modi di dire toscani vengono aggiunti nella loro pagina anche senza fonte come anche altri napoletani scritti da te! Smettila di rimuovere i miei legittimi interventi per favore! [[Utente:Mywikid|Mywikid]] ([[Discussioni utente:Mywikid|scrivimi]]) 22:28, 15 apr 2021 (CEST)
==Ortese==
Buongiorno e grazie per il messaggio :-) Non sono certissimo di aver capito il senso del messaggio. Segnalo peraltro che la nuova rivista "Sud", che ha ripreso il solco di quella originale, è diretta dall'ex allievo [[Francesco Forlani]], è sita nella sede dell'Associazione Ex Allievi, all'interno della Scuola, ed ha una redazione prevalentemente composta da ex allievi (io non ne faccio parte, giusto per prevenire la domanda). Se ritiene la citazione non pertinente o non abbastanza pertinente, non ho assolutamente problemi a cassarla. Come detto in passato, ho poca dimestichezza con Wikiquote, quindi sono in fase di comprensione delle regole. Buon lavoro!--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 10:14, 19 apr 2021 (CEST)
:Capisco. La questione della voce a me dedicata che è stata cancellata su Wikipedia è a mio modesto parere un errore, in quanto sono uno storico enciclopedico in quanto autore di un libro enciclopedico. Non sono andato in fondo alla storia, dato che è un periodo intenso da un punto di vista lavorativo, ed anche perché nell'arco del prossimo anno usciranno altri miei volumi. Comunque, ai fini di Wikiquote capisco benissimo che anche la citazione contenuta sulla pagina della Nunziatella debba essere cancellata. Grazie per la costante gentilezza, ed a presto.--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 14:22, 19 apr 2021 (CEST)
== Re: Aulo Gellio ==
Ciao Sun, buona domenica, è sempre un piacere sentirti, ho sistemato qualcosina, l'ISBN e il titolo italiano li ho controllati cercando [https://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/avanzata.jsp qua] (dove controllo spesso). Buona giornata,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:14, 25 apr 2021 (CEST)
:Spostare in difformità con Wikipedia è meglio evitare, ho sistemato [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Aulo_Gellio&type=revision&diff=1141795&oldid=1141784 così] il riferimento bibliografico, in effetti è indicato col trattino anche nella scheda dell'edizione sul sito opac.sbn. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:08, 25 apr 2021 (CEST)
== messaggio ==
ho voluto creare [[Owen King]] ma ho avuto sto messaggio
Errore: La pagina che volevi salvare è stata bloccata dal filtro anti-spam. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la versione che stai per salvare contiene almeno un collegamento ad un sito esterno bloccato per spam. Per favore, clicca sul pulsante "indietro" del tuo browser, controlla i collegamenti esterni e rimuovilo.
L'elenco dei siti bloccati si trova in questa pagina. Il filtro anti-spam è stato attivato dal seguente testo: brainyquote.com--[[Utente:Il re del Sud|Il re del Sud]] ([[Discussioni utente:Il re del Sud|scrivimi]]) 01:31, 2 mag 2021 (CEST)
: Aṣḥama ibn Abjar non è arabo, bensì etiope.--[[Utente:Il re del Sud|Il re del Sud]] ([[Discussioni utente:Il re del Sud|scrivimi]]) 03:00, 2 mag 2021 (CEST)
== Re: Voci tematiche ==
Ciao, grazie per aver espresso con franchezza i tuoi dubbi sui miei recenti contributi, sono cosciente di essere inesperto e di non conoscere a fondo le regole del progetto. Questo criterio per le voci tematiche è una abitudine non scritta o è una regola che potrei approfondire su qualche linea guida o pagina di aiuto? Vorrei evitare di ripetere altri errori.
Riguardo ai casi specifici: "Forse Lenin ebbe una buona idea quando adottò la [[nuova politica economica]]" è effettivamente poco utile per comprendere la figura di [[Lenin]], ma "Una rivoluzione è la cosa più autoritaria che ci sia […] non esserne servita abbastanza largamente?" è inclusa integralmente in Jean Préposiet, ''Storia dell'anarchismo'', p. 74, Edizioni Dedalo, 2006, ISBN 9788822005632 come esempio di divergenza tra anarchici russi e marxisti bolscevichi sulla questione dell'autorità e in particolare sul rapporto tra autoritarismo e anti-autoritarismo; quindi ritengo ci siano proprio delle fonti secondarie a ritenere quella citazione rilevante per il tema dell'[[autorità]] (oltretutto il nome del pamphlet di [[Friedrich Engels|Engels]] è proprio «''Dell'autorità''»).
Approfitto dell'occasione per augurare buona domenica anche a te e per ringraziarti dell'impegno che poni costantemente per lo sviluppo di questo progetto :) -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 16:08, 2 mag 2021 (CEST)
:Certo, ammetto che se il mio contributo fosse stato annullato prima del tuo chiarimento su questo criterio, sarei rimasto deluso. Per questo ti ringrazio di avermelo fatta presente e di avermi linkato quella linea di guida. Ora mi rendo conto che quella citazione di Deng è importante per capire Deng, ma non dice effettivamente nulla di importante su Lenin o sulla NEP. Riguardo la citazione di Engels in [[autorità]], ho inserito una nota in <code><nowiki><ref>…</ref></nowiki></code> perché era troppo veramente troppo lunga per il template <code><nowiki>{{NDR|…}}</nowiki></code>. Ritieni vada bene o è in qualche modo problematica? Grazie,--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 20:52, 2 mag 2021 (CEST)
== Schema tematiche_re ==
Ohibò! Ho elaborato uno schema del genere?... Dammi un indizio perché non ricordo niente a proposito.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 18:18, 2 mag 2021 (CEST)
:Claro que sì :-) [[Utente:Superchilum/SignPert#Scelta delle citazioni]] ([[Discussioni_utente:Superchilum/Archivio2#Voci_tematiche|fonte]]). --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:29, 3 mag 2021 (CEST)
<s>{{ping|Superchilum}} Bueno! Prima! Wunderbar! Obrigadinho Obrigadinho. {{smile}} Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:18, 3 mag 2021 (CEST)</s>
== Pubblicazioni accademiche ==
Ciao, ho notato che [[Speciale:Diff/1143521|commentando questa modifica]], hai scritto che l'uso di una pubblicazione accademica come fonte è un problema piuttosto serio. Come mai?
Non so se le pubblicazioni accademiche siano generalmente accettate come fonti su Wikiquote, ma per le seguenti ragioni ritengo non siano meno accessibili di un libro coperto da diritto d'autore:
# Anche i libri, come le pubblicazioni accademiche, nella maggior parte dei casi sono consultabili solo previo acquisto o prestito presso biblioteca. Allo stesso modo, come qualsiasi libro, la pubblicazione è acquistabile (mi rendo conto che il prezzo della letteratura accademica sia abbastanza alto: quella particolare pubblicazione ad esempio ha un prezzo di 39€, ma d'altro canto la maggior parte dei libri coperti da diritto d'autore non sono gratuiti) oppure consultabile presso una biblioteca universitaria.
# Le pubblicazioni accademiche sono quasi sempre disponibili gratuitamente sulle cosiddette ''shadow libraries'' (cfr. [[:en:w:Shadow library]]), il cui status legale è però estremamente controverso e che perciò evito assolutamente di linkare.
# Le citazioni possono essere verificate individualmente su piattaforme come [[:w:Google Scholar]] tramite copia e incolla. Ecco per esempio l'ultima citazione della sezione: [https://scholar.google.com/scholar?hl=en&as_sdt=0%2C5&q=We+can+conclude+that+the+on-going+campaign+for+the+%E2%80%9Cdemocratisation%E2%80%9D+of+China+is+actually+a+campaign+for+its+plutocratisation%2C+to+turn+in+the+opposite+direction+the+%E2%80%9Cpolitical+expropriation%E2%80%9D+of+the+bourgeoisie+that+has+taken+place+since+1949+in+the+big+Asian+country&btnG= <nowiki>[1]</nowiki>]
Cosa renderebbe quindi una pubblicazione accademica più problematica di qualsiasi libro standard protetto da diritto d'autore?
Grazie per l'attenzione, ti auguro una buona giornata. --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 17:59, 4 mag 2021 (CEST)
:P.S. Ho dimenticato di sottolineare che in genere le pubblicazioni accademiche sono consultabili e scaricabili '''gratuitamente''' anche facendo login con l'indirizzo mail istituzionale di molte (se non tutte) università, senza dover consultare fisicamente una biblioteca universitaria o acquistare alcunché. Non tutti sono studenti o professori universitari in possesso di una mail istituzionale, è ovvio, ma non credo una pubblicazione accademica sia poi così più problematica di un comune libro.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:11, 4 mag 2021 (CEST)
::Grazie per il chiarimento, avevo frainteso. Credevo che il problema fossero in generale le pubblicazioni accademiche e non quel link specifico al solo abstract. Ad essere sincero, conoscevo già <del>quel link</del> quell'url che mi hai linkato poco fa, con il testo integrale della pubblicazione, ma non sono sicuro dello status legale delle pubblicazioni accademiche caricate su blog personali al di fuori dei siti ufficiali, potrebbero essere una violazione di copyright.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:29, 4 mag 2021 (CEST)
== Re: Url archiviato ==
Buon giorno, Sun. Non ricordo limitazioni al riguardo, penso sia consentito e utile al posto del normale url quando quest'ultimo non è più attivo ([https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Umberto_Veronesi&type=revision&diff=975386&oldid=920036 esempio]), così la fonte resta verificabile.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 6 mag 2021 (CEST)
== Pareri ==
Ciao. Mi piacerebbe un tuo parere su una citazione su cui sono un po' indeciso se sia il caso di inserire in [[Inghilterra]]. È da [[C. S. Lewis#Sorpreso dalla gioia]]:
{{quote|Nessun inglese capirebbe le mie prime impressioni dell'Inghilterra. Quando sbarcammo [...] mi ritrovai in un mondo al quale reagii con immediata ostilità. In verità, non c'è nulla di più squallido degli acquitrini del Lancashire nelle primissime ore del giorno; mi ricordarono le rive dello Stige. Negli strani accenti inglesi che mi circondavano, le mie orecchie coglievano voci di demoni. Ma il paesaggio inglese tra Fleetwood e Euston fu peggio. Ancora oggi, dopo molti anni, è, ai miei occhi, un itinerario che si snoda lungo il paesaggio più piatto ed ostile dell'isola. E per un bambino che aveva sempre vissuto sul mare e in vista di alte montagne aveva lo stesso aspetto che suppongo abbia la Russia per un bambino inglese. Piatte e interminabili, miglia e miglia di terra senza volto mi precludevano il mare, imprigionandomi, soffocandomi! Era tutto fuori posto; steccati di legno anziché muri e siepi, fattorie di mattoni rossi anziché bianche villette, campi troppo vasti, fienili dalla forma strana. Ha ragione il Kalevala quando dice che in casa dello straniero il pavimento è pieno di nodi. Oggi la frattura è ricomposta; ma in quel momento concepii per l'Inghilterra un odio che mi ci vollero anni per sanare.}}
Il tema principale è la geografia dell'Inghilterra e la percezione negativa che l'autore, irlandese, ne ricava; non tanto, quindi, gli inglesi come popolo o l'Inghilterra intesa come come nazione. Tuttavia a naso a me pare comunque idonea, però chiedo anche a te.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:43, 7 mag 2021 (CEST)
== Re: ==
Ciao Sun, grazie a te per le belle parole (soprattutto sul mio "libro" in un atto di fiducia estrema :D) e per l'assidua presenza qui. Non posso promettere molto sulla mia permanenza, ma anche se non doveste vedermi resto tendenzialmente vigile.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 15:29, 14 mag 2021 (CEST)
==Parere_re==
Secondo me in "Campi di sterminio" la citazione si potrebbe tenerla: proprio pertinente non è ma nemmeno è del tutto inespressiva sull'oggetto. Quanto a "onanismo" sono d'accordo con te: non c'è pertinenza, non dice assolutamente niente sull'oggetto – e tra l'altro "masurbazione" e "onanismo" sono pratiche differenti (gli statunitensi distinguerebbero usando "hj" e "cob", o anche "cof" e sù di là... ma questa è un'altra storia {{smile}})<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:24, 17 mag 2021 (CEST)
==Bhagavadgītā_re==
Ciao. Non sono esperto affatto di questi temi, mio caro. L'ip ha aggiunto altre traduzioni e vanno sistemate le fonti, mi sembra. Se ho tempo sistemo.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:15, 5 giu 2021 (CEST)
== Parere su ultime parole famose ==
Ciao, secondo te sarebbe opportuno inserire [[Speciale:Diff/1149884|questa citazione di Carlo Calenda]] nella raccolta "[[Ultime parole famose]]"? Anche la [https://www.iltempo.it/politica/2020/10/19/video/carlo-calenda-candidato-sindaco-roma-centrosinistra-cialtrone-cosa-diceva-rutelli-gentiloni-terracina-24928116/ fonte da cui è tratta la citazione] parla appunto di "ultime parole famose". Grazie per l'attenzione, -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:35, 8 giu 2021 (CEST)
== Re: Festival di Sanremo 1999 ==
Ciao. In effetti avevo qualche dubbio anche io... vedrò di fare il possibile. Già che ci siamo, dove posso trovare indicazioni circa il ''range'' massimo? '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 00:11, 15 giu 2021 (CEST)
:Nel frattempo ho [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Enrico_Brizzi&diff=prev&oldid=1150881 ristrutturato] il paragrafo con due citazioni differente e più brevi, possono andare così? '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 01:05, 15 giu 2021 (CEST)
== La nuvola in calzoni ==
Ciao, tutte le citazioni sono prese dalla traduzione di Ripellino.
Non sono un utente molto attivo su Wikiquote, stavo guardando dei modelli di voce per capire come "specificare" questo aspetto: mi sembra di capire che si possa mettere un NDR alla fine della sezione, giusto?
I numeri di pagina sono presi pari pari dallo scorporo che ho fatto dalla voce dell'autore. Li ho lasciati, ma probabilmente possono essere tolti in quanto:
* quella è la traduzione di Ripellino, il quale però non è citato nella voce principale nell'elenco dei traduttori
* c'erano un paio di errori e typo nelle citazioni (es. cinghie -> ginghie, e simili)
--[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 10:51, 3 lug 2021 (CEST)
: "Se l'opera è una sola, l'altra va eliminata dalla bibliografia, perché si indicano le sole opere da cui sono tratte le citazioni" Ok, non avevo letto questa frase! Provvedo subito. Grazie mille. --[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 10:52, 3 lug 2021 (CEST)
== [[Ermes Ronchi]] ==
Ciao, Sun, buona domenica! Non continuo a ringraziarti sempre sulla stessa voce per non risultare ripetitivo, ma apprezzo molto quelle aggiunte, non solo perché Ronchi è da sempre insieme a [[Raniero Cantalamessa|Cantalamessa]] il mio predicatore preferito, ma perché sono citazioni utilissime per le tematiche, infatti le citazioni sugli eventi della vita di Gesù uno le trova già su Wikipedia, ma quelle dei commentatori sono poi quello che può rendere queste tematiche più interessanti e peculiari per Wikiquote. Più avanti, quando avrò esaurito le citazioni strettamente bibliche, mi propongo di aggiungerne anch'io. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:49, 4 lug 2021 (CEST)
== Re: NolanMcGovern51 ==
Sì, certo, a tradire gli spammer è anche il nick, tipicamente "NomeCognomeNumero". Ciao, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:12, 8 lug 2021 (CEST)
== Evasione del blocco ==
{{ping|84.223.69.199}} Gent. mo utente strainfinitato, ultrainfinitato, noti molto bene: i prossimi contributi rilasciati in violazione del blocco infinito verranno cancellati. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:46, 8 lug 2021 (CEST)
{{ping|84.223.69.199}} Eccelso utente, antichissimo e venerabile paredro, paratroll; al risveglio, dopo un sonno, spero ristoratore, divino, voglia cortesemente prendere visione delle bubbole da lei inserite e da me corrette in [[Jacques Maritain]]. Come si può vedere, l'approccio è sempre lo stesso, la mentalità invariata, invariante, invariabile, inveterata, inscalfibile. I contributi, chiamiamoli così, di un utente bloccato di infinito, che evade il blocco, si cancellano. ''Tutte'' le sue prossime scorribande, paratrolleggianti o meno che siano, saranno ''travail pour le Roi de Prusse'', ovvero un ''suo'', ''suo'' potlach. E non sono chiacchiere al vento. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:09, 9 lug 2021 (CEST)
{{ping|84.223.69.199}}, al secolo Micheledisaveriosvp. Buonasera, potrebbe interessarle sapere che la citazione da Lei gabellata come citazione di Maritain è ora nella sua giusta collocazione [https://it.wikiquote.org/wiki/Ignazio_Eschmann]. Una piccola curiosità: ma non è per caso che da queste parti [http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-02/02-2/DottrinaSociale2.rtf.html] ( paragrafo b) principi fondamentali per determinare la consistenza del bene comune) c'era passato anche lei, e quindi ''sapeva con certezza'' che ''non era'' di Maritain e che ''era'' di Eschmann? e, quindi, ha preferito saltarsi tutti gli smanettamenti tormentosi necessari per attribuirla correttamente (veda cortesemente il mio o.d.m. nella voce [[Ignazio Eschmann]] – ed è solo una piccola parte delle complicatissime verifiche necessarie, la punta dell'iceberg del cammino in un labirinto tortuosissimo –) Io penso che le cose stanno così, che lei ha intenzionalmente truccato i dati fondamentali; e, se così è, ''una volta di più'' lei ha dimostrato – ove mai ce ne fosse ancora bisogno – di quale tipo è stata ed è la sua attività di contributore in questo progetto. Buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:41, 9 lug 2021 (CEST) P. S. Come serve male gli ideali in cui lei propala di credere, come li serve male! --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:45, 9 lug 2021 (CEST)
== RE: Paul Stamets ==
Non ho creato la traduzione per Paul Stamets. TED fornisce sempre le proprie traduzioni nella sezione "trascrizione" dei video pubblicati. Ho usato la traduzione fatta da Michele Gianella, quindi io che citerò per la pagina. Grazie per avermelo fatto sapere. --[[Utente:Gilldragon|Gilldragon]] ([[Discussioni utente:Gilldragon|scrivimi]]) 21:03, 19 lug 2021 (CEST)
== Re: Pagina delle prove. ==
Ciao! Fatto. La cronologia della pagina era troppo grossa per rispristinarla tutta in un colpo, ho dovuto farlo pezzo per pezzo. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 23:54, 31 lug 2021 (CEST)
:Prego! Tranquillo, nessun problema. :) --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 07:31, 1 ago 2021 (CEST)
== Interprogetto ==
Ti ringrazio per le correzioni che hai fatto di recente ad alcuni miei interventi. Mi lascia però perplesso la sostituzione dell'istruzione <nowiki>"{{interprogetto|w}}"</nowiki> con <nowiki>"{{interprogetto}}"</nowiki> nella voce [[Matteo Negri]]: se prima appariva l'interlink alla voce di wikipedia, adesso non appare più --[[Utente:SolePensoso|SolePensoso]] ([[Discussioni utente:SolePensoso|scrivimi]]) 10:42, 1 ago 2021 (CEST)
== Re: Roberto Burioni ==
Ciao Sun,
figurati per così poco ;-) Buona (piovosa da me) serata. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 20:04, 4 ago 2021 (CEST)
== Black Lagoon ==
Ciao, ora non trovo il video per controllare, ma ricordo che in passato avevo ascoltato più volte quella scena e mi pareva che dicesse proprio "non tronzi mai", in mancanza di un riscontro più accurato lascerei così :) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:24, 6 ago 2021 (CEST)
:Hai ragione, si vede che hanno rimasterizzato l'audio... o ero io che ero sbronzo (di [[Red Bull]], probabilmente). Grazie, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:48, 6 ago 2021 (CEST)
== Re: Annalisa Minetti ==
Ciao, Sun, vedo che hai poi abilmente risolto, anch'io ultimamente soffro un po' il caldo e per colpa di esso a volte dormo un po' male (soprattutto per le zanzare, che sono ogni anno il mio incubo estivo... magari pungessero soltanto, ma preferirei che non avessero una predilezione per le mie orecchie e che non mi svegliassero alle 2, e poi alle 3, e poi alle 4 ecc.) Spero che tu, [https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/18/Mengs_Parnasus.jpg sul Parnaso tra le muse], non abbia di questi problemi... {{smile}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:22, 14 ago 2021 (CEST)
:Grazie, Sun, buon ferragosto e buona festa dell'Assunzione... Ma permettimi di chiederti: stai tenendo anche un diario delle tue "avventure" che un giorno potremo leggere? Non so come proceda la carriera letteraria del nostro Creed, ma sono certo che anche tu, se non come dio della poesia, almeno come saettatore che mescola l'''oracolare'' al ''vernacolare'', abbia un certo talento. Buona giornata! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:27, 15 ago 2021 (CEST)
::Sì, oltre alla parabola dei talenti giova ricordare anche quella [[w:Parabola della lampada|della lampada]]. E poi, riguardo a San Gennaro... si dice che i santi siano contenti quando qualcuno chiede loro la virtù o altre nobili qualità, piuttosto che i soliti, transeunti benefici materiali o corporali, e che abbiano un orecchio di riguardo proprio a intercedere per quelle. Ancora buona giornata (quel che ne resta, che comunque non è poco)! Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:44, 15 ago 2021 (CEST)
== Re: Marguerite Yourcenar ==
Buongiorno, Sun-crops! Grazie di aver corretto i miei errori di battitura. Quando ciò avviene, è per me un sollievo. Assieme ai lapsus calami, gli errori di battitura sono, purtropppo, un mio tallone di Achille. Credo di essere migliorato nel tempo, nondimeno, per quanto mi prodighi a rileggere gli inserimenti nelle voci con attenzione, taluni refusi riescono tutt'ora egualmente a farla franca. Unica consolazione: il pensiero che, in assenza di "amanuensi" "sgarrupati" come me, nobili figure, quali il correttore di bozze e il proto, forse, non sarebbero mai esistite. Diciamo la verità: è grazie a tali lettori di professione, mi sia concessa una coda velenosa, che non pochi scrittori oggi in circolazione hanno avuto almeno un lettore. Vale! --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 09:42, 20 ago 2021 (CEST)
== Elijah Muhammad ==
Ciao, la voce Elijah Muhammad va bene? ho cercato di scopiazzare lo schema di altre voci.--[[Speciale:Contributi/217.119.184.202|217.119.184.202]] ([[User talk:217.119.184.202|msg]]) 16:09, 25 ago 2021 (CEST)
== Parentesi, virgolette, ecc. ==
Ciao. Dubbio amletico. Sto rimpolpando un po' le citazioni tratte da ''[[Leonardo Sciascia#Todo modo|Todo modo]]'' di Sciascia. Poiché spesso le frasi sono tratte da discorsi diretti, capita che alla fine del brano che riporto vi siano le virgolette basse « » oppure delle parentesi o in generale dei caratteri che hanno un senso nel testo completo del libro ma che lo perdono negli estratti della voce. So che la fedeltà alla fonte è massima, ma trovo veramente antiestetico e illogico riportare questi caratteri. È convenzione farlo? Spero di essermi spiegato.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:17, 30 ago 2021 (CEST)
:Chiarissimo, grazie. Ne approfitto ulteriormente: per quanto riguarda gli a capo, che specialmente in un romanzo sono molto utilizzati?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:41, 30 ago 2021 (CEST)
::Intendo quando in un libro il testo va a capo prima della fine della pagina per esigenze di contenuto (come la fine di un capoverso) oppure perché è un dialogo tra diversi personaggi. Se riportiamo un estratto in cui il libro va a capo dobbiamo riportarlo anche noi? Da uno sguardo in giro non mi pare sia una consuetudine. Esempio stupido a caso:
{{quote|«Torre d'avorio».<br/>«Casa d'oro».<br/>«Arca dell'alleanza».<br/>«Porta del cielo».}}--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:51, 30 ago 2021 (CEST)
:::Ciao. Ti chiedo scusa io, invece, per essere stato sbrigativo nelle mie domande: andavo un po' di fretta e ho trascurato l'aspetto comunicativo. Tu sei stato molto chiaro e ho capito tutto ciò che intendi, soprattutto sui caratteri non essenziali.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 17:15, 1 set 2021 (CEST)
== Tema scolastico, nuova voce ==
Ciao Sun-crops, è sempre un piacere sentirti! Ti ringrazio per la segnalazione. Aderisco volentieri all'invito, è una citazione perfetta. Come sarebbe poi possibile rifiutarsi dopo una richiesta fatta con tanto garbo? Passo subito alla creazione della voce. Buon lavoro, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 12:10, 6 set 2021 (CEST)
==Saul Friedländer_re==
Ciao. L'articolo su ''repubblica.it'' sembra tagliato, e tale anche appare in ''webarchive'' nell'unica versione che risale al 2016, mentre io inserii la citazione due anni prima: strano. A ogni modo [https://www.oblique.it/images/rassegna/2013/rs_ott13.pdf qui] è riportato l'intero articolo: secondo me è meglio lasciare come stava (preferenza di una traduzione ufficiale) o se vuoi, riportare questa fonte come ulteriore citante.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:53, 9 set 2021 (CEST)
:Va benissimo come hai sistemato. Grazie a te.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:01, 10 set 2021 (CEST)
== Proposizione ==
Ciao, la citazione in [[Proposizione (linguistica)]] non riguarda più [[w:Proposizione (logica)]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:55, 14 set 2021 (CEST)
:In base a quello che hai scritto sono d'accordo che può essere anche sul linguaggio, scusa alla mia domanda di averti rubato del tempo ;-) allora per il momento lasciamo com'è, ho creato uno stub sull'altro significato con un'altra citazione. Ciao.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:30, 14 set 2021 (CEST)
==Parere_re==
Ah, quindi hai voluto fare lo "splendido" {{smile}}... ''e brav!'' Embè, ''e mo' che t'aggia dicere'': che dovresti contunuare a splendere oppure consentirti di offuscarre il tuo stesso splendore?... Ahime, caro il mio Sun (splendido) non credo di avere questo potere. Diciamo che sarei d'accordo, ma visto che la cosa è inusuale sarebbe meglio che tu consultassi anche altri.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:03, 27 set 2021 (CEST)
<s>:Va buo' Dona'. È cumme dice tu. A chi vulimmo 'nquita', a chi vulimmo cunsulta', è inutile ca facimmo ato rummore 'ncopp'a sto fatto. Si se po' ffa' o ffanno, e si no, no; i' cuntinuo a splennere. Chi è causa del suo mal...'A verità, Dona'? Proprio 'a verità? I' m'aggia piglia' nu poco 'e feste, 'o ddico sempe e nun 'o faccio maje, ma ll'aggio fa' pe fforza, pecche' 'sti tarantelle 'e ll'una a notte e a primma matina e tant'ate ccose m'hanno ammaccato nu poco. Ciao, Donato. Grazie. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 27 set 2021 (CEST)</s>
== Re: Significatività / Voci tematiche ==
Ciao, innanzi tutto ti ringrazio per i complimenti e per la cortesia con cui hai espresso il tuo parere esperto. Mi rendo conto che non è la prima volta che sottolinei l'inadeguatezza di diversi miei inserimenti nelle voci tematiche: cercherò di prestare più attenzione a questa mia mancanza, anche alla luce della linea guida che mi hai indicato ieri sera e che da ora in poi mi sarà senz'altro d'aiuto. Grazie per la pazienza, -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 13:50, 28 set 2021 (CEST)
== Re: Rete ==
Grazie! Ho inserito il primo, direi che entrambi potrebbero andare in una tematica sul pericardio. Buona domenica,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:02, 3 ott 2021 (CEST)
<s>:OK. Muito obrigado, nel frattempo ne ho inserito un altro, italiano. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 11:04, 3 ott 2021 (CEST)</s>
== Re: saluto acrobatico ==
Buonasera caro Sun, è un gran piacere ritrovare anche te! Le tue parole sono sempre meravigliosamente eccessive e mi catapultano in una sottile nube d'imbarazzo.<br>
Vedo che hai già carpito molto della mia "fatica", sì mi sono rifugiato nella scrittura aforistica visto che è l'unica vagamente congeniale.<br>
Hai colto davvero tante cose dall'estratto di Amazon: la morbosa passione per gli eteronimi, il ribaltamento del punto di vista canonico, le piccole e nascoste isole di poesie (aquilone è tra le mie preferite).<br>
Entrare su Wikiquote o in una qualsivoglia tematica ad ogni modo mi sembra sinceramente un'eventualità metafisica.<br>
Grazie davvero per le belle parole, al solito eccessive. Parafrasando Einstein "non ho grandi talenti sono solo curioso".<br>
Grazie a te per il tuo importantissimo e continuo contributo che stai dando qui.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 21:37, 3 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Buon pomeriggio, Sun-crops!
Non ero al corrente della reiterazione dell'iniziativa volta a promuovere la parità di genere su Wikiquote italiana. Perciò: grazie dell'informazione. Conto di dare anche quest'anno un mio fattivo contributo ma, avendo da tempo eletto lo sbilanciamento a favore delle figure femminili a bussola per la creazione di mie nuove voci su Wikiquote, stante la non inesauribilità del bacino ove attingo le fonti, escludo di poter bissare l'enfasi della precedente performance. Tuttavia, per testimoniarle quanto questo progetto mi stia a cuore, la metto a giorno del mio recente apporto a "SheSaid 2021" su Wikiquote francese con la creazione di una dozzina di nuove voci. Riceva un caro saluto e l'augurio di trascorrere una fruttuosa serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:50, 4 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Buonasera Sun-crops! La ringrazio di avermi avvisato: mi era sfuggita questa bellissima notizia. Fortunatamente ho lei che mi mette sempre nella direzione giusta! Grazie per ora e per tutte le altre volte! Le auguro una buona serata. --[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 21:16, 4 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Grazie, Sun-crops! Avevo già letto qualcosa sulla replica della lodevole iniziativa, ma la tua info è sempre benvenuta! Cercherò di dare un contributo anch'io. Un saluto e buon lavoro. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:36, 5 ott 2021 (CEST)
== L'invasione degli ultracorpi ==
Per circa 20 minuti Wikiquote è stata presa d'assalto da un'orda di nuovi utenti, forse una scolaresca, alcuni credo anche in buona fede, ma ho dovuto annullare quasi tutto, e pare che ciò, purtroppo o per fortuna, li abbia spinti a desistere. Se dovessero rifarsi vivi in mia assenza... buona fortuna! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:16, 8 ott 2021 (CEST)
== Re: Voce correlata nella tematica fascismo ==
Grazie, ovviamente non mi disturbi affatto. Penso ci possa stare. Un caro saluto, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:07, 12 ott 2021 (CEST)
== Re: Lutero ==
Grazie per il fix e le indicazioni su come rispondere in talk. "WA TR" seguito dal numero di volume (da 1 a 6) e dal numero di trascrizione è lo standard di citazione internazionale per i ''Tischereden'' ("Discorsi a tavola"). E' il modo di citare quest'opera seguito nelle pubblicazioni scientifiche a prescindere dal sistema di citazioni adottato (autore-anno, vari sistemi di notazione, ecc.) perché facilita la comunicazione scientifica e il reperimento delle informazioni a livello internazionale. Il numero di pagina, infatti, non è utile: nessuno consulterà mai il libro su carta perché la "Weimarer Ausgabe" (WA) è composta da 127 volumi e nessuno la possiede; ciò che importa è il numero della trascrizione secondo il sistema di riferimento adottato dalla WA, che appunto costituisce lo standard e che è riportato in ogni edizione dei Tischreden dotata di dignità scientifica (ad es. l'ed. Einaudi riporta i numeri di trascrizione WA a margine). Un po' come succede con le citazioni della Bibbia, di Aristotele, Tacito, Shakespeare, ecc.: nessuno indica il numero di pagina perché, data la quantità innumerevolie di edizioni, non avrebbe alcuna utilità; si riportano invece indicazioni sul libro/capitolo/paragrafo/versetto, ecc. Ora io sono ben disponibile a inserire il testo originale (come ho fatto) ma trovo che indicare l'editore e ricercare e riportare il numero di pagina sia tempo perso e ci allontani dal modo in cui queste opere vengono citate: daremmo informazioni inutili ed eviteremmo di dare informazini utili (il numero della trascrizione). Avendo indicato nella sezione "Bibliografia" i riferimenti completi a Weimarer Ausgabe, non sapere come rendere le citazioni più facilmente controllabili di così. D'altra parte, se qualcuno non capisce a che cosa si riferisca il misterioso "WA TR", è sufficiente che googli la stringa e lo scoprirà subito. Ora provo a specificarlo in bibliografia, per rendere tutto più chiaro. Fammi sapere per favore se ti sembra che così vada bene o se c'è qualcosa per migliorare ancora la resa. Grazie, --[[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 11:12, 13 ott 2021 (CEST)
:Fatto. Peraltro intervenendo mi sono accorto che tutta la sezione "Scritti religiosi" è priva di indicazioni del numero di pagina da cui la citazione è tratta: una verifica è impossibile. Difficile immaginare come si possa rimediare a questo. [[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 11:15, 13 ott 2021 (CEST)
::Perfetto, ti ringrazio per i chiarimenti. In effetti è molto utile ricevere indicazioni di questa natura subito, all'inizio della contribuzione, in modo da impostare bene il lavoro e da non perdere e far perdere tempo. Quindi grazie e saluti, [[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 14:55, 13 ott 2021 (CEST)
== Citazioni di versi ==
Ciao Sun-crops, come hai visto ho vistose lacune riguardo l'oggetto, vorrei quindi approfittare della tua esperienza e della tua cortesia per chiederti un paio di cose: spesso nei testi le poesie sono stampate utilizzando l'iniziale maiuscola per ciascun verso, indipendentemente dalla punteggiatura. Le citazioni in Quote seguono la stessa regola? I versi citati in Quote devono essere sempre in corsivo, indipendentemente da come sono stampati nel testo? Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:20, 26 ott 2021 (CEST)
:Grazie Sun-Crops! Preciso ed esauriente. Come sempre! Buon lavoro. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:18, 26 ott 2021 (CEST)
== Samuel Goldwyn ==
Gentilmente, il motivo dell'annullamento su la citazione "Un contratto verbale non vale la carta su cui è scritto?"
== defaultsort nei coreani ==
Nell'onomastica coreana, il cognome precede il nome, dunque penso che il defaultsort in voci come [[Roh Tae-woo]] non vada messo.--[[Speciale:Contributi/77.204.107.232|77.204.107.232]] ([[User talk:77.204.107.232|msg]]) 23:07, 30 ott 2021 (CEST)
:Risposi di là [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:77.204.107.232] un'oretta fa; se non pervenne lì ritrascrivo qui: "È lo stesso nell'onomastica ungherese, es. [[Endre Ady]], con defaultsort Ady (cognome), Endre (nome). Dov'è il problema? --Sun-crops (scrivimi) 23:27, 30 ott 2021 (CEST)" Scrissi così. Non è così? ({{small|come scrissi lì?}}) Di'. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:40, 31 ott 2021 (CEST)
::beh perché sennò il sort sarebbe il nome Tae-woo, il cognome Roh. Non come tutte le biografie italiane ad esempio dove c'è il nome, cognome. Si ordinerebbero le voci per nome e non per cognome. [[Speciale:Contributi/77.204.104.156|77.204.104.156]] ([[User talk:77.204.104.156|msg]]) 01:30, 31 ott 2021 (CEST)
:::Scusami {{ping|Spinoziano}}, che ne pensi? Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:40, 31 ott 2021 (CEST)
::::Sì, se nel titolo della voce il cognome precede il nome, e comunque in tutti i casi dove il titolo è già nel giusto ordine alfabetico, il Defaultsort non va messo. Buona domenica a entrambi! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 31 ott 2021 (CET)
== Re: Lella Lombardi ==
Ciao, Sun, il risultato è lo stesso, e una volta si preferiva quella soluzione quando c'era una sola categoria, ma dato che oggi le categorie proliferano è giusto usare il Defaultsort anche quando ce n'è una sola, visto che probabilmente ne verranno aggiunte altre.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:57, 4 nov 2021 (CET)
== Allineamento del testo dopo un verso centrato ==
Ciao Sun,
volevo pregarti, quando hai tempo e voglia, di dare un'occhiata alla seconda citazione di [[Maria Savi-Lopez]] (se le donne e l'amore...). L'allineamento a sinistra, dopo il verso centrato, è certamente malfatto. Non sono riuscito a fare meglio. Qualche suggerimento? Grazie, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:06, 5 nov 2021 (CET)
:Grazie Sun-Crops, perfetto! Mi segno la soluzione e la pagina sui markup. Buon fine settimana anche a te. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 06:41, 6 nov 2021 (CET)
== Fabulae ==
Ciao Sun, ho qualche dubbio riguardo alla voce ''[[Fabulae]]''; stavo per spostare le citazioni in [[Esopo]] e cancellarla, senza lasciare l'incipit che è in realtà la presentazione di un curatore, ma guardando le citazioni ho iniziato a pensare che forse più che una traduzione è una rielaborazione, difatti su Wikipedia si parla di [[w:Esopo volgare]]; magari non è la medesima versione di cui si parla su Wikipedia ma pare una rielaborazione di quel genere. Il dubbio mi si è rafforzato per il fatto che, cercando quelle citazioni in un'edizione moderna di Esopo, non le ho trovate (ma questo magari dipende da mia fretta o incapacità a trovarle). Oltretutto vedo che tu hai messo la pagina tra le nuove voci, come se non andasse cancellata. Hai qualche suggerimento? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:17, 12 nov 2021 (CET)
:Ok, ma non vorrei farti perdere tempo, mi basta sapere l'impressione che avevi avuto, lascia pure che approfondisca io, non voglio rubarti tempo, davvero. ;-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:29, 12 nov 2021 (CET)
::Utilizzimo, grazie. Sì, un caso simile era capitato in [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Diogene_Laerzio&type=revision&diff=1173494&oldid=1164639 Diogene Laerzio], anche lì a metà fra traduzione e rielaborazione; direi che comunqe vanno eventualmente nella voce di Esopo, non terrei una voce a parte. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:53, 12 nov 2021 (CET) <s>P. S. Fazio Caffarelli è in wikidata [https://www.wikidata.org/wiki/Q61474026]. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:05, 12 nov 2021 (CET)</s>
:::Grazie! Il mio "utilizzimo" di prima era involontario, mi sto facendo contagiare dall'italiano antico. Provvedo a spostare le citazioni in Esopo: comunque di traduzione si tratta, anche se libera (una libera traduzione all'antica). Grazie Sun, buona serata.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:14, 12 nov 2021 (CET)
== Re: Antonio Manca (giornalista) ==
Grazie per la spiegazione. Ciao --Giacomo Volpe 1989 [[Utente:Giacomo Volpe 1989|Giacomo Volpe 1989]] ([[Discussioni utente:Giacomo Volpe 1989|scrivimi]]) 01:00, 5 dic 2021 (CET)
== Matteo Salvini ==
Ciao. Provo a seguire le indicazioni che mi hai dato tu. Grazie mille. --[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 09:12, 7 dic 2021 (CET)
:Fatto. Grazie ancora. --[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 09:24, 7 dic 2021 (CET)
== Erodiade ==
Ciao Sun, ho qualche dubbio sull'aggiunta in [[Erodiade]]: per i personaggi considerati (da una parte significativa della gente) vissuti realmente, tipo quelli biblici, non metterei come "citazioni di" versi di finzione ma solo le citazioni dai testi di appartenenza storica; eventualmente la seconda parte di quella citazione può essere tenuta forse come "citazione su"? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:27, 9 dic 2021 (CET)
:Sì, scusami tu, intendevo da "E tua sorella solitaria..." ma in effetti non sarebbe chiaro di cosa parla, né sarebbe propriamente una citazione su Erodiade, magari se ne potrebbero trovare altre più pertinenti nella stessa opera di Mallarmé ma allo stato attuale è meglio non mettere nulla... Grazie molto a te, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:41, 9 dic 2021 (CET)
== [[Migrazione umana]] ==
Come suggerito da te, ho creato una pagina "migrazione umanana" e aggiunto su questa nuova pagina le citazione che avevo messo nella pagina "migrazioni". --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:19, 12 dic 2021 (CET)
--> Migrazione umana / emigrazione / immigazione / viaggio / straniero ?
Perché ho scelto di mettere in migrazione umana e non emigrazione alcune citazioni? Perché "migrazione (umana)" è un termine che permette di inglobare due fenomeni che sono le due facce della stessa medaglia: si "emigra" da un paese per "immigrare in un altro". "Emigrazione" e "immigrazione" avrebbero secondo me interesse ad essere riuniti in una sola categoria: "migrazione (umana)". Tutto dipende da che parte della frontiera ci si pone.
Per quel che riguarda "viaggio" o "straniero", invece, la scelta è a mio avviso chiara: il "viaggio" è un movimento di un corpo per un tempo determinato, spesso per ragioni di svago, temporaneo. Dopo un viaggio si ritorna a casa. Non ci si installa altrove. In alcune lingue i migranti stessi impiegano il temine "viaggiatori/avventurieri", ma si tratta in realtà di un termine che indica una mobilità a fini migratori.
Per "straniero/straniera", non si tratta di mettere in luce un movimento, la mobilità umana, ma una condizione.
Studio il fenomeno migratorio quale ricercatrice da più di 10 anni ormai...
== [[#SheSaid 2021]] ==
Aggiunto Donatella Di Cesare nella lista (creazione) e Gabriella Ghermandi (migliorate). Grazie di aver segnalato l'iniziativa. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:19, 12 dic 2021 (CET)
==Wikiquote:Progetti/Citazioni wikimediane/Wikipedia_re==
Ciao. Non saprei, non ho tempo di approfondire la cosa. Per quanto riguarda "She Said", ebbene non sono d'accordo, per come la vedo si tratta di una forzatura, tra l'altro anche sessista. Grazie comunque per l'interessamento. Un caro saluto.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:54, 14 dic 2021 (CET)
== "non è questa la sede per questo tipo di esternazioni. La prego, cortesemente, di non insistere su questa linea." ==
Hai scritto questa cosa e poi hai annullato la tua modifica dicendo "annullo ma confermo". Non ne ho capito onestamente le motivazioni, puoi per favore spiegarmi l'errore? Dove "non devo insistere"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 22:03, 14 dic 2021 (CET)
== Wikidata ==
Buongiorno, Sun! La disturbo per un problema con l'Elemento Wikidata. Da un paio di giorni non riesco a fare gli inserimenti delle nuove voci create dacché quando clicco su Edit di Wikiquote non mi si "apre", come avveniva sempre, il riquadratino in cui inserire la label della voce bensì la schermata di una nuova pagina con l'intestazione "Set Item sitelink", la cui sintassi, purtroppo, mi è del tutto ignota. Fossi un navigatore d'altri tempi, parlerei di Colonne d'Ercole. Non riesco a capire cosa sia successo. L'unica difformità che ho notato nella schermata d'ingresso di Wikidata riguarda le sigle nazionali che, nelle liste di Pedia e Quote, precedono il titolo delle voci via via aggiunte. Faccio l'esempio con la sigla francese: la dicitura non è più "fr" ma "frwiki" per Pedia e "frwikiquote" per Quote. Lo stesso dicasi per "it", "en", "es", tutte seguite dalla coda "wiki" o "wikiquote", ecc. Non escludo di essere stato io stesso causa del mio male, magari solo per aver pigiato inavvertitamente un tasto sbagliato. Nondimeno, avendo già accumulato un congruo arretrato da smaltire, devo per forza confidare in un suo urgente salvataggio.
Colgo l'occasione per due sentiti adempimenti: ringraziarla del suo prezioso apporto a questo progetto di democrazia del sapere e porgerle i miei migliori auguri di un sereno Natale e di un rigenerante 2022, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 09:32, 19 dic 2021 (CET)
:Grazie! Farò qualche tentativo, ma dubito di venirne a capo, anche perché ora, forse per i miei tentativi andati a vuoto, la mia password su Wikidata è bloccata. Quanto alle voci, una è Anna Maria Guarnieri. Rinnovo il mio riconoscente saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:45, 19 dic 2021 (CET)
::La password, per fortuna, non è compromessa, ma il problema permane.... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 12:09, 19 dic 2021 (CET)
:::{{ping|Spinoziano}} Grazie del suggerimento. Tutti i tentativi esperiti finora non sono serviti a nulla. L'oracolo è la mia ultima chance. Ci provo ma, disgraziatemente, è da tempo che ho smesso di riporre fiducia in tale figura. Non sarebbe meglio sollecitare l'intervento di un tecnico? Un caro saluto a entrambi, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:38, 19 dic 2021 (CET)
::::Mi sembra un ottimo suggerimento. In attesa della risposta dell'Oracolo (se mai arriverà), lo testo subito e le faccio sapere, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:57, 19 dic 2021 (CET)
:::::Gentile Sun, la prova è stata fallimentare. Non sarà il caso di mettere in campo un esorcista? Ci penserò questa notte. Per oggi può bastare quanto fatto, l'ho tediata fin troppo. Le auguro di trascorrere una piavevole serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:07, 19 dic 2021 (CET)
::::::Ciao :) così su due piedi non so quale sia il problema e negli ultimi tempi ho davvero poco tempo, però ho cambusato la discussione aperta all'Oracolo nel progetto competente, sono certo che qualcuno più bravo di me saprà darare una soluzione :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 20:52, 19 dic 2021 (CET)
{{rientro}} Buongiorno, Sun! La ringrazio per aver connesso le mie voci in Wikidata. Con una facile battuta, che non farò, potrei dire che le ho trovate connesse "a mia insaputa". Da una mia verifica, risulta ormai sconnessa solo [[Tara Lynn]], voce che ho potuto quotizzare grazie all'enciclopedicità certificata, seppure con qualche riserva, dalla consorella britanica dell'ItalQuote. Voglio credere che alla lettura del verbo "quotizzare" lei abbia arricciato il naso. Ebbene: dovrà farci il callo, dacché non solo mi sono rassegnato a familiarizzare con l'angloinformatese ma, quando il con-testo me ne darà un plausibile pretesto, non esiterò ad avventurarmi nel conio di neologismi. Ma è tempo di tornare alla mia croce: Wikidata inficiata nel mio account da un qualche malefico bug. Intanto, l'aggiorno sui miei ultimi tentativi. Ho fatto a più riprese l'accesso a Wikidata, sia in forma anonima che da loggato, operando su PC e Smartphone non miei. Nulla da fare: la schermata, beffarda e impenetrabile, non si schoda, è sempre lì a irridermi e a rendere vana la mia azione. Ora, volendo fare un ultimo tentativo, avrei bisogno del suo supporto. Non dovrà però vedermi come l'utente autoverificato che s'intrattiene con scioltezza, e talora persino con finezza, con l'autorevole admin, bensì come un balbettante novizio amanuense che chiede all'abate di insegnarli l'abc del suo compito conventuale. Ed ecco la richiesta: mi può descrivere in maniera semplice, come fosse un sillabare o un esercizio di spelling, la procedura con cui lei inserisce e una nuova voce in Wikidata? Un saluto cordiale, e come sempre riconoscente... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 13:33, 21 dic 2021 (CET)
:Buongiorno, Sun! È proprio come immaginavo: la procedura è identica a quella che seguivo io, compresa una lettera da scrivere manualmente quando si opera con il copia-incolla. Sospetto che si tratti di un bug del sistema, e comunque, per non lasciare nulla d'intentato, ho provveduto a segnalare la cosa anche al bar di Wikidata. Vedremo se questa volta qualcuno si farà vivo. A naso, però, debbo dire che non mi pare che Wikidata sia un progetto che si distingua per l'entusiasmo dei suoi utenti. Già: l'entusiasmo, quello che ritengo essere il suo maggior talento: a me, infatti, lo ha trasmesso lei, e con questo, sia ben chiaro, non voglio sminuire le sue altre abilità messe in campo in questo straordinario progetto di democrazia del sapere. Porto ad esempio la campagna SheSaid: a ottobre, mi era sfuggita la sua riprosizione e, davvero, pensavo che mi sarei limitato a dare uno svogliato contributo, anche perché già di mio, come le dicevo, nella creazione di nuove voci mantengo un occhio di riguardo per le figure femminili. Senonché, la sua partecipe segnalazione e poi il suo appassionato apporto all'iniziativa mi hanno ben presto fatto mutare atteggiamento. È scoccata la scintilla che ha fatto divampare il grande fuoco dell'entusiasmo. Ma torniamo a Wikidata. Ho consultato i links che mi aveva suggerito, ma li ho trovati troppo lambiccati, tranne "accessorio", che potrebbe tornare utile nel caso debba obtorto collo cambiare la password (ma, che lei sappia, in tale eventualità, potrò mantenere l'attuale nome utente?). Mutilo di Wikidata, ma sempre speranzoso di uno suo rispristino, come mi regolo intanto con le nuove voci? Gliele segnalo a lei a pacchetti, oppure quando vede le mie N provvede lei di default a linkarle? (Come sempre, mi sono dilungato, ma, credo, ne converrà anche lei, che lo svolgimento pacato sia un elemento imprescindibile per dotare di intensità e bellezza la comunicazione umana. Tanto più in un consesso come il nostro, dove, per forza di cose, a fare da bussola non può che essere il glossario informatico). Alla prossima, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 10:18, 22 dic 2021 (CET)
:::{{Fatto}} Con il percorso suggeritomi da {{ping|Epìdosis}}, ho potuto finalmente ripristinare, seppur con qualche lieve modifica procedurale, la mia piena operatività in Wikidata. Chi fosse interessato ad approfondire il casus può averne contezza sulla bacheca del Bar di Wikidata nella risposta di Epìdosis al mio quesito, alle ore 9.20 di oggi, 22 dicembre 2021. Un immenso grazie a {{ping|Sun-crops}}, {{ping|Spinoziano}} e {{ping|GryffindorD}} per il caloroso sostegno e per i preziosi suggerimenti, grazie ai quali ho potuto acquisire utili nozioni informatiche nonché sperimentare un ampio ventaglio di approcci e tracciati inventivi che mi saranno di aiuto in futuro per venire a capo di eventuali difficoltà operative. A tutti, auguri con il cuore... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 13:44, 22 dic 2021 (CET)
== Re: Barnstar SheSaid 2 ==
Caro Sun, un ''muito muito obrigado'' lo meriti di più tu, che sei stato il vero organizzatore di questa edizione, avvisando gli utenti, incoraggiandoli, seguendoli... Tutte cose che fai sempre con generosità e passione, ma con entusiasmo ancor maggiore in questa occasione, e così i frutti hanno superato ogni aspettativa... Ottimo lavoro! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:14, 21 dic 2021 (CET)
:Magari avremo occasione di risentirci prima, ma nel frattempo un buon e ''sun''to Natale anche a te! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:25, 21 dic 2021 (CET)
== Hamletic question: Two or four hands? ==
Buongiorno Sun! Lei scrive "Nella mia pagina di discussione, lo scorso anno, il 17:43, 19 set 2020 (Discussione Gianni Biondillo e Michele Monina, Tangenziali), lei ha scritto e sottoscritto: "Rispondo qui alla sua domanda: il libro è scritto a 4 mani, non è suddiviso in sezioni separate. Creo quindi una voce. --Cris77 (scrivimi) 17:43, 19 set 2020 (CEST)". Questo lo ha detto lei lo scorso anno. Come fa a dire oggi, oggi, che tutte le citazioni da lei inserite sono da attribuire al solo Gianni Biondillo? Two or four, that is the question. Two and four? Half of four + half of four? Today or last year? And the next year? Very hamletic questions."
Non c'è bisogno di disturbare Amleto per trovare la risposta: ora ho il libro fra le mani. Risposta sufficientemente chiara?
--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:36, 24 dic 2021 (CET)<br>
:[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] Non c'è bisogno di un ulteriore cartellino giallo. Visto che mi si accusa di mentire, di non aver letto libri che cito, e di non so quali altri misfatti. Non ritenere che la citazione di Igiaba Scego "Non era questione di Europa, accidenti, ma questione di diritto dei corpi al movimento" rinchiuda, in poche parole, gran parte dell'ingiustizia migratoria contemporanea e che, di conseguenza, questa non abbia il suo posto in wikiquote, mi rattrista. Ma la Sua parola sembra più autorevole della mia, e allora così sia.
Per tutte queste ragioni, preferisco partire da sola, senza bisogno di un'ulteriore sanzione. Sperando di non fare più l'errore di tornare. O per lo meno di non tornare sulla pagina italiana. Peccato, perché avrei volentieri aggiunto una citazione su Addis Abeba, di Igiaba Scego, giustamente, tratta dal suo libro "Adua". Un altro libro che, chissà, forse non ho neppure letto?--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 10:24, 24 dic 2021 (CET)
== Corea del Nord ==
Ciao Sun,
spero tu abbia passato un buon Natale. Ho visto che hai cancellato la pagina della Corea del Nord, ma a parte l'ultimo inserimento mi pareva una pagina regolare, sbaglio? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:44, 25 dic 2021 (CET)
: Ma figurati, nessun problema, nemmeno metto in dubbia la tua buona fede ci mancherebbe! :-) Il nome del coreano non saprei decifrarlo nemmeno io così su due piedi, ma [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=%EB%8F%99%ED%95%B4%EB%AC%BC%EA%B3%BC+%EB%B0%B1%EB%91%90%EC%82%B0%EC%9D%B4+%EB%A7%88%EB%A5%B4%EA%B3%A0+%EB%8B%B3%EB%8F%84%EB%A1%9D vedo] che per ora non è bloccato da nessuna parte. Spero che i tuoi "acciacchi" non siano nulla di grave. Figurati che mi sono accorto anche se mi ero appena fatto un cichettino di liquore :-D Ricambio gli auguri! Buona serata! --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 22:00, 25 dic 2021 (CET)
== Re: Gaetano Emanuel Calì ==
Ciao Sun, penso anch'io che la fonte sia accettabile, non vedo particolari problemi. Non ti ho ancora fatto gli auguri di buon anno, li faccio ora nel caso non avessimo il piacere di risentirci prima: a te un 2022 ''solare'' e portatore di felici ''raccolti'' ! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:02, 29 dic 2021 (CET)
== Re: [[Template:SelezioneNuove]] ==
Ciao Sun, conoscevo già la pagina e a dire il vero, in passato, è accaduto che la aggiornassi io stesso; ma non sempre ricordo di farlo quando possibile. Cercherò di averlo presente perché, come hai scritto tu stesso, è un servizio realmente apprezzabile. Ricambio vivamente gli auguri e, come al solito, ti ringrazio per il tempo e l'impegno che dedichi costantemente a questo progetto. Buona giornata, [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 12:47, 4 gen 2022 (CET)
== How we will see unregistered users ==
<section begin=content/>
Ciao!
Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia.
Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate.
Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento.
Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia.
Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio.
Grazie.
/[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/>
19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Torino Football Club ==
Ciao,
Ti scrivo perché vorrei capire che senso abbia reputare ingiustificate le mie modifiche; infatti, poco fa, hai cancellato il mio operato sulla pagina dedicata al Torino Football Club, e io vorrei capire come mai, visto che quel coro e quello striscione sono semplicemente vergognosi.
Ci tengo a specificare che questo discorso lo farei a prescindere.
Saluti. [[Utente:Eddy rossy|Eddy rossy]] ([[Discussioni utente:Eddy rossy|scrivimi]]) 17:12, 11 gen 2022 (CET)
== Caratteri non latini nella descrizione iniziale ==
Ciao Sun, modifiche come [[Speciale:Diff/1189830|questa<sup>1189830</sup>]] o [[Speciale:Diff/1188826|questa<sup>1188826</sup>]] sono opportune? Mi sta sorgendo il dubbio di aver interpretato male le convenzioni del progetto in merito. Grazie per l'attenzione. -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 21:21, 16 gen 2022 (CET)
:Grazie. Di solito tendo a prendere come modello ideale di riferimento le voci in vetrina (in questo caso, [[Lev Tolstoj]]), ma ho preferito chiedere conferma. --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 22:18, 16 gen 2022 (CET)
== Marilù Oliva ==
Ciao, lasciando perdere che si tratta di libri non enciclopedici, e IMHO assimilabili allo spam, sono pure citazioni troppo lunghe per non essere considerate violazione dei diritti d'autore, di solito brani su wikipedia cosi lunghi sono considerati copyviol. Mi sembra, scusa se te lo dico. un po' fuori luogo annullare la mia modifica e poi chiedere il motivo per cui l'ho fatta. Un saluto, buon proseguimento --[[Utente:Fresh Blood|Fresh Blood]] ([[Discussioni utente:Fresh Blood|scrivimi]]) 22:10, 22 gen 2022 (CET)
==Citazione d'autore senza voce==
Mi sembra che era permesso se il soggetto era un'autorità o svolgeva una carica di rilievo e l'inserimento richiedeva anche una nota. Non ho trovato in nessuna parte che per forza l'autore deva avere voce su WP.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D|2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D|msg]]) 17:26, 28 gen 2022 (CET)
== Re: Typo ==
Ciao Sun, il piacere è reciproco. Sì, per il nostro manuale di stile ' è semplicemente un apostrofo sebbene alcuni testi tendano a utilizzarlo come "virgoletta", quindi se utilizzato in tal modo va sostituito con " o tutt'al più con «.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:45, 10 feb 2022 (CET)
== Re: [[Vox populi, vox Dei]] ==
Riciao Sun-crops, ho abbozzato la voce tematica ma credo che vada rivista: se ci limitiamo al senso "proprio" del motto (cioè che un'opinione condivisa da tutti non può essere falsa), le citazioni trovate sono relativamente poche. Se invece si amplia l'orizzonte tematico, e si considerano separatamente la "voce del popolo" da una parte, e la "voce di Dio" dall'altra, le citazioni sui singoli punti aumentano. Per ora ho messo un avviso di Work In Progress; ogni suggerimento sarà benvenuto. A presto, --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 20:27, 16 feb 2022 (CET)
:E se invece nella voce principale "Vox populi, vox Dei" si inseriscono i due sottoparagrafi "Vox populi" e "Vox Dei"? Sarebbe una soluzione omnicomprensiva, tutto in un colpo solo. {{ping|Spinoziano}} e {{ping|AssassinsCreed}} --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 10:56, 19 feb 2022 (CET)
::{{ping|AnjaQantina}}, ma la raccolta come dicevo deve raccogliere citazioni sul motto, se metti nelle sottosezioni delle citazioni che non riguardano il motto sarebbero comunque citazioni non pertinenti, perciò resterei sulla soluzione precedente. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:07, 19 feb 2022 (CET)
:::{{ping|Spinoziano}} {{ping|AnjaQantina}} Ciao, AnjaQantina. Spinoziano parte dal punto fondamentale, che in qualche modo avevo già anticipato nella mia prima risposta quando ho scritto: "Il problema che poni è giusto: alcune citazioni sono precisamente aderenti alla locuzione che è il titolo della voce, altre la intercettano per segmenti. È probabile che qualche spostamento si dovrà fare. Forse si potrebbe addirittura creare una o più nuove voci". Quindi, tenendo presente il principio generale che regola le tematiche, vale a dire che il tema della voce e le citazioni devono coincidere perfettamente, credo che non ci siano alternative alla soluzione prospettata da Spinoziano. Il che, detto en passant, aggiungerebbe una voce ai tuoi contributi; non che ce ne sia bisogno, perché sono, con tuo merito, già molto molto cospicui, ma sarebbe comunque una voce in più. Anche per wikiquote. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:37, 19 feb 2022 (CET)
Buonasera, Sun-crops! Le chiedo cortesemente di provvedere alla cancellazione della voce "Deprung (Tibet)" da me creata con un duplice, imperdonabile, errore. Il primo: la voce di questo monastero buddhista di Lhasa, avente per etichetta "Drepung", esisteva già. Il secondo errore: nella voce da me creata manca una "r": per una svista (o incipiente dislessia?), infatti, mi sono trovato a scrivere "Deprung" anziché la dizione corretta, ossia "Drepung". Mi auguro di non avere, con la mia dissennata disattenzione, ingrigito di una nuvola il cielo della sua stanza. Riceva il mio riconoscente saluto --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:48, 21 feb 2022 (CET)
== Cancellazione pagina ==
Buonasera, Sun-crops! Le chiedo cortesemente di provvedere alla cancellazione della voce "Deprung (Tibet)" da me creata con un duplice, imperdonabile, errore. Il primo: la voce di questo monastero buddhista di Lhasa, avente per etichetta "Drepung", esisteva già. Il secondo errore: nella voce da me creata manca una "r": per una svista (o incipiente dislessia?), infatti, mi sono trovato a scrivere "Deprung" anziché la dizione corretta, ossia "Drepung". Mi auguro di non avere, con la mia dissennata disattenzione, ingrigito di una nuvola il cielo della sua stanza. Riceva il mio riconoscente saluto --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:49, 21 feb 2022 (CET)
:Dal duplice arrore a un duplice grazie: primo, per aver cancellato tempestivamente la voce errata; secondo, per la "bussola" con cui potrò meglio orientarmi nel mare insidioso delle "tematiche". Buonanotte,--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 22:52, 21 feb 2022 (CET)
== Guido Ceronetti ==
Gentile Sun-crops, buona domenica!
Nel consultare la pagina del grande scrittore torinese, mi è andato l'occhio sulla querelle relativa al numero della pagina della citazione tratta da ''La pazienza dell'arrostito''. Sono quindi andato a consultare la mia copia, ed essendo la stessa presente in bibliografia, Adelphi 1990, le posso confermare che il numero della pagina, 72, indicato dall'utente è corretto. Detto ciò, mi sento di condividere lo sconcerto nel constatare l'enorme balzo nella numerazione delle pagine da una edizione all'altra. Misteri dell'editoria, di fronte ai quali, nulla potendo fare, non ci resta che soprassedere.--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:51, 27 feb 2022 (CET) Saluti,
== Bufalineggiando ==
Buon pomeriggio, Sun-crops!
Bell'inserimento, il Suo, quello tratto da ''Museo d'ombre'', nella pagina del Maestro di Comiso, gran coniatore del termine "isolitudine" che plasticamente e splendidamente pitta (verbo che mi è arrivato dalla lettura del pittore decoratore) la condizione che ogni isolano di Sicilia intimamente avverte come sua. Detto ciò, la trasferta d'Oltraple che con l'arguto garbo della sua cifra espressiva Lei mi sollecita a intraprendere, deve essere giocoforza rinviata perché nella Wikiquote francese la voce Gesualdo Bufalino al momento non c'è. Magari potrei crearla io, certo, ma non adesso. Detto ciò, se la cosa è gradita, potrei, incorporando e integrando la sua citazione, dotare l'italica Pedia della sezione dell'opera in oggetto, dacché nella mia libreria cartacea essa non manca. A frenarmi, tuttavia, c'è una perplessità, che Le giro in forma interrogativa: non è, quella di Bufalino, una voce già fin troppa fitta di citazioni? D'altronde, è questo il retropensiero, lo dico di passaggio, che, in materia di inserimenti, mi spinge a starmene alla larga dai nomi che già straripano di contributi. Confidando in una prossima interlocuzione piacevole come questa, La saluto cordialmente, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:58, 27 feb 2022 (CET)
:Ha perfettamente ragione, con Bufalino è impossibile sbagliare: ''Museo d'ombre'' avrà la sua sezione! Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 19:03, 27 feb 2022 (CET)
== re: Molo ==
Ciao :-) avevi sbagliato l'item, il molo come architettura è [[:d:Q13370235]], tu l'avevi messo nell'item della disambigua, ovvero [[:d:Q1184089]]. Ho aggiustato io ;-) Mi chiedo solo se non sia il caso di invertire i significati come su Wikipedia, perché mi sembra che il molo come struttura costiera sia il significato nettamente prevalente. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 20:52, 27 feb 2022 (CET)
:{{fatto}} ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:36, 27 feb 2022 (CET)
== re: O. d. m. ==
Ciao, in questi casi secondo me basta secondo me un richiamo all'utente (l'ho fatto poco fa). In ogni caso, tieni presente che nel caso di un campo oggetto particolarmente problematico, si può oscurare dalla cronologia solamente quello, lasciando il testo nella pagina :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:34, 10 mar 2022 (CET)
== Re: Cancellazione (2) ==
Ciao Sun, buono ''shabbat''! Ineccepibile la cancellazione e il blocco: lo stile è proprio quello di uno spam bot e il fatto che quell'università privata abbia una voce sulla Wikipedia inglese (solo lì e con tanto di avviso che rileva il probabile intento promozionale) non porta a fare un'eccezione. Ma passando a cose più serie, stavo pensando in questi giorni: anziché "Apollo" che ne diresti se cambiassimo il tuo soprannome ufficiale in "[[Re Sole]]"? In fondo sai anche il francese, se ben ricordo, e direi che ti calza a pennello, che ne dici? {{sisi}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:37, 12 mar 2022 (CET)
:''Votre Majesté, bon dimanche!'' Ho controllato anch'io e ''ne t'inquiète pas'', la nostra Wikipedia [[w:Luigi XIV di Francia#La morte del re|sapientemente ci informa]] che il tuo precursore morì di cause naturali (una bonaria gangrena da [[gotta]]), quindi davvero niente ghigliottina, niente regicidi, solo uno splendente, lungo e luminoso regno al cumine del quale il [[Utente:AssassinsCreed|nostro medico di corte]] ti darà sicuramente efficaci consigli su come ridurre il sovrappeso, moderare gli eccessi e quindi scongiurare i malanni. Da parte mia, da uomo della strada, consiglio intanto contro la gotta una dieta a base vegetale, e anche via le troppe donne, le cortigiane, per il cuore :D-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:17, 13 mar 2022 (CET)
::Ah ma se torniamo a paragoni divini, abbiamo oltre ad Apollo altri eminenti esempi di [[w:Sol Invictus|Sol Invictus]], quanti precursori di Sun-crops! Ma direi che per questo week-end abbiamo già dato, non mancheranno altre occassioni {{sisi2}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:09, 13 mar 2022 (CET)
== re: link al wikizionario ==
[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Altalena_(oscillante)&type=revision&diff=1201704&oldid=1201701&diffmode=source Evvualà] (cit.) ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 20:41, 31 mar 2022 (CEST)
:XD per così poco, de nada. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:13, 31 mar 2022 (CEST)
== [[Berta Castañé]] ==
Ciao Sun, ho cancellato la voce perché a ben guardare riportava un'intervista intera tradotta in automatico, con molti pasticci; io stesso non me ne sono accorto prima, passando di fretta, e anzi avevo aggiunto l'immagine e sistemato le categorie; me ne sono accorto ora perché lo stesso anonimo, anche se con ip diversi, si è messo a creare altre voci simili; che, nel caso, ritengo vadano cancellate in immediata; vale anche se vengono ricreate uguali o se ne abbiamo lasciate indietro altre create in quel modo dallo stesso anonimo. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:37, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: Giancarlo Dotto ==
{{fatto}}: [[giornalismo sportivo]]. Controlla pure se le citazioni sono tutte pertinenti l'argomento. Un saluto ;-) '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 21:50, 12 apr 2022 (CEST)
== ''Sun''ta Pasqua ==
Caro Sun, buona domenica pasquale! È da un po' che non ti sento, quindi mi permetto di scriverti, pur in mancanza di un motivo "serio", per farti gli auguri. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:41, 17 apr 2022 (CEST)
== Citazioni senza fonte ==
Ciao, scusami la svista, provvederò ad inserirle. Unica cosa: vedo che ce ne sono anche altre senza fonte, andrebbero rimosse pure quelle?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 00:21, 21 apr 2022 (CEST)
== Risposta ==
Ok grazie mille per averlo fatto presente.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 15:40, 21 apr 2022 (CEST)
== Vito Santarsiero ==
Ti ringrazio, lo avrei fatto io a breve.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 17:32, 21 apr 2022 (CEST)
== Enciclopedia ==
Degna curiosità. Leggo che Wikipedia è un'enciclopedia, mentre Wikiquote è una raccolta di citazioni. Però Wikiquote è l'unica, come Wikipedia, a chiamare voci le pagine nel namespace principale. Sono entrambe enciclopedie, seppur diverse?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 19:29, 21 apr 2022 (CEST)
:In merito alle funzioni dei vari progetti wiki. Per esempio: Wikizionario è un dizionario, Wikinotizie è un giornale o un notiziario (ma non un editoriale), Wikivoyage è una guida turistica...--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 21:48, 21 apr 2022 (CEST)
::Ben detto, grazie mille.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 23:32, 21 apr 2022 (CEST)
== Spirito collaborativo ==
Ciao, guarda, sto imparando come funziona Wikiquote. In merito a Gildo Claps: se ritenete non sia enciclopedico, ok. Ma da qui a parlare di vandalo da bloccare...-[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 19:09, 22 apr 2022 (CEST)
== Gianmario Pagano ==
Grazie per le correzioni. Confermo che i puntini erano al posto di un ''omissis'' e ho provveduto a correggere secondo le indicazioni che mi hai scritto. Le citazioni provengono da un'intervista fatta da Marco Damilano a Pagano. Ho avuto il dubbio se inserirla come "Citazione su" ma poi, tenendo conto che tutti le risposte di Pagano sono virgolettate, ho preferito scriverla come citazione diretta. Ho sbagliato? Porta pazienza :-) è la prima volta che inserisco una voce qui. --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 18:41, 26 apr 2022 (CEST)
* Per la numerazione delle pagine ho verificato e confermo che la numerazione è quella che fornisce anche GoogleBooks. Correggerò al più presto. Riguardo alla Bibliografia, è opportuno che cambi la struttura della pagina spostando le note in fondo alla pagina, per aprire una nuova sezione Bibliografia e inserendo in essa, oltre a "Il partito di Dio.", anche la bibliografia delle altre due opere citate (I miracoli... e E.T. l'incredibile storia...)? Se affermativo, lascio i riferimenti bibliografici che hai inserito in nota o li tolgo considerando che vengono ripetuti in Bibliografia? [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 19:38, 26 apr 2022 (CEST)
** Grazie per le molte correzioni. Ho visto che hai modificato il titolo di "E.T. L'incredibile storia di Elio Trenta" in "E.T". Ma il titolo corretto è quello completo, non c'è sottotitolo, come puoi verificare anche dallla bibliografia. Posso sistemare?Ciao--[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 11:16, 27 apr 2022 (CEST)
== Charles Moreau-Vauthier ==
Ciao Sun-crops, dopo aver creato la [[Charles Moreau-Vauthier|voce in oggetto]], mi sono accorto che nel frontespizio del testo, oltre a Moreau-Vauthier, compare anche il nome di Ugo Ojetti. Cosa conviene fare? cancellare la pagina o intitolarla ad ambedue gli autori? Mi sembra che non ci siano indicazioni per capire quale sia il contributo di ciascun autore. Scusami per il disturbo. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:16, 16 mag 2022 (CEST)
:Oppure rinominare la voce con il titolo del libro? Come, ad esempio, ''[[L'evoluzione della fisica]]'' e tanti altri simili? --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:45, 16 mag 2022 (CEST)
::Utile è dir poco! Assolutamente risolutivo! Come sempre. Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:22, 16 mag 2022 (CEST)
== Ottavio Rosati ==
Ciao, buon week end. Rispondo alla tua richiesta di indicare una fonte sulla qualifica di 'sceneggiatore' di Ottavio Rosati. Si trova nella sua pagina wikipedia dove sono anche indicate le sue varie sceneggiature, ma anche in filmitalia istituto luce--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 08:48, 19 mag 2022 (CEST)--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 08:48, 19 mag 2022 (CEST)
== Ping ==
Ciao Sun, ricorda che il ping funziona solo se è accompagnato dalla tua firma in tempo reale (cfr. [[w:Template:Ping|istruzioni]]), ad es. poco fa non ho ricevuto una notifica e non credo che sia arrivata a Dread per il Bar ;-) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:53, 20 giu 2022 (CEST)
:Buongiorno Sun, per completezza aggiungo che anche pingare [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Bar&diff=next&oldid=1213194 così] va bene e funziona, non c'è nessun obbligo di usare il template; lo dico perché nella successiva diff hai corretto mettendo il template (ora ovviamente non sto dicendo di rimettere com'era prima, dico solo che l'importante è che la notifica arrivi). Altra minuzia, già che passo di qui: quando devi spostare un tuo messaggio da una pagina di discussione a un'altra, perché ti accorgi di averlo appena inserito nella pagina sbagliata, è meglio un semplice spostamento (cancellando il messaggio dalla pagina dove l'hai messo per sbaglio, indicando nel campo oggetto che lo stai spostando) anziché lasciarne un doppione barrato, perché il barrato normalmente indica che ritiri/rinneghi qualcosa che hai scritto, quindi l'utilizzo del barrato per qualcosa che hai semplicemente spostato può generare confusione (ora cancello io il doppione qui sotto, già tutto sistemato, e non serve che vai a cancellarne altri se l'hai già fatto in passato, tienilo solo presente per il futuro ;-)) Un caro saluto, Sun, buona giornata! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:48, 22 giu 2022 (CEST)
== Maiuscole/minuscole ==
Ciao, volevo solo chiarirmi ulteriore in privato circa il tuo messaggio di chiusura [[Discussioni_utente:AssassinsCreed#Agostino_Di_Bartolomei|a questo topic]]. Non ho nessun motivo per dubitare della tua buona fede, ci mancherebbe altro :-) tantopiù che, al di là di quanto prescrivono le - ''attuali ''- linee guida, l'uso del minuscolo mi pare fin d'ora prevalente. Così come non mi darebbe alcun fastidio se, d'ora in avanti, si optasse definitivamente per la maiuscola: si tratta di una minuzia di stile che mi lascia indifferente. Nella circostanza mi ha dato solo fastidio, molto fastidio il ''modo'' in cui è stato trattato - non da te - il mio wikilavoro, e di riflesso la mia utenza; il tutto, per l'appunto, solamente per una risibile minuzia di stile. Diciamo che la tua svista ha avuto quantomeno il ''pregio'' ( :-D ) di portare alla luce rancori che, evidentemente, covavano da un po' sotto alla cenere... e di cui tu, se mai ci fosse bisogno di chiarirlo ulteriormente, non hai alcuna colpa. Pazienza, non si può piacere a tutti qui dentro né si dev'essere forzatamente amici per la pelle, l'unica cosa importante resterà sempre il bene del progetto wiki. Un saluto ;-) '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 19:47, 21 giu 2022 (CEST)
== Re Categoria dissidenti ucraini ==
Caro Sun, creerei come sulla Wikipedia italiana una categoria "dissidenti sovietici" includendovi coloro che facevano parte dell'Unione sovietica ma erano dissidenti rispetto a quel governo, creando eventualmente "dissidenti ucraini" solo nel caso di una persona facente parte dell'Ucraina e dissidente verso di essa (ma non mi sembra che ce ne siano molti) o facente parte della Bielorussia e dissidente verso di essa ecc. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:16, 24 giu 2022 (CEST)
== Defaultsort ==
Sono capitato per caso nella pagina [[Vladimir Semënovič Vysockij]] che tu hai creato. Sono rimasto sorpreso però dall'istruzione <nowiki>{{DEFAULTSORT:Semënovič Vysockij, Vladimir}}</nowiki> che, se non interpreto male, indica, come chiave dell'ordinamento alfabetico nelle categorie, il patronimico («-vič») anziché il cognome --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 16:34, 27 giu 2022 (CEST)
== Re: Corsivi in traduzione ==
Ciao Sun, non c'è una regola, ma spesso in un testo italiano i termini stranieri meno comuni si riportano in corsivo, è una regola stilistica generale che a volte viene adottata, quindi va un po' a discrezione del singolo :-) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:06, 29 giu 2022 (CEST)
:Parola o espressione non credo faccia differenza, "femme fatale" è abbastanza comune e quindi può stare anche senza corsivo.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:18, 29 giu 2022 (CEST)
== Refusi ==
Ho notato che le tue aggiunte sono zeppe di refusi ed errori vari che sto pazientemente correggendo. Per favore, in futuro potresti fare più attenzione? Grazie. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:51, 30 giu 2022 (CEST)
{{Ping|Udiki}} Non è consentito impartire ordini a nessun utente [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Theodor_W._Adorno&type=revision&diff=1214678&oldid=1214677]. Spero di essere stato chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:18, 4 lug 2022 (CEST)
:Non era un ordine ma un invito a una collaborazione costruttiva, come quella poi messa in pratica da Dread. Tanto per essere chiari. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:23, 4 lug 2022 (CEST)
::{{Ping|Udiki}} Sono io che spero di esserle stato chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:25, 4 lug 2022 (CEST) "Visto che hai il libro, verificale." è un ordine, e questo non glielo permetto, non so se è chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:27, 4 lug 2022 (CEST)
:::Smentisco espressamente che il mio intento fosse quello. Nel campo oggetto c'è poco spazio e tocca essere stringati, comunque si [[Wikiquote:Presumi la buona fede|presume la buona fede]]. Ma ora che ho chiarito, non si può equivocare. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:31, 4 lug 2022 (CEST)
::::Nessuno può impartire ordini. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:38, 4 lug 2022 (CEST) {{Ping|Udiki}} Aggiunto ping. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:42, 4 lug 2022 (CEST)
:::::D'accordo, ''nessuno''. Me ne ricorderò. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:45, 4 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} {{Ping|Udiki}} Non ricordo di essermi <u>''mai''</u> permesso, in oltre dieci anni, di <s>aver impartito</s> impartire ordini a ''nessuno''. ''Nessuno'' ha mai avuto bisogno di ricordarsi niente con me. E anche la Sua ultima risposta, che è una neppur <s>troppo</s> tanto velata minaccia, ''parla''. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:50, 4 lug 2022 (CEST)
:Non è neppure lontanamente una minaccia, sia ben chiaro. Non preoccuparti. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:54, 4 lug 2022 (CEST)
::{{Ping|Udiki}} Non ho assolutamente nulla di cui preoccuparmi. La sua ''era'' una <s>larvata</s> minaccia. Tutto il suo modo di esprimersi è <s>aggressivo</s> aggressivo, ostile e prevaricante. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:56, 4 lug 2022 (CEST)
:::Ci mancherebbe che tu abbia qualcosa di cui preoccuparti, tanto più che sono un semplice utente e non un amministratore, perciò non posso fare alcunché, né comunque lo farei perché non ne ho motivo e, se ce l'avessi, non ne avrei comunque l'intenzione. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 00:02, 5 lug 2022 (CEST)
::::Non mi suoni, per cortesia, questa musica così poco sincera da indifeso, da fragile, da potenziale ''vittima'' di fronte al potente (potenti qui non ce ne sono). L'ho sentita suonare infinite volte in tutte le salse. Lei è stato estremamente fortunato ad imbattersi nel sottoscritto, estremamente fortunato. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:10, 5 lug 2022 (CEST)
:::::Nessuna vittima, infatti ho detto che non ho motivo di pensarlo. Però se dici che sono stato fortunato a imbattermi in te dici anche implicitamente che se mi fossi imbattuto in qualcun altro sarei stato sfortunato. Io non credo neppure a questa ipotesi, ma, se così non fosse, sono lieto una volta di più di trattare con un galantuomo. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 00:22, 5 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Ora sono un galantuomo? Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:35, 5 lug 2022 (CEST) <s>Io sono sempre stato, sono tuttora, e – finché resto – sarò sempre un utente come tutti, né più né meno.</s> <s>Grazie, tutti qui sono galantuomini.</s> --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:39, 5 lug 2022 (CEST) {{ping|Udiki}} Ringrazio per il galantuomo, lo <s>siamo</s> sono tutti qui. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:33, 5 lug 2022 (CEST)
== ''Filosofia della musica moderna'' ==
Ciao, Sun-crops! Non preoccuparti, c'ho pensato io; presa [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Theodor_W._Adorno&type=revision&diff=1214846&oldid=1214842 direttamente dal libro]. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 15:45, 1 lug 2022 (CEST)
:Ah, prego, non c'è bisogno di ringraziarmi. {{smile}} È quello che mi piace fare: trovare le fonti. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 15:56, 1 lug 2022 (CEST)
== Re: Mia presenza futura ==
Carissimo Sun, se/quando sei stanco ovviamente riposati, lo facciamo tutti - anch'io ultimamente non riesco ad essere presente al 100% - ed è bene per la propria salute farlo ogni tanto e dosare bene le energie. Le ombre e i contrasti appaiono sovente come fumo che si dirada quando li si guarda a distanza di tempo con sguardo riposato. Non occorre fare gravosi programmi di assenza o presenza, il bello di un hobby è che si è liberi ogni giorno, ogni settimana, ogni mese ecc. di fare quello che si vuole, a seconda delle energie e dalla voglia che si hanno a disposizione. Né c'è bisogno che io menzioni ora il tuo valore come utente, come vincitore già nel 2019 dello Zampino d'Oro alla Carriera e come degnissimo discepolo di {{ping|AssassinsCreed}}, tu e lui gli unici capaci di raggiungere e persino superare i livelli di perfezione nel patrolling di {{ping|Micione}}. Ah, purtroppo non si vedono ora all'orizzonte nuovi papabili amministratori, ci vorrebbe qualcun altro che mostrasse interesse per il patrolling su Wikiquote... {{smile}} [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:23, 5 lug 2022 (CEST)
:Ciao Sun, mi permetto di intervenire anche qui, sei un utente fondamentale qui e un admin di tutto rispetto, se anche degli impegni ti impediranno di contribuire con frequenza assidua è giusto che tu rimanga nella tua veste ufficiale a fare qualche saltuaria (ma certamente impeccabile) capatina. --[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:05, 19 lug 2022 (CEST)
== Re: Margaret Mead ==
Buongiorno, Sun-Crops!
Ho verificato l'incipit sull'edizione in mio possesso, quella inserita in bibliografia (Feltrinelli, 1988), e il testo risulta uguale a quello pubblicato in WQ: "sanno l'esistenza" anziché "sanno dell'esistenza". Evidentemente, il traduttore si è preso una piccola licenza grammaticale, che, lo dico sottovoce, a me non dispiace. Detto ciò, le ribadisco che lei non disturba mai. Tenga solo presente che, essendo io, lo scrivente, incline a "disertare" l'amato progetto per periodi più o meno lunghi, mi può capitare di risponderle con un non giustificabile ritardo. Perciò: dovesse succedere, non se ne abbia a male. Le auguro un meriggio luminoso epperò con il refrigerio di una brezza marina. Alla prossima, Ibisco [[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:54, 8 lug 2022 (CEST)
== Re: Nuove voci ==
Ah ok, io credevo ci pensasse un bot :-D vedrò che posso fare, un saluto '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 20:48, 10 lug 2022 (CEST)
==Re:Wikiquote:SheSaid 2022==
Ciao, si si è già partite con la preparazione. Intendi un central notice, vero? Spero lo facciano loro, glielo propongo. GRazie infinite, io spero comunque di averti anche quest'anno, eh! 🥰 --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 23:16, 13 lug 2022 (CEST)
== Impatto astronomico ==
Ciao Sun,
grazie per le piccole modifiche su [[Impatto astronomico]], ma l'aggiunta di wikt nei parametri di interprogetto indirizza ad una voce inesistente. Intendevi, forse, linkare la sola voce "impatto"? [[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:28, 15 lug 2022 (CEST)
== Re: Spazio tridimensionale ecc. ==
Ciao Sun, scusa se ti rispondo solo ora... Per quel poco che ho avuto modo di conoscerti sei una persona molto colta e intelligente e hai modi invidiabili, fossi in te non eccederei in questi bagni di umiltà {{smile}} Molti interessante in ogni caso l'aneddoto sul professor A. M.
Quanto alla querelle, sinceramente mi dispiace e ho sicuramente sbagliato nella descrizione di quel singolo messaggio. Il mio patrolling si limita ormai a un saltuario controllo dei miei osservati speciali e mi imbattevo ogni volta decine e centinaia modifiche di quel tipo... Il problema non era nemmeno tanto maiuscolo/minuscolo (si è deciso per il minuscolo e va benissimo così purché ci sia uniformità), il problema sono state le mancate risposte prima e le agghiaccianti scuse addotte successivamente per giustificare le mancate risposte poi: una mancanza di rispetto che mi ha fatto perdere la bussola. Questo comunque non sarebbe dovuto accadere e di certo non accadrà più. Inutile anche continuare a parlare, "''e con questo considero chiusa la polemica tra me e il sottoscritto''" {{smile}} [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:01, 19 lug 2022 (CEST)
== Evasione del blocco globale ==
Ciao Sun-crops, ti scrivo per [[Speciale:Contributi/151.21.151.19]], si tratta di [[:en:Wikipedia:Wikipedia:Long-term_abuse/Alec_Smithson|Alec Smithson]], credo che i suoi contributi dovrebbero essere cancellati anche su questo progetto. Buona giornata! --[[Utente:Mtarch11|Mtarch11]] ([[Discussioni utente:Mtarch11|scrivimi]]) 15:20, 25 lug 2022 (CEST)
== [[Simulazione]] ==
Mi rivolgo a Voi in quanto amministratore, come richiesto. La voce su Wikipedia riguarda manifestamente tutt'altro, infatti l'incipit recita: "Nelle scienze applicate per simulazione si intende un modello della realtà che consente di valutare e prevedere lo svolgersi dinamico di una serie di eventi o processi susseguenti all'imposizione di certe condizioni da parte dell'analista o dell'utente. Un simulatore di volo, ad esempio, consente di prevedere il comportamento dell'aeromobile a fronte delle sue caratteristiche e dei comandi del pilota." A Napoli si dice: ''a gatta pe' ghire 'e pressa facette 'e figlie cecate''. Comunque mi guardo bene dal fare un rollback, mi sa che lascio com'è... ''Ad maiora!'' [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 19:47, 26 lug 2022 (CEST)
c66pt9n5660cbg98d9eln8mtw4o2wsl
1219244
1219162
2022-07-27T06:58:03Z
Spinoziano
2297
/* Re: Alexandre Dumas (padre) */ nuova sezione
wikitext
text/x-wiki
*[[Discussioni utente:Sun-crops/Archivio2009-2016]]
*[[Discussioni utente:Sun-crops/Archivio2017-2019]]
== Re: Discussione con Laportoghese ==
Buongiorno. Lei ha perfettamente ragione. Mi spiace di aver usato un tono aggressivo nei confronti dell'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]]. Quel che mi urta particolarmente è che ho fatto notare a l'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]] questo errore più volte. Correggo gli errori e lui insiste con il rifarli. AugurandoLe una buona giornata, La ringrazio per avermi fatto notare lo sbaglio anche da parte mia. Buona giornata.--'''[[Utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|<span style="color:#209090;">2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|scrivimi]])</sup> 15:19, 20 ago 2020 (CEST)
Caro anonimo, continua a sbagliare a scrivere. Adesso parliamo dell`avverbio "Più volte". Aspettavo l'intervento di un admin per scriverle di darsi una calmata di mettere in mezzo un collaboratore denigrandolo. Due volte mi ha citato all'inizio ed alla fine di questo elenco di discussione per essere sicuro che venisse letto. Ma niente, il nulla da alcun admin. È giusto che lei sia "urtato" e che io non sappia la differenza tra su e di e che mi abbia corretto ovunque e più volte. Si certo, certamente. Fortunatamente ci sei tu gioiuzza anonima. Non avete idea quanto invece mi urti a me che abbia dovuto nuovamente rispondere ad un anonimo. Fatemi 20 richiami a 'sto giro, bloccatemi pure o eliminate la conversazione, non vorrei mai che l'anonimo si urti. Vi saluto cordialmente. [[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 08:16, 21 ago 2020 (CEST)
:@[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]], ho bloccato quell'ip per un mese, è già stato bloccato su Wikipedia ed è evidentemente un troll, se si rifacesse vivo in altra maniera per continuare a provocare, per cortesia non rispondergli, va semplicemente bloccato o rollbackato, altrimenti diamo da mangiare ai troll. Non è un rimprovero a te :-) è semplicemente per evitare il degenero. Grazie, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:45, 21 ago 2020 (CEST)
:Buonasera. Le vorrei ricordare che tutti si rispettano. Io ho deciso di non registrarmi per mie comodità. Se lei decide di "migliorare" Wikiquote deve saper parlare/scrivere l'italiano - in modo chiaro e fluido - comunque detto ciò Le auguro di trascorrere una felice vita. Un caro saluto --[[Utente:37.163.27.48|Utente:37.163.27.48]] ([[Discussioni utente:37.163.27.48|scrivimi]]) 21:18, 22 ago 2020 (CEST)
== Stella Musy ==
Ciao. Non cancellare le pagine senza motivo: aggiungi tu le fonti. Le manine ce le hai!!!
Forse questo tipo di atteggiamento lo fa sentire importante ahah😂 [[Utente:Mywikid|Mywikid]] ([[Discussioni utente:Mywikid|scrivimi]]) 22:44, 15 apr 2021 (CEST)
== Altalena ==
Ciao, potresti creare la pagina Altalena?<br/>P.S.: Ti chiedo di rispondere, non sei Dio sceso in terra.
== strisce - striscie ==
Grazie della segnalazione. Quando aggiungo il template sic (come nel caso della voce [[Filip Müller]]) è proprio perché voglio segnalare che la citazione contiene una parola spesso desueta o, come in questo caso, scorretta e non è un mio errore di digitazione. Per cui, se vogliamo essere fedeli al testo, a mio parere, occorre conservare l'originale "striscie" e annullare la modifica fatta. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:09, 4 gen 2020 (CET)
== Re: Karl-Heinz Rummenigge ==
Ciao Sun, mi fa piacere averti ritrovato admin dopo la mia lunga pausa, sei cresciuto tanto e ormai mostri una sicurezza totale in ogni ambito wikiquotiano.
*Su Rummenigge sono d'accordo con te, terrei la prima che parte da un episodio e arriva a conclusioni generali (pur essendo a limite) mentre eliminerei la seconda;
*Direi che possa starci una voce [[Processo a Galileo Galilei]] e quella citazione calzerebbe a pennello.
Buon anno e buon epifania, un abbraccio, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 11:27, 6 gen 2020 (CET)
== Processo a Galileo Galilei ==
Grazie Sun-crops, provvedo. È sempre un piacere creare una nuova voce. Non mi era sfuggito il tuo primo suggerimento, ma avevo qualche dubbio. Il dubbio, di fronte a due autorevoli opinioni, si è dissolto... :-) --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:14, 6 gen 2020 (CET)
== Auguri anche a te ==
Grazie, ricambio e buon lavoro!<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 7 gen 2020 (CET)
== Casa romana o Domus ==
Ciao Sun,
grazie, ovviamente, per le tue segnalazioni su possibili nuove voci. A questo riguardo chiedo il tuo parere sulla seconda citazione di [[Ugo Enrico Paoli]], "Le stanze della casa romana non erano ingombre di mobili...". Hai linkato "casa romana" a "Domus". Ho pensato, trattandosi di una citazione generica che prescinde dallo ''status'' di chi l'abita, che il link potrebbe essere indirizzato piuttosto verso "Casa romana", anch'essa presente in Pedia. Che ne pensi? --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:59, 14 gen 2020 (CET)
== Re: Vittorio Sgarbi ==
Buonasera, nessun disturbo! Fatto comunque, per me non è in alcun modo significativa. Grazie a te per il lavoro sporco che è la vera anima di wikiquote.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 20:07, 14 gen 2020 (CET)
:Sono intervenuto in discussione, non cancellerei la citazione. Non farti problemi, contattami quando vuoi. Buona serata.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:35, 15 gen 2020 (CET)
== Re: Enzo Striano ==
Salve, allora io ho inserito le citazioni su "Il resto di niente" dalla medesima edizione indicata nella pagina; ed ecco perchè non l'ho modificata. L'unica differenza tuttavia è che la sto leggendo da Kindle e quindi non sono in grado di riportare la pagina da cui ho preso la citazione in quanto la posizione a cui leggo è espressa in percentuale. In compenso però le citazioni sono sequenziali e questo dovrebbere renderne la ricerca più agevole. Credo che al progredire della mia lettura ne aggiungerò altre.
Saluti
--[[Utente:Giovax|Giovax]] ([[Discussioni utente:Giovax|scrivimi]]) 22:54, 14 gen 2020 (CET)
== Re: Abbigliamento nell'antica Grecia ==
Buongiorno! Non ho nulla da obiettare sul suo rilievo relativo alla pertinenza della voce. Posso però spiegarle l'inciampo che mi ha impedito di completarla con l'inserimento di altre citazioni, come avevo in animo di fare. Sapevo di avere nella mia libreria un saggio sulla vita quotidiana degli antichi Greci da cui attigere tutto l'occorrente, dacché un capitolo era incentrato proprio sull'abbigliamento. Ma ecco l'inciampo: l'autore, pur autorevole, Raquel López Melero, non è presente su Wikiquote né tantomeno su Wikipedia, e quindi le sue citazioni al momento sono inservibili. Ho allora consultato altri autori già enciclopedizzati, Indro Montanelli tanto per citarne uno, ma finora non mi è riuscito di trovare nulla sull'abbigliamento degli antichi Greci. Non mi restava, a questo punto, che fare una ricerca più approfondita nella biblioteca comunale. Senonché, nel frattempo, è arrivata la sua tirata d'orecchie, più che legittima, ma che, per fortuna, nello spirito costruttivo che informa la sua interlocuzione, è accompagnata dalla segnalazione di una fonte adatta allo scopo: ''Il costume antico e moderno di tutti i popoli'', opera di Giulio Ferrario che ho già consultato, e dove c'è tutto quello che serve a dare piena legittimità alla voce in oggetto. Anche qui però c'è un problema, non so quanto e come aggirabile. Il Ferrario, autore presente in Wikidata, Wikisource e Commons, è invece ignorato sia da Wikiquote che da Wikipedia. Domanda dalle cento pistole: stante così le cose, esiste un modo per utilizzare Giulio Ferrario come fonte? Resto in fiduciosa attesa, scusandomi già adesso se, per miei impegni cogenti, non dovessi procedere speditamente a battere l'eventuale pista da lei indicata. Intanto, nel ringraziarla della sua cortese attenzione, le invio un cordiale saluto. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:01, 19 gen 2020 (CET)
:Buonasera! Penso di poter salvare la voce tematica con l'inserimento di citazioni tratte dall'''Iliade'' e dalla ''Storia dei Greci'' di Montanelli. A "lavoro" ultimato, sarà poi lei a valutare se la pagina avrà titoli enciclopedici tali da giustificarne il mantenimento oppure dovrà essere cancellata. Confido di fare gli inserimenti al più presto. Colgo l'occasione per chiederle se sia possibile creare la voce bio di Giulio Ferrario su Wikiquote, non essendo egli enciclopedizzato su Wikipedia. Perché, se ciò fosse possibile, sarebbe la via maestra per conseguire il "salvataggio" posto che i contenuti in tema di questo autore, molto appropriati e anche estesi, consentirebbero di dare alla voce, ora vieppiù traballante, fondamenta più che solide. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:52, 19 gen 2020 (CET)
::Buongiorno! Seguirò il suo consiglio: la via maestra è sempre da preferire. Prima creerò, ancorché in abbozzo, la voce Giulio Ferrario su Wikipedia e, successivamente, la corrispondete voce bio su Wikiquote, dove inserirò le citazioni da linkare nella pagina tematica "Abbigliamento nell'antica Grecia". Conto di fare il tutto nel volgere di pochi giorni. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 08:50, 21 gen 2020 (CET)
:::Buonasera! Sono riuscito a completare l'iter concordato: creazione voce Giulio Ferrario su Wikpedia e su Wikiquote. Ora, a mio avviso, la voce dovrebbe essere a posto. Ho tenuto da parte una delle citazioni di Ferrario per creare la pagina tematica Peplo. Intanto è solo un abbozzo, ma presto la integrerò con altre citazioni. Grazie del suo sprone, e delle sue "dritte" naturalmente, e auguri di una serena serata. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:57, 21 gen 2020 (CET)
== Re: Maria Valtorta ==
Buongiorno, ho sistemato io. Sentiti libero di contattarmi quando vuoi e se posso darti un consiglio, in questi casi limite (anche oltre il limite, a dire il vero), cerca di essere piuttosto severo, soprattutto se l'utente è problematico come in questo caso.
Mi dispiace che tu ti senta solo... Io ho passato interi anni in una situazione simile alla tua e questo mi ha fatto lentamente disinnamorare di Wikiquote. Ora che mi è tornata un po' la voglia di contribuire, preferisco farlo "a modo mio" anche perché adesso che lavoro non ho più moltissimo tempo. Sto portando a termine una lunga e dispendiosa revisione delle categorie che avevo iniziato nel 2013. Non potevo sopportare di aver lasciato qualcosa in sospeso.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:56, 21 gen 2020 (CET)
:Mi dispiace sentirti così, ti capisco molto bene... I consigli che ti posso dare oltre a quelli che ti ho già dato è di non dannarti l'anima, fai il possibile ma se hai altro da fare, non sentirti assolutamente in obbligo. Se c'è qualche utente davvero problematico, segnalamelo che provo a parlarci io. P.S.: non parlare di deflag, non ha senso, ci sono admin che non si sono mai minimamente curati del lavoro sporco eppure non si sono mai posti il problema. Quindi stai sereno e conta pure su di me!--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:17, 21 gen 2020 (CET)
::Be' credo di averti detto già tutto, non vorrei tirare per le lunghe la discussione. Ti invito a rifletterci bene e a non prendere decisioni azzardate. Quello di Micione è un caso molto diverso, ovviamente, per mille motivi. Capisco fin troppo bene che avere a che fare con utenti problematici è quantomeno stressante ma a volte basta staccare anche solo per pochi giorni... Di certo prendere decisioni quando si è stressati non è il massimo. Grazie per il tuo lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:03, 22 gen 2020 (CET)
:::<s>Hai perfettamente ragione Creed, penso che seguirò prestissimo il tuo consiglio. Nel frattempo però ''la cosa'' continua proprio ora e proprio ora ne ho parlato con Donato. Ti saluto,</s> --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:13, 22 gen 2020 (CET)
::::Cosa starebbe continuando proprio ora? Perdonami ma fatico a capire. In ogni caso dovrei aver sistemato su [[Maria Valtorta]].--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:38, 22 gen 2020 (CET)
:::::Per esempio, se dai un'occhiata ad [[Emanuele Severino]] e segui gli altri contributi... --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:41, 22 gen 2020 (CET)
{{rientro}}Ciao. Il tuo valore come contributore e come ''patrol'' sono fuori discussione. Qualità queste, che sono state fondamentali per poter essere nominato amministratore, ma che invero non risultano vincolanti per proseguire qui il tuo contributo in quel senso. Perdonami, ma ho come l'impressione che tu senta come "dovere" il fare certe cose, quali a esempio "seguire un utente". Scrivi "''A questo punto qualcuno dovrà farsi carico di seguire molto attentamente questa utenza''". Ebbene no, non è così: non ci sono doveri, qui ognuno fa quello che può in base al proprio tempo, alle proprie energie, fisiche e mentali. L'essere amministratore non c'entra con queste cose. Si può decadere come amministratore se si è inattivi per un certo tempo; se il comportamento è inadeguato (è la comunità a deciderlo), o certamente per volontà propria, ma non perché uno non ce la fa a fare tutto. Nessuno d'altronde ne sarebbe capace... Io mi auguro che tu possa prendere la cosa più alla leggera e proseguire come meglio ti risulta senza sentirti vincolato in alcun modo. Tutto quello che si può fare e che si fa è sempre qualcosa in più. Infine penso che questi progetti hanno una loro "anima" e si evolvono da sé: a noi spetta solo essere assistenti attivi e consapevoli di questo divenire, senza forzature, fluidi e tenaci al contempo.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 23:07, 22 gen 2020 (CET)
== Re: Blocco ==
Ciao, sinceramente mi infastidisce avere così tante voci da wikificare, quindi se esiste un modo per risolvere la cosa e mettere alla prova un utente che ha commesso errori, ben venga. Ovviamente avrei prima sentito il parere tuo e degli altri admin, stavo solo sondando il terreno. La tua richiesta mi sembra sacrosanta, l'avrei data quasi per scontata. Buona serata e buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:16, 23 gen 2020 (CET)
:Grazie della segnalazione, quella di sbloccarla era un'idea ma più ci parlo e più credo che il blocco sia più che giusto e che anzi, appena sarà sbloccato, saremo costretti a prolungarlo. Ma spero di sbagliarmi.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 08:20, 25 gen 2020 (CET)
== [[Giovanni Battista Marino]] ==
La fonte richiesta è stata aggiunta.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 19:57, 27 gen 2020 (CET)
== Proverbi ==
Buonasera, in pagine come [[proverbi toscani]] e [[proverbi veneti]] avevamo adottato soluzioni un po' ibride: dal momento che un unico libro era utilizzato come fonte per l'intera pagina, in nota veniva indicato il capitolo tematico con le relative pagine. Probabilmente utilizzare una nota per ciascuna pagina renderebbe inutilmente pesanti tali voci. Ovviamente se la soluzione non ti convince, possiamo parlarne o esporre la questione al bar. Buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:51, 3 feb 2020 (CET)
:Buongiorno, grazie della dritta, non avevo fatto caso al fatto che si trattasse di un IP fisso.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:36, 4 feb 2020 (CET)
== Re: Lepa Radić ==
Buonasera, le rispondo a tutte le questioni sollevate: <br>
1. '''Traduzioni italiane fatte dall'utente:''' E' una regola che mi è stata fatta notare anche da un altro admin. Alcune voci le avevo create tempo fa, come questa della Radic, senza conoscere la regola o comunque senza averla capita a dovere.<br>
2. '''Validità nulla per citazioni per le quali è impossibile leggere il testo in digitale:''' Non pensavo fosse un problema, ho notato praticamente ovunque citazioni riportate indicando solamente l'eventuale libro e la pagina, senza la possibilità di consultare il testo online. Devo considerarle come non valide?<br>
3. '''Fonti deboli:''' Non ricordo assolutamente di aver usato le fonti da lei indicate, le considero io stesso deboli. Cortesemente, può riportami i link dei miei inserimenti?<br>
4. '''Citazione Mao:''' Ho appena modificato il link a google books, puntando specificatamente la pagina dove è riportata la citazione.<br>
Grazie e mi scusi per il tempo che le ho fatto perdere. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 17:20, 9 feb 2020 (CET)
: 1. <s>Mi scusi ma non capisco a cosa fa riferimento al punto "Nota del Redattore con link". Può essere più specifico?</s><br>
: 2. Le citazioni in inglese di Lepa Radic sono prese come indicate sulle Wikipedia inglese, come anche da me indicato nel libro [https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=z4MNAAAAIAAJ&focus=searchwithinvolume&q=%22Those+whom+you+are+asking+about+will+reveal+themselves+when+they+have+succeeded+in+wiping+out+all+you+evildoers%2C+to+the+last+man%22 Women of Yugoslavia in the National Liberation War, pag 45]. Ho impiegato queste fonti in quanto me le sono ritrovate in automatico nel modulo di traduzione in Wikipedia ita (sono stato io a creare anche la voce su Wikipedia ita).<br>
: 3. La voce di Lepa Radic l'ho creata il 14 nov 2019, molto prima dell'inserimento della citazione di Mao del 3 febbraio 2020. Come le ho detto, da poco ho fissato questa regola delle traduzioni in italiano senza fonte ita.<br>
: 4. Sulla citazione di Secchia, ho impiegato solamente quella rintracciabile su Resistenze.org (centro culturale attivo dal 2002), che è una fonte comunemente ritenuta attendibile per quanto riguarda i materiali inerenti all'area marxista, sebbene la grafica del sito possa forse trarre in inganno. Non parliamo certo di siti di collettivi o blog, per capirci. Tuttavia, se si vuole mettere in discussione la fonte, sono pronto a trovarne di diverse.<br>
: 5. Le traduzioni di Lepa Radic le ho fatte io, in quanto in inglese erano davvero poco fraintendibili.<br>
: Mi dispiace averle generato tanti dubbi, dal canto mio, posso assicurarle che se ci sono stati sbagli sono stati fatti in buona fede. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 19:43, 9 feb 2020 (CET)
:: 1. La fonte è stata ereditata automaticamente dalla traduzione della pagina Lepa Radic Wikipedia, non da Wikiquote. Ho tradotto decine di pagine, credo sia normale che qualcosa sfugga al controllo. Ne stiamo facendo un dramma, non crede?
:: 2. Nella fonte effettivamente era presente la seconda citazione ma era assente la prima.
:: 3. La fonte bosniaca è stata aggiunta prima del suo invito a lasciar perdere tutto. L'ho aggiunta in quanto cercando fonti locali in effetti viene riportata più volte la citazione di cui parliamo. Non conoscendo ancora tutte le dinamiche del caso, non so come dovrei comportarmi: se ci sono due fonti in diverse lingue devo riportare entrambe le lingue sotto la citazione tradotta in italiano? Mi aiuti a capire. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 02:33, 10 feb 2020 (CET)
== Re: VirginiaDyason7 ==
Ciao, secondo me hai fatto benissimo così.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 06:39, 13 feb 2020 (CET)
== Re: Marzo ==
Ciao, carissimo, è sempre un piacere sentirti. Se per un po' capita di non vederci "attivi" speriamo comunque di rivederci presto nel pieno vigore wikiquotiano, con la spada eroicamente sguainata con barbari e vandali... Un caro saluto {{ok}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:23, 14 feb 2020 (CET)
== Re: Radio Radicale ==
Ho provveduto a creare la Wikiquote di Massimo Bordin e l'ho linkata alla Wikipedia tramite Wikidata. Non esiti a segnalarmi altre mancanze. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 20:13, 20 feb 2020 (CET)
== Re: Andrew Wiles ==
Buondì, su Wiles c'era un refuso (corretto). Su Nepero la prima citazione ha la fonte, mentre la seconda è la stessa citazione, tratta dai "senza fonte", che in pratica è una traduzione lievemente diversa; possiamo tenerla o toglierla, senza problemi. Sulle categorie non avevo mai considerato la necessità del loro ordine alfabetico, tant'è che in [[Aiuto:Categorie#Categorie a cui una pagina appartiene]], l'avverbio "preferibilmente" non sembra costituire una regola assoluta; anche qui, nessun problema, farò in modo di inserire le prossime categorie in ordine alfabetico. Come sempre, grazie per i suggerimenti, --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 11:23, 29 feb 2020 (CET)
== Ultime parole da Batman ==
Io ho rimosso le "citazioni" dalle voci e l'anonimo le ha rimosse da quella pagina. No, non è che sono poco significative, non lo sono nemmeno un po'. Anzi, non sono proprio citazioni. Saluti. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 16:28, 5 mar 2020 (CET)
== Re: Kim Jong-un ==
Buongiorno, scusami ma sono stato assente per un po' di giorni. Dovrei aver sistemato su Kim Jong-un, hai ancora perplessità. Tranquillo sull'utente, lo terrò sott'occhio e se sarà necessario avrà altri ammonimenti\blocchi. In ogni caso non sarai tu a dovertene occupare. Qual era il problema su [[ultime parole da Batman]]?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 14:44, 7 mar 2020 (CET)
:Grazie, buon fine settimana a te.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 16:20, 7 mar 2020 (CET)
== [[Moriz von Craûn]] ==
Buonasera Sun, non capisco con certezza la nota: alcune frasi erano in corsivo e tutto il resto no?
P.S.: Questa pagina comincia ad essere pesantina, potresti iniziare a pensare di fare uno scorporo e archiviare parte delle discussioni.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 23:29, 9 mar 2020 (CET)
:Buonasera Sun, ho archiviato le discussioni dal 2017 al 2019, spero per te vada bene così. Mi è bastato rendere non funzionante il link di Aforismario presente in una discussione.
:Quanto a ''Moriz von Craûn'' ho provato con le ancore a mettere in evidenza diversamente i versi espunti, dimmi se ho interpretato bene e se la soluzione può andare.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:11, 10 mar 2020 (CET)
::Buonasera Sun, sei fin troppo buono e troppo poco imparziale, ma ti ringrazio. Quando posso cerco sempre di aiutare. Tu fai già tantissimo e il tuo lavoro è encomiabile, non sminuirlo. Semplicemente nel corso del lavoro ad alcune voci e ad alcuni progetti ho dovuto familiarizzare con alcuni strumenti ed ho quindi imparato ad usarli.
::Perdonami ma non sono sicuro di aver capito bene la domanda, ti dispiacerebbe farmi un esempio? Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:29, 11 mar 2020 (CET)
:::Buongiorno, se ho ben capito la domanda una buona funzione può essere quella "trova" (Ctrl + F) che consente di trovare in breve tempo una o più parole nella pagina.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 16:21, 12 mar 2020 (CET)
== Moniti all'Europa di Thomas Mann ==
Ciao. Ho visto la richiesta ("Sono disponibili i numeri di pagina?") che hai fatto nel campo oggetto della pagina [[Thomas Mann]] relativamente alla voce bibliografica finale di "Moniti all'Europa". Io ho acquistato l'ebook in formato epub, e quindi non sono in grado di identificare i numeri di pagina della versione cartacea. Credo tuttavia che non ci sia bisogno di indicare i numeri di pagina: il testo di Giorgio Napolitano è intitolato proprio "Introduzione", con la "i" maiuscola, non si fa cioè riferimento a una generica introduzione. I campi del template "Cita libro" di wikipedia -- vedi ad esempio la sezione "Bibliografia" della voce "Della repubblica tedesca" ([https://it.wikipedia.org/wiki/Della_repubblica_tedesca#Bibliografia qui]) -- permettono forse di chiarire meglio situazioni del genere. Resta il fatto che gli ebook non permettono più riferimenti puntuali come quelli previsti dalla norma ISO 690 per i testi cartacei, e questo può costituire un serio problema allorché si debba controllare la giustezza delle fonti --[[Utente:SolePensoso|SolePensoso]] ([[Discussioni utente:SolePensoso|scrivimi]]) 09:25, 12 mar 2020 (CET)
== Info su gestione botta-risposta ==
Buongiorno, volevo chiederle se poteva aiutarmi a capire se c'è uno standard per gestire i botta e risposta tra due personaggi. Per esempio vorrei inserire la [https://twitter.com/RobertoBurioni/status/1238510586503274502 risposta] di [[Roberto Burioni]] alla seguente dichiarazione di [[Boris Johnson]] già inserita nella voce:''"Voglio essere onesto con voi, onesto col popolo britannico: molte famiglie, molte altre famiglie perderanno prematuramente dei loro cari"''.
Grazie per l'eventuale risposta. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 11:42, 14 mar 2020 (CET)
: Grazie mille {{ping|AssassinsCreed}}, intanto ho eseguito il punto 1. Se potessi darmi una mano a comprendere il [[template:Ancora]], magari mostrandomi un esempio, te ne sarei grato. PS. Ti chiedo scusa per la voce [[Wolfenstein II: The New Colossus]], stavo per occuparmene. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 10:51, 15 mar 2020 (CET)
== [[Template:SelezioneNuove]] ==
Buonasera, vedo con piacere che stai aggiornando con solerzia questo template. Ti segnalo [[Speciale:PaginePiùRecenti|questo strumento]] in maniera tale da avere sott'occhio tutte le voci create ultimamente così da non dimenticarne nessuna (ad esempio [[Amazzonia]] e ''[[Il metodo Kominsky]]'') e averle tutte nell'ordine giusto. Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 23:53, 22 mar 2020 (CET)
== Re: Foucalt ==
Ciao dovrei aver sistemato tutto, ora rispondo solo sulla discussione LSD... Ti chiederei solo la cortesia, se possibile, di sistemare la traduzione in Foucault che non mi sembra fedele all'originale o almeno non in tutti i punti. Grazie, spero non sia nulla di troppo grave... Io sto vivendo davvero brutte situazioni in ospedale e domani devo anche alzarmi presto per andarci... ma Wikiquote è una buona valvola di sfogo in tal senso. Buona notte, mi auguro che tu ti rimetta al più presto.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:19, 31 mar 2020 (CEST)
:Ciao grazie delle belle parole, anche io ringrazio tutto il personale sanitario, specie chi sta affrontando l'emergenza in prima linea e non è certo il mio caso... Speriamo davvero di uscirne quanto prima! Non devi vergognarti di nulla perché sono certo che non sei obiettivo nella tua autovalutazione e che la stima sia al ribasso come spesso purtroppo accade. Grazie mille per l'ottimo lavoro su Foucault. Buona giornata, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:11, 31 mar 2020 (CEST)
== Re: citazioni: non è una citazione di Rosati... ==
Buongiorno San Crox. Le rispondo: la citazione sembra NON essere di Rosati ma lo è. In questo punto lui sta raccontano una sua IMMAGINAZIONE ATTIVA dove fa parlare il fantasma della Von Franz che era morta e le attribuisce l'invito a fare il film sul sarto Roberto Capucci. Tutto l'ipertesto "Quattro Decenni" è un racconto di Rosati. A me sembrava importante. Ma, se le sembra opportuno, la posso cancellare ed inserirne una citazione meno "equivoca". Cordialmente, Varu--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 14:31, 13 apr 2020 (CEST)
== Re: Luis Sepúlveda ==
Buonasera Sun-crops! Stavo tentando l'uso dei template a seguito di questa [https://it.wikiquote.org/wiki/Wikiquote:Bar#Perch%C3%A9_non_usiamo_i_template_per_le_fonti? discussione]. Dal parere di altri wikicolleghi pensavo non fossero vietati. Potresti intervenire nel dibattito? Magari capiamo meglio il punto della situazione. Grazie. [[Utente:Mhorg|Mhorg]] ([[Discussioni utente:Mhorg|scrivimi]]) 15:57, 16 apr 2020 (CEST)
== Marzo proverbi napoletani ==
Ciao, come va? Avrei un dubbio. Nella voce [[proverbi napoletani]] viene indicato:
:''Marzo nu poco chiove | e n'atu poco stracqua | torna a chiòvere, schiòve | ride 'o sole cu ll'acqua''
Ma non si tratta di una poesia di [[Salvatore Di Giacomo]]? Non andrebbe rimosso?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:56, 18 apr 2020 (CEST)
:Buongiorno, ma non dovevi rimuoverlo era solo un mio dubbio: puoi anche lasciarlo ed eventualmente controllarlo quando potrai in futuro. Grazie a te per il supporto che mi dai, da quando sono tornato mi sento sicuramente meno solo nel patrolling. Grazie, buon fine settimana.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:31, 18 apr 2020 (CEST)
::Sì, reinserisci pure il proverbio e controlla quando potrai. Rimuovi pure la voce dal template, gli stub e le voci non wikificate non le inseriamo mai.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:49, 18 apr 2020 (CEST)
:::Buongiorno e buona domenica! {{smile}} Le pagine nuove sarebbero ''[[Crozza Italia]]'' e ''[[Italialand]]'', ma non è fondamentale inserirle nel template anche perché se no diventa una dittatura "crozziana" {{smile}}. Le voci da cui vengono scorporate nuove voci ovviamente non possono essere considerate nuove. Quelle che vengono scorporate invece sì: l'unica differenza tra ''[[Crozza nel Paese delle Meraviglie]]'' e le altre due è che la prima non esisteva proprio, mentre le altre due erano semplici redirect. Ora siccome i redirect non sono voci, quelle due voci sono di fatto nuove. Spero di essere stato chiaro.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:27, 19 apr 2020 (CEST)
== Re: Romanzo poliziesco e Sistema eliocentrico ==
Buonasera Sun, direi che la prima possa stare tranquillamente in poliziesco e la seconda in sistema eliocentrico. Buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:57, 26 apr 2020 (CEST)
== Viktor Andrijovyč Kravčenko ==
Ciao Sun-crops,
le ultime modifiche alla voce in oggetto, che mi hai segnalato, riguardano citazioni di Nello Ajello (da "la Repubblica"), e Sergio Romano (da "La Stampa"). Per Ajello non ho problemi. Ho trovato e riletto l'articolo disponibile su Web e ho trovato due piccole differenze (una virgola e un "apparsa" divenuto "appara"), rispetto alla trascrizione nella voce [[Nello Ajello]]. Provvedo alle correzioni e poi sposto la citazione corretta (integrata da una nota che avevo inserito) in Kravčenko.<br>Per la citazione di Romano, purtroppo, non riesco a visualizzare il testo dell'articolo (La Stampa, 1º luglio 1991) per controllarlo; ricevo il messaggio: "supporto Flash non rilevato". Saluti, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 14:26, 2 mag 2020 (CEST)
::I refusi nella citazione tratta da Ajello erano in realtà quattro. Li ho tutti corretti. Riguardando le correzioni fatte dall'utente anonimo nell'altra citazione, quella tratta da Romano, si tratta di un "venisse attraversato" modificato in "fosse attraversato" e un "micidiale saette" trasformato in "micidiali saette". La seconda è ovviamente un refuso, giustamente corretto. Il "venisse" trasformato in "fosse" credo proprio sia una scelta "stilistica" dell'anonimo. Penso questo perché anche su Ajello aveva modificato "venne pubblicata" in "fu pubblicata". In italiano la modifica è assolutamente corretta e preferibile, ma Ajello aveva scritto "venne"... Il testo di Romano non lo abbiamo, decidi tu se mantenere quel "fosse" che ha sostituito il "venisse". --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:21, 2 mag 2020 (CEST)
:::Mi sembra la scelta corretta! Grazie per le gentili parole e buon fine settimana anche a te (in questo periodo è proprio auspicabile). --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:58, 2 mag 2020 (CEST)
== Citazioni su [[Henry David Thoreau]] ==
Rispondo all'iter da citato in fase di annullamento dei miei ultimi due interventi (con IP 151.42.255.225) sulla voce in oggetto: ho capito, chiedo venia. Ho però re-inserito la citazione estrapolata da ''Disobbedienza civile'' in quanto a norma di Wiki. --[[Speciale:Contributi/151.42.255.225|151.42.255.225]] 21:46, 3 mag 2020 (CEST)
== Anna Maria Mozzoni: schema ==
Grazie mille: stavo solo organizzando lo schema dove, da domani in poi io e altre due nuove utenti inseriremo le citazioni. Seguiremo tutte le regole, stiamo seguendo i videotutorial e leggendo i manuali. Grazie per la collaborazione--[[Utente:Alessandra Boccone|Alessandra Boccone]] ([[Discussioni utente:Alessandra Boccone|scrivimi]]) 16:01, 5 mag 2020 (CEST)
== re: Annie Wilkes ==
Ciao :-) nel caso specifico, la voce è stata importata da Wikipedia, quindi è stato un procedimento errato (pingo {{ping|Mannivu}} per avvisarlo), perché le citazioni non sono presenti nella voce sul libro e non è presente la voce sul film. Non sappiamo neanche se siano effettivamente presenti nelle opere. Pertanto sarebbero da cercare nel libro o da cancellare la voce. In generale, voci di personaggi immaginari esistono (v. [[:Categoria:Personaggi immaginari]]) e contengono sia citazioni dei personaggi, dalle diverse opere in cui sono presenti, sia citazioni sui personaggi, pronunciate da altri personaggi o da persone "reali" in loro dichiarazioni (v. ad es. [[Pippo]]). Il modello si trova in [[Wikiquote:Modello di voce/Personaggi]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:47, 15 mag 2020 (CEST)
== richiesta url per accedere a fonte su Cacciari ==
"«C'è l'acqua alta? E voi mettetevi gli stivaloni». (Panorama, Edizioni 1861-1864. Ant. Google)"
Buongiorno,
purtroppo non capisco bene a cosa si riferisca "Ant. Google", e non riesco quindi a reperire in internet riscontro a quanto da lei citato in recente edit su [[Massimo Cacciari]]; potrebbe gentilmente indicare qui url al riguardo?
--[[Speciale:Contributi/5.170.46.20|5.170.46.20]] 18:04, 19 mag 2020 (CEST)
: Non avevo visto quanto già riportato in [[Discussione:Massimo Cacciari]]; grazie, ora approfondisco. --[[Speciale:Contributi/5.170.46.20|5.170.46.20]] 18:12, 19 mag 2020 (CEST)
== re: Lettera c + vocale e o i. ==
Bizzarro :-\ tienimi aggiornato ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:08, 24 mag 2020 (CEST)
== Re: Selezione nuove ==
Buongiorno e bentrovato, Sun-crops! Innanzitutto, grazie per il suo prezioso apporto alla supervisione delle voci. Nel merito dell'oggetto, confesso che ignoravo questa sezione accolta nella Pagina Principale. Vi inserirò certamente le nuove voci di mia creazione. Mi dispiace solo che, per un po', potrò contribuire molto saltuariamente al progetto. All'augurio di buon lavoro, aggiungo un sentito, cordiale saluto. --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:56, 25 mag 2020 (CEST)
:{{ping|Ibisco}} Come ho detto è davvero una gioia grandissima rivederla. Non le nascondo che sono stato un po' in pensiero, sapendo con quanta passione collabora a questo progetto. Comprendo che in questo momento non le sia possibile collaborare con continuità, ma va bene anche così, ciascuno – è chiaro – contribuisce nella misura del possibile. Ogni suo contributo, qualunque sia la frequenza, è sempre atteso, importantissimo e gradito. La saluto cordialmente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:35, 25 mag 2020 (CEST) P. S. Dimenticavo di dirle grazie per avere aderito alla mia proposta, un cordiale saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:42, 25 mag 2020 (CEST)
::Buongiorno! Grazie della comunicazione, come sempre, e come piace a me per la forma mentis che mi ritrovo, puntuale e innappuntabile. Chiarisco: ho inserito "Bogomilismo" nell'elenco delle Voci Nuove per due ragioni. La prima, certamente discutibile: il desiderio di misurarmi con questa novità procedurale, al fine di memorizzarne, oltre che la teoria, anche la sintassi applicata ad un caso concreto. La seconda: nel leggere la discussione proseguita al bar per approndire i dubbi sollevati da Nemo, mi era sembrato di capire che fosse preferibile inserire nell'elenco le voci già al loro primo apparire, anziché in seguito, dacché il contributore del "destub" avrebbe poi potuto non farlo. Sicuramente, ho interpretato male. In futuro, integrerò l'elenco solo con voci complete o con voci che mi capiterà di "destubizzare". Quanto al completamento della voce in oggetto, il "Bogomilismo", ho già dato una scorsa al passaggio che mi segnala, trovandolo, oltre che molto interessante per me, pure pertinente ai fini del progetto. C'è però il solito problema: dovrei prima inserirlo tra le citazioni di Fritz Mauthner, ma tale studioso, purtroppo, non mi pare sia presente in Wikiquote. Non solo: la sua stessa opera, vedo, è consultabile online solo parzialmente. Mi sbaglio? Se c'è un modo per uscire dall'impasse, sarei felice di farlo. Un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 10:13, 1 giu 2020 (CEST)
:::Buongiorno! Bisogna inserire nell'elenco solo voci "non stub": chiarissimo. Sarà questo il mio unico criterio. Spero solo di non fare pasticci con l'ordine cronologico. Ho dato uno sguardo a Nuove pagine, mi sembra di facile consultazione, nonostante, lo confesso, non sono riuscito ad afferrare la funzione del modulo che si trova nella parte alta della schermata. Francamente, non saprei nemmeno compilarlo. Ad esempio, il "namespace" cos'è esattamente? Non credo di averlo mai compreso, a parte l'utilizzo che se ne può fare per raggruppare in una sola nota le citazioni tratte da una stessa opera. Detto questo, non si prenda la briga di darmi spiegazioni, nella circostsnza le mie sono domande e considerazioni retoriche. Passo a Fritz Mauthner: la sua opera rientra nel perimetro dei miei interessi. Appena avrò un po' di tempo, spulcerò l'anteprima e valuterò il da farsi. Grazie e un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:14, 1 giu 2020 (CEST)
== [[Salute]] ==
Buongiorno, ho visto che mi hai annullato la modifica alla pagina Salute doveva avevo inserito la citazione dell'articolo della Costituzione. Visto che in altre pagine spesso vengono inserite citazioni derivanti dalla Costituzione non credevo di sbagliare, oppure mi sono perso qualcosa? Grazie mille [[Utente:Raiko|Raiko]] ([[Discussioni utente:Raiko|scrivimi]]) 19:07, 11 giu 2020 (CEST)
:Grazie mille! Capito l'errore! Buonaserata [[Utente:Raiko|Raiko]] ([[Discussioni utente:Raiko|scrivimi]]) 19:31, 11 giu 2020 (CEST)
== Re: Vincenzo P. ==
Ciao! Su Wikipedia la pagina è stata [https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Pignetti protetta] dalla creazione, è evidentemente non enciclopedico quindi non è sbagliato proteggerla anche qua vista l'insistenza nel crearla, anche la sandbox in questo caso può essere cancellata perché a evidente scopo promozionale. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:07, 12 giu 2020 (CEST)
== Alfredo Maiolese ==
Ciao, ho visto che hai proposto la pagina su Alfredo Maiolese per la cancellazione; volevo esprimere un parere sulla relativa discussione... ma sulle "Pagine da cancellare" non c'è nessuna discussione. Personalmente non vedo rilevanza enciclopedica, per cui considera la mia opinione a favore della cancellazione. --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 16:19, 13 giu 2020 (CEST)
== Verifica ==
Carissimo, buonasera. Vorrei suggerirti che puoi segnare come "verificate" alcune modifiche sulle quali intervieni (per esempio ho appena guardato Manganelli). Dalle linee guida:"''La funzione di verifica delle modifiche consente agli utenti abilitati di indicare che una certa modifica è stata già rivista da qualcuno per accertarsi che (1) non si tratti di un vandalismo e che (2) rispetti le basilari regole di wikificazione.''". Questo nell'ottica di lasciare il minor numero possibile di modifiche "non verificate". Ciao.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 19:59, 13 giu 2020 (CEST)
:Grazie. Non è necessario che sua proprio tutto, tutto a posto {{smile}}. Per Maiolese: volentieri, ma manca il paragrafo nelle voci proposte per la cancellazione. Provvedo io. Ciao.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:41, 14 giu 2020 (CEST)
::1) Non ho la televisione e non ho capito cosa ha a che fare Facebook (che non uso quasi più) con il programma che citi. Penso che se si tratta di "programma televisivo", si possa creare la voce, altrimenti la cosa mi sembra nuova e forse andrebbe discussa al bar. 2) Vedi "Miguel de Cervantes". 3) Avvisa l'utente innanzitutto e chiedi spiegazioni a lui. Poi proponi per la cancellazione.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 18:18, 14 giu 2020 (CEST)
== Voci tematiche ==
Perfetto, grazie, non sapevo di questo passaggio. --[[Utente:Luigi Albert Maria|Luigi Albert Maria]] ([[Discussioni utente:Luigi Albert Maria|scrivimi]]) 01:05, 20 giu 2020 (CEST)
Inserisco allora la citazione da un articolo in italiano, pur non trovando il contesto in cui è stata pronunciata. --[[Utente:Luigi Albert Maria|Luigi Albert Maria]] ([[Discussioni utente:Luigi Albert Maria|scrivimi]]) 10:57, 20 giu 2020 (CEST)
== Una barnstar per te! ==
{| style="background-color: #fdffe7; border: 1px solid #fceb92;"
|rowspan="2" style="vertical-align: middle; padding: 5px;" | [[File:Original Barnstar Hires.png|100px]]
|style="font-size: x-large; padding: 3px 3px 0 3px; height: 1.5em;" | '''La barnstar originale'''
|-
|style="vertical-align: middle; padding: 3px;" | Grazie per i suggerimenti [[Utente:Tiananmen8964|Tiananmen8964]] ([[Discussioni utente:Tiananmen8964|scrivimi]]) 08:50, 20 giu 2020 (CEST)
|}
== Re: Giorgio Manganelli ==
{{ping|DonatoD}} Salve! Grazie del tempestivo intervento. Sottoscrivo subito la sua idea, che mi sembra ottima, di recuperare lo "strillo" della quarta di copertina nella sottosezione "Citazioni su «Centuria»". Provvede lei? Colgo l'occasione per informarvi che sto rileggendo un'altra opera del Manga, «La notte», nella prospettiva di fare alcuni inserimenti, che, tuttavia, considerando la saturazione della voce, ritengo debbano essere contenuti nel numero, diciamo non più tre o quattro citazioni. Un caro saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:33, 29 giu 2020 (CEST)
:Buongiorno, e grazie! Finalmente il vulnus del falso incipit di «Centuria» è stato sanato. C'è però ancora da eliminare un'imprecisione che ho causato io stesso inavvertitamente con il precedente messaggio quando, avendo in mente un'altra opera, «Antologia privata», di cui dirò dopo, ho parlato di "Quarta di copertina". In realtà, il falso incipt era stato prelevato dal testo, a firma Giorgio Manganelli, pubblicato sui due risvolti di copertina, detti anche alette. A questo punto, la testatina "Quarta di copertina" andrebbe cambiata in "Dal risvolto di copertina" ("dal" giacché il prelievo è stato parziale). Come alternativa, la citazione potrebbe confluire nella sezione "Citazioni su «Centuria»" e figurare dopo quella di Italo Calvino. In tal caso, si potrebbe mettere tra parentesi sia il nome dell'autore che la fonte. Ossia: (Giorgio Manganelli, dal risvolto di copertina). Dicevo prima dell'altra "Quarta di copertina", quella che campeggia nella "quarta" di «Antologia privata» e che a suo tempo venne inserita da un contributore come citazione di Manganelli. Cosa che non è, avendo essa funzione di "strillo" redazional-promozionale, poco importa se suggerito proprio da Manganelli, per quanto, a giudicare dal contenuto, Manganelli risulta esserne più il soggetto che l'autore: "Egli era stato assai competente in fatto di cose che non esistono." Durante il lavoro di sistemazione della voce, dopo avere provato a salvare detta citazione con la formula "Quarta di copertina", ho ritenuto opportuno rimuoverla del tutto perché priva di paternità. Concludo chiedendo scusa per essermi dilungato obiettivamente oltremisura, trattandosi di una discussione operativa, ma mi diverte pensare che lo stesso Manganelli, valutando la materia che andiamo dibattendo non oziosa ma spassosa, avrebbe probalmente indugiato più di me. Basti pensare che, al pari di Alberto Savinio, egli era un patito degli errori di battitura (Nigro: "Aveva un debole per aplografie. Indulgeva al refuso. E saltava le virgole"). E non poteva essere che così, dacché per lui la macchima da scrivere andava vista come una creatura antropomorfa, al punto da averle persino dato un nome. Va da sé, femminile: Patrizia. Alle corte: era una macchina che non si poteva non amare, anche quando lo faceva sbagliare. Con l'augurio di una fruttuosa serata, la saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 19:18, 30 giu 2020 (CEST)
::Approfitto del paragrafo: ma le citazioni su Cristina Campo sono tratte da ''Il Messaggero'' o ''La Stampa''? Io leggo ''Il Messaggero''.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 12:27, 1 lug 2020 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Ciao Donato. Ho qui il testo e a pagina 169 in basso a destra effettivamente è scritto: («Il Messaggero», 1987); il riferimento («La Stampa», 1978) è relativo ad altro/altri saggi, ad esempio quello su Samonà e compare a p. 178. Non riesco proprio a capire come sia potuto capitare questo, ti ringrazio per avermelo fatto notare. Ho già corretto. Mi scuso per questo errore del tutto involontario. Forse dovrei staccare per qualche giorno e recuperare un po'... Grazie davvero. Ciao Donato {{smile}}. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:29, 1 lug 2020 (CEST)
== [[Joseph Nicolosi]] ==
Ciao! Il creatore della voce è [[Discussioni_utente:185.51.12.101|Micheledisaveriosp]], da sloggato. Ora, io non c'ero in quel periodo e non conosco per intero la questione. Ritieni che i contributi dell'ip debbano essere controllati attentamente? --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:47, 2 lug 2020 (CEST)
==B XVI_re==
Ciao. Quelli sono link che puntano a wikipedia, ti chiedo venia ma non avendo seguito tutta la faccenda mi sfugge il nesso. Tornando alla citazione in oggetto, se hai fatto delle ricerche e ti risulta che questo testo non esiste, provvedi pure alla cancellazione della stessa: la fonte non nè chiara e quindi è leggittimo dubitare della veridictà. D'altronde l'utente ha prima inserito la citazione, poi ha sollevato il dubbio aprendo la discussione: ''iter'' non corretto.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:06, 4 lug 2020 (CEST)
:Sugli utenti non puoi basarti con supposizioni. I blog non sono una fonte ammessa.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:55, 4 lug 2020 (CEST)
<s>::Ok grazie. Ho rimosso. Stavo per ricollocare da [https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/ratzinger-e-la-dittatura-ideologica Avvenire], ma la catena di trasmissione è sempre quella, quindi... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:02, 4 lug 2020 (CEST)</s>
== Paolo Bargiggia ==
Ciao, ho visto la tua modifica nella pagina di Paolo Bargiggia. Le parole "Croazia", "Francia" e "iostoconlacroazia" le ha ovviamente scritte lui, non io, all'interno dello stesso tweet. Lo puoi notare in [https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/dailybestpubblici/wp-content/uploads/2018/07/francia.jpg Numerosi screen]. Se lo ritieni opportuno - io sinceramente no, perchè rende più complessa la lettura e non toglie nessuna alterazione di senso - lo si può scrivere con il cancelletto, come ho appena fatto. --[[Utente:Simpa2000|Simpa2000]] ([[Discussioni utente:Simpa2000|scrivimi]]) 03:05, 5 lug 2020 (CEST)
Lei è una persona maleducata e inutilmente offensiva. Grazie. Saluti. --[[Utente:Simpa2000|Simpa2000]] ([[Discussioni utente:Simpa2000|scrivimi]]) 03:33, 5 lug 2020 (CEST)
== RE:Voci tematiche e Citazioni su / Voce Vira Boarman Whitehouse da creare ==
Ciao Sun-crops, grazie mille delle indicazioni che mi hanno inseganto due cose nuove di Wikiquote! Sono stato molto [[Wikiquote:Non aver paura di fare modifiche|bold]], ho comunque [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Cesare_Battisti&diff=prev&oldid=1083939 ripristinato] e salvato il lavoro in una [[Utente:Afnecors/Sandbox|sabbiera]]. Alla prossima, --[[Utente:Afnecors|Afnecors]] ([[Discussioni utente:Afnecors|scrivimi]]) 18:54, 13 lug 2020 (CEST)
== RE: Citazioni ==
Sun-crops, grazie mille delle indicazioni tuttavia le citazioni delle fonti ci sono sempre, manca forse il numero di pagina, che non ho qui, tuttavia sono frasi molto molto note di autori ben conosciuti.
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 14:09, 25 lug 2020 (CEST)
Sun-crops, no mi consenta, ma il testo era indicato anche con numero di pagina solo nella pagina dell'autore cosi come da regola. Nella Bigliografia che lei ha tolto.
Il libro tra le altre cose è nella esposizione riportato seguendo l'impianto e nel suo rispetto di ciò che è già presente.
https://it.wikiquote.org/wiki/Aleksej_Konstantinovi%C4%8D_Tolstoj
In via esemplificativa tra l'altro in qui per nessuna citazione è riportato il numero di pagina. Ovvero pagina 61 del seguente testo.
https://books.google.it/books?id=0SlG0A1oB9oC&printsec=frontcover&dq=A.K.+Tolstoj,+Il+vampiro+pagina+61&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiOpJ2y4ejqAhUE36QKHWhrBZEQ6AEwAnoECAIQAg#v=onepage&q&f=false
Luigi Volta è il traduttore.
Il lago identificato è il lago di Como.
Inoltre il testo è presente in questa edizione anche su Google Books al numero di pagina indicato da me. Non ho riportato il link nel rispetto delle altre voci che non lo riportavano.
Creare 3 voci è ben possibile per quel testo e tuttavia una prima mossa, a cui possono poi aggiungersene altre.
Ritengo siano citazioni di primario interesse che possano essere sempre completate. E in questo modo con le cancellazioni vengono perse per sempre.
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 17:54, 25 lug 2020 (CEST)
--[[Speciale:Contributi/151.21.123.249|151.21.123.249]] 17:55, 25 lug 2020 (CEST)
<s>::{{ping|151.21.123.249}} I link che lei mi ha gentilmente proposto sono i link che le avevo dato io in precedenza e non costituiscono la fonte che lei indica in bibliografia che è da lei riferita a Edizioni Elliot, Roma 2018, mentre i "miei" link che ora così gentilmente mi ripropone come "suoi" fanno riferimento ad Edizione Studio Tesi che lei conosce perché la ricerca per il controllo l'ho fatta io e le ho inviato il link; controlli meglio per Elliot, Roma, 2008, gentile utente, scoprirà che traduttore non è solo Luigi Volta: [http://www.elliotedizioni.com/prodotto/a-k-tolstoj-il-vampiro/]. Gradirei inoltre sapere che cosa significa quest'ulteriore dato inserito in parentesi (1941, pag. 61) visto che in bibliografia lei indica Elliot, Roma 2018, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Aleksej_Konstantinovi%C4%8D_Tolstoj&type=revision&diff=1087072&oldid=1087047]. A quale edizione è riferita la citazione?, chi ne è il traduttore?, quale è il numero di pagina?, luogo ed anno di edizione?, l'ISBN? Lei di Luigi Volta parla solo ora dopo aver letto i link che le ho inviato, perché questo dato essenziale non l'ha inserito prima? Eppure i dati da inserire li ho dettagliati ben 4 volte, se non di più. La prego di non tirare troppo la corda. Non intendo proseguire a lungo su questa linea. Grazie. Buonasera. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:31, 25 lug 2020 (CEST) P. S Cortesemente firmi i suoi messaggi. Grazie, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:32, 25 lug 2020 (CEST</s>)
== [[Sonia Scotti]] ==
Secondo me, più che da wikificare, è da cancellare. Una sola citazione e pure banale. My 2 Cents --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:07, 26 lug 2020 (CEST)
==Fonti inadeguate==
Ciao! Fonti come in Victoria Justice sono deprecabili, in quanto raccolte sul web senza alcun affidamento. In quanto tali, voci del genere sono da cancellare in immediata. Poi mi sembra che da qualche mese c'è come un assalto di contributori che operano nel campo dei media televisivi e cinematografici, probabilmente utenti di gruppi o chat che lavorano in questi settori, specie doppiatori. Si passano la voce e cercano direttamente o indirettamente di dare risalto a loro stessi, penso. Non avere dunque remore nel cancellare quando le norme lo consentono, questo il modesto parere.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:09, 1 ago 2020 (CEST)
== Selezione nuove: Don Rodrigo ==
Gentile Sun-crops, buongiorno. Se ho sbagliato, ho sbagliato in buona fede. Ci tenevo a farle sapere che se ho inserito oggi tra le "nuove" Don Rodrigo, sebbene la sua creazione risalga al 14 giugno scorso, come da lei opportunamente rilevato, è perché solo oggi, grazie all'inserimento della terza citazione, essa ha smesso di essere stub, diventando così a tutti gli effetti una "voce". A questo punto, temo di non aver ben compreso quando una voce sia da inserire nell'elenco delle nuove, se al momento della creazione, anche se è solo un abbozzo, oppure successivvamente quando acquisisce lo status di voce, come da standard. Può cortesemente chiarirmi questo punto? La ringrazio della sua cortese attenzione e le auguro di trascorrere una bella serata. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:33, 12 ago 2020 (CEST)
:Grazie della sua argomentata risposta. Rimangono, purtroppo, delle zone d'ombra che il solo buon senso non mi sembra possa bastare a rischiarare. Se ho capito bene, il criterio che sottende all'anagrafe delle "nuove" è quello della cronologia della loro creazione. Se è così, però, non mi è ancora del tutto chiaro che ne sarà degli stub (se penso ai "miei" abbozzi, che non sono pochi, mi sento già male) se entro un tempo ragionevole, mettiamo dieci giorni, non raggiungono lo stadio di completezza tale da venire promossi a voci. Mi chiedo: che ne sarà dopo i "dieci giorni" di essi, degli abbozzi intendo, allorquando, avendo finalmente incamerato i tre fatidici contributi, potranno dirsi voci a pieno titolo? Non potendo più finire nell'elenco ufficiale per tempo scaduto, restaranno a vagare nelle lande di Wikiquote come voci "clandestine"? Concludo con una domanda/proposta: secondo lei, è possibile rifondare la ragion d'essere del registro delle "nuove" e assumere quale elementare e unico criterio per la registrazione il primo vagito, ossia la creazione di una pagina, bozzolo o farfalla che sia? Grazie del suo impeccabile lavoro di supervisione e della disponibilità al confronto e all'ascolto. Le rinnovo il mio cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:56, 12 ago 2020 (CEST)
::{{ping|Filippo Marchiali|Spinoziano|DonatoD}} {{ping|Homer|AnjaQantina|Superchilum}} {{ping|GryffindorD|Gaux|Mariomassone}} Buonasera a tutti. Per la selezione nuove il collaboratore Ibisco pone una serie di questioni sensate e fondate e formula una proposta. Anche se una pagina ufficiale non è in alcun modo una dispersione in un terrain vague, ma un'acquisizione definitiva, mentre la selezione nuove dà sì una visibilità forse di maggiore impatto immediato ma molto temporaneo, la proposta di Ibisco va valutata. Un parere dei collaboratori sarebbe gradito. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:34, 12 ago 2020 (CEST)
:::Salve! ''Guaglù'', discussioni di questo tipo vanno fatte non nelle pagine utente, ma nelle apposite ''talk'' oppure al bar, fra un caffè e un altro {{smile}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:55, 12 ago 2020 (CEST)
::::{{ping|Ibisco|DonatoD}} e tutti gli altri, ho aperto la discussione -> '''[[Discussioni_template:SelezioneNuove#Quando_inserirle%3F|qui]]''' <- continuiamo in quella pagina. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:58, 12 ago 2020 (CEST)
:::::{{Ping|DonatoD}} Cumpa' me ll'ero fatto 'ncapa che s'aveva parlà o bbar 'e ste ccose cu na bella tazzulella 'e cafè. Ha miso a pposto tutte cose Superchilùm, ringrazzianno 'a Maronna. Ma 'o cafè, ll'offro io, nun pazziammo proprio. Amico mio l'avevo immaginato che di queste cose si doveva parlare al bar con una bella tazzina di caffè. Ma, ringraziando la Madonna, Superchilum ha messo a posto tutto. Il caffè però lo offro io, non scherziamo proprio. Ce sentimmo. Fa' 'na bona rummenica. Ciao, Buona domenica {{smile}} {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:17, 12 ago 2020 (CEST) {{ping|DonatoD}} P. S. Dona', foss' 'a Maronna ca i' fosse 'nu guaglione. Cca me chiammano tutte quante 'o zi'. Donato, magari magari fossi un guaglione, così volesse la Madonna. Qui (nella molto cd. vita reale) ormai mi chiamano tutti 'o zi'. E tu lo sai che quando ti chiamano 'o zi' (zio o, forse meglio, signore) vuol dire che il tempo è proprio passato... andato... Hélas! ¡Ay de mí! Ogne bella scarpa addeventa scarpone... Mannaggia a Bubbà, mannaggia. Ciao cumpa', {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:29, 12 ago 2020 (CEST)
:::::::Buongiorno! Ho notato che ieri lei ha provveduto a retrodatare al giorno della sua creazione, quando era ancora allo stadio di abbozzo, la registrazione della voce Griso nelle “nuove”. Poiché giusto oggi ho completate altre voci di personaggi manzoniani, anch'esse pubblicate tempo addietro come stub, ora non so come procedere. Cosa faccio? Inserisco le voci, ora tutte con tre o più citazioni, nell'elenco delle “nuove”, oppure le giro a lei, in modo da evitare un doppio passaggio, dacché io non sono abilitato a fare inserimenti retrodatati, operazione che, peraltro, non saprei nemmeno come cominciare. Nel caso dovesse, a suo giudizio, risultare più agevole la seconda opzione, mi porto avanti con il lavoro, fornendole già ora l'elenco delle voci in oggetto in ordine cronologico di creazione e indicando tra parentesi la data e, per le voci create lo stesso giorno, anche l'ora. Rimane poi un'altra questione procedurale da chiarire. Riguarda i vecchi stub in cui si andranno a inserire citazioni atte a farli assurgere a voci. Come ci si dovrà regolare con queste voci, diciamo "invernenghe"? rinunciare alla registrazione o cos'altro?
:::::::Ma ecco, intanto, il mio elenco.
:::::::1 Don Ferrante (personaggio) (14 giugno, ora 12.03)
:::::::2 Innominato (14 giugno, ora 11.24)
:::::::3 Donna Prassede (15 giugno)
::::::: Nibbio (personaggio) (12 agosto, ora 12.48)
:::::::5 Azzecca-garbugli (12 agosto, ora 13.20)
:::::::6 Perpetua (personaggio) (12 agosto, ora 15.02)
:::::::7 Conte Attilio (12 agosto, ora 15.20)
:::::::8 Fra Galdino (12 agosto, ora 18.31)
:::::::Colgo l'occasione per ringraziarla vivamente per aver sollecitato la comunità a trovare una soluzione condivisa per l'anagrafe delle "nuove". Riceva un cordiale saluto,--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:47, 14 ago 2020 (CEST)
::::::: P.S.: Buonasera. Ho provveduto, seguendo il suo consiglio, a registrare le voci nelle "nuove" con il criterio della successione cronologica del destub. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:42, 14 ago 2020 (CEST)
== Luigi Bruzza Wikiquote ==
Salve.
Citazioni poco significative? Prima di parlare, forse sarebbe meglio conoscere di chi si sta parlando per poter dare un giudizio del genere...
Certo che fate proprio passare la voglia di collaborare qui dentro.
Per me la pagina wikiquote va bene così. Se non vi sta bene, modificatela voi, tanto lo fate già ugualmente senza nemmeno capire il fine ultimo delle citazioni. Bah!
--[[Utente:La Luna91|La Luna91]] ([[Discussioni utente:La Luna91|scrivimi]]) 03:41, 13 ago 2020 (CEST)
== Affari tuoi ==
Salve
Si può inserire quella citazione di Insinna nella pagina di affari tuoi? [[Utente:Loreneo di Maria|Loreneo di Maria]] ([[Discussioni utente:Loreneo di Maria|scrivimi]]) 14:47, 18 ago 2020 (CEST)
Non importa, ora ho visto la modifica [[Utente:Loreneo di Maria|Loreneo di Maria]] ([[Discussioni utente:Loreneo di Maria|scrivimi]]) 14:48, 18 ago 2020 (CEST)
== Re Ma come parli? ==
Buonasera. Non capisco perché non dovevo rispondere ad un anonimo che mi ha attaccato per 4 volte e non capisco lei che mi riprende per due volte. Per me era finita lì la discussione, visto che il mio tono era scherzoso e collaborativo, ma va bene così. Grazie e buon lavoro.--[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 22:11, 19 ago 2020 (CEST)
== re: Claus Roxin ==
Ciao, io userei [http://www.dirittopenaleglobalizzazione.it/laggravante-mafiosa-nella-stagione-del-trionfo-della-prevenzione-generale-parte/ questa fonte] tra quelle indicate dall'utente in talk, mi sembra più autorevole e più precisa. A parte quello, il problema di medium qual era? Perché la necessità di cancellare la cronologia? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:21, 20 ago 2020 (CEST)
:Beh ma un'eventuale immagine forte in un altro link non è certo motivo di cancellazione selettiva della cronologia qui. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 15:02, 20 ago 2020 (CEST)
::Mah, potrebbe semplicemente voler dire che in medium la citazione era ben evidenziata in caratteri grandi e centrali, mentre nelle altre fonti era più "nascosta". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:43, 21 ago 2020 (CEST) p.s.: anche per i semplici turpiloqui "generici" non serve rimuovere dalla crono, v. i modi di dire siciliani
:::Ciao, attiva l'opzione di ricezione email così possiamo sentirci in quel modo ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:29, 22 ago 2020 (CEST)
== Re: Discussione con Laportoghese ==
Buongiorno. Lei ha perfettamente ragione. Mi spiace di aver usato un tono aggressivo nei confronti dell'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]]. Quel che mi urta particolarmente è che ho fatto notare a l'[[Utente:laportoghese|utente Laportoghese]] questo errore più volte. Correggo gli errori e lui insiste con il rifarli. AugurandoLe una buona giornata, La ringrazio per avermi fatto notare lo sbaglio anche da parte mia. Buona giornata.--'''[[Utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|<span style="color:#209090;">2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:2001:B07:644E:FDC2:ACE2:DC3:B241:4820|scrivimi]])</sup> 15:19, 20 ago 2020 (CEST)
== Maurzio Pagliassotti ==
Buongiorno Sun-crops e grazie per i commenti. Ho guardato le istruzioni, ma non avevo colto il punto che prima bisogna creare una voce biografica e POI una voce tematica. Adesso mi è tutto più chiaro.
Per quel che concerne il mio contributo tematico alla Valsusa... ho controllato, e Maurizio Pagliassotti ha una voce biografica: https://it.wikiquote.org/wiki/Maurizio_Pagliassotti
e ho visto che qualcuno ha aggiunto la citazione che io avevo messo SOLO nella voce tematica. Direi che quindi non bisogna cancellarla.
E' però ancora proposta a cancellazione la pagina "Val di Susa" (https://it.wikiquote.org/wiki/Val_di_Susa), e a questo punto non capisco perché.
E perché manca la rilevanza enciclopedica?
== Re: Giulio Berruti ==
Ciao Sun-crops, ''vanityfair.it'' va bene ma tu [[Speciale:Diff/1094809|qui]] avevi messo ''.it'' a ''Vanity Fair'' che non ha senso. Al momento non avevo capito che volevi mettere il dominio e perciò l'ho tolto, tutto qui :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 14:13, 29 ago 2020 (CEST)
:Ho inserito il dominio ''[[Speciale:Diff/1094911|vanityfair.it]]'' anche se penso andasse benissimo anche il nome dell'editore, ''Vanity Fair'', ma fa niente dai. Ciao e buon lavoro :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 15:06, 29 ago 2020 (CEST)
== Modifica annullata ==
Egregio,
la invito cortesemente a rispondere del suo operato in questa sede: https://it.wikiquote.org/wiki/Wikiquote:Bar#Annullamento_modifiche_ingiustificato
Cordialmente,
--[[Speciale:Contributi/151.64.15.178|151.64.15.178]] 17:17, 1 set 2020 (CEST)
== Re: Tony Shalhoub ==
Buon pomeriggio! Come mai non è ammessa? -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
:Ho messo un'altra citazione, vedi se va bene e fammi sapere :)
== Re: LillyOtta ==
Non lo so! Ho trovato la discussione dell'utente e le ho risposto.-- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
:No, non sono io. Ho aperto un unico account.
== Re: Impiego di fonti non ammesse. ==
Mi spiace di aver commeso degli errori. Le posso assicurare che il mio intento non era vandalico. -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
== Re: Moana Pozzi ==
Gentile utente Sun-crops, Le vorrei rammentare che noi parliamo in italiano, pertanto Moana Pozzi si definisce "Attrice pornografica" e non "Pornostar", è come dire che Alida Valli è un'"actress". Inoltre, nella categoria c'è scritto "Attori pornografici italiani" e non "Pornostar". Buon proseguimento. -- [[Utente:Rafkins|Rafkins]] ([[Discussioni utente:Rafkins|scrivimi]]) ven 4 set 2020 (CEST)
== Re: LillyOtta ==
Cosa intende? Sia un po' più comprensibile! --[[Utente:LillyOtta|LillyOtta]] ([[Discussioni utente:LillyOtta|rispondimi]]) ven 4 set 2020, 20:48 (CEST)
== Nazionalità Elvira Mujcic ==
Sembrerebbe che, in effetti, Elvira Mujcic abbia due nazionalità, come riposrtato qui: https://www.words4link.it/w4l-autore/elvira-mujcic/
Detto ciò, personalmente preferisco mettere i paesi in cui ha vissuto e ora vive piuttosto che la nazionalità. --[[Utente:Cris77|Cris77]]
:: prova firma :-) --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 19:35, 5 set 2020 (CEST)
::: sembra funzioni. Grazie --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 19:35, 5 set 2020 (CEST)
== Info cancellazione Koito ==
Perché hai cancellato la pagina dicendo che è a scopo promozionale? Rispettava le Linee guida erano citazioni di canzoni e non messaggi autopromozionali!!quindi vorrei una spiegazione Plausibile visto che non ce n’era motivo, invece di ricevere il tuo bellissimo messaggio che minaccia il blocco del mio account. Se Non sai chi è Koito cerca su internet e troverai diverse pagine, articoli e testi di sue canzoni.
Attendo una risposta e mi auguro che ripubblichi la pagina.
Grazie
SID.
== ordine delle citazioni, fa gli altri nella voce Ryszard Kapuściński ==
Cerco di essere attenta all'ordine. Mi scuso se mi sono sbagliata in alcune voci. Vedrò di rimediare per i prossimi post.--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:29, 9 set 2020 (CEST)
== Gianni Biondillo e Michele Monina, Tangenziali ==
Rispondo qui alla [[Discussioni_utente:Cris77|sua domanda]]: il libro è scritto a 4 mani, non è suddiviso in sezioni separate. Creo quindi una voce. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:43, 19 set 2020 (CEST)
: fatto, creato pagina del libro e tolto citazione dalle pagine degli autori. Grazie --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:56, 19 set 2020 (CEST)
:: il [[Discussioni_utente:Cris77#Ryszard_Kapu%C5%9Bci%C5%84ski|suo P.S.]] significa che non c'è un problema con la citazione? Ripeto, sono generalmente molto precisa nella trascrizione dei testi, mi sembra difficile che ci sia una "differneza marcata" con l'originale... {{nf|17:29, 20 set 2020 | Cris77}}
::: Purtroppo no, è uno di quei libri che non ho sotto mano... passato chissà dove fra i vari traslochi ;-) --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 20:34, 20 set 2020 (CEST)
:::: Riguardo alla differenza del testo che ho citato io e quello della sua fonte indiretta, ossia questa per la mia versione: "L'identità di un popolo, così come il paesaggio di una nazione, sono sempre in divenire, in movimento, si rimettono in gioco ogni giorno, ridefiniscono i confini – come topografi che misurano il displuvio delle catene alpine –, patteggiano ogni giorno il loro essere nel mondo.", non è possibile che io abbia modificato a tal punto la citazione. Ho potuto eventualmente dimenticare una virgola. E anche se, come dice lei, questo è certo un problema, non è davvero possibile che io mi sia "divertita" a modificare il testo a tal punto. So quanto sia importante citare correttamente, perché, come ha ben capito anche lei, sono una ricercatrice universitaria, e so benissimo il valore di una citazione, che deve restare fedele al testo originale. Vedete voi se volete cancellarla. Le posso assicurare che è impossibile che io abbia stravolto il testo a tal punto. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 18:33, 27 set 2020 (CEST)
== Ebano ==
Purtroppo non ho sotto mano il libro per poter verificare. E' un libro che ho letto molti anni fa, di cui ho le citazioni in un lunghissimo documento word. Di solito sono precisa, ma può darsi che abbia fatto dei piccoli errori (o che il testo sia leggermente modificato nell'edizione che ho letto). Non saprei dirle. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 17:56, 19 set 2020 (CEST)
== Re: ==
Se i difetti sono le maiuscole o le virgolette, allora i problemi risiedono principalmente nella mentalità "fondamentalista" di chi ha scritto le regolette di wikiquote e di chi le applica alla lettera. I problemi delle wiki italiane risiedono appunto nell'essere difatti delle proprietà private, altro che enciclopedie libere e collaborative. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 22:44, 3 ott 2020 (CEST)
:Trattasi solo della mia opinione critica sui problemi e la scarsità di voci (rispetto a en:wiki) espressa secondo la libertà di manifestazione del pensiero garantita dall'articolo 21. Può anche dire che io dico solo idiozie, e sinceramente la cosa non mi turba affatto. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 09:10, 4 ott 2020 (CEST)
::Semmai, dal suo punto di vista, "diffamando" non "calunniando" (differenza giuridica), poi non si può fare diffamazione contro wiki visto che non è una persona giuridica (infatti non ha rappresentanti legali) E ho detto wiki non il signor admin.
E non si preoccupi, la pagina me la copio sulla mia pagina prova almeno non mi vede più tra i piedi. Buon proseguimento. --[[Utente:Traiano91|Traiano il sofista]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 12:50, 4 ott 2020 (CEST)
: Ciao --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 12:58, 4 ott 2020 (CEST)
::P.S. Nessuna enormità: Wikipedia non è un soggetto giuridico, non può essere citato in giudizio né subire nulla, tra l'altro molti in Italia la pensano come me
Fonte su "Wiki non è un soggetto legale" https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Fare_causa_a_Wikipedia#A_chi_faccio_causa?
--[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:04, 4 ott 2020 (CEST)
:No, davvero. Ho problemi di comprensione in questo caso. Sul serio. --[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:14, 4 ott 2020 (CEST)
:Davvero non comprendo il motivo della sua arrabbiatura, ho difficoltà a capire certe emotività altrui, poi da dietro uno schermo, senza vedere i volti mi riesce ancora più difficile, ho un deficit di "empatia cognitiva" e cose che per me sono umoristiche o critiche legittime agli altri appaiono non tali..--[[Utente:Traiano91|Traiano91]] ([[Discussioni utente:Traiano91|scrivimi]]) 13:58, 4 ott 2020 (CEST)
== Re: Utente:GeorgianaKozak ==
Ciao Sun,
sì anche secondo me è spam. Grazie. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:13, 6 nov 2020 (CET)
== Re: Utente:44lewis44 ==
Ciao Sun,
secondo me sì, è ok. No problem ;-) Un saluto. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 10 nov 2020 (CET)
== Re: Discussioni utente:JodyPlayfair ==
Ciao Sun,
vai tranquillo non mi scocci mai :-) Magari non sono sempre sul pezzo per risponderti però ;-)
Tipo questa volta, mi cogli un po' impreparato... però ti direi che non ha molto senso.
Alla fine, anche se culturale, mi sembra che sia usare Wikiquote per far pubblicità, e che attinenza ha con il progetto?
Alla fine questo [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=JodyPlayfair utente] si è iscritto, non ha fatto nient'altro che scrivere due righe di pubblicità.
Raccoglierei qualche altro parere, ma direi che non va molto bene.
Un saluto. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 12 nov 2020 (CET)
== Re: Link spam ==
Ciao, sì, fa niente, l'ho tolto di là visto che dovevo aggiornare anche altro, non penso che un link rimasto in un'altra pagina di discussione cambi la vita a qualcuno, vedi tu come preferisci. Un caro saluto :-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:27, 17 nov 2020 (CET)
==Michael Schumacher==
Mi sembra che stai trascurando un significato sottostante rilevante che riguarda il pilota tedesco: nonostante Hamilton lo abbia battuto nei risultati, Schumacher è comunque imbattibile emotivamente. E comunque resta un paragone rilevante tra due piloti.----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 21:15, 17 nov 2020 (CET)
== Re: Saluti ==
Ciao Sun, mi lusinghi e non so quanto merito tutto questo... Mi fa piacere vederti ancora all'opera con costanza, entusiasmo ed una eccessiva umiltà. Attualmente sono in una quarantena forzata e stasera mi era presa una certa nostalgia di questo meraviglioso progetto. Non so quanto mi tratterrò ma mi piace tornare quando posso. Buon lavoro e grazie di tutto ciò che stai facendo.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 02:25, 18 nov 2020 (CET)
== Voce [[Chiara Amirante]] Wikiquote ==
Ciao, io ho verificato ogni citazione nei libri pagina per pagina e dove compaiono le pagine posso garantirti che sono corrette. Basta fare una verifica ed è così. Non ho capito perché hai aggiunto la domanda e l’avviso. Io sono andato sul sicuro a pubblicare perché ho fatto questo lavoro di verifica prima dedicandoci molto tempo. Cosa dovrei fare di più? Ho seguito il consiglio e le indicazioni che mi erano state date. [[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 09:27, 18 nov 2020 (CET)
:Ho modificato la parte relativa alle pagine. Le citazioni che ho trovato le ho cercate sui libri cartecei in mio possesso. Quelle in cui non ho indicato le pagine le cercherò più avanti e le aggiornerò. C'è qualcos'altro che debba fare prima di rimuovere l'avviso e che mi può essere sfuggito? Grazie.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 00:40, 20 nov 2020 (CET)
::Ho inserito nella bibliografia i codici corretti delle edizioni e ISBN. C'è altro che dovrei fare? Puoi rimuovere tu l'avviso? Grazie per l'aiuto.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 18:40, 1 dic 2020 (CET)
:::Scusami, ma quale sarebbe il senso di mentire? Ho con me entrambi i libri delle due edizioni. Ho preso i numeri di pagina dall'edizione "Orizzonti di Luce" (totale 119 pagine) e non dall'edizione di "Città Nuova" (totale pagine 95). Lo scarto di pagine non è dato dal contenuto perché gli indici sono identici, ma dal formato del libro e dell'impaginazione. Non so perché non dovresti crederci. Cosa posso fare per provarlo? Ho i libri qui davanti a me. Forse devo rifare tutto il lavoro di ritrovare tutte le citazioni di ''Alzati e rivestiti di luce'' dall'edizione di ''Città Nuova'' che tu puoi consultare? Se questa è la strada o un'altra da percorrere avvisami e mi metterò al lavoro. Le discordanze le hai trovate solo per questo testo o anche per gli altri? Credimi che le ho verificate una ad una con grande attenzione, dubito di aver fatto errori, anche se per stanchezza potrebbe essercene stato uno, ma sicuramente in buona fede. Come vedi per diverse citazioni che non sono riuscito a trovare non ho inserito le pagine. Quelle in cui le pagine compaiono sono state realmente individuate e verificate una ad una. Attendo indicazioni. Grazie.--[[Utente:Egioiasia|Egioiasia]] ([[Discussioni utente:Egioiasia|scrivimi]]) 10:01, 2 dic 2020 (CET)
== re: Torino Football Club ==
Decisamente sì, ma su Wikiquote non diamo patenti di liceità in base alla positività o negatività di una citazione. Anche se si parla di male di quell'argomento, la citazione è pertinente. Altrimenti in [[Ebrei]] dovremmo cancellare le citazioni di [[Papa Pio V]] o di [[Adolf Hitler]], per dire. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 23:17, 18 nov 2020 (CET)
==Categorie in rosso==
Ciao Sun-crops :) scusa il disturbo, perché ''[[Speciale:Diff/1111306|Categorie in rosso da evitare]]''? --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:18, 19 nov 2020 (CET)
:Ecco, anche la mia domanda. Non sarebbe meglio crearle le categorie, lì dove mancano? --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 18:35, 19 nov 2020 (CET)
== Valerio Massimo Manfredi ==
Perdonami se te lo dico, ma non mi pare di averti insultato o comunque parlato in toni così accesi. Ti ho fatto una domanda e basta. Negli altri paragrafi nessuno ha contestato il fatto che dopo il <nowiki><br></nowiki> c'è stato il daccapo. Non capisco dunque il motivo di questa cosa del "tutto attaccato", per dire, per il paragrafo ''Quaranta Giorni''.--[[Utente:Smashfanful|Smashfanful]] ([[Discussioni utente:Smashfanful|scrivimi]]) 15:28, 19 nov 2020 (CET)
== Re:Cannes ==
Buongiorno, Sun-crops! È per me sempre un piacere sentirla. Le sue osservazioni sono ineccepibili. Pertanto non mi resta che provvedere subito a fare le opportune mende alla sottosezione della voce in oggetto. Le auguro di trascorrere una serena fine settimana, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 08:50, 20 nov 2020 (CET)
:Grazie della segnalazione. Trovo l'iniziativa SheSaid altamente lodevole. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:46, 20 nov 2020 (CET)
:: Buon pomeriggio. Busso ancora al suo account per un piccolo aiuto. Vorrei migliorare alcune voci di donne presenti su WQ e, in adesione al progetto di Wikimedia, mi piacerebbe apporre la notazione #SheSaid nella textbox dei commenti. Purtroppo non so dove si trovi codesta textbox. È forse la "finestra" della descrizione degli edit? Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:42, 20 nov 2020 (CET)
== Template Cita ==
Ok, grazie mille. Ho guardato il [[Template:Cita|template Cita]], pensavo funzionasse come in WP, insieme al template Bibliografia. Ma qui Bibliografia non c'è.
Va bene così, aggiungendo la sezione e la bibliografia estesa?
<code><nowiki>
== Bibliografia ==
* Citato in Julia Stewart, [https://books.google.cat/books?id=Q4FrJ8Sx3UAC&printsec=frontcover&hl=ca#v=onepage&q&f=false Stewart's quotable Africa], Penguin Books, 2004, ISBN 9780143024576
* Citato in Julia Stewart, [https://books.google.cat/books?id=4aQxwWDZxRoC&printsec=frontcover&hl=ca#v=onepage&q&f=false Stewart's quotable African women], Penguin Books, 2005, ISBN 9780143024866
</nowiki></code>.
Ma poi il collegamento preciso tra Cita|Steward|2005 e la bibliografia chi lo fa (click sulla op.cit e vado sul link al libro)? --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 12:18, 20 nov 2020 (CET)
<s>:Ciao, Camilia, ho data una prima sistemazione alle citazioni. Cerco di rispondere nel modo più semplice e chiaro possibile. Il cita web non è in uso in wikiquote, anzi, almeno finora è deprecato. Se dalla stessa opera sono tratte almeno 3 citazioni, creiamo una sezione con titolo dell'opera. Se l'opera è una fonte indiretta, e se le citazioni sono almeno 3, creiamo una sezione come vedi in [[Xavier Forneret]] (vedi anche wikitesto). Funziona così: ===Citato in Autore, ''Titolo''===. In bibliografia inseriremo i relativi riferimenti bibliografici con link Julia Stewart, [https://books.google.it/books?id=4aQxwWDZxRoC&lpg=PT237&dq=(Stewart%2C%20Julia.%20Stewart's%20quotable%20Africa%2C%20Johannesburg%3A%20Penguin%20Books%2C%202004&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q=(Stewart,%20Julia.%20Stewart's%20quotable%20Africa,%20Johannesburg:%20Penguin%20Books,%202004&f=false Stewart's Quotable African Women] ecc. Se invece da un'opera sono tratte meno di 3 citazioni, restano in sezione generale, Citazioni di e le fonti andranno in nota <nowiki><ref></nowiki>Citato in + i riferimenti bibliografici completi, e il link alla pagina per la prima citazione.<nowiki></ref></nowiki>. Capisco che sembra un po' complicato, ma con la pratica diventa semplice. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:08, 20 nov 2020 (CET)</s>
::Grazie della modifica. No guarda, non è complicato, è solo leggermente diverso da WP. Poi quando uno viene da lì, magari non sa che certi template sono in disuso, e questo non mi è stato molto chiaro leggendo la pagina del [[Template:Cita|template Cita]] qui in WQ. In pratica non si dovrebbe usare, non ci sono alternative. Si potrebbe magari segnalare da qualche parte, sulla pagina del template stesso? In modo che chiunque faccia il mio percorso sappia precisamente cosa va fatto. Grazie di nuovo :-) --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 13:31, 20 nov 2020 (CET)
== Re: Template cita ==
Ciao Sun, il [[Template:Cita]] (diversamente dal [[Template:Cita web]], che può essere a tratti tollerato) non dovrebbe proprio esistere su Wikiquote, è stato creato senza consenso da un vecchio utente che a volte faceva un po' troppo di testa sua. Lo si potrebbe proporre per la cancellazione, e al limite, se in sede di cancellazione emergesse un consenso a mantenerlo, aggiornarlo in linea con Wikipedia. Per le categorie "in rosso", ti confermo che non dovrebbero esistere, in quel caso la categoria si crea subito o si rimuove. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:43, 20 nov 2020 (CET)
:Grazie. Se dovessimo discutere, io sarei pro utilizzo, ma se come in WP, dpvrebbe essere in concomitanza con il template Bibliografia. A quel punto si utilizza tutte le volte che da un libro si estraggono più di 3 citazioni (e io ho appena comprato i due libri di proverbi africani della Stewart, perciò ipoteticamente non è così raro che questo si potesse verificare). Si scrive una sola volta il libro in Bibliografia e si diferenzia il cita per pagina. --[[Utente:Camelia.boban|Camelia.boban]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 18:55, 20 nov 2020 (CET)
== Spambot ==
Le utenze del tipo "NomeCognomeXX" (dove gli X sono numeri), che modificano la loro pagina utente con informazioni in inglese di quel tipo (nome, origine, hobby) sono al 99,99% utenze automatiche create per spammare. Al loro primo edit in ns0 diventa evidente, perché è uno spam palese: a quel punto si possono bloccare infinito (nella tendina delle motivazioni c'è "spambot") e cancellare/proteggere le loro pagine utente e di discussione. Formalmente finché scrivono solo nella loro pagina utente "sono tizio, vengo da questo posto" non stanno violando nessuna policy, ma o rimangono fermi (e bon), o spammano (e allora si beccano facilmente e si bloccano). --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:56, 20 nov 2020 (CET) p.s.: ora anche solo "NomeCognome" senza numero, vedo, si stanno evolvendo :-D
== re: A parte l'uomo. ==
Ciao, in effetti anche su quello siamo lì lì. Io, dopo averlo reso un po' più neutro, lo leggevo come un "anche senza considerare il fatto che in home page ci sia un uomo, controlla quante donne sono elencate" (senza particolari considerazioni su chi sia quell'uomo); però concordo che sia indelicato scriverlo comunque così, e concordo con [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:SheSaid&curid=175728&diff=1112008&oldid=1112007&diffmode=source la modifica] effettuata da [[Utente:Spinoziano|Spino]]. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:29, 22 nov 2020 (CET)
<s>:{{ping|Spinoziano}} Ciao, Superchilum. Così va benissimo e ne guadagna – e di molto – anche l'iniziativa. Ringrazio tantissimo te e Spinoziano. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:34, 22 nov 2020 (CET)</s>
== George Gordon Byron e tematiche ==
Ciao, ho letto le varie dritte che hai lasciato sulla voce di Byron anche se non utilizzo un'utenza registrata; non sono state parole al vento! ;-) Sei stato talmente veloce nel modificarmi che mi sono accorto dei tuoi interventi, ahimé, solamente dopo avere finito tutto l'iter di inserimento nelle voci tematiche, purtroppo. Quanto alla scelta delle frasi da inserire nelle tematiche, benché abbia letto le regole su cosa inserire e cosa no, purtroppo rimane un concetto piuttosto soggettivo e, da utente inclusivo quale sono, in realtà mi sono costretto a rinunciare a più inserimenti nelle voci tematiche di quelli che poi ho infine inserito! :-D Ma sono conscio di questa mia "debolezza", perciò se vorrete considerare la nuova voce tematica ([[conquista]]) non idonea, lo comprendo. --[[Speciale:Contributi/87.14.186.219|87.14.186.219]] 00:51, 23 nov 2020 (CET)
:{{ping|87.14.186.219}} Ciao, mi fa molto piacere parlare con un utente collaborativo. Certo, se volessi registrarti sarebbe più facile. Per le tematiche il criterio è quello dettagliato in oggetto di modifica. La citazione deve "gravitare" sul termine e deve essere significativa, originale; non basta che il termine o il soggetto sia menzionato. Stesso criterio per le sezioni Citazioni su delle voci. Naturalmente un metro assoluto assolutissimo per questo è difficile da trovare, ma non è affatto difficile "farci l'orecchio" e capire se l'inserimento va bene. A volte è palesemente sbagliato, a volte al limite, altre volte se ne discute per vederci più chiaro. Per [[conquista]]: ho lasciato così in modo da farla vedere anche ad altri collaboratori. Gli inserimenti "doppi" hanno qualche probabilità in più di presentare un problema di pertinenza, almeno per uno degli inserimenti. Meglio guardarli, "ascoltarseli" con più attenzione. Se mi riesce di trovare una citazione centrata per conquista, "blindiamo" la voce. Ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:32, 23 nov 2020 (CET)
== Re: American Psycho ==
Grazie Sun. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:24, 27 nov 2020 (CET)
==Società Sportiva Lazio==
Ma che cavolo modifichi che avevo ragione io. E mette pure la pagina come protetta. Ridicolo {{nf|06:19, 3 dic 2020| 151.30.5.23}}
== re: Batman (film 1989) ==
Per quanto detto da me [[Wikiquote:Bar#Incipit_"farlocchi"_di_film|qui]], a me personalmente me gusta. Però magari se riusciamo a trovare una linea condivisa per tutto il progetto, direi che è meglio :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:47, 3 dic 2020 (CET)
:{{ping|Superchilum}} Sì, direi che nella discussione al bar per il momento il consenso è per essere di larga manica, ho annullato la rimozione dell'incipit segnalando all'autore della rimozione la discussione al bar.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:01, 3 dic 2020 (CET)
== Natura: citazione da Chicco Testa ==
La citazione nella [[Chicco Testa|voce dell'autore]] è stata inserita poco dopo.--[[Utente:K.Weise|K.Weise]] ([[Discussioni utente:K.Weise|scrivimi]]) 10:34, 4 dic 2020 (CET)
==Ferdinando Scala==
Ciao, sto revertendo la tua modifica perché ben due delle tre citazioni riportate sono estratte dall'opera che ho citato...--[[Speciale:Contributi/2.45.77.36|2.45.77.36]] 12:42, 4 dic 2020 (CET) {{nf|11:42, 4 dic 2020 | 2.45.77.36 }}
== Wikiquote:SheSaid ==
Grazie Sun-crops per l'info e le cortesi parole. Mi unisco volentieri a una ottima iniziativa. Lo sbilanciamento di genere c'è e deve essere corretto. Con l'impegno di tutti. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 06:40, 5 dic 2020 (CET)
== Mirabilis jalapa ==
Ciao! Di solito per piante e animali l'usanza qui è di mettere il nome comune, sposterei a [[bella di notte]].-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:25, 5 dic 2020 (CET)
== Re: Nadia Campana ==
Buongiorno Sun, grazie per il lavoro che stai facendo sulla voce della Dickinson e scusa se ti rispondo solo ora. Direi che la citazione vada benissimo e sebbene non sia menzionata la fonte primaria, possiamo accontentarci di quella fonte secondaria. Grazie ancora e buon lavoro, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:01, 15 dic 2020 (CET)
== Jago su Wikiquote ==
Ciao, ho provato a creare una pagina sullo scultore Jago [https://it.wikipedia.org/wiki/Jago_(scultore)] su Wikiquote. Avevo dimenticato di mettere la fonte e ho visto che l'hai cancellata. Vorrei ricrearla mettendo la fonte; sarebbe l'unica cosa che manca, o ci sarebbe anche altro? Grazie --[[Utente:Larry.europe|Larry.europe]] ([[Discussioni utente:Larry.europe|scrivimi]]) 20:38, 16 dic 2020 (CET)
:: Ciao, grazie, scusami se non t'ho piu' risposto ieri ma non ero online. Ora ho aggiunto la mia fonte. Grazie ciao --[[Utente:Larry.europe|Larry.europe]] ([[Discussioni utente:Larry.europe|scrivimi]]) 18:18, 17 dic 2020 (CET)
== Lisa Kudrow ==
Ciao, se hai tempo potresti cortesemente spostare questa pagina [[Wikiquote:Lisa Kudrow]] con il nome dell'attrice? Non so per quale motivo non mi spunta l'opzione sposta, credo di dover aspettare ancora qualche giorno per averla ma non vorrei sparare stupidaggini. Grazie mille!! [[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 13:13, 19 dic 2020 (CET)
::Ciao, scusa la confusione: intendevo rimuovere il “wikiquote:” dal titolo e lasciare solamente il nome dell’attrice “Lisa Kudrow”, l'errore non è nello spelling del nome. Grazie mille -[[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 13:24, 19 dic 2020 (CET)
== Re: [[Lisa Krudow]] ==
Ciao Sun,
ora è come volevi? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 13:59, 19 dic 2020 (CET)
: In realtà non ho fatto niente di che, ho solo notato che era nel namespace Wikiquote, e così dal menu a tendina ho selezionato il namespace princpiale. Tutto lì. Felice di esserti stato utile. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:06, 19 dic 2020 (CET)
== ORLAN_re ==
Ciao. ho modificato come potrai vedere, cioè togliendo il nome dell'autore della foto non essendo enciclopedico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:53, 19 dic 2020 (CET)
== Interprogetto ==
Ciao, ho riscontrato alcuni problemi con il template interprogetto. Mentre nelle pagine presenti anche in wikiquote di altre lingue collego semplicemente con le corrispondenti pagine in lingua straniera, nelle pagine presenti unicamente in quella italiana (es. [[Samantha de Grenet]], [[Stefania Orlando]]), seppur inserendo il collegamento in wikidata, nella sezione “Altri progetti” non risultano i collegamenti. Sapresti aiutarmi? Grazie mille [[Utente:Imheree|Imheree]] ([[Discussioni utente:Imheree|scrivimi]]) 18:34, 22 dic 2020 (CET)
:{{ping|Imheree}} Ciao a entrambi e scusate l'intromissione :D quando l'interprogetto appare vuoto è un problema di [[w:Cache|cache]]. Esiste un [https://it.wikiquote.org/wiki/Speciale:Preferenze#mw-prefsection-gadgets accessorio] per [[w:Aiuto:Purge|purgare]] oppure si fa un [[w:WP:NULLEDIT|nulledit]]. Ciao e buone feste! --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 12:15, 23 dic 2020 (CET)
::{{ping|GryffindorD}} Grazie GryffindorD, intervento utilissimo; ne approfitto senz'altro. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:10, 23 dic 2020 (CET)
== Re: Oliver Platt ==
Ciao, anch'io non riesco a consultare la fonte, dice che non è possibile accedere a quel sito dai paesi dell'UE. Il testo originale e la data li avevo presi su [[w:en:Oliver Platt|en.wiki]]. Comunque in seguito sono riuscito a consultare la fonte, è a posto :) Ciao. --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 00:25, 28 dic 2020 (CET)
:PS: adesso la pagina puoi [[Speciale:Diff/1119168|vederla]] anche tu :) --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 00:36, 28 dic 2020 (CET)
== Template:SelezioneNuove ==
Mi scuso di aver scorrettamente inserito una voce nuova ancora stub, nel Template in oggetto. Per il futuro chiedo se l'eventuale integrazione di uno voce stub, consenta poi l'inserimento della stessa nel template citato.--[[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] ([[Discussioni utente:IppolitoN|scrivimi]]) 16:19, 31 dic 2020 (CET)
== Traduzioni dall'inglese ==
Ciao Sun-crops, se il tempo e la pazienza te lo permettono, potresti dare una controllata alle traduzioni che ho fatto per Asfa Wossen Asserate nella mia pagina profilo? Grazie. [[Utente:Mariomassone|Mariomassone]] ([[Discussioni utente:Mariomassone|scrivimi]]) 19:33, 9 gen 2021 (CET)
== avviso ricevuto ==
così non si capisce nulla, bisognerebbe fare un esempio di come si fa ;).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 19:01, 13 gen 2021 (CET)
:sarà perché sto facendo 100 cose contemporaneamente ma non sto capendo molto, io cmq la citazioni di Urgant l'avevo messa per prima cosa nella pagina di Urgant.. cmq, facciamo prima che ti passo la fonte dove ci sono delle citazioni, tu te la leggi e se trovi qualcosa di buono la inserisci :).. per esempio [https://it.wikipedia.org/wiki/Sonny_Liston#Alcune_sue_frasi_celebri qui] ci sono le frasi di Sonny Liston che andrebbero trasferite e [https://www.ilnapolista.it/2021/01/balestri-sono-diventato-pinocchio-perche-fui-lunico-ad-avere-il-coraggio-di-rompere-un-quadro-davanti-a-comencini/ qui] un articolo su Andrea Balestri.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 08:29, 17 gen 2021 (CET)
::vedi un po' se [https://serial.everyeye.it/notizie/sanpa-luca-bizzarri-red-ronnie-twitter-imbecille-non-sai-cosa-passato-493794.html questo] battibecco merita di essere riportato :).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 17:56, 20 gen 2021 (CET)
:::secondo te [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Pagina_delle_prove&oldid=1125535 queste] sono rilevanti? La "c*" sta per una parolaccia, quindi in materia non so regolarmi, imho la frase è emblematica della sua particolare sensibilità nel capire cosa non andava nella macchina, cosa che era una sua caratteristica famosa e non comune nell'ambiente.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 19:57, 28 gen 2021 (CET) {{nf|18:57, 28 gen 2021 |2.226.12.134 }}
::::io ho firmato.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] 22:51, 28 gen 2021 (CET)
== Beatitudini ==
Ciao Sun, i tuoi contributi biblici sono molto apprezzabili; forse le ultime che hai inserito in [[Discorso della Montagna]] starebbero ancora meglio in [[Beatitudini]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:36, 20 gen 2021 (CET)
:Grazie a te, per quanto riguarda la citazione di Mutis qualche dubbio onestamente ce l'ho, perché il Discorso della Montagna è citato solo alla fine, mentre tutta la citazione parla dei furbi, argomento non trattato dal Discorso della Montagna. Credo comunque che "liniti" sia un refuso e che sarebbe il caso di creare una tematica [[Furbizia]] distinta da [[Astuzia]] perché sono due cose un po' diverse (in [[Astuzia]] guardacaso c'è un detto dal ''[[Vangelo di Tommaso]]'' che vede anche un aspetto positivo in quest'ultima). Per le pagine di disambiguazione, si possono mettere anche link rossi, magari non tutti quelli presenti su Wikipedia (come avevo scritto [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:GryffindorD#Pagine_di_disambiguazione qui]) ma Bianca Berlinguer sicuramente ci può stare :-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:11, 21 gen 2021 (CET)
==Emmanuel Macron==
Ciao Sun,
grazie per le correzioni. Il discorso di [[Emmanuel Macron]] all'università di [https://www.jeuneafrique.com/497596/politique/document-le-discours-demmanuel-macron-a-ougadougou/ Ougadougou] contiene altre citazioni importanti da estrarre. Se avessi volgia di farlo... :) ----[[Utente:Dispe|Avversariǿ]] - - - >([[Discussioni utente:Dispe|dispe]]) 19:17, 23 gen 2021 (CET)
== Re: Nome utente ==
Ciao Sun,
innanzitutto ringrazio e contraccabio gli auguri per una buona giornata. Dunque per il nome utente in questione non avevo indagato. Ti direi che una differenza netta avrebbe potuto farla se fosse stato morte ''agli'' USA. In ogni caso siamo al limite. Ho dato un'occhiata se [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=%D0%A1%D0%BC%D0%B5%D1%80%D1%82+%D0%A1%D0%A8%D0%90 globalmente] fosse stato bloccato e non lo è. Che dici se riguardiamo tra un po'? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:35, 29 gen 2021 (CET)
==Totò==
Ciao Sun-crops. Volevo risponderti riguardo a [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Tot%C3%B2&type=revision&diff=1114575&oldid=1114564 questo tuo commento] (l'ho visto solo ora). La citazione è al minuto 4:42. Stando alla fonte, si tratta di una battuta detta da Totò a De Crescenzo. De Crescenzo, che per noi sarebbe il testimone diretto, ha poi raccontato la freddura di Totò a Odifreddi. Magari De Crescenzo aveva attribuito a Totò qualcosa di suo (o di altri), ma la nostre nostre fonti (De Crescenzo per mezzo di Odifreddi) questo riferiscono. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 02:49, 30 gen 2021 (CET)
:Tranqui, non c'è fretta, quando vuoi tu. Notte :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 03:12, 30 gen 2021 (CET)
==Citazioni Su==
Ciao, Secondo te una citazione come questa si potrebbe inserire in sezione Citazioni su ?
*Una personalità eclettica che........ha dato vita ad “Art Aia - Creatives /In/Residence” residenza artistica che promuove le arti, seguendo il filo rosso della sostenibilità ambientale.(Cristina Savi, giornalista). Dall'articolo "Viaggio virtuale tra i tesori del Fvg. Il progetto approda su Google Arts", Messagero Veneto,[https://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2021/01/08/news/viaggio-virtuale-tra-i-tesori-del-fvg-il-progetto-approda-su-google-arts-1.39750065] 8 gennaio 2021.--[[Utente:Albertulli|Albertulli]] ([[Discussioni utente:Albertulli|scrivimi]]) 11:51, 5 feb 2021 (CET)
Ho visto. Grazie--[[Utente:Albertulli|Albertulli]] ([[Discussioni utente:Albertulli|scrivimi]]) 12:27, 5 feb 2021 (CET)
==Voci tematiche: ordinamento cronologico_re==
Ciao. Che io sappia, nelle tematiche (voci o sezioni) l'ordine cronologico non è mai stato adoperato – ma tieni presente che la mia memoria non è affatto eccellente – se ricordo bene le mie pecche. In ogni caso, dando un'occhiata alla voce che mi indichi, a me pare che più che in "ordine cronologico", le citazioni siano state riportate "per ordine di pagina", cioè così come (correttamente) elencate nella voce citante, per cui "cronologico" sarebbe altresì fuorviante, inappropriato. Secondo me andrebbero comunque in ordine alfabetico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:11, 5 feb 2021 (CET)
== Luciano Canfora ==
Ciao, ho aggiunto nuove citazioni per la sezione ''La metamorfosi''. Spero adesso sia in linea con le convenzioni del progetto: non sono molto esperto a proposito, perciò ho preferito chiedere conferma a te. Grazie per le correzioni e per tutto il tempo e il lavoro che stai dedicando a Wikiquote.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 01:35, 19 feb 2021 (CET)
== Brundle/Ferrari ==
{{fatto}} il ndr, per la significatività, imho sì, poi vedete voi.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 22:16, 20 feb 2021 (CET)
:servirebbe un posto dove discutere di 'ste cose.. non è che c'è una lista degli stub di sportivi? In giro si trova sempre qualcosa, così alleggeriamo quella generale.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 00:35, 21 feb 2021 (CET)
::con 13mila stub da ampliare mi sa che la suddivisione è meglio prepararla, anche per dare una migliore visibilità a voci di maggior rilievo, nel senso che se ad uno interessa solo la letteratura evita di beccarsi le voci di sportivi ;) che magari gli stanno pure antipatici :)).. e cmq se ci fosse la possibilità di un lavoro di squadra si farebbe ancora prima, una cosa tipo progetto provvisorio, da soli 50 voci possono essere ampliate in uno o due mesi, in gruppo in una o due settimane ;).. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 10:32, 21 feb 2021 (CET)
== Re: Maiuscole / minuscole ==
Ciao, sulla base di [[Wikiquote:Bar/Archivio 2017-06--12#Siti web e trascrizione fonte|questa discussione]] credo sia meglio l'iniziale minuscola. Buona settimana, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:23, 22 feb 2021 (CET)
== Re: Orient Express ==
Buongiorno, Sun-Crops! E' sempre un piacere sentirla. Purtroppo ''Assassinio sull'Orient Expres'' non è nelle mie disponibilità attuali. Potrei però procurarmelo più avanti. Ciò che posso fare adesso, in attesa di future "istruzioni", è annotare nel taccuino codesta occorrenza. Un cordiale saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:11, 23 feb 2021 (CET)
:Buon pomeriggio, Sun-Crops! Con un colpo di fortuna, proprio oggi ero riuscito a procurarmi il libro di Agatha Christie (Oscar Gialli Mondadori, 2018), ma apprendo che nel frattempo lei ha già provveduto ad inserire la citazione. Non per questo, tuttavia, il volume è diventato wikiquotianamente inservibile, dacché contiene una superba prefazione di Oreste del Buono che mi consentirà di rimpolpare con inserimenti di qualità la pagina sull'Orient Express. Non è ancora tutto: prendendo per buona la sua osservazione sulla debolezza della seconda citazione di Morand, provvederò anche, per non vanificare il trittico, a sostituirla con un'altra citazione dello stesso autore. Nel ringraziarla della sua costante interlocuzione, sempre affabile e sempre di qualità, la saluto cordialmente e mi metto al "lavoro". Buona serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:47, 24 feb 2021 (CET)
::Non ho problemi a sostituire il brano in oggetto con il corrispondente tratto dal libro cartaceo. Naturalmente detta operazione è da fare prima sulla pagina di Agatha Christie. Faccio solo notare che dovrò mettere in nota anche la fonte, essendo cartacea e, dunque, diversa da quella da cui sono state estrapolate le altre citazioni. Mi faccia sapere e provvedo, magari dopo aver ultimato gli inserimenti di Oreste del Buono sull'Orient Express. Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:06, 24 feb 2021 (CET)
== Lella Lombardi ==
La terza citazione proviene dai ricordi dei suoi amici dell'epoca, cedi tu se va bene.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 16:08, 24 feb 2021 (CET)
:Altra cosa, io ho anche delle autobiografie, quanto materiale si può trarre da un libro? Mi pare tre pagine ma in termini di internet a quanto equivale? Il fatto che una frase finisce in due voci implica qualcosa? --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 17:07, 24 feb 2021 (CET)
::su di lei ne ho messe altre due, se vuoi quella puoi anche toglierla.. --[[Speciale:Contributi/2.226.12.134|2.226.12.134]] ([[User talk:2.226.12.134|msg]]) 13:17, 25 feb 2021 (CET)
== Re: Cancellazione ==
Ciao Sun,
a me sa di Spam. Buona giornata anche a te :-) --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 08:20, 25 feb 2021 (CET)
== Re: ==
Perche' il sito ufficiale della Juventus non sarebbe affidabile?--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|msg]]) 20:56, 28 feb 2021 (CET)
Vediamo un po'. Qui nessuno da anni si e' infastito che questo sito abbia citazioni fondate da testate giornalistiche come [https://it.wikiquote.org/w/index.php?search=%22tuttonapoli%22&title=Special:Search&profile=advanced&fulltext=1&advancedSearch-current=%7B%7D&ns0=1 tuttonapoli] e altri del genere in quanto testate giornalistiche seppur marginali e si ritiene "non affidabile" il [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=500&offset=0&ns0=1&search=%22juventus.com%22&advancedSearch-current={} sito ufficiale della Juventus] (o di qualsiasi altra squadra)? Mi sembra il colmo. Per quanto riguarda la frase che aveva tolto e che hai reinserito, legge bene, l'autore disse solo "ho tifato...", "ho smesso di tifare", una frase ''ad personam'' come scritto in campo Oggetto ma che tu non hai letto, mentre il resto di frasi presenti in quella voce definiscono o vogliono farlo il soggetto a cui e' incentrata essa come da linee guida.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:21F9:5EEA:B241:F55A|msg]]) 21:34, 28 feb 2021 (CET)
== Inserimenti ==
Abbi pazienza, ma non mi è chiaro per niente, ho un inserimento fontato, capisco per Gareth Edwards, ma non ho capito il resto. -- [[Utente:Blackcat|Blackcat]] ([[Discussioni utente:Blackcat|scrivimi]]) 21:15, 28 feb 2021 (CET)
<s>:Ciao, sembra complicato, ma è semplicissimo: per le voci tematiche e le sezioni citazioni su la stessa citazione deve essere inserita due volte, in questa esatta successione: prima inseriamo la citazione, con la fonte, nella voce dell'autore della citazione, di chi l'ha scritta; fatto questo, e solo dopo aver fatto questo, possiamo inserire la stessa citazione, in ordine alfabetico, nella tematica o in citazioni su, senza la fonte stavolta, che il lettore troverà nella voce di provenienza, con il solo nome dell'autore ed il wikilink. Per citazioni non ufficiali, cioè tradotte dall'utente, è sempre necessario inserire il testo originale per la verifica della fedeltà della traduzione, per eventuali correzioni e miglioramenti. Ricapitolando: 2 inserimenti: 1 con fonte nella voce di provenienza (+ quando necessario il testo originale nella sola voce di provenienza) e poi il secondo, ripetuto, nelle tematiche o citazioni su senza fonte con il solo nome dell'autore. Diversamente è come non aver inserito niente. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:26, 28 feb 2021 (CET)
</s>
== Steiner ==
La accorcio. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 14:45, 1 mar 2021 (CET)
:Ho fatto anche quella. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 15:03, 1 mar 2021 (CET)
== Corsivo ==
Ciao, ti pongo un dubbio che non sono riuscito a sciogliere con il manuale di stile. Quando in un libro sono presenti delle parole in corsivo, è convenzione riportarle in corsivo anche qui? Non mi riferisco ovviamente al corsivo dei titoli, ma a quello generalmente usato per dare enfasi.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 10:31, 4 mar 2021 (CET)
:Chiarissimo. Grazie mille!--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:02, 4 mar 2021 (CET)
== Consiglio tematico ==
Ciao, scusa se ti rompo ancora, ma mi affido alla tua esperienza. La seguente citazione di [[David Lynch]]:
{{quote|Per un artista, intendersene di conflittualità e di tensione è una cosa positiva. Possono fornirti degli spunti. Ti garantisco, però, che troppa tensione impedisce di creare. [...] Per mostrare la sofferenza, però, il regista non deve per forza soffrire. Puoi mostrarla, rappresentare la condizione umana, i conflitti e i contrasti, ma non devi viverli sulla tua pelle. Ne sei il regista, ma non ci sei dentro. Lascia che a soffrire siano i tuoi personaggi.}}
secondo te in che voce tematica sarebbe più adeguato inserirla? In [[Artista]] o [[Regista]]? O in entrambe? Grazie.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:26, 6 mar 2021 (CET)
:Grazie, gentilissimo. Inserisco in Regista, allora.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 13:27, 6 mar 2021 (CET)
==Nunziatella==
Ciao Sun-crops, grazie per il messaggio. Sì, io sono uno storico militare, in particolare della Nunziatella, e so che certamente la frase si riferisce al noviziato ivi presente prima della cacciata della Compagnia di Gesù dal Regno di Napoli. In tutte le pubblicazioni inerenti la Nunziatella, comunque, ci si richiama sempre alle sue origini come seminario gesuita, per cui avevo pensato di includerla. In ogni caso, se pensi che sia fuori luogo, non ho problemi a toglierla. Saluti!--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 14:33, 6 mar 2021 (CET)
==Cinema (luogo)_re==
Ciao. Se la citazione è significativa e soprattutto se proviene da una fonte affidabile e notevole, la si può inserire anche senza creare una voce per il citante – che potrebbe non essere altrettanto enciclopedico come la fonte (esempio: giornalista e giornale). Direi però che Scaglione lo si possa ritenere enciclopedico. Giovanni Annunziata: non trovo altri testi se non quello che indichi, pertanto non lo riterrei enciclopedico. Idem per Pànteo. Tieni anche presente che spesso ci si regola anche con una certa tolleranza in base al tipo di voce: se questa è di modeste dimensioni si può essere più di manica larga, altrimenti non è il caso, per cui nel caso in questione ritengo si possano tenere quelle citazioni, e magari creare una voce per Scaglione anche in Pedia. Spero di aver compreso bene le tue questioni e di aver contribuito a chiarire i tuoi dubbi.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:52, 6 mar 2021 (CET)
== Re: [[Alberto Giannini]] ==
Ciao Sun-crops,
La citazione (controllata sul testo) è corretta. Il commento, così come modificato da Napy6565 è corretto anch'esso. La forma "adiacente al" è quella giusta. Era un mio errore. Grazie per la segnalazione, è sempre un piacere risentirti! Buon lavoro --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:04, 9 mar 2021 (CET)
== Cambio link Intervista Annullato. ==
Buona sera,
Le scrivo per la modifica che mi ha annullato nella pagina di Alessandro Rossi, riguardante l'intervista di ExtraTrek.com.
In primis non so chi abbia citato il sito del quale sono editore dal 2017 all'interno di WIkiquote, ovviamente la cosa mi fa solo che piacere.
Quel che ho fatto era solamente cercare di effettuare una correzione del link dell'intervista che purtroppo non è più raggiungibile sul .com perchè abbiamo fatto un cambio di Server in questi giorni, in più appena faremo il redirec del .com sul .it, l'articolo non sarà più visibile comunque con il vecchio link perchè praticamente diverso.
Per quanto riguardà il titolo è praticamente diverso perchè per un questione di SEO abbiamo preferico effetuare un cambio allo stesso, in più il citato Gianluigi Paccagnini è un nostro redattore che lavora solo per noi ed era stato erroneamente citato al posto di Tiziano Rea che a scritto l'articolo.
Ora se volete Ripristinare la correzione, sarebbe cosa buona. Alternativa resterà un link morto.
ringraziando per la lettura, porgo Gentili Saluti.
Cordialmente
Finazzi Claudio.
== ISBN ==
Ciao. Circa a [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Jovanotti&diff=1133935&oldid=1133851 questa modifica], se mi confermi che l'ISBN va sempre specificato non solo provvederò in futuro, ma anche correggerei un paio di pagine in cui non l'avevo inserito. Il mio criterio - evidentemente sbagliato - è che l'ISBN si inserisse o fosse necessario inserirlo solo in bibliografia, e non quando il libro è solo citato in nota.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 22:47, 10 mar 2021 (CET)<br/>P.S. Il numero di pagina mancante, invece, è solo una dimenticanza.
== re: Genova e voce di provenienza. ==
E' errata, la fonte usa "grige". --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:21, 13 mar 2021 (CET)
== re: [[Joachim Fest]] ==
Ciao, Sun-crops,
ho annullato la modifica, il testo, consultato, riporta "sudice".
Aggiungo un sic.
Un saluto, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 11:47, 13 mar 2021 (CET)
== Re: Oscurare una versione ==
Ciao! È un po' al limite, si può oscurare oppure no, ma personalmente non mi pare necessario. Buona giornata, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:56, 17 mar 2021 (CET)
== Striscione su Fortunato ==
Ciao, quel che intendo dire è che la fonte in realtà riprende un articolo pubblicato sul quotidiano: si nota, per esempio, dai caratteri che compongono l'URL. Inoltre è sufficiente uno sguardo sommario per notare la differenza da un articolo on-line, il quale solitamente contiene foto e ha un'impaginazione diversa; a margine, il derby si disputò domenica 3 dicembre e non il 4 che era lunedì. Già che ci sono, correggo altri errori nelle date (mi pare di averne visti un paio) e provvedo ad un fix delle fonti. --[[Speciale:Contributi/87.6.67.50|87.6.67.50]] ([[User talk:87.6.67.50|msg]]) 11:55, 25 mar 2021 (CET)
Sì, non sto mettendo in dubbio la verificabilità: quel che intendo dire è che vi sono una serie di errori, alcuni dei quali sto correggendo, circa la citazione delle fonti. L'articolo è sì del 4 dicembre, ma pubblicato sul quotidiano (''la Repubblica'') e non on-line: la stracittadina andò in scena il giorno precedente. Il fatto è che, nella voce, alcuni articoli che in realtà sono cartacei qui vengono dati per digitali: per farti un esempio, su Wikipedia andrebbero formattati col Cita news/pubblicazione e non col Cita web (relativo a testate on-line). Va dunque operata una distinzione tra ''la Repubblica'' giornale e ''Repubblica.it'', che se non erro esiste dal 1997. Altri errori riguardano poi la provenienza, perché (ad esempio) la "guerra di sfottò" tra Juve e Inter del gennaio 2015 è scritto far parte di Repubblica.it mentre dall'URL si evince che è un articolo di Panorama; per ora mi limito a correggere quelli di Repubblica, quando ho più tempo rivedo il resto. A margine, il Corriere della Sera non è più liberamente consultabile ma si possono trovare altre fonti ugualmente valide. --[[Speciale:Contributi/87.6.67.50|87.6.67.50]] ([[User talk:87.6.67.50|msg]]) 12:15, 25 mar 2021 (CET)
Posto che su Wikiquote capito raramente, ho agito nell'interesse generale poiché le formattazioni precedenti erano errate; sentirò eventualmente con un admin. In ogni caso, l'errore sulla data del derby permane: si disputò il 3, che era domenica. Può essersi trattato di un refuso al momento di inserire la citazione: oltretutto non sto affermando che vi sia falsità nell'informazione, dico semplicemente che ho riscontrato un errore. Vedi [https://www.toronews.net/toro/juventus-torino-i-precedenti-lultima-vittoria-risale-al-1995-allallianz-neanche-un-successo/ qui] per la datazione giusta. --[[Speciale:Contributi/82.51.95.106|82.51.95.106]] ([[User talk:82.51.95.106|msg]]) 14:29, 25 mar 2021 (CET)
== Re:Striscioni e altre cose ==
Lasciando da parte i toni, e posto che l'obiettivo è il "bene" del progetto, cercherò di essere sintetico ma esauriente limitandomi a fatti oggettivi:
* [https://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_Calcio/Primo_Piano/2007/04_Aprile/06/socrates.shtml Primo esempio]: fonte on-line (visto che il termine "digitale", come abbiamo visto, può risultare ambiguo). È presente su Gazzetta.it, testata on-line e distinta pertanto dal quotidiano cartaceo "rosa".
* [http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/agosto/05/Dramma_Adriano_morto_padre_ga_10_040805458.shtml Secondo esempio]: fonte cartacea, pubblicata appunto in forma di articolo scritto sul quotidiano. Si può notare dal fatto che nell'URL compaiono parole come "archivio" nonché la resa grafica della pagina stessa.
Fin qui, nulla di anomalo. Nella voce in questione ho semplicemente notato alcuni errori, che ho ritenuto giusto far presente e correggere. In sostanza i punti cui l'edit mira sono la corretta formattazione delle fonti e l'aggiustamento (fix) di un possibile typo: cose di routine, insomma, per chi lavora (più o meno frequentemente) su questo sito. --[[Speciale:Contributi/87.5.119.252|87.5.119.252]] ([[User talk:87.5.119.252|msg]]) 19:08, 25 mar 2021 (CET)
== Wikipause ==
Ciao Sun,
solo per dirti che ti è rimasto un vecchio avviso '''2020''' di ''Wikipause'' nella tua pagina utente :-) --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 09:09, 26 mar 2021 (CET)
: Grazie a te e contraccambio. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 10:05, 26 mar 2021 (CET)
== [[Federico II di Svevia]] ==
Ho reputato fosse interessante il riscontro di un autore dell'epoca in merito a questo aspetto sull'imperatore. Però se reputi non sia utile puoi sempre eliminarlo, mi affido alla tua esperienza. --[[Utente:Codas|Codas]] ([[Discussioni utente:Codas|scrivimi]]) 07:59, 3 apr 2021 (CEST)
:Ciao, {{ping|DonatoD}}. Un parere, per cortesia: trovi pertinente questa citazione sullo Stupor mundi: "E scelse il momento della marcia per consiglio di Maestro Teodoro, suo astrologo, il quale stette con l'astrolabio in cima alla torre del comune aspettando, come si diceva che s'innalzasse la prima faccia ad oroscopo del Leone, dicendo che Giove era su di esso. Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio, essendo il cielo nascosto dalle nubi, se si può dirlo, egli fu ingannato allora nella sua scelta, poiché né Giove era nel Leone, né sorgeva il Leone, bensì la Vergine. E così, essendo lo Scorpione il padrone del viaggio, perché il terzo, accennava che l'esercito o l'imperatore, dietro cui richiesta era fatto, dovesse essere colpito alla fine; come se ciò venisse fatto dalla coda dello Scorpione, che è stimata infedele e velenosa. E ciò doveva essere prima che l'imperatore si allontanasse dalla Marca Trevigiana. ([[Rolandino da Padova]])" Sulla [[astrologia|materia]] non so molto, ma, a quanto pare, in epoche passate, consultare astrologi era prassi piuttosto comune presso i potenti, anche presso potenti insospettabili: [http://canino.info/index.php/canino-info/archivio-articoli/71-archivio-articoli/archivio-2004/262-paolo-iii-farnese-pillole-e-profezie], in [[Astrologia]] si legge che: "In ambito ecclesiastico, ad esempio, Giulio II si fece predire dagli astrologi il giorno più opportuno per la sua elezione al soglio pontificio, mentre papa Leone X fece istituire una cattedra di astrologia alla Sapienza di Roma. Anche i papi Adriano VI e Paolo III tennero in grande considerazione gli oroscopi." A me la citazione non sembra pertinente, sembrerebbe forse, forse, piuttosto pertinente a questa voce da creare: [[Scorpione (costellazione)]] [https://it.wikipedia.org/wiki/Scorpione_(costellazione)], <s>molto meno pertinente</s> oppure a questa: [[Scorpione (astrologia)]] [https://it.wikipedia.org/wiki/Scorpione_(astrologia)]. Che ne pensi? Ciao, Grazie. Buona Pasqua. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:44, 3 apr 2021 (CEST) P. S. Fra l'altro, Donato, c'è una sezione [https://it.wikiquote.org/wiki/Federico_II_di_Svevia#Citazioni_sull'operato_di_Federico_II] dal titolo quanto meno originalissimo. Magari qualcuno un bel dì creerà Citazioni sugli ozi di Federico II. Quel titolo non sarebbe da rimuovere ed incorporare tutto in Citazioni su? (sezione che resterebbe comunque da "pettinare"). Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:42, 3 apr 2021 (CEST)
::Ciao. Sono perplesso perché non è chiaro il soggetto del secondo periodo ("Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio, essendo il cielo nascosto dalle nubi, se si può dirlo, egli fu ingannato..."): egli chi, l'astrologo o l'imperatore? Per quanto riguarda la sezione: il titolo non è a norma per niente.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 16:12, 3 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Ciao, a maneggiare l'astrolabio dovrebbe essere stato l'astronomo: "Mastro Teodoro, suo astrologo, il quale stette con l'astrolabio in cima alla torre del comune aspettando, come si diceva che s'innalzasse la prima faccia ad oroscopo del Leone, dicendo che Giove era su di esso. Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio [...] egli fu ingannato allora nella sua scelta" A me sembra indubitabile. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:13, 3 apr 2021 (CEST)
::Beh, in tal caso è una citazione su Teodoro, non su Federico.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 19:03, 3 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|DonatoD}} Sì Donato, grazie, è esattamente così. Di nuovo, una Felice Pasqua. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:57, 3 apr 2021 (CEST)
== Dorothea Lange ==
Per quanto riguarda [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Dorothea_Lange&oldid=prev&diff=1138541 questa modifica], l'articolo de il Post riporta la citazione, ma questo cita a sua volta lo stesso libro di Milton Meltzer già riportato nella nota. Non vedo perchè riportare un link ad un articolo così secondario. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:14, 3 apr 2021 (CEST)
:Ok, vedrò la tua modifica per imparare. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:23, 3 apr 2021 (CEST)
::Scusami, ma [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Dorothea_Lange&diff=1138550&oldid=1138546 non ho mica capito]. Perchè "Da citato"? Perchè abbiamo due fonti (il libro e l'articolo) che riportano la stessa cosa, anche se la seconda l'ha presa dalla prima? Hai semplicemente scritto il titolo della fonte primaria più piccolo, non mi pare abbia molto senso. --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 20:30, 3 apr 2021 (CEST)
:::Inoltre, e non vorrei sembrare insistente, la citazione in lingua originale ce l'ha una fonte, ed è esattamente il libro che viene già citato. E ti dirò di più: il libro citato è proprio l'edizione originale, non una traduzione italiana (non esiste), quindi paradossalmente abbiamo una fonte per la citazione in inglese, ma non per quella tradotta. L'avevo presa da en.wikiquote se vuoi controllare, citano anche la pagina. Come ci si comporta in questi casi? --[[Discussioni utente:Martin Mystère|Martin Mystère (scrivimi)]] 21:17, 3 apr 2021 (CEST)
== Re: Voce tematica Cloto ==
Anche a te buona Pasqua & Pasquetta! La "citazione su" sicuramente va bene per creare la voce, ma va in [[:Categoria:Divinità greche]] e quindi come voce di personaggio e non come tematica. Per la seconda domanda: io opterei per ''corriere.it'', in omaggio alla sintesi, ma anche indicarlo per intero non è sbagliato. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:11, 5 apr 2021 (CEST)
== Convenzioni siti ==
Ciao, grazie per le tue correzioni su [[Paolo Jannacci]]. Ammetto che ero indeciso su come riportare il sito del Corriere perché mi sa che è la prima volta che mi capita un'edizione locale; forse preferirei ''milano.corriere'' perché mi viene da pensare che è sì meno sintetico ma più preciso. Comunque sottigliezze. Ne approfitto a questo punto per chiederti anche se tutti i siti vadano riportati con semplicemente l'URL oppure con il nome: cioè il sito del Corriere è sempre ''corriere.it'' e mai ''Corriere della Sera''? Sempre ''repubblica.it'' e mai ''la Repubblica''? E casualmente poche ore fa il buon Danyele [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Charles_Leclerc&curid=161761&diff=1138717&oldid=1138618 ha corretto] ''formulapassion.it'' in ''Formulapassion.it'', ti chiedo anche: la maiuscola iniziale quando è da riportare? Scusa per le tante domande, ma in [[Aiuto:Fonti#Fonti giornalistiche e periodici]] non ho trovato risposta e francamente pure su Pedia non ricordo quali siano le convenzioni precise. Grazie e buon Natale.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 11:21, 5 apr 2021 (CEST)
:Grazie, gentilissimo. Ovviamente buona Pasqua anche a te. :D--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 12:10, 5 apr 2021 (CEST)
==Robespierre_re==
Credo possa andar bene anche così. Ho messo fra gli osservati speciali la voce in oggetto: al prossimo vandalismo il tipo va bloccato senza indugio. Quanto alle feste... ahah, ma quali feste? Comunque si tira, o si è tirati avanti, come se fosse festa ogni giorno. In fondo è così – come il caffè. Buone cose. {{smile}}<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:11, 6 apr 2021 (CEST)
== Insulto ==
Ciao. Secondo te la seguente citazione di [[Giulio Casale]] è, in tutto o in parte, adatta per essere inserita in [[Insulto]]?
{{quote|Le ovazioni davanti alle invettive, francamente, mi fanno problema. Credo costituiscano problema. Non possono che venire da una classicità tragica del testo. Perché applaudire chi ti insulta, altrimenti? Proprio perché l'insulto mette a nudo il nervo scoperto, il centro della questione del nostro vivere fasullo. Applaudiamo qualcuno, qualcosa, che ha il coraggio di svelarci chi siamo, il nostro conformismo, la nostra evidente omologazione, la tremenda standardizzazione di tutto. E la nostra resa rispetto a tutto questo. La nostra mancanza assoluta di voglia di combattere, di scendere in strada, di esserci.}}
--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 13:14, 11 apr 2021 (CEST)
:Okay, vediamo se ho afferrato. Il libro di Pedrinelli (che poi è quello da cui sto prendendo tutte queste citazioni su Gaber) è una raccolta di ricordi e pensieri di varie personalità note; ogni contributo corrisponde a un capitolo il cui nome è quello del rispettivo autore (quindi il ricordo di Dario Fo è in un capitolo di un paio di pagine che si chiama ''Dario Fo'' e così via). Di scritto da Pedrinelli stesso credo non ci sia proprio nulla: ne è solo il curatore. Tornando a Casale, il suo scritto è in un capitolo dal nome, appunto, ''Giulio Casale'', con sottotitoli ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora'' e il sotto-sottotitolo ''Polli di allevamento ieri e oggi''. Mi pare quindi che ricada nel secondo caso che mi hai citato, dunque che vada tolto il ''Citazioni di...'' dalla voce e che in bibliografia andrebbe scritto: «Giulio Casale, ''Giulio Casale'', [eventualmente il sottotitolo?], pp. 175-178; in Andrea Pedrinelli (a cura di), ''Gaber'', ecc.». Giusto?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 15:05, 11 apr 2021 (CEST)
::Ammetto di essermi un po' perso con tutti questi ''Cita'', però posso dirti che effettivamente, guardando meglio, il nome dell'autore del capitolo (in grande) ne designa solo l'autore, mentre sotto è riportato un titolo (che infatti nell'indice è scritto in corsivo). Dunque a ogni diverso autore è associato un diverso nome di capitolo; non l'ho mai riportato perché boh, mi sembrava sufficiente indicare le pagine. Quindi, ricapitolando, nell'intestazione riporterei solo ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora'', mentre in bibliografia: ''L'urlo di Gaber, il vuoto di ora. Polli di allevamento ieri e oggi'', pp. 175-178; in Andrea Pedrinelli (a cura di), ''Gaber, Giorgio, il Signor G. Raccontato da intellettuali, amici, artisti'', Kowalski, Milano, 2008. ISBN 978-88-7496-754-4. Ci siamo? Se sì, immagino andrebbero modificate anche le pagine precedenti (e voglio un po' morire, al pensiero :D).--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 16:07, 11 apr 2021 (CEST) P.S. A essere franchi, comunque, dubito che in molti casi il titolo dello scritto sia stato ideato dall'autore, bensì dall'editore.
:::Okay, capo, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Giulio_Casale&diff=1139809&oldid=1139738 ho fatto giusto]?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 17:10, 11 apr 2021 (CEST)
==NDR==
In questo caso, non sarebbe bisogno inserirla nella voce d'autore in quanto la fonte inserita è un articolo suo del 2014 (diverso sarebbe nel caso di una compilation), invece nella voce tematica può essere malintesa. Infatti, nel 2021 non si può chiamare "nuovo" uno stadio inaugurato circa 10 anni fa e meno collegare una società calcistica con una sede non più operativa da 3 anni.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13|msg]]) 16:55, 14 apr 2021 (CEST)
:{{ping|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13}} Buonasera. Presa visione. La saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:02, 14 apr 2021 (CEST)
:::{{ping|2800:200:E840:20B3:A865:BDEE:BC33:FE13}} Non posso però fare a meno di pormi una domanda, a fronte di questa NDR. Se il contenuto di quella citazione fosse stato altamente elogiativo, l'utente avrebbe sentito la stessa impellente necessità di inserirla? Non credo proprio. Questa NDR <s>e</s> è, secondo me, ''imho'', perfettamente inutile. Chi conosce le cose del calcio sa bene che nel 2021 lo stadio non è lo stesso, chi non le conosce non ha un bisogno così stringente di essere aggiornato (e, nel caso a questo si può provvedere con una nota). E questo può valere per infinite citazioni che nel 2021 risulterebbero, secondo il criterio da lei adottato, anacronistiche: se un autore scrivesse: "Ludwig di Baviera prende possesso del nuovo castello di Neuschwanstein", non credo che ogni volta sarebbe necessario inserire una NDR per far capire che tanto nuovi il castello di Ludwig, il museo, l'Achilleion di Corfù, il Louvre, gli Uffizi, non sono, anche se nel frattempo queste istituzioni avessero cambiato sede e anche più sedi. Non solo, ma questa NDR limita, di fatto, con un intervento dell'utente, la portata delle dichiarazioni di Dotto, perché leggere: " {{NDR|Nel 2014}} L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc." è ben diverso che "L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc.", quest'ultima è una dichiarazione definitiva e inappellabile di Dotto. La prima invece sembra limitata al solo anno 2014, cioè la NDR porta a questa lettura: queste cose Dotto le ha dette nel 2014, ma oggi non valgono, o, Dotto pensava questo nel 2014, ma poi ha cambiato idea (e in questa interpretazione molto probabilmente erronea e comunque non suffragata da un'altra citazione di Dotto, che renderebbe peraltro superflua la NDR, in quest'erronea interpretazione cade proprio il lettore meno esperto o a digiuno di calcio). Ma questo è un intervento pesante dell'utente che modifica, limitandone la portata, il senso della citazione secondo un suo gusto o punto di vista. Questa la mia opinione su questa NDR e non solo su questa. Io credo, mi perdoni, che se le dichiarazioni di Dotto non fossero così duramente critiche, ma di segno totalmente opposto lei non solo non avrebbe inserito la NDR, ma forse avrebbe anche impedito ad altri di farlo per le stesse ragioni che ho esposto. Mi spiace ma personalmente la penso così e francamente non trovo corretta questa operazione. Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:53, 15 apr 2021 (CEST) P.S. Giusto per amor di completezza: la citazione introdotta dalla sua NDR: " {{NDR|Nel 2014}} L'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc." può inoltre acquisire questo senso, con netta sovrainterpretazione introdotta dall'utente, questo senso: ''Nel 2014'' l'abito, si sa, fa l'intonaco. Ma, nel caso della Juventus, l'abito ecc., e quindi: ammesso anche che Dotto sia nel giusto del tutto o in parte il giudizio è relativo al solo 2014, dopo, comunque sia, le cose sono cambiate, queste parole potevano forse valere nel 2014, dopo non più. E con questo siamo, di fatto, al massimo della distorsione del senso della citazione, o, altrimenti detto, del POV. Imho. Saluti, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:20, 15 apr 2021 (CEST)
::::{{ping|2800:200:E840:20B3:AD93:6C68:9C85:D536}} Anche sulla modifica in [[Andrea Agnelli]] esprimo perplessità. In questo <s>caso</s> caso, come per tutte o quasi le NDR precedenti, il contenuto contestualizza perfettamente tutto senza che sia necessaria una NDR che, di fatto, ha il solo scopo di relativizzare e limitare la portata dell'opinione di Franco Rossi, con un intervento esterno dell'utente sulla citazione di cui, evidentemente, come avvenuto per tutte le citazioni alle quali ha premesso una NDR cronologica, non gradisce il contenuto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:46, 19 apr 2021 (CEST)
== Rev. Senza fonte. Non preinserito con fonte in Proverbi toscani, prima di ripetere l'inserimento qui. ==
Ma cosa vuol dire? I molteplici proverbi e modi di dire toscani vengono aggiunti nella loro pagina anche senza fonte come anche altri napoletani scritti da te! Smettila di rimuovere i miei legittimi interventi per favore! [[Utente:Mywikid|Mywikid]] ([[Discussioni utente:Mywikid|scrivimi]]) 22:28, 15 apr 2021 (CEST)
==Ortese==
Buongiorno e grazie per il messaggio :-) Non sono certissimo di aver capito il senso del messaggio. Segnalo peraltro che la nuova rivista "Sud", che ha ripreso il solco di quella originale, è diretta dall'ex allievo [[Francesco Forlani]], è sita nella sede dell'Associazione Ex Allievi, all'interno della Scuola, ed ha una redazione prevalentemente composta da ex allievi (io non ne faccio parte, giusto per prevenire la domanda). Se ritiene la citazione non pertinente o non abbastanza pertinente, non ho assolutamente problemi a cassarla. Come detto in passato, ho poca dimestichezza con Wikiquote, quindi sono in fase di comprensione delle regole. Buon lavoro!--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 10:14, 19 apr 2021 (CEST)
:Capisco. La questione della voce a me dedicata che è stata cancellata su Wikipedia è a mio modesto parere un errore, in quanto sono uno storico enciclopedico in quanto autore di un libro enciclopedico. Non sono andato in fondo alla storia, dato che è un periodo intenso da un punto di vista lavorativo, ed anche perché nell'arco del prossimo anno usciranno altri miei volumi. Comunque, ai fini di Wikiquote capisco benissimo che anche la citazione contenuta sulla pagina della Nunziatella debba essere cancellata. Grazie per la costante gentilezza, ed a presto.--[[Utente:Ferdinando Scala|Ferdinando Scala]] ([[Discussioni utente:Ferdinando Scala|scrivimi]]) 14:22, 19 apr 2021 (CEST)
== Re: Aulo Gellio ==
Ciao Sun, buona domenica, è sempre un piacere sentirti, ho sistemato qualcosina, l'ISBN e il titolo italiano li ho controllati cercando [https://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/avanzata.jsp qua] (dove controllo spesso). Buona giornata,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:14, 25 apr 2021 (CEST)
:Spostare in difformità con Wikipedia è meglio evitare, ho sistemato [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Aulo_Gellio&type=revision&diff=1141795&oldid=1141784 così] il riferimento bibliografico, in effetti è indicato col trattino anche nella scheda dell'edizione sul sito opac.sbn. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:08, 25 apr 2021 (CEST)
== messaggio ==
ho voluto creare [[Owen King]] ma ho avuto sto messaggio
Errore: La pagina che volevi salvare è stata bloccata dal filtro anti-spam. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la versione che stai per salvare contiene almeno un collegamento ad un sito esterno bloccato per spam. Per favore, clicca sul pulsante "indietro" del tuo browser, controlla i collegamenti esterni e rimuovilo.
L'elenco dei siti bloccati si trova in questa pagina. Il filtro anti-spam è stato attivato dal seguente testo: brainyquote.com--[[Utente:Il re del Sud|Il re del Sud]] ([[Discussioni utente:Il re del Sud|scrivimi]]) 01:31, 2 mag 2021 (CEST)
: Aṣḥama ibn Abjar non è arabo, bensì etiope.--[[Utente:Il re del Sud|Il re del Sud]] ([[Discussioni utente:Il re del Sud|scrivimi]]) 03:00, 2 mag 2021 (CEST)
== Re: Voci tematiche ==
Ciao, grazie per aver espresso con franchezza i tuoi dubbi sui miei recenti contributi, sono cosciente di essere inesperto e di non conoscere a fondo le regole del progetto. Questo criterio per le voci tematiche è una abitudine non scritta o è una regola che potrei approfondire su qualche linea guida o pagina di aiuto? Vorrei evitare di ripetere altri errori.
Riguardo ai casi specifici: "Forse Lenin ebbe una buona idea quando adottò la [[nuova politica economica]]" è effettivamente poco utile per comprendere la figura di [[Lenin]], ma "Una rivoluzione è la cosa più autoritaria che ci sia […] non esserne servita abbastanza largamente?" è inclusa integralmente in Jean Préposiet, ''Storia dell'anarchismo'', p. 74, Edizioni Dedalo, 2006, ISBN 9788822005632 come esempio di divergenza tra anarchici russi e marxisti bolscevichi sulla questione dell'autorità e in particolare sul rapporto tra autoritarismo e anti-autoritarismo; quindi ritengo ci siano proprio delle fonti secondarie a ritenere quella citazione rilevante per il tema dell'[[autorità]] (oltretutto il nome del pamphlet di [[Friedrich Engels|Engels]] è proprio «''Dell'autorità''»).
Approfitto dell'occasione per augurare buona domenica anche a te e per ringraziarti dell'impegno che poni costantemente per lo sviluppo di questo progetto :) -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 16:08, 2 mag 2021 (CEST)
:Certo, ammetto che se il mio contributo fosse stato annullato prima del tuo chiarimento su questo criterio, sarei rimasto deluso. Per questo ti ringrazio di avermelo fatta presente e di avermi linkato quella linea di guida. Ora mi rendo conto che quella citazione di Deng è importante per capire Deng, ma non dice effettivamente nulla di importante su Lenin o sulla NEP. Riguardo la citazione di Engels in [[autorità]], ho inserito una nota in <code><nowiki><ref>…</ref></nowiki></code> perché era troppo veramente troppo lunga per il template <code><nowiki>{{NDR|…}}</nowiki></code>. Ritieni vada bene o è in qualche modo problematica? Grazie,--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 20:52, 2 mag 2021 (CEST)
== Schema tematiche_re ==
Ohibò! Ho elaborato uno schema del genere?... Dammi un indizio perché non ricordo niente a proposito.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 18:18, 2 mag 2021 (CEST)
:Claro que sì :-) [[Utente:Superchilum/SignPert#Scelta delle citazioni]] ([[Discussioni_utente:Superchilum/Archivio2#Voci_tematiche|fonte]]). --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:29, 3 mag 2021 (CEST)
<s>{{ping|Superchilum}} Bueno! Prima! Wunderbar! Obrigadinho Obrigadinho. {{smile}} Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:18, 3 mag 2021 (CEST)</s>
== Pubblicazioni accademiche ==
Ciao, ho notato che [[Speciale:Diff/1143521|commentando questa modifica]], hai scritto che l'uso di una pubblicazione accademica come fonte è un problema piuttosto serio. Come mai?
Non so se le pubblicazioni accademiche siano generalmente accettate come fonti su Wikiquote, ma per le seguenti ragioni ritengo non siano meno accessibili di un libro coperto da diritto d'autore:
# Anche i libri, come le pubblicazioni accademiche, nella maggior parte dei casi sono consultabili solo previo acquisto o prestito presso biblioteca. Allo stesso modo, come qualsiasi libro, la pubblicazione è acquistabile (mi rendo conto che il prezzo della letteratura accademica sia abbastanza alto: quella particolare pubblicazione ad esempio ha un prezzo di 39€, ma d'altro canto la maggior parte dei libri coperti da diritto d'autore non sono gratuiti) oppure consultabile presso una biblioteca universitaria.
# Le pubblicazioni accademiche sono quasi sempre disponibili gratuitamente sulle cosiddette ''shadow libraries'' (cfr. [[:en:w:Shadow library]]), il cui status legale è però estremamente controverso e che perciò evito assolutamente di linkare.
# Le citazioni possono essere verificate individualmente su piattaforme come [[:w:Google Scholar]] tramite copia e incolla. Ecco per esempio l'ultima citazione della sezione: [https://scholar.google.com/scholar?hl=en&as_sdt=0%2C5&q=We+can+conclude+that+the+on-going+campaign+for+the+%E2%80%9Cdemocratisation%E2%80%9D+of+China+is+actually+a+campaign+for+its+plutocratisation%2C+to+turn+in+the+opposite+direction+the+%E2%80%9Cpolitical+expropriation%E2%80%9D+of+the+bourgeoisie+that+has+taken+place+since+1949+in+the+big+Asian+country&btnG= <nowiki>[1]</nowiki>]
Cosa renderebbe quindi una pubblicazione accademica più problematica di qualsiasi libro standard protetto da diritto d'autore?
Grazie per l'attenzione, ti auguro una buona giornata. --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 17:59, 4 mag 2021 (CEST)
:P.S. Ho dimenticato di sottolineare che in genere le pubblicazioni accademiche sono consultabili e scaricabili '''gratuitamente''' anche facendo login con l'indirizzo mail istituzionale di molte (se non tutte) università, senza dover consultare fisicamente una biblioteca universitaria o acquistare alcunché. Non tutti sono studenti o professori universitari in possesso di una mail istituzionale, è ovvio, ma non credo una pubblicazione accademica sia poi così più problematica di un comune libro.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:11, 4 mag 2021 (CEST)
::Grazie per il chiarimento, avevo frainteso. Credevo che il problema fossero in generale le pubblicazioni accademiche e non quel link specifico al solo abstract. Ad essere sincero, conoscevo già <del>quel link</del> quell'url che mi hai linkato poco fa, con il testo integrale della pubblicazione, ma non sono sicuro dello status legale delle pubblicazioni accademiche caricate su blog personali al di fuori dei siti ufficiali, potrebbero essere una violazione di copyright.--[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:29, 4 mag 2021 (CEST)
== Re: Url archiviato ==
Buon giorno, Sun. Non ricordo limitazioni al riguardo, penso sia consentito e utile al posto del normale url quando quest'ultimo non è più attivo ([https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Umberto_Veronesi&type=revision&diff=975386&oldid=920036 esempio]), così la fonte resta verificabile.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 6 mag 2021 (CEST)
== Pareri ==
Ciao. Mi piacerebbe un tuo parere su una citazione su cui sono un po' indeciso se sia il caso di inserire in [[Inghilterra]]. È da [[C. S. Lewis#Sorpreso dalla gioia]]:
{{quote|Nessun inglese capirebbe le mie prime impressioni dell'Inghilterra. Quando sbarcammo [...] mi ritrovai in un mondo al quale reagii con immediata ostilità. In verità, non c'è nulla di più squallido degli acquitrini del Lancashire nelle primissime ore del giorno; mi ricordarono le rive dello Stige. Negli strani accenti inglesi che mi circondavano, le mie orecchie coglievano voci di demoni. Ma il paesaggio inglese tra Fleetwood e Euston fu peggio. Ancora oggi, dopo molti anni, è, ai miei occhi, un itinerario che si snoda lungo il paesaggio più piatto ed ostile dell'isola. E per un bambino che aveva sempre vissuto sul mare e in vista di alte montagne aveva lo stesso aspetto che suppongo abbia la Russia per un bambino inglese. Piatte e interminabili, miglia e miglia di terra senza volto mi precludevano il mare, imprigionandomi, soffocandomi! Era tutto fuori posto; steccati di legno anziché muri e siepi, fattorie di mattoni rossi anziché bianche villette, campi troppo vasti, fienili dalla forma strana. Ha ragione il Kalevala quando dice che in casa dello straniero il pavimento è pieno di nodi. Oggi la frattura è ricomposta; ma in quel momento concepii per l'Inghilterra un odio che mi ci vollero anni per sanare.}}
Il tema principale è la geografia dell'Inghilterra e la percezione negativa che l'autore, irlandese, ne ricava; non tanto, quindi, gli inglesi come popolo o l'Inghilterra intesa come come nazione. Tuttavia a naso a me pare comunque idonea, però chiedo anche a te.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:43, 7 mag 2021 (CEST)
== Re: ==
Ciao Sun, grazie a te per le belle parole (soprattutto sul mio "libro" in un atto di fiducia estrema :D) e per l'assidua presenza qui. Non posso promettere molto sulla mia permanenza, ma anche se non doveste vedermi resto tendenzialmente vigile.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 15:29, 14 mag 2021 (CEST)
==Parere_re==
Secondo me in "Campi di sterminio" la citazione si potrebbe tenerla: proprio pertinente non è ma nemmeno è del tutto inespressiva sull'oggetto. Quanto a "onanismo" sono d'accordo con te: non c'è pertinenza, non dice assolutamente niente sull'oggetto – e tra l'altro "masurbazione" e "onanismo" sono pratiche differenti (gli statunitensi distinguerebbero usando "hj" e "cob", o anche "cof" e sù di là... ma questa è un'altra storia {{smile}})<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:24, 17 mag 2021 (CEST)
==Bhagavadgītā_re==
Ciao. Non sono esperto affatto di questi temi, mio caro. L'ip ha aggiunto altre traduzioni e vanno sistemate le fonti, mi sembra. Se ho tempo sistemo.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 17:15, 5 giu 2021 (CEST)
== Parere su ultime parole famose ==
Ciao, secondo te sarebbe opportuno inserire [[Speciale:Diff/1149884|questa citazione di Carlo Calenda]] nella raccolta "[[Ultime parole famose]]"? Anche la [https://www.iltempo.it/politica/2020/10/19/video/carlo-calenda-candidato-sindaco-roma-centrosinistra-cialtrone-cosa-diceva-rutelli-gentiloni-terracina-24928116/ fonte da cui è tratta la citazione] parla appunto di "ultime parole famose". Grazie per l'attenzione, -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 18:35, 8 giu 2021 (CEST)
== Re: Festival di Sanremo 1999 ==
Ciao. In effetti avevo qualche dubbio anche io... vedrò di fare il possibile. Già che ci siamo, dove posso trovare indicazioni circa il ''range'' massimo? '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 00:11, 15 giu 2021 (CEST)
:Nel frattempo ho [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Enrico_Brizzi&diff=prev&oldid=1150881 ristrutturato] il paragrafo con due citazioni differente e più brevi, possono andare così? '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 01:05, 15 giu 2021 (CEST)
== La nuvola in calzoni ==
Ciao, tutte le citazioni sono prese dalla traduzione di Ripellino.
Non sono un utente molto attivo su Wikiquote, stavo guardando dei modelli di voce per capire come "specificare" questo aspetto: mi sembra di capire che si possa mettere un NDR alla fine della sezione, giusto?
I numeri di pagina sono presi pari pari dallo scorporo che ho fatto dalla voce dell'autore. Li ho lasciati, ma probabilmente possono essere tolti in quanto:
* quella è la traduzione di Ripellino, il quale però non è citato nella voce principale nell'elenco dei traduttori
* c'erano un paio di errori e typo nelle citazioni (es. cinghie -> ginghie, e simili)
--[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 10:51, 3 lug 2021 (CEST)
: "Se l'opera è una sola, l'altra va eliminata dalla bibliografia, perché si indicano le sole opere da cui sono tratte le citazioni" Ok, non avevo letto questa frase! Provvedo subito. Grazie mille. --[[Utente:Italaid|Italaid]] ([[Discussioni utente:Italaid|scrivimi]]) 10:52, 3 lug 2021 (CEST)
== [[Ermes Ronchi]] ==
Ciao, Sun, buona domenica! Non continuo a ringraziarti sempre sulla stessa voce per non risultare ripetitivo, ma apprezzo molto quelle aggiunte, non solo perché Ronchi è da sempre insieme a [[Raniero Cantalamessa|Cantalamessa]] il mio predicatore preferito, ma perché sono citazioni utilissime per le tematiche, infatti le citazioni sugli eventi della vita di Gesù uno le trova già su Wikipedia, ma quelle dei commentatori sono poi quello che può rendere queste tematiche più interessanti e peculiari per Wikiquote. Più avanti, quando avrò esaurito le citazioni strettamente bibliche, mi propongo di aggiungerne anch'io. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:49, 4 lug 2021 (CEST)
== Re: NolanMcGovern51 ==
Sì, certo, a tradire gli spammer è anche il nick, tipicamente "NomeCognomeNumero". Ciao, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:12, 8 lug 2021 (CEST)
== Evasione del blocco ==
{{ping|84.223.69.199}} Gent. mo utente strainfinitato, ultrainfinitato, noti molto bene: i prossimi contributi rilasciati in violazione del blocco infinito verranno cancellati. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:46, 8 lug 2021 (CEST)
{{ping|84.223.69.199}} Eccelso utente, antichissimo e venerabile paredro, paratroll; al risveglio, dopo un sonno, spero ristoratore, divino, voglia cortesemente prendere visione delle bubbole da lei inserite e da me corrette in [[Jacques Maritain]]. Come si può vedere, l'approccio è sempre lo stesso, la mentalità invariata, invariante, invariabile, inveterata, inscalfibile. I contributi, chiamiamoli così, di un utente bloccato di infinito, che evade il blocco, si cancellano. ''Tutte'' le sue prossime scorribande, paratrolleggianti o meno che siano, saranno ''travail pour le Roi de Prusse'', ovvero un ''suo'', ''suo'' potlach. E non sono chiacchiere al vento. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:09, 9 lug 2021 (CEST)
{{ping|84.223.69.199}}, al secolo Micheledisaveriosvp. Buonasera, potrebbe interessarle sapere che la citazione da Lei gabellata come citazione di Maritain è ora nella sua giusta collocazione [https://it.wikiquote.org/wiki/Ignazio_Eschmann]. Una piccola curiosità: ma non è per caso che da queste parti [http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-02/02-2/DottrinaSociale2.rtf.html] ( paragrafo b) principi fondamentali per determinare la consistenza del bene comune) c'era passato anche lei, e quindi ''sapeva con certezza'' che ''non era'' di Maritain e che ''era'' di Eschmann? e, quindi, ha preferito saltarsi tutti gli smanettamenti tormentosi necessari per attribuirla correttamente (veda cortesemente il mio o.d.m. nella voce [[Ignazio Eschmann]] – ed è solo una piccola parte delle complicatissime verifiche necessarie, la punta dell'iceberg del cammino in un labirinto tortuosissimo –) Io penso che le cose stanno così, che lei ha intenzionalmente truccato i dati fondamentali; e, se così è, ''una volta di più'' lei ha dimostrato – ove mai ce ne fosse ancora bisogno – di quale tipo è stata ed è la sua attività di contributore in questo progetto. Buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:41, 9 lug 2021 (CEST) P. S. Come serve male gli ideali in cui lei propala di credere, come li serve male! --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:45, 9 lug 2021 (CEST)
== RE: Paul Stamets ==
Non ho creato la traduzione per Paul Stamets. TED fornisce sempre le proprie traduzioni nella sezione "trascrizione" dei video pubblicati. Ho usato la traduzione fatta da Michele Gianella, quindi io che citerò per la pagina. Grazie per avermelo fatto sapere. --[[Utente:Gilldragon|Gilldragon]] ([[Discussioni utente:Gilldragon|scrivimi]]) 21:03, 19 lug 2021 (CEST)
== Re: Pagina delle prove. ==
Ciao! Fatto. La cronologia della pagina era troppo grossa per rispristinarla tutta in un colpo, ho dovuto farlo pezzo per pezzo. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 23:54, 31 lug 2021 (CEST)
:Prego! Tranquillo, nessun problema. :) --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 07:31, 1 ago 2021 (CEST)
== Interprogetto ==
Ti ringrazio per le correzioni che hai fatto di recente ad alcuni miei interventi. Mi lascia però perplesso la sostituzione dell'istruzione <nowiki>"{{interprogetto|w}}"</nowiki> con <nowiki>"{{interprogetto}}"</nowiki> nella voce [[Matteo Negri]]: se prima appariva l'interlink alla voce di wikipedia, adesso non appare più --[[Utente:SolePensoso|SolePensoso]] ([[Discussioni utente:SolePensoso|scrivimi]]) 10:42, 1 ago 2021 (CEST)
== Re: Roberto Burioni ==
Ciao Sun,
figurati per così poco ;-) Buona (piovosa da me) serata. --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 20:04, 4 ago 2021 (CEST)
== Black Lagoon ==
Ciao, ora non trovo il video per controllare, ma ricordo che in passato avevo ascoltato più volte quella scena e mi pareva che dicesse proprio "non tronzi mai", in mancanza di un riscontro più accurato lascerei così :) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:24, 6 ago 2021 (CEST)
:Hai ragione, si vede che hanno rimasterizzato l'audio... o ero io che ero sbronzo (di [[Red Bull]], probabilmente). Grazie, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:48, 6 ago 2021 (CEST)
== Re: Annalisa Minetti ==
Ciao, Sun, vedo che hai poi abilmente risolto, anch'io ultimamente soffro un po' il caldo e per colpa di esso a volte dormo un po' male (soprattutto per le zanzare, che sono ogni anno il mio incubo estivo... magari pungessero soltanto, ma preferirei che non avessero una predilezione per le mie orecchie e che non mi svegliassero alle 2, e poi alle 3, e poi alle 4 ecc.) Spero che tu, [https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/18/Mengs_Parnasus.jpg sul Parnaso tra le muse], non abbia di questi problemi... {{smile}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:22, 14 ago 2021 (CEST)
:Grazie, Sun, buon ferragosto e buona festa dell'Assunzione... Ma permettimi di chiederti: stai tenendo anche un diario delle tue "avventure" che un giorno potremo leggere? Non so come proceda la carriera letteraria del nostro Creed, ma sono certo che anche tu, se non come dio della poesia, almeno come saettatore che mescola l'''oracolare'' al ''vernacolare'', abbia un certo talento. Buona giornata! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:27, 15 ago 2021 (CEST)
::Sì, oltre alla parabola dei talenti giova ricordare anche quella [[w:Parabola della lampada|della lampada]]. E poi, riguardo a San Gennaro... si dice che i santi siano contenti quando qualcuno chiede loro la virtù o altre nobili qualità, piuttosto che i soliti, transeunti benefici materiali o corporali, e che abbiano un orecchio di riguardo proprio a intercedere per quelle. Ancora buona giornata (quel che ne resta, che comunque non è poco)! Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:44, 15 ago 2021 (CEST)
== Re: Marguerite Yourcenar ==
Buongiorno, Sun-crops! Grazie di aver corretto i miei errori di battitura. Quando ciò avviene, è per me un sollievo. Assieme ai lapsus calami, gli errori di battitura sono, purtropppo, un mio tallone di Achille. Credo di essere migliorato nel tempo, nondimeno, per quanto mi prodighi a rileggere gli inserimenti nelle voci con attenzione, taluni refusi riescono tutt'ora egualmente a farla franca. Unica consolazione: il pensiero che, in assenza di "amanuensi" "sgarrupati" come me, nobili figure, quali il correttore di bozze e il proto, forse, non sarebbero mai esistite. Diciamo la verità: è grazie a tali lettori di professione, mi sia concessa una coda velenosa, che non pochi scrittori oggi in circolazione hanno avuto almeno un lettore. Vale! --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 09:42, 20 ago 2021 (CEST)
== Elijah Muhammad ==
Ciao, la voce Elijah Muhammad va bene? ho cercato di scopiazzare lo schema di altre voci.--[[Speciale:Contributi/217.119.184.202|217.119.184.202]] ([[User talk:217.119.184.202|msg]]) 16:09, 25 ago 2021 (CEST)
== Parentesi, virgolette, ecc. ==
Ciao. Dubbio amletico. Sto rimpolpando un po' le citazioni tratte da ''[[Leonardo Sciascia#Todo modo|Todo modo]]'' di Sciascia. Poiché spesso le frasi sono tratte da discorsi diretti, capita che alla fine del brano che riporto vi siano le virgolette basse « » oppure delle parentesi o in generale dei caratteri che hanno un senso nel testo completo del libro ma che lo perdono negli estratti della voce. So che la fedeltà alla fonte è massima, ma trovo veramente antiestetico e illogico riportare questi caratteri. È convenzione farlo? Spero di essermi spiegato.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:17, 30 ago 2021 (CEST)
:Chiarissimo, grazie. Ne approfitto ulteriormente: per quanto riguarda gli a capo, che specialmente in un romanzo sono molto utilizzati?--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:41, 30 ago 2021 (CEST)
::Intendo quando in un libro il testo va a capo prima della fine della pagina per esigenze di contenuto (come la fine di un capoverso) oppure perché è un dialogo tra diversi personaggi. Se riportiamo un estratto in cui il libro va a capo dobbiamo riportarlo anche noi? Da uno sguardo in giro non mi pare sia una consuetudine. Esempio stupido a caso:
{{quote|«Torre d'avorio».<br/>«Casa d'oro».<br/>«Arca dell'alleanza».<br/>«Porta del cielo».}}--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 14:51, 30 ago 2021 (CEST)
:::Ciao. Ti chiedo scusa io, invece, per essere stato sbrigativo nelle mie domande: andavo un po' di fretta e ho trascurato l'aspetto comunicativo. Tu sei stato molto chiaro e ho capito tutto ciò che intendi, soprattutto sui caratteri non essenziali.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 17:15, 1 set 2021 (CEST)
== Tema scolastico, nuova voce ==
Ciao Sun-crops, è sempre un piacere sentirti! Ti ringrazio per la segnalazione. Aderisco volentieri all'invito, è una citazione perfetta. Come sarebbe poi possibile rifiutarsi dopo una richiesta fatta con tanto garbo? Passo subito alla creazione della voce. Buon lavoro, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 12:10, 6 set 2021 (CEST)
==Saul Friedländer_re==
Ciao. L'articolo su ''repubblica.it'' sembra tagliato, e tale anche appare in ''webarchive'' nell'unica versione che risale al 2016, mentre io inserii la citazione due anni prima: strano. A ogni modo [https://www.oblique.it/images/rassegna/2013/rs_ott13.pdf qui] è riportato l'intero articolo: secondo me è meglio lasciare come stava (preferenza di una traduzione ufficiale) o se vuoi, riportare questa fonte come ulteriore citante.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 15:53, 9 set 2021 (CEST)
:Va benissimo come hai sistemato. Grazie a te.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:01, 10 set 2021 (CEST)
== Proposizione ==
Ciao, la citazione in [[Proposizione (linguistica)]] non riguarda più [[w:Proposizione (logica)]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:55, 14 set 2021 (CEST)
:In base a quello che hai scritto sono d'accordo che può essere anche sul linguaggio, scusa alla mia domanda di averti rubato del tempo ;-) allora per il momento lasciamo com'è, ho creato uno stub sull'altro significato con un'altra citazione. Ciao.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:30, 14 set 2021 (CEST)
==Parere_re==
Ah, quindi hai voluto fare lo "splendido" {{smile}}... ''e brav!'' Embè, ''e mo' che t'aggia dicere'': che dovresti contunuare a splendere oppure consentirti di offuscarre il tuo stesso splendore?... Ahime, caro il mio Sun (splendido) non credo di avere questo potere. Diciamo che sarei d'accordo, ma visto che la cosa è inusuale sarebbe meglio che tu consultassi anche altri.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:03, 27 set 2021 (CEST)
<s>:Va buo' Dona'. È cumme dice tu. A chi vulimmo 'nquita', a chi vulimmo cunsulta', è inutile ca facimmo ato rummore 'ncopp'a sto fatto. Si se po' ffa' o ffanno, e si no, no; i' cuntinuo a splennere. Chi è causa del suo mal...'A verità, Dona'? Proprio 'a verità? I' m'aggia piglia' nu poco 'e feste, 'o ddico sempe e nun 'o faccio maje, ma ll'aggio fa' pe fforza, pecche' 'sti tarantelle 'e ll'una a notte e a primma matina e tant'ate ccose m'hanno ammaccato nu poco. Ciao, Donato. Grazie. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 27 set 2021 (CEST)</s>
== Re: Significatività / Voci tematiche ==
Ciao, innanzi tutto ti ringrazio per i complimenti e per la cortesia con cui hai espresso il tuo parere esperto. Mi rendo conto che non è la prima volta che sottolinei l'inadeguatezza di diversi miei inserimenti nelle voci tematiche: cercherò di prestare più attenzione a questa mia mancanza, anche alla luce della linea guida che mi hai indicato ieri sera e che da ora in poi mi sarà senz'altro d'aiuto. Grazie per la pazienza, -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 13:50, 28 set 2021 (CEST)
== Re: Rete ==
Grazie! Ho inserito il primo, direi che entrambi potrebbero andare in una tematica sul pericardio. Buona domenica,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:02, 3 ott 2021 (CEST)
<s>:OK. Muito obrigado, nel frattempo ne ho inserito un altro, italiano. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 11:04, 3 ott 2021 (CEST)</s>
== Re: saluto acrobatico ==
Buonasera caro Sun, è un gran piacere ritrovare anche te! Le tue parole sono sempre meravigliosamente eccessive e mi catapultano in una sottile nube d'imbarazzo.<br>
Vedo che hai già carpito molto della mia "fatica", sì mi sono rifugiato nella scrittura aforistica visto che è l'unica vagamente congeniale.<br>
Hai colto davvero tante cose dall'estratto di Amazon: la morbosa passione per gli eteronimi, il ribaltamento del punto di vista canonico, le piccole e nascoste isole di poesie (aquilone è tra le mie preferite).<br>
Entrare su Wikiquote o in una qualsivoglia tematica ad ogni modo mi sembra sinceramente un'eventualità metafisica.<br>
Grazie davvero per le belle parole, al solito eccessive. Parafrasando Einstein "non ho grandi talenti sono solo curioso".<br>
Grazie a te per il tuo importantissimo e continuo contributo che stai dando qui.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 21:37, 3 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Buon pomeriggio, Sun-crops!
Non ero al corrente della reiterazione dell'iniziativa volta a promuovere la parità di genere su Wikiquote italiana. Perciò: grazie dell'informazione. Conto di dare anche quest'anno un mio fattivo contributo ma, avendo da tempo eletto lo sbilanciamento a favore delle figure femminili a bussola per la creazione di mie nuove voci su Wikiquote, stante la non inesauribilità del bacino ove attingo le fonti, escludo di poter bissare l'enfasi della precedente performance. Tuttavia, per testimoniarle quanto questo progetto mi stia a cuore, la metto a giorno del mio recente apporto a "SheSaid 2021" su Wikiquote francese con la creazione di una dozzina di nuove voci. Riceva un caro saluto e l'augurio di trascorrere una fruttuosa serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:50, 4 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Buonasera Sun-crops! La ringrazio di avermi avvisato: mi era sfuggita questa bellissima notizia. Fortunatamente ho lei che mi mette sempre nella direzione giusta! Grazie per ora e per tutte le altre volte! Le auguro una buona serata. --[[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] ([[Discussioni utente:Laportoghese|scrivimi]]) 21:16, 4 ott 2021 (CEST)
== Re: Wikiquote:SheSaid 2021 ==
Grazie, Sun-crops! Avevo già letto qualcosa sulla replica della lodevole iniziativa, ma la tua info è sempre benvenuta! Cercherò di dare un contributo anch'io. Un saluto e buon lavoro. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:36, 5 ott 2021 (CEST)
== L'invasione degli ultracorpi ==
Per circa 20 minuti Wikiquote è stata presa d'assalto da un'orda di nuovi utenti, forse una scolaresca, alcuni credo anche in buona fede, ma ho dovuto annullare quasi tutto, e pare che ciò, purtroppo o per fortuna, li abbia spinti a desistere. Se dovessero rifarsi vivi in mia assenza... buona fortuna! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:16, 8 ott 2021 (CEST)
== Re: Voce correlata nella tematica fascismo ==
Grazie, ovviamente non mi disturbi affatto. Penso ci possa stare. Un caro saluto, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:07, 12 ott 2021 (CEST)
== Re: Lutero ==
Grazie per il fix e le indicazioni su come rispondere in talk. "WA TR" seguito dal numero di volume (da 1 a 6) e dal numero di trascrizione è lo standard di citazione internazionale per i ''Tischereden'' ("Discorsi a tavola"). E' il modo di citare quest'opera seguito nelle pubblicazioni scientifiche a prescindere dal sistema di citazioni adottato (autore-anno, vari sistemi di notazione, ecc.) perché facilita la comunicazione scientifica e il reperimento delle informazioni a livello internazionale. Il numero di pagina, infatti, non è utile: nessuno consulterà mai il libro su carta perché la "Weimarer Ausgabe" (WA) è composta da 127 volumi e nessuno la possiede; ciò che importa è il numero della trascrizione secondo il sistema di riferimento adottato dalla WA, che appunto costituisce lo standard e che è riportato in ogni edizione dei Tischreden dotata di dignità scientifica (ad es. l'ed. Einaudi riporta i numeri di trascrizione WA a margine). Un po' come succede con le citazioni della Bibbia, di Aristotele, Tacito, Shakespeare, ecc.: nessuno indica il numero di pagina perché, data la quantità innumerevolie di edizioni, non avrebbe alcuna utilità; si riportano invece indicazioni sul libro/capitolo/paragrafo/versetto, ecc. Ora io sono ben disponibile a inserire il testo originale (come ho fatto) ma trovo che indicare l'editore e ricercare e riportare il numero di pagina sia tempo perso e ci allontani dal modo in cui queste opere vengono citate: daremmo informazioni inutili ed eviteremmo di dare informazini utili (il numero della trascrizione). Avendo indicato nella sezione "Bibliografia" i riferimenti completi a Weimarer Ausgabe, non sapere come rendere le citazioni più facilmente controllabili di così. D'altra parte, se qualcuno non capisce a che cosa si riferisca il misterioso "WA TR", è sufficiente che googli la stringa e lo scoprirà subito. Ora provo a specificarlo in bibliografia, per rendere tutto più chiaro. Fammi sapere per favore se ti sembra che così vada bene o se c'è qualcosa per migliorare ancora la resa. Grazie, --[[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 11:12, 13 ott 2021 (CEST)
:Fatto. Peraltro intervenendo mi sono accorto che tutta la sezione "Scritti religiosi" è priva di indicazioni del numero di pagina da cui la citazione è tratta: una verifica è impossibile. Difficile immaginare come si possa rimediare a questo. [[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 11:15, 13 ott 2021 (CEST)
::Perfetto, ti ringrazio per i chiarimenti. In effetti è molto utile ricevere indicazioni di questa natura subito, all'inizio della contribuzione, in modo da impostare bene il lavoro e da non perdere e far perdere tempo. Quindi grazie e saluti, [[Utente:Gitz6666|Gitz6666]] ([[Discussioni utente:Gitz6666|scrivimi]]) 14:55, 13 ott 2021 (CEST)
== Citazioni di versi ==
Ciao Sun-crops, come hai visto ho vistose lacune riguardo l'oggetto, vorrei quindi approfittare della tua esperienza e della tua cortesia per chiederti un paio di cose: spesso nei testi le poesie sono stampate utilizzando l'iniziale maiuscola per ciascun verso, indipendentemente dalla punteggiatura. Le citazioni in Quote seguono la stessa regola? I versi citati in Quote devono essere sempre in corsivo, indipendentemente da come sono stampati nel testo? Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 16:20, 26 ott 2021 (CEST)
:Grazie Sun-Crops! Preciso ed esauriente. Come sempre! Buon lavoro. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 17:18, 26 ott 2021 (CEST)
== Samuel Goldwyn ==
Gentilmente, il motivo dell'annullamento su la citazione "Un contratto verbale non vale la carta su cui è scritto?"
== defaultsort nei coreani ==
Nell'onomastica coreana, il cognome precede il nome, dunque penso che il defaultsort in voci come [[Roh Tae-woo]] non vada messo.--[[Speciale:Contributi/77.204.107.232|77.204.107.232]] ([[User talk:77.204.107.232|msg]]) 23:07, 30 ott 2021 (CEST)
:Risposi di là [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:77.204.107.232] un'oretta fa; se non pervenne lì ritrascrivo qui: "È lo stesso nell'onomastica ungherese, es. [[Endre Ady]], con defaultsort Ady (cognome), Endre (nome). Dov'è il problema? --Sun-crops (scrivimi) 23:27, 30 ott 2021 (CEST)" Scrissi così. Non è così? ({{small|come scrissi lì?}}) Di'. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:40, 31 ott 2021 (CEST)
::beh perché sennò il sort sarebbe il nome Tae-woo, il cognome Roh. Non come tutte le biografie italiane ad esempio dove c'è il nome, cognome. Si ordinerebbero le voci per nome e non per cognome. [[Speciale:Contributi/77.204.104.156|77.204.104.156]] ([[User talk:77.204.104.156|msg]]) 01:30, 31 ott 2021 (CEST)
:::Scusami {{ping|Spinoziano}}, che ne pensi? Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 01:40, 31 ott 2021 (CEST)
::::Sì, se nel titolo della voce il cognome precede il nome, e comunque in tutti i casi dove il titolo è già nel giusto ordine alfabetico, il Defaultsort non va messo. Buona domenica a entrambi! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:18, 31 ott 2021 (CET)
== Re: Lella Lombardi ==
Ciao, Sun, il risultato è lo stesso, e una volta si preferiva quella soluzione quando c'era una sola categoria, ma dato che oggi le categorie proliferano è giusto usare il Defaultsort anche quando ce n'è una sola, visto che probabilmente ne verranno aggiunte altre.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 07:57, 4 nov 2021 (CET)
== Allineamento del testo dopo un verso centrato ==
Ciao Sun,
volevo pregarti, quando hai tempo e voglia, di dare un'occhiata alla seconda citazione di [[Maria Savi-Lopez]] (se le donne e l'amore...). L'allineamento a sinistra, dopo il verso centrato, è certamente malfatto. Non sono riuscito a fare meglio. Qualche suggerimento? Grazie, --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:06, 5 nov 2021 (CET)
:Grazie Sun-Crops, perfetto! Mi segno la soluzione e la pagina sui markup. Buon fine settimana anche a te. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 06:41, 6 nov 2021 (CET)
== Fabulae ==
Ciao Sun, ho qualche dubbio riguardo alla voce ''[[Fabulae]]''; stavo per spostare le citazioni in [[Esopo]] e cancellarla, senza lasciare l'incipit che è in realtà la presentazione di un curatore, ma guardando le citazioni ho iniziato a pensare che forse più che una traduzione è una rielaborazione, difatti su Wikipedia si parla di [[w:Esopo volgare]]; magari non è la medesima versione di cui si parla su Wikipedia ma pare una rielaborazione di quel genere. Il dubbio mi si è rafforzato per il fatto che, cercando quelle citazioni in un'edizione moderna di Esopo, non le ho trovate (ma questo magari dipende da mia fretta o incapacità a trovarle). Oltretutto vedo che tu hai messo la pagina tra le nuove voci, come se non andasse cancellata. Hai qualche suggerimento? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:17, 12 nov 2021 (CET)
:Ok, ma non vorrei farti perdere tempo, mi basta sapere l'impressione che avevi avuto, lascia pure che approfondisca io, non voglio rubarti tempo, davvero. ;-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:29, 12 nov 2021 (CET)
::Utilizzimo, grazie. Sì, un caso simile era capitato in [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Diogene_Laerzio&type=revision&diff=1173494&oldid=1164639 Diogene Laerzio], anche lì a metà fra traduzione e rielaborazione; direi che comunqe vanno eventualmente nella voce di Esopo, non terrei una voce a parte. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:53, 12 nov 2021 (CET) <s>P. S. Fazio Caffarelli è in wikidata [https://www.wikidata.org/wiki/Q61474026]. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 17:05, 12 nov 2021 (CET)</s>
:::Grazie! Il mio "utilizzimo" di prima era involontario, mi sto facendo contagiare dall'italiano antico. Provvedo a spostare le citazioni in Esopo: comunque di traduzione si tratta, anche se libera (una libera traduzione all'antica). Grazie Sun, buona serata.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 17:14, 12 nov 2021 (CET)
== Re: Antonio Manca (giornalista) ==
Grazie per la spiegazione. Ciao --Giacomo Volpe 1989 [[Utente:Giacomo Volpe 1989|Giacomo Volpe 1989]] ([[Discussioni utente:Giacomo Volpe 1989|scrivimi]]) 01:00, 5 dic 2021 (CET)
== Matteo Salvini ==
Ciao. Provo a seguire le indicazioni che mi hai dato tu. Grazie mille. --[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 09:12, 7 dic 2021 (CET)
:Fatto. Grazie ancora. --[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 09:24, 7 dic 2021 (CET)
== Erodiade ==
Ciao Sun, ho qualche dubbio sull'aggiunta in [[Erodiade]]: per i personaggi considerati (da una parte significativa della gente) vissuti realmente, tipo quelli biblici, non metterei come "citazioni di" versi di finzione ma solo le citazioni dai testi di appartenenza storica; eventualmente la seconda parte di quella citazione può essere tenuta forse come "citazione su"? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:27, 9 dic 2021 (CET)
:Sì, scusami tu, intendevo da "E tua sorella solitaria..." ma in effetti non sarebbe chiaro di cosa parla, né sarebbe propriamente una citazione su Erodiade, magari se ne potrebbero trovare altre più pertinenti nella stessa opera di Mallarmé ma allo stato attuale è meglio non mettere nulla... Grazie molto a te, -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:41, 9 dic 2021 (CET)
== [[Migrazione umana]] ==
Come suggerito da te, ho creato una pagina "migrazione umanana" e aggiunto su questa nuova pagina le citazione che avevo messo nella pagina "migrazioni". --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:19, 12 dic 2021 (CET)
--> Migrazione umana / emigrazione / immigazione / viaggio / straniero ?
Perché ho scelto di mettere in migrazione umana e non emigrazione alcune citazioni? Perché "migrazione (umana)" è un termine che permette di inglobare due fenomeni che sono le due facce della stessa medaglia: si "emigra" da un paese per "immigrare in un altro". "Emigrazione" e "immigrazione" avrebbero secondo me interesse ad essere riuniti in una sola categoria: "migrazione (umana)". Tutto dipende da che parte della frontiera ci si pone.
Per quel che riguarda "viaggio" o "straniero", invece, la scelta è a mio avviso chiara: il "viaggio" è un movimento di un corpo per un tempo determinato, spesso per ragioni di svago, temporaneo. Dopo un viaggio si ritorna a casa. Non ci si installa altrove. In alcune lingue i migranti stessi impiegano il temine "viaggiatori/avventurieri", ma si tratta in realtà di un termine che indica una mobilità a fini migratori.
Per "straniero/straniera", non si tratta di mettere in luce un movimento, la mobilità umana, ma una condizione.
Studio il fenomeno migratorio quale ricercatrice da più di 10 anni ormai...
== [[#SheSaid 2021]] ==
Aggiunto Donatella Di Cesare nella lista (creazione) e Gabriella Ghermandi (migliorate). Grazie di aver segnalato l'iniziativa. --[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:19, 12 dic 2021 (CET)
==Wikiquote:Progetti/Citazioni wikimediane/Wikipedia_re==
Ciao. Non saprei, non ho tempo di approfondire la cosa. Per quanto riguarda "She Said", ebbene non sono d'accordo, per come la vedo si tratta di una forzatura, tra l'altro anche sessista. Grazie comunque per l'interessamento. Un caro saluto.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 21:54, 14 dic 2021 (CET)
== "non è questa la sede per questo tipo di esternazioni. La prego, cortesemente, di non insistere su questa linea." ==
Hai scritto questa cosa e poi hai annullato la tua modifica dicendo "annullo ma confermo". Non ne ho capito onestamente le motivazioni, puoi per favore spiegarmi l'errore? Dove "non devo insistere"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 22:03, 14 dic 2021 (CET)
== Wikidata ==
Buongiorno, Sun! La disturbo per un problema con l'Elemento Wikidata. Da un paio di giorni non riesco a fare gli inserimenti delle nuove voci create dacché quando clicco su Edit di Wikiquote non mi si "apre", come avveniva sempre, il riquadratino in cui inserire la label della voce bensì la schermata di una nuova pagina con l'intestazione "Set Item sitelink", la cui sintassi, purtroppo, mi è del tutto ignota. Fossi un navigatore d'altri tempi, parlerei di Colonne d'Ercole. Non riesco a capire cosa sia successo. L'unica difformità che ho notato nella schermata d'ingresso di Wikidata riguarda le sigle nazionali che, nelle liste di Pedia e Quote, precedono il titolo delle voci via via aggiunte. Faccio l'esempio con la sigla francese: la dicitura non è più "fr" ma "frwiki" per Pedia e "frwikiquote" per Quote. Lo stesso dicasi per "it", "en", "es", tutte seguite dalla coda "wiki" o "wikiquote", ecc. Non escludo di essere stato io stesso causa del mio male, magari solo per aver pigiato inavvertitamente un tasto sbagliato. Nondimeno, avendo già accumulato un congruo arretrato da smaltire, devo per forza confidare in un suo urgente salvataggio.
Colgo l'occasione per due sentiti adempimenti: ringraziarla del suo prezioso apporto a questo progetto di democrazia del sapere e porgerle i miei migliori auguri di un sereno Natale e di un rigenerante 2022, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 09:32, 19 dic 2021 (CET)
:Grazie! Farò qualche tentativo, ma dubito di venirne a capo, anche perché ora, forse per i miei tentativi andati a vuoto, la mia password su Wikidata è bloccata. Quanto alle voci, una è Anna Maria Guarnieri. Rinnovo il mio riconoscente saluto, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:45, 19 dic 2021 (CET)
::La password, per fortuna, non è compromessa, ma il problema permane.... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 12:09, 19 dic 2021 (CET)
:::{{ping|Spinoziano}} Grazie del suggerimento. Tutti i tentativi esperiti finora non sono serviti a nulla. L'oracolo è la mia ultima chance. Ci provo ma, disgraziatemente, è da tempo che ho smesso di riporre fiducia in tale figura. Non sarebbe meglio sollecitare l'intervento di un tecnico? Un caro saluto a entrambi, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:38, 19 dic 2021 (CET)
::::Mi sembra un ottimo suggerimento. In attesa della risposta dell'Oracolo (se mai arriverà), lo testo subito e le faccio sapere, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 17:57, 19 dic 2021 (CET)
:::::Gentile Sun, la prova è stata fallimentare. Non sarà il caso di mettere in campo un esorcista? Ci penserò questa notte. Per oggi può bastare quanto fatto, l'ho tediata fin troppo. Le auguro di trascorrere una piavevole serata, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 18:07, 19 dic 2021 (CET)
::::::Ciao :) così su due piedi non so quale sia il problema e negli ultimi tempi ho davvero poco tempo, però ho cambusato la discussione aperta all'Oracolo nel progetto competente, sono certo che qualcuno più bravo di me saprà darare una soluzione :D --[[Discussioni utente:GryffindorD|<span style="color:#007FFF">'''GryffindorD'''</span>]] 20:52, 19 dic 2021 (CET)
{{rientro}} Buongiorno, Sun! La ringrazio per aver connesso le mie voci in Wikidata. Con una facile battuta, che non farò, potrei dire che le ho trovate connesse "a mia insaputa". Da una mia verifica, risulta ormai sconnessa solo [[Tara Lynn]], voce che ho potuto quotizzare grazie all'enciclopedicità certificata, seppure con qualche riserva, dalla consorella britanica dell'ItalQuote. Voglio credere che alla lettura del verbo "quotizzare" lei abbia arricciato il naso. Ebbene: dovrà farci il callo, dacché non solo mi sono rassegnato a familiarizzare con l'angloinformatese ma, quando il con-testo me ne darà un plausibile pretesto, non esiterò ad avventurarmi nel conio di neologismi. Ma è tempo di tornare alla mia croce: Wikidata inficiata nel mio account da un qualche malefico bug. Intanto, l'aggiorno sui miei ultimi tentativi. Ho fatto a più riprese l'accesso a Wikidata, sia in forma anonima che da loggato, operando su PC e Smartphone non miei. Nulla da fare: la schermata, beffarda e impenetrabile, non si schoda, è sempre lì a irridermi e a rendere vana la mia azione. Ora, volendo fare un ultimo tentativo, avrei bisogno del suo supporto. Non dovrà però vedermi come l'utente autoverificato che s'intrattiene con scioltezza, e talora persino con finezza, con l'autorevole admin, bensì come un balbettante novizio amanuense che chiede all'abate di insegnarli l'abc del suo compito conventuale. Ed ecco la richiesta: mi può descrivere in maniera semplice, come fosse un sillabare o un esercizio di spelling, la procedura con cui lei inserisce e una nuova voce in Wikidata? Un saluto cordiale, e come sempre riconoscente... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 13:33, 21 dic 2021 (CET)
:Buongiorno, Sun! È proprio come immaginavo: la procedura è identica a quella che seguivo io, compresa una lettera da scrivere manualmente quando si opera con il copia-incolla. Sospetto che si tratti di un bug del sistema, e comunque, per non lasciare nulla d'intentato, ho provveduto a segnalare la cosa anche al bar di Wikidata. Vedremo se questa volta qualcuno si farà vivo. A naso, però, debbo dire che non mi pare che Wikidata sia un progetto che si distingua per l'entusiasmo dei suoi utenti. Già: l'entusiasmo, quello che ritengo essere il suo maggior talento: a me, infatti, lo ha trasmesso lei, e con questo, sia ben chiaro, non voglio sminuire le sue altre abilità messe in campo in questo straordinario progetto di democrazia del sapere. Porto ad esempio la campagna SheSaid: a ottobre, mi era sfuggita la sua riprosizione e, davvero, pensavo che mi sarei limitato a dare uno svogliato contributo, anche perché già di mio, come le dicevo, nella creazione di nuove voci mantengo un occhio di riguardo per le figure femminili. Senonché, la sua partecipe segnalazione e poi il suo appassionato apporto all'iniziativa mi hanno ben presto fatto mutare atteggiamento. È scoccata la scintilla che ha fatto divampare il grande fuoco dell'entusiasmo. Ma torniamo a Wikidata. Ho consultato i links che mi aveva suggerito, ma li ho trovati troppo lambiccati, tranne "accessorio", che potrebbe tornare utile nel caso debba obtorto collo cambiare la password (ma, che lei sappia, in tale eventualità, potrò mantenere l'attuale nome utente?). Mutilo di Wikidata, ma sempre speranzoso di uno suo rispristino, come mi regolo intanto con le nuove voci? Gliele segnalo a lei a pacchetti, oppure quando vede le mie N provvede lei di default a linkarle? (Come sempre, mi sono dilungato, ma, credo, ne converrà anche lei, che lo svolgimento pacato sia un elemento imprescindibile per dotare di intensità e bellezza la comunicazione umana. Tanto più in un consesso come il nostro, dove, per forza di cose, a fare da bussola non può che essere il glossario informatico). Alla prossima, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 10:18, 22 dic 2021 (CET)
:::{{Fatto}} Con il percorso suggeritomi da {{ping|Epìdosis}}, ho potuto finalmente ripristinare, seppur con qualche lieve modifica procedurale, la mia piena operatività in Wikidata. Chi fosse interessato ad approfondire il casus può averne contezza sulla bacheca del Bar di Wikidata nella risposta di Epìdosis al mio quesito, alle ore 9.20 di oggi, 22 dicembre 2021. Un immenso grazie a {{ping|Sun-crops}}, {{ping|Spinoziano}} e {{ping|GryffindorD}} per il caloroso sostegno e per i preziosi suggerimenti, grazie ai quali ho potuto acquisire utili nozioni informatiche nonché sperimentare un ampio ventaglio di approcci e tracciati inventivi che mi saranno di aiuto in futuro per venire a capo di eventuali difficoltà operative. A tutti, auguri con il cuore... --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 13:44, 22 dic 2021 (CET)
== Re: Barnstar SheSaid 2 ==
Caro Sun, un ''muito muito obrigado'' lo meriti di più tu, che sei stato il vero organizzatore di questa edizione, avvisando gli utenti, incoraggiandoli, seguendoli... Tutte cose che fai sempre con generosità e passione, ma con entusiasmo ancor maggiore in questa occasione, e così i frutti hanno superato ogni aspettativa... Ottimo lavoro! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:14, 21 dic 2021 (CET)
:Magari avremo occasione di risentirci prima, ma nel frattempo un buon e ''sun''to Natale anche a te! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:25, 21 dic 2021 (CET)
== Hamletic question: Two or four hands? ==
Buongiorno Sun! Lei scrive "Nella mia pagina di discussione, lo scorso anno, il 17:43, 19 set 2020 (Discussione Gianni Biondillo e Michele Monina, Tangenziali), lei ha scritto e sottoscritto: "Rispondo qui alla sua domanda: il libro è scritto a 4 mani, non è suddiviso in sezioni separate. Creo quindi una voce. --Cris77 (scrivimi) 17:43, 19 set 2020 (CEST)". Questo lo ha detto lei lo scorso anno. Come fa a dire oggi, oggi, che tutte le citazioni da lei inserite sono da attribuire al solo Gianni Biondillo? Two or four, that is the question. Two and four? Half of four + half of four? Today or last year? And the next year? Very hamletic questions."
Non c'è bisogno di disturbare Amleto per trovare la risposta: ora ho il libro fra le mani. Risposta sufficientemente chiara?
--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 09:36, 24 dic 2021 (CET)<br>
:[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] Non c'è bisogno di un ulteriore cartellino giallo. Visto che mi si accusa di mentire, di non aver letto libri che cito, e di non so quali altri misfatti. Non ritenere che la citazione di Igiaba Scego "Non era questione di Europa, accidenti, ma questione di diritto dei corpi al movimento" rinchiuda, in poche parole, gran parte dell'ingiustizia migratoria contemporanea e che, di conseguenza, questa non abbia il suo posto in wikiquote, mi rattrista. Ma la Sua parola sembra più autorevole della mia, e allora così sia.
Per tutte queste ragioni, preferisco partire da sola, senza bisogno di un'ulteriore sanzione. Sperando di non fare più l'errore di tornare. O per lo meno di non tornare sulla pagina italiana. Peccato, perché avrei volentieri aggiunto una citazione su Addis Abeba, di Igiaba Scego, giustamente, tratta dal suo libro "Adua". Un altro libro che, chissà, forse non ho neppure letto?--[[Utente:Cris77|Cris77]] ([[Discussioni utente:Cris77|scrivimi]]) 10:24, 24 dic 2021 (CET)
== Corea del Nord ==
Ciao Sun,
spero tu abbia passato un buon Natale. Ho visto che hai cancellato la pagina della Corea del Nord, ma a parte l'ultimo inserimento mi pareva una pagina regolare, sbaglio? --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:44, 25 dic 2021 (CET)
: Ma figurati, nessun problema, nemmeno metto in dubbia la tua buona fede ci mancherebbe! :-) Il nome del coreano non saprei decifrarlo nemmeno io così su due piedi, ma [https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:CentralAuth?target=%EB%8F%99%ED%95%B4%EB%AC%BC%EA%B3%BC+%EB%B0%B1%EB%91%90%EC%82%B0%EC%9D%B4+%EB%A7%88%EB%A5%B4%EA%B3%A0+%EB%8B%B3%EB%8F%84%EB%A1%9D vedo] che per ora non è bloccato da nessuna parte. Spero che i tuoi "acciacchi" non siano nulla di grave. Figurati che mi sono accorto anche se mi ero appena fatto un cichettino di liquore :-D Ricambio gli auguri! Buona serata! --[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 22:00, 25 dic 2021 (CET)
== Re: Gaetano Emanuel Calì ==
Ciao Sun, penso anch'io che la fonte sia accettabile, non vedo particolari problemi. Non ti ho ancora fatto gli auguri di buon anno, li faccio ora nel caso non avessimo il piacere di risentirci prima: a te un 2022 ''solare'' e portatore di felici ''raccolti'' ! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:02, 29 dic 2021 (CET)
== Re: [[Template:SelezioneNuove]] ==
Ciao Sun, conoscevo già la pagina e a dire il vero, in passato, è accaduto che la aggiornassi io stesso; ma non sempre ricordo di farlo quando possibile. Cercherò di averlo presente perché, come hai scritto tu stesso, è un servizio realmente apprezzabile. Ricambio vivamente gli auguri e, come al solito, ti ringrazio per il tempo e l'impegno che dedichi costantemente a questo progetto. Buona giornata, [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 12:47, 4 gen 2022 (CET)
== How we will see unregistered users ==
<section begin=content/>
Ciao!
Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia.
Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate.
Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento.
Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia.
Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio.
Grazie.
/[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/>
19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Torino Football Club ==
Ciao,
Ti scrivo perché vorrei capire che senso abbia reputare ingiustificate le mie modifiche; infatti, poco fa, hai cancellato il mio operato sulla pagina dedicata al Torino Football Club, e io vorrei capire come mai, visto che quel coro e quello striscione sono semplicemente vergognosi.
Ci tengo a specificare che questo discorso lo farei a prescindere.
Saluti. [[Utente:Eddy rossy|Eddy rossy]] ([[Discussioni utente:Eddy rossy|scrivimi]]) 17:12, 11 gen 2022 (CET)
== Caratteri non latini nella descrizione iniziale ==
Ciao Sun, modifiche come [[Speciale:Diff/1189830|questa<sup>1189830</sup>]] o [[Speciale:Diff/1188826|questa<sup>1188826</sup>]] sono opportune? Mi sta sorgendo il dubbio di aver interpretato male le convenzioni del progetto in merito. Grazie per l'attenzione. -- [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 21:21, 16 gen 2022 (CET)
:Grazie. Di solito tendo a prendere come modello ideale di riferimento le voci in vetrina (in questo caso, [[Lev Tolstoj]]), ma ho preferito chiedere conferma. --[[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] ([[Discussioni utente:Syd Storm|scrivimi]]) 22:18, 16 gen 2022 (CET)
== Marilù Oliva ==
Ciao, lasciando perdere che si tratta di libri non enciclopedici, e IMHO assimilabili allo spam, sono pure citazioni troppo lunghe per non essere considerate violazione dei diritti d'autore, di solito brani su wikipedia cosi lunghi sono considerati copyviol. Mi sembra, scusa se te lo dico. un po' fuori luogo annullare la mia modifica e poi chiedere il motivo per cui l'ho fatta. Un saluto, buon proseguimento --[[Utente:Fresh Blood|Fresh Blood]] ([[Discussioni utente:Fresh Blood|scrivimi]]) 22:10, 22 gen 2022 (CET)
==Citazione d'autore senza voce==
Mi sembra che era permesso se il soggetto era un'autorità o svolgeva una carica di rilievo e l'inserimento richiedeva anche una nota. Non ho trovato in nessuna parte che per forza l'autore deva avere voce su WP.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D|2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:3044:DCC9:3A9C:DA1D|msg]]) 17:26, 28 gen 2022 (CET)
== Re: Typo ==
Ciao Sun, il piacere è reciproco. Sì, per il nostro manuale di stile ' è semplicemente un apostrofo sebbene alcuni testi tendano a utilizzarlo come "virgoletta", quindi se utilizzato in tal modo va sostituito con " o tutt'al più con «.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:45, 10 feb 2022 (CET)
== Re: [[Vox populi, vox Dei]] ==
Riciao Sun-crops, ho abbozzato la voce tematica ma credo che vada rivista: se ci limitiamo al senso "proprio" del motto (cioè che un'opinione condivisa da tutti non può essere falsa), le citazioni trovate sono relativamente poche. Se invece si amplia l'orizzonte tematico, e si considerano separatamente la "voce del popolo" da una parte, e la "voce di Dio" dall'altra, le citazioni sui singoli punti aumentano. Per ora ho messo un avviso di Work In Progress; ogni suggerimento sarà benvenuto. A presto, --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 20:27, 16 feb 2022 (CET)
:E se invece nella voce principale "Vox populi, vox Dei" si inseriscono i due sottoparagrafi "Vox populi" e "Vox Dei"? Sarebbe una soluzione omnicomprensiva, tutto in un colpo solo. {{ping|Spinoziano}} e {{ping|AssassinsCreed}} --[[Utente:AnjaQantina|AnjaQantina]] ([[Discussioni utente:AnjaQantina|scrivimi]]) 10:56, 19 feb 2022 (CET)
::{{ping|AnjaQantina}}, ma la raccolta come dicevo deve raccogliere citazioni sul motto, se metti nelle sottosezioni delle citazioni che non riguardano il motto sarebbero comunque citazioni non pertinenti, perciò resterei sulla soluzione precedente. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 11:07, 19 feb 2022 (CET)
:::{{ping|Spinoziano}} {{ping|AnjaQantina}} Ciao, AnjaQantina. Spinoziano parte dal punto fondamentale, che in qualche modo avevo già anticipato nella mia prima risposta quando ho scritto: "Il problema che poni è giusto: alcune citazioni sono precisamente aderenti alla locuzione che è il titolo della voce, altre la intercettano per segmenti. È probabile che qualche spostamento si dovrà fare. Forse si potrebbe addirittura creare una o più nuove voci". Quindi, tenendo presente il principio generale che regola le tematiche, vale a dire che il tema della voce e le citazioni devono coincidere perfettamente, credo che non ci siano alternative alla soluzione prospettata da Spinoziano. Il che, detto en passant, aggiungerebbe una voce ai tuoi contributi; non che ce ne sia bisogno, perché sono, con tuo merito, già molto molto cospicui, ma sarebbe comunque una voce in più. Anche per wikiquote. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:37, 19 feb 2022 (CET)
Buonasera, Sun-crops! Le chiedo cortesemente di provvedere alla cancellazione della voce "Deprung (Tibet)" da me creata con un duplice, imperdonabile, errore. Il primo: la voce di questo monastero buddhista di Lhasa, avente per etichetta "Drepung", esisteva già. Il secondo errore: nella voce da me creata manca una "r": per una svista (o incipiente dislessia?), infatti, mi sono trovato a scrivere "Deprung" anziché la dizione corretta, ossia "Drepung". Mi auguro di non avere, con la mia dissennata disattenzione, ingrigito di una nuvola il cielo della sua stanza. Riceva il mio riconoscente saluto --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:48, 21 feb 2022 (CET)
== Cancellazione pagina ==
Buonasera, Sun-crops! Le chiedo cortesemente di provvedere alla cancellazione della voce "Deprung (Tibet)" da me creata con un duplice, imperdonabile, errore. Il primo: la voce di questo monastero buddhista di Lhasa, avente per etichetta "Drepung", esisteva già. Il secondo errore: nella voce da me creata manca una "r": per una svista (o incipiente dislessia?), infatti, mi sono trovato a scrivere "Deprung" anziché la dizione corretta, ossia "Drepung". Mi auguro di non avere, con la mia dissennata disattenzione, ingrigito di una nuvola il cielo della sua stanza. Riceva il mio riconoscente saluto --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 20:49, 21 feb 2022 (CET)
:Dal duplice arrore a un duplice grazie: primo, per aver cancellato tempestivamente la voce errata; secondo, per la "bussola" con cui potrò meglio orientarmi nel mare insidioso delle "tematiche". Buonanotte,--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 22:52, 21 feb 2022 (CET)
== Guido Ceronetti ==
Gentile Sun-crops, buona domenica!
Nel consultare la pagina del grande scrittore torinese, mi è andato l'occhio sulla querelle relativa al numero della pagina della citazione tratta da ''La pazienza dell'arrostito''. Sono quindi andato a consultare la mia copia, ed essendo la stessa presente in bibliografia, Adelphi 1990, le posso confermare che il numero della pagina, 72, indicato dall'utente è corretto. Detto ciò, mi sento di condividere lo sconcerto nel constatare l'enorme balzo nella numerazione delle pagine da una edizione all'altra. Misteri dell'editoria, di fronte ai quali, nulla potendo fare, non ci resta che soprassedere.--[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:51, 27 feb 2022 (CET) Saluti,
== Bufalineggiando ==
Buon pomeriggio, Sun-crops!
Bell'inserimento, il Suo, quello tratto da ''Museo d'ombre'', nella pagina del Maestro di Comiso, gran coniatore del termine "isolitudine" che plasticamente e splendidamente pitta (verbo che mi è arrivato dalla lettura del pittore decoratore) la condizione che ogni isolano di Sicilia intimamente avverte come sua. Detto ciò, la trasferta d'Oltraple che con l'arguto garbo della sua cifra espressiva Lei mi sollecita a intraprendere, deve essere giocoforza rinviata perché nella Wikiquote francese la voce Gesualdo Bufalino al momento non c'è. Magari potrei crearla io, certo, ma non adesso. Detto ciò, se la cosa è gradita, potrei, incorporando e integrando la sua citazione, dotare l'italica Pedia della sezione dell'opera in oggetto, dacché nella mia libreria cartacea essa non manca. A frenarmi, tuttavia, c'è una perplessità, che Le giro in forma interrogativa: non è, quella di Bufalino, una voce già fin troppa fitta di citazioni? D'altronde, è questo il retropensiero, lo dico di passaggio, che, in materia di inserimenti, mi spinge a starmene alla larga dai nomi che già straripano di contributi. Confidando in una prossima interlocuzione piacevole come questa, La saluto cordialmente, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 16:58, 27 feb 2022 (CET)
:Ha perfettamente ragione, con Bufalino è impossibile sbagliare: ''Museo d'ombre'' avrà la sua sezione! Saluti, --[[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 19:03, 27 feb 2022 (CET)
== re: Molo ==
Ciao :-) avevi sbagliato l'item, il molo come architettura è [[:d:Q13370235]], tu l'avevi messo nell'item della disambigua, ovvero [[:d:Q1184089]]. Ho aggiustato io ;-) Mi chiedo solo se non sia il caso di invertire i significati come su Wikipedia, perché mi sembra che il molo come struttura costiera sia il significato nettamente prevalente. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 20:52, 27 feb 2022 (CET)
:{{fatto}} ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:36, 27 feb 2022 (CET)
== re: O. d. m. ==
Ciao, in questi casi secondo me basta secondo me un richiamo all'utente (l'ho fatto poco fa). In ogni caso, tieni presente che nel caso di un campo oggetto particolarmente problematico, si può oscurare dalla cronologia solamente quello, lasciando il testo nella pagina :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 09:34, 10 mar 2022 (CET)
== Re: Cancellazione (2) ==
Ciao Sun, buono ''shabbat''! Ineccepibile la cancellazione e il blocco: lo stile è proprio quello di uno spam bot e il fatto che quell'università privata abbia una voce sulla Wikipedia inglese (solo lì e con tanto di avviso che rileva il probabile intento promozionale) non porta a fare un'eccezione. Ma passando a cose più serie, stavo pensando in questi giorni: anziché "Apollo" che ne diresti se cambiassimo il tuo soprannome ufficiale in "[[Re Sole]]"? In fondo sai anche il francese, se ben ricordo, e direi che ti calza a pennello, che ne dici? {{sisi}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:37, 12 mar 2022 (CET)
:''Votre Majesté, bon dimanche!'' Ho controllato anch'io e ''ne t'inquiète pas'', la nostra Wikipedia [[w:Luigi XIV di Francia#La morte del re|sapientemente ci informa]] che il tuo precursore morì di cause naturali (una bonaria gangrena da [[gotta]]), quindi davvero niente ghigliottina, niente regicidi, solo uno splendente, lungo e luminoso regno al cumine del quale il [[Utente:AssassinsCreed|nostro medico di corte]] ti darà sicuramente efficaci consigli su come ridurre il sovrappeso, moderare gli eccessi e quindi scongiurare i malanni. Da parte mia, da uomo della strada, consiglio intanto contro la gotta una dieta a base vegetale, e anche via le troppe donne, le cortigiane, per il cuore :D-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:17, 13 mar 2022 (CET)
::Ah ma se torniamo a paragoni divini, abbiamo oltre ad Apollo altri eminenti esempi di [[w:Sol Invictus|Sol Invictus]], quanti precursori di Sun-crops! Ma direi che per questo week-end abbiamo già dato, non mancheranno altre occassioni {{sisi2}} -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:09, 13 mar 2022 (CET)
== re: link al wikizionario ==
[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Altalena_(oscillante)&type=revision&diff=1201704&oldid=1201701&diffmode=source Evvualà] (cit.) ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 20:41, 31 mar 2022 (CEST)
:XD per così poco, de nada. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 21:13, 31 mar 2022 (CEST)
== [[Berta Castañé]] ==
Ciao Sun, ho cancellato la voce perché a ben guardare riportava un'intervista intera tradotta in automatico, con molti pasticci; io stesso non me ne sono accorto prima, passando di fretta, e anzi avevo aggiunto l'immagine e sistemato le categorie; me ne sono accorto ora perché lo stesso anonimo, anche se con ip diversi, si è messo a creare altre voci simili; che, nel caso, ritengo vadano cancellate in immediata; vale anche se vengono ricreate uguali o se ne abbiamo lasciate indietro altre create in quel modo dallo stesso anonimo. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:37, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: Giancarlo Dotto ==
{{fatto}}: [[giornalismo sportivo]]. Controlla pure se le citazioni sono tutte pertinenti l'argomento. Un saluto ;-) '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 21:50, 12 apr 2022 (CEST)
== ''Sun''ta Pasqua ==
Caro Sun, buona domenica pasquale! È da un po' che non ti sento, quindi mi permetto di scriverti, pur in mancanza di un motivo "serio", per farti gli auguri. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:41, 17 apr 2022 (CEST)
== Citazioni senza fonte ==
Ciao, scusami la svista, provvederò ad inserirle. Unica cosa: vedo che ce ne sono anche altre senza fonte, andrebbero rimosse pure quelle?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 00:21, 21 apr 2022 (CEST)
== Risposta ==
Ok grazie mille per averlo fatto presente.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 15:40, 21 apr 2022 (CEST)
== Vito Santarsiero ==
Ti ringrazio, lo avrei fatto io a breve.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 17:32, 21 apr 2022 (CEST)
== Enciclopedia ==
Degna curiosità. Leggo che Wikipedia è un'enciclopedia, mentre Wikiquote è una raccolta di citazioni. Però Wikiquote è l'unica, come Wikipedia, a chiamare voci le pagine nel namespace principale. Sono entrambe enciclopedie, seppur diverse?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 19:29, 21 apr 2022 (CEST)
:In merito alle funzioni dei vari progetti wiki. Per esempio: Wikizionario è un dizionario, Wikinotizie è un giornale o un notiziario (ma non un editoriale), Wikivoyage è una guida turistica...--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 21:48, 21 apr 2022 (CEST)
::Ben detto, grazie mille.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 23:32, 21 apr 2022 (CEST)
== Spirito collaborativo ==
Ciao, guarda, sto imparando come funziona Wikiquote. In merito a Gildo Claps: se ritenete non sia enciclopedico, ok. Ma da qui a parlare di vandalo da bloccare...-[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 19:09, 22 apr 2022 (CEST)
== Gianmario Pagano ==
Grazie per le correzioni. Confermo che i puntini erano al posto di un ''omissis'' e ho provveduto a correggere secondo le indicazioni che mi hai scritto. Le citazioni provengono da un'intervista fatta da Marco Damilano a Pagano. Ho avuto il dubbio se inserirla come "Citazione su" ma poi, tenendo conto che tutti le risposte di Pagano sono virgolettate, ho preferito scriverla come citazione diretta. Ho sbagliato? Porta pazienza :-) è la prima volta che inserisco una voce qui. --[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 18:41, 26 apr 2022 (CEST)
* Per la numerazione delle pagine ho verificato e confermo che la numerazione è quella che fornisce anche GoogleBooks. Correggerò al più presto. Riguardo alla Bibliografia, è opportuno che cambi la struttura della pagina spostando le note in fondo alla pagina, per aprire una nuova sezione Bibliografia e inserendo in essa, oltre a "Il partito di Dio.", anche la bibliografia delle altre due opere citate (I miracoli... e E.T. l'incredibile storia...)? Se affermativo, lascio i riferimenti bibliografici che hai inserito in nota o li tolgo considerando che vengono ripetuti in Bibliografia? [[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 19:38, 26 apr 2022 (CEST)
** Grazie per le molte correzioni. Ho visto che hai modificato il titolo di "E.T. L'incredibile storia di Elio Trenta" in "E.T". Ma il titolo corretto è quello completo, non c'è sottotitolo, come puoi verificare anche dallla bibliografia. Posso sistemare?Ciao--[[Utente:Emmepici|Emmepici]] ([[Discussioni utente:Emmepici|scrivimi]]) 11:16, 27 apr 2022 (CEST)
== Charles Moreau-Vauthier ==
Ciao Sun-crops, dopo aver creato la [[Charles Moreau-Vauthier|voce in oggetto]], mi sono accorto che nel frontespizio del testo, oltre a Moreau-Vauthier, compare anche il nome di Ugo Ojetti. Cosa conviene fare? cancellare la pagina o intitolarla ad ambedue gli autori? Mi sembra che non ci siano indicazioni per capire quale sia il contributo di ciascun autore. Scusami per il disturbo. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:16, 16 mag 2022 (CEST)
:Oppure rinominare la voce con il titolo del libro? Come, ad esempio, ''[[L'evoluzione della fisica]]'' e tanti altri simili? --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 18:45, 16 mag 2022 (CEST)
::Utile è dir poco! Assolutamente risolutivo! Come sempre. Grazie. --[[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 19:22, 16 mag 2022 (CEST)
== Ottavio Rosati ==
Ciao, buon week end. Rispondo alla tua richiesta di indicare una fonte sulla qualifica di 'sceneggiatore' di Ottavio Rosati. Si trova nella sua pagina wikipedia dove sono anche indicate le sue varie sceneggiature, ma anche in filmitalia istituto luce--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 08:48, 19 mag 2022 (CEST)--[[Utente:Varu1971|Varu1971]] ([[Discussioni utente:Varu1971|scrivimi]]) 08:48, 19 mag 2022 (CEST)
== Ping ==
Ciao Sun, ricorda che il ping funziona solo se è accompagnato dalla tua firma in tempo reale (cfr. [[w:Template:Ping|istruzioni]]), ad es. poco fa non ho ricevuto una notifica e non credo che sia arrivata a Dread per il Bar ;-) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:53, 20 giu 2022 (CEST)
:Buongiorno Sun, per completezza aggiungo che anche pingare [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Wikiquote:Bar&diff=next&oldid=1213194 così] va bene e funziona, non c'è nessun obbligo di usare il template; lo dico perché nella successiva diff hai corretto mettendo il template (ora ovviamente non sto dicendo di rimettere com'era prima, dico solo che l'importante è che la notifica arrivi). Altra minuzia, già che passo di qui: quando devi spostare un tuo messaggio da una pagina di discussione a un'altra, perché ti accorgi di averlo appena inserito nella pagina sbagliata, è meglio un semplice spostamento (cancellando il messaggio dalla pagina dove l'hai messo per sbaglio, indicando nel campo oggetto che lo stai spostando) anziché lasciarne un doppione barrato, perché il barrato normalmente indica che ritiri/rinneghi qualcosa che hai scritto, quindi l'utilizzo del barrato per qualcosa che hai semplicemente spostato può generare confusione (ora cancello io il doppione qui sotto, già tutto sistemato, e non serve che vai a cancellarne altri se l'hai già fatto in passato, tienilo solo presente per il futuro ;-)) Un caro saluto, Sun, buona giornata! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:48, 22 giu 2022 (CEST)
== Maiuscole/minuscole ==
Ciao, volevo solo chiarirmi ulteriore in privato circa il tuo messaggio di chiusura [[Discussioni_utente:AssassinsCreed#Agostino_Di_Bartolomei|a questo topic]]. Non ho nessun motivo per dubitare della tua buona fede, ci mancherebbe altro :-) tantopiù che, al di là di quanto prescrivono le - ''attuali ''- linee guida, l'uso del minuscolo mi pare fin d'ora prevalente. Così come non mi darebbe alcun fastidio se, d'ora in avanti, si optasse definitivamente per la maiuscola: si tratta di una minuzia di stile che mi lascia indifferente. Nella circostanza mi ha dato solo fastidio, molto fastidio il ''modo'' in cui è stato trattato - non da te - il mio wikilavoro, e di riflesso la mia utenza; il tutto, per l'appunto, solamente per una risibile minuzia di stile. Diciamo che la tua svista ha avuto quantomeno il ''pregio'' ( :-D ) di portare alla luce rancori che, evidentemente, covavano da un po' sotto alla cenere... e di cui tu, se mai ci fosse bisogno di chiarirlo ulteriormente, non hai alcuna colpa. Pazienza, non si può piacere a tutti qui dentro né si dev'essere forzatamente amici per la pelle, l'unica cosa importante resterà sempre il bene del progetto wiki. Un saluto ;-) '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 19:47, 21 giu 2022 (CEST)
== Re Categoria dissidenti ucraini ==
Caro Sun, creerei come sulla Wikipedia italiana una categoria "dissidenti sovietici" includendovi coloro che facevano parte dell'Unione sovietica ma erano dissidenti rispetto a quel governo, creando eventualmente "dissidenti ucraini" solo nel caso di una persona facente parte dell'Ucraina e dissidente verso di essa (ma non mi sembra che ce ne siano molti) o facente parte della Bielorussia e dissidente verso di essa ecc. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:16, 24 giu 2022 (CEST)
== Defaultsort ==
Sono capitato per caso nella pagina [[Vladimir Semënovič Vysockij]] che tu hai creato. Sono rimasto sorpreso però dall'istruzione <nowiki>{{DEFAULTSORT:Semënovič Vysockij, Vladimir}}</nowiki> che, se non interpreto male, indica, come chiave dell'ordinamento alfabetico nelle categorie, il patronimico («-vič») anziché il cognome --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 16:34, 27 giu 2022 (CEST)
== Re: Corsivi in traduzione ==
Ciao Sun, non c'è una regola, ma spesso in un testo italiano i termini stranieri meno comuni si riportano in corsivo, è una regola stilistica generale che a volte viene adottata, quindi va un po' a discrezione del singolo :-) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:06, 29 giu 2022 (CEST)
:Parola o espressione non credo faccia differenza, "femme fatale" è abbastanza comune e quindi può stare anche senza corsivo.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 14:18, 29 giu 2022 (CEST)
== Refusi ==
Ho notato che le tue aggiunte sono zeppe di refusi ed errori vari che sto pazientemente correggendo. Per favore, in futuro potresti fare più attenzione? Grazie. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:51, 30 giu 2022 (CEST)
{{Ping|Udiki}} Non è consentito impartire ordini a nessun utente [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Theodor_W._Adorno&type=revision&diff=1214678&oldid=1214677]. Spero di essere stato chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:18, 4 lug 2022 (CEST)
:Non era un ordine ma un invito a una collaborazione costruttiva, come quella poi messa in pratica da Dread. Tanto per essere chiari. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:23, 4 lug 2022 (CEST)
::{{Ping|Udiki}} Sono io che spero di esserle stato chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:25, 4 lug 2022 (CEST) "Visto che hai il libro, verificale." è un ordine, e questo non glielo permetto, non so se è chiaro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:27, 4 lug 2022 (CEST)
:::Smentisco espressamente che il mio intento fosse quello. Nel campo oggetto c'è poco spazio e tocca essere stringati, comunque si [[Wikiquote:Presumi la buona fede|presume la buona fede]]. Ma ora che ho chiarito, non si può equivocare. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:31, 4 lug 2022 (CEST)
::::Nessuno può impartire ordini. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:38, 4 lug 2022 (CEST) {{Ping|Udiki}} Aggiunto ping. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:42, 4 lug 2022 (CEST)
:::::D'accordo, ''nessuno''. Me ne ricorderò. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:45, 4 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} {{Ping|Udiki}} Non ricordo di essermi <u>''mai''</u> permesso, in oltre dieci anni, di <s>aver impartito</s> impartire ordini a ''nessuno''. ''Nessuno'' ha mai avuto bisogno di ricordarsi niente con me. E anche la Sua ultima risposta, che è una neppur <s>troppo</s> tanto velata minaccia, ''parla''. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:50, 4 lug 2022 (CEST)
:Non è neppure lontanamente una minaccia, sia ben chiaro. Non preoccuparti. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 23:54, 4 lug 2022 (CEST)
::{{Ping|Udiki}} Non ho assolutamente nulla di cui preoccuparmi. La sua ''era'' una <s>larvata</s> minaccia. Tutto il suo modo di esprimersi è <s>aggressivo</s> aggressivo, ostile e prevaricante. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:56, 4 lug 2022 (CEST)
:::Ci mancherebbe che tu abbia qualcosa di cui preoccuparti, tanto più che sono un semplice utente e non un amministratore, perciò non posso fare alcunché, né comunque lo farei perché non ne ho motivo e, se ce l'avessi, non ne avrei comunque l'intenzione. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 00:02, 5 lug 2022 (CEST)
::::Non mi suoni, per cortesia, questa musica così poco sincera da indifeso, da fragile, da potenziale ''vittima'' di fronte al potente (potenti qui non ce ne sono). L'ho sentita suonare infinite volte in tutte le salse. Lei è stato estremamente fortunato ad imbattersi nel sottoscritto, estremamente fortunato. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:10, 5 lug 2022 (CEST)
:::::Nessuna vittima, infatti ho detto che non ho motivo di pensarlo. Però se dici che sono stato fortunato a imbattermi in te dici anche implicitamente che se mi fossi imbattuto in qualcun altro sarei stato sfortunato. Io non credo neppure a questa ipotesi, ma, se così non fosse, sono lieto una volta di più di trattare con un galantuomo. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 00:22, 5 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Ora sono un galantuomo? Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:35, 5 lug 2022 (CEST) <s>Io sono sempre stato, sono tuttora, e – finché resto – sarò sempre un utente come tutti, né più né meno.</s> <s>Grazie, tutti qui sono galantuomini.</s> --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:39, 5 lug 2022 (CEST) {{ping|Udiki}} Ringrazio per il galantuomo, lo <s>siamo</s> sono tutti qui. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:33, 5 lug 2022 (CEST)
== ''Filosofia della musica moderna'' ==
Ciao, Sun-crops! Non preoccuparti, c'ho pensato io; presa [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Theodor_W._Adorno&type=revision&diff=1214846&oldid=1214842 direttamente dal libro]. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 15:45, 1 lug 2022 (CEST)
:Ah, prego, non c'è bisogno di ringraziarmi. {{smile}} È quello che mi piace fare: trovare le fonti. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 15:56, 1 lug 2022 (CEST)
== Re: Mia presenza futura ==
Carissimo Sun, se/quando sei stanco ovviamente riposati, lo facciamo tutti - anch'io ultimamente non riesco ad essere presente al 100% - ed è bene per la propria salute farlo ogni tanto e dosare bene le energie. Le ombre e i contrasti appaiono sovente come fumo che si dirada quando li si guarda a distanza di tempo con sguardo riposato. Non occorre fare gravosi programmi di assenza o presenza, il bello di un hobby è che si è liberi ogni giorno, ogni settimana, ogni mese ecc. di fare quello che si vuole, a seconda delle energie e dalla voglia che si hanno a disposizione. Né c'è bisogno che io menzioni ora il tuo valore come utente, come vincitore già nel 2019 dello Zampino d'Oro alla Carriera e come degnissimo discepolo di {{ping|AssassinsCreed}}, tu e lui gli unici capaci di raggiungere e persino superare i livelli di perfezione nel patrolling di {{ping|Micione}}. Ah, purtroppo non si vedono ora all'orizzonte nuovi papabili amministratori, ci vorrebbe qualcun altro che mostrasse interesse per il patrolling su Wikiquote... {{smile}} [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:23, 5 lug 2022 (CEST)
:Ciao Sun, mi permetto di intervenire anche qui, sei un utente fondamentale qui e un admin di tutto rispetto, se anche degli impegni ti impediranno di contribuire con frequenza assidua è giusto che tu rimanga nella tua veste ufficiale a fare qualche saltuaria (ma certamente impeccabile) capatina. --[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:05, 19 lug 2022 (CEST)
== Re: Margaret Mead ==
Buongiorno, Sun-Crops!
Ho verificato l'incipit sull'edizione in mio possesso, quella inserita in bibliografia (Feltrinelli, 1988), e il testo risulta uguale a quello pubblicato in WQ: "sanno l'esistenza" anziché "sanno dell'esistenza". Evidentemente, il traduttore si è preso una piccola licenza grammaticale, che, lo dico sottovoce, a me non dispiace. Detto ciò, le ribadisco che lei non disturba mai. Tenga solo presente che, essendo io, lo scrivente, incline a "disertare" l'amato progetto per periodi più o meno lunghi, mi può capitare di risponderle con un non giustificabile ritardo. Perciò: dovesse succedere, non se ne abbia a male. Le auguro un meriggio luminoso epperò con il refrigerio di una brezza marina. Alla prossima, Ibisco [[Utente:Ibisco|Ibisco]] ([[Discussioni utente:Ibisco|scrivimi]]) 11:54, 8 lug 2022 (CEST)
== Re: Nuove voci ==
Ah ok, io credevo ci pensasse un bot :-D vedrò che posso fare, un saluto '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 20:48, 10 lug 2022 (CEST)
==Re:Wikiquote:SheSaid 2022==
Ciao, si si è già partite con la preparazione. Intendi un central notice, vero? Spero lo facciano loro, glielo propongo. GRazie infinite, io spero comunque di averti anche quest'anno, eh! 🥰 --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 23:16, 13 lug 2022 (CEST)
== Impatto astronomico ==
Ciao Sun,
grazie per le piccole modifiche su [[Impatto astronomico]], ma l'aggiunta di wikt nei parametri di interprogetto indirizza ad una voce inesistente. Intendevi, forse, linkare la sola voce "impatto"? [[Utente:Gaux|Gaux]] ([[Discussioni utente:Gaux|scrivimi]]) 15:28, 15 lug 2022 (CEST)
== Re: Spazio tridimensionale ecc. ==
Ciao Sun, scusa se ti rispondo solo ora... Per quel poco che ho avuto modo di conoscerti sei una persona molto colta e intelligente e hai modi invidiabili, fossi in te non eccederei in questi bagni di umiltà {{smile}} Molti interessante in ogni caso l'aneddoto sul professor A. M.
Quanto alla querelle, sinceramente mi dispiace e ho sicuramente sbagliato nella descrizione di quel singolo messaggio. Il mio patrolling si limita ormai a un saltuario controllo dei miei osservati speciali e mi imbattevo ogni volta decine e centinaia modifiche di quel tipo... Il problema non era nemmeno tanto maiuscolo/minuscolo (si è deciso per il minuscolo e va benissimo così purché ci sia uniformità), il problema sono state le mancate risposte prima e le agghiaccianti scuse addotte successivamente per giustificare le mancate risposte poi: una mancanza di rispetto che mi ha fatto perdere la bussola. Questo comunque non sarebbe dovuto accadere e di certo non accadrà più. Inutile anche continuare a parlare, "''e con questo considero chiusa la polemica tra me e il sottoscritto''" {{smile}} [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 07:01, 19 lug 2022 (CEST)
== Evasione del blocco globale ==
Ciao Sun-crops, ti scrivo per [[Speciale:Contributi/151.21.151.19]], si tratta di [[:en:Wikipedia:Wikipedia:Long-term_abuse/Alec_Smithson|Alec Smithson]], credo che i suoi contributi dovrebbero essere cancellati anche su questo progetto. Buona giornata! --[[Utente:Mtarch11|Mtarch11]] ([[Discussioni utente:Mtarch11|scrivimi]]) 15:20, 25 lug 2022 (CEST)
== [[Simulazione]] ==
Mi rivolgo a Voi in quanto amministratore, come richiesto. La voce su Wikipedia riguarda manifestamente tutt'altro, infatti l'incipit recita: "Nelle scienze applicate per simulazione si intende un modello della realtà che consente di valutare e prevedere lo svolgersi dinamico di una serie di eventi o processi susseguenti all'imposizione di certe condizioni da parte dell'analista o dell'utente. Un simulatore di volo, ad esempio, consente di prevedere il comportamento dell'aeromobile a fronte delle sue caratteristiche e dei comandi del pilota." A Napoli si dice: ''a gatta pe' ghire 'e pressa facette 'e figlie cecate''. Comunque mi guardo bene dal fare un rollback, mi sa che lascio com'è... ''Ad maiora!'' [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 19:47, 26 lug 2022 (CEST)
== Re: Alexandre Dumas (padre) ==
Ciao Sun, ovviamente nessun fastidio, è sempre un onore sentirti! Sull'incipit, penso che il promettentissimo Udiki abbia ben operato nell'aggiungere traduzioni famose e che in un'ottica di selezione abbia senso la rimozione della traduzione forse meno autorevole, ma quando si tratta di rimozioni è naturale che ci possano essere prudenti disaccordi e quindi hai fatto bene a ripristinare - meglio nel dubbio abbondare - e non mi sembra che lui se ne sia doluto. Sulla tematica la questione è più complessa: sarebbe bene che in presenza di due significati vi fosserero due voci distinte, qualcosa come "Simulazione (modello)" e "Simulazione (qualità)", quindi avete ragione entrambi: non confondere le due cose ma spostare. Adesso provo a sistemare. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:58, 27 lug 2022 (CEST)
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Ambrogio Levati
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1219137
1218715
2022-07-26T15:27:23Z
Gaux
18878
/* Citazioni */ Marco Faustino Gagliuffi
wikitext
text/x-wiki
{{PDA}}
'''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano.
==Citazioni di Ambrogio Levati==
*Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref>
==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''==
===[[Incipit]]===
La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''.
===Citazioni===
*Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53)
*[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53)
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147)
*{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149)
*Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149)
*Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188)
*{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222)
*Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319)
*Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323)
==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''==
Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813.
*Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831.
==Altri progetti==
{{interprogetto|w=Carlo Ambrogio Levati|w_site=es|s=Autore:Ambrogio Levati}}
{{DEFAULTSORT:Levati, Ambrogio}}
[[Categoria:Insegnanti italiani]]
[[Categoria:Religiosi italiani]]
[[Categoria:Storici italiani]]
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2022-07-27T04:36:00Z
Gaux
18878
/* Citazioni */ nota Codice napoleonico
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text/x-wiki
{{PDA}}
'''Ambrogio Levati''' (1770 – 1841), religioso, storico e professore italiano.
==Citazioni di Ambrogio Levati==
*Disse benissimo Robertson istorico, per ingegno e per erudizione chiarissimo, che fra tutte le istituzioni assurde e bizzarre partorite dalla imbecillità della umana ragione, niuna ve n'ebbe più stravagante di quella, che lasciava alla ventura o alla forza, ed alla agilità delle membra la decisione di punti gravissimi, che riguardavano le fortune e la vita degli uomini.<ref>Dalla [https://archive.org/details/bub_gb_xLsIGTxE-5YC/page/n4/mode/1up Prefazione] a ''Racconti piacevoli sui giudizj di Dio'', per Nicolò Bettoni, Milano, 1831, p. 3.</ref>
==''Saggio sulla storia della letteratura italiana''==
===[[Incipit]]===
La Poesia Italiana degradata ed invilita dagli Arcadi, che l'avevan ridotta ad una obbrobriosa povertà di idee ed a sole inezie canore, {{sic|risurse}} mercé l'ingegno e le cure del cav. [[Vincenzo Monti]]. Egli rialzò gli altari di Dante risuscitando lo studio della Divina Commedia; e pieno delle immagini dell'Alighieri e delle visioni ''del rapito di Patmo Evangelista'' spiccò il suo volo e si innalzò al cielo nelle due Cantiche della ''Basvilliana'' e della ''Mascheroniana'', nel ''Pellegrino Apostolico'', nella ''Visione di Ezechiello'', nella ''Bellezza dell'Universo''.
===Citazioni===
*Alcuni letterati Italiani lodarono il [[Giovanni Fantoni|Fantoni]] per la felicità de' suoi metri ingegnosamente trovati, e noi confessiamo che essi ben si apposero riguardo ad alcuni, ma non riguardo a tutti. Ed a chi, per recarne un solo esempio, potrà piacere il metro dell'''Inno all'Essere Supremo'', che è la parafrasi di un inno francese? Le sue strofe si compongono di tre martelliani e di un settenario (''Di quanto ha moto e vita – eterno protettore Dio della libertade – padre della natura''). Alcuni altri metri sono troppo saltellanti, troppo rotti, e quindi riescono spesso aspri ed ingrati ad orecchie avvezze all'armonia più dolce e più facile degli altri lirici. (cap. I, pp. 52-53)
*[[Angelo Mazza]] fu tartassato fieramente dal Baretti, che lo pose accanto dei Frugoni e dei Vicini. Non si invilì per questo, ma nutrito da un'assidua lettura di Dante, fu chiamato il Poeta dell'Armonia perché si mostrò tutto intento a cantarla. Si perdette però nelle più astruse dottrine Platoniche, e vestì spesse volte con sonori versi i sublimi delirii di quel filosofo. Levandosi a quanto di più alto hanno la metafisica, la poesia e la musica, egli smarrì non rade volte la via nell'altezza verso la quale aveva spiccato il volo. (cap. I, p. 53)
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. (cap. I, p. 147)
*{{sic|Surse}} [[Vittorio Alfieri]], che diede alla Tragedia Italiana il nerbo che gli imitatori dei Greci ed i poeti di Corte le avevano tolto; ne sbandì ogni accessorio ed ogni ornamento poetico, non curando che la forza e la sublimità; ed allontanò ogni personaggio il quale non partecipasse direttamente all'azione. Ma questo sistema rendette un po' uniforme l'andamento delle sue tragedie, in cui scorgi quasi sempre un tiranno, due anime generose ed innamorate, e un qualche vile ministro. (cap. II, p. 149)
*Non si vuol [...] negare che l'Alfieri non sia pieno di situazioni altamente tragiche, che non intrecci il nodo rapidamente, e rapidamente non lo sciolga, che non descriva passioni profonde e violente, che non faccia uso di un dialogo sempre animato e sempre incalzante, che non ispieghi quasi sempre sentimenti elevatissimi; che finalmente una grande sublimità non sia il carattere delle sue tragedie. Ma per sostenersi fece tali sforzi da non poterli celare, e divenne spesso scabroso nel verso, e duro nell'espressione. (cap. II, p. 149)
*Il solo nome del [[Antonio Cesari|Cesari]] desta in ogni colto italiano una certa quale reverenza, che non venne mai meno anche in mezzo agli scherni, alle derisioni, alle beffe, colle quali ora da meschini ed or da altissimi ingegni si tentò d'invilirlo. Uscito appena dalle scuole egli trovò la patria lingua assai ''malconcia'', e ''incattivita per modo, che era sul perdere le natie fattezze''. Deliberato a consacrarsi tutto alla restaurazione di essa, non conobbe, non {{sic|istudiò}}, non {{sic|iscrisse}}, non predicò che la lingua del Trecento; e intorno ad essa spese quarant'anni di fatica. Giunto al termine della sua lunga carriera, e quasi presago dell'imminente sua fine<ref>Nel testo "imminente suo fine".</ref>, volle compiere l'''opera della lingua'' dettando una specie di testamento letterario, in cui {{sic|ristrinse}} le dottrine sparse nelle varie sue opere, onde pe' giovani studiosi servissero di antidoto alle dottrine opposte. (cap. III, p. 188)
*{{NDR|Sullo stile dello storico [[Carlo Botta]]}} Lo zelo di richiamare la lingua a' suoi principii e di impedire, come si esprime egli stesso, che ''tutta diventi infrancesata'', lo spinse a non metter mai il piede se non nelle orme segnate dagli Storici del Trecento e del Cinquecento. (cap. IV, p. 222)
*Alla testa degli Oratori Italiani dee esser posto il cav. Monti, il quale è primo nella eloquenza cosi come nella poesia, nella critica e nella filologia. (cap. VI, p. 319)
*Quell'altissimo lume dell'italiana giurisprudenza, [[Francesco Vigilio Barbacovi|{{sic|Virgilio}} Barbacovi]], mostrò colle sue ''Orazioni e Dissertazioni giudiziali'' la verità della sentenza Oraziana, che chi conosce profondamente la materia che imprende a trattare, non mancherà né di facondia, né di lucido ordine. Le bellezze dello stile sono in questo scrittore ingenerate dalla profondità dei concetti, e per ciò più maschie e più sublimi. (cap. VI, p. 323)
==[[Incipit]] di ''Elogio di Giuseppe Parini''==
Allorché, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorché trasportandomi col pensiero nell'antica [[Grecia]] ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di [[Edipo_re#Edipo_re|Edipo]] e di [[Oreste]]; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Né cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, [[Montesquieu]], che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra [[Strabone]], [[Niccolò Machiavelli|Macchiavello]], [[David Hume|Hume]], che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura<ref>I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perché tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno. Qual teatro per la poesia e per le arti! La Religione de' Greci avea misteri ch'erano pitture deliziose, cerimonie, ch'eran feste ridenti e spettacoli pomposi, un dogma, in cui il più terribile, cioè la morte e l' avvenire era abbellito delle più brillanti pitture; in una parola i Greci aveano una Religione Poetica, di cui i Poeti erano gli oracoli e forse gli inventori. Questa Religione offriva anche delle terribili situazioni, che potevano essere il soggetto di quadri patetici, di tragici componimenti. Oracoli oscuri e terribili, espiazioni sanguinarie, sagrifizj di sangue umano, delitti permessi o comandati, un contrasto continuo fra le leggi della natura e quelle del destino, fra la morale e la religione, infelici collocati come in uno stretto sull'orlo di due precipizj; ecco senza dubbio il sistema Religioso il più spaventevole che offrir poteva patetici e terribili soggetti agli artisti. Vedi ''Dict. des Belles Lettres, Art. Poesie''</ref>.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Ambrogio Levati, ''Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova'', dai tipi di Giovanni Bernardoni, Milano, 1813.
*Ambrogio Levati, ''[https://archive.org/details/bub_gb_FmyteRIaUR4C/page/n5/mode/1up Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del secolo XIX]'', presso Ant. Fort. Stella e Figli, Milano, 1831.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Insegnanti italiani]]
[[Categoria:Religiosi italiani]]
[[Categoria:Storici italiani]]
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19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Neon Genesis Evangelion ==
Ciao! Notando la "edit war" che sta avvenendo nella voce di [[Neon Genesis Evangelion]] in merito alla frase di '''Kaji''' nell'episodio '''19''', vorrei fare presente che esistono più versioni ufficiali di quel dialogo - e di altri -, in quanto facenti parti di altrettanti doppiaggi ufficiali. La citazione che l'IP anonimo sta tentando di inserire è la versione curata da [[w:Gualtiero_Cannarsi|Cannarsi]]. Quindi, in questo caso, non dovrebbero essere mantenute entrambe con i rispettivi riferimenti? --[[Speciale:Contributi/62.11.205.155|62.11.205.155]] ([[User talk:62.11.205.155|msg]]) 18:55, 23 gen 2022 (CET)
:Tra le due versioni di quella frase non ci sono differenze rilevanti, quindi credo per ora sia meglio seguire per uniformità lo stesso doppiaggio, quello storico, a cui fanno riferimento le altre citazioni riportate nella pagina. Ma fino ad oggi non sapevo del nuovo doppiaggio, grazie per la segnalazione. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:29, 24 gen 2022 (CET)
== Cancellazione ==
Ciao Spin, buon sabato. Vuoi per favore dare uno sguardo alla mia cancellazione? C'è un link che rinvia ad un'università presente in en.wikipedia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:11, 12 mar 2022 (CET)
:Grazie Spin. Il passaggio da divinità ad umano, sia pure regale, mi dà un certo sollievo: finiti i guai con Apollo (sento sempre, vedo sempre, di tanto in tanto un sibilar, un balenar di lame...). Consolante peraltro il fatto che si tratti del XIV° e non del [[Luigi XVI di Francia|n. 16]] perché in un modo o nell'altro sempre a [[ghigliottina|lame]] si va a finire, et les [[Robespierre|Maximilien]] & Co. temo non ci sia proprio modo di ammansirli. Di fronte all'incarnazione della Virtù non avrei scampo. Ma, mi domando: come potrei dire – non essendo – let's face it – Spinoziano, Superchilum, Creed, DonatoD, Homer, AssassinsCreed come potrei in coscienza dire: Wikiquote c'est moi? No no, es ist unmöglich: wikiquote c'est vous e tutti i collaboratori e, fra loro, per una piccola parte, anche moi. Grazie infinite Spin, ma Sun-crops à la lanterne... {{NDR|È vero che à la lanterne (alla lama) ci finisce il n° 16 e non il 14. Ma con la specialissima sfortuna che mi sorride perennemente – experto crede – non è affatto da escludere – in caso di [[Eterno ritorno|Ewige Wiederkunft des Gleichen]] – l'ipotesi di un'eccezionale sospensione dei vincoli spazio-temporali, e quindi della necessaria successione temporale, l<nowiki>'</nowiki>''inaudito'', l<nowiki>'</nowiki>''incredibile'', il ''du jamais vu'', nel mio caso avverrebbe con fatale certezza, con conseguente ''molto <s>ungleichlich</s> ungleich azione totale retroattiva en masse'' sul n. 14, moi. E questo per l'eternità (altrimenti che Eterno ritorno sarebbe)}} e, siccome sono un po' in sovrappeso, dovrei anche risarcire i danni alla povera lanterne e al cappio stesso, pagare le spese di una doppia, forse tripla ''pendaison'', ove si volesse passare dalle lame alle funi. Pensandoci bene, meglio di no meglio di no. Ma, grazie Spin per quest'alternativa, per avere esplorato questa possibilità, grazie. Un po' di più mi sorride l'idea di essere un [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Re Lazzarone]], ma anche proprio un [[Lazzari|Lazzarone]] – al netto beninteso di certe ''estreme'' intempranze lazzaroniche seguite alla restaurazione borbonica del 1799 – andrebbe più che bene, anzi benonissimo. Mi piacciono, tutto sommato e al netto di ciò che – come ho detto – va detratto, mi piacciono, mi sono sempre piaciuti moltissimo i Lazzaroni, moltissimo: questi – a modo loro, anche loro – particolarissimi ''philosophes''. Ma dove stanno più... Finiti, da un pezzo, anche loro. Dommage. Ciao, Spin. Grazie. Buon Fine Settimana, da quel {{small|Lazzarone}} di {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:06, 12 mar 2022 (CET)
::Ciao Spin. Ultimato il Lever du Roi, dopo il fatidico "Sire, è ora", visitato dal [[Utente:AssassinsCreed|Primo Medico]] e dal Chirurgo (un validissimo salassatore germanico, Michael Xaver von und zu S P), conclusasi la Grande Entrata, ricambio l'augurio di Buona Domenica. Rassicuro il Medico: per gli eccessi con la favorite, sono perfettamente in regola, vita sanissima, ineccepibile la mia: ''Maista' e bbuono'' (nonostante sia una Maestà) di favorite non ne ho, harem sideralmente vuoto, il Nada Totale; per esclusivo, antichissimo privilegio godo del totale sfavore delle favorite. Elles me boudent. Per gli altri eccessi, seguirò scrupolosamente le tue preziose indicazioni; del resto sono già da decenni per più di tre quarti vegetariano. Certo, potrei morire tranquillamente di gotta. ''Potrei'', ma oltre alle Grandi Entrate, debbo fare i conti con le possibili pericolosissime Piccole Entrate o Entrate dal Retro dell'ouroboros, dell'anulus aeternitatis: come già evidenziato, un guasto, un incepparsi del congegno eterno, uno spiraglio e il rifluire dei secoli con inversione retroagente del Karma sono assicurati. Ma te l'immagini, un prodigioso anacronismo divenire realtà: Port-Royal e gli Stati Generali (magicamente autoconvocatisi) alleati contro di me. Immagina la favolosa triplice alleanza, la chimera: Pascal Danton Robespierre. 'A vermutta, come di dice a Napoli, di Luigi XVI la vorrebbero da me, e chi li convince gli ultimi due e tutti gli altri che si trovano per un banalissimo guasto nel secolo sbagliato? Ma non pensiamoci troppo, sarà quel che sarà. Grazie di tutto, grazie all'Eminentissimo Medico. A tutti, nel giorno 13 del mese di <s>dicembre</s> <s>aprile</s> marzo dell'anno di grazia 2022 Buona domenica. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:01, 13 mar 2022 (CET) P. S. Spin, ma non è che di paragone in paragone, stai accarezzando l'idea di [[w:Amaterasu|questa identificazione]]? Lì sono [[w:Katana|lame tremende]], in confronto quelle di Efesto sono temperini. Evitiamo i Kami, s'il te plaît. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:11, 13 mar 2022 (CET)
:::OK. Ciao Spin. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:22, 13 mar 2022 (CET)
== Berta Castañé ==
Ciao Spin. Per questa voce anche io avevo rilevato numerosi seri problemi che avevo esposto nell'o.d.m. Concordo quindi con la cancellazione e ti ringrazio. Purtroppo non conosco le altre voci create dall'utente con diversi ip, ma è chiaro che se presentano gli stessi problemi che abbiamo rilevato debbono essere cancellate. Ti ringrazio ancora e ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:34, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: ''Sun''ta Pasqua ==
Ciao, Spin. È sempre un grande piacere un tuo messaggio, qualunque ne sia il motivo, in qualunque occasione, sempre. Ti ringrazio molto per gli auguri che ricambio di cuore, ti auguro di trascorre una felice Pasqua – mai come quest'anno la Pasqua è tanto significativa – con le persone che ti sono care. Grazie, Spin. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:47, 17 apr 2022 (CEST)
== Come imparare l'utilizzo dei progetti senza essere redarguiti con avvisi e blocchi? ==
Ciao Spinoziano, ti scrivo perché purtroppo anche qui si ripete quello che mi è già successo su Wikipedia: sto ancora imparando come funziona (lo conosco ancor meno di quanto conoscessi Wikipedia) ed anche qui hanno cominciato già con avvisi e ammonizioni, mentre sull'altro progetto ne ho avute veramente troppe sin dal giorno in cui ero neoiscritto (ora sono bloccato fino al 10 luglio) ed ho quindi deciso di non tornarci più neanche dopo la fine del blocco. Come si può fare per poter essere guidati e seguiti (soprattutto in casi di lievi forme d'autismo come il mio) senza che gli errori siano considerati vandalismo e nessuno degli amministratori inizi già a preparare il tasto da premere? Su Wikipedia, fino ad inizio aprile, avevo evitato di chiedere l'assegnazione di un tutor, perchè vedevo che era proprio difficile trovare qualcuno che conoscesse abbastanza l'autismo senza dirmi in maniera offensiva che "sfruttassi la mia condizione", cosa che non vorrei venisse neanche pensata, e vedevo spesso comportamenti a me inadatti da parte di molti utenti più esperti, per cui ero sicurissimo che anche per un altro utente potesse essere difficile che ci capissimo e volevo evitare che lui/lei potesse ritenere di "'perdere tempo dietro a me". Ed anche dopo che avevo trovato una grandissima disponibilità da parte di un paio di utenti, qualcun altro ha continuato a percepire disturbo nei miei edit e nel doverci stare dietro (e non solo l'amministratore che ha bloccato).--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 10:14, 23 apr 2022 (CEST)
:L'avviso vandalismo è arrivato DOPO le spiegazioni che mi hanno dato e senza che avessi compiuto altri edit. La voce [[Gildo Claps]] poteva non essere enciclopedica, ma l'avevo già creata ''prima'' che mi venissero date le spiegazioni che dici tu. Ed infatti in questo caso la mia condizione non c'entra neppure nulla, a me stesso veniva detto di non aggredire gli utenti inesperti con avvisi di vandalismo per i loro errori.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 12:35, 23 apr 2022 (CEST)
:: {{ping|Potenza2021}} Avevo deciso di restare rigorosamente fuori da questa discussione, ma dopo aver letto il messaggio precedente devo intervenire per dire che lei ''mente'', mente per la gola. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:53, 23 apr 2022 (CEST) {{ping|Potenza2021}} E per essere più precisi: "senza che avessi compiuto altri edit"= ho pregato di sistemare gli edit irregolari [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Citazioni_senza_fonte] e lei se ne è completamente infischiato, nonostante mi fossi fatto carico di sistemare parte delle irregolarità [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Madonna_(cantante)&diff=next&oldid=1204100] e avessi creato – al suo posto – la voce [[Vito Santarsiero]], evitandole un secondo annullamento. Quello che lei sostiene sulla creazione della voce [[Gildo Claps]] – creazione consapevole di voce non enciclopedica (un grosso edit improprio a definirlo eufemisticamente...) –, è completamente falso [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Enciclopedia], e quindi... non occorre ripetere quanto già scritto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:27, 23 apr 2022 (CEST)
::::{{ping|Sun-crops}} e Lei come si permette di dirlo? Soprattutto, chi è Lei per dirmi "Lei mentre per la gola"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:14, 23 apr 2022 (CEST)
::::Infischiato? No, questo è inaccettabile. Semplicemente mi era sfuggito di farlo: io comunque vedo UN SOLO edit che presentava le stesse criticità di Vito Santarsiero (quello su [[Lucio Dalla]], ma ho letto che hanno annullato in quanto la fonte era considerata non affidabile. Infine, Lei non ha nessun diritto di "giudicare" cosa è vero, cosa è consapevole... non siamo ad un processo.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:38, 23 apr 2022 (CEST)
{{rientro}} {{ping|Potenza2021}} Discutere con lei è semplicemente inutile. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:44, 23 apr 2022 (CEST)
== Re:Pertinenza ==
Ciao, grazie per i complimenti. Come puoi vedere sono nuovo e sto imparando un po' per volta. Effettivamente ero anch'io in dubbio se inserire la citazione del castoro e di internet. Pensandoci un po' quella di internet non è molto pertinente e provvedo a rimuoverla. Una domanda: quella del blackjack è pertinente o no? --<br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 11:13, 20 mag 2022 (CEST)
:Neanch'io conosco il blackjack, ma penso che sia più incentivato sul mercanteggio che sul blackjack. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 12:11, 20 mag 2022 (CEST)
::{{Fatto}} e grazie ancora per i complimenti. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 13:13, 20 mag 2022 (CEST)
== Re: My Dress-Up Darling ==
Ciao Spinoziano, grazie dell'aiuto. Ho occasionalmente fatto qualche ritocco su questa wiki ma era da un bel po' che non contribuivo. Purtroppo ho solo iniziato la voce ma ho dovuto stopparmi, stasera completerò le citazioni dell'anime, per poi inserire quelle del manga se differenti. Per quanto riguarda l'anime sto facendo fede ai sottotitoli ufficiali di Crunchyroll. Ti chiedo se devo inserire questa fonte come nota o se è autoesplicativa.
Per quanto riguarda le citazioni del manga ho in mano i tre volumi cartacei usciti in Italia, mentre vorrei chiederti come sarebbe più opportuno fare per quelli non ancora usciti ufficialmente. Se è possibile fare affidamento su fansub o se preferibile non mettere nulla. Oltre al modello voce, sto guardando anche altre voci simili come esempio.
Grazie mille. --[[Utente:Torque|Torque]] ([[Discussioni utente:Torque|scrivimi]]) 15:50, 23 mag 2022 (CEST)
== Dolci inganni ==
Ciao! Hai ragione, avevo già la pagina aperta per aggiungerlo ma poi per qualche motivo me ne sono dimenticato. ''Calvario'' lo vidi anni fa e mi piacque moltissimo in effetti. Però mi sa che tu ti sia fatto l'idea che mi piacciano solo film pesanti a sfondo religioso... XD [[Utente:Phyrexian|Phyrexian]] [[Discussioni utente:Phyrexian|ɸ]] 20:36, 10 giu 2022 (CEST)
== Re: Ping ==
Grazie per la dritta, Spin. Chiedo scusa per l'errore. Ciao. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:19, 20 giu 2022 (CEST)
:Ancora una volta un grande grazie, tutti chiarimenti fondamentalissimi. Ciao Spin. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 22 giu 2022 (CEST)
==Categoria dissidenti ucraini ==
Ciao, Spin. Scusami se ti scrivo per una piccola grana. Ho creato, poi cancellato la categoria perché ho pensato, a causa della segnalazione di un errore di collegamento nel risultato finale (ma ho collegato bene in wikidata da cui però risulta che la categoria manca in it.wikipedia), che fosse una categoria errata, dovendosi considerare esatta la sola Categoria:Dissidenti sovietici che non abbiamo ancora. I poeti inclusi nella categoria cancellata sono [[Lina Kostenko]] e [[Vasyl Stus]]. Poi però ho letto in [https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Ukrainian_dissidents wikidata] che questi due autori rientano in questa categoria. Cosa sarebbe meglio fare: ripristinare la categoria che ho cancellato, oppure creare in futuro anche la categoria dissidenti sovietici e includervi tutti i dissidenti delle varie nazionalità dell'ex Unione Sovietica, o creare entrambe le categorie dissidenti sovietici e ucraini, e includervi i dissidenti ucraini. Prevedo anche la complicazione, in propettiva, di dover creare le categorie dissidenti russi, ucraini, bielorussi ecc. ecc. in aggiunta ai sovietici. Oppure lasciamo per ora tutto così com'è? Grazie infinite, Spin, scusami, ti auguro di trascorrere una buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:04, 23 giu 2022 (CEST)
:Benissimo Spin. Grazie. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:58, 24 giu 2022 (CEST)
::[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]] '''{{LangSwitch
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}}''' Ancora grazie e buon fine settimana. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:20, 24 giu 2022 (CEST)
== Re: Paolo I di Russia ==
Ho risposto al tuo messaggio. Purtroppo, per la comparsa di un infernale box "Visuale", la mia risposta è apparsa nella mia pagina di discussioni, anziché nella tua. Ciao, [[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 17:59, 26 giu 2022 (CEST)
==Lettura==
Ciao Spinoziano, ti scrivo sull'[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Lettura&oldid=prev&diff=1213925 aggiunta] e anzi grazie per aver deciso boldamente coi ringraziamenti che spiegavano. :-) Sai che che non mi so bene decidere nemmeno io bene su quale sia la pagina migliore? Ci ho pensato parecchio... Nel senso, la Lessing si riferisce alla lettura nel suo complesso, o forse ancora più precisamente alla "cultura" (o all'acculturamento), più che al libro, che a questo punto è solo un termine usato come [[wikipedia:it:sineddoche|sineddoche]] e non il soggetto della citazione. Magari si può trovare un terzo termine ancora più opportuno... Non è semplice in questi casi. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 06:17, 27 giu 2022 (CEST)
:Hmm... Può essere. Quando si ascolta dire qualcosa dentro a un discorso, col tono e la partecipazione di chi la dice, in effetti c'è sempre un'impressione diversa rispetto a leggerla (o rileggerla) quando è a sé stante, è già capitato anche a me. A me pare abbastanza efficace rispetto a tante altre che esprimono lo stesso concetto, quasi un aforisma. Anche se, sì, tutto sommato è semplice... --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 19:22, 4 lug 2022 (CEST)
== Corsivi in traduzione ==
Ciao Spin, ti chiedo la cortesia di un chiarimento in relazione a questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Barbara_Hannigan&type=revision&diff=1214435&oldid=1193069]: esiste, a mia insaputa, una regola che prevede l'impiego del corsivo, anche se non è presente nella fonte, nel riportare espressioni o locuzioni straniere? Scrivere femme fatale in corsivo nella traduzione comporta l'aggiunta di un'enfasi che nel testo originale non esiste. Ma se la regola è di inserire in corsivo, anche se non c'è nell'originale, mi adeguo. Ciao, grazie. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:02, 29 giu 2022 (CEST)
:Grazie Spin, scusami, ma devo chiederti ancora una cosa, anzi due: femme fatale è un'espressione poco comune? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:11, 29 giu 2022 (CEST) La seconda: espressioni intere vanno in corsivo? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:12, 29 giu 2022 (CEST)
::Grazie infinite Spin. 'A Maronna m'adda da' 'na grande pacienzia. 'A Maronna c'accumpagna a mme a tte. Grazie mille. Buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:22, 29 giu 2022 (CEST)
== [[Theodor W. Adorno]] ==
<del>Salve! Nella voce in oggetto, riguardo l'opera ''Minima moralia'', in bibliografia ci sono due edizioni: una datata 1974, l'altra senza data, entrambe di Einaudi. Che senso ha tenere l'edizione senza data? L'avevo tolta, ma un altro utente l'ha reinserita dicendo che "Purtroppo c'è una citazione non coperta dall'edizione 1974, altrimenti l'avrei fatta io questa modifica". (Notasi che anche lui è sostanzialmente d'accordo, infatti dice che l'avrebbe fatta lui quella stessa modifica). Ma quella citazione continua a non essere coperta da nessuna fonte precisa. Ho proposto di marcare con [[Template:Da controllare]], come si fa in questi casi quando addirittura non si sposta la citazione nella pagina di discussione. Ho chiesto all'utente, che se non sbaglio ha il testo, di verificare la citazione. Ma ha fatto una edit war, non ha chiesto il parere di un terzo come avevo proposto, ha ripristinato tutto e ha persino bloccato la pagina. Non mi sembra esattamente un modo di fare costruttivo. Secondo te cos'è più giusto fare?</del> [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:57, 30 giu 2022 (CEST)
:Come non detto, ci ha pensato il buon Dread. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:35, 30 giu 2022 (CEST)
== Citazione errata ==
Mi sono accorto che l'unica citazione attribuita a [[William Drummond di Hawthornden]] (ecc. «Colui che non vuole ragionare è un fanatico» / «He that will not reason is a bigot», ecc.) è errata: è stata pronunciata dal suo quasi omonimo William Drummond of Logiealmond, autore di ''Academical Questions'' ([http://books.google.com/books?id=U9FOAAAAYAAJ&pg=PR15 vedi Google libri, ''Academical Questions'', Preface, p. 15]). Cosa si fa di solito in casi del genere? Si chiede la cancellazione della pagina "William Drummond di Hawthornden", oppure si lascia la pagina ma si toglie la citazione, oppure si rinominare la pagina "William Drummond di Hawthornden" in "William Drummond of Logiealmond")? --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 20:50, 30 giu 2022 (CEST)
== Mia presenza futura ==
Ciao, Spin. Scusami per l'ora in cui ti scrivo, la cosa in fondo è molto semplice: per varie ragioni, sulle quali non mi dilungo, non so se potrò collaborare ancora, e con quale assiduità potrò farlo. Nei prossimi giorni cercherò di essere presente, ma è possibile anche che in un futuro piuttosto prossimo debba ritirarmi, ripresentandomi al lavoro periodicamente, se potrò. Non sarebbe una cattiva idea, penso, sondare un po' il terreno per capire se c'è la possibilità di nominare un amministratore. Ti saluto con affetto. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:37, 4 lug 2022 (CEST) P. S. Spin, mi si vedrà qui forse ancora per alcuni giorni, solo perché vorrei fare attività di revisione sulle mie pagine, per quello che posso. Ma non durerà a lungo. Quindi credo sarebbe buona cosa se si riuscisse a nominare un amministratore, e qui non mancano persone con titoli solidissimi. In ogni caso non sarò presente per molto tempo, né più tutti i giorni, come è stato praticamente sempre per oltre dieci anni. Ciao. E, vista l'ora, sia pure con molto anticipo, buona giornata --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:34, 5 lug 2022 (CEST) Sì, Spin, la parabola della mia collaborazione si è conclusa. Non potrà più essere come prima. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:38, 5 lug 2022 (CEST) Un'ultima cosa: in un messaggio inviato a Udiki, ho parlato di fortuna; spero che nessuno fraintenda quel che volevo dire. Purtroppo non si può parlare con semplicità, senza trucchi, senza cazzimme, come si deve parlare, diritti negli occhi, da uomini a uomini, appunto da galantuomini (sono fresco di nomina ;-)) – si finisce regolarmente spalle al muro; ma voi mi conoscete da tanto tempo e non fraintenderete, ne sono certo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:27, 5 lug 2022 (CEST)
:Grazie per il tuo messaggio, Spin. Un affettuoso saluto. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:07, 5 lug 2022 (CEST)
== Francesco Marto ==
Ciao. [[:File:Francisco Marto2.jpg|Questa]] non è la fotografia (ufficiale) del 1917, questa è una riproduzione fatta alcuni anni dopo le apparizioni (possibilmente dopo la morte di Francisco), per questo è stato messo il ritratto catalogato come "immagine di valore". La fotografia che vuoi mettere e a cui fare riferimento –in cui appare con sua sorella Giacinta e sua cugina Lúcia– è [[:File:ChildrensofFatima.jpg|qui]]. [[Speciale:Contributi/81.41.189.179|81.41.189.179]] ([[User talk:81.41.189.179|msg]]) 14:11, 17 lug 2022 (CEST)
== [[Alexandre Dumas (padre)]] ==
Ciao, Spin. Scusami se ti do un po' di fastidio con questo problema: trovi giustificata questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Alexandre_Dumas_%28padre%29&type=revision&diff=1219155&oldid=1219108] con cui viene rimosso l'incipit di C. Siniscalchi? Io non la trovo giustificata, a me sembra una modifica arbitraria e distuttiva; fatta in perfetta buona fede, ma... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:40, 26 lug 2022 (CEST)
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Sun-crops
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__TOC__
== How we will see unregistered users ==
<section begin=content/>
Ciao!
Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia.
Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate.
Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento.
Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia.
Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio.
Grazie.
/[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/>
19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Neon Genesis Evangelion ==
Ciao! Notando la "edit war" che sta avvenendo nella voce di [[Neon Genesis Evangelion]] in merito alla frase di '''Kaji''' nell'episodio '''19''', vorrei fare presente che esistono più versioni ufficiali di quel dialogo - e di altri -, in quanto facenti parti di altrettanti doppiaggi ufficiali. La citazione che l'IP anonimo sta tentando di inserire è la versione curata da [[w:Gualtiero_Cannarsi|Cannarsi]]. Quindi, in questo caso, non dovrebbero essere mantenute entrambe con i rispettivi riferimenti? --[[Speciale:Contributi/62.11.205.155|62.11.205.155]] ([[User talk:62.11.205.155|msg]]) 18:55, 23 gen 2022 (CET)
:Tra le due versioni di quella frase non ci sono differenze rilevanti, quindi credo per ora sia meglio seguire per uniformità lo stesso doppiaggio, quello storico, a cui fanno riferimento le altre citazioni riportate nella pagina. Ma fino ad oggi non sapevo del nuovo doppiaggio, grazie per la segnalazione. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:29, 24 gen 2022 (CET)
== Cancellazione ==
Ciao Spin, buon sabato. Vuoi per favore dare uno sguardo alla mia cancellazione? C'è un link che rinvia ad un'università presente in en.wikipedia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:11, 12 mar 2022 (CET)
:Grazie Spin. Il passaggio da divinità ad umano, sia pure regale, mi dà un certo sollievo: finiti i guai con Apollo (sento sempre, vedo sempre, di tanto in tanto un sibilar, un balenar di lame...). Consolante peraltro il fatto che si tratti del XIV° e non del [[Luigi XVI di Francia|n. 16]] perché in un modo o nell'altro sempre a [[ghigliottina|lame]] si va a finire, et les [[Robespierre|Maximilien]] & Co. temo non ci sia proprio modo di ammansirli. Di fronte all'incarnazione della Virtù non avrei scampo. Ma, mi domando: come potrei dire – non essendo – let's face it – Spinoziano, Superchilum, Creed, DonatoD, Homer, AssassinsCreed come potrei in coscienza dire: Wikiquote c'est moi? No no, es ist unmöglich: wikiquote c'est vous e tutti i collaboratori e, fra loro, per una piccola parte, anche moi. Grazie infinite Spin, ma Sun-crops à la lanterne... {{NDR|È vero che à la lanterne (alla lama) ci finisce il n° 16 e non il 14. Ma con la specialissima sfortuna che mi sorride perennemente – experto crede – non è affatto da escludere – in caso di [[Eterno ritorno|Ewige Wiederkunft des Gleichen]] – l'ipotesi di un'eccezionale sospensione dei vincoli spazio-temporali, e quindi della necessaria successione temporale, l<nowiki>'</nowiki>''inaudito'', l<nowiki>'</nowiki>''incredibile'', il ''du jamais vu'', nel mio caso avverrebbe con fatale certezza, con conseguente ''molto <s>ungleichlich</s> ungleich azione totale retroattiva en masse'' sul n. 14, moi. E questo per l'eternità (altrimenti che Eterno ritorno sarebbe)}} e, siccome sono un po' in sovrappeso, dovrei anche risarcire i danni alla povera lanterne e al cappio stesso, pagare le spese di una doppia, forse tripla ''pendaison'', ove si volesse passare dalle lame alle funi. Pensandoci bene, meglio di no meglio di no. Ma, grazie Spin per quest'alternativa, per avere esplorato questa possibilità, grazie. Un po' di più mi sorride l'idea di essere un [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Re Lazzarone]], ma anche proprio un [[Lazzari|Lazzarone]] – al netto beninteso di certe ''estreme'' intempranze lazzaroniche seguite alla restaurazione borbonica del 1799 – andrebbe più che bene, anzi benonissimo. Mi piacciono, tutto sommato e al netto di ciò che – come ho detto – va detratto, mi piacciono, mi sono sempre piaciuti moltissimo i Lazzaroni, moltissimo: questi – a modo loro, anche loro – particolarissimi ''philosophes''. Ma dove stanno più... Finiti, da un pezzo, anche loro. Dommage. Ciao, Spin. Grazie. Buon Fine Settimana, da quel {{small|Lazzarone}} di {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:06, 12 mar 2022 (CET)
::Ciao Spin. Ultimato il Lever du Roi, dopo il fatidico "Sire, è ora", visitato dal [[Utente:AssassinsCreed|Primo Medico]] e dal Chirurgo (un validissimo salassatore germanico, Michael Xaver von und zu S P), conclusasi la Grande Entrata, ricambio l'augurio di Buona Domenica. Rassicuro il Medico: per gli eccessi con la favorite, sono perfettamente in regola, vita sanissima, ineccepibile la mia: ''Maista' e bbuono'' (nonostante sia una Maestà) di favorite non ne ho, harem sideralmente vuoto, il Nada Totale; per esclusivo, antichissimo privilegio godo del totale sfavore delle favorite. Elles me boudent. Per gli altri eccessi, seguirò scrupolosamente le tue preziose indicazioni; del resto sono già da decenni per più di tre quarti vegetariano. Certo, potrei morire tranquillamente di gotta. ''Potrei'', ma oltre alle Grandi Entrate, debbo fare i conti con le possibili pericolosissime Piccole Entrate o Entrate dal Retro dell'ouroboros, dell'anulus aeternitatis: come già evidenziato, un guasto, un incepparsi del congegno eterno, uno spiraglio e il rifluire dei secoli con inversione retroagente del Karma sono assicurati. Ma te l'immagini, un prodigioso anacronismo divenire realtà: Port-Royal e gli Stati Generali (magicamente autoconvocatisi) alleati contro di me. Immagina la favolosa triplice alleanza, la chimera: Pascal Danton Robespierre. 'A vermutta, come di dice a Napoli, di Luigi XVI la vorrebbero da me, e chi li convince gli ultimi due e tutti gli altri che si trovano per un banalissimo guasto nel secolo sbagliato? Ma non pensiamoci troppo, sarà quel che sarà. Grazie di tutto, grazie all'Eminentissimo Medico. A tutti, nel giorno 13 del mese di <s>dicembre</s> <s>aprile</s> marzo dell'anno di grazia 2022 Buona domenica. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:01, 13 mar 2022 (CET) P. S. Spin, ma non è che di paragone in paragone, stai accarezzando l'idea di [[w:Amaterasu|questa identificazione]]? Lì sono [[w:Katana|lame tremende]], in confronto quelle di Efesto sono temperini. Evitiamo i Kami, s'il te plaît. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:11, 13 mar 2022 (CET)
:::OK. Ciao Spin. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:22, 13 mar 2022 (CET)
== Berta Castañé ==
Ciao Spin. Per questa voce anche io avevo rilevato numerosi seri problemi che avevo esposto nell'o.d.m. Concordo quindi con la cancellazione e ti ringrazio. Purtroppo non conosco le altre voci create dall'utente con diversi ip, ma è chiaro che se presentano gli stessi problemi che abbiamo rilevato debbono essere cancellate. Ti ringrazio ancora e ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:34, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: ''Sun''ta Pasqua ==
Ciao, Spin. È sempre un grande piacere un tuo messaggio, qualunque ne sia il motivo, in qualunque occasione, sempre. Ti ringrazio molto per gli auguri che ricambio di cuore, ti auguro di trascorre una felice Pasqua – mai come quest'anno la Pasqua è tanto significativa – con le persone che ti sono care. Grazie, Spin. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:47, 17 apr 2022 (CEST)
== Come imparare l'utilizzo dei progetti senza essere redarguiti con avvisi e blocchi? ==
Ciao Spinoziano, ti scrivo perché purtroppo anche qui si ripete quello che mi è già successo su Wikipedia: sto ancora imparando come funziona (lo conosco ancor meno di quanto conoscessi Wikipedia) ed anche qui hanno cominciato già con avvisi e ammonizioni, mentre sull'altro progetto ne ho avute veramente troppe sin dal giorno in cui ero neoiscritto (ora sono bloccato fino al 10 luglio) ed ho quindi deciso di non tornarci più neanche dopo la fine del blocco. Come si può fare per poter essere guidati e seguiti (soprattutto in casi di lievi forme d'autismo come il mio) senza che gli errori siano considerati vandalismo e nessuno degli amministratori inizi già a preparare il tasto da premere? Su Wikipedia, fino ad inizio aprile, avevo evitato di chiedere l'assegnazione di un tutor, perchè vedevo che era proprio difficile trovare qualcuno che conoscesse abbastanza l'autismo senza dirmi in maniera offensiva che "sfruttassi la mia condizione", cosa che non vorrei venisse neanche pensata, e vedevo spesso comportamenti a me inadatti da parte di molti utenti più esperti, per cui ero sicurissimo che anche per un altro utente potesse essere difficile che ci capissimo e volevo evitare che lui/lei potesse ritenere di "'perdere tempo dietro a me". Ed anche dopo che avevo trovato una grandissima disponibilità da parte di un paio di utenti, qualcun altro ha continuato a percepire disturbo nei miei edit e nel doverci stare dietro (e non solo l'amministratore che ha bloccato).--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 10:14, 23 apr 2022 (CEST)
:L'avviso vandalismo è arrivato DOPO le spiegazioni che mi hanno dato e senza che avessi compiuto altri edit. La voce [[Gildo Claps]] poteva non essere enciclopedica, ma l'avevo già creata ''prima'' che mi venissero date le spiegazioni che dici tu. Ed infatti in questo caso la mia condizione non c'entra neppure nulla, a me stesso veniva detto di non aggredire gli utenti inesperti con avvisi di vandalismo per i loro errori.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 12:35, 23 apr 2022 (CEST)
:: {{ping|Potenza2021}} Avevo deciso di restare rigorosamente fuori da questa discussione, ma dopo aver letto il messaggio precedente devo intervenire per dire che lei ''mente'', mente per la gola. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:53, 23 apr 2022 (CEST) {{ping|Potenza2021}} E per essere più precisi: "senza che avessi compiuto altri edit"= ho pregato di sistemare gli edit irregolari [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Citazioni_senza_fonte] e lei se ne è completamente infischiato, nonostante mi fossi fatto carico di sistemare parte delle irregolarità [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Madonna_(cantante)&diff=next&oldid=1204100] e avessi creato – al suo posto – la voce [[Vito Santarsiero]], evitandole un secondo annullamento. Quello che lei sostiene sulla creazione della voce [[Gildo Claps]] – creazione consapevole di voce non enciclopedica (un grosso edit improprio a definirlo eufemisticamente...) –, è completamente falso [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Enciclopedia], e quindi... non occorre ripetere quanto già scritto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:27, 23 apr 2022 (CEST)
::::{{ping|Sun-crops}} e Lei come si permette di dirlo? Soprattutto, chi è Lei per dirmi "Lei mentre per la gola"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:14, 23 apr 2022 (CEST)
::::Infischiato? No, questo è inaccettabile. Semplicemente mi era sfuggito di farlo: io comunque vedo UN SOLO edit che presentava le stesse criticità di Vito Santarsiero (quello su [[Lucio Dalla]], ma ho letto che hanno annullato in quanto la fonte era considerata non affidabile. Infine, Lei non ha nessun diritto di "giudicare" cosa è vero, cosa è consapevole... non siamo ad un processo.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:38, 23 apr 2022 (CEST)
{{rientro}} {{ping|Potenza2021}} Discutere con lei è semplicemente inutile. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:44, 23 apr 2022 (CEST)
== Re:Pertinenza ==
Ciao, grazie per i complimenti. Come puoi vedere sono nuovo e sto imparando un po' per volta. Effettivamente ero anch'io in dubbio se inserire la citazione del castoro e di internet. Pensandoci un po' quella di internet non è molto pertinente e provvedo a rimuoverla. Una domanda: quella del blackjack è pertinente o no? --<br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 11:13, 20 mag 2022 (CEST)
:Neanch'io conosco il blackjack, ma penso che sia più incentivato sul mercanteggio che sul blackjack. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 12:11, 20 mag 2022 (CEST)
::{{Fatto}} e grazie ancora per i complimenti. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 13:13, 20 mag 2022 (CEST)
== Re: My Dress-Up Darling ==
Ciao Spinoziano, grazie dell'aiuto. Ho occasionalmente fatto qualche ritocco su questa wiki ma era da un bel po' che non contribuivo. Purtroppo ho solo iniziato la voce ma ho dovuto stopparmi, stasera completerò le citazioni dell'anime, per poi inserire quelle del manga se differenti. Per quanto riguarda l'anime sto facendo fede ai sottotitoli ufficiali di Crunchyroll. Ti chiedo se devo inserire questa fonte come nota o se è autoesplicativa.
Per quanto riguarda le citazioni del manga ho in mano i tre volumi cartacei usciti in Italia, mentre vorrei chiederti come sarebbe più opportuno fare per quelli non ancora usciti ufficialmente. Se è possibile fare affidamento su fansub o se preferibile non mettere nulla. Oltre al modello voce, sto guardando anche altre voci simili come esempio.
Grazie mille. --[[Utente:Torque|Torque]] ([[Discussioni utente:Torque|scrivimi]]) 15:50, 23 mag 2022 (CEST)
== Dolci inganni ==
Ciao! Hai ragione, avevo già la pagina aperta per aggiungerlo ma poi per qualche motivo me ne sono dimenticato. ''Calvario'' lo vidi anni fa e mi piacque moltissimo in effetti. Però mi sa che tu ti sia fatto l'idea che mi piacciano solo film pesanti a sfondo religioso... XD [[Utente:Phyrexian|Phyrexian]] [[Discussioni utente:Phyrexian|ɸ]] 20:36, 10 giu 2022 (CEST)
== Re: Ping ==
Grazie per la dritta, Spin. Chiedo scusa per l'errore. Ciao. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:19, 20 giu 2022 (CEST)
:Ancora una volta un grande grazie, tutti chiarimenti fondamentalissimi. Ciao Spin. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 22 giu 2022 (CEST)
==Categoria dissidenti ucraini ==
Ciao, Spin. Scusami se ti scrivo per una piccola grana. Ho creato, poi cancellato la categoria perché ho pensato, a causa della segnalazione di un errore di collegamento nel risultato finale (ma ho collegato bene in wikidata da cui però risulta che la categoria manca in it.wikipedia), che fosse una categoria errata, dovendosi considerare esatta la sola Categoria:Dissidenti sovietici che non abbiamo ancora. I poeti inclusi nella categoria cancellata sono [[Lina Kostenko]] e [[Vasyl Stus]]. Poi però ho letto in [https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Ukrainian_dissidents wikidata] che questi due autori rientano in questa categoria. Cosa sarebbe meglio fare: ripristinare la categoria che ho cancellato, oppure creare in futuro anche la categoria dissidenti sovietici e includervi tutti i dissidenti delle varie nazionalità dell'ex Unione Sovietica, o creare entrambe le categorie dissidenti sovietici e ucraini, e includervi i dissidenti ucraini. Prevedo anche la complicazione, in propettiva, di dover creare le categorie dissidenti russi, ucraini, bielorussi ecc. ecc. in aggiunta ai sovietici. Oppure lasciamo per ora tutto così com'è? Grazie infinite, Spin, scusami, ti auguro di trascorrere una buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:04, 23 giu 2022 (CEST)
:Benissimo Spin. Grazie. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:58, 24 giu 2022 (CEST)
::[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]] '''{{LangSwitch
|bar= gmåcht
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|sl = Urejeno.
|sq = U bë
|sv = Utfört
|tr = Yapıldı
|tt = Эшләнде
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}}''' Ancora grazie e buon fine settimana. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:20, 24 giu 2022 (CEST)
== Re: Paolo I di Russia ==
Ho risposto al tuo messaggio. Purtroppo, per la comparsa di un infernale box "Visuale", la mia risposta è apparsa nella mia pagina di discussioni, anziché nella tua. Ciao, [[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 17:59, 26 giu 2022 (CEST)
==Lettura==
Ciao Spinoziano, ti scrivo sull'[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Lettura&oldid=prev&diff=1213925 aggiunta] e anzi grazie per aver deciso boldamente coi ringraziamenti che spiegavano. :-) Sai che che non mi so bene decidere nemmeno io bene su quale sia la pagina migliore? Ci ho pensato parecchio... Nel senso, la Lessing si riferisce alla lettura nel suo complesso, o forse ancora più precisamente alla "cultura" (o all'acculturamento), più che al libro, che a questo punto è solo un termine usato come [[wikipedia:it:sineddoche|sineddoche]] e non il soggetto della citazione. Magari si può trovare un terzo termine ancora più opportuno... Non è semplice in questi casi. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 06:17, 27 giu 2022 (CEST)
:Hmm... Può essere. Quando si ascolta dire qualcosa dentro a un discorso, col tono e la partecipazione di chi la dice, in effetti c'è sempre un'impressione diversa rispetto a leggerla (o rileggerla) quando è a sé stante, è già capitato anche a me. A me pare abbastanza efficace rispetto a tante altre che esprimono lo stesso concetto, quasi un aforisma. Anche se, sì, tutto sommato è semplice... --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 19:22, 4 lug 2022 (CEST)
== Corsivi in traduzione ==
Ciao Spin, ti chiedo la cortesia di un chiarimento in relazione a questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Barbara_Hannigan&type=revision&diff=1214435&oldid=1193069]: esiste, a mia insaputa, una regola che prevede l'impiego del corsivo, anche se non è presente nella fonte, nel riportare espressioni o locuzioni straniere? Scrivere femme fatale in corsivo nella traduzione comporta l'aggiunta di un'enfasi che nel testo originale non esiste. Ma se la regola è di inserire in corsivo, anche se non c'è nell'originale, mi adeguo. Ciao, grazie. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:02, 29 giu 2022 (CEST)
:Grazie Spin, scusami, ma devo chiederti ancora una cosa, anzi due: femme fatale è un'espressione poco comune? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:11, 29 giu 2022 (CEST) La seconda: espressioni intere vanno in corsivo? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:12, 29 giu 2022 (CEST)
::Grazie infinite Spin. 'A Maronna m'adda da' 'na grande pacienzia. 'A Maronna c'accumpagna a mme a tte. Grazie mille. Buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:22, 29 giu 2022 (CEST)
== [[Theodor W. Adorno]] ==
<del>Salve! Nella voce in oggetto, riguardo l'opera ''Minima moralia'', in bibliografia ci sono due edizioni: una datata 1974, l'altra senza data, entrambe di Einaudi. Che senso ha tenere l'edizione senza data? L'avevo tolta, ma un altro utente l'ha reinserita dicendo che "Purtroppo c'è una citazione non coperta dall'edizione 1974, altrimenti l'avrei fatta io questa modifica". (Notasi che anche lui è sostanzialmente d'accordo, infatti dice che l'avrebbe fatta lui quella stessa modifica). Ma quella citazione continua a non essere coperta da nessuna fonte precisa. Ho proposto di marcare con [[Template:Da controllare]], come si fa in questi casi quando addirittura non si sposta la citazione nella pagina di discussione. Ho chiesto all'utente, che se non sbaglio ha il testo, di verificare la citazione. Ma ha fatto una edit war, non ha chiesto il parere di un terzo come avevo proposto, ha ripristinato tutto e ha persino bloccato la pagina. Non mi sembra esattamente un modo di fare costruttivo. Secondo te cos'è più giusto fare?</del> [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:57, 30 giu 2022 (CEST)
:Come non detto, ci ha pensato il buon Dread. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:35, 30 giu 2022 (CEST)
== Citazione errata ==
Mi sono accorto che l'unica citazione attribuita a [[William Drummond di Hawthornden]] (ecc. «Colui che non vuole ragionare è un fanatico» / «He that will not reason is a bigot», ecc.) è errata: è stata pronunciata dal suo quasi omonimo William Drummond of Logiealmond, autore di ''Academical Questions'' ([http://books.google.com/books?id=U9FOAAAAYAAJ&pg=PR15 vedi Google libri, ''Academical Questions'', Preface, p. 15]). Cosa si fa di solito in casi del genere? Si chiede la cancellazione della pagina "William Drummond di Hawthornden", oppure si lascia la pagina ma si toglie la citazione, oppure si rinominare la pagina "William Drummond di Hawthornden" in "William Drummond of Logiealmond")? --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 20:50, 30 giu 2022 (CEST)
== Mia presenza futura ==
Ciao, Spin. Scusami per l'ora in cui ti scrivo, la cosa in fondo è molto semplice: per varie ragioni, sulle quali non mi dilungo, non so se potrò collaborare ancora, e con quale assiduità potrò farlo. Nei prossimi giorni cercherò di essere presente, ma è possibile anche che in un futuro piuttosto prossimo debba ritirarmi, ripresentandomi al lavoro periodicamente, se potrò. Non sarebbe una cattiva idea, penso, sondare un po' il terreno per capire se c'è la possibilità di nominare un amministratore. Ti saluto con affetto. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:37, 4 lug 2022 (CEST) P. S. Spin, mi si vedrà qui forse ancora per alcuni giorni, solo perché vorrei fare attività di revisione sulle mie pagine, per quello che posso. Ma non durerà a lungo. Quindi credo sarebbe buona cosa se si riuscisse a nominare un amministratore, e qui non mancano persone con titoli solidissimi. In ogni caso non sarò presente per molto tempo, né più tutti i giorni, come è stato praticamente sempre per oltre dieci anni. Ciao. E, vista l'ora, sia pure con molto anticipo, buona giornata --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:34, 5 lug 2022 (CEST) Sì, Spin, la parabola della mia collaborazione si è conclusa. Non potrà più essere come prima. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:38, 5 lug 2022 (CEST) Un'ultima cosa: in un messaggio inviato a Udiki, ho parlato di fortuna; spero che nessuno fraintenda quel che volevo dire. Purtroppo non si può parlare con semplicità, senza trucchi, senza cazzimme, come si deve parlare, diritti negli occhi, da uomini a uomini, appunto da galantuomini (sono fresco di nomina ;-)) – si finisce regolarmente spalle al muro; ma voi mi conoscete da tanto tempo e non fraintenderete, ne sono certo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:27, 5 lug 2022 (CEST)
:Grazie per il tuo messaggio, Spin. Un affettuoso saluto. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:07, 5 lug 2022 (CEST)
== Francesco Marto ==
Ciao. [[:File:Francisco Marto2.jpg|Questa]] non è la fotografia (ufficiale) del 1917, questa è una riproduzione fatta alcuni anni dopo le apparizioni (possibilmente dopo la morte di Francisco), per questo è stato messo il ritratto catalogato come "immagine di valore". La fotografia che vuoi mettere e a cui fare riferimento –in cui appare con sua sorella Giacinta e sua cugina Lúcia– è [[:File:ChildrensofFatima.jpg|qui]]. [[Speciale:Contributi/81.41.189.179|81.41.189.179]] ([[User talk:81.41.189.179|msg]]) 14:11, 17 lug 2022 (CEST)
== [[Alexandre Dumas (padre)]] ==
Ciao, Spin. Scusami se ti do un po' di fastidio con questo problema: trovi giustificata questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Alexandre_Dumas_%28padre%29&type=revision&diff=1219155&oldid=1219108] con cui viene rimosso l'incipit di C. Siniscalchi? Io non la trovo giustificata, a me sembra una modifica arbitraria e distuttiva; fatta in perfetta buona fede, ma... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:40, 26 lug 2022 (CEST) Spin, agge pacienzia, ti devo dare ancora fastidio: si pone inoltre un problema per le categorie in [[Simulazione]] [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Simulazione&type=revision&diff=1219148&oldid=1071392] che ho reintrodotto. Ora, se i miei interventi di ripritino non sono giustificati, non mi si deve dare necessariamente ragione. Non sono scemo e non voglio quindi avere per forza ragione, a Napoli si dice: 'a ragione s' 'a pigliano 'e fessi. E io non sono fesso fino a questo punto. Sono sì un grandissimo, colossalissimo fesso, ma per altre ragioni, in altro modo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:08, 26 lug 2022 (CEST)
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Sun-crops
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}}
__TOC__
== How we will see unregistered users ==
<section begin=content/>
Ciao!
Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia.
Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate.
Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento.
Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia.
Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio.
Grazie.
/[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/>
19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Neon Genesis Evangelion ==
Ciao! Notando la "edit war" che sta avvenendo nella voce di [[Neon Genesis Evangelion]] in merito alla frase di '''Kaji''' nell'episodio '''19''', vorrei fare presente che esistono più versioni ufficiali di quel dialogo - e di altri -, in quanto facenti parti di altrettanti doppiaggi ufficiali. La citazione che l'IP anonimo sta tentando di inserire è la versione curata da [[w:Gualtiero_Cannarsi|Cannarsi]]. Quindi, in questo caso, non dovrebbero essere mantenute entrambe con i rispettivi riferimenti? --[[Speciale:Contributi/62.11.205.155|62.11.205.155]] ([[User talk:62.11.205.155|msg]]) 18:55, 23 gen 2022 (CET)
:Tra le due versioni di quella frase non ci sono differenze rilevanti, quindi credo per ora sia meglio seguire per uniformità lo stesso doppiaggio, quello storico, a cui fanno riferimento le altre citazioni riportate nella pagina. Ma fino ad oggi non sapevo del nuovo doppiaggio, grazie per la segnalazione. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:29, 24 gen 2022 (CET)
== Cancellazione ==
Ciao Spin, buon sabato. Vuoi per favore dare uno sguardo alla mia cancellazione? C'è un link che rinvia ad un'università presente in en.wikipedia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:11, 12 mar 2022 (CET)
:Grazie Spin. Il passaggio da divinità ad umano, sia pure regale, mi dà un certo sollievo: finiti i guai con Apollo (sento sempre, vedo sempre, di tanto in tanto un sibilar, un balenar di lame...). Consolante peraltro il fatto che si tratti del XIV° e non del [[Luigi XVI di Francia|n. 16]] perché in un modo o nell'altro sempre a [[ghigliottina|lame]] si va a finire, et les [[Robespierre|Maximilien]] & Co. temo non ci sia proprio modo di ammansirli. Di fronte all'incarnazione della Virtù non avrei scampo. Ma, mi domando: come potrei dire – non essendo – let's face it – Spinoziano, Superchilum, Creed, DonatoD, Homer, AssassinsCreed come potrei in coscienza dire: Wikiquote c'est moi? No no, es ist unmöglich: wikiquote c'est vous e tutti i collaboratori e, fra loro, per una piccola parte, anche moi. Grazie infinite Spin, ma Sun-crops à la lanterne... {{NDR|È vero che à la lanterne (alla lama) ci finisce il n° 16 e non il 14. Ma con la specialissima sfortuna che mi sorride perennemente – experto crede – non è affatto da escludere – in caso di [[Eterno ritorno|Ewige Wiederkunft des Gleichen]] – l'ipotesi di un'eccezionale sospensione dei vincoli spazio-temporali, e quindi della necessaria successione temporale, l<nowiki>'</nowiki>''inaudito'', l<nowiki>'</nowiki>''incredibile'', il ''du jamais vu'', nel mio caso avverrebbe con fatale certezza, con conseguente ''molto <s>ungleichlich</s> ungleich azione totale retroattiva en masse'' sul n. 14, moi. E questo per l'eternità (altrimenti che Eterno ritorno sarebbe)}} e, siccome sono un po' in sovrappeso, dovrei anche risarcire i danni alla povera lanterne e al cappio stesso, pagare le spese di una doppia, forse tripla ''pendaison'', ove si volesse passare dalle lame alle funi. Pensandoci bene, meglio di no meglio di no. Ma, grazie Spin per quest'alternativa, per avere esplorato questa possibilità, grazie. Un po' di più mi sorride l'idea di essere un [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Re Lazzarone]], ma anche proprio un [[Lazzari|Lazzarone]] – al netto beninteso di certe ''estreme'' intempranze lazzaroniche seguite alla restaurazione borbonica del 1799 – andrebbe più che bene, anzi benonissimo. Mi piacciono, tutto sommato e al netto di ciò che – come ho detto – va detratto, mi piacciono, mi sono sempre piaciuti moltissimo i Lazzaroni, moltissimo: questi – a modo loro, anche loro – particolarissimi ''philosophes''. Ma dove stanno più... Finiti, da un pezzo, anche loro. Dommage. Ciao, Spin. Grazie. Buon Fine Settimana, da quel {{small|Lazzarone}} di {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:06, 12 mar 2022 (CET)
::Ciao Spin. Ultimato il Lever du Roi, dopo il fatidico "Sire, è ora", visitato dal [[Utente:AssassinsCreed|Primo Medico]] e dal Chirurgo (un validissimo salassatore germanico, Michael Xaver von und zu S P), conclusasi la Grande Entrata, ricambio l'augurio di Buona Domenica. Rassicuro il Medico: per gli eccessi con la favorite, sono perfettamente in regola, vita sanissima, ineccepibile la mia: ''Maista' e bbuono'' (nonostante sia una Maestà) di favorite non ne ho, harem sideralmente vuoto, il Nada Totale; per esclusivo, antichissimo privilegio godo del totale sfavore delle favorite. Elles me boudent. Per gli altri eccessi, seguirò scrupolosamente le tue preziose indicazioni; del resto sono già da decenni per più di tre quarti vegetariano. Certo, potrei morire tranquillamente di gotta. ''Potrei'', ma oltre alle Grandi Entrate, debbo fare i conti con le possibili pericolosissime Piccole Entrate o Entrate dal Retro dell'ouroboros, dell'anulus aeternitatis: come già evidenziato, un guasto, un incepparsi del congegno eterno, uno spiraglio e il rifluire dei secoli con inversione retroagente del Karma sono assicurati. Ma te l'immagini, un prodigioso anacronismo divenire realtà: Port-Royal e gli Stati Generali (magicamente autoconvocatisi) alleati contro di me. Immagina la favolosa triplice alleanza, la chimera: Pascal Danton Robespierre. 'A vermutta, come di dice a Napoli, di Luigi XVI la vorrebbero da me, e chi li convince gli ultimi due e tutti gli altri che si trovano per un banalissimo guasto nel secolo sbagliato? Ma non pensiamoci troppo, sarà quel che sarà. Grazie di tutto, grazie all'Eminentissimo Medico. A tutti, nel giorno 13 del mese di <s>dicembre</s> <s>aprile</s> marzo dell'anno di grazia 2022 Buona domenica. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:01, 13 mar 2022 (CET) P. S. Spin, ma non è che di paragone in paragone, stai accarezzando l'idea di [[w:Amaterasu|questa identificazione]]? Lì sono [[w:Katana|lame tremende]], in confronto quelle di Efesto sono temperini. Evitiamo i Kami, s'il te plaît. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:11, 13 mar 2022 (CET)
:::OK. Ciao Spin. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:22, 13 mar 2022 (CET)
== Berta Castañé ==
Ciao Spin. Per questa voce anche io avevo rilevato numerosi seri problemi che avevo esposto nell'o.d.m. Concordo quindi con la cancellazione e ti ringrazio. Purtroppo non conosco le altre voci create dall'utente con diversi ip, ma è chiaro che se presentano gli stessi problemi che abbiamo rilevato debbono essere cancellate. Ti ringrazio ancora e ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:34, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: ''Sun''ta Pasqua ==
Ciao, Spin. È sempre un grande piacere un tuo messaggio, qualunque ne sia il motivo, in qualunque occasione, sempre. Ti ringrazio molto per gli auguri che ricambio di cuore, ti auguro di trascorre una felice Pasqua – mai come quest'anno la Pasqua è tanto significativa – con le persone che ti sono care. Grazie, Spin. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:47, 17 apr 2022 (CEST)
== Come imparare l'utilizzo dei progetti senza essere redarguiti con avvisi e blocchi? ==
Ciao Spinoziano, ti scrivo perché purtroppo anche qui si ripete quello che mi è già successo su Wikipedia: sto ancora imparando come funziona (lo conosco ancor meno di quanto conoscessi Wikipedia) ed anche qui hanno cominciato già con avvisi e ammonizioni, mentre sull'altro progetto ne ho avute veramente troppe sin dal giorno in cui ero neoiscritto (ora sono bloccato fino al 10 luglio) ed ho quindi deciso di non tornarci più neanche dopo la fine del blocco. Come si può fare per poter essere guidati e seguiti (soprattutto in casi di lievi forme d'autismo come il mio) senza che gli errori siano considerati vandalismo e nessuno degli amministratori inizi già a preparare il tasto da premere? Su Wikipedia, fino ad inizio aprile, avevo evitato di chiedere l'assegnazione di un tutor, perchè vedevo che era proprio difficile trovare qualcuno che conoscesse abbastanza l'autismo senza dirmi in maniera offensiva che "sfruttassi la mia condizione", cosa che non vorrei venisse neanche pensata, e vedevo spesso comportamenti a me inadatti da parte di molti utenti più esperti, per cui ero sicurissimo che anche per un altro utente potesse essere difficile che ci capissimo e volevo evitare che lui/lei potesse ritenere di "'perdere tempo dietro a me". Ed anche dopo che avevo trovato una grandissima disponibilità da parte di un paio di utenti, qualcun altro ha continuato a percepire disturbo nei miei edit e nel doverci stare dietro (e non solo l'amministratore che ha bloccato).--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 10:14, 23 apr 2022 (CEST)
:L'avviso vandalismo è arrivato DOPO le spiegazioni che mi hanno dato e senza che avessi compiuto altri edit. La voce [[Gildo Claps]] poteva non essere enciclopedica, ma l'avevo già creata ''prima'' che mi venissero date le spiegazioni che dici tu. Ed infatti in questo caso la mia condizione non c'entra neppure nulla, a me stesso veniva detto di non aggredire gli utenti inesperti con avvisi di vandalismo per i loro errori.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 12:35, 23 apr 2022 (CEST)
:: {{ping|Potenza2021}} Avevo deciso di restare rigorosamente fuori da questa discussione, ma dopo aver letto il messaggio precedente devo intervenire per dire che lei ''mente'', mente per la gola. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:53, 23 apr 2022 (CEST) {{ping|Potenza2021}} E per essere più precisi: "senza che avessi compiuto altri edit"= ho pregato di sistemare gli edit irregolari [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Citazioni_senza_fonte] e lei se ne è completamente infischiato, nonostante mi fossi fatto carico di sistemare parte delle irregolarità [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Madonna_(cantante)&diff=next&oldid=1204100] e avessi creato – al suo posto – la voce [[Vito Santarsiero]], evitandole un secondo annullamento. Quello che lei sostiene sulla creazione della voce [[Gildo Claps]] – creazione consapevole di voce non enciclopedica (un grosso edit improprio a definirlo eufemisticamente...) –, è completamente falso [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Enciclopedia], e quindi... non occorre ripetere quanto già scritto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:27, 23 apr 2022 (CEST)
::::{{ping|Sun-crops}} e Lei come si permette di dirlo? Soprattutto, chi è Lei per dirmi "Lei mentre per la gola"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:14, 23 apr 2022 (CEST)
::::Infischiato? No, questo è inaccettabile. Semplicemente mi era sfuggito di farlo: io comunque vedo UN SOLO edit che presentava le stesse criticità di Vito Santarsiero (quello su [[Lucio Dalla]], ma ho letto che hanno annullato in quanto la fonte era considerata non affidabile. Infine, Lei non ha nessun diritto di "giudicare" cosa è vero, cosa è consapevole... non siamo ad un processo.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:38, 23 apr 2022 (CEST)
{{rientro}} {{ping|Potenza2021}} Discutere con lei è semplicemente inutile. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:44, 23 apr 2022 (CEST)
== Re:Pertinenza ==
Ciao, grazie per i complimenti. Come puoi vedere sono nuovo e sto imparando un po' per volta. Effettivamente ero anch'io in dubbio se inserire la citazione del castoro e di internet. Pensandoci un po' quella di internet non è molto pertinente e provvedo a rimuoverla. Una domanda: quella del blackjack è pertinente o no? --<br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 11:13, 20 mag 2022 (CEST)
:Neanch'io conosco il blackjack, ma penso che sia più incentivato sul mercanteggio che sul blackjack. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 12:11, 20 mag 2022 (CEST)
::{{Fatto}} e grazie ancora per i complimenti. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 13:13, 20 mag 2022 (CEST)
== Re: My Dress-Up Darling ==
Ciao Spinoziano, grazie dell'aiuto. Ho occasionalmente fatto qualche ritocco su questa wiki ma era da un bel po' che non contribuivo. Purtroppo ho solo iniziato la voce ma ho dovuto stopparmi, stasera completerò le citazioni dell'anime, per poi inserire quelle del manga se differenti. Per quanto riguarda l'anime sto facendo fede ai sottotitoli ufficiali di Crunchyroll. Ti chiedo se devo inserire questa fonte come nota o se è autoesplicativa.
Per quanto riguarda le citazioni del manga ho in mano i tre volumi cartacei usciti in Italia, mentre vorrei chiederti come sarebbe più opportuno fare per quelli non ancora usciti ufficialmente. Se è possibile fare affidamento su fansub o se preferibile non mettere nulla. Oltre al modello voce, sto guardando anche altre voci simili come esempio.
Grazie mille. --[[Utente:Torque|Torque]] ([[Discussioni utente:Torque|scrivimi]]) 15:50, 23 mag 2022 (CEST)
== Dolci inganni ==
Ciao! Hai ragione, avevo già la pagina aperta per aggiungerlo ma poi per qualche motivo me ne sono dimenticato. ''Calvario'' lo vidi anni fa e mi piacque moltissimo in effetti. Però mi sa che tu ti sia fatto l'idea che mi piacciano solo film pesanti a sfondo religioso... XD [[Utente:Phyrexian|Phyrexian]] [[Discussioni utente:Phyrexian|ɸ]] 20:36, 10 giu 2022 (CEST)
== Re: Ping ==
Grazie per la dritta, Spin. Chiedo scusa per l'errore. Ciao. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:19, 20 giu 2022 (CEST)
:Ancora una volta un grande grazie, tutti chiarimenti fondamentalissimi. Ciao Spin. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 22 giu 2022 (CEST)
==Categoria dissidenti ucraini ==
Ciao, Spin. Scusami se ti scrivo per una piccola grana. Ho creato, poi cancellato la categoria perché ho pensato, a causa della segnalazione di un errore di collegamento nel risultato finale (ma ho collegato bene in wikidata da cui però risulta che la categoria manca in it.wikipedia), che fosse una categoria errata, dovendosi considerare esatta la sola Categoria:Dissidenti sovietici che non abbiamo ancora. I poeti inclusi nella categoria cancellata sono [[Lina Kostenko]] e [[Vasyl Stus]]. Poi però ho letto in [https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Ukrainian_dissidents wikidata] che questi due autori rientano in questa categoria. Cosa sarebbe meglio fare: ripristinare la categoria che ho cancellato, oppure creare in futuro anche la categoria dissidenti sovietici e includervi tutti i dissidenti delle varie nazionalità dell'ex Unione Sovietica, o creare entrambe le categorie dissidenti sovietici e ucraini, e includervi i dissidenti ucraini. Prevedo anche la complicazione, in propettiva, di dover creare le categorie dissidenti russi, ucraini, bielorussi ecc. ecc. in aggiunta ai sovietici. Oppure lasciamo per ora tutto così com'è? Grazie infinite, Spin, scusami, ti auguro di trascorrere una buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:04, 23 giu 2022 (CEST)
:Benissimo Spin. Grazie. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:58, 24 giu 2022 (CEST)
::[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]] '''{{LangSwitch
|bar= gmåcht
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|sq = U bë
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|tr = Yapıldı
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}}''' Ancora grazie e buon fine settimana. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:20, 24 giu 2022 (CEST)
== Re: Paolo I di Russia ==
Ho risposto al tuo messaggio. Purtroppo, per la comparsa di un infernale box "Visuale", la mia risposta è apparsa nella mia pagina di discussioni, anziché nella tua. Ciao, [[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 17:59, 26 giu 2022 (CEST)
==Lettura==
Ciao Spinoziano, ti scrivo sull'[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Lettura&oldid=prev&diff=1213925 aggiunta] e anzi grazie per aver deciso boldamente coi ringraziamenti che spiegavano. :-) Sai che che non mi so bene decidere nemmeno io bene su quale sia la pagina migliore? Ci ho pensato parecchio... Nel senso, la Lessing si riferisce alla lettura nel suo complesso, o forse ancora più precisamente alla "cultura" (o all'acculturamento), più che al libro, che a questo punto è solo un termine usato come [[wikipedia:it:sineddoche|sineddoche]] e non il soggetto della citazione. Magari si può trovare un terzo termine ancora più opportuno... Non è semplice in questi casi. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 06:17, 27 giu 2022 (CEST)
:Hmm... Può essere. Quando si ascolta dire qualcosa dentro a un discorso, col tono e la partecipazione di chi la dice, in effetti c'è sempre un'impressione diversa rispetto a leggerla (o rileggerla) quando è a sé stante, è già capitato anche a me. A me pare abbastanza efficace rispetto a tante altre che esprimono lo stesso concetto, quasi un aforisma. Anche se, sì, tutto sommato è semplice... --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 19:22, 4 lug 2022 (CEST)
== Corsivi in traduzione ==
Ciao Spin, ti chiedo la cortesia di un chiarimento in relazione a questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Barbara_Hannigan&type=revision&diff=1214435&oldid=1193069]: esiste, a mia insaputa, una regola che prevede l'impiego del corsivo, anche se non è presente nella fonte, nel riportare espressioni o locuzioni straniere? Scrivere femme fatale in corsivo nella traduzione comporta l'aggiunta di un'enfasi che nel testo originale non esiste. Ma se la regola è di inserire in corsivo, anche se non c'è nell'originale, mi adeguo. Ciao, grazie. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:02, 29 giu 2022 (CEST)
:Grazie Spin, scusami, ma devo chiederti ancora una cosa, anzi due: femme fatale è un'espressione poco comune? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:11, 29 giu 2022 (CEST) La seconda: espressioni intere vanno in corsivo? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:12, 29 giu 2022 (CEST)
::Grazie infinite Spin. 'A Maronna m'adda da' 'na grande pacienzia. 'A Maronna c'accumpagna a mme a tte. Grazie mille. Buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:22, 29 giu 2022 (CEST)
== [[Theodor W. Adorno]] ==
<del>Salve! Nella voce in oggetto, riguardo l'opera ''Minima moralia'', in bibliografia ci sono due edizioni: una datata 1974, l'altra senza data, entrambe di Einaudi. Che senso ha tenere l'edizione senza data? L'avevo tolta, ma un altro utente l'ha reinserita dicendo che "Purtroppo c'è una citazione non coperta dall'edizione 1974, altrimenti l'avrei fatta io questa modifica". (Notasi che anche lui è sostanzialmente d'accordo, infatti dice che l'avrebbe fatta lui quella stessa modifica). Ma quella citazione continua a non essere coperta da nessuna fonte precisa. Ho proposto di marcare con [[Template:Da controllare]], come si fa in questi casi quando addirittura non si sposta la citazione nella pagina di discussione. Ho chiesto all'utente, che se non sbaglio ha il testo, di verificare la citazione. Ma ha fatto una edit war, non ha chiesto il parere di un terzo come avevo proposto, ha ripristinato tutto e ha persino bloccato la pagina. Non mi sembra esattamente un modo di fare costruttivo. Secondo te cos'è più giusto fare?</del> [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:57, 30 giu 2022 (CEST)
:Come non detto, ci ha pensato il buon Dread. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:35, 30 giu 2022 (CEST)
== Citazione errata ==
Mi sono accorto che l'unica citazione attribuita a [[William Drummond di Hawthornden]] (ecc. «Colui che non vuole ragionare è un fanatico» / «He that will not reason is a bigot», ecc.) è errata: è stata pronunciata dal suo quasi omonimo William Drummond of Logiealmond, autore di ''Academical Questions'' ([http://books.google.com/books?id=U9FOAAAAYAAJ&pg=PR15 vedi Google libri, ''Academical Questions'', Preface, p. 15]). Cosa si fa di solito in casi del genere? Si chiede la cancellazione della pagina "William Drummond di Hawthornden", oppure si lascia la pagina ma si toglie la citazione, oppure si rinominare la pagina "William Drummond di Hawthornden" in "William Drummond of Logiealmond")? --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 20:50, 30 giu 2022 (CEST)
== Mia presenza futura ==
Ciao, Spin. Scusami per l'ora in cui ti scrivo, la cosa in fondo è molto semplice: per varie ragioni, sulle quali non mi dilungo, non so se potrò collaborare ancora, e con quale assiduità potrò farlo. Nei prossimi giorni cercherò di essere presente, ma è possibile anche che in un futuro piuttosto prossimo debba ritirarmi, ripresentandomi al lavoro periodicamente, se potrò. Non sarebbe una cattiva idea, penso, sondare un po' il terreno per capire se c'è la possibilità di nominare un amministratore. Ti saluto con affetto. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:37, 4 lug 2022 (CEST) P. S. Spin, mi si vedrà qui forse ancora per alcuni giorni, solo perché vorrei fare attività di revisione sulle mie pagine, per quello che posso. Ma non durerà a lungo. Quindi credo sarebbe buona cosa se si riuscisse a nominare un amministratore, e qui non mancano persone con titoli solidissimi. In ogni caso non sarò presente per molto tempo, né più tutti i giorni, come è stato praticamente sempre per oltre dieci anni. Ciao. E, vista l'ora, sia pure con molto anticipo, buona giornata --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:34, 5 lug 2022 (CEST) Sì, Spin, la parabola della mia collaborazione si è conclusa. Non potrà più essere come prima. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:38, 5 lug 2022 (CEST) Un'ultima cosa: in un messaggio inviato a Udiki, ho parlato di fortuna; spero che nessuno fraintenda quel che volevo dire. Purtroppo non si può parlare con semplicità, senza trucchi, senza cazzimme, come si deve parlare, diritti negli occhi, da uomini a uomini, appunto da galantuomini (sono fresco di nomina ;-)) – si finisce regolarmente spalle al muro; ma voi mi conoscete da tanto tempo e non fraintenderete, ne sono certo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:27, 5 lug 2022 (CEST)
:Grazie per il tuo messaggio, Spin. Un affettuoso saluto. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:07, 5 lug 2022 (CEST)
== Francesco Marto ==
Ciao. [[:File:Francisco Marto2.jpg|Questa]] non è la fotografia (ufficiale) del 1917, questa è una riproduzione fatta alcuni anni dopo le apparizioni (possibilmente dopo la morte di Francisco), per questo è stato messo il ritratto catalogato come "immagine di valore". La fotografia che vuoi mettere e a cui fare riferimento –in cui appare con sua sorella Giacinta e sua cugina Lúcia– è [[:File:ChildrensofFatima.jpg|qui]]. [[Speciale:Contributi/81.41.189.179|81.41.189.179]] ([[User talk:81.41.189.179|msg]]) 14:11, 17 lug 2022 (CEST)
== [[Alexandre Dumas (padre)]] ==
Ciao, Spin. Scusami se ti do un po' di fastidio con questo problema: trovi giustificata questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Alexandre_Dumas_%28padre%29&type=revision&diff=1219155&oldid=1219108] con cui viene rimosso l'incipit di C. Siniscalchi? Io non la trovo giustificata, a me sembra una modifica arbitraria e distuttiva; fatta in perfetta buona fede, ma... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:40, 26 lug 2022 (CEST) Spin, agge pacienzia, ti devo dare ancora fastidio: si pone inoltre un problema per le categorie in [[Simulazione]] [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Simulazione&type=revision&diff=1219148&oldid=1071392] che ho reintrodotto. Ora, se i miei interventi di ripritino non sono giustificati, non mi si deve dare necessariamente ragione. Non sono scemo e non voglio quindi avere per forza ragione, a Napoli si dice: 'a ragione s' 'a pigliano 'e fesse. E io non sono fesso fino a questo punto. Sono sì un grandissimo, colossalissimo fesso, ma per altre ragioni, in altro modo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:08, 26 lug 2022 (CEST)
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__TOC__
== How we will see unregistered users ==
<section begin=content/>
Ciao!
Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia.
Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate.
Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento.
Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia.
Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio.
Grazie.
/[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/>
19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Neon Genesis Evangelion ==
Ciao! Notando la "edit war" che sta avvenendo nella voce di [[Neon Genesis Evangelion]] in merito alla frase di '''Kaji''' nell'episodio '''19''', vorrei fare presente che esistono più versioni ufficiali di quel dialogo - e di altri -, in quanto facenti parti di altrettanti doppiaggi ufficiali. La citazione che l'IP anonimo sta tentando di inserire è la versione curata da [[w:Gualtiero_Cannarsi|Cannarsi]]. Quindi, in questo caso, non dovrebbero essere mantenute entrambe con i rispettivi riferimenti? --[[Speciale:Contributi/62.11.205.155|62.11.205.155]] ([[User talk:62.11.205.155|msg]]) 18:55, 23 gen 2022 (CET)
:Tra le due versioni di quella frase non ci sono differenze rilevanti, quindi credo per ora sia meglio seguire per uniformità lo stesso doppiaggio, quello storico, a cui fanno riferimento le altre citazioni riportate nella pagina. Ma fino ad oggi non sapevo del nuovo doppiaggio, grazie per la segnalazione. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:29, 24 gen 2022 (CET)
== Cancellazione ==
Ciao Spin, buon sabato. Vuoi per favore dare uno sguardo alla mia cancellazione? C'è un link che rinvia ad un'università presente in en.wikipedia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:11, 12 mar 2022 (CET)
:Grazie Spin. Il passaggio da divinità ad umano, sia pure regale, mi dà un certo sollievo: finiti i guai con Apollo (sento sempre, vedo sempre, di tanto in tanto un sibilar, un balenar di lame...). Consolante peraltro il fatto che si tratti del XIV° e non del [[Luigi XVI di Francia|n. 16]] perché in un modo o nell'altro sempre a [[ghigliottina|lame]] si va a finire, et les [[Robespierre|Maximilien]] & Co. temo non ci sia proprio modo di ammansirli. Di fronte all'incarnazione della Virtù non avrei scampo. Ma, mi domando: come potrei dire – non essendo – let's face it – Spinoziano, Superchilum, Creed, DonatoD, Homer, AssassinsCreed come potrei in coscienza dire: Wikiquote c'est moi? No no, es ist unmöglich: wikiquote c'est vous e tutti i collaboratori e, fra loro, per una piccola parte, anche moi. Grazie infinite Spin, ma Sun-crops à la lanterne... {{NDR|È vero che à la lanterne (alla lama) ci finisce il n° 16 e non il 14. Ma con la specialissima sfortuna che mi sorride perennemente – experto crede – non è affatto da escludere – in caso di [[Eterno ritorno|Ewige Wiederkunft des Gleichen]] – l'ipotesi di un'eccezionale sospensione dei vincoli spazio-temporali, e quindi della necessaria successione temporale, l<nowiki>'</nowiki>''inaudito'', l<nowiki>'</nowiki>''incredibile'', il ''du jamais vu'', nel mio caso avverrebbe con fatale certezza, con conseguente ''molto <s>ungleichlich</s> ungleich azione totale retroattiva en masse'' sul n. 14, moi. E questo per l'eternità (altrimenti che Eterno ritorno sarebbe)}} e, siccome sono un po' in sovrappeso, dovrei anche risarcire i danni alla povera lanterne e al cappio stesso, pagare le spese di una doppia, forse tripla ''pendaison'', ove si volesse passare dalle lame alle funi. Pensandoci bene, meglio di no meglio di no. Ma, grazie Spin per quest'alternativa, per avere esplorato questa possibilità, grazie. Un po' di più mi sorride l'idea di essere un [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Re Lazzarone]], ma anche proprio un [[Lazzari|Lazzarone]] – al netto beninteso di certe ''estreme'' intempranze lazzaroniche seguite alla restaurazione borbonica del 1799 – andrebbe più che bene, anzi benonissimo. Mi piacciono, tutto sommato e al netto di ciò che – come ho detto – va detratto, mi piacciono, mi sono sempre piaciuti moltissimo i Lazzaroni, moltissimo: questi – a modo loro, anche loro – particolarissimi ''philosophes''. Ma dove stanno più... Finiti, da un pezzo, anche loro. Dommage. Ciao, Spin. Grazie. Buon Fine Settimana, da quel {{small|Lazzarone}} di {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:06, 12 mar 2022 (CET)
::Ciao Spin. Ultimato il Lever du Roi, dopo il fatidico "Sire, è ora", visitato dal [[Utente:AssassinsCreed|Primo Medico]] e dal Chirurgo (un validissimo salassatore germanico, Michael Xaver von und zu S P), conclusasi la Grande Entrata, ricambio l'augurio di Buona Domenica. Rassicuro il Medico: per gli eccessi con la favorite, sono perfettamente in regola, vita sanissima, ineccepibile la mia: ''Maista' e bbuono'' (nonostante sia una Maestà) di favorite non ne ho, harem sideralmente vuoto, il Nada Totale; per esclusivo, antichissimo privilegio godo del totale sfavore delle favorite. Elles me boudent. Per gli altri eccessi, seguirò scrupolosamente le tue preziose indicazioni; del resto sono già da decenni per più di tre quarti vegetariano. Certo, potrei morire tranquillamente di gotta. ''Potrei'', ma oltre alle Grandi Entrate, debbo fare i conti con le possibili pericolosissime Piccole Entrate o Entrate dal Retro dell'ouroboros, dell'anulus aeternitatis: come già evidenziato, un guasto, un incepparsi del congegno eterno, uno spiraglio e il rifluire dei secoli con inversione retroagente del Karma sono assicurati. Ma te l'immagini, un prodigioso anacronismo divenire realtà: Port-Royal e gli Stati Generali (magicamente autoconvocatisi) alleati contro di me. Immagina la favolosa triplice alleanza, la chimera: Pascal Danton Robespierre. 'A vermutta, come di dice a Napoli, di Luigi XVI la vorrebbero da me, e chi li convince gli ultimi due e tutti gli altri che si trovano per un banalissimo guasto nel secolo sbagliato? Ma non pensiamoci troppo, sarà quel che sarà. Grazie di tutto, grazie all'Eminentissimo Medico. A tutti, nel giorno 13 del mese di <s>dicembre</s> <s>aprile</s> marzo dell'anno di grazia 2022 Buona domenica. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:01, 13 mar 2022 (CET) P. S. Spin, ma non è che di paragone in paragone, stai accarezzando l'idea di [[w:Amaterasu|questa identificazione]]? Lì sono [[w:Katana|lame tremende]], in confronto quelle di Efesto sono temperini. Evitiamo i Kami, s'il te plaît. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:11, 13 mar 2022 (CET)
:::OK. Ciao Spin. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:22, 13 mar 2022 (CET)
== Berta Castañé ==
Ciao Spin. Per questa voce anche io avevo rilevato numerosi seri problemi che avevo esposto nell'o.d.m. Concordo quindi con la cancellazione e ti ringrazio. Purtroppo non conosco le altre voci create dall'utente con diversi ip, ma è chiaro che se presentano gli stessi problemi che abbiamo rilevato debbono essere cancellate. Ti ringrazio ancora e ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:34, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: ''Sun''ta Pasqua ==
Ciao, Spin. È sempre un grande piacere un tuo messaggio, qualunque ne sia il motivo, in qualunque occasione, sempre. Ti ringrazio molto per gli auguri che ricambio di cuore, ti auguro di trascorre una felice Pasqua – mai come quest'anno la Pasqua è tanto significativa – con le persone che ti sono care. Grazie, Spin. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:47, 17 apr 2022 (CEST)
== Come imparare l'utilizzo dei progetti senza essere redarguiti con avvisi e blocchi? ==
Ciao Spinoziano, ti scrivo perché purtroppo anche qui si ripete quello che mi è già successo su Wikipedia: sto ancora imparando come funziona (lo conosco ancor meno di quanto conoscessi Wikipedia) ed anche qui hanno cominciato già con avvisi e ammonizioni, mentre sull'altro progetto ne ho avute veramente troppe sin dal giorno in cui ero neoiscritto (ora sono bloccato fino al 10 luglio) ed ho quindi deciso di non tornarci più neanche dopo la fine del blocco. Come si può fare per poter essere guidati e seguiti (soprattutto in casi di lievi forme d'autismo come il mio) senza che gli errori siano considerati vandalismo e nessuno degli amministratori inizi già a preparare il tasto da premere? Su Wikipedia, fino ad inizio aprile, avevo evitato di chiedere l'assegnazione di un tutor, perchè vedevo che era proprio difficile trovare qualcuno che conoscesse abbastanza l'autismo senza dirmi in maniera offensiva che "sfruttassi la mia condizione", cosa che non vorrei venisse neanche pensata, e vedevo spesso comportamenti a me inadatti da parte di molti utenti più esperti, per cui ero sicurissimo che anche per un altro utente potesse essere difficile che ci capissimo e volevo evitare che lui/lei potesse ritenere di "'perdere tempo dietro a me". Ed anche dopo che avevo trovato una grandissima disponibilità da parte di un paio di utenti, qualcun altro ha continuato a percepire disturbo nei miei edit e nel doverci stare dietro (e non solo l'amministratore che ha bloccato).--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 10:14, 23 apr 2022 (CEST)
:L'avviso vandalismo è arrivato DOPO le spiegazioni che mi hanno dato e senza che avessi compiuto altri edit. La voce [[Gildo Claps]] poteva non essere enciclopedica, ma l'avevo già creata ''prima'' che mi venissero date le spiegazioni che dici tu. Ed infatti in questo caso la mia condizione non c'entra neppure nulla, a me stesso veniva detto di non aggredire gli utenti inesperti con avvisi di vandalismo per i loro errori.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 12:35, 23 apr 2022 (CEST)
:: {{ping|Potenza2021}} Avevo deciso di restare rigorosamente fuori da questa discussione, ma dopo aver letto il messaggio precedente devo intervenire per dire che lei ''mente'', mente per la gola. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:53, 23 apr 2022 (CEST) {{ping|Potenza2021}} E per essere più precisi: "senza che avessi compiuto altri edit"= ho pregato di sistemare gli edit irregolari [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Citazioni_senza_fonte] e lei se ne è completamente infischiato, nonostante mi fossi fatto carico di sistemare parte delle irregolarità [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Madonna_(cantante)&diff=next&oldid=1204100] e avessi creato – al suo posto – la voce [[Vito Santarsiero]], evitandole un secondo annullamento. Quello che lei sostiene sulla creazione della voce [[Gildo Claps]] – creazione consapevole di voce non enciclopedica (un grosso edit improprio a definirlo eufemisticamente...) –, è completamente falso [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Enciclopedia], e quindi... non occorre ripetere quanto già scritto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:27, 23 apr 2022 (CEST)
::::{{ping|Sun-crops}} e Lei come si permette di dirlo? Soprattutto, chi è Lei per dirmi "Lei mentre per la gola"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:14, 23 apr 2022 (CEST)
::::Infischiato? No, questo è inaccettabile. Semplicemente mi era sfuggito di farlo: io comunque vedo UN SOLO edit che presentava le stesse criticità di Vito Santarsiero (quello su [[Lucio Dalla]], ma ho letto che hanno annullato in quanto la fonte era considerata non affidabile. Infine, Lei non ha nessun diritto di "giudicare" cosa è vero, cosa è consapevole... non siamo ad un processo.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:38, 23 apr 2022 (CEST)
{{rientro}} {{ping|Potenza2021}} Discutere con lei è semplicemente inutile. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:44, 23 apr 2022 (CEST)
== Re:Pertinenza ==
Ciao, grazie per i complimenti. Come puoi vedere sono nuovo e sto imparando un po' per volta. Effettivamente ero anch'io in dubbio se inserire la citazione del castoro e di internet. Pensandoci un po' quella di internet non è molto pertinente e provvedo a rimuoverla. Una domanda: quella del blackjack è pertinente o no? --<br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 11:13, 20 mag 2022 (CEST)
:Neanch'io conosco il blackjack, ma penso che sia più incentivato sul mercanteggio che sul blackjack. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 12:11, 20 mag 2022 (CEST)
::{{Fatto}} e grazie ancora per i complimenti. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 13:13, 20 mag 2022 (CEST)
== Re: My Dress-Up Darling ==
Ciao Spinoziano, grazie dell'aiuto. Ho occasionalmente fatto qualche ritocco su questa wiki ma era da un bel po' che non contribuivo. Purtroppo ho solo iniziato la voce ma ho dovuto stopparmi, stasera completerò le citazioni dell'anime, per poi inserire quelle del manga se differenti. Per quanto riguarda l'anime sto facendo fede ai sottotitoli ufficiali di Crunchyroll. Ti chiedo se devo inserire questa fonte come nota o se è autoesplicativa.
Per quanto riguarda le citazioni del manga ho in mano i tre volumi cartacei usciti in Italia, mentre vorrei chiederti come sarebbe più opportuno fare per quelli non ancora usciti ufficialmente. Se è possibile fare affidamento su fansub o se preferibile non mettere nulla. Oltre al modello voce, sto guardando anche altre voci simili come esempio.
Grazie mille. --[[Utente:Torque|Torque]] ([[Discussioni utente:Torque|scrivimi]]) 15:50, 23 mag 2022 (CEST)
== Dolci inganni ==
Ciao! Hai ragione, avevo già la pagina aperta per aggiungerlo ma poi per qualche motivo me ne sono dimenticato. ''Calvario'' lo vidi anni fa e mi piacque moltissimo in effetti. Però mi sa che tu ti sia fatto l'idea che mi piacciano solo film pesanti a sfondo religioso... XD [[Utente:Phyrexian|Phyrexian]] [[Discussioni utente:Phyrexian|ɸ]] 20:36, 10 giu 2022 (CEST)
== Re: Ping ==
Grazie per la dritta, Spin. Chiedo scusa per l'errore. Ciao. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:19, 20 giu 2022 (CEST)
:Ancora una volta un grande grazie, tutti chiarimenti fondamentalissimi. Ciao Spin. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 22 giu 2022 (CEST)
==Categoria dissidenti ucraini ==
Ciao, Spin. Scusami se ti scrivo per una piccola grana. Ho creato, poi cancellato la categoria perché ho pensato, a causa della segnalazione di un errore di collegamento nel risultato finale (ma ho collegato bene in wikidata da cui però risulta che la categoria manca in it.wikipedia), che fosse una categoria errata, dovendosi considerare esatta la sola Categoria:Dissidenti sovietici che non abbiamo ancora. I poeti inclusi nella categoria cancellata sono [[Lina Kostenko]] e [[Vasyl Stus]]. Poi però ho letto in [https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Ukrainian_dissidents wikidata] che questi due autori rientano in questa categoria. Cosa sarebbe meglio fare: ripristinare la categoria che ho cancellato, oppure creare in futuro anche la categoria dissidenti sovietici e includervi tutti i dissidenti delle varie nazionalità dell'ex Unione Sovietica, o creare entrambe le categorie dissidenti sovietici e ucraini, e includervi i dissidenti ucraini. Prevedo anche la complicazione, in propettiva, di dover creare le categorie dissidenti russi, ucraini, bielorussi ecc. ecc. in aggiunta ai sovietici. Oppure lasciamo per ora tutto così com'è? Grazie infinite, Spin, scusami, ti auguro di trascorrere una buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:04, 23 giu 2022 (CEST)
:Benissimo Spin. Grazie. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:58, 24 giu 2022 (CEST)
::[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]] '''{{LangSwitch
|bar= gmåcht
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}}''' Ancora grazie e buon fine settimana. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:20, 24 giu 2022 (CEST)
== Re: Paolo I di Russia ==
Ho risposto al tuo messaggio. Purtroppo, per la comparsa di un infernale box "Visuale", la mia risposta è apparsa nella mia pagina di discussioni, anziché nella tua. Ciao, [[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 17:59, 26 giu 2022 (CEST)
==Lettura==
Ciao Spinoziano, ti scrivo sull'[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Lettura&oldid=prev&diff=1213925 aggiunta] e anzi grazie per aver deciso boldamente coi ringraziamenti che spiegavano. :-) Sai che che non mi so bene decidere nemmeno io bene su quale sia la pagina migliore? Ci ho pensato parecchio... Nel senso, la Lessing si riferisce alla lettura nel suo complesso, o forse ancora più precisamente alla "cultura" (o all'acculturamento), più che al libro, che a questo punto è solo un termine usato come [[wikipedia:it:sineddoche|sineddoche]] e non il soggetto della citazione. Magari si può trovare un terzo termine ancora più opportuno... Non è semplice in questi casi. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 06:17, 27 giu 2022 (CEST)
:Hmm... Può essere. Quando si ascolta dire qualcosa dentro a un discorso, col tono e la partecipazione di chi la dice, in effetti c'è sempre un'impressione diversa rispetto a leggerla (o rileggerla) quando è a sé stante, è già capitato anche a me. A me pare abbastanza efficace rispetto a tante altre che esprimono lo stesso concetto, quasi un aforisma. Anche se, sì, tutto sommato è semplice... --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 19:22, 4 lug 2022 (CEST)
== Corsivi in traduzione ==
Ciao Spin, ti chiedo la cortesia di un chiarimento in relazione a questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Barbara_Hannigan&type=revision&diff=1214435&oldid=1193069]: esiste, a mia insaputa, una regola che prevede l'impiego del corsivo, anche se non è presente nella fonte, nel riportare espressioni o locuzioni straniere? Scrivere femme fatale in corsivo nella traduzione comporta l'aggiunta di un'enfasi che nel testo originale non esiste. Ma se la regola è di inserire in corsivo, anche se non c'è nell'originale, mi adeguo. Ciao, grazie. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:02, 29 giu 2022 (CEST)
:Grazie Spin, scusami, ma devo chiederti ancora una cosa, anzi due: femme fatale è un'espressione poco comune? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:11, 29 giu 2022 (CEST) La seconda: espressioni intere vanno in corsivo? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:12, 29 giu 2022 (CEST)
::Grazie infinite Spin. 'A Maronna m'adda da' 'na grande pacienzia. 'A Maronna c'accumpagna a mme a tte. Grazie mille. Buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:22, 29 giu 2022 (CEST)
== [[Theodor W. Adorno]] ==
<del>Salve! Nella voce in oggetto, riguardo l'opera ''Minima moralia'', in bibliografia ci sono due edizioni: una datata 1974, l'altra senza data, entrambe di Einaudi. Che senso ha tenere l'edizione senza data? L'avevo tolta, ma un altro utente l'ha reinserita dicendo che "Purtroppo c'è una citazione non coperta dall'edizione 1974, altrimenti l'avrei fatta io questa modifica". (Notasi che anche lui è sostanzialmente d'accordo, infatti dice che l'avrebbe fatta lui quella stessa modifica). Ma quella citazione continua a non essere coperta da nessuna fonte precisa. Ho proposto di marcare con [[Template:Da controllare]], come si fa in questi casi quando addirittura non si sposta la citazione nella pagina di discussione. Ho chiesto all'utente, che se non sbaglio ha il testo, di verificare la citazione. Ma ha fatto una edit war, non ha chiesto il parere di un terzo come avevo proposto, ha ripristinato tutto e ha persino bloccato la pagina. Non mi sembra esattamente un modo di fare costruttivo. Secondo te cos'è più giusto fare?</del> [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:57, 30 giu 2022 (CEST)
:Come non detto, ci ha pensato il buon Dread. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:35, 30 giu 2022 (CEST)
== Citazione errata ==
Mi sono accorto che l'unica citazione attribuita a [[William Drummond di Hawthornden]] (ecc. «Colui che non vuole ragionare è un fanatico» / «He that will not reason is a bigot», ecc.) è errata: è stata pronunciata dal suo quasi omonimo William Drummond of Logiealmond, autore di ''Academical Questions'' ([http://books.google.com/books?id=U9FOAAAAYAAJ&pg=PR15 vedi Google libri, ''Academical Questions'', Preface, p. 15]). Cosa si fa di solito in casi del genere? Si chiede la cancellazione della pagina "William Drummond di Hawthornden", oppure si lascia la pagina ma si toglie la citazione, oppure si rinominare la pagina "William Drummond di Hawthornden" in "William Drummond of Logiealmond")? --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 20:50, 30 giu 2022 (CEST)
== Mia presenza futura ==
Ciao, Spin. Scusami per l'ora in cui ti scrivo, la cosa in fondo è molto semplice: per varie ragioni, sulle quali non mi dilungo, non so se potrò collaborare ancora, e con quale assiduità potrò farlo. Nei prossimi giorni cercherò di essere presente, ma è possibile anche che in un futuro piuttosto prossimo debba ritirarmi, ripresentandomi al lavoro periodicamente, se potrò. Non sarebbe una cattiva idea, penso, sondare un po' il terreno per capire se c'è la possibilità di nominare un amministratore. Ti saluto con affetto. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:37, 4 lug 2022 (CEST) P. S. Spin, mi si vedrà qui forse ancora per alcuni giorni, solo perché vorrei fare attività di revisione sulle mie pagine, per quello che posso. Ma non durerà a lungo. Quindi credo sarebbe buona cosa se si riuscisse a nominare un amministratore, e qui non mancano persone con titoli solidissimi. In ogni caso non sarò presente per molto tempo, né più tutti i giorni, come è stato praticamente sempre per oltre dieci anni. Ciao. E, vista l'ora, sia pure con molto anticipo, buona giornata --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:34, 5 lug 2022 (CEST) Sì, Spin, la parabola della mia collaborazione si è conclusa. Non potrà più essere come prima. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:38, 5 lug 2022 (CEST) Un'ultima cosa: in un messaggio inviato a Udiki, ho parlato di fortuna; spero che nessuno fraintenda quel che volevo dire. Purtroppo non si può parlare con semplicità, senza trucchi, senza cazzimme, come si deve parlare, diritti negli occhi, da uomini a uomini, appunto da galantuomini (sono fresco di nomina ;-)) – si finisce regolarmente spalle al muro; ma voi mi conoscete da tanto tempo e non fraintenderete, ne sono certo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:27, 5 lug 2022 (CEST)
:Grazie per il tuo messaggio, Spin. Un affettuoso saluto. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:07, 5 lug 2022 (CEST)
== Francesco Marto ==
Ciao. [[:File:Francisco Marto2.jpg|Questa]] non è la fotografia (ufficiale) del 1917, questa è una riproduzione fatta alcuni anni dopo le apparizioni (possibilmente dopo la morte di Francisco), per questo è stato messo il ritratto catalogato come "immagine di valore". La fotografia che vuoi mettere e a cui fare riferimento –in cui appare con sua sorella Giacinta e sua cugina Lúcia– è [[:File:ChildrensofFatima.jpg|qui]]. [[Speciale:Contributi/81.41.189.179|81.41.189.179]] ([[User talk:81.41.189.179|msg]]) 14:11, 17 lug 2022 (CEST)
== [[Alexandre Dumas (padre)]] ==
Ciao, Spin. Scusami se ti do un po' di fastidio con questo problema: trovi giustificata questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Alexandre_Dumas_%28padre%29&type=revision&diff=1219155&oldid=1219108] con cui viene rimosso l'incipit di C. Siniscalchi? Io non la trovo giustificata, a me sembra una modifica arbitraria e distuttiva; fatta in perfetta buona fede, ma... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:40, 26 lug 2022 (CEST) Spin, agge pacienzia, ti devo dare ancora fastidio: si pone inoltre un problema per le categorie in [[Simulazione]] [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Simulazione&type=revision&diff=1219148&oldid=1071392] che ho reintrodotto. Ora, se i miei interventi di ripritino non sono giustificati, non mi si deve dare necessariamente ragione. Non sono scemo e non voglio quindi avere per forza ragione, a Napoli si dice: 'a ragione s' 'a pigliano 'e fesse. E io non sono fesso fino a questo punto. Sono sì un grandissimo, colossalissimo fesso, ma per altre ragioni, in altro modo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:08, 26 lug 2022 (CEST)
::Mi viene in mente adesso, che, per evitare queste – diciamo così – spiacevolezze si potrebbe ''forse'' spostare la voce Simulazione a Simulazione (qualità) o qualcosa del genere. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:02, 26 lug 2022 (CEST)
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__TOC__
== How we will see unregistered users ==
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Ciao!
Ti è arrivato questo messaggio perché hai i diritti di amministratore su un wiki di Wikimedia.
Quando qualcuno modifica un wiki di Wikimedia senza effettuare prima l'accesso, il suo indirizzo IP diventa visibile pubblicamente. Come forse già sai, presto ciò non sarà più così. Il dipartimento legale di Wikimedia Foundation ha preso questa decisione alla luce del fatto che le normative sulla privacy online sono ormai cambiate.
Un'identità mascherata sarà mostrata al posto degli IP, ma gli amministratori '''avranno ancora accesso a questa informazione'''. Sarà anche introdotto un nuovo diritto utente per gli utenti non amministratori che hanno bisogno di conoscere gli IP degli anonimi per combattere il vandalismo, le molestie e lo spam. Senza questo diritto, i patroller potranno comunque visualizzare un segmento dell'IP. Altri [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/Improving tools|nuovi strumenti]] sono in fase di progettazione per ridurre l'impatto di questo cambiamento.
Se la notizia ti è nuova, puoi leggere [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|maggiori informazioni su Meta]]. Esiste anche un [[m:Tech/News|bollettino tecnico settimanale]] a cui è possibile [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|iscriversi]] per non perdere nessuna novità sui cambiamenti tecnici dei wiki di Wikimedia.
Quanto al come saranno implementate le identità mascherate, sono state avanzate [[m:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation#IP Masking Implementation Approaches (FAQ)|due proposte]]. '''Gradiremmo un tuo commento''' sulla proposta che ritieni migliore per te e per il tuo wiki. Scrivi pure il commento nella lingua che preferisci [[m:Talk:IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation|sulla pagina di discussione]]. Le proposte sono state pubblicate a ottobre e la migliore sarà scelta dopo il 17 gennaio.
Grazie.
/[[m:User:Johan (WMF)|Johan (WMF)]]<section end=content/>
19:17, 4 gen 2022 (CET)
<!-- Messaggio inviato da User:Johan (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Johan_(WMF)/Target_lists/Admins2022(5)&oldid=22532651 -->
== Neon Genesis Evangelion ==
Ciao! Notando la "edit war" che sta avvenendo nella voce di [[Neon Genesis Evangelion]] in merito alla frase di '''Kaji''' nell'episodio '''19''', vorrei fare presente che esistono più versioni ufficiali di quel dialogo - e di altri -, in quanto facenti parti di altrettanti doppiaggi ufficiali. La citazione che l'IP anonimo sta tentando di inserire è la versione curata da [[w:Gualtiero_Cannarsi|Cannarsi]]. Quindi, in questo caso, non dovrebbero essere mantenute entrambe con i rispettivi riferimenti? --[[Speciale:Contributi/62.11.205.155|62.11.205.155]] ([[User talk:62.11.205.155|msg]]) 18:55, 23 gen 2022 (CET)
:Tra le due versioni di quella frase non ci sono differenze rilevanti, quindi credo per ora sia meglio seguire per uniformità lo stesso doppiaggio, quello storico, a cui fanno riferimento le altre citazioni riportate nella pagina. Ma fino ad oggi non sapevo del nuovo doppiaggio, grazie per la segnalazione. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:29, 24 gen 2022 (CET)
== Cancellazione ==
Ciao Spin, buon sabato. Vuoi per favore dare uno sguardo alla mia cancellazione? C'è un link che rinvia ad un'università presente in en.wikipedia. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:11, 12 mar 2022 (CET)
:Grazie Spin. Il passaggio da divinità ad umano, sia pure regale, mi dà un certo sollievo: finiti i guai con Apollo (sento sempre, vedo sempre, di tanto in tanto un sibilar, un balenar di lame...). Consolante peraltro il fatto che si tratti del XIV° e non del [[Luigi XVI di Francia|n. 16]] perché in un modo o nell'altro sempre a [[ghigliottina|lame]] si va a finire, et les [[Robespierre|Maximilien]] & Co. temo non ci sia proprio modo di ammansirli. Di fronte all'incarnazione della Virtù non avrei scampo. Ma, mi domando: come potrei dire – non essendo – let's face it – Spinoziano, Superchilum, Creed, DonatoD, Homer, AssassinsCreed come potrei in coscienza dire: Wikiquote c'est moi? No no, es ist unmöglich: wikiquote c'est vous e tutti i collaboratori e, fra loro, per una piccola parte, anche moi. Grazie infinite Spin, ma Sun-crops à la lanterne... {{NDR|È vero che à la lanterne (alla lama) ci finisce il n° 16 e non il 14. Ma con la specialissima sfortuna che mi sorride perennemente – experto crede – non è affatto da escludere – in caso di [[Eterno ritorno|Ewige Wiederkunft des Gleichen]] – l'ipotesi di un'eccezionale sospensione dei vincoli spazio-temporali, e quindi della necessaria successione temporale, l<nowiki>'</nowiki>''inaudito'', l<nowiki>'</nowiki>''incredibile'', il ''du jamais vu'', nel mio caso avverrebbe con fatale certezza, con conseguente ''molto <s>ungleichlich</s> ungleich azione totale retroattiva en masse'' sul n. 14, moi. E questo per l'eternità (altrimenti che Eterno ritorno sarebbe)}} e, siccome sono un po' in sovrappeso, dovrei anche risarcire i danni alla povera lanterne e al cappio stesso, pagare le spese di una doppia, forse tripla ''pendaison'', ove si volesse passare dalle lame alle funi. Pensandoci bene, meglio di no meglio di no. Ma, grazie Spin per quest'alternativa, per avere esplorato questa possibilità, grazie. Un po' di più mi sorride l'idea di essere un [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Re Lazzarone]], ma anche proprio un [[Lazzari|Lazzarone]] – al netto beninteso di certe ''estreme'' intempranze lazzaroniche seguite alla restaurazione borbonica del 1799 – andrebbe più che bene, anzi benonissimo. Mi piacciono, tutto sommato e al netto di ciò che – come ho detto – va detratto, mi piacciono, mi sono sempre piaciuti moltissimo i Lazzaroni, moltissimo: questi – a modo loro, anche loro – particolarissimi ''philosophes''. Ma dove stanno più... Finiti, da un pezzo, anche loro. Dommage. Ciao, Spin. Grazie. Buon Fine Settimana, da quel {{small|Lazzarone}} di {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:06, 12 mar 2022 (CET)
::Ciao Spin. Ultimato il Lever du Roi, dopo il fatidico "Sire, è ora", visitato dal [[Utente:AssassinsCreed|Primo Medico]] e dal Chirurgo (un validissimo salassatore germanico, Michael Xaver von und zu S P), conclusasi la Grande Entrata, ricambio l'augurio di Buona Domenica. Rassicuro il Medico: per gli eccessi con la favorite, sono perfettamente in regola, vita sanissima, ineccepibile la mia: ''Maista' e bbuono'' (nonostante sia una Maestà) di favorite non ne ho, harem sideralmente vuoto, il Nada Totale; per esclusivo, antichissimo privilegio godo del totale sfavore delle favorite. Elles me boudent. Per gli altri eccessi, seguirò scrupolosamente le tue preziose indicazioni; del resto sono già da decenni per più di tre quarti vegetariano. Certo, potrei morire tranquillamente di gotta. ''Potrei'', ma oltre alle Grandi Entrate, debbo fare i conti con le possibili pericolosissime Piccole Entrate o Entrate dal Retro dell'ouroboros, dell'anulus aeternitatis: come già evidenziato, un guasto, un incepparsi del congegno eterno, uno spiraglio e il rifluire dei secoli con inversione retroagente del Karma sono assicurati. Ma te l'immagini, un prodigioso anacronismo divenire realtà: Port-Royal e gli Stati Generali (magicamente autoconvocatisi) alleati contro di me. Immagina la favolosa triplice alleanza, la chimera: Pascal Danton Robespierre. 'A vermutta, come di dice a Napoli, di Luigi XVI la vorrebbero da me, e chi li convince gli ultimi due e tutti gli altri che si trovano per un banalissimo guasto nel secolo sbagliato? Ma non pensiamoci troppo, sarà quel che sarà. Grazie di tutto, grazie all'Eminentissimo Medico. A tutti, nel giorno 13 del mese di <s>dicembre</s> <s>aprile</s> marzo dell'anno di grazia 2022 Buona domenica. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:01, 13 mar 2022 (CET) P. S. Spin, ma non è che di paragone in paragone, stai accarezzando l'idea di [[w:Amaterasu|questa identificazione]]? Lì sono [[w:Katana|lame tremende]], in confronto quelle di Efesto sono temperini. Evitiamo i Kami, s'il te plaît. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:11, 13 mar 2022 (CET)
:::OK. Ciao Spin. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:22, 13 mar 2022 (CET)
== Berta Castañé ==
Ciao Spin. Per questa voce anche io avevo rilevato numerosi seri problemi che avevo esposto nell'o.d.m. Concordo quindi con la cancellazione e ti ringrazio. Purtroppo non conosco le altre voci create dall'utente con diversi ip, ma è chiaro che se presentano gli stessi problemi che abbiamo rilevato debbono essere cancellate. Ti ringrazio ancora e ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:34, 7 apr 2022 (CEST)
== Re: ''Sun''ta Pasqua ==
Ciao, Spin. È sempre un grande piacere un tuo messaggio, qualunque ne sia il motivo, in qualunque occasione, sempre. Ti ringrazio molto per gli auguri che ricambio di cuore, ti auguro di trascorre una felice Pasqua – mai come quest'anno la Pasqua è tanto significativa – con le persone che ti sono care. Grazie, Spin. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:47, 17 apr 2022 (CEST)
== Come imparare l'utilizzo dei progetti senza essere redarguiti con avvisi e blocchi? ==
Ciao Spinoziano, ti scrivo perché purtroppo anche qui si ripete quello che mi è già successo su Wikipedia: sto ancora imparando come funziona (lo conosco ancor meno di quanto conoscessi Wikipedia) ed anche qui hanno cominciato già con avvisi e ammonizioni, mentre sull'altro progetto ne ho avute veramente troppe sin dal giorno in cui ero neoiscritto (ora sono bloccato fino al 10 luglio) ed ho quindi deciso di non tornarci più neanche dopo la fine del blocco. Come si può fare per poter essere guidati e seguiti (soprattutto in casi di lievi forme d'autismo come il mio) senza che gli errori siano considerati vandalismo e nessuno degli amministratori inizi già a preparare il tasto da premere? Su Wikipedia, fino ad inizio aprile, avevo evitato di chiedere l'assegnazione di un tutor, perchè vedevo che era proprio difficile trovare qualcuno che conoscesse abbastanza l'autismo senza dirmi in maniera offensiva che "sfruttassi la mia condizione", cosa che non vorrei venisse neanche pensata, e vedevo spesso comportamenti a me inadatti da parte di molti utenti più esperti, per cui ero sicurissimo che anche per un altro utente potesse essere difficile che ci capissimo e volevo evitare che lui/lei potesse ritenere di "'perdere tempo dietro a me". Ed anche dopo che avevo trovato una grandissima disponibilità da parte di un paio di utenti, qualcun altro ha continuato a percepire disturbo nei miei edit e nel doverci stare dietro (e non solo l'amministratore che ha bloccato).--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 10:14, 23 apr 2022 (CEST)
:L'avviso vandalismo è arrivato DOPO le spiegazioni che mi hanno dato e senza che avessi compiuto altri edit. La voce [[Gildo Claps]] poteva non essere enciclopedica, ma l'avevo già creata ''prima'' che mi venissero date le spiegazioni che dici tu. Ed infatti in questo caso la mia condizione non c'entra neppure nulla, a me stesso veniva detto di non aggredire gli utenti inesperti con avvisi di vandalismo per i loro errori.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 12:35, 23 apr 2022 (CEST)
:: {{ping|Potenza2021}} Avevo deciso di restare rigorosamente fuori da questa discussione, ma dopo aver letto il messaggio precedente devo intervenire per dire che lei ''mente'', mente per la gola. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:53, 23 apr 2022 (CEST) {{ping|Potenza2021}} E per essere più precisi: "senza che avessi compiuto altri edit"= ho pregato di sistemare gli edit irregolari [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Citazioni_senza_fonte] e lei se ne è completamente infischiato, nonostante mi fossi fatto carico di sistemare parte delle irregolarità [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Madonna_(cantante)&diff=next&oldid=1204100] e avessi creato – al suo posto – la voce [[Vito Santarsiero]], evitandole un secondo annullamento. Quello che lei sostiene sulla creazione della voce [[Gildo Claps]] – creazione consapevole di voce non enciclopedica (un grosso edit improprio a definirlo eufemisticamente...) –, è completamente falso [https://it.wikiquote.org/wiki/Discussioni_utente:Potenza2021#Re:_Enciclopedia], e quindi... non occorre ripetere quanto già scritto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:27, 23 apr 2022 (CEST)
::::{{ping|Sun-crops}} e Lei come si permette di dirlo? Soprattutto, chi è Lei per dirmi "Lei mentre per la gola"?--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:14, 23 apr 2022 (CEST)
::::Infischiato? No, questo è inaccettabile. Semplicemente mi era sfuggito di farlo: io comunque vedo UN SOLO edit che presentava le stesse criticità di Vito Santarsiero (quello su [[Lucio Dalla]], ma ho letto che hanno annullato in quanto la fonte era considerata non affidabile. Infine, Lei non ha nessun diritto di "giudicare" cosa è vero, cosa è consapevole... non siamo ad un processo.--[[Utente:Potenza2021|Potenza2021]] ([[Discussioni utente:Potenza2021|scrivimi]]) 13:38, 23 apr 2022 (CEST)
{{rientro}} {{ping|Potenza2021}} Discutere con lei è semplicemente inutile. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:44, 23 apr 2022 (CEST)
== Re:Pertinenza ==
Ciao, grazie per i complimenti. Come puoi vedere sono nuovo e sto imparando un po' per volta. Effettivamente ero anch'io in dubbio se inserire la citazione del castoro e di internet. Pensandoci un po' quella di internet non è molto pertinente e provvedo a rimuoverla. Una domanda: quella del blackjack è pertinente o no? --<br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 11:13, 20 mag 2022 (CEST)
:Neanch'io conosco il blackjack, ma penso che sia più incentivato sul mercanteggio che sul blackjack. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 12:11, 20 mag 2022 (CEST)
::{{Fatto}} e grazie ancora per i complimenti. <br clear="all"/> <span style="text-shadow: 1px 1px 1px #66CCAA">'''[[User:Andr€a|<span style="color:#008C45">An</span><span style="color:#F4F5F0">dr</span><span style="color:#CD212A">€a</span>]]''' </span>('''[[User talk:Andr€a|talk]]''') 13:13, 20 mag 2022 (CEST)
== Re: My Dress-Up Darling ==
Ciao Spinoziano, grazie dell'aiuto. Ho occasionalmente fatto qualche ritocco su questa wiki ma era da un bel po' che non contribuivo. Purtroppo ho solo iniziato la voce ma ho dovuto stopparmi, stasera completerò le citazioni dell'anime, per poi inserire quelle del manga se differenti. Per quanto riguarda l'anime sto facendo fede ai sottotitoli ufficiali di Crunchyroll. Ti chiedo se devo inserire questa fonte come nota o se è autoesplicativa.
Per quanto riguarda le citazioni del manga ho in mano i tre volumi cartacei usciti in Italia, mentre vorrei chiederti come sarebbe più opportuno fare per quelli non ancora usciti ufficialmente. Se è possibile fare affidamento su fansub o se preferibile non mettere nulla. Oltre al modello voce, sto guardando anche altre voci simili come esempio.
Grazie mille. --[[Utente:Torque|Torque]] ([[Discussioni utente:Torque|scrivimi]]) 15:50, 23 mag 2022 (CEST)
== Dolci inganni ==
Ciao! Hai ragione, avevo già la pagina aperta per aggiungerlo ma poi per qualche motivo me ne sono dimenticato. ''Calvario'' lo vidi anni fa e mi piacque moltissimo in effetti. Però mi sa che tu ti sia fatto l'idea che mi piacciano solo film pesanti a sfondo religioso... XD [[Utente:Phyrexian|Phyrexian]] [[Discussioni utente:Phyrexian|ɸ]] 20:36, 10 giu 2022 (CEST)
== Re: Ping ==
Grazie per la dritta, Spin. Chiedo scusa per l'errore. Ciao. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 16:19, 20 giu 2022 (CEST)
:Ancora una volta un grande grazie, tutti chiarimenti fondamentalissimi. Ciao Spin. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:18, 22 giu 2022 (CEST)
==Categoria dissidenti ucraini ==
Ciao, Spin. Scusami se ti scrivo per una piccola grana. Ho creato, poi cancellato la categoria perché ho pensato, a causa della segnalazione di un errore di collegamento nel risultato finale (ma ho collegato bene in wikidata da cui però risulta che la categoria manca in it.wikipedia), che fosse una categoria errata, dovendosi considerare esatta la sola Categoria:Dissidenti sovietici che non abbiamo ancora. I poeti inclusi nella categoria cancellata sono [[Lina Kostenko]] e [[Vasyl Stus]]. Poi però ho letto in [https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Ukrainian_dissidents wikidata] che questi due autori rientano in questa categoria. Cosa sarebbe meglio fare: ripristinare la categoria che ho cancellato, oppure creare in futuro anche la categoria dissidenti sovietici e includervi tutti i dissidenti delle varie nazionalità dell'ex Unione Sovietica, o creare entrambe le categorie dissidenti sovietici e ucraini, e includervi i dissidenti ucraini. Prevedo anche la complicazione, in propettiva, di dover creare le categorie dissidenti russi, ucraini, bielorussi ecc. ecc. in aggiunta ai sovietici. Oppure lasciamo per ora tutto così com'è? Grazie infinite, Spin, scusami, ti auguro di trascorrere una buona serata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:04, 23 giu 2022 (CEST)
:Benissimo Spin. Grazie. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:58, 24 giu 2022 (CEST)
::[[File:Propozycja DA.svg|20px|✔]] '''{{LangSwitch
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}}''' Ancora grazie e buon fine settimana. Ciao --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 13:20, 24 giu 2022 (CEST)
== Re: Paolo I di Russia ==
Ho risposto al tuo messaggio. Purtroppo, per la comparsa di un infernale box "Visuale", la mia risposta è apparsa nella mia pagina di discussioni, anziché nella tua. Ciao, [[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 17:59, 26 giu 2022 (CEST)
==Lettura==
Ciao Spinoziano, ti scrivo sull'[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Lettura&oldid=prev&diff=1213925 aggiunta] e anzi grazie per aver deciso boldamente coi ringraziamenti che spiegavano. :-) Sai che che non mi so bene decidere nemmeno io bene su quale sia la pagina migliore? Ci ho pensato parecchio... Nel senso, la Lessing si riferisce alla lettura nel suo complesso, o forse ancora più precisamente alla "cultura" (o all'acculturamento), più che al libro, che a questo punto è solo un termine usato come [[wikipedia:it:sineddoche|sineddoche]] e non il soggetto della citazione. Magari si può trovare un terzo termine ancora più opportuno... Non è semplice in questi casi. :-) --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 06:17, 27 giu 2022 (CEST)
:Hmm... Può essere. Quando si ascolta dire qualcosa dentro a un discorso, col tono e la partecipazione di chi la dice, in effetti c'è sempre un'impressione diversa rispetto a leggerla (o rileggerla) quando è a sé stante, è già capitato anche a me. A me pare abbastanza efficace rispetto a tante altre che esprimono lo stesso concetto, quasi un aforisma. Anche se, sì, tutto sommato è semplice... --[[Utente:Teatroge|Teatroge]] ([[Discussioni utente:Teatroge|scrivimi]]) 19:22, 4 lug 2022 (CEST)
== Corsivi in traduzione ==
Ciao Spin, ti chiedo la cortesia di un chiarimento in relazione a questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Barbara_Hannigan&type=revision&diff=1214435&oldid=1193069]: esiste, a mia insaputa, una regola che prevede l'impiego del corsivo, anche se non è presente nella fonte, nel riportare espressioni o locuzioni straniere? Scrivere femme fatale in corsivo nella traduzione comporta l'aggiunta di un'enfasi che nel testo originale non esiste. Ma se la regola è di inserire in corsivo, anche se non c'è nell'originale, mi adeguo. Ciao, grazie. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:02, 29 giu 2022 (CEST)
:Grazie Spin, scusami, ma devo chiederti ancora una cosa, anzi due: femme fatale è un'espressione poco comune? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:11, 29 giu 2022 (CEST) La seconda: espressioni intere vanno in corsivo? --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:12, 29 giu 2022 (CEST)
::Grazie infinite Spin. 'A Maronna m'adda da' 'na grande pacienzia. 'A Maronna c'accumpagna a mme a tte. Grazie mille. Buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:22, 29 giu 2022 (CEST)
== [[Theodor W. Adorno]] ==
<del>Salve! Nella voce in oggetto, riguardo l'opera ''Minima moralia'', in bibliografia ci sono due edizioni: una datata 1974, l'altra senza data, entrambe di Einaudi. Che senso ha tenere l'edizione senza data? L'avevo tolta, ma un altro utente l'ha reinserita dicendo che "Purtroppo c'è una citazione non coperta dall'edizione 1974, altrimenti l'avrei fatta io questa modifica". (Notasi che anche lui è sostanzialmente d'accordo, infatti dice che l'avrebbe fatta lui quella stessa modifica). Ma quella citazione continua a non essere coperta da nessuna fonte precisa. Ho proposto di marcare con [[Template:Da controllare]], come si fa in questi casi quando addirittura non si sposta la citazione nella pagina di discussione. Ho chiesto all'utente, che se non sbaglio ha il testo, di verificare la citazione. Ma ha fatto una edit war, non ha chiesto il parere di un terzo come avevo proposto, ha ripristinato tutto e ha persino bloccato la pagina. Non mi sembra esattamente un modo di fare costruttivo. Secondo te cos'è più giusto fare?</del> [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 17:57, 30 giu 2022 (CEST)
:Come non detto, ci ha pensato il buon Dread. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 18:35, 30 giu 2022 (CEST)
== Citazione errata ==
Mi sono accorto che l'unica citazione attribuita a [[William Drummond di Hawthornden]] (ecc. «Colui che non vuole ragionare è un fanatico» / «He that will not reason is a bigot», ecc.) è errata: è stata pronunciata dal suo quasi omonimo William Drummond of Logiealmond, autore di ''Academical Questions'' ([http://books.google.com/books?id=U9FOAAAAYAAJ&pg=PR15 vedi Google libri, ''Academical Questions'', Preface, p. 15]). Cosa si fa di solito in casi del genere? Si chiede la cancellazione della pagina "William Drummond di Hawthornden", oppure si lascia la pagina ma si toglie la citazione, oppure si rinominare la pagina "William Drummond di Hawthornden" in "William Drummond of Logiealmond")? --[[Utente:TableDark|TableDark]] ([[Discussioni utente:TableDark|scrivimi]]) 20:50, 30 giu 2022 (CEST)
== Mia presenza futura ==
Ciao, Spin. Scusami per l'ora in cui ti scrivo, la cosa in fondo è molto semplice: per varie ragioni, sulle quali non mi dilungo, non so se potrò collaborare ancora, e con quale assiduità potrò farlo. Nei prossimi giorni cercherò di essere presente, ma è possibile anche che in un futuro piuttosto prossimo debba ritirarmi, ripresentandomi al lavoro periodicamente, se potrò. Non sarebbe una cattiva idea, penso, sondare un po' il terreno per capire se c'è la possibilità di nominare un amministratore. Ti saluto con affetto. [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:37, 4 lug 2022 (CEST) P. S. Spin, mi si vedrà qui forse ancora per alcuni giorni, solo perché vorrei fare attività di revisione sulle mie pagine, per quello che posso. Ma non durerà a lungo. Quindi credo sarebbe buona cosa se si riuscisse a nominare un amministratore, e qui non mancano persone con titoli solidissimi. In ogni caso non sarò presente per molto tempo, né più tutti i giorni, come è stato praticamente sempre per oltre dieci anni. Ciao. E, vista l'ora, sia pure con molto anticipo, buona giornata --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 00:34, 5 lug 2022 (CEST) Sì, Spin, la parabola della mia collaborazione si è conclusa. Non potrà più essere come prima. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 02:38, 5 lug 2022 (CEST) Un'ultima cosa: in un messaggio inviato a Udiki, ho parlato di fortuna; spero che nessuno fraintenda quel che volevo dire. Purtroppo non si può parlare con semplicità, senza trucchi, senza cazzimme, come si deve parlare, diritti negli occhi, da uomini a uomini, appunto da galantuomini (sono fresco di nomina ;-)) – si finisce regolarmente spalle al muro; ma voi mi conoscete da tanto tempo e non fraintenderete, ne sono certo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:27, 5 lug 2022 (CEST)
:Grazie per il tuo messaggio, Spin. Un affettuoso saluto. {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 14:07, 5 lug 2022 (CEST)
== Francesco Marto ==
Ciao. [[:File:Francisco Marto2.jpg|Questa]] non è la fotografia (ufficiale) del 1917, questa è una riproduzione fatta alcuni anni dopo le apparizioni (possibilmente dopo la morte di Francisco), per questo è stato messo il ritratto catalogato come "immagine di valore". La fotografia che vuoi mettere e a cui fare riferimento –in cui appare con sua sorella Giacinta e sua cugina Lúcia– è [[:File:ChildrensofFatima.jpg|qui]]. [[Speciale:Contributi/81.41.189.179|81.41.189.179]] ([[User talk:81.41.189.179|msg]]) 14:11, 17 lug 2022 (CEST)
== [[Alexandre Dumas (padre)]] ==
Ciao, Spin. Scusami se ti do un po' di fastidio con questo problema: trovi giustificata questa modifica [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Alexandre_Dumas_%28padre%29&type=revision&diff=1219155&oldid=1219108] con cui viene rimosso l'incipit di C. Siniscalchi? Io non la trovo giustificata, a me sembra una modifica arbitraria e distuttiva; fatta in perfetta buona fede, ma... Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 19:40, 26 lug 2022 (CEST) Spin, agge pacienzia, ti devo dare ancora fastidio: si pone inoltre un problema per le categorie in [[Simulazione]] [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Simulazione&type=revision&diff=1219148&oldid=1071392] che ho reintrodotto. Ora, se i miei interventi di ripritino non sono giustificati, non mi si deve dare necessariamente ragione. Non sono scemo e non voglio quindi avere per forza ragione, a Napoli si dice: 'a ragione s' 'a pigliano 'e fesse. E io non sono fesso fino a questo punto. Sono sì un grandissimo, colossalissimo fesso, ma per altre ragioni, in altro modo. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:08, 26 lug 2022 (CEST)
:Mi viene in mente adesso, che, per evitare queste – diciamo così – spiacevolezze si potrebbe ''forse'' spostare la voce Simulazione a Simulazione (qualità) o qualcosa del genere. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 21:02, 26 lug 2022 (CEST)
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Perdita
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Udiki
86035
wikitext
text/x-wiki
{{voce tematica}}
Citazioni sulla '''perdita'''.
*Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso. ([[Primo Levi]])
*Ciò che è perduto oggi può non essere perduto per l'avvenire. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas padre]])
*Ciò che si perde senza saperlo non è una perdita! ([[Publilio Siro]])
*È solo dopo che hai perso tutto [...] che sei libero di fare qualunque cosa. (''[[Fight Club (romanzo)|Fight Club]]'')
*Forse bisogna perdere tutto per capire quante cose per cui lottare rimangono. (''[[Final Fantasy XIII]]'')
*Il corpo umano è progettato per compensare la perdita, si adatta in modo che non gli serva ciò che non può avere. Ma a volte la perdita è troppo grande e il corpo non riesce a compensare da solo, è allora che entra in gioco il chirurgo. Siamo così pieni di speranze all'inizio delle cose, ma sembra che ci sia solo un mondo da conquistare, non da perdere. Dicono che l'incapacità di accettare la perdita sia una forma di follia, probabilmente è vero, ma a volte è l'unico modo di restare vivi. ([[Grey's Anatomy (ottava stagione)|''Grey's Anatomy'', ottava stagione]])
*Il lasciarsi abbattere da una perdita, o persino da parecchie perdite, non è cosa da ammirarsi come prova di sensibilità, bensì da deplorarsi come difetto di vitalità. ([[Bertrand Russell]])
*La perdita non è null'altro che trasformazione. ([[Marco Aurelio]])
*– L'[[assenza]] si può sopportare Rocco.<br>– L'assenza sì. Ma la perdita... è la perdita che fa male, non l'assenza. L'assenza è un'emozione senza corpo. Io non la conosco. Mentre la perdita... la perdita la conosco bene. Perché tu hai qualcosa di bello in mano, di... e poi a un certo punto, sparisce così all'improvviso. Sai come a Steve Wonder e Ray Charles. Ray Charles ci è diventato cieco, mentre Steve Wonder è cieco dalla nascita. Steve Wonder ha provato l'assenza, mentre Ray Charles la perdita. E la perdita è molto peggio. (''[[Rocco Schiavone (serie televisiva)|Rocco Schiavone]]'')
*Nella perdita amara io ho sentito l'amarezza irreparabile di tutte le perdite, la rivolta disperata ed inutile contro il destino che spegne successivamente intorno a noi tutto ciò che è più intensamente nostro, tutto ciò che è parte di noi. ([[Piero Martinetti]])
*Non dir mai di nessuna cosa: «l'ho perduta», ma: «l'ho restituita». ([[Epitteto]])
*Non importa cos'hai, né quanto fortemente ti ci aggrappi: lo perdi comunque! (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]'')
*Non sai cos'è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso. (''[[Will Hunting - Genio ribelle]]'')
*Ogni perdita nella vita io la considero come il disfarsi di un vecchio vestito per indossarne uno nuovo, e il nuovo è sempre stato preferibile al vecchio. ([[Inayat Khan]])
*Perché è la perdita la misura dell'amore? ([[Jeanette Winterson]])
*Preferisci una perdita a un guadagno turpe: la prima infatti recherà dolore una volta sola, il secondo per sempre. ([[Chilone]])
*Si perde quel che si ha. ([[Epitteto]])
==Altri progetti==
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[[Categoria:Casi]]
[[Categoria:Psicologia sociale]]
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Discussione:Anatole France
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==Senza fonte==
*È nella natura umana pensare in modo saggio e agire stupidamente.
*L'ironia è la gaiezza della riflessione e la gioia della saggezza.
*L'opinione degli altri non vale il sacrificio di uno solo dei nostri desideri.
*L'opinione pubblica per molte persone è solo una scusa per non averne una propria.
*L'uomo comune, anche se non sa che farsene di questa vita, ne vuole un'altra che duri per sempre.
*La conoscenza non è niente, l'immaginazione è tutto.
*La frase migliore? La più corta.
*La gente che non ha difetti è orribile: non c'è modo di usarla a proprio vantaggio.
*[[Lusinga|Lusingarsi]] di essere senza pregiudizi è di per sé un grande pregiudizio.
*Non prestare mai libri, perché nessuno li restituisce; i soli libri della mia biblioteca sono quelli che mi hanno prestato.
*Nulla rovina la [[confessione]] come il pentimento.
*Preferisco gli errori dell'entusiasmo all'indifferenza del discernimento.
*Rimproveriamo alla gente di parlare di sé; ma è l'argomento che sa trattare meglio.
*Solo gli uomini che non sono interessati alle donne sono interessati ai loro vestiti. Gli uomini a cui piacciono le donne non notano mai quello che indossano.
*Una donna è sincera quando non dice delle bugie superflue.
*Una persona non è mai felice se non a prezzo d'una certa ignoranza.
*Una popolazione che stia sotto la morsa del terrore della guerra e dell'invasione è molto facile da governare, perché non chiede mai riforme sociali, non protesta per spese per armamenti e forniture militari, paga senza discussioni, rovina se stesso ed è eccellente per gli scopi di finanzieri e industriali per i quali i patriottici terrori sono una abbondante fonte di guadagno.
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Discussione:Ludwig van Beethoven
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==Senza fonte==
*Arte! Chi la può comprendere? A chi una persona si può rivolgere per attirare l'attenzione di questa grande dea?
*La sinfonia è il mio elemento.
*La libertà e il progresso sono il fine dell'arte come, del resto, della vita stessa. Se noi [artisti] moderni non siamo così sicuri come i nostri avi, il progresso della civiltà ci ha almeno insegnato molte cose. (all'arciduca Rodolfo)
*Il mio cuore batte tutto per la profonda e grande arte di [[Johann Sebastian Bach]], questo ''patriarca dell'armonia''. (a Hofmeister, 1801)
*Non v'è regola che non si possa infrangere in favore dello ''Schöner'' (più bello).
*La musica deve far sprizzare il fuoco dallo spirito degli uomini.
*Credete che pensi a un dannato violino, quando lo Spirito mi parla e scrivo ciò che mi detta? (a Schuppanzich)
*Fare tutto il bene possibile, amare la libertà sopra ogni cosa, di fronte ad un trono, non tradire la verità
* Händel è il più grande ed il più abile di tutti i compositori; da lui posso ancora imparare.
:''Händel ist das Größte und fähigste davonalle Komponisten; von ihm kann ich immer noch lernen.''
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==Senza fonte==
*Arte! Chi la può comprendere? A chi una persona si può rivolgere per attirare l'attenzione di questa grande dea?
*La libertà e il progresso sono il fine dell'arte come, del resto, della vita stessa. Se noi [artisti] moderni non siamo così sicuri come i nostri avi, il progresso della civiltà ci ha almeno insegnato molte cose. (all'arciduca Rodolfo)
*Il mio cuore batte tutto per la profonda e grande arte di [[Johann Sebastian Bach]], questo ''patriarca dell'armonia''. (a Hofmeister, 1801)
*Non v'è regola che non si possa infrangere in favore dello ''Schöner'' (più bello).
*La musica deve far sprizzare il fuoco dallo spirito degli uomini.
*Credete che pensi a un dannato violino, quando lo Spirito mi parla e scrivo ciò che mi detta? (a Schuppanzich)
*Fare tutto il bene possibile, amare la libertà sopra ogni cosa, di fronte ad un trono, non tradire la verità
* Händel è il più grande ed il più abile di tutti i compositori; da lui posso ancora imparare.
:''Händel ist das Größte und fähigste davonalle Komponisten; von ihm kann ich immer noch lernen.''
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Utente:Dread83/Ricerca fonti
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Questa pagina nasce con l'intento di organizzare la ricerca delle fonti e il controllo delle citazioni.
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==Ricerca fonti==
{{indicedx}}
*[[:Categoria:Senza fonte in discussione|Senza fonte in discussione]]
*'''Voci [[:Categoria:Da controllare|da controllare]]'''.
**[[Utente:Dread83/Da controllare|Ultimi inserimenti]].
===Archivi storici di giornali===
*[http://ricerca.repubblica.it/ la Repubblica] - Dal 1984
**[http://periodici.repubblica.it/venerdi/ Il venerdì di Repubblica] - Dal 2005
*<del>[http://archiviostorico.corriere.it/ Corriere della Sera] - Dal 1992</del> a pagamento
*[http://www.lastampa.it/archivio-storico/ La Stampa] - Dal 1867 al 2005
**[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_query.jsp La Stampa] - Dal 1992
*[https://archivio.unita.news/ L'Unità] - 1946-2014
*[http://archiviostorico.gazzetta.it/sitesearch/ArchivioStoricoPay.html Gazzetta dello Sport] - Dal 1997
*[http://www.adnkronos.com/IGN/Archivio/ Adnkronos] - Dal 1996
*[http://dolciricordi.altervista.org/viaggiandofralestelle/giornali.html Tutti i giornali]
==Controllo==
(''Sono esclusi i film e i cronisti'')
====A====
*[[Abraham Lincoln]]
**Possibili fonti su [[:en:Abraham Lincoln|en.wiki]].
*<del>[[Abel Bonnard]]</del> {{fatto}}
*[[Achille Varzi]]
**Citazione riportata in siti su Nuvolari.
*[[Adolf Brand]]
**Citazione (frammentaria) copiata da Wikipedia; fonte sconosciuta.
*[[Adolf Hitler]]
**Voce mal messa;
**Le citazioni dal ''Mein Kampf'' sono prive di indicazioni bibliografiche.
*[[Agatha Christie]]
*[[Al Pacino]]
**Probabilmente da un film; alcuni indicano ''[[L'avvocato del diavolo]]'' e ''[[Il padrino]]'', ma non trovo riscontro.
*<del>[[Alain Robbe-Grillet]]</del> {{fatto}}
*<del>[[Alan Bennett]]</del> {{fatto}}
*[[Albert Camus]]
**Non saremo: Intuitions, Youthful Writings
*[[Alberto Ronchey]]
**Niente sui 3 archivi; prima del 1997.
*[[Aldous Huxley]]
**Aveva...: Il tempo si deve fermare
**Forse la terra...: da Punto contro punto.
*[[Alexander Pope]]
**Ad ogni parola: ''Il ricciolo rapito''.
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
**Affari?: La Question d'argent
*[[Alfred de Musset]]
**Chiunque...: da ''Poesie nuove''.
*[[Amos Bronson Alcott]]
**To be ignorant of one's ignorance is the malady of the ignorant : ''Table talk''.
*[[Anatole France]]
**È nella natura umana: da ''Il libro del mio amico''.
**L'opinione degli altri: ''I desideri di Jean Servien''
**La gente che: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard''
**Lusingarsi di essere: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard''
**Solo gli uomini: ''L'anello di ametista''
*[[André Gide]]
**C'è un limite (il est un degré dans la confidence que l'on ne peut dépasser sans artifice, sans se forcer): ''Correspondance: 1913-1934''
*[[Anita Loos]]
**''Gli uomini preferiscono le bionde''.
*[[André Malraux]]
**È difficile: ''Il tempo del disprezzo'', prefazione
*[[Anne Dickson]]
**Potrebbe trattarsi di uno scambio di persona.
**Ha scritto: ''Pensieri sotto il cuscino'', ''Pensieri sotto il cuscino per illuminare tutto l'animo'' (2 libri di aforismi?), ''Conversazioni difficili''.
*[[Antoine de Saint-Exupéry]]
**Chiunque ami (Quiconque aime d'abord l'approche de l'amour ne connaîtra point la rencontre): ''Cittadella''.
**La tecnologia (la macchina): ''Terra degli uomini''
**L'aeroplano: ''Terra degli uomini''
*[[Anton Čechov]]
**Forse: Taccuini (Quaderni).
**La buona educazione: Taccuini (Quaderni).
**La capacità: Taccuini (Quaderni).
**La morte: Biancafronte ?
*[[Antonin Artaud]]
**''Scritti di Rodez''.
*[[Antonio Tabucchi]]
**''Il racconto...'': da ''Racconti'' ?
***Niente in ''Notturno indiano'', ''Sogni di sogni''.
*[[Antonin Artaud]]
**Messaggi rivoluzionari
*[[Aristotele]]
**Amare è gioire: ''Etica eudemia'' (?)
**Ci si dovrebbe comportare: ''Etica nicomachea'' (?)
**Dopo che le abilità pratiche: ''Metafisica'' (?)
*[[Arthur Miller]]
**La parola: ''Dopo la caduta''.
*[[Arthur Schopenhauer]]
**Change alone is eternal, perpetual, immortal: attribuita.
**La felicità è come l'elemosina: ''Sulla felicità e sul dolore''.
**Il principio dell'onore: ''In-quarto''.
====B====
*[[Beato Angelico]]
**Vennero scritti due epitaffi, verosimilmente da Lorenzo Valla. Il primo, perduto, si doveva trovare su una lapide alla parete e recitava: «La gloria, lo specchio, l'ornamento dei pittori, Giovanni il Fiorentino è conservato in questo luogo. Religioso, egli fu un fratello del santo ordine di San Domenico, e fu lui stesso un vero servo di Dio. I suoi discepoli piangono la morte di un così grande maestro, perché chi troverà un altro pennello come il suo? La sua patria e il suo ordine piangono la morte di un insigne pittore, che non aveva uguali nella sua arte» .
*[[Benito Mussolini]]
**Molte citazioni sono in ''Scritti e discorsi''.
*** (Balbo) 1945.
*[[Bernardo Bertolucci]]
**Forse dal film ''[[Il tè nel deserto]]''
*[[Bertolt Brecht]]
**Tutte le arti: <del>Scritti sulla letteratura e sull'arte</del> Scritti teatrali (?)
*[[Bertrand Russell]]
**La filosofia è un tentativo...: Saggi impopolari
**Può sembrare strano che...: Religione e scienza
*[[Blaise Pascal]]
**L'eccitamento che un: '''Niente nelle opere complete'''; "The excitement that a gambler feels when making a bet is equal to the amount he might win times the probability of winning it" - Mathematical Maxims and Minims, Nicholas J. Rose, 1988. "Pascal argues that the value of a game is the prize to be won times the probability of winning it.", ''The Statistical Pioneers'', 1984.
**L'uomo è l'errore di Dio: '''Niente nelle opere complete'''; {{cfr}} [[Friedrich Nietzsche]], ''Il crepuscolo degli idoli'', "E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?". [[Isaac Bashevis Singer]], ''Siddah e Kuziba''.
**Non pensare quello che penso io: '''Niente nelle opere complete'''
**Ritengo che contro chiunque: '''Niente nelle opere complete'''. [[Émile Boutroux]], ''[[s:fr:Pascal_(Boutroux)/5|Pascal]]'': ''L’homme est un problème dont la solution ne se trouve qu’en Dieu''.
*[[Borís Leonídovič Pasternàk]]
**L'arte: ''Della modestia e del coraggio''.
**Sei l'ostaggio dell'eternità: dalla poesia ''Notte''.
====C====
*[[Camilla Cederna]]
**L'espresso, 1990.
*[[Carl Gustav Jung]]
**Il fanatismo altro non è se non un dubbio ipercompensato: ''Tipi psicologici''.
*[[Carlo Bo]]
**Possibile citazione completa: «L'uomo che legge, l'uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose contrappone le idee, agli oggetti i pensieri. Che cos'è in fondo un libro se non un frammento della seconda realtà sognata, ipotizzata, meditata? Il bisogno di leggere è prima di tutto il bisogno di restare con se stessi»
*[[Charles Baudelaire]]
**''Those men get along best with women who can get along best without them''.
*[[Charles Bukowski]]
**L'individuo equilibrato è un pazzo (''The well balanced individual is insane''): ''Taccuino di un vecchio sporcaccione'' (un'edizione integrale)
**''La donna non è niente più che alcune parole'': ''Notations from a Muddled Indolence'', da ''At Terror Street and Agony Way''
***Anche in ''The Roominghouse Madrigals''.
***Non è in ''Poesie (1955-1973)''.
***E' sicuramente in uno di questi 3 libri: ''Notte imbecille'', ''Non c'è niente da ridere'', ''Nato per rubare rose''.
**Scrivere poesie non è difficile: "the living that is sometimes difficult", ''Urla dal balcone''.
**Parlare di morte è come parlare di denaro: da ''Notte imbecille''.
**Ti aspetti di trovare poesia: da ''Notte imbecille''.
*[[Charles Caleb Colton]]
**Molte citazioni potrebbero provenire da ''Lacon''.
*[[Charles Dickens]]
**Trovare traduzioni:
***Bere gin: da ''Sketches by Boz'' (''Trilogia di Londra'').
***Con l'affetto: da ''Martin Chuzzlewit''.
***La carità: da ''Martin Chuzzlewit''.
***Lega un albero: ''Dombey e Figlio''.
**''All the year round'', Vol.15, 1876, p.281.
*[[Clive Staples Lewis]]
**L'umanità non passa: da ''L'allegoria dell'amore''.
**Superato il primo choc da ''Il problema della sofferenza''.
====D====
*[[David Herbert Lawrence]]
**Conosciamo questi nuovi: Art-Nonsense and Other Essays di Eric Gill (recensione)
**La pornografia: da ''Oscenità e pornografia''.
*[[Dean Acheson]]
**''I try to be as philosophical as the old lady from Vermont who said that the best thing about the future is that it only comes one day at a time''.
*[[Denis Diderot]]
**Con la virtù: lettera del 18 luglio 1762 a Sophie Volland (''Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762'').
**Ho visto spesso un attore: ''Paradosso sull'attore''
**L'amore toglie: ''Paradosso sull'attore''
*[[Diego Abatantuono]]
** Epoca(?)
** Indipendente di venerdì 18 dicembre 1993.
*[[Dino Risi]]
**Intervista al settimanale ''Oggi'' del 31 maggio 1993.
====E====
*[[Edgar Allan Poe]]
**Dichiarare la propria viltà: Marginalia ?
*[[Edith Wharton]]
**''I ragazzi''
*[[Elio Toaff]]
**''Mehr als alle anderen haben wir Gelegenheit gehabt, dieGüte und Edelmütigkeit des Papstes während der Jahre der Verfolgung und des Schreckens kennenzulernen.'' (''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 4 marzo 1963)
*[[Émile Zola]]
**La civiltà non raggiungerà: [https://quoteinvestigator.com/2018/06/29/last-stone/]
*[[Ennio Flaiano]]
**''Coraggio, il meglio è passato'': citato ne ''[[La terrazza]]'', di Scola (1980).
*[[Enzo Biagi]]
**Sette, 2004 (Diciamoci tutto)
*[[Eric Ambler]]
**''La maschera di Dimitrios'' (edizione integrale).
*[[Erich Fromm]]
*[[Erich Maria Remarque]]
**Potresti diventare: Arco di trionfo
*[[Ernest Hemingway]]
**Mai pensare: Introduzione a ''Treasury for the free world''.
**Essere un padre di successo: ''Papa Hemingway''.
**Non confondere: ''Papa Hemingway''.
*[[Eugène Ionesco]]
**È la nostra propria mediocrità: da ''Il solitario''.
*[[Eugenio Montale]]
# Versi di Luca Ghiselli?
*[[Ezra Pound]]
**La vostra mente: ''Portrait d'une femme''
====F====
*[[Fernando Pessoa]]
**1. ''Cessa o teu canto''.
*[[Francis Scott Fitzgerald]]
**A diciotto anni: da ''Maschiette e filosofi''.
**Mostratemi un eroe: ''Notebook E'' (1945).
*[[François de La Rochefoucauld]]
**Le promesse di certi uomini sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure ma si rilevano inconsistenti e insidiose.
***Nulla su Google Libri, in italiano, inglese o francese.
***Niente negli archivi dei giornali.
***Contiene un possibile errore: ''rilevano'' invece di ''rivelano''.
***Non è nelle ''Massime''.
***Non è nelle ''Massime'' di [[Marguerite de la Sablière]].
***Inserita nel 2006, non si trova prima del 30 giugno 2002.
*[[François-René de Chateaubriand]]
**Bonaparte: Mélanges politiques
**Il cuore sente: Saggio sulle rivoluzioni
**Il tempo: Essai sur la littérature anglaise
**L'orgoglio: Saggio sulle rivoluzioni
*[[Françoise Sagan]]
**Castello in Svezia
*[[Franz Kafka]]
**Ogni rivoluzione evapora: ''Colloqui con Kafka''.
**La giovinezza: ''Colloqui con Kafka''.
*[[Friedrich Nietzsche]]
**Che differenza resta... : ''Nachgelassene Fragmente'', 14, 159.
***Non è in ''La volontà di potenza'' (Bompiani).
***Rimangono da controllare ''La volontà di potenza'' (N&C) e ''Frammenti postumi''.
**E io sopporto soltanto: ''Frammenti postumi'', 8, 2.
*[[Friedrich Schiller]]
**È pericoloso svegliare: ''La canzone della campana''.
**La pace raramente: ''Guglielmo Tell''.
**La vita è solo errore: Cassandra.
*[[Friedrich Schlegel]]
**''So ist es denn endlich dahin gekommen, daß nachdem erst die Revolution von unten, dann die Revolution von oben, ihre volle Zeitperiode hindurch ausgewütet hatten, nun noch ein neues politisches Unheilsphänomen, als erstes eigentümliches Zeichen der neuesten, eben jetzt beginnenden Epoche hervorbricht. Ich möchte es die Revolution aus der Mitte heraus nennen.'' Signatur des Zeitalters, in: Concordia. Eine Zeitschrift
====G====
*[[Gabriel Garcia Marquez]]
**Mi sembra che dall'impero romano: intervista, Messaggero del 7 settembre 1992.
*[[Galeazzo Ciano]]
**Potrebbe essere di [[Giuseppe Bottai]], dal ''Diario''.
*[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]
**L'istruzione è: Lineamenti di filosofia del diritto, Aggiunte redatte da Eduard Gans, § 151.
*[[George Eliot]]
**''Avete delle parole così forti'': Felix Holt.
**I pensieri (''Our thoughts are often worse than we are''): Scenes of Clerical Life.
**''L'inizio del pentimento'': Felix Holt.
**''La crudeltà'': Scenes of Clerical Life (Janet's Repentance).
**''La vita può essere misurata'': Felix Holt.
**''La razza è più forte del pascolo.'': Silas Marner.
**''Niente è così bello'': Silas Marner.
**''Non c'è alcuna vita privata'': Felix Holt.
**''I have the conviction that excessive literary production is a social offense'': lettera (1871), in J.W. Cross, ed., George Eliot's Life as Related in Her Letters and Journals (1885)
**''Un pugno'' (Blows are sarcasms turned stupid): Felix Holt.
** I remember how, at Cambridge, I walked with her once in the Fellows’ Garden of Trinity, on an evening of rainy May; and she, stirred somewhat beyond her wont, and taking as her text the three words which have been used so often as the inspiring trumpet-calls of men—the words God, Immortality, Duty—pronounced, with terrible earnestness, how inconceivable was the first, how unbelievable the second, and yet how peremptory and absolute the third. [https://www.bartleby.com/309/1001.html]
*<del>[[Georges Bernanos]]</del> {{fatto}}
*[[George Bernard Shaw]]
**Che tu creda o no: ''Androclo e il leone''.
**L'uomo può arrivare: ''Candida''
**Mi piace la convalescenza: ''Torniamo a Matusalemme''
*[[George Orwell]]
**Chi è vincente ora: saggio ''Second Thoughts on James Burnham''
**Il fine di uno scherzo non è: Saggio ''Funny, but not vulgar''
**Il modo più veloce di finire una guerra è perderla: saggio ''Second Thoughts on James Burnham''
*[[George Santayana]]
**Il caos è un nome: ''Dominations and Powers''.
**Lo scetticismo è la castità dell'intelletto: ''Scetticismo e fede animale''.
*[[Giacomo Casanova]]
**Fonti in [[:de:Giacomo Casanova|de.wikiquote]]. Il guaio di Casanova è che ha scritto in francese, serve una traduzione.
*[[Gianfranco Funari]]
**La donna più importante: Novella 2000 del 29 maggio 1993.
*[[Giorgio Manganelli]]
**Serve a qualcosa il paradiso? O la sua perfezione include l'inutilità?
***Prima di gennaio 2000.
***Niente negli archivi di Repubblica, Corriere della Sera e La stampa.
***Checklist:
****<del>''[[Hilarotragoedia]]'', Feltrinelli, Milano, I ed. 1964; Adelphi, Milano, 1987</del>
**** <del>''La Letteratura come menzogna'', Feltrinelli, Milano, 1967; Adelphi, Milano, 1985</del>
**** <del>''Nuovo commento'', Einaudi, Torino, 1969; Adelphi, Milano, 1993</del>
**** <del>''Agli dèi ulteriori'', Einaudi, Torino, 1972; Adelphi, Milano, 1989</del>
**** <del>''Lunario dell'orfano sannita'', Einaudi, Torino, 1973; Adelphi, Milano, 1991</del>
**** <del>''Cina e altri orienti'', Bompiani, Milano, 1974; Adelphi, Milano, 2013</del>
**** ''In un luogo imprecisato'', Rai, Roma, 1974
**** ''A e B'', Rizzoli, Milano, 1975
**** ''Sconclusione'', Rizzoli, Milano, 1976
**** <del>''Pinocchio: un libro parallelo'', Einaudi, Torino, 1977; Adelphi, Milano, 2002</del>
**** ''Cassio governa a Cipro'', Rizzoli, Milano, 1977
**** <del>''Centuria: cento piccoli romanzi fiume'', Rizzoli, Milano, 1979; a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1995</del>
**** ''Amore'', Rizzoli, Milano, 1981
**** ''Angosce di stile'', Rizzoli, Milano, 1981
**** <del>''Discorso dell'ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi'', Rizzoli, Milano, 1982; a cura di [[Salvatore Silvano Nigro]], Adelphi, Milano, 2017</del>
**** ''Dall'inferno'', Rizzoli, Milano, 1985; Adelphi, Milano, 1998
**** ''Tutti gli errori'', Rizzoli, Milano, 1986
**** ''Laboriose inezie'', Garzanti, Milano 1986
**** ''Rumori o voci'', Rizzoli, Milano, 1987
**** <del>''Salons'', Franco Maria Ricci, Milano, 1987, Adelphi, Milano, 2000</del>
**** <del>''Improvvisi per macchina da scrivere'', Leonardo, Milano, 1989; Adelphi, Milano, 2003</del>
**** ''Antologia privata'', Rizzoli, Milano, 1989; Quodlibet, Macerata, 2015
**** G. Manganelli-[[Cesare Garboli]], ''Cento libri per due secoli di letteratura'', Archinto, Milano, 1989
**** <del>''Encomio del tiranno: scritto all'unico scopo di fare dei soldi'', Adelphi, Milano, 1990</del>
**** ''Due lettere di Giorgio Manganelli'', Adelphi, Milano, 1990
**** <del>''La palude definitiva'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1991</del>
**** <del>''Il presepio'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del>
**** <del>''Esperimento con l'India'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del>
**** <del>''Il rumore sottile della prosa'', a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1994</del>
**** <del>''La notte'', a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, Milano, 1996.</del>
**** <del>''Le interviste impossibili'', Adelphi, Milano, 1997</del>
**** ''Il delitto rende ma è difficile'', con un'intervista alla figlia Lietta a cura di [[Ugo Cornia]], Comix, Modena, 1997
**** ''Solo il mio corpo è reale : note su Stephen Spender'', a cura di Luca Scarlini, Via del vento, Pistoia, 1997
**** ''De America: saggi e divagazioni sulla cultura statunitense'', a cura di Luca Scarlini, Marcos y Marcos, Milano, 1998
**** ''Contributo critico allo studio delle dottrine politiche del '600 italiano'', a cura di Paolo Napoli, con un saggio introduttivo di [[Giorgio Agamben]], Quodlibet, Macerata, 1999
**** ''Le foglie messaggere. Scritti in onore di Giorgio Manganelli'', a cura di Viola Papetti, Editori riuniti, Roma, 2000 [contiene inediti]
**** ''Cerimonie e artifici : scritti di teatro e di spettacolo'', a cura di Luca Scarlini, Oedipus, Salerno, 2000
*****Niente in ''La favola pitagorica'', ''Ti uccidero, mia capitale'', ''Concupiscenza libraria'', ''Un'allucinazione fiamminga'', ''L'isola pianeta e altri settentrioni'', ''Vita di Samuel Johnson'', ''La penombra mentale''.
***Niente in Alda Merini, ''La scopata di Manganelli''
*[[Giovanni Falcone]]
**1. Non è in ''Cose di Cosa Nostra''.
*[[Giovanni XXIII]]
**''I fioretti di papa Giovanni'', Henri Fesquet.
*[[Gilbert Keith Chesterton]]
**Il vero modo: ''I vantaggi di avere una sola gamba'' in ''Tremendous Trifles'' (''Tremende bazzecole'')
*[[Gore Vidal]]
**Il sesso: ''Sex, Death and Money''.
*[[Guillaume Apollinaire]]
**''Una struttura diventa'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''La geometria è'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''L'amore'': da ''Adieu!'', in ''Poèmes à Lou''.
*[[Günter Grass]]
**Art is uncompromising and life is full of compromises. ―Quoted by Arthur Miller in the Paris Review, 1966
*[[Gustave Flaubert]]
**I coniugi: Lettera, 25 gennaio 1880.
**Il cuore: 19 gennaio 1840.
**L'auteur dans son œuvre doit être comme Dieu dans l'univers...
*[[Guy de Maupassant]]
**La storia: Sull'acqua (l’histoire, cette vieille dame exaltée et menteuse)
====H====
*[[Henrik Ibsen]]
**Gli amici: André Gide, prefazione a Conjdon: Friends are dangerous, not so much for what they make us do as for what they keep us from doing. (from the Correspondence)
*[[Henri Bergson]]
**''Le due fonti della morale e della religione''
*[[Henri Duvernois]]
**Jamais, je le sens bien, sa présence sera à la hauteur de son absence. ''Une dame heureuse''
*[[Henri Michaux]]
**''Brecce''.
*[[Henry David Thoreau]]
**Gli amici non vivono: ''Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack'' (parte omessa in ''Opere scelte'')
**Il massimo che posso fare per un amico: Diario (7 febbraio 1941)
*[[Henry Fielding]]
**A chi nulla è stato dato: ''Joseph Andrews''
*[[Henry Miller]]
**Il surrealismo: ''“An Open Letter to Surrealists Everywhere,” The Cosmological Eye'' (Lettera aperta ai surrealisti d'ogni paese, in ''Max e i fagociti bianchi'').
**La storia del mondo: "Domenica dopo la guerra".
*[[Hermann Hesse]]
**Il prodigio della...: Die Welt im Buch
**La funzione del poeta: ''Sull'amore'' (?)
*[[Honoré de Balzac]]
**''Ce qui fait les qualités du mari qu'on aime fait les dèfauts du mari qu'on n'aime pas''.
**La gloria è un veleno: ''Una figlia d'Eva''.
**''Le vieillard est un homme qui a diné et qui regarde les autres manger'': ''Correspondance''
====I====
*[[Ian McEwan]]
**''L'amore fatale''
**''A new license for liberty'', Guardian (30 aprile 1990), p. 19.
** Guardian (London, May 26, 1983).
*[[Ignazio Cantù]]
**Alcune citazioni potrebbero essere del fratello, [[Cesare Cantù]].
*[[Ignazio Silone]]
**Due citazioni tratte da discorsi pubblici (?), difficile reperire una trascrizione precisa.
***''Comunisti ed ex comunisti'': prima del 1961.
*[[Immanuel Kant]]
**Che cosa significa orientarsi nel pensiero.
*[[Indro Montanelli]]
**''Ci manca un Berlinguer'': da ''La Voce'', fra il 22 marzo 1994 e il 12 giugno 1994.
**In un'intervista alla Stampa: dal Giornale del 20 maggio 1993.
**Sempre più si diffonde sulla nostra stampa: da ''Il giornale'', 29 maggio 1993.
**Sulle donne s'è detto di tutto: La Voce, 1994.
**Un giorno dissi al cardinal Martini: ''Il Venerdì'' di Repubblica, 21 gennaio 1994.
*[[Isaac Asimov]]
**Credo che sia impossibile: ''Yours, Isaac Asimov''.
*[[Ivy Compton-Burnett]]
**''Madre e figlio''.
====J====
*[[Jack London]]
**''Un osso'': da ''La strada''.
*[[Jack Kerouac]]
**''Una tazza di caffè'': ''Angeli di desolazione''.
*[[Jacques Lacan]]
**L'amore: ''Seminario XII'', in ''Altri scritti''.
*[[James Joyce]]
**Nessuna penna: ''Lettere''.
**Qual è l'età: ''Ulisse''.
*[[Jean Cocteau]]
**Ciò che il pubblico critica in voi: ''Il gallo e l'arlecchino''
**Il poeta è un: ''Secrets de beauté''
**La massa: ''Secrets de beauté''
**Barabba: ''Il gallo e l'arlecchino''
**Un artista: ''Il gallo e l'arlecchino''
*[[Jean Genet]]
**Chi non ha mai provato: ''Un Captif Amoureux''.
**Chiunque conosca un fatto: ''Un Captif Amoureux''.
*[[Jean-Jacques Rousseau]]
**È soprattutto nella solitudine: ''Le confessioni''.
**Il rimorso dorme: ''Le confessioni''.
**Val molto di più avere: ''Le confessioni''.
*[[Jean-Paul Sartre]]
**Odio le vittime che rispettano i loro giustizieri: I sequestrati di Altona, atto 1, sc. 1.
*[[Jiddu Krishnamurti]]
**Quando c'è l'Amore: ''L'uomo alla svolta''.
*[[Johann Gottlieb Fichte]]
**L'uomo che si isola: ''Sistema di etica''.
*[[Johann Wolfgang von Goethe]]
**Agli stupidi: Faust - ''Wie sich Verdienst und Glück verketten Das fällt den Thoren niemals ein''
**I love those who yearn for the impossible: Faust.
**Chi possiede arte: Xenia?
**Ciascuno vede: Faust, prologo.
**L'azione è tutto: Faust
**La mia pace è perduta: Faust.
**L'età non ci rende: Faust, prologo
**L'uomo è uomo: I dolori del giovane Werther.
**Monotona cosa è l'uman genere: I dolori del giovane Werther.
**Non si è mai soli in pochi: Faust, I, 4036.
**Una perfetta contraddizione: Faust
*[[John David Barrow]]
**Da ''L'universo come opera d'arte''.
*[[John Fowles]]
** La donna del tenente francese
*[[Jorge Luis Borges]]
**Nous ne croyons plus au progrès, quel progrès! (citato in Nestor Ibarra, ''Borges et Borges'')
**Il vantaggio di avere: “Harto de los laberintos,” entrevista con César Fernández Moreno, Mundo Nuevo 18, (Dec. 1967)
*[[José Ortega y Gasset]]
**Il poeta: ''La disumanizzazione dell'arte''.
**La biografia: {{en}} ''In Search of Goethe from Within: Letter to a German'', {{it}} ''Goethe. Un ritratto dall'interno'' (?)
*[[Joseph Conrad]]
**La critica: da ''Lo specchio del mare''.
**Solo l'immaginazione: ibidem?.
*[[Jules Renard]]
**Scrivere: Leçons d'écriture et de lecture, 13 aprile 1895.
====K====
*[[Khalil Gibran]]
**''The vision: reflections on the way of the soul''[http://4umi.com/gibran/vision/7]
*[[Karen Blixen]]
**L'uomo e la donna: ''Racconti d'inverno''.
*[[Karl Ludwig Börne]]
**''Ankündigung der Waage''.
*[[Karl Kraus]]
**Ben venga il caos: da ''La muraglia cinese''.
*[[Karl Marx]]
**Ogniqualvolta vien posta in discussione una determinata libertà, è la libertà stessa in discussione.: ''Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione delle discussioni alla Dieta'', in ''Scritti politici giovanili''.
====L====
*[[Laurence Sterne]]
**''Men tire themselves in pursuit of rest'': The Koran
*[[Laurens van der Post]]
**''Il mondo perduto del Kalahari''
**''Il cuore dell'Africa''
*[[Lev Tolstoj]]
**Il segreto della felicità: una citazione simile è attribuita a [[James Matthew Barrie]]: «The secret of happiness is not in doing what one likes, but in liking what one has to do», ma non è rintracciabile nelle sue opere.
**Se i macelli...:
***La maggior parte delle fonti la attribuiscono a [[Paul McCartney]]; [http://www.postchronicle.com/cgi-bin/artman/exec/view.cgi?archive=180&num=279211 McCartney] stesso dice di ripeterla spesso.
***Google Libri non dà risultati in inglese o in russo in alcuna opera di Tolstoj.
**Tutte le idee: ''Guerra e pace'', epilogo, parte I, cap. XVI.
**Tutti pensano a cambiare: [http://books.google.com/books?id=kVBYAAAAMAAJ&hl=it&dq=%22thinks%20of%20changing%22%20inauthor:Tolstoy&ei=lIJqTPfhFouOjAe8_vmBAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA]
**Tutto, ogni cosa: ''Guerra e pace'', libro IV, parte I, cap. XVI.
*[[Luc de Clapiers de Vauvenargues]]
**N. 590.
*[[Ludwig Wittgenstein]]
**Niente in '''Pensieri diversi'''
**Sentiamo dire: ''Grammatica filosofica''
*[[Luigi Einaudi]]
**Discorso del 1954 (?); di sicuro prima del 1960.
*[[Luigi Pirandello]]
**E' un verso della canzone ''Camminando'' di [[Massimo Di Cataldo]]. Citazione o fonte?
====M====
*[[Manlio Sgalambro]]
**[[Il cavaliere dell'intelletto]]
**Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell'ora è disfare.
*[[Marcel Proust]]
**È meglio sognare la propria vita: da ''I piaceri e i giorni''.
**Il ritornello che un orecchio: da ''I piaceri e i giorni''.
*[[Marguerite Duras]]
**''La vita materiale''.
*[[Marguerite Yourcenar]]
** Il tuo nome: da ''I doni di Alcippe''.
**Si è schiantato un cielo: da ''I doni di Alcippe''.
**Noi abbiamo una sola vita: da ''Pellegrina e straniera''.
**Non ho l'impressione: Alfredo Cattabiani, "Quel contatto ineffabile con l'Eterno", il Tempo, 19 dicembre 1987, p.3.
**La morte s'avvicina: da ''I doni di Alcippe''.
*[[Marlene Dietrich]]
*Controllare ''Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri''.
*[[Mario Soldati]]
**Ho contattato personalmente il sito comitatomariosoldati.it: mi hanno risposto che Kezich lo ha riportato sul Corriere della sera, senza fornirmi però una data. Nessun risultato tuttavia nell'archivio del Corriere (1992-oggi).
**Prima del 1986.
*[[Mario Vargas Llosa]]
**Lettere...
*[[Marshall McLuhan]]
**Sunday Times Magazine, 26 marzo 1978
**La bomba: ''Il medium è il messaggio''.
*[[Martin Heidegger]]
**Il colloquio: da ''La poesia di Hölderlin''.
*[[Matilde Serao]]
**''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886: "Ascende la carrozza fra le prime macchie, rade ancora, e gira intorno ad una collina, scoprendo ogni tanto con l’occhio l’immenso Jonio glaciale senza una vela. Lievemente l’aria rinfresca. Ecco Stilo, una piccola città bruna bruna, antica, medievale, fabbricata a mezza costa; cittadina fiera e malinconica con le sue chiese antiche. Si traversa Stilo: le calabresi dal volto pallido vi guardano senza curiosità da dietro piccoli vetri delle loro finestre. La vegetazione poi diventa sempre montanara e si gira sui fianchi della montagna, ora seppellendosi fra gli alberi, ora rasentando un precipizio spaventoso. Qui e là spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non dunque questo paese è Ferdinandea? No, questo è Pazzano: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell’aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, già riattivate (dal Fazzari) rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere."
*[[Max Beerbohm]]
**Le donne: Zuleika Dobson
*[[Max Frisch]]
**Niente in ''Stiller''.
*[[Max Nordau]]
**God is the name that from the beginning: da ''Morals and the Evolution of Man''.
*[[Michel Foucault]]
**Introduzione a Ludwig Binswanger, ''Sogno ed esistenza''. Anche in ''Il sogno''.
*[[Miguel de Cervantes]]
**Diffida: da ''Novelle esemplari''.
*[[Molière]]
**Preferisco un vizio: ''Anfitrione'', Act I, sc. iv.
*[[Monica Vitti]]
**Venerdì di Repubblica del 25 agosto 1995.
*<del>[[Montesquieu]]</del> {{fatto}}
====N====
*[[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]]
**Le mie memorie
*[[Napoleone]]
**Che cos'è allora, questa verità storica, nella maggior parte dei casi? Una favola convenzionale, come fu ingegnosamente definita. (Memoriale)
**So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio. (16 marzo 1811)
*<del>[[Niccolò Tommaseo]]</del> {{fatto}}
*[[Nicola Abbagnano]]
**Dovrebbe essere in un articlo de ''Il Giornale'', 1981-1983.
*[[Nino Manfredi]]
**Io vengo dal bestialismo: ''Epoca'', 1993.
*[[N. Scott Momaday]]
**Una parola: Il viaggio a Rainy Mountain
*[[Norman Douglas]]
**La scuola: ''How about Europe''.
====O====
*<del>[[Oreste Benzi]]</del> {{fatto}}
====P====
*[[Paolo Rossi]]
**Quello che succede in Italia: ''L'Indipendente'' di giovedì 30 novembre 1995.
*[[Pablo Neruda]]
**L'amore è breve: da ''20 Poesie d'amore e una Canzone disperata'' (Posso scrivere i versi...)
*[[Paolo Villaggio]]
**Fantozzi è anche un terapeuta: al Messaggero di lunedì 10 gennaio 1994.
**Ho nostalgia degli anni Cinquanta: durante la trasmissione tv ''Babele'' di domenica 13 giugno 1993.
**La tv è più pericolosa: ''Giornale'' di sabato 16 luglio 1994.
*[[Paul Valéry]]
**All'inizio: Dialogo dell'albero
**Mettons en commun ce que nous avons de meilleur et enrichissons nous de nos mutuelles différences.
**Bisogna: Moralités (Tel quel)
*<del>[[P. D. James]]</del> {{fatto}}
*[[P. G. Wodehouse]]
**capelli grigi: ''Diario segreto''.
**Critico: ''Le avventure di Sally''.
**Telegrammi: ''Tanto di cappello a Jeeves''.
*[[Pedro Calderón de la Barca]]
**''Mujer, llora y vencerás''.
*[[Pier Paolo Pasolini]]
**'''Non''' è in ''Petrolio''.
====R====
*[[Raffaella Carrà]]
**intervista al Giornale del 27 gennaio 1996.
*[[Rainer Maria Rilke]]
**Che cosa è mai... : ''Su Rodin''.
**Così noi viviamo...: ''Sonetti a Orfeo'' (?)
*[[Ralph Waldo Emerson]]
**Attacca il tuo carro: <del>''Società e solitudine''</del>.
**Dobbiamo essere cortesi: ''Condotta di vita''.
**È una regola: ''Social aims''.
**È una superstizione: ''Condotta di vita''.
**Solo la poesia: <del>''Società e solitudine''.</del>
**Un impero: ''The Young American''.
**Un uomo: ''The Sovereignty of Ethics''.
**[http://www.bartleby.com/90/ Opere complete]
*[[Raymond Chandler]]
**A really good detective never gets married: ''"Casual Notes on the Mystery Novel" (essay, 1949), first published in Raymond Chandler Speaking (1962)''
**Almeno la metà: da ''Casual Notes on the Mystery Novel''
**Boston: da ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
**The more you reason the less you create: da ''Selected Letters of Raymond Chandler'' e ''Raymond Chandler Speaking''.
**If my books had been any worse: Raymond Chandler Speaking.
**...it is a lesson in how not to write for the movies: ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
**By his standards anyone who noticed how many walls the room had: ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
*[[Raymond Queneau]]
**Il diario intimo di Sally Mara (?); Sally plus intime (!).
*[[Robert A. Heinlein]]
**<del>''Il gatto che...''.</del>
*[[Robert de Flers]]
**Les livres sont des amis parfaits, ils sont accueillants et discrets, ils écoutent tous les secrets qu'on leur raconte et ils se gardent de les répéter. Aucune indulgence ne peut être comparée à la leur. Il n'y a qu'une chose qu'ils ne peuvent souffrir c'est d'être prêtés. Quand on les prête, ils sont si vexés qu'ils ne reviennent jamais.
*[[Robert Louis Stevenson]]
**Datemi quel giovanotto (For God's sake give me the young man who has brains enough to make a fool of himself!): ''Crabbed Age and Youth'' (in ''Virginibus puerisque''?)
*[[Robert Musil]]
**''Gli ideali hanno strane proprietà'': da ''The German as Symptom'', in ''Precision and Soul. Essays and Addresses''.
**''Es hat keinen Sinn, Sorgen im Alkohol ertränken zu wollen, denn Sorgen sind gute Schwimmer''.
*[[Roberto Gervaso]]
*<del>[[Roland Barthes]]</del> {{fatto}}
*[[Rudyard Kipling]]
**Alla legione dei perduti...: ''Gentlemen-Rankers''.
**Anche se il Tuo Potere...: ''McAndrew's Hymn''.
**Il potere...: [http://www.thisdayinquotes.com/2011/03/power-without-responsibility.html]
====S====
*[[Samuel Beckett]]
**Che cosa so: Basta
**Com'è difficile parlare: Molloy
**Dove sono: L'innominabile
**Il sole risplende: Murphy
**Questo è ciò che potrebbe essere l'inferno: Cenere.
*[[Simone de Beauvoir]]
**''La forza delle cose'' (''J’ai vécu tendue vers l’avenir et maintenant, je me récapitule, au passé : on dirait que le présent a été escamoté. J’ai pensé pendant des années que mon œuvre était devant moi, et voilà qu’elle est derrière: à aucun moment elle n’a eu lieu; ça ressemble à ce qu’on appelle en mathématiques une coupure, ce nombre qui n’a de place dans aucune des deux séries qu’il sépare'').
*[[Simone Weil]]
**Qui penserait à Dieu s'il n'y avait pas de mal au monde?
*[[Soren Kierkegaard]]
**At the bottom of enmity between strangers lies indifference. The Journals of Soren Kierkegaard: A Selection, no. 1144, journal entry for 1850, ed. and trans. by Alexander Dru (1938).
**La sola antitesi: In vino veritas.
**Ogni uomo: L'ora/L'istante (every human being is by nature a born hypocrite).
**Uscirò dal cerchio: Aut aut (ed. integrale).
*[[Stefania Sandrelli]]
**Venerdì di Repubblica dell'8 marzo 1996
*[[Stendhal]]
**''Je ne sais pas qui a donné l'idée de planter une ville au milieu de ce sable'': lettera del 3 novembre 1806.
*[[Sun Tzu]]
**Nessun riscontro ne ''L'arte della guerra''.
*[[Susan Sontag]]
**L'interpretazione: da ''Contro l'interpretazione''.
====T====
*[[T. S. Eliot]]
**La completa eguaglianza: ''Appunti per una definizione della cultura''.
*[[Thomas Mann]]
**Trovare ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''.
**Una grande verità: ''La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno'' in ''Scritti minori'' o ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''.
*[[Tom Cruise]]
**Mi hanno insegnato: ''Messaggero'', 9 agosto 1992
====U====
*[[Umberto Eco]]
**Aristotele: 7, supplemento del Corriere della sera, 1995.
*[[Ursula Le Guin]]
**È troppo intelligente: Dancing at the Edge of the World
**I bambini della rivoluzione: Dancing at the Edge of the World
**La mia immaginazione: "The Creatures on My Mind" in Unlocking the Air and Other Stories
**Se la narrativa scientifica: Dancing at the Edge of the World
====V====
*[[Valerio Magrelli]]
**Possibile citazione completa: Gioco d’azzardo. È il contrario del gioco, ed è assurdo che abbia lo stesso nome. Mentre il gioco è fondato sulla possibilità di maneggiare le proprie forze, il gioco d’azzardo è basato sul rifiuto di agire: in un caso c’è l’azione, nell’altro la passione.
*[[Victor Hugo]]
**La religione: Préface philosophique (?)
*<del>[[Virginia Woolf]]</del> {{fatto}}
*<del>[[Vladimir Nabokov]]</del> {{fatto}}
*[[Voltaire]]
**Amici miei: ''Dialogues et entretiens philosophique'' (Mes amis , ou les astres sont de grands géomètres)
**Che cos'è la politica: ''Annales de l'Empire depuis Charlemagne'' (mais la politique est-elle autre chose que l'art de mentir à propos)
**Il superfluo: ''La felicità mondana: Il mondano''
**La paura: ''La paix vaut encore mieux que la veritè'' (lettera alla marchesa Marie de Vichy Chamrond Du Deffand, 7 dicembre 1768)
**Nulla è perduto: ''Adelaide du Guesclin''
**Un proverbio saggio: La cena del conte di Boulainvilliers
====W====
*<del>[[Walter Benjamin]]</del> {{fatto}}
*[[William Blake]]
**''Una verità detta con tristi intenti...'': ''Auguries of Innocence'' (Pickering)
**''Se il Sole e la Luna dovessero dubitare.. '': ''Auguries of Innocence''.
**''Ero arrabbiato con il mio amico...'': ''A Poison Tree'', ''Songs of Experience''.
**''La crocefissione...'': ''The Four Zoas''
**''Essendo infinito...'': ''There is no natural religion''
**''Nulla è più spregevole...'': ''Annotations to An Apology for the Bible by R. Watson''.
**''Generalizzare vuol dire essere idioti'': ''Annotations to Sir Joshua Reynolds's Discourses'', pp. xvii–xcviii
**''Per la tua amicizia...'': da ''On friends and foes''.
*[[William Faulkner]]
**Stein, ''Intervista con William Faulkner''.
*[[William Golding]]
**Gli uomini producono il male: da ''The Hot Gates''.
*[[William S. Burroughs]]
**Parole, colori, luci, suoni: ''Scrittura creativa''.
*[[William Somerset Maugham]]
**Il critico: The Summing Up
**Il grado di civiltà: Our Betters
**L'amore è solo: The Summing Up
**Non credo: The circle
**Ogni produzione di un artista: The Summing Up
**Una donna si sacrificherà: The circle
*[[Wisława Szymborska]]
**''Posta letteraria''.
====...====
*Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, ''I luoghi dell'arte'', volume 3, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003
==''Focus''==
Ricerca delle fonti delle citazioni tratte da ''[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=250&offset=0&profile=default&search=%22citato+in+focus%22&ns0=1&ns8=1&ns9=1&ns11=1&ns12=1 Focus]''.
*[[Giorgio Manganelli]]
**Niente in Google Libri.
**Niente ne ''La favola pitagorica'', ''Agli Dei ulteriori'', ''La palude definitiva'', ''Hilarotragoedia'', ''Pinocchio: un libro parallelo'', ''Le interviste impossibili'', ''Esperimento con l'India'', ''Centuria'', ''Dall'inferno''.
**Niente nell'archivio del ''Corriere'' e de ''la Repubblica''.
*[[Hans Magnus Enzensberger]]
**''Questioni di dettaglio''.
*[[Marianne Moore]]
**''Unicorni di mare e di terra''.
*[[Ronald Laing]]
**''La politica della famiglia''.
==Raccolte di citazioni==
<pre><ref>Da ''''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref>Da ''''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref name=e /></pre>
<pre>''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</pre>
<pre><ref>Da ''''; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022, n. . ISBN 978-88-203-3911-1</ref></pre>
<pre><ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, n. . ISBN 88-04-43263-2</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. . ISBN 88-415-5890-3</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. . ISBN 88-08-09982-2</ref></pre>
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Dread83
47
/* F */
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text/x-wiki
Questa pagina nasce con l'intento di organizzare la ricerca delle fonti e il controllo delle citazioni.
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==Ricerca fonti==
{{indicedx}}
*[[:Categoria:Senza fonte in discussione|Senza fonte in discussione]]
*'''Voci [[:Categoria:Da controllare|da controllare]]'''.
**[[Utente:Dread83/Da controllare|Ultimi inserimenti]].
===Archivi storici di giornali===
*[http://ricerca.repubblica.it/ la Repubblica] - Dal 1984
**[http://periodici.repubblica.it/venerdi/ Il venerdì di Repubblica] - Dal 2005
*<del>[http://archiviostorico.corriere.it/ Corriere della Sera] - Dal 1992</del> a pagamento
*[http://www.lastampa.it/archivio-storico/ La Stampa] - Dal 1867 al 2005
**[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_query.jsp La Stampa] - Dal 1992
*[https://archivio.unita.news/ L'Unità] - 1946-2014
*[http://archiviostorico.gazzetta.it/sitesearch/ArchivioStoricoPay.html Gazzetta dello Sport] - Dal 1997
*[http://www.adnkronos.com/IGN/Archivio/ Adnkronos] - Dal 1996
*[http://dolciricordi.altervista.org/viaggiandofralestelle/giornali.html Tutti i giornali]
==Controllo==
(''Sono esclusi i film e i cronisti'')
====A====
*[[Abraham Lincoln]]
**Possibili fonti su [[:en:Abraham Lincoln|en.wiki]].
*<del>[[Abel Bonnard]]</del> {{fatto}}
*[[Achille Varzi]]
**Citazione riportata in siti su Nuvolari.
*[[Adolf Brand]]
**Citazione (frammentaria) copiata da Wikipedia; fonte sconosciuta.
*[[Adolf Hitler]]
**Voce mal messa;
**Le citazioni dal ''Mein Kampf'' sono prive di indicazioni bibliografiche.
*[[Agatha Christie]]
*[[Al Pacino]]
**Probabilmente da un film; alcuni indicano ''[[L'avvocato del diavolo]]'' e ''[[Il padrino]]'', ma non trovo riscontro.
*<del>[[Alain Robbe-Grillet]]</del> {{fatto}}
*<del>[[Alan Bennett]]</del> {{fatto}}
*[[Albert Camus]]
**Non saremo: Intuitions, Youthful Writings
*[[Alberto Ronchey]]
**Niente sui 3 archivi; prima del 1997.
*[[Aldous Huxley]]
**Aveva...: Il tempo si deve fermare
**Forse la terra...: da Punto contro punto.
*[[Alexander Pope]]
**Ad ogni parola: ''Il ricciolo rapito''.
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
**Affari?: La Question d'argent
*[[Alfred de Musset]]
**Chiunque...: da ''Poesie nuove''.
*[[Amos Bronson Alcott]]
**To be ignorant of one's ignorance is the malady of the ignorant : ''Table talk''.
*[[Anatole France]]
**È nella natura umana: da ''Il libro del mio amico''.
**L'opinione degli altri: ''I desideri di Jean Servien''
**La gente che: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard''
**Lusingarsi di essere: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard''
**Solo gli uomini: ''L'anello di ametista''
*[[André Gide]]
**C'è un limite (il est un degré dans la confidence que l'on ne peut dépasser sans artifice, sans se forcer): ''Correspondance: 1913-1934''
*[[Anita Loos]]
**''Gli uomini preferiscono le bionde''.
*[[André Malraux]]
**È difficile: ''Il tempo del disprezzo'', prefazione
*[[Anne Dickson]]
**Potrebbe trattarsi di uno scambio di persona.
**Ha scritto: ''Pensieri sotto il cuscino'', ''Pensieri sotto il cuscino per illuminare tutto l'animo'' (2 libri di aforismi?), ''Conversazioni difficili''.
*[[Antoine de Saint-Exupéry]]
**Chiunque ami (Quiconque aime d'abord l'approche de l'amour ne connaîtra point la rencontre): ''Cittadella''.
**La tecnologia (la macchina): ''Terra degli uomini''
**L'aeroplano: ''Terra degli uomini''
*[[Anton Čechov]]
**Forse: Taccuini (Quaderni).
**La buona educazione: Taccuini (Quaderni).
**La capacità: Taccuini (Quaderni).
**La morte: Biancafronte ?
*[[Antonin Artaud]]
**''Scritti di Rodez''.
*[[Antonio Tabucchi]]
**''Il racconto...'': da ''Racconti'' ?
***Niente in ''Notturno indiano'', ''Sogni di sogni''.
*[[Antonin Artaud]]
**Messaggi rivoluzionari
*[[Aristotele]]
**Amare è gioire: ''Etica eudemia'' (?)
**Ci si dovrebbe comportare: ''Etica nicomachea'' (?)
**Dopo che le abilità pratiche: ''Metafisica'' (?)
*[[Arthur Miller]]
**La parola: ''Dopo la caduta''.
*[[Arthur Schopenhauer]]
**Change alone is eternal, perpetual, immortal: attribuita.
**La felicità è come l'elemosina: ''Sulla felicità e sul dolore''.
**Il principio dell'onore: ''In-quarto''.
====B====
*[[Beato Angelico]]
**Vennero scritti due epitaffi, verosimilmente da Lorenzo Valla. Il primo, perduto, si doveva trovare su una lapide alla parete e recitava: «La gloria, lo specchio, l'ornamento dei pittori, Giovanni il Fiorentino è conservato in questo luogo. Religioso, egli fu un fratello del santo ordine di San Domenico, e fu lui stesso un vero servo di Dio. I suoi discepoli piangono la morte di un così grande maestro, perché chi troverà un altro pennello come il suo? La sua patria e il suo ordine piangono la morte di un insigne pittore, che non aveva uguali nella sua arte» .
*[[Benito Mussolini]]
**Molte citazioni sono in ''Scritti e discorsi''.
*** (Balbo) 1945.
*[[Bernardo Bertolucci]]
**Forse dal film ''[[Il tè nel deserto]]''
*[[Bertolt Brecht]]
**Tutte le arti: <del>Scritti sulla letteratura e sull'arte</del> Scritti teatrali (?)
*[[Bertrand Russell]]
**La filosofia è un tentativo...: Saggi impopolari
**Può sembrare strano che...: Religione e scienza
*[[Blaise Pascal]]
**L'eccitamento che un: '''Niente nelle opere complete'''; "The excitement that a gambler feels when making a bet is equal to the amount he might win times the probability of winning it" - Mathematical Maxims and Minims, Nicholas J. Rose, 1988. "Pascal argues that the value of a game is the prize to be won times the probability of winning it.", ''The Statistical Pioneers'', 1984.
**L'uomo è l'errore di Dio: '''Niente nelle opere complete'''; {{cfr}} [[Friedrich Nietzsche]], ''Il crepuscolo degli idoli'', "E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?". [[Isaac Bashevis Singer]], ''Siddah e Kuziba''.
**Non pensare quello che penso io: '''Niente nelle opere complete'''
**Ritengo che contro chiunque: '''Niente nelle opere complete'''. [[Émile Boutroux]], ''[[s:fr:Pascal_(Boutroux)/5|Pascal]]'': ''L’homme est un problème dont la solution ne se trouve qu’en Dieu''.
*[[Borís Leonídovič Pasternàk]]
**L'arte: ''Della modestia e del coraggio''.
**Sei l'ostaggio dell'eternità: dalla poesia ''Notte''.
====C====
*[[Camilla Cederna]]
**L'espresso, 1990.
*[[Carl Gustav Jung]]
**Il fanatismo altro non è se non un dubbio ipercompensato: ''Tipi psicologici''.
*[[Carlo Bo]]
**Possibile citazione completa: «L'uomo che legge, l'uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose contrappone le idee, agli oggetti i pensieri. Che cos'è in fondo un libro se non un frammento della seconda realtà sognata, ipotizzata, meditata? Il bisogno di leggere è prima di tutto il bisogno di restare con se stessi»
*[[Charles Baudelaire]]
**''Those men get along best with women who can get along best without them''.
*[[Charles Bukowski]]
**L'individuo equilibrato è un pazzo (''The well balanced individual is insane''): ''Taccuino di un vecchio sporcaccione'' (un'edizione integrale)
**''La donna non è niente più che alcune parole'': ''Notations from a Muddled Indolence'', da ''At Terror Street and Agony Way''
***Anche in ''The Roominghouse Madrigals''.
***Non è in ''Poesie (1955-1973)''.
***E' sicuramente in uno di questi 3 libri: ''Notte imbecille'', ''Non c'è niente da ridere'', ''Nato per rubare rose''.
**Scrivere poesie non è difficile: "the living that is sometimes difficult", ''Urla dal balcone''.
**Parlare di morte è come parlare di denaro: da ''Notte imbecille''.
**Ti aspetti di trovare poesia: da ''Notte imbecille''.
*[[Charles Caleb Colton]]
**Molte citazioni potrebbero provenire da ''Lacon''.
*[[Charles Dickens]]
**Trovare traduzioni:
***Bere gin: da ''Sketches by Boz'' (''Trilogia di Londra'').
***Con l'affetto: da ''Martin Chuzzlewit''.
***La carità: da ''Martin Chuzzlewit''.
***Lega un albero: ''Dombey e Figlio''.
**''All the year round'', Vol.15, 1876, p.281.
*[[Clive Staples Lewis]]
**L'umanità non passa: da ''L'allegoria dell'amore''.
**Superato il primo choc da ''Il problema della sofferenza''.
====D====
*[[David Herbert Lawrence]]
**Conosciamo questi nuovi: Art-Nonsense and Other Essays di Eric Gill (recensione)
**La pornografia: da ''Oscenità e pornografia''.
*[[Dean Acheson]]
**''I try to be as philosophical as the old lady from Vermont who said that the best thing about the future is that it only comes one day at a time''.
*[[Denis Diderot]]
**Con la virtù: lettera del 18 luglio 1762 a Sophie Volland (''Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762'').
**Ho visto spesso un attore: ''Paradosso sull'attore''
**L'amore toglie: ''Paradosso sull'attore''
*[[Diego Abatantuono]]
** Epoca(?)
** Indipendente di venerdì 18 dicembre 1993.
*[[Dino Risi]]
**Intervista al settimanale ''Oggi'' del 31 maggio 1993.
====E====
*[[Edgar Allan Poe]]
**Dichiarare la propria viltà: Marginalia ?
*[[Edith Wharton]]
**''I ragazzi''
*[[Elio Toaff]]
**''Mehr als alle anderen haben wir Gelegenheit gehabt, dieGüte und Edelmütigkeit des Papstes während der Jahre der Verfolgung und des Schreckens kennenzulernen.'' (''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 4 marzo 1963)
*[[Émile Zola]]
**La civiltà non raggiungerà: [https://quoteinvestigator.com/2018/06/29/last-stone/]
*[[Ennio Flaiano]]
**''Coraggio, il meglio è passato'': citato ne ''[[La terrazza]]'', di Scola (1980).
*[[Enzo Biagi]]
**Sette, 2004 (Diciamoci tutto)
*[[Eric Ambler]]
**''La maschera di Dimitrios'' (edizione integrale).
*[[Erich Fromm]]
*[[Erich Maria Remarque]]
**Potresti diventare: Arco di trionfo
*[[Ernest Hemingway]]
**Mai pensare: Introduzione a ''Treasury for the free world''.
**Essere un padre di successo: ''Papa Hemingway''.
**Non confondere: ''Papa Hemingway''.
*[[Eugène Ionesco]]
**È la nostra propria mediocrità: da ''Il solitario''.
*[[Eugenio Montale]]
# Versi di Luca Ghiselli?
*[[Ezra Pound]]
**La vostra mente: ''Portrait d'une femme''
====F====
*[[Fernando Pessoa]]
**1. ''Cessa o teu canto''.
*[[Francis Scott Fitzgerald]]
**A diciotto anni: da ''Maschiette e filosofi''.
**Mostratemi un eroe: ''Notebook E'' (1945).
*[[François de La Rochefoucauld]]
**Le promesse di certi uomini sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure ma si rilevano inconsistenti e insidiose.
***Nulla su Google Libri, in italiano, inglese o francese.
***Niente negli archivi dei giornali.
***Contiene un possibile errore: ''rilevano'' invece di ''rivelano''.
***Non è nelle ''Massime''.
***Non è nelle ''Massime'' di [[Marguerite de la Sablière]].
***Inserita nel 2006, non si trova prima del 30 giugno 2002.
*[[François-René de Chateaubriand]]
**Il cuore sente: Saggio sulle rivoluzioni
*[[Françoise Sagan]]
**Castello in Svezia
*[[Franz Kafka]]
**Ogni rivoluzione evapora: ''Colloqui con Kafka''.
**La giovinezza: ''Colloqui con Kafka''.
*[[Friedrich Nietzsche]]
**Che differenza resta... : ''Nachgelassene Fragmente'', 14, 159.
***Non è in ''La volontà di potenza'' (Bompiani).
***Rimangono da controllare ''La volontà di potenza'' (N&C) e ''Frammenti postumi''.
**E io sopporto soltanto: ''Frammenti postumi'', 8, 2.
*[[Friedrich Schiller]]
**È pericoloso svegliare: ''La canzone della campana''.
**La pace raramente: ''Guglielmo Tell''.
**La vita è solo errore: Cassandra.
*[[Friedrich Schlegel]]
**''So ist es denn endlich dahin gekommen, daß nachdem erst die Revolution von unten, dann die Revolution von oben, ihre volle Zeitperiode hindurch ausgewütet hatten, nun noch ein neues politisches Unheilsphänomen, als erstes eigentümliches Zeichen der neuesten, eben jetzt beginnenden Epoche hervorbricht. Ich möchte es die Revolution aus der Mitte heraus nennen.'' Signatur des Zeitalters, in: Concordia. Eine Zeitschrift
====G====
*[[Gabriel Garcia Marquez]]
**Mi sembra che dall'impero romano: intervista, Messaggero del 7 settembre 1992.
*[[Galeazzo Ciano]]
**Potrebbe essere di [[Giuseppe Bottai]], dal ''Diario''.
*[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]
**L'istruzione è: Lineamenti di filosofia del diritto, Aggiunte redatte da Eduard Gans, § 151.
*[[George Eliot]]
**''Avete delle parole così forti'': Felix Holt.
**I pensieri (''Our thoughts are often worse than we are''): Scenes of Clerical Life.
**''L'inizio del pentimento'': Felix Holt.
**''La crudeltà'': Scenes of Clerical Life (Janet's Repentance).
**''La vita può essere misurata'': Felix Holt.
**''La razza è più forte del pascolo.'': Silas Marner.
**''Niente è così bello'': Silas Marner.
**''Non c'è alcuna vita privata'': Felix Holt.
**''I have the conviction that excessive literary production is a social offense'': lettera (1871), in J.W. Cross, ed., George Eliot's Life as Related in Her Letters and Journals (1885)
**''Un pugno'' (Blows are sarcasms turned stupid): Felix Holt.
** I remember how, at Cambridge, I walked with her once in the Fellows’ Garden of Trinity, on an evening of rainy May; and she, stirred somewhat beyond her wont, and taking as her text the three words which have been used so often as the inspiring trumpet-calls of men—the words God, Immortality, Duty—pronounced, with terrible earnestness, how inconceivable was the first, how unbelievable the second, and yet how peremptory and absolute the third. [https://www.bartleby.com/309/1001.html]
*<del>[[Georges Bernanos]]</del> {{fatto}}
*[[George Bernard Shaw]]
**Che tu creda o no: ''Androclo e il leone''.
**L'uomo può arrivare: ''Candida''
**Mi piace la convalescenza: ''Torniamo a Matusalemme''
*[[George Orwell]]
**Chi è vincente ora: saggio ''Second Thoughts on James Burnham''
**Il fine di uno scherzo non è: Saggio ''Funny, but not vulgar''
**Il modo più veloce di finire una guerra è perderla: saggio ''Second Thoughts on James Burnham''
*[[George Santayana]]
**Il caos è un nome: ''Dominations and Powers''.
**Lo scetticismo è la castità dell'intelletto: ''Scetticismo e fede animale''.
*[[Giacomo Casanova]]
**Fonti in [[:de:Giacomo Casanova|de.wikiquote]]. Il guaio di Casanova è che ha scritto in francese, serve una traduzione.
*[[Gianfranco Funari]]
**La donna più importante: Novella 2000 del 29 maggio 1993.
*[[Giorgio Manganelli]]
**Serve a qualcosa il paradiso? O la sua perfezione include l'inutilità?
***Prima di gennaio 2000.
***Niente negli archivi di Repubblica, Corriere della Sera e La stampa.
***Checklist:
****<del>''[[Hilarotragoedia]]'', Feltrinelli, Milano, I ed. 1964; Adelphi, Milano, 1987</del>
**** <del>''La Letteratura come menzogna'', Feltrinelli, Milano, 1967; Adelphi, Milano, 1985</del>
**** <del>''Nuovo commento'', Einaudi, Torino, 1969; Adelphi, Milano, 1993</del>
**** <del>''Agli dèi ulteriori'', Einaudi, Torino, 1972; Adelphi, Milano, 1989</del>
**** <del>''Lunario dell'orfano sannita'', Einaudi, Torino, 1973; Adelphi, Milano, 1991</del>
**** <del>''Cina e altri orienti'', Bompiani, Milano, 1974; Adelphi, Milano, 2013</del>
**** ''In un luogo imprecisato'', Rai, Roma, 1974
**** ''A e B'', Rizzoli, Milano, 1975
**** ''Sconclusione'', Rizzoli, Milano, 1976
**** <del>''Pinocchio: un libro parallelo'', Einaudi, Torino, 1977; Adelphi, Milano, 2002</del>
**** ''Cassio governa a Cipro'', Rizzoli, Milano, 1977
**** <del>''Centuria: cento piccoli romanzi fiume'', Rizzoli, Milano, 1979; a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1995</del>
**** ''Amore'', Rizzoli, Milano, 1981
**** ''Angosce di stile'', Rizzoli, Milano, 1981
**** <del>''Discorso dell'ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi'', Rizzoli, Milano, 1982; a cura di [[Salvatore Silvano Nigro]], Adelphi, Milano, 2017</del>
**** ''Dall'inferno'', Rizzoli, Milano, 1985; Adelphi, Milano, 1998
**** ''Tutti gli errori'', Rizzoli, Milano, 1986
**** ''Laboriose inezie'', Garzanti, Milano 1986
**** ''Rumori o voci'', Rizzoli, Milano, 1987
**** <del>''Salons'', Franco Maria Ricci, Milano, 1987, Adelphi, Milano, 2000</del>
**** <del>''Improvvisi per macchina da scrivere'', Leonardo, Milano, 1989; Adelphi, Milano, 2003</del>
**** ''Antologia privata'', Rizzoli, Milano, 1989; Quodlibet, Macerata, 2015
**** G. Manganelli-[[Cesare Garboli]], ''Cento libri per due secoli di letteratura'', Archinto, Milano, 1989
**** <del>''Encomio del tiranno: scritto all'unico scopo di fare dei soldi'', Adelphi, Milano, 1990</del>
**** ''Due lettere di Giorgio Manganelli'', Adelphi, Milano, 1990
**** <del>''La palude definitiva'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1991</del>
**** <del>''Il presepio'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del>
**** <del>''Esperimento con l'India'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del>
**** <del>''Il rumore sottile della prosa'', a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1994</del>
**** <del>''La notte'', a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, Milano, 1996.</del>
**** <del>''Le interviste impossibili'', Adelphi, Milano, 1997</del>
**** ''Il delitto rende ma è difficile'', con un'intervista alla figlia Lietta a cura di [[Ugo Cornia]], Comix, Modena, 1997
**** ''Solo il mio corpo è reale : note su Stephen Spender'', a cura di Luca Scarlini, Via del vento, Pistoia, 1997
**** ''De America: saggi e divagazioni sulla cultura statunitense'', a cura di Luca Scarlini, Marcos y Marcos, Milano, 1998
**** ''Contributo critico allo studio delle dottrine politiche del '600 italiano'', a cura di Paolo Napoli, con un saggio introduttivo di [[Giorgio Agamben]], Quodlibet, Macerata, 1999
**** ''Le foglie messaggere. Scritti in onore di Giorgio Manganelli'', a cura di Viola Papetti, Editori riuniti, Roma, 2000 [contiene inediti]
**** ''Cerimonie e artifici : scritti di teatro e di spettacolo'', a cura di Luca Scarlini, Oedipus, Salerno, 2000
*****Niente in ''La favola pitagorica'', ''Ti uccidero, mia capitale'', ''Concupiscenza libraria'', ''Un'allucinazione fiamminga'', ''L'isola pianeta e altri settentrioni'', ''Vita di Samuel Johnson'', ''La penombra mentale''.
***Niente in Alda Merini, ''La scopata di Manganelli''
*[[Giovanni Falcone]]
**1. Non è in ''Cose di Cosa Nostra''.
*[[Giovanni XXIII]]
**''I fioretti di papa Giovanni'', Henri Fesquet.
*[[Gilbert Keith Chesterton]]
**Il vero modo: ''I vantaggi di avere una sola gamba'' in ''Tremendous Trifles'' (''Tremende bazzecole'')
*[[Gore Vidal]]
**Il sesso: ''Sex, Death and Money''.
*[[Guillaume Apollinaire]]
**''Una struttura diventa'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''La geometria è'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''L'amore'': da ''Adieu!'', in ''Poèmes à Lou''.
*[[Günter Grass]]
**Art is uncompromising and life is full of compromises. ―Quoted by Arthur Miller in the Paris Review, 1966
*[[Gustave Flaubert]]
**I coniugi: Lettera, 25 gennaio 1880.
**Il cuore: 19 gennaio 1840.
**L'auteur dans son œuvre doit être comme Dieu dans l'univers...
*[[Guy de Maupassant]]
**La storia: Sull'acqua (l’histoire, cette vieille dame exaltée et menteuse)
====H====
*[[Henrik Ibsen]]
**Gli amici: André Gide, prefazione a Conjdon: Friends are dangerous, not so much for what they make us do as for what they keep us from doing. (from the Correspondence)
*[[Henri Bergson]]
**''Le due fonti della morale e della religione''
*[[Henri Duvernois]]
**Jamais, je le sens bien, sa présence sera à la hauteur de son absence. ''Une dame heureuse''
*[[Henri Michaux]]
**''Brecce''.
*[[Henry David Thoreau]]
**Gli amici non vivono: ''Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack'' (parte omessa in ''Opere scelte'')
**Il massimo che posso fare per un amico: Diario (7 febbraio 1941)
*[[Henry Fielding]]
**A chi nulla è stato dato: ''Joseph Andrews''
*[[Henry Miller]]
**Il surrealismo: ''“An Open Letter to Surrealists Everywhere,” The Cosmological Eye'' (Lettera aperta ai surrealisti d'ogni paese, in ''Max e i fagociti bianchi'').
**La storia del mondo: "Domenica dopo la guerra".
*[[Hermann Hesse]]
**Il prodigio della...: Die Welt im Buch
**La funzione del poeta: ''Sull'amore'' (?)
*[[Honoré de Balzac]]
**''Ce qui fait les qualités du mari qu'on aime fait les dèfauts du mari qu'on n'aime pas''.
**La gloria è un veleno: ''Una figlia d'Eva''.
**''Le vieillard est un homme qui a diné et qui regarde les autres manger'': ''Correspondance''
====I====
*[[Ian McEwan]]
**''L'amore fatale''
**''A new license for liberty'', Guardian (30 aprile 1990), p. 19.
** Guardian (London, May 26, 1983).
*[[Ignazio Cantù]]
**Alcune citazioni potrebbero essere del fratello, [[Cesare Cantù]].
*[[Ignazio Silone]]
**Due citazioni tratte da discorsi pubblici (?), difficile reperire una trascrizione precisa.
***''Comunisti ed ex comunisti'': prima del 1961.
*[[Immanuel Kant]]
**Che cosa significa orientarsi nel pensiero.
*[[Indro Montanelli]]
**''Ci manca un Berlinguer'': da ''La Voce'', fra il 22 marzo 1994 e il 12 giugno 1994.
**In un'intervista alla Stampa: dal Giornale del 20 maggio 1993.
**Sempre più si diffonde sulla nostra stampa: da ''Il giornale'', 29 maggio 1993.
**Sulle donne s'è detto di tutto: La Voce, 1994.
**Un giorno dissi al cardinal Martini: ''Il Venerdì'' di Repubblica, 21 gennaio 1994.
*[[Isaac Asimov]]
**Credo che sia impossibile: ''Yours, Isaac Asimov''.
*[[Ivy Compton-Burnett]]
**''Madre e figlio''.
====J====
*[[Jack London]]
**''Un osso'': da ''La strada''.
*[[Jack Kerouac]]
**''Una tazza di caffè'': ''Angeli di desolazione''.
*[[Jacques Lacan]]
**L'amore: ''Seminario XII'', in ''Altri scritti''.
*[[James Joyce]]
**Nessuna penna: ''Lettere''.
**Qual è l'età: ''Ulisse''.
*[[Jean Cocteau]]
**Ciò che il pubblico critica in voi: ''Il gallo e l'arlecchino''
**Il poeta è un: ''Secrets de beauté''
**La massa: ''Secrets de beauté''
**Barabba: ''Il gallo e l'arlecchino''
**Un artista: ''Il gallo e l'arlecchino''
*[[Jean Genet]]
**Chi non ha mai provato: ''Un Captif Amoureux''.
**Chiunque conosca un fatto: ''Un Captif Amoureux''.
*[[Jean-Jacques Rousseau]]
**È soprattutto nella solitudine: ''Le confessioni''.
**Il rimorso dorme: ''Le confessioni''.
**Val molto di più avere: ''Le confessioni''.
*[[Jean-Paul Sartre]]
**Odio le vittime che rispettano i loro giustizieri: I sequestrati di Altona, atto 1, sc. 1.
*[[Jiddu Krishnamurti]]
**Quando c'è l'Amore: ''L'uomo alla svolta''.
*[[Johann Gottlieb Fichte]]
**L'uomo che si isola: ''Sistema di etica''.
*[[Johann Wolfgang von Goethe]]
**Agli stupidi: Faust - ''Wie sich Verdienst und Glück verketten Das fällt den Thoren niemals ein''
**I love those who yearn for the impossible: Faust.
**Chi possiede arte: Xenia?
**Ciascuno vede: Faust, prologo.
**L'azione è tutto: Faust
**La mia pace è perduta: Faust.
**L'età non ci rende: Faust, prologo
**L'uomo è uomo: I dolori del giovane Werther.
**Monotona cosa è l'uman genere: I dolori del giovane Werther.
**Non si è mai soli in pochi: Faust, I, 4036.
**Una perfetta contraddizione: Faust
*[[John David Barrow]]
**Da ''L'universo come opera d'arte''.
*[[John Fowles]]
** La donna del tenente francese
*[[Jorge Luis Borges]]
**Nous ne croyons plus au progrès, quel progrès! (citato in Nestor Ibarra, ''Borges et Borges'')
**Il vantaggio di avere: “Harto de los laberintos,” entrevista con César Fernández Moreno, Mundo Nuevo 18, (Dec. 1967)
*[[José Ortega y Gasset]]
**Il poeta: ''La disumanizzazione dell'arte''.
**La biografia: {{en}} ''In Search of Goethe from Within: Letter to a German'', {{it}} ''Goethe. Un ritratto dall'interno'' (?)
*[[Joseph Conrad]]
**La critica: da ''Lo specchio del mare''.
**Solo l'immaginazione: ibidem?.
*[[Jules Renard]]
**Scrivere: Leçons d'écriture et de lecture, 13 aprile 1895.
====K====
*[[Khalil Gibran]]
**''The vision: reflections on the way of the soul''[http://4umi.com/gibran/vision/7]
*[[Karen Blixen]]
**L'uomo e la donna: ''Racconti d'inverno''.
*[[Karl Ludwig Börne]]
**''Ankündigung der Waage''.
*[[Karl Kraus]]
**Ben venga il caos: da ''La muraglia cinese''.
*[[Karl Marx]]
**Ogniqualvolta vien posta in discussione una determinata libertà, è la libertà stessa in discussione.: ''Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione delle discussioni alla Dieta'', in ''Scritti politici giovanili''.
====L====
*[[Laurence Sterne]]
**''Men tire themselves in pursuit of rest'': The Koran
*[[Laurens van der Post]]
**''Il mondo perduto del Kalahari''
**''Il cuore dell'Africa''
*[[Lev Tolstoj]]
**Il segreto della felicità: una citazione simile è attribuita a [[James Matthew Barrie]]: «The secret of happiness is not in doing what one likes, but in liking what one has to do», ma non è rintracciabile nelle sue opere.
**Se i macelli...:
***La maggior parte delle fonti la attribuiscono a [[Paul McCartney]]; [http://www.postchronicle.com/cgi-bin/artman/exec/view.cgi?archive=180&num=279211 McCartney] stesso dice di ripeterla spesso.
***Google Libri non dà risultati in inglese o in russo in alcuna opera di Tolstoj.
**Tutte le idee: ''Guerra e pace'', epilogo, parte I, cap. XVI.
**Tutti pensano a cambiare: [http://books.google.com/books?id=kVBYAAAAMAAJ&hl=it&dq=%22thinks%20of%20changing%22%20inauthor:Tolstoy&ei=lIJqTPfhFouOjAe8_vmBAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA]
**Tutto, ogni cosa: ''Guerra e pace'', libro IV, parte I, cap. XVI.
*[[Luc de Clapiers de Vauvenargues]]
**N. 590.
*[[Ludwig Wittgenstein]]
**Niente in '''Pensieri diversi'''
**Sentiamo dire: ''Grammatica filosofica''
*[[Luigi Einaudi]]
**Discorso del 1954 (?); di sicuro prima del 1960.
*[[Luigi Pirandello]]
**E' un verso della canzone ''Camminando'' di [[Massimo Di Cataldo]]. Citazione o fonte?
====M====
*[[Manlio Sgalambro]]
**[[Il cavaliere dell'intelletto]]
**Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell'ora è disfare.
*[[Marcel Proust]]
**È meglio sognare la propria vita: da ''I piaceri e i giorni''.
**Il ritornello che un orecchio: da ''I piaceri e i giorni''.
*[[Marguerite Duras]]
**''La vita materiale''.
*[[Marguerite Yourcenar]]
** Il tuo nome: da ''I doni di Alcippe''.
**Si è schiantato un cielo: da ''I doni di Alcippe''.
**Noi abbiamo una sola vita: da ''Pellegrina e straniera''.
**Non ho l'impressione: Alfredo Cattabiani, "Quel contatto ineffabile con l'Eterno", il Tempo, 19 dicembre 1987, p.3.
**La morte s'avvicina: da ''I doni di Alcippe''.
*[[Marlene Dietrich]]
*Controllare ''Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri''.
*[[Mario Soldati]]
**Ho contattato personalmente il sito comitatomariosoldati.it: mi hanno risposto che Kezich lo ha riportato sul Corriere della sera, senza fornirmi però una data. Nessun risultato tuttavia nell'archivio del Corriere (1992-oggi).
**Prima del 1986.
*[[Mario Vargas Llosa]]
**Lettere...
*[[Marshall McLuhan]]
**Sunday Times Magazine, 26 marzo 1978
**La bomba: ''Il medium è il messaggio''.
*[[Martin Heidegger]]
**Il colloquio: da ''La poesia di Hölderlin''.
*[[Matilde Serao]]
**''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886: "Ascende la carrozza fra le prime macchie, rade ancora, e gira intorno ad una collina, scoprendo ogni tanto con l’occhio l’immenso Jonio glaciale senza una vela. Lievemente l’aria rinfresca. Ecco Stilo, una piccola città bruna bruna, antica, medievale, fabbricata a mezza costa; cittadina fiera e malinconica con le sue chiese antiche. Si traversa Stilo: le calabresi dal volto pallido vi guardano senza curiosità da dietro piccoli vetri delle loro finestre. La vegetazione poi diventa sempre montanara e si gira sui fianchi della montagna, ora seppellendosi fra gli alberi, ora rasentando un precipizio spaventoso. Qui e là spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non dunque questo paese è Ferdinandea? No, questo è Pazzano: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell’aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, già riattivate (dal Fazzari) rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere."
*[[Max Beerbohm]]
**Le donne: Zuleika Dobson
*[[Max Frisch]]
**Niente in ''Stiller''.
*[[Max Nordau]]
**God is the name that from the beginning: da ''Morals and the Evolution of Man''.
*[[Michel Foucault]]
**Introduzione a Ludwig Binswanger, ''Sogno ed esistenza''. Anche in ''Il sogno''.
*[[Miguel de Cervantes]]
**Diffida: da ''Novelle esemplari''.
*[[Molière]]
**Preferisco un vizio: ''Anfitrione'', Act I, sc. iv.
*[[Monica Vitti]]
**Venerdì di Repubblica del 25 agosto 1995.
*<del>[[Montesquieu]]</del> {{fatto}}
====N====
*[[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]]
**Le mie memorie
*[[Napoleone]]
**Che cos'è allora, questa verità storica, nella maggior parte dei casi? Una favola convenzionale, come fu ingegnosamente definita. (Memoriale)
**So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio. (16 marzo 1811)
*<del>[[Niccolò Tommaseo]]</del> {{fatto}}
*[[Nicola Abbagnano]]
**Dovrebbe essere in un articlo de ''Il Giornale'', 1981-1983.
*[[Nino Manfredi]]
**Io vengo dal bestialismo: ''Epoca'', 1993.
*[[N. Scott Momaday]]
**Una parola: Il viaggio a Rainy Mountain
*[[Norman Douglas]]
**La scuola: ''How about Europe''.
====O====
*<del>[[Oreste Benzi]]</del> {{fatto}}
====P====
*[[Paolo Rossi]]
**Quello che succede in Italia: ''L'Indipendente'' di giovedì 30 novembre 1995.
*[[Pablo Neruda]]
**L'amore è breve: da ''20 Poesie d'amore e una Canzone disperata'' (Posso scrivere i versi...)
*[[Paolo Villaggio]]
**Fantozzi è anche un terapeuta: al Messaggero di lunedì 10 gennaio 1994.
**Ho nostalgia degli anni Cinquanta: durante la trasmissione tv ''Babele'' di domenica 13 giugno 1993.
**La tv è più pericolosa: ''Giornale'' di sabato 16 luglio 1994.
*[[Paul Valéry]]
**All'inizio: Dialogo dell'albero
**Mettons en commun ce que nous avons de meilleur et enrichissons nous de nos mutuelles différences.
**Bisogna: Moralités (Tel quel)
*<del>[[P. D. James]]</del> {{fatto}}
*[[P. G. Wodehouse]]
**capelli grigi: ''Diario segreto''.
**Critico: ''Le avventure di Sally''.
**Telegrammi: ''Tanto di cappello a Jeeves''.
*[[Pedro Calderón de la Barca]]
**''Mujer, llora y vencerás''.
*[[Pier Paolo Pasolini]]
**'''Non''' è in ''Petrolio''.
====R====
*[[Raffaella Carrà]]
**intervista al Giornale del 27 gennaio 1996.
*[[Rainer Maria Rilke]]
**Che cosa è mai... : ''Su Rodin''.
**Così noi viviamo...: ''Sonetti a Orfeo'' (?)
*[[Ralph Waldo Emerson]]
**Attacca il tuo carro: <del>''Società e solitudine''</del>.
**Dobbiamo essere cortesi: ''Condotta di vita''.
**È una regola: ''Social aims''.
**È una superstizione: ''Condotta di vita''.
**Solo la poesia: <del>''Società e solitudine''.</del>
**Un impero: ''The Young American''.
**Un uomo: ''The Sovereignty of Ethics''.
**[http://www.bartleby.com/90/ Opere complete]
*[[Raymond Chandler]]
**A really good detective never gets married: ''"Casual Notes on the Mystery Novel" (essay, 1949), first published in Raymond Chandler Speaking (1962)''
**Almeno la metà: da ''Casual Notes on the Mystery Novel''
**Boston: da ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
**The more you reason the less you create: da ''Selected Letters of Raymond Chandler'' e ''Raymond Chandler Speaking''.
**If my books had been any worse: Raymond Chandler Speaking.
**...it is a lesson in how not to write for the movies: ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
**By his standards anyone who noticed how many walls the room had: ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
*[[Raymond Queneau]]
**Il diario intimo di Sally Mara (?); Sally plus intime (!).
*[[Robert A. Heinlein]]
**<del>''Il gatto che...''.</del>
*[[Robert de Flers]]
**Les livres sont des amis parfaits, ils sont accueillants et discrets, ils écoutent tous les secrets qu'on leur raconte et ils se gardent de les répéter. Aucune indulgence ne peut être comparée à la leur. Il n'y a qu'une chose qu'ils ne peuvent souffrir c'est d'être prêtés. Quand on les prête, ils sont si vexés qu'ils ne reviennent jamais.
*[[Robert Louis Stevenson]]
**Datemi quel giovanotto (For God's sake give me the young man who has brains enough to make a fool of himself!): ''Crabbed Age and Youth'' (in ''Virginibus puerisque''?)
*[[Robert Musil]]
**''Gli ideali hanno strane proprietà'': da ''The German as Symptom'', in ''Precision and Soul. Essays and Addresses''.
**''Es hat keinen Sinn, Sorgen im Alkohol ertränken zu wollen, denn Sorgen sind gute Schwimmer''.
*[[Roberto Gervaso]]
*<del>[[Roland Barthes]]</del> {{fatto}}
*[[Rudyard Kipling]]
**Alla legione dei perduti...: ''Gentlemen-Rankers''.
**Anche se il Tuo Potere...: ''McAndrew's Hymn''.
**Il potere...: [http://www.thisdayinquotes.com/2011/03/power-without-responsibility.html]
====S====
*[[Samuel Beckett]]
**Che cosa so: Basta
**Com'è difficile parlare: Molloy
**Dove sono: L'innominabile
**Il sole risplende: Murphy
**Questo è ciò che potrebbe essere l'inferno: Cenere.
*[[Simone de Beauvoir]]
**''La forza delle cose'' (''J’ai vécu tendue vers l’avenir et maintenant, je me récapitule, au passé : on dirait que le présent a été escamoté. J’ai pensé pendant des années que mon œuvre était devant moi, et voilà qu’elle est derrière: à aucun moment elle n’a eu lieu; ça ressemble à ce qu’on appelle en mathématiques une coupure, ce nombre qui n’a de place dans aucune des deux séries qu’il sépare'').
*[[Simone Weil]]
**Qui penserait à Dieu s'il n'y avait pas de mal au monde?
*[[Soren Kierkegaard]]
**At the bottom of enmity between strangers lies indifference. The Journals of Soren Kierkegaard: A Selection, no. 1144, journal entry for 1850, ed. and trans. by Alexander Dru (1938).
**La sola antitesi: In vino veritas.
**Ogni uomo: L'ora/L'istante (every human being is by nature a born hypocrite).
**Uscirò dal cerchio: Aut aut (ed. integrale).
*[[Stefania Sandrelli]]
**Venerdì di Repubblica dell'8 marzo 1996
*[[Stendhal]]
**''Je ne sais pas qui a donné l'idée de planter une ville au milieu de ce sable'': lettera del 3 novembre 1806.
*[[Sun Tzu]]
**Nessun riscontro ne ''L'arte della guerra''.
*[[Susan Sontag]]
**L'interpretazione: da ''Contro l'interpretazione''.
====T====
*[[T. S. Eliot]]
**La completa eguaglianza: ''Appunti per una definizione della cultura''.
*[[Thomas Mann]]
**Trovare ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''.
**Una grande verità: ''La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno'' in ''Scritti minori'' o ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''.
*[[Tom Cruise]]
**Mi hanno insegnato: ''Messaggero'', 9 agosto 1992
====U====
*[[Umberto Eco]]
**Aristotele: 7, supplemento del Corriere della sera, 1995.
*[[Ursula Le Guin]]
**È troppo intelligente: Dancing at the Edge of the World
**I bambini della rivoluzione: Dancing at the Edge of the World
**La mia immaginazione: "The Creatures on My Mind" in Unlocking the Air and Other Stories
**Se la narrativa scientifica: Dancing at the Edge of the World
====V====
*[[Valerio Magrelli]]
**Possibile citazione completa: Gioco d’azzardo. È il contrario del gioco, ed è assurdo che abbia lo stesso nome. Mentre il gioco è fondato sulla possibilità di maneggiare le proprie forze, il gioco d’azzardo è basato sul rifiuto di agire: in un caso c’è l’azione, nell’altro la passione.
*[[Victor Hugo]]
**La religione: Préface philosophique (?)
*<del>[[Virginia Woolf]]</del> {{fatto}}
*<del>[[Vladimir Nabokov]]</del> {{fatto}}
*[[Voltaire]]
**Amici miei: ''Dialogues et entretiens philosophique'' (Mes amis , ou les astres sont de grands géomètres)
**Che cos'è la politica: ''Annales de l'Empire depuis Charlemagne'' (mais la politique est-elle autre chose que l'art de mentir à propos)
**Il superfluo: ''La felicità mondana: Il mondano''
**La paura: ''La paix vaut encore mieux que la veritè'' (lettera alla marchesa Marie de Vichy Chamrond Du Deffand, 7 dicembre 1768)
**Nulla è perduto: ''Adelaide du Guesclin''
**Un proverbio saggio: La cena del conte di Boulainvilliers
====W====
*<del>[[Walter Benjamin]]</del> {{fatto}}
*[[William Blake]]
**''Una verità detta con tristi intenti...'': ''Auguries of Innocence'' (Pickering)
**''Se il Sole e la Luna dovessero dubitare.. '': ''Auguries of Innocence''.
**''Ero arrabbiato con il mio amico...'': ''A Poison Tree'', ''Songs of Experience''.
**''La crocefissione...'': ''The Four Zoas''
**''Essendo infinito...'': ''There is no natural religion''
**''Nulla è più spregevole...'': ''Annotations to An Apology for the Bible by R. Watson''.
**''Generalizzare vuol dire essere idioti'': ''Annotations to Sir Joshua Reynolds's Discourses'', pp. xvii–xcviii
**''Per la tua amicizia...'': da ''On friends and foes''.
*[[William Faulkner]]
**Stein, ''Intervista con William Faulkner''.
*[[William Golding]]
**Gli uomini producono il male: da ''The Hot Gates''.
*[[William S. Burroughs]]
**Parole, colori, luci, suoni: ''Scrittura creativa''.
*[[William Somerset Maugham]]
**Il critico: The Summing Up
**Il grado di civiltà: Our Betters
**L'amore è solo: The Summing Up
**Non credo: The circle
**Ogni produzione di un artista: The Summing Up
**Una donna si sacrificherà: The circle
*[[Wisława Szymborska]]
**''Posta letteraria''.
====...====
*Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, ''I luoghi dell'arte'', volume 3, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003
==''Focus''==
Ricerca delle fonti delle citazioni tratte da ''[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=250&offset=0&profile=default&search=%22citato+in+focus%22&ns0=1&ns8=1&ns9=1&ns11=1&ns12=1 Focus]''.
*[[Giorgio Manganelli]]
**Niente in Google Libri.
**Niente ne ''La favola pitagorica'', ''Agli Dei ulteriori'', ''La palude definitiva'', ''Hilarotragoedia'', ''Pinocchio: un libro parallelo'', ''Le interviste impossibili'', ''Esperimento con l'India'', ''Centuria'', ''Dall'inferno''.
**Niente nell'archivio del ''Corriere'' e de ''la Repubblica''.
*[[Hans Magnus Enzensberger]]
**''Questioni di dettaglio''.
*[[Marianne Moore]]
**''Unicorni di mare e di terra''.
*[[Ronald Laing]]
**''La politica della famiglia''.
==Raccolte di citazioni==
<pre><ref>Da ''''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref>Da ''''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref name=e /></pre>
<pre>''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</pre>
<pre><ref>Da ''''; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022, n. . ISBN 978-88-203-3911-1</ref></pre>
<pre><ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, n. . ISBN 88-04-43263-2</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. . ISBN 88-415-5890-3</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. . ISBN 88-08-09982-2</ref></pre>
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47
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Questa pagina nasce con l'intento di organizzare la ricerca delle fonti e il controllo delle citazioni.
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==Ricerca fonti==
{{indicedx}}
*[[:Categoria:Senza fonte in discussione|Senza fonte in discussione]]
*'''Voci [[:Categoria:Da controllare|da controllare]]'''.
**[[Utente:Dread83/Da controllare|Ultimi inserimenti]].
===Archivi storici di giornali===
*[http://ricerca.repubblica.it/ la Repubblica] - Dal 1984
**[http://periodici.repubblica.it/venerdi/ Il venerdì di Repubblica] - Dal 2005
*<del>[http://archiviostorico.corriere.it/ Corriere della Sera] - Dal 1992</del> a pagamento
*[http://www.lastampa.it/archivio-storico/ La Stampa] - Dal 1867 al 2005
**[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_query.jsp La Stampa] - Dal 1992
*[https://archivio.unita.news/ L'Unità] - 1946-2014
*[http://archiviostorico.gazzetta.it/sitesearch/ArchivioStoricoPay.html Gazzetta dello Sport] - Dal 1997
*[http://www.adnkronos.com/IGN/Archivio/ Adnkronos] - Dal 1996
*[http://dolciricordi.altervista.org/viaggiandofralestelle/giornali.html Tutti i giornali]
==Controllo==
(''Sono esclusi i film e i cronisti'')
====A====
*[[Abraham Lincoln]]
**Possibili fonti su [[:en:Abraham Lincoln|en.wiki]].
*<del>[[Abel Bonnard]]</del> {{fatto}}
*[[Achille Varzi]]
**Citazione riportata in siti su Nuvolari.
*[[Adolf Brand]]
**Citazione (frammentaria) copiata da Wikipedia; fonte sconosciuta.
*[[Adolf Hitler]]
**Voce mal messa;
**Le citazioni dal ''Mein Kampf'' sono prive di indicazioni bibliografiche.
*[[Agatha Christie]]
*[[Al Pacino]]
**Probabilmente da un film; alcuni indicano ''[[L'avvocato del diavolo]]'' e ''[[Il padrino]]'', ma non trovo riscontro.
*[[Albert Camus]]
**Non saremo: Intuitions, Youthful Writings
*[[Alberto Ronchey]]
**Niente sui 3 archivi; prima del 1997.
*[[Aldous Huxley]]
**Aveva...: Il tempo si deve fermare
**Forse la terra...: da Punto contro punto.
*[[Alexander Pope]]
**Ad ogni parola: ''Il ricciolo rapito''.
*[[Alexandre Dumas (figlio)]]
**Affari?: La Question d'argent
*[[Alfred de Musset]]
**Chiunque...: da ''Poesie nuove''.
*[[Amos Bronson Alcott]]
**To be ignorant of one's ignorance is the malady of the ignorant : ''Table talk''.
*[[Anatole France]]
**È nella natura umana: da ''Il libro del mio amico''.
**L'opinione degli altri: ''I desideri di Jean Servien''
**La gente che: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard''
**Lusingarsi di essere: ''Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard''
**Solo gli uomini: ''L'anello di ametista'' (Solo gli uomini a cui non piacciono le donne si interessano agli abiti femminili. Gli uomini a cui le donne piacciono non si accorgono nemmeno di come son vestite.).
*[[André Gide]]
**C'è un limite (il est un degré dans la confidence que l'on ne peut dépasser sans artifice, sans se forcer): ''Correspondance: 1913-1934''
*[[Anita Loos]]
**''Gli uomini preferiscono le bionde''.
*[[André Malraux]]
**È difficile: ''Il tempo del disprezzo'', prefazione
*[[Anne Dickson]]
**Potrebbe trattarsi di uno scambio di persona.
**Ha scritto: ''Pensieri sotto il cuscino'', ''Pensieri sotto il cuscino per illuminare tutto l'animo'' (2 libri di aforismi?), ''Conversazioni difficili''.
*[[Antoine de Saint-Exupéry]]
**Chiunque ami (Quiconque aime d'abord l'approche de l'amour ne connaîtra point la rencontre): ''Cittadella''.
**La tecnologia (la macchina): ''Terra degli uomini''
**L'aeroplano: ''Terra degli uomini''
*[[Anton Čechov]]
**Forse: Taccuini (Quaderni).
**La buona educazione: Taccuini (Quaderni).
**La capacità: Taccuini (Quaderni).
**La morte: Biancafronte ?
*[[Antonin Artaud]]
**''Scritti di Rodez''.
*[[Antonio Tabucchi]]
**''Il racconto...'': da ''Racconti'' ?
***Niente in ''Notturno indiano'', ''Sogni di sogni''.
*[[Antonin Artaud]]
**Messaggi rivoluzionari
*[[Aristotele]]
**Amare è gioire: ''Etica eudemia'' (?)
**Ci si dovrebbe comportare: ''Etica nicomachea'' (?)
**Dopo che le abilità pratiche: ''Metafisica'' (?)
*[[Arthur Miller]]
**La parola: ''Dopo la caduta''.
*[[Arthur Schopenhauer]]
**Change alone is eternal, perpetual, immortal: attribuita.
**La felicità è come l'elemosina: ''Sulla felicità e sul dolore''.
**Il principio dell'onore: ''In-quarto''.
====B====
*[[Beato Angelico]]
**Vennero scritti due epitaffi, verosimilmente da Lorenzo Valla. Il primo, perduto, si doveva trovare su una lapide alla parete e recitava: «La gloria, lo specchio, l'ornamento dei pittori, Giovanni il Fiorentino è conservato in questo luogo. Religioso, egli fu un fratello del santo ordine di San Domenico, e fu lui stesso un vero servo di Dio. I suoi discepoli piangono la morte di un così grande maestro, perché chi troverà un altro pennello come il suo? La sua patria e il suo ordine piangono la morte di un insigne pittore, che non aveva uguali nella sua arte» .
*[[Benito Mussolini]]
**Molte citazioni sono in ''Scritti e discorsi''.
*** (Balbo) 1945.
*[[Bernardo Bertolucci]]
**Forse dal film ''[[Il tè nel deserto]]''
*[[Bertolt Brecht]]
**Tutte le arti: <del>Scritti sulla letteratura e sull'arte</del> Scritti teatrali (?)
*[[Bertrand Russell]]
**La filosofia è un tentativo...: Saggi impopolari
**Può sembrare strano che...: Religione e scienza
*[[Blaise Pascal]]
**L'eccitamento che un: '''Niente nelle opere complete'''; "The excitement that a gambler feels when making a bet is equal to the amount he might win times the probability of winning it" - Mathematical Maxims and Minims, Nicholas J. Rose, 1988. "Pascal argues that the value of a game is the prize to be won times the probability of winning it.", ''The Statistical Pioneers'', 1984.
**L'uomo è l'errore di Dio: '''Niente nelle opere complete'''; {{cfr}} [[Friedrich Nietzsche]], ''Il crepuscolo degli idoli'', "E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?". [[Isaac Bashevis Singer]], ''Siddah e Kuziba''.
**Non pensare quello che penso io: '''Niente nelle opere complete'''
**Ritengo che contro chiunque: '''Niente nelle opere complete'''. [[Émile Boutroux]], ''[[s:fr:Pascal_(Boutroux)/5|Pascal]]'': ''L’homme est un problème dont la solution ne se trouve qu’en Dieu''.
*[[Borís Leonídovič Pasternàk]]
**L'arte: ''Della modestia e del coraggio''.
**Sei l'ostaggio dell'eternità: dalla poesia ''Notte''.
====C====
*[[Camilla Cederna]]
**L'espresso, 1990.
*[[Carl Gustav Jung]]
**Il fanatismo altro non è se non un dubbio ipercompensato: ''Tipi psicologici''.
*[[Carlo Bo]]
**Possibile citazione completa: «L'uomo che legge, l'uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose contrappone le idee, agli oggetti i pensieri. Che cos'è in fondo un libro se non un frammento della seconda realtà sognata, ipotizzata, meditata? Il bisogno di leggere è prima di tutto il bisogno di restare con se stessi»
*[[Charles Baudelaire]]
**''Those men get along best with women who can get along best without them''.
*[[Charles Bukowski]]
**L'individuo equilibrato è un pazzo (''The well balanced individual is insane''): ''Taccuino di un vecchio sporcaccione'' (un'edizione integrale)
**''La donna non è niente più che alcune parole'': ''Notations from a Muddled Indolence'', da ''At Terror Street and Agony Way''
***Anche in ''The Roominghouse Madrigals''.
***Non è in ''Poesie (1955-1973)''.
***E' sicuramente in uno di questi 3 libri: ''Notte imbecille'', ''Non c'è niente da ridere'', ''Nato per rubare rose''.
**Scrivere poesie non è difficile: "the living that is sometimes difficult", ''Urla dal balcone''.
**Parlare di morte è come parlare di denaro: da ''Notte imbecille''.
**Ti aspetti di trovare poesia: da ''Notte imbecille''.
*[[Charles Caleb Colton]]
**Molte citazioni potrebbero provenire da ''Lacon''.
*[[Charles Dickens]]
**Trovare traduzioni:
***Bere gin: da ''Sketches by Boz'' (''Trilogia di Londra'').
***Con l'affetto: da ''Martin Chuzzlewit''.
***La carità: da ''Martin Chuzzlewit''.
***Lega un albero: ''Dombey e Figlio''.
**''All the year round'', Vol.15, 1876, p.281.
*[[Clive Staples Lewis]]
**L'umanità non passa: da ''L'allegoria dell'amore''.
**Superato il primo choc da ''Il problema della sofferenza''.
====D====
*[[David Herbert Lawrence]]
**Conosciamo questi nuovi: Art-Nonsense and Other Essays di Eric Gill (recensione)
**La pornografia: da ''Oscenità e pornografia''.
*[[Dean Acheson]]
**''I try to be as philosophical as the old lady from Vermont who said that the best thing about the future is that it only comes one day at a time''.
*[[Denis Diderot]]
**Con la virtù: lettera del 18 luglio 1762 a Sophie Volland (''Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762'').
**Ho visto spesso un attore: ''Paradosso sull'attore''
**L'amore toglie: ''Paradosso sull'attore''
*[[Diego Abatantuono]]
** Epoca(?)
** Indipendente di venerdì 18 dicembre 1993.
*[[Dino Risi]]
**Intervista al settimanale ''Oggi'' del 31 maggio 1993.
====E====
*[[Edgar Allan Poe]]
**Dichiarare la propria viltà: Marginalia ?
*[[Edith Wharton]]
**''I ragazzi''
*[[Elio Toaff]]
**''Mehr als alle anderen haben wir Gelegenheit gehabt, dieGüte und Edelmütigkeit des Papstes während der Jahre der Verfolgung und des Schreckens kennenzulernen.'' (''Frankfurter Allgemeine Zeitung'', 4 marzo 1963)
*[[Émile Zola]]
**La civiltà non raggiungerà: [https://quoteinvestigator.com/2018/06/29/last-stone/]
*[[Ennio Flaiano]]
**''Coraggio, il meglio è passato'': citato ne ''[[La terrazza]]'', di Scola (1980).
*[[Enzo Biagi]]
**Sette, 2004 (Diciamoci tutto)
*[[Eric Ambler]]
**''La maschera di Dimitrios'' (edizione integrale).
*[[Erich Fromm]]
*[[Erich Maria Remarque]]
**Potresti diventare: Arco di trionfo
*[[Ernest Hemingway]]
**Mai pensare: Introduzione a ''Treasury for the free world''.
**Essere un padre di successo: ''Papa Hemingway''.
**Non confondere: ''Papa Hemingway''.
*[[Eugène Ionesco]]
**È la nostra propria mediocrità: da ''Il solitario''.
*[[Eugenio Montale]]
# Versi di Luca Ghiselli?
*[[Ezra Pound]]
**La vostra mente: ''Portrait d'une femme''
====F====
*[[Fernando Pessoa]]
**1. ''Cessa o teu canto''.
*[[Francis Scott Fitzgerald]]
**A diciotto anni: da ''Maschiette e filosofi''.
**Mostratemi un eroe: ''Notebook E'' (1945).
*[[François de La Rochefoucauld]]
**Le promesse di certi uomini sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure ma si rilevano inconsistenti e insidiose.
***Nulla su Google Libri, in italiano, inglese o francese.
***Niente negli archivi dei giornali.
***Contiene un possibile errore: ''rilevano'' invece di ''rivelano''.
***Non è nelle ''Massime''.
***Non è nelle ''Massime'' di [[Marguerite de la Sablière]].
***Inserita nel 2006, non si trova prima del 30 giugno 2002.
*[[François-René de Chateaubriand]]
**Il cuore sente: Saggio sulle rivoluzioni
*[[Françoise Sagan]]
**Castello in Svezia
*[[Franz Kafka]]
**Ogni rivoluzione evapora: ''Colloqui con Kafka''.
**La giovinezza: ''Colloqui con Kafka''.
*[[Friedrich Nietzsche]]
**Che differenza resta... : ''Nachgelassene Fragmente'', 14, 159.
***Non è in ''La volontà di potenza'' (Bompiani).
***Rimangono da controllare ''La volontà di potenza'' (N&C) e ''Frammenti postumi''.
**E io sopporto soltanto: ''Frammenti postumi'', 8, 2.
*[[Friedrich Schiller]]
**È pericoloso svegliare: ''La canzone della campana''.
**La pace raramente: ''Guglielmo Tell''.
**La vita è solo errore: Cassandra.
*[[Friedrich Schlegel]]
**''So ist es denn endlich dahin gekommen, daß nachdem erst die Revolution von unten, dann die Revolution von oben, ihre volle Zeitperiode hindurch ausgewütet hatten, nun noch ein neues politisches Unheilsphänomen, als erstes eigentümliches Zeichen der neuesten, eben jetzt beginnenden Epoche hervorbricht. Ich möchte es die Revolution aus der Mitte heraus nennen.'' Signatur des Zeitalters, in: Concordia. Eine Zeitschrift
====G====
*[[Gabriel Garcia Marquez]]
**Mi sembra che dall'impero romano: intervista, Messaggero del 7 settembre 1992.
*[[Galeazzo Ciano]]
**Potrebbe essere di [[Giuseppe Bottai]], dal ''Diario''.
*[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]
**L'istruzione è: Lineamenti di filosofia del diritto, Aggiunte redatte da Eduard Gans, § 151.
*[[George Eliot]]
**''Avete delle parole così forti'': Felix Holt.
**I pensieri (''Our thoughts are often worse than we are''): Scenes of Clerical Life.
**''L'inizio del pentimento'': Felix Holt.
**''La crudeltà'': Scenes of Clerical Life (Janet's Repentance).
**''La vita può essere misurata'': Felix Holt.
**''La razza è più forte del pascolo.'': Silas Marner.
**''Niente è così bello'': Silas Marner.
**''Non c'è alcuna vita privata'': Felix Holt.
**''I have the conviction that excessive literary production is a social offense'': lettera (1871), in J.W. Cross, ed., George Eliot's Life as Related in Her Letters and Journals (1885)
**''Un pugno'' (Blows are sarcasms turned stupid): Felix Holt.
** I remember how, at Cambridge, I walked with her once in the Fellows’ Garden of Trinity, on an evening of rainy May; and she, stirred somewhat beyond her wont, and taking as her text the three words which have been used so often as the inspiring trumpet-calls of men—the words God, Immortality, Duty—pronounced, with terrible earnestness, how inconceivable was the first, how unbelievable the second, and yet how peremptory and absolute the third. [https://www.bartleby.com/309/1001.html]
*<del>[[Georges Bernanos]]</del> {{fatto}}
*[[George Bernard Shaw]]
**Che tu creda o no: ''Androclo e il leone''.
**L'uomo può arrivare: ''Candida''
**Mi piace la convalescenza: ''Torniamo a Matusalemme''
*[[George Orwell]]
**Chi è vincente ora: saggio ''Second Thoughts on James Burnham''
**Il fine di uno scherzo non è: Saggio ''Funny, but not vulgar''
**Il modo più veloce di finire una guerra è perderla: saggio ''Second Thoughts on James Burnham''
*[[George Santayana]]
**Il caos è un nome: ''Dominations and Powers''.
**Lo scetticismo è la castità dell'intelletto: ''Scetticismo e fede animale''.
*[[Giacomo Casanova]]
**Fonti in [[:de:Giacomo Casanova|de.wikiquote]]. Il guaio di Casanova è che ha scritto in francese, serve una traduzione.
*[[Gianfranco Funari]]
**La donna più importante: Novella 2000 del 29 maggio 1993.
*[[Giorgio Manganelli]]
**Serve a qualcosa il paradiso? O la sua perfezione include l'inutilità?
***Prima di gennaio 2000.
***Niente negli archivi di Repubblica, Corriere della Sera e La stampa.
***Checklist:
****<del>''[[Hilarotragoedia]]'', Feltrinelli, Milano, I ed. 1964; Adelphi, Milano, 1987</del>
**** <del>''La Letteratura come menzogna'', Feltrinelli, Milano, 1967; Adelphi, Milano, 1985</del>
**** <del>''Nuovo commento'', Einaudi, Torino, 1969; Adelphi, Milano, 1993</del>
**** <del>''Agli dèi ulteriori'', Einaudi, Torino, 1972; Adelphi, Milano, 1989</del>
**** <del>''Lunario dell'orfano sannita'', Einaudi, Torino, 1973; Adelphi, Milano, 1991</del>
**** <del>''Cina e altri orienti'', Bompiani, Milano, 1974; Adelphi, Milano, 2013</del>
**** ''In un luogo imprecisato'', Rai, Roma, 1974
**** ''A e B'', Rizzoli, Milano, 1975
**** ''Sconclusione'', Rizzoli, Milano, 1976
**** <del>''Pinocchio: un libro parallelo'', Einaudi, Torino, 1977; Adelphi, Milano, 2002</del>
**** ''Cassio governa a Cipro'', Rizzoli, Milano, 1977
**** <del>''Centuria: cento piccoli romanzi fiume'', Rizzoli, Milano, 1979; a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1995</del>
**** ''Amore'', Rizzoli, Milano, 1981
**** ''Angosce di stile'', Rizzoli, Milano, 1981
**** <del>''Discorso dell'ombra e dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi'', Rizzoli, Milano, 1982; a cura di [[Salvatore Silvano Nigro]], Adelphi, Milano, 2017</del>
**** ''Dall'inferno'', Rizzoli, Milano, 1985; Adelphi, Milano, 1998
**** ''Tutti gli errori'', Rizzoli, Milano, 1986
**** ''Laboriose inezie'', Garzanti, Milano 1986
**** ''Rumori o voci'', Rizzoli, Milano, 1987
**** <del>''Salons'', Franco Maria Ricci, Milano, 1987, Adelphi, Milano, 2000</del>
**** <del>''Improvvisi per macchina da scrivere'', Leonardo, Milano, 1989; Adelphi, Milano, 2003</del>
**** ''Antologia privata'', Rizzoli, Milano, 1989; Quodlibet, Macerata, 2015
**** G. Manganelli-[[Cesare Garboli]], ''Cento libri per due secoli di letteratura'', Archinto, Milano, 1989
**** <del>''Encomio del tiranno: scritto all'unico scopo di fare dei soldi'', Adelphi, Milano, 1990</del>
**** ''Due lettere di Giorgio Manganelli'', Adelphi, Milano, 1990
**** <del>''La palude definitiva'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1991</del>
**** <del>''Il presepio'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del>
**** <del>''Esperimento con l'India'', a cura di Ebe Flamini, Adelphi, Milano, 1992</del>
**** <del>''Il rumore sottile della prosa'', a cura di Paola Italia, Adelphi, Milano, 1994</del>
**** <del>''La notte'', a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, Milano, 1996.</del>
**** <del>''Le interviste impossibili'', Adelphi, Milano, 1997</del>
**** ''Il delitto rende ma è difficile'', con un'intervista alla figlia Lietta a cura di [[Ugo Cornia]], Comix, Modena, 1997
**** ''Solo il mio corpo è reale : note su Stephen Spender'', a cura di Luca Scarlini, Via del vento, Pistoia, 1997
**** ''De America: saggi e divagazioni sulla cultura statunitense'', a cura di Luca Scarlini, Marcos y Marcos, Milano, 1998
**** ''Contributo critico allo studio delle dottrine politiche del '600 italiano'', a cura di Paolo Napoli, con un saggio introduttivo di [[Giorgio Agamben]], Quodlibet, Macerata, 1999
**** ''Le foglie messaggere. Scritti in onore di Giorgio Manganelli'', a cura di Viola Papetti, Editori riuniti, Roma, 2000 [contiene inediti]
**** ''Cerimonie e artifici : scritti di teatro e di spettacolo'', a cura di Luca Scarlini, Oedipus, Salerno, 2000
*****Niente in ''La favola pitagorica'', ''Ti uccidero, mia capitale'', ''Concupiscenza libraria'', ''Un'allucinazione fiamminga'', ''L'isola pianeta e altri settentrioni'', ''Vita di Samuel Johnson'', ''La penombra mentale''.
***Niente in Alda Merini, ''La scopata di Manganelli''
*[[Giovanni Falcone]]
**1. Non è in ''Cose di Cosa Nostra''.
*[[Giovanni XXIII]]
**''I fioretti di papa Giovanni'', Henri Fesquet.
*[[Gilbert Keith Chesterton]]
**Il vero modo: ''I vantaggi di avere una sola gamba'' in ''Tremendous Trifles'' (''Tremende bazzecole'')
*[[Gore Vidal]]
**Il sesso: ''Sex, Death and Money''.
*[[Guillaume Apollinaire]]
**''Una struttura diventa'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''La geometria è'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''Gli artisti sono'': da ''Les Peintres cubistes''.
**''L'amore'': da ''Adieu!'', in ''Poèmes à Lou''.
*[[Günter Grass]]
**Art is uncompromising and life is full of compromises. ―Quoted by Arthur Miller in the Paris Review, 1966
*[[Gustave Flaubert]]
**I coniugi: Lettera, 25 gennaio 1880.
**Il cuore: 19 gennaio 1840.
**L'auteur dans son œuvre doit être comme Dieu dans l'univers...
*[[Guy de Maupassant]]
**La storia: Sull'acqua (l’histoire, cette vieille dame exaltée et menteuse)
====H====
*[[Henrik Ibsen]]
**Gli amici: André Gide, prefazione a Conjdon: Friends are dangerous, not so much for what they make us do as for what they keep us from doing. (from the Correspondence)
*[[Henri Bergson]]
**''Le due fonti della morale e della religione''
*[[Henri Duvernois]]
**Jamais, je le sens bien, sa présence sera à la hauteur de son absence. ''Une dame heureuse''
*[[Henri Michaux]]
**''Brecce''.
*[[Henry David Thoreau]]
**Gli amici non vivono: ''Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack'' (parte omessa in ''Opere scelte'')
**Il massimo che posso fare per un amico: Diario (7 febbraio 1941)
*[[Henry Fielding]]
**A chi nulla è stato dato: ''Joseph Andrews''
*[[Henry Miller]]
**Il surrealismo: ''“An Open Letter to Surrealists Everywhere,” The Cosmological Eye'' (Lettera aperta ai surrealisti d'ogni paese, in ''Max e i fagociti bianchi'').
**La storia del mondo: "Domenica dopo la guerra".
*[[Hermann Hesse]]
**Il prodigio della...: Die Welt im Buch
**La funzione del poeta: ''Sull'amore'' (?)
*[[Honoré de Balzac]]
**''Ce qui fait les qualités du mari qu'on aime fait les dèfauts du mari qu'on n'aime pas''.
**La gloria è un veleno: ''Una figlia d'Eva''.
**''Le vieillard est un homme qui a diné et qui regarde les autres manger'': ''Correspondance''
====I====
*[[Ian McEwan]]
**''L'amore fatale''
**''A new license for liberty'', Guardian (30 aprile 1990), p. 19.
** Guardian (London, May 26, 1983).
*[[Ignazio Cantù]]
**Alcune citazioni potrebbero essere del fratello, [[Cesare Cantù]].
*[[Ignazio Silone]]
**Due citazioni tratte da discorsi pubblici (?), difficile reperire una trascrizione precisa.
***''Comunisti ed ex comunisti'': prima del 1961.
*[[Immanuel Kant]]
**Che cosa significa orientarsi nel pensiero.
*[[Indro Montanelli]]
**''Ci manca un Berlinguer'': da ''La Voce'', fra il 22 marzo 1994 e il 12 giugno 1994.
**In un'intervista alla Stampa: dal Giornale del 20 maggio 1993.
**Sempre più si diffonde sulla nostra stampa: da ''Il giornale'', 29 maggio 1993.
**Sulle donne s'è detto di tutto: La Voce, 1994.
**Un giorno dissi al cardinal Martini: ''Il Venerdì'' di Repubblica, 21 gennaio 1994.
*[[Isaac Asimov]]
**Credo che sia impossibile: ''Yours, Isaac Asimov''.
*[[Ivy Compton-Burnett]]
**''Madre e figlio''.
====J====
*[[Jack London]]
**''Un osso'': da ''La strada''.
*[[Jack Kerouac]]
**''Una tazza di caffè'': ''Angeli di desolazione''.
*[[Jacques Lacan]]
**L'amore: ''Seminario XII'', in ''Altri scritti''.
*[[James Joyce]]
**Nessuna penna: ''Lettere''.
**Qual è l'età: ''Ulisse''.
*[[Jean Cocteau]]
**Ciò che il pubblico critica in voi: ''Il gallo e l'arlecchino''
**Il poeta è un: ''Secrets de beauté''
**La massa: ''Secrets de beauté''
**Barabba: ''Il gallo e l'arlecchino''
**Un artista: ''Il gallo e l'arlecchino''
*[[Jean Genet]]
**Chi non ha mai provato: ''Un Captif Amoureux''.
**Chiunque conosca un fatto: ''Un Captif Amoureux''.
*[[Jean-Jacques Rousseau]]
**È soprattutto nella solitudine: ''Le confessioni''.
**Il rimorso dorme: ''Le confessioni''.
**Val molto di più avere: ''Le confessioni''.
*[[Jean-Paul Sartre]]
**Odio le vittime che rispettano i loro giustizieri: I sequestrati di Altona, atto 1, sc. 1.
*[[Jiddu Krishnamurti]]
**Quando c'è l'Amore: ''L'uomo alla svolta''.
*[[Johann Gottlieb Fichte]]
**L'uomo che si isola: ''Sistema di etica''.
*[[Johann Wolfgang von Goethe]]
**Agli stupidi: Faust - ''Wie sich Verdienst und Glück verketten Das fällt den Thoren niemals ein''
**I love those who yearn for the impossible: Faust.
**Chi possiede arte: Xenia?
**Ciascuno vede: Faust, prologo.
**L'azione è tutto: Faust
**La mia pace è perduta: Faust.
**L'età non ci rende: Faust, prologo
**L'uomo è uomo: I dolori del giovane Werther.
**Monotona cosa è l'uman genere: I dolori del giovane Werther.
**Non si è mai soli in pochi: Faust, I, 4036.
**Una perfetta contraddizione: Faust
*[[John David Barrow]]
**Da ''L'universo come opera d'arte''.
*[[John Fowles]]
** La donna del tenente francese
*[[Jorge Luis Borges]]
**Nous ne croyons plus au progrès, quel progrès! (citato in Nestor Ibarra, ''Borges et Borges'')
**Il vantaggio di avere: “Harto de los laberintos,” entrevista con César Fernández Moreno, Mundo Nuevo 18, (Dec. 1967)
*[[José Ortega y Gasset]]
**Il poeta: ''La disumanizzazione dell'arte''.
**La biografia: {{en}} ''In Search of Goethe from Within: Letter to a German'', {{it}} ''Goethe. Un ritratto dall'interno'' (?)
*[[Joseph Conrad]]
**La critica: da ''Lo specchio del mare''.
**Solo l'immaginazione: ibidem?.
*[[Jules Renard]]
**Scrivere: Leçons d'écriture et de lecture, 13 aprile 1895.
====K====
*[[Khalil Gibran]]
**''The vision: reflections on the way of the soul''[http://4umi.com/gibran/vision/7]
*[[Karen Blixen]]
**L'uomo e la donna: ''Racconti d'inverno''.
*[[Karl Ludwig Börne]]
**''Ankündigung der Waage''.
*[[Karl Kraus]]
**Ben venga il caos: da ''La muraglia cinese''.
*[[Karl Marx]]
**Ogniqualvolta vien posta in discussione una determinata libertà, è la libertà stessa in discussione.: ''Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione delle discussioni alla Dieta'', in ''Scritti politici giovanili''.
====L====
*[[Laurence Sterne]]
**''Men tire themselves in pursuit of rest'': The Koran
*[[Laurens van der Post]]
**''Il mondo perduto del Kalahari''
**''Il cuore dell'Africa''
*[[Lev Tolstoj]]
**Il segreto della felicità: una citazione simile è attribuita a [[James Matthew Barrie]]: «The secret of happiness is not in doing what one likes, but in liking what one has to do», ma non è rintracciabile nelle sue opere.
**Se i macelli...:
***La maggior parte delle fonti la attribuiscono a [[Paul McCartney]]; [http://www.postchronicle.com/cgi-bin/artman/exec/view.cgi?archive=180&num=279211 McCartney] stesso dice di ripeterla spesso.
***Google Libri non dà risultati in inglese o in russo in alcuna opera di Tolstoj.
**Tutte le idee: ''Guerra e pace'', epilogo, parte I, cap. XVI.
**Tutti pensano a cambiare: [http://books.google.com/books?id=kVBYAAAAMAAJ&hl=it&dq=%22thinks%20of%20changing%22%20inauthor:Tolstoy&ei=lIJqTPfhFouOjAe8_vmBAQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA]
**Tutto, ogni cosa: ''Guerra e pace'', libro IV, parte I, cap. XVI.
*[[Luc de Clapiers de Vauvenargues]]
**N. 590.
*[[Ludwig Wittgenstein]]
**Niente in '''Pensieri diversi'''
**Sentiamo dire: ''Grammatica filosofica''
*[[Luigi Einaudi]]
**Discorso del 1954 (?); di sicuro prima del 1960.
*[[Luigi Pirandello]]
**E' un verso della canzone ''Camminando'' di [[Massimo Di Cataldo]]. Citazione o fonte?
====M====
*[[Manlio Sgalambro]]
**[[Il cavaliere dell'intelletto]]
**Per la terribile semplicità delle idee che la tradizione filosofica ci impone, più che fare direi che il compito dell'ora è disfare.
*[[Marcel Proust]]
**È meglio sognare la propria vita: da ''I piaceri e i giorni''.
**Il ritornello che un orecchio: da ''I piaceri e i giorni''.
*[[Marguerite Duras]]
**''La vita materiale''.
*[[Marguerite Yourcenar]]
** Il tuo nome: da ''I doni di Alcippe''.
**Si è schiantato un cielo: da ''I doni di Alcippe''.
**Noi abbiamo una sola vita: da ''Pellegrina e straniera''.
**Non ho l'impressione: Alfredo Cattabiani, "Quel contatto ineffabile con l'Eterno", il Tempo, 19 dicembre 1987, p.3.
**La morte s'avvicina: da ''I doni di Alcippe''.
*[[Marlene Dietrich]]
*Controllare ''Dizionario di buone maniere e cattivi pensieri''.
*[[Mario Soldati]]
**Ho contattato personalmente il sito comitatomariosoldati.it: mi hanno risposto che Kezich lo ha riportato sul Corriere della sera, senza fornirmi però una data. Nessun risultato tuttavia nell'archivio del Corriere (1992-oggi).
**Prima del 1986.
*[[Mario Vargas Llosa]]
**Lettere...
*[[Marshall McLuhan]]
**Sunday Times Magazine, 26 marzo 1978
**La bomba: ''Il medium è il messaggio''.
*[[Martin Heidegger]]
**Il colloquio: da ''La poesia di Hölderlin''.
*[[Matilde Serao]]
**''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886: "Ascende la carrozza fra le prime macchie, rade ancora, e gira intorno ad una collina, scoprendo ogni tanto con l’occhio l’immenso Jonio glaciale senza una vela. Lievemente l’aria rinfresca. Ecco Stilo, una piccola città bruna bruna, antica, medievale, fabbricata a mezza costa; cittadina fiera e malinconica con le sue chiese antiche. Si traversa Stilo: le calabresi dal volto pallido vi guardano senza curiosità da dietro piccoli vetri delle loro finestre. La vegetazione poi diventa sempre montanara e si gira sui fianchi della montagna, ora seppellendosi fra gli alberi, ora rasentando un precipizio spaventoso. Qui e là spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non dunque questo paese è Ferdinandea? No, questo è Pazzano: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell’aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, già riattivate (dal Fazzari) rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere."
*[[Max Beerbohm]]
**Le donne: Zuleika Dobson
*[[Max Frisch]]
**Niente in ''Stiller''.
*[[Max Nordau]]
**God is the name that from the beginning: da ''Morals and the Evolution of Man''.
*[[Michel Foucault]]
**Introduzione a Ludwig Binswanger, ''Sogno ed esistenza''. Anche in ''Il sogno''.
*[[Miguel de Cervantes]]
**Diffida: da ''Novelle esemplari''.
*[[Molière]]
**Preferisco un vizio: ''Anfitrione'', Act I, sc. iv.
*[[Monica Vitti]]
**Venerdì di Repubblica del 25 agosto 1995.
*<del>[[Montesquieu]]</del> {{fatto}}
====N====
*[[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]]
**Le mie memorie
*[[Napoleone]]
**Che cos'è allora, questa verità storica, nella maggior parte dei casi? Una favola convenzionale, come fu ingegnosamente definita. (Memoriale)
**So che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio, ma il Papa non è Dio. (16 marzo 1811)
*<del>[[Niccolò Tommaseo]]</del> {{fatto}}
*[[Nicola Abbagnano]]
**Dovrebbe essere in un articlo de ''Il Giornale'', 1981-1983.
*[[Nino Manfredi]]
**Io vengo dal bestialismo: ''Epoca'', 1993.
*[[N. Scott Momaday]]
**Una parola: Il viaggio a Rainy Mountain
*[[Norman Douglas]]
**La scuola: ''How about Europe''.
====O====
*<del>[[Oreste Benzi]]</del> {{fatto}}
====P====
*[[Paolo Rossi]]
**Quello che succede in Italia: ''L'Indipendente'' di giovedì 30 novembre 1995.
*[[Pablo Neruda]]
**L'amore è breve: da ''20 Poesie d'amore e una Canzone disperata'' (Posso scrivere i versi...)
*[[Paolo Villaggio]]
**Fantozzi è anche un terapeuta: al Messaggero di lunedì 10 gennaio 1994.
**Ho nostalgia degli anni Cinquanta: durante la trasmissione tv ''Babele'' di domenica 13 giugno 1993.
**La tv è più pericolosa: ''Giornale'' di sabato 16 luglio 1994.
*[[Paul Valéry]]
**All'inizio: Dialogo dell'albero
**Mettons en commun ce que nous avons de meilleur et enrichissons nous de nos mutuelles différences.
**Bisogna: Moralités (Tel quel)
*<del>[[P. D. James]]</del> {{fatto}}
*[[P. G. Wodehouse]]
**capelli grigi: ''Diario segreto''.
**Critico: ''Le avventure di Sally''.
**Telegrammi: ''Tanto di cappello a Jeeves''.
*[[Pedro Calderón de la Barca]]
**''Mujer, llora y vencerás''.
*[[Pier Paolo Pasolini]]
**'''Non''' è in ''Petrolio''.
====R====
*[[Raffaella Carrà]]
**intervista al Giornale del 27 gennaio 1996.
*[[Rainer Maria Rilke]]
**Che cosa è mai... : ''Su Rodin''.
**Così noi viviamo...: ''Sonetti a Orfeo'' (?)
*[[Ralph Waldo Emerson]]
**Attacca il tuo carro: <del>''Società e solitudine''</del>.
**Dobbiamo essere cortesi: ''Condotta di vita''.
**È una regola: ''Social aims''.
**È una superstizione: ''Condotta di vita''.
**Solo la poesia: <del>''Società e solitudine''.</del>
**Un impero: ''The Young American''.
**Un uomo: ''The Sovereignty of Ethics''.
**[http://www.bartleby.com/90/ Opere complete]
*[[Raymond Chandler]]
**A really good detective never gets married: ''"Casual Notes on the Mystery Novel" (essay, 1949), first published in Raymond Chandler Speaking (1962)''
**Almeno la metà: da ''Casual Notes on the Mystery Novel''
**Boston: da ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
**The more you reason the less you create: da ''Selected Letters of Raymond Chandler'' e ''Raymond Chandler Speaking''.
**If my books had been any worse: Raymond Chandler Speaking.
**...it is a lesson in how not to write for the movies: ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
**By his standards anyone who noticed how many walls the room had: ''Selected Letters of Raymond Chandler''.
*[[Raymond Queneau]]
**Il diario intimo di Sally Mara (?); Sally plus intime (!).
*[[Robert A. Heinlein]]
**<del>''Il gatto che...''.</del>
*[[Robert de Flers]]
**Les livres sont des amis parfaits, ils sont accueillants et discrets, ils écoutent tous les secrets qu'on leur raconte et ils se gardent de les répéter. Aucune indulgence ne peut être comparée à la leur. Il n'y a qu'une chose qu'ils ne peuvent souffrir c'est d'être prêtés. Quand on les prête, ils sont si vexés qu'ils ne reviennent jamais.
*[[Robert Louis Stevenson]]
**Datemi quel giovanotto (For God's sake give me the young man who has brains enough to make a fool of himself!): ''Crabbed Age and Youth'' (in ''Virginibus puerisque''?)
*[[Robert Musil]]
**''Gli ideali hanno strane proprietà'': da ''The German as Symptom'', in ''Precision and Soul. Essays and Addresses''.
**''Es hat keinen Sinn, Sorgen im Alkohol ertränken zu wollen, denn Sorgen sind gute Schwimmer''.
*[[Roberto Gervaso]]
*<del>[[Roland Barthes]]</del> {{fatto}}
*[[Rudyard Kipling]]
**Alla legione dei perduti...: ''Gentlemen-Rankers''.
**Anche se il Tuo Potere...: ''McAndrew's Hymn''.
**Il potere...: [http://www.thisdayinquotes.com/2011/03/power-without-responsibility.html]
====S====
*[[Samuel Beckett]]
**Che cosa so: Basta
**Com'è difficile parlare: Molloy
**Dove sono: L'innominabile
**Il sole risplende: Murphy
**Questo è ciò che potrebbe essere l'inferno: Cenere.
*[[Simone de Beauvoir]]
**''La forza delle cose'' (''J’ai vécu tendue vers l’avenir et maintenant, je me récapitule, au passé : on dirait que le présent a été escamoté. J’ai pensé pendant des années que mon œuvre était devant moi, et voilà qu’elle est derrière: à aucun moment elle n’a eu lieu; ça ressemble à ce qu’on appelle en mathématiques une coupure, ce nombre qui n’a de place dans aucune des deux séries qu’il sépare'').
*[[Simone Weil]]
**Qui penserait à Dieu s'il n'y avait pas de mal au monde?
*[[Soren Kierkegaard]]
**At the bottom of enmity between strangers lies indifference. The Journals of Soren Kierkegaard: A Selection, no. 1144, journal entry for 1850, ed. and trans. by Alexander Dru (1938).
**La sola antitesi: In vino veritas.
**Ogni uomo: L'ora/L'istante (every human being is by nature a born hypocrite).
**Uscirò dal cerchio: Aut aut (ed. integrale).
*[[Stefania Sandrelli]]
**Venerdì di Repubblica dell'8 marzo 1996
*[[Stendhal]]
**''Je ne sais pas qui a donné l'idée de planter une ville au milieu de ce sable'': lettera del 3 novembre 1806.
*[[Sun Tzu]]
**Nessun riscontro ne ''L'arte della guerra''.
*[[Susan Sontag]]
**L'interpretazione: da ''Contro l'interpretazione''.
====T====
*[[T. S. Eliot]]
**La completa eguaglianza: ''Appunti per una definizione della cultura''.
*[[Thomas Mann]]
**Trovare ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''.
**Una grande verità: ''La posizione di Freud nella storia dello spirito moderno'' in ''Scritti minori'' o ''Nobiltà dello spirito e altri saggi''.
*[[Tom Cruise]]
**Mi hanno insegnato: ''Messaggero'', 9 agosto 1992
====U====
*[[Umberto Eco]]
**Aristotele: 7, supplemento del Corriere della sera, 1995.
*[[Ursula Le Guin]]
**È troppo intelligente: Dancing at the Edge of the World
**I bambini della rivoluzione: Dancing at the Edge of the World
**La mia immaginazione: "The Creatures on My Mind" in Unlocking the Air and Other Stories
**Se la narrativa scientifica: Dancing at the Edge of the World
====V====
*[[Valerio Magrelli]]
**Possibile citazione completa: Gioco d’azzardo. È il contrario del gioco, ed è assurdo che abbia lo stesso nome. Mentre il gioco è fondato sulla possibilità di maneggiare le proprie forze, il gioco d’azzardo è basato sul rifiuto di agire: in un caso c’è l’azione, nell’altro la passione.
*[[Victor Hugo]]
**La religione: Préface philosophique (?)
*<del>[[Virginia Woolf]]</del> {{fatto}}
*<del>[[Vladimir Nabokov]]</del> {{fatto}}
*[[Voltaire]]
**Amici miei: ''Dialogues et entretiens philosophique'' (Mes amis , ou les astres sont de grands géomètres)
**Che cos'è la politica: ''Annales de l'Empire depuis Charlemagne'' (mais la politique est-elle autre chose que l'art de mentir à propos)
**Il superfluo: ''La felicità mondana: Il mondano''
**La paura: ''La paix vaut encore mieux que la veritè'' (lettera alla marchesa Marie de Vichy Chamrond Du Deffand, 7 dicembre 1768)
**Nulla è perduto: ''Adelaide du Guesclin''
**Un proverbio saggio: La cena del conte di Boulainvilliers
====W====
*<del>[[Walter Benjamin]]</del> {{fatto}}
*[[William Blake]]
**''Una verità detta con tristi intenti...'': ''Auguries of Innocence'' (Pickering)
**''Se il Sole e la Luna dovessero dubitare.. '': ''Auguries of Innocence''.
**''Ero arrabbiato con il mio amico...'': ''A Poison Tree'', ''Songs of Experience''.
**''La crocefissione...'': ''The Four Zoas''
**''Essendo infinito...'': ''There is no natural religion''
**''Nulla è più spregevole...'': ''Annotations to An Apology for the Bible by R. Watson''.
**''Generalizzare vuol dire essere idioti'': ''Annotations to Sir Joshua Reynolds's Discourses'', pp. xvii–xcviii
**''Per la tua amicizia...'': da ''On friends and foes''.
*[[William Faulkner]]
**Stein, ''Intervista con William Faulkner''.
*[[William Golding]]
**Gli uomini producono il male: da ''The Hot Gates''.
*[[William S. Burroughs]]
**Parole, colori, luci, suoni: ''Scrittura creativa''.
*[[William Somerset Maugham]]
**Il critico: The Summing Up
**Il grado di civiltà: Our Betters
**L'amore è solo: The Summing Up
**Non credo: The circle
**Ogni produzione di un artista: The Summing Up
**Una donna si sacrificherà: The circle
*[[Wisława Szymborska]]
**''Posta letteraria''.
====...====
*Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, ''I luoghi dell'arte'', volume 3, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003
==''Focus''==
Ricerca delle fonti delle citazioni tratte da ''[https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Speciale:Ricerca&limit=250&offset=0&profile=default&search=%22citato+in+focus%22&ns0=1&ns8=1&ns9=1&ns11=1&ns12=1 Focus]''.
*[[Giorgio Manganelli]]
**Niente in Google Libri.
**Niente ne ''La favola pitagorica'', ''Agli Dei ulteriori'', ''La palude definitiva'', ''Hilarotragoedia'', ''Pinocchio: un libro parallelo'', ''Le interviste impossibili'', ''Esperimento con l'India'', ''Centuria'', ''Dall'inferno''.
**Niente nell'archivio del ''Corriere'' e de ''la Repubblica''.
*[[Hans Magnus Enzensberger]]
**''Questioni di dettaglio''.
*[[Marianne Moore]]
**''Unicorni di mare e di terra''.
*[[Ronald Laing]]
**''La politica della famiglia''.
==Raccolte di citazioni==
<pre><ref>Da ''''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref>Da ''''.</ref><ref name=e>Citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref></pre>
<pre><ref name=e /></pre>
<pre>''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644</pre>
<pre><ref>Da ''''; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, ''Il libro dei mille savi'', Hoepli, Milano, 2022, n. . ISBN 978-88-203-3911-1</ref></pre>
<pre><ref>Citato in [[Gino e Michele]], [[Matteo Molinari]], ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, n. . ISBN 88-04-43263-2</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, Novara, 1998, p. . ISBN 88-415-5890-3</ref></pre>
<pre><ref>Citato in Franca Rosti, ''Tra virgolette. Dizionario di citazioni'', Zanichelli, Bologna, 1995, p. . ISBN 88-08-09982-2</ref></pre>
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Ultime parole dai film
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{{Protetta}}
{{Raccolta}}
[[File:Potemkin-still2.jpg|thumb|«Ascoltate! Non sparate! Il mio bambino è gravemente ferito!» (la madre del bambino in ''[[La corazzata Potëmkin]]'')]]
{{indicedx}}
Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate in punto di morte da '''personaggi immaginari''', tratte '''dai film'''.
==Ultime parole dai film==
*A te te amo de più. ('''Adelaide Ciafrocchi''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)]]'' (1970). Adelaide rivolge queste parole a Oreste, che poco prima l'aveva ferita involontariamente durante una rissa con Nello, e pochi attimi dopo muore.}}
*Aaah, maledetta! L'acqua mi uccide! Mi sciolgo, mi liquefo! Aaah, maledetta! Non immaginavo che la bontà di una bambina avrebbe potuto distruggere la mia stupenda cattiveria! Aaah! È finita per me... è finita... Aaah! ('''Strega dell'Ovest''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il mago di Oz (film 1939)|Il mago di Oz]]'' (1939). La perfida Strega dell'Ovest rivolge queste ultime parole a Dorothy che l'ha bagnata con un secchio d'acqua usato per cercare di spegnere lo Spaventapasseri mentre andava a fuoco.}}
*Abracadabra. ('''Alfred Borden''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Prestige]]'' (2006). Alfred pronuncia quest'ultima parola poco prima di essere impiccato.}}
*Adesso capisco perché siete estinti. Ti metto sotto la macchina quando ritorno. ('''Dennis Nedry''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Jurassic Park (film)|Jurassic Park]]'' (1993). Il disonesto Dennis Nedry pronuncia queste parole prima di venire orribilmente sbranato da un dilofosauro nella macchina, mentre stava cercando di scappare.}}
*Adesso sei un uomo. ('''Tubal-cain''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Noah (film 2014)|Noah]]'' (2014). Rivolto a Cam che lo ha pugnalato per evitare che uccida il padre, [[Noè]].}}
*Adesso sono la reginetta delle ragazze pon pon. È il giorno più felice di tutta la mia vita. ('''Laura Harrington''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Dead End - Quella strada nel bosco]]'' (2003). Laura muore in preda al delirio, causato da un trauma cranico dovuto a un incidente stradale.}}
*Ah... questa non me l'aspettavo. ('''Edward Bailey''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Red 2]]'' (2010). Il costruttore della bomba a mercurio rosso, capace di radere al suolo un'intera metropoli, rapisce Sarah, fidanzata di Frank Moses, e si rintana nell'aereo di Han. Dopo che Moses lo raggiunge, Bailey lo costringe a buttare la pistola e ad andarsene con Sarah. Allontanatisi i due, Bailey avvia l'aereo, ma ode poco dopo un ticchietio appartenente alla bomba. Investigando, la scopre nella stiva, e intuisce che Moses ha posato nella stiva la valigia con dentro la bomba, Appena prima di morire nell'esplosione che disintegra l'aereo di Han, esprime la sua sorpresa mormorando tra sé e sé queste ultime parole.}}
*All'inizio era... felice... incantato... facce, colori, paesaggi. Ma poi tutto cominciò a cambiare. Il mondo era molto più brutto di come se l'era immaginato. Nessuno gli aveva mai detto quanto sporco fosse. Quanta miseria. Vedeva squallore dappertutto. Quando era cieco attraversava la strada da solo con un bastone. Dopo aver riacquistato la vista, lo prese la paura. Cominciò a vivere nell'oscurità. Non usciva più di casa. Dopo tre anni si tolse la vita. Ma tu che cazzo ci fai qui con me... ('''David Locke/David Robertson''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Professione: reporter]]'' (1975). Dopo aver rubato l'identità a un suo conoscente, David Robertson, e essere fuggito con una ragazza sconosciuta, David Locke si rifugia in un motel in Spagna. Qui, dopo aver invitato la ragazza ad andare via, le fa capire tramite una metafora su un suo conoscente cieco la sua insoddisfazione verso questa presunta libertà, in realtà una prigionia, e la invita ad andarsene. La ragazza lascia così l'albergo, ma irrompono nella stanza alcuni sicari di uno stato dittatoriale africano, la cui resistenza era armata proprio da Robertson, che sparano a David, convinti che sia il trafficante d'armi.}}
*Alzati e premi! Premi quel dannato grilletto! ('''Bill Houston''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Dancer in the Dark]]'' (2000). Dopo aver sottratto a Selma, operaia diventata cieca, i soldi che occorrono al figlio per l'operazione che gli impedisca di perdere anch'egli la vista a causa della malattia ereditata dalla madre, Bill fa credere alla moglie che, al contrario, sia stata Selma a rubare i soldi a lui. Mentre Selma cerca di riprendersi i soldi, avviene una colluttazione in cui Bill viene accidentalmente colpito da uno sparo da Selma. Bill le chiede di ucciderlo per far cessare la sua agonia. Selma spara diverse volte alla cieca e gli frattura il cranio con la cassetta di sicurezza in cui Bill teneva i soldi rubati.}}
*Amico, io non mi sono fatto un'opinione! ('''Marvin''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Pulp Fiction]]'' (1994). Dopo aver massacrato i ragazzi che avevano rubato la valigetta del loro boss Marcellus, i sicari Vincent e Jules discutono animatamente su un fatto avvenuto in quella circostanza, ossia che sono riusciti a schivare un intero caricatore di proiettili. A un certo punto Vincent si volta verso i sedili posteriori dove si trova il loro informatore, Marvin, e gli chiede cosa ne pensa sulla faccenda, ricevendo una risposta vaga. Vincent insiste, ma in quel momento parte un colpo dalla sua pistola che uccide il povero Marvin e imbratta di sangue la macchina e i sicari.}}
*Ascoltate! Non sparate! Il mio bambino è gravemente ferito! ('''la madre''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La corazzata Potëmkin]]'' (1925). I soldati cosacchi dello zar marciano sulla scalinata con i fucili puntati verso gli inermi manifestanti di Odessa, i quali scappano calpestando alcuni di loro, tra cui un bambino. Accortasi che il figlio è a terra, la madre lo prende tra le braccia e lo mostra ai soldati, ma questi la fucinano, privi di compassione.}}
*Avanti Donnie, facciamolo a fettine questo maiale! ('''Nicky Santora''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Donnie Brasco]]'' (1997). Dopo l'uccisione del boss Sonny Red, Sonny Black ordina ai suoi sicari Lefty Ruggiero, Donnie Brasco, Nicky Santora e Paulie di fare a pezzi i corpi di lui e dei suoi due scagnozzi. A Nicky e a Donnie tocca il corpulento cadavere di Philip Giaccone, braccio destro di Sonny Red: mentre incominciano, però, Lefty punta la pistola alla tempia di Nicky e gli spara, in quanto lui e Sonny Black avevano scoperto che vendeva droga alle loro spalle.}}
*Avete da accendere? No? Beh, io ho da accendere. Ave maria, piena di grazia... ('''Walt Kowalski''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Gran Torino]]'' (2008). Dopo che la sua vicina Sue viene stuprata dalla gang che terrorizza il quartiere, il vecchio Walt decide di vendicarsi: prima rinchiude nel proprio scantinato il fratello della ragazza, il suo amico Thao, desideroso di seguirlo, per evitare che si macchi di un crimine e rischi la vita. Dopo essersi finalmente confessato col prete del quartiere, il vecchio si reca davanti all'abitazione della gang, invitando i teppisti ad uscire: qui Walt si fuma una sigaretta e, mentre recita l'Ave Maria di penitenza dopo la confessione, mette la mano in tasca come per estrarre una pistola, venendo immediatamente crivellato di colpi dalla gang. Come scopriranno Sue e Thao, Walt non aveva alcuna arma, ma solo il suo accendino, perché era conscio che con il suo omicidio la polizia avrebbe finalmente avuto le prove per arrestare la gang, riportando la pace nel quartiere.}}
*Avete detto che non sarei morto! Avete promesso! Hai promesso che non sarei morto! Hai promesso! Signor McIvers, hai promesso! Hai detto che non m'avresti impiccato! Me l'hai promesso! ('''Turkey Ralston''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Johnny Guitar]]'' (1954). Turkey si rivolge a John McIvers prima di essere impiccato dalla banda di Emma Small per aver partecipato a una rapina in banca.}}
*Beh, sì. Come lo sapete? ('''Miriam Joyce Haines''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[L'altro uomo]]'' (1951). Il folle Bruno Anthony è convinto che il tennista Guy Hays abbia stretto con lui un accordo per un doppio omicidio: se Bruno uccide per suo conto Miriam, l'odiata moglie di Guy, in cambio quest'ultimo ucciderà il padre di Bruno. Bruno segue Miriam per tutta la sera, finché ella non si reca in un luogo isolato e buio. Bruon le si avvicina e le chiede se il suo nome è Miriam, illuminandole il volto con l'accendisigari del marito. Miriam ha appena il tempo di pronunciare questa frase, e Bruno la strangola con metodica freddezza. La scena è visibile attraverso il riflesso degli occhiali di Miriam, caduti a terra durante l'aggressione.}}
*Bella lama. Addio, signor Burton. ('''David Lo Pan''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Grosso guaio a Chinatown]]'' (1986). Per salvare le loro amate Miao Yin e Gracie Law, rapite dal perfido stregone David Lo Pan, gli intrepidi camionisti Wang Chi e Jack Burton irrompono nel covo dello stregone: mentre i loro alleati, lo stregone Egg Shen e la gang Chang Sing, danno battaglia agli sgherri di Lo Pan i due liberano Gracie ed entrano nell'ufficio dello stregone, che sta per uccidere Miao Yin. Mentre Wang Chi affronta Tuono, braccio destro di Lo Pan, Jack scaglia il proprio coltello contro lo stregone, ma sbaglia il lancio e il coltello cade vicino a Lo Pan. Liberata Miao Yin e raccolta l'arma, lo stregone si complimenta con l'avversario per la sua qualità e gliela rilancia addosso per ucciderlo: Jack tuttavia afferra il coltello al volo con prontezza di riflessi e lo lancia istantaneamente contro uno stupefatto Lo Pan, centrandolo nel mezzo della fronte.}}
*Bosch, è tutto finito! Di là c'è il professore! ('''Eckert''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Experiment - Cercasi cavie umane]]'' (2001). Eckert pronuncia le sue ultime parole prima di essere colpito a morte da Bosch con un estintore.}}
*B-brutto figlio di puttana! Ah, pezzo di merda! Oh Gesù santo fammi ammazzare questo negro!!! Stavolta non la passi liscia, Django! Tanto vedrai come ti prendono! Finirai sui manifesti dei ricercati, negro! E i cacciatori di taglie non cercheranno altri che te! Scappa, scappa negro! Quelli ti trovano, tanto! E allora sì, ah ah ah! Sissignoriddio che ti fanno!!! Non ti ammazzano solo, negro! Hai fatto una cazzata! Questa è Candyland, negro! Non puoi distruggere Candyland! Siamo qui, ci sarà sempre una Candyland! Un pistolero negro non può passare sotto gli occhi del mondo, ti ritroveranno, muso nero! Django, sei un impertinente figlio di pu... ('''Stephen''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Django Unchained]]'' (2012). Ferito gravemente da Django Freeman, che si è fatto strada tra i suoi uomini nella villa del padrone Calvin Candie per liberare la sua amata Broomhilda, egli gli rivolge le sue ultime parole, ignaro che Django ha anche acceso della dinamite per far saltare in aria la villa, che esplode con lui ancora dentro mentre sta ancora parlando.}}
*Camminando attraverso l'oscura valle della morte, io non temo il male [...] Tu hai unto la mia testa con l'olio, la mia coppa trabocca e io dimorerò nella casa del Signore in eterno. ('''Reverendo Matthew Collins''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]'' (1953). Il reverendo, motivato dalla fede in Dio, prova a stabilire un contatto con gli alieni, secondo lui «più progrediti di noi, [...] più vicini al Creatore proprio per questa ragione», e si avvicina a una delle astronavi marziane mostrando una Bibbia, ma viene polverizzato da uno dei raggi alieni.}}
*Carmelo! Carmelino mio! ('''Rosalia Cefalù''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Divorzio all'italiana]]'' (1961). Affranta per la morte dell'amante Carmelo, appena ammazzato dalla moglie che voleva vendicare il suo onore, Rosalia urla queste ultime parole, freddata poco dopo dal marito Ferdinando con due colpi di pistola.}}
*Che c'è, Ciccio bello? ('''Olive Neal''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pallottole su Broadway]]'' (1994). La donna del boss Nick Valenti nonché aspirante attrice viene accompagnata dalla sua guardia del corpo, il malavitoso Calogero detto "Ciccio". Tuttavia, i due si fermano non nel locale di Valenti, bensì al porto. Non capendo cosa stia succedendo, Olive chiede spiegazioni a Ciccio, che subito la uccide con tre colpi di pistola: l'uomo, infatti, aveva contribuito a riscrivere la commedia rendendola un successo, e si era accorto che proprio la scarsa recitazione di Olive aveva danneggiato la rappresentazione.}}
*Che cosa curiosa. Mi è passata la paura. ('''Jamie''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il texano dagli occhi di ghiaccio]]'' (1976), Jamie muore per una brutta ferita, rivolgendo le ultime parole al suo compagno di fuga.}}
*Che fesso che sono! Accidenti, no! Ah, che bella morte... ('''Ferdinand Griffon''')
::{{spiegazione|Personaggio de''[[Il bandito delle 11]]'' (1965). Dopo aver ucciso l'ex amante Marianne, l'ormai folle Ferdinand chiama un'ultima volta l'ex moglie e, dipintosi il volto di blu, prende due rotoli di dinamite e va in spiaggia, dove lega alla propria testa la dinamite e, deciso a farla finita, accende la miccia. All'ultimo momento, l'uomo ha però un ripensamento e prova a spegnere la miccia, ma non riesce a trovarla, avendo la dinamite che gli copre la faccia: amareggiato, Ferdinand si arrende al suo destino, e salta presto in aria.}}
*Che stupido che ero... Credevo che non le interessasse il mio lavoro, e nemmeno io... Mi perdoni... Mi perdoni... ('''Wolfgang Amadeus Mozart''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Amadeus]]'' (1984). Mozart rivolge a Salieri queste ultime parole scusandosi della scarsa considerazione che nutriva nei suoi confronti. Il compositore italiano aveva aiutato Mozart a comporre la Messa da Requiem, commissionata dallo stesso Salieri.}}
*Chi sei tu? ('''Kamunrah''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Una notte al museo 2 - La fuga]]'' (2009). Il malvagio faraone Kamunrah, fratello del faraone Akmenrah, dopo essere stato sconfitto da Larry Daley, gli fa questa domanda; Larry afferma di essere il guardiano notturno e spinge Kamunrah nel Portale dell'Aldilà, dove questo si polverizza.}}
*Chi, Sonny Black? Prima di sapere cosa l'ha colpito sarà già al creatore! Oh, no! ('''Alphonse "Sonny Red" Indelicato''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Donnie Brasco]]'' (1997). Dopo aver fatto chiudere il nuovo locale del suo rivale Sonny Black, il boss Alphonse "Sonny Red" Indelicato si reca nella propria abitazione con il suo braccio destro Philip Giaccone e un altro scagnozzo per pianificare l'esecuzione del rivale. Ma appena entrati nello scantinato, scoprono che ad attenderli vi sono Sonny Black e i suoi scagnozzi, che li crivellano di colpi: mentre lo scagnozzo muore sul colpo e Philip viene ucciso a martellate da Lefty Ruggiero, Sonny Red prova a strisciare per le scale, ma viene raggiunto da Nicky Santora che lo uccide con un colpo di pistola alla testa.}}
*Christina, voltati. Sono papà. Amore mio... Guardami. ('''John Baxter''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[A Venezia... un dicembre rosso shocking]]'' (1978). John Baxter è convinto di vedere la figlia morta vagare per Venezia. Quando la misteriosa figura si volta verso di lui si rivela essere non una bambina, ma una nana che lo sgozza.}}
*Ci si può convivere. ('''Joan Leaven''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Cube - Il cubo]]'' (1997). Leaven, Worth e Kazan sono sul punto di uscire dal Cubo, una complicata costruzione formata da stanze cubiche piene di trappole mortali. Quando Worth rinuncia a uscire dal Cubo perché non vuole affrontare la "sconfinata stupidità umana", Leaven ribatte con questa frase, ma all'improvviso Quentin, creduto morto in una delle stanze cubiche precedenti, le trafigge la schiena con la maniglia appuntita di un portello.}}
*Cordell... Cordell! Cordell!! ('''Mason Verger''')
::{{spiegazione|Antagonista di ''[[Hannibal]]'' (2001). Il sadico e brutale Mason Verger invoca il nome dell'assistente Cordell prima che quest'ultimo, persuaso dal dottor Hannibal Lecter, lo getti in pasto ai propri cinghiali.}}
*Credevi che ti avrei lasciato diventare vecchio? O ti divoro io o sarà il fiore rosso a farlo. È solo questione di tempo. Quanto credevi di riuscire a sopravvivere mettendoti contro di me? Più a lungo di tuo padre? O più a lungo di... Akela?! ('''Shere Khan''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il libro della giungla (film 2016)|Il libro della giungla]]'' (2016). La spietata e temuta tigre Shere Khan rivolge queste ultime parole al cucciolo d'uomo Mowgli quando si appresta ad ucciderlo, visto che il ragazzo è intrappolato in un albero che sta andando a fuoco e Shere Khan sa che il ragazzo non ha possibilità di fuga. Mowgli riesce però a fuggire astutamente dall'albero e Shere Khan ci rimane intrappolato. In seguito, l'albero si spacca, e Shere Khan cade nella voragine di fuoco e muore.}}
*Da morire! Ti amo... ('''Dolores Chanal''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Shutter Island]]'' (2010). Queste sono le ultime parole di Dolores, prima di essere uccisa dal marito Andrew Laeddis.}}
*Dammi la mano, dammi la mano! ('''Collega di Scottie''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La donna che visse due volte]]'' (1958). Inseguendo un sospettato, il poliziotto Scottie Ferguson e il suo collega si arrampicano fin sui tetti di San Francisco. A un certo punto Scottie inciampa e rischia di precipitare al suolo. Il suo collega prova ad aiutarlo, ma la tegola a cui si reggeva cede e il poliziotto cade nel vuoto, sotto lo sguardo terrorizzato di Scottie.}}
*Dammi quella pistola, cazzo! ('''Testa Rossa''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Snatch - Lo strappo]]'' (2000). Queste sono le ultime parole di Testa Rossa prima di essere ucciso dagli zingari che gli avevano teso una trappola.}}
*Daniel, ti prego! Ti prego! Perdonami! Ti supplico! Scusa! Perdonami! ('''Eli Sunday''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il petroliere]]'' (2007). Dopo un terribile litigio col figlio adottivo H.W., l'ormai milionario Daniel Plainview dorme ubriaco nella pista da bowling di casa sua quando riceve la visita del suo vecchio conoscente Eli Sunday, predicatore con cui ha avuto molti contrasti nel corso degli anni. Eli, presentandosi benevolo, chiede a Daniel di diventare suo socio acquistando l'unico terreno che non aveva mai fatto parte della sua proprietà per trivellare il petrolio. Daniel acconsente, ma a condizione che Eli ammetta di essere un ciarlatano: il predicatore ha un attimo di esitazione, ma dopo che Daniel lo rassicura sui lavori per il pozzo, urla di essere un falso profeta. Daniel allora gli rivela che per tutti quegli anni ha drenato il petrolio rubandolo al terreno: scioccato, Eli inizia a piagnucolare mentre Daniel lo insulta, definendolo un aborto e confermando la genialità di suo fratello Paul, che gli aveva fatto scoprire il pozzo con cui ha fatto la fortuna. Ormai completamente folle, Daniel scaglia Eli sulla pista e, proclamandosi come il vero profeta, inizia a bersagliarlo con le palle da bowling: terrorizzato, Eli prova a farlo ragionare, ma Daniel lo stordisce con un birillo e poi gli spappola il cranio.}}
*Danny! Ehi, Danny! Danny! Ehi! Wendy, ehi, Wendy! Wendy! ('''Jack Torrance''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Shining]]'' (1980). Dopo aver ucciso Dick Halloran, l'ormai completamente folle Jack Torrance sente urlare il figlioletto Danny e, vedendolo uscire da un mobile della cucina, si butta al suo inseguimento armato di ascia: mentre la moglie Wendy ha delle terrificanti visioni indotte dalla malvagità dell'Overlock Hotel, il folle insegue Danny fin dentro il labirinto di siepi nel giardino. Avendo appreso il percorso nei numerosi giri fatti con la madre, il bambino cammina sulle sue stesse impronte lasciate nella neve e si nasconde dopo averne cancellate alcune: arrivando sul luogo, Jack si ritrova così a ripercorrere le stesse strade. Mentre Danny riesce ad uscire e a fuggire con Wendy utilizzando il gatto delle nevi di Halloran, Jack si perde nel labirinto, e nell'inquadratura successiva si scopre che è rimasto assiderato al centro del labirinto.}}
*Dio, perdona loro... ('''Don Pietro Pellegrini''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Roma città aperta]]'' (1945). Condannato alla fucilazione, il prete antifascista don Pietro viene portato nel cortile del carcere per la sentenza. Dopo essersi confessato, il prete nota oltre la recinzione i bambini che aveva seguito e protetto e, commosso, sorride per rassicurarli. In quell'istante il plotone spara, ma don Pietro viene solo ferito, e chiede a Dio l'assoluzione per i suoi uccisori, dimostrando ancora una volta la sua immensa pietà e umanità. Nonostante gli ordini, i soldati non hanno il coraggio di sparare contro un prete: furioso, il maggiore incaricato dell'esecuzione estrae la pistola e fredda don Pietro con un colpo di pistola alla testa.}}
*Dite a mio figlio... Ditegli a che ora è morto suo padre. Ditegli che... ('''Capitano Vidal''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il labirinto del fauno]]'' (2006). Il capitano Vidal, circondato dai ribelli all'uscita del labirinto, porge il figlio a Mercedes e, dopo aver guardato l'orologio, pronuncia queste ultime parole. Mercerdes gli risponde «''No! Non saprà neppure il tuo nome!''» e il capitano incredulo viene ucciso da un ribelle.}}
*E adesso che cosa sei disposto a fare? ('''Jim Malone''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Untouchables - Gli intoccabili]]'' (1987). A causa di un'imboscata, il poliziotto irlandese Jim Malone viene colpito varie volte da Frank Nitti e il suo braccio destro, ma riesce a sopravvivere fino all'arrivo dell'amico Eliot Ness, a cui riferisce l'orario di arrivo del contabile principale di Al Capone, carpito ai due sicari. Dopo avergli domandato cosa intenda fare con queste informazioni, l'anziano poliziotto irlandese spira.}}
*E adesso vado a prendere il Diavolo per la coda. ('''Crazy Lee''')
:{{spiegazione|Personaggio minore di ''[[Il mucchio selvaggio (film)|Il mucchio selvaggio]]'' (1969). La banda del bandito Pike Bishop vuole svaligiare la banca della ferrovia, ma un gruppo di tagliagole decima i fuorilegge, tra cui anche Crazy Lee che nel frattempo si stava occupando degli ostaggi. Prima di spirare, Lee riesce comunque a uccidere altri due tagliagole.}}
*E adesso... Vorrei vedere Alexander... ('''Oscar Ekdahl''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Fanny e Alexander]]'' (1982). Durante le prove dell'Amleto, in cui interpreta la parte del re morto, il benestante Oscar Ekdahl ha un malore: avvicinato dalla moglie e dal figlio Alexander, egli ha vuoti di memoria e sviene. Dopo vari giorni di malattia, al suo capezzale vengono convocati i figli Fanny e Alexander: ormai conscio di essere alla fine, Oscar chiede al figlio di farsi vicino, ma Alexander si ritrae non avendo il coraggio di assistere alla fine del padre, che muore l'istante successivo circondato dai parenti.}}
*E di' a Graham... Vedi... Di' a Graham di vedere. E di' a Merril di colpire forte. ('''Colleen Hess''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Signs]]'' (2002). Colleen prima di morire a causa di un incidente d'auto rivolge le ultime profetiche parole al marito Graham, che le ricorderà nel momento del bisogno.}}
*È finito... ('''John Merrick/Uomo Elefante''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Elephant Man]]'' (1980). Dopo aver firmato il modellino di carta della cattedrale con il pennello, il povero deforme Joseph "John" Merrick, alias l'Uomo Elefante, pronuncia queste ultime parole a causa del soffocamento, e muore in santa pace come non avesse mai desiderato.}}
*È così bello... È così bello... ('''Alberto Antuna''')
::{{spiegazione|Personaggio minore di ''[[Alive - Sopravvissuti]]'' (1993). Alberto Antuna è uno dei sopravvissuti del disastro aereo delle Ande del 1972. Consapevole di essere in punto di morte a causa di una grave infezione a una gamba ferita, dice all'amico Federico Aranda di essere "vicino a Dio".}}
*Ehi Armonica! Quando toccherà a te prega che sia uno che sa dove sparare. Vattene! Vattene! Non mi va che mi guardi mentre muoio. ('''Cheyenne''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[C'era una volta il West]]'' (1968). Finita la stazione di posta di Jill McBain, Cheyenne e Armonica preferiscono andarsene, in quanto uomini di violenza non adatti al luogo. Ma dopo pochi tratti di viaggio Cheyenne si ferma, dichiarando al compagno di essere giunto alla fine del suo viaggio: durante l'attacco al treno di Morton, infatti, era stato ferito gravemente dallo stesso industriale, e da allora sta andando incontro a una morte lenta e dolorosa. Come ultima richiesta, il bandito chiede ad Armonica di non guardarlo, lasciandolo morire in dignità: il pistolero acconsente, e mentre si volta Cheyenne si accascia a terra, morendo.}}
*Ehi Max, sai però che musica con due mani destre! Se solo lassù riesco a trovare un pianoforte... ('''Novecento''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[La leggenda del pianista sull'oceano]]'' (1998). Max, migliore amico del protagonista Novecento, che aveva passato tutta la vita sul transatlantico ''Virginian'' senza mai scendere, tenta di convincerlo a scendervi, in quanto il transatlantico verrà abbattuto con degli esplosivo. Dopo che Max rinuncia finalmente a convincerlo, Novecento saluta Max con queste ultime parole.}}
*Ehi Max, un uomo sale sulla metropolitana qui a Los Angeles e muore. Pensi che se ne accorgerà qualcuno? ('''Vincent''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Collateral]]'' (2004). Vincent dà la caccia a Max e al suo ultimo obbiettivo, l'amica del tassista Annie: l'inseguimento è lungo e si protrae fino a un treno della metropolitana. Qui Max, capendo di essere in trappola in quanto Vincent scende a ogni stazione per impedirgli di scendere, tenta il tutto per tutto spegnendo la luce e sparando nella direzione di Vincent. Quando riaccendono le luci, i due si accorgono che Vincent è ferito mortalmente. Il sicario allora si siede e, morente, chiede a Max se pensa che qualcuno troverà il suo corpo, facendo riferimento a un diavolo che avevano avuto in precedenza: l'istante successivo Vincent muore, sotto gli sguardi pieni di compassione di Annie e Max.}}
*È il tuo preferito? Devi bruciarlo con gli altri, e tu sei in arresto! ('''Capitano dei pompieri''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Fahrenheit 451 (film)|Fahrenheit 451]]'' (1966). Denunciato dalla moglie, Montag è costretto a bruciare i suoi amati libri, sotto gli occhi divertiti dei suoi ex colleghi. Ma un suo collega, da sempre invidioso di lui, avvisa il capitano del fatto che Montag ha nascosto un libro sulla sua persona. Il capitano allora minaccia il giovane con una pistola, ma Montag, con prontezza, dà fuoco all'odioso e ignorante ufficiale, usando il suo lanciafiamme d'ordinanza.}}
*Electra... di tutti i giorni che ho vissuto, soltanto quelli che ho passato con te mi sembrano veri. Solo ora che sto morendo riesco a vedere il tuo volto. Chiaramente. ('''Vincent Volaju''')
::{{spiegazione|Personaggio antagonista di ''[[Cowboy Bebop - Il film]]'' (2001). Vincent, ricordatosi dell'amore che provava un tempo verso Electra, pronuncia queste parole.}}
*Eppure, vorrei scoprire... dove finisce la follia... e dove comincia la radice del male... ('''Dottore''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Ombre e nebbia]]'' (1992). Dopo aver incontrato il pavido impiegato Kleinman, il Dottore si prepara a sistemare i resti delle varie vittime del misterioso assassino che perseguita la città. Quando però l'assassino entra proprio nel laboratorio del dottore, deciso a farne la propria nuova vittima, questi prova a distrarre il maniaco con alcune domande sulla sua mente che si è realmente posto, ma riesce solo a spazientire ancora di più il pazzo: deciso a salvare la pelle, il dottore fugge dalla finestra e tenta la fuga nelle strade, ma viene raggiunto dal maniaco e strangolato.}}
*Fra ventiquattro ore dovrete essere a cento milioni di miglia nello spazio. Il pianeta esploderà. Le reazioni a catena non... non possono essere invertite. Alta! ('''Dott. Morbius''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il pianeta proibito]]'' (1956), il dottor Morbius pronuncia queste ultime parole invocando il nome della figlia, dopo aver fatto attivare un congegno di autodistruzione per far scomparire il pianeta che racchiudeva la scienza del popolo Krell.}}
*Francesco! Francesco! Lasciatemi... ('''Pina''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Roma città aperta]]'' (1945). Pina, giovane romana, deve sposarsi con Francesco, tipografo antifascista. Proprio il giorno del matrimonio, purtroppo, vi è un rastrellamento nel palazzo in cui vivono, visto che le autorità fasciste e naziste vogliono cercare il loro alleato Giorgio Manfredi. Quest'ultimo riesce a fuggire, ma Francesco viene catturato dai tedeschi e caricato su un furgone. Disperata, Pina prova a raggiungerlo in corsa, ma viene freddata dai mitra tedeschi.}}
*Già, capisce tutto lui! Ma che bravo! E guarda un po' se capisci questo: io lo amo e lui non ne vuole più sapere di me. E sai perché? Perché io volevo spingerlo ad ammazzare te. Tu non mi conosci! Tu non hai mai capito niente di me. Be', adesso te lo spiego io: Owens è stato il mio amante, è vero. Ma solo perché sono stata io a volerlo, perché io volevo il suo denaro! Volevo che si liberasse di sua moglie! Ma lui non era uno stupido come te! Lui m'aveva capito! E lo sai? Io lo ammiravo per questo! Io al posto suo mi sarei comportata esattamente come lui! Va' via ora! Vattene e lasciami in pace! ('''Vicky Buckley''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La bestia umana (film)|La bestia umana]]'' (1954). Vicki si rivolge al marito Carl confessandogli dei suoi amanti e del suo progetto di ucciderlo. Carl però la strangola.}}
*Giro girotondo, io giro intorno al mondo. Le stelle d'argento costan cinquecento. Centocinquanta e la Luna canta, il Sole rimira la Terra che gira... Giro girotondo... come il mappamondo.. ('''HAL 9000''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[2001: Odissea nello spazio]]'' (1968). Deciso a non essere disattivato e a completare la missione verso Giove, l'intelligenza artificiale HAL 9000 uccide i membri della spedizione in ibernazione, fa morire nello spazio l'astronauta Frank e lascia l'ultimo degli uomini, il comandante David, in una navicella negandogli l'accesso. David riesce tuttavia a rientrare e si prepara a vendicarsi, incominciando la procedura di disattivazione di HAL nonostante le suppliche della macchina. Ormai in procinto di spegnersi, con la sua intelligenza ridotta alle basi, HAL comincia a recitare la poesia "Giro Girotondo", per poi disattivarsi totalmente.}}
*Hai fatto tutta questa strada solo per la tua vendetta, eh? Be', allora goditela, perché non c'è niente che ti darà indietro tuo figlio. ('''John Fitzgerald''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Revenant - Redivivo]]'' (2015). Dopo la morte del capitano Henry, Glass raggiunge il rivale Fitzgerald e ha un cruento scontro con lui. Gravemente ferito ed evidentemente sconfitto nel duello con il rivale, Fitzgerald rinfaccia comunque a Glass che ucciderlo non riporterà in vita Hawk. Glass però si rifiuta di dargli il colpo di grazia e, vedendo sopraggiungere un gruppo di indiani Arikara, lascia il corpo del sofferente Fitzgerald in balia delle correnti del fiume. Giunto a livello del gruppo di indiani, Fitzgerald viene scalpato e sgozzato secondo le usanze indiane, quindi il suo corpo viene lasciato nuovamente in balia delle correnti del fiume.}}
*''Heaven... I'm in heaven...'' ('''John Coffey''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il miglio verde]]'' (1999). Queste sono le ultime parole sussurrate e ripetute più volte da John Coffey prima di essere ucciso sulla sedia elettrica.}}
*Heil [[Adolf Hitler|Hitler]]! ('''Hermann Fegelein''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler]]'' (2004). Il generale delle SS Hermann Fegelein deve essere fucilato su ordine del Führer perché colpevole di diserzione. Accortosi che è arrivata la sua ora, si abbottona la giacca e fa il saluto nazista.}}
*Ho concluso con gli uomini. ('''Mostro di Frankenstein''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Frankenstein di Mary Shelley]]'' (1994). La Creatura si da fuoco insieme al cadavere del suo creatore dr. Victor Frankenstein su un isolotto di ghiaccio al Polo Nord.}}
*Ho detto che il tuo amico è morto strillando come un porco irlandese! Pensaci, quando vedrai che me la passo liscia! Ehi! ('''Frank Nitti''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Untouchables - Gli intoccabili]]'' (1987). Capendo che la situazione per il suo capo Al Capone sta peggiorando e vedendo come Eliott Ness lo ha riconosciuto come assassino di Jim Malone, il sicario Frank Nitti tenta la fuga passando per il tetto, ma viene fermato da Ness, che decide di non ucciderlo per fargli affrontare un processo. Il criminale insulta però la memoria del suo amico Malone, e, furioso, Ness lo spinge giù dal palazzo uccidendolo.}}
*Ho incontrato un uomo a King City che diceva di essere tuo fratello. Siamo stati amici per mesi lavorando a King City e lui voleva venire qui da te, Daniel. Non avevamo soldi. L'ha ucciso la tubercolosi. Non è stato ammazzato. Non gli è stato fatto del male. Ma lui mi parlava di te e io ho usato la sua storia, ho usato il suo diario. Daniel... Daniel, amico mio, mai ti farei un torto. Mai. Ho cercato di sopravvivere. No! ('''Henry''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il petroliere]]'' (2007). Recatosi a comprare un terreno per farci passare le tubature dei propri pozzi, il petroliere Daniel Plainview e il fratello da poco riavvicinato Henry fanno un bagno sulla costa per rilassarsi: mentre si asciugano, Daniel fa un riferimento ad un evento della loro cittadina, ma Henry non sembra molto sicuro sull'argomento, il che lo turba. Dopo una notte di baldorie in un bordello, i due fratelli tornano al loro accampamento per dormire, ma Daniel punta una pistola contro Henry e lo costringe a rivelare la verità: egli aveva incontrato suo fratello, che prima di ricongiungersi a lui per interesse era morto per la tubercolosi, e aveva deciso di prendere il suo posto. Nel tentativo di salvarsi, Henry rivela di ritenere Daniel un vero amico e gli chiede se può comprenderlo, ma Daniel, assolutamente privo di compassione, gli mette una mano in bocca per non farlo urlare e gli spara freddamente in testa.}}
*Ho paura... che ho sbagliato tutto. ('''Bess McNeill''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Le onde del destino]]'' (1996). La protagonista muore in seguito all'aggressione e allo stupro da parte di un gruppo di marinai che vivono su una nave abbandonata.}}
*Ho ripreso il Necronomicon, ho annientato il tuo patetico esercito e ora avrò la mia vendetta! ('''Ash Malvagio''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'armata delle tenebre]]'' (1992). Dopo la battaglia tra l'armata delle tenebre e l'esercito di Ash Williams, quest'ultimo ha un accanito scontro con il proprio doppio malvagio, leader dei nemici. Alla fine l'eroe viene disarmato e sembra avere la peggio, con Ash Malvagio che si prepara ad ucciderlo. Tuttavia Ash nota che l'avversario si è posizionato su di una delle catapulte esplosive che aveva fatto preparare: presa una spada, egli riesce a strappare di mano all'avversario il Necronomicon e a tagliare la corda che attiva la catapulta, lanciando in aria Ash Malvagio con dell'esplosivo che di lì a poco distrugge il demone.}}
*Ho ucciso mio padre, ho mangiato carne umana, ed ora tremo di gioia. ('''Il Cannibale''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Porcile]]'' (1969). Dopo varie scorribande, Il Cannibale e la sua banda vengono catturati da alcuni soldati di una guarnigione, portati al processo e condannati dalle autorità religiose. Portati nella stessa zona desertica in cui compivano le loro scorribande, i derelitti vengono legati al terreno con dei pali: ma mentre i suoi compagni sono terrorizzati, il Cannibale è calmo e rilassato, e continua a ripetere la stessa frase. Poco dopo, sulla via del ritorno, i soldati, vedono in lontananza come i disgraziati vengano sbranati da cani selvaggi.}}
*Il giorno del giudizio è vicino. Dio abbia pietà della mia anima... e gli altri vadano all'inferno! Amen. ('''Lettera di suicidio di un'abitante di Piedmont''')
::{{spiegazione|Personaggio minore di ''[[Andromeda (film)|Andromeda]]'' (1971). La signora che ha scritto la lettera si è impiccata vicino al cadavere del suo gatto dopo che gli abitanti del suo paese, Piedmont, nel Nuovo Messico, sono tutti morti in circostanze misteriose.}}
*Il solito Marlowe. Non imparerai mai... perdi sempre. ('''Terry Lennox''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il lungo addio]]'' (1973). Dopo una lunga indagine, l'investigatore privato Philip Marlowe scopre l'amara verità: l'amico Terry Lennox si è finto morto in modo da scappare dalla legge e rifugiarsi in Messico dopo l'omicidio della moglie. Terry si mette a deridere Marlowe, ma quest'ultimo, ormai disilluso, gli spara e se ne va suonando la sua armonica.}}
*In piedi! Cocijo, conta fino a tre. ('''Wild il gobbo''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Per qualche dollaro in più]]'' (1965). Dopo il colpo alla banca, El Indio, la sua banda e il Monco si recano per nascondersi nel piccolo villaggio di Aqua Caliente, in cui si trova Mortimer. Questi viene però riconosciuto da Wild il gobbo, pazzo scagnozzo di El Indio, in quanto Mortimer si era infatti acceso un fiammifero sulla gobba di Wild, a El Paso. Deciso a vendicare l'affronto, il gobbo sfida Mortimer a duello davanti a tutti, ma il cacciatore di taglie si rivela più veloce e spara per primo a Wild uccidendolo.}}
*Io a tagliare la corda ci metto meno di così. Niente chiacchiere, né discorsi a vanvera. Meglio che pensiate a quello che avete davanti agli occhi, ecco qual è la sfida. Il vostro vero nemico è dentro di voi. Merde! ('''Rennes detto "Scricciolo"''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Cube - Il cubo]]'' (1997). Pur essendo un maestro dell'evasione scappato sette volte da diverse prigioni, Rennes muore nel tentativo di trovare la via d'uscita dal Cubo, in quanto, nonostante abbia preso precauzioni provando le trappole lanciando uno scarpone, rimane vittima di una meccanismo che gli spruzza addosso dell'acido corrodendogli la faccia.}}
*Io conterò i giorni finché il mio Arthur tornerà da me per sempre. ('''Norma Lewis''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Box (film 2009)|The Box]]'' (2009). Arthur, marito di Norma Lewis, si vede costretto a sparare un colpo di pistola nel cuore della moglie per poter salvare loro figlio.}}
*Io e mia sorella ci siamo amati, pur sapendo ogni cosa. Ci riuscirete anche voi? ('''Lee Woo-Jin''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Oldboy]]'' (2003). Deciso a vendicarsi per essere rimasto rinchiuso per 15 anni in una stanza dal milionario Lee Woo-Jin, che ha perso la sorella, con cui aveva una relazione rivelata dallo stesso Dae-Su, Oh-Dae-Su si reca nel suo palazzo. Ma Woo-Jin gli fa una sconcertante rivelazione: egli è stato ipnotizzato per innamorarsi della giovane Mi-Do, che in realtà non è altri che sua figlia. Furente per la rivelazione, Dae-Su fa per attaccarlo, ma viene fermato dallo guardia del corpo del milionario, Han, che viene poi ucciso dallo stesso Woo-Jin. Questi minaccia Dae-Su di rivelare a Mi-Do la verità: volendo ancora amarla, Dae-Su implora singhiozzante Woo-Jin di non farlo, proclamandosi suo servitore e arrivando a tagliarsi un pezzo di lingua per darglielo come dono. Divertito, il milionario afferma che non rivelerà niente: entrato in ascensore, Woo-Jin ripensa un'ultima volta all'amata sorella e, non avendo più alcun motivo di vivere, si spara in testa.}}
*Io ho diciotto dollari, Drugo. ('''Donny''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il grande Lebowski]]'' (1998). Usciti dal bowling, Drugo, Walter e Donny vengono raggiunti dai tre nichilisti, autori dei loro ultimi problemi, che vogliono vendicarsi di loro, chiedendogli di dargli i soldi che il magnate Jeffrey Lebowski gli doveva. Donny e Drugo vorrebbero pagare i tre per evitare rogne, ma il cocciuto Walter li affronta e, grazie alle sue abilità da soldato, riesce a sconfiggerli. Ma il povero Donny, debole di cuore, ha un infarto per il forte shock e muore.}}
*Io t'ammazzo! ('''Simone''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Dogman (film)|Dogman]]'' (2018). Frustrato per le sue continue umiliazioni e per aver perso per colpa sua il rispetto degli altri, il canaro Marcello rinchiude in una gabbia il bullo Simone. L'uomo riesce a liberarsi, ma viene steso con un colpo alla testa. Volendo curarlo, Marcello lo posiziona sul lettino su cui cura i cani e, legatolo con una catena al collo al muro, prova a curarlo, ma Simone si riprende e prova a strangolare il canaro. Preso alla sprovvista, Marcello riesce ad attivare con il piede l'abbassamento del lettino: non avendo più una posizione stabile, Simone finisce per rimanere impiccato al muro.}}
*Io voglio continuare! Non interrompere l'incontro, qualsiasi cosa succeda! Qualsiasi cosa succeda... ('''Apollo Creed''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Rocky IV]]'' (1985). Deciso a dimostrare di valere ancora come pugile, Apollo Creed, ex rivale del campione Rocky Balboa, sfida ad un incontro il campione russo Ivan Drago, ma il sovietico si rivela essere di ben altro livello e malmena pesantemente l'ex campione fino al suono del gong. Conscio che l'amico non potrebbe farcela, Rocky vorrebbe gettare la spugna, ma il cocciuto Apollo si oppone, volendo concludere lo scontro. La scelta si rivelerà fatale: nella successiva ripresa, il potente e spietato Ivan Drago colpirà Apollo tanto pesantemente da ucciderlo un istante prima che Rocky possa dichiarare la resa.}}
*Io voglio la mia mamma! Voglio la mia mamma! ('''Capitan Uncino''')
::{{spiegazione|Antagonista di ''[[Hook - Capitan Uncino]]'' (1991). Dopo il duello con Peter Pan, il perfido Capitan Uncino pronuncia queste ultime, piagnucolose parole, poco prima di essere attaccato e mangiato dalla statua del coccodrillo, lo stesso di cui si era finalmente vendicato.}}
*Io... volevo solo un po' di ordine. Una fetta di ''quiche'' ora basterebbe. ('''Vavarin Delatombe''')
::{{spiegazione|Antagonista di ''[[I fratelli Grimm e l'incantevole strega]]'' (2005). Il generale francese cerca di uccidere i fratelli Grimm, colpevoli di non aver risolto il mistero delle sparizioni presso la foresta di Marbaden. Dopo essere stato trafitto da Wilhelm "Will" dal moncone di una bandiera, balbetta queste parole, prima di essere usato come peso per poter salire sulla torre della Strega con una catapulta.}}
*J'ho preso in giro... lo so... j'ho detto 'n sacco de cazzate. Ma 'na cosa je vorrei dì: che un figlio come me... non se 'o meritavano proprio. Poi c'ho... sta sensazione addosso... che non te riesco a spiega'. Marco? Ooh? Ma che te sei addormentato? ('''Stefano Cucchi''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Sulla mia pelle (film 2018)|Sulla mia pelle]]'' (2018). Stefano Cucchi, arrestato sei giorni prima per spaccio di droga, pronuncia queste parole sul letto dell'ospedale Fatebenefratelli, prima di spirare a causa delle precarie condizioni di salute conseguenti alle botte a lui inflitte da due carabinieri poco dopo il suo arresto.}}
*James, meritatelo! Meritatelo! ('''Cap. Miller''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Salvate il soldato Ryan]]'' (1998). Il capitano, pochi attimi prima di morire, rivolge queste parole a James Ryan, il soldato per il quale era stata organizzata la missione di recupero.}}
*''Je t'aime!'' ('''Miryea''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Revenge - Vendetta]]'' (1990). Ormai moribonda a causa delle violenze subite dagli uomini a cui è stata costretta a concedersi, Miryea viene trovato in un convento dall'amato Jay Cochran, a cui rivolge queste parole prima di spirare tra le sue braccia.}}
*Jinsun... ci ho messo degli anni a comprendere... quale fosse davvero il significato del wushu... e quale fosse il suo scopo ultimo. Il combattimento deve continuare. Non possiamo decidere come inizia la nostra vita... ma possiamo decidere di affrontarne la fine con coraggio. ('''Huo Yuanjia''')
::{{spiegazione|Personaggio e protagonista di ''[[Fearless (film 2006)|Fearless]]'' (2006). Durante la serie di combattimenti finali contro le delegazioni europee, Huo Yuanjia affronta come quarto e ultimo avversario il giapponese Anno Tanaka. Il loro primo combattimento finisce in parità tra di loro, ma dato che lo scontro ha visto Huo in leggero vantaggio, il console del Giappone, per evitare imbarazzi, gli fa sostituire il tè con uno avvelenato. Reso debole e morente dall'intruglio, Huo riesce a malapena a contrastare gli attacchi di Tanaka, e prima che inizi la loro terza ripresa, Nong Jinsun, migliore amico di Yuanjia, tenta di portarlo in ospedale, ma Yuanjia lo dissuade rivolgendogli queste ultime parole. Ritorna così a combattere un'ultima volta, e riesce a vincere Tanaka raggiungendolo con il suo pugno letale ma fermandosi prima di colpirlo. Stupefatto dal suo coraggio e dalla sua nobiltà, Tanaka concede la vittoria a Yuanjia, che, contento di aver salvato l'onore della Cina, muore tra le grida di esultanza e disperazione dei suoi tifosi e amici.}}
*Katie... Il sogno... Il sogno... Il matador... Il matador... Il matador... Io... Io... ('''Generale Warren Abraham Black''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[A prova di errore (film 1964)|A prova di errore]]'' (1964). Il generale Black ha il compito di sganciare la bomba atomica su New York, luogo in cui abitano anche i suoi figli e la moglie Katie. Appena esegue l'ordine, il generale si toglie la vita pungendosi il dito con una siringa avvelenata, e spira rivolgendo gli ultimi istanti di vita al ricordo di un sogno ricorrente che lo ossessionava: assistere all'uccisione di un toro da parte di un matador.}}
*L'avevo fatta la sentinella... ('''Yohei''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[I sette samurai]]'' (1954). Durante una delle battaglie contro i briganti, il vecchio contadino Yohei, zimbello del villaggio per colpa della sua grande paura, viene trafitto da una freccia alla schiena. Dopo aver affermato di aver comunque adempito al proprio compito di sentinella, il vecchio contadino spira fra le braccia dell'affranto Kikuchiyo, che più di tutti lo prendeva in giro.}}
*Lei non dorme mai. ('''Richard Morgan''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Ring (film 2002)|The Ring]]'' (2002). Tormentato dalle tragiche vicende che hanno sconvolto la famiglia incentrate sulla maledizione della figlia Samara, Richard si suicida immergendosi nella vasca da bagno avvolto da fili elettrici.}}
*...Libertà! ('''William Wallace''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Braveheart - Cuore impavido]]'' (1995). Catturato dagli inglesi, il capo dei rivoltosi scozzesi William Wallace viene torturato davanti al pubblico, ma, pur soffrendo terribilmente, resiste in maniera estremamente ostinata. Il popolo inglese, inizialmente denigratorio, prova pena per il guerriero e chiede a gran voce la sua liberazione, e, una volta che lo scozzese giunge sul luogo delle esecuzioni, dove verrà decapitato, lo stesso messo reale incaricato dell'esecuzione suggerisce maliziosamente a Wallace di chiedere pietà, a patto di rifiutare i propri ideali. Il patriota, piuttosto di cedere, grida a gran voce la parola libertà. A questo punto tutti, messo reale compreso, rimangono colpiti e turbati dallo spirito dello scozzese, che viene infine giustiziato per porre fine alle sue sofferenze.}}
*Lo dicevo io che non me somijava pe' niente! ('''Johnny Stecchino''')
::{{spiegazione|Protagonista di ''[[Johnny Stecchino]]'' (1991). Johnny, prima di essere ucciso da mafiosi rivali in un bagno pubblico, ribadisce la convinzione che il suo sosia Dante non gli sia somigliante, ragion per cui lo scambio di persona non ha funzionato.}}
*Lo sa, Mandrake? Io sono certo che esiste un'altra vita... e ora devo rispondere di ciò che ho fatto. E posso rispondere! ('''Generale Jack D. Ripper''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba]]'' (1964). Convinto che i sovietici stiano avvelenando l'acqua per rendere impotenti gli avversari, il folle generale Ripper escogita un diabolico piano: far partire una serie di bombardieri, con l'obiettivo di colpire centri strategici dell'Unione Sovietica. Isolata la base, Ripper è convinto di riuscire, ma sottovaluta i suoi soldati, i quali si arrendono dopo duri scontri con altri reparti delle forze armate, inviati dal presidente per fermarlo. Resosi conto della totale pazzia del superiore, il comandante britannico Lionel Mandrake tenta di convincerlo a dargli il codice segreto per fermare i bombardieri: noncurante, Ripper fa un ennesimo discorso delirante e, chiusosi in bagno, si spara in testa per evitare di confessare il codice sotto tortura.}}
*M'hai rotto l'orologio... ('''Matto''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La strada]]'' (1954). Il Matto viene picchiato da Zampanò e sbatte la testa contro una protuberanza. Poco dopo controlla l'orologio da polso, pronuncia queste ultime parole e quindi si accascia al suolo, morendo.}}
*Ma c'è speranza per il futuro. Quando il mondo sarà pronto per una nuova e migliore vita, tutto questo accadrà fatalmente. Quando Dio lo vorrà. ('''Capitano Nemo''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[20.000 leghe sotto i mari (film 1954)|20.000 leghe sotto i mari]]'' (1954), dall'omonimo romanzo di [[Jules Verne]], il capitano del Nautilus muore ferito da uno sparo, affondando insieme alla sua nave e ai segreti tecnologici che avrebbero dato all'umanità una vita migliore, pronunciando tuttavia queste parole di speranza per il futuro del mondo.}}
*Ma che cazzo fai, rotto in culo? Che cazzo fai? ('''Vinz''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[L'odio]]'' (1995). Dopo le loro disavventure notturne, i tre amici Vinz, Said e Hubbert si salutano per andare a dormire, ma vengono fermati da una macchina della polizia, guidata da un poliziotto in borghese con cui avevano avuto degli screzi durante la mattinata. Nonostante gli insulti dei ragazzi, il poliziotto si pavoneggia e si prepara ad arrestarli, ma improvvisamente gli parte involontariamente un colpo di pistola che centra Vinz in faccia uccidendolo.}}
*Ma guarda, guarda... Ma guarda, ma guarda, ma guarda... ('''Lester Burnham''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[American Beauty]]'' (1999). Lester pronuncia queste parole mentre guarda una vecchia foto con la moglie e la figlia ancora piccola, pochi attimi prima di essere ucciso da un colpo di pistola alla testa.}}
*'''Harry Lime''': Ma tu che cosa vuoi, amico? <br/>'''Sergente Paine''': Mister Martins, venite indietro! Venite qui, Mister Martins!
::{{spiegazione|Personaggi de ''[[Il terzo uomo]]'' (1949). Ormai individuato dalla polizia e dall'amico Holly Martins, il criminale Harry Lime si dà alla fuga per tutte le fogne di Vienna, inseguito dalla polizia militare. Ad un certo punto riesce quasi a raggiungere un'uscita, ma si imbatte in Holly, nel maggiore Calloway e nel sergente Paine: Lime gli spara contro uccidendo il sergente, ma viene ferito gravemente da Calloway. Trascinatosi via, riesce a raggiungere la scala che porta alla grata esterna, ma non ha la forza di aprirla. Raggiunto da Holly, armato con la pistola del defunto Paine, Harry sente che i poliziotti lo hanno ormai raggiunto e, ormai stanco e conscio del suo destino, chiede con un cenno all'amico di finirlo con un colpo di pistola.}}
*Ma tu... tu hai scopato migliaia di uomini. ('''Seligman''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Nymphomaniac]]'' (2013). Mentre Seligman sta provando a stuprare Joe nel sonno, quest'ultima si risveglia, prende in mano la propria pistola e la carica. Seligman, sorpreso, pronuncia quindi queste parole, salvo poi venire freddato da Joe.}}
*Ma vatti a far fottere! Vattene, stronzo! ('''Matthew "Sport"''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Taxi Driver]]'' (1976). Dopo il fallito attentato al senatore Palantine, Travis, ormai impazzito del tutto, decide di farla finita e si reca nello stabile dove alloggia Iris, la piccola prostituta con cui aveva fatto amicizia. Qui il ragazzo viene fermato da Matthew "Sport", il pappone della ragazzina, ma Travis lo ferma sparandogli allo stomaco. Entrato nel palazzo, Travis distrugge con un colpo di Magnum la mano dell'affittacamere, ma viene ferito al collo da Sport. Travis però sopravvive e, come se nulla fosse, si volta e uccide definitivamente Sport con un colpo alla faccia.}}
*Madre di misericordia! È questa la fine di Rico? ('''Rico''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Piccolo Cesare]]'' (1930). Rico, ferito a morte, pronuncia queste parole alla fine del dialogo col sergente Tom Flaherty, pochi attimi prima di morire.}}
*Marco, Marco... Oggi ci è andato tutto male... Da che è morto Lupo... ('''Partigiano fiorentino''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Paisà]]'' (1946). Dopo l'esecuzione di un gruppo di fascisti, la guerriglia fra partigiani fiorentini e nazisti continua e l'infermiera Harriet, alla ricerca del suo fidanzato, il capo partigiano noto come Lupo, si rifugia sotto un portone insieme a due partigiani, uno dei quali viene presto ferito da una pallottola vagante. Convinto di essere in presenza del suo comandante Marco, il moribondo racconta della morte di Lupo, per poi spirare, sotto lo sguardo disperato della povera Harriet, consapevole di aver perso il proprio amore.}}
*Martedì, ore 19 e 30. Aumenta la resistenza all'anestetico. Necessarie dosi più massicce e più frequenti. Eseguirò subito dissezione corpo. ('''Dr. Waldman''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]'' (1931). Il Dr. Waldman ritiene che sia più sicuro distruggere il mostro creato dal Dr. Frankenstein perché gli ha impiantato un cervello "anormale" predisposto alla violenza. Ma al momento della dissezione, il mostro si risveglia perché ha sviluppato una resistenza all'anestetico e strangola Waldman. Queste rappresentano le ultime parole scritte dal dottore prima che il mostro lo strangoli.}}
*Meraviglioso, caro Muska! Tu sei un vero eroe! Che atto di tremendo merito! ('''Generale Mouro''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Laputa - Castello nel cielo]]'' (1986). Mentre esplorano Laputa, il Generale Mouro e i suoi soldati si trovano davanti un ologramma della piccola Sheeta e della loro guida, l'agente governativo Muska: quest'ultimo infatti rivela di discendere dalla famiglia reale di Laputa e di aver manovrato l'esercito per raggiungerla, proclamandosi nuovo re dell'Isola e del mondo. Capendo con chi ha a che fare, Mousa spara inutilmente alla proiezione olografica, mentre Muska azionando un pulsante rimuove il terreno sotto di loro facendo precipitare il generale e i suoi soldati.}}
[[File:Flesh for Frankenstein (1973) Frankenstein's death.png|thumb|«Io non ho rimpianti. Io ho fatto del mio meglio.» (il [[Victor Frankenstein|Barone Frankenstein]] ne ''[[Il mostro è in tavola... barone Frankenstein]]'')]]
*Mi avete distrutto! Avete messo fine a degli esperimenti, ma il mio lavoro vivrà, ed io non sarò morto in vano. Il mio lavoro non è finito e io so che stavo lavorando nella giusta direzione. Non avevo nessuno, solo un laboratorio e un sogno. La femmina è morta, però lui vive, e testimonierà al mondo il mio genio. Contro di me non potranno più lanciare le loro frecce avvelenate alla perfezione. Io là volevo arrivare. Io non ho rimpianti. Io ho fatto del mio meglio. ('''Barone Frankenstein''')
::{{spiegazione|Protagonista de ''[[Il mostro è in tavola... barone Frankenstein]]''. Il [[Victor Frankenstein|Barone Frankenstein]] pronuncia queste parole dopo essere stato impalato con un arpione da parte della sua creazione.}}
*Mi dispiace tanto, Guy. Io-io vorrei aiutarti, ma... non posso far nulla per te. ('''Bruno Anthony''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[L'altro uomo]]'' (1951). Bruno è in fin di vita incastrato tra le macerie del carosello del luna park, esploso per un malfunzionamento. Guy, affiancato dai poliziotti, intima Bruno di confessare la verità per poterlo salvare dalle accuse di aver ucciso la moglie, ma Bruno, sebbene non abbia nulla da perdere, muore inventandosi l'ennesima bugia.}}
*Mi hai abbandonato! Mi hai abbandonato! ('''Vincent Grey''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Sixth Sense - Il sesto senso]]'' (1999). Vincent Grey da bambino è stato un paziente dello psicologo infantile Malcolm Crowe perché aveva problemi familiari. Diventato adulto irrompe, con indosso solo le mutande, nel domicilio del dottor Crowe per rinfacciargli di non averlo aiutato in passato a superare i propri problemi, sfodera improvvisamente una pistola dalle mutande e spara a Malcolm Crowe, per poi suicidarsi puntandosi la canna alla tempia.}}
*Mi serve un dottore! Per favore! ('''Owen''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Cube Zero]]'' (2004). L'ex-tecnico Owen, dopo essere stato rinchiuso nel labirintico cubo, riesce a trovare l'uscita seppure ferito e mentalmente labile. Dodd ed Eric, suoi ex colleghi, vengono quindi incaricati tramite una telefonata dei propri superiori di sottoporlo alla "procedura d'uscita". Incatenato in una stanza in penombra, gli vengono poste due domande tramite l'interfono: qual è il suo nome e se crede in Dio. Alla seconda domanda Owen risponde: «Quale Dio farebbe questo a un uomo?». Dodd ed Eric premono quindi il pulsante corrispondente alla sua risposta, "no", che aziona una fiamma che arde vivo Owen. Dopo Eric chiede: «Cosa succede se premi "sì"?» e Dodd risponde: «Non lo so. Nessuno risponde "sì"».}}
*Mi sono fatto tua madre. ('''Eddie Kaspbrak''')
::{{spiegazione|Personaggio principale di ''[[It - Capitolo due]]'' (2019). Eddie è un membro del Club dei Perdenti, un gruppo di ragazzini tormentati dal mostro interdimensionale It e dai bulli locali, e ritorna a Derry nel 2016 per mantenere la promessa fatta da giovane, in cui prometteva che sarebbe tornato con gli altri per uccidere definitivamente It. Durante lo scontro con il mostro, Eddie lo colpisce con una lancia di fortuna e It cade all'indietro infilzandosi nel suo puntuto meteorite, il cui sito fa da palcoscenico allo scontro. Festeggiando prematuramente la vittoria, Eddie viene infilzato da uno degli aculei di It e muore dissanguato poco dopo, ripagando il suo fastidioso amico Richie con la sua stessa battuta.}}
*Mio Dio, è come un momento in un qualche film dell'orrore. È precisamente il momento in cui la mutazione o la bestia si prepara a uccidere un antipaticissimo personaggio secondario. Ma nelle storie in cui non ci sono stati in precedenza nudi, parolacce, omicidi o morti – i film per famiglie – il personaggio antipatico sfuggirà per un pelo all'agguato e ricomparirà verso la fine della storia dopo aver imparato una lezione preziosa: che potrebbe usufruire di un momento umoristico che consenta al pubblico di trovarlo simpatico. {{NDR|ride}} Questo è il punto in cui mi volto per scappare, tu mi salterai addosso e io sbatterò la porta e tu arriverai soltanto una frazione di secondo troppo tardi. ('''Harry Farber''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Lady in the Water]]'' (2006). Harry Farber è un critico cinematografico che abita nel "The Cove", il condominio attorno al quale ruotano le vicende fantastiche del film. Le ultime parole, così come altre battute durante il film, sono dei pretesti per commentare il film stesso, ma a dispetto della previsione di Ferber, dedotta dalla conoscenza degli stereotipi cinematografici, questi viene comunque attaccato dallo Scrunt, la misteriosa bestia verde.}}
*Mio fratello... gli ho insegnato tutto io. ('''Brian''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Carriers - Contagio letale]]'' (2009). In un mondo in cui si è diffusa una pendemia mortale, Brian, ormai infettato, viene ucciso dal fratello Danny con un colpo di pistola.}}
*'''Ispettore Deutsch''': Mundt! Mundt! Fatti vedere! <br/>'''Ispettore Mastrionotti''': Metti giù la valigetta e vieni avanti con le mani in alto! Si è arreso.
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Barton Fink - È successo a Hollywood]]'' (1991). Mentre interrogano Barton Fink sul suo vicino di camera, il serial killer Karl Mundt, gli ispettori Deutsch e Mastrionotti capiscono che Mudnt è arrivato con l'ascensore: usciti nel corridoio, i due vedono delle fiamme uscire dall'ascensore, da cui poi esce il pazzo. Sotto intimidazione dei poliziotti, Mundt appoggia la propria valigetta, ma ne estrae una doppietta con cui uccide Mastrionotti: terrorizzato, Deutsch prova a scappare per il corridoio, ma viene azzoppato dal folle, che gli spara a bruciapelo alla testa sotto gli occhi di Fink.}}
*Né tu né l'esercito potevate fermarli. Ho dovuto farlo io. Per questo non ti ho chiamato. Oddio... Oddio... ('''Sergente Raymond Shaw''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962). La mente di Raymond è stata condizionata dai comunisti durante la Guerra di Corea affinché diventasse un assassino a sangue freddo e uccidesse il candidato alle elezioni presidenziali. Nel momento in cui Raymond avrebbe dovuto uccidere il candidato, spara invece all'odiata madre e al senatore Iselin, suo patrigno (entrambi coinvolti nella congiura e in cerca di un martire politico). Il maggiore Marco, giunto ormai troppo tardi, vede Raymond suicidarsi e comprende che si è sacrificato per salvare la democrazia.}}
*Noi due insieme... siamo più schifosi di qui figli di puttana. Sbaglio? ('''Mr Eddy/Dick Laurent''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Strade perdute]]'' (1997). Il gangster pronuncia queste parole poco prima che Fred Madison gli tagli una gola e l'infido Uomo Misterioso lo crivelli di colpi.}}
*Noi non dovremmo esistere! Manderò le nostre povere anime al riposo eterno! ('''Tadzio De Santis/Teschio Rosso''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Capitan America (film 1990)|Capitan America]]'' (1990). Sventato il suo piano di conquista per colpa di Capitan America, il diabolico Teschio Rosso decide di farsi esplodere con una piccola bomba nucleare, in modo da distruggere anche Capitan America, il presidente e mezza Europa. Per fermarlo, Capitan America gli fa ascoltare un nastro, su cui sono incisi i rumori della notte in cui Teschio Rosso, allora il giovane e innocente Tadzio De Santis, venne rapito dai fascisti e la sua famiglia massacrata. Pur visibilmente scosso, Teschio Rosso decide comunque di farsi esplodere, sia per vendicarsi sia per porre fine alla propria tormentata esistenza: Capitan America lo ferma lanciandogli contro lo scudo, facendolo precipitare in mare.}}
*No! Che cosa avete fatto? I miei occhi! I miei occhi! ('''Muska''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Laputa - Castello nel cielo]]'' (1986). Il perfido Muska decide di dare ai giovani Sheeta e Pazu del tempo per scegliere se dargli la gravipietra o morire: ma inaspettatamente, i due giovani proclamano insieme la parola di distruzione insegnata dai genitori a Sheeta. L'incantesimo funziona e l'impalcatura costruita dall'uomo attorno all'albero di Laputa inizia a crollare: mentre Pazu e Sheeta riescono ad aggrapparsi alle radici dell'albero, Muska, accecato dall'energia sprigionata, viene travolto dai detriti e precipita da Laputa.}}
*No David, non parlare... non parlare... ('''Calogero "Ciccio"''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pallottole su Broadway]]'' (1994). Mentre assiste alla rappresentazione a Broadway di quella che si può considerare a tutti gli effetti una sua opera, Ciccio viene inseguito dal braccio destro di Nick Valenti, Rocco, in quanto il boss lo ha scoperto come assassino di Olive. Dopo una sparatoria, Ciccio viene ferito gravemente e spira tra le braccia dell'amico sceneggiatore David, non prima di avergli suggerito gli ultimi ritocchi per rendere la commedia un vero capolavoro, dimostrando ancora una volta il suo genio.}}
*No, io, Ray, sono Vigo, imperatore della Terra. Andatevene voi omuncoli! ('''Vigo''')
::{{spiegazione|Antagonista di ''[[Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II|Ghostbusters II]]'' (1989). Vigo il Carpatico (conosciuto anche come Vigo il Crudele, Vigo il Torturatore, Vigo lo Schifato e Vigo il Sacrilego) nacque nel 1505 e morì nel 1610. Fu "avvelenato, pugnalato, impalato, impiccato, sbudellato, affogato e squartato". La leggenda narra che le sue ultime parole furono la profezia della sua reincarnazione.}}
*No Jim, aspetta, no, agente, metti giù quella pistola! ('''Lee Roberts''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Bay]]'' (2012). Lo sceriffo Lee Roberts pronuncia queste ultime parole quando un suo collega, Jimson, lo minaccia con una pistola per poi ucciderlo e suicidarsi a sua volta. Lee Roberts voleva aiutare Jimson, il quale era in evidente stato confusionario a causa di un parassita mutato che si era impossessato del suo corpo, divorandogli gli organi e danneggiandogli il sistema nervoso.}}
*No, loro non si fermeranno, non si fermeranno! State lì fino all'alba. ('''Robert Neville''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Io sono leggenda]]'' (2007). Robert Neville rivolge queste ultime parole ad Anna, invitandola a nascondersi in una stanza segreta insieme al bambino fino all'alba. Fatto ciò, Neville si fa esplodere con una bomba a mano insieme a tutti gli infetti che erano entrati nel laboratorio.}}
*Non avrete mai la mia anima. Dio, non l'avrete! ('''Dottor Collins''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Ultracorpi - L'invasione continua]]'' (1993). Pur di evitare di diventare un ultracorpo, cioè una copia aliena priva di sentimenti, il dottor Collins si suicida sparandosi alla tempia.}}
*Non mi sto divertendo più! Morirete insieme! ('''Ra''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Stargate (film)|Stargate]]'' (1994). Il malvagio dio Ra rivolge queste parole in lingua antica al giovane egittologo Daniel Jackson nel tentativo di ucciderlo, ma il ragazzo e la rediviva Sha'uri riescono a sfuggire. Ra cerca di sfuggire dalla rivolta con la sua astronave-piramide, ma il colonnello Jack O'Neill lo teletrasporta con gli anelli della defunta guardia Anubis, la sua bomba atomica, e Ra muore nell'esplosione.}}
*Non doveva andare così. ('''Carroll Oerstadt''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]'' (2006). Il terrorista Oerstadt, che intendeva far esplodere un traghetto, pronuncia questa frase prima di iniziare a sparare, rendendosi conto che il suo piano sta per essere vanificato. Subito dopo viene investito da Claire e poi ucciso dall'agente Doug con un colpo di pistola in fronte.}}
*Non dovevi tornare... ('''Xiao Mei''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[La foresta dei pugnali volanti]]'' (2004). La giovane Xiao Mei, membro dell'organizzazione dei Pugnali Volanti che si oppone alla dinastia cinese dei Tang, viene colpita a morte da un pugnale di Liu, uno dei suoi spasimanti, mentre tenta di raggiungere l'uomo da lei amato, Jin. Dopo un combattimento tra quest'ultimo e il suo superiore Liu, dove entrambi ne escono malconci, Xiao Mei si rialza, estrae il pugnale dal petto e lo lancia verso Jin, salvandolo da quello che si rivela essere una goccia di sangue di Liu. Mentre quest'ultimo se ne va, Xiao Mei muore tra le braccia del suo amato Jin, dopo avergli rivolto queste ultime parole.}}
*Non fare il mio sbaglio ragazzo... Non eseguire gli ordini tutta la vita... Pensa con la tua testa... ('''Barbatus''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Z la formica]]'' (1998). La formica-soldato Barbatus, rimasto decapitato da una grossa termite, rivolge queste parole a Z e poi muore.}}
*Non ho più bisogno di lei: "Les jeux sont faits". ('''Joseph Goebbels''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler]]'' (2004). Prima di suicidarsi insieme alla consorte Magda, il Ministro della Propaganda del Terzo Reich, per poche ore Cancelliere della Germania al posto di Adolf Hitler anch'egli morto suicida, pronuncia questa frase al militare delle SS Rochus Misch, telefonista del bunker di Berlino}}
*Non importa. Stringimi, caro! ('''Phyllis Dietrichson''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La fiamma del peccato]]'' (1944). Phyllis minaccia di uccidere l'amante Walter Neff, con cui ha organizzato un piano per uccidere il marito e intascare l'assicurazione sulla vita. Phyllis ammette di averlo usato solo per il proprio vantaggio personale, ma subito si ricrede e gli confessa il suo amore. Neff dubita della sincerità del suo affetto, quindi la uccide con due colpi di pistola.}}
*Non... non... di... menti... carmi. ('''Co Bao''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Rambo II - La vendetta]]'' (1985). Dopo essere stata uccisa dai soldati vietnamiti, la giovane pronuncia a Rambo queste ultime parole.}}
*Non so dove mi porteranno dopo. Non so cosa troverò oltre il cielo e la terra. Ma non ho paura di partire. Forse lì le cose che non capisco saranno più chiare, come la nebbia quando si dirada. Forse, Doris sarà lì. E forse lì potrò dirle tutte... quelle cose... che qui non hanno parole. ('''Ed Crane''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[L'uomo che non c'era]]'' (2001). Nonostante non venga minimamente sospettato dell'omicidio di Big Ed Brewster, amante di sua moglie che ha realmente ucciso in una colluttazione, il taciturno e introverso barbiere Ed Crane viene ironicamente arrestato per l'omicidio di Creighton Tolliver, piccolo truffatore che lo aveva ingannato spingendolo a ricattare Big Ed e che era stato ucciso proprio da quest'ultimo. Nonostante provi a farsi difendere dal famoso avvocato Freddy Riedenschneider, Ed viene ritenuto colpevole dal giudice e condannato alla sedia elettrica: mentre la sentenza viene eseguita, la voce narrante di Ed, che sta leggendo le sue memorie, pronuncia questo discorso.}}
*O forse io sono finito. È passata la mia ora, le mie parole cadono nel vuoto. Non pensi però, signor Totò, che io pianga per la fine di quello in cui credo: sono convinto che qualcun altro verrà e prenderà la mia bandiera per portarla avanti. Ora io piango di me stesso. è umano, no? Quandoci si sente di non contare più. ('''Il Corvo''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Uccellacci e uccellini]]'' (1966). Dopo aver parlato a lungo ai suoi compagni di viaggio Totò e Ninetto con tesi marxiste e di sinistra, Il Corvo si accorge che i due non lo ascoltano più e capisce con rammarico di stare per morire, pur essendo consapevole che la sua ideologia non crollerà mai: subito dopo Totò, stufo delle parole del volatile, che fatica a comprendere, torce il collo al Corvo e lo mangia con Ninetto.}}
*Oh, Napoli! Com'è che si dice? Vedi Napoli e poi... ('''Vesuvia''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Totò Sapore e la magica storia della pizza]]'' (2003). Mentre insegue Totò Sapore e i suoi amici, che scappano dal Vesuvio, fuori dal vulcano si scatena il temporale. Colpita dalla pioggia scrosciante, la maligna strega di lava Vesuvia pronuncia queste ultime parole senza riuscire a finire la frase in quanto viene solidificata dalla pioggia e muore. Subito dopo, Pulcinella la canzona dicendo "... e poi muori!".}}
*Oh, no! La roccia! ('''Ruber''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La spada magica - Alla ricerca di Camelot]]'' (1998). A Camelot, durante lo scontro finale nel quale Kayley e Garret si scontrano con il perfido cavaliere Ruber, quest'ultimo tenta di ucciderli entrambi con la sua Excalibur, rubata da Re Artù, ma colpisce invece, inavvertitamente, la roccia dal quale la leggendaria spada fu estratta in passato. Ruber esclama queste ultime parole, tenta invano di tirare fuori la spada dalla roccia, e muore disintegratosi.}}
*Oh-oh! C'è qualcuno? Oh-oh! C'è qualcuno? Ehi! C'è qualcuno qui? Ehi, gente! Ehi! C'è qualcuno qui? ('''Dick Halloran''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Shining]]'' (1980). Il capocuoco dell'Overlook Hotel, Dick Halloran, ritorna all'albergo perché chiamato telepaticamente dal piccolo Danny, in pericolo perché il padre Jack Torrance, custode stagionale dell'hotel, è impazzito e vuole uccidere la famiglia. Prima che Dick possa soccorrerli, Jack lo uccide piantandogli l'accetta nel cuore.}}
*Oh, Petunia, mi mancherai tanto... sei una brava ragazza, non è vero? Una bella ragazza, lo sei, sì lo sei, mh? Oh, sì, lo sei... ('''Montgomery Montgomery''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi]]'' (2004). L'erpetologo, tutore degli orfani Baudelaire, la notte prima della loro partenza per il Perù rivolge queste parole al suo serpente preferito, mentre alle sue spalle si avvicina il malvagio Conte Olaf che lo ucciderà.}}
*Ora basta. Adesso faccio sul serio, eh? ('''Liberty Valance''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[L'uomo che uccise Liberty Valance]]'' (1962). L'avvocato Ransom Stoddard capisce che il bandito del West Liberty Valance è al di sopra della legge e che non potrà fermarlo con la sola conoscenza delle norme che regolano la giustizia. L'unico modo per fermarlo è imparare a usare le armi da fuoco e affrontarlo in un duello. Durante lo scontro, il bandito ferisce dapprima Ransom alle braccia per poi minacciarlo di fare sul serio e ucciderlo sul colpo. Nonostante le ferite, Ransom riesce a giocare d'anticipo e ammazzarlo, liberando così la città di Shinbone dalla minaccia di Liberty Valance.}}
*Ottimo lavoro, dottoressa Vaselli, ottimo lavoro. Heil Hitler! ('''Spia Nazista''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Capitan America (film 1990)|Capitan America]]'' (1990). Grazie all'esperimento della geniale dottoressa Vaselli, ex scienziata di Hitler e Mussolini, Steve Rogers ottiene i poteri del supersoldato. Mentre le varie personalità presenti fanno i complimenti alla dottoressa si avvicina un uomo, che vuole stringerle personalmente la mano: l'uomo tuttavia è una spia nazista e invece di stringere la mano alla scienziata fa il saluto nazista e le spara uccidendola. Furioso, Steve afferra l'uomo e lo scaraventa addosso a uno dei macchinari nel laboratorio, che va in cortocircuito friggendo la spia.}}
*Papillon... È finita... ('''André Maturette''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Papillon]]'' (1973). Ultime parole prima di spirare ed essere dato in pasto agli squali.}}
*Paul il Barcaiolo, Kinky, il Duca, Slasher, Killbur Jerry, Crazy Larry, Mister Lucky, Troup, Jimmy ... Non voglio aggiungere il mio nome alla lista. Il mio nome? Se lo sapeste, sareste furbi quanto me. ('''XXXX''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Pusher]]'' (2004). Lasciando il club con Tammy, XXXX si rivolge al pubblico (esempio di [[w:Quarta_parete#Rottura_della_quarta_parete|rottura della quarta parete]]) parlando della sua prudenza e della sua intelligenza, poco prima di essere ucciso da un colpo di pistola sparato da Sidney.}}
*Pazzo figlio di puttana! Fottuto figlio di puttana! Io t'ammazzo, t'ammazzo, t'ammazzo, t'ammazzo! Maledetto figlio di puttana! T'ammazzo, t'ammazzo! Porco schifoso! Bastardo fottuto! T'ammazzo, t'ammazzo, brutto pazzo figlio di puttana! T'ammazzo, t'ammazzo, t'ammazzo, t'ammazzo...! ('''Affittacamere''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Taxi Driver]]'' (1976). Dopo aver ucciso il pappone Sport, l'ormai completamente folle Travis Bickle si ritrova davanti il gangster che stava avendo un rapporto sessuale con la piccola prostituta Iris: attirato sul rumore, il criminale ferisce Travis, ma viene crivellato di colpi e ricade nella stanza della ragazzina terrorizzata. Con l'arma scarica, Trevis viene attaccato dall'affittacamere, a cui ha distrutto una mano: dopo una dura colluttazione, Travis gli pugnala la mano e, nonostante le suppliche di Iris, lo finisce con la pistola del gangster.}}
*Pembry, attento! Mi ha ammanettato! Porca puttana! ('''Tenente Boyle''')
::{{spiegazione|Personaggio minore di ''[[Il silenzio degli innocenti]]'' (1991). Con il fermaglio della penna rubata al dottor Chilton, Hannibal Lecter riesce ad aprire le manette che lo legano alle sbarre della cella mentre il Sergente Pembry e il tenente Boyle gli portano il pasto. Quando Boyle si avvicina, Lecter riesce velocemente ad ammanettarlo per poi saltare addosso a Pembry strappandogli la lingua a morsi e spruzzandogli negli occhi lo spray al peperoncino preso dal suo equipaggiamento. Boyle, impossibilitato ad agire perché ammanettato alle sbarre, muore per le percosse che Lecter gli infligge col manganello. Mentre i poliziotti agli altri piani dell'edificio si accorgono che qualcosa non va, Lecter fa in tempo ad appendere il cadavere sbudellato di Boyle alle sbarre e riesce a evadere con uno stratagemma.}}
*Perché obbedire senza pensare così istintivamente, lo fa solo la gente come lei, capitano! ('''Dottor Ferreiro''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il labirinto del fauno]]'' (2006). Il dottore ha ucciso un ribelle catturato, secondo la volontà del malcapitato, per evitare che questo venisse ulteriormente torturato dal capitano, disobbedendo in tal modo proprio ad un ordine dell'ufficiale. Il capitano Vidal chiede quindi al dottor Ferreiro perché non ha rispettato l'ordine e quella riportata è la risposta del dottore nonché le sue ultime parole, dal momento che poco dopo il dottore verrà ucciso proprio dal capitano con un colpo di pistola alla testa. Va considerato che il film è ambientato dopo la [[guerra civile spagnola]] e che il dottore sostiene i ribelli, mentre il capitano sostiene ovviamente [[Francisco Franco]] già saldamente al potere.}}
*Pete... è la seconda pallottola che mi becco per te! ('''Hank Quinlan''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[L'infernale Quinlan]]'' (1958). Avendo capito che il collega di una vita Pete Menzies lo ha tradito per collaborare col poliziotto Mike Vargas, che cerca di incastrarlo, il corrotto e ormai alcolizzato ispettore Hank Quinlan spara all'amico, per poi puntare la pistola contro Vargas, minacciando di ucciderlo e insabbiare la faccenda come era solito fare. Prima di morire, Pete riesce però a colpire il corpulento ispettore. Questi, ormai agonizzante, pronuncia rivolto al cadavere di Pete le parole riportate (riferite alla volta in cui Quinlan prese una pallottola per l'amico), per poi morire davanti all'amata Tanya.}}
*Prendi quel telefono. Voglio che sia tu a chiamare la polizia. Sarà più facile se sarai tu a raccontare i fatti. ('''Benjamin Lockwood''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Jurassic World - Il regno distrutto]]'' (2018). Benjamin Lockwood pronuncia queste parole al suo maggiordomo e affarista Eli Mills dopo aver scoperto la sua vera natura spietata e obbligandolo a chiamare la polizia. Tuttavia, Mills prende un cuscino e lo mette sul collo di Lockwood, facendolo soffocare a morte.}}
*Qualunque cosa accada, tu perdi e io vinco! ('''Ivan Korshunov''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Air Force One (film)|Air Force One]]'' (1997). Per stanare il presidente Marshall, il capo dei terroristi Ivan Korshunov prende in ostaggio la sua famiglia e gli ordina di raggiungerli nella stiva. Mentre il maggiore Caldwell e l'agente Gibbs pilotano l'aereo, Marshall va a salvare la famiglia, iniziando una colluttazione con il russo. Il terrorista rinfaccia al presidente di essere l'unico a bordo con un paracadute, e di avere di conseguenza vinto: ma Marshall apre subito il paracadute, che si impiglia nel portellone dell'aereo, e Ivan rimane impiccato.}}
*Quando la musica finisce, raccogli la pistola e cerca di sparare. Cerca! ('''El Indio''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Per qualche dollaro in più]]'' (1965). Uccisi gli scagnozzi dell'Indio, Mortimer viene tuttavia disarmato dal pericoloso criminale che lo sfida a duello: quando il carillon in possesso dell'Indio finirà la sua musica, il duello inizierà. Mortimer è in svantaggio, in quanto non ha a portata di mano la pistola, ma la situazione viene riequilibrata dal Monco, che dopo aver attivato il carillon di Mortimer, rubato in precedenza, dà al compagno una pistola, permettendogli di duellare alla pari col criminale. Al termine della musica, El Indio prova a sparare, ma viene ucciso da Mortimer, che vendica così la sorella, violentata anni prima dall'Indio e vera proprietaria del fantomatico carillon.}}
*Quando sarai nel regno dei cieli, ricordami al padre tuo. ('''Giovanni Stracci''')
::{{spiegazione|Personaggio dell'episodio''La ricotta'', nel film collettivo ''[[Ro.Go.Pa.G.]]'' (1963). Stracci è un sottoproletario che è stato scelto come comparsa per interpretare il buon ladrone in un film sulla Passione di Cristo. Costretto a cedere il proprio cestino del pranzo alla famiglia affamata, Stracci compie un vero e proprio calvario per trovare cibo, riuscendo alla fine ad acquistare della ricotta. Trovato dagli altri attori e dai membri della troupe, egli viene deriso e costretto a mangiare tutti i resti dell'ultima cena. Riportato in scena sulla croce, Stracci viene avvicinato da un assistente di produzione, che gli chiede due volte se ricorda la battuta da dire. Stracci risponde la prima volta in modo approssimativo, ma la seconda alza gli occhi al cielo e assume uno sguardo sofferente, come se facesse realmente la preghiera. L'attimo dopo si inizia a girare la scena della passione, ma tutti si accorgono che il povero Stracci è morto di indigestione.}}
*Quando ti abbiamo trovato, abbiamo pensato che qualcuno avrebbe cercato di portarti via dopo aver scoperto quello che sapevi fare e questo ci preoccupava molto. Ma poi, quando un uomo invecchia e comincia ad avere una visione diversa diventa tutto più chiaro. E la sola cosa chiara, figliolo, è che tu sei qui per un preciso motivo. Non so quale sia e chi ti abbia mandato, ma forse è perché, ehm... non lo so. Però una cosa è certa. Non è per fare gol quando giochi. ('''Jonathan Kent''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Superman (film)|Superman]]'' (1978). Queste le sue ultime parole a Clark poco prima di cadere a terra per arresto cardiaco.}}
*Questo è il giorno più bello della... della mia esistenza. Anna... ('''Nemo Nobody''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Mr. Nobody]]'' (2009). Nemo Nobody, ormai centodiciottenne e l'ultimo mortale sulla Terra, pronuncia queste parole appena prima di morire.}}
*Questo è il più bel giorno di tutta la mia vita! ('''Simon Phoenix''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Demolition Man]]'' (1993). Il folle e spietato criminale rivolge queste parole al suo peggior nemico John Spartan nel tentativo di ucciderlo, ma quest'ultimo libera una capsula di elemento criogenico, grazie alla quale riesce a congelare vivo Phoenix, poi gli spara alla testa decapitandolo e frantumandolo in mille pezzi, provocando la sua morte nell'esplosione della fabbrica.}}
*Qui non avevo mai tenuto un uomo... non ho mai toccato un uomo, a parte mio padre. Era nostro dovere... di Harriet e mio... ('''Martin Vanger''')
::{{spiegazione|Personaggio cattivo di ''[[Millennium - Uomini che odiano le donne]]'' (2011). Martin pronuncia queste parole mentre si appresta a torturare Mikael Blomkvist, ma subito dopo viene aggredito e ferito da Lisbeth Salander; nella successiva fuga in auto, esce di strada e muore nell'esplosione della vettura.}}
*Qui numero uno, ora entriamo in azione! ('''Robbi''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Alex l'ariete]]'' (2000). Un gruppo di poliziotti deve irrompere nel magazzino in cui si nasconde il pericoloso criminale noto come "Il Grande Maiale": per l'ingresso sul retro, quello da cui dovrà partire il raid, vengono scelti i due migliori elementi, Alex "L'ariete" Corso e il suo amico Robbi. Ma in quel momento una ragazza lì vicino ha un rapporto sessuale col fidanzato, facendosi sfuggire il passeggino su cui si trovava suo figlio: il passeggino finisce vicino al magazzino e Alex decide di portarlo in salvo. Purtroppo il capitano dà l'ordine di procedere e Robbi è costretto ad entrare da solo: nonostante Alex provi a raggiungerlo, Robbi viene colto di sorpresa e cade sotto una raffica di colpi del Grande Maiale, sotto lo sguardo disperato dell'amico.}}
*Renfield, sei uno stronzo! ('''Dracula''')
::{{spiegazione|Personaggio cattivo di ''[[Dracula morto e contento]]'' (1995). Dracula, messo alle strette dai protagonisti e con l'alba che incombe, si trasforma in pipistrello e si ripara nel sottotetto della cappella che aveva scelto come rifugio, ma il servo Renfield, cercando di indicargli una via di fuga, lo espone alla luce provocandone la morte.}}
*Rosabella. ('''Kane''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Quarto potere]]'' (1941). Il film inizia con la morte di un uomo, che poi si scopre essere il magnate Charles Foster Kane: la cinepresa mostra nella sua mano una palla di vetro con una casetta nella neve e poi, in un primissimo piano, una bocca maschile che pronuncia queste ultime parole.}}
*Se si avvicina ancora le sparo in faccia. ('''Tim''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[L'onda (film 2008)|L'onda]]'' (2008). Tim si spara con un colpo di pistola davanti al corpo studentesco perché il professor Rainer Wenger vuole portare a termine un movimento studentesco chiamato "l'Onda". Nonostante fosse solo un esperimento sul funzionamento delle dittature, l'Onda ha dato a Tim un forte senso di appartenenza e di esaltazione.}}
*Se vedete il giudice Greenfield, ditegli che suo figlio... ('''Hatfield''')
:{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Ombre rosse]]'' (1939). La diligenza è sotto l'attacco della tribù Apache. Hatfield, proprio mentre sta per sparare all'amata Lucy per evitare che gli indiani la catturino viva, viene colpito e spira senza poter concludere la frase.}}
*Sei proprio schifosa... ('''Michel Pollard''')
:{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Fino all'ultimo respiro (film)|Fino all'ultimo respiro]]'' (1960). Colpito alle spalle, il criminale francese Michel Pollard pronuncia morente queste parole alla fidanzata Patrizia, che lo aveva venduto alla polizia.}}
*'''Thelma''': Senti, Louise, non torniamo indietro.<br />'''Louise''': Che vuoi dire, Thelma?<br />'''Thelma''': Non fermiamoci.<br />'''Louise''': Non capisco!<br />'''Thelma''': Coraggio.<br />'''Louise''': Sei sicura?!<br />'''Thelma''': Sì, vai!
::{{spiegazione|Protagoniste del film ''[[Thelma & Louise]]'' (1991). Sono le parole che Thelma e Louise si scambiano prima di lanciarsi con l'auto nel vuoto.}}
*Sì, lo so... ma io sono esattamente dove è giusto che mi trovi. ('''Danny Archer''')
::{{spiegazione|Protagonista di ''[[Blood Diamond - Diamanti di sangue]]'' (2006). Danny è ferito a morte e negli ultimi attimi di vita decide di telefonare a Moddy Bowen, chiudendo poi la telefonata con queste parole.}}
*'''Wash Perry''': Siamo amici!<br>'''Salvatore''': Uè!<br>'''Wash Perry''': Ehi, lassù! Aprite!<br>'''Salvatore''': Come faremo a farci capire?<br>'''Ogilvy''': Adopereremo il linguaggio dei segni.<br>'''Wash Perry''': Sì, capiranno. Vedrai.<br>'''Ogilvy''': Certo.<br>'''Salvatore''': Certo! Sventolando una [[bandiera bianca]] si fa presto a diventare amici!<br>'''Wash Perry''': Ehi, lassù! Aprite!<br>'''Ogilvy''': Uscite fuori! Siamo amici! Siamo i primi a darvi il benvenuto!<br>'''Wash Perry''': Siamo amici!<br>'''Salvatore''': Uè!
::{{spiegazione|Personaggi di ''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]'' (1953). I tre uomini tentano di stabilire il primo contatto tra terrestri e marziani avvicinandosi all'astronave agitando una bandiera bianca, ma vengono polverizzati dal raggio alieno.}}
*Siamo sulla rotta d'attacco, ragazzi. Questi portelloni li apro a costo di dover usare l'apriscatole! ('''Maggiore T.J. "King" Kong''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba]]'' (1964). Nonostante gli sforzi congiunti di Stati Uniti e Unione Sovietica, un piccolo bombardiere statunitense, impossibilitato a comunicare per un'avaria alla radio, riesce ad arrivare alla base di Laputa, rischiando di attivare l'ordigno "Fine del mondo". Proprio quando l'aereo sta per sganciare le due bombe atomiche dell'equipaggiamento si ha però un guasto al portellone: irritato, il maggiore T.J. "King" Kong, comandante del mezzo, si reca personalmente ad aprire il portellone a mano. La manovra riesce, ma il maggiore resta su una delle bombe quando viene sganciata: noncurante, Kong inizia ad agitare il proprio cappello da cowboy e ad urlare come se si trovasse ad un rodeo, schiantandosi con la bomba sopra Laputa e provocando una tremenda esplosione nucleare.}}
*Signor Jim, devo dirle una cosa. Mi vuole accompagnare? Jules, guardaci bene. ('''Catherine''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Jules e Jim]]'' (1962). Catherine, avendo vissuto il periodo senza Jules e Jim in totale solitudine e squallore, decide di fare una riunione con i due. Ad un certo punto, chiede a Jim di parlare in macchina. Subito dopo, si dirige in macchina su un ponte crollato, schiantandosi con la macchina nel lago e suicidandosi insieme a Jim.}}
*Signore e signori, io e mia moglie Kit vogliamo ringraziarvi per averci invitati oggi qui a questa festa dell'Indipendenza. La festa dell'Indipendenza significa tanto per me visto che molti mi trovano troppo indipendente per i loro gusti. ('''Senatore Charles Carroll''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Perché un assassinio]]'' (1974). Il senatore Charles Carroll viene assassinato da un cameriere con un revolver mentre pronuncia un discorso in cima allo Space Needle di Seattle.}}
*Signori! In questo momento supremo, rivolgiamo il nostro pensiero alle nostre famiglie, alla patria! Alla maestà del re! Viva l'Italia! ('''Vittorio Emanuele Bardone''')
::{{spiegazione|Protagonista de ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959), il finto generale rivolge queste parole ai suoi compagni prima di farsi fucilare con loro.}}
*... sono io il giudice di me stesso, Kris l'hai vista? Kris, non sono pazzo, cerca di capirmi è qualcosa che è nato dalla mia coscienza. Speravo che tu venissi in tempo per vedermi Kris. ('''Dottor Gibarian''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Solaris (film 1972)|Solaris]]'' (1972). Arrivato nella stazione spaziale sopra il pianeta Solaris, Kris Kelvin viene informato da uno dei due professori rimasti, Snaut, che il un suo amico, il dottor Gibarian, si è suicidato. Sconvolto, Kris si reca nella stanza dell'amico: qui trova un video destinatogli da Gibarian, in cui lo scienziato tenta di spiegarli le motivazioni del suo omicidio. Dopo la sua contorta spiegazione, Gibarian prende una siringa con del veleno e si uccide.}}
*Sono rovinato. Totalmente rovinato. E per colpa tua, Ed. Per colpa tua. ('''David "Big Dave" Brewster''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'uomo che non c'era]]'' (2001). L'introverso barbiere Ed Crane viene chiamato nel cuore della notte da Big Dave Brewster, capo nonché amante della moglie, che gli chiede di venire nel suo negozio. Una volta lì, Big Dave sbatte in faccia la verità a Ed: egli infatti sa che è stato il barbiere a ricattarlo in segreto per l'adulterio compiuto, costringendolo a rubare i soldi che servivano per aprire una nuova filiale. Deluso e furente, Big Dave inizia a strangolare Ed, che per difendersi afferra il pugnale usato come tagliacarte dal negoziante e pugnala ripetutamente alla gola Big Dave.}}
*Sono qui per riportarti a Fort Kiowa dove sarai processato per omicidio. ('''Andrew Henry''')
::{{spiegazione|Protagonista de ''[[Revenant - Redivivo]]'' (2015). Andrew Henry e Hugh Glass sono alla ricerca di Fitzgerald, che ha rubato anche le paghe del forte, ma si dividono per aumentare le possibilità di trovarlo. Durante la ricerca, Andrew viene sorpreso da Fitzgerald che gli punta il fucile contro. Henry prova a convincere il fuggiasco ad arrendersi, ma notando la resistenza di Fitzgerald, prova ad ucciderlo, ma viene freddato da un colpo di fucile.}}
*Sono stata troppo debole e non potrò rimediare a quello che gli ho fatto. ('''Christa-Maria Sieland''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Le vite degli altri]]'' (2006). Christa-Maria ha denunciato il fidanzato Georg Dreyman alla Stasi della Germania dell'Est. A causa del senso di colpa e dell'interruzione di farmaci antidepressivi si uccide correndo in strada e facendosi quindi investire.}}
*Sparano addosso alla macchina! Sparano addosso a me! ('''Spinoza''')
::{{spiegazione|Personaggio minore di ''[[Mortdecai]]'' (2015). Il meccanico Spinoza viene sorpreso dall'irruzione del criminale Emil nella sua officina.}}
*Stai aspettando un treno, un treno che ti porterà molto lontano. Sai dove speri che questo treno ti porti, ma non puoi averne la certezza. Però non ha importanza, perché saremo insieme. ('''Mal Cobb''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Inception]]'' (2010). Mal è convinta che lei e suo marito Dom stiano ancora sognando e che l'unico modo per svegliarsi sia quello di uccidersi. Così Mal, nonostante gli inviti di Dom a ragionare e a non compiere un gesto così estremo, pronuncia queste parole e si butta dal cornicione, suicidandosi davanti agli occhi del marito. Le ultime parole pronunciate da Mal sono le stesse che Dom aveva detto per tranquillizzarla, poco prima di suicidarsi insieme ed uscire così dal mondo onirico in cui avevano vissuto per circa cinquanta anni.}}
*'''Léon''': Stansfield?<br />'''Stansfield''': A tua disposizione.<br />'''Léon''': Questo... te lo manda... Mathilda.<br />'''Stansfield''' {{NDR|gli apre il giubbotto antiproiettile}}: Merda.
::{{spiegazione|Personaggi rispettivamente protagonista e antagonista di ''[[Léon]]'' (1994). Léon, dopo essere sopravvissuto all'agguato della forza d'assalto inviata da Stansfield non prima di aver messo in salvo Mathilda, riesce quasi a fuggire camuffato da agente quando Stansfield lo riconosce, lo segue e gli spara alle spalle. Poco prima di morire però, sganciato e datogli in mano l'anello della sicura di una delle granate che teneva sotto il giubbotto antiproiettile, si fa esplodere insieme a Stansfield, vendicando così Mathilda.}}
*Superman. ('''Gigante di ferro''')
::{{spiegazione|Personaggio e co-protagonista de [[Il gigante di ferro]] (1999). Sul punto di interrompere l'attacco generale, il generale Rogart viene intercettato dall'ispettore Kena Mansley, che, in un raptus di follia, gli strappa di mano il telefono da guerra e ordina urlando al sottomarino Nautilus di lanciare il missile nucleare, che viene quindi sparato verso la posizione attuale del gigante. Essendo il gigante situato in mezzo alla città, il missile è destinato a schiantarsi sulla cittadina e ad uccidere tutti i presenti. Il gigante dimostra però tutto il suo altruismo: dopo aver salutato per l'ultima volta Hogarth, si lancia nel cielo stellato, colpendo il missile e facendosi esplodere nel cielo. Nel finale, però, è rivelato che il gigante, ancora vivo, si sta ricostruendo.}}
*Ti ammazzo! Oh, mio Dio!!! ('''Jose Quesada''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Daredevil]]'' (2003). Dopo aver fallito nell'arrestarlo in tribunale, Matt Murdock nei panni di Daredevil insegue e aggredisce il piccolo criminale e stupratore Jose Quesada, prima in un bar e poi nella metropolitana. Daredevil sfrutta però i suoi poteri per disarmare Quesada e spingerlo sotto le rotaie del treno in arrivo, che trancia a metà il criminale.}}
*Ti prego, perdonami, Pierrot... ('''Marianne Renoir''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il bandito delle 11]]'' (1965). Sbarcato su un isola, Ferdinand incontra quasi per caso l'ex amante Marianne e il suo attuale uomo, Fred. Infuriato per essere stato sedotto dalla donna, che lo ha trascinato in una spirale di pazzia e violenza, Ferdinand spara ai due, uccidendo Fred e ferendo mortalmente Marianne. Portata nella casa di Fred, Marianne cerca di salvarsi chiedendo perdono all'amante, chiamandolo Pierrot. Impassibile, Ferdinand le fa notare che ha sbagliato nuovamente il suo nome, dimostrando quanto poco tenga a lui: l'attimo dopo, Marianne spira.}}
*Ti voglio bene, Rocky... Ti voglio bene... Oh, mi sento male...! ('''Mickey Goldmill''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Rocky III]]'' (1982). Durante la conferenza stampa in cui conferma il suo ritiro, il campione del pugilato Rocky Balboa viene insultato e sfidato dall'emergente Clubber Lang: nonostante i consigli del suo allenatore Mickey Goldmill, che lo considera fuori forma, Rocky accetta spinto dall'orgoglio. Poco prima che l'incontro inizi, Lang provoca i due tirando uno spintone a Mickey, che però soffre per via dei sui problemi di cuore: preoccupato, Rocky viene comunque incitato dall'allenatore a combattere. Preoccupato per il suo mentore e ormai fuori forma, il campione viene pesantemente sconfitto da Lang: corso negli spogliatoi, Rocky si reca al capezzale di Mickey, che muore tra le sue braccia.}}
*Ti vuole a tutti i costi, è vero? Accetterebbe anche di fuggire con te, al costo di rovinare per sempre la propria vita. Ma lo farebbe volentieri perché starebbe con te, questo è ciò che vuole! Ma non ti ha ancora, non ti avrà mai e nessun'altra ti avrà mai perché così voglio io! Non sei altro che un galeotto evaso! Nessuno sa quello che hai scritto! Crederanno a me! Crederanno a me! ('''Madge Rapf''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La fuga (film 1947)|La fuga]]'' (1947). Madge è la colpevole di due omicidi per cui Vincent è stato incastrato. Egli le mostra una busta che contiene le prove e tenta di costringerla a firmare una confessione. Ma la donna, per evitare che la polizia la arresti e scagioni Vincent, si suicida buttandosi dalla finestra.}}
*Tom è un mistero. Tom non è una nullità. Tom ha dei segreti che non vuole dirmi e vorrei mi dicesse. Tom ha degli incubi. Questa non è una cosa bella... Tom ha qualcuno che lo ama. Questa sì, è una cosa bella! Mh... Tom mi stringe, mi soffoca... Tom, così mi soffochi! Tom!! ('''Peter Smith-Kingsley''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il talento di Mr. Ripley]]'' (1999). Tom si è adagiato accanto a Peter nel letto e lo ha pregato di dirgli qualcosa di bello su Tom Ripley. Mentre Peter sta ancora parlando, Tom, in preda alle lacrime, lo strangola.}}
*Tu eri assessore quando il Municipio ebbe il coraggio civile di piantarmi gli alberi davanti alla casa. [...] Davanti alla mia casa per togliermi la vista. A me! Il barone Francesco! A me! [...] E non li sapeste nemmeno piantare e quando morirono, mi gettaste la calunnia che li avevo avvelenati io. Voi, ladri svergognati! Io... ('''Barone Francesco''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il bell'Antonio]]'' (1960). Il barone è costretto al letto malato e la figlia, la signora Puglisi, prova a destarlo per dargli la notizia del matrimonio tra la nipote Barbara e Antonio Magnano. Il barone avendo udito il nome di Alfio Magnano, padre di Antonio, comincia a inveire contro di lui. Durante la sua invettiva, l'uomo a un certo punto perde conoscenza e muore.}}
*Tu, io e il bambino... insieme! La più alta espressione di famiglia... Tre in un solo corpo... più umano di me da solo! ('''Seth Brundle/Brundlemosca''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[La mosca (film)|La mosca]]'' (1986). A causa di un errore nel suo esperimento sul teletrasbordo, lo scienziato Seth Brundle viene fuso molecolarmente con una mosca ed inizia a diventare un mostruoso mutante: quando scopre che la sua fidanzata Veronica "Ronnie" sta per abortire il figlio che le ha dato, arriva a rapirla e a portarla in laboratorio: qui irrompe presto Sthatis Borans, collega di Ronnie armatosi di fucile per liberarla, ma questi ha la peggio contro il mostro che gli scioglie la mano con dell'acido. La creatura rivela quindi di voler riprodurre una fusione con le capsule del teletrasbordo per unirsi con Ronnie e il figlio, e l'istante successivo completa la sua trasformazione in ibrido umano-mosca, da lui stesso definito Brundlemosca. L'essere rinchiude la terrorizzata Ronnie in una capsula e si posiziona nell'altra, ma pochi istanti prima che l'esperimento sia completo Sthatis riesce a trascinarsi vicino alle capsule e a sparare al cavo che le collega: in questo modo, mentre la capsula di Ronnie si spegne, l'altra teletrasporta nell'ultima capsula Brundlemosca e alcuni pezzi di metallo della capsula stessa, fondendoli tra loro in un mostruoso essere. Preso il fucile di Sthatis, Ronnie non ha tuttavia il coraggio di uccidere la creatura: tuttavia, quando la stessa creatura si punta la canna alla testa, la pur riluttante Ronnie si decide a sparargli in testa, ponendo fine alle sue sofferenze.}}
*Tu non hai mai capito... perché lo facevamo. Il pubblico conosce la verità. Il mondo è semplice, miserabile, solido, del tutto reale. Ma se riuscivi a ingannarli anche per un secondo, allora potevi sorprenderli. E allora... allora riuscivi a vedere qualcosa di molto speciale. Davvero non lo sai? Era quel... quello sguardo sui loro volti e... ('''Robert Angier''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Prestige]]'' (2006). Robert rivolge queste parole ad Alfred Borden, in punto di morte.}}
*Tu...Sei finito! Tu sei finito...Addio... ('''Johnny Smith''')
::{{spiegazione|Personaggio ''[[La zona morta]]'' (1983). Grazie ai propri poteri premonitivi, Johnny Smith scopre che il candidato al senato Greg Stilson diventerà in futuro il presidente e porterà ad una catastrofica guerra nucleare: pur con molti dubbi, Johnny decide di ucciderlo e si apposta armato di fucile nella sala in cui il politico terrà un'importante conferenza. Durante l'evento, egli fa fuoco su Stillson, ma questi si fa scudo con il figlioletto di Sarah,sua vecchia fidanzata: esitando a sparare, Johnny viene crivellato di colpi da Sonny, guardia del corpo del politico. Avvicinatosi a Johnny per insultarlo, Stillson viene afferrato da quest'ultimo, che ha un'ennesima visione: il politico si suiciderà dopo che la foto di lui che usa il bambino come scudo distruggerà la sua carriera politica. Conscio di aver fatto la cosa giusta, Johnny deride Stillson: mentre questi ordina furiosamente a Sonny di trovare il fotografo che ha scattato la foto, Sarah si avvicina a Johnny, che può finalmente spirare in pace con se stesso.}}
*Tutto ciò che un tempo ho amato giace in una fossa che ho scavato con le mie mani. Ho seguito il sentiero che lui mi ha tracciato. Nord, sempre a Nord, da mesi ormai con un solo scopo: ucciderlo. Ora sono stanco. Sono... tanto... troppo stanco. ('''Victor Frankenstein''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Frankenstein di Mary Shelley]]'' (1994). Dopo aver inseguito per mesi fino al Polo Nord il mostro da lui creato per distruggerlo una volta per tutte, il Dr. Frankenstein muore di stenti. Verrà al suo capezzale la Creatura per piangere la morte di quello che considera un "padre".}}
*'''Puck Beaverton''': Una sorpresina per te, fattone. è arrivato un carico ricco di pura "numero 4". Non ci ha messo le mani nessuno, nel viaggio tra il triangolo d'oro e la tua vena pulsante. Se mi dai un minuto vado e te ne prendo un po'. Non ti muovere, eh! <br/>'''Adrian Prussia''': Puck! Puck!
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Vizio di forma (film)|Vizio di forma]]'' (2014). Durante le sue indagini intricate e confuse, il detective fattone Doc Sportello riesce a scoprire quantomeno chi abbia ucciso Glen Charlock: Puck Beaverton, sicario del potente strozzino Adrian Prussia, uomo del cartello della droga Golden Feng nonché intoccabile della polizia, che lo usa per compiere omicidi. Andato da Prussia, Doc prova a metterlo alle strette, ma viene picchiato, drogato e legato in uno sgabuzzino da Puck: quando però il criminale va a prendere dell'altra droga per mandarlo in overdose, Doc riesce a liberarsi pazientemente. Quando Puck ritorna con la droga, Doc lo tramortisce rompendogli in testa un lavandino e, sbattendogli diverse volte la testa contro il pavimento, gli inietta direttamente in testa la droga, mandandolo in overdose: attirato dal rumore, Prussia viene per vedere cosa sta succedendo, ma Doc, prendendo la pistola di Puck, gli spara contro all'impazzata uccidendolo.}}
*Uno si può incazzare quando le cose vanno così. Si può bestemmiare, maledire il destino, ma quando arriva la fine non resta che mollare. ('''Capitano Mike Clark''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il curioso caso di Benjamin Button]]'' (2008). Il capitano, ferito a morte durante una battaglia navale, rivolge queste ultime parole a Benjamin.}}
*Un colpo solo? ('''Nick Chevotarevich ''')
::{{Spiegazione|Personaggio di ''[[Il cacciatore]]'' (1978). Tornato in Vietnam per salvare l'amico Nick, divenuto un giocatore ossessionato dalla roulette russa, Mike decide di sfidarlo al gioco, rivivendo così la tortura che avevano subito nel campo di prigionia in Vietnam: nonostante le suppliche dell'amico, Nick gli sorride e, conscio di essere un uomo finito e mai riuscito a superare il trauma della guerra, si spara in testa, morendo tra le sue braccia.}}
*Va bene, brutti alieni del cazzo! Usando un'espressione della mia generazione, ficcatevelo nel culo! ('''Russell Casse''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Independence Day]]'' (1996). Russell è l'ultimo pilota tra quelli impiegati nell'attacco alla nave aliena ad avere ancora un missile, ma non riesce a sganciarlo e il suo aereo ha il motore danneggiato. Decide quindi di sacrificarsi lanciandosi all'interno dell'arma con la quale gli alieni si apprestavano ad aprire il fuoco sugli umani, innescando in tal modo una reazione a catena che fa precipitare l'astronave aliena. Poco prima di sacrificarsi Russell pronuncia queste parole.}}
*Vado di sotto a controllare la stiva! ('''Primo ufficiale della Dameter''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Nosferatu il vampiro]]'' (1922). Dopo che l’ultimo membro dell’equipaggio della nave Daemeter, morto per la peste, viene gettato in mare dal capitano e dal suo primo ufficiale, quest’ultimo si reca armato di ascia nella stiva, ostinato a scoprire la verità sulle misteriose casse trasportate sulla nave. Tuttavia, nella stiva trova il vampiro Orlok: terrorizzato, il marinaio indietreggia fino a cadere in mare, annegando.}}
*Vi ricordate che abbiamo parlato di [[John Philip Sousa]], grande compositore di marce di inizio Novecento. Era un uomo molto famoso ma aveva un odio profondo per le registrazioni: non permetteva mai che registrassero la sua musica, persino quando arrivò [[Thomas Edison]] con la sua sensazionale invenzione, il fonografo. Ma a Edison non importava, se ne infischiò e registrò di nascosto una composizione di Sousa durante una parata. Lo definirei il primo vero "disco pirata". {{NDR|gli studenti ridono}} Allora voi che ne pensate? Che dite? Sousa aveva ragione? Secondo voi è giusto, sarebbe giusto se un artista nei giorni nostri salisse su un palco, collegasse un lettore CD a un amplificatore e nient'altro. Può bastare? Io non lo so. Sono molto più vecchio di voi ma tendo a pensare che ci sia un elemento della musica che non si possa catturare: non si può catturare la vita, non si può catturare il cuore umano. Il momento della creazione è qualcosa di fugace. ('''Parker Wilson''')
::{{spiegazione| Personaggio di ''[[Hachiko - Il tuo migliore amico]]'' (2009). Parker tiene ai suoi studenti quella che diventerà improvvisamente la sua ultima lezione. Ad un certo punto, infatti, avvertendo un malore, va a sedersi a fianco a loro in un posto libero, accasciandosi al suolo poi un attimo dopo essersi rialzato.}}
*Viva l'anarchia! ('''Bartolomeo Vanzetti''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Sacco e Vanzetti (film 1971)|Sacco e Vanzetti]]'' (1971). Vanzetti pronuncia queste parole poco prima di essere giustiziato sulla sedia elettrica. In alcune versioni del film il volume della pellicola è stato azzerato nel momento in cui Vanzetti pronuncia questa frase, ma dalle immagini l'esclamazione si può comunque intuire, con fatica, dal labiale di [[Gian Maria Volonté]], l'attore che interpreta Vanzetti.}}
*Voglio tornare a casa. ('''Buba''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Forrest Gump]]'' (1994). Buba, ferito mortalmente da un attacco dei Vietcong durante la [[Guerra del Vietnam]], rivolge queste ultime parole a Forrest, che lo tiene tra le sue braccia.}}
*Voi pensate che l'acqua sia letale, dovreste vedere il ghiaccio. Si muove come se avesse una mente, come se ricordasse di aver strangolato il mondo un tempo e avesse il gusto dell'omicidio! Caduta la valanga, impiegammo una settimana a venirne fuori e in quei giorni perdemmo la speranza. Non ricordo con esattezza quando iniziammo a scannarci tra noi, so solo che in sette eravamo sopravvissuti alla valanga, ma che solo cinque si salvarono. Facemmo un giuramento, che sto violando ora. Giurammo di dire che era stata la neve a uccidere gli altri due... ma non era vero. La natura può essere micidiale, ma non regge il confronto con l'uomo. Avete visto precipitare una situazione, e quanto in fretta questo avvenga, be', le cose possono andare peggio di così. Perciò da adesso, quale che sia il motivo non litigheremo più fra noi! Uniremo invece gli sforzi e alla fine troveremo il modo per uscire da qui! Per prima cosa dobbiamo isolare questa piscina! ('''Russell Franklin''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blu profondo]]'' (1999). Russell pronuncia queste parole poco prima di essere divorato da uno squalo.}}
*Vorrei avere avuto un padre... come te... ('''Rufio''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hook - Capitan Uncino]]'' (1991). Rufio è il capo dei Bimbi Sperduti, e viene trafitto a morte durante un duello con Capitan Uncino. In punto di morte, rivela a Peter Pan che avrebbe voluto avere un padre come lui.}}
*Vorrei che vedeste quello che vedo io! Vorrei che foste tutti qui con me! Oh Baby! Fatti sotto! Ricordatevi sempre amici, il primo a dirvelo, è stato Chaaarlie! ('''Charlie Frost''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[2012 (film)|2012]]'' (2009). Charlie, pensando al suo pubblico di ascoltatori, esclama queste parole appena prima di essere travolto dall'eruzione del supervulcano appena sorto nel parco di Yellowstone.}}
===''007''===
{{vedi anche|Ultime parole dai film di 007}}
===''[[1997: fuga da New York]]''===
*Dite questo ai lavoratori, quando vi chiedono dov'è finito il vostro Presidente: noi, i soldati del Fronte di Liberazione Nazionale d'America, noi, nel nome dei lavoratori e di tutti gli oppressi di questa patria dell'imperialismo, abbiamo vibrato un colpo mortale alla sbirraglia razzista di stato! Quale azione rivoluzionaria poteva essere più esemplare di questa? Far crepare il loro Presidente nell'inferno della sua prigione imperialista! ('''Terrorista''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[1997: fuga da New York]]'' (1981). Durante un volo importante, che porta il presidente ad un fondamentale vertice di massima sicurezza sulla guerra ormai imminente, l'Air Force One viene dirottato da alcuni terroristi anarchici: essi vogliono schiantarsi verso il carcere di massima sicurezza di New York, in modo da dare un forte messaggio anti-capitalista alla nazione. Deciso a salvarsi, il presidente scappa utilizzando la capsula d'emergenza dell'aereo, portando con sé la propria preziosissima valigetta: l'istante successivo alla sua fuga l'aereo si schianta al centro di New York, uccidendo i terroristi e l'intero staff presidenziale.}}
*A troppi perché potrei pensare... ('''Ragazza''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[1997: fuga da New York]]'' (1981). Per recuperare il presidente e sopratutto la sua valigetta, l'Alto Commissario Bob Hauk sceglie di assoldare il pericoloso criminale Jena Plissken, offrendogli in cambio la libertà. Riuscito ad infiltrarsi nella prigione di New York, Jena vaga in cerca del presidente finché non si imbatte in dei sinistri figuri: si tratta dei Pazzi, pericolosa gang cannibale che vive nel sottosuolo ed esce solo durante la notte. Rifugiatosi in un negozio, qui Jena incontra una ragazza, rifugiatasi dentro per evitare i cannibali: la donna spiega al nuovo venuto tutte le regole della prigione e, riconoscendolo, gli chiede di aiutarla a fuggire dalla prigione. Tuttavia in quel momento i Pazzi provano ad entrare nel negozio: Jena si prepara a sparargli contro, ma i cannibali irrompono improvvisamente dal pavimento trascinando via la povera ragazza.}}
*Sono tutte puttanate! Non dovresti essere qua dentro... ('''Romero''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[1997: fuga da New York]]'' (1981). Per salvare il presidente Jena si allea col suo ex complice Harold "Mente" Helmann e la sua concubina Maggie: il piano tuttavia non va a buon fine e Pliskeen viene catturato dal Duca, boss di New York che ha catturato il presidente. Mentre Jena è costretto a combattere contro un "gladiatore" del Duca, Mente e Maggie entrano nell'ufficio del criminale, pretendendo di parlare col presidente: Romero, braccio destro del Duca, si dimostra estremamente sospettoso, ma prima di poter fare alcunché viene pugnalato al petto da Mente mentre Maggie elimina gli altri sgherri di guardia.}}
*Rallenta, rallenta! Rallenta un pò, Jena! Per me stai pestando troppo, Jena! ('''Il Tassista''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[1997: fuga da New York]]'' (1981). Dopo aver sconfitto il gladiatore del Duca Jena si ricongiunge a Mente, Maggie e al presidente con l'obbiettivo di lasciare New York: l'aereo di Pliskeen però è stato distrutto da una gang e pertanto è inutilizzabile. Il gruppo viene aiutato dal Tassista, ammiratore di Jena che li fa salire sul suo taxi: il gruppo viene inseguito dal Duca fino ad uno dei ponti minati di New York, unici punti di uscita alternativi. Nonostante i suggerimenti di Mente, che ha in possesso la mappa delle mine, nello stress della fuga Jena sbaglia strada, finendo su una mina: l'esplosione è tanto potente da spezzare il taxi in due parti e uccidere il Tassista.}}
*Stai sulla destra, stai sulla destra! Non ti è bastato, no? Ora fermati! No, non di là, per Dio! ('''Harold "Mente" Helmann''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[1997: fuga da New York]]'' (1981). Dopo la morte del tassista, il gruppo prova a proseguire pur avendo alle calcagna il Duca. Rimasto indietro, Mente si accorge che i compagni stanno per finire sulle mine e prova ad avvisarli: senza accorgersene anch'egli finisce in una zona minata, morendo sotto gli occhi dell'amata Maggie.}}
*Ehi, Guercio! Guardami in faccia quando ti parlo! Capito, lurido merdoso? ('''Ariano''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Fuga da Los Angeles]]'' (1996).}}
*Beh, una volta inquadrato questo posto non è poi tanto male! ('''Taslima''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Fuga da Los Angeles]]'' (1996).}}
*Sparate! Sparate! ('''Cuervo Jones''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Fuga da Los Angeles]]'' (1996).}}
===''[[300 (film)|300]]''===
{{cronologico}}
*Questa è blasfemia! Questa è pazzia! ('''Messaggero di Serse''')
::{{spiegazione|Serse aveva inviato il messaggero per chiedere agli spartani di sottomettersi. Leonida, dopo aver rifiutato l'invito, risponde «Pazzia? Questa è Sparta!» alle ultime parole del messaggero e quindi spinge quest'ultimo con un calcio in un pozzo.}}
*Un comportamento da vera sovrana. Allontanatela dall'assemblea prima che ci infetti oltre con la sua abbietta e indegna presenza. ('''Consigliere Terone''')
::{{spiegazione|Durante l'assemblea di Sparta, nella quale Gorgo tenta di convincere tutti gli altri consiglieri a inviare un'armata in soccorso di Leonida, Terone la insulta pubblicamente rinfacciandole di avergli offerto il suo corpo. Questo provoca la rabbia di Gorgo che lo infilza con la spada di una guardia: dalla borsa del suo cadavere cadranno poi delle monete persiane, prova della sua corruzione.}}
*Mio re... è un onore... morire al tuo fianco. ('''Stelios''')
::{{spiegazione|Stelios rivolge queste parole a Leonida poco prima di soccombere sotto le frecce dei persiani.}}
*Mia regina... Moglie mia... Mio amore! ('''Leonida''')
::{{spiegazione|Leonida pronuncia queste parole poco prima di soccombere sotto le frecce dei persiani.}}
===''[[Aguirre, furore di Dio]]''===
{{cronologico}}
*Io sono con Ursua! ('''Soldato fedele ad Ursua''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di alcuni uomini e la sparizione delle zattere, il comandante della spedizione Pedro de Ursua ordina di tornare al gruppo principale, dal loro capo Pizarro. Gli uomini però non vogliono rinunciare alla ricerca di El Dorado e, guidati da Lope de Aguirre, feriscono Ursua e catturano il suo braccio destro Armando. Uno dei soldati, fedele ad Ursua, sguaina la spada e sfida Aguirre, ma viene immediatamente ucciso dai rivoltosi con un colpo di fucile alla gola.}}
*... Dieci! ('''Soldato ribelle''')
::{{spiegazione| Fermatisi in un villaggio in cui hanno scacciato gli indios, Aguirre e i suoi uomini, ormai stanchi e affamati, pianificano la loro prossima mossa. Aguirre però si accorge che un soldato è rimasto in disparte e sta esponendo ad un altro soldato, Carlos, i suoi piani di fuga. Furente, Aguirre ordina a Ferucio di sbarazzarsene: nonostante Carlos provi ad avvisare il compagno, distratto dalla conta delle curve nel fiume da superare, il ribelle viene decapitato con un machete.}}
*Maledetti indios... Maledetta foresta... ('''Ferucio''')
::{{spiegazione|Mentre proseguono lungo il fiume, Aguirre e i suoi uomini vedono degli indios, e attraverso il loro interprete capiscono che vogliono mangiarli. Improvvisamente la zattera finisce vicinissima alla costa: Aguirre e i suoi uomini riescono ad allontanarsi, ma una lancia colpisce Ferucio, il braccio destro di Aguirre, che fa appena in tempo a imprecare, per poi cadere in acqua.}}
*Non c'è nessuna nave... Nessuna foresta... E nemmeno frecce. Le frecce le immaginiamo per avere paura. ('''Ocijo''')
::{{spiegazione|Sulla zattera gli uomini sono ormai affamati, stanchi e ammalati dalla febbre tropicale. Ad un certo punto Ocijo, lo schiavo nero di Pizarro unitosi in precedenza alla missione, crede di vedere una nave su un albero. Padre Gaspar gli fa notare tuttavia come in realtà sia solo un'illusione. Aguirre allora si infuria e si ostina a indicare la presenza della nave, ma Ocijo, ormai moribondo e colpito da una freccia, si convince dell'inesistenza del vascello e muore.}}
*Si, ma questa freccia non può farmi più niente. Questa non è pioggia... ('''Gaspar de Carvajal''')
::{{spiegazione|Sulla zattera gli uomini sono ormai affamati, stanchi e ammalati dalla febbre tropicale. In quel momento Ocijo ha un'allucinazione su una nave volante. Gaspar, il sacerdote con il compito di documentare la spedizione, lo contraddice, ma Aguirre, convinto anche lui della veridicità dell'allucinazione, parla contro Gaspar. Questi tuttavia, ferito da una freccia, prende finalmente posizione contro di lui e tenta di ucciderlo con una spada, ma perde presto le forze e muore.}}
*Resisteremo! Io sono il furore di Dio, e Dio è con me! ('''Lope de Aguirre''')
::{{spiegazione|Dopo la morte della figlia Aguirre, ormai rimasto solo, impazzisce definitivamente. Vedendo che le scimmie hanno invaso la sua zattera, egli ne prende una e la incita a continuare l'impresa. Il suo destino è incerto, ma è fortemente implicito che vada comunque incontro ad una brutta fine, morendo ucciso dalla fame, dagli indios o dal fiume.}}
===''Alien''===
{{vedi anche|Ultime parole da Alien}}
===''[[Le ali della libertà]]''===
{{cronologico}}
*Miei cari amici, è incredibile come vadano veloci le cose qua fuori. Ricordo che una volta quando ero ragazzo vidi una macchina, ma adesso, sono dappertutto. Sembra che all'improvviso il mondo abbia una gran fretta. Il comitato per la libertà condizionata mi ha trovato una camera in un posto che si chiama "il birraio". E un lavoro: sono inserviente in un supermercato. È un lavoro duro. Io faccio del mio meglio ma le mani mi dolgono in continuazione. Al direttore non sono molto simpatico. Qualche volta, dopo il lavoro, vado nel parco e do da mangiare agli uccelli. A volte penso che anche Jake potrebbe venire lì, così, per farmi un saluto, ma non l'ho mai visto. Spero che dovunque si trovi stia bene e che si sia fatto nuovi amici. Ho qualche problema a prendere sonno la notte. Faccio spesso dei brutti sogni in cui cado nel vuoto, mi sveglio spaventato e a volte mi ci vuole un po' per ricordarmi dove sono. Magari dovrei comprarmi una pistola e rapinare il supermercato così mi rimanderebbero a casa; potrei sparare al direttore giacché ci sono, tanto per andare sul sicuro. Ma credo di essere troppo vecchio ormai per fesserie del genere. Non mi piace qui; mi sono stancato di avere paura in continuazione, così ho deciso di andarmene. Non credo che se la prenderà nessuno... A che serve un avanzo di galera come me?<br />P.S. Dite a Heywood che mi dispiace di avergli graffiato il collo.<br/>Con affetto, Brooks. ('''Brooks Hatlen''')
::{{spiegazione|Questa è la lettera d'addio scritta da Brooks ai suoi amici del carcere. Prima di impiccarsi nella sua camera, Brooks inciderà su un muro la scritta "''Brooks was here''" ("Brooks è stato qui").}}
*Me ne dia l'opportunità, signore! ('''detenuto Tommy Williams''')
::{{spiegazione|Tommy viene convocato dal direttore Samuel Norton e i due parlano del reale assassino della moglie di Andy Dufresne e del suo amante. Il rilevamento del reale assassino potrebbe portare allo scagionamento di Andy. Così il direttore per impedire a Tommy di testimoniare in un eventuale processo, ordina al Capitano Hadley di spare al detenuto. Tommy viene quindi ucciso e Norton per giustificare l'accaduto, sparge la voce di una tentata evasione da parte del detenuto.}}
*"Caro direttore, aveva ragione la salvezza è qui dentro." ('''direttore Samuel Norton''')
::{{spiegazione|Norton legge questa dedica sulla prima pagina della Bibbia di Andy, lasciata da quest'ultimo nella cassaforte di Norton poco prima di scappare. Il direttore scopre che le pagine centrali della Bibbia erano state forate in modo da poter nascondere al loro interno il martello da roccia, Andy allude ironicamente proprio a questo e cita delle parole che lo stesso direttore aveva rivolto a lui: «Non voglio privarti di questo, la salvezza è qui dentro.» Norton sente le sirene della polizia e capisce che ormai è condannato, così carica una pistola e la punta verso la porta dalla quale entreranno i poliziotti, inteso ad affrontarli. All'ultimo momento però cambia idea e si suicida sparandosi un colpo alla testa.}}
===''[[Amore e guerra]]''===
{{cronologico}}
*Nuotare in mare aperto...Come la grande, buona aringa! ('''Commerciante di aringhe''')
::{{spiegazione|La giovane e bella Sonja si ritrova costretta dagli eventi a sposare un bolso e noioso commerciante di aringhe: assolutamente delusa da questo matrimonio, la donna lo tradisce continuamente, divenendo uno degli scandali più celebri di San Pietroburgo. Un giorno, Sonja torna a casa e trova il marito a letto con due medici e un prete a fianco: l'uomo infatti si è accidentalmente colpito al cuore mentre puliva la pistola in preparazione di un duello per l'onore della donna. Sonja tenta impacciata di fare per una volta la mogliettina amorosa, ma esattamente come i medici è disinteressata al marito: prima di morire, l'uomo immagina un'ultima volta il suo unico, vero amore, ovvero le aringhe.}}
*Senti, se ti imbatti in mia moglie, io ero con te! ('''Grabotkin''')
::{{spiegazione|Divenuto per caso un eroe di guerra, Boris Grushenko riesce in maniera fortuita a sposarsi con l'amata Sonja che, inizialmente restia, si innamora dopo poco tempo di lui. Dopo i primi giorni di felicità però Boris inizia a soffrire di una profonda depressione: come confida ad un amico, sta sviluppando il desiderio del suicidio. Mentre passeggiano, Boris vede la Morte, che aveva già incontrato da bambino: essa infatti sta accompagnando un suo conoscente, Grabotkin, e la sua amante. Prima di andarsene, Grabotkin ordina a Boris di coprirlo con la moglie per la scappatella.}}
*Ehi, ma perché sta elencando tutte le mie qualità? ('''Sosia di Napoleone''')
::{{spiegazione|Vedendo come la Russia soffre per le invasioni dei francesi, Sonja e Boris decidono di uccidere Napoleone in persona:infiltratisi alla sua corte fingendosi nobili spagnoli, i due riescono a far introdurre Sonja nelle stanze dell'imperatore. Nonostante vari incidenti, Boris e Sonja riescono a tramortirlo: tuttavia, i due aspiranti eroi non hanno la forza di ucciderlo a sangue freddo e si danno così alla fuga. Pentitasi per la ritirata, Sonja ordina a Boris di tornare per eliminarlo: il pavido russo tuttavia non se la sente ancora, reputando l'omicidio l'azione più immorale che un uomo potrebbe compiere. Tuttavia, mentre alcuni soldati francesi irrompono nella stanza un sicario nascosto in un armadio spara alla schiena di Napoleone: questi in realtà non era che un impostore, facente parte del piano del nobile Pinco Pallino per sventare la presunta congiura ed entrare nelle grazie dell'imperatore.}}
*Quanto all'amore... Sapete, che si può dire? Non è la quantità dei vostri atti sessuali che conta: è la qualità. D'altronde, se la quantità è meno di una volta in sette o otto mesi, io una guardata me la farei dare! Beh, io avrei proprio finito: addio. ('''Boris Grushenko''')
::{{spiegazione|Catturato dai francesi, Boris viene condannato alla fucilazione per il giorno successivo: nella notte, egli riceve la visita di un angelo, che dichiara solennemente che il giorno successivo verrà graziato dall'imperatore. Il giorno successivo, Boris si reca soddisfatto alla sua esecuzione, ma viene fucilato comunque: il presunto angelo non era che un'allucinazione di Boris, creata dalla sua speranza di non morire. Accompagnato dalla Morte, il giovane si reca a dire addio all'amata Sonja: salutati anche gli spettatori, Boris si allontana con la Morte, danzando tra gli alberi.}}
===''[[Apocalypse Now]]''===
*Ehi, Lance, piantala! ('''Tyron "Clean" Miller''')
::{{spiegazione|Mentre la barca è ferma in mezzo al fiume, l'equipaggio si mette a leggere la posta che avevano ricevuto all'ultimo avamposto americano, riuscendo a ricollegarsi col mondo esterno. Tuttavia, in quel preciso istante alcuni vietcong nascosti sulla riva tirano una raffica di mitra contro l'imbarcazione. Dopo un'inutile controffensiva, l'equipaggio fa una tragica scoperta: il giovane Clean è stato colpito in pieno. Il ragazzo spira agonizzante fra le braccia dell'affranto Capitano Philips, mentre in sottofondo si sente ironicamente il nastro inviatogli dalla madre che lo invitava a tornare presto a casa}}
*Un... giavelotto... ('''George Philips''')
::{{spiegazione|Mentre attraversa un tratto di fiume, il battello viene attaccato da un gruppo di misteriosi guerriglieri, che mimetizzati nella giungla lanciano dei bastoncini per intimidire i soldati. Philips vorrebbe attuare una repressione armata, ma Willard lo impedisce. Nasce l'ennesima discussione tra i due, che viene sedata in modo violento e improvviso: una lancia lanciata dai guerriglieri colpisce in pieno petto il capitano del battello, che crolla a terra agonizzante. Willard prova ad aiutarlo, ma improvvisamente Philips, deciso a vendicarsi dell'uomo che ha provocato la sua morte e quella dell'amato Clean, cerca di avvicinare la faccia del capitano alla punta della lancia. Tuttavia, muore prima di finire l'impresa, spirando ironicamente fra le braccia dell'odiato rivale.}}
*Quasi otto ore... Sto dormendo... Sto dormendo e sogno di essere su questa barca del cazzo... Merda, sono passate otto ore? ('''Jay "Chef" Hicks''')
::{{spiegazione|Arrivati al villaggio di Kurtz, Willard si organizza: egli parte in esplorazione con il giovane Lance, lasciando di guardia alla barca il fido Chef, sempre più deciso ad aiutarlo dopo aver assistito alla pazzia del luogo, con l'incarico di ordinare un bombardamento sulla zona nel caso i due non tornino entro otto ore. Passano le ore, e poiché i due non tornano, Chef decide di ordinare la distruzione del luogo via radio, ma purtroppo viene catturato e decapitato, con la sua testa recapitata personalmente da Kurtz a Willard, suo prigioniero, che reagirà con terrore alla morte del suo ultimo alleato fidato.}}
*L'Orrore... L'Orrore... ('''Col. Walter E. Kurtz''')
::{{spiegazione|Desideroso di morire e consapevole di essere arrivato al capolinea della propria vita, il colonnello Kurtz libera Willard, lasciandolo tornare alla nave. Il Capitano, desideroso di compiere la missione anche e sopratutto per porre fine alle sofferenze del colonnello, si intrufola nella dimora di Kurtz armato di Machete, mentre gli indigeni, tra cui spicca Lance, compiono un rito pagano. Mentre Kurtz invia un nuovo messaggio alla radio, Willard lo attacca e lo colpisce alle spalle, trovando comunque una scarsa resistenza. Dopo aver pronunciato queste parole, il mefistofelico colonnello spira col sorriso, potendo finalmente morire in pace e lasciare il mondo alle spalle.}}
===''[[Atto di forza]]''===
*Le mura della realtà crollerebbero all'istante e da salvatore della causa Ribelle lei si ritroverebbe l'amico del cuore di Cohaagen! Avrebbe perfino delle fantasie sugli antichi Marziani cosa che lei ha richiesto, ma alla fine riportato a Terra verrebbe lobotomizzato! Le conviene dominarsi Doug, e mettere via quella pistola! ...Bene. Ora si metta la capsula in bocca. La inghiotta! ('''Dr. Edgemar''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Atto di forza]]''.}}
*Doug! Tesoro, tu non mi faresti del male... Vero, dolcezza? Dolcezza, sii ragionevole, dopotutto, siamo sposati! ('''Lori''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Atto di forza]]''.}}
*Innesca il Reattore... Libera Marte... ('''Kuato''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Atto di forza]]''.}}
*Ehi, ma dove cavolo ti sei ficcato?! ('''Benny''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Atto di forza]]''.}}
*Andrai all'inferno con me! Noooo!!! ('''Richter''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Atto di forza]]''.}}
*No! Non lo fare! Moriremo tutti! Sarà la fine per tutti!! No, no... Noooo!!! ('''Vilos Cohaagen''')
::{{spiegazione|Personaggio del film ''[[Atto di forza]]''.}}
===''[[La ballata di Buster Scruggs]]''===
*La tua pistola funziona? ('''capo dei banditi alla locanda''')
::{{Spiegazione|Il fuorilegge canterino Buster Scruggs arriva in una locanda insieme al suo cavallo Dan, chiedendo al barman di bere del wisky come stanno facendo gli unici altri avventori, un gruppo di banditi: il locandiere afferma però che solo i veri fuorilegge possono bere Wisky. Col sorriso sulle labbra, Buster afferma di essere un vero fuorilegge, ma il capo dei banditi lo insulta affermando di ritenerlo uno stupido pagliaccio: sempre con i suoi metodi affabili e la sua parlantina ricercata, Buster insulta a sua volta i banditi. Furente, il capo si alza in piedi e chiede beffardamente a Buster se sa sparare: come risposta, Buster lo uccide istantaneamente con un colpo alla testa, per poi massacrare il taverniere e gli altri fuorilegge, lasciando un solo superstite, ferito gravemente, ai lupi e ai coyote.}}
*E se invece non volessi? ('''Surly Joe''')
::{{Spiegazione|Arrivato in una nuova cittadina, Buster entra nel locale saloon, in cui vige la regola di consegnare le armi all'ingresso, e si siede ad un tavolo da poker, prendendo il posto del precedente giocatore. Gli altri giocatori lo invitano a giocare la mano del suo predecessore, ma Buster, vedendo come si tratti della famigerata “Mano del morto”, si rifiuta: uno dei giocatori, Surly Joe, si alza in piedi e, estratta la pistola, ordina furiosamente a Buster di giocare. Buster invita allora Joe a deporre l’arma all’ingresso come da regole, ma il criminale nega di volerlo fare. Buster allora dà un pestone ad un’asse della tavola che si ribalta e colpisce la pistola di Joe, facendogliela finire in faccia e facendogli partire un colpo.}}
*Beh, questa è nuova. ('''Buster Scruggs''')
::{{spiegazione|Dopo il duello contro il fratello di Surly Joe, Buster fa per andarsene via quando la sua attenzione viene attirata da un cavaliere misterioso che arriva in città, completamente vestito di nero e cantando come lui. Avvicinatosi, l’uomo in nero saluta Buster con gli epiteti che il bandito preferisce ma che nessuno ha mai usato e lo sfida a duello. Convinto che si tratti dell’ennesima sfida che vincerà facilmente, Buster invita il misterioso avversario a sparare quando vuole, ma appena termina la frase sente uno sparo e si accorge che il rivale ha già sparato e che il suo cappello ha un buco: tirato fuori il proprio specchio, Buster si accorge di essere stato colpito alla testa e, stupendosi, cade a terra morto. Mentre il suo cadavere verrà portato via, l’anima di Buster ascenderà in cielo cantando insieme al suo assassino, che altri non è che La Morte.}}
*Ecco una bella ragazza. ('''Il Bandito Solitario''')
::{{Spiegazione|Scampato all’impiccagione grazie agli indiani, che massacrano gli ufficiali incaricati dell'esecuzione, il bandito solitario viene raccolto da un mandriano, che gli chiede in cambio una mano a portare al confine la propria mandria: il bandito accetta volentieri, ma quando appaiono alcuni uomini di legge il mandriano fugge, rivelando di essere in realtà un ladro di bestiame. Accusato di essere suo complice, il bandito solitario viene condannato all’impiccagione insieme ad altri criminali. Dopo aver confortato ironicamente uno dei suoi compagni di sventura chiedendogli se si tratti della sua prima impiccagione, il bandito solitario vede tra la folla sprezzante una giovane donna che gli sorride: l’istante successivo, gli viene messo il cappuccio in testa e viene impiccato con gli altri detenuti, tra gli applausi scroscianti della folla.}}
===''[[Barry Lyndon]]''===
*Mi rimane da darti solo un centinaio di ghinee...Perché ho perso il resto a carte ieri sera. Baciami, ragazzo mio, perché non ci vedremo più... ('''Capitano Grogan''')
::{{spiegazione|Finito nell'esercito inglese, il giovane Raymond Barry incontra un suo vecchio amico, il capitano Grogan, che gli rivela un segreto sconvolgente: egli era stato pagato per truccare il duello che costrinse Raymond a lasciare il suo paese d'origine. Il giorno dopo i due amici finiscono in prima linea contro i francesi e Grogan viene ferito gravemente: portato al sicuro dal protetto, il capitano consegna a Raymond un centinaio di ghinee, ultimi risparmi di una vita, per poi morire tra le sue braccia.}}
*Non così in fretta, mio caro, come a voi forse piacerebbe! Mi hanno dato tante volte per spacciato, ultimamente, e c'era sempre un candidato, o anche più di uno, in attesa di farsi avanti per la successione! Mi dispiace per voi, signor Barry: ci soffro a fare aspettare voi o qualsiasi altro signore! Fareste meglio ad accordarvi col mio dottore, o a dire al cuoco di condire la mia minestra con l'arsenico, eh? Non è detto che non viva tanto da vedere il signor Barry impiccato! Ah ah ah! ('''Sir Charles Reginald Lyndon''')
::{{spiegazione|Dopo una lunga serie di peripezie, Raymond riesce ad arricchirsi e a diventare un personaggio noto nel mondo dei nobili inglesi: egli instaura una relazione clandestina con la bella e avvenente Lady Lyndon, moglie del malato Charles Reginald Lyndon. Avvicinatosi una sera al tavolo da poker di lord Lyndon, Raymond viene insultato dal ricco nobile, che gli promette che farà in modo di non morire per non dargli sua moglie: dopo aver ammonito il rivale che le cose possono cambiare, Raymond abbandona la sala da gioco, proprio mentre Sir Charles viene colto da un infarto e muore.}}
*Mi racconti di nuovo...La storia del forte...? ('''Bryan Patrick Lyndon''')
::{{spiegazione|Dopo qualche anno felice, il matrimonio tra Raymond, ora ufficialmente Barry Lyndon, e la moglie si deteriora: l'unica cosa che li tiene legati è il figlioletto Bryan, amatissimo dal padre. Pochi giorni prima del suo compleanno però il ragazzino corre alla fattoria in cui si trova il suo regalo, un bellissimo cavallo: provando l'animale prima che sia completamente addestrato Bryan viene sbalzato di sella e si ferisce gravemente alla testa. Vegliato dai genitori, Bryan si fa raccontare dal padre la sua storia preferita, quella di quando espugnò un forte da solo durante la guerra: poco dopo il bambino muore sotto gli sguardi disperati di Barry e di Lady Lyndon.}}
===''[[Batman]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Batman}}
===''Blade Runner''===
*Su, svegliati! È ora di morire. ('''Leon Kowalski''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner]]'' (1982). Leon, il braccio destro di Roy, durante un duro combattimento corpo a corpo con Rick Deckard, pronuncia queste ultime parole nel tentativo di ucciderlo, poco prima di morire per mano di Rachael che gli spara in testa.}}
*Anche delle cose straordinarie, Roy. Godi più che puoi! ('''Eldon Tyrell''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner]]'' (1982). Il brillante dottor Eldon Tyrell rivolge queste ultime parole al malvagio replicante Roy Batty, poco dopo quest'ultimo lo uccide cavandogli gli occhi con i suoi pollici e stritolandogli il cranio.}}
*Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. ('''Roy Batty''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner]]'' (1982). Il replicante pronuncia queste parole all'impietrito Rick Deckard, prima di morire, dopo che quest'ultimo lo ha stranamente salvato. Tali parole sono divenute col tempo celebri, per approfondire vedi [[w:Ho visto cose che voi umani|qui]].}}
*E voi nuovi modelli siete felici di raschiare la merda... perché non avete mai visto un miracolo. ('''Sapper Morton''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner 2049]]'' (2017). Durante il violento scontro, il replicante Sapper Morton rivolge queste ultime parole all'agente K, poco dopo di essere ucciso sparato da quest'ultimo.}}
*Fa' quello che devi fare. ('''Joshi''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner 2049]]'' (2017). Joshi rivolge queste ultime parole alla perfida replicante Luv, poco prima di essere uccisa con un coltello da quest'ultima.}}
*Ti amo! ('''Joi''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner 2049]]'' (2017). La dolce intelligenza artificiale olografica Joi rivolge queste ultime parole all'amato K, prima di venire distrutta e calpestata sadicamente da Luv}}
*Ti sono mancata? Non mi ami...? ('''Rachael''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner 2049]]'' (2017). Una copia replicante simile a Rachael, rivolge queste ultime parole all'amato Rick Deckard, poco dopo di venire uccisa da Luv, sparandogli in testa.}}
*L'Extramondo ci aspetta! ('''Luv''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner 2049]]'' (2017). Durante il violento combattimento, la replicante Luv rivolge queste parole a Rick Deckard, poco dopo viene preso a sorpresa da K per il collo che lo strangola a morte sott'acqua.}}
*Va' a conoscere tua figlia. ('''Joe/K''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Blade Runner 2049]]'' (2017). L'agente K rivolge queste ultime parole a Rick Deckard, dopo averlo salvato, che ormai è rimasto ferito gravemente, durante lo scontro finale con Luv, e una volta solo, muore sdraiato sulla scalinata della struttura con lo sguardo rivolto al cielo nevoso.}}
===''[[Blood Simple - Sangue facile]]''===
*Prendi quei soldi, e non farti più vedere. ('''Julian Marty''')
::{{spiegazione|Scoperto che la moglie Abby lo tradisce col barista del suo locale Ray, Julian Marty incarica il suo investigatore di fiducia, Loren Visser, di uccidere la coppia. A lavoro ultimato, essi si ritrovano nel locale di Marty che, dopo aver vomitato alla vista delle foto della moglie morta, dà a Visser i soldi pattuiti: il sicario però spara subdolamente a Marty con la pistola che aveva sottratto ad Abby e prende tutti i soldi dalla cassaforte del locale. Dopo la sua fuga arriva Ray, in realtà risparmiato insieme ad Abby dal sicario: vedendo il cadavere di Marty e la pistola dell'amata, Ray si convince della colpevolezza di Abby e decide di portare in campagna il cadavere per seppellirlo salvando così l'amante. Lungo la strada scopre però che Marty è ancora vivo: pur con qualche esitazione, Ray non si fa scrupoli a seppellirlo comunque vivo.}}
*Perché hai paura allora? ('''Ray''')
::{{spiegazione|A causa delle prove fasulle lasciate da Visser e dalle dichiarazioni dell'altro, Ray e Abby si convincono entrambi che l'altro amante abbia ucciso Marty. Tuttavia, esaminando meglio l'ufficio di Marty, Ray scopre prove a carico di un terzo uomo, intuendo come possa essere andata realmente: recandosi verso il nuovo appartamento di Abby, egli non nota di essere inseguito segretamente da Visser, deciso a non lasciare testimoni del delitto. Una volta da Abby, Ray si accorge che questa ha paura di lui e cerca di rassicurarla, facendogli capire come siano andate le cose: prima che possa farlo viene però inaspettatamente centrato al petto da una fucilata di Visser, appostatosi sul tetto del palazzo di fronte.}}
*Questo l'ho capito! Quando lo vedrò glielo dirò, sta tranquilla. ('''Loren Visser''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Ray, Abby riesce a spegnere la luce, impedendo a Visser di ucciderla dall'esterno: entrando nell'appartamento per ucciderla, Visser non trova tuttavia nessuno, poiché Abby si è rifugiata in bagno. Entrato, egli trova solo la finestra aperta, accanto a quella della camera: provando con la mano a raggiungere questa finestra, viene tuttavia pugnalato da Abby. Infuriato, il sicario spara invano contro il muro, per poi spaccarlo a pugni in modo da estrarre il pugnale e liberarsi la mano: ormai infuriato, Visser fa per uscire dal bagno, ma attraverso la porta Abby gli spara con la propria pistola, recuperata dal cadavere di Ray. Ormai tranquilla, Abby dice di non aver più paura di Marty, dimostrando di essere convinta che il misterioso aggressore non sia altri che il marito scomparso: divertito da ciò, Visser afferma che riferirà le parole a Marty nell'aldilà, per poi spirare.}}
===''[[Il buono, il brutto, il cattivo]]''===
{{cronologico}}
*Ecco, sono mille, per te! ('''Stevens''')
::{{spiegazione|Sentenza è stato assoldato da Baker per uccidere Stevens in cambio di cinquecento dollari. Stevens, quindi, consegna mille dollari a Sentenza e pronuncia queste parole cercando di convincerlo a uccidere Baker al posto suo. Nonostante questo tentativo, Sentenza, irremovibile, uccide comunque Stevens sparandogli, perché "quando qualcuno lo paga porta sempre a termine il lavoro".}}
*Ehi tu, lo sai che la tua faccia somiglia a quella di uno che vale duemila dollari? ('''Cacciatore di taglie''')
::{{spiegazione|Un gruppo composto da tre cacciatori di taglie riesce a catturare Tuco. I tre sono felici di intascare la taglia da duemila dollari che grava sulla testa del bandito, ma in quel momento arriva il Biondo, deciso a prendere lui Tuco. I cacciatori di taglie provano allora a sparargli, ma il Biondo li fredda in un attimo.}}
*Puzzi già abbastanza, è meglio non peggiorare la situazione. Su, muoviti! ('''Caporale Wallace''')
::{{spiegazione|Wallace sta viaggiando sul treno con Tuco, è infatti intenzionato a consegnare il criminale alla legge e a riscuotere la cospicua taglia sulla sua testa. I due sono legati insieme da una catena. Con queste parole il caporale accoglie la richiesta di Tuco, bisognoso di urinare, e quindi fa sporgere il prigioniero dalla parte aperta del vagone. Approfittando di una distrazione del caporale, Tuco butta Wallace giù dal vagone e rotola insieme a lui giù da una scarpata, dopodiché sbatte ripetutamente la testa di Wallace contro una roccia, uccidendolo.}}
*È passato tanto tempo, vero Tuco? Ogni volta che avrei dovuto usare la destra ho pensato a te... ma finalmente ora ti trovo nella posizione giusta e ho avuto tutto il tempo di imparare a sparare con la sinistra. ('''cacciatore di taglie senza un braccio''')
::{{spiegazione|Tuco si sta facendo il bagno e il cacciatore di taglie, intenzionato a tendergli un agguato, entra improvvisamente nella stanza, punta la pistola contro il criminale e gli rivolge queste parole. Tuco nasconde una pistola sotto la schiuma del bagno e la usa per crivellare il cacciatore di taglie, approfittando del suo monologo, prima che questi possa sparare.}}
*Dottore... Dottore, fammi vivere ancora un po'... Aspetto una notizia! ('''Capitano Clinton''')
::{{spiegazione|Dopo essere stato ferito mortalmente nel corso di una battaglia, il capitano si rivolge con queste parole al dottore che lo sta visitando. La notizia che il capitano aspetta è la distruzione del ponte, come da suo piano, ad opera del Biondo e di Tuco. Grazie a questa esplosione, infatti, l'oggetto della contesa tra i due schieramenti, il ponte appunto, sarebbe stato eliminato, ponendo di fatto fine all'inutile massacro e risparmiando così la vita a tanti giovani soldati.}}
===''[[C'era una volta in America]]''===
{{cronologico}}
*Non lo so. Ma che gli volete fare? ('''Eve''')
::{{spiegazione|Eve, amante del gangster Noodles, si reca nella loro abitazione, ma non lo trova. In quel momento però arrivano quattro sicari italiani, inviati dal boss Frankie Monaldi, che le chiedono dove sia Noodles. Preoccupata, Eve dichiara di non saperlo, e chiede ai sicari cosa vogliano farli: per tutta risposta, il capo dei sicari la uccide.}}
*Noodles, sono inciampa... ('''Dominic''')
::{{spiegazione|Dopo aver depositato i loro soldi, Noodles, Max, Patsy, Cockeye e Dominic se ne vanno a zonzo per la città, quando ad un certo punto vengono raggiunti dal boss di quartiere Bugsy, intenzionato ad ucciderli. I ragazzi provano a nascondersi, ma il piccolo Dominic, correndo meno velocemente degli altri, viene colpito. Approfittando della distrazione di Bugsy, Noodles mette al sicuro il piccolo criminale, che però spira comunque tra le sue braccia.}}
*Qualche problema? ('''Joe''')
::{{spiegazione|Joe, di Detroit, commissiona a Max, Noodles, Patsy e Cockeye una rapina di diamanti in una gioielleria. Una volta messo a segno il colpo, Patsy, dopo essere sceso dall'auto dei suoi amici, porta le pietre a Joe che si trova in un'altra auto con i suoi uomini. Joe inizia ad esaminare i diamanti, ma nota che Patsy continua ad osservarlo e gli chiede se ci siano problemi. Per tutta risposta, Patsy estrae rapidamente una pistola e spara a Joe e al conducente uccidendoli, poi si abbassa per permettere a Max e Cockeye, dall'altra auto, di ammazzare gli altri uomini presenti nell'auto, in quanto Frankie Monaldi aveva ordinato la morte di Joe.}}
===''[[Casinò (film)|Casinò]]''===
*Beh, grazie. Perché non prendi questa cazzo di penna e te la ficchi su per il culo, stronzone di merda? ('''Joe''')
::{{spiegazione|Mentre si trova in un bar con gli amici Nicky Santoro e Frank Marino, Sam "Asso" Rothstein nota una penna sul bancone del bar: convinto che sia dell'uomo che ha vicino, Joe, lo interrompe mentre parla con una prostituta, chiedendogli se la penna sia sua. Irritato per l'interruzione, Joe insulta pesantemente Asso: per tutta risposta, Nicky toglie di mano a Sam la penna e la usa per pugnalare brutalmente Joe alla gola, per poi finirlo a calci.}}
* Uccidimi... Cazzo, uccidimi! ('''Anthony "Tony" Dogs''')
::{{spiegazione|Volendo imporsi a Las Vegas, il criminale irlandese Tony Dogs commette una strage in uno dei bar di Remo Gaggi: come risposta, Dogs viene rapito da Nicky e picchiato per due giorni, venendo interrogato invano sul nome dei suoi complici. Come ultimo tentativo, Nicky fa mettere la sua testa in una morsa e la stringe, facendogli saltare via un occhio: ormai allo stremo, Tony rivela il nome del suo complice. Costatando che il complice sia una mezza tacca, Nicky insulta il poveretto, che chiede che venga posta fine alle sue sofferenze: mentre Nicky si allontana, il suo braccio destro Frank Marino taglia la gola a Dogs.}}
*Si, si, andate a fare in culo, sbirri di merda! ('''Lou''')
::{{spiegazione|A causa dell'abuso di alcool e droga, Nicky e i suoi uomini commettono azioni sempre più stupide. Uno di loro, Lou, torna a casa una sera trovandosi davanti due poliziotti: ubriaco, Lou insulta i poliziotti, ma uno di loro nota qualcosa nelle mani del criminale e, convinto che sia una pistola, apre il fuoco su di lui, subito seguito dal suo collega. Tuttavia, la presunta pistola altro non era che un panino: mentre il primo poliziotto viene insultato dal collega, questi mette una pistola nelle mani di Lou, in modo da insabbiare la vicenda.}}
*Quelli... Sono i registri di mia madre... ('''Artie Piscano''')
::{{spiegazione|A causa di alcune cimici presenti nel negozio di Artie Piscano, vice boss di Kansas City nonché principale referente della mafia con i ragazzi di Las Vegas, l'FBI arriva presto a scoprire i collegamenti tra mafia e casinò. Un ulteriore colpo arriva quando, durante una perquisizione, gli agenti federali trovano in casa Piscano dei registri contabili relativi alle operazioni criminali: non reggendo lo stress, il fragile Artie viene colto da un infarto e muore sul colpo.}}
*È importantissimo. Ci devo assolutamente fare due chiacchiere. ('''Andy Stone''')
::{{spiegazione|In una pausa del loro processo per associazione a delinquere, i boss, capitanati da Remo Gaggi, decidono di eliminare chiunque sia collegato all'operazione di cui non si possano fidare. Il giorno dopo il sindacalista Andy Stone, principale punto di contatto tra i mafiosi e l'organizzazione di Las Vegas, ordina al suo assistente di fissare un appuntamento col suo referente, Artie Piscano, non sapendo della sua morte: l'istante successivo, mentre l'assistente si allontana Andy viene colpito alla nuca da un sicario e , caduto a terra, viene crivellato di colpi da altri due.}}
*Oh...Oh, no...No...('''Ginger McKenna''')
::{{spiegazione|Abbandonata da Asso e ormai rimasta sola, Ginger muore di overdose in uno squallido motel nei pressi di Las Vegas.}}
*Vaffanculo! ('''Dominick "Dom" Santoro''')
::{{spiegazione|Dopo aver provato ad uccidere Asso, con cui ormai è in rotta, con una bomba, Nicky decide di organizzare la fuga del fratello Dominick e fissa un incontro con i suoi ex scagnozzi, guidati da Frank Marino, in mezzo ad un campo di grano. Tuttavia, appena arrivato Nicky viene trattenuto dai criminali, mentre Dominick viene pestato a morte con una mazza da Frank, incaricato dai mafiosi, che ormai non si fidano più del gangster, di sistemarlo.}}
*Non hai i coglioni... Sei senza coglioni...Oh, Dominick... Dominick... Dominick... ('''Nicky Santoro''')
::{{spiegazione|Dopo aver provato ad uccidere Asso, con cui ormai è in rotta, con una bomba, Nicky decide di organizzare la fuga del fratello Dominick e fissa un incontro con i suoi ex scagnozzi, guidati da Frank Marino, in mezzo ad un campo di grano. Tuttavia, appena arrivato Nicky viene trattenuto dai criminali, mentre Dominick viene pestato a morte con una mazza da Frank, incaricato dai mafiosi che ormai non si fidano più del gangster: dopo aver visto morire il fratello, Nicky viene pestato da Frank e dai criminali, ormai anche loro stanchi delle sue follie, e poi sepolto vivo insieme al fratello.}}
===''Il cavaliere oscuro''===
{{vedi anche|Ultime parole da Batman}}
===''I Cavalieri dello zodiaco''===
{{vedi anche|Ultime parole da I Cavalieri dello zodiaco}}
===''[[Cemento armato (film)|Cemento armato]]''===
*Se per lo specchietto dovevo spezzarti due gambe, questa cazzata ti costerà un braccio extra! ('''Sahid''')
::{{spiegazione|Il malvivente rivolge queste parole a Diego che era riuscito per un attimo a sottrarsi alle minacce dello stesso Sahid, facendogli cadere la pistola. Proprio mentre sta per pestare Diego, Sahid viene colpito da Samuele. Il malvivente afferra quindi per il collo Samuele e Diego approfitta del momento per afferrare la pistola e uccidere quindi Sahid.}}
*Ma noi non lo sappiamo! ('''Unca''')
::{{spiegazione|Il giovane albanese continua a dire al Primario e ai suoi scagnozzi, Cima e Tanabuso, che non ha idea di dove sia Diego. Il Primario spazientito uccide Unca con un colpo di pistola.}}
*'''Il Primario''': Questo è l'ordine giusto delle cose: tu dentro e io fuori! Non c'è niente da fare: quando nasci perdente... muori perdente, Santini!<br>'''Diego Santini''': Mio padre non era un perdente, hai capito? Non era un perdente!
::{{spiegazione|La polizia è giunta sul posto e sta procedendo all'arresto del Primario. Il malvivente tuttavia si scosta un attimo dal poliziotto che lo stava scortando per rivolgere a Diego queste parole di sfida. Santini, ardendo d'ira, pronuncia le sue ultime parole e quindi si scaglia contro il Primario trascinandolo con sé giù dal ponte, provocando così la morte di entrambi.}}
===''[[Lo chiamavano Jeeg Robot]]''===
*Oh, ma che cazzo fai? ('''Sergio''')
::{{spiegazione|Sergio e il suo vicino Enzo vanno a prelevare due tunisini, che contrabbandano nei loro stomaci un chilo di droga dello Zingaro. Portati i due all'ultimo piano di un palazzo in costruzione, i criminali si preparano ad estrarre la droga ma inaspettatamente sorge un imprevisto: uno dei tunisini va in overdose e muore. Preso dall'agitazione, l'altro viene picchiato da Sergio, deciso comunque a prendere la droga, ma il giovane tunisino gli ruba la pistola e gli spara un colpo in pancia. Preso dalla rabbia, il criminale sbatte la testa al tunisino contro un muro: prima di morire, il giovane spara un ulteriore colpo a Sergio finendolo.}}
*Dopo possiamo torna alle rapine. Se ti sta bene resta, se no te ne poi andare. ('''Riccardo''')
::{{spiegazione|Capendo che non riusciranno mai a restituire i soldi rubati alla criminale Nunzia, il migliore amico dello Zingaro Riccardo decide di unirsi alla donna, abbandonando il disorganizzato criminale romano. Lo Zingaro prova invano a trattenerlo, ma l'amico lo schernisce e si allontana. Capendo di non poter fare altrimenti, lo Zingaro ordina al suo braccio destro, il Tazzina, di aizzare contro l'amico l'intera muta del canile: nonostante un tentativo di fuga, Riccardo viene presto sbranato dai mastini.}}
*Sono stata brava, eh? ('''Marcellone''')
::{{spiegazione|Dopo che si è fatto prestare i soldi per i napoletani dalla transessuale Marcellone, lo Zingaro viene attaccato proprio da Nunzia e dai suoi uomini. Questi inscenano la finta esecuzione per il criminale, ma vedendo che comunque i soldi ci sono tutti e divertendosi a sbeffeggiare lo Zingaro, i napoletani decidono di lasciarlo andare vivo. Tuttavia, inaspettatamente Marcellone prende una pistola e provoca una sparatoria in cui rimangono salvi solo lo Zingaro e una ferita e furiosa Nunzia: credendo di avergli fatto un favore, Marcellone sorride soddisfatta allo Zingaro, che subito dopo la uccide furiosamente.}}
*Se voi... Te posso da una mano a tirar giù il vestitino... ('''Il Tazzinna''')
::{{spiegazione|Dopo che i napoletani hanno massacrato la loro batteria, lo Zingaro e il Tazzinna prendono di petto la situazione, raggiungendo Enzo e Alessia e catturandoli. Mentre lo Zingaro si fa portare da Enzo nel luogo in cui questo aveva ottenuto i suoi superpoteri, il Tazzinna tiene in ostaggio Alessia. La giovane tuttavia dichiara di dover fare pipì, e chiede all'energumeno di aiutarla col vestitino: il Tazzinna, essendo pervertito, inizia ad alzarle il vestitino, ma viene trafitto alla testa dalla ragazza con uno dei suoi spilloni per cucire.}}
*Salvali Hiró... salvali tutti... tu che puoi... diventare Jeeg... ('''Alessia''')
::{{spiegazione|Mentre Alessia viene tenuta in ostaggio dal Tazzina, Enzo mostra allo Zingaro il punto del Tevere in cui si trovano i barili tossici che gli hanno dato i poteri. In quel momento però arrivano Nunzia e i suoi scagnozzi, decisi a vendicarsi. Come se non bastasse arriva anche Alessia, riuscita a liberarsi del Tazzina, che viene presa in ostaggio dallo Zingaro: si innesca così una sparatoria in cui sia il criminale che la ragazza vengono feriti. Mentre i napoletani si occupano dello Zingaro, Enzo si avvicina alla povera Alessia, che muore fra le sue braccia.}}
*Era Buona Domenica, cojone! ('''Zingaro''')
::{{spiegazione|Dopo aver salvato una bambina e aver capito realmente a cosa servono i suoi errori, Enzo scopre che lo Zingaro è vivo, ha ottenuto dei poteri analoghi ai suoi e ha ucciso Nunzia e i suoi, per poi annunciare un'imminente strage con una bomba. Capendo dalle sue parole che vuole attaccare con una bomba lo stadio Olimpico, Enzo va a fermarlo. I due quindi iniziano una lunga lotta. Capendo di non poter fare altrimenti, Enzo decide di sacrificarsi buttandosi nel Tevere con il nemico e la bomba: nell'esplosione subacquea che segue, lo spietato Zingaro viene decapitato.}}
===''[[Con Air]]''===
*Chiudi quella fogna! Zitto o l'ammazzo! ('''Willie Simms''')
::{{spiegazione|Dopo che i detenuti capitanati da Cyrus Grissom hanno preso il controllo dell'aeroplano, l'astuto Cyrus ordina una perquisizione di tutti i detenuti, in modo da scoprire se fra loro si trova una talpa. La sua supposizione si rivelerà corretta, in quanto il suo scagnozzo Flipper trova presto una pistola nascosta addosso ad un detenuto, in realtà l'infiltrato della DEA Willie Simms: vedondosi scoperto, Simms tenta il tutto per tutto e prende in ostaggio Flipper. Vedendo come Cyrus sia disposto ad uccidere comunque l'agente, il detenuto onesto Cameron Poe prova a calmare Simms, ma viene frainteso e minacciato. In quel momento un detenuto giunto alle spalle dell'agente e prova ad attaccarlo, ma viene presto ucciso: purtroppo Simms si scopre troppo e dà una posizione di tiro pulita a Cyrus, che lo crivella subito di colpi.}}
*Ehi, Ehi! Fermatevi! Fermatevi! Fermatevi! ('''Joe "Flipper" Parker''')
::{{spiegazione|Fermatisi a Carson City, i detenuti raccolgono i criminali che devono portare via e si preparano a partire: tuttavia, a rimanere a terra è lo sciocco Flipper, che prova a salire al volo sull'aereo ma trova il portellone chiuso, essendo bloccato da Cochise, detenuto che Flipper aveva sfigurato come diversivo per dare inizio alla rivolta. Tempo dopo, notando che il carrello d'atterraggio non è chiuso bene, il detenuto Scalpo, che ha assunto le veci del pilota, ordina a Cameron Poe e a Nathan Jones di andare a controllarlo: i due troveranno proprio il cadavere di Flipper, rimasto travolto dalle ruote dell'aereo.}}
*Poe, sei solo un vigliacco! Muori, stronzo! ('''William "Billy Manicomio" Bedford''')
::{{spiegazione|Dopo essersi assicurato che il suo amico Bimbo sta bene, Poe torna nella stiva. Tuttavia, qui trova uno dei tre detenuti più pericolosi sull'aereo, lo psicopatico "Billy Manicomio" Bedford: questi, insospettitosi da alcune informazioni contraddittorie fornite da Poe, ha trovato il foglio che attesta la sua libertà vigilata e, capendo che non può essere dalla parte dei rivoltosi, lo attacca. Durante la lotta, i due urtano una tubatura facendola sporgere: la lotta sembra propendere in favore di Bedford, ma Poe riesce con un calcio a farlo cadere sulla tubatura sporgente impalandolo.}}
*Noi... noi stavamo per venirti a prendere. Per favore. Cy.. ('''Francisco Cindino''')
::{{spiegazione|Tradendo i propri complici, il boss della droga Francisco Cindino sale sul proprio jet, pilotato da uno scagnozzo, preparandosi al decollo. Tuttavia, a causa dell'intervento dell'agente penitenziario Vince Larkin l'aereo si schianta contro un muro e il pilota muore. Ferito e ricoperto di benzina, Cindino chiede aiuto al capo dei rivoltosi, Cyrus. Questi tuttavia è impassibile e desideroso di vendicarsi: dopo avergli detto ''sayonara'' terminando in questo modo la frase di Cindino, Cyrus prende il sigaro di Scalpo e lo getta tra i rottami, uccidendo Cindino che muore carbonizzato nell'esplosione.}}
*Agente Bishop... diventerò Johnny 24.('''John "Johnny 23" Boca''')
::{{spiegazione|Mentre gli altri detenuti si preparano all'arrivo dei militari lo stupratore seriale Johnny 23, rimasto solo con l'unico agente donna fra i secondini, cerca di stuprarla dichiarando ironicamente che il suo soprannome 23, che fa riferimento alle donne stuprate, sta per cambiare in 24. Tuttavia, in quel momento, sopraggiunge Cameron Poe, che prima malmena Johnny e poi lo ammanetta svenuto all'aereo. Più avanti nel corso del film, l'aereo si schianterà su Las Vegas e tutti i detenuti verranno arrestati, tranne appunto Johnny, che non essendosi svegliato muore perdendo il braccio nello schianto.}}
*Avanti, avanti! Venite avanti! ('''Nathan "Cane Mastino" Jones''')
::{{spiegazione|Dopo l'arresto di quasi tutti i detenuti, il capo rivolta Cyrus Grissom riesce a fuggire insieme al braccio destro Nathan Jones e al pilota Scalpo, rubando una cisterna dei pompieri. I due vengono tuttavia inseguiti da Larkin e Poe, principali autori della fine dell'evasione. Mentre Scalpo guida il velivolo, i due criminali provano a tenere a bada gli inseguitori: Poe tuttavia riesce ad aggrapparsi alla scala dei pompieri su cui si trova Cyrus, facendo finire la sua moto contro Nathan uccidendolo.}}
*Accostare? Ecco fatto! ('''Earl "Scalpo" Williams''')
::{{spiegazione|Mentre Poe lotta contro Cyrus, Larkin riesce a salire sul tetto della cisterna. Presa un ascia, l'agente sfascia il tettuccio dell'abitacolo e intima a Scalpo di fermarsi: come risposta, il lunatico pilota inizia a sbandare di proposito per sbarazzarsi di Larkin. L'agente allora afferra la pompa dell'acqua della cisterna e inizia a innondare l'abitacolo del veicolo: non riuscendo a reagire e avendo bloccato in precedenza le portiere, Scalpo sfonda il parabrezza per via della pressione dell'acqua, ricadendo in avanti sulla strada e finendo investito dalla cisterna.}}
*Prima di ammazzarti, Poe, voglio solo farti sapere che l'ultimo ricordo della piccola Casey Poe sarà... "il mio fetido alito puzzolente"! ('''Cyrus "Vaiolo" Grissom''')
::{{spiegazione|Riuscito a salire sul tetto della cisterna, Cameron ha una dura lotta con Cyrus, in cui però ha la peggio. Prima di ucciderlo, Grissom riferisce sadicamente a Poe che appena evaso raggiungerà sua moglie e sua figlia e le ucciderà. Infuriato per queste parole, l'ex ranger malmena pesantemente Cyrus, bloccandolo alla scaletta della cisterna, rimasta sospesa in aria. Quando la cisterna passa sotto ad un ristorante sospeso, la scala si schianta su di esso e Cyrus con essa, cadendo su dei cavi della corrente e finendo in un cantiere edile. Non riuscendo a far nulla per via dello stordimento dovuto allo schianto, Cyrus viene spostato da un nastro trasportatore verso una pressa idraulica e spappolato.}}
===''Il corvo''===
{{cronologico}}
*Sì! Ammazzo la gente e sai perché? Perché mi piace! Perché mi eccita e adesso te ne accorgerai! Ti voglio presentare i miei amici. Non falliscono mai! ('''Tin Tin''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo - The Crow]]'' (1994). Nel primo corso della sua vendetta, Eric Draven riesce a trovare il primo criminale, Tin Tin. Dopo aver lottato, Tin Tin pronuncia queste parole per tentare di ucciderlo, ma Eric schiva i pugnali, e riesce a uccidere il delinquente con i suoi stessi coltelli.}}
*Io ti conosco!... Sapevo di conoscerti! Sapevo di conoscerti! Sapevo di conoscerti! Ma non puoi essere tu. Noi ti abbiamo buttato dalla finestra! Non si torna dal mondo dei morti. Questo è il mondo dei vivi, non si torna dal mondo dei morti. Ti abbiamo ucciso! Non puoi essere vero! Non si torna dal mondo dei morti! Non si torna dal mondo dei morti! "Sbalordito il Diavolo rimase, quando comprese quanto osceno fosse il bene..." "quanto osceno fosse il bene..." ('''T-Bird''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo - The Crow]]'' (1994). Nel corso della sua vendetta, Eric Draven lega T-Bird al sedile della sua auto, inserisce la marcia e quindi osserva la scena: la macchina con il malvivente esplode mentre cade da un pontile sul mare. T-Bird pronuncia queste parole mentre Eric lo sta legando, poco prima di morire. L'ultima parte della frase è tratta dal ''Paradiso perduto'' di [[John Milton]].}}
*Non sono Skank. Skank è sotto terra. Skank è morto! ('''Skank''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo - The Crow]]'' (1994). Il malvivente pronuncia queste parole poco prima di essere ucciso da Eric Draven, il quale, infatti, scaraventerà Skank giù dalla finestra.}}
*Fa' un buon viaggio. ('''Grange''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo - The Crow]]'' (1994). Grange si rivolge queste parole al suo capo Top Dollar, notando che il corvo è ancora vivo in mezzo a loro, così viene ordinato di ucciderlo. Ma viene interrotto dalle sparatorie del poliziotto Albrecht, intervenuto di salvare Eric e Sarah, e il braccio destro di Top Dollar viene ucciso sparato per mano dello stesso poliziotto.}}
*Il tuo potere è in lui, adesso diventerà mio. Peccato che ormai non ci sia più tempo... per conoscerci. ('''Myca''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo - The Crow]]'' (1994). Myca rivolge queste parole a Eric Draven minacciandolo con una pistola, poco prima di essere attaccata dal corvo e di precipitare da una grande altezza.}}
*Mio padre diceva sempre che ogni uomo ha un diavolo dentro e non ha pace finché non lo trova. Quello poi che è successo a te e alla tua ragazza, valeva quel palazzo. In questa città nessuno può opporsi al mio volere. Mi dispiace di aver impedite le vostre nozze, amico mio, ma se può esserti di consolazione, sei riuscito a farmi tornare il sorriso. Sei pieno di spirito ragazzo, mi mancherai. ('''Top Dollar''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo - The Crow]]'' (1994). Il capo dei malviventi rivolge questa frase a Eric Draven, poco prima di essere ammazzato. Eric infatti scaraventerà Top Dollar giù, facendolo atterrare sulle corna di un gargoyle sul tetto della chiesa.}}
*No, ti prego. Judah, ti prometto che farò tutto quello che vuoi! ('''Basset''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
*Oddio! Ti prego, non farlo. Ti prego! Ti prego! Ti prego! ('''Spider Monkey''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
*Abbiamo dovuto. Non è stata la nostra decisione. Ordini di Judah, non lasciare testimoni. Non c'è altra via d'uscita! ('''Nemo''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
*Vai a farti fottere, puttana! ('''Noah''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
*Alcune persone nascono per essere... vittime. Tu sai combattere? ('''Kali''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
*Credi che ho paura di te, forse?! Sei uno zombie del cazzo!!! Credi che ho paura?! Credi che ho paura?! ('''Curve''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
*Ashe! ('''Sarah Mohr''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
*Non riesci più a fermarmi, mi dispiace, Ashe! Non hai più nessun potere! Non ti è rimasto che il dolore ormai. ('''Judah Earl''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Il corvo 2|Il corvo 2 - La città degli angeli]]'' (1996).}}
===''[[La cosa (film 1982)|La cosa]]''===
*Andate via, diavolo! Non è un cane, è una sorta di cosa! Imita un cane, ma non è reale! Andate via, idioti! ('''Il Norvegese''')
::{{spiegazione|Dopo che la loro base è stata massacrata da un'orribile creatura mutaforma, i due norvegesi sopravvissuti riescono a raggiungerla con un elicottero nella base americana 31. Tuttavia, il pilota muore a causa di un incidente con un esplosivo. L'altro norvegese allora cerca di sparare alla cosa, che ha assunto le sembianze di un cane, gridando agli americani, che purtroppo non lo capiscono in quanto norvegese, che quella è una creatura aliena e che devono scappare. Sfortunatamente, mentre cerca di sparare alla cosa colpisce uno dei ricercatori ferendolo e il capo della base americana Garry, convinto che sia pazzo, lo fredda con un colpo di pistola.}}
*Piantatela di litigare! Windows, passami quel defibrillatore! ('''Dottor Cooper''')
::{{spiegazione|Nel pieno di sospetti reciproci per via della cosa mutaforma, alcuni indizi portano al pilota MacReady: gli altri del gruppo lo attaccano, ma nella colluttazione l'inserviente Norris ha un infarto. Liberato in fretta e furia il dottor Cooper, legato in precedenza poiché ritenuto particolarmente sospetto, questi prova a rianimare l'inserviente con un defibrillatore: tuttavia, appena prova a dare una scossa Norris, in realtà la cosa, apre la pancia a mò di fauci e trancia le braccia del dottore, che cade a terra morto.}}
*Un momento, un momento. Facciamo come dice Mac... visto che Norris è stato liquidato così facilmente! ('''Clark''')
::{{spiegazione|Dopo l'attacco della cosa/Norris, MacReady prende in mano la situazione: armato di lanciafiamme, ordina all'unico di cui si fida, Windows, di legare gli altri per sottoporli ad un test del sangue. Ovviamente tutti si oppongono a questa decisione, e Childs, da sempre ostile con Mac, lo sfida: allo stesso tempo però Clark, convinto che Mac sia impazzito o che sia una cosa, afferra non visto un coltello. Mentre Mac punta una pistola alla testa di Childs, Clark coglie l'occasione per saltargli addosso, ma con prontezza fulminea il pilota gli spara alla testa.}}
*'''Childs''': Be'... Che facciamo? <br/>'''MacReady''': Perché... Non aspettiamo qui ancora un po'... E vediamo che succede?
::{{spiegazione|Nonostante la morte degli ultimi compagni, MacReady riesce apparentemente a distruggere la base e l'ultima delle cose. Spossato e consapevole di essere prossimo alla morte per via delle basse temperature, il pilota si siede tra i detriti, ma viene inaspettatamente raggiunto da Childs, sparito tempo prima, che dichiara di essersi perso nella tormenta mentre inseguiva la cosa. Mac è ovviamente sospettoso, ma non può far nulla e lascia sedere Childs: il film si conclude qui, lasciandoci intendere che i due moriranno per le basse temperature o uccidendosi a vicenda.}}
===''[[Crocevia della morte]]''===
*Controlla, è oro colato! ('''Sicario di Leo''')
::{{spiegazione|Non accettando le idee del suo boss, il gangster irlandese Leo, e litigando con lui per l'amore comune per Verna, il suo braccio destro Tom Reagan decide di passare dalla parte del rivale Johnny Caspar, fingendo di uccidere Bernie per entrare nelle sue grazie: il braccio destro dell'italiano, Eddie Dane, non si fida però del nuovo venuto ed inizia ad indagare sulla morte di Bernie. Recatosi da Verna, il gangster la minaccia brutalmente, ma in quel momento irrompono due sicari di Leo, inviati da quest'ultimo per sorvegliare la donna: senza scomporsi, Dane uccide uno dei due e ferisce l'altro, interrogandolo sulla locazione di Leo. Facendosi promettere di venire risparmiato, il sicario confessa tutti i futuri movimenti di Leo, specificando che si troverà nel locale di un suo scagnozzo, Nick: ringraziandolo, Dane lo definisce un fesso per avergli creduto e gli spara in testa.}}
*Ti faccio partire per l'inferno, bastardo! E ci godo mentre lo faccio, ci godo! ('''Eddie Dane''')
::{{spiegazione|Una volta passato al servizio di Caspar, Reagan inizia a manipolarlo suggerendogli che dietro a Bernie ci fossero Eddie e il suo amante Mink: in questo modo, spera di sbarazzarsi del pericoloso rivale. Alla sera, Reagan viene convocato alla villa di Caspar, ma viene malmenato da Dane: questi infatti ha scoperto che il presunto cadavere di Bernie in realtà appartiene a Mink. Prima di poterlo uccidere, il gangster viene però colpito alla nuca da Caspar con un attizzatoio: il boss ha infatti deciso di fidarsi di Reagan. Mentre pianifica con quest'ultimo nuovi piani, il boss si accorge che Dane è ancora vivo: furioso, egli prende una pistola e spara alla nuca del suo ex braccio destro.}}
*Ma perché nell'acqua fredda il metallo si restringe! In questo modo la tua faccia è come una pesca, come il velluto! ('''Johnny Caspar''')
::{{spiegazione|Chiacchierando con il suo autista Sal, Caspar si reca nell'appartamento di Reagan, che gli ha promesso di consegnargli Mink per torturarlo, non sapendo che l'omossessuale è stato effettivamente ucciso da Bernie: pochi istanti dopo l'ingresso del boss arriva anche Reagan, che caccia l'autista e fa per entrare. All'improvviso il gangster sente uno sparo e si precipita in casa: una volta scacciata la propria portinaia con una scusa, Reagan sale le scale e trova il cadavere di Caspar, ucciso con un colpo alla testa da Bernie, che aveva a sua volta un appuntamento con l'irlandese.}}
*Tommy, non puoi... Tu il cuore ce l'hai! E allora ascoltalo, Tommy, ascoltalo! ('''Bernie Bernbaum''')
::{{spiegazione|Mentre esamina il cadavere di Caspar e gli prende la pistola, Reagan riceve conferma dal nervoso Bernie che era stato Mink ad uccidere il primo scagnozzo di Leo, scatenando definitivamente la guerra: rassicurandolo che appiopperanno le morti di Mink e Caspar a Dane, Reagan riesce a convincere il bookmaker a farsi dare la pistola. Mettendo l'arma in mano al cadavere del boss, Reagan spiega a Bernie che Dane è morto, ucciso dalla pistola di Caspar che ora ha in mano: suggerendo che potrebbe appioppare a Bernie tutti i delitti, inizia ad avvicinarsi minacciosamente al bookmaker.Totalmente incredulo, Bernie crede che si tratti di uno scherzo, ma notando l'impassibilità di Reagan si butta a terra, piagnucolandolo e supplicando come la volta in cui il gangster lo aveva risparmiato: non ascoltandolo, Reagan gli spara freddamente in testa, mettendogli poi la pistola di Caspar in mano e simulando che i due si siano uccisi a vicenda.}}
===''[[Da 5 Bloods - Come fratelli]]''===
*Beh, mia madre mi ha sempre detto che il denaro è la vera causa di tutti i mal... ('''Eddie''')
::{{spiegazione|Dopo una lunga ricerca, il gruppo di veterani composto da Otis, Melvin, Eddie, Paul e suo figlio David trova quello che cercava in Vietnam: il cadavere del loro ex leader Norm e una cassa di lingotti d'oro nascosta in precedenza. Nonostante la gioia iniziale del gruppo, Paul ricomincia come suo solito ad essere scontroso e a discutere sulla spartizione: devastato dall'avidità degli amici, l'idealista Eddie li rimprovera per il loro comportamento dicendo che dovrebbero stare uniti a prescindere dall'oro. Camminando all'indietro mentre parla, Eddie finisce improvvisamente su una mina scioccando i compagni: Otis prova invano a prestargli soccorso, ma Eddie, ormai privo di arti e sanguinante, muore tra le braccia dell'amico.}}
*Hedy, per l'amor di Dio, aiutami! ('''Seppo Havelin''')
::{{spiegazione|Divenuto sempre più paranoico, Paul prende il comando del gruppo e arriva addirittura a rapire la squadra di sminatori composta da Hedy, Simon e Seppo, che pure hanno salvato David da una mina: comprendendo che la situazione è sempre più sicura, Melvin e Otis lo disarmano lasciando che Seppo si dia alla fuga. Raggiunta il giorno dopo la loro guida Vinh Tran, il gruppo viene attaccato da un gruppo di mercenari vietnamiti, che hanno preso in ostaggio Seppo: dopo un momento di tensione Paul apre il fuoco scatenando uno scontro durante il quale Seppo prova a fuggire finendo però su una mina e morendo sotto lo sguardo di Hedy e Simon.}}
*''He loves us whether or not we know it...And He'll forgive all our sins!'' ('''Paul''')
::{{spiegazione|Ormai completamente impazzito, Paul abbandona il gruppo e vaga delirante in mezzo alla giungla, venendo ferito da un serpente: colpito da allucinazioni, egli rivede Norm che bonariamente lo perdona per quello che è stato il suo più grande rimpianto, ovvero ucciderlo accidentalmente in Vietnam. Catturato da Lam e dai suoi sgherri, Paul si rifiuta di rivelare la posizione dei suoi amici e, chiedendo scusa ai vietnamiti che ha sempre maltrattato, inizia a scavarsi la propria fossa: una volta portato a termine il compito egli inizia a cantare la sua canzone preferita, ''God is Love'' di Marvin Gaye, ma viene immediatamente crivellato da Lam e i suoi uomini.}}
*Brutti bastardi! ('''Lâm''')
::{{spiegazione|A causa di una ferita di David, il gruppo è costretto a rifugiarsi nei resti di un tempio in rovina: essi tuttavia vengono presto rintracciati da Lam e i suoi uomini. Il loro capo si rivela essere Desroche, il trafficante che doveva aiutarli ad esportare l'oro: dopo aver assicurato a Otis che la sua donna Tien non è una sua complice come sospettava, il francese pretende che gli venga consegnato l'oro. Lam controlla allora la borsa che Otis gli porge, ma dentro non vi trova che sassi: furibondo, il vietnamita grida ai suoi di attaccare, ma viene immediatamente ucciso da Otis con un colpo alla testa.}}
*Granata! ('''Melvin "Mel"''')
::{{spiegazione|Grazie alle difese del tempio e a Simon come vedetta Otis, Melvin e Vinh riescono ad avere la meglio sui mercenari di Desroche e il trafficante stesso viene ferito: approfittando però della distrazione fornita da un suo scagnozzo il francese riesce a sua volta a ferire Otis. Deciso ad ucciderlo senza esporsi, Desroche gli tira contro una granata: deciso a salvare il suo amico, Melvin si sacrifica coprendo la granata col proprio corpo.}}
*Permettimi... ('''Desroche''')
::{{spiegazione|Ormai rimasto solo, il ferito Desroche punta la propria arma contro Otis, chiedendogli dove sia l'oro: per tutta risposta l'ex soldato dichiara che "i cinque fratelli", ovvero il loro gruppo, non moriranno mai realmente. Deluso e parzialmente dispiaciuto per dover uccidere un avversario che trovava simpatico, Desroche si prepara ad ucciderlo, ma prima di poterlo fare viene centrato alla testa dal sopraggiunto David.}}
===''DC Extended Universe''===
{{vedi anche|Ultime parole da DC Comics}}
===''DC Animated Universe Original Movies''===
{{vedi anche|Ultime parole da DC Comics}}
===''[[The Departed - Il bene e il male]]''===
*No. Per favore, French, no... No! ('''Brian''')
::{{spiegazione|Durante uno dei loro affari criminali, Mr French porta Billy Costigan da Brian, un debitore di Frank Costello. L'uomo, visibilmente terrorizzato, chiede pietà al sicario, conoscendo la sua leggendaria brutalità: French lo rassicura dicendo che non gli farà alcun male, ma mentre afferma ciò tira fuori una pistola con all'estremità una bottiglia di plastica (per prevenire il Guanto di Parafina) e spara in testa a Brian, lasciando sconvolto Billy.}}
*Studia legge a Notre Dame. ('''Oliver Queenan''')
::{{spiegazione|Mentre Billy si incontra col capitano Oliver Queenan viene informato per telefono dagli uomini di Frank Costello che hanno trovato il palazzo in cui si nasconde la talpa della polizia, ovvero lo stesso Billy. Terrorizzato, Billy spiega la situazione a Queenan, che escogita un piano: mentre Billy scapperà dalla scala antincendio, egli proverà a trattenere gli uomini di Costello. Mentre Billy fugge, Quennan viene raggiunto da Fitzy e Delahunt, scagnozzi di Costello, che gli chiedono dove sia la talpa: Queenan si rifiuta di rivelarlo, e perciò viene buttato giù dal palazzo dai criminali, schiantandosi proprio davanti a Billy.}}
*Dimmi perché non l'ho detto a nessuno, dimmi perché... ('''Timothy Delahunt''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Queenan avviene uno scontro a fuoco fra alcuni poliziotti, che pedinavano il capitano su ordine di Colin, e gli uomini di Frank Costello: nello scontro uno dei più importanti scagnozzi di Costello, Timothy Delahunt, rimane ferito. Portato al covo della banda, Delahunt rivela segretamente a Billy Costigan di conoscere il suo ruolo di infiltrato, per poi morire. Come scopriranno in seguito, Delahunt era un altro infiltrato della polizia nella gang di Costello.}}
*Andate a fanculo, fottuti bastardi! ('''Fitzy''')
::{{spiegazione|Mentre si recano in un deposito per prelevare della cocaina, Frank Costello e i suoi uomini vengono attaccati da un commando di poliziotti capitanato da Colin Sullivan, l'infiltrato di Costello. Nello scontro a fuoco, Fitzy prova ad uccidere più agenti possibile con il suo fucile a pompa, ma viene presto crivellato di colpi dai poliziotti.}}
*Fanculo... ('''Mr. French''')
::{{spiegazione|Mentre si recano in un deposito per prelevare della cocaina, Frank Costello e i suoi uomini vengono attaccati da un commando di poliziotti capitanato da Colin Sullivan, l'infiltrato di Costello. Nello scontro a fuoco, Frank e il suo braccio destro, Mr French, tentano una fuga disperata: mentre Frank riesce a scappare, French viene ferito e si schianta con l'auto, che inizia a prendere fuoco. Deciso a non essere preso vivo e a non soffrire per una morte dolorosa, French si spara alla testa.}}
*Io so tutto di te, Colin. Lo sai che non ti denuncerei mai. Tu sei come... ('''Frank Costello''')
::{{spiegazione|Mentre i suoi uomini muoiono, lo spietato boss mafioso Frank Costello prova a scappare, ma viene presto raggiunto da Colin Sullivan, che lo accusa di essere un informatore dell'FBI e che lo avrebbe venduto presto. Costello prova a giustificarsi, ma quando constata che Sullivan lo ignora, prova ad ucciderlo: avendo il giubbotto antiproiettile, il giovane poliziotto non muore e d'istinto crivella di colpi il gangster, uccidendolo una volta per tutte.}}
*Lo sto facendo! ('''Billy Costigan''')
::{{spiegazione|Dopo aver dato appuntamento a Colin Sullivan, Billy Costigan lo malmena e ammanetta, avendolo scoperto come talpa di Costello. Sullivan tuttavia lo deride, affermando di aver cancellato tutto il materiale su di lui e che nessuno gli crederà. In quel momento spunta anche l'agente Brown, amico di Billy e sottoposto di Colin, che punta una pistola contro Costigan. Prendendo in ostaggio Sullivan, Costigan sale sull'ascensore. Mentre scendono, Sullivan implora Costigan di essere ucciso, piuttosto che finire in prigione: il giovane infiltrato lo deride, ma in quel momento le porte dell'ascensore si aprono e Costigan viene ucciso da un colpo alla testa sparato dal poliziotto corrotto Barrigan.}}
*...Magari è vero. Ma adesso voglio solo che butti quella pistola a terra! ('''Brown''')
::{{spiegazione|Il giovane agente Brown viene chiamato da Billy Costigan, amico ai tempi dell'accademia di polizia, ma quando lo raggiunge, è costretto a puntargli una pistola contro, in quanto Costigan sta ammanettando e tenendo sotto tiro il suo superiore Colin Sullivan. Costigan chiede a Brown di fidarsi di lui, e di scendere le scale mentre loro prenderanno l'ascensore. Arrivato al pianterreno, Brown trova però l'agente Barrigan, che ha ucciso Costigan liberando Sullivan. Quest'ultimo e Brown si convincono che Barrigan sia in buona fede, ma appena si distrae Brown viene ucciso da Barrigan, in realtà un poliziotto corrotto, con un colpo di pistola alla testa.}}
*Credevi di essere l'unico infiltrato che avevano? Costello voleva venderci all'FBI. Siamo io e te adesso, lo capisci? Dobbiamo darci una mano, lo capisci? ('''Barrigan''')
::{{spiegazione|Dopo aver ucciso Costigan e Brown, Barrigan rivela a Sullivan di essere un infiltrato di Costello anche lui, che Costello voleva venderli e che adesso dovranno sopravvivere aiutandosi a vicenda. Sullivan sembra acconsentire, ma appena Barrigan si distrae lo uccide subdolamente a sangue freddo con un colpo di pistola alla testa.}}
*Okay. ('''Colin Sullivan''')
::{{spiegazione|Usando Barrigan come capro espiatorio, Colin Sullivan riesce ad uscire pulito dalla vicenda, pur avendo perso l'amore dell'amata Madolyn. Mentre torna a casa dopo una spesa, si ritrova inaspettatamente nel soggiorno l'ex sergente Sean Dignam che, probabilmente informato da Madolyn, gli punta una pistola contro. Ormai rassegnato, Sullivan dà il suo consenso a Dignam, che lo uccide a sangue freddo con un colpo di pistola in piena faccia.}}
===''Die Hard''===
{{cronologico}}
*Non lo conosco, glielo ripeto. Prenda un jet per Tokyo e lo chieda all'amministratore. Può solo uccidermi. ('''Joseph Yoshinobu Takagi''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Trappola di cristallo|Die Hard - Trappola di cristallo]]'' (1988), Takagi si rifiuta di dare uno dei codici necessari per l'apertura del caveau al terrorista Hans Gruber e questi lo uccide con un colpo di pistola.}}
*Proprio perché sei un poliziotto. I poliziotti hanno regole molto precise. ('''Tony Vreski''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Trappola di cristallo|Die Hard - Trappola di cristallo]]'' (1988), John McClane intima a Tony di gettare l'arma. Tony rifiuta l'invito ed è convinto che John non possa fargli niente in virtù delle ferree regole che vigono nella polizia. Il terrorista ingaggia poi un combattimento corpo a corpo con McClane, nel quale finisce col perdere la vita.}}
*Vieni fuori bastardo, vieni fuori, vieni fuori! Ormai sei morto, i tavoli sono finiti, adesso dove ti nascondi? La prossima volta che puoi ammazzare qualcuno, non pensarci troppo. ('''Marco''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Trappola di cristallo|Die Hard - Trappola di cristallo]]'' (1988), John McClane non ha ucciso Marco pur avendone avuto l'occasione. Il terrorista ne ha dunque approfittato per recuperare la propria arma e, schernendo il poliziotto per la sua indecisione, ha cominciato a sparare con l'obiettivo di colpire John, nascosto sotto uno dei tavoli. Tuttavia poco dopo il poliziotto, nascosto sotto ad un altro tavolo, riesce a freddare Marco prima che questi possa ucciderlo.}}
*Ma John, come puoi pretenderlo dopo tutti questi anni? John... John... ('''Harry Ellis''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Trappola di cristallo|Die Hard - Trappola di cristallo]]'' (1988), per trattare con i terroristi, Harry si era finto un caro amico di John McClane. Quando il poliziotto rifiuta di arrendersi, Hans Gruber uccide Harry con un colpo di pistola.}}
*Ah, certo. Qual è quel verso tipico dei cowboy? Yippee ya yeah, pezzo di merda! ('''Hans Gruber''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Trappola di cristallo|Die Hard - Trappola di cristallo]]'' (1988), John McClane aveva precedentemente offeso Hans Gruber con la medesima frase: «Yippee ya yeah, pezzo di merda!» Il terrorista, che tiene in ostaggio Holly, punta la pistola contro il poliziotto e pronuncia queste parole. Dopo questa battuta sia Hans, sia Eddie, sia John si mettono a ridere, McClane tuttavia approfitta delle risate generali ed estrae una pistola che teneva nascosta, sparando ad Eddie e ad Hans, che precipita poi giù dal grattacielo morendo.}}
*Sulla tua lapide ci scriverò: sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. ('''Thomas Gabriel''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Die Hard - Vivere o morire]]'' (2007), lo spietato terrorista Thomas Gabriel rivolge queste ultime parole a John McClane, che lo ucciderà poco dopo sparandolo al cuore.}}
===''Disney / Pixar''===
{{vedi anche|Ultime parole dai film d'animazione Disney}}
===''[[Distretto 13: le brigate della morte|Distretto 13 - Le brigate della morte]]''===
*Ehi, gliel'avevo chiesto misto! ('''Kathy''')
::{{spiegazione|La piccola Kathy, aspettando che il padre finisca di telefonare alla sorella, prende un gelato. Tuttavia, accortasi che il gelataio si è sbagliato, ella torna indietro. Sfortunatamente per lei, il capo della Gang Voodoo, che ha sparato al gelataio, la vede e le spara alla gola, uccidendola.}}
*La pistola... la pistola sotto il cruscotto... ('''Il gelataio''')
::{{spiegazione|Ferito mortalmente, il gelataio suggerisce al padre della piccola Kathy, uccisa dalla gang Voodoo, di prendere la sua pistola, nascosta sotto al cruscotto, per farsi giustizia, per poi spirare.}}
*Vado a chiamare il comando con la radio della mia macchina. ('''Chaney''')
::{{spiegazione|Dopo che il padre della piccola Kathy ha ucciso l'assassino della bambina e si è rifugiato nel distretto 13, la luce e la linea del telefono saltano all'improvviso. Il burbero agente Chaney, dovendo avvisare il comando della situazione, decide di uscire per usare la radio della propria auto. Tuttavia, fatti pochi passi fuori dal commissariato Chaney viene ucciso dai colpi della Gang Voodoo.}}
*Telefono e luci staccate... che lo tengono aperto a fare, questo posto di merda? ('''Starker''')
::{{spiegazione|Mentre porta via i suoi tre detenuti, il poliziotto Starker si lamenta di come è tenuto il distretto in chiusura. Tuttavia, in quel momento la scorta e il detenuto ammalato vengono massacrati dai Vodoo. Starker prova a rientrare con i detenuti superstiti Wilson e Wells, ma viene colpito e muore.}}
*E se scappo e vi lascio nella merda? non lo farò, Wilson. ('''Wells''')
::{{spiegazione|In un ultimo tentativo disperato per avvertire il comando centrale dell'assedio al distretto, il detenuto Wells viene scelto per tentare di sgattaiolare attraverso le fogne, rubare un'auto e avvertire il comando. Prima di partire, Wells promette al detenuto Napoleone Wilson che non li abbandonerà, cercando realmente di avvertire il comando e non di fuggire come aveva pensato. Sgattaiolato fuori, il piano sembra riuscire: con la macchina, il detenuto cerca di allontanarsi. Purtroppo per lui, uno dei Voodoo si nasconde nei sedili posteriori, e con un colpo di fucile uccide Wells.}}
===''[[Dragon Ball]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Dragon Ball}}
===''[[Drive]]''===
*Diciamo tra quattro. ('''Standard Gabriel''')
::{{spiegazione|A causa di un debito con lo spacciatore Coock, l'ex detenuto Standard Gabriel si ritrova costretto a partecipare ad una rapina ad un banco dei pegni: non sapendo che pesci pigliare chiede allora aiuto al suo vicino di casa, un pilota di rapine segretamente innamorato di sua moglie Irene. Durante il colpo, mentre Standard e la complice Blanche sono dentro all'agenzia di pegni, il pilota nota una macchina di grossa cilindrata nel parcheggio: poco dopo Blanche esce con i soldi, lasciando indietro Standard. Dopo qualche minuto anche Standard esce dal banco dei pegni, sotto lo sguardo vigile dei compagni: tuttavia, quando ormai è vicino alla macchina viene inaspettatamente raggiunto dal gestore del banco dei pegni, che gli spara alla schiena e alla testa.}}
*Lui dice Chris, ma lo chiamano tutti Coock. ('''Blanche''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Standard, il pilota e Blanche vengono inseguiti dall'altra macchina nel parcheggio: tuttavia, il pilota riesce a seminarli con le sue grandi abilità di guida. Una volta in un appartamento sicuro, i due scoprono che il bottino è molto più alto di quanto pensavano: inoltre, al telegiornale viene rivelato che il gestore del banco dei pegni non ha denunciato alcun furto. Sempre più confuso e irritato, il pilota minaccia Blanche, ordinandole di dirgli quanto sa: terrorizzata, la donna rivela che Coock, il cui vero nome è Chris, le aveva parlato della seconda macchina, ma non della morte di Standard. Mentre Blanche va in bagno per ricomporsi, il pilota nota che due uomini armati stanno per irrompere nell'appartamento: mentre lui riesce a salvarsi, Blanche viene colpita alla testa con un fucile a pompa.}}
*Scusate, ho...Sbagliato piano. ('''Sicario di Nino''')
::{{spiegazione|Torturando Coock, il pilota può telefonare con il mandante della finta rapina: si tratta di Nino, piccolo boss di Los Angeles con cui il suo capo, Shannon, è in affari. Comprendendo la pericolosità della situazione, il pilota si reca da Irene e fa per portarla via dal loro appartamento, dopo averle rivelato tutta la verità: tuttavia, nell'ascensore trovano un uomo sospetto, che in realtà è un sicario di Nino, informato da Shannon dell'identità del pilota. Nell'ascensore, il pilota bacia Irene per la prima volta, dichiarando così il suo amore per lei: l'istante successivo, egli afferra il sicario e, dopo avergli sbattuto la testa contro il muro, gli fracassa il cranio a pedate, il tutto sotto gli occhi terrorizzati di Irene.}}
*Dammi un pò di tempo e ti giuro che lo trovo e lo faccio sparire! ('''Chris "Coock"''')
::{{spiegazione|Informato da Coock degli ultimi avvenimenti, Nino è costretto al suo socio, Bernie Rose, la verità dietro alla finta rapina: i soldi presi appartengono ad un mafioso di Philadelphia, deciso ad subentrare nel loro giro. Conscio di aver colpito un membro della mafia senza autorizzazione, Nino suggerisce che ogni persona coinvolta debba essere eliminata: così, dopo uno scambio di sguardi, Bernie pugnala Coock in un occhio con una forchetta e poi alla gola con un coltello, massacrandolo brutalmente.}}
*Messico. O forse anche Belize. ('''Shannon''')
::{{spiegazione|Mentre fa per fuggire, Shannon viene raggiunto nella sua officina da Bernie, che vuole sapere dove sia finito il pilota: dopo un istante di esitazione, il meccanico mente dicendo che è fuggito fuori da Los Angeles. Credendogli apparentemente, Bernie si rammarica per come la loro idea di una macchina da rally pilotata dal ragazzo sia fallita e, deciso a chiudere la faccenda, porge la mano a Shannon: quando questi gliela stringe, il criminale tira fuori dalla giacca un rasoio e gli recide le vene di tutto il braccio, confortandolo poi mentre muore agonizzante.}}
*'''Nino''': Chi cazzo era? Andiamo via. <br/>'''Autista di Nino''': Si, signore.
::{{spiegazione|Scoperto il cadavere di Shannon, il pilota giura vendetta: rubata una maschera dal set in cui lavorava come stantman, egli spia Nino mentre si ritrova ad una festa coi suoi scagnozzi. Quando il boss se ne va via, il pilota lo insegue fino a speronarlo con la propria auto: intuendo che quanto avvenuto non sia un incidente occasionale, Nino ordina al suo autista di fuggire. Tuttavia, prima di poter fare alcunché il pilota sperona nuovamente l'auto, facendola finire giù da una scogliera: mentre l'autista muore sul colpo, Nino fa per fuggire lungo la spiaggia, ma viene raggiunto dal pilota, che indossando la maschera rubata lo affoga brutalmente in mare.}}
* Hai portato i soldi? Ecco cosa sono disposto ad offrirti. Tu dammi quei soldi e la ragazza è salva. Per sempre, nessuno la toccherà. Hai la mia parola. A te non posso fare a stessa offerta, per te la faccenda è diversa. Mi dai i soldi, ci stringiamo la mano e torni a fare la tua vita. Se hai qualche desiderio, o dei piani, o dei sogni per il futuro, sarà meglio che tu li metta da parte. Dovrai passare il resto della tua vita a guardarti le spalle. Voglio essere chiaro su questo, perché devi sapere la verità. Ma la ragazza è salva. Dove sono i soldi? ('''Bernie Rose''')
::{{spiegazione|Con la morte del suo socio, Bernie concorda col pilota un incontro ad un ristorante cinese per chiudere la faccenda: in cambio dei soldi, il criminale promette di lasciar stare Irene e di lasciar andare il pilota, che comunque dovrà guardarsi le spalle dalla mafia per il resto della sua vita. Una volta nel parcheggio del ristorante, il pilota apre il baule in cui sono i soldi, ma in quell'istante Bernie lo pugnala subdolamente con un rasoio: avendo previsto questa possibilità, il pilota estrae a sua volta un coltello e pugnala ripetutamente il criminale, uccidendolo una volta per tutte.}}
===''[[E venne il giorno]]''===
{{cronologico}}
*A che pagina ero? Pagina... ('''Claire''')
::{{spiegazione|Dopo essersi rivolta all'amica, sotto l'effetto delle neurotossine prodotte dalle piante si sfila dai capelli la bacchetta di metallo con cui li ha raccolti e ne affonda la punta acuminata nella propria gola.}}
*'''Poliziotto''': Piuttosto freddo oggi, vero?<br>'''Automobilista''': Un po' di freddo, sì.
::{{spiegazione|Si sparano senza motivo, sotto l'effetto delle neurotossine prodotte dalle piante: prima il poliziotto, poi l'automobilista raccogliendo la pistola del poliziotto morto. Anche una passante raccoglie la pistola per spararsi.}}
*Calcoli... Ragiono con calcoli... Calcoli... Calcoli... ('''Stacy Ann''')
::{{spiegazione|Dopo aver respirato l'aria carica di neurotossine prodotte dagli alberi fuori dalla propria abitazione, la ragazzina si suicida mentre è al telefono con la madre.}}
*La mia pistola è mia amica! Sarà sempre al mio fianco! La mia pistola è mia amica... ('''Soldato Auster''')
::{{spiegazione|Il soldato comincia a mostrare un comportamento anomalo camminando all'indietro, poi tira fuori la pistola e si spara. Dopodiche anche gli altri membri del gruppo prendono uno dopo l'altro la pistola per togliersi la vita.}}
*'''Josh''': Sono fuori di testa, signor Moore!<br>'''Jared''': Forza, venite fuori!
::{{spiegazione|Josh e Jared, due ragazzini, si aggregano al gruppo per cercare un luogo dove le piante non emettano neurotossine. Alla ricerca di cibo, si fermano nei pressi di un'abitazione con porte e finestre chiuse. Il padrone di casa si rifiuta di accoglierli ed è talmente paranoico da pensare che siano terroristi, colpevoli dei sintomi neurologici autodistruttivi che colpiscono in massa la popolazione. Esasperato dall'insistenza dei due ragazzini fa spuntare la canna del fucile da una delle finestre uccidendoli entrambi.}}
*Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore. Il Signore è il mio pastore. ('''Signora Jones''')
::{{spiegazione|La signora Jones esce in giardino respirando l'aria colma di neurotossine trasportate dal vento. Manifesta quindi un comportamento anomalo: inizia dapprima a camminare all'indietro poi il comportamento si fa autodistruttivo. Sbattendo ripetutamente la testa contro il muro e le finestre si ferisce mortalmente.}}
===''[[Face/Off - Due facce di un assassino]]''===
*Andiamocene via da qui! ('''Ivan Dubov''')
::{{spiegazione|Per fermare il piano della sua nemesi Castor Troy, terrorista finito in coma al loro ultimo scontro, l'agente dell'FBI Sean Archer si infiltra con la sua faccia nel carcere in cui si trova suo fratello Pollux. Un giorno, però, Castor si risveglia e, fattasi impiantare a sua volta la faccia di Sean, gli ruba l'identità. Conscio di dover uscire dalla prigione, l'agente dell'FBI pesta un secondino, venendo portato nella sala dell'elettroshock, unico posto in cui vengono tolti ai detenuti gli stivali magnetici, e qui vi trova il detenuto Ivan Dubov, con cui aveva avuto una rissa in precedenza. Chiedendogli scusa per quanto gli ha fatto Castor, Sean riesce a farlo passare dalla sua parte: aggredite le guardie, i due si fanno strada fino all'uscita dalla prigione, anche grazie ad una rivolta scatenata dagli altri detenuti. Tuttavia, mentre sale le scale verso l'uscita, Dubov viene colpito più volte alla schiena dal capo delle guardie, il viscido Walton: essendosi affezionato al compagno, Sean prova a salvare il russo, ma quest'ultimo perde la presa e precipita nella sala comune, morendo sul colpo.}}
*Ehi, campione... Ne abbiamo fatte noi due... ('''Dietrich Hassler''')
::{{spiegazione|Fuggito dalla prigione, Sean si rifugia presso il covo del braccio destro di Troy, Dietrich Hassler: qui inizia ad affezionarsi ai vari criminali presenti, in particolare a Sasha, sorella di Dietrich nonché amante di Castor e madre di suo figlio. Quella sera stessa, però, le forze dell'FBI irrompono nel covo guidate da Castor, deciso a massacrare i suoi ex sottoposti e il suo nemico: alla carneficina sopravvivono solo i fratelli Hassler e Sean. Vedendo Sasha e il figlioletto, Castor tenta subdolamente di sparargli addosso, ma il colpo viene intercettato da Dietrich, che in questo modo è ferito mortalmente: dopo aver fatto fuggire la sorella e il nipote, il criminale rivolge un ultimo saluto a Sean, ricordando i "loro" trascorsi, per poi accasciarsi a terra morto.}}
*Signore... perché piange? È solo Pollux Troy! ('''Agente Loomis''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Dietrich, Castor e Sean si ritrovano faccia a faccia, decisi più che mai ad uccidersi a vicenda: il loro scontro a fuoco viene tuttavia interrotto dall'agente Loomis, che sparandogli contro delle granate permette involontariamente a Sean di fuggire. Arrivato sul tetto, l'agente avvista Pollux Troy, e, deciso a prendersi una piccola vendetta, Sean getta il criminale dalla vetrata che sovrasta il covo, uccidendolo sul colpo davanti agli occhi del fratello. Vedendo la reazione commossa di quello che ritiene il suo capo, Loomis gli chiede incredulo perché stia piangendo per la morte di un criminale. Furioso, Castor gli spara in testa, per poi continuare a piangere l'unica persona a cui era realmente affezionato.}}
* Ora basta Sean, devo toglierti il caso. Al governo iniziano a chiamare incostituzionali i tuoi metodi da Gestapo! ('''Victor Lazzarro''')
::{{spiegazione|Il giorno dopo la sparatoria al covo dei criminali, Castor va in ufficio più cupo che mai per la morte del fratello, ma viene richiamato nell'ufficio di Victor Lazzarro, capo dell'FBI nonché mentore di Sean. Una volta faccia a faccia, Lazzarro rimprovera il suo sottoposto, dicendogli che i suoi metodi estremi sono mal visti da governo e opinione pubblica: l'unica soluzione possibile è togliergli il caso. Apparentemente accondiscendendo, il presunto Sean Archer rivela al capo di dovergli confidare una cosa: sussurrandogli all'orecchio, Castor rivela la propria identità e colpisce Lazarro alla nuca in modo tale da provocargli un infarto.}}
*Pensa a nostro figlio... io gli voglio tanto bene... fa che non diventi come noi... ('''Sasha Hassler''')
::{{spiegazione|Deciso a chiudere i conti una volta per tutte, Sean dà appuntamento alla sua nemesi nella chiesa in cui si è svolto il funerale di Lazzarro, ma Castor ha ordinato a un suo sgherro di prendere in ostaggio Eve, moglie dell'agente dell'FBI. Dalla parte di Sean si schiera Sasha, che non crede a quanto gli dice il finto Archer e gli punta contro la pistola: a complicare ulteriormente le cose entra in scena un altro scagnozzo di Castor, profondamente divertito dalla situazione. Dopo pochi secondi di stallo si scatena una feroce sparatoria che termina con la fuga del criminale, la morte dei due sgherri e il ferimento di Sasha, la quale, morente, chiede a Sean di prendersi cura di "loro" figlio, ricevendo una risposta affermativa dall'agente.}}
*Sono... pronto... Pronto per il grande passo... baby... ('''Castor Troy''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Sasha, Sean insegue la sua nemesi, ma questi ha preso in ostaggio sua figlia Jaime, la quale riesce però a liberarsi pugnalandolo col coltello che lui stesso le aveva regalato. Ferito gravemente, Castor spara su chiunque gli capiti a tiro, riuscendo a rubare un motoscafo; Sean fa altrettanto e nell'inseguimento che segue i due finiscono su una spiaggia. Dopo una colluttazione, Sean riesce a puntare una fiocina contro il suo nemico, ma non riesce a colpirlo per via della sicura: conscio di aver perso, Castor sceglie di beffare un'ultima volta il rivale iniziando a rovinarsi la faccia con un frammento di vetro. Non volendo ritrovarsi a vivere con la faccia della sua nemesi, Sean lo colpisce con un calcio e riesce finalmente ad impalarlo con la fiocina: morente, Castor canticchia la filastrocca che recitava ogni volta che si trovava in punto di morte, per poi spirare.}}
===''[[Fargo]]''===
*Lo rimetta in tasca, prego. E scenda dalla macchina. ('''Poliziotto Statale''')
::{{spiegazione|Su ordine del venditore di auto Jerry Lundegaard, i criminali Carl Showalter e Gaear Grimsrud rapiscono sua moglie Jane: il piano di Jerry infatti è far chiedere un grosso riscatto al suo suocero Wade Gustafson per sistemare alcuni debiti finanziari. Nel viaggio verso il loro rifugio, Carl e Gaear vengono tuttavia fermati da un agente della polizia statale, poiché il primo non ha sistemato una nuova targa sulla macchina che gli ha fornito Jerry: deciso a sbrigare velocemente la vicenda, Carl prova a corrompere l'agente, ottenendo come unico risultato di farlo innervosire. Quando però Jane, legata e imbavagliata sul sedile posteriore, prova a far rumore, il poliziotto la sente e guarda sospettoso all'interno della macchina: temendo di essere scoperti, il fino allora silenzioso Gaear afferra la testa del poliziotto sbattendogliela ripetutamente sul finestrino e, presa una pistola dal cruscotto, gli spara a bruciapelo.}}
*No! Niente Jean, niente soldi! ('''Wade Gustafson''')
::{{spiegazione|Dopo essere stato picchiato dal tramite Shep Proudfoot, che ha ricevuto la visita della poliziotta sulle loro tracce Marge Gunderson, Carl diventa sempre più impaziente e ordina a Jerry di portargli il riscatto per il rapimento. Tuttavia, nel parcheggio scelto come luogo dell'appuntamento arriva lo stesso Wade, che non si fida del genero e pretende di vedere Jean prima di dare il riscatto a Carl: furibondo e stanca dell'intera vicenda, Carl gli spara al petto. Avvicinatosi per prendere la valigetta, il criminale viene inaspettatamente ferito alla faccia da un colpo di pistola di Wade, che aveva preso per precauzione un'arma: dolorante, Carl crivella di colpi il vecchio uccidendolo definitivamente.}}
*Il biglietto d'entrata, per favore! ('''Addetto all'ingresso''')
::{{spiegazione|Mentre Jerry entra nel parcheggio per provare a fermare Wade e sostituirlo nella trattativa, Carl si avvia verso l'uscita: all'ingresso, l'addetto gli chiede gentilmente il biglietto per il parcheggio, ma l'infuriato Carl gli ordina di abbassare la sbarra. Contemporaneamente, Jerry scopre il cadavere di Wade: sconvolto, si dirige velocemente verso l'uscita, ma qui scopre che Carl ha ucciso l'addetto all'ingresso e ha sfondato la sbarra.}}
*Brutto stronzo... è da una settimana che sopporto le tue stronzate, capito? Hai capito? Eh, già. lo stronzo è muto. E quando vedi il tuo amico Shep digli che se lo incontro gli spacco il culo! ('''Carl Showalter''')
::{{spiegazione|Scoperto che i soldi del riscatto sono in realtà molti più di quelli che pensava, Carl nasconde la maggior parte del denaro lungo un tratto della strada e torna al rifugio coi soldi che Jerry aveva promesso a lui e a Gaear: qui scopre che Gaear ha ucciso Jean, che aveva iniziato a strillare mentre il criminale guardava la tv. Divisi i soldi, Carl cede al compagno il suo furgone e decide di prendere la macchina fornita da Jerry: Gaear tuttavia dichiara che anche il veicolo deve essere diviso in due parti. Irritato per questa ennesima sciocchezza, Carl insulta pesantemente il complice e il suo amico Shep, dichiarando che il lavoro è stato il peggiore della sua vita: uscito all'esterno, il criminale fa per salire sull'auto, ma in quel momento Gaear gli salta addosso e lo uccide a colpi d'ascia, furente per gli insulti e deciso a prendere l'auto.}}
===''[[Fratelli (film 1996)|Fratelli]]''===
*Lei ha l'occasione di fare una cosa giusta anziché una sbagliata: è meglio della giustizia! ('''Meccanico''')
::{{spiegazione|Dopo varie ricerche e dopo aver fatto uccidere il suo rivale Gaspare, il gangster Ray Tempio rintraccia finalmente l'assassino del fratello Johnny: si tratta di un giovane meccanico, la cui fidanzata a suo dire è stata violentata da Johnny. Portato il giovane in un luogo isolato, Ray si fa raccontare la verità: il vero motivo per l'omicidio di Johnny è stata una provocazione davanti ad alcuni amici e non una violenza sulla sua ragazza. Deluso dalle bugie del ragazzo e dal fatto che il fratello sia morto per un motivo così stupido, Ray appare stanco e riluttante: il giovane meccanico prova ad approfittarne per salvarsi, ma Ray sceglie comunque di crivellarlo di colpi, essendo consapevole di non poter sfuggire alla sua natura criminale.}}
*Mi hanno colpito...Aiutatemi...Aiuto...Mi fa male...Aiutatemi...Aiuto... ('''Giovanni "Johnny" Tempio''')
::{{spiegazione|Mentre passeggia per strada, il giovane Johnny Tempio viene avvicinato dal giovane meccanico, che da una macchina gli spara al petto: ferito gravemente e circondato dalla folla, il giovane piagnucola e si lamenta per il dolore e per la sua sorte, per poi morire mentre viene portato via.}}
*...E vivere senza i miei fratelli? ('''Cesarino "Chez" Tempio''')
::{{spiegazione|Tornato a casa, Ray rivela all'instabile fratello Chez di aver trovato e ucciso l'assassino di Johnny, ordinandogli di seppellire il corpo: Chez acconsente, ma una volta tornato a casa spara al petto di Ray come niente fosse. Entrato nella stanza in cui si trova il cadavere di Johnny, il folle gli spara due colpi di pistola e si punta l'arma alla testa: sconvolta, la moglie Clara prova a convincerlo a lasciare l'arma, promettendogli tutto l'aiuto possibile, ma Chez dichiara di voler vivere con i suoi fratelli e si spara in testa.}}
*Che ha fatto...? ('''Raimondo "Ray" Tempio''')
::{{spiegazione|Mentre Clara assiste terrorizzata alla morte del marito, Jeannette piange stringendo a sè Ray: ormai in punto di morte, questi chiede mestamente alla moglie se Chez si è suicidato, per poi morire tra le sue braccia.}}
===''[[Fronte del porto]]''===
*Ok, ci vediamo su! ('''Joey Doyle''')
::{{spiegazione|Istigato dal gangster Johnny Friendly e dal suo braccio destro, ovvero suo fratello Charley, il marinaio Terry Malloy arriva sotto la casa di Joey Doyle, suo amico nonché futuro testimone contro Friendly, e lo invita a raggiungerlo sul tetto per sistemare i piccioni a cui badano: sul tetto però Joey si imbatte negli scagnozzi di Friendly che, a differenza di quanto avevano detto a Terry, non si limitano a minacciarlo ma lo buttano giù dal palazzo.}}
Tu stai lontano da me! Forza, alza! ('''Timothy J. Dugan''')
::{{spiegazione|A seguito di una conversazione col fratello e con Friendly, Terry viene a sapere che il marinaio Dugan, convinto da Padre Barry, ha deciso di testimoniare contro i criminali che gestiscono il porto. Il giorno dopo Terry si trova sulla stessa barca in cui vi è Dugan: non volendo che faccia la fine a cui lui stesso ha portato Doyle, Terry tenta invano di metterlo in guardia, ma improvvisamente il carico che i marinai stavano portando fuori dalla stiva con una gru viene fatto cadere, apparentemente in maniera accidentale, cadendo proprio addosso al povero Dugan uccidendolo.}}
*Va bene, andiamo a casa... ('''Charley Malloy''')
::{{spiegazione|Su istigazione di Friendly, Charley si incontra con Terry su un taxi e gli chiede se vuole realmente testimoniare contro il boss: quando il fratello gli risponde affermativamente, Charley prova prima a corromperlo e poi a minacciarlo con una pistola, ma quando Terry gli rinfaccia che è un fallito per colpa sua si sente in colpa e, datagli la propria pistola per difendersi, lo lascia andare. Purtroppo, il taxista è ammanicato con Friendly e, invece di portare a casa Charley, lo conduce in un garage in cui viene ucciso dai sicari di Friendly: il suo cadavere verrà successivamente lasciato sotto la casa di Terry, che piangerà la morte del fratello.}}
===''[[Full Metal Jacket]]''===
*Adesso stammi a sentire, Palla di Lardo. Stammi a sentire bene. Io voglio quell'arma e la voglio subito, adesso tu posi il tuo fucile a terra e fai un passo indietro. Che c'è dentro quella zucca marcia che non funziona mai?! Mamma e papà ti hanno fatto mancare il loro affetto quando eri bambino?! ('''Sergente Maggiore Hartman''')
::{{spiegazione|Il giorno prima della partenza per il Vietnam del suo plotone, il soldato "Joker" sente, durante il suo turno di guardia, degli strani rumori provenire dal bagno degli istruttori: una volta entrato egli scopre con orrore il soldato Leonard "Palla di Lardo" Lawrence, distrutto psicologicamente dal loro istruttore, il sergente Maggiore Harmann. Vedendo il commilitone caricare il fucile, Joker prova invano a parlargli: Palla di Lardo tuttavia continua a sorridere maniacalmente e declama urlando il credo del fuciliere. Sentendo le urla, Hartman irrompe nel bagno e viene informato da Joker della situazione: provando ad usare un tono più calmo e deciso, l'ufficiale prova a convincere la folle recluta ad abbassare l'arma. Palla di Lardo tuttavia non ascolta le richieste e gli punta l'arma contro: infuriato, Hartman cede un'ultima volta alla sua natura violenta e sbraita contro il soldato, venendo immediatamente fucilato al petto.}}
*Io ci sono già...Nella merda! Fino al collo! Spalla sinist, sinist! Spalla dest, dest! Caricare! Questo è il mio fucile! Ce ne sono molti come lui, ma questo è il mio! Il mio fucile è il mio migliore amico! È la mia vita! ('''Leonard "Palla di Lardo" Lawrence''')
::{{spiegazione|alla morte di Hartman, Leonard punta l'arma contro Joker, colpevole di aver partecipato con gli altri camerati ad un pestaggio nei suoi confronti: terrorizzato, il soldato prova a giustificarsi e a calmare l'amico. Continuando a sghignazzare maniacalmente, Palla di Lardo si siede su un water e si punta il fucile alla bocca: nonostante le urla di Joker, Leonard si spara immediatamente alla testa, morendo sul colpo.}}
*Sempre il negretto dietro al grilletto, eh? ('''Soldato "Eightball"''')
::{{spiegazione|Insieme al suo fotografo Raftermann, Joker viene aggregato come reporter militare alla missione del plotone del suo amico "Cowboy": andare in avanscoperta nelle città apparentemente liberate dai nordvietnamiti per liberare la strada ai carri armati. Dopo la morte dei capi, il piccolo gruppo si ritrova nella periferia di una città: non sapendo come proseguire, Cowboy, avendo il grado più alto, decide di mandare il soldato afroamericano "Eightball" in avanscoperta. Fatti pochi metri tuttavia il soldato viene ferito da un cecchino appostato nei ruderi di un palazzo: i suoi compagni non possono che guardare mentre Eightball viene colpito ripetutamente dal nemico, che gli spara in più punti per provocargli una morte lenta e attirare allo scoperto i suoi amici.}}
*Ma che cazzo, sta nella merda! Io vado a prenderlo, voi copritemi! ('''Soldato "Doc Jay"''')
::{{spiegazione|Assistendo al supplizio di Eightball, Cowboy prova a chiamare il quartier generale del loro plotone richiedendo l'intervento dei carri armati: a causa di interferenze tuttavia i mezzi non sono disponibili, isolando di fatto i marines. Non potendo sopportare la vista dell'amico crivellato, il soldato "Doc Jay" si getta a salvarlo: tuttavia il cecchino centra anche lui, per la disperazione dei compagni. Volendo dare una svolta alla situazione, il letale soldato "Animal" riesce a raggiungere le rovine attorno al luogo in cui si trovano i due feriti: per capire meglio la situazione, il soldato chiede a Doc Jay di indicargli la posizione del cecchino.Tremante, il ferito indica un palazzo di fronte alla loro posizione: in quel momento però il cecchino lo crivella di colpi finendolo.}}
*Non ce la faccio, non ce la faccio! Sono morto! Sono morto...Sono... ('''Soldato "Cowboy"''')
::{{spiegazione|Grazie alle indicazioni di Animal Cowboy, Joker, Raftermann e altri soldati riescono ad accedere ad una posizione coperta dalla visuale del cecchino. Comprendendo la gravità della situazione, Cowboy prova a contattare nuovamente il quartier generale: inaspettatamente però il cecchino riesce a colpirlo attraverso una breccia nel muro dietro cui i marines si sono riparati. Mentre Animal tiene a bada il nemico, Joker e altri soldati portano al riparo il ferito: ormai agonizzante, Cowboy si rende conto di star morendo e, disperato, spira tra le braccia dell'amico.}}
*Tu...Spara...Prego...Tu...Spara...Su...Su, spara...Prego... ('''Cecchina Vietnamita''')
::{{spiegazione|Decisi a vendicare gli amici morti, Animal, Joker, Raftermann e gli altri soldati entrano nelle strutture utilizzando dei fumogeni per coprirsi: divisosi dai compagni, Joker si imbatte nel misterioso cecchino, ovvero una ragazzina vietnamita. Provando a spararle, il soldato scopre di avere l'arma scarica, ottenendo come unico risultato quello di metterla in allarme: prima di poter eliminare il nemico tuttavia la ragazza viene crivellata di colpi da Raftermann, su di giri per il primo nemico colpito. Mentre Animal e i compagni vorrebbero farla morire in agonia, Joker prova pena per lei: sentendo come la ragazza lo inviti a spararle, Joker estrae la pistola e le spara, ponendo fine alle sue sofferenze.}}
===''[[Fuoco cammina con me]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Twin Peaks}}
===''[[Gangs of New York]]''===
*Finiscimi... ('''Padre Vallon''')
::{{spiegazione|Decisi a risolvere una volta per tutte i loro contrasti, i criminali William "Bill Il Macellaio" Cutting e Padre Valon, a capo delle rispettive gang dei Nativi e dei Conigli Morti, scatenano una feroce battaglia. Il conflitto è abbastanza equo, ma ad un certo punto Bill riesce a ferire Padre Vallon con uno dei suoi numerosi coltelli. In punto di morte, Vallon prima chiede a Bill di far allontanare suo figlio e poi di essere finito col suo stesso coltello: provando un forte rispetto per il rivale, Bill porta a termine entrambe le richieste.}}
*Addio per sempre, caro figliolo! Non ho mai inferto un colpo sleale o barato al gioco! Possa dio accogliermi in amicizia! ('''Simous''')
::{{spiegazione|A seguito di alcuni gravi disordini, il sindaco di New York William "Boss" Tweed ordina al suo associato, Bill il Macellaio, di trovare un capro espiatorio per la situazione, e Bill fa costituire per svariati crimini quattro comuni ladri, che verranno impiccati davanti a tutti. Prima di morire uno di loro, Simous, chiede di vedere il figlio e fa un discorso in cui ricorda a tutti la sua vita onorevole: le parole commuovono tutti i presenti, che tuttavia non esitano ad applaudire quando Simous e i suoi tre compagni vengono impiccati.}}
*Vieni fuori, ragazzo! Ti ricordi di tuo padre e me? Eri troppo piccolo per ricordarti del tuo vecchio zio jack? Ah, come ci divertivamo! Avanti, lo sai che non ti farò del male... ('''"Happy" Jack Mulraney''')
::{{spiegazione|Dopo esser stato smascherato e pestato da Bill, Amsterdam Vallon decide di vendicarsi riformando la gang dei Conigli Morti. Per prevenire il problema, Il Macellaio gli invia contro il poliziotto di quartiere "Happy" Jack Mulraney, ex braccio destro di Padre Vallon. Inseguito Amsterdam fin dentro la chiesa, il poliziotto prova a far uscire allo scoperto il giovane, che tuttavia riesce a sorprenderlo e a strangolarlo alle spalle: il giorno dopo, il cadavere di Jack viene appeso al palo in cui egli appendeva l'orologio ad ogni inizio di ronda.}}
*Ti prego... Uccidimi... ('''Johnny Sirocco''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di "Happy" Jack, Bill decide di mandare a sua volta un messaggio al rivale. La sera stessa, Amsterdam e la sua ragazza Jenny ritrovano durante una passeggiata il migliore amico del giovane, Johnny Sirocco: il poveraccio è stato prima picchiato e poi impalato ad un cancello da Bill. Soffrendo terribilmente, Johnny chiede all'amico di finirlo: spronato da Jenny, che gli consegna una pistola in mano, Amsterdam è costretto ad uccidere l'amico con un colpo di pistola alla testa.}}
*Sei servito. Il popolo ha parlato. La sola idea di una rappresaglia violenta lo ammutolisce. Vieni qua su, risolviamo le nostre divergenze in modo democratico. ('''Walter "Monk" McGinn''')
::{{spiegazione|Dopo aver scoperto che il candidato di Amsterdam, l'ex Coniglio Morto "Monk" McGinn, è stato eletto come sceriffo, un infuriato Bill si reca all'ufficio dello sceriffo per sfidarlo: tuttavia, con abile parlantina Monk deride i metodi violenti del Macellaio davanti alla folla e lo invita a risolvere la questione da gentiluomini nel suo ufficio. Bill sembra accettare, ma appena lo sceriffo gli volta le spalle gli tira una mannaia nella schiena, sotto lo sguardo inorridito della folla: l'istante successivo, Bill uccide Monk fracassandogli il cranio con la sua stessa mazza.}}
*Grazie a Dio. Ora muoio come un vero americano. ('''William "Bill Il Macellaio" Cutting''')
::{{spiegazione|Mentre le loro gang e i rivoltosi vengono massacrati dai soldati, venuti a sedare i disordini, Bill Il Macellaio e Amsterdam consumano un ultimo duello mortale. Grazie all'esperienza e all'aiuto della nebbia Bill riesce inizialmente a prevalere sul rivale, ma un frammento di granata lo colpisce riequilibrando la situazione. Alla fine, Amsterdam riesce a colpire Il Macellaio con il coltello con cui era stato ucciso suo padre: ringraziato il rivale per il glorioso modo in cui lo ha ucciso, Bill si accascia a terra e muore.}}
===''[[Gangster Squad]]''===
*Perché pensavo fossi un uomo. Ma tu non sei un uomo. Sei marcio. Ah! ('''Tommy Russo''')
::{{spiegazione|Il gangster di Chicago Tommy Russo viene legato a due macchine diverse dal boss Mickey Cohen, che vuole dare un messaggio ai capi di Tommy, facendogli capire che la zona di Los Angeles è sua. Cohen fa dunque partire le due macchine, che tranciano a metà il cadavere di Russo, dato poi in pasto ai lupi.}}
*Signor Cohen, la ringrazio molto, e- e le giuro che non capiterà più. ('''Mitch Racine''')
::{{spiegazione|A causa del sergente O'Mara, il bordello di Mickey Cohen gestito da Mitch Racine e i suoi due complici viene scoperto dall'opinione pubblica. Deciso a distruggerlo, Mickey fa rinchiudere i tre, colpevoli di avergli creato questo disturbo non stando attenti, nell'ascensore mentre fa dare alle fiamme il palazzo.}}
*No, no, Karl, no! Ehi, Karl! Ti supplico! ('''Grimmes''')
::{{spiegazione|Poiché la Gangster Squad ha mandato a monte la consegna di una partita di droga, il responsabile dell'operazione Grimmes fa rapporto a Mickey Cohen. Questi, apparentemente non intenzionato a punirlo, lo fa invece uccidere dal fido braccio destro Karl Lennox, che colpisce Grimmes con un trapano.}}
*Vaffanculo, Mickey... ('''Jack Wharden''')
::{{spiegazione|Scoperto che il poliziotto Jerry Wooters ha una relazione con la sua donna Grace Faraday, il boss Mickey Cohen si reca a casa del gangster amico di Jerry Jack Wharden, dove si nasconde Grace. Qui Jack, deciso a difendere Grace, malmena pesantemente gli uomini di Cohen. Quest'ultimo tuttavia rifiuta di picchiarsi con lui e gli spara slealmente allo stomaco. Jack fa in tempo a insultare Mickey un ultima volta, poi quest'ultimo lo getta nella sua stessa piscina sparandogli.}}
*Sei tu, O'Mara? ('''Karl Lennox''')
::{{spiegazione|Mickey Cohen e il suo braccio destro Karl Lennox stanno fuggendo dal Park Plaza Hotel, in cui si erano rifugiati, quando vengono intercettati da John O'Mara, che uccide la loro scorta e li costringe ad un inseguimento in macchina, che termina con un incidente. Karl allora si appresta ad uccidere O'Mara, responsabile del disastro, quando viene centrato e ucciso dal poliziotto Max Kennard, che aveva colpito in precedenza.}}
*Navidad, vieni, aiutami a mirare. Ricorda: non dov'è quel gran figlio di puttana, ma dove sarà. Bravo, figliolo. ('''Max Kennard''')
::{{spiegazione|Durante la retata al Park Plaza Hotel, il rude poliziotto Max Kennard viene ferito gravemente dal braccio destro di Mickey Cohen, Karl Lennox. Dopo che Cohen, Lennox e il sergente O'Mara hanno l'incidente in macchina e Lennox si appresta ad uccidere il sergente, Keller riesce, con l'aiuto del fido partner Navidad, a colpire il gangster. Dopo aver fatto i complimenti al partner, Keller si accascia a terra e muore.}}
===''[[Il giorno degli zombi]]''===
*Non permettere che succeda... Non permettere che mi succeda! Non voglio essere uno di loro! Uccidimi, ti prego, uccidimi! ('''Soldato Miller''')
::{{spiegazione|Per portare avanti gli esperimenti del dottor Logan, fondamentali per studiare l'epidemia zombi, la dottoressa Sarah si fa aiutare dall'inserviente Miguel e dai soldati Steel, Miller e Johnson per prelevare dal recinto interno della base alcuni esemplari di infetti. Nevrotico e ormai devastato dalla stanchezza e dallo stress, Miguel provoca accidentalmente la liberazione di due zombi: mentre uno lo morde l'altro attacca il soldato Miller, che in preda al panico crivella accidentalmente di colpi Johnson. Steel e Sarah risolvono presto la situazione, ma mentre Miguel può essere salvato dall'infezione con l'amputazione del braccio Miller è ormai condannato: non volendo diventare uno zombi, il soldato prega l'amico Steel di ucciderlo, richiesta che viene prontamente eseguita dal commosso soldato.}}
*No! Lei mi deve ascoltare, capitano! Mi deve ascoltare! ('''Dr Matthew "Frankenstein" Logan''')
::{{spiegazione|Esortato dallo spietato Capitan Rhodes, il folle dr Logan, soprannominato "Frankenstein", mostra ai membri della base il suo ultimo progetto: Bub, uno zombi in grado di compiere rudimentali azioni e di provare un minimo di inteligenza. Già scettico verso questo esperimento, Rhodes scopre una verità ancora più sconvolgente: Logan infatti ha usato i cadaveri dei suoi uomini per i suoi inumani esperimenti. Giunto al punto di rottura, il capitano prende dittatorialmente il potere e pesta Logan, rinchiudendolo in uno sgabuzzino: convinto della bontà del proprio operato, Frankenstein prova a spiegarsi ai militari che tuttavia lo crivellano di colpi sotto lo sguardo sconvolto di Sarah e del dottor Fisher.}}
*Vieni, Bub! Vieni, putrido sacco di merda! Vuoi imparare a sparare, Bub? Ti insegnerò io a sparare! Vieni, sacco di merda! ('''Soldato Steel''')
::{{spiegazione|Ormai impazzito definitivamente, Rhodes uccide Fisher e rinchiude Sarah e il tecnico William nel recinto degli zombi: non si accorge però che Miguel, ormai consapevole che la razza umana è giunta al capolinea, si è sacrificato aprendo agli zombi le porte della base. Mentre Sarah e William scappano col pilota John e i militari vengono massacrati uno ad uno il vigliacco Rhodes si dà alla fuga, venendo invano inseguito dal suo braccio destro Steel: quest'ultimo poi avvista lo zombi intelligente Bub e, desideroso di vendicarsi su di lui e sugli infetti, lo insegue per ucciderlo. In questo modo però Steel si distrae e viene presto circondato e morso dagli zombi: spaventato dall'accerchiamento dei non morti e consapevole di essere comunque destinato a diventare come loro, il militare si fa il segno della croce e si spara in testa.}}
*Avanti....Mangiate! ('''Capitano Henry Rhodes''')
::{{spiegazione|Mentre scappa per la base il capitano Rhodes si imbatte in Bub, che poco prima aveva pianto il cadavere del dottor Logan, da lui visto come un padre: dopo un attimo di esitazione i due fanno per spararsi a vicenda, ma lo zombi è più veloce e riesce a ferire il militare. Insultando la creatura, Rhodes fa per aprire una porta e fuggire ma si ritrova davanti un orda di zombi: terrorizzato, il capitano fa retro-front e prova a correre via, ma si ritrova davanti Bub che gli spara nuovamente contro atterrandolo. Circondato dagli zombi, Rhodes li insulta e gli invita provocatoriamente a mangiarlo: l'istante successivo egli viene fatto a pezzi e divorato dai non morti, il tutto sotto lo sguardo soddisfatto di Bub che ironicamente gli fa il saluto militare appreso da Logan.}}
===''[[Giù la testa]]''===
*Lo vedete quell'albero? ('''Figlio di Juan''')
::{{spiegazione|Il bandito Juan cerca di convincere il dinamitardo appena conosciuto John Mallory a rapinare con lui la banca di Mesa Verde, ma quello rifiuta. Juan si riunisce allora con i suoi figli, cercando di ordire un piano, ma uno di loro si oppone dichiarando che chiunque può usare la dinamite: per farlo, piazza un candelotto di dinamite su un albero, ma sbaglia la lunghezza della miccia e salta in aria.}}
*John, siamo noi John, dove sei? ('''Aschenbach''')
::{{spiegazione|Fuggito da Juan e i suoi figli, John si nasconde nei pressi di una chiesa abbandonata. Una sera tuttavia sente che degli uomini si stanno avvicinando: convinto che si tratti di Juan, John piazza della dinamite nella chiesa, in modo da farlo saltare in aria. Appena gli uomini entrano nella chiesa, inaspettatamente Juan appare alle spalle di uno stupefatto John e fa esplodere la chiesa: gli uomini all'interno erano infatti Aschenbach, datore di lavoro di John, e alcuni poliziotti.}}
*È vostra. C'è una fortuna lì dentro: Danaro, gioielli, titoli... ('''Governatore Jaime''')
::{{spiegazione|Dopo la morte dei loro compagni rivoluzionari, gli ormai disillusi Juan e John si apprestano a lasciare il Messico a bordo di un treno merci. In quel momento però la folla insorge contro i soldati messicani, e sul treno viene messo al sicuro il governatore Jaime, che si ritrova proprio nello scompartimento dei due. Jaime prova invano a corromperli, ma Juan, deciso a vendicare i figli morti e le vittime dell'esercito, lo uccide con due colpi di pistola.}}
*Ma le mie idee non sono cambiate, o credo ancora nelle stesse cose, sempre, e voglio ancora essere utile alla causa! ('''Dottor Villega''')
::{{spiegazione|Per guidare il treno che si dovrà schiantare contro quello delle truppe del colonello Reza viene scelto John, che sceglie come aiutante a sorpresa il dottor Villega, figura di spicco della rivoluzione. Mentre i due muovono il treno carico di esplosivi, John rivela al dottore di conoscere che è stato lui a tradire sotto tortura i compagni. John gli racconta tuttavia della volta in cui uccise un suo amico che era nella medesima situazione, e afferma di voler lasciare al dottore il suo destino. Quando manca poco al frontale col treno di Reza, John incita il compagno a fuggire, ma Villega, colpito profondamente dalle parole dell'amico e desideroso di riscatto, sceglie di rimanere sul treno che si schianta poco dopo.}}
*Amico mio, che grossa fregatura che t'ho dato... ('''John H "Sean" Mallory''')
::{{spiegazione|Vinto l'assalto al treno di Reza, John e Juan si ritrovano e sorridono, ma in quel momento il colonnello ferisce John, venendo a sua volta ucciso dal furioso Juan. L'ex bandito si avvicina all'amico e prova a confortarlo: questi, dopo aver raccontato la fine di Villega, chiede all'amico una sigaretta. Juan si allontana allora per cercare aiuto, ma capisce quasi immediatamente che John vuole suicidarsi utilizzando la sigaretta per accendere la dinamite che porta sempre adesso: voltatosi, Juan fa appena in tempo a gridare il nome di John che quello salta in aria, lasciandolo stupefatto e intristito.}}
===''[[Gomorra (film)|Gomorra]]''===
*Mi sto faciendo a Manicure! (''''O Americano''')
:{{spiegazione|All'inizio del film alcuni camorristi si ritrovano in un piccolo centro abbronzante, esponendosi ad alcune lampade e facendo una manicure, quando un certo punto arrivano alcuni loro amici, che iniziano a scherzare e a chiacchierare con loro. Improvvisamente, i nuovi venuti si scambiano un segno convenuto e massacrano gli amici a colpi di pistola: uno di essi, 'O Americano, viene centrato alla testa mentre si fa fare una Manicure.}}
*Totò? Totò! ('''Maria''')
::{{spiegazione|La feroce faida tra membri del clan DiLauro e Scissionisti raggiunge il suo culmine quando Gaetano, un soldato dei primi, viene ucciso. Come risposta, i membri del clan decidono di fare a loro volta un morto: la scelta ricade sull'innocente Maria, la cui unica colpa è quella di essere la madre dell'assassino di Gaetano. Il giorno dopo la riunione del clan, il piccolo Totò, ragazzino amico di Maria entrato da poco nel clan, invita la donna ad uscire di casa e si allontana: uscita, Maria prova a chiamarlo, ma viene uccisa alle spalle dagli uomini del clan.}}
*Tutto a posto, Don Cì'. Son quattro. ('''Soldato dei DiLauro''')
::{{spiegazione|Venuto a sapere della morte dell'amica Maria, Don Ciro, uomo dei DiLauro che si occupa di dare soldi alle famiglie degli affigliati morti o in carcere, capisce che non tira aria buona e decide di passare dalla parte degli Scissionisti. Questi ultimi però dichiarano che lo accoglieranno tra le loro fila solo con un'operazione grossa. Il giorno dopo, Ciro va nel posto in cui ritira i soldi e, salutato il criminale che si occupa della conta, prende la propria parte quando irrompono gli Scissionisti, che massacrano il contabile e tutti gli uomini di guardia del deposito, lasciando vivo solo Ciro e rubando tutti i soldi.}}
*'''Marco''': Oh Ciro, iàmu? <br/>'''Ciro "Pisellino"''': Iàmu. Veni cà, veni!
::{{spiegazione|Nonostante vari avvisi e un pestaggio, i giovani criminali in erba Marco e Ciro "Pisellino" continuano a commettere atti criminali nella zona del Clan dei Casalesi. Un giorno, i due vengono avvicinati da Zio Vittorio, anziano capoclan, che, ritenendoli ragazzi coraggiosi, gli commissiona l'omicidio di un tale Peppe 'O Cavallaro, in cambio di denaro e protezione. Il giorno dopo, i due giovani criminali pedinano 'O Cavallaro fino ad una serie di baracche su una spiaggia: Ciro e Marco si preparano ad attaccarlo, ma da una baracca alle loro spalle escono due sicari dei Casalesi che li crivellano di colpi sotto lo sguardo soddisfatto di Zio Vittorio, organizzatore dell'agguato.}}
===''[[Il Grinta (film 2010)|Il Grinta]]''===
*Se vuoti il sacco io ti ammazzo! ('''Emmett Quincy''')
::{{spiegazione|Sulle tracce della banda di "Lucky" Ned Pepper, in cui è entrato da poco Tom Chaney, assassino di suo padre, Mattie Ross e il suo sicario, il marshal ubriacone Rooster Cogburn, si imbattono in una capanna abitata: insospettendosi, i due scoprono che all'interno vi sono due scagnozzi di Lucky Ned, Emmett Quincy e Moon. Dopo un conflitto a fuoco, i due riescono ad avere la meglio sui fuorilegge: vedendo che Moon è rimasto ferito alla gamba, Cogburn gli promette di curarlo a patto che gli rivela quanto sa sul loro capo. Nonostante le invettive del complice, Moon decide di rivelare tutto: infuriato, Quincy lo pugnala alla mano e al petto, venendo immediatamente colpito alla testa da Cogburn.}}
*Ci incontreremo più tardi...Camminando nella gloria del Signore... ('''Moon''')
::{{spiegazione|Ferito gravemente da Quincy, Moon rivela comunque la posizione di Lucky Ned e Chaney: in cambio, egli dovrà ricevere una dignitosa sepoltura. Come ultima richiesta, Moon chiede a Mattie di spedire una lettera a suo fratello, un predicatore, che confida di reincontrare in paradiso: l'istante successivo, il povero bandito spira.}}
*Allora, Rooster, mi hai riempito di piombo. Direi che nessuno di noi vedrà il giudice Parker... ('''"Lucky" Ned Pepper''')
::{{spiegazione|Mentre il texas ranger La Boeuf salva Mattie, tenuta in ostaggio da Chaney, Cogburn affronta in duello Lucky Ned e i suoi tre scagnozzi: con grande coraggio e abilità, il marshall riesce ad uccidere i tre e a ferire gravemente Lucky Ned, che però riesce a colpire il suo cavallo facendolo cadere a terra. Conscio di essere prossimo alla morte, il bandito decide comunque di portare all'inferno con se Cogburn: prima di potergli dare il colpo di grazia però Lucky Ned viene centrato da un colpo di fucile di La Boeuf.}}
*Tuo padre era un ficcanaso come te! Onestamente non mi pento di avergli sparato! Pensava che Tom Chaney contasse poco. E tu? Tu mi faresti una dichiarazione? Siete tutti contro di me! ('''Tom Chaney''')
::{{spiegazione|Rimasto solo con Mattie, Chaney decide di strangolarla per evitare che possa portarlo davanti ad un tribunale: fortunatamente il criminale viene stordito da La Boeuf, giunto a salvare la ragazzina. Dopo la morte di Lucy Ned, i due esultano ed elogiano Cogburn, ma La Boeuf viene a sua volta tramortito dal rinvenuto Chaney: preso il fucile dell'amico prima del fuorilegge, Mattie spara a Chaney nel petto, uccidendolo una volta per tutte.}}
===''[[Guerre stellari]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Guerre stellari}}
===''[[Il gladiatore]]''===
{{cronologico}}
*Commodo... le tue mancanze come figlio sono il mio fallimento come padre... figlio mio. ('''Marco Aurelio''')
::{{spiegazione|L'imperatore Marco Aurelio pronuncia queste parole poco prima di essere ucciso dal figlio Commodo, che lo soffoca col suo stesso petto, furioso perché ha scelto Massimo come suo erede al posto di suo figlio.}}
*Ombra e polvere! ('''Proximo''')
::{{spiegazione|Proximo, ex gladiatore e lanista di Massimo, esclama queste parole poco prima di essere ucciso in combattimento insieme agli altri gladiatori dai pretoriani che gli hanno assaltato la caserma.}}
*Quinto, dammi la tua spada! [...] Una spada! Datemi una spada! ('''Commodo''')
::{{spiegazione|Sebbene avvelenato da Commodo col suo stiletto, Massimo Decimo Meridio riesce a disarmare il malvagio imperatore. Disperato, Commodo chiede un'altra spada, dapprima a Quinto, che però, capendo finalmente la natura abietta e subdola di Commodo, non acconsente, e poi ai pretoriani che però, su ordine di Quinto, non intervengono. Furioso, Commodo, cercando di approfittare dell'agonia di un ormai morente Massimo, estrae allora il suo stiletto e si avventa sul gladiatore, che contrattacca e ritorce lo stiletto contro l'imperatore, il quale, trafitto mortalmente alla gola, cade infine morto.}}
*Lucio è salvo? ('''Massimo Decimo Meridio''')
::{{spiegazione|Massimo, in punto di morte a causa del veleno inflitto dallo stiletto di Commodo prima del loro scontro finale, rivolge queste parole a Lucilla, inginocchiatasi di fianco a lui. Il riferimento è al figlio di Lucilla.}}
===''[[La grande abbuffata]]''===
{{cronologico}}
*Dovrei restare qui? Siete pazzi... Pazzi furiosi! ('''Marcello''')
::{{spiegazione|Dopo aver accusato un calo della libido, Marcello capisce come l'idea di suicidarsi mangiando con gli amici Ugo, Michel e Philippe fino a morire sia ridicola e grottesca e decide di abbandonare la villa in cui si trovano, utilizzando una vecchia Bugatti che nei giorni passati nella villa ha rimesso a nuovo. Il giorno dopo, Michel si alza di buon mattino e, sconvolto, trova il cadavere di Marcello, rimasto assiderato nella fredda notte senza neanche partire.}}
*Mi dispiace, mi dispiace Andréa... Ma non ho più fame... ('''Michel''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Marcello, gli amici superstiti e la loro accompagnatrice Andréa fanno colazione con una speciale torta preparata da Ugo e dedicata alla donna e al suo deretano. Michel, stipato all'inverosimile e sofferente di aerofagia, rifiuta garbatamente la torta e, dopo un'ultima suonata al pianoforte, si accascia morente nel terrazzo.}}
*Ti lascio la cupola del patè... Come ricordo... ('''Ugo''')
::{{spiegazione|Per cena Ugo, cuoco di fama stellare, prepara il suo capolavoro culinario, un piatto a forma di Cupola di San Pietro composto da fegato d'oca, d'anatra e di pollo. Il piatto però viene rifiutato da Andréa e Philippe, ormai sazi, ed è il solo Ugo a cibarsene: quando inizia ad affaticarsi, si sdraia sul tavolo della cucina e continua a farsi imboccare da Philippe fino alla morte.}}
*Ho freddo... Ho freddo... ('''Philippe''')
::{{spiegazione|Il giorno dopo la morte dei tre amici, Philippe si fa portare dall'amata Andréa su una panchina nel parco della villa e inizia a mangiare l'ultima portata, un dolce a forma di seni creato dalla donna. Mentre i fornitori appena arrivati appendono, su ordine di Andréa, le carni agli alberi del parco, Philippe finisce il dolce e, abbracciata la donna amata, muore stroncato dal diabete.}}
===''[[Il grande sonno]]''===
*Beh, potremmo metterci d'accordo. ('''Joe Brody''')
::{{spiegazione|Dopo che le sorelle Sternwood se ne sono andate con le foto compromettenti, Marlowe resta con i due ricattatori, Agnes e Joe Brody. Egli gli chiede informazioni sul suo caso, ma Brody dichiara di non sapere nulla. In quel momento suonano alla porta, e Brody và ad aprire. Appena aperta la porta, Brody cade a terra, colpito da dei colpi di pistola: l'assassino si rivelerà essere Karl, il braccio destro nonché amante di Arthur Gaiger, convinto che fosse stato Brody ad uccidere il suo capo.}}
*Uh, niente. ('''Henry Jones''')
::{{spiegazione|Il giovane Henry Jones, fidanzato della ricattatrice Agnes, propone a Marlowe di vendergli un'informazione su dove si trovi la moglie del boss Eddie Mars, da tutti creduta scappata con Rusty Regan. Marlowe si reca di notte all'appuntamento, ma non può fare altro che spiare la conversazione tra Jones e il braccio destro di Mars, Lash Canino. Quest'ultimo costringe con la forza Henry a farsi dare l'indirizzo di Agnes. Ottenuto quello che voleva, Canino dà dell'acqua ad Henry, stremato dall'interrogatorio, per poi andarsene amichevolmente. Marlowe allora entra in scena, ma non può fare altro che assistere alla morte di Jones, avvelenato da Canino tramite il bicchiere d'acqua.}}
*Fa quello che ti ho detto! ('''Lash Canino''')
::{{spiegazione|Imprigionato nel rifugio della signora Mars, Marlowe convince Vivian Stenwood a liberarlo. Marlowe si apposta allora dietro alla sua macchina, armato di pistola. Lash Canino e il suo scagnozzo Art si mettono allora sulle sue tracce. Vivian, decisa ad aiutare Marlowe, fa credere a Canino che Marlowe sia all'interno della macchina. Così, mentre Canino spara inutilmente all'interno della macchina, Marlowe sbuca fuori e uccide il criminale con due colpi di pistola al petto.}}
*No, non sparate, no! ('''Eddie Mars''')
::{{spiegazione|Dopo aver fatto circondare il nascondiglio di Marlowe e Vivian dai suoi scagnozzi, il boss Eddie Mars li raggiunge e li minaccia, avvertendoli che al primo sparo i suoi scagnozzi uccideranno chiunque esca dalla porta. Tuttavia, Marlowe riesce a rubargli la pistola, e attua un astuto stratagemma: dopo aver sparato un paio di colpi in aria, costringe Eddie ad uscire dalla porta. Appena compiuta l'azione, Eddie cerca di chiarire l'equivoco con i suoi uomini, ma questi, scambiandolo per Marlowe, lo eliminano.}}
===''[[Gravity]]''===
*Serve aiuto? ('''Shariff''')
::{{spiegazione|Mentre si trovano nello spazio per alcuni controlli di manutenzione ad un telescopio, gli astronauti Stone, Kowalskii e Shariff ricevono la notizia che a causa della distruzione di un satellite russo è stata provocata una tempesta di detriti che presto li colpirà. Nel rientro, Stone ha delle difficoltà e Kowalskii prova a soccorrerla: Shariff offre anche il suo aiuto, ma in quel momento viene colpito da uno dei primi detriti, che gli stacca via mezza faccia uccidendolo.}}
*Abbiamo perso Houston, ripeto: abbiamo perso Houston. ('''Comandante Explorer''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Shariff, gli astronauti a bordo dell'Explorer cercano di ricontattare Houston, ma le comunicazioni vengono interrotte. In quel momento Stone si perde nello spazio: Kowalskii la segue, salvandola. Quando i due tornano all'Explorer, lo trovano distrutto e scoprono che tutto l'equipaggio è morto assiderato.}}
*Ehi Ryan, dovresti vedere il sole sul Gange. è bellissimo. ('''Matt Kowalskii''')
::{{spiegazione|Raggiunta la stazione spaziale internazionale distrutta, Matt Kowalskii e Ryan Stone rischiano di finire nello spazio aperto, ma fortunatamente Stone riesce ad aggrapparsi al paracadute della stazione. Kowalskii, capendo che presto potrebbe trascinare Stone nello spazio con lui, si sacrifica sganciando il collegamento fra di loro: dopo aver aiutato Stone ad entrare nei resti della stazione, Kowalskii si lascia andare nello spazio aperto.}}
===''[[Grindhouse - Planet Terror]]''===
*Ho giurato ai miei uomini che avrei fatto tutto quanto in mio potere per farli sopravvivere... ed è quello che intendo fare... Capito? Non ho avuto scelta! ('''Tenente Muldoon''')
::{{spiegazione|Mentre avanzano nella base dei soldati infetti, Abby e El Wrey trovano il loro capo, il tenente Muldoon. Questi spiega come in una missione in Afghanistan si imbatterono nel gas DC-2 che li infettò e di come abbia voluto infettare l'intera popolazione per trovare una cura per i suoi uomini. La deformazione colpisce presto l'uomo rendendolo un orribile mutante e El Wray e Abby, commossi dal suo racconto, pongono fine alle sue sofferenze crivellandolo di colpi.}}
*No, vaffanculo il gas, cazzo! Devo solo cercare di fare in fretta! ('''Soldato stupratore''')
::{{Spiegazione|Cherry e Dakota sono state portate in disparte da due soldati. Le due si sentono al sicuro, ma improvvisamente uno dei militari si rivela essere uno stupratore infetto. L'essere prova ad abusare delle due, ma in quel momento arrivano Abby e El Wrey che sostituisce la gamba di legno di Cherry con un Fucile d'assalto: la ragazza così prima scioglie il pene e i genitali del soldato infetto e poi lo uccide con un colpo di missile.}}
*Vado io... ('''Abby''')
::{{spiegazione|Riusciti a scampare ai soldati, i protagonisti sono costretti a rimanere in un angolo poiché nel cortile della base militare ci sono molti infetti. Wray propone di morire in combattimento, ma Abby dichiara che loro sono l'unica salvezza per l'umanità. L'unica altra speranza per il gruppo è raggiungere l'elicottero nel cortile della base: Abby prova a farsi strada, ma fatti pochi passi viene colpito da un proiettile alla testa morendo.}}
*'''J.T.''': Ma non dimenticare che la ricetta te la devi portare nella tomba. <br/>'''Sceriffo Hague''': Credo di potertelo assicurare... Santa miseria...
::{{Spiegazione|Lasciati indietro dai compagni, lo sceriffo Hague e il fratello, il cuoco J.T., Sono all'interno della base militare, feriti gravemente. Per confortare il fratello, J.T. si decide finalmente a rivelare al fratello la ricetta texana per le costolette, tramandata nella loro famiglia da generazioni. Subito dopo Hague muore e J.T., dopo una risata isterica, attiva gli esplosivi preparati in precedenza, distruggendo la base e facendosi saltare in aria con molti infetti, in modo da salvare i propri amici.}}
*E così sarà... Te lo prometto... Non sbaglio mai un colpo! Non ti preoccupare, piccola, troverai la tua strada... ('''El Wray''')
::{{Spiegazione|Mentre fugge verso l'elicottero con i compagni, Wray nota che l'amata Cherry sta per essere colpita alle spalle da un soldato infetto: l'uomo crivella di colpi il mostro, che però fa in tempo a colpirlo prima di morire. Accortasi della situazione, Cherry stringe piangendo l'amato, ma questi la rassicura e le assicura che, attraverso il figlio che Cherry avrà da lui, loro resteranno sempre insieme, per poi spirare.}}
===''[[Halloween, la notte delle streghe]]''===
*Michael! ('''Judith Myers''')
::{{spiegazione|Nella notte di Halloween del 1963, la giovane Judith Myers aspetta che i genitori e il fratellino Michael siano usciti per invitare il suo ragazzo, con cui ha presto un rapporto sessuale. Nella casa però torna di nascosto il piccolo Michael: il bambino aspetta pazientemente che il fidanzato della sorella se ne sia andato e, preso un coltello, la raggiunge in camera. La ragazza, che nel frattempo si stava rivestendo, prova a scacciarlo via, ma inaspettatamente Michael assale e pugnala follemente Judith.}}
*"Oh Paul, adesso arrivo Paul!" ('''Annie Brackett''')
::{{spiegazione|Decisa ad uscire col suo ragazzo Paul, la giovane Annie manda la bambina a cui deve fare da babysitter, Lynsday, a casa dei Doyle, in cui la sua amica Laurie sta facendo da babysitter a sua volta. Mentre si prepara ad uscire canticchiando, la ragazza nota che la macchina non si apre bene. Tornata dopo aver preso le chiavi in casa, la macchina si rivela essere aperta: entrata, Annie non fa in tempo a mettere in moto che viene attaccata dallo psicotico Michael Myers, che le taglia brutalmente la gola.}}
*Ok, Lynda, ora però vieni fuori! ('''Bob Simms''')
::{{spiegazione|Dopo aver fatto l'amore nella casa in cui Annie faceva la babysitter, i giovani Lynda e Bob hanno sete, e il ragazzo va a prendere della birra in frigo. Mentre si trova nella cucina al buio, il ragazzo sente strani rumori. Convinto che sia uno scherzo di Lynda, il ragazzo la invita ad uscire. Mentre apre una porta dietro cui pensa ci sia la ragazza viene però attaccato da Michael Myers: il killer solleva Bob prendendolo per la gola e, per finirlo, lo impala contro il muro col suo coltello.}}
*Ora chiamo Laurie e mi faccio dire dove sono Annie e Paul. Questo scherzo non mi piace! ('''Lynda van deer Klok''')
::{{spiegazione|Mentre si trova a letto, Lynda vede arrivare in camera una figura mascherata da fantasma con un paio di occhiali in faccia, che la ragazza identifica in Bob. La ragazza però inizia a preoccuparsi, visto che il ragazzo non dice nulla e non le ha portato la birra richiesta: convinta che sia tutto uno scherzo, Lynda decide di chiamare l'amica Laurie per farsi dire dove siano gli amici Annie e Paul, ma mentre compone il numero viene attaccata e strangolata alle spalle dal figuro, in realtà Michael Myers.}}
===''[[Harry Potter]]''===
*Cos'è questa magia?! ('''Quirinus Raptor''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e la pietra filosofale]]'' (2001). Superate alcune prove, Harry riesce a raggiungere la stanza in cui si trova la pietra filosofale, ma viene intercettato dal professore di difesa contro le arti oscure, Raptor. Egli infatti è sempre stato sotto il controllo dello spirito di Voldemort, che vive attaccato a lui e che necessita della pietra per tornare in vita. Harry riesce a prendere la pietra, ma viene attaccato da Raptor. Tuttavia, grazie all'incantesimo di protezione creato dalla madre Lily in punto di morte, Harry riesce a polverizzare il professore toccandolo.}}
*Che cosa fai? Fermo!! No!!! ('''Tom Riddle''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e la camera dei segreti]]'' (2002). Dopo la cruenta battaglia contro il basilisco, Harry riesce a salvarsi dal veleno della letale bestia grazie a Fenny, fenice di Silente. Egli viene comunque schernito dallo spirito del diario di Tom Riddle, vero responsabile di tutto, in quanto ucciderà comunque lui e Ginny Wisley. Harry tuttavia con prontezza di riflessi afferra un artiglio del defunto basilisco (che gli si era infilzato nel braccio mentre questi stava uccidendo il basilisco) e, deciso a sbarazzarsi del malefico artefatto, pugnala il diario distruggendo lui e lo spirito di Riddle.}}
*Chi sei? Che cosa vuoi? ('''Cedric Diggory''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e il calice di fuoco]]'' (2005). Harry e il giovane membro di Tassorosso Cedric Diggory riescono a vincere il torneo tremaghi, raggiungendo la coppa del vincitore. Poiché hanno vinto a pari merito i due afferrano simultaneamente la coppa, ma inaspettatamente questa si rivela essere una passaporta che teletrasporta i due in un luogo misterioso, che si rivela essere il cimitero di famiglia dei Riddle. Quivi i due trovano un indebolito Voldemort e il suo aiutante, Codaliscia, intenti a mettere in atto il rituale per ridare un corpo forte al Signore Oscuro: Harry è necessario per il rito, ma Cedric è di intralcio e viene perciò ucciso immediatamente da Codaliscia tramite un Avada Kedavra (l'anatema che uccide), sotto lo sguardo sconvolto di Harry.}}
*Bel colpo, James! ('''Sirius Black''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e l'Ordine della Fenice]]'' (2007). Al ministero della magia Harry e i suoi amici stanno per soccombere ai Mangiamorte, che pretendono la profezia in cui si parla di Harry e Voldemort. Ad aiutare i giovani intervengono fortunatamente alcuni membri dell'Ordine della Fenice, tra cui il padrino di Harry, Sirius Black. Questi aiuta personalmente Harry e gli fa i complimenti quando il giovane sconfigge il capo dei Mangiamorte, Lucius Malfoy. L'entusiasmo però dura poco: Bellatrix Lestrange, cugina di Black nonché più potente e sadica tra i Mangiamorte, e seguace più di Voldemort, scaglia il suo Avada Kedavra contro Sirius, che muore sotto lo sguardo disperato di Harry.}}
*Severus... Ti prego. ('''Albus Silente''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e il principe mezzosangue]]'' (2009). Tornato dalla propria missione con Harry, Silente avverte che i mangiamorte stanno per raggiungerlo e ordina dunque ad Harry di nascondersi. Appena il giovane si nasconde nel sottoscala che porta sulla torre di astronomia, Draco Malfoy irrompe nella stanza e disarma Silente. Il preside prova a far ragionare il giovane, ma in quel momento arrivano altri mangiamorte per assistere l'omicidio di Silente da parte di Draco, che tuttavia è riluttante. Mentre i malvagi discutono tenendo in ostaggio Silente, Harry vede avvicinarsi di soppiatto Piton, e convinto che voglia aiutare il preside lo lascia passare. Tuttavia Piton si rivela un mangiamorte e uccide il preside. Si scoprirà in seguito che Piton lavorava per Silente e lo aveva finito su sua esortazione, in quanto il preside era ammalato da tempo per colpa degli Horcrux.}}
*È un bellissimo posto dove stare con gli amici! Dobby è felice: adesso è con il suo amico Harry Potter! ('''Dobby''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1]]'' (2010). Dopo esser fuggiti dalle celle dei Malfoy grazie all'elfo Dobby, Harry, Ron, Hermione, Luna, il folletto Unci Unci e Dobby provano a fuggire grazie ad un teletrasporto creato dall'elfo. Tuttavia, prima che il vortice svanisca la perfida Bellatrix Lestrange riesce a lanciarci un pugnale dentro. Arrivati a Villa Conchiglia, casa del fratello di Ron Bill, i fuggitivi sembrano felici, ma si accorgono presto dell'amaro prezzo della fuga: Dobby infatti è stato colpito alla schiena dal pugnale di Bellatrix e spira tra le braccia di Harry.}}
*Mio signore? ('''Pius O'Tusoe''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2]]'' (2011). Dopo la tremenda battaglia di Hogwarts, l'esercito dei mangiamorte si raduna all'esterno del castello, dove si trova Voldemort. Qui tuttavia il signore oscuro si rende presto conto che Harry e i suoi amici sono riusciti a distruggere due dei suo Horcrux e che gliene resta solo uno, il serpente Nagini. Vedendo il suo padrone arrabbiato uno dei suoi mangiamorte, il ministro della magia Pius O'Tusoe, prova a chiedergli cosa succeda, ma Voldemort lo uccide furiosamente seccato.}}
*Avada Kedavra! ('''Gregory Goyle''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2]]'' (2011). Mentre si svolge la battaglia di Hogwarts, Harry, Ron e Hermione entrano nella stanza delle necessità, in cui è nascosto il diadema di Helena Corvonero, ulteriore Horcrux di Voldemort. Trovato l'artefatto, il gruppo si imbatte in Draco Malfoy e nei suoi scagnozzi Blaise Zabini e Gregory Goyle: i sei si combattono a vicenda, e nella battaglia Goyle scatena un potente fuoco magico, l'Ardemonio, che però non riesce a controllare e che inizia presto a divorare la stanza. Mentre Harry e i suoi amici riescono a scappare, Draco, Blaise e Goyle provano ad arrampicarsi su una pila di oggetti presenti, ma Goyle perde presto l'equilibrio e viene risucchiato dal suo stesso fuoco.}}
*Guardami. Hai gli occhi di tua madre. ('''Severus Piton''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2]]'' (2011). Voldemort dà appuntamento al suo principale mangiamorte, Piton. All'incontro, che avviene nella darsena di Hogwarts, assistono in segreto anche Harry, Ron e Hermione. Qui Voldemort spiega che non può usare la bacchetta di sambuco poiché Piton, avendo ucciso Silente, ne è il vero proprietario, e ordina al serpente di pugnalarlo per ucciderlo. Andatosene Voldemort, Harry e i suoi amici irrompono nella stanza e provano ad assistere l'ex professore, ma Piton si limita ad osservare gli occhi di Harry, identici a quelli della madre Lily, per poi spirare. Come si scoprirà in seguito, Piton aveva sempre praticato un doppio gioco per conto di Silente, poiché era da sempre innamorato della madre di Harry.}}
*Io ho ucciso Piton! ('''Lord Voldemort''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2]]'' (2011). Mentre Harry Potter e Lord Voldemort e Harry si affrontano per lo scontro finale, Naville Paciock riesce ad uccidere il serpente Nagini, rendendo di fatto il signore oscuro potenzialmente mortale. Il terribile mago riesce tuttavia con la sua abilità a mantenere il duello con Harry, rivelando di essere ormai invincibile per via della bacchetta di sambuco. Harry tuttavia gli spiega come, avendo disarmato Draco Malfoy che a sua volta aveva disarmato Silente, è in realtà lui il proprietario della bacchetta più potente del mondo. Voldemort furioso prova ad attaccare Harry con un Avada Kedavra, che il ragazzo riesce a fermare con un altro incantesimo: tuttavia la sua bacchetta non lo riconosce come padrone e gli ritorce contro l'incantesimo disintegrandolo.}}
===''[[Hellboy]]''===
*Io so come chiamarlo. Lo chiamo... Figlio. Sono pronto. ('''Trevor Bruttenholm''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy (film)|Hellboy]]'' (2004).}}
*Figliolo, guarda cosa hai fatto. Hai ucciso me, un uomo insignificante. Ma hai fatto nascere... un dio... ('''Rasputin''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy (film)|Hellboy]]'' (2004). Rasputin rivolge queste parole a [[Hellboy]] che lo aveva trafitto mortalmente poco prima. Dal cadavere di Rasputin fuoriuscirà poi un gigantesco Behemoth tentacolare, che Hellboy dovrà affrontare.}}
*L'inferno non può avere sorprese. ('''Ilsa von Haupstein''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy (film)|Hellboy]]'' (2004).}}
*Dammi la mano. È bellissimo. ('''Principessa Nuala''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy: The Golden Army]]'' (2008).}}
*Nuala, sorella mia. ('''Principe Nuada''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy: The Golden Army]]'' (2008).}}
*La fine sta arrivando... ('''Esteban Ruiz''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy (film 2019)|Hellboy]]'' (2019).}}
*È ancora qui!! ('''Lady Elizabeth Hatton''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy (film 2019)|Hellboy]]'' (2019).}}
*Non è giusto!!! Vaffanculo, Hellboy!!! ('''Gruagach''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy (film 2019)|Hellboy]]'' (2019).}}
*Non è ancora finita! Noi siamo destinati l'uno all'altra! Ci rincontreremo l'ultimo giorno della fine del mondo! ('''Nimue la Regina di Sangue''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Hellboy (film 2019)|Hellboy]]'' (2019).}}
===''[[The Hateful Eight]]''===
*Tu... hai conosciuto davvero mio figlio? ('''Generale Sandford Smithers''')
::{{spiegazione|Volendo uccidere il Generale Sandford Smithers, assassino di soldati di colore durante la guerra, pur rimanendo nei confini della legalità, il maggiore Marquis Warren mette una pistola di fianco al generale e inizia a raccontare di come anni prima avesse catturato il figlio di Smithers, e poi lo avesse denudato, torturato, costretto a praticargli una fellatio e ucciso. Il generale, preso dalla rabbia e dall'umiliazione, cerca di sparare a Warren, ma quest'ultimo gli spara, teoricamente per legittima difesa, uccidendolo.}}
*Mannix, il caffè!!! ('''John Ruth''')
::{{spiegazione|Mentre tutti sono distratti dalla morte del generale Smithers, qualcuno avvelena il caffè, venendo visto solo da Daisy Domergue, che poco dopo nota compiaciuta come il suo aguzzino John Ruth e il postiglione O.B gustino la bevanda. Il prossimo che sta per bere il caffè è Chris Mannix, ma si interrompe quando O.B e Ruth iniziano a vomitare sangue: Ruth allora toglie dalle mani di Mannix il caffè e inizia a picchiare violentemente Daisy, che però gli ruba una pistola e gli spara al petto uccidendolo.}}
*Ascolta. lavoro qui solo da poco. Qualunque cosa Minny vi abbia fatto, io non c'entro niente. ('''Charly''')
::{{spiegazione|Ferito gravemente da Marco il messicano, il garzone Charly riesce comunque a scampare alla strage operata da Jody e i suoi scagnozzi nascondendosi in un ripostiglio annesso alle stalle. Viene però presto raggiunto dal criminale Grouch Douglas, che gli punta contro un fucile. Nonostante le suppliche del garzone, Douglas fredda Charly.}}
*Come stai, demente? ('''Jody Domingre''')
::{{spiegazione|Dopo aver ferito il maggiore Warren con un colpo ai testicoli, Jody Domingre viene costretto ad uscire disarmato dalla cantina dell'emporio di Minny. Uscito allo scoperto, Jody insulta affettuosamente la sorella Daisy, riuscendo a tranquillizzarla. Ma in quel momento, il maggiore Warren, desideroso di vendetta, uccide Jody con un colpo alla testa sotto gli occhi disperati della sorella Daisy e degli amici Pete e Grouch.}}
*L'accordo è ancora valido, Chris. Non hai fatto niente che non possiamo perdonare. Ha fatto tutto quel negro: se tu lo ammazzi prendi il mio corpo, aspetti nella neve con Daisy e... Argh! Brutto stronzo! ('''Pete Hicox/Oswaldo Mobray''')
::{{spiegazione|Daisy cerca di convincere Chris Mannix a uccidere Warren per poi lasciare liberi lei e i suoi complici prendendosi il cadavere di Marco il messicano per intascare la sua taglia. Warren, però, fa notare come il cadavere di Marco, a cui ha fatto saltare il cranio, sarà ormai irriconoscibile. Pete Hicox, ferito gravemente, propone allora di prendere il proprio corpo, essendo consapevole di morire a breve. Viene però subito ucciso da Warren per farlo tacere.}}
*Quindici assassini in tutto. ('''Grouch Douglas/Joe Cage''')
::{{spiegazione|Approfittando della distrazione di Warren dovuta all'omicidio dell'amico Pete, il criminale Grouch Douglas cerca di uccidere Warren e Mannix con una pistola nascosta, ma i due prontamente gli sparano contro uccidendolo.}}
*E allora creperai su questa montagna, perché mio fratello Jody guida un esercito di uomini! ('''Daisy Domergue''')
::{{spiegazione|Daisy tenta inutilmente di convincere Mannix a uccidere Warren, cercando di intimorirlo con la minaccia di altri membri della banda di Jody. Mannix tuttavia non le crede e decide di eliminarla con un colpo di pistola. Warren tuttavia, per onorare la memoria di John Ruth, gli propone di impiccarla. I due così impiccano Daisy, uccidendola una volta per tutte.}}
*'''Chris Mannix''': "La mia cara vecchia Mary"... questo è un bel tocco.<br/>'''Warren''': Si... Grazie.
::{{spiegazione|Dopo aver ucciso Daisy, Mannix chiede a Warren di fargli leggere la famosa lettera che Abramo Lincoln gli aveva scritto, in realtà rivelatasi falsa. Mannix la legge e si commuove profondamente, sopratutto sul finale, e fa i complimenti a Warren, con cui ha stretto nelle ultime ore una solida amicizia. I due, ormai agonizzanti per via delle ferite e del freddo, si mettono ad aspettare la morte.}}
===''[[Heat - La sfida]]''===
*Non lasciarmi così, Neil... Ti prego, soffro troppo... Non lasciarmi così... ('''Trejo''')
::{{spiegazione|Messo al sicuro l'amico Chris, ferito gravemente durante la sparatoria alla banca, il rapinatore Neil si reca da Trejo, l'unico membro della banda che pur conoscendo il piano del colpo non aveva partecipato. Arrivato all'appartamento di Trejo, trova una macabra scena: la moglie dell'amico è stata uccisa e Trejo stesso è in fin di vita. Il messicano spiega a Neil come fosse stato costretto da Weingro, inviato da Steven Van Zent, a rivelare il piano del colpo: in questo modo Van Zant e Weingro avrebbero denunciato il tutto alla polizia per vendicarsi. Weingro aveva poi ucciso la moglie di Trejo. Consapevole di essere al capolinea, Trejo chiede all'amico di finirlo, e un riluttante Neil acconsente, ponendo fine alle sofferenze del compagno.}}
*E perché lo dovrei sapere? ('''Steven Van Zant''')
::{{spiegazione|Desideroso di vendicare l'amico Trejo, Neil si reca dall'affarista Steven Van Zant, vero responsabile del fallimento del colpo. Entrato nella villa di Van Zant, Neil gli chiede dove sia Weingro. Van Zant, terrorizzato, dichiara di non sapere dove sia il criminale: non avendo più motivi per tenerlo in vita, Neil lo crivella di colpi seduta stante.}}
*Senti, ora apro e ne parliamo con calma, eh, bello? ('''Weingro''')
::{{spiegazione|Mentre se ne va da Los Angeles con l'amata Eady, Neil riceve una telefonata dall'amico Nate, che gli rivela la posizione di Weingro. Lasciando Eady in macchina, Neil si reca nell'hotel dove alloggia Weingro e, fingendosi addetto al servizio in camera, scopre il numero della camera dell'uomo. Attivato l'allarme antincendio per liberare il piano da possibili testimoni, Neil irrompe nella stanza dell'ex componente della banda. Vedendolo, Weingro cerca di farlo ragionare, ma Neil gli spara uccidendolo.}}
*Visto che non ci torno in prigione? ('''Neil McCauley''')
::{{spiegazione|Ucciso Weingro, Vincent si prepara a scappare con Eady, ma vede il tenente Hanna e fugge. Parte così un inseguimento tra poliziotto e criminale. Neil, deciso ad approfittare delle luci intermittenti dell'aeroporto, si apposta per uccidere il rivale, ma Hanna è più veloce e gli spara prima. Ferito gravemente, Neil dichiara che non tornerà in prigione, come aveva già detto ad Hanna quando si erano incontrati di persona la prima volta. Dopo queste parole, Neil offre la sua mano a Vincent in segno di reciproca stima e muore mentre Vincent gliela stringe, consapevole del rispetto provato dall'avversario nei suoi confronti.}}
===''[[A History of Violence]]''===
*'''Leland Jones''': Ok, Billy, facciamo vedere a questo coglione che facciamo sul serio. <br/>'''Billy Orser''':Lei? <br/>'''Leland Jones''': Si, falla fuori!
::{{spiegazione|All'orario di chiusura, nella tavola calda di Tom Stall entrano due individui, che chiedono in maniera brusca e sgarbata del caffé: quando Tom li invita ad andarsene, i due estraggono le pistole e rivelano di essere i due rapinatori e assassini Leland Jones e Billy Orser. Mentre il primo tiene sotto tiro Tom e gli altri avventori della tavola calda, Billy si prepara ad uccidere Charlotte, la collega di Tom che stava per andarsene, incitato dal complice. Approfittando della distrazione di Leland Tom gli versa una brocca di caffè in faccia, neutralizzandolo e rubandogli la pistola: L'istante successivo supera al volo il bancone e, allontanato Billy dalla collega, lo crivella di colpi. Furibondo, Leland lo pugnala al piede: estremamente dolorante, Tom colpisce immediatamente il criminale alla testa, uccidendolo definitivamente.}}
*Sì Joey, avresti fatto bene. ('''Carl Fogarty''')
::{{spiegazione|Convinto che Tom Stall non sia altri che Joey Cusack, il sicario che lo aveva ferito gravemente all'occhio anni prima, il pericoloso gangster di Philadelphia Carl Fogarty perseguita l'uomo e la sua famiglia. Come ultima mossa, egli rapisce suo figlio Jack e si presenta a casa Stall chiedendo che Tom si consegni per salvare il figlio: Tom acconsente allo scambio, ma appena Jack rientra in casa attacca i due scagnozzi di Fogarty ferendoli mortalmente, venendo però colpito a sua volta alla spalle. Puntandogli una pistola contro, Fogarty chiede a Tom se abbia qualcosa da dire e l'uomo si rammarica di non averlo ucciso a Philadelphia, ammettendo quindi di essere Joey: sentendo finalmente l'ammissione del suo nemico, il gangster sorride e si prepara ad uccidere Tom, ma in quel momento Jack recupera il fucile del padre e spara a Fogarty nella schiena uccidendolo sul colpo.}}
*Dio santo, Joey! ('''Richie Cusack''')
::{{spiegazione|Nel bel mezzo della crisi famigliare dovuta alla scoperta della sua identità, Joey riceve un'inaspettata telefonata da suo fratello Richie, boss indiscusso di Philadelphia, che lo invita a raggiungerlo per discutere sugli ultimi avvenimenti. Arrivato alla villa del fratello, questi si rammarica con lui per non avergli parlato dopo tanto tempo e gli rinfaccia di aver perso tempo e soldi per salvarsi dopo l'attentato fatto a Fogarty: Joey gli chiede cosa possa fare per farsi perdonare, e come risposta Richie, pur titubante, ordina a un suo scagnozzo,Ruben, di strangolarlo. Joey tuttavia riesce ad avere la meglio e uccide Ruben e la guardia del corpo di Richie per poi fuggire: infuriato, il fratello gli dà la caccia all'esterno della villa mentre l'altra sua guardia del corpo lo cerca all'interno. Joey riesce però ad uccidere la guardia del corpo e a rubargli la pistola, con la quale tiene sotto tiro Richie, che ha la pistola scarica: sconvolto dalla situazione, Richie viene ucciso dal fratello con un colpo di pistola alla testa.}}
===''[[Le iene (film)|Le iene]]''===
{{cronologico}}
*Ecco il fuoco, stronzo! ('''Victor "Vic Sorriso" Vega/Mr. Blonde''')
::{{spiegazione|Dopo una rapina finita male, il criminale Eddie "Il Bello" Cabot si organizza con i rapitori alle sue dipendenze: mentre lui, Mr. White e Mr. Pink andranno a recuperare i diamanti rubati e a trovare un dottore per Mr. Orange, ferito gravemente e svenuto, quest'ultimo resterà nel magazzino loro covo con il poliziotto in ostaggio Marvin Nesh e Mr. Blonde. Quest'ultimo tuttavia si rivela un uomo incredibilmente sadico e tortura brutalmente Nash, arrivando a tagliargli un orecchio con un rasoio: tuttavia, proprio quando sta per dargli fuoco il rapinatore viene crivellato di colpi da Mr. Orange, in realtà il poliziotto sotto copertura Freddie Newandyke.}}
*Cristo, non ci vedo più un cazzo, sono cieco... ('''Mr. Brown''')
::{{spiegazione|In un flashback, dopo la rapina si aprono vari scontri a fuoco tra criminali e poliziotti: Mr. White, Mr. Orange e Mr. Brown provano a fuggire in macchina, ma l'ultimo viene colpito alla testa e, perdendo le forze e non vedendo più nulla per via del sangue finito negli occhi, sbanda e ferma il mezzo. Vedendo un auto di poliziotti avvicinarsi, Mr. White scende dall'auto e li crivella di colpi: distrattosi a guardarlo, Mr. Orange torna a guardare Mr. Brown, scoprendo che è morto.}}
*Non servono prove quando si ha il sesto senso! Ho fatto uno sbaglio prima, adesso basta. ('''Joe Cabot''')
::{{spiegazione|Quando gli altri tornano al covo, Mr. Orange prova a spiegare che Mr. Blonde voleva ucciderli tutti per prendere i diamanti e che quindi è stato costretto ad ucciderlo: furibondo, Eddie uccide Nesh e rivela che Mr. Blonde era un suo uomo di fiducia, giudicando impossibile la sua storia. In quel momento arriva anche Joe, padre di Eddie e mente dietro al colpo, che accusa apertamente Mr. Orange di essere una talpa puntandogli una pistola contro: fidandosi del giovane, con cui ha stretto un legame, Mr. White punta la sua arma contro il boss, venendo a sua volta messo sotto tiro da Eddie. Mentre Mr. Pink, terrorizzato per la situazione, si acquatta in un angolo della stanza, i quattro rimangono per pochi istanti in stallo finché Joe non spara a Mr. Orange: Mr. White lo uccide all'istante, e quando Eddie gli spara contro uccide anche quest'ultimo.}}
*Smetti di puntare quella cazzo di pistola contro mio padre! ('''Eddie "Il Bello" Cabot''')
::{{spiegazione|Quando gli altri tornano al covo, Mr. Orange prova a spiegare che Mr. Blonde voleva ucciderli tutti per prendere i diamanti e che quindi è stato costretto ad ucciderlo: furibondo, Eddie uccide Nesh e rivela che Mr. Blonde era un suo uomo di fiducia, giudicando impossibile la sua storia. In quel momento arriva anche Joe, padre di Eddie e mente dietro al colpo, che accusa apertamente Mr. Orange di essere una talpa puntandogli una pistola contro: fidandosi del giovane, con cui ha stretto un legame tanto da rivelargli il suo vero nome, Larry, Mr. White punta la sua arma contro il boss, venendo a sua volta messo sotto tiro da Eddie. Mentre Mr. Pink, terrorizzato per la situazione, si acquatta in un angolo della stanza, i quattro rimangono per pochi istanti in stallo finché Joe non spara a Mr. Orange: Larry lo uccide all'istante, e quando Eddie gli spara contro uccide anche quest'ultimo.}}
===''[[Indiana Jones]]''===
*Ti ho seguito in mille avventure, ma nel regno del grande mistero, ci vado prima di te. ('''Wu Han''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Indiana Jones e il tempio maledetto]]'' (1981). Mentre si trova nel ristorante del gangster Lao Che per una trattativa, Indiana Jones viene avvelenato dal criminale, che dichiara che gli darà l'antidoto al veleno solo se il diamante che doveva comprargli gli verrà dato senza alcun pagamento. Indiana ha tuttavia un asso nella manica: uno dei camerieri del ristorante è infatti il suo alleato Wu Han. Sfortunatamente, uno degli scagnozzi di Lao Che si trova alle spalle del giovane e gli spara: Wu Han muore tra le braccia di Indiana, che cerca inutilmente di confortarlo.}}
*Per colui che è malvagio, la coppa della vita non è che fonte di eterna dannazione. ('''Kazim''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Indiana Jones e l'ultima crociata]]'' (1989). Mentre sta per partire per il tempio in cui si trova il santo Graal, la carovana di nazisti guidata da Walter Donovan viene attaccata dai cavalieri del Graal, decisi a rallentarli. Nonostante il valore e il coraggio dei guerrieri, essi cadono presto sotto il fuoco dei nazisti, sotto gli sguardi disperati di Indiana e Sallah. Per ultimo, Kazim, il loro capo, muore, non prima di aver maledetto Donovan.}}
*Tu hai scelto con molto saggezza. Ma il Graal non dovrà mai oltrepassare il grande sigillo... Codesto il limite, e il prezzo, dell'immortalità. ('''Cavaliere del Graal''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Indiana Jones e l'ultima crociata]]'' (1989). Mentre fugge dal tempio del Graal, ormai quasi del tutto crollato, Indiana scorge l'antico Cavaliere del Graal, il custode secolare del calice: l'esploratore prova ad invitarlo ad uscire, ma il cavaliere, consapevole di essere inadatto ai tempi moderni e avendo portato a termine il proprio compito, si lascia morire tra le macerie, non prima di aver salutato Indiana, che ricambia commosso.}}
===''[[Interstellar]]''===
*Non andartene docile... ('''Professor Brand''')
::{{spiegazione|Murph, raggiunto il professor Brand, scopre la dura verità sulla missione di suo padre: non è mai esistito un piano per salvare i terrestri rimasti, in quanto l'equazione necessaria alla costruzione di navette in grado di farcela è impossibile. Dopo averle rivelato questo, Brand si spegne davanti a lei, recitando l'inizio della poesia ''Do not go gentle into that good night'' di [[Dylan Thomas]], poesia che recitava a tutti i suoi astronauti prima di partire nelle missioni.}}
*Questi dati non hanno senso. ('''Romilly''')
::{{spiegazione|Nella base del dottor Mann, lo scienziato Romilly, mentre sta analizzando i dati della base insieme al robot TARS, scopre che questi dati non sono coerenti con quanto affermato da Mann, che aveva descritto il pianeta come abitabile. Incredulo, egli capisce che Mann ha sempre mentito, ma ormai è troppo tardi: in quel momento il laboratorio esplode poiché minato in precedenza dal folle scienziato per ucciderli, e Romilly, al contrario di TARS, non riesce a salvarsi.}}
*Qui non si tratta della mia vita o di quella di Cooper, ma dell'intera umanità. Arriva un momento... ('''Dr. Mann''')
::{{spiegazione|Impazzito dopo anni di solitudine, il dottor Mann ruba uno dei moduli ausiliari, raggiungendo l'Endurance, con lo scopo di "continuare la missione". Tuttavia, l'agganciamento automatico della navetta viene bloccato a distanza dal robot CASE, per cui Mann cerca di attuare la pericolosa manovra manualmente. Mentre si appresta ad entrare nella Endurance, Brand e Cooper tentano invano di convincerlo che l'aggancio sia sbagliato, e che può ancora aiutarli nonostante il tradimento. Mann, non ascoltandoli, inizia ad aprire il portello: mentre sta spiegando agli astronauti le sue ragioni, il portello si apre nello spazio aperto e la pressione causa un'esplosione che distrugge la navetta ausiliare e uccide Mann.}}
===''[[The Irishman]]''===
*Non sapevo da che parte... ('''"Whispears" Ditullio''')
::{{spiegazione|Non soddisfatto dei piccoli lavoretti offertigli dal'amico mafioso Russel Bufalino,l'ex camionista Frank Sheeran si fa pagare dal piccolo criminale "Whispears" Ditullio, che gli dà un incarico di fiducia da svolgere: distruggere una lavanderia ebrea che gli fa concorrenza. La sera in cui dovrebbe far esplodere il locale, Frank viene tuttavia convocato da Russel e dal suo capo, il potente Angelo Bruno: i due gli rivelano che la lavanderia appartiene in parte alla mafia ebrea ed in parte allo stesso Bruno. La sera successiva, Frank si reca all'appuntamento con Whispears: il criminale è contento di vederlo e inizia a parlare del più e del meno, ma viene interrotto da Frank, che gli spara due colpi di pistola in testa per ordine di Russel e Angelo, iniziando così una lunga carriera da sicario.}}
*No, Sally, no! ('''Anthony "Tony Tre Dita" Castellitto''')
::{{spiegazione|Per fare più soldi, i mafiosi iniziano a lavorare coi sindacati, ed in particolare col potente James "Jimmy" Hoffa: questi tuttavia ha come avversario il potente Tony "Pro" Provenzano, piccolo gangster molto spietato. Un giorno, il suo scagnozzo Tony "Tre Dita" Castellitto, tanto popolare presso i lavoratori da offuscare lo stesso Pro, viaggia in un'auto con a bordo Salvatore "Sally Bugs" Buguglio, altro affiliato: un pò annoiato, "Tre Dita" cambia la stazione radio, ma dal sedile posteriore Sally lo strangola con una corda, mentre l'autista dell'auto rimette la stazione precedente alzando il volume per coprire le sue imprecazioni.}}
*Ma no, non si può! Merda! Cazzo! ('''Joseph "Crazy Joe" Gallo''')
::{{spiegazione|Nella scena della malavita emerge presto un nuovo astro nascente, il giovane Joseph "Crazy Joe" Gallo: questi tuttavia è totalmente irrispettoso nei confronti della vecchia guardia e insulta ripetutamente sia Russel che Frank. Il punto di rottura arriva quando Crazy Joe fa assassinare, nel pieno del Columbus Day, il boss mafioso Joe Colombo, capo dell'omonima famiglia, da un sicario afroamericano: sdegnati per quella che ritengono una grave mancanza di rispetto e disciplina, Russel e Angelo commissionano il suo assassinio a Frank. Recatosi nel locale in cui il gangster festeggia il proprio compleanno con la famiglia, il sicario irlandese estrae due pistole e spara sul tavolo, uccidendo la sua guardia del corpo e terrorizzando la famiglia: ferito al fianco, Crazy Joe tenta una fuga disperata sfondando la porta a vetri del locale, ma viene raggiunto dall'implacabile Frank, che gli spara due colpi alla schiena finendolo e scappando via.}}
*Andiamocene via da qui, Frank. Forza! ('''James "Jimmy" Hoffa''')
::{{spiegazione|Dopo anni di carcere, Jimmy prova a riconquistare la sua posizione, inimicandosi i vari boss della malavita che ormai lo ritengono obsoleto: il culmine viene raggiunto quando, ad una festa in onore di Frank, il sindacalista rivela all'amico che possiede documenti compromettenti che userà se la mafia gli volterà le spalle. Qualche giorno dopo, mentre si dirigono ad un matrimonio, Russel rivela con rammarico a Frank che la riunione di pace tra Tony Pro e Jimmy è in realtà l'esecuzione di quest'ultimo, che dovrà essere messa in atto da Frank stesso: sconvolto nel dover uccidere il suo migliore amico, il sicario acconsente e si reca il mattino dopo a Detroit. Qui accompagna Jimmy insieme a Sally Bugs e al suo figlio adottivo Chuckie fino alla casa in cui si tiene la "riunione" ed entra con lui: non trovando nessuno, Jimmy fiuta la trappola ed esorta Frank a fuggire, ma viene ucciso con due colpi alla nuca dall'amico, che come al solito compie il suo lavoro con la massima freddezza.}}
*Ehi, irlandese. ('''Salvatore "Sally Bugs" Briguglio''')
::{{spiegazione|Dopo la scomparsa di Jimmy Hoffa, lo stato pressa la mafia trovando varie imputazioni per ogni criminale: in particolare, Tony Pro viene incriminato per l'omicidio di "Tre Dita" Castellitto, nonostante il cadavere di quest'ultimo fosse stato fatto sparire. Frank e Russ scoprono così che Sally Bugs il giorno prima dell'arresto era andato alla sede della procura: i due si insospettiscono particolarmente poiché il gangster non ha avvisato nessuno di questa particolare visita. Così, qualche sera dopo Sally viene intercettato davanti ad un club sportivo italiano da Frank e un complice, che lo crivellano di colpi: ironicamente, si scoprirà che Sally aveva avvisato qualcuno della sua convocazione in tribunale, ma nessuno aveva riferito la cosa, determinando la sua eliminazione.}}
*Non ridere, vedrai. Non ridere di me, vedrai. ('''Russel "Russ" Bufalino''')
::{{spiegazione|Oramai in declino, tutti i criminali vengono arrestati ed iniziano ad invecchiare e a morire per varie malattie: Frank e Russel finiscono nello stesso carcere, in cui riflettono varie volte su quanto commesso, soffermandosi particolarmente sull'omicidio di Jimmy. Un giorno, Frank vede l'amico in cortile e, salutandolo, viene a sapere che sta andando nella cappella del carcere: dopo la visita, Russel andrà in ospedale, morendo stroncato dall'ictus che oramai lo aveva debilitato da tempo.}}
===''[[Jackie Brown]]''===
*Va a fare i favori e guarda che... ('''Beaumont Livingston''')
::{{spiegazione|Ricevuta una telefonata dalla prigione, il trafficante d'armi Ordell Robbie scopre che un suo sgherro, Beaumont Livingston, è stato arrestato: temendo che possa parlare, Ordell paga il garante di cauzioni Max Cherry di tirarlo fuori. La sera stessa del suo rilascio, Beaumont riceve la visita del suo capo, che gli chiede di nascondersi armato nel baule della sua auto per accompagnarlo nel quartiere coreano per un affare: estremamente titubante, il criminale viene convinto da Ordell e si nasconde nel baule con un fucile a pompa. Indossati i suoi guanti, il trafficante fa un giro del quartiere parcheggiando la macchina in un parco poco distante dalla casa di Beaumont: aperto il baule, Ordell crivella di colpi il suo sgherro senza dargli il tempo di fare nulla, temendo sue possibili soffiate alla polizia.}}
*D'accordo, Louis... ('''Melanie Ralston''')
::{{spiegazione|Deciso a riportare i suoi soldi dal Messico evitando i due poliziotti Ray Nicolette e Mark Dargus, da sempre sulle sue tracce, Ordell organizza un astuto piano con l'hostess Jackie Brown: questa fingerà un accordo con i poliziotti per incastrare il trafficante alla consegna del denaro, che in realtà avverrà in maniera differente. Il giorno dello scambio Melanie Ralston, amante di Ordell incaricata di recuperare i soldi, si reca nel centro commerciale in cui si dovrà tenere la trattativa accompagnata da Louis Gara, braccio destro del criminale: dopo continui battibecchi con il gangster, Melanie entra nel camerino in cui si trova Jackie con i soldi ed effettua lo scambio. Una volta usciti, Melanie continua ad insultare il goffo Louis, che prima non riesce a trovare l'uscita del centro commerciale e poi non trova più la sua automobile nel parcheggio: irritato dal comportamento della ragazza, il criminale la minaccia ordinandogli di lasciarlo in pace. Mortificata, Melanie gli chiede immediatamente scusa, ma improvvisamente Louis estrae la pistola e le spara al petto e al cuore, scegliendo di risolvere brutalmente la faccenda.}}
*Ehi, adesso stai incominciando ad esagerare, eh! ('''Louis Gara''')
::{{spiegazione|Raggiunto da Ordell, Louis sale sul suo furgone e gli consegna la borsa coi soldi, spiegandogli di aver ucciso Melanie: infastidito per la morte della ragazza,a cui comunque si era affezionato, il trafficante decide comunque di lasciar correre controllando il denaro. Nella borsa dei soldi tuttavia trova solo quarantamila dollari invece dell'intero milione: infuriato, Ordell si rende conto che Jackie ha fregato lui e i poliziotti intascandosi l'intero malloppo. Incuriosito, Louis rivela di aver visto vicino al luogo dello scambio Max Cherry, con cui nel frattempo Jackie aveva stretto amicizia, ma di non aver pensato che potesse c'entrare qualcosa: resosi conto della sua stupidità, Ordell spara allo stomaco del suo sgherro e, rammaricandosi per il suo declino, gli si avvicina finendolo con un colpo al cuore.}}
*Ma dico, che cazzo ci fai seduta al buio?! ('''Ordell Robbie''')
::{{spiegazione|Riuscito a sfuggire ai poliziotti, Ordell telefona a Max e gli ordina di dire a Jackie che gli darà la caccia: deciso a mettersi ai ripari, il garante delle cauzioni incarica il suo aiutante Winston di trovare il nascondiglio del trafficante. Una volta rintracciato Ordell, Max si reca da lui e cerca di convincerlo del fatto che Jackie non lo abbia tradito ma anzi sia fuggita con tutti i soldi per evitare che Melanie e Louis li rubassero: dopo una telefonata alla hostess, che appare visibilmente spaventata, Ordell si convince e va all'ufficio di Max prendendolo in ostaggio. Una volta entrato nell'ufficio, il trafficante vede Jackie completamente al buio e, divertito dalla situazione, lascia andare Max chiedendo alla ex complice cosa stia succedendo: in quel momento però Ray esce dal retro del negozio e spara in testa ad Ordell, uccidendolo sul colpo e chiudendo così il caso.}}
===''[[Joker (film 2019)|Joker]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Batman}}
===''[[Kill Bill]]''===
*Molto divertente, troia. Molto! ('''Vernita Green''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kill Bill vol. 1|Kill Bill: Volume 1]]'' (2003). Cominciando la sua vendetta, la Sposa si dirige dall'ex collega Vernita Green, che ora ha cambiato vita e ha una famiglia. Qui le due hanno un lungo scontro, in cui usano vari oggetti. Ad un certo punto la figlia di Vernita, Nikki, torna a casa da scuola, trovando la casa in subbuglio e le due donne in procinto di combattere. Mandata via Nikki con una scusa, le due donne si fermano per parlare: per non far vedere la sua morte davanti a Nikki, Vernita propone alla Sposa di rinviare lo scontro, e la bionda, essendo stata madre anche lei, acconsente. Si appresta poi andarsene, ma Vernita, rivelando tutta la propria meschinità, prova a ucciderla a tradimento con una pistola nascosta in una scatola di cereali: la Sposa, per difendersi, si vede costretta ad ucciderla con un coltello, ironicamente davanti agli occhi della stessa Nikki.}}
*Oh, si! Oh, si! Sei la più bella che mi sono scopato, oggi! ('''Camionista''')
::{{spiegazione|Finita in coma per quattro anni, la Sposa si risveglia grazie alla puntura di una vespa: sconvolta, la donna non ha il tempo di metabolizzare il tutto che due uomini entrano nella sua stanza e deve fingersi nuovamente in coma. I due uomini sono l'infermiere Buck, che da anni vende il corpo della Sposa in coma sessualmente, e un camionista, suo nuovo cliente: dopo aver spiegato al divertito camionista le regole per stuprare la donna, Buck esce dalla stanza. Sempre più divertito, il camionista si appresta a stuprare la Sposa, ma appena prova a baciarla lei gli strappa la lingua a morsi.}}
*Un momento! Aspetta! ('''Buck''')
::{{spiegazione|Rientrato nella stanza della Sposa, Buck scopre scopre il cadavere del camionista e la scomparsa della Sposa: scioccato, egli si chiede dove sia finita la donna, ma ella, che ha strisciato dal letto fino alla porta, è accanto ai suoi piedi e gli taglia i tendini, atterrandolo. Sbattendogli ripetutamente la porta in faccia, la Sposa interroga Buck chiedendogli dove sia Bill, colui che l'ha attaccata quattro anni fa: Buck dichiara di non conoscere chi sia Bill, ma la Sposa, ricordando tutte le sevizie subite nei quattro anni di coma ad opera sua, lo uccide comunque sbattendogli brutalmente la porta sul collo spezzandoglielo.}}
*E lo chiami supplicare? Puoi supplicare molto meglio! ('''Gogo Yubari''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kill Bill vol. 1|Kill Bill: Volume 1]]'' (2003). Arrivata alla Casa delle Foglie Blu, covo della ex collega O-Ren, la Sposa mutila la sua amica Sofie Fatale e massacra le sue guardie del corpo. O-Ren allora sfodera la sua miglior carta: in quel momento infatti arriva la sua guerriera migliore, la giovane psicopatica Gogo Yubari. Quest'ultima ingaggia un durissimo scontro con la Sposa. Inizialmente, la giovane e malvagia giapponese sembra avere la meglio riuscendo a ferire la bionda. Tuttavia, la Sposa riesce ad avere la meglio, usando un pezzo di legno chiodato prima per colpirla al piede, e poi alla testa, facendole sanguinare gli occhi e uccidendola.}}
*Era davvero una spada di Hattori Hanzo. ('''O-Ren Ishi''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kill Bill vol. 1|Kill Bill: Volume 1]]'' (2003). Dopo aver sterminato tutti gli scagnozzi di O-Ren, gli 88 folli, la Sposa raggiunge la sua peggiore nemica nel suo giardino giapponese personale. Qui le due iniziano a duellare con le proprie katane, ma la Sposa, stancatasi per i lunghi scontri, sembra non tenere testa alla perfida rivale, e viene anche ferita. O-Ren ne approfitta per schernirla, ma la Sposa la mette a tacere, ferendola a sua volta. Capendo di aver fatto male a insultare la compagna, O-Ren chiede umilmente scusa. Le due continuano il duello, che però ha vita breve: con un preciso colpo, la Sposa taglia lo scalpo ad O-Ren, che ammette come effettivamente la spada della rivale fosse stata creata da Hattori Hanzo, per poi morire con dignità e onore, sapendo di essersi guadagnata il rispetto della rivale.}}
*Un milione di grazie! ('''Budd Gunn''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kill Bill vol. 2|Kill Bill: Volume 2]]'' (2004). Dopo aver sconfitto e sepolto viva Beatrix Kiddo, Budd, fratello di Bill, contatta Elle Driver per venderle la spada di Hattori Hanzo della donna. Quando Elle arriva, i due parlano del più e del meno, per poi iniziare la trattativa: ma mentre Budd controlla i soldi, un serpente Black Mamba nascosto da Elle lo morde più volte. Mentre Budd si contorce agonizzante, Elle inizia ad elencargli sadicamente gli effetti mortali del veleno del serpente; successivamente, gli rivela il motivo che l'ha portata ad ucciderlo, ovvero il rimpianto per la patetica, presunta morte della Sposa, grande guerriera. Poco dopo, Budd spira.}}
*Elle, Cagna traditrice! Ti do la mia parola... ('''Pai Mei''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kill Bill vol. 2|Kill Bill: Volume 2]]'' (2004). Mentre combatte con Beatrix Kiddo nella roulotte del defunto Budd, Elle Driver racconta la storia del suo allenamento con Pai Mei: questi, che era stata maestro di Beatrix ed aveva mantenuto buoni rapporti con l'ex allieva, si trovava invece male con Elle, priva di pazienza e umiltà. Un giorno, Elle insultò il maestro, che per punirla le cavò un occhio. Decisa a vendicarsi, Elle avvelenò le teste di pesce del maestro, che morì insultandola. Questa notizia addolora profondamente Beatrix, ma le dà anche la giusta carica per sconfiggere Elle e vendicare il maestro.}}
*No, tu non sei una persona cattiva... Tu sei fantastica... Sei la persona che preferisco... Peccato che di tanto in tanto sai essere una gran troia... Come ti sembro? ('''Bill Gunn''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kill Bill vol. 2|Kill Bill: Volume 2]]'' (2004). Dopo un pomeriggio di giochi passato con la loro figlia B.B, Beatrix e Bill si mettono a parlare. Beatrix spiega a Bill le ragioni del suo allontanamento, mentre questi spiega la rabbia che lo spinse a compiere la strage dei Due Pini e il perché lei non potesse cambiare la sua vita da sicario. Dopo questo dialogo, i due hanno un breve scontro, al termine del quale Beatrix pratica contro Bill la tecnica dell'esplosione del cuore in cinque passi, la famigerata mossa di Pai Mei che farebbe esplodere il cuore del perfido avversario. Bill, dopo un ultimo dialogo con Beatrix le sorride e, alzandosi, compie stoicamente i cinque passi, andando incontro alla morte.}}
===''[[King of New York]]''===
*Dammi la valigetta: vado all'aeroporto. ('''Emilio Zapa''')
::{{spiegazione|Dopo aver passato una notte in un bordello, il gangster colombiano Emilio Zapa esce con una valigetta piena di soldi per andare all'aeroporto, ma prima si ferma in una cabina telefonica per telefonare. Mentre è dentro la cabina viene avvicinato da tre uomini armati di fucile a pompa che lo crivellano di colpi: il loro capo, Lance, mostra al morente Zapa un giornale sull'uscita di Frank White, suo capo a cui Zapa aveva rubato gli affari, mentre il colombiano tira le cuoia.}}
*Sbrigate con la Coca! Che cazzo è questo...? ('''"Re Tito"''')
::{{spiegazione|In un lussuoso albergo il giovane e impulsivo Jimmy Jump, braccio destro di Frank White, organizza una trattativa per comprare della droga dal boss colombiano "Re Tito": nonostante l'irriverenza di Jump infastidisca i colombiani, alla fine l'affare ha successo e le due parti iniziano a bere per festeggiare. Mentre esamina la valigetta coi soldi, però, Tito scopre che è piena di tappi da bottiglia: prima che possa fare alcunché Jump estrae due pistole e crivella di colpi il boss, mentre il suo socio Test Tube finisce i suoi sottoposti.}}
*Non vivrai a lungo per spendere quei soldi, sucaminchia! ('''Arty Clay''')
::{{spiegazione|Inviato il suo emissario Joey Dalesio per convincere le bande di New York a passare al suo servizio, Frank scopre che il mafioso Arty Clay, con cui aveva avuto dei dissapori in passato, si rifiuta di allearsi con lui e continua ad insultarlo: deciso a mantenere la pace, Frank si reca personalmente nel locale degli italiani per proporre un'alleanza, ma il gruppo rifiuta. Mentre esce dal locale il gangster sente Arty insultarlo pesantemente e minacciarlo di morte: irritato, Frank rientra nel locale e crivella di colpi il mafioso, invitando poi i suoi terrorizzati sottoposti a passare al suo servizio.}}
*Ehi, Jump! Siamo soli adesso: dov'è Frank? Non sei stanco di fargli da spalla? Ti ha mollato, non è vero? Vieni fuori, Jump! Ti ha mollato, ormai! Vieni fuori, figlio di puttana! Siamo soli, e ho un pezzo di pollo qui con me: tu sei un mangia-polli di merda, no? Vieni fuori! Su, comportati da uomo, Jump! Fatti vedere, porco: siamo soli, no? Jump! Parliamone, fratello: coraggio, vieni fuori! ('''Tom "Tommy" Flanigan''')
::{{spiegazione|Decisi a fermare Frank con ogni mezzo possibile, i poliziotti Dennis Gilley e Tommy Flanigan organizzano una retata illegale in cui sterminano senza pietà gli uomini di Frank: solo il boss e Jump riescono a scappare, separandosi dopo un violento inseguimento. Mentre Gilley punta a Frank, Flanigan cerca di stanare in un parcheggio il giovane Jump, provocandolo e facendo riferimento ad uno scontro verbale avuto in precedenza: Jump riesce però ad arrivare alle spalle del poliziotto, e gli spara al petto.}}
*L'ho fatto secco... Ah ah ah! L'ho fatto secco! Ammazzami! Ammazzami... ('''Jimmy Jump''')
::{{spiegazione|Mentre sfotte Flanigan, Jump non si accorge di Gilley che riesce a ferirlo gravemente: il poliziotto prova poi ad aiutare l'amico Tommy, ma questo ormai è già morto. Pur ferito a morte, Jump appare divertito e sfotte Gilley per la morte del partner, chiedendogli di finirlo: stizzito, Gilley gli spara alla testa, uccidendolo definitivamente.}}
*Io lo ammazzo! Oh, Tom... L'ammazzo, l'ammazzo, l'ammazzo! Si... ('''Dennis Gilley''')
::{{spiegazione|Il giorno in cui si tengono i funerali dei poliziotti morti durante la retata, l'anziano detective Bishop intuisce la verità e rimprovera Gilley per l'azione illegale: amareggiato, il poliziotto torna nella sua macchina, iniziando a piangere per la morte degli amici. Promettendo di vendicarli, Gilley non si accorge di una macchina che si accosta alla sua: nella vettura vi è Frank, che abbassa il finestrino e spara a bruciapelo su Gilley con un fucile a canne mozze, uccidendolo e vendicando Jump.}}
*No, Frank... Frank, ti prego! Perdonami, Frank! Perdonami! Mi dispiace, Frank! No, Frank! Frank! Nooo! ('''Joey Dalesio''')
::{{spiegazione|Dopo aver fatto catturare dal fido Lance il messaggero Dalesio, Frank lo fa pestare in uno scantinato per sapere la verità: Dalesio inizialmente prova a negare, ma poi sotto minaccia confessa infine di aver venduto per soldi l'ubicazione del locale di Frank ai poliziotti. Profondamente deluso, Frank ordina a Lance di ucciderlo e seppellirlo con i soldi con cui era stato pagato: mentre se ne va il gangster sente le grida disperate di Dalesio, poco prima che questi venga ucciso con un colpo di pistola da Lance.}}
*Lasciala andare, è fra me e te la cosa: fra me e te. Non puoi farti scudo di lei per sempre. ('''Bishop''')
::{{spiegazione|Braccato dalla polizia, Frank viene rintracciato da Bishop, che lo insegue fin dentro la metropolitana: il gangster prende allora in ostaggio una donna, costringendo il poliziotto ad abbassare le armi. Deciso a catturare Frank, che oramai considera una faccenda personale, Bishop gli fa capire che oramai il suo regno è finito e che deve arrendersi: stizzito, il gangster gli spara al petto prima che questi possa ucciderlo, chiudendo una volta per tutte i loro conti in sospeso.}}
*Coraggio, parti. ('''Frank White''')
::{{spiegazione|Ferito gravemente da Bishop, Frank esce dalla metropolitana e sale su un taxi, ordinando al tassista di partire di corsa: il mezzo tuttavia è bloccato nel traffico e viene presto circondato dalla polizia. Mentre il tassista fugge terrorizzato, Frank si concede un'ultima volta uno sguardo alla sua amata New York pochi istanti prima di spirare per via della ferita mortale infertagli da Bishop.}}
===''[[Kung Fu Panda]]''===
*Tu devi credere! ('''Maestro Oogway''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kung Fu Panda]]'' (2008). Dopo aver tentato inutilmente di allenare il panda Po come guerriero dragone, il maestro Shifu viene avvisato della fuga del pericoloso ex allievo Tai Lung. Recatosi dal proprio maestro Oogway, Shifu si dimostra scettico dell'abilità del presunto Guerriero Dragone, ma il saggio maestro Oogway lo rassicura dopo una lunga discussione e, giunto ormai al termine della propria vita, svanisce insieme ad una turbine di fiori di pesco, sotto lo sguardo disperato dell'allievo.}}
*Stai bluffando. Stai bluffando! Shifu non te l'ha insegnata. ('''Tai Lung''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kung Fu Panda]]'' (2008). Sconfitto Shifu, il malvagio guerriero Tai Lung prova a estorcergli l'ubicazione della pergamena del dragone, ma incontra la resistenza del maestro. In quell'istante tuttavia entra in scena Po, che con la pergamena riesce a distrarre Tai Lung dal maestro. Dopo un lungo combattimento, Tai Lung riesce ad aprire la pergamena, ma scopre che all'interno non vi è scritto niente: come spiega Po infatti, l'importante non è il potere, ma il cuore del guerriero. Tai Lung prova furiosamente ad uccidere l'avversario, ma Po ormai è diventato un esperto guerriero e polverizza il nemico con la micidiale presa del dito Wuxi.}}
*È un avvertimento. Non puoi competere con il nostro Kung Fu. ('''Maestro Rino Tuonante''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kung Fu Panda 2]]'' (2011). Recatosi alle porte della propria città natale OngMing, il principe esiliato Shen affronta i tre difensori della città, i maestri Rino Tuonante, Bue Infuriato e Croc, sconfiggendo i primi due. Rino Tuonante, il più potente dei tre, ammonisce Shen di fermarsi: per tutta risposta, Shen mostra l'arma portata dai propri scagnozzi lupi, un cannone, e dà l'ordine di uccidere Rino, che nonostante un'eroica difesa viene fatto a pezzi dall'arma.}}
*No! ('''Capo dei lupi''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kung Fu Panda 2]]'' (2011). Durante la battaglia fra Po con i Cinque Cicloni e le armate di Shen, quest'ultimo ordina al proprio braccio destro, il capo dei lupi, di sparare colpi di cannone contro le navi su cui avvengono i combattimenti. Il lupo è restio ha sparare, in quanto i suoi compagni lupi morirebbero, ma Shen è inamovibile e dimostra l'assoluto disprezzo che ha per le proprie truppe. Capendo quanto sia diabolico il proprio capo, il lupo sguaina la spada e si prepara ad affrontarlo, ma viene ucciso da un coltello scagliato da Shen.}}
*Hai ragione... Allora io scelgo... questo! ('''Lord Shen''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kung Fu Panda 2]]'' (2011). Sconfitti i guerrieri, Shen si prepara a confluire in mare per invadere la Cina, ma si ritrova davanti Po, unico rimasto in piedi. Shen ordina ai suoi uomini di ucciderlo a colpi di cannone, ma Po, grazie alla tecniche della pace interiore finalmente appresa, riesce a schivare i colpi. Il Guerriero Dragone prova a convertire Shen, ma questi prova a combatterlo. Tuttavia, nello scontro il perfido pavone taglia inavvertitamente le corde che legavano il cannone: mentre Po fugge dalla barca, Shen vi rimane sopra accettando il proprio destino, finendo schiacciato dall'arma che fa affondare la nave.}}
*Sììì! Il potere è mio! Fermo! No! È troppo! È troppo!!! No!!! Noooo!!! Noooooo!!! ('''Kai il Collezionista''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Kung Fu Panda 3]]'' (2016). Durante il duro scontro finale, Kai il Collezionista, uno spirito guerriero malvagio e assetato di potere, e antico nemico del maestro Oogway, rivolge queste parole a Po che vorrebbe anche il suo Chi, sfortunatamente qualcosa non funziona, il corpo di Kai svanisce via del tutto esplodendo, provocando la sua fine.}}
===''[[L.A. Confidential (film)|L.A. Confidential]]''===
*'''Raymond "Sugar Ray" Collins''': Non sparare, ti prego, non sparare! <br/>'''Tyrone "Ty" Jones''': Ti prego, non sparare!<br/>'''Agente della omicidi''': Mani in alto! Non vi muovete! Non vi muovete!
::{{spiegazione|Dopo essere stata salvata da White, la ragazza violentata dai tre pregiudicati afroamericani sospettati della strage del Night Howl conferma apparentemente che essi non hanno un alibi: il dipartimento è già pronto a dichiararli colpevoli, ma i tre riescono a darsi alla fuga. Riesaminando i verbali degli interrogatori Exley scopre il nome di Roland Navarette, spacciatore presso cui potrebbero essersi nascosti i tre: accompagnato da un agente della omicidi, il tenente irrompe nell'appartamento, e trova proprio i sospetti. La situazione si fa tesa fino a quando Fontaine non fa cadere accidentalmente una bottiglia, venendo istantaneamente crivellato di colpi dal partner di Exley: Navarette tira fuori una pistola e a sua volta uccide l'agente, venendo immediatamente ucciso dal tenente. Mentre Collins si dà alla fuga, Jones prova a sua volta a sparare contro Exley, ma viene immediatamente freddato: il tenente si butta poi all'inseguimento di "Sugar Ray", raggiungendolo dentro all'ascensore del palazzo e massacrandolo senza pietà.}}
*Rollo... Tomasi... ('''Jack Vincennes''')
::{{spiegazione|Non convinti dalla risoluzione del caso, Exley e Vincennes uniscono le forze e insieme indagano per cercare nuovi elementi: scoprono così un legame fra Dick Stensland e un misterioso personaggio, il miliardario e protettore Pierce Patchet. Mentre Exley interroga Lynn Bracken, prostituta di Patchet nonché fidanzata di White, Vincennes indaga all'archivio e scopre che sia Strensland che l'ex poliziotto morto Leland Meeks, guardia spalle di Patchett, erano partner quando condussero un'indagine proprio sul milionario: Vincennes va allora a casa del capitano Smith, che aveva supervisionato l'indagine. Il capitano si dimostra interessato agli sviluppi conseguiti dai due investigatori, ma quando scopre che Vincennes non ha ancora informato Exley sulle scoperte più recenti, gli spara al petto: in realtà è proprio Smith la mente dietro alla strage finalizzata per uccidere Stensland, figura ormai scomoda, ed è sempre lui la mente dietro ai massacri di gangster e i furti della droga di Cohen. Dopo che il capitano gli chiede se ha qualcosa da dire prima di morire, Vincennes biascica il nome Rollo Tomasi, nome che Exley aveva dato all'assassino sconosciuto di suo padre: vedendo il suo assassino stupito per l'informazione, l'agente capisce che chiederà informazioni ad Exley mettendolo in guardia e sorride, morendo in pace.}}
*Ragazzi? Dudley? Avevamo un patto! Tu, io e Patchett facciamo equipe! ('''Sid Hudgens''')
::{{spiegazione|Mentre indaga sul Night Owl, non convinto dalla chiusura del caso, White viene convocato da Smith per interrogare e pestare Sid Hudgens, un giornalista che aveva a che fare con Vincennes. Pressato dai poliziotti, Hudgens rivela di compiere dei ricatti per conto di Patchett e afferma di avere delle fotografie di Lynn Bracken e Ed Exley che fanno sesso: infuriato, White si arma e si prepara ad uccidere l'odiato tenente, sotto lo sguardo soddisfatto di Smith. In quel momento Hudgens chiede al capitano di liberarlo, essendo sempre stato un complice chiave per lui e Patchett: per tutta risposta Smith lo strangola seduta stante, consapevole che ormai è diventato una figura scomoda.}}
*Mostra il distintivo: che vedano che sei un poliziotto. ('''Capitano Dudley Smith''')
::{{spiegazione|Dopo essersi quasi uccisi a vicenda, Exley e White capiscono di essere stati manipolati da Smith e riescono a raccogliere gli ultimi elementi del caso: vanno a casa di Patchett e scoprono che questi è stato ucciso da Smith inscenando un suicidio per addossargli la colpa della morte di Vincennes. Mentre va a casa di Hudgens scoprendo il suo cadavere, White viene a sapere che Exley gli ha dato appuntamento all'abbandonato Victory Motel, ma quando arriva scopre che il tenente è convinto che sia stato proprio lui a dare l'appuntamento: i due intuiscono che si tratta di una trappola di Smith, deciso a togliere di mezzo entrambi. Rintanatisi nel motel, i due riescono a sopravvivere fianco a fianco all'orda di sicari di Smith, ma Exley viene ferito ad un braccio: White prova ad aiutarlo ma viene crivellato di colpi proprio dal capitano corrotto. Smith prova ad uccidere Exley, ma White lo pugnala ad una gamba permettendo al tenente di tenerlo sotto tiro: per nulla preoccupato, Smith riesce a convincere il giovane a non ucciderlo, promettendogli che insabbieranno tutto e daranno la colpa di tutto quanto a White. Sentendo le sirene della polizia, il capitano esce dal motel con le mani alzate reggendo il distintivo per farsi riconoscere, ma prima che le macchine arrivino Smith viene colpito alle spalle da Exley, deciso a vendicare Vincennes e White.}}
===''[[Mad Max: Fury Road]]''===
*Ammiratemi! ('''Morsov''')
::{{spiegazione|Portandosi dietro Max Rocstansky come sacca di sangue, i Figli della Guerra Slit e Nux si gettano all'inseguimento di Imperatrice Furiosa, sottoposta del loro signore Immortan Joe, che ha utilizzato la carovana sotto la sua guida per far fuggire le mogli di Joe. Giunti presso il convoglio, i due scoprono che è stato attaccato da una banda di predoni, i Porcospini, e iniziano così a dare manforte alla scorta del carro. Uno degli uomini della scorta, Morsov, viene però ferito gravemente da uno dei mezzi nemici: rialzatosi, il Figlio della Guerra si spruzza una bomboletta di vernice addosso per il rito funebre del gruppo e, chiedendo ai compagni di ammirarlo, si scaglia contro il mezzo armato di lancia esplosiva, distruggendolo anche grazie al supporto di Slit.}}
*Perché non torni indietro? Che cosa hai fatto? Che cosa hai fatto? ('''Ace''')
::{{spiegazione|Anche grazie al supporto di Slit e Nux, i porcospini vengono presto debellati: accortasi tuttavia che Immortan Joe è partito al suo inseguimento, Furiosa fa per dirigersi verso una gigantesca tempesta. Avvicinatosi alla cabina di guida, il capo della scorta Ace le chiede spiegazioni: non ricevendo risposta e sentendo le parole di Nux, il Figlio della Guerra capisce la situazione e prova ad ucciderla. Gettando la maschera, Furiosa gli tira un pugno e apre la portiera a cui era aggrappato: nonostante l'incitamento dei compagni, Ace perde presto la presa, finendo investito dal mezzo di Nux e Slit.}}
*Avevamo un accordo, donna! ('''Capo dei motociclisti''')
::{{spiegazione|Una volta superata la tempesta, Furiosa ha un breve scontro con Max, ma riesce a convincerlo della bontà del suo piano di attraversare un canyion sotto il controllo di una gang di motociclisti, che bloccherà il passaggio dietro di loro in cambio della blindocisterna. Mentre svolge le trattative con il leader dei motociclisti, questi si dimostra riluttante a rispettare l'accordo vedendo Immortan Joe al loro inseguimento: capendo di dover trovare una soluzione alternativa, Furiosa ordina a Max di far partire la blindocisterna, dandosi così alla fuga. Nello scontro che ne segue, il leader dei motociclisti sale sul tettuccio della blindocisterna, giurando vendetta contro la donna, ma viene crivellato di colpi da Max.}}
*Io sono la bilancia della giustizia! Io sono il direttore del coro della morte! Canta, fratello Heckler! Canta, fratello Koch! Cantate, fratelli, cantate! Sì! Sì! Febbre da sparo! ('''Il Fattore''')
::{{spiegazione|Dopo la morte della concubina prediletta Angharad, che gli avrebbe dato presto un maschio, Joe ordina al suo medico personale di estrarre il suo erede, approfittando di una sosta dovuta ad un pantano: disgustato dalla sua debolezza, Il Fattore, suo vassallo prediletto ossessionato dalle armi, si getta all'inseguimento di Furiosa, Max e le concubine. Per cercare i fuggiaschi, il folle spara qualche colpo di avvertimento a caso: per fermarlo, Furiosa riesce a colpirlo agli occhi con un colpo di fucile. Pur accecato, Il Fattore si benda gli occhi e, ancora più folle, spara ripetute scariche di mitra: grazie all'aiuto di Nux, i fuggiaschi riescono a far ripartire la cisterna, ma devono comunque aspettare che i motori siano abbastanza freddi. Armandosi con una pistola, un coltello e della benzina, Max si dirige appiedato verso gli inseguitori, sotto gli sguardi apprensivi dei compagni: dopo una tremenda esplosione, il guidatore solitario torna con le varie cinte portaproiettili utilizzate dal Fattore come vestiario, segno della sua morte.}}
*Ehi, tu! ('''Custode dei Semi''')
::{{spiegazione|Raggiunto il Luogo Verde, patria di Furiosa nonché casa delle Molte Madri, i nostri scoprono che il luogo è diventato arido, nonostante le Madri abbiano preservato alcuni semi: su suggerimento di Max, il gruppo decide di tornare alla Cittadella, affrontando lungo la strada Immortan Joe. La battaglia si rivela particolarmente ardua, sopratutto per la presenza dei Koala, truppe acrobatiche del Mangiauomini, socio di Joe: uno di questi soldati riesce ad infiltrarsi sulla cisterna e a tagliare la gola alla Custode dei Semi con una motosega. Pur ferita gravemente, la donna aiuta comunque le compagne per il resto dello scontro: quando ormai sta per morire, la Custode consegna i suoi preziosi semi a una commossa Dag, concubina di Joe con cui ha stretto amicizia e che vede come un'erede.}}
*Vallhalla! ('''Slit''')
::{{spiegazione|Nello scontro con gli uomini del Mangiauomini, Max finisce aggrappato pericolosamente alla blindocisterna: alle sue calcagna vi è nientemeno che Slit, ex compagno di Nux ora a guida della stessa V8 di Max. Vedendo l'amico in difficoltà, Furiosa spinge la V8 contro il mezzo del Mangiauomini: invocando a gran voce l'ingresso nel Vallhalla, Slit muore nell'esplosione della macchina, schiacciata tra i due potenti mezzi.}}
*Joe! ('''Il Mangiauomini''')
::{{spiegazione|Riuscito a salire a bordo dell'auto del Mangiauomini, Max ingaggia una lotta senza esclusione di colpi col boss: vedendo il nemico a bordo dell'auto, Joe prova gli spara contro, ma Max usa il Mangiauomini come scudo, facendo in modo che venga crivellato di colpi.}}
Furiosa! ('''Immortan Joe''')
::{{spiegazione|Pur ferita gravemente da uno degli scagnozzi di Joe, Furiosa riesce a posizionare la blindocisterna dietro al mezzo di Joe: grazie a due delle concubine, catturate da Joe in precedenza, la donna sale sul veicolo e attacca una catena ad uno dei copertoni delle ruote. Avvicinatasi al dittatore, Furiosa gli chiede se si ricordi di lei: dopo che Joe gli ringhia contro, ella attacca l'altra estremità della catena alla maschera che copre la sua faccia, che viene strappata di netto.}}
*'''Nux''': Ammirami... <br/>'''Rictus Erectus''': Rictus, Rictus!
::{{spiegazione|Dopo la morte di Joe, Max, le restanti Madri e le concubine salgono sul suo mezzo: dopo la salita di Capable, la concubina di cui si è innamorato e che gli ha fatto capire la mostruosità di Joe, anche Nux, alla guida della blindocisterna, fa per raggiungerli. Tuttavia in quel momento Rictus, stordito in precedenza da Max, fa per afferrare Capable: deciso a salvare l'amata e gli amici, Nux decide allora di sacrificarsi, rovesciando la blindocisterna e provocando un enorme incidente in cui muoiono sia lui che Rictus.}}
===''[[Mars Attacks!]]''===
*Salute. Io sono il generale Casey, comandante in capo delle Forze Armate degli Stati Uniti d'America. A nome dei popoli della Terra: Benvenuti. ('''Generale Casey''')
::{{spiegazione|Il generale Casey saluta cordialmente l'ambasciatore marziano pochi attimi prima che questi lo colpisca con la pistola laser, riducendolo a uno scheletro rossastro.}}
*Vi faccio tutti fuori, alieni bastardi! Oh... Mi arrendo! ('''Billy Glenn Norris''')
::{{spiegazione|Billy Glenn Norris corre con un fucile contro i marziani nel tentativo di fare un gesto eroico. Ma quando si accorge che il fucile è scarico impugna la bandiera degli Stati Uniti d'America. Viene immediatamente disintegrato dal colpo del fucile laser di un marziano.}}
*Hai un bacio incandescente! Ti posso togliere la gomma dalla bocca? Ah! Ma che ca...?! Il mio dito! Oh! Pronto? Pronto! Aiuto! Centralino! Emergenza! Aiutatemi! ('''Jerry Ross''')
::{{spiegazione|Jerry Ross, segretario del presidente degli Stati Uniti, invita una donna nella Stanza Kennedy, stanza segreta della Casa Bianca. Quando cerca di toglierle la gomma da masticare infilandole un dito in bocca, se lo ritrova mozzato. Resosi conto che la donna è in realtà un marziano corre al telefono, ma il marziano lo tramortisce con una statuina.}}
*Quello? È un ritratto del presidente [[James Monroe]]. ('''Guida turistica''')
::{{spiegazione|La guida turistica della Casa Bianca mostra agli studenti la Blue Room.<ref>{{Cfr}} [[:w:it:Blue Room|Blue Room]].</ref> Quando Cedric sente in lontananza il rumore delle astronavi marziane e chiede «Ehi, che cos'è?», la guida pensa la domanda si riferisca a uno dei dipinti appesi alle pareti. La guida non fa in tempo a rendersi conto della situazione che viene disintegrata da uno dei marziani che hanno fatto irruzione nella stanza.}}
*Il lampadario di [[Nancy Reagan]]! ('''Marsha Dale''')
::{{spiegazione|La first lady Marsha Dale viene schiacciata da uno dei lampadario della Casa Bianca, un marziano infatti ne ha provocato la caduta disintegrando accidentalmente la catena che lo assicurava al soffitto con la pistola laser.}}
*Credete di poter fare quello che volete, eh? Be', vi sbagliate! E sapete perché? Perché la Terra è nostra! Nostra, di noi esseri umani! E con l'aiuto del grande, del glorioso esercito degli Stati Uniti noi tutti vi combatteremo, lotteremo fino all'ultimo uomo! E senza mai conoscere la resa! Avete capito? Vi combatteremo sulle spiagge, vi combatteremo per le strade, non vi daremo tregua, non vi daremo respiro, e alla fine, com'è giusto, vinceremo! La democrazia sopravviverà, mai e poi mai ci costringerete a cercare le armi! Non ci sconfiggerete! La nostra aquila sventolerà trionfante! Aah! ('''Generale Decker''')
::{{spiegazione|Il generale, nel tentativo di fare fuoco contro gli alieni, venuti a conquistare il quartier generale in cui lui e il presidente degli Stati Uniti si sono asserragliati, viene rimpicciolito dall'arma dell'imperatore marziano alle dimensioni di una formica e infine schiacciato sotto il suo stivale.}}
*Perché state facendo questo? Perché? L'universo non è grande abbastanza per tutti noi? A cosa serve questa follia? Potremo unire gli sforzi. Per quale motivo siamo nemici? Perché siamo "diversi"?! È questa la ragione? Pensate a quante cose potremmo fare. Pensate a quanto forti potremo diventare: la Terra e Marte... Una cosa sola! Non esiste obiettivo che da alleati non potremo conseguire! Pensateci bene, signori! Riflettete bene su quanto vi ho detto! Perché distruggere quando possiamo creare? Possiamo ambire la perfezione, o decidere che tutto vada in malora nell'odio! Perché non provare a trascurare le nostre differenze? Perché non risolvere tutte le questioni intorno a un tavolo? Siete un grande popolo... perché non possiamo semplicemente... andare d'accordo? E questo cos'é... cos'è?! ('''Presidente James Dale''')
::{{spiegazione|Il presidente Dale tenta con queste parole di proporre all'imperatore di Marte un armistizio. Il marziano sembra convincersi e fa per stringergli la mano, ma questa si stacca e lo infilza da dietro, per poi innalzare la bandiera marziana.}}
*Senti, siete creature intelligenti. Facciamo un patto. Io vi posso aiutare. Sono un avvocato: voi volete conquistare il mondo, vi servirà un avvocato, ragazzi! Tieni. Lo vuoi il mio orologio, eh? Te lo do! Dai, pigliatelo! È tuo! È un Rolex! ('''Giocatore d'azzardo''')
::{{spiegazione|Il giocatore d'azzardo cerca di patteggiare con un marziano, ma viene comunque disintegrato da una pistola laser.}}
*Signori... questo è un affare in cui non è possibile perdere soldi! ('''Art Land''')
::{{spiegazione|Art Land presenta il suo nuovo casinò, il ''Galaxy'', ad alcuni investitori stranieri nonostante Las Vegas sia assediata dai marziani. Esclama queste parole subito prima che un'astronave marziana spari alla base della torre del casinò, facendola crollare e uccidendo lui e i suoi ospiti.}}
*'''Testa del Prof. Kessler''': Addio, mia adorata. Vorrei che fosse andata diversamente.<br>'''Testa di Natalie''': Lo vorrei anch'io. Addio. Donald, ti amo.<br>'''Testa del Prof. Kessler''': Ti amo anch'io, Natalie.
::{{spiegazione|Il professor Donald Kessler e la conduttrice televisiva Nathalie Lake, ormai ridotti a teste senza corpo dai marziani, rotolano sul pavimento dell'astronave aliena. Si danno l'addio baciandosi mentre l'astronave affonda nel mare.}}
===''[[Marvel Cinematic Universe]]''===
{{vedi anche|Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe}}
===''[[Metropolis]]''===
*Fedele, nonostante tutto... ('''Georgy''')
::{{spiegazione|L'uomo macchina, inviato da Joh Fredersen, istiga gli operai alla rivolta e a nulla valgono le proteste di Freder e Josaphat: la massa di operai si reca furibonda a distruggere le macchine. Nella calca viene calpestato il povero Georgy, l'operaio che Freder aveva sostituito appena arrivato nel sottosuolo: l'operaio spirerà fra le braccia degli amici, non prima di aver dichiarato la propria fedeltà.}}
*Guardiamo il mondo che và all'inferno...! ('''Uomo Macchina''')
::{{spiegazione|Furiosi per i danni che hanno provocato istigati dall'Uomo Macchina con le sembianze di Maria, gli operai lo catturano e lo legano ad un rogo, bruciandolo. Freder, convinto che sia la vera Maria, prova a ribellarsi, ma viene trattenuto dagli operai: tutti i presenti però rimangono presto a bocca aperta, vedendo come la presunta Maria sia in realtà una macchina, che ride copiosamente mentre brucia.}}
*Hell...La mia Hell! ('''Rotwang''')
::{{spiegazione|Approfittando della confusione, Rotwang rapisce Maria, essendosi convinto che ella sia la reincarnazione dell'amata Hell. Il pazzo inventore la insegue fino al tetto della cattedrale di Metropolis: fortunatamente, la ragazza riesce ad attirare l'attenzione degli operai e di Freder. Inizia così una dura lotta fra il giovane e Rotwang, che alla fine precipita dalla cattedrale morendo.}}
===''[[L'ultima legione]]''===
*Figliolo, torna dentro! ('''Oreste''')
::{{spiegazione|Durante l'assalto dei Goti a Roma e alla dimora imperiale, Oreste invita suo figlio, l'imperatore Romolo Augustolo, a mettersi in salvo, poco prima di venire ucciso dal barbaro Wulfila.}}
*Fermi! Che fate? Siamo tutti Romani! ('''Vatreno''')
::{{spiegazione|Il legionario Vatreno, realizzato che i soldati del console Nestore hanno teso un'imboscata all'imperatore Romolo, si frappone fra il ragazzo e gli assalitori venendo trafitto da diverse frecce.}}
*Aurelio...amico mio...se mi vuoi bene... ('''Nestore''')
::{{spiegazione|Il console Nestore, inseguito e raggiunto da Aurelio che vuole punirne il tradimento, supplica così il soldato, che per risposta lo abbraccia e lo trafigge con la propria spada.}}
*Fino alla morte!... ('''Batiato''')
::{{spiegazione|Appena ferito a morte dal barbaro Wulfila, il legionario fa in tempo a veder giungere sul campo di battaglia la IX legione che cambierà l'esito della battaglia finale, pronunciando queste parole.}}
===''[[Milano odia: la polizia non può sparare]]''===
*Ragazzi... voi state col Maione, potete pagare quando volete! ('''"Papà"''')
::{{spiegazione|I tre criminali Giulio, Vittorio e Carmine, decisi a rapire la figlia dell'industriale Porrino, si recano da un ricettatore d'armi, noto come "Papà". La trattativa sembra andare bene, ma il ricettatore chiede un prezzo troppo alto per le sostanze dei tre: furente, Giulio lo uccide con una raffica di mitra, sotto gli occhi stupefatti dei due amici, che non si aspettavano di arrivare a tanto.}}
*Oh, ragazzi: se vi serve un po' di grana, io posso anche pagare! ('''Vecchio ricco''')
::{{spiegazione|Riuscita a fuggire, la giovane Marilù Porrino si rifugia in una villa di ricchi borghesi, che sfortunatamente non capiscono la situazione. Poco dopo arrivano Giulio, Vittorio e Carmine, che rinchiudono la ragazza e iniziano a programmare sevizie contro i quattro borghesi. Uno di questi, un uomo anziano, prova a convincere i tre a lasciarli in pace in cambio di soldi, ma per tutta risposta Giulio lo uccide con una raffica di mitra.}}
*Assassino! Assassino vigliacco! Porco assassino, hai ucciso mia figlia! Floriana, mia figlia! ('''Giovane ricca''')
::{{spiegazione|Mentre seviziano i tre borghesi sopravvissuti rimasti appesi ad un lampadario, i criminali sentono dei rumori sospetti provenire dal piano superiore. Istintivamente, Giulio spara una raffica di mitra al piano superiore, ed in quel momento un orsetto di pezza cade dalle scale. Terrorizzata, una delle due donne imprigionate capisce che ad essere uccisa è stata la figlioletta, e inizia ad urlare contro Giulio: rabbioso, questi uccide lei e gli altri due con una raffica di mitra.}}
*Pazzo, assassino! Lasciami, lasciami! No, no! Ah! ('''Jole Tucci''')
::{{spiegazione|Mentre amoreggiano, Giulio Sacchi e la fidanzata Jole Tucci leggono il giornale. La donna, notando un articolo che parla della strage nella villa dei borghesi, capisce immediatamente che Giulio è il responsabile. Quando Jole inizia ad urlargli contro dandogli dell'assassino, Giulio si infuria e la butta giù dalla scogliera con la macchina.}}
*Sei soltanto un maiale, pieno di droga! ('''Marilù Porrino''')
::{{spiegazione|Mentre i suoi scagnozzi prendono il riscatto, Giulio resta con il loro ostaggio, la giovane Marilù. Per passare il tempo, il criminale chiede alla giovane cosa pensi di lui: per tutta risposta, la coraggiosa Marilù gli dice la verità, ovvero che lo considera un animale. Furente per queste parole, Giulio uccide in un raptus d'ira la povera ragazza con una scarica di mitra.}}
*Vigliacco... Vigliacco! ('''Carmine''')
::{{spiegazione|Tornato al rifugio, Carmine vede il cadavere di Marilù, con Giulio che prova a giustificarsi per il delitto. Il ragazzo, ormai stanco della follia ingiustificata del suo capo, lo attacca furiosamente, ma viene ucciso da una raffica di mitra.}}
*Ma se lo trovano mi fregano, capisci? Per colpa tua! Per colpa tua! ('''Vittorio''')
::{{spiegazione|Tornato al rifugio, Vittorio si mette a chiacchierare col suo capo, Giulio, quando si accorge della morte di Carmine. Terrorizzato e consapevole che dal cadavere arriveranno presto a loro, Vittorio impazzisce e si scaglia contro Giulio, che però lo ammazza con due colpi di pistola.}}
*La polizia non può sparare, commissario! Guardi che non ci sono prove! Non ci sono prove su di me, commissario! È matto! Fermatelo! È mattoooo! ('''Giulio Sacchi''')
::{{spiegazione|Prosciolto dalle accuse, Giulio Sacchi chiacchiera con gli amici al bar, vantandosi delle proprie imprese, ma viene presto raggiunto dal commissario Walter Grandi, sua nemesi. Mentre gli amici se ne vanno, Giulio prova a convincere Grandi a non ucciderlo, osservando come la polizia non possa sparare ad un cittadino onesto fino a prova contraria, ma Grandi è inamovibile e prova colpire il criminale, mancandolo. Giulio allora estrae a sua volta una pistola, ma il commissario lo colpisce con due colpi di pistola, facendolo cadere sopra ad una pila di immondizie. Avvicinatosi, Grandi riesce finalmente a finire Giulio, vendicando tutte le vittime del folle criminale.}}
===''Mostri Universal''===
{{vedi anche|Ultime parole dai Mostri della Universal}}
===''[[Nemico pubblico - Public Enemies]]''===
*Ce l'hai fatta, ragazzo! ('''Walter Dietrich''')
::{{spiegazione|Con un astuto piano, il criminale John Dillinger riesce ad irrompere in una prigione federale per liberare il suo mentore e amico, Walter Dietrich. Ma un detenuto fa sì che le guardie si accorgano troppo presto dell'evasione e nasce quindi un conflitto a fuoco nel quale Walter viene colpito. John cerca inutilmente di salvarlo, ma Walter muore non riuscendo neppure a salire in macchina.}}
*Il secondino non faceva quello che gli era stato ordinato di fare! ('''Schouter''')
::{{spiegazione|Per colpa del detenuto Schouter, il mentore di Dillinger Walter è morto, rendendo l'intera operazione di evasione inutile. Per questo motivo, dopo aver chiesto il parere agli amici Homer e Pete, Dillinger lo uccide gettandolo fuori dall'auto in corsa.}}
*Temo che tu mi abbia ucciso. Vattene a marcire all'inferno! ('''Pretty Boy Floyd''')
::{{spiegazione|A seguito di una lunga caccia, l'agente dell'FBI Melvin Purvis riesce finalmente a raggiungere il criminale Pretty Boy Floyd. Questi si dà alla fuga nei campi, ma Purvis riesce a centrarlo anche a lunga distanza. Dopo averlo raggiunto, Purvis gli chiede informazioni sul suo complice, ma Pretty Boy si limita a mandarlo all'inferno, per poi spirare.}}
*Nelson... ('''Agente Carter''')
::{{spiegazione|Durante la retata al motel in cui sono nascosti John Dillinger, Baby Face Nelson e la loro banda, l'agente dell'FBI Carter, fedele braccio destro di Melvin Purvis, perlustra i dintorni in macchina. Ad un certo punto viene avvicinato da un uomo a piedi, e Carter accosta, convinto che si tratti di un collega dell'FBI. Ma il pedone si rivela essere Nelson in fuga e colpisce Carter con una raffica di mitra e gli ruba la macchina. All'arrivo di Purvis, Carter farà appena in tempo a dirgli il nome del suo assalitore, per poi morire.}}
*Non sbandare, maledizione! ('''Homer Van Meter''')
::{{spiegazione|Durante la retata, Purvis e i suoi uomini si imbattono in una macchina in cui si trovano Baby Face Nelson, lo scagnozzo di Dillinger Homer Van Zant e un ferito. Gli agenti riescono a provocare un incidente, in cui la macchina sbanda. Homer, ignorando Baby Face, cerca di fuggire, ma viene crivellato di colpi dagli agenti dell'FBI.}}
*Vieni, Vieni! ('''Baby Face Nelson''')
::{{spiegazione|Dopo l'incidente e la morte di Homer, Baby Face Nelson e il ferito cercano di scappare. Mentre risponde al fuoco, Baby Face cerca di incitare il compagno ferito, che però viene presto ucciso dagli uomini dell'FBI. Nelson riesce quasi a fuggire, ma viene centrato in pieno da un colpo di fucile di Melvin Purvis.}}
*E devi lasciar perdere anche Billie. Ti conosco: Non hai mai mai deluso nessuno. Ma stavolta... devi andare avanti. Lascia stare. ('''John "Red" Hamilton''')
::{{spiegazione|Mentre i loro compagni vengono presi, Dillinger e il suo migliore amico Red cercano di scappare nei boschi, ma vengono raggiunti da due agenti dell'FBI: i due riescono a scappare, ma Red viene colpito. Raggiunto un rifugio sicuro, Dillinger cerca di salvare l'amico, ma Red, consapevole di essere in punto di morte, gli dice di non perdere tempo e di lasciar perdere anche Billie Frechette, la sua donna, per non deluderla da morto.}}
*Dì a Billy da parte mia: bye bye, Blackbird. ('''John Dillinger''')
::{{spiegazione|Volendo distrarsi per gli eventi accaduti, Dillinger invita due sue amiche prostitute al cinema. La sera, finito il film, i tre escono dal cinema, ma ad aspettare il criminale vi sono Purvis e i suoi uomini, che gli hanno preso una trappola aiutati da una delle due prostitute, Anna Patzke. Dillinger prova a scappare tra la folla, ma viene presto raggiunto da Purvis e dall'anziano agente Winstead, e, consapevole di essere ormai arrivato alla fine, prova ad estrarre la pistola, ma viene colpito da Winstead. Abbattuto l'avversario, il cinico e veterano agente nota che il criminale sta per dire qualcosa, e si china a sentirla: l'attimo dopo, il leggendario John Dillinger muore. Winstead si recherà poi in carcere, dove riferirà a Billie Frechete le parole di Dillinger, ovvero i suoi addii alla donna amata.}}
===''[[The Nice Guys]]''===
*La mia auto ti piace, bambolone? ('''Misty Mountains''')
::{{spiegazione|Mentre sta guardando una rivista porno dei genitori, un bambino assiste ad un incidente d'auto terribile. Raggiunti i resti della macchina, vi trova proprio l'attrice porno della rivista, Misty Mountains: questa pronuncia queste parole (in realtà il titolo di un film a cui lavorava) per poi morire. Si scoprirà poi che l'incidente era stato provocato dal sicario John Boy, incaricato di uccidere chiunque avesse partecipato al film.}}
*Hai mai sentito parlare di John Boy? A quest'ora saprà di te... Lo stanno facendo arrivare... Ora ammazzerà quello sbirro privato e tutta la sua cazzo di famiglia! ...E poi verrà a cercarti! Non ti resta molto da vivere, mi dispiace per te! ('''Blue Face''')
::{{spiegazione|Il sicario Blue Face riesce finalmente a catturare la piccola Holly March e Amelia Kutner, vera mente dietro al finto film porno. Mentre sta per ucciderle però il sicario viene inaspettatamente investito da un pirata della strada: mentre Amelia scappa e Holly cerca qualcuno per aiutarlo, Healy si avvicina al criminale. Blue Face, ormai in fin di vita, lo deride dicendogli che un sicario, John Boy, è già sulle loro tracce: sentendo queste parole, Healy si arrabbia e finisce il sicario soffocandolo.}}
*La prego, mi porti via! ('''Amelia Kutner''')
::{{spiegazione|Mentre si svolge la sparatoria fra March, Healy e John Boy, Amelia ne approfitta per fuggire, reputando i due investigatori degli idioti. Dopo aver camminato a lungo, la giovane ferma una macchina, chiedendo un passaggio. Sfortunatamente per lei, l'autista si rivela essere proprio John Boy, scappato dalla sparatoria: il sicario coglie la palla al balzo e uccide immediatamente Amelia, portando così a termine il proprio incarico.}}
*Figlio di puttana! ('''Il Vecchio''')
::{{spiegazione|Lo scagnozzo di John Boy noto come Il Vecchio porta sul tetto dell'hotel in cui si svolge il Los Angeles Auto Show Holland March e sua figlia Holly, con l'intento di ucciderli. Vedendo March ubriaco, sia il criminale che Holly lo rimproverano aspramente, ma in quel momento il detective attacca il sicario, rivelando di fingere la sbornia.Il Vecchio viene spinto giù dal tetto, ma afferra March trascinandolo con sè: mentre il detective cade nella piscina sottostante, Il Vecchio si spiaccica al suolo morendo.}}
===''[[Il nome della rosa]]''===
*No...no! ('''Severino''')
::{{spiegazione|Grazie alle indicazioni di Guglielmo da Baskerville, l'erborista Severino riesce a trovare il fantomatico manoscritto greco attorno a cui girano i misteriosi delitti della sua abbazia. Riferita la notizia al francescano, Severino va ad aspettarlo in erboristeria, nell'attesa che Guglielmo si liberi dal suo impegno. Mentre analizza il libro però si accorge della presenza di un altro monaco, con intenzioni bellicose. Severino prova a scappare, ma il monaco afferra una gabbietta li presente e la usa per uccidere il povero Severino. Come si scoprirà, l'assassino era Malachia, il bibliotecario.}}
*La settima tromba... L'invasione degli scorpioni...! ('''Malachia''')
::{{spiegazione|Il giorno dopo la condanna al rogo dei due frati eretici Salvatore e Remigio e della contadina creduta strega, i sacerdoti celebrano la messa, nonostante il clima di tensione. Ad un certo punto, Malachia, il bibliotecario e aiutante del venerabile Jorge, stramazza al suolo, come avvelenato, e fa appena in tempo a farneticare parole sulla settima tromba dell'apocalisse prima di morire sotto gli occhi spaventati degli altri monaci.}}
*'''Salvatore''': Salva me! Salva me! <br/>'''Remigio''': Ah, caro fratello: ci guarda frà Dolcino!
::{{spiegazione|Pur essendo estranei agli omicidi, vengono condannati al rogo, su ordine del perfido inquisitore Bernardo Gui, la giovane contadina e due monaci, il gobbo Salvatore e il cellario Remigio, questi ultimi seguaci dell'eretico frà Dolcino. La ragazza viene però salvata da una congiura di popolani, mentre invece, nella pira di Salvatore e Remigio, mentre il primochiede terrorizzato aiuto, l'altro, consapevole di non aver tradito i suoi ideali, conforta il confratello, un attimo prima di morire bruciato.}}
*Ora sigillo per sempre questa conoscenza con la tomba che io divento! ('''Jorge da Burgos''')
::{{spiegazione|Approfittando della confusione dovuta ai roghi, Guglielmo e il fido Adso si recano nella gigantesca biblioteca del monastero, dove trovano il venerabile Jorge da Burgos, cieco e austero monaco, che porge a Guglielmo il manoscritto in greco, causa di tante morti. Egli segretamente ha avvelenato le pagine per ucciderli, ma Guglielmo usa uno speciale guanto, preso dal cadavere del povero Serafino. Jorge allora prende il libro e si dà alla fuga, spiegando nel frattempo come avesse avvelenato il libro e ucciso tanti confratelli solo per impedire che l'argomento del volume, il potere della risata in grado di sbeffeggiare la chiesa, venisse alla luce. Per portare a termine il suo scopo, Jorge dà fuoco al libro e alla gigantesca biblioteca e si suicida mangiando le pagine.}}
*Aiuto, vi prego, aiuto! ('''Bernardo Gui''')
::{{spiegazione|Mentre i monaci tentano di spegnere l'incendio del monastero, Adso riesce a fuggire, lasciando indietro il suo maestro. Vedendo Bernardo Gui fuggire vigliaccamente, Adso lo insegue, dando la colpa a lui per quanto avvenuto. La carrozza di Bernardo riesce a seminare il giovane, ma viene avvistata dai contadini, i quali, furenti per le malvagità perpetrate, buttano la carrozza giù da un burrone, facendo morire Bernardo infilzato tra i rottami.}}
===''[[Non è un paese per vecchi]]''===
*Sissignore. Tutto sotto controllo. ('''Vice Sceriffo di Lamarr''')
::{{spiegazione|Mentre è di pattuglia, il vice sceriffo della contea di Lamarr arresta un uomo di nome Anton Chigurgh. Portato in centrale, l'agente ha una conversazione telefonica col suo superiore su come gestire il prigioniero: il solerte vice sceriffo assicura di avere la situazione sotto controllo, ma appena riattacca il telefono viene attaccato alle spalle da Chigurgh, che lo strangola con le manette con cui sono bloccate le sue mani.}}
*Quello a cosa serve? ('''Automobilista''')
::{{spiegazione|Mentre sta guidando, un automobilista viene fermato da una macchina della polizia, da cui scende Anton Chigurgh, che ha rubato la macchina al vice sceriffo ucciso in precedenza. Credendolo un poliziotto, l'uomo obbedisce alla richiesta di Chigurgh di scendere dalla macchina, ma si stupisce vedendolo con in mano una pistola ad aria compressa, e gli chiede di che si tratti: per tutta risposta il sicario lo uccide sparandogli con la pistola in piena fronte, per poi rubargli l'auto.}}
*Neanche un bip. ('''Aiutante di Chigurgh''')
::{{spiegazione|Dopo la fuga del cacciatore Liewelin Moss, che ha rubato una valigetta di dollari appartenente ad un cartello messicano dopo una trattativa finita male, Chigurgh si reca di notte con due aiutanti, probabilmente assegnatigli dai suo mandanti, per esaminare la scena dello scontro a fuoco. Mentre analizza i vari indizi, il sicario si fa consegnare una radiotrasmittente con cui arrivare alla valigetta col denaro rubata da Moss. Finito il lavoro il trio fa per andarsene, ma Chigurgh spara improvvisamente ai due aiutanti uccidendoli con un colpo al petto e uno alla testa, ritenendoli probabilmente inutili ai propri scopi.}}
*''No me matar''. ('''Sicario del cartello''')
::{{spiegazione|Chigurgh riesce a trovare con la propria radiotrasmittente il motel in cui alloggia Moss e, armatosi col suo fucile a pompa silenziato, irrompe nella sua stanza, ma al suo posto trova tre sicari del cartello. Uccisi i primi due, Chigurgh trova il terzo nascosto nella doccia e lo interroga invano su come abbiano trovato il luogo. Il messicano chiede al killer pietà, ma viene ucciso dall'impassibile Chigurgh.}}
*Parlo della tua natura... ti... ti posso dare i soldi. Anton. ('''Colonnello Carson Wells''')
::{{spiegazione|L'intermediario Carson Wells viene assunto da un uomo d'affari, colui che doveva comprare dai messicani la droga, per farsi restituire i soldi da Moss evitando ulteriori spargimenti di sangue. Wells va quindi a parlare con Moss, chiedendogli di telefonargli quando sarà pronto per trattare. Tornato al proprio albergo, Wells viene tuttavia intercettato da Chigurgh, suo vecchio amico, e portato nella propria stanza, dove in un dialogo confessa al sicario di aver fornito su ordine del proprio capo di una radiotrasmittente anche i messicani, in modo che ci fossero più uomini sulle tracce del fuggitivo. Carson cerca di negoziare la propria vita, dichiarando di essere l'unico a conoscere la posizione di Moss, ma in quel momento il telefono squilla e Chigurgh, intuendo che a telefonare sia proprio Moss e ritenendo Carson ormai inutile, spara all'intermediario, uccidendolo.}}
*Meglio di no, signora. So a cosa serve la birra. ('''Liewelin Moss''')
::{{spiegazione|Riuscito a scampare alla furia di Chigurgh grazie ad un accordo fatto con lui, Moss si rifugia in un motel. Qui una mattina una donna in piscina si mette a chiacchierare con lui, facendogli delle avance che però lui rifiuta. In quel momento sta arrivando al motel lo sceriffo Bell, deciso a salvare Moss dalle grinfie dei criminali. Subito però l'uomo nota un commando di sicari messicani fuggire dal motel e sente delle grida: preoccupato, l'uomo entra subito nel motel, trovando i cadaveri della donna della piscina, un sicario messicano ferito e il cadavere del povero Moss, stempiato dai colpi di mitra dei messicani.}}
*No! Non è la moneta a scegliere... a scegliere sei tu. ('''Carla Jean Moss''')
::{{spiegazione|Dopo il funerale della madre malata di cancro, la moglie di Moss, Carla Jean, torna a casa, ma ad attenderla vi è nientemeno che Anton Chigurgh, deciso ad ucciderla poiché non ha ricevuto i soldi da Moss come nei patti. Carla Jean prova a impietosirlo raccontandogli gli ultimi avvenimenti, ma il sicario è impassibile e le ordina di scegliere un lato della propria moneta, con cui sceglierà se ucciderla o no. Carla Jean, ormai sprezzante, gli grida in faccia come la moneta sia inutile e come in realtà la scelta sia solo sua, e lo invita a scegliere. Nella scena successiva si vede Chigurgh uscire di casa e controllare come d'abitudine se le proprie scarpe sono sporche di sangue, facendo intuire la fine di Carla Jean.}}
===''[[Novecento]]''===
*Irma... Quando la festa sta per finire, digli che sono morto. Ti ricordi eh? Morto... ('''Nonno Alfredo Berlinghieri''')
::{{spiegazione|Ormai stanco degli eredi insoddisfacenti e logorato dalla demenza senile, l'anziano proprietario terriero Alfredo Berlinghieri si reca nelle stalle durante una festa degli operai, dove incontra la giovane paesana Irma. Dopo averla costretta prima a mungere le mucche e poi a masturbarlo, il vecchio ordina alla giovane di andare ad avvisare gli operai riferendo che è morto. Dopo che la notizia è stata riferita, i contadini riprendono i festeggiamenti mentre il vecchio Leo Dalcò, entrato nella stalla, scopre che Alfredo si è impiccato con una catena al soffitto, non prima di aver disperso tutte le mucche.}}
*Olmo, prendimi qualche foglia e fammi aria. Eh, il mondo sta cambiando... ('''Leo Dalcò''')
::{{spiegazione|A causa di uno sciopero dei contadini, i proprietari sono costretti a lavorare nei campi al posto loro. Nel vedere l'arrogante Giovanni Berlinghieri e i suoi famigliari lavorare, l'anziano contadino Leo Dalcò e il nipote Olmo scoppiano bonariamente a ridere, godendosi finalmente una rivalsa su coloro che fino a quel punto li hanno trattati da schiavi. Tuttavia Leo si tocca sofferente il petto e, capendo cosa gli stia per succedere, ordina al nipote di prendergli qualche foglia, in modo da distrarlo: l'accortezza del vecchio contadino si rivelerà giusta, in quanto, mentre Olmo raccoglie le foglie, Leo ha un malore e muore.}}
*Attila, hai... Dimenticato i guanti... ('''Patrizio''')
::{{spiegazione|Durante il matrimonio di Ada e Alfredo, la di lui bisbetica cugina Regina e il suo amante Attila, fattore sadico nonché fascista, si chiudono nella cascina del vino e, frustrati dai comportamenti di Alfredo e Ubriachi, decidono di sposarsi seduta stante. In quel momento però irrompe il piccolo Patrizio, ammiratore di Attila, venuto a riportargli i guanti, ma i due pazzi lo catturano e lo seviziano. Poco dopo il povero Patrizio prova a fuggire, ma l'isterico Attila lo afferra e lo sbatte più volte contro il muro, maciullandogli la faccia sotto le risate isteriche di Regina.}}
*Porci assassini... Porci assassini! Ah ah! Porci... ('''Ida Cantarelli Pioppi''')
::{{spiegazione|La notte di Natale, Attila e Regina si fermano davanti alla casa di Ida Pioppi, vedova di un oppositore politico morto a seguito di un'azione dei fascisti. I due sono invidiosi poiché vorrebbero vivere in quella casa, considerata bellissima, ma vengono inaspettatamente accolti dalla signora Pioppi, ormai considerata senile, che li fa entrare. La donna tuttavia è impazzita da anni e rinchiude i due in una stanza, mettendosi a ridere istericamente e accusandoli della morte del marito. I due inizialmente provano a farla ragionare, ma capendo che può essere l'occasione buona decidono sadicamente di ucciderla: mentre Regina la distrae parlando, Attila prende la rincorsa e sfonda la pesante porta, che cade addosso alla signora Pioppi rompendole l'osso del collo.}}
*Bestie! Schiavi! Merda! Basta con la musica, questa non è una Balera! Non avete rispetto per i nostri morti? ('''Attila Melanchini''')
::{{spiegazione|Il giorno della liberazione, i vigliacchi Attila e Regina tentano la fuga ma vengono catturati dai partigiani e dai contadini. Portati in un cimitero, Attila è costretto a guardare le tombe delle sue vittime, in particolare del piccolo Patrizio e dei Pioppi. Mentre i contadini suonano e gli ballano intorno, il fascista dichiara di non pentirsi affatto delle proprie azioni e, ormai completamente folle, ordina ai partigiani di smettere di suonare per rispettare i morti: colpito dall'ipocrisia dell'uomo, il capo dei partigiani prende una pistola e spara alla testa di Attila uccidendolo.}}
===''[[Oscar insanguinato]]''===
*Tu...Eri morto... ('''George Maxwell''')
::{{spiegazione|Nonostante i brutti presentimenti della moglie, il critico teatrale George Maxwell si reca in una sua proprietà occupata da un gruppo di barboni: accompagnato da due poliziotti, egli inizia a cacciare via i barboni quando improvvisamente alcuni di loro lo attaccano con dei coltelli e dei frammenti di vetro. Senza che i poliziotti muovano un dito per aiutarlo, Maxwell tenta una vana fuga venendo ripetutamente pugnalato dal gruppo: in punto di morte, il critico si accorge che uno dei poliziotti è Edward Lionheart, attore spinto al suicidio da lui e i suoi colleghi e che lo ha fatto uccidere inscenando il "Giulio Cesare" di Shakespeare}}
*È quest'arroganza che non le ha fatto vincere il premio della critica, Lionheart! ('''Hector Snipe''')
::{{spiegazione|Con la promessa di un'intervista al redivivo Lionheart il critico Hector Snipe viene attirato in un teatro abbandonato: qui l'ex attore accusa lui e i suoi colleghi di averlo umiliato con le loro feroci ed esagerate stroncature. Indispettito dal comportamento dell'attore, Snipe decide di andarsene, ma viene istantaneamente bloccato da Edwina, figlia dell'attore, e da numerosi accoliti dell'attore: vestito da Achille come nel "Troillo e Clessidra", Lionheart trafigge il critico al petto con una lancia. Successivamente il suo cadavere verrà fatto trascinare da un cavallo il giorno del funerale di Maxwell.}}
*Si, cara. ('''Horace Sprout''')
::{{spiegazione|Rientrato a casa con la moglie, il critico Horace Sprout trova nella propria camera un grosso baule: non riuscendolo ad aprire, il remissivo critico sceglie di provare la mattina successiva. Durante la notte, dal baule escono Lionheart ed Edwina, esattamente come nel "Cimbellino" di Shakespeare: travestiti da chirurgi, i due praticano una grottesca operazione decapitando Sprout nel sonno.}}
*È stato Devlin, è stato Devlin! No! ('''Trevor Dickman''')
::{{spiegazione|Incontrata in un bar Edwina, che si spaccia per un'attrice conoscente di Sprout, il critico lussurioso Trevor Dickman viene attirato in un teatro: qui inizialmente gli viene fatto credere che si stanno tenendo le prove per "il mercante di Venezia" e gli viene chiesto di interpretare Antonio. Nel momento della scena del prelievo della libra di carne, egli viene immobilizzato dagli accoliti di Lionheart, che si smaschera mentre interpreta Shylock, che afferma di voler riscrivere l'opera con la morte del protagonista: Dickman tenta invano di scaricare la colpa sul capo dei critici, Peregrine Devlin, ma Lionheart è implacabile e gli estrae il cuore dal petto, pesandolo in modo da ottenere una libra esatta. Il cuore verrà poi spedito per posta a Devlin e alal polizia.}}
*No, Lionerheart, ti prego! Pietà, pietà! ('''Oliver Larding''')
::{{spiegazione|Scortato da un poliziotto, il critico amante del vino Oliver Larding si reca in un enoteca per una degustazione omaggio: qui viene accompagnato nelle cantine da Edwina, travestita da somellier, e dagli accoliti di Lionheart, mentre il poliziotto resta di guardia fuori dall'edificio. Larding beve sempre di più con soddisfazione, finché non nota Lionheart travestito da Riccardo III: deciso a fargli fare la fine del duca di Clarence nell'omonima opera, l'ex attore fa annegare Larding dai suoi sgherri in una botte di vino, poi chiusa ermeticamente da lui ed Edwina.}}
*Lasciami, caro, ti prego! ('''Signora Psaltery''')
::{{spiegazione|Tramite una telefonata anonima, il gelosissimo critico Salomon Psaltery scopre che la meglio lo tradisce: tornato prima del solito alla propria abitazione egli nota un uomo entrare in casa invitato calorosamente dalla moglie. In realtà l'uomo, ovvero Lionheart sotto mentite spoglie, è un massaggiatore, ma finge appositamente di avere un rapporto sessuale con la donna per ingannare Psaltery, che sta ascoltando i due dietro alla porta della camera: furibondo, il critico irrompe nella stanza e soffoca la moglie come un novello Otello, portando inconsapevolmente a termine il piano di Lionheart di farlo finire in prigione con l'ergastolo.}}
*Butch, così sono scomoda, mi fai male! ('''Chloe Moon''')
::{{spiegazione|Recatasi dal parrucchiere con un agente di scorta, la critica Chloe Moon scopre che il suo parucchiere di fiducia non è presente: a servirla è l'effemminato Butch, in realtà Lionheart sotto l'ennesimo travestimento. A disagio col parucchiere, la donna si accorge durante la seduta che è stata legata alla propria sedia: dopo essersi presentato, Lionheart collega la sedia alla corrente da alto voltaggio, fulminando Moon e replicando il rogo di Giovanna d'Arco visto nell'Enrico VI.}}
*Mai più! ('''Meredith Merridew''')
::{{spiegazione|Tornato a casa, il goloso critico Meredith Merridew si mette a cercare i suoi amatissimi cani ma trova nel soggiorno una sorpresa gradita: si tratta della troupe del programma tgelevisivo "questo è il tuo piatto", che gli offre un pasticcio di carne da gustare. Merridew mangia con sazietà, ma alla fine del pasto si allarme per le parole dello chef, che dichiara che i suoi cani sono già presenti, e per un pelo trovato nel piatto: divertito, il cuoco, che altri non è che Lionheart, mostra allo sconcertato critico che ha ucciso i suoi due cani e li ha usati per creare i pasticci di carne serviti a Merridew, proprio come accaduto alla regina Tamara nel Tito Andronico. Gettato Merridew su un tavolo, il divertito Lionheart si fa promettere di non venir più sbeffeggiato e, infilandogli un imbuto in bocca, lo costringe a trangugiare i resti del pasticcio soffocandolo a morte.}}
*Per te, o sventurato sovrano, sono molto afflitta... ('''Edwina Lionheart''')
::{{spiegazione|Rapito Devlin, Lionheart gli ordina di premiarlo ufficialmente con il premi che gli era stato negato tre anni prima dai critici: se non lo farà egli verrà accecato da due pugnali roventi, proprio come avvenuto al Re Lear. Devlin si rifiuta e pertanto è Edwina a premiare il padre: dopo una veloce cerimonia, Lionheart sente le sirene della polizia ed inizia a dare fuoco all'intero teatro. Edwina ordina ferocemente ai barboni sgherri dell'attore di aiutarlo a distruggere tutto, ma una di loro si spaventa e la colpisce alla testa con la statuetta del premio: mentre i barboni fuggono dal teatro, Edwina muore tra le braccia del padre citando per un'ultima volta Shakespeare.}}
*Lei non c'è più...Io so distinguere i vivi dai morti: lei non è più su questa terra! ('''Edward Lionheart''')
::{{spiegazione|Con la morte di Edwina, la malata psiche di Lionheart crolla definitivamente: mentre Devlin viene liberato dagli agenti della polizia prima che i pugnali possano accecarlo, l'attore scappa col cadavere della figlia sul tetto del teatro. Qui egli cita per un'ultima volta Shakespeare piangendo la morte della figlia con le parole usate da Re Lear nell'opera del bardo: l'istante successivo egli viene avvolto da una fiammata e precipita nel teatro, morendo una volta per tutte con, a detta di Devlin, "una grande abilità nell'uscire di scena".}}
===''Il padrino''===
{{vedi anche|Ultime parole da Il padrino}}
===''Il pianeta delle scimmie''===
*...Maledetti, siano tutti maledetti! ('''Zaius''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie]]'' (2001). Le ultime parole di Zaius sono rivolte al figlio generale Thade, poco prima di morire dalla vecchiaia.}}
*Il mio nemico è Thade! Non sei tu! ('''Krull''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie]]'' (2001). Durante la battaglia finale, il gorilla Krull rivolge queste ultime parole al feroce colonnello Attar, prima di combattere, per poi morire nelle sue mani.}}
*Vi scuoierò uno per uno! ('''Dodge Landon''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'alba del pianeta delle scimmie]]'' (2011). Dodge Landon rivolge queste ultime parole a Cesare e le altre scimmie, tentando di ucciderle con il suo taser, ma sfortunatamente Cesare lo spruzza con l'acqua, che muore fulminato con il suo stesso taser.}}
*Stupida scimmia!!! Nooo!!! Nooo!!! ('''Steven Jacobs''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[L'alba del pianeta delle scimmie]]'' (2011). Nonostante i suoi sforzi di uccidere tutte le scimmie, il cinico e infame uomo d'affari Steven Jacobs, rivolge queste ultime parole al terribile Koba, poco prima che quest'ultimo lo getta via nel fiume sotto il ponte di Brooklyn insieme al suo elicottero.}}
*Sto salvando la razza umana! ('''Dreyfus''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie]]'' (2014). Malcom, protagonista del film, raggiunge Dreyfus sotto le rovine del palazzo dove Cesare e Koba stanno combattendo; questi è riuscito a stabilire un contatto radio con un altro insediamento di sopravvissuti a Nord che sta venendo per aiutarli a respingere le scimmie. Vedendo che egli vuole far detonare delle cariche di esplosivo C-4 ai piedi della torre, Malcom tenta di far ragionare Dreyfus, reso folle dal dolore per la perdita dei suoi compagni e roso dall'odio delle scimmie che hanno attaccato il suo accampamento. Alla fine, Dreyfus pronuncia queste ultime parole prima di far esplodere le cariche, e dall'esplosione riesce a salvarsi soltanto Malcom.}}
*Scimmia non uccide scimmia. ('''Koba''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie]]'' (2014). Sconfitto da Cesare, il suo ex-Leader divenuto arcinemico, il perfido Koba pronuncia queste ultime parole. Cesare finge di accettare stringendogli la mano, ma poi gli risponde che non lo considera più una scimmia e così gli molla il braccio lasciandolo precipitare dalla torre.}}
*Che cos'è questa? Come è arrivata qui? Mettilo a lavorare. ('''Colonnello J. Wesley McCullough''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The War - Il pianeta delle scimmie]]''. Le ultime parole dello spietato Colonnello J. Wesley McCullough sono rivolte al suo arcinemico Cesare, il quale trova una bambola, che appartiene alla piccola Nova, e domanda Cesare a riguardo; non ricevendo risposta, il colonnello lo rimanda al lavoro. Tempo dopo, durante fino alla guerra tra le scimmie e gli umani, Cesare trova il Colonnello in preda dalla disperazione, perché quella bambola di prima è infettata dal virus che aveva decimato la razza umana e che ora si è evoluto perché regredisca l'intelligenza degli umani rendendoli più simili a primati. Essendo egli stato contagiato e roso dalla disperazione, il colonnello implora Cesare di ucciderlo, ma questi rifiuta il suo odio e se ne va, costringendo quindi il Colonnello a uccidersi.}}
*Non temere... Maurice. Siete tutti a casa, ora. Scimmie sono forti. Con... o senza me. ('''Cesare''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The War - Il pianeta delle scimmie]]''. Le ultime parole di Cesare sono rivolte al suo migliore amico Maurice, poco prima di morire a causa del colpo alla freccia del crudele predicatore.}}
===''Pirati dei Caraibi''===
*Veramente tutti siamo anche troppi, ne bastano sei o sette... Ooooodio. ('''Leech''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma]]'' (2006). I pirati della ''Perla Nera'', intrappolati in due gabbie di ossa sospese su un burrone, scalano la parete rocciosa per liberarsi. Will Turner, per incoraggiare gli uomini, dice che per la ''Perla'' sono tutti indispensabili. Leech, il marinaio indiano nell'altra gabbia, interviene dicendo che ne bastano pochi: parte così una gara fra le due gabbie al termine della quale, spaventato da un serpente, Leech molla la presa e precipita nell'abisso, morendo insieme agli altri marinai della sua gabbia.}}
*Darò un bacio a tua madre per te. ('''Weatherby Swann''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo]]'' (2007). La ''Perla Nera'' avvista delle barchette, e tra le persone presenti, c'è anche il governatore Weatherby Swann. Elizabeth pensa che sono riusciti a tornare, ma Jack afferma che non sono tornati, poiché stanno attraversando il mondo delle anime morte; tra queste c'è Swann, il quale aveva saputo un'informazione importante sul cuore di Davy Jones, e Lord Cutler Beckett l'ha ucciso per il tradimento. Poco prima di entrare nell'aldilà, Swann riesce a salutare per l'ultima volta la sua amata figlia.}}
*Perdonami... Calypso. ('''Sao Feng''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo]]'' (2007). Il temuto pirata cinese Sao Feng si appresta a baciare Elizabeth Swann, credendo che quest'ultima sia la dea Calypso. Poco dopo, però, l'''Olandese Volante'', la nave di Davy Jones, attacca la nave di Feng, nel quale il pirata ne rimane gravemente ferito, ma prima di morire riesce a dare il suo pezzo da otto a Elizabeth.}}
*Contrordine! ('''James Norrington''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo]]'' (2007). Dopo la morte di Sao Feng, Elizabeth e la ciurma del defunto pirata cinese vengono fatti prigionieri dall'''Olandese Volante'', ma James Norrington, l'ex commodoro divenuto ammiraglio e vecchio amico di Elizabeth, libera lei e gli altri uomini per scappare con loro. Sputafuoco Bill Turner si accorge della loro fuga, e Norrington si sacrifica per permettere a Elizabeth e gli altri di fuggire. Poco dopo, Norrington taglia la corda che lega la nave di Davy Jones a quella di Beckett, per evitare che Sputafuoco li raggiunga, e approfittando della distrazione di James, Sputafuoco lo uccide. Poco dopo, Davy Jones arriva a Norrington quasi morente, chiedendogli se vuole entrare nella sua ciurma, ma quest'ultimo rifiuta e Jones lo lascia così al suo destino.}}
*Prepararsi all'abbordaggio!!! ('''Ian Mercer''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo]]'' (2007). Dopo aver liberato per errore Tia Dialma, la dea Calypso, quest'ultima si infuria con il suo ex amante, Davy Jones, pensando di averla tradita, e scatena una tempesta e un maelstrom. Inizia una battaglia tra la ''Perla Nera'' e l'''Olandese Volante'', e nel corso dello scontro, Davy Jones uccide brutalmente il dilettante ufficiale di Beckett, Ian Mercer, distruggendogli il naso con i suoi tentacoli, e prende la chiave nascosta del forziere contenente il suo cuore.}}
*È solo... una questione d'affari. ('''Lord Cutler Beckett''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo]]'' (2007). Il perfido tiranno Lord Cutler Beckett si appresta a distruggere la ''Perla Nera''. Ma poco dopo, arriva l'''Olandese Volante'', guidato da Will Turner per aver distrutto Il cuore di Davy Jones, e le due navi si mettono ai fianchi della nave di Beckett per distruggerla. Quest'ultimo, essendo rimasto paralizzato dalla sorpresa e perdendo il contatto con la realtà, non ordina di dare fuoco, così il suo luogotenente Theodore Groves ordina di abbandonare la nave e in pochi si salvano. Beckett, invece, sapendo di essere ormai sconfitto con nessuna possibilità di salvarsi, decide di rimanere sulla sua nave, e dopo aver schivato con fortuna molto palle di cannone, muore nell'esplosione della nave.}}
*Canaglia! Diavolo! ('''Barbanera''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare]]'' (2011). Il terribile pirata Edward Teach, noto come Barbanera, trafitto in precedenza da Hector Barbossa, rivolge queste parole a Jack Sparrow dopo aver scelto il calice sbagliato, che lo farà consumare dalle acque della Fonte. Il calice giusto verrà bevuto invece da sua figlia Angelica che avrà salva la vita. Questa scelta dei calici da parte dei due viene influenzata da Jack che li aveva scambiati.}}
*Solo l'impero britannico avrà il potere del mare! ('''John Scarfield''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar]]'' (2017). L'ufficiale della marina Scarfield, avvistata la ''Perla Nera'', si appresta ad attaccarla. Inaspettatamente, il capitano fantasma Salazar spunta all'improvviso e con la sua nave fantasma trascina la nave di Scarfield giù nel mare, provocando la morte di quest'ultimo e del suo equipaggio.}}
===''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''===
*Il bambino... la villa... il fantasma della villa! ('''Amanda Righetti''')
::{{spiegazione|Amanda Righetti, autrice del saggio "Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna", torna nella propria abitazione dove trova un pupazzo impiccato al soffitto. Dopo la curiosa scoperta, la luce si spegne misteriosamente, e nell'aria si ode una nenia infantile: la Righetti capisce allora che nella sua abitazione deve trovarsi l'assassino della Villa del bambino urlante, di cui aveva parlato nel saggio. Nonostante provi ad armarsi con uno spillone per cucire, la donna viene comunque tramortita con una torcia dall'assassino, che si sbarazza del manoscritto del saggio e la trascina in bagno, dove apre l'acqua della vasca: nonostante provi a scrivere il nome dell'assassino sulla parete del bagno, il vapore lo cancella e Amanda viene affogata nell'acqua bollente della vasca dall'assassino.}}
*Ma è per il tuo bene, cara. Hai sentito che cosa ha detto il dottore? ('''Padre di Carlo''')
::{{spiegazione|Dopo aver scoperto che il misterioso assassino è Marta, la madre del suo amico Carlo, Marc se la ritrova davanti, armata di coltello e furente per la morte di un figlio. In un flashback ambientato il giorno di Natale, scopriamo cosa l'ha spinta alla follia: mentre il piccolo Carlo scarta i regali, il padre invita la moglie ad andare in clinica dopo le vacanze di Natale, in modo da risolvere i suoi problemi psichici. Mentre corre ad abbracciare il figlio, l'uomo viene però pugnalato alla schiena da Marta, e muore davanti al figlio, che poco prima aveva acceso un disco da cui era partita la nenia infantile.}}
*Maledetto... Maledetto! Hai fatto uccidere mio figlio, che non centrava niente! Lui... No! Lui... cercava solo... di proteggermi... Non aveva mai fatto del male a nessuno! Ma che è successo? Che è successo? ('''Marta''')
::{{spiegazione|Dopo aver rivelato a Marc i motivi che l'hanno spinta alla definitiva follia, la furente Marta prova ad attaccarlo con una mannaia: il giovane la schiva e prova ad imboccare la via del pianerottolo, ma inciampa e sbatte contro le porte dell'ascensore. Marta tenta allora un altro assalto, ma Marc lo schiva e la folle si ritrova con la collana impigliata nell'ascensore: Marc allora con prontezza attiva l'ascensore, che scende e decapita Marta.}}
===''[[RoboCop (film 1987)|RoboCop]]''===
*Ok! Addio, lattina! ('''Emil Antonowsky''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop (film 1987)|RoboCop]]'' (1987).}}
*L'ho beccato, Clarence, l'ho beccato! ('''Leon Nash''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop (film 1987)|RoboCop]]'' (1987). Leon rivolge queste parole al suo capo Clarence Boddicker, dopo aver sepolto Robocop con delle travi sganciate dalla gru, ma pochi attimi dopo Anne Lewis lo fa saltare in aria con un Cannone d'assalto Cobra.}}
*Sayonara, RoboCop! ('''Clarence Boddicker''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop (film 1987)|RoboCop]]'' (1987). Clarence, capo pluriomicida della banda che ha ucciso Murphy, diventato RoboCop, e la sua collega Ann Lewis, pronuncia queste parole prima di trapassare RoboCop con una sbarra di metallo, ma, riesce solo a ferirlo, e quest'ultimo lo trafigge al collo con una lama da polso.}}
*Il suo veicolo è illegalmente parcheggiata su proprietà privata. Hai venti secondi per togliersi da lì. ('''ED-209''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop (film 1987)|RoboCop]]'' (1987).}}
*Si alzi... voglio un elicottero! Subito! Andremo sulla terrazza... con calma! E io salirò sull'elicottero col mio ostaggio. Se qualcuno tenta di fermarmi... faccio fuori il vecchio! ('''Dick Jones''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop (film 1987)|RoboCop]]'' (1987). Dick Jones pronuncia queste parole prima di tentare di scappare con l'elicottero, prendendo il presidente della OCP come ostaggio. Egli però si libera dandogli un colpo con la spalla e lo licenzia, autorizzando così Robocop a sparare a Dick, che cade dal finestrone.}}
*Siete in arresto...Fermo o sparo...Fermo o sparo... ('''Progetto RoboCop 2''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop 2]]'' (1990).}}
*Mi dovrò un po' abituarmi, però... sarà grandioso, Cain. ('''Angie''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop 2]]'' (1990). Angie pronuncia queste parole al suo redivivo amante Cain, alias RoboCain, poco dopo che lo uccide a tradimento strappando il collo con la mano meccanica, per come li aveva abbondati.}}
*Era enorme. Più grande di... di te. Era Cain. Sto per morire. Tu lo sai come la morte, vero? Fa davvero schifo. ('''Hob''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop 2]]'' (1990). Visibilmente pentito per le sue orrende e assurde azioni, il ragazzino Hob pronuncia queste ultime parole a RoboCop prima di morire, riferendo a Cain che è ancora vivo, sotto forma di un cyborg, in cui all'inizio della tragedia che l'aveva sparato dentro un camion pieno di soldi.}}
*Nuke... Nuke... ('''Cain/RoboCain''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop 2]]'' (1990). Murphy, il RoboCop originale, irrompe nell'inaugurazione del primo grattacielo di Delta City, dove affronta un RoboCain sopraffatto dalla droga e desideroso di diventare il nuovo RoboCop. Ne scaturisce una lotta nella quale RoboCop riesce ad avere la meglio sul nemico, di cui estrae il cervello spappolandolo sull'asfalto.}}
*Siamo morti, stupida oca! ('''Paul McDaggett''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[RoboCop 3]]'' (1993). Paul McDaggett rivolge queste ultime parole a RoboCop e le sue amiche, Mary e Nikko, poco prima di morire dall'esplosione sulla torre dello OCP provocata dall'autodistruzione dei due Otomo, sovraccaricati da Nikko.}}
===''[[The Rock]]''===
*Io non darò mai quell'ordine! ('''Comandante Anderson''')
::{{spiegazione|Inviata a uccidere il generale ribelle Frank Hammel, che ha occupato Alcatraz, la squadra di Navy Seal guidata dal comandante Anderson cade in un imboscata dei Marine di Hammel, il quale ordina ad Anderson e ai suoi di gettare le armi, ma lo stoico comandante, fermo sui suoi ideali, dichiara di non poter dare l'ordine e accusa il generale e i suoi di essere solo degli ammutinati qualsiasi. Mentre i due discutono animatamente, però, un incidente fa partire un violento scontro a fuoco in cui i Navy Seal vengono massacrati. Anderson è uno degli ultimi a cadere, venendo ucciso da un colpo sparato dal capitano Darrow.}}
*È stato un grande onore combattere al tuo fianco, generale. Ma come hai detto prima, è finita. ('''Maggiore Baxter''')
::{{spiegazione|Siccome il governo non ha creduto alla sua minaccia, il generale Hummel annulla la missione, in quanto non aveva mai voluto mettere realmente in pericolo vite innocenti. Tuttavia, i capitani Darrow e Frye si ammutinano e, alleati col sergente Crisp, tolgono il comando a Hummel. Il maggiore Baxter, però, fedele braccio destro del generale Hummel, spara contro Darrow, ma viene ucciso da quest'ultimo e Frye.}}
*Mi dia la pistola, signore. ('''Sergente Crisp''')
::{{spiegazione|Dopo l'ammutinamento ai danni di Hummel, Frye e Darrow ordinano al sergente Crisp di prendere le armi al generale: questi è reticente, ma decide infine di obbedire, tradendo il proprio comandante. Ma poi, Hummel punta la pistola contro Crisp, innescando uno stallo alla messicana che termina quando il maggiore Baxter scatena una sparatoria, e mentre Frye e Darrow uccidono Baxter, che però ferisce Darrow, Hummel spara a Crisp uccidendolo.}}
*All'interno del faro... ('''Gen. Frank Hummel''')
::{{spiegazione|Scatenata da Baxter la sparatoria, Hummel uccide Crisp, ma viene ferito gravemente da Frye e Darrow: il generale viene inaspettatamente salvato da Mason e Goodspead, che lo portano via dalle grinfie dei due capitani traditori. Mentre Mason tiene a bada Fry e Darrow, Goodspead chiede al generale l'ubicazione dell'ultimo missile carico di gas VX. Consapevole di aver commesso un atto terroristico e desideroso di riscatto, Hummel rivela l'ubicazione del missile, per poi morire a causa delle gravi ferite riportate.}}
*No, quella cacca soft mi fa schifo! ('''Capitano Darrow''')
::{{spiegazione|Il capitano Darrow, principale autore dell'ammutinamento ai danni del generale Hammel insieme al complice Frye, sorprende Stanley Goodspeed, intento a sabotare i missili che avrebbero sparso un virus letale su vasta scala negli Stati Uniti. Ma prima che il capitano possa ucciderlo, Stanley, distraendo il militare con chiacchiere a vuoto sulla musica, lo colpisce col missile ormai rimasto privo del virus, facendolo precipitare dalla finestra e impalare su un palo sottostante.}}
*Muori! lo faccio sputare a te il mio milione di dollari! ('''Capitano Frye''')
::{{spiegazione|Una volta tolto anche all'ultimo missile le sfere contenenti il virus letale, Stanley Goodspeed viene aggredito dall'ammutinato capitano Frye, ultimo sopravvissuto dei marine del generale Hummel, che, infuriato per il fallimento del suo piano, tenta di uccidere il giovane ricercatore. Stanley mette però in bocca al capitano le boccette contenenti il virus, rompendole e dando a Frye una morte incredibilmente dolorosa.}}
===''[[Romanzo criminale (film)|Romanzo criminale]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Romanzo criminale}}
===''[[Quei bravi ragazzi]]''===
*Proprio così. La mia galera l'ho fatta, Jimmy, ho scontato sei anni e ora me ne torno a casa, e voglio quello che mi spetta. Ho delle bocche da sfamare, io! ('''William "Billy Batts" Devino''')
::{{spiegazione|Uscito da poco dal carcere, il mafioso Billy Batts entra in un locale in cui si trovano anche Henry e soci. Qui Billy, vedendo Tommy, si mette a raccontare del periodo in cui il ragazzo faceva da lustrascarpe, facendogli capire che per lui sarà sempre quello il suo ruolo. Preso dalla rabbia, Tommy se ne va dal locale, ma torna ore dopo: mentre Batts è distratto da Jimmy, Tommy gli dà una pugnalata e lo picchia insieme ai due amici. I tre decidono poi di sbarazzarsi del corpo seppellendolo, ma arrivati al luogo scelto sentono dei rumori strani provenire dal baule, e quando lo aprono si accorgono che Billy è ancora vivo. Tommy allora lo pugnala ancora e Jimmy lo crivella di colpi.}}
*Perché non te ne vai a fanculo, Tommy? ('''Michael "Spider" Gianco''')
::{{spiegazione|Mentre si trova in un locale con gli amici Henry Hill e Jimmy Conway, il gangster Tommy DeVito prende in giro il giovane cameriere Spider, che aveva in precedenza storpiato. Di malumore, Spider insulta pesantemente Tommy. Tutti sono sorpresi, e Jimmy prende bonariamente in giro Tommy, chiedendogli se permette al giovane di insultarlo così: per tutta risposta, il furibondo Tommy scarica il caricatore della pistola contro Spider, uccidendolo tra lo stupore degli amici, che non lo credevano capace di un'azione tanto esagerata.}}
*Si, si... Che ora è? ('''Steven "Stacks" Edwards''')
::{{spiegazione|Dopo il colpo alla Lufthansa, che ha arricchito Henry e i suoi amici, il giovane "Stacks", autista del colpo, riceve la visita di Tommy e di Frankie Carbone, che devono venirlo a prendere per andare al bar covo della banda. Mezzo addormentato, Stacks inizia a rivestirsi, ma viene inaspettatamente ucciso da Tommy con un colpo di pistola alla testa: egli infatti aveva lasciato troppe prove, e sarebbe presto stato beccato dalla polizia, per cui era troppo scomodo per la banda.}}
*Uh? No, non ne ho sentito niente. ('''Morris "Morrie" Kessler''')
::{{spiegazione|Dopo una serata di baldoria, Jimmy, Tommy e Frankie vanno fuori a mangiare con il loro amico Morrie, la mente dietro al colpo alla Lufthansa: appena salito sul sedile del passeggero, Morrie chiacchiera tranquillamente con Frankie, ma senza che se ne accorga viene pugnalato alla nuca con uno stiletto da Tommy, poiché Jimmy si era stancato di lui e temeva che potesse parlare.}}
*Le montagne rocciose allora erano collinette! ('''Tommy DeVito''')
::{{spiegazione|Dopo molto tempo e per l'emozione di Henry e Jimmy, Tommy può finalmente diventare un vero e proprio affiliato: la cerimonia si terrà nella casa di Vinnie, anziano membro della famiglia. Emozionato, Tommy si prepara per il rito, ma dentro non trova nessuno: prima di poter fare alcunché Tommy viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca dalla guardia del corpo di Vinnie, che insieme agli altri mafiosi aveva scoperto il suo coinvolgimento nella morte di Billy Batts.}}
===''[[Quella sporca dozzina]]''===
*Io...Io non volevo...Non volevo colpirlo...Sono giovane... ('''Arthur James Gardner''')
::{{spiegazione| Su ordine dei suoi superiori, il maggiore John Reisman ottiene un incarico gravoso: assistere all'esecuzione del giovane soldato Arthur James Gardner, accusato di omicidio. Prima di eseguire la sentenza l'ufficiale incaricato dell'esecuzione chiede al giovane se abbia qualcosa da dire, ma il pvoero Gardner non può che essere terrorizzato e sconvolto dalla sua situazione: l'istante successivo il boia lo impicca, il tutto sotto gli occhi pieni di compassione di Reisman.}}
*Quando partiamo, maggiore? ('''Pedro Jiminez''')
::{{spiegazione|Insieme alla sua squadra di dodici galeotti e al fido sergente Bowren, Reisman si lancia col paracadute verso il loro obbiettivo, castello pieno di ufficiali nazisti: una volta atterrati però gli uomini non trovano i soldati Wladislaw, Jefferson e Jiminez, quest'ultimo fondamentale per le sue doti di arrampicata. Riusciti a ricongiungersi agli altri, Jefferson e Wladislaw riportano agli scioccati compagni una macabra notiza: il simpatico Jiminez è infatti rimasto impiccato ad un'albero nel brusco atterraggio.}}
*Wolfgang...? ('''Donna Tedesca''')
::{{spiegazione|Nonostante il decesso di Jiminez l'operazione si svolge perfettamente e Jefferson e Maggot riescono ad infiltrarsi nel castello: il secondo, un folle maniaco sessuale e religioso, deve nascondersi nella stanza di un ufficiale tedesco, venendo inaspettatamente raggiunto dalla sua bella amante. La donna crede che il suo amante Wolfgang sia nella stanza, ma viene presa in ostaggio da Maggot: portata la donna nel corridoio, il folle le ordina da gridare, in modo da far fallire la missione e poter far morire i compagni, che reputa dei diavoli. La donna cerca allora di salvarsi seducendo Maggot, ma per tutta risposta questi la pugnala allo stomaco senza pensarci due volte.}}
*Forza, devi distruggerla! ('''Vernon Pinkley''')
::{{spiegazione|Attirati allo scoperto dall'esplosione dell'antenna radio provocata dal sacrificio del soldato Gilpin, alcuni soldati tedeschi escono all'esterno ma vengono immediatamente uccisi dal lunatico soldato Pinkley, travestitosi da autista tedesco: nella foga dello scontro tuttavia Pinkley non si accorge di una sentinella che riesce ad arrivargli alle spalle, crivellandolo di colpi sotto lo sguardo sconvolto del sergente Bowren.}}
*Siamo al giorno del giudizio! Fuori tutti! Fuori, ovunque siate! È il castigo divino! È il castigo! ('''Archer Maggot''')
::{{spiegazione|Dopo l'omicidio della donna tedesca, Maggot inizia a sparare dei colpi allertando subito i nazisti presenti: Vladek, Jefferson e Franko provano a fermarlo, ma vengono allontanati da una scarica di mitra. Ormai completamente folle, Maggot proclama il giorno del giudizio e invita chiunque, nemico o amico, ad uscire allo scoperto per subire il giudizio divino: nella foga del suo delirio tuttavia non si accorge di Jefferson, che arrivandogli alle spalle lo crivella di colpi vendicando tutte le angherie che il razzista gli aveva fatto durante l'addestramento.}}
*Voi francesi squagliatevi! ('''Milo Vladek''')
::{{spiegazione|Con il piano originale andato in fumo,Reisman opta per un piano alternativo: riempire di bombe il bunker in cui si sono rintanati i nazisti e far saltare in aria i generatori lì presenti, distruggendo l'intero castello. Mentre il maggiore e gli altri soldati vanno a preparare il piano, il soldato Vladek riceve il compito di liberare i camerieri francesi e di uccidere i nazisti prigionieri: pur esitando a commettere un omicidio a sangue freddo, il giovane alla fine esegue l'ordine. Uscito all'esterno, Vladek prova ad aiutare il sergente Bowren, rimasto ferito durante lo scontro: purtroppo un cecchino tedesco nascosto centra il giovane soldato in mezzo alla fronte, uccidendolo sul colpo.}}
*Si allontani lei, o saltiamo tutti! ('''Robert Jefferson''')
::{{spiegazione|Dopo aver riempito il bunker di bombe Reisman incarica Jefferson di sganciare le bombe a mano che dovranno provocare la detonazione nei condotti d'aria: nel frattempo lui, Bowren, Wladislaw e Franko prepareranno il camion per la fuga. Dopo gli ultimi preparativi Jefferson lancia le bombe nei condotti e sotto l'incitamento dei compagni si mette a correre per raggiungerli e sfuggire all'esplosione: sfortunatamente un soldato tedesco arrivato dalla sponda del fiume crivella di colpi il valoroso soldato, che muore sotto gli sguardi sconvolti degli amici.}}
*'''Roscoe Lever''': Non ce la faranno... <br/>'''Seth Sawyer''':Prendi la barca: andiamo sull'altra sponda, presto!
::{{spiegazione|Rimasti a guardia del ponte nei pressi del castello, i soldati Lever e Sawyer aiutano per tutta l'operazione i compagni coprendoli da eventuali assalitori: una volta che il castello viene fatto esplodere e la squadra è al sicuro i due rubano una barca e si preparano a fuggire utilizzando il fiume. Sfortunatamente, un gruppetto di soldati tedeschi riusciti a superare lo sbarramento li attacca uccidendo immediatamente Lever: Sawyer prova a resistere, ma alla fine anche lui viene ucciso e la barca viene fatta esplodere.}}
*È fatta! Ce l'abbiamo fatta, maledetti bastardi! È fatta! ('''Victor Franko''')
::{{spiegazione|Rimasti in quattro, Reisman, Bowren, Wladislaw e Franko si fanno strada sparando all'impazzata per aprirsi una strada e riuscire a fuggire: un mezzo corazzato prova a fermarli, ma essi riescono ad abbatterlo. Euforico per essere sopravvissuto, Franko esulta, nonostante fosse il soldato più ribelle e anarchico della squadra: purtroppo l'unico soldato tedesco sopravvissuto alla loro carica crivella di colpi il mezzo, uccidendo sul colpo lo sfortunato soldato lasciando ancora più amareggiati i suoi compagni.}}
===''[[Scarface]]''===
*Cabron! ('''Hector''')
::{{spiegazione|Tony Montana viene incaricato da Omar Suarez, braccio destro del boss di Miami Frank Lopez, di portare a termine una trattativa per comprare della droga con il colombiano Hector. L'incontro però si rivela una trappola tesa dai colombiani a Tony e al suo amico Angel, che viene fatto a pezzi con una motosega da Hector. Tony sta per subire la stessa sorte, ma viene tempestivamente salvato dai suoi amici Chi Chi e Manny, che massacrano i colombiani: ferito, Hector tenta la fuga in strada, ma viene raggiunto dall'infuriato Tony che gli spara alla testa.}}
*Beh, allora a domani, Mister Sosa! Montana. ('''Omar Suarez''')
::{{spiegazione|Suarez e Tony vanno in Bolivia da un importantissimo narcotrafficante, Alejandro Sosa, per acquistare una partita di droga per Lopez. Nella villa di Sosa, Suarez prova a rimanere sull'offerta proposta dal suo boss, ma Tony prova ad aumentare la quantità della droga, in modo da creare un vero e proprio sodalizio distributivo: quando Sosa si allontana per parlare col suo braccio destro Alberto, i due criminali hanno un'aspra discussione su come dirigere gli affari. Quando torna, Sosa invita Suarez a recarsi a Miami con Alberto e il scagnozzo "The Skull" per parlare della faccenda con Frank, mentre Tony resterà con lui: i due si mettono a parlare e fare amicizia, finché l'aereo non decolla, ma resta sopra la villa. Dopo che Sosa gli passa un binocolo, Tony nota come sull'elicottero vi sia Suarez, picchiato selvaggiamente, che viene presto impiccato rimanendo appeso all'elicottero: egli infatti era stato riconosciuto da Alberto come informatore della polizia, e perciò Sosa voleva sbarazzarsene.}}
*Grazie, Tony, grazie mille... ('''Frank Lopez''')
::{{spiegazione|Dopo aver ordinato un attentato contro il suo ex dipendente Tony per via di alcune avance alla sua donna Elvira, Frank si ritrova nel proprio ufficio insieme al suo socio, il corrotto agente della narcotici Mel Bernstein, e al suo guardaspalle Ernie quando irrompono Tony, Manny e Chi Chi, armati fino ai denti. Sconvolto, Frank finge di non sapere dell'attentato e di esserne estraneo, ma riceve una telefonata, che prende sollecitato da Tony: quando riattacca dicendo che si tratta di Elvira, Tony rivela che a telefonare è stato il suo complice Nick, che si è finto uno dei sicari. Ormai smascherato, Frank si inginocchia ai piedi di Tony e piagnucolando chiede clemenza: Tony dice che non lo ucciderà personalmente, ma appena Frank lo ringrazia ordina a Manny di sparargli due colpi di pistola uccidendolo.}}
*Spara, stronzo! ('''Mel Bernestein''')
::{{spiegazione|Dopo che Manny uccide Frank, Tony si siede di fronte a Mel, puntandogli contro la pistola. Con molto sangue freddo, Mel prova a scaricare tutta la responsabilità dell'attentato su Frank, proponendo a Tony di lavorare per lui e ricordandogli che non gli conviene uccidere un agente della narcotici: per tutta risposta, Tony gli spara in pancia ferendolo. Consapevole di non avere possibilità, Mel ordina allora sprezzante di essere finito: Alzatosi in piedi, Tony gli spara al cuore uccidendolo.}}
*Chiudi il becco!
:''Tienes callarte!'' ('''Alberto''')
::{{spiegazione|A causa di una possibile carcerazione per riciclaggio, Tony si rivolge a Sosa, che gli propone un accordo: il boliviano userà i suoi agganci politici per eliminare il problema di Tony e in cambio il socio aiuterà Alberto, che non sa parlare inglese, a uccidere un giornalista newyorchese, che ha realizzato un documentario che spiega i legami tra politici e narcotrafficanti. Dopo aver piazzato una bomba sotto la macchina del giornalista, Tony, Alberto, Ernie e Chi Chi aspettano che il giornalista esca di casa per andare alle Nazioni Unite, luogo dell'attentato. Sull'auto salgono però anche la moglie e i figli del giornalista. Nonostante Tony sia estremamente contrario a proseguire, non volendo uccidere una donna e dei bambini, il sicario boliviano è inamovibile: mentre seguono la macchina del giornalista, Tony continua a urlare sempre più disgustato contro Alberto e, appena arrivati davanti alle Nazioni Unite, decide di sparargli a bruciapelo alla testa prima che possa attivare la bomba.}}
*Tony. ('''Manny Ribera''')
::{{spiegazione|Nonostante i suoi uomini siano terrorizzati dalle conseguenze che porterà l'aver ucciso un sicario di Sosa impedendogli di compiere il proprio dovere, Tony è molto più preoccupato a trovare la sorella Gina, scomparsa misteriosamente. Ottenuto l'ultimo indirizzo di Gina dalla sprezzante madre, Tony si reca sul posto e apre la porta della casa, trovandosi faccia a faccia con un sorridente Manny, scomparso anche lui da qualche tempo, a torso nudo. Vedendo arrivare dalla camera da letto Gina, Tony capisce la situazione e, mosso da un attacco di gelosia, uccide Manny sparandogli al petto e poi alla testa: disperata, mentre stringe il cadavere, Gina rivela che lei e Manny si erano sposati recentemente, scioccando il boss che si rende conto di aver ucciso il suo migliore amico per niente.}}
*E teniamo gli occhi bene aperti! ('''Ernie''')
::{{spiegazione|Vedendo come Tony sia ormai irrimediabilmente in balia delle droghe, overdose che peggiora con la morte del suo amico Manny, Ernie, Chi Chi e Nick "Il Porco" decidono di organizzarsi per l'arrivo ormai imminente dei sicari di Sosa. Mentre i complici si occupano dell'interno della villa, Ernie controlla il perimetro con la maggior parte dei loro uomini: tuttavia, i sicari sono già riusciti ad accedere al giardino della villa e attaccano gli uomini di Tony alle spalle, strangolando Ernie e pugnalando gli altri.}}
*Avanti, Tony, Fottimi! Fottimi! è quello che hai sempre voluto! Scopami, stronzo! Sono tutta tua! Fottimi! ('''Gina Montana''')
::{{spiegazione|Mentre i suoi uomini si preparano all'arrivo del commando dei sicari di Sosa, Tony inizia a sniffare sempre più cocaina, distrutto per l'omicidio di Manny. Tuttavia, Gina irrompe nella studio, in topless e armata di pistola: impazzita per la morte del marito, la giovane inizia a sparare vari colpi contro Tony, dicendogli che può fare quello che inconsciamente ha sempre voluto, ovvero fare l'amore con lei. Ma in quel momento spunta dalla finestra uno dei sicari di Sosa, arrampicatosi dal balcone, che spara alla cieca e crivella Gina sotto lo sguardo disperato di Tony.}}
*Tony, sono dappertutto! Andiamocene, presto! ('''Nick "Il Porco"''')
::{{spiegazione|Furibondo per la morte di Gina, Tony scaglia il sicario di Sosa nella piscina del suo giardino e lo crivella di colpi col suo stesso mitra. Attirato dai colpi, Nick esce all'esterno, ma si accorge che i sicari hanno ormai sterminato Ernie e gli altri uomini di Tony e si preparano ad attaccare la villa. Terrorizzato, Nick grida a Tony di aiutarlo a preparare una via di fuga: rinsavito, Tony fa per prendere un mitra, ma alla vista del cadavere di Gina impazzisce definitivamente e si mette a parlargli, dimenticandosi di Nick. Capendo che il suo capo non lo aiuterà, Nick tira fuori la pistola e si prepara ad affrontare i sicari: alle sue spalle però arriva silenziosamente il capo dei sicari, "The Skull", che lo uccide all'istante con una fucilata alla testa.}}
*Stanno arrivando, Tony, ormai sono in casa! Tony! Apri, apri questa cazzo di porta! Tony, vuoi aprire si o no? Apri, Tony! Tony! Apri la porta! ('''Chi Chi''')
::{{spiegazione|Morti Ernie e Nick, i sicari hanno via libera ed entrano nella villa, uccidendo gli ultimi superstiti tra gli uomini di Tony. Rimasto solo, Chi Chi riesce a farsi strada a colpi di mitra fino all'ufficio di Tony, in cui spera di provare un'ultima resistenza. Arrivato alla porta, Chi Chi urla istericamente a Tony di aprire la porta, ma il boss è ormai completamente folle per la morte di Gina e lo ignora beatamente: l'istante successivo, uno dei sicari riesce a salire fino all'ufficio e uccide Chi Chi con una raffica di mitra alla schiena.}}
*Avanti! Coraggio! E allora? Adesso vi basta? Eh? Brutti finocchi bastardi! Volete eliminarmi? Vi ci vuole tutto l'esercito per eliminarmi! Avete sentito? Io vi spedisco tutti quanti all'inferno! Coraggio, coraggio, vieni qui! Con chi vi credete di fare la guerra? Io sono Tony Montana! State facendo la guerra a me? Fate la guerra al numero uno! Sto ancora in piedi, no?! Coraggio, me ne sbatto delle vostre pallottole! Avanti, continuate a sparare, avanti! Continuate a spararmi! Me ne sbatto delle vostre pallottole! ('''Tony Montana''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Chi Chi, Tony pare ricordarsi dei sicari e, sempre parlando col cadavere della sorella, prende un mitra con lanciagrante: paratosi davanti alla porta, Tony continua a inveire contro i sicari e lancia una granata contro la porta, uccidendone molti. Arrivato sulla balconata, Tony inizia a sparare furiosamente contro i sicari, massacrandoli senza pietà. Anche quando perde l'arma e viene crivellato dai superstiti, Tony non cede e urla contro i suoi aguzzini invitandoli a sparare: alle sue spalle arriva però "The Skull", salito attraverso la corda del sicario che aveva ucciso Gina, che spara col suo fucile a Tony nella schiena, uccidendolo definitivamente e facendolo cadere nella piscina sottostante.}}
===''[[Scarface - Lo sfregiato]]''===
*Pronto signorina, vorrei parlare con l'173 d Salt Lake Sud. Salt lake, 173. La prego, signorina, è urgente! ('''"Big" Louis Costillo''')
::{{spiegazione|Contento per un'alleanza redditizia con le gang irlandesi della Zona Nord, il boss della Zona Sud di Chicago "Big" Louis Costillo festeggia in un suo locale fino a tarda notte: salutati i suoi ultimi sgherri, egli, completamente ubriaco, cerca di telefonare a Salt Lake Sud. Tuttavia, mentre il Costillo biascica le informazioni al centralino, un uomo entra nel locale, si avvicina al boss e lo crivella di colpi con una pistola: il sicario si scoprirà essere Gino Rinaldo, braccio destro del gangster Tony Camonte, incaricato dal socio di Costillo, Johnny Lovo, di assassinare il boss per prenderne il posto.}}
*Ma quando finisce questa storia? ('''Uomo di Gaffney''')
::{{spiegazione|Al contrario di Johnny, deciso ad usare la diplomazia con gli irlandesi della Zona Nord, Tony ne fa assassinare da Gino molti membri, tra cui il loro capo O'Hara: infuriato, l'unico superstite degli irlandesi, Tom Gaffney, dichiara apertamente guerra ai due italiani. Per tutta risposta, Tony assassina vari suoi sottoposti: il giorno di San Valentino irrompe con i suoi uomini, travestiti da poliziotti e simulando una retata, nel covo di alcuni scagnozzi di Gaffney e li crivella brutalmente di colpi.}}
*Guarda questo adesso, Henry! ('''Tom Gaffney''')
::{{spiegazione|Mentre si trova a teatro con i fidi Gino e Angelo, Tony riceve da un informatore la notizia che Gaffney si trova in una sala da bowling: volendo cogliere al volo l'occasione, Tony si reca con tutti i suoi sicari dal rivale, deciso a chiudere i conti. Mentre i gangster entrano silenziosamente da tutti gli ingressi, l'ignaro Gaffney si pavoneggia con i suoi scagnozzi per la sua abilità a bowling: ma nell'istante in cui tira la palla, l'irlandese viene crivellato di colpi insieme ai suoi scagnozzi, con la palla che ironicamente riesce ad abbattere tutti i birilli.}}
*Vedi di bucargli le gomme! Ecco, lo hai preso! ('''Sicario''')
::{{spiegazione|Mentre si trova in un club, Tony insulta Johnny e flirta con la sua donna, Poppy: tuttavia, vedendo la sorella Cesca in atteggiamenti provocanti, il gangster la riporta a casa e la malmena furiosamente. Una volta uscita di casa, Tony viene attaccato da una macchina di sicari: riuscito a salire sulla propria vettura, egli riesce, dopo un duro inseguimento, a gettarli fuori strada.}}
*No, aspetta! No! Torna qui, Tony! Tony! ('''John "Johnny" Lovo''')
::{{spiegazione|Sospettando di Johnny come mandatario dei sicari, Tony escogita un astuto piano: mentre lui e Gino entreranno nell'ufficio del socio, il fido ristoratore Pietro lo chiamerà, fingendosi uno dei rapinatori. Di fronte ai due gangster, Johnny cerca di dimostrare di non sapere nulla dell'attentato, ma quando riceve la telefonata cade in pieno nella trappola: ormai conscio della sua colpevolezza, Tony lo malmena brutalmente e, nonostante le sue suppliche, se ne va lasciandolo tra le grinfie di Gino, che lo uccide senza pietà con due colpi di pistola.}}
*Salve, Tony. ('''Gino Rinaldo''')
::{{spiegazione|Tornato da un viaggio fuori città con Poppy, Tony non trova la sorella Cesca da nessuna parte: interrogando la madre, il boss scopre che ella è andata a vivere con un uomo. Furente e geloso, Tony si reca nella casa, dove ha un'altra sorpresa: lo spasimante della sorella non è altri che il fido Gino. Imbarazzata, Cesca prova a spiegarsi, ma Tony non le dà il tempo e uccide il suo amato con un colpo di pistola: scioccata, la ragazza abbraccia il cadavere di Gino e urla contro il fratello che loro si erano sposati da poco e volevano fargli una sorpresa.}}
*Sono il segretario di Tony Camonte... Puoi parlare più forte? Non ti sento... È, Poppy, capo... Ho... ho capito il nome! ('''Angelo''')
::{{spiegazione|Completamente sconvolto per l'omicidio del suo migliore amico, Tony rientra in casa, noncurante dell'arrivo di uno squadrone della polizia, venuto per arrestarlo per l'omicidio di Gino: il fido segretario Angelo prova a spronare gli altri scagnozzi del boss a rimanere, ma viene ferito gravemente dai poliziotti. Trascinatosi dentro col suo boss, il moribondo si accosta al telefono che sta squillando: Angelo rivela quindi a Tony che si tratta di Poppy e, constatando di essere riuscito finalmente a capire perfettamente il nome dell'interlocutore al telefono, si accascia al suolo morto.}}
*Io... non voglio restare... Gino, Gino... ('''Francesca "Cesca" Camonte''')
::{{spiegazione|Dopo un ultimo addio a Poppy, Tony riceve la visita di Cesca, giunta armata per ucciderlo: dopo un attimo di esitazione, però, la ragazza capisce di non poter uccidere il fratello, poiché entrambi sono ugualmente due poveracci che hanno imboccato una strada sbagliata. In quel momento interi squadroni di poliziotti circondano l'edificio, impedendo la loro fuga: ormai completamente folli, i due fratelli Camonte iniziano a sparare contro gli agenti, ma nello scontro a fuoco Cesca viene colpita da un colpo vagante: invocando il nome dell'amato Gino, la ragazza spira tra le braccia di un disperato e affranto Tony.}}
*Non sparare, Guarino! Ti prego! Hai vinto, sono solo! ('''Tony Camonte''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Cesca, la polizia scaglia dei lacrimogeni contro l'ufficio di Tony, inondandolo di gas: conscio di non poter fare più niente, il gangster esce sul suo pianerottolo, trovandosi faccia a faccia con l'ispettore Ben Guarino, da sempre deciso a catturarlo. Ormai conscio di non aver più nessuno al suo fianco, Tony si dimostra arrendevole, ma appena può tira un pugno contro il poliziotto: imboccata la via della porta, il gangster fa per fuggire ma viene crivellato di colpi dagli uomini di Guarino, ponendo così fine alla sua carriera criminale.}}
===''[[Il settimo sigillo]]''===
*Niente scappatoie? Nessun rimedio? Aaah! ('''Jönas Skat''')
::{{spiegazione|Mentre viaggia nella foresta, il gruppo composto dal cavaliere Antonius Block, il suo scudiero Jöns, la sua giovane cuoca, la coppia di attori Jof e Mia e il fabbro Plog si imbatte in vecchie conoscenze: sul sentiero stanno infatti giungendo Jönas Skat, collega degli attori, e la sua amante Lisa, moglie del fabbro. Dopo una lite tra Plog e Skat, quest'ultimo inscena il suo suicidio con un coltello di scena: divertiti, Jof e Jöns convincono gli altri ad andarsene. Ormai rimasto solo, il comico si rifugia su un albero, ma inaspettatamente viene raggiunto dalla Morte, che inizia a segare l'albero: terrorizzato, Skat prova a supplicarla in tutti i modi, ma la Morte non ascolta ragioni e fa cadere l'albero, uccidendolo.}}
*Guarda, guardami negli occhi, Lo vedrai anche tu se guardi bene. I preti lo hanno visto subito il demonio, e anche i soldati. E ne hanno tanta paura che non osano neanche toccarmi! ('''Strega''')
::{{spiegazione|Nel corso del loro cammino Antonius, Jöns e i loro amici si imbattono in alcuni monaci e soldati intenti a preparare il rogo per una giovane donna, ritenuta una strega: in crisi spirituale, Antonius ha un dialogo con la ragazza sul diavolo, e alla fine, per pietà, le dà un veleno per alleviarle le sofferenze: poco dopo, i monaci, tra cui si è nascosta la Morte, mettono sul rogo la donna, sotto gli sguardi disperati di Antonius, Jöns e dei loro compagni.}}
*Sto per morire... aiutatemi! Che cosa ne sarà di me? Ditemi qualcosa, confortatemi! Abbiate un po' di misericordia... non vedete che muoio? Abbiate pietà, datemi un po' d'acqua! Aiutatemi! Aiutatemi! Aiutatemi! Ah! ('''Raval''')
::{{spiegazione|Dopo l'incontro con la strega, il gruppo decide di sostare, ma riceve un'inaspettata e angosciante visita da parte dell'infido e bieco cavaliere Raval, che avevano già incontrato precedentemente. L'uomo si lamenta per la peste e supplica il gruppo di avere pietà di lui e di dargli dell'acqua. La giovane cuoca vorrebbe aiutarlo, ma Jöns la trattiene, conscio che oramai non vi è nulla da fare: poco dopo, Raval crolla a terra, morendo tra atroci sofferenze.}}
*'''Antonius Black''': Buon giorno, nobile signore. <br/>'''Karin''': Io sono Karin, la moglie del cavaliere, e vi do il benvenuto nella mia casa, signore. <br/>'''Plog''': Il mio mestiere è quello del fabbro, e devo dire che mi arrangio bene nel mio lavoro. Questa è mia moglie Lisa. Saluta il nobile signore, avanti. Qualche volta non è facile andarci d'accordo, e abbiamo avuto i nostri litigi, ma non peggio a quanto capita a tutte le coppie. <br/>'''Antonius Block''': Dall'oscurità che tutti ci attornia, mi rivolgo a te, o Signore Iddio, abbi misericordia per noi che siamo sgomenti e ignari. <br/>'''Jöns''': Nell'oscurità in cui siamo accolti, e probabilmente è così, non c'è nessuno che ascolti i vostri lamenti e lenisca le vostre sofferenze. Asciugate le lacrime e specchiatevi nella vostra indifferenza. <br/>'''Antonius Block''': Dio, tu che in qualche luogo esisti... tu che devi certamente esistere, abbi misericordia di noi. <br/>'''Jöns''': Forse avrei potuto liberarmi da questa angoscia per l'eternità che mi tormenta. Ma ormai è troppo tardi per insegnarvi la gioia smisurata di un cuore che pulsa. <br/>'''Karin''': Silenzio... silenzio... silenzio. <br/>'''Jöns''': Si, farò silenzio, ma mi ribello. <br/>'''Giovane Cuoca''': L'ora è venuta!
::{{spiegazione|Ormai allo stremo, Antonius continua la sua partita a scacchi con la morte, ma si accorge che Mia e Jof vogliono sfuggirle: per permettere alla famigliola di fuggire, il cavaliere decide di rovesciare le pedine degli scacchi, permettendo alla Morte di vincere. Il giorno successivo, Antonius e i suoi compagni di viaggio raggiungono il castello del cavaliere, dove vengono accolti da sua moglie Karin: poco dopo, mentre pasteggiano vengono raggiunti da un "nobile signore", la Morte. Nonostante le rimostranze di Jöns, tutto il gruppo accetta di seguire la Morte: al loro risveglio, Mia e Jof vedranno infatti la Morte danzare in lontananza con Antonius, Jöns, Plog, Lisa, Karin, la giovane cuoca, Skat e Raval.}}
===''[[Shrek (personaggio)|Shrek]]''===
*Sono il re! Esigerò l'ordine! Esigerò la perfezione! Esigerò... ('''Lord Farquaad''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Shrek]]'' (2001). Il perfido Lord Farquaad, re di Duloc, si appresta a sposare la principessa Fiona per diventarne finalmente sovrano. Shrek però irrompe nelle nozze e confessa di amare Fiona, per poi far scoprire a tutti l'incantesimo che quest'ultima era in grado di diventare un'orchessa. Furibondo e disgustato, Farquaad ordina ai suoi uomini di portare via lei e Shrek, ma fortunatamente sopraggiungono Ciuchino e la draghessa, che scacciano via le guardie, e subito la draghessa divora Farquaad.}}
*Te l'ho detto che gli orchi non vivono per sempre felici e contenti! ('''Fata Madrina''')
::{{spiegazione|Antagonista di ''[[Shrek 2]]'' (2004). Furibonda per essere stata ingannata da Fiona, che la Fata Madrina voleva far maritare al Principe Azzurro, la malvagia fata rivolge queste parole a Shrek e cerca di ucciderlo con una magia. Re Harold si frappone e protegge Shrek con la sua armatura, facendo in modo che la magia della Fata Madrina rimbalzi sull'armatura e colpisca la stessa fata. Pochi secondi dopo la Fata Madrina muore scoppiando come una bolla di sapone.}}
*Io so che farai ciò che è giusto. ('''Re Harold''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Shrek terzo]]'' (2007). Il Re Harold, diventato una rana nel film precedente e ormai gravemente malato, rivolge queste parole a Shrek dopo aver svelato il nome dell'altro erede al trono di Molto Molto Lontano, Arthur Pendragon. Poco dopo il re spira.}}
===''[[Sin City]]''===
*È stato Telly...Telly Stern, a passarmi l'incarico. Lavora in una sala da biliardo, il Triple Ace Club. ('''Sicario''')
::{{spiegazione|Rifugiatosi al Kadie's dopo la morte di Goldie, Marv viene raggiunto da due sicari pagati per ucciderlo, che gli intimano di uscire dal locale. Grazie alla propria forza, Marv riesce ad uccidere uno dei due e a ferire l'altro. Torturato, il sicario rivela il nome dell'uomo che li ha ingaggiati; Marv lo ringrazia e lo uccide con un colpo di pistola.}}
*C'è una fattoria fra North Cross e Lennox. È tutto lì. Scoprilo da solo. E già che ci sei, chiediti se vale la pena di crepare per il cadavere di una donnaccia. ('''Il Sacerdote''')
::{{spiegazione|Nel tentativo di scoprire l'assassino dell'amata Goldie, Marv tortura e uccide chiunque non riesca a dargli informazioni. Con le sue indagini riesce a risalire ad un prete, che usa la scusa della confessione per minacciarlo e chiedergli informazioni. Quest'ultimo gli rivela un nome, quello dell'influente cardinale Roark, e il luogo dove vengono commessi gli omicidi, per poi chiedergli se pensa che i suo sforzi abbiano davvero un senso. Per tutta risposta, Marv lo uccide con tre colpi di pistola.}}
*No, non sparate, vi prego. Sono il suo funzionario di sorveglianza. È svenuto e disarmato: non c'è bisogno di ucciderlo. ('''Lucille''')
::{{spiegazione|Riusciti a scappare dalle grinfie del killer Kevin, Lucille e Marv vengono raggiunti da un gruppo di poliziotti. Insospettito dal loro arrivo troppo tempestivo, Marv vorrebbe aggredirli, ma Lucille, volendo salvare sia lei che l'amico, lo stende e chiede ai poliziotti di catturarlo, sottolineando come siano entrambi disarmati. Purtroppo l'intuizione di Marv si rivelerà giusta: i poliziotti sono sicari del cardinale Roark e il loro capo uccide Lucille con una raffica di mitra.}}
*Kevin... si va a casa, andiamo! ('''Cardinale Roark''')
::{{spiegazione|Dopo aver ucciso Kevin, Marv si infiltra nella villa del cardinale Roark. Entrato nella sua stanza, Marv mostra al sacerdote la testa mozzata di Kevin: commosso e con la testa del ragazzo che considerava un figlio tra le mani, Roark rivela di aver sempre protetto Kevin con le sue influenze, e che una volta aveva provato a seguirlo nei suoi atti da cannibale. Dopo aver sentito questo, Marv uccide il criminale in modo lento e doloroso, vendicando Goldie, Lucille e tutte le prostitute uccise.}}
*Non sapete fare di meglio, mammolette? ('''Marv''')
::{{spiegazione|Arrestato dalla polizia, Marv viene incarcerato per gli omicidi di Roark e di Kevin, ma anche per quelli di Lucille, Goldie e delle prostitute uccise dai due pazzi. La sera prima della sua esecuzione riceve la visita di Wendy, gemella di Goldie, che per ringraziarlo passa la notte con lui. Il giorno dopo Marv viene mandato sulla sedia elettrica, e nonostante riesca a resistere alla prima scarica, muore sputando sangue e con negli occhi la notte passata con Goldie.}}
*Ti ho detto: non ti impicciare! Non ci vedo. Che succede? ('''Jackie Boy''')
::{{spiegazione|Inseguiti inconsapevolmente da Dwight McCarthy, il poliziotto Jackie Boy e i suoi amici si recano nella città vecchia, dominio delle prostitute, dove iniziano a importunare la giovane Becky. Le provocazioni diventano pesanti, e interviene Miho, una prostituta giapponese, che uccide gli amici di Jackie Boy con le sue katane e taglia una mano a quest'ultimo. Per evitare troppi guai, Dwight cerca di intervenire, ma Jackie Boy, stizzito, gli spara contro un colpo, ma la pistola si inceppa, poiché Miho aveva intasato la canna dell'arma con un bossolo, e il caricatore rimbalza all'indietro, centrando Jackie Boy in piena faccia e uccidendolo.}}
*Eccoli là: che facciamo? ('''Dallas''')
::{{spiegazione|Mentre porta i cadaveri di Jackie Boy e i suoi amici ai pozzi di catrame, Dwight viene attaccato da un gruppo di mercenari, che ruba la testa di Jackie Boy e lascia Dwight in un pozzo. Il giovane viene fortunatamente salvato dalle prostitute Miho e Dallas, con cui parte all'inseguimento dei sicari e li raggiungono. Immediatamente parte uno scontro a fuoco e Dallas viene crivellata dai colpi.}}
*Hai ucciso i miei. Forse non te l'hanno detto: non dare mai a un irlandese un motivo di vendetta. ('''Brian''')
::{{spiegazione|Mentre cercano la testa rubata di Jackie Boy, Dwight e le prostitute Miho e Dallas raggiungono i sicari che l'hanno presa. Nasce così uno scontro a fuoco, in cui Dallas e la maggior parte dei sicari muoiono e Miho viene messa fuori combattimento da una granata. Dwight cerca nelle fogne il capo dei sicari Brian, possessore della testa, ma viene tramortito da un'esplosione. Brian si prepara a uccidere Dwight con un coltello, ma in quel momento Miho spunta alle sue spalle e lo trafigge.}}
*Ehi, ragazzi? ('''Stuka''')
::{{spiegazione|Dopo aver torturato Gale, Manute ordina ad un suo scagnozzo, Stuka, di ucciderla, ma l'uomo viene trafitto da una freccia al petto. Schutz, braccio destro di Manute, nota un biglietto legato attorno alla freccia: dentro vi è la richiesta di Dwight di scambiare la testa di Jackie Boy per la vita di Gale. Manute, i suoi scagnozzi, Gale e Becky vanno allora all'appuntamento, abbandonando il povero Schutz, che viene presto finito da Miho con un'altra freccia alla testa.}}
*Non parlare, o ti impiombo! ('''Schutz''')
::{{spiegazione|Dwight e Miho propongono uno scambio: Manute, braccio destro del criminale Wallenquist desideroso di possedere la testa di Jackie Boy per intimidire la polizia, dovrà riconsegnare Gale alle prostitute, e in cambio avrà la testa. A trattativa finita, però, la prostituta traditrice Becky nota qualcosa nella bocca di Jackie Boy, e in quel momento Dwight fa scoppiare le granate nascoste nella testa. Approfittando della confusione generata tra gli uomini di Manute, Dwight e le prostitute li massacrano a colpi di mitra: nella strage muore anche Schutz, braccio destro di Manute, che cade addosso a Becky.}}
*No, McCarthy, maledetto stronzo! ('''Manute''')
::{{spiegazione|Dwight e Miho propongono uno scambio: Manute, braccio destro del criminale Wallenquist desideroso di possedere la testa di Jackie Boy per intimidire la polizia, dovrà riconsegnare alle prostitute Gale, e in cambio avrà la testa. Tuttavia, a trattativa finita la prostituta traditrice Becky nota qualcosa nella bocca di Jackie Boy, e in quel momento Dwight fa scoppiare le granate nascoste nella testa. Approfittando della confusione generata tra gli uomini di Manute, Dwight e le prostitute li massacrano a colpi di mitra. Per ultimo, Manute viene ucciso da Miho, che lo taglia a metà con le proprie katane.}}
*Sta arrivando: farà male! ('''Bastardo Giallo''')
::{{spiegazione|Ethan Roark Jr., noto come il Bastardo Giallo, tortura la giovane Nancy per il puro piacere di sentirla urlare, ma questa resiste, istruita da Hartigan, prolungando così la tortura e dando al poliziotto il tempo di liberarsi. Hartigan attacca così il Bastardo Giallo, ma questo lo atterra e, con profondo piacere, si appresta a scannarlo con un pugnale. Hartigan ribalta però la situazione e pugnala il suo nemico giurato, poi, desideroso di vendicarsi, gli strappa i genitali e lo riempie di pugni, fino ad ucciderlo e a spappolare il cadavere.}}
*La vita del vecchio per quella della ragazza. Uno scambio equo. Ti amo, Nancy. ('''Detective John Hartigan''')
::{{spiegazione|Ucciso il Bastardo Giallo, Hartigan e Nancy escono nella neve e, dopo un bacio appassionato, Hartigan fa andare via Nancy, promettendole di rivederla al più presto. Tuttavia, l'anziano e disilluso ex poliziotto è perfettamente consapevole che il Senatore Roark, padre del Bastardo Giallo, vorrà vendicarsi e che l'unico modo che avrà per arrivare a Nancy sarà lui: per salvare la ragazza, Hartigan si spara quindi alla testa dopo averle dichiarato il suo amore.}}
*Ti voglio bene, mamma. ('''Becky''')
::{{spiegazione|Becky, la prostituta che aveva tradito le compagne, si trova in ospedale per via delle ferite riportate nello scontro alla città vecchia. Mentre telefona alla madre, la ragazza sale in ascensore dove si trova un uomo, che Becky riconosce: è il killer dell'inizio del film, inviato presumibilmente dalle prostitute per vendicarsi. Capendo quello che sta succedendo, Becky dice alla madre di volerle bene, per poi chiudere la telefonata, andando incontro alla morte.}}
===''[[Spider-Man]]''===
*Peter, non dirlo a Harry... ('''Green Goblin''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man (film)|Spider-Man]]'' (2002). Dopo un feroce scontro, Spider-Man riesce a sconfiggere il suo arcinemico, Green Goblin. Quest'ultimo si toglie la maschera e si rivela essere Norman Osborn, padre di Harry, migliore amico di Peter Parker. Osborn sembra redimersi e chiedere perdono al giovane, ma il suo lato Goblin riprende il sopravvento e aziona il suo aliante, in modo da colpire Spider-Man alle spalle. Peter riesce tuttavia a schivare l'aliante, che centra in pieno Goblin impalandolo: in un ultimo atto di lucidità, Norman chiede a Peter di non rivelare la sua doppia vita a Harry, per poi spirare.}}
*Non voglio morire da mostro. ('''Dottor Octopus''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man 2]]'' (2004). Arrivato nel luogo in cui il Dottor Octopus sta preparando il suo esperimento, Peter riesce a farlo tornare in se e a riprendere il controllo delle proprie braccia meccaniche. Conscio del suo gesto sconsiderato, il dottore decide di riscattarsi facendo sprofondare la sua base nel fiume Hudson: purtroppo, il suo eroico gesto gli costerà la vita, in quanto annegherà nel fiume travolto dai resti della sua base.}}
*Peter, ma che stai facendo?! ('''Eddie Brock Jr./Venom''')
::{{spiegazione|Antagonista di ''[[Spider-Man 3]]'' (2007). Nello scontro finale, Spider-Man, ricordandosi che le vibrazioni sonore sono il punto debole del simbionte, usa dei pali di ferro per indebolire Venom, e riesce a separare quest'ultimo ed Eddie Brock. L'Uomo Ragno prende poi una bomba zucca dall'aliante di New Goblin, ma Eddie, comprendendo quello che sta per fare, tenta di fermare la bomba, riuscendo però solo a farsi coinvolgere nell'esplosione che uccide Eddie e il simbionte.}}
*Non fa niente, Peter... tu sei mio amico. ('''New Goblin''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man 3]]'' (2007). Dopo aver perdonato l'Uomo Sabbia, Peter Parker, alias, Spider-Man raggiunge i suoi migliori amici Mary Jane Watson e Harry Osborn, quest'ultimo in punto di morte dopo essere stato ferito da Venom con il suo aliante durante la lotta. Dopo essersi perdonato l'uno nell'altro, Harry spira sereno tra le braccia di Peter e Mary Jane.}}
*Mi sbagliavo su di te, Peter. Questa città ha bisogno di te. Tieni. Questa ti servirà. Ti farai dei nemici. Molti... molti si faranno male. A volte le persone più vicine a te. Devi promettermi una cosa... non... coinvolgere... Gwen. Promettimelo. ('''George Stacy''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[The Amazing Spider-Man (film)|The Amazing Spider-Man]]'' (2012). Dopo aver sconfitto Lizard e intercettato il suo piano di trasformare in lucertole l'intera popolazione di New York, Peter Parker/Spider-Man raggiunge il capitano della polizia George Stacy, padre della compagnia di scuola di Peter, in punto di morte dopo essere stato ferito da Lizard nel tentativo di aiutare Peter. Dopo aver chiesto al ragazzo di non coinvolgere Gwen nelle sue prossime avventure, il capitano Stacy spira sereno tra le braccia di Parker.}}
*Traditore!!! ('''Riot''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Venom (film 2018)|Venom]]'' (2018). Il giornalista Eddie Brock, dopo aver recuperato il suo simbionte Venom, si reca alla Life Foundation per fermare lo scienziato pazzo Carlton Drake, che intende portare altri simbionti sulla Terra. Ma Drake, come Brock, si è fatto iniettare il simbionte Riot per impedire a Brock di mettergli i bastoni tra le ruote. Brock, divenuto Venom, combatte contro Riot, ma quest'ultimo ha la meglio e dopo aver sconfitto Eddie e Venom, torna sul suo razzo pronto a portare gli altri simbionti sulla Terra. Eddie però si riprende e riesce a distruggere fortunatamente il razzo, provocando in questo modo la morte di Drake e Riot.}}
*So cosa stai cercando di fare. Non funzionerà. Sono morti. ('''Spider-Man''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Un nuovo universo]]'' (2018). Sotto gli occhi del giovane Miles Morales, Peter Parker/Spider-Man, combatte contro Prowler e Goblin, scagnozzi di Kingpin, che desidera creare un portale per riportare in vita i famigliari defunti: ma il portale esplode a causa di un errore di Goblin, uccidendo la creatura e ferendo gravemente Spider-Man. Smascherato da Kingpin, Peter gli rinfaccia che i suoi cari non torneranno mai in vita: furente, il boss del crimine sfonda con un potente pugno il cranio di Spider-Man, sotto gli occhi scioccati di Miles.}}
*No, Miles. Perdonami, ti ho mentito. Volevo che tu mi ammirassi... e invece ti ho deluso, mi dispiace... Tu... sei il migliore di tutti noi, Miles. Va bene così. Devi... andare avanti... andare avanti... ('''Prowler''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Un nuovo universo]]'' (2018). Nello scontro tra Kingpin e suoi scagnozzi e i vari Spider-Man alternativi, il criminale Aaron Davis, alias Prowler, insegue uno degli eroi fino ad un tetto, dove si prepara ad ucciderlo: il giovane tuttavia si smaschera rivelando di essere il nipote di Aaron, Miles, stupendo lo zio che si rifiuta di ucciderlo. In quel momento però Kingpin spara alle spalle dello scagnozzo traditore: nella battaglia che segue, Miles si rifugia con lo zio morente in un vicolo. Il giovane si dà la colpa del ferimento dello zio, ma Aaron gli chiede perdono spronandolo ad andare avanti, per poi spirare.}}
===''[[Gli spietati]]''===
*Sto morendo di sete! Dammi un po' d'acqua, Slim, ti prego! Ti prego, Slim! Sto perdendo sangue, Slim! ('''Davey''')
::{{spiegazione|Dopo aver raggiunto il gruppo di cowboy in cui si trovano i due mandriani che hanno sfregiato una prostituta, i cacciatori di taglie William Munny, Ned Logan e Kid Schofield riescono a disarcionare e ferire gravemente uno dei ricercati, Davey, l'unico dei due che era innocente e che aveva provato ad aiutare la prostituta. Non riescono però a finirlo e così concedono umanamente ai suoi amici di portargli dell'acqua, per alleviargli le sofferenze. Dopo aver preso l'acqua, il povero Davey spira.}}
*No, No, No! ('''Slim''')
::{{spiegazione|Slim, l'ultimo dei due cowboy ricercati, si trova ben nascosto nel proprio ranch. Ad un certo punto deve andare in bagno e, nonostante le proteste del vicesceriffo e dei suoi compagni, rifiuta di andarci con la scorta. Ma mentre si trova nel bagno, la porta viene improvvisamente aperta dal giovane pistolero Kid Schofield che, seppur riluttante, uccide Slim con tre colpi di pistola, compiendo di fatto il loro primo omicidio.}}
*Sissignore. ('''Skinny Dubois''')
::{{spiegazione|Dopo che Little Bill Daggett e i suoi vice hanno ucciso il suo migliore amico Ned Logan, William Munny si reca nel Saloon di Big Whisky, dove si trovano lo sceriffo e i suoi vice, per compiere la propria vendetta. Come prima cosa, Munny chiede chi sia il proprietario del luogo. Tra il silenzio generale, si fa avanti il viscido leccapiedi Skinny Dubois, che dichiara di essere il proprietario. Munny allora gli spara con la pistola Schofield del suo amico Kid, poiché Skinny aveva esposto il cadavere di Ned fuori dal Saloon.}}
*Ci vediamo all'inferno, William Munny... ('''Little Bill Daggett''')
::{{spiegazione|Dopo aver ucciso tutti i suoi vice, William Munny si appresta a finire lo sceriffo Little Bill Daggett, rimasto ferito. Lo sceriffo prima cerca di uccidere a tradimento Munny, poi prova a supplicarlo e impietosirlo, e infine, rendendosi conto che il cacciatore di taglie lo ucciderà, gli dice sprezzante che lo rivedrà all'inferno. Dopo aver annuito, William fredda Little Bill con un colpo di fucile in piena faccia, vendicando così l'amico Ned Logan, ucciso dal crudele sceriffo.}}
===''Il Signore degli Anelli''===
*Fuggite, sciocchi! ('''Gandalf il Grigio''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]]'' (2001). Mentre scappa dagli orchi di Moria, la compagnia dell'anello viene attaccata da un gigantesco Balrog, uno degli esseri demoniaci della prima era. I guerrieri riescono ad attraversare il ponte che porta all'uscita, ma Gandalf decide di rimanere indietro per combattere la bestia e dare agli altri il tempo di scappare. Egli riesce, grazie alla propria magia, a scaraventare nel baratro la creatura, ma questa lo afferra e lo trascina sul fondo dell'abisso. Prima di cadere, Gandalf incita i compagni, piangenti per la sua sorte, a fuggire. Gandalf combatterà per tre giorni contro la bestia, e i due si uccideranno a vicenda. Lo stregone tornerà in vita nel secondo capitolo, risuscitato come Gandalf il bianco.}}
*Trovate il mezzuomo! Trovate il mezzuomo! ('''Lurtz''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]]'' (2001). La compagnia viene attaccata da un gruppo di possenti Uruk-Hai, capitanati dal campione di Saruman, l'orco Lurtz. Mentre parte del gruppo tiene testa a Gimli, Legolas e Aragorn, un gruppo guidato da Lurtz in persona raggiunge Merry e Pipino. Mentre i suoi uomini portano via i due hobbit, Lurtz si appresta a finire Boromir, già ferito da varie frecce, ma viene raggiunto da Aragorn, con cui ingaggia un duello: pur con molte difficoltà, l'umano riesce a tagliare un braccio all'orco e a trafiggerlo nello stomaco, ma Lurtz, per provocare l'avversario mostrandogli la propria resistenza, spinge la spada ancor più in profondità sorridendo. Stizzito, Aragorn estrae la spada e decapita l'orco, uccidendolo definitivamente.}}
*Io ti avrei seguito fratello mio... mio capitano... mio re! ('''Boromir''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]]'' (2001). Durante l'attacco degli Uruk-Hai, Merry e Pipino vengono circondati dagli orchi, ma quando sembra che non abbiano scampo, Boromir, desideroso di riscattarsi dopo aver aggredito Frodo per via dell'anello, salva i piccoli amici. I tre provano a scappare, ma vengono raggiunti da un altro gruppo, guidato dal capitano Lurtz in persona, che tira una serie di frecce a Boromir, che rimane ferito. Nonostante la resistenza del guerriero di Gondor, gli orchi riescono a rapire Merry e Pipino. Lurtz rimane indietro per finire Boromir, ma viene attaccato e ucciso da Aragorn. In punto di morte, Boromir si scusa con Aragorn per il torto fatto a Frodo, per poi chiamarlo col suo appellativo di re, prima di spirare.}}
*Ritirate le vostre guardie... e io vi dirò dove il vostro destino verrà deciso! Non sarò tenuto prigioniero qui! ('''Saruman il Bianco''')
::{{spiegazione|personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003). Gandalf, Pipino, Merry, Aragorn, Théoden, Gimli e Barbalbero, giunti alla torre di Saruman, incitano il malvagio stregone ad arrendersi, e quando questi cerca invece di porre resistenza, viene facilmente sconfitto dalla magia di Gandalf. Questi tuttavia impedisce la morte dello stregone, considerandolo comunque un essere superiore, nonostante malvagio. Re Théoden cerca allora di convincere il suo vecchio servo Grima ad unirsi a loro, ma Saruman schiaffeggia il servo, gridandogli che non sarà mai libero. Preso dalla rabbia, Grima pugnala ripetutamente lo stregone: questo cade giù dalla torre e si infilza su un mulino ad acqua sottostante, che trascina il suo cadavere sott'acqua.}}
*Faramir... ('''Denethor''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003). Convinto della morte del figlio Faramir, Denethor, il vile sovraintendente di Gondor, decide di bruciarsi col figlio su una pira, e, ignorando l'invasione della città, si reca in un'antica sala dove, dopo aver cosparso il proprio corpo e quello di Faramir di combustibile, dà fuoco alla pira in cui si trovano. Per fortuna, irrompono Gandalf e Pipino, che salvano Faramir dalle fiamme. Denethor è furioso, ma nota come il figlio sia ancora vivo, e capisce il proprio errore, ma in quel momento il suo corpo prende fuoco e, pervaso dal dolore, si butta oltre le mura della città.}}
*In ritardo come al solito! Forza, ci aspetta un lungo lavoro, feccia di pirati! ('''Guritz''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003). Mentre gli eserciti di Rohan e di Mordor combattono, l'orco Guritz, braccio destro del generale Gothmog, accoglie con un piccolo manipolo di suoi soldati i corsari di Umbar, venuti a combattere Gondor. Dalla nave scendono però Aragorn, Gimli e Legolas, che hanno sconfitto i corsari grazie all'aiuto dell'Armata dei morti, e attaccano e massacrano gli orchi, compreso Guritz.}}
*Stupido, nessun uomo può uccidermi! Ora muori! ('''Re degli Stregoni di Angmar''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003). Durante la battaglia, i cavalieri di Rohan riescono a prevalere sull'esercito di Moria, ma il diabolico capo dei Nazgul, il Re degli Stregoni di Angmar, attacca re Théoden, uccidendogli il cavallo e ferendolo gravemente. Lo stregone si prepara ad ucciderlo, ma la sua creatura alata viene uccisa da Éowyn, che duella contro il Nazgul. Questi ferisce la ragazza al braccio, dichiarando che nessun uomo può ucciderlo. Merry però lo colpisce con un colpo al fianco: in quel momento, Éowyn toglie il proprio elmo, rivelando di essere una donna, e uccide il Re Stregone con un colpo alla testa.}}
*Éowyn... il mio corpo è spezzato. Devi lasciarmi andare. Vado dai miei Padri... nella cui gloriosa compagnia... ora non dovrò più vergognarmi. Éowyn... ('''Théoden''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003). Mentre Éowyn, che ha appena ucciso il Re degli Stregoni di Angmar, lo assiste, il re moribondo Théoden, rimasto sotto al corpo del suo cavallo ucciso, dichiara di essere pronto alla morte e chiede alla nipote di lasciarlo andare, per poi spirare.}}
*E chi è costui?! L'erede di Isildur! Per fare un re non basta una lama elfica spezzata! ('''Bocca di Sauron''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003). L'ambasciatore di Mordor, che aveva appena fatto credere al resto della Compagnia che Frodo fosse stato torturato e ucciso mostrando loro anche la cotta di mithril dell'hobbit, vede Aragorn avvicinarsi e pronuncia queste parole appena prima che l'uomo, furente, lo decapiti.}}
*Sìììì! Sìììì! Tessoro! Tessoro! Tessoro! Tessoro! Tessoro! Tesssoro! ('''Gollum''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003). La perfida creatura Gollum, ossessionato come sempre di prendere il suo tesoro, l'Unico Anello, stacca il dito di Frodo con un morso ed esulta, ma subito dopo precipita nel fiume di lava del Monte Fato, spinto da Sam, e muore insieme all'Unico Anello.}}
*Sarò sconfitto! ('''Grande Goblin''')
::{{spiegazione|Personaggio de ''[[Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato]]'' (2012). I nani di Thorin e Gandalf riescono miracolosamente a raggiungere l'uscita dalle caverne dei perfidi Goblin, ma in quel momento sbuca davanti a loro il Grande Goblin in persona, che gli sbarra la strada. Lo stregone riesce però a ferire gravemente la creatura dopo un veloce scambio di colpi. Constata la propria dipartita, il Grande Goblin viene ucciso da Gandalf, che gli taglia la gola.}}
*Chi sei tu, che osi metterti contro di me?! Questo sì che è un peccato. Che cosa farai ora, Uomo dell'Arco? Ormai sei abbandonato. Nessuno aiuto arriverà. Mmh. Quello è tuo figlio? Non puoi salvarlo dalle fiamme, lui brucerà! Dimmi, scellerato, come farai ora a sfidarmi? Non ti resta altro che la... Morte! ('''Smaug''')
::{{spiegazione|Le ultime parole del malvagio drago Smaug, pronunciate all'inizio de ''[[Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate]]'' (2014), sono rivolte a Bard l'Arciere nel tentativo di eliminarlo con suo figlio, prima di venire ucciso agonizzante dall'arciere nel Pontelagolungo.}}
*Addio mastro scassinatore. Torna ai tuoi libri e alla tua poltrona. Pianta i tuoi alberi, guardali crescere. Se più persone considerassero la casa prima dell'oro il mondo sarebbe un posto più felice. ('''Thorin Scudodiquercia''')
::{{spiegazione|Le ultime parole del possente nano Thorin Scudodiquercia, pronunciate alla fine de ''[[Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate]]'' (2014), sono rivolte a Bilbo Baggins, poiché è stato ferito a morte nello scontro col feroce orco Azog da lui ucciso.}}
===''[[Il signore del male]]''===
*Ah, mi scusi: buonanotte, signor dottore! ('''Etchinson''')
::{{spiegazione|Mentre la squadra del professor Birack investiga su un misterioso liquido trovato nelle cantine di una chiesa abbandonata, il giovane assistente Etchinson torna a casa avendo finito il suo turno: una volta uscito si trova però davanti dei barboni, il cui capo, sotto l'influenza del liquido, lo pugnala utilizzando i resti di una bicicletta.}}
*No, non ti preoccupare: vai pure, Mullins. ('''Susan Cabot''')
::{{spiegazione|Rimasti nello scantinato in cui è custodito il liquido verde, i giovani ricercatori SUsan Cabot e Mullins ne rimangono impressionati: mentre Mullins torna al piano superiore, Susan rimane per analizzare il contenitore del liquame, ma inaspettatamente il liquido prende vita propria e le finisce in bocca, trasformandola in un'indemoniata.}}
*Susan? Susan, sei qui? ('''Mullins''')
::NDR|Mentre Birack e i suoi studenti scoprono che il liquame non è altri che il vero Cristo, in realtà una mefistofelica creatura proveniente da una dimensione oscura, Mullins torna nello scantinato per cercare Susan, ma trova invece il contenitore del liquido aperto: sconvolto, egli si volta per chiamare gli altri ma viene immediatamente attaccato dall'indemoniata Susan, che gli rompe il collo con facilità.}}
*Ma... che c'è, Susan? ('''Lisa''')
::{{spiegazione|Entrata nella stanza delle ragazze per riposare insieme all'amica Kelly, la traduttrice Lisa si risveglia con davanti Susan: Lisa chiede immediatamente spiegazioni, ma l'indemoniata le vomita in bocca parte del liquido verde, trasformandola a sua volta in una seguace della creatura.}}
*"Vivo... Voi non verrete salvati dallo Spirito Santo... Non sarete salvati dal dio Plutonio... Voi non sarete salvati..." ('''Calder''')
::{{spiegazione|Mentre cerca le ragazze scomparse, il giovane Calder si imbatte in Lisa che scrive senza fermarsi l'annuncio del liquido verde, che insulta sprezzante gli uomini dicendo che non hanno scampo: Calder prova a fuggire, ma Susan chiude improvvisamente la porta alle sue spalle. Preparandosi ad affrontarla, il ricercatore si dimentica di Lisa che lo atterra facilmente: trattenuto dalle due, il povero Calder viene immediatamente trasformato in un'indemoniato.}}
*Ho un messaggio per voi che non vi piacerà: pregate di morire! ('''Frank Wyndham''')
::{{NDR|Non ascoltando i moniti degli amici, che iniziano a intuire la pericolosità della situazione in cui si trovano, il ricercatore Frank Wyndham sceglie di tornare a casa: egli viene tuttavia distratto dall'apparizione di Susan e, bloccato da degli scarafaggi, viene ripetutamente pugnalato con delle forbici da una barbona. Poco dopo, il cadavere di Wyndham parla a Birack e ai suoi colleghi, ammonendoli che non hanno ormai scampo: l'istante successivo il corpo si sfalda, venendo divorato dagli scarafaggi sotto gli occhi sconvolti dei ricercatori.}}
*Padre... vieni alla libertà! ('''Kelly posseduta''')
::{{spiegazione|Prescelta dal liquame verde, la giovane Kelly viene invasa da esso: dopo una trasformazione lunga un intero giorno, ella diventa definitivamente l'anticristo e si prepara a liberare suo padre, un demone proveniente dalla dimensione degli specchi. Entrata nella stanza del grande specchio, ella viene attaccata da padre Loomis, che prova ad usare formule religiose e preghiere per bloccarla: l'indemoniata risponde bloccando il sacerdote dietro ad una caldaia, preparandosi poi per far uscire il padre. Mentre gli amici sono bloccati dagli indemoniati, la giovane Catherine decide di sacrificarsi e trascina con sé Kelly nella dimensione specchio: l'istante successivo Loomis scaglia la sua ascia contro lo specchio, distruggendolo e condannando così le due donne sotto lo sguardo disperato di Brian, amante di Catherine.}}
===''[[Spartacus]]''===
*Maledetto...! ('''Draba''')
::{{spiegazione|Ricevuta la visita del potente patrizio Crasso, il proprietario di gladiatori Batiato deve organizzare per lui e i suoi ospiti due duelli mortali: per uno di essi vengono scelti il trace Spartaco, di indole ribelle, e l'africano Draba. Pur rispettandosi, i due sono costretti a lottare per il divertimento del gruppetto di ricchi: a prevalere è infine Draba, che viene sollecitato a finire l'avversario. Tuttavia, il gladiatore lancia il suo tridente contro Crasso e i suoi compagni e prova ad arrampicarsi sulla balconata in cui si trovano, venendo trafitto da un giavellotto di una guardia: pur ferito gravemente, Dabra prova a trascinare giù con sè Crasso, che tuttavia estrae un pugnale e lo pugnala freddamente.}}
*Non si parla in cucina, schiavo! ('''Marcello''')
::{{spiegazione|Mentre si trova nelle cucine della scuola di gladiatori, Spartaco nota l'amata Varina che viene portata via su un carro: l'arrogante Marcello, braccio destro di Batiato che ha preso di mira il trace, gli rivela divertito che la ragazza è stata venduta a Crasso. All'ennesima provocazione dell'uomo, Spartaco gli salta addosso: mentre in tutta la scuola scoppia la rivolta, Spartaco affoga Marcello nella zuppa, vendicandosi così di tutte le angherie subite.}}
*Ti ho voluto bene, Spartaco... come fossi mio padre... ('''Antonino''')
::{{spiegazione|Nonostante i loro sforzi e l'aiuto segreto del senatore Sempronio Gracco, Spartaco e i suoi sodali vengono sbaragliati dalle legioni di Crasso. I sopravvissuti allo scontro vengono condannati alla crocifissione lungo tutta la via Appia: per ultimi vengono lasciati Antonino, ex schiavo di Crasso, e Spartaco, riconosciuto dal console. Alle porte di Roma, Crasso ordina ai due di duellare a morte, dichiarando che il vincitore verrà crocifisso: decisi a risparmiare all'altro la terribile sorte, Antonino e Spartaco lottano ferocemente. A prevalere è infine Spartaco, che pugnala il compagno al petto: ormai morente, Antonino dichiara a Spartaco tutta la stima e l'affetto che prova per lui, spirando tra le sue braccia.}}
*Uhm, meglio questo! ('''Sempronio Gracco''')
::{{spiegazione|Una volta ottenuta la sua vittoria su Spartaco, Crasso viene nominato Console e, alleandosi con l'emergente Giulio Cesare, inizia ad eliminare i suoi avversari politici con le liste di proscrizione: egli tuttavia promette a Gracco, suo principale oppositore politico, di lasciarlo in vita per farsi aiutare con gli avversari più tenaci. Non volendo stare ai suoi piani, Gracco organizza la sua personale vendetta: utilizzando Batiato, egli fa rapire Varinia, schiavizzata dal console per infierire ulteriormente su suo marito Spartaco. Dopo aver liberato la schiava, Gracco la invia con Batiato presso uno dei suoi tanti cugini che governano per la repubblica: una volta congedatosi dai due, egli sceglie un coltello e si reca nei suoi appartamenti per suicidarsi, deciso a non vivere nella dittatura di Crasso e Cesare.}}
===''[[Star Trek]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Star Trek}}
===''[[Suburra (film)|Suburra]]''===
{{vedi anche|Ultime parole da Suburra}}
===''Terminator''===
{{cronologico}}
*Oggi chiudo presto, allora. Per le pistole bisogna aspettare 15 giorni, ma i fucili può prenderli subito. Questo non deve farlo. ('''Proprietario dell'armeria''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Terminator]]'' (1984), diverse ore dopo essere arrivato nel presente, il Terminator va a rifornirsi in un'armeria. Alla fine della sua visita, il Terminator carica una cartuccia di fucile a pompa, con il quale uccide il proprietario, accortosi solo dopo di ciò che stava per compiere.}}
*Non mi costringere a picchiarti! ('''Matt Buchanan''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Terminator]]'' (1984), il fidanzato di Ginger, amica di Sarah Connor, evita per poco un pugno del Terminator che aveva fatto irruzione dalla finestra in camera da letto; alla minaccia di Matt di reagire contro di lui, il Terminator ingaggia un violento scontro corpo a corpo, uccidendolo}}
*Senta, ci vorrà un bel pezzo. Se vuole aspettare c'è una panca laggiù. ('''Poliziotto''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Terminator]]'' (1984), un poliziotto appostato dietro al bancone all'ingresso della stazione di polizia suggerisce al Terminator, venuto a cercare Sarah, di attendere fino a quando non avrebbe rilasciato dichiarazioni. Il Terminator, dopo avergli detto che sarebbe tornato, esce e sfonda poi l'ingresso per mezzo di un'auto, uccidendolo.}}
*Scappa... corri! Avanti, figlio di puttana! ('''Kyle Reese''')
::{{spiegazione|Verso la fine del film ''[[Terminator]]'' (1984), nella fabbrica, Kyle esorta Sarah a fuggire mentre sta affrontando il Terminator, a cui poi mette una delle sue bombe nell'addome, che però lo uccide, distruggendo così in parte il Terminator.}}
*Non so... per quanto tempo ancora... lo posso reggere! ('''Myles Dyson''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Terminator 2 - Il giorno del giudizio]]'' (1991), Myles Dyson, alla fine dell'intervento della polizia alla sua stessa azienda, si ritrova improvvisamente circondato da alcuni poliziotti nella stanza in cui si trova. Appena dopo aver detto queste parole, muore azionando il comando a distanza che fa brillare le diverse cariche esplosive poste nelle sue vicinanze.}}
*Tesoro? Sei rientrata? ('''Scott Mason''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Terminator 3 - Le macchine ribelli]]'' (2003), Scott, svegliatosi a casa sua poco tempo dopo il primo scontro tra il Terminator e T-X, aspetta di ritrovarsi la sua fidanzata Kate Brewster, ritrovandosi invece T-X, che lo uccide.}}
*Ho scoperchiato il vaso di Pandora. ('''Robert Brewster''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Terminator 3 - Le macchine ribelli]]'' (2003), dopo essere stato ferito a morte da un colpo di pistola del T-X, che lo ha ingannato, il generale Robert Brewster pronuncia queste ultime parole alla figlia Kate poco dopo di morire, riferendosi all'attivazione dello Skynet.}}
===''[[I tre volti della paura]]''===
*Maledetta... Sempre tu in mezzo ai piedi! ('''Frank''')
::{{spiegazione|A causa di un maniaco che la chiama al telefono dichiarando di essere il suo ex Frank, evaso dal carcere dopo una condanna su sua testimonianza, la povera Rosie chiama la sua amica nonché ex amante Mary perché passi la notte a farle compagnia. Mary acconsente, ma all'alba del giorno dopo si alza presto e, pentita, scrive una lettera in cui confessa di essere lei il presunto maniaco e di aver fatto tutto ciò per riavvicinarsi a Rosie. Prima che possa finire di scrivere però irrompe nell'appartamento proprio Frank, che scambiandola per la ex la strangola brutalmente: accortosi dello sbaglio, il maniaco prova ad avvicinarsi al letto in cui si riposa Rosie, ma la ragazza prende un pugnale che aveva nascosto su suggerimento di Mary e pugnala Frank al petto.}}
*Maria... Maria... non andare... torna indietro... ('''Giorgio''')
::{{spiegazione|Mentre Vladimiro e Sdenka fuggono per evitare l'ira del patriarca Gorca, divenuto ormai un Wurdalack, Giorgio e la moglie Maria vengono svegliati dalle grida di loro figlio Ivan, ucciso da Gorca e seppellito da loro fuori dalla casa. Conscio che dev'essere divenuto un Wurdalack, Giorgio invita la moglie a non aprire la porta: volendo riabbracciare il figlio, l'isterica Maria prende allora un pugnale e colpisce Giorgio, per poi aprire la porta e essere uccisa dal padre Gorca.}}
*Padre... abbiate pietà di me! Lasciatemi vivere, quell'uomo mi ama! ('''Sdenka''')
::{{spiegazione|Per sfuggire all'incubo dei Wurdalack, Vladimiro e Sdenka si rifugiano in un convento abbandonato e si fermano a riposare. Durante la notte però Sdenka si sveglia e si sente come chiamata all'esterno: una volta fuori, ella si ritrova faccia a faccia col padre Gorca. Spaventata, ella chiede pietà al genitore, ma viene presto attaccata e uccisa da Gorca, Maria e Giorgio, trasformati in Wurdalack.}}
*No. Sai che preferisco morire che perderti. ('''Vladimiro D'Urfe''')
::{{spiegazione|Svegliandosi e non trovando Sdenka, Vladimiro torna a cavallo nella dimora abitata da Gorca e i suoi figli: entrato nelle camere, trova l'amata Sdenka, morta e diventata ormai una Wurdalack come la maggior parte dei famigliari. Sconcertata dalla sua presenza, Sdenka invita l'amato a fuggire prima che Gorca e gli altri lo trovano: Ma Vladimiro, non volendo vivere senza di lei, si fa baciare e uccidere da lei, trasformandosi così in Wurdalack, sotto gli occhi di Gorca, Maria, Giorgio e Ivan.}}
*No, no, no! No! Pietà, la prego, pietà, pietà! No! ('''Helen Chester''')
::{{spiegazione|Incaricata di vestire il cadavere di una medium, morta apparentemente di paura, Helen Chester trova un bell'anello al dito del cadavere e lo ruba per sé. Tornata a casa, Helen viene però tormentata da rumori di gocce d'acqua che cadono, mosche, tafani e cali di corrente, finché terrorizzata non si trova davanti il terribile spirito della medium morta: sconvolta dall'orrore, la donna chiede pietà, ma lo spirito la costringe a strangolarsi da sola.}}
===''[[Videodrome]]''===
*'''Moses''': Forse hai tempo per aiutarci a risolvere un problema. Cosa fai? <br/>'''Raphael''': Max... Che diavolo ti prende?!
::{{spiegazione|Scoperto che l'oculista Barry Convex ha inventato Videodrome per provocare allucinazioni in individui violenti, Max Renn si reca dal suo amico tecnico Harlan, ma scopre che questi è sempre stato in combutta con Convex, avendo introdotto Max a Videodrome: i due aprono lo stomaco di Max e gli inseriscono una cassetta, in cui è inciso l'ordine di uccidere i suoi soci della Civic Tv, Moses e Raphael, in modo che possano acquisirla per i loro scopi. Dopo che la sua mano si fonde con la propria pistola, Max viene influenzato dalla cassetta e si reca alla Civic Tv, dove i suoi soci sono in sala riunioni: appena entrato, i due lo salutano, ma Max li uccide sparando Moses al petto e Raphael alla testa.}}
*Tu ci sei stato molto utile, Max. E vorremo continuare ad usarti, finché non sarai finito! Apriti davanti a me. C'è qualcosa che voglio farti vedere, Max! ('''Harlan''')
::{{spiegazione|Su istigazione della cassetta, Max riceve l'ordine di uccidere Bianca O'Blivion, principale oppositrice a Videodrome: ella riesce però a distrarlo e a inserirgli una nuova cassetta, in cui è inciso l'ordine di uccidere i creatori di Videodrome per dar vita alla "Nuova Carne". Max si reca così nel negozio di ottica di Convex in cui incontra Harlan, fingendo di obbedire ancora ai suoi ordini e di aver ucciso la O'Blivion. Soddisfatto, Harlan tira fuori una nuova cassetta-mutante e, deciso ad usare nuovamente Max come sicario, la inserisce nel suo stomaco, ma la sua mano resta intrappolata nello stomaco finché non ne esce con conficcata una bomba: terrorizzato, Harlan indietreggia fino ad esplodere sotto lo sguardo soddisfatto di Max.}}
*Buonasera. Voi conoscete me proprio come io conosco voi, ognuno di voi! Siamo qui per festeggiare la collezione della Primavera, la nostra linea Medici. Il tema a cui ci siamo ispirati si basa su due citazioni del famoso signore di Firenze e mecenate delle arti, Lorenzo De'Medici: "L'amore ci entra dagli occhi" e "L'occhio è lo spettro dell'anima". Io penso che perfino il nostro direttore commerciale riuscirà a vendere parecchio con una campagna di lancio come questa! ('''Barry Convex''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Harlan, Max si reca nel salone in cui si sta tenendo la presentazione della nuova linea di occhiali di Convex. Appena salito sul palco, Convex fa un discorso promozionale in cui cita anche Lorenzo De Medici, ma davanti a lui si para Max che con la sua mano-pistola lo crivella di colpi per poi finirlo con un colpo alla testa: mentre Max fugge via urlando la gloria della Nuova Carne, il corpo di Convex subisce un'orrenda mutazione, arrivando a spappolarsi e a pulsare agonizzante, lasciando intendere che egli fosse una creatura aliena.}}
*Morte a Videodrome. Gloria e vita alla nuova carne! ('''Max Renn''')
::{{spiegazione|Dopo la morte di Convex, Max si ritira in una barca al porto che aveva visitato in precedenza, al cui interno vi è un televisore: qui appare un immagine dell'amata Nicky Brandt, che afferma che gli manca solo un passaggio per completare la sua trasformazione in Nuova Carne. L'istante successivo, in tv appare Max che, inginocchiatosi, si spara alla testa: nello stesso istante il televisore esplode, emettendo materia organica simile ad intestini. Max replica allora la scena in tv e proclamata la gloria della Nuova Carne si spara in testa.}}
===''[[X-Men]]''===
{{vedi anche|Ultime parole dagli X-Men}}
==Note==
<references />
{{Raccolte dai media|Ultime parole|dai film}}
[[Categoria:Raccolte dai film]]
[[Categoria:Ultime parole dai media|Film]]
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Alessandro Di Battista
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2022-07-26T16:06:39Z
Danyele
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wikitext
text/x-wiki
[[File:Alessandro Di Battista in Piazza del Popolo (Rome) March 2 2018 (cropped).jpg|thumb|Alessandro Di Battista (2018)]]
'''Alessandro Di Battista''' (1978 – vivente), politico italiano.
==Citazioni di Alessandro Di Battista==
{{cronologico}}
*{{NDR|Rivolto a [[Giulio Terzi di Sant'Agata]], ministro degli Esteri del [[governo Monti]], dimessosi dopo lo scandalo dei due ''[[Caso Marò|Marò]]''}} Noi siamo nuovi, signori Ministri, siamo nuovi e siamo giovani. Ci siamo chiesti, in questi primi giorni di lavoro, se saremo all'altezza del compito che il popolo ci ha affidato. Beh, se voi siete i tecnici, se voi siete i cosiddetti esperti, non abbiamo dubbi che i cittadini nelle istituzioni sapranno fare molto meglio.<ref>Dal suo primo discorso alla Camera dei deputati durante la seduta n. 4 di martedì 26 marzo 2013; trascritto in ''[http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0004&tipo=stenografico#sed0004.stenografico.tit00070 Resoconto stenografico dell'Assemblea]'', ''Camera.it''. [https://www.youtube.com/watch?v=zVo66Ugqu68 Video] disponibile su ''YouTube.com''.</ref>
*[...] sappiamo perfettamente che la [[guerra]] c'è solo ed esclusivamente per interessi economici che sono sempre gli stessi e che sono sempre poche persone che determinano le scelte di interi popoli!<ref>Da un suo discorso alla Camera dei deputati durante la seduta n. 32 di mercoledì 12 giugno 2013; trascritto in ''[http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0032&tipo=stenografico#sed0032.stenografico.tit00020 Resoconto stenografico dell'Assemblea]'', ''Camera.it''.</ref>
*Non riesco ad essere [[vegetarianismo|vegetariano]] del tutto. Riesco a rinunciare alla carne per mesi ma poi, puntualmente, ci ricasco. Ciononostante ho ridotto il consumo considerevolmente ed è un bene dal punto di vista fisico, mentale e politico. Fisico perché se mangi poca carne stai meglio, mentale perché ingerire animali morti non è il massimo per l'anima e politico perché le conseguenze sociali ed economiche dell'abuso di carne sono inimmaginabili. [...] Mangiare meno carne è una scelta politica che ognuno di noi deve fare. È difficile, per lo meno per me lo è ed è proprio per questo che il legislatore (le commissioni ambiente e agricoltura M5S si stanno occupando del tema con diverse proposte di legge) deve trattare urgentemente la questione.<ref>Dal post ''[https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/photos/a.310988455679892.65829.299413980170673/549529655159103/?type=1&theater Vegetarianismo, povertà e immigrazione]'', ''Facebook.com'', 24 giugno 2014.</ref>
*L'Italia dovrebbe trattare il [[terrorismo]] come il cancro. Il cancro si combatte eliminandone le cause non occupandosi esclusivamente degli effetti.<ref name=terrore>Da ''[http://www.beppegrillo.it/2014/08/isis_che_fare.html ISIS: Che fare?]'', ''BeppeGrillo.it'', 16 agosto 2014.</ref>
*Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. [...] Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto né giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un'azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore. Compito difficile ma necessario, altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno.<ref name=terrore/>
*{{NDR|[[Gaffe famose|Gaffe]]}}[[Nigeria]], vai su Wikipedia: 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola.<ref name=nigeria>Durante la festa ''Italia5stelle''; citato in Ma. Mu., ''[http://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/02/16/news/e-di-battista-m5s-fini-sul-new-york-times-con-la-balla-su-nigeria-ebola-e-boko-haram-1.199452 La balla su Nigeria, Ebola e Boko Haram]'', ''Espresso.repubblica.it'', 16 febbraio 2015.</ref>
*Per noi è importante individuare oggi un nemico assieme, e il nemico oggi è il potere centrale: una sorta di nazismo centrale, nordeuropeo, che ci sta distruggendo. Stanno proprio creando – anche con il Jobs Act, il TTIP – una sorta di generazione Walmart, o generazione 300 euro, che produrranno sempre più schiavi. Vogliono sostanzialmente colonizzare il Sud Europa.<ref>Citato in ''[http://www.ilpost.it/2015/03/13/di-battista-nazismo-nordeuropeo/ Di Battista dice che c'è un «nazismo nordeuropeo»]'', ''Il Post.it'', 13 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Dopo l'annuncio delle dimissioni di [[Maurizio Lupi]] dall'incarico di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti}} Sa cosa significa [[corruzione]]? Significa rompere in tanti pezzi. La corruzione ha rotto in tanti pezzi questo Paese, l'ha sbriciolato garantendo abbondanti mangiatoie a pochi e briciole a tutti gli altri. La corruzione ha prodotto il cancro nella «terra dei fuochi» e l'abbandono dell'Italia da parte dei suoi giovani migliori; ha provocato notti insonni a padri che non sanno come pagare gli studi a figli, attacchi di panico di neolaureati che non sanno come trovare lavoro. La corruzione ha prodotto il dramma di imprenditori che preferiscono mettersi il cappio al collo piuttosto che dire in giro che stanno fallendo, le lacrime di malati costretti ad aspettare mesi per trovare un posto letto in un ospedale. La corruzione ha trasformato l'Italia in una giungla dove delinquenti ottengono appalti, conti correnti milionari, case da sogno, barche di lusso che attraccano sulle coste liguri, sarde o in qualche porto nel Gargano. La Liguria, la Sardegna, il Gargano, dove migliaia di italiani aspettano le briciole da uno Stato corrotto che non sa proteggerli neppure dalla pioggia.<ref>Dall'intervento alla Camera dei Deputati durante la seduta n. 396 del 20 marzo 2015 della XVII Legislatura; trascritto in ''[http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=17&sezione=assemblea&tipoDoc=alfabetico_stenografico&idSeduta=0396 Resoconto stenografico dell'Assemblea]''.</ref>
*Se i poveri o i migranti fossero banche li avreste già salvati.<ref name="Il Foglio,8gennaio2019">Intervento a Montecitorio del 22 dicembre 2015. Citato in Enrico Cicchetti, [https://www.ilfoglio.it/politica/2019/01/08/video/il-caso-carige-dibba-e-di-maio-ecco-cosa-dicevano-gli-smemorati-di-casaleggio-sulle-banche-231943/ ''Il caso Carige, Dibba e Di Maio. Ecco cosa dicevano gli “smemorati di Casaleggio” sulle banche''], ''il Foglio'', 8 gennaio 2019.</ref>
*{{NDR|Rivolto ai parlamentari del [[Partito Democratico]]}} Vorrei ricordare che il Movimento 5 Stelle non si becca un euro di [[finanziamento pubblico ai partiti]]. Zero! Quello che voi vi siete fottuti, e non siete neanche capaci di pagare le sedi di partito a Roma. E dite a quello scroccone di [[Matteo Orfini|Orfini]] di cacciare i soldi. E secondo, vogliamo sapere quanti soldi il [[Salvatore Buzzi|criminale Buzzi]] ha dato al Partito Democratico con Mafia Capitale e se era presente alle vostre cene di finanziamento. Finché non rispondete state zitti. ''Pezzenti!''<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=ALjbjwgAYtc Video] disponibile su ''YouTube.com'', 24 febbraio 2016.</ref>
*{{NDR|Rivolto al [[Paolo Gentiloni|Ministro Gentiloni]], su un eventuale intervento militare in [[Libia]]}} Un Paese sovrano, Ministro Gentiloni, dice la verità anche se sono verità scomode, non è che pensa di nascondere sott'acqua, sotto il tappeto la polvere provando come sempre a dare delle menzogne comode, come se fosse metadone che voi date ad un'[[opinione pubblica]] di fatto dormiente, anestetizzata, che si abitua a tutto.<ref name= guerralibia >Dall'intervento alla Camera dei Deputati durante la seduta n. 586 del 9 marzo 2016 della XVII Legislatura; trascritto in ''[http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0586&tipo=stenografico Resoconto stenografico dell'Assemblea]''. [https://www.youtube.com/watch?v=ynLj2bGPOKA Video] disponibile su ''YouTube.com''.</ref>
*Non si deve andare in guerra in Libia perché se si va in guerra in Libia l'unico risultato che si ottiene è ricompattare frange terroristiche, tribù, controtribù, tutti contro l'Italia, che già ha tradito una volta e il secondo tradimento non verrebbe mai perdonato. Per cui, se volete un altro Vietnam, andate in Libia, la responsabilità sarà soltanto vostra, altrimenti non si va in guerra in Libia e ancor di più se non c'è un Governo di unità nazionale.<ref name= guerralibia/>
*In questo Parlamento anche per essere sudditi degli Stati Uniti d'America è stato teorizzato e avallato il concetto di ''guerra preventiva'', che è una schifezza internazionale, che ha causato i danni in [[Afghanistan]], in Libia, in [[Iraq]] e dovunque. Oggi voi passate dal concetto di guerra preventiva alla guerra ''all'insaputa del popolo italiano'', tutto all'insaputa, e non ci fidiamo di alcune parole del Presidente del Consiglio che ha sempre smentito sé stesso, non possiamo neanche fidarci delle vostre parole, ci fidiamo però quanto meno del popolo italiano, che è più sveglio di voi e che sa che questa guerra sarebbe l'ennesima guerra infame e potrebbe portare a un nuovo Vietnam. Non la vuole, il popolo italiano non vuole questa guerra.<ref name= guerralibia/>
*{{NDR|L'[[Isis]]}} Si sa perfettamente chi li finanzia, come li finanziano, quali sono le industrie belliche che gli danno una mano, chi gli dà i soldi, ma non si può intervenire perché avete le mani legate, perché vi hanno messo lì gli stessi poteri forti che controllano questi traffici internazionali. Si chiama [[conflitto di interessi]], siete regolarmente il conflitto d'interessi e non fate mai gli interessi del popolo italiano.<ref name= guerralibia/>
*Se la prima vittima appunto della guerra è la verità, la vagonata di menzogne che vengono dette quotidianamente sulla questione libica ci dimostrano che siamo in guerra e il MoVimento 5 Stelle si opporrà a questa guerra in ogni modo.<ref name= guerralibia/>
*Qual è oggi la differenza tra il [[Partito Democratico|PD]] e una banca? Le banche gestiscono in maniera torbida i nostri soldi così come i partiti che si sono intascati miliardi di finanziamento pubblico cambiando il nome in "rimborsi elettorali". Le banche poi vendono prodotti tossici prendendo per il culo i cittadini dicendo "tranquilli questa obbligazione è sicura" e poi in tanti hanno perso tutti i risparmi. E il PD non fa la stessa cosa? Non piazza prodotti tossici spacciandoli per roba sicura? Non è un prodotto tossico il jobsact? Non sono prodotti tossici la "Buona scuola" o il Bail-In? Non è un prodotto tossico la riforma costituzionale made in Renzi-Boschi-Verdini?<br />Non ci prende in giro Renzi quando dice: "aboliremo Equitalia?". La legge per abolire Equitalia il M5S l'ha presentata in Parlamento e il PD l'ha bocciata.<ref>Dal post ''[https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/videos/921591071286291/ Facebook.com]'', 27 luglio 2016.</ref>
*{{NDR|Rivolto al [[Governo Renzi]]}} Con questo ordine del giorno, che per voi è populismo e per noi, invece, è concretezza noi chiediamo che i parlamentari della Repubblica debbano guadagnare 5 mila euro lordi, quindi circa 3.100 euro netti al mese, con i quali si vive una vita più che dignitosa. [...] Questa è un'idea diversa che noi abbiamo di Paese rispetto a voi. Non vi lamentate, però, se non avete più consenso, non vi lamentate se [[Matteo Renzi|Renzi]] deve essere ogni giorno difeso dalla scorta, lui che diceva: «mi difende la gente», ma forse intendeva: «l'agente». Non vi lamentate più se vi tirano anche del letame – e noi condanniamo, per l'amor di Dio –, se non vi fanno entrare in una piazza senza scorta. Non vi lamentate! Noi camminiamo a testa alta e portiamo avanti questa battaglia. Vi chiediamo di far parte di questo progetto, di destinare questi soldi alle piccole e medie imprese, perché aumenta la qualità della vita se fai il tuo dovere. Se lo volete fare bene, altrimenti vi assumete la vostra responsabilità, ma sappiate che quando ci saremo noi in quei banchi, come forza di governo, la prima cosa che faremo in un giorno solo sarà questo taglio e vedervi minoranza quel giorno sarà un piacere.<ref>Dall'intervento alla Camera dei Deputati durante la seduta n. 667 del 3 agosto 2016 della XVII Legislatura; trascritto in ''[http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0667&tipo=stenografico Resoconto stenografico dell'Assemblea]''.</ref>
*Il [[viaggio]] è un investimento in felicità.<ref name="la7">Dall'intervista nel programma televisivo ''Faccia a Faccia''', La7, 11 dicembre 2016.</ref>
*{{NDR|[[Gaffe famose|Gaffe]]}} Io voglio votare... io voglio votare perché non li sopporto più... io non li sopporto più! [...] È grazie al Movimento 5 Stelle che qui non c'è... noi abbiamo incanalato la partecipazione su percorsi democratici belli belli! [...] Io voglio che i cittadini devono votare!<ref>Da un'intervista a Rai News; video disponibile in ''[http://video.repubblica.it/dossier/movimento-5-stelle-beppe-grillo/io-voglio-che-i-cittadini-devono-votare--lo-sfogo-di-di-battista-diventa-un-trailer/262272/262620 "Io voglio che i cittadini devono votare", lo sfogo di Di Battista diventa un trailer]'', ''Repubblica.it'', 12 dicembre 2016.</ref>
*Il problema, non so se lo sanno gli italiani, è che oggi [[Banca d'Italia]], che dovrebbe controllare le banche private ed evitare che possano fallire, non è più una banca pubblica, perché è una banca controllata da quelle stesse banche private che dovrebbe controllare.<ref>Citato in Alessandro di Meo, [https://www.ilpost.it/2017/01/25/banca-d-italia-privata/ ''La Banca d’Italia è privata?''], ''Il Post'', 25 gennaio 2017.</ref>
*A me della carriera politica in sé non frega niente. È proprio così. Ciò che mi interessa è dare un contributo, fin quando sto in Parlamento e quindi rappresento l'interesse generale, per migliorare questo paese. Anche perché io del M5S non potrò stare tutta la vita in parlamento – grazie a Dio – e dovrò tornare nel mondo reale. È nel mio stesso interesse migliorare il mondo reale, proprio perché sarò costretto a farvi ritorno.<ref>Dall'intervista nel programma televisivo ''DiMartedì'', La7, 6 giugno 2017.</ref>
*Voi stessi siete ormai diventati vittime di un determinato sistema perché non avete più la minima libertà di opporvi appunto al capitalismo finanziario. Perché? Perché la "bancocrazia" di fatto ha piazzato i suoi uomini all'interno delle istituzioni, ed è per questo che soltanto negli ultimi quattro anni sono stati approvati decine di decreti a favore delle banche private e nessun decreto a favore dei cittadini che soffrono.<ref name="Il Foglio,8gennaio2019" />
*{{NDR|[[Ultime parole famose]], rispondendo all'affermazione: “Le alleanze di sicuro non ne fate”}} Il giorno in cui il Movimento 5 Stelle (ma non succederà mai) si dovesse alleare con i partiti responsabili della distruzione dell’Italia, io lascerei il Movimento 5 Stelle. <ref>Dall'intervista visibile su ''[https://video.repubblica.it/politica/di-battista--se-m5s-fara-alleanze-con-i-partiti-che-hanno-distrutto-l-italia-lascero-il-movimento/289926/290541]'', 17 novembre 2017.</ref>
*Io la [[Elena Boschi|Boschi]] la vorrei sempre al governo, imbullonata sulla poltrona, così il Pd perde voti.<ref name="blitzquotidiano.it,20 dicembre 2017">Citato in [https://archivio.blitzquotidiano.it/politica-italiana/alessandro-di-battista-boschi-pd-2803649/ ''Alessandro Di Battista: “Boschi sempre al governo, così Pd perde voti”''], ''Blitz Quotidiano'', 20 dicembre 2017.</ref>
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ce l’ha con i 5 stelle perché con la nostra legge anticorruzione gli svuotiamo il partito.<ref name="blitzquotidiano.it,20 dicembre 2017" />
*[...] è lecito domandarsi quali siano state le leggi, le mozioni, gli emendamenti approvati dal Movimento 5 Stelle al governo che hanno pregiudicato l'interesse collettivo. Non ve ne sono. Nessun favore alle lobbies, anzi. Nessun beneficio alle banche d'affari. Nessun taglio allo Stato sociale. D’altronde se tutto questo non fosse vero non avremmo un banchiere sull'uscio di Palazzo Chigi.<br />Un banchiere. Competente, ma pur sempre un banchiere. Ognuno avrà la sua opinione su [[Mario Draghi]]. La mia è molto negativa. Di lui si dicono le stesse cose che dissero di Monti quando venne incaricato da Napolitano. Credibile, preparato, inserito negli ambienti giusti. Di lui si dice che abbia "salvato l'Italia". Sciocchezze. Ha salvato l'euro-zona.<ref>Da ''[https://www.tpi.it/opinioni/perche-bisogna-dire-no-a-draghi-alessandro-di-battista-20210203737241/ Perché bisogna dire no a Draghi]'', ''tpi.it'', 3 febbraio 2021.</ref>
*Il M5S è una tappa superata della mia vita, poi se dovessero tornare in auge, dipenderà dalle linee politiche del Movimento. Evidentemente battaglie che per me erano prioritarie per altri non lo erano. Io mi colloco all'interno dell'attivismo politico. L'uscita dal M5S mi ha dato uno spazio di libertà che prima non avevo. Penso che sia un mio dovere e diritto esercitare tale libertà e prendere posizioni politiche spesso e volentieri contro.<ref name="Sconamiglio">Citato in Rosa Scognamiglio, ''[https://www.ilgiornale.it/news/politica/dibba-choc-su-israele-politica-apartheid-contro-i-1947097.html Dibba choc su Israele: "Politica di apartheid contro i palestinesi" ]'', ''ilGiornale.it'', 16 maggio 2021.</ref>
*Mi sono reso conto che quasi nessuno ha il coraggio in televisione di prendere una posizione netta a favore del popolo palestinese perché vi è un conformismo che non c'è nemmeno negli Stati Uniti. [...] La politica di Israele verso i palestinesi è una politica di apartheid. A oggi non esistono due Stati, Letta lo dice, ma perchè non sa che dire, non ha coraggio di prendere posizione. Non lo ha fatto neanche il Ministro degli Esteri Di Maio? Gliel'ho detto pubblicamente, sono in disaccordo con la politica estera del Movimento. Se io oggi fosse parte delle Istituzioni italiane riconoscerei immediatamente lo Stato di Palestina. C'era più libertà nei politici della prima Repubblica che in quelli di ora.<ref name="Sconamiglio" />
*{{NDR|Rispondendo a «Ha intenzione di fondare un suo partito?»}} Non ci ho ancora pensato. A chi mi dice di tornare nel M5S, rispondo che mi siederei al tavolo solo se uscissero dal governo {{NDR|Governo Draghi}}. [...] Se non torna a fare battaglie politiche rischia solo di trasformarsi in un partito di potere.<ref>Dall'intervista di Emanuele Buzzi, ''[https://www.corriere.it/politica/21_maggio_25/di-battista-5-stelle-rischiano-piegarsi-potere-non-so-ancora-se-faro-mio-movimento-751cef56-bcc4-11eb-abb7-46b8b952d96c.shtml Di Battista: «I 5 Stelle rischiano di piegarsi al potere, non so se farò un mio movimento. Virginia Raggi? La sosterrei»]'', ''corriere.it'', 25 maggio 2021.</ref>
==Citazioni su Alessandro Di Battista==
*Quando pensi che si sia toccato il fondo, proprio allora Dibba inizia a scavare. ([[Michele Dalai]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Di Battista, Alessandro}}
[[Categoria:Politici italiani]]
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Utente:Mariomassone
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Mariomassone
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text/x-wiki
==Per [[Ion Mihai Pacepa]]==
[[File:Ion Mihai Pacepa 1975cr.jpg|thumb|Pacepa nel 1975]]
'''Ion Mihai Pacepa''' (1928 – 2021), militare rumeno naturalizzato statunitense.
==''Orizzonti rossi''==
===Incipit===
Quando ero ancora uno dei suoi più stretti collaboratori, il presidente romeno [[Nicolae Ceaușescu|Nicolae Ceausescu]] spesso si concedeva il piacere di guardarsi il film di una manifestazione di sostegno al regime di Bucarest, che si era svolta a Washington. Nel film si vedeva, innanzitutto, una funzione religiosa, officiata da membri del clero romeno in esilio di diverse confessioni, davanti a centinaia di persone radunate intorno al monumento a George Washington. Molti dei partecipanti indossavano costumi folcloristici, ostentavano bracciali con i colori nazionali romeni, issavano cartelli che inneggiavano alla politica interna ed estera di Bucarest, all'indipendenza della Romania, alla saggezza di Ceausescu. Poi, si vedeva la folla sulle gradinate del Campidoglio; quindi, quando sfilava intorno alla Casa Bianca, accompagnata da slogan diffusi da altoparlanti portatili, che chiedevano che alla Romania fosse riconfermato lo ''status'' di nazione commercialmente privilegiata.<br>La manifestazione era stata interamente organizzata dai servizi segreti romeni, con l'aiuto di alcuni agenti ''di influenza'' ben piazzati negli Stati Uniti. Gli emigrati, molti dei quali prima non erano mai stati a Washington, erano stati espressamente convogliati nella capitale americana dalle loro chiese e dalle loro organizzazioni sociali, che erano finanziate e controllate segretamente da Bucarest. I cartelli erano stati preparati all'ambasciata romena, e così pure le cassette registrate con gli slogan diffusi dagli altoparlanti. Il film era stato girato da due tecnici, agenti dei servizi segreti, venuti apposta da Bucarest, e il commento era stato fatto dalla moglie del consigliere dell'ambasciata romena a Washington, che pure lei lavorava per il servizio di informazione romeno.
===Citazioni===
*"Orizzonte", il nome in codice scelto dallo stesso Ceausescu, fu una delle operazioni di influenza più insidiose che Ceausescu mise in piedi, un mattone dopo l'altro. Il fine era dare l'illusione all'Occidente che la Romania era un paese comunista diverso dagli altri, indipendente da chiunque, Mosca compresa, che meritava di essere sostenuto dall'Occidente, non fosse altro che per incrinare le mura che circondavano il blocco sovietico. (p. 20)
*Ceausescu e [[Yasser Arafat|Arafat]] si somigliavano in modo impressionante, non solo per ragioni politiche, o per il naturale bagaglio di antisemitismo, che in Ceausescu non era minore che in Arafat. Se non fosse stato per la barba e la pelle più scura di Arafat, non avrei potuto distinguerli: la forma della faccia era identica, atteggiavano le labbra e sorridevano allo stesso modo, entrambi avevano occhi profondamente penetranti, pensavano e agivano in modo identico, erano allo stesso modo loquaci, irascibili, impulsivi, violenti, isterici. Quella forte somiglianza li aveva colpiti reciprocamente fin dal loro primo incontro, ed aveva avuto un ruolo importante nello sviluppare la loro amicizia. (p. 34)
===Explicit===
===Bibliografia===
*Ion Mihai Pacepa, ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, ISBN 88-7165-065-4
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
________________
[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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Mariomassone
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/* Citazioni */
wikitext
text/x-wiki
==Per [[Ion Mihai Pacepa]]==
[[File:Ion Mihai Pacepa 1975cr.jpg|thumb|Pacepa nel 1975]]
'''Ion Mihai Pacepa''' (1928 – 2021), militare rumeno naturalizzato statunitense.
==''Orizzonti rossi''==
===Incipit===
Quando ero ancora uno dei suoi più stretti collaboratori, il presidente romeno [[Nicolae Ceaușescu|Nicolae Ceausescu]] spesso si concedeva il piacere di guardarsi il film di una manifestazione di sostegno al regime di Bucarest, che si era svolta a Washington. Nel film si vedeva, innanzitutto, una funzione religiosa, officiata da membri del clero romeno in esilio di diverse confessioni, davanti a centinaia di persone radunate intorno al monumento a George Washington. Molti dei partecipanti indossavano costumi folcloristici, ostentavano bracciali con i colori nazionali romeni, issavano cartelli che inneggiavano alla politica interna ed estera di Bucarest, all'indipendenza della Romania, alla saggezza di Ceausescu. Poi, si vedeva la folla sulle gradinate del Campidoglio; quindi, quando sfilava intorno alla Casa Bianca, accompagnata da slogan diffusi da altoparlanti portatili, che chiedevano che alla Romania fosse riconfermato lo ''status'' di nazione commercialmente privilegiata.<br>La manifestazione era stata interamente organizzata dai servizi segreti romeni, con l'aiuto di alcuni agenti ''di influenza'' ben piazzati negli Stati Uniti. Gli emigrati, molti dei quali prima non erano mai stati a Washington, erano stati espressamente convogliati nella capitale americana dalle loro chiese e dalle loro organizzazioni sociali, che erano finanziate e controllate segretamente da Bucarest. I cartelli erano stati preparati all'ambasciata romena, e così pure le cassette registrate con gli slogan diffusi dagli altoparlanti. Il film era stato girato da due tecnici, agenti dei servizi segreti, venuti apposta da Bucarest, e il commento era stato fatto dalla moglie del consigliere dell'ambasciata romena a Washington, che pure lei lavorava per il servizio di informazione romeno.
===Citazioni===
*"Orizzonte", il nome in codice scelto dallo stesso Ceausescu, fu una delle operazioni di influenza più insidiose che Ceausescu mise in piedi, un mattone dopo l'altro. Il fine era dare l'illusione all'Occidente che la Romania era un paese comunista diverso dagli altri, indipendente da chiunque, Mosca compresa, che meritava di essere sostenuto dall'Occidente, non fosse altro che per incrinare le mura che circondavano il blocco sovietico. (p. 20)
*Ceausescu e [[Yasser Arafat|Arafat]] si somigliavano in modo impressionante, non solo per ragioni politiche, o per il naturale bagaglio di antisemitismo, che in Ceausescu non era minore che in Arafat. Se non fosse stato per la barba e la pelle più scura di Arafat, non avrei potuto distinguerli: la forma della faccia era identica, atteggiavano le labbra e sorridevano allo stesso modo, entrambi avevano occhi profondamente penetranti, pensavano e agivano in modo identico, erano allo stesso modo loquaci, irascibili, impulsivi, violenti, isterici. Quella forte somiglianza li aveva colpiti reciprocamente fin dal loro primo incontro, ed aveva avuto un ruolo importante nello sviluppare la loro amicizia. (p. 34)
*[[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] e Ceausescu, entrambi vendicativi per natura, si detestavano da molto tempo. Nel 1953, Breznev era diventato generale a due stelle e vicesegretario dell'ufficio politico dell'Armata rossa, dopo essere stato, qualche anno prima, primo segretario del comitato centrale del partito comunista della Moldavia, una regione che i sovietici avevano annesso, come Bessarabia, alla fine della seconda guerra mondiale. Perciò, essendo considerato un esperto di problemi romeni, era stato incaricato di supervisionare l'indottrinamento politico delle forze armate romene. Le sue taglienti critiche ai militari romeni avevano ferito profondamente Ceausescu, che allora aveva il suo stesso grado ed era responsabile, come membro del comitato centrale del partito comunista romeno, della sezione politica dei servizi di sicurezza dell'esercito romeni. Ceausescu non lo aveva mai dimenticato. Quando nel 1965 era arrivato al potere, aveva chiesto al DIE un'indagine approfondita sulle attività di Breznev in Moldavia. Un anno dopo, quando Breznev era venuto in visita di stato in Romania, gli aveva presentato dei documenti che provavano che tra il 1950 e il 1952, durante la russificazione della Moldavia, egli aveva fatto deportare in Siberia più di un milione di romeni, per insediare al loro posto russi e ucraini. La discussione era stata estremamente accesa, e aveva segnato una rottura nelle relazioni personali tra i due uomini. Breznev avrebbe messo di nuovo piede in Romania solo dieci anni dopo. (p. 36)
===Explicit===
===Bibliografia===
*Ion Mihai Pacepa, ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, ISBN 88-7165-065-4
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
________________
[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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Mariomassone
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/* Bibliografia */
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==Per [[Ion Mihai Pacepa]]==
[[File:Ion Mihai Pacepa 1975cr.jpg|thumb|Pacepa nel 1975]]
'''Ion Mihai Pacepa''' (1928 – 2021), militare rumeno naturalizzato statunitense.
==''Orizzonti rossi''==
===Incipit===
Quando ero ancora uno dei suoi più stretti collaboratori, il presidente romeno [[Nicolae Ceaușescu|Nicolae Ceausescu]] spesso si concedeva il piacere di guardarsi il film di una manifestazione di sostegno al regime di Bucarest, che si era svolta a Washington. Nel film si vedeva, innanzitutto, una funzione religiosa, officiata da membri del clero romeno in esilio di diverse confessioni, davanti a centinaia di persone radunate intorno al monumento a George Washington. Molti dei partecipanti indossavano costumi folcloristici, ostentavano bracciali con i colori nazionali romeni, issavano cartelli che inneggiavano alla politica interna ed estera di Bucarest, all'indipendenza della Romania, alla saggezza di Ceausescu. Poi, si vedeva la folla sulle gradinate del Campidoglio; quindi, quando sfilava intorno alla Casa Bianca, accompagnata da slogan diffusi da altoparlanti portatili, che chiedevano che alla Romania fosse riconfermato lo ''status'' di nazione commercialmente privilegiata.<br>La manifestazione era stata interamente organizzata dai servizi segreti romeni, con l'aiuto di alcuni agenti ''di influenza'' ben piazzati negli Stati Uniti. Gli emigrati, molti dei quali prima non erano mai stati a Washington, erano stati espressamente convogliati nella capitale americana dalle loro chiese e dalle loro organizzazioni sociali, che erano finanziate e controllate segretamente da Bucarest. I cartelli erano stati preparati all'ambasciata romena, e così pure le cassette registrate con gli slogan diffusi dagli altoparlanti. Il film era stato girato da due tecnici, agenti dei servizi segreti, venuti apposta da Bucarest, e il commento era stato fatto dalla moglie del consigliere dell'ambasciata romena a Washington, che pure lei lavorava per il servizio di informazione romeno.
===Citazioni===
*"Orizzonte", il nome in codice scelto dallo stesso Ceausescu, fu una delle operazioni di influenza più insidiose che Ceausescu mise in piedi, un mattone dopo l'altro. Il fine era dare l'illusione all'Occidente che la Romania era un paese comunista diverso dagli altri, indipendente da chiunque, Mosca compresa, che meritava di essere sostenuto dall'Occidente, non fosse altro che per incrinare le mura che circondavano il blocco sovietico. (p. 20)
*Ceausescu e [[Yasser Arafat|Arafat]] si somigliavano in modo impressionante, non solo per ragioni politiche, o per il naturale bagaglio di antisemitismo, che in Ceausescu non era minore che in Arafat. Se non fosse stato per la barba e la pelle più scura di Arafat, non avrei potuto distinguerli: la forma della faccia era identica, atteggiavano le labbra e sorridevano allo stesso modo, entrambi avevano occhi profondamente penetranti, pensavano e agivano in modo identico, erano allo stesso modo loquaci, irascibili, impulsivi, violenti, isterici. Quella forte somiglianza li aveva colpiti reciprocamente fin dal loro primo incontro, ed aveva avuto un ruolo importante nello sviluppare la loro amicizia. (p. 34)
*[[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] e Ceausescu, entrambi vendicativi per natura, si detestavano da molto tempo. Nel 1953, Breznev era diventato generale a due stelle e vicesegretario dell'ufficio politico dell'Armata rossa, dopo essere stato, qualche anno prima, primo segretario del comitato centrale del partito comunista della Moldavia, una regione che i sovietici avevano annesso, come Bessarabia, alla fine della seconda guerra mondiale. Perciò, essendo considerato un esperto di problemi romeni, era stato incaricato di supervisionare l'indottrinamento politico delle forze armate romene. Le sue taglienti critiche ai militari romeni avevano ferito profondamente Ceausescu, che allora aveva il suo stesso grado ed era responsabile, come membro del comitato centrale del partito comunista romeno, della sezione politica dei servizi di sicurezza dell'esercito romeni. Ceausescu non lo aveva mai dimenticato. Quando nel 1965 era arrivato al potere, aveva chiesto al DIE un'indagine approfondita sulle attività di Breznev in Moldavia. Un anno dopo, quando Breznev era venuto in visita di stato in Romania, gli aveva presentato dei documenti che provavano che tra il 1950 e il 1952, durante la russificazione della Moldavia, egli aveva fatto deportare in Siberia più di un milione di romeni, per insediare al loro posto russi e ucraini. La discussione era stata estremamente accesa, e aveva segnato una rottura nelle relazioni personali tra i due uomini. Breznev avrebbe messo di nuovo piede in Romania solo dieci anni dopo. (p. 36)
===Explicit===
==Bibliografia==
*Ion Mihai Pacepa, ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, ISBN 88-7165-065-4
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
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[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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==Per [[Ion Mihai Pacepa]]==
[[File:Ion Mihai Pacepa 1975cr.jpg|thumb|Pacepa nel 1975]]
'''Ion Mihai Pacepa''' (1928 – 2021), militare rumeno naturalizzato statunitense.
==''Orizzonti rossi''==
===Incipit===
Quando ero ancora uno dei suoi più stretti collaboratori, il presidente romeno [[Nicolae Ceaușescu|Nicolae Ceausescu]] spesso si concedeva il piacere di guardarsi il film di una manifestazione di sostegno al regime di Bucarest, che si era svolta a Washington. Nel film si vedeva, innanzitutto, una funzione religiosa, officiata da membri del clero romeno in esilio di diverse confessioni, davanti a centinaia di persone radunate intorno al monumento a George Washington. Molti dei partecipanti indossavano costumi folcloristici, ostentavano bracciali con i colori nazionali romeni, issavano cartelli che inneggiavano alla politica interna ed estera di Bucarest, all'indipendenza della Romania, alla saggezza di Ceausescu. Poi, si vedeva la folla sulle gradinate del Campidoglio; quindi, quando sfilava intorno alla Casa Bianca, accompagnata da slogan diffusi da altoparlanti portatili, che chiedevano che alla Romania fosse riconfermato lo ''status'' di nazione commercialmente privilegiata.<br>La manifestazione era stata interamente organizzata dai servizi segreti romeni, con l'aiuto di alcuni agenti ''di influenza'' ben piazzati negli Stati Uniti. Gli emigrati, molti dei quali prima non erano mai stati a Washington, erano stati espressamente convogliati nella capitale americana dalle loro chiese e dalle loro organizzazioni sociali, che erano finanziate e controllate segretamente da Bucarest. I cartelli erano stati preparati all'ambasciata romena, e così pure le cassette registrate con gli slogan diffusi dagli altoparlanti. Il film era stato girato da due tecnici, agenti dei servizi segreti, venuti apposta da Bucarest, e il commento era stato fatto dalla moglie del consigliere dell'ambasciata romena a Washington, che pure lei lavorava per il servizio di informazione romeno.
===Citazioni===
*"Orizzonte", il nome in codice scelto dallo stesso Ceausescu, fu una delle operazioni di influenza più insidiose che Ceausescu mise in piedi, un mattone dopo l'altro. Il fine era dare l'illusione all'Occidente che la Romania era un paese comunista diverso dagli altri, indipendente da chiunque, Mosca compresa, che meritava di essere sostenuto dall'Occidente, non fosse altro che per incrinare le mura che circondavano il blocco sovietico. (p. 20)
*Ceausescu e [[Yasser Arafat|Arafat]] si somigliavano in modo impressionante, non solo per ragioni politiche, o per il naturale bagaglio di antisemitismo, che in Ceausescu non era minore che in Arafat. Se non fosse stato per la barba e la pelle più scura di Arafat, non avrei potuto distinguerli: la forma della faccia era identica, atteggiavano le labbra e sorridevano allo stesso modo, entrambi avevano occhi profondamente penetranti, pensavano e agivano in modo identico, erano allo stesso modo loquaci, irascibili, impulsivi, violenti, isterici. Quella forte somiglianza li aveva colpiti reciprocamente fin dal loro primo incontro, ed aveva avuto un ruolo importante nello sviluppare la loro amicizia. (p. 34)
*[[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] e Ceausescu, entrambi vendicativi per natura, si detestavano da molto tempo. Nel 1953, Breznev era diventato generale a due stelle e vicesegretario dell'ufficio politico dell'Armata rossa, dopo essere stato, qualche anno prima, primo segretario del comitato centrale del partito comunista della Moldavia, una regione che i sovietici avevano annesso, come Bessarabia, alla fine della seconda guerra mondiale. Perciò, essendo considerato un esperto di problemi romeni, era stato incaricato di supervisionare l'indottrinamento politico delle forze armate romene. Le sue taglienti critiche ai militari romeni avevano ferito profondamente Ceausescu, che allora aveva il suo stesso grado ed era responsabile, come membro del comitato centrale del partito comunista romeno, della sezione politica dei servizi di sicurezza dell'esercito romeni. Ceausescu non lo aveva mai dimenticato. Quando nel 1965 era arrivato al potere, aveva chiesto al DIE un'indagine approfondita sulle attività di Breznev in Moldavia. Un anno dopo, quando Breznev era venuto in visita di stato in Romania, gli aveva presentato dei documenti che provavano che tra il 1950 e il 1952, durante la russificazione della Moldavia, egli aveva fatto deportare in Siberia più di un milione di romeni, per insediare al loro posto russi e ucraini. La discussione era stata estremamente accesa, e aveva segnato una rottura nelle relazioni personali tra i due uomini. Breznev avrebbe messo di nuovo piede in Romania solo dieci anni dopo. (p. 36)
*Adulare i massimi dirigenti del partito e dello stato era pratica corrente in tutti i paesi del blocco sovietico, ma in Romania l'adulazione era persino troppo eccessiva, a causa del temperamento latino dei romeni. (p. 55)
*{{NDR|Su [[Elena Ceaușescu]]}} Nel 1975, ero con lei a Buenos Aires quando, affascinata dalle ambizioni politiche di [[Isabel Martínez de Perón|Isabella Peron]], aveva deciso di darsi anche lei alla vita politica attiva. E dato il culto della personalità senza precedenti che era stato creato intorno a Ceausescu, l'ascesa di Elena sulla scena politica romena era stata rapida. In breve tempo era diventata membro della Grande assemblea nazionale, del comitato centrale del partito comunista, del comitato politico esecutivo (l'equivalente del politburo sovietico), e da appena un anno era anche diventata membro dell'ufficio permanente del comitato politico esecutivo, inventato da Ceausescu per accentrare ulteriormente il potere nelle proprie mani e in dove solo il nome di Ceausescu era fisso, mentre il resto della compagnia si componeva di comparse continuamente cambiate di posto per evitare che mettessero radici e diventassero importanti. (p. 57)
*{{NDR|Su [[Zoia Ceaușescu]]}} La sua colpa più grave era stata quella di rifiutare ostinatamente i candidati alla sua mano che la madre le sceglieva accuratamente. Zoia, da parte sua, era decisa a scegliersi liberamente il marito, ma tutti i nomi che lei aveva proposto avevano incontrato la fiera opposizione della madre, perché giudicati non sufficientemente degni della futura dinastia dei Ceausescu. Quello era stato l'inizio di una amara lotta con Elena, che alla fine aveva deciso di far srvegliare la vita privata della figlia minuto per minuto. Ovunque intorno a Zoia erano stati installati dei microfoni, dalla camera da letto al bagno del suo appartamento, dal suo studio alla sua bianca Mercedes coupé, ben nota alla gioventù dorata di Bucarest, e Zoia era stata sottoposta a un pedinamento di ventiquattro ore su ventiquattro dagli agenti del DIE. Dal 1977, occuparmi di Zoia era diventato uno dei miei compiti in quanto capo del DIE. (p. 68)
===Explicit===
==Bibliografia==
*Ion Mihai Pacepa, ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, ISBN 88-7165-065-4
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
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[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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2022-07-26T18:38:53Z
Mariomassone
17056
/* Citazioni */
wikitext
text/x-wiki
==Per [[Ion Mihai Pacepa]]==
[[File:Ion Mihai Pacepa 1975cr.jpg|thumb|Pacepa nel 1975]]
'''Ion Mihai Pacepa''' (1928 – 2021), militare rumeno naturalizzato statunitense.
==''Orizzonti rossi''==
===Incipit===
Quando ero ancora uno dei suoi più stretti collaboratori, il presidente romeno [[Nicolae Ceaușescu|Nicolae Ceausescu]] spesso si concedeva il piacere di guardarsi il film di una manifestazione di sostegno al regime di Bucarest, che si era svolta a Washington. Nel film si vedeva, innanzitutto, una funzione religiosa, officiata da membri del clero romeno in esilio di diverse confessioni, davanti a centinaia di persone radunate intorno al monumento a George Washington. Molti dei partecipanti indossavano costumi folcloristici, ostentavano bracciali con i colori nazionali romeni, issavano cartelli che inneggiavano alla politica interna ed estera di Bucarest, all'indipendenza della Romania, alla saggezza di Ceausescu. Poi, si vedeva la folla sulle gradinate del Campidoglio; quindi, quando sfilava intorno alla Casa Bianca, accompagnata da slogan diffusi da altoparlanti portatili, che chiedevano che alla Romania fosse riconfermato lo ''status'' di nazione commercialmente privilegiata.<br>La manifestazione era stata interamente organizzata dai servizi segreti romeni, con l'aiuto di alcuni agenti ''di influenza'' ben piazzati negli Stati Uniti. Gli emigrati, molti dei quali prima non erano mai stati a Washington, erano stati espressamente convogliati nella capitale americana dalle loro chiese e dalle loro organizzazioni sociali, che erano finanziate e controllate segretamente da Bucarest. I cartelli erano stati preparati all'ambasciata romena, e così pure le cassette registrate con gli slogan diffusi dagli altoparlanti. Il film era stato girato da due tecnici, agenti dei servizi segreti, venuti apposta da Bucarest, e il commento era stato fatto dalla moglie del consigliere dell'ambasciata romena a Washington, che pure lei lavorava per il servizio di informazione romeno.
===Citazioni===
*"Orizzonte", il nome in codice scelto dallo stesso Ceausescu, fu una delle operazioni di influenza più insidiose che Ceausescu mise in piedi, un mattone dopo l'altro. Il fine era dare l'illusione all'Occidente che la Romania era un paese comunista diverso dagli altri, indipendente da chiunque, Mosca compresa, che meritava di essere sostenuto dall'Occidente, non fosse altro che per incrinare le mura che circondavano il blocco sovietico. (p. 20)
*Ceausescu e [[Yasser Arafat|Arafat]] si somigliavano in modo impressionante, non solo per ragioni politiche, o per il naturale bagaglio di antisemitismo, che in Ceausescu non era minore che in Arafat. Se non fosse stato per la barba e la pelle più scura di Arafat, non avrei potuto distinguerli: la forma della faccia era identica, atteggiavano le labbra e sorridevano allo stesso modo, entrambi avevano occhi profondamente penetranti, pensavano e agivano in modo identico, erano allo stesso modo loquaci, irascibili, impulsivi, violenti, isterici. Quella forte somiglianza li aveva colpiti reciprocamente fin dal loro primo incontro, ed aveva avuto un ruolo importante nello sviluppare la loro amicizia. (p. 34)
*[[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] e Ceausescu, entrambi vendicativi per natura, si detestavano da molto tempo. Nel 1953, Breznev era diventato generale a due stelle e vicesegretario dell'ufficio politico dell'Armata rossa, dopo essere stato, qualche anno prima, primo segretario del comitato centrale del partito comunista della Moldavia, una regione che i sovietici avevano annesso, come Bessarabia, alla fine della seconda guerra mondiale. Perciò, essendo considerato un esperto di problemi romeni, era stato incaricato di supervisionare l'indottrinamento politico delle forze armate romene. Le sue taglienti critiche ai militari romeni avevano ferito profondamente Ceausescu, che allora aveva il suo stesso grado ed era responsabile, come membro del comitato centrale del partito comunista romeno, della sezione politica dei servizi di sicurezza dell'esercito romeni. Ceausescu non lo aveva mai dimenticato. Quando nel 1965 era arrivato al potere, aveva chiesto al DIE<ref name=die>{{Cfr}} [[:w:ro:Direcția de Informații Externe|Direcția de Informații Externe]]</ref> un'indagine approfondita sulle attività di Breznev in Moldavia. Un anno dopo, quando Breznev era venuto in visita di stato in Romania, gli aveva presentato dei documenti che provavano che tra il 1950 e il 1952, durante la russificazione della Moldavia, egli aveva fatto deportare in Siberia più di un milione di romeni, per insediare al loro posto russi e ucraini. La discussione era stata estremamente accesa, e aveva segnato una rottura nelle relazioni personali tra i due uomini. Breznev avrebbe messo di nuovo piede in Romania solo dieci anni dopo. (p. 36)
*Adulare i massimi dirigenti del partito e dello stato era pratica corrente in tutti i paesi del blocco sovietico, ma in Romania l'adulazione era persino troppo eccessiva, a causa del temperamento latino dei romeni. (p. 55)
*{{NDR|Su [[Elena Ceaușescu]]}} Nel 1975, ero con lei a Buenos Aires quando, affascinata dalle ambizioni politiche di [[Isabel Martínez de Perón|Isabella Peron]], aveva deciso di darsi anche lei alla vita politica attiva. E dato il culto della personalità senza precedenti che era stato creato intorno a Ceausescu, l'ascesa di Elena sulla scena politica romena era stata rapida. In breve tempo era diventata membro della Grande assemblea nazionale, del comitato centrale del partito comunista, del comitato politico esecutivo (l'equivalente del politburo sovietico), e da appena un anno era anche diventata membro dell'ufficio permanente del comitato politico esecutivo, inventato da Ceausescu per accentrare ulteriormente il potere nelle proprie mani e in dove solo il nome di Ceausescu era fisso, mentre il resto della compagnia si componeva di comparse continuamente cambiate di posto per evitare che mettessero radici e diventassero importanti. (p. 57)
*{{NDR|Su [[Zoia Ceaușescu]]}} La sua colpa più grave era stata quella di rifiutare ostinatamente i candidati alla sua mano che la madre le sceglieva accuratamente. Zoia, da parte sua, era decisa a scegliersi liberamente il marito, ma tutti i nomi che lei aveva proposto avevano incontrato la fiera opposizione della madre, perché giudicati non sufficientemente degni della futura dinastia dei Ceausescu. Quello era stato l'inizio di una amara lotta con Elena, che alla fine aveva deciso di far srvegliare la vita privata della figlia minuto per minuto. Ovunque intorno a Zoia erano stati installati dei microfoni, dalla camera da letto al bagno del suo appartamento, dal suo studio alla sua bianca Mercedes coupé, ben nota alla gioventù dorata di Bucarest, e Zoia era stata sottoposta a un pedinamento di ventiquattro ore su ventiquattro dagli agenti del DIE<ref name=die/>. Dal 1977, occuparmi di Zoia era diventato uno dei miei compiti in quanto capo del DIE. (p. 68)
*La differenza tra [[Nicu Ceaușescu|Nicu]] e gli altri due figli di Ceausescu non poteva essere maggiore. Ancora bambino, Nicu detestava la scuola e preferiva molto di più passare il suo tempo con le guardie del corpo e con gli agenti della sicurezza che pullulavano intorno alla residenza presidenziale, e imitarne gli atteggiamenti e il modo di esprimersi. Da adolescente era deriso da Valentin e da Zoia, che non lo vedevano mai con un libro in mano. Ma il padre e la madre vegliavano su di lui, e da loro Nicu otteneva tutto ciò che voleva alzando semplicemente la voce. A quattordici anni era stato lodato per avere virilmente disonorato, violentandola, una compagna di classe, e aveva tosto avuto la sua prima auto. A quindici, aveva avuto la sua prima barca. A sedici, era diventato un ubriacone attaccabrighe, che scandalizzava tutta Bucarest con i suoi incidenti automobilistici e le sue violenze sessuali. Le voci sulla "nausea esistenziale" di Nicu erano arrivate anche all'orecchio di Ceausescu, la cui consueta ricetta per curare le tare della società romena era: «Bisogna lavorare di più e più duramente». Perciò, quando aveva trovato qualche minuto da dedicargli, tutto l'aiuto che aveva dato al figlio era stato di dirgli: «Basta bere, e mettiti a lavorare». (p. 69)
===Explicit===
==Bibliografia==
*Ion Mihai Pacepa, ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, ISBN 88-7165-065-4
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
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[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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2022-07-26T19:01:04Z
Mariomassone
17056
/* Citazioni */
wikitext
text/x-wiki
==Per [[Ion Mihai Pacepa]]==
[[File:Ion Mihai Pacepa 1975cr.jpg|thumb|Pacepa nel 1975]]
'''Ion Mihai Pacepa''' (1928 – 2021), militare rumeno naturalizzato statunitense.
==''Orizzonti rossi''==
===Incipit===
Quando ero ancora uno dei suoi più stretti collaboratori, il presidente romeno [[Nicolae Ceaușescu|Nicolae Ceausescu]] spesso si concedeva il piacere di guardarsi il film di una manifestazione di sostegno al regime di Bucarest, che si era svolta a Washington. Nel film si vedeva, innanzitutto, una funzione religiosa, officiata da membri del clero romeno in esilio di diverse confessioni, davanti a centinaia di persone radunate intorno al monumento a George Washington. Molti dei partecipanti indossavano costumi folcloristici, ostentavano bracciali con i colori nazionali romeni, issavano cartelli che inneggiavano alla politica interna ed estera di Bucarest, all'indipendenza della Romania, alla saggezza di Ceausescu. Poi, si vedeva la folla sulle gradinate del Campidoglio; quindi, quando sfilava intorno alla Casa Bianca, accompagnata da slogan diffusi da altoparlanti portatili, che chiedevano che alla Romania fosse riconfermato lo ''status'' di nazione commercialmente privilegiata.<br>La manifestazione era stata interamente organizzata dai servizi segreti romeni, con l'aiuto di alcuni agenti ''di influenza'' ben piazzati negli Stati Uniti. Gli emigrati, molti dei quali prima non erano mai stati a Washington, erano stati espressamente convogliati nella capitale americana dalle loro chiese e dalle loro organizzazioni sociali, che erano finanziate e controllate segretamente da Bucarest. I cartelli erano stati preparati all'ambasciata romena, e così pure le cassette registrate con gli slogan diffusi dagli altoparlanti. Il film era stato girato da due tecnici, agenti dei servizi segreti, venuti apposta da Bucarest, e il commento era stato fatto dalla moglie del consigliere dell'ambasciata romena a Washington, che pure lei lavorava per il servizio di informazione romeno.
===Citazioni===
*"Orizzonte", il nome in codice scelto dallo stesso Ceausescu, fu una delle operazioni di influenza più insidiose che Ceausescu mise in piedi, un mattone dopo l'altro. Il fine era dare l'illusione all'Occidente che la Romania era un paese comunista diverso dagli altri, indipendente da chiunque, Mosca compresa, che meritava di essere sostenuto dall'Occidente, non fosse altro che per incrinare le mura che circondavano il blocco sovietico. (p. 20)
*Ceausescu e [[Yasser Arafat|Arafat]] si somigliavano in modo impressionante, non solo per ragioni politiche, o per il naturale bagaglio di antisemitismo, che in Ceausescu non era minore che in Arafat. Se non fosse stato per la barba e la pelle più scura di Arafat, non avrei potuto distinguerli: la forma della faccia era identica, atteggiavano le labbra e sorridevano allo stesso modo, entrambi avevano occhi profondamente penetranti, pensavano e agivano in modo identico, erano allo stesso modo loquaci, irascibili, impulsivi, violenti, isterici. Quella forte somiglianza li aveva colpiti reciprocamente fin dal loro primo incontro, ed aveva avuto un ruolo importante nello sviluppare la loro amicizia. (p. 34)
*[[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] e Ceausescu, entrambi vendicativi per natura, si detestavano da molto tempo. Nel 1953, Breznev era diventato generale a due stelle e vicesegretario dell'ufficio politico dell'Armata rossa, dopo essere stato, qualche anno prima, primo segretario del comitato centrale del partito comunista della Moldavia, una regione che i sovietici avevano annesso, come Bessarabia, alla fine della seconda guerra mondiale. Perciò, essendo considerato un esperto di problemi romeni, era stato incaricato di supervisionare l'indottrinamento politico delle forze armate romene. Le sue taglienti critiche ai militari romeni avevano ferito profondamente Ceausescu, che allora aveva il suo stesso grado ed era responsabile, come membro del comitato centrale del partito comunista romeno, della sezione politica dei servizi di sicurezza dell'esercito romeni. Ceausescu non lo aveva mai dimenticato. Quando nel 1965 era arrivato al potere, aveva chiesto al DIE<ref name=die>{{Cfr}} [[:w:ro:Direcția de Informații Externe|Direcția de Informații Externe]]</ref> un'indagine approfondita sulle attività di Breznev in Moldavia. Un anno dopo, quando Breznev era venuto in visita di stato in Romania, gli aveva presentato dei documenti che provavano che tra il 1950 e il 1952, durante la russificazione della Moldavia, egli aveva fatto deportare in Siberia più di un milione di romeni, per insediare al loro posto russi e ucraini. La discussione era stata estremamente accesa, e aveva segnato una rottura nelle relazioni personali tra i due uomini. Breznev avrebbe messo di nuovo piede in Romania solo dieci anni dopo. (p. 36)
*Adulare i massimi dirigenti del partito e dello stato era pratica corrente in tutti i paesi del blocco sovietico, ma in Romania l'adulazione era persino troppo eccessiva, a causa del temperamento latino dei romeni. (p. 55)
*{{NDR|Su [[Elena Ceaușescu]]}} Nel 1975, ero con lei a Buenos Aires quando, affascinata dalle ambizioni politiche di [[Isabel Martínez de Perón|Isabella Peron]], aveva deciso di darsi anche lei alla vita politica attiva. E dato il culto della personalità senza precedenti che era stato creato intorno a Ceausescu, l'ascesa di Elena sulla scena politica romena era stata rapida. In breve tempo era diventata membro della Grande assemblea nazionale, del comitato centrale del partito comunista, del comitato politico esecutivo (l'equivalente del politburo sovietico), e da appena un anno era anche diventata membro dell'ufficio permanente del comitato politico esecutivo, inventato da Ceausescu per accentrare ulteriormente il potere nelle proprie mani e in dove solo il nome di Ceausescu era fisso, mentre il resto della compagnia si componeva di comparse continuamente cambiate di posto per evitare che mettessero radici e diventassero importanti. (p. 57)
*{{NDR|Su [[Zoia Ceaușescu]]}} La sua colpa più grave era stata quella di rifiutare ostinatamente i candidati alla sua mano che la madre le sceglieva accuratamente. Zoia, da parte sua, era decisa a scegliersi liberamente il marito, ma tutti i nomi che lei aveva proposto avevano incontrato la fiera opposizione della madre, perché giudicati non sufficientemente degni della futura dinastia dei Ceausescu. Quello era stato l'inizio di una amara lotta con Elena, che alla fine aveva deciso di far srvegliare la vita privata della figlia minuto per minuto. Ovunque intorno a Zoia erano stati installati dei microfoni, dalla camera da letto al bagno del suo appartamento, dal suo studio alla sua bianca Mercedes coupé, ben nota alla gioventù dorata di Bucarest, e Zoia era stata sottoposta a un pedinamento di ventiquattro ore su ventiquattro dagli agenti del DIE<ref name=die/>. Dal 1977, occuparmi di Zoia era diventato uno dei miei compiti in quanto capo del DIE. (p. 68)
*La differenza tra [[Nicu Ceaușescu|Nicu]] e gli altri due figli di Ceausescu non poteva essere maggiore. Ancora bambino, Nicu detestava la scuola e preferiva molto di più passare il suo tempo con le guardie del corpo e con gli agenti della sicurezza che pullulavano intorno alla residenza presidenziale, e imitarne gli atteggiamenti e il modo di esprimersi. Da adolescente era deriso da Valentin e da Zoia, che non lo vedevano mai con un libro in mano. Ma il padre e la madre vegliavano su di lui, e da loro Nicu otteneva tutto ciò che voleva alzando semplicemente la voce. A quattordici anni era stato lodato per avere virilmente disonorato, violentandola, una compagna di classe, e aveva tosto avuto la sua prima auto. A quindici, aveva avuto la sua prima barca. A sedici, era diventato un ubriacone attaccabrighe, che scandalizzava tutta Bucarest con i suoi incidenti automobilistici e le sue violenze sessuali. Le voci sulla "nausea esistenziale" di Nicu erano arrivate anche all'orecchio di Ceausescu, la cui consueta ricetta per curare le tare della società romena era: «Bisogna lavorare di più e più duramente». Perciò, quando aveva trovato qualche minuto da dedicargli, tutto l'aiuto che aveva dato al figlio era stato di dirgli: «Basta bere, e mettiti a lavorare». (p. 69)
*Così come avevano fatto con Mosca, Budapest, Praga, Varsavia, Sofia o Berlino est, i comunisti avevano trasformato anche Bucarest in un mercato dello spionaggio. Negli alberghi riservati ai turisti, i telefoni venivano messi sotto ascolto girando un semplice interruttore, i microfoni nascosti in ogni camera venivano attivati appena il cliente vi entrava, circuiti televisivi interni permettevano di sorvegliare i ristoranti, i corridoi e tutte le altre parti comuni. Telecamere e attrezzature ai raggi infrarossi piazzate fuori dei grandi alberghi come l'Intercontinental, l'Athenee Palace, il Lido e il Nord, erano usate per controllare i movimenti esterni dei stranieri. Agenti di sorveglianza camuffati da maîtres o da cammerieri attivavano i microfoni nascosti nei portacenere in ceramica posti sui tavoli degli ospiti stranieri nei principali ristoranti della città. Un vero e proprio esercito di prostitute al soldo dei servizi di informazione veniva mandato ogni giorno nei night club, negli altri degli alberghi, nei ristoranti, nei teatri, all'opera, ai concerti, nei circhi, nei parchi e nelle strade. Studenti stranieri delle università romene che erano stati reclutati come agenti della Securitate – la maggior parte erano africani neri – avevano per compito di sollecitare dagli stranieri il cambio illegale di valuta pregiata o relazioni omosessuali. (p. 71)
*Ceausescu in tutta la sua vita non ricevette mai un centesimo di salario. Prima della seconda guerra mondiale, era stato apprendista da un calzolaio che lo compensava con cibo e alloggio, e con sommarie lezioni di marxismo. Durante la guerra, era vissuto in prigione o in clandestinità, e al termine del conflitto era diventato funzionario del partito. Da quando era diventato il leader supremo della Romania, per lui era motivo di orgoglio ricordare con enfasi che mai era stato pagato per quello che aveva fatto: «Tutta la mia vita è stata consacrata solo alla vittoria mondiale del proletariato», era la definizione preferita che egli dava di se stesso. (p. 82)
===Explicit===
==Bibliografia==
*Ion Mihai Pacepa, ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, ISBN 88-7165-065-4
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
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[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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2022-07-27T08:41:49Z
Mariomassone
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/* Citazioni */
wikitext
text/x-wiki
==Per [[Ion Mihai Pacepa]]==
[[File:Ion Mihai Pacepa 1975cr.jpg|thumb|Pacepa nel 1975]]
'''Ion Mihai Pacepa''' (1928 – 2021), militare rumeno naturalizzato statunitense.
==''Orizzonti rossi''==
===Incipit===
Quando ero ancora uno dei suoi più stretti collaboratori, il presidente romeno [[Nicolae Ceaușescu|Nicolae Ceausescu]] spesso si concedeva il piacere di guardarsi il film di una manifestazione di sostegno al regime di Bucarest, che si era svolta a Washington. Nel film si vedeva, innanzitutto, una funzione religiosa, officiata da membri del clero romeno in esilio di diverse confessioni, davanti a centinaia di persone radunate intorno al monumento a George Washington. Molti dei partecipanti indossavano costumi folcloristici, ostentavano bracciali con i colori nazionali romeni, issavano cartelli che inneggiavano alla politica interna ed estera di Bucarest, all'indipendenza della Romania, alla saggezza di Ceausescu. Poi, si vedeva la folla sulle gradinate del Campidoglio; quindi, quando sfilava intorno alla Casa Bianca, accompagnata da slogan diffusi da altoparlanti portatili, che chiedevano che alla Romania fosse riconfermato lo ''status'' di nazione commercialmente privilegiata.<br>La manifestazione era stata interamente organizzata dai servizi segreti romeni, con l'aiuto di alcuni agenti ''di influenza'' ben piazzati negli Stati Uniti. Gli emigrati, molti dei quali prima non erano mai stati a Washington, erano stati espressamente convogliati nella capitale americana dalle loro chiese e dalle loro organizzazioni sociali, che erano finanziate e controllate segretamente da Bucarest. I cartelli erano stati preparati all'ambasciata romena, e così pure le cassette registrate con gli slogan diffusi dagli altoparlanti. Il film era stato girato da due tecnici, agenti dei servizi segreti, venuti apposta da Bucarest, e il commento era stato fatto dalla moglie del consigliere dell'ambasciata romena a Washington, che pure lei lavorava per il servizio di informazione romeno.
===Citazioni===
*"Orizzonte", il nome in codice scelto dallo stesso Ceausescu, fu una delle operazioni di influenza più insidiose che Ceausescu mise in piedi, un mattone dopo l'altro. Il fine era dare l'illusione all'Occidente che la Romania era un paese comunista diverso dagli altri, indipendente da chiunque, Mosca compresa, che meritava di essere sostenuto dall'Occidente, non fosse altro che per incrinare le mura che circondavano il blocco sovietico. (p. 20)
*Ceausescu e [[Yasser Arafat|Arafat]] si somigliavano in modo impressionante, non solo per ragioni politiche, o per il naturale bagaglio di antisemitismo, che in Ceausescu non era minore che in Arafat. Se non fosse stato per la barba e la pelle più scura di Arafat, non avrei potuto distinguerli: la forma della faccia era identica, atteggiavano le labbra e sorridevano allo stesso modo, entrambi avevano occhi profondamente penetranti, pensavano e agivano in modo identico, erano allo stesso modo loquaci, irascibili, impulsivi, violenti, isterici. Quella forte somiglianza li aveva colpiti reciprocamente fin dal loro primo incontro, ed aveva avuto un ruolo importante nello sviluppare la loro amicizia. (p. 34)
*[[Leonid Il'ič Brežnev|Breznev]] e Ceausescu, entrambi vendicativi per natura, si detestavano da molto tempo. Nel 1953, Breznev era diventato generale a due stelle e vicesegretario dell'ufficio politico dell'Armata rossa, dopo essere stato, qualche anno prima, primo segretario del comitato centrale del partito comunista della Moldavia, una regione che i sovietici avevano annesso, come Bessarabia, alla fine della seconda guerra mondiale. Perciò, essendo considerato un esperto di problemi romeni, era stato incaricato di supervisionare l'indottrinamento politico delle forze armate romene. Le sue taglienti critiche ai militari romeni avevano ferito profondamente Ceausescu, che allora aveva il suo stesso grado ed era responsabile, come membro del comitato centrale del partito comunista romeno, della sezione politica dei servizi di sicurezza dell'esercito romeni. Ceausescu non lo aveva mai dimenticato. Quando nel 1965 era arrivato al potere, aveva chiesto al DIE<ref name=die>{{Cfr}} [[:w:ro:Direcția de Informații Externe|Direcția de Informații Externe]]</ref> un'indagine approfondita sulle attività di Breznev in Moldavia. Un anno dopo, quando Breznev era venuto in visita di stato in Romania, gli aveva presentato dei documenti che provavano che tra il 1950 e il 1952, durante la russificazione della Moldavia, egli aveva fatto deportare in Siberia più di un milione di romeni, per insediare al loro posto russi e ucraini. La discussione era stata estremamente accesa, e aveva segnato una rottura nelle relazioni personali tra i due uomini. Breznev avrebbe messo di nuovo piede in Romania solo dieci anni dopo. (p. 36)
*Adulare i massimi dirigenti del partito e dello stato era pratica corrente in tutti i paesi del blocco sovietico, ma in Romania l'adulazione era persino troppo eccessiva, a causa del temperamento latino dei romeni. (p. 55)
*{{NDR|Su [[Elena Ceaușescu]]}} Nel 1975, ero con lei a Buenos Aires quando, affascinata dalle ambizioni politiche di [[Isabel Martínez de Perón|Isabella Peron]], aveva deciso di darsi anche lei alla vita politica attiva. E dato il culto della personalità senza precedenti che era stato creato intorno a Ceausescu, l'ascesa di Elena sulla scena politica romena era stata rapida. In breve tempo era diventata membro della Grande assemblea nazionale, del comitato centrale del partito comunista, del comitato politico esecutivo (l'equivalente del politburo sovietico), e da appena un anno era anche diventata membro dell'ufficio permanente del comitato politico esecutivo, inventato da Ceausescu per accentrare ulteriormente il potere nelle proprie mani e in dove solo il nome di Ceausescu era fisso, mentre il resto della compagnia si componeva di comparse continuamente cambiate di posto per evitare che mettessero radici e diventassero importanti. (p. 57)
*{{NDR|Su [[Zoia Ceaușescu]]}} La sua colpa più grave era stata quella di rifiutare ostinatamente i candidati alla sua mano che la madre le sceglieva accuratamente. Zoia, da parte sua, era decisa a scegliersi liberamente il marito, ma tutti i nomi che lei aveva proposto avevano incontrato la fiera opposizione della madre, perché giudicati non sufficientemente degni della futura dinastia dei Ceausescu. Quello era stato l'inizio di una amara lotta con Elena, che alla fine aveva deciso di far srvegliare la vita privata della figlia minuto per minuto. Ovunque intorno a Zoia erano stati installati dei microfoni, dalla camera da letto al bagno del suo appartamento, dal suo studio alla sua bianca Mercedes coupé, ben nota alla gioventù dorata di Bucarest, e Zoia era stata sottoposta a un pedinamento di ventiquattro ore su ventiquattro dagli agenti del DIE<ref name=die/>. Dal 1977, occuparmi di Zoia era diventato uno dei miei compiti in quanto capo del DIE. (p. 68)
*La differenza tra [[Nicu Ceaușescu|Nicu]] e gli altri due figli di Ceausescu non poteva essere maggiore. Ancora bambino, Nicu detestava la scuola e preferiva molto di più passare il suo tempo con le guardie del corpo e con gli agenti della sicurezza che pullulavano intorno alla residenza presidenziale, e imitarne gli atteggiamenti e il modo di esprimersi. Da adolescente era deriso da Valentin e da Zoia, che non lo vedevano mai con un libro in mano. Ma il padre e la madre vegliavano su di lui, e da loro Nicu otteneva tutto ciò che voleva alzando semplicemente la voce. A quattordici anni era stato lodato per avere virilmente disonorato, violentandola, una compagna di classe, e aveva tosto avuto la sua prima auto. A quindici, aveva avuto la sua prima barca. A sedici, era diventato un ubriacone attaccabrighe, che scandalizzava tutta Bucarest con i suoi incidenti automobilistici e le sue violenze sessuali. Le voci sulla "nausea esistenziale" di Nicu erano arrivate anche all'orecchio di Ceausescu, la cui consueta ricetta per curare le tare della società romena era: «Bisogna lavorare di più e più duramente». Perciò, quando aveva trovato qualche minuto da dedicargli, tutto l'aiuto che aveva dato al figlio era stato di dirgli: «Basta bere, e mettiti a lavorare». (p. 69)
*Così come avevano fatto con Mosca, Budapest, Praga, Varsavia, Sofia o Berlino est, i comunisti avevano trasformato anche Bucarest in un mercato dello spionaggio. Negli alberghi riservati ai turisti, i telefoni venivano messi sotto ascolto girando un semplice interruttore, i microfoni nascosti in ogni camera venivano attivati appena il cliente vi entrava, circuiti televisivi interni permettevano di sorvegliare i ristoranti, i corridoi e tutte le altre parti comuni. Telecamere e attrezzature ai raggi infrarossi piazzate fuori dei grandi alberghi come l'Intercontinental, l'Athenee Palace, il Lido e il Nord, erano usate per controllare i movimenti esterni dei stranieri. Agenti di sorveglianza camuffati da maîtres o da cammerieri attivavano i microfoni nascosti nei portacenere in ceramica posti sui tavoli degli ospiti stranieri nei principali ristoranti della città. Un vero e proprio esercito di prostitute al soldo dei servizi di informazione veniva mandato ogni giorno nei night club, negli altri degli alberghi, nei ristoranti, nei teatri, all'opera, ai concerti, nei circhi, nei parchi e nelle strade. Studenti stranieri delle università romene che erano stati reclutati come agenti della Securitate – la maggior parte erano africani neri – avevano per compito di sollecitare dagli stranieri il cambio illegale di valuta pregiata o relazioni omosessuali. (p. 71)
*Ceausescu in tutta la sua vita non ricevette mai un centesimo di salario. Prima della seconda guerra mondiale, era stato apprendista da un calzolaio che lo compensava con cibo e alloggio, e con sommarie lezioni di marxismo. Durante la guerra, era vissuto in prigione o in clandestinità, e al termine del conflitto era diventato funzionario del partito. Da quando era diventato il leader supremo della Romania, per lui era motivo di orgoglio ricordare con enfasi che mai era stato pagato per quello che aveva fatto: «Tutta la mia vita è stata consacrata solo alla vittoria mondiale del proletariato», era la definizione preferita che egli dava di se stesso. (p. 82)
*Ceausescu rimase affascinato da [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]] da quando questi nel 1969 prese il potere in Libia, all'età di 27 anni. Il suo interesse per Gheddafi era in parte dovuto al fatto che egli stesso era stato considerato un giovane quando nel 1965 era arrivato al potere, a quarantasette anni, cioè in un'età relativamente molto giovane se paragonata a quella dei dirigenti del Cremlino. Inoltre, come Gheddafi, anche Ceausescu aveva cominciato la carriera politica nell'esercito, ed era pure lui di carattere mutevole. Ma ciò che più di ogni altra cosa rendeva simili due uomini, erano i loro sogni. Gheddafi aveva dei piani giganteschi per far diventare la Libia una potenza internazionale e per imporsi come guida incontestata del mondo islamico. Ceausescu, da parte sua, voleva porre la Romania al centro della scena politica mondiale, imporsi come una personalità di livello internazionale, e diventare la guida del Terzo mondo. Comunque, Ceausescu aveva messo ai primi posti del suo elenco delle ammirevoli qualità di Gheddafi, anche le sue immense rendite petrolifere. (p. 103)
*Il segreto che governa le attività dei servizi di informazione, tanto nel mondo libero quanto nei paesi a regime totalitario, impedisce agli agenti dei servizi di informazione di parlare del loro lavoro con i profani. Però, c'è anche una regola non scritta, per cui quando due agenti dei servizi di informazione si incontrano, la sola cosa di cui possono parlare è del loro lavoro clandestino. (p. 115)
*Una regola, introdotta molto tempo prima dal [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|Kgb]], imponeva che gli uffici e le residenze private dei dirigenti comunisti fossero regolarmente e sistematicamente ispezionati per rilevare l'eventuale presenza di dispositivi di ascolto telefonico o di altro materiale spionistico dei servizi occidentali. Tutti i telefoni venivano sostituiti ogni mattina con altri identici controllati e sigillati; le linee telefoniche venivano verificate per individuare eventuali inserimenti estranei, e il sistema di rilevamento di radiazioni camuffato nello stipite della porta veniva provato, come pure i contatori geiger e tutte le altre apparecchiature per controllare le radiazioni camuffate nell'ufficio. Inoltre, le pareti, i soffitti e gli impiantiti venivano passati una volta alla settimana ai raggi X per individuare eventuali microfoni nascosti. (p. 117)
===Explicit===
==Bibliografia==
*Ion Mihai Pacepa, ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, ISBN 88-7165-065-4
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
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[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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Michele Dalai
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2022-07-26T16:05:05Z
Danyele
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[[File:2021-09-22 Zebre Rugby season launch (10) - Michele Dalai (cropped).jpg|thumb|Michele Dalai (2021)]]
'''Michele Dalai''' (1973 − vivente), scrittore, autore televisivo, conduttore radiofonico, conduttore televisivo e dirigente sportivo italiano.
==Citazioni di Michele Dalai==
{{cronologico}}
*Un tempo che ora pare molto lontano ogni giocatore aveva il suo [[Cori da stadio|coro]]. [...] Se non ne avevi uno c'era il fondato rischio che fossi un signor nessuno o che la tifoseria ti considerasse un minore, uno di quelli scarsi. [...] [[Grīgorīs Geōrgatos|Grigoris ''Giorgio'' Georgatos]] aveva un coro semplice, divertente e propiziatorio. Faceva così: ''Georgatos lalalalala - Georgatos lalalala - Georgatos, vai sulla fascia, mettila in mezzo che [[Christian Vieri|Vieri]] fa gol''. In principio era pure successo, va detto [...]. Georgatos era un onesto terzino greco, pelato e un po' curvo, la corsa frenetica e un piede che pareva educato. Mi entusiasmai per Georgatos come ho fatto per quasi tutti i peggiori acquisti dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] [...] La passione durò poco, i cross peggiorarono, Georgatos fece la terribile fine di altri mille terzini sinistri dell'Inter, perseguitati da una maledizione antica e misteriosa.<ref>Da ''Che bello lo stadio che cantava (pure per quelli come Georgatos)'', ''SportWeek'' nº 20 (833), 20 maggio 2017, p. 98.</ref>
*Aveva la faccia da duro [[Eugenio Bersellini|Bersellini]], naso piatto e fronte larga, le orecchie come i cavolfiori del rugbista da mischia e i modi spicci solo in apparenza. Bastava conoscerlo un po' meglio per capire che era un buono e preferiva far parlare il campo piuttosto che perdersi in frasi di circostanza e moine. I suoi giocatori lo chiamavano Il Tigre e i presidenti lo amavano perché sgobbava e aveva le ''palle'', come si dice quando mancano metafore migliori e si perdono le parole.<ref>Da ''Tanta anima e zero moine nel calcio del Sergente (buono)'', ''SportWeek'' nº 38 (851), 23 settembre 2017, p. 98.</ref>
*La palla è l'attrezzo di [[Andrea Pirlo]], risponde agli stimoli e alle indicazioni del domatore.<ref>Da ''La scia luminosa di un genio del calcio'', ''SportWeek'' nº 47 (860), 25 novembre 2017, pp. 84-85.</ref>
*[[David Beckham|Beckham]] era la bandiera di un [[Calcio (sport)|calcio]] in trasformazione, non più palla lunga e pedalare, non più gambe lunghe e nodose, visi pallidi e grandi faticatori anonimi ma una piena rivoluzione estetica. Il ribaltamento del teorema di [[George Best]], che era invece un divo naturale e senza studio. Beckham è perfetto, sposerà la donna giusta (la ''Posh Spice'' [[Victoria Beckham|Victoria Adams]]) per aumentare a dismisura quel senso di plastica adeguatezza ai [[nuovi media]], [...] e occuperà la scena dell'alta e bassa moda più di quella delle cronache calcistiche. Ed è un peccato perché Beckham è stato un gran calciatore.<ref>Da ''Il bello del Mondiale "rosso" di vergogna'', ''SportWeek'' nº 26 (891), 30 giugno 2018, pp. 56-57.</ref>
*Quando pensi che si sia toccato il fondo, proprio allora [[Alessandro Di Battista|Dibba]] inizia a scavare.<ref>Da un [https://twitter.com/micheledalai/status/1549157197707448320 post] sul profilo ufficiale ''Twitter.com'', 19 luglio 2022.</ref>
{{Int2|''[http://www.soccerillustrated.it/football-stories/interviste/la-lentezza-della-luce-la-nuova-teoria-calcistica-michele-dalai/ "La lentezza della luce", la nuova teoria calcistica di Michele Dalai]''|Intervista di Michele Ottonello, ''Soccerillustrated.it'', 17 maggio 2017.}}
*Mi piace moltissimo il calcio. Ho imparato a giocare nel tempo e sono diventato un buon difensore proprio perché ci mettevo tacchetti e grinta, però io sono di quelli innamorati proprio del gioco.
*{{NDR|«Vedere [[Francesco Totti|Totti]] in panchina non è un bello spettacolo. Cosa ne pensi?»}} Per me Totti, insieme a [[Roberto Baggio]], è stata la cosa più bella che sia capitata al calcio italiano negli ultimi quarant'anni. È un giocatore irripetibile e sto soffrendo moltissimo per lui perché questa uscita di scena non è quella che avrei voluto per lui. Totti meritava, e forse lo aveva anche studiato, un grande giro di campo ideale (un po' alla [[Kobe Bryant]]), in tutti gli stadi d'Italia. Però penso anche che sia legittimo che lui voglia uscire di scena così, come tutti gli eroi che possono scegliersi la loro morte sportiva. In questo momento la sua è una forma di cupezza e di rabbia che fa soffrire.
*{{NDR|«Secondo te il calcio è raccontato bene o potrebbe essere raccontato meglio?»}} Il calcio è raccontato bene perché ci sono delle persone come [[Federico Buffa]], [[Paolo Condò]], [[Giorgio Porrà]] che sono dei maestri del racconto del calcio. Purtroppo è raccontato molto male da tanti altri che scimmiottano più o meno con gli strumenti che hanno e fanno dei danni. Il danno poi è quello di aver trasformato la cronaca nella sostanza, cioè, il calciomercato non può essere diventato così centrale nella narrazione del calcio, perché il calciomercato per definizione è un po' come l'ortomercato. Stiamo facendo di una funzione di sussistenza il fulcro della narrazione.
*Leggere [[Gianni Brera|Brera]] farebbe bene a tantissimi e farebbe scoprire a molti che il [[giornalismo sportivo]] non è solo un genere di giornalismo e può diventare la cosa più trasversale del mondo. Brera era un grande, un intellettuale prestato al calcio.
==''Contro il Tiqui Taca – Come ho imparato a detestare il Barcellona''==
[[File:AlineaciónFCBarcelona2008.JPG|thumb|Il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] della stagione 2008-2009, considerato la massima espressione della filosofia calcistica al centro del ''pamphlet'' di Dalai.]]
*Il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] è il sublime assoluto per chi ama le statistiche. Una valanga di passaggi, ore intere di possesso palla, quantità impensabili di chilometri percorsi dai suoi piccoli maratoneti, grappoli di gol a squadre giustiziate senza pietà. [...] Una squadra in cui, almeno apparentemente, possono cambiare gli esecutori senza che lo spartito abbia mai variazioni. [...] Accade infatti molto spesso che, nonostante le impressionanti cifre del tabellino, le partite del Barcellona siano noiose oltre ogni immaginazione. Noiose ''per me'', s'intende. [...] Gli innamorati del Barça confutano la tesi della noia e portano le prove di un processo evolutivo che nella squadra ''blaugrana'' ha trovato la sua transitoria perfezione, in attesa di nuove evoluzioni. La meraviglia di un gioco quasi esatto, vincente come pochi altri, prevedibile e per questo affascinante. Un po' come vivere nell'incubo di un perpetuo [[Ricomincio da capo|Giorno della marmotta]] insomma, sempre uguale a se stesso. (cap. ''Calcio, tv, trigonometria e altre cose noiosissime che fa il Barcellona'', pp. 21-22)
*Il Barcellona è la fine del calcio come gioco e l'inizio del calcio come prodotto per l'intrattenimento di massa. Il Barcellona è un prodotto, puro [[marketing]] sportivo su scala globale. Il Barcellona è vendibile perché lava più bianco e i bambini lo consigliano alle mamme. Il Barcellona è vendibile perché incarna lo spirito [[IKEA]] nel calcio: lo capiscono tutti quelli che di calcio non capiscono nulla, lo amano tutti quelli che non amano il calcio. Il che non rende valido il sillogismo per cui tutti quelli che amano il calcio lo odiano, ma resta comunque inquietante. (cap. ''Il Barcellona lava più bianco'', pp. 55-56)
*[[Zlatan Ibrahimović|Ibrahimović]] è cosi concentrato su se stesso che capita che guardi storto anche il suo ingombrante naso, colpevole di uno slancio all'infuori che rischia di distogliere l'attenzione dal vero spettacolo: lui, Zlatan, il miglior giocatore del mondo (secondo Zlatan Ibrahimović, ovvio). (cap. ''Lo strano caso di Zlatan Ibrahimović e la maglia baciata troppo in fretta'', p. 58)
*Il [[Tiki-taka|sistema di gioco]] del Barcellona è concepito per rincoglionire gli avversari, per ammazzarli di noia con un possesso palla prima lento come la più terrificante pellicola d'autore iraniana e poi inutilmente veloce come un frullatore impazzito che monta panna a sproposito. Poi però arriva [[Lionel Messi|Messi]] e in qualche modo le cose prendono senso. (cap. ''Lo strano caso di Zlatan Ibrahimović e la maglia baciata troppo in fretta'', p. 62)
*Icona gay, Icona etero. Icona metrosessuale. Icona degli animali domestici sotto i dieci chilogrammi. Icona gerontosessuale. Icona di tutti e per tutti, proprio tutti quanti [...] [[Cristiano Ronaldo|Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro]] è un giovane uomo baciato da molti talenti naturali, il più evidente dei quali è la grazia, il portamento fiero ed elegante che ha sedotto gli esteti di tutto il mondo. Ronaldo è la creatura calcistica perfetta, all'incrocio tra il virtuosismo da strada, la velocità dell'atleta e la protervia del professionista. (cap. ''Il silenzio è d'oro'', p. 65)
*[[Diego Armando Maradona]] è stato il più grande calciatore di sempre e non ''secondo me'' o ''secondo la maggior parte degli appassionati del mondo''. No, prendiamoci la responsabilità di una sentenza definitiva e diciamolo senza paura. Il più grande di sempre. Quello che ha saputo fare al calcio, per il calcio, è ciò che solo gli atleti assoluti fanno per il proprio [[sport]]. Lo completano, lo codificano, lo concludono. Non ci sarà più nessuno come Maradona semplicemente perché il calcio stesso non ha molta ragione di esistere senza di lui. Piantiamola con le bufale su [[Pelé]], [[Johan Cruijff|Cruyff]], [[Michel Platini|Platini]], [[Zinédine Zidane|Zidane]]... Maradona e il pallone hanno danzato insieme come la più bella delle coppie di ''[[Tango|tangueros]]'' e per una volta vale la pena di ringraziare d'esser nato qualche anno fa, in tempo per vederlo dal vivo e tifare disperatamente contro di lui, salvo riempirsi di emozione per ogni tocco, per ogni smaliziata caduta, per ogni passaggio generoso e geniale. (cap. ''Pensieri in ordine sparso sul senso di un pamphlet contro il Barcellona'', pp. 90-91)
*Il calcio è uno [[sport]] sporco, fatto di caso e astuzia, governato da divinità capricciose e ingiuste. Tentare di trasformarlo in un'equazione esatta è un'idea sbagliata, cercare di limitare l'influenza dell'imponderabile è tempo perso. (cap. ''Palla lunga e pedalare'', p. 97)
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Michele Dalai, ''Contro il Tiqui Taca – Come ho imparato a detestare il Barcellona'', Milano, Mondadori, 2013, ISBN 978-88-04-62858-3
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Dalai, Michele}}
[[Categoria:Autori televisivi italiani]]
[[Categoria:Conduttori radiofonici italiani]]
[[Categoria:Conduttori televisivi italiani]]
[[Categoria:Dirigenti sportivi italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe
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/* Fase quattro */
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{{Raccolta}}
Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[Marvel Cinematic Universe]]''''' in punto di morte.
==Film==
{{torna a|Ultime parole dai film}}
===''Saga dell'Infinito''===
{{cronologico}}
====''Fase Uno''====
*Non sprecarla... non sprecare la tua vita... ('''Ho Yinsen''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Yinsen pronuncia le sue ultime parole a Tony Stark poco prima di morire dopo essersi sacrificato per salvare da un gruppo di terroristi.}}
*Se siamo ancora in affari...io darò a voi i questi disegni in dono. E in cambio...spero che tu mi ripagherai...donandomi soldati di ferro. ('''Raza''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Raza, capo del gruppo di terroristi, noto come i "Dieci Anelli", che ha rapito Tony Stark e Ho Yinsen, pronuncia le sue ultime parole prima di venire ucciso dal suo capo, Obadiah Stane, alias, Iron Monger, per punirlo a causa del suo tradimento.}}
*Mi dispiace. Posso darti solo il mio sapere. ('''Anton Vanko''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 2]]'' (2010). Ormai morente dalla malattia grave, l'anziano Anton Vanko consegna al figlio Ivan i progetti del reattore Arc, su cui aveva lavorato insieme a Howard Stark pur non ricevendone alcun merito, per poi spirare, scatenando la furia vendicativa del figlio.}}
*Si dice che puoi ancora sentire e vedere ciò che si manifesta intorno a te, spero che sia vero, così potrai sapere che la tua morte è giunta per mano di Laufey! ('''Laufey''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011), le ultime parole di Laufey sono rivolte a Odino, poco dopo di venire ucciso a tradimento dal suo figlio naturale Loki.}}
*Il primo di tanti... Taglia una testa... e altre due spuntano fuori! Hail... HYDRA! ('''Heinz Kruger''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011), Steve Rogers, alias, Captain America, ferma il doppiogiochista agente Heinz Kruger. Dopo che Rogers ha chiesto a Kruger chi è, quest'ultimo dichiara di appartenere all'organizzazione terroristica HYDRA, per poi avvelenarsi con il cianuro, morendo.}}
*Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai... se loro non avranno qualcosa... da... ('''Philip "Phil" Coulson''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012), Phil Coulson riferisce queste parole a Nick Fury, dopo essere stato ferito gravemente da Loki.}}
====''Fase Due''====
*Ora basta con le maschere! Avevi detto di volere il Mandarino... ce l'hai qui davanti! Sono sempre stato io, Tony, fin dall'inizio! Io sono il Mandarino!!! ('''Aldrich Killian/Extremis Man/Il Mandarino''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 3]]'' (2013), il folle scienziato Aldrich Killian riferisce queste parole a Tony Stark prima di un duro e violento scontro con Pepper Potts nel quale perderà la vita.}}
*Non te lo dirò mai! ('''Frigga''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), Frigga pronuncia queste ultime parole prima di essere uccisa dal mostruoso Kurse, per ordine di Malekith.}}
*Lui è un nemico di Asgard. Era prigioniero nei loro sotterranei. ('''Kurse''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013). Kurse, lo sgherro di Malekith, pronuncia queste ultime parole al suo padrone riferito a Loki, prima della battaglia tra lui con gli scagnozzi di Malekith e Thor con Loki, al termine della quale è sul punto di uccidere Thor. Tuttavia, Loki riesce a trafiggerlo di spalle e ad attaccarlo con una delle sue stesse bombe, e Kurse muore dissolvendosi.}}
*Se pensi di fermarlo, sei un illuso. L'Aether non può essere distrutto. ('''Malekith''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), durante la battaglia, Malekith, il malvagio signore degli Elfi Oscuri, con il potere della Gemma della Realtà, noto come l'Aether, tenta di crescere l'Oscurità per distruggere l'universo, viene però raggiunto dal suo nemico giurato Thor. I due hanno una resa in cui l'Elfo Oscuro dichiara la propria superiorità. Mentre il Dio del Tuono riesce a sconfiggere definitivamente Malekith, spedendo all'altro posto che viene schiacciato a morte con la sua stessa nave.}}
*Cosa?! Sei impazzito?! È una pessima idea! Pessima credimi!... ('''Jasper Sitwell''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), per ottenere maggiori informazioni sull'HYDRA, Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam Wilson catturano uno dei loro agenti, Jasper Sitwell. A bordo della macchina di Wilson, i tre lo interrogano, e vengono a sapere dello sviluppo di una super arma in grado di eliminare ogni individuo identificato come possibile minaccia per l'HYDRA. Poco dopo il soldato d'Inverno gli attacca, e butta giù Sitwell dalla macchina, provocando la sua morte.}}
*Hail...HYDRA. ('''Alexander Pierce''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), Pierce in fin di vita, dopo essere stato ferito da Nick Fury, pronuncia le sue ultime parole.}}
*Dammi la mano...! ('''Meredith Quill''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Meredith Quill pronuncia queste parole all'amato figlio Peter, prima di morire.}}
*Modera il tuo tono!!! Io posso...! ('''Altro''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), l'Altro, il portavoce di Thanos, cerca inutilmente di abbassare la voce a Ronan l'Accusatore, ma lui, purtroppo, lo uccide seccato con il potere del suo martello.}}
*Io non sarò più la tua schiava! ('''Carina Walters''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Carina Walters, la schiava del Collezionista, si rivolge al suo padrone prima di ribellarsi, toccando la Gemma del Potere, contenuta nell'Orb, morendo annientata.}}
*Non riuscirete mai a raggiungere Ronan! ('''Korath''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), durante lo scontro, Korath rivolge queste ultime parole agli altri tre membri dei Guardiani della Galassia, poco prima di venire ucciso da Drax il Distruttore.}}
*Siete mortali! Come è...?! ('''Ronan l'Accusatore''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014) Ronan l'Accusatore si rivolge così ai Guardiani della Galassia, poco prima di essere definitivamente annientato dalla Gemma del Potere, contenuta nell'Orb.}}
*Sei incredibilmente ingenuo. ('''Ultron''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Avengers: Age of Ultron]]'' (2015), Ultron è scappato da Sokovia, ormai distrutta, e si è rifugiato in un bosco vicino. Poco dopo Ultron, raggiunto da Visione, pronuncia quest'ultime parole e cerca di uccidere il suo nemico, ma Visione grazie al potere della Gemma della Mente incastrata nella sua testa, riesce a distruggere il robot malvagio.}}
*Mi dispiace, tesoro, devi aiutare papà a pagare tutti per i suoi errori. ('''Darren Cross/Calabrone''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Ant-Man (film)|Ant-Man]]'' (2015), Darren Cross, alias il Calabrone, rivolge queste parole quando è sul punto di uccidere Cassie Lang e il poliziotto Jim Paxton. Tuttavia Scott Lang, alias Ant-Man, riesce a sabotare la tuta del Clabarone provocandone la morte.}}
====''Fase Tre''====
*E tu verrai con me! ('''Brock Rumlow/Crossbones''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain America: Civil War]]'' (2016). Quando gli Avengers intercettano lo spietato mercenario Brock Rumlow, alias Crossbones, che aveva rubato un'arma biologica a Lagos, in Nigeria. Una volta sconfitto e catturato, durante nel loro combattimento, Rogers interroga Rumlow, chiedendogli chi è il compratore: Rumlow risponde che è il vecchio amico di Rogers, Bucky Barnes, alias, il Soldato d'Inverno. Approfittando della sua distrazione per un momento, Rumlow spiega come stanno le cose, e accende una granata per uccidere se stesso e Rogers. Tuttavia Scarlet blocca la granata, e spinge Rumlow verso un palazzo, uccidendo lui e, accidentalmente, diverse persone del Wakanda.}}
*Nessuno lo è. Noi non scegliamo il nostro tempo. La morte dà significato alla vita. Sapere che i tuoi giorni termineranno. Che il tuo tempo è breve. Pensi che dopo questo tempo, io sia pronta. Ma guardami. Sto prolungando questo momento solo per poter guardare la neve. ('''Antico''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). L'Antico, dopo essere stata ferita da Kaecilius, rivolge queste ultime parole al dottor Stephen Strange.}}
*Che succede? ('''Kaecilius''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). Kaecilius è intento a distruggere la Terra. Tuttavia il Dottor Strange riesce a stringere un patto con Dormammu, grazie al potere della Gemma del Tempo, Kaecilius e i suoi zeloti vengono quindi inceneriti a morte dal malvagio Signore della Dimensione Oscura.}}
*Chiedo solo una cosa, che la vostra Alta Sacerdotessa gli dica il nome dell'uomo che ha segnato il suo destino: Taserface! ('''Taserface''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Taserface si rivolge con queste parole ad una Sovereign, poco prima di morire a causa dell'esplosione della sua nave.}}
*No, basta! Senti, ascolta!! Tu sei un dio! Se mi uccidi, sarai solo un comune mortale come tutti gli altri! ('''Ego il Pianeta Vivente''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). La versione umana di Ego il Pianeta Vivente pronuncia queste parole cercando ancora di portare Peter dalla sua parte. Peter però si rifiuta, e Baby Groot ripone una bomba nel cervello di Ego, provocandone la morte.}}
*Ti avrà anche generato magari, ma non era tuo padre! Scusa, non ne ho combinata una giusta. È stata una fortuna averti come figlio. ('''Yondu Udonta''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Dopo l'uccisione e la distruzione di Ego il Pianeta Vivente, Yondu pronuncia queste parole riferendosi a Peter e fa indossare al ragazzo una tuta spaziale. Yondu, pentitosi delle cattive azioni compiute, muore congelato nello spazio.}}
*Cosa? ('''Jackson Brice/Shocker #1/Montana''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017). Jackson Brice, rivolge confuso questa parola a suo capo Adrian Toomes, alias l'Avvoltoio, poco dopo di venire ucciso accidentalmente da quest'ultimo con un'arma dei Chitauri, praticamente stanco della sua incompetenza.}}
*Guardate. Ricordate questo posto. Casa. ('''Odino''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Odino, prima di morire svanendo dalla vecchiaia, rivolge queste ultime parole a suoi figli Thor e Loki.}}
*Tornatene nella caverna da cui sei strisciata fuori! Schifoso demone malvagio! ('''Hogun''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Hogun, uno dei Tre Guerrieri, pronuncia queste ultime parole a Hela, prima di venire ucciso dalla Dea della Morte.}}
*Per Asgard. Hela! ('''Skurge''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Skurge, alias l'Esecutore, prima di combattere l'esercito di Hela, rivolge queste ultime parole alla sua ex padrona Hela, poco prima di venire ucciso dalla Dea della Morte per il suo tradimento.}}
*Ah, e io ero convito che fossi un americano pazzo. ('''Ulysses Klaue/Klaw''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Il mercenario Ulysses Klaue rivolge queste ultime parole ad Erik Killmonger poco prima di venire ucciso a tradimento da quest'ultimo con una pistola.}}
*Io sono la causa della morte di tuo padre. Non lui. Prendi me. ('''Zuri''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Durante il primo epico scontro tra la Pantera Nera ed Erik Killmonger, il saggio stregone Zuri pronuncia queste parole prima di essere ucciso dallo stesso Killmonger.}}
*Perché? Per potermi rinchiudere? Nah. Seppelliscimi nell'oceano... come i miei antenati che si buttavano dalle navi. Sapevano che la schiavitù era peggio della morte. ('''N'Jakada\Erik Stevens/Killmonger''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Dopo una violenta lotta, le ultime parole di N'Jadaka, alias Erik Killmonger, sono rivolte a suo cugino T'Challa, alias la Pantera Nera, rifiutando il suo aiuto prima di morire estraendosi la lancia dal petto, per essersi pugnalato da lui stesso durante lo scontro.}}
*Padre degli dei... lasciate che la magia oscura scorra attraverso me per un'ultima... volta. ('''Heimdall''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Heimdall, ormai privo di forze per la lotta contro Thanos e l'Ordine Nero, teletrasporta Hulk sulla terra in modo da avvertire i loro compagni dell'imminente arrivo di Thanos. Subito dopo il Titano Pazzo, con la lancia di Gamma Corvi, trafigge Heimdall al cuore, poiché l'aveva fatto.}}
*Tu... non sarai mai... un dio. ('''Loki Laufeyson\Odinson''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Dopo la morte di Heimdall e la sparizione di Hulk, Loki, il Dio dell'Inganno, all'inizio si finge di allearsi con Thanos, lasciando a morire il fratello adottivo Thor nelle sue mani. Tuttavia, appena si avvicina al titano cerca di pugnalarlo, in quanto il suo era solo un tentativo per ucciderlo: Thanos, fermando il coltello, afferra Loki e lo strangola a morte sotto gli occhi disperati del fratello adottivo Thor.}}
*No. Questo non è amore. ('''Gamora del 2018''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Thanos e Gamora raggiungono il pianeta Vormir in cui si nasconde la Gemma dell'Anima, custodita da Teschio Rosso. Sull'orlo di un abisso, Teschio Rosso spiega a Thanos che dovrà sacrificare una persona amata per ottenere la gemma: con le lacrime agli occhi, Thanos si ritrova costretto a gettare giù dal precipizio la figlia, Gamora, che morendo gli fa ottenere la gemma.}}
*Io ora devo distruggere questo motore prima che lo trovino! ('''Mar-Vell''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Nel 1989 Carol Danvers e la sua maestra, la dottoressa Wendy Lawson, il cui vero nome è Mar-Vell stanno facendo un giro di ricognizione, fino a quando vengono intercettate da Yon-Rogg che vuole distruggere il motore segreto di Mar-Vell, da lei creato per aiutare gli Skrull. Yon-Rogg abbatte la loro navicella, e Mar-Vell si appresta a distruggere il motore, ma prima che possa farlo Yon-Rogg la uccide, non avendo fermato però Danvers che riesce lei a distruggere il motore, in cui diviene la futura Capitan Marvel.}}
*Troppo tardi. ('''Norex''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg sopraggiunge sulla Terra per riportare ad Hala, Carol Danvers. Arrivato lì, scopre che quella non è la vera Danvers ma Norex, uno Skrull che ha preso la forma della ragazza. Yon-Rogg scopre inoltre che Danvers è nello spazio insieme a Nick Fury, Talos, Maria Rambeau e Goose e sta per scoprire quello che ha sempre cercato di nascondergli. Prima di lasciare la Terra, Yon-Rogg uccide furiosamente Norex per poi andarsene.}}
*Subito. ('''Minn-Erva''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg e la Starforce riescono a rintracciare Danvers e i suoi nuovi compagni, riuscendogli a imprigionargli. Carol riesce però a liberarsi così come i suoi compagni, e iniziano una battaglia contro Yon-Rogg e la Starforce. In seguito, Yon-Rogg ordina a Minn-Erva di seguire Nick Fury, Maria Rambeau, Goose, Talos e gli Skrull che stanno scappando. Ma Fury e Rambeau riescono a distruggere la sua navicella, uccidendola.}}
*Va bene. ('''Natasha Romanoff/Vedova Nera''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Mentre Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, e Clint Barton, alias Occhio di Falco (divenuto anche Ronin), sono a Volmir per recuperare la Gemma dell'Anima, incontrano Teschio Rosso, il guardiano della Gemma, che gli spiega il sacrificio che serve per recuperare la Gemma, ovvero una vita. Entrambi gli eroi vogliono sacrificarsi per l'altro, ma alla fine è Vedova Nera che sceglie di morire gettandosi dal dirupo su cui si trova Teschio Rosso, essendo consapevole che il collega potrà stare con la sua famiglia se il loro piano riesce: subito dopo, il commosso e disperato Clint si ritrova con la Gemma.}}
*Non me lo permetterà. ('''Nebula del 2014''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Recuperate le Gemme dell'Infinito, gli Avengers creano un nuovo Guanto dell'Infinito e devono decidere chi sarà a schioccare le dita per riportare in vita tutti quelli morti. Alla fine è Hulk a schioccare le dita, ma subito dopo il gruppo viene raggiunto dal Thanos del passato che distrugge la loro base. Mentre Hulk, Ant-Man, Rocket Raccoon e War Machine sono imprigionati sotto le macerie della base, e Iron Man, Capitan America e Thor combattono contro Thanos, Occhio di Falco cerca di proteggere il guanto dai servitori del Titano Pazzo. Tuttavia, viene raggiunto dalla Nebula del passato, intenzionata ad impossessarsi del guanto per poterlo dare a Thanos. Fortunatamente, Occhio di Falco viene raggiunto dalla Gamora del passato e dalla Nebula del presente, dove quest'ultima uccide la sua controparte del passato.}}
*Io sono... ineluttabile. ('''Thanos del 2014''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Durante la battaglia finale, nonostante l'aiuto di tutti i supereroi, il perfido Thanos proveniente dal passato riesce ad impossessarsi del Guanto dell'Infinito costruito dagli Avengers per schioccare di nuovo le dita, ma viene raggiunto da Iron Man che gli ruba le gemme dal guanto e schiocca lui stesso le dita: in questo modo, il Titano Pazzo svanisce polverizzandosi, insieme con il suo esercito e l'Ordine Nero, dopo essersi accasciato a terra contemplando il suo fallimento.}}
*Vedrai, Peter. La gente... ha bisogno di credere. Di questi tempi... crede a qualsiasi cosa. ('''Quentin Beck/Mysterio''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Far from Home]]'' (2019). Peter Parker, alias, Spider-Man, viene reclutato da Nick Fury per contrastare la minaccia degli Elementali, creature provenienti da altre dimensioni che stanno spargendo il caos in tutto il mondo. Nel corso della missione, però, Peter scopre che il loro nuovo alleato Quentin Beck alias Mysterio, è un truffatore: gli Elementali sono infatti solo una sua creazione. Peter combatte così contro il malvagio Mysterio a Londra, dove dopo aver ingaggiato una lotta, Beck viene sconfitto e muore apparentemente.}}
===''Saga del Multiverso''===
====''Fase quattro''====
{{cronologico}}
*È sull'ala!!! Muovetevi!! Che state aspettando?! ('''Generale Dreykov''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Widow]]'' (2021). Lo spietato generale russo Dreykov, leader dell'organizzazione segreta delle Vedove Nere, la ''Stanza Rossa'', fa per fuggire dalla sua base volante insieme ai suoi scagnozzi: il suo elicottero però viene intercettato da Yelena Belova, sorella di Natasha Romanoff che fa esplodere il suo elicottero con delle granate, uccidendolo e vendicando tutte le ragazze finite sotto il suo controllo.}}
*Fammi solo... Riprendere fiato. ('''May Parker''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Rimasta ferita nello scontro tra il nipote Peter e il terribile Goblin, May Parker esorta il nipote ad accettare le conseguenze delle sue azioni, ricordando al nipote che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità": purtroppo il Goblin ha ferito May gravemente con la lama del suo aliante dietro a schiena e pertanto la donna muore tra le braccia del povero Peter.}}
*Lei era lì per causa tua! Io l'avrò pure colpita, ma tu... Tu sei quello che l'ha uccisa! ('''Goblin della Terra-96283''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Al termine della prima parte dello scontro finale tra i tre Spider-Man del multiverso e i Terribili Quattro, il folle supercriminale Goblin provoca la collera del Peter Parker dell'universo principale ad ucciderlo, provocandolo con la morte di sua zia May: seppur tentato di ucciderlo col suo stesso aliante, Peter dà ascolto alle sue controparti alternative e si limita ad iniettare al Goblin un siero in grado di annullare la sua personalità maligna, eliminando la minaccia una volta per tutte che libera finalmente Norman Osborn.}}
*Lo so. Ma nel grande calcolo del multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Stephen Strange/Defender Strange della Terra-617''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In fuga nel multiverso, la giovane America Chaver e una versione alternativa del Dottor Strange, noto come il Defender Strange, vengono bloccati dal mostro dimensionale che gli dà la caccia. Non trovando altra soluzione, Strange decide di sacrificare la vita di America assorbendo il suo potere di viaggiare nel multiverso in modo da impedire al mostro di ottenerlo: prima di poter portare a termine l'ingrato compito però Defender Strange viene trafitto alla schiena dal mostro e non può fare altro che scagliare America in un portale dimensionale prima di morire.}}
*Sono pronto. ('''Stephen Strange/Supreme Strange della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In un flashback, gli Illuminati della Terra-838 raccontano al Dottor Strange la fine della sua controparte del loro universo, Supreme Strange: questi, nel tentativo di fermare Thanos, utilizzò il libro di magia nera del Darkhold per viaggiare nel multiverso, ma finì per provocare accidentalmente l'incursione tra due universi. Una volta fermato Thanos, Supreme Strange accettò la decisione dei suoi compagni di essere giustiziato per i suoi crimini: pertanto il collega Freccia Nera, seppur estremamente riluttante e dispiaciuto, lo disintegrò con la sua voce supersonica.}}
*Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. ('''Reed Richards/Mister Fantastic della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Deciso a far ragionare Wanda Maximoff, desiderosa di rapire America per viaggiare nel multiverso, il membro degli Illuminati, Reed Richards, alias Mister Fantastic, prova a farla ragionare minacciandola con i poteri di Freccia Nera: Wanda per tutta risposta uccide quest'ultimo e, afferrando un terrorizzato Mister Fantastic con i suoi poteri telecinetici, squaglia meticolosamente il suo corpo per poi finirlo facendogli esplodere la testa.}}
*Ho tutto il giorno libero! ('''Peggy Carter/Capitan Carter della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Per fermare Wanda, l'illuminata Peggy Carter, alias Capitan Carter, prova ad affrontarla in uno scontro diretto lanciandole contro il suo scudo: Wanda però riesce a bloccarlo e glielo lancia nuovamente contro tranciandola a metà.}}
*Esci subito dal mio universo! ('''Maria Rambeau/Capitan Marvel della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Furiosa per la morte dei compagni Illuminati, Maria Rambeau affronta a sua volta Wanda Maximoff, ma come gli altri supereroi ha presto la peggio e viene sconfitta dalla strega, che le dà il colpo di grazia schiacciandola con una statua con la sua effige.}}
*Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano! Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe! ('''Charles Xavier/Professor X della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Utilizzando i suoi poteri telepatici, il leader degli Illuminati, il professor Charles Xavier riesce ad entrare nella mente di Wanda Maximoff, nel tentativo di liberare la sua controparte della Terra-838 posseduta dalla strega: sfortunatamente Wanda glielo impedisce e uccide la sua mente spezzandogli il collo, provocando la sua morte anche nella realtà.}}
*Lo immaginavo! ('''Stephen Strange/Sinister Strange della Terra-199999''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Cacciato da Wanda in un altro universo alternativo, il Dottor Strange si ritrova ad affrontare una sua controparte sadica e malvagia nota come il Sinister Strange, colpevole di essersi lasciato corrompere dal Darkhold: dopo uno scontro in cui i due stregoni utilizzano le note musicali è la controparte buona ad avere la meglio, scagliando il Sinister Strange fuori da una finestra e facendolo impalare con orrore ad una delle cancellate.}}
*Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Su suggerimento del Dottor Strange, America fa incontrare Wanda con i suoi figli provenienti da un altro universo, che tuttavia sono terrorizzati dalla sua natura spietata: comprendendo disperatamente di essersi lasciata corrompere dal male che ha compiuta, Wanda decide di rimediare distruggendo la caverna contenente il Darkhold e distruggendo ogni copia del libro presente nel multiverso, perdendo apparentemente la vita nel processo.}}
==Serie televisive Disney+==
{{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}}
{{cronologico}}
===''[[WandaVision]]''===
*Arrivederci, amore. ('''[[Visione (Marvel Comics)|Visione]]''')
::{{spiegazione|Si tratta di una versione alternativa di Visione, ricreato da Wanda Maximoff all'interno di una cupola magica che intrappola la cittadina di Westview. Alla fine Wanda accetta di far dissolvere la cupola per liberare la città e Visione la saluta prima di scomparire.}}
===''[[Loki (serie televisiva)|Loki]]''===
*Gloriosi propositi! ('''Loki Classico''')
::{{spiegazione|E' una Variante anziana di Loki sopravvissuto agli eventi di ''[[Avengers: Infinity War]]'' che, dopo anni passati in solitudine, è stato "falciato" dalla Time Variance Authority e portato nella dimensione Vuoto per aver cercato di ricongiungersi con il fratello Thor. A causa di ciò, si è ormai rassegnato al fatto che tutti i Loki siano condannati ad essere dei reietti malvagi in ogni loro Variante, impossibili da redimere. Nonostante l'iniziale rifiuto, interviene all'ultimo creando un'illusione di Asgard per ingannare la creatura chiamata Alioth, salvando così la Variante Loki del 2012 e Sylvie e permettendo loro di controllare la creatura ma sacrificandosi nel tentativo. Dice questa frase poco prima di essere consumato da Alioth, rendendosi conto di aver effettivamente raggiunto la redenzione che riteneva impossibile.}}
*Ci rivedremo presto. ('''Colui che Rimane''')
::{{spiegazione|Giunti alla Cittadella alla Fine del Tempo, Loki e Sylvie scoprono che la vera mente dietro la TVA è un individuo chiamato "Colui che Rimane", il quale li ha appositamente condotti lì manipolando gli eventi. Egli spiega che hanno due opzioni: prendere il suo posto come governatore della TVA per mantenere intatta la Sacra Linea Temporale o ucciderlo, in quest'ultimo caso permettendo il libero arbitrio di ogni essere nell'universo ma scatenando una Guerra Multiversale tra sue Varianti malvagie. Nonostante Loki cerchi di fermarla, Sylvie, assetata di vendetta, non crede alle sue parole e riesce a uccidere Colui che Rimane con la sua spada. L'uomo pronuncia queste parole alla donna prima di spirare, preannunciando l'arrivo delle sue Varianti pericolose.}}
===''[[What if...?|What If...?]]''===
*Peter... sorridi. Sorridi per me, okay? ('''Wasp''')
==Serie televisive Netflix==
{{cronologico}}
===''[[Daredevil (serie televisiva)|Daredevil]]''===
====''Prima stagione''====
*Avresti dovuto uccidermi, vigliacco! ('''John Healy''')
::{{spiegazione|Dopo essere stato prosciolto grazie ad una giuria corrotta, il sicario John Healy viene attaccato da Daredevil, che picchiandolo lo interroga su chi sia il mandante del suo ultimo omicidio. Per via di tutte quelle violenze, Healy confessa, ma vedendo che il vigilante non lo uccide si suicida sbattendo la faccia contro un pezzo di ferro, essendo consapevole che il suo mandante farebbe uccidere lui e la sua famiglia in caso venisse a sapere della spiata.}}
*Aiutami...Ti prego...Aiutami... ('''Anatoly Ranskahov''')
::{{spiegazione|Deciso ad accettare gli accordi con Wilson Fisk, il gangster russo Anatoly Ranskahov si reca da lui: sfortunatamente, il russo arriva proprio nel bel mezzo della cena fra Fisk e Vanessa Marianna, rovinandola. Salito in macchina con Fisk, Anatoly inizia ad affermare le proprie ragioni, ma inaspettatamente l'auto si forma in un luogo isolato. Stupito, il gangster russo viene tirato fuori dall'auto e malmenato da un furioso Fisk, che inizia a sbattere sua testa contro la portiera della macchina: nonostante cerchi di supplicarlo, Fisk decapita brutalmente Anatoly con la portiera, furioso per l'appuntamento mancato.}}
*Signorina Page... ('''James Wesley''')
::{{spiegazione|Dopo che Vanessa si è ripresa, il braccio destro di Fisk, James Wesley, viene a sapere che Karen Page ha fatto visita alla madre del proprio capo. Deciso a non arrecargli un ulteriore dispiacere, Wesley agisce di persona, rapendo Karen e portandola in un magazzino per interrogarla. Minacciata con la morte dei propri amici, Karen riesce a prendere la pistola del criminale: Wesley prova a farla ragionare, ma Karen istintivamente lo crivella di colpi.}}
*Ho scritto tante storie nel corso dei miei anni... e sa quante volte mi hanno minacciato perché io mi tappassi la bocca? ('''Ben Urich''')
::{{spiegazione|Mentre si prepara a scrivere un articolo su Wilson Fisk, il giornalista Ben Urich riceve la visita del gangster in persona. Questi dichiara di rispettarlo, e di non crederlo responsabile della morte di Wesley. Tuttavia, Fisk è comunque arrabbiato per il coinvolgimento della propria madre: Urich dichiara stoicamente di essere comunque insensibile alle minacce, ma Fisk inaspettatamente lo strangola con violenza uccidendolo.}}
*Aspetta, aspetta! ('''Leland Owlsley''')
::{{spiegazione|Venuto a sapere del coinvolgimento del proprio contabile Leland Owlsley nell'attentato all'amata Vanessa, Fisk lo convoca in un palazzo abbandonato: qui, dopo avergli rivelato di conoscere tutta la verità, lo scaraventa con violenza nella tromba dell'ascensore del palazzo, spezzandogli il collo.}}
====''Seconda stagione''====
*Chiunque ci ostacolerà, noi dipingeremo le strade di rosso col loro sangue. E quando se ne andranno, renderemo orgoglioso tuo padre. E ci libereremo degli sporchi traditori che hanno tradito i loro compagni. Hell's Kitchen sarà di nuovo nostra! ('''Nesbit''')
::{{spiegazione|Uscito dopo molto tempo dalla prigione un suo associato, il gangster Nesbit organizza per lui una festa nel suo pub, insieme ad altri scagnozzi. Finita la cena, Nesbit annuncia i loro piani di conquista del quartiere ora che Wilson Fisk è stato sconfitto, ma in quel momento Nesbit viene ucciso da un colpo di mitra: tutti gli scagnozzi infatti vengono crivellati di colpi, ad eccezione di un uomo, Grotto.}}
*Non "sono"... lui... è un uomo solo! ('''Trafficante Messicano''')
::{{spiegazione|Indagando sulla pista della strage nel pub di Nesbit, Matt risale ad un gruppo di spacciatori messicani, rivali degli irlandesi. Indossati i panni di Daredevil, il vigilante si reca nel loro covo, ma qui trova solo i cadaveri dei trafficanti. Trovandone uno vivo, Matt gli chiede quali uomini abbiano potuto compiere una strage del genere, ma il trafficante specifica che è stato un solo uomo a fare tutto, per poi spirare.}}
*Perché... Non l'hai... Fermato? ('''Grotto''')
::{{spiegazione|Matt viene incatenato da Frank Castle al camino di un palazzo, dove nel frattempo Frank ha portato anche Grotto, il gangster scampato alla strage degli irlandesi e protetto da Matt, Karen e Foggy. Dopo una serie di discussioni sui metodi dei due vigilanti, Frank dà a Daredevil un ultimatum: con la pistola che Castle gli ha legato alle mani, Matt dovrà decidere se sparare a Frank per impedirgli di uccidere Grotto o se lasciargli giustiziare il criminale. Matt tuttavia non vuole macchiarsi del sangue di nessuno, e spara quindi alla catena che lo lega, cercando poi di slanciarsi contro Frank: purtroppo, il violento vigilante fa in tempo a sparare a Grotto, che muore tra le braccia di Matt.}}
*E a chi importa? ('''Finn Cooley''')
::{{spiegazione|Deciso a vendicare il figlio, morto la notte in cui Frank Castle massacrò gli uomini di Nesbit, il folle gangster irlandese Finn Cooley rapisce il vigilante e lo tortura. Tuttavia, grazie ad un diversivo ordito dallo stesso Castle e all'intervento di Daredevil, Frank sovverte la situazione e con un fucile a pompa minaccia Cooley, chiedendogli informazioni sugli assassini della sua famiglia, ma il criminale preferisce insultare sprezzante il vigilante: come risposta, Frank spara in piena faccia a Cooley.}}
*Ho sentito di te, le notizie corrono veloce, ma quel giorno c'erano molti criminali e ogni dito ha premuto un grilletto. Pensi che questa tua crociata non finirà mai, vero? Vero? ('''Dutton''')
::{{spiegazione|Finito in prigione, grazie all'aiuto di Wilson Fisk Frank può accedere alla cella di Dutton, capo dei detenuti nonché uno degli ultimi superstiti tra gli uomini che massacrarono la famiglia Castle. Uccise le sue guardie del corpo, Frank interroga Dutton chiedendogli chi abbia materialmente sparato i colpi che uccisero i suo famigliari: il capo dei detenuti tuttavia non può dargli informazioni e insulta Frank dicendogli che la sua crociata non avrà fine. Desideroso di vendetta, Frank pugnala Dutton.}}
*Tu, stupido figlio di... ('''Ray Schoonover''')
::{{spiegazione|Rivelatosi il trafficante Blacksmith, che ordinò la morte della famiglia Castle, l'ex superiore di Frank Ray Schoonover prende in ostaggio Karen e si prepara a fuggire. Tuttavia, i due vengono intercettati da Castle, creduto morto, che sottomette l'ex ufficiale e si fa portare nel suo rifugio. Qui, dopo averlo pestato e averlo interrogato, Frank uccide Schoonover con un colpo di pistola alla testa.}}
*Finitelo! ('''Nobou''')
::{{spiegazione|Grazie al sacrificio dell'amata Elektra e il supporto di Frank Castle, Daredevil riesce a sconfiggere gli uomini della Mano, sfidando poi a duello il loro comandante, il vecchio alleato di Wilson Fisk Nobou, con cui si era già scontrato in precedenza. Dopo un duro ma decisivo scontro, il supereroe riesce a scaraventare giù dal palazzo in cui si trovavano il ninja. Nobou prova allora a fuggire mentre Daredevil aiuta gli ostaggi, ma viene raggiunto e ucciso da Stick.}}
===''[[Jessica Jones (serie televisiva)|Jessica Jones]]''===
====''Prima stagione''====
*'''Barbara Shotlman''': Grazie. <br/>'''Bob Shlotman''': Grazie, signorina Jones.
::{{spiegazione|Jessica riesce a liberare la giovane Hope Shlotman dalle grinfie del suo persecutore Killgrave. Dopo averla riconsegnata ai genitori tutto sembra andare per il meglio, ma improvvisamente Hope uccide entrambi i genitori, essendo costretta ad ubbidire ad un'ultima direttiva di Killgrave}}
*Perchè la amo. ('''Ruben''')
::{{spiegazione|Killgrave sta facendo un sopralluogo in casa di Jessica quando entra il timido vicino di Jessica, Ruben. Incuriosito, Killgrave obbliga il giovane a confessare la sua cotta per Jessica: geloso, Killgrave ordina a Ruben di tagliarsi la gola.}}
Killgrave mi ha detto di darle questo. ('''Signora DeLuca''')
::{{spiegazione|Dopo che Jessica riesce a stordire Killgrave, l'investigatrice si imbatte nel poliziotto suo alleato Will Simpson , il quale le propone di uccidere il criminale. Jessica però vuole Killgrave vivo per poterlo interrogare, e quindi stende Simpson e due suoi colleghi e scappa. Irritato, Simpson viene avvicinato dalla vicina di casa dei Jones, la signora DeLuca, che dichiara di dovergli consegnare un pacchetto da parte di Killgrave. All'interno, Simpson trova la bomba che aveva provato a inserire nella casa di Killgrave in precedenza: prima di poter fare qualsiasi cosa la bomba scoppia ferendo gravemente Simpson e uccidendo i suoi colleghi e la signora DeLuca.}}
*Tu sei una nostra responsabilità... Noi dobbiamo fermarti! ('''Louise Thompson''')
::{{spiegazione|Per far confessare Killgrave, Jessica porta nella sua cella i suoi genitori, Albert e Louise. Dopo un'aspra discussione Louise rivela il proprio scopo: ella ritiene il figlio solamente un mostro, e perciò ha portato delle forbici con cui ucciderlo. Deluso e furente per il comportamento della madre, Killgrave ordina ai genitori di suicidarsi: Jessica allora irrompe nella cella e riesce a salvare Albert, ma non Louise, che si pugnala ripetutamente con le stesse forbici che voleva usare per uccidere il figlio.}}
*In un hotel sulla Washington, di fronte a Barbuto. ('''Detective Oscar Clemmons''')
::{{spiegazione|Mentre Jessica va alla caccia di Killgrave con Trish, il Detective Oscar Clemmons, passato dalla loro parte dopo aver assistito all'incontro tra il criminale e i genitori, rimane nel loro covo: dopo poco tempo arriva però Will Simpson, che puntandogli una pistola contro gli chiede dove siano andate le ragazze. Poiché il detective non parla, Simpson abbassa la pistola e gli fa capire di essere dalla loro parte: Clemmons allora gli rivela la loro posizione, ma Simpson improvvisamente estrae la pistola e gli spara a sangue freddo in testa.}}
*26... 27...28...29! ('''Wendy Ross-Hogarth''')
::{{spiegazione|Killgrave e l'avvocato Jeri Hogarth fanno un accordo: il criminale costringerà Wendy, ex moglie di Jeri, a firmare le carte del divorzio ed in cambio Jeri gli fornirà il feto abortito da Hope, rimasta incinta. L'accordo va a buon fine, ma sentendo una discussione tra Jeri e Wendy Killgrave crede che ad avere ragione sia quest'ultima e gli ordina di uccidere Jeri con 100 pugnalate: contenta, Wendy inizia a pugnalare l'ex moglie con una forbice. Quando è arrivata circa alle trenta pugnalate arriva però Pam, attuale amante di Jeri: le due rivali hanno quindi una colluttazione, e Wendy sbatte contro uno spigolo di un tavolo morendo.}}
*Ora puoi ucciderlo. Dimmi che lo farai! Dimmelo... dimmelo... ('''Hope Shotlman''')
::{{spiegazione|Jessica va ad un appuntamento ricevuto da Killgrave in un ristorante e si ritrova davanti una scena inquietante: il criminale ha infatti rapito la sua vecchia vittima Hope e si trova seduto con lei ad un tavolo, mentre alcuni membri del gruppo di sostegno organizzato da Trish stanno per impiccarsi sul bancone del bar. Il criminale dice a jessica che se non verrà con lui si terrà Hope, ma improvvisamente la ragazza si pugnala con un coltello: mentre Killgrave fugge utilizando come diversivo i membri del gruppo di recupero, Hope muore tra le braccia di Jessica, dicendole che ora è libera di uccidere il criminale.}}
*Ora è più forte: non ascoltarlo, non guardarlo in faccia. Ti farà uccidere! ('''Albert Thompson''')
::{{spiegazione|Entrata nell'appartamento in cui Killgrave si è nascosto col padre Albert, ovvero la casa di una coppia gay, Jessica si ritrova davanti una scena brutale: sul pavimento vi sono infatti il cadavere di uno dei due ragazzi gay e Albert, privo di arti, mentre l'altro ragazzo sta facendo a pezzi i suoi arti in stato di trance. Dopo che Jessica lo ferma, si concentra sul povero Albert, che rinviene: agonizzante, il vecchio fa appena in tempo ad avvisare Jessica dei nuovi poteri ottenuti dal figlio, per poi spirare.}}
*Dimmi che mi ami! ('''Kevin Thompson/Killgrave''')
::{{spiegazione|Deciso ad abbandonare la città, il criminale Killgrave prende il controllo di molte persone al porto. All'arrivo di Jessica e della sua amica Trish, Killgrave prende il controllo di quest'ultima, deciso a portarla via per far soffrire Jessica. L'investigatrice tuttavia non ha alcuna reazione alla notizia: Convinto che anche lei sia finita sotto il controllo, Killgrave la costringe a sorridergli e a baciarlo. Tuttavia, quando Jessica gli si avvicina lo afferra per il collo: facendogli capire di non essere più sotto il suo controllo, Jessica spezza il collo di Killgrave uccidendolo.}}
{{Marvel Cinematic Universe}}
[[Categoria:Marvel Cinematic Universe]]
[[Categoria:Ultime parole dai media| Marvel Cinematic Universe]]
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wikitext
text/x-wiki
{{Raccolta}}
Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[Marvel Cinematic Universe]]''''' in punto di morte.
==Film==
{{torna a|Ultime parole dai film}}
===''Saga dell'Infinito''===
{{cronologico}}
====''Fase Uno''====
*Non sprecarla... non sprecare la tua vita... ('''Ho Yinsen''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Yinsen pronuncia le sue ultime parole a Tony Stark poco prima di morire dopo essersi sacrificato per salvare da un gruppo di terroristi.}}
*Se siamo ancora in affari...io darò a voi i questi disegni in dono. E in cambio...spero che tu mi ripagherai...donandomi soldati di ferro. ('''Raza''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Raza, capo del gruppo di terroristi, noto come i "Dieci Anelli", che ha rapito Tony Stark e Ho Yinsen, pronuncia le sue ultime parole prima di venire ucciso dal suo capo, Obadiah Stane, alias, Iron Monger, per punirlo a causa del suo tradimento.}}
*Mi dispiace. Posso darti solo il mio sapere. ('''Anton Vanko''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 2]]'' (2010). Ormai morente dalla malattia grave, l'anziano Anton Vanko consegna al figlio Ivan i progetti del reattore Arc, su cui aveva lavorato insieme a Howard Stark pur non ricevendone alcun merito, per poi spirare, scatenando la furia vendicativa del figlio.}}
*Si dice che puoi ancora sentire e vedere ciò che si manifesta intorno a te, spero che sia vero, così potrai sapere che la tua morte è giunta per mano di Laufey! ('''Laufey''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011), le ultime parole di Laufey sono rivolte a Odino, poco dopo di venire ucciso a tradimento dal suo figlio naturale Loki.}}
*Il primo di tanti... Taglia una testa... e altre due spuntano fuori! Hail... HYDRA! ('''Heinz Kruger''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011), Steve Rogers, alias, Captain America, ferma il doppiogiochista agente Heinz Kruger. Dopo che Rogers ha chiesto a Kruger chi è, quest'ultimo dichiara di appartenere all'organizzazione terroristica HYDRA, per poi avvelenarsi con il cianuro, morendo.}}
*Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai... se loro non avranno qualcosa... da... ('''Philip "Phil" Coulson''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012), Phil Coulson riferisce queste parole a Nick Fury, dopo essere stato ferito gravemente da Loki.}}
====''Fase Due''====
*Ora basta con le maschere! Avevi detto di volere il Mandarino... ce l'hai qui davanti! Sono sempre stato io, Tony, fin dall'inizio! Io sono il Mandarino!!! ('''Aldrich Killian/Extremis Man/Il Mandarino''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 3]]'' (2013), il folle scienziato Aldrich Killian riferisce queste parole a Tony Stark prima di un duro e violento scontro con Pepper Potts nel quale perderà la vita.}}
*Non te lo dirò mai! ('''Frigga''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), Frigga pronuncia queste ultime parole prima di essere uccisa dal mostruoso Kurse, per ordine di Malekith.}}
*Lui è un nemico di Asgard. Era prigioniero nei loro sotterranei. ('''Kurse''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013). Kurse, lo sgherro di Malekith, pronuncia queste ultime parole al suo padrone riferito a Loki, prima della battaglia tra lui con gli scagnozzi di Malekith e Thor con Loki, al termine della quale è sul punto di uccidere Thor. Tuttavia, Loki riesce a trafiggerlo di spalle e ad attaccarlo con una delle sue stesse bombe, e Kurse muore dissolvendosi.}}
*Se pensi di fermarlo, sei un illuso. L'Aether non può essere distrutto. ('''Malekith''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), durante la battaglia, Malekith, il malvagio signore degli Elfi Oscuri, con il potere della Gemma della Realtà, noto come l'Aether, tenta di crescere l'Oscurità per distruggere l'universo, viene però raggiunto dal suo nemico giurato Thor. I due hanno una resa in cui l'Elfo Oscuro dichiara la propria superiorità. Mentre il Dio del Tuono riesce a sconfiggere definitivamente Malekith, spedendo all'altro posto che viene schiacciato a morte con la sua stessa nave.}}
*Cosa?! Sei impazzito?! È una pessima idea! Pessima credimi!... ('''Jasper Sitwell''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), per ottenere maggiori informazioni sull'HYDRA, Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam Wilson catturano uno dei loro agenti, Jasper Sitwell. A bordo della macchina di Wilson, i tre lo interrogano, e vengono a sapere dello sviluppo di una super arma in grado di eliminare ogni individuo identificato come possibile minaccia per l'HYDRA. Poco dopo il soldato d'Inverno gli attacca, e butta giù Sitwell dalla macchina, provocando la sua morte.}}
*Hail...HYDRA. ('''Alexander Pierce''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), Pierce in fin di vita, dopo essere stato ferito da Nick Fury, pronuncia le sue ultime parole.}}
*Dammi la mano...! ('''Meredith Quill''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Meredith Quill pronuncia queste parole all'amato figlio Peter, prima di morire.}}
*Modera il tuo tono!!! Io posso...! ('''Altro''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), l'Altro, il portavoce di Thanos, cerca inutilmente di abbassare la voce a Ronan l'Accusatore, ma lui, purtroppo, lo uccide seccato con il potere del suo martello.}}
*Io non sarò più la tua schiava! ('''Carina Walters''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Carina Walters, la schiava del Collezionista, si rivolge al suo padrone prima di ribellarsi, toccando la Gemma del Potere, contenuta nell'Orb, morendo annientata.}}
*Non riuscirete mai a raggiungere Ronan! ('''Korath''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), durante lo scontro, Korath rivolge queste ultime parole agli altri tre membri dei Guardiani della Galassia, poco prima di venire ucciso da Drax il Distruttore.}}
*Siete mortali! Come è...?! ('''Ronan l'Accusatore''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014) Ronan l'Accusatore si rivolge così ai Guardiani della Galassia, poco prima di essere definitivamente annientato dalla Gemma del Potere, contenuta nell'Orb.}}
*Sei incredibilmente ingenuo. ('''Ultron''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Avengers: Age of Ultron]]'' (2015), Ultron è scappato da Sokovia, ormai distrutta, e si è rifugiato in un bosco vicino. Poco dopo Ultron, raggiunto da Visione, pronuncia quest'ultime parole e cerca di uccidere il suo nemico, ma Visione grazie al potere della Gemma della Mente incastrata nella sua testa, riesce a distruggere il robot malvagio.}}
*Mi dispiace, tesoro, devi aiutare papà a pagare tutti per i suoi errori. ('''Darren Cross/Calabrone''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Ant-Man (film)|Ant-Man]]'' (2015), Darren Cross, alias il Calabrone, rivolge queste parole quando è sul punto di uccidere Cassie Lang e il poliziotto Jim Paxton. Tuttavia Scott Lang, alias Ant-Man, riesce a sabotare la tuta del Clabarone provocandone la morte.}}
====''Fase Tre''====
*E tu verrai con me! ('''Brock Rumlow/Crossbones''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain America: Civil War]]'' (2016). Quando gli Avengers intercettano lo spietato mercenario Brock Rumlow, alias Crossbones, che aveva rubato un'arma biologica a Lagos, in Nigeria. Una volta sconfitto e catturato, durante nel loro combattimento, Rogers interroga Rumlow, chiedendogli chi è il compratore: Rumlow risponde che è il vecchio amico di Rogers, Bucky Barnes, alias, il Soldato d'Inverno. Approfittando della sua distrazione per un momento, Rumlow spiega come stanno le cose, e accende una granata per uccidere se stesso e Rogers. Tuttavia Scarlet blocca la granata, e spinge Rumlow verso un palazzo, uccidendo lui e, accidentalmente, diverse persone del Wakanda.}}
*Nessuno lo è. Noi non scegliamo il nostro tempo. La morte dà significato alla vita. Sapere che i tuoi giorni termineranno. Che il tuo tempo è breve. Pensi che dopo questo tempo, io sia pronta. Ma guardami. Sto prolungando questo momento solo per poter guardare la neve. ('''Antico''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). L'Antico, dopo essere stata ferita da Kaecilius, rivolge queste ultime parole al dottor Stephen Strange.}}
*Che succede? ('''Kaecilius''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). Kaecilius è intento a distruggere la Terra. Tuttavia il Dottor Strange riesce a stringere un patto con Dormammu, grazie al potere della Gemma del Tempo, Kaecilius e i suoi zeloti vengono quindi inceneriti a morte dal malvagio Signore della Dimensione Oscura.}}
*Chiedo solo una cosa, che la vostra Alta Sacerdotessa gli dica il nome dell'uomo che ha segnato il suo destino: Taserface! ('''Taserface''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Taserface si rivolge con queste parole ad una Sovereign, poco prima di morire a causa dell'esplosione della sua nave.}}
*No, basta! Senti, ascolta!! Tu sei un dio! Se mi uccidi, sarai solo un comune mortale come tutti gli altri! ('''Ego il Pianeta Vivente''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). La versione umana di Ego il Pianeta Vivente pronuncia queste parole cercando ancora di portare Peter dalla sua parte. Peter però si rifiuta, e Baby Groot ripone una bomba nel cervello di Ego, provocandone la morte.}}
*Ti avrà anche generato magari, ma non era tuo padre! Scusa, non ne ho combinata una giusta. È stata una fortuna averti come figlio. ('''Yondu Udonta''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Dopo l'uccisione e la distruzione di Ego il Pianeta Vivente, Yondu pronuncia queste parole riferendosi a Peter e fa indossare al ragazzo una tuta spaziale. Yondu, pentitosi delle cattive azioni compiute, muore congelato nello spazio.}}
*Cosa? ('''Jackson Brice/Shocker #1/Montana''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017). Jackson Brice, rivolge confuso questa parola a suo capo Adrian Toomes, alias l'Avvoltoio, poco dopo di venire ucciso accidentalmente da quest'ultimo con un'arma dei Chitauri, praticamente stanco della sua incompetenza.}}
*Guardate. Ricordate questo posto. Casa. ('''Odino''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Odino, prima di morire svanendo dalla vecchiaia, rivolge queste ultime parole a suoi figli Thor e Loki.}}
*Tornatene nella caverna da cui sei strisciata fuori! Schifoso demone malvagio! ('''Hogun''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Hogun, uno dei Tre Guerrieri, pronuncia queste ultime parole a Hela, prima di venire ucciso dalla Dea della Morte.}}
*Per Asgard. Hela! ('''Skurge''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Skurge, alias l'Esecutore, prima di combattere l'esercito di Hela, rivolge queste ultime parole alla sua ex padrona Hela, poco prima di venire ucciso dalla Dea della Morte per il suo tradimento.}}
*Ah, e io ero convito che fossi un americano pazzo. ('''Ulysses Klaue/Klaw''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Il mercenario Ulysses Klaue rivolge queste ultime parole ad Erik Killmonger poco prima di venire ucciso a tradimento da quest'ultimo con una pistola.}}
*Io sono la causa della morte di tuo padre. Non lui. Prendi me. ('''Zuri''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Durante il primo epico scontro tra la Pantera Nera ed Erik Killmonger, il saggio stregone Zuri pronuncia queste parole prima di essere ucciso dallo stesso Killmonger.}}
*Perché? Per potermi rinchiudere? Nah. Seppelliscimi nell'oceano... come i miei antenati che si buttavano dalle navi. Sapevano che la schiavitù era peggio della morte. ('''N'Jakada\Erik Stevens/Killmonger''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Dopo una violenta lotta, le ultime parole di N'Jadaka, alias Erik Killmonger, sono rivolte a suo cugino T'Challa, alias la Pantera Nera, rifiutando il suo aiuto prima di morire estraendosi la lancia dal petto, per essersi pugnalato da lui stesso durante lo scontro.}}
*Padre degli dei... lasciate che la magia oscura scorra attraverso me per un'ultima... volta. ('''Heimdall''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Heimdall, ormai privo di forze per la lotta contro Thanos e l'Ordine Nero, teletrasporta Hulk sulla terra in modo da avvertire i loro compagni dell'imminente arrivo di Thanos. Subito dopo il Titano Pazzo, con la lancia di Gamma Corvi, trafigge Heimdall al cuore, poiché l'aveva fatto.}}
*Tu... non sarai mai... un dio. ('''Loki Laufeyson\Odinson''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Dopo la morte di Heimdall e la sparizione di Hulk, Loki, il Dio dell'Inganno, all'inizio si finge di allearsi con Thanos, lasciando a morire il fratello adottivo Thor nelle sue mani. Tuttavia, appena si avvicina al titano cerca di pugnalarlo, in quanto il suo era solo un tentativo per ucciderlo: Thanos, fermando il coltello, afferra Loki e lo strangola a morte sotto gli occhi disperati del fratello adottivo Thor.}}
*No. Questo non è amore. ('''Gamora del 2018''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Thanos e Gamora raggiungono il pianeta Vormir in cui si nasconde la Gemma dell'Anima, custodita da Teschio Rosso. Sull'orlo di un abisso, Teschio Rosso spiega a Thanos che dovrà sacrificare una persona amata per ottenere la gemma: con le lacrime agli occhi, Thanos si ritrova costretto a gettare giù dal precipizio la figlia, Gamora, che morendo gli fa ottenere la gemma.}}
*Io ora devo distruggere questo motore prima che lo trovino! ('''Mar-Vell''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Nel 1989 Carol Danvers e la sua maestra, la dottoressa Wendy Lawson, il cui vero nome è Mar-Vell stanno facendo un giro di ricognizione, fino a quando vengono intercettate da Yon-Rogg che vuole distruggere il motore segreto di Mar-Vell, da lei creato per aiutare gli Skrull. Yon-Rogg abbatte la loro navicella, e Mar-Vell si appresta a distruggere il motore, ma prima che possa farlo Yon-Rogg la uccide, non avendo fermato però Danvers che riesce lei a distruggere il motore, in cui diviene la futura Capitan Marvel.}}
*Troppo tardi. ('''Norex''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg sopraggiunge sulla Terra per riportare ad Hala, Carol Danvers. Arrivato lì, scopre che quella non è la vera Danvers ma Norex, uno Skrull che ha preso la forma della ragazza. Yon-Rogg scopre inoltre che Danvers è nello spazio insieme a Nick Fury, Talos, Maria Rambeau e Goose e sta per scoprire quello che ha sempre cercato di nascondergli. Prima di lasciare la Terra, Yon-Rogg uccide furiosamente Norex per poi andarsene.}}
*Subito. ('''Minn-Erva''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg e la Starforce riescono a rintracciare Danvers e i suoi nuovi compagni, riuscendogli a imprigionargli. Carol riesce però a liberarsi così come i suoi compagni, e iniziano una battaglia contro Yon-Rogg e la Starforce. In seguito, Yon-Rogg ordina a Minn-Erva di seguire Nick Fury, Maria Rambeau, Goose, Talos e gli Skrull che stanno scappando. Ma Fury e Rambeau riescono a distruggere la sua navicella, uccidendola.}}
*Va bene. ('''Natasha Romanoff/Vedova Nera''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Mentre Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, e Clint Barton, alias Occhio di Falco (divenuto anche Ronin), sono a Volmir per recuperare la Gemma dell'Anima, incontrano Teschio Rosso, il guardiano della Gemma, che gli spiega il sacrificio che serve per recuperare la Gemma, ovvero una vita. Entrambi gli eroi vogliono sacrificarsi per l'altro, ma alla fine è Vedova Nera che sceglie di morire gettandosi dal dirupo su cui si trova Teschio Rosso, essendo consapevole che il collega potrà stare con la sua famiglia se il loro piano riesce: subito dopo, il commosso e disperato Clint si ritrova con la Gemma.}}
*Non me lo permetterà. ('''Nebula del 2014''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Recuperate le Gemme dell'Infinito, gli Avengers creano un nuovo Guanto dell'Infinito e devono decidere chi sarà a schioccare le dita per riportare in vita tutti quelli morti. Alla fine è Hulk a schioccare le dita, ma subito dopo il gruppo viene raggiunto dal Thanos del passato che distrugge la loro base. Mentre Hulk, Ant-Man, Rocket Raccoon e War Machine sono imprigionati sotto le macerie della base, e Iron Man, Capitan America e Thor combattono contro Thanos, Occhio di Falco cerca di proteggere il guanto dai servitori del Titano Pazzo. Tuttavia, viene raggiunto dalla Nebula del passato, intenzionata ad impossessarsi del guanto per poterlo dare a Thanos. Fortunatamente, Occhio di Falco viene raggiunto dalla Gamora del passato e dalla Nebula del presente, dove quest'ultima uccide la sua controparte del passato.}}
*Io sono... ineluttabile. ('''Thanos del 2014''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Durante la battaglia finale, nonostante l'aiuto di tutti i supereroi, il perfido Thanos proveniente dal passato riesce ad impossessarsi del Guanto dell'Infinito costruito dagli Avengers per schioccare di nuovo le dita, ma viene raggiunto da Iron Man che gli ruba le gemme dal guanto e schiocca lui stesso le dita: in questo modo, il Titano Pazzo svanisce polverizzandosi, insieme con il suo esercito e l'Ordine Nero, dopo essersi accasciato a terra contemplando il suo fallimento.}}
*Vedrai, Peter. La gente... ha bisogno di credere. Di questi tempi... crede a qualsiasi cosa. ('''Quentin Beck/Mysterio''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Far from Home]]'' (2019). Peter Parker, alias, Spider-Man, viene reclutato da Nick Fury per contrastare la minaccia degli Elementali, creature provenienti da altre dimensioni che stanno spargendo il caos in tutto il mondo. Nel corso della missione, però, Peter scopre che il loro nuovo alleato Quentin Beck alias Mysterio, è un truffatore: gli Elementali sono infatti solo una sua creazione. Peter combatte così contro il malvagio Mysterio a Londra, dove dopo aver ingaggiato una lotta, Beck viene sconfitto e muore apparentemente.}}
===''Saga del Multiverso''===
====''Fase quattro''====
{{cronologico}}
*È sull'ala!!! Muovetevi!! Che state aspettando?! ('''Generale Dreykov''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Widow]]'' (2021). Lo spietato generale russo Dreykov, leader dell'organizzazione segreta delle Vedove Nere, la ''Stanza Rossa'', fa per fuggire dalla sua base volante insieme ai suoi scagnozzi: il suo elicottero però viene intercettato da Yelena Belova, sorella di Natasha Romanoff che fa esplodere il suo elicottero con delle granate, uccidendolo e vendicando tutte le ragazze finite sotto il suo controllo.}}
*Fammi solo... Riprendere fiato. ('''May Parker''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Rimasta ferita nello scontro tra il nipote Peter e il terribile Goblin, May Parker esorta il nipote ad accettare le conseguenze delle sue azioni, ricordando al nipote che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità": purtroppo il Goblin ha ferito May gravemente con la lama del suo aliante dietro a schiena e pertanto la donna muore tra le braccia del povero Peter.}}
*Lei era lì per causa tua! Io l'avrò pure colpita, ma tu... Tu sei quello che l'ha uccisa! ('''Goblin della Terra-96283''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Al termine della prima parte dello scontro finale tra i tre Spider-Man del multiverso e i Terribili Quattro, il folle supercriminale Goblin provoca la collera del Peter Parker dell'universo principale ad ucciderlo, provocandolo con la morte di sua zia May: seppur tentato di ucciderlo col suo stesso aliante, Peter dà ascolto alle sue controparti alternative e si limita ad iniettare al Goblin un siero in grado di annullare la sua personalità maligna, eliminando la minaccia una volta per tutte che libera finalmente Norman Osborn.}}
*Lo so. Ma nel grande calcolo del multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Stephen Strange/Defender Strange della Terra-617''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In fuga nel multiverso, la giovane America Chaver e una versione alternativa del Dottor Strange, noto come il Defender Strange, vengono bloccati dal mostro dimensionale che gli dà la caccia. Non trovando altra soluzione, Strange decide di sacrificare la vita di America assorbendo il suo potere di viaggiare nel multiverso in modo da impedire al mostro di ottenerlo: prima di poter portare a termine l'ingrato compito però Defender Strange viene trafitto alla schiena dal mostro e non può fare altro che scagliare America in un portale dimensionale prima di morire.}}
*Sono pronto. ('''Stephen Strange/Supreme Strange della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In un flashback, gli Illuminati della Terra-838 raccontano al Dottor Strange la fine della sua controparte del loro universo, Supreme Strange: questi, nel tentativo di fermare Thanos, utilizzò il libro di magia nera del Darkhold per viaggiare nel multiverso, ma finì per provocare accidentalmente l'incursione tra due universi. Una volta fermato Thanos, Supreme Strange accettò la decisione dei suoi compagni di essere giustiziato per i suoi crimini: pertanto il collega Freccia Nera, seppur estremamente riluttante e dispiaciuto, lo disintegrò con la sua voce supersonica.}}
*Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. ('''Reed Richards/Mister Fantastic della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Deciso a far ragionare Wanda Maximoff, desiderosa di rapire America per viaggiare nel multiverso, il membro degli Illuminati, Reed Richards, alias Mister Fantastic, prova a farla ragionare minacciandola con i poteri di Freccia Nera: Wanda per tutta risposta uccide quest'ultimo e, afferrando un terrorizzato Mister Fantastic con i suoi poteri telecinetici, squaglia meticolosamente il suo corpo per poi finirlo facendogli esplodere la testa.}}
*Ho tutto il giorno libero! ('''Peggy Carter/Capitan Carter della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Per fermare Wanda, l'illuminata Peggy Carter, alias Capitan Carter, prova ad affrontarla in uno scontro diretto lanciandole contro il suo scudo: Wanda però riesce a bloccarlo e glielo lancia nuovamente contro tranciandola a metà.}}
*Esci subito dal mio universo! ('''Maria Rambeau/Capitan Marvel della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Furiosa per la morte dei compagni Illuminati, Maria Rambeau affronta a sua volta Wanda Maximoff, ma come gli altri supereroi ha presto la peggio e viene sconfitta dalla strega, che le dà il colpo di grazia schiacciandola con una statua con la sua effige.}}
*Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano! Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe! ('''Charles Xavier/Professor X della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Utilizzando i suoi poteri telepatici, il leader degli Illuminati, il professor Charles Xavier riesce ad entrare nella mente di Wanda Maximoff, nel tentativo di liberare la sua controparte della Terra-838 posseduta dalla strega: sfortunatamente Wanda glielo impedisce e uccide la sua mente spezzandogli il collo, provocando la sua morte anche nella realtà.}}
*Lo immaginavo! ('''Stephen Strange/Sinister Strange della Terra-199999''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Cacciato da Wanda in un altro universo alternativo, il Dottor Strange si ritrova ad affrontare una sua controparte sadica e malvagia nota come il Sinister Strange, colpevole di essersi lasciato corrompere dal Darkhold: dopo uno scontro in cui i due stregoni utilizzano le note musicali è la controparte buona ad avere la meglio, scagliando il Sinister Strange fuori da una finestra e facendolo impalare con orrore ad una delle cancellate.}}
*Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Su suggerimento del Dottor Strange, America fa incontrare Wanda con i suoi figli provenienti da un altro universo, che tuttavia sono terrorizzati dalla sua natura spietata: comprendendo disperatamente di essersi lasciata corrompere dal male che ha compiuta, Wanda decide di rimediare distruggendo la caverna contenente il Darkhold e distruggendo ogni copia del libro presente nel multiverso, perdendo apparentemente la vita nel processo.}}
==Serie televisive Netflix==
{{cronologico}}
===''[[Daredevil (serie televisiva)|Daredevil]]''===
====''Prima stagione''====
*Avresti dovuto uccidermi, vigliacco! ('''John Healy''')
::{{spiegazione|Dopo essere stato prosciolto grazie ad una giuria corrotta, il sicario John Healy viene attaccato da Daredevil, che picchiandolo lo interroga su chi sia il mandante del suo ultimo omicidio. Per via di tutte quelle violenze, Healy confessa, ma vedendo che il vigilante non lo uccide si suicida sbattendo la faccia contro un pezzo di ferro, essendo consapevole che il suo mandante farebbe uccidere lui e la sua famiglia in caso venisse a sapere della spiata.}}
*Aiutami...Ti prego...Aiutami... ('''Anatoly Ranskahov''')
::{{spiegazione|Deciso ad accettare gli accordi con Wilson Fisk, il gangster russo Anatoly Ranskahov si reca da lui: sfortunatamente, il russo arriva proprio nel bel mezzo della cena fra Fisk e Vanessa Marianna, rovinandola. Salito in macchina con Fisk, Anatoly inizia ad affermare le proprie ragioni, ma inaspettatamente l'auto si forma in un luogo isolato. Stupito, il gangster russo viene tirato fuori dall'auto e malmenato da un furioso Fisk, che inizia a sbattere sua testa contro la portiera della macchina: nonostante cerchi di supplicarlo, Fisk decapita brutalmente Anatoly con la portiera, furioso per l'appuntamento mancato.}}
*Signorina Page... ('''James Wesley''')
::{{spiegazione|Dopo che Vanessa si è ripresa, il braccio destro di Fisk, James Wesley, viene a sapere che Karen Page ha fatto visita alla madre del proprio capo. Deciso a non arrecargli un ulteriore dispiacere, Wesley agisce di persona, rapendo Karen e portandola in un magazzino per interrogarla. Minacciata con la morte dei propri amici, Karen riesce a prendere la pistola del criminale: Wesley prova a farla ragionare, ma Karen istintivamente lo crivella di colpi.}}
*Ho scritto tante storie nel corso dei miei anni... e sa quante volte mi hanno minacciato perché io mi tappassi la bocca? ('''Ben Urich''')
::{{spiegazione|Mentre si prepara a scrivere un articolo su Wilson Fisk, il giornalista Ben Urich riceve la visita del gangster in persona. Questi dichiara di rispettarlo, e di non crederlo responsabile della morte di Wesley. Tuttavia, Fisk è comunque arrabbiato per il coinvolgimento della propria madre: Urich dichiara stoicamente di essere comunque insensibile alle minacce, ma Fisk inaspettatamente lo strangola con violenza uccidendolo.}}
*Aspetta, aspetta! ('''Leland Owlsley''')
::{{spiegazione|Venuto a sapere del coinvolgimento del proprio contabile Leland Owlsley nell'attentato all'amata Vanessa, Fisk lo convoca in un palazzo abbandonato: qui, dopo avergli rivelato di conoscere tutta la verità, lo scaraventa con violenza nella tromba dell'ascensore del palazzo, spezzandogli il collo.}}
====''Seconda stagione''====
*Chiunque ci ostacolerà, noi dipingeremo le strade di rosso col loro sangue. E quando se ne andranno, renderemo orgoglioso tuo padre. E ci libereremo degli sporchi traditori che hanno tradito i loro compagni. Hell's Kitchen sarà di nuovo nostra! ('''Nesbit''')
::{{spiegazione|Uscito dopo molto tempo dalla prigione un suo associato, il gangster Nesbit organizza per lui una festa nel suo pub, insieme ad altri scagnozzi. Finita la cena, Nesbit annuncia i loro piani di conquista del quartiere ora che Wilson Fisk è stato sconfitto, ma in quel momento Nesbit viene ucciso da un colpo di mitra: tutti gli scagnozzi infatti vengono crivellati di colpi, ad eccezione di un uomo, Grotto.}}
*Non "sono"... lui... è un uomo solo! ('''Trafficante Messicano''')
::{{spiegazione|Indagando sulla pista della strage nel pub di Nesbit, Matt risale ad un gruppo di spacciatori messicani, rivali degli irlandesi. Indossati i panni di Daredevil, il vigilante si reca nel loro covo, ma qui trova solo i cadaveri dei trafficanti. Trovandone uno vivo, Matt gli chiede quali uomini abbiano potuto compiere una strage del genere, ma il trafficante specifica che è stato un solo uomo a fare tutto, per poi spirare.}}
*Perché... Non l'hai... Fermato? ('''Grotto''')
::{{spiegazione|Matt viene incatenato da Frank Castle al camino di un palazzo, dove nel frattempo Frank ha portato anche Grotto, il gangster scampato alla strage degli irlandesi e protetto da Matt, Karen e Foggy. Dopo una serie di discussioni sui metodi dei due vigilanti, Frank dà a Daredevil un ultimatum: con la pistola che Castle gli ha legato alle mani, Matt dovrà decidere se sparare a Frank per impedirgli di uccidere Grotto o se lasciargli giustiziare il criminale. Matt tuttavia non vuole macchiarsi del sangue di nessuno, e spara quindi alla catena che lo lega, cercando poi di slanciarsi contro Frank: purtroppo, il violento vigilante fa in tempo a sparare a Grotto, che muore tra le braccia di Matt.}}
*E a chi importa? ('''Finn Cooley''')
::{{spiegazione|Deciso a vendicare il figlio, morto la notte in cui Frank Castle massacrò gli uomini di Nesbit, il folle gangster irlandese Finn Cooley rapisce il vigilante e lo tortura. Tuttavia, grazie ad un diversivo ordito dallo stesso Castle e all'intervento di Daredevil, Frank sovverte la situazione e con un fucile a pompa minaccia Cooley, chiedendogli informazioni sugli assassini della sua famiglia, ma il criminale preferisce insultare sprezzante il vigilante: come risposta, Frank spara in piena faccia a Cooley.}}
*Ho sentito di te, le notizie corrono veloce, ma quel giorno c'erano molti criminali e ogni dito ha premuto un grilletto. Pensi che questa tua crociata non finirà mai, vero? Vero? ('''Dutton''')
::{{spiegazione|Finito in prigione, grazie all'aiuto di Wilson Fisk Frank può accedere alla cella di Dutton, capo dei detenuti nonché uno degli ultimi superstiti tra gli uomini che massacrarono la famiglia Castle. Uccise le sue guardie del corpo, Frank interroga Dutton chiedendogli chi abbia materialmente sparato i colpi che uccisero i suo famigliari: il capo dei detenuti tuttavia non può dargli informazioni e insulta Frank dicendogli che la sua crociata non avrà fine. Desideroso di vendetta, Frank pugnala Dutton.}}
*Tu, stupido figlio di... ('''Ray Schoonover''')
::{{spiegazione|Rivelatosi il trafficante Blacksmith, che ordinò la morte della famiglia Castle, l'ex superiore di Frank Ray Schoonover prende in ostaggio Karen e si prepara a fuggire. Tuttavia, i due vengono intercettati da Castle, creduto morto, che sottomette l'ex ufficiale e si fa portare nel suo rifugio. Qui, dopo averlo pestato e averlo interrogato, Frank uccide Schoonover con un colpo di pistola alla testa.}}
*Finitelo! ('''Nobou''')
::{{spiegazione|Grazie al sacrificio dell'amata Elektra e il supporto di Frank Castle, Daredevil riesce a sconfiggere gli uomini della Mano, sfidando poi a duello il loro comandante, il vecchio alleato di Wilson Fisk Nobou, con cui si era già scontrato in precedenza. Dopo un duro ma decisivo scontro, il supereroe riesce a scaraventare giù dal palazzo in cui si trovavano il ninja. Nobou prova allora a fuggire mentre Daredevil aiuta gli ostaggi, ma viene raggiunto e ucciso da Stick.}}
===''[[Jessica Jones (serie televisiva)|Jessica Jones]]''===
====''Prima stagione''====
*'''Barbara Shotlman''': Grazie. <br/>'''Bob Shlotman''': Grazie, signorina Jones.
::{{spiegazione|Jessica riesce a liberare la giovane Hope Shlotman dalle grinfie del suo persecutore Killgrave. Dopo averla riconsegnata ai genitori tutto sembra andare per il meglio, ma improvvisamente Hope uccide entrambi i genitori, essendo costretta ad ubbidire ad un'ultima direttiva di Killgrave}}
*Perchè la amo. ('''Ruben''')
::{{spiegazione|Killgrave sta facendo un sopralluogo in casa di Jessica quando entra il timido vicino di Jessica, Ruben. Incuriosito, Killgrave obbliga il giovane a confessare la sua cotta per Jessica: geloso, Killgrave ordina a Ruben di tagliarsi la gola.}}
Killgrave mi ha detto di darle questo. ('''Signora DeLuca''')
::{{spiegazione|Dopo che Jessica riesce a stordire Killgrave, l'investigatrice si imbatte nel poliziotto suo alleato Will Simpson , il quale le propone di uccidere il criminale. Jessica però vuole Killgrave vivo per poterlo interrogare, e quindi stende Simpson e due suoi colleghi e scappa. Irritato, Simpson viene avvicinato dalla vicina di casa dei Jones, la signora DeLuca, che dichiara di dovergli consegnare un pacchetto da parte di Killgrave. All'interno, Simpson trova la bomba che aveva provato a inserire nella casa di Killgrave in precedenza: prima di poter fare qualsiasi cosa la bomba scoppia ferendo gravemente Simpson e uccidendo i suoi colleghi e la signora DeLuca.}}
*Tu sei una nostra responsabilità... Noi dobbiamo fermarti! ('''Louise Thompson''')
::{{spiegazione|Per far confessare Killgrave, Jessica porta nella sua cella i suoi genitori, Albert e Louise. Dopo un'aspra discussione Louise rivela il proprio scopo: ella ritiene il figlio solamente un mostro, e perciò ha portato delle forbici con cui ucciderlo. Deluso e furente per il comportamento della madre, Killgrave ordina ai genitori di suicidarsi: Jessica allora irrompe nella cella e riesce a salvare Albert, ma non Louise, che si pugnala ripetutamente con le stesse forbici che voleva usare per uccidere il figlio.}}
*In un hotel sulla Washington, di fronte a Barbuto. ('''Detective Oscar Clemmons''')
::{{spiegazione|Mentre Jessica va alla caccia di Killgrave con Trish, il Detective Oscar Clemmons, passato dalla loro parte dopo aver assistito all'incontro tra il criminale e i genitori, rimane nel loro covo: dopo poco tempo arriva però Will Simpson, che puntandogli una pistola contro gli chiede dove siano andate le ragazze. Poiché il detective non parla, Simpson abbassa la pistola e gli fa capire di essere dalla loro parte: Clemmons allora gli rivela la loro posizione, ma Simpson improvvisamente estrae la pistola e gli spara a sangue freddo in testa.}}
*26... 27...28...29! ('''Wendy Ross-Hogarth''')
::{{spiegazione|Killgrave e l'avvocato Jeri Hogarth fanno un accordo: il criminale costringerà Wendy, ex moglie di Jeri, a firmare le carte del divorzio ed in cambio Jeri gli fornirà il feto abortito da Hope, rimasta incinta. L'accordo va a buon fine, ma sentendo una discussione tra Jeri e Wendy Killgrave crede che ad avere ragione sia quest'ultima e gli ordina di uccidere Jeri con 100 pugnalate: contenta, Wendy inizia a pugnalare l'ex moglie con una forbice. Quando è arrivata circa alle trenta pugnalate arriva però Pam, attuale amante di Jeri: le due rivali hanno quindi una colluttazione, e Wendy sbatte contro uno spigolo di un tavolo morendo.}}
*Ora puoi ucciderlo. Dimmi che lo farai! Dimmelo... dimmelo... ('''Hope Shotlman''')
::{{spiegazione|Jessica va ad un appuntamento ricevuto da Killgrave in un ristorante e si ritrova davanti una scena inquietante: il criminale ha infatti rapito la sua vecchia vittima Hope e si trova seduto con lei ad un tavolo, mentre alcuni membri del gruppo di sostegno organizzato da Trish stanno per impiccarsi sul bancone del bar. Il criminale dice a jessica che se non verrà con lui si terrà Hope, ma improvvisamente la ragazza si pugnala con un coltello: mentre Killgrave fugge utilizando come diversivo i membri del gruppo di recupero, Hope muore tra le braccia di Jessica, dicendole che ora è libera di uccidere il criminale.}}
*Ora è più forte: non ascoltarlo, non guardarlo in faccia. Ti farà uccidere! ('''Albert Thompson''')
::{{spiegazione|Entrata nell'appartamento in cui Killgrave si è nascosto col padre Albert, ovvero la casa di una coppia gay, Jessica si ritrova davanti una scena brutale: sul pavimento vi sono infatti il cadavere di uno dei due ragazzi gay e Albert, privo di arti, mentre l'altro ragazzo sta facendo a pezzi i suoi arti in stato di trance. Dopo che Jessica lo ferma, si concentra sul povero Albert, che rinviene: agonizzante, il vecchio fa appena in tempo ad avvisare Jessica dei nuovi poteri ottenuti dal figlio, per poi spirare.}}
*Dimmi che mi ami! ('''Kevin Thompson/Killgrave''')
::{{spiegazione|Deciso ad abbandonare la città, il criminale Killgrave prende il controllo di molte persone al porto. All'arrivo di Jessica e della sua amica Trish, Killgrave prende il controllo di quest'ultima, deciso a portarla via per far soffrire Jessica. L'investigatrice tuttavia non ha alcuna reazione alla notizia: Convinto che anche lei sia finita sotto il controllo, Killgrave la costringe a sorridergli e a baciarlo. Tuttavia, quando Jessica gli si avvicina lo afferra per il collo: facendogli capire di non essere più sotto il suo controllo, Jessica spezza il collo di Killgrave uccidendolo.}}
==Serie televisive Disney+==
{{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}}
{{cronologico}}
===''[[WandaVision]]''===
*Arrivederci, amore. ('''[[Visione (Marvel Comics)|Visione]]''')
::{{spiegazione|Si tratta di una versione alternativa di Visione, ricreato da Wanda Maximoff all'interno di una cupola magica che intrappola la cittadina di Westview. Alla fine Wanda accetta di far dissolvere la cupola per liberare la città e Visione la saluta prima di scomparire.}}
===''[[Loki (serie televisiva)|Loki]]''===
*Gloriosi propositi! ('''Loki Classico''')
::{{spiegazione|È una Variante anziana di Loki sopravvissuto agli eventi di ''[[Avengers: Infinity War]]'' che, dopo anni passati in solitudine, è stato "falciato" dalla Time Variance Authority e portato nella dimensione Vuoto per aver cercato di ricongiungersi con il fratello Thor. A causa di ciò, si è ormai rassegnato al fatto che tutti i Loki siano condannati ad essere dei reietti malvagi in ogni loro Variante, impossibili da redimere. Nonostante l'iniziale rifiuto, interviene all'ultimo creando un'illusione di Asgard per ingannare la creatura chiamata Alioth, salvando così la Variante Loki del 2012 e Sylvie e permettendo loro di controllare la creatura ma sacrificandosi nel tentativo. Dice questa frase poco prima di essere consumato da Alioth, rendendosi conto di aver effettivamente raggiunto la redenzione che riteneva impossibile.}}
*Ci rivedremo presto. ('''Colui che rimane''')
::{{spiegazione|Giunti alla Cittadella alla Fine del Tempo, Loki e Sylvie scoprono che la vera mente dietro la TVA è un individuo chiamato "Colui che rimane", il quale li ha appositamente condotti lì manipolando gli eventi. Egli spiega che hanno due opzioni: prendere il suo posto come governatore della TVA per mantenere intatta la Sacra Linea Temporale o ucciderlo, in quest'ultimo caso permettendo il libero arbitrio di ogni essere nell'universo ma scatenando una Guerra Multiversale tra sue Varianti malvagie. Nonostante Loki cerchi di fermarla, Sylvie, assetata di vendetta, non crede alle sue parole e riesce a uccidere Colui che Rimane con la sua spada. L'uomo pronuncia queste parole alla donna prima di spirare, preannunciando l'arrivo delle sue Varianti pericolose.}}
===''[[What if...?|What If...?]]''===
*Peter... sorridi. Sorridi per me, okay? ('''Wasp''')
{{Marvel Cinematic Universe}}
[[Categoria:Marvel Cinematic Universe]]
[[Categoria:Ultime parole dai media| Marvel Cinematic Universe]]
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2022-07-26T19:24:22Z
37.181.15.100
/* Saga del Multiverso */
wikitext
text/x-wiki
{{Raccolta}}
Raccolta delle '''ultime parole''' pronunciate dai personaggi dei film del '''''[[Marvel Cinematic Universe]]''''' in punto di morte.
==Film==
{{torna a|Ultime parole dai film}}
===''Saga dell'Infinito''===
{{cronologico}}
====''Fase Uno''====
*Non sprecarla... non sprecare la tua vita... ('''Ho Yinsen''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Yinsen pronuncia le sue ultime parole a Tony Stark poco prima di morire dopo essersi sacrificato per salvare da un gruppo di terroristi.}}
*Se siamo ancora in affari...io darò a voi i questi disegni in dono. E in cambio...spero che tu mi ripagherai...donandomi soldati di ferro. ('''Raza''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008), Raza, capo del gruppo di terroristi, noto come i "Dieci Anelli", che ha rapito Tony Stark e Ho Yinsen, pronuncia le sue ultime parole prima di venire ucciso dal suo capo, Obadiah Stane, alias, Iron Monger, per punirlo a causa del suo tradimento.}}
*Mi dispiace. Posso darti solo il mio sapere. ('''Anton Vanko''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 2]]'' (2010). Ormai morente dalla malattia grave, l'anziano Anton Vanko consegna al figlio Ivan i progetti del reattore Arc, su cui aveva lavorato insieme a Howard Stark pur non ricevendone alcun merito, per poi spirare, scatenando la furia vendicativa del figlio.}}
*Si dice che puoi ancora sentire e vedere ciò che si manifesta intorno a te, spero che sia vero, così potrai sapere che la tua morte è giunta per mano di Laufey! ('''Laufey''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011), le ultime parole di Laufey sono rivolte a Odino, poco dopo di venire ucciso a tradimento dal suo figlio naturale Loki.}}
*Il primo di tanti... Taglia una testa... e altre due spuntano fuori! Hail... HYDRA! ('''Heinz Kruger''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011), Steve Rogers, alias, Captain America, ferma il doppiogiochista agente Heinz Kruger. Dopo che Rogers ha chiesto a Kruger chi è, quest'ultimo dichiara di appartenere all'organizzazione terroristica HYDRA, per poi avvelenarsi con il cianuro, morendo.}}
*Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai... se loro non avranno qualcosa... da... ('''Philip "Phil" Coulson''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012), Phil Coulson riferisce queste parole a Nick Fury, dopo essere stato ferito gravemente da Loki.}}
====''Fase Due''====
*Ora basta con le maschere! Avevi detto di volere il Mandarino... ce l'hai qui davanti! Sono sempre stato io, Tony, fin dall'inizio! Io sono il Mandarino!!! ('''Aldrich Killian/Extremis Man/Il Mandarino''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Iron Man 3]]'' (2013), il folle scienziato Aldrich Killian riferisce queste parole a Tony Stark prima di un duro e violento scontro con Pepper Potts nel quale perderà la vita.}}
*Non te lo dirò mai! ('''Frigga''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), Frigga pronuncia queste ultime parole prima di essere uccisa dal mostruoso Kurse, per ordine di Malekith.}}
*Lui è un nemico di Asgard. Era prigioniero nei loro sotterranei. ('''Kurse''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013). Kurse, lo sgherro di Malekith, pronuncia queste ultime parole al suo padrone riferito a Loki, prima della battaglia tra lui con gli scagnozzi di Malekith e Thor con Loki, al termine della quale è sul punto di uccidere Thor. Tuttavia, Loki riesce a trafiggerlo di spalle e ad attaccarlo con una delle sue stesse bombe, e Kurse muore dissolvendosi.}}
*Se pensi di fermarlo, sei un illuso. L'Aether non può essere distrutto. ('''Malekith''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Thor: The Dark World]]'' (2013), durante la battaglia, Malekith, il malvagio signore degli Elfi Oscuri, con il potere della Gemma della Realtà, noto come l'Aether, tenta di crescere l'Oscurità per distruggere l'universo, viene però raggiunto dal suo nemico giurato Thor. I due hanno una resa in cui l'Elfo Oscuro dichiara la propria superiorità. Mentre il Dio del Tuono riesce a sconfiggere definitivamente Malekith, spedendo all'altro posto che viene schiacciato a morte con la sua stessa nave.}}
*Cosa?! Sei impazzito?! È una pessima idea! Pessima credimi!... ('''Jasper Sitwell''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), per ottenere maggiori informazioni sull'HYDRA, Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam Wilson catturano uno dei loro agenti, Jasper Sitwell. A bordo della macchina di Wilson, i tre lo interrogano, e vengono a sapere dello sviluppo di una super arma in grado di eliminare ogni individuo identificato come possibile minaccia per l'HYDRA. Poco dopo il soldato d'Inverno gli attacca, e butta giù Sitwell dalla macchina, provocando la sua morte.}}
*Hail...HYDRA. ('''Alexander Pierce''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Captain America: The Winter Soldier]]'' (2014), Pierce in fin di vita, dopo essere stato ferito da Nick Fury, pronuncia le sue ultime parole.}}
*Dammi la mano...! ('''Meredith Quill''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Meredith Quill pronuncia queste parole all'amato figlio Peter, prima di morire.}}
*Modera il tuo tono!!! Io posso...! ('''Altro''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), l'Altro, il portavoce di Thanos, cerca inutilmente di abbassare la voce a Ronan l'Accusatore, ma lui, purtroppo, lo uccide seccato con il potere del suo martello.}}
*Io non sarò più la tua schiava! ('''Carina Walters''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), Carina Walters, la schiava del Collezionista, si rivolge al suo padrone prima di ribellarsi, toccando la Gemma del Potere, contenuta nell'Orb, morendo annientata.}}
*Non riuscirete mai a raggiungere Ronan! ('''Korath''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014), durante lo scontro, Korath rivolge queste ultime parole agli altri tre membri dei Guardiani della Galassia, poco prima di venire ucciso da Drax il Distruttore.}}
*Siete mortali! Come è...?! ('''Ronan l'Accusatore''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014) Ronan l'Accusatore si rivolge così ai Guardiani della Galassia, poco prima di essere definitivamente annientato dalla Gemma del Potere, contenuta nell'Orb.}}
*Sei incredibilmente ingenuo. ('''Ultron''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Avengers: Age of Ultron]]'' (2015), Ultron è scappato da Sokovia, ormai distrutta, e si è rifugiato in un bosco vicino. Poco dopo Ultron, raggiunto da Visione, pronuncia quest'ultime parole e cerca di uccidere il suo nemico, ma Visione grazie al potere della Gemma della Mente incastrata nella sua testa, riesce a distruggere il robot malvagio.}}
*Mi dispiace, tesoro, devi aiutare papà a pagare tutti per i suoi errori. ('''Darren Cross/Calabrone''')
::{{spiegazione|Nel film ''[[Ant-Man (film)|Ant-Man]]'' (2015), Darren Cross, alias il Calabrone, rivolge queste parole quando è sul punto di uccidere Cassie Lang e il poliziotto Jim Paxton. Tuttavia Scott Lang, alias Ant-Man, riesce a sabotare la tuta del Clabarone provocandone la morte.}}
====''Fase Tre''====
*E tu verrai con me! ('''Brock Rumlow/Crossbones''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain America: Civil War]]'' (2016). Quando gli Avengers intercettano lo spietato mercenario Brock Rumlow, alias Crossbones, che aveva rubato un'arma biologica a Lagos, in Nigeria. Una volta sconfitto e catturato, durante nel loro combattimento, Rogers interroga Rumlow, chiedendogli chi è il compratore: Rumlow risponde che è il vecchio amico di Rogers, Bucky Barnes, alias, il Soldato d'Inverno. Approfittando della sua distrazione per un momento, Rumlow spiega come stanno le cose, e accende una granata per uccidere se stesso e Rogers. Tuttavia Scarlet blocca la granata, e spinge Rumlow verso un palazzo, uccidendo lui e, accidentalmente, diverse persone del Wakanda.}}
*Nessuno lo è. Noi non scegliamo il nostro tempo. La morte dà significato alla vita. Sapere che i tuoi giorni termineranno. Che il tuo tempo è breve. Pensi che dopo questo tempo, io sia pronta. Ma guardami. Sto prolungando questo momento solo per poter guardare la neve. ('''Antico''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). L'Antico, dopo essere stata ferita da Kaecilius, rivolge queste ultime parole al dottor Stephen Strange.}}
*Che succede? ('''Kaecilius''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'' (2016). Kaecilius è intento a distruggere la Terra. Tuttavia il Dottor Strange riesce a stringere un patto con Dormammu, grazie al potere della Gemma del Tempo, Kaecilius e i suoi zeloti vengono quindi inceneriti a morte dal malvagio Signore della Dimensione Oscura.}}
*Chiedo solo una cosa, che la vostra Alta Sacerdotessa gli dica il nome dell'uomo che ha segnato il suo destino: Taserface! ('''Taserface''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Taserface si rivolge con queste parole ad una Sovereign, poco prima di morire a causa dell'esplosione della sua nave.}}
*No, basta! Senti, ascolta!! Tu sei un dio! Se mi uccidi, sarai solo un comune mortale come tutti gli altri! ('''Ego il Pianeta Vivente''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). La versione umana di Ego il Pianeta Vivente pronuncia queste parole cercando ancora di portare Peter dalla sua parte. Peter però si rifiuta, e Baby Groot ripone una bomba nel cervello di Ego, provocandone la morte.}}
*Ti avrà anche generato magari, ma non era tuo padre! Scusa, non ne ho combinata una giusta. È stata una fortuna averti come figlio. ('''Yondu Udonta''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Guardiani della Galassia Vol. 2]]'' (2017). Dopo l'uccisione e la distruzione di Ego il Pianeta Vivente, Yondu pronuncia queste parole riferendosi a Peter e fa indossare al ragazzo una tuta spaziale. Yondu, pentitosi delle cattive azioni compiute, muore congelato nello spazio.}}
*Cosa? ('''Jackson Brice/Shocker #1/Montana''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017). Jackson Brice, rivolge confuso questa parola a suo capo Adrian Toomes, alias l'Avvoltoio, poco dopo di venire ucciso accidentalmente da quest'ultimo con un'arma dei Chitauri, praticamente stanco della sua incompetenza.}}
*Guardate. Ricordate questo posto. Casa. ('''Odino''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Odino, prima di morire svanendo dalla vecchiaia, rivolge queste ultime parole a suoi figli Thor e Loki.}}
*Tornatene nella caverna da cui sei strisciata fuori! Schifoso demone malvagio! ('''Hogun''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Hogun, uno dei Tre Guerrieri, pronuncia queste ultime parole a Hela, prima di venire ucciso dalla Dea della Morte.}}
*Per Asgard. Hela! ('''Skurge''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Thor: Ragnarok]]'' (2017). Skurge, alias l'Esecutore, prima di combattere l'esercito di Hela, rivolge queste ultime parole alla sua ex padrona Hela, poco prima di venire ucciso dalla Dea della Morte per il suo tradimento.}}
*Ah, e io ero convito che fossi un americano pazzo. ('''Ulysses Klaue/Klaw''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Il mercenario Ulysses Klaue rivolge queste ultime parole ad Erik Killmonger poco prima di venire ucciso a tradimento da quest'ultimo con una pistola.}}
*Io sono la causa della morte di tuo padre. Non lui. Prendi me. ('''Zuri''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Durante il primo epico scontro tra la Pantera Nera ed Erik Killmonger, il saggio stregone Zuri pronuncia queste parole prima di essere ucciso dallo stesso Killmonger.}}
*Perché? Per potermi rinchiudere? Nah. Seppelliscimi nell'oceano... come i miei antenati che si buttavano dalle navi. Sapevano che la schiavitù era peggio della morte. ('''N'Jakada\Erik Stevens/Killmonger''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Panther (film)|Black Panther]]'' (2018). Dopo una violenta lotta, le ultime parole di N'Jadaka, alias Erik Killmonger, sono rivolte a suo cugino T'Challa, alias la Pantera Nera, rifiutando il suo aiuto prima di morire estraendosi la lancia dal petto, per essersi pugnalato da lui stesso durante lo scontro.}}
*Padre degli dei... lasciate che la magia oscura scorra attraverso me per un'ultima... volta. ('''Heimdall''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Heimdall, ormai privo di forze per la lotta contro Thanos e l'Ordine Nero, teletrasporta Hulk sulla terra in modo da avvertire i loro compagni dell'imminente arrivo di Thanos. Subito dopo il Titano Pazzo, con la lancia di Gamma Corvi, trafigge Heimdall al cuore, poiché l'aveva fatto.}}
*Tu... non sarai mai... un dio. ('''Loki Laufeyson\Odinson''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Dopo la morte di Heimdall e la sparizione di Hulk, Loki, il Dio dell'Inganno, all'inizio si finge di allearsi con Thanos, lasciando a morire il fratello adottivo Thor nelle sue mani. Tuttavia, appena si avvicina al titano cerca di pugnalarlo, in quanto il suo era solo un tentativo per ucciderlo: Thanos, fermando il coltello, afferra Loki e lo strangola a morte sotto gli occhi disperati del fratello adottivo Thor.}}
*No. Questo non è amore. ('''Gamora del 2018''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018). Thanos e Gamora raggiungono il pianeta Vormir in cui si nasconde la Gemma dell'Anima, custodita da Teschio Rosso. Sull'orlo di un abisso, Teschio Rosso spiega a Thanos che dovrà sacrificare una persona amata per ottenere la gemma: con le lacrime agli occhi, Thanos si ritrova costretto a gettare giù dal precipizio la figlia, Gamora, che morendo gli fa ottenere la gemma.}}
*Io ora devo distruggere questo motore prima che lo trovino! ('''Mar-Vell''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Nel 1989 Carol Danvers e la sua maestra, la dottoressa Wendy Lawson, il cui vero nome è Mar-Vell stanno facendo un giro di ricognizione, fino a quando vengono intercettate da Yon-Rogg che vuole distruggere il motore segreto di Mar-Vell, da lei creato per aiutare gli Skrull. Yon-Rogg abbatte la loro navicella, e Mar-Vell si appresta a distruggere il motore, ma prima che possa farlo Yon-Rogg la uccide, non avendo fermato però Danvers che riesce lei a distruggere il motore, in cui diviene la futura Capitan Marvel.}}
*Troppo tardi. ('''Norex''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg sopraggiunge sulla Terra per riportare ad Hala, Carol Danvers. Arrivato lì, scopre che quella non è la vera Danvers ma Norex, uno Skrull che ha preso la forma della ragazza. Yon-Rogg scopre inoltre che Danvers è nello spazio insieme a Nick Fury, Talos, Maria Rambeau e Goose e sta per scoprire quello che ha sempre cercato di nascondergli. Prima di lasciare la Terra, Yon-Rogg uccide furiosamente Norex per poi andarsene.}}
*Subito. ('''Minn-Erva''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019). Yon-Rogg e la Starforce riescono a rintracciare Danvers e i suoi nuovi compagni, riuscendogli a imprigionargli. Carol riesce però a liberarsi così come i suoi compagni, e iniziano una battaglia contro Yon-Rogg e la Starforce. In seguito, Yon-Rogg ordina a Minn-Erva di seguire Nick Fury, Maria Rambeau, Goose, Talos e gli Skrull che stanno scappando. Ma Fury e Rambeau riescono a distruggere la sua navicella, uccidendola.}}
*Va bene. ('''Natasha Romanoff/Vedova Nera''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Mentre Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, e Clint Barton, alias Occhio di Falco (divenuto anche Ronin), sono a Volmir per recuperare la Gemma dell'Anima, incontrano Teschio Rosso, il guardiano della Gemma, che gli spiega il sacrificio che serve per recuperare la Gemma, ovvero una vita. Entrambi gli eroi vogliono sacrificarsi per l'altro, ma alla fine è Vedova Nera che sceglie di morire gettandosi dal dirupo su cui si trova Teschio Rosso, essendo consapevole che il collega potrà stare con la sua famiglia se il loro piano riesce: subito dopo, il commosso e disperato Clint si ritrova con la Gemma.}}
*Non me lo permetterà. ('''Nebula del 2014''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Recuperate le Gemme dell'Infinito, gli Avengers creano un nuovo Guanto dell'Infinito e devono decidere chi sarà a schioccare le dita per riportare in vita tutti quelli morti. Alla fine è Hulk a schioccare le dita, ma subito dopo il gruppo viene raggiunto dal Thanos del passato che distrugge la loro base. Mentre Hulk, Ant-Man, Rocket Raccoon e War Machine sono imprigionati sotto le macerie della base, e Iron Man, Capitan America e Thor combattono contro Thanos, Occhio di Falco cerca di proteggere il guanto dai servitori del Titano Pazzo. Tuttavia, viene raggiunto dalla Nebula del passato, intenzionata ad impossessarsi del guanto per poterlo dare a Thanos. Fortunatamente, Occhio di Falco viene raggiunto dalla Gamora del passato e dalla Nebula del presente, dove quest'ultima uccide la sua controparte del passato.}}
*Io sono... ineluttabile. ('''Thanos del 2014''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019). Durante la battaglia finale, nonostante l'aiuto di tutti i supereroi, il perfido Thanos proveniente dal passato riesce ad impossessarsi del Guanto dell'Infinito costruito dagli Avengers per schioccare di nuovo le dita, ma viene raggiunto da Iron Man che gli ruba le gemme dal guanto e schiocca lui stesso le dita: in questo modo, il Titano Pazzo svanisce polverizzandosi, insieme con il suo esercito e l'Ordine Nero, dopo essersi accasciato a terra contemplando il suo fallimento.}}
*Vedrai, Peter. La gente... ha bisogno di credere. Di questi tempi... crede a qualsiasi cosa. ('''Quentin Beck/Mysterio''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: Far from Home]]'' (2019). Peter Parker, alias, Spider-Man, viene reclutato da Nick Fury per contrastare la minaccia degli Elementali, creature provenienti da altre dimensioni che stanno spargendo il caos in tutto il mondo. Nel corso della missione, però, Peter scopre che il loro nuovo alleato Quentin Beck alias Mysterio, è un truffatore: gli Elementali sono infatti solo una sua creazione. Peter combatte così contro il malvagio Mysterio a Londra, dove dopo aver ingaggiato una lotta, Beck viene sconfitto e muore apparentemente.}}
===''Saga del Multiverso''===
====''Fase Quattro''====
{{cronologico}}
*È sull'ala!!! Muovetevi!! Che state aspettando?! ('''Generale Dreykov''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Black Widow]]'' (2021). Lo spietato generale russo Dreykov, leader dell'organizzazione segreta delle Vedove Nere, la ''Stanza Rossa'', fa per fuggire dalla sua base volante insieme ai suoi scagnozzi: il suo elicottero però viene intercettato da Yelena Belova, sorella di Natasha Romanoff che fa esplodere il suo elicottero con delle granate, uccidendolo e vendicando tutte le ragazze finite sotto il suo controllo.}}
*Fammi solo... Riprendere fiato. ('''May Parker''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Rimasta ferita nello scontro tra il nipote Peter e il terribile Goblin, May Parker esorta il nipote ad accettare le conseguenze delle sue azioni, ricordando al nipote che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità": purtroppo il Goblin ha ferito May gravemente con la lama del suo aliante dietro a schiena e pertanto la donna muore tra le braccia del povero Peter.}}
*Lei era lì per causa tua! Io l'avrò pure colpita, ma tu... Tu sei quello che l'ha uccisa! ('''Goblin della Terra-96283''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Spider-Man: No Way Home]]'' (2021). Al termine della prima parte dello scontro finale tra i tre Spider-Man del multiverso e i Terribili Quattro, il folle supercriminale Goblin provoca la collera del Peter Parker dell'universo principale ad ucciderlo, provocandolo con la morte di sua zia May: seppur tentato di ucciderlo col suo stesso aliante, Peter dà ascolto alle sue controparti alternative e si limita ad iniettare al Goblin un siero in grado di annullare la sua personalità maligna, eliminando la minaccia una volta per tutte che libera finalmente Norman Osborn.}}
*Lo so. Ma nel grande calcolo del multiverso, il tuo sacrificio vale più della tua vi... ('''Stephen Strange/Defender Strange della Terra-617''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In fuga nel multiverso, la giovane America Chaver e una versione alternativa del Dottor Strange, noto come il Defender Strange, vengono bloccati dal mostro dimensionale che gli dà la caccia. Non trovando altra soluzione, Strange decide di sacrificare la vita di America assorbendo il suo potere di viaggiare nel multiverso in modo da impedire al mostro di ottenerlo: prima di poter portare a termine l'ingrato compito però Defender Strange viene trafitto alla schiena dal mostro e non può fare altro che scagliare America in un portale dimensionale prima di morire.}}
*Sono pronto. ('''Stephen Strange/Supreme Strange della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). In un flashback, gli Illuminati della Terra-838 raccontano al Dottor Strange la fine della sua controparte del loro universo, Supreme Strange: questi, nel tentativo di fermare Thanos, utilizzò il libro di magia nera del Darkhold per viaggiare nel multiverso, ma finì per provocare accidentalmente l'incursione tra due universi. Una volta fermato Thanos, Supreme Strange accettò la decisione dei suoi compagni di essere giustiziato per i suoi crimini: pertanto il collega Freccia Nera, seppur estremamente riluttante e dispiaciuto, lo disintegrò con la sua voce supersonica.}}
*Wanda, Black Bolt potrebbe ucciderti con un sussurro dalla sua bocca. ('''Reed Richards/Mister Fantastic della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Deciso a far ragionare Wanda Maximoff, desiderosa di rapire America per viaggiare nel multiverso, il membro degli Illuminati, Reed Richards, alias Mister Fantastic, prova a farla ragionare minacciandola con i poteri di Freccia Nera: Wanda per tutta risposta uccide quest'ultimo e, afferrando un terrorizzato Mister Fantastic con i suoi poteri telecinetici, squaglia meticolosamente il suo corpo per poi finirlo facendogli esplodere la testa.}}
*Ho tutto il giorno libero! ('''Peggy Carter/Capitan Carter della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Per fermare Wanda, l'illuminata Peggy Carter, alias Capitan Carter, prova ad affrontarla in uno scontro diretto lanciandole contro il suo scudo: Wanda però riesce a bloccarlo e glielo lancia nuovamente contro tranciandola a metà.}}
*Esci subito dal mio universo! ('''Maria Rambeau/Capitan Marvel della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Furiosa per la morte dei compagni Illuminati, Maria Rambeau affronta a sua volta Wanda Maximoff, ma come gli altri supereroi ha presto la peggio e viene sconfitta dalla strega, che le dà il colpo di grazia schiacciandola con una statua con la sua effige.}}
*Wanda Maximoff, la tua mente è tenuta in ostaggio dal tuo sé alternativo. Forza, dammi la mano! Forse se riuscissi a liberarti dalle macerie l'incantesimo finirebbe! ('''Charles Xavier/Professor X della Terra-838''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Utilizzando i suoi poteri telepatici, il leader degli Illuminati, il professor Charles Xavier riesce ad entrare nella mente di Wanda Maximoff, nel tentativo di liberare la sua controparte della Terra-838 posseduta dalla strega: sfortunatamente Wanda glielo impedisce e uccide la sua mente spezzandogli il collo, provocando la sua morte anche nella realtà.}}
*Lo immaginavo! ('''Stephen Strange/Sinister Strange della Terra-199999''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Cacciato da Wanda in un altro universo alternativo, il Dottor Strange si ritrova ad affrontare una sua controparte sadica e malvagia nota come il Sinister Strange, colpevole di essersi lasciato corrompere dal Darkhold: dopo uno scontro in cui i due stregoni utilizzano le note musicali è la controparte buona ad avere la meglio, scagliando il Sinister Strange fuori da una finestra e facendolo impalare con orrore ad una delle cancellate.}}
*Io ho aperto il Darkhold, e io devo richiuderlo. Nessuno sarà più tentato dal Darkhold! ('''Wanda Maximoff/Scarlet Witch''')
::{{spiegazione|Personaggio di ''[[Doctor Strange nel Multiverso della Follia]]'' (2022). Su suggerimento del Dottor Strange, America fa incontrare Wanda con i suoi figli provenienti da un altro universo, che tuttavia sono terrorizzati dalla sua natura spietata: comprendendo disperatamente di essersi lasciata corrompere dal male che ha compiuta, Wanda decide di rimediare distruggendo la caverna contenente il Darkhold e distruggendo ogni copia del libro presente nel multiverso, perdendo apparentemente la vita nel processo.}}
==Serie televisive Netflix==
{{cronologico}}
===''[[Daredevil (serie televisiva)|Daredevil]]''===
====''Prima stagione''====
*Avresti dovuto uccidermi, vigliacco! ('''John Healy''')
::{{spiegazione|Dopo essere stato prosciolto grazie ad una giuria corrotta, il sicario John Healy viene attaccato da Daredevil, che picchiandolo lo interroga su chi sia il mandante del suo ultimo omicidio. Per via di tutte quelle violenze, Healy confessa, ma vedendo che il vigilante non lo uccide si suicida sbattendo la faccia contro un pezzo di ferro, essendo consapevole che il suo mandante farebbe uccidere lui e la sua famiglia in caso venisse a sapere della spiata.}}
*Aiutami...Ti prego...Aiutami... ('''Anatoly Ranskahov''')
::{{spiegazione|Deciso ad accettare gli accordi con Wilson Fisk, il gangster russo Anatoly Ranskahov si reca da lui: sfortunatamente, il russo arriva proprio nel bel mezzo della cena fra Fisk e Vanessa Marianna, rovinandola. Salito in macchina con Fisk, Anatoly inizia ad affermare le proprie ragioni, ma inaspettatamente l'auto si forma in un luogo isolato. Stupito, il gangster russo viene tirato fuori dall'auto e malmenato da un furioso Fisk, che inizia a sbattere sua testa contro la portiera della macchina: nonostante cerchi di supplicarlo, Fisk decapita brutalmente Anatoly con la portiera, furioso per l'appuntamento mancato.}}
*Signorina Page... ('''James Wesley''')
::{{spiegazione|Dopo che Vanessa si è ripresa, il braccio destro di Fisk, James Wesley, viene a sapere che Karen Page ha fatto visita alla madre del proprio capo. Deciso a non arrecargli un ulteriore dispiacere, Wesley agisce di persona, rapendo Karen e portandola in un magazzino per interrogarla. Minacciata con la morte dei propri amici, Karen riesce a prendere la pistola del criminale: Wesley prova a farla ragionare, ma Karen istintivamente lo crivella di colpi.}}
*Ho scritto tante storie nel corso dei miei anni... e sa quante volte mi hanno minacciato perché io mi tappassi la bocca? ('''Ben Urich''')
::{{spiegazione|Mentre si prepara a scrivere un articolo su Wilson Fisk, il giornalista Ben Urich riceve la visita del gangster in persona. Questi dichiara di rispettarlo, e di non crederlo responsabile della morte di Wesley. Tuttavia, Fisk è comunque arrabbiato per il coinvolgimento della propria madre: Urich dichiara stoicamente di essere comunque insensibile alle minacce, ma Fisk inaspettatamente lo strangola con violenza uccidendolo.}}
*Aspetta, aspetta! ('''Leland Owlsley''')
::{{spiegazione|Venuto a sapere del coinvolgimento del proprio contabile Leland Owlsley nell'attentato all'amata Vanessa, Fisk lo convoca in un palazzo abbandonato: qui, dopo avergli rivelato di conoscere tutta la verità, lo scaraventa con violenza nella tromba dell'ascensore del palazzo, spezzandogli il collo.}}
====''Seconda stagione''====
*Chiunque ci ostacolerà, noi dipingeremo le strade di rosso col loro sangue. E quando se ne andranno, renderemo orgoglioso tuo padre. E ci libereremo degli sporchi traditori che hanno tradito i loro compagni. Hell's Kitchen sarà di nuovo nostra! ('''Nesbit''')
::{{spiegazione|Uscito dopo molto tempo dalla prigione un suo associato, il gangster Nesbit organizza per lui una festa nel suo pub, insieme ad altri scagnozzi. Finita la cena, Nesbit annuncia i loro piani di conquista del quartiere ora che Wilson Fisk è stato sconfitto, ma in quel momento Nesbit viene ucciso da un colpo di mitra: tutti gli scagnozzi infatti vengono crivellati di colpi, ad eccezione di un uomo, Grotto.}}
*Non "sono"... lui... è un uomo solo! ('''Trafficante Messicano''')
::{{spiegazione|Indagando sulla pista della strage nel pub di Nesbit, Matt risale ad un gruppo di spacciatori messicani, rivali degli irlandesi. Indossati i panni di Daredevil, il vigilante si reca nel loro covo, ma qui trova solo i cadaveri dei trafficanti. Trovandone uno vivo, Matt gli chiede quali uomini abbiano potuto compiere una strage del genere, ma il trafficante specifica che è stato un solo uomo a fare tutto, per poi spirare.}}
*Perché... Non l'hai... Fermato? ('''Grotto''')
::{{spiegazione|Matt viene incatenato da Frank Castle al camino di un palazzo, dove nel frattempo Frank ha portato anche Grotto, il gangster scampato alla strage degli irlandesi e protetto da Matt, Karen e Foggy. Dopo una serie di discussioni sui metodi dei due vigilanti, Frank dà a Daredevil un ultimatum: con la pistola che Castle gli ha legato alle mani, Matt dovrà decidere se sparare a Frank per impedirgli di uccidere Grotto o se lasciargli giustiziare il criminale. Matt tuttavia non vuole macchiarsi del sangue di nessuno, e spara quindi alla catena che lo lega, cercando poi di slanciarsi contro Frank: purtroppo, il violento vigilante fa in tempo a sparare a Grotto, che muore tra le braccia di Matt.}}
*E a chi importa? ('''Finn Cooley''')
::{{spiegazione|Deciso a vendicare il figlio, morto la notte in cui Frank Castle massacrò gli uomini di Nesbit, il folle gangster irlandese Finn Cooley rapisce il vigilante e lo tortura. Tuttavia, grazie ad un diversivo ordito dallo stesso Castle e all'intervento di Daredevil, Frank sovverte la situazione e con un fucile a pompa minaccia Cooley, chiedendogli informazioni sugli assassini della sua famiglia, ma il criminale preferisce insultare sprezzante il vigilante: come risposta, Frank spara in piena faccia a Cooley.}}
*Ho sentito di te, le notizie corrono veloce, ma quel giorno c'erano molti criminali e ogni dito ha premuto un grilletto. Pensi che questa tua crociata non finirà mai, vero? Vero? ('''Dutton''')
::{{spiegazione|Finito in prigione, grazie all'aiuto di Wilson Fisk Frank può accedere alla cella di Dutton, capo dei detenuti nonché uno degli ultimi superstiti tra gli uomini che massacrarono la famiglia Castle. Uccise le sue guardie del corpo, Frank interroga Dutton chiedendogli chi abbia materialmente sparato i colpi che uccisero i suo famigliari: il capo dei detenuti tuttavia non può dargli informazioni e insulta Frank dicendogli che la sua crociata non avrà fine. Desideroso di vendetta, Frank pugnala Dutton.}}
*Tu, stupido figlio di... ('''Ray Schoonover''')
::{{spiegazione|Rivelatosi il trafficante Blacksmith, che ordinò la morte della famiglia Castle, l'ex superiore di Frank Ray Schoonover prende in ostaggio Karen e si prepara a fuggire. Tuttavia, i due vengono intercettati da Castle, creduto morto, che sottomette l'ex ufficiale e si fa portare nel suo rifugio. Qui, dopo averlo pestato e averlo interrogato, Frank uccide Schoonover con un colpo di pistola alla testa.}}
*Finitelo! ('''Nobou''')
::{{spiegazione|Grazie al sacrificio dell'amata Elektra e il supporto di Frank Castle, Daredevil riesce a sconfiggere gli uomini della Mano, sfidando poi a duello il loro comandante, il vecchio alleato di Wilson Fisk Nobou, con cui si era già scontrato in precedenza. Dopo un duro ma decisivo scontro, il supereroe riesce a scaraventare giù dal palazzo in cui si trovavano il ninja. Nobou prova allora a fuggire mentre Daredevil aiuta gli ostaggi, ma viene raggiunto e ucciso da Stick.}}
===''[[Jessica Jones (serie televisiva)|Jessica Jones]]''===
====''Prima stagione''====
*'''Barbara Shotlman''': Grazie. <br/>'''Bob Shlotman''': Grazie, signorina Jones.
::{{spiegazione|Jessica riesce a liberare la giovane Hope Shlotman dalle grinfie del suo persecutore Killgrave. Dopo averla riconsegnata ai genitori tutto sembra andare per il meglio, ma improvvisamente Hope uccide entrambi i genitori, essendo costretta ad ubbidire ad un'ultima direttiva di Killgrave}}
*Perchè la amo. ('''Ruben''')
::{{spiegazione|Killgrave sta facendo un sopralluogo in casa di Jessica quando entra il timido vicino di Jessica, Ruben. Incuriosito, Killgrave obbliga il giovane a confessare la sua cotta per Jessica: geloso, Killgrave ordina a Ruben di tagliarsi la gola.}}
Killgrave mi ha detto di darle questo. ('''Signora DeLuca''')
::{{spiegazione|Dopo che Jessica riesce a stordire Killgrave, l'investigatrice si imbatte nel poliziotto suo alleato Will Simpson , il quale le propone di uccidere il criminale. Jessica però vuole Killgrave vivo per poterlo interrogare, e quindi stende Simpson e due suoi colleghi e scappa. Irritato, Simpson viene avvicinato dalla vicina di casa dei Jones, la signora DeLuca, che dichiara di dovergli consegnare un pacchetto da parte di Killgrave. All'interno, Simpson trova la bomba che aveva provato a inserire nella casa di Killgrave in precedenza: prima di poter fare qualsiasi cosa la bomba scoppia ferendo gravemente Simpson e uccidendo i suoi colleghi e la signora DeLuca.}}
*Tu sei una nostra responsabilità... Noi dobbiamo fermarti! ('''Louise Thompson''')
::{{spiegazione|Per far confessare Killgrave, Jessica porta nella sua cella i suoi genitori, Albert e Louise. Dopo un'aspra discussione Louise rivela il proprio scopo: ella ritiene il figlio solamente un mostro, e perciò ha portato delle forbici con cui ucciderlo. Deluso e furente per il comportamento della madre, Killgrave ordina ai genitori di suicidarsi: Jessica allora irrompe nella cella e riesce a salvare Albert, ma non Louise, che si pugnala ripetutamente con le stesse forbici che voleva usare per uccidere il figlio.}}
*In un hotel sulla Washington, di fronte a Barbuto. ('''Detective Oscar Clemmons''')
::{{spiegazione|Mentre Jessica va alla caccia di Killgrave con Trish, il Detective Oscar Clemmons, passato dalla loro parte dopo aver assistito all'incontro tra il criminale e i genitori, rimane nel loro covo: dopo poco tempo arriva però Will Simpson, che puntandogli una pistola contro gli chiede dove siano andate le ragazze. Poiché il detective non parla, Simpson abbassa la pistola e gli fa capire di essere dalla loro parte: Clemmons allora gli rivela la loro posizione, ma Simpson improvvisamente estrae la pistola e gli spara a sangue freddo in testa.}}
*26... 27...28...29! ('''Wendy Ross-Hogarth''')
::{{spiegazione|Killgrave e l'avvocato Jeri Hogarth fanno un accordo: il criminale costringerà Wendy, ex moglie di Jeri, a firmare le carte del divorzio ed in cambio Jeri gli fornirà il feto abortito da Hope, rimasta incinta. L'accordo va a buon fine, ma sentendo una discussione tra Jeri e Wendy Killgrave crede che ad avere ragione sia quest'ultima e gli ordina di uccidere Jeri con 100 pugnalate: contenta, Wendy inizia a pugnalare l'ex moglie con una forbice. Quando è arrivata circa alle trenta pugnalate arriva però Pam, attuale amante di Jeri: le due rivali hanno quindi una colluttazione, e Wendy sbatte contro uno spigolo di un tavolo morendo.}}
*Ora puoi ucciderlo. Dimmi che lo farai! Dimmelo... dimmelo... ('''Hope Shotlman''')
::{{spiegazione|Jessica va ad un appuntamento ricevuto da Killgrave in un ristorante e si ritrova davanti una scena inquietante: il criminale ha infatti rapito la sua vecchia vittima Hope e si trova seduto con lei ad un tavolo, mentre alcuni membri del gruppo di sostegno organizzato da Trish stanno per impiccarsi sul bancone del bar. Il criminale dice a jessica che se non verrà con lui si terrà Hope, ma improvvisamente la ragazza si pugnala con un coltello: mentre Killgrave fugge utilizando come diversivo i membri del gruppo di recupero, Hope muore tra le braccia di Jessica, dicendole che ora è libera di uccidere il criminale.}}
*Ora è più forte: non ascoltarlo, non guardarlo in faccia. Ti farà uccidere! ('''Albert Thompson''')
::{{spiegazione|Entrata nell'appartamento in cui Killgrave si è nascosto col padre Albert, ovvero la casa di una coppia gay, Jessica si ritrova davanti una scena brutale: sul pavimento vi sono infatti il cadavere di uno dei due ragazzi gay e Albert, privo di arti, mentre l'altro ragazzo sta facendo a pezzi i suoi arti in stato di trance. Dopo che Jessica lo ferma, si concentra sul povero Albert, che rinviene: agonizzante, il vecchio fa appena in tempo ad avvisare Jessica dei nuovi poteri ottenuti dal figlio, per poi spirare.}}
*Dimmi che mi ami! ('''Kevin Thompson/Killgrave''')
::{{spiegazione|Deciso ad abbandonare la città, il criminale Killgrave prende il controllo di molte persone al porto. All'arrivo di Jessica e della sua amica Trish, Killgrave prende il controllo di quest'ultima, deciso a portarla via per far soffrire Jessica. L'investigatrice tuttavia non ha alcuna reazione alla notizia: Convinto che anche lei sia finita sotto il controllo, Killgrave la costringe a sorridergli e a baciarlo. Tuttavia, quando Jessica gli si avvicina lo afferra per il collo: facendogli capire di non essere più sotto il suo controllo, Jessica spezza il collo di Killgrave uccidendolo.}}
==Serie televisive Disney+==
{{torna a|Ultime parole dalle serie televisive}}
{{cronologico}}
===''[[WandaVision]]''===
*Arrivederci, amore. ('''[[Visione (Marvel Comics)|Visione]]''')
::{{spiegazione|Si tratta di una versione alternativa di Visione, ricreato da Wanda Maximoff all'interno di una cupola magica che intrappola la cittadina di Westview. Alla fine Wanda accetta di far dissolvere la cupola per liberare la città e Visione la saluta prima di scomparire.}}
===''[[Loki (serie televisiva)|Loki]]''===
*Gloriosi propositi! ('''Loki Classico''')
::{{spiegazione|È una Variante anziana di Loki sopravvissuto agli eventi di ''[[Avengers: Infinity War]]'' che, dopo anni passati in solitudine, è stato "falciato" dalla Time Variance Authority e portato nella dimensione Vuoto per aver cercato di ricongiungersi con il fratello Thor. A causa di ciò, si è ormai rassegnato al fatto che tutti i Loki siano condannati ad essere dei reietti malvagi in ogni loro Variante, impossibili da redimere. Nonostante l'iniziale rifiuto, interviene all'ultimo creando un'illusione di Asgard per ingannare la creatura chiamata Alioth, salvando così la Variante Loki del 2012 e Sylvie e permettendo loro di controllare la creatura ma sacrificandosi nel tentativo. Dice questa frase poco prima di essere consumato da Alioth, rendendosi conto di aver effettivamente raggiunto la redenzione che riteneva impossibile.}}
*Ci rivedremo presto. ('''Colui che rimane''')
::{{spiegazione|Giunti alla Cittadella alla Fine del Tempo, Loki e Sylvie scoprono che la vera mente dietro la TVA è un individuo chiamato "Colui che rimane", il quale li ha appositamente condotti lì manipolando gli eventi. Egli spiega che hanno due opzioni: prendere il suo posto come governatore della TVA per mantenere intatta la Sacra Linea Temporale o ucciderlo, in quest'ultimo caso permettendo il libero arbitrio di ogni essere nell'universo ma scatenando una Guerra Multiversale tra sue Varianti malvagie. Nonostante Loki cerchi di fermarla, Sylvie, assetata di vendetta, non crede alle sue parole e riesce a uccidere Colui che Rimane con la sua spada. L'uomo pronuncia queste parole alla donna prima di spirare, preannunciando l'arrivo delle sue Varianti pericolose.}}
===''[[What if...?|What If...?]]''===
*Peter... sorridi. Sorridi per me, okay? ('''Wasp''')
{{Marvel Cinematic Universe}}
[[Categoria:Marvel Cinematic Universe]]
[[Categoria:Ultime parole dai media| Marvel Cinematic Universe]]
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Daria Nicolodi
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/* Citazioni di Daria Nicolodi */
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text/x-wiki
[[File:Daria Nicolodi 75.jpg|thumb|Daria Nicolodi nel 1975]]
'''Daria Nicolodi''' (1950 – 2020), attrice e sceneggiatrice italiana.
==Citazioni di Daria Nicolodi==
*A me i film dell'orrore piacciono molto, e Dario è molto bravo. Devo però fare un discorso a parte per ''[[Phenomena]]'', un film che in un certo senso ripudio. Non perché non sia valido, dato che io lo trovo bello, ma per il suo contenuto; io mi sento molto toccata dal problema degli handicappati, e in ''Phenomena'' si scopre alla fine che gli assassini sono un bambino deforme e la sua mamma, che uccide per difenderlo. Inoltre nel film i buoni sono ricchi e belli, mentre i cattivi sono brutti e poveri. Mi è sembrata un'opera molto reazionaria, e un notevole passo indietro di Dario, un regista che ho amato molto ma con cui non ho più intenzione di lavorare, almeno finché continuerà su questa strada.<ref>Intervista in «Primavisione cinematografica», n. 9, settembre 1985.</ref>
*{{NDR|Su [[Mario Bava]]}} Appena dopo la sua morte, scrissi di getto una lettera per L’Europeo, quando [[Oreste Del Buono]] era ancora redattore della sezione cinema, le leggo qualche passaggio: «Per me, non vi può essere alcuna cultura cinematografica completa e veramente vasta in chi non conosca l’opera di Bava. Mi riferisco tra l’altro a quei critici che come al solito l’hanno liquidato in questi giorni sui giornali con tre battute, «modesto», «artigiano» e «pioniere», quando questi signori i film di Bava non si sono mai degnati di vederli. Per me e molti altri più importanti di me, è stato un indicibile insegnamento vedere questo signore sessantenne, vivace come un ragazzo, gentile come un padrino da racconti di fate che riusciva a mantenere il perfetto ordine nella troupe, con il solo fascino di questa sua gentilezza. Di rado, durante le pause di ''[[Shock]]'' o della ''[[Venere d’Ille]]'', l’ho sentito inoltrarsi, e mai per lungo tempo, nella descrizione di incredibili trucchi luminosi, fasci fosfati dai colori d’arcobaleno, lastre turchine di vetri-acqua, diorama, incendi, del tempo in cui era giovane, evocando dallo sfondo scuro e dall'abisso del tempo l’immagine di segreti inauditi, meravigliosi della fotografia. Il momento per misurarlo meglio, per gustare la gentilezza della sua natura, era quando si metteva alla mdp. Allora faceva mostra di una geniale semplicità, cercando di divertirci tutti, maestranze, tecnici, attori, come bambini coi giocattoli pieni di simpatia e ammirazione per il coscienzioso, attentissimo ragazzo più grande che tanto si dava da fare per coinvolgerci ».<ref name= Foschini>Dall'intervista di Francesco Foschini, ''[https://ilmanifesto.it/daria-nicolodi-limportante-non-e-raccontarsi/ Daria Nicolodi, l’importante non è raccontarsi]'', ''ilmanifesto.it'', 4 luglio 2020.</ref>
*{{NDR|In ''[[Maccheroni]]'' di [[Ettore Scola]]}} Eravamo all’Hotel Excelsior di Napoli, mentre giravamo. [[Jack Lemmon|Lemmon]] fece portare un grande pianoforte a coda perché gli piaceva suonare. Essendo la nipote di [[Alfredo Casella]], capivo cosa stesse suonando. Nacque una forte amicizia tra noi, basata anche sulla musica. Ogni tanto passavamo il tempo a chiacchierare. Mi raccontava aneddoti meravigliosi sulla Hollywood di un tempo, ad esempio quando [[Norma Shearer]] attentò alla sua virtù durante un ballo. Ascoltavo come una scolaretta e mi diceva: «Sei una totale delizia».<ref name=Foschini/>
{{Int|Da ''[https://www.lanazione.it/firenze/spettacoli/daria-nicolodi-la-mia-svolta-fare-la-nonna-1.229693 Daria Nicolodi: "La mia svolta? Fare la nonna"]''|Intervista di Titti Giuliani Foti, ''Lanazione.it'', 21 settembre 2014.}}
*[[Intervista|Interviste]]? Ne ho date nove in tutta la mia vita. Sono una che non si mette in mostra: "garbeggio", faccio come la Garbo, mi nascondo un po'.
*Vorrei che noi [[donna|donne]] fossimo abbastanza mature per far sentire una voce diversa, per timbro, musica e parole. Diverse ma presenti.
*Io immaginavo diverso ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' e allora scelsi i Goblin: pensavo che ci stesse meglio molto rock, in scene immaginate come i video che si saranno fatti anni dopo.
*{{NDR|Su [[Asia Argento]]}} È dolce come lo zibibbo ma anche donna forte che sa combattere. Ha iniziato presto a fare l'attrice, adesso si è stufata ed è regista. Credo che da ora in poi farà solo questo: con me ha un rapporto idilliaco. È una madre molto dolce e speciale con i suoi bambini.
{{Int|Da ''[https://ilmanifesto.it/daria-nicolodi-limportante-non-e-raccontarsi Daria Nicolodi, l’importante non è raccontarsi]''|Intervista di Francesco Foschini, ''Ilmanifesto.it'', 4 luglio 2020.}}
*{{NDR|Su ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]''}} Purtroppo ero occupata col teatro e non ho potuto girarlo, ma {{NDR|[[Carmelo Bene]]}} mi disse: «Ti amo così tanto che metterò comunque il tuo nome nel cast». Fu un suo regalo.
*Ah, [[Elio Petri|Petri]], che maestro! Un uomo di immensa cultura e fantasia.
*{{NDR|Su [[Sergio Citti]]}} Aveva occhio lungo, era un uomo di grande intelligenza e bontà. Di una cultura immensa.
*{{NDR|Su [[Federico Fellini]]}} Mi chiamava «stellina d’oro». Ogni tanto ci incontravamo al bar del Grand Hotel di Roma, e parlavamo sempre di esoterismo e magia.
*Sono stata campionessa di nuoto e ho fatto anche judo, quindi so difendermi. Ovviamente è tutto relativo, perché un’aggressione è un’acrobazia nel nero della vita che non sei abituato ad affrontare.
*{{NDR|Su ''[[Paganini Horror]]''}} Lo scrissi io, poi [[Luigi Cozzi|Cozzi]] lo ha «rubato», ma non ce l’ho con lui, può capitare nella vita, soprattutto nell’ambito cinema.
==Citazioni su Daria Nicolodi==
*Daria era una bravissima attrice, una donna molto simpatica e colta e un’amica, una grande amica. ([[Luigi Cozzi]])
==Note==
<references/>
==Filmografia==
===Attrice===
{{div col|strette}}
*''[[La proprietà non è più un furto]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Viola bacia tutti]]'' (1997)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
{{Div col end}}
===Sceneggiatrice===
*''[[Suspiria]]'' (1977)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]], figlia
*[[Dario Argento]], marito
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Nicolodi, Daria}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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/* Citazioni di Daria Nicolodi */
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[[File:Daria Nicolodi 75.jpg|thumb|Daria Nicolodi nel 1975]]
'''Daria Nicolodi''' (1950 – 2020), attrice e sceneggiatrice italiana.
==Citazioni di Daria Nicolodi==
*A me i film dell'orrore piacciono molto, e Dario è molto bravo. Devo però fare un discorso a parte per ''[[Phenomena]]'', un film che in un certo senso ripudio. Non perché non sia valido, dato che io lo trovo bello, ma per il suo contenuto; io mi sento molto toccata dal problema degli handicappati, e in ''Phenomena'' si scopre alla fine che gli assassini sono un bambino deforme e la sua mamma, che uccide per difenderlo. Inoltre nel film i buoni sono ricchi e belli, mentre i cattivi sono brutti e poveri. Mi è sembrata un'opera molto reazionaria, e un notevole passo indietro di Dario, un regista che ho amato molto ma con cui non ho più intenzione di lavorare, almeno finché continuerà su questa strada.<ref>Intervista in «Primavisione cinematografica», n. 9, settembre 1985.</ref>
{{Int|Da ''[https://www.lanazione.it/firenze/spettacoli/daria-nicolodi-la-mia-svolta-fare-la-nonna-1.229693 Daria Nicolodi: "La mia svolta? Fare la nonna"]''|Intervista di Titti Giuliani Foti, ''Lanazione.it'', 21 settembre 2014.}}
*[[Intervista|Interviste]]? Ne ho date nove in tutta la mia vita. Sono una che non si mette in mostra: "garbeggio", faccio come la Garbo, mi nascondo un po'.
*Vorrei che noi [[donna|donne]] fossimo abbastanza mature per far sentire una voce diversa, per timbro, musica e parole. Diverse ma presenti.
*Io immaginavo diverso ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' e allora scelsi i Goblin: pensavo che ci stesse meglio molto rock, in scene immaginate come i video che si saranno fatti anni dopo.
*{{NDR|Su [[Asia Argento]]}} È dolce come lo zibibbo ma anche donna forte che sa combattere. Ha iniziato presto a fare l'attrice, adesso si è stufata ed è regista. Credo che da ora in poi farà solo questo: con me ha un rapporto idilliaco. È una madre molto dolce e speciale con i suoi bambini.
{{Int|Da ''[https://ilmanifesto.it/daria-nicolodi-limportante-non-e-raccontarsi Daria Nicolodi, l’importante non è raccontarsi]''|Intervista di Francesco Foschini, ''Ilmanifesto.it'', 4 luglio 2020.}}
*{{NDR|Su ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]''}} Purtroppo ero occupata col teatro e non ho potuto girarlo, ma {{NDR|[[Carmelo Bene]]}} mi disse: «Ti amo così tanto che metterò comunque il tuo nome nel cast». Fu un suo regalo.
*Ah, [[Elio Petri|Petri]], che maestro! Un uomo di immensa cultura e fantasia.
*{{NDR|Su [[Mario Bava]]}} Appena dopo la sua morte, scrissi di getto una lettera per L’Europeo, quando [[Oreste Del Buono]] era ancora redattore della sezione cinema, le leggo qualche passaggio: «Per me, non vi può essere alcuna cultura cinematografica completa e veramente vasta in chi non conosca l’opera di Bava. Mi riferisco tra l’altro a quei critici che come al solito l’hanno liquidato in questi giorni sui giornali con tre battute, «modesto», «artigiano» e «pioniere», quando questi signori i film di Bava non si sono mai degnati di vederli. Per me e molti altri più importanti di me, è stato un indicibile insegnamento vedere questo signore sessantenne, vivace come un ragazzo, gentile come un padrino da racconti di fate che riusciva a mantenere il perfetto ordine nella troupe, con il solo fascino di questa sua gentilezza. Di rado, durante le pause di ''[[Shock]]'' o della ''[[Venere d’Ille]]'', l’ho sentito inoltrarsi, e mai per lungo tempo, nella descrizione di incredibili trucchi luminosi, fasci fosfati dai colori d’arcobaleno, lastre turchine di vetri-acqua, diorama, incendi, del tempo in cui era giovane, evocando dallo sfondo scuro e dall'abisso del tempo l’immagine di segreti inauditi, meravigliosi della fotografia. Il momento per misurarlo meglio, per gustare la gentilezza della sua natura, era quando si metteva alla mdp. Allora faceva mostra di una geniale semplicità, cercando di divertirci tutti, maestranze, tecnici, attori, come bambini coi giocattoli pieni di simpatia e ammirazione per il coscienzioso, attentissimo ragazzo più grande che tanto si dava da fare per coinvolgerci».
*{{NDR|Su [[Sergio Citti]]}} Aveva occhio lungo, era un uomo di grande intelligenza e bontà. Di una cultura immensa.
*{{NDR|In ''[[Maccheroni]]'' di [[Ettore Scola]]}} Eravamo all’Hotel Excelsior di Napoli, mentre giravamo. [[Jack Lemmon|Lemmon]] fece portare un grande pianoforte a coda perché gli piaceva suonare. Essendo la nipote di [[Alfredo Casella]], capivo cosa stesse suonando. Nacque una forte amicizia tra noi, basata anche sulla musica. Ogni tanto passavamo il tempo a chiacchierare. Mi raccontava aneddoti meravigliosi sulla Hollywood di un tempo, ad esempio quando [[Norma Shearer]] attentò alla sua virtù durante un ballo. Ascoltavo come una scolaretta e mi diceva: «Sei una totale delizia».
*{{NDR|Su [[Federico Fellini]]}} Mi chiamava «stellina d’oro». Ogni tanto ci incontravamo al bar del Grand Hotel di Roma, e parlavamo sempre di esoterismo e magia.
*Sono stata campionessa di nuoto e ho fatto anche judo, quindi so difendermi. Ovviamente è tutto relativo, perché un’aggressione è un’acrobazia nel nero della vita che non sei abituato ad affrontare.
*{{NDR|Su ''[[Paganini Horror]]''}} Lo scrissi io, poi [[Luigi Cozzi|Cozzi]] lo ha «rubato», ma non ce l’ho con lui, può capitare nella vita, soprattutto nell’ambito cinema.
==Citazioni su Daria Nicolodi==
*Daria era una bravissima attrice, una donna molto simpatica e colta e un’amica, una grande amica. ([[Luigi Cozzi]])
==Note==
<references/>
==Filmografia==
===Attrice===
{{div col|strette}}
*''[[La proprietà non è più un furto]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Viola bacia tutti]]'' (1997)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
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===Sceneggiatrice===
*''[[Suspiria]]'' (1977)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]], figlia
*[[Dario Argento]], marito
==Altri progetti==
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Gabriele Marconi
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[[File:Gabriele Marconi in Dalmazia.jpg|thumb|Gabriele Marconi]]
'''Gabriele Marconi''' (1961 – vivente), scrittore, giornalista e cantautore italiano.
==[[Incipit]] de ''Le stelle danzanti''==
«Siamo entrati in piazza Grande, allora – disse Marco – e c'erano bandiere dappertutto, e la banda... la gente sembrava impazzita».<br>
«E perché noi no? Lo dovevi vedere, il bergamasco: piangeva come mia madre quando sono partito per il fronte».<br>
«È che non riuscivo a credere di aver avuto tanta sfortuna: ma ti pare giusto? L'eroe del Grappa che deve sfilare sopportando il gomito appuntito di un terrone piantato nelle costole! Mi ha fatto perdere tre volte il passo, 'sta bestia, per rubare i fiori che le ragazze mi lanciavano».
==Bibliografia==
*Gabriele Marconi, ''Le stelle danzanti. Il romanzo dell'impresa fiumana'', Vallecchi, 2009. ISBN 9788884271754 - Castelvecchi, 2019. ISBN 8832827441
"Fino alla tua bellezza", 2013, ISBN 8876159282
"Ritorno alla terra desolata", Idrovolante, 2015, ISBN 9788899564001
"2 agosto 1980 - Orazione civile", Eclettica, 2020, ISBN 8832165392
"Eden in fiamme", Castelvecchi, 2022, ISBN 9788832908237
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{{DEFAULTSORT:Marconi, Gabriele}}
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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wikitext
text/x-wiki
[[File:Gabriele Marconi in Dalmazia.jpg|thumb|Gabriele Marconi]]
'''Gabriele Marconi''' (1961 – vivente), scrittore, giornalista e cantautore italiano.
==[[Incipit]] de ''Le stelle danzanti''==
«Siamo entrati in piazza Grande, allora – disse Marco – e c'erano bandiere dappertutto, e la banda... la gente sembrava impazzita».<br>
«E perché noi no? Lo dovevi vedere, il bergamasco: piangeva come mia madre quando sono partito per il fronte».<br>
«È che non riuscivo a credere di aver avuto tanta sfortuna: ma ti pare giusto? L'eroe del Grappa che deve sfilare sopportando il gomito appuntito di un terrone piantato nelle costole! Mi ha fatto perdere tre volte il passo, 'sta bestia, per rubare i fiori che le ragazze mi lanciavano».
==Bibliografia==
*Gabriele Marconi, ''Le stelle danzanti. Il romanzo dell'impresa fiumana'', Vallecchi, 2009. ISBN 9788884271754
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It - Capitolo due
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2022-07-26T17:56:50Z
37.181.15.100
/* Frasi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titolo italiano = It - Capitolo due
|genere = horror
|regista = [[Andrés Muschietti]]
|soggetto = [[Stephen King]] ''(romanzo)''
|sceneggiatore = [[Gary Dauberman]]
|attori =
*[[Bill Skarsgård]]: [[It (personaggio)|Pennywise/It]]
*[[James McAvoy]]: William "Bill" Denbrough
*[[Jaeden Martell]]: William "Bill" Denbrough giovane
*[[Jessica Chastain]]: Beverly "Bev" Marsh
*[[Sophia Lillis]]: Beverly "Bev" Marsh giovane
*[[Jay Ryan (attore)|Jay Ryan]]: Benjamin "Ben" Hanscom
*[[Jeremy Ray Taylor]]: Benjamin "Ben" Hanscom giovane
*[[Bill Hader]]: Richard "Richie" Tozier
*[[Finn Wolfhard]]: Richard "Richie" Tozier giovane
*[[Isaiah Mustafa]]: Michael "Mike" Hanlon
*[[Chosen Jacobs]]: Michael "Mike" Hanlon giovane
*[[James Ransone]]: Edward "Eddie" Kaspbrak
*[[Jack Dylan Grazer]]: Edward "Eddie" Kaspbrak giovane
*[[Andy Bean]]: Stanley "Stan" Uris
*[[Wyatt Oleff]]: Stanley "Stan" Uris giovane
*[[Jackson Robert Scott]]: George "Georgie" Denbrough
*[[Joan Gregson]]: sig.ra Kersh
*[[Javier Botet]]: lebbroso
*[[Teach Grant]]: Henry Bowers
*[[Nicholas Hamilton]]: Henry Bowers giovane
*[[Jess Weixler]]: Audra Phillips
*[[Will Beinbrink]]: Tom Rogan
*[[Xavier Dolan]]: Adrian Mellon
*[[Taylor Frey]]: Don Hagarty
*[[Jake Weary]]: John "Webby" Garton
*[[Stephen Bogaert]]: Alvin Marsh
*[[Molly Atkinson]]: Myra / Sonia Kaspbrak
*[[Ryan Kiera Armstrong]]: Victoria Fuller
*[[Luke Roessler]]: Dean
*[[Joe Bostick]]: sig. Keene
*[[Juno Rinaldi]]: Gretta
*[[Stephen King]]: negoziante
|doppiatori italiani =
*[[Emiliano Coltorti]]: Pennywise/It
*[[Stefano Crescentini]]: William "Bill" Denbrough
*[[Tommaso Di Giacomo]]: William "Bill" Denbrough giovane
*[[Chiara Gioncardi]]: Beverly "Bev" Marsh
*[[Ginevra Pucci]]: Beverly "Bev" Marsh giovane
*[[Gianfranco Miranda]]: Benjamin "Ben" Hanscom
*[[Alessandro Carloni (doppiatore)|Alessandro Carloni]]: Benjamin "Ben" Hanscom giovane
*[[Edoardo Stoppacciaro]]: Richard "Richie" Tozier
*[[Giulio Bartolomei]]: Richard "Richie" Tozier giovane
*[[Nanni Baldini]]: Michael "Mike" Hanlon
*[[Riccardo Suarez]]: Michael "Mike" Hanlon giovane
*[[Stefano Brusa]]: Edward "Eddie" Kaspbrak
*[[Gabriele Meoni]]: Edward "Eddie" Kaspbrak giovane
*[[Paolo De Santis]]: Stanley "Stan" Uris
*[[Luca Tesei]]: Stanley "Stan" Uris giovane
*[[Alessio Aimone]]: George "Georgie" Denbrough
*[[Graziella Polesinanti]]: sig.ra Kersh
*[[Giovanni Petrucci (attore)|Giovanni Petrucci]]: lebbroso
*[[Christian Iansante]]: Henry Bowers
*[[Federico Campaiola]]: Henry Bowers giovane
*[[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Audra Phillips
*[[Massimo Bitossi]]: Tom Rogan
*[[Davide Albano]]: Adrian Mellon
*[[Gabriele Vender]]: Don Hagarty
*[[Davide Perino]]: John "Webby" Garton
*[[Massimo Lodolo]]: Alvin Marsh
*[[Antonella Alessandro]]: Myra / Sonia Kaspbrak
*[[Leonardo Cococcia]]: Dean
*[[Ambrogio Colombo]]: sig. Keene
*[[Lucrezia Roma]]: Gretta
*[[Pietro Biondi]]: negoziante
}}
'''''It - Capitolo due''''', film statunitense del 2019, regia di [[Andrés Muschietti]].
==Frasi==
{{cronologico}}
*A volte quello che vorremmo fosse dimenticato, che abbiamo cercato di lasciare nel passato, non vuole restarci. A volte... torna a cercarti. ('''Mike Hanlon''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Lo farò, Billy. ('''Stan Uris''')
*La riunione del Club dei Perdenti è ufficialmente aperta. ('''Richie Tozier''')
*Succede qualcosa quando si lascia la città. Più si ci allontana più tutto si sfoca. Ma io sono rimasto qui... Quindi sì, mi ricordo. Ricordo tutto di It. ('''Mike Hanlon''')
*C'è un eco, qui a Derry, che rimbalza ogni ventisette anni... ('''Mike Hanlon''')
*Vieni solo un po' più vicino, e al tre ti soffio via quella brutta macchia! ('''Pennywise/It''')
*Sei ancora la sua bambina, Beverly? Lo sei?! ('''Mrs. Kersh/It''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]] rivolto a Mike}} Saresti dovuto bruciare, Mike! Come quei drogati dei tuoi genitori! Li vedi grosso, allora?! Cotti a puntino?! Come dei cazzo di polli arrosto... {{NDR|Richie lo uccide con un ascia dietro la testa}} ('''Henry Bowers''')
*{{NDR|Riferito a Pennywise/It}} La sua vera forma, eh? Speriamo che sia un volpino. ('''Richie Tozier''')
*Tu hai mentito e io sono morto. Tu hai mentito e io sono morto! Tu hai mentito e io sono morto ('''Georgie Denbrough/It''')
*{{NDR|Rivolto a Ben}} Oh hai avuto successo! E hai fatto tanti addominali, ma nel profondo sei rimasto un piccolo grasso grasso grasso perdente. Che ha sempre saputo che sarebbe morto... da solo! ('''Pennywise/It''')
*{{NDR|Rivolto a Pennywise/It}} Ehi, faccia da cazzo! Giochiamo a Obbligo o Verità? Ecco una verità: sei una schifosa puttana! Sì, esatto: balliamo! Yippee Ki-yay, pe- ('''Richie Tozier''')
*Beep, beep, figlio di puttana! ('''Eddie Kaspbrak''')
*Venite a giocare, Perdenti! ('''It''')
*Riesco a percepire l'odore della vostra paura! ('''It''')
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Bev''': Aiuto!!<br>'''Bob Gray/It''': Oh, corri, Bev. Corri, corri! Non hai ancora cambiato niente, Beverly. Non hai ancora cambiato il loro futuro. {{NDR|truccandosi da Pennywise}} Tu... tu non hai ancora salvato nessuno di loro. Chiudi gli occhi, Bev.<br>'''Bev''': Vaffanculo!<br>'''Bob Gray/It''': Se veramente non ci credi... chiudili e vai. Vedi?
*'''Pennywise/It''': Ti sono mancato, Richie?<br>'''Richie''': Cazzo!<br>'''Pennywise/It''': Perché tu mi sei mancato, sai? Non c'è più nessuno che vuole giocare con il clown, ormai. Dai gioca con me, ti piacerà. Che ne dici di ''Street Fighter''? Oh, sì: quello ti piace, eh? O preferisci "Obbligo o Verità"?<br>'''Richie''': Gesù!<br>'''Pennywise/It''': Oh, di sicuro non vorresti che qualcuno scegliesse verità, giusto Richie? Non vorresti che qualcuno scoprisse quello che stai nascondendo. {{NDR|[[Canzoni dai film|cantando]]}} ''So il tuo segreto! Il tuo piccolo sporco segreto! Oh, so il tuo segreto! Il tuo piccolo, sporco, segreto!'' Lo diciamo, Richie?<br>'''Richie''': Non succede veramente, non è reale! Non è reale, non sta succedendo, non reale! <br>'''Pennywise/It''': Torna a giocare con me!! Torna a giocare con me, con il clown!!!
*'''Bill''' {{NDR|notando un suo libro sulla cassa}}: Vuole che glielo autografi?<br>'''Negoziante''': Nah. Non mi è piaciuto il finale.
*'''Giovane Bill''' {{NDR|avvicinandosi al tombino}}: Lo so che sei qua sotto, e so-so che... puoi sentirmi. C'è una cosa che devo sapere! T-tra tutti i bambini che avresti potuto prendere, perché G-G-G-Georgie? Dì qualcosa!!! Perché lui?! Perché lui perché lui perché lui?!?!<br>'''Pennywise/It''': Perché? Perché tu non eri lì con lui, Billy. {{NDR|ride malignamente}}
*'''Pennywise/It''': Baciami, ciccione! Oh, nessuno vuole baciare il ciccione grassone, poverino!<br>'''Giovane Ben''': Vattene via!<BR>'''Pennywise/It''': Vuoi restare solo? Oh, tu sei sempre stato solo! {{NDR|sghignazza crudelmente}}<br>'''Giovane Ben''': Non è vero! Ho i miei amici! Bill, Eddie, Mike, Stanley, Richie, Beverly, sono i miei amici!!<br>'''Pennywise/It''': Oh, baciami come se fosse l'ultima volta!
*'''Eddie''': Qualcuno vuole dire qualcosa?<br>'''Bill''': Richie l'ha detto in... m-m-modo migliore l'altra volta.<br>'''Richie''': Davvero? "Non voglio morire"?<br>'''Bill''': Non quello.<br>'''Richie''': "Dovevamo misurarci i piselli"?<br>'''Bill''': No. <br>'''Richie''': "Uccidiamo quel clown di merda"? {{NDR|Bill annuisce}} Uccidiamo quel clown di merda.
*'''Mike''': Nel profondo lui ha strisciato e la fede lì ha cercato. Nel profondo lui ha strisciato e la fede lì ha cercato. <br /> '''Ben''': Ma sta bene? <br />'''Richie''': Mi sa che avremo dovuto chiedercelo prima...
*'''Richie''': È stato un momento, va bene. Ma chi ha ucciso un clown psicopatico a tredici anni?<br>'''Eddie''': Io. <br>'''Richie''': Chi ha colpito Bowers togliendosi un coltello dalla faccia?<br>'''Eddie''': Sempre io.<br>'''Richie''': Chi ha sposato una donna dieci volte più pesante di lui?<br>'''Eddie''': Io!
*'''Eddie''': Ehi, ragazzi: è andata? È andata? Ce l'abbiamo fatta? Abbiamo messo gli oggetti in quella cosa. Ha funzionato, no? È finita, allora?<br>'''Pennywise/It''': Boo!<br>'''Bev''': Cazzo!<br>'''Pennywise/It''': Oh, ha funzionato, Mikey? Ha funzionato? Dii a loro perché il tuo stupido piccolo rituale non ha funzionato. Dii a loro che è soltanto... come si dice, Eddie? Un "gazebo"?<br>'''Eddie''': Mike, ma di che diavolo parla?<br>'''Bill''': Mikey?<br>'''Pennywise/It''': Oh, Mikey, non hai fatto vedere a loro la quarta incisione, vero? Non volevi che sapessero cos'è successo davvero ai poveri Shokopewah? Gnam, gnam, gnam.<br>'''Bill''': Cazzo, Mikey, ci hai mentito ancora!? <br>'''Mike''': No, è che... loro... loro non pensavano davvero che potevano uccidere It, per questo non ha funzionato!<br>'''Richie''': Ci prendi per il culo, Mike!<br>'''Mike''': Dobbiamo finirlo.<br>'''Richie''': Cazzo, vaffanculo, Mike!<br>'''Mike''': Avevamo bisogno... di qualcosa per recuperare la memoria! Di qualcosa per poter credere!<br>'''Richie''' {{NDR|It, si trasforma in ragno}}: Cazzo!<br>'''Bev''': I Pozzi Neri! Non guardate!<br>'''It''': Eh, eh, eh, eh. Per ventisette anni... vi ho sognato. Vi ho bramato. Oh, mi siete mancati. Eh, eh, eh, eh, eh, eh!<br>'''Ben''': Mike! Spostati! Vieni via da lì!<br>'''It''': ...aspettando questo, preciso, momento!<br>'''Bill''': Mike! Dobbiamo andare, presto! <br>'''Mike''': Mi dispiace ragazzi, mi dispiace.<br>'''It''': È tempo di galleggiare!
*'''Richie''' {{NDR|Richie ed Eddie, scappando dal braccio di Pennywise, si ritrovano davanti a tre porte con sopra scritto "Per niente spaventoso", "Spaventoso" e "Molto spaventoso"}}: È uno scherzo! Al diavolo!<br>'''Eddie''': Va bene, "per niente spaventoso", ok?<br>'''Richie''': No, no, no, no, no, sono...<br>'''Eddie''': "Sono" cosa?<br>'''Richie''': Invertite! Ci prende per il culo!<br>'''Eddie''': Sicuro?<br>'''Richie''': Fidati.<br>'''Eddie''': Mi fido?<br>'''Richie''': Sì!<br>'''Eddie''': Ok. {{NDR|aprono la porta "Molto spaventoso", l'interno e buio e si sente solo la voce di una delle bambine scomparse}}<br>'''Betty''': Dov'è la mia scarpa? {{NDR|spuntano le sue gambe mozzate, che si muovono ancora. Richie ed Eddie chiudono la porta}}<br>'''Eddie''': Che cazzo! Mi hai detto di fidarmi!<br>'''Richie''': Non ci ha presi per il culo! Apriamo "per niente spaventoso"!<br>'''Eddie''': A posto, andiamo. {{NDR|all'interno trovano un volpino innocuo}}<br>'''Richie''': Oh, cazzo... Non mi frega più, io non ci casco.<br>'''Eddie''': Oh, sì: quello è sicuramente un mostro. Fallo stare a cuccia.<br>'''Richie''': Lo so cosa vuoi fare, bastardello.<br>'''Eddie''' {{NDR|si accorge che Pennywise non li sta più cercando di agguantare}}: Richie? Se n'è andato.<br>'''Richie''': Oh? Sì, ok. Bene. {{NDR|si voltano verso il cagnolino}} Ok. Seduto!<br>'''Eddie''': L'ha fatto! Che carino.<br>'''Richie''': Sei un bravo cane.<br>'''Eddie''': È davvero un cane proprio bravo.<br>'''Richie''': Sei bravo, vero? {{NDR|il volpino si trasforma in un mostro. I due chiudono la porta e ritornano da dove sono venuti}}<br>'''Eddie''': Cazzo! La prossima volta scegliamo "spaventoso" e basta!<br>'''Richie''': "La prossima volta"?
*'''Eddie''': L'ho quasi ucciso... It-Lebbroso... quando gli ho stretto la gola... Sentivo che stava soffocando... L'ho reso piccolo... Sembrava debole... Sembrava... Sembrava più debole.<br>'''Mike''': Lo Shokopewah! Gli esseri viventi devono rispettare la [[Regole dai film|legge]] della forma che abitano!<br>'''Bev''': [...] Il tunnel! Dovrà rendersi più piccolo se vuole passare per l'entrata della caverna, giusto? Quindi, se riusciamo a tornare lì, possiamo farlo rimpicciolire. Renderlo piccolo, abbastanza per ucciderlo!
*'''Eddie''': Ehi, Richie? Devo dirti una cosa.<br>'''Richie''': Che devi dirmi?<br>'''Eddie''' {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}: Mi sono fatto tua madre.
*'''It''': Beccati!<br>'''Bill''': No! Cazzo!<br>'''It''': Siete dei brutti, bambini, cattivi!<br>'''Ben''': Un piano B ce lo abbiamo? Che facciamo?<br>'''It''': Morite! Ecco che fate!<br>'''Ben''': Mike?<br>'''Mike''': Ci sono più modi per rendere qualcuno piccolo.<br>'''It''': Oh?<br>'''Bev''': Fargli pensare che lo è.<br>'''Bill''': Cosa?<br>'''Mike''': Fargli pensare che lo è!<br>'''It''': Oh, io sarei "piccolo"?!? Oh, oh, oh, oh! Io sono la Mangiatrice di Mondi.<br>'''Mike''': Per noi non lo sei! Sei solo un clown. <br>'''Bev''': Sei un fragile vecchietta!<br>'''It''': La Mangiatrice di Mondi!!!<br>'''Bev''': Uno stupido bambino!<br>'''Bill''': Ciarlatano!!<br>'''Ben''': Sai, sei un buffone! Sei solo un buffone!<br>'''Bev''': Anzi, sei un bullo di merda!!<br>'''Mike''': Sei solo un clown di merda!<br>'''It''': La Mangiatrice di Mondi!<br>'''Richie''': Uno stupido clown di merda!!!<br>'''Bill''': Clown!!!<br>'''Ben''': Stupido bullo!<br>'''Bill''': Vaffanculo, Pennywise!!!<br>'''Ben''': Un patetico clown!<br>'''Bev''': Sei un clown!! {{NDR|It inizia a indebolirsi}}<br>'''Bill e Ben''': Clown! Sei un clown!!<br>'''Mike''': Uno stupido bullo!<br>'''Bill''': Un Picasso!<br>'''Ben''': Un clown!<br>'''Bill''': Non ho più paura di te!<br>'''Ben''': Maledetta fottuta stupida mummia!!!<br>'''Mike''': Sei un clown!<br>'''Tutti''': Clown di merda!!!<br>'''Bill''': Clown!! Clown!!! Clown di merda!!<br>'''Tutti''': Clown!! Clown!!<br>'''Bev''': Sei un clown!<br>'''Bill''': Clown di merda!<br>'''Bev''': Sei un clown!<br>'''Mike''': Una stupida mummia!<br>'''Ben''': Un potente clown figlio di puttana!<br>'''It''' {{NDR|inizia a rimpicciolirsi debolmente}}: Io sono la Mangiatrice di Mondi!<br>'''Ben''': Clown! Clown!!<br>'''Mike''': Sei solo un clown!<br>'''Bill''': Clown!!<br>'''It''': La Mangiatrice di Mondi.<br>'''Bill e Ben''': Un clown!!<br>'''Tutti''': Clown!! Clown!! Clown!!<br>'''Mike''': Nessuno ha paura di te!<br>'''Richie''': Stupido bullo!! Non fai paura!<br>'''Bill''': Ciarlatano!!<br>'''Bill e Ben''': Clown!!<br>'''Bev''': Clown!<br>'''Tutti''': Clown!! Clown!!! Clown!!! Clown!!!<br>'''Ben''': Un clown!<br>'''Bev''': Clown...<br>'''Mike''': Un clown... con un cuore che batte spaventato. {{NDR|gli strappa il cuore dal suo piccolo ed esile corpo, e lui e gli altri e lo tengono tra le mani}}<br>'''It''' {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}: Guardatevi: siete grandi. Ne è passato di tempo. {{NDR|ride amaramente, e i Perdenti cominciano a stringere il suo cuore tra le loro mani, uccidendolo}}
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
{{NDR|In una [[Lettere dai film|lettera]]}} Cari perdenti so cosa vi sembrerà , ma questo non e il biglietto di un suicida. Probabilmente vi chiederete perché ho fatto quello che ho fatto. Perché sapevo di avere troppa paura di tornare. E se non fossimo stati insieme, se tutti noi vivi non fossimo stati uniti, sapevo che saremmo morti. Perciò ho fatto l'unica cosa logica. Mi sono tolto dall'elenco. Ha funzionato? Beh se state leggendo, conoscete la risposta. Io ho vissuto sempre nella paura: paura di quello che sarebbe venuto dopo, paura di quello che mi lasciavo alle spalle. Voi non fatelo. Siate chi volete essere. Con orgoglio. E se trovate qualcuno che vale la pena di tenersi stretto, non lasciatelo mai e poi mai andare. Seguite il vostro sentiero. Dovunque vi porti. Pensate a questa lettera come a una promessa. Una promessa che vi chiedo di fare. A me. L'uno all'altro. Un giuramento. Vedete la cosa bella di essere un perdente è che non hai niente da perdere. Perciò... siate sinceri. Siate coraggiosi. Siate forti. Credete... E non dimenticate mai. Noi siamo i perdenti e lo saremo sempre. ('''Stan Uris''')
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{It (romanzo)}}
[[Categoria:Film horror]]
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2022-07-26T20:17:59Z
Homer
215
Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/37.181.15.100|37.181.15.100]] ([[User talk:37.181.15.100|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Homer|Homer]]
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titolo italiano = It - Capitolo due
|genere = horror
|regista = [[Andrés Muschietti]]
|soggetto = [[Stephen King]] ''(romanzo)''
|sceneggiatore = [[Gary Dauberman]]
|attori =
*[[Bill Skarsgård]]: [[It (personaggio)|Pennywise/It]]
*[[James McAvoy]]: William "Bill" Denbrough
*[[Jaeden Martell]]: William "Bill" Denbrough giovane
*[[Jessica Chastain]]: Beverly "Bev" Marsh
*[[Sophia Lillis]]: Beverly "Bev" Marsh giovane
*[[Jay Ryan (attore)|Jay Ryan]]: Benjamin "Ben" Hanscom
*[[Jeremy Ray Taylor]]: Benjamin "Ben" Hanscom giovane
*[[Bill Hader]]: Richard "Richie" Tozier
*[[Finn Wolfhard]]: Richard "Richie" Tozier giovane
*[[Isaiah Mustafa]]: Michael "Mike" Hanlon
*[[Chosen Jacobs]]: Michael "Mike" Hanlon giovane
*[[James Ransone]]: Edward "Eddie" Kaspbrak
*[[Jack Dylan Grazer]]: Edward "Eddie" Kaspbrak giovane
*[[Andy Bean]]: Stanley "Stan" Uris
*[[Wyatt Oleff]]: Stanley "Stan" Uris giovane
*[[Jackson Robert Scott]]: George "Georgie" Denbrough
*[[Joan Gregson]]: sig.ra Kersh
*[[Javier Botet]]: lebbroso
*[[Teach Grant]]: Henry Bowers
*[[Nicholas Hamilton]]: Henry Bowers giovane
*[[Jess Weixler]]: Audra Phillips
*[[Will Beinbrink]]: Tom Rogan
*[[Xavier Dolan]]: Adrian Mellon
*[[Taylor Frey]]: Don Hagarty
*[[Jake Weary]]: John "Webby" Garton
*[[Stephen Bogaert]]: Alvin Marsh
*[[Molly Atkinson]]: Myra / Sonia Kaspbrak
*[[Ryan Kiera Armstrong]]: Victoria Fuller
*[[Luke Roessler]]: Dean
*[[Joe Bostick]]: sig. Keene
*[[Juno Rinaldi]]: Gretta
*[[Stephen King]]: negoziante
|doppiatori italiani =
*[[Emiliano Coltorti]]: Pennywise/It
*[[Stefano Crescentini]]: William "Bill" Denbrough
*[[Tommaso Di Giacomo]]: William "Bill" Denbrough giovane
*[[Chiara Gioncardi]]: Beverly "Bev" Marsh
*[[Ginevra Pucci]]: Beverly "Bev" Marsh giovane
*[[Gianfranco Miranda]]: Benjamin "Ben" Hanscom
*[[Alessandro Carloni (doppiatore)|Alessandro Carloni]]: Benjamin "Ben" Hanscom giovane
*[[Edoardo Stoppacciaro]]: Richard "Richie" Tozier
*[[Giulio Bartolomei]]: Richard "Richie" Tozier giovane
*[[Nanni Baldini]]: Michael "Mike" Hanlon
*[[Riccardo Suarez]]: Michael "Mike" Hanlon giovane
*[[Stefano Brusa]]: Edward "Eddie" Kaspbrak
*[[Gabriele Meoni]]: Edward "Eddie" Kaspbrak giovane
*[[Paolo De Santis]]: Stanley "Stan" Uris
*[[Luca Tesei]]: Stanley "Stan" Uris giovane
*[[Alessio Aimone]]: George "Georgie" Denbrough
*[[Graziella Polesinanti]]: sig.ra Kersh
*[[Giovanni Petrucci (attore)|Giovanni Petrucci]]: lebbroso
*[[Christian Iansante]]: Henry Bowers
*[[Federico Campaiola]]: Henry Bowers giovane
*[[Gemma Donati (doppiatrice)|Gemma Donati]]: Audra Phillips
*[[Massimo Bitossi]]: Tom Rogan
*[[Davide Albano]]: Adrian Mellon
*[[Gabriele Vender]]: Don Hagarty
*[[Davide Perino]]: John "Webby" Garton
*[[Massimo Lodolo]]: Alvin Marsh
*[[Antonella Alessandro]]: Myra / Sonia Kaspbrak
*[[Leonardo Cococcia]]: Dean
*[[Ambrogio Colombo]]: sig. Keene
*[[Lucrezia Roma]]: Gretta
*[[Pietro Biondi]]: negoziante
}}
'''''It - Capitolo due''''', film statunitense del 2019, regia di [[Andrés Muschietti]].
==Frasi==
{{cronologico}}
*A volte quello che vorremmo fosse dimenticato, che abbiamo cercato di lasciare nel passato, non vuole restarci. A volte... torna a cercarti. ('''Mike Hanlon''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]]}} Lo farò, Billy. ('''Stan Uris''')
*La riunione del Club dei Perdenti è ufficialmente aperta. ('''Richie Tozier''')
*Succede qualcosa quando si lascia la città. Più si ci allontana più tutto si sfoca. Ma io sono rimasto qui... Quindi sì, mi ricordo. Ricordo tutto di It. ('''Mike Hanlon''')
*C'è un eco, qui a Derry, che rimbalza ogni ventisette anni... ('''Mike Hanlon''')
*Vieni solo un po' più vicino, e al tre ti soffio via quella brutta macchia! ('''Pennywise/It''')
*Sei ancora la sua bambina, Beverly? Lo sei?! ('''Mrs. Kersh/It''')
*{{NDR|[[Ultime parole dai film|Ultime parole]] rivolto a Mike}} Saresti dovuto bruciare, Mike! Come quei drogati dei tuoi genitori! Li vedi grosso, allora?! Cotti a puntino?! Come dei cazzo di polli arrosto... {{NDR|Richie lo uccide con un ascia dietro la testa}} ('''Henry Bowers''')
*{{NDR|Riferito a Pennywise/It}} La sua vera forma, eh? Speriamo che sia un volpino. ('''Richie Tozier''')
*Tu hai mentito e io sono morto. Tu hai mentito e io sono morto! Tu hai mentito e io sono morto ('''Georgie Denbrough/It''')
*Oh hai avuto successo! E hai fatto tanti addominali, ma nel profondo sei rimasto un piccolo grasso grasso grasso perdente. Che ha sempre saputo che sarebbe morto... da solo! ('''Pennywise/It''')
*{{NDR|Rivolto a Pennywise/It}} Ehi, faccia da cazzo! Giochiamo a Obbligo o Verità? Ecco una verità: sei una schifosa puttana! Sì, esatto: balliamo! Yippee Ki-yay, pe- ('''Richie Tozier''')
*Beep, beep, figlio di puttana! ('''Eddie Kaspbrak''')
*Venite a giocare, Perdenti! ('''It''')
* Riesco a percepire l'odore della vostra paura! ('''It''')
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Bev''': Aiuto!!<br>'''Bob Gray/It''': Oh, corri, Bev. Corri, corri! Non hai ancora cambiato niente, Beverly. Non hai ancora cambiato il loro futuro. {{NDR|truccandosi da Pennywise}} Tu... tu non hai ancora salvato nessuno di loro. Chiudi gli occhi, Bev.<br>'''Bev''': Vaffanculo!<br>'''Bob Gray/It''': Se veramente non ci credi... chiudili e vai. Vedi?
*'''Pennywise/It''': Ti sono mancato, Richie?<br>'''Richie''': Cazzo!<br>'''Pennywise/It''': Perché tu mi sei mancato, sai? Non c'è più nessuno che vuole giocare con il clown, ormai. Dai gioca con me, ti piacerà. Che ne dici di ''Street Fighter''? Oh, sì: quello ti piace, eh? O preferisci "Obbligo o Verità"?<br>'''Richie''': Gesù!<br>'''Pennywise/It''': Oh, di sicuro non vorresti che qualcuno scegliesse verità, giusto Richie? Non vorresti che qualcuno scoprisse quello che stai nascondendo. {{NDR|[[Canzoni dai film|cantando]]}} ''So il tuo segreto! Il tuo piccolo sporco segreto! Oh, so il tuo segreto! Il tuo piccolo, sporco, segreto!'' Lo diciamo, Richie?<br>'''Richie''': Non succede veramente, non è reale! Non è reale, non sta succedendo, non reale! <br>'''Pennywise/It''': Torna a giocare con me!! Torna a giocare con me, con il clown!!!
*'''Bill''' {{NDR|notando un suo libro sulla cassa}}: Vuole che glielo autografi?<br>'''Negoziante''': Nah. Non mi è piaciuto il finale.
*'''Giovane Bill''' {{NDR|avvicinandosi al tombino}}: Lo so che sei qua sotto, e so-so che... puoi sentirmi. C'è una cosa che devo sapere! T-tra tutti i bambini che avresti potuto prendere, perché G-G-G-Georgie? Dì qualcosa!!! Perché lui?! Perché lui perché lui perché lui?!?!<br>'''Pennywise/It''': Perché? Perché tu non eri lì con lui, Billy. {{NDR|ride malignamente}}
*'''Pennywise/It''': Baciami, ciccione! Oh, nessuno vuole baciare il ciccione grassone, poverino!<br>'''Giovane Ben''': Vattene via!<BR>'''Pennywise/It''': Vuoi restare solo? Oh, tu sei sempre stato solo! {{NDR|sghignazza crudelmente}}<br>'''Giovane Ben''': Non è vero! Ho i miei amici! Bill, Eddie, Mike, Stanley, Richie, Beverly, sono i miei amici!!<br>'''Pennywise/It''': Oh, baciami come se fosse l'ultima volta!
*'''Eddie''': Qualcuno vuole dire qualcosa?<br>'''Bill''': Richie l'ha detto in... m-m-modo migliore l'altra volta.<br>'''Richie''': Davvero? "Non voglio morire"?<br>'''Bill''': Non quello.<br>'''Richie''': "Dovevamo misurarci i piselli"?<br>'''Bill''': No. <br>'''Richie''': "Uccidiamo quel clown di merda"? {{NDR|Bill annuisce}} Uccidiamo quel clown di merda.
*'''Mike''': Nel profondo lui ha strisciato e la fede lì ha cercato. Nel profondo lui ha strisciato e la fede lì ha cercato. <br /> '''Ben''': Ma sta bene? <br />'''Richie''': Mi sa che avremo dovuto chiedercelo prima...
*'''Richie''': È stato un momento, va bene. Ma chi ha ucciso un clown psicopatico a tredici anni?<br>'''Eddie''': Io. <br>'''Richie''': Chi ha colpito Bowers togliendosi un coltello dalla faccia?<br>'''Eddie''': Sempre io.<br>'''Richie''': Chi ha sposato una donna dieci volte più pesante di lui?<br>'''Eddie''': Io!
*'''Eddie''': Ehi, ragazzi: è andata? È andata? Ce l'abbiamo fatta? Abbiamo messo gli oggetti in quella cosa. Ha funzionato, no? È finita, allora?<br>'''Pennywise/It''': Boo!<br>'''Bev''': Cazzo!<br>'''Pennywise/It''': Oh, ha funzionato, Mikey? Ha funzionato? Dii a loro perché il tuo stupido piccolo rituale non ha funzionato. Dii a loro che è soltanto... come si dice, Eddie? Un "gazebo"?<br>'''Eddie''': Mike, ma di che diavolo parla?<br>'''Bill''': Mikey?<br>'''Pennywise/It''': Oh, Mikey, non hai fatto vedere a loro la quarta incisione, vero? Non volevi che sapessero cos'è successo davvero ai poveri Shokopewah? Gnam, gnam, gnam.<br>'''Bill''': Cazzo, Mikey, ci hai mentito ancora!? <br>'''Mike''': No, è che... loro... loro non pensavano davvero che potevano uccidere It, per questo non ha funzionato!<br>'''Richie''': Ci prendi per il culo, Mike!<br>'''Mike''': Dobbiamo finirlo.<br>'''Richie''': Cazzo, vaffanculo, Mike!<br>'''Mike''': Avevamo bisogno... di qualcosa per recuperare la memoria! Di qualcosa per poter credere!<br>'''Richie''' {{NDR|It, si trasforma in ragno}}: Cazzo!<br>'''Bev''': I Pozzi Neri! Non guardate!<br>'''It''': Eh, eh, eh, eh. Per ventisette anni... vi ho sognato. Vi ho bramato. Oh, mi siete mancati. Eh, eh, eh, eh, eh, eh!<br>'''Ben''': Mike! Spostati! Vieni via da lì!<br>'''It''': ...aspettando questo, preciso, momento!<br>'''Bill''': Mike! Dobbiamo andare, presto! <br>'''Mike''': Mi dispiace ragazzi, mi dispiace.<br>'''It''': È tempo di galleggiare!
*'''Richie''' {{NDR|Richie ed Eddie, scappando dal braccio di Pennywise, si ritrovano davanti a tre porte con sopra scritto "Per niente spaventoso", "Spaventoso" e "Molto spaventoso"}}: È uno scherzo! Al diavolo!<br>'''Eddie''': Va bene, "per niente spaventoso", ok?<br>'''Richie''': No, no, no, no, no, sono...<br>'''Eddie''': "Sono" cosa?<br>'''Richie''': Invertite! Ci prende per il culo!<br>'''Eddie''': Sicuro?<br>'''Richie''': Fidati.<br>'''Eddie''': Mi fido?<br>'''Richie''': Sì!<br>'''Eddie''': Ok. {{NDR|aprono la porta "Molto spaventoso", l'interno e buio e si sente solo la voce di una delle bambine scomparse}}<br>'''Betty''': Dov'è la mia scarpa? {{NDR|spuntano le sue gambe mozzate, che si muovono ancora. Richie ed Eddie chiudono la porta}}<br>'''Eddie''': Che cazzo! Mi hai detto di fidarmi!<br>'''Richie''': Non ci ha presi per il culo! Apriamo "per niente spaventoso"!<br>'''Eddie''': A posto, andiamo. {{NDR|all'interno trovano un volpino innocuo}}<br>'''Richie''': Oh, cazzo... Non mi frega più, io non ci casco.<br>'''Eddie''': Oh, sì: quello è sicuramente un mostro. Fallo stare a cuccia.<br>'''Richie''': Lo so cosa vuoi fare, bastardello.<br>'''Eddie''' {{NDR|si accorge che Pennywise non li sta più cercando di agguantare}}: Richie? Se n'è andato.<br>'''Richie''': Oh? Sì, ok. Bene. {{NDR|si voltano verso il cagnolino}} Ok. Seduto!<br>'''Eddie''': L'ha fatto! Che carino.<br>'''Richie''': Sei un bravo cane.<br>'''Eddie''': È davvero un cane proprio bravo.<br>'''Richie''': Sei bravo, vero? {{NDR|il volpino si trasforma in un mostro. I due chiudono la porta e ritornano da dove sono venuti}}<br>'''Eddie''': Cazzo! La prossima volta scegliamo "spaventoso" e basta!<br>'''Richie''': "La prossima volta"?
*'''Eddie''': L'ho quasi ucciso... It-Lebbroso... quando gli ho stretto la gola... Sentivo che stava soffocando... L'ho reso piccolo... Sembrava debole... Sembrava... Sembrava più debole.<br>'''Mike''': Lo Shokopewah! Gli esseri viventi devono rispettare la [[Regole dai film|legge]] della forma che abitano!<br>'''Bev''': [...] Il tunnel! Dovrà rendersi più piccolo se vuole passare per l'entrata della caverna, giusto? Quindi, se riusciamo a tornare lì, possiamo farlo rimpicciolire. Renderlo piccolo, abbastanza per ucciderlo!
*'''Eddie''': Ehi, Richie? Devo dirti una cosa.<br>'''Richie''': Che devi dirmi?<br>'''Eddie''' {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}: Mi sono fatto tua madre.
*'''It''': Beccati!<br>'''Bill''': No! Cazzo!<br>'''It''': Siete dei brutti, bambini, cattivi!<br>'''Ben''': Un piano B ce lo abbiamo? Che facciamo?<br>'''It''': Morite! Ecco che fate!<br>'''Ben''': Mike?<br>'''Mike''': Ci sono più modi per rendere qualcuno piccolo.<br>'''It''': Oh?<br>'''Bev''': Fargli pensare che lo è.<br>'''Bill''': Cosa?<br>'''Mike''': Fargli pensare che lo è!<br>'''It''': Oh, io sarei "piccolo"?!? Oh, oh, oh, oh! Io sono la Mangiatrice di Mondi.<br>'''Mike''': Per noi non lo sei! Sei solo un clown. <br>'''Bev''': Sei un fragile vecchietta!<br>'''It''': La Mangiatrice di Mondi!!!<br>'''Bev''': Uno stupido bambino!<br>'''Bill''': Ciarlatano!!<br>'''Ben''': Sai, sei un buffone! Sei solo un buffone!<br>'''Bev''': Anzi, sei un bullo di merda!!<br>'''Mike''': Sei solo un clown di merda!<br>'''It''': La Mangiatrice di Mondi!<br>'''Richie''': Uno stupido clown di merda!!!<br>'''Bill''': Clown!!!<br>'''Ben''': Stupido bullo!<br>'''Bill''': Vaffanculo, Pennywise!!!<br>'''Ben''': Un patetico clown!<br>'''Bev''': Sei un clown!! {{NDR|It inizia a indebolirsi}}<br>'''Bill e Ben''': Clown! Sei un clown!!<br>'''Mike''': Uno stupido bullo!<br>'''Bill''': Un Picasso!<br>'''Ben''': Un clown!<br>'''Bill''': Non ho più paura di te!<br>'''Ben''': Maledetta fottuta stupida mummia!!!<br>'''Mike''': Sei un clown!<br>'''Tutti''': Clown di merda!!!<br>'''Bill''': Clown!! Clown!!! Clown di merda!!<br>'''Tutti''': Clown!! Clown!!<br>'''Bev''': Sei un clown!<br>'''Bill''': Clown di merda!<br>'''Bev''': Sei un clown!<br>'''Mike''': Una stupida mummia!<br>'''Ben''': Un potente clown figlio di puttana!<br>'''It''' {{NDR|inizia a rimpicciolirsi debolmente}}: Io sono la Mangiatrice di Mondi!<br>'''Ben''': Clown! Clown!!<br>'''Mike''': Sei solo un clown!<br>'''Bill''': Clown!!<br>'''It''': La Mangiatrice di Mondi.<br>'''Bill e Ben''': Un clown!!<br>'''Tutti''': Clown!! Clown!! Clown!!<br>'''Mike''': Nessuno ha paura di te!<br>'''Richie''': Stupido bullo!! Non fai paura!<br>'''Bill''': Ciarlatano!!<br>'''Bill e Ben''': Clown!!<br>'''Bev''': Clown!<br>'''Tutti''': Clown!! Clown!!! Clown!!! Clown!!!<br>'''Ben''': Un clown!<br>'''Bev''': Clown...<br>'''Mike''': Un clown... con un cuore che batte spaventato. {{NDR|gli strappa il cuore dal suo piccolo ed esile corpo, e lui e gli altri e lo tengono tra le mani}}<br>'''It''' {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}: Guardatevi: siete grandi. Ne è passato di tempo. {{NDR|ride amaramente, e i Perdenti cominciano a stringere il suo cuore tra le loro mani, uccidendolo}}
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
{{NDR|In una [[Lettere dai film|lettera]]}} Cari perdenti so cosa vi sembrerà , ma questo non e il biglietto di un suicida. Probabilmente vi chiederete perché ho fatto quello che ho fatto. Perché sapevo di avere troppa paura di tornare. E se non fossimo stati insieme, se tutti noi vivi non fossimo stati uniti, sapevo che saremmo morti. Perciò ho fatto l'unica cosa logica. Mi sono tolto dall'elenco. Ha funzionato? Beh se state leggendo, conoscete la risposta. Io ho vissuto sempre nella paura: paura di quello che sarebbe venuto dopo, paura di quello che mi lasciavo alle spalle. Voi non fatelo. Siate chi volete essere. Con orgoglio. E se trovate qualcuno che vale la pena di tenersi stretto, non lasciatelo mai e poi mai andare. Seguite il vostro sentiero. Dovunque vi porti. Pensate a questa lettera come a una promessa. Una promessa che vi chiedo di fare. A me. L'uno all'altro. Un giuramento. Vedete la cosa bella di essere un perdente è che non hai niente da perdere. Perciò... siate sinceri. Siate coraggiosi. Siate forti. Credete... E non dimenticate mai. Noi siamo i perdenti e lo saremo sempre. ('''Stan Uris''')
==Altri progetti==
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{{It (romanzo)}}
[[Categoria:Film horror]]
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Dissimulazione
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Udiki
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/* Voci correlate */ da intendersi in senso metaforico, quello ricorrente nelle citazioni di tale voce
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{{voce tematica}}
Citazioni sulla '''dissimulazione'''.
*Chi non sa dissimulare, non sa regnare. ([[Luigi XI di Francia]])
*Dissimulare: virtù di re e di cameriera. ([[Voltaire]])
*È necessaria un'infinita dissimulazione per diventare una persona amabile. ([[Friedrich Nietzsche]])
*È più difficile dissimulare i sentimenti che si hanno che fingere quelli che non si hanno. ([[François de La Rochefoucauld]])
*È prudenza il saper dissimulare quel, che non si può rimediare. ([[Mateo Alemán]])
*La dissimulazione è solo una specie debole di politica, o di saggezza; perché ci vuole uno spirito forte e un forte cuor, per sapere quando dire la verità, e dirla: perciò sono i più deboli politici, che sono grandi dissimulatori. ([[Francesco Bacone]])
*La dissimulazione insegna a dissimulare e l'unico problema è: dobbiamo diventare maestri o vittime di quest'arte? Il nostro egoismo fornisce presto la risposta. ([[Charles Robert Maturin]])
*La sincerità verso se stessi è ''più antica'' della sincerità verso gli altri. L'animale si accorge di venire spesso ingannato, e altrettanto spesso deve dissimulare. Ciò lo induce a distinguere tra lo sbagliarsi e il veder giusto, tra la dissimulazione e la realtà. La ''dissimulazione'' voluta si fonda sul senso primario di sincerità verso se stessi. ([[Friedrich Nietzsche]])
*La stessa innocenza non potrebbe né trafficare tra noi senza dissimulazione, né negoziare senza menzogna. ([[Michel de Montaigne]])
===[[Torquato Accetto]]===
*Basterà dunque il discorrer della dissimulazione, in modo che sia appresa nel suo sincero significato, non essendo altro il dissimulare, che un velo composto di tenebre oneste e di rispetti violenti: da che non si forma il falso, ma si dà qualche riposo al vero, per dimostrarlo a tempo.
*La dissimulazione è una industria di non far veder le cose come sono. Si simula quello che non è, si dissimula quello ch'è.
*Se in ogni altra cosa giova l'uso continuo, nella dissimulazione si esperimenta il contrario, poiché il dissimular sempre mi par che non si possa metter in pratica di buona riuscita.
==Voci correlate==
*[[Maschera]]
*[[Simulazione]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Casi]]
[[Categoria:Meccanismi di difesa]]
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Spinoziano
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{{voce tematica}}
Citazioni sulla '''dissimulazione'''.
*Chi non sa dissimulare, non sa regnare. ([[Luigi XI di Francia]])
*Dissimulare: virtù di re e di cameriera. ([[Voltaire]])
*È necessaria un'infinita dissimulazione per diventare una persona amabile. ([[Friedrich Nietzsche]])
*È più difficile dissimulare i sentimenti che si hanno che fingere quelli che non si hanno. ([[François de La Rochefoucauld]])
*È prudenza il saper dissimulare quel, che non si può rimediare. ([[Mateo Alemán]])
*La dissimulazione è solo una specie debole di politica, o di saggezza; perché ci vuole uno spirito forte e un forte cuor, per sapere quando dire la verità, e dirla: perciò sono i più deboli politici, che sono grandi dissimulatori. ([[Francesco Bacone]])
*La dissimulazione insegna a dissimulare e l'unico problema è: dobbiamo diventare maestri o vittime di quest'arte? Il nostro egoismo fornisce presto la risposta. ([[Charles Robert Maturin]])
*La sincerità verso se stessi è ''più antica'' della sincerità verso gli altri. L'animale si accorge di venire spesso ingannato, e altrettanto spesso deve dissimulare. Ciò lo induce a distinguere tra lo sbagliarsi e il veder giusto, tra la dissimulazione e la realtà. La ''dissimulazione'' voluta si fonda sul senso primario di sincerità verso se stessi. ([[Friedrich Nietzsche]])
*La stessa innocenza non potrebbe né trafficare tra noi senza dissimulazione, né negoziare senza menzogna. ([[Michel de Montaigne]])
===[[Torquato Accetto]]===
*Basterà dunque il discorrer della dissimulazione, in modo che sia appresa nel suo sincero significato, non essendo altro il dissimulare, che un velo composto di tenebre oneste e di rispetti violenti: da che non si forma il falso, ma si dà qualche riposo al vero, per dimostrarlo a tempo.
*La dissimulazione è una industria di non far veder le cose come sono. Si simula quello che non è, si dissimula quello ch'è.
*Se in ogni altra cosa giova l'uso continuo, nella dissimulazione si esperimenta il contrario, poiché il dissimular sempre mi par che non si possa metter in pratica di buona riuscita.
==Voci correlate==
*[[Maschera]]
*[[Simulazione (qualità)|Simulazione]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Casi]]
[[Categoria:Meccanismi di difesa]]
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Discussioni utente:Udiki
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Sun-crops
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/* Re: Simulazione */ nuova sezione
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
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Dread83
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
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Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
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2022-07-26T18:24:59Z
Sun-crops
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/* Notizie false */ risposta
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text/x-wiki
{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
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Udiki
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
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Udiki
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
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Udiki
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Il testo che ho citato l'ho controllato solo ''ex post'', dopo il tuo messaggio di precisazione. Il tono "testamentario" mi aveva lasciato quella impressione nella mente, tutto qui. Se vuoi intenderla diversamente fa' pure, ma non è così e non ne vale la pena. Buona notte. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:51, 26 lug 2022 (CEST)
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non sollevo obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Il testo che ho citato l'ho controllato solo ''ex post'', dopo il tuo messaggio di precisazione. Il tono "testamentario" mi aveva lasciato quella impressione nella mente, tutto qui. Se vuoi intenderla diversamente fa' pure, ma non è così e non ne vale la pena. Buona notte. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:51, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Non vale decisamente la pena continuare, tempo e fatica persi. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:30, 26 lug 2022 (CEST)
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2022-07-26T21:56:00Z
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/* Re: Simulazione */ fix
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non <s>sollevo</s> solleverò obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Il testo che ho citato l'ho controllato solo ''ex post'', dopo il tuo messaggio di precisazione. Il tono "testamentario" mi aveva lasciato quella impressione nella mente, tutto qui. Se vuoi intenderla diversamente fa' pure, ma non è così e non ne vale la pena. Buona notte. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:51, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Non vale decisamente la pena continuare, tempo e fatica persi. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:30, 26 lug 2022 (CEST)
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Prudenzio
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2022-07-27T11:12:44Z
Unoduetrevia
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text/x-wiki
'''Aurelio Prudenzio Clemente''' (348 – 413 circa), poeta e politico romano.
==Citazioni di Prudenzio==
*{{NDR|Sulla crocifissione di [[Pietro apostolo|Pietro]]}} ''Quanto più umile era la posizione | tanto più grande si mostrava lo spirito | giacché ben sapeva che è più facile | salire al cielo da un posto umile.''<ref>Citato in [[Giancarlo Zizola]], ''Il Conclave: {{small|storia e segreti. L'elezione papale da San Pietro a Giovanni Paolo II}}'', Newton Compton, Roma, 1977, p. 20. ISBN 88-8183-425-1</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{s}}
[[Categoria:Poeti romani]]
[[Categoria:Politici romani]]
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Augusto De Angelis
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2022-07-26T17:38:39Z
Udiki
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wikitext
text/x-wiki
{{PDA}}
'''Augusto De Angelis''' (1888 – 1944), scrittore e giornalista italiano.
==''Il banchiere assassinato''==
*Ma appunto per questo ho fatto il [[poliziotto]]: perché forse sono un poeta come tu dici. Io sento la poesia di questo mio mestiere... La poesia di questa stanza grigia, polverosa... di questo tavolo consumato... di quella povera vecchia stufa, che soffre in tutte le sue giunture, per riscaldar me. E la poesia del telefono! La poesia delle notti di attesa, con la nebbia sulla piazza, fin dentro il cortile di questo antico convento, che oggi è sede della Questura e ha i reprobi al posto dei santi! Delle notti in cui nulla avviene e tutto avviene, perché nella grande città addormentata, anche nel momento in cui parliamo, i drammi sono infiniti, se pure non tutti sanguinosi. Anzi, i più terribili sono appunto quelli che non culminano in un colpo di rivoltella o di coltello...
*Il valore d'un [[fatto]] non è nella sua rarità, ma piuttosto nella sua volgarità e prima di pretendere alla chiaroveggenza di ciò, che è invisibile agli occhi della carne, conviene esercitarsi alla chiaroveggenza di ciò che è troppo visibile e, appunto per questo, non attira l'attenzione...
*Perché anche il cervello ha limiti precisi ai quali può giungere e quando le idee sorpassano quei limiti, entrano in una atmosfera nebbiosa, quasi lutulenta. Che è l'atmosfera della [[pazzia]].
*Sì, di ricostruzioni [[logica|logiche]] ce n'è più di una. Ma suonano tutte false, come campane incrinate...
*Io mi sono imposto, soprattutto, ''di non dare valore alle parole...'' Penso, più che mai adesso, che in ogni rapporto coi nostri simili, in mancanza di prove indiscutibili... e prove indiscutibili non esistono mai o quasi mai... ''si debba cercare di scoprire da soli soltanto il valore degli individui!''
*Procedeva [[Induzione per eliminazione|per eliminazione]]. Metodo soltanto apparentemente sicuro: basta lasciarsi influenzare da qualche circostanza male interpretata o, peggio ancora, dalla propria anche inconfessata convinzione, perché l'errore si renda irreparabile.
*Che cos'è un [[delitto]], signor giudice, quando esso non sia passionale? È un'opera artistica! Una opera perversamente, delinquenzialmente artistica! E per opera artistica m'intendo un componimento di fantasia, sobrio e conciso nella forma, equilibrato nei propri elementi costitutivi, serrato e logico, chiaro e armonioso, teso e vibrante.
==Bibliografia==
*Augusto De Angelis, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/d/de_angelis/il_banchiere_assassinato/pdf/de_angelis_il_banchiere_assassinato.pdf Il banchiere assassinato]'', Milano, Garzanti, 1975.
[[Categoria:Scrittori italiani]]
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
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2022-07-26T17:52:22Z
Udiki
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/* Il banchiere assassinato */ incipit
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text/x-wiki
{{PDA}}
'''Augusto De Angelis''' (1888 – 1944), scrittore e giornalista italiano.
==''Il banchiere assassinato''==
===[[Incipit]]===
Piazza San Fedele era un lago bituminoso di nebbia, dentro cui le lampade ad arco aprivano aloni rossastri.
===Citazioni===
*Ma appunto per questo ho fatto il [[poliziotto]]: perché forse sono un poeta come tu dici. Io sento la poesia di questo mio mestiere... La poesia di questa stanza grigia, polverosa... di questo tavolo consumato... di quella povera vecchia stufa, che soffre in tutte le sue giunture, per riscaldar me. E la poesia del telefono! La poesia delle notti di attesa, con la nebbia sulla piazza, fin dentro il cortile di questo antico convento, che oggi è sede della Questura e ha i reprobi al posto dei santi! Delle notti in cui nulla avviene e tutto avviene, perché nella grande città addormentata, anche nel momento in cui parliamo, i drammi sono infiniti, se pure non tutti sanguinosi. Anzi, i più terribili sono appunto quelli che non culminano in un colpo di rivoltella o di coltello...
*Il valore d'un [[fatto]] non è nella sua rarità, ma piuttosto nella sua volgarità e prima di pretendere alla chiaroveggenza di ciò, che è invisibile agli occhi della carne, conviene esercitarsi alla chiaroveggenza di ciò che è troppo visibile e, appunto per questo, non attira l'attenzione...
*Perché anche il cervello ha limiti precisi ai quali può giungere e quando le idee sorpassano quei limiti, entrano in una atmosfera nebbiosa, quasi lutulenta. Che è l'atmosfera della [[pazzia]].
*Sì, di ricostruzioni [[logica|logiche]] ce n'è più di una. Ma suonano tutte false, come campane incrinate...
*Io mi sono imposto, soprattutto, ''di non dare valore alle parole...'' Penso, più che mai adesso, che in ogni rapporto coi nostri simili, in mancanza di prove indiscutibili... e prove indiscutibili non esistono mai o quasi mai... ''si debba cercare di scoprire da soli soltanto il valore degli individui!''
*Procedeva [[Induzione per eliminazione|per eliminazione]]. Metodo soltanto apparentemente sicuro: basta lasciarsi influenzare da qualche circostanza male interpretata o, peggio ancora, dalla propria anche inconfessata convinzione, perché l'errore si renda irreparabile.
*Che cos'è un [[delitto]], signor giudice, quando esso non sia passionale? È un'opera artistica! Una opera perversamente, delinquenzialmente artistica! E per opera artistica m'intendo un componimento di fantasia, sobrio e conciso nella forma, equilibrato nei propri elementi costitutivi, serrato e logico, chiaro e armonioso, teso e vibrante.
==Bibliografia==
*Augusto De Angelis, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/d/de_angelis/il_banchiere_assassinato/pdf/de_angelis_il_banchiere_assassinato.pdf Il banchiere assassinato]'', Milano, Garzanti, 1975.
[[Categoria:Scrittori italiani]]
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
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2022-07-26T17:53:03Z
Udiki
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/* Bibliografia */ era giusto anche nell'altro modo, ma per uniformità...
wikitext
text/x-wiki
{{PDA}}
'''Augusto De Angelis''' (1888 – 1944), scrittore e giornalista italiano.
==''Il banchiere assassinato''==
===[[Incipit]]===
Piazza San Fedele era un lago bituminoso di nebbia, dentro cui le lampade ad arco aprivano aloni rossastri.
===Citazioni===
*Ma appunto per questo ho fatto il [[poliziotto]]: perché forse sono un poeta come tu dici. Io sento la poesia di questo mio mestiere... La poesia di questa stanza grigia, polverosa... di questo tavolo consumato... di quella povera vecchia stufa, che soffre in tutte le sue giunture, per riscaldar me. E la poesia del telefono! La poesia delle notti di attesa, con la nebbia sulla piazza, fin dentro il cortile di questo antico convento, che oggi è sede della Questura e ha i reprobi al posto dei santi! Delle notti in cui nulla avviene e tutto avviene, perché nella grande città addormentata, anche nel momento in cui parliamo, i drammi sono infiniti, se pure non tutti sanguinosi. Anzi, i più terribili sono appunto quelli che non culminano in un colpo di rivoltella o di coltello...
*Il valore d'un [[fatto]] non è nella sua rarità, ma piuttosto nella sua volgarità e prima di pretendere alla chiaroveggenza di ciò, che è invisibile agli occhi della carne, conviene esercitarsi alla chiaroveggenza di ciò che è troppo visibile e, appunto per questo, non attira l'attenzione...
*Perché anche il cervello ha limiti precisi ai quali può giungere e quando le idee sorpassano quei limiti, entrano in una atmosfera nebbiosa, quasi lutulenta. Che è l'atmosfera della [[pazzia]].
*Sì, di ricostruzioni [[logica|logiche]] ce n'è più di una. Ma suonano tutte false, come campane incrinate...
*Io mi sono imposto, soprattutto, ''di non dare valore alle parole...'' Penso, più che mai adesso, che in ogni rapporto coi nostri simili, in mancanza di prove indiscutibili... e prove indiscutibili non esistono mai o quasi mai... ''si debba cercare di scoprire da soli soltanto il valore degli individui!''
*Procedeva [[Induzione per eliminazione|per eliminazione]]. Metodo soltanto apparentemente sicuro: basta lasciarsi influenzare da qualche circostanza male interpretata o, peggio ancora, dalla propria anche inconfessata convinzione, perché l'errore si renda irreparabile.
*Che cos'è un [[delitto]], signor giudice, quando esso non sia passionale? È un'opera artistica! Una opera perversamente, delinquenzialmente artistica! E per opera artistica m'intendo un componimento di fantasia, sobrio e conciso nella forma, equilibrato nei propri elementi costitutivi, serrato e logico, chiaro e armonioso, teso e vibrante.
==Bibliografia==
*Augusto De Angelis, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/d/de_angelis/il_banchiere_assassinato/pdf/de_angelis_il_banchiere_assassinato.pdf Il banchiere assassinato]'', Garzanti, Milano, 1975.
[[Categoria:Scrittori italiani]]
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
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2022-07-26T17:54:05Z
Udiki
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DEFAULTSORT
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text/x-wiki
{{PDA}}
'''Augusto De Angelis''' (1888 – 1944), scrittore e giornalista italiano.
==''Il banchiere assassinato''==
===[[Incipit]]===
Piazza San Fedele era un lago bituminoso di nebbia, dentro cui le lampade ad arco aprivano aloni rossastri.
===Citazioni===
*Ma appunto per questo ho fatto il [[poliziotto]]: perché forse sono un poeta come tu dici. Io sento la poesia di questo mio mestiere... La poesia di questa stanza grigia, polverosa... di questo tavolo consumato... di quella povera vecchia stufa, che soffre in tutte le sue giunture, per riscaldar me. E la poesia del telefono! La poesia delle notti di attesa, con la nebbia sulla piazza, fin dentro il cortile di questo antico convento, che oggi è sede della Questura e ha i reprobi al posto dei santi! Delle notti in cui nulla avviene e tutto avviene, perché nella grande città addormentata, anche nel momento in cui parliamo, i drammi sono infiniti, se pure non tutti sanguinosi. Anzi, i più terribili sono appunto quelli che non culminano in un colpo di rivoltella o di coltello...
*Il valore d'un [[fatto]] non è nella sua rarità, ma piuttosto nella sua volgarità e prima di pretendere alla chiaroveggenza di ciò, che è invisibile agli occhi della carne, conviene esercitarsi alla chiaroveggenza di ciò che è troppo visibile e, appunto per questo, non attira l'attenzione...
*Perché anche il cervello ha limiti precisi ai quali può giungere e quando le idee sorpassano quei limiti, entrano in una atmosfera nebbiosa, quasi lutulenta. Che è l'atmosfera della [[pazzia]].
*Sì, di ricostruzioni [[logica|logiche]] ce n'è più di una. Ma suonano tutte false, come campane incrinate...
*Io mi sono imposto, soprattutto, ''di non dare valore alle parole...'' Penso, più che mai adesso, che in ogni rapporto coi nostri simili, in mancanza di prove indiscutibili... e prove indiscutibili non esistono mai o quasi mai... ''si debba cercare di scoprire da soli soltanto il valore degli individui!''
*Procedeva [[Induzione per eliminazione|per eliminazione]]. Metodo soltanto apparentemente sicuro: basta lasciarsi influenzare da qualche circostanza male interpretata o, peggio ancora, dalla propria anche inconfessata convinzione, perché l'errore si renda irreparabile.
*Che cos'è un [[delitto]], signor giudice, quando esso non sia passionale? È un'opera artistica! Una opera perversamente, delinquenzialmente artistica! E per opera artistica m'intendo un componimento di fantasia, sobrio e conciso nella forma, equilibrato nei propri elementi costitutivi, serrato e logico, chiaro e armonioso, teso e vibrante.
==Bibliografia==
*Augusto De Angelis, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/d/de_angelis/il_banchiere_assassinato/pdf/de_angelis_il_banchiere_assassinato.pdf Il banchiere assassinato]'', Garzanti, Milano, 1975.
{{DEFAULTSORT:De Angelis, Augusto}}
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Spider-Man: No Way Home
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2022-07-26T18:44:32Z
37.181.15.100
/* Dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titolo italiano = Spider-Man: No Way Home
|genere = azione/avventura/fantascienza
|regista = [[Jon Watts]]
|soggetto = [[Stan Lee]], [[Steve Ditko]] <small>(personaggio)</small>
|sceneggiatore = [[Chris McKenna (sceneggiatore)|Chris McKenna]], [[Erik Sommers]]
|attori = * [[Tom Holland (attore)|Tom Holland]]: Peter "Uno" Parker / Spider-Man
* [[Zendaya]]: Michelle "MJ" Jones-Watson
* [[Benedict Cumberbatch]]: Dr. Stephen Strange
* [[Jacob Batalon]]: Ned Leeds
* [[Jon Favreau]]: Harold "Happy" Hogan
* [[Jamie Foxx]]: Max Dillon / Electro
* [[Willem Dafoe]]: Norman Osborn / Goblin
* [[Alfred Molina]]: Otto Octavius / Dottor Octopus
* [[Benedict Wong]]: Wong
* [[Tony Revolori]]: Eugene "Flash" Thompson
* [[Marisa Tomei]]: May Parker
* [[Andrew Garfield]]: Peter "Tre" Parker / Amazing Spider-Man
* [[Tobey Maguire]]: Peter "Due" Parker / Amichevole Spider-Man di quartiere
|doppiatori italiani = * [[Alex Polidori]]: Peter "Uno" Parker / Spider-Man
* [[Emanuela Ionica]]: Michelle "MJ" Jones-Watson
* [[Francesco Bulckaen]]: Dr. Stephen Strange
* [[Francesco Ferri]]: Ned Leeds
* [[Enrico Chirico]]: Harold "Happy" Hogan
* [[Franco Mannella]]: Max Dillon / Electro
* [[Francesco Pannofino]]: Norman Osborn / Goblin
* [[Massimo Lodolo]]: Otto Octavius / Dottor Octopus
* [[Carlo Cosolo]]: Wong
* [[Mattia Nissolino]]: Eugene "Flash" Thompson
* [[Barbara De Bortoli]]: May Parker
* [[Lorenzo De Angelis]]: Peter "Tre" Parker / Amazing Spider-Man
* [[Marco Vivio]]: Peter "Due" Parker / Amichevole Spider-Man di quartiere
|fotografo = [[Mauro Fiore]]
|montatore = [[Jeffrey Ford]], [[Leigh Folsom Boyd]]
|effetti speciali = [[Kelly Port]], [[Chris Waegner]], [[Scott Edelstein]], [[Dan Sudick]]
|musicista = [[Michael Giacchino]]
|scenografo = [[Rosemary Brandenburg]], [[Emmanuelle Hoessly]]
|costumista = [[Sanja Milkovic Hays]]
}}
'''''Spider-Man: No Way Home''''', film statunitense del 2021 con [[Tom Holland (attore)|Tom Holland]], [[Tobey Maguire]], [[Andrew Garfield]], [[Benedict Cumberbatch]], [[Zendaya]], [[Jacob Batalon]], [[Willem Dafoe]], [[Alfred Molina]] e [[Jamie Foxx]], regia di [[Jon Watts]].
==Frasi==
*In poche parole, tutti quelli che sapevano che ero Spider-Man, dovrebbero saperlo ancora!!! ('''Peter Parker''')
*{{NDR|Rivolto a Spider-Man}} Pensi che la tua nuova tuta ti salverà?! ('''Dottor Octopus''')
*{{NDR|A Peter e MJ, indicando Lizard}} Oh, quello è un dinosauro? ('''Ned Leeds''')
*{{NDR|Rivolto a Peter, a nome dei suoi tentacoli}} Siamo stanchi delle tue domande, ragazzo!!! ('''Dottor Octopus''')
*Un Peter diverso. Strano. ('''Uomo Sabbia''')
*{{NDR|Prima di intrappolare il Dottor Strange nella Dimensione Specchio in modo per curare i supercriminali multiversali}} Mi dispiace, signore, ma... devo provarci. ('''Spider-Man''')
*Posso aiutarti. Sai, anch'io sarei una specie di scienziato. ('''Norman Osborn''')
*Fidati, Peter. Quando cerchi di riparare le persone, ci sono sempre conseguenze. ('''Lizard''')
*Be', io... io non voglio essere ucciso, soprattutto da uno vestito alla ''[[Dungeons & Dragons]]''. {{NDR|riferendosi al Dottor Strange}} Perciò qual è il piano? ('''Electro''')
*{{NDR|Colpito dallo stile di coraggio di MJ}} È impossibile che sia la sua ragazza, è impossibile. ('''Lizard''')
*{{NDR|Rivolto a Spider-Man}} Be', io ci sto. Ma, se qualcosa va storto, ti friggo dentro e fuori. ('''Electro''')
*Ci ucciderà tutti. ('''Dottor Octopus''')
*Oh, queste umiliazioni non finiscono mai?! Tieni il tuo giochino scientifico lontano da me! ('''Dottor Octopus''')
*{{NDR|Rivolto a Spider-Man, dopo aver preso il controllo mentale di Norman}} È un bel trucchetto, il tuo senso ragnesco. ('''Goblin''')
*{{NDR|Rivolto a Spider-Man}} Ti ho osservato profondamente, attraverso gli occhi codardi di Norman. Che lotti, per avere tutto quello che vuoi, mentre il mondo cerca di farti scegliere. Gli dei non devono scegliere. Noi prendiamo. ('''Goblin''')
*{{NDR|Rivolto a Spider-Man}} Visto quando parlavo delle conseguenze!! ('''Lizard''')
*Peter, Peter, Peter. A fare del bene ci si rimette sempre. Puoi ringraziarmi dopo. ('''Goblin''')
*{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]]}} Fammi solo... riprendere fiato. ('''May Parker''')
*Come va, Peter. Ti piace il nuovo me? Senti, tu dammela. La distruggerò {{NDR|sghignazza}}, ma ti lascerò vivere. Non costringermi ad ucciderti. ('''Electro''')
*Mi dispiace, Sandman, nessuno torna a casa! ('''Electro''')
*{{NDR|Dopo aver curato l'Uomo Sabbia}} A posto, Flint. Ti porteremo a casa. Tu resta qui. ('''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''')
*{{NDR|Dopo aver curato Lizard}} Dottor Connors? Bentornato, signore. ('''Peter Parker/Spider-Man''')
*Spider-Man può venire a giocare?! ('''Goblin''')
*{{NDR|Alla Cappa della Levitazione del Dottor Strange}} Grazie, Mister Mantello! ('''Ned Leeds''')
*{{NDR|[[Ultime parole dal Marvel Cinematic Universe|Ultime parole]] rivolto a Peter, riferendosi a May}} Lei era lì per causa tua! Io l'avrò pure colpita, ma tu... {{NDR|ridendo in modo maniacale}} Tu sei quello che l'ha uccisa! ('''Goblin''')
*{{NDR|Dopo essere stato curato da Peter}} Peter? {{NDR|guardando con rimorso il Peter Parker del suo universo, sdraiato a terra, ferito}} Cosa ho fatto? ('''Norman Osborn''')
*A poche settimane dal disastro della Statua della Libertà, i seguaci di Spider-Man seguitano a sostenere che il vile vigilante sia un eroe! Ma se fosse un eroe, si toglierebbe la maschera e ci direbbe di chi è veramente, perché solo un codardo cela la propria identità. Solo un codardo nasconde le proprie vere intenzioni. Siatene certi, signore e signori, il sottoscritto scoprirà quelle intenzioni, con le buone e le cattive! ('''J. Jonah Jameson''')
==Dialoghi==
*'''Matt Murdock''': Bene, ho delle buone notizie: nessuna delle accuse contro di te reggerà.<br />'''Peter Parker''' {{NDR|sorridendo di gioia}}: Dai, sul serio?!<br />'''May Parker''': Ah, lo sapevo!<br />'''Happy Hogan''': Grande!<br />'''Peter Parker''': Oh, mio Dio, signor Murdock, la ringrazio!<br />'''May Parker''': Grazie, Matt!<br />'''Peter Parker''': È incredibile!<br />'''Matt Murdock''': Prego.<br />'''Happy Hogan''': Perfetto.<br />'''Matt Murdock''': Tuttavia, signor Hogan?<br />'''Happy Hogan''': Sì.<br />'''Matt Murdock''': I federali stanno indagando sulla tecnologia scomparsa. Io comprendo la sua lealtà verso il signor Stark e a al suo retaggio, ma se fossi coinvolto...<br />'''Happy Hogan''': Se fossi coinvolto?!<br />'''Matt Murdock''': Si procuri un avvocato.<br />'''Happy Hogan''': Mi serve un avvocato, perché sono sotto inchiesta?! Pensavo che... Ha detto nessuna accusa. Potrei dire su un consiglio del mio legale che rifiuto rispettosamente di rispondere alla domanda perché la responsabilità potrebbe incriminarmi. Lo dicono quei in ''Bravi ragazzi''? Cosa dicono quei in ''Bravi ragazzi''?<br />'''May Parker''': Happy, Happy, lo so cosa stai pensando. Calmati. Sentiamo cosa ha da dire. Matt?<br />'''Matt Murdock''': Deve procurarsi di un avvocato eccellente. Peter, avrai eppure evitato i problemi illegali per ora, ma è solo l'inizio. C'è ancora il tribunale dell'opinione pubblica. {{NDR|dalla finestra viene lanciato un mattone verso Peter, ma Matt lo afferra subito}}<br />'''Peter Parker''' {{NDR|sorpreso}}: Come è riuscito a farlo!?<br />'''Matt Murdock''': Sono un avvocato eccellente.<br />'''May Parker''': Ci occorre un luogo più sicuro dove vivere.
*'''Dottor Strange''': Allora, Peter, a cosa devo il piacere?<br />'''Peter Parker''': Ah, giusto. Mi dispiace disturbarla, signore, ma...<br />'''Dottor Strange''': Per favore, abbiamo salvato mezzo universo insieme, puoi evitare di chiamarmi "signore".<br />'''Peter Parker''': Okay, ah, Stephen.<br />'''Dottor Strange''': Suona strano, ma te lo concedo.
*'''Dottor Octopus''': Ciao, Peter.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''' {{NDR|confuso}}: Ciao! Noi ci... La conosco?<br />'''Dottor Octopus''': Cosa hai fatto al mio apparecchio?<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Ah, il suo apparecchio? Non so di cosa stia parlando! Non so... Quale apparecchio?<br />'''Dottor Octopus''': La potenza del sole nel palmo della mia mano. È sparita!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Ascolti, signore, se la smette di devastare auto, potremmo lavorare insieme e la aiuterò a trovare il suo apparecchio!<br />'''Dottor Octopus''': Vuoi giocare con me?! {{NDR|solleva le due auto}} Prendile!! {{NDR|lo attacca}}
*'''Dottor Octopus''' {{NDR|si [[Spider-Man 2|riferisce però a Mary Jane]]}}: Avrei dovuto uccidere la tua fidanzatina quando potevo! {{NDR|Spider-Man fuoriesce le zampe meccaniche della sua tuta nanotecnologica}}<br />'''Peter Parker/Spider-Man''' {{NDR|visibilmente infuriato, credendo che fosse Michelle Jones}}: Che cosa ha detto?!<br />'''Dottor Octopus''' {{NDR|ai suoi tentacoli}}: Pare che ci sia una gara. {{NDR|iniziano a combattersi}}
*'''Dottor Octopus''': Nanotecnologia. Ah, hai superato te stesso, Peter. Ti ho sottovalutato. Ma ora morirai. {{NDR|cerca di ucciderlo con una lama del tentacolo, ma la tuta nanotecnologica difende Peter nel petto che però mostra il suo volto, Doc Ock si toglie gli occhiali da sole per vederlo meglio che ne rimane confuso}} Tu non sei Peter Parker.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''' {{NDR|esterrefatto}}: Sono davvero confuso, ora.
*'''Dottor Strange''': Devi stare attento a ciò che desideri, Parker!<br />'''Dottor Octopus''' {{NDR|imprigionato nella cella magica}}: Fatemi uscire!!!<br />'''Peter Parker''': Potrebbe spiegarmi, per favore, che cosa succede?<br />'''Dottor Strange''': Sai l'incantesimo che hai rovinato che doveva far dimenticare a tutti che Peter Parker è Spider-Man? Sta attirando tutti coloro che sanno che Peter Parker è Spider-Man, da ogni universo fino al nostro.<br />'''Peter Parker''': Da ogni universo?<br />'''Dottor Octopus''' {{NDR|rivolto al Dottor Strange}}: Chi sei tu? E dove mi trovo?<br />'''Dottor Strange''': Penso sia meglio non coinvolgerli, perché francamente il multiverso è un concerto di cui sappiamo spaventosamente poco.<br />'''Peter Parker''': Il multiverso esiste?<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|sospira}}: Non dovrebbe nemmeno essere possibile.<br />'''Peter Parker''': Ma aveva fermato l'incantesimo?<br />'''Dottor Strange''': No, lo contenuto. Ma pare che qualcuno di loro siano riusciti a passare. Quando sei andato via, ho rilevato una presenza ultraterrena, l'ho seguita nelle fogne, e dove ho trovato quel... {{NDR|indicando Lizard che è anche lui imprigionato}} viscido meticcio verdastro.<br />'''Dottor Octopus''': Incantesimo?! Come nella magia? Che cos'è? Una festa di compleanno?! Chi è questo pagliaccio?! Cos'è questa follia?!<br />'''Dottor Strange''': Guarda. Conosci un Peter Parker che è Spider-Man?<br />'''Dottor Octopus''': Sì.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|indica il Peter di questo universo}}: È lui?<br />'''Dottor Octopus''': No!<br />'''Dottor Strange''': Visto? Okay, ecco cosa dobbiamo fare. Non so di quanti visitatori ci siano arri...<br />'''Peter Parker''': Io ne ho visto un altro. Sul ponte. Ero tipo... era tipo un elfo verde volante. {{NDR|si riferisce al Goblin}}<br />'''Dottor Strange''': Sembra gioioso. Perché non cominci da lui. Li devi catturare e portali qui, intanto io capisco come rispedirli indietro prima che distruggano il tessuto della realtà, o peggio, che Wong lo scopra.
*'''Dottor Octopus''' {{NDR|sbalordito di aver visto, per la prima volta, lanciare un incantesimo a Peter}}: Come ci sei riuscito?!?<br />'''Dottor Strange''': Tante feste di compleanno!
*'''Dottor Octopus''' {{NDR|parlando di Norman}}: Non può essere lui.<br />'''Michelle Jones''': Perché?<br />'''Dottor Octopus''': Perché Norman Osborn è morto anni fa. O abbiamo visto qualcun altro, oppure stai per volare nell'oscurità a combattere un fantasma.
*'''Uomo Sabbia''' {{NDR|finito nella cella magica}}: Che succede?!<br />'''Electro''': Hai scelto la parte sbagliata. {{NDR|Lizard si mette a ridacchiare per averlo riconosciuto}} Connors?<br />'''Dottor Octopus''': Aspetta. Conosci questa creatura?<br />'''Electro''': No no no no, non una creatura. Un uomo.<br />'''Ned Leeds''': Oh, gli stessi universi.<br />'''Electro''': Il dottor Curt Connors era uno scienziato di Oscorp, quando lavoravo lì. Uno scienziato brillante che si è trasformato in una lucertola. Poi voleva trasformare tutta la città in lucertole. Roba da pazzi.<br />'''Lizard''': Quale roba da pazzi, Max?! Era il prossimo passo nell'evoluzione umana!<ref>Riferimento al film ''[[The Amazing Spider-Man (film)|The Amazing Spider-Man]]'' (2012).</ref><br />'''Ned Leeds''' {{NDR|sottovoce a MJ}}: Il dinosauro parla.<br />'''Michelle Jones''': È una lucertola.<br />'''Ned Leeds''': Giusto.<br />'''Lizard''': A proposito, a te cos'è successo? Ti ricordavo con i denti marci, gli occhiali e il riporto ai capelli. Ti sei rifatto di sana pianta? Sei vuoi, te lo posso farti io, di sana pianta.<br />'''Electro''': Mi trasformi in lucertola?<br />'''Lizard''': Esatto!<br />'''Uomo Sabbia''': Voi due fatela finita!
*'''Ned Leeds''' {{NDR|a MJ}}: Ehi, mi chiedi se questo è un mostro albero oppure uno scienziato che si è trasformato un albero.<br />'''Electro''': È solamente un albero. Solo un albero.
*'''Goblin''': Vigliacco! Abbiamo un nuovo mondo da conquistare! Mi dai il voltastomaco!<br />'''Norman Osborn''' {{NDR|ormai impaurito}}: Lasciami in pace, ti prego.<br />'''Goblin''': Ti nascondi nell'ombra! Ti nascondi da chi sei veramente!!<br />'''Norman Osborn''': No!<br />'''Goblin''': Non puoi scappare da te stesso!!!
*'''Peter Parker/Spider-Man''': Ragazzi, lui è il signor Orsborn.<br />'''Norman Osborn''': Ehi, dottore.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Scusi, il dottor Osborn. Loro sono i miei amici: lui è Ned e MJ.<br />'''Norman Osborn''' {{NDR|confuso}}: "Mary Jane"?<br />'''Michelle Jones''': È Michelle Jones, in verità.<br />'''Norman Osborn''': Affascinante.<br />'''Ned Leeds''': Dici che ci sono altri Ned Leeds?
*'''Norman Osborn''': Octavius?<br />'''Dottor Octopus''': Osborn?<br />'''Norman Osborn''': Cosa... Cosa ti è successo?<br />'''Dottor Octopus''': Cosa è successo a me?! Sei il morto vivente!<br />'''Norman Osborn''': Che... che vuoi dire?<br />'''Dottor Octopus''': Sei morto, Norman. Anni fa.<br />'''Norman Osborn''' {{NDR|continuando non capire}}: Tu sei pazzo.<br />'''Electro''' {{NDR|ridacchiando}}: Adoro questo universo!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Di che sta parlando? Lui era qui, non può...<br />'''Uomo Sabbia''': Morti. Sono morti entrambi, combattendo Spider-Man. Ne parlarono i notiziari. Green Goblin, trafitto dallo stesso aliante su cui volavi.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man (film)|Spider-Man]]'' (2002).</ref> E, un paio di anni dopo, tu, Doc Ock, annegato nel fiume con il tuo apparecchio.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man 2]]'' (2004).</ref><br />'''Dottor Octopus''': Sono sciocchezze! Spider-Man stava cercando di fermare il mio reattore a fusione! E io ho fermato lui! L'ho avevo per la gola e poi io... {{NDR|realizzando di essere sfuggito nel suo destino}} Poi ero qui.<br />'''Electro''': Oh, mai dai! Non sai una cosa? Io stavo pestando Spider-Man! Fatelo dire! E lui ha causato un sovraccarico, ero bloccato nella griglia, assorbivo dati, stavo per trasformami in energia pura, e poi... e poi... e... {{NDR|realizzando di aver subito anche lui il suo destino}} E poi... Oh, cazzo! Stavo per morire.<ref>Riferimento al film ''[[The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro]]'' (2014).</ref><br />'''Lizard''' {{NDR|in preda dalla paura}}: Max, tu sai? Che io morirò?
*'''Dottor Octopus''' {{NDR|rivolto sorpreso a Peter per il rifiuto di lasciare gli alcuni cattivi a morire nei loro universi}}: Avresti potuto lasciarci a morire. Perché non l'hai fatto?<br />'''Michelle Jones''': Perché lui è diverso.
*'''Electro''': Guarda questo posto e quante possibilità.<br />'''Uomo Sabbia''': Cosa? L'appartamento?<br />'''Electro''' {{NDR|ridacchiando}}: Sì, sì, l'appartamento! Mi piace il dancing dell'open space, no! No, amico. Sto parlando del mondo. A me piace come sono qui. E tutta quell'energia potrei essere molto di più. Perché ti sei aggregato?<br />'''Uomo Sabbia''': Ho una figlia {{NDR|Penny}}. E voglio vederla. {{NDR|parlando del Peter di questo universo}} A lui non rimarrà a casa, fin quando non avrà finito il suo piccolo progetto.<br />'''Electro''': Ti fidi lui?<br />'''Uomo Sabbia''': Non mi fido di nessuno. Ma come hai fatto finire?<br />'''Electro''': Ah, dove lavoravo prima, facevano esperimenti con l'elettricità creata dagli organismi viventi e poi sono caduto in una vasca di anguille elettriche.<br />'''Uomo Sabbia''': Scherzi?! Io sono caduto in un super collisore.<br />'''Electro''': Accidenti, devi stare attento a dove cadi.
*'''Otto Octavius/Dottor Octopus''' {{NDR|dopo essere stato curato da Peter}}: Che silenzio. Quelle voci nella mia testa... l'avevo dimenticate.<br />'''Norman Osborn''': Otto.<br />'''Otto Octavius/Dottor Octopus''' {{NDR|sorridendo}}: Sì, Norman. Sono io.<br />'''Uomo Sabbia''': Ma guarda un po'.<br />'''Otto Octavius/Dottor Octopus''' {{NDR|stringendo la mano a Peter}}: Ti ringrazio, ragazzo. Davvero.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Si figuri.
*'''Peter Parker/Spider-Man''': È tutta colpa mia, May. Avrei dovuto dare ascolto a Strange a lasciare che li mandasse...<br />'''May Parker''': No, no, no, no, hai fatto la cosa giusta. Sarebbero stati uccisi. Hai fatto la cosa giusta.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Non è una mia responsabilità, May.<br />'''May Parker''': Oh, quello che ha detto Norman? La missione morale? No.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': No, May, tu non devi...<br />'''May Parker''': No, no, no. Peter, ascoltami bene. Tu hai un dono. Tu hai un potere. E da un grande potere derivano anche grandi responsabilità.
*'''Michelle Jones''': Chi diavolo sei?<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Sono Peter Parker.<br />'''Michelle Jones''': Non è possibile.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Sono Spider-Man, nel mio mondo. Ma poi, ieri, io mi sono... E mi sono ritrovato qui.
*'''Ned Leeds''': Allora anche tu sei Spider-Man? Perché non l'hai detto subito?<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Di solito non vado in giro a pubblicizzarlo. Sennò l'anonimato del supereroe finirebbe.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man e Michelle Jones''': Ha detto la stessa cosa.
*'''Michelle Jones''' {{NDR|lei e Ned confortano Peter per la morte della zia May}}: Mi dispiace. Peter, ci sono... Ci sono delle persone qui.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Cosa?! {{NDR|vede arrivare le sue due varianti dei loro universi alternativi}} Ehi, ehi, aspetta, aspetta! Wow! Cosa...?<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Mi dispiace... per May.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Sì, condoglianze. Credo di sapere che cosa stai provando...<br />'''Peter Parker/Spider-Man''' {{NDR|interrompendolo dall'angoscia}}: No, no, no, non dirmi che cosa sto provando.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''' {{NDR|esterrefatto}}: Okay...<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Lei non c'è più. Ed è tutta colpa mia. È morta invano. Perciò farei quello che avrei dovuto fare fin dall'inizio.<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Peter...<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Ti prego, no! Non dovreste essere qui. Nessuno dei due, vi rispedisco a casa. Quei tipi provengono dai vostri mondi, giusto? Vedetevela voi. Se moriranno, se li ucciderete... dipenderà da voi. Non è un mio problema. Non m'interessa più. Ho chiuso. Mi dispiace di avervi trascinato in questa cosa. Ma ora dovete tornare a casa. Buona fortuna.<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Mio zio Ben è stato ucciso. È stata colpa mia.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Ho perso... Ho perso Gwen, era la mia... Era la mia MJ. Non ho potuto salvarla. Non potrò mai perdonarlo per questo. Ho continuato, ho cercato di andare avanti, ho cercato di essere l'amichevole Spider-Man di quartiere, perché so che lei l'avrebbe voluto, ma... ad un certo punto non ho più usato mezzo misure. Sono diventato rabbioso. Mi sono inasprito. Non voglio che tu finisca come me.<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': La notte in cui morì Ben, cercai l'uomo che ritenevo colpevole. Lo volevo morto. Ho raggiunto il mio obbiettivo. Non mi ha fatto sentire meglio. Ci ho messo molto tempo a... imparare a uscire dall'oscurità.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''' {{NDR|riferendosi amaramente al Goblin}}: Io voglio ucciderlo. Voglio farlo a pezzi. Ho ancora la sua voce nelle orecchie. Anche dopo che è stata ferita, mi ha detto che abbiamo fatto una cosa giusta. Mi ha detto che da un grande potere...<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': ...derivano grandi responsabilità.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Aspetta, cosa, come fai a saperlo?!?<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Lo disse zio Ben.<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Il giorno in cui morì. {{NDR|commosso}} Forse non è morta invano, Peter.
*'''Ned Leeds''': Ehm, voi ce l'avete un migliore amico?<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''' {{NDR|riguardo proprio a Harry Osborn}}: Ce l'avevo.<br />'''Ned Leeds''': Ce l'avevi?<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': È morto tra le mie braccia, dopo che ha provato di uccidermi. È stato atroce.<ref>Riferimento al film ''[[Spider-Man 3]]'' (2007).</ref>
*'''Peter Parker/Spider-Man''': Ehi, quali sono i cattivi più assurdi che avete dovuto combattere?<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Tu ne avrai conosciuto parecchio.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''' {{NDR|ridacchiando}}: Bella domanda!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Si, io ho combattuto un alieno fatto di gelatina nera, una volta. {{NDR|si riferisce a Venom in ''[[Spider-Man 3]]''}}<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Oh, ma dai! Anch'io ho combattuto un alieno. Sulla Terra e nello spazio.<ref>Riferimento ai film ''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018) e ''[[Avengers: Endgame]]'' (2019).</ref><br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Ah.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Sì, era viola. {{NDR|si riferisce a Thanos}}<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Io vorrei combattere un alieno!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Io, io sono stupito che tu abbia combattuto un alieno nello spazio?!<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''' {{NDR|sospira}}: Io non posso competere. Ho combattuto un russo dentro una macchina da rinoceronte. {{NDR|si riferisce a Rhino in ''[[The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro|The Amazing Spider-Man 2]]''}}<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Aspetta, perché stai dicendo che tu non puoi competere? Secondo me non è vero.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Ah, grazie, l'apprezzo, non dico che faccio schifo...<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': È solo la tua voce interiore... Io dico che non dovresti...<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Ecco, lo so, lo so... Io...<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Tu sei... Tu sei incredibile. Devi soltanto convincertene.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Sì, sì, devo convincerne! Posso farlo!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Tu sei incredibile.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Posso farlo.<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Sei incredibile.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Sì, grazie!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Lo dirai.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Mi è bastato sentirtelo dire, grazie!
*'''Uomo Sabbia''': Dov'è la scatola, Peter?<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Flint, possiamo aiutare tutti!<br />'''Uomo Sabbia''': Non m'interessa!
*{{NDR|Durante lo scontro con Electro, Lizard e l'Uomo Sabbia}}<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Ma che sta succedendo?! Continuavo a chiamare Peter Due, Peter Due, Peter Due!!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Ehi, ehi, ehi, ehi!!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Lo so, ma pensavo che fossi tu Peter Due!<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Cosa?! Io non sono Peter Due!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Basta litigare!! Ascoltate Peter Uno! Sentite, è chiaro che non sappiamo lavorare insieme!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Sì!<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Lo so, lo so, facciamo pena! Io... io non so come si lavora in squadra!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Nemmeno io!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Beh, io sì! Io sono stato in una squadra, okay!? Non voglio vantarmi, ma lo farò, ero negli Avengers!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Gli Avengers, grandioso!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Grazie!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Ma chi sono?<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Non conoscete gli Avengers!?<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': È... è una band? Tu sei in una band?<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': No, non sono una band! No! Gli Avengers sono, ehm, i più potenti eroi... {{NDR|durante il dialogo viene interrotto dai colpi di Electro in mezzo alla statua}}<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''' {{NDR|continuando nervosamente a non capire}}: Non è di aiuto!!!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Sentite, non è importante! Dobbiamo solo concentrarci, fidarsi del prurito e coordinarsi ai nostri attacchi!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''' {{NDR|con onore}}: Sì, okay. Scegliamo un bersaglio.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Giusto!<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''' {{NDR|autoconvinto}}: Li togliamo alla lista una alla volta.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Adesso ci siamo! Peter Uno, Peter Due!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Peter Due.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Peter Tre!<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''' {{NDR|un po' imbarazzato}}: Peter Tre!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Va bene! Andiamoci dentro!<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Fermi, fermi, fermi, fermi!! Vi voglio bene, ragazzi!<br />'''Peter Parker/Spider-Man e Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''' {{NDR|un po' confusi}}: Grazie!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Avanti, al lavoro!<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere e Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Andiamo! {{NDR|riprendono lo scontro con i tre supercriminali}}
*'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Ehi, dottor Connors!<br />'''Lizard''': Salve, Peter!
*{{NDR|Dopo che Max è stato curato da Octavius}}<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Max? Maaax?<br />'''Max Dillon/Electro''': Tranquillo, sono a secco.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Ne sei sicuro?<br />'''Max Dillon/Electro''': Torno ad essere nessuno.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Non sei mai stato un nessuno.<br />'''Max Dillon/Electro''': No, no, no. Sì, lo sono stato. Tu non mi hai visto. {{NDR|ridacchia}} Pero, posso dirti una cosa?<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Sì.<br />'''Max Dillon/Electro''': Hai una bella faccia. Sei giovane. {{NDR|Peter-Tre ammette con timidezza}} Vieni dai Queens. Hai quella tuta. Aiuti molta povera gente. Pensavo solo che fossi nero.<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Oh, mi dispiace, scusa.<br />'''Max Dillon/Electro''': Oh, non scusarti. Ci sarà uno Spider-Ma nero<ref>Riferimento a [[Miles Morales]], il giovane erede di Peter Parker.</ref> da qualche parte. {{NDR|Peter gll offre una mano}} Maledette anguille. {{NDR|si stringono la mano}}
*'''Otto Octavius/Dottor Octopus''' {{NDR|guardando ammirato il reattore ARC di Iron Man}}: La potenza del sole...<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': ...Nel palmo della tua mano<br />'''Otto Octavius/Dottor Octopus''': Peter?<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''' {{NDR|si toglie la maschera per essere quello dell'universo di Doc Ock}}: Otto.<br />'''Otto Octavius/Dottor Octopus''': Ah, che piacere vederti, ragazzo.<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Il piacere è mio.<br />'''Otto Octavius/Dottor Octopus''': Sei cresciuto. {{NDR|sorridendo}} Come stai?<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''': Un po' meno pigro.
*'''Peter Parker/Spider-Man''': Strange, aspetta!! Ci sono quasi!<br />'''Dottor Strange''': Finiscila!!! Sono stato appeso sopra al Grand Canyon per dodici ore!!!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Lo so, lo so! Ehm... Ehm... {{NDR|Strange guarda sbalordito gli altri due Spider-Man}} Per quello le chiedo scusa, signore! Be', insomma...<br />'''Peter "Due" Parker/Amichevole Spider-Man di quartiere''' {{NDR|con tono sorpreso}}: È andato al Grand Canyon?!<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Non avrebbe dovuto aiutarlo?<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': No, no, no! A posto, a posto! E loro sono i miei nuovi amici. Lui è Peter Parker, Peter Parker! Spider-Man, Spider-Man! Loro sono me di altri universi! Sono qui per aiutare!<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|tra sé e sé, non sapendo come avrebbe fatto}}: No, no, no.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Lui è lo stregone di cui vi parlavo prima.<br />'''Dottor Strange''': Senti, sono sorpreso che tu sia riuscito a dargli una seconda occasione, ragazzo. Ma devono andarsene, ora.
*{{NDR|Dopo che Peter-Tre ha salvato MJ dalla caduta per non subire la [[The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro|stessa sorte di Gwen]]}}<br />'''Peter "Tre" Parker/Amazing Spider-Man''': Stai bene?<br />'''Michelle Jones''': Sì, sto bene! Tu stai bene? {{NDR|Peter-Tre annuisce commosso}}
*'''Goblin''' {{NDR|con falso dispiacere}}: Povero Peter! Troppo debole per mandarmi a casa a morire!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''' {{NDR|furibondo}}: No, voglio solo ucciderti con le mie mani.<br />'''Goblin''' {{NDR|sorridendo malignamente impressionato}}: Bravissimo. {{NDR|inizia il combattimento finale}}
*'''Peter Parker/Spider-Man''': Che succede?<br />'''Dottor Strange''': Cominciano ad arrivare e non riesco a fermarli!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Dev'esserci qualcosa che possiamo fare? Non potrebbe lanciare di nuovo l'incantesimo? Ma nella forma originale, prima che io lo rovinasse!<br />'''Dottor Strange''': Ormai è troppo tardi! Sono qui! Sono qui per causa tua!<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': E se tutti dimenticassero chi sono?<br />'''Dottor Strange''': Cosa!?<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Vengono qui per causa mia, giusto? Perché io sono Peter Parker. Allora lancia un nuovo incantesimo, ma stavolta che tutti dimenticano chi è Peter Parker! Che tutti dimentichi... chi sono.<br />'''Dottor Strange''': No...<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Ma funzionerebbe, giusto?<br />'''Dottor Strange''': Sì, funzionerebbe. Ma devi comprendere che tutti quelli che ti conoscono e ti amano... noi... non avremo ricordo di te. Sarebbe come se non fossi mai esistito.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Lo so. Lo faccia.<br />'''Dottor Strange''': Okay, meglio che tu vada a salutare tutti, non hai molto tempo.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Grazie, signore.<br />'''Dottor Strange''': Chiamami "Stephen".<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Grazie, Stephen.<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|ridacchiando}}: Sì, mi suona ancora strano.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''' {{NDR|sorride}}: Allora ci vediamo. {{NDR|si allontana}}<br />'''Dottor Strange''' {{NDR|tra sé e sé, emozionato}}: Addio, ragazzo.
*'''Michelle Jones''' {{NDR|tristemente}}: Odio questa magia.<br />'''Peter Parker/Spider-Man''': Sì, anch'io.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
{{NDR|Nella scena finale dopo i titoli di coda, che narra dopo gli eventi di ''[[Venom - La furia di Carnage]]''}}<br />'''Eddie Brock''' {{NDR|al barista spagnolo, parlando degli Avengers}}: Okay. Okay, okay, credo di aver capito. Stai dicendo che in questo posto, ci... ci sono tantissime... superpersone.<br />'''Venom''': Te l'ho stavi per dirlo da ore!<br />'''Eddie Brock''': Va bene. Dimmelo di nuovo. Scusa, sono idiota. {{NDR|si riferisce ad Iron Man}} C'era un miliardario che ha un armatura di latta che poteva volare. Giusto? {{NDR|il barista fa il segno della croce per [[Avengers: Endgame|la morte di Iron Man]]}} Mmh. Okay, e c'era un uomo verde molto arrabbiato.<br />'''Barista''': Hulk.<br />'''Eddie Brock''': Hulk!<br />'''Venom''': E dicevi che il Protettore Letale era un nome di merda!!<br />'''Eddie Brock''': Sì, perché lo è. Allora parlami di nuovo dell'alieno viola che ama le gemme. {{NDR|si riferisce a Thanos e il Guanto dell'Infinito}} Perché sai una cosa, ''amigo'': gli alieni non amano le gemme.<br />'''Venom''': Eddie, per favore!<br />'''Eddie Brock''': No, loro non amano le gemme! Sai che amano gli alieni? Mangiare cervelli! Perché questo che fanno! Va bene?<br />'''Barista''': ''Señor'', li ha fatti sparire la mia famiglia, per cinque anni.<br />'''Eddie Brock''': Cinque anni? Sono tanti. Insomma, forse... forse dovrei andare a New York a parlare con questo... Spider-Man.<br />'''Venom''': Eddie! Siamo sbronzi! {{NDR|rutta}} Facciamo il bagno nudi!<br />'''Eddie Brock''': Non faremo il bagno nudi.<br />'''Barista''': ''Señor'', deve pagare il conto.<br />'''Venom''' {{NDR|succede nuovamente le stesso incantesimo del Dottor Strange nei loro corpi}}: Ma che succede?! No! No! Siamo appena arrivati!! Non di nuovo!! {{NDR|Eddie e Venom svaniscono anche loro per ritornare nel loro universo natale}}<br />'''Barista''': Ecco, è sparito. Non ha pagato il conto, niente mancia, niente. {{NDR|sul balcone del bar si vede ancora il pezzo del simbionte nero che si muove}}
==Note==
<references/>
==Voci correlate==
*[[Uomo Ragno]]
*[[Spider-Man (film)]]
*[[Spider-Man 2]]
*[[Spider-Man 3]]
*[[The Amazing Spider-Man (film)]]
*[[The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro]]
*[[Spider-Man: Homecoming]]
*[[Spider-Man: Far from Home]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Spider-Man}}
{{Marvel Cinematic Universe}}
{{Sony Pictures Universe of Marvel Characters}}
[[Categoria:Film dell'Uomo Ragno]]
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Claudio Castiglioni
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Danyele
19198
/* Citazioni di Claudio Castiglioni */ pleonastico
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text/x-wiki
'''Claudio Castiglioni''' (1947 – 2011), imprenditore italiano.
{{Int2|''[https://www.repubblica.it/online/lf_dietro_il_listino/030908castiglioni/castiglioni/castiglioni.html Un "inventore" di mostri a due ruote]''|Intervista di Giuseppe Turani, ''Affari & Finanza'', la Repubblica, 8 settembre 2003.}}
*Lei mi chiede se ho dei bei ricordi. Ne ho tantissimi. Ricordo ancora come se fosse oggi quella volta che siamo andati, con [[Giacomo Agostini]], a portare una MV Augusta F4 serie Oro al re di Spagna {{NDR|[[Juan Carlos I di Spagna|Juan Carlos I]]}}. Andiamo nella sua villa, c'era un grande parco, scendiamo da una scalinata e, in fondo, c'era la F4, una moto da perdere la testa. C'erano infilate dentro le chiavi perché con Agostini, il campione mondiale, avevamo deciso di far fare al re un giro, sul sellino dietro. Ma lui è salito sopra, ha girato la chiave e è partito. Le confesserò che ho passato dieci minuti d'inferno. Il re era sparito in sella alla moto e io continuavo a dire a Agostini: "E se quello adesso ci casca, che figura ci facciamo?". Ma non è cascato. Anzi, è tornato e ci ha detto: "È una favola".
*Una volta si girava un film in America, con [[Tom Cruise]] e c'era una sequenza di motociclette, in un aeroporto. Cruise doveva girare una scena con una moto che non era una delle nostre. Ma noi avevamo dato una F4 tutta nera, opaca non lucida, alla sua controfigura. A un certo punto, la controfigura esce dall'hangar su questa moto a Tom Cruise la vede. Si ferma e vuole girare con quella. Poi, al ristorante, mi ha detto che gliene doveva far avere una uguale [...]
*Della [[Ducati 916|916]] ho poco da dire. Chiunque sia andato in moto sa che quella (da cui è poi derivato tutto il resto) è semplicemente "la moto".
*Della [[Ducati Monster|Monster]] devo dire che è stata la prima naked pensata proprio come tale, progettata per girare con il suo telaio bene in vista, compatta, elegante. Ricordo che quando l'ho presentata per la prima volta qualcuno fra il pubblico mi ha chiesto: "Ma quando arriva la carrozzeria?". Io ho risposto: "Domani, abbiamo avuto dei problemi con la verniciatura". Invece quella moto non ha mai avuto una carrozzeria perché era stata pensata così.
==Citazioni su Claudio Castiglioni==
*Claudio Castiglioni era un artista, uno che riusciva a vedere come sarebbe stata la "sua" moto prima ancora di iniziare il lavoro con i progettisti. Una specie di [[Michelangelo Buonarroti]], che dicono fosse capace di vedere la sua opera finita ancor prima di toccare con lo scalpello il blocco del marmo bianco di Carrara. Travolgente Claudio, esuberante, qualche volta anche sopra le righe ma sempre generoso, sincero, contagioso nel suo naturale ottimismo. Uno di quelli che "se una cosa la vuoi veramente allora puoi ottenerla". Le moto più belle, quelle che fanno ancora venire i brividi a molti di noi, sono quelle che ha fatto lui [...]. Moto perfette, che parlano direttamente al cuore dei motociclisti. ([[Nico Cereghini]])
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Imprenditori italiani|Castiglioni, Claudio]]
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Giusnaturalismo
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Gaux
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Giovanni Gentile
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text/x-wiki
{{Voce tematica}}
[[File:Michiel Jansz van Mierevelt - Hugo Grotius.jpg|thumb|Ugo Grozio, teorico del giusnaturalismo moderno]]
Citazioni sul '''giusnaturalismo''', chiamato anche '''diritto naturale''' o '''diritto di natura'''.
*{{sic|Dritto}} delle genti e dritto di natura sono la stessa e medesima cosa. Ciò che prima della costituzione dello Stato potette esser compiuto da ciascun uomo, lo stesso, per il dritto delle genti, può essere compiuto dallo Stato e la legge che prescrive all'uomo, prima che siano determinati i dritti civili, ciò che è necessario fare e ciò che è necessario evitare, la stessa dà norme agli Stati, attraverso la coscienza dei Sovrani. Un tribunale per la giustizia naturale, all'infuori della coscienza, non vi è, e su questa governa solo Dio, i cui dettami, come autore della natura e re degli animi degli uomini, sono le leggi naturali. ([[Thomas Hobbes]])
*Il diritto della natura è immutabile ed eterno. Niun uomo può ignorar le sue leggi: esse sono i dettami di quel senso morale, che dato fu a tutti gl'individui della specie umana come la misura della giustizia e dell'onestà, che parla a tutti gli uomini il medesimo linguaggio, e ch'è più antico, dice Cicerone , delle città e dei regni, che ha una voce più forte di quella degli Dei, e che sussiste e sussisterà sempre malgrado di tutti gli sforzi di coloro, che lo combattono. ([[Francesco Vigilio Barbacovi]])
*Il diritto naturale chiamasi diritto di Dio. ([[Diritti]]. Proverbi italiani)
*Il presupposto individualistico è la base del giusnaturalismo e del conseguente contrattualismo: ossia di tutto il pensiero liberale moderno prima di Hegel. Il diritto naturale è infatti il diritto dell'individuo di fronte allo Stato: un diritto che lo Stato deve riconoscere perché preesistente come condizione della sua esistenza; almeno come attributo dei soggetti individuali che dello Stato sono la materia necessaria. ([[Giovanni Gentile]])
*La legge naturale è un dettame della giusta ragione, che dimostra che un atto, a seconda che è o non è conforme alla natura razionale, ha in sé bassezza o necessità morale; e che un atto siffatto è quindi proibito o imposto dall'autore della natura, Dio. ([[Ugo Grozio]])
*Le miserie del diritto positivo – ridotto spesso a specchio di fanatismi razzistici e religiosi, di nazionalismi politici, di tirannie ripugnanti o, nel migliore dei casi, di legislatori miopi o partigiani – spingono a guardare più in alto, a un livello superiore che sopravanzi i particolarismi e in cui si serbino valori che la coscienza collettiva avverte e di cui ha nutrito la vicenda storica. Un livello superiore di giuridicità che è diritto, ma in cui si riesce a non separare essere e dover essere, giuridicità formale e giustizia […] l'idea del diritto naturale, di ogni legge naturale, non incarna altro che un tentativo di soluzione, forse ingenuo o illusorio, all'eterno problema umano di un diritto giusto, quasi un ponte ardito, forse troppo ardito, lanciato verso questa meta. ([[Paolo Grossi]])
==Altri progetti==
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[[Categoria:Diritto]]
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[[File:Michiel Jansz van Mierevelt - Hugo Grotius.jpg|thumb|Ugo Grozio, teorico del giusnaturalismo moderno]]
Citazioni sul '''giusnaturalismo''', chiamato anche '''diritto naturale''' o '''diritto di natura'''.
*{{sic|Dritto}} delle genti e dritto di natura sono la stessa e medesima cosa. Ciò che prima della costituzione dello Stato potette esser compiuto da ciascun uomo, lo stesso, per il dritto delle genti, può essere compiuto dallo Stato e la legge che prescrive all'uomo, prima che siano determinati i dritti civili, ciò che è necessario fare e ciò che è necessario evitare, la stessa dà norme agli Stati, attraverso la coscienza dei Sovrani. Un tribunale per la giustizia naturale, all'infuori della coscienza, non vi è, e su questa governa solo Dio, i cui dettami, come autore della natura e re degli animi degli uomini, sono le leggi naturali. ([[Thomas Hobbes]])
*Il diritto della natura è immutabile ed eterno. Niun uomo può ignorar le sue leggi: esse sono i dettami di quel senso morale, che dato fu a tutti gl'individui della specie umana come la misura della giustizia e dell'onestà, che parla a tutti gli uomini il medesimo linguaggio, e ch'è più antico, dice Cicerone , delle città e dei regni, che ha una voce più forte di quella degli Dei, e che sussiste e sussisterà sempre malgrado di tutti gli sforzi di coloro, che lo combattono. ([[Francesco Vigilio Barbacovi]])
*Il diritto naturale chiamasi diritto di Dio. ([[Diritti]]. Proverbi italiani)
*Il presupposto individualistico è la base del giusnaturalismo e del conseguente contrattualismo: ossia di tutto il pensiero liberale moderno prima di Hegel. Il diritto naturale è infatti il diritto dell'individuo di fronte allo Stato: un diritto che lo Stato deve riconoscere perché preesistente come condizione della sua esistenza; almeno come attributo dei soggetti individuali che dello Stato sono la materia necessaria. ([[Giovanni Gentile]])
*La legge naturale è un dettame della giusta ragione, che dimostra che un atto, a seconda che è o non è conforme alla natura razionale, ha in sé bassezza o necessità morale; e che un atto siffatto è quindi proibito o imposto dall'autore della natura, Dio. ([[Ugo Grozio]])
*Le miserie del diritto positivo – ridotto spesso a specchio di fanatismi razzistici e religiosi, di nazionalismi politici, di tirannie ripugnanti o, nel migliore dei casi, di legislatori miopi o partigiani – spingono a guardare più in alto, a un livello superiore che sopravanzi i particolarismi e in cui si serbino valori che la coscienza collettiva avverte e di cui ha nutrito la vicenda storica. Un livello superiore di giuridicità che è diritto, ma in cui si riesce a non separare essere e dover essere, giuridicità formale e giustizia […] l'idea del diritto naturale, di ogni legge naturale, non incarna altro che un tentativo di soluzione, forse ingenuo o illusorio, all'eterno problema umano di un diritto giusto, quasi un ponte ardito, forse troppo ardito, lanciato verso questa meta. ([[Paolo Grossi]])
==Altri progetti==
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[[Categoria:Diritto]]
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Gruppo di UR
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'''Gruppo di UR''', sodalizio [[esoterismo|esoterico]] attivo in Italia nella seconda metà degli anni venti, i cui aderenti tra cui [[Julius Evola]], [[Arturo Reghini]], [[Giovanni Colazza]], pubblicarono dietro pseudonimo una serie di fascicoli, a cadenza mensile, sulle riviste ''UR'' (1927-28) e ''KRUR'' (1929), poi ristampati nel 1955 e nel 1971 nella raccolta in tre volumi intitolata ''Introduzione alla [[Magia]] quale Scienza dell'Io''.
==Citazioni del Gruppo di UR==
*Nella vita di alcuni uomini vi sono momenti, in cui essi sentono vacillare tutte le loro certezze, venir meno tutte le loro luci, tacere le voci delle passioni e degli affetti e di quanto altro animava e muoveva la loro esistenza. Ricondotto al proprio centro, l'individuo avverte allora a nudo il problema di ogni problema: ''Che sono, io?'' [...] In alcuni casi una crisi del genere può avere un esito catastrofico. In altri si reagisce. [...] Un'altra soluzione equivalente è il passivo imettersi a strutture tradizionalistiche, a forme dogmatiche svuotate di un contenuto vivente e presentantesi come semplici complessi dogmatici e devozionali. Altri, però, tengono fermo. Qualcosa di nuovo e di irrevocabile si è determinato nella loro vita. [...]
:Questo è uno dei modi con i quali, soprattutto nell'epoca moderna, alcuni possono avvicinarsi alle discipline che, in genere, sono designate come iniziatiche. (''Introduzione'', su ''UR'', 1927)
*«La «Materia dell'[[Alchimia|Opera]]» è qui, nella brama tua, nella tua [[volontà]] profonda, più vicina di quel che a te tu non sii vicino. Eccitala, dèstala. Creale resistenza. (Abraxa, ''La conoscenza delle acque'', su ''UR'', 1927)
*Alla sera, prima di addormentarsi, in uno stato calmo, non stanco, tersa la mente da assilli, si realizzi meditativamente che ci si trova nelle prime ore della [[notte]] ai piedi di un [[montagna|monte]], e che si inizia l'ascesa – lentamente mentre le caligini a poco a poco si dileguano e le prime luci, e poi il [[Sole]], sorgono. Si continuerà ad ascendere pensando all’ascendere simultaneo del Sole in cielo, al crescente trionfare ed espandersi e folgorare della sua [[luce]] sulla cose, e, nel momento di sentirsi sulla vetta del monte, si realizzi che il Sole è allo Zenit, al vertice della sua ascesa, nel cielo sgombro e tutto luce. Si arresti la contemplazione a questo punto e si realizzi il tutto come senso di quel che effettivamente accadrà interiormente di là della soglia del [[sonno]], sino a metà della notte. Naturalmente l'ascendere di me sul monte e del Sole dall'alba al meriggio debbono essere vissuti in una stretta correlazione e il tutto va assunto in una progressione di risveglio che al limite della vetta deve dar luogo ad un senso di identificazione con la stessa luce meridiana – radiosa, silente, compiuta purità di luce nell’essere senza limiti.
:Alla mattina, appena desti, sgombra la mente da ogni residuo di sonnolenza, ci si riprenda contemplativamente dalla cima del monte al meriggio, in cui si era rimasti, e ci si veda discendere lentamente fino alla pianura. Nel contempo anche il Sole discende, volge al [[tramonto]] ed ogni luce sarà scomparsa quando la pianura sarà da noi raggiunta. Ciò sia imaginato, ricordato, come il significato del tratto fra la metà della notte e il mattino. Nell'oscurità del giorno, in cui ci si trova svegliandosi, permanga pertanto l'eco della Luce dall'alto, del ''Sole di mezzanotte'', nel senso, che ''io sono il portatore di questa Luce'', che essa ora è nel centro di me nel cuore. (Luce e Leo, ''Glosse all'«Opus magicum» pel II capitolo'', su ''UR'', 1927)
*Varrebbe tracciare un parallelo fra i metodi della «via secca» e della «via umida». [...] Nell'un caso come nell'altro bisogna destare un ''[[fuoco]]'', uno stato di intensa vibrazione o [[emozione]] che, trasportandoci di là da se stessi, renda possibile ad una forza della [[personalità]] lo ''spezzare'' la personalità stessa. I mistici qui agiscono col disgusto del mondo, con l'angoscia, la preghiera, l'orrore per sé stessi, la fede nel [[Cristo]] e l'ardente dedizione a [[Dio]]. La caratteristica del [[mistico]] è di attibuire a tutto ciò un significato religioso e morale, anziché pragmatico e tecnico. Manca, in altre parole, l'attitudine ''[[scienza|scientifica]]'' e manca chi diriga l'operazione (il «regime del Fuoco») sapendo perfettamente perché fa ciò che fa - come accade invece nella «via secca». Considerando che lo scopo positivo è di produrre quello stato di «esaltazione», nel quale avviene il «salto» e l'«uscita» [...], tutti i metodi, dato che riescano, sono da dirsi egualmente legittimi. (Arvo ed Ea, ''La dottrina esoterica dei centri segreti del corpo in un mistico cristiano'', su ''UR'', 1928)
*''Agli [[Dèi]] bisogna farsi simili: non già agli uomini da bene. Non l'essere esenti dal [[peccato]], ma l'essere un [[Dio]] – è il fine.''<ref>Trad. da ''[[Enneadi]]'', I, II, 6-7.</ref> Queste massime staccano nettamente la via dell'iniziato dalla via degli uomini. La «[[virtù]]» degli uomini, in ultima analisi, è cosa indifferente: imagine di una imagine – dice [[Plotino]]. La «[[moralità]]» non ha a che vedere con l'[[iniziazione]]. L'iniziazione è una trasformazione radicale di uno stato di [[esistenza]] in un altro stato di esistenza. Un «Dio» non è un «modello morale»: è un altro essere. L'uomo buono non cessa di essere «[[uomo]]» per il suo esser «buono». In qualsiasi tempo e luogo si sia capito che significhi «iniziazione», l'idea è stata sempre la stessa. (Plotino, ''Massime di saggezza pagana'', su ''KRUR'', 1929)
*Sulla fine del 1913 cominciarono a manifestarsi segni, che qualcosa di ''nuovo'' richiamava le forze della tradizione italica. Questi segni, ci furono direttamente palesi. Nel nostro «studio», senza che mai si potesse spiegare per quali vie fosse giunto, rinvenimmo, in quel periodo, un foglietto. Vi era tracciata, schematicamente, una via, una direzione, un luogo. Una via oltre la [[Roma]] moderna; un luogo, là dove nel nome e nelle silenti auguste vestigia sussiste la presenza dell'[[Roma (città antica)|Urbe antica]]. [...] Ed il [[rito]] fu celebrato per mesi e mesi, ogni notte, senza sosta. E noi sentimmo, meravigliati, accorrervi forze di [[guerra]] e forze di [[vittoria]]; e vedemmo balenar nella sua luce le figure vetuste ed auguste degli «[[Eroi]]» della razza [[civiltà romana|romana]]; e un «segno che non può fallire» fu sigillo per il ponte di salda pietra che uomini sconosciuti costruivano per essi nel silenzio profondo della notte, giorno per giorno. [...]
:La [[prima guerra mondiale|guerra immane]], che divampò nel 1914, inaspettata per ogni altro, noi la presentimmo. L'esito, lo conoscevamo. L'una e l'altra furono visti là dove le cose sono, prima di essere reali. E vedemmo l'azione di [[potenza]] che una [[occulto|occulta]] forza volle dal mistero di un sepolcro romano; e possedemmo e possediamo il breve simbolo regale che le aprì ermeticamente le vie del mondo degli uomini. (Ekatlos, ''La «Grande Orma»: la scena e le quinte'', su ''KRUR'', 1929)
==Citazioni sul Gruppo di UR==
*Fra gli appartenenti a questo gruppo operativo due elementi almeno erano dotati di reali poteri. Quanto alle finalità, quella più immediata era il destare una [[spirito|forza superiore]] da servire d'ausilio al lavoro individuale di ciascuno, forza di cui eventualmente ciascuno potesse far uso. Vi era però anche un fine più ambizioso, cioè l'idea che su quella specie di [[eggregora|corpo psichico]] che si voleva creare potesse innestarsi, per evocazione, una vera influenza dall'alto. In tal caso non sarebbe stata esclusa la possibilità di esercitare, da dietro le quinte, un'azione perfino sulle forze predominanti nell'ambiente generale di allora. Quanto alla direzione di tale azione, i punti principali di riferimento sarebbero stati più o meno quelli di ''Imperialismo Pagano'' e degli [[ideale|ideali]] «[[religione romana|romani]]» di [[Arturo Reghini]]. ([[Julius Evola]])<ref>[[Julius Evola]], [https://books.google.it/books?id=6KHLCQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=finalit%C3%A0%20immediata%20forza%20superiore%20ausilio%20lavoro%20ciascuno%20%22corpo%20psichico%22%20influenza%20alto%20azione%20%22ambiente%20generale%22&f=false ''Il Cammino del Cinabro'', cap. 5, ''"Il Gruppo di Ur"'', terza edizione corretta e aumentata], a cura di [[Gianfranco de Turris]], Andrea Scarabelli, Giovanni Sessa, Roma, Edizioni Mediterranee, 2014.</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=v17KwnSmRhAC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume primo] (raccolta dei fascicoli su ''UR'' del 1927), Roma, Mediterranee, 2004<sup>4</sup> ISBN 978-8827209592.
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=j2mtU_ym1_UC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume secondo] (raccolta dei fascicoli su ''UR'' del 1928), Roma, Mediterranee, 2006<sup>3</sup> ISBN 978-8827201732.
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=JLOnuzXtx2UC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume terzo] (raccolta dei fascicoli su ''KRUR'' del 1929), Roma, Mediterranee, 2006<sup>3</sup> ISBN 978-8827209608.
==Voci correlate==
*[[Julius Evola]]
*[[Magia]]
*[[Occulto]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Cultura dell'Italia]]
[[Categoria:Esoterismo]]
[[Categoria:Magia]]
[[Categoria:Società segrete]]
[[Categoria:Spiritualità]]
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'''Gruppo di UR''', sodalizio [[esoterismo|esoterico]] attivo in Italia nella seconda metà degli anni venti, i cui aderenti tra cui [[Julius Evola]], [[Arturo Reghini]], [[Giovanni Colazza]], pubblicarono dietro pseudonimo una serie di fascicoli, a cadenza mensile, sulle riviste ''UR'' (1927-28) e ''KRUR'' (1929), poi ristampati nel 1955 e nel 1971 nella raccolta in tre volumi intitolata ''Introduzione alla [[Magia]] quale Scienza dell'Io''.
==Citazioni del Gruppo di UR==
*Nella vita di alcuni uomini vi sono momenti, in cui essi sentono vacillare tutte le loro certezze, venir meno tutte le loro luci, tacere le voci delle passioni e degli affetti e di quanto altro animava e muoveva la loro esistenza. Ricondotto al proprio centro, l'individuo avverte allora a nudo il problema di ogni problema: ''Che sono, io?'' [...] In alcuni casi una crisi del genere può avere un esito catastrofico. In altri si reagisce. [...] Un'altra soluzione equivalente è il passivo imettersi a strutture tradizionalistiche, a forme dogmatiche svuotate di un contenuto vivente e presentantesi come semplici complessi dogmatici e devozionali. Altri, però, tengono fermo. Qualcosa di nuovo e di irrevocabile si è determinato nella loro vita. [...]
:Questo è uno dei modi con i quali, soprattutto nell'epoca moderna, alcuni possono avvicinarsi alle discipline che, in genere, sono designate come iniziatiche. (''Introduzione'', su ''UR'', 1927)
*«La «Materia dell'[[Alchimia|Opera]]» è qui, nella brama tua, nella tua [[volontà]] profonda, più vicina di quel che a te tu non sii vicino. Eccitala, dèstala. Creale resistenza. (Abraxa, ''La conoscenza delle acque'', su ''UR'', 1927)
*Alla sera, prima di addormentarsi, in uno stato calmo, non stanco, tersa la mente da assilli, si realizzi meditativamente che ci si trova nelle prime ore della [[notte]] ai piedi di un [[montagna|monte]], e che si inizia l'ascesa – lentamente mentre le caligini a poco a poco si dileguano e le prime luci, e poi il [[Sole]], sorgono. Si continuerà ad ascendere pensando all’ascendere simultaneo del Sole in cielo, al crescente trionfare ed espandersi e folgorare della sua [[luce]] sulla cose, e, nel momento di sentirsi sulla vetta del monte, si realizzi che il Sole è allo Zenit, al vertice della sua ascesa, nel cielo sgombro e tutto luce. Si arresti la contemplazione a questo punto e si realizzi il tutto come senso di quel che effettivamente accadrà interiormente di là della soglia del [[sonno]], sino a metà della notte. Naturalmente l'ascendere di me sul monte e del Sole dall'alba al meriggio debbono essere vissuti in una stretta correlazione e il tutto va assunto in una progressione di risveglio che al limite della vetta deve dar luogo ad un senso di identificazione con la stessa luce meridiana – radiosa, silente, compiuta purità di luce nell'essere senza limiti.
:Alla mattina, appena desti, sgombra la mente da ogni residuo di sonnolenza, ci si riprenda contemplativamente dalla cima del monte al meriggio, in cui si era rimasti, e ci si veda discendere lentamente fino alla pianura. Nel contempo anche il Sole discende, volge al [[tramonto]] ed ogni luce sarà scomparsa quando la pianura sarà da noi raggiunta. Ciò sia imaginato, ricordato, come il significato del tratto fra la metà della notte e il mattino. Nell'oscurità del giorno, in cui ci si trova svegliandosi, permanga pertanto l'eco della Luce dall'alto, del ''Sole di mezzanotte'', nel senso, che ''io sono il portatore di questa Luce'', che essa ora è nel centro di me nel cuore. (Luce e Leo, ''Glosse all'«Opus magicum» pel II capitolo'', su ''UR'', 1927)
*Varrebbe tracciare un parallelo fra i metodi della «via secca» e della «via umida». [...] Nell'un caso come nell'altro bisogna destare un ''[[fuoco]]'', uno stato di intensa vibrazione o [[emozione]] che, trasportandoci di là da se stessi, renda possibile ad una forza della [[personalità]] lo ''spezzare'' la personalità stessa. I mistici qui agiscono col disgusto del mondo, con l'angoscia, la preghiera, l'orrore per sé stessi, la fede nel [[Cristo]] e l'ardente dedizione a [[Dio]]. La caratteristica del [[mistico]] è di attibuire a tutto ciò un significato religioso e morale, anziché pragmatico e tecnico. Manca, in altre parole, l'attitudine ''[[scienza|scientifica]]'' e manca chi diriga l'operazione (il «regime del Fuoco») sapendo perfettamente perché fa ciò che fa - come accade invece nella «via secca». Considerando che lo scopo positivo è di produrre quello stato di «esaltazione», nel quale avviene il «salto» e l'«uscita» [...], tutti i metodi, dato che riescano, sono da dirsi egualmente legittimi. (Arvo ed Ea, ''La dottrina esoterica dei centri segreti del corpo in un mistico cristiano'', su ''UR'', 1928)
*''Agli [[Dèi]] bisogna farsi simili: non già agli uomini da bene. Non l'essere esenti dal [[peccato]], ma l'essere un [[Dio]] – è il fine.''<ref>Trad. da ''[[Enneadi]]'', I, II, 6-7.</ref> Queste massime staccano nettamente la via dell'iniziato dalla via degli uomini. La «[[virtù]]» degli uomini, in ultima analisi, è cosa indifferente: imagine di una imagine – dice [[Plotino]]. La «[[moralità]]» non ha a che vedere con l'[[iniziazione]]. L'iniziazione è una trasformazione radicale di uno stato di [[esistenza]] in un altro stato di esistenza. Un «Dio» non è un «modello morale»: è un altro essere. L'uomo buono non cessa di essere «[[uomo]]» per il suo esser «buono». In qualsiasi tempo e luogo si sia capito che significhi «iniziazione», l'idea è stata sempre la stessa. (Plotino, ''Massime di saggezza pagana'', su ''KRUR'', 1929)
*Sulla fine del 1913 cominciarono a manifestarsi segni, che qualcosa di ''nuovo'' richiamava le forze della tradizione italica. Questi segni, ci furono direttamente palesi. Nel nostro «studio», senza che mai si potesse spiegare per quali vie fosse giunto, rinvenimmo, in quel periodo, un foglietto. Vi era tracciata, schematicamente, una via, una direzione, un luogo. Una via oltre la [[Roma]] moderna; un luogo, là dove nel nome e nelle silenti auguste vestigia sussiste la presenza dell'[[Roma (città antica)|Urbe antica]]. [...] Ed il [[rito]] fu celebrato per mesi e mesi, ogni notte, senza sosta. E noi sentimmo, meravigliati, accorrervi forze di [[guerra]] e forze di [[vittoria]]; e vedemmo balenar nella sua luce le figure vetuste ed auguste degli «[[Eroi]]» della razza [[civiltà romana|romana]]; e un «segno che non può fallire» fu sigillo per il ponte di salda pietra che uomini sconosciuti costruivano per essi nel silenzio profondo della notte, giorno per giorno. [...]
:La [[prima guerra mondiale|guerra immane]], che divampò nel 1914, inaspettata per ogni altro, noi la presentimmo. L'esito, lo conoscevamo. L'una e l'altra furono visti là dove le cose sono, prima di essere reali. E vedemmo l'azione di [[potenza]] che una [[occulto|occulta]] forza volle dal mistero di un sepolcro romano; e possedemmo e possediamo il breve simbolo regale che le aprì ermeticamente le vie del mondo degli uomini. (Ekatlos, ''La «Grande Orma»: la scena e le quinte'', su ''KRUR'', 1929)
==Citazioni sul Gruppo di UR==
*Fra gli appartenenti a questo gruppo operativo due elementi almeno erano dotati di reali poteri. Quanto alle finalità, quella più immediata era il destare una [[spirito|forza superiore]] da servire d'ausilio al lavoro individuale di ciascuno, forza di cui eventualmente ciascuno potesse far uso. Vi era però anche un fine più ambizioso, cioè l'idea che su quella specie di [[eggregora|corpo psichico]] che si voleva creare potesse innestarsi, per evocazione, una vera influenza dall'alto. In tal caso non sarebbe stata esclusa la possibilità di esercitare, da dietro le quinte, un'azione perfino sulle forze predominanti nell'ambiente generale di allora. Quanto alla direzione di tale azione, i punti principali di riferimento sarebbero stati più o meno quelli di ''Imperialismo Pagano'' e degli [[ideale|ideali]] «[[religione romana|romani]]» di [[Arturo Reghini]]. ([[Julius Evola]])<ref>[[Julius Evola]], [https://books.google.it/books?id=6KHLCQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=finalit%C3%A0%20immediata%20forza%20superiore%20ausilio%20lavoro%20ciascuno%20%22corpo%20psichico%22%20influenza%20alto%20azione%20%22ambiente%20generale%22&f=false ''Il Cammino del Cinabro'', cap. 5, ''"Il Gruppo di Ur"'', terza edizione corretta e aumentata], a cura di [[Gianfranco de Turris]], Andrea Scarabelli, Giovanni Sessa, Roma, Edizioni Mediterranee, 2014.</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=v17KwnSmRhAC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume primo] (raccolta dei fascicoli su ''UR'' del 1927), Roma, Mediterranee, 2004<sup>4</sup> ISBN 978-8827209592.
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=j2mtU_ym1_UC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume secondo] (raccolta dei fascicoli su ''UR'' del 1928), Roma, Mediterranee, 2006<sup>3</sup> ISBN 978-8827201732.
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=JLOnuzXtx2UC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume terzo] (raccolta dei fascicoli su ''KRUR'' del 1929), Roma, Mediterranee, 2006<sup>3</sup> ISBN 978-8827209608.
==Voci correlate==
*[[Julius Evola]]
*[[Magia]]
*[[Occulto]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Esoterismo]]
[[Categoria:Magia]]
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[[Categoria:Spiritualità]]
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'''Gruppo di UR''', sodalizio [[esoterismo|esoterico]] attivo in Italia nella seconda metà degli anni venti, i cui aderenti tra cui [[Julius Evola]], [[Arturo Reghini]], [[Giovanni Colazza]], pubblicarono dietro pseudonimo una serie di fascicoli, a cadenza mensile, sulle riviste ''UR'' (1927-28) e ''KRUR'' (1929), poi ristampati nel 1955 e nel 1971 nella raccolta in tre volumi intitolata ''Introduzione alla [[Magia]] quale Scienza dell'Io''.
==Citazioni del Gruppo di UR==
*Nella vita di alcuni uomini vi sono momenti, in cui essi sentono vacillare tutte le loro certezze, venir meno tutte le loro luci, tacere le voci delle passioni e degli affetti e di quanto altro animava e muoveva la loro esistenza. Ricondotto al proprio centro, l'individuo avverte allora a nudo il problema di ogni problema: ''Che sono, io?'' [...] In alcuni casi una [[crisi]] del genere può avere un esito catastrofico. In altri si reagisce. [...] Un'altra soluzione equivalente è il passivo rimettersi a strutture tradizionalistiche, a forme dogmatiche svuotate di un contenuto vivente e presentantesi come semplici complessi dogmatici e devozionali. Altri, però, tengono fermo. Qualcosa di nuovo e di irrevocabile si è determinato nella loro vita. [...]
:Questo è uno dei modi con i quali, soprattutto nell'epoca moderna, alcuni possono avvicinarsi alle discipline che, in genere, sono designate come [[iniziazione|iniziatiche]]. (''Introduzione'', su ''UR'', 1927)
*«La «Materia dell'[[Alchimia|Opera]]» è qui, nella brama tua, nella tua [[volontà]] profonda, più vicina di quel che a te tu non sii vicino. Eccitala, dèstala. Creale resistenza. (Abraxa, ''La conoscenza delle acque'', su ''UR'', 1927)
*Alla sera, prima di addormentarsi, in uno stato calmo, non stanco, tersa la mente da assilli, si realizzi meditativamente che ci si trova nelle prime ore della [[notte]] ai piedi di un [[montagna|monte]], e che si inizia l'ascesa – lentamente mentre le caligini a poco a poco si dileguano e le prime luci, e poi il [[Sole]], sorgono. Si continuerà ad ascendere pensando all’ascendere simultaneo del Sole in cielo, al crescente trionfare ed espandersi e folgorare della sua [[luce]] sulla cose, e, nel momento di sentirsi sulla vetta del monte, si realizzi che il Sole è allo Zenit, al vertice della sua ascesa, nel cielo sgombro e tutto luce. Si arresti la contemplazione a questo punto e si realizzi il tutto come senso di quel che effettivamente accadrà interiormente di là della soglia del [[sonno]], sino a metà della notte. Naturalmente l'ascendere di me sul monte e del Sole dall'alba al meriggio debbono essere vissuti in una stretta correlazione e il tutto va assunto in una progressione di risveglio che al limite della vetta deve dar luogo ad un senso di identificazione con la stessa luce meridiana – radiosa, silente, compiuta purità di luce nell'essere senza limiti.
:Alla mattina, appena desti, sgombra la mente da ogni residuo di sonnolenza, ci si riprenda contemplativamente dalla cima del monte al meriggio, in cui si era rimasti, e ci si veda discendere lentamente fino alla pianura. Nel contempo anche il Sole discende, volge al [[tramonto]] ed ogni luce sarà scomparsa quando la pianura sarà da noi raggiunta. Ciò sia imaginato, ricordato, come il significato del tratto fra la metà della notte e il mattino. Nell'oscurità del giorno, in cui ci si trova svegliandosi, permanga pertanto l'eco della Luce dall'alto, del ''Sole di mezzanotte'', nel senso, che ''io sono il portatore di questa Luce'', che essa ora è nel centro di me nel cuore. (Luce e Leo, ''Glosse all'«Opus magicum» pel II capitolo'', su ''UR'', 1927)
*Varrebbe tracciare un parallelo fra i metodi della «via secca» e della «via umida». [...] Nell'un caso come nell'altro bisogna destare un ''[[fuoco]]'', uno stato di intensa vibrazione o [[emozione]] che, trasportandoci di là da se stessi, renda possibile ad una forza della [[personalità]] lo ''spezzare'' la personalità stessa. I mistici qui agiscono col disgusto del mondo, con l'angoscia, la preghiera, l'orrore per sé stessi, la fede nel [[Cristo]] e l'ardente dedizione a [[Dio]]. La caratteristica del [[mistico]] è di attibuire a tutto ciò un significato religioso e morale, anziché pragmatico e tecnico. Manca, in altre parole, l'attitudine ''[[scienza|scientifica]]'' e manca chi diriga l'operazione (il «regime del Fuoco») sapendo perfettamente perché fa ciò che fa - come accade invece nella «via secca». Considerando che lo scopo positivo è di produrre quello stato di «esaltazione», nel quale avviene il «salto» e l'«uscita» [...], tutti i metodi, dato che riescano, sono da dirsi egualmente legittimi. (Arvo ed Ea, ''La dottrina esoterica dei centri segreti del corpo in un mistico cristiano'', su ''UR'', 1928)
*''Agli [[Dèi]] bisogna farsi simili: non già agli uomini da bene. Non l'essere esenti dal [[peccato]], ma l'essere un [[Dio]] – è il fine.''<ref>Trad. da ''[[Enneadi]]'', I, II, 6-7.</ref> Queste massime staccano nettamente la via dell'iniziato dalla via degli uomini. La «[[virtù]]» degli uomini, in ultima analisi, è cosa indifferente: imagine di una imagine – dice [[Plotino]]. La «[[moralità]]» non ha a che vedere con l'[[iniziazione]]. L'iniziazione è una trasformazione radicale di uno stato di [[esistenza]] in un altro stato di esistenza. Un «Dio» non è un «modello morale»: è un altro essere. L'uomo buono non cessa di essere «[[uomo]]» per il suo esser «buono». In qualsiasi tempo e luogo si sia capito che significhi «iniziazione», l'idea è stata sempre la stessa. (Plotino, ''Massime di saggezza pagana'', su ''KRUR'', 1929)
*Sulla fine del 1913 cominciarono a manifestarsi segni, che qualcosa di ''nuovo'' richiamava le forze della tradizione italica. Questi segni, ci furono direttamente palesi. Nel nostro «studio», senza che mai si potesse spiegare per quali vie fosse giunto, rinvenimmo, in quel periodo, un foglietto. Vi era tracciata, schematicamente, una via, una direzione, un luogo. Una via oltre la [[Roma]] moderna; un luogo, là dove nel nome e nelle silenti auguste vestigia sussiste la presenza dell'[[Roma (città antica)|Urbe antica]]. [...] Ed il [[rito]] fu celebrato per mesi e mesi, ogni notte, senza sosta. E noi sentimmo, meravigliati, accorrervi forze di [[guerra]] e forze di [[vittoria]]; e vedemmo balenar nella sua luce le figure vetuste ed auguste degli «[[Eroi]]» della razza [[civiltà romana|romana]]; e un «segno che non può fallire» fu sigillo per il ponte di salda pietra che uomini sconosciuti costruivano per essi nel silenzio profondo della notte, giorno per giorno. [...]
:La [[prima guerra mondiale|guerra immane]], che divampò nel 1914, inaspettata per ogni altro, noi la presentimmo. L'esito, lo conoscevamo. L'una e l'altra furono visti là dove le cose sono, prima di essere reali. E vedemmo l'azione di [[potenza]] che una [[occulto|occulta]] forza volle dal mistero di un sepolcro romano; e possedemmo e possediamo il breve simbolo regale che le aprì ermeticamente le vie del mondo degli uomini. (Ekatlos, ''La «Grande Orma»: la scena e le quinte'', su ''KRUR'', 1929)
==Citazioni sul Gruppo di UR==
*Fra gli appartenenti a questo gruppo operativo due elementi almeno erano dotati di reali poteri. Quanto alle finalità, quella più immediata era il destare una [[spirito|forza superiore]] da servire d'ausilio al lavoro individuale di ciascuno, forza di cui eventualmente ciascuno potesse far uso. Vi era però anche un fine più ambizioso, cioè l'idea che su quella specie di [[eggregora|corpo psichico]] che si voleva creare potesse innestarsi, per evocazione, una vera influenza dall'alto. In tal caso non sarebbe stata esclusa la possibilità di esercitare, da dietro le quinte, un'azione perfino sulle forze predominanti nell'ambiente generale di allora. Quanto alla direzione di tale azione, i punti principali di riferimento sarebbero stati più o meno quelli di ''Imperialismo Pagano'' e degli [[ideale|ideali]] «[[religione romana|romani]]» di [[Arturo Reghini]]. ([[Julius Evola]])<ref>[[Julius Evola]], [https://books.google.it/books?id=6KHLCQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=finalit%C3%A0%20immediata%20forza%20superiore%20ausilio%20lavoro%20ciascuno%20%22corpo%20psichico%22%20influenza%20alto%20azione%20%22ambiente%20generale%22&f=false ''Il Cammino del Cinabro'', cap. 5, ''"Il Gruppo di Ur"'', terza edizione corretta e aumentata], a cura di [[Gianfranco de Turris]], Andrea Scarabelli, Giovanni Sessa, Roma, Edizioni Mediterranee, 2014.</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=v17KwnSmRhAC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume primo] (raccolta dei fascicoli su ''UR'' del 1927), Roma, Mediterranee, 2004<sup>4</sup> ISBN 978-8827209592.
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=j2mtU_ym1_UC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume secondo] (raccolta dei fascicoli su ''UR'' del 1928), Roma, Mediterranee, 2006<sup>3</sup> ISBN 978-8827201732.
*Gruppo di UR, [https://books.google.it/books?id=JLOnuzXtx2UC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Introduzione alla magia'' (1971), volume terzo] (raccolta dei fascicoli su ''KRUR'' del 1929), Roma, Mediterranee, 2006<sup>3</sup> ISBN 978-8827209608.
==Voci correlate==
*[[Julius Evola]]
*[[Magia]]
*[[Occulto]]
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Citazioni sul '''Contratto sociale''' e il '''contrattualismo'''.
*Secondo il contrattualismo, lo Stato va concepito semplice ''mezzo'' della realizzazione della libertà, ossia della stessa realtà spirituale che sola restava in conseguenza del giusnaturalismo: la realtà dell'individuo, che, non essendo universale e trovandosi perciò a dover esistere insieme con quella degli altri individui, riconosce la necessità di un accordo, in cui il limite reciproco della sconfinata libertà naturale renda compossibile l'armonica convivenza dei diversi individui. L'accordo nasce dall'adesione della volontà individuale; e intanto quindi c'è, in quanto questa volontà lo vuole. ([[Giovanni Gentile]])
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Citazioni sul '''Contratto sociale''' e il '''contrattualismo'''.
*Secondo il contrattualismo, lo Stato va concepito semplice ''mezzo'' della realizzazione della libertà, ossia della stessa realtà spirituale che sola restava in conseguenza del [[giusnaturalismo]]: la realtà dell'individuo, che, non essendo universale e trovandosi perciò a dover esistere insieme con quella degli altri individui, riconosce la necessità di un accordo, in cui il limite reciproco della sconfinata libertà naturale renda compossibile l'armonica convivenza dei diversi individui. L'accordo nasce dall'adesione della volontà individuale; e intanto quindi c'è, in quanto questa volontà lo vuole. ([[Giovanni Gentile]])
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Citazioni sul '''Contratto sociale''' e il '''contrattualismo'''.
*Secondo il contrattualismo, lo Stato va concepito semplice ''mezzo'' della realizzazione della libertà, ossia della stessa realtà spirituale che sola restava in conseguenza del [[giusnaturalismo]]: la realtà dell'individuo, che, non essendo universale e trovandosi perciò a dover esistere insieme con quella degli altri individui, riconosce la necessità di un accordo, in cui il limite reciproco della sconfinata libertà naturale renda compossibile l'armonica convivenza dei diversi individui. L'accordo nasce dall'adesione della volontà individuale; e intanto quindi c'è, in quanto questa volontà lo vuole. ([[Giovanni Gentile]])
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Marco Faustino Gagliuffi
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Marco Faustino Gagliuffi (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano
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'''Marco Faustino Gagliuffi''' (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano.
==Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi==
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il Gagliuffi, tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. ([[Ambrogio Levati]])
==Altri progetti==
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/* Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi */ Luigi Rava
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'''Marco Faustino Gagliuffi''' (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano.
==Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi==
**Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario. ([[Luigi Rava]])
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il Gagliuffi, tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. ([[Ambrogio Levati]])
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'''Marco Faustino Gagliuffi''' (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano.
==Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario. ([[Luigi Rava]])
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il Gagliuffi, tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. ([[Ambrogio Levati]])
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/* Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi */ altra di Rava
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'''Marco Faustino Gagliuffi''' (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano.
==Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario. ([[Luigi Rava]])
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il Gagliuffi, tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. ([[Ambrogio Levati]])
*Una specialità aveva il suo ingegno: improvvisare versi in latino e riassumere in latino elegante le poesie e i discorsi che udiva recitare. E soleva farlo in Arcadia in gara con la celebre Amarilli Etrusca<ref>Nome arcadico della poetessa [[Teresa Bandettini]].</ref> che improvvisava in italiano. ([[Luigi Rava]])
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sezione Note
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'''Marco Faustino Gagliuffi''' (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano.
==Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario. ([[Luigi Rava]])
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il Gagliuffi, tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. ([[Ambrogio Levati]])
*Una specialità aveva il suo ingegno: improvvisare versi in latino e riassumere in latino elegante le poesie e i discorsi che udiva recitare. E soleva farlo in Arcadia in gara con la celebre Amarilli Etrusca<ref>Nome arcadico della poetessa [[Teresa Bandettini]].</ref> che improvvisava in italiano. ([[Luigi Rava]])
==Note==
<references />
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'''Marco Faustino Gagliuffi''' (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano.
==Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario. ([[Luigi Rava]])
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il Gagliuffi, tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. ([[Ambrogio Levati]])
*Una specialità aveva il suo ingegno: improvvisare versi in latino e riassumere in latino elegante le poesie e i discorsi che udiva recitare. E soleva farlo in Arcadia in gara con la celebre Amarilli Etrusca<ref>Nome arcadico della poetessa [[Teresa Bandettini]].</ref> che improvvisava in italiano. ([[Luigi Rava]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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/* Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi */ altra nota
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'''Marco Faustino Gagliuffi''' (1765 – 1834), umanista, poeta e latinista italiano.
==Citazioni su Marco Faustino Gagliuffi==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario. ([[Luigi Rava]])
*Tanta è la perizia nella lingua latina di cui è fornito il Gagliuffi, tanta la franchezza con cui egli mette il suo piede nelle orme dei poeti del Lazio, che non esitò a ridurre in versi elegiaci le leggi emanate da Napoleone<ref>Il ''Codice napoleonico''.</ref>. E ben lungi dal cader nella barbarie o nel triviale, egli si mostrò espertissimo nell'applicare i modi e le frasi latine eziandio a que' soggetti che non furono mai trattati da Poeti Romani. ([[Ambrogio Levati]])
*Una specialità aveva il suo ingegno: improvvisare versi in latino e riassumere in latino elegante le poesie e i discorsi che udiva recitare. E soleva farlo in Arcadia in gara con la celebre Amarilli Etrusca<ref>Nome arcadico della poetessa [[Teresa Bandettini]].</ref> che improvvisava in italiano. ([[Luigi Rava]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Latinisti italiani]]
[[Categoria:Poeti italiani]]
[[Categoria:Umanisti italiani]]
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Isabella
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Sun-crops
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Inserimento in voce tematica
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text/x-wiki
{{raccolta}}
'''Isabella''', nome proprio femminile.
*Chesta è 'a zita e se chiamma Sabella.<ref>Questa è la fanciulla e si chiama Isabella. Vale a dire: questo ti posso dare, questo si può avere, non ci sono alternative e quindi devi accontentarti.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Prenomi]]
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Segreto istruttorio
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Inserimento in voce tematica
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text/x-wiki
{{voce tematica}}
Citazioni sul '''segreto istruttorio'''.
*In un convegno su «Terrorismo e informazione», a Roma, è stato unanimemente riconosciuto che il segreto istruttorio in Italia non esiste. Lo trasgrediscono tutti. Non solo giornalisti e avvocati – e ancora passi – ma perfino magistrati che anticipano e propalano, il più delle volte per farne strumento politico, notizie riservate. «È il segreto di Pulcinella» si è lamentato il procuratore capo della Capitale, De Matteo. È vero. Ma Pulcinella non era giudice. E i giudici non dovrebbero essere Pulcinella. ([[Indro Montanelli]])
==Altri progetti==
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{{s}}
[[Categoria:Diritto]]
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Federica D'Astolfo
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2022-07-26T17:04:50Z
Danyele
19198
Creata pagina con "'''Federica D'Astolfo''' (1967 – vivente), allenatrice di calcio ed ex calciatrice italiana. ==Citazioni di Federica D'Astolfo== {{cronologico}} *{{NDR|«Quanto un allenatore deve essere anche educatore?»}} Sempre. Credo non si possano dividere gli aspetti tecnici, tattici, fisici dalle competenze umane, emotive, sociali, relazionali, ecc... Tutti questi apprendimenti sono interconnessi tra di loro e la giocatrice è un'unità significativa di questa complessità. P..."
wikitext
text/x-wiki
'''Federica D'Astolfo''' (1967 – vivente), allenatrice di calcio ed ex calciatrice italiana.
==Citazioni di Federica D'Astolfo==
{{cronologico}}
*{{NDR|«Quanto un allenatore deve essere anche educatore?»}} Sempre. Credo non si possano dividere gli aspetti tecnici, tattici, fisici dalle competenze umane, emotive, sociali, relazionali, ecc... Tutti questi apprendimenti sono interconnessi tra di loro e la giocatrice è un'unità significativa di questa complessità. Per poter lavorare sulla motivazione, che è alla base di ogni apprendimento, l'allenatore si deve formare e costantemente aggiornare su tutti questi aspetti e considerarli nella loro complessità.<ref name="Pressi">Da Laura Pressi, ''[https://www.calciodonne.it/rubriche/informazione/spazio-tecnici/15464-intervista-a-federica-d-astolfo-allenatrice-della-reggiana-e-una-ex-stella-della-nazionale Intervista a Federica D'Astolfo, allenatrice della Reggiana e una ex stella della nazionale]'', ''Calciodonne.it'', 11 novembre 2014.</ref>
*{{NDR|«[...] lei aveva un modo di difendere la palla molto speciale, non le scappava mai dai piedi e le avversarie non riuscivano quasi mai a portarla via [...]»}} La difesa della palla l'ho imparata in strada, giocando a calcio tutti i giorni per ore e ore, schivando non solo avversari ma anche sassi e macchine. A mio parere l'allenamento dovrebbe riprodurre il più possibile l'habitat naturale del cortile, dove gli stimoli e le sollecitazioni sono infiniti e dove devi trovare soluzioni a situazioni complesse, senza esercitazioni prescrittive e deterministiche che tendono a semplificare il gioco. Inoltre è evidente che due allenamenti di due ore alla settimana non sono sufficienti a sviluppare capacità coordinative, tecniche e di pensiero.<ref name="Pressi"/>
*{{NDR|«Ci racconta i momenti più belli della sua carriera?»}} In realtà non ho un ricordo più importante o più particolare di un altro. Le partite, le vittorie, i trofei, le sconfitte sono tante e le porto nel cuore. A volte basta guardare una foto per far riaffiorare ogni singola emozione, ma c'è qualcosa che va al di là di tutto ciò. Quello che mi porto dentro sono gli insegnamenti di vita che applico nella quotidianità come la costanza, il sacrifico, la capacità di esser parte di una squadra, il rispetto delle regole. Ecco, credo nello sport come veicolo di apprendimento di valori e il calcio, per me, è stato un dono.<ref>Dall'intervista di Francesca Di Giuseppe, ''[https://postcalcium.it/2438/ Federica D'Astolfo: il calcio per me è stato un dono]'', ''Postcalcium.it'', 15 luglio 2016.</ref>
*Sono un'introversa, sento spesso il bisogno di ricaricarmi, di stare da sola, poiché spesso nelle relazioni professionali e non dò tutto e tendo a svuotarmi. [...] Sono molto timida e ansiosa. Mi chiedo tanti perché, mi riempio di domande, di dubbi e spesso m'incarto, e perdo la semplicità delle cose, cercando troppo la profondità. Sono anche un'istintiva e a volte mi arrabbio tanto, anche se la riflessione analitica spesso prevale nel contenere questi momenti.<ref>Dall'intervista ''[https://www.canalesassuolo.it/federica-dastolfo-lallenatrice-con-la-passione-per-la-filosofia/ Federica D'Astolfo, l'allenatrice con la passione per la filosofia]'', ''Canalesassuolo.it'', 7 dicembre 2016.</ref>
*{{NDR|Sui trascorsi da calciatrice}} Ero centrale. Allora si diceva metodista, play. Egocentrica? Forse — ride, ''ndr'' — mi piaceva stare al centro e per una riservata come me suona strano.<ref name="Ancione">Dall'intervista di Valeria Ancione, ''[https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/calcio-femminile/2018/05/30-43601157/d_astolfo_il_bello_del_calcio_e_l_aspetto_umano_la_cura_delle_relazioni D'Astolfo: "Del calcio mi piace "allenare" l'aspetto umano. L'Italia? È cambiata e andrà ai Mondiali]'', ''Corrieredellosport.it'', 30 maggio 2018.</ref>
*Negli anni Settanta una bimba che faceva calcio coi maschi, era sbagliata. Me ne dicevano di tutti i colori. Mi mandavano a lavare i piatti, perché solo questo dovevano fare le femmine. Ma la strada è una palestra di vita e quando c'era bisogno facevo anche a botte. Così ho superato in qualche modo la mia timidezza. Attraverso quelle difficoltà ho imparato a conoscermi di più e ho trasformato in positivo le cose negative che ho subito.<ref name="Ancione"/>
*Se penso a quello che ho vissuto da bambina e a tutti i pregiudizi che c'erano, vedere che adesso [[Calcio femminile|una bambina può giocare a pallone]] con assoluta tranquillità perché nessuno la giudicherà in modo negativo per me questa è la vittoria più bella.<ref>Da Giovanni Di Salvo, ''[https://www.glieroidelcalcio.com/2022/03/08/esclusivo-intervista-a-federica-dastolfo-calciatrici-anni-80-90-una-generazione-eccezionale/ Intervista a Federica D'Astolfo: "Calciatrici anni '80/'90? ... Una generazione eccezionale"]'', ''Glieroidelcalcio.com'', 8 marzo 2022.</ref>
*Quale squadra ha sempre vinto e sempre giocato bene? Nessuna! Prima o poi il momento difficile arriva sempre, questa è la legge dello sport e della vita. [...] Non capisco tutto il casino intorno e questa ossessiva ricerca del colpevole a tutti i costi. Nello sport bisogna contemplare la [[sconfitta]] [...] Non esistono cose facili a nessun livello! Forse qualcuno non ha ancora la consapevolezza di senso del vivere lo sport.<ref>Dall'intervista di Christian Vitale, ''[https://www.calciofemminileitaliano.it/a-pranzo-con-lospite/federica-dastolfo-nazionale-bisogna-accettare-il-fatto-che-non-tutto-puo-andare-per-il-meglio/ Federica D'Astolfo: "Nazionale? Bisogna accettare il fatto che non tutto può andare per il meglio"]'', ''Calciofemminileitaliano.it'', 25 luglio 2022.</ref>
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:D'Astolfo, Federica}}
[[Categoria:Calciatori italiani]]
[[Categoria:Allenatori di calcio italiani]]
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'''Federica D'Astolfo''' (1967 – vivente), allenatrice di calcio ed ex calciatrice italiana.
==Citazioni di Federica D'Astolfo==
{{cronologico}}
*{{NDR|«Quanto un allenatore deve essere anche educatore?»}} Sempre. Credo non si possano dividere gli aspetti tecnici, tattici, fisici dalle competenze umane, emotive, sociali, relazionali, ecc... Tutti questi apprendimenti sono interconnessi tra di loro e la giocatrice è un'unità significativa di questa complessità. Per poter lavorare sulla motivazione, che è alla base di ogni apprendimento, l'allenatore si deve formare e costantemente aggiornare su tutti questi aspetti e considerarli nella loro complessità.<ref name="Pressi">Da Laura Pressi, ''[https://www.calciodonne.it/rubriche/informazione/spazio-tecnici/15464-intervista-a-federica-d-astolfo-allenatrice-della-reggiana-e-una-ex-stella-della-nazionale Intervista a Federica D'Astolfo, allenatrice della Reggiana e una ex stella della nazionale]'', ''Calciodonne.it'', 11 novembre 2014.</ref>
*{{NDR|«[...] lei aveva un modo di difendere la palla molto speciale, non le scappava mai dai piedi e le avversarie non riuscivano quasi mai a portarla via [...]»}} La difesa della palla l'ho imparata in strada, giocando a calcio tutti i giorni per ore e ore, schivando non solo avversari ma anche sassi e macchine. A mio parere l'allenamento dovrebbe riprodurre il più possibile l'habitat naturale del cortile, dove gli stimoli e le sollecitazioni sono infiniti e dove devi trovare soluzioni a situazioni complesse, senza esercitazioni prescrittive e deterministiche che tendono a semplificare il gioco. Inoltre è evidente che due allenamenti di due ore alla settimana non sono sufficienti a sviluppare capacità coordinative, tecniche e di pensiero.<ref name="Pressi"/>
*{{NDR|«Ci racconta i momenti più belli della sua carriera?»}} In realtà non ho un ricordo più importante o più particolare di un altro. Le partite, le vittorie, i trofei, le sconfitte sono tante e le porto nel cuore. A volte basta guardare una foto per far riaffiorare ogni singola emozione, ma c'è qualcosa che va al di là di tutto ciò. Quello che mi porto dentro sono gli insegnamenti di vita che applico nella quotidianità come la costanza, il sacrifico, la capacità di esser parte di una squadra, il rispetto delle regole. Ecco, credo nello sport come veicolo di apprendimento di valori e il calcio, per me, è stato un dono.<ref>Dall'intervista di Francesca Di Giuseppe, ''[https://postcalcium.it/2438/ Federica D'Astolfo: il calcio per me è stato un dono]'', ''Postcalcium.it'', 15 luglio 2016.</ref>
*Sono un'introversa, sento spesso il bisogno di ricaricarmi, di stare da sola, poiché spesso nelle relazioni professionali e non dò tutto e tendo a svuotarmi. [...] Sono molto timida e ansiosa. Mi chiedo tanti perché, mi riempio di domande, di dubbi e spesso m'incarto, e perdo la semplicità delle cose, cercando troppo la profondità. Sono anche un'istintiva e a volte mi arrabbio tanto, anche se la riflessione analitica spesso prevale nel contenere questi momenti.<ref>Dall'intervista ''[https://www.canalesassuolo.it/federica-dastolfo-lallenatrice-con-la-passione-per-la-filosofia/ Federica D'Astolfo, l'allenatrice con la passione per la filosofia]'', ''Canalesassuolo.it'', 7 dicembre 2016.</ref>
*{{NDR|Sui trascorsi da calciatrice}} Ero centrale. Allora si diceva metodista, play. Egocentrica? Forse — ride, ''ndr'' — mi piaceva stare al centro e per una riservata come me suona strano.<ref name="Ancione">Dall'intervista di Valeria Ancione, ''[https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/calcio-femminile/2018/05/30-43601157/d_astolfo_il_bello_del_calcio_e_l_aspetto_umano_la_cura_delle_relazioni D'Astolfo: "Del calcio mi piace "allenare" l'aspetto umano. L'Italia? È cambiata e andrà ai Mondiali]'', ''Corrieredellosport.it'', 30 maggio 2018.</ref>
*Negli anni Settanta una bimba che faceva calcio coi maschi, era sbagliata. Me ne dicevano di tutti i colori. Mi mandavano a lavare i piatti, perché solo questo dovevano fare le femmine. Ma la strada è una palestra di vita e quando c'era bisogno facevo anche a botte. Così ho superato in qualche modo la mia timidezza. Attraverso quelle difficoltà ho imparato a conoscermi di più e ho trasformato in positivo le cose negative che ho subito.<ref name="Ancione"/>
*Se penso a quello che ho vissuto da bambina e a tutti i pregiudizi che c'erano, vedere che adesso [[Calcio femminile|una bambina può giocare a pallone]] con assoluta tranquillità perché nessuno la giudicherà in modo negativo per me questa è la vittoria più bella.<ref>Da Giovanni Di Salvo, ''[https://www.glieroidelcalcio.com/2022/03/08/esclusivo-intervista-a-federica-dastolfo-calciatrici-anni-80-90-una-generazione-eccezionale/ Intervista a Federica D'Astolfo: "Calciatrici anni '80/'90? ... Una generazione eccezionale"]'', ''Glieroidelcalcio.com'', 8 marzo 2022.</ref>
*Quale squadra ha sempre vinto e sempre giocato bene? Nessuna! Prima o poi il momento difficile arriva sempre, questa è la legge dello sport e della vita. [...] Non capisco tutto il casino intorno e questa ossessiva ricerca del colpevole a tutti i costi. Nello sport bisogna contemplare la [[sconfitta]] [...] Non esistono cose facili a nessun livello! Forse qualcuno non ha ancora la consapevolezza di senso del vivere lo sport.<ref>Dall'intervista di Christian Vitale, ''[https://www.calciofemminileitaliano.it/a-pranzo-con-lospite/federica-dastolfo-nazionale-bisogna-accettare-il-fatto-che-non-tutto-puo-andare-per-il-meglio/ Federica D'Astolfo: "Nazionale? Bisogna accettare il fatto che non tutto può andare per il meglio"]'', ''Calciofemminileitaliano.it'', 25 luglio 2022.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Calciatori italiani]]
[[Categoria:Allenatori di calcio italiani]]
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Goffredo di Villehardouin
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[[File:Geoffroi de Villehardouin.jpg|thumb|Goffredo di Villehardouin]]
'''Goffredo di Villehardouin''' (1160 – 1213), storico francese.
*I più prodi, e potenti Baroni di Francia a voi c'inviano, per pregarvi in nome d'Iddio d'aver pietà di Gerusalemme serva de' Turchi, e di volerli accompagnare ed assistere colle vostre genti per vendicare l'onta che si fa a Gesù Cristo. Essi vi hanno prescelti, per non esservi in mare popolo di voi più potente, e ci ordinarono di gettarci ai vostri piedi, e di non alzarci, che esaudita la nostra istanza, e allorché avrete promesso di aiutarci nel riconquisto di Terra Santa.<ref>Da ''Histoire de la conquête de Constantinople, par Geoffrey de ville Hardoin, maréchal de Champagne'', Parigi, 1657, pag. 11; citato in Giovanni Battista Baldelli Boni, ''[https://archive.org/details/storiadellerela01bonigoog/page/770/mode/2up Relazioni vicendevoli dell'Europa e dell'Asia dalla decadenza di Roma fino alla distruzione del califfato]'', parte II, libro XV, pag. 771, Firenze, 1827.</ref>
==Note==
<references />
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[[Categoria:Storici francesi]]
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== Categorie ==
Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
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== Categorie ==
Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
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:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
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:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, inoltre, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
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::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel modo di dire napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel <s>modo di dire</s> proverbio napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
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== Categorie ==
Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto, Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel <s>modo di dire</s> proverbio napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
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Udiki
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== Categorie ==
Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
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:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto, Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel <s>modo di dire</s> proverbio napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Ma il merito della faccenda? In questa sede è di questo che si deve discutere, cosa molto più utile. Ripeto: sin dall'origine qui si sono raccolte citazioni sulla simulazione intesa in senso morale, non matematico o ingegneristico. Alla luce di ciò, che ne pensi? Sarebbe interessante saperlo. Non che sia sbagliato avere anche una voce sulla simulazione intesa in una diversa accezione, ma allo stato ''attuale'' qual è la cosa migliore da fare? Io mi sono già espresso. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:57, 26 lug 2022 (CEST)
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Sun-crops
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto, Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel <s>modo di dire</s> proverbio napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Ma il merito della faccenda? In questa sede è di questo che si deve discutere, cosa molto più utile. Ripeto: sin dall'origine qui si sono raccolte citazioni sulla simulazione intesa in senso morale, non matematico o ingegneristico. Alla luce di ciò, che ne pensi? Sarebbe interessante saperlo. Non che sia sbagliato avere anche una voce sulla simulazione intesa in una diversa accezione, ma allo stato ''attuale'' qual è la cosa migliore da fare? Io mi sono già espresso. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:57, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Bene, a domanda rispondo: premesso che il compito dell'amministratore è quello di salvaguardare l'integrità delle voci, comprese le Sue, comprese le Sue modifiche se sono a norma (id est: io, come gli altri amministratori, sono qui a guardare le spalle anche a Lei); tanto premesso, la situzione come mi si presenta attualmente è questa: la voce è di fatto un contenitore in cui vengono a cadere tutte le citazioni che parlano di Simulazione. Cosa me lo fa pensare? L'allineamento a wikipedia, mai messo in discussione, e l'aggiunta di ben due categorie allineate che rinforzano questa – ai miei occhi – evidenza. Se le categorie e la foto non andavano bene, anche, anzi, prrima di tutto, l'allineamento interprogetto andava eliminato, perché, stando all'ipotesi, prima ancora di foto e categorie sarebbe quello l'elemento più dissonante e fuori asse. Infine, per evitare futuri impropri allineamenti, la voce doveva essere rinominata. Questo, nell'ipotesi che questa tematica non sia, come a me appare, un contenitore generale. Se, come a me sembra evidente, è così, ci si può chiedere: è soddisfacente questo stato di cose? Posso riconoscere che potrebbe essere rivisto, prova ne sia l'episodio di stasera; episodio che potrebbe ripetersi con altri utenti. Non sono contrario ad uno spostamento della voce, con conseguenti modifiche. Ho chiesto un parere anche su questo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:25, 26 lug 2022 (CEST)
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto, Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel <s>modo di dire</s> proverbio napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Ma il merito della faccenda? In questa sede è di questo che si deve discutere, cosa molto più utile. Ripeto: sin dall'origine qui si sono raccolte citazioni sulla simulazione intesa in senso morale, non matematico o ingegneristico. Alla luce di ciò, che ne pensi? Sarebbe interessante saperlo. Non che sia sbagliato avere anche una voce sulla simulazione intesa in una diversa accezione, ma allo stato ''attuale'' qual è la cosa migliore da fare? Io mi sono già espresso. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:57, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Bene, a domanda rispondo: premesso che il compito dell'amministratore è quello di salvaguardare l'integrità delle voci, comprese le Sue, comprese le Sue modifiche se sono a norma (id est: io, come gli altri amministratori, sono qui a guardare le spalle anche a Lei); tanto premesso, la situzione come mi si presenta attualmente è questa: la voce è di fatto un contenitore in cui vengono a cadere tutte le citazioni che parlano di Simulazione. Cosa me lo fa pensare? L'allineamento a wikipedia, mai messo in discussione, e l'aggiunta di ben due categorie allineate che rinforzano questa – ai miei occhi – evidenza. Se le categorie e la foto non andavano bene, anche, anzi, <s>prrima</s> prima di tutto, l'allineamento interprogetto andava eliminato, perché, stando all'ipotesi, prima ancora di foto e categorie sarebbe quello l'elemento più dissonante e fuori asse. Infine, per evitare futuri impropri allineamenti, la voce doveva essere rinominata. Questo, nell'ipotesi che questa tematica non sia, come a me appare, un contenitore generale. Se, come a me sembra evidente, è così, ci si può chiedere: è soddisfacente questo stato di cose? Posso riconoscere che potrebbe essere rivisto, prova ne sia l'episodio di stasera; episodio che potrebbe ripetersi con altri utenti. Non sono contrario ad uno spostamento della voce, con conseguenti modifiche. Ho chiesto un parere anche su questo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:25, 26 lug 2022 (CEST)
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Spinoziano
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto, Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel <s>modo di dire</s> proverbio napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Ma il merito della faccenda? In questa sede è di questo che si deve discutere, cosa molto più utile. Ripeto: sin dall'origine qui si sono raccolte citazioni sulla simulazione intesa in senso morale, non matematico o ingegneristico. Alla luce di ciò, che ne pensi? Sarebbe interessante saperlo. Non che sia sbagliato avere anche una voce sulla simulazione intesa in una diversa accezione, ma allo stato ''attuale'' qual è la cosa migliore da fare? Io mi sono già espresso. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:57, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Bene, a domanda rispondo: premesso che il compito dell'amministratore è quello di salvaguardare l'integrità delle voci, comprese le Sue, comprese le Sue modifiche se sono a norma (id est: io, come gli altri amministratori, sono qui a guardare le spalle anche a Lei); tanto premesso, la situzione come mi si presenta attualmente è questa: la voce è di fatto un contenitore in cui vengono a cadere tutte le citazioni che parlano di Simulazione. Cosa me lo fa pensare? L'allineamento a wikipedia, mai messo in discussione, e l'aggiunta di ben due categorie allineate che rinforzano questa – ai miei occhi – evidenza. Se le categorie e la foto non andavano bene, anche, anzi, <s>prrima</s> prima di tutto, l'allineamento interprogetto andava eliminato, perché, stando all'ipotesi, prima ancora di foto e categorie sarebbe quello l'elemento più dissonante e fuori asse. Infine, per evitare futuri impropri allineamenti, la voce doveva essere rinominata. Questo, nell'ipotesi che questa tematica non sia, come a me appare, un contenitore generale. Se, come a me sembra evidente, è così, ci si può chiedere: è soddisfacente questo stato di cose? Posso riconoscere che potrebbe essere rivisto, prova ne sia l'episodio di stasera; episodio che potrebbe ripetersi con altri utenti. Non sono contrario ad uno spostamento della voce, con conseguenti modifiche. Ho chiesto un parere anche su questo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:25, 26 lug 2022 (CEST)
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Al momento in cui scrivo la voce presenta le categorie "Ingegneria" e "Matematica". Le quali, basta leggere le citazioni, non c'entrano proprio niente. Ci sono diverse accezioni della parola, ma le citazioni presenti riguardano la simulazione nel suo aspetto etico. Lascio la questione agli amministratori perché [[speciale:diff/1219157|così mi è stato detto di fare proprio da uno di essi]] (benché abbia annunciato le sue prossime dimissioni). Mi limito semplicemente a segnalare la cosa dopo, per la verità, [[speciale:diff/1219148|aver provato a correggerla]] direttamente. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:06, 26 lug 2022 (CEST)
:Non ho mai annunciato, in nessuna occasione, le mie dimissioni. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:21, 26 lug 2022 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Bene. Ma riguardo il merito della questione? Quelle categorie e quell'immagine non sono pertinenti qui. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:31, 26 lug 2022 (CEST)
:::{{ping|Udiki}} Veda, Gentile Utente, non vorrei sentirmi ripetere la doléance, speciosa, con la quale mi si accusa di logorare l'utente in estenuanti discussioni. Come Le ho già rappresentato, per quanto mi riguarda categorie ed immagine sono pertinenti. Parere certo sindacabile: non sono il Sommo Pontefice. Come già detto, Lei, come qualsiasi utente, può dissentire dal mio operato e chiederne una revisione ad un altro amminstratore. C'è un'alternativa: può aprire una discussione al [[Wikiquote:Bar|Bar]], e con l'occasione, <s>inoltre</s>, magari, continuare ad infangarmi. In ogni caso ho già chiesto su tutto un parere a Spinoziano. Cordiali Saluti. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:49, 26 lug 2022 (CEST)
::::Questo ovviamente vale per tutte le mie eventuali future modifiche dalle quali Ella dovesse dissentire. Glielo dico proprio per evitarLe quelle – a Suo dire – estenuanti ed inibenti discussioni di cui Ella in un recente passato si è lamentato. E qui cadrebbe a proposito un bel <s>modo di dire</s> proverbio napoletano, non volgare, non calunnioso, che chiama in causa ancora una volta una gatta, gatta lacrimante. Ma mi astengo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:57, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Ma il merito della faccenda? In questa sede è di questo che si deve discutere, cosa molto più utile. Ripeto: sin dall'origine qui si sono raccolte citazioni sulla simulazione intesa in senso morale, non matematico o ingegneristico. Alla luce di ciò, che ne pensi? Sarebbe interessante saperlo. Non che sia sbagliato avere anche una voce sulla simulazione intesa in una diversa accezione, ma allo stato ''attuale'' qual è la cosa migliore da fare? Io mi sono già espresso. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:57, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Bene, a domanda rispondo: premesso che il compito dell'amministratore è quello di salvaguardare l'integrità delle voci, comprese le Sue, comprese le Sue modifiche se sono a norma (id est: io, come gli altri amministratori, sono qui a guardare le spalle anche a Lei); tanto premesso, la situzione come mi si presenta attualmente è questa: la voce è di fatto un contenitore in cui vengono a cadere tutte le citazioni che parlano di Simulazione. Cosa me lo fa pensare? L'allineamento a wikipedia, mai messo in discussione, e l'aggiunta di ben due categorie allineate che rinforzano questa – ai miei occhi – evidenza. Se le categorie e la foto non andavano bene, anche, anzi, <s>prrima</s> prima di tutto, l'allineamento interprogetto andava eliminato, perché, stando all'ipotesi, prima ancora di foto e categorie sarebbe quello l'elemento più dissonante e fuori asse. Infine, per evitare futuri impropri allineamenti, la voce doveva essere rinominata. Questo, nell'ipotesi che questa tematica non sia, come a me appare, un contenitore generale. Se, come a me sembra evidente, è così, ci si può chiedere: è soddisfacente questo stato di cose? Posso riconoscere che potrebbe essere rivisto, prova ne sia l'episodio di stasera; episodio che potrebbe ripetersi con altri utenti. Non sono contrario ad uno spostamento della voce, con conseguenti modifiche. Ho chiesto un parere anche su questo. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:25, 26 lug 2022 (CEST)
:Come poi proposto nella mia pagina di discussione da Sun, ho spostato e tolto le cose non riguardanti la qualità etica (mi sembra in linea anche con quanto chiesto da Udiki) e creato su Wikidata un elemento distinto; l'unica citazione riconducibile a [[Simulazione (modello)]] mi sembra quella da ''Ghost in the Shell'' ma il termine è appena accennato quindi non creerei l'altra voce solo per quella. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:15, 27 lug 2022 (CEST)
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Augusto Aglebert
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'''Augusto Aglebert''' (1810 – 1882), giornalista e politico italiano.
*Colle spie, cogli agenti provocatori, coi ''sergents de ville'', che ''facean dell'ordine col disordine'', colle persecuzioni alla stampa, al diritto di associazione, colla violazione del segreto delle lettere, colla corruzione dei giudici, con i ''fondi segreti inesauribili'', con tutta questa onnipotenza di mezzi e di opere il trono di Luigi Filippo rovinò come quello di [[Carlo X di Francia|Carlo X]], e si aggiunse questa sconfitta alle tante altre toccate alla polizia politica col suo sistema di violazioni.<ref>Dai ''Frammenti''; citato da Martino Speciale Costarelli nella [https://storia.camera.it/regno/lavori/leg10/sed510.pdf Tornata del 25 aprile 1870] della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Politici italiani]]
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Valentina Romani
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Danyele
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Creata pagina con "'''Valentina Romani''' (1996 – vivente), attrice italiana. ==Citazioni di Valentina Romani== {{cronologico}} *Se mi metto in testa di fare una cosa deve venire al 100%, sia che sia un lavoro o una torta da preparare. Se le cose non vanno come speravo naturalmente lo accetto, magari mi sento un po' frustrata, ma non demordo mai.<ref name="Manca">Dall'intervista di Mario Manca, ''[https://www.vanityfair.it/show/tv/2020/11/12/valentina-romani-intervista-mare-fuori-carri..."
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'''Valentina Romani''' (1996 – vivente), attrice italiana.
==Citazioni di Valentina Romani==
{{cronologico}}
*Se mi metto in testa di fare una cosa deve venire al 100%, sia che sia un lavoro o una torta da preparare. Se le cose non vanno come speravo naturalmente lo accetto, magari mi sento un po' frustrata, ma non demordo mai.<ref name="Manca">Dall'intervista di Mario Manca, ''[https://www.vanityfair.it/show/tv/2020/11/12/valentina-romani-intervista-mare-fuori-carriera-attrice Valentina Romani: «Senza l'ascolto non siamo niente»]'', ''Vanityfair.it'', 12 novembre 2020.</ref>
*{{NDR|«Qual è, secondo lei, il suo più grande talento?»}} Ascoltare gli altri, mettermi da parte se qualcuno ha bisogno di dirmi qualcosa. Oggi è difficile farlo. Siamo figli della generazione di Instagram, quella dove si guarda e non si legge, ma senza l'ascolto non siamo niente.<ref name="Manca"/>
*Io prediligo la bellezza. Se un progetto è bello e il personaggio è giusto alla fine sposi ciò che per te è vincente e quindi la vita del personaggio stesso. Il modo in cui lo racconti, che poi sia su un palcoscenico o dietro la macchina da presa, in un certo senso passa in secondo piano. Ogni ruolo mi ha lasciato qualcosa. I personaggi a cui dai vita scavano dentro di te senza che tu te ne renda conto.<ref>Dall'intervista di Eleonora Gasparini, ''[https://www.comingsoon.it/tv/gossip/amici-il-duro-sfogo-social-di-sangiovanni-non-denigrate-la-mia-arte/n143313/ Mare Fuori, Intervista esclusiva a Valentina Romani: "Amo la fragilità e il coraggio di Naditza"]'', ''Comingsoon.it'', 24 novembre 2021.</ref>
{{Int2|''[https://www.vanityfair.it/article/valentina-romani-i-rischi-mi-tengono-viva-intervista-mare-fuori «I rischi mi tengono viva»]''|Intervista di Mario Manca, ''Vanityfair.it'', 24 novembre 2021.}}
*Quando ero piccola ero [...] irrefrenabile. {{NDR|«Poi cosa è successo?»}} Sono cresciuta, e ho capito che non potevo fare tutto quello che volevo. Un conto, però, è l'incoscienza, un altro l'impulsività. Crescendo ti rendi conto che sei portato a guardarti da fuori e a darti dei paletti.
*Prendo le cose di petto, non mi piace rimandare: se non riesco a trovare una soluzione, lascio andare la cosa che mi ossessiona.
*{{NDR|«È sempre stata curiosa?»}} Sempre. Da bambina mi bruciavo le mani sulle piastre bollenti perché avevo bisogno di sentire sulla mia pelle qualsiasi cosa.
*I [[giovani]] hanno in mano il futuro: se non gli viene data fiducia adesso, è difficile che gli venga data dopo. Il giovane ha bisogno di fiducia per crescere, e credo che i ragazzi di oggi abbiano bisogno di essere ascoltati e di raccontarsi. Siamo una generazione affidabile, ma abbiamo bisogno che qualcuno creda in noi. Quindi, veniteci incontro.
{{Int2|''[https://www.theitalianreve.com/it/intervista-con-valentina-romani-a-caccia-di-sentimenti-ed-emozioni/ "A caccia di sentimenti ed emozioni"]''|Intervista di Maria Luisa Fasano, ''Theitalianreve.com'', 17 dicembre 2021.}}
*A volte dobbiamo accettare che i personaggi a cui diamo vita non si muovono nel mondo esattamente come faremmo noi e probabilmente questo è uno dei lati più belli del mestiere.
*Il cinema, come la televisione e il teatro sono delle potentissime forme di comunicazione. È difficile riuscire a scegliere il campo migliore, alla fine ciò che conta è quello che hai da dire, le storie che racconti. Se un personaggio è bello e lo senti su misura per te, che sia cinema teatro o tv, lo sposi.
*{{NDR|«Un epic fail sul set?»}} Uno dei più divertenti riguarda uno dei primi progetti a cui presi parte [...] ricordo che in una scena entrai con il pettine incastrato tra i capelli senza accorgermene!
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Attori italiani|Romani, Valentina]]
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Luigi Rava
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Luigi Rava (1860 – 1938), giurista e politico italiano
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'''Luigi Rava''' (1860 – 1938), giurista e politico italiano.
==Citazioni di Luigi Rava==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario.<ref>''Il cittadino Gagliuffi raguseo'', in ''Nuova Antologia'', vol. 285, 1919, p. 148.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Giuristi italiani]]
[[Categoria:Politici italiani]]
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immagine
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[[File:Ritratto del Ministro Luigi Rava.jpg|thumb|Luigi Rava in un ritratto di Giuseppe Pennasilico (1921)]]
'''Luigi Rava''' (1860 – 1938), giurista e politico italiano.
==Citazioni di Luigi Rava==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario.<ref>''Il cittadino Gagliuffi raguseo'', in ''Nuova Antologia'', vol. 285, 1919, p. 148.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Giuristi italiani]]
[[Categoria:Politici italiani]]
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riferimenti bibliografici
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[[File:Ritratto del Ministro Luigi Rava.jpg|thumb|Luigi Rava in un ritratto di Giuseppe Pennasilico (1921)]]
'''Luigi Rava''' (1860 – 1938), giurista e politico italiano.
==Citazioni di Luigi Rava==
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse [[Marco Faustino Gagliuffi|Gagliuffi]], nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario.<ref>Da ''Il cittadino Gagliuffi raguseo'', in ''Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti'', sesta serie, volume CCI della raccolta CCLXXXV, Direzione della Nuova Antologia, Roma, 1919, [https://archive.org/details/sim_nuova-antologia-revista-di-lettere-scienze-ed-arti_may-june-1919_285/page/148/mode/1up p. 148].</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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/* Citazioni di Luigi Rava */ altra su Gagliuffi
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[[File:Ritratto del Ministro Luigi Rava.jpg|thumb|Luigi Rava in un ritratto di Giuseppe Pennasilico (1921)]]
'''Luigi Rava''' (1860 – 1938), giurista e politico italiano.
==Citazioni di Luigi Rava==
*{{NDR|[[Marco Faustino Gagliuffi]]}} Una specialità aveva il suo ingegno: improvvisare versi in latino e riassumere in latino elegante le poesie e i discorsi che udiva recitare. E soleva farlo in Arcadia in gara con la celebre Amarilli Etrusca che improvvisava in italiano.<ref>Da ''Il cittadino Gagliuffi raguseo'', in ''Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti'', sesta serie, volume CCI della raccolta CCLXXXV, Direzione della Nuova Antologia, Roma, 1919, [https://archive.org/details/sim_nuova-antologia-revista-di-lettere-scienze-ed-arti_may-june-1919_285/page/147/mode/1up p. 147].</ref>
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario.<ref>Da ''Il cittadino Gagliuffi raguseo'', in ''Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti'', sesta serie, volume CCI della raccolta CCLXXXV, Direzione della Nuova Antologia, Roma, 1919, [https://archive.org/details/sim_nuova-antologia-revista-di-lettere-scienze-ed-arti_may-june-1919_285/page/148/mode/1up p. 148].</ref>
==Note==
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==Altri progetti==
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[[Categoria:Giuristi italiani]]
[[Categoria:Politici italiani]]
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/* Citazioni di Luigi Rava */ nota Bandettini
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[[File:Ritratto del Ministro Luigi Rava.jpg|thumb|Luigi Rava in un ritratto di Giuseppe Pennasilico (1921)]]
'''Luigi Rava''' (1860 – 1938), giurista e politico italiano.
==Citazioni di Luigi Rava==
*{{NDR|[[Marco Faustino Gagliuffi]]}} Una specialità aveva il suo ingegno: improvvisare versi in latino e riassumere in latino elegante le poesie e i discorsi che udiva recitare. E soleva farlo in Arcadia in gara con la celebre Amarilli Etrusca<ref>Nome arcadico della poetessa [[Teresa Bandettini]].</ref> che improvvisava in italiano.<ref>Da ''Il cittadino Gagliuffi raguseo'', in ''Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti'', sesta serie, volume CCI della raccolta CCLXXXV, Direzione della Nuova Antologia, Roma, 1919, [https://archive.org/details/sim_nuova-antologia-revista-di-lettere-scienze-ed-arti_may-june-1919_285/page/147/mode/1up p. 147].</ref>
*Il mondo letterario non conobbe mai uomo che gareggiasse Gagliuffi, nell'arte di improvvisare in aureo latino. Gagliuffi, fu l'unico genio a cui la natura abbia concesso un dono e un privilegio così straordinario.<ref>Da ''Il cittadino Gagliuffi raguseo'', in ''Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti'', sesta serie, volume CCI della raccolta CCLXXXV, Direzione della Nuova Antologia, Roma, 1919, [https://archive.org/details/sim_nuova-antologia-revista-di-lettere-scienze-ed-arti_may-june-1919_285/page/148/mode/1up p. 148].</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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